Incalzire in pardosela Caleffi 2.pdf

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IDRAULICA PUBBLICAZIONE PERIODICA DI INFORMAZIONE TECNICO-PROFESSIONALE 02.95 9 CALEFFI SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - PUBBLICITÀ 50% NOVARA IMPIANTI A PANNELLI RADIANTI La regolazione e la distribuzione

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IDRAULICAPUBBLICAZIONE PERIODICA DI INFORMAZIONE TECNICO-PROFESSIONALE

02.95

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SOMMARIO

IDRAULICA2

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GLI IMPIANTI A PANNELLI RADIANTIBrevi cenni storici, vantaggi e limiti degli impianti a pannelli

RACCORDI A DIAMETRO AUTOADATTABILE PER TUBI INMATERIALE PLASTICOIl nuovo progetto di un raccordo flessibile e adattabile a piùdiametri di tubo

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 18 aprile 1994, n. 392Regolamento recante disciplina del procedimento di riconoscimentodelle imprese ai fini della installazione, ampliamento e trasformazionedegli impianti nel rispetto delle norme di sicurezza

DECRETO LEGGE 27 settembre 1995, n. 407Disposizioni urgenti in materia di prevenzione dell’inquinamentoatmosferico da benzene, nonchè di esercizio, manutenzione econtrollo degli impianti termici

PANORAMANuovo comando elettrotermico CALEFFI

PANORAMAMisuratore di portata autopulente CALEFFI

PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI A PANNELLILa regolazione e la distribuzione

TABELLE UTILISegni grafici per sonde e trasmettitori da ambiente o da esterno,per condotte, tubazioni ed altri; per guaine e prese per misurazioni;per regolatori con amplificatore - Norma UNI 9511/1

In copertina: Olanda, canali d’irrigazione

Direttore responsabile: Mario Tadini Responsabile di Redazione: Fabrizio GuidettiHanno collaborato a questo numero: Mario Doninelli, Umberto Bianchini, Paolo Barcellini, Studio GI

IDRAULICA Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Novara al n. 26/91 in data 28/9/91Editore: Tipolitografia La Moderna srl - Novara Stampa: Tipolitografia La Moderna - Novara

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NOTIZIARIO DI

IMPIANTISTICA

IDRAULICA 3

Gli impianti a pannelli radianti(Ing. Mario Doninelli e Ing. Umberto Bianchini dello studio tecnico S.T.C.)

Sono veramente affidabili gli impianti apannelli? Perchè ad essi spesso si guarda conuna certa diffidenza? E’ vero che provocanomal di testa, gonfiore di gambe, eccessivasudorazione? Oppure è vero il contrario? E cioè che questiimpianti sono molto validi e da preferirsi, in molticasi, ai sistemi di riscaldamento tradizionali? Queste sono le principali domande a cui ciproponiamo di dar risposta nell’articolo chesegue.

I PRIMI IMPIANTI

Non è certamente una tecnica dei nostri giorniquella di riscaldare ambienti col calore emessoda pavimenti caldi. Numerosi documenti e reperti archeologici citestimoniano infatti che questo tipo diriscaldamento fu utilizzato, più di duemila annifa, da Cinesi, Egiziani e Romani.

Il sistema adottato daiCinesi e dagli Egiziani eraabbastanza semplice.Consisteva essenzialmentenel realizzare un focolareinterrato e nel far passare isuoi fumi sotto il pavimentodel locale da riscaldare. Inpratica era un tipo diriscaldamento monolocale. Il sistema adottato daiRomani era invece moltopiù complesso eintroduceva il concetto diimpianto centralizzato. Con ifumi di un solo grandefocolare, essi riuscivano ariscaldare più locali e anchepiù edifici.Per favorire il tiraggio, ipavimenti poggiavano supilastrini in mattoni con

spigoli arrotondati. Le reti di distribuzione deigas caldi erano molto ben progettate erealizzate.

Solo agli inizi di questo secolo, però, ilriscaldamento a pavimento appare nella suaconfigurazione attuale.Fu un inglese, il professor Barker, il primo arealizzare e a coprire con brevetto un “sistemaper riscaldare i locali con acqua caldaconvogliata in tubi sotto pavimento”. Il brevettofu poi ceduto alla Crittal Company che loutilizzò per la prima volta, nel 1909, a Liverpool.Fino alla fine della seconda guerra mondiale,comunque questo tipo di riscaldamento fupoco utilizzato. Cominciò a diffondersi in modosignificativo solo nel periodo delle grandiricostruzioni del dopoguerra.Ed è proprio analizzando la sua “storia” inquesto periodo che possiamo trovare rispostaalle incertezze e ai dubbi richiamati nellapremessa dell’articolo.

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IDRAULICA4

GLI IMPIANTI REALIZZATI NELSECONDO DOPOGUERRA

Negli anni che vanno dal Quarantacinque alCinquanta, in Europa furono costruiti più di100.000 alloggi con riscaldamento a pannelliradianti.La tecnica di base adottata era quella diannegare sottopavimento tubi in acciaio da 1/2”(talvolta anche da 3/4”). I tubi erano ancoratidirettamente alla soletta senza alcunainterposizione di materiale isolante.

Diversi erano i vantaggi, soprattutto di ordinepratico, che un tale sistema poteva offrire. Inmerito un bollettino tecnico Dalmine degli anniCinquanta, ci dà (naturalmente nel contesto diquei tempi) le seguenti informazioni:

”il costo dell’impianto a pannelli è moltoinferiore a quello degli impianti atermosifone, come dimostra il fatto che circa11 m di serpentine da 1/2” corrispondono,come emissione termica, a 1 mq di radiatori.D’altra parte negli impianti a pannelli oltrealla differenza di costo dell’impianto in séstesso, vanno considerati anche i seguentifattori: a) la posa delle serpentine richiede meno

tempo della posa dei radiatori;b) non si richiede un muratore per la

apertura di fori, per la muratura di zanche, sostegni, ecc...;

c) non si richiede verniciatura nè attacchi o riattacchi dei radiatori che intralciano le opere di finitura;

d) con i pannelli si evita la necessità di modifiche, e quindi di spese addizionali, in caso di spostamento dei divisori.

Ben presto, però, all’ottimismo di questepromesse si contrappose il pessimismo deirisultati.Innumerevoli furono i casi di malesseresegnalati. Alle segnalazioni seguirono poidenunce col supporto di medici che

dichiararono il riscaldamento a pannelli causadi gravi disturbi fisiologici, quali ad esempiocattiva circolazione, innalzamento dellapressione arteriosa, mal di testa cronico,eccessiva sudorazione, ecc... Dopo una breve alba, l’impianto a pannelliconobbe così una durissima contestazione.

In Francia e in Germania furono anche istituiteCommissioni d’inchiesta col compito diindividuare eventuali responsabilità di chiaveva progettato e realizzato questi impianti.

I RISULTATI DELLE COMMISSIONID’INCHIESTA

Queste Commissioni svolsero un lavoro chepuò esser citato come esempio di chiarezza evalidità scientifica. Le loro conclusioni furonoconcordi nel sostenere che negli impianti apannelli realizzati il malessere fisiologico erareale, ed era da addebitarsi ai valori troppoelevati di due grandezze:

1. la temperatura del pavimento,2. l’inerzia termica delle solette.

Con una serie di incontestabili prove,dimostrarono che per evitare condizioni dimalessere la temperatura del pavimento nondeve superare i 28-29°C. Al contrario, negliimpianti realizzati, si raggiungevano quasisempre temperature molto più alte, anchedell’ordine di 38-40°C.

Evidenziarono inoltre che, negli impiantirealizzati, era molto elevata la quantità di caloreaccumulata nelle solette. E questo calore,ceduto anche ad impianto spento,surriscaldava troppo i locali, determinando cosìulteriori motivi di malessere ambientale.

Gli impianti a pannelli realizzati uscironodecisamente male dall’esame delleCommissioni. Furono dichiarati inaffidabili congiudizi severi e senza appello. Le stesse Commissioni, tuttavia, misero inrilievo che i deludenti risultati ottenuti nonerano da addebitarsi al tipo di impianto in sèstesso, bensì al mancato rispetto di alcunilimiti progettuali.Dimostrarono, anzi, che gli impianti a pannelli,se costruiti nel rispetto di ben definiti limiti,potevano offrire un comfort termicosensibilmente superiore a quello degli impiantia caloriferi o a convettori.

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IDRAULICA 5

GLI IMPIANTI DEGLI ANNI SETTANTA

L’evento che di nuovo richiamò l’attenzionesugli impianti a pannelli fu la crisi energeticadegli anni Settanta. Sotto la spinta di tale crisi, infatti, quasi tutti ipaesi europei emanarono leggi che imposerol’isolamento termico degli edifici. Fu cosìpossibile riscaldare i locali con minor calore equindi (nel caso dei pannelli) con temperature apavimento più basse. In particolare il livello medio di isolamentoimposto consentiva facilmente di riscaldare ilocali con temperature del pavimento inferiori ai28-29°C: inferiori, cioè, ai limiti individuati dalleCommissioni sopra citate.

Temperature più basse a pavimentoconsentivano inoltre di ridurre l’inerzia termicadelle solette. A tal fine furono anche realizzatesolette a “pavimento galleggiante” con unefficace isolamento termico sia sotto i tubi, siaverso le pareti. Tutto questo rese gli impianti a pannellitermicamente flessibili: in grado, cioè, diadeguarsi facilmente alle variazioni di calorerichieste.

Riproposto in un contesto edilizio e consoluzioni che consentivano il rispetto dei limitiprogettuali messi a fuoco vent’anni prima, ilnuovo sistema a pannelli ebbe così finalmentela possibilità di potersi fare apprezzare per tuttii vantaggi, e non sono pochi, che esso puòeffettivamente offrire.

VANTAGGI OFFERTI DAGLI IMPIANTIA PANNELLI

Gli impianti a pannelli sono in grado di offrirediversi vantaggi: fra questi i più importantisono:

- l’elevato benessere termico,

- il calore utilizzabile a basse temperature,

- l’aspetto igienico-estetico,

- la non visibilità dei terminali,

- la libertà d’arredo.

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IDRAULICA6

BENESSERE TERMICO

Due fra i più significativi fattori checontribuiscono a determinare il benesseretermico dipendono:

1. dal variare della temperatura in relazione all’altezza del locale,

2. dalla qualità dell’aria.

L’influenza del primo fattore è descritta daldiagramma sottoriportato, le cui curverappresentano le variazioni temperatura-altezza nei seguenti casi:

curva A condizioni ideali,

B impianti a pannelli,

C impianti a radiatori,

D impianti a ventilconvettori.

Come è facile constatare è proprio l’impianto apannelli quello che più si avvicina allecondizioni ideali.

Per quanto riguarda la qualità dell’aria, invece,le esperienze del professor Gonzenbach diZurigo hanno evidenziato che le superfici deicorpi scaldanti (quando superano i 40°C)provocano la combustione del pulviscolocontenuto nell’aria.Ed è questa la causa principale del senso diarsura e di irritazione alla gola che spesso siavverte negli ambienti riscaldati con radiatori eventilconvettori. Al contrario, l’impianto a pannelli radianti,mettendo in gioco temperature relativamentebasse, non provoca alcuna alterazionedell’aria.

CALORE UTILIZZABILEA BASSA TEMPERATURA

Gli impianti a pannelli riscaldano contemperature dell’acqua sensibilmente inferiori aquelle degli impianti a radiatori e aventilconvettori. E per questo diventano una sceltapraticamente obbligata quando si intendonoutilizzare caldaie a condensazione, pompe dicalore, pannelli solari, o sistemi di recupero conenergia a basso livello termico.Conveniente è il loro uso anche con ilteleriscaldamento dove il costo del calore èquasi sempre legato alla sua temperatura diprelievo.

ASPETTO IGIENICO-ESTETICO

Come già accennato, il riscaldamento conradiatori e con ventilconvettori causa lacombustione del pulviscolo atmosferico. Talefenomeno, oltre a provocare senso di arsura eirritazione alla gola, genera anche i tipici aloni ele striature nerofumo che appaiono dietro esopra i corpi scaldanti.Il riscaldamento a pannelli radianti è, invece,del tutto immune da simili inconvenienti.

NON VISIBILITA’ DEI TERMINALI

La presenza di corpi scaldanti tradizionali puòcausare problemi d’impatto ambientale quandosi devono riscaldare edifici di rilievo storico oarchitettonico.La “non visibilità” dei pannelli consente inveceinterventi che non alterano in alcun modol’equilibrio estetico delle forme originarie.

LIBERTA’ D’ARREDO

L’ingombro di radiatori, convettori eventilconvettori può talvolta limitare, specie inalloggi di piccole dimensioni, le possibilità diarredo e il libero utilizzo dello spaziodisponibile. Nessuno di questi vincoli viene invece impostodagli impianti a pannelli.

A B C D2,50

2,00

1,50

1,00

0,50

Alte

zza

(m)

Temperatura (°C) 14 16 18 20 22 24 26

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IDRAULICA 7

LIMITI DEGLI IMPIANTI A PANNELLI

Il più importante limite è quello relativo allatemperatura del pavimento. In merito le normeDIN impongono di non superare i 29°C. Leuniche eccezioni riguardano i bagni e le zoneperimetrali, dove si possono raggiungere i35°C. Il limite imposto di 29°C fissa ancheimplicitamente in 90 kcal/m2 la massimaquantità di calore cedibile dal pavimento. Secon tale emissione non si riesce a riscaldare ilocali è allora consigliabile adottare altri sistemidi riscaldamento.

Un altro limite dei pannelli è che essi nonconsentono una rapida messa a regimedell’impianto. Non sono quindi adatti inambienti che devono essere riscaldati in mododiscontinuo, come ad esempio le case di finesettimana.

COSTI DI REALIZZAZIONE EDI GESTIONE

E’ praticamente impossibile stabilire, per questiimpianti, costi di realizzazione generalizzabili.Troppe, infatti, sono le variabili da prendere inesame: quali la tipologia costruttiva, la qualità eil relativo costo dei tubi, il sistemadi regolazione, ecc... . Si puòcomunque ritenere che mediamenteun impianto a pannelli costi circa il20-30% in più di un impianto aradiatori.

Per quanto riguarda invece i costi digestione, il riscaldamento a pannelliconsente un certo risparmio(valutabile dal 10 al 15%) rispettoagli altri sistemi, in quantogarantisce una miglior distribuzionedel calore.

CONCLUSIONI

In base a quanto esposto riteniamoche ormai non dovrebbero piùsussistere ragionevoli dubbisull’affidabilità e validità delriscaldamento a pannelli. Comeabbiamo visto, paure e diffidenza in

merito non sono più giustificabili. Si riferisconoad una realtà ormai superata: quella delsecondo dopoguerra. Ed è molto importanteguardare a questi impianti senza pregiudizi.Avere le idee chiare serve a cogliere tutte leopportunità che essi possono offrirci.

Ad esempio, ai Progettisti gli impianti a pannellioffrono la possibilità di realizzare impianti adelevato comfort termico, ad impatto ambientalenullo e in grado di funzionare a bassatemperatura: cioè in grado di sfruttareadeguatamente quelle che sono considerate lefonti energetiche del futuro: le caldaie acondensazione, il teleriscaldamento e lepompe di calore.

Agli Installatori, invece, questi impianti possonooffrire nuove occasioni di lavoro in un settoredel mercato destinato ad una continua e sicuraespansione. E quest’ultima affermazione (perquanto sia arduo sfidare gli eventi futuri conprevisioni così perentorie) non ci pare nègratuita, nè troppo azzardata. Riteniamo infattinella logica delle cose, o forse meglio nellalogica dell’evoluzione tecnica, che anche inItalia gli impianti a pannelli trovino presto lastessa diffusione e fortuna che hanno avuto, ehanno tuttora, nei paesi tecnologicamente piùevoluti del nord Europa.

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Collettori di distribuzioneper impianti a pannelli radianti convalvole di regolazione incorporate

certificazione

ISO 9001

CALEFFIcomponenti idrotermici

Serie 666667

Valvole dipreregolazionecon dispositivoregolatore di altaprecisione, provvistedi indicazionevisibile del numerodella curva diportata

Misuratore diportataautopulenteserie 669,brevettato

Nuova serie diraccordi per tuboplastica concampo di impiegodimensionaleflessibileserie 680,brevettati.

INFORMAZIONEAGLIINSTALLATORI

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INFORMAZIONI

PRATICHE

IDRAULICA 9

La grande varietà di tubi inmateriale plastico presentesul mercato e l’ampiezzadelle tolleranze ammessehanno imposto unripensamento sul metodo diaccoppiamento dei raccordia serraggio meccanico.Il nuovo progetto rispondeall’esigenza dell’installatoredi avere a disposizione unraccordo flessibile eadattabile a più diametri ditubo.Mantenendo le dimensioni nominali deiraccordi attualmente in commercio, lanuova soluzione costruttiva permette diutilizzare lo stesso raccordo per tubiaventi differenze sul diametro esternofino a 2 mm, e sul diametro interno fino a0,5 mm. La serie completa garantiscel’accoppiamento con tubi aventi Øesterno compreso tra 12 e 20 mm e Øinterno tra 8 e 16.

RACCORDI A DIAMETRO AUTOADATTABILEPER TUBI IN MATERIALE PLASTICO

La sagoma interna ad

effetto Venturi consente

una perdita di carico

inferiore del 20%

rispetto a passaggi di

pari diametro

23 p.1,523 p.1,523 p.1,523 p.1,523 p.1,523 p.1,523 p.1,523 p.1,5

3/4”3/4”3/4”3/4”3/4”3/4”3/4”3/4”3/4”3/4”

17,5-18,019,0-19,519,0-19,519,5-10,010,5-11,010,5-11,011,5-12,012,5-13,019,0-19,519,5-10,010,5-11,010,5-11,011,5-12,012,5-13,012,5-13,013,5-14,014,5-15,015,5-16,0

12-14,412-14,414-16,414-16,414-16,416-18,416-18,416-18,414-16,414-16,414-16,416-18,416-18,416-18,418-20,418-20,418-20,418-20,4

Ø internoØ Ø esterno

181818181818181818181818181818181818

Ø Attacco

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IDRAULICA

Art. 1Oggetto del regolamento

1. Il presente regolamento disciplina il procedimento diaccertamento, riconoscimento e certificazione deirequisiti tecnico-professionali nei confronti delle impreseabilitate alla trasformazione, all’ampliamento ed allamanutenzione degli impianti di cui all’articolo 1 dellalegge 5 marzo 1990, n. 46, e procedimenti collegati.

Art. 2Definizioni

1. Ai sensi del presente regolamento, per “legge”, siintende la legge 5 marzo 1990, n. 46; per “camera dicommercio” si intende la camera di commercio,industria, artigianato e agricoltura.

Art. 3Denuncia di inizio di attività

da parte delle imprese

1. Le imprese abilitate ai sensi dell’articolo 2 della leggeche intendono esercitare alcune o tutte le attività diinstallazione, ampliamento, trasformazione emanutenzione degli impianti di cui all’articolo 1 dellalegge presentano, ai sensi dell’articolo 19 della legge 7agosto 1990, n. 241, come modificato dall’articolo 2decimo comma della legge 24 dicembre 1993, n. 537,denuncia di inizio delle attività stesse indicando, conriferimento alle lettere dell’articolo 1 e alle relativesingole voci, quali esse effettivamente siano edichiarandosi in possesso dei requisiti di cui all’articolo3 della legge.

2. Le imprese artigiane presentano la denunciadirettamente alle commissioni provinciali perl’artigianato unitamente alla domanda di iscrizione alrelativo albo ai fini del riconoscimento della qualificaartigiana; le altre imprese presentano la denunciadirettamente alla camera di commercio che provvedeall’iscrizione nel registro delle ditte di cui al testo unico20 settembre 1934, n. 2011.

3. Le imprese alle quali siano stati riconosciuti i requisititecnico-professionali hanno diritto ad un certificato diriconoscimento secondo modelli approvati con decretodel Ministro dell’industria, del commercio edell’artigianato. Il certificato è rilasciato, secondocompetenza, dalle commissioni provinciali e dallacamera di commercio, che svolgono anche le attività diverifica di cui all’articolo 19 citato.

4. Copia della dichiarazione di conformità di cuiall’articolo 9 della legge, sottoscritta anche dalresponsabile tecnico, è inviata a cura dell’impresa allacamera di commercio nella cui circoscrizione l’impresastessa ha la propria sede.

Art. 6Adeguamento mediante atto di notorietà e

dichiarazione sostitutiva

1. Per gli impianti comuni degli edifici di civile abitazionegià conformi al dettato della legge al momento dellaentrata in vigore della medesima, per lavori completatiantecedentemente, i responsabili dell’amministrazionedegli stessi possono dimostrare l’avvenutoadeguamento mediante atto di notorietà, sottoscrittodavanti ad un pubblico ufficiale, nel quale siano indicatigli adeguamenti effettuati.

2. I proprietari delle singole unità abitative che sianonella condizione di cui al comma precedente possonoprodurre analoga dichiarazione, che ha valoresostitutivo del certificato di conformità di cui all’articolo 9della legge.

Art. 7Norme abrogate

1. Ai sensi dell’articolo 2, comma 8, della legge 24dicembre 1993, n. 537, dalla data di entrata in vigore delpresente regolamento, sono abrogati gli articoli 4, 5, 15,commi 2 e 3, della legge 5 marzo 1990, n. 46, e gliarticoli 3, e 7, comma 3, del decreto del Presidente dellaRepubblica 6 dicembre 1991, n. 447.

10

NORMATIVEDA CONOSCERE

Decreto del Presidente della Repubblica 18 aprile 1994, n. 392

Regolamento recante disciplina del procedimento di riconoscimento delle imprese aifini della installazione, ampliamento e trasformazione degli impianti nel rispetto dellenorme di sicurezza.

Si propongono di seguito gli articoli più significativi del D.P.R. n. 392/94, pubblicato sulla G.U. n. 141del 18/6/1994.

Le disposizioni del D.P.R. n. 392/94 sonoentrate in vigore il 19 ottobre 1994.

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IDRAULICA 11

NORMATIVEDA CONOSCERE

Disposizioni urgenti in materia di prevenzione dell’inquinamento atmosferico dabenzene, nonchè di esercizio, manutenzione e controllo degli impianti termici.

Il decreto legge 27 settembre 1995, n. 407, pubblicato sulla G.U. n. 229 del 30/9/1995, prescriveall’articolo 4 quanto segue:

Riportiamo infine dall’art. 1 le definizioni di“Esercizio e manutenzione di un impianto diriscaldamento” e di “Terzo responsabile”

(il seguito del D.P.R. n. 412 sarà pubblicato sul prossimo numero)

Decreto Legge 27 settembre 1995, n. 407

3. Nel caso di impianti termici centralizzati conpotenza nominale superiore a 350 kW ed in ognicaso qualora gli impianti termici siano destinatiesclusivamente ad edifici di proprietà pubblica odesclusivamente ad edifici adibiti ad uso pubblico, ilpossesso dei requisiti richiesti al “terzoresponsabile dell’esercizio e della manutenzionedell’impianto termico” è dimostrato mediantel’iscrizione ad albi nazionali tenuti dalla pubblicaamministrazione e pertinenti per categoria quali adesempio l’albo nazionale dei costruttori - categoriagestione e manutenzione degli impianti termici diventilazione e di condizionamento, oppure mediantel’iscrizione ad elenchi equivalenti delle ComunitàEuropee, oppure mediante accreditamento delsoggetto ai sensi delle norme UNI EN 29.000.

“Esercizio e manutenzione di un impianto termico”,complesso di operazioni che comporta l’assunzione diresponsabilità finalizzata alla gestione degli impiantiincludente: conduzione, manutenzione ordinaria estraordinaria e controllo, nel rispetto delle norme inmateria di sicurezza, di contenimento dei consumienergetici e di salvaguardia ambientale.

“Terzo responsabile dell’esercizio e della manutenzionedell’impianto termico”, persona fisica o giuridica che,essendo in possesso dei requisiti previsti dallenormative vigenti e comunque di idonea capacitàtecnica, economica, organizzativa, è delegata dalproprietario ad assumere la responsabilità dell’esercizio,della manutenzione e dell’adozione delle misurenecessarie al contenimento dei consumi energetici.

Art. 11Esercizio e manutenzione degli impianti

termici e controlli relativi

1. L’esercizio e la manutenzione degli impianti termicisono affidati al proprietario, definito come alla lettera j)dell’art. 1 comma 1, o per esso a un terzo, avente irequisiti definiti alla lettera o) dell’art. 1, comma 1, che sene assume la responsabilità.

2. Nel caso di unità immobiliari dotate di impianti termiciindividuali la figura dell’occupante, a qualsiasi titolo,dell’unità immobiliare stessa subentra, per la duratadell’occupazione, alla figura del proprietario, nell’oneredi adempiere agli obblighi previsti dal presenteregolamento e nelle connesse responsabilitàlimitatamente all’esercizio, alla manutenzionedell’impianto termico ed alle verifiche periodiche di cuial comma 12.

Le disposizioni di cui all’articolo11, comma 3, del decreto delPresidente della Repubblica 26agosto 1993, n. 412, siapplicano esclusivamente agliimpianti termici di potenzanominale superiore a 600 kW, adecorrere dal 1° ottobre 1995, eda quelli superiori a 350 kW adecorrenza dal 1° giugno 1996.

Riportiamo di seguito il contenuto dell’art. 11,commi 1, 2 e 3 del D.P.R. n. 412:

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PANORAMA

IDRAULICA12

Funzionamento

Il comando elettrotermicoCaleffi serie 656, costruito conle più avanzate tecnologie,garantisce la massimaaffidabilità grazie all'assenzadi microinterruttori e resistenzetradizionali ad avvolgimentoche sono la maggior causa dimalfunzionamenti negliapparecchi che utilizzanoqueste soluzioni.Il dispositivo è azionato da untermostato ad espansione dicera direttamente comandatoda una resistenza PTC che hala caratteristica, con l'aumentodella temperatura, di limitareautomaticamente il passaggiodi corrente al raggiungimentodel valore di regime.

Caratteristiche tecniche

Normalmente chiusaAlimentazione: 220 V o 24 VCorrente di spunto: 220 V = 0,6 A; 24 V = 2 ACorrente a regime: 220 V = 13 mA; 24 V = 140 mAAssorbimento: 3 WGrado di protezione: IP44 (in posizione verticale)Temperatura ambiente max: 50°CTempo di intervento: apertura e chiusura da 120 sec a 180 sec.Lunghezza cavo d'alimentazione: 80 cm.

Impiego

Sui singoliradiatori insostituzionedelle valvolemanuali otermostatiche: negli impianti esistenti(uso principale), consentono laregolazione della temperatura differenteda un locale all'altro con l'uso di untermostato ambiente per ogni locale.Questo tipo di installazione permette ditrasformare i tradizionali impianti acolonne montanti in impianti a zone.

Sui collettori di distribuzione per impiantia pannelli radianti.

Negli impianti ad anelli con valvolemonotubo.

Come valvola di zona in impianti dovenon sono necessarie grandi portate.

Negli ambienti che utilizzanoventilconvettori.

NUOVO COMANDOELETTROTERMICO CALEFFI

Per maggiori informazioni richiedere lo stampato tecnico n. 01042

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PANORAMA

IDRAULICA 13

Impiego

Il misuratore di portata Caleffi serie 669 da0 ÷ 4 l/min è adatto per l'installazione sucollettori di distribuzione per impianti a pannelliradianti a pavimento. Montato sul collettore di ritorno consente divedere durante la regolazione i reali valori diportata in ogni singolo circuito, favorendo unperfetto bilanciamento dell'insieme.

Funzionamento

Il misuratore è costruito con una calotta mobileda 3/4" che va fissata sul collettore, la tenuta ègarantita dall'O-Ring sul codolo bombato. La soluzione con calotta mobile è stata sceltaper facilitare un eventuale smontaggio, inquanto permette di sfilare il misuratorefrontalmente. L'attacco inferiore è 3/4" maschiocon sagoma interna adatta all'accoppiamentocon i raccordi per tubo plastica serie 680.Il bilanciamento si effettua manovrando ildetentore sul collettore di mandata fino alraggiungimento della portata assegnata. La portata va letta sul cilindro trasparentequando la parte superiore del galleggiantearriva in corrispondenza del valore in litri alminuto desiderato.

Se a distanza di tempo si rendesse necessariauna verifica della portata od un nuovobilanciamento, ed il vetro fosse illeggibile acausa di depositi di sporcizia, si può utilizzareun scala graduata di riserva (Fig. 2). Ruotando la ghiera zigrinata verso sinistraappare una seconda scala di colore giallo cheè sempre pulita grazie ad una protezioneermetica che impedisce qualsiasi contatto conl'acqua dell'impianto durante il normalefunzionamento. Dopo la lettura è importante riportare la ghieranella posizione originale (scala bianca - Fig. 1).

Costruzione

Il corpo è ricavato da ottone stampato a caldo,il cannotto trasparente e la protezione internasono in Polisulfone, il galleggiante-indicatore èin Hostaform/Teflon.Tutte le tenute sono realizzate in gommasiliconica.

Caratteristiche tecniche

- Pressione massima d'esercizio: 10 bar- Temperatura massima d'esercizio: 80°C- Campo di portata: 1 ÷ 4 l/min- Precisione: ± 10%

MISURATORE DI PORTATAAUTOPULENTE CALEFFI- Brevettato -

Fig. 1 Fig. 2

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VIAGGIO NELL’

IMPIANTISTICA

IDRAULICA14

Progettazione e realizzazionedegli impianti a pannelli(Ing. Mario Doninelli dello studio tecnico S.T.C.)

IL CALCOLO DEGLI IMPIANTI

Nel nostro paese, la mancanza di normespecifiche ha portato al diffondersi di varimetodi di calcolo: alcuni validi, altri invecedecisamente poco affidabili. In genere direi chesi deve guardare con molta diffidenza a queimetodi di calcolo che sono presentati comesemplici e pratici. Infatti nessun metodo dicalcolo semplice e pratico è in grado dicogliere e rappresentare, in modo accettabile,la complessità degli scambi termici cheavvengono tra l’ambiente e i pannelli.Ad esempio c’è chi propone comeparticolarmente semplice il metodo di calcolobasato su tabelle che danno la resa dei pannellisolo in funzione di tre grandezze:

1) la temperatura media dell’acqua,

2) l’interasse dei tubi,

3) il tipo di pavimento.

Il metodo è sì particolarmente semplice, ma èanche particolarmente pericoloso perchèignora diverse grandezze che influenzano inmodo determinante la resa dei pannelli, qualiad esempio: le resistenze termiche degli stratiposti sopra e sotto il piano dei pannelli, latemperatura ambiente e quella del locale (o delterreno) sottostante, il tipo e i diametri del tuboutilizzato.

Circa vent’anni fa, con l’aiuto del mio carissimoe compianto amico Piero Raffaglio (che sentomolto vicino nella stesura di questo articolo)anch’io ho lavorato alla messa a punto di unsistema per il calcolo dei pannelli. Ricordo chepassammo notti intere nel tentativo di trovare unbuon compromesso tra i riscontri pratici ottenutiin sala prove e le complicatissime formule diFaxen: un matematico che per primo, nel 1937,seppe risolvere le equazioni che descrivono gliscambi termici fra pannelli e ambiente.

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Ci sorreggeva la forza el’entusiasmo dei trent’anni eforse anche il fatto di sentirciun pò pionieri nella riscopertadi questo impianto chesolo allora cominciavatimidamente a riproporsi dopole disastrose esperienze deglianni Cinquanta.Definito e verificato quello cheritenemmo un soddisfacentesistema di calcolo, passammopoi alla sua presentazionescrivendo un “Manuale per ilcalcolo dei pannelli radianti apavimento” edito dallaSCANTEC. Faceva parteintegrante del manuale ancheun programma di calcoloautomatico, prima redatto suschede per gli ormaiantidiluviani Texas TI 59 e poisu floppy per i primi PC. E inquest’ultima versione ilprogramma è ancoraproposto e utilizzato dallaSCANTEC.

Comunque ben presto non dovrebbero piùsussistere indecisioni in merito al metodo dicalcolo da utilizzare. Infatti, anche in Italia, saràobbligatorio seguire le procedure imposte dauna specifica norma UNI, che dovrebbe ormaiessere approvata in tempi molto brevi.

LA SCELTA DEI TUBI

I tubi in materiale plastico sono quelli chemeglio si prestano a realizzare impianti apannelli perchè, a differenza di quelli metallici,

1) sono facili da posare,

2) non si corrodono,

3) non consentono depositi di calcare.

Non va comunque dimenticato che questi tubipossono riservare anche sgradite sorprese.Infatti, come la maggior parte dei prodottiplastici, possono invecchiare precocemente.Possono, cioè, nel giro di pochi anni, diventarefragili e rompersi con facilità. E’ dunque indispensabile scegliere questi tubicon molta cautela e direi anche senzaconsiderare verità indubitabili quanto riportatosui certificati di invecchiamento artificiale esibitidai Produttori. In Italia, infatti, non esistononorme precise in merito. E’ così possibile

trovare certificati d’invecchiamento redatti conmolte imprecisioni e diverse forzature. Ad esempio è facile trovare certificati del tuttogenerici riferiti al materiale e non (come inveceè necessario) ai tubi. E’ facile trovare anchecertificati con dati estrapolati su periodi diprova (qualche giorno) troppo brevi per poterdare informazioni significative su come i tubi sicomporteranno col passare degli anni.

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Pertanto direi che, in questo contesto, lavia più sicuramente percorribile siaquella di fidarsi solo di Produttori moltoseri e qualificati. Direi inoltre che èmeglio dare preferenza a quei Produttoriche operano sui mercati dei paesitecnologicamente più evoluti, quali adesempio: gli Stati Uniti, la Germania,l’Inghilterra, la Francia o la Svezia. Perpoter, infatti, operare su questi mercatioccorre sottostare a rigorose norme e aseveri collaudi. Occorre, cioè, darequelle garanzie che il nostro mercatonon è ancora in grado di richiedere everificare.

SISTEMI DI REGOLAZIONE

Un buon sistema di regolazione perpannelli deve essere in grado di

1) rendere minima l’inerzia termica del pavimento

2) garantire il non superamento della temperatura limite di sicurezza.

La prima richiesta può esseresoddisfatta con regolazioni di tipoclimatico. Queste regolazioni infatti consentonodi inviare ai pannelli fluido alla minimatemperatura necessaria per far fronte alfabbisogno termico richiesto. E pertantoconsentono anche di mantenere minimo ilcalore che si accumula nel pavimento. Sipossono convenientemente adottare sia sistemicon regolazione climatica semplice, sia sistemicon regolazione climatica integrata con valvoletermoelettriche sui pannelli.Quest’ultima soluzione serve soprattutto permeglio sfruttare gli apporti gratuiti di calore.

Decisamente non in grado di minimizzarel’inerzia termica del pavimento sono invece leregolazioni che funzionano in on-off atemperatura fissa. Infatti con queste regolazionisi può cedere calore solo portando il fluido allamassima temperatura prevista (quella diprogetto). Si può, cioè, cedere calore solo incondizioni che rendono massima, invece cheminima, la quantità di energia che si accumulanel pavimento. E con troppa energiaaccumulata nel pavimento i locali sisurriscaldano facilmente. Molto lente, inoltre,diventano le risposte dell’impianto al variare delcarico termico richiesto.

Ad un sistema di regolazione per pannelli si

richiede anche la capacità di garantire il nonsuperamento della temperatura limite disicurezza. Questa prestazione serve ad evitareche starature o irregolarità di funzionamento delsistema di regolazione possano far giungere aipannelli fluido a temperature troppo elevate. Inmerito va tenuto ben presente che temperaturedi 70-80°C possono far “saltare” i pavimenti eprovocare gravi lesioni alle strutture murarie.In genere è consigliabile ricorrere a sistemi diregolazione già predisposti per l’inserimentodella sonda di sicurezza. E’ bene, inoltre, che lasonda sia protetta contro manomissioni casualie mandi in blocco sia la valvola di regolazione,sia l’elettropompa dell’impianto.

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Banda

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Estate

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30 95LimitatoreMandata

X2 X1

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Mc

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Se

Sm

Sm

Sonda - Esterna

Sonda - Mandata

PompaSecondario N

Miscelatrice N

Rete230 V~50 Hz

N

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StazioneAmbienteSerie 151

StazioneAmbienteSerie 151

Aperto

Chiuso

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RAFFRESCARE COI PANNELLI

Da un paio d’anni alcuni produttoripubblicizzano l’uso dei pannelli ancheper il raffrescamento estivo dei locali epresentano questa soluzione come unagrande novità dalle inaspettate estraordinarie prestazioni. In vero si trattadi una soluzione che ha più di trent’anni(una volta si usava come fluidoraffrescante l’acqua di pozzo) e chepresenta due ben precisi limiti:

1) la bassa resa frigorifera dei pannelli,

2) l’impossibilità di deumidificare.

La bassa resa frigorifera dei pannelli èlegata al fatto che non è possibileabbassare troppo la temperatura delpavimento senza provocare fenomeni dicondensa. In pratica risulta difficileottenere valori di potenza frigoriferasuperiori a 40-45 W/m2. E con tali potenzeè possibile raffrescare solo ambientimolto “protetti”, con finestre a nord,scarso affollamento e bassa densitàd’illuminazione. Basta considerare che inItalia, il carico energetico in ambientinormali varia mediamente da 110 a 150W/m2.

L’impossibilità di deumidificare portainoltre ad un clima interno non certoideale. Raffrescare senza deumidificare,infatti, causa un notevole aumentodell’umidità relativa. E questo crea unclima da “cantina” tutt’altro checonfortevole.Accettabili condizioni ambientali sipossono ottenere solo con l’aiuto dideumidificatori, cioè con integrazionidell’impianto a pannelli che comportanosensibili aumenti di costo e ancheingombri difficilmente accettabilinell’edilizia residenziale.

Ritengo pertanto che nel nostro paeseraffrescare con pannelli sia conveniente solo incasi particolari: ad esempio in sale di musei oin saloni di vecchi palazzi. Deve comunquetrattarsi di ambienti che richiedono un bassocarico termico e in cui si prevede anche larealizzazione di sistemi atti a tener sottocontrollo l’umidità dell’aria. Raffrescare conpannelli può essere conveniente anche in alcunipaesi nordici, dove le temperature e i tassi diumidità sono sensibilmente inferiori ai nostri.

Ritengo infine che forzare troppo da noi questasoluzione non sia rendere un buon servizio allacorretta conoscenza e quindi alla diffusionedegli impianti a pannelli. Penso infatti chequesti impianti potranno avere anche in Italia lastessa diffusione che ormai da tempo hanno neipaesi tecnologicamente più evoluti, solo sepotranno contare su un’informazione precisa,coerente e soprattutto capace di individuarne esottolinearne i limiti.

CONVIENE RAFFRESCARECON I PANNELLI ?

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Sonda trasmettitore:segno grafico generale

Sonda di temperatura ambiente

Sonda di umidità relativa ambiente

Sonda di temperatura o climaticaper ambiente esterno

Sonda di temperatura o climaticaper esterno sensibile ancheall'irraggiamento solare

Segni grafici per sonde e trasmettitorida ambiente o da esterno

Regolatore:segno grafico generale

Regolatori ambiente con sondaincorporata:segno grafico generale

Regolatore di temperatura dacondotta aria o tubazionecon elemento sensibile

Regolatori di ∆T

Regolatori di ∆P

Regolatore montato all'interno diun servocomando(segno grafico del regolatorecombinato con il segno graficodel servocomando)

Segni grafici per regolatori conamplificatore (elettronici o pneumatici)

Segni grafici per guaine e preseper misurazioni

Pozzetto per termometro

Presa per manometro

Presa per manometro,con flangia di prova

Sonda o trasmettitore da condotta:segno grafico generale

Sonda o trasmettitore di temperatura

Sonda o trasmettitore di pressione

Sonda o trasmettitore di umitità relativa

Sonda o trasmettitore di portata

Sonda o trasmettitore di livello

Segni grafici per sonde o trasmettitoriper condotte, tubazioni ed altri

Norma UNI 9511/1SEGNI GRAFICI

TABELLEUTILI

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Raccordo a diametro autoadattabile per tubi in materiale plasticoserie 680

La grande varietà di tubi in materiale plasticopresente sul mercato e l’ampiezza delle tolleranze

ammesse, hanno impostoun ripensamento sul

metodo di accoppiamentodei raccordi a serraggio

meccanico.Il nuovo progetto rispondeall’esigenza dell’installatoredi avere a disposizione un

raccordo flessibile eadattabile a più diametri di

tubo.

Mantenendo le dimensioni nominali dei raccordiattualmente in commercio, la nuova soluzione

costruttiva permette diutilizzare lo stesso raccordoper tubi aventi differenze sul

diametro esterno fino a 2mm, e sul diametro interno

fino a 0,5 mm. La seriecompleta garantisce

l’accoppiamento con tubiaventi Ø esterno compresotra 12 e 20 mm e Ø interno

tra 8 e 16 mm.Brevettato.

CALEFFI certificazione

ISO 9001

CALDA

La sagoma interna ad effetto Venturi consente una perdita dicarico inferiore del 20% rispetto a passaggi di pari diametro

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