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In questo numero... La piccola Merry Sostegno a distanza Volontari a Tempi Lunghi in Formazione Estate Missionaria in Brasile Timor Ovest, lo sport è vita. Progetto NKU DOYOYO Per un Natale di soli- darietà - Attività 2007/08 Uganda in Festa Agosto al dispensario VOICA - Togo Missione Malawi Viaggio nel cuore del Congo Alcune riflessioni post- missione. Cari Amici, Notizie VOICA Via Aurelia Antica, 180 00165 ROMA Tel. +39 06 39375103 Fax +39 06 6385885 www.voica.org [email protected] 2 3 4 5 6 7 8-9 10 11 12 13 14- 15 16 Dicembre 2007 Volume 5 · Numero 4 Sono nato nudo, dice Dio, perché tu sappia spogliarti di te stesso. Sono nato povero, perché tu possa soccorrere chi è povero. Sono nato debole, dice Dio, perché tu non abbia mai paura di me. Sono nato per amore perché tu non dubiti mai del mio amore. Sono una persona, dice Dio, perché tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso. Sono nato perseguitato perché tu sappia accettare le difficoltà. Sono nato nella semplicità perché tu smetta di essere complicato. Sono nato nella tua vita, dice Dio, per portare tutti alla casa del Padre. (Lambert Noben) Un augurio speciale a tutte le Sorelle Canossiane che nel 2008 celebrano i 200 anni di vita... (vedi p. 12-13) Notiziario del Volontariato Internazionale Canossiano

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Dicembre 2007 Volume 5 · Numero 4

In questo numero... La piccola Merry

Sostegno a distanza

Volontari a Tempi Lunghi in Formazione

Estate Missionaria in Brasile

Timor Ovest, lo sport è vita.

Progetto NKU DOYOYO Per un Natale di soli-darietà - Attività 2007/08

Uganda in Festa

Agosto al dispensario VOICA - Togo

Missione Malawi

Viaggio nel cuore del Congo

Alcune riflessioni post-missione.

Cari Amici, Notizie

VOICA Via Aurelia Antica, 180

00165 ROMA

Tel. +39 06 39375103 Fax +39 06 6385885

www.voica.org [email protected]

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Sono nato nudo, dice Dio, perché tu sappia spogliarti di te stesso.

Sono nato povero, perché tu possa soccorrere chi è povero.

Sono nato debole, dice Dio, perché tu non abbia mai paura di me.

Sono nato per amore perché tu non dubiti mai del mio amore.

Sono una persona, dice Dio, perché tu non abbia mai a vergognarti

di essere te stesso.

Sono nato perseguitato perché tu sappia accettare le difficoltà.

Sono nato nella semplicità perché tu smetta di essere complicato.

Sono nato nella tua vita, dice Dio, per portare tutti alla casa del Padre.

(Lambert Noben)

Un augurio speciale a tutte le Sorelle Canossiane che nel 2008 celebrano i 200 anni di vita... (vedi p. 12-13)

Notiziario del Volontariato Internazionale Canossiano

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Piccola Merry è come la chiamavano. Avevano ragione. Merry era la più piccola del resto degli studenti in Nurobo sia in età che in altezza. Era una quattordicen-ne in mezzo ai ventenni. Tutte le altre ragazze erano andate alla scuola superio-re ma Merry non aveva potuto. I suoi genitori non potevano permettersela , e la scuola era troppo lontana dal suo villag-gio. Le classi erano un po’ più difficili per Merry. Le sue abilità in matematica erano un pò arrugginite, e il suo Inglese era quasi zero. Faticava a stare al passo. Si identificava molto meglio con i ragazzini del villaggio piuttosto che con le altre studenti. Imbronciava sempre la faccia e si lamentava quando non voleva fare qualcosa. Scappava via quando diventa-va troppo timida o se qualcuno le chiede-va di ballare. La piccola Merry era ancora piccola. Dopo dieci mesi, qualcosa accadde. Il nome non era più appropriato. Non scappava più via o non imbronciava più la faccia. Camminava un po’ più alta e iniziava a portare gli orecchini. Anche i suoi capelli sembravano più lunghi. La differenza era ovvia quando tornò dall’esperienza esterna. Aveva frequenta-to le lezioni per otto mesi, e poi aveva praticato a cucinare all’ufficio del sindaco

per un mese. Durante quel mese, Merry aveva insegnato a più di cento persone come preparare pasti nutrizionali con ingredienti locali. Aveva dimostrato le sue conoscenze sul campo come una giova-ne donna e non come una bambina. Anche Merry aveva realizzato la sua trasformazione quando le donne del villaggio iniziarono a chiamarla “Ibu”, che significa donna o madre. Era stupita per la prima volta nella sua vita, riceveva il rispetto degli abitanti del villaggio. Quan-do tornò a scuola per il mese finale, era chiaro cosa le era successo. Era stata potenziata. La storia di Merry non è unica. Ognuna delle studenti al Centro per il Potenzia-mento delle donne esce con un dono che solo Dio può dare – fiducia in se stessi. Così ogni studentessa cammina a testa alta con una confidenza raggiante che parte dall’interno. Queste giovani donne sono state vera-mente potenziate e mandate fuori nel mondo per brillare. Meghan Kasun Nurobo, Indonesia Luglio 2007

Le ragazze del centro di formazione della donna a Nurobo.

Le nostre Missioni han-no sempre tanto biso-

gno di Volontari a Tempi Lunghi!!!

Cerchiamo infermiere/i e personale sanitario per il dispensario VOICA in

Togo e per il centro sa-nitario in Congo. Inse-gnanti professionali e non in Malawi, Congo, Egitto - Sudan, Timor

Ovest, Timor Est e ani-matori in Brasile!

Il prossimo corso di formazione per i tempi

lunghi inizierà il 13 Giugno 2008.

...Osate il dono della vostra vita...

… DATE DI PIU’!!! Per info chiama il nostro ufficio

06. 39375103 339.1160529 (Sr. Patrizia)

340.2680039 (Silvia) oppure manda un’email

[email protected]

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In Togo, Africa Occidentale, sono tantissimi i bambini e le mamme con l’ AIDS. Nel mondo, ogni minuto un bambino contrae il virus HIV. Il dispensario VOICA in Togo si prende cura anche di questi malati che altrimenti non potrebbero ottenere i farmaci antiretrovirali e tentare così una possibile cura. Queste medicine sono troppo co-stose e la dieta che deve accompagnare la cura affinché sia efficace deve essere consistente. Noi possiamo ridurre la diffusione del Virus e aiutare tante mamme e i loro bambini ad avere i farmaci e nutrirsi adeguatamente. Ma serve tanto aiuto!

Per curare un malato di AIDS ci vogliono € 360,00 all’anno, 1 euro al giorno per salvare una vita!

Decidersi sull’ adozione che si intende fare. Poi scrivere al [email protected] per richiedere il modulo per questa sponsoriz-zazione. (Il modulo lo puoi trovare anche sul sito www.voica.org)

Compilazione del modulo da parte del benefattore e consegna del modulo a un/a Volontario/a VOICA, oppure spedito all’indirizzo:VOICA ONLUS - Via Aurelia Antica, 180 - 00165 Roma

Infine si fa il versamento con i dati dei C/C indicati sopra. Si prega di specificare chiaramente la causale del versamento. In seguito il benfattore riceverà riscontro della donazione e poi, dopo qualche mese, una scheda dell’adottato che sarà aggiornata un’altra volta durante l’anno. In questo modo è possibile seguire, se pur da lontano, la persona beneficata. Si garantisce che il denaro raccolto sarà amministrato dai Volontari VOICA in servizio in missione e in collaborazione con le Suore Canossiane del posto.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI VISITA IL NOSTRO SITO www.voica.org CLICCA SU ADOZIONI A DISTANZA

BONIFICO BANCARIO...

Volontariato Internazionale Canossiano Onlus Banca Intesa Sanpaolo P.le Gregorio VII, 10 00165 Roma ITALY

C/C 23125633 CAB 05032 ABI 03069 CIN: R IBAN IT88 R030 6905 0320 0002 3125 633 BIC-SWFT BCITITMM700 BOLLETTINO POSTALE: Versamento tramite bollettino postale intestato a VOICA ONLUS C/C Postale N° 85686830

**** Per favore specificare la causale del versamento

NB. Le donazioni a VOICA Onlus sono fiscalmente detraibili o de-ducibili. Si rilasciano ricevute su richiesta.

ASSEGNO... E’ possibile mandare un assegno intestato a VOICA Onlus spedendolo con raccomandata a :

VOICA Onlus Via Aurelia Antica, 180 00165 Roma ITALY

E-mail: [email protected] Tel: +39 06 39375103

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Una delle mie esperienze di fede più significative è la decisione che mi ha portato al VOICA. Non ho mai avuto il desiderio di viaggiare o di andare in missione. Non ho mai desiderato neppure una vita di povertà. Ma dopo essere cresciuta spiritualmente, ed essermi aperta al volere di Dio, la missione e la povertà sono diventate il desiderio del mio cuore. Lo scorso Aprile, ho sentito la chiamata ad essere missionaria. Ho iniziato disperatamente a cercare il posto dove sarei potuta andare. Dopo mesi di ricerca ho iniziato a dubitare che la mia chiamata ad essere missionaria fosse vera. Ero frustrata perché ero aperta al Volere di Dio ma non ricevevo nessuna risposta da Lui! Cosi una notte finalmente ho alzato le mie mani e ho prega-to “ Dio, devo rinunciare? Se Tu vuoi veramente che io sia una missionaria, dimmi, e fammi sapere dove vuoi che io vada” A quel punto ho aperto la mia Bibbia. Avevo fede che la risposta mi sarebbe stata data attraverso la parola di Dio, e così fu. Tra tutti i passi che avrei potuto aprire, ho aperto il libro di Siracide, al capitolo 4: 1-6 “Figlio, non rifiutare il sostentamento al povero, non essere i nsensibile allo sguardo dei bisognosi. … Non respingere la supplica di un povero, non distogliere lo sguardo dall'indi-gente….” Il passo dice di aiutare i poveri. Capì così che questa era la risposta di Dio. La mia chiamata ad essere missionaria era cosi confermata. Ma ancora non avevo risposta di dove avrei dovuto andare. Presi il catologo del Servizio di Volontariato Cattolico e lo aprì alla pagina del VOICA. Lessi quella pagina e per la prima volta in 7 mesi di ricerca sentii la pace dentro di me. Sapevo nel mio cuore che quello era il posto dove avrei dovuto andare. Contattai Suor Patrizia e con mia sorpresa mi chiese di venire la settimana dopo! Mi sono sentita impreparata! Non avevo ancora raccolto i soldi, e volevo spendere più tempo con i miei cari prima di partire per così tanto tempo! Ma capì che questo era quello che Dio voleva da me. Avevo pregato per una risposta per cosi tanto tempo, e non potevo semplicemente ignorare la risposta che avevo ricevuto. Avevo fede che questo era quello che Dio voleva e che quindi Lui avrebbe provveduto al resto. Questa situazione era il modo di Dio per aiutarmi a lasciarmi andare e lascia-re che sia Lui la mia guida, e aiutarmi a capire dall’inizio che non avrei potuto fare questo senza di Lui! Non sono una missionaria per me, o per vantarmi con gli altri. Faccio questo per Dio. Lascio che sia Lui a lavorare attraverso di me. Madre Teresa disse che lei era una matita nelle mani di Dio. Questo è quello che io aspiro ad essere, fare di ogni mia azione, un azione d’amore.

Cari Kovach (USA) in partenza per il Cairo

Quando sono arrivata a Roma questo Settembre, la mia relazione con Dio era distante. Ma desideravo offrire il mio servizio e amarlo. Sono venuta al VOICA pronta a servire con il supporto della mia famiglia e dei miei amici da casa. Dio mi è stato vicino aspettando di essere parte di quel sostegno e di insegnarmi il Suo vero amore per me. Durante il tempo che sono stata qui con bellissime persone, istruzione e sfide, l’amore di Dio che ho ricevuto è stato molto di più di quello che potevo immaginare, non solo per il mio servizio al VOICA ma per la mia vita. Adesso, nel finire la mia preparazione alla missione, Lo sento con me ovunque io vada, mi sostiene e mi permette di amare in un modo che nessun’altro mi avrebbe mai potuto insegnare. Lode e gratitudine a Te Oh Signore e benedizioni ai miei compagni volontari, tuoi servi in VOICA, ai nostri amici ( vecchi e nuovi), alle nostre famiglie e alle future destinazioni.

Nicole Roskowski (USA) Sudan

Appena arrivato a Roma e pensavo a questi tre mesi che avevo davanti prima di partire per il Congo mi chiedevo se non erano troppi. Si prospettavano letture di Vangeli, preghiere, Messe, vita comunitaria e molta spiritualità. Non vedevo l’utilità di queste cose visto che mi sentivo già pronto a partire e a fare, invece, la preghiera mi ha aiutato ad ascoltare la Sua Parola e il Vangelo a capirla. Con la S. Messa sono entrato in piena comunione con Gesù e la vita comunitaria mi ha aiutato a crescere. Senza che mi accorgessi giorno dopo giorno ho capito l’importanza del dialogo, anche se il mio inglese era pessimo sono stato aiutato e sop-portato da tutti. E ora che sono alla fine della formazione posso dire che mi sbagliavo, questi 3 mesi sono stati per me carichi di emozioni e han-no portato piccoli semi che sicuramente in missione daranno i loro frutti. Ho imparato tante cose che non erano nuove, solo le stavo dimenticando. Il VOICA mi ha buttato una fune per uscire dalle banalità del mondo moderno. Io inizialmente non riuscivo a vederla, ora mi accorgo che questa fune me la sono legata ai fianchi e non voglio più slegarmela perché voglio risalire da questo burrone nel quale io ero finito per aver preso con troppa leggerezza la vita, la vita cristiana nella quale noi abbiamo ricevuto un dono grandissimo che è l’amore del Signore.

Luca Serotti (Brescia) Congo Sono arrivata al VOICA ispirata dalle risposte di tante preghiere e da riflessioni personali. In un senso, sono come la vedova nella parabola della vedova e dell’ingiusto giudice (Luca, 18:1-8). In quella parabola, il giudice ascolta le richieste della vedova per la sua insistenza che gli “rompeva la testa”.Ho pregato a lungo per un’ispirazione, guida e direzione durante la mia ricerca per una cresciuta spirituale come volontaria in un modo che poteva “fare la differenza” e “avere un impatto” nel servire gli altri. Ho pregato la Divina Trinità, la Beata Madre, e molti

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Santi. So che tutti loro hanno ascoltato le mie preghiere, petizioni e domande durante diversi anni e risposto a queste domande e preghiere portandomi al VOICA. Mi sono affidata allo Spirito Santo perché mi apra la mente a tutte le possibilità di servizio. Ho pregato S. Antonio perché mi aiutasse a trovare la mia vocazione. Ho cercato una guida dai Santi Patroni dei mie nipoti: San Giovanni, San Matteo, San Davide, Santa Caterina, Santa Chiara e San Zaccheo. Ero ispirata dal “Eccomi Signore” della Beata Vergine Maria come modello per rispondere alla chiamata alla Missione. Sono indebito con San Francesco di Assisi. Prego Santa Elisabetta, perché io sia accolta dalla missione in Togo. Credo che tutti questi Santi hanno ascoltato le mie preghiere e condotto qui al VOICA.

Elizabeth Simonetti (USA) Togo

Cari amici manca un giorno alla partenza e non mi rendo conto che partirò per due anni, mi sembra così tutto semplice seppure i miei amici mi dicono che non lo è. In questi due mesi di vita comunitaria ho imparato molto e soprattutto mi hanno insegnato che bisogna sempre cercare di essere di più. La pazienza è uno dei più grandi doni che bisogna ricercare e non stancarsi mai di accrescere nonostante i momenti di abbattimento spirituale o di relazione comunitaria. E’ proprio la pazienza che ci dà la possibilità di renderci umili e di vivere in fraternità. In questi due mesi ho imparato l’importanza della comunicazione, di quanto è fondamenta-le nelle nostre relazioni poter capire gli altri e soprattutto farci capire dagli altri per quello che siamo veramente. Questi due mesi mi hanno insegnato soprattutto a capire l’importanza che Dio ha nella nostra vita, quanto è importante che noi ci sproniamo a ricercare Gesù e i suoi insegnamenti in ogni momento della giornata, in ogni persona che incontriamo. Ognuno di noi ha un grande dono insito nel cuore che Dio ci ha fatto quando siamo nati: la fede; ed il più grande ringraziamento che possiamo farGli è quello di non smettere mai di fidarci di Lui rafforzandoci in fede, carità e amore. Per quanto riguarda le mie aspettative per i mesi che verranno l’unico sentimento che mi pervade il cuore è la gioia di abbandonarmi liberamente alla Sua volontà e di cercare sempre di capire qual’ è la via che mi sta indi-cando giorno dopo giorno. Vorrei salutare tutti quelli che in questi tre anni di formazione VOICA il Signore mi ha permesso di incontrare sulla mia strada e dandovi un caloroso abbraccio vi invito, se per caso passate per il Congo, a venire a salutarmi, ci sarà sempre un posto anche per voi! Fausto Signoretto (Verona) Congo

“Chi sono io perchè il Signore mi ami e conosca il mio nome, si interressa di sentire le mie ferite? Non per quello che sono IO ma per quello che Tu hai fatto. Non per quello che io ho fatto ma per quello che Tu sei” .-Casting Crowns- Ho speso anni provando a vivere sulle aspettative di coloro che mi circondavano. La mia intelligenza, personalità – tutto era soggetto a giudizi. Finalmente ho realizzato che non potrò mai essere all’altezza, ma non importa perché l’unico giudizio che conta è quello di Dio, e tutto quello che a Lui interessa è come tu condividi il Suo amore con il mondo. Ascoltando le parole della canzone sopra, sono colpita con meraviglia e timore del fatto che Dio si interessa di chi sono io, si interessa di quello che faccio. E’ ovvio per coloro che mi circondano che non ho particolari talenti. Non so cantare o ballare o costruire o demolire. Dio non mi ha dato nessuno di questi doni. Ma Lui mi ha dato un abbondanza di amore. Da qualche parte li fuori c’è una persona che è stata dimenticata dal mondo. Io posso trovare quella persona, prenderla tra le braccia, e condividere con lei l’amore di Dio. Che da solo, è il dono più grande che Dio poteva farmi. E, il VOICA mi sta dando questa opportunità.

Angela Fowlkes ( USA) Timor Ovest

Fausto (Verona)

Luca (Brescia)

Elizabeth (USA)

Gosia (Poland)

Cari (USA)

Monika (Poland)

Nicole (USA)

Angela (USA)

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Nel mese di agosto, insieme ad altri volontari, ho partecipato alle attività della missione delle Suore Canossiane a Praia Grande, in Brasile, gestita da Suor Amelia con l’aiuto di un volontario a tempi lunghi Michele Minunno di Vimercate Milano. Eravamo un gruppo di sette persone: Vera, Debora, Giulia, Valentina, Manuela, Fabrizio ed io . Abbiamo affiancato tre volontari Brasiliani: Fabrizio, Leandro, Patricia. E’stata un’esperienza forte che ha colpito tutti noi emotivamente.

Praia Grande è una città situata sull’ocea-no Atlantico, nello stato di San Paolo, a pochi Km da Santos. Percorrendo la strada che costeggia il lungo mare, all’ap-parenza si vede una grande città moder-na, fatta di grandi grattaceli che fanno da cornice ad una bellissima spiaggia e ad un mare blu con grandi onde, con delle colline di un verde lussureggiante che fanno da sfondo. Detto e visto così sem-brerebbe una località da favola per passa-re un paio di settimane in villeggiatura, e in realtà la maggioranza delle case e degli appartamenti dislocati lungo la spiaggia sono le seconde case degli abitanti ricchi della città di San Paolo, che da Praia dista circa 2 ore di macchina. Se dalla spiaggia ci spostiamo e iniziamo ad entrare dell’en-troterra, il paesaggio cambia radicalmen-te: le case si abbassano, le strade da pulite diventano sporche, da belle macchi-ne a macchine umili ai carretti tirati dai

cavalli. Dopo circa mezz’ora di camminata arriviamo nei quartieri periferici, le case degli ultimi arrivati, quelli che sono esclusi e danno fastidio alla bella spiaggia. In uno di questi quartieri sorge la missione delle suore Canossiane; una piccola missione di frontiera. E’ proprio una missione di frontiera, perché questo è un quartiere che è sorto in questi anni e si sta allargando su una palude salmastra tra una fitta vegetazione. Natu-ralmente l’espansione urbana non segue i criteri razionali di bonifica del terreno: per esempio le case non sono isolate dall’umi-dità e dal freddo. La bonifica viene fatta alla meglio con qualsiasi materiale di riporto, le case costruite con materiali in base alla possibilità della famiglia. Ci sono case di mattoni, altre miste in mattoni e lamiere, alcune di prismi oppure mezze finite, aspettando tempi migliori per finirle. Fortunatamente l’anno scorso il comune ha deciso si asfaltare le strade e questo ha migliorato la viabilità: almeno in inverno quando piove non si forma più un immenso pantano. Purtroppo non tutte le strade sono state asfaltate. Le difficoltà sono all’ordine del giorno. Acqua, luce e telefono arrivano, ma spesso gli impianti sono improvvisati quindi mal funzionanti e poco sicuri. Nel quartiere c’è poco: qualche negozio di alimentari e qualche bar, qual-che Chiesetta piccola di qualche comunità Cristiana. Per avere un po’ di attività com-merciali bisogna andare nella parte inter-media della città, quella che sta a metà tra la spiaggia e la periferia. Qui si trova un po’ di tutto: dagli alimentari all’abbigliamento, bar, pizzerie, internet point, barbieri ecc.

La missione è l’unico riferimento di tutto il quartiere: non c’è altro, a parte uno spiaz-zo di terra con due porte per giocare a calcio. Anche le scuole sono più all’interno, quindi i bambini si fanno parecchia strada a piedi. Naturalmente, il quartiere essendo povero presenta tutti i problemi della povertà: c’è molta delinquenza legata allo spaccio di droga. Molti ragazzi non avendo lavoro o non potendo continuare con gli studi stan-no tutto il giorno sulla strada, di conse-guenza facili prede della malavita. Spesso nelle famiglie c’è grande disagio,

dovuto a problemi di alcolismo, i genitori magari sono assenti e non si curano dei figli, inoltre tra alcuni quartieri c’è anche una rivalità. La missione praticamente fa da oratorio e dopo scuola, con attività ricreative, educati-ve e di gioco ed ora inizieranno anche con il laboratorio di informatica: è stata comple-tata una stanza con qualche PC, così i ragazzi possono imparare ad usarli. Inoltre Suor Amelia cerca di sensibilizzare le famiglie sul valore e l’importanza della famiglia. Nella missione viene insegnato anche il catechismo per i ragazzi e nella piccola cappella si fanno incontri di pre-ghiera e celebrazioni, tutte attività impor-tantissime, perché sono momenti di incon-tro nella comunità per stare insieme. Per tre settimane abbiamo aiutato a fare il grest e altri lavori di manutenzione della missione. Tra noi e i bambini col passare dei giorni si è creato un grande legame non solo perché si giocava insieme, ma perché c’era quell’attenzione che i bambini hanno bisogno di sentire, soprattutto i più piccoli erano coccolati, erano sempre in cerca di attenzioni, quelle che non ricevono a casa. Inoltre veniva dato loro un panino con il burro e una bibita come pasto, perchè purtroppo non sempre mangiano a casa. C’è stata molta collaborazione da parte delle persone del quartiere, alcune donne venivano a preparare il panino e la bibita, si fermavano a pulire dopo il grest; anche i ragazzi più grandi si fermavano a parteci-pare ai giochi. Sono stati momenti di unio-ne e di condivisione tra tutti, e partecipava-mo alla felicità dei piccoli. La partenza è stata dolorosa per tutti. Ormai si era creato un legame di amicizia. Essersi dedicati ad un quartiere che non interessa a nessuno e lasciato a se stesso, è stato per loro un valore inestimabile. Anche per noi l’esperienza ha avuto un valore inestimabile, perché ci ha aiutato a riflettere sui veri valori della vita e abbiamo capito che la felicità sta nel poco, che l’amore è la vere ricchezza della vita. Siamo ritornati arricchiti da questa espe-rienza, grazie all’amore che i bambini ci hanno dato e al desiderio di ritornare un giorno.

Gianmarco

GianMarco Boselli Praia Grande Agosto 2007

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Ciao a tutti voi del VOICA, chi scrive è Daniele, del gruppo timor! Vi voglio scrivere qualcosa su quello che abbiamo combinato nelle tre settimane di missione a Nurobo, Timor Ovest. Siamo partiti il 5 Agosto e dopo le “poche” ore di aereo e i prelibati pasti offertici dalla Luftansa air line, siamo arrivati a Jakarta. Io non ero mai uscito dall'Europa ed è stata una strana sensazione ritrovarsi in un posto così diverso! A parte il clima tropicale della città e quella sorta di nebbiolina che non si sapeva fosse afa o smog, Jakarta è una città immensa, divisa da grattacieli con vetrate luccicanti e baracche di legno! Ci siamo fermati un giorno nel conven-to delle Suore Canossiane, dopo di che siamo ripartiti per giungere alla meta! Nurobo è proprio un piccolo paese dove esistono solo capanne, qua e là una casa in mattoni! La gente rimaneva a bocca aperta a vedere tanti bianchi! Tutti ti sorridevano, e ti accoglievano come un ospite prestigioso, gente che non aveva da mangiare per se, ci ha offerto una cena da re chiedendo aiuto ai vicini! Abbiamo visto molta povertà e famiglie che avrebbero voluto mandare a studiare i propri figli ma non avevano le possibilità per farlo! Il nostro progetto: costruire un campo da basket. La cosa che mi ha colpito di più, e che in questo momento mi rende felice per aver fatto questa esperienza, è che, prima di partire, mentre raccoglievo i soldi per pagare il materiale, preferivo dire che servivano per il progetto in Congo di comprare un forno per pro-durre pane per la missione e per il microcredito delle mamme, piuttosto

che a costruire un campo da basket! Questa è stata la mia prima esperienza come volontariato all'estero e da quello che ho visto, ho capito che un bambino, ma anche un adolescente o un adulto, non può vivere senza svago e sport! a Nurobo non esiste la playstation, o il campetto per andare a giocare a calcio il pomeriggio con i tuoi amici, o il grest all’oratorio in estate! Certo l'istruzione prima di tutto! Infatti si stà lavorando molto anche per questo! Ma noi quest'estate abbiamo voluto pensare anche a quella, poi non così piccola, cosa,chiamata sport! e io adesso sono contento e fiero di raccontare quello che ho fatto e visto! Abbiamo lavorato tanto! ma ci siamo anche divertiti, un giorno siamo andati al mare!! è stata una bellissima giornata!un altro giorno ci hanno portato alla parata della festa d'indipendenza con il podero-so camioncino delle Suore e ha iniziato a piovere, l'abbiamo presa tutta!

Abbiamo passato dei bei momenti tra noi 8 del gruppo, con le Sorelle che ci hanno accolto, con Megan, la volontaria Americana a tempi lunghi, con i muratori e con la gente locale! E così è arrivato il giorno della partenza, siamo riusciti a mettere in piano il terre-no con uno strato di rocce e sabbia, abbiamo iniziato a fare il cemento ma solo gli ultimi 4 giorni, e avendo un pò di problemi con l'acqua, siamo andati avanti poco. Abbiamo dato le istruzioni al fabbro del posto per i canestri, ma non siamo riusciti a vedere il risultato! Diciamo che non siamo riusciti a finire niente! ma penso che una buona parte l'abbiamo fatta! ora aspettiamo tutti le foto del risultato finale e magari di tornare per una parti-ta! Daniele Gatti Timor Ovest , Agosto 2007

Daniele con i suoi nuovi amici Timorensi

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PROGETTO NKU DOYOYO = guarire gli occhi

Eccoci per la nona volta all’appuntamento annuale del calendario Togo. Quanta strada abbiamo percorso insieme, quante persone abbiamo incontrato e quanti progetti sono stati realizzati!!!!! Dal 2004 la nostra attenzione si è concentrata in modo particolare sulla costruzione del dispensario per poter aiutare gli ammalati che si rivolgevano alla missione. Dal 4 luglio 2006, giorno di inizio delle attivi-tà, il nostro Centro Medico Sociale Santa Bakhita ha potuto offrire più di 15.000 consultazioni, migliaia di analisi, medicazioni , ricoveri giorna-lieri e cure adeguate per le diverse patologie che si sono presentate. Dopo aver ricevuto l’autorizzazione del ministero (n. 00126 del 22 novembre 2006) abbiamo potuto partecipare a diversi progetti che sono a disposizione dei centri riconosciuti, quindi, dallo scorso anno, possia-mo offrire a prezzi molto modici zanzariere e cure per la malaria e distribuire gratuitamente le medicine per la sua prevenzione. Facciamo le vaccinazioni alle donne incinte, ai bambini e distribuiamo le medicine per le micosi a tutti. Aiutiamo un numero considerevole di ammalati di aids dando loro le medicine ogni mese e il latte in polvere per i bimbi che hanno la mam-ma sieropositiva. Centinaia sono gli ammalati che presentano patologie diverse, che curiamo gratuitamente sia per le analisi che le medicine. Per quanto riguarda le prestazioni

specialistiche, il nostro centro offre con-sultazioni prenatali fatte da un’ostetrica tre volte alla settimana, consultazioni gineco-logiche ed ecografie fatte da un ginecolo-go una volta la settimana e consultazioni odontoiatriche e prestazioni dentistiche fatte da un dentista una volta la settimana. Per quanto riguarda l’oftalmologia, lo studio è stato ben attrezzato per poter fare visite e analisi, ma non abbiamo ancora trovato il medico che ci dia la disponibilità a venire a lavorare nel nostro centro in modo continuativo una volta la settimana, vorremo incominciare nel 2008 . Durante la mia permanenza in Italia per le vacanze del 2007 ho avuto la possibilità di

incontrare dei medici oculisti che si sono offerti a venire in Togo per periodi brevi di volontariato e medici che mi hanno offerto qualche apparecchiatura per poter operare gli occhi. Abbiamo visto un segno della Provvidenza in tutto que-sto intreccio di incontri e aiuti e abbiamo pensato di trasformare alcune stanze del dispensario in sala chirurgica per gli occhi al fine di poter operare durante la venuta dei medici volontari, le persone che hanno patologie visive. La realizzazione di questo calendario si propone di far conoscere sempre di più il Volontariato Internazionale Canossiano –VOICA- affinchè sempre più persone si sentano chiamate a dare la loro disponibilità a servire nei paesi di missione secondo le loro specifiche competen-ze. E l’offerta del calendario ha come scopo la possibilità di attrezzare la sala operatoria. Desidero che ciascuno che prenderà questo calendario possa sentire la gioia di chi collabora alla costruzione di un mondo più bello in cui si cerca di vivere l’attenzione e la solidarietà verso ogni persona. Ogni giorno che passa è per me un’occasione per ringraziare il Signore per

tutto ciò che opera anche attraverso ognuno di voi. Lui che è Bontà infinita ci contagia con il Suo Amore per farci strumenti di carità. I segni della Sua presenza e della strada fatta insieme sono ben visibili nelle opere realizzate ma soprattutto nei volti della gente che si sente aiutata e che ogni giorno in occasioni diverse ci ripete “Mawu na yayra mi” Dio vi benedica. Con questa benedizione colma di riconoscenza auguro a ciascuno un anno pieno di gioia e di amore.

Maristella Bigogno, Laica Missionaria Canossiana in Togo

Il Dispensario “invaso” dalla gente per fare le vaccinazioni contro la Febbre Gialla.

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Cari amici, il Consiglio Direttivo del VOICA ONLUS, ha deciso di aprire un C/C postale per rendere più semplice a voi benefattori le future donazioni a favore del VOICA. Basterà infatti compilare il bollettino postale e recarsi a qualsiasi ufficio postale per il versamento!

Il numero del C/C VOICA ONLUS è 85686830

Per favore specificare sempre la causale del vostro versamento!

Spettacoli 2007 Grazie all’impegno di Francesco

Bigogno e al patrocinio della città di Magenta (MI), Sabato 8

Dicembre a Magenta è stata rappresentata la commedia

“CHIACCHIERE”. Tutto il ricavato è stato devolu-

to a favore della missione in Togo, Africa Occidentale, dove

Maristella Bigogno opera a favore dei poveri da 10 anni.

Calendari 2008 Anche quest’anno è stato realiz-zato il calendario 2008 a favore

del dispensario VOICA in Togo. Il progetto per il 2008 è la costru-

zione della sala chirurgica per gli occhi. Chiunque volesse ricevere il calendario o rilasciare un’offer-ta per tale progetto, può contat-

tare l’ufficio VOICA: 06/39366914 - 339/1160529 Offerta a partire da € 5,00 + spese di spedizione postale.

Tessera 2008 Vuoi associarti al VOICA e conti-nuare così a ricevere il giornalino per tutto il 2008? Aderisci alla VOICA ONLUS:

Quota annuale: Volont. Associato: € 20,00

Sostenitore: € 40,00 Benefici: riconoscimento quale *Associato ad una ONLUS *Abbonamento a DARE DI PIU’ *Agevolazione per alloggio breve presso il centro VOICA a Roma, previo accordo. *Alloggio breve gratuito presso le missioni VOICA previo accordo.

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Non posso scrivere della mia esperienza in Africa senza esprimere prima i ringra-ziamenti per chi ha contribuito a realizzar-la. Naturalmente, in primis il VOICA che ci ha formati, indirizzati a praticamente “instradati” verso l’Uganda.. (suor Patrizia ha accompagnato me e Roberto all’ae-roporto di Roma e l’ abbiamo ritrovata lì anche al ritorno…) insomma il VOICA ci ha seguito dall’inizio alla fine. Un altro ringraziamento (i ringraziamenti sono solo in ordine di accadi-menti.. ) lo devo fare alla meravigliosa Madre Imelda Morlin e alle sue consorelle della missio-ne di Kajiansi a 10 km da Kampala in Uganda dove siamo arrivati il 7 agosto 2007. Ci hanno accolti davvero in maniera eccellente. Ci hanno fatto sentire a casa e ci hanno messo davvero in condizione di vivere al minimo i disagi che una espe-rienza in Africa poteva produrre. Praticamente non abbiamo mai avuto problemi (a parte qual-che lieve mal di pancia.. ) Madre Imelda si alzava alle 4 del mattino per fare le sue cose ed avere tempo per noi. Non si fermava mai nonostante i suoi settanta anni e più, per aiutarci. Davvero è rimasta nel cuore Avevamo una cucina ed una saletta dove pranzavamo. Eravamo praticamente autonomi. Avevamo dei turni per prepara-re i pasti e per le pulizie. Noi volontari, eravamo 10 persone, siamo diventati davvero una famiglia, accolti dalla fami-glia delle suore canossiane. Qui inizia un altro ringraziamento, dalla splendida famiglia composta… dalla meravigliosa gente del villaggio di Kajiansi. Dico subito che solo al pensiero mi viene da piange-

re. Questa gente ci ha voluto davvero bene. Il nostro progetto prevedeva la costruzio-ne di un refettorio per bambini della scuola elementare (quasi tutti orfani o profughi del Sudan) e noi tutte le mattine andava-mo al cantiere per preparare cemento, trasportare la terra per il solaio, spostare pietre… insomma andavamo a fare gli operai edili.

Noi abbiamo costruito le fondamenta e i muri … loro hanno costruito in noi un nuovo modo di approcciarci alla vita. Li non hanno niente e cantano.. noi abbiamo tutto e siamo depressi… quelle persone con il loro modo di essere ci hanno inse-gnato la “libertà dalle cose”… il concetto di “essere liberi”e “vivere la fratellanza” ma quella vera!! Non quella che esprimiamo noi solo a parole… loro con noi hanno condiviso quel poco anzi “niente” che avevano. (una sera organizzarono anche una festa per noi…uccisero una capra e la fecero arrosto per offrircela: per loro fu una spesa molto grande. Dunque le nostre giornate trascorrevano al lavoro.. che poi era una festa perché

lavoravano con noi anche i bambini delle scuole adiacenti e rimanevamo al cantiere (poco distante dalla missione) fino al tramonto.. si rimaneva a parlare, giocare o semplicemente andavamo in giro per il villaggio. Al tramonto si torna-va “a casa” si cenava, qualche momento simpatico e di condivisione tra di noi e poi a dormire. Questa era la nostra giornata tipo. Il sabato e la domenica

andavamo un po in giro. Abbiamo visitato Kampala, siamo stati sul lago Vittoria e alle sorgenti del fiume Nilo e a visitare un parco con delle piante molto belle. Insomma alla missione abbiamo aggiunto anche dei momenti culturali e di svago. Perso-nalmente ho avuto anche il piacere di andare in altri villaggi dove abbiamo distri-buito l’Eucaristia ed è stato commovente per me vivere l’approccio di queste perso-ne al sacramento. Un rispet-to ed un senso di attesa mai individuati dalle nostre parti. Oltre naturalmente al piace-re di assistere a delle cele-brazioni che in pratica erano dei musical… UNA FESTA con tamburi danze e cori a innumerevoli voci.

Ma ritornando ai ringraziamenti è dove-roso quello alla cara Suor Antonia che ci ha accompagnato dall’Italia ed è stata un punto di riferimento discreto ma efficace. E poi l’ultimo ringraziamento ai fratelli con i quali ho condiviso questa esperienza. Per me è stata indimentica-bile anche perché l’ho condivisa con loro: Suor Antonia, Elena da Verona, Francesca e Veronica da Brescia, Ro-berto da Termoli, Simona da Vimercate, Daniela da Trento, Giulia da Feltre, Prisca da Belluno. Un abbraccio fortissimo e grazie a tutti.

Costantino Di Giacomo

Uganda, Agosto 2007

Costantino insieme ai suoi piccoli amici

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E’ febbraio e Chiara, in posta a Ponte-vico (BS), mi dice che sta cominciando la preparazione per i volontari Voica per l’estate 2007 per le varie destina-zioni nel mondo; Africa, Indone-sia,Brasile presso le Madri Canossiane di Brescia. Passano sei mesi e mi ritrovo seduta su uno degli aerei che mi sta portando in Togo chiedendomi se ho fatto dav-vero la scelta giusta visto che ho 48 kg di bagaglio di cui 24 solo di medicinali e una busta di donazioni in contanti pari a 7.000 euro…!! E soprattutto da 10 ore l’unica donna bianca in vo-lo……per fortuna sono serena e non ho paura. La casa dove abitiamo è molto sempli-ce e ogni volontaria ha la propria camera e bagno. Non c’è acqua calda e poche volte la luce. E’ cintata da alte mura e tutte le volte che usciamo ci viene aperto un grande cancello dal custode Cocou. Da lì in poi sei in Africa. Il paesaggio è tutto verde ci sono piante di ogni forma e di ogni tonalità di verde baobab, palme, pini, piante secolari, erba incolta alta più o meno come me e la terra è completamente rossa. Nella nostra zona le strade non sono asfaltate e le strade a volte sono impraticabili soprattutto quando piove. Più guardi lontano più vedi. Ci sono distese a perdita d’occhio, non ci sono grattacieli o case a più piani quindi si vede sempre tutto il cielo! Di giorno e di notte. Il mio lavoro nel centro d’accoglienza è in farmacia. E’ un lavoro lento e di responsabilità, appena posso vado a trovare le colleghe togolesi e le volon-tarie italiane che fanno le medicazioni nell’ infermeria o nella degenza a trovare i bambini o gli anziani malati di malaria che fanno le flebo. Per tre settimane hai una vita parallela: una nuova casa in cui vivere, delle

amiche/inquiline unite come sorelle, il tuo lavoro (di 8 ore o anche più), la macchi-na, la lavatrice….e l’Africa. Tutti i giorni è come essere ad un corso di formazione! Tutto è diverso da noi. Le persone, le caprette, le galline sono tutte nere, tu sei un pallino bianco. Tutti ti guardano soprattutto i bambini, in parti-colar modo chi non ha mai visto un bianco ti tocca le braccia e i capelli con gli occhi sbarrati e la bocca aperta e ti dice “yovo” cioè uomo bianco! Ti senti l’ unica diversa da tutti! Nella capitale invece gli sguardi delle persone sono taglienti e perforanti qui ti senti un po’ extracomunitario con la differenza che sei l’uomo bianco ed è sinonimo di ricchezza! Ogni cosa che compri è il frutto di una lunga e snervante trattativa! La domenica andiamo a messa ed è bellissimo perchè è suonata con jambè, bonghi, maracas e cantata in gospel e tutti ballano e battono le mani creando un ondeggiamento comune di colori. Non puoi non esserne estasiato. L’Africa ti entra nel cuore. Le emozioni che ti dà l’Africa sono difficili da descrive-re: ci sono momen-ti in cui piangi per quello che vedi e momenti in cui ridi. Ti senti come colpito e affondato. Ogni cosa o lavoro è estremamente semplice e tutti vogliono capire da te com’ è il resto del mondo, ma come fai a spiegar-gli che dove abiti c’è il progresso? I missionari Voica che conosci sono persone straordi-narie ed eccezio-

nali e ti permettono di fare un’esperienza unica, indimenticabile e indelebile nel cuore. La missione e l’Africa ti aprono il cuore e la mente. E’ stato difficile sacrificare tre settimane di ferie estive perché sono tornata stanca fisicamente e ho perso 4 kg, ma non riesco a dire quanto mi ha arricchito interiormente. Al rientro alla solita vita la parola “menate” si cancella dal tuo vocabolario personale e puoi solo continuare a ripe-terti quanto sei fortunata ad avere di tutto e ancora di più! E soprattutto che seguire l’ istinto porta sempre a fare la cosa giusta per se stessi! Grazie VOICA e alla prossima……forse.

Annalisa Garda,

Togo, Agosto 2007

Nicoletta

Annalisa

Alessandra

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L’esperienza di missione in Malawi rappresenta un periodo molto importante della mia vita. Il continente africano ha sempre toccato il mio cuore in un modo speciale, per il modo in cui la gente vive la propria vita come dono di Dio. Quando sono arrivata in Africa, ho conosciuto di più me stessa: chi sono e perché sono stata creata per utilizzare i miei talenti in modo speciale. Questa distanza mi ha aiutato a confrontare com’era la mia vita prima e come è adesso. Il rischio di decidere di partire per un continente diverso dove non ero mai stata prima e così lontano dalla mia

famiglia e amici mi ha aiutato ad aprire ancora di più il cuore per lasciar spazio allo Spirito Santo e farlo così lavorare attraverso di me. Ora capisco che tale decisione era un passo importante da dover prendere per la mia vita e sono d’accordo con la frase che dice “quando dai di più, ricevi in abbondan-za”. Ovviamente la mia missione non è il para-diso, ma le difficoltà qui diventano “croci leggere” della vita quotidiana secondo la promessa di Dio. Quando si va verso Dio con tutto, poi Lui, nel Suo dialogo con noi, fa grandi miracoli. Ecco perché la preghiera di adorazione,

ascolto, e offerta è molto importante per ricevere la felicità dell’amore completo di Dio. La missione in Malawi è impegnata nell’e-ducazione e io svolgo diversi compiti: insegno musica e teatro, e assisto gli studenti nelle lezioni di matematica. Lavo-ro anche nella biblioteca e passo le dome-nica con i bambini che dai villaggi vicini vengono alla missione. Di tutti i compiti che ho, quello che mi riempie di più è stare con i ragazzi, ascoltarli e condividere le nostre esperienze. Professionalmente sono un architetto ma ho scoperto che chi sono veramente e quello che mi fa felice è condividere i miei talenti con i ragazzi, e penso che dovrei seguire il mio cuore in questa direzione. Ho scoperto anche la mia personalità nella vita comunitaria. Vivo in una comuni-tà internazionale e ogni giorno mi scontro con diverse culture, caratteri ed età. L’integrazione di queste differenze attorno a me mi arricchiscono interiormente e mi rendono più forte e capace di accettare i membri della mia comunità per quello che sono. Imparare di più sulle altre culture usi e costumi, mi fa sentire unita a loro. Sono venuta qui come volontaria Polacca ma ritorno come missionaria, inculturata in diversi costumi e tradizioni. Adesso, grazie a questa esperienza sono in grado si servire in altre missioni del mondo.

Barbara Gontarczyk Malawi 2006/2007

1808:

Inizia l’Istituto

Canossiano

1835:

Maddalena va in cielo

1860:

Prima Avventura

missionaria ad Hong Kong

1927:

Unione di tutte le ca-

se

1947:

Bakhita va in cielo

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Partendo dal presupposto che a me scri-vere non risulta particolarmente facile… il trovare le parole giuste, metterle nel punto giusto e al momento giusto, mi causa qualche problemuccio… perciò vi lascio solo immaginare cosa significhi per me il dover descrivere un’esperienza come quella che ho vissuto quest’estate. Ci provo… Bhe, di certo quello appena passato non è stato il solito agosto per me… ho deciso di imbarcarmi in un’avventura assolutamente nuova ed inaspettata: la missione. Già da un po’ di tempo pensavo di vivere un qualcosa di veramente forte, che riuscisse a scuotermi e ,perché no, cambiarmi, rendendomi senz’altro un pochino miglio-re… e da qui inizia tutto… la conoscenza del VOICA tramite Chiara, l’inizio del corso di formazione, la convivenza della tre giorni a Roma ed infine la partenza il 7 agosto... destinazione: Congo, nel cuore dell’Africa. Non parliamo dei mesi che hanno preceduto la partenza, vissuti tra agitazione, ansia, aspettative e ovviamente paure… ma appe-na ho appoggiato il piede sulla “terra africana” per la prima volta nella mia vita ho capito che tutto sarebbe andato al di là, oltre la mia immaginazione e i miei pensieri… Fin dal primo istante in cui siamo arrivati alla missione (situata nel piccolo centro di Aru) le madri, le donne con i bambini, ragazze e ragazzi ci aspettavano con danze e canti per accoglierci e l’atmosfera è diventata subito quella di una vera grande famiglia… ed è stato così per ogni singolo giorno vissuto insieme! Per quanto riguarda il lavoro, il nostro progetto era quello di costruire la casa dei volontari che si fermeranno per tempi lunghi e quindi abbiamo spostato mattoni, spalato terra… poi dipinto pareti di un dispensario, verniciato banchi e aiutato a fare animazione ai bambini. Insomma la mia prima volta in Africa non poteva essere migliore di così! Ho conosciuto tramite le diverse attività lavorative le tante realtà che mi circondavano, sono lentamente riuscita ad entrare in sintonia con la gente, ragazzi della mia età e i bambini… il vedere queste persone nella loro totale semplicità, nella loro gioia autentica nel vivere giorno per giorno, il loro essere sempre e comunque grati mi ha fatto crescere e mi ha fatto bene davvero… ma quanto sono fortunata??? Mi sembra chiaro non dover sottolineare che questa esperienza rimarrà con me per sempre, sarà custodita nel mio cuore come un tesoro prezioso e nella speranza di poter ripartire ancora, auguro a tutti di poter continuare a camminare insieme per preparare davvero l’incontro tra il Nord ed il Sud del mondo. Vorrei anche infine ringraziare il VOICA per avermi condotto in questa meravigliosa esperienza; grazie a tutti gli altri volontari che ho conosciuto… siete davvero persone speciali… ed infine un grazie immenso al “gruppo Congo”, grazie ad ognuno di voi per aver condiviso con me ogni istante, ogni lacrima ed ogni sorriso…

Cecilia Rossetti, Congo Agosto 2007

Cecilia

Marco

Francesca

Luigi

Claudio

1996:

Nasce il VOICA

2000:

Bakhita Canonizzata

Santa

2008: Festa

Bicentenario

1988:

Maddalena Canonizzata

Santa

1950…..

Grande espansione missionaria

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Ciao Silvia, sono io a ringraziarvi ancora una volta. E' sempre bellissimo il soggiorno a Roma. Già soltanto il giardino invita alla rifles-sione e ancora di più le parole dei compagni di viaggio. Devo dire che io sono stata molto fortunata: gran parte del mio gruppo era di Vimercate, sono rimasta in contatto anche con Marika e la mia famiglia mi ha accolta molto bene. Perciò, una volta tornata, ho vissuto con loro anche il rientro, non ero sola. Ma in questi giorni mi sono resa conto che per tutti non è stato così. Alcuni non hanno avuto nessuno con cui condividere l'incomprensione o la non totale comprensione da parte di chi non ha vissuto la tua esperienza. E' stato bello anche poter condividere parole e pensieri con qualcuno con cui nella convivenza di maggio non avevo avuto modo di parlare. E grazie infine della serata di preghiera. Quando sister Pat ci ha comunicato il cambiamento di programma ero molto contenta della serata che si stava prospet-tando. Poi la sera, forse per i pensieri e le domande suscitati dalle tante parole sentite, davanti al Signore, era come se non riuscissi a pregare. E di colpo mi sono trovata a fissare il mio lumino. Ho distolto da esso la mia attenzione, ma di lì a poco il mio sguardo è tornato lì. Allora l'ho guardato e improvvisamente ho pensato a come in fondo tutti noi fossimo come il nostro lumino. Picco-lo..bianco...uno dei tanti. Nessuno indispensabile. Basta un soffio di vento perchè si spenga. Però nel buio e nel freddo anche uno soltanto può fare tanto. Illumina senza invadenza e scalda se gli stai vicino. E poi vederli lì, tutti insieme su quel tavolo che faceva da altare. Tutti insieme per fare una luce bellissima..con le loro fiamme ondeggianti. Tutti insieme a illuminare e scaldare il Signore. Luce da portare nel mondo. E' stato bello. Mi aspettavo una sera in cui parlare con il Signore e, quando mi sono accorta di avere troppo rumore dentro per riuscire ad ascoltarlo, trovarmi tra le mani quel dono del lumino. Grazie! Vi abbraccio forte Anna Frosi 12/10/2007

Ciao silvia ,il rientro e' andato bene … ed eccomi qui il solito tran tran!! voglio ringraziarvi per le bellissime giornate passate con voi anche se il tempo e' sempre troppo poco per stare insie-me ,parlare, discutere,godersi il posto pieno di pace ,ridere e perchè no... piangere!!ci sono stati momenti molto commoventi per me ,torno sempre con un po' di scombussolamento interno! mi state aiutando molto a riflettere e a crescere spiritualmen-te...anche se la strada per me e' ancora lunga … è un bel cammino … grazie di cuore a te Sister Patty, Sister Lisa e a tutti quanti!!! a presto Nicoletta Fregoni 10/10/07

Ciao, Silvia! Anche a me ha fatto tanto piacere rivederci tutti, vivere di nuovo insieme a tanti amici sorridenti, condividere la mia esperienza con tante persone che sapevano di cosa stavo parlando perché avevano sperimentato qualcosa di molto simile. Mi è sembrato così strano, in que-ste ultime due mattine, svegliarmi da sola in una casa vuota! E dire che prima - prima del mio agosto a Timor - c'ero così abituata... Ma passerò a trovarvi presto. Un abbraccio!

Chiara Razzi Di Nunzio 09/10/2007

Ciao, Grazie a voi per la splendida accoglienza e per l’organizzazione di questo bellissimo week-end. Grazie per la possibilità che ci avete dato di condividere con gli altri la nostra esperienza di missione. Finalmente negli occhi delle persone con cui si parlava si vedeva la luce che ti lascia l’esperienza comune della missione. Solitamente negli occhi della gente con cui si parla e si racconta dell’e-sperienza vissuta si scorge uno sguardo interrogativo e dubitativo proprio di chi non comprende fino in fondo il senso della missione e la ricchezza che ti lascia questa espe-rienza. Grazie per il momento di preghiera molto intenso. Grazie per averci dato la possibilità di ragionare sul nostro “PRINCIPIO ORDINAN-TE”. Come mi è capitato al rientro dalla missione anche questa volta mi sembra di aver ricevuto molto di più di quello che ho dato!!! Grazie a tutti voi! Un grande saluto a tutti

Alessandro Gaviraghi 11/10/07

Un bacio e grazie per Roma, sono stata benissimo! Vera Collavo 8/10/2007

Grazie a voi! è sempre meraviglioso venire a Roma nella vostra casa… ha qualcosa di magico..

un abbraccio Francesca Riccardi 10/10/2007

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Guardarsi dentro e non vedere più la stessa persona; fermarsi a pensare e non avere più gli stessi pensieri; essere riusciti ad andare oltre al mondo di apparenze che ormai ci circonda; scoprire il dolore della gente, vederlo e toccarlo; riscoprire l’amore puro e sincero che predica il Signore; crescere senza paura della verità ma anzi esserne consapevoli...queste le bellissime conseguenze del post-missione! GRAZIE!

Debora Tirimagni 8/10/07

Ciao Silvia carissima, anche per me è stato molto bello, la distanza è un po' tanta, ma alla fine ne vale sempre la pena. Le esperienze sono state molto belle e ho visto molto entusia-smo, speriamo che questo continui e si moltiplichi attraverso il coinvolgimento di altri amici. Non preoccuparti che anche se la vostra vita è ritornata "normale", come la no-stra, la vicinanza spirituale ci aiuta a continuare su questa strada d'amore. Teniamoci in contatto e pensiamo al futuro. Un abbraccio Claudio Fiorini 9/10/2007

Ciao pat, nn faccio altro che pensare al week trascorso in mezzo alla " nostra famiglia speciale "! troppo bello, emozionante , carico di vita !!! davvero è il più bel gruppo( inteso tutti non solo il gruppo Congo ) che abbia mai frequen-tato , non so il perchè ma quest'anno vedo tutto più bello rispetto agli altri anni. sento un qualcosa di speciale che lega ognuno di noi ed è per questo che se-condo me hanno aderito in tanti alla proposta del week end spirituale. grazie mille ancora per tutto! E

W il VOICA!!!

Chiara Zilioli 8/10/2007

Ciao Silvia, GRAZIE a te e a Pat perché come sempre ci organizzate grandi cose e perché tutto è più facile quando ti trovi come a casa. Penso che il VOICA sia proprio una grande famiglia e spero che continui a crescere sempre più!!!!! Al nostro prossimo incontro...Buon lavoro Baci a tutto il VOICA Morena Biffi 12/10/07

Come da accordi presi all’ultimo incontro dei volontari estate 2007 a Roma, si terranno delle giornate di preghiera e cammino spirituale per coloro che volessero passare il capodanno in

modo alternativo e significativo. Avremo tra le mani la Parola di Dio, canteremo il grazie dell’-Anno 2007 con il Papa e brinderemo al nuovo anno con una festa! Chi volesse partecipare,

telefoni al 339 1160529. Grazie

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- Sabato 20 Ottobre a Orzinuovi, Bs, è stato caricato un container per il Togo. Ringraziamo di cuore tutti i volontari che hanno aiutato gratuitamente, il Sig. Goffi Renato e la sua famiglia che ci hanno ospitato e preparato il pranzo con tanto amore e premura. - Il 28 Novembre sono tornate dal Mala-wi; Girlie ( Malesia) dopo due anni di missione, Ewa (Polonia) dopo tre anni di missione e Barbara (Polonia) dopo un anno di missione.

- Il 4, 6 e 10 Dicembre i volontari a tempi lunghi sono partiti per le loro destinazioni di missione dopo tre mesi di formazione. Luca, panettiere di Brescia e Fausto ingegnere meccanico di Verona sono partiti per il Congo per un anno. Cari dagli USA e Monica laureata in economia e sarta di professione dalla

Polonia sono partite per un anno al Cairo. Gosia insegnante di inglese dalla Polo-nia è partita per il Malawi per un anno. Elizabeth farmacista dagli USA è partita per un anno per in Togo. Angela appena laureata in scienze politiche è partita per la missione di Nurobo, Timor Ovest per 9 mesi. Nichole, infermiera dagli USA è partita per un anno per la missione del Sudan. - Il 6 Dicembre è tornata dal Cairo dopo un anno di missione Lindsey (USA).

- Il 10 Dicembre sono tornate dopo un anno di missione al Cairo e un anno in Sudan, Kasia (Polonia) e Maria (USA).

Ringraziamo tutti questi volontari che hanno servito e che serviranno gratuita-mente con gioia e amore i nostri fratelli

più bisognosi in tutto il mondo! Che Dio Li Benedica nelle loro missioni e nel loro ritorno a casa e possa ricompensa-

re la loro generosità in gioia!

eccoci qui ad aspettare la fine di un altro anno. Tante sono le cose che grazie al vostro impegno e sostegno sono state fatte quest’-anno. Gli incontri di formazione per i volontari estivi, iniziati a Marzo e conclusi a Luglio; la convivenza di tre giorni qui a Roma con tutti i volontari estivi in partenza per la missio-ne; i progetti estivi nelle nostre missioni realizzati dai volontari, il week-end a Roma per l’incontro post–missione; due corsi di formazione per i volontari a tempi lunghi, la spedizione di due container, per il Congo e per il Togo; adozioni a distanza, banca-relle, serate di beneficenza. Cinquantacinque sono stati i volontari a tempi brevi che hanno servito nelle nostre missioni in tutto il mondo. Tredici i volontari a tempi lunghi che dopo tre mesi di formazione sono partiti, uno a Gennaio, quattro a Settembre e otto ai primi di Dicem-bre per 1 /2 anni di servizio in missione. Dieci i volontari rientrati dopo 1, 2 e 3 anni di missione. Grazie all’impegno di tanti è stato possibile portare avanti le nostre attività caritatevoli, iniziare, continuare e anche finire i progetti delle missioni affidati ai volontari. Grazie di cuore a tutti voi, ai volontari che hanno prestato e continuano a prestare il loro servizio con gratuità e amore, ai benefattori che continuano a sostenerci, alle Sorelle che ci sostengono con la preghiera, fanno conoscere il VOICA e che hanno accompagnato i gruppi in missione, ai “genitori” a distanza che donano sorrisi di speranza ai bambini e malati di tutto il mondo. Speriamo che l’anno prossimo la “famiglia” VOICA si possa allargare con l’aggiunta di tanti nuovi volontari. E speriamo che voi continuerete ad aiutarci ad aiutare! Auguriamo a tutti voi un Buon Natale e uno splendido 2008 con l’augurio speciale che il Signore vi possa ricompensare con la gioia per tutto ciò che fate per i più poveri.

Silvia Zampatti - Per l’ufficio VOICA

Il VOICA ha organizzato dal 29 dicembre 2007 al 1° gennaio 2008 a Roma, presso la casa del VOICA,

delle giornate di spiritualità missio-naria per volontari ! SIETE TUTTI

INVITATI, chi è interessato chiami il 3391160529 Suor Patrizia.

Asciuga, Bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli!

accarezza il malato e l'anziano! Spingi gli uomini a deporre le armi

e a stringersi in un universale abbraccio di pace!

Invita i popoli, misericordioso Gesù, ad abbattere i muri creati

dalla miseria e dalla disoccupazione, dall'ignoranza e dall'indifferenza,

dalla discriminazione e dall'intolleranza. Sei Tu, Divino Bambino di Betlemme, che ci salvi liberandoci dal peccato.

Sei Tu il vero e unico Salvatore, che l'umanità spesso cerca a tentoni.

Dio della Pace, dono di pace all'intera umanità vieni a vivere nel cuore di ogni

uomo e di ogni famiglia. Sii Tu la nostra pace e la nostra

gioia! Amen. (Preghiera di Giovanni Paolo II)