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Relazione specialistica idrologica e idraulica
INDICE
1 INTRODUZIONE ................................................................................. 1
2 NORMATIVA DI RIFERIMENTO .......................... ............................... 1
3 ATTRAVERSAMENTI IDRAULICI ......................... ............................. 1
3.1 GENERALITA’ ................................................................................................ 1
3.2 POLIZIA IDRAULICA ...................................................................................... 2
3.3 INDIVIDUAZIONE DEL RETICOLO IDROGRAFICO ESISTENTE ............... 2
3.4 PIANO STRALCIO PER L'ASSETTO IDROGEOLOGICO ............................ 3
3.4.1 Nodo Vallone Cernicchiara/Rafastia ....................................................... 4
3.4.2 Nodo San Leo ......................................................................................... 5
3.4.3 Nodo Poseidon ....................................................................................... 7
3.4.4 Nodo Ligea .............................................................................................. 9
3.4.5 Impatto delle opere di progetto in base alla cartografia del PAI ............. 9
4 IDROLOGIA ......................................... ............................................. 10
4.1 PREMESSA .................................................................................................. 10
4.2 TEMPI DI RITORNO .................................................................................... 10
4.3 STIMA DELLE MASSIME PORTATE DI PIENA NATURALI ....................... 11
4.3.1 Valutazione del fattore di crescita ......................................................... 12
4.3.2 Legame altezza di pioggia-durata ......................................................... 13
4.3.3 Stima della portata di piena media annua m(Q) ................................... 16
5 DIMENSIONAMENTO IDRAULICO DELLE OPERE ............. ........... 27
5.1 PREMESSA .................................................................................................. 27
5.2 VERIFICHE IDRAULICHE ............................................................................ 27
5.3 ATTRAVERSAMENTO VALLONE CERNICCHARA ................................... 30
6 INSERIMENTO IDRAULICO DELLE OPERE ................. .................. 31
7 ELENCO TAVOLE ..................................... ....................................... 32
Relazione specialistica idrologica e idraulica 1
1 INTRODUZIONE Oggetto della presente relazione è lo studio idrologico ed idraulico
relativo al progetto definitivo Salerno Porta Ovest, 1° Stralcio, 2° Lotto. Lo
studio è finalizzato al dimensionamento dei manufatti ubicati nelle
intersezioni presenti tra l’infrastruttura stradale ed i corsi d’acqua che
solcano il territorio comunale in modo tale da garantire la necessaria
sicurezza al traffico automobilistico, ai territori limitrofi oltre che
salvaguardare le opere realizzate.
2 NORMATIVA DI RIFERIMENTO La normativa cui viene fatto riferimento nelle fasi di calcolo e
progettazione e' la seguente:
Disciplina Normativa dell’Autorità di Bacino Regionale Destra Sele
(delibera del Comitato Istituzionale n. 80 del 17.10.2002 a seguito delle
modifiche interpretative adottate dal Comitato Istituzionale con delibera n.
18 del 14.03.2003).
Ministero delle Infrastrutture Decreto 14 gennaio 2008 Nuove Norme
Tecniche per le Costruzioni G.U. 4 febbraio 2008 n. 29 - S. O. n. 30.
Circolare del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 2 febbraio
2009, n. 617 Istruzioni per l’applicazione delle «Nuove norme tecniche per
le costruzioni» di cui al D.M. 14/01/2008. G.U. n° 47 del 26/02/2009 -
suppl. ord. n° 27.
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 settembre 1998.
Atto di indirizzo e coordinamento per l'individuazione dei criteri relativi agli
adempimenti di cui all'art. 1, commi 1 e 2, del decreto-legge 11 giugno
1998, n.180. Gazzetta Ufficiale del 5 gennaio 1999 n. , e s.m.i..
3 ATTRAVERSAMENTI IDRAULICI
3.1 GENERALITA’
Relazione specialistica idrologica e idraulica 2
La risoluzione delle intersezioni con il reticolo idrografico naturale è
stata effettuata mediante opere aventi carattere puntuale nel rispetto dei
vincoli previsti dalle normative di settore.
A tal fine si sono sviluppati due aspetti fondamentali:
− Analisi Idrologica del territorio: dall’analisi del CTR e dei fotopiani si
sono individuati i diversi corsi d’acqua che formano il reticolo idrografico
naturale, si sono delimitatati i bacini imbriferi e con opportuni modelli di
trasformazione afflussi-deflussi si sono determinate le portate al colmo
di piena per diversi valori del periodo di ritorno.
− Dimensionamento idraulico dei manufatti: nel quale sono esposti i criteri
di dimensionamento idraulico dei manufatti con riferimento a
determinati periodi di ritorno.
3.2 POLIZIA IDRAULICA
L’art. 2 della Legge n.267/98 imponeva alle Regioni che non ne
fossero dotate, l’istituzione del servizio di Polizia idraulica e assistenza agli
enti locali. Non risulta che il suddetto servizio sia stato istituito. Infatti nel
territorio a sud del Comune di Salerno il Consorzio di Bonifica Destra Sele
provvede all’attività di Polizia idraulica. In base ai contatti intercorsi con il
Settore Provinciale del Genio Civile di Salerno nella persona dell’Istruttore
Direttivo Ufficiale Idraulico geom. Renato Sarconio, risulta che nel territorio
Comunale ed in particolare con riferimento alle aste interessate dalla
progettazione, il servizio di Polizia idraulica è di fatto effettuato da: Polizia
Comunale, Polizia Provinciale, Polizia Forestale e, su segnalazione, dal
Settore Provinciale del Genio Civile di Salerno.
3.3 INDIVIDUAZIONE DEL RETICOLO IDROGRAFICO ESISTEN TE
Le opere idrauliche di progetto, indicate nella Figura 1, consistono
nel rifacimento di attraversamenti stradali, ponti esistenti e nella
costruzione di opportuni manufatti di salto ed attraversamento.
In corrispondenza degli attraversamenti individuati dalla disamina
della cartografia tecnica e dai fotopiani sono stati delimitati i bacini
Relazione specialistica idrologica e idraulica 3
idrografici sottesi riportati nella Tavola GT.1 dal titolo Corografia dei bacini.
Per questi corsi d’acqua, in mancanza di dati sulle portate, si è provveduto
ad effettuare una stima delle stesse mediante un idoneo modello di
trasformazione afflussi-deflussi. La descrizione del metodo adottato e i
risultati ottenuti sono illustrati nei successivi paragrafi.
Figura 1 – Nodi di intersezione tra la strada/galleria di progetto ed il reticolo idrografico
3.4 PIANO STRALCIO PER L'ASSETTO IDROGEOLOGICO
Il territorio interessato dal progetto ricade all’interno del perimetro di
competenza dell’Autorità di Bacino Destra Sele, in ottemperanza a quanto
previsto dall'art. 12 della Legge 493/93.
Il Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico (PAI) ha valore di Piano
Territoriale di Settore ed é lo strumento conoscitivo, normativo, tecnico-
operativo, mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le
norme d‘uso del territorio.
Nel prosieguo, con riferimento alla cartografia delle fasce fluviali e
del rischio idraulico definite dal PAI dell’Autorità di Bacino Regionale
Relazione specialistica idrologica e idraulica 4
Destra Sele, si descriveranno gli interventi di progetto nei nodi ubicati in
prossimità del reticolo idrografico esistente, indicati nella Figura 1 e
denominati: Vallone Cernicchiara/Rafastia, San Leo, Poseidon e Ligea.
3.4.1 Nodo Vallone Cernicchiara/Rafastia
Il vallone Cernicchiara/Rafastia sbocca ad oriente del porto di
Salerno. Per quest’ultimo le verifiche idrauliche riportate nella REL. 3035
(Comune di Salerno: Indicazioni per l’assetto idrogeologico a scala
comunale) del PAI risultano pienamente soddisfatte in seguito ai numerosi
interventi di sistemazione succedutisi cronologicamente sull’area a seguito
dell’evento di piena del 1954. Il PAI richiama comunque la necessità di
una corretta manutenzione dell’asta fluviale finalizzata all’allontanamento
del materiale solido presente a monte delle briglie per rendere disponibili
opportune capacità da utilizzare per ridurre ovvero annullare gli effetti di
probabili colate.
Figura 2 – Adeguamento/Realizzazione degli attraversamenti del Torrente Rafastia
Relazione specialistica idrologica e idraulica 5
Il progetto in esame prevede l’attraversamento del corso d’acqua
Rafastia in due punti ubicati in prossimità della rotatoria, nella zona Nord
(indicati in blu nella Figura 2).
3.4.2 Nodo San Leo
Nella Figura 3 è riportato uno stralcio della carta del Rischio Idraulico
(coincidente con la carta della Aree Inondabili) dell’imbocco San Leo,
ubicato nel Vallone Fusandola. Analogamente a quando detto per il
torrente Rafastia, anche in questo caso le verifiche idrauliche appaiono
pienamente soddisfatte dopo i vari interventi sistematori. Comunque la
REL. 3035 (Comune di Salerno: Indicazioni per l’assetto idrogeologico a
scala comunale) richiama l'opportunità di ricavare e allontanare i materiali
solidi che ora sono a monte della serie di briglie in modo da avere a
disposizione adeguate conche da utilizzare per ridurre ovvero annullare gli
effetti di probabili colate.
Dalla Figura 3 si evince che lo svincolo stradale in progetto
interagisce con il reticolo idrografico definito dal PAI ed in particolare con
un impluvio naturale affluente del Fusandola. In base ai sopralluoghi
effettuati, tuttavia, la confluenza di tale impluvio nel torrente Fusandola
non risulta ben definita poiché l’impluvio naturale, a valle delle pile
dell’Autostrada, si disperde nel sistema di drenaggio fatiscente del campo
sportivo esistente. Per tale motivo, attesa anche la ridotta estensione del
bacino, il progetto prevede di ripristinare la continuità idraulica di tale
impluvio mediante la realizzazione di un manufatto di attraversamento
stradale, ubicato al di sotto dell’asse viario di progetto e riportato nello
schema di Figura 4.
Il progetto prevede che, a valle di una vasca di sedimentazione, le
acque provenienti dall’impluvio siano convogliate in un pozzo a vortice
verticale mediante il quale superare il dislivello altimetrico esistente per poi
confluire, attraverso un tratto di raccordo sub-orizzontale, all’interno del
canale esistente che si immette nel torrente Fusandola.
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Figura 3 - Stralcio planimetrico della carta del Rischio Idraulico
Relazione specialistica idrologica e idraulica 7
Figura 4 – Schema funzionale dell’attraversamento di progetto nel nodo San Leo
3.4.3 Nodo Poseidon
Nella Figura 5 è riportato uno stralcio della carta del Rischio Idraulico
del PAI (coincidente con la carta della Aree Inondabili) relativa al nodo
Poseidon. Dalla Figura si evince che, in prossimità della piattaforma
stradale, il PAI non segnala alcuna criticità di natura idraulica.
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Figura 5 – Stralcio planimetrico della carta del Rischio Idraulico
Figura 6 – Manufatto di attraversamento stradale
Dal punto di vista idraulico il progetto prevede di arretrare
l’inghiottitoio del piccolo impluvio che corre lateralmente alla galleria di
progetto e, contestualmente, prolungare l’attuale manufatto di
attraversamento stradale così come indicato nella Figura 6.
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3.4.4 Nodo Ligea
Nella Figura 7 è riportato uno stralcio della carta del Rischio Idraulico
(coincidente con la carta della Aree Inondabili) dell’imbocco Ligea.
Dalla Figura si evince che la struttura stradale non presenta alcuna
interazione con il reticolo idrografico definito dal PAI. Inoltre, poiché l’asse
viario, a valle della galleria, prosegue in viadotto, non risulta possibile
alcuna interazione con l’idrografia superficiale a meno dell’area ubicata in
prossimità dello sbocco/imbocco della galleria per la quale sono previste le
consuete opere di drenaggio delle acque provenienti dai tratti sagomati a
becco di flauto.
Figura 7 – Stralcio planimetrico della carta del Rischio Idraulico
3.4.5 Impatto delle opere di progetto in base alla cartografia del PAI
Le opere in progetto non alterano l’attuale assetto idrologico/idraulico
dell’area. In particolare, per quanto riguarda l’aspetto idraulico, le opere di
progetto previste per il nodo San Leo migliorano l’assetto dell’attuale
idrografia superficiale garantendo la corretta confluenza dell’impluvio
naturale esistente all’interno del torrente Fusandola. Per quanto concerne
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il Vallone Cernicchiara si aumentano le dimensioni delle sezioni di
attraversamento esistenti garantendo un più agevole convogliamento delle
acque provenienti dall’impluvio naturale e, contestualmente, si riduce
ilrischio di ostruzione della sezione per effetto del materiale solido
proveniente dal bacino di monte. La realizzazione delle opere di progetto
quali le terre armate, le pavimentazioni stradali e gli altri manufatti in
conglomerato cementizio, pur riducendo localmente la permeabilità del
suolo, non incidono in maniera significativa sulle portate degli impluvi
naturali, in corrispondenza dei punti di immissione, attesa la ridotta
estensione delle superfici impermeabilizzate rispetto a quella dei bacini
idrografici.
4 IDROLOGIA
4.1 PREMESSA
Per determinare le portate di dimensionamento delle diverse opere
idrauliche presenti nel progetto occorre preventivamente definire le altezze
di precipitazione corrispondenti alle durate critiche degli eventi
pluviometrici definiti in base alle Curve di Probabilità Pluviometrica (CPP).
Queste ultime sono elaborate a partire dalle registrazioni delle altezza di
pioggia misurate nelle stazioni pluviometriche a cura dell’ex SIMN. Le CPP
sono state determinate utilizzando il metodo regionalizzato VAPI,
modificato secondo quanto indicato nel PAI dell’Autorità di Bacino
Regionale Destra Sele. Successivamente, le portate di progetto sono state
stimate mediante l’utilizzo di modelli indiretti di trasformazione afflussi-
deflussi.
4.2 TEMPI DI RITORNO
Il valore della portata di piena da assumere per le verifiche idrauliche
delle opere interferenti con la rete idrografica è stata stimata con
riferimento ad un tempo di ritorno T=100 anni secondo quanto indicato
nella Disciplina Normativa dell’Autorità di Bacino Regionale Destra Sele
(delibera del Comitato Istituzionale n. 80 del 17.10.2002 a seguito delle
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modifiche interpretative adottate dal Comitato Istituzionale con delibera n.
18 del 14.03.2003). Nel caso del rifacimento dei ponti stradali si è fatto
riferimento alle Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al D.M del 14
gennaio 2008 dove è indicato che “la quota idrometrica ed il franco
devono essere posti in correlazione con la piena di progetto anche in
considerazione della tipologia dell'opera e delle situazioni ambientali. In tal
senso può ritenersi normalmente che il valore della portata massima e del
relativo franco siano riferiti ad un tempo di ritorno non inferiore a 200
anni…” facendo riferimento ad un valore del franco minimo maggiore tra
1,50÷2,00 m (Circolare 2 febbraio 2009 contenente le Istruzioni per
l’applicazione delle “Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui al DM
14 gennaio 2008) ovvero 0.5 volte l'altezza cinetica della corrente
(Disciplina Normativa dell’Autorità di Bacino Regionale Destra Sele).
4.3 STIMA DELLE MASSIME PORTATE DI PIENA NATURALI
Il metodo VAPI è stato applicato per il territorio regionale della
Campania dal G.N.D.C.I. (Gruppo Nazionale per la difesa dalle Catastrofi
Idrogeologiche sulla Valutazione delle Piene [VAPI] 1994).
Il metodo si propone di effettuare la stima del valore di progetto della
variabile X, massimo annuale dell’intensità di pioggia in una fissata durata,
massimo annuale della portata al colmo di piena o massimo annuale del
volume di piena in una fissata durata, attraverso una metodologia di tipo
probabilistico, per cui non esiste un massimo assoluto della variabile, ma
ad ogni suo valore viene associata una probabilità di superamento in un
anno e, quindi, un periodo di ritorno T.
Il metodo VAPI Campania utilizza una analisi regionale di tipo
gerarchico, basata sull’uso della distribuzione di probabilità del valore
estremo a doppia componente TCEV (Two Component Estreme Value).
Indicando con Q il massimo annuale della portata al colmo e con T il
periodo di ritorno, cioè l’intervallo di tempo durante il quale si accetta che
l’evento di piena possa verificarsi mediamente una volta, la massima
Relazione specialistica idrologica e idraulica 12
portata di piena QT corrispondente al prefissato periodo di ritorno T, può
essere valutata come:
TT KQmQ ⋅= )( (1)
Dove:
− m(Q) media della distribuzione dei massimi annuali della portata di
piena (piena indice);
− KT fattore probabilistico di crescita, pari al rapporto tra QT e la piena
indice.
Per la valutazione di m(Q), il rapporto VAPI indica quattro differenti
metodologie, due di tipo diretto, basate su formule monomie in cui la
portata dipende essenzialmente dall’area del bacino, e due di tipo indiretto
(modello geomorfoclimatico e modello razionale) in cui la piena indice è
valutata a partire dalle piogge e dipende in maniera più articolata dalle
caratteristiche geomorfologiche del bacino (area, percentuale
impermeabile, copertura arbustiva).
4.3.1 Valutazione del fattore di crescita
L’indagine regionale per la determinazione della legge di crescita con
il periodo di ritorno KT(T), svolta nel Rapporto VAPI Campania, ha
condotto alla seguente relazione:
) exp()( ** //*
θηθη k11
k1K ee1
1
kF1
1T
−− ΛΛ−Λ−−=
−=
in cui i parametri della distribuzione di probabilità dei massimi annuali
delle portate sono:
− θ = 2.634;
− Λ* = 0.350;
− Λ1 = 13;
− η = 0.5772 + ln(Λ1) -T0 = 3.901;
Relazione specialistica idrologica e idraulica 13
− ∑∞
=
− ΓΛ−=
1j
j1j
0 j
j1T
!
)/()( ** θ
.
Un’analisi della variabilità spaziale dei parametri della distribuzione
dei massimi annuali di pioggia giornaliera ha evidenziato, sul territorio
dell’Autorità di Bacino Destra Sele, l’esistenza di un rischio del verificarsi
di eventi eccezionali più alto rispetto al resto della regione. La valutazione
del fattore di crescita con il periodo di ritorno effettuata utilizzando i
parametri stimati su base regionale nel VAPI, quindi, può dare risultati a
svantaggio di sicurezza. Per questo motivo nel PAI dell’Autorità di Bacino
Destra Sele si è proceduto ad una stima dei parametri di forma e di scala
della TCEV dai dati delle stazioni appartenenti al territorio dell’Autorità di
Bacino. La stima, effettuata per le massime precipitazioni, ha fornito i
seguenti valori:
− θ* =2.127;
− Λ* =0.373;
− Λ1 =27.
Per le massime portate, i parametri sono stati modificati in modo
proporzionale ai rapporti ricavati dalle stime riportate nel VAPI, ottenendo i
seguenti valori:
− θ* =2.209;
− Λ* = 0.583;
− Λ1 = 6.
I valori di KT corrispondenti ai diversi periodi di ritorno considerati nei
calcoli idrologici sono riportati nella Tabella 1 seguente.
T(anni) 20 50 100 200 300 500 1000
KT 2.19 2.77 3.22 3.67 3.94 4.27 4.70
Tabella 1 - Valori del coefficiente probabilistico di crescita KT per le portate nel territorio dell’Autorità di Bacino Destra Sele, per alcuni valori del periodo di ritorno T.
4.3.2 Legame altezza di pioggia-durata
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Per la stima del legame della media del massimo annuale
dell’altezza di pioggia con la durata, il Rapporto VAPI Campania fa
sostanzialmente riferimento a leggi a quattro parametri del tipo:
zDC
c
0
d
d1
dImdhm
⋅−
+
⋅=
][)]([ (2)
in cui m[I0] rappresenta il limite dell’intensità di pioggia per d che
tende a 0. Nel rapporto VAPI Campania i parametri della suddetta legge
sono stati determinati attraverso una procedura di stima regionale.
I bacini presenti nel territorio di competenza dell’Autorità di Bacino
Destra Sele ricadono all’interno delle zone pluviometriche omogenee A1 e
A2 del VAPI Campania. Avendo a disposizione una base dati aggiornata
rispetto a quella utilizzata nella redazione del rapporto VAPI, nel PAI
dell’Autorità di Bacino Destra Sele si è proceduto ad un’analisi più
approfondita dei parametri di cui alla relazione (2). La stima di questi ultimi
ha fornito valori del tutto assimilabili ai valori riportati nel rapporto VAPI
Campania per le corrispondenti aree A1 e A2. Tuttavia, le analisi hanno
evidenziato la presenza di un’area, all’interno della zona A2, caratterizzata
da piovosità molto superiore rispetto al resto della regione. Quest’area
racchiude le stazioni comprese fra Salerno Genio Civile e Cava dei Tirreni,
ed è chiaramente delimitata da due spartiacque naturali che definiscono
una porzione di territorio che, per esposizione e orografia, favorisce la
precipitazione delle acque meteoriche. L’effetto osservato consiste in un
incremento generalizzato dell’intensità di pioggia per tutte le durate, con
una dipendenza della durata molto simile a quella ottenuta per la zona A2,
ma con un’intensità m[I0] superiore. Per la sottozona così evidenziata, e
denominata A2b, si mantengono invariati i valori dei parametri della legge
di probabilità pluviometrica stimati nella zona A2, a eccezione del
parametro m[I0], stimato localmente. Nella Tabella 2 sono riportati i valori
dei quattro parametri della legge altezza-durata per ognuna delle
Relazione specialistica idrologica e idraulica 15
sottozone in cui è stato suddiviso il territorio dell’Autorità di Bacino Destra
Sele.
Zona Omogenea m[I0] dc C D mm/h ore m-1
A1 77.10 0.3661 0.7995 -8.6077x10-5
A2 83.80 0.3312 0.7031 -7.7381x10-5
A2b 108.90 0.3312 0.7031 -7.7381x10-5
Tabella 2 – Parametri statistici del legame altezza di pioggia-durata per le zone pluviometriche omogenee ricadenti nel territorio dell’Autorità di Bacino Destra Sele.
Nel caso particolare del presente intervento, i bacini idrografici di
interesse ricadono nella sottozona pluviometrica omogenea A2b.
4.3.2.1 ALTEZZA DI PIOGGIA AREALE
La legge di variazione della pioggia areale consente di conoscere
come varia la media del massimo annuale dell’altezza di pioggia m[hA(d)]
in funzione della durata d e dell’area del bacino A. Nota la legge m[hA(d)],
è possibile definire la media dei massimi annuali dell’intensità di pioggia
areale come:
m[IA(d)] = m[hA(d)]/d
La metodologia comunemente impiegata consiste nell’ottenere la
media del massimo annuale dell’altezza di pioggia areale m[hA(d)] dalla
media del massimo annuale dell’altezza di pioggia puntuale m[h(d)],
individuata nel paragrafo precedente, attraverso un fattore di ragguaglio
noto come coefficiente di riduzione areale KA(d):
m[hA(d)] = KA(d) m[h(d)]
in cui KA(d), compreso tra 0 ed 1, può essere ricavato dalla seguente
espressione:
( ) 3c21 dcAc
A ee11dK ⋅−⋅− ⋅−−= )( (3)
essendo A l’area del bacino, espressa in km2, d la durata della
pioggia, espressa in ore, ed i coefficienti valgono:
Relazione specialistica idrologica e idraulica 16
− c1 = 0.0021
− c2 = 0.53
− c3 = 0.25
dove c3 è desunto da analoghe indagini condotte negli Stati Uniti.
4.3.3 Stima della portata di piena media annua m(Q)
La piena media annua m(Q) è caratterizzata da una elevata
variabilità spaziale e può essere spiegata, almeno in parte, ricorrendo a
fattori climatici e geomorfologici. È dunque in genere necessario costruire
modelli che consentano di mettere in relazione m(Q) con i valori assunti da
grandezze caratteristiche del bacino.
Quando manchino dati di portata direttamente misurati nelle sezioni
di interesse, l’identificazione di tali modelli può essere ottenuta
sostanzialmente attraverso due diverse metodologie:
− approcci di tipo puramente empirico, del tipo m(Q)=a·Ab con A
superficie del bacino ed a e b coefficienti da definire in base ai dati
sperimentali;
− approcci (metodi indiretti) che si basano su modelli in cui la piena media
annua viene stimata con parametri che tengano conto delle
precipitazioni massime sul bacino e delle caratteristiche
geomorfologiche (modelli geomorfoclimatici e modelli razionali).
Con riferimento ai metodi indiretti, le analisi condotte sui bacini
compresi nel territorio dell’Autorità di Bacino Destra Sele hanno
evidenziato che l’utilizzo del modello razionale conduce a valori maggiori
delle portate. Nel prosieguo, a vantaggio di sicurezza, si farà quindi
riferimento a quest’ultimo.
4.3.3.1 IL MODELLO RAZIONALE
Ad eventi di pioggia brevi ed intensi corrispondono, di solito, deflussi
di piena nella sezione terminale del bacino dovuti essenzialmente allo
scorrimento delle acque sui versanti e nei canali della rete idrografica.
Relazione specialistica idrologica e idraulica 17
Il bilancio idrologico di un bacino durante fenomeni di piena può
pertanto essere schematizzato considerando che fra i volumi in ingresso e
quelli in uscita si stabilisce una relazione per effetto di una concomitante
trasformazione dei due sottosistemi da cui è costituito il bacino:
− sui versanti, un’aliquota delle precipitazioni totali viene persa a causa
del fenomeno dell’infiltrazione e quindi ai fini del bilancio di piena nella
sezione finale contribuisce soltanto una parte delle precipitazioni totali,
definita pioggia “efficace”;
− nella rete idrografica, l’aliquota delle piogge efficaci derivante dai
versanti viene invasata e trasportata alla sezione di sbocco a costituire
l’idrogramma di piena, che si manifesta con un certo ritardo nei
confronti del pluviogramma che lo ha causato.
Per definire l’effetto dei versanti sulla determinazione della pioggia
“efficace” si definisce il coefficiente di afflusso di piena C* come il rapporto
tra i volumi di piena e le precipitazioni totali sul bacino in un prefissato
intervallo di tempo.
Per tenere conto del ritardo con cui l’idrogramma di piena si
manifesta nella sezione di chiusura di un bacino rispetto al pluviogramma
che lo ha determinato, è necessario definire una funzione di risposta del
bacino stesso ad un ingresso impulsivo unitario detto anche idrogramma
unitario istantaneo o IUH.
La relazione per il calcolo della piena indice con il modello razionale
può essere scritta come:
63
AtImCQm rA
.
)]([)(
* ⋅⋅=
in cui:
− tr =tempo di ritardo del bacino, in ore;
− C* = coefficiente di piena che tiene conto sia dell’infiltrazione del bacino
che dell’attenuazione del colmo di piena effettuato dal reticolo
idrografico caratteristico del bacino;
− m[IA(tr)] = media del massimo annuale dell’intensità di pioggia areale di
Relazione specialistica idrologica e idraulica 18
durata pari al tempo di ritardo tr del bacino, in mm/h;
− A = Area del bacino, in km2.
I PARAMETRI DEL MODELLO RAZIONALE
Nel Rapporto VAPI Campania è stato mostrato che, dal punto di vista
della permeabilità dei litotipi affioranti, durante i fenomeni di piena si
possono essenzialmente individuare due complessi idrogeologici: il primo,
ad alta permeabilità, comprende tutte le rocce carbonatiche intensamente
fratturate; nel secondo vengono compresi tutti gli altri litotipi, a cui si
attribuisce mediamente una permeabilità nettamente minore che per le
rocce carbonatiche del primo tipo.
Sempre ai fini dei deflussi di piena, è stato mostrato inoltre che una
certa influenza viene esercitata anche dalla presenza di copertura
boschiva, essenzialmente in funzione del tipo di permeabilità del terreno
interessato.
La metodologia proposta dal VAPI Campania per la valutazione di
parametri del modello razionale, e cioè del coefficiente di afflusso di pena
C* e del tempo di ritardo del bacino tr, assume dunque alla base la
suddivisione di ogni bacino sia in due che in tre complessi omogenei dal
punto di vista idrogeologico.
Nella suddivisione in due complessi non viene presa in
considerazione la copertura boschiva e la distinzione viene fatta tra le
aree permeabili e le aree a bassa permeabilità. Nella suddivisione in tre
complessi, considerando anche la presenza della copertura boschiva, si
prendono in considerazione le aree permeabili con copertura boschiva, le
aree permeabili senza copertura boschiva e le aree a bassa permeabilità.
IL COEFFICIENTE DI PIENA C*
Con la suddivisione in due complessi omogenei (senza copertura
boschiva), il coefficiente di piena si esprime come:
A
AC
A
ACC 2
21
1*** +=
Relazione specialistica idrologica e idraulica 19
dove:
− *1C coefficiente di piena dell’area permeabile = 0.09;
− *2C coefficiente di piena dell’area impermeabile = 0.38.
Con la suddivisione in tre complessi omogenei (con copertura
boschiva), invece si ha:
A
AC
A
AC
A
ACC 3
32
21
1**** ++=
dove:
− *1C coefficiente di piena dell’area permeabile senza bosco = 0.29;
− *2C coefficiente di piena dell’area impermeabile = 0.36;
− *3C coefficiente di piena dell’area permeabile con bosco = 0.00.
IL TEMPO DI RITARDO TR
Nel caso di bacini eterogenei dal punto di vista idrogeologico, il
tempo di ritardo può essere calcolato come media pesata del ritardo
medio di ognuno dei complessi, ed in particolare, con la suddivisione in
due complessi omogenei (senza copertura boschiva), si ha:
22
221
1
11r A
c63
251
AC
ACA
c63
251
AC
ACt
⋅⋅
⋅+
⋅⋅
⋅=
.
.
.
.*
*
*
*
dove:
− c1 celerità media di propagazione dell’onda di piena nel reticolo
idrografico relativa alle aree permeabili = 0.25 m/s;
− c2 celerità media di propagazione dell’onda di piena nel reticolo
idrografico relativa alle aree impermeabili = 1.70 m/s.
Con la suddivisione in tre complessi omogenei (con copertura
boschiva), avendo attribuito valore nullo al coefficiente di deflusso delle
aree permeabili con copertura boschiva, si ha:
22
221
1
11r A
c63
251
AC
ACA
c63
251
AC
ACt
⋅⋅
⋅+
⋅⋅
⋅=
.
.
.
.*
*
*
*
Relazione specialistica idrologica e idraulica 20
dove:
− c1 celerità media di propagazione dell’onda di piena nel reticolo
idrografico relativa alle aree permeabili senza bosco = 0.23 m/s;
− c2 celerità media di propagazione dell’onda di piena nel reticolo
idrografico relativa alle aree impermeabili = 1.87 m/s.
Nella Tabella 3 sono riportati i parametri, definiti in precedenza, dei
bacini compresi tra Capo d’Orso e Salerno (Figura 8) ricavati, nell’ambito
del PAI, utilizzando il modello razionale. In particolare nelle ultime due
colonne sono indicati i valori delle portate medie e dei coefficienti
udometrici. Quest’ultimo, rapporto tra il valore medio della massima
portata di piena annuale e la superficie del bacino sottesa dalla sezione di
chiusura, è diagrammato nella Figura 9 in funzione della superficie del
bacino. Nella Figura 9 sono riportati, con simbologia diversa, i bacini
all’interno ovvero in prossimità dei quali (V. di Vietri A, V. di Vietri B,
Fusandola e T. Rafastia) ricadono quelli oggetto della presente relazione,
indicati in rosso nella medesima figura e di cui si discuterà nel prosieguo.
0.1
1
10
100
0.01 0.1 1 10 100
Sez. 97-115 Sez. 116-119 Bacini di progetto
u [m 3 /(s*Km 2 ) ]
A [Km 2 ]
u = 2.17 A -0.39
Figura 9 – Correlazione tra coefficiente udometrico e superficie del bacino.
Relazione specialistica idrologica e idraulica 21
Figura 8 – PAI dell’Autorità di Bacino Destra Sele – Indicazione delle sezioni di chiusura dei bacini compresi tra Capo d’Orso e Salerno
Relazione specialistica idrologica e idraulica 22
N. Sezione di riferimento c1 c2 Atot Aperm (no bosco) Aimp
C* tr m[h(tr)]
KA(tr) m[hA(tr)] m(Q) u=m(Q)/A
m/s m/s km2 km2 km2 ore mm m3/s m3/(s*Km2)
97 V. di Maiori G. 0.23 1.87 0.17 0.17 0.00 0.29 0.62 32.80 1.000 32.80 0.70 4.1
98 V San Nicola (s1) 0.23 1.87 2.16 1.93 0.20 0.29 1.86 57.40 0.998 57.30 5.40 2.5
99 V. San Nicola (s2) 0.23 1.87 1.78 1.58 0.17 0.29 1.69 55.50 0.998 55.40 4.70 2.6
100 Sovarano 0.23 1.87 0.35 0.35 0.00 0.29 0.89 39.70 1.000 39.70 1.20 3.4
101 V. Grande 0.23 1.87 3.76 3.64 0.09 0.29 2.80 67.60 0.996 67.30 7.30 1.9
102 V. di Cetare A 0.23 1.87 0.12 0.12 0.00 0.27 0.51 29.40 1.000 29.40 0.50 4.2
103 V. di Cetare B 0.23 1.87 0.14 0.09 0.00 0.19 0.46 27.60 1.000 27.60 0.40 2.9
104 V. di Cetare C 0.23 1.87 0.33 0.19 0.00 0.17 0.66 34.10 1.000 34.10 0.80 2.4
105 V. di Cetare D 0.23 1.87 0.27 0.05 0.00 0.05 0.33 22.30 1.000 22.30 0.30 1.1
106 Manganala 0.23 1.87 1.76 0.71 0.00 0.12 1.27 47.50 0.998 47.40 2.10 1.2
107 T. Bonea (s1) 0.23 1.87 20.22 5.32 6.96 0.20 1.63 53.50 0.977 52.30 36.10 1.8
108 T. Bonea (s2) 0.23 1.87 0.96 0.59 0.00 0.18 1.14 44.90 0.999 44.80 1.90 2.0
109 T. Bonea (s3) 0.23 1.87 18.37 3.85 6.88 0.20 1.26 47.70 0.978 46.60 37.10 2.0
110 T. Bonea (s4) 0.23 1.87 6.92 1.05 1.50 0.12 0.70 35.80 0.991 35.50 11.90 1.7
111 T. Bonea (s5) 0.23 1.87 10.20 2.18 5.31 0.25 0.87 39.70 0.987 39.20 31.70 3.1
112 T. Bonea (s6) 0.23 1.87 1.36 0.77 0.17 0.21 1.06 43.50 0.998 43.40 3.20 2.4
113 T. Bonea (s7) 0.23 1.87 1.10 0.00 1.10 0.36 0.19 15.50 0.998 15.50 8.70 7.9
114 T. Bonea (s8) 0.23 1.87 3.94 1.06 1.36 0.20 0.73 36.40 0.995 36.20 10.90 2.8
115 T. Bonea (s9) 0.23 1.87 1.29 0.17 0.07 0.06 0.43 27.00 0.998 26.90 1.30 1.0
116 V. di Vietri A 0.23 1.87 0.53 0.19 0.00 0.10 0.66 33.80 0.999 33.80 0.80 1.5
117 V. di Vietri B 0.23 1.87 0.23 0.11 0.09 0.28 0.29 20.40 1.000 20.40 1.30 5.7
118 Fusandola 0.23 1.87 2.05 0.96 0.24 0.18 1.50 45.10 0.998 45.00 4.00 2.0
119 T. Rafastia 0.23 1.87 2.61 1.20 0.20 0.16 1.39 49.40 0.997 49.20 4.10 1.6
Tabella 3 – PAI dell’Autorità di Bacino Destra Sele – parametri caratteristici dei bacini compresi tra Capo d’Orso e Salerno
Relazione specialistica idrologica e idraulica 23
4.3.3.2 IL MODELLO RAZIONALE PER I BACINI DI PROGETTO
Non essendo definibile in maniera dettagliata, per i bacini in esame,
la suddivisione in aree permeabili con copertura boschiva, aree permeabili
senza copertura boschiva e aree a bassa permeabilità, il metodo
razionale, formulato secondo quanto riportato nel VAPI ed esaminato nei
paragrafi precedenti, non risulta di semplice applicazione. Per superare
tale difficoltà è possibile effettuare una taratura del metodo razionale, nella
formulazione proposta da Giandotti, utilizzando i dati del PAI riportati nella
Figura 9 e ottenuti mediante la procedura proposta dal VAPI. In particolare
il parametro di taratura è rappresentato dal coefficiente di afflusso ϕ
indicato nella relazione:
63
AtImQm cA
.
)]([)(
⋅⋅=
ϕ (4)
dove:
− tc = tempo di corrivazione in ore;
− A = superficie del bacino in ha;
− m[IA(tc)] = media del massimo annuale dell’intensità di pioggia areale di
durata pari al tempo di corrivazione tc del bacino in mm/h;
− ϕ = coefficiente di afflusso.
La stima del tempo di corrivazione è stata effettuata attraverso la
relazione di Giandotti:
50m
50
cH80
L51A4t
.
.
.
.+= (5)
in cui:
− tc = tempo di corrivazione in ore;
− L = lunghezza dell’asta principale in Km;
− A = Superficie totale del bacino in Km2;
− Hm = Hmed - Ho in cui Hmed [m slm] è la quota media del bacino ed Ho [m
slm] è la quota della sezione di chiusura.
Relazione specialistica idrologica e idraulica 24
Una delle principali indicazioni del bacino idrografico è rappresentato
dalla curva ipsografica che descrive la distribuzione della superficie del
bacino in funzione della quota. La curva ipsografica si ottiene
individuando, per diversi valori della quota sul livello medio del mare, il
corrispondente valore della superficie del bacino posta a quota inferiore o
uguale alla quota assegnata. Il valore dell’altitudine media Hmed, relativa al
bacino sotteso dalla assegnata sezione di chiusura, si ottiene dalla
relazione:
∑=k
1
iimed zAA
1H [m slm]
dove Ai è l’area compresa nella fascia delimitata da due curve di
livello (la cui differenza di quota è pari a ∆z fissato) e zi è l’altitudine media
dell’area Ai. La sommatoria va ovviamente estesa a tutte le fasce
individuate nell’ambito dell’intero bacino idrografico sotteso da una
assegnata sezione di chiusura.
Nella tabella seguente sono riportati i dati geometrici e morfologici
caratteristici dei singoli bacini idrografici, individuati nella Tavola GT.1 dal
titolo Corografia dei bacini, sottesi dalle sezioni di chiusura.
Bacino Asta principale
Sez
ione
di c
alco
lo n
°
Nome A Ho Hmax Hmed
Lung
hezz
a
Pen
denz
a m
edia
(ha) (m slm) (m slm) (m slm) (Km) (%)
1 Nodo Cernicchiara 205.45 99.12 696.10 324.93 2.48 24.04
2 Nodo San Leo 12.00 115.00 335.00 238.64 0.62 35.41
3 Nodo Poseidon 2.43 82.00 251.38 145.16 0.29 58.67
Tabella 4 – Parametri caratteristici dei bacini di progetto
Relazione specialistica idrologica e idraulica 25
Essendo
− Ho la quota della sezione di chiusura (m slm);
− Hmax la quota massima del bacino (m slm);
− Hmed la quota media del bacino (m slm).
Nella Figura 10 sono rappresentate le curve ipsografiche
adimensionali dei bacini di progetto.
0
0.5
1
1.5
2
2.5
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
Cernicchiara San Leo Poseidon
H/Hmed
A/A tot
Figura 10 – Curva ipsografica adimensionale dei bacini di progetto
Mediante il metodo del Giandotti è possibile stimare il tempo critico
(eq. 5) e quindi la portata al colmo di piena dei singoli bacini (eq. 4), una
volta definito il coefficiente di afflusso. Quest’ultimo, che rappresenta uno
dei parametri affetto da maggiore incertezza nei modelli di trasformazione,
può essere dedotto utilizzando la seguente procedura:
− si sono considerati i bacini indicati nel PAI all’interno (o in prossimità)
dei quali ricadono quelli oggetto di studio. In particolare, come descritto
in precedenza, i bacini individuati nel PAI aventi tali caratteristiche
sono: il Vallone di Vietri A, il Vallone di Vietri B, il Fusandola e il
Torrente Rafastia (cfr. Tabella 3, Figura 8, sez. 116-119 in Figura 9);
− si è effettuata una regressione sui valori dei coefficienti udometrici,
Relazione specialistica idrologica e idraulica 26
riferiti alla portata media m(Q), dei suddetti bacini utilizzando
un’espressione del tipo u = aAb, essendo A la superficie del bacino in
Km2, u il coefficiente udometrico in m3/(s Km2) ed a e b i parametri da
stimare;
− dall’analisi regressiva si sono ottenuti i seguenti valori dei parametri: a =
2.17 e b = -0.39. L’espressione u = aAb, nel piano bi-logaritmico, è
riportata in Figura 9 a tratto continuo;
− i coefficienti di afflusso dei bacini di progetto sono stati quindi stimati in
modo tale da ottenere un coefficiente udometrico congruente con la
legge u=f(A) precedentemente individuata. I coefficienti udometrici così
ottenuti sono indicati in rosso nella Figura 9.
I coefficienti di afflusso ϕ ottenuti per i bacini di progetto in base alla
procedura descritta sono riportati nella Tabella 5. In questa sono inoltre
riportati i tempi di corrivazione tc ottenuti mediante la relazione di Giandotti
(eq. 5), le portate medie (eq. 4) valutate utilizzando l’intensità di pioggia
areale data dalle relazioni (2) e (3)1, per la zona omogenea A2b (Tabella
2). La portata media così ricavata è stata moltiplicata per il fattore di
crescita KT delle portate (Tabella 1) in modo da ottenere i valori del colmo
di piena corrispondenti a periodi di ritorno T di 100 e 200 anni.
Bacino Portata idrologica
Sez
ione
di c
alco
lo n
°
Nome
Zon
a om
ogen
ea
A φ tc m[IA(d)] m(Q) u = m(Q)/A Q100 Q200
(ha) (h) (mm/h) (m3/s) [m3/(s*Kmq)] (m3/s) (m3/s)
1 Nodo Cernicchiara A2b 205.45 0.15 0.79 47.7 4.10 1.99 13.16 15.00
2 Nodo San Leo A2b 12.00 0.30 0.26 73.2 0.73 6.10 2.36 2.69
3 Nodo Poseidon A2b 2.43 0.30 0.17 82.2 0.17 6.85 0.54 0.61
Tabella 5 – Portate idrologiche dei bacini di progetto
1 Il coefficiente di riduzione areale KA (eq. 3), attese le modeste estensioni dei bacini, è pari ad 1.
Relazione specialistica idrologica e idraulica 27
5 DIMENSIONAMENTO IDRAULICO DELLE OPERE
5.1 PREMESSA
Una volta determinati i valori delle portate al colmo di piena si può
procedere al dimensionamento delle opere e dei manufatti necessari a
garantire il deflusso delle portate di piena.
Lo scopo di tale dimensionamento è quello di prevenire l’eventualità
di esondazioni in corrispondenza degli eventi di progetto, in
soddisfacimento delle direttive riportate nel Decreto della Presidenza del
Consiglio dei Ministri del 29 settembre 1998 (“Atto di indirizzo e
coordinamento per l’individuazione dei criteri relativi agli adempimenti di
cui all’art. 1, commi 1 e 2, del D.L. 11 giugno 1998 n. 180”, pubblicato
sulla G.U n. 3 del 5 gennaio 1999, e s.m.i.).
5.2 VERIFICHE IDRAULICHE
Le verifiche idrauliche sono state effettuate con la classica formula
del moto uniforme utilizzando il coefficiente di scabrezza di Gauckler-
Strickler.
21hs iRKAQ
23 //⋅⋅⋅=
dove:
− Q = portata di progetto [m3/s];
− A = sezione idraulica bagnata [m2];
− Ks = coefficiente di scabrezza di Gauckler-Strickler [m1/3/s];
− Rh = raggio idraulico [m];
− i = pendenza di fondo [m/m].
A titolo esemplificativo si riportano i valori del coefficiente di
scabrezza Ks disponibili nella letteratura tecnica.
Tali valori sono influenzati da diversi fattori quali:
− tipologie di canali;
− materiali costituenti le pareti dei canali stessi;
− presenza di vegetazione;
Relazione specialistica idrologica e idraulica 28
− accumuli di sedimenti sul fondo e sulle sponde del canale;
− singolarità nella sezione e raggio di curvatura dell’asse del canale.
Per quanto concerne i valori del coefficiente di scabrezza Ks (m1/3/s)
verranno assunti a riferimento i valori riportati nella seguente tabella
riassuntiva.
Tipologia Natura delle pareti Ks
Corsi d’acqua minori: Raggio idraulico < 2 m Larghezza in piena <30 m
muri in mattoni o sponde rivestite calcestruzzo 60÷70
sponde rivestite in pietrame ad opera incerta 30÷50
in terra con sezioni abbastanza regolari 30÷40
in terra con sezioni irregolari e impaludamenti 20÷25
torrenti con letto ghiaioso 25÷35
torrenti con grossi massi 20÷25
Corsi d’acqua maggiori con sezioni regolari senza massi 30÷40
irregolari con sezioni accidentate 20÷30
Aree golenali
a pascolo 30÷40
con vegetazione spontanea 20÷30
Coltivate 20÷40
Per quanto concerne gli attraversamenti realizzati in corrispondenza
delle incisioni e dei bacini di minore estensione, è possibile talvolta rilevare
la presenza di tratti caratterizzati da notevoli pendenze longitudinali; in tali
casi si ritiene opportuno procedere al calcolo delle caratteristiche
idrauliche della corrente idrica sia in condizioni di moto uniforme, sia in
condizioni di stato critico in corrispondenza delle sezioni di calcolo.
A tale proposito si ricorda che si definisce condizione di stato critico
la condizione di deflusso di una corrente a portata costante cui
corrisponde il minimo valore dell’energia specifica.
Nell’ipotesi di distribuzione idrostatica delle pressioni nelle sezioni
idriche, la condizione di stato critico implica la validità della relazione:
g
Q
B
2
c
3c =
σ
essendo σc e Bc, rispettivamente, la sezione idrica e la larghezza del
pelo libero corrispondenti alla condizione di stato critico.
Relazione specialistica idrologica e idraulica 29
Il carico specifico rispetto al fondo in condizioni di stato critico Hc
sarà, quindi, fornito dalla relazione:
c
ccc B2
1hH
σ+=
In generale, com’è ben noto, l’equazione va risolta per tentativi per
sezioni complesse, mentre per alcune sezioni geometriche notevoli (ad
esempio, quella rettangolare) esistono relazioni analitiche che esprimono
in modo esplicito il tirante idrico in condizioni di stato critico.
Le verifiche idrauliche ed il dimensionamento delle opere descritte
nella presente relazione sono riportate nelle relazioni S-R12, per il nodo
San Leo e S-R31, per il nodo Poseidon.
Per quanto concerne il nodo Cernicchiara, non oggetto di specifiche
opere idrauliche, si riporta, nel prosieguo, la verifica idraulica degli
attraversamenti previsti nel progetto.
Relazione specialistica idrologica e idraulica 30
5.3 ATTRAVERSAMENTO VALLONE CERNICCHARA
Nel presente paragrafo si riportano le verifiche idrauliche del nodo
Cernicchiara in corrispondenza del nuovo attraversamento (Figura 11)
previsto nel progetto ubicato in prossimità della rotatoria (zona Nord).
Figura 11 – Attraversamenti del Torrente Rafastia (area Nord)
Il valore della portata di piena da assumere per le verifiche idrauliche
delle opere interferenti con la rete idrografica è stata stimata con
riferimento ad un tempo di ritorno T=200 anni facendo riferimento ad un
valore del franco minimo pari a 1,50 m (cfr. par. 3.2).
Nella Tabella 6 successiva sono riportate le verifiche idrauliche
relative all’ attraversamento di progetto di minori dimensioni.
Q200 Ks B H So V Fo ho Ho hc h+1.5
m3/s m1/3/s m m m/m m3/s m m m m
15.0 40 6.9 2.55 0.015 3.30 1.30 0.66 1.22 0.78 2.28
Tabella 6 – Verifiche idrauliche del nodo Cernicchiara
Relazione specialistica idrologica e idraulica 31
dove:
− Q200 = portata di progetto [m3/s];
− Ks = coefficiente di scabrezza di Gauckler-Strickler [m1/3/s];
− B = larghezza del canale rettangolare [m];
− H = altezza del canale rettangolare [m];
− D = diametro del collettore [m];
− So = pendenza del collettore [m/m];
− V = velocità media della corrente in moto uniforme [m/s];
− Fo = numero di Froude della corrente V/(g ho)0.5;
− ho = altezza idrica della corrente in moto uniforme [m];
− Ho = ho+V2/(2g) energia specifica della corrente [m];
− hc = altezza di stato critico della corrente [m];
− h+1.5 = altezza idrica+franco previsto da normativa h = max(ho, hc) [m].
Dalla tabella si evince che i franchi di sicurezza sono rispettati con
ampio margine di sicurezza. L’ulteriore attraversamento, di maggiori
dimensioni, risulta, a maggior ragione, anch’esso verificato. Per quanto
concerne i fenomeni escavatori dovuti alla elevata cineticità della corrente,
le indagini geologiche (relazione Geologica e Geoidrologica GL-R1 con
riferimento alla planimetria con l’ubicazione delle indagini geognostiche
GL-2) evidenziano la presenza di un fondo alveo roccioso che, di fatto,
inibisce i processi erosivi. Infine, nel tronco di collegamento tra i due
manufatti di attraversamento, la sezione del corso d’acqua risulta più larga
e priva dell’intradosso del ponte per cui la corrente è caratterizzata da
valori della velocità inferiori.
6 INSERIMENTO IDRAULICO DELLE OPERE Le opere di progetto, così come sancito dalle Disposizioni Generali
della DISCIPLINA NORMATIVA (delibera di Comitato Istituzionale n. 80
del 17.10.2002 a seguito delle modifiche interpretative adottate dal
Comitato Istituzionale con delibera n. 18 del 14.03.2003) sono tali da non