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Il magazine di chi ama lo sport pulito Fondato nel 1906 - N. 3/8 marzo/agosto 2010 • La gogna dei mondiali • Clericus Cup • Maratona in Terra Santa • Società e religione PARMA 2010 PARMA 2010 SPECIALE SPECIALE AGORÀ AGORÀ PRIMO PIANO PRIMO PIANO IL BULLISMO IL BULLISMO CONTAGIA LO SPORT CONTAGIA LO SPORT Finali campionati sport di squadra Finali campionati sport di squadra UNDER14, ALLIEVI, JUNIORES, TOP JUNIOR, OPEN UNDER14, ALLIEVI, JUNIORES, TOP JUNIOR, OPEN TUTTO IN UN ABBRACCIO TUTTO IN UN ABBRACCIO

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I l m a g a z i n e d i c h i a m a l o s p o r t p u l i t o Fondato nel 1906 - N. 3/8 marzo/agosto 2010

• La gogna dei mondiali

• Clericus Cup

• Maratona in Terra Santa

• Società e religione

PARMA 2010PARMA 2010SPECIALESPECIALEAGORÀAGORÀ

PRIMO PIANOPRIMO PIANOIL BULLISMO IL BULLISMO CONTAGIA LO SPORTCONTAGIA LO SPORT

Finali campionati sport di squadraFinali campionati sport di squadraUNDER14, ALLIEVI, JUNIORES, TOP JUNIOR, OPENUNDER14, ALLIEVI, JUNIORES, TOP JUNIOR, OPEN

TUTTO IN UN ABBRACCIOTUTTO IN UN ABBRACCIO

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Una ricchezza da mettere a frutto

PAROLA DI PRESIDENTEPAROLA DI PRESIDENTE

Massimo AchiniPresidente nazionale CSI

Questo numero di Stadium on line chiude ufficialmente la stagione associativa

2009/2010, anche se tantissimi Comitati e società sportive continueranno a

lavorare sotto il solleone: sulle spiagge, nelle località montane, negli spazi

verdi delle città semideserte. Oltre a proporre alcuni approfondimenti di attualità, le

pagine che seguono rendono omaggio alla grande quantità di iniziative nazionali svolte

negli ultimi mesi, e che hanno trovato coronamento nelle varie finali nazionali di giugno

e luglio.

Quella che ci lasciamo alle spalle è una stagione entusiasmante, ricca di vecchie e

nuove “avventure”. Per fare bilanci e stilare statistiche definitive è ancora presto, ma

grazie all’efficace gestione elettronica delle attività già si può affermare che alla metà di

luglio il numero dei tesserati era cresciuto di oltre 10.000 unità rispetto all’anno prece-

dente, numero destinato ad aumentare ancora grazie alle attività estive e ai dati pre-

annunciati in ritardo.

Ci sono tutte le premesse affinché nel 2010/2011 il trend di crescita - numerica e di

idee - prosegua nel migliore dei modi. Anche se non sarà una passeggiata. Il nostro

Paese è alle prese con una complessa situazione politica, sociale e finanziaria, aggra-

vata da un orizzonte internazionale anche’esso segnato dalle difficoltà. È in questo con-

testo che siamo chiamati, in primo luogo, a combattere la "sfida educativa". Sappiamo

di avere tra le mani uno strumento di lavoro straordinario: lo sport, cui però occorre

dare un senso, un valore, giorno dopo giorno, anche se i fattori esterni “remano” con-

tro.

A settembre apriremo il percorso del decennio culturale, da cui ci attendiamo indica-

zioni preziose per vincere la sfida educativa. Abbiamo un patrimonio prezioso da met-

tere in campo, la ricchezza delle quasi 13 mila società sportive che hanno sposato il

CSI e che si impegneranno, giorno dopo giorno, negli Oratori e nei campetti di perife-

ria per amore dei ragazzi. In esse c’è abbastanza di esperienza, di progettualità, di

umanità, passione, amore, amicizia, felicità per non avere paura del futuro.

Ne siamo orgogliosi. Così come siamo convinti che questa ricchezza sia così grande e

così generosa da potere essere, alla fine, segno e voce di speranza per tutta la socie-

tà italiana.

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La gogna dei mondiali

ANGELIANGELI & & DEMONIDEMONI

mons. Claudio PaganiniConsulente Ecclesiastico Nazionale CSI

Giocatori messi alla “gogna”dopo la figuraccia ai mondialidel Sudafrica! No, non stiamo

parlando del fiume di paroleindirizzate a sproposito dai

nostri giornali a Lippi e ai suoigiocatori, trattati da “finiti”, da

brocchi e da sfaticati dopol’eliminazione.

La gogna, tutt’altro che simbo-lica, è stata imposta alla squa-dra della Corea del Nord, usci-

ta dal torneo mondiale senzaaver vinto neppure una partita.

Una volta tornata in patria èstata convocata dal Governo, ilquale ha accusato la spedizio-

ne di aver tradito la fiducianazionale. Un affronto, questo,

che richiedeva una pubblicaespiazione.

L’intera nazionale è stata colloca-ta su di un palco nella piazzaprincipale della capitale Pyon -gyang ed esposta al pubblicoludibrio. I giocatori sono statilasciati in piedi sei ore mentrecirca 400 tifosi inferociti si alter-navano con gesti di scherno,insulti verbali e cori di protesta.L’allenatore, meno fortunato, èstato invece mandato in un can-tiere edile a sperimentare quantoil lavoro manuale dei muratori siapiù faticoso che suggerire sche-mi di gioco. Certamente sonocose da Medio Evo, quando lepersone venivano punite per iloro misfatti, veri o presunti,esponendoli sulla pubblica piaz-za all’indignazione, anch’essavera o presunta, dei concittadini. La notizia, però, può anche esse-re accolta con un sottile piacerepersonale, una forma di vendettanei confronti di chi, sapendo tira-re calci a un pallone, viene stra-pagato ed entra nel numero deiprivilegiati. Ma una riflessione piùattenta costringe a constatare,ed è la cosa più triste, come lacultura della sconfitta sia l’arabafenice dello sport. La gognamediatica indirizzata agli azzurrivale quella fisica inflitta ai corea-ni. Tutto fa spettacolo: l’amarez-za della sconfitta, il divario tecni-co, la pessima preparazione dellapartita, la tattica di gioco infrut-tuosa, gli atteggiamenti sconso-lati e le lacrime dei giocatori (cui

comunque conviene fare un po’di teatrino per evitarsi accuse daitifosi che non ci mettono cuore!).Nessuno però pensa a ricordarea se stesso e agli altri che lasconfitta è parte del gioco e coin-volge il 50 % delle possibilità.Sarebbe un gran bene, anzituttoperché aiuterebbe a scoprire ilgrande valore educativo dellasconfitta nello sport, che vissutapiù serenamente aiuta a cresceree formare il carattere. Poi perché,considerando l’enfasi con cui igiornali sportivi esigono solo vit-torie, fare un piccolo esame dicoscienza sulla proprie possibilitàe sui traguardi effettivamenteraggiungibili, aiuterebbe i tifosi aridimensionare le aspettative evivere con più equilibrio l’eventosportivo. Infine, la sconfittapotrebbe essere l’occasione peril sistema calcistico di riflettere suingaggi, stipendi e premi promo-zione principeschi.Ai mondiali del 1966 proprio laCorea del Nord sconfisse gliazzurri guidati da EdmondoFabbri, rimandandoli a casa. Igiocatori coreani furono accolti inpatria come eroi, i nostri dovette-ro rientrare alla chetichella mafurono comunque scoperti eaccolti con lanci di pomodori. Èpassato quasi mezzo secolo, edè triste vedere che la culturasportiva non ha fatto mezzopasso avanti né da noi né dall’al-tra parte del mondo.

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SOMMARIOSOMMARIO

242422 PAROLA PAROLA DI PRESIDENTEDI PRESIDENTEUna ricchezza da mettere a frutto

33 ANGELI E DEMONIANGELI E DEMONILa gogna dei mondiali

55 PRIMO PIANOPRIMO PIANOSe il bullismo contagia lo sport

8 8 VITACSIVITACSISpeciale Agorà

1414 RAGAZZI IN SPORTRAGAZZI IN SPORTCampionati Under 14

1616 FINALI NAZIONALIFINALI NAZIONALIAllievi e Juniores: Scudetti da brividi

1818 FINALI NAZIONALIFINALI NAZIONALITop junior e OpenMille e una gioia

2323 SPORT E RELIGIONESPORT E RELIGIONEGiovani genericamentecristiani, sempre menocattolici

2424 FOCUSFOCUSBambini e adolescen-ti:molti rischi, pocherisorse

2626 JPII GAMES 2010JPII GAMES 2010Un impegno di speranza

2828 CLERICUS CUPCLERICUS CUPRedempoTRIS Mater

31 31 COMITATI OLIMPICI COMITATI OLIMPICI A CONGRESSOA CONGRESSOSport per tutti:una sfida globale

Mensile del Centro Sportivo Italiano

www.csi-net.it

Autorizzazione del Tribunale Civile

di Roma n. 423 del 15/12/2008

Direttore responsabile

Claudio [email protected]

Hanno collaborato a questo numero

Massimo Achini. FeliceAlborghetti, Andrea DePascalis, Claudio Paganini

Redazione:

[email protected]. 06 68404592/93 Fax 06 68802940

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PRIMO PIANOPRIMO PIANO

Se il bullismocontagia lo sport

L’allarme viene da lontano, dalCanada, e poiché prevenire èmeglio che reprimere non è

sbagliato capirne di più. Di recente iservizi educativi del distrettodell’Alberta hanno lanciato una fortecampagna per contrastare il bullismoche si sta infiltrando in modo crescentenello sport giovanile del paese, metten-do a disposizione un numero verde alquale anche i più “timidi” possonodenunciare i casi di cui sono stati vitti-me o di cui hanno avuto conoscenza.Ma il bullismo che si intende monitora-re e reprimere non è solo quello diragazzi su altri ragazzi. Bulli possono essere anche gli adultinei loro rapporti con un minore. Dachiunque venga, è etichettato comebullismo qualsiasi comportamento chesia «attività ostile agita in maniera con-sapevole, volontaria, deliberata e ripe-tuta, contrassegnata da uno sbilancia-mento di potere, finalizzata a recaredanno e/o costituire minaccia diaggressione».Per le vittime di bullismo le conseguen-ze psicologiche sono severe, tanto piùse si tratta di bambini: ansia, insicurez-za, abbandono del gruppo. Nei casipeggiori può insorgere un sentimentodi vero e proprio terrore.Nella sua accezione più larga il bullismosi può esprimere: sul piano verbale,

con irrisioni, ingiurie, critiche ingiustifi-cate, minacce e intimidazioni; sul pianosociale, con esclusione dal gruppo deipari, costituzione di piccole “bande”,molestie di gruppo; sul piano fisico,infliggendo danni alle persone fisiche oalle loro proprietà (equipaggiamentoecc.).Sul piano specifico dell’attività di unclub sportivo giovanile, atteggiamentidi bullismo possono coinvolgere allena-

tori, dirigenti e tutti gli adulti che hannoun rapporto diretto con il minore. Nelcaso, le forme più frequenti di bullismoriguardano: grida e urla gratuiti; criticaaperta, sprezzante, non costruttiva alleabilità del soggetto; rimproveri continuiper gli obiettivi eventualmente mancati;richieste irragionevoli circa le prestazio-ni da effettuare; insulti o ingiurie duran-te le gare; minacce di esclusione o dilimitazione di opportunità; negazione o

Attività giovanile

Minacce, intimidazioni, molestie: il bullismo avanza tra i ragazzi italiani e domanipotrebbe investire lo sport giovanile. Attenzione, però: “bulli” possono diventareanche allenatori e genitori, come sostiene un gruppo di esperti canadesi. Vediamocome.

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di Andrea De Pascalis

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sminuizione delle prestazioni positive;violenze fisiche, anche solo minacciate;insulti “persecutori” (via sms, telefono oaltro).Anche l’allenatore rischia di essere unbullo, magari inconsapevole, nell’one-sta convinzione che sia meglio agirecon ostentata durezza per ottenere ilmeglio dai suoi allievi. Non solo deveastenersi da quei comportamentiappena elencati, ma se vuole tenerefede al suo ruolo di educatore e model-lo di riferimento deve trasformarsi nelprimo baluardo contro il bullismo,imparando a riconoscerne le modalitànon appena cominciano ad affiorare:da parte di suoi colleghi di club, di diri-genti, di ragazzi, di genitori. Ai compor-tamenti altrui sconfinanti nel bullismodeve contrapporsi in modo fermo mapacato, con il ragionamento, evitando

di rispondere con atteggiamenti duri oinadeguati a comportamenti altrettantoduri o inadeguati.Perché essere vigili e impegnati suquesto fronte, se l’allarme viene da cosìlontano? La risposta è semplice: fra iragazzi e le ragazze italiani di età com-presa tra i 12 e i 19 anni il bullismo sfio-ra quota 23,6% tra i maschi e 13,8%tra le femmine. È da ingenui pensareche tutto ciò riguardi solo l’ambito dellascuola, della vita familiare o di quartie-re, insomma del contesto extrasporti-vo. Da sempre i lati peggiori dei com-portamenti sociali si trasferiscono nellosport, e proprio i più giovani sonoesposti maggiormente al “contagio”.Meglio vigilare ora, per non esserecostretti a mettere domani un numeroverde anche nel CSI.

LOTTA AL BULLISMO:COSA PUÒ FARE UNALLENATORE• Riconoscere di essere un modellodi ruolo per i giocatori. Essere dibuon esempio e rinforzare nei ragaz-zi i comportamenti positivi• Accettare la responsabilità di doverassicurare un contesto sportivo disicurezza e di rispetto per tutti iragazzi, evitando di mettere in atto,permettere, condonare o ignorarecomportamenti che costituiscono, oche potrebbero essere percepiti,come bullismo• Stabilire una comunicazione since-ra e aperta tra tutte le parti coinvol-te, inclusi genitori, giocatori, dirigen-ti e volontari.• Essere preparati a guardare critica-mente al proprio comportamento.Accettare lo scambio di vedutesenza assumere posizioni difensive,disposto a cambiare opinione senecessario.• Non considerare la valutazione cri-tica dei propri metodi come unaminaccia alla propria figura, quantoun’opportunità per apprendere e perlavorare alla costruzione di un conte-sto sportivo più sicuro e salutare perognuno.[Traduzione da Bullyng prevention in sports,

Children’s Services and Education, Alberta,

Canada]

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Speciale AGORÀ

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Dal 22 al 25 maggio Parma ha ospitato l’Agorà dello sport 2010 del CSI, eventotrainante, insieme al meeting di Assisi, della stagione associativa in via diconclusione. Un contenitore nuovo, nato per promuovere i valori educativi eculturali della pratica sportiva, per discutere delle sfide sociali che interpellano losport all’inizio del terzo millennio e delle politiche pubbliche necessarie pervincerle, ma anche un appuntamento nel quale elaborare proposte e idee disviluppo per il CSI, un’associazione dagli oltre 800 mila tesserati a livellonazionale. Organizzata dal Centro Sportivo Italiano in collaborazione con ilComune di Parma, che ha messo a disposizione il Centro Congressi comunale divia Toscana, “Agorà dello Sport” ha proposto tre giorni di incontri, di dibattitiaperti, di pratica sportiva, ed è stata impreziosita da momenti di spettacolo e dispiritualità. Tre giorni vissuti intensamente, in una girandola di incontri, convegni,stage formativi, mostre, con ospiti di grande rilievo, a cominciare dal numero 1dello sport italiano, Gianni Petrucci. Nel momento in cui la stagione 2009-2020 staper lasciare il posto alla successiva, ha senso riproporre cosa ci ha lasciato,quanto a indicazioni e prospettive future, l’Agorà di maggio.

di Andrea De Pascalis

SPECIALE AGORÀ

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Momento fondamentale dell’Agoràdi Parma la presentazione della rela-zione di metà mandato del presiden-te nazionale, Massimo Achini, che hadeclinato in dieci punti il camminodel Csi per il biennio a venire, conaltrettante “bussole” da seguire,delineando così gli ambiti di inter-vento in cui agire per essere presen-za significativa nello sport, nellaChiesa e nella società italiana.

Se la stagione 2009-2010 è stata per ilCSI quella del +1 nello sport, cioè dellosforzo affinché fosse adottata una disci-plina in più in ogni comitato, così dapotenziare l’offerta associativa e ilnumero delle attività, la prossima sta-gione entrante avrà come obiettivo rag-giungere un +1 di responsabilità. In altritermini, a fronte di una crisi che investemolteplici aspetti della vita collettiva, inuna «società che sembra aver smarritole coordinate cartesiane dei valori nonnegoziabili e che fa fatica a navigare inmare aperto, tra le mille difficoltà, senzabussola e senza stelle da seguire» il

CSI è chiamato a nuove responsabilità,soprattutto per orientare il mondo dellosport e la società sulla questione edu-cativa. «Se c'è una cosa di cui siamo sicuri –ha affermato Achini - è che il Csi, oggi,non è un'Associazione disorientata. Èesattamente il contrario. Abbiamo leidee chiare su quali strade dobbiamo

percorrere e quali sono i nostri punti diriferimento per non perderci».Ed ecco allora, in estrema sintesi, le 10“bussole” da seguire.

1) Tenere accesa l’identità associati-va: il CSI deve assiduamente esercitar-si a tenere "accesi" la propria identità, ilsuo orgoglio e la sua anima popolare

SPECIALE AGORÀ

Le 10 bussole del Csi

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per continuare a pensare ed agire ingrande all'interno del mondo dellosport, della Chiesa e del sociale. Develavorare, attraverso l'esperienza sporti-va, per far emergere con azioni con-crete e quotidiane il suo ricco e som-merso patrimonio culturale. Perdere divista questi fondamentali parametri,significa smarrire la vera funzione edogni possibile contributo alla crescita eall'umanizzazione del vasto e variegatomondo sportivo...Il CSI non ha soltan-to una gloriosa storia da ricordare e daraccontare, ma una grande storia dacostruire.2) La fidelizzazione: lavorare in modoche ciascuno degli 800mila tesserativiva con orgoglio e piena consapevo-lezza la sua adesione al Csi. Va inco-raggiato il senso di apparteneza dellesocietà sportive. Così sarà possibilelavorare in continuità. Il Csi è oggi unagrande Associazione, bisogna avverti-

re la responsabilità di diventare un'as-sociazione grande. 3) Formare e accompagnare unanuova classe dirigente, in un sistemain cui vecchi e giovani si tengono permano per andare incontro al futuro, inun modello di cooperazione intergene-razione illuminato dal senso di respo-snabilità.4) Pensare in grande e ragionare inpiccolo: stilare programmi ambiziosiper incarnarli piano piano nella vitaquotidiana, dove il sognare in grande èscandito dall’obiettivo di fare dei pros-simi dieci anni il “primo decennio cultu-rale del CSI”. 5) Ripensare modelli e strategieorganizzative e gestionali, per esse-re ancora associazione dinamicamenteadeguata ai tempi.6) Usare la fantasia della carità, con-tinuando a pensare agli “ultimi”, ai mar-ginali, senza cali di tensione nello slan-

cio di solidarietà.7) Instaurare nuovi rapporti con ilmondo dello Sport, per aprire con lealtri componenti sportive una stagionedi “grandi alleanze di bene” fatte di ini-ziative, percorsi culturali e formativi,manifestazioni distinte e collaboranti.8) Sfruttare il fattore campo nellaChiesa italiana, lavorando ancora di piùe meglio nel tessuto vivo della realtàecclesiale italiana, a cominciare dalleparrocchie.9) Aprirsi al mondo per comprender-lo, sfuggendo alla tentazione di rannic-chiarsi in se stessi e nelle proprie attivi-tà.10) Essere testimoni scomodi, ritro-vando la dimensione profetica, cioèl'apertura al nuovo, al non ancora spe-rimentato, e al tempo stesso esercitan-do una funzione critica per denunciarecon forza i mali dello sport.

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Il futuro dello sport giovanile italianopassa, oltre che dal rilancio dellosport scolastico, dal ritorno dellosport in oratorio e da una collabora-zione priva di gelosie e di pregiudizitra Federazioni ed Enti di promozio-ne. Parola del presidente del CONI,Gianni Petrucci, ospite dell’Agorà diParma.

Presidente del CONI da undici anni,con altri tre davanti a sé prima di doverabbandonare il Foro Italico per raggiun-ti limiti di ineleggibilità, Gianni Petrucci èstato il vero ospite d’onore dell’Agorà di

Parma. Una presenza, la sua, fatta dicortesia e di paziente disponibilità,affatto istituzionale, rispondendo alladomande ad ampio raggio che, sulpalco di un Auditorium Paganini affolla-to ai limiti di capienza, gli porgeva il pre-sidente del CSI, Achini. Petrucci non si è tirato indietro nemme-no quando, per…riscaldare il microfo-no, gli è stato chiesto di raccontare sestesso, i suoi inizi giovanili di sportivo, ilsuo lungo percorso da dirigente, la suafamiglia, il suo rapporto con Dio, il suomodo di vedere il mondo ad li là deiconfini dello sport. Il Petrucci persona,

Tempo di nuovealleanze educative«Non è più tempo di contrapposizio-ni tra mondo dello sport federale emondo degli Enti di promozione,anzi questi due “sistemi” devono tro-vare il modo di varare una “alleanzadi bene” a favore del cuore deiragazzi. Ci state a realizzarla?». Con questa domanda provocazioneil presidente del Csi, Achini, ha lan-ciato l’incontro “Tempo di nuovealleanze educative”. Destinatari del-l’appello, il Segretario generale delConi, Raffaele Pagnozzi, e tre presi-denti federali membri di Giunta:Riccardo Agabio (Fgi), Carlo Magri(Fipav), Renato di Rocco (Fci). Tuttid’accordo, alla fine, sulla necessitàdi fare sistema, superando eventua-li problemi del momento - come lastipula di convenzioni – in nome delbene del paese.Chiarissimo in proposito Pagnozzi:«Non più dicotomie tra Federazionied Enti, si deve creare un nuovoquadro di riferimento. C’è necessitàdi ricomprendere in un unico siste-ma sportivo tutta la popolazione ita-liana. E ci sono le condizioni perché,oltre che nuove alleanze educative,si formino nuovi orizzonti per tutto losport italiano».

Scuola e oratorio:lo sport giovanile si rilancia così

SPECIALE AGORÀ

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SPECIALE AGORÀ

quindi, con un piccolo segreto svelato:la sua origine di calciatore con lamaglia dei salesiani di Roma e in tascala tessera del CSI, e la sua familiarità,sempre negli anni Sessanta, con gliuffici della Presidenza del CSI, in viadella Conciliazione. Tutti particolari, questi, che hannospianato la strada al racconto dell’altroPetrucci, quello che governa da tantianni lo sport italiano. Il suo cruccio – hadetto - è la deficitaria situazione in cuiversa ancora lo sport scolastico, la suasperanza che gli accordi sottoscritticon il ministro Gelmini riescano final-mente a cambiare le cose, pur con lalimitazione di fondi che l’attualemomento difficile del paese impone. Quale futuro per gli Enti di promozio-ne? Nel CSI e negli altri EPS Petrucciha assicurato di vedere una compo-nente importante del sistema sportivo,di cui le Federazioni non devono esse-re gelose. Essi, e il CSI in particolare,hanno numeri, idee, etica, concretez-

za, organizzazione, e sono per leFederazioni e per il CONI una fonte disuggerimenti e di iniziative. Al CSI Petrucci ha chiesto di lottare peril ritorno dello sport negli oratori, qualefucina promozionale di sport per tutti enon solo palestra di possibili campioni.Ed ad Achini che faceva balenare l’ideadi introdurre nell’Agorà del 2011 una“1a Giornata nazionale degli oratori” hapromesso l’appoggio suo e dell’interaGiunta del CONI. Chiusura ancora sul rapporto Enti dipromozione-Federazioni. Alla doman-da: «Sarà mai possibile passare dallaguerra tra queste due componenti aduna fase di grandi alleanze?», Petrucciha risposto positivamente. «Ad unacondizione: – ha aggiunto – leFederazioni devono abbandonarel’idea che organizzare lo sport sia unloro diritto esclusivo, mentre gli Enti dipromozione devono smettere di crede-re che lo sport sociale è soltanto loro».

"Le Federazioni

devono

abbandonare l’idea

che organizzare lo

sport sia un loro

diritto esclusivo,

mentre gli Enti di

promozione devono

smettere di credere

che lo sport sociale

è soltanto loro".

Gianni Petrucci

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Dalle origini ai nostri giorni

Anche i Comitati potranno allestirela mostra sul percorso culturale esportivo dell’associazione dal 1906ad oggi. Inaugurata all’Agorà di Parma, lamostra sugli oltre 100 anni di storiaassociativa, dalla FASCI al CSI odierno,è ora a disposizione di tutti i Comitati,che – volendo – potranno allestirla ogniqualvolta ne avvertiranno l’opportunità.A tutti Comitati è stato spedito infatti, aiprimi di luglio, un DVD contenente i filedella riproduzione di tutti i pannelli dellamostra, in risoluzione adatta ad un pro-cesso di stampa. Quindi sarà possibileconsegnare il supporto in tipografia perricavarne, nel formato più gradito,riproduzioni adatte ad essere esposte.Come si è visto a Parma, la sequenzadi pannelli, ciascuno con riproduzioni difotografie e documenti rari, e tanteschede storico-esplicative, consente diricostruire, passo dopo passo, e piùprecisamente quadriennio dopo qua-driennio, le vicende che hanno caratte-rizzato dapprima la fondazione e loscioglimento della “Fasci” (1906-1927)

e successivamente la storia del Csi (dal1944 ad oggi). Una sequenza che èstata ricostruita ex-novo, con una rin-novata ricerca negli archivi, e in mododa non proporre un semplice excursuscronologico, quanto spiegare in sintesiil modo in cui le vicende associative sisono innestate nel quadro dello svilup-po sportivo, sociale, ecclesiale e cultu-rale dell’Italia. Per valutarne appieno l’importanza el’utilità, valgono due considerazioni:oltre ad essere pressoché ignota almondo delle istituzioni e delle comuni-tà locali, le vicende complessive dellastoria FASCI-CSI sono semisconosciu-te agli stessi quadri associativi; la con-sapevolezza dell’identità associativa,primo punto del programma post2010, ha bisogno per svilupparsi cheogni nuovo operatore subentrato nelCSI abbia cognizione della grande edefficace tradizione in cui si va ad inseri-re. La mostra risponde, sia pure inmodo sintetico, ad entrambe le neces-sità.

Fasci e Csi:una storia da riscoprire

Alla “Fiera dei sogni”34 progetti a confronto

Impianti, diversamente abili, gestionee comunicazione, attività sportive,educazione e formazione. Queste lecinque grandi aree tematiche che neipadiglioni allestiti nel verde parcoavanti al Centro Congressi parmense,hanno dato risalto ad alcune grandiprogettualità territoriali, attuate inseno all’associazione e presentate aParma all’interno della “Fiera deiSogni”. Diversi gli stand allestiti, con iresponsabili locali dei progetti (34quelli esposti nella prima Agorà) adarne visibilità e illustrazione. Al pub-blico dell’Agorà è stata così offertaun’opportunità per fare rete, condivi-dere alcuni percorsi, creare nuoveprospettive e presentare quelli che untempo erano appunto sogni, e che,con grande qualità e innovazione,oggi sono invece esperienze benradicate nelle più diverse realtà geo-grafiche. Con l’auspicio, un sognoanch’esso, che a breve termine sirealizzi un network di comitati chepossano e sappiano arricchirsi vicen-devolmente, per una vera cittadinan-za partecipativa della immensa edeterogenea comunità che costituisceil Csi.

SPECIALE AGORÀ

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Un notevole successo di parte-cipazione ha premiato le fina-li dei “Campionati nazionali

Under 14”, a Lignano Sabbiadoro,dal 28 al 30 maggio: ben 700 gli atle-ti iscritti, con 13 regioni e 65 societàrappresentate. Un test importante per un progetto

tra i più innovativi tra quelli lanciatidal Csi negli ultimi tempi.La formuladella manifestazione, infatti, è parteintegrante del progetto “Ragazzi insport”,dedicato ai giovanissimi inrisposta ad un trend di difficoltà cheaffligge tutto lo sport italiano.Da qualche tempo, questo è il pro-

blema, la pratica sportiva giovanilemostra i sintomi di un duplice malan-no: l’abbandono precoce, che inco-mincia alla soglia dei 14 anni, e lasedentarietà assoluta, che coinvolge4 preadolescenti su dieci. In più dellametà dei casi, il motivo va ricercatonella mancanza di interesse e nella

RAGAZZI IN SPORT

Miniatleti e maxiemozioni nelle finali giovanili Csi.Insieme nel programma polisportivo discipline di squadra legate ad attività complementari.Bambini infiniti, uniti dal gesto più bello per festeggiare una vittoria. Quattro successi milanesi.Un titolo a testa per Carpi, Modena e Reggio Emilia. Centro Italia ok con Macerata e Gubbiocampioni nel calcio a 5. Al sud i titoli U14 del calcio a 7 e a 11, finiti ad Agrigento e ReggioCalabria. Roma vince nel minibasket U12.

di Felice Alborghetti

Campionati Under 14 Tutto in un abbraccio

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stanchezza determinata dalla ripetiti-vità. Che fare?La medicina proposta dal CentroSportivo Italiano ha nome appunto“Campionati polisportivi Under 14”.La sua formula premia la polisportivi-

tà,quale strumento per sviluppare inmodo equilibrato differenti abilitàmotorie, divertendo e limitando laripetitività. Tutto ciò si rispecchia nel modo distilare le classifiche finali,che si rica-

vano dalla somma dei punti ottenutida ogni squadra nella propria disci-plina con, in una percentuale minore,quelli conquistati negli sport comple-mentari.

Anche il Triathlon fa classifica

A Lignano Sabbiadoro sono scese incampo 78 squadre di calcio a 5, cal-cio a 7, calcio a 11, pallacanestro,minibasket (U12 e U10), supermini-volley (U12) e minivolley (U10), che sisono affrontate in sfide combattuteed energiche.Le formazioni under 12e under 10 hanno alternato le provein campo con l’attività complementa-re "PoliSport", che prevedeva staffet-ta di triathlon (nuoto, corsa e bici),lancio del vortex e salto in lungo. Gliunder 14 si sono messi alla prova conil dodgeball, una sorta di palla avvele-nata, giocata in un campo 8x14 con3 palloni. C’è un po’ tutta l’Italia sulpodio. Risultati alla mano, dei dodicititoli in palio, ben 4 sono andati a for-mazioni milanesi. Bene l’EmiliaRomagna con un successo a testaper Carpi, Modena e Reggio Emilia. Ilcentro Italia ha festeggiato Maceratae Gubbio, campioni nel calcio a 5. Alsud invece i titoli U14 del calcio a 7 edel calcio a 11, finiti ad Agrigento eReggio Calabria. E Morena ha porta-to nella capitale una coppa nelbasket.

RAGAZZI IN SPORT

Le squadre vincenti

Under 14Pallacanestro Locate A (Mi)Calcio a 5 C.P. S. Pietro S.Giovanni (Gubbio)Calcio a 7 Plurisportiva Baita (Mi) Calcio a 11 A.S. Valanidi Calcio Giovanile (RC)Pallavolo F Universal Volley Goldoni (Carpi)Pallavolo M US Castelnuovo (Modena)

Under 12Minibasket S. Anna Morena (RM)Calcio a 5 Salesiana Vigor (MC) Calcio a 7 Athena (AG)Supervolley Campagnola Don Bosco (Mi)

Under 10Minivolley GS Nabor (Mi)Calcio a 5 Progetto Aurora (RE)

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Un secondo per entra-re nella storia. Un atti-mo solo. Un secondo

e basta. Quell’attimo che ti facalciare un rigore all’angoli-no, fintare un tiro, piazzare unace in battuta, o la tripla delsorpasso. Quell’attimo cheregala il paradiso alla tuasquadra, con l’arbitro chefischia la fine della finale scu-detto, e l’esultanza dai millecolori e dai tanti volti sudati. Ilrimpianto che va a morire, ilcuore che gira dolce in uncanestro o in fondo alla rete e…tutta la vita davanti. Quelsecondo l’hanno vissuto inmolti a fine giugno a LignanoSabbiadoro (UD), i tanti pro-tagonisti delle squadre dellecategorie allievi e juniores delCSI.

È stata festa grande per le 12formazioni campioni, e per tutte lealtre salite sul podio. Su 75 squadrepartecipanti da tutta Italia sui campi dibasket, volley e calcio, a 5, a 7, a 11,

la metà sono andate sul podio.Bilancio: Emilia Romagna super conotto medaglie, tre d’oro tutte nellapallavolo, con un tandem modenese

FINALI CAMPIONATI SPORT DI SQUADRA

Sicilia ed Emilia super: tre scudetti a testa. Doppietta per Catania e Modena. Anche Agrigento e Carpi campioni. Bel successo per Genova sottocanestro. Un titolo a Napoli, Roma, Milano, Fano, e Reggio Calabria. Festa grande per i capitani delle dodici squadre campioni.

di Felice Alborghetti

Allievi e Juniores Scudetti da brividi

Le dodici società campioni

Pallacanestro Allievi Athletic GenovaJuniores Alfaomega Sc. Basket (RM)

Calcio a 5Allievi Pgs Olimpia 2000 (RC)Juniores Alma Juventus Fano (PU)

Calcio a 7Allievi Phoenix (AG)Juniores Rosario (MI)

Calcio a 11Allievi A.S.D. S.C. Amici di Mugnano (NA)Juniores 2you-Catania

PallavoloAllievi Viva Villa Volley (MO)Allieve Amendola Volley (MO)Juniores M US Universal CataniaJuniores F Universal Volley Goldoni Carpi

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(Amendola e Villa d’Oro) e il bel suc-cesso carpigiano (Goldoni); due d’ar-gento (Vignola Modena sottorete e S.Pellegrino Reggio nel calcio a 11) e trebronzi (Rimini nel calcio a 11, Modenaancora nel volley e Reggio Emilia acanestro). Anche la Sicilia riporta nel-l’isola un ricco bottino: tris d’oro perle catanesi nel calcio a 11 (2You) enella pallavolo junior (Universal), conAgrigento campione nel calcio a 7.Quindi Noto è d’argento e ancora unbronzo che torna nel capoluogoetneo. L’oro di Napoli si chiamaMugnano e gioca a calcio ad undici.Per la Campania gli altri due bronzivesuviani arrivano dalla Partenope nel

volley femminile e dal S. Rita nelseven juniores. Tre sole medaglie perla Lombardia (in calo rispetto alla tra-dizione ciessina) tutte targate Milano:l’oro e l’argento arrivano dal calcio a7: vince il Rosario, perde in finale ilGesù a Nazareth; bronzo al S. LuigiCormano nell’ undici juniores.Un oro e un argento a testa, ovverouna finale vinta e una persa perLiguria, Lazio e Calabria, con Genova,Roma e Reggio campioni (vedi tab.) eImperia-Sanremo d’argento graziealle pallavoliste di Andora. Ottimol’esordio del quintetto liguredell’Athletic Genova, alla sua primafinale nazionale, vittoriosa contro

un’altra debuttante in finali Csi comeLecce. La capitale sotto i tabellonicestistici si guadagna anche un belbronzo. A bocca asciutta inveceVeneto e Puglia con tre finali tutteperse dalla regione del nordest ed iltacco d’Italia (Lecce) sconfitta inentrambe le finali allievi disputate (nelvolley e nel basket). Solo tre bronziper il Piemonte, in passato più prota-gonista. Di Asti e Torino nel calcio e diAlba nella pallavolo le vittorie nellefinaline. L’Alma Juve Fano vince infineil titolo del calcio a 5 allievi, portandolo scudetto al comitato di PesaroUrbino.

È 2 You…Santo Gagliano

Lo scudetto del calcio a 11 juniores,è sulle maglie del 2You Catania, laformazione italo-africana, che in fina-le ha scucito lo scudetto al S.Pellegrino Everton Reggio Emilia, vin-cendo 3-0 con reti di Antonino“Sergio” Nicotra, raddoppio ad inizioripresa (straordinario destro da fuoriarea) ad opera di Antonino Gangi etris in chiusura su punizione-bombadi Mattia Coniglio. Festa grande pergli etnei, con l’ivoriano OusmaneNabi, il capitano filosofo, portato intrionfo assieme al ghanese Satar, eagli altri compagni del Mali, delSenegal, del Gambia. 2you si leggenelle maglie dei catanesi e nella dedi-ca si traduce “per Santo Gagliano”.Mister Rosario Cavallaio non hadubbi. “Lo “zio” ci ha guidato dalassù e a lui va il nostro ringraziamen-to perché senza di lui non ci sarebbestato un 2You, questo centro di inte-grazione che ci ha fatto vivere unasimile esperienza”. I ragazzi infattihanno potuto ritrovarsi insieme e par-tecipare ad una simile avventura gra-zie al progetto di aggregazione e pro-mozione giovanile, rivolto a prevenireil disagio adolescenziale.

FINALI CAMPIONATI SPORT DI SQUADRA

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FINALI CAMPIONATI SPORT DI SQUADRA

di Felice Alborghetti

Top Junior e Open

Mille e una gioia

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Una domenica sportiva incui la storia abbraccia lagloria. Quella trascorsa a

Pesaro l’undici luglio, paradisoper le 15 squadre vincitrici deicampionati nazionali del Csi, rac-conta lacrime simili a quelle diCasillas, occhi increduli e com-mossi come quelli di Iniesta, lus-suosamente spalancati al mondo.

E’ festa da impazzire per i moltiscudetti conquistati dalle squadretop junior ed open. Un boatodopo l’altro, si sono rincorsi gliabbracci tricolori sui campi delcalcio, del basket, del volley. Millee una gioia; tanti volti, tantemaglie dai colori sudati.Novantuno le squadre arrivatenelle Marche per un epilogo sta-

FINALI CAMPIONATI SPORT DI SQUADRA

Pallavolo

Top Junior Femminile1° Amendola Volley (Modena)2° Gso San Fereolo (Lodi)3° Volley Saluzzo (Cuneo)Coppa disciplinaVolley Saluzzo (Cuneo)

Top Junior Maschile1° Nettuno Team Volley (Roma)2° Breda Volley (Roma)3° Pgs S. Croce (Verona)Coppa disciplinaNettuno Team Volley (Roma)

Open Femminile1° CSI Versilia (Lucca)2° Junior Volley Sammartinese A.S.D. (Forlì)3° A.S. Pedara Volley (Catania)Coppa disciplinaA.S. Pedara Volley (Catania)

Open Maschile1° Libertas San Giuliano (Rimini)2° Asd G.S. C.P. Osnago (Lecco)3° San Dalmazzo - A.S.D (Cuneo)Coppa disciplinaAsd G.S. C.P. Osnago (Lecco)

Open Misto1° Viva Villa Volley (Modena)2° Rgp Precotto (Milano)3° San Giorgio Pallavolo (Roma)Coppa disciplinaRgp Precotto (Milano)

Pallacanestro

Top Junior Maschile1º Don Bosco N.S. (Roma)2º San Paolo Rho (Milano)3º A. Franzin Valnoce (Torino)Coppa Fair PlayA. Franzin Valnoce (Torino)

Open Maschile1º Romanord (Roma)2º Sant’Andrea Basket (Milano)3º Painters Marsciano (Perugia)Coppa Fair PlayA. Bk Campli “C.La Vecchia” (Teramo)

Le solite note. Pistoia e Versilia,tradizione toscana

Ancora un titolo perMastromarco Pistoia nel calcio a11 open e del Csi Versilia (nella

foto) nella pallavolo open femminile. Il tandem toscano dal 2003 adoggi ha riportato in regione ben nove titoli. Quarto successo (terzoconsecutivo) per l’undici, guidato da mister Caramusi, e quinto dal2004 per le pallavoliste lucchesi che tornano regine dopo un annodi abdicazione al trono. “Ci tenevamo molto a riscattare la delusio-ne di un anno fa – spiega Giovanna Pera, una delle tre pentacam-peones con Brunella Bruno e Daniela Russo – quando la tragediaferroviaria di Viareggio ci aveva fortemente toccato. È stata unastagione faticosa ma dove ce l’abbiamo messa tutta per riscattar-ci”. Il 23 luglio c’è stata a Lido di Camaiore la festa scudetto, pres-so la Misericordia, per rafforzare il bel connubio tra le due belle real-tà di volontariato sociale e sportivo.

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gionale, d’alto livello. In ultimo quindi-ci quelle campioni. E la vittoria ha gliocchi verdi di Dolly, attaccante delCamaleonte Catania, le mani diAndrea, martello del Villa d’OroModena, i piedi di Emanuele, centra-vanti del Mastromarco Pistoia, il bion-do sorriso di Ilaria, centrodell’Amendola, la maturità appenaottenuta a scuola del martello nettu-nese Daniel. Un identikit impreciso

quando la si rincorre, e diversamenteuguale come la si conquista. TraPesaro, Montecchio, Villa Ferlizzi, glisport di squadra del Csi hanno vistoprotagonisti più di mille atleti, quasicento arbitri e uno staff non indifferen-te per supportare l’evento. Oltre cen-tocinquanta partite, in quattro giorna-te di gare, sono servite per laureare lemigliori società arancio blu nelle duecategorie adulte. Quarantasette pro-

vince di sedici regioni, italiane hannoqualificato almeno una squadra, loroportabandiera. Il bilancio, al terminedell’emozionante finale di stagione hapremiato maggiormente l’EmiliaRomagna. Cinque i titoli conquistatidalla regione più vicina al capoluogomarchigiano. Due coppe finiscono aBologna: fanno il bis nel basket fem-minile e nel calcio a 5 maschile le duedetentrici del campionato, cioè le

FINALI CAMPIONATI SPORT DI SQUADRA

Rondinelle d’argento, dal cuore d’oro

Francesca Miglioli, Elisa Graziotti, SaraCeresoli non ce l’hanno fatta a conqui-stare il titolo nel calcio a 7 open femmi-nile. Il derby bresciano, alle finali nazio-nali, se lo é aggiudicato il settebellodell’Uso Bovezzo (1-0 la sfida decisiva),ma il lato B della medaglia d’argentoconquistata dalle rondinelle a Pesarobrilla più dell’oro. Le tre ragazze delBrescia Calcio, sono infatti, rispettiva-mente, presidente, segretario e vicepre-sidente dell’ Associazione di PromozioneSociale “Tutte in rete” desiderosa di sen-sibilizzare e coinvolgere più personepossibili in iniziative e progetti inerentil’ambito sociale. Con loro in camposcendono i valori sportivi che si intrec-ciano con i valori solidali della generosi-tà, altruismo, correttezza, disponibilità erispetto reciproco. Tutte in Rete(www.tutteinrete.net) ha voglia dicostruire una “rete umana” attiva versodiverse problematiche sociali valorizzan-do le risorse umane a disposizione quin-di creare “rete”, condivisione, comunio-ne, scambio. Tra gli eventi organizzati laChampion’s Tir, Cene brasiliane, la 12ore di calcio femminile per beneficienza,il progetto “famiglie in rete” che hannocome azione ispiratrice quella dellabeneficienza e della solidarietà, che sirivolge a suore, donne disagiate, bimbimalati, carcerati. Non un gol in finale, matante grandi azioni per queste “rondinel-le” d’oro!

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Calcio

Calcio a 11 – Open Maschile 1° A.C. Mastromarco (Pistoia)2° Gruppo Sportivo Vittoria (Milano)3° The Top Class (Enna)Fair Play Gruppo Sportivo Vittoria (Milano)

Calcio A 7 – Open Maschile1° Pol. Sanmacarese (Varese)2° Az Pneumatica (Como)3° Ass. Redentor Pennisi (Acireale)Fair Play Montresor F.C. (Modena)

Calcio A 5 – Top Junior Maschile 1° S.A.S. Oratorio (Cremona)2° Immagine Grafica Asd (Lecce)3° Pol. A.S.D. Alma Juventus Fano (Pu)Fair Play Sant’angelo F.C. (Napoli)

Calcio A 5 – Open Femminile1° Camaleonte Calcio (Catania)2° Dolphins Calcio A 5 (Ancona)3° A.C. Crevalcore (Bologna)Fair Play Giarre (Padova)

Calcio A 5 – Open Maschile1° Studio 4 (Bologna)2° G.C. 5 (Macerata)3° Futsal Chiuduno (Bergamo)Fair Play Pgs Pneuma Martano (Lecce)

Calcio A 5 – Open Diversamente Abili1° Asd Fuorigioco (Mantova)2° Querciandesh (Mantova)3° Libertas Sanseverina (Parma)

cestiste della Pol. Masi ed il quintettodello Studio 4, che alla promozione inserie B aggiunge così un altro belsuccesso in questo 2010. Modena èsempre la regina del volley: le topjunior dell’Amendola, con il misto delViva Villa Volley festeggiano assiemelo scudetto. Anche Rimini è campionesotto la rete dell’open maschile.Battuti i campioni in caricadell’Osnago Lecco. Salta però ilpoker alla pallavolo emiliana, perché

non entra l’ultima regina: battuto 3-0 ilsestetto della Sammartinese Forlì,dalle lucchesi del Csi Versilia. Quattrotitoli nazionali finiscono invece inLombardia, a Varese, Brescia,Mantova e Varese senza l’apporto delCsi Milano, il quale, pur avendo 4squadre in finale, torna a casa con imourinhani “zero tituli”. Roma capita-le nel basket. Il comitato diLungotevere applaude i quintetti diStefano Cirotti e Furio Salvestroni

(allenatori vincenti con Don Bosco eRomanord) per aver ottenuto la “dop-pietta” cestistica. Solita festa per ilcalcio pistoiese con i rigori ancora“portafortuna” del Mastromarco. Alsud esulta solo Catania, per la vittoriadel quintetto etneo del Camaleontecalcio a 5. Infine, il bottino dei padro-ni di casa marchigiani, con due argen-ti, provenienti dal calcio a 5 (AlmaJuve Fano e Dolphins Ancona)

Uno scudetto... speciale

“L’importante non è né vincere né perdere, ma migliorare”.Parola di Giovanni Loreti giovane portiere della LibertasParma, una delle tre formazioni che hanno dato vita al primocampionato nazionale di calcio a 5 disabili. A vincere il titolo èstata il quintetto del Fuorigioco Mantova, un gruppo di ragaz-zi della cooperativa sociale omonima, ma l’ “importante –come sottolineato da Francesco Zucca, membro della com-missione nazionale sport disabili del Csi – è aver gettato unseme da coltivare in molte realtà dell’associazione”. Di fattiPesaro 2010 è stata la prima volta per in cui il Csi ha speri-mentato contemporaneamente, per favorire l’integrazione trala realtà dell’handicap e quella dei normodotati, le finali di unaspecialità. I virgiliani Stefano, Mattia, Guido, Samuele (bom-ber con 7 gol nel torneo), Andrea, Mauro hanno voluto dedi-care la vittoria nel derby con il Querciandresh al capitano JuriZucchelli, assente. Lo aspettano per la prossima trasferta inEuropa. La “Fuorigioco” quest’inverno aveva infatti partecipa-to ad un torneo internazionale in quel di Odense. “Siamo pron-tissimi per una nuova avventura – dicono i ragazzi – non vedia-mo l’ora”.

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SAS Pellico campione, senza fair play

Grande festa a Cremona al ritorno dell’Oratorio SAS Pellico, lasocietà laureatasi campione nel calcio a 5 top junior, dopo ilquarto posto ottenuto dai juniores a Lignano a fine giugno.Accoglienza trionfale per coloro che hanno portato il primotitolo Csi “adulto” a Cremona. Merito di mister MatteoSegalini, del dirigente Cristian Laudicina e soprattutto del cari-smatico dirigente accompagnatore, don Giuseppe Pezzani,l’antico vicario ai tempi in cui i giovani neocampioni Csi eranobambini. Trovatisi qualche anno fa con l’oratorio chiuso esenza società sportiva per cessata attività, i ragazzi appassio-nati di calcetto andarono subito a bussare a don Pezzana,pronto ad accoglierli nel suo eremo nella campagna cremone-se, con la promessa di un impegno costante e di un compor-tamento esemplare. Dopo anni ecco finalmente oggi il premiodello scudetto, con il piccolo rimpianto di aver mancato di unnulla la classifica “fair play”, cui don Giuseppe e il suo entou-rage tenevano forse anche di più.

FINALI CAMPIONATI SPORT DI SQUADRA

Samarate d’oro, con dedica a don Paolo Donato

Ragazzi dell’oratorio, cresciuti all’ombra del campanile e con il forte senso del gruppo.Per scherzo, circa vent’anni fa, ciascuno di loro aveva iniziato a contare in un “fantal-manacco” societario, i propri gol; oggi c’è chi sfiora le mille reti: è la PolisportivaSanmacarese (VA) campione Csi nell’ open maschile di Calcio a 7. "Avevamo perso iltitolo regionale con l'Az Pneumatica di Como – racconta Michele Pozzi, veterano gio-catore della squadra dell’Oratorio San Luigi San Macario frazione di Samarate che pro-prio quest'anno festeggia il 400° anniversario di fondazione della Parrocchia, ma abbia-mo sperato fino all’ultimo (avendo la Lombardia, terra del calcio a 7, la prelazione incaso di improvvise rinunce ndr) nel ripescaggio. Arrivato ad inizio luglio, l'intero grupposi è dato presto da fare per organizzare la fondamentale trasferta, nonostante i nume-rosi impegni di lavoro e familiari (chi con figli in arrivo tra pochi giorni, chi divenuto papàda poco)”. In finale i varesotti approdano battendo 7-1 i campioni della Basilicata, quellidel Veneto ai rigori e quindi in semifinale Asti per 3 a 2 in una partita dalle emozioni“mondiali”. Ultimo ostacolo per lo scudetto, ancora l’Az Pneumatica Como. Sotto didue reti, i gialloverdi hanno reagito grazie ad Alessandro Cattaneo su punizione e conun gran sinistro da fuori di Paolo Aspesi. Si va subito ai calci di rigore, con i gialloverdiperfetti nel realizzare tutte e cinque le conclusioni, e l'ottimo portiere Luca Zaro a rega-lare il passaggio del turno grazie al suo decimo rigore parato in stagione (di cui 4 aPesaro). L'ultimo penalty, tirato dal capitano e bomber Michele Colombo, è quindi valso il tricolore e il primo scudetto per il CsiVarese. Difficile pensare ad un modo migliore per festeggiare il 50° anniversario della fondazione della società gialloverde, chedetta legge nel Csi Varese dal '90/'91 avendo conquistato 9 titoli provinciali, di cui 8 negli ultimi 11 anni. Alle loro spalle, i ragazzi, cresciuti in oratorio non hanno solo il presidente Marco Resmini, ma il vulcanico parroco donGiampietro Corbetta e, in cielo, il defunto parroco don Paolo Donato, l’anima di questa società, scomparso alla vigilia delle finaliregionali di giugno a Tirano (Sondrio) e al quale i ragazzi, oggi uomini, restano legatissimi. “La nostra gioia è per lui – diceVincenzo Testa, bandiera del San Macario – da lassù è facile che ci starà applaudendo anche lui”.

Moreno Gussoni

Quando gli scudetti nascono in oratorio

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SOCIETÀ E RELIGIONESOCIETÀ E RELIGIONE

Giovanigenericamente cristiani, sempre meno cattolici

«Nel volgere di una genera-zione, i cattolici in Italiacesseranno di essere

una maggioranza»: questa è la pessi-mistica conclusione cui giunge unaricerca sull’Italia religiosa, sviluppatada Paolo Segatti, sociologodell’Univer sità di Milano, per contodella rivista cattolica Il Regno.L’indagine voleva tastare il polso alprocesso di secolarizzazione che,secondo alcuni, sarebbe in atto nelnostro paese. Detto in estrema sinte-si (ma i dettagli della ricerca sonoconsultabili sul sito www.ilregno.it) ,gli Italiani vivono il rapporto con lareligione in modo sempre più incoe-rente: si dichiarano cattolici perl’81,3% , ma solo il 50,2% crede fer-mamente nell’esistenza di Dio; solo il27,7% va a messa la domenica,eppure tre su quattro si sentono offe-si se sentono bestemmiare, uno sudue se si parla male del papa. Solo

per due italiani su dieci la dimensionereligiosa rappresenta un tratto rile-vante della propria identità persona-le. Saremmo di fronte, così, a unmodo di essere cattolici più procla-mato esteriormente che vissuto inte-riormente, ad una religiosità vaga,basata com’è su una pluralità diconvinzioni, atteggiamenti e compor-tamenti, sempre più spesso incoe-renti con i principi della fede cattoli-ca. Genericamente cristiani, ma pococattolici. Il pessimismo de Il Regno sul futurocattolico dell’Italia si rafforza in basea un altro dato, che in qualche modoriguarda anche il CSI quale associa-zione cattolica che si indirizza preva-lentemente ai giovani. Siamo di fron-te – afferma la ricerca – ad un cam-bio di modello dell’identità religiosache coinvolge soprattutto i giovani: inati dopo il 1981 sono gli italiani piùestranei a un’esperienza religiosa di

matrice realmente cattolica. Vannodecisamente meno in chiesa, credo-no di meno in Dio, pregano di meno,hanno meno fiducia nella Chiesa, sidefiniscono meno come cattolici. Ilproblema, dunque, non riguarda unaumento della secolarizzazione tra gliadulti (la situazione in tale fascia dietà è abbastanza stabile), ma ildistacco delle giovani generazionidalla religiosità tradizionale. È questoelemento a fare temere una drasticadiminuzione della popolazione catto-lica nell’Italia del prossimo futuro. Di qui le conclusioni: «Di fronte a unquadro che segnala un cambio dimodello, sia in termini quantitativi (icattolici cessano di essere una mag-gioranza), sia in termini qualitativi (ilcattolicesimo italiano si fa più diversi-ficato ed evanescente), il futurodell’Italia religiosa si profila comequello di un paese che da cattolicodiviene genericamente cristiano».

Una ricerca commissionata dalla rivista Il Regno evidenzia un progressivosmarrimento, a livello giovanile, dei valori che fondano l’identità cattolica. Fino aduna paradossale conclusione: tra una generazione i cattolici in Italia non sarannopiù maggioranza.

A.D.P.

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Uno dei limiti delle ricerche suragazzi e giovani è che non sifa in tempo a lanciarle e ad

analizzarne i risultati che già queiragazzi e quei giovani hanno cambiatopelle, cambiando stili di vita insiemeall’età. Di qui l’utilità del rapporto pre-sentato a giugno da Eurispes eTelefono Azzurro, preparato “incollan-do” i dieci rapporti annuali su bambinie adolescenti elaborati dal 2000 adoggi, e ricavandone le linee di tenden-za più importanti.Primo oggetto di osservazione è lafamiglia. Inutile illudersi: la famiglia tra-dizionale, a struttura patriarcale, nonesiste più. Oggi dobbiamo parlare di“famiglie”, ovvero di modelli differenti,tra cui è e sarà sempre più presente lafamiglia mononucleare (il minore vive

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Un dossier di Eurispes eTelefono Azzurro fa il puntosulla condizione di infanziae adolescenza, analizzandocome si è sviluppata nelcorso degli ultimi diecianni. Ne deriva un quadro conpoche luci e molte ombre.

di Andrea De Pascalis

Bambinie adolescenti:molti rischi, poche risorse

FOCUS

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con un solo genitore), cresce la famigliache riunisce coniugi e figli reduci daaltri matrimoni, si presenta con proble-maticità la famiglia interetnica. Nasce lafamiglia “multiproblematica”, che deveaffrontare contemporaneamente piùelementi di difficoltà, e in questo caso ilrisultato più frequente è l’incuria neiconfronti del minore o il suo maltratta-mento.Altra costante rilevata è la rilevanzacrescente della tecnologia sugli stili divita dei ragazzi: telefonini, computer,videogiochi, lettori mp3, Ipod e affinisono elementi irrinunciabili, ma il lorouso sembra stabile o addirittura in calo,con l’eccezione di Internet, con la fre-quentazione dei social network,Facebook in cima alla lista, come attivi-tà preferita (il 71,1% degli adolescentidichiara di avere un profilo suFacebook). Terzo aspetto è la crisi eco-nomica, che non sembra prossima adesaurirsi, ed incide sulla vita di tutti,anche dei più piccoli: oggi un bambinosu quattro è a rischio di povertà.Queste tre tendenze, con le loro modi-ficazioni, generano fattori di rischio neiprocessi di crescita, che si traduconoin nuove forme di disagio, le cui mani-festazioni nuove e più evidenti sono laviolenza intrafamiliare, il bullismo, unuso distorto della sessualità. In que-sto…mare tempestoso, però, chi nonaffoga impara a nuotare. Sintetizza ilpresidente di Telefono Azzurro, ErnestoCaffo: «D’altro canto, i ragazzi hannoacquisito potenzialità e competenzeinimmaginabili fino a 10 anni fa, comemostrano i dati relativi alla padronanzadelle nuove tecnologie, rispetto allequali i ragazzi sono sempre più espertie autonomi, anche nella gestione deirischi».L’immigrazione e la difficile integrazionesono fenomeni con i quali fare i conti.Se i bambini sono prevalentementecuriosi circa la presenza di coetaneistranieri, tra gli adolescenti cresconoindifferenza, odio e disprezzo, gli ultimidue sentimenti quintuplicati nel giro disoli 3 anni (2004-2006). Problema darisolvere alla svelta, visto che solo il

35,6% dei bambini indicava nel 2008 dinon avere stranieri in classe.I miti di riferimento dei maschi conti-nuano ad essere le star dello spettaco-lo e i campioni dello sport, per le fem-mine le show-girl come BelenRodriguez. Per fortuna almeno il 25% èsaldo nell’affermare di non voler asso-migliare ad altri che a se stesso.Prevalgono in sostanza i fattori dirischio. L’Italia detiene il primato nega-tivo dell’età più bassa del primo con-tatto con l’alcool. L’età media è di 12anni e mezzo, mentre si diffonde ilcosiddetto Binge drinking, ossia lamoda del bere compulsivo fino allostordimento. Droghe leggere, cocainae altre sostanze chimiche sono le pro-tagoniste dei momenti di vita collettiva.Il bullismo non è più solo maschile,essendo in crescita quello femminile. Il quadro di insieme fornito da Eurispese Telefono Azzurro chiama in causa lepolitiche pubbliche giovanili e quelle disostegno alle famiglie, o meglio l’as-senza e/o insufficienza di tali politiche. «Alla luce di questi dati – la conclusio-ne è di Ernesto Caffo – è indispensabi-le che le istituzioni intervengono tem-pestivamente con azioni in grado divalorizzare le nuove potenzialità deiragazzi, stimolandone la partecipazio-ne attiva nella ricerca di soluzioni. Allostesso tempo le istituzioni devono farsipromotrici di interventi specifici sia sulpiano normativo e della prevenzione,per aiutare bambini, adolescenti efamiglie che dispongono di minoririsorse e si trovano a vivere condizionidi disagio». Le soluzioni però nonriguardano solo le istituzioni. «Le vec-chie e nuove forme di disagio possonoessere affrontate e risolte – è l’appellodi Caffo – solo con processi di respon-sabilità condivisa che prevedano l’im-pegno coordinato di istituzioni, terzosettore e mondo aziendale».

(Una robusta sintesi del Dossier puòessere scaricata su www.azzurro.it ewww.eurispes.it )

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Il libro d’oro delle manifestazioninazionali ha iscritto tra le sue paginepiù belle la Maratona in Terra Santa,

arrivata alla VII edizione, assumendonell’occasione il nome di “Giochi perla Pace Giovanni Paolo II”. Uno sforzoche diventa sempre più significativoproprio perché in quei luoghi la viadella pace si fa sempre più imperviaed ha sempre più bisogno di gesti dirottura, di provocazioni forti capaci discuotere le coscienze. E come nondefinire in termini di “provocazione” lasfida lanciata dal CSI il 23-26 aprile,considerando che per la prima voltaanche cinque atleti israeliani sonostati fatti entrare a Betlemme, consen-tendo loro di partire al fianco dei col-leghi palestinesi ed italiani per lamaratona? Provocazione è statacostringere il check-point ad aprirsisenza eccezioni per tutti i 700 tra pel-legrini e partecipanti all’evento, oancora il triangolare di pallavolo Italia,Israele e Palestina organizzato davan-ti al check-point, sul piazzale che divi-de i due territori. A correre sono stati

poi in 400, e tra di essi il numero unodello sport nazionale, GiovanniPetrucci, grandi atleti, un maratonetascalzo, sportivi appassionati del Csi edelle Federazioni Pallavolo e Nuoto, etanta gente comune.

Al ritorno in Italia il presidente del CSI,Achini, ha commentato così l’avventu-ra della maratona: «In fatto di centi-metri Israele e Palestina sono più chevicini. A separarli sono solo un paio dimetri, tanto è largo l’orribile muro che

JPII GAMES 2010

Per il settimo anno consecutivo il CSI ha organizzato la maratona per la pace inTerrasanta, nonostante le difficoltà crescenti poste da una situazione di conflitto chenon sembra concedere immediate vie di uscita. Lanciati i “Giochi Giovanni Paolo IIper la pace”. Intanto già si lavora all’edizione del 2011.

di Felice Alborghetti

Un impegno di speranza

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... Petrucci«Un messaggio forte» Lo sport in queste circostanze può fare poco, eppureanche tanto, per il suo messaggio che arriva dove tal-volta non arriva quello della politica. Siamo fieri ed orgo-gliosi di mettere questi piccoli granelli di speranza. Eroqui 7 anni fa e sono felice di vedere oggi una partecipa-zione più massiccia di tutto lo sport italiano.

Magri«Il volley che unisce» A Gerusalemme si sperimenta di tutto ed anche questapartita di pallavolo ha ottenuto il risultato di avvicinare leragazze e di mescolarle. Una rete che non ha diviso maunito. Davvero una bella iniziativa, questa del Csi;un’esperienza profonda. Oggi ho grande orgoglio diaver portato qui la squadra.

Lixey«La pace chiama pace» Storica e commovente è stata la novità della partita divolley al check point. Sono grato al Csi per non essersiaccontentato di una formula standardizzata ma di averaggiunto sempre nuovi elementi sportivi. La partita miha fatto ricordare come Gesù ci invita a diventare bam-bini per entrare nei regni dei cieli, dove regna la pace,per avere la pace.

Zorzi«Il senso della fatica» Dalla prima chiamata del Csi non sono mai mancato aquesto appuntamento. Confesso che al ritmo di que-st’anno è stata la maratona più impegnativa. Bello avercorso senza alcun blocco al check point. Ho faticato ead un tratto avevo le gambe stanche. Ho pensato che ilpellegrinaggio è anche fatica, un vero ritorno alle origi-ni.

“divide” il confine e che si incontraandando da Gerusalemme a Betlemme.Le cose, però, stanno così solo aritmeti-camente: in termini reali quel muromostra tutta la distanza abissale chesegna la vita quotidiana delle due comu-nità: code al check-point, mitra spianati,tensione che si respira nell’aria. È unasituazione che ormai ha alle spalle anni di

storia, ma la cosa peggiore è che diven-ta difficile immaginare vie d’uscita abreve: la pace, quella vera, resta unsogno. Il CSI insisterà in questa sua pro-posta. Lo sport non può risolvere proble-mi che competono a quanti hanno laresponsabilità politica di governare queiPaesi e alla comunità internazionale.Esso, però, può lasciare piccoli segni

che hanno grande valore. Ecco perchétorneremo in Terra Santa anche l’annoprossimo. Stiamo già lavorando per coin-volgere un numero maggiore diFederazioni e di sport, e per fare parteci-pare anche ragazzi provenienti dalla stri-scia di Gaza».

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Nel nome di Paolo (Santarelli), diGiacomo (Piermarini) e diDavide (Tisato) arriva il triplete

gialloblu. Al triplice fischio dell’arbitroAmedeo Magnani, direttore della fina-lissima, la trinità del RedemptorisMater - allenatore, assistman e capi-tano goleador – festeggia il terzo tito-lo clericale. È il 29 maggio 2010all’Oratorio San Pietro in Roma e l’epilogo del quarto campionato di cal-cio vaticano, promosso dal CSI, rac-conta, sette giorni dopo il mitico tri-plete interista al Bernabeu di Madrid,la terza non scontata affermazione deiseminaristi del Red Mat. Come lo scorso anno in finale, ilmatch si è risolto su corner 1-0 (retedi capitan Tisato, su passaggio diPermarini) a favore dei giallobù, cam-pioni Clericus Cup anche nel 2007 enel 2009 (dominio interrotto nel 2008dal Mater Ecclesiae). L’undici di misterPaolo Santarelli ha superato la regularseason a punteggio pieno (7 vittoriesu 7 partite disputate); quindi la

Gregoriana, nei quarti nella partitadella contestatissima rete del vantag-gio del 3-2 finale. In semifinale, inve-ce, il Red Mat ha avuto bisogno deitempi supplementari per domare 2-1 ilCollegio Brasiliano, dimostrandoancora una volta grande compattezzae intelligenza tattica. La Selecao bra-siliana trionfa invece nella finalina.Netto 6-1 sui Guanelliani con sestina

di Joao Kalevski, incoronato al termi-ne del torneo con la stola del sacer-dote capocannoniere. Presenti, comein ogni finale, i due rettori dei semina-ri: Mons. Claudiano Strazzari(Redemptoris Mater), alla sua quartafinale consecutiva, grazie ai talenti delseminario mariano e Mons. JamesChecchio rettore del North AmericanCollege, al Gianicolo.

CLERICUS CUP

I Neocatecumenali alzano per la terza volta la Coppa colSaturno. Battuti, come nel 2009, i North AmericanMartyrs. Stessa finale, stesso score (1-0), stessogoleador (capitan Tisato). Agli statunitensi non basta ilsostegno dei loro angeli custodi: Superman, Spiderman,Batman e Robin. I SuperMartyrs vincono la “stola” dellamiglior tifoseria. Storico bronzo per il Brasile clericale.Joao Kalevski con 6 gol nella sola finale per il terzoposto, trionfa nella classifica dei bomber, con 11 reti.

di Felice Alborghetti

RedempoTRISMater

Davide Tisato esulta dopo il gol che vale la terza Clericus per il Red Mat

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I SuperMartyrs, migliori sostenitori Argento per i North American Martyrs,la squadra nordamericana arrivata infinale avendo perso solo due partitedurante il girone di qualificazione: unacon il Collegio Polacco, che li ha bat-tuti ai rigori per 7-5 e l’altra propriocontro il Redemptoris Mater, che li hasuperati di misura sempre per 1-0 il17 aprile. Nordamericani atleti nonfacili alla resa: hanno dimostrato infat-ti un’efficace preparazione atletica neiquarti di finale contro il SedesSapientiae, battuto con un perentorio3-0, e in semifinale contro iGuanelliani, superati con il punteggioaltrettanto sonoro di 2-0. D’oro inveceil super tifo dei Supermartyrs:Spiderman, Batman e Robin, UncleSam, King Kong, Elvis Presley,Capitan America, il comandantedell’Enterprise di Star Trek, JamesKirk, la banana Miss Chiquita. Unavera e propria squadra di supereroi hanel corso del torneo sostenuto DavidSantos & Co. dalle tribune.

Un campionato multietnico Nel 2010 si è confermata l’internazio-nalità della Clericus Cup: con i 373giocatori partecipanti sono stati rap-presentati tutti i cinque continenti delpianeta, per un totale di 65 nazioni.Rispetto alla scorsa edizione sonodiminuiti gli italiani (45), che in numerosono stati superati dai calciatori delMessico (49). A seguire Brasile (24) eUsa (21). Tra gli atleti della ClericusCup 2010 anche 4 giocatori di Haiti, 1libanese, 1 maltese, 1 panamense, 1vietnamita, 1 giocatore del Lesotho,paese nel cuore del Sudafrica, che agiugno ha ospitato i Mondiali di calcio.I giocatori delle quattro squadre finali-ste del campionato di calcio vaticanoprovengono da 19 Nazioni (Italia,Brasile e Usa le più rappresentate).

Il torneo 2010: le protagonisteLa Clericus Cup ha seguito anchequest’anno una formula ormai collau-data: due gironi di qualificazione,composti ciascuno da 8 squadre, par-tite giocate ogni sabato e domenicadal 20 febbraio fino al 25 aprile, inter-rotte, ovviamente, nella domenicadelle Palme e dalla settimana diPasqua. Nel girone A hanno figuratoRedemptoris Mater (due scudetti nel2009 e nel 2007), CollegioSant’Anselmo, Pontificio SeminarioGallico, Anglo-Celtic Colleges United,Collegio Brasiliano, Pontificio Collegio

San Paolo, Istituto Polacco e i NorthAmerican Martyrs. Del girone B hannofatto parte Mater Ecclesiae (campionenel 2008), Collegio Messicano,Seminario Romano Maggiore,Guanelliani, Sedes Sapientiae,Pontificio Collegio Urbano, CollegioPio Latino Americano e PontificiaUniversità Gregoriana.

Gli sponsorMain sponsor della Clericus Cup 2010è A2A, azienda di vendita e distribu-zione di elettricità e gas. Le divise e ipalloni del campionato pontificio sonoforniti quest’anno da Macron, mentrefarmaci e strumenti di pronto soccor-so in campo sono stati messi a dispo-sizione dall’azienda farmaceuticaBouty. Accanto alla Clericus Cup cisaranno anche Cortesi srl (società ditrasporti e traslochi), Fondo Est(fondo di assistenza integrativa per isettori del terziario e del turismo) eGPA Wide Group (azienda operantenell’ambito assicurativo). Affezionataamica della Clericus Cup, è stata,ancora una volta, la redazione diSport 2000, il magazine sportivo diTv2000, la televisone della CEI: ognisabato pomeriggio in diretta risultati,classifiche, commenti e gol, nella tra-smissione condotta da GiampieroSpirito.

I “voli in paradiso” (gol realizzati) ei marcatoriNella quarta edizione della ClericusCup sono stati realizzati un totale di176 gol. Ben 158 nel corso dei gironidi qualificazione: con un netto prima-to del girone A, con 89 segnature,rispetto al girone B (69). Miglior realiz-zatore del torneo (archilleros in porto-ghese) è stato Joao Kalevski delCollegio Brasiliano sul trono dei bom-ber della Clericus Cup con undici reti.

Joao Kalevski, il bomber

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Miglior commiato alla Clericus Cupnon poteva esserci per uno degli indi-scussi protagonisti delle ultime trestagioni calcistiche disputate all’om-bra del Cupolone. Dietro di lui, a lungoin testa alla classifica, si piazza il gha-nese Anthony Naah, che ha segnato10 gol per il suo Sedes Sapientiae.Terza piazza per la stella paraguayanaSergio Gavilan attaccante deiGuanelliani, con 8 segnature.

Le beatitudini (i premi) Mons. Claudio Paganini, il presidentedella Clericus Cup, nell’anno sacerdo-tale, ha voluto omaggiare i calciatoricon un simbolo sportivamente presbi-teriale: la stola. Il riconoscimento per il miglior portie-re, va all’estremo difensore del SedesSapientiae, il 30enne camerunenseAlphonse Omgba: la sua porta è stataviolata solo 3 volte nel corso della sta-gione regolare. Premio come migliorallenatore del torneo a Jose BarbatoNeto del Collegio Brasiliano. Il mainsponsor A2A, compagnia elettricabresciano-milanese, ha consegnatopoi la targa-premio alla tifoseria deiMartyrs, per aver infuso energia aigiocatori in campo e per la sportivitàdimostrata anche nei confronti dellealtre squadre.

Le penitenze Nel corso della quarta edizione delcampionato di calcio per sacerdoti eseminaristi dei pontifici collegi romanigli arbitri del Csi hanno sventolato per80 volte il cartellino giallo, 2 volte ilrosso diretto, 3 volte il rosso persomma di ammonizioni e una solavolta il cartellino azzurro, novità dellaClericus Cup, che manda in panchinail giocatore per 5 minuti.

Le storie nella storia 2010Come sempre la Clericus Cup non èrimasta insensibile agli avvenimentidel tempo. Presentata come antipastovaticano ai Mondiali in Sudafrica, gra-zie al saluto beneaugurate inviato dalCardinal Napier, e alla preghiera uffi-ciale della World Cup, adottata cometesto per il terzo tempo finale, laClericus ha saputo attraversare la tra-gedia haitiana con le parole di speran-za dopo il primo gol caraibico del gial-lorosso Claudy’s La Rose. Quindi ilminuto di silenzio per le vittime delCile, con le squadre assai vicine aLeonel Torres, giocatore delRedmptoris Mater. Ancora è statotempo di Fiesta per la "Porra" mexica-na che cantava "cielito lindo" e lecoreografie delle hermanas sudameri-cane, in tribuna a tifare PioLatinoamericano e Sant’ Anselmo.

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“Promuovere lo sport per tutti.Benefici e strategie per il XXIsecolo”: con questo tema il

CIO ha organizzato alla metà di giugnoa Jyväskylä, in Finlandia, il XIIICongresso mondiale dello sport pertutti, raccogliendo gli interventi di deci-ne di rappresentanti dei comitati olimpi-ci e di esperti di istituzioni accademi-che.Va ricordato come la visione che il CIOha dello sport per tutti sia un po’ “elasti-ca”, forse anche vaga, essendo legataalla definizione datane nel 1994(Congresso del Centenario), secondocui lo sport per tutti consisterebbe in«qualsiasi forma di sport eccetto quellodi alto livello». In definitiva, promuoven-do lo sport per tutti il CIO intende pro-porre la massima diffusione della prati-ca sportiva, da rendere accessibile atutte le categorie sociali, senza distin-zione di sesso e di età. Tutti devonocooperare alla sua affermazione, anchei governi, in considerazione delle funzio-ni sociali e sanitarie che esso assicura achiunque. Ciò significa, alla fine, cheogni paese è libero di individuare i suoipropri modelli e le sue proprie vie alradicamento della pratica sportiva tra lacittadinanza, secondo necessità e pos-sibilità.Tale complessità si è ben vista aJyväskylä, dove gli interventi hannoriguardato allo stesso modo tanto le tat-tiche dello hockey su ghiaccio alleOlimpiadi invernali quanto lo sviluppo

dello sport scolastico come vivaio delfootball, tanto i limiti dell’allenamentogiovanile quanto l’infortunistica nel fit-ness, e ancora lo sport nei luoghi dilavoro finlandesi come nelle scuolecinesi, la politica sportiva in Franciacome l’influsso dei videogiochi sullapartecipazione sportiva dei giovaniamericani.Questi pochi esempi dei contenuti dellerelazioni presentate in Finlandia – ma sene potrebbero fare altre decine – evi-denziano come si tratti di esperienzeche hanno poco da comunicare l’unaall’altra. L’impressione è che nell’ap-proccio allo sport per tutti che si staimponendo prevalga la visione di un’at-tività orientata come HEPA (HealthEnhancing Physical Activity, attività fisi-ca per il miglioramento della salute) ocome potenziale vivaio per lo sportagonistico, mentre minore attenzione siconcentra sulle possibili valenze sociali.La voce del CSI, che a Jyväskylä hamesso all’ordine del giorno il tema del-l’intenzionalità educativa nella progetta-zione dello sport per tutti, è stata un’ec-cezione. La stessa sezione di discus-sione “Sport per tutti versus sport com-petitivo e di élite” ha tradito le promes-se, rivelandosi vuota di ragionamenti suquel “versus” e piuttosto improntata allosviluppo dei talenti agonistici.Molto ci sarebbe stato da ragionare,invece, proprio sul rapporto tra educa-zione e sport per tutti, per comprende-re meglio con quali modelli e con quali

azioni si può concretizzare la missioneeducativa presso i giovani, un missionela cui attualità e necessità sono statesottolineate negli ultimi anni – più volte -tanto dall’ONU quanto dall’UnioneEuropea. Guardando allo specifico dicasa nostra, si può sostenere senzatema di smentite che l’incrocio che vi èstato stabilito da tempo, almeno in lineateorica, tra sport per tutti e politichesociali ci pone in una posizione di avan-guardia nella ricerca di un più incisivoruolo sociale dello sport. Lo sforzo dacompiere ora riguarda il passaggio dallasperimentazione di pochi alla “istituzio-nalizzazione” da parte di molti. Negli ultimi mesi sembrano essersiaperte in Italia nuove prospettive allosport per tutti, con il ripetuto impegnodel presidente del CONI, GianniPetrucci, a favorirne lo sviluppo. Nelcorso del Consiglio Nazionale del 26giugno, il numero 1 del nostro sport haribadito: «Tra gli obiettivi principali diquesto quadriennio un’importanza par-ticolare riveste la promozione dellosport per tutti, in quanto la massima dif-fusione dell’attività sportiva nel paese,che rappresenta il fine istituzionale delConi prescritto dal legislatore, non puòessere intesa riduttivamente, ossia limi-tata all’attività sportiva agonistica di altolivello, ma deve necessariamenteriguardare tutti i cittadini di tutte le età,per l’esercizio di ogni tipo di attivitàmotoria e sportiva».

La Finlandia ha accolto, dal 14 al 17 giugno, il 13° Congresso mondiale dello sport pertutti, promosso dal Comitato Internazionale Olimpico. Le sessioni di lavoro, frequentateda esperti di ogni paese, hanno mostrato come l’argomento sia al centro dell’attenzioneovunque, ma con grandi differenze nelle strategie e negli strumenti adottati.

Sport per tutti: una sfida globale

Comitati olimpici a congresso

di Andrea De Pascalis