INCHIESTA COVID-19 The dark side of COVIDB

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INCHIESTA COVID-19 14 Medicina integrata • settembre 2021 La reale efficacia delle campagne vaccinali alle prese con le nuove varianti, i dubbi sulle inoculazioni ai bambini, il monitoraggio sugli effetti collaterali. Sono tanti gli aspetti della pandemia su cui il dibattito è ancora aperto The dark side of Daniele Colombo B icchiere mezzo pieno o mez- zo vuoto? Da qualunque par- te si guardi la vicenda Co- vid, risulta una spaccatura. Prendiamo il caso, oggi cen- trale, dei “vaccini”. Chi guar- da al bicchiere mezzo pieno elogia l’effetto svuotamento di ospedalizzazioni e terapie intensive e diminuzione dei casi. Basti un dato: il 27 dicembre 2020, giorno dalla pri- ma inoculazione in Italia, i ricoverati in te- rapia intensiva erano 2.580, mentre quel- li nei reparti ordinari 23.571. Numeri ben lontani da quelli di del 22 agosto 2021 (472 in TI e 3767 i ricoveri). D’altra parte, c’è chi fa notare che la curva discendente comin- ciata con la bella stagione ricalca quella del 2020. L’effetto protettivo dei raggi so- lari viene del resto riconosciuto da diver- si virologi. Lo stesso Guido Sil- vestri, professore ordinario di Patologia generale alla Emory University di Atlan- ta, ha ricordato che «il nega- zionismo della stagionalità è non-scientifico, perché la stagio- nalità dei virus respiratori (compresi i co- ronavirus umani endemici) nelle regioni a climi temperati è un fenomeno conosciu- to da secoli e perfettamente spiegabile da un punto di vista immunologico e virologi- co». Poco, però, si è approfondito dal pun- to di vista pratico (a cominciare dalle sa- nificazioni dell’aria in ambienti indoor) su come sfruttare i benefici dei raggi UV. Uno studio in preprint che ha coinvolto l’Irccs Don Gnocchi di Milano, l’Istituto nazionale dei tumori di Milano, l’Ospedale Sacco di COVID Inchiesta vaccini 04_21_226720.indd 14 Inchiesta vaccini 04_21_226720.indd 14 24/08/2021 09:47:28 24/08/2021 09:47:28

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INCHIESTA COVID-19

14 Medicina integrata • settembre 2021

La reale efficacia delle campagne vaccinali alle prese con le nuove varianti, i dubbi sulle

inoculazioni ai bambini, il monitoraggio sugli effetti collaterali. Sono tanti gli aspetti della pandemia su cui il dibattito è ancora aperto

The dark side of

Daniele Colombo

Bicchiere mezzo pieno o mez-zo vuoto? Da qualunque par-te si guardi la vicenda Co-vid, risulta una spaccatura. Prendiamo il caso, oggi cen-trale, dei “vaccini”. Chi guar-

da al bicchiere mezzo pieno elogia l’effetto svuotamento di ospedalizzazioni e terapie intensive e diminuzione dei casi. Basti un dato: il 27 dicembre 2020, giorno dalla pri-ma inoculazione in Italia, i ricoverati in te-rapia intensiva erano 2.580, mentre quel-li nei reparti ordinari 23.571. Numeri ben lontani da quelli di del 22 agosto 2021 (472 in TI e 3767 i ricoveri). D’altra parte, c’è chi fa notare che la curva discendente comin-ciata con la bella stagione ricalca quella del 2020. L’effetto protettivo dei raggi so-lari viene del resto riconosciuto da diver-

si virologi. Lo stesso Guido Sil-vestri, professore ordinario di Patologia generale alla Emory University di Atlan-ta, ha ricordato che «il nega-

zionismo della stagionalità è non-scientifico, perché la stagio-

nalità dei virus respiratori (compresi i co-ronavirus umani endemici) nelle regioni a climi temperati è un fenomeno conosciu-to da secoli e perfettamente spiegabile da un punto di vista immunologico e virologi-co». Poco, però, si è approfondito dal pun-to di vista pratico (a cominciare dalle sa-nificazioni dell’aria in ambienti indoor) su come sfruttare i benefici dei raggi UV. Uno studio in preprint che ha coinvolto l’Irccs Don Gnocchi di Milano, l’Istituto nazionale dei tumori di Milano, l’Ospedale Sacco di

COVID

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15settembre 2021 • Medicina integrata

Milano e l’Istituto Nazionale di Astrofisica ha dimostrato che i raggi ultravioletti UVC, UVA e UVB impiegano poche decine di se-condi per disattivare SARS-CoV-2. Ancor meno si è agito sul ruolo di co-fattore del-le polveri sottili, pur riconosciuto, innesca-to principalmente dal riscaldamento dome-stico (secondo l’ultimo rapporto dell’Oms ogni anno muoiono 7 milioni di persone nel mondo per inquinamento, 90mila in Italia). Uno studio dell’Università di Harvard è ar-rivato, per esempio, a stabilire l’incremen-to di rischio di decesso per Covid del 15% per ogni aumento di 1 µg/m3 di Pm 2,5.

potrebbe essere in realtà tra il 19 e il 29%. Uno studio pubblicato da Lancet ha fat-to poi luce sulla distinzione tra riduzione del rischio relativo (RRR) e quello assoluto (ARR). L’efficacia di un vaccino è general-mente riportata come riduzione del rischio relativo, indice dato dal rapporto tra il nu-mero di casi Covid all’interno del gruppo dei vaccinati e nel gruppo placebo. La ri-duzione del rischio assoluto indica, invece, il rischio di contrarre il Covid parametrato all’intera popolazione (dati riportati nell’in-fografica). Sull’efficacia delle vaccinazioni si citano gli esempi di Israele e Gran Breta-gna. Quello che sta accadendo in UK, però, dimostra che il vaccino contro la variante Delta non garantisce l’immunità da conta-gio e gli stessi vaccinati possono contagiare quanto i non vaccinati (anche se al momen-to decessi e ospedalizzazioni rimangono bassi). In Israele, dove è in corso la quarta ondata, la protezione dal contagio di Delta sarebbe scesa mediamente al 39% e fino al 16% in chi ha avuto il vaccino anti-Covid a gennaio, secondo il ministero della Salu-te. All’11 agosto, il 61% dei pazienti seria-mente ammalati era stato vaccinato con le due dosi. Secondo le stime del governo bri-tannico la “variante indiana”, già dominan-te in Gran Bretagna e Portogallo, sarebbe tra il 40 e il 60% più trasmissibile rispetto ad Alfa (la variante inglese rispetto al cep-po originario di Wuhan). È destinata, secon-do quanto dichiarato dall’Oms e dall’Ecdc, a diventare prevalente in Europa, con il ri-schio di un circolo vizioso infinito. Basti no-tare che la banca dati internazionale Gisaid registra ormai oltre 2 milioni di sequenze genomiche di SARS-CoV-2 condivise e il di-rettore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Mi-lano, Fabrizio Pregliasco, ha parlato di circa 700 varianti individuate. È comunque da segnalare che il recente Report periodico sui decessi per Covid dell’Istituto Superiore di Sanità dimostra che quasi 99 deceduti su 100 dallo scorso febbraio non avevano fatto o non avevano terminato il ciclo vaccinale.

95%

RRR: RIDUZIONE DEL RISCHIO RELATIVO

PFIZER–BIONTECH

94%MODERNA–NIH

90%SPUTNIK

V-GAMALEYA67% ASTRAZENECA–

OXFORD E J&J

ARR: RIDUZIONE DEL RISCHIO ASSOLUTO

1,3% 1,2% 1,2%

0,93%

ASTRAZENECA–OXFORD MODERNA–NIHJ&J

SPUTNIK V-GAMALEYA

0,84%

PFIZER–BIONTECH

A dispetto di circa 150mila studi pubblicati su Pubmed, molti lati rimangono oscuri, a co-minciare dall’origine del virus. Con l’endor-sement dell’immunologo della Casa Bianca Anthony Fauci, sta prendendo piede l’ipotesi artificiale ipotizzata dal virologo Montagnier.

EFFICACIA RELATIVA E ASSOLUTANemmeno sulla reale efficacia dei vaccini appare tutto chiaro. Peter Doshi, sul Briti-sh Medical Journal, aveva avanzato alcu-ni dubbi di procedura sui vaccini a mRna. Tanto che, secondo il ricercatore, l’efficacia di quello di Pfizer non sarebbe del 95%, ma

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16 Medicina integrata • settembre 2021

«GLI ESPERTI PARLANO DI VACCINI AGGIORNATI SULLE VARIANTI, MA NON POSSIAMO CONTINUARE A INSEGUIRLE, ANCHE PERCHÉ CIÒ RICHIEDEREBBE DI RIFARE GLI STUDI SPERIMENTALI»

Paolo Bellavite, medico, specialista in Ematologia

clinica e di laboratorio

Fra quelli che invece lo avevano completa-to, si riscontra un’età media più alta e un numero medio di patologie pregresse mag-giori rispetto alla media. I decessi SARS-CoV-2 positivi in vaccinati con “ciclo vacci-nale completo” sono 423 (aggiornamento al 21/07/2021) e rappresentano l’1,2% di tutti i decessi SARS-CoV-2 positivi avvenuti dal-lo scorso 1 febbraio (totale: 35.776 decessi).

PRO E CONTRO«L’immunizzazione del soggetto attraverso questi “marchingegni” biotecnologici pro-tegge la persona dalle conseguenze gravi della malattia, ma c’è più di un sospetto che non impedisca la trasmissione - fa notare Paolo Bellavite, medico, specialista in Ema-tologia clinica e di laboratorio - C’è il rischio che i “protetti” in realtà diffondano il virus, anche se non succede per tutti, ma non è sufficiente per potere garantire l’immuni-tà di gregge. Gli esperti parlano di vaccini aggiornati sulle varianti, ma non possiamo continuare a inseguirle, anche perché ciò richiederebbe di rifare gli studi sperimen-

tali. Si consideri che non sono ancora con-clusi quelli dei primi vaccini, che saranno pubblicati come bilancio complessivo tra 1-2 anni». «Alcuni dei virus a Rna tendono a mutare naturalmente - spiega Pietro Luigi Garavelli, primario della Divisione di Ma-lattie infettive dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara - Sotto la pressione della risposta immunitaria si selezionano i ceppi che sfuggono agli anticorpi che il paziente possiede, sia in seguito a una malattia na-

turale sia a una vaccinazione. Le mutazioni del virus sono molto più frequenti nel corso di grandi e veloci replicazioni, come accade nelle epidemie, e si vengono a selezionare ceppi nuovi. La soluzione è trovare un de-terminante antigenico comune a tutti i cep-pi contro cui produrre un vaccino efficace o vaccinare rapidamente tutta la popolazione mondiale. Oppure le case farmaceutiche de-vono aggiornare rapidamente i vaccini alle mutazioni, che è la soluzione più fattibile

DOSI SOMMINISTRATE

65.926.591

Comirnaty

Spikevax

Vaxzevria

Vaccino Janssen

71%

SOSPETTE REAZIONI AVVERSE

84.322

Comirnaty

Spikevax

Vaxzevria

Vaccino Janssen

68%10%

17%

2%

6%

25%

1%

SOSPETTE REAZIONI AVVERSE A VACCINI COVID-19

Fonte dati: Agenzia italiana del farmaco

(Aifa), Settimo Rapporto sulla Sorveglianza

dei vaccini COVID-19, Periodo di riferimento:

27/12/2020 - 26/07/2021

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ed è un’operazione che richiede solo qual-che mese. I vaccini nei confronti delle va-rianti hanno una loro utilità: fanno sì che il soggetto infettato raramente sviluppi ma-lattie importanti. Il contagio però non viene aggirato. Chi non è vaccinato, o nel caso il vaccino sia stato “perforato” dalle varianti, si deve ricorrere alle cure domiciliari pre-coci, presidio indispensabile da abbinare alle inoculazioni» aggiunge il primario.

SORVEGLIANZA PASSIVA Dibattuta è poi la questione effetti colla-terali. In Italia, il settimo rapporto di Aifa annota 16 eventi avversi gravi non segna-lati ogni 100mila somministrazioni (circa il 13% delle 84mila segnalazioni), con 498 decessi (di cui solo 7 sarebbero correlabi-li). Tra le reazioni avverse gravi sono citate (nel precedente rapporto) 55 segnalazioni di sospetta trombosi venosa cerebrale e/o trombosi venosa in sede atipica per il vac-cino di AstraZeneca e 9 per Janssen. Casi di miocardite e pericardite hanno riguarda-to i vaccini di Pfizer (rispettivamente 14 e 55) e Moderna (5 e 9). Le patologie generali e condizioni relative alla sede di sommini-strazione, soprattutto la febbre, sono al ver-tice delle segnalazioni avverse. Al secondo posto ci sono le patologie del sistema nervo-so (tra cui parestesie). Tra le più frequenti si trovano anche patologie del sistema emo-linfopoietico, respiratorie, vascolari, cardia-che e disturbi pisichiatrici. L’Ema ha chiesto recentemente che le persone con sindrome da aumentata permeabilità capillare non

Pietro Luigi Garavelli, primario della Divisione di Malattie

infettive dell’Ospedale Maggiore della Carità di

Novara

Antonella D’Arminio, direttore della Struttura complessa di malattie

infettive, ASST Santi Paolo e Carlo di Milano

«GLI EFFETTI COLLATERALI SONO UNA REAZIONE DEL SISTEMA IMMUNITARIO ALL’INGRESSO NELL’ORGANISMO DI QUALCOSA DI ESTRANEO»

GRAVI

12,8%NON GRAVI

87,1%

SOSPETTE REAZIONI AVVERSE GRAVI/NON GRAVI

Fonte dati: Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Settimo Rapporto sulla Sorveglianza dei vaccini COVID-19, Periodo di riferimento: 27/12/2020 - 26/07/2021

« PER CHI NON È VACCINATO,O NEL CASO IL VACCINOSIA STATO “PERFORATO” DALLE VARIANTI, SI DEVE RICORRERE ALLE CURE DOMICILIARI PRECOCI»

lo 0,1% delle sospette reazioni avverse non è definito

F

M

ND

Reazioni avverse per sesso

29,4-20,1

206,5-188,7

255,4-188,6

228,1-135,7

200,8-111,7

111,4-47,0

76,5-17,6

63,9-25,9

59,4-38,1

12-19

20-29

30-39

40-49

50-59

60-69

70-79

80-89

>90

TASSO SEGNALAZIONE PRIMA DOSE

TASSO SEGNALAZIONE SECONDA DOSE

Reazioni avverse per età

siano vaccinate con AstraZeneca. Ha avvia-to, inoltre, un’indagine su alcuni effetti col-laterali collegati alla somministrazione dei due vaccini a mRna, in particolare eritema multiforme, glomerulonefriti o infiamma-zione renale, sindromi nefrotiche, disordini renali, disturbi mestruali. «Gli effetti colla-terali - spiega Antonella D’Arminio, Diret-tore della Struttura complessa di malattie infettive ASST Santi Paolo e Carlo di Mila-

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18 Medicina integrata • settembre 2021

Franca Bigioli, medico di medicina generale dell’Aft

Novoli Piagge di Firenze

no - sono spesso correlati all’immunogenici-tà del vaccino. Sono cioè una reazione del sistema immunitario all’ingresso nell’orga-nismo di qualcosa di estraneo. La trombo-si venosa è un fatto insolito, riscontrato in una percentuale simile, in realtà, alla popo-lazione generale, 1 caso ogni 100mila, con la differenza che predilige sedi particolari, il seno venoso cerebrale. Il meccanismo pa-togenico è particolare, è una trombosi as-sociata a una piastrinopenia. Si è scoperto che si formano anticorpi, anti-fattori piastri-nici, che si attivano, ma non si sa quale sia l’eccipiente che li scatena. Ema ha anche ri-levato 35 casi di trombosi del sistema ner-voso centrale in 54 milioni di Pfizer, 5 casi in 4 milioni di Moderna e 6 casi in 7 milioni di Johnson&Johnson. Più facilmente colpi-vano giovani donne che assumevano estro-progestinici. Al di là di questa problemati-ca, va ricordato che le vaccinazioni hanno sempre dei rischi, come ogni farmaco. Quel-la contro il morbillo scatena 1 caso su milio-ne di encefalite, ma il morbillo ne provoca 1 ogni 100mila! Ci sono state le paralisi da poliomelite con i vaccini, ma questa è stata debellata proprio con i vaccini». «Le segna-lazioni dei decessi registrate da Aifa ogni anno per tutti i vaccini si contavano sulle dita - fa notare Bellavite - massimo qual-che decina, soprattutto per l’antinfluenzale. Siamo a 498 (secondo il 7° rapporto Aifa), ma sono numeri inferiori a quelli reali per-ché basati sulla sorveglianza passiva. Dove sono gli studi di vigilanza attiva promessi? Dovrebbero essere distinti anche a livello regionale per vedere chi segnala e chi no e, poi, in base alle diverse età. Negli studi sperimentali, Pfizer riporta il 3,8% di casi gravi per spossatezza: vuol dire che non si può più svolgere le normali attività. Sono cominciati anche studi osservazionali. Uno pubblicato sulla rivista Life ha confrontato gli effetti avversi da vaccinazione tra sog-getti colpiti o meno dalla malattia. Chi non l’ha mai avuta ha avuto il 5% di reazioni gravi rispetto al 10% di chi l’ha avuta».

L’esperienza del medico di baseIn generale, le reazioni avverse ai vaccini dipendono molto dalla condizione del paziente e colpiscono un numero limitato, come racconta l’esperienza di un medico di base. Molto più complesso è risultata l’organizzazione delle inoculazioni. «Nessuna complicazione o reazioni avverse: anche poche febbri - fa sapere Franca Bigioli, medico di medicina generale dell’Aft Novoli Piagge di Firenze - Sono pazienti conosciuti, non abbiamo avuto problemi di eventuali esclusioni dalla somministrazione. Abbiamo vaccinato gli over 80 da marzo al 25 aprile con la prima dose di Pfizer e a metà maggio abbiamo terminato con la seconda dose. Al 25 aprile avevamo coperto oltre il 90% degli ultraottantenni con chiamata diretta: in una mattinata ho fatto 120 telefonate ed è stata la cosa più complicata. In giugno abbiamo avuto delle dosi di J&J per i pazienti dai 60 ai 79 anni, ma sono stati pochi. Il problema è che inizialmente ci era stato detto che non era un vaccino a domicilio e abbiamo vaccinato solo negli ambulatori. Ogni flaconcino copriva 5 pazienti e dovevamo pertanto avere un numero fisso. Se ne mancava uno, bisognava chiamarne urgentemente un altro, perché nel giro di 4 ore il vaccino doveva essere inoculato. Per chi ha già avuto il Covid, le linee guida indicano che la vaccinazione va fatta dal terzo al sesto mese, con una sola dose. Oltre i sei mesi non vanno dosati gli anticorpi anche se la persona ha avuto la malattia ed è consigliata la doppia vaccinazione».Anche qui, però, non è tutto chiaro. Al di là della mera conta degli anticorpi specifici, che tendono a ridursi nel tempo, i linfociti T potrebbero dare una lunga protezione a chi ha avuto il Covid, anche «vent’anni». Lo sostiene, per esempio, Luca Guidotti, immunologo e virologo, vicedirettore scientifico dell’Università Vita-Salute del San Raffaele. «Le persone che contraggono il Covid-19 in forma lieve hanno cellule del midollo osseo che possono sfornare anticorpi per decenni, anche se le varianti virali potrebbero smorzare parte della protezione che offrono». Lo scrive Nature, citando uno studio della Washington University di St Louis, pubblicato sulla prestigiosa rivista, che ha individuato un tipo di cellule immunitarie nel midollo osseo dei pazienti guariti dal Covid, produttrici di anticorpi di lunga durata, capaci di fornire un’immunità “straordinariamente duratura”.

BIBLIOGRAFIA• Turner, J.S., Kim, W., Kalaidina, E. et al. SARS-CoV-2 infection induces

long-lived bone marrow plasma cells in humans. Nature 595, 421–425 (2021). https://doi.org/10.1038/s41586-021-03647-4

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19settembre 2021 • Medicina integrata

La vaccinazione eterologa è efficace?L’Agenzia del Farmaco, avallando le decisioni del Cts e del Ministero della Salute, ha approvato la vaccinazione eterologa per i soggetti under 60 anni che si sono immunizzati con Vaxzevria di AstraZeneca, da completare con una seconda dose di vaccino a mRna. Una scelta originata dai gravi, seppur rari, effetti collaterali insorti nei giovani in seguito all’inoculazione del vaccino ad adenovirus di scimpanzé. La vaccinazione eterologa è possibile anche per gli over 60, ma solo in caso di indicazione medica. Questo l’orientamento adottato da diverse Regioni, tra cui Lombardia e Toscana. Ema ed Ecdc, per le evidenze limitate, si sono però dette non in grado di formulare delle raccomandazioni definitive sull’uso di diversi vaccini Covid-19 per le due dosi, dato che al momento non esistono ancora ricerche sulla tossicità della combinazione di vaccini e farmaci a mRna. L’uso di preparati eterogenei anti-Covid avviene anche in altri Stati, come Germania, Francia, Spagna, Canada, Norvegia, Svezia, Finlandia e Danimarca. Sergio Abrignani, membro del Cts, ha parlato di «mix più potenti a parità di sicurezza», anche se il professor Giuseppe Remuzzi ha sottolineato che «l’eterologa dà qualche disturbo in più, tra cui febbre nel 34% dei casi, stanchezza, dolori articolari e muscolari». Un aumento dell’insorgenza di tali effetti collaterali potrebbe anche essere dovuto a una maggiore riposta immunitaria (effetto booster). «Non vedo lo scandalo di usare una vaccinazione diversa dopo AstraZeneca - afferma Antonella D’Arminio - Inducono entrambe la formazione di anticorpi anti-Spike. Ci sono a supporto uno studio spagnolo e uno inglese, anche se su un numero limitato di soggetti. Tossicità non se ne sono viste. Inoltre, da dati recenti sembra che la vaccinazione eterologa induca una risposta immune più prolungata ed efficace». Gli studi sono quelli dell’Università di Oxford, pubblicato su Lancet. che ha coinvolto 830 persone, alle quali è stato inoculato prima AstraZeneca e poi Pfizer. Poi, lo studio CombivacS dell’Istituto di Sanità Carlo III di Madrid pubblicato su Nature, che ha arruolato oltre 600 partecipanti. «Sull’eterologa hanno tirato fuori ricerche di poco valore scientifico: sono vaccini reattogeni, cambia poco. Purtroppo, la farmacovigilanza non funziona» afferma invece Paolo Bellavite.

LA PROTEINA SPIKE È TOSSICA?Un altro dato importante: nulla si sa sui ri-schi a medio-lungo termine delle vaccina-zioni. Il Premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier ha paventato rischi di malattie degenerative ed effetti epigenetici sulle ge-nerazioni future con l’uso dell’Rna messag-gero, che è “una totale incognita”. Sono stati ipotizzati anche rischi di tumore e un au-mento di malattie autoimmuni. Alcuni stu-di giapponesi avrebbero mostrato poi che la Spike si comporta come proteina tossica. «Questi nuovi ritrovati inducono la produzio-ne nel nostro corpo di proteine estranee - ri-corda Bellavite - Siamo noi a produrle e le nostre cellule diventano estranee a noi stessi e, così, si scatena una guerra con il sistema immunitario. Come ho spiegato in alcuni la-vori che ho pubblicato, nessuno si attendeva che questa Spike non fosse solo una sostan-za estranea attaccata. Le reazioni registrate derivano dalla sua tossicità. Non reagisce solo con linfociti e anticorpi, ma con vasi sanguigni, piastrine, endotelio del cuore, sembra anche con il sistema nervoso, dando per esempio parestesie. Va un po’ dappertut-to e il problema principale è la circolazione del sangue. Essa stessa era la grande novità relativa al Covid quando si è scoperto, gra-zie alle autopsie, che non era una malattia polmonare, ma sistemica, che coinvolgeva il sangue con problemi di trombi e coaguli. La stessa cosa si produce a livello dei vacci-ni, che simulano la patologia da virus. Gli ef-fetti sono infinitamente più gravi rispetto a quelli di tutti gli altri vaccini conosciuti fino-ra». «La distribuzione nei ratti, a due giorni, tende ad accumularsi in diversi luoghi, tra cui nelle ovaie. A me farebbe accendere un campanello di allarme - fa notare Giovanni Frajese, professore associato di Endocrinolo-gia dell’Università degli Studi di Roma “Foro Italico” - Ci sono tanti aspetti estremamente fragili, dal punto di vista scientifico, su que-sti vaccini. Non sono stati fatti studi su inte-razioni farmacocinetiche, genotossicità e car-cinogenicità, per esempio» aggiunge.

BIBLIOGRAFIA • R. H Shaw,

A. Stuart, M. Greenland, X. Liu, J. S. Nguyen Van-Tam, M. D. Snape et al. “Heterologous prime-boost COVID-19 vaccination: initial reactogenicity data”. Correspondence, volume 397, issue 10289, p. 2043-2046, may 29, 2021, doi: https://doi.org/10.1016/S0140-6736(21)01115-6

• Ewen Callaway. “Mix-and-match COVID vaccines trigger potent immune response”. Nature 593, 491 (2021). doi: https://doi.org/10.1038/d41586-021-01359-3

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20 Medicina integrata • settembre 2021

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Aut. Min. del 18/12/2020Leggere attentamente le istruzioni e le avvertenze d’uso contenute nel foglio illustrativo.

VACCINI O FARMACI?Erroneamente si parla di vaccini “approva-ti”. In realtà, sono “autorizzati” da Ema in via sperimentale, in mancanza di una cura efficace. Si tratta di nuovi farmaci, defini-ti anche “terapia genica”. Il titolare dell’au-torizzazione all’immissione in commercio è tenuto a effettuare uno studio sulla sicurez-za post-autorizzazione. Vengono identificati con il triangolo equilatero nero rovesciato, nei fogli illustrativi, per informare pazienti e operatori sanitari che si tratta di prodotti soggetti a monitoraggio addizionale. Vaccini messi sul mercato a tempo record, in meno di un anno. Ben lontani dai 28 anni per por-tare a termine il vaccino per la varicella e i 15 per quello sul papilloma virus. Nato come possibile approccio alla cura dei tumo-ri, quello di Pfizer-BioNTech (come quello di Moderna Therapeutics) sfrutta l’innovativa tecnica a mRna. In questo caso, l’mRna del vaccino, protetto da sfere di lipidi sintetici, è usato come vettore di informazioni. I riboso-mi traducono il messaggio nella produzione della proteina Spike, usata dal SARS-CoV-2 come chiave di accesso per agganciarsi alle cellule respiratorie. Si innesca così la rispo-sta immunitaria e la produzione di anticor-pi specifici. Anche Vaxzevria di AstraZeneca e Jonnson&Johnson sfruttano una tecnolo-gia nuova sperimentata con Ebola. Si tratta dell’adenovirus (di scimpanzé o umano), in-capace di replicarsi come vettore per porta-re nelle cellule l’informazione genetica attra-verso Dna modificato per la produzione della proteina Spike, contro la quale si innesca la produzione di anticorpi. «I vaccini a mRna sono una rivoluzione - afferma D’Arminio - e potranno essere utilizzati anche per altri mi-crorganismi. Nell’immediato sembra diano una copertura maggiore dei vaccini “classi-ci”. Quelli a vettore virale non sono una novi-tà. Molto immunogeni, ma, come emerge dai trial, con efficacia minore rispetto a mRna (che arriva fino al 95%). L’Rna, poi, si degra-da subito dopo la formazione della proteina Spike. Sull’efficacia a lungo periodo non sap-piamo, l’esperienza è ancora scarsa».

Vaccinare i bambini?Sulle vaccinazioni ai minorenni i dubbi sono ancora più forti e la discussione prosegue, sia per l’imminenza dell’apertura delle scuole, sia per la notizia di casi pediatrici emblematici, seppur rari, come quello della bambina di 11 anni affetta da una malattia rara, contagiata dalla sorella sedicenne di ritorno da una vacanza in Spagna e deceduta a Palermo nel luglio scorso. Da una parte c’è chi paventa che i rischi siano superiori ai benefici; dall’altra si mette sul piatto della bilancia l’immunità di gregge che senza la vaccinazione dei bambini, stando a modelli matematici, non si raggiungerebbe. Pfizer è stato il primo vaccino autorizzato anche in Europa e in Italia per gli adolescenti over 12, seguito più recentemente da Moderna. Il New England Journal of Medicine ha pubblicato uno studio clinico di Fase 3 effettuato su 2.260 ragazzi di età tra i 12 e 15 anni (divisi in due coorti, placebo e “vaccino”). In quello studio, le reazioni gravi a un mese hanno riguardato lo 0,6% dei soggetti (1 vaccinato ogni 167). Dato riportato anche nel documento di “Proposta di moratoria sulla vaccinazione dei bambini contro la Covid-19” avanzata da oltre un migliaio di sanitari (pediatri, epidemiologi, igienisti e medici di ogni specialità). In Germania, il

Comitato permanente per la vaccinazione (Stiko) presso il Robert Koch Institute inizialmente aveva sconsigliato il vaccino per la fascia d’età 12-17 anni senza determinate malattie pregresse, ma recentemente ha avuto un ripensamento, spinto dalla quarta ondata, tanto da raccomandarlo per tutti gli over 12, nonostante l’opposizione dei pediatri tedeschi. Anche la Gran Bretagna, che era contraria, starebbe cambiando orientamento e ha aggiunto la fascia dei 16-17enni. Il timore principale è che su milioni di vaccinati emergano nuovi problemi. Si indaga, per esempio, su centinaia di casi di miocarditi, soprattutto in giovani maschi, vaccinati con vaccini a mRna verificatisi in Israele e Usa. «Ci sono effettivamente segnalazioni di miocarditi, poche, e riguardano giovani maschi, però tutte guarite e di lieve entità - fa notare Antonella D’Arminio - Se vogliamo una maggior rapidità per avere l’immunità di gregge ci conviene vaccinare anche i giovani e i bambini. Questi raramente sviluppano una malattia grave, ma sono comunque portatori di virus nel proprio nucleo abitativo. Il migliore dei vaccini ha poi un’efficacia del 95% e rimane fuori un 5%. I trial di Pfizer su alcune migliaia di 12-15enni (un numero certamente

inferiore rispetto ai 35mila dei trial degli adulti) sembrano garantire un’efficacia maggiore nella fascia degli adolescenti, senza tossicità. Io la vedo come qualcosa di positivo. I giovani hanno sofferto il lockdown, con problematiche psichiche enormi». «I bambini si prendono il rischio della vaccinazione senza i benefici: una follia - osserva di contro Paolo Bellavite - Questa malattia nel bambino è mite: converrebbe contrarla, più che ricevere il vaccino, anche perché la malattia dà un’immunità più completa e meno rischiosa. Lasciamo che la prendano, così restano immuni». «Prima di vaccinare gli adolescenti con un vaccino peraltro “vecchio” nei confronti delle varianti emergenti starei molto attento - ammonisce Pietro Luigi Garavelli - A fronte di un rischio praticamente nullo di Covid-19 grave e letale, sempre più sono descritti effetti collaterali importanti, tra cui le miocarditi». «Che sia meglio non vaccinare i bambini lo suggerisce anche l’Oms, in quanto al momento non si hanno abbastanza dati ed evidenze. Su mille reclutati in un trial di Pfizer, un bambino ha rischiato di morire. L’evento è dichiarato correlato. Se esce un rischio di uno su mille, che succede su tre milioni di vaccinati?» si interroga Giovanni Frajese.

Bibliografia a disposizione in redazioneAggiornamenti online: www.medicinaintegratanews.it

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Jessica Cuda
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