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Dobbiamo modificare le nostre abitudini alimentari per tornare ad una dieta che non sia solamente sana, ma che promuova il rispetto del territorio, della biodiversità con prodotti locali e di stagione che sia quindi anche ecosostenibile. L’obiettivo impone l’orientamento alla scelta di cibi il più possibile naturali a scapito di prodotti alimentari manipolati dall’uomo. Un’altra scelta importante è quella di dare il giusto tempo ad ogni pasto, favorendo una buona digestione e le relazioni sociali intorno al tavolo. Non dimentichiamoci che la dieta mediterranea è patrimonio culturale dell’umanità!

QUANDO IL PESO DIVENTA UN PROBLEMA DI SALUTE

Il sovrappeso e l’obesità non sono solo problemi estetici, ma soprattutto di salute, e influenzano non solo la qualità della vita, ma anche l’aspettativa di vita. Nei Paesi occidentali l’obesità rappresenta la seconda causa di morte prevenibile, dopo il fumo; quindi la prima nei soggetti non fumatori. La comunità scientifica è concorde nell’attribuire all’eccesso di peso un ruolo significativo nella patogenesi di numerose malattie metaboliche e degenerative, quali cardiopatie ischemiche, malattie cerebrovascolari, ipertensione, diabete, malattie respiratorie e osteoarticolari, steatosi epatica, calcolosi e alcuni tumori.

Quest’anno la Rete delle farmacie Piubene ha deciso di promuovere, anche con il supporto di Movimento Consumatori, il progetto “Quanto pesa una corretta alimentazione” con lo scopo di informare i cittadini sull’importanza dell’adozione di un corretto stile di vita, quale strumento di prevenzione delle patologie metaboliche e cardiovascolari. Maggiori informazioni sulla campagna sono disponibili su www.piubene.it e su www.movimentoconsumatori.it.

SOVRAPPESO E OBESITÀ

ll sovrappeso e l’obesità rappresentano i principali problemi di salute pubblica nel mondo moderno sia perché sono sempre più diffusi sia perché possono avere come conseguenza gravi patologie. Per le dimensioni che il problema sta assumendo in tutto il mondo, dell’obesità si può parlare in termini di una vera e propria epidemia globale, l’OMS (organizzazione mondiale sanità) parla di “globesità”.Un contributo significativo all’aumento di peso deriva dalle cattive abitudini alimentari che adottiamo e che ci portano a seguire uno stile alimentare basato su “cibi spazzatura”, fast food o veloci “tramezzini al bar”. Abbiamo sostituito la nostra tipica dieta mediterranea a base di pane, cereali integrali, frutta, verdura, erbe aromatiche, olio extravergine di oliva e pesce con gli hamburger, le patatine fritte e le bibite, abbinate al consumo fuori pasto di cibi altamente energetici e di bevande zuccherate che non risponde a una reale necessità dell’organismo. Molti studi indicano che un abbondante consumo di frutta e verdura fresca, ma anche di cereali e legumi, riduca il rischio cardio e cerebrovascolare, nonché la probabilità di insorgenza di diversi tumori.

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Inoltre, secondo una recente ricerca, per gli obesi non sarebbero in agguato “solo” questi problemi, bensì anche disturbi psicologici come ansia e depressione. Per finire, ricordiamo che un peso eccessivo può comportare limitazioni della vitalità, discriminazione sociale, diminuzione della produttività lavorativa o scolastica.

COME QUANTIFICARE E MONITORARE IL PROPRIO PESO E/O SOVRAPPESO

La premessa da fare è che noi siamo

abituati a misurare il nostro peso, ma questo è sufficiente?È il grasso in eccesso, e la sua localizzazione, che ci predispone a problemi di salute per cui dobbiamo conoscere cosa effettivamente misurare per sapere se siamo in forma o meno!

Misura l’indice di massa corporeaIl parametro che meglio identifica il concetto di sovrappeso, normopeso e sottopeso è l’Indice di Massa Corporea, IMC (o BMI), che si ottiene dividendo il peso (misurato in chilogrammi) per

Popolazione adulta (18-65 anni)

MANTENEREPORZIONI MODERATE(possono variare su base nazionale)

BERE VINO CONMODERAZIONE

NEL RISPETTO DELLETRADIZIONI SOCIALI

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Variare i colori

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BERE ACQUA

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l’altezza (espressa in metri) moltiplicata per se stessa:IMC = peso (kg)/altezza al quadrato (m2)Esempio: una donna di 60 kg alta 1,60 m calcolerà così il suo IMC 60 : (1,60 x 1,60) = 23,4 (valore che rientra nella categoria normopeso).L’aiuto del proprio medico di famiglia o di uno specialista da lui indicato è indispensabile nelle seguenti situazioni:- obesità grave: IMC superiore a 40 kg/m2;- obesità(IMC>30 kg/m2) o sovrappeso (IMC>25 kg/m2) con patologie associate (diabete, ipertensione, dislipidemia, ecc.).

Misura il giro vitaNel valutare il rischio complessivo per la salute di un soggetto in sovrappeso è molto importante la misurazione della circonferenza addominale (la classica “pancia”), i cui valori consentono di identificare la presenza di una obesità centrale o viscerale.I soggetti con alti livelli di grasso viscerale sono ad alto rischio sia di diabete sia di dislipidemie e di conseguenza a maggior rischio di malattie cardiovascolari.Determinare la misura della circonferenza addominale è molto semplice.È sufficiente misurare il girovita all’altezza dell’ombelico (in centimetri) con un metro da sarto. Il valore rilevato indica un rischio elevato quando è:

- superiore a 102 cm per i maschi;- superiore a 88 cm per le femmine.Ma se vuoi essere in forma non è sufficiente, misura anche la tua composizione corporea!Il peso può rimanere costante o variare di poco, mentre nell’organismo si innesca un processo di aumento di massa grassa cioè del grado di sovrappeso/obesità senza che ciò venga rilevato dalla bilancia e quindi anche dall’indice di massa corporea. Di conseguenza l’invecchiamento della popolazione e l’incremento epidemico dell’obesità limita l’affidabilità dell’IMC perché è stato evidenziato, come, la conoscenza della % di massa muscolare sia un fattore importante per la valutazione del grado di sovrappeso/obesità ed il successivo percorso finalizzato alla riduzione di peso. Per aumentare l’efficacia del controllo dell’indice di sovrappeso/obesità e il monitoraggio della perdita di peso diventa fondamentale la misurazione della composizione corporea. Valutare la composizione corporea significa misurare i diversi compartimenti che costituiscono il corpo ossia: massa grassa + massa magra priva di grasso + acqua. Esistono diverse metodiche che ci permettono di conoscere la nostra composizione corporea, la più semplice è l’utilizzo di un impedenziometro.

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associata all’insulino-resistenza che viene spesso considerata come un marker clinico per questo disequilibrio metabolico.Per contrastare l’insulino-resistenza e coadiuvare la dieta per il controllo e la riduzione del peso in associazione ad un buon livello di attività fisica possiamo supportare il nostro organismo con l’utilizzo di integratori alimentari. Il cromo è un minerale che contribuisce al normale metabolismo dei macronutrienti e al mantenimento di livelli normali di glucosio nel sangue. Il cromo picolinato è la forma più facilmente assimilabile dall’organismo. Il caffè verde è ricco in acido clorogenico che interviene nel sostegno metabolico. Alcuni estratti di caffè verde sono stati brevettati e studiati approfonditamente. Il tè verde favorisce l’equilibrio del peso corporeo e il drenaggio dei liquidi corporei. Il pepe nero associato agli ingredienti sopradescritti ne può supportare l’assorbimento facilitandone l’azione. Nei soggetti ipertesi si consiglia di condizionarne l’uso al parere del medico e del farmacista.Accanto alle sostanze di origine vegetale, utili per contrastare l’insulino-resistenza, abbiamo a disposizione una serie di estratti vegetali che, grazie a meccanismi d’azione diversi, forniscono supporto nel contrastare gli effetti legati all’assunzione di un eccesso di carboidrati, zuccheri e lipidi oppure semplicemente ad un eccesso di lipidi. Dagli estratti vegetali si sono ottenuti dei complessi naturali brevettati specifici per ogni esigenza. Agiscono in totale sicurezza a livello dell’apparato gastro-intestinale, riducendo l’assorbimento degli alimenti assunti e conseguentemente l’apporto calorico.

Per assicurarsi una riduzione dell’assorbimento di lipidi, il prodotto

L’IMPATTO DI UN ERRATOSTILE DI VITA

Le stime suggeriscono che nelle regioni occidentalizzate, tra cui l’Italia, il 25-30 % della popolazione presenta un certo grado di insulino-resistenza con le conseguenze sulla salute associate a questo squilibrio metabolico, come per esempio l’aumento della pressione sanguigna, del colesterolo, dei trigliceridi e possibilità di sviluppare diabete tipo2.

Ma che cos’è l’insulino-resistenza? L’insulina, un ormone molto importante per la regolarizzazione del glucosio ematico, stimola il trasporto di glucosio dal sangue ai vari tessuti, come per esempio al muscolo scheletrico, che lo utilizza per darci energia, sotto forma di ATP (la benzina che utilizza il nostro organismo), di cui abbiamo bisogno per muoverci, fare sport e sentirci bene.L’insulino-resistenza indica l’incapacità delle cellule dell’organismo di legare l’insulina e di rispondere al segnale dell’ormone. Questa incapacità fa sì che il glucosio non possa essere assorbito e quindi utilizzato dalle cellule stesse. Di conseguenza, si ha una permanenza del glucosio nel sangue, con conseguente innalzamento della glicemia e dell’insulina ematica. Di fatto, l’insulino-resistenza si instaura quando non facciamo abbastanza attività fisica e mangiamo cibi ricchi di zuccheri raffinati. Non a caso, individui con sovrappeso hanno un aumentato rischio di sviluppare insulino-resistenza e diabete di tipo 2. Ulteriormente, la distribuzione del grasso corporeo è correlata all’insulino-resistenza. È stato infatti evidenziato da più studi che l’obesità centrale o addominale (con tipica struttura “a mela”) è così strettamente

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di elezione a base di Opuntia Ficus-Indica, associata a fibre solubili di acacia, permette di inglobare i grassi assunti con l’alimentazione, favorendone l’espulsione con le feci.Se, invece, l’alimentazione è ricca di carboidrati, zuccheri e lipidi, è preferibile orientare la scelta su prodotti formulati con complessi brevettati a base di polifenoli e tannini, che bloccano l’azione degli enzimi digestivi, e quindi, gli alimenti indigeriti vengono eliminati con le feci.

UN NUOVO NEMICO DEL SOVRAPPESO: L’INFIAMMAZIONE

Nel sovrappeso, e ancora più nell’obesità, accanto al fenomeno dell’insulino-resistenza, l’eccesso di grasso corporeo accumulato, fa sì che si instauri un processo di infiammazione cronica e silente che è causa a sua volta di altro accumulo di grasso. In questa situazione di alterazione, il tessuto adiposo non risponde più correttamente agli stimoli di regolazione del metabolismo perché è in sofferenza e manifesta condizioni di carenza di ossigeno, stress ossidativo, infiammazione e insulino-resistenza. Combattendo lo stress metabolico-ossidativo che mantiene il tessuto adiposo in questo stato di inerzia funzionale, lo si può riportare al suo fisiologico funzionamento. Il tessuto adiposo potrà quindi riacquistare maggiore sensibilità verso gli stimoli che favoriscono la perdita di peso: dieta ipocalorica, esercizio fisico, attivatori metabolici.Nelle condizioni di sovrappeso e in particolare nei casi in cui, sebbene ci si impegni con costanza, si fa fatica a tenere sotto controllo il peso, può essere utile

ricorrere a piante medicinali che agiscono direttamente sulla mobilizzazione e sul consumo dei grassi (favorendo la lipolisi per ridurre le dimensioni degli adipociti e la massa grassa e aumentando la termogenesi per bruciare l’eccesso di glucosio e di acidi grassi) ma anche mediante un aiuto alla funzionalità del tessuto adiposo contrastando lo stress ossidativo.In particolare, nuovi studi farmacologici evidenziano che i fenoli del The verde e le procianidine dei Semi d’uva possono agire sinergicamente a livello del tessuto adiposo aiutandolo a recuperare il suo stato funzionale. I fenoli svolgono un’azione antiossidante e di stimolo della lipolisi e della termogenesi e le procianidine, oltre a quella antiossidante, hanno un’azione protettiva sul microcircolo. Oltre al The verde, anche l’arancio amaro (Citrus aurantium) e l’alga bruna (Fucus vesiculosus) agiscono favorendo la lipolisi e stimolando la termogenesi nel tessuto adiposo.

UN ALTRO “NEMICO” DEL SOVRAPPESO: LO STRESS

Cosa rappresenta il cibo per noi? Sicuramente è un bisogno primario insostituibile, ma cosa ci porta a cercare e prediligere sempre più spesso alimenti ad elevata palatabilità, che sono poi quelli più ricchi in grassi e zuccheri? Perché è così facile acquistare chili di troppo e sempre tanto difficile seguire una dieta equilibrata?Gli studi scientifici indicano che il mutato comportamento alimentare degli ultimi anni è soprattutto il risultato di una vita frenetica e stressante: mangiamo male perché viviamo male. Esiste infatti una

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stretta relazione tra stress e cibo.I comportamenti alimentari determinati dello stress sono generalmente di due tipi: o si diminuisce l’assunzione di cibo e si perde peso (ma accade in meno di un terzo dei casi), o molto più frequentemente si aumenta l’assunzione di cibo che diventa un vero e proprio strumento di conforto. Tutti gli impegni, le responsabilità, le grandi o piccole difficoltà che si devono affrontare ogni giorno, possono generare in noi stress che ci rende inclini a comportamenti non salutari, come fumare o mangiare in modo errato, e a cercare soddisfazione e gratificazione nel cibo, soprattutto in quello ricco in grassi e zuccheri. La gratificazione che cerchiamo nel cibo può essere anche una diretta conseguenza di uno stile di vita stressante, ed in questi casi finiamo per mangiar “male” allo scopo di

avere sollievo dallo stress.E se alle tensioni di ogni giorno si aggiunge lo stress da dieta cosa accade? Con gli importanti e “scomodi” cambiamenti di abitudini conseguenti ad un regime dietetico controllato, il carico di stress aumenta, con il risultato di un maggior desiderio di cibo che mina la dieta stessa e può portare più facilmente a interromperla. Lo stress, quando perdura, supera la capacità del nostro organismo di farvi fronte e tende a produrre un aumento della resistenza all’insulina e alla leptina, ormoni importanti anche per il controllo del senso di fame oltre che direttamente concausa dei disturbi metabolici associati al sovrappeso.La dieta ipocalorica può generare una sorta di “astinenza” da qualcosa di estremamente gratificante per noi.

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La riduzione dello stress e il controllo della ricerca di gratificazione diventano fondamentali per la buona riuscita della dieta.

I TRATTAMENTI COSMETICI SNELLENTI

Nelle donne spesso, più raramente negli uomini, si verifica un accumulo di adiposità localizzata sul giro vita, sulle cosce e sui fianchi, situazione che crea molto disagio per la “prova costume”. Per affrontare serenamente l’arrivo della stagione estiva sono disponibili anche prodotti cosmetici snellenti che, applicati quotidianamente nelle zone interessate, migliorano l’inestetismo cutaneo legato alle adiposità localizzate coadiuvando così l’efficacia della dieta e dell’attività sportiva. Le nuove tecnologie cosmetiche hanno portato alla formulazione di prodotti efficaci, sicuri, estremamente pratici e veloci da utilizzare. La formulazione più innovativa risulta essere a base del complesso, concentrato in principi attivi naturali, brevettato, ad azione snellente e lipolitica multilivello, associati ad efficaci componenti drenanti, tonificanti e rassodanti. La sinergia della formulazione è dovuta alla presenza della Caffeina per l’azione mirata sui depositi di grasso; del Decapeptide per l’azione “brucia grassi”, all’Escina e al Ginger per l’azione sul microcircolo, mentre, la Dermoclorella esplica un’azione tonica e rassodante sui tessuti. Il tutto potenziato dalla presenza di una “molecola carrier” che veicolando gli attivi ne migliora l’attività. L’applicazione quotidiana è favorita dall’assorbimento rapido che permette di vestirsi subito!!!!

PROTEGGI IL SISTEMA VASCOLARE

Il sistema cardiovascolare è formato da una pompa meccanica, il cuore, da un sistema di tubi che partono dal cuore (l’aorta e le altre grandi arterie) che progressivamente si dividono in condotti sempre più piccoli (arterie di medie dimensioni e arteriole) fino a tubicini dalla parete sottilissima (i capillari). La principale funzione del sistema cardiovascolare è quella di trasportare alle cellule di tutto il corpo il sangue ricco di ossigeno e le sostanze nutritive; provvede inoltre a portar via l’anidride carbonica e le sostanze di rifiuto prodotte dalle cellule. Questi scambi si realizzano attraverso i capillari che hanno pareti sottilissime e permeabili.Le malattie cardiovascolari sono le patologie che colpiscono il cuore e/o i vasi sanguigni. Danni a carico del sistema cardiovascolare possono determinare in alcuni distretti corporei uno scarso afflusso di sangue. L’insufficiente afflusso di sangue (detto ischemia) in un distretto fa sì che le cellule che lo costituiscono vadano rapidamente incontro a carenza di ossigeno. L’ischemia prolungata nel tempo può causare la morte di una parte dell’organo (infarto). L’ictus cerebrale e l’infarto del miocardio sono le più gravi malattie cardiovascolari. Nel primo caso la malattia determina una riduzione di sangue a livello di una zona del cervello; nel secondo caso si ha una riduzione del flusso di sangue a livello di una delle coronarie, i vasi deputati a portare il sangue al cuore (miocardio). Il danno che l’infarto provoca al cuore rende più difficile il suo lavoro di pompa e questo può determinare problemi circolatori anche in altri distretti corporei.La pressione arteriosa è la forza esercitata

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dal sangue contro le pareti delle arterie. Ciascuno di noi deve avere una certa pressione sanguigna perchè il sangue possa raggiungere gli organi ed i muscoli del corpo. La pressione si misura in millimetri di mercurio (mmHg) ed il valore della pressione è dato da due numeri: il primo è la pressione sistolica, il secondo la diastolica.

Pressione arteriosa sistolica (massima): si misura nel momento in cui il cuore si contrae e pompa il sangue nelle arterie.

Pressione arteriosa diastolica (minima): si misura tra due contrazioni, mentre il cuore si rilassa e si riempie di sangue.

Il valore della pressione varia normalmente nel corso della giornata: aumenta con lo sforzo, le emozioni, il freddo o il dolore e diminuisce con il riposo e il sonno.

L’ipertensione è un importante fattore di rischio per malattie cardiovascolari, caratterizzata da un aumento stabile della pressione arteriosa nella circolazione sistemica oltre un valore soglia. L’ipertensione si sviluppa quando le pareti delle arterie di grosso calibro perdono la loro elasticità naturale e diventano rigide e i vasi sanguigni più piccoli si restringono. L’ipertensione affatica il cuore, può aumentarne le dimensioni, renderlo meno efficiente e favorire l’aterosclerosi, per questo le persone che hanno la pressione alta corrono un rischio maggiore di infarto o ictus. L’ipertensione può causare: insufficienza renale e danneggiare la vista. Inoltre, l’ipertensione può determinare un superlavoro per il cuore e portare a delle modifiche cardiache. Una parte del danno causato dalla pressione alta è dato dall’ispessimento a livello

dell’endotelio dell’arteria, solitamente liscio. Quando ciò avviene, è più facile per grassi e colesterolo insediarsi nelle pareti delle arterie, arrivando a ostruirle. In Italia l’ipertensione colpisce il 40-50% della popolazione generale adulta ossia 14 milioni di persone. L’ipertensione viene classificata in essenziale (senza causa conosciuta) e secondaria (causa conosciuta). L’ipertensione da camice bianco invece, meglio definita come ipertensione clinica isolata, è quella pressione elevata riscontrata ambulatorialmente mentre i valori pressori nella giornata o nell’arco delle 24 ore o a domicilio sono perfettamente normali. L’ipertensione (pressione arteriosa superiore a 140/90 mmHg) solitamente non dà sintomi. Per tale motivo, l’unico modo per sapere se si è ipertesi è misurarla. La pressione può essere misurata dal medico curante, in farmacia o a casa autonomamente grazie ai misuratori di pressione per uso domiciliare. Le linee guida forniscono i seguenti riferimenti come valori pressori soglia 140-90 mmHg per misurazioni ambulatoriali e 130/80 mmHg per misurazioni domiciliari. L’automisurazione domiciliare della pressione fornisce una misurazione attendibile perché è ottenuta durante le attività quotidiane in varie situazioni comportamentali. Sempre la E.S.H. European Society of Hypertension consiglia di tenere presenti alcune regole per effettuare una misurazione della pressione efficace:• In caso di asimmetria pressoria tra braccio destro e braccio sinistro, considerare i valori del braccio con la pressione più alta• Misurare in un ambiente tranquillo e a temperatura adeguata• Svuotare la vescica

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• Non assumere caffè, tè o tabacco e non svolgere attività fisica nei 30 minuti precedenti• Non assumere sostanze con stimolanti adrenergici (es. decongestionanti nasali...)• Stare a riposo per i 5 minuti precedenti la misurazione• Ansia, stress o dolore possono influenzare la pressione• Non parlare e non muoversi durante la misurazioneUna sola misurazione non è un dato attendibile che permetta al medico di fare la diagnosi; pertanto le Linee Guida Europee suggeriscono modalità di automisurazione ben standardizzate con periodi di monitoraggio non inferiori alla settimana. Consigliano inoltre di:• Utilizzare sempre misuratori clinicamente validati ed accurati; preferire i misuratori elettronici automatici da braccio. E’ consigliabile effettuare 2-3 misurazioni al mattino (preferibilmente tra le 6 e le 9, prima dell’eventuale assunzione della terapia) e 2-3 alla sera (preferibilmente tra le 18 e le 21). Tutti i giorni o per non meno di 3 giorni alla settimana per almeno 1 settimana (con un numero minimo di misurazioni pari a 24) nella fase diagnostica o di valutazione della terapia. • E` sufficiente un giorno di monitoraggio alla settimana quando i valori in seguito all’assunzione della terapia tornano a valori regolari• Utile effettuare il monitoraggio comunque nella settimana precedente la visita.

*L’effetto benefico per la funzione cardiaca si ottie-ne con l’assunzione giornaliera di 250 mg di EPA e di DHA, per la funzione cerebrale e visiva di 250 mg di DHA

L’IPERCOLESTEROLEMIA

Stime recenti parlano di 12 milioni di italiani che presentano valori di colesterolo troppo elevati. Di questi la metà non ne sarebbe neppure consapevole. Infatti, sebbene valori di colesterolo nel sangue superiori a 200 mg/dL rappresentino uno dei principali fattori di rischio per problemi cardiovascolari, l’ipercolesterolemia non provoca sintomi visibili. Quando l’alto livello di colesterolo nel sangue si associa ad uno stile di vita non corretto (fumo, obesità, ipertensione, sedentarietà, stress), il rischio di problemi cardiovascolari può aumentare. Per questo, è importante imparare a tenerlo sotto controllo. Il colesterolo è una sostanza indispensabile all’organismo stesso (endogeno); il 20% proviene dall’alimentazione (esogeno), ma anche parte del colesterolo endogeno viene costruita a partire da elementi presenti negli alimenti.Intervenire sull’alimentazione può rappresentare un passo importante per il controllo della colesterolemia totale. Fortunatamente, sia l’alimentazione sia i fattori di rischio legati allo stile di vita sono modificabili. Sta a noi prenderne coscienza ed effettuare il primo passo verso un traguardo di benessere.L’utilizzo di integratori alimentari, contenenti sostanze naturali che possono avere un effetto sul metabolismo del colesterolo, rappresenta un valido aiuto per il controllo della colesterolemia quando è a livelli soglia. I fitosteroli, ad esempio, sono sostanze di origine naturale che contribuiscono al mantenimento di livelli normali di colesterolo nel sangue. In particolare, avendo una struttura simile a quella del colesterolo, inducono l’organismo ad assimilarli al suo posto. Gli omega 3 acidi sono importanti per la

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funzione cardiaca…ma non solo!!Gli Omega3 sono acidi grassi polinsaturi, importanti per il benessere del nostro organismo. Gli Omega3 presenti nell’organismo in parte derivano dalla dieta ed in parte vengono sintetizzati dall’organismo. I più studiati sono l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA), contenuti in quantità rilevanti nei pesci quali acciuga, salmone, tonno, trota e sgombro. Essi sono incorporati nelle membrane delle nostre cellule e la loro presenza ne garantisce l’integrità ed il corretto funzionamento. L’apparato cardiovascolare, ma anche l’apparato celebrale e l’apparato visivo ne sono particolarmente ricchi, ed è stato dimostrato che un adeguato apporto giornaliero di Omega3, EPA e DHA aiuta a mantenere la sana funzionalità cardiaca, celebrale e visiva.• Gli Omega3 per la funzionalità cardiaca: le cellule del cuore e dei vasi sanguigni sono ricche di DHA e EPA e la loro presenza contribuisce alla normale funzione cardiaca.• Gli Omega3 per la funzionalità cerebrale: il DHA è uno dei principali costituenti della membrana delle cellule nervose

dove coopera al mantenimento di una corretta trasmissione dei segnali nervosi. Il DHA cosi contribuisce al mantenimento della normale funzione cerebrale.• Gli Omega3 e la funzionalità visiva: il DHA è molto concentrato nelle membrane delle cellule che consentono la visione in condizioni di bassa luminosità e nella regione del cervello che elabora le informazioni visive. In questo modo il DHA contribuisce a mantenere una sana funzionalità visiva.I benefici legati ad un’alimentazione ricca di Omega3, ed in particolare di EPA e DHA, derivano dall’accumulo di questi preziosi acidi grassi nelle cellule dell’organismo. È infatti dimostrato che sono sicuri anche quando vengono assunti per periodi prolungati. L’assunzione quotidiana, attraverso la dieta, di EPA e DHA dovrebbe quindi essere una buona abitudine nell’ambito di uno stile di vita sano.

LA SALUTE SI COSTRUISCE NELL’INFANZIA

Un bambino “grasso” ha un rischio molto maggiore di esserlo anche da adulto.Appare quindi evidente che una buona educazione alimentare deve iniziare sin da quando i bambini sono piccoli, perché poi recuperarla da adulti è molto più difficile. Per tutti questi motivi, i genitori devono imparare a porre regole e limiti ai figli anche per quanto riguarda il cibo, ricordando che a volte bastano accorgimenti minimi per evitare che i bambini mangino troppo e male. Cominciando sin dalla nascita, è ormai ben noto che l’allattamento prolungato

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al seno – fonte di innumerevoli vantaggi per la salute del bambino − è anche una buona strategia per controllare l’obesità infantile. Per esempio i bambini che crescono velocemente di peso nei primi mesi di vita, se sono allattati al seno almeno sino ai quattro mesi, hanno una quota ridotta di grasso corporeo e tendono a normalizzare il loro peso entro i 5 anni. Al contrario, nello stesso tipo di bambini, l’allattamento artificiale facilita il mantenimento dell’eccesso ponderale tra i 2 e i 5 anni di vita.Con il proseguire della crescita, assume poi naturalmente un ruolo decisivo il tipo di alimentazione, a sua volta influenzata da fattori ambientali e soprattutto familiari. I comportamenti alimentari di un bambino fino a 6 anni risultano direttamente correlati a quelli dei

genitori, soprattutto della madre. Solo in seguito subentra l’influenza dei cosiddetti fattori ambientali (compagni di scuola e amici con cui si praticano hobbies e sport, modelli proposti dalla TV, ecc.).L’età prescolare (3-5 anni) rappresenta una fase importantissima sotto il profilo della costruzione delle scelte alimentari: è in questo periodo che il bambino viene introdotto alla varietà dei cibi presenti in tavola e alla preferenza di alcuni alimenti rispetto ad altri (ad esempio verdura e pasta piuttosto che snacks e dolci). E proprio in questa fase i genitori hanno un ruolo attivo attraverso: la qualità del cibo ed uno stile di vita fisicamente attivo.

IL RUOLO DELL’ESERCIZIO FISICO E DI UN SANO STILE DI VITA

Sebbene ci siano certamente dei fattori genetici che contribuiscono al sovrappeso, la maggior parte delle persone sviluppa insulino-resistenza a causa di una vita caratterizzata dall’accumulo di scelte sbagliate come seguire una dieta ricca in cereali raffinati e grassi saturi, vivere quotidianamente sotto stress e fumare. L’attività fisica potrebbe essere il più importante fattore dello stile di vita sia per prevenire che per far regredire l’insulino-resistenza. Infatti è stato dimostrato che l’attività fisica aumenta la sensibilità all’insulina post-esercizio. Anche un’attività fisica di routine (inclusa la camminata leggera) per quattro volte la settimana diminuisce i depositi di grassi corporei, tende a ridurre il consumo di cibo e contrasta l’insulino-resistenza.Per stile di vita fisicamente attivo si deve intendere innanzitutto un tipo di comportamento che dia la preferenza, nell’espletamento delle attività quotidiane, all’uso dei propri muscoli.

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Ad esempio, ogni qual volta è possibile, camminare invece di usare l’auto, salire e scendere le scale piuttosto che servirsi dell’ascensore o delle scale mobili, e così via. A completamento di tutto ciò, un adulto sano dovrebbe aggiungere, quattro o cinque volte la settimana, un’attività fisica aerobica di almeno quarantacinque minuti, di un’intensità tale che possa essere sostenuta senza il “fiatone”, ma con un impegno cardiaco compreso tra il 60 e il 70% del massimale. La sensazione deve essere quella di una respirazione appena più frequente e profonda del normale, senza affanno eccessivo. Tra le varie attività (il cammino, la corsa, il pedalare, ecc.), è importante scegliere quella che meglio si adatta alle proprie caratteristiche e ai propri gusti. Questa attività deve quindi rientrare nelle normali abitudini e rappresentare un’esigenza al pari dell’igiene della persona. E il motivo non è “semplicemente” il dispendio calorico dovuto all’attività in se, la ragione più importante per includere l’esercizio fisico nel programma di controllo del peso è l’effetto che questo ha nell’incrementare il metabolismo basale: un esercizio aerobico di intensità moderata ne aumenta il valore e l’incremento può persistere fino a 12 ore dopo l’esercizio. E quando l’attività fisica viene praticata regolarmente, quest’incremento diventa stabile.

L’IMPATTO DELL’ALIMENTAZIONE SULL’APPARATO GASTROINTESTINALE

Anche se siamo magri, belli ed in forma, è importante sempre mantenere una corretta alimentazione, dato che le varie tipologie di alimenti hanno un impatto

notevole sull’intestino. Il benessere del nostro intestino dipende da tanti fattori, tra questi il cibo riveste un ruolo rilevante accanto allo stress e all’assunzione di alcuni farmaci. Il nostro intestino è “abitato” dalla flora batterica, ossia da una grande quantità di batteri buoni che, interagendo con le cellule del nostro organismo, svolge dei compiti importanti nella digestione, nel metabolismo, nella sintesi delle vitamine, nell’esercitare un’azione di barriera a livello intestinale e nell’influenzare il sistema immunitario. Quando la flora batterica intestinale subisce un’alterazione, si crea una condizione denominata “disbiosi” che compromette la capacità dei batteri buoni di svolgere le loro funzioni fisiologiche e mina l’equilibrio del sistema immunitario, situazione che se protratta nel tempo, pone l’organismo nella condizione di sviluppare un’infiammazione cronica silente (cfr. pag. 6), con progressivo indebolimento del sistema immunitario e predisposizione a patologie metaboliche e cardiovascolari. Con l’alterazione della flora batterica possono comparire anche sintomi che impediscono il normale svolgimento delle attività quotidiane come, ad esempio, gonfiore o tensione addominale, mal di pancia, diarrea o stitichezza uniti, a volte, a sensazione di malessere generale. I fattori che possono causare la disbiosi sono diversi ed è bene riuscire ad individuarli in modo preciso per poter intervenire adeguatamente. Riportare la flora batterica intestinale al suo stato di equilibrio e ripristinare le sue funzioni benefiche è possibile tramite l’assunzione di un prebiotico e/o probiotico specifico. In commercio esistono i prebiotici e i probiotici che rappresentano 2 tipologie di prodotti diversi:

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• Il prebiotico è una fibra alimentare, utilizzata come alimento dai probiotici, non ha azione diretta sull’organismo ma aiuta a mantenere vitale ed in equilibrio la flora batterica intestinale. È molto abbondante nei vegetali e nella frutta e ne è consigliata l’assunzione sotto forma di integratori per coloro che hanno un’alimentazione povera di vegetali e frutta. • Il probiotico è un fermento, ne esistono molte tipologie, si assume attraverso integratori o farmaci. Ogni probiotico ha delle funzioni specifiche, pertanto, per ottenere i benefici attesi è importante farne un utilizzo corretto, scegliendo quello più adatto alla propria esigenza. Il Saccharomyces Boulardii è uno dei probiotici più studiati. Le numerose ricerche ne hanno evidenziato l’utilità nella prevenzione della diarrea acuta nei bambini e negli adulti, nella prevenzione della diarrea dovuta all’assunzione di antibiotici sia nei bambini sia negli adulti e nella diarrea del viaggiatore.• Recentemente sono stati introdotti in commercio dei test che permettono di valutare la qualità della propria flora batterica.

USO RAZIONALE E SICUREZZA DEGLI INTEGRATORI

La richiesta di benessere spinge verso un uso crescente degli integratori alimentari, che oggi coinvolge circa la metà della popolazione italiana.  Gli integratori alimentari sono prodotti che si trovano in commercio sotto forma di capsule, compresse, fialoidi e simili, a base di vitamine, minerali o altri nutrienti e di sostanze vegetali, ad effetto nutritivo o fisiologico, ideati e proposti per favorire il regolare svolgimento delle funzioni

dell’organismo. Perché risultino efficaci e sicuri l’impiego di tali prodotti deve avvenire in modo consapevole e informato sulla loro funzione e le loro proprietà.Gli integratori non sono tutti uguali. Per questo motivo al fine di ottenere i benefici attesi è importante scegliere un prodotto preparato con rigore e serietà, con garanzia di integrità e qualità di ogni componente. La sicurezza degli integratori alimentari è un valore chiave ed è garantita da una legislazione nazionale specifica che richiede degli standard di produzione, di formulazione e di etichettatura.Esistono ulteriori standard internazionali, la cui applicazione non è obbligatoria, che costituiscono una garanzia ulteriore in termini di qualità del processo produttivo, a cui alcune aziende aderiscono, adottando dunque standard produttivi superiori a quelli richiesti, con l’obiettivo principale di tenere in considerazione i bisogni e la tutela dei consumatori, alla luce dell’evoluzione delle conoscenze scientifiche.Inoltre, il supporto da parte del medico o del farmacista nella scelta del prodotto più adatto alle proprie esigenze è essenziale, poiché ogni persona, in relazione all’età, allo stile di vita e alle abitudini alimentari, ha esigenze nutrizionali completamente diverse.Gli integratori non sostituiscono una dieta variata ma se impiegati seguendo uno stile di vita sano con un buon livello di attività fisica, possono essere validi alleati per il nostro benessere!

COME MANTENERE O RITROVARE IL BENESSERE

Non è mai troppo tardi per cambiare stile di vita!!! Quindi ecco dei piccoli

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accorgimenti che vi consentiranno di controllare la vostra alimentazione ed il vostro benessere:1. Cominciate a svolgere un’attività fisica, che non deve essere necessariamente molto pesante, ma va commisurata alle vostra forma fisica, l’importante è essere costanti. 2. Controllate il peso in maniera regolare. Pesarsi almeno una volta al mese (meglio ogni settimana) sempre sulla stessa bilancia, o meglio misuriamo anche la composizione corporea, allo stesso orario possibilmente digiuni.3. Evitate le diete drastiche e fai da te poiché possono essere molto dannose per la salute.4. Attenzione ai condimenti. Non condire gli alimenti ad occhio. Per condire utilizzate sempre il cucchiaio, sia per l’olio che per dosare i condimenti particolarmente ricchi di grassi; non più di uno a pasto. Quando mangiate fuori casa, cercate di scegliere sempre cibi cucinati in modo semplice e riducete le quantità. A casa cercate di prediligere metodi di cottura semplici con poco olio extravergine di oliva (non più di un cucchiaio a persona), utilizzando spezie ed aromi per insaporire le pietanze. Ricordate sempre che a parità di quantità gli oli crudi svolgono un’azione più salutare rispetto a quelli cotti.5. Distribuite correttamente il cibo nell’arco della giornata, non concentrate la maggior parte del cibo in un pasto, soprattutto a cena.6.Dedicate al pasto il giusto tempo. Masticare correttamente e mangiare lentamente.7.Consumate verdura a volontà ma attenzione alla frutta. Le verdure sono ottime per l’apporto di fibre, vitamine, sali minerali e antiossidanti. Ottima anche la frutta per queste proprietà, sebbene

la quantità di zuccheri contenuti la renda più calorica delle verdure.8. Favorite il consumo di pesce. Proponetevi di iniziare ad assumere pesce marino minimo 1-2 volte alla settimana.9. Moderate il consumo di caffè.10. Abolite il fumo.

Bibliografia:

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