CONFIMI · INDICE CONFIMI 06/11/2017 La Citta di Salerno - Nazionale Assalto di emendamenti per la...
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CONFIMI
06 novembre 2017
INDICE
CONFIMI
06/11/2017 La Citta di Salerno - Nazionale
Assalto di emendamenti per la manovra di bilancio6
CONFIMI WEB
05/11/2017 Nuova Rassegna 17:35
Via alle audizioni per la Manovra. Banche, in arrivo le trimestrali8
05/11/2017 bergamonews.it 09:42
Bergamo PMI Innovation Hub, una rete per affrontare la sfida del digitale9
05/11/2017 vicenzapiu.com 22:30
BPVi, Veneto Banca e non solo: scintille di Casini con Sibilia e ...10
05/11/2017 MSN 18:13
Via alle audizioni per la Manovra. Banche, in arrivo le trimestrali15
05/11/2017 bloomberg.finanza.repubblica.it 18:33
Via alle audizioni per la Manovra. Banche, in arrivo le trimestrali17
SCENARIO ECONOMIA
06/11/2017 Corriere L'Economia
Tasse e spese: un conto salato per i cittadini21
06/11/2017 Corriere L'Economia
E se l'Europa stesse meglio di quanto pensiamo?23
06/11/2017 Corriere L'Economia
le due ruote di Tronchetti Altavilla per Snam24
06/11/2017 Corriere L'Economia
Ma l'antiquato indice Dow torna a brillare26
06/11/2017 Il Sole 24 Ore
Mix di nuovi bonus per i giovani27
06/11/2017 La Repubblica - Nazionale
"Più servizi e meno burocrazia Così vincerò la scommessa digitale"30
06/11/2017 La Repubblica - Nazionale
"Pensioni, ora l'età va alzata, basta mentire al Paese"32
06/11/2017 La Repubblica - Nazionale
Un regno offshore per Elisabetta II Nelle carte affari Trump-Putin34
06/11/2017 La Repubblica - Affari Finanza
TAGLIO DELLE TASSE A RICCHI E SOCIETÀ QUANDO L'IDEOLOGIA VINCE SULLALOGICA
36
06/11/2017 La Repubblica - Affari Finanza
FARMACIE, LA LUNGA MARCIA DI BEZOS37
06/11/2017 La Stampa - Nazionale
Alitalia, missione a New York per trattare con Cerberus38
06/11/2017 Il Messaggero - Nazionale
Pensioni, l'età di uscita sarà sempre più mobile40
SCENARIO PMI
06/11/2017 Corriere L'Economia
pmi adesso pensano positivo42
06/11/2017 Il Sole 24 Ore
Zone speciali a misura di Pmi44
06/11/2017 Il Sole 24 Ore
I macchinari parlano in chat47
06/11/2017 Il Sole 24 Ore
I soci cinesi puntano sul rafforzamento patrimoniale49
06/11/2017 Il Sole 24 Ore
Dai filati eco al green designer la moda si reinventa e cresce50
06/11/2017 La Repubblica - Affari Finanza
Come usare le risorse per la crescita51
06/11/2017 La Repubblica - Affari Finanza
Pagamenti, rivoluzione in portafoglio53
06/11/2017 La Repubblica - Affari Finanza
Ferreira: "Banche in ripresa, meglio azioni che bond"55
06/11/2017 La Repubblica - Affari Finanza
Poli bancari e sportelli postali sarà boom per le polizze danni56
06/11/2017 La Repubblica - Affari Finanza
Ferreira: "Banche in ripresa, meglio azioni che bond"58
06/11/2017 La Stampa - Nazionale
Le giacche sportive di Esemplare riciclano le bottiglie di plastica59
06/11/2017 La Stampa - Torino
Le giacche sportive di Esemplare riciclano le bottiglie di plastica60
06/11/2017 ItaliaOggi Sette
CORRONO INDUSTRIA E TURISMO*61
06/11/2017 ItaliaOggi Sette
Prossima mossa: la farmacia va in rete63
06/11/2017 Advisor
DOPPIA DELEGA PER I PIR FIRMATI BANCA GENERALI64
06/11/2017 Advisor
CROWDFUNDING. LA MISCELA "ESPLOSIVA" DELLE ICOS65
06/11/2017 Advisor
SMALL-MID CAP "MADE IN ITALY" TRAINATE DAI PIR69
CONFIMI
1 articolo
sulla lege pesa la campagna elettorale Assalto di emendamenti per la manovra di bilancio ROMA È un percorso accidentato quello che attende la legge di bilancio in Parlamento, l'ultima della
legislatura. Da un lato, il "sentiero stretto" legato ai limiti delle risorse, che il ministro dell'Economia, Pier
Carlo Padoan, non perde occasione di ricordare; dall'altro, il pressing dei gruppi parlamentari per sfruttare
l'ultimo provvedimento utile prima delle elezioni. Pensioni, sanità, lavoro e famiglia i temi caldi su cui si
concentrerà il dibattito parlamentare. Un dibattito che rischia di infuocarsi nella commissione Bilancio del
Senato, alle prese con tempi stretti e il doppio impegno della manovra e del decreto fiscale collegato.
L'assalto alla diligenza a Palazzo Madama, dove il ddl bilancio muoverà i primi passi la prossima settimana,
è già iniziato con gli emendamenti al dl fisco. Oltre mille proposte di modifica per soli 21 articoli: dalla
rottamazione bis delle cartelle esattoriali al rinvio della decisione sull'aumento dell'età pensionabile fino allo
stop alla fatturazione delle bollette ogni 28 giorni. Il vaglio delle proposte inizierà mercoledì, al termine del
ciclo di due giorni di audizioni sulla manovra. Da lunedì infatti, dopo la pausa dei lavori parlamentari, le
commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato ascolteranno Istat, Sbilanciamoci, Abi, Ania, sindacati,
Rete Imprese Italia, Alleanza Cooperative italiane, Confindustria, Confapi, Confimi, Confprofessioni,
Confedilizia e Ance. Martedì mattina sarà la volta di Cnel, Banca d'Italia, Corte dei Conti e Upb. Nel
pomeriggio saranno ascoltati Anci, Upi e Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. A chiudere il
ciclo delle audizioni sarà il ministro dell'Economia Padoan alle 20. Il termine per presentare gli
emendamenti resta fissato alle 12 di venerdì 10 novembre. Ed è facile immaginare che arriveranno migliaia
di proposte di modifica, molte fotocopia del decreto fiscale. Dalla settimana successiva l'esame entrerà nel
vivo. Ma pesa l'incognita dei numeri a Palazzo Madama. Dopo la recente fuoriuscita di Mdp dalla
maggioranza, gli equilibri in commissione Bilancio sono precari. Su ventisei senatori, tredici sono ora
ufficialmente all'opposizione contro dodici nella maggioranza. E poi bisognerà capire come voterà Ala.
Foto: Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan
06/11/2017Pag. 5 La Citta di Salerno
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CONFIMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 6
CONFIMI WEB
5 articoli
Via alle audizioni per la Manovra. Banche, in arrivo le trimestrali Via alle audizioni per la Manovra. Banche, in arrivo le trimestrali 0 Pubblicato il 05/11/2017 Economia
MILANO - Manovra e banche protagoniste della settimana economico-finanziaria. Dopo l'arrivo del testo in
Parlamento, lunedì scatterà la consueta raffica di audizioni. Le commissioni Bilancio congiunte di Camera e
Senato ascolteranno Istat, Sbilanciamoci, Abi, Ania, sindacati, Rete Imprese Italia, Alleanza Cooperative
italiane, Confindustria, Confapi, Confimi, Confprofessioni, Confedilizia e Vai all'articolo originale Fonte: La
Repubblica - Economia
05/11/2017 17:35Sito Web Nuova Rassegna
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Bergamo PMI Innovation Hub, una rete per affrontare la sfida del digitale L'iniziativa Bergamo PMI Innovation Hub, una rete per affrontare la sfida del digitale Imprese e Territorio
individua nel Point di Dalmine la sede naturale del progetto: "Confindustria ha voluto creare un hub con la
sua rete associativa regionale: auspichiamo che quando diverrà operativa possa collegarsi alla nostra rete,
già operativa da anni". di Redazione - 05 novembre 2017 - 10:38 rete Bergamo PMI Innovation Hub è stato
al centro degli argomenti trattati nelle ultime riunioni plenarie di Imprese e Territorio, il Comitato Unitario che
riunisce le dieci Associazioni d'impresa delle PMI bergamasche (Ascom, Cia, Coldiretti, Confartigianato
Bergamo, Confcooperative, Confesercenti, Confimi Apindustria, Cna, Fai e Lia). Su indicazione del
presidente Alberto Brivio, la struttura tecnica del Comitato ha analizzato l'evoluzione del progetto Bergamo
PMI Innovation Hub, il percorso nato dalle indicazioni dello studio commissionato al Consorzio Aaster del
professor Bonomi presentato la scorsa primavera e dal piano del Ministero dello Sviluppo sull'innovazione.
"Abbiamo analizzato con attenzione la seconda fase di approfondimento del progetto Bergamo PMI
Innovation Hub redatta dalle nostre strutture operative - spiega Alberto Brivio - e l'idea del Contratto di Rete
ci è apparsa la forma più moderna e idonea come modello di governance per un percorso avviato da anni
che adesso necessita una sua miglior formalizzazione. Un percorso, di condivisione tra le Associazioni e le
Istituzioni del territorio di strumenti e servizi alle imprese del territorio, avviato con lungimiranza intorno al
sistema camerale bergamasco fin dalla Presidenza Sestini e perfezionato e potenziato poi negli anni sotto
la guida del Presidente Malvestiti". Il Coordinatore Edoardo Ranzini spiega che "il Point di Dalmine è la
sede naturale del Bergamo PMI Innovation Hub come già indicato nella ricerca del professor Bonomi quale
potenziale Hub dell'innovazione insieme all'incubatore. E' stato infatti riconosciuto che in quel luogo siamo
passati da una funzione di intermediazione dell'innovazione ad una azione generatrice di innovazione e
questo è un aspetto importante e significativo per accompagnare le nostre imprese a crescere in materia di
innovazione. Dai dati raccolti attraverso le nostre Associazioni, che impegnano 21 funzionari sui temi
dell'innovazione tecnologica e dello sviluppo competitivo a favore degli associati, sono circa 2.000 le nostre
imprese che hanno frequentato a vario titolo lo scorso anno il Point di Dalmine. Prove sui materiali, marchi
e brevetti, scouting tecnologico, formazione professionale, accompagnamento allo start-up, contaminazione
con le imprese dell'incubatore, queste alcune delle principali motivazioni. Il successo del Point sta nella
capacità di accogliere tutte le imprese, a prescindere dal settore merceologico, e favorire una
contaminazione orizzontale che sostiene la crescita delle imprese anche di piccola dimensione. Il nostro
progetto ambisce a consolidare l'esperienza fin qui fatta realizzando un Digital Innovation Hub in rete con
tutti gli attori del territorio e dei diversi settori economici nel quale i nostri funzionari possano crescere in
linea con il Piano del Ministro Calenda". "Ai colleghi di Confindustria Bergamo - afferma Brivio - abbiamo
proposto di entrare nella rete da noi redatta, ma la loro scelta è quella di creare un Hub con la loro rete
associativa regionale nella sede ove si trasferirà nei prossimi anni l'Associazione. È un'idea progettuale
interessante, legittimamente sostenuta dal loro sistema Confederale, che quando diverrà operativa
auspichiamo potrà collegarsi alla nostra Rete, già operativa da numerosi anni ed inserita in un ambiente
fisico istituzionale naturalmente aperto a tutti". Più informazioni su
05/11/2017 09:42Sito Web
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BPVi, Veneto Banca e non solo: scintille di Casini con Sibilia e ... Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile) | ieri alle 22:49 | 0 commenti Abbiamo conosciuto Gianni
Girotto, senatore M5S, alla presentazione del nostro doculibro "Vicenza. La città sbancata" a Palazzo
Trissino non certo su iniziativa dell'amministrazione uscente, a dir poco passiva sul crac della BPVi, ma per
iniziativa della capogruppo sempre del Movimento 5 Stelle Vicenza, Liliana Zaltron. affiancata dall'altro
senatore pentastellato Enrico Cappelletti. Abbiamo, poi, incrociato Girotto, ora membro della Commissione
d'inchiesta sulle banche, varie altre volte, quasi sempre sull'argomento banche venete, l'ultima in
Apindustria Confimi Vicenza, quando con chi scrive, col presidente Flavio Lorenzin, con l'avv. Antonella
Friso dello Studio Adusbef Vicenza e l'avv. Fulvio Cavallari, Responsabile Adusbef Veneto, e con l'on.
Emanuele Cozzolino si è svolto il convegno "" Banche venete tra silenzi e complicità ". Ovvio che far parte
di una sorta di gruppo di lavoro, organizzato telematicamente anche se informalmente, di persone
"informate sui fatti" che stanno supportando il suo lavoro in commissione, gratifichi il nostro impegno di
denuncia di certi misfatti che data fin da 13 agosto 2010, quando iniziammo a svelare quanto Banca d'Italia
e Consob dicono di aver scoperto solo recentemente per colpa del cosiddetto "ostacolo alla vigilanza" che
avrebbe colpito i super professionisti dei due enti ma non noi, cronistucci di provincia. Addirittura la prima
(quella sui danni ai soci che dovrebbe pagare Bankitalia, ndr) di una ventina di domande sottoposte dal
senatore Gianni Girotto, frutto anche del lavoro congiunto, a Carmelo Barbagallo ha indispettito subito più
che il compassato Capo del dipartimento della Vigilanza di Banca d'Italia il presidente della Commissione
Pierferdinando Casini, già protagonista di un alterco con l'on. Carlo Sibilia che sostanzialemnte chiedeva
che l'audizione di Barbagallo si trasformasse ufficialmente in "testimonanza", fattispecie nei poteri della
Commissione che imporrebbe, come ha scritto proprio qui l'ex giudice Giovanni Schiavon , una maggiore
attenzione nelle risposte degli auditi che, in caso di dichiarazioni mendaci, potrebbero incorrere nel reato di
falsa testimonianza. Nel mostrarvi il video sui due "bisticci" estratto da Il Fatto Quotidiano dalla
registrazione completa dell'audizione, che abbiamo già pubblicato , lo accompagniamo col commento dello
stesso quotidiano che si aggiunge a quanto scritto sulla versione cartacea da Giorgio Meletti , e facciamo
seguire il dettaglio delle domande di Gianni Girotto che, se fin dalla prima hanno indispiettito qualcuno,
forse erano, se non tutte, almeno buona parte di quelle giuste da fare... Banche, scintille tra Casini e M5s:
"Girotto, con queste domande lei ridicolizza la nostra commissione", di Manolo Lanaro da Il Fatto
Quotidiano "Doppio botta e risposta in Commissione d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, durante
l'audizione del capo della vigilanza di Bankitalia a Palazzo San Macuto, tra il Presidente della Commissione
parlamentare Pier Ferdinando Casini e il M5s. Prima con Carlo Sibilia, poi con il senatore Gianni Pietro
Girotto. "Lei in questo modo e con queste domande ridicolizza la nostra commissione", sbotta Casini contro
Girotto che ha appena posto l'ennesima domanda al responsabile della vigilanza di Bankitalia, Carmelo
Barbagallo" Ecco le domande del senatore Gianni Girotto che non ci... indispettiscono ma irriteranno i soci
truffati se almeno giovedì non troveranno più compiute risposte nel confronto disposto da Casini tra
Barbagallo e il dg di Consob, Angelo Apponi, per le loro evidenti contraddizioni. La nostra richiesta
(dispettosa?) è che siano sentiti da testimoni. 1) La Banca d'Italia ad inizio 2013 ha trattato la Banca
Popolare di Vicenza come fosse una banca a elevato standing. Sulla base di tale comportamento, migliaia
di risparmiatori hanno aderito all'aumento di capitale da 900 milioni di euro del suddetto istituto nell'estate
del 2014 e hanno visto azzerato il proprio investimento. - Oggi abbiamo evidenza che: (i) la suddetta
affermazione era falsa (BPVi stava fallendo); (ii) il comportamento di Banca d'Italia è stato quantomeno
colposo; (iii) è indubitabile il nesso di causalità tra comportamento di Banca d'Italia e danno ai risparmiatori.
- DOMANDA: Banca d'Italia provvederà spontaneamente a risarcire i gravissimi danni che ha provocato o
si difenderà strenuamente nei giudizi che stanno per essere avviati nei suoi confronti contando sui propri
05/11/2017 22:30Sito Web
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CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 10
appoggi politici per influenzare i magistrati che saranno chiamati a valutarne l'operato? 2 - A fine 2016 è
stato pagato da Banca Popolare di Vicenza un bond subordinato nonostante la situazione fosse
palesemente grave come anche affermato dall'Ad Fabrizio Viola, che, però, contava su una continuità
aziendale già allora immaginabile come difficilmente perseguibile e il cui venir meno, verificato nei fatti,
potrebbe causare, tanto più se il decreto di messa in liquidazione fosse dichiarato incostituzionale,
revocatorie e richieste di azioni legali per bancarotta preferenziale e fraudolenta. Al di là dell'anomalia della
nomina tra i liquidatori di un ex Ad come Viola, fatto totalmente atipico e al limite se non oltre la legalità,
Banca d'Italia è intervenuta e come nella decisione che di fatto ha privilegiato i possessori dei bond
suddetti, non certo risparmiatori ma grossi investitori?. 3 - perché in due immediatamente successive
ispezioni della Vigilanza nel 2013 a Veneto Banca ci sono due esiti diametralmente opposti: nella prima
chiusasi in estate il giudizio è "parzialmente negativo" (cioè con le diciture della Vigilanza tale da
prefigurare un buon esito) per cui non ci sono particolari indicazioni, mentre la seconda ispezioni riaperta
pochi giorni dopo prefigura una situazione così negativa della banca da imporne la fusione con "istituto di
elevato standing"; alias BPVi? 3BIS - come mai tali informazioni venivano fatta ampiamente filtrare verso i
media che per un anno diffondevano notizie negative su Veneto banca che perdeva clienti e depositi in
misura consistente? A suo avviso è corretto che le perquisizioni della GdF ad istituti bancari per i quali la
reputazione e la fiducia dei clienti é tutto vengano spettacolarizzate come è stato fatto per Veneto Banca
addirittura bloccando una strada e, molto meno, per Banca Popolare di Vicenza con il Procuratore di
Vicenza che disponeva l'ingresso della GdF evidenziando in un comunicato stampa proprio la necessità di
non spettacolarizzare? 3 TER come mai viene disposto da Bankitalia già alla consegna del rapporto
ispettivo del 6 novembre 2013 in modo così perentorio la ricerca di un partner di elevato standing senza
consentire alla banca di presentare prima le proprie controdeduzioni? Se la giustificazione fosse: situazione
fortemente deteriorata.... le domande sarebbero: Perché alla consegna del rapporto ispettivo 2013 in data
23 luglio 2013 riferito all'ispezione condotta da gennaio ad aprile 2013 (stesso team ispettivo) il verdetto è
parzialmente sfavorevole senza apertura di un procedimento sanzionatorio che è per stessa dichiarazione
di Banca d'Italia un giudizio nella media del sistema? Perché allora tutto il CDA a casa, ma solo dopo
l'assemblea di aprile 2014? 3 QUATER Come mai dopo l'indagine ispettiva del 2013 è stato chiesto
l'azzeramento del Cda di Veneto Banca ed invece dopo la scoperta di 950 milioni di operazioni baciate in
Banca Popolare di Vicenza il cda è rimasto al suo posto? 3 QUINQUE Nel documento alla Commissione
Regionale del Veneto Banca d'Italia dichiara che Veneto Banca ha controdedotto all'importo di 157.119.553
euro di "baciate" con un ammontare diverso ma nel documento non si fa cenno a quale sia l'importo
controdedotto. C'è lo può dire? BCE nel corso dell'ispezione del 2015 (capo team ispettori Nardone come
da domanda successiva) fa una sua valutazione sul tema dei 157 milioni. Sa dirci quale sia l'importo
rilevato nello specifico? Tenendo per buona la valutazione di Bce c'è sicuramente una notevole differenza
rispetto ai 157 milioni rilevati dall'ispezione 2013, Perchè? 3 SEX- come mai un anno dopo quel 2013 che
per Banca d'Italia vedeva BPVi come istituto di elevato standing e Veneto Banca come banca decotta e da
far confluire nella prima, il 26 ottobre 2014, la BCE, che era subentrata a Bankitalia per la Vigilanza sulle
banche maggiori, comunicava l'esito positivo in prima battuta degli stress test per Veneto Banca mentre
decretava il non superamento per la BPVi non li superava in prima battuta e il 25 ottobre, informatane, con
l'assenso di Banca d'Italia convocava un Cda urgente per convertire fuori tempo massimo e di forza in
azioni un'emissione obbligazionaria di 250 milioni di euro entro maggio 2015 per rientrare nei parametri
richiesti? Come mai prima Bankitalia, che dichiara oggi come la BPVi fosse sotto osservazione dal 2013,
non aveva rilevato quanto BCE aveva trovato senza "ostacoli"? 4 - come mai il "controllore" Banca d'Italia
entrava in affari con il controllato "Banca Popolare di Vicenza vendendole a metà 2014 (anno in cui i suoi
problemi non potevano non essere noti ) a ben 9.3 milioni di euro, Palazzo Repeta, sede dismessa della
banca centrale italiana, che nessuno acquistava (dopo che Regione Veneto e Ministero dei beni culturali si
05/11/2017 22:30Sito Web
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guardarono bene dall'esercitare il diritto di prelazione, che di legge spettava a loro per un immobile storico
o tutelato.) e che ancora oggi è completamente abbandonato con danno aggiuntivo per la Popolare di
Vicenza in Liquidazione? 5 - perché ancora nel Cda di Veneto Banca del 28 agosto 2015, quando
Bankitalia non aveva più poteri sulla Popolare di Montebelluna, il consigliere Benvenuto e l'allora dg Carrus
fanno mettere a verbale (pagina 9 e 10 del verbale allegato) un incontro con Carmelo Barbagallo che li
invita a "un atteggiamento proattivo" sulla questione delle "baciate" contestate per un valore di euro
157.119.553 (a fronte degli oltre 900 milioni evidenziati per BPVI) ? Ecco il testo relativo a quelle che, in
assenza di precisazioni, possono apparire come indebite pressioni di Barballo, Bankitalia, su Veneto Banca
e, indirettamente, su BCE: "Il dott. Barbagallo ha invitato la Banca ad avere un rapporto pienamente
collaborativo con gli ispettori (di BCE, ndr!) per una corretta valutazione del fenomeno, e che sarebbe molto
apprezzato un atteggiamento proattivo, invitando quindi ad una collaborazione intelligente, spontanea e in
buona fede. Il direttore Generalo Carrus precisa che, dal punto di vista tecnico, il dott. Barbagallo ha
chiarito che l'interpretazione dell'assistenza finanziaria deve considerare non tanto la mera consecutio
temporis, tra Il finanziamento e l'acquisizione delle azioni, ma più in generale l'acquisizione a leva con
l'utilizzo quindi di fondi non propri. Il dott. Barbagallo afferma che Banca d'Italia guarderà molto
attentamente la nostra Banca, anche per la singolare situazione verificatasi nella concentrazione di questa
problematica in due banche della stessa Regione. Il dott. Barbagallo ha tenuto a sottolineare quindi che,
pur accordando a Veneto Banca una posizione di particolare frammentazione di questi finanziamenti, non
avendo trovato nell'ispezione particolari importi significativi, ha chiesto la continuazione dell'ispezione da
parte del team del dott. Nardone (team della BCE, ndr!), ovviamente chiedendo ancora una volta che vi sia
la nostra massima collaborazione..." 5 Bis Il dr. Barbagallo sembra avere un'attenzione particolare nei
confronti di Veneto Banca e infatti, dopo aver presenziato alla consegna del rapporto ispettivo del 6
novembre 2013, quando ne aveva i poteri, il 27 agosto 2015 incontra a Roma (vedi sopra) un consigliere di
Veneto Banca all'epoca del presidente Favotto e a maggio 2016 il Cda di Ambrosini si presenta a
Francoforte alla BCE (sono presenti Ambrosini, de Franceschi e Carrus) a presenziare all'incontro a
sorpresa c'è anche Barbagallo. Dal 4 novembre 2014 Veneto Banca come altre 13 banche italiane era
passata alla vigilanza Bce. In che veste quindi è per incarico di chi 19 mesi dopo il passaggio di Veneto
Banca alla vigilanza europea agiva ancora Barbagallo? Barbagallo ha presenziato anche per le altre
banche italiane in situazioni analoghe? Per la Banca Popolare di Vicenza è stato altrettanto assiduo di
persona? 5 Ter In più occasioni Banca d'Italia ha dichiarato che la Popolare di VIcenza era stata posta
sotto osservazione sin dal 2013: perché quindi (dossier Etruria, Veneto Banca, Marostica, Carife...) viene
considerata Banca aggregante anche per tutto il 2014? Perchè viene autorizzato a fine 2014 l'aumento di
capitale in Cattolica assicurazioni, viene autorizzato l'acquisto di sportelli di Carife? E perchè all'assemblea
del 26 aprile 2014 Zonin lancia ancora proclami su possibili acquisizioni giustificando con queste la
necessità di un nuovo aumento di capitale? ... 6 - sul caso, intrecciato, della Bene Banca, piccola Bcc del
cuneese, commissariata nel 2013 - uno degli intrecci tra Roma e Vicenza - , piccola Bcc del cuneese,
commissariata nel 2013 chiedere perché l'uomo inviato da Banca d'Italia a commissariarla, Giambattista
Duso, che era anche amministratore delegato di Marzotto Sim, società di intermediazione mobiliare
partecipata al 9.8% da Popolare di Vicenza, aveva depositato subito quasi tutta la liquidità dell'istituto
piemontese (cioè l'80% del Patrimonio di Vigilanza della Bcc benese) in Banca Popolare di Vicenza,
operazione questa passibile di segnalazione alla Vigilanza Centrale in quanto attività definita di "grande
rischio", peraltro effettuata a valere su di un rapporto di c/c aperto su iniziativa del Duso stesso a soli 6 gg
dall'insediamento? 6 BIS Visto che l'ex presidente di Banca Bene, Francesco Bedino, denunciò il conflitto
d'interessi di Duso, quali determinazioni assunse Banca d'Italia al riguardo. 6 TER Le risultano altre
operazioni analoghe di deposito di liquidità di altre Bcc o altri istituti di piccole dimensioni su c/c presso la
BPVi e, se sì, perché e come questo avvenne proprio nel momento in cui si palesavano le crescenti
05/11/2017 22:30Sito Web
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difficoltà anche di liquidità della Popolare Vicentina? 6 QUATER Perchè nelle inchieste contro il
Commissario Giambattista Duso la Procura di Cuneo si è avvalsa della collaborazione quale CTU di un ex
funzionario di Banca d'Italia? Come mai il PM di Cuneo, dott. Maurizio Picozzi (con un passato in Banca
d'Italia), archivia ogni denuncia contro il Commissario, sorvolando su una precisa annotazione di p.g. ove
gli inquirenti hanno individuato con dovizia di particolari la violazione della normativa sul conflitto di interessi
(Art.136 TUB) in ordine all'avvio della relazione commerciale tra Bene Banca commissariata e Marzotto
Sim, ove lo stesso commissario era Amministratore Delegato ? 7 - perché le 4 banche dell'Italia del centro
nord (Etruria, Marche, Chieri e Ferrara), le prime ad essere "risolte", furono costrette da Bankitalia a
valorizzare le sofferenze al 17.6% invece che al 40% come ancora oggi fanno tutte le banche, Intesa
inclusa, che, se fosse costretta a utilizzare quell'abbattimento di valore, andrebbe essa stessa in
risoluzione? 8 facendo specifico riferimento agli unici tre nomi fatti in Commissione, Banca d'Italia si è
smarcata dalle accuse di "porte girevoli" per Giannanndrea Falchi, addirittura ex capo segreteria del
Direttorio durante la gestione di Mario Draghi, e gli ex ispettori, sia pure non coinvolti direttamente in
verifiche su BPVi e controllate, Luigi Amore e Mariano Sommella usciti da Via Nazionale e "entrati" in Via
Btg. Framarin. Ma altri sono i soggetti (Magistratura, Guardia di Finanza, Prefetti, Ambasciatori, etc.) che
sono stati ingaggiati dalla Banca Popolare di Vicenza, anche provenienti da Bankit e che hanno addirittura
fatto parte del Team Ispettivo oggetto di scandalo (2001). Tra questi il dott. Lucio Menestrina, entrato in
Banca Popolare di Vicenza immediatamente dopo la visita ispettiva del 2001. Appena lasciata la Banca
d'Italia il dr. Menestrina entra in Banca Popolare di Vicenza per fare che il CFO ovvero il responsabile
finanziario che comprendeva anche la gestione del rischio proprietario, il capitale della Banca, come si può
rilevare dal CV del dott. Menestrina inviato a Borsa Italiana. Oltre a Menestrina, dimenticato nelle citazioni
stampa, risulta che altri ex dipendenti di Bankitalia siano entrati poi in BPVi. Come Banca d'Italia valutò,
anche dal punto di vista di tutto il patrimonio di "relazioni" che portavano con sé, la presenza manifesta
nello stesso Istituto o in sue controllate di altri funzionari anche dello Stato come il ragioniere generale
Monorchio, che per la GdF avrebbe lui stesso sottoscritto operazioni "baciate"? Di queste operazioni
Bankitalia ebbe mai contezza? 8 BIS È configurabile per questo ed eventuali altri casi simili un conflitto di
interesse, posto che in base alla legge anticorruzione del 2012 è vietato ai pubblici dipendenti lo
svolgimento, per i tre anni successivi all'uscita dal settore pubblico, di svolgere attività lavorativa presso
soggetti privati nei confronti dei quali il dipendente abbia esercitato, negli ultimi tre anni di servizio, poteri
autoritativi o negoziali per conto dell'Amministrazione? E' previsto il divieto per componenti di autorità ed
organi di vigilanza e supervisione (com'è Bankitalia) di intrattenere, nei due anni successivi alla cessazione
dell'impiego, rapporti di collaborazione, consulenza o impiego con i soggetti regolati o vigilati? 9 - come mai
è stata negata durante la gestione passata a Veneto Banca l'autorizzazione a vendere Bim alla cordata
D'Agui, De Benedetti e Montezemolo che offrivano 500 milioni di € ed oggi è stata autorizzato un fondo che
ha offerto 24 milioni? In quale conto tenete l'interesse dei soci? 10 - È vero ciò che ha detto il presidente
Zonin ai magistrati, cioè che "all'esito della ispezione 2012 Bankitalia ha preso atto che i nostri crediti erano
assistiti da importanti garanzie ipotecarie e, quindi, ha ritenuto che non vi fosse la necessità di rafforzare gli
accantonamenti sui crediti"? 10 BIS Come mai nella stessa ispezione del 2012 gli uomini guidati da
Giampaolo Scardone non si sono accorti delle cosiddette "baciate" (acquisto di azioni finanziato dalla
banca) per centinaia di milioni? 10 TER L'ispezione del 2013 si era conclusa con un giudizio parzialmente
sfavorevole" relativamente al rischio di credito. Può Barbagallo illustrare in sintesi le conclusioni e illustrare
il percorso delle precedenti ispezioni (dal 2001 che aveva addirittura prodotto una segnalazione alla AG)?
Risulta che siano state effettuate altre ispezioni nel 2008-2009 (ma non è ancora possibile visionare gli atti
per problemi informatici)? Come mai dopo diverse ispezioni tutte con esito sfavorevole o parzialmente
sfavorevole BI non è intervenuta con il commissariamento ? 3) Come mai a ottobre 2014 la Banca d'Italia
ha detto che la banca di Zonin aveva superato i cosiddetti stress test mentre la Bce ha detto che non li
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aveva superati? QUATER Perché solo il giorno della "promozione" la Banca d'Ita lia ha chiesto a Zonin
spiegazioni sul riacquisto di azioni proprie non autorizzato? QUINQUE Come mai l'ispezione sulle "baciate"
è partita a febbraio 2015, cioè ben un anno e mezzo dopo la asserita scoperta di analogo grave fenomeno
nella vicina Veneto Banca? SEX Come mai la vigilanza ha fatto fuori nella primavera 2015 il direttore
generale di Vicenza Samuele Sorato lasciando al suo posto Zonin? SEPTEM Perché la Banca d'Italia ha
vietato a Zonin di fare nuove acquisizioni il 4 giugno 2008 e ha revocato il divieto il 2 novembre 2011?
OCTOPerché - visto l'esito "parzialmente sfavorevole" dell'ispezione 2012, in cui, pur non vedendo le
"baciate", sono state rilevate criticità nella gestione del credito -dal 2013 la Banca d'Italia ha scelto Zonin
come salvatore della banche in difficoltà, in particolare di Etruria e Veneto Banca? NOVEM Perché la
Banca d'Italia ha notificato la procedura sanzionatoria a Zonin e soci il 10 luglio 2016, oltre il limite di 90
giorni dall'accertamento delle violazioni, ponendo così le premesse per l'annullamento delle multe da 3,6
milioni? 11 Il leader delle Fondazioni bancarie Giuseppe Guzzetti e il capo del Fondo Atlante Alessandro
Penati hanno denunciato che i prospetti informativi per l'aumento di capitale di Vicenza della primavera
2016 erano falsi. Infatti pochi mesi dopo che Atlante aveva versato il miliardo e mezzo l'amministratore
delegato Francesco Iorio è stato cacciato, e il suo successore Fabrizio Viola ha diagnosticato un buco di 3
miliardi. Domanda per Barbagallo e anche per Apponi: Bankitalia e Consob hanno già "tempestivamente
segnalato all'autorità giudiziaria"o ci faranno sapere tra qualche anno, come d'abitudine? 10) Perché la
Banca d'Italia ha notificato la procedura sanzionatoria a Zonin e soci il 10 luglio 2016, oltre il limite di 90
giorni dall'accertamento delle violazioni, ponendo così le premesse per l'annullamento delle multe da 3,6
milioni? VENETO BANCA 1) Il 5 novembre 2013 Barbagallo scrive alla procura di Treviso una lettera in cui
illustra le risultanze della ispezione a Veneto Banca. Il giorno dopo la procura apre un fascicolo d'indagine.
Su che base è stato aperto il fascicolo, visto che la lettera di Barbagallo non indica ipotesi di reato? BIS)
Perché trascorre un anno dalla lettera prima che Consoli venga indagato per ostacolo alla vigilanza? Ha
rilievo il fatto che sia proprio l'anno durante il quale Bankitalia lo pressa perché consegni la banca a Zonin?
TER ) Consoli è accusato di ostacolo alla vigilanza per aver detto alla Banca d'Italia di avere un patrimonio
di 2 miliardi anziché di 1,6 miliardi "come rettificato" dagli ispettori. Come mai però il bilancio 2013 di
Veneto Banca indica 2 miliardi di patrimonio di vigilanza e nessuno contesta a Consoli il falso in bilancio?
QUATER ) Nella lettera alla procura Barbagallo dice di aver ordinato a Consoli e compagnia di fondere
Veneto Banca con una banca più sana e sparire dalla circolazione. Perché Consoli rimane alla guida di
Veneto Banca per quasi altri due anni, fino al luglio 2015? QUINQUE Consoli è accusato di aggiotaggio per
aver sopravvalutato il valore delle azioni di Veneto Banca, poi andate in fumo per totali 5 miliardi di euro.
Perché Bankitalia e Consob non hanno avvertito i soci di Veneto Banca del fatto che le loro azioni erano
pericolosamente sopravvalutate a causa di un reato in corso? SEX Perché la Banca d'Italia, che oggi
rivendica di aver denunciato Consoli a novembre 2013, ha ritenuto di tenere tutto sotto la protezione del
segreto d'ufficio per anni senza far sapere niente ai 75 mila soci di Veneto Banca che alla fine hanno perso
tutti i loro soldi, cioè 5 miliardi? 7) Ma una questione andrebbe finalmente chiarita: perché il dossier su
Consoli Veneto Banca è arrivato alla Procura di Roma, che per una convenzione in essere utilizza Ctu di
Bankitalia, che accusa e che ha suoi funzionari utilizzati come Ctu invece che Ctu terzi che certifichino le
sue accuse, a differenza delle indagini su Zonin BPVi che sono rimaste a Vicenza pur in presenza di ipotesi
di reato coincidenti? Risulta, come da querela del dr Schiavon ex presidente del tribunale di Treviso, che il
Ctu di cui sopra della procura di Roma fornisse notizie anche al dr Barbagallo di Bankitalia ed alla d.ssa
Mastrodomenico di Bce? Se sì, perchè?
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Via alle audizioni per la Manovra. Banche, in arrivo le trimestrali I vip che hanno dichiarato bancarotta MILANO - Manovra e banche protagoniste della settimana
economico-finanziaria. Dopo l'arrivo del testo in Parlamento, lunedì scatterà la consueta raffica di audizioni.
Le commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato ascolteranno Istat, Sbilanciamoci, Abi, Ania,
sindacati, Rete Imprese Italia, Alleanza Cooperative italiane, Confindustria, Confapi, Confimi,
Confprofessioni, Confedilizia e Ance. Martedì mattina appuntamento invece per Cnel, Banca d'Italia, Corte
dei Conti e Upb. Nel pomeriggio, Anci, Upi e Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. A
chiudere - come sempre - sarà il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan alle 20. Venerdì 10 novembre
alle 12 è invece fissato il termine per presentare gli emendamenti. Settimana fitta anche sul fronte bancario.
Appuntamento clou in programma giovedì quando òla commissione bicamerale di inchiesta tornerà ad
ascoltare il capo del dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria di Banca d'Italia, Carmelo Barbagallo, e il
direttore generale della Consob, Angelo Apponi, "per approfondire i rapporti tra le due istituzioni in
riferimento alle banche venete". All'origine della riconvocazione, la volontà di chiarire alcuni elementi emersi
nelle precedenti audizioni e che sono apparsi in contraddizione tra loro. Un intervento, quello di Barbagallo
e Apponi, "all'americana", cioè con entrambi gli interessati presenti simultanemente. Ma è una settimana
importante per tutto il settore bancario visto che i principali istituti di credito comunicheranno in settimana i
propri conti relativi al terzo trimestre. Si partirà martedì con Intesa Sanpaolo e Mps, proseguendo mercoledì
con Unicredit e Banca Generali. Giovedì attesi invece i conti di Ubi e Banco Bpm. © Fornito da La
Repubblica Sul fronte industriale fari puntati sul tavolo sindacati-Ilva al Mise. Il primo appuntamento è in
programma giovedì 9, quando si discuterà esclusivamente di piano industriale, il martedì successivo
l'incontro verterà invece sul tema del piano ambientale. Le rappresentanze dei lavori attendono dalle due
riunioni importanti indicazioni da Amn InvestCo, la società che si è aggiudicata l'Ilva. Per i due piani,
l'investitore mette sul piatto 2,4 miliardi di euro che si aggiungono al miliardo e 800 milioni che Am Investco
(Arcelor Mittal e Marcegaglia) pagherà per l'acquisizione formale dell'azienda dopo la sottoscrizione a
giugno del relativo contratto. LUNEDI' 6 NOVEMBRE - Manovra: al Senato in commissioni Bilancio
congiunte di Camera e Senato audizioni di Istat, Abi, Ania, sindacati, Confindustria, Confedilizia, Ance. -
Agcom: consiglio a Roma. - Eni: convegno "I progetti di alternanza scuola lavoro e apprendistato di primo
livello" a Taranto. - Talent Garden e Google: a Milano conferenza stampa di presentazione di "Google for
Entrepreneurs", con la sottosegretaria Maria Elena Boschi. - Generali: a Milano conferenza stampa con l'ad
Marco Sesana. - Apertura dell'Annual Assicurazioni a Milano, con il presidente di Ania Farina, il Ceo di Axa
Italia Cohen, l'ad di Generali Italia Sesana, il ceo di Zurich Italia Candia, l'ad di Genialloyd Felician, l'ad di
Poste Assicura Cappiello. - Eurogruppo a Bruxelles con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.
MARTEDI' 7 NOVEMBRE - Istat: commercio al dettaglio settembre; nota mensile sull'andamento
dell'economia italiana di ottobre. - Manovra: al Senato in commissioni Bilancio congiunte audizioni di
Padoan, Cnel, Bankitalia, Corte Conti, Upb, Anci, Upi, Regioni, Province. - Banche Venete: a San Macuto
audizione presso la Commissione d'inchiesta sulle banche dei commissari liquidatori. - Confcommercio: a
Roma decimo Forum nazionale dei Giovani Imprenditori con Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, Tito
Boeri, presidente Inps, Domenico Arcuri, ad Invitalia. - Sud: presentazione alla Camera del Rapporto
Svimez 2017 sull'economia del Mezzogiorno. - Digitale: alla Camera convegno "Digitalizzazione, Crescita e
Nuove Opportunità per il Sistema Paese" con Casero, viceministro Economia, Antonio D'Alì, commissione
parlamentare di inchiesta sul sistema bancario. - Abi: premiazione "Fuoriclasse della scuola" con il
presidente Antonio Patuelli. - Cnel: seminario a Roma "La robotica e il lavoro: uomini e/o macchine?" con il
presidente Tiziano Treu e Teresa Bellanova, viceministro per lo Sviluppo economico. - Ance: presentazione
del libro "De Terraemotu", a cura di Remo Calzona - Confindustria: assemblea generale Bergamo con il
05/11/2017 18:13Sito Web MSN
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presidente Vincenzo Boccia. - Cisl: consiglio generale Ust Cisl di Belluno-Treviso, a Cison. - Inaugurazione
Eicma 75 Esposizione Internazionale Ciclo e Motociclo a Milano, con il presidente di Confindustria
Vincenzo Boccia. - Mps: conti trimestrali e conference call. - Intesa Sp: dati societari. - Bce: a Francoforte
discorso di apertura del presidente Mario Draghi al secondo Forum sulla supervisione bancaria. - Ecofin a
Bruxelles con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. - Ue: vendite al dettaglio settembre. - Petrolio:
Opec presenta il "World oil outlook". (AGI) Ila (Segue) MERCOLEDI' 8 NOVEMBRE - Ice: prima edizione a
Roma del Forum "Invest in Italy" con il presidente Scannavini. - Confindustria: seminario Csc "Innovazione:
gli effetti su lavoro e performance delle imprese" a Roma con il presidente Vincenzo Boccia. - Povertà:
presentazione a Roma rapporto di Alleanza contro la povertà in Italia, "Dal Sia al Rei: una valutazione". -
Lavoro: iniziativa del ministero "L'Europa dei cittadini. Per un futuro di inclusione, crescita ed equità sociale"
a Roma con i segretari generali della Cgil, Susanna Camusso, e della Uil, Carmelo Barbagallo. -
Confcommercio: a Roma Forum nazionale dei Giovani Imprenditori con il presidente Carlo Sangalli. - Fisco:
audizione del direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini a San Macuto sull'evasione fiscale.
- Enel: dati terzo triemestre e conference call. - Inwit: conference call su risultati al 30 settembre. - Petrolio:
scorte di greggio.
05/11/2017 18:13Sito Web MSN
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Via alle audizioni per la Manovra. Banche, in arrivo le trimestrali Via alle audizioni per la Manovra. Banche, in arrivo le trimestrali Agenda dei mercati. Dopo l'arrivo del testo
parte il consueto ciclo di interventi, chiuderà Padoan martedì sera. Confronto Bankitalia-Consob
"all'americana" sulle venete. Attesi i conti dei principali istituti di credito 05 Novembre 2017 (ansa) MILANO
- Manovra e banche protagoniste della settimana economico-finanziaria. Dopo l'arrivo del testo in
Parlamento, lunedì scatterà la consueta raffica di audizioni. Le commissioni Bilancio congiunte di Camera e
Senato ascolteranno Istat, Sbilanciamoci, Abi, Ania, sindacati, Rete Imprese Italia, Alleanza Cooperative
italiane, Confindustria, Confapi, Confimi, Confprofessioni, Confedilizia e Ance. Martedì mattina
appuntamento invece per Cnel, Banca d'Italia, Corte dei Conti e Upb. Nel pomeriggio, Anci, Upi e
Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. A chiudere - come sempre - sarà il ministro
dell'Economia Pier Carlo Padoan alle 20. Venerdì 10 novembre alle 12 è invece fissato il termine per
presentare gli emendamenti. Settimana fitta anche sul fronte bancario. Appuntamento clou in programma
giovedì quando òla commissione bicamerale di inchiesta tornerà ad ascoltare il capo del dipartimento
Vigilanza bancaria e finanziaria di Banca d'Italia, Carmelo Barbagallo, e il direttore generale della Consob,
Angelo Apponi, "per approfondire i rapporti tra le due istituzioni in riferimento alle banche venete".
All'origine della riconvocazione, la volontà di chiarire alcuni elementi emersi nelle precedenti audizioni e che
sono apparsi in contraddizione tra loro. Un intervento, quello di Barbagallo e Apponi, "all'americana", cioè
con entrambi gli interessati presenti simultanemente. Ma è una settimana importante per tutto il settore
bancario visto che i principali istituti di credito comunicheranno in settimana i propri conti relativi al terzo
trimestre. Si partirà martedì con Intesa Sanpaolo e Mps, proseguendo mercoledì con Unicredit e Banca
Generali. Giovedì attesi invece i conti di Ubi e Banco Bpm. Sul fronte industriale fari puntati sul tavolo
sindacati-Ilva al Mise. Il primo appuntamento è in programma giovedì 9, quando si discuterà
esclusivamente di piano industriale, il martedì successivo l'incontro verterà invece sul tema del piano
ambientale. Le rappresentanze dei lavori attendono dalle due riunioni importanti indicazioni da Amn
InvestCo, la società che si è aggiudicata l'Ilva. Per i due piani, l'investitore mette sul piatto 2,4 miliardi di
euro che si aggiungono al miliardo e 800 milioni che Am Investco (Arcelor Mittal e Marcegaglia) pagherà
per l'acquisizione formale dell'azienda dopo la sottoscrizione a giugno del relativo contratto. LUNEDI' 6
NOVEMBRE - Manovra: al Senato in commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato audizioni di Istat,
Abi, Ania, sindacati, Confindustria, Confedilizia, Ance. - Agcom: consiglio a Roma. - Eni: convegno "I
progetti di alternanza scuola lavoro e apprendistato di primo livello" a Taranto. - Talent Garden e Google: a
Milano conferenza stampa di presentazione di "Google for Entrepreneurs", con la sottosegretaria Maria
Elena Boschi. - Generali: a Milano conferenza stampa con l'ad Marco Sesana. - Apertura dell'Annual
Assicurazioni a Milano, con il presidente di Ania Farina, il Ceo di Axa Italia Cohen, l'ad di Generali Italia
Sesana, il ceo di Zurich Italia Candia, l'ad di Genialloyd Felician, l'ad di Poste Assicura Cappiello. -
Eurogruppo a Bruxelles con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. MARTEDI' 7 NOVEMBRE - Istat:
commercio al dettaglio settembre; nota mensile sull'andamento dell'economia italiana di ottobre. - Manovra:
al Senato in commissioni Bilancio congiunte audizioni di Padoan, Cnel, Bankitalia, Corte Conti, Upb, Anci,
Upi, Regioni, Province. - Banche Venete: a San Macuto audizione presso la Commissione d'inchiesta sulle
banche dei commissari liquidatori. - Confcommercio: a Roma decimo Forum nazionale dei Giovani
Imprenditori con Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, Tito Boeri, presidente Inps, Domenico Arcuri, ad
Invitalia. - Sud: presentazione alla Camera del Rapporto Svimez 2017 sull'economia del Mezzogiorno. -
Digitale: alla Camera convegno "Digitalizzazione, Crescita e Nuove Opportunità per il Sistema Paese" con
Casero, viceministro Economia, Antonio D'Alì, commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario.
- Abi: premiazione "Fuoriclasse della scuola" con il presidente Antonio Patuelli. - Cnel: seminario a Roma
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"La robotica e il lavoro: uomini e/o macchine?" con il presidente Tiziano Treu e Teresa Bellanova,
viceministro per lo Sviluppo economico. - Ance: presentazione del libro "De Terraemotu", a cura di Remo
Calzona - Confindustria: assemblea generale Bergamo con il presidente Vincenzo Boccia. - Cisl: consiglio
generale Ust Cisl di Belluno-Treviso, a Cison. - Inaugurazione Eicma 75 Esposizione Internazionale Ciclo e
Motociclo a Milano, con il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. - Mps: conti trimestrali e conference
call. - Intesa Sp: dati societari. - Bce: a Francoforte discorso di apertura del presidente Mario Draghi al
secondo Forum sulla supervisione bancaria. - Ecofin a Bruxelles con il ministro dell'Economia Pier Carlo
Padoan. - Ue: vendite al dettaglio settembre. - Petrolio: Opec presenta il "World oil outlook". (AGI) Ila
(Segue) MERCOLEDI' 8 NOVEMBRE - Ice: prima edizione a Roma del Forum "Invest in Italy" con il
presidente Scannavini. - Confindustria: seminario Csc "Innovazione: gli effetti su lavoro e performance delle
imprese" a Roma con il presidente Vincenzo Boccia. - Povertà: presentazione a Roma rapporto di Alleanza
contro la povertà in Italia, "Dal Sia al Rei: una valutazione". - Lavoro: iniziativa del ministero "L'Europa dei
cittadini. Per un futuro di inclusione, crescita ed equità sociale" a Roma con i segretari generali della Cgil,
Susanna Camusso, e della Uil, Carmelo Barbagallo. - Confcommercio: a Roma Forum nazionale dei
Giovani Imprenditori con il presidente Carlo Sangalli. - Fisco: audizione del direttore dell'Agenzia delle
Entrate, Ernesto Maria Ruffini a San Macuto sull'evasione fiscale. - Enel: dati terzo triemestre e conference
call. - Inwit: conference call su risultati al 30 settembre. - Petrolio: scorte di greggio. - Francia: bilancia
commerciale settembre. - Spagna: produzione industriale settembre. GIOVEDI' 9 NOVEMBRE - Ilva:
incontro sindacati-azienda sul piano industriale. - Banche: audizione congiunta a San Macuto del capo del
dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria di Banca d'Italia, Carmelo Barbagallo, e del direttore generale
della Consob, Angelo Apponi, "per approfondire i rapporti tra le due istituzioni in riferimento alle banche
venete". - Crisi: convegno a Roma "Obbligati a crescere - l'Europa dopo Brexit" con Antonio Patuelli,
presidente dell'Abi, e il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. - Digitale: Cnel, convegno a Roma
"L'impatto dei processi di digitalizzazione su professioni e occupazione" con il presidente, Tiziano Treu, il
Direttore per l'Occupazione dell'Ocse, Stefano Scarpetta, il presidente Anpal, Maurizio Del Conte,
presidente Inapp, Stefano Sacchi - Confcommercio: convegno a Roma "Le professioni tra rappresentanza
e riforme", con Carlo Sangalli, Luigi Bobba - Enel: a Campagnano di Roma l'ad, Francesco Starace, e il
firettore Global e-Solutions di Enel, Francesco Venturini, presentano il piano di infrastrutture e di
partnership per lo sviluppo della mobilità elettrica in Italia. - Innovazione: a Milano convegno su "Tra un
click e un altro" con il ministro Giuliano Poletti. - Welfare: Confartigianato presenta a Milano le sue proposte
con il ministro Giuliano Poletti. - YouTube: conferenza stampa a Milano per presentare le novità. - Poste:
conference e call sui risultati dei primi nove mesi. - Carta dei diritti: iniziativa del Centro studi Marchesi a
Napoli con il segretario generale della Cgil Susanna Camusso. - P.A.: seminario a Roma "La riforma
amministrativa: bilancio e prospettive", con il ministro Marianna Madia e Vincenzo Boccia, presidente
Confindustria. - Bpm: dati societari. - Generali: dati terzo trimestre. - Unicredit: dati terzo trimestre. -
Leonardo: conference call su risultati primi 9 mesi. - Ue: Commissione pubblica le previsioni economiche. -
Bce: bollettino economico a Francoforte. - Usa: richieste sussidi disoccupazione. - Gb: esportazioni e
bilancia commerciale settembre. VENERDI' 10 NOVEMBRE - Istat: produzione industriale settembre. -
Lavoro: convegno su politiche attive organizzato da Anpal con il ministro Giuliano Poletti. - Luiss: a Roma
Giornata Nazionale Orientagiovani "Il futuro è un'impresa!" con il presidente di Confindustria Vincenzo
Boccia. - Università: giornata di discussione a Roma "L'Università italiana per l'Europa" con il segretario
generale della Cgil Susanna Camusso e il presidente Confindustria Vincenzo Boccia. - Agcom: a Roma in
occasione del 20 anniversario del chapter italiano dell'International istitute of communication, assegnazione
del premio Agcom-Icc "Antonio Preto". - Lavoro: iniziativa a Fidenza con la segretaria generale della Cisl
Annamaria Furlan. - Atlantia: cda su risultati primi nove mesi. - Telecom: trimestrale. - Terna: conti terzo
trimestre e conference call. - Usa: fiducia consumatori novembre. - Gb: produzione industriale e bilancia
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commerciale settembr Tags Argomenti: agenda mercati manovra Protagonisti: pier carlo padoan ©
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SCENARIO ECONOMIA
12 articoli
Il caro risparmio Tasse e spese: un conto salato per i cittadini Ferruccio de Bortoli 2
Il risparmio italiano è ben gestito e a costi competitivi? Un interrogativo che L'Economia rilancia pressoché
a ogni numero sottolineando la necessità che gli italiani siano più attenti al loro portafoglio e i gestori e le
reti un po' meno ai loro guadagni. Si tratta di una grande questione nazionale appena affrontata alla
recente Giornata del Risparmio, che è scivolata via nella più tradizionale delle prassi. È un dibattito
destinato a prendere corpo. A diventare di stringente attualità con la nuova normativa europea Mifid2 che
entrerà in vigore il prossimo anno. I clienti delle gestioni patrimoniali riceveranno, a fine 2018, il dettaglio dei
costi sostenuti, in percentuale e in valore assoluto, per investire al meglio (spesso al peggio) i loro risparmi.
E se ne vedranno delle belle o, più facilmente, delle brutte.
La questione
Abbiamo già discusso in precedenti articoli dell'insostenibilità di extracosti, come le commissioni di
incentivo o di performance e quelle di entrata. O altre che riguardano prodotti previdenziali per i quali non vi
è più da tempo alcun vantaggio fiscale. Non è tollerabile, a nostro giudizio, che si superi tranquillamente il 4
per cento di commissioni nel far ruotare, a volte inutilmente, il patrimonio di clienti, ignari di essere oggetto
di politiche societarie di «estrazione» più che di promozione del valore. Non è un atto di accusa nei
confronti di un settore fondamentale dell'economia, come l'industria della gestione del risparmio, ma uno
stimolo ai migliori, e sono tanti, affinché non siano complici dei peggiori, che non sono pochissimi. E un
sommesso richiamo ai regolatori, non particolarmente occhiuti.
Alcuni dati in più, rispetto a quelli che già conosciamo su intollerabili pratiche di costo, possono essere utili
a un discussione serena. Il primo e più significativo riguarda una tendenza in atto nei mercati maggiormente
evoluti, per esempio gli Stati Uniti. Gli investitori privilegiano sempre di più i fondi passivi, che in Italia sono
ancora scarsamente diffusi e conosciuti - costituiti per esempio da Etf - rispetto alle gestioni attive dei fondi
comuni, dei mutual fund. I primi sono decisamente più a buon mercato se si pensa che negli Stati Uniti un
Etf, che replica i titoli azionari dello Standard &Poor's 500, costa lo 0,03 per cento. In Italia un prodotto
analogo è un po' più caro, siamo intorno allo 0,7 per cento, ma vi sono pochi incentivi, da parte di banche e
reti, a collocarlo. In Svizzera, dove il sistema pensionistico integrativo è forte - e per sua natura attento ai
costi - la presenza di fondi passivi ha ormai una penetrazione intorno al 50 per cento.
Le tendenze
Il gigante mondiale del risparmio gestito Vanguard, il cui fondatore Jack Bogle è l'ideatore dei fondi passivi,
nel 2016, secondo Morningstar, ha incrementato il suo patrimonio gestito, negli Stati Uniti, di 277 miliardi di
dollari. Sostanzialmente con i «passivi» raccoglie un miliardo al giorno. E si appresta ad aggredire il
mercato italiano. Fidelity ha diminuito il patrimonio gestito, sempre negli Usa, di 23 miliardi, subendo
un'emorragia sugli attivi di 60 miliardi solo in parte compensata dalla crescita dei passivi. Anche Franklin
Templeton ha fatto registrare una diminuzione cospicua (42 miliardi). Secondo il factbook di Investment
Company Institute, i fondi comuni di investimento aperti, ovvero mutual e institutional fund, valgono a livello
globale, a fine 2016, poco più di 40 mila miliardi, di cui 3 mila 500 in Etf. In Europa, area nella quale
l'industria del risparmio è raddoppiata come valori trattati in dieci anni, poco più di 14 mila miliardi. L'Europa
ha solo il 16 per cento del mercato mondiale degli Etf.
Dietro questo cambiamento di scenario, che non potrà non riguardare presto anche l'Italia, ci sono molti
fattori. Ma uno, in particolare, è decisivo. La trasparenza sui costi e sulle reali performance stimola la
concorrenza e svincola il risparmiatore da una tutela eccessiva dei gestori. Il favore crescente dei fondi
06/11/2017Pag. 1.2.3 N.43 - 6 novembre 2017
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 21
passivi è determinato anche dalle difficoltà da parte delle gestioni attive, di battere il benchmark, ovvero il
loro obiettivo di riferimento. Secondo uno studio annuale di Standard and Poor's e Dow Jones, l'83 per
cento dei fondi globali attivi, anche su un arco di tempo di 15 anni, non fa meglio dei vari indici di riferimento
azionari. C'è poi il caso dei fondi closet indexer , che si pongono a metà strada tra attivi e passivi, ma che di
fatto in gran parte seguono gli indici. In sintesi, replicano gli Etf ma con commissioni piuttosto elevate. A
livello globale i closet indexer pesano per circa il 20 per cento. In Italia molto di più. E dunque con un
lievitare dei costi che grava sulla clientela. Il mutamento dello scenario competitivo nell'asset management
ha comportato negli Stati Uniti una significativa riduzione delle commissioni che, dal 2000 al 2016 , sono
passate dall'1 per cento allo 0,63 per cento in media, tenendo conto dei costi di gestione, amministrazione
e distribuzione, esclusi eventuali oneri di ingresso e di uscita. L'Europa, in base a una ricerca di
Morningstar, a fine 2016 è intorno all'1 per cento, con l'Italia all'1,42 per cento. La Svizzera, tanto per fare
un raffronto, è allo 0,62 per cento. Se soltanto guardiamo invece ai fondi attivi, la differenza fra le
commissioni applicate nel nostro Paese e quelle nella media degli altri, è ancora più rilevante. Uno studio
accademico del professor Martijn Cremers, pubblicato su Journal of Financial Economics , stima i costi
italiani al 2,59 per cento contro l'1,66 in media a livello internazionale.
L'arrivo della Mifid2 è destinato a lanciare anche in Italia la figura del consulente finanziario, già
largamente diffusa in America. Il consulente è pagato dal risparmiatore e non dovrebbe avere percentuali
sui prodotti collocati. Il suo ruolo è diverso da quello del promotore o del distributore monomandatario. Il
successo dei fondi passivi si deve anche all'affermarsi di questo nuovo intermediario. La tendenza di alcuni
gestori a mettersi in proprio è vista come un pericolo da parte soprattutto delle banche che tendono a
imporre onerosi patti di non concorrenza. Il quesito di fondo è poi legato alla reale indipendenza di questi
nuovi protagonisti del risparmio gestito. In attesa della nuova normativa, non sarebbe disprezzabile - come
sta già avvenendo da parte delle società più attente - uno sforzo di maggiore e immediata trasparenza sui
reali costi delle gestioni, in modo da togliere la pessima impressione che molti clienti hanno di essere
prigionieri corteggiati di un mercato sicuramente ricco solo per coloro che ne detengono le chiavi.
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di Ferruccio de Bortoli ARMI Fonte: Global Fund Investor Experience Study, ottobre 2017, Morningstar
Spese e commissioni dei fondi in tutto il mondo, ecco i voti di Morningstar Paese per Paese, le valutazioni
dello studio appena pubblicato dalla società leader nell'analisi del risparmio gestito Miglior pagella Australia
Olanda N. Zelanda Svezia Stati Uniti In media Danimarca Giappone Corea Norvegia Svizzera Peggior
pagella Belgio Canada Taiwan Sopra la media Sud Africa Tailandia Regno Unito Sotto la media Cina
Finlandia Francia Germania Hong Kong India ITALIA Singapore Spagna In miglioramento In
peggioramento Stabile40 mila miliardi È il valore mondiale degli asset investiti in fondi comuni aperti ed in
Etf e prodotti passivi, secondo le statistiche di Ici, l'Assogestioni a stelle e strisce
Foto:
È il fondatore del gigante mondiale del risparmio gestito Vanguard. Ha inventato i fondi passivi, gli
antesignani
degli Etf, ovvero i portafogli
che si limitano a seguire gli indici di mercato, abbassando al minimo i costi.
Vanguard è uno dei pochi gestori globali americani che manca ancora all'appello sul mercato italiano. Ma il
suo arrivo è già stato pianificato
e annunciato ufficialmente
06/11/2017Pag. 1.2.3 N.43 - 6 novembre 2017
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 22
IL PUNTO E se l'Europa stesse meglio di quanto pensiamo? Daniele Manca A scorrere le cifre della crescita, l'Europa è un caso di successo. Dal 2014 sia i Paesi dell'Unione, sia quelli
dell'eurozona, continuano a crescere con una percentuale media attorno al 2%. Nel terzo trimestre la
crescita è stata del 2,5%, rispetto allo stesso periodo del 2016, più del 2,3% del secondo trimestre e
battendo le stime di previsione. Il tasso di disoccupazione è sceso sotto il 9%: non accadeva nell'eurozona
dal 2009 (nei 28 Paesi dell'Unione era al 7,5%). Certo, l'Italia è sotto nelle medie della crescita (1,5% nel
2017) e sopra per quanto riguarda la disoccupazione (11,1%). E comunque non c'è la percezione di vivere
in un continente che, grazie soprattutto a un italiano (Mario Draghi alla Bce), è stato in grado di superare
una delle peggiori crisi del mondo occidentale. Anzi, prevale il malessere e il disagio sul futuro, su quello
che attende noi e le prossime generazioni. Eppure siamo in una situazione ideale per rilanciare l'idea di
Europa che, d'accordo, non si può fare in una volta sola come disse Robert Schuman, ma che ha portato
pace, crescita e sviluppo. Di tutto ciò la politica non appare consapevole. Anzi, spesso la Ue viene usata
come capro espiatorio. Lo sarà ancora visti i venti che soffiano in Europa dopo le elezioni tedesche,
austriache e le prossime italiane. Sarebbe necessario, sempre ripensando a Schuman, qualche passo
concreto e qualche sogno in più. Passi concreti come quelli dell'Europa industriale che in embrione si sta
muovendo grazie al coordinamento dei piani tedesco, francese e italiano basati su Industria 4.0. Ai quali
affiancare progetti possibili. Come quello sui «dati» che i cittadini della Ue regalano alle aziende americane
per tentare di rendere l'Europa un attore nel campo dell'intelligenza artificiale. E che dire dei progetti
transnazionali sull'energia? O sulla difesa, terreno ideale per combinare economia e politica? Ma di statisti
in grado di pensare non agli elettori, ma alle generazioni future, se ne vedono pochi in giro.
@daniele_manca
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06/11/2017Pag. 6 N.43 - 6 novembre 2017
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 23
La stanza dei bottoni protagonisti interpreti le due ruote di Tronchetti Altavilla per Snam La finanza etica di Banor: un fondo per l'Unicef. Kerry Kennedy a Palazzo Vecchio Le idee della squadraitaliana di Wpp per l'informazione. Chi è il migliore manager della finanza d'azienda? a cura di Carlo Cinelli e Federico De Rosa Alice e il Cappellaio Matto in bicicletta per New York. Unendo l'utile al dilettevole, Pirelli ha pensato di
celebrare nella Grande Mela il ritorno nel mondo delle gomme da bicicletta. I personaggi della favola di
Lewis Caroll metteranno in scena venerdì «Il raid del Cappellaio Matto» lungo le vie di Manhattan. Alla
pedalata potranno partecipare anche gli ospiti convocati a New York per il lancio di The Cal 2018, lo storico
calendario Pirelli realizzato quest'anno da Tim Walker tutto ispirato ad Alice nel Paese delle Meraviglie. Più
di 500 persone da tutto il mondo raggiungeranno venerdì sera Marco Tronchetti Provera al Manhattan
Center per la «prima» di The Cal. A cui fa da contorno un evento istituzionale, ospitato dal Consolato
italiano: la presentazione del volume «Pirelli Technology & Passion 1872-2017», l'edizione inglese del libro
di Carlo Bellavite Pellegrini aggiornata con la storia più recente del gruppo della Bicocca di cui Tronchetti
parlerà con Patrick Foulis , capo della redazione di New York dell'Economist, e James Fontanella-Kahn del
Financial Times.
I nomi di Snam
Marco Alverà va di corsa. Un anno alla guida di Snam e questa settimana chiama gli stati generali
dell'energia. L'occasione è il 75esimo compleanno della società, che è nata prima dell'Eni ma sembra sul
punto di lanciare una rinascita delle politiche energetiche nazionali proprio nel nome di Enrico Mattei. Per la
prima volta tutti i principali stakeholder Snam - fornitori, clienti, dipendenti, istituzioni, comunità finanziaria,
media, accademici, in tutto più di 500 rappresentanti - si troveranno insieme giovedì al Museo Nazionale
della Scienza di Milano. Chi sono i «names» di Alverà e del presidente Carlo Malacarne ? Sono attesi
Claudio Costamagna , presidente di Cdp e principale socio Snam, i ceo di Saipem e Terna, Stefano Cao e
Luigi Ferraris , Alfredo Altavilla , Coo di Fca e Massimo Mantovani , chief Gas & Lng marketing and power
officer di Eni, oltre al capo della Polizia Franco Gabrielli e a Jonathan Stern dell'Oxford Institute for Energy
Studies. In collegamento video anche il presidente dell'Autorita' per l'Energia Guido Bortoni e il vice
presidente della Commissione Ue Maros Sefcovic .
L'ombrello di Banor
Finanza buona e sana. Sotto l'ombrello di Banor nasce un fondo che investirà in obbligazioni europee, a
rendimento assoluto, per finanziare la lotta alla mortalità infantile dell'Unicef. Recuperando lo spirito
originario dei cosiddetti «fondi etici», il Ceo di Banor Capital, Giacomo Mergoni , presenta oggi al museo
Bagatti Valsecchi di Milano il Banor Sicav euro bond absolute return classe Unicef, gestito da Francesco
Castelli . Con loro al tavolo anche il dg della sezione italiana dell'Ong Onu, Paolo Rozera .
I media visti da Wpp
Il futuro della comunicazione? Dall'alto del suo osservatorio, Wpp, il più grande al mondo nei servizi di
marketing e comunicazione, ha qualche idea. E ne parlerà venerdì al Magna Pars di Milano in occasione
del Forum Wpp-Ambrosetti. Il country manager per l'Italia, Massimo Costa , insieme al managing partner di
Ambrosetti, Valerio De Molli presenteranno il lavoro dell'advisory board italiano di Wpp Italia, composto da
Luca Garavoglia di Campari, Antonio Baravalle di Lavazza, Francesco Pugliese di Conad, Cristina
Scocchia di Kiko, Andrea Zappia di Sky, Luca Colombo di Facebook, Aldo Bisio di Vodafone, Marco
Costaguta di Ltp e Gad Lerner di LaEffe. Si parlerà anche di Città Metropolitane e crescita con il presidente
dell'Anci e sindaco di Bari Antonio De Caro , la sindaca di Torino Chiara Appendino , il sindaco di Genova
Marco Bucci e il governatore lombardo Roberto Maroni . Chiude il ministro Dario Franceschini .
06/11/2017Pag. 14 N.43 - 6 novembre 2017
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 24
Cfo in gara e l'alumno Kpmg
Chi sono i migliori chief financial officer di Piazza Affari? I nomi verranno svelati venerdì a Palazzo
Mezzanotte dal responsabile per l'Italia di Accuracy, Giovanni Foti , che ha istituito il premio insieme ad
Andaf, Borsa italiana ed Elite. Sarà l'occasione per fare anche un punto sui cambiamenti che l'innovazione
sta portando nel mondo della finanza. Ne parleranno i cfo di Borsa, Andrea Maldi , di Illy Caffè, Paolo Fietta
, di Cementir, Massimo Sala , la responsabile mercati di Borsa Barbara Lunghi e il presidente Andaf e
direttore centrale amministrazione e bilancio di Ferrovie, Roberto Mannozzi . Per Mannozzi sarà la seconda
visita settimanale a Palazzo Mezzanotte. Domani sera il manager sarà premiato come alumno dell'anno di
Kpmg da Domenico Fumagalli senior partner di Kpmg Italia e da Renato Guerini presidente degli Alumni e
membro del consiglio di Sorveglianza Ubi.
Kennedy da Nardella
Appuntamento a Firenze per la Robert F. Kennedy for Human Rights, la fondazione presieduta impegnata
da sempre nella difesa dei diritti umani. Il sindaco Dario Nardella farà gli onori di casa a Palazzo Vecchio,
dove insieme a Kerry Kennedy accoglierà un centinaio di ospiti (da Marialina Marcucci , presidente di RFK
Human Rights Italia, all'ex presidente dell'Ice, Riccardo Monti , dall'imprenditore-filantropo Enzo Manes a
Stefano Lucchini di Intesa Sanpaolo). Nel corso della serata sarà presentato il programma del
50°Anniversario della Fondazione, che si celebrerà nel 2018, così come il centenario della nascita di John
Fitzgerald Kennedy .
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La Ceo del gruppo di cosmetica Kiko (Percassi) nell'advisory
board
di Wpp Italia
Foto:
La giovane keniota sarà a New York
per il nuovo The Cal
Foto:
Franco Gabrielli (in alto) e Claudio Costamagna, capo della Polizia e presidente Cdp
allo Snam Day
di giovedì
06/11/2017Pag. 14 N.43 - 6 novembre 2017
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 25
OLD ECONOMY, risorse insospettabili Ma l'antiquato indice Dow torna a brillare Quando il 26 maggio 2016 il Dow Jones Industrial Average (DJIA) ha compiuto 120 anni, molti lo davano
spacciato. Il paniere delle trenta azioni americane più importanti ed anche quello con più storia, era troppo
vecchio, basato su un sistema illogico e anacronistico, secondo i critici.
Ma ora il Dow Jones si sta prendendo una bella rivincita: in ottobre ha realizzato una performance del
4,3%, migliore degli altri due indici più famosi del mercato Usa, l'S&P500 che é salito «solo» del 2,2% e il
Nasdaq, rivalutato del 3,6%. E anche dall'inizio del 2017 il Dow sta correndo più dell'S&P500: +17% contro
il +14% del rivale. I critici reclamavano che il Dow non si adegua abbastanza velocemente ai tempi: solo nel
2015, per esempio, Apple è entrata nel venerando indice.
I più severi sostenevano che è assurdo il modo in cui è costruito e calcolato: le 30 blue-chip sono
selezionate da un comitato, composto soprattutto da giornalisti finanziari del quotidiano Wall Street Journal
, sulla base del fiuto - niente algoritmi o meccanismi automatici - e anche della rappresentatività dei settori
fondamentali dell'economia americana (con l'eccezione dei trasporti e delle utility, che hanno indici
separati).
L'indice è pesato sulla base dei prezzi delle trenta azioni, non della loro capitalizzazione. Proprio i «vecchi»
settori industriali stanno ora trascinando al rialzo il Dow Jones. Le quotazioni di Caterpillar, per esempio,
sono cresciute del 46% quest'anno, spinte dalla richiesta globale dei suoi bulldozer e macchinari pesanti. E
quelle del costruttore di aeroplani Boeing sono risalite del 66%. La ragione è che le trenta blue chip del
Dow sono grandi multinazionali che stanno beneficiando - più delle altre società quotate - della crescita
sincronizzata di tutte le maggiori economie del mondo, dagli Usa alla Germania, compresa l'Italia. Una
crescita che non si vedeva dal 2007 e che il vecchio Dow rappresenta meglio di altri indici.
M. T. C.
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Jim Umpleby, ceo di Caterpillar. La società fa parte dell'indice Dow Jones, produce bulldozer e da gennaio
è salita del 46%
06/11/2017Pag. 21 N.43 - 6 novembre 2017
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 26
Legge di Bilancio Il target Gli under 35 occupati sono 5 milioni e rappresentano appena il 22% del totale Leprevisioni Secondo il governo si potrebbero creare 423.800 posti stabili nel 2018 LAVORO E INCENTIVIASSUNZIONI Mix di nuovi bonus per i giovani L'apprendistato «vince» il test di convenienza sui contributi ma restano le difficoltà applicative LASTAFFETTA Il vecchio incentivo sull'alternanza lascerà il posto allo sconto al 100 per cento dei contributiper chi assume studenti e apprendisti Francesca Barbieri Con la legge di Bilancio si amplia il mix di strumenti per favorire nuove assunzioni L'apprendistato costa
meno, ma fatica a decollare Un nuovo tassello nel puzzle di incentivi per il lavoro dei giovani. Da gennaio
l'esonero contributivo strutturale previsto dal disegno di legge di Bilancio porterà in dote alle imprese che
assumono giovani lo sconto del 50% dei contributi per tre anni. Una misura che si affiancherà agli altri
incentivi esistenti, comei bonus per l'assunzione di giovani iscritti al programma europeo Youth Guarantee
e quello per l'inse rimento di giovani e disoccupati nelle Regioni del Sud che dovrebbero essere rifinanziati
con una dote complessiva di 500 milioni. Dal test di convenienza realizzato dal Sole 24 Ore sulla platea dei
principali bonus assunzione esistenti risulta che è l'apprendistato la formula più conveniente. Fatica però a
decollare a causa delle difficoltà burocratiche. pagina 3 Nove formule al test di convenienza Il costo del
lavoro per un impiegato di 5° livello di un'azienda commerciale con 35 dipendenti assunto a tempo
indeterminato o come apprendista (professionalizzante) con paga del settimo livello 2.000 1.900 1.800
1.700 1.600 1.500 1.400 1 .300 1.200 Retribuzione lor da me nsile 1.497 euro 1.937 1.717 1.717 1.687
1.677 1.497 1.497 1.425 1.272 Assunzione senza agevolazioni Bonus Fornero donne Neoassunti under 35
legge di Bilancio 2018 Bonus alternanza legge di Bilancio 2018 Beneficiari di Naspi Bonus giovani Neet-
tempo indeterminato Bonus occupazione Sud Retribuzione lor da me nsile 1.272 euro Apprendisti contratto
professionalizzante Bonus giovani Neet-apprendista Puzzle di incentivi per il lavoro dei giovani. Dal bonus
Neet all'aiuto per il Sud, passando per gli "sconti" legati a doppio filo con il contratto di apprendistato, la
nuova agevolazione prevista dal disegno di legge di Bilancio, ora all'esame del Senato, si inserirà da
gennaio in un quadro di misure che puntano allo stesso obiettivo, ma che finora hanno prodotto risultati
altalenanti. Gli ultimi dati Istat fotografano un mercato del lavoro che a settembre, mese simbolo della
ripresa delle attività, si è sostanzialmente fermato, con i contratti a tempo determinato in lieve crescita (mille
posti in più), mentre è arretrata l'occupazione stabile (18mila).I giovani pagano il conto più salato: 17% di
occupati tra gli under 25 rispetto al 73,3% della fascia 3549 anni, mentre la disoccupazione junior ha
ripreso quota, vicina al 36%, contro l'8,8% dei senior. Nella classe 1535 anni gli occupati sono poco più di 5
milioni, appena il 22% del totale. Il bonus strutturale previsto dalla Manovra, secondo le stime del governo
nella relazione tecnica, nel 2018 potrebbe creare 423.800 posti stabili per giovani al di sotto dei 35 anni.
Solo per l'anno prossimo l'incentivo che si traduce nel dimezzamento dei contributi previdenziali del datore
di lavoro, per un triennio, e con il tetto annuo di 3mila euro riguarderà le assunzioni in pianta stabile di
under 35, mentre dal 2019 il limite scenderàa 30 anni. Per beneficiare dello "sconto" l'impresa non dovrà
aver effettuato licenziamenti nella stessa unità produttiva sei mesi prima dell'assunzione del giovane e non
dovrà licenziare il neoassunto nei sei mesi successivi (o un lavoratore con la stessa qualifica impiegato
nella stessa unità produttiva). Accanto a questo incentivo, come detto, ci sono altre misure di agevolazione
per le imprese che da gennaio amplieranno gli organici. In base al test di convenienza re alizzato dal Sole
24 Ore mettendoa confronto il costo di un'assunzione sotto il profilo contributivo (si veda l'infografica in
alto), l'apprendistato si conferma la formula con più appeal. La retribuzione lorda è più bassa (grazie alla
possibilità di sottoinquadrare il giovane fino a due livelli inferiori) e i contributi Inps sono intorno al 12%
(rispetto all'aliquota piena del 29,41%). Lo sconto sui costi, poi, può arrivare fino a 48 mesi (o 72 in caso di
qualifiche artigiane), perché si estende fino all'anno successivo alla scadenza del periodo di formazione.
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 27
Nonostante questo, la formula non è mai decollata: i 267mila contratti siglati nel 2016, pur in crescita
rispetto ai 206mila del 2015, restano pochi su 9,4 milioni di attivazioni. Tante le ragioni del mancato
successo, a partire dalle frequenti modifiche delle regole: per le imprese sotto 9 dipendenti, ad esempio, c'è
stato uno sgravio totale dei contributi a carico del datore, ma solo dal 2012 al 2016, che ora ha lasciato
spazio alle regole precedenti. «È uno strumento- spiega Maurizio Del Conte, presidente Anpal, Agenzia
nazionale politiche attive del lavoro che sconta la difficoltà degli adempimenti amministrativi richiesti e, al
tempo stesso, una marcata frammentazione nelle sue modalità attuative, poiché i piani formativi delle
imprese devono essere predisposti sulla base delle specifiche linee guida fissate da ogni singola Regione».
Nella Manovra ci sono comunque dei tentativi per incentivare l'apprendistato: viene riconosciuto lo sconto,
per un massimo di 12 mesi, in caso di conversionea tempo indeter minato ed è riconosciuto l'esonero totale
(al 100%, invece che al 50%) nel caso di assunzione in pianta stabile di ragazzi che hanno svolto presso il
datore alternanza scuolalavoro per almeno il 30% del totale delle ore previste,o periodi di apprendistato di
primo o di terzo livello (pochissimi i contratti finora siglati, 7.942 in media all'anno per il primo livelloe 840
per il terzo livello). Quest'ultima misura prende il posto del "bonus alternanza" previsto dalla Manovra 2017.
«Anche se non si può parlare di svolta - commenta Carlo Dell'Aringa, economista del lavoro e deputato Pd
- la direzione è quella giusta. Il budget 2018 per l'esoneroè comunque ben più basso rispetto a quello della
decontribuzione del 2015. Si potrebbero perlomeno investire più risorse per le politiche giovanili,
dall'apprendistato duale all'alternanza scuolalavoro, fino agli Istituti tecnici superiori». Tra gli incentivi che
dovrebbero proseguire nel 2018 anche due misure gestite dall'Anpal: il bonus Neet per chi recluta ragazzi
iscritti al programma Garanzia giovani (46.763 domande confermate al 30 settembre) e il bonus Sud per
l'assunzione di giovani e disoccupati nelle regioni meridionali (93.401 domande confermate, di cui 33.342
per under 30). «Dovremmo riuscire a stanziare per l'anno prossimo circa 500 milioni conclude Del Conte
grazie alle risorse del Pon Spao (200 milioni) e di altri fondi europei (300 milioni). Questo permetterà di
arrivare a una decontribuzione totale nel 2018, per i destinatari dei due bonus, pari al 100% (il 50% dei due
bonus più il 50% della legge di Bilancio)». Considerando l'esempio di un impiegato con stipendio lordo di
1.497 euro, rispetto al costo pieno di 1.937 euro, il datore di lavoro pagherà 1.717 euro per 36 mesi grazie
all'esonero previsto dalla Manovra, che potrebbe scenderea 1.497 euro "sommando" il bonus Neeto
l'agevolazione per il Sud, ma solo nei primi 12 mesi. Il confronto Il costo del lavoro si r ifer isce a un
impiegato di 5° livello di un'azienda commerciale con 35 dipendenti assunto a tempo indeterminato o come
apprendista (professionalizzante) con paga del settimo livello - Ccnl Terziar io. Dati in euro per una
mensilità Contr ibuti Inps a car ico dell'azienda 440 Retr ibuzione lorda 1.497 Destinatari: datori di lavoro
che assumo a tempo indeterminato (*) si ipotizza l'indennità massima Assunzione senza agevolazioni
Costo finale 1.937 Destinatari: datori che assumono donne prive di occupazione regolarmente retribuita da
almeno 6 mesi, di qualsiasi età e residenti nelle aree svantaggiate (sud e alcune aree del centro-nord)
Esonero dei contributi Durata massima Bonus Fornero donne 220 (50%) Costo finale 1.717 MESI 18
Esonero in euro massimo al mese e tra parentesi all'anno Neoassunti under 35 legge di bilancio '18
Destinatari: datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato giovani fino a 30 anni di età (fino a 35
anni solo nel 2018) Esonero dei contributi 220 (50%) Costo finale 1.717 MESI 36 250 (3.000) Bonus
alternanza legge di bilancio '18 Destinatari: datori di lavoro che assumono studenti fino a 30 anni (35 solo
nel 2018) che hanno svolto presso di loro almeno il 30% dell'alternanza scuola-lavoro (o apprendistato)
Esonero dei contributi 250 (100%) Costo finale 1.687 MESI 36 250 (3.000) Beneficiari di Naspi Destinatari:
datori di lavoro che assumono a tempo pieno e indeterminato lavoratori che percepiscono l'indennità di
disoccupazione Naspi Indennità Naspi* 260 (20%) Costo finale 1.677 MESI 24 Bonus giovani Neettempo
indeterminato Destinatari: datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato giovani under 30 iscritti al
programma europeo Garanzia Giovani Esonero dei contributi 440 (100%) Costo finale 1.497 MESI 12
671,66 (8.060) Bonus occupazione Sud Destinatari: datori di lavoro che assumono giovani e disoccupati
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 28
nelle regioni del Sud e delle Isole Esonero dei contributi 440 (100%) Costo finale 1.497 MESI 12 671,66
(8.060) Contr ibuti Inps a car ico dell'azienda 153 Retr ibuzione lorda 1.272 Apprendisti contratto
professionalizzante Destinatari: datori di lavoro che assumono giovani fino a 29 anni compiuti in caso di
conferma Costo finale 1.425 MESI 48 A CURA DI Ornella Lacqua Bonus giovani Neet-apprendista
Destinatari: datori di lavoro che assumono con contratto di apprendistato giovani under 30 iscritti al
programma europeo Garanzia Giovani Esonero dei contributi 153 (100%) Costo finale 1.272 MESI 12
671,66 (8.060) I ritardi dei giovani IL GAP TRA GENERAZIONI Tassi di occupazione, disoccupazione e
inattività per classi di età, settembre 2017 Occupazione Disoccupazione Inattività 15-24 anni 17,0 35,7
OCCUPAZIONE Dove lavorano gli occupati under 35. Dati in migliaia e % sul totale occupati Alberghi e
ristoranti 462 Commercio 856 Informazione e comunicazione 138 Attività prof, scientifiche e tecniche 360
Servizi alle imprese 223 Industria 1.039 Altre attività 411 73,5 Fonte: Elaborazione Datagioni su dati Istat
25-34 anni 61,4 17,1 25,9 32,7% 26,0% 25,1% 24,6% 23,1% 23,0% 22,8% 35-49 anni Costruzioni 320
Agricoltura 178 Trasporti 223 Sanità 364 73,3 8,8 19,6 Attività finanziarie 149 Istruzione 216 Pubblica
amministrazione 124 50-64 anni 59,4 6,6 36,4 22,6% 20,8% 20,5% 19,5% 18,9% 13,1% 9,9%
06/11/2017Pag. 1.3
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 29
Intervista a Piacentini "Più servizi e meno burocrazia Così vincerò la scommessa digitale" MASSIMO RUSSO A PAGINA 19 ROMA. Trecentoquattordici giorni all'alba. Ci sono funzionari della pubblica amministrazione
che hanno impostato un conto alla rovescia sul proprio computer per misurare il tempo che manca alla
liberazione, a quando cioè quel rompiscatole di Diego Piacentini terminerà il suo mandato di commissario
straordinario per l'Italia digitale, il 16 settembre 2018.
E questo dà la misura di quanto sia importante il lavoro che questo 57enne - un passato da manager di
punta per 13 anni in Apple con Steve Jobs e 16 in Amazon a fianco di Jeff Bezos - ha accettato di compiere
in aspettativa e senza retribuzione per due anni.
Piacentini, cominciamo dai tubi, l'infrastruttura per digitalizzare il paese. Lavoro profondo ma poco
comprensibile. Perché è importante per i cittadini? «Venerdì scorso su Repubblica c'era un articolo sul
rilascio dei certificati online in diversi Comuni. A Napoli siamo a zero, a Milano la quota è oltre il 50%. Per
arrivarci servono le piattaforme digitali abilitanti alle quali stiamo lavorando: il sistema dell'identità digitale
(Spid), l'anagrafe nazionale, i pagamenti di PagoPa.
Certo, ci vuole anche altro: la volontà e l'organizzazione, le competenze». Come sta andando l'identità
digitale, il sistema per accedere a tutti i servizi disponibili? «Dal nostro sito è possibile monitorare
l'andamento dei progetti. Oltre a visione e strategia, cominciamo finalmente a esporre i risultati: oltre un
milione e 800mila identità rilasciate, con il 95% di crescita annua».
Sì ma ci sono 60 milioni di italiani. Qual è l'obiettivo? «In cinque anni l'80% della popolazione dovrà essere
in possesso di un'identità digitale».
Quarantotto milioni di persone.
«Per far sì che ciò accada, il cittadino deve avere la possibilità e il vantaggio di utilizzare l'identità digitale
per molti servizi».
Passiamo a un altro servizio, PagoPa.
«Qui il tubo e il rubinetto sono molto vicini. Con il Comune di Milano la sperimentazione della Tari ha
mostrato quest'anno un aumento del 43% di transazioni online nella prima settimana, con il picco dei
pagamenti la domenica. Se la rendi facile, anche una cosa spiacevole come pagare la tasse diventa
un'abitudine. Ci vuole tempo perché oltre alle norme e ai regolamenti ci sono interessi, commissioni sui
pagamenti. PagoPa esisteva dal 2012 ma fino a gennaio 2016 c'erano state 92mila transazioni. Ora siamo
a 4 milioni, con una crescita annua del 311%».
Quando si potrà dire che ce l'avremo fatta? «Dovremo superare i 100 milioni di transazioni in un anno».
E l'Anagrafe nazionale? «È la più difficile. Da essa dipendono decine di servizi, l'intero ciclo della vita delle
persone.
Solo 19 Comuni sono a bordo, 435mila persone, un numero ridicolo. Ma in presubentro ne abbiamo oltre
800, il 10% della popolazione italiana, quasi sei milioni di persone. Tuttavia abbiamo ancora alcuni colli di
bottiglia da superare». Mancano i soldi? «I soldi non sono tra le carenze più rilevanti».
Guardando la mappa si vedono molto Piemonte e Sardegna, un po' di Nord, l'Emilia. «L'Emilia è la regione
più virtuosa dal punto di vista digitale.
Hanno la competenza e la volontà di fare. Noi dobbiamo eliminare i motivi tecnici e tecnologici per non
fare».
Dopo di lei ci sarà un altro commissario? «Una delle misure del nostro successo è quanto quel che stiamo
facendo continuerà. Nessuno dei nostri progetti è a termine. In realtà sono programmi e dovranno
proseguire in futuro, l'innovazione non si ferma mai. Io mi auguro che non ci sia un nuovo commissario. E
se sarà necessario spero accada al massimo per altri due anni».
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 30
Pensa che la pubblica amministrazione tenda soprattutto a mantenere se stessa? «Sì. Nessun sistema
complesso, scommetto nemmeno i giornali, si trasforma da sé. Serve una forte leadership. Il cambiamento
deve essere una priorità nell'agenda del presidente del Consiglio dei ministri».
È così difficile mettere il cittadino al centro? «Una fatica enorme. L'obiettivo della pubblica amministrazione
è ottemperare alle regole».
Ma così, paradossalmente, ognuno può fare il proprio dovere e alla fine per il cittadino non esserci alcun
risultato.
«Certo, questo è quel che succede normalmente. Norme e leggi sono ambigue. C'è chi ne dà
un'interpretazione conservativa: "Non ho fatto niente, non ho sbagliato nulla", ma ci sono anche le
amministrazioni virtuose che si prendono il rischio. Non stiamo più parlando dei sistemi informativi, del
digitale come di un settore a parte, qui si tratta della trasformazione profonda del rapporto tra cittadini,
imprese e governo».
A settembre del prossimo anno riconsegnerete le chiavi.
«So che alcuni funzionari hanno impostato sui loro computer un conto alla rovescia e non vedono l'ora che
arrivi quel giorno.
Per fortuna non si tratta della maggioranza». Cosa dirà al futuro presidente del Consiglio congedandosi?
«Più che dire, vorrei dare. Presentargli codice e amministrazioni virtuose. Abbiamo fatto il piano, è partito,
si tratta di dargli continuità». E lei, cosa si porterà via da questa esperienza? «Credo che lavorare per lo
Stato dovrebbe far parte della formazione obbligatoria per un manager. Se non temessi di essere male
interpretato direi che si tratta di un'esperienza antropologica, ma è un termine che non voglio usare. Tutto
considerato ho un'idea migliore della cosa pubblica di quando ho iniziato. Non è vero che non si possono
fare le cose. E, infine, ho maturato l'idea che le aziende che per le loro dimensioni hanno un impatto
globale, che cambiano le abitudini dei cittadini, abbiano un dovere».
Sta parlando delle grandi piattaforme digitali come Amazon? «Sì. Il patto delle aziende con la cosa
pubblica è sempre stato: creo lavoro, genero profitti, pago la tasse - su questo a volte litigando - e tutto
finisce lì. Oggi non basta più. Le aziende che gestiscono la tecnologia meglio degli Stati devono porsi il
problema di aiutare i paesi a essere più efficienti.
Di portare un valore aggiunto alla cosa pubblica, come se fossero Benefit corporation». (La versione
integrale su Repubblica.it)
Lo scatto dellÕidentit^ digitaleLa riscossa di PagoPa
1.800.000 1.600.000 1.400.000 1.200.000 1.000.000 800.000 600.000 400.000 200.000 4.000.000
3.500.000 3.000.000 2.500.000 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000 0 dic 2015 dic 2016 mar 2016 giu
2016 Totale identità rilasciate Totale identità rilasciate ai diciottenni mar 2017 (transazioni mensili) set 2016
dic 2016 giu 2017 mar 2017 giu 2017 set 2017 F set 2017
LA DENUNCIADIVARIO NORD SUD L'inchiesta di Repubblica che denuncia il divario Nord-Sud sul rilascio dei certificati:
a Milano metà rilasciati online, a Napoli nessuno LE RISORSE I soldi non sono tra le carenze più rilevanti,
bisogna superare il divario territoriale LA SPINTA Il cambiamento deve essere una priorità nell'agenda del
presidente del Consiglio
COMMISSARIO STRAORDINARIO Diego Piacentini, è commissario straordinario per l'Attuazione
dell'Agenda digitale LE IMPRESE Le aziende che gestiscono le tecnologie devono aiutare i Paesi a essere
più efficienti
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 31
PARLA FORNERO "Pensioni, ora l'età va alzata, basta mentire al Paese" ROBERTO MANIA A PAGINA 18 ROMA. Non è facile stare nei panni di Elsa Fornero, economista torinese, chiamata al
governo negli anni bui della più profonda crisi istituzionale e finanziaria del dopoguerra. Il suo nome è
legato indissolubilmente alla riforma che ha strutturalmente mutato i connotati al sistema pensionistico
italiano. Fu fatta in fretta, con tanti errori, a cominciare dagli esodati, ma ci evitò il commissariamento che
invece è toccato alla Grecia. La "legge Fornero" continua ad essere un nemico di buona parte dei partiti
che allora la votarono e che ora si preparano alla campagna elettorale. Elsa Fornero vive con disagio tutto
questo, dice che è riuscita a non farsi «vincere» ma non esita a definire «penosa e vigliacca» la politica che
«inganna i cittadini con le promesse anziché parlare il linguaggio della verità».
Hanno fatto bene il premier Gentiloni e il ministro Padoan a impedire il blocco dell'aumento dell'età
pensionabile dopo che l'Istat ha certificato l'incremento della speranza di vita di cinque mesi? «Direi proprio
di sì perché è una scelta che risponde a un'esigenza di medio periodo nell'interesse generale e non,
appunto, elettorale. Si è evitato di scaricare sui giovani il costo di un'operazione che avvantaggerebbe solo
le generazioni più mature».
L'obiezione che viene fatta a questo ragionamento, così come alla sua legge che portò bruscamente a 65
anni l'età per la pensione, è che lasciando i più anziani al lavoro non si liberano i posti per i giovani.
«Questo è un luogo comune, frutto di un'interpretazione eccessivamente rigida sul funzionamento di
un'economia e del suo mercato del lavoro. Sottende l'idea che ci sia una quantità fissa di posti di lavoro. È
lo stesso ragionamento che negli anni è stato adottato nei confronti delle donne al lavoro e si è visto che
non è così. Statisticamente è dimostrato che i Paesi che hanno avuto anche durante la crisi un basso tasso
di disoccupazione giovanile sono quelli che hanno un alto tasso di occupazione tra i lavoratori più anziani.
Vale per la Germania, per i Paesi scandinavi, per l'Olanda. Il ragionamento va capovolto: vanno create le
occasioni di lavoro, anche attraverso le politiche attive per il lavoro rispetto alle quali siamo a dir poco
impreparati, e non pensare che al lavoro si acceda cacciando qualcun altro».
Ma perché bisogna continuare ad alzare l'età quando un sistema pensionistico contributivo presuppone
flessibilità in uscita con penalizzazioni sull'assegno a carico di chi lascia prima il lavoro? «Solo dal 2012
tutte le pensioni sono pro rata calcolate con il metodo contributivo. Ci vorrà ancora una ventina d'anni
perché le pensioni siano interamente contributive. Da allora in poi potranno scattare i meccanismi di
flessibilità». Poiché non è uguale lavorare fino a 67 anni quando si fa il facchino o l'impiegato si sta
pensando di allargare le maglie dell'anticipo pensionistico sociale. Come considera questa ipotesi? «Mi
pare la strada giusta. Osservo che il governo Monti dovette realizzare la riforma in venti giorni mentre sono
passati più di cinque anni senza che sia stato introdotto questo giusto correttivo. Dunque penso che sia una
buona innovazione che può permettere a categorie sfortunate di non subire l'effetto dell'indicizzazione
senza mettere a repentaglio la sostenibilità del sistema previdenziale. È un intervento sociale che per la
prima volta realizza la separazione tra assistenza e previdenza». L'ex ministro dell'Economia, Giulio
Tremonti, padre insieme a Maurizio Sacconi, del meccanismo che automaticamente innalza l'età con
l'aumento dell'aspettativa di vita, sostiene che la sua riforma, realizzata su "ordine dei tedeschi", "ha
distrutto tutto". Cosa risponde? «Dico che trovo penoso che una persona, che qualcuno definirebbe
personalità, si abbassi a questo livello di polemica politica. Non gli fa onore. Evidentemente è entrato in
campagna elettorale, io no. Lo spread che volava non fu colpa dei tecnici ma dell'impasse politico in cui il
Paese era precipitato e di cui Tremonti era parte. Aggiungo che la riforma varata nel 2011 è ancora lì, che
ci ha dato quella credibilità in Europa che con il governo che ci precedette (Berlusconi, ndr) era finita sotto
le scarpe».
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A quale età vanno in pensione gli italiani(in media) Pensioni di vecchiaia
65,7
66
65,6
64,4
62,9
63,5
Pensioni di anzianità
60,7
59,9
60,1
59,5
59,8
58,8 2011 Fonte: Inps 2011 2012 2012 2013 2013 2014 2014 2015 2015 2016 2016
EX MINISTRO Elsa Fornero
L'OCCUPAZIONE
Non si accede al lavoro cacciando qualcun altro
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 33
ANCHE BONO E MADONNA NELL'INCHIESTA PARADISE PAPER Un regno offshore per Elisabetta II Nelle carte affari Trump-Putin PAOLO BIONDANI LEO SISTI L'ELITE del mondo nei paradisi fiscali. C'è la regina d'Inghilterra, con 7 milioni e mezzo di dollari in un
fondo alle isole Cayman non dichiarato nei bilanci della corona. Il ministro al Commercio di Trump, Wilbur
Ross, titolare di società offshore con cui partecipa segretamente al capitale di una compagnia controllata
dal genero di Putin. E star della musica come Madonna e Bono.
A PAGINA 17 CON UN ARTICOLO DI ENRICO FRANCESCHINI L'ELITE del mondo nei paradisi fiscali.
C'è la regina d'Inghilterra, con 7 milioni e mezzo di dollari investiti in un fondo alle isole Cayman non
dichiarato nei bilanci della corona. Il ministro al commercio di Trump, il miliardario Wilbur Ross, titolare di
società offshore con cui partecipa segretamente al capitale di una compagnia di navigazione controllata dal
genero del presidente russo Vladimir Putin e da un altro oligarca russo. Star della musica come Madonna e
Bono.
L'ex generale Wesley Clark, già comandante supremo della Nato in Europa e poi candidato democratico. Il
cofondatore della Microsoft, Paul Allen. La regina di Giordania. Il tesoriere del primo ministro canadese
Justin Trudeau. Il finanziere George Soros.
Sono nomi che compaiono, con moltissimi altri, in una lunga lista di personaggi eccellenti, che risultano
beneficiari di ricchi investimenti in società offshore, cioè esentasse e anonime. A svelare i loro affari
riservati nei paradisi fiscali sono 13,4 milioni di documenti ottenuti dal giornale tedesco Süddeutsche
Zeitung, che li ha condivisi con l'International Consortium of Investigative Journalists (Icij). Carte studiate e
analizzate per diversi mesi da più di 380 giornalisti, attivi in 67 paesi e 96 media di tutto il mondo, tra cui
New York Times, Guardian, Le Monde, Bbc. L'Italia è rappresentata da L'Espresso e Report, che domenica
12 novembre pubblicheranno in esclusiva le notizie che riguardano il nostro paese. Il nome in codice della
nuova inchiesta giornalistica internazionale è Paradise Papers. Ed è firmata dallo stesso network dei
Panama Papers.
I nuovi file provengono da due studi professionali che creano e gestiscono società offshore: Appleby,
fondato nelle Bermuda, con nove filiali in altrettanti paradisi fiscali; e Asiaciti Trust, quartier generale a
Singapore e altre 7 sedi dalle isole Cook a Hong Kong. Lo studio Appleby è il più grande, con una fama più
che centenaria, ed è da sempre attento a non incappare in problemi legali. Eppure le carte dimostrano che
ha trattato affari con paesi a rischio, come Iran, Libia e Russia, ed è stato inquisito e multato dalle autorità
delle Bermuda per violazione delle norme anti-riciclaggio. I Paradise Papers svelano le società offshore di
120 politici di tutto il mondo, con una folta rappresentanza di americani, repubblicani e democratici. Il
personaggio più in vista è Wilbur Ross, attuale segretario al Commercio dell'amministrazione Trump.
Quando era stato interrogato sul Russiagate, per chiarire il suo ruolo di ex vicepresidente della Banca di
Cipro, che ha finanziato diversi oligarchi legati a Putin, Ross si limitò a replicare che quei russi non erano
suoi partner.
Finita l'udienza, non ha risposto a una lettera dei senatori democratici che gli chiedevano di saperne di più.
Ross è un miliardario del settore finanziario, che dichiarava di essersi liberato di tutte le partecipazioni in
potenziale conflitto d'interessi con il suo nuovo ruolo pubblico. I Paradise Papers mostrano però che il
ministro americano ha mantenuto, attraverso sigle offshore e accordi societari (partnership) con base alle
isole Cayman, le sue quote nell'azienda di trasporti Navigator Holdings Ltd, con sede alle isole Marshall
nell'Oceano Pacifico, di cui è stato anche presidente. Nel 2016 Ross e altri investitori detenevano il 31,5
percento dell'azienda, che dal 2014 ha ricevuto i maggiori profitti, per oltre 68 milioni di dollari, da un
colosso russo del gas, chimica e petrolio, la Sibur.
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 34
Tra i proprietari principali della Navigator ci sono Kirill Shamalov, genero di Putin, e Gennady Timchenko,
oligarca sanzionato dagli Usa per i suoi legami con il regime russo. Le carte segrete dei paradisi fiscali
svelano gli investimenti offshore di 120 politici di tutto il mondo. Tra i più celebri, Sam Kutesa, ex ministro
degli Esteri dell'Uganda ed ex presidente dell'assemblea generale delle Nazioni Unite; il ministro delle
Finanze del Brasile, Henrique de Campos Mireilles, che ha una fondazione costituita nelle Bermude «per
scopi caritatevoli»; Anantas Guoga, lituano, parlamentare europeo e giocatore professionista di poker. Tutti
negano di aver commesso irregolarità. Mentre molti altri titolari di casseforti offshore non hanno risposto
alle domande del consorzio.
LA LISTAIL MINISTRO DI TRUMP Il miliardario Wilbur Ross è il segretario al Commercio americano. Ora spuntano i
suoi patrimoni offshore e contatti con oligarchi russi che aveva smentito MADONNA Anche il nome della
pop star americana nella lista dei patrimoni gestiti dei due studi professionali con sede nelle isole Bermuda
e a Singapore BONO VOX Il cantante della rock band irlandese è una delle tante celebrità presenti nei 13,4
milioni di documenti ottenuti dal consorzio di giornalisti investigativi Icij POLITICI E REALI Rania di
Giordania (in foto) e la Regina Elisabetta, ma anche 120 politici di tutto il mondo: è lunga la lista di nomi
dell'inchiesta che prende il nome di Paradise Papers
I NOMI ITALIANIL'ESPRESSO E REPORT L'inchiesta è firmata per l'Italia da L'Espresso e Report e punta a raccontare gli
affari nei paradisi fiscali di 120 politici di tutto il mondo, imprenditori, reali e istituti religiosi. I segreti che
riguardano imprenditori e aziende italiane saranno svelati domenica 12 novembre da L'Espresso in edicola
con Repubblica e da Report che andrà in onda con una puntata speciale alle ore 15,30 su Rai3
06/11/2017Pag. 1
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 35
FAR WEST TAGLIO DELLE TASSE A RICCHI E SOCIETÀ QUANDO L'IDEOLOGIAVINCE SULLA LOGICA Federico Rampini Le ideologie hanno una vita autonoma, a prescindere dai loro fallimenti quando vengono applicate alla
realtà? Purtroppo accade in molti campi, l'integralismo dell'Isis offre un esempio fin troppo crudele. Anche
l'economia, "scienza triste" che dovrebbe essere il dominio dei numeri, è carica di passioni, fanatismi,
adesioni dottrinarie. Ora siamo di nuovo alle prese con la Reaganomics. La riforma fiscale presentata dai
repubblicani al Congresso e appoggiata calorosamente da Trump, ci riporta indietro di 36 anni. Nel 1981
Ronald Reagan cominciò a ridurre le tasse sui ricchi e sulle imprese, sostenendo che questo avrebbe
beneficiato tutti: i lavoratori perché la maggiore ricchezza delle imprese si sarebbe tradotta in più
occupazione e aumenti retributivi; lo Stato, perché l'ammanco iniziale sarebbe stato compensato grazie al
boom della crescita che genera nuove entrate. Non accaddero né l'una né l'altra cosa. I deficit pubblici
continuarono a crescere. E dall'inizio degli anni 80 l'America conobbe la divaricazione sociale esasperata
che dura tuttora: con distanze estreme tra un'oligarchia di straricchi e il resto della popolazione. Trump
propone una manovra analoga. I tagli alle imposte sono concentrati sulle imprese, mentre i ceti medi e
medioalti finirebbero col pagare di più. Di nuovo, c'è la promessa che questo regalo alle imprese ci renderà
tutti più ricchi. Visto che non ha funzionato 36 anni fa, perché dovrebbe oggi? L'atteggiamento è fideistico:
facendomi 9.000 km in viaggio dentro l'America di Trump per verificare lo stato d'animo di chi lo votò un
anno fa, ho incontrato operai che votarono per lui e non sono affatto pentiti. Sono operai "mercatisti", una
categoria culturale che si affacciò sulla scena politica con prepotenza ai tempi di Reagan ma esisteva già
prima. Nella composizione sociale degli Usa pesa il fatto che pezzi di classe operaia immigrarono da paesi
dell'Europa orientale poi finiti sotto il giogo dell'Urss come i polacchi. Altri operai hanno origini da paesi
statalisti e afflitti da un'alta corruzione: Italia, Messico, Egitto. In queste enclave etniche del Midwest
s'incontrano operai che votano a destra perché pensano che la sinistra vuole riprodurre in America i
peggiori difetti del socialismo, dello statalismo, dell'assistenzialismo che soffocano le economie del Vecchio
mondo. Questi operai sembrano votare contro i propri interessi. In realtà sono convinti che i loro interessi
coincidano con quelli delle aziende. Pensano che è la sinistra ad aggrapparsi a ideologie il cui fallimento è
evidente.
Foto: Ronald Reagan (1911-2004): varò una riforma fiscale basata sul taglio delle tasse ai ricchi e alle
aziende che ora viene riproposta da Trump
06/11/2017Pag. 13 N. 37 - 6 novembre 2017
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 36
MARKETPLACE FARMACIE, LA LUNGA MARCIA DI BEZOS Arturo Zampaglione La lunga marcia del "rivoluzionario" Jeff Bezos minaccia ora un altro settore strategico del capitalismo
americano: il comparto farmaceutico. Dopo aver cambiato per sempre il mercato dei libri; dopo aver
imposto Amazon come il colosso senza veri rivali nel mondo e-commerce, marginalizzando le grandi
catene di supermercati; e dopo aver conquistato una posizione importante nel cloud computing e battuto
Google e Apple nella corsa agli smart speakers (assistenti digitali a controllo vocale), Bezos, che ha
appena superato Bill Gates come uomo più ricco del mondo, si prepara ora entrare nel business delle
medicine, un mercato che negli Stati Uniti vale 560 miliardi di dollari all'anno. La strategia di Amazon non è
ancora chiarissima, il gigante ha promesso di comunicare le sue scelte entro la fine di novembre. Ma sono
bastate le prime indiscrezioni per spaventare tutti gli altri protagonisti del settore: industrie, grossisti e
soprattutto le tre grandi catene di farmacie, Walgreens Boots Alliance, CVS Health Corp e Rite Aid. A
parole, tutti i futuri rivali si dicono tranquilli. "Qualunque cosa riduca i costi ci fa piacere", dice Ian Read,
chief executive della Pfizer, il gruppo farmaceutico leader. Ma intanto si parla di consolidamenti del settore
per affrontare meglio le sfide future, mentre continuano a essere premiate le quotazioni a Wall Street della
multinazionale di Bezos, che sono già ai massimi storici, con una la capitalizzazione di borsa oltre ai 520
miliardi di dollari. Come minimo Amazon potrebbe dedicarsi alla vendita on-line di medicine a chi non ha
una copertura assicurativa: è un mercato interessante, ma abbastanza limitato. La vera ambizione sarebbe
un'altra: occuparsi della distribuzione di farmaci a tutta la popolazione americana. Ma per fare questo
Bezos avrebbe bisogno di dotarsi di quello che, nel linguaggio arcano della medicina d'oltreoceano, viene
chiamato un PBM (Pharmacy benefit manager), che è in sostanza una società che fa da tramite tra
l'industria, gli ospedali e le compagnie di assicurazione, negoziando prezzi e quantità di farmaci. Per
accelerare i tempi, dicono alcuni guru di Wall Street, Bezos potrebbe essere tentato di acquisire un PBM
già esistente, invece che di crearne uno ex-novo. La candidata migliore sarebbe Express Scripts, leader del
settore, che però costa cara: ha una capitalizzazione di 35 miliardi di dollari. Troppi? Per entrare
velocemente nel settore alimentare Amazon ha comprato di recente la catena WholeFoods per 16 miliardi e
potrebbe ora essere tentata di fare un'altra maxi-acquisizione, anche a costo di ricorrere all'indebitamento.
06/11/2017Pag. 23 N. 37 - 6 novembre 2017
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LA COMPAGNIA VUOLE RINEGOZIARE LE TRATTE CON AIR FRANCEKLM E DELTA. ATTESI RICAVIIN LIEVE CRESCITA Alitalia, missione a New York per trattare con Cerberus Il commissario Gubitosi vola negli Usa, sul tavolo anche nuove rotte NICOLA LILLO ROMA Missione negli Stati Uniti per Luigi Gubitosi, coordinatore della terna di commissari di Alitalia. Sono
due le tappe e due i dossier che verranno affrontati negli incontri attesi nel corso della settimana. Prima ad
Atlanta, per la riunione annuale dell'alleanza aerea SkyTeam, dove l'obiettivo sarà quello di ottenere
maggiori rotte per il nord America in vista della stagione estiva. Poi a New York: qui Gubitosi dovrebbe
incontrare rappresentanti del fondo di investimento Cerberus, che ha avanzato una sua proposta per
l'acquisto e il controllo della compagnia. Il viaggio è importante, anche perché saranno affrontati temi
cruciali per il futuro del vettore. In corsa per l'acquisto di parti dell'ex compagnia di bandiera ci sono in prima
fila Lufthansa e Easyjet. Ma le loro proposte, così come quelle contenute nelle altre cinque offerte arrivate
l'ultimo giorno utile, il 16 ottobre, non sarebbero all'altezza delle aspettative di Gubitosi, Enrico Laghi e
Stefano Paleari. La terna punta a vendere la compagnia tutta intera e con meno esuberi possibili. Le
proposte invece prevedono la divisione in due parti del gruppo e soprattutto un certo di numero di lavoratori
da lasciare a casa. Per questo motivo dunque i commissari avrebbero recentemente fatto un'apertura verso
altre offerte, che tecnicamente sarebbero valutabili. Il riferimento implicito è alla proposta di Cerberus,
arrivata successivamente al 16 ottobre, che punta ad ottenere il controllo dell'azienda tenendola unita con
investimenti fino a 400 milioni. C'è però un limite previsto dalle norme dell'Unione europea, secondo cui
imprese extra Ue non possono andare oltre al 49 per cento di compagnie aeree: alcuni osservatori
ipotizzano la creazione di una società europea per aggirare la norma. I contatti tra Cerberus e Alitalia vanno
avanti da tempo e a New York saranno approfonditi. Tutti i contendenti tengono le carte coperte. Non è
ancora chiaro come finirà la partita, ma a chiuderla sicuramente non sarà questo governo. Il viaggio negli
Stati Uniti comunque ha come obiettivo ufficiale la rinegoziazione della Joint venture transatlantica, che
coinvolge anche Air France-Klm e Delta, quest'ultima con sede ad Atlanta. L'accordo tra le compagnie
prevede dei limiti nelle rotte dall'Europa al Nord Atlantico e i commissari vorrebbero guadagnare alcuni voli
in più verso gli Usa, per farlo però serve il consenso degli altri partner. Queste rotte sono quelle più
redditizie per Alitalia, che sta progettando la nuova stagione estiva. Grazie ai 900 milioni di euro concessi
dal governo - di cui 850 ancora disponibili - la compagnia ha comunque ossigeno almeno fino alla fine del
prossimo anno. I ricavi inoltre per il secondo semestre dovrebbero crescere per la prima volta dopo diversi
anni, seppur dello zero virgola, contro un aumento del traffico aereo in Italia del 6 per cento. I commissari
sono al lavoro anche su altri fronti. Uno riguarda il sistema informatico per le prenotazioni e i check-in,
Sabre, acquistato lo scorso anno, che avrebbe dato diversi problemi. È possibile ora che la terna vada per
le vie legali. Un altro fronte riguarda la manutenzione, che coinvolge circa mille dipendenti. I commissari
vorrebbero infatti vendere il servizio di questo settore anche ad altre compagnie negli aeroporti italiani. Fino
ad ora infatti la manutenzione cosiddetta "leggera" - che si fa quando l'aereo è in sosta - viene fatta solo
agli aerei con la livrea tricolore. c 850 milioni Sono i soldi pubblici rimasti nelle casse del gruppo Alitalia
Ilva, riprendono i negoziati sul piano n È fissato per giovedì 9 al ministero dello Sviluppo il nuovo
incontro tra sindacati metalmeccanici, Am Investco, la società che si è aggiudicata l'Ilva dopo una gara, e il
governo. L'incontro avrà un focus specifico: il piano industriale. Il 14 novembre si parlerà invece del piano
ambientale. Le risposte sui due piani sono molto attese dai sindacati. Il piano industriale e i relativi
investimenti daranno l'orientamento su cui sarà l'Ilva targata Am Investco mentre dal piano ambientale si
capirà la riconversione dell'azienda verso un assetto più sostenibile.
06/11/2017Pag. 20
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Foto: ANSA
06/11/2017Pag. 20
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 39
Il futuro della previdenza IL FOCUS Pensioni, l'età di uscita sarà sempre più mobile A inizio 2017 nuovo picco di mortalità l'aspettativa di vita potrebbe scendere Parte il confronto governo-sindacati sulle modifiche al calcolo dei requisiti Luca Cifoni R O M A Età della pensione variabile, anche in saliscendi? È una prospettiva non più tanto astratta, mentre
governo e sindacati iniziano a discutere le modifiche alla regola per cui l'andamento dell'aspettativa di vita
determina i cambiamenti (per ora solo in aumento) dei requisiti previdenziali. Il confronto tecnico tra le parti
- sul meccanismo di adeguamento e sulle possibili categorie di lavoratori esentate - inizia oggi ma si
presenta non facile perché l'esecutivo cercherà naturalmente di minimizzare l'impatto finanziario. Il punto di
partenza è la comunicazione con cui due settimane fa l'Istat ha confermato il forte recupero della speranza
di vita tra il 2013 e il 2016, che comporta un aumento di cinque mesi di tutti i requisiti e in particolare il
passaggio dell'età della vecchiaia a 67 anni dal 2019. Il miglioramento dello scorso anno segue (e
compensa) un 2015 in cui le cose erano andate sorprendentemente in modo diverso, con un calo delle
prospettive di sopravvivenza. MESE ANOMALO A questo punto ci si potrebbe domandare cosa succederà
in futuro: la prossima verifica prevista dalle legge riguarderà i due anni che vanno dal 2016 al 2018, ma tra i
ritocchi di cui si ragiona in queste ore c'è anche l'ipotesi di un aggiornamento più puntuale, con cadenza
annuale. Ovviamente è ancora presto per conoscere il dato del 2017, ma se si guarda alla mortalità
(elemento-base del calcolo) i primi sei mesi dell'anno evidenziano un vistosissimo aumento: 28 mila
decessi in più rispetto al 2016, di cui 20 mila concentrati a gennaio, che quindi rappresenta un picco
anomalo. Questa tendenza, sulle cui cause dovranno eventualmente pronunciarsi gli esperti di demografia
ed epidemiologia, potrebbe essere in tutto o in parte riassorbita nella seconda metà dell'anno. Ma alla fine
non è escluso che il 2017 faccia registrare una nuova battuta d'arresto dell'aspettativa di vita, che insieme
all'andamento dell'anno successivo avrebbe effetto sui requisiti pensionistici in vigore dal 2021. E qui
interviene un altro elemento di complicazione, perché la riforma Fornero, nel fissare il meccanismo di
adeguamento all'aspettativa di vita già introdotto dal governo Berlusconi, aveva aggiunto una ulteriore
clausola, fortemente voluta dalle autorità europee nel momento di massima debolezza finanziaria del
Paese: in ogni caso al di là delle tendenze demografiche l'età della pensione di vecchiaia dovrà passare a
67 anni proprio per il 2021. Quindi, se come pare probabile questo gradino verrà confermato nel 2019 in
base ai dati Istat, due anni dopo non sarà comunque possibile tornare indietro. A meno naturalmente di
cancellare questa specifica norma, il che è però politicamente impegnativo. I PIANI DELLE AZIENDE
Insomma la trattativa tra governo e sindacati, che ha tempi strettissimi, dovrà eventualmente intervenire su
un materia complessa e in movimento. Un aggiornamento annuale dei requisiti avrebbe il vantaggio di
fotografare in modo più esatto le tendenze demografiche, ma introdurrebbe anche un elemento di maggiore
incertezza; ad esempio per le aziende che spesso programmano le uscite concordate dei dipendenti
guardando alle scadenze previdenziali dei due-tre anni successivi.
La speranza di vita 90 85 80 70 75 65 82/1 2013 +7 mesi 82/2 2014 82/4 2015 Fonte: Istat (dati sui
cittadini residenti in Italia) 82/8 2016 alla nascita 85 donne 80/6 uomini +5 mesi +20/2 2013 +20/7 2016
+22/3 donne a 65 anni Anni/mesi +19/1 uomini
06/11/2017Pag. 11
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 40
SCENARIO PMI
17 articoli
Imprese La ricerca, il riconoscimento pmi adesso pensano positivo Le aziende tricolori hanno più fiducia nel futuro rispetto alle concorrenti straniere. Il tema è alla base delreport di EY che verrà presentato in occasione del premio «L'imprenditore dell'anno» a Palazzo Mezzanotteil 9 novembre Maria Elena Zanini C'è ottimismo diffuso. Ma qualcosa non quadra. Le piccole e medie imprese italiane vedono splendere il
sole nel loro futuro ma i manager che le amministrano avvistano qualche nuvola. Lo scenario emerge dalla
ricerca realizzata da EY sui piani e sulle strategie di sviluppo del «middle market» italiano per capire cosa
permette alle imprese di accelerare la crescita e individuare modelli di sviluppo adatti a tutte le aziende,
indipendentemente dalle dimensioni.
Le tendenze
Il report, che analizza il mondo dell'imprenditoria tricolore, sarà presentato il 9 novembre a Palazzo
Mezzanotte, sede di Borsa Italiana, in occasione della XXI edizione del «Premio EY L'imprenditore
dell'anno» che punta a valorizzare i capitani d'industria che hanno saputo cogliere le opportunità del
mercato e costruire valore per la propria azienda e per il Paese dando impulso all'innovazione. Il premio, di
cui L'Economia è media sponsor, si svolge con il supporto di HSBC in qualità di main partner e di Spencer
Stuart.
Ma torniamo allo scenario: la fiducia delle nostre pmi è più solida rispetto alla media mondiale, il 52% infatti
prevede, per il prossimo anno di incrementare il proprio business del 6-10%, contro il 34% registrato nel
resto del mondo. Eppure il futuro non appare tutto in discesa e a rendersene conto sono proprio i dirigenti
delle imprese made in Italy, non a caso il numero dei top manager che prevede una crescita pari o
superiore all'11% è una minoranza. Una previsione più prudente di quella espressa dai manager delle
imprese straniere: solo il 5% delle pmi straniere prevede una crescita negativa contro il 7% delle italiane.
Dunque sopravvivono timori e complessità anche in un clima di diffuso ottimismo. Temi messi in evidenza
dalla ricerca che ha coinvolto anche i vincitori delle passate edizioni del Premio. Lo scorso anno a ricevere
il riconoscimento era stato Federico Marchetti, fondatore di Yoox e amministratore delegato di Yoox Net a
Porter, «per aver realizzato, con un intuizione originale e valorizzando le possibilità offerte dalla rete e
dell'innovazione tecnologica, una realtà divenuta in pochi anni leader globale nel luxury-fashion
ecommerce». Il 2015 era stato l'anno di Alberto, Paolo e Andrea Chiesi della Chiesi Farmaceutuci. Tra gli
altri nomi, Brunello Cucinelli, (vincitore del 2009) e Alberto Bombassei (nel 2012) e Oscar Farinetti (2014).
«Da oltre vent'anni - spiega Donato Iacovone - amministratore delegato di EY Italia e managing partner
dell'area Mediterranea - valorizziamo la capacità di interpretare le sfide del futuro attraverso innovazione,
visione strategica e internazionalizzazione. L'innovazione in particolare è una leva fondamentale di sviluppo
nell'organizzazione dei processi e nella digitalizzazione».
Eccellenze tricolori
Saranno consegnati i riconoscimenti anche ai primi classificati di otto diverse categorie: Industrial Product,
Food & Beverage, Fashion & Design, Innovation, Digital Trasformation, Family Business, Globalization. A
questi si aggiungono il Premio speciale della giuria e il Premio start up, nato per dare visibilità a giovani che
sono riusciti a dar vita a un'impresa proponendo al mercato nuovi prodotti, nuovi processi e nuovi servizi.
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Le pmi italiane vedono rosa Quali tassi di crescita dei ricavi prevede che la sua azienda raggiungerà nel
prossimo anno? Fonte: EY Growth Barometer | Italy crescita negativa 0 - 5 6 - 10 52 9 16 34 30 31 7 5 11 -
15 0 10 20 30 40 50 60 %di imprese Italia Resto del mondo %incremento fatturato
06/11/2017Pag. 32 N.43 - 6 novembre 2017
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 42
Foto:
Donato Iacovone è amministratore delegato di EY Italia. «Con il Premio valorizziamo la capacità di
interpretare le sfide del futuro attraverso innovazione visione strategica e internazionalizzazione
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 43
INTERNAZIONALIZZAZIONE IMPRESA & TERRITORI Zone speciali a misura di Pmi Micaela Cappellini Dalla Polonia alla Turchia, dalla Spagna alla Lituania, sono molte le zone economiche speciali che offrono
incentivi fiscali e agevolazioni finanziarie tagliate su misura per le piccole e medie imprese. Accanto a
queste, cresce anche il numero dei parchi tecnologici che strizzano l'occhio alle start up, che attirano grazie
ad accordi di cooperazione con la ricerca delle università e con fondi ad hoc. pagina 13 Di Neom, la città da
500 miliardi di dollari un po' smart citye un po' zona economica speciale voluta dal principe saudita
Mohammed Bin Salman, hanno parlato i giornali di mezzo mondo, la scorsa settimana. Sarà la prima a
sorgere a cavallo fra tre Stati l'Arabia Saudita, l'Egitto e la Giordania e dovrebbe essere operativa nel
2030. Aspettando di verificare se gli ambiziosi piani di Riad diventeranno realtà, si può sempre consolarsi
con una delle tante Zone economiche speciali che già oggi funzionano. Nel mondo ce ne sono quasi 4mila:
alcune hanno già una dotazione tecnologica elevata che le fa assomigliare a una smart city, altre hanno
dimensioni di tutto rispetto che le rendono adatte anche alle multinazionali. Ma quali sono le più indicate per
una Pmi o una start up italiana? Ogni anno gli esperti di Fdi Intelligence (gruppo Financial Times) stilano la
classifica delle migliori zone economiche speciali (o Sez) al mondo. In Europa ne premiano parecchie:e per
una piccola impresa, internazionalizzarsi ma rimanere all'interno del proprio continente può essere il passo
giusto, né troppo lungo né troppo corto. La Polonia offre molti spunti. La Zona economica speciale di Lodz,
per esempio, oltre alle classiche agevolazioni fiscali e amministrative ha un apposito programma per offrire
supporto finanziario alle Pmi, cui si aggiunge un voucher che rifonde le aziende dell'80% delle spese per
formare il personale. La Sez di Katowice, invece, mette in campo Kssenon, l'acceleratore di business a
misura di piccola impresa che comprende anche la possibilità di affittare gli spazi industriali in maniera
modulabile, e costantemente modificabile a seconda dei risultati. Sempre nella Ue, la Lettonia ospita il
porto franco di Ventspils, che oltre a essere sede di parecchie società logistiche ed essere ben collegato
con tuttii Paesi scandinavi e con il Belgio, gode anche di un accordo di collaborazione con Great Stone, il
parco industriale realizzato in partnership tra la Cina e la Bielorussia. In Spagna, invece, la Zona franca di
Vigo scommette sulla R&D, offrendoa chi fa ricerca sia un pacchetto di incentivi che la collaborazione con
l'Università locale. Ha anche un programma speciale per sostenere l'internazionalizzazione delle Pmi: da
quando è stato lanciato, l'anno scorso, ha visto l'adesione di ben 400 imprese. L'Enterprise Zone di
Birmingham, in Gran Bretagna,è il paradiso delle start up, per le quali mette a disposizione un fondo di 11
milioni di sterline. Sempre per chi vuole aprire un business da zero, una destinazione interessante può
essere la zona industriale di Pleternica, in Croazia, dove alle start up vengono offerti uffici gratis per il primo
anno, al 50% del prezzo per il secondoe al 75% per il terzo. Se invece vogliamo uscire dall'Europa, senza
andare troppo lontano una prima meta interessante può essere la Turchia. Il Tubitak technopark di
Marmara, ad esempio, vanta un tariffario imbattibile: niente Iva, niente dazi all'export dei beni prodotti,
100% di capitali rimpatriabili, niente tasse sul fatturato derivante dalla ricerca software e nessuna tassa
anche sul personale che si occupa dell'R&D. In Kazakhstan, infine, sta crescendo il peso dell'Innovation
technology parka una trentina di chilometri da Almaty, a Sud del Paese e a due passi dal confine con la
Cina. Qui le imprese presenti sono tutte Pmi e tutte focalizzate sull'innovazione. Non si pagano tasse sulla
proprietà, né sul reddito, e nemmeno sui terreni. Il parco ha già messo in piedi un programma per
l'accelerazione d'impresa in collaborazione con la Silicon Valley americana, mentre sta lavorando alla
creazione sia di un laboratorio insieme al ministero per il Commercio estero della Gran Bretagna, sia di un
centro di ricerche integrato con la Pennsylvania State University.
Le prime della classe
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 44
1 | LEMIGLIORI PER LE PMI
2 | LEMIGLIORI PER SETTORE
3 | PROGRAMMI SPECIALI PER LE STARTUP Le migliori zone economiche speciali secondo la classifica
2017 di FDI Intelligence. Per categoria:
8 I n A s i a : I n n o v a t i o n T e c h n o l o g y P a r k i n K a z a k h s t a n
http://invest.gov.kz/pages/sezparkinnovacionnyhtehnologiy 8 In Europa: Lodz Special economic zone in
Polonia http://sse.lodz.pl/en 8 In America: Zona Franca Romana nella Repubblica Domenicana 8 In Medio
Oriente: DMCC negli Emirati arabi uniti www.dmcc.ae 8 Aerospaziale: Aegean Free Zone in Turchia
www.esbas.com.tr 8 Logistica: Ventspils freeport in Lettonia www.portofventspils.lv 8 Automobile: Zona
Franca di Vigo in Spagna https://www.zfv.es 8 Chimica: Gwangyang Bay Free Economic Zone in Corea
del Sud http://fez.go.kr/global/en/area/gfez.do 8 Oil & Gas: Onne Free Zone in Nigeria www.ogfza.gov.ng 8
Energie rinnovabili: Masdar City Free Zone negli Emirati arabi uniti www.masdarcityfreezone.com 8
Industria navale: Pomeranian Special Economic Zone in Polonia www.strefa.gda.pl 8 Tessile: Katunayake
Export Processing Zone in Sri Lanka www.investsrilanka.com/free_trade_zones/katunayake 8 Industrial
zone di Pleternica in Croazia www.plink.hr 8 Free Zone Pirot in Serbia www.freezonepirot.com 8
Birmingham Enterprise Zone in Gran Bretagnahttps://gbslep.co.uk 8 Tubitak Marmara Technopark
Technology Free Zone in Turchia http://marmarateknokent.tubitak.gov.trQUATTRO METE SOTTO LA
LENTE DMCC A DUBAI
Per il terzo anno consecutivo la DMCC di Dubai (nella foto), negli Emirati arabi, si è aggiudicata la medaglia
d'oro della classifica 2017 delle Zone economiche speciali stilata da Fdi Intelligence (gruppo Financial
Times). Nonostante sia una delle Sez più grandi, ospita anche circa 9.500 Pmi, pari ai ZONA ECONOMICA
SPECIALE DI KATOWICE Situata a circa 80 chilometri a ovest della capitale polacca, la Zona economica
speciale di Katowice (nella foto, la nuova stazione ferroviaria della città) oggi dà lavoro a 63mila persone.
Gli esperti dell'Fdi Intelligence l'hanno eletta migliore area industriale speciale di tutta l'Europa. ZONA
ECONOMICA SPECIALE DI KAUNAS Tra le zone economiche speciali più consigliate per le Pmi c'è quella
di Kaunas, in Lituania (nella foto, il National Science and Innovation Centre ospitato dalla città), dove già
oggi l'85% delle presenzeè costituito da piccolee medie imprese. Le autorità locali hanno saputo attrarle
con incentivi ad hoc, ma anche con gli ZONA ECONOMIA SPECIALE DI PIROT La Zona economica
speciale di Pirot, in Serbia, strizza l'occhio alle start up. Ad esse, infatti, offre un bonus per avviare una
nuova attività produttiva che può arrivare fino a 8mila euro. Mentre a disposizione delle microimprese mette
un programma di finanziamento due terzi di tutte le imprese presenti. Tra le grandi multinazionali, invece, le
ultime ad aver investito nell'area sono stati PepsiCo, Panasonic e Levi Strauss. A far guadagnare un altro
podio alla DMCC è stata anche la sua scelta di trasformarsi in una smart city, offrendo alle imprese L'anno
scorso ha visto aumentare gli spazi occupati del 16%, tanto che ora alcune imprese si stanno spostando
nei piccoli centri abitati più vicini al cuore del parco tecnologico. Tra il 2015 e il 2016 il numero delle Pmi al
suo interno è aumentato del 15%: merito anche del investimenti infrastrutturali: l'anno scorso, per
esempio,è diventato operativo l'ingresso diretto nell'autostrada A1, la principale arteria del Paese, mentre
sono stati avviatii lavori di potenziamento della rete idrica e l'ammodernamento di quella elettrica.
Recentemente il colosso americano della logistica Ups ha delle attività di formazione fino a 4mila euro,
nonché un pacchetto di supporto alle esportazioni che può arrivare fino ad altri 8mila euro. Produrre qui per
poi esportare oltreconfine è forse l'obiettivo principale di chiunque scelga di stabilirsi nella zona speciale di
presenti un pacchetto di servizi tecnologici all'avanguardia, dalla burocrazia online alle app gestionali. Alle
Pmi, infine, questa zona economica speciale emiratina offre servizi ad hoc di supporto finanziario e legale
gratuti, in collaborazione con il Dubai International Financial Centre l'incubatore Kssenon, il programma che
sostiene lo sviluppo modulare delle imprese che lo sottoscrivono. A Katowice si conta infine una nutrita
presenza di investitori cinesi, grazie anche alle attività di cooperazione con Pechino messe in campo dalle
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 45
autorità della Sez investito nella realizzazione di un magazzino merci all'interno del parco tecnologico, che
ha dotato di un collegamento aereo diretto con l'aeroporto di Colonia: si tratta di un tassello strategico di
notevole importanza, per le piccole imprese che hanno scelto di produrre dentro il parco di Kaunas
BLOOMBERG Pirot. Anche delle grandi imprese: tra le altre, sono nate qui Irelly, uno dei principali fornitori
di giocattoli per Ikea, e il produttore di pneumatici Tigar (nella foto, la lavorazione delle gomme presso lo
stabilimento), che è stato acquisito dal colosso francese Michelin ?
DOMANDE & RISPOSTE 7he cos'è una zona economica speciale? Una zona economica speciale (in sigla,
Sez) è un'area circoscritta in cui si applica una legislazione economica differente rispetto a quella applicata
nel resto del Paese. In particolare, le imprese che vi si stabiliscono possono usufruire di tre tipologie di aiuti:
gli incentivi fiscali, le agevolazioni finanziarie e le semplificazioni amministrative. Ogni Sez si caratterizza
per un particolare mix di queste tre categorie di benefit. Le zone economiche speciali vengono solitamente
create per attrarre maggiori investimenti stranieri. Attualmente, secondo i dati della Banca Mondiale, nel
mondo si contano quasi 4mila Zone economiche speciali, il 43% delle quali sono in Asia; l'Europa ne ospita
circa il 20%, con la Polonia in prima fila tra i Paesi dove ne nascono di più. 7e zone economiche speciali
sono tutte uguali? L'Ocse identifica quattro diversi tipi di zone economiche speciali. Ci sono le zone di libero
scambio (free trade zone), presso i porti e gli aeroporti, che offrono esenzioni parziali o totali sui dazi
all'import o all'export di quei beni che vengono riesportati. Ci sono le Export processing zone, che
agevolano sì la riesportazione dei beni, ma solo di quelli che, venendo lavorati in loco, assumono un
significativo valore aggiunto. Ci sono le zone economiche speciali vere e proprie, che offrono appunto un
pacchetto variegato di incentivi, agevolazioni e semplificazioni amministrative alle imprese che stabiliscono
lì la propria sede. Infine, ci sono le zone speciali industriali, che limitano le agevolazioni a un settore
specifico (spesso si tratta del tessile, oppure dell'Ict) per il quale costruiscono anche infrastrutture ad hoc.
7n Italia esistono le zone economiche speciali? Il Decreto Legge 91/2017 pubblicato ad agosto in Gazzetta
Ufficiale (ma per il quale mancano ancora i decreti aggiuntivi) stabilisce che anche in Italia arrivino le prime
zone economiche speciali. Poiché l'obiettivo di questa operazione è quello di rilanciare l'economia del
Mezzogiorno, le Sez nasceranno al Sud: le regioni ammissibili sarebbero Campania, Basilicata, Puglia,
Calabria e Sicilia. La prima possibile candidata a dare vita a una Sez potrebbe essere l'area di Gioia Tauro;
a seguire ci sarebbero le aree retroportuali di Napoli e Salerno, Bagnoli, Taranto e infine Matera, per
lanciarla come capitale europea della cultura del 2019. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Business e tecnologia Lo stato dell'arte. Dal design alle azioni di risparmio energetico potenzialitàinteressanti anche per le piccole e medie aziende INTELLIGENZA ARTIFICIALE/1 I macchinari parlano in chat Nell'industria 4.0 robot intelligenti dialogano con dirigenti e operai Riccardo Oldani Molti intendono l'intelligenza artificiale come la capacità dei computer di entrare in relazione con noi esseri
umani, utilizzando il nostro linguaggio naturale. Qualcosa di molto vicino ai chatbot, i sistemi automatici di
risposta e conversazione utilizzati ormai su molti siti per il customer service o per rispondere alle domande
frequenti. In realtà, il cuore dell'intelligenza artificiale risiede nella capacità di analizzare enormi quantità di
dati strutturati, non grezzi, per individuare schemi, ricorrenze e, quindi, rispostea determinati problemi.
Attraverso la digitalizzazione, l'automazionee l'introduzione di sensori nelle macchine e nei robot, l'Industry
4.0 ha introdotto nelle imprese una capacità finora sconosciuta di produrre dati da analizzare. Ed è proprio
dall'incontro tra questi dati e i sempre più accessibili servizi di intelligenza artificiale che sta nascendo una
nuova serie di potenzialità per il manifatturiero, interessanti anche per le aziende mediopiccole e non
soltanto peri colossi mondiali. Il primo servizio che nasce da questo fortunato incontro,e su cui ormai
insistono praticamente tuttii produttori di macchine, di sistemi di automazione e di soluzioni per l'Industry
4.0,è la manutenzione predittiva. Un'assistenza cioè che consente, attraverso l'analisi dei dati di
funzionamento delle macchine, di individuare modi di utilizzo errati o usuranti o la durata di determinati
componenti. In questo modo si possono segnalare all'utilizzatore pratiche da evitare o la necessità di
interventi di manutenzione per prevenire possibili rotture. Di fatto tutti i produttori di robot o macchine
utensili sono oggi in grado di fornire servizi di questo tipo, utili per l'utilizzatore finale ma anche peri
produttori stessi, che possono capire dovee come migliorare le loro macchine. Un altro aspetto interessante
che scaturisce dall'incrocio tra Industry 4.0 e intelligenza artificiale riguarda la possibilità di migliorare il
design dei pezzi prodotti, ottenendo le stesse prestazioni richieste, per esempio di resistenza ai carichioa
trazione, ma riducendo la mate ria prima utilizzata, con significativi risparmi. Si parla in questo caso di
ottimizzazione topologica, un ambito in cui comincianoa comparire le prime applicazioni commerciali. Una
di queste è stata messa a punto da Dassault Systèmes, che sviluppa software per la progettazione di
prodotti e linee di produzione. Tra le funzionalità della piattaforma 3DExperience del gruppo francese ne è
stata introdotta una pensata proprio per l'ottimizzazione topologica di pezzi da produrre in ma nifattura
additiva, cioè in stampa 3D, a beneficio di settori di nicchia con produzioni in piccole serieo la necessità di
ridurre il magazzino. Molti ancora i margini di miglioramento. «L'ottimizzazione topologica- spiega Simona
Perotto, docente di Matematica al Politecnico di Milano- richiede una grande potenza di calcoloe tempi
molto lunghi di elaborazione, con costi di conseguenza ancora elevati per le imprese». Questoè il motivo
per cui Perotto, con altri colleghi dell'ateneo milanese, ha lavorato allo sviluppo di un algoritmo in grado di
semplificarei calcolie ridurrei costi. Il tuttoè nato nell'ambito di un progetto condotto con l'industria
aerospaziale Thales Alenia Space. L'algoritmoè stato chiamato FreeForm Designei suoi ideatori cercano
ora partner per trasformarlo in un prodotto commerciale. Un ulteriore fronte in cui l'intelligenza artificiale può
fornire il suo apporto all'Industry 4.0 è il risparmio energetico. Un esempio è la soluzione utilizzata da Porta
Solutions, azienda italiana che produce macchine per la produzione di particolari in metallo. I nuovi
Multicenter 4.0 di Porta Solutions sono centri di produzione con 3 o 5 mandrini che effettuano in
successione lavorazioni sui pezzi. Un'applicazione di intelligenza artificiale consente di orchestrare le fasi di
lavoro in modo ottimale, così da recuperare l'energia passiva dei mandrini in frenata per ridistribuirlaa quelli
in ripartenza, trovando la combinazione ideale tra oltre2 miliardi di possibili varianti, con risparmi fino al
20% sui consumi. Alla base di tutto c'è un algoritmo, sviluppato sulla piattaforma cloud Microsoft Azure,
alimentato dai dati resi disponibili da una soluzione di un'altra azienda italiana, la pisana Alleantia, che ha
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 47
messo a punto dispositivi e una library di driver in grado di collegare all'Internet delle Cose circa 5mila
dispositivi tra macchine e soluzioni di automazione presenti sul mercato. La soluzione di Alleantia prefigura
un futuro in cui sarà possibile attivare un libero flusso di dati tra macchinee sistemi di intelligenza artificiale
e ulteriori servizi per le imprese. Un esempio è la possibilità per le macchine di essere inserite in una chat,
basata su sistemi come Yammer di Microsofto Spark di Cisco, che consentono di trasmettere messaggi in
ambito aziendale all'interno di gruppi abilitati. Le macchine sono così in grado di chattare con addetti o
manager, richiedendo manutenzione o fornendo dati sulla produzione. Esistono già soluzioni funzionanti di
sistemi del genere e già si pensa alla possibilità di dare alle macchine comandi a voce, un po' come
facciamo oggi sugli smartphone con applicazioni come Sirio Cortana.
185 Densità robotica. In Italia sono attivi 185 robot industriali ogni 10mila addetti del manifatturiero. L'indice
di densità robotica è calcolato dall'International federation of robotics. In Germaniaè paria 309
Foto: MARKA
Foto: Manutenzione predittiva. Individuare utilizzi errati o usuranti o ancora prevedere la durata di
determinati componenti è una delle applicazioni più efficaci nelle fabbriche di nuova generazione
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 48
Pmi /2. Ricerca di Crif Rating sulle piccole aziende manifatturiere la cui maggioranza del capitale è sotto ilcontrollo di gruppi di Pechino I soci cinesi puntano sul rafforzamento patrimoniale GLI EFFETTI Dopo il primo anno la marginalità resta stabile così come la propensione agli investimenti:molto alto l'interesse per il know how E.N. Rafforzamento patrimoniale e riduzione del debito finanziario. Sono questi i due effetti di cui beneficiano nel
brevissimo termine le Pmi italiane passate sotto il controllo di una società cinese. Le aziende acquisite
mostrano un calo della leva finanziaria che si riduce a 1,9 volte dal 5,7 dell'anno precedente alla stipula
dell'accordo. È quanto emerge da una ricerca effettuata da Crif Rating su un campione di Pmi italiane la cui
maggioranza del capitale sociale è passata sotto il controllo di gruppi di Pechino. Sono state considerate, in
particolare, una quarantina di Pmi con un giro d'affari inferiore ai 500 milioni di euro. I due terzi del
campione osservato sono composti da realtà del manifatturiero e lo shopping cinese ha privilegiato realtà
con un alto contenuto di innovazione, come imprese attive nel comparto della meccanica strumentale, in
particolare la robotica e la componentistica per la filiera dell'automotive. «Le acquisizioni sono state in
funzione del knowhow in settori strategici per gli investitori cinesi, che privilegiano le capacità professionali
e le esperienze maturate su specifici processi produttivi» spiega Chloè Ehrhardt, Associate corporate
ratings di Crif Ratings, che ha realizzato l'analisi. L'Italia è il terzo paese europeo, dopo Regno Unito e
Germania, per destinazione degli investimenti esteri diretti (Ide) dalla Cina, che nel 2016 hanno toccato un
controvalore di 12,8 miliardi. Sotto il controllo della "nuova" proprietà si registra un calo del rapporto tra
debiti finanziari e patrimonio netto a seguito delle importanti iniezioni di liquidità che ripristinano l'equilibrio
finanziario delle società acquisite. In circa il 75% dei casi si registra un calo del 69% dell'indebitamento
finanziario netto, mentre il patrimonio netto del campione segna in quasi due casi su tre, a livello aggregato,
un +25 per cento. Certo dopo un solo anno sotto la nuova bandiera non si vedo no particolari ripercussioni
sul fronte della marginalità, che resta sostanzialmente stabile. «È un elemento compatibile con l'orizzonte di
mediolungo termine, nel quale emergono gli eventuali vantaggi portati dalle sinergie industriali e
commerciali» aggiunge la manager. Nel primo anno resta sostanzialmente stabile, intorno al 4% del
fatturato, anche la propensione agli investimenti. La maggior parte delle risorse disponibili è allocata nei
beni materiali, mentre il pacchetto di beni immateriali come, marchi, concessioni, li cenze, vede crescere
leggermente il suo peso nell'attivo rispetto all'esercizio preacquisizione. Segno che la strategia degli
investitori guarda marginalmente a questi asset immateriali. «Diversamente da quanto accade nelle
acquisizioni delle grandi aziende, nel caso delle Pmi le società cinesi cercano uno specifico knowhow fatto
di esperienze e professionalità che non si può contabilizzare in bilancio ma sono tipicità delle Pmi made in
Italy», conclude Chloè Ehrhardt. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 49
Settori/1. Sicurezza chimica dei materiali e nuove figure professionali nel tessileabbigliamento Dai filati eco al green designer la moda si reinventa e cresce Natascia Ronchetti Sotto la pressione delle grandi maison del lusso e del fast fashion si rafforza l'impegno green della filiera
della moda, uno dei settori del made in Italy maggiormente vocati a una produzione sostenibile. Si
moltiplicano le ricerche per raggiungere la massima sicurezza chimica dei prodotti, tanto che ad oggi sono
già 59 le imprese della filiera che hanno aderito alla campagna Detox lanciata nel 2012 da Greenpeace e
sottoscritta da 28 brand, grazie anche alla nascita, nel distretto del tessile e dell'abbigliamento di Prato, del
Cid, il Consorzio italiano di implementazione Detox voluto da Confindustria Toscana Nord.E continuano a
nascere start up che scommettono su filati ottenuti da Pet riciclato, su materiali biologici e fibre a basso
impatto ambientale, sulla scia di una vera e propria rivoluzione culturale in cui si distinguono non solo i
colossi ma anche le piccole e medie imprese. Gli esempi sono innumerevoli. Il gruppo Kering, a cui fan no
capo brand come Gucci, Bottega Veneta e Brioni, fa uso del Mil (Materials Innovation Lab), libreria sui
materiali sostenibili per stimolare pratiche di eco design, e ha adottato l'Ep&L (Environmental Profit &Loss
Account), strumento che consente di tradurre in termini economici l'impatto di tut te le attività sull'ambiente.
È del marchio Herno, invece, la giacca tracciabile, dalla selezione dei materiali sino al fine utilizzo,
realizzata da Radici Group (prodotti chimici, plastici e fibre sintetiche) in collaborazione con Eurojersey,
tramite una metodologia che prende in considerazione sedici indicatori per certificare l'impronta ecologica
del prodotto. A sua volta Mazzucchelli, impresa plastica di Castiglione Olona (Varese), ha realizzato un
nuovo polimero di acetato, biodegradabile e riciclabile, ricavato da semi di cotone e scarti di legno,
utilizzato da Gucci e dalla stilista Stella McCartney. Rifiuti della canapa per creare nuovi biocompositi, scarti
dell'industria agroalimentare che danno vita a materiali dotati di un'alta capacità di termoregolazione, filati
ottenuti dal riciclo di reti da pescae moquette a fine vita: tutti materiali ormai diventati a pieno titolo
protagonisti di un sistema moda sempre più vocato al green. Al punto che la crescente attenzione per la
sostenibilità sta stimolando anche una nuova domanda di figure professionali specialistiche. Uno studio
realizzato da Centrocot, il Centro tessile cotoniero di Busto Arsizio, in collaborazione con l'Università Carlo
Cattaneo, ha individuato due nuove figure emergenti: il responsabile della sicurezza chimica, capace di
selezionare i materiali con il minore impatto ambientale, e il green designer, in grado di abbinare la
creatività a logiche di valutazione della sostenibilità dei processi produttivi. © RIPRODUZIONE
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Foto: MARKA
Foto: Le applicazioni. Vanno dalla giacca tracciabile al riciclo di materiali poveri
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 50
IL COMMENTO Come usare le risorse per la crescita Giuseppe Travaglini La Legge di Bilancio per il 2018 è stata criticata per le "risorse limitate" di cui può disporre. Sul totale dei
20,4 miliardi previsti dalla manovra solo 3,8 potranno essere impiegati per manovrare ai fini della crescita.
Un po' poco considerando il ritardo dell'economia italiana, accumulato nell'ultimo decennio, e la lunga
stagnazione che ha afflitto la transizione italiana nel passaggio tra il vecchio e il nuovo millennio. Insomma,
risorse modeste che devono essere utilizzate al meglio. Ma a che punto siamo? Se ne è discusso al
Convegno "Small Business, Banks, Finance, Innovation and Growth" organizzato dal Desp dell'Università
di Urbino. Un incontro internazionale sulla crisi e le recenti trasformazioni dell'economia italiana, che hanno
riguardato la struttura produttiva, l'intelaiatura finanziaria del paese e il legame tra imprenditorialità, finanza
e processi innovativi. Dall'incontro è emerso qualche segnale positivo. Tuttavia ancora troppo debole per
considerare derubricati i vincoli che condizionano la ripresa. segue a pagina 10 segue dalla prima Inumeri
confermano lo scenario. Con la recessione si è avviata una trasformazione del sistema produttivo italiano
che ha visto ridimensionare il numero di imprese (oltre 190 mila unità in meno) e di addetti (circa 800mila
unità in meno). Si è avuto un ridimensionamento strutturale del tessuto produttivo in tutti i segmenti
(numero di imprese, di addetti e valore aggiunto) con una flessione più marcata per le micro (1-9 addetti) e
le piccole (10-49) imprese rispetto alle classi dimensionali più elevate. L'impatto della crisi è stato
generalizzato. Tra il 2011 ed il 2014 il manifatturiero (-7.2% di imprese e -6.8 di addetti) e la gran parte del
terziario (-4.7 e -3,3%) hanno registrato una contrazione del valore aggiunto. Con qualche differenziazione.
Mentre nell'industria, a livello d'impresa, la produttività totale dei fattori (Ptf) ha registrato dal 2015 una
positiva inversione di tendenza, la dinamica della Ptf è rimasta recessiva nei servizi (che rappresentano il
78% del valore aggiunto). Tra le imprese italiane, quelle che meglio hanno fronteggiato la crisi sono quelle
internazionalizzate e di medie dimensioni. Imprese che hanno rafforzato la loro competitività, sia di costo
che di qualità, e la loro sostenibilità economico-finanziaria. Dunque, un quadro eterogeneo in rapida
trasformazione che, pur nel contesto recessivo dell'ultimo decennio, ha inviato timidi segnali di ripresa. La
Legge di Bilancio 2018 sembra entrare in questo solco, pur mettendo a disposizione poche risorse per
governare le trasformazioni. In sostanza, due sono gli obiettivi principali della manovra. Da una parte, la
crescita dell'occupazione con la nuova decontribuzione al 50% per i primi tre anni di contratto a tutele
crescenti, con un tetto annuo di 3mila euro, per le assunzioni di giovani. Nelle intenzioni del governo, lo
scopo è quello di riassorbire parte della disoccupazione giovanile (fino a 35 anni) attraverso il taglio del
cuneo fiscale. La decontribuzione viene estesa al 100% per tutti i disoccupati nel Mezzogiorno,
indipendentemente dall'età. La manovra è analoga a quella già varata nel 2014. Ha avuto effetti espansivi
sull'occupazione nell'immediato, ma è da valutarne l'impatto nel medio periodo. L'altro obiettivo è la
produttività. La manovra di bilancio riconferma l'impianto di Industria 4.0. Con il superammortamento per
l'acquisto di macchine utensili tradizionali (aliquota al 130%) e l'iperammortamento per l'acquisto di beni
legati alla digitalizzazione (aliquota al 250%), oltre il rifinanziamento della Nuova Sabatini per i macchinari
(330 milioni tra il 2018 e il 2023). Rimane aperto il tema di come pilotare le innovazioni digitali (anche
attraverso un credito d'imposta del 40%, fino ad un imposto massimo annuale di 300mila euro). Inoltre la
manovra pone una particolare attenzione alle aree ritardatarie del paese. Un approccio innovativo per il
Mezzogiorno, nelle parole di Giuseppe Coco (coordinatore dei Consiglieri del ministro della Coesione
Territoriale) ospite al convegno di Urbino, che consentirebbe di coniugare occupazione e produttività al
Sud. Tra le misure adottate vi è il rifinanziamento del credito d'imposta per le imprese che investono nel
Mezzogiorno (200 milioni per il 2018 e 150 per il 2019, da aggiungere ai 600 milioni annui già stanziati per il
2017-19). E il Fondo per la crescita dimensionale delle imprese del Sud (150 milioni per il 2018) che
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 51
attraverso l'azione di Invitalia, in collaborazione con la Banca degli investimenti europei e Cdp, agirebbe da
leva finanziaria per sviluppare un potenziale complessivo di almeno 300 milioni da investire nel Sud, con la
partecipazione aggiuntiva (obbligatoria) del sistema finanziario privato (per ulteriori 150 milioni). Misure che
nelle intenzioni del governo mirano a sostenere la crescita dimensionale delle Pmi nel Mezzogiorno
recuperando gradi di produttività e occupazione. Insomma, un insieme di risorse limitate, che nelle attese
dei proponenti possono svolgere un ruolo positivo nella crescita. E, una manovra finanziaria che - pur non
innovando sui temi della redistribuzione dei redditi e degli investimenti pubblici presenta implicitamente una
prima ipotesi di dialogo tra misure per l'occupazione e interventi per la produttività. Perciò, un passo verso il
coordinamento delle politiche economiche (del lavoro e industriali) che può sostenere il treno della ripresa.
* Ordinario di Politica Economica, Università di Urbino Carlo Bo
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 52
Pagamenti, rivoluzione in portafoglio Adriano Bonafede Pagamenti istantanei dal proprio conto corrente a un altro; un assistente "virtuale" al quale affidare la
transazione di un bene senza perdere tempo ma semplicemente schiacciando una app sul cellulare; un
"aiutante" sullo smartphone che ci aiuta a scegliere quale, fra i vari conti correnti, utilizzare. La rivoluzione
dei pagamenti è alle porte: il 21 novembre si comincerà con l'instant payment, dal 13 gennaio entrerà
invece in vigore la direttiva europea "Psd2" che permette a una serie di soggetti non bancari di entrare, una
volta autorizzati da noi ovviamente, nei nostri conti. a pagina 4 Ma chi vince e chi perde con questa
rivoluzione? Le banche potrebbero perdere parte delle commissioni per far posto ai nuovi intermediari
virtuali. Ma per i consumatori i benefici sembrano scarsi mentre potrebbe profilarsi un costo del credito più
elevato sulle carte. Pisp e Aisp Prima o poi tutti avremo un Pisp. E anche un Aisp. Il primo sarà una specie
di assistente che prenderà il nostro ordine di pagamento verso un commerciante e darà l'autorizzazione
alla nostra banca di pagare mentre garantirà al negoziante il prezzo promesso: un modo per bypassare la
carta di credito o il Pagobancomat. Il secondo avrà un compito più complesso ma non meno importante non
solo per i singoli clienti retail ma soprattutto per le piccole imprese: è un soggetto che autorizzeremo a
guardare dentro tutti i nostri conti correnti e che ci consiglierà come gestirli al meglio, quale usare in un dato
momento e quale no. Entrambi gli "assistenti" saranno virtuali e ce li ritroveremo come qualsiasi app sugli
smartphone. Sono queste due fra le novità più importanti che usciranno fuori dalla direttiva Ue, la "Psd2"di
inizio 2018, mentre la prima novità arriverà a giorni, il 21 novembre, quando in tutta Europa, ovvero nel 34
paesi Sepa, sarà possibile effettuare bonifici istantanei: con un'applicazione sullo smartphone potremo
trasferire soldi in pochi secondi dal nostro a qualunque altro conto. Naturalmente l'app entrerà in funzione
gradatamente perché non tutte le banche hanno già deciso come prezzare questa nuova forma di
pagamento. Poi ci sono tutti i nuovi soggetti che già si sono insinuati nelle partite che riguardano i
pagamenti. Alcuni, come Paypal e Apple Pay, li conosciamo già. Altri, come Google Wallet, Amazon Pay e
Messenger Pay (il sistema elaborato da Facebook), arriveranno presto insieme a tante altre come Money e
Quicken, "aggregatori" dei conti correnti. In generale, Apple Pay e Paypal (e tutti gli altri che da altri paesi
approderanno presto in Europa e in Italia), entrano fra il cliente e il gestore della carta di credito. Tanto per
capirsi, non sono nuove carte di credito ma si appoggiano a una di quelle che abbiamo già. Minori
commissioni Tutte queste nuove app vanno a rosicchiare quote delle commissioPayPal ni che andrebbero
alla società che gestisce la carta di credito o alla banca. Tanto che fra gli istituti di credito italiani c'è un
certo allarme: come dimostra una simulazione di Accenture riportata in pagina si dimostra che, nonostante
crescano nei prossimi anni i pagamenti digitali (più 20 per cento tra il 2017 e il 2020), le commissioni sui
pagamenti a favore delle banche scenderanno di circa il 43%, passando dai 6,6 miliardi di oggi ai 4,6 del
2020. Se non è una catastrofe, certo è una grande preoccupazione. «Perché le banche italiane - spiega un
analista - corrono il rischio di perdere quote di ricavi, visto che il margine d'interesse è ai minimi termini e
non basterà unpiccolo rialzo dei tassi come quello che si prevede a risollevarli». Gli istituti hanno puntato
con forza sui ricavi da commissione e perdere una quota di queste fee sui pagamenti non è proprio quel
che si dice un buongiorno. Tanto più che finora il sistema bancario ha pensato che i pagamenti fossero "per
natura" un terreno proprio di caccia mentre ora vedono spuntare cacciatori da tutte le parti. Ad esempio, già
da un po' di tempo Mastercard attacca di fatto il consorzio italiano Bancomat sul suo stesso terreno, il
"Pagobancomat", ovvero l'uso che di quella carta, utilizzata per i prelievi, si fa nel commercio. Inoltre,
contrariamente a quest'ultimo, la carta di debito del colosso Usa può essere usata anche su Internet e
anche all'estero. A giocare contro le banche anche la recente decisione della Commissione europea di
abbassare drasticamente le fee sulle carte di credito e di debito per facilitare l'uso della moneta elettronica:
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 53
le prime potranno al massimo retrocedere alla banca del consumatore lo 0,3 per cento, mentre le seconde
non più dello 0,2, contro quasi l'1 precedente: alle banche europee questa misura del regolatore è già
costata - secondo i calcoli degli addetti ai lavori - 6-7 miliardi di euro di minori ricavi nel 2017. La guerra di
tutti contro tutti Gli istituti di credito italiani stanno elaborando contromisure per difendersi dalla riduzione dei
ricavi dovuta all'abbassamento delle commissioni e all'arrivo dei nuovi player del Fintech. Ad esempio,
qualche banca ha cominciato ad aumentare la quota annuale delle carte di credito per il consumatore,
mentre fino a ieri la regalava. E c'è chi si lamenta dei regolatori italiani che non avrebbero contrastato la
decisione a livello europeo di ridurre le commissioni. «Perché negli altri paesi - dice un operatore - le carte
di credito revolving sono un'importante fonte di ricavi che compensa la diminuzione delle fee, mentre qui in
Italia sono quasi inesistenti». Ma un modo per contrastare i nuovi soggetti che attaccano le commissioni
bancarie potrà venire dalla novità dell'instant payment. Garantendo un bonifico immediato, le banche in
sostanza potrebbero bypassare sia le carte di credito che quelle di debito. Certo, si tratta di stabilire la
struttura tariffaria di questa nuova modalità di pagamento: sarà ancora gratuita per chi riceve il bonifico, con
somma gioia dei commercianti? E sarà costosa per il cliente? È chiaro che occorrerà trovare un giusto mix
se si vuole rendere appetibile questo tipo di operazione rispetto all'uso delle carte: su questo fronte si
giocheranno le abilità dei singoli istituti di rosicchiare ad altri nuove quote di mercato. Nel frattempo le
banche vanno in ordine sparso sul rapporto con i nuovi player. Mentre Intesa Sanpaolo resiste al fascino di
Apple Pay, cercando di trattenersi tutte le commissioni sulle proprie carte di credito, Unicredit, Mediolanum
e fra poco anche CartaSi hanno già raggiunto accordi per utilizzarla. La smaterializzazione Ma al di là della
guerra sulle app e sulle tariffe una cosa è certa. Le carte di credito e quelle di debito fra poco
trasmigreranno tutte sullo smartphone trasformandosi in pure app. Anche i Pos, le macchinette in uso ai
commercianti che permettono l'uso delle carte, potranno seguire il processo di smaterializzazione
diventando anch'esse dei marker digitali. I consumatori Ma quanto ci guadagneranno i consumatori? Per il
momento proprio nulla. Le commissioni verranno solo spartite diversamente tra vecchi e nuovi player.
Mentre le banche si stanno già attrezzando per accrescere le commissioni già esistenti o per trovare nuove
fonti di guadagno. La speranza per i consumatori è che la maggiore concorrenza porti prima o poi dei
benefici anche a loro. Per ora, tuttavia, soprattutto se avverrà a breve uno spostamento verso l'instant
payment, i clienti retail rischiano di pagare di più i servizi delle carte di credito: dovranno sborsare più soldi
per avere quel mese-mese e mezzo di respiro che oggi hanno fra il pagamento e l'arrivo sul conto corrente.
Anche perché nel frattempo i big player internazionali come Mastercard stanno spingendo per le carte di
debito, che trasferiscono al commerciante i soldi che già sono sul conto corrente.
7 6,6 15 MILA EURO È il limite massimo attualmente fissato per gli "instant payment", i bonifici immediati
MILIARDI DI EURO Soni i ricavi del 2016 delle banche per tutti pagamenti digitali che passano dalle loro
piattaforme PER CENTO È il tasso annuo di crescita della moneta elettronica in Italia ma siamo
lontanissimi dai paesi del Nord Europa
Foto: Google Wallet Apple Pay IL PISP A sinistra, il ruolo del fornitore di servizi digitali si frappone tra
cliente e commerciante portando a termine la transazione Il Pisp è una app dietro la quale può esserci
anche un'impresa di origine non bancaria Jean Pierre Mustier (1), ad di Unicredit e Carlo Messina (2), ad di
Intesa Sanpaolo
Foto: L'ad di Icbpi, la società che gestisce CartaSi, Paolo Bertoluzzo (1), Dan Schulman (1), ceo di Paypal
Holdings Inc., e Tim Cook (3), ceo di Apple
06/11/2017Pag. 1 N. 37 - 6 novembre 2017
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 54
Ferreira: "Banche in ripresa, meglio azioni che bond" SECONDO IL CROSS-ASSET RESEARCH STRATEGIST DI LYXOR AM IL RISCHIO POLITICO DELLEELEZIONI IN ITALIA È GIÀ PREZZATO E LE QUOTAZIONI DEGLI ISTITUTI DI CREDITO POTREBBEROCRESCERE NEI PROSSIMI MESI (l.d.o.) «Nel mercato italiano preferiamo l'equity, trainato dai conti in ripresa del settore bancario, ai bond, che
devono fare i conti con il rischio politico». Philippe Ferreira cross-asset research strategist di Lyxor Am,
vede uno scenario positivo per Piazza Affari, pur nella consapevolezza che la lunga fase di Toro ha reso i
multipli non così distanti dalle medie storiche. Sta entrando nel vivo la fase delle trimestrali: cosa attendersi
dai listini che in alcuni casi sono ai massimi storici e negli altri vengono comunque da una lunga fase
positiva? «Siamo alle prese con uno scenario che in pochi casi si era visto in precedenza: Stati Uniti,
Europa, Cina e Giappone stanno crescendo in maniera coordinata. È il segnale che i grandi sforzi messi in
campo dalle banche centrali per rilanciare l'economia al picco della crisi sta funzionando. Il tutto in un
contesto di bassa inflazione che non mette grande pressione ai governatori per quel che concerne la
normalizzazione dei tassi». Vede bene anche l'Italia? «Il listino di Milano ha una forte esposizione, circa il
30%, sul comparto bancario, che sta tornando su un buon livello di redditività dopo la lunga crisi. Le
semestrali dei principali gruppi, come Intesa SanPaolo e Unicredit, sono state positive e c'è ancora spazio
per crescere dato che l'economia nazionale si va consolidando, come dimostrano gli ultimi dati sulla
produzione industriale e sull'indice Pmi che tasta il sentiment del settore manifatturiero, e buona parte della
pulizia dei conti dai crediti deteriorati è stata compiuta. Certo le quotazioni non sono a sconto, ma non
mancano opportunità». In primavera o forse anche prima si tornerà a votare: teme l'incertezza politica? «Il
rischio politico è una costante in Italia, per cui viene già prezzato dal mercato. Con l'avvicinarsi della
scadenza elettorale vedo maggiori rischi sul fronte obbligazionario. Considerato che il BTp a dieci anni
rende il 2,5% circa non vedo grandi spazi per generare reddito su questo fronte». I rischi per
l'obbligazionario riguardano anche altri Paesi, a cominciare dagli Usa dove la Fed ha già iniziato a
normalizzare i tassi per proseguire con i Bund, che rendono lo 0,4% con scadenza decennale. Può bastare
una riduzione degli stimoli da parte della Bce per mandare il rendimento in terreno negativo.
«Indubbiamente: sul fronte dei bond abbiamo un approccio selettivo, consapevoli che non è facile trovare
opportunità. In ogni caso non vediamo all'orizzonte una stretta violenta da parte delle principali banche
centrali. Il rialzo dei tassi è inevitabile, ma non vi sono pressioni dal fronte inflazionistico tali da suggerire di
accelerare». Tornando all'azionario, quali sono a suo avviso i settori più interessanti alla luce dello scenario
che ha appena descritto? «Vediamo opportunità per i tecnologici e più in generale per le aziende che sono
in grado di far leva sull'impatto disruptive del digitale. All'opposto siamo scettici verso i comparti meno
impattati da questa ondata, come il real estate, che per altro soffre la bassa inflazione»
Foto: Philippe Ferreira cross-asset research strategist di Lyxor Am
Foto: Un'immagine di Borsa Italiana
06/11/2017Pag. 56 N. 37 - 6 novembre 2017
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 55
Poli bancari e sportelli postali sarà boom per le polizze danni GLI ISTITUTI DI CREDITO HANNO SPINTO FORTE SUI FONDI COMUNI E LA RACCOLTA VITA,COMPARTI STORICI IN SOFFERENZA. ORA SI PROSPETTA IL RICCO MERCATO DI NUOVECOPERTURE ASSICURATIVE Mariano Mangia Roma Non solo polizze vita per sportelli bancari e postali.Le banche spingono forte sui fondi comuni e la
raccolta assicurativa vita, alla quale sportelli bancari e postali e reti di consulenza contribuiscono per quasi
il 77%, ne risente: i dati pubblicati dall'Ania evidenziano a fine agosto un calo della nuova produzione
individuale di quasi l'8%. Secondo le stime più aggiornate dell'associazione delle compagnie assicurative, il
settore vita dovrebbe chiudere l'anno con un calo del 4% dei premi contabilizzati, effetto di una flessione
del 16,5% dei prodotti di ramo I e di una crescita del 35% delle polizze di ramo III, le unit linked; il settore
danni, dal canto suo, tornerebbe a superare i 32 miliardi, con un incremento dell'1,2%, anche qui con un
andamento divergente, flettono i premi del ramo R.C. Auto e crescono gli altri rami, in particolare malattia e
infortuni. Se il comparto vita soffre la concorrenza degli altri prodotti del risparmio gestito, il potenziale del
settore danni è molto elevato: l'Italia continua ad essere il paese con il più basso rapporto tra premi danni e
Pil, non si arriva al 2%. Se si esclude il ramo auto, assicurazione obbligatoria in tutti i paesi europei, il
divario diventa ancora più evidente, con un peso sul prodotto interno lordo che nel nostro paese si riduce
allo 0,9% contro il 2,4% della Francia, il 2,5% della Germania o il 2% della Spagna. Un potenziale che
banche e poste hanno deciso di sfruttare, come segnala la lenta, ma continua crescita di questo canale
distributivo rispetto ai volumi raccolti da agenti e broker. Una crescita che è evidente non tanto nei rami
auto (responsabilità civile obbligatoria e coperture accessorie come incendio, furto e kasko), dove la quota
di mercato degli sportelli bancari è marginale e dal 2013 a giugno 2017 è aumentata di un solo punto
percentuale, passando dall'1,9% al 2,9%, quanto piuttosto nei rami danni non-auto che hanno visto la quota
"bancaria" passare in tre anni e mezzo dal 5,6% al 10,3% del totale; gli sportelli si distinguono nel
collocamento di polizze del ramo perdite pecuniarie (50% dei premi) e credito, ma crescono anche nei rami
malattia e infortuni. Certo, i volumi delle polizze danni sono ancora poca cosa rispetto ai premi vita raccolti,
ma è chiara la volontà di molti operatori di sviluppare la componente danni, con un'offerta assicurativa
maggiormente integrata. Il gruppo Poste Italiane punta allo sviluppo dell'offerta di prodotti connessi al
welfare (previdenza, assistenza e salute), nel primo semestre i premi della compagnia danni Poste
Assicura sono cresciuti del 28%, e uno dei cantieri avviati dall'amministratore delegato, Matteo Del Fante,
per il nuovo piano industriale riguarda proprio il settore assicurativo, chissà che non apra al collocamento
presso gli uffici postali di polizze r.c. auto. Cresce, +16,4% in sei mesi, la raccolta danni della divisione
Insurance di Intesa Sanpaolo guidata da Nicola Maria Fioravanti che si propone di diventare leader di
mercato anche in questo ramo, grazie anche a un'offerta di prodotti dedicati alle piccole e medie imprese.
La prevalenza del canale bancario-postale nel ramo vita e la sua crescita nel ramo danni rende ancora più
interessante guardare agli sviluppi della bancassurance. Il modello vincente sinora si è dimostrato quello
cosiddetto captive, ossia la creazione di un polo assicurativo all'interno del gruppo. È il modello scelto da
Intesa e Poste Italiane ed è quello che è cresciuto di più: nel 2002 contribuiva per il 38% alla raccolta premi
vita dell'intero canale bancario e postale, nel 2016 ha apportato quasi il 62%. Ha perso progressivamente
peso, nel 2016 ha raccolto un quarto circa dei premi totali, l'altro modello che sembrava potesse competere
con il captive, quello della joint venture, la costituzione con un partner assicurativo di una compagnia
dedicata, con la quota di partecipazione maggioritaria generalmente lasciata al socio assicurativo. Modello
adottato, tra gli altri, da Montepaschi con Axa e da Unicredit che con Allianz ha dato vita a Creditras Vita; il
gruppo bancario guidato da Jean Pierre Mustier ha anche una partecipazione di minoranza, il 39%, nella
joint venture creata con CNP Assurances, prima compagnia vita in Francia. Il modello degli accordi
06/11/2017Pag. 66 N. 37 - 6 novembre 2017
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commerciali, infine, è quello maggiormente praticato da un punto di vista numerico, è utilizzato in
prevalenza dagli istituti di credito di medie e piccole dimensioni, ma in termini di volumi la sua quota di
mercato non arriva al 14%. Le esigenze di rafforzamento patrimoniale del settore bancario stanno peraltro
determinando una rivisitazione di accordi e approcci alla bancassurance. Ubi Banca negli anni scorsi aveva
ceduto la sua quota di maggioranza in Ubi Assicurazioni, ora Cargeas, e ridotto al 20%, dal 50%, la sua
partecipazione in Aviva Vita, ma per effetto dell'acquisizione della Banca dell'Etruria, si ritrova oggi il
controllo di Bap Vita e Bap Danni, ed è socia al 40% di Lombarda Vita controllata da Cattolica
Assicurazioni. Proprio la compagnia assicurativa veronese guidata da Alberto Minali è in queste settimane
al centro della scena: dopo aver visto l'ingresso nel suo azionariato di un socio famoso, la Berkshire
Hathaway di Warren Buffett che ha rilevato una quota del 9% del suo capitale dalla Popolare di Vicenza in
liquidazione, sta trattando con il Banco BPM l'acquisto della quota di maggioranza delle controllate Avipop
Assicurazioni e Popolare Vita, con un accordo di lungo termine per la distribuzione di prodotti vita e danni.
8.000 MILIARDI DI DOLLARI È il valore che acquisirà nel 2020 il costo globale della spesa in ambito salute
con i Paesi emergenti e a basso reddito che guideranno questo aumento. Lo scenario è in forte evoluzione:
le banche spingono forte sui fondi comuni e dunque la raccolta assicurativa vita, alla quale sportelli bancari
e postali e reti di consulenza contribuiscono per quasi il 77 per cento, ne risente I PRODOTTI Le unit-linked
sono preferite alle rivalutabili il matrimonio con i Pir Le compagnie assicurative sembrano preferire le
polizze unit-linked alle rivalutabili di ramo I, eppure poco più della metà dei 240 nuovi prodotti individuali
immessi sul mercato italiano nel primo semestre del 2017 appartiene a quest'ultima categoria. Complici i
ridotti rendimenti obbligazionari, i nuovi prodotti prevedono quasi esclusivamente tassi minimi garantiti pari
allo 0% e, nella metà dei casi, meccanismi di consolidamento annuale; la percentuale che le compagnie
trattengono sui rendimenti realizzati dalle gestioni separate varia generalmente dallo 0,7% all'1,6%. La
parte rimanente dei nuovi prodotti è costituita da polizze multiramo (rivalutabili di ramo I e unit linked di
ramo III) che pesano per il 24% circa, in calo rispetto al 30% del secondo semestre 2016, mentre le polizze
unit-linked, con 25 prodotti, rappresentano il 10,4% del totale, un'incidenza in aumento rispetto ai sei mesi
precedenti e prossima ai livelli massimi registrati nel primo semestre dello scorso anno. Anche il comparto
assicurativo, infine, non resiste al fascino dei Pir, Piani Individuali di Risparmio: nel primo semestre sono
state quattro le compagnie che hanno lanciato polizze Pir di tipo multiramo e di tipo unit-linked. (m.man.)
Foto: Matteo Del Fante (1) ad Poste Italiane e Poste Vita; Alberto Minali (2) ad Cattolica Assicurazioni
06/11/2017Pag. 66 N. 37 - 6 novembre 2017
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 57
Ferreira: "Banche in ripresa, meglio azioni che bond" SECONDO IL CROSS-ASSET RESEARCH STRATEGIST DI LYXOR AM IL RISCHIO POLITICO DELLEELEZIONI IN ITALIA È GIÀ PREZZATO E LE QUOTAZIONI DEGLI ISTITUTI DI CREDITO POTREBBEROCRESCERE NEI PROSSIMI MESI (l.d.o.) Milano «Nel mercato italiano preferiamo l'equity, trainato dai conti in ripresa del settore bancario, ai bond,
che devono fare i conti con il rischio politico». Philippe Ferreira cross-asset research strategist di Lyxor Am,
vede uno scenario positivo per Piazza Affari, pur nella consapevolezza che la lunga fase di Toro ha reso i
multipli non così distanti dalle medie storiche. Sta entrando nel vivo la fase delle trimestrali: cosa attendersi
dai listini che in alcuni casi sono ai massimi storici e negli altri vengono comunque da una lunga fase
positiva? «Siamo alle prese con uno scenario che in pochi casi si era visto in precedenza: Stati Uniti,
Europa, Cina e Giappone stanno crescendo in maniera coordinata. È il segnale che i grandi sforzi messi in
campo dalle banche centrali per rilanciare l'economia al picco della crisi sta funzionando. Il tutto in un
contesto di bassa inflazione che non mette grande pressione ai governatori per quel che concerne la
normalizzazione dei tassi». Vede bene anche l'Italia? «Il listino di Milano ha una forte esposizione, circa il
30%, sul comparto bancario, che sta tornando su un buon livello di redditività dopo la lunga crisi. Le
semestrali dei principali gruppi, come Intesa SanPaolo e Unicredit, sono state positive e c'è ancora spazio
per crescere dato che l'economia nazionale si va consolidando, come dimostrano gli ultimi dati sulla
produzione industriale e sull'indice Pmi che tasta il sentiment del settore manifatturiero, e buona parte della
pulizia dei conti dai crediti deteriorati è stata compiuta. Certo le quotazioni non sono a sconto, ma non
mancano opportunità». In primavera o forse anche prima si tornerà a votare: teme l'incertezza politica? «Il
rischio politico è una costante in Italia, per cui viene già prezzato dal mercato. Con l'avvicinarsi della
scadenza elettorale vedo maggiori rischi sul fronte obbligazionario. Considerato che il BTp a dieci anni
rende il 2,5% circa non vedo grandi spazi per generare reddito su questo fronte». I rischi per
l'obbligazionario riguardano anche altri Paesi, a cominciare dagli Usa dove la Fed ha già iniziato a
normalizzare i tassi per proseguire con i Bund, che rendono lo 0,4% con scadenza decennale. Può bastare
una riduzione degli stimoli da parte della Bce per mandare il rendimento in terreno negativo.
«Indubbiamente: sul fronte dei bond abbiamo un approccio selettivo, consapevoli che non è facile trovare
opportunità. In ogni caso non vediamo all'orizzonte una stretta violenta da parte delle principali banche
centrali. Il rialzo dei tassi è inevitabile, ma non vi sono pressioni dal fronte inflazionistico tali da suggerire di
accelerare». Tornando all'azionario, quali sono a suo avviso i settori più interessanti alla luce dello scenario
che ha appena descritto? «Vediamo opportunità per i tecnologici e più in generale per le aziende che sono
in grado di far leva sull'impatto disruptive del digitale. All'opposto siamo scettici verso i comparti meno
impattati da questa ondata, come il real estate, che per altro soffre la bassa inflazione»
Foto: Philippe Ferreira cross-asset research strategist di Lyxor Am
Foto: Un'immagine di Borsa Italiana
06/11/2017Pag. 56 N. 37 - 6 novembre 2017
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 58
IL GRUPPO / LE AZIENDE / TUTTO SOLDI PATTERN Le giacche sportive di Esemplare riciclano le bottiglie di plastica Il direttore generale Sburlati: puntiamo sulla tecnologia col Politecnico LUIGI GRASSIA L'azienda Pattern di Collegno (Torino) disegna e confeziona ogni anno più di 30 collezioni di capi di
vestiario, sia in proprio sia per alcuni grandi marchi internazionali del lusso. È stata fondata nel 2000 da
Fulvio Botto e Francesco Martorella e nel 2016 ha fatturato 26,5 milioni di euro, contro i 24,5 dell'anno
precedente; l'indice di redditività Ebitda (margine operativo lordo) è aumentato del 30% superando i 2,3
milioni di euro. E gli investimenti del gruppo rappresentano più del il 10% dei ricavi. Nelle attività di Pattern
ha acquisito sempre più rilievo il marchio di abbigliamento «sportivo urbano» Esemplare, acquisito nel 2014
e da allora in continua crescita, tanto che nella campagna vendite autunno-inverno 2017 ha più che
raddoppiato gli ordini (+109% rispetto alla stesa stagione di un anno prima). Il marchio Esemplare, dicono
in Pattern, si è diffuso in molti negozi multimarca in tutta Itali, e all'estero sta andando bene soprattutto in
Spagna e in Estremo Oriente. Luca Sburlati, direttore generale di Pattern, sottolinea l'impegno del gruppo
nella sostenibilità: «Nell'ultima campagna di Esemplare è stata lanciata una giacca da uomo e donna
completamente riciclata, ottenuta da 10 bottiglie di Pet (la più diffusa resina plastica) con una qualità unica.
Molti parlano di sostenibilità e noi la facciamo nel concreto: siamo orgogliosi di essere l'unica piccola/media
impresa del settore tessile-abbigliamento a redigere anche un bilancio di sostenibilità secondo gli standard
internazionali Gri che si affianca al classico bilancio d'esercizio». Pattern è stata scelta per entrare nel
programma «Elite» di Borsa Italiana, dedicato alle imprese con alto potenziale di crescita. Sburlati definisce
questo fatto «una dimostrazione della sostenibilità economica e finanziaria del nostro modello di impresa e
un'opportunità per esplorare futuri orizzonti di crescita». Il direttore generale Sburlati sottolinea anche il
rilievo che ha per Pattern l'innovazione: «Stiamo dando priorità allo sviluppo tecnologico e delle risorse
umane, in particolare grazie alla collaborazione in atto con il Politecnico di Torino, anche attraverso il
supporto di Fondimpresa per la Modellazione Cad in 3 dimensioni da applicarsi ai capi moda». Quanto al
futuro di Pattern, «in mercati turbolenti come quelli attuali non ci si può rilassare nemmeno per un secondo.
Il nostro gruppo vuole continuare a crescere passo dopo passo». c BY NC ND ALCUNI DIRITTI
RISERVATI
Foto: Tessile hitech Qui accanto un macchinario impegnato nel confezionamento e nella foto piccola in
basso Luca Sburlati
06/11/2017Pag. 25TUTTO SOLDI
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 59
Il gruppo Pattern Le giacche sportive di Esemplare riciclano le bottiglie di plastica Luigi Grassia L'azienda Pattern di Collegno (Torino) disegna e confeziona ogni anno più di 30 collezioni di capi di
vestiario, sia in proprio sia per alcuni grandi marchi internazionali del lusso. È stata fondata nel 2000 da
Fulvio Botto e Francesco Martorella e nel 2016 ha fatturato 26,5 milioni di euro, contro i 24,5 dell'anno
precedente; l'indice di redditività Ebitda (margine operativo lordo) è aumentato del 30% superando i 2,3
milioni di euro. E gli investimenti del gruppo rappresentano più del il 10% dei ricavi.
Nelle attività di Pattern ha acquisito sempre più rilievo il marchio di abbigliamento «sportivo urbano»
Esemplare, acquisito nel 2014 e da allora in continua crescita, tanto che nella campagna vendite autunno-
inverno 2017 ha più che raddoppiato gli ordini (+109% rispetto alla stesa stagione di un anno prima). Il
marchio Esemplare, dicono in Pattern, si è diffuso in molti negozi multimarca in tutta Itali, e all'estero sta
andando bene soprattutto in Spagna e in Estremo Oriente.
Luca Sburlati, direttore generale di Pattern, sottolinea l'impegno del gruppo nella sostenibilità: «Nell'ultima
campagna di Esemplare è stata lanciata una giacca da uomo e donna completamente riciclata, ottenuta da
10 bottiglie di Pet (la più diffusa resina plastica) con una qualità unica. Molti parlano di sostenibilità e noi la
facciamo nel concreto: siamo orgogliosi di essere l'unica piccola/media impresa del settore tessile-
abbigliamento a redigere anche un bilancio di sostenibilità secondo gli standard internazionali Gri che si
affianca al classico bilancio d'esercizio».
Pattern è stata scelta per entrare nel programma «Elite» di Borsa Italiana, dedicato alle imprese con alto
potenziale di crescita. Sburlati definisce questo fatto «una dimostrazione della sostenibilità economica e
finanziaria del nostro modello di impresa e un'opportunità per esplorare futuri orizzonti di crescita».
Il direttore generale Sburlati sottolinea anche il rilievo che ha per Pattern l'innovazione: «Stiamo dando
priorità allo sviluppo tecnologico e delle risorse umane, in particolare grazie alla collaborazione in atto con il
Politecnico di Torino, anche attraverso il supporto di Fondimpresa per la Modellazione Cad in 3 dimensioni
da applicarsi ai capi moda». Quanto al futuro di Pattern, «in mercati turbolenti come quelli attuali non ci si
può rilassare nemmeno per un secondo. Il nostro gruppo vuole continuare a crescere passo dopo passo».
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 60
Regioni 4.0 la Campania CORRONO INDUSTRIA E TURISMO* Balzo dell'export di prodotti manifatturieri NICOLA CAROSIELLI GIANLUIGI RAIMONDI La Campania è la regione italiana che lo scorso anno ha registrato il più alto indice di sviluppo con una
crescita del 2,2% del valore aggiunto che chiude il triennio dal 2014 al 2016. È quanto emerge dalle
anticipazioni dei principali andamenti economici e sociali del Rapporto Svimez 2017 sull'economia del
mezzogiorno, che sarà pubblicato questo mese. «Merito soprattutto del settore industriale che con una
crescita del 5,5%, contro il 3% della media del Mezzogiorno e l'1% del Centronord, ha svolto ruolo trainante
grazie anche alla diffusione dei cosiddetti Contratti di Sviluppo e beneficiato del rafforzamento del
terziario,» ha spiegato a MF-Milano Finanza Luca Cappellani, ricercatore Svimez, l'Associazione per lo
Sviluppo dell'Industria nel Mezzogiorno. Il rafforzamento del terziario che a metà di quest'anno rappresenta
il 42% del pil regionale, è stato frutto prevalentemente del positivo andamento del turismo. Ma, avvertono
da Svimez, la ripresa si spiega anche con un effetto rimbalzo dalla forte perdita di pil della crisi economica
iniziata nel 2007 e il ritardo con cui il recupero si è avuto rispetto ad altre aree italiane. «Tuttavia è un dato
di fatto che comparti quali l'aerospaziale, l'automotive e l'agroindustriale registrino continui miglioramenti
che fanno da traino». Da segnalare poi il settore dei servizi, ovvero il terziario, che in media nel
Mezzogiorno e in Campania pesa intorno all'80%, e che a differenza dell'industria in senso stretto, che già
aveva iniziato a recuperare terreno prima del 2016, si è ripreso solo negli ultimi mesi. In particolare a
brillare sono i comparti del turismo e dei trasporti, almeno osservando le dinamiche del mercato del lavoro.
Le ragioni di questo recupero? «Sicuramente c'è stato un riaggancio dell'intero tessuto economico
campano in scia alla ripresa generalizzata registrata nel resto d'Italia e d'Europa grazie a un rafforzamento
delle politiche governative di sostegno alle imprese sia a livello nazionale che regionale», ha continuato
Cappellani. Tutti ora parlano di Industria 4.0, i cui incentivi sono partiti però solo all'inizio di quest'anno, ma
molte agevolazioni come per esempio i super ammortamenti, la nuova Sabatini e il credito d'imposta erano
misure già in vigore nel 2016 a livello nazionale e hanno contribuito alla ripresa. A livello regionale è poi
partito il nuovo ciclo dei fondi comunitari 2014-2020 con i primi bandi, un elemento che favorirà
ulteriormente lo sviluppo in atto. Non solo. «A favorire la ripresa, prosegue il ricercatore Svimez, hanno
contribuito lo scorso anno anche i cosiddetti contratti di sviluppo», ha spiegato Cappellani. Sono le
agevolazioni che vengono date dal ministero dello Sviluppo Economico per progetti presentati da imprese
di dimensioni mediograndi considerate strategiche o di ampliamento delle dimensioni delle imprese stesse,
cruciali soprattutto nel Sud e in Campania dove la frammentazione aziendale è ancora più elevata della già
alta media italiana rispetto all'Europa e che dovrebbero riversarsi a cascata sull'in(continua a pag. 65)
(segue da pag. 63) dotto. Il sistema di incentivi e agevolazioni, nel complesso, sta innescando un vero e
proprio circolo virtuoso, considerando che su un totale di circa 110 contratti di sviluppo finora assegnati
oltre 40 hanno riguardato la regione Campania per un totale di circa 2 miliardi di euro dal 2012 al 2017,
soprattutto erogati negli ultimi 24 mesi. Riflessi sociali a parte, secondo l'ultimo rapporto di Banca d'Italia
sulla regione, le imprese che sono sopravvissute alla crisi hanno contribuito a rafforzare l'intero tessuto
economico campano, diventato più sano dopo una sorta di selezione naturale di una serie di aziende che
già stentavano a proseguire nella propria attività. Occorre poi, sempre a detta degli analisti della Banca
centrale, distinguere tra imprese della Campania e imprese che operano nella regione, con sede però
altrove. Infatti, se il dato complessivo della crescita è positivo, in particolare per la manifattura e l'industriale
in senso stretto, quello relativo alla aziende campane è meno incoraggiante. Per esempio, nel comparto
farmaceutico in Campania che ha registrato un elevato export verso la Svizzera, la casa madre che esporta
il prodotto semilavorato e importa quello finito, è all'estero. Questa situazione riduce quindi la ricchezza
06/11/2017Pag. 53 N.261 - 6 novembre 2017
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 61
effettivamente introitata dalla regione. In linea generale, comunque, l'export campano resta molto orientato
verso il Regno Unito, dove letteralmente spopolano i prodotti agroalimentari che pesano circa un terzo
sull'export regionale totale e della moda della regione, oltre che per la qualità, anche grazie all'effetto del
cambio con la sterlina debole e del calo dei prezzi delle materie prime sul mercato internazionale. Nel
settore delle costruzioni la ripresa è stata debole o del tutto assente, nonostante l'attività delle imprese
locali dipenda molto di più dalle commesse pubbliche, quindi dai grandi progetti, rispetto alla media delle
altre regioni italiane. In futuro saranno perciò fondamentali le opere di mordernizzazione e ampliamento
portuali, visto anche l'incremento dell'import/export delle merci. In quest'ottica s'inquadra il nuovo piano di
fondi comunitari con scadenza 2020. Infine, ultimo ma non certo per importanza, un'altra voce cruciale per
il bilancio della Campania, il turismo: secondo l'Indagine campionaria sul turismo internazionale della Banca
d'Italia, nel 2015 (ultimo anno di disponibilità dei dati) sono aumentati sia debole e d delle mate (continua a
pag. 73) (segue da pag. 65) gli arrivi sia le presenze di turisti stranieri in Campania rispettivamente del 6,2
e 3,6% sull'anno precedente e la spesa media dei turisti stranieri è aumentata del 16,5% con la provincia di
Napoli a far la parte del leone con un incremento del 18% e un peso di oltre i 3/4 sul totale. Un trend che,
sottolinea Banca d'Italia, conferma l'andamento positivo del quadriennio precedente che vanta un
incremento della quota presenze straniere al 45,3%. Tra l'altro, nei due principali porti campani, Napoli e
Salerno, è cresciuta sia il numero di passeggeri (+3% nel 2016) sia la movimentazione delle merci (+4,7%).
Passando all'export, lo scorso anno la Campania ha registrato un tasso di crescita del 2,9%, superiore a
quello rilevato sia per l'intero Mezzogiorno (+1,1%), sia per le regioni centro-settentrionali (+1,1%). Un
risultato, rileva Svimez, che conferma la vivacità del settore manifatturiero campano, che rappresenta oltre
il 94% delle esportazioni della regione. Tra i settori manifatturieri che hanno un peso maggiore per le
esportazioni si segnalano i comparti degli apparecchi elettrici" (+27,3% nel 2016), che rafforza la crescita
già realizzata nel 2015 (+5,3%) e che anche nel primo trimestre del 2017 ha segnato un forte incremento
(+18,9%). Il segmento computer, ottica e elettronica ha messo a segno un ottimo +24,4% e gli articoli
farmaceutici un buon 14,1%. Rallenta invece la crescita dell'export del comparto prodotti agricoli, che
rappresentano oltre un quarto del totale delle esportazioni della Campania e che dopo la forte crescita fatta
registrare nel corso del periodo 20072015 durante il quale sono aumentate del 50%, sono (continua a pag.
75) (segue da pag. 73) cresciute debolmente nel 2016 (+1,9%) e risultano in flessione nei primi mesi del
2017 (-1,8%). In calo per contro nel 2016 l'export del settore «Prodotti tessili e abbigliamento» (-6,1%), che
tuttavia nel primo trimestre di quest'anno ha segnato un forte recupero (+5%).
Foto: L'Aw 609, un convertiplano, per molti l'elicottero del futuro
Foto: Tecnici nella clean room del sito di Giugliano che ospita il virtual lab, uno dei più avanzati in Italia
Foto: L'inaugurazione della stazione di Afragola nel giugno scorso
Foto: La Apple Academy a San Giovanni a Teduccio
Foto: Il nodo ferroviario per l'Alta Velocità ad Afragola con la stazione progettata da Zaha Hadid
Foto: Il Pietrarsa Express di Napoli, un polo museale unico in Italia e la pubblicità della Apple a Napoli
Foto: Il Pietrarsa Express di Napoli, un polo museale unico in Italia e la pubblicità della Apple a Napoli
06/11/2017Pag. 53 N.261 - 6 novembre 2017
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 62
TOP PERFORMER - INCO.FARMA/ Regioni 4.0 la Campania Prossima mossa: la farmacia va in rete «Quest'anno rappresenterà l'inizio di una nuova fase societaria, una gestione a regime perché andiamo
incontro a una stabilizzazione dei costi e a un presumibile incremento degli utili,» Domenico Della Gatta,
ceo di Inco.Farma, società mista per la gestione di farmacie, controllata da una holding privata e
partecipata per il 25% dal Consorzio di Enti locali, ha raggiunto un traguardo. Il numero delle farmacie
gestite nei 24 Comuni delle province di Napoli, Caserta ed Avellino, è arrivato, con l'apertura di Afragola, a
quota 22, soglia giudicata accettabile dal management. Al momento della costituzione nel 2004, facevano
parte del Consorzio esclusivamente i nove comuni fondatori, successivamente il contratto di servizio è stato
ampliato. La società, che ha sempre riportato utili di esercizio dalla sua costituzione, sta facendo registrare,
negli ultimi anni, performance tali da spingerla nel ranking delle migliori Pmi campane nelle prime dieci
posizioni. Nel 2016 il valore della produzione ha superato i 25 milioni di euro con un incremento sul 2015 di
oltre 3,5 milioni, mentre l'ebitda, a 2,5 milioni, ha spinto il margine sul fatturato a un eccellente, nel campo
dei servizi, 10%.Altrettanto interessante è il dato relativo al costo del lavoro che passa da 2,4 mln del 2015
a 2,65 mln del 2016 con un'incidenza percentuale in diminuzione dall'11,2% al 10,5%. L'utile netto è stato
di 860 mila euro con debiti per circa 2,5 milioni di euro. Ora Della Gatta intende potenziare alcuni punti
vendita localizzati in realtà territoriali che rispondono positivamente alle politiche aziendali, trasferendo le
farmacie in locali più attrezzati. «Inoltre a seguito delle recenti novazioni legislative, è stato commissionato
uno studio di fattibilità per l'attivazione del commercio elettronico», ha spiegato il manager. Con l'apertura
della farmacia comunale di Afragola può dirsi completato - detta della società - anche per gli effetti del dl n.
1/2012 (che ha sospeso l'esercizio del diritto di prelazione, da parte dei Comuni, sulle farmacie di nuova
istituzione) lo sviluppo in termini di numero di farmacie gestite.
Foto: Domenico Della Gatta
06/11/2017Pag. 65 N.261 - 6 novembre 2017
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 63
FINANCIAL ADVISOR DOPPIA DELEGA PER I PIR FIRMATI BANCA GENERALI Maurizio Canavesi Banca Generali lancia i propri fondi PIR dedicati alle PMI italiane inserendo strategie innovative nell'offerta
sul mercato. La banca private ha, in particolare, affiancato alle soluzioni finanziarie in distribuzione presso
la propria rete (Anima, Eurizon e Amundi) la proposta di due comparti che si distinguono, nel primo caso,
per il controllo della volatilità, e la diversificazione su scala globale, e, nel secondo, per l'attenta selezione
delle PMI in portafoglio. Lo stile Banca Generali nell'orientamento ai fondi multiasset per ampliare le
decorrelazioni dai rischi si ritrova nella nuova delega all'interno dell'universo dei fondi Bg Sicav affidata a JP
Morgan AM che ha studiato per la società un comparto ad hoc in grado di cogliere i vantaggi fiscali della
normativa sui PIR, seppur restando orientato ad un'ampia diversificazione geografica. Questo avviene
grazie ad un evoluto sistema di total return swap che proietta le opportunità di investimento verso un fondo
bilanciato globale, con coperture significative al capitale in modo da ridurne i rischi di volatilità. Si tratta di
una strategia unica in Italia che tiene conto del rally già significativo messo a segno dalle PMI interessate
dal fenomeno dei PIR guardando poi su orizzonti più globali. Il secondo comparto è, invece, più tradizionale
nella formula del bilanciato Italia, ma si dimostra all'avanguardia nella strategia fortemente focalizzata sulle
pmi. La delega viene, infatti, affidata a Intermonte che è "una delle realtà più accurate e addentro nella
ricerca sulle small e mid cap italiane, di cui ha una copertura del 75% tra le 184 quotate" spiegano da
Banca Generali. La strategia si focalizza sui settori industriali e retail, azioni e bond, guardando a quelle
realtà con un basso livello di indebitamento e con conti in ordine visto che il requisito è quello di avere
almeno un margine operativo lordo sopra il 10% nell'ultimo triennio.
Foto: La rete private del Leone si affida a JP Morgan AM e a Intermonte per ampliare l'offerta dedicata alle
PMI italiane
06/11/2017Pag. 40 N.11 - novembre 2017 tiratura:45000
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 64
Advisor think CROWDFUNDING. LA MISCELA "ESPLOSIVA" DELLE ICOS Umberto Piattelli* Il crowdfunding non ha ancora minimamente fermato la sua corsa che già si affacciano sul web nuove
modalità di sfruttarne le potenzialità. Ma facciamo un passo indietro. Il crowdfunding in Italia, così come nel
mondo comincia a crescere, e i numeri sono sempre più rotondi ed interessanti: l' equity crowdfunding ,
aperto adesso indistintamente a tutte le PMI ha visto, dal suo avvio in Italia nel 2013, il lancio di 109
campagne che hanno raccolto oltre 15 milioni di euro. Se poi guardiamo i risultati anno per anno, si passa
dalla primordiale raccolta di 1,3 milioni del 2013 alla raccolta di 9,6 milioni di euro nei primi 8 mesi del 2017.
Il lending crowdfunding non è rimasto indietro, anzi, il totale della raccolta in Italia ha superato i 150 milioni
di euro a fine 2016, 88 dei quali erogati a PMI e individui, con un contributo di ulteriori 66 milioni di euro
dato dall' invoice trading crowdfunding (cessione fatture), che dal 2015 al 2016 ha incrementato la propria
quota di mercato dell'800%. Si potrebbe quindi pensare che il crowdfunding stia confermando ovunque la
propria capacità di raccogliere capitali perché siano investiti o prestati con profitto, ma non è così. Qualcuno
ha infatti pensato che fosse possibile utilizzare questo modello di raccolta per una diversa finalità e ha
promosso la prima Initial Coin Offering (ICO), consentendo ad alcune start-up di raccogliere in poco tempo
somme da capogiro: Bancor ha raccolto 135 milioni di dollari, EOS ha raccolto 185 milioni, Tezos addirittura
232 milioni, mentre in Cina 65 ICOs hanno raccolto l'equivalente di 335 milioni di euro; se compariamo
queste cifre con quelle di una raccolta media in Italia (220.000,00 euro) e comunque con il limite massimo
di raccolta consentito in Italia così come in molti altri paesi europei (5 milioni di euro), o negli USA (1
milione di dollari per campagna di equity crowdfunding) appare subito evidente che il fenomeno ICOs non è
comparabile con le IPOs (Initial Public Offering) che sono poi le raccolte promosse sollecitando investimenti
tramite portali di equity crowdfunding. Ma il problema è un altro, o meglio, si tratta di capire cosa sia
effettivamente una ICO e cosa venga dato in cambio all'investitore. Le prime ICO sono nate mettendo
insieme il crowdfunding, i bitcoin (cripto-moneta) e la teconologia blockchain che costituisce il sistema
attraverso il quale le transazioni in bitcoin sono registrate senza necessità di ricorrere ad una autorità
centrale, ma consentendo a tutti coloro che lo desiderano, di poter fungere da registri decentralizzati delle
transazioni stesse. Il sistema blockchain è apparso così innovativo e sicuro che oramai sono allo studio
tantissime applicazioni dello stesso nei settori più diversi per sfruttarne quelle che sembrano essere
potenzialità illimitate. Quindi una ICO utilizza la struttura della blockchain per registrare le transazioni,
ovvero lo scambio di bitcoin o altre cripto-valute (acquistate con euro, dollari o yuan) con i c.d. tokens che
vengono emessi dalla startup che raccoglie il denaro per lo sviluppo dei propri progetti. Ma cosa sono
questi tokens e che diritti o valori attribuiscono a chi li ha sottoscritti/comprati in una ICO? Questo appare
oggi il tema più discusso, non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche tra gli enti che regolano il mercato dei
capitali e quindi degli investimenti in strumenti finanziari nei diversi paesi. In America, così come in
Germania e in Inghilterra le autorità regolamentari (rispettivamente SEC, Bafin e FCA) ritengono che
queste operazioni siano da considerarsi alla stregua di investimenti in strumenti finanziari e quindi non
diversamente regolate dalle normali quotazioni su mercati borsistici ovvero dalle raccolte di capitale
promosse tramite portali di equity crowdfunding; in Cina le ICOs sono state recentemente vietate senza
alcuna eccezione e il governo cinese ha ordinato la restituzione dei fondi ai sottoscrittori, ritenendo che si
tratti di operazioni rischiosissime o addirittura di frodi finanziarie. Tuttavia la risposta a cosa sia o come si
possa definire un token non è questa, posto che certamente in una ICO non vengono sottoscritte azioni o
quote rappresentative del capitale sociale della società che promuove la raccolta di capitali. Il token
rappresenterebbe una nuova cripto valuta che viene scambiata in un apposita piattaforma e che consente
al suo possessore di guadagnare mediante la cessione dei tokens a valori più alti di quelli ai quali li ha
06/11/2017Pag. 51 N.11 - novembre 2017 tiratura:45000
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 06/11/2017 - 06/11/2017 65
acquistati (in effetti in maniera simile a quanto avverrebbe con azioni quotate ovvero alla speculazione sul
valore di cambio delle monete esistenti). Ethereum è un sistema alternativo, sempre basato sulla tecnologia
blockchain, che è stato creato in concorrenza con i bitcoin, proprio per consentire operazioni di questo tipo.
Il 21 di settembre ad Atene si è svolto il 3° Crowddialog europeo, evento dedicato al crowdfunding e al
crowdsourcing, dove si è largamente dibattuto di ICOs, proprio al fine di cercare di avere maggiore
chiarezza sulla definizione dei tokens. In tale contesto si è cercato di capire quale sia l'oggetto
dell'investimento in una ICO o come l'investitore potrà trarre beneficio dallo stesso, posto che con tale
operazione la startup promuove il proprio business plan così come lo fa quando intende promuovere una
campagna di equity crowdfunding, ma non emette azioni né quote che divengano di proprietà
dell'investitore. Quindi quale è il legame tra il token che l'investitore ha comprato e lo sviluppo atteso del
business della società che ha raccolto i capitali? Non è chiaro e secondo alcuni dovrebbe essere scritto in
uno smart contract che utilizzando la tecnologia blockchain possa, al verificarsi di un certo evento (per
esempio una determinata redditività, o un certo fatturato) consentire al proprietario del token di diventare
finalmente socio della società o di avere un altro tipo di ritorno economico (per esempio conversione in
bitcoin). Vi è chi invece ha sostenuto che il token, in quanto rappresentativo di una moneta virtuale emessa
dalla società, dovrebbe aumentare il proprio valore sia in funzione dei risultati raggiunti dalla startup che lo
ha emesso, sia per effetto della possibilità di scambiarlo sulle apposite piattaforme, un po' come è accaduto
per il valore dei bitcoin che è aumentato o diminuito nel corso del tempo, a seconda della disponibilità e
della relativa domanda; questo poichè molte ICO consentono di sottoscrivere i tokens a sconto rispetto al
loro teorico valore iniziale, nelle prime fasi della campagna, e lo sconto sul prezzo si riduce man mano che
la campagna progredisce e la raccolta si avvicina al completamento. Quindi se sono tra i primi a comprare i
tokens, potrò poi rapidamente cederli a prezzo pieno o ad un valore ancora superiore, per realizzare
rapidamente il relativo profitto (senza alcuna specifica connessione con lo sviluppo del business della
startup e della crescita di valore della stessa). Il tema è quindi di grandissimo interesse ed attualità e se
queste poche righe non possono essere considerate una esaustiva rappresentazione del "fenomeno" ICO,
auspico che possano costituire una utile e preliminare analisi che aiuti chiunque sia interessato ad
approfondirne il funzionamento e le possibili applicazioni; detto questo non ci si illuda che in Italia, così
come abbiamo visto negli altri paesi già interessati da queste operazioni, una ICO possa consentire di
bypassare la norme esistenti in materia di investimenti in strumenti finanziari e quindi essere realizzata al di
fuori di ogni regolamentazione a tutela degli investitori, solo perché non si riesce ancora a definire
esattamente cosa sia un token. *partner Osborne Clarke
IL'ABC DEL CROWDFUNDINGl crowdfunding è un canale non "tipico" e non convenzionale di finanziamento di imprese in relazione a
progetti e investimenti. Si tratta di una modalità di finanziamento nuova che potrebbe consentire l'accesso
alle imprese a nuove forme di partecipazione nel loro capitale da parte di piccoli investitori, incentivando in
tal modo lo sviluppo e la crescita del Paese. La definizione di "crowdfunding" è implicita nel termine stesso:
folla e finanziamento. In un sistema finanziario in cui un imprenditore capace, pur in possesso di una buona
idea imprenditoriale troppo spesso si trova a non riuscire ad accedere a linee di credito utili allo sviluppo
della stessa. Il credit crunch e la crisi economica che hanno investito l'Europa nonché lo sviluppo della
tecnologia WEB hanno di recente contribuito allo sviluppo di nuovi strumenti di finanziamento e di accesso
al credito, innovativi rispetto ai canali tradizionali. Di particolare importanza e interesse è stato lo sviluppo
del c.d. "crowdfunding", il quale nasce al fine di garantire supporto finanziario a progetti e investimenti
promossi da imprese da parte di finanziatori non istituzionali. Questi ultimi, "credendo" nell'impresa e nel
progetto, investono al fine di trarne benefici economici o semplicemente nell'intento di contribuire allo
sviluppo del progetto e dell' "idea" imprenditoriale che ne è alla base. La logica su cui si fonda tale sistema
è basato sulla possibilità che viene concessa a persone comuni di valutare e partecipare a progetti di
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impresa. Il canale utilizzato per pubblicizzare i progetti è in primis il web, il potenziale di tale strumento
risulta a questo punto altissimo poiché le varie strutture del crowdfunding consentono di scegliere come e
per cosa partecipare. Lo strumento del crowdfunding, come detto, può essere utilizzato per molteplici fini,
dal restauro di un bene al finanziamento di un'impresa, ovviamente i risultati e il "ritorno" economico
dell'investitore cambiano in funzione del fine che lo ha spinto a partecipare alla raccolta di fondi. Gli attuali
metodi di crowdfunding possono essere classificati in quattro modelli distinti tra loro per fine e risultato:
DONATION-BASED Tale modello, particolarmente indicato a progetti finalizzati alla comunità permette di
donare una determinata somma ad un ente che ha fini sociali, in tal caso non avendo il donatore un fine di
lucro viene spesso utilizzato per stimolare la donazione con un riconoscimento morale; PEER-TO-PEER Il
modello in esame è uno strumento che permette il prestito di denaro tra privati, ad oggi poco utilizzato nel
nostro sistema; REWARD BASED Tale modello consente di ottenere vantaggi sia per l'investitore che per il
promotore del progetto/prodotto. Si distingue dagli altri per la possibilità data al finanziatore di avere un
ritorno economico tramite il riconoscimento di un prodotto o del servizio offerto nonché di visibilità in merito
al supporto economico concesso; EQUITY BASED Utilizzato principalmente da finanziatori imprenditoriali,
permette a fronte di un finanziamento solitamente più rilevante dei precedenti, di entrare a far parte della
compagine societaria dell'azienda. Al momento è l'unica forma regolamentata in Italia, peraltro da stringenti
vincoli normativi e regolamentari da parte di Consob. Negli ultimi anni si parla spesso di Start up, Start up
innovative, PMI, Crowdfunding i quali sono concetti distinti ma che spesso di intrecciano tra loro, anche in
considerazione di norme di favore che il legislatore ha emanato a favore di alcuni soggetti. In verità la
normativa è in continua evoluzione dal 2012 e non sempre in maniera coordinata, in quanto l'interesse
suscitato da questi nuovi istituti presso il mondo delle imprese ha spinto verso un continuo miglioramento di
questi strumenti all'interno di un processo evolutivo che è tuttora in corso. Le imprese definite Start up
innovative sono società di capitali, costituite anche in forma cooperativa, che si distinguono per l'alto
contenuto tecnologico dei
beni o servizi che producono. Queste imprese sono state introdotte nel nostro ordinamento - come sopra
accennato - nel 2012 e da allora sono state spesso oggetto di diversi aggiornamenti normativi, anche in
considerazione della "centralità" che questi nuovi strumenti stanno assumendo. In generale un'impresa è
una start-up innovativa se soddisfa determinati requisiti. Data la componente innovativa che
contraddistingue queste start up, sono previsti incentivi e agevolazioni fiscali: per la tassazione del reddito
d'impresa; per i soci che investono in queste società. Diversamente, il crowdfunding (o finanziamento
collettivo) è un meccanismo volto a raccogliere fondi in maniera spontanea ("finanziamento dalla folla")
principalmente con l'utilizzo del web. Questa modalità può raggiungere risultati impensabili. Il crowdfunding
equity based - ammesso originariamente solo per le start up innovative, è stato esteso dalla legge di
Bilancio 2017 a tutte le PMI-Spa e da ultimo anche alle PMI-Srl per effetto delle modifiche intervenute con
l'art. 57 c. 1 D.L. 50/2017. Il nostro legislatore non ha infatti preso in considerazione il crowdfunding
classico rivolto al finanziamento di singoli progetti, ma solo una tipologia particolare di crowdfunding detto
appunto "equity crowdfunding" rivolto alle PMI alle quali viene data la possibilità di raccogliere capitali di
rischio ("funding") presso privati attraverso molteplici canali, quali anche portali, ed è rivolto alla folla della
rete ("crowd") per chiedere finanziamenti attraverso piccole quote di investimento. Le start up innovative
possono essere Srl o SpA e devono avere contenuto tecnologico, ovvero operare in uno dei settori
individuati dalla legge sulle imprese sociali. Le PMI alle quali è stata estesa la possibilità di accesso al
crowdfunding possono essere costituite come SpA ma anche come Srl. La normativa italiana sulle Startup
e PMI Innovative, prevede incentivi fiscali per i soggetti IRES e IRPEF che effettuano investimenti nel
capitale sociale di imprese qualificate come "startup o PMI innovative". A seguito dell'approvazione della
Legge di Stabilità 2017, a decorrere dal corrente esercizio le agevolazioni fiscali nell'innovazione hanno
goduto di una concreta maggiorazione: le persone fisiche hanno infatti la facoltà di detrarre dalle imposte
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sul reddito nella loro dichiarazione dei redditi annuale un importo pari al 30% di quanto investito nel capitale
sociale di una o più start up innovative (con un limite di investimento di 1.000.000 euro). La percentuale di
detrazione è stata portata al 30% per tutte le startup, anche quelle a vocazione o in quelle che sviluppano e
commercializzano esclusivamente prodotti innovativi ad alto livello tecnologico in campo energetico. le
società che investono in start up innovative godono di un regime fiscale di favore (con esclusione delle start
up stesse) potendo escludere dal reddito imponibile un importo pari al 30% di quanto investito nel capitale
sociale (con un limite di investimento di 1.800.000 euro) di una o più start up anche quelle a vocazione
sociale e quelle che sviluppano e commercializzano esclusivamente prodotti innovativi ad alto livello
tecnologico in campo energetico. Possiamo quindi considerare il crowfunding come uno strumento di
finanziamento e di capitalizzazione delle imprese realmente innovativo e in grado di contribuire alla ripresa
dell'economia e al miglioramento della qualità della crescita nel nostro Paese, attraverso la selezione degli
investimenti a maggiore valore aggiunto e dotati di maggiore tasso di innovazione. Alessandro Atzeni,
dottore commercialista e founding partner Atax Associazione professionale
L'AUMENTO E IL CONTINUO INCREMENTOÄ DELLE ICOS N 40 30 20 10 0 ICOs In corso/Annunciate
lug 16 ago 16 set 16 ICOs Passate/Chiuse ott 16 nov 16 Fonte: Lombard Odier. Solo a fini illustrativi dic 16
gen 17 feb 17 mar 17 apr 17 mag 17 giu 17 lug 17
UNO SGUARDO ALLE VENDITE DEL MERCATO TOKEN TOTALE RACCOLTO 120M 100M 80M 60M
40M 20M 0 40 32 24 16 8 Q1 Q2 Q3 2013 NUMERO DI VENDITE Q3 Q2 Q1 2013 Q4 Q1 Q4 Q1 Fonte:
Lombard Odier. Solo a fini illustrativi Q2 Q1 Q4 Q3 Q2 2014 2014 Q3 Q4 2015 2015 Q1 Q4 Q3 Q2 Q1
2016 2016 Q2 2017 Q2 Q1 Q4 Q3 Q2 Q1 Q4 Q3 Q2 Q1 Q4 Q3 Q2 2017
Foto: Al terzo Crowddialog europeo si è dibattuto a lungo su come definire il token
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ASSET SMALL-MID CAP "MADE IN ITALY" TRAINATE DAI PIR Max Malandra "Le prospettive per l'Italia sono positive, considerando che nel 2018 si dovrebbe consolidare il trend di
crescita dell'economia visto nel 2017: le nostre stime sono per una crescita del PIL nel 2018 nel range
11,5%, quindi sostanzialmente sugli stessi livelli del 2017". Così Claudio De Ranieri , portfolio manager del
fondo Atlante target Italy di Albemarle Asset Management . "Sono livelli di crescita modesti in valore
assoluto, ma che in Italia non si vedevano da anni. Le ragioni di tale crescita sono molteplici, riconducibili
ad esempio all'accelerazione della crescita economica europea e mondiale e alla necessità di investimenti
in beni durevoli dopo anni di sottoinvestimenti". "Riteniamo che vi sia un'onda lunga legata alle politiche
economiche già messe in atto dal Governo Renzi in tema di Industra 4.0, super e iper ammortamenti, che
sta dando i suoi frutti - conferma Guido Crivellaro , gestore del fondo Symphonia Azionario Small Cap Italia
Pertanto riteniamo possibili sorprese positive in termini di crescita economica per il nostro Paese, con un
quadro macro supportivo per l'anno prossimo". "Un elemento di disturbo è rappresentato dalle elezioni
politiche della prossima primavera mette però in guardia Marco Nascimbene , gestore di Fondersel PMI - A
oggi i sondaggi danno un esito molto incerto con i tre schieramenti principali molto vicini e con conseguenti
rischi sulla futura stabilità politica del Paese, mentre, per continuare il processo di crescita, sarebbe
necessario proseguire sulla via delle riforme per migliorare la competitività dell'economia italiana". Intanto
quest'anno la Borsa italiana è tra le migliori in assoluto in termini di rendimento. "La performance degli indici
azionari italiani in particolare sulle mid e small cap ha permesso di chiudere lo sconto relativo tra il mercato
domestico e i principali mercati azionari internazionali commenta Francesco De Astis , gestore per Eurizon
del fondo Azioni PMI Italia - Parte di questa performance è sicuramente da attribuire alla spinta dei Pir, ma
è importante sottolineare comunque che i tassi di crescita degli utili di mid e small cap siano supportivi degli
attuali multipli". "Gli acquisti dei fondi Pir hanno sicuramente favorito la performance del mercato italiano
aumentando liquidità e visibilità delle società a minore capitalizzazione - conferma Nascimbene - Ma nel
corso dell'anno è aumentato anche l'interesse e la presenza degli investitori internazionali. Dal punto di
vista valutativo riteniamo vi sia ancora spazio di salita sia per il comparto industriale, dove sono quotate
aziende di qualità con presenza a livello globale e con valutazioni elevate ma giustificate dai buoni risultati,
sia in quello bancario, dove la progressiva riduzione dello stock di sofferenze e il taglio dei costi stanno
portando a un recupero della redditività. Infine la buona performance dell'economia domestica favorisce i
titoli legati ai consumi interni che sono ancora su multipli interessanti". L'elevato peso di oil & gas e bancari
ha penalizzato le performance negli ultimi anni del Ftse Mib, ma non è da escludere che tali settori possano
in futuro sovraperformare - continua De Ranieri Molti industriali e beni di consumo quotano a valutazioni
ragionevoli se paragonate ai competitor mondiali, in molti casi inferiori rispetto ai massimi storici. Certo, le
small e mid cap hanno beneficiato dell'effetto Pir e le valutazioni in taluni casi appaiono molto elevate. Ma
vi sono ancora titoli con valutazioni relativamente vantaggiose". "Ciò che conta sono i fondamentali
aziendali, crescita degli utili, prospettive macroeconomiche, solidità dei bilanci e valutazioni - interviene
Crivellaro -Oggi osserviamo fondamentali positivi con aziende in ottima salute e crescite degli utili
interessanti. Le valutazioni, in alcuni casi, iniziano a essere elevate anche se testimoniano qualità
aziendale e un'interessante crescita attesa. Pertanto, con dinamiche degli utili significative, anche multipli
elevati a uno o due anni possono essere accettati". Un appeal delle aziende italiane quotate è storicamente
rappresentato dal dividendo. Quanto è ancora importante? "Se un'azienda ha elevate prospettive di
crescita preferiamo naturalmente che tutta la cassa disponibile sia investita nello sviluppo del business,
quindi con un ritorno più interessante di una rendita finanziaria - spiega il gestore di Symphonia - In
presenza di un settore che produce cassa per margini elevati o per una fase matura del ciclo di prodotto,
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invece, la possibilità di percepire un ritorno in termini di dividendo diventa auspicabile". "È importante
soprattutto per i settori regolati e per le utility" conferma il gestore di Fondersel. "La politica di dividendi è un
aspetto importante nel nostro approccio, ma apprezziamo anche società che rinunciano a pagare cedole
per finanziare programmi di crescita futura" aggiunge De Astis. Di parere diverso ad Albemarle: "La politica
dei dividendi per noi è sostanzialmente irrilevante: preferiamo aziende che pagano un dividendo ridotto ma
con un trend sostenibile di crescita degli utili rispetto a chi paga elevati dividendi difficilmente sostenibili nel
tempo o con il ricorso all'indebitamento bancario. Tendiamo cioè a focalizzarci di più sugli utili, che,
reinvestiti in azienda, possono essere fonte di ulteriore valore". ATLANTE TARGET ITALY Gestore Fondo
(mln euro) Benchmark Beta 3a Alfa 3a 1° Settore 2° Settore 3° Settore 19,0 K 16,0 K 13,0 K 10,0 K
Cementir 2013 Fca Saes Getters Mondadori Editore Intesa Sanpaolo 0 2014 Umberto Borghesi, Claudio
De Ranieri 3 Dati al 30 settembre 2017 25,0 K 22,0 K 2015 2016 2017 63 90% Bci Globale 1,09 11,88
Industriali (20%) Cash (17%) Finanziari (16%) Composizione geografica &in %' Andamento a 5 anni 6
Fonte: Morningstar Direct; dati giornalieri; periodo: 19/10/2012 - 15/10/2017; scala: 19/10/2012 = 100 9
EURIZON AZIONI PMI ITALIA Gestore Fondo (mln euro) Benchmark Beta 3a Alfa 3a 1° Settore 2° Settore
3° Settore Interpump 25,0 K 22,0 K 19,0 K 16,0 K 13,0 K 10,0 K Hera Cerved Diasorin B.Pop. Sondrio
Autogrill Anima Holding Inwit De Longhi 2013 Ima 0 2014 Francesco De Astis 2015 2 3 2016 4 380 95%
Ftse It. Mid Cap, 5% Barc. Euro Treass 0,83 14,65 Industriali (24,6%) Finanziari (20%) Beni di consumo
(18,1%) Composizione del portafoglio &in %' 1 Dati al 31 agosto 2017 Andamento a 5 anni 2017 Fonte:
Morningstar Direct; dati giornalieri; periodo: 12/10/2012 - 12/10/2017; scala: 12/10/2012 = 100 5
SYMPHONIA AZIONARIO SMALL CAP ITALIA Gestore Fondo (mln euro) Benchmark Beta 3a Alfa 3a 1°
Settore 2° Settore 3° Settore Interpump Bb Biotech Ima Amplifon Banca Ifis Reply Ei Towers Marr
Datalogic Italy 0,0% 14/03/18 25,0 K 22,0 K 19,0 K 16,0 K 13,0 K 10,0 K 2013 2014 Guido Crivellaro e
Samantha Melchiorri 2015 2016 107 90% Ftse Italia Star, 10% Bofa Ml eur govt 0,72 18,26 Industriali
(31,48%) Finanziari (12,82%) Beni di consumo (10,72%) Composizione geografica &in %' Dati al 31 agosto
2017 0 2 4 Andamento a 5 anni 6 2017 Fonte: Morningstar Direct; dati giornalieri; periodo: 12/10/2012 -
12/10/2017; scala: 12/10/2012 = 100 8
FONDERSEL PMI Gestore Fondo (mln euro) Benchmark Beta 3a Alfa 3a 1° Settore 2° Settore 3° Settore
Unicredit 2013 Eni Intesa Sanpaolo Interpump Autogrill enel Generali Hera Cerved Fca 0 2014 1 Marco
Nascimbene 2015 2 3 2016 4 109 50% Ftse Mib e 50% Ftse It Mid Cap 1,02 9,38 Finanziari (30%)
Consumi ciclici (17,7%) Industriali (16,9%) Composizione geografica &in %' Dati al 29 settembre 2017
Andamento a 5 anni 2017 Fonte: Morningstar Direct; dati giornalieri; periodo: 12/10/2012 - 12/10/2017;
scala: 12/10/2012 = 100
ATLANTE TARGET ITALY Fiat Chrysler è uno dei principali titoli in portafoglio da diversi anni. Il principale
motivo per cui si è scelto questo titolo è il suo ceo, Sergio Marchionne. Infatti, a prescindere dall'elevato
valore intrinseco di alcuni dei suoi asset (es. Jeep e Maserati in questo momento, Ferrari e CNH Industrial
in passato), riteniamo che il vero punto di forza di Fiat sia Marchionne ed il modo in cui sta gestendo la
società: la sua strategia è basata sul creare e cogliere tutte le opzionalità positive che si presentano con
l'obiettivo di creare valore per gli azionisti. È stato indubbiamente cosi in passato con riferimento
all'acquisizione di Chrysler e agli spin-off di CNH Industrial e Ferrari, probabilmente lo sarà nel prossimo
futuro anche con riferimento a Magneti Marelli e Maserati. Più in generale, a livello di settori siamo
principalmente investiti su Industriali (oltre a Fca, ad esempio Saes Getters), beni di consumo (Mondadori,
Aeffe) e finanziari (Intesa, Generali), sebbene nel finanziario siamo strutturalmente sottopesati rispetto
all'indice di riferimento. Riteniamo che la conoscenza diretta dei manager, soprattutto quando si investe in
small e mid cap - che talvolta sono anche gli azionisti di maggioranza della società sia fondamentale.
EURIZON AZIONI PMI ITALIA I settori maggiormente presenti nell'indice mid cap sono quelli industriale,
consumer discretionary e financial services. Il nostro processo di investimento, in estrema sintesi, si articola
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in tre fasi fondamentali. Un primo step prevede l'analisi top-down dello scenario macro dell'economia
italiana e delle variabili che possono influenzarlo; successivamente un'analisi rigorosa delle società
attraverso dei modelli di screening dei fondamentali (Ev/Ebitda, P/e, P/bv, Fcf Yield, Dividend Yield). Infine
nella terza incontriamo le aziende. La valutazione dei singoli investimenti è un processo che non può
prescindere dai punti di forza delle singole aziende come la qualità del management, l'esposizione
geografica delle vendite e il settore in cui operano, ma ancora più rilevante è il grado di leadership che
queste aziende hanno nei loro settori e le barriere all'ingresso, spesso tecnologiche, che sono state in
grado di crearsi nel tempo. Dal punto di vista borsistico i principali multipli sono sia di tipo reddituale come
Ev/Ebitda o Price/Earning ma riteniamo importante soprattutto la capacità di generare cassa e ripagarla agli
azionisti, tenendo conto dei multipli Free Cash Flow Yield e Dividend Yield.I 10 MIGLIORI FONDI
AZIONARI ITALIA
Atlante Target Italy Symphonia Azionario Small Cap Italia Eurizon Azioni PMI Italia Fondersel PMI
Fideuram Italia Lemanik High Growth Cap. Retail CS Italy Equity Fund Fonditalia Equity Italy Interfund
Equity Italy AcomeA Italy ISIN IE00B57Z8L94 IT0004464233 IT0001470183 IT0000386489 IT0000388147
LU0284993374 LU0108801654 LU0388707183 LU0074298604 IT0004718893 Perf. 1 anno 56,43%
46,36% 45,43% 46,02% 41,72% 35,75% 43,59% 40,03% 39,91% 57,52% Fonte: elaborazioni ADVISOR
su dati www.morningstar.it (estrazione dati: 17/10/2017) Perf. 3 anni 19,96% 25,84% 22,68% 16,78%
14,13% 11,95% 12,15% 12,42% 11,98% 10,87% Perf. 5 anni 22,82% 22,34% 21,14% 19,33% 16,15%
14,90% 14,59% 14,42% 13,81% 13,70% Sharpe Ratio 3 anni 0,85 1,37 1,07 0,76 0,70 0,52 0,58 0,62 0,59
0,50 Spese correnti 1,65% 2,07% 2,01% 1,84% 1,97% 2,29% 0,96% 1,50% 1,49% 0,91% Morningstar
rating
FONDERSEL PMI Il processo d'investimento inizia con lo studio della società e del settore di appartenenza
con l'obiettivo di verificarne punti di forza e di debolezza, opportunità e rischi a livello sia operativo sia
regolamentare, e prosegue con l'analisi dei multipli cui tratta il titolo per capire se può essere interessante a
livello di investimento. In questa fase facciamo anche riferimento agli analisti che seguono la società e il
settore in esame, per verificare i diversi punti di vista. La fase più importante rimane quella dell'incontro con
il management per comprendere l'affidabilità dei piani industriali presentati e il loro livello di controllo sulle
variabili chiave del business. È fondamentale capire la capacità del management di rispettare le attese a
livello di risultati. Incontriamo più volte il management delle società che seguiamo, sia singolarmente sia in
occasione di eventi come ad esempio le Star Conference di Borsa Italiana. Cerchiamo società leader nel
loro segmento di mercato con posizioni competitive forti e sostenibili nel tempo all'interno della loro area di
attività. Come indicatori borsistici, oltre al p/e, guardiamo a EV/Ebitda ed Ebitda margin per vedere la
redditività della società e a che livello la prezza il mercato e il free cash flow yield oltre al p/cf per valutare la
generazione di cassa. Attualmente i settori che pesano maggiormente sul portafoglio sono l'industriale, il
bancario, i consumi e le utilities.
SYMPHONIA AZIONARIO SMALL CAP ITALIA Lavorando da tanto tempo sul mercato domestico siamo
facilitati dal fatto di conoscere già un gran numero di società e pertanto il processo di analisi è continuo,
molto spesso mirato in funzione dell'andamento dei prezzi, delle notizie aziendali e del contesto macro.
Cerchiamo di confrontarci sempre con gli analisti, laddove esiste una ricerca, ma soprattutto vogliamo
avere un canale diretto con la società per verificare con il management l'andamento del business e le
prospettive aziendali. A questa raccolta di informazioni segue una fase di analisi finanziaria,
predisposizione delle stime future di utile su modello proprietario e valutazione rispetto al prezzo di
mercato. Da tale processo si determina l'opportunità o meno di acquistare, rafforzare, diminuire o vendere
la posizione in portafoglio. Oltre al confronto diretto con la società l'analisi complessiva di una società viene
completata con il confronto con i competitor e con ogni dato a disposizione sul settore di appartenenza.
Lavorando soprattutto con le mid small cap ha poco senso parlare di "settore" in senso tradizionale. Ci
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troviamo infatti a confrontarci per lo più con società industriali o di servizi dove ogni azienda sembra
costituire un comparto a sé stante. Abbiamo pochi titoli finanziari e del settore energetico, mentre il settore
industriale allargato è quello di gran lunga più rappresentato.
Foto: Nel 2017 Piazza Affari è tra le migliori borse in assoluto in termini di rendimento
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