INDIRIZZI: Arti Figurative – Architettura e Ambiente ... · Tiziana Mancino, Daniela Mauro, Ciro...

16
INDIRIZZI: Arti Figurative – Architettura e Ambiente – Scenografia. Docenti: Eliana Elefante (referente), Marilena Baldi, Tiziana Mancino, Daniela Mauro, Ciro Pica, Giuseppina Vassallo. I segni del tempo che le solcano il viso, la stanchezza, la gioventù ormai passata, la lascia ormai pensierosa ad osservare la giovane fanciulla che con la sua spensieratezza cammina veloce, ignara della sua presenza. Quasi la fine di una lunga vita e il pieno di una gioventù. Riflette su una vita di dolore, di sofferenza, di fatica, di gioia e di speranza. I ricordi le rimandano l’anima alle emozioni passate; vorrebbe ritornare indietro… ma nonostante tutto ha vissuto intensamente. Nel tempo che ancora le rimane continuerà a vivere di ricordi, viaggiando nei pensieri ritornerà fanciulla nel suo animo. Scritto da Chiara Rega 5B a.s. 2013 2014

Transcript of INDIRIZZI: Arti Figurative – Architettura e Ambiente ... · Tiziana Mancino, Daniela Mauro, Ciro...

Page 1: INDIRIZZI: Arti Figurative – Architettura e Ambiente ... · Tiziana Mancino, Daniela Mauro, Ciro Pica, Giuseppina Vassallo. I segni del tempo che le solcano il viso, la stanchezza,

                                                                                                                                                           

INDIRIZZI: Arti Figurative – Architettura e Ambiente – Scenografia.

Docenti: Eliana Elefante (referente), Marilena Baldi, Tiziana Mancino, Daniela Mauro, Ciro Pica, Giuseppina Vassallo.

I segni del tempo che le solcano il viso, la stanchezza, la gioventù ormai passata, la lascia ormai pensierosa ad osservare la giovane fanciulla che con la sua spensieratezza cammina veloce, ignara della sua presenza. Quasi la fine di una lunga vita e il pieno di una gioventù. Riflette su una vita di dolore, di sofferenza, di fatica, di gioia e di speranza. I ricordi le rimandano l’anima alle emozioni passate; vorrebbe ritornare indietro… ma nonostante tutto ha vissuto intensamente. Nel tempo che ancora le rimane continuerà a vivere di ricordi, viaggiando nei pensieri ritornerà fanciulla nel suo animo.

Scritto da Chiara Rega 5B

a.s.  

       2013-­‐            2014                

Page 2: INDIRIZZI: Arti Figurative – Architettura e Ambiente ... · Tiziana Mancino, Daniela Mauro, Ciro Pica, Giuseppina Vassallo. I segni del tempo che le solcano il viso, la stanchezza,

NASCITA DI UN RICORDO E’ giunta mezzanotte: Si spengono le luci, Si spegne lentamente tutta quanta la città. Intento a camminar Tra i vicoletti dei quartieri Vi è un pittore sognatore Con in mano dei pennelli e carta da applicar. Preoccupato d’esser visto Si nasconde dagli ultimi passanti. La gente va a dormire Per poter ricominciar Anziché uscir di casa per voler lavorar Pignon questo fa! Si dilegua tra le ombre Che riempion la città. “Bonne nuit, bonne nuit” Va dicendo a quel dipinto Che in memoria di Antonietta In quel vicolo resterà. Lei mostra un volto trascurato, Malinconico e provato, Con le gambe accavallate

Page 3: INDIRIZZI: Arti Figurative – Architettura e Ambiente ... · Tiziana Mancino, Daniela Mauro, Ciro Pica, Giuseppina Vassallo. I segni del tempo che le solcano il viso, la stanchezza,

È intenta ad aspettar… La luna sta calando, Il sole si sta levando, Si accende lentamente Tutta quanta la città. L’attenzione è su di lei, sul suo dipinto di carta Che mai più scomparirà. Scritto da Alessia C. Rotondo e Carmela Caliano 4A

N.B. il brano andrebbe musicato con “L’uomo in frack” di Domenico Mudugno

Quando stiamo per dimenticare ecco che, camminando, ci riaffiora tutto: un gesto, un immagine, un profumo, ci riporta ad un ricordo nascosto nella mente o cancellato. Ecco che ha tutto nuova vita.

Scritto da Daniela Anna Alfano 4D

Ora desidero il tempo, il suo andare dolce e forse più lento. Svegliami coi sogni tenuti per mano. Senza paura dell’oggi e il domani. Amore, respiro, ho corso, ho danzato. Questo è il ricordo più bello Di un fiore appassito. Scritto da Sara Tarulli 5B

Page 4: INDIRIZZI: Arti Figurative – Architettura e Ambiente ... · Tiziana Mancino, Daniela Mauro, Ciro Pica, Giuseppina Vassallo. I segni del tempo che le solcano il viso, la stanchezza,

Guarda! Il tempo per lei si è fermato. Io son qui immobile … … per me ho deciso di fermarlo. Oh Morte! Cosa puoi tu contro la vita? Se il suo ricordo vive in me… … non son forse anch’io viva? Scritto da Nunzia Ferrentino 5B

‘A vita è comme a morte

Stanno vicine ‘e casa.

‘Na voce m’o dic

Nun sprecare chiù tempo

Devi essere felice,

nun ce sta tempo

Anima Regina e ca’ ste terra mia

Ràll ancora o tiemp a chi sta miezza’via.

E senza cchiù paura,

senza cchiù turmiente,

po ce penza ‘o tiempo a ce fa liberà.

Scritto da Gianna Greco 5B

Page 5: INDIRIZZI: Arti Figurative – Architettura e Ambiente ... · Tiziana Mancino, Daniela Mauro, Ciro Pica, Giuseppina Vassallo. I segni del tempo che le solcano il viso, la stanchezza,

Ricordi di tradizioni vissute ed attimi perduti

Come una catena e la sua ancora ,

Ciò che persiste è solo il ricordo .

Ricordo di ciò che siamo stati , ciò che ci ha condotto

ad essere ciò che siamo ora .

Spiriti in cerca della loro pace ,

muniti di un bagaglio speciale ,indistruttibile :

La Tradizione .

Come passanti, in quei vicoli cupi, le anime

parlano , scambiano ,commentano ciò che per loro è stata la tradizione ,

aprendo all’unisono ,

avanti a tutte quelle facce evanescenti,

quel personale bagaglio .

Non inteso come oggetto – contenitore , questo

Rappresenta la cultura della vita passata .

E cosi iniziano ad uscire le vere realtà :

Ciò che la nonna raccontava;

Ciò che la mamma diceva;

Ciò che il papa ricordava.

Ciò che persiste è solo il ricordo.

Scritto da D’Alessio Donato David 4D

Page 6: INDIRIZZI: Arti Figurative – Architettura e Ambiente ... · Tiziana Mancino, Daniela Mauro, Ciro Pica, Giuseppina Vassallo. I segni del tempo che le solcano il viso, la stanchezza,

TRA CONTEMPLAZIONE DELL’ILLUSIONE E DISILLUSIONE DELLA REALTA’

Un sussulto, un boato, il pensiero va subito ad un canto di un quattro cilindri, il tempo fugge; un flash, una foto è in grado di suscitare emozioni così contrastanti tra loro. Un ragazzo su una motocicletta che costeggia un muro, esasperato, dilaniato dal tempo, portatore di cicatrici che non si rimargineranno, come Napoli stessa, soggetta nei secoli a dominazioni straniere di cui ancora oggi risente fortemente. Forse è per via di questa stratificazione culturale che Pignon la scelse come protagonista della scena, ma lo spettatore cosa realmente ne coglie? Un cadavere esule, afflitto dalla peste, trasportato con naturalezza da quel concittadino che lo risolleva da quella fredda lastra. Fu questa l’immagine scelta dall’artista, il quale utilizzò la carta per la sua propensione all’effimero, concetto che più di tutti si lega a Napoli. Questa è una città in cui il culto del tempo si rispecchia moltissimo ed assume un significato così profondo che, per Pignon, si traduce in un contrasto netto tra il supporto (il muro), che nonostante tutto lascia traccia di sè, e la “tela”, la cui memoria è documentata da una foto. Si potrebbe anche contestare la maniera con la quale l’artista ha esposto le sue idee così simili a quelle dei così detti “writers”: anch’essi, col favore delle tenebre, realizzano le proprie opere, traducendo così la loro personale visione della vita. Le prime impressioni che quest’opera può suscitare sono come già detto contrastanti tra loro. Infatti, osservando l’immagine, si genera una sensazione di angoscia e tristezza, alla quale poi si oppone una serena contemplazione dell’insieme proposto dal fotografo, forse per quelle vetrine o forse per lo stesso adolescente che porta con sé un amico sulla motocicletta( tra l’altro proprio come viene proposto nell’immagine dell’artista che quindi va a rappresentare l’armonia tra vita e morte). E’ anche vero, però, che un’immagine del genere può riportare alla memoria ricordi particolari e personali. E’ questo ad esempio il caso di uno di noi, che osservando l’immagine si è ricordato di un amico scomparso in un incidente in moto: egli è riuscito a trovare conforto nella figura dell’uomo che raccoglie le proprie forze per risollevare e trasportare quello che ormai è un “compagno”. Tutto ciò si può riassumere nella capacità dei napoletani di accostare alla morte, non un senso di fine, bensì un “passaggio di testimone” tra chi passa e chi resta.

Scritto da: Francesco Notari, Vincenzo Di Donato, Raffaele Pepe, Stefano Siciliano

4°A

Page 7: INDIRIZZI: Arti Figurative – Architettura e Ambiente ... · Tiziana Mancino, Daniela Mauro, Ciro Pica, Giuseppina Vassallo. I segni del tempo che le solcano il viso, la stanchezza,

Sono ancora viva, stranamente. Resto ferma, immobile, inchiodata a questo letto, ma viva. Le ossa fuoriescono, creano strane ombre per la luce che trapassa dalle tapparelle e si stagliano sulla pelle, ormai squamata, secca ed arida. Ho bisogno, ne sento il bisogno. Raccolgo le forze e riesco ad accarezzare quella sporgenza, tanto agognata, in corrispondenza dell'anca, quasi a salutarla, per darle il buongiorno. Da quando ho perso peso, però, la odio. Odio quella sporgenza, il suo essere acuminata. È stata tutta colpa sua. Ho passato anni a contemplarla, dinnanzi lo specchio, desiderandola e desiderando quelle ombre che solo un corpo scheletrico può creare. Ho iniziato per gradi, saltando i pasti, piano ci sono riuscita, e scorgevo l'anca. Ma la mia testardaggine non mi ha mollata ed ho continuato e, tra i crampi, ho raggiunto l'obiettivo. Lo specchio, il mio riflesso e la mente continuavano a mentirmi. Ora sono qui. Ora mi vedo. Vedo il desiderio, l'odio, l'orgoglio. Odio quello specchio, quelle ossa, quelle ombre. Odio il modo in cui è cambiato il mio modo di vedere, di vedermi. Ora, solo ora, mi vedo. E posso riflettere. Ero perfetta prima. Ero perfetta con le mie curve, ero perfetta nella mia pelle fresca e diafana, ero perfetta nella mia anca, coperta da quel maledetto strato d'adipe.

Page 8: INDIRIZZI: Arti Figurative – Architettura e Ambiente ... · Tiziana Mancino, Daniela Mauro, Ciro Pica, Giuseppina Vassallo. I segni del tempo che le solcano il viso, la stanchezza,

Scritto da Giuseppina Ronca 5B

 

 

             

 

Tornava l’anziana suora dal suo rito giornaliero, lustrava, curava e accudiva un candido teschio da così tanto tempo che nemmeno lei sapeva quando aveva iniziato. Ormai lo faceva con una passionale indifferenza. E con quella indifferenza percorreva quella strada come ogni giorno, sempre la stessa strada, con le stesse mura alte e scure e le stesse pietre consumate dal tempo. Il tempo, lì immobile, passava lento. Un giorno come gli altri iniziò il suo rito giornaliero, partiva dal convento di Santa Chiara, divenuto da tempo remoto la sua dimora, arrivava alle catacombe dove l’aspettava il suo bianco amico. Così tra le strade, i vicoli e i bivi sì sorprese: qualcuno, un burlone o un artista, che dir si voglia, la sorprese. Eppure, quella sorpresa, durò pochi attimi: l’artista aveva raffigurato un tema a lei cosi caro, la Morte. Quella l’aspettava al solito appuntamento.

Scritto da Simon Elio Leitner e Giuseppina Ronca 5B

Page 9: INDIRIZZI: Arti Figurative – Architettura e Ambiente ... · Tiziana Mancino, Daniela Mauro, Ciro Pica, Giuseppina Vassallo. I segni del tempo che le solcano il viso, la stanchezza,

Respiro lento, calmo, leggermente irregolare. E’ forse la morte che sento chiamare il mio nome? Dolce richiamo dell’anima: “Torna, torna nel vento a respirare!” Come un tronco giaccio, ma non sento dolore, non provo rancore, non nutro speranze. Abbandono il mio involucro, la corazza di carne che indosso nel mondo. M’innalzo. Il profumo delle nuvole mi fa sentire a casa, è questo il mio posto. Respiro amaro, di nostalgia, ma so che non si torna indietro. Non si torna mai indietro da questo angolo di cielo. Respiro, ancora, la luce del sole mi abbaglia; il vento mi accarezza il volto pallido; un nuovo profumo m’inebria la mente. Ora so che l’amore è nel mondo, respiro profondo.

Scritto da Veronica Cuomo 5B

I miei passi come gocce squarciano la tensione di un velo ormai secolare, bagnato dal sangue di un’intera città. Circondata dai dubbi e dalla paura che ormai avevano preso corpo, un corpo che sentivo vicino ma che solo l’antico sacrificio avrebbe tenuto lontano da me. Mai avrei pensato che i miei occhi avrebbero avvertito tali atrocità, occultate da sorrisi ingenui, a loro volta alimentati da vuote preghiere. Nemmeno la pioggia incandescente, portando via tutto il tuo splendore, laverà via i tuoi peccati. Oh città del mare, la tua cicatrice mai verrà rimarginata. Non voglio guardare quello che il tempo restituisce. Quindi passo e vado avanti.

Marco Ferraiuolo, Giulia Greco, Mario Greco. 4°A

Page 10: INDIRIZZI: Arti Figurative – Architettura e Ambiente ... · Tiziana Mancino, Daniela Mauro, Ciro Pica, Giuseppina Vassallo. I segni del tempo che le solcano il viso, la stanchezza,

“ Bella mia , non dormire , senti questa voce che ti chiama . Stai dormendo, non vuoi svegliarti e queste finestrelle non vogliono aprirsi . Perché se ti chiamo per nome no mi rispondi ? Non farmi dannare , non vedi sotto questi capelli bianchi i miei occhi tristi e stanchi ? Non sono più quella di tanto tempo fa e vorrei ritornare a venti anni . Tu sei ancora giovane , non puoi capire : fanciulla , svegliati ! Il sole poco a poco se ne va mentre il sole si avvicina ; io guardo incantato questo viso di cera e questi capelli neri . Figlia mia , svegliati ! Mille cattivi pensieri mi fai fare . Il mio cuore trema, non ti sente respirare : per favore , non puoi lasciarmi sola lungo questa stradina , dove giorni , mesi e anni sono sempre gli stessi . Ma poi , frugando nei miei pensieri e guardando in faccia alla realtà , due lacrime scendono a causa del dolore che è passato … Rispondimi ! Guarda me e questa città che ti chiama : sta bella Napoli . Questa mattina era un bel giorno , era da tanto tempo che non mi sentivo cosi , poi mi ti ho incontrata e mi hai fatto ricordare che ogni cosa inizia perché deve finire . Vorrei cancellare tutte le mie rughe e tutte le cose tristi , ma i miei anni se ne sono già andati . Tu invece sei ancora giovane : ti vorrei far trovare pace , una pace senza morte . Questa vita è un mistero , un urlo nell’eternità . Senti questa campana che suona , suona e suona a morte e tu qua a terra hai avuto la stessa sorte . “

Page 11: INDIRIZZI: Arti Figurative – Architettura e Ambiente ... · Tiziana Mancino, Daniela Mauro, Ciro Pica, Giuseppina Vassallo. I segni del tempo che le solcano il viso, la stanchezza,

Versione in dialetto napoletano:

“ Nun dorme bella mia , siente chetsa voce che te chiama . Staje durmenn , nun te vuò ascetà e sti finestrelle nun se von aprì Pecchè si chiammmo o nomme tuojo tu nun rispunne ? Nun me fa dannà , nun vir sott a sti capill janche l’uocchie mij trist e stanc ? Nun so chiù chell e tantu tiemp fà e a vint’ ann vuless turnà . Tu si ancor giovn , nu può capì , wajiuncè , ascetat ! O sol a poc a poc s n’và mentr a cuntror s’ avvicin ; ij guard ncantat stu vis e cere s ti capill nir . Figlia mij , ascetat ! Mill mal penziere m faj fà . O core mijtremma , nun te sent respirà : p’ favor , nun m lassà sola nderra a nu vicariello addò juorne , mise e l’anne so semb e stess . Ma po’ , scovann dint’e penzier e guardanno n’ facc a realtà , doie lacrime scenn rò dulore ch’è passat … Rispunn ! A me e sta a sta città ca t’chiamm : sta bella Napoli . Stammatin er nu juorn buon , er tantu tiemp ca nu stev accussì , ma po’ t’aggio ncuntrat e m’è fatt arricurdà ch’ogni cos accumeng pecchè addà frnì . M’vuless cancellà tutt’e rugh e tutt’e cos trist , l’ann mij già s ne so jiut , ma tu si ancor giovan t’ vuless fà truvà pace , ma na pac senza morte . Sta vit è nu mister , nu strill dint all’eternità . Siente sta campana ca son , son e son a morte e tu ca nderraha avut a stessa sciorte . “

Scritto da: Ascoli Ida , Basso Rossella , Califri Anna Lucia 4A Ed era lì, un qualcosa a me familiare, qualcosa in cui rivedevo qualcuno. Ed era lì, non sapevo se stesse dormendo ma più la guardavo più mi rendevo conto che non si trattava di un dolore qualunque,ma di un dolore a me vicino, qualcosa che avevo già provato, vissuto, sentito...si lo riconosco!Il volto di tante giovani che ho visto morire sotto i miei occhi, durante la fame, la miseria, la disperazione, così spaventate dal suono di quelle sirene che diffondevano panico tra quelle vie a me tanto care. Ed è finita sì la guerra, eppure quanta sofferenza vedo ancora oggi negli occhi e nei volti di questa Napoli in cui vita e morte convivono ancora. Scritto da: Alessandra Coppola Alessia Galibardi Annalisa Bellavista Cristina Maresca Luca Masiello 5B  

   

Page 12: INDIRIZZI: Arti Figurative – Architettura e Ambiente ... · Tiziana Mancino, Daniela Mauro, Ciro Pica, Giuseppina Vassallo. I segni del tempo che le solcano il viso, la stanchezza,

 

NARRATORE: Di notte un’anima solitaria si aggira tra i vicoli di Napoli estraendo volti e storie… lentamente scompare lasciando nelle mani del mattino il dolce vociare.

Vecchia : Ma che gghiè pubblicità? Nu manifest ‘e muort Famm’ avvicinà nu poco… bha! È nu disegno, chi l’ha fatt? Nun m’rì che l’ha fatt mio nipote Pasquale . Chill fa sul mal servizi , e poi pcchè ‘na femmna rint ‘o liett? Nun s’ capisce chiù nient: scritt ncopp’e banchi, disegni ncopp’e muri...? Oh Signò pienzece tu!

NARRATORE: Figure ,volti, drammi , morte e vita erano stati liberati dalle loro prigioni di cemento e mattoni. Impressi sulla più fragile carta, dove deboli e forti allo stesso tempo, parlano al popolo con sguardi intensi. Non c’è dialogo che non sia contemplazione o meraviglia. Ma ciò che così improvvisamente comparì, altrettanto rapidamente scomparve .

VECCHIA: E chi l’avess mai penzat’!che ca’ ci stev n’opera d’arte e che nu francese avess mai scelto a strada mia che faccio tutt’e matine,chi sa ca cia truvat ch’io nun veco. Bella, comm’era bella ‘a Maronn , cu chella man pareva che m’chiamasse. Mo chiù nient rest!Se ‘o raccontassi a chilli ca mo’ so’ venuti nun me creresser! Sul’ io e sti mur ci purtamm ‘o ricord!

NARRATORE: Così Pignon concepì la sua arte: come un “uomo” che vive nel luogo da lui scelto ,partecipa alla vita ,si affida alla sorte e coscientemente raggiunge la morte. Quest’ultima però è sconfitta da un guerriero insaziabile, il ricordo ,che da vincitore trionfa nella memoria della persona amata.

Scritto da Mt D’Alessio

e M. Noschese

4E

 

 

Page 13: INDIRIZZI: Arti Figurative – Architettura e Ambiente ... · Tiziana Mancino, Daniela Mauro, Ciro Pica, Giuseppina Vassallo. I segni del tempo che le solcano il viso, la stanchezza,

 

 

Non posso fermarmi, non so quando potrò farlo, per adesso svolto l’angolo. C’è qualcosa di diverso. Esito, freno. È successo … Proprio oggi, proprio ora. Lo portano via e noi siamo qui, presi da un incubo. Mi viene da andarci a sbattere dentro ma il corpo non risponde ai comandi, paralizzato dalla consapevolezza che meritavo più io il suo posto. Si spegne il motore e si spegne la luce che sembrava illuminarci, ci sentivamo al sicuro. Adesso c’è solo un’ombra maledettamente avvolgente. Qui fermi all’angolo.    

 

scritto da Francesco Caruso, Ludovico Marino, Salvatore Petta 5B

 

Tàccio , indicativo presente,

taccio in una giornata gentile .

Il mio petto è consumato

un soffio sfiora ogni poro del mio corpo ,

ogni fessura .

Patisco , indicativo presente ,

la solitudine della memoria

Page 14: INDIRIZZI: Arti Figurative – Architettura e Ambiente ... · Tiziana Mancino, Daniela Mauro, Ciro Pica, Giuseppina Vassallo. I segni del tempo che le solcano il viso, la stanchezza,

i gesti imprecisi

i bambini impacciati

adulti che camminano come sonnambuli

il pudore

l’attesa

l’intolleranza

la sopravvivenza

i discorsi pesanti

i gruppi urlanti

gementi

piangenti .

Sento, indicativo presente ,

sento Montesquie che urla ancora <a Napoli non c’è il popolo ,c’è la plebe >.

Napoli che si lascia scrutare

Si lascia amare

Proprio come una malafemmina .

Napoli eccitante

Napoli distruttiva

Napoli taci

Napoli vivi .

Vivi , indicativo presente .

Scritto da:Penna Francesca 4D

Potere, ricchezza è questo ciò che desideri? Svolti l’angolo e ti accorgi che non sono queste le cose che contano… La morte le trascina con se porta via ogni cosa,ciò che rimane è il pensiero.

Scritto da Elvira Landi 4D

Page 15: INDIRIZZI: Arti Figurative – Architettura e Ambiente ... · Tiziana Mancino, Daniela Mauro, Ciro Pica, Giuseppina Vassallo. I segni del tempo che le solcano il viso, la stanchezza,

Innocenza

Un velo che scende fino a terra,

come gli occhi che chiude la gente

che non vede né morte né dolore.

Un bambino che corre per la via:

uno sguardo, un sorriso contento

in mezzo a quella gente che non sente.

Ancora non è il momento;

è piccolo per far finta di niente

e cos’è quella morte dietro alle spalle?

Il muro è pieno di graffi;

se vede il velo lo vuole strappare

vuole vedere e vuole sapere.

Ogni giorno ci passa davanti,

camminando senza nessun pensiero,

perché la mamma gli ha detto che non è il momento:

e quand’è il momento di sapere?

Page 16: INDIRIZZI: Arti Figurative – Architettura e Ambiente ... · Tiziana Mancino, Daniela Mauro, Ciro Pica, Giuseppina Vassallo. I segni del tempo che le solcano il viso, la stanchezza,

Versione in dialetto napoletano:

Innocenz

Nu velo ca scenne fino a n’terra,

comme ll’uocchie ca chiude ‘a ggente

ca nun vede né morte né dulore.

Nu creaturo ca corre p’a via:

nu sguardo, nu surriso cuntento

miezo a chella ggente ca nun sente.

Ancora nun è o mumento;

è piccerillo pe fa fint ‘e niente

e che d’è chella morte arreto a ‘e spalle?

O’ muro è chino e scippi;

si vide o’ velo ‘o vo straccià

vo’ vedè e vò sapè.

Ogni juorni ce passa annanzo,

Cammenann senza nu pensiero,

Pecchè ‘a mamma ll’ha ditto ca nun è o mumento:

e quanno è o mumento è sapè?

Scritto da: Martina Caivano, Giovanna Cozzi, Martina Pastore 4A

La Morte, cacciatrice, osserva l’ anima del giovane corpo

sfuggire a lei.

A dividerli è la strada ,la dimensione terrena , dove il bambino

,anima pura, senza paura e senza nessun ritegno, corre ignaro

delle tenebre .

Ella è già conosciuta dalla sua coscienza astrale ma la mente

non ne ha memoria .

Così la Morte attende la sua materializzazione nei pensieri del

fanciullo e sogghignante per la fine della corsa.

Scritto da: Ilenia Orciuoli, Serena Naddeo, Roberto Aprea, Letiza Perrotti 4E