In questi giorni di sete cerchiamo un pozzo d’acqua da cui ... · di Toscana Oggi e della diocesi...

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Redazione: Via della Colonna 29 50121 Firenze tel. 055 277661 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Domenico Mugnaini Coordinatore diocesano Riccardo Bigi Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 15 marzo 2020 NOTIZIARIO DELLA DIOCESI DI FIRENZE In questi giorni di sete cerchiamo un pozzo d’acqua da cui attingere e tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». In questi giorni siamo tutti nella situazione in cui i nostri contatti sociali sono fortemente limitati, siamo alla ricerca di un senso alla nostra vita (quella quotidiana e quella nella sua interezza), una ricerca che ci porta nell’ora solitaria alla ricerca di un pozzo profondo a cui con fatica attingere. A quel pozzo, come accaduto alla Samaritana, ci attende Gesù che rivolge la richiesta: «Dammi da bere» (è la stessa richiesta che farà sulla croce: «Ho sete». Gv. 19,28). Mi stupisce Gesù che chiede a noi che stiamo cercando: tu chiedi a me? Ma intanto mi rendo conto della mia povertà e della mia sete e mi apro al dono che Dio ha in riserbo per me e che questo dono è proprio Lui, Gesù. Conoscerlo è diventare intimi con Lui e scoprire quanto ci conosce e ci ama. Il suo amore e la vita che ci dono sono una sorgente inesauribile che sazia la nostra sete. S « Nel fascicolo regionale a pagina 13 BRICIOLE della domenica di don Fulvio Capitani Messe senza popolo, chiese aperte alla preghiera «È il momento di dare solidarietà e fiducia» L’attribuzione: «Quel Crocifisso è un Donatello» Emergenza sanitaria, le indicazioni alle parrocchie l messaggio del cardinale Giuseppe Betori è arrivato ai parroci della Chiesa fiorentina fin dalle prime ore di domenica scorsa, subito dopo il Decreto emenato nella notte dal Governo: «invito tutti i sacerdoti ed i religiosi ad attenersi alle norme dell’ultimo decreto del governo emanato questa notte in cui, all’articolo 2, lettera v, vengono sospese le celebrazioni liturgiche e ogni altra funzione religiosa. Rimangano aperte le chiese per la preghira personale, garantendo la possibilità di mantenere la distanza di un metro tra i singoli fedeli». Una indicazione poi rafforzata dal Decreto emanato nella serata di lunedì, che ha reso ancor più stringenti le norme. Nel frattempo, l’arcivescovo aveva fatto arrivare ai sacerdoti anche un secondo messaggio, «per dare qualche indicazione sullo spirito con cui vivere questo momento e le disposizioni che provocano sofferenza a noi e alle nostre comunità». «Anzitutto - scrive Betori - vi faccio notare che il provvedimento governativo non esige la chiusura delle chiese. Al contrario, sembra in qualche modo indicare nella preghiera privata una strada per continuare a nutrire la vita spirituale. Invitiamo pertanto la gente a coltivare l’atteggiamento di adorazione di fronte a quella Eucaristia che non possiamo più celebrare insieme». I sacerdoti sono invitati anche a continuare a celebrare la Messa «senza popolo», con particolare intenzione in riferimento alla I dolorosa situazione dei nostri giorni. La mancata partecipazione alla Messa, spiega il cardinale, «è un grande sacrificio per noi cristiani» ma in questa situazione è anche un gesto di carità fraterna, come contributo che dobbiamo dare per evitare il diffondersi del contagio. In questa situazione, conclude l’arcivescovo, «dobbiamo invitare e aiutare tutti a dare spazio soprattutto nelle domeniche a un tempo maggiore dedicato alla meditazione della parola di Dio, alla preghiera personale, a momenti di vita interiore, che ci aiutino ad affrontare la prova del presente». Della situazione legata al coronavirus, Betori ha parlato anche in una intervista video sul sito di Toscana Oggi: «È importante - ha detto - sostenere la gente che ha bisogno di serenità, di fiducia e di solidarietà. Solidarietà che si esprime sia nel non creare problemi che possano accrescere la diffusione del virus, sia nel sostenere con la preghiera e con l’amicizia le persone che stanno subendo difficoltà». L’ultimo messaggio è di fiducia: «La storia dell’umanità ha visto passare tante calamità, eppure l’umanità trova, soprattutto se sorretta dalla fede, la forza per poter risorgere. Dobbiamo aver fiducia nei doni che il Signore ha fatto all’uomo, e che da questi doni l’uomo saprà trarre la forza per superare anche questa criticità». LA CERIMONIA Un esempio di come la fede cristiana diventa testimonianza civica Una strada per Monna Tessa, modello di cura dei malati ulle colline di Careggi, il tratto di strada che inizia da via Caccia- guida e copre il proseguimento di via della Quiete d’ora in poi si chia- merà via Monna Tessa, in onore della fondatrice delle suore Oblate Ospedaliere, considerata la madre spirituale dell’Ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze. La sua inter- cessione infatti è stata fondamentale per la fondazione dell’ospedale fiorentino: fu grazie a lei che Folco Por- tinari acquisì i terreni annessi alla chiesa di Sant’Egidio per costruirci un luogo di cura. Dopo la fondazione, Monna Tessa proseguì nel suo im- pegno di assistere i malati ricoverati. La cerimonia di intitolazione si è svolta la mattina del 6 marzo, alla pre- senza della vicesindaca Cristina Giachi, del cardinale Giuseppe Betori e dei membri dell’ordine francescano secolare e delle suore Oblate Ospe- daliere. «Una donna straordinaria - ha detto la vicesindaca e assessora alla toponomastica Cristina Giachi aprendo la cerimonia - che non sol- tanto dedicò tutta la sua vita al prossimo, ma fece ciò che fa il bene quando è vero bene, cioè produsse un frutto straordinario: la fondazio- ne di un ospedale, oltreché di un ordine monacale, e il radunare intorno a sé altre donne dedicate e votate ad aiutare i malati. Un segno tangibile, un ospedale che è il più antico della nostra città». La vicesindaca ha sot- tolineato come ricordare Monna Tessa sia importante nel difficile mo- mento attuale «in cui ci accorgiamo di quanto è fragile la nostra idea di star bene e quanto bisogno c’è di chi si occupa degli ammalati». Una grande soddisfazione per Alvaro Ringressi, dell’Ordine Francescano Se- colare. È stato lui a volere questo riconoscimento, dopo aver sentito un’operatrice sanitaria affermare di non sapere come erano nati gli ospedali. «Il lavoro di Monna Tes- sa nasce dal gesto, che un tempo era comune, di occuparsi del vici- no ammalato e solo», gesto che ha poi portato a un progetto ben più grande: «il primo ospedale moderno, in cui i medici visitavano regolarmente i malati». «Se Folco Portinari è stata la dinamite, la forza che ha costruito l’ospedale di Santa Maria Nuova - ha continuato Ringressi, che aveva lanciato la proposta attraver- so le pagine di Toscana Oggi - Monna Tessa è stata l’innesco, quell’umile piccolo detonatore senza cui l’esplosivo resta inerte». Presente anche padre Valerio Mauro, ministro provinciale dei frati cap- puccini: «tutto questo che ricordiamo e che stiamo ancora vivendo è un’espressione di come la fede cristiana, quando è vissuta realmente in pienezza, non rimane mai qualcosa di chiuso, ma si apre a una testimo- nianza che coinvolge la vita sociale e civica del luogo in cui questa fede viene vissuta. Questo è un invito a partecipare alla vita pubblica come cittadini, come credenti, nel rispetto di ogni pensiero e nella volontà di condividere anche il nostro operare». Hanno chiuso la serie di interven- ti i ringraziamenti di suor Franca, madre generale delle Oblate ospeda- liere e l’intervento di Cristiano Balli, presidente del Quartiere 5, che ha invitato a «continuare a lasciare segni di bene nel nostro quartiere e nel- la città». La cerimonia si è conclusa con i ringraziamenti e la benedizio- ne dell’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori. Serena Rubini S La storia: la tata di Beatrice, fondatrice delle Oblate Nel fascicolo regionale a pag. 16 Il comunicato dei vescovi toscani: un sacrificio per il bene di tutti Fascicolo regionale a pagina 3 Le meditazioni quaresimali del cardinale vanno online ono sospesi, a seguito del nuovo Decreto emanato dal Governo, gli incontri di «lectio biblica» del cardinale Giuseppe Betori, accompagnati dalla musica, nei giovedì di Quaresima. Al posto degli incontri in battistero, l’arcivescovo proporrà delle brevi meditazioni quaresimali sulla Passione secondo Matteo, il brano del Vangelo che sarà letto nella domenica delle Palme. Per quattro giovedì, dal 12 marzo al 2 aprile le meditazioni saranno trasmesse alle 18 su internet attraverso i siti di Toscana Oggi e della diocesi di Firenze e sulle frequenze di Radio Toscana alle 19,30. L’Opera di Santa Maria del Fiore intanto ha comunicato che il complesso monumentale della Cattedrale (duomo, cupola, campanile di Giotto, cripta di Santa Reparata, battistero e museo) rimarrà chiuso al pubblico fino al 3 aprile. Per quanto riguarda la cattedrale, sarà garantito l’ingresso ai fedeli per le preghiere secondo le norme di sicurezza. Sono al momento annullati anche tutti gli eventi previsti fino al 3 aprile nel complesso monumentale di Santa Maria del Fiore. S SANT’ANGELO A LEGNAIA Il messaggio del cardinale Betori affisso sul portone di una chiesa, domenica scorsa

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Page 1: In questi giorni di sete cerchiamo un pozzo d’acqua da cui ... · di Toscana Oggi e della diocesi di Firenze e sulle frequenze di Radio Toscana alle 19,30. L’Opera di Santa Maria

Redazione: Via della Colonna 2950121 Firenzetel. 055 [email protected]

Notiziario localeDirettore responsabileDomenico Mugnaini

Coordinatore diocesanoRiccardo Bigi

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

15 marzo 2020

NOTIZIARIO DELLA DIOCESI DI FIRENZE

In questi giorni di sete cerchiamoun pozzo d’acqua da cui attingere

e tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tuavresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». In questi giorni

siamo tutti nella situazione in cui i nostri contatti sociali sono fortemente limitati,siamo alla ricerca di un senso alla nostra vita (quella quotidiana e quella nella suainterezza), una ricerca che ci porta nell’ora solitaria alla ricerca di un pozzoprofondo a cui con fatica attingere.A quel pozzo, come accaduto alla Samaritana, ci attende Gesù che rivolge larichiesta: «Dammi da bere» (è la stessa richiesta che farà sulla croce: «Ho sete».Gv. 19,28). Mi stupisce Gesù che chiede a noi che stiamo cercando: tu chiedi ame? Ma intanto mi rendo conto della mia povertà e della mia sete e mi apro aldono che Dio ha in riserbo per me e che questo dono è proprio Lui, Gesù.Conoscerlo è diventare intimi con Lui e scoprire quanto ci conosce e ci ama. Il suoamore e la vita che ci dono sono una sorgente inesauribile che sazia la nostra sete.

Nel fascicolo regionale a pagina 13

BRICIOLEdella domenica

di don Fulvio Capitani

Messe senza popolo,chiese aperte alla preghiera«È il momento di daresolidarietà e fiducia»

L’attribuzione:«Quel Crocifisso è un Donatello»

Emergenza sanitaria, le indicazioni alle parrocchie

l messaggio del cardinale Giuseppe Betori èarrivato ai parroci della Chiesa fiorentina findalle prime ore di domenica scorsa, subitodopo il Decreto emenato nella notte dal

Governo: «invito tutti i sacerdoti ed i religiosi adattenersi alle norme dell’ultimo decreto delgoverno emanato questa notte in cui, all’articolo2, lettera v, vengono sospese le celebrazioniliturgiche e ogni altra funzione religiosa.Rimangano aperte le chiese per la preghirapersonale, garantendo la possibilità di mantenerela distanza di un metro tra i singoli fedeli». Unaindicazione poi rafforzata dal Decreto emanatonella serata di lunedì, che ha reso ancor piùstringenti le norme.Nel frattempo, l’arcivescovo aveva fatto arrivare aisacerdoti anche un secondo messaggio, «per darequalche indicazione sullo spirito con cui viverequesto momento e le disposizioni che provocanosofferenza a noi e alle nostre comunità».«Anzitutto - scrive Betori - vi faccio notare che ilprovvedimento governativo non esige la chiusuradelle chiese. Al contrario, sembra in qualchemodo indicare nella preghiera privata una stradaper continuare a nutrire la vita spirituale.Invitiamo pertanto la gente a coltivarel’atteggiamento di adorazione di fronte a quellaEucaristia che non possiamo più celebrareinsieme».I sacerdoti sono invitati anche a continuare acelebrare la Messa «senza popolo», conparticolare intenzione in riferimento alla

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dolorosa situazione dei nostri giorni.La mancata partecipazione alla Messa, spiega ilcardinale, «è un grande sacrificio per noicristiani» ma in questa situazione è anche ungesto di carità fraterna, come contributo chedobbiamo dare per evitare il diffondersi delcontagio. In questa situazione, concludel’arcivescovo, «dobbiamo invitare e aiutare tutti adare spazio soprattutto nelle domeniche a untempo maggiore dedicato alla meditazione dellaparola di Dio, alla preghiera personale, amomenti di vita interiore, che ci aiutino adaffrontare la prova del presente».Della situazione legata al coronavirus, Betori haparlato anche in una intervista video sul sito diToscana Oggi: «È importante - ha detto -sostenere la gente che ha bisogno di serenità, difiducia e di solidarietà. Solidarietà che si esprimesia nel non creare problemi che possano

accrescere la diffusione del virus, sia nel sostenerecon la preghiera e con l’amicizia le persone chestanno subendo difficoltà». L’ultimo messaggio è di fiducia: «La storiadell’umanità ha visto passare tante calamità,

eppure l’umanità trova, soprattutto se sorrettadalla fede, la forza per poter risorgere. Dobbiamoaver fiducia nei doni che il Signore ha fattoall’uomo, e che da questi doni l’uomo sapràtrarre la forza per superare anche questa criticità».

■ LA CERIMONIA Un esempio di come la fede cristiana diventa testimonianza civica

Una strada per Monna Tessa, modello di cura dei malatiulle colline di Careggi, il tratto distrada che inizia da via Caccia-

guida e copre il proseguimento divia della Quiete d’ora in poi si chia-merà via Monna Tessa, in onoredella fondatrice delle suore OblateOspedaliere, considerata la madrespirituale dell’Ospedale di SantaMaria Nuova di Firenze. La sua inter-cessione infatti è stata fondamentaleper la fondazione dell’ospedale fiorentino: fu grazie a lei che Folco Por-tinari acquisì i terreni annessi alla chiesa di Sant’Egidio per costruirci unluogo di cura. Dopo la fondazione, Monna Tessa proseguì nel suo im-pegno di assistere i malati ricoverati. La cerimonia di intitolazione si è svolta la mattina del 6 marzo, alla pre-senza della vicesindaca Cristina Giachi, del cardinale Giuseppe Betori edei membri dell’ordine francescano secolare e delle suore Oblate Ospe-daliere. «Una donna straordinaria - ha detto la vicesindaca e assessoraalla toponomastica Cristina Giachi aprendo la cerimonia - che non sol-tanto dedicò tutta la sua vita al prossimo, ma fece ciò che fa il benequando è vero bene, cioè produsse un frutto straordinario: la fondazio-ne di un ospedale, oltreché di un ordine monacale, e il radunare intornoa sé altre donne dedicate e votate ad aiutare i malati. Un segno tangibile,un ospedale che è il più antico della nostra città». La vicesindaca ha sot-tolineato come ricordare Monna Tessa sia importante nel difficile mo-mento attuale «in cui ci accorgiamo di quanto è fragile la nostra idea distar bene e quanto bisogno c’è di chi si occupa degli ammalati». Unagrande soddisfazione per Alvaro Ringressi, dell’Ordine Francescano Se-

colare. È stato lui a volere questoriconoscimento, dopo aver sentitoun’operatrice sanitaria affermaredi non sapere come erano nati gliospedali. «Il lavoro di Monna Tes-sa nasce dal gesto, che un tempoera comune, di occuparsi del vici-no ammalato e solo», gesto che ha

poi portato a un progetto ben più grande: «il primo ospedale moderno,in cui i medici visitavano regolarmente i malati». «Se Folco Portinari èstata la dinamite, la forza che ha costruito l’ospedale di Santa MariaNuova - ha continuato Ringressi, che aveva lanciato la proposta attraver-so le pagine di Toscana Oggi - Monna Tessa è stata l’innesco, quell’umilepiccolo detonatore senza cui l’esplosivo resta inerte». Presente anche padre Valerio Mauro, ministro provinciale dei frati cap-puccini: «tutto questo che ricordiamo e che stiamo ancora vivendo èun’espressione di come la fede cristiana, quando è vissuta realmente inpienezza, non rimane mai qualcosa di chiuso, ma si apre a una testimo-nianza che coinvolge la vita sociale e civica del luogo in cui questa fedeviene vissuta. Questo è un invito a partecipare alla vita pubblica comecittadini, come credenti, nel rispetto di ogni pensiero e nella volontà dicondividere anche il nostro operare». Hanno chiuso la serie di interven-ti i ringraziamenti di suor Franca, madre generale delle Oblate ospeda-liere e l’intervento di Cristiano Balli, presidente del Quartiere 5, che hainvitato a «continuare a lasciare segni di bene nel nostro quartiere e nel-la città». La cerimonia si è conclusa con i ringraziamenti e la benedizio-ne dell’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori.

Serena Rubini

S La storia: la tata di Beatrice,fondatrice delle Oblate

Nel fascicolo regionale a pag. 16

Il comunicato dei vescovi toscani:un sacrificioper il bene di tutti

Fascicolo regionale a pagina 3Le meditazioni quaresimali del cardinale vanno online

ono sospesi, a seguito del nuovo Decreto emanato dal Governo, gli incontri di «lectio biblica» delcardinale Giuseppe Betori, accompagnati dalla musica, nei giovedì di Quaresima.

Al posto degli incontri in battistero, l’arcivescovo proporrà delle brevi meditazioni quaresimali sullaPassione secondo Matteo, il brano del Vangelo che sarà letto nella domenica delle Palme. Per quattrogiovedì, dal 12 marzo al 2 aprile le meditazioni saranno trasmesse alle 18 su internet attraverso i sitidi Toscana Oggi e della diocesi di Firenze e sulle frequenze di Radio Toscana alle 19,30.L’Opera di Santa Maria del Fiore intanto ha comunicato che il complesso monumentale dellaCattedrale (duomo, cupola, campanile di Giotto, cripta di Santa Reparata, battistero e museo) rimarràchiuso al pubblico fino al 3 aprile. Per quanto riguarda la cattedrale, sarà garantito l’ingresso ai fedeliper le preghiere secondo le norme di sicurezza. Sono al momento annullati anche tutti gli eventiprevisti fino al 3 aprile nel complesso monumentale di Santa Maria del Fiore.

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■ SANT’ANGELO A LEGNAIA

Il messaggio del cardinaleBetori affisso sul portone di

una chiesa, domenica scorsa

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TOSCANA OGGI15 marzo 2020II FIRENZE

DI ALESSANDRA AZZARRI

allo scorso otto marzo iparroci della diocesi diFirenze, su invito delcardinale arcivescovo

Giuseppe Betori e nel rispettodelle norme del Governo inquesto periodo di emergenza,hanno sospeso tutte lecelebrazioni liturgiche e ogni altrafunzione religiosa conpartecipazione di popolo, equindi anche la celebrazionepubblica della Santa Messa,sebbene le chiese rimanganoaperte per permettere la preghieraindividuale. Prima di questa nuovadisposizione nelle chiese delladiocesi fiorentina erano già stateadottate diverse misureprecauzionali. «Già dal 25febbraio - spiega don BledarXhuli, parroco di S. Maria aCampi Bisenzio - in base alleindicazioni dei vescovi dellaToscana e delle autorità civili,avevamo svuotato leacquasantiere, evitato il gesto discambio della pace nellecelebrazioni liturgiche, distribuitola Santa Comunioneesclusivamente sulla mano,adottato precauzioni nellaconfessione e nei contattipersonali. In seguito, seguendo lenuove disposizioni del cardinaleGiuseppe Betori, in chiesaavevamo spostato le panche etolto tutte le sedie, in modo dapermettere ai fedeli di mantenerela distanza di un metro, avevamosospeso il catechismo, l’oratorio,il doposcuola e dispensato dalprecetto della messa domenicalele persone anziane e malate.Adesso metteremo in atto lenuove disposizioni, seguendo la

regola evangelica della semplicitàe della prudenza che ci ha guidaticome comunità fino ad oggi». «Ringraziamo i vescovi e ilcardinale Betori per questeindicazioni - continua don Bledar- fondamentali per il bene di tutti.Dobbiamo ascoltarli e seguirescrupolosamente le regole che cisuggeriscono perché Dio ci parlaattraverso loro. Dobbiamo farloper noi stessi e per le persone più

deboli, più fragili e indifese chehanno bisogno di aiuto e dirispetto». In un comunicato rivolto ai suoiparrocchiani don Bledar hascritto: «Nella messa e nellapreghiera affido tutta la comunitàparrocchiale alla protezione dellamamma celeste, la Beata VergineMaria Assunta, patrona dellanostra parrocchia e alla potenteintercessione di San Rocco, nostro

co-patrono. Sotto la tuaprotezione cerchiamo rifugio,Santa Madre di Dio: nondisprezzare le suppliche di noiche siamo nella prova, e liberacida ogni pericolo, o Verginegloriosa e benedetta. Custodisci, oSignore, il tuo popolo, conassidua protezione e amore, e, peri meriti del beato Rocco, difendiloda ogni contagio dell’anima e delcorpo. Per Cristo nostro Signore».

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VitaDIOCESANA

Sospesa la visita pastoralea Bagno a Ripoli

arcivescovo di Firenze, card.Giuseppe Betori, annuncia che ha

deciso di interrompere la visitapastorale nelle parrocchie del Vicariatodi Antella-Ripoli-Impruneta, secondoil calendario che la prevedeva da qui ametà giugno, e auspica di poterlariprendere, se non prima, a settembre.Lo afferma una nota dell’arcidiocesi, incui si spiega anche che l’arcivescovo«invita i sacerdoti e le comunitàparrocchiali ad accogliere fedelmentecon fiducia le disposizioni che sonostate comunicate dalla ConferenzaEpiscopale Italiana e dai vescovi dellaToscana per arginare il rischio delcontagio del Coronavirus».

Centenario Chiara Lubichevento rinviato a ottobre

evento «Chiara Lubich, donna deldialogo e dell’unità» promosso dal

Movimento dei Focolari e patrocinatodal Comune di Firenze e dalla RegioneToscana, previsto per il 14 marzo inPalazzo Vecchio a Firenze, è rinviato adomenica 25 ottobre. Il convegnovuole celebrare in Toscana i cento annidalla nascita di Chiara Lubich,fondatrice del Movimento dei Focolarie figura carismatica del XX secolo.Nella Chiesa, lei - donna e laica – haproposto temi e aperture riprese piùtardi dal Vaticano II; ha rispettato lavita e ha ricercato il senso del dolore;ha tracciato una via di santità religiosae civile praticabile da chiunque, nonriservata a pochi eletti. Nella societàmondializzata, ha saputo indicare lavia della fraternità universale quandoancora nessuno parlava di dialogo traciviltà.Non un convegno per ricordarla connostalgia ma per incontrarla oggi, avent’anni dalla cittadinanza onorariaconferitale dalla città di Firenze. Inquesta città che ha visto la nascita delCentro internazionale studenti«Giorgio La Pira» (1978), per volontàdel cardinale Giovanni Benelli cheaffidò proprio a Chiara Lubich e aimembri del Movimento dei Focolari,l’animazione e la gestione di un’operache voleva dare una risposta al disagiosociale vissuto da molti studentiuniversitari internazionali.

Rimandato l’incontrosulla Settimana sociale

stato rimandato l’incontro inpreparazione della Settimana

Sociale dei cattolici Italiani, che erastato previsto in arcivescovado per il30 marzo prossimo. Mauro Magatti,segretario del comitato scientificodelle Settimane sociali, avrebbedovuto presentare i Lineamenta invista dell’evento che si svolgerà aTaranto nel 2021.

Comunità di Gesùrinviato a data da destinarsil’incontro organizzato dalla

Comunità di Gesù previsto per sabato14 marzo con la teologa Serena Nocetisu «Abitare la fragilità nella Chiesa».Per info tel. 055 287905, www.comunitadigesufirenze.it

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La chiesa di San Mauro a Signa: anche se non possono essere celebrate Messe pubbliche,

le chiese restano aperte per la preghiera personale.A sinistra, il cartello affisso

nella chiesa della Sacra Famiglia, a Firenze

Salesiani di Firenze, saltata anche la celebrazione all’apertoche era stata organizzata nel cortile dell’oratorio

iente messa: la notizia è iniziata a circolare dalle 9.30 circa tra i gruppi whatsapp dellefamiglie della parrocchia della Sacra Famiglia domenica 8 marzo. Notizia anticipata, forse, da

qualche «chissà se la faranno davvero» dei parrocchiani il sabato sera. Doveva essere una messaparticolare, all’aperto nel cortile dell’oratorio per consentire la distanza interpersonale di unmetro e l’applicazione delle nuove norme dei vescovi toscani. Nulla da fare; «cercate di seguire lamessa alla televisione», il consiglio del parroco. La chiesa rimane aperta per la preghiera. Fuori,due grandi cartelli, davanti alle porte, spiegano i motivi delle mancate celebrazioni; dentro, icanti liturgici riempiono la chiesa per ricordare a chi entra che non è un giorno qualunque, èdomenica: suggeriscono di cantare ed esultare nonostante tutto. Poche persone si fermano apregare, la cesta della carità rimane a disposizione per chi volesse portare qualche generealimentare per i più poveri. Qualcuno non riceve la notizia in anticipo e si ferma attonito davantiai nuovi cartelli. «Se venivamo ieri sera la trovavamo la messa» commenta qualcuno dispiaciuto.Anche l’oratorio rimane chiuso, si decide di non aprire nemmeno il cortile: «non ci è possibile farrispettare la regola del metro di distanza», spiegano i salesiani.

I. F.

Signa, il suono delle campane non si ferma:nelle chiese si continua a pregare

e campane erano suonate regolarmente. A San Mauro per annunciare la Messa delle 10.30, aSigna per quella delle 11. E, invece, quel suono è rimasto «strozzato» nei pensieri di chi si

apprestava - o lo aveva già fatto - a recarsi in chiesa per la celebrazione liturgica. In tanti ignari delfatto che il decreto firmato nella notte dal presidente del Consiglio dei ministri, in materia diCoronavirus, avesse di fatto bloccato, anzi sospeso tutto fino al 3 aprile. Comprese appunto leMesse, come confermato dalla e-mail che il cardinale Betori aveva inviato a tutti i parroci delladiocesi di prima mattina. E così, dopo il primo stupore, qualcuno ha iniziato a pregare singolarmente, altri hanno recitatoil Rosario, a debita distanza l’uno dall’altro. In un clima surreale, con le panche vuote e ildesiderio di tornare presto alla normalità. Poco spazio alla tecnologia, come è successo per esempio in altre parrocchie, l’invito però a nondimenticare la preghiera, quella che sicuramente «aiuta» di più . E anche sui social non è mancatoil dibattito, fra chi chiedeva e si chiedeva «perché si sospendono le Messe ma circolano gliautobus, i treni, sono aperti i centri commerciali, i bar, i ristoranti». Poi, in serata, il nuovo messaggio del cardinale Betori, con cui ha ripetuto che «il provvedimentogovernativo non esige la chiusura delle chiese. Al contrario, sembra in qualche modo indicarenella preghiera privata una strada per continuare a nutrire la vita spirituale. Invitiamo pertanto lagente a coltivare l’atteggiamento di adorazione di fronte a quella Eucaristia che non possiamo piùcelebrare insieme». E, anche se idealmente, le campane sono tornate a suonare.

Pier Francesco Nesti

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Quella «strana» domenica senza MessaIl disagio dei parroci, l’invito alla preghieraDon Bledar (Santa Maria a Campi):«Ringraziamo il vescovoper le sue indicazioni.Seguiamo la regola evangelica della prudenza»

CORONAVIRUSl’ EMERGENZA

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TOSCANA OGGI15 marzo 2020

Dianora e le sue amiche,una rete di solidarietàper aiutare gli anzianicon piccole commissionie spesa a domicilio

na catena risulta forte quanto lo è il suoanello più debole. Con un po’ di libertà,

potremmo quindi affermare che una societàrisulta forte tanto quanto lo è la sua attenzioneper i membri più svantaggiati. È questo lospirito con cui Dianora Guicciardini, insiemead alcune amiche, ha deciso di mettersi in giocoe di offrire il suo sostegno agli anziani, coloroche maggiormente subiscono gli effettidell’emergenza coronavirus. «L’idea è nata qualche giorno fa, tra amiche,durante la discussione sul decreto che invita lepersone a mantenere un metro di distanza l’unadall’altra» ha raccontato Dianora, 44 anni, dasempre attiva nel volontariato. «Abbiamo vistomolti anziani spaesati da questa situazione,quindi vogliamo offrire loro il nostro supporto.Se un anziano in zona Oltrarno, tra SantoSpirito e San Frediano, ne avesse bisogno, cioffriamo di andare a fare le commissioni adomicilio per lui: spesa, bollette, medicinali eprescrizioni in farmacia. Basta chiedere».Purtroppo, ha tenuto a precisare Dianora, sitratta soltanto di un servizio di consegna, «nonè possibile intrattenerci con le classiche duechiacchiere, perché a quel punto potremmoessere proprio noi a mettere a rischiol’anziano».A spingere Dianora e le sue amiche a dedicarsi aquesto «Deliveroo sociale» è stata la paura chemolti anziani passassero «tra le maglie» delquartiere e rimanessero in solitudine, senza chequalcuno ne fosse a conoscenza, anche perchénon pochi sono restii a chiedere aiuto. «Primaabbiamo provato con Facebook, senzasuccesso; quindi abbiamo deciso di effettuareun vero e proprio porta a porta nei bar e nellefarmacie dove ci conoscono, attività che hannomaggiormente il polso del quartiere quando sitratta di questo tipo di persone. L’importante èevitare che gli anziani siano costretti a lunghecode nei vari esercizi».Poiché Firenze, nelle difficoltà, dimostrasempre di avere un grande cuore, l’idea diDianora ha già oltrepassato i limitidell’Oltrarno: alcune persone l’hannocontattata perché desiderose di mettersi ancheloro a disposizione degli anziani del proprioquartiere, chiedendole consigli su come agire.C’è chi, addirittura, pur trovandosimomentaneamente in un’altra città per lavoro,ha segnalato due vicini di casa, marito e moglie,con più di 80 anni; dopo essere stati contattati, iconiugi si sono dimostrati felici di ricevereaiuto.«D’altronde - ha precisato Dianora - è vero cheComune e associazioni di volontariato sonovicini a chi è in difficoltà per il Coronavirus, mala conoscenza "personale" del quartiere rendepiù facile accorgersi delle situazioni di fragilità».Quello di Dianora e le sue amiche è unimpegno che non si limita a proteggere l’anellodebole, ma rafforza tutta la catena: di questitempi un anziano in giro è un anziano che hapiù probabilità di contrarre il Covid-19 e chepotrebbe poi chiamare in causa il serviziosanitario; viste le preoccupanti notizie su unservizio sanitario in crisi nel caso i contagi simoltiplicassero troppo in fretta, aiutare isoggetti più a rischio significa sgravare i nostriospedali dai pazienti «in potenza», con ovvibenefici per tutta la comunità.Chi si volesse avvalere di questo aiuto, oconosce persone anziane che ne potrebberoaver bisogno, può scrivere [email protected].

Giovanni Gaeta

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IIIFIRENZE

DI IRENE FUNGHI

iornata «strana» la scorsadomenica per don MarcoCioni, come per tutti ipreti fiorentini. Don

Marco è parroco di San Lorenzo aPonte a Greve e amministratoreparrocchiale di San Quirico aLegnaia. «Quando abbiamo saputoche le celebrazioni erano sospese,ci siamo sentiti come se fossimostati sospesi un po’ anche noi»racconta, spiegando che la notiziaera arrivata quasi come un fulminea ciel sereno dopo che le prime duemesse della giornata, alle 8 e alle8.30, erano già state celebrate.Si pensa a come fare, dunque,perché la vita parrocchiale non sifermi del tutto. Il cammino non èbreve, almeno altre tre domenicheci aspettano con queste nuovemodalità e la messa in streamingnon è la soluzione che don Marcopreferisce. «La messa in televisionerischia di creare una concezionesbagliata della celebrazione, in cuila gente è solo spettatrice di ciò cheaccade - dice spiegando il suopunto di vista don Marco Cioni - èuna modalità che mette troppo alcentro noi preti. Bisogna trovareuna forma che favorisca lapartecipazione dei fedeli». Si comincia a pensare, così, inquesti giorni, ad un sussidio per lefamiglie, in collaborazione con isacerdoti del vicariato di Porta aSan Frediano. «Sarà una preghieracon uno schema comune - spiegadon Marco - e ogni parrocchia poipotrà personalizzarla». Unapreghiera comune, così, attraversola quale si può cercare di meditare

Gle letture della domenica eritrovarsi «spiritualmente» tuttiattorno alla stessa Parola. Ilfoglietto per la celebrazione in casasarà disponibile «sul sito dellaparrocchia, attraverso whatsapp everrà anche stampato e lasciato adisposizione in chiesa, per glianziani che non hanno accesso aimezzi telematici e perché chi passapossa prenderlo» spiega donMarco. Per creare un ulteriore senso dicomunione tra le famiglie dellaparrocchia, le riflessioni sullaParola di Dio maturate nelle caseverranno anche raccolte, via mail owhatsapp, e ripubblicate. Questoinfatti è ciò che manca di più: «ilsenso dello stare insieme e delvivere i sacramenti insieme, è unasofferenza e una difficoltà» dicedon Marco. Per il resto, la chiesarimane aperta per la preghierapersonale, i foglietti della messasono a disposizione per preghiere eriflessioni e il sacramento dellaRiconciliazione continua ad esserecelebrato. Sospese tutte le altre forme dipreghiera comunitaria e di incontridi gruppo: corso per fidanzati,gruppo biblico, via crucis, rosariocomunitario. In tutto questo, però,si cerca di dare speranza per viverequeste settimane «non cometempo di disgrazia, ma di grazia,che possa dar valore e aiutare atrovare forme nuove per capirecome possiamo vivere insiemecome comunità» dice don Marco,che incoraggia e ricorda: «anche nelmale, che non viene da Lui, ilSignore apre una strada: dobbiamoimparare a coglierla».

L’idea: un foglietto per pregare nelle famiglieper riunirsi spiritualmente intorno alla Parola

na Messa online. Don Daniele Bani, parroco della Pieve diSan Martino a Sesto, ha già celebrato domenica scorsa e

continuerà a celebrare, sul canale Youtube, ogni domenica alle10,30, in attesa degli sviluppi legati all’emergenza Coronavitusdopo lo stop a tutte le celebrazioni liturgiche disposto dalcardinale Giuseppe Betori. La parrocchia sta però pensando dipoter estendere la diffusione in rete della Messa anche ad altriorari: un’ulteriore ipotesi è il sabato pomeriggio.Per cercare di mantenere il contatto tra fedeli e parrocchia peròsono in ponte altre iniziative online: a breve dovrebbe prendereil via ad esempio una catechesi settimanale di don StefanoGrossi, uno dei sacerdoti della parrocchia, direttore dell’Istitutosuperiore di Scienze religiose della Toscana. Per poter seguire ledirette basta andare sul canale Youtube e digitare «Pieve di SanMartino Sesto Fiorentino». Intanto però la centralissima pievesestese resta aperta ogni giorno dalle 7 alle 18,30 (così come laChiesa dell’Immacolata) e sono moltissimi i fedeli che in questigiorni convulsi, attenendosi alle norme di sicurezza, si fermanoin preghiera o parlano con i sacerdoti che sono presenti.Continuano a essere raccolte anche le intenzioni per i defuntiche vengono lette nelle Messe senza popolo celebrate, con lachiesa vuota, nei giorni feriali dopo le 18,30.

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La pieve di Sesto lanciala diretta su Youtube

Don Marco Cioni, parroco di Ponte a Greve: «Quandoabbiamo saputo che le celebrazioni erano sospese, ci siamosentiti come se fossimo stati sospesi un po’ anche noi»

Anche le Misericordie fiorentineimpegnate nel trasporto dei malati

ono partite anche da Firenze le ambulanze delle Misericordie checon 20 volontari, 7 infermieri e 3 medici, che sono state

impegnate nel trasferimento di pazienti ricoverati per patologie nonlegate al Coronavirus dalle terapie intensive degli ospedalilombardi, per liberare quanti più posti in funzione dell’emergenzalegata al Covid-19.Gli equipaggi si sono messi in movimento su richiesta dellaProtezione civile e in coordinamento con le sale operative dellaConfederazione nazionale e della Federazione toscana delleMisericordie, e hanno raggiunto la Lombardia nella notte tradomenica e lunedì scorsi; qui, in vari ospedali, hanno preso incarico i pazienti e li hanno trasportati in ospedali delle regionivicine. Lo scopo dell’operazione èrendere disponibili quanti più postipossibile nelle terapie intensive dellaLombardia per i contagiati dal Covid-19.Le ambulanze e gli equipaggi entrati inazione sono tutti, per dotazioni ecompetenze, qualificati ad alto livelloper poter gestire pazienti in condizionimolto serie. Del gruppo hanno fattoparte equipaggi dalle Misericordie diFirenze, Empoli e Vaglia (2 equipaggi).Ma altri equipaggi ed altre Misericordiesono pronte quando e se ce ne saràbisogno.Intanto va avanti, giorno dopo giorno,l’impegno sanitario di migliaia diconfratelli delle Misericordie fiorentine etoscane, sia sulle attività ordinarienell’emergenza-urgenza e nei trasportisanitari, sia per l’emergenzaCoronavirus. Sono 13 in tutta la regionele ambulanze dedicate specificamentealla gestione di pazienti contagiati osospetti al Covid-19, mentre proseguel’attività di controllo negli aeroporti diPisa e Firenze, così come l’assistenza allepersone in isolamento domiciliare.

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■ IL VOLONTARIATO

Att: continua l’assistenzaai malati oncologici

n questi giorni il nostro staff medico-sanitario si trova a fare i conti con

questa difficile emergenza sanitaria.Abbiamo messo in atto tutte le misureprotettive e i nostri operatoricontinueranno regolarmente le visite adomicilio, agendo nella massimasicurezza per se stessi e per gli altri». Loscrive Giuseppe Spinelli, presidentedell’associazione toscana tumori, unadelle associazioni impegnate sul territoriotoscano nell’assistenza domiciliare aimalati oncologici.«L’Att è pronta a fare la sua parte - silegge nel comunicato - e abbiamorafforzato l’attenzione nel monitorare nonsolo i sintomi dei pazienti ma ancheeventuali comportamenti a rischio perloro e per i familiari».

■ L’INIZIATIVA

La confraternita di Empoli: «Ci stiamo interrogandosu come fare a essere ancora più vicini alle persone»

rmai da qualche settimana stiamo vivendo un momento di forte sospensione, l’emergenzasanitaria è diventata sociale, economica e psicologica». È questa la riflessione della

Misericordia di Empoli, che in una nota diffusa in questi giorni afferma: «Pur comprendendo lepreoccupazioni diffuse è necessario fermarci un attimo a riflettere nella consapevolezza che, perquanto difficile, questo è un momento da affrontare con buonsenso. Per far questo è necessario farriferimento ai valori sociali che da sempre hanno sostenuto e aiutato l’umanità ad affrontaremomenti particolarmente difficili». In questo momento, secondo la confraternita empolese servono«generosità e creatività da praticare con buonsenso e ragionevolezza», serve soprattutto «crescerenella consapevolezza civile» «Come Misericordia di Empoli - prosegue la nota - ci stiamo impegnando a fondo ma, al tempostesso, ci stiamo interrogando su come fare a essere ancora più vicini alle persone che in questomomento sono più in difficoltà e nel disagio. Nel contempo, ci mettiamo a disposizione di tutticoloro che hanno bisogno di sentire qualcuno vicino, per ogni necessità materiale o anche solo di"vicinanza". Con senso di responsabilità, ma anche con la consapevolezza che nessuno si salva dasolo, ci sentiamo di lanciare questa riflessione al nostro territorio perché si possa, insieme,affrontare questo momento anche come un’occasione di approfondimento che vada al di là dellanecessità contingente. Perché nessuno si senta solo occorre che ognuno di noi diventi strumento disperanza. Noi, come sempre, siamo a servizio di chi ha bisogno».

Francesco De Cesaris

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TOSCANA OGGI15 marzo 2020IV FIRENZE

DI LUCA MANGINI

iberi per amare!»: è stato questo ilgrido che ha risuonato di più neigiorni scorsi nel territorio diCalenzano e Sesto Fiorentino.

#liberiperamare era infatti il titolo dellamissione giovani organizzata dal centro dipastorale giovanile della diocesi di Firenze,che si è conclusa sabato 7 marzo (primaquindi del Decreto che, nella notte tra sabatoe domenica, ha introdotto le misure restrittivesu incontri e manifestazioni pubbliche). Per una settimana una trentina circa digiovani dai 17 ai 30 anni provenienti dadiverse parrocchie, movimenti e associazionidella Chiesa fiorentina si sono impegnati nelportare questo messaggio ai loro coetanei, neidiversi luoghi da loro abitati. Un annuncio dilibertà vera nata dall’esperienza dell’incontropersonale con Cristo, capace di cambiare lavita di questi giovani con storie e provenienzediverse e di unirli nel testimoniare la gioia diquesto incontro che riempie il cuore.La missione #liberiperamare ha vissuto anchediversi momenti complicati, legatisoprattutto ai provvedimenti restrittivi che ilGoverno ha adottato per emarginarel’epidemia virale del coronavirus: la chiusura,da giovedì 5 marzo, delle scuole e delleuniversità in tutta Italia, tuttavia, non haimpedito di continuare la missione in altrimodi. La missione si è articolata in diversi momenti.Tutto è cominciato domenica 1° marzo, conla Messa di apertura presieduta da mons.Giancarlo Corti, che ha solennementeconferito il mandato missionario nella chiesaSan Niccolò a Calenzano, anche se, come èstato confessato durante la Messa al vicariogenerale, già il sabato sera i giovani avevanoincontrato, dopo un flashmob animato congioia contagiosa, i numerosi ragazzi presentiper passare la serata nella centrale piazza IVNovembre a Sesto. «Un flashmob che haavuto un bel successo e che è stato poi anchereplicato durante la settimana il mercoledìsera» - come ci spiega Maria, 20 anni,proveniente dalla parrocchia Regina dellaPace di Firenze, alla sua seconda esperienza

missionaria dopo quella del 2017 a Novoli.«Nonostante la timidezza iniziale - continuaMaria - ho potuto notare che è stato unmomento che mi ha coinvolta molto e hacoinvolto i ragazzi presenti, accendendo unapiazza un po’ spenta con il ritmo dellamusica animata dai giovani che ballavanoinsieme a preti, frati e suore». La missione ha

visto infatti anche la presenza di Frati Minoriprovenienti da Firenze e da Pisa, che da anniassicurano la collaborazione agliappuntamenti di evangelizzazione propostidalla pastorale giovanile diocesana, di unaconsacrata e due postulanti delle suoreMissionarie di Gesù Bambino e dei giovaniospiti della Scuola di Evangelizzazione

Jeunesse Lumière Italia che ha sede a Bagno aRipoli. Nel rispetto di tutte le prescrizioni igieniche esanitarie, i missionari, ogni sera, erano ospitidi una parrocchia del vicariato di SestoFiorentino e Calenzano per animare lacelebrazione eucaristica feriale, condividere lacena ed incontrare i ragazzi e i giovani deldopo-cresima. «Ciò che mi ha dato moltagioia - ci dice Ilaria, 22 anni, di Firenze,appartenente al gruppo giovani dei Focolaridi Chiara Lubich - è stato vedere come iragazzi non erano lì ad ascoltarci per obbligoo per passare il tempo, ma erano davverocolpiti da quello che si raccontava loro,capivano l’importanza di ciò che, insieme, sicerca di annunciare, ovvero l’amore che Dioha per ognuno di noi e che si è fatto carne,concreto nella persona del Suo Figlio Gesù eche ogni giorno ci dà la vita con il suoamore». «Dio che guida il suo popolo, i suoifigli, ma che, allo stesso tempo - precisa Ilaria,anche lei come molti altri, alla sua primaesperienza missionaria - ci lascia la libertà diamarlo o meno, di accettarlo nella nostra vitao no. Solo lasciandosi donare a questalibertà, che viene da Dio, si diventaveramente liberi per amare».Se la missione certamente non è stata

L«La conclusione con il cardinale Betori«È stata una bella lezione di fede»

a missione si è conclusa sabato pomeriggio con la visitadell’arcivescovo, il cardinale Betori, che ha incontrato i giovani nella

Pieve di Sesto - quartier generale della missione - per ascoltare la lorocondivisione di quanto vissuto nei giorni precedenti e per pregareinsieme a loro i Vespri. «Non nascondiamo che, a causa di diversiimprevisti, non è stata una settimana semplice, anzi - commentasalutando il cardinale, don Renato Barbieri, responsabile del Centro diPastorale Giovanile della Diocesi - ma, alla fine, ce l’abbiamo fatta e,soprattutto, siamo stati veri missionari come Gesù ci chiede, donandosempre nella gratuità. Siamo soddisfatti - continua don Renato -, è statauna bella lezione di fede che ci ha portato a lavorare su noi stessi: nellavita dobbiamo imparare a programmare di meno, e lasciarsi di piùaffidare alla Provvidenza e all’azione dello Spirito Santo».

Il Cardinale Betori ha poi concluso ufficialmente dicendo il suo grazie anome della Chiesa fiorentina e del Signore Gesù a tutti i ragazzi che sisono lasciati coinvolgere in questa missione per poter annunciare etestimoniare ai loro coetanei: è bello essere «liberi per amare!».

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La missione dei giovani,per trasmetterela libertà che viene dal Vangelo

Le iniziative si sono conclusesabato 7 marzo, prima dei provvedimenti restrittividel Governo. Non sonomancate comunque le difficoltà: tutto è stato fattonel rispetto delle prescrizioniallora in vigore.Dai «flashmob» nelle piazze e nei centri commerciali,agli incontri nelle parrocchie:ogni occasione è stata buonaper portare con umiltà e rispetto l’annuncio cristiano

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TOSCANA OGGI15 marzo 2020 VFIRENZE

semplice, i missionari però non si sono arresi,anzi, si sono sbizzarriti nel trovare modi dicreare nuovi momenti per incontrare igiovani; da qui la realizzazione di alcunimimi semplici, ma profondi e coinvolgentinel loro messaggio di speranza: Cristo tilibera dalle tue catene e abbatte i tuoi muriperché tu possa essere libero per amare.Questi «momenti teatrali», messi in scena alCentro Commerciale di Sesto e a I Gigli, sonostati preceduti per coinvolgere il pubblico daisoliti e simpatici flashmob; ogni occasione,insomma, è stata buona per poter incontrarele persone e poter trasmettere con umiltà erispetto l’annuncio della libertà donata dalCristo Risorto. La libertà è stata anche il filo rosso dei tremomenti di catechesi che i missionari hannoanimato presso il Teatro San Martino e poi,per rispettare le distanze di sicurezza adottatedal Governo, presso la Pieve di San Martino:il primo, dal titolo «Meravigliosa creatura» etenuto da don Gianni Castorani, aveva alcentro la contemplazione della bellezza dellavita e della sua preziosità. Il secondo e ilterzo, dal titolo «Viva la libertà» e «Siamo fattiper amare», tenuti, rispettivamente da FraAlessandro Martelli e Fra Francesco Baldini,hanno fatto riflettere i giovani sull’eserciziodella libertà - siamo capaci di amare, anche senon sempre liberi di farlo - e sull’essere fattiper amare, perché amati da un Dio che ci hacreato a sua immagine e somiglianza e in

Cristo ci ha ridato la vita. Queste tre catechesi sono state precedutedalla presentazione dell’ultimo libro di fraFederico Russo, One. Gli U2 tra rock e Bibbia,presso la biblioteca comunale Ragionieri diSesto Fiorentino, che ha visto una grandepartecipazione di giovani. Infine, dato il tempo di Quaresima chestiamo vivendo, nel pomeriggio del venerdì, igiovani missionari hanno dato vita ad una viacrucis per le vie del centro di Sesto. «Congrande semplicità e senza essereprogrammata, con una semplice croce, unastola e delle riflessioni lette dai giovani -racconta Paolo, 17 anni, originario dellaparrocchia Regina della Pace di Firenze - si èorganizzato questo momento che è stato perme il più bello e profondo della missione. Edera molto realistico rispetto quello che havissuto duemila anni fa Gesù per le vie diGerusalemme, con alcuni che erano coinvoltidalla sua vicenda, ma con altri che eranoindifferenti». In generale sono stati molti i ragazziincontrati in questi giorni e c’è stato anche chisi è lasciato coinvolgere, come Simone, 20anni, della Parrocchia San Giuseppe Artigianodi Sesto, che, senza conoscere la missione,dopo aver incontrato i giovani missionarinella sua parrocchia durante la celebrazionedella Messa, ha sperimentato una gioiacontagiosa che lo ha portato ad unirsi algruppo dei missionari.

aura, 19 anni, uscita l’anno scorso dal Liceo, originaria della parrocchia di SanPaolo a Soffiano a Firenze, ma che quest’anno frequenta la scuola di

evangelizzazione, ci racconta che uno dei momenti più belli per lei è stato incontrare iragazzi a nelle classi scolastiche.«Mi ha colpito molto l’interesse dei ragazzi nell’ascoltare la nostra testimonianza divita, non è mai facile parlare del proprio vissuto, soprattutto a persone sconosciute,ma è stato bello vedere in loro durante l’incontro un cambio di sguardo, da un’inizialee naturale diffidenza o timore ad un’apertura e coinvolgimento». I giovani infatti lamattina si dividevano a piccoli gruppi e andavano durante le ore di religione presso lescuole superiori del territorio a portare la propria testimonianza di vita, al terminedella quale invitavano i ragazzi presenti in classe a scrivere su un fogliettino anonimouna domanda che nasceva loro in mente in quel momento, sia sulla testimonianzaappena ascoltata, sia esprimendo dubbi o curiosità sulla fede, sulla preghiera,l’affettività, etc., con massima libertà. E, come ribadisce Laura, è stato proprio un belmomento, in cui ragazzi si sono potuti mettere in gioco e hanno confidato i loropensieri sul futuro e la paura, sulle scelte della vita, sull’incontro con Dio e larelazione con lui nel quotidiano, a dimostrazione di come i ragazzi abbiano a cuore laricerca dell’infinito e dell’amore vero che si raggiunge in Gesù e che spesso in questomondo ricco di stimoli, ma individualista e superficiale, è difficile da incontrare. Il messaggio che i giovani hanno voluto lasciare ai loro coetanei era quello diconcentrarsi non tanto sull’aspettativa o il programmare tutto, come il mondo oggiinsegna, ma sul desiderio e di vivere in pienezza il tempo presente che ci è stato datoda Dio, vivendo non in modo egoistico, ma in comunione e mettendosi in gioco,abbattendo le paure e le angosce e fidandosi di Dio Padre. Mettersi in gioco e nonbuttare via la vita, non lasciarsela sfuggire è oggi un grande problema, specialmentenel mondo giovanile, come anche ha sottolineato più volte Papa Francescodenunciando la tristezza di vedere quei giovani che già a venti anni vanno inpensione. Oltre alle scuole, le mattinate hanno visto coinvolti alcuni missionari all’esterno delPolo Scientifico e Tecnologico di Sesto Fiorentino (Università degli Studi di Firenze),per poter incontrare gli studenti e poter scambiare con loro qualche parola. Unapproccio sicuramente diverso rispetto a quello dei licei, come conferma Caterina, 23anni, che presso il Polo Scientifico è studentessa in Scienze Biologiche. «Non è statosempre facile, ma nonostante qualche rifiuto anche di fronte alla proposta di unsemplice dialogo, molti studenti, pur facendo fatica ad aprirsi completamente o alasciarsi coinvolgere dalla proposta, hanno accolto con gentilezza i missionari, che liinvitavano agli eventi serali della missione. Un’accoglienza e un dialogo che si sperapossa essere sempre più presente e fruttuoso tra istituzione religiosa e mondoscientifico, in quanto scienza e fede non solo non devono essere in conflitto tra diloro, e non lo sono, ma devono dialogare e interagire l’una con l’altra, la scienzaspiegando il come, là dove è possibile, e la fede rispondendo al perché delle cose». Due risposte complementari all’unico problema, come anche la storia stessa insegna eattestano i documenti magistrali della Chiesa che spingono ad un forte dialogo tramondo scientifico e religioso. «Dio è amico della scienza» ha più volte dichiaratoPapa Francesco, sulla linea dei suoi predecessori.

L. M.

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Gli incontri con i ragazzi, mettendoin comune pensieri sul futuroe sulle scelte di vita da affrontare

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FIRENZETOSCANA OGGI15 marzo 2020VI

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FIRENZE TOSCANA OGGI15 marzo 2020 VII

Mulino di Vicchio,annullato l’incontrosul lavoro sommerso

a settima tappa del ciclo sul lavorodal titolo «Il lavoro sommerso - la

tratta degli esseri umani e losfruttamento della manodoperastraniera», che era in programma perdomenica 22 marzo alla comunità ilMulino di Vicchio, è stato annullato.

Accademia, al via i lavoriper la climatizzazionedella tribuna del David

l via l’allestimento del cantiereper i lavori finalizzati alla

sostituzione dell’unità di trattamentoaria dell’impianto di climatizzazionedella Tribuna del David e dellaGalleria dei Prigioni della Galleriadell’Accademia di Firenze. Loannuncia il museo spiegando che ilavori avranno una duratacomplessiva di 70 giorni. «Eravamogià organizzati per la partenza, indata odierna - commenta in una notaCecilie Hollberg, direttore dellaGalleria dell’Accademia di Firenze -nonostante l’inaspettata congiunturaattuale, abbiamo comunquerispettato i tempi e avviato il cantiereche è, solo il primo, di una serie dilavori funzionali alla completarevisione degli impianti diclimatizzazione del Museo».

Galleria Centro Storico,«Linea-Forma-Colore»

associazione Galleria CentroStorico di Firenze, nella sua sede

di via del Porcellana 32/r, hapresentato la rassegna d’arte «Linea-Forma-Colore» per mostrare alpubblico gli elementi essenziali cheaccomunano l’opera di tutte letendenze artistiche. In questo spiritola presidente Lucia Mazzetti e i suoicollaboratori come la professoressaCarmelina Rotundo, il critico SossioSettembre e il segretario AlfonsoConfalone hanno presentato gliartisti, di livello internazionale, chehanno aderito all’iniziativa: RenzoBarbazza, Raffaella Di Benedetto,Gabriella Farella, Mario Farini, ImaniFedross dal Portogallo, AndrèGillouaye dalla Francia, GiovannaMagugliani, Carlotta Mantovani,Adele Martinelli, Silvano Ottaviani,Nicolò Rampin, Francesco rinoldi,Silvano Sordi, Santiago Subiranadalla Spagna, Annabella Pellegrini,Teresa Poluzzi, Franca Sacchi, CorryVan Valen Leleu dalla Francia.Presenti anche Fabrizio Borghini,giornalista e scrittore, e il poeta CarloConfalone che, per l’occasione, haletto una sua poesia dedicata allafigura del pittore. Gli artisti sono statitutti insigniti del riconoscimento«Nike di Samotracia» come simbolodi vittoria dell’arte e della culturasull’oscurantismo e sull’ignoranza.

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ultimo atto della visita pastorale del cardinaleGiuseppe Betori al vicariato di Antella, Ripoli e

Impruneta, prima della sospensione per effetto delDecreto governativo sul coronavirus, è stato l’incontrocon il consiglio comunale di Bagno a Ripoli.D’altra parte in un momento in cui, proprio per ildiffondersi di questo nuovo virus, l’Italia e il mondo nonstanno vivendo un periodo felice, è importante sentirevicina la presenza della Chiesa. La visita pastorale delcardinale Betori al Comune di Bagno a Ripoli ha avutotra i suoi obiettivi proprio quello di far avvertire ilsupporto della diocesi a tutto il territorio, in ogni suacomponente. A far gli onori di casa è stato il sindaco Francesco Casini,alla presenza della giunta, di molti consiglieri comunali,dei rappresentanti delle associazioni, dei comandantidelle due stazioni di carabinieri e del comandante dellapolizia municipale. Il primo cittadino, palesementeemozionato, ha tenuto a ribadire che l’arrivodell’arcivescovo ha interessato nei giorni addietro nonsolo la componente cattolica della città, ma si è allargataall’incontro con circoli, attività economiche e

associazioni. Casini ha anche invitato il vescovo a visitarelo Spedale del Bigallo e l’oratorio di Santa Caterina, dueluoghi importanti del territorio: un invito al quale Betoriha risposto con la speranza di poterlo presto accettare. Ilvescovo di Firenze ha voluto testimoniare che la visitapastorale non è più, come un tempo, tesa a controllarel’operato dei preti, ma punta sempre di più a stabilire uncontatto con la popolazione. L’intervento del cardinale siè addentrato anche su temi più seri, sottolineando itimori per la svalutazione della dignità della persona edei suoi diritti, a favore dell’individuo e della massa.Ribadendo poi l’importanza «dei principi del benecomune, di sussidiarietà e di solidarietà, che sono allabase della società, che dovrebbe avere sempre un occhiodi riguardo nei confronti dei più deboli». Citando aquesto proposito le parole di don Milani, secondo cuidare la stessa cosa a tutti, non crea le condizioni digiustizia: «Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far partiuguali fra disuguali». A conclusione dell’evento, ilsindaco di Bagno a Ripoli ha omaggiato il cardinale conalcune pubblicazioni sul territorio.

Daniele Taiuti

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DI FERDINANDO SEMBOLONI*

ra da un po’ che RoccoCommisso, il patrondella Fiorentina,esprimeva le sue

perplessità sul nuovo stadionell’area della Mercafir. Troppele incertezze e soprattutto icosti. Ora con una lettera apertainviata alla «Famiglia Viola»dichiara ufficialmente che nonparteciperà al bando delComune di Firenze per lavendita dell’area Mercafir(base d’asta 22 milioni).Ovviamente se l’asta dovesseandare deserta se ne puòsempre ridiscutere, quindi inteoria la Mercafir rimane inpiedi come ipotesi. Nella lettera Commisso chiedeun aiuto per la revisione della«legge sui monumenti», datoche il progetto diristrutturazione del Franchiproposto inizialmente erastato bocciato dallasoprintendenza. La deputataPd Rosa Maria Di Giorgirisponde all’appello,presentando una proposta dilegge che svincoli laristrutturazione degli staditutelati come beni artistici omonumenti nazionali,qualora si eviti di consumareterreno. Rimarrebbe da capireperché questi stadi uscirebberodalla tutela dellasoprintendenza e, ad esempio,

Ele ville no.Commisso nella letteraauspica ulteriori alternative daparte della città, oltre laMercafir, e in una precedenteintervista a Repubblica avevadetto, rivolgendosi ai sindacidell’area metropolitana: «Chiha un’area adeguata percostruire uno stadio, me lodica». A settembre dello scorsoanno il sindaco di Campi,Emiliano Fossi, avevaproposto un’area vicina alcasello di Firenze Nord, e orasi è fatto avanti il sindaco diSigna, Giampiero Fossi, conun’area tra San Donnino e ilparco dei Renai sulla rivadestra d’Arno. Per il trasportopubblico sarebbe collegatadalla stazione ferroviaria di S.Donnino, sulla linea Firenze-Empoli, e dalla possibileestensione della linea 4 dellatranvia, e per quello privatodal parcheggio scambiatore diBadia a Settimo, sull’altra rivadel fiume nel territorio diScandicci, che sarà collegatoalla stazione di S. Donninocon una passerella ciclo-pedonale sull’Arno. Il trafficoprivato giungerebbe quindi daScandicci che è da vedere se siprenderebbe le infrastrutturepiù impattanti per consentirelo stadio ai signesi. Alla fine quindi le alternativein campo per il nuovo stadiosono quattro: laristrutturazione del Franchi,

per la quale però bisognasuperare il no dellasoprintendenza, o con unnuovo progetto o con unanuova legge. L’area Mercafirche piace al sindaco di Firenzema che Commisso pare averabbandonato del tutto. Poirimangono l’area di Campi, el’ultima proposta di Signa.Difficile dire quale prevarrà.L’ipotesi per la quale sembrapropendere il patron sarebbe

la ristrutturazione del Franchi,che ha il vantaggio di nonlasciare lo stadio inutilizzato equindi destinato a un lentodeclino, ma lo svantaggio ditenere un quartiere in statod’assedio per almeno unavolta ogni due settimane. Untifoso viola, sul sitoFiorentinaNews, così sintetizzail problema: «Dovunque sia, sifaccia alla svelta!!».

*Urbanista

■ BAGNO A RIPOLI L’incontro con il sindaco Francesco Casini

La visita del vescovo in Consiglio comunale

Nuovo stadio, tutto ancora in alto maredopo il no di Commisso al bando Mercafir

Il patron della Fiorentina ha espresso le sue perplessitàsulle condizioni poste dal Comune per l’area di Novoli, e ha chiesto un aiuto per la revisione della «legge sui monumenti»,dato che il progetto di ristrutturazione del Franchiproposto inizialmente era stato bocciato dalla soprintendenza. Fuori dai confini di Firenze,alla proposta del sindaco di Campi Bisenzio si è aggiunta anche quella del comune di Signa. Quattro alternative, ma nessuna per ora sembra avere concrete possibilità

Toccafondi: cambiare le normeper ristrutturare il Franchi? Proviamoci

a lettera del presidente Commisso impone una nuovastrada rispetto all’ipotesi Mercafir e la necessità di una

risposta da parte della città. Da presidente del Viola ClubParlamento non posso che ribadire che la città di Firenze simerita uno stadio europeo, al passo coi tempi, comodo,accogliente per le famiglie, raggiungibile facilmente e dove lapartita si possa vedere bene e comodamente da tutti i settori». Lodichiara.Gabriele Toccafondi, deputato fiorentino di Italia Viva. «In questo momento di crisi economica, la città di Firenze nonpuò permettersi di perdere questo investimento. Da fiorentino -aggiunge - sottolineo che il Franchi è legato a doppio filo allastoria di Firenze e della Fiorentina e mi chiedo: che fine farebbetutta quella parte storica della città che vive anche grazie allepartite? Firenze rischierebbe di trovarsi con un monumentonazionale ma vuoto e dopo poco in abbandono». «Darappresentante in Parlamento infine - conclude -, accolgo econdivido l’appello a lavorare sulla modifica delle normative,che al momento rendono impossibili i lavori diammodernamento dello stadio, in particolare sulle curve.Servirà buonsenso e l’impegno di tutti, perché modificare leleggi sui monumenti non è facile. Ma sono convinto che siaragionevole provarci».

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FIRENZETOSCANA OGGI15 marzo 2020VIII

il LIBROSi è conclusa con successola rassegna «Teatrotary»

ssicurando al progettoEndPolioNow nuovi fondi,

ormai oltre 35.000 euro in tutta laserie di stagioni, la rassegna«Teatrotary» si è conclusa con tantopubblico alla Sala Esse di Firenze eun messaggio di coraggio che valeancor di più nel periodo diCoronavirus.Applaudita come vincitricedell’undicesima edizione dellarassegna la «Compagnia diMarcignana» che aveva presentato lacommedia «Un cappello pieno dibugie» di Antonella Zucchini, doveun marito fedifrago si barcamena tramoglie e amante. E a guardarle, ledue donne, non si direbbe abbiaavuto una gran fortuna nonostante lemille frottole con cui cerca disalvarsi. Seconda «Acquainbocca» eterza «Accademia del salotto» condistacco minimo. Il pubblico hapremiato con gioia tutte lecompagnie con medie ampiamentesopra l’8. Da sottolineare che solo ilvoto popolare determina il vincitoretra le compagne amatoriali inconcorso.Fuori gara, come tradizionenell’ultima serata, «I Malandra» chehanno proposto l’esilarante «NonneSquillo», commedia di Dory Ceidedicata a un tema che gli italianinon cessano di dibattere: leconseguenze della Legge Merlin.Fortunatamente lieto fine, confidanzamenti e ritorni alla vitaonesta, per la storia raccontata congarbo e moderati doppi sensi.

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DI MARCO LAPI

n piccolo, anzipiccolissimo libro cheracchiude un grande,anzi grandissimo

messaggio. Si potrebbe definirecosì «La storia di Abram», ilbreve racconto scritto da LuigiPaccosi - da anni impegnatonella cooperazione sociale inambito educativo nonchépresidente dell’azienda diservizi alla persona FirenzeMontedomini - e presentatonei giorni scorsi (prima dellerestrizioni imposte dalGoverno) all’Istituto degliInnocenti, alla presenza diautorità ed esponenti religiosi -tra cui il sindaco DarioNardella, l’imam di FirenzeIzzeddin Elzir, ilrappresentante della comunitàebraica Ugo Caffaz, l’assessorecomunale all’educazione SaraFunaro e il direttore dell’Ufficioscolastico regionale ErnestoPellecchia - in una delle ultimeoccasioni pubbliche primadell’avvento delle restrizioniper il coronavirus. A fare gli onori di casa, lapresidente dello stesso Istituto,Maria Grazia Giuffrida, e ildirettore Giovanni Palumbo,che hanno tra l’altro introdottoi saluti del presidente delConsiglio regionale Eugenio

UGiani e del vicario diocesanoper la pastorale don GiovanniPaccosi.«Un piccolo strumento da farleggere ai bambini ma anche aigrandi, perché possanorecuperare quello sguardo disemplicità che proprio ibambini hanno e che li rendein grado di saper accoglierel’altro per quello che è»: questa,nelle parole dell’autore, lachiave di lettura della storia,ripresa anche nell’autorevoleintroduzione firmata a tremani da mons. AndreaBellandi, oggi arcivescovo diSalerno-Campagna-Acerno,dallo stesso Izzeddin Elzir e dalrabbino Joseph Levi. Figuracentrale del racconto è ilvecchio Abram, padre di trefigli - Davide, Giuseppe eNadim - che dopo l’irruzionedell’«uomo cattivo» nella lorovita vengono adottati da trefamiglie di confessioni diverse,separate le une dalle altre da

alti muri nella città dovevivono. Tutta la vicenda è ambientatanon in tempi biblici ma ainostri giorni, tanto che Abrama un certo punto userà uncellulare per filmare i bambini,finalmente ritrovati, mentregiocano assieme dopo averattraversato i muri grazie allecrepe causate da un terremoto.Un evento che cambieràfinalmente le cose e riunirà lacittà in una sola comunità, purcon le sue differenze.Illustrata da Emilio Pinna ededita dalla Società EditriceFiorentina, la moderna novellaè stata ideata e realizzataall’interno del percorsoprogettuale «Dialogointerreligioso - La scuola per lacomunità», azione specifica diun progetto nazionale

denominato «Bambini: dallaperiferia al centro» tesa afavorire il dialogo interreligiosonell’ambiente della scuola, findall’infanzia. Una scommessaapprezzata e sostenuta dalleamministrazioni locali escolastiche e pienamentecondivisa dalle tre confessionireligiose rappresentate nellibro, per le qualil’abbattimento dei muri, aFirenze, è già oggi almeno inparte realtà. E chissà cheproprio le vicende che oggistiamo vivendo, così come ilterremoto raccontato nellastoria, non finiscano perallargare quelle crepeindispensabili a farci uscire,anche altrove, dai reciprocirecinti per riscoprire fino infondo di essere tutti figli di unostesso Padre.

«La storia di Abram»Il dialogo tra le religioniraccontato ai bambini

Presentato il piccolovolume scritto da LuigiPaccosi. Uno strumentoutile anche ai grandi, perrecuperare quello sguardodi semplicità che permettedi accogliere l’altro

Stop alle visite guidateper i lettori di Toscana Oggi

er effetto del Decreto della presidenza delConsiglio dei ministri relativo alle misure per il

contrasto e il contenimento del coronavirus,anche le visite guidate per i lettori del settimanalevanno in quarantena fino al 3 aprile.Dopo questa data comunicheremo le nuovedisposizioni.

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