INAUGURAZIONE MONUMENTO ALL'EMIGRANTE · -il Presidente di Friuli nel Mondo Pietro Pittaro; ......

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ANNO 7 - NUMERO 14 - DICEMBRE 2011 SEMESTRALE DI INFORMAZIONE DEL COMUNE DI RAGOGNA - DISTRIBUITO GRATUITAMENTE A TUTTE LE FAMIGLIE DEL COMUNE AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI UDINE NUMERO 9 DEL 12/3/2005 WWW.COMUNE.RAGOGNA.UD.IT STAMPATO SU CARTA RICICLATA I I NAUGURAZIONE MONUMENTO ALL'EMIGRANTE Era la folla delle grandi occasioni quella che ha salito le pendici del nostro monte per assistere ad un evento annunciato da tempo e che aveva accresciuto settimana dopo settimana la frenesia dell'attesa. Hanno lavorato sodo i volontari del Gruppo Alpini di Muris per realizzare il basamento su cui è stata collocata una statua in bronzo raffigurante un emigrante con la valigia in mano che si incammina verso le strade di tutto il mondo. La statua è collocata giust'ap- punto su un globo in cemento raffigurante la Terra con delinetati tutti e 5 i continenti dove i nostri emigranti friulani hanno lavorato ed operato con capacità, onestà e laboriosità. Un Monumento collocato su uno spiazzo er- boso ben visibile dalla strada che sale al mon- te e proprio di fronte alla baita del Gruppo Alpini di Muris che si sono pure impegnati per la futura manutenzione del nuovo prestigioso e significativo sito, che misura in altezza ben 5 metri. I fratelli Arrigo e Mario Collavino, i noti costrut- tori canadesi nativi di Muris di Ragogna da dove sono emigrati nel dopoguerra, hanno fortemente voluto questo Monumento, non per celebrare la loro storia ma per esaltare e ricordare per sempre la storia dell'emigra- zione friulana e ragognese in particolare, che è stata considerevole dopo la seconda guerra mondiale portando un po' di Friuli e di Ragogna in tutto il mondo. Per ricordare alle generazioni nostre e a quelle future il sacri- ficio di quelle persone, la loro sofferenza nel lasciare i luoghi natii, ma anche rappresentare per sempre l'operosità della nostra gente che ovunque nel mondo si è fatta apprezzare e benvolere. E i fratelli Collavino hanno voluto realizzare tutto questo per donarlo al Comune di Rago- gna e quindi a tutta la nostra comunità che ha molto apprezzato il gesto e che è accorsa in massa all'inaugurazione del Monumento. La cerimonia si è tenuta nel piazzale anti- stante la baita del Gruppo Alpini ed ha visto la grande e prestigiosa partecipazione di numerosi emigranti provenienti dai tanti “Fo- golars furlans” nel mondo intervenuti anche per la concomitanza dell'annuale raduno che quest'anno si è tenuto a Spilimbergo nei gior- ni immediatamente seguenti all'inaugurazione del Monumento di Muris. Numerose le autorità presenti alla commo- vente cerimonia: -l'Assessore regionale Roberto Molinaro in rappresentanza del Regione Fvg; -l'Assessore provinciale Adriano Piuzzi in rappresentanza della Provincia di Udine; -il Senatore Flavio Pertoldi; -il Presidente di Friuli nel Mondo Pietro Pittaro; -il Senatore Mario Toros; -l'Arcivescovo di Udine Monsignor Pietro Brollo; - il Patron delle tappe del Giro in Friuli, Enzo Cainero -Il Presidente Ana di Udine Soravito; -Il Sindaco del Comune francese di Sainte Bazeille (gemellato con Ragogna), Michel Vigneau giunto con una delegazione apposi- tamente per partecipare alla cerimonia; GRANDE FESTA SUL MONTE DI RAGOGNA VENERDÌ 5 AGOSTO QUANDO OLTRE UN MIGLIAIO DI PERSONE HA POTUTO ASSISTERE CON EMOZIONE E COMMOZIONE ALLO SCOPRIMENTO DEL TANTO ATTESO MONUMENTO ALL'EMIGRANTE CHE I FRATELLI ARRIGO E MARIO COLLAVINO HANNO VOLUTO REGALARE ALLA COMUNITÀ DI RAGOGNA EDITORIALE Che la Luce che più di 2000 anni fa ha illuminato la strada che conduceva i Re Magi al Salvatore possa, in questi momenti di profonde trasformazioni nella nostra società, guidare il mondo verso scelte di equità, giustizia e umanità a cui tutti aspiriamo. Buon Natale a tutte le nostre famiglie e che il nuovo anno 2012 che sta per cominciare possa essere secondo le nostre aspettative. Il Sindaco Lo spirito del Natale è un dono di gioia, pace e amore. Ascoltalo con il cuore. Auguri e felice anno nuovo! La Redazione de “Il Comune di Ragogna” AUGURI segue a pagina 3

Transcript of INAUGURAZIONE MONUMENTO ALL'EMIGRANTE · -il Presidente di Friuli nel Mondo Pietro Pittaro; ......

ANNO 7 - NUMERO 14 - DICEMBRE 2011 SEMESTRALE DI INFORMAZIONE DEL COMUNE DI RAGOGNA - DISTRIBUITO GRATUITAMENTE A TUTTE LE FAMIGLIE DEL COMUNEAUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI UDINE NUMERO 9 DEL 12/3/2005

WWW.COMUNE.RAGOGNA.UD.ITSTAMPATO SU CARTA RICICLATA

IINAUGURAZIONE MONUMENTO ALL'EMIGRANTE

Era la folla delle grandi occasioni quella che ha salito le pendici del nostro monte per assistere ad un evento annunciato da tempo e che aveva accresciuto settimana dopo settimana la frenesia dell'attesa.Hanno lavorato sodo i volontari del Gruppo Alpini di Muris per realizzare il basamento su cui è stata collocata una statua in bronzo raffigurante un emigrante con la valigia in mano che si incammina verso le strade di tutto il mondo. La statua è collocata giust'ap-punto su un globo in cemento raffigurante la Terra con delinetati tutti e 5 i continenti dove i nostri emigranti friulani hanno lavorato ed operato con capacità, onestà e laboriosità.Un Monumento collocato su uno spiazzo er-boso ben visibile dalla strada che sale al mon-te e proprio di fronte alla baita del Gruppo Alpini di Muris che si sono pure impegnati per la futura manutenzione del nuovo prestigioso e significativo sito, che misura in altezza ben 5 metri.I fratelli Arrigo e Mario Collavino, i noti costrut-tori canadesi nativi di Muris di Ragogna da dove sono emigrati nel dopoguerra, hanno fortemente voluto questo Monumento, non per celebrare la loro storia ma per esaltare e ricordare per sempre la storia dell'emigra-zione friulana e ragognese in particolare, che è stata considerevole dopo la seconda guerra mondiale portando un po' di Friuli e di Ragogna in tutto il mondo. Per ricordare alle generazioni nostre e a quelle future il sacri-ficio di quelle persone, la loro sofferenza nel lasciare i luoghi natii, ma anche rappresentare

per sempre l'operosità della nostra gente che ovunque nel mondo si è fatta apprezzare e benvolere.E i fratelli Collavino hanno voluto realizzare tutto questo per donarlo al Comune di Rago-gna e quindi a tutta la nostra comunità che ha molto apprezzato il gesto e che è accorsa in massa all'inaugurazione del Monumento. La cerimonia si è tenuta nel piazzale anti-stante la baita del Gruppo Alpini ed ha visto la grande e prestigiosa partecipazione di numerosi emigranti provenienti dai tanti “Fo-golars furlans” nel mondo intervenuti anche per la concomitanza dell'annuale raduno che quest'anno si è tenuto a Spilimbergo nei gior-ni immediatamente seguenti all'inaugurazione del Monumento di Muris.Numerose le autorità presenti alla commo-vente cerimonia:-l'Assessore regionale Roberto Molinaro in rappresentanza del Regione Fvg;-l'Assessore provinciale Adriano Piuzzi in rappresentanza della Provincia di Udine;-il Senatore Flavio Pertoldi;-il Presidente di Friuli nel Mondo Pietro Pittaro;-il Senatore Mario Toros;-l'Arcivescovo di Udine Monsignor Pietro Brollo;- il Patron delle tappe del Giro in Friuli, Enzo Cainero -Il Presidente Ana di Udine Soravito;-Il Sindaco del Comune francese di Sainte Bazeille (gemellato con Ragogna), Michel Vigneau giunto con una delegazione apposi-tamente per partecipare alla cerimonia;

GRANDE FESTA SUL MONTE DI RAGOGNA VENERDÌ 5 AGOSTO QUANDO OLTRE UN MIGLIAIO DI PERSONE HA POTUTO ASSISTERE CON EMOZIONE E COMMOZIONE ALLO SCOPRIMENTO DEL TANTO ATTESO MONUMENTO ALL'EMIGRANTE

CHE I FRATELLI ARRIGO E MARIO COLLAVINO HANNO VOLUTO REGALARE ALLA COMUNITÀ DI RAGOGNA

EDITORIALE

Che la Luce che più di 2000 anni fa ha illuminato la strada che conduceva i Re Magi al Salvatore possa, in questi momenti di profonde trasformazioni nella nostra società, guidare il mondo verso scelte di equità, giustizia e umanità a cui tutti aspiriamo.Buon Natale a tutte le nostre famiglie e che il nuovo anno 2012 che sta per cominciare possa essere secondo le nostre aspettative.Il Sindaco

Lo spirito del Natale è un dono di gioia, pace e amore. Ascoltalo con il cuore. Auguri e felice anno nuovo! La Redazione de “Il Comune di Ragogna”

AUGURI

segue a pagina 3

SINDACO MIRCO DAFFARRAINSIEME PER RAGOGNA

MARTEDI dalle 11.30 alle 12.30GIOVEDI delle 11.30 alle 12.30Su appuntamento in altri giorni ed orari

ALMA CONCIL CONSIGLIERE DI INSIEME PER RAGOGNAVICE SINDACOASS. CON LE DELEGHE A:SCUOLA,LAVORI PUBBLICI, SERVIZI AI CITTADINI, MANUTENZIONE PATRIMONIO COMUNALE

MARTEDI dalle 11.30 alle 12.30

MILVIA DE CECCOCONSIGLIERE DI INSIEME PER RAGOGNA ASSESSORE CON DELEGHE A:BILANCIO E FINANZE, ATTIVITÀ COMMERCIALI, ASSOCIAZIONI, VOLONTARIATO

GIOVEDI dalle 11.30 alle 12.30

PIETRO BOSARICONSIGLIERE DI INSIEME PER RAGOGNA ASSESSORE CON DELEGHE A:ATTIVITÀ PRODUTTIVE, AGRICOLTURA, SERVIZI SOCIALI, SANITÀ E VETERINARIA

VENERDI dalle 13.30 alle 14.30

MARCO PASCOLICONSIGLIERE DI INSIEME PER RAGOGNA ASSESSORE CON DELEGHE A:CULTURA, EVENTI, TURISMO, GIOVANI, CULTURA ED INIZIATIVE CULTURALI

VENERDI dalle 11.30 alle 12.30

ADRIANO PIDUTTIASS. ESTERNO CON DELEGHE A:AMBIENTE, ENERGIA, SICUREZZA, PROTEZIONE CIVILE, POLIZIA MUNICIPALE

MARTEDI della 1a e 3a settimana di ogni mese, dalle 17.00 alle 18.00

OPERE PUBBLICHE,URBANISTICA,PATRIMONIO COMUNALE,MANUTENZIONI PATRIMONIOYuri Marchello consigliereClaudio Maestra consigliereLizzi Simone consigliereQuattrin Frank esternoCandusso Marina esternoAlma Concil Assessore delegato

BILANCIO, FINANZE, REGOLAMENTI, STATUTO, CONVENZIONI, ASSOCIAZIONI, VOLONTARIATOMaurizio De Monte consigliereClaudio Maestra consigliere Gianfranco Blasutta consigliereNerina De Monte esternoLoris Lepore esternoMilvia De Cecco Assessore delegato

ATTIVITÀ SOCIO-ASSISTENZIALI, SANITARIE, ATTIVITÀ SPORTIVE-RICREATIVELeonardino Temil ConsigliereClaudio Bortoluzzi ConsigliereGianfranco Blasutta ConsigliereMario Barbieri EsternoElena Ornella EsternoPietro Bosari Assessore delegato

ATTIVITÀ PRODUTTIVE, AGRICOLE, ZOOTECNICHE, VETERINARIAMaurizio De Monte ConsigliereYuri Marchello ConsigliereGuido Colombino ConsiglierePidutti Angela EesternoFabio Molinaro EesternoPietro Bosari Assessore delegato

ATTIVITÀ CULTURALI, MUSEO, BIBLIOTECA, EVENTI, PROMOZIONE TURISTICA DEL TERRITORIO E DEL CASTELLOIrene Daffarra ConsigliereClaudio Bortoluzzi ConsigliereMauro Simonitto ConsigliereSandro Moschino EsternoCostantino Marcuzzi EsternoUgo Sandri EsternoRoberto Giurano EsternoMarco Pascoli Assessore delegato

SCUOLA, GIOVANI, PROMOZIONE LINGUA E CULTURA FRIULANEIrene Daffarra ConsigliereLeonardino Temil ConsiglierePaolo Marcuzzi ConsigliereGianni Sergio Pascoli EsternoMaria Teresa Molinaro EsternoEmanuela Lizzi EsternoIsabella Sivilotti EsternoAlma Concil Assessore

AMBIENTE, TERRITORIO, POLIZIA MUNICIPALE, SICUREZZA, ENERGIA, PROTEZIONE CIVILE, VIABILITÀClaudio Bortoluzzi ConsigliereLeonardino Temil ConsigliereRoberto Buttazzoni ConsigliereFrancesco D’Agosto EsternoErmano Bortoluzzi EsternoVincenzo Bellantuono EsternoRoberto Buttazzoni EsternoAdriano Pidutti Assessore delegato

LEONARDINO TEMILCONSIGLIERE DI INSIEME PER RAGOGNAREALIZZAZIONE DEL GIORNALE SEMESTRALE COMUNALE

CLAUDIO BORTOLUZZICONSIGLIERE DI INSIEME PER RAGOGNAVICE DELL’ASSESSORE ALMA CONCIL

MAURIZIO DE MONTECONSIGLIERE DI INSIEME PER RAGOGNAVICE DELL’ASSESSORE MILVIA DE CECCO

CLAUDIO MAESTRACONSIGLIERE DI INSIEME PER RAGOGNAVICE DELL’ASSESSORE PIETRO BOSARI

IRENE DAFFARRACONSIGLIERE DI INSIEME PER RAGOGNAVICE DELL’ASSESSORE MARCO PASCOLI

YURI MARCHELLOCONSIGLIERE DI INSIEME PER RAGOGNAVICE DELL’ASSESSORE ADRIANO PIDUTTI

MAURO SIMONITTOCONSIGLIERE DI RAGOGNA DEMOCRATICA

GUIDO COLOMBINOCONSIGLIERE DI RAGOGNA DEMOCRATICA

ROBERTO BUTTAZZONICONSIGLIERE DI RAGOGNA DEMOCRATICA

SIMONE LIZZICONSIGLIERE DI RAGOGNA DEMOCRATICA

PAOLO MARCUZZICONSIGLIERE DI LEGA NORD

GIANFRANCO BLASUTTACONSIGLIERE DI LEGA NORD

AMMINISTRAZIONE COMUNALE 32 AMMINISTRAZIONE COMUNALE

AMMINISTRAZIONE COMUNALE 2009/2014

COMMISSIONI COMUNALI

DIRETTO RESPONSABILE: MIRCO DAFFARRA

CAPO REDATTORE: LEONARDINO TEMIL

HANNO COLLABORATOA QUESTO NUMERO: MILVIA DE CECCOALMA CONCILPIETRO BOSARI

ADRIANO PIDUTTIMARCO PASCOLICLAUDIO MAESTRALEONARDINO TEMILDIANA CANDUSSOVALENTINA CANDUSSOANNA CONZATTIMAURIZIO DE MONTEFABIO CONZATTICHIARA TORASSASANDRO D’AGOSTOSERGIO DE CECCOMICHELE URTAMONTI

GUGLIELMO DE MONTEMARIA TERESA MOLINAROELISA E VITTORIA (CLASSE 5A)MARIO CLARACARINO TISSINOYURI MARCHELLOMIRKO PERISSUTTISTEFANIA AGOSTINISANDREA COLOMBINOCONSIGLIO DIRETTIVO PRO LOCO

PROGETTO E REALIZZAZIONE: SANDRO MOSCHINO

STAMPA: TIPOGRAFIA MENINI,SPILIMBERGO

NOTE SUI CONSIGLI COMUNALI

A questo scopo, l’ attuale maggioranza ha voluto fin dall’inizio instaurare un rapporto di totale trasparenza con i Cittadini, per esempio, anche tramite la divulgazione di questo “bollettino comunale” in cui vengono trasmesse alla cittadinanza una serie di informazioni sull’attività dell’ammi-nistrazione comunale, ma anche di varia cultura e tradizione del nostro Paese. Però effettivamente, pare necessario inserire un apposita rubrica, che comparirà d’ora in poi in ogni numero del bollettino in cui verrà fatto un breve rias-sunto di quelli che sono proprio i singoli argomenti trattati in Consiglio comunale: certo, prima di ogni seduta del consiglio comunale vengono affissi, nei luoghi pubblici i ma-nifesti con gli argomenti all’ordine del giorno, ma pensiamo che riepilogare le attività del Consiglio Comunale per singoli punti, su questo giornale, possa essere una cosa utile e gradita da parte di molti Cittadini, anche per consentire gli approfondimenti che ciascuno riterrà necessari.

Claudio Maestra Capo gruppo di Insieme per Ragogna

CONSIGLIO COMUNALE DEL 18 FEBBRAIO 2011- Esame ed approvazione dell’aliquota ICI per l’anno 2011;- Determinazione del valore delle aree fabbricabili ai sensi

del calcolo dell’ICI;- Esame ed approvazione del programma per l’affidamento

di incarichi di studio, ricerca, consulenza e collaborazioni a soggetti estranei all’Amministrazione;

- Ricognizione degli immobili di proprietà comunale suscet-tibili di alienazione e/o valorizzazione;

- Approvazione del programma triennale delle opere pubbli-che 2011-2013;

- Approvazione bilancio di previsione 2011 e pluriennale 2011-2013 e relazione revisionale programmatica;

- Esame ed approvazione convenzione per la gestione integrata delle attività culturali per la promozione della lingua friulana;

- Atto di indirizzo per accettazione donazione e colloca-mento Monumento all’Emigrante;

- Riconoscimento dei gruppi musicali “i Cjastinars”, “Insolitenote” ed “Amici della Montagna” come gruppi di interesse comunale.

CONSIGLIO COMUNALE DEL 29 APRILE 2011- Esame ed approvazione rendiconto di gestione 2010;- Esame ed approvazione alienazione di immobile di pro-

prietà comunale in via San Remigio, 18;- Procedura di valutazione Ambientale strategica relativa

alla variante n. 10 al Piano regolatore generale;- Esame e modifiche alle norme di attuazione del Piano

Comunale di settore per la localizzazione degli impianti di telefonia mobile;

- Esame ed approvazione Piano Attuativo Comunale (PAC) di iniziativa privata, “recinto faunistico sul Monte di Muris”;

CONSIGLIO COMUNALE DEL 6 GIUGNO 2011- Esame ed adozione della Variante 10 al Piano Regolatore

Generale e revisione dei vincoli;- Approvazione seconda variazione al bilancio di previsione;- Regolamenti comunali per l’esercizio di attività di estetista,

barbiere, parrucchiere misto, tatuaggio e piercing.- Esame piano industriale e valutazione di massima A&T

2000 spa e del ramo rifiuti della Comunità Collinare e bozza convenzione finalizzata al conferimento di ramo d’azienda.

CONSIGLIO COMUNALE DEL 23 SETTEMBRE 2011- Variante n. 10 al Piano Regolatore Generale e revisione dei

vincoli. Esame osservazioni pervenute per approvazione variante;

- Esame ed approvazione progetto per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria nella nuova zona industriale/artigianale;

- Riconoscimento debito fuori bilancio a seguito di azione giudiziaria;

- Approvazione quarta variazione di bilancio;- Ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi

relativi all’esercizio finanziario 2011. Verifica degli equilibri generali di bilancio;

- Esame ed approvazione convenzione per la valorizza-zione del patrimonio culturale ed ambientale del Fiume Tagliamento.

MOLTE VOLTE A NOI AMMINISTRATORI CAPITA, IN VIRTÙ DEL NOSTRO RUOLO ISTITUZIONALE, DI ESSERE CONTATTATI DAI CITTADINI PER SAPERE COME AGISCE NEL DETTAGLIO IL CONSIGLIO COMUNALE E QUALI SONO GLI ARGOMENTI SPECIFICI CHE VENGONO TRATTATI DURANTE LE LUNGHE SEDUTE DEI CONSIGLI COMUNALI.

AMMINISTRAZIONE COMUNALE 3

EMIGRAZION: SCREÂT IN MONT IL MONUMENT REGALÂT DAI FRADIS MARIO E ARRIGO COLLAVINO E DES LÔR FAMEIS.

-Una delegazione di Weitensfeld comune carinziano gemellato con Ragogna; -Il parroco di Muris e San Giacomo Don Anto-nino Cappellari;-Consiglieri ed Assessori del comune di Ragogna;-Rappresentanti delle Amministrazioni comu-nali limitrofe e della Comunità collinare;- i Consiglieri regionali Menis ed Agnola;-Rappresentanti delle Associazioni locali-Rappresentanti delle Scuole locali.Erano naturalmente presenti anche l'autore della statua in bronzo Renato Blasutta origi-nario di Muris ed emigrato anche lui in Francia dove ha operato ed opera come artista scultore e che ha realizzato tutti gli stampi per la successiva fusione bronzea. Era presente il direttore dei lavori nonchè progettista ing. Loris Lepore anche lui di Muris.Ed era presente con le sue ottime esibizioni la nuova Banda Musicale di Muris “I Cjastinars” che hanno accompagnato i vari momenti della cerimonia. Tutti di Muris dunque per la gioia dei Fratelli Collavino che sono arrivati dal Ca-nada con le rispettive famiglie al gran comple-to. Il Sindaco Mirco Daffarra visibilmente emo-zionato ha dato inizio alla cerimonia portando i saluti dell'Amministrazione comunale di Rago-gna a tutti I numerosissimi intervenuti e nel suo discorso ha voluto ricordare la prima volta che ha conosciuto i Collavino durante un viaggio in Canada dove ha potuto rendersi conto delle realtà lavorative che erano riusciti a realizzare con l'impegno, la capacità, il lavoro, il senso del dovere, l'onestà. Una realtà che il Sindaco ha ritenuto giusto e doveroso far conoscere anche nella loro terra natia e che fino ad allora non solo per modestia ma soprattutto perchè ritenevano di aver fatto solo il proprio dovere e nulla di più, loro non l'avevano mai evidenziata nei periodici rientri a Muris.E vennero quindi i meritati premi:-Medaglia d'oro della Camera di Commercio di Udine nel 2006;-Cittadinanza onoraria del Comune di Rago-gna nel 2007;-Premio Epifania di Tarcento nel 2009-Premio Merit Furlan di Rive d'Arcano nel 2010Ed ora la notizia appena arrivata del conferi-mento della Laurea Honoris Causa in Inge-gneria civile a Mario Collavino che con la sua impresa sta costruendo il grattacielo a New York che sostituirà le torri gemelle distrutte nel

2001 dall'attentato terroristico del secolo.Il Sindaco ha poi ricordato la generosità dei Collavino che hanno voluto donare un prezioso Monumento alla comunità di Ragogna dopo aver regalato la ricostruzione dell'Ancona voti-va di Ca' Farra e li ha ringraziati quindi a nome di tutta la comunità di Ragogna.Si sono susseguiti poi i discorsi dell'Assessore provinciale Piuzzi, dell'Assessore regionale Molinaro, del Presidente Friuli nel Mondo Pietro Pittaro, del Senatore Flavio Pertoldi, di Enzo Cainero, di un Mario Collavino visibilmente commosso, e dell'Arcivescovo Monsignor Pietro Brollo.Poi tutti in corteo accompagnati dalle note della Banda di Muris “I Cjastinars” si è arrivati nei pressi del Monumento il cui globo che fa da basamento era ricoperto con le bandiere italiane e la statua in bronzo con le bandiere con i colori di Ragogna.Il Sindaco Daffarra e il Senatore Toros hanno quindi proceduto allo scoprimento del magni-fico Monumento apprezzato ed applaudito da tutti i tantissimi presenti e successivamente Monsignor Brollo ha benedetto l'opera.La conclusione della cerimonia è stata affidata alle belle e sensibili parole di apprezzamento che il Senatore Toros ha voluto rivolgere ai fratelli Collavino ed al profondo significato dell'opera.E' seguito un abbondante rinfresco offerto dai fratelli Collavino, e da altri sponsor sostenitori con l'insostituibile collaborazione e lavoro dei volontari del Gruppo Alpini di Muris.Una targa ai piedi del Monumento spiega a chi sale e scende per la strada del Monte e a chi si sofferma nel sito, cosa rappresenta questo Monumento che si staglia imponente e discre-to allo stesso tempo su questo Monte tanto caro ai Collavino ed ai loro ricordi di gioventù e che dovettero lasciare 60 anni fa per andare a cercare lavoro e fortuna nel mondo. Li hanno trovati entrambi ma non hanno mai dimenti-cato i loro luoghi d'origine: Muris, Ragogna, il Friuli. Grazie Arrigo, Grazie Mario e grazie alle vostre famiglie.

Il Sindaco

A anticipâ lis dôs zornadis de Convention anuâl dai emigrants furlans, organizade dal Ente Friuli nel Mondo a Spilimberc, al è stât screât a Muris di Ruvigne il Monument al Emigrant. La opare di art, logade dongje de Gleseute dai alpins, e je stade realizade dal scultôr Renato Blasutta, ancje lui furlan e emigrât in France, par cont dai fradis Mario e Valentino (Arrigo) Collavino, che a àn ufrît il monument tant che omaç ae comunitât di Ruvigne par memoreâ ducj i furlans emi-grâts tal mont. I Collavino – al è stât rimarcât intant de cerimonie – a rapresentin ben la emigra-zion furlane tal mont, e cul lôr lavôr a son rivâts a posizions di ecelence assolude tal panorame del edilizie mondiâl. Te ocasion, l’assessôr regjonâl ae Istruzion Roberto Molinaro, intervignût in rapresentance de Regjon – presints ancje i conseîrs Agnola e Menis -, al à rimarcât che "chest monument al emigrant al è un segn di memorie parcè che la emigrazion e je tal DNA dai furlans; e al è un 'segn di apartignince e di identitât' intune dimension di fats, di lavôrs, di convinciments e di valôrs. Par chest, vuê chest monument su la Mont di Ruvigne al devente un pont di riferi-ment". Il sindic di Ruvigne, Mirco Daffarra, di bande sô al à evidenziât cemût che cheste comunitât "e vedi savût esprimi tancj personaçs innomenâts, emigrants che a àn savût creâ ricjece tai Paîs

che ur àn dât acet, e i Collavino a ‘nt son l’esempli plui eclatant". Il president di Friuli nel Mondo, Pietro Pittaro, tal vê indiment i tancj merits

dai fradis Collavino, al à rimarcade la assegnazion di bande de Universitât dal Friûl de lauree honoris causa in inzegna-

rie civîl a Mario. L'assessôr provinciâl di Udin, Adriano Piuzzi, al à dit che "cun competence, impegn, pas-sion e inlidrisament tai valôrs e te tiere li che a son nassûts", i Collavino a àn savût onorâ il Friûl.

Altris salûts a son stâts puartâts dal senatôr Flavio Pertoldi, dal senatôr Mario Toros e di Enzo Cainero, in-tant che l'arcivescul emerit di Udin, bons. Pietro Brollo, al à benedide la opare.

Leonardino Temil

VINARS AI 5 DI AVOST DAL 2011 - TANTE INT IN MONT DI RUVIGNE.

4 AMMINISTRAZIONE COMUNALE

GEMELLAGGIODI RITORNO

RAGOGNA E SAINTE BAZEILLE, GEMELLATI

Per come si vede tutti i giorni, il gemellaggio è una fir-ma su una carta e un nome su un cartello stradale: la realtà è ben diversa. Arrivato lì, mi resi conto di quanto teneva al gemellaggio la comunità di Ste. Bazeille, e a quanto fossero simili i nostri due paesini. Quest’estate, quando all’inizio di giugno ho avuto modo di rivedere chi ci aveva ospitato, e di ospitare la signora Babu, membro della delegazione di Ste. Bazeille, alla cerimonia tenutasi in castello a Ragogna, ho confermato l’idea che mi ero fatto lì. L’idea di una comunità solare, aperta, disponibile, e con una storia che si intreccia con la nostra. Tutti fattori, questi, che possono essere i punti di partenza di ciò che il gemellaggio porterà da entrambe le parti: la condivi-sione di esperienze e culture, infatti, in questo mondo sempre più conformista e piatto, non può che essere positiva. Come giovane, poi, penso che ampliare la conoscenza del mondo sia sempre una cosa positiva (non solo per i giovani), e che dovrebbe essere colta ogni opportunità di farlo. E penso anche che tutti noi, come comunità di Ragogna in primis, ma anche come persone, come cittadini, possiamo trarre beneficio da questa nuova opportunità che ci viene offerta. La cerimonia, nello specifico, è stata molto semplice: i due sindaci hanno pronunciato due discorsi, c’è stato uno scambio di doni, e successivamente la firma del documento ufficiale. Nei discorsi i due sindaci hanno espresso felicità per il rinnovo del legame creatosi l’anno scorso a Ste. Bazeille, e, come da me scritto nelle righe precedenti, una speranza di poter appro-fondire il legame e la conoscenza tra le due comunità ancora di più. E ad Agosto, in effetti, c’è stata un’oc-casione in cui questo legame si è dimostrato già forte: all’inaugurazione della statua dell’emigrante donata a Ragogna dai fratelli Collavino, sul monte di Muris, era presente anche una delegazione, guidata dal sindaco di Ste. Bazeille, Michel Vigneau. Per il futuro, dunque, non possiamo che aspettarci il meglio da questa nuova amicizia.

Guglielmo De Monte

La delegazione formata da 34 cittadini di Sainte Bazeille era guidata dal Sindaco della cittadina fran-cese, Michel Vigneau, che ha sottoscritto assieme al Sindaco di Ragogna Mirco Daffarra il Patto di Gemellaggio tra i due Comuni il cui primo atto era stato formalizzato il 9 ottobre 2010 a Sainte Bazeille quando una delegazione di 12 cittadini di Ragogna con in testa il Sindaco Mirco Daffarra si era recata nella cittadina francese.Tutti i membri della delegazione sono stati ospitati presso le famiglie di Ragogna ed il Comitato di Ge-mellaggio assieme alle Associazioni locali ha predi-sposto un nutrito programma per gli ospiti francesi.Programma che è culminato domenica 26 alle 18.00 quando nelle sale dell’antico e suggestivo Castello di Ragogna si è celebrato l’atto definitivo del Gemellag-gio tra Ragogna e Sainte Bazeille.Oltre al Patto di Gemellaggio i due Sindaci hanno firmato per conto delle rispettive comunità un Proto-collo d’Intesa teso a favorire tutte le iniziative di As-sociazioni ed Amministrazioni comunali che portino ad una proficua collaborazione tra i due paesi.Sainte Bazeille è un Comune di circa 3.000 abitanti come Ragogna nel Dipartimento Lot e Garonne della Regione di Aquitania. Paese che vive prevalen-temente di agricoltura rivolta ad ortaggi in particola-re che vengono commercializzati in tutta la Francia e pure all’estero.Luoghi che sono stati oggetto di forte emigrazione italiana, soprattutto dal pordenonese e dal trevi-giano, nel periodo successivo alla Grande Guerra. Ancora adesso molte sono le persone anche di Sainte Bazeille che portano cognomi italiani e che parlano l’italiano.Durante il soggiorno, i graditi ospiti di Sainte Bazeille sono stati accompagnati a visitare i luoghi più caratteristici e significativi di Ragogna dai compo-nenti il Comitatato di Gemellaggio con in testa il suo Presidente Mirco Perissutti.Durante la Santa Messa del Gemellaggio celebra-ta nella Chiesa di San Giacomo abbiamo potuto ascoltare i suggestivi canti del coro Amici della Montagna, mentre sul Castello in occasione della cerimonia di Gemellaggio, la Banda musicale i Cja-stinars si è esibita con molta bravura in onore degli ospiti francesi.Vanno ringraziate tutte le famiglie che hanno ospita-to i componenti della delegazione di Sainte Bazeille, non solo per la generosa ed immediata disponibilità fornita, ma anche e soprattutto per il calore e l'ami-cizia con cui hanno accolto i nostri amici francesi facendoli sentire come a casa loro.Vanno inoltre ringraziati tutti quelli che in qualsiasi modo hanno contribuito a rendere piacevole il sog-giorno dei cittadini di Sainte Bazeille, dalle Associa-zioni ai privati cittadini, dalle parrocchie ai gruppi musicali, dagli amministratori comunali ai dipendenti comunali e a tutti quelli che hanno fatto fare bella figura a Ragogna.

Mirco Daffarra

QUANDO MI HANNO PROPOSTO DI ANDARE CON LA DELEGAZIONE DI RAGOGNA A STE. BAZEILLE PER LA CERIMONIA DI GEMELLAGGIO (NON RICORDO CHI ME LO CHIESE, SE MIRCO, MARIO CLARA O DANTE), PENSAI CHE SAREBBE STATA UNA COSA DIVERTENTE, MA DEVO AMMETTERE CHE NON MI ASPETTAVO UNA COSA COSÌ PROFONDA.

LA COMUNITÀ DI RAGOGNA HA RICEVUTO CON CALORE E SIMPATIA LA NUTRITA DELEGAZIONE DI SAINTE BAZEILLE COMUNE FRANCESE NEI PRESSI DI BORDEAUX IN FRANCIA CHE È ARRIVATA A RAGOGNA NELLA SERATA DI VENERDÌ 24 GIUGNO PER RIPARTIRE LA MATTINA PRESTO DI LUNEDÌ 27.

AMMINISTRAZIONE COMUNALE 5

NUOVO PARCHEGGIO E NUOVA VIA A RAGOGNA

Alla presenza di un consistente numero di cittadini, il Sindaco Mirco Daffarra ha inaugurato ufficialmente il parcheggio da 50 posti auto e l’adiacente spazio verde, ricavati al posto del vec-chio e glorioso campo sportivo “Renzo Molinaro”. Con lui c’erano Assessori e Consiglieri comunali, il Presidente della Comunità collinare Lorenzo Cozianin, l’Assessore provinciale Adriano Piuzzi in rappresentanza della Provincia di Udine, ed il Consigliere Regionale Alessandro Colautti in rap-presentanza della Regione. Inoltre erano presenti il Presidente dei Donatori di Sangue di Ragogna Dante Ornella ed il Delegato di Zona AFDS Aldo Calligaro, in quanto contestualmente è stata inau-gurata anche la Via adiacente al parcheggio che è stata intitolata ai “Donatori di Sangue”. Il Parroco Pre Tunin ha aperto la cerimonia con brevi e sentite parole di apprezzamento per tutto ciò che serve ad abbellire e migliorare i nostri paesi conservandone però le peculiarità a misura di vita paesana. Ha provveduto quindi a benedire

prima il nuovo parcheggio e l’adiacente area verde attrezzata e di seguito a benedire la nuova via dedicata ai Donatori di Sangue.Ha fatto gli onori di casa il Sindaco Mirco Daffarra che ha ricordato l’importante funzione sociale e di aggregazione di giovani che ha svolto fino ai giorni nostri il vecchio campo sportivo “Renzo Molinaro” che proprio in centro al paese era un essenziale e sano luogo di ritrovo e di gioco per tutti i ragazzi del paese. Ed è appunto rifacendosi a queste funzioni svolte dal campo sportivo che è nata l’idea, una volta realizzato il nuovo Centro sportivo in altra zona, di riconvertire questa grande area verde in centro al paese in spazi di pubblica utilità al servizio di tutta la comunità ma soprattutto spazi che possano accogliere e aggregare di nuovo i giovani del paese. In effetti- ha continuato il Sindaco- sono già in fase avanzata i lavori per la costruzione di un Centro di aggregazione giovanile prospiciente l‘area verde attrezzata che ora si sta inaugurando. In più al

posto dei vecchi spogliatoi e quindi collegato al Centro giovanile, sorgerà la sede della Protezione civile locale. Insomma -ha concluso il Sindaco- si tratta di una riconversione che ha trasformato completamente l’aspetto del centro del Capoluo-go contribuendo a riqualificarlo anche dal punto di vista degli aspetti paesaggistici.Nel suo intervento, il Presidente della Comunità collinare Cozianin, ha sottolineato l’importanza dell’intervento soprattutto dal punto di vista del mantenimento di quelle che sono le peculiarità del paese: ristrutturazione nella continuità della memoria storica dei luoghi.L’Assessore provinciale Piuzzi nel complimentarsi per l’importante e bella opera realizzata e che si inserisce molto bene nel contesto ambientale del Comune, ha voluto sottolineare la sensibilità dell’Amministrazione che ha voluto dedicare una via centrale a quel meraviglioso corpo di volontari silenziosi rappresentato dai Donatori di Sangue così numerosi a Ragogna.

Ornella Dante Presidente dei Donatori di Rago-gna e il Delegato di Zona Aldo Calligaro, hanno ringraziato l’Amministrazione comunale per aver accolto la richiesta della Sezione di Ragogna per dedicare una via a questa benemerita organizza-zione di Volontari.Dopo l’intervento del progettista dell’opera Arch. Zufferli che ha ricordato i passaggi che l’hanno portato, in accordo con l’Amministrazione, alla realizzazione di un progetto teso a far diventare il luogo il vero salotto del Capoluogo, ha preso la parola il Consigliere Regionale Alessandro Co-lautti che ha espresso la soddisfazione a nome della Regione nel constatare come i contributi finanziari erogati al Comune si siano tradotti in tempi rapidi in un’opera non solo necessaria e funzionale alla comunità ma anche e soprattutto gradevole ed apprezzata. La cerimonia si è con-clusa con un piccolo rinfresco.

Mirco Daffarra

LA PRIMA PARTE DELLA RICONVERSIONE DEL VECCHIO CAMPO SPORTIVO DI RAGOGNA È STATA COMPLETATA.

LAUREA HONORIS CAUSAA MARIO COLLAVINO

Giorni in cui il suo illustre cittadino onorario Mario Collavi-no è stato oggetto di premi, riconoscimenti e soprattutto insignito della Laurea Honoris Causa in Ingegneria Civile dall'Università di Udine. Riconoscimento questo, di grande significato e di eccezionale valore che premia il lavoro e l'eccellenza di un imprenditore partito dal nulla e da Muris di Ragogna nel lontano 1952 accompagnato solo dalla nostalgia per il proprio paese e dalla tanta voglia di fare che l'hanno portato a capo di una impresa di costruzioni tra le più importanti del Nord America e ad aggiudicarsi il presti-gioso appalto per la ricostruzione della Freedom Tower a New York al posto delle famose Torri gemelle distrutte dai terroristi 10 anni fa.L'aula magna dell'Università di Udine era stracolma martedì 11 ottobre alle ore 11.00 quando il Magnifico Rettore Cristia-na Compagno ha dato inizio alla Cerimonia con un signifi-cativo indirizzo di saluto agli intervenuti e a Mario Collavino. Discorso pronunciato in parte anche in lingua friulana ed in lingua inglese in onore delle origini friulane del neo ingegne-re e dello stato , il Canada, che ha visto i successi del lavoro di Collavino.Molte le personalità presenti in sala, ma anche molta gente di Ragogna che ha voluto essere vicino a Mario Collavino in uno dei momenti più esaltanti della sua vita. C'era anche la Banda musicale di Muris “I Cjastinars” che alla fine della cerimonia ha intonato le note di “New York,

New York” e dell'inno del Friuli “Oh ce biel cjsciel a Udin”.Dopo il Magnifico Rettore ha preso la parola il Preside della Facoltà di Ingegneria Alberto Felice De Toni che ha delineato il percorso che ha portato il conferimento della Laurea in Ingegneria a Mario Collavino, sottolineando che l'Univer-sità di Udine ha in precedenza concesso Lauree Honoris Causa ad importanti personalità del mondo imprenditoriale friulano(Pittini, Snaidero, Fantoni, Benedetti).La Laudatio è stata pronunciata da Gaetano Russo, ordi-nario di tecnica delle Costruzioni dell'Università di Udine che ha fatto un lungo e significativo excursus sulle principali opere realizzate nel mondo intero dall'impresa di Mario Collavino(Collavino Constructions Company) e delle tencni-che sempre innovative utilizzate.Poi lui, Mario Collavino, partito a 20 anni da Muris di Rago-gna per il Canada con in tasca tanta buona volontà e poco altro e che ora è arrivato in tetto al mondo tramite la Free-dom Tower , simbolo degli Stati Uniti, ha ricevuto dalle mani del Magnifico Rettore Cristiana Compagno il Diploma di Laurea con i complimenti del Preside della facoltà di inge-gneria De Toni e di tutti i membri della Commissione di Lau-rea. Mario Collavino, che era accompagnato dai figli Renzo e Paolo, ha infine tenuto una bellissima “Lectio”in un lungo, intenso ed appassionato discorso fatto quasi tutto a braccio in cui ha raccontato un po' la sua fantastica vita. Importante il messaggio che ha voluto lanciare ai giovani: ”Se studiate,

se avete volontà e tenacia, potete farcela. L'importante è non abbattersi, si cade e poi ci si rialza; mai arrendersi, crederci sempre e impegnarsi e guardare sempre avanti”.Più di una volta la commozione lo ha costretto a fermarsi nel ricordare i momenti più significativi della sua vita e gli affetti più cari della sua grande famiglia. Alla fine, lunghi e convinti applausi da tutta la numerosa platea di autorità politiche e militari, di amici, conoscenti e compaesani con il testa il Sindaco Mirco Daffarra, il Vicesindaco Alma Concil ed il Parroco Pre Tonin. A conclusione della cerimonia un sontuoso rinfresco offerto da Mario Collavino festeggiato da tutti con baci, abbracci, strette di mano al neo Dottore in In-gegneria civile con naturalmente le foto di rito e le interviste a televisioni e giornali. Il Friuli ha quindi reso il giusto omag-gio a quel muratore di Muris di Ragogna che era partito per il Canada a vent'anni con in valigia un cappone arrostito e 2 mila lire e che dal nulla ha fondato un impero, mattone dopo mattone fino al prestigioso appalto della Freedom Tower, un appalto di 350 milioni di dollari, il più prestigioso del mondo. Un onore ed un vanto per il Friuli intero che vedrà la sua bandiera garrire in cima alla torre quando sarà finito il lavoro dell'impresa di Collavino: parola di Mario.E orgoglio per l'intera comunità di Muris e di Ragogna co-mune di origine di Mario Collavino. Mirco Daffarra

MURIS DI RAGOGNA AGLI ONORI ED AL CENTRO DELLA CRONACA REGIONALE NEI GIORNI 10 E 11 OTTOBRE SCORSI.

6 AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Foto Paolo Garofalo

MARIO COLLAVINO PREMIATO DAL LIONS CLUB DI UDINE HOST.

L'imprenditore friulano della Freedom Tower continua il suo viaggio nella terra natia per raccogliere riconoscimenti e prestigiosi premi. Oltre alla Laurea Honoris Causa in Ingegneria civile conferitagli dall'Università di Udine, Mario Collavino è stato insigni-to del Lions d'Oro in occasione dell'apertura dell'anno sociale del Lions Club Udine Host, il più antico della città. Il presidente del Club, l'imprenditore Carlo Delser ha sottolineato come il premio istituito nel 1963 è stato assegnato solo 18 volte e solo a personaggi particolamente importanti e tali da rappresentare l'eccellenza del lavoro friulano. Presenti alla cerimonia di consegna del premio il Sindaco di Ragogna Mirco Daffarra e il Presidente dell'Ente Friuli nel mondo Pietro Pittaro. Un altro momento emozionante per Mario Collavino e di orgoglio per la comunità di Ragogna.

Mirco Daffarra

Foto Paolo Garofalo

PREMIO “MERIT FURLAN” A ANDREA CERUTTI

INAUGURAZIONE AMPLIAMENTO

PROSCIUTTIFICIO F.LLI MOLINARO

L’anno scorso il premio “Merit Furlan” era stato assegnato agli ormai famosi fratelli Arrigo e Mario Collavino, quest’anno il premio è anda-to ad Andrea Cerutti che tutti a Ragogna conoscono come figlio del Dottor Antonio, farmacista di Ragogna a cui è stato dedicato il Museo del territorio di Ragogna.Sabato 13 agosto, nel castello di Rive d’Arcano è stato consegnato il premio “Merit Furlan”, giunto sua 28a edizione. Una serata di friula-nità di fronte a un numeroso pubblico, prodigo di calorosi e meritati applausi. La tradizionale Messa che come ogni anno apre la cerimonia, è stata celebrata in friulano da don Romano Michelotti, parroco di Villanova di San Daniele che nell’omelia, ha sottolineato l’importan-za di riconoscere e premiare quelle persone che, con il loro lavoro, hanno onorato la nostra lingua e le nostre tradizioni, in patria e nelle varie nazioni di tutto il mondo, dove sono emigrati. I premiati sono stati presentati dal professor Domenico Zanier, presidente del Premio. Dopo alcuni canti in friulano, eseguiti dal coro Amici della Montagna di Ragogna, sono stati consegnati gli attestati ai premiati: Mario Blasoni, 76enne giornalista udinese, per decenni caposervizio della cronaca di Udine al Messaggero Veneto, autore di numerosi libri sulle vite dei friulani e i fatti salienti della nostra terra, Andrea Cerutti, 46 anni, me-dico e ricercatore originario di Ragogna (grazie alle sue ricerche sono stati creati alcuni farmaci efficaci nella cura dell’Hiv), Giovanni Patat, 82 anni, scultore di Artegna, che modella la terracotta, la pietra e il “clap”. Il riconoscimento alla memoria è stato invece assegnato a Edoardo Levan di Valcalda di Taipana, co-fondatore e ideatore del premio “Merit Furlan”, scomparso nel maggio di quest’anno. Il Sindaco di Ragogna Mirco Daffarra ha consegnato il Premio alla mamma di Andrea Cerutti impossibilitato ad essere presente in quanto impegnato a New York. Andrea Cerutti di Ragogna, 46 anni, ricercatore medico è figlio del dottor Antonio, farmacista, noto per le sue ricerche e appassionato di archeologia. Andrea Cerutti nel 1990 consegue la laurea in medicina a Padova con una tesi sugli“Anti-ricettori legati all’attività di segnalazione nelle cellule leucemiche di tipo B” e nel 1997 ottiene la specializzazione in Ematologia, quindi per alcuni anni lavora negli Usa. Le sue ricer-che hanno portato alla creazione di alcuni farmaci efficaci nella cura dell’Hiv ed è in corso con altri ricercatori lo studio della produzione di un vaccino. Svolge la sua attività di ricerca a Barcellona al Dipartimen-to di cardiologia dell’Hospital del Mar, e mantiene la cattedra a New York. A ritirare il premio la madre.

Mirco Daffarra

C’era il Sindaco Mirco Daffarra con una nutrita rappresentanza di Asses-sori e Consiglieri, c’era il presidente della Regione Fvg Renzo Tondo con

l’Assessore regionale all’Agricoltura Violino ed i Consiglieri regionali Agnola e Menis, c’era l’Assessore provinciale Adriano Piuzzi, c’era il Presidente della Comunità collinare Lorenzo Cozianin, c’era il Questore di Udine e

le rappresentanze delle forze di Polizia e dell’Arma dei Carabinieri, e tanti tanti altri che si sono ritrovati nel cortile antistante l’azienda per festeggiare

l’ampliamento dell’attività, ma soprattutto a festeggiare la famiglia Molinaro.Daniele Paroni cronista di Telefriuli ha coordinato l’evento, commovente

in alcuni momenti quando i fanciulli della terza generazione della famiglia Molinaro hanno voluto ringraziare i nonni e patriarchi dell’azienda Bruno ed Assunta. Evento iniziato con i saluti del Sindaco di Ragogna che ha sotto-lineato che assieme all’ampliamento si festeggia una grande famiglia che

dal nulla è riuscita, con lavoro, sacrifici e capacità a fondare una qualificata azienda alimentare; si festeggia l’imprenditoria friulana capace di emergere ed osare nonostante le difficoltà dei nostri giorni; si festeggia l’eccellenza e

la qualità dei prodotti friulani ed in particolare dei prodotti agroalimentari.Sono intervenuti successivamente il presidente della Comunità collinare

Lorenzo Cozianin e l’Assessore provinciale Adriano Piuzzi prima dell’inter-vento conclusivo del Presidente della Regione Renzo Tondo.

Tutti hanno evidenziato i meriti di una famiglia che ha lavorato sodo, che ha trasmesso l’attività ai figli e che ha fondato il successo esclusivamente

sulla eccellenza e la qualità dei propri prodotti.Tutti infine sono stati invitati ad un abbondate e succulento rinfresco che si

è protratto fino a sera inoltrata.

Redazione ANCHE QUEST’ANNO RAGOGNA SUGLI SCUDI PER MERITO DEI SUOI CITTADINI.

C’ERANO IN TANTI VENERDÌ 14 OTTOBRE NEL TARDO POMERIGGIO QUANDO LA FAMIGLIA

DI BRUNO MOLINARO HA INAUGURATO L’AMPLIAMENTO DEL PROSCIUTTIFICIO NOTO

ORMAI PER L’OTTIMA QUALITÀ DEI SUOI PRODOTTI.

NOTIZIE 7

Dal 5 al 10 ottobre, assieme alla maestra Teresa e al signor Perissutti Mirko, siamo andate in Lituania con il Progetto Comenius. Siamo partite al mattino, molto presto, per arrivare all’aeroporto di Venezia per poi prendere il volo che ci avreb-be portati a Riga, capitale della Lettonia. Prima di salire in aereo eravamo molto emozionate, perché per entrambe era la prima volta e non sapevamo come comportarci. Appena salite, ci siamo sedute vicino al finestrino e appena l’aereo si è alzato in volo ci è passata la tensione e da lì è iniziata la

nostra avventura. In Lituania, a Pasxos, siamo arrivati la sera tardi, dopo un paio di ore di pullman partendo da Riga. Era già buio quando abbiamo conosciuto le famiglie che ci avreb-bero ospitato; eravamo curiose ed emozionate nell’attesa di vedere le “nostre” case, ma anche molto stanche, così quella sera siamo andate subito a letto. Non eravamo nella stessa famiglia e all’inizio eravamo un po’ spaventate, ma poi ci sia-mo rilassate perché i signori erano molto affettuosi e premu-rosi con noi. Là era già autunno inoltrato; la sera veniva buio

verso le sette e di solito al mattino c’era sempre la nebbia. Il territorio è tutto pianeggiante e ci sono molti alberi. Le strade principali sono asfaltate, mentre alcune di quelle dei paesi sono ancora bianche. Ci sono molti animali al pascolo ed hanno le zampe anteriori legate perché non possano scap-pare. Le abitazioni, rispetto alle nostre, sono molto modeste; di solito sono di legno e hanno i tetti molto spioventi. Noi del progetto Comenius eravamo le uniche italiane: eravamo le più piccole e quindi le più coccolate da tutti. Là le scuole ospi-tano studenti dai tre ai diciotto anni; non usano il grembiule, ma una divisa formata da un golfino blu con il simbolo della scuola. Abbiamo visto molte cose interessanti: siamo stati alla montagna delle croci, che è un luogo di meditazione, al museo di Kraziai e un paio di giorni a Vilnius, che è la capitale della Lituania. È una città moderna con bar, negozi, ristoran-ti...; abbiamo visitato la cattedrale, il palazzo presidenziale, il castello, il centro della città. Siamo poi andate sui go-kart e ci siamo divertite come matte: ci hanno vestite con tute e con i caschi, dovevamo solo schiacciare l’acceleratore e poi... via! Abbiamo anche visitato la fabbrica di ceramica e la mitica fabbrica di cioccolato dove abbiamo creato e mangiato cioccolatini di ogni tipo! La sera, dopo avere cenato, ballava-mo balli tradizionali. E’ stata veramente una bella esperienza, molto entusiasmante e interessante perché ci ha fatto capire che anche se stavamo con persone che parlano una lingua diversa dalla nostra ed hanno abitudini diverse siamo riuscite ugualmente a stare bene e a divertirci.

Elisa e Vittoria, classe quinta

“ Non sei tu che fai il viaggio, è il viaggio che fa te”.Queste le significative parole del professor Angelo Floramo, subito fissate nella mente, ascoltate lungo il tragitto verso l’ae-roporto di Venezia. “Parole molto sagge” pensavo. Quando stai per intraprendere un viaggio (e particolarmente quello che stava per iniziare) questa consapevolezza ti predispone a uno stato d’animo di grande entusiasmo: sai che al ritorno non sarai più lo stesso, perché tutto ciò che vivrai farà crescere in te conoscenze, cultura, forza, curiosità... Ed è ciò che è accaduto. Ma andiamo per ordine. Le persone che si trovavano sull’auto di Angelo erano due coraggiose ragazzine di classe quinta della scuola primaria e i loro due ac-compagnatori. Stavano partendo per la Lituania. Come mai? Perché la scuola primaria di Ragogna è entrata a far parte di un Progetto Comenius che prevede scambi fra scuole e ordini di scuole nell’ambito dell’Unione Europea. Le finalità di base volute dall’UE sono quelle di favorire l’intercultura e principi di tolleranza fra i giovani; non solo verso popoli o etnie diversi, ma anche tra fasce d’età: i ragazzi più grandi devono imparare a comprendere ed aiutare i più piccoli e così questi saranno stimolati a diventare autonomi senza dipendere continuamente dall’aiuto dell’adulto. Più in particolare, l’obiettivo specifico di questo Progetto è: “La Salute: noi impariamo a vivere sani!” Fra il 2011 e il 2013 i rappresentanti di otto scuole di altrettanti Paesi europei ( circa due ragazzi e due adulti per ogni gruppo)

si ritroveranno per affrontare, attraverso diverse attività, alcuni temi che riguardano la salute.Gli otto stati partner, i loro punti d’incontro e i loro temi sono:"La salute attraverso lo sport ": Lituania (ottobre ’11)“ Salute attraverso l’educazione al traffico”: Italia (gennaio ’12)"Salute e mangiare sano ": Polonia (marzo ’12)"Salute e Cultura”: Bulgaria (maggio ’12)"Prevenzione della Violenza": Estonia (settembre ’12)"Salute e natura": Austria (dicembre ’12)“La salute e le abitudini delle famiglie": Lettonia (febbraio ’13)"Occupazione sana in lavoro e tempo libero”: Turchia (ultimo viaggio, nel 2013)Questi viaggi e questi spostamenti avranno molti vantaggi: favoriranno le conoscenze interculturali degli studenti, aumen-teranno la loro autostima, contribuiranno allo sviluppo della personalità, aumenteranno l'interesse per la lingua straniera e il suo corretto utilizzo e permetteranno la pratica diretta, nella vita reale, delle conoscenze apprese. Con questi viaggi i ra-gazzi potranno sperimentare dal vivo le differenze culturali fra loro e farsi nuovi amici per la vita: una vera SCUOLA DI VITA!Questi sono i dati di base. Ma torniamo alla nostra storia.Tutto è nato quando, verso gennaio, il presidente del coro di Ragogna “Amici della montagna”, Mirco Perissutti , ha propo-sto alla scuola primaria di entrare a far parte di questo percor-so. Molti dubbi. Un Progetto troppo grande. Cosa penseran-

no i genitori? Ma sono stati proprio loro la sorpresa, quando hanno partecipato alla prima assemblea: l’idea non è stata scartata perché troppo complessa, anzi. Molti hanno dato la disponibilità ad accogliere i ragazzi delle altre nazioni, quando arriverà il turno dell’Italia di ospitare tutti gli altri e alcuni corag-giosi si sono dichiarati favorevoli a far partire i primi ragazzi. Il Dirigente Scolastico, Silvano Bernardis, ha appoggiato con entusiasmo il Progetto e ciò ha portato grande luce alla nostra scuola di Ragogna, che è stata scelta per rappresentare l’Italia a livello europeo. Ma c’è un altro grosso punto a nostro favore: le nostre due ragazzine erano le più piccole del gruppo, tutti gli altri studenti, incontrati a Kelme, in Lituania, frequentavano Scuole Medie o Superiori. Le nostre due ragazzine sono state accolte con molto affetto e tutti si sono prodigati per inserirle serenamente nel gruppo. Sono state elogiate da tutti per la loro capacità di adeguarsi alla nuova esperienza e per aver affrontato con coraggio qualsiasi tipo di attività proposta. Alla fine, tutti si sono complimentati con l’Italia e le hanno definite “due perfette Comenius girls!” e esperienze vissute sono state indimenticabili anche per noi accompagnatori. Dopo la parten-za in aereo da Venezia (per Elisa e Vittoria era il primo volo!) e lo scalo a Vienna, ecco Riga, capitale della Lettonia dove era-vamo attesi da tutti gli altri partecipanti al primo viaggio:circa 15 ragazzi e altrettanti adulti, docenti, direttori o coordinatori arrivati dagli altri 7 paesi partner.

8 SCUOLA

LA SCUOLA ELEMENTARE DI RAGOGNA IN EUROPA

LA LITUANIA

... E DA UN’INSEGNANTE.

ALCUNI ANNI SONO PASSATI DA QUANDO SI ORGANIZZARONO DEGLI SCAMBI FRA GLI SCOLARI DI RAGOGNA ED I LORO COETANEI CARINZIANI DI WEITENSFELD.

VISTA DA DE MONTE VITTORIA E FLORAMO ELISA, DUE ALLIEVE DI CLASSE QUINTA DELLA SCUOLA PRIMARIA DI RAGOGNA...

Ora il desiderio di apertura, di apprendimen-to di nuove culture, di tolleranza, di viaggi e di scambi si è riattivato con gioia ed entu-siasmo grazie ai progetti COMENIUS della Comunità Europea.I “COMENIUS” fanno parte della famiglia dei cosiddetti LLL, in italiano: “Imparare lungo tutta la vita” e sono quelli dedicati ai giovani studenti che frequentano le scuole primarie, le scuole medie e tutti gli istituti superiori, sono principalmente composti da “multi partenariati” di diversi stati europei od equi-parati a questo scopo, come per esempio la Turchia.Questa offerta non poteva passare inosser-vata ad una comunità come quella di Ra-gogna particolarmente sensibile ed aperta a questo genere di esperienze, due gemellaggi europei e le iniziative Interreg sulla Grande Guerra con le sue iniziative culturali ed il suo

museo visitato da numerose scolaresche provenienti da tutta la regione e non solo.

Ritornando a questo progetto che si intitola. “Noi impariamo a vivere in modo salutare!”, oltre alla scuola di Ragogna partecipano altre sette scuole di altrettanti paesi: Lituania, Lettonia, Estonia, Polonia, Austria, Bulgaria e Turchia, ognuna con un proprio tema attinen-te a quello generale.Grazie all’appoggio entusiasta del Preside prof. Silvano Bernardis, dei suoi collaboratori della direzione didattica di San Daniele del Friuli e delle insegnanti i primi alunni, o meglio le prime due alunne hanno appena fatto ritorno dalla Lituania.Un viaggio affascinante di 5 giorni che ha permesso loro di vivere fra coetanei svolgen-do varie attività di laboratorio, dal cimentarsi in aziende di ceramica nera, ad altre della

cioccolata, da mini olimpiadi ad imparare a guidare i go-kart. Dalle visite alla capita-le Vilnius alle serate con musica e danze popolari in costume, alla vita in famiglia con loro coetanee e tanto altro ancora, per non dimenticare il loro battesimo del volo.Sono ritornate con un mondo nuovo dentro di loro che, proprio nello spirito di questo progetto stanno trasmettendo con tutto il loro entusiasmo a compagni e famiglie diventando così le migliori propagandiste di un qualcosa fino ad ora troppo lontano e sconosciuto ma adesso affascinante ed estremamente educativo.

Lituania, un piccolo stato fiero ed orgoglioso della propria recente indipendenza dopo il disgregamento dell’URSS, sostanzialmente agricolo e con tanta emigrazione giovane che una politica di aiuto all’istruzione superio-

re cerca di limitare creando specializzazione e nuove proposte di lavoro.Dolce nei suoi paesaggi fatti di piccoli gruppi di case, di pascoli e boschi che si estendono piani fino al mare, profondamente cattolico e che cura le tradizioni, la fede e la cultura che 50 anni di sovietizzazione totale non sono riusciti a sradicare.

Ci sono insegnanti ed allievi entusiasti che stanno anche ora lavorando in 8 nazioni per fare sì che vi possiamo raccontare le pros-sime puntate di questo viaggio che durerà 2 anni all’interno di una Europa poco nota, ma ansiosa di farsi conoscere nella propria inti-ma realtà abbattendo frontiere e pregiudizi.

Mirko Perissutti

segue a pagina 9

RAGOGNA NEL MONDO 9

STORIE DI COSE PICCOLE IN UN PAESE GRANDE. STORIE DI BRASILE‘LE COSE PIÙ BELLE CHE NON VEDIAMO PIÙ SONO LA LUCE DEL SOLE, IL CHIARORE DELLE STELLE IN UNA NOTTE OSCURA, LA LUNA PIENA E I FRUTTI ESTIVI – CETRIOLI MATURI, PERE, MELE’A volte penso che si potrebbe raccontare la storia del mondo descrivendo le mani delle persone che si incontrano. Tutte le storie sono anche storie delle mani: che raccolgono, soppesano, indicano, si congiungono, impastano, infilano, accarezzano, si abbandona-no nel sonno, tagliano, mangiano, strofinano, suonano, grattano, afferrano, pelano, premono un grilletto, piegano, piantano. Potrei raccontarvi molte storie descrivendovi le mani delle persone che ho incontrato e comincerò proprio da qui per raccontarvi la mia avventura in Brasile.Antonio, detto il Gallo, ha mani grandi perché il Gallo è tutto grande. Ha mani che sollevano cassette di verdura al mercato la mattina presto e che si agitano nervose quando parla del problema della terra o quando ride buttando indietro la testa.Zezinho non fa riposare mai le sue mani, munge le mucche alle quattro di mattina, macina il grano per fare pamonhas, fa il formag-gio, raccoglie la frutta ma non si dimentica mai di dare una carezza alla moglie e abbracciare i figli. Lui per la terra ha rischiato tutto e si gode con gioia ogni minuto che passa nei campi. Clarissa, sua moglie, ha mani curatissime pur passando tutto il giorno a impasta-re dolci e pane perché è una donna e le donne devono avere mani curate, sempre. A Josè Osmar la terra è entrata sotto la pelle e non gli va più via nonostante si lavi le mani in continuazione. Lui alla terra appartiene e ne va estremamente fiero.Per Maria Luiza le mani sono sacre. E’ attraverso il tocco delle sue dita che sceglie le erbe e il legno buono per i suoi rimedi tradizionali.Sono mani come queste, determinate, indomite, senza sosta che hanno scritto parte della storia del Brasile, o almeno del Brasile che ho conosciuto io. Goias Velho, stato del Goias, Brasile centrale. Una terra ricca, di oro, di frutta, di bellezza e di coraggio. Una terra spes-so macchiata dal colore del sangue che però continua a far cresce-re grandi sogni. Goias è stata teatro delle più cruente lotte per la ter-ra, i contadini delle aree rurali, che portano nelle mani e nelle proprie convinzioni il loro vero valore, si sono battuti strenuamente per anni per veder riconosciuto il loro diritto a un pezzetto di terra, infrangen-do quei tabù sociali che andavano avanti da anni, da sempre, regole secondo le quali il proprietario possiede immensi ettari di terreno e può tutto e il povero contadino subisce e prende le briciole. Non si poteva continuare così, troppe volte avevano ingoiato l’umiliazione e il sopruso quelle famiglie di agricoltori, talmente attaccate alla terra da non pensare nemmeno per un istante di lasciarla per fuggire in città, come avevano fatto in tanti. Si sono armati di coraggio e di determinazione e hanno occupato una fazenda, una delle più grandi del municipio di Goias, l’hanno occupata per giorni, settimane, resi-stendo agli attacchi dei militari, armati e pronti a sparare, resistendo alle pressioni e agli sgomberi, ma tenaci, tenaci e disperati. Accanto a loro gli uomini di Dio, monaci, sacerdoti e vescovi, lontani dal Vaticano ma vicini a loro, ai pequeninos, ai piccolini, a chi la croce la porta ogni giorno sulle spalle, a chi lotta davvero nel fango. Il vescovo di Goias, l’amato don Tomas Balduino, celebra messe che durano fino a dieci ore per proteggere i contadini dagli attacchi degli uomini armati che circondano l’accampamento, negozia con il go-verno, porta avanti la causa dei poveri tra i poveri, accoglie gli orfani e li fa studiare. E così fanno tanti religiosi, e molti vengono uccisi, martiri della causa, ogni anno ricordati da migliaia di persone che si radunano da ogni parte del Brasile per celebrare il loro sacrificio. Mai dimenticati. ‘Que o sangue dos mártires não nós deixe em paz’, che il sangue dei martiri non ci lasci mai in pace. Amen.Insomma, non è una terra facile, il Goias, anche se a prima vista ab-baglia con i suoi paesaggi mozzafiato, il verde lussureggiante della Serra Dourada, la sensualità delle vie della città, i tucani, la risata della gente. Non è solo questo. E’ una terra che si è fatta da sé, baciata dalla Natura, ma combattuta e difesa. E proprio per questo è una terra in pericolo. Perché qui quello che noi chiamiamo “pro-gresso” mostra la sua faccia più oscura e i rischi di una nuova ma non meno terribile oppressione sono molti. Spesso le terre ottenute con il sudore e il sangue vengono vendute alle grandi multinazionali per produrre in maniera estensiva canna da zucchero che non solo impoverisce enormemente il terreno ma anche e soprattutto sfrutta il lavoro di alcuni poveri disperati che di alternative non ne hanno e che si trovano con le mani distrutte e il cuore scoppiato per la fatica del tagliare ettari di canna, in cambio di pochi reais all’ora. Insomma, il progresso cambia i paesaggi e soprattutto cambia le menti. Ma molti resistono. ‘Perché - si chiedono - perché sacrificare questa terra, i suoi frutti e le nostre case, in nome di che cosa ci vo-lete cacciare, in due stanze a Goiania, la grande città alla fine della strada polverosa? In nome del lavoro per mille persone che compre-ranno macchine, berranno coca cola e moriranno di cancro per aver respirato quest’aria? In nome di che cosa?’ E nemmeno riescono a pronunciare la parola che riempie la bocca di tutti, Progresso, il Pro-gresso che avrebbe tolto ogni cosa in cambio di quattro soldi in più, a loro che possono vivere nella dolce campagna dorata coltivando gli orti, a loro che possono piantare primizie e portare al pascolo le mucche, oppure starsene al sole quando il sole è talmente forte che potrebbe davvero spaccare le pietre a guardare il cielo, come

le lucertole, cambiare pelle con le stagioni e godere dei loro tesori. Una volta ho letto da qualche parte, non ricordo dove, un’esortazio-ne che dice: ‘No, noi non vogliamo metterci al passo con nessu-no. Quel che vogliamo fare è avanzare sempre, giorno e notte, in compagnia dell’Uomo, in compagnia di tutti gli uomini. La carovana non dovrebbe essere allungata perché in tal caso ogni fila vedrà a fatica quella che precede; e gli uomini che non si riconoscono più si incontrano sempre meno, e parlano sempre meno l’uno con l’altro’. Questi uomini che procedono al passo con l’umanità sono per me i moderni eroi silenziosi che curano il mondo. E’ questo il ritmo che dovremmo prendere tutti, in qualsiasi parte del mondo ci troviamo.Questa gente ha l’orgoglio tenace di chi conosce il potere delle cose, il senso della suprema stranezza della vita, contro il quale non c’è nient’altro da opporre che la forza delle proprie convinzioni che si cristallizzano in un ordine di azioni strettamente necessarie. Hanno l’ingenuità o la saggezza di percepire, in tali contemplazioni la più sicura fonte di verità del mondo. A loro piace vedere le cose, svuotarle. Poi se le portano dentro. Vivono a lungo con la densità delle loro immagini e delle loro certezze. Da tutto questo maturano una sorta di incanto ironico, una breve ispirazione che li illumina, dà senso alla loro fatica, alle loro risate, al lavoro delle mani. Sono stata mandata in Brasile per seguire un progetto di coope-razione internazionale promosso dall’associazione Oikos di Udine. Il mio compito è quello di seguire la realizzazione di un laboratorio per la produzione di succhi di frutta, un sogno che da tanti anni i contadini del Goias coltivano, una grande chance per migliorare le condizioni lavorative soprattutto per i giovani del paese, altrimenti costretti ad abbandonare la terra tanto strenuamente combattuta, e per proteggere il fragile equilibrio naturale del Cerrado. Ho vissuto con loro, lavorato con loro, giorno dopo giorno, dividendo con loro paure e speranze. Mi sono sentita una di loro, nel delicato equilibrio fra ciò che ci portiamo dietro e ciò che acquistiamo camminando, con i sensi acuiti e la volontà di capire. Questo progetto non è stato solo lavoro per me, l’ho sentito necessario, per tante cose. Con Antonio, Josè Osmar, Zezinho, Aderson, di lavoro ne abbiamo fatto, portando ognuno ciò che poteva, facendo ognuno la propria parte, fermandoci e ripartendo più volte ma arrivando a metà dell’opera. Ed è un traguardo importante, non solo per loro. Mi sono lasciata contagiare dal loro spensierato ottimismo, ho imparato quanto faccia la differenza sentire qualcuno che quando chiedi ‘come stai?’ ti risponde sempre, nonostante tutto ‘joia e beleza’, perché è così, perché sempre, nonostante tutto, si deve trovare un motivo per essere felici, perché se uno si sente bene allora contagia il mondo. Non ci ho impiegato tanto ad entrare nella loro realtà perché il Bra-sile non ti lascia scelta, ti risucchia, ti abbraccia, ti accoglie, e inizi a farne parte, diventi anche tu un minuscolo granello di quella varietà multicolore e multiforme di umanità che costituisce il popolo brasi-liano. Ho imparato piano piano a liberarmi dai preconcetti, nemici insidiosi in viaggi come questi, perché hanno la capacità di rendere opachi gli specchi, lucido il fango e invisibile la realtà. E d’un tratto ho capito che siamo in un futuro che è già cominciato, siamo in un futuro che ha il nostro nome. E nella storia del mondo ci sono circuiti di ingegnosità che la mente può condividere. Così come si possono condividere la poesia e il coraggio. L’ho letto sul dorso di quelle mani che hanno scritto una storia importante. La loro storia.

Chiara Torassa

Per informazioni e donazioni: Oikos Onlus, Organization for International KOoperation and Solidarity, Piazza Patriarcato, 8, c/o Studio Repetti - 33100 Udine - Italia www.oikosonlus.net mail: [email protected]

Un autopullman era già pronto per portarci a Kelme, in Lituania, il luogo del primo pernottamento (con tutte le sue incognite). Già le prime immagini della nuova terra baltica lasciavano capire che questa è meravigliosa; lassù l’autunno era già arrivato e i colori delle foreste di betulle e abeti incantavano gli occhi.Sul pullman la bravissima Aldona Vinciene, creatrice del progetto e validissima responsabile e coordi-natrice, faceva da guida. Parlava in tedesco, ma il bravo Mirco effettuava sottovoce la traduzione si-multanea per noi italiane e così, giorno dopo giorno, tutte le comunicazioni venivano comprese.All’arrivo a Kelme, attimo di smarrimento: scendo-no dal pullman gli adulti e le piccole continuano il percorso per arrivare alle famiglie che le devono ospitare. Incognita per noi accompagnatori: po-tranno almeno rimanere insieme? La risposta arriva solo il giorno dopo quando, a Kelme, nel liceo che ospita circa 200 ragazzi di tutti gli ordini di scuola, dalle elementari alle superiori, le rivediamo felici e sorridenti, in mezzo a tanti ragazzi, ad accogliere gli adulti appena arrivati. Erano state divise, ma ciò aveva uno scopo ben preciso: favorire l’autonomia individuale, far leva sulle singole capacità per entra-re fin da subito nella nuova realtà, integrandosi con essa e con le loro coetanee! (Ben sapendo che le due famiglie che le avevano accolte si erano pro-digate per farle inserire serenamente). E così è stato. Il problema della lingua è stato superato:ci si può intendere anche con i gesti, all’occorrenza! Giorno dopo giorno tante emozioni hanno segnato ogni istante: dalle piccole olimpiadi nella palestra della scuola con giochi a squadre formate da ragazzi di tutti i Paesi partner, alla visita alla capitale Vilnius, dalla incredibile esperienza su una pista di go-kart che tutti hanno imparato a guidare (ragazzine e loro accompagnatori compresi!), alle serate con musica e danze popolari, agli scambi con tante persone provenienti da luoghi tanto distanti fra loro, ma tanto vicine dal punto emozionale... Si sono create per tutti le prime forme di amicizia. Queste si sono andate consolidando giorno dopo giorno, permet-tendo a ognuno di conoscere altri aspetti di vita , il tutto senza alcuna barriera. Questo è stato uno dei punti più affascinati: condividere le altrui esperienze di vita, di lavoro, di relazione... con persone di otto paesi europei diversi Naturalmente si è arricchito notevolmente il bagaglio culturale di ognuno. La conoscenza di questa terra per noi così lontana ha permesso di comprendere la difficile realtà di quel territorio, la dura storia di un popolo fiero e dignito-so, orgoglioso della propria indipendenza dopo il disgregamento dell’URSS. In particolare a Vilnius, capitale, sono rimasti i segni della resistenza lituana. Un momento molto significativo è stato quando Aldona, all’esterno del Parlamento, ha formato con il gruppo Comenius un grande cerchio silenzio-so per ricordare la stessa drammatica forma di resistenza del popolo lituano il 17 settembre 1991; in tale circostanza 13 giovani vennero uccisi per la difesa della propria libertà. Lituania orgogliosa della propria storia passata. Sulla Piazza principale c’è un bellissimo Duomo che durante l’occupazione sovietica doveva diventare “Museo dell’ateismo”; nel 1991 i Lituani ne ripresero il possesso per ripristi-narla come chiesa. E poi, dopo Vilnius, l’incredibile notte nella foresta lituana, la visita al magico castello rosso di Trakai in mezzo al lago... Il giro in barca e il training autogeno delle due piccole viaggiatrici che hanno superato l’iniziale paura ripetendo “Io NON ho paura...” Momenti magici e indimenticabili. E dopo l’euforia di questa grande esperienza, un’altra avventura: l’arrivo di tutti i gruppi (circa 15 ragazzi e altrettanti accompagnatori, rappresentanti dei sette stati partner) a Ragogna. La sfida è avvincente: lasciare anche nelle loro menti, nei loro occhi e nei loro cuori ciò che la Lituania ha lasciato nei nostri. Il seguito... alla prossima puntata.

Maria Teresa Molinaro

ISTRUZIONE NIDO10 NOTIZIE

LABORATORIO TAGLIAMENTO E CASSE D'ESPANSIONE

Tredici i membri della Commissione che la Regione ha nominato a luglio 2010 e cioè:Regione Fvg - 2 componenti: Direttore Centrale Ambiente, Energie e politiche per la Montagna pro tempore o suo delegato e Direttore Centrale della Protezione Civile pro tempore o suo delegato;Regione Veneto - 1 componente: ing. Tiziano Pinato;Autorità di bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave e Brenta-Bacchiglione - 1 componente: ing. France-sco Baruffi;Magistrato alle Acque - 1 componente: ing. Alfredo Caielli;Università degli Studi di Trieste - 1 componente: prof. Virginio Fiorotto;Università degli Studi di Udine - 1 componente: prof. Marco Petti; Province di Udine e Pordenone - 1 componente: ing. Giorgio Damiano;Comuni del medio e basso corso del fiume Tagliamento - 3 componenti: ing. Mario Causero, ing. Paolo Reggiani, ing. Pierino Truant;Associazioni ambientaliste - 2 componenti: prof. Ezio Todini, ing. Antonio Del Zotto .Non abbiamo ancora il documento finale sottoscritto da tutti i componenti del Tavolo ma conosciamo le varie so-luzioni alternative alle casse d'espansione che sono state elaborate nell'ambito dei lavori e a cui sono state date le relative valutazioni.Si riporta qui sotto la graduatoria delle varie soluzioni scaturita dalla valutazione assegnata in modo ponderale e con particolari parametri. I punteggi sono la media aritme-tica dei punteggi assegnati da ogni singolo componente.

SOLUZIONE ALTERNATIVA PUNTEGGIOA TRAVERSA (PINZANO) +0,99J SCOLMATORE IN SINISTRA TAGLIAMENTO +0,83I SCOLMATORE LATISANOTTA +0,58C CASSA ESPANSIONE (DIGNANO) +0,45D SBARRAMENTO RONCHIS E CANALE FOSSALON +0,22B TRAVERSA PONTE DIGNANO 0,07E GALLERIA F.FELLA -T.TORRE -0,03F TASCHE GOLENALI -0,07B bis TRAVERSA PONTE DIGNANO -0,08M TRAVERSA CON UNA CASSA ESPANSIONE (PINZANO) -0,35

Come si vede la soluzione che ha ottenuto il consenso più alto è la vecchia traversa/sbarramento in corrispondenza del ponte di Pinzano. Con la differenza rispetto al proget-to degli anni '70, che la traversa dovrebbe ora trattenere 18 milioni di m3 d'acqua rispetto ai 100 m3 iniziali ed ai 50 m3 successivi. Da notare che prima della valutazione assegnata dal rappresentante della Regione Veneto, la soluzione più gettonata dagli altri 12 componenti era il canale scolmatore ipotizzato sulla sinistra Tagliamento che prelevando le acque in corrispondenza di Latisana le dovrebbe far confluire nella Laguna di Marano. Da notare inoltre che l'Autorità di Bacino del Fvg ha espresso completa contrarietà a che si vada a riversare acqua nella Laguna di Marano.Non sappiamo come andrà a finire la ultradecennale vicenda della nostra battaglia contro le casse d'espansio-ne e che si è riusciti a bloccare fino ad ora e non siamo in grado di prevedere quale sarà l'utilizzo che la Giunta Regionale Fvg vorrà fare dei risultati di questo Tavolo di Lavoro. Di certo però con questo Tavolo si certifica che alle previste casse d'espansione tra Pinzano e Dignano esiste più di una soluzione alternativa come noi abbiamo sempre e con forza sostenuto. E questo è un elemento estremamente importante in quanto la Direttiva Europea Habitat 92/43 dice che in un sito classificato SIC(è SIC il sito in cui dovrebbero essere realizzate le casse d'espan-sione) si possono realizzare opere per la tutela della sicurezza delle persone solo dopo aver appurato che “non esistono alternative al progetto che si intende realizzare”. Ma non dobbiamo cantare vittoria perchè fino a quando non verrà abrogato e cambiato il DPCM del 28/8/2000, le casse d'espansione saranno sempre una minaccia. Dob-biamo pertanto ancora vigilare e stare molto attenti anche in seguito alle vigorose spinte che il nuovo Sindaco di La-tisana sta cercando di dare alla realizzazione delle casse d'espansione nel nostro territorio. Dobbiamo stare all'erta e pronti ad agire per proteggere il nostro territorio ed il nostro fiume, perchè queste casse sarebbero una vera sciagura ed un vero disastro ambientale, come l'abbiamo sempre sostenuto. Nel frattempo il Tavolo Tagliamento ha espresso all'una-nimità l'indicazione per l'utilizzo immediato dei 44 milioni di euro che la Regione ha ancora a disposizione per la messa in sicurezza del Tagliamento e cioè:

“realizzazione di interventi prioritari ed inderogabili nel basso corso del fiume Tagliamento quali l’adeguamento e il rinforzo arginale da Latisana al Cavrato e da Cesarolo alla foce nonché l’approfondimento progettuale del nodo del Cavrato per la definizione della corretta ripartizione delle portate e degli impatti sulla Laguna di Baseleghe, sui territori della Bonifica, sulle aree SIC e ZPS, e sui litorali limitrofi per il successivo adeguamento del canale Ca-vrato, quest’ultimo di competenza della Regione Veneto. Preso atto delle perplessità di poter scaricare 2500 mc/s attraverso il canale Cavrato nella laguna di Porto Basele-ghe, senza causare ingentissimi danni alle infrastrutture ed agli insediamenti turistici presenti lungo la linea di costa nonché all’ambiente naturale protetto dalla laguna stessa, l’intervento in argomento dovrà essere tale da poter consentire il passaggio di un’onda di piena nel tratto finale del fiume Tagliamento pari a 2000 mc/s, limitando la portata massima attraverso il canale Cavrato a 2000 mc/s. Il costo complessivo stimato è di circa 40 mil euro, ed i i fondi a bilancio regionale per la realizzazione delle casse di espansione a valle della stretta di Pinzano potrebbero essere utilmente trasferiti per questi interventi. Intanto il ricorso che i comuni di Ragogna, Dignano, Pinzano, San Daniele, Spilimbergo hanno inoltrato nel 2007 al Tribunale Superiore delle Acque di Roma contro la delibera della Giunta regionale 1206 del 1 giugno 2007 con la quale veniva approvato il Progetto preliminare delle casse d'espansione, sarà esaminato il 18 gennaio 2012 ed in tale data probabilmente sarà emessa anche la senten-za. Sperin in ben. Mirco Daffarra

DOPO PIÙ DI UN ANNO DI LAVORO, IL 30 SETTEMBRE SCORSO IL LABORATORIO TAGLIAMENTO HA UFFICIALMENTE CONCLUSO I LAVORI..

Incentrato sulla suggestiva rocca di San Pietro, la kermes-se ha proposto, tra giugno e settembre, oltre venti mani-festazioni (mostre d'arte, gemellaggi, concerti, escursioni tematiche, presentazioni di libri, recital, conferenze..) promosse direttamente dal Comune. A queste, si sono aggiunti i tanti appuntamenti pubblici posti in essere da Associazioni locali e non. Il coordinamento delle diverse tipologie di eventi entro la cornice di "Festival in Castello 2011" ha permesso di evitare la sovrapposizione tra le varie manifestazioni, di animare il comprensorio castellano e, sopratutto, di creare a Ragogna un'offerta turistico-culturale organica, capace di coprire pressoché tutti i weekend estivi e di incontrare interessi e sensibilità variegate. La rilevante crescita di partecipazione della cittadinanza, di visitatori, di turisti, di persone richiamate da "qualcosa di culturale" che apprezzano la valenza delle iniziative di "Festival in Castello" ed in generale della vita culturale

ragognese, ci induce a ritenerci soddisfatti del percorso intrapreso e a continuare sulla via dell'integrazione in fatto di cultura, intrattenimento e turismo. Una proposta che si sta dimostrando vincente, e che continuerà ad ancorare gli eventi ai beni culturali e naturalistici, come il Castello, i Musei, i sentieri tematici, il Tagliamento, il Lago e quel vero pulpito sul Friuli che è il nostro Monte. Tutto ciò nonostante la crisi economica, il conseguen-te taglio ai finanziamenti ed anche il pessimistico clima morale che spesso affiora sui mass media. Anzi nel nostro piccolo, ribadiamo con convinzione che proprio l'impegno culturale, il turismo tematico, la cura del territorio e delle risorse che si ha in casa, in poche parole "la cura della cultura", possa rivelarsi un valore importante nell'attuale momento storico. Arrivederci a "Festival in Castello 2012", dunque. Marco Pascoli

SULLA SCORTA DELLA POSITIVA ESPERIENZA DEL 2010, ANCHE QUEST'ANNO L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RAGOGNA HA ARTICOLATO IL

PROGRAMMA CULTURALE-TURISTICO DENOMINATO "FESTIVAL IN CASTELLO".

FESTIVAL IN CASTELLO 2011

LA PRIME VOLTE DI “CENE DI PAÎS” A PIGNAN

Iniziato il tutto con la foto di gruppo, scattata sulla scalinata della chiesa, si è proseguito con l’aperitivo e poi tutti dentro per poter degustare le prelibatezze che ci sono state preparate. Una serata da ricordare. Il paese si riunisce per le feste, ma è la prima volta che nella piccola frazione di Ragogna ci si ritrova con un gruppo così numeroso per una “Cene di pais” in fraterna amicizia. Una serata fatta per passare in spensierata allegria, parlando della nostra vita quotidiana visto che i nostri momenti quotidiani sono sempre frenetici e magari non si ha neanche il tempo di ritrovarci per stare un momento insieme. Al suono della pianola di Luigi Missio, che ci suonava canzoni molto belle e che la gente, conoscendo le canzoni, canticchiava e bal-lava, tutti ci siamo veramente divertiti. Speriamo che questi momenti si rinnovino anche negli anni futuri: sono momenti di aggregazione sempre belli per una piccola frazione come Pignano.

Sandro D’Agosto

LA SERA DEL 27 AGOSTO, UN GRUPPO DI BEN 170 PERSONE SI È RITROVATO A FAR FESTA NEL CENTRO CARITAS PARROCCHIALE DI PIGNANO (CAUSA IL MALTEMPO LA CENA NON SI È SVOLTA AL PARCO FESTEGGIAMENTI).

AMMINISTRAZIONE COMUNALE 11

RENDICONTO 2010

DATI RIFIUTI 2007-2010

L'esercizio finanziario ha chiuso con un avanzo di amministrazione di 290.175,56euro, come risulta dai seguenti elementi:

FONDO DI CASSA INIZIALE PRESSO LA TESORERIA EURO 925.374,95

RISCOSSIONI C/RESIDUI EURO 958.427,42RISCOSSIONI C/COMPETENZE EURO 2.579.386,81

TOTALE RISCOSSIONI EURO 3.537.814,23

PAGAMENTI C/RESIDUI EURO 1.046.434,56PAGAMENTI C/COMPETENZE EURO 2.000.836,19

FONDO CASSA FIN. PRESSO TESOR. EURO 1.415.918,43

SOMME RIMASTE DA RISCUOTERE IN CONTO RESIDUI EURO 481.496,28IN CONTO COMPETENZA EURO 1.590.744,15

RESIDUI ATTIVI EURO 2.072.240,43

SOMME RIMASTE DA PAGARE PAGAMENTI C/RESIDUI EURO 989.485,07PAGAMENTI C/COMPETENZE EURO 2.208.138,23

RESIDUI PASSIVI EURO 3.197.983,30

AVANZO DI AMMINISTRAZIONE EURO 290.175,56 Il buon risultato 2010, che consente di affron-tare con sufficiente serenità i prossimi anni, è frutto soprattutto della capacità di risparmio sull'avanzo di amministrazione 2009: sono stati infatti riportati all'esercizio 2010 circa 172 mila euro relativi all'esercizio precedente. Nel 2011 sarà quindi necessario continuare ad utilizzare con parsimonia l'avanzo 2010, tralasciando le spese rinviabili, anche perché le prospettive non sono facili e poter disporre di fondi di riserva sarà una necessità.

Il risultato di amministrazione negli ultimi 3 esercizi è stato il seguente:

2008 - 377.805,79 EURO2009 - 242.158,16 EURO2010 - 290.175,56 EURO

Analizzando le principali poste di bilancio si evidenzia che:le entrate tributarie (474mgl/euro) sono legger-mente incrementate rispetto al 2009 (+ 4,6%). Gli introiti dell'imposta comunale sugli immobili sono rimasti invariati. Significativi sono stati i cali nell'addizionale energia elettrica e nell'ad-dizionale Irpef, sinonimo, quest'ultimo, del sensibile calo di reddito dei cittadini.le entrate extra tributarie sono risultate lieve-mente superiori alle previsioni (+1%) e di poco inferiori al 2009 (- 1,8%). Di seguito si riporta un dettaglio dei proventi e dei costi (in mgl/euro) dei servizi realizzati dall'ente:

ENTRATE COSTI % COP. IMPIANTI SPORTIVI 3 46 7%MENSE SCOLASTICHE 96 135 71%CENTRI ESTIVI 2 4 59%GESTIONE CENTRI SOCIALI 1 6 17%ASSIST. DOMICILIARE 22 27 83%

le entrate da trasferimenti correnti dello Stato e da altri Enti (1,4mln/euro) sono state superio-ri del 7% rispetto al preventivato ma comun-que inferiori del 2% rispetto al 2009.Le entrate da trasferimenti in c/to capitale sono state inferiori del 63% rispetto al previ-sionale e superiori del 68% rispetto all'eserci-

zio precedente. Per la realizzazione dei lavori programmati l'ente è ricorso al credito per 709mila/euro ad integrazione dei trasferimenti (la voce entrate da prestiti del documento previsionale 2010 era di ca 1mln/euro).Le spese correnti sono state nel 2010 di poco più di 2mln/euro con un'incidenza pari al 43% per la prestazione di servizi, al 7% per gli interessi passivi, al 14% per i trasferimenti e al 30% per il personale. Nell'agosto 2009 era stato assunto un dipendente che quindi nel 2010 è risultato presente in tutte e dodici le mensilità. Negli esercizi precedenti si ricorreva a collaborazioni esterne con il personale del Comune di San Daniele. La spesa corrente è aumentata solo dell' 1,25% rispetto al 2009: tale dato potrebbe risultare positivo in periodi di normalità ma, dovesse permanere il trend di diminuzione delle entrate, l'incremento potrebbe divenire preoccupante. Si evidenzia altresì che nel 2010 è stata varata una legge che impone, per i comuni con meno di 5 mila abitanti, la gestione di determinate funzioni in forma accorpata, ancorché il comune disponga di risorse sufficienti per gestirle in autonomia. Nell'attesa che la Regione legiferi in merito, sarà necessario valutare le soluzioni di aggre-gazione migliori e più efficienti al fine di evitare eventuali imposizioni dall'alto a noi sgradite.Le spese per interessi passivi sui prestiti, in ammortamento nel 2010, ammontano a 159mgl/euro. Nello stesso esercizio sono stati pagati 229mgl/euro per il rimborso della quota capitale. Le spese in conto capitale, come in precedenza evidenziato, sono state inferiori del 70% rispetto al previsionale e sono state fi-nanziate per il 14% da mezzi propri, per il 22% da mutui e per il restante da contributi.Durante l'ampia disamina dei dati che il Sindaco ha effettuato nel corso del Consiglio Comunale, è stato anche evidenziato lo stato di avanzamento delle opere pubbliche:sono in via di completamento i lavori del terzo lotto delle mura del castello (200mila/euro) mentre gli apparati lignei sono in fase di appal-to (80mila/euro) e ad oggi sono stati appaltati. La sistemazione della strada di accesso al Castello è correlata alle determinazioni della conferenza dei servizi (150mila/euro);sono in fase di completamento i lavori della rete sentieristica della Grande Guerra sul Monte (45mila/euro) , l'ampliamento del cimitero di Villuzza (50mila/euro) ed i lavori di manutenzione delle strade comunali; nell'area ex campo sportivo è in fase avanzata la co-struzione del centro di aggregazione giovanile (400mila/euro) e sono iniziati i lavori per la nuova sede della Protezione Civile (193mila/euro); nell'area centro studi sono ultimati i lavori riguardanti gli impianti fotovoltaici da 30kw (160mila/euro). Maggiori risparmi si registreranno anche con la sostituzione della rete di distribuzione di calore del centro studi (82mila/euro). Milvia De Cecco

COMUNI RD % 2007 2008 2009 2010

AIELLO DEL FRIULI 55,24 51,97 55,25 50,02 MAGNANO IN RIVIERA 36,79 40,11 54,76 62,86AMARO 26,01 30,92 38,43 40,31 MAJANO 37,68 40,22 83,36 77,15AMPEZZO 11,55 17,64 35,04 18,32 MALBORGHETTO-VALB. 19,76 31,54 31,17 24,75AQUILEIA 42,44 51,58 56,46 65,35 MANZANO 23,45 26,99 28,41 27,07ARTA TERME 19,72 25,17 30,88 24,24 MARANO LAGUNARE 41,18 49,06 49,88 43,80ARTEGNA 37,31 44,65 45,40 46,84 MARTIGNACCO 40,06 75,12 78,25 77,67ATTIMIS 27,14 34,27 34,90 36,49 MERETO DI TOMBA 29,73 41,65 45,35 65,24BAGNARIA ARSA 44,21 43,73 49,84 45,67 MOGGIO UDINESE 25,16 36,47 36,68 32,36BASILIANO 36,02 38,20 52,80 76,09 MOIMACCO 44,53 45,24 71,04 77,87BERTIOLO 38,14 76,45 77,26 75,84MONTENARS 33,45 37,93 41,04 38,74BICINICCO 35,81 36,99 41,46 59,26MORTEGLIANO 36,97 43,81 77,06 73,02BORDANO 33,03 36,98 37,10 35,71MORUZZO 34,80 45,13 81,82 74,00BUIA 40,19 40,77 67,90 83,20 MUZZANA TURGNANO 38,87 43,33 46,87 40,04BUTTRIO 43,37 53,24 82,54 80,98NIMIS 23,16 31,38 79,76 76,25CAMINO AL TAGLIAM. 40,20 43,11 79,84 77,13OSOPPO 32,23 43,59 81,35 81,27CAMPOFORMIDO 46,48 79,24 79,06 79,91OVARO 17,82 20,81 32,82 40,40CAMPOLONGO TAPOG. 45,03 50,78 56,20 52,28 PAGNACCO 41,87 53,26 84,53 77,99CARLINO 33,41 37,78 37,88 57,37 PALAZZOLO D. STELLA 40,69 47,85 53,02 50,33CASSACCO 23,98 27,75 36,28 36,38 PALMANOVA 43,70 47,09 51,01 41,79CASTIONS DI STRADA 36,89 40,45 43,26 54,29 PALUZZA 9,40 15,41 21,51 13,52CAVAZZO CARNICO 20,30 22,45 31,14 39,73 PASIAN DI PRATO 46,22 79,96 81,06 81,80CERCIVENTO 13,73 17,32 26,75 18,30 PAULARO 3,13 11,90 15,44 18,40CERVIGNANO DEL FR. 35,55 39,17 39,64 38,95 PAVIA DI UDINE 47,92 56,02 80,83 82,15CHIOPRIS-VISCONE 60,89 56,76 55,06 48,62 POCENIA 39,58 44,01 42,94 40,61CHIUSAFORTE 26,53 36,62 36,54 29,42PONTEBBA 17,71 23,50 27,93 23,72CIVIDALE DEL FRIULI 33,81 34,66 36,85 36,82 PORPETTO 34,74 38,93 41,72 34,25CODROIPO 46,65 76,94 76,90 77,89 POVOLETTO 37,24 39,80 45,54 47,14COLL. DI M. ALBANO 34,75 44,01 76,71 75,83 POZZUOLO DEL FRIULI 40,42 76,64 78,08 77,49COMEGLIANS 12,76 14,27 19,06 19,78 PRADAMANO 49,65 54,23 80,04 78,42CORNO DI ROSAZZO 49,62 54,83 80,68 79,59 PRATO CARNICO 27,94 26,92 36,44 22,02COSEANO 36,13 58,71 80,54 78,12 PRECENICCO 39,49 44,05 43,09 39,30DIGNANO 37,67 63,34 82,84 80,67 PREMARIACCO 70,15 75,19 77,23 80,70DOGNA 29,60 35,24 50,12 47,41 PREONE 16,92 17,46 35,93 21,92DRENCHIA 18,35 18,52 21,22 23,37 PREPOTTO 20,79 22,22 20,41 15,44ENEMONZO 23,31 26,24 31,17 29,49

IL RENDICONTO 2010 DELLA GESTIONE AMMINISTRATIVA DEL COMUNE DI RAGOGNA È STATO PRESENTATO IN OCCASIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 29 APRILE SCORSO ED È STATO APPROVATO CON 10 VOTI FAVOREVOLI SU 15 CONSIGLIERI PRESENTI (5 GLI ASTENUTI). PUBBLICHIAMO VOLENTIERI LA TABELLA PREDISPOSTA DALLA

PROVINCIA DI UDINE E CHE INDICA LA PERCENTUALE DI RACCOLTA DIFFERENZIATA DI OGNI COMUNE DEL TERRITORIO PROVINCIALE, DAL 2007 AL 2010. DA QUESTI DATI RAGOGNA FIGURA AL 26° POSTO SU 137 COMUNI, PER PERCENTUALE DI RACCOLTA DIFFERENZIATA. UN RISULTATO NON MALE CHE RITENIAMO POSSIBILE MIGLIORARE E CHE CI DEVE STIMOLARE A FARE ANCORA MEGLIO NELL'INTERESSE DI TUTTI E DELLA CONSERVAZIONE DELLE RISORSE NATURALI.

COMUNI RD % 2007 2008 2009 2010

PULFERO 23,58 27,63 18,77 16,37 FAEDIS 28,22 33,82 32,32RAGOGNA 38,54 69,10 76,77 76,66FAGAGNA 32,35 36,80 80,31 79,67 RAVASCLETTO 16,25 21,47 28,44 19,48FIUMICELLO 39,36 47,23 55,33 65,47 RAVEO 23,34 23,73 41,88 30,73FLAIBANO 48,54 68,29 85,70 81,58 REANA D. ROIALE 38,91 46,69 79,34 76,41FORGARIA 36,50 40,11 77,02 77,01 REMANZACCO 39,36 46,54 79,28 79,23FORNI AVOLTRI 14,75 17,03 31,22 22,33 RESIA 24,85 36,98 34,98 33,65FORNI DI SOPRA 14,37 23,90 27,91 30,26 RESIUTTA 26,09 28,36 27,58 32,50FORNI DI SOTTO 13,23 18,98 29,06 16,94 RIGOLATO 16,20 20,38 33,49 18,64GEMONA 31,63 38,17 39,31 41,48 RIVE D'ARCANO 50,13 52,17 64,24 64,21GONARS 41,92 47,07 48,13 44,56 RIVIGNANO 49,95 52,51 61,90 82,53GRIMACCO 20,17 23,94 29,58 23,85 RONCHIS 47,14 51,02 43,43 46,51LATISANA 33,53 38,70 40,94 37,33 RUDA 40,26 41,74 51,35 68,82LAUCO 23,67 24,68 30,91 18,12 S. DANIELE D. FR. 28,66 38,32 74,20 72,22LESTIZZA 50,94 54,84 58,97 55,18 S. GIORGIO DI NOG. 38,12 44,33 41,92 60,47LIGNANO 34,80 36,72 36,50 37,96 S. GIOVANNI AL NAT. 44,01 43,57 65,68 74,61LIGOSULLO 19,61 24,83 35,28 27,18 SAN LEONARDO 11,07 21,29 29,94 25,12LUSEVERA 18,21 19,94 52,70 71,72 S. PIETRO AL NAT. 14,36 16,00 15,98 20,29SAN VITO AL T. 40,36 45,86 50,40 43,45SAN VITO DI FAG. 35,44 70,80 80,87 77,77S. M. LA LONGA 36,35 42,58 40,18 58,73 PROVINCIA UDINE 35,75 43,21 52,12 54,18SAURIS 9,64 12,35 41,82 16,63SAVOGNA 11,62 16,75 25,55 14,87SEDEGLIANO 41,75 46,57 76,08 69,93SOCCHIEVE 16,87 17,72 25,50 15,31STREGNA 14,31 23,84 27,96 28,98SUTRIO 15,72 21,53 38,47 47,48TAIPANA 15,85 17,86 27,39 73,01TALMASSONS 42,20 44,64 47,59 63,12TAPOGLIANO 54,61 66,16TARCENTO 23,12 26,32 29,07 37,45TARVISIO 17,93 25,20 25,86 25,65TAVAGNACCO 28,13 54,40 75,99 72,34TEOR 29,43 34,62 41,19 36,13TERZO D'AQUILEIA 47,79 55,41 57,01 69,93TOLMEZZO 32,36 33,70 38,40 53,68TORREANO 19,77 22,04 28,94 25,78TORVISCOSA 46,54 51,96 55,41 50,65TRASAGHIS 23,03 25,64 24,15 22,34TREPPO CARNICO 13,72 19,21 31,00 24,72TREPPO GRANDE 30,56 41,76 82,40 80,19TRICESIMO 38,31 35,14 50,60 50,24TRIVIGNANO UD. 40,27 48,99 55,41 69,67UDINE 35,28 41,09 49,20 53,27VARMO 32,91 40,94 81,83 78,70VENZONE 27,88 35,13 33,27 32,11VERZEGNIS 16,62 20,71 33,64 44,80VILLA SANTINA 24,46 28,08 35,53 30,86VILLA VICENTINA 58,69 59,85 63,09 74,50VISCO 48,71 55,50 53,77 58,56ZUGLIO 18,33 23,82 34,08 23,00

ISTRUZIONE NIDO12 NOTIZIE

NUOVA SEDE PER LA PROTEZIONE CIVILE

CENTRO AGGREGAZIONE GIOVANILE

PROTEZIONE CIVILE

In fondo all'ex stadio comunale, lungo via Carlo Alberto Dalla Chiesa, sono stati demoliti gli spogliatoi e sullo stesso sedime hanno preso corpo le fondazioni del-la nuova costruzione. Sarà un fabbricato dedicato ad ospitare in modo razionale i mezzi e le attrezzature in dotazione e gli uffici al primo piano. Si migliorerà così l’operatività del Gruppo Comunale di Protezione Civile. I mezzi parcheggiati al coperto, pronti a partire, le attrez-zature immediatamente disponibili e la loro facile iden-tificazione porteranno di certo una migliore prontezza ed efficienza nelle uscite. La razionale sistemazione delle dotazioni sarà anche garanzia di un loro migliore uso e conservazione. Ma anche la parte “abitativa”, dedicata agli scopi della Protezione Civile e, soprattutto, defini-tivamente assegnata al Gruppo, sarà di stimolo a tutti i volontari per un buon funzionamento della squadra che si

sentirà finalmente a casa sua. La nuova sede sorge in adiacenza al Centro di Aggre-gazione Giovanile, oramai in fase di completamento, allineata con questo fabbricato. Questa vicinanza potrà innescare, come auspicabile, un più stretto contatto tra i giovani della nostra comunità e i volontari della Protezione Civile, con l’augurio che diversi giovani si sentano chia-mati a collaborare per il bene e la sicurezza dei cittadini.Voglio infine rinnovare ancora una volta l’invito a tutti coloro che sono disponibili a fare qualcosa, anche sem-plice, anche modesta, in favore della nostra comunità, ad aderire al Gruppo Comunale di Protezione Civile.

Adriano Pidutti

Ci saranno riunioni specifiche a cui la comunità sarà invi-tata a partecipare, ma nel frattempo coloro che hanno la volontà di collaborare a questo progetto giovani, che noi riteniamo molto importante, sono invitati a fornire la pro-pria disponibilità e le proprie idee direttamente al Sindaco ed ai componenti la Giunta comunale.Parimenti, ed in attesa di poter usufruire di contributi pro-vinciali per l’arredamento(cosa però che sarà possibile non prima del 2013), c’è la necessità di dotare dell’essenziale le sale del centro che altrimenti rimanendo spoglie, non potrebbero essere utilizzate adeguatamente.Tavoli, sedie, scaffali, giochi, piccolo angolo cucina: queste sono le prime attrezzature che necessitano e quindi eventuali proposte da parte di cittadini in grado di contribuire all‘arredamento del centro, verranno esaminate attentamente e con riconoscenza.

Redazione

Menzionati nel telegiornale, magari li incontriamo negli in-croci in occasione di qualche gara ciclistica, ma chi sono veramente i volontari della protezione civile? La protezione civile è un sistema integrato su tutto il territorio nazionale. Dalle regioni ai piccoli comuni questo sistema garantisce un’ efficace difesa contro il verificarsi di eventi calamitosi. Sono veramente numerosi i settori in cui è chiamata ad intervenire, si potrebbe citare il terre-moto piuttosto che l’alluvione o magari il singolo incendio che può nascere e poi propagarsi sui pendii della nostra montagna. Le squadre comunali di Protezione Civile sono i perni fondamentali del suddetto sistema.La squadra di Protezione civile di Ragogna è un distac-camento formato da un gruppo di volontari specializzati coordinati da una struttura regionale con sede in Palma-nova. Il coordinatore della squadra, Pidutti Adriano, si occupa dei rapporti tra la sede operativa di Palmanova e il distaccamento comunale di Ragogna. Il caposquadra, Ceschia Fabrizio, pianifica la logistica ed organizza le eventuali operazioni di emergenza. Abilitati e formati con-tro gli incendi boschivi, i volontari della squadra di Rago-gna sono spesso chiamati ad esercitazioni congiunte con il corpo forestale regionale ed i vigili del fuoco. Parliamo di addestramenti tutt’altro che sporadici che si effettuano con l’ausilio di attrezzature meccaniche quali motopom-pe, moduli elitrasportati e spesso con l’ausilio di mezzi aerei. Ebbene, la nostra squadra non è affatto una realtà periferica considerando che si è distinta, aggiudicandosi il secondo posto alle olimpiadi regionali svoltesi quest’anno a Cividale. Il personale operativo agisce normalmente sul proprio territorio di competenza, ma spesso viene chia-mato a partecipare a missioni di emergenza su tutto il ter-ritorio nazionale. Potrei citare gli incendi boschivi in Puglia che hanno visto protagonisti numerosissimi volontari delle squadre comunali friulane impegnate nello spegnimento dei roghi. Durante eventi importanti come il giro d’Italia o il 50° anniversario delle frecce tricolori, i volontari della p.c. hanno svolto mansioni di controllo e sicurezza stradale affiancando e sostenendo le forze dell’ordine. All’inter-no del perimetro comunale la squadra operativa della p.c. viene allertata a fronte di eventi calamitosi naturali o

semplicemente interviene al verificarsi di danni provocati dagli agenti atmosferici. Ogni anno le tempeste e/o le forti raffiche di vento abbattono alberi che cadono sulle strade impedendo così la normale circolazione dei veicoli ed in molti casi isolano le abitazioni che sorgono nelle zone più periferiche. Per fronteggiare questi imprevisti l’intervento deve essere immediato e spesso viene svolto in condizio-ni meteo e di luce particolarmente difficili.In quali casi posso chiedere l’intervento della squadra?Sempre, qualora accadano problematiche legate al terri-torio: alluvioni, allagamenti, frane, smottamenti, problemi idrogeologici, incendi boschivi, e non solo, anche se le stesse problematiche affliggono privatamente le nostre abitazioni.Ma come si può avvalersi dell’aiuto dei volontari in caso di emergenza? Come per tutti gli altri casi, contattare la p.c. è possibile chiamando il numero di emergenza qui sotto riportato. Risponderà l’addetto della sala operativa che devierà la chiamata alla squadra più vicina. L’intervento è completamente gratuito. Considerare la protezione civile quale organo primario di sicurezza e controllo significa garantire la salvaguardia del proprio territorio. Di seguito si riportano i numeri utili per emergenze:

Sala Operativa: 800500300Sito intenet www.protezionecivile.fvg.it

Marchello Yuri

SONO INIZIATI DA QUALCHE TEMPO I LAVORI PER LA COSTRUZIONE DELLA NUOVA SEDE PER IL GRUPPO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE.

COME CHIAMARE LA PROTEZIONE CIVILE IN CASO DI NECESSITA’

LA PRIMAVERA PROSSIMA SARÀ OPERATIVO IL NUOVO CENTRO DI AGGREGAZIONE GIOVANILE.TRA GENNAIO E FEBBRAIO PROSSIMO VEDREMO DI METTERE A PUNTO L’ASPETTO GESTIONALE DI UTILIZZO E QUESTO CON IL CONTRIBUTO DI TUTTI, GIOVANI, FAMIGLIE, ASSOCIAZIONI ED ALTRI PER INDIVIDUARE LA GIUSTA ORGANIZZAZIONE CHE NECESSARIAMENTE DOVRÀ AVVALERSI ANCHE E SOPRATTUTTO DEL VOLONTARIATO.

OPERATIVA IN TUTTA LA REGIONE.

SPAZIO GIOVANI

I giovani sono (o meglio, hanno la potenzialità per essere) “il nostro futuro”. Anche a Ragogna i giovani sono molto presenti, in ogni campo, e come in ogni piccola realtà di paese non esitano a fare la loro parte in ogni occasione. È per questo che fa piacere quando viene loro dedicata una particolare atten-zione: in questo caso mi riferisco alla costruzione del nuovo centro di aggregazione giovanile, di fianco al nuovo parcheg-gio libero di S.Giacomo, che diventerà, si spera, negli anni a venire, un punto di ritrovo importante per i giovani. Non è ancora stato deciso con precisione che attività vi si potranno svolgere, perciò penso che potrebbe essere bello che chi ha delle idee le proponga al comune, così che il centro possa effettivamente riflettere le esigenze (e perché no, i desideri) dei ragazzi di Ragogna. Dal canto mio, penso che un’otti-ma idea potrebbe essere quella di creare una sala prove, in modo da consentire alle nuove realtà musicali di svilupparsi anche a Ragogna. Dei ragazzi che hanno una band, infatti, devono necessariamente recarsi a Udine per poter provare. E la sala prove potrebbe essere usata non solo necessaria-mente per gruppi rock, ma anche per aspiranti dj, o persino per piccoli ensemble di musica classica o jazz (provenienti, chissà, dalla scuola di musica di Muris, e desiderosi di lan-ciarsi in una nuova avventura!). Dunque, staremo a vedere come si evolverà questo progetto che parte certamente con le migliori premesse. Guglielmo De Monte

ULTIMAMENTE I GIOVANI SONO SEMPRE SOTTO I RIFLETTORI. LO SONO STATI AL CONGRESSO DELL’ASSOCIAZIONE FRIULANA DONATORI DI SANGUE, LO SONO ORMAI QUASI QUOTIDIANAMENTE PER LE MANIFESTAZIONI DI INDIGNAZIONE IN TUTTO IL MONDO (E ANCHE A UDINE, RECENTEMENTE).

Il modo sicuro per chiamare la Protezione Civile nelle emergenze ed urgenze consiste nel chiamare la Sala Operative Regionale con sede a Palmanova mediante il numero telefonico gratuito predisposto allo scopo, che è: 800 500 300La Sala Operativa Regionale decide subito quali misure adottare per risolvere i problemi segnalati. Contatta, mediante telefoni cellulari dedicati, le figure chiave per gestire localmente l’emergenza o l'urgenza e, se del caso,

attiva eventualmente anche altri Servizi quali Vigili del Fuoco, 118 , Prefettura, ecc. Nel caso i cittadini di Ragogna vogliano contattare di-rettamente il Gruppo Comunale di Protezione Civile per ragioni diverse dalle emergenze ed urgenze, possono comporre i seguenti numeri telefonici:

335 1079 097 Adriano Pidutti - Coordinatore335 1079 096 Fabrizio Ceschia - Capo Squadra

ASSOCIAZIONI & CULTURAINTERVISTA 13

SEMPLICITÀ, SACRIFICIO E SCHIETTEZZA: OVVERO QUATTRO CHIACCHIERE CON ROMANO BORTOLUZZI.

E’un ambiente caloroso ed accogliente: il porticato che si apre sulla piazza, Romano accoglie i clienti che entrando nell’ampia sala si trovano circondati da ricordi del passato e dal solare sorriso di Lise.Giovani e anziani si sono succeduti fra i tavoli di questo locale, al cui interno, grazie alle innumerevoli fotografie e cimeli, si può ricostruire la storia di un paese, che col tempo si è trasformato, imprimendo i propri ricordi e la propria storia all’interno di queste mura. E’ passato più di mezzo secolo da quando, come racconta Romano, la signora Sanso-ni Emilia, in periodo di guerra si prodigava per mandare avanti l’attività di oste all’in-terno di quello che era un edificio storico del Comune. Fin dal principio, un po’ per la posizione strategica e un po’ per l’impe-gno dei gestori, quello che era il vecchio Bar al Commercio riscuote successo fra gli abitanti. Dalla sua terrazza si tengono i discorsi del Podestà, mentre al suo interno, in particolare durante il conflitto è offerto un servizio di consultorio per le donne e scolastico per i bambini. Finita la guerra, quando la tranquillità lenta-mente si ristabilisce, la locanda passa nelle mani del signor Zebedeo che avvia la sua nuova attività assieme alle sorelle Lucia e Salomè. Dopo due anni però, più precisa-mente attorno al 1949 la gestione del bar è presa da Bortoluzzi Rosario, cittadino di San Pietro nonché padre di Romano. Già vicesindaco, il signor Rosario, grazie ai suoi sacrifici e al suo desiderio di rinno-vamento, dona nuova linfa vitale al locale portando anche un’ondata di rinnova-mento all’interno del comune. E’ lui che fa costruire, proprio davanti all’osteria il primo distributore di benzina di Ragogna, la cui gestione viene svolta in alternanza con quella di oste e occasionalmente anche con quella di tassista. L’indole di Rosario è quella di un uomo che si rimbocca le mani-che, che non lascia nulla al caso, caratte-ristiche che tramanda anche ai suoi figli:

Romano, Adelchi, Rosanna e Valentina.Ed è proprio Romano, figlio di una gene-razione di osti, che diventa protagonista di questa storia così semplice, ma così importante, che si intreccia non solo con le vicende di una locanda, ma con quelle di un’intera cittadinanza che è cresciuta, si può dire, attorno a quello che ancor’oggi è un punto di riferimento per le persone del paese e anche per i turisti di passaggio nel nostro Comune.E’ dalle memorie di Romano che scaturi-sce un piccolo mondo, ai più sconosciuto, all’interno di Ragogna, ricco di aneddoti ed episodi che meriterebbero ben più ampia spiegazione.

Signor Romano, lei ha raccontato det-tagliatamente la storia del bar negli anni Quaranta e Cinquanta, ma come si è avvicinato, lei, a questa attività?Già a tredici quattordici anni aiutavo mio papà nella gestione dell’attività, poi, nel 1970 a diciotto anni decisi di assumermi la completa responsabilità, così da Bar al Commercio si è passati a Bar da Romano.I primi anni non sono stati semplici. Io ero giovane, ma soprattutto ero da solo. Mio fratello e le mie sorelle mi hanno sempre dato una mano certo, ma inizialmente però ho portato avanti l’attività con le mie mani. Ma nonostante la fatica e i tanti sacrifici mi sono comunque divertito perché attraverso questa esperienza ho conosciuto meglio le dinamiche sociali del paese.

Poi il 1975 e la svolta.Sì, quell’anno è stato molto importante per me, ma anche per il bar. Io mi sono sposato con mia moglie Ilia Azzolini, ed è a lei che va il merito di aver creato la pizzeria da Romano. Ilia è nata in Francia e dopo essersi diplomata nel suo paese natale si è trasferita a Parigi. Qui ha studiato come sti-lista e modellista di alta moda e una volta finiti gli studi ha fatto ritorno in Italia. Quan-do ci siamo conosciuti, assieme abbiamo

deciso di portare avanti l’attività del bar e lei ha desiderato aggiungere anche quella di pizzeria, di cui anche oggi si occupa personalmente. E’ lei che si diletta nella creazione delle pizze (per altro buonissime ndr) e a volte è anche aiutata dal nostro figlio maggiore Adams.

I suoi figli hanno un ruolo importante nel-la sua vita e in quella della sua attività.Certo. Dopo essermi sposato sono nati nell’ordine Adams, Lise e Alan e tutti hanno avuto un ruolo all’interno del bar. Adams, come ho già detto, qualche volta aiuta sua mamma in cucina, Alan lavora in un famo-so ristorante mentre Lise ha preso il mio ruolo all’interno dell’attività.E’ lei che porta avanti il bar e in questi anni ha saputo rinnovarlo introducendo anche il servizio di bed and breakfast per le cui informazioni si può anche visitare il sito internet www.locandadaromano.it oppure contattarci direttamente all’indirizzo [email protected].

Questo dimostra che lei crede molto nei giovani.Sì, è importante continuare a rinnovarsi nel tempo. In questi anni il locale è diventato Udinese e Milan Club, poi ho contribuito assieme al signor Conta e al signor Diego (Robic) alla nascita della Compagnia Teatrale di Ragogna e ho fatto molte altre cose, come i cortometraggi (ha infatti anche una passione per le telecamere). Ragogna ha bisogno di un divertimento sano, che punti sui giovani.Per esempio quest’estate ad agosto, Lise, assieme alle brave ragazze che fanno parte del suo personale, ha organizzato una splendida festa sul Castello. Nata in collaborazione con Muris in Festa si è subito tramutata in un bellissimo evento. Si respirava una tipica atmosfera medievale e la gente è arrivata anche da fuori comune. C’era divertimento per ogni fascia d’età.Sono i ragazzi che devono contribuire

al rinnovamento e alla valorizzazione del territorio comunale.

Parlare con Romano è un piacere, la sua esperienza all’interno del locale gli ha permesso di conoscere ogni aspetto del nostro Comune e della sua cittadinanza. Nel suo lungo discorso c’è spazio per ogni cosa, mi racconta vecchi aneddoti a proposito degli altari dell’antica chiesa di San Giacomo, mi mostra le vecchie foto a ricordo della Piazza e del Palazzo Comu-nale e non manca di accennare orgoglioso alla sua nipotina Alice alla quale è dedicato anche il nome della sua attività: “Pizzeria da Nonno Romano”. Ma una cosa ha sem-pre a cuore questo signore dall’aria gioviale e cordiale, la sua terra, quella che è di tutti noi abitanti di Ragogna.

In conclusione della nostra chiacchierata c’è qualcosa che vuole aggiungere?Mi piacerebbe dire che nella vita ci vuole schiettezza. Penso che Ragogna sia il più bel comune d’Europa e l’unico rimpianto che mi sento di avere è quello di non aver visto in quarant’anni la piena valorizzazione delle strutture e del territorio di Ragogna. Bisogna valorizzare e proteggere la popo-lazione di Ragogna. La mia preoccupazio-ne è che il nostro paese possa diventare in pochi anni un dormitorio, mentre ci vogliono sacrificio, idee, disponibilità e in-novazione per tenersi al passo con i tempi. I commercianti lavorano con il turismo ed è per questo che spero di vedere una Rago-gna sempre attiva, in cui i giovani rivestono un ruolo importante, in modo da mostrare a tutti la bellezza che offre questo nostro Paese.

Anna Conzatti

SITUATA ACCANTO ALLA CHIESA DI SAN GIACOMO, IN PIAZZA IV NOVEMBRE, IN POSIZIONE CENTRALE ALL’INTERNO DEL COMUNE DI RAGOGNA, LA LOCANDA DI ROMANO BORTOLUZZI, ORMAI DIVENTATA PIZZERIA DA NONNO ROMANO, È DA MOLTI ANNI A QUESTA PARTE UN PUNTO IMPORTANTE PER I CITTADINI DEL PAESE.

DON CHISCIOTTE CONCRETAMENTE

CONTINUA A SPLENDERE IL SOLE SU MURIS IN FESTA

VERSO LA SESTA EDIZIONE DI CORTO A MURIS

Lo guardavo, lo ammiravo nel suo avanzare sicuro. La sicurezza di chi ha un obiettivo preciso da raggiunge-re. Una meta che anche io conoscevo bene, un luogo e un qualcosa che aveva sete di giustizia, una creatura da liberare, una bellezza prigioniera. Un’impresa difficile, ma necessaria più di molte altre intraprese dall’uomo davanti a me. Avevamo affrontato pericolosi banditi, briganti, mostri e stregoni; a nostro modo sempre vittoriosamente. Per la precisione e la cronaca, lui li aveva affrontati e vinti, lui perchè l’eroe è lui: Don Chisciotte della mancia. Io lo accompagno e cerco di aprire gli occhi cogliendo la saggezza e le visioni del paladino a cavallo. A due o tre dei lettori sembre-rà strano che il noto Don Chisciotte, il suo quadrupede ronzinante ed io, il fedele scudiero, stessimo per attra-versare i terreni di Ragogna proprio in un soleggiato e ventoso lunedì dell’ottobre 2011. Fosse stato di martedì... - dirà qual-cuno - ma sono sicuro, era lunedì. Si arrivava da via Valeriana all’ombra di alti alberi. L’andatura stanca e pigra di ronzinante ci aveva portati ai piedi della scalinata di una chiesa. Lui pare-va pronunciare delle parole tra se e se, guardava in basso e sollevando lo sguardo fino agli scalini più alti conti-nuava a masticare parole incompren-sibili. Avanzammo ancora 100 metri e poi scese da cavallo. Un sospiro. Altre parole pensate e dette tra i denti. Io ero curioso e un po’ preoccupato: conosco il mio eroe. Gli chiesi spiega-zioni sul suo turbamento. Don C.: “Oh fedele Sancio, campi, colline, pianure e montagne attraversammo nello no-stro cammino, ma mai inciampammo in simil altopiani”. mi permisi di definire i due altopiani come dissuasori di velocità un po’ altini. Don C.: “Oh umile Sancio, non proferir più verbo. Non tediar il mio spirito già scalfito, come le balle del povero Ronzinante, da queste rosse alture. Debbo serbar la mia lancia per

il mostro che ben conosci, altrimenti li dissuaderei ben io”. Riprendemmo il cammino in silenzio fino alla piazza del Santo Giacomo. Il nostro silenzio era un granello nell’im-mobile deserto del lunedì pomeriggio. Negozi chiusi, serrande abbassate, non v’era un anima di passaggio. Ma lui, dall’alto del cavallo, vide tre pic-cole figure rannicchiate alla base del campanile. Eran tre giovani di circa 12 primavere, o meglio dire di 12 autunni, considerando il triste silenzio che emanavano. I loro occhi glaciali, non ci avevano visti, erano fissi sui piccoli telefoni tra le mani. Ci avvicinammo convinti di trovare una situazione ben conosciuta. Fummo sorpresi nel vedere le dita di quelle piccole mani ferme. Niente messaggi. Nei piccoli schermi il buio. Don Chisciotte si accarezzò la barba e poi si rivolse loro: “Giovani virgulti cosa affligge i vostri cuori? Perchè state ivi inermi a mirar tristi quei neri pulcini morti tra le vostre mani?”. Il ragazzetto con il berretto all’indietro gli rispose: “Nono, vin finît i bês tal telefono e cumò a è ancje muarte la baterie. Ce varesino di fâ cun dute cheste sfighe?”. Don C.: “Oh vile destino, gia altre volte hai messo sullo nostro peregrinare questa malvagia nemica chiamata Chestesfighe. Non tema-no questi teneri germogli so come liberarli dal maleficio”. Per me era solo noia. Per Don Chisciotte era una minaccia da sconfiggere con lo stra-tagemma che dettò ai ragazzini. Don C.: “Codesto arguto antidoto dovrete renderlo noto anche ai vostri compagni di tutto lo paese. Un giuoco potrebbe sembrarvi, ma in vero è nobile soluzione allo vostro non saper che fare. Prendete o costruite una mappa ove son segnate le vie et le borgate del ragognese territorio. Indi ogniduno di voi scelga una via o un loco di cui esser primo Cavaliere. Prenderete così grande potere et onore nel esser difensore di spazi et

persone. Se alcuno fellone vi chiederà donde attingete tal diritto citate forte lo nome mio Don Chisciotte. Es-ser Cavalier di un loco nello secolo 21 vuol dire vigilar su uno piccolo mondo e sulle sue genti. Vigilar che ognuno non sia troppo solo e che tutti sappian le buone novelle per giovare a corpo et anima. Nominatevi paladini di una via e fate in modo di renderla migliore, con le vostre mani fatevi giungere le notizie del reame”. Lo sguardo allibito dei tre ragazzini si posò su ronzinante e poi su di me. Scaricandomi anche un punto interro-gativo da 15 kg. Cercai di ridimensionare il messag-gio così: “Andate nell’ufficio della Pro Loco, in Parrocchia o in Comune, dite che siete i responsabili di una via e, che se ci sono volantini o novità da portare casa per casa per voi sarà un onore occuparvene”. Don C.: “Oh savio Sancio, abbiam orato quanto basta. Ora proseguia-mo alla ricerca della nostra grande guerra”. Si alzò il secondo ragazzet-to, quello con le scarpe slacciate, e disse: “Poben par cjatà che, no veis problemas, son cartêi di ogni bande!”. Spalle ai mocciosetti, ripartimmo verso le acque, verso l’orrore. Il vento era scomparso, tutto era sospeso e l’aria pareva stagnante anche se andavamo nella direzione del fiume. I passeri, le formiche e tutte le creature erano in attesa, anche gli alberi e il verde della lunga discesa erano in attesa (ma quelli aspettavano le cure di un boscaiolo più che un cavaliere errante). Finalmente gli zoccoli di ronzinante si fermarono tra i sassi bagnati. Don Chisciotte respirava profondamente, aveva chiuso gli occhi e sembrava sognare, forse viaggiare nel tempo, ritornando a quando da bambino correva scalzo sui sassi di fiume. All’improvviso si destò. Uno stormo di uccelli spiccò il volo, il bianco destriero cessò di bere. Io volevo andarmene dal letto del Tagliamento

per recarmi a riposare nel mio letto, ma avevo capito che era giunto il momento decisivo. Don Chisciotte si volse verso il ponte, guardò il mostro e alzò la sua lancia. Il nemico era là, fermo sulla roccia mostrava i suoi muscoli d’acciaio, volgare con la sua luccicante corazza metallica si stagliava su un fondo di natura armoniosa. L’eroe che sapeva affrontare i mulini di Francia cavalcava puntando l’arma e urlando al cielo parole che grondavano passione e sentimenti da troppo nascosti. Il cavallo aumentava la sua corsa, schizzi di acqua volavano e gocce si confondevano tra quelle esclamazioni furiose. Io, ormai distante da lui, in quella eroica rincorsa ho riconosciuto alcune di queste grida: “Io ti salverò, anche se hai un cuore di pietra ti salverò. Ti libererò dalle grinfie di quel abominevole. I secoli ti han vista testimone fedele del passare delle acque. Come Siddharta, ferma allo posto tuo, hai mirato lo scorrere dello tempo e sei rimasta immobile allo mutare del grande fiume. La tua costan-te presenza ti ha reso un punto di riferimento, una meta d’incontri, una solida certezza per chi voleva spicca-re il volo. Tu grande e splendia roccia chiamata “Cret”, uno dei siti più belli dello regno, muta fosti quando ti rinchiusero in questa gabbia di ferri, silente e dignitosa quando ti trafissero con aste e spranghe dello freddo metallo. Li chiamarono tubi innocenti, ma so io che son cavaliere, che la loro colpa è tanta nel rubarti grande bellezza. Quel fascino che regalavi ai virgulti di Reunia come ai ragazzetti dello Novecento nel tuffarsi in acque che hai sempre abbracciato, oggi è offuscato da tanto brutta struttura. Eccomi allora, mostro. Abbandona la roccia del “Cret” che possano i giovinetti tornar al tramonto a baciarsi nel posto più grazioso che c’è sullo Tagliamento”. Finite le parole, finita la corsa. Lo

scontro fortissimo. Lui, cavaliere con la testa fra le nuvole, impatto contro la possente gabbia metallica e da qui rimbalzò, quasi volando, sul ponte di Pinzano. Dalla grande arcata, mentre si sistemava l’ammaccata armatura, urlò verso la roccia: “E che ti serva da lezione!”. Con la mia calma ero finalmente giunto al Cret anch’io, da solo. Tutto era tranquillamente come prima, il pannello solare, i box di ferro, i sensori, i rilevatori e l’asta per misurare le acque erano lì, utili, indispensabili, ma brutti. Il nostro gentiluomo, il nostro salvatore aveva comunque vinto la sua battaglia: chi leggerà questo suo episodio e riguar-derà la grande roccia sul fiume vedrà un’opera forse pensata con ingegno, ma in quanto a grazia, fatta da un Cret piuttosto piccolo. Per l’ennesima volta Don Chisciotte aveva compiuto l’impresa, un’altra leggenda, un’altra pagina dedicata a Miguel de Cervantes. solitamente nei grandi classici non si svela cosa c’è subito dopo la vittoria o dopo il lieto fine, si lascia intuire. ma qui è diverso, c’è un eroe imprevedibile, uno che non si ferma davanti al pericolo, ma si ferma quando vede un chiosco. Quel lunedì il Cavaliere guardò negli occhi il robusto oste, lanciò una mo-neta da 1 euro sul bancone e ordinò! “Una pinta di birra! In onor del Cret”. L’oste spillò la bionda e guardando la piccola insufficiente monetina chiese: “e il resto?” Don C.: “il resto... mancia!”. Bevve, saltò sul cavallo e vi andò.

Michele Urtamonti della Pancia

Anche quest’anno la tradizionale sagra di paese di Muris è stata premiata dal bel tempo, che ha permesso a tutte le iniziative organizzate di svolgersi a pieno ritmo. I “mu-rani”, reduci dalla cena di paese e dalla presentazione della divisa del Corpo Bandistico dei Cjastinars, hanno caricato lo zaino sulle spalle e si sono dati da fare per i due fine settimana della sagra: circa una cinquantina di persone coinvolte nell’organizzazione, dalla cucina agli allestimenti, dalla gestione del personale all’accoglienza degli ospiti. Una macchina organizzativa che coinvolge tutti gli abitanti di Muris di qualsiasi età, che si prodigano per rendere l’appuntamento divertente per gli ospiti che arrivano a Muris, ma anche per loro e lo staff coinvolto. Questo è vero e proprio spirito di squadra, capitanata dal giovane Presidente, Alessandro De Monte, appena 26enne e con già alle spalle 7 anni di mandato. Determi-nazione, creatività e tenacia: queste le caratteristiche di un Presidente che ha saputo e sa gestire un gruppo così variegato, soprattutto in termini di età. Complimenti, quin-di, a tutto il team di Muris in Festa, che si è impegnato - ottenendo un gran successo - anche nella castagnata, organizzata in collaborazione con il Corpo Bandistico dei Cjastinars, svoltasi lo scorso 6 novembre.

Una manifestazione variegata che ha fatto incrocia-re eventi di enogastronomia, sport, motori, cinema, musica… per due fine settimana. Ottimo risultato anche quest’anno per l’”Enoteca Sot il Tor” e per la colazione in latteria: entrambe hanno registrato un’ottima affluenza a testimoniare quanto le tradizioni e la genuinità di un paese come Muris possano attrarre numerose persone. Buon riscontro anche sulle serate musicali: il DJ set del venerdì, i Pop Corn, Alvio e Elena, Vania e Gianni e Fran-co Quai. Il Trofeo Memorial Danilo e Licio Fossette (Junior Cross) ha tagliato il nastro della seconda edizione, mentre - ormai rodati - si sono svolti anche gli appuntamenti del Moto Team Tagliamento e del 9^ Raduno Auto e Moto d’epoca. Dal punto di vista enogastronomico i polletti allo spiedo, il baccalà, il cervo e gli straccetti sono andati completamente a ruba, ma non sono mancati apprez-zamenti per tutto il resto dell’offerta culinaria in sagra. Il Coro di Majano, diretto dal Maestro Mirco Colombino, ha poi concluso ufficialmente i festeggiamenti con la Santa Messa solenne, svoltasi domenica 10. L’appuntamento con Muris in Festa è per settembre 2012, ma non man-cheranno altre iniziative organizzate dall’Associazione. Tenetevi aggiornati su www.murisinfesta.it.

Lo scorso sabato 3 settembre, a Muris, si respirava aria di ci-nema. Sette i cortometraggi in concorso per la quinta edizio-ne di “Corto a Muris”: pochi partecipanti ma molto buona la qualità - ed in particolare i contenuti - dei lavori in concorso. I corti partecipanti erano: l'Aga di Me Mari di Valter De Michiel, Flashback di Andrea Colombino, L'imprevedibile destino dei Caucigh di Andrea Peressutti, L'ultimo desiderio di Michele Urtamonti, Mai fa il pas plui lunc de gjambe di Claudia De Monte e Renato De Biasio, Progetto di vita nuova di An-drea Colombino e Votavo P.C.I. di Andrea Peressutti. Fuori concorso (per una questione di durata del corto): Acqua di Franco Picotti, Il Polear di Felici Ma Furlans. Una serata diver-tente in compagnia di Diana e Michele, che hanno animato la serata a suon di musiche, danze ed intrattenimenti, tra un corto e l’altro. I cortometraggi partecipanti sono stati valutati da due giurie: una "popolare", composta da un referente per ogni frazione del comune (in particolare i giurati erano: Luca Buttazzoni per Muris, Daniela Bosoppi per San Giacomo, Sandro Moschino per Villuzza, Michele Comici per San Pie-tro e Oriana De Cecco per Pignano) e una tecnica, composta da Mauro Missana di Radio Onde Furlane (anche presidente di giuria), Luca Di Varmo, critico cinematografico, Enrico Turloni di Radio RAI FVG, Alberto Cossettini, filmaker ENAIP

IL SOLE ERA ALTO, IL VENTO SOFFIAVA. LUI AVANZAVA FIERO, COME AL SOLITO FORSE TROPPO FIERO. IO LO SEGUIVO. UN PASSO INDIETRO PER ANTICO RISPETTO, MA ANCHE PERCHÈ LUI ERA A CAVALLO E IO A PIEDI.

CONCLUSI I TRADIZIONALI FESTEGGIAMENTI SETTEMBRINI.OTTIMA AFFLUENZA DI PUBBLICO

DOPO LA FULL-IMMERSION DI SETTEMBRE, SI PENSA GIÀ AI NUOVI CORTI

ISTRUZIONE NIDO14 ASSOCIAZIONI

COMMEMORAZIONI

DA DOVE VENIAMO? CHI SIAMO? DOVE ANDIAMO?

CHE MUSICA, MAESTRO!

Martedì 1 novembre una delegazione di Ammi-nistratori comunali e cittadini si è recata in tutti i cimiteri del comune e presso le lapidi ed i cippi a ricordo dei caduti di tutte le guerre a depositare un omaggio floreale e a recitare una preghiera per loro. Il pellegrinaggio si è concluso sul Monte nel Sacrario eretto in onore dei caduti del Galilea e dove, assieme agli Alpini dei Gruppi ANA di Muris e dei comuni limitrofi, è stata accesa una fiaccola con la fiamma che come ogni anno è arrivata da Timau. Il 4 novembre pre Tunin ha celebrato una Messa in suffragio dei caduti di

tutte le guerre, messa accompagnata dai canti del coro Amici della montagna. A fine rito, c’è stata la deposizione di una corona nel monu-mento ai Caduti, poi le letture ed i pensierini dei bambini delle nostre scuole(materne, elemen-tari e medie) ed infine il discorso ufficiale del Sindaco Mirco Daffarra. La banda musicale “I Cjastinars” ha accompagnato le varie fasi della cerimonia in piazza IV novembre, che si è con-clusa con un emozionante “Inno di Mameli” .

Redazione

Tematiche quali l’identità ed il confronto, l’intolleranza, l’omologazione e l’integra-zione, sono costantemente al centro dell’attenzione e spingono l’individuo ad interrogarsi sulla propria ed altrui identità. Il processo di formazione dell’identità è in continuo divenire; è individuabile come un processo di costruzione piuttosto che come una scoperta, e richiede l’indispensabile apporto dell’identità altrui. Definire un’iden-tità consiste, infatti, nel tracciare un confine (dal latino cum finis), che è al contempo ciò che divide e l’estremo lembo di contatto, ed è solamente attraverso il rapporto con qualcosa che sia altro da noi, che possiamo individuare cosa realmente siamo. La tematica dell’identità è estremamente va-sta ed articolata, e spazia da quella nazio-nale, religiosa, collettiva a quella individuale. Quest’ultima è particolarmente interessante se osservata in relazione ai fenomeni che caratterizzano la società contemporanea e l’inestinguibile bisogno dell’uomo di ricerca di sé. Analizzando gli sviluppi delle socie-tà occidentali del XXI secolo, il sociologo polacco Bauman ha parlato di ‘modernità liquida’, per indicare le avvenute dinamiche di liquefazione e dissoluzione di quei corpi della società che costituivano un rilevante punto di riferimento, quali obblighi etici e religiosi, e vincoli dovuti ai rapporti tra classi. In tal modo i rapporti sociali vengono ad essere più flessibili, e assume centralità l’in-dividuo, il quale si colloca in una dialettica di appagamento dei desideri, per cui diviene prioritaria l’assunzione di identità persona-li, immediatamente sostituite da altre nel momento in cui cambia il desiderio. In un mondo individualistico in cui in primis sono posti i desideri dell’individuo e le sue qualità in quanto singolo, la relazione umana appa-re estremamente fragile; alla sua sicurezza si ambisce, ma quella stessa sicurezza ge-nera i timori di rimanere impigliati in una rete di oneri e vincoli che si ritiene di non poter sopportare. Una molteplicità di ruoli da gio-care pare dunque essere la soluzione ideale per non dover rispondere a responsabilità costanti, così che svestire i vecchi panni per vestirne di altri pare essere estremamente vantaggioso: “identità guardaroba allesti-te per la durata dello spettacolo e subito

smantellate”. Il mondo della rete e dei social network, in tal senso, paiono essere fedeli alleati di questi individui contemporanei così insicuri ad agire; il web offre la possibilità oggigiorno di costruirsi delle multiple iden-tità parallele, ugualmente fittizie. Potrebbe essere provocante chiedersi se il virtuale ed il fittizio stiano prendendo il posto del reale. Sappiamo giocare tanti ruoli, un po’ meno trovare noi stessi. Nel continuo valzer di identità, la responsabilità personale grava meno ed è molto più semplice prende-re decisioni sapendo che poco dopo la scenografia sarà cambiata ed i personaggi saranno altri; la dimensione temporale viene appiattita ad una serie di attimi consecu-tivi. Momenti isolati che non si proiettano nel futuro e non hanno radici nel passato. Questo pare. Eppure vi sono delle dimensioni che fanno parte dell’uomo, che egli lo voglia o no. La persona è relazione ed in virtù di questo è chiamata ad assumersi delle responsabilità nei confronti di ciò che la circonda, di ciò che verrà dopo di lei e di ciò da cui provie-ne, siano la terra d’origine, i figli, la comunità di appartenenza, il credo religioso o ideo-logico. La tradizione è una ricchezza che fa parte di ciascuno e chiede di essere messa in gioco in una relazione tra passato, pre-sente e futuro. Coltivare la cultura, la lingua, le tradizioni in cui ciascuno affonda le pro-prie radici è in primo luogo una conoscenza di se stessi; si tratta di comprendere qual è il contesto che ci ha generato, i valori che lo hanno retto, le ambizioni che si pone. In tal modo sarà possibile gettare un ponte verso il futuro per continuare a far vivere quelle particolarità che arricchiscono la relazione multiculturale e sarà possibile considerare il rispetto delle diversità quale valore fondante l’essere di ogni persona, in quanto erede di culture che risalgono alla notte dei tempi e che si sono rette sulla solidarietà, sulla col-laborazione e sulla condivisione. Varcando i confini dell’individualismo ed entrando a fondo in quelle dimensioni qualitative talvol-ta tralasciate in nome della quantità, sarà possibile ricostruire quei legami di comunità che sono elemento vitale per ogni uomo. Valentina Candusso

Ai piedi di un monte, sui suoi dolci e digradanti poggi, siede un fremente e allegro paesino, ch’al primo vederlo fa sospirare il cuore, i cui abitanti sono universalmente noti come ”i Cjastinârs”……per una di queste stradicciole tornava bel bello dalla passeggiata verso casa, sulla sera di un giorno di settembre dell’anno 2005, Se-fin. Pensava tranquillamente al suo uffizio, ora alzando lo sguardo, ora sospirando, quando d’un tratto i suoi occhi incrociarono degl’uo-mini che stavano minacciosi l’uno dirimpetto all’altro, al confluente, per dir così di due viottole. A prima vista si davano a conoscere per individui della specie dei Cjastinârs. Uno di costoro, con fare minaccioso, proferì: “la banda s’ha da fare!”»Inizia così, con una buffa parodia dell’incipit manzoniano dei Promessi Sposi, il video che è

stato proiettato venerdì 26 agosto, in occa-sione della presentazione ufficiale della banda in divisa. Il filmino voleva ripercorrere ironica-mente tutto ciò che è stato in questi anni, dai primissimi esordi con cinque persone o poche più, ad oggi. Oggi, che la banda indossa i co-lori della propria terra, della bandiera del Friuli, per essere proiettati verso l’incontro avendo ben presenti le proprie origini. A condividere la giornata di festa con la banda di Muris, tutte quelle realtà musicali la cui strada con cui è stato incrociato il cammino: il complesso bandistico di Fagagna, quello di Trescore Cremasco e di Forni Avoltri. Uniti a condividere una giornata che non si ripeterà, se non nelle intenzioni; la presentazione di una banda non ha replay, rivivranno le immagi-ni, i volti e le emozioni impressi in un angolo dell’anima.

e Emanuele Foschiani regista. Il premio per il “Miglior Corto”, decretato dalla giuria tecnica, è andato al corto “L’ultimo desiderio”, regia e montaggio di Michele Urtamonti; il premio come miglior attore è stato consegnato a Re-nato De Biasio con il corto “Mai fa il pas plui lunc de gambe” di Claudia De Monte e Re-nato De Biasio, mentre il premio come miglior soggetto e regia è andato al corto “Votavo P.C.I.” di Andrea Peressutti. E’ stato decretato anche un premio per le migliori musiche a Giacomo Franzon nel corto “L’imprevedebile destino dei Caucigh” di Andrea Peressutti. “Anche se i corti in concorso erano solo sette, Corto a Muris si conferma come un’iniziativa culturale di particolare rilevanza – sottolinea il presidente di Muris in Festa Alessandro De Monte – che può crescere ancora e puntare ad aumentare sempre di più la diffusione e la qualità. Adesso si partirà con il tour itinerante dei corti - la prima tappa si è già svolta lo scorso 5 novembre a Ragogna - in modo da promuovere l’iniziativa nella nostra regione

e invogliare altre persone a partecipare al concorso.” Il nuovo regolamento, presentato all’ultima edizione, ha accolto il consenso di tutti i registi e giurati partecipanti: verrà quindi confermato e pubblicato a breve sul sito www.murisinfesta.it per dar modo a tutti gli interessati di iniziare a lavorare ai corti che verranno presentati alla prossima edizione di Muris in Festa, durante la quale si svolgerà la sesta edizione del concorso. Un ringrazia-mento particolare va a tutti quelli che hanno partecipato alla serata, ai registi e agli attori, ai giurati, allo staff del Comitato di Corto a Muris (grazie ufficialmente a Matteo e Ludovico Colombino, Luca, Enrico e Michele Pascoli, Riccardo Nicoloso e Valentina Candusso) e a tutta Muris in Festa - capitanata dal Presi-dente Alessandro De Monte. Tutte le news di Muris in Festa e Corto a Muris le trovate su www.murisinfesta.it o sulla pagina di Facebo-ok relativa.

Diana Candusso

ANCHE QUEST’ANNO, FEDELE AI RICORDI DEI PROPRI CADUTI, RAGOGNA HA RESO LORO OMAGGIO INIZIANDO DOMENICA

30 OTTOBRE CON UNA CERIMONIA IN PIAZZA A SAN PIETRO DAVANTI ALLA LAPIDE CHE RICORDA I CADUTI DELLA BATTAGLIA

DEL TAGLIAMENTO E DEL MONTE DI RAGOGNA AVVENUTA NELL’OTTOBRE/NOVEMBRE 1917.

È IL TITOLO DI UN QUADRO DEL PITTORE FRANCESE PAUL GAUGUIN REALIZZATO NEL 1897, CHE PROPONE

UNA RIFLESSIONE SULL’ESISTENZA UMANA; SONO DOMANDE CHE SINTETIZZANO UN DESTINO E SCRUTANO

NELL’ESSENZA DI UN UOMO.

«QUEL RAMO DEL LAGO DI MURIS CHE VOLGE A MEZZOGIORNO TRA DUE CATENE NON INTERROTTE DI ARMONIOSE COLLINE,

TUTTO SALISCENDI DI AVVALLAMENTI E DIGRESSIONI E SFIORATO DA UN CRISTALLINO CORSO D’ACQUA CHE SCORRE

TRA INSENATURE E SPORGENZE.

ASSOCIAZIONI 15

ISTRUZIONE NIDO16 NOTIZIE

Voglio raccontarvi un fatto che mi è capitato, e che, a mio avviso, rappresenta una mancanza di rispetto verso perso-ne i cui sforzi ci hanno garantito qualcosa di cui talvolta non siamo consapevoli. Un sabato mattina del mese di ottobre, mi sono recato come mio solito nell’eco piazzola comunale, come tutti fanno, per gettare via le solite cose che ci ingom-brano quotidianamente. Con stupore abbiamo intravisto in un cassonetto una gavetta militare degli alpini. A prima vista è per noi una cosa preziosa, ma lo stupore aumenta quando leggiamo inciso su di essa il nome di un alpino di Ragogna. La gavetta riporta anche alcune date: Banne 23-1-1942, Rus-sia 7-7-1942, Italia 23-3-1943. Si trattava, quindi, di un alpino che ha partecipato alla Seconda Guerra Mondiale e ha fatto parte dell’Armata Italiana in Russia, dalla quale è ritornato. Sul momento siamo stati colti da un senso di rammarico al

vedere come un tale oggetto, alla vista umile ma in realtà testimone della Storia e compagno di viaggio di un’esistenza di sacrificio, sia stato abbandonato al tempo, gettato nell’ano-nimato e nel dimenticatoio. Al giorno d’oggi ci poniamo sempre più in una dimensione materiale, per cui tutto ciò che ha ormai assolto alla sua fun-zione va gettato via, rimosso e subito sostituito. Ma quando si tratta di ricordi e persone che hanno contribuito a realizzare quello che oggi siamo, ed hanno dato la vita per un domani che non era il loro, bisognerebbe forse riflettere su ciò che un oggetto conserva, ciò che continua a raccontare. Siamo amaramente spinti a dimenticare che il presente esiste soltan-to perché c’è stato un passato.

Andrea Colombino

Trovo il nome del presidente del Fogolar Furlan “Montigny” Gino Cantarutti. Ho sem-pre avuto un certo pudore a contattare le persone, ma questa volta con un numero di telefono mi sono fatto coraggio ed ho chia-mato. Dall’altra parte del filo mi risponde il signor Gino Cantarutti. A dire il vero un po’ di stupore e quel certo velo di diffidenza nei confronti di uno sconosciuto che condivide con lui solo una cosa: la lingua friulana. Mi presento meglio per trovare almeno un pun-to in comune: sono in Francia per lavoro. Ci diamo appuntamento in un bar del centro. L’incontro è decisamente cordiale e la con-versazione con quest’uomo che potrebbe benissimo essere mio padre comincia. Nato nel 1931 a Castions di Strada vive la sua infanzia nell’Italia del ventennio e conosce il trauma della guerra nel cortile di casa. Le contraddizioni della Liberazione, le rappresaglie dei nazisti in ritirata, situazioni che molti altri friulani potrebbero racconta-re, tutte diverse ma simili nel dramma. Una volta di più mi sento fortunato di appartene-re ad una generazione che non ha vissuto la guerra.Lascia il Friuli la prima volta nel 1946

per raggiungere Milano dove comincia a “vedere il mondo”. Ritorna in Friuli per il servizio militare, iniziato in anticipo e con un congedo posticipato dovuto alla crisi di Trieste che avrebbe avuto l’epilogo con il ritorno della città all’Italia. Tre anni con il cappello alpino in artiglieria da montagna e il grado di caporalmaggiore (la ragione del suo prolungato servizio). Il suo fisico incarna ancora il tipico artigliere alpino. Tornato a casa nel Gennaio 1954, viene Aprile e Gino parte per Il Lussemburgo, poco lontano da dove risiede ora. Il Friuli del dopoguerra non poteva certo fornire delle grandi opportunità ai suoi cittadini. La scelta era tra dividere le poche risorse e continuare la rincorsa verso la miseria o partire per cercare nuove opportunità dando sollievo alle esauste famiglie e, non dimentichiamolo, lasciando campo libero a chi avesse deciso di restare. Lavora in for-nace come tanti dei nostri compaesani (di-temi quante delle nostre famiglie non hanno avuto un papà, uno zio, un nonno che non abbia lavorato in una fornace?). Ma il nostro Gino non è uno che si accontenta e decide di giocare la carta dell’istruzione. Una for-

mazione acquisita non certo senza sacrifici, alle scuole serali e superando chissà quanti problemi di integrazione con i nostri amici transalpini (e di questo dico solo io perché Gino ha una visione positiva della vita e di difficoltà non me ne ha parlato). Diventa quindi un elettrotecnico specializzato negli impianti d’alta tensione. Una vita lavorativa dedicata ai trasformatori. Nel 1969 viene registrato il Fogolar Furlan a Thionville. I rapporti del Fogolar Furlan, di cui Gino è presidente, sono dalla sua fon-dazione, molto attivi con le autorità francesi; paradossalmente a fronte di una eccellente intesa con le amministrazioni locali francesi Gino ha da sempre constatato una certa distanza delle autorità italiane. Nei momenti migliori i friulani residenti nel Nord Est della Francia hanno costituito una rete di contatti molto intensi (Mulhouse, Belgio, Lussem-burgo e con Bollate,Milano). Nel 1969 gli iscritti al Fogolar Furlan sono 320, molti sono i giovani con famiglia tra cui Gino con sua moglie e i suoi tre figli). Il 1976, l’anno del terremoto, è stato l’anno della svolta. Lo sforzo della ricostruzione ha riportato nella piccola patria molti dei Friulani presenti in

Lorena tanto che ora i tesserati sono una sessantina. A voler vedere il lato positivo l’integrazione ha allontanato le giovani generazioni e indebolito le radici friulane. La teoria sociologica espressa da Gino è quella che vuole la mamma francese impor-re, in modo del tutto spontaneo e naturale ovviamente, la sua lingua a discapito del friulano. Risultato: anche quell’elemento distintivo della nostra cultura si affievolisce fino a sparire. Sono gli anni di un grande impegno. Ci sono le raccolte di fondi per gli aiuti ai terremotati, il coordinamento tra le autorità francesi e quelle italiane. Gino ritorna sovente in Italia con il comitato pro Friuli. Con le cifre raccolte vengono costru-ite delle abitazioni prefabbricate a Fagagna e ancora una volta il Friuli dimostra le sue capacità di ripresa guadagnandosi la stima dei francesi (di solito avari di complimenti nei confronti dei cugini italiani), dieci anni dopo infatti il sindaco di Mondelange venuto in visita a Gemona rimane sbalordito dai progressi fatti. Nell’ambito della comunità un'altra importante espressione della nostra terra è stata a lungo mantenuta: gli Alpini. Chi ha fatto il servizio militare in questo meraviglioso corpo ha portato con se il ricordo della naja, evidentemente qualco-sa di positivo che merita di essere tenuto vivo. Cosi si è formato il gruppo di Florange con sede a Bettange di cui Gino è stato commissario nel 1970. Naturalmente senza ricambio anche questo gruppo non vedrà certo aumentare i soci! Ma a Gino viene riservata ancora una bella sorpresa. Visto il suo impegno per la comunità e la stima che il sindaco di Mondelange nutre per lui, negli ambienti ufficiali francesi viene fatta una proposta per un’onorificenza che corona la sua carriera: la croce di Cavaliere al merito della Repubblica. Gli verrà consegnata nei saloni dell’Arsenale di Metz alla presenza delle autorità consolari Italiane il giorno del-la Festa della Repubblica. Termino questa lunga e piacevole conversazione con un appuntamento, il 2 ottobre a Mondelange per la festa annuale del Fogolar Furlan.

Maurizio De Monte

SPESSE VOLTE CI CAPITA DI RECARCI IN DISCARICA PER LIBERARCI DI UNA MOLTITUDINE DI OGGETTI INGOMBRANTI O INUTILI, CHE OCCUPANO SPAZIO NELLE NOSTRE CASE. ALLE VOLTE,

PERÒ, IGNORIAMO LA STORIA CHE QUESTI OGGETTI CI RACCONTANO.

AL MIO ARRIVO A METZ HO CERCATO I RIFERIMENTI DELLA COMUNITÀ FRIULANA PRESENTE NELLA REGIONE LORENA E UNA VOLTA DI PIÙ L’INFORMAZIONE IN RETE SI È RIVELATA UTILE, RISPARMIANDOMI RICERCHE

QUASI PORTA A PORTA.

LA STORIA CI INSEGNA

UN FRIULANO IN LORENA

Lui lo sa che non lo faccio per disinteresse o male-ducazione verso chicchessia, ma è semplicemente l’effluvio di un carattere “da vero carnico”. Parole sue. <<Sono Carino e sono in Borc, per il mio mese di goduria estiva, mi dice al telefono, vieni a trovarmi che ho una sorpresa per te>>. Ci vado. Palmira , la piccola grande donna di questo piccolo gran-de uomo ci serve subito una bottiglia di verduzzo fresco e ci lascia soli nel salotto-studio. Carino non stà più nella pelle e, si vede a un miglio. Vuole dirmi qualcosa di importante, attacca: << Ecco, sono felice di poter condividere con te l’uscita del mio nuovo libro e questa che ti regalo è una delle prime copie che l’editore Chiandetti di Reana del Rojale mi ha consegnato>>.Il titolo “ Si è fatto giorno “ è già emblematico per uno come Carino rimasto completamente privo della vista all’età di nove anni, causa lo scoppio di un ordigno bellico trovato sulle rive del Tagliamento nel 1944 in piena guerra. Nelle 190 pagine corre-date da molte foto e dalla significativa e bellissima copertina che immortala i primi penetranti raggi di sole nel bosco, l’amico Carino ripercorre l’esistenza a agrodolce di novant’anni di storia dell’Unione ita-liana ciechi ipovedenti ( U.I.C.I.) in Friuli V.G. . Questa sesta fatica letteraria dedicata “a coloro che sanno vedere con il cuore” , è anche nel contempo un atto di riconoscenza a tutti coloro che si sono impegnati nella dura lotta per la dignità e la promozione delle persone non vedenti, considerate nel luogo comu-ne fino a pochi anni fa i “ poveri ciechi”. Un auten-tico libro di storia e racconto genuini che è anche uno stimolo per un maggior impegno della società civile verso queste persone che ci vedono con gli occhi dell’amicizia. Dopo le premesse del sindaco Daffarra partico-larmente colpito “ dall’attaccamento di Carino per il suo paese e San Pietro in particolare” ma anche “ dalla grande gioia che provava quando riusci-va a trovare lavoro per un non vedente” . Dalla autobiografica presentazione che ne esalta con quell’incipit “ A passi più lenti, ormai sto cammi-nando lungo il viale del tramonto” la sua tranquilla saggezza, ecco il primo capitolo che comincia da una data storica per tutti i non vedenti: il 1825. Un anno importantissimo perché Louis Braille, un parigino rimasto cieco in tenera età, inventò a soli 16 anni, tra lo scetticismo di molti, la scrittura a puntini che dava la possibilità, a tutti coloro che non potevano avvalersi del senso prezioso della vista, di poter conquistare la propria dignità mediante la primaria cultura del leggere e scrivere e così poter vedere uno spiraglio aperto nel mondo del lavoro. Il sistema “ Braille ” ottenne il riconoscimento ufficiale soltanto dopo la scomparsa del suo inventore e nel suo paese natale di Coupvray, venne eretto anche un monumento a questo “ fratello d’ombra ”. Dopo l’omaggio al grande Louis, segue una panoramica descrittiva della condizione del cieco nei secoli pas-sati con delle piccole gallerie sui benemeriti pionieri della lotta per la dignità dei ciechi quali Saunderson, Diderot, Haùy e Salvaneschi. Non manca un cenno alla celebre lettera di Diderot del 1749: Lettera sui ciechi ad uso dei vedenti. Dal contesto europeo si passa a quello italiano dove emergono le figure di Augusto Romagnoli, primo laureato cieco d’Italia e insegnante di Fisosofia, autore nel 1908 del rivolu-zionario libro“ Dalla pietà alla scienza, i ciechi non saranno infelici” . Un salto decisivo per la dignità dei non vedenti si compie dopo la grande guerra con la tenace opera di Aurelio Nicolodi, un ufficiale trentino, combattente sul Carso e rimasto mutilato degli occhi. Scrive Carino: << Invece di nascondersi dietro l’aureola riservata agli eroi, elevò il suo spirito progettando di organizzare un’altra battaglia, quella civile che avrebbe liberato i privi della vista dalle tenebre dell’ignoranza.>>Ancora una data importante nel ventaglio di “ Si è fatto giorno ” : e’ il 26 ottobre 1920 quando a Genova nasce l’Unione Italiana dei Ciechi guidata da Nicolodi e in seguito da Paolo Bentivoglio, Giu-seppe Fucà, Roberto Kervin e Tommaso Daniele.

Carino sembra quasi affilare le armi quando descri-ve la battaglia per ottenere una minima previdenza pensionistica per i non vedenti e sostenuta dall’or-ganizzazione. Descrive con minuzia di particolari l’epica “ Marcia del dolore “ del 1954 , quando i ciechi d’Italia da Firenze marciarono su Roma sfi-dando le intemperie ed il sole cocente e riuscirono a piegare il riottoso governo.La narrazione prosegue e si sposta nei capitoli “av-venturosi” della terra madre, il Friuli, con connotati socio-economici di spessore che spaziano dall’uni-tà d’Italia al dopo sisma del 1976 che pur nella sua gravità, individua come spartiacque tra il vecchio e il nuovo Friuli. Vengono passati in rassegna tutti gli sforzi fatti dall’ U.I.C. udinese, nei primi tempi inglo-bata nella giurisdizione Triveneta comprendente anche l’Istria. Uno spazio è riservato al Mac, ovvero il Movimento Apostolico Ciechi nato in Friuli nel 1960 e i suoi indimenticabili dirigenti tra cui anche il nostro Carino, penultimo della lista. Il capitolo V è una autentica vetrina di personaggi da far conosce-re al lettore, meritorie figure della storia friulana che vanno da Tullia Bresin a Silvano Pagura, Giuseppe Peresson, Primo Simonutti e Gino Traunero al presidente della Regione Friuli V.G. Antonio Comelli al vescovo emerito di Udine Alfredo Battisti, tanto per fare qualche nome. Ma le pagine più toccanti e raccontate con l’intensità d’animo dolce che solo Carino può sfoggiare, sono quelle dedicate alle persone più semplici e costrette a dure traversie dalla vita oltre a quelle della vista, ma nonostante ciò sempre con una grande forza interiore da far invidia a tutti e soprattutto fiduciose, solidali. Fra tutte il “ dipinto ” dedicato alla centenaria carnica Marianna Santellani. Un capitolo finale è dedicato, con pregnante e giusto orgoglio, alla rinascita della splendida Villa Masieri di Luseriacco di Tricesimo, risalente ai primi anni del XVIII secolo e donata nel 1959 alla Sezione Friuli dell' Unione italiana dei ciechi da Olga Passalenti, e sapientemente adibita ad accoglienza e riabilitazione per anziani privi della vista. Un vero e proprio simbolo di questa lotta per la pari dignità di vedenti e non vedenti che pratica-mente percorre tutto il libro di Carino.Un uomo che va ringraziato per quello che ha fatto e continua a fare per i “ suoi fratelli d’ombra “ a nome di tutti coloro che si battono per una società civile più giusta verso tutti . Grazie Commendatore, tu non volevi che lo scrivessi, ma i meriti bisogna farli sapere, sono d’esempio! E tu Carino lo sei. Ora avanti con il prossimo libro magari buttato giù tra una suonata di fisarmonica e l’altra. Nota.Carino Tissino nasce il 24 agosto del 1935 a San Pietro di Ragogna.Rimane completamente privo della vista all’età di nove anni.Frequenta l’Istituto Speciale Rittmeyer di Trieste e l’Istituto Nazionale “Vittorio Emanuele II” di Firenze, conseguendo nel 1958 il diploma di massofisiote-rapista.I suoi hobby sono la fisarmonica diatonica e la scrittura.Presidente dell’Unione ciechi del Friuli per moltissimi anni, ora presidente onorario.Nel 1988 riceve a Roma il Premio Nazionale “Louis Braille” .Nel 1990 gli viene conferita l’onoreficenza di Com-mendatore al merito della Repubblica Italiana.Ha pubblicato i seguenti libri: Essere non vedente (1983),Gli occhi nel cuore (1986),Il dono meraviglioso ( 1989),Richiamo d’amore ( 1996),Stelle cadenti ( 2007).(consultabili anche presso la biblioteca comunale di Ragogna).*Da queste persone abbiamo la fortuna di avere un’altra visuale della vita e dei suoi valori che spes-so diamo per scontati.

Leonardino Temil

INTERVISTA 17

L’INVITO A BERE UN TAGLIETTO A CASA SUA È PERENTORIO. E GUAI NON FOSSE COSÌ, CONOSCENDO LA MIA RESISTENZA AI CONVENEVOLI.

“SI È FATTO GIORNO”IL NUOVO LIBRO DI CARINO TISSINO

RAGOGNA E LE SUE BELLEZZE, IL SECONDO VIDEO PROMOZIONALE

ASSEMBLEA ANNUALE DELLA PRO LOCO, PERCHÉ PARTECIPARE?

Il progetto nasce nel corso del duemiladieci con l’intenzione di realizzare un ciclo di filmati promozionali delle bellezze presenti nel nostro territorio comunale. Siamo fortunati a possedere il passaggio di uno dei fiumi più naturali e splendidi d’Europa, un perfetto esempio di lago morenico e la col-lina più alta d’Italia. Sulla base di queste considerazioni abbiamo deciso di realizzare un filmato per far conoscere le nostre meraviglie a tutti coloro che interagiscono con il nostro paese, turisti e non, che non conoscono tutti i lati di questo patrimonio ambientale. E’ un invito a riflettere su cosa Rago-gna abbia da offrire, un invito su cosa si può investire per tutelare questi ambienti ed è un invito a rispettarli per la loro ordinaria naturalezza. Il primo filmato intitolato “il Tagliamento parla, canta e incanta…” si com-pone di immagini fotografiche del fiume riprese in tutte le stagioni dell’anno interamente nel nostro comune. Il video fotografico, dalla durata di quindici minuti, è stato realizzato raccontando le anime del Tagliamento e con esse l’anima del territorio inciso dal suo greto. Nei capitoli: Tagliamento - dove scorre la vita, Intrecci, Acque, Prospettive, Sassi, Tracce e Tutto è vita; si susseguono così a incroci di blu e azzurro quelli di persone, di elementi naturali e simboli storici, di animali inaspettati e di piante che sfidano i sassi, composizioni e trame dipinte dalla natura.Il secondo video fotografico riguarderà il Lago di Ragogna – San Daniele che è un po’ meno conosciuto ma dotato di singolare bellezza; con un paesaggio mozzafiato in tutte le stagioni sarà presentato in un dvd che raccoglierà non solo le sue immagini e le sue acque ma anche la sua vasta vegetazione ed in particolare la tipica “castagna d’acqua”. La serata sarà dunque incentrata nel raccontare gli angoli più nascosti di un favoloso specchio d’acqua proprio dietro l’angolo. Sarà un momento per conoscer-ne la sua storia, le sue origini e ciò che lo rende così unico e particolare.Nel dicembre 2012 sarà il turno dell’ultima, non per importanza, bellezza del nostro comune, il Monte. Cercheremo di raccogliere i suoi aspetti più nascosti, le piante più particolari che lo compongono, le sue origini e gli animali che ospita per realizzare, per l’ultima volta, un filmato che lo renda unico ed importante

Pro Loco Ragogna

La nostra associazione cerca di operare sul territorio secondo diversi interessi proprio per cercare di coinvolgere la popolazione di tutte le età. Dagli eventi culturali, ad eventi per la tutela e la promozione dell’ambiente che ci circonda, a serate dedicate ai bambini per la conoscenza delle nostre tradizioni, alla tradizionale sagra estiva, alle serate per i giovani ed ai gruppi sportivi. Tentiamo di promuovere attività e serate di interesse comune per far crescere il nostro paese e per crescere con lui. Non è mai facile trovare l’idea giusta che funzioni e che sia accettata dai nostri compaesani ed è per questo che vorremmo invitarvi all’Assemblea annuale per cercare insieme nuovi spunti per arricchire l’attività sociale del nostro paese. Riteniamo che sia di fondamentale importanza ritrovarci a esaminare le nostre attività e i nostri eventi con voi, sia per comprendere se la strada che stiamo seguendo sia adeguata ma, soprattutto, per trovare spunti e idee che possano aiutarci ad offrirvi attività migliori e di qualità. L’assemblea è composta da tutti coloro che sono soci della nostra associazione e da tutti coloro che vivono a Ragogna; nel corso di questo incontro verrà esposta la situazione econo-mica della Pro Loco ed il suo bilancio, la discussione sugli eventi dell’anno appena concluso, appunto per ricevere critiche e suggerimenti, e le propo-ste per il nuovo anno. È un ottimo momento per capire cosa significa essere socio sostenitore, cosa significa poter collaborare con la Pro Loco e capirne il suo funzionamento. Il livello di partecipazione a questa serata non è mai stato sufficiente per poter conoscere il parere di tutti, vista la scarsa adesio-ne che ogni anno diminuisce; vi saremmo veramente grati se decideste di partecipare per costruire assieme i filamenti di questo paese.

VERRÀ PRESENTATO IN UNA SERATA A METÀ GENNAIO NELLA SALA TEATRALE CANCIANI

A SAN GIACOMO, IL SECONDO VIDEO FOTOGRAFICO RIGUARDANTE IL LAGO DI

RAGOGNA – SAN DANIELE.

VI INVITIAMO A PARTECIPARE ALL’ASSEMBLEA ANNUALE CHE SI TERRÀ IL PROSSIMO FEBBRAIO

PRESSO LA SALA TEATRALE.

ISTRUZIONE NIDO18 ASSOCIAZIONI E CULTURA

- 3657 persone hanno visitato il museo- numerosi escursionisti e comitive organizzate hanno percorso i sentieri del Monte o sulle Rive del Tagliamento- 5315 internauti hanno visitato il sito web www.grandeguerra-ragogna.it Tra gli appassionati di storia del perimetro nazionale e mittel-europeo, oltre che nel tessuto culturale-turistico della Regione, Ragogna si rivela dunque un punto di riferimento sempre più riconosciuto.La cura e la pulizia dei siti, il mantenimento dei sentieri storici, la produzio-ne di pubblicazioni di settore, l’adesione a progettualità di messa in rete, l’impegno divulgativo, la cordialità nel seguire il visitatore e la premura verso le esigenze dei ricercatori, emergono quali pilastri del buon andamento de “I luoghi della Grande Guerra”. Un ingrediente che poi caratterizza il nostro museo, anche rispetto a strutture spesso più blasonate e con ben maggiori budget economici alle spalle, è la programmazione di eventi culturali. Oramai dal 2008, il Gruppo Storico Friuli Collinare – Museo della Grande Guerra di Ragogna propone, grazie all'impe-gno dei suoi volontari, un calendario che conta circa un’iniziativa al mese tra convegni, escursioni aperte al pubblico, mostre, commemorazioni, dibattiti. Legate per forza di cose al mondo della storia, tali attività non si dimostrano limitate a singoli argomenti, spaziando su diverse epoche, fatti, protagonisti, punti di vista, dell’800 e del’900 europeo. Non solo Grande Guerra, dunque, ma nemmeno solo storia militare o territoriale. Tra le iniziative di quest’anno, per esempio, mi piace ricordare la presen-tazione del libro “Vodice, la Montagna di Gonzaga”, scritta da coloro che considero i miei primi maestri in fatto di memoria degli anni 1915-18, Antonio e Furio Scrimali di Trieste, con la prefazione di Nicola Persegati. Nella serata, effettuata a metà ottobre con una davvero notevole presenza di pubblico, sono intervenuti anche gli eredi del Principe Maurizio Gonzaga, Generale comandante della 53^ Divisione che conquistò il Monte Vodice, discendenti della nota famiglia che per secoli resse Mantova. Altro appuntamento a cui non posso non alludere, che in ottobre ha visto l’adesione di oltre centocinquanta persone e che ha consentito una buona visibilità televisiva, è la gita organizzata lungo i sentieri storici del Monte di Ra-gogna con gli amici di SentieriNatura e gli Alpini della Sezione ANA di Muris. SentieriNatura, progetto/trasmissione in onda su Telefriuli lanciato diversi anni fa da Ivo Pecile e Sandra Tubaro, oggi risiede tra i leader della valorizzazione e la divulgazione del trekking sulla montagna friulana.Le suddette sono solo due tra le azioni di promozione culturale che il Museo della Grande Guerra ha messo in opera nel 2011, come la presentazione dei libri su Rommel nell’offensiva di Caporetto, l’inaugurazione della mostra dedi-cata ai Cani in guerra, le diverse escursioni sui teatri di battaglia, la rivisitazio-ne della biografia di Luzzatto, l’ampliamento dell’esposizione permanente, la presentazione della guida sui luoghi dei combattimenti della ritirata dell’au-tunno 1917, le iniziative di approfondimento di vicende Risorgimentali o della Seconda Guerra Mondiale effettuate la scorsa primavera e via dicendo.Un Museo della Grande Guerra può correre il rischio di essere definito “settoriale” o “rivolto ad una definita cerchia di seguaci”. E così può diventa-re, qualora sia gestito con autoreferenzialità. Fortunatamente, non è il caso di Ragogna; anzi, ritengo che uno dei ruoli maggiormente significativi del Museo e del parco tematico sia proprio il mettersi a servizio della Comunità locale, producendo il suo compito culturale e convogliando persone, risorse, visibilità, attenzioni nella nostra Ragogna. Nel suo piccolo, è quanto il Museo intende continuare a fare.

Marco Pascoli

La manifestazione si è rivelata notevole per la qualità e la varietà delle tipologie d’arte radunate, ordinatamente collocate per quasi un mese entro i locali castellani, aperti al pubblico. D’altro canto, il numero degli artisti partecipanti è stato significativo. Intendo ringraziarli ad uno ad uno, anche per il loro entusiasmo: Tullio Con-zatti - Claudia De Monte - Ebe De Monte - Maurizio De Monte - Luise Greger - Orietta Gubian - Robert Kraßnit-ze - Liliana Lorena Macor - Giancarlo Marcuzzi - Rudi Marcuzzi - Vittorio Marcuzzi - Federico Molinaro - Frank Quatrin - Sabine Schöffmann - Vanna Sonesi - Monica Sovrano - Marco Tissino -Maria Toniutti.La riuscita dell’iniziativa sarebbe stata impossibile senza l’impegno degli amministratori, del team di volontari e

delle associazioni che collaborano senza soluzione di continuità per animare “Festival in Castello”, nel cui pro-gramma rientrava anche il “Percorso d’Arte” in parola. Vale la pena sottolineare, infine, che questa mostra ha permesso di promuovere numerosi talenti interni alla nostra Comunità, ponendoli in sinergia con i talenti di una Comunità appartenente ad un’altra Nazione euro-pea, l’Austria. E proprio attraverso la cultura, l’arte ed il contatto fra le persone che meglio si rendono i valori, cardinali nella convivenza civile odierna, di appartenen-za locale e di integrazione europea.

Marco Pascoli

Il Progetto “Una fetta di Friuli”, con i Comuni di San Da-niele e Forgaria, sta entrando nella fase finale, almeno di questa prima tappa. Da fine maggio a fine ottobre, grazie a tale intervento (e naturalmente all’impegno delle persone volontarie che gestiscono le strutture), è stato possibile garantire l’apertura domenicale con visita commentata dei Musei e del Castello di Rago-gna, entro un itinerario che ha permesso la fruibilità domenicale delle più importanti risorse turistico-culturali dei tre Comuni coinvolti. In occasione di alcune delle principali kermesse del luogo, si è attivato un servizio di trasporto che ha consentito agli utenti di “allegare” alla festa la visita guidata ad un luogo di interesse. Altresì, è stato concluso un corso di formazione per operatori turistici ed attualmente si sta svolgendo un corso di inglese base, sempre destinato ai medesimi soggetti. Il sito internet, la cartellonistica, la guida cartacea che costituirà un duttile e immediato compendio dei servizi turistici dell’area risultano in corso di ultimazione, men-tre si è provveduto a fornire gli operatori alberghieri, che ne hanno fatto richiesta, di biciclette a noleggio gratuito per gli ospiti che vogliano fare una pedalata tra le nostre splendide colline. Altra novità è stata l’ideazione di un sistema volto a porre in rete risorse culturali con la ristorazione e l’alberghiero, attraverso una riduzione dei prezzi per chi appunto dimostri, tramite coupon, di aver visitato uno dei musei/castelli/parchi/eventi aderente a “Una fetta di Friuli”. Tale circuito, ad oggi unicamente sperimentato, è in corso di miglioramento e riteniamo possa divenire un modo importante per incentivare la collaborazione tra le distinte realtà. E’intendimento delle tre Amministrazioni aderire ad ul-teriori bandi regionali per perseverare su questo tipo di progettualità, che, nel medio periodo, stanno portando ad uno sviluppo del turismo, palpabile anche al di là delle statistiche. Prova ne è anche il fatto che, finalmen-te il territorio, i musei, il castello, i sentieri di Ragogna sono stati inseriti nei depliant promozionali regionali, stampati in grande numero ed in più lingue dall’Agenzia “Turismo FVG”. Altro riscontro, pubblicato di recente sui locali organi di informazione, sono le percentuali molto positive di crescita del turismo nel Friuli Collinare, incre-mento trainato proprio dal turismo culturale, storico e naturalistico.Di carattere più “materiale” si rivela invece l’avvio

dei lavori per la pista ciclabile,anello tematico e sito naturalistico attorno al Lago e per la strutturazione dei camminamenti lignei sul Castello: opere pubbliche che avranno un immediato ritorno sull’appeal di Ragogna. E che finalmente, dopo un lungo iter burocratico, stanno partendo.Ancora, ulteriori azioni turistiche di carattere generale sono in fase di definizione, sia con i Comuni contermini sia con la Comunità Collinare, la Provincia di Udine e la Regione, mentre taluni specifici progetti verranno pro-posti nel 2012 per continuare a valorizzare il Castello, il Museo della Grande Guerra e quello Civico: "Festival in Castello 2012", in primis. Giova inoltre ricordare che l’adesione alla Rete Museale provinciale e il continuo aggiornamento della stessa con gli eventi proposti di volta in volta, ha costituito un passo non secondario per la promozione del turismo museale di Ragogna; allo stesso modo, la costante manutenzione e il migliora-mento della rete sentieristica sul Monte e sulle Rive del Tagliamento, effettuata aderendo a bandi regionali e con l’ausilio del volontariato (quindi a costo minimo per le casse comunali), permette di offrire dei percorsi splendidi, sicuri, affrontabili in ogni stagione da qualsiasi escursionista; ed infatti, sempre più spesso si vedono gruppi di turisti a percorrere i nostri sentieri.Che il coordinamento ed il mettere in relazione soggetti anche diversi sia una politica pagante pare divenire un concetto condiviso a più livelli, su cui si possono basare concreti prospettive di lancio organico del nostro terri-torio in chiave turistica.

Marco Pascoli

IL MUSEO ED IL PARCO TEMATICO DEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE A RAGOGNA

CONTINUANO A REGISTRARE UN INCREMENTO COSTANTE DI VISITATORI. DAL 10 NOVEMBRE

2010 AL 10 NOVEMBRE 2011:

L’ ULTIMA DOMENICA DELLO SCORSO AGOSTO, NEL MASTIO E NELLA PIEVE DEL CASTELLO DI SAN PIETRO È STATA INAUGURATA UN’ESPOSIZIONE PRODOTTA

DA ARTISTI E APPASSIONATI DI PITTURA, DISEGNO, FOTOGRAFIA, ARTIGIANATO ARTISTICO, SCULTURA PROVENIENTI DALLA NOSTRA COMUNITÀ E DA QUELLA DI

WEITENSFELD, PAESE CARINZIANO CON CUI IL COMUNE DI RAGOGNA È GEMELLATO.

PROSEGUONO LE PROGETTUALITÀ IN CAMPO TURISTICO, TESE A COORDINARE, MIGLIORARE E DIVULGARE L’OFFERTA

TURISTICA, NELLE SUE MANIFESTAZIONI NATURALISTICHE, ENO-GASTRONOMICHE, STORICHE, SPORTIVE, CULTURALI CHE

COINVOLGONO IL TERRITORIO.

I PRINCIPI GONZAGA DI MANTOVA AL MUSEO DELLA

GRANDE GUERRA

PERCORSO D’ARTE TRA LE COMUNITÀ GEMELLATE DI

RAGOGNAE DI WEITENSFELD

TURISMO: PROSEGUONO LE PROGETTUALITÀ

Cuatri vinars par fevelâ di storie dal Friûl, trê i Comuns che a àn dât acet a chescj incuintris (Ruvigne, Rivis Darcjan e San Denêl), plui di siet mil agns di storie di meti in struc (o ben, di spiegâ fasint une sintesi dai moments plui significatîfs)… e la int? Podevino argoments di cheste fate sburtâ la int a lâ fûr di cjase par scoltâ relatôrs che a varessin fevelât di Protostorie, Romans, migrazions dai barbars, Patrie dal Friûl, Patriarcjât di Aquilee, Vignesie, Austrie, Napoleon e vueris? Dal sigûr no jere une imprese facile. Di chel che al podeve someâ un esperiment culturâl, un laboratori sociologjic intun moment di crisi gjeneralizade, politiche, economiche e sociâl, a son invezit saltadis fûr la voie di jessi, di capî e di partecipâ dal teritori. Ogni vinars al è stât un sucès, lis salis metudis a disposizion a jerin simpri plenis di int. Dut câs, bisugne ancje jessi critics e onescj par fâ une analisi juste e obietive. Un aspiet signifi-catîf, un spont di riflession sedi pai Furlans di doman che par ducj, e je stade la scjarse, par no dî gran, presince dai zovins, vâl a dî fantats des superiôrs o universitaris. Si è scomençât a Ruvigne, ai 30 di Setembar, cun Angelo Floramo che al à fevelât "Dai cjastelîrs aes stradis di Rome". Po dopo, il viaç te storie al è lât indenant a San Denêl cun Gianni Sergio Pascoli e "La Patrie dal Friûl jenfri Patriarcjât e dominazion veneziane",

a Rivis Darcjan cun pre Romano Michelotti e "La specialitât de Glesie di Aquilee", par sierâsi ai 21 di Otubar a Vilegnove di San Denêl cun Alberto Vidon e "Il Friûl di Napoleon ai dîs plui dongje di nô". Vie pai incuintris, i relatôrs a àn fevelât par furlan doprant un lengaç divulgatîf propit par rivâ a fâsi capî di ducj e par dâ la pussibilitât al public di intervignî slargjant cussì i contignûts o lant plui sot in chei che la curiositât dal moment e sburtave a sclarî. Chestis seradis a son stadis ancje un esempli di maniere, di stîl par contâ alc di impuartant che al sedi bon par ducj e no dome par pôcs studiôs che si cjatin jenfri di lôr par fâ il pont de situazion sui lôr studis. Ce isal restât di chestis seradis? Salacor une gnove cussience tal lei la storie de nestre regjon ben dispès metude in bande o fate saltâ fûr dome par fevelâ dai granç acjadiments dal "secul curt". Tal passât, ancje ta chel plui lontan, il Friûl al è stât un lûc peât a migrazions di popui, savoltaments politics, culturâi, religjôs e vueris che il nestri continent al à cognossût. E je une piçule regjon che e je simpri stade tal mieç de Europe e che cu la sô identitât, cu la sô storie e la sô lenghe e fâs siore prime la Italie e po dopo la Europe stesse. Cuant che si fevele di minorance, che si feveli di popul o di lenghe, si fevele simpri di cuantitât, mai di sostance o cualitât. Se no si cognossin la storie e lis tradizions dal teritori

dulà che si è nassûts, no si pues vê une plene cussience di ce che al sucêt in dì di vuê e no si pues pratindi di capî ad implen nancje chei altris, mancul inmò i forescj. Bisugne savê cui che si è, par capî dulà lâ e cuâl puest cjapâ tal mont. Chest al è il spirt che a varessin di vê ducj i furlans di doman. Lis cuatri seradis a son stadis fatis cul jutori di "Glesie Furlane" e "La Patrie dal Friûl", cu la colaborazion de Regjon, cul patrocini de Provincie di Udin e dai Comuns che a àn dât bon acet ai incuintris. Par dâ il sens che in pôc timp alc al à tacât a movisi (a dismovisi?), si pues dî che i organizadôrs a son za stâts contatats de bande di altris aministradôrs comunâi (sedi dal Friûl des Culinis che de Basse furlane) che a àn voie di proponi ancje tal lôr paîs chescj incuintris storics. Intant, i Furlans di doman a stan za pensant al 2012, a àn viert une direzion di pueste ( [email protected] ) e ancje un blog (furlansdidoman.blogspot.com). In pocjis peraulis, se cualchidun al volarà zontâsi al ben acet, dut câs, al podarà tignîsi inzornât su lis ativitâts dal grup mandant une mail, ma ancje scrivi coments sul blog (par furlan, come che un lu scrîf, cence pôre: ancje se nol è in grafie uficiâl al va benon, plui si scrîf e plui si impare!). Stefania Agostinis

VIE PAL MÊS DI SETEMBAR, A RUVIGNE, SI SON DÂTS DONGJE APASSIONÂTS DI STORIE, LENGHE, CULTURE E TRADIZIONS DAL FRIÛL. A SON NASSÛTS CUSSÌ I FURLANS DI DOMAN, UN GRUP VIERT A DUCJ CHE AL À METÛT ADUN IN PÔC TIMP UN CALENDARI DI CUATRI

APONTAMENTS TEMATICS SU LA STORIE DE NESTRE REGJON ATOR PAL FRIÛL DES CULINIS.

UN FRIÛL TAL MIEÇ DE EUROPEPAI FURLANS DI DOMAN

CULTURA FRIULANA 19

Ducj san che in Friûl el purcìt al jere une bestie preziôse e necessarie pe mangjative dai timps passâts.Erin vonde pocjis las fameis che no fossin rivades a tirâ sù un; chês che no vevin purcit jerin veramentri las pui puares. Intal unviêr, a partî dal 30 novenbar. Sant Andree el purcit su la bree - si vevin las temperadures adates pe conservazion e la stagjonadure des preziosis cj ars. La copade (ancje ma ade), simpri in cjase, jere un "rituâl" e une fieste tal stès timp, impegnant oltri che il "Purcitâr"dute la int di famee, fintremai i fruts a restavin a cjase di scuele. Dal purcit si gjavavin fûr: persuts (doi) ch'a vi-gnivin vendûs di buride, salams, sopresses,

luaniis, musets, figadele, sotgoi, pansetes, argjei distirâts e rodolats, gras, e las goloses cicines o frices. Che-scj prodots salâts e cuinçâs cun droghes, doprant recipis ch'a podevin ancje svariâ da purcitâr a purcitâr, vevin dibisugne di timps ancje luncs di stagjonadure, soredut salams, sopresses, sotgoi e pansetes, tant di podê cuistâ bogns savôrs. Pur pur el sane al vignive usât tanche sanganei (sangue cotto) o cume mule (dolce particolare a base di sangue). La mule vignive cuete a bagnomarìa: al sanc si meteve drije lat, zucar, farine di flôr, uve passe, pignoi, cacau e atri ancje-mò. Dutes chestes specialitâs, in part di

cuei, atres crudes, jerin une vere gjave di sostances. Restavin i vuès. Chescj a vignivin discjarnâs a la buine, cussì al restave intôr cualchi toc di cjar. Par conservaju, doprant sâl gruès, si salavin su la salarine. La salarine si meteve in pendence cul gotadôr (goc-ciolatoio) inbàs di maniere di lassâ gotâ l'agadiç dât fôr da la robe purcine. I vuès salâts, rangjâts a misure, vignivin doprâts cun tante culumie par cuincâ mignestres e mignestrons. Unevolte cuets par ben, la pocje cjar restade deventave siôr conpanadi di conpagnâ cun tante polente; e magari si barufave in taule cuanche no rivavin par ducj. Une nestre "vilote" a cjante: "al cuinça-ve sièt voltes la mignestre cun tun vuès".

Erin rarissimes las famees dulà che i vuès si cuievin cence cuinçâ las migne- stres e si mangjavin tanche golosèts. Parimentri si po' dî dai talpins; dute robe di lecasi i lavris. Dal purcit no si butave vie nuje. Dùt al vignive usât al miôr cun lavorazions sperimentades di secui, zontant nome prodots naturai. Va ancje dìt che i locai pe conservazion, i famôs camarins, dovevin sigurâ une umiditât e une clime particolârs che si podevin otégni fasint buine la sapience antighe dai nestris contadins. Cumò, i vuès di purcìt si presen-tin di gnûf cun cenutes fra amîs, fasint risurî i savôrs naturai di une volte.

Sergjo di Baco

Ruvigne a è:Vile e PignanBorc e Mures

Viluce e Cjà FareCjanodus e ………Sauneles (fin al 1928)

Mont e ValsCuei, Roncs e Lât

ucs e RiuiTaviele, Rives e Tiliment

Boscs e prâtscrèt e palût

orts e cjanps flurîtsclape e grave

colôrs e rosêsrisultives e fossai

zordâ di uceitant nulî di bon.

Cjases gnoves resuridesstorie antighe e tante strussie

un cjalt fûc di fogolârbieles femines, brave int.

RUVIGNE : tu sôs biele !

Cuèl d’Arcjes!Non di une voltece eriel mai li?

Misteri invuluçât di etes.Vuê , sblecut di cjereinbonbade di sudôrs

tal scomençâ de Taviele.Sun d’arint di cjampane lontane

di di là da l’aghech’al travane el côr.

Jenfri el (z) gâl resint de talebusine el prìn avon

zordâ di ucei, nulî di bon.Nulî di cjere arade

di pan pene fatdi vin pene trat.

Ti soi agrât Signôrcjalant d’intôr el forment vert

cerpint las vîts.

Preere di clapssburtâs cuintri el cîl

fede antiche di sotansfate opere.

cjalcine deventade maltecu’ l’aghe di sudôr

strussie di agnsreditade di pari in fî.Crodi inte sperancesperance intal crodi

umign pleâts sot de cjamesbrissâ di nemai pe cleve

Scjalinade plui lungjedal sium di Jacobe

par rivâ inte cjase dal Signôr.Gjonde da l’anime

di jer, di vuè, di doman.Cjant dal cûr

su la culine plui biele dal Friûl.….din, don, dan, anin a preâ

inte glesie di Pignan.

Soreli a mont. Frêt.Indurîts inte piere

molecs sglovâts a vaindal tinp di Babilonie.

Marmui crevâts, scjavaçats da tristerie vignude dal forest

vain ancje lûr.Arcje a brâcs jevâts viers l’Altissim

bramis salvece.Taules de lec’ eterne

segnai e ricuarts di sepolturesinglutides dal passonâ dal prât

pandît la vuestre pene.Intal cîl scûr di tramontan

schiries di onbres sclagnespal tant patî

vongolin sutirnes, cjamades di dolôr :dolôr di numers cence non

dolôr di fîl spinât strafont di sancdolôr di cjâr brusade vive

dolôr di animes nudes incuardides dal toessin

dolôr di sanc inbrucjât inte cinise.Luc’ ‘smenteât, mont cidin.

Cuanche sofle çjulant la buerejenfri i ramaçs dal bosc

e ‘l niçulâ dai pinspar sintî ‘ne vôs clamâ, clamâ : Shalom,

Shalom / Pâs, Pâs !

I VUÈS DAL PURCÌTAL SUCEDEVE UNE VOLTE…

POESIS DI SERGJO DE CECCORUVIGNE: mê cjere IN CUÈL D’ARCJES GLESIE DI PIGNANSIMITERI dai EBREOS

20 ASSOCIAZIONI E CULTURA

Enrica frequentò la scuola fino alla 3a elemen-tare ed in seguito ha seguito il papà quando andava nelle fornaci, lo accudiva lavando la biancheria e preparando i pasti, si sa come può fare una bambina. Più grandicella fece 2 stagioni in un lanificio a Biella e 3 stagioni nelle fornaci di Cambiano in Piemonte. In seguito decise di seguire la sua inclinazione per il cu-cito, facendo un corso per diventare sarta. Da allora abitò con i genitori a Pignano facendo la sarta, lavorando con alacrità e grande soddi-sfazione e sempre allegra. Quando si sposò andò ad abitare a San Giacomo, continuando a cucire e quando il marito Gotti Primo venne

chiamato alle armi, eravamo nel 1942, periodo della 2a guerra mondiale andò sul fronte greco in Cefalonia e dopo l’8 settembre 1943 risultò disperso per causa dei massacri tedeschi. Al momento della partenza del marito, la figlia aveva 15 giorni, Enrica sperò inutilmente nel suo ritorno e nel 1947 decise di ritornare con i suoi genitori anziani e bisognosi di cure. Nel 1948 e 1949 fece due stagioni in una sartoria di Zurigo, in Svizzera. Assistette poi i genito-ri, fino alla morte, avvenuta nel 1960. Allora decise di acquistare una casa con annesso negozio in cui si vendeva abbigliamento, cancelleria, dolciumi, frutta e verdura ecc.

Questo negozio era in Via Patriarca Bertrando. Durante la sua vita, Enrica ha sempre aiutato i bisognosi, visitava gli ammalati, mi ricordo che andava sempre a trovarli in ospedale e nella casa di riposo, e partecipava alle feste che organizzavano nel centro anziani di Rago-gna, nei lutti si prestava a vestire il morto, ma non bastava. Enrica è stata una donna che si dedicava alla chiesa negli addobbi degli altari, e a preparare la chiesa soprattutto la chiesa per le grandi feste come a Pasqua, oppure nel preparare la cattedra della Madonna per la Festa dell’ Immacolata, e poi in canonica era di aiuto al Parroco don Carlo Ferino. Nel 1987

chiuse il negozio ed andò ad abitare nella casa del genero in quanto lì era arrivata una sua so-rella, Ida. E avevano un mini appartamento al piano superiore, finché nel 1993 la sorella morì. Dal 1990 al 1997 morirono tutti i suoi fratelli. Giacinto, chiamato familiarmente “Sinto” morì nel 1990, la sorella Anita che era suora, morì a Orta San Giulio nel 1991, Ida nel 1993, Arde-mia nel 1996 e Giuseppe che morì in Canada nel 1997, mentre una sorella, Melania morì nel 1976. “Riche di Sinto”, così popolarmente conosciuta dalla gente di Pignano, ebbe anche l’onore di essere la Madrina della Bandiera della sezione Combattenti e Reduci. Gli ultimi

NATA IL 06.12.1910 A PIGNANO DI RAGOGNA, FIGLIA DI MARCO E DI CILLIO MARIA. IL PADRE LAVORÒ SEMPRE COME STAGIONALE NELLE FORNACI IN GERMANIA E IN PIEMONTE, LA MADRE ALLEVÒ 7 FIGLI E CERCÒ DI SOPRAVVIVERE ALLEVANDO 2 MUCCHE E LAVORANDO 3 CAMPI, ALLORA ERA LA VITA DI TUTTI.

RICORDO DI ENRICA ARSIÉ A OLTRE 100 ANNI DALLA NASCITA, 1910-2007

AFDS: UN DONO CHIAMATO RAGOGNA

PEDALATA RAGOGNA-BOVES

Ben il 15% di noi giovani, infatti, dona il san-gue. Ma perché la differenza è così marcata rispetto alla media nazionale (che si aggira attorno al 4%)? Sicuramente tra i motivi c’è la presenza dell’AFDS, che da moltissimi anni, ormai, si impegna attivamente a promuo-vere una cultura del dono, tra i giovani e i “diversamente giovani”, come li chiamano scherzosamente i ragazzi del Gruppo Giova-ni AFDS. “Diversamente Giovani” non sono però tutti i senior: in particolare lo sono quelli che sono giovani dentro, come certamente possiamo dire che è il presidente di sezione di Ragogna, Dante Ornella. Che guida da di-versi anni, ormai, una sezione virtuosissima, che anche quest’anno ha fatto un figurone al congresso AFDS (tenutosi a Udine).

I benemeriti di Ragogna quest’anno sono stati: Deborah Bertolissi, Maurizio De Monte, Patrizia Peressotti, Lorenzo Collini, Claudio Maestra, Dorino Pagnutti,, Adriana Pantagnali, Emanuela Buttazzoni, Morena De Monte, Orietta Domini, Italo Pietrosanti, Mauro Simonitto, Rudy Andreutti, Graziella Compassi, Maximiliano Marcuzzi, Armandino Simonutti, Diana Candusso, Francesca Con-cil, Ivan De Monte, Andrea Feruglio, Mauro Lizzi, Rita Peresotti, Bruno Rugo, Loretta Zampalocca e Ruben Alcides Zuzzi .Il congresso, svoltosi a Udine, è stato un congresso “giovane”, essendo la sezio-ne ospitante quella degli istituti Zanon e Deganutti, prima sezione scolastica in Italia, ma vista la fortissima partecipazione dei

giovani, sia, appunto, della sezione ospitan-te, sia del Gruppo Giovani. Gruppo Giovani il cui neo-coordinatore Guglielmo De Monte (rappresentante dei donatori in sezione a Ragogna) ha chiuso i discorsi dicendo che i giovani non sono il futuro, perché il futuro non esiste: “nel momento in cui abbiamo fini-to di pronunciare la parola, fu-tu-ro, il futuro è già arrivato! Non c’è nessun futuro, c’è solo il presente! Ed è nel presente che dobbiamo impegnarci e fare, e non dire che domani faremo. Oggi, dobbiamo fare.”. Ma qualche tempo prima del congresso, a Maggio, a Muris si è svolta la festa del dono di Ragogna, durante la quale sono stati ringraziati e premiati i donatori benemeriti, che avrebbero poi partecipato al congresso.

La festa, come tradizione, ha visto i labari delle varie sezioni partecipanti sfilare dal centro sociale di Muris fino in Chiesa, dove si è svolta la messa, al termine della quale ci sono stati i discorsi delle autorità e le premiazioni dei benemeriti. Dopodiché, tutti al centro sociale per pranzo, come sempre ottimo e abbondante. La cultura del dono, a Ragogna, è sempre stata viva, e certamente continuerà ad es-serlo per molti anni ancora, grazie a chi si è sempre impegnato e tuttora si impegna per essa, e grazie a tutti quelli che negli anni a venire entreranno a farne parte.

Guglielmo De Monte

Negli anni scorsi erano stati i bovesani della sezione Avis a percorrere il tragitto Boves-Ragogna. E dunque quest’anno la sezione AFDS di Ragogna, gemellata fin dal terremoto del 1976 con l’Avis di Boves, ha voluto rendere la cortesia. Gli otto coraggio-

si ciclisti capitanati dal campione del Mondo di ciclocross, erano assistiti da altre sette persone che in auto e con furgoni attrezzati, li hanno accompagnati durante le tappe del percorso. Sono arrivati a Boves venerdì 19 agosto passando per Longarone, Bassa-

no, Vicenza, Peschiera, Bergamo, Como, Ghisallo, Verbania, Torino, Superga, Rosta, Rossana. Ad accoglierli in Municipio, oltre gli amici dell’Avis, l’Assessore Luigi Soffietti in rappresentanza del Sindaco che li aveva salutati già lungo la strada in prossimità di

Boves e che ha avuto poi un contrattempo. Sono partiti tutti per Ragogna in auto e fur-goni domenica 21 agosto , felici di questa bellissima esperienza.

Redazione

IN FRIULI ABBIAMO UN INVIDIABILE PRIMATO ITALIANO: INFATTI, LA POPOLAZIONE TRA I 18 E I 27 ANNI È QUELLA ITALIANA CON LA PERCENTUALE PIÙ ALTA DI DONATORI DI SANGUE.

LUNEDÌ 15 AGOSTO ALLE ORE 8.00 È COMINCIATA L’AVVENTURA PER GLI OTTO CICLISTI DI RAGOGNA CHE PARTITI DALLA PIAZZA DI SAN GIACOMO E SALUTATI DAL SINDACO MIRCO

DAFFARRA, DA ENZO CAINERO PATRON DEL GIRO D’ITALIA PER IL FRIULI, DA PRE TUNIN E DA PARECCHI CITTADINI, HANNO VOLUTO RAGGIUNGERE IL BICICLETTA LA CITTÀ DI BOVES IN

PROVINCIA DI CUNEO.

segue a pagina 21

VOLONTARIATO 21

ll rientro del padre dalla lunga prigionia in Africa, la famiglia nel 1953 si trasferisce nel milanese e più precisamente a Bollate, dove c’era già un cospicuo gruppo di don-ne di San Pietro di Ragogna che lavora-vano nella preparazione degli ortaggi per i mercati. Qui la famiglia Nodusso costruisce la propria casa e Maurilio dopo alcuni saltuari impieghi viene assun-to in una grossa azienda chimica di Como dove rimarrà fino alla pensione. Pur abitando a Bollate sono frequenti le sue visite, soprattutto in estate, a Rago-gna ed è in uno di questi soggiorni che conosce Alma Marcuzzi che diventerà sua moglie nel 1964.La coppia non ha avuto figli ma è sempre stata attiva nel volontariato sociale, Maurilio faceva parte dell’ UNITALSI (Unione Nazio-nale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali ) con qualifica di barelliere ed accompagnatore regalando conforto, speranza e serenità ai sofferenti. Terminato il periodo lavorativo nel giugno del 2004, assieme alla moglie, decidono di rientrare definitivamente a Ragogna per tra-scorrere la vecchiaia nel loro paese natale. Ma nell’ottobre dello stesso 2004 Alma muore ed a Maurilio crolla tutto l’immagina-

to; ora che avrebbero potuto trascorrere un periodo senza le quotidiane preoccupazio-ni, improvvisamente si trova solo ed è qui che emergono le sue qualità. Supera con un’eccezionale forza d’animo lo sconforto e si dedica completamente al volontariato. Diventa socio nel “Samaritan” contribuen-do a garantire il servizio, che si estende dal lunedì al sabato, ai ragazzi disabili per lo sviluppo delle potenzialità e per un supporto dei rapporti all'interno della rete famigliare. Diventa socio nella “Consulta del Volonta-riato” svolgendo con la massima disponi-bilità i servizi: “Aspettando lo Scuolabus”, trasformatosi poi in “Preaccoglienza Scolastica” per gli alunni della scuola primaria di Ragogna; partecipa attivamente ai programmi di valorizzazione e manuten-zione ordinaria del castello ed attigua Pieve di San Pietro. E non pago entra a far parte anche del “Coro Guarneriano” di San Daniele.Tutto questo sempre con il sorriso ed una pace interiore che ti conquistava subito e ti faceva avvicinare a lui sentendolo amico da sempre.

Mario Clara

Terminati gli studi professionali presso il Convitto Nazionale Paolo Diacono di Civi-dale, dopo un breve periodo di lavoro nel milanese, rientra a Ragogna e trova lavoro presso la ditta di autocorriere Nutta-Zam-bano di San Daniele prima come bigliettaio e poi come autista. Durante tutto il servizio si è fatto apprezzare per la sua disponibi-lità ed attaccamento al lavoro, tanto che rimarrà ininterrottamente nell’azienda fino alla pensione, nonostante i diversi assetti societari subiti dalla “La Sandanielese” passando dal privato al settore pubblicoNel 1972 si sposa con Ada e dal matri-monio nascono tre figli Massimo, Sonia e Michela. E’ sempre stato attento alle esigenze del territorio in cui viveva prima come presidente del Comitato Ragogna contro le casse di espansione, poi come consigliere comunale dal 2004 al 2009. ed infine,anche lui come socio della Consulta

del Volontariato, ha partecipato attivamente alla promozione e valorizzazione del patri-monio del Castello di RagognaNon è semplicemente mancato un uomo.Non è semplicemente morto Ermanno.È svanito un universo di simpatia.Ciao Ermanno.Questo è il breve e certamente non esaustivo profilo dei due soci che ci hanno lasciato. In queste occasioni qualsiasi parola appare vuota di senso di fronte ad un dolore così grande, ma noi che abbiamo avuto il privilegio di conoscere le loro qualità e forza d’animo, proprio per il rispetto loro dovuto, cercheremo di fare in modello del loro ricordo. Uniti al dolore dei famigliari, la Consulta del Volontariato.

Mario Clara

MAURILIO NODUSSO NASCE A RAGOGNA IL 22/09/1936 DOVE VIVE CON LA MADRE FINO ALL’ETÀ DI 16 ANNI.

ERMANO BORTOLUZZI NATO A RAGOGNA IL 26/03/1937 CI HA LASCIATO IL 16 AGOSTO 2011.

LA CONSULTA DEL VOLONTARIATO RICORDA I SOCI RECENTEMENTE SCOMPARSI

CARO AMICO ERMANO

Questa eccezionale partecipazione è dovuta ai meriti dimostrati da Ermano durante una vita vissuta con dignità e altruismo. Già consigliere comunale impegnato e con vari altri incarichi, ha sempre offerto una mano amica a quanti ne avevano bisogno. L’ultima gemma della sua solidale corona è la donazione delle sue cornee da trapiantare a qualche persona priva del bene prezioso della vista. Nel lontano 1944, quando sono diventato cieco causa lo scoppio di una bomba inesplosa, non posso dimenticare la sua generosità verso di me. Appena ritornato a casa dall’ospedale fu il primo ad accorrere per accompagnarmi per le vie del nostro paese, fa-cendomi toccare con mano tante cose. Così la nostra fraterna amicizia è durata l’intera vita. Ora che lui non c’è più, rimane in me e in molte persone, il ricordo di un uomo buono e rispettoso di tutti, animato dal senso umano e religioso dell’esistenza che, sia nei momenti lieti che in quelli meno, è sempre degna di essere pienamente vissuta.

Carino Tissino

NEL POMERIGGIO DEL 21 SETTEMBRE, A SAN PIETRO TANTA GENTE HA VOLUTO ACCOMPAGNARE ALL’ULTIMA DIMORA ERMANO BORTOLUZZI.

anni della sua vita li visse totalmente assieme alla figlia e al genero, con molti acciacchi e nonostante questo fino all’ultimo frequentò la chiesa e non perse il suo buon umore. Riceveva le amiche, giocava a carte e seguiva il Santo Rosario su Telechiara. Anche io ho conosciuto Riche e posso dire dilei, che è stata una donna socievole e piena di vitalità, pronta allo scherzo e alla battuta, e una donna tenace e generosa, sempre pronta nel dare l'aiuto a chi si trovava in difficoltà, soprat-tutto era una donna di compagnia, ricordo anche i lunghi discorsi che facevamo con lei sul sagrato della chiesa all'uscita dalla messa. Gli ultimi mesi li visse in totale infermità, accudita costantemente dai suoi cari e il pomeriggio del 28 maggio 2007 venne a mancare lasciando un ricordo indelebile per la sua umanità, dispo-nibilità, e sempre pronta a dare una battuta scherzosa.Vorrei lasciare un ricordo di Enrica in questa poesia in friulano che è stata letta in Chiesa nel giorno del suo funerale: MANDI RICHE !

Par cui sunitu cjampaneCun chel glòn cussi avilitChe ta l'ajer vué si sdranein Pignàn par ogni sit?

El gnò dové l'è dà l'avisA dis je su in alt sul torChe une anime in Paradisal à clamat el bon Signor!

Riche ormai su cheste cjere À finit el so cjaminDa l'eterne primevereje ripose tal zardìn.

Su tal cil la compagnaveUne ghirlande di agnulins,propit chei ca spulvinavea la Madone cui sburfins

La Madone Immacolade,la so grande devossion;ai sie pis si è genoglade

invocant la protession

pai sie cjars e pal pais di je simpri benvolutpai parinc' e pai amisdomandant pas e salut.

Po lavie ti à cjatatancje el nestri Bonsignorche sigur jà fevelatsol di Glesie e di lavor

Duc' i fradis cun MarchìnE Marie cun sos sursJ àn prontadi un biel fiestintra las roses e i lusors.

O cjampane la to vosdut Pignàn fasi pensàse culì puartin la crosla vere vite a é dilà.

Ancje Riche ta so vite

E à patit e fat fature,ma je chest no l'à mai dite,no à mai fate muse dure.

Mi ricuardi fur di messeSimpri in buine compagnie,cence fotes, cence presse,nus tignive in alegrie.

No podìn dismenteatinestre brave e buine sur,a nus dul a saludatima preìn cun dut el cur:

Che l'Signor, che la MadoneSant Usèf, el bon Gjesù:I agnulus fasin coroneTi vein in glorie cun lor lassù!

E aggiungo ancora: Enrica proteggi da lassù, le tue amiche, la Chiesa che hai sempre amato, e tutta la gente di Pignano e di Ragogna che ti ricorda sempre con tanto affetto!

Sandro D'Agosto

La categoria che più di tutte si fa notare per entusiasmo e voglia di giocare è senz'altro quella dei “Piccoli Amici”, bimbi dai cinque agli otto anni, che sotto la guida dei loro educatori sfogano tutta la loro vitalità in giochi e mini partite. Sono ben 32 gli iscritti di questa stagione e provengono non solo dalla nostra comunità ma anche da quelle limitrofe, soprattutto da San Da-niele. Infatti ormai da anni esiste una collaborazio-ne tra le società del Ragogna e quella della Nuova Sandanielese che assieme ad altre cinque società (Rive D'arcano, Flaibano, Coseano, Dignano e Villanova) sono consorziate per quanto riguarda il settore giovanile e vantano quasi trecento ragazzi. Primo, Mimmo, Gianni, Alberto, Peter e Ales-sandro. Sono questi i nomi dei “Mister” che con tanta passione, pazienza e in maniera volontaria si prendono cura di questi calciatori in erba. La categoria subito superiore, i Pulcini, è comple-tamente affidata alla Nuova Sandanielese, dove un nuovo progetto di lavoro e di organizzazione raggruppa ottanta ragazzi tra gli otto e i dieci

anni divisi per età. Affidati all'esuberante tecnico Tiziano sono i quattordici ragazzi che partecipa-no al campionato esordienti a “nove” e che ben stanno figurando in questa parte della stagione. L'ultima categoria giovanile è rappresentata dai 21 giovanissimi dai 12 ai 14 anni che partecipano al campionato provinciale e che, pur con qualche difficoltà sono l'orgoglio di Christian e Marco, loro sapienti allenatori. Credo che tutto questo possa inorgoglire l'in-tero paese e, soprattutto, il presidente Roberto Contardo ed il segretario Maurizio Clemente, veri artefici di questa rinascita. Un plauso ed un grazie sincero, però, va a tutte quelle persone che “nell'ombra” lavorano instancabilmente e senza retribuzione per far si che tutti questi ragazzi possano crescere in un ambiente sicuro e sano facendo un'attività sportiva. (Nella foto, la folta schiera dei “Piccoli Amici” al Polisportivo comunale, con i loro allenatori.)

Fabio Conzatti

Pubblichiamo un elenco, quello delle squa-dre che in tanti anni sono riuscite a vincere l'ambito torneo estivo...

Dando un'occhiata alla tabella a fianco Villuzza compare solo nel 1990 e questo significa che per 19 anni non ci sono state vittorie. Poi Villuzza ha fatto un po' da pa-drona vincendo 10 Tornei su 22 diventando alla pari di San Giacomo e Muris la squadra con più titoli vinti.

Per la cronaca l'ultima edizione è stata disputata da Villuzza e San Giacomo, risul-tato finale 2 a 0.

Sandro Moschino

Tornei disputati: Palmares:

1969 PIGNANO 1970 SAN PIETRO 1971 SAN GIACOMO 1972 SAN GIACOMO 1973 MURIS 1974 SAN GIACOMO 1975 PIGNANO 1976 PIGNANO 1977 SAN GIACOMO 1978/1979 NON DISPUTATO 1980 SAN PIETRO 1981 MURIS 1982 SAN PIETRO 1983 MURIS 1984 SAN PIETRO 1985 SAN GIACOMO 1986 SAN GIACOMO 1987 SAN GIACOMO 1988 MURIS 1989 SAN PIETRO 1990 VILLUZZA 1991 VILLUZZA 1992 MURIS 1993 VILLUZZA 1994 MURIS 1995 SAN GIACOMO 1996 SAN GIACOMO 1997 MURIS 1998 PIGNANO 1999 MURIS 2000 MURIS 2001 MURIS 2002 PIGNANO 2003 SAN GIACOMO 2004 VILLUZZA 2005 VILLUZZA 2006 VILLUZZA 2007 VILLUZZA 2008 VILLUZZA 2009 PIGNANO 2010 VILLUZZA 2011 VILLUZZA

VILLUZZA 10 SAN GIACOMO 10 MURIS 10 PIGNANO 6 SAN PIETRO 5 CA' FARRA 0

Stagione da record per il nostro ciclista Giuliano Lenarduzzi. L’atleta di Ragogna in forza alla Asd Chiarcosso Help Haiti ha infatti concluso una stagio-ne da incorniciare. Proprio sulle medie distanze ha messo a segno diverse pesantissime vittorie e con un secondo posto nella ormai classica e prestigiosa “Corsa per Haiti” che gli sono valse il primo posto della classifica del criterium internazionale “Alpe Adria Tour”. Lenarduzzi, classe 1971 è stato premiato a Bad Kleinkirchheim in Austria dall’organizzazione del tour transfrontaliero nel corso della presentazione delle nuove tappe del 2012. (L.T.)

L'A.S.D. RAGOGNARICOMINCIA

DAI “PICCOLI AMICI”

TORNEO DELL E FRAZIONIVILLUZZA ANCORA CAMPIONE

CICLISMO

22 SPORT

DA CIRCA TRE ANNI IL SETTORE GIOVANILE DEL CALCIO RAGOGNESE HA RIPRESO VITALITÀ. BASTA PASSARE PER IL CAMPO IN UNA QUALSIASI SERA DELLA SETTIMANA PER POTER ASSISTERE

AGLI ALLENAMENTI DI QUASI SETTANTA BAMBINI, DIVISI PER CATEGORIA, CHE CON GIOIA E SPENSIERATEZZA RIEMPIONO IL

MANTO VERDE DEL “CA' BUTTAZZONI”.

PER VILLUZZA ORMAI È QUASI UN'ABITUDINE... MA NON È ANDATA SEMPRE COSÌ

GIULIANO LENARDUZZI RE DEL MEDIO FONDO

ELENCO NATI REGISTRATI DAL 01.01.2011 AL 31.10.2011:

ELENCO DECEDUTI REGISTRATI DAL 01.01.2011 AL 31.10.2011:

MATRIMONI CELEBRATI A RAGOGNA DAL 01.01.2011 AL 31.10.2011:

MATRIMONI CELEBRATI IN ALTRI COMUNI DAL 01.01.2011 AL 31.10.2011:

ELENCO ULTRANOVANTENNI RESIDENTI

UFFICI COMUNALICONTATTI E ORARI APERTURA AL PUBBLICO

UFFICI COMUNALICONTATTI E ORARI APERTURA AL PUBBLICO

INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA

BIBLIOTECA-MUSEI-CASTELLO

ALTRI SERVIZI DI INTERESSE PUBBLICO

SIVILOTTI STELLA nata il 05.01.2011 – LUNAZZI GORIZ-ZA ILARIA nata il 08.01.2011 - MEZIANI AKRAM nato il 28.02.2011 – MICHELUTTI ELODY nata il 03.03.2011 – INDRI-GO BEATRICE nata il 09.03.2011 – BROSOLO MARGHERITA nata il 25.03.2011 – SILANO LUIGI NELO nato il 29.04.2011 – ROCCO EVA nata il 13.05.2011 – SIMONITTO NICOLO’ nato il 06.06.2011 – ANDREUTTI DENIS nato il 07.07.2011 – CAM-PEIS PAMELA nata il 19.07.2011 – PEZZETTA DANIEL nato il 17.07.2011 – BUTTAZZONI ALESSIA nata il 30.07.2011 – D’AFFARA GIOVANNI nato il 25.08.2011 – PRESELLO LORENZO nato il 17.09.2011 – DE CECCO BEATRICE AURORA nata il 16.09.2011 – ANDREUTTI SARA nata il 17.09.2011 – SANTEL-LANI ERIN ANGELA nata il 22.09.2011 – PIOVESANA BIANCA nata il 11.10.2011

MARCUZZI SPEME (86 anni) – MARCUZZI ZEFERINO (90 anni) – ZURRO SILVIA (59 anni) – TONIUTTI MARIO ( 68 anni) – GIANNELLI GIANFRANCA( 79 anni) – TISSINO DARIA (79 anni) – PASCOLI AMILCARE ( 90 anni) - MARCUZZI EDA (88 anni) – OLIVIER CAROLINA ( 97 anni) – CONCIL ERMINIO (84 anni) – BORTOLUZZI AURELIO (84 anni) – SIMONITTO SILVA (60 anni) – BLASUTTA IRMA ( 80 anni) – BALDASSI PIETRO (89 anni) – LEONARDUZZI VALTER (87 anni) – BLASUTTA SEBASTIANO (56 anni) – NODUSSO MAURILIO (74 anni) – BATTAINO ZEBEDEO (72 anni) – BORTOLUZZI ERMANO (74 anni) – BINCOLETTO GIUSEPPE (86 anni) – LEONARDUZZI PIERINA (99 anni) – BOSCATO MARTA (68 anni) .

PRESELLO CLAUDIO con BATTAINO ANNA PAOLA – CANDUS-SO GABRIELE con TONIUTTI ANNA – PERUSINI GERMANO con DE CECCO ARIANNA – COLLETTO MASSIMO con CESCHIA MARISA – DE MONTE SANDRO con NARACCI LETIZIA – ANDREUTTI RUDY con LACCHIN MANUELA – ZANUTTO FRANCESCO con PASCOLI ELENA – GIORGESSI DANIELE con MARCUZZI AGNESE – BOLZON LORIS con COMELLO ILARIA – BELLINA GABRIELE con CASCINA NAIMA – ZOLETTO ANDREA con GEROMETTA ILARIA – LEONARDUZZI CRISTIAN con TAM-BOSCO DORIANA – ORTIS BENITO con MILANI CARMELA.

NICLI GIANNI con ROMANO LARA – FERNANDO MANUEL con RANGAN GIULIA.

PIDUTTI ANGELINA (05.07.1912) - LEONARDUZZI OLGA (16.07.1913) - BORTOLUZZI ELISENA(10.12.1913) - ZAMBANO GERMANA (13.07.1914) - LEONARDUZZI PINO (18.09.1914) - CANDUSSO ELIA (28.09.1914) - TONIUTTI ROSA (25.01.1915) - MOLINARO LEA (23.05.1915) - FORASACCO CARLO (06.09.1915) – CANDUSSO FAUSTA (16.09.1915) – DAFFARRA ELEONORA (12.11.1915) – BUTTAZZONI ANNA (08.01.1916) – RONCO ANNA (31.05.1916) – ZAGATO GUIDO (21.12.1916) – FAION GIUSEPPE ( 05.04.1917) - GUBIAN EGLE ( 28.04.1917) – TONIUTTI NORINA (12.03.1918) - RADICI CLORINDA (21.04.1919) – TONIUTTI CORINA (20.08.1919) – TOPPAZZINI GIUSEPPE (05.09.1919) – ANDREUTTI LIDIA (19.11.1919) – FLUMIANI ADELE (24.11.1919) – ANDREUTTI IOLE (11.12.1919) - PIDUTTI GINA (25.12.1919) – SIMONITTO ALFEO (12.01.1920) – LIZZI PIETRO (30.01.1920) – BAGATTO GIUSEPPINA (19.03.1920) – AZZOLINI VIRGINIO (29.03.1920) – ANZIL ALMA ( 27.04.1920) – DE MONTE ROSA (20.05.1920) – PELLIS ERMI-DE (22.06.1920) – TRAMONTIN MARIA (06.08.1920) – MAR-CUZZI CISMA (11.09.1920) – GUBIAN DOMENICO (20.10.1920) – SIVILOTTI RAFFAELE (06.01.1921) – TOSI MARIA 16.02.1921) – ZORZITTO PAOLINA ( 03.03.1921) - GORASSINI (LUIGIA ( 13.09.1921) – BAGATTO EVELINA ( 28.09.1921) – DE CECCO ALIDA ( 30.09.1921).

Segreteria e Ragioneria tel. 0432 957255 fax: 0432 940951 Da Lunedì a Venerdì 10.00-12.30 Martedì 17.00-18.00

Servizi Demografici Tel. 0432 957055 Da Lunedì a Venerdì 10.00-12.30 Martedì 17.00-18.00

Ufficio Tecnico Tel. 0432 955226 Fax 0432 942343 Da Lunedì a Venerdì 10.00-12.30 Martedì 17.00-18.00 Giovedì: Chiuso Ufficio Tributi Tel. 0432 955226Mercoledì 9.00-12.30 Servizi Sociali Tel. 0432 957255 Giovedì 10.00-11.00

Sportello Unico: Municipio di San Daniele

Attività Produttive e Commercio Da Lunedì a Venerdì 10.30-13.00 Lunedì e Giovedì 16.00-17.00 Tel. 0432 946526 - 0432 946540

Polizia Municipale: San Daniele, via Cesare Battisti 22 Da Lunedì a Venerdì 11.30-12.30 e 18.30-19.00 Tel. 0432 943080

Protezione Civile: Palmanova Numero Verde 800500300

ISCRITTI AIRE AL 31.10.2011

MASCHI 290 FEMMINE 231 TOTALE 521 FAMIGLIE 279 DI CUI ELETTORI MASCHI N. 202 FEMMINE 251 TOTALE 453

MOVIMENTO E CALCOLO POPOLAZIONE RESIDENTE 31.10.2011 M F MF POPOLAZIONE RESIDENTE AL 1° GENNAIO 2011 1.473 1.512 2.985 NATI VIVI NEL COMUNE 0 0 0IN ALTRO COMUNE 9 11 20 ALL’ESTERO DA PERSONE ISCRITTE IN ANAGRAFE 0 0 0 TOTALE NATI VIVI 9 11 20 MORTI NEL COMUNE 1 1 2 IN ALTRO COMUNE 11 9 20 ALL’ESTERO ED ISCRITTI IN ANAGRAFE 0 0 0TOTALE MORTI 12 10 22DIFFERENZA TRA NATI E MORTI -3 1 -2 ISCRITTI PROVENIENTI DA ALTRI COMUNI 46 45 91PROVENIENTI DALL’ESTERO 4 5 9 ALTRI 1 0 1TOTALE ISCRITTI 51 50 101

CANCELLATI PER ALTRI COMUNI 23 28 51PER L’ESTERO 1 1 2 ALTRI 7 1 8TOTALE CANCELLATI 31 30 61DIFFERENZA TRA ISCRITTI E CANCELLATI 20 20 40 INCREMENTO O DECREMENTO 17 21 38

POPOLAZIONE RESIDENTE AL 31 OTTOBRE 2011 1490 1533 3023POPOLAZIONE RESIDENTE IN FAMIGLIA 1482 1530 3012POPOLAZIONE RESIDENTE IN CONVIVENZA 8 3 11DI CUI STRANIERI 41 68 109 CITTADINI STRANIERI: AUSTRIA 0 2 2FRANCIA 2 2 4GERMANIA 0 2 2REGNO UNITO 1 0 1SPAGNA 0 3 3BOSNIA-ERZEG. 1 0 1BULGARIA 2 3 5REPUBB. CECA 0 1 1CROAZIA 1 2 3REPUBBL. DI SERBIA 2 3 5MACEDONIA 2 0 2POLONIA 0 1 1ROMANIA 23 27 50BIELORUSSIA 0 1 1UCRAINA 0 7 7UNGHERIA 0 1 1ALGERIA 4 4 8BURCHINA FASO 0 2 2MAROCCO 1 1 2SENEGAL 2 1 3ARGENTINA 1 3 4REPUBB. DOMINICANA 1 0 1THAILANDIA 0 1 1RUSSIA 0 1 1MOLDAVIA 1 2 3GUINEA EQUATORIALE 0 1 1

CLASSI D'ETÀ ANNI M F MF0-5 79 68 1476-11 81 69 15012-17 78 68 14618-23 61 65 12624-29 78 81 15930-35 112 112 22436-41 140 153 29342-47 164 134 29848-53 146 132 27854-59 126 127 25360-65 121 117 23866-71 116 112 22872-77 90 99 189 78-83 50 93 14384-89 37 75 11290-95 9 21 3096-99 2 8 100OTRE 100 0 0 0TOTALE 1490 1533 3023

Sindaco [email protected] Segretario [email protected] Segreteria [email protected] Anagrafe [email protected] Ragioneria [email protected] Ufficio Tecnico [email protected] [email protected] [email protected] Biblioteca/Museo [email protected] Polizia Municipale [email protected]

Biblioteca C. Culturale via Roma, 23 a S. Giacomo Martedì e Giovedì (Tel. 0432 943434) 15.30-18.00 Museo Civico C. Culturale via Roma, 23 a S. Giacomo Martedì e Giovedì (Tel. 0432 943434) 15.30-18.00 Museo Grande Guerra C. Culturale via Roma, 23 S. Giacomo Martedì, Giovedì e Sabato 15.30-18.00 Castello e Pieve Sabato 14.00-18.00 Domenica 10.00-12.00 e 14.00-18.00 Da Aprile a Ottobre

Servizio Raccolta Rifiuti: Calendario raccolte già a disposizione di ogni famiglia

Ambulatori Medici Poliambulatorio in via Farinar a San Giacomo Dottor Carlo Furolo Lunedì Mercoledì e Giovedì 9.00-12.00 Martedì e Venerdì 16.00-19.00 Secondo ambulatorio medico Martedì Giovedì Venerdì 8.30-10.00 Lunedì Mercoledì 17.00-19.00

Farmacia via Roma, 12 a San Giacomo Da Lunedì a Venerdì 8.30-12.30 - 15.30-19.30 Sabato 8.30-12.30

INFORMAZIONI 23

AL 31.10.2011: