Inforama 01/2016

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INFOR AMA P7 LEGGIAMO... I consigli del mese per una sana pausa relax dedicata alla lettura P4-5 SPAZIOPOESIA 'Pino solitario' di Mirella, e i pensieri del gruppo 'Morbide Transizioni' P3 TUTTIGRUPPI L'elenco completo di tutti i gruppi A.M.A. attivi sul territorio MARZO 2016 SEMINARIO GESTIRE I CONFLITTI CON GLI STRUMENTI DELLA COMUNICAZIONE ECOLOGICA - 30/01/2016 Si è tenuto a fine gennaio il seminario condotto da Eva Lotz, per esplorare insieme la natura del conflitto: come e perché nasce e come lo viviamo. Il lavoro di gruppo ha permesso di sperimentare nuovi strumenti per contenere e gestire le emozioni collegate al conflitto, in particolar modo la rabbia. 1 LE MANI AMICHE - Mauro INSIEME È PIU' FACILE Graziella A.M.A. Senza Paura Chi siamo, cosa facciamo, a cosa serviamo? Martina Soccal CORSO DI FORMAZIONE PER FACILITATORI DEI GRUPPI DI AUTO MUTUO AIUTO Valeria Schiesaro EDITORIALE DI ELIANA LATTUADA Buongiorno a tutti! Mi chiamo Eliana Lattuada e sono stata eletta nell’Aprile scorso presidente della nostra associazione. Una breve presentazione per chi non mi conosce; ma prima di tutto voglio ringraziare Bianca, la presidente uscente, per l’impegno e la dedizione profusa nel corso del suo mandato: grazie Bianca, non ti saremo mai abbastanza riconoscenti! [CONTINUA A PAG. 2] 3 4 6 5 ©foto Beatrice Bermond

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INFORAMAP7 LEGGIAMO...I consigli del mese per una sana pausa relax dedicata alla lettura

P4-5 SPAZIOPOESIA'Pino solitario' di Mirella, e i pensieri del gruppo 'Morbide Transizioni'

P3 TUTTIGRUPPIL'elenco completo di tutti i gruppi A.M.A. attivi sul territorio

MARZO2016

SEMINARIOGESTIRE I CONFLITTI CON GLI STRUMENTI DELLA COMUNICAZIONE ECOLOGICA - 30/01/2016Si è tenuto a fine gennaio il seminario condotto da Eva Lotz, per esplorare insieme la natura del conflitto: come e perché nasce e come lo viviamo. Il lavoro di gruppo ha permesso di sperimentare nuovi strumenti per contenere e gestire le emozioni collegate al conflitto, in particolar modo la rabbia.

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LE MANI AMICHE - Mauro

INSIEME È PIU' FACILEGraziella

A.M.A. Senza PauraChi siamo, cosa facciamo, a cosa serviamo? Martina Soccal

CORSO DI FORMAZIONE PER FACILITATORI DEI GRUPPI DI AUTO MUTUO AIUTOValeria Schiesaro

EDITORIALEDI ELIANA LATTUADABuongiorno a tutti! Mi chiamo Eliana Lattuada e sono stata eletta nell’Aprile scorso presidente della nostra associazione.Una breve presentazione per chi non mi conosce; ma prima di tutto voglio ringraziare Bianca, la presidente uscente, per l’impegno e la dedizione profusa nel corso del suo mandato: grazie Bianca, non ti saremo mai abbastanza riconoscenti![CONTINUA A PAG. 2]

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[EDITORIALE - CONTINUA DA PAG. 1] Sono una pensionata di quasi 70 anni (ne ho compiuti 69 lo scorso novembre), mi ritengo però abbastanza giovanile e con energie da dedicare, all’AMA appunto.Vengo da Milano dove ho lavorato per circa 40 anni in aziende farmaceutiche, nel settore del Marketing prima e in quello delle Risorse Umane poi.Circa 10anni fa, andando in pensione, ho deciso di lasciare Milano e di trasferirmi in Val Pellice, dove abito tutt’ora e dove da sempre ha radici la mia famiglia.Sono entrata in contatto con l’AMA, purtroppo come tanti (non tutti, ovviamente), per gravi problemi di famiglia: poco dopo il mio trasferimento la mia mamma, che allora aveva circa 80 anni, iniziò ad avere problemi di memoria e di comportamento: era l’anticamera dell’Alzheimer. È iniziata così una dolorosa e lunga trafila, prima il Centro Diurno presso un Centro Specializzato – il Rifugio Re Carlo Alberto di Luserna San Giovanni – poi, a seguito di vari infortuni miei e peggioramenti di mia madre, il ricovero definitivo in struttura.Proprio nel periodo in cui mia madre frequentava il Centro Diurno sono venuta a conoscenza dell’esistenza dell’AMA. Una persona, poi diventata mia amica, il cui marito frequentava lo stesso centro di mia madre me ne parlò, consigliandomi di frequentare l’associazione per avere un po’ di sollievo dal pesante fardello di caregiver.Così, dopo un colloquio preliminare, entrai a far parte del gruppo “Insieme è più facile”, che si occupa di accogliere i familiari di persone affette da Alzheimer o demenze in genere.In questo gruppo ho trovato solidarietà, comprensione, amicizia, oltre al sollievo di poter condividere la mia sofferenza con persone che avevano il mio stesso problema. È stata un’esperienza bellissima che mi ha fortificata ed arricchita e che oggi, nonostante la mia mamma sia mancata, continua a darmi momenti di serenità. Ho conosciuto un mondo, quello del volontariato, a me ignoto, persone meravigliose che dedicano parte del loro

tempo libero agli altri, desiderose di aiutare il prossimo, che ti fanno capire che non tutto è solo “profit” e “status”, che nella vita non ci sono solo i percorsi di carriera, ma ci sono tante altre vie, più umane e sensibili e che ci sono anche “gli altri”.Per questo ho deciso di accettare l’incarico di presidente, per poter, almeno in piccola parte, ricambiare il tanto che ho ricevuto in questi anni, mettendo a disposizione l'esperienza che ho maturato e cercando di fare del mio meglio. Al mio fianco ci saranno altre persone, più esperte e competenti di me a cui fin d’ora va il mio grazie: a Bruna, Paola, Clara, la nostra vice presidente, Anna, Valter, il nostro tesoriere, e con loro tutto il direttivo. Un grazie anche ai nostri due segretari, Enzo ed Angelo; senza di loro non so come farei. Con tutte queste persone vicine mi sento più sicura, e spero di non deludervi.Come diceva il barone De Coubertin, l’importante è partecipare, mettersi in gioco e collaborare al meglio delle nostre possibilità. Desidero aggiungere un post scriptum: quest’articolo lo avevo preparato la primavera scorsa, poco dopo la mia nomina; poi, per una serie di circostanze INFORAMA non è andato in stampa. Rileggendolo oggi, ho deciso di lasciarlo inalterato perché è comunque la mia presentazione, però oggi, dopo circa 10 mesi di “presidenza”, sento di dover sottolineare quanto sia importante la partecipazione di tutti i soci AMA per la vita stessa dell’associazione.Le cose non avvengono da sole, per caso: vanno pensate, seguite, fatte accadere e questo non è facile. In un mondo in cui ognuno ha, ovviamente, altri impegni e in cui anche il poco tempo dedicato è preziosissimo, occorre veramente l’aiuto e la partecipazione di tutti.I gruppi AMA sono importantissimi e funzionano molto bene, ma bisogna pensare che dietro al gruppo c’è l’associazione e che occorre il lavoro e l’intervento di molte persone per mantenerla attiva ed evitare che si areni.Rinnovo quindi l’invito alla partecipazione e alla collaborazione, necessari ed indispensabili oggi più che mai.

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5SOLIDARIETÀ RACCOLTA FONDI NATALE 2015Durante l'incontro annuale in occasione del Natale è stata raccolta la somma di € 120, che è stata devoluta al Centro Ecumenico di Ascolto di Pinerolo.Un ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato all'iniziativa, nonché al Centro e agli operatori per il lavoro che svolgono per la comunità.

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delibus, occatio dolor re consed endis idem ernam, illaute ctotaqui ilPIHILLORERO ET OFFIC TEM REHENDE DOLOREP ELENTIBUS ACCABOR SINIMILLIT, QUIA VELITION

Aborem fugiaspictur alique restrum sam aut aut pratem labo. Ut eruntemolor re nihilita

inciminvelit recatia spelluptae quid ullores aut quam quatur?Temquun daectibusam labo. Ehende volorem

LE MANI AMICHEMAUROIl tempo passa inesorabile, attimo dopo attimo consumiamo la nostra vita. Gli avvenimenti si susseguono a ritmo frenetico senza darci il tempo di riflettere, di valutare, di considerare chi siamo, da dove veniamo, a che cosa andiamo incontro durante gli anni della nostra esistenza. Da noi nasce la vita, siamo come grandi alberi dai quali abbiamo fatto crescere tanti piccoli rami che abbiamo curato con amore e pazienza. Abbiamo cercato sempre quale fosse la cosa migliore da fare per rendere serena e felice la nostra esistenza e quella delle persone che ci circondano... Ricordi ed emozioni hanno galoppato nelle praterie della nostra mente che spesso vagava nei meandri di fragili equilibri senza una destinazione precisa, divorata da dubbi e decisioni da prendere, come i naufraghi in balia degli elementi che cercano di trovare una mano amica che sappia riportarli in acque chete... Sta per iniziare una nuova stagione della nostra vita. Abbiamo combattuto con le unghie e con i denti per non farci travolgere nei momenti difficili, nei quali ognuno di noi avrebbe avuto la tentazione di gettare la spugna per andare alla deriva e dimenticare i dolori, le amarezze e le incomprensioni. Ma come sempre c'è un' “ancora di salvezza” che ti fa rinascere e ti dà la forza per continuare a ricevere e a donare agli altri quello che le nostre storie ci hanno insegnato nel corso di tutti questi anni. All’inizio di quest’anno per la prima volta mi sono sentito sconfitto, isolato nel mio mondo, con la malattia che avvolgeva mia moglie senza via d’uscita. Sono stati momenti difficili che la solitudine rendeva insopportabile. Non so cosa avrei fatto nei momenti più critici se non avessi trovato le vostre mani amiche che mi hanno ridato quel sostegno di cui avevo bisogno per riprendere il volo, come un gabbiano che vede all’orizzonte l’amata terra. Sono passati tanti mesi e passo dopo passo ho ripreso con voi ad accendere il fuoco della speranza, alimentandolo con il vostro esempio e le vostre parole.

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GRUPPI AMA ATTIVATI:AREA DELLA SOFFERENZA PSICHICA

I COLORI DELLA VITA: Per le persone che soffrono di depressioneDONNE CHE AMANO TROPPO:

Dipendenza affettivaSINGLE: UN PONTE PER AMARE:

Per le persone che vivono l’essere single come un disagio

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AREA DELLE MALATTIE AD ALTO IMPATTO EMOTIVO

SOLO DONNE MA NON DONNE SOLE: Donne colpite da tumori

PSOINSIEME: Persone affette da psoriasi e artrite

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AREA DEL SOSTEGNO A COLORO CHE AIUTANO

INSIEME PER MANO / INSIEME PER RIVEDERE LA LUCE: Per persone che assistono in casa un familiare non

autosufficienteINSIEME È PIU’ FACILE / LA NEBBIA DELLA MENTE / CONDIVIDIAMO IN VALLE: Per persone che assistono

in casa un familiare con il morbo di Alzhaimer

PER NON LASCIARLI SOLI: Per genitori o familiari di persone disabili

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AREA DEL SOSTEGNOALLA GENITORIALITÀ

AIUTO, MIO FIGLIO È ADOLESCENTE: Genitori con figli adolescenti

NEO-GENITORI __________________

AREA DISTURBI ALIMENTARII GIRASOLI / DA BRUCO A FARFALLA:

Persone in sovrappeso ed obese____________________

AREA DISTACCHI ED ALTRI ADDIISEPARIAMOCI CON AMORE: Per le persone al termine di un rapporto

affettivoMORBIDE TRANSIZIONI: Per le donne

in menopausaNON SIAMO I SOLI: Disagio

lavorativo, per persone disoccupate, cassaintegrate, precarie, esodate

ELABORAZIONE DEL LUTTO

Gli incontri sono gratuiti.Per orari e informazioni visita il sito www.amapinerolo.it o contatta la

segreteria.

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INSIEME È PIÙ FACILEGRAZIELLASilenziosamente, quasi di soppiatto, si è insinuata nella mia casa la malattia di Alzheimer. Ha scelto la sua vittima ed è progredita lenta, ma inesorabile. Piano piano ha privato mio marito delle sue abilità, l’ha derubato dei suoi ricordi, ne ha cambiato la personalità.La mia prima reazione è stata di incredulità. Poi c’è stato un alternarsi di paure, speranze e dubbi che esprimevano il mio rifiuto della malattia, la convinzione di poterla combattere o, se non proprio sconfiggere, quanto meno rallentare e differire nel tempo. Il decorso della malattia sembrava assecondarmi perché procedeva altalenante, con periodi di stasi e piccoli recuperi, che mi davano l’illusione della stabilità.Così per mesi e per anni. Intanto cominciava ad alterarsi quello che era stato fino ad allora l’equilibrio della mia vita; il mio malato diventava ogni giorno più dipendente da me e io dovevo vigilare su di lui, assisterlo ed aiutarlo in quasi tutte le attività quotidiane. Mi sentivo sopraffatta dalle difficoltà ed inadeguata ad affrontare i nuovi problemi che ogni giorno si presentavano.

Mentre veniva attivata la rete dei servizi sanitari e sociali per mio marito, sono andata alla ricerca di aiuto per me e sono approdata all’AMA.Non mi era ben chiaro che cosa avrei trovato, ma avevo la consapevolezza che quella era una svolta, un’uscita allo scoperto. La malattia c’era, non era più possibile negarla; dovevo se non accettarla almeno imparare a conviverci stabilmente, a sopportarla senza soccombere, dovevo rompere l’isolamento sociale ed emotivo in cui progressivamente mi ero venuta a trovare. Non è stato facile, ma ho saltato l’ostacolo e ho trovato il gruppo.L’esperienza vissuta da altri familiari mi sosteneva e dava coraggio; la trasmissione di esperienze, conoscenze e saperi mi permetteva di affrontare con maggiore sicurezza le quotidiane difficoltà di ordine pratico; l’ascolto attento e talora commosso mi aiutava a raccontare la fatica, a liberare la tensione e l’ansia, ad esprimere lo sconforto, e qualche volta la rabbia.L’incontro con il gruppo è diventato un momento importante della mia vita perché rassicurante e liberatorio; nel gruppo ho sempre trovato ascolto, partecipazione emotiva e condivisione dei problemi. Ne ho tratto aiuto forza e serenità.

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6BIANCA

PERCHÈ LE VOGLIO BENESono in attesa dell'ascensore nella casa di riposo dove risiede un famigliare al quale ho appena fatto visita quando un rumore attira la mia attenzione. C'è un'anziana donna la cui sedia a rotelle viene faticosamente spinta da un'altra donna, più vecchia ed in condizioni palesemente peggiori delle sue, con la schiena piegata a 90° ed il bastone, poggiato in orizzontale sullo schienale, che non consente il loro passaggio attraverso lo stretto vano del corridoio. Vado in loro soccorso rimuovendo il bastone e mi offro di accompagnarle sino alla camera da letto, se mi indicano qual è. Ma la vecchia ricurva è irremovibile. “Ci penso io a portarla nella sua stanza. E sa perché? PERCHÉ LE VOGLIO BENE!”. Credo che non ci si bisogno di commentare.

Da giovane

aspiravo a costruire una società di persone che

si aiutassero, poi è venuto il momento della ricerca della propria individualità

anche in solitudine, adesso vorrei poter aiutare gli altri e essere aiutata a vivere in armonia con tutti.

Guardare avanti con speranza non è sempre facile, ma farlo insieme a persone amiche che ci capiscono è un po’ più lieve.

Io ascolto, tu parli: dialoghiamo. Il Gruppo rompe l’isolamento, garantisce solidarietà ed empatia, restituisce alle persone nuovi legami. Condividere, interagire, appartenere, riflettersi negli altri e di conseguenza riconoscersi:

insomma fare gruppo.

&GRUPPO

MORBIDETRANSIZIONI

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CORSO DI FORMAZIONE PER FACILITATORI DEI GRUPPI DI AUTO MUTUO AIUTO (11, 12, 13 Giugno 2015)DI VALERIA SCHIESAROSecondo Folgheraiter, docente di metodologia del Servizio Sociale presso l'università Cattolica di Milano ed autore di numerosi studi sul "social work", la mutualità è il carattere distintivo dei gruppi AMA, obiettivo che si concretizza nella gamma di scambi interpersonali che forniscono all'individuo informazioni, rassicurazione emotiva, assistenza fisica o materiale e senso dell'IO come oggetto di interesse. Attorno a questi delicati principi, e molti altri ancora, si è articolato il corso di Formazione per Facilitatori, che ha avvicinato, in sole 3 giornate, i partecipanti ai principali concetti metodologici ed ai processi naturali innati di questa particolare realtà che sono i gruppi AMA. La vera ricchezza è stata non solo quella di sensibilizzare i futuri volontari sugli obiettivi nella conduzione di un gruppo, ma quella di creare un senso di appartenenza e condivisione altamente formativo. Infatti, l'eterogeneità e le diverse appartenenze dei corsisti hanno consentito uno scambio di idee e di esperienze che, come avviene nei gruppi, ha permesso, tramite il confronto aperto, una messa in gioco ed una crescita reciproca, basata su idee e saperi diversi ed allo stesso modo fondamentali. Da una parte gli operatori, più consapevoli delle prassi, dall'altra ex membri di gruppi AMA o semplicemente persone sensibili ed interessate alle tematiche, che si sono subito messi in gioco e sperimentati su saperi, aspettative, responsabilità, allo scopo di diventare dei buoni facilitatori.Ma qual è la ricchezza che rende "magici" questi gruppi? Innanzitutto si è compreso che la condivisione di uno stesso problema dà vita ad uno scambio e ad un sostegno, possibili perché ciascun membro sa che cosa vive o ha vissuto l'altro. La fonte di aiuto risiede nella combinazione tra l'attivazione responsabile di ciascuno ed il sostegno reciproco. È fondamentale quindi porsi in una condizione attiva, dove si riconosce il proprio problema e lo si affronta. Il bisogno di creare e avere a disposizione reti di relazioni, attraverso le quali meglio fronteggiare le necessità, è un bisogno innato dell'uomo, ma ahimè non sempre così scontato nel compiersi. Vuoi per timore del giudizio, vuoi perché nel momento del bisogno gli amici presenti sono sempre meno e sempre più evasivi, si evince come creare delle strutture di gruppo "protette" diventi vera e propria esigenza. Poiché nel gruppo AMA regna un clima democratico, di scambio, crescita e valorizzazione personale, oltre che di segretezza e riservatezza delle informazioni trasmesse, ecco allora come un problema apparentemente insormontabile diventa più piccolo, se confrontato o condiviso con chi ci capisce davvero. L'essenza relazionale di tale esperienza, che si sviluppa attraverso la costruzione della fiducia verso sé stessi e verso gli altri e l'efficacia

dell'azione condivisa, costituisce ricchezza e magia di questi gruppi, che proiettano la propria crescita e le proprie risorse anche all'esterno, diventando volano di benessere per l'intera comunità. La prospettiva relazionale permette inoltre al facilitatore di entrare in un'ottica nuova, quella del "fare insieme", istituire una relazione alla pari, in cui la competenza "esperta" è messa a disposizione del protagonismo della persona, al fine di individuare con lei e per lei strategie di miglioramento per fronteggiare i problemi.La tavola rotonda, che si è costituita nell'ultima giornata di corso, ci ha illustrato nel concreto dei fatti la funzione "salvifica" di questi gruppi, i lavori in team hanno restituito ai corsisti ed ai formatori i contenuti appresi e forse qualcosa di più: il senso di aver trasmesso parte di questa piccola "magia" ad ognuno di noi. Un ringraziamento speciale va quindi a chi ha organizzato e reso possibile il verificarsi di questa speciale condivisione e volontà di porsi al servizio degli altri. Ed ora... buon lavoro a tutti!!!

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3PINO SOLITARIO

DI MARINELLAVento soave

accarezzi i ramidel robusto pino solitario

li fai dondolarementre il gorgheggio dei suoi abitanti

rallegra il creato.Improvvisamente

fischisibiliinfuri

con inusitata violenzafletti i rami

dell’alto pino solitarioche poco innanzi si protendeva verso

il cielo.Ora inginocchiato

ti implora di placarti.Si sente malfermo

non ha vicini cui sostenersichiede aiuto alle sue radici

che, estese ma fragili,non possono soccorrerlo.

Divenuto pericolante l’insensibile motosega

lo abbatte…ll ceppo in centro al prato

testimonia la sua secolare esistenza.

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A.M.A. Senza Paura Chi siamo, cosa facciamo, a cosa serviamo?DI MARTINA SOCCALL’Auto Mutuo Aiuto è una realtà ancora fin troppo misconosciuta per il popolo italiano, pochi ne conoscono il funzionamento e ancor meno ne conoscono l’efficacia. Serpeggia il dubbio, la scarsità di conoscenze e la paura, la paura di qualcosa che non conosciamo. Nonostante ciò, nel mondo il numero di gruppi di Auto Mutuo Aiuto sta crescendo molto più rapidamente di ogni altra forma di organizzazione volontaristica, data la grande utilità che tali gruppi possono svolgere per singoli cittadini o intere comunità. Auto Mutuo Aiuto significa, letteralmente, aiuto reciproco sviluppato tra pari, tra persone uguali tra loro, che possono condividere le stesse o simili circostanze di vita. Ogni individuo è diverso dagli altri quindi ognuno di noi reagisce a diverse condizioni con strategie differenti. Queste “strategie” di reazione sono le nostre risorse. Questo è il segreto ed il significato del Mutuo Aiuto: mettere insieme le proprie risorse, condividere, ascoltare. Non pensiamo all’Auto Mutuo Aiuto come ad una “nuova” forma di terapia, una risorsa “new-age”, un’alternativa alle cure sanitarie.Il Mutuo Aiuto esiste da sempre, è antico come la storia del mondo. Le formiche in un formicaio, le api negli alveari, i branchi di lupi. E poi l’uomo, naturalmente. Quando la rivoluzione industriale ha cambiato l’assetto della società, la necessità di trovare aiuto e supporto tra lavoratori ha spinto le persone all’aggregazione. Con il cambiare della società, con il mutare dei problemi sociali, fisici e psicologici degli uomini, si svilupparono altre forme di Auto Mutuo Aiuto.Il 1935 fu l’anno degli Alcolisti Anonimi; questo nome è conosciuto da tutti ormai. Ebbene, due individui, un medico ed un agente di borsa, l’uno ex-alcolista ma a rischio di ricaduta, l’altro ancora schiavizzato dalla sua dipendenza, si trovarono in un bar e compresero che insieme potevano mettere la parola fine al proprio disagio. L’efficacia fu notevole ed immediata. Di studi sull’efficacia degli Alcolisti Anonimi se ne sono fatti tanti. Ad esempio, uno nel 1998 ha dimostrato che su un campione di 3018 uomini alcolisti, circa il 50% di chi faceva parte degli Alcolisti Anonimi (AA) era riuscito a mantenersi astinente, la percentuale scendeva al 25% tra coloro che non ne facevano parte. In pratica, gli AA si sono rivelati doppiamente efficaci (vedi grafico).Gli Alcolisti Anonimi sono i primi veri gruppi di Auto Mutuo Aiuto. Da allora se ne sono sviluppati tantissimi,

che ruotano intorno a tante altre situazioni che possono essere problematiche o che richiedono un adattamento ai cambiamenti della vita, dal Disturbo Alimentare al gruppo per Neogenitori. Non la sola malattia, ma qualunque situazione che possa aver bisogno di un confronto, di un aiuto.Alcune ricerche, come quella effettuata nel 2012 all’Università di Nottingham e quella della Scuola di Psicologia di Perth, Australia, nel 2009, hanno dimostrato che partecipare ad un gruppo di Auto Mutuo Aiuto migliora la nostra “salute mentale” e si traduce in uno stile di vita più salutare, una salute fisica migliore, migliori capacità di riprenderci da ogni malattia, maggiore produttività, migliori relazioni sia con adulti sia con bambini, maggiore coesione sociale. Inoltre sono state sviluppate e/o riscontrate nei partecipanti:- maggior senso di controllo per la propria vita;- maggiore autostima, sentirsi utile;- capacità di fare scelte migliori per la propria salute (il che ha significato, per esempio, anche maggiore sicurezza nel parlare con il proprio Medico di Famiglia per ottenere più informazioni o un trattamento più adatto alle proprie caratteristiche);- abilità nelle relazioni umane;- senso di partecipazione alla vita sociale, politica e di comunità;- grande supporto emotivo ricevuto dagli altri partecipanti del gruppo.A questi risultati si devono aggiungere quelli di efficacia dei singoli gruppi, uniti da un problema specifico: ad esempio uno studio inglese nel 2012 sull’efficacia dei gruppi di Auto Mutuo Aiuto aventi come tema la Depressione ha messo a confronto i partecipanti di un gruppo con chi invece non ne aveva mai fatto parte. Tutti, partecipanti o meno, avevano in corso una terapia farmacologica e/o una psicoterapia; il miglioramento della sintomatologia dei partecipanti era di circa 6 punti (vedi tabella).Prendiamo ora ad esempio una ricerca effettuata nel 2009 sull’effetto dell’Auto Mutuo Aiuto su persone che curano famigliari malati. Ai partecipanti è stato sottoposto un questionario che mirava a valutare lo stato emotivo prima

Partecipanti CES-D* inizio ricerca32,0

*CES-D = scala di valutazione

Non partecipanti CES-D inizio ricerca33,7

Partecipanti CES-D dopo 5 settimane26,2

Non partecipanti CES-D dopo 5 settimane 32,5

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del loro inserimento in un gruppo, poi dopo 12 settimane dallo stesso. Anche in questo caso, oltre il 60% dei partecipanti dopo 3 mesi si sentiva meno solo, più ascoltato, più competente e sicuro di fronte all’esperienza di malattia del proprio caro. Di ricerche come queste ce ne sono tante, ma fondamentalmente, a che cosa è dovuta questa efficacia? Che cosa succede veramente quando si entra in un gruppo?Materialmente, ci si siede intorno ad un tavolo e si ascoltano le esperienze degli altri. Quando ci si sente pronti, si raccontano le proprie. Senza obblighi, senza forzature. Molto semplice!In questo modo la partecipazione regolare ad un gruppo permette di:- rompere l’isolamento in cui i problemi diventano macigni insostenibili;- apprendere informazioni riguardo alla propria condizione e agli aspetti pratici di gestione della stessa;- avvertire nel tempo un senso di migliore competenza interpersonale;- avvertire un senso di equità nel rapporto dare – avere;- ricevere approvazione sociale dal gruppo migliorando il senso di autostima;- raggiungere una nuova definizione di sé e nuovi stili di vita più soddisfacenti.

La libertà di espressione, in tutte le sue forme, il non giudizio, l’accoglienza, la solidarietà, il legame tra le persone, il senso di responsabilità sono la base per un gruppo funzionante. Il vero cambiamento parte da noi, dal nostro metterci in gioco, dalla nostra volontà di cambiare, di assumere il controllo delle proprie scelte e della propria vita. A questo si deve l’efficacia dei gruppi!L’Auto Mutuo Aiuto può essere lo strumento che fa per voi!

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1LEGGIAMO

A CURA DI SARA SPINARDI

"SE TU FOSSI NEVE" di Eleonora Sottili editrice Giunti

Siamo a New York, e si sta per scatenare la tempesta perfetta. Zadie, una ragazzina appassionata di esplorazioni polari; Jason,che da due anni disegna tutti gli abitanti di New York alla ricerca della ragazza di cui si è innamorato, e Alice, una ragazza in fuga da un presente complicato, incrociano i loro destini tra il vorticare dei fiocchi.Un romanzo pieno di esplorazioni, sogni e coraggio.

L'INVENZIONE DELLA MADRE di Marco Peano editrice Minimum Fax

Un romanzo d'esordio coraggioso, in equilibrio tra il dolore personale e quello universale. Partendo dalla propria esperienza di vita l'autore ci chiede di fare compagnia a Mattia, il protagonista, che con fatica vive la malattia della madre, ma non solo, ha anche un rapporto difficile con l'amore, con i sogni, con la vita insomma.Un viaggio in una delle esperienze universali, la malattia. Un viaggio da cui si torna arricchiti.

Ascolta l'intervista all'autrice su www.rbe.it/camminfacendopuntata del 3/11/15

Ascolta l'intervista all'autore su www.rbe.itpuntata di Staedycam del 12/02/16

9Se vuoi andare veloce,

corri da solo.Se vuoi andare lontano,

corri insieme a qualcuno.Proverbio africano

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COS'È L'A.M.A.SE PARLI CON QUALCUNO CHE HA IL TUO STESSODISAGIO, CONDIVIDI IL PESO DELLA TUA SOFFERENZA, TI SENTI MENO SOLO E AIUTI TE STESSO AIUTANDO GLI ALTRI: OGNI PERSONA DEL GRUPPO È UNA RISORSA.

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TI PIACE SCRIVERE?COLLABORA CON LA REDAZIONE A.M.A.

Se siete interessati a scrivere per Inforama, o se volete collaborare alla sua stesura, contattate la redazione:

[email protected]

A.M.A. un invito ed una sigla: Auto Mutuo Aiuto. La sigla di un'associazione che si rivolge a chi pensa di trovarsi in diffi-coltà e cerca compagni di stra-da per affontare e risolvere in gruppo di auto mutuo aiuto i propri problemi.AMA è un'associazione che in-tende fornire una risorsa a tut-ti quelli che sono in difficoltà e che cercano altre persone con cui condividere ed affrontare i propri problemi in gruppo.

COSA SONO I GRUPPI AMA?I GRUPPI di Auto Mutuo Aiuto sono formati da persone e/o famiglie alla pari che si trovano assieme per raggiungere determinati scopi attraverso il reciproco sostegno emotivo.

Le PERSONE sono unite da un disagio comune. Si impegna-no per il proprio e l'altrui cam-biamento promuovendo le re-ciproche potenzialità positive mediante il coinvolgimento per-

sonale e con la condivisione delle esperienze vissute.

La PARTECIPAZIONE è regola-ta dalla disponibilità di ciascu-no a portare le proprie storie di vita, la propria soggettività, in un clima di ascolto e co-municazione che punta alla responsabilità personale dei singoli.

A.M.A. PINEROLOVIA VIGONE 6/B

10064 PINEROLO (TO)Tel. 0121.394064

[email protected]: ama.pinerolo

www.amapinerolo.it

REDAZIONE: Eliana Lattuada, Enzo Garnero,

Raimondo Genre, Graziella Giorcelli, Beatrice

Bermond

L’AMA TI AIUTA, SOSTIENI L’AMA... CON IL 5X1000C’È UN MODO IN PIÙ PER SOSTENERE L’AMA. NON TI COSTERÀ NULLA!!!La legge finanziaria ha previsto anche per l’anno in corso la destinazione

di una quota pari al 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a sostegno del volontariato e delle ONLUS.

Il codice fiscale da indicare per destinare il 5 per mille all’Associazione è il seguente:

94543620010G

rafic

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