“In Gesù Cristo il nuovo umanesimo” La Chiesa di Tortona al V … · questo essa sa fare il...

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Reg. Santo Stefano 23/25 - 15019 STREVI (AL) Tel./Fax 0144/37.27.90 - 338/27.15.722 CAPANNI PIEMONTE S.n.c. CAMPANE IL POPOLO Giovedì 5 novembre 2015 4 VITA DELLA CHIESA TORTONA - Al convegno eccle- siale, che si svolgerà a Firenze dal 9 al 13 novembre, parteciperanno circa duemila delegati che rappre- sentano le Diocesi d’Italia, i Movimenti e le Associazioni. Per cinque giorni i convegnisti si troveranno insieme per pregare, ascoltarsi, confrontarsi, discernere alla luce dello Spirito: “convenire insieme” per fare un’esperienza comunitaria bella ed interessante che farà sperimentare ancor di più quanto la Chiesa di Tortona, ad esempio, non è sola, ma è in co- munione con le altre Chiese. I delegati presenti non parleranno a titolo personale, ma a nome del- la Chiesa o del Movimento che rappresentano. Si parlerà dell’uomo, di come la Chiesa se ne possa prendere cura evangelicamente, in relazione alle periferie esistenziali” che, oggi, sono proprio gli ambienti quoti- dianamente abitati: la famiglia, l’educazione, la scuola, il creato, la città, il lavoro, i poveri e gli emarginati, l’universo digitale e la rete, che rappresentano le prio- rità su cui operare il discernimen- to per accogliere l’urgenza mis- sionaria di Gesù (cfr. Traccia per il Convegno). Discernimento che può realizzarsi lungo cinque vie, suggerite da Papa Francesco nella Evangelii Gaudium: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare. Anche la Chiesa di Tortona sarà presente al convegno con una de- legazione costituita da otto mem- bri: S. E. Mons. Vittorio Viola, mons. Pier Giorgio Pruzzi, in rap- presentanza dei sacerdoti, Suor Pia Villiger, per le religiose, don Sesto Falchetti, per i religiosi, Ernesto Ammirata, per la pastorale giovanile, Raffaele Bonaventura, presidente di A.C., Antonella Muratore, in qualità di laica impegnata, Francesco Boarin, laico impegnato. Con i delegati diocesani sarà pre- sente anche Domenico Cirigliano, coordinatore diocesano di Rinnovamento nello Spirito, che da tre anni, quale delegato della Regione Ecclesiastica Ligure con S. E. Mons. Luigi Ernesto Palletti, vescovo di La Spezia e don Stefano Olivastri, professore di teologia morale e direttore dell’Istituto di scienze religiose di Genova, ha partecipato, a Roma, a tutte le riunioni del comitato preparatorio del convegno. A Firenze è stato chiamato a svol- gere il servizio di moderatore per la via “annunciare”. I duemila convegnisti, saranno suddivisi, rispettando le preferen- ze da loro espresse, in cinque gruppi, corrispondenti alle cinque vie, di quattrocento persone l’uno. Ogni centinaia, che farà riferi- mento ad un moderatore, sarà suddivisa in dieci gruppi di dieci persone coordinati da dieci “facilitatori”. Con una suddivisione del genere, in pratica, tutti potranno esprimere il loro pensiero! Al termine dei lavori i dieci facili- tatori presenteranno la sintesi del discernimento dei gruppi al mo- deratore che, a sua volta, ne farà un unico riepilogo che conse- gnerà, come gli altri tre della stes- sa via, al relatore il quale presen- terà all’assemblea la relazione fi- nale. In pratica, al termine del convegno, si avranno cinque rela- zioni finali: una per via. Nel corso del convegno sarà sempre esposto il Santissimo Sacramento onde permettere ai delegati, con estrema libertà, di adorare il Signore per chiedere la luce del discernimento. Tutte le fasi del convegno potran- no essere seguite da casa per mez- zo di internet ed alcune, anche in streaming (al seguente indirizzo: www.firenze2015.it); inoltre, si potrà interagire per mezzo dei social network. I convegnisti vivranno un mo- mento particolarmente intenso, loro riservato, quando al mattino di martedì 10 novembre incontre- ranno il Papa. Al pomeriggio, invece, il Santo Padre celebrerà l’Eucaristia allo stadio. I delegati radunati in gruppi da dieci, lavoreranno su delle schede che contengono una traccia su cui confrontarsi e discernere ed alcu- ne domande per sollecitare propo- ste concrete. La traccia fa riferimento ai verset- ti del brano di Vangelo che tratta della Giornata di Gesù a Cafarnao (Mc 1, 21-39), di cuise ne riporta un breve accenno per via: La via dell’uscire «Al mattino presto Gesù si alzò quando era ancora buio e, usci- to, si ritirò in luogo deserto, e là pregava. […] E andò per tutta la Galilea, pre- dicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni» (Mc 1,35.39). «La Chiesa ‘in uscita’ è la comu- nità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coin- volgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano. (…) La comunità evangelizzatrice spe- rimenta che il Signore ha preso l’iniziativa, l’ha preceduta nell’amore (cfr. 1 Gv 4,10), e per questo essa sa fare il primo passo, sa prendere l’iniziativa senza pau- ra, andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi. Vive un desiderio inesauribile di offrire misericordia, frutto dell’a- ver sperimentato l’infinita misericordia del Padre e la sua forza diffusiva» (Evangelii gaudium, n. 24). Per la Chiesa, «uscire» è la rispo- sta ad un invito che proviene da Dio stesso, dalla sua chiamata coinvolgente attraverso Gesù Cristo nello Spirito. La via dell’annunciare «Andiamocene altrove, nei vil- laggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!» (Mc 1,35-38). Gesù non si ferma a Cafarnao. Invita i suoi discepoli ad annun- ciare con lui la buona novella a chi ancora non l’ha ascoltata. C’è audacia e gratuità in questa scelta: Gesù non sa cosa lo aspetterà fuori Cafarnao, ma sa che tanti hanno bisogno di incontrarlo e ascoltarlo. Gesù è radicale e deciso quando annuncia il Regno di Dio; è atten- to ai peccatori, che accoglie, cura e guarisce. Ogni suo gesto è annuncio. Ogni sua parola è ascoltata. Ogni gesto e parola raggiungono i destinatari comunicando amore. La via dell’abitare «E subito, usciti dalla Sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni» (Mc 1,29) Accompagnato dalla Parola di Dio, che aveva appena insegnato, Gesù esce dal luogo di culto e di preghiera, e va nella casa di Simone e Andrea, dove guarisce un’inferma. Gesù passa cioè dall’uno all’altro mostrando, sen- za contrapposizioni, il loro stretto legame. Potremmo dire, usando un’espres- sione della Evangelii Gaudium, che Gesù “trova il modo per far sì che la Parola s’incarni in una situazione concreta e dia frutti di vita nuova” (Evangelii Gaudium, 24). Anche in ciò è modello per tutti noi. La via dell’educare «Giunsero a Cafarnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegna- mento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi» (Mc 1,21) Gesù insegnava: insegnava alle folle con parole e con gesti di mi- sericordia e di guarigione, accom- pagnava ed educava i discepoli con l’ascolto, la correzione, il perdono e soprattutto mediante la relazione personale. Abbiamo bisogno oggi più che mai – scrive Papa Francesco – «di uomini e donne che, a partire dalla loro espe- rienza di accom- pagnamento, conoscano il modo di proce- dere, dove spic- ca la prudenza, la capacità di comprensione, l’arte di aspettare, la docilità allo Spirito» (Evangeli Gaudium, n. 171). Educare è un compito permanente degli uomi- ni che richiede oggi una nuova consapevolezza e una rinnovata responsabilità. La via del trasfigurare «Al mattino presto Gesù si alzò quando ancora era buio e, usci- to, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava» (Mc 1,35). Il vissuto quotidiano di Gesù ha inizio con un tempo di preghiera nella solitudine. La preghiera nar- ra qual è la fonte dove Gesù “at- tinge” il suo essere e lo nutre. Da questa relazione di fede con il Padre scaturisce il suo agire verso l’umanità e il suo predicare il re- gno di Dio. L’immagine di Gesù in preghiera solo, nel deserto, ma- nifesta la relazione di Gesù con il mistero di Dio e, al contempo, ri- vela il mistero stesso di quest’uo- mo. Trasfigurare è uno sguardo di fede, dunque uno sguardo “altro” sulla realtà dell’umano, del mondo e della storia. “Trasfigurare” è la relazione al mistero di Cristo, capacità inte- riore che il credente attinge nella preghiera solitaria e in quella co- mune che è l’esperienza liturgica, e da questa riverbera nel suo vissuto quotidiano. La Comunità della Chiesa locale per certo accompagnerà i lavori del convegno e in par- ticolare quello dei delegati tortonesi. d.c. “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”: Firenze, 9-13 novembre 2015 La Chiesa di Tortona al V Convegno Ecclesiale

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Reg. Santo Stefano 23/25 - 15019 STREVI (AL)Tel./Fax 0144/37.27.90 - 338/27.15.722

CAPANNI PIEMONTE S.n.c. CAMPANE

IL POPOLOGiovedì 5 novembre 2015

4 VITA DELLA CHIESA

TORTONA - Al convegno eccle-siale, che si svolgerà a Firenze dal9 al 13 novembre, parteciperannocirca duemila delegati che rappre-sentano le Diocesi d’Italia, iMovimenti e le Associazioni.Per cinque giorni i convegnisti sitroveranno insieme per pregare,ascoltarsi, confrontarsi, discernerealla luce dello Spirito: “convenireinsieme” per fare un’esperienzacomunitaria bella ed interessanteche farà sperimentare ancor di piùquanto la Chiesa di Tortona, adesempio, non è sola, ma è in co-munione con le altre Chiese.I delegati presenti non parlerannoa titolo personale, ma a nome del-la Chiesa o del Movimentoche rappresentano.Si parlerà dell’uomo, di come laChiesa se ne possa prendere curaevangelicamente, in relazione alle“periferie esistenziali” che, oggi,sono proprio gli ambienti quoti-dianamente abitati: la famiglia,l’educazione, la scuola, il creato,la città, il lavoro, i poveri e gliemarginati, l’universo digitale ela rete, che rappresentano le prio-rità su cui operare il discernimen-to per accogliere l’urgenza mis-sionaria di Gesù (cfr. Traccia peril Convegno). Discernimento chepuò realizzarsi lungo cinque vie,suggerite da Papa Francesco nellaEvangelii Gaudium: uscire,annunciare, abitare,educare, trasfigurare.Anche la Chiesa di Tortona saràpresente al convegno con una de-legazione costituita da otto mem-bri: S. E. Mons. Vittorio Viola,mons. Pier Giorgio Pruzzi, in rap-presentanza dei sacerdoti, SuorPia Villiger, per le religiose, donSesto Falchetti, per i religiosi,Ernesto Ammirata, perla pastorale giovanile, RaffaeleBonaventura, presidente di A.C.,Antonella Muratore, in qualitàdi laica impegnata, FrancescoBoarin, laico impegnato.Con i delegati diocesani sarà pre-sente anche Domenico Cirigliano,coordinatore diocesano diRinnovamento nello Spirito, cheda tre anni, quale delegato dellaRegione Ecclesiastica Ligurecon S. E. Mons. Luigi ErnestoPalletti, vescovo di La Spezia edon Stefano Olivastri, professore

di teologia morale e direttoredell’Istituto di scienze religiosedi Genova, ha partecipato,a Roma, a tutte le riunionidel comitato preparatoriodel convegno.A Firenze è stato chiamato a svol-gere il servizio di moderatoreper la via “annunciare”.I duemila convegnisti, sarannosuddivisi, rispettando le preferen-ze da loro espresse, in cinquegruppi, corrispondenti alle cinquevie, di quattrocento persone l’uno.Ogni centinaia, che farà riferi-mento ad un moderatore, saràsuddivisa in dieci gruppi di diecipersone coordinatida dieci “facilitatori”.Con una suddivisione del genere,in pratica, tutti potrannoesprimere il loro pensiero!Al termine dei lavori i dieci facili-tatori presenteranno la sintesi deldiscernimento dei gruppi al mo-deratore che, a sua volta, ne faràun unico riepilogo che conse-gnerà, come gli altri tre della stes-sa via, al relatore il quale presen-terà all’assemblea la relazione fi-nale. In pratica, al termine delconvegno, si avranno cinque rela-zioni finali: una per via.Nel corso del convegno saràsempre esposto il SantissimoSacramento onde permettere aidelegati, con estrema libertà,di adorare il Signore per chiederela luce del discernimento.Tutte le fasi del convegno potran-no essere seguite da casa per mez-zo di internet ed alcune, anche instreaming (al seguente indirizzo:www.firenze2015.it); inoltre, sipotrà interagire per mezzodei social network.I convegnisti vivranno un mo-mento particolarmente intenso,loro riservato, quando al mattinodi martedì 10 novembre incontre-ranno il Papa. Al pomeriggio,invece, il Santo Padre celebreràl’Eucaristia allo stadio.I delegati radunati in gruppi dadieci, lavoreranno su delle schedeche contengono una traccia su cuiconfrontarsi e discernere ed alcu-ne domande per sollecitare propo-ste concrete.La traccia fa riferimento ai verset-ti del brano di Vangelo che trattadella Giornata di Gesù a

Cafarnao (Mc 1, 21-39), di cuisene riporta un breve accenno pervia:

La via dell’uscire«Al mattino presto Gesù si alzòquando era ancora buio e, usci-to, si ritirò in luogo deserto, elà pregava. […]E andò per tutta la Galilea, pre-dicando nelle loro sinagoghe escacciando i demòni»(Mc 1,35.39).«La Chiesa ‘in uscita’ è la comu-nità di discepoli missionari cheprendono l’iniziativa, che si coin-volgono, che accompagnano, chefruttificano e festeggiano. (…)La comunità evangelizzatrice spe-rimenta che il Signore ha presol’iniziativa, l’ha precedutanell’amore (cfr. 1 Gv 4,10), e perquesto essa sa fare il primo passo,sa prendere l’iniziativa senza pau-ra, andare incontro, cercarei lontani e arrivare agli incrocidelle stradeper invitare gli esclusi.Vive un desiderio inesauribile dioffrire misericordia, frutto dell’a-ver sperimentato l’infinitamisericordia del Padree la sua forza diffusiva»(Evangelii gaudium, n. 24).Per la Chiesa, «uscire» è la rispo-sta ad un invito che proviene daDio stesso, dalla sua chiamatacoinvolgente attraversoGesù Cristo nello Spirito.

La via dell’annunciare«Andiamocene altrove, nei vil-laggi vicini, perché io predichianche là; per questo infatti sonovenuto!» (Mc 1,35-38).Gesù non si ferma a Cafarnao.Invita i suoi discepoli ad annun-ciare con lui la buona novella achi ancora non l’ha ascoltata. C’è audacia e gratuità in questascelta: Gesù non sa cosalo aspetterà fuori Cafarnao,ma sa che tanti hanno bisognodi incontrarlo e ascoltarlo.Gesù è radicale e deciso quandoannuncia il Regno di Dio; è atten-to ai peccatori, che accoglie,cura e guarisce. Ogni suo gesto è annuncio. Ogni sua parola è ascoltata. Ogni gesto e parola raggiungono idestinatari comunicando amore.

La via dell’abitare«E subito, usciti dalla Sinagoga,andarono nella casa di Simonee Andrea, in compagnia diGiacomo e Giovanni» (Mc 1,29)Accompagnato dalla Parola diDio, che aveva appena insegnato,Gesù esce dal luogo di culto e dipreghiera, e va nella casa diSimone e Andrea, dove guarisceun’inferma. Gesù passa cioèdall’uno all’altro mostrando, sen-za contrapposizioni,il loro stretto legame.Potremmo dire, usando un’espres-sione della Evangelii Gaudium,che Gesù “trova il modo per farsì che la Parola s’incarni in unasituazione concreta e dia frutti divita nuova” (Evangelii Gaudium,24). Anche in ciò è modelloper tutti noi.

La via dell’educare«Giunsero a Cafarnao e subitoGesù, entrato di sabatonella sinagoga, insegnava.Ed erano stupiti del suo insegna-mento: egli infatti insegnava lorocome uno che ha autorità e noncome gli scribi» (Mc 1,21)Gesù insegnava: insegnava allefolle con parole e con gesti di mi-sericordia e di guarigione, accom-pagnava ed educava i discepolicon l’ascolto, la correzione,il perdono e soprattuttomediante la relazionepersonale.Abbiamo bisognooggi più che mai –scrive PapaFrancesco – «diuomini e donneche, a partiredalla loro espe-rienza di accom-pagnamento,conoscano ilmodo di proce-dere, dove spic-ca la prudenza,la capacità dicomprensione,l’arte di aspettare,la docilità alloSpirito» (EvangeliGaudium, n. 171).Educare è un compitopermanente degli uomi-ni che richiede oggi unanuova consapevolezza e una

rinnovata responsabilità.

La via del trasfigurare«Al mattino presto Gesù si alzòquando ancora era buio e, usci-to, si ritirò in un luogo deserto,e là pregava» (Mc 1,35).Il vissuto quotidiano di Gesù hainizio con un tempo di preghieranella solitudine. La preghiera nar-ra qual è la fonte dove Gesù “at-tinge” il suo essere e lo nutre.Da questa relazione di fede con ilPadre scaturisce il suo agire versol’umanità e il suo predicare il re-gno di Dio. L’immagine di Gesùin preghiera solo, nel deserto, ma-nifesta la relazione di Gesù con ilmistero di Dio e, al contempo, ri-vela il mistero stesso di quest’uo-mo. Trasfigurare è uno sguardo difede, dunque uno sguardo “altro”sulla realtà dell’umano,del mondo e della storia.“Trasfigurare” è la relazione almistero di Cristo, capacità inte-riore che il credente attinge nellapreghiera solitaria e in quella co-mune che è l’esperienza liturgica,e da questa riverberanel suo vissuto quotidiano.La Comunità della Chiesa localeper certo accompagnerà i lavori

del convegno e in par-ticolare quello

dei delegatitortonesi.

d.c.

“In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”: Firenze, 9-13 novembre 2015

La Chiesa di Tortonaal V Convegno Ecclesiale