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Inchiesta 14 Altroconsumo 239 Luglio-Agosto 2010 altroconsumo.it Luglio-Agosto 2010 239 Altroconsumo 15 14 Altroconsumo 239 Luglio-Agosto 2010 altroconsumo.it Il lungo viaggio del tonno in scatola Il pinna gialla, che arriva sulle nostre tavole, non è pescato nel Mediterraneo, ma in oceani lontani. Abbiamo indagato sulle condizioni in cui ciò avviene. E individuato pochi buoni esempi. cordatevi le tonnare siciliane. Le nostre scatolette non arrivano dal Mediterraneo, ma dall’altra parte del mondo: oceano Pacifico, Atlantico, Indiano (vedi anche la cartina alla pagina seguente). Anche se, purtroppo, non troverete mai l’indicazione dei mari di provenienza sulla scatola: la legge non la impone. La pesca non ha più nulla di artigianale: il tonno è lavorato e surgelato sul posto, prima di essere inviato ai siti di cottura e inscatolamento, ultima tappa, unica talvolta attuata in Europa. Nel mondo, si pescano ogni anno più di tre miliardi di chili di tonno: una quantità che sta ormai mettendo alla prova la capacità del mare di rinnovare questa preziosa risorsa. Le 1.010 tonnellate di “pinna gialla”, in particolare, mettono ormai la specie a rischio. In Italia il tonno si pesca pochissimo, ma si mangia molto: rappresenta quasi l’85% delle conserve di pesce ed è presente nel 95% delle cucine. Problemi per l’ecosistema I problemi connessi alla pesca del tonno sono soprattutto tre. Sovrasfruttamento. Lo sfruttamento eccessivo mette a rischio la sopravvivenza delle specie, in particolare se non si rispettano i periodi in cui i pesci si riproducono, ostacolando così il naturale ripopolamento dei banchi. Danni a specie diverse. Sistemi di pesca non selettivi possono danneggiare altre specie: dopo che - grazie alle lotte degli ambientalisti - si è risolto il problema della cattura accidentale di delfini, restano altre specie a rischio, come tartarughe e squali. Pesca illegale. Per arginare l’esaurimento delle riserve, è importante che la quantità di pescato sia controllata e assegnata con sistemi ufficiali ai diversi Paesi. La pesca illegale sfugge a ogni controllo. Sistemi di cattura I due metodi di pesca del tonno oggi più praticati sono quello delle reti a circuizione, in cui i pesci sono circondati da un sistema Abbiamo incluso in questa inchiesta le marche di tonno più vendute sul nostro mercato: l’elenco completo è nella tabella a pagina 14. Nostro scopo valutare l’attenzione agli aspetti sociali e ambientali correlati alla produzione di tonno in scatola, in particolare per quanto riguarda le operazioni di pesca e lavorazione/confezionamento. Ci siamo basati su dati raccolti interrogando le aziende, confrontati con la documentazione, sia da loro fornita sia pubblicamente disponibile, e sottoposti al vaglio di enti specializzati. APPROVVIGIONAMENTO Quali specie di tonno sono utilizzate? Quali le zone e i metodi di pesca? Si vigila per escludere la pesca illegale? POLITICHE SOCIALI Sono applicati standard sociali ai lavoratori presenti lungo tutta la filiera? Ci sono iniziative per garantire il rispetto delle popolazioni locali? TRASPARENZA Oltre alla collaborazione all’inchiesta, abbiamo valutato l’offerta spontanea di informazioni su questi temi, per esempio sui siti web delle aziende. S di reti; e quello dei palamiti, lunghi cavi distesi in mare, che sorreggono migliaia di ami. Entrambi i sistemi, consentiti dalle regole internazionali, se utilizzati senza attenzioni possono essere poco selettivi (si punta il dito in particolare contro il loro uso insieme ai Fad, dispositivi galleggianti che attirano grandi quantità di fauna marina). Più sostenibili i sistemi che prevedono l’uso di cavi con uno o pochi ami, utilizzati da alcune aziende incluse nell’inchiesta, ma mai in maniera esclusiva. LA NOSTRA INCHIESTA FUGA DI PETROLIO: ALTRE SPECIE MINACCIATE Gli incidenti ambientali in assoluto più impressionanti sono forse gli sversamenti di petrolio da petroliere e pozzi sottomarini, come quello provocato il 20 aprile scorso nel Golfo del Messico da un grave guasto alle tubature di un pozzo della BP. Nel momento in cui scriviamo (inizio giugno) ancora non si è riusciti a bloccare la perdita e quindi a impedire che tonnellate di petrolio continuino a riversarsi in mare, in quello che è considerato il più grave incidente ambientale della storia legato al petrolio. Dal punto di vista della catena alimentare, i danni maggiori legati al petrolio sono provocati dall’accumulo di idrocarburi da parte di organismi commestibili allevati in zone interessate dagli incidenti. Le specie più vulnerabili sono i molluschi e i pesci, anche quelli che possono entrare in contatto con gli inquinanti nutrendosi di alghe contaminate. In caso di incidente, oltre alle bonifiche, è prassi sottoporre le zone interessate a monitoraggi, per verificare la presenza di idrocarburi che possono essersi accumulati lungo la catena alimentare. Questa volta il tonno non è coinvolto nel problema, perché l’area interessata dall’incidente non è una zona di pesca di questa specie. altroconsumo.it

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Inchiesta

14 Altroconsumo 239 • Luglio-Agosto 2010 altroconsumo.it Luglio-Agosto 2010 • 239 Altroconsumo 1514 Altroconsumo 239 • Luglio-Agosto 2010 altroconsumo.it

Il lungo viaggiodel tonno in scatolaIl pinna gialla, che arriva sulle nostre tavole, non è pescato nel Mediterraneo, ma in oceani lontani. Abbiamo indagato sulle condizioni in cui ciò avviene. E individuato pochi buoni esempi.

cordatevi le tonnare siciliane. Le nostre scatolette non arrivano dal Mediterraneo, ma dall’altra parte del mondo: oceano

Pacifico, Atlantico, Indiano (vedi anche la cartina alla pagina seguente). Anche se, purtroppo, non troverete mai l’indicazione dei mari di provenienza sulla scatola: la legge non la impone. La pesca non ha più nulla di artigianale: il tonno è lavorato e surgelato sul posto, prima di essere inviato ai siti di cottura e inscatolamento, ultima tappa, unica talvolta attuata in Europa.Nel mondo, si pescano ogni anno più di tre miliardi di chili di tonno: una quantità che sta ormai mettendo alla prova la capacità del mare di rinnovare questa preziosa risorsa. Le 1.010 tonnellate di “pinna gialla”, in particolare, mettono ormai la specie a rischio. In Italia il tonno si pesca pochissimo, ma si mangia molto: rappresenta quasi l’85% delle conserve di pesce ed è presente nel 95% delle cucine.

Problemi per l’ecosistemaI problemi connessi alla pesca del tonno sono soprattutto tre.• Sovrasfruttamento. Lo sfruttamento eccessivo mette a rischio la sopravvivenza delle specie, in particolare se non si rispettano i periodi in cui i pesci si riproducono, ostacolando così il naturale ripopolamento dei banchi.• Danni a specie diverse. Sistemi di pesca non selettivi possono danneggiare altre specie: dopo che - grazie alle lotte degli ambientalisti - si è risolto il problema della

cattura accidentale di delfini, restano altre specie a rischio, come tartarughe e squali.• Pesca illegale. Per arginare l’esaurimento delle riserve, è importante che la quantità di pescato sia controllata e assegnata con sistemi ufficiali ai diversi Paesi. La pesca illegale sfugge a ogni controllo.

Sistemi di catturaI due metodi di pesca del tonno oggi più praticati sono quello delle reti a circuizione, in cui i pesci sono circondati da un sistema

Abbiamo incluso in questa inchiesta le marche di tonno più vendute sul nostro mercato: l’elenco completo è nella tabella a pagina 14.Nostro scopo valutare l’attenzione agli aspetti sociali e ambientali correlati alla produzione di tonno in scatola, in particolare per quanto riguarda le operazioni di pesca e lavorazione/confezionamento. Ci siamo basati su dati raccolti interrogando le aziende, confrontati con la documentazione, sia da loro fornita sia pubblicamente disponibile, e sottoposti al vaglio di enti specializzati.

APPROVVIGIONAMENTOQuali specie di tonno sono utilizzate? Quali le zone e i metodi di pesca? Si vigila per escludere la pesca illegale?

POLITICHE SOCIALISono applicati standard sociali ai lavoratori presenti lungo tutta la filiera? Ci sono iniziative per garantire il rispetto delle popolazioni locali?

TRASPARENZA Oltre alla collaborazione all’inchiesta, abbiamo valutato l’offerta spontanea di informazioni su questi temi, per esempio sui siti web delle aziende.

Sdi reti; e quello dei palamiti, lunghi cavi distesi in mare, che sorreggono migliaia di ami. Entrambi i sistemi, consentiti dalle regole internazionali, se utilizzati senza attenzioni possono essere poco selettivi (si punta il dito in particolare contro il loro uso insieme ai Fad, dispositivi galleggianti che attirano grandi quantità di fauna marina). Più sostenibili i sistemi che prevedono l’uso di cavi con uno o pochi ami, utilizzati da alcune aziende incluse nell’inchiesta, ma mai in maniera esclusiva.

LA NOSTRA INCHIESTA

FUGA DI PETROLIO: ALTRE SPECIE MINACCIATE

Gli incidenti ambientali in assoluto più impressionanti sono forse gli sversamenti di petrolio da petroliere e pozzi sottomarini, come quello provocato il 20 aprile scorso nel Golfo del Messico da un grave guasto alle tubature di un pozzo della BP.Nel momento in cui scriviamo (inizio giugno) ancora non si è riusciti a bloccare la perdita e quindi a impedire che tonnellate di petrolio continuino a riversarsi in mare, in quello che è considerato il più grave incidente ambientale della storia legato al petrolio.Dal punto di vista della catena alimentare, i danni maggiori legati al

petrolio sono provocati dall’accumulo di idrocarburi da parte di organismi commestibili allevati in zone interessate

dagli incidenti. Le specie più vulnerabili sono i molluschi e i pesci, anche

quelli che possono entrare in contatto con gli inquinanti

nutrendosi di alghe contaminate.In caso di incidente, oltre alle

bonifiche, è prassi sottoporre le zone interessate a

monitoraggi, per verificare la presenza di idrocarburi che

possono essersi accumulati lungo la catena alimentare. Questa volta il tonno non è

coinvolto nel problema, perché l’area interessata dall’incidente non è

una zona di pesca di questa specie.

sversamenti di petrolio da petroliere e sversamenti di petrolio da petroliere e sversamenti di petrolio da petroliere e sversamenti di petrolio da petroliere e sversamenti di petrolio da petroliere e sversamenti di petrolio da petroliere e sversamenti di petrolio da petroliere e sversamenti di petrolio da petroliere e sversamenti di petrolio da petroliere e sversamenti di petrolio da petroliere e sversamenti di petrolio da petroliere e pozzi sottomarini, come quello provocato pozzi sottomarini, come quello provocato pozzi sottomarini, come quello provocato pozzi sottomarini, come quello provocato pozzi sottomarini, come quello provocato pozzi sottomarini, come quello provocato pozzi sottomarini, come quello provocato pozzi sottomarini, come quello provocato pozzi sottomarini, come quello provocato pozzi sottomarini, come quello provocato pozzi sottomarini, come quello provocato pozzi sottomarini, come quello provocato pozzi sottomarini, come quello provocato pozzi sottomarini, come quello provocato pozzi sottomarini, come quello provocato pozzi sottomarini, come quello provocato

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bonifiche, è prassi sottoporre le bonifiche, è prassi sottoporre le bonifiche, è prassi sottoporre le bonifiche, è prassi sottoporre le bonifiche, è prassi sottoporre le

coinvolto nel problema, perché coinvolto nel problema, perché coinvolto nel problema, perché coinvolto nel problema, perché l’area interessata dall’incidente non è l’area interessata dall’incidente non è l’area interessata dall’incidente non è l’area interessata dall’incidente non è l’area interessata dall’incidente non è l’area interessata dall’incidente non è l’area interessata dall’incidente non è l’area interessata dall’incidente non è l’area interessata dall’incidente non è l’area interessata dall’incidente non è

altroconsumo.it

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TRASPARENZA

Applicano strategie complete, che includono i fornitori.

IL DELFINO NON BASTA

I marchi incontrati nella nostra inchiesta non ci dicono nulla di preciso sul reale impatto ambientale della pesca del tonno.

• Il marchio “Dolphin safe” in origine nato per mettere fine all’uccisione di delfini durante la pesca del tonno, non è più sostenuto da misure di controllo adeguate. Inoltre riguarda questo unico aspetto, non la sostenibilità generale del prodotto.• Il marchio “Friend of the sea”, presente sul tonno As do Mar, riguarda una serie più completa di caratteristiche, ma non è basato su controlli di enti indipendenti.

Aspetti sociali: nessuno brillaCome per tutti i prodotti che comportano almeno in parte la lavorazione in Paesi del Sud del mondo, anche per il tonno in scatola si pongono una serie di questioni sociali. Si stima che intorno alle 500.000 persone dipendano direttamente o indirettamente dall’industria europea del tonno, in Europa, America Latina e Africa (inclusi Stati dove la normativa sui diritti dei lavoratori è carente). Spinte da un’opinione pubblica sempre più attenta, alcune aziende iniziano a mostrare un po’ più di attenzione a questi aspetti, ma nessuna ha una prestazione realmente soddisfacente da questo punto di vista. As do Mar, Mareblu, Auchan, Coop, Carrefour e Lidl hanno fatto qualche passo avanti. ¬

MARCA AZIENDA AREA DI PESCA (OCEANO) LAVORAZIONE/CONFEZIONAMENTOAs Do Mar Generale Conserve SPA Pacifico ItaliaConsorcio Icat food SPA Atlantico - Indiano - Pacifico Colombia - Ecuador - SpagnaInsuperabile De la Glade & Grancelli Spa Atlantico - Indiano Costa d’Avorio - Mauritius Mare Aperto Gruppo STAR - Mare Aperto SRL Atlantico - Indiano - Pacifico SpagnaMareblu Mareblu Srl - Gruppo MW Brands Atlantico - Indiano Ghana - Seychelles

Maruzzella Igino Mazzola SPA Atlantico - Indiano - Pacifico Costa Rica - Ecuador - Italia - Mauritius - Spagna

Nostromo Gruppo Calvo - Nostromo SPA Atlantico - Pacifico Salvador - SpagnaPalmera, Rio Mare Bolton Alimentari SPA Atlantico - Indiano - Pacifico Ecuador - Italia - Mauritius

CATENE DI SUPERMERCATIAuchan, Il meno caro Auchan Indiano - Pacifico ItaliaCarrefour, N° 1 Carrefour Atlantico Costa d’Avorio - FranciaCoop Coop Indiano - Pacifico Ecuador - ItaliaEsselunga Esselunga Indiano - Pacifico ItaliaNixe Lidl Pacifico Ecuador - Francia - Italia - Spagna - Thailandia

Dalle catene arrivano alcuni buoni esempi: quattro su cinque applicano almeno alcuni dei requisiti che garantiscono una gestione socialmente più attenta.

DIRITTI DEI LAVORATORI

Per le strategie seguite:

CATENE: ALTRI ESEMPI

Per il monitoraggio: Spicca Coop, con la certificazione SA 8000.

TRASPARENZA

Per la cooperazione con la nostra inchiesta: tutte le catene hanno risposto al nostro questionario.

Per il codice di condotta volontario, buoni questi siti:www.auchan.itwww.carrefour.itwww.coop.it

I consumatori hanno il diritto di saperne di piùOggi sulla scatoletta è indicato solo il luogo di confezionamento. Che non basta. La legge dovrebbe rendere obbligatorie indicazioni importanti come specie, zona e metodo di pesca.

Il tonno in scatola proviene da diverse zone di pesca, sparse in tutto il mondo. Nella tabella in basso trovate quelle che ci hanno indicato i produttori inclusi nell’inchiesta. Il tonno viene sempre pulito e surgelato sul posto. In alcuni casi il pesce viene poi spedito in Europa e cotto e inscatolato in aziende locali (che si trovano soprattutto in Spagna , Francia, Portogallo e Italia). Ma sono molti i casi di aziende che importano anche direttamente scatolette pronte, prodotte in aziende localizzate nel Sud del mondo. Dall’inchiesta emergono poche aziende che hanno adottato una politica formale di sostenibilità ambientale: Nostromo, Palmera,

Rio Mare e Mareblu (che ha la strategia più completa, fino alla distribuzione). Le strategie sono incentrate sull’adesione alla gestione regolamentata della pesca per rispettare gli stock, sulla considerazione dell’impatto sull’ecosistema, sulla tracciabilità del prodotto dall’origine. Consorcio, Mare Aperto, Mareblu, Maruzzella, Nostromo, Carrefour ed Esselunga dichiarano di vendere tonno catturato (oltre che con reti a circuizione) anche il sistema della pesca con pochi ami (Maruzzella anche con un singolo amo), considerato uno dei sistemi meno dannosi per l’ambiente.

Cartina: FAO

La Fao, Agenzia della Nazioni unite per l’Alimentazione e l’agricoltura, sovraintende anche alla pesca. Nella cartina in alto i numeri indicano le zone di pesca Fao, vale a dire le aree, determinate da questa agenzia, per la regolamentazione a livello internazionale della pesca e la prevenzione della pesca illegale.

Tutte le marche dovrebbero applicare gli standard sociali richiesti dall’organizzazione internazionale del lavoro, che regolamentano questioni importanti come salario minimo, orario, diritti sindacali, lavoro minorile, salute e sicurezza. Come garanzia, servono inoltre verifiche svolte da enti indipendenti. Alcune marche sono sulla buona strada, ma resta molto da fare.

DIRITTI DEI LAVORATORI

ATTENZIONE AI PROBLEMI LOCALI

TRASPARENZA

MISURE CONTRO LA PESCA ILLEGALE

Per le strategie sociali e il monitoraggio della loro applicazione spicca As do Mar, certificato SA8000, il che prevede controlli frequenti da parte di enti esterni indipendenti.

La pesca del tonno avviene anche nelle acque territoriali dei Paesi in via di sviluppo: le aziende dovrebbero prestare maggiore attenzione alle comunità locali. Non abbiamo trovato aziende che facciano sforzi meritevoli di menzione in questo senso.

MARCHE: QUALCOSA SI MUOVE, MA C’È DA MIGLIORARE

Applicazione di strategie precise volte a escludere tonno proveniente da pesca illegale, in collaborazione con le agenzie internazionali. Tra queste: presenza di ispettori a bordo, controlli, esclusione di attività in zone ad alta incidenza di pesca illegale.

Per il codice di condotta volontario, ecco un buon esempio.

Per la cooperazione con l’inchiesta: tutte le marche hanno collaborato.

altroconsumo.it

PACIFICO

ATLANTICO

ANTARTICO

INDIANO

zona di pesca zona di lavorazione e inscatolamento

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IL NOSTROTEST

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A scatola aperta

cegliere il meglio, tra le decine e decine di marche presenti sul mercato, non è facile, mentre è più comune rimanere delusi dal gusto e dall’aspetto della con-serva di mare più amata dagli italiani.

E poco conta il denaro che siete disposti a spendere per ottenere una buona qualità: come spesso succede quando valutiamo i prodotti, il prezzo e la fama non sono parametri indicativi.Per non lasciarvi alcun dubbio sull’ingrediente prin-cipale di molte pietanze estive, abbiamo analizzato il contenuto di venti marche di tonno sott’olio. Per ar-rivare a scegliere il vincitore abbiamo condotto mol-

S

Abbiamo effettuato una lunga serie di analisi per valutare la qualità del tonno in scatola. Tra queste, anche la determinazione della specie mediante analisi del Dna. DIMMI CHE TONNOGrazie alla tecnica della Pcr (reazione a catena della polimerasi) è stato moltiplicato il Dna e ne sono state create numerose copie. In questo modo il laboratorio è riuscito a identificare la specie di tonno presente in ogni scatoletta. Non tutte le specie, infatti, possono essere utilizzate per questa conserva e possono vantare la stessa qualità commerciale.

SMASCHERARE LE FRODI Volevamo anche confermare la corrispondenza tra ciò che dichiarano i produttori (per esempio tonno “pinna gialla”) e il reale contenuto della scatoletta.

Quale conserva di tonno? Tantissime analisi di laboratorio e l’assaggio di un gruppo di esperti alla ricerca della qualità.

tissime analisi, cercando di non tralasciare alcun aspetto. In tabella trovate i giudizi dei parametri più significativi, ma dietro le quinte abbiamo controllato molto più di questo.Il test rileva, con le dovute gradazioni, una generale buona qualità di queste conserve. Ma un prodotto inscatolato in Sicilia, il tonno all’olio d’oliva Coalma, ha sbaragliato tutti i concorrenti, anche quelli deci-samente più famosi e quotati.

Cosa c’è nella scatolettaLe specie di tonno che possono essere inscatolate sono in tutto cinque ma, solitamente, il più diffuso nei pro-

dotti venduti in Italia è il Thunnus albacares , meglio conosciuto come tonno “pinna gialla” (yellowfin), detto così proprio per il colore giallo, presente sulla punta delle pinne. Per quanto riguarda l’olio nel qua-le viene conservato, in generale i produttori dichia-rano l’uso di olio d’oliva, a volte extravergine. È sempre difficile, però, capire cosa sia contenuto nelle scatolette, perché la normativa oggi non obbliga il produttore a indicare sull’etichetta né quale specie di tonno è stata utilizzata né quali parti di esso sono state selezionate. Per questo, abbiamo fatto in prima battuta una serie di test per verificare il contenuto delle scatolette: - riconoscimento della specie (che tipo di tonno c’è dentro? Corrisponde a ciò che viene dichiarato?); - identificazione del tipo di olio utilizzato (è effettiva-mente olio d’oliva?); - ricerca di proteine della soia, che possono essere utilizzate in modo fraudolento per dare consistenza a carni provenienti da parti del pesce poco pregiate o da scarti di lavorazione, che tendono a sfarinare in misura eccessiva. Dobbiamo complimentarci: non sono emersi proble-mi di comportamenti fraudolenti.

In punta di forchettaIl modo in cui il pesce viene trasportato, la ricetta utilizzata (quantità di sale, tipo di cottura...) e la qua-lità della materia prima (specie di tonno, qualità dell’olio) influiscono sul sapore della conserva.

QUALITÀ A OCCHIO NUDO

Il tonno è un pesce di notevoli dimensioni e quindi presenta parti anatomiche che hanno caratteristiche diverse. La legge non impone di indicare la porzione di tonno utilizzata, dunque i prodotti che la indicano sono spesso solo quelli di qualità superiore (pensiamo, per esempio, alla “ventresca” o al “filetto” di tonno). Il tonno in scatola di qualità peggiore viene preparato con i tagli meno pregiati: ce ne si può accorgere verificando la presenza nella scatoletta di piccoli pezzetti di carne, invece di pezzi unici, sodi e ben definiti .

Nelle foto in basso potete osservare una carrellata dei principali difetti riscontrati durante le nostre ispezioni.Nel complesso, i tonni in scatola del test sono risultati di buon livello per i pochi difetti riscontrati. Sono stati trovati, tuttavia, molti frammenti e briciole nel tonno Insuperabile e soprattutto in Palmera. Molte le briciole anche in Nostromo e Coop. Frammenti di viscere in Lidl, qualche squama in Iper e Carrefour, alcune lische in Esselunga.Il difetto più comune è risultato essere la presenza di muscolo rosso, che comunque non incide sull’esito complessivo del test.

I nostri tecnici di laboratorio sono andati alla ricerca dei difetti in ogni singola confezione di tonno. Ecco come riconoscerli.

LA BUONA NOTIZIA: NIENTE SOSTANZE CHIMICHE

Cibi in scatola: l’interno del contenitore è ricoperto da una vernice per impedire la corrosione del metallo. Alcune particelle di questa sottile pellicola, però, possono migrare negli alimenti, contaminandoli. Questa volta non abbiamo riscontrato problemi.

La possibile migrazione di sostanze chimiche dalle confezioni agli alimenti è un rischio che abbiamo più volte evidenziato. Particelle di vernice nei cibi in lattina, inchiostro proveniente dalle confezioni di cartone stampato, residui di plastica sono solo alcuni esempi di questo genere di problemi, riscontrati durante la nostra lunga carriera di “ispettori” di prodotti alimentari. Durante una nostra indagine del 1999, relativa alla presenza nelle conserve di additivi usati nelle vernici che ricoprono internamente le scatole (noti come “Badge” e “Bfdge”), avevamo analizzato anche molte marche di tonno in scatola, ritrovando numerosi problemi di contaminazione. In generale, l’inchiesta di undici anni fa

evidenziava un problema diffuso: nove prodotti su dieci erano contaminati da queste sostanze chimiche. Da allora sono stati fatti molti passi avanti, tra i quali un regolamento europeo che stabilisce limiti chiari. I risultati si vedono: questa volta non abbiamo trovato alcuna contaminazione: né Badge, né Bfdge né Bisfenolo A.

Troppe briciole e la presenza di molti frammenti sono elementi qualitativamente negativi.

Capita di ritrovare corpi estranei, come frammenti di viscere, squame o lische.

Le bruciature (la parte più scura), indicano un riscaldamento eccessivo.

Se il taglio non è effettuato correttamente si può riscontrare la presenza del muscolo rosso.

né Bfdge né Bisfenolo A.

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Test

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CONSIGLI UTILI

Migliore del Test: ottiene i migliori risultati nelle nostre prove

Miglior Acquisto: buona qualità e il miglior rapporto con il prezzo

Scelta Conveniente: qualità accettabile, prezzo molto vantaggioso

OttimoBuonoAccettabileMediocrePessimo

Qualità buona

»I campioni di questo test sono stati assaggiati da esper-ti e giudicati nella maggioranza dei casi di buon livel-lo. A penalizzare alcuni prodotti è stato soprattutto l’aspetto, a volte poco gradevole.

Zero mercurioI bambini e le donne in gravidanza devono limitare il consumo di tonno e di altri pesci predatori di grossa taglia per la possibile presenza di mercurio, un metal-lo pesante che si accumula nell’organismo e può esse-re dannoso per il sistema nervoso in fase di sviluppo. L’analisi sulla presenza di questo inquinante ha dato risultati molto buoni. Il laboratorio ha trovato tracce di mercurio solo nei tonni Delicius e Mare Aperto Star, ma comunque sempre al di sotto del limite massimo ammesso.

Un mare di sale? Non sempreLa first lady americana Michelle Obama ha in questi mesi lanciato la sua personale battaglia contro i pro-dotti troppo salati, stringendo accordi con le più fa-mose multinazionali del food per una progressiva riduzione del sale nei prodotti alimentari. Le conser-ve, in generale, sono le prime colpevoli dell’uso ec-cessivo di sale nell’alimentazione occidentale. Per fortuna, a parte qualche eccezione, il nostro tonno in scatola non è risultato eccessivamente salato.

Barano un po’ sul pesoLa metà dei campioni ha un contenuto netto inferiore a quanto dichiarato. Particolarmente alta la differenza nei prodotti Insupe-rabile ed Esselunga. Molti i giudizi negativi anche nella valutazione della quantità di pesce effettivamente uti-lizzato, soprattutto per Mare nostro. ¬

La nostra scelta Tonno in scatola

86COALMA all’olio d’oliva1,89 - 2,39 euroÈ il Migliore del Test e anche il Miglior Acquisto.Questo tonno, lavorato in Sicilia, è risultato ottimo all’assaggio e di elevata qualità. Unica pecca: contiene una discreta quantità di sale.

TABELLA COME LEGGERLA

Etichetta Tutti i prodotti rispettano le informazioni obbligatorie per legge. Pe-nalizzati Riomare, Consor-cio e Palmera per la scarsa visibilità della data di sca-denza. Delicius e Mareblu ottengono un buon giudizio perché danno le informa-zioni sulla zona di pesca.

Peso Abbiamo valutato: peso netto, peso sgoccio-lato e percentuale di pesce presente nella scatoletta. Voti negativi a chi ha una quantità di pesce al limite o di poco inferiore al 65% stabilito dalla legge o un peso netto di molto infe-riore al dichiarato (Insupe-rabile).

Freschezza Abbiamo cer-cato anche la presenza di istamina, una sostanza che

può dare reazioni allergiche, se consumata in grande quan-tità. Presente nel tonno Insu-perabile, ma sempre entro i limiti di legge.

Sale Pessimi Mare Aperto e Nostromo per la presenza di sale superiore all’1%. Male anche Consorcio, vicino a que-sto limite. Nel complesso però il tonno in scatola italiano non è risultato troppo salato.

Mercurio Le nostre analisi su questo metallo pesante che può essere presente nella carne dei pesci di grossa taglia come il tonno danno risultati nel complesso confortanti. Giudizio accettabile a due campioni che ne hanno trac-ce, sotto i limiti ammessi.

Specie di tonno La maggio-ranza è tonno “pinna gialla”.

TONNO IN SCATOLA PREZZI FORMATO RISULTATI

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Mic

robi

olog

ia

Ass

aggi

o

COALMA all’olio di oliva 1,89 - 2,39 11,38 3x80 C A A B C B A A A A 86

RIOMARE all’olio di oliva 3,45 - 3,89 14,98 4x80 D A A A B B A A A A 85

CONSORCIO all’olio di oliva 5,35 - 6,99 36,55 2x111 D B A A D B A A A A 83

MARE APERTO STAR all’olio d’oliva 2,35 - 2,99 14,68 3x80 C A A B E C C C A A 80

DELICIUS all’olio di oliva 2,69 14,82 3x80 B A A B A B C A A B 73

RIOMARE EXTRA’ all’olio extravergine di oliva 3,36 - 3,99 15,90 4x80 D B A A A B A A A B 72

MARUZZELLA all’olio di oliva 2,89 - 3,55 18,63 3x80 C B A B A C A A A B 71

NOSTROMO BASSO IN SALE all’olio extra vergine 3,24 - 3,99 22,88 3x80 C C B A A C A A A B 71

COOP in olio di oliva 1,80 - 2,15 11,07 3x80 C B C A B C A A A B 70

AS DO MAR trancio intero all’olio di oliva 3,31 - 4,39 26,78 2x100 C C A A B B A A A B 69

MARE NOSTRO all’olio di oliva 1,79 12,51 3x80 C D A A B C A A A B 67

PALMERA all’olio di oliva 3,14 - 3,79 15,11 4x80 D B C A B B A C A B 64

MARYSOL all’olio d’oliva (Penny Market) 2,25 10,32 4x80 C B B A B A A B A C 61

MAREBLU all’olio di oliva 2,25 - 3,05 16,98 3x80 B C B A B C A A A C 60

IPER all’olio di oliva 2,35 14,78 3x80 C C B A B C A A A C 60

NOSTROMO all’olio di oliva 2,39 - 2,99 17,31 3x80 C C C A E C A C A C 55

INSUPERABILE all’olio di oliva 2,19 - 2,43 15,67 3x80 C D C C A B A A A C 54

ESSELUNGA in olio d’oliva 1,89 11,19 3x80 C B B A C C A A A D 52

CARREFOUR in olio d’oliva 1,59 - 2,29 14,22 3x80 C D A A C C A C A D 47

ATUN CLARO NIXE all’olio di oliva (Lidl) 1,69 - 1,69 7,79 3x80 C B B A A B A A A E 44

Mare Aperto, Palmera e Carrefour usano il “tonnet-to striato”, mentre Marysol conteneva un’altra specie: il “tonno obeso”.

Microbiologia Non abbiamo rilevato problemi per quan-to riguarda la presenza di batteri.

Il “pinna gialla”è pregiato,ma è anche vittimadella pesca intensiva

Usate il nostro

calcolatore del sale.

altroconsumo.it/

alimentazione

DA LEGGERE PRIMA DI COMPRARE

Le etichette del tonno in scatola rispettano la legge, ma peccano ugualmente di scarsa trasparenza. Molti i marchi inutili e poca la sostanza.

ZONA DI PESCALa zona di pescaè un’informazione fondamentale, soprattutto alla luce delle considerazioni di tutela del patrimonio ittico.Non è obbligatoria, però. L’abbiamo trovata solo in Delicius e, indicata in modo meno esplicito, in Mareblu.

QUALITÀ PINNA GIALLAI produttori sfruttano le confezioni per mettere in luce, con scritte e bollini, la qualità del loro prodotto. Quasi dappertutto il riferimento al tonno pinna gialla. Mai, l’indicazione di altre specie, quando utilizzate. Un caso di trasparenza a senso unico.

UN RARO BUON ESEMPIOLe informazioni nutrizionali che abbiamo trovato su questi prodotti non sempre erano chiare e leggibili. Qui un buon esempio: la tabella riporta i valori sia per il prodotto tale e quale sia per lo sgocciolato, ciò che alla fine mangiamo davvero.

La pesca del tonno e di tutti i predatori del mare ha un forte impatto ambientale e

mette a rischio le specie. Limitatene il consumo, preferendo pesci piccoli e più sostenibili: sardine, sgombri, alici anche in scatola, insomma pesce azzurro, ottimo sia dal punto di vista nutrizionale che da quello gastronomico.

Quando scegliete una scatoletta di tonno, preferite le marche che si dimostrano

attente (consultate l’inchiesta nelle pagine precedenti). Ma diffidate di chi pubblicizza troppo l’adesione a codici etici non supportati da controlli di organizzazioni indipendenti.

Uno strumento importante per il consumatore è l’indicazione della

provenienza: i sistemi di pesca dell’Atlantico sono più sostenibili di quelli del Pacifico e dell’Indiano. Purtroppo, non essendo obbligatoria, ancora pochissimi produttori la dichiarano in etichetta. Premiate i produttori trasparenti.

Anche se senza dubbio il tonno pinna gialla è di maggior pregio (non per niente lo

giudichiamo ottimo nel test di qualità), è una specie a rischio di estinzione e come tale andrebbe preservata, magari optando ogni tanto anche per marche che usano tonni meno a rischio, come il tonnetto striato o il tonno obeso.

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Se siete sensibili all’ambiente

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