Buongiorno, sono M arzo. Mia sorella è Primavera · potrà essere prestato alla parola di Satana....

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Buongiorno, sono Marzo. Mia sorella è Primavera

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Domenica 26 febbraio + Dal Vangelo secondo Matteo 6, 24-34

Non preoccupatevi del domani.

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

SPUNTI DI RIFLESSIONE (Movimento Apostolico )

Oggi la Parola di Gesù ci dice che uno è il nostro cuore, una la nostra mente, uno il nostro corpo, una la nostra vita. Uno è anche il Padrone, o il Signore di essa. Uno è il Padre nostro celeste e noi apparteniamo interamente a Lui, senza alcuna possibilità di dividere o di spartire ciò che da Lui è stato creato in unità indivisibile. Poiché il cuore è uno ed indivisibile, o lo si dona a Lui o al diavolo, o alle realtà del Cielo o a quelle della terra, o alla carità e alla comunione o al nostro egoismo e individualismo, o al servizio dei fratelli o a noi stessi. Le due realtà a cui noi possiamo dare il nostro cuore sono in eterna opposizione e di conseguenza inconciliabili. Se il nostro cuore è donato a Dio, non può essere affidato alle ricchezze di questo mondo. Se è consegnato alla Parola di Dio mai potrà essere prestato alla parola di Satana. Se è orientato verso il bene, non potrà essere indirizzato verso il male e viceversa. All'uomo sarà possibile una sola scelta. Se il cuore è dato al vizio non potrà mai appartenere alla virtù e se è dato all'ozio mai potrà appartenere alla scienza, alla dottrina, all'apprendimento, alla crescita in sapienza e in ogni saggezza.

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Chi dona la sua vita a Dio senza alcuna divisione o spartizione, da Dio questa vita sarà nutrita, custodita, difesa, protetta, dissetata, vestita, curata, condotta nel suo Regno eterno di gloria e di gioia senza tramonto. Se invece la si consegna alla ricchezza, ai beni di questo mondo, a Satana, alla tentazione, Dio non potrà intervenire su di essa. Sarà oggi e sempre del diavolo e dei suoi angeli, ai quali essa è stata consegnata, a meno che non si torni pentiti per donarsi interamente, senza alcuna divisione, al Signore Dio nostro. Come ci si consegna interamente al Signore? Cercando ogni giorno il Regno di Dio e la sua giustizia. Portando la nostra vita nella Parola di Cristo Gesù. Vivendo di Vangelo e per il Vangelo. Facendo delle Beatitudini la nostra veste spirituale. Osservando con scrupolosa attenzione i Comandamenti. Facendo della carità e dell'elemosina la nostra via verso il Paradiso. Vergine Maria, Madre della Redenzione, ottienici la grazia di essere come te: vergini per il nostro Dio, vergini nel cuore, nella mente, nei pensieri, nei desideri, nella volontà. Angeli e Santi del Cielo, venite in nostro soccorso, sostenendo il nostro impegno di camminare sempre liberi da ogni affanno per le cose di quaggiù.

PER LA PREGHIERA (Card. Carlo Maria Martini)

O Gesù, tu che risorgerai, dona a ciascuno di noi di comprendere che tu sei l'oggetto ultimo, vero, dei nostri desideri e della nostra ricerca. Facci capire che cosa c'è al fondo dei nostri problemi, che cosa c'è dentro le realtà che ci danno sofferenza. Aiutaci a vedere che noi cerchiamo te, pienezza della vita; cerchiamo te, pace vera; cerchiamo una persona che sei tu Figlio del Padre, per essere noi stessi figli fiduciosi e sereni. Mostrati a noi anche oggi in questa eucaristia, perché possiamo ascoltare la tua voce che ci chiama per nome, perché ci lasciamo attirare da te, entrando così nella vita trinitaria dove sei col Padre l'unico Figlio, nella pienezza dello Spirito. Amen.

L unedì 27 febbraio + Dal Vangelo secondo Marco 10, 17-27

Vendi quello che hai e vieni! Seguimi!

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte

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queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

SPUNTI DI RIFLESSIONE (Paolo Curtaz)

Oggi il giovane del Vangelo chiederebbe: «Cosa devo fare per essere felice?». Gesù gli chiede di seguire le regole e le norme religiose di buon senso che tutti seguivano, come a dire che la felicità è più accessibile di quanto ci si immagini… Poi, visto che questo ragazzo vuole di più, Gesù glielo propone: lascia tutto e seguimi. Lui tentenna… tutto significa anche il denaro che gli permette una vita serena. E in questo il giovane ricco sbaglia, perde l'occasione della sua vita, perché non investe il suo tempo, la sua disponibilità, i suoi beni, i suoi sforzi, alla ricerca del Regno. Ha paura di lasciare un nulla sicuro per un tutto che reputa incerto, e perciò perde la vita vera. Gli apostoli, sbigottiti dall'episodio, chiedono a Gesù qual è la sorte di chi si avventura nella radicale via del Vangelo Gesù li rassicura perché garantisce che la vita del cristiano è già, sin d'ora, piena di fraternità e di ricchezza nello Spirito, è già vita vera. E questa, da allora, è la testimonianza di milioni di cristiani che, preso sul serio il Vangelo, confessano di avere vissuto, lasciando tutto per il Regno, una vita più vera incontrando lo sguardo di Gesù. Uno sguardo che, voglia Dio, forse si è già posato su di me, uno sguardo gonfio d'amore, uno sguardo pieno di rispetto, uno sguardo che arriva fino al punto più profondo della mia personalità e che mi riempie di verità....

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PER LA PREGHIERA (Fonte non specificata)

Signore, spesso mi sono perso dietro mille illusioni e chimere: proprio come il figlio, ho cercato la felicità lontano da te, dimenticando che senza il tuo amore non sono niente. Cristo, ti chiedo perdono per quando mi sono eretto a giudice e ho dato per scontato di essere sempre nel giusto, senza la capacità di comprendere il punto di vista dell'altro. Signore, perdonami per tutte quelle volte che non sono stato capace di affidarmi completamente a te e di abbandonarmi nel tuo abbraccio.

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Martedì 28 febbraio + Dal Vangelo secondo Marco 10, 28-31 Riceverete in questo tempo cento volte tanto insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

SPUNTI DI RIFLESSIONE (p. Lino Pedron)

Non si sceglie la povertà per se stessa, non si lasciano le persone più care per il gusto di lasciarle: ciò sarebbe irragionevole, sarebbe un vero male. Se si sceglie di lasciare tutto e tutti è per qualcosa di più grande e soprattutto per Qualcuno più grande: per seguire Gesù e dedicare ideali, mente e cuore all'annuncio del vangelo. Sono queste le finalità che danno un senso alla povertà e al distacco. Nella povertà Gesù propone all'uomo la rinuncia al Dio di questo mondo. La povertà è essenziale per seguire Cristo ed è indispensabile per avere la vita eterna (v.17). La comunità cristiana scorgeva questo centuplo già nel fatto che i discepoli di Cristo, rinunciando alla casa, alla famiglia e alle proprietà, ritrovavano una nuova famiglia e una casa nella comunità. Sebbene i credenti possano trovare una certa compensazione nei numerosi "fratelli, sorelle, madri e figli", come pure nell'assistenza materiale che ricevono in seno alla comunità, devono tuttavia sapere che quaggiù siamo ancora nel tempo delle persecuzioni, delle tribolazioni, della croce. Anche il fare della comunità la propria casa può nascondere delle insidie. Chi cerca nella comunione con i fratelli e le sorelle di fede una reale compensazione in cambio di ciò che ha lasciato, non ha ancora compreso la chiamata a seguire Gesù fino alla croce. Gesù si separò perfino dai discepoli più cari, morendo solo e abbandonato, per la salvezza di tutti. La comunità non è in primo luogo un rifugio per le persone sole, ma uno spazio dove si raccolgono coloro che rinunciano ai propri desideri per amore di Gesù e si mettono al servizio degli altri uomini. Essa non costituisce un cantuccio tranquillo e appartato dal mondo, ma un punto di partenza per andare verso il mondo. Le persecuzioni sono i test di fedeltà a Cristo e al vangelo. Il giorno in cui la comunità cristiana non fosse più perseguitata si potrebbero fare solo due ipotesi:

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o tutti sono diventati definitivamente cristiani, compreso il diavolo, o i cristiani non sono più tali.

PER LA PREGHIERA (Fernando Filanti)

Prima che io possa aprire le mie labbra nella preghiera del mattino, ti prego chinati, Signore, sulla mia povertà. Guarda, le mie vene sono gonfie di vita e la mia carne brucia, come la gola, nonostante i miei molti anni. Ti supplico, Padre, manda su di me la pacificante rugiada del tuo Santo Spirito perché possa guardare senza desiderare, toccare senza prendere, parlare senza sedurre. Amen

Inizia oggi la Quaresima

Mercoledì 1 marzo + Dal Vangelo secondo Matteo 6, 1-6.16-18

Il Padre tuo che vede nel segreto, ti ricompenserà.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

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SPUNTI DI RIFLESSIONE (Gaetano Salvati)

Oggi la liturgia ci introduce nel tempo di Quaresima, e ci offre l'occasione per crescere nella vita di fede. Nella prima lettura, il profeta Gioele indica il criterio fondamentale per (ri)cominciare il cammino dietro il Maestro: "Ritornate a me con tutto il cuore" (Gl 2,12), e ancora: Laceratevi il cuore e non le vesti" (v.13); vale a dire, evitiamo di vivere la Quaresima nella superficialità, "come fanno gli ipocriti" (Mt 6,2); puntiamo, invece, lo sguardo del cuore e della mente all'essenziale, a Cristo. Ritornare a Dio significa sforzarsi di rientrare nel proprio cuore, nel "segreto" (v.4) della coscienza, e lasciarsi riconciliare con Dio (2Cor 5,20). In questo luogo l'uomo redento comprende di essere amato da Dio e, perciò, in grado di rispondere al Suo appello misericordioso. La Quaresima, come la vita cristiana, quindi, è un continuo, instancabile atto di affidamento a Dio: è relazione profonda fra il Creatore che chiama la creatura a ritornare sui suoi passi, e il discepolo che a volte è fedele e a volte no. Fra la ragionevole tensione di non essere all'altezza di corrispondere con l'Altro e il timore di non trovare la via del ritorno verso sé, cioè non scoprirsi amati da Lui, si pone la parola del Signore. Egli invita ciascuno di noi alla conversione. Conversione è vivere con pienezza, con il "cuore" (Gl 2,13), Cristo Gesù. Egli ci invita ad abbandonare la nostra esistenza nella Sua persona: ad orientare i nostri passi, le nostre scelte verso la Sua volontà. In altre parole, ci chiede di essere fedeli alla Sua chiamata. Ora però, non dobbiamo pensare che noi non siamo consapevoli delle decisioni per Cristo, quasi che la nostra libertà sia condizionata dalla volontà divina: la conversione, piuttosto, ci aiuta a purificare le nostre azioni e ad essere disposti per amore ad agire in Lui. Agendo in Lui siamo, liberamente, servi fedeli, attenti e docili. Attenti per conoscere meglio la volontà di Dio che si manifesta con i suggerimenti di una coscienza perfezionata dalla conversione, dalla penitenza, e con la voce delle circostanze dell'esistere quotidiano. Docili per fare la volontà di Dio con animo sereno e generoso. Il servo fedele, che s'incamina docilmente e attentamente verso la conversione del cuore, di tutta la sua persona, è imitazione di Gesù: non subisce la volontà del Padre, ma la fa. Allora, viviamo Cristo senza paura o ansia, affidiamo la nostra vita a Colui che ci rialza quando cadiamo, che ci sorprende quando tutto sembra perduto, che si fa sentire quando chiudiamo la porta (Mt 6,6) alle distrazioni del mondo. Amen.

PER LA PREGHIERA (Roberto Laurita)

Quaranta giorni davanti a noi, Gesù: ecco un dono prezioso per la nostra vita di fede, un'occasione per sperimentare una nuova primavera

dello Spirito. Quaranta giorni per ritrovare un rapporto autentico con te: per togliere le maschere che abbiamo posto sul

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nostro volto, per ascoltare la tua parola e fermarci ai tuoi piedi lasciando che essa raggiunga il profondo dell'anima. Quaranta giorni per abbattere ogni muro che ci separa dai nostri fratelli e spezzare via sospetti e dubbi che ci bloccano quando tentiamo un gesto di amore e di solidarietà, una parola di consolazione e di tenerezza. Quaranta giorni per riscoprire un equilibrio nuovo nella vita

e sbarazzarci di tanta zavorra che ingombra e impedisce di camminare, per avvertire la fame di un cibo capace di cambiare l'anima e dissetarsi alla sorgente della vita. Quaranta giorni per condividere una preghiera costante, una fraternità rinnovata, una Parola viva ed efficace. Quaranta giorni per cambiare e celebrare la tua Pasqua!

Giovedì 2 marzo + Dal Vangelo secondo Luca 9, 22-25

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso

SPUNTI DI RIFLESSIONE (Eremo San Biagio)

Vita cristiana è seguire Gesù nel suo cammino terreno verso il Padre. È percorrere la stessa strada tracciata da Gesù: i tornanti del calvario, direbbe Tonino Bello, non ce ne un'altra. Seguirlo, quindi, voler "andare dietro a Gesù", è una scelta seria che esige un atto di volontà e di libertà. Questa sequela è preceduta sempre da un invito che ha un potenziale smisurato: si schiude su una vita sempre più intima con Gesù, su un abbraccio con la Trinità. Gesù pone tre condizione per raggiungere questa gioia: rinnegare se stessi, abbracciare la croce ogni giorno, e seguirlo. Ogni giorno, il discepolo è chiamato a seguire Gesù, rinnegando il proprio falso "io", accettando, anzi accogliendo con sempre maggiore libertà, tutto ciò che capita, abbandonandosi nelle braccia del Padre, gli occhi fissi su Gesù che accompagna lungo la strada, riempiendo il cuore di amore. L'amore è essenziale alla vita del cristiano; egli è capace di amare quando si scopre amato radicalmente da Gesù. Si può dire con Paolo: "Questa vita che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me"(Gal 2,20).

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PER LA PREGHIERA (Carlo Maria Martini)

Adorando insieme la croce, segno della nostra salvezza, chiediamo umilmente perdono per noi, per le colpe di cui noi ci siamo macchiati; chiediamo perdono anche a nome di tutti coloro che non sono qui e non sanno chiedere perdono al Signore per le loro colpe. Essi non sanno di quanta gioia e di quanta pace il loro cuore sarebbe pieno se sapessero farlo. Chiediamo perdono a nome di tutta l'umanità, del tanto male commesso dall'uomo contro l'uomo, del tanto male commesso dall'uomo contro il Figlio di Dio, contro il salvatore Gesù, contro il profeta che portava parole di amore. E mettiamo la nostra vita nelle mani del crocifisso perché egli, redentore buono, redima e salvi il nostro mondo, redima e salvi la nostra vita col conforto del suo perdono.

Venerdì 3 marzo + Dal Vangelo secondo Matteo 9,14-15

Quando lo sposo sarà loro tolto, allora digiuneranno.

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».

SPUNTI DI RIFLESSIONE (Monaci Benedettini Silvestrini)

Il digiuno è una pratica religiosa antica, che con scopi e modalità diverse, tende sempre a mortificare i sensi dell'uomo per affinare lo spirito e renderlo più pronto ad immergersi nel soprannaturale. Lo praticavano anche i discepoli di Giovanni Battista e dei farisei. Non facevano altrettanto quelli di Cristo e ciò suscita ancora una volta le critiche dei soliti nemici di Cristo, sempre pronti a spiare ogni eventuale irregolarità secondo il loro ottuso metro di giudizio. Sono però gli stessi discepoli di Giovanni a porre l'interrogativo: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». È illuminante la risposta di Gesù: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno». Gesù è lo sposo, egli, con la sua venuta tra noi, ha celebrato le nozze solenni con la nostra umanità incarnandosi e divenendo uno di noi. Egli è l'Emmanuele, il Dio-con-noi. Non ci può essere motivo di gioia più grande,

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perché in quelle nozze è già racchiusa la nostra redenzione, il nostro festoso ritorno alla casa paterna, l'abbraccio affettuoso del Padre celeste al figlio ritrovato. È vero che il culmine della festa avverrà in un mattino radioso di Pasqua con la gloriosa risurrezione di Cristo, ma è lecito dire che già la sua nascita e la sua presenza tra noi ci autorizzano a gioire ed esultare. Lo fanno anche gli angeli di Dio alla sua nascita, intonando l'inno del Gloria. Con due esempi illuminanti lo stesso Signore ci fa comprendere il totale rinnovamento che egli sta operando a nostro favore. In lui si sta realizzando, quasi alla lettera, una profezia antica, proferita da Isaia: «Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre che copriva tutte le genti. Eliminerà la morte per sempre; il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto; la condizione disonorevole del suo popolo farà scomparire da tutto il paese, poiché il Signore ha parlato». Quando poi lo sposo ci sarà tolto per la violenza della crudele passione e morte e a causa del peccato, allora sì, avremo giorni e motivi di lutto, di pianto e di digiuno. È il digiuno che ancora la chiesa ci propone quando l'attesa dello sposo ci pone in atteggiamento penitenziale e di interiore rinnovamento.

PER LA PREGHIERA (Il digiuno che piace al Signore)

Digiuna dal giudicare gli altri: scopri Cristo che vive in loro. Digiuna dal dire parole che feriscono: riempiti di frasi che risanano. Digiuna dall'essere scontento: riempiti di gratitudine. Digiuna dalle arrabbiature: riempiti di pazienza. Digiuna dal pessimismo: riempiti di speranza cristiana. Digiuna dalle preoccupazioni inutili: riempiti di fiducia in Dio. Digiuna dal lamentarti: riempiti di stima per quella meraviglia che è la vita. Digiuna dalle pressioni e insistenze: riempiti di una preghiera incessante. Digiuna dall'amarezza: riempiti di perdono. Digiuna dal dare importanza a te stesso: riempiti di compassione per gli altri. Digiuna dall'ansia per le tue cose: compromettiti nella diffusione del Regno. Digiuna dallo scoraggiamento: riempiti di entusiasmo nella fede. Digiuna da tutto ciò che ti separa da Gesù: riempiti di tutto ciò che a Lui ti avvicina. Spirito Santo, che hai condotto Gesù nel deserto, dove Egli ha digiunato per quaranta giorni e quaranta notti, per l'intercessione di Maria SS., Madre di Gesù e Madre mia, aiutaci a digiunare così come tu vuoi.

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Sabato 4 marzo + Dal Vangelo secondo Luca 5,27-32

Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano.

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

SPUNTI DI RIFLESSIONE (Padre Lino Pedron)

L'essenza del cristianesimo non è una dottrina, ma la persona di Gesù. Egli rivolge ad ogni uomo l'invito: "Seguimi" (v. 27). Levi lascia tutto e segue Gesù. Non è un atto di rinuncia fine a se stesso. E' il gesto di uno che ha scoperto il vero tesoro nel campo della sua vita, di chi ha trovato la perla preziosa (cfr Mt 13). Gesù mangia con Levi e i suoi amici. Dio diventa nostro commensale e noi diventiamo un'unica famiglia con lui. Egli chiama a questo banchetto gli esclusi e i peccatori. La sua cena non è riservata ai "puri". Proprio per questo essi rifiutano di parteciparvi e brontolano. Gesù si immerge nel mondo dei peccatori per far sorgere in esso la conversione. La sua missione è di salvare i peccatori, come quella del medico è di guarire i malati. Il guaio dei farisei di tutti i tempi è di non voler capire che la salvezza è dono dell'amore di Dio e non merito dell'uomo. Ciò che salva l'uomo non è il suo amore per Dio, ma l'amore gratuito di Dio per lui.

PER LA PREGHIERA (don Angelo Saporiti)

Il mio viaggio verso Pasqua è incominciato. Ho fatto tanti propositi: rinuncerò a qualcosa, frenerò la lingua, sarò più paziente, cercherò di vedere il positivo... Ed ecco che già iniziano i problemi, le difficoltà, le stanchezze, la tentazione di lasciar perdere, di rimandare al giorno

dopo, di dimenticare la mia promessa... Mi sono appena messo in cammino, Signore, e sono già stufo e sbuffo. Mi sono appena messo in cammino, Signore, ma non ci credo che ce la farò... E provo vergogna... e anche un po' di rabbia... Ma forse... ho sbagliato tutto. Sì...

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Ho sbagliato a pensare che il cammino verso Pasqua, significhi solo una serie di impegni e di rinunce, una moltiplicazione di sacrifici e di preghiere... Forse, in questa Quaresima, dovrei solo abbandonarmi a te, lasciarmi andare a te così come sono: fragile, incapace, limitato, peccatore. Abbandonarmi a te, perché tu, Signore, sei il cammino che percorro.

Quaresima: il Mistero di Dio nel tempo dell’uomo Alziamo gli occhi, contempliamo le

nostre origini e il futuro che ci è promesso

Ogni mercoledì ore 19,45 – 20,45

Cammino catecumenale secondo l’antica prassi della chiesa che inventò la quaresima come tempo più intenso di preparazione al battesimo degli adulti che sarebbe stato poi celebrato la notte di pasqua. Ci accompagnerà il vangelo di Giovanni ascoltato la domenica precedente

Ogni venerdì dopo la messa delle 17,30 VIA CRUCIS DEGLI UOMINI D’ OGGI

Ogni sabato dopo la messa, preghiera quaresimale di TAIZE’

Domenica 22 marzo RITIRO SPIRITUALE DI QUARESIMA

CONFESSIONI: SEMPRE

La fede

nella persona di

Gesù di Nazareth

è un caso serio.

Non è un generico

sentimento.

Non è nemmeno

una ripetizione

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di riti e formule religiose imparate a memoria.

E la quaresima è un tempo dentro cui batte forte il cuore vivente di Dio.

La settimana santa è il tempo del luminosissimo Mistero di Dio.

Non è il tempo pieno di strane processioni buone solo a richiamare i turisti in cerca di emozioni e a far

spremere beate lacrimucce.

Buona quaresima parrocchiani miei, a voi e a tutti coloro che cercano Dio con cuore sincero. Dio è vicino e vuole solo raccontarti di sé, parlare con te e rendere bella come il sole la tua personale vita.

VIA CRUCIS DELL’ANZIANO E DELL’AMMALATO

per chi non può uscire da casa

All’inizio di ogni stazione si recita una Ave Maria per papa Francesco e si recita una parte del seguente scritto: _________________________________________________________________

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1- Chiusa in un dolore atroce, - eri là sotto la croce,dolce Madre di Gesù. Il tuo cuore desolato - fu in

quell'ora trapassato dallo strazio più crudel.

Quanto triste, quanto affranta - ti sentivi, o Madre santa del divino Salvator.

2- Con che spasimo piangevi, - mentre trepida vedevi il tuo figlio nel dolor. Se ti fossi stato accanto - forse che non avrei pianto, o Madonna, anch'io con te?

dopo averti contemplata –

col tuo Figlio addolorata, quanta pena sento in cuor! Santa Vergine, hai contato - tutti i colpi del peccato nelle piaghe di Gesù.

E vedesti il tuo Figliuolo - così afflitto, così solo,

dare l'ultimo respir.

3- Dolce Madre dell'amore, - fa' che il grande tuo dolor io lo senta pure in me. Fa' che il tuo materno affetto - per il Figlio benedetto

mi commuova e infiammi il cuor.

4- Le ferite che il peccato - sul tuo corpo ha provocato, siano impresse, o Madre, in me. Del Figliuolo tuo trafitto - per scontare ogni delitto

condivido ogni dolor.

5- Di dolori quale abisso! – Presso o Madre, al Crocifisso voglio piangere con te. Con amor filiale, voglio - fare mio il tuo cordoglio:rimanere accanto a te. O Madonna, o Gesù buono, - vi chiediamo il grande dono dell'eterna gloria in ciel.Amen.

PRIMA STAZIONE GESU’ ANNUNCIA LA PASSIONE Poi disse a tutti: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la propria croce ogni giorno e mi segua. Poiché chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia la salverà". Lc 9,23-24

Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorati di Dio, che aspettava il conforto d’Israele; lo Spirito Santo, che era su di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il

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Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio. Simeone li benedì e a Maria, sua madre, disse: "Ecco, egli è posto per la caduta e per la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione". Lc 2,25-28.34

*** Ho detto al Signore a 96 anni: non sono invecchiato, ma ho conosciuto più giovinezze. Risvegliarmi ogni giorno mi stupisce e quando apro gli occhi ho l’impressione di cambiare registro dei sogni, pensando alla realtà. Sono molto più libero che a vent’anni, quando ancora sapevo poco della vita ed il mio sapere era solo quello degli altri. Ora che sono più vicino alla morte percepisco il tempo in modo più vero, profondo e lucido. L’esperienza del tempo è stupenda, è esperienza di libertà. Quando penso che invecchiare significa avvicinare l’incontro con Dio allora mi libero da tutti i fantasmi, da tutte le illusioni che mi pesano. Jean Guitton, 96 anni

età della vita, Vita e Pensiero Milano 1986

SECONDA STAZIONE GESU’ PORTA LA CROCE Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Presero dunque in consegna Gesù. Egli, portando la croce da sé, uscì verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, Gv 19,16-17 La parola della croce è infatti stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti: Distruggerò la sapienza dei sapienti, e l'intelligenza degli intelligenti riproverò. Dov'è il sapiente? Dov'è lo scriba? Dove l'intellettuale di questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo? 1 Cor 1,18-20 ***

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Molti miti della cultura giovanile si fanno apertamente beffe dei vecchi. Gli adulti si defilano. Tentano di restare il più a lungo possibile tra i “giovani”, o almeno non troppo lontano. Quando proprio non è più possibile “fare i giovani”, e le rughe e i capelli non consentono ulteriori mimetismi, gli adulti si rassegnano a organizzare e denominare opportunamente una serie di tappe che li designano come persone mature, cresciute, affidabili - che sempre però li tengano lontano dall’orribile “esercito dei vecchi”. E’ possibile che noi non riusciamo a vedere nei vecchi quella risorsa che altre culture facilmente riconoscono? Che noi non riusciamo a valutare l’importanza della trasmissione culturale diretta? Basta dare uno sguardo a culture differenti dalla nostra, o anche ad epoche passate, per scoprire visioni totalmente diverse della vecchiaia e anche modi di “essere vecchi” totalmente diversi da quello attuale. Giuseppe Mittoli

TERZA STAZIONE GESU’ INCONTRA LA GENTE DI GERUSALEMME

Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: cadete su di noi! E ai colli: copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?” Lc 23,26-31

Che i vecchi siano sobri, dignitosi, prudenti, sani nella fede, nella carità e nella pazienza. Anche le donne anziane abbiano un comportamento quale si addice ai santi; non siano malediche né schiave del molto vino, ma piuttosto maestre di bontà, ad essere prudenti, caste, attaccate ai loro doveri domestici, buone, sottomesse ai loro mariti, perché non sia vituperata la parola del Signore. Tt 2,1-5

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Oggi passi per le vie del nostro paese. Un grande caseggiato appare, è il ricovero per gli anziani. Gesù, Tu entri con la tua Croce e che vedi? Il fior fiore della sofferenza, e parli: “Io, Uomo della Sofferenza, Uomo della Croce, sono qui con voi, in mezzo a voi; depongo per un momento il mio carico e soppeso il vostro, Miei cari fratelli e sorelle; noi, che viviamo la sofferenza, siamo avvolti nel Mistero Salvifico. C’è tra voi chi soffre nel buio dell’incoscienza, chi soffre con drammatica rassegnazione, chi soffre tacitamente con Fede. Ma tutte le lacrime del vostro soffrire, di qualsiasi natura siano, sono raccolte nel Calice del Dolore e, unite alle Mie, raggiungono un valore immenso nel progetto della Redenzione. Tutti voi, che seguite questo singolare cammino, dovreste piegare le ginocchia e chinare il capo con umiltà e dire il vostro grazie a questi fratelli che vivono con Me il Progetto Redentivo”. Bongiorni Maria QUARTA STAZIONE GESU’ MUORE SULLA CROCE

Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo spirò. Lc 23,44-46

Il vivente, il vivente è quello che ti loda, come faccio io oggi. Il padre farà conoscere ai figli la tua fedeltà. Il Signore ci salva! Per cui canteremo sulle cetre tutti i giorni della nostra vita nel tempio del Signore. Is 38,19-20

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Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi, ed Egli mi rese debole per conservarmi nell’umiltà. Domandai a Dio che mi desse la salute e realizzare grandi imprese: Egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio. Gli domandai la ricchezza per possedere tutto, e mi ha lasciato povero per non essere egoista. Gli domandai la ricchezza per possedere tutto, e mi ha lasciato povero per non essere egoista.

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Gli domandai il potere perché gli uomini avessero bisogno di me, ed Egli mi ha dato l’umiliazione perché io avessi bisogno di loro. Domandai a Dio tutto per godere la vita, e mia ha lasciato perché io potessi essere contento di tutto. Signore, non ho ricevuto la vita, e mi ha lanciato la vita perché potessi essere contento di tutto. Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo, ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà. Le preghiere che non feci furono esaudite. Sii lodato o mio Signore: fra tutti gli uomini nessuno possiede più quello che ho io! Kirk Kilgour, campione di pallavolo (a 28 anni perse l’uso degli arti)

QUINTA STAZIONE GESU’ RISORGE: SPERANZA E VITA

Ma alcune donne, delle nostre ci hanno sconvolti; recatasi al mattino al sepolcro e non avendo avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l’hanno visto” Lc 24,22-26

Alzati davanti a una testa bianca, onora la presenza dell'anziano e temi il tuo Dio. Io sono il Signore. Lv 19,32

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La sapienza: “Questo si addice agli anziani: saper consigliare! Quanto si addice la sapienza ai vecchi, il consiglio e la prudenza agli uomini venerandi! L’esperienza è corona degli anziani, loro gloria è il timor di Dio” (Sir 25,4-6). Non rifiutarti di ascoltare i vecchi, poiché essi hanno imparato dai loro padri; acquisterai così l’intelligenza per rispondere quando occorrerà” (Sir 8,9).

Poi, la profezia: basti pensare ai due anziani del Vangelo di Luca, Simeone e Anna, profeti del Cristo. La profezia, cioè il dono di saper guardare la realtà con occhio contemplativo e distaccato, per coglierne la prospettiva. La terza età è “mattino di speranza”, perché in essa si avvertono alle porte i passi del Signore che viene a giudicare la terra. E’ significativa l’affermazione del salmo 92:

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l'empio verrà sradicato per sempre, mentre il giusto “anche da vecchio, sarà pieno di vitalità e verdeggiante per proclamare che giusto è il Signore, e in lui non c’è ingiustizia” (Sal 92,15-16)

Infine la forza dell’annuncio: “ Nella vecchiaia e nelle canizie, Dio, non abbandonarmi, perché io annunzi la tua potenza, e a tutte le generazioni le tue meraviglie”. (Sal 71,18) Sono questi alcuni tratti antropologici e sapienzali, appena accennati, colti qua e là nelle Scritture, che dipingono il volto luminoso dell’anziano. Un anziano che ha accettato consapevolmente la propria condizione e la propria età, cogliendone ogni aspetto come dono prezioso per sé e per gli altri. Giuseppe Mittoli