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a cura della REDAZIONE
Le case degli italiani sonopiene di farmaci: nel2010, tenendo conto sola-mente dei medicinalivenduti dietro prescrizio-
ne medica a carico del Sistema sani-tario nazionale, il numero di scato-lette ha raggiunto la cifra astrono-mica di 890 milioni, secondo quantoriferisce Federfarma, l’associazione
di categoria che raggruppai farmacisti . A questevanno sommate tutte leconfezioni di farmacisenza obbligo di prescrizio-ne o addirittura da banco,che si possono quindiprendere direttamentedagli scaffali senza chiede-re al farmacista. Ognuno dinoi ha assunto, secondo l’I-stituto superiore di sanità,in media 525 dosi di farma-co l’anno.
Da quando i farmacisenza ricetta sono disponibili conmaggiore facilità, e la corsa alle offer-te ha accomunato questi prodotti aqualsiasi altro bene di consumo, lepersone acquistano più medicinali diquelli di cui hanno veramente biso-gno. Le eccedenze vengono quindi
accumulate nell’armadietto di casa,in attesa che tornino utili.
Non a caso, al primo posto nellavendita dei prodotti da banco si asse-stano i rimedi per i disturbi respira-tori, seguiti da quelli efficaci sul si-stema gastroenterico e quindi sul di-stretto muscoloscheletrico: tuttoquel che serve per far fronte alle pic-cole emergenze quotidiane.
Non per tutti è lo stesso
È corretto consumare tanti far-maci? A quali rischi si va incontro?E che cosa dovrebbe contenere unarmadietto dei medicinali davveroutile ma non eccessivo?
È bene fare una prima distinzio-ne tra individui sostanzialmentesani e pazienti in cura per malattiecroniche o gravi: se i primi possonoassumere i farmaci senza ricetta evi-tando di passare dal medico, lo stes-so non si può dire per alcune catego-rie fragili, come i pazienti in curaper un tumore. I chemioterapici, in-fatti, modificano il metabolismo, eanche sostanze apparentemente in-nocue (persino quando si tratta diestratti di piante) possono dare pro-blemi o interferire con la cura.
La prima raccomandazione,quindi, è di chiedere sempre al pro-prio medico prima di prenderequalsiasi cosa. Non si tratta di tor-mentarlo per un nonnulla, ma l’o-biettivo è quello di ottenere, graziealla sua collaborazione, una lista difarmaci sicuri che aiutino a blocca-re certi sintomi fastidiosi ma inter-mittenti come la nausea, il pruritoo il mal di testa.
Non è possibile stilare una listagenerale di sostanze sicure per tutti,perché molto dipende dalla malattiada cui si è affetti e dai disturbi che simanifestano nel corso della cura, edè quindi necessario compilarla indi-vidualmente.
Cosa chiamiamofarmaco
Il farmaco (dal greco pharmakon, ve-leno) è una sostanza prodotta per eser-citare un effetto sull’organismo, inter-ferendo con determinati processi bio-logici. Il suo obiettivo è combattere lemalattie senza danneggiare le normalifunzioni del corpo. In un mondo idea-le, i farmaci avrebbero solo effetti posi-tivi, ma ciò è praticamente impossibilenella realtà: qualsiasi sostanza attivaha anche effetti collaterali più o menoevidenti o disturbanti.
Per questo il farmaco non è mai unprodotto come gli altri e, anche quan-do si acquista al supermercato, va ma-neggiato e assunto con consapevolez-za. Curarsi da sé non è sbagliato, anzi,può evitare il ricorso improprio al me-dico in situazioni banali. L’importante,però, è utilizzare sostanze già note.L’automedicazione è ovviamente scon-sigliata in gravidanza, durante l’allatta-mento e, come già detto, in persone incura per altre patologie. Nei bambini
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Poche regoleper curarsi in sicurezzaTroppi farmaci accumulati e conservati in mododisordinato: utilizzarli senzaattenzione è un rischio per la salute, soprattutto in casodi persone fragili o malate
IN PRATICAL’armadietto dei medicinali
In questo articolo:medicinaliautocurasicurezza
Nell’arma-dietto solo l’es-senziale
Autocura
va utilizzata con attenzione per evitareintossicazioni ed errori di dosaggio.
Ogni farmaco ha due nomi: il nomecommerciale, che non è altro che unamarca, come per qualsiasi altro prodot-to, e il principio attivo, che è il nomechimico della sostanza che ne determi-na l’effetto. Oltre al principio attivo, in-fatti, in un far-maco possonoessere presentimolti eccipien-ti, ovvero so-stanze che nonhanno effettisulla salute ma servono a tenere insie-me il preparato (come il talco nellecompresse o la soluzione fisiologica incui sono diluiti alcuni farmaci in fiala)oppure a renderne più o meno velocel’assorbimento e la metabolizzazioneda parte dell’organismo.
Su tutte le confezioni è obbligatorioriportare sia il nome commerciale siaquello del principio attivo, che è l’uni-co davvero importante: farmaci con
uguale principio attivo e dosaggiosono sostanzialmente equivalenti. Ifarmaci generici sono quelli vendutisolo con il nome del principio attivo(un po’ come accade ai vestiti di marca“degriffati”). Ciò determina una dimi-nuzione del prezzo, a fronte di una effi-cacia analoga (perché questo è ciò che
la legge richie-de per l’immis-sione in com-mercio di ungenerico).
I farmaci dabanco sono ri-
conoscibili da un bollino bianco conall’interno una croce rossa e la scritta“farmaco senza obbligo di ricetta”. Semanca questo segno di riconoscimen-to, il rimedio andrebbe assunto solodopo un consulto col medico.
La conservazionecorretta
Non tutti i farmaci si possono
conservare: pomate e sciroppi giàaperti (oltre ai colliri parzialmenteutilizzati) devono essere buttati viaperché potrebbero essere contami-nati da batteri. Per gli altri tipi di far-maci (fiale, supposte, bustine, com-presse in confezioni integre eccete-ra) è importante rispettare la data discadenza impressa sulla confezione.
I farmaci usati non si buttanonella normale spazzatura, ma vannosmaltiti attraverso gli appositi con-tenitori, disponibili in genere davan-ti alle farmacie.
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ma con cautela
“COSA TENEREIN CASA”L’associazione di consumatori
Altroconsumo ha stabilito, con l’aiuto di
un panel di esperti (medici di famiglia,
internisti e farmacologi), una brevissima
lista di ciò che non dovrebbe mai mancare
in un armadietto casalingo. Oltre a ciò,
ognuno potrebbe avere farmaci per i
propri disturbi ricorrenti di cui conosce la
cura, ma il principio è che non è
necessario tenere in casa una succursale
della farmacia.
Ecco quindi l’indispensabile:
• un antiacido, contro acidità o bruciori di
stomaco
• un antidolorifico antinfiammatorio
• un antipiretico, per abbassare la febbre
• un antiemetico (contro nausea e vomito)
• uno spasmolitico (per i dolori
addominali di modesta entità)
• una borsa del ghiaccio
• una pomata antidolorifica a base di
antinfiammatori, per lividi, strappi o
contusioni
• una pomata antistaminica o cortisonica
contro il prurito e le punture d’insetto
• un collirio non medicato
• compresse di garza sterile
• cotone idrofilo
• disinfettante per ferite
• un termometro.
Chi ha bambini deve avere anche:
• un preparato per combattere la febbre e
i dolori in gocce, sciroppo o supposte
•supposte di glicerina, per aiutare in caso
di stitichezza
• un disinfettante che non bruci, cerotti
colorati.
Pomate, sciroppi e colliri aperti
vanno buttati viaprima delle compresse
La cassetta dei medicinali andreb-be chiusa a chiave e posta in un luogolontano dalla portata dei bambini, fre-sco e asciutto. Bagno e cucina, dovepiù comunemente si depositano i far-maci, non sono adatti.
Eventuali avanzi di terapie pre-scritte dal medico (come gli antibioti-ci) vanno buttati via per evitare difarne un uso improprio.
È molto importante conservaresempre la confezione originale e ilfoglietto illustrativo, che contiene leavvertenze, le dosi consigliate eanche le istruzioni su cosa fare incaso di sovradosaggio.
Come star lontano dai guai
Infine, per evitare effetti collatera-
li gravi, la regola numero uno è consi-derare le interazioni con altri farmacio con particolari sostanze. Per fare ciòè bene avvertire sempre il propriomedico (ma anche il dentista) di tera-pie in atto.Se già pren-dete altri far-maci, chie-dete al far-macista se cisono intera-zioni al momento dell’acquisto di unrimedio da automedicazione.
Leggete sempre tutto il fogliettoillustrativo e attenetevi alle istru-zioni che dà. Prima di guidare o ma-neggiare macchinari potenzialmen-te pericolosi, verificate sul fogliettostesso i rischi legati alla sostanzache volete assumere.
Non prendete mai i farmaci conl’alcol e tenete presente che questasostanza è talvolta presente in alcunisciroppi o soluzioni per uso orale.
In caso di comparsa di rossore cu-taneo, orti-caria, pruri-to o eczemidella pellerivolgeteviimmediata-mente al
medico perché potreste essere allergi-ci alla sostanza assunta.
Alcuni farmaci, infine, hanno uneffetto fotosensibilizzante, cioè ren-dono la pelle vulnerabile agli effettidei raggi solari: se compare un erite-ma solare poche ore dopo l’assunzio-ne di un rimedio, è opportuno con-sultare il medico.
IN PRATICA
Ognuno di noi, col passare degli anni,
accumula una gran quantità di referti
medici, prescrizioni ed eventi
significativi per la propria salute. Tutto
ciò si traduce spesso (per i più
ordinati) in una grande scatola o in un
cartone pieno di documenti, stipato in
qualche angolo di casa. Quando ci si
ammala o si ha bisogno di un ricovero,
spesso diventa molto complesso
ricostruire tutto questo patrimonio di
informazioni e qualche dato
importante per la diagnosi o per la
terapia può sfuggire.
Ecco perché i Sistemi sanitari
nazionali stanno lavorando per creare
grandi archivi di cartelle cliniche,
accessibili con la tessera sanitaria da
qualsiasi computer abilitato.
Nell’attesa che il sistema vada davvero
a regime (e che sia in grado di caricare
tutta la storia pregressa della
persona) è opportuno creare la propria
“cartella clinica informatizzata”. Per i
meno esperti di computer, basta un
semplice documento di testo in cui
segnare gli esami e gli eventi più
importanti. Chi ha più dimestichezza
col mezzo informatico potrà invece
creare un vero e proprio database, i cui
dati di accesso devono essere noti
anche a qualche familiare, in modo che
possa essere consegnato ai medici in
caso di bisogno.
Avere un tale documento può essere
molto utile in caso di emergenza e
anche per rafforzare la propria
determinazione in caso di
cambiamenti dello stile di vita
(mangiare meglio, fare più moto).
Certo, per costruirlo ci vuole tempo,
ma una volta fatto, è molto semplice
mantenerlo aggiornato.
Cosa registrare in una storia
sanitaria?
Se lo sono chiesti gli esperti della
Mayo Clinic, uno dei maggiori
ospedali statunitensi, che
suggeriscono quanto segue:
• nome e numero di telefono del
proprio medico di famiglia
• allergie, specie se a farmaci
• terapie con la data di inizio e quella di
fine (con le dosi di ogni farmaco)
• problemi di salute di tipo cronico
(pressione alta, disturbi della vista
eccetera)
• interventi chirurgici (con la data e
l’esito)
• il risultato di eventuali test di
screening (Pap-test, mammografie,
colonscopie)
• eventuali file digitali relativi a esami
diagnostici (TC, risonanze eccetera
sono oggi spesso consegnate al
paziente con un dischetto che contiene
le immagini)
• qualche dato sulle proprie abitudini di
vita (alimentazione, attività fisica)
• i propri obiettivi di salute e i progressi
compiuti (per esempio smettere di
fumare o perdere peso).
“UNA STORIA MOLTO PERSONALE”
Reazioni cutanee dopo l’assunzione di medicine
sono campanelli d’allarme