In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia...

64
In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena

Transcript of In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia...

Page 1: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

In c

aso

di m

anca

to re

capi

to in

viare

al C

PO d

i Sien

a

Page 2: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

Dai tempi del “Belato” neabbiamo fatta di strada. Con gliamici di sempre abbiamocondiviso giorni di profondodolore e smarrimento,

compensati da altri di altissima esaltazione esoddisfazione....... Di questi ultimi non siamomai paghi, ma non ho dubbi ......eccolistanno per arrivare.Dicevo... del “Belato” - ciclostilato “inproprio” - distribuito “a mano” - letto “dapochi” ..... lasciamo perdere !I primi timidi “POCHI MA BONI” .... Poi lamano e l’estro di Maruska e da lì tutto èapparso più chiaro e più facile per tutti.Ecco, la falsariga è questa, il filo che ci haportati fino a qui non è mai statoabbandonato ed è per questo che il nostrogiornalino è sempre stato pioniere di uncliché ormai collaudato ed usato anche daglialtri.Cambiamo veste, non per il gusto dicambiare, ma bensì per dare continuità allavoro di tutti, sperando che sia piùpiacevole, più chiaro, innovativo, l’impegnonostro è questo.La commissione è una delle più nutrite evariegate degli ultimi anni, dove la Contradaè ben rappresentata ed ha per intentoprimario quello di dare alla nostrapubblicazione un’impronta di schiettezza chenon sia mai sopra o sotto le righe.Buona lettura a tutti, in modo speciale acoloro che non vivono la Contrada durantetutto l’anno, che il nostro giornalino sia ilveicolo per tenerli informati e rinsaldare inloro quella “fiammella” che ognuno di noiha nel suo cuore.

CONTRADA

2

EditorialeRaffaele Semplici

AnagrafeMontonaiola

Sono nati

Camilla Rosu, SamuelePavoni, Alessio Fabbiani,

Filippo Zappa, DiegoBertoccini, Camilla Maffei,Alessia Virga, Sofia Santi,

Leonardo Castagnini, GiudittaAddolorati, Luca Padrini,

Francesca Montaruli,Tommaso Ciacci, GiorgiaSemplici, Dario Martorelli.

Ci hanno lasciato

Igino Mulinacci,Roberto Carignani,

Lida Pierini.

Periodico Trimestrale dellaCONTRADA DI VALDIMONTONEAnno XIII - n. 1 Aprile 2006Autorizz. del Trib di Siena n. 579del 5/04/1993Spedizione in A.P. Comma 20/CLegge 662/96 Filiale di Siena.

Direttore responsabile: FabioFineschi

Redazione giornalino: RaffaeleSemplici e Simone Stanghellini(coordinamento), Michele Santillo,Mauro Agnesoni, Tiziana Barbetti,Matteo Cardinali, Aldo Giannetti,Mauro Gorelli, Vittorio Lachi,Alessandro Pandolfi, Caterina Pavolini,Roberto Petrolito, Massimo Rossi,Davide Rustioni, Nicola Sodi.

Collaborazioni: Irene Bari, MarioBari, Marco Bruschelli, Anna Carli,Rudi Castagnini, Vincenzo Castelli,Andrea Ciacci, Marco Lenzi, GabrieleMaccianti, Mario Mannucci, IlariaMarraccini, Alessandro Monciatti,Pierluigi Olla, Maurizio Pasqui,Graziella Rossi, Giovanni Stanghellini.

Immagini: Mauro Agnesoni, MarcoBruschelli, Andrea Carignani, AnnaCarli, Caterina Pavolini, Piera Pierini,Biblioteca Comunale degli Intronati,Archivio Contrada di Valdimontone.

Impaginazione: Master Digital.

Stampa: Industria Grafica Pistolesi.

Polvere di notizieLe Lupedi Porta Romana

Il Soprintendente del Ministeroper i Beni e le Attività Culturaliha risposto favorevolmente allarichiesta della Contrada per lafutura conservazione delleLupe di Porta Romana nelMuseo della nostra Contrada.Le Lupe ci saranno affidate inaccordo con la Soprintendenzaper il Patrimonio Storico edArtistico a conclusione dellaMostra di PIO II in programmaper la prossima estate.

Borsa di Studio

Durante i festeggiamenti dellaprossima Festa Titolare dellaContrada verrà assegnata laborsa di studio in memoria delprof. Pino Giovannelli. Ledomande dovranno pervenireentro il 24 aprile p.v.

Commissioni di lavoro

In Assemblea Generale sonostate nominate le seguenticommissioni di lavoro:

Commissione per il Giornalino:(vedi Redazione Giornalino)

Commissione per i palchi:Andrea Barbetti, Yuri Barbieri,Luca Braccini, Jacopo Bruni,Marco Cappelli, AlessioCencioni, Daniele Ciabatti,Mattia Ermini, Samuele Feroci,Francesco Manganelli, Paolo

Matino, Antonio Mini, MarcoPaganini, Alessandro Pandolfi,Marco Poggetti, Carlo Regina,Guido Rubbioli.

Commissione per la FestaTitolare: Leandro Machetti,Emanuela Baglioni, PaolaCaloni, Giacomo Nerozzi,Daniele Massari, Marco Pasqui,Emanuela Baldani, DanieleBarbetti, Roberta Nepi,Nicoletta Rinaldi, Paola Rossi,Lucio Viligiardi, Antonio Betti,Simonetta Petreni, RiccardoPieri, Graziella Rossi, AlbertoCarniani, Irene Dragoni,Samuele Farnetani, RobertaMoricciani, Marco Paganini,Giovanni Stanghellini.

Commissione di appoggio aiMaestri dei Novizi: Irene Bari,Carlotta Benini, DanieleCiabatti, Monica Ciabatti, IreneDragoni, Francesca Elianti ,Simone Gennai, SimoneGiannettoni, Sara Lachi, ElenaMadoni, Alessandra Mari,Maurizio Pasqui, GuidoRubbioli, Marta Viligiardi.

Commissione rinnovo deicostumi per il giro alleConsorelle: Emanuela Baglioni,Paola Caloni, Giacomo Nerozzi,Daniele Massari, Marco Pasqui,Aldo Giannetti, DavideRustioni, Pietro Biagini, LucaBorghi, Luca Belardi, RomoloCiavarella, Fabiana Giannetti,Francesco Gorelli, Paolo Franci,Simone Nucci, Chiara Pavolini,Federico Rubegni.

Page 3: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

La disponibilità data alla Commis-sione per mettermi a disposizio-ne della Contrada è stata ampia-mente ripagata. Il risultato otte-nuto mi ha dato una grande sod-

disfazione e una grande emozione e miha reso orgogliosa di essere il Priore diuna Contrada partecipe, unita e determi-nata.

Grazie. Grazie a tutti coloro che questorisultato lo hanno reso possibile e grazie achi mi ha preceduto, e ha consentito con ilSeggio che si creassero le condizioni favo-revoli per pensare, prima di tutto, al benedel Montone.

Al bellissimo risultato è naturale che siaccompagnino aspettative, alle qualirispondere con idee, capacità di ascoltaree di decidere, capacità di fare, senso diresponsabilità, impegno e tempo per laContrada.

L’esperienza di poco più di un mese dal-l’insediamento mi fa essere ottimista. Illavoro del Seggio e le disponibilità per leCommissioni evidenziano entusiasmo evoglia di dare il proprio apporto alla vita

di Contrada da parte dei giovani e dellegenerazioni adulte.

E’ compito di tutti rafforzare questo mododi essere valorizzandoci reciprocamente,ricercando il meglio di ognuno, per avereuna dirigenza che cresca forte e responsa-bile e dia alla Contrada una vita il piùserena possibile.

I risultati ottenuti saranno di gratificazioneper tutti; l’importante è che ciascuno dinoi, individualmente, e nell’ambito delgruppo con cui lavora e con il quale vivela sua esperienza, non si allontani dallaconvinzione di essere guidato dallo spiritodi servizio.

La vita di contrada nel tempo ha assuntouna complessità sempre maggiore; la par-tecipazione si è arricchita di uno spiritodialettico che la rende vivace e attenta atutto ciò che avviene, ma ne accentuaalcune difficoltà.

Occorre sapersi ascoltare reciprocamente ecollaborare. Lo svolgimento di compiti piùpesanti e meno gratificanti nell’immedia-to, hanno valore per l’identità della con-trada, per la sua autorevolezza esterna, e

per la sua capacità di mantenersi legataalla tradizione, pur vivendo nella contem-poraneità.

Il rispetto reciproco ed il rispetto delleregole possono aiutarci tutti. Essere orgo-gliosi di appartenere al Montone è ancheaccettare il ruolo che il bene dellaContrada ci chiede.

Oggi il Montone, come le altre Contrade,vive delle relazioni tra contradaioli; il ter-ritorio è rimasto radicamento storico, rife-rimento, tradizione, patrimonio materialee immateriale, ma non è più l’unico ele-mento che dà vita alla Contrada.

Il modo di essere e di costruire le relazio-ni, nel sacrificio e nella gratificazione, èuna scommessa per ogni montonaiolo.

La Contrada, la Società Castelmontorio, ilGruppo di donatori di sangue “BrunoBorghi” sono momenti diversi di parteci-pazione. Insieme possono rafforzare il sen-so di appartenenza e alimentare lo spiritodel lavoro in comune.

Termino con il desiderio che tutti noiabbiamo nel cuore: vivere di nuovo lagioia della vittoria. Stiamo vicini alCapitano che dovrà esserne l’artefice.Speriamo nella stagione del pianto libera-torio e delle emozioni travolgenti.Prepariamoci a vivere sempre in mezzo aicanti e alle bandiere il nostro amore dipopolo per il MONTONE.

3

CONTRADA

Una Contrada partecipe,unita e determinata

Anna Carli

Occorre sapersi ascoltare reciprocamente e collaborare.Lo svolgimento di compiti più pesanti

e meno gratificanti nell’immediato, hanno valore perl’identità della contrada, per la sua autorevolezza esterna,e per la sua capacità di mantenersi legata alla tradizione,

pur vivendo nella contemporaneità.

Page 4: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

SOCIETÀ

4

Èterminato il primo mandato, horitrovato il mio saluto, intimori-ta dalla nuova carica, balbet-tante neld i s c o r s o

d’insediamento... ma giàallora voi c’eravate con ilcuore, la passione ela volontà di faresempre più grandela nostra Contrada.

Le elezioni han-no dimostrato un’u-nanime approvazio-ne sul nuovoConsiglio, superan-do qualsiasi previ-sione, che in per-centuale supera il90%. Sono felicissi-ma perché questo èun bel risultato dimaturità e per unincoraggiamentomaggiore per ciascuno di noi e per laContrada.

Ho accettato questo nuovo mandato conpiù sicurezza e conoscenza del ruolo cheandrò a svolgere: comprendo meglio le dif-ficoltà che una gestione come questarichiede giornalmente e il solito entusia-smo, che mi contraddistingue, compense-rà ampiamente fatiche e preoccupazioni.

Il nuovo Consiglio: innanzi tutto sonograta a quelle persone che con rinnovatoardore hanno accettato di proseguire que-

sto mandato e ai nuovi arrivati, giovani ebrillanti e pieni di buona volontà.

E’ un Consiglio giovane, sicuramenteall’altezza dei propri ruoli,sono soddisfatta perchétutto questo mi fa sentirecon lo spirito vicino a loro,

fattiva e piena divitalità.

I magnifici quat-tro collaboratori:Gianpiero, Silvia,Duccio e Simone,infaticabili e perfetti,vorrei scrivere tutti inomi che sono inquesto mandato,perché credo siagiusto ricordarli unoper uno, ma lo spa-zio non me lo con-sente.

Che cosa ciaspetta? Un pro-gramma da termina-re e uno da iniziare,

li svolgeremo nel migliore dei modi, por-tandoli avanti con idee nuove e tanta tantavoglia di realizzarle.

Fervono già i preparativi di quel tradi-zionale evento che ogni anno si rinnova, èquesto il primo grande appuntamento chesempre si propone stupendoci come sefosse la prima volta “Prima Contrada”: sivola con la passione, con l’esaltazione peril nostro Montone, per quello che rappre-senta e per quanto fa parte della nostravita. Solo un senese si rende conto di que-sto meraviglioso fenomeno.

Un saluto particolare e un benvenutoall’Onorando Priore Anna Carli, una tradi-zione consolidata quella del Montone d’a-vere donne negli incarichi al vertice.

La memoria mi porta subito a ricordaregrandi nomi femminili come quello dellaprof.ssa A.M. Befani, Capitano plurivittorio-so e della prof.ssa L. Cresti, Priore per bentre mandati, donne che hanno fatto la sto-ria della nostra splendida Contrada.

Un abbraccio.

Come passa il tempo...Graziella Rossi

... si vola con la passione,con l’esaltazione

per il nostro Montone eper quello che rappresenta

e quanto fa partedella nostra vita

Page 5: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

5

CONTRADA

Nell’assemblea del16 febbraio 2006 èstato eletto il nuo-vo Con-siglio delGruppo Donatori di

Sangue Bruno Borghi dellaContrada di Valdimontone per ilbiennio 2006-2007, che per laseconda volta ho l’onore e l’o-nere di guidare.Poco è cambiato rispetto alConsiglio precedente: c’è statosolo un avvicendamento nelruolo di cassiere; ha, infatti,lasciato l’incarico Miriana LottiPierini ed è subentrato JacopoGrisolaghi. Un ringraziamento aMiriana, non solo per la sua fat-tiva collaborazione nel prece-dente biennio, ma anche per lasua più che decennale presenzaall’interno del Consiglio ed unbenvenuto a Jacopo. L’auguriodi tutto il Consiglio è di ripetere,anche se sappiamo che non saràfacile, i risultati degli anni passa-ti, che si sono concretizzati in 36nuovi donatori e circa 330donazioni. Una cosa è certa: ilnostro impegno sarà lo stesso.Come avevamo fatto conJacopo, il quale, da esterno, ciha seguito nel corso della nostraesperienza, partecipando a tutti ilavori del Consiglio, anche inquesta occasione abbiamo indi-viduato una giovane donatrice,Marta Viligiardi, che ci forniràun valido supporto e che ringra-ziamo fin d’ora per la disponibi-lità dimostrata.Nel corso dell’assemblea è statodibattuto ed approvato lo statu-to dell’Associazione Gruppodonatori di sangue delleContrade. Era ormai da diversianni che all’interno delCoordinamento Gruppi Donatorie nelle nostre assemblee discute-vamo sull’opportunità e lemodalità per accedere ai fondiche la Regione Toscana mette adisposizione delle varie associa-zioni per ogni donazione effet-tuata. Un argomento che impli-cava non poche difficoltà, siamorali che formali, e sui cui svi-luppi il Consiglio ha sempreinformato l’Onorando Priore,confrontandosi con Lui per poterprocedere in pieno accordo allaricerca di soluzioni ottimali daproporre al Coordina-mento. Èstato così possibile giungere allastesura di un documento comu-

ne che salvaguarda le finalità egli scopi del Gruppo BrunoBorghi e redigere una bozza distatuto, entrambi inviati alMagistrato delle Contrade.Dopo diverse riunioni, ilMagistrato stesso ha elaboratolo statuto definitivo, i cui scopi sipossono riassumere nell’affer-mare che l’Associazione Gruppodonatori di sangue delleContrade non ha scopi di lucro eche la destinazione dei rimborsidovrà servire alla sensibilizzazio-ne sui temi della donazione disangue e/o per finanziare pro-getti socio-sanitari o quantoaltro occorra in ambito cittadi-no. Tutto ciò è demandato ad unComitato Scientifico, di cui fan-no parte il Consiglio Direttivodell’Associazione e laDeputazione del Magistrato del-le Contrade. Ciò non va a vanificare il ruolodei singoli Gruppi, i quali conti-nueranno a mantenere la pro-pria identità, autonomia, statutie che tutti insieme potrannobensì, come ci auguriamo, mol-tiplicare quei valori morali e civi-li propri di ogni donazione. Un ringraziamento per la fattivacollaborazione, fornita nei dueanni trascorsi, all’OnorandoPriore Emanuele Pomponi ed unsaluto al nuovo Onorando PrioreAnna Carli, con l’augurio dipoter instaurare anche con Leiun rapporto proficuo e costrutti-vo.Un saluto ed un grazie alPresidente della SocietàCastelmontorio, Graziella Rossi,per l’ampia disponibilità sempredimostrata e che sono certo nonverrà meno neppure nel prose-guo. In ultimo un grazie ed unsaluto affettuoso a tutti i donato-ri, ai giovani, ai meno giovani ea tutti i soci sostenitori, i qualinon ci fanno mai mancare il loroapporto.

Donatoridi sangueMario Mannucci

Io lo facciocol RIDMarco Lenzi

Con la fine del carne-vale, come per con-suetudine, una voltaterminato di sistema-re tutti i conti dell’an-

no precedente, si ricominciaun’annata di lavoro e di impe-gno per la nostra Contrada.Con l’elezione del nuovoSeggio, è entrato a far partedel nostro gruppo un altroMarco, il Coppi, che prendequel posto rimasto vacantenell’ultimo anno, perchéRenzo Fusi è stato chiamatodal Capitano a far parte dellostaff Palio.Abbiamo appena ultimato lastampa delle tessere per il2006, che saranno distribuitein questi giorni agli esattori, iquali ricominceranno le visiteper le case dei montonaioli alfine di riscuotere le quote diprotettorato.Tutti coloro che hanno giàpagato (con RID, bollettino

postale o bonifico) stianotranquilli, siete già in tanti epiano piano (si fa per dire)invieremo le tessere perposta, ma nel frattempo, qua-lora passasse l’esattore (nondovrebbe capitare perchénon gli abbiamo ancora con-segnato le tessere già pagate)ci raccomandiamo di tenerela ricevuta del bonifico oquella del bollettino.Naturalmente continuiamoad invitare tutti i contradaiolia pagare il protettorato trami-te bonifico, bollettino o RID.Non ci stancheremo mai dirivolgervi questo invito, per-ché dobbiamo entrare nel-l’ordine di idee che, nei pros-simi anni, gli esattori sarannosempre meno e i protettori

sempre di più e sempre più“sparsi” per il territorio, servequindi il contributo di tuttiper far crescere il Montone eper far sì che tutti i monto-naioli, anche i più lontani, sisentano vicini alla Contrada.A questo proposito prossima-mente ci saranno delle novitàa cominciare dalla possibilitàdi scaricare dal sito www.val-dimontone.it il RID da compi-lare, mentre con l’arrivo delgiornalino invieremo copiadel bollettino postale; stiamoinoltre valutando l’opportuni-tà di ampliare le forme dipagamento per via telemati-ca. Nell’apposita sezionededicata al Protettorato tro-verete anche le coordinatebancarie per effettuare ilbonifico bancario qualora pervoi sia più comodo.Abbiamo in mente anchealcune novità grafiche riguar-do alle tessere, ma per ora

non possiamo anticipareniente.L’anno passato abbiamo rag-giunto risultati eccellenti siacome somme incassate, siacome percentuale di riscos-sione (circa il 96%), quest’an-no vogliamo ripetere almenoquesto risultato ma, se cidarete una mano, riusciremoperfino a migliorarlo. Nondimenticate mai che il protet-torato costituisce la quasitotalità degli introiti dellanostra Contrada che, da sem-pre, vive e va avanti grazie algeneroso contributo di tuttinoi; spero quindi che ci per-donerete se, durante l’anno,vi ricorderemo di pagare ilprotettorato... in tutti i modipossibili.

Il Consiglio Direttivo delGruppo Donatori di Sangue“Bruno BorghiPresidente: Mario MannucciVicePresidente: Gianluca LecchiSegretaria: Veronica BonelliCassiere: Jacopo GrisolaghiConsigliere: Moreno NucciDi diritto il Priore della Contradadi Valdimontone

Page 6: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

All’inizio degli anni ses-santa la vita dellanostra Contrada eraancora regolata danorme approvate il 27

aprile 1834. Ovviamente era arri-vato il momento in cui si rendevaimprorogabilmente necessarioriscrivere nuove regole anche allaluce di tutti i cambiamenti cheerano avvenuti sia all’interno cheall’esterno delle Contrade.Questo compito fu affidatodall’Assemblea Generale, condot-ta dal Priore Giuliano Ravenni, aldott. Mario Angiolini per redigereun testo di Costituzioni modernoe snello che, conservando lepeculiarità e le tradizioni, codifi-casse i principi e le norme fonda-mentali cui la Contrada si dovevaispirare per un regolare svolgi-mento delle proprie attività. Iltesto delle nuove Costituzioni fuapprovato dall’AssembleaGenerale nella seduta del 3novembre 1967.Verso l’inizio degli anni settantala Contrada fu interessata daavvenimenti di particolare turbo-lenza che portarono a decisioni lequali, a distanza di anni, possonoessere tranquillamente definiteepocali; una delle più significativefu l’approvazione quasi unanimedell’accantonamento, fino a deci-sione contraria, delle norme sta-tutarie allora in vigore.Come si può ben comprendere,se da una parte venivano menocerti obblighi, dall’altra la man-canza di punti di riferimentorischiava di far degenerare alcunitipi di attività, al punto che ilPriore Giovannelli, durante il suomandato, fece eleggere unaCommissione per la proposizionedi nuove Costituzioni che furonopresentate per l’approvazioneall’Assemblea dei Montonaioli.Ebbero luogo alcune Assembleemolto vivaci e controverse, allafine delle quali il nuovo testo nonfu approvato.Si arriva quindi alla fine deglianni ottanta con la situazionesempre più degenerata tanto chelo svolgimento delle Assembleedivenne, per usare un eufemi-smo, alquanto problematico, alpunto che nella stessa Assembleasi arrivò più volte a ‘votare’ sucome ‘votare’ la nomina deimembri della CommissioneElettorale.La Contrada sentiva ormai comeimprorogabile l’esigenza di darsi

nuove regole e il giorno 11 otto-bre 1991 (nel periodo in cuiPriore era Senio Bruschelli), dopocirca due anni di lavoro, laCommissione all’uopo incaricatapresentò all’Assemblea Generaleun nuovo Statuto che ottennel’approvazione.Dopo circa diciassette anni laContrada tornava ad avere regolescritte sulle quali basare i propricomportamenti sia al proprio

interno che nei confronti della cit-tà.Nel 2002 fu deciso dal Seggioguidato dal Priore Pomponi diprocedere alla costituzione di unaCommissione per la “Revisionedello Statuto” dopo che, già daalcuni anni, era stata manifestatala necessità, da parte di moltiContradaioli, di rivedere alcuneparti dello Statuto approvato nel1991.La Commissione, composta dalPriore, allora in carica, EmanuelePomponi (membro di diritto),Alessandra Balestri, MassimoBarbetti, Roberto Carignani,Clelia Gozzini, AlessandroMonciatti, Gianfranco Semplici eEttore Vecoli, fu nominata

dall’Assemblea Generale nellaseduta del 21 novembre 2002; laCommissione fu poi integrata indata 20 febbraio 2004 con l’in-gresso di Bernardino Chiantini.Dopo circa due anni di lavoro, iltesto con le variazioni apportatefu presentato all’attenzione delSeggio (in data 5 ottobre 2004) econsegnato al Priore in data 5gennaio 2005, in modo da per-metterne la divulgazione ai

Contradaioli prima dell’effettua-zione delle Assemblee per ladiscussione e l’approvazione delleproposte di modifica.Ovviamente la Commissione haincentrato il suo lavoro sull’anali-si di quelle parti per le quali iContradaioli avevano manifesta-to, in maniera più o meno forte,il desiderio di modifica, basando-si quanto più possibile, per voleremanifestato da tutti i membri, suconsiderazioni oggettive e in pre-visione dello svolgimento dellavita futura della Contrada al finedi renderne più agevole il cammi-no.La Commissione, effettuando leproprie considerazioni in base aquanto accaduto negli ultimi

quindici anni, ha cercato di darerisposte alle varie richieste dicambiamento senza tenere asso-lutamente conto di situazioniindividuali e/o contingenti e cer-cando di ovviare a quei disguidiche, forse, anche con il nuovoStatuto del 1991 non erano statieliminati del tutto.E’ molto importante che tutti sirendano conto che uno Statutodeve essere pensato sì per i “tem-pi di pace” ma soprattutto per i“tempi di guerra” in modo dapermettere il regolare governodella Contrada in ogni situazionee nella maniera più efficace e pro-duttiva.Le modifiche più rilevanti appor-tate allo Statuto su approvazionedall’Assemblea Generale sonostate le seguenti:

tutti i Montonaioli in regola conil pagamento del protettoratosono automaticamente Soci dellaSocietà Castelmontorio;

è variato da 50 a 150 il nume-ro, dei Contradaioli, necessarioper chiedere l’effettuazione diun’Assemblea Straordinaria;

all’interno del Seggio il numerodegli Uffiziali sale da 30 a 35,mentre quello dei Consiglieriscende a 15 a 10;

il Rettore del Collegio deiMaggiorenti è eletto all’internodel Collegio stesso e rimane incarica per un triennio;

il Collegio dei Maggiorenti ed ilsuo Rettore sono preposti adalcune nuove funzioni;

è stato regolamentato l’iniziodell’Assemblea Generale;

sono state apportate alcunenuove regole alla modalità di ese-cuzione delle Elezioni del Seggio;

sono variate alcune normesull’Amministrazione dellaContrada;

nel Rituale sono state apportatealcune modifiche all’effettuazionedel Battesimo Contradaiolo e alleonoranze ai defunti dellaContrada.

Ci auguriamo che l’introduzionedi queste modifiche e implemen-tazioni possa permettere un con-fronto sempre più sereno ecostruttivo all’interno dellaContrada.

CONTRADA

6

Lo statuto della ContradaAlessandro Monciatti

Page 7: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

7

RICORDI

Un sabato mattinaappena alzato dalletto, quando ancoranon hai nemmenocominciato a pensa-

re a quello che devi fare, sentisquillare il telefono: dall’altraparte la voce di un amico, rottadal pianto, che a malapena ti facapire che quel male diagnosti-cato inesorabile è stato fataleper Roberto.

Avevo avuto modo di conoscer-lo in Contrada fin dai tempi incui, ancora poco più che bambi-no, avevo iniziato a frequentar-la; non fu difficile fare amicizia,anche se aveva qualche annopiù di me, perchè avevamo duecaratteri abbastanza simili.Mi ricordo in maniera particola-re, quando mi parlava di suo zioche lo portava in Contrada neglianni ‘50 (allora i giovani nonavevano degli spazi loro conces-si) e nel 1958, dopo la vittoriadel palio, gli aveva permesso dirimanere qualche ora in più lanotte a festeggiare con gli altri.Roberto era una persona affabi-le, pacata, di un’educazionesquisita ed un’immensa disponi-bilità verso il prossimo nelmomento della difficoltà e delbisogno. Affrontava qualsiasitipo di situazione con il sorrisosulle labbra ed aveva una paroladi incoraggiamento sempre

pronta, ma questo non volevadire che, all’occorrenza, nonsapeva tirare fuori gli artigli perdifendere quei valori che, dopola famiglia, più amava e cioè ilMontone e il “Siena”.Nel corso degli anni aveva rico-perto la carica di Addetto alProtettorato e per più voltequella di Consigliere di Seggio,oltre a far parte di varie com-missioni; pochi mesi fa, appun-to, aveva terminato il suo lavoroall’interno della commissioneper la revisione dello Statuto.Ma l’incarico che più ha amato ein cui tutti lo ricordano conammirazione è quello da Luiricoperto per tanti anni, in unmomento di particolare splen-dore della Contrada, come‘accompagnatore’ del veterina-rio, l’indimenticato prof.Girolamo Menichetti. Anche inquesto si era distinto per la suaserietà e massima discrezione,non abbandonandosi mai a faci-li vanterie e tenendo strettamen-te per sé qualcuno di quei tantipiccoli segreti che inevitabilmen-te era riuscito a carpire durantequegli anni di collaborazionecon un professionista tra i piùapprezzati nel suo campo.Roberto ci ha lasciati così, inpunta di piedi, come era nel suocarattere, ma non ci ha lasciatisoli perchè, oltre alla Sua adora-ta moglie Franca, sono rimasticon noi i suoi tre figli, grandiMontonaioli come lui, Andrea,Raffaele e Stefano; e proprio aquest’ultimo, da quel pezzettinodi cielo abitato dai Senesi, sapràinfondere qualità e capacitànecessarie per raggiungere unsogno che noi tutti, con Roberto,aspettiamo da molto, troppotempo.Ciao Roberto.

Alessandro Monciatti

Il triste destino della vita si ècompiuto. Ricordiamo conqueste poche righe IginoMulinacci, padre del sem-pre presente Giorgio. Lo

ricordiamo non solo perché celo impone l’amicizia che ci legaa Giorgio, ma specialmente per-ché ci sembra oltremodo giustoricordare anche coloro che purnon avendo avuto un’attiva vitacontradaiola hanno vissuto nelcuore della Contrada, legandolaindissolubilmente ai nostri colo-ri. E non poteva essere altrimen-ti perché da sempre il vivere pertanti anni nel territorio ne faassorbire i sentimenti e la pas-sione talvolta più sincera e posi-tiva di tarde partecipazioni. Unsentito saluto a Igino, unabbraccio a Giorgio e Gabrielladalla Contrada tutta.

Si è conclusa la vita terrena diLida. Credo basti il solo nomeperché ogni montonaiolo vedadavanti a se la figura di chi pertanti lunghissimi anni ha vissutonella Contrada che per tantianni ha abitato in Via dei Servi,da quando mi fa fede la memo-ria l’ho sempre vista per lanostra strada ed anche per que-sto era entrata a far parte deiMontonaioli storici, di quei con-tradaioli che ognuno di noi hasempre visto e riconosconocome punto di riferimento, egrande punto di riferimento eraLida. Non ci sono montonaioliche non abbiano assaggiato isuoi piatti, ricordare Lida ècome ricordare l’esistenza dellaSocietà Castelmontorio. La pre-senza preziosa di Lida è semprestata discreta, mai invadente,oltremodo disinteressata.Quanti ricordi si affollano allamente, quante cene in Societàl’hanno vista gestire con una

presenza costante, continua. Lasua partecipazione in cucina eraobbligatoria non esisteva lacucina senza Lida, ho ricordilontanissimi che non sapreiquantificare, ma credo di averlasempre vista. La sua opera nonsi esauriva solo nella preparazio-ne, ma quante volte da buonamadre di famiglia, perché anchela Società aveva le dimensioni diuna famiglia, prendeva tovagliee tovaglioli, per lavarli e stirarliper poi riporli per la successivacena mantenendo un patrimo-nio allora così importante. CaraLida quante Motobaldorieabbiamo organizzato e quantipranzi hai preparato. Lida unpunto di riferimento importanteper quella Società ancora giova-ne e che muoveva i primi passiverso lo sbocco aperto di PiazzaManzoni. Passare da una cucinamoderatamente funzionale aduna cucina praticamente dacampo con tutti i disagi che unasimile collocazione poteva riser-vare eppure quanti pranzi ecene preparate in quel localeimpossibile ed incredibile senzamai perdersi d’animo. Cara Lidaavrei voluto essere presente

all’ultimo addio che la Contradati ha tributato purtroppo sonovenuto conoscenza ad esequieavvenute, permettimi ora dimandarti un abbraccio ed unbacio affettuoso e grandissimo.Permettimi di tenerti nei mieiricordi più cari e di portarti neimiei pensieri come esempioconcreto di un fare senza chiede-re, di operare senza pretendere.Credo di poter condividere que-sto desiderio con tutti iPresidenti che si sono succedutie che hanno apprezzato la tuapreziosa opera.Grazie, grazie, grazie, per avercireso la conduzione della Societàtanto più lieve.A Luigi, Piera, Patrizia, Samuele,Martina, le sincere condoglian-ze, di tutti coloro che hannocondiviso e apprezzato l’operadella loro mamma, sorella, suo-cera, nonna.

Mario Bari

Purtroppo, in questo ultimo periodo, gravi lutti hanno colpito la nostra Contrada, l’Onorando

Priore ha voluto ricordare in AssembleaGenerale i montonaioli che ci hanno lasciato,anche la redazione del “Pochi Ma Boni” vuoleomaggiare questi contradaioli, sempre presen-ti in Contrada, con un pensiero di amici che li

hanno conosciuti ed apprezzati in vita.

Page 8: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

Già da tempo le maz-ze freneticamentehanno rianimato ipomeriggi rionali,contornati da svelte

alzate di fiammeggianti bandie-re, mentre l’aria ha perso quel-la opacità e freddezza tipica-mente invernale, accingendosicosì ad abbracciare definitiva-mente gli appuntamenti contra-

daioli più importanti.La Festa Titolare si inserisce apieno titolo in questi eventi lar-gamente attesi, sia per la suaimportanza -principale festa dicontrada, momento di aggrega-zione ed occasione per pensarealle dinamiche che regolano lavita della contrada stessa - siaper il periodo in cui è festeggia-ta, diventando così per noi e per

le altre consorelle simbolo uffi-cioso dell’apertura della stagio-ne più calda ed intensa, con lun-ghe discussioni notturne all’inse-gna di strategie paliesche, sognidi vittoria, progetti e speranze.Incontri estenuanti, sofisticateproposte, labirintiche stradeall’insegna del mantenere edintrodurre, conservare ed inno-vare, tra date e scadenze fisse eserate ed appuntamenti dainventare. Niente di nuovo, soloconferma dell’attività di unacommissione. Il tutto nella con-sapevolezza della doppia anima,religiosa e laica insieme, dellafesta nata in omaggio allaMadonna del Buon Consiglio,ma da sempre anche accompa-gnata da cene, balli e giochi diispirazione dionisiaca. La ricercadi equilibrio tra diverse forme difesteggiamenti è stata la caratte-ristica dei nostri incontri, conscidel senso che la Festa Titolaredeve avere ed attenti alle richie-ste dei vari contradaioli inun’annata sicuramente partico-lare. Non per il cambio diappuntamenti o per la diversitàdelle serate, quanto piuttostoper lo spettro di ruspe, cantieri,escavatrici che ci terranno com-pagnia nei prossimi mesi, deco-rando la Società di efficientissi-mi macchinari. Esempi concretidella doppia strategia del “nuo-vo” e del “tradizionale” le sera-te di mercoledì e giovedì: la pri-ma con la consueta Cena dei

Donatori di Sangue, serata cheormai da anni raccoglie - forseanche per il messaggio che c’èalle spalle - consensi ed adesio-ni; la seconda con la bella novi-tà dell’happy hour rosa, caratte-rizzata da cocktail e musica ed inlinea con i moderni e dinamiciintrattenimenti serali.Tema di fondo della Festa enuovo approccio da maturaresono quelli della valorizzazionedell’essenziale e del ridimensio-namento, in termini non quanti-tativi, ma di attenzione a lororivolta, di ciò che è vano esuperfluo.Il tutto non con un’ottica di rim-picciolire o dequalificare, quan-to piuttosto di insistere e perse-verare su ciò che conta davvero:importante quindi capire chel’evento o la serata vale comestrumento ed occasione perqualcos’altro, e non di per sé. LaFesta può essere occasione espunto per una più profondaconoscenza tra contradaioli nel-l’urgente necessità di adeguarsialle recenti dinamiche dellaContrada che trovano sempre dipiù nei giovani gli attivi prota-gonisti.Ci saranno serate per tutti i gusti,per palati fini e per chi questadote non ha, per certificati balle-rini, ma anche per impacciatiprincipianti, per piccoli monto-naioli e per relativi accompagna-tori. Chi si divertirà?Vedi titolo!!!

FESTA TITOLARE

8

Chi si accontentagodeGiovanni Stanghellini

Page 9: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

9

FESTA TITOLARE

F E S T A T I T O L A R Ein onore della Madonna del Buonconsiglio26 Aprile ● 7 Maggio 2006

APRILE

26 Mercoledi ● Oratorio della S.S. Trinità

Ore 18,00 / Cerimonia di presentazionedel restauro delle panche dell’Oratoriodella Santissima Trinità

Ore 19,00 / Concerto vocale del“Gruppo Polifonico Madrigalisti Senesi”

Ore 21,30 / Solenne Triduo di Preparazione

27 Giovedi ● Oratorio della S.S. Trinità

Ore 21,30 / Solenne Triduo di Preparazione

28 Venerdi ● Oratorio della S.S. Trinità

Ore 19,00 / Solenne Triduo di Preparazione

● Pratino di Società

Ore 20,30 / Cena Apertura

Ore 22,00 / Assegnazione Borsa di Studio“Prof. Giuseppe Giovannelli”

Ore 22,30 / Spettacolo di cabaret“Si ride con Gianni Giannini”

29 Sabato ● Oratorio della S.S. Trinità

Ore 15,30 / Onoranze ai Contradaioli defunti

● Sede Museale

Ore 16,30 / Battesimo Contradaiolo, conse-gna delle pergamene e rinfresco

● Pratino di Società

Ore 19,00 / Apertura “Osteria Montonaiola”

Ore 20,00 / Ricevimento della Signoria

● Oratorio della S.S. Trinità

Ore 20,15 / Solenne Mattutino

● Via dei Servi

Ore 22,00 / XXVI Palio dei Cittini

● Pratino di Società

Ore 22,15 / Giochi ed attrazioni varie

30 Domenica

Ore 9,00 / Partenza della Comparsaper il tradizionale Giro di Omaggioalle Consorelle ed alle Autorità

● Oratorio della S.S. Trinità

Ore 10,30 / Santa Messa

Ore 13,30 / Rientro della Comparsa

Ore 16,00 / Partenza della Comparsa

● Giardini della Lizza

Ore 19,00 /Ritrovo e partenzadella Comparsa per il rientroin Contrada

● Pratino di Società

Ore 20,30 / Cena del Giro

MAGGIO1 Lunedi ● Pratino di Società

Ore 16,00 /I Cittini giocanosotto l’Alberone

Ore 18,30 /Merendone per tutti

3 Mercoledi ● Pratino di Società

Ore 20,30 / A tavola con il Gruppo Donatoridi Sangue “Bruno Borghi” e le “magie”di Paolo Mannari e Marco Baglioni

4 Giovedi ● Pratino di Società

Ore 20,30 / Happy Hour rosa Roberto& Music Drink

5 Venerdi ● Pratino di Società

Ore 20,15 / Cena di Pesce accompagnatadall’Orchestra Barbara & Blue Tigers

6 Sabato ● Pratino di Società

Ore 20,30 / Cena Rock

Ore 23,00 / Discodance

7 Domenica

Ore 8,30 /Partenza della Comparsaper il giro di omaggio al territorio

● Oratorio della S.S. Trinità

Ore 10,30 /Santa Messa per i defuntidella Contrada

● Salone di Società

Ore 13,30 /Pranzo di Chiusura

Si ricorda che per ogni cena le tesseredovranno essere ritirateentro la sera precedentepresso Ermada Bianciardie la Società Castelmontorio

CONTRADA di

Page 10: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

Ogni anno, ormai datempo, in occasionedei festeggiamenticelebrativi dellaFesta Titolare, il

“Palio dei cittini” è divenuto unappuntamento tanto atteso, cheapre le porte al nuovo anno con-tradaiolo.Questa manifestazione è natadall’iniziativa di quelle personeche, andando indietro con lamemoria alle prime esperienzedi vita rionale e alle prime emo-zioni d’appartenenza contra-daiola, hanno deciso di rivivere

un momento dell’infanzia loro edi tutti i senesi.A tal proposito, l’allora PrioreGiuseppe Giovannelli istituì perla prima volta nel 1981 un“Palio dei ragazzi”, estendendola partecipazione a tutti i bambi-ni delle altre Consorelle.Da quel momento in poi, il cam-panile dei Servi illuminato hafatto da magnifico testimone atutte le edizioni del Palio.

Trentaquattro cittini in pista alloscoppio del mortaretto: ognicontrada presenta un fantino,con giubbetto e zucchino, e un“cavallo” naturalmente un altrobambino. Il percorso della corsaconsiste in un giro ricavato traVia dei Servi e Via delle Cantine;Piazza del Campo è figurataidealmente da uno spicchio delpratino.Alla fine viene dato come pre-mio alla contrada vincitrice sullenote del proprio inno, un picco-lo drappellone, opera, comesempre vuole la consuetudine

per il palio dei cittini, dell’artistache dipingerà il drappellone perla carriera “vera” di Provenzano.Celeberrimi sono i dipinti diSchifano (1996), Salvo (1999).La tradizione continua inesorabi-le mantenendo quello che eral’intento di renderla una manife-stazione dedicata alla fresca esu-beranza dei “nuovi” contradaio-li e un gioioso compiacimentodei “vecchi”.

Regolamento:Al Palio dei Ragazzi potranno partecipare quelle Contrade che avran-no inviato la propria adesione entro il giorno 4 aprile 1981;

1. Alla manifestazione non sono ammessi giovani nati precedente-mente al 1 gennaio 1971

2. Partecipano 2 “cittini” per Contrada:uno nel ruolo di cavallo (chedovrà indossare, possibilmente, un golf di colore bianco), l’altro nelruolo di fantino.

3. I partecipanti dovranno presentarsi il giorno 25 aprile p.v. entro leore 21,00 nei locali della Società Castelmontorio in via dei Servi

4. Il fantino riceverà in dotazione lo zucchino ed il giubbetto, il caval-lo le briglie e la spennacchiera

5. Percorso: mossa in via dei Servi, giro davanti al tabernacolo per viadelle Cantine, giro a destra all’altezza di Vicolo San Clemente, PiazzaA. Manzoni, discesa dei Servi e arrivo

6. Non sono ammessi arrivi “scossi” né tagli di percorso

7. Non sono altresì ammessi: sgambetti, pugni, trattenute e spinte

8. Lungo il percorso vigilerà una giuria il cui giudizio sarà insindaca-bile ed inappellabile con potere di squalifica contro coloro che incor-ressero nelle suddette irregolarità.

Regolamento del Palio dei Cittini, formulato in occasionedella prima edizione del 1981 e tuttora in vigore.

Da 25 annia briglia scioltaIrene Bari e Ilaria Marraccini

MAESTRI DEI NOVIZI

10

Bozzetto del primo Paliodei Cittini realizzatodal Maestro M. Ghezzi.

I Palii vinti da Duccio Cappelli e Francesco Valentini nel 1990 eda Yuri Barbieri e Guido Rubbioli nel 1996, dipinti rispettivamenteda A. Roux e L. Schifano

“Andando con la memoria alle primeesperienze di vita rionale ed alle primeemozioni d’appartenenza contradaiola,abbiamo deciso di rivivere un momentodella nostra infanzia e di tutte le infanzie

senesi organizzando un “PALIO DEIRAGAZZI” ed estendendo, ovviamente,

la partecipazione a tutte le contrade.”Giuseppe Giovannelli

Dalle Stanze della Contrada23 marzo 1981

Page 11: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

11

L’INTERVISTA

Maurizio Pasqui

PresidenteCommissione Elettorale

della Contradadi Valdimontone

PresidenteCommissione Elettorale

della SocietàCastelmontorio

Eri mai stato in unaCommissione Elettorale?

Quando non entrare inCommissione Elettorale?

Quale è stato il lato positivodella Commissione Elettorale?

Quale è stato, se c’è stato, ilruolo più difficile da Trovare?

Quali ruoli hai ricoperto incontrada e in società?

Quali non ricopriresti?

In una commissione elettoraleè più importante la fermezza

delle proprie ideeo la capacità di mediare?

Quali devono essere lecaratteristiche di un Priore/

Presidente?

Quali le caratteristiche di unmembro di Seggio/Consiglio?

Tanti votanti e ampi consensi,sta cambiando qualcosa?

Cos’è il “Bene del Montone”?

Nel Montone chi fa il Vicarionon arriva a fare il Priore,

perché?

Due aggettivi per definire laTua esperienza in

Commissione:

Un augurio alPriore/Presidente:

No

Quando non si ha voglia.

Aver approfondito la conoscenza di molte persone suargomenti di Contrada, e aver consolidato l’amicizia

con il Giannetta, il Topo, il Brogia e il Nuccino.

Nessuna difficoltà: abbiamo trovato moltavoglia di fare!

Quattro anni in Consiglio di Società (Addetto alleAttività Sociali e allo Sport ) e Camerlengo.

Il Priore. E’ una grossa responsabilità e richiede moltoimpegno. Bisogna sentirsela!

Si deve partire da una linea di ragionamento comune,per poi poter mediare. Quello che esce dal lavoro della

Commissione è la sintesi del pensiero di molti.

Carisma, grande capacità di ragionamento, e ampioconsenso nella Contrada.

Per alcuni incarichi ci vogliono competenze specifiche,come per fare Bilanciere e Camarlengo; per altri basta lavoglia di lavorare ed imparare da chi ha più esperienza.

Ampi consensi spontanei: la Contrada ha dato fiduciaal Priore e al Seggio dando prova di maturità.

Riuscire con tranquillità ad esporre le proprie opinioni econfrontarsi senza preconcetti. Sapersi “aprire” e “

mischiare” pensando che ognuno possa portarequalcosa di positivo.

Perché un Vicario si espone durante il suo mandato, maanche perché siamo una Contrada giovane e in futuro

ci sarà un ricambio generazionale. Dobbiamo darefiducia ai giovani e spingerli ad andare avanti.

Impegnativa ed esaltante.

Di vincere il Palio!!!

Si, 9 volte: 4 in Società e 5 in Contrada.

Quando non si alza la mano in Assemblea.

Aver trovato una Contrada capace di mettereda parte i dissidi dando la Propria disponibilità

alla Commissione.

Non abbiamo avuto difficoltà, grazie ancheal buon lavoro del Consiglio uscente.

Addetto alle Attività Sociali, Consigliere di Società,Addetto al Protettorato, Addetto alle Cerimonie,

Consigliere, Vicario e Mangino.

Non farei il Priore, per carattere. Bisogna essereriflessivi, pacati e mediatori. E io non lo sono.

Entrambe, ma la capacità di mediare è fondamentale.

Carisma: deve saper coinvolgere tutti, giovani e menogiovani, per portare avanti una grossa mole di lavoro.

Sapersi porre e capacità di adattarsi ad un lavorodiverso da quello che non si fa nella vita.

Sono state portate persone che la Contrada voleva e dicui si conoscevano le capacità. I risultati hanno dato

ragione al lavoro della Commissione.

Saper ascoltare, confrontarsi e parlare nelle sediopportune.

Facendo il Vicario ci si espone molto e quando si arrivaa scegliere il Priore si preferisce una persona che ha

“dato meno fastidio”. Inoltre non sempre chi fa ilVicario ha le caratteristiche per fare il Priore.

Divertente e rilassante.

Di potersi godere la pensione dopo questo mandato!

Rudi Castagnini

facc

iA

facci

Caterina Pavolini

Page 12: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

Molti senesi stor-sero la bocca, il15 agosto 1931,quando il Corteostorico fece il

suo ingresso dal Casato. Era pro-prio necessario vestire le com-parse il giorno dell’Assunta?Anche l’intensa luminosità delletre e mezza di pomeriggiomostrava l’ampiezza dello strap-po alle regole. Ai lati della pistaingombranti macchine da presafilmavano il lento incedere deifiguranti. Si stava girando il pri-mo lungometraggio sonoro sulPalio. E’ il caso di fare un passoindietro.

“Le trattative per una cine-matografia del Palio risalgono aqualche tempo indietro. Hannoavuto due fasi; in quest’ultimaripresa l’iniziativa partì da auto-rità locali. V’intervenne LuigiBonelli che ne parlò alla Cines ...Questa casa ha mandato i suoiesperti a vedere il Palio e questisignori ne sono rimasti ammira-tissimi”. Così, in modo sbrigati-vo, La Nazione, il 14 luglio1931, riassumeva la vicenda chestava suscitando un vivacedibattito nell’opinione pubblicacittadina. Lo stesso quotidiano,pochi giorni prima, aveva, infat-ti, paventato addirittura l’effet-tuazione di una Carriera straor-dinaria per facilitare le riprese.La notizia, presto smentita, invi-tò molti lettori a scrivere al gior-nale. Una parte consistente evi-denziò il timore di possibilidistorsioni causate dalla troupeal normale svolgimento dellamanifestazione e il pericolo rap-

presentato da un’intromissioneprevedibilmente incompetente.Ma forse, più di tutto, irritò ilfatto che le Contrade non fosse-ro state interpellate.

Infatti, sopra la testa dellecontrade senesi, si erano incon-trate due volontà superiori: ilpotere nazionale e quello locale.Il regime fascista aveva precoce-mente riconosciuto lo “straordi-nario potenziale comunicativodel cinema”, la sua capacità dipersuasionee ne avevaagevo la tolo sviluppocercando ditrovare unequi l ibr iotra conside-r a z i o n iideologichee commer-ciali perpermettereai film ita-liani dicompeterecon la pro-duzione diHollywood.Il cinemai t a l i a n odoveva esaltare una terra sobria,viva e pulsante, lontana da unmondo cosmopolita e materiali-sta, intessuto di falsità e di reto-rica. In questa ottica il Palio diSiena simboleggiava la forzadelle tradizioni nazionali. In più,il regime aveva riconosciuto ilvalore economico del turismo eambiva a fare della manifesta-zione senese uno dei principalirichiami turistici italiani.

Il progetto ricevette dalleautorità e dagli enti senesi “lepiù ampie facilitazioni” compre-so il concorso finanziariodell’Ente Autonomo di Cura eSoggiorno. La disponibilità delpotere locale alla promozionedella festa è facilmente spiega-bile. In una città non troppo ric-ca il turismo, insieme all’artigia-nato, rappresentava una risorsaeconomica di importanza fon-damentale.

La rea-l izzazionedel film fud o v u t aa l l ’ i n t r a -prendenzadi un ver-satile intel-l e t t u a l es e n e s e ,L u i g iB o n e l l i ,autore diun copionei n v i a t oall ’uff icios o g g e t t idella Casacinemato-g r a f i c aCines, la

più importante del Paese. Il sog-getto piacque al trentunenneregista romano AlessandroBlasetti e la Cines, munita delleapparecchiature tecniche di pro-duzione americana necessarieper la registrazione del sonoro,accettò di produrre il film che,come abbiamo visto, rientravatra i soggetti graditi al regime.Blasetti, che aveva già mostratola sua capacità di narrare vicen-

de in cui si esaltava il valore diuna sana esistenza che integrapassato e presente, firmò anchela sceneggiatura insieme allostesso Bonelli e a Gian Bistolfi.Gli autori, per facilitarne la com-prensione al pubblico non sene-se, legarono in un unico filo nar-rativo la festa e la vicenda senti-mentale tra il fantino Zarre e lacontradaiola Fiora. Gli autori sipresero alcune libertà di nonpoco conto nei confronti dellastorica festa avvalorando un’ine-sistente rivalità tra Civetta eLupa e traslocando, per motiviscenografici, il rione della con-trada di Vallerozzi a ridosso delDuomo. Tra le pieghe della sto-ria, in modo non invadente, gliautori inserirono anche alcunimessaggi cari al regime come,ad esempio, il trionfo dei senti-menti sul materialismo. Gliesterni del film, intitolato sem-plicemente Palio, furono girati aSiena nell’estate 1931. Granparte degli interni fu invece rico-struita nei teatri di posa romanidella Cines con la partecipazionedi comparse senesi. Il contributodelle autorità consentì anche disuperare alcuni rilevanti proble-mi tecnici. Innanzitutto, lamodesta luminosità del tardopomeriggio impediva alle pelli-cole di riprendere efficacementeil corteo storico e la corsa. Lasequenza della carriera compor-tava molti problemi, poiché“invincibili difficoltà” impediva-no di riprendere la corsa ‘dal-l’interno’ con macchine da pre-sa legate sotto la pancia deicavalli, come era stato pensatodurante la stesura del progetto.

CULTURA

12

1931: il film diAlessandro Blasetti sul Palio

Gabriele Maccianti

Page 13: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

Blasetti e i tecnici della Cines sirassegnarono pertanto a filmaresolo alcune inquadrature incampo largo della corsa, alter-nandole con primi piani dei pro-tagonisti girati in parte in piazzadel Campo (ma di mattina) e inparte in studio.

Il corteo storico, invece,poteva essere ripreso durante ilsuo svolgimento e senza alcunaspesa. Andava solo anticipato diqualche ora per favorire la qua-lità delle immagini: ma questaviolazione alle regole avrebbesuscitato le proteste dei contra-daioli. Per superare l’impasse, il20 luglio le autorità cittadine e ipriori delle contrade si incontra-rono con i tecnici della Cines cheesposero le loro richieste, detta-te “soprattutto da considerazio-ni di indole tecnica”. Non sap-piamo con quanto entusiasmo ipriori accettarono “in linea dimassima” di collaborare al film.Fu trovato un accordo deciden-do di effettuare, salvo maltem-po, un Corteo storico supple-mentare il giornodell’Assunzione con inizio alle15.30. La decisione salvaguar-dava il giorno del Palio da ognimanomissione ma non riuscì aplacare i “mugugni”. Così, il 12agosto, il rettore del Magistrato,i priori, i capitani e i componen-ti dei seggi furono invitati pressoil Cinema senese ad assistere allaproiezione del “girato”. Blasettiintervenne per spiegare i motivitecnici che rendevano necessariala singolare scelta di approntareun Corteo storico straordinario.Le comparse - affermò il regista- perdono “ogni lucentezza dicontrasti e si appiattiscono nelgrigiore della pista o si confon-dono nel nero della folla”. Laproiezione riuscì - asserì LaRivoluzione Fascista - a “convin-cere anche i più dubbiosi”.Superati anche gli ultimi proble-mi le riprese si svolsero senzaulteriori difficoltà.

Il 16 marzo 1932 il film fuproiettato al Cinema modernoalla presenza delle autorità citta-dine (ma era già stato visionatoda Giuseppe Bottai, una dellefigure di maggiore spicco intel-lettuale del regime). AlessandroBlasetti, presente in sala, volleprudentemente chiarire “che ilprimo tempo del film fu fattonon per i senesi ma per il granpubblico ... per far comprende-re agli spettatori di tutte le cittàla festa del Palio, le sue tradizio-ni e quel poco di spirito che val-ga a giustificarne lo svolgersi delfatto. Gli errori di luogo sonostati commessi volontariamenteper ritrarre i punti che architet-tonicamente erano sembrati piùidonei... Le due contrade prota-goniste, Lupa e Civetta, sonostate scelte fra le altre per il lorospiccato carattere fotogenico, lavittoria è stata data a quella cheper i senesi deve rappresentare,al di sopra della passione con-tradaiola, Siena”.

Il film inizia con un prologocoreografico (in cui si osservanoimprobabili sbandierate colletti-ve di alfieri) che sicuramentenon piacque ai senesi. Il raccon-to vero e proprio prende avviocon l’arrivo del fantino Zarrenella città alla vigilia dellaTratta. Blasetti filma una Sienanotturna, dal sapore un po’espressionistico, ma mai cupa etriste. Gran parte del primo tem-po si svolge in ambienti chiusi,giardini, strade, osterie e palazziricostruiti negli studi della Cines.Blasetti dirige gli attori con ele-ganza. I nobili e i plebei sonouniti dall’amore per la festa.Senza alcun intento polemico,Blasetti mostra le differenze tra idue mondi: i popolani vivononelle osterie scure e fumose eattendono, dal Palio, la sublima-zione della loro semplice esi-stenza. Per gli aristocratici ilPalio è un piacevole passatem-

po, di cui però sono i reggitori ei coscienti custodi. Nei luminosie vasti ambienti in cui vive lanobiltà si suona il sax e si balla.Il film non è privo di sequenzepiacevoli e gustose come il pri-mo vano tentativo di corruzionedi Zarre e lo ‘sbracamento’ deldopo cena della prova generale- tra stornelli, avances alle ragaz-ze e gotti di vino. Notevole labellezza delle riprese in esterno.Meno convincente, appare losnodo narrativo della vicenda:Zarre, invaghitosi di una scianto-sa, elude la sorveglianza deilupaioli e cade in un agguatopredisposto dai civettini con lacomplicità della ragazza.Bastonato, è costretto al ricove-ro in ospedale.

La sequenza del Palio, con-siderando i limiti posti a Blasetti,è complessivamente riuscita (equi si avverte la mano diBonelli). Con un riuscito mon-taggio alternato, nella totaleassenza di parlato (la colonnasonora è costituita dai rumori difondo: urla della folla, rulli ditamburi, scoppio di mortaretti),la macchina da presa segueFiora che vaga disperata per lacittà deserta (ignara del recupe-ro in extremis di Zarre: la giova-ne crede il suo fidanzato ancoraricoverato e laLupa costretta amontare unmodesto com-primario) e lacorsa tumultuo-sa fino al lietoepilogo dellavicenda chevede la vittoriadi Zarre per lacontrada bian-conera e la riap-pac i f i caz ionedei fidanzati.La RivoluzioneFascista, organodella federazio-ne senese, scris-

se compiaciuta che Blasetti “hacostruito per Siena il più poten-te propagandista sperabile. Il“Palio condurrà nella nostra cit-tà nuove folle desiderose diveder più da vicino la passionefaziosa”. In realtà il film - nondisprezzabile ma neppure eccel-so - riscosse solo un buon suc-cesso nelle sale cinematografi-che. Le lodi ufficiali non dissipa-rono le perplessità dei contra-daioli. Il Rettore del Magistratodelle Contrade, Guido ChigiSaracini, giudicò “discutibilissi-ma” l’operazione cinematografi-ca. Virgilio Grassi - nel suo stu-dio sulla storia del Palio - ammi-se che la pellicola, “riprodotta intutte le città italiane e ancheall’estero, specialmente inAmerica, servì di richiamo assaiesteso sulla nostra Sagra”.

Ciò nonostante “non riuscìdi comune soddisfazione, peresservi stata interpolata un’in-consulta trama novellistica d’ar-gomento troppo moderno, peril nostro rito; e per l’aggiunta diqualche episodio di combattivi-tà contradaiola [l’aggressione aZarre], inventato di sana piantae disdicevole affatto ai nostricostumi”.

13

CULTURA

Page 14: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

Era il 2 luglio 1977:Quebel montata daRanda vinceva il Palio,dipinto da PierluigiOlla. Fu in quell’occa-

sione che i miei genitori deciserodi commissionare il grande drap-po di 313 x 140 cm al pittoreAldo Marzi, amico di famiglia. Lanotevole lunghezza del drappo,sul quale giganteggia la bella

testa dipinta del Montone, corri-sponde esattamente alla distanzatra le due finestre che si affaccia-no su Via Roma e lì era destina-to ad essere esposto, con effettoscenografico notevole, in occa-sione della cena di quellaVittoria e delle successive.Il parti-colare della testa era già statooggetto di un altro lavoro di AldoMarzi, dipinto su di un piattodonato ai miei l’anno preceden-te: a quello si deve essere ispira-to per il piccolo bozzetto prepa-ratorio ad acquarello, che ancoraconservo.Il drappo mostra la testa delMontone rampante, di profilo asinistra secondo l’iconografia piùdiffusa, dipinta in rosso su fondogiallo, mentre il collo è caratte-rizzato dal vello fiammeggiatonei colori rosso su giallo. IlMontone è coronato all’antica ea sinistra compare la lettera U(Umberto) in giallo sormontatadalla corona reale in campo blu.A destra i motivi decorativi sonocaratterizzati da lingue fiammeg-giate in bianco su fondo rosso,secondo lo schema iconograficoin uso nelle bandiere, mentre a

sinistra, il motivo ricorre con unoschema ‘modernizzante’ contratti a zig zag bianchi su fondorosso.Aldo Marzi, al pari del fratelloBruno (di cui il Montone detienedue palii, vinti il 2 luglio 1946 eil 28 maggio 1950), si era for-mato all’Istituto di Belle Arti diSiena sotto la guida del maestroUmberto Giunti: sue opere si

trovano in diverse collezioni pri-vate estere (Parigi, Tripoli,Bogotà) e italiane (Torino,Venezia, Firenze, Siena, Roma).Ha dipinto quattro palii fra il1937 e il 1939 e nel 1960 e rea-lizzato 14 masgalani. A fronte diuna vasta produzione, l’opera diAldo Marzi attende ancora unlavoro monografico che la illustrie la valorizzi: con questo dono,fatto in memoria dei miei geni-tori, entusiasti contradaioli, vor-rei, allora, non soltanto incre-mentare la dotazione dei benidella Contrada con un’opera cer-tamente unica, originale e dipregio, ma anche auspicare futu-re, prossime, vittorie per laContrada e stimolare l’interesseattorno ad uno dei pittori piùsignificativi della pittura senesedel XX secolo. Colgo anche l’oc-casione per ringraziare la mogliedel pittore, Orestina Marzi e lafiglia Paola che hanno acconsen-tito alla cessione dell’opera delloro congiunto, nonché miamoglie Maria Pia e mia figliaSilvia che, con entusiasmo, han-no incoraggiato questa mia deci-sione.

STORIE

14

Un drappo per vincereAndrea Ciacci

Con questo titolo sia-mo sicuri che il“Pochi ma Boni”,andrà a ruba e pro-babilmente a qual-

cuno prenderà un colpo.Non perché fosse un secolo chenon ci vedevamo, (era venutoanche la scorsa estate), ma per-ché la sua presenza “fuori sta-gione” faceva sorgere qualchesospetto, abbiamo chiesto alnostro amico Marco quali moti-vazioni lo avevano spinto adattraversare nuovamentel’Oceano.La possibilità che Marco possatrattenersi nella nostra cittàanche più a lungo del preventi-vato, è legata a diversi motiviche lui ci ha raccontato una seradurante una chiacchierata. Dopoquesto incontro gli abbiamochiesto se potesse raccontare lestesse cose a tutti i contradaioli eMarco ha accettato con entusia-smo... “Abbiamo fatto due chiacchierecon Roberto Vittorio e Matteo insocietà, come nei vecchi tempi,qualcosa è cambiato, noi abbia-mo una manciata di anni in più,e finalmente in società non sipuò fumare.Due parole sulle mie esperienzein Brasile, ho fatto un monte dicose in questi sette anni, edilizia,settore turistico alberghiero, unapiccola industria nel settore del-l’abbigliamento sportivo, ma, ilmio vero lavoro che è la miavera passione: le arti marziali, ilvale tudo brasiliano; non ho maismesso di allenarmi, mai smessodi perfezionarmi, all’improvvisoun’esperienza come allenatore,le scelte giuste, la tenacia, il fiu-to, un pizzico di fortuna... e sonoentrato nel grande giro.Viaggi in Giappone e negli StatiUniti, eventi, interviste, qualchevideo, tre campioni del mondo,e molta, molta soddisfazione.Una mattina, l’aria profuma diSiena, i colori sono quelli dellabasilica dei Servi, ma io sono aRio, come è possibile???

Non bevo, non uso droghe, saràun segno, c’ho pensato, dopodue mesi siamo tutti in volo,destinazione Siena.Ora la priorità sono Victor eLeonardo, pretendo che impari-no l’italiano per bene, hannotempo fino ad agosto 2006 poiil babbo prenderà una decisio-ne: o Siena o si torna tutti a Rio.Ma se la scelta sarà per Siena, ioavrei in mente un bel po’ di“cosine”, speriamo riesca a por-tarle avanti!Ne abbiamo discusso, per laverità mi hanno ascoltato, han-no annuito...Vorrei tanto riuscire a coinvolge-re i giovanissimi nella praticadello sport, qualunque tipo disport.La pratica dello sport raffreddala mente dei più vivaci, fortificai più deboli, unisce i pensieri ecosa più importante, tiene inostri figli lontani dalle impuritàdel nuovo millennio.Ma non penso solo ai giovanidella mia contrada, vorrei allar-gare certe idee anche a Siena, atutta la città, abbiamo l’obbligodi dare maggiori spazi ai più pic-coli, loro non hanno bisogno diinfrastrutture costose, hannobisogno di idee, delle nostreidee, dobbiamo aiutarli a diven-tare adolescenti e uomini doma-ni, forti, leali, e pronti ad affron-tare le asperità della vita.Saranno loro che garantiranno ilnostro futuro, noi a quelmomento (per chi avrà la fortu-na di arrivarci) saremo solo deglianziani, ricurvi sul nostro passa-to e a quel punto, loro ci porge-ranno il bastone che ci accom-pagnerà verso la luce bianca.”.

Il Bruschelli “dice” che Victor eLeonardo hanno tempo perimparare l’italiano fino ad ago-sto... noi invece ci auguriamoche a settembre i “Bruschellini”abbiano imparato a cantare,insieme agli altri bambini delMontone, il “Suona suona cam-panina” ....

Il Bruschelli è tornatonel Montone

Matteo Cardinali, Vittorio Lachi e Roberto Petrolito

“Bozzetto del Maestro Aldo Marzi”

Page 15: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

Il cavallo, l’animale alcentro della nostra Festa,l’animale amato e sospi-rato, capace di far caderein un silenzio irreale la

piazza nel momento in cui ilSindaco sta per assegnarlo e difar impazzire di gioia nelmomento in cui conquista lavittoria.

Ne parliamo tutto l’anno, siamopiù o meno tutti intenditori diqual è il meglio o peggio per ilPalio, ma, in realtà, quantoconosciamo questo nostro “ami-co”?A questo scopo abbiamo decisodi aprire questa rubrica, rivoltaai più giovani ma anche ai gran-dicelli per parlarne, senza volerfare un trattato di veterinaria,anche perché non ne saremmoall’altezza, ma per dare, inmodo molto semplice, un po’ dinotizie e curiosità.Iniziamo con il dire che il caval-lo nasce in natura come preda equindi ha nel suo DNA l’istinto el’attitudine a fuggire e difender-si dalle situazioni di pericolo. Ciòvuol dire che non è assoluta-mente un animale aggressivo ele sue reazioni, a volte ancheviolente come il calciare, sonodovute genericamente a paura edifesa.Con il passare dei secoli, inoltre,si è molto abituato alla presenzadell’uomo, tanto che oggi,rispetto ad altri animali, vantaun ottimo grado di addestrabili-tà: è cioè capace di apprendereun discreto numero di nozioni,almeno quanto il cane e indub-biamente più di un gatto, anchese ciò è dovuto più a senso diabitudine che a vera e propriaintelligenza, pur non essendo unanimale “stupido”. Parliamo oradei sensi; i due più sviluppatisono l’udito e l’olfatto.

UDITO Sensibilmente mi-glioredell’uomo, infatti, noi riusciamoa percepire fino a 20000 vibra-zioni al secondo mentre il caval-lo 25000. Questo, unitamente alfatto che può ruotare le orecchiedi 180 gradi, permette al caval-lo di individuare la fonte deisuoni anche da notevole distan-za ed essere quindi allertato daeventuali pericoli. Inoltre leorecchie aiutano la vista a misu-rare lo spazio. Infatti, se osserva-te un cavallo che si prepara a

saltare un ostacolo, noterete chetiene le orecchie puntate proprioverso di esso.

OLFATTO Anche l’olfatto è sen-sibilmente migliore di quelloumano, grazie alle grandi nariciche assicurano la percezionedegli odori anche quando laconcentrazione molecolare della

sostanza è molto bassa. Questo èmolto importante per il cavalloallo stato brado, sia per la ricer-ca del cibo e dell’acqua, che perindividuare l’odore di un poten-ziale predatore anche da grandedistanza. Inoltre l’olfatto èimportante anche per la vita ses-suale: uno stallone, infatti, è ingrado di percepire l’odore diuna cavalla in calore, anche sequesta è abbastanza distante.

VISTA I cavalli hanno la vistacorta: è questo un vecchio dettoche corrisponde abbastanza averità. Infatti, pur avendo unocchio molto grande, più dell’e-lefante e della balena e forse ilpiù grande del regno animale,non si può certo dire che abbia-no una vista profonda. Il cavallo

ha un campo visivo che gli per-mette di vedere 340 dei 360gradi che lo circondano con l’e-sclusione di due soli punti morti:la zona immediatamente difronte a lui e quella subito dietroil suo corpo. Inoltre è provvistodi un sistema speciale di intensi-ficazione della luce che la riflettesulla retina e gli permette di

vedere anche al buio. Per quan-to riguarda la gamma dei colori,non riescono a distinguerli tutti,e comunque in modo più sfu-mato che l’uomo. Da esperi-menti risulta comunque chevedono i gialli, i verdi, i blu e irossi.

GUSTO La sensibilità gustativadel cavallo è paragonabile aquella umana, riuscendo a per-cepire amaro, salato e dolce. Inparticolare il dolce risulta moltogradito, tanto che praticamentetutti i cavalli sono ghiotti di cara-melle e zuccherini.“Che bello quel cavallo marro-ne!” frasi così è facile sentirle inpiazza, segno di confusione suimanti del cavallo. Ed allora fac-ciamo un po’ di chiarezza.

Prima della comparsa dell’uomoesistevano cavalli con tre tipi dimantelli puri:Baio con la pelle scuraSauro con la pelle scuraBianco con la pelle rosa, chesicuramente era un aroma dialbinismo.Questo lo asserisce FedericoTesio, nato nel 1869 e passatoalla storia dell’ippica mondialecome grande scienziato dellagenetica, dell’allevare cavalli enell’estro di allenarli. Poi conl’intervento dell’uomo, il passa-re dei secoli e vari incroci, sisono manifestati svariati mantel-li ibridi, tanto che gli ippologihanno descritto circa 60 mantel-li differenti.Quelli che ci interessano, perchéabituati a vederli in Piazza, sono:Baio, che ha il corpo marrone omarrone-rossiccio con criniera,coda e parte inferiore delle zam-pe nere. Quando un baio è com-pletamente nero, è detto baiooscuro o morello.Sauro, che ha sia il corpo che lacriniera e la coda di colore ros-siccio.Grigio che, come detto prima,non esisteva in natura, ma èvenuto, sempre secondo Tesio, aseguito di una malattia del pig-mento sia nel baio che nel sau-ro. Si presenta con peli sia neriche grigi e, secondo l’età, puòandare dal grigio scuro nei piùgiovani, fino al quasi bianco neipiù anziani.

15

Il cavallo... questo sconosciutoMauro Gorelli

Ne parliamo tutto l’anno, siamo piùo meno tutti intenditori di qual è il meglio

o peggio per il Palio,ma, in realtà, quanto conosciamo

questo nostro “amico”?

RUBRICA

Page 16: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

iena. Le contrade. Un mondo a suo modoperfetto e rassicurante nelle sue secolari tra-dizioni: ogni territorio ha i suoi percorsi, isuoi margini, i suoi nodi, i suoi riferimenti,ha un suo centro d’irradiazione della vita del

rione, una sua agorà, ha le sue strade, canali in cui ilcontradaiolo si muove abitualmente. Accanto ad edi-fici-riferimento come la Fontanina, l’Oratorio, laSede, indicazioni puntuali, forti, ben visibili, ce nesono altri forse meno intelligibili, ma che hannougualmente il carattere di segnare l’identità, il sensodi appartenenza di un senese, di un contradaiolo.

La forma di un insediamento è una costruzioneculturale, una mappa mentale che solo gli abitantisono in grado di tenere in vita: le categorie spaziali checoncorrono a formarla sono quelle che rientrano nellanozione di limite e di orientamento.

I LUOGHI E LA MENTE

Restauro dell’antico tabernacolo al Ponte di Romana. L’antico tabernacolodi S. Antonio Abate, posto in prossimità della Fonte di San Maurizioal Ponte di Romana e risalente al XVII secolo, era usato per benediregli animali durante le periodiche ferie di bestiame che si svolgevanoin prossimità della fonte.Nel 1975 la statua in terracotta smaltata del frate fu trafugatae danneggiata la struttura lignea. Oggi, su iniziativa di alcuni contradaiolie con il patrocinio della Contrada, è in corso il restauro del tabernacolo,che prevede l’inserimento nella preesistente nicchia della nuova statuadisegnata dallo scultore Pieluigi Olla e il rifacimento della struttura.

Bozzetto della statua di Sant’Antonio Abate realizzato dal Maestro Pierluigi Olla.

S

Page 17: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

In c

aso

di m

anca

to re

capi

to in

viare

al C

PO d

i Sien

a

Pochi ma boni gugno 12-06-2006 19:07 Pagina 1

Page 18: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

CONTRADA

2

Polvere di notizie

AnagrafeMontonaiola

Sono natiIrene Sardelli, Niccolò Ceccarelli

Margherita Bruttini, Niccolò Gigliotti, Adele Valentini.

Ci hanno lasciatoPaolo CastagniniGiorgio Marchetti

Palii 2006Sono stati comunicati i nominativiper le nomine di competenzadell’Amministrazione Comunaleper i palii dell’anno 2006 per iseguenti incarichi:Deputato della festa: Franco MorandiIspettore di pista: Vincenzo CastelliMembro della commissione perl’assegnazione del masgalano:Paolo Belardi

Il Capitano, Claudio Regoli, ha con-fermato le nomine dello staff Palio:Mangini - Stefano Carignani eRenzo Fusi, Barbareschi - FedericoBari, Francesco Valentini e DuccioCappelli.

La presentazione del drappelloneper il Palio di luglio sarà posticipataal 27 giugno a causa del referen-dum nazionale del 25 e 26 giugno.

Commissioni di lavoroE’ stata nominata la commissioneper la cena della prova generale delpalio del 2 luglio 2006:Emanuela Baldani, Daniele Bar-betti, Roberta Nepi, Lucio Vili-giardi, Tamara Landi, Elisa Mo-naldi, Giorgio Mulinacci, CaterinaPavolini, Simonetta Petreni

Lavori in corsoSono iniziati i lavori di riorganizza-zione della Società Castelmontorio.E’ stata sistemata la trave pericolan-te del tetto della SS. Trinità ed effet-tuati lavori di ripulitura e verniciatu-ra dell’anfiteatro annesso alla sedemuseale “Sala delle Vittorie”.

Confraternita dellaSantissima TrinitàIl confratello Mario Vigniha ideato e realizzato undistintivo in argento raffigurante l’a-crostico della venerabile confrater-nita della Santissima Trinità. Inoccasione della prima assembleatenuta quest’anno dallaCompagnia, Mario ha gentilmentedonato ad ogni confratello unesemplare di tale opera.

Progetto “iART” (InternationalArt Residences in Tuscany) -Tempo ZuluIn via dei Servi, nell’ambito dell’ini-ziativa “Tempo Zulu”, dedicataall’arte pubblica, è stata posta unapietra con incisa la scritta “PAX” inalfabeto Morse realizzata dall’artistaAlfredo Pirri.

Diccelo 2006La nostra squadra composta daLuca Bogi, Giacomo Lorenzini,Duccio Monciatti, Federico Rubegnie Davide Rustioni ha vinto la nonaedizione della manifestazione orga-nizzata della Contrada del Drago.

Cercherò di essere più lie-ve possibile anche per-ché mi diresti: “acciden-ti Massimo che palla!” esoprattutto perché sei

una persona che ha sempre cercatodi essere poco retorico, più sdram-matizzante possibile.Innanzitutto devo confessare la for-tuna di avere per amico, sì per ami-co (e te sai quanto sono pudico nel-l’usare le parole), un coetaneo di18 anni più grande. Non è unacontraddizione quello che ho dettoperché hai sempre vissuto le emo-zioni come quando siamo ragazzi,cioè in senso assoluto, fino in fon-do, ma anche con il disincanto cheabbiamo quando gli anni e le espe-rienze ci gravano sulle spalle. I più vecchi ricordi vanno ai primianni ‘70, quando noi poco più cheragazzini nel palco delle prove tira-vamo un sospiro di sollievo veden-doti, infatti di una certa età (avevipoco più di trenta anni) c’eravateproprio pochini. Dopo il Palio del‘74 i rapporti si fecero molto piùstretti fino a culminare in una verae propria amicizia nel ‘78, annoabbastanza turbolento in Contrada.Infatti in quell’anno facemmo par-te sia della Commissione di Società,che della seconda di Contrada per-ché “ci prendemmo le nostreresponsabilità” come aveva esorta-to Rudi che era stato nella primaCommissione. E ora che ci penso,solo per la Contrada ti ho vistodiscutere con tuo fratello, come delresto mi succede con le mie sorelle. Proprio in questo periodo, comin-ciando a parlare più spesso di vita,di politica (in questo campo nonsiamo mai andati tanto d’accordo),di donne, ti ho potuto apprezzareper quello che sei. Grazie ancora per i consigli che mihai dato in fatto di donne, perchéda giovane in questo ramo come sisapeva, eri un esperto fino a quan-do come hai sempre ammesso nonhai incontrato Franca, la donnadella vita, l’unica che per te è con-tata. A proposito quando ti si chie-deva a che età ti eri sposato dicevi:“Ero un bambino, mi presero conl’inganno!” “Sì ma quanti anni ave-vi?” “Trenta”.Questa è una battuta che mi fa sor-ridere ancora.Di Franca mi ricorderò sempre conquanta pazienza, affabilità e genti-lezza ci accoglieva quando con glialtri ragazzi e le citte venivamo atrovarti al mare (Sandra era appe-na una ragazzina ed Andrea unbambino). Dormivamo accatastatia casa tua, dalla cucina ai corridoi

modello profughi e per di più cicucinavi anche il pranzo, Grande!Tornando al Montone hai fattoparte di innumerevoli Commissio-ni, ma a parte il Presidente diSocietà, non hai mai voluto accet-tare altre cariche di rilievo “No viapoi mi incazzo e do una manata aqualcuno e poi mi tocca mettemi lacravatta.” In effetti in fatto di cra-vatte non sei proprio il massimo. A parte gli scherzi, mi piace sottoli-neare che hai sempre privilegiato lacausa comune a quella personale.Infatti non ti è mai importato diapparire e potrei anche fare l’e-sempio di quando eri un grandeatleta della Mens Sana. Ne parlavisoltanto dietro a reiterate domandee sempre con estrema umiltà, qua-si con pudore. Se qualcuno avessecorso veloce come te, avrebbe por-tato la foto all’occhiello.L’umiltà, il pudore e la grossacapacità di sdrammatizzare nellesituazioni più dure sono le caratte-ristiche che più ti appartengono, edinoltre ti riconosco una dote perme fondamentale: il sapere affron-tare a testa alta le vicende dram-matiche che la vita riserva a tutti.Emblematico è quando l’ambulan-za è venuta a prenderti e tu haichiesto di fumare una sigaretta.L’infermiera ti ha redarguito, tuguardandola con un mezzo sorrisole hai detto: “ Perché pensa mi faràmale?!” In questo episodio ci sei tutto testesso e sono sicuro che quando la“Signora in nero” è passata, le haidetto: “Prendere mi prendi, mapaura non me la fai!”Ti devo anche confessare una cosa:a me angoscia non tanto la mortequanto l’oblio, essere stato unsospiro nel vento. Stai sicuro, fin-ché ci saremo quaggiù io e gli altriragazzi, su di te l’oblio non scende-rà mai. A proposito dei ragazzi, scusa se

non ti ho portato con loro per l’ul-timo viaggio, ma non ce la facevo eti giuro è una delle poche volte incui ho sentito tutto il peso della miasituazione.Concludo ricordando un fatto chedimostra la tua caratura di personae di contradaiolo.16 agosto 2001 ore 17:00 scale deiServi: “Allora Paolo io sono inPiazza, te sei in palco?” “SìMassimo, subito dopo si fa massadal cavallo” e dandoci la mano, persdrammatizzare come sempre tranoi, parafrasando Braveheart dissi:“Ci si vede nella mischia”. E civedemmo davvero nella mischia,in prima fila, e te avevi 63 anni.Ciao Paolo, corri nel vento.

Periodico Trimestrale dellaCONTRADA DI VALDIMONTONEAnno XIII - n. 2 Giugno 2006 Autorizz.del Trib di Siena n. 579del 5/04/1993Spedizione in A.P. Comma 20/CLegge 662/96 Filiale di Siena.

Direttore responsabile: Fabio Fineschi

Redazione giornalino: Raffaele Semplici eSimone Stanghellini (coordinamento),Michele Santillo, Mauro Agnesoni, TizianaBarbetti, Matteo Cardinali, Aldo Giannetti,Mauro Gorelli, Vittorio Lachi, AlessandroPandolfi, Caterina Pavolini, RobertoPetrolito, Massimo Rossi, Davide Rustioni,Nicola Sodi.

Collaborazioni: Massimo Barbetti,Manuela Baglioni, Claudio Cianferotti, ElisaMonaldi, Ilaria Marraccini, GiovannellaPacini, Claudio Regoli, Compagnia deiLigrittieri.

Immagini: Mauro Agnesoni, Foto Donati,Luca Lozzi, Sergio Profeti, Irene Turchi,Barbara Pavolini, Biblioteca Comunale degliIntronati, Archivio Contrada diValdimontone.

Impaginazione: Master Digital.

Stampa: Industria Grafica Pistolesi.

Caro PaoloMassimo Barbetti

Pochi ma boni gugno 12-06-2006 19:07 Pagina 2

Page 19: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

Più volte mi sono messo davantial foglio bianco per scriverequesto articolo, ma ho semprerimandato, forse perchè, è iltempo in cui le parole contano

poco. Forse perchè in questo periodo sonoconcentrato ancor più di sempre (se possi-bile) sui fatti.

Questo e’ il nostro momento, dopo uninverno di lavoro arriva l’ora di concretiz-zare, l’estrazione ci ha concesso un Palioin cui concentrarsi su un unico obiettivo,quello anche più ambito VINCERE. Sentocrescere ogni giorno l’aspirazione in tuttinoi di realizzare qualcosa di grande purtrovandoci in una situazione generale chepuò indurre a troppo facili entusiasmi. Io credo che in questo momento dobbia-mo: RESTARE CON I PIEDI PER TERRA...MA CON LA TESTA FRA LE NUVOLECon i piedi per terra perchè .....le situazio-ni che sulla carta appaiono semplici, diffi-cilmente nella realtà lo sono.Specialmente nel Palio, bisogna rimanereconcentrati per cogliere tutti quegli aspet-ti che se trascurati possono fare la diffe-renza in negativo, bisogna cercare nellarealtà e non solo in teoria quale è la stra-da migliore per arrivare dove vogliamoarrivare senza lasciare nulla al caso, senzadare niente per scontato o di intentato.Con la testa fra le nuvole perchè......... è

certo che vogliamo arrivare, perchè siamoconvinti di poterci impegnare per realizza-re i nostri desideri, perchè siamo assoluta-mente determinati a chiudere un periodoormai troppo lungo di astinenza e, nonultimo, siamo consapevoli che i nostrisogni si possono realizzare se anche la deabendata ci assiste.Sentiamo sulle spalle le vostre aspettativeche si uniscono alle nostre, le aspettativedi una Contrada che vuole essere forte-mente protagonista, che vuole cercare conogni mezzo la strada giusta per vincere. Daqueste sensazioni traiamo gli stimoli e laforza che portiamo con noi, ogni giorno,nel nostro lavoro, cercando di tenere sem-pre alto il nome e la considerazione dellanostra Contrada.Sono certo vi troverò tutti al mio fianco inogni situazione perché, mai come in que-sto momento, la Contrada mi infondeentusiasmo, sicurezza e fiducia.Sono veramente orgoglioso di appartene-re alla nostra Contrada e vi ringrazio peravermi concesso il grande privilegio dirappresentala, privilegio che sento comeun dovere da assolvere e ricambiare con lamassima soddisfazione.Ormai c’è poco... avanti tutti insieme sen-za esitazioni... alla meta !!!

3

CONTRADA

Restare con i piedi per terra...ma con la testa tra le nuvole

Claudio Regoli

Sentiamo sulle spalle le vostre aspettativeche si uniscono alle nostre, le aspettative di una

Contrada che vuole essere fortemente protagonista,che vuole cercare con ogni mezzo

la strada giusta per vincere.

Pochi ma boni gugno 12-06-2006 19:07 Pagina 3

Page 20: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

4

1966-2006: 40 anni fa la rivolta di piazzaNicola Sodi

Quest’anno ricorro-no i 40 anni daifatti di cronaca delpalio di agosto del1966. Di quegli

avvenimenti ne abbiamo sem-pre sentito parlare a Siena e incontrada, più o meno arricchitidi particolari: chi ricorda qual-cosa, chi aggiunge qualche altrodettaglio. Adesso anche un sitosu Internet li descrive (e inmaniera inesatta) mentre conti-nuano a moltiplicarsi le testimo-

nianze in modo frastagliato elacunoso.In questa occasione ho volutoparlarne tentando una ricostru-zione dei fatti. Ma non frain-tendetemi, non c’è la presun-zione di proporvi una ricercastorica con dotte citazioni e datiinconfutabili. Mi sono limitatoa mettere insieme le testimo-nianze di tre persone che all’e-poca avevano poco più di 20anni, Alberto Bruttini, MarioBari e Luciano Biagini ed ho cer-cato di creare un’unica tramariunendo i ricordi personali diciascuno di loro. E mentre lenotizie e i particolari affluivanosul mio taccuino, le tessereandavano al loro posto (talvolta

con incastri difficili e non sem-pre collimanti) e questo gigan-tesco puzzle si componevadavanti ai miei occhi. Ho ilrammarico di non aver sentitoaltri testimoni che forse avreb-bero arricchito questa storia dimille particolari, ma ho dovutofare una scelta, e cioè se accon-tentarmi del materiale in miopossesso e scrivere qualcosa opassare anni a raccogliere noti-zie... Spero perciò che mi siperdoni qualche inesattezza,

anche perché i tre ultra venten-ni di allora sono (ahimè) oramaiultra sessantenni e, come si sa, ilneurone è labile e la memoriacapricciosa. Ma andiamo perordine.

Antefatto1966: a Siena la situazione poli-tica è particolare. Non c’è unagiunta comunale. La lista civicadi centro del Barbarulli è cadutae l’amministrazione comunale ènelle mani del. CommissarioPrefettizio Padalino, mandato daRoma Anche il Questore è nuovo e nonconosce l’ambiente. “Il ‘68 inToscana è arrivato nel ‘70” comedisse Benigni, e le forze dell’or-

dine in questo momento non civanno tanto di scartino.Anche la dirigenza del Montoneè nuova: il giovane GiulianoRavenni è il priore e MarioAngiolini è il vicario, mentre ilpalio è nelle mani del capitanoMargiacchi, dei due mangini delpopolo Aroldo Bruttini e CarloMattii e del mangino del capita-no Silvano Farnetani.Barbaresco Paolo Valentini evice barbaresco Alberto Bruttini.Non si vince da 8 anni.

I rapporti col Nicchio sonotesi. Siamo nemici ufficial-mente oramai da 14 anni. Il 3luglio dell’anno prima ci ave-vano dipinto i colonnini delPonte di Romana e la stallavecchia in fondo a via deiServi perché avevamo persocon Danubio. Il 4 luglio ci era-vamo trovati in Valli e in 32contati (sì, non è un errore distampa, solo in 32) ed erava-mo andati alla Pania a bere,come dimostrazione di forza.Per miracolo, invece di chiu-derci dentro e disossarci concomodo, “i cugini” ci avevanoofferto da bere e ci avevanolasciato andar via tutti tronfi,fieri e pettoruti.

La mattina della trattaCi tocca Fiamma, un bel botti-no di cavallo, l’ultimo di piaz-za. Il Nicchio, anche se noncorre, come al solito ci aspettaa mezzo S.Martino per mostra-re i muscoli. Sono altri tempi enon perdono occasione perdimostrarci la loro superiorità.Qualche bercio, niente di fatto,poi ognuno ritorna in contra-da: noi col bu’o torto.

Le prime proveSi monta Peppinello, espertodella piazza e pluri vittorioso.Non convince. Prende unamanata da Aroldo nella stallavecchia, il Margiacchi gli dà5000 lire per le due prove e losgombra. Si cerca altro: ilCacaccia (detto AlbertoBruttini), che ambisce a diven-tare barbaresco, ha passato uninverno e una primavera asmerdare i cavalli dal Berni,cavallaio in Monteroni. Qui siallena Guanto, fantino giovaneche ha già corso senza successoqualche palio. Si decide perlui: non fa impazzire, ma alme-no è allenato.La sera del 13 Chiocciola eTartuca se le danno ai 4 canto-ni. Intervengono i questurini eritornano in Questura pesti econ le divise mezze sbrindella-te. Il Questore nuovo monta sututte le furie perché si sonolasciati combinare a quellamaniera senza aver arrestatonessuno. Pare che abbiaminacciato: “La prossima voltavi sbatto tutti in Sardegna!”.

La prova di sera del 14Quella sera viene detto aGuanto di provare. Lui forza lamossa e il mossiere Cappellinon cala il canape. Batte unabella musata e si fa male. Nonsi rialza e viene portato via daibarellieri, prima alla Cappella epoi all’ospedale. Corre la provae arrivano i Montonaioli: dov’èil fantino? Qualcuno dice chel’hanno portato in ospedale.Qualcuno grida: “dov’è quellam...a del mossiere?”, “Si è

STORIE

Pochi ma boni gugno 12-06-2006 19:08 Pagina 4

Page 21: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

5

STORIE

nascosto in Questura!”. Si partea corsa chi per la Questura, chiper l’ospedale che allora eradavanti al Duomo. Quando ilBiagio arriva in via del Castoroc’è un mare di gente tra i nostrie i “civettoni” (leggi “curiosi”).Chi è arrampicato alle grate del-le finestre, chi prende a calci ecazzotti il portone, la gente èammassata ovunque. Si raccon-ta anche che il mossiere abbiafatto l’ingenuità di farsi vederealla finestra, quella a sinistradella porta della Questura.Fatto sta che qualcuno lo vede,una frase tira l’altra, l’elettricitàmonta e qualcuno esce dalseminato. La confusione vaavanti per circa una mezz’ora,poi la porta si apre improvvisa-mente ed escono i questuriniinsieme ad un tizio in borghese.Iniziano a spintonare la gente,gridano di andar via. Proprioper la grande quantità di curio-si presenti, come succede sem-pre quando ci sono i cazzotti tracontrade nei luoghi affollati,inizia il fuggi fuggi generale e inpratica la piazzetta antistante laQuestura si svuota rapidamen-te. Luciano è in fondo a Via delCastoro, perché non ce l’ha fat-ta ad arrivare fino al portone,ma non scappa quando esconoi poliziotti. Il tizio in borghesedi cui sopra lo spinge, lo strat-tona, e purtroppo gli esce dibocca la frase fatale: “Che mirompi i cog...oni?”. Il tizio inborghese altri non è che il com-missario Arelli che a quelleparole ordina ai suoi poliziottidi arrestarlo. Ci vogliono quat-tro uomini per riuscire a portar-lo via, e con gran fatica.Alberto Milani cerca di fermarli,

grida “lui non c’entra, non c’eranemmeno!”, ma ahimè lo rico-noscono, perché aveva prece-denti penali e subito scatta l’ar-resto anche per lui. Nel parapi-

glia un poliziotto accusa ilMilani di avergli dato un calcionei testicoli, ma il Biagio negaassolutamente di averlo visto:“Eppure era accanto a me, mene sarei accorto!”. Fatto sta chegrazie a quell’incidente pareche il suddetto poliziotto abbiaavuto fior di indennità e una

pensione anticipata, anche seal processo si dice che avessefatto così tanta confusione almomento della deposizione darendere poco credibile la suaversione dei fatti.Alla fine sono stati presi treragazzi. C’è anche RolandoLorenzetti detto Moschino.Quando gli chiedono i docu-menti si accorgono che è mili-tare. Per intercessione di BrunoBorghi e per compassione (per-ché altrimenti sarebbe volatodi corsa a Gaeta) viene rilascia-to. Per gli altri due invece lecose si mettono male. Vieneritenuto opportuno tramutareil fermo in arresto immediato eli portano direttamente aS.Spirito.

La cosa lascia sbalorditi e per-plessi. E’ la prima volta chequalcuno viene arrestato permotivi palieschi. C’è il caos.Circolano voci e notizie confu-se. Chi dice che li rilasciano chiinvece dice il contrario. Si fatardi quella sera e la gente èsgomenta.

La mattina del 15Viene decisa un’assembleastraordinaria da tenersi inS.Leonardo. Non c’è Canale 3Toscana o il Canale Civico enemmeno esistono altri sistemiper comunicare. Per renderel’idea basta pensare che solo inpoche abitazioni sono statiinstallati i primi apparecchitelefonici. Inizia il passa paro-la. Aldo Marzucchi prende la500 giardinetta, carica gli alto-parlanti sul tettuccio allamaniera di “Vota Antonio,Vota Antonio” e via a fare ilgiro della contrada e di Sienaper invitare i contradaioli apartecipare all’assemblea. Sifanno le 2:00 del pomeriggio.Mario Bari ricorda di aver por-tato lui stesso alla posta i”tele-grammi-lettera” per il ministrodegli Interni e per tutte le auto-rità competenti. Si convoca IlDr Aldo Cardarelli magistrato econtradaiolo del Montone perconsigliarsi sul da fare, ma peril momento non si può fareniente. C’è una denuncia e lagiustizia deve fare il suo corso,o b b l i g a t o r i a m e n t e .Ricordiamoci che siamo nel ‘66e che le leggi sono ancora mol-to restrittive. Due montonaiolirestano in galera: cosa si puòfare?

La cosa lascia sbalorditi e perplessi.E’ la prima volta che qualcuno

viene arrestato per motivi palieschi.C’è il caos.

Pochi ma boni gugno 12-06-2006 19:08 Pagina 5

Page 22: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

“Dove gl’hai dettoche s’andavaalla tu’ mam-ma?”

“Alla Messa di mezzanotte inDuomo, perché canta il Sicola.” “Perfetto almeno fino all’una emezzo siamo tranquille!”Così mentre Graziella e

Giovanna, orgogliose, pensava-no di aver dato i natali a duenovelle Bernadette, noi dopoessersi spalmate il lucidalabbraal sapore di fragola tipico deglianni ‘70, ci lanciavamo nellaTartuca al ritmo incalzante deiVillage People.Tutto è cambiato....s’è smesso divince, la Jugoslavia non esistepiù, noi siamo diventate mam-me, ma la discoteca in contradaè rimasta immutata, pietra milia-re di ogni generazione.

Sabato ore 20:45, tessere ven-dute n° 527, Società deserta.Prima incazzatura di Manu chealle 20.30 vorrebbe aver giàsparecchiato. “Ma quandostrac......o vengono a man-già?....” Ore 21.05 il primogruppetto con aria circospettavarca il portone. Splendidi!!!!Look da calendario Pirelli: tacco12, roba che si snodellano appe-na messo piede nel pratino,pinocchietto modello grease convita “girotopa” , mutanda“filointerdentale” sormontata da

tatuaggio tribale da rene a rene,toppino lunghezza costole (si sache si dice coste!) con spalla gnu-da.....mortale..., con la zizzoladei Servi è broncopolmonite cer-ta nel 98% dei casi. Truccosuperbo da far invidia ai restau-ratori della Cappella Sistina. Ifanciulli non sono da meno:scarpa nike gold o silver da Euro

200 comprate per l’occasione,jeans alla “melasonofattaddos-so” di due taglie più grandi, conboxer attillati, visibili nel 72%della loro superficie con megae-lastico Calvin Klein leggibile a

500m di distanza. Magliettamezzamanica con scritte impres-sionanti da “Dalla non è un can-tante ma un consiglio”, “D & Gdammela e godo” a“Narcotrafficante” ecc..., capelloingelatinato pare con l’attack (lamattina dopo o ci passi ilnapalm o la macchinetta se nocol c......o te li strighi!) .Finalmente a tavola, fitti comepenne di nana, il servizio adde-strato modello “nocs” in etàcompresa tra i 40 e i 50 anni,dopo aver fatto due sedute ditraining autogeno per poteraffrontare la serata con spiritotibetano, comincia il suo terribi-le lavoro. L’antipasto viene servi-to in maniera agile, sembra qua-si di essere dal Marsili, il primocrea già qualche problema, sedienegli stinchi quando passi e spa-zio ridotto al minimo. Maimprovvisamente parte la musi-ca, tutti sulle sedie che si agita-no, par d’esse’ al carnevale diRio...., tragicamente mancaancora il secondo. I “nocs”entrano in azione, come oriolimpici di Carling lanciano i vas-soi in tutta la lunghezza dei tavo-li, roba da inno nazionale. Maecco la tragedia: il dolce! Comenella più classica gag comica si

ripete tutti gli anni la stessa sce-na, la crostatina monodose allacrema all’interno del suo pirotti-no finisce immancabilmentespalmata nel trucco della citta difronte. Crisi isterica con relativoingorgo nel bagno delle donneper recuperare il restauro com-promesso.Gli ormai pluridecorati “nocs”mettono a frutto anni ed anni diduro lavoro sparecchiando,smontando sedie e tavoli facen-doli volatilizzare in 2 minuti 37secondi e 05 centesimi.Comincia le serata danzante econ devastante stupore ci ren-diamo conto che il tempo hasegnato solo i nostri volti ma nonla musica. Con “Comprami iosono in vendita”, “Il cobra non èun serpente”, “Come è bello farl’amore da Trieste in giù”,“Firenze Santa Maria Novella” el’immancabili Village People cilanciamo come indemoniate inpista, ma a metà del terzo pezzoci manca il fiato e le ginocchiacedono..., l’età non perdona enell’ultimo sprazzo d’orgogliomentre dobbiamo abbandonarela pista per manifesta zoppia,dichiariamo “ Ma che troiaio dimusica ballano questi giova-ni!!!....”

TEMPI MODERNI

6

Hic Sunt Leonesovvero una tranquilla serata danzanteManuela Baglioni, Giovannella Pacini

Pochi ma boni gugno 12-06-2006 19:08 Pagina 6

Page 23: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

7

ARCHIVIO

“Il Palio di Siena uno sport storico”dalla Gazzetta dello Sport del 22 agosto 1913Claudio Cianferotti

Così si intitolava l’edito-riale della “Gazzettadello Sport” delle 22agosto 1913 a pochigiorni dalla carriera

dell’Assunta, che aveva visto iltrionfo proprio del Montone.Come scriveva in maniera colori-ta il poeta-giornalista RenzoSacchetti: “In tutte le conversa-zioni scoppiettano i nomi:‘l’Aquila quest’anno ha volatomale assai!’ - ‘Povera Torre, checrollo!’ - ‘Hai visto? La Chiocciolas’è rinfoderata presto presto!’ -‘La Pantera ha perduto tutti isuoi denti sotto le nerbate’ - EBruco, e Drago, e Liocorno, eSelva, ecc., ecc. - ‘Ma Montones’è fatta onore! E poi dicono chele corna...’ - Montone è la con-trada vincitrice dell’ultimo Palioche si è corso a Siena il 17 ago-sto”.Come ricordano le cronache deltempo, il Palio del 16 agosto1913, rinviato al 17 per la piog-gia, si prospetta assai incerto:nessun barbero presente è netta-mente superiore agli altri. Nelleprove non ci sono molti cambi dimonta, forse dovuti all’incertezzasul valore dei barberi. La Torre gira Fulmine all’Aquilache passa Rombois al Leocornoche scende Scansino. Il Brucoprova Sciò e Nello Magnelli, maall’ultimo momento sceglieGuido Rossi, liberato dallaPantera in cui esordisceMoscone. La monta di Picino(Angelo Meloni) nel Nicchiodesta molto clamore, infatti met-te in contrasto per qualche tem-po il fantino con l’Oca, contradaalla quale è da sempre legatissi-mo.Questo l’ingresso ai canapi dellecontrade e dei relativi fantiniall’ordine del mossiere PasqualeMeucci: Aquila: Fulmine; VALDI-MONTONE: RANCANINO suSTORNO; Pantera: Moscone;Torre: Caino; Selva: Pioviscola;Nicchio: Picino; Leocorno:Rombois; Drago: Bubbolo;Chioccola: Testina; Bruco: G.Rossi. Dalla mossa partono al comandoDrago e Nicchio, segue ilMontone, staccato di qualchemetro. A San Martino,Rancanino dall’interno passa siaBubbolo che Picino e prende la

testa congrande auto-rità.La carrierasembra nonavere storia,dietro ilMontone leinseguitr ic ia r rancano.Ma al terzogiro si con-cretizza lastraordinariarimonta delLeocorno.Rombois arri-va a ridossod iRancanino,fra i due ini-zia una spettacolare battaglia dinerbate. Il fantino del Montone,contando anche sulla maggiorepotenza del suo barbero Storno,riesce a rintuzzare gli attacchi delLeocorno e va a vincere.Il rinvio per pioggia del Palioordinario causò l’annullamentodi un Palio a sorpresa organizza-to per il diciassette di agosto.Non resta che ricordare che ilcapitano vittorioso era CesareCiacci e il pittore del drappelloneAldo Piantini. Il palio del 1913era già il quarto del ‘900 vintodal Montone, dopo quelli del 28settembre 1902 e del 3 luglio1910 con il fantino Picino, e del16 agosto 1908 con il fantinoNappa.Questo un più ampio estrattodall’articolo della Gazzetta, in cuiaffiora una ricostruzione brillanteed arguta del Palio: “Gli uomini che si azzuffano inpiazza com’è detto nei versi diGentile Sermini vissuto ai beitempi di Siena, sono i fantini rap-presentanti ciascuno col propriocavallo una contrada (quartiere)della mirabile città toscana epronti a gettarsi gli uni contro glialtri a corsa finita. Più esatta-mente, a gettarsi contro il vinci-tore ch’è, per la circostanza, pro-tetto da guardie e carabinieri.Curioso davvero questo modo dirimeritarlo per le virtù epichedimostrate nella corsa! (...)Il palio si corre, di regola, duevolte l’anno, il 2 luglio o il 16agosto: queste due date possonosubire lievi trasposizioni. Si cor-

rono, talvol-ta, altri paliin e l l ’ a n n o ,ma solo pere c c e z i o n e .Ogni contra-da per la garainscena bel-lissimi costu-mi. Delle pri-me dodicicontrade icostumi furo-no suggeritida Raffaello:altre 5 furonoaggiunte nels e i c e n t o .C i a s c u n amanda allasfilata gene-

rale, che precede la corsa, unasquadra composta del capitano,dello sbandieratore, dei trom-bettieri, dei militi, del fantino,del cavallo e del correttore.Singolarissimo il compito di que-st’ultimo: egli deve ricondurresulla retta via (s’intende moral-mente) i contradaioli che persventura se ne fossero scostati.Magnifica la presenza dellosbandieratore, uomo bello e for-te che, strada facendo, getta inaria lo stendardo della propriacontrada e lo riprende, dopoavergli fatto fare arditissimecapriole, sempre per l’aria (...).(...) Quando tutto il corteo è nel-la piazza del campo e tutta l’areaè coperta da migliaia e migliaiadi senesi o di gente accorsa dalcontado, e sulle finestre, sui cor-nicioni, sui comignoli appaionoaltri grappoli umani, lo spettaco-lo è assolutamente indescrivibile.(...)La sera tutta la contrada vincitri-ce si illumina con lampioncini dimille colori: tutte le finestre sonogremite. La squadra vincitrice, seil tempo lo permette, imbandi-sce le tavole all’aperto. A capota-vola pranza, avendo propriamangiatoia, il cavallo vincitore.(...)Da questo scenario, dove unacoreografia vivacissima offre sot-to il sole, tra le linee antiche deipalazzi e sugli sfondi tutti a pam-pini delle colline toscane unospettacolo unico al mondo, pocopossiamo dedurre a vantaggiodello sport, se intesa la parola

nel suo significato preciso disport ippico. Ma se vogliamogiudicare per estensione, se cre-diamo che a sviluppare il sensodello sport possa e debba con-correre l’educazione estetica e ildivertimento, vasto e profondoofferti dallo spettacolo, se voglia-mo tener conto che la vivacitàcon cui si discute nella folla e laviolenza con cui si accapigliano ifantini - certamente eccessivaquesta - sono il frutto di uno sta-to sentimentale ed incorruttibiledei contendenti, dobbiamo bat-tere anche noi le mani e far votiperché questa visione di bellezzae di forza insieme congiunte cisia conservata e la si possa tra-mandare intatta nello scenarioche la natura e l’ingegno degliuomini le hanno dato, alle nuo-ve generazioni.”

Pochi ma boni gugno 12-06-2006 19:08 Pagina 7

Page 24: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

8

1506-2006 cinque secoli di MontoneTiziana Barbetti

500 anni fa usciva a Siena,stampato da Simone diNiccolò di Nardo unpoema che s’intitolava:La festa che si fece in

Siena a dì XV di agosto MDVI scrit-to da un Anonimo fiorentino inottave e conservato oggi nellaBiblioteca Comunale di Siena.Purtroppo una moderna rilegaturaha tagliato il margine superioredelle pagine e in alcune di esse lariga iniziale.Tale opera fu del tutto trascuratafino alla nuova edizione presentatanel 1993 da Giuliano Catoni eAlessandro Leoncini con il titoloCacce e tatuaggi.Fino al XV secolo erano solo quat-tro le “contrade” di cui si avevatestimonianza: Chiocciola, Drago,Giraffa e Onda.Le 17 come noi le conosciamo letroviamo nella relazione diCecchino Libraro del 1546, operache aveva avuto maggiore fortunarispetto a quella dell’Anonimo fio-rentino, ma è proprio grazie a talepoeta che questo anno possiamofesteggiare il cinquecentenario del-la prima testimonianza scritta, perora conosciuta, sulla nostraContrada e su altre sei Consorelle. Riferendosi a quest’opera del1506 sarebbe inesatto usare il ter-mine contrada perché mai questoparola è usata dall’autore, trovia-mo invece “compagnia”, “chaccia-tor”, “brigata”, “stiera”, ma sicura-

mente quei giovani che entravanoin Piazza con macchine zoomorfeerano i nostri avi, coloro che sidivertivano nelle attività ludichecome le cacce, le giostre, i giochi eche hanno permesso il perpetuarsidi certe aggregazioni cittadine, incorporazioni, nelle confraternite,nelle associazioni rionali e poi nel-le contrade.Difficile è senza dubbio saperequanto i giochi di un tempo si sia-no tramandati nel Palio e quantoquesto si sia a sua volta differen-ziato da quegli intrattenimenti.Sicuramente c’è un legame o piùsinceramente possiamo ammettereche ci fa piacere pensarlo.Torniamo al contenuto di questoprezioso poema: l’Anonimo poeta,nella prima ottava, espone l’argo-mento di cui parlerà: la festa dimezzo agosto fatta a Siena nel1506 e dedicata alla Madonna. Elenca con precisione e lealtà inomi del Concistoro senese per ilbimestre luglio-agosto 1506, comesi evince dal Libro dei Leoni per lostesso anno, dove troviamo glistessi nomi citati nell’opera. Continua puntualmente l’elencocon il Capitano del Popolo, ilNotaio del Concistoro, i quattroSignori della Festa, i loro aiutanti eil Capocaccia. Il poeta vi partecipa partendo daFirenze, dopo essersi lamentato diintraprendere da solo il viaggio,trova due accompagnatrici d’ecce-

zione, esse sono la Prudenza e laPoesia che vogliono che metta inversi ciò che vedrà. Preso permano dalle due, giunse in cittàentrando da una Porta. Era a Sienail 13 agosto, tutti gli alberghi eranopieni, per la grande quantità di“turisti”. Ogni mercante esponevamerci bellissime portatedall’Oriente, vide stoffe, oro, pietrepreziose che lo fecero rimaneresenza parole.La narrazione della vigilia iniziacon il racconto del tradizionalepranzo offerto dalla Signoria, nellaSala Grande del Palazzo Comunale,oltre ai notabili erano invitatianche molti semplici cittadini, per-ché non ci fossero “bisbigli”. Conquesto appuntamento iniziava uffi-cialmente la Festa, dopo tutti sisarebbero recati al Duomo per l’of-ferta dei Ceri e dei Censi. Elenca i molti piatti serviti e para-gona i commensali a tarli perquanto mangiano. Finito il pranzo un grande rumoreimpaurì l’Anonimo, apparvero cin-que carri con ceri ornati che sareb-bero stati portati in Duomo. Ceriofferti da Casole, Grosseto, MassaMarittima, Istia d’Ombrone eMontalcino, i cittadini presenti era-no contenti, allegri e lieti, cosìanche il narratore si fece coinvol-gere “sangue senese sempre fudiscreto”, dopo questa asserzionechiede scusa ai fiorentini suoi con-cittadini, che non nutrivano simpa-tia verso i senesi.Continua a raccontarci dell’offertadei ceri, poi del Palio che sarà datoin premio al vincitore del torneo,con gli altri palii offerti dalle comu-nità dello Stato senese. Appresso aicarri con i ceri, trentadue mazzieriseguiti da una numerosa bandache faceva un rumore infinito, die-tro i signori della caccia e i lorosedici staffieri. Tutti i figuranti ave-vano facce contente ed erano benvestiti, questi ultimi indossavanocalze e “giubboni” inquartati diturchino e cremisi, così belli chenon restava che ammirarli, poi iSignori della Festa seguiti dalCapocaccia della Signoria.Dopo la donazione dei ceri neltempio della Madonna, tutti sidiressero verso la Piazza dove già sirespirava l’aria festosa, con fuochi,tamburi e altri strumenti. Musicistiaccompagnavano al Duomo perl’offerta dei ceri le Compagnie deivari rioni ed elenca quelle dei treTerzi, di Città, di San Martino e diCamollia; ecco che appaiono SanMaurizio e Sant’Angelo a

Montone.Passa poi a narrare il giorno 15portandoci a conoscenza della cat-tiva stagione, tanto che convennerimandare la Festa, forse laMadonna desiderava tutto per séquel giorno non volendolo condi-videre con i giochi che distraevanola gente. Il giorno dopo, la dome-nica, nonostante il brutto tempo fuordinata la solenne grande caccia.Tornati dal Duomo i Signori dellaFesta si recarono con gioia nel bal-cone del Palazzo, così ebbe iniziola sfilata.Prima i carri, di cui già ha parlato,poi saltimbanchi, animali di tutti itipi, fin quando non si riempì laPiazza.Usciti quelli sopra descritti, entraper prima la Compagnia dello zoc-colo con il capocaccia, “l’alfiere”, icacciatori tutti vestiti con la divisagialla e verde e con la bandieradegli stessi colori con su effigiatouno zoccolo d’argento. Poi caccia-tori che gridano Drago, anche diquesti descrive nei minimi dettagligli abiti e la bandiera; seguivaun’altra schiera guidata dalCapocaccia poi uno che urlava“Giraffa, Giraffa” con montura“bigia e bianca”, la bandiera è por-tata da una persona che vieneparagonata al guerriero Ettore checon la bandiera salta, balla e corre.Segue una Giraffa vera.Poi l’Istrice con la “liviera” biancada una parte e bianca e nera dal-l’altra, entra il Capocaccia e coluiche porta la bandiera, segue unamacchina a forma d’istrice. Dietroseguivano Etiopi neri come carbo-ni spenti, la loro veste nera conornamenti oro e gridavano “VivaNichio, Nichio, Nichio”.L’Anonimo ci dona ancora il nomedel Capocaccia come già aveva fat-to per le altre Contrade. La ban-diera aveva una nicchia bianca pri-va del suo animale in campo rosso.Ecco che ci siamo è la prima voltache si parla di noi, manca natural-mente dopo tanta attesa la primariga di questa ottava, tagliata dallamoderna rilegatura, si legge quindisolo l’ultima parola “Biagio” coluiche porta la bandiera è un giovaneattivo e molto fiero. Dietro unMontone con la “liviera” biancadentro a uno scudo d’oro fatto coningegno e lavoro sottile. Poi ilCapitano della Compagnia seguitodai compagni che tengono al guin-zaglio dei cani, a dimostrazioneche tornano dalla caccia; ecco ilnome: Anton Biagio porta la ban-diera che effigia una colonna su un

CULTURA

Pochi ma boni gugno 12-06-2006 19:08 Pagina 8

Page 25: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

9

ponte, sulla colonna vi era unalupa in oro, e dietro un bel carro aforma di Montone, a vedere ciò lagente si incupì perché quelli delMontone erano “giente da fatti”. Seguiva Salicotto con “liviera”bianca e nella bandiera vi era effi-giato un elefante, un altro elefante,vero, portava un “castellotto”.Dietro una voce gridava ”Viva,viva, viva Chiocciola”. Il Capitanovestiva in nero e bianco a dimo-strazione dell’amore per Siena.Stemma della bandiera era unachiocciola marina su fondo biancoe fiamme oro, costui che la porta-va era incoronato di edera e alloro.Dietro a loro una chiocciola gran-dissima come una balena.Poi l’Onda, con bandiera fatta aonde, bianca e nera con al centrouna lupa dorata, segue la Selva chesuona più corni, nella loro bandie-ra una selva con un cinghiale assa-lito da un uomo con lo spiedo.Un’altra Compagnia con la divisanera e gialla, la bandiera tutta gial-la con un’aquila nera, a seguire ipersonaggi un’aquila grandissimacon le ali aperte.Per ultimi “giente” che grida “Vivala magna Ocha” con loro un orsoche balla, avevano due bandieredove in ognuna spiccava un’oca, ilgruppo dei cacciatori era dotato diarchibugi.Seguivano gli staffieri tutti vestiticon drappi in velluto e raso rifinitiin oro, perle e pietre preziose,dopo di loro venivano le ninfe cac-ciatrici di Diana. Adornate benissi-mo, il loro volto sorridente teneva

allegro chiunque le vedesse; dopoqueste due centauri. Segue unordigno a forma di vipera con duebocche, una al suo posto davanti e

una sul retro, nella coda; dietro aquesta un signore vestito con ric-chezza, è Alphonso Borghesi,Signore della caccia, montava uncavallo che avrebbe fatto onore aCarlo Magno. Seguono otto staffie-ri, vestiti in raso giallo e azzurro,che precedono il giovane figlio diPandolfo Petrucci.Poi entra una bandiera con glistemmi dei due Alphonso in cam-po bianco, portata da un grandeingegno quale Lorenzo di Pietro, econ lettere d’oro c’era scritto“Civitas Virgho Vetus Sena (perproblemi di rima perché la dicituraesatta sarebbe Sena Vetus CivitasVirginis).A seguire ottanta balestrieri arma-ti, tutti a cavallo e a guardia delSignore della caccia, quando que-sto fu in piazza dalla vipera usciro-no, per fargli onore, giullari vestitida viperotti. Usciti di scena i vipe-rotti ecco dal bosco uscire uncapriolo, poi un leprotto e una vol-pe tutti questi animali cacciati daicani (inizia la venatio, la cacciacome nell’antica Roma dove la pri-

ma si svolse nel 186 a.C., a model-lo delle cacciate che si tenevano inAfrica), escono poi un tasso, uncinghiale, un istrice, conigli, leprot-ti, volpi, daini e cervi al suono deicorni ricomincia la caccia. Un cervocorre per tutta la piazza per salvar-si la vita e con un salto oltrepassala fonte, ancora un altro cervo cor-re. Esce poi un cinghiale che vieneaffrontato dai cani, da cui si difen-de e pare che non curi i loro mor-si, corre verso lo steccato urtandole persone per sfuggire alla morte.Uscirono in successione tre tori,l’ultimo dei quali per volere deisignori della festa doveva essereucciso non con la lancia ma con laspada.Cinque giovani gli si avvicinano cir-condandolo, dovevano essereaccorti perché il toro era incattivitoe più di una volta li fece saltare inaria incornandoli. Non poteva farloro male perché le sue corna era-no state spuntate e di questo sicompiace l’autore. Il toro aveva treferite sul muso, inflittegli dai cac-ciatori e sarebbe morto se non fos-se apparso un bufalo che correva,tanto che le persone dovevano sta-re attente, ma la piazza voleva chefosse ucciso il toro.Intorno a lui tante spade; mortoquel toro si dette poi la caccia albufalo che fece la stessa fine di chilo aveva preceduto.

Il bufalo morto fu circondato daicarri zoomorfi della Chiocciola,Giraffa, Aquila e Montone, gliuomini cercavano di spartirsi l’ani-male ma vengono disturbati dall’e-lefante che voleva per sé l’animaleucciso, così terminò quella mattinala festa.I cacciatori, a ricordo del poetafurono in tutto più di quattromila,dopo la cacciata la gente va apranzare e dopo sarebbe tornatain piazza.Per la sera erano stati ordinati fuo-chi d’artificio, solo a guardare illoro dispiegamento si provavapaura. I fuochi erano posti in unamacchina che rappresentava il cor-po di una donna, cosa non graditadalle donne senesi, che non viderodi buon occhio questa trovata tan-to che si allietarono quando, ladomenica, pochi furono i fuochiche si accesero per causa della granpioggia venuta il sabato che avevabagnato molti di questi strumentipirotecnici. Le donne asserivanoche era stato un castigo del cielo,perché era stata fatta una cosa a

lui non gradita.Per finire la Festa in bellezza, si dàinizio a un torneo, ai due migliorigiostranti sarà dato in premio unpalio di velluto cremisi, ricamatod’oro e foderato di vaio. Le primesei coppie di cavalieri poco conclu-dono, tanto da non aggiudicarsi ilpremio.Il giorno dopo, 17 agosto, vi fu laprocessione con la reliquia di SanGalgano, ancora gente in Piazzaper un’altra giostra, tanti i cavalie-ri ma tra tutti spiccarono un cava-liere Mantovano e un altro dinome Enea che riuscirono a vince-re il premio. Si conclude il poemacon l’autore, che si scusa con i let-tori per ciò che ha tralasciato dellafesta alla Madonna, perché damortale quale è non è facile soddi-sfare l’immacolata e pia Vergine, sivuole salvare dicendo una AveMaria, e qui finisce.Un documento a nostro giudiziointeressantissimo, basilare nelladatazione di quelle entità territo-riali che a tutt’oggi esistono, mauna cosa tra le tante ci ha colpito:l’autore usa ben 21 volte la paro-la Festa, questa è e deve rimanerequesta meravigliosa manifestazio-ne; un momento ludico di aggre-gazione, tra persone che durantetutto l’anno vivono una socialitàche altrove è difficile vivere. Cometutte le cose della vita pensiamoche debba essere presa sul serio,senza però esasperazioni, rivincitepersonali o lustri individuali. Tantevolte prendere le cose sul serio,non corrisponde a prendersi trop-po sul serio, tutto deve rimanerenei limiti della giocosità senza chevi vengano trasposte tensioni oinsoddisfazioni personali, anzi que-sta meravigliosa cosa che è il Paliodeve infondere serenità, allegria egioia, nel rispetto dei suoi conte-nuti, che possono variare a secon-da dei bisogni della collettività;cambiamenti che devono essereeffettuati senza paura ma concoscienza del ricordo di ciò che èstato e cognizione di cosa sarà. Lacorsa del Palio, questa meraviglio-sa giostra, è solo uno dei tantiappuntamenti a cui la contradadeve adempiere, molti di piùdovrebbero essere quelli vissuti alsuo interno nell’interscambiogenerazionale e nell’autocritica cheognuno di noi deve saper fare neiconfronti di un sociale che sempredi più sembra svanire. Non credia-mo sia retorico ricordare che làdove non c’è Contrada non vi puòessere il Palio, mentre il contrariopuò accadere. Tanto hanno datoqueste aggregazioni di persone allanostra amatissima città, prima ditutto il senso civico, e tanto ancoradovranno dare, quindi auguri dicuore per un futuro che vogliamo,senza illusioni, vedere ROSEO.

CULTURA

un bel carro a forma di Montone,a vedere ciò la gente si incupì perché

quelli del Montone erano “giente da fatti”

Pochi ma boni gugno 12-06-2006 19:08 Pagina 9

Page 26: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

10

Il simbolo del Montonenel popolo egizioAldo Giannetti

Vengono dall’Egittodei faraoni alcuniimportanti segniriportati nei simbolidella nostra contra-

da. Nell’antico Egitto la primaattestazione di divinità rappre-sentante l’ariete, ci viene dall’i-sola Elefantina presso Assuan,sulla riva sinistra del fiume Nilodove sorgeva l’antica Latopolis,l’odierna Esna, e dal dioKhoum con la testa di monto-ne, che creò il primo uomomodellandolo con il limo delNilo, simbolo di energia efecondità.Il dio procreatore, signore del-l’acqua e della cascata diAssuan, regolatore degli strari-pamenti del Nilo, con la suapotenza generatrice presiedevaalla crescita dei raccolti, tantoche fu detto il signore dellacampagna.Gli Egizi trovavano le forze chegarantivano la riproduzionedei viventi, nell’ariete; le cornadel montone erano il simbolodel timore suscitato dal sopran-naturale. Anche due divinitàegizie del vento Henkhisesui eQebui erano associate a questoanimale. Ma il dio ariete di ori-gini tebane più potente e piùconosciuto, fu Amon-Rà, il Redei Re, padre dei faraoni e del-l’universo intero. Esso era il piùvecchio sulla terra ed il piùgrande nei cieli ed i sacerdoti

gli offrivano canti di lode: “ORà, tu possente ariete, la piùforte delle creature...”. Era raf-figurato con aspetto e linea-menti giovanili con testa diariete e corna ricurve, rappre-sentava l’energia vitale delladivinità e della bellezza. Essoera l’immagine della feconditàed alimentava la vita fin dalsuo apparire, la sua potenzageneratrice presiedeva alla cre-scita dei raccolti. Durante ilMedio Regno (2052-1570a.C.) in onore di questo diofurono eretti i grandissimi tem-pli di Luxor e di Karnak al qua-le anche oggi si accede percor-rendo un grande viale fian-cheggiato ai due lati da sfingiin pietra aventi la testa di mon-tone.Con il passare del tempo il cul-to del dio si diffuse in tuttol’Egitto, e nella terra dei farao-ni si sono trovati molti arietimummificati. La venerazioneverso il Dio-Ariete sopravvissenella civiltà-egizia-etiopica, edebbe importanza incalcolabileper la sua diffusione anchenell’Africa centrale e nel mon-do arabo-asiatico. Nella culturaalessandrina e poi romana ilculto si trasformò in quello diGiove-Ammone, creatore ereggitore del mondo, raffigura-to coronato di corna d’ariete,come testimonia una statua delIV sec. a.C. nella galleria del

M u s e oCapitolino aRoma. In etàellenica anchel’iconografiadi AlessandroMagno lo raf-figurava conle corna sullatesta o sull’el-mo.A l e s s a n d r oMagno, quan-do conquistòl’Egitto (fral’inverno del 332 e la primave-ra del 331),visitò i santuari diEliopoli e di Melfi, fondòAlessandria ed infine si recòall’oasi di Siwa, in Libia, perpregare nel santuario sacro adAmon-Rà. Affrontò il deserto ele tempeste di sabbia per giun-gere al santuario di Amon,dove i sacerdoti lo acclamaro-no figlio del Dio Ariete. Laparola montone deriva dal lati-no”multo,-onis”maschio dellapecora, e sempre dal latino“aries,-ètis” Ariete. In astrologia, l’ariete è collega-to strettamente con il pianetaMarte e con il dio al quale dà ilnome,il dio della guerra. Destòinteresse in campo astralecome prima costellazione; egode di un prestigio storico inquanto stabilisce l’inizio dellaprimavera, con le cerimoniepropiziatrici dell’antichissimo“Ver Sacrum”. La costellazionedell’ariete era considerata laprima casa occupata dal soleed in relazione a ciò, presso gliEgizi fu consacrata ad essa lafavolosa Fenice, l’uccello sacroe leggendario che, a somiglian-za del radioso astro del giorno,risorgeva perennemente dalleproprie ceneri. La costellazionedell’Ariete è formata da tregruppi di stelle, la sua stella piùbrillante è Hamal e significadall’arabo “testa di montone”,od anche Elnath ovvero “quel-lo che colpisce con le corna” ed

è situata in cielo proprio sullafronte dell’animale. Molti tem-pli greci fino al IV secolo a.C.erano orientati sulla stellaHamal, perché il dio supremoera simboleggiato nell’ariete,soprattutto quelli in onore diZeus e della sua divina figliaAthena. Oggi proviamo unapunta di soggezione per questapeculiarità che investe il nostrosimbolo, il Montone, quella diavere molte cose in comunecon un potere imponentecome quella dei faraoni, l’uni-ca nel tempo che né gli eventi,né la storia, sono riusciti a cam-biare.

Bibliografia:F. Cardini, “L’ariete”, in “Abstracta”,Roma 1986

K.Hart, “Miti egizi”, Mondadori,Milano 1994

“Astronomia alla scoperta del cielo”A.Curcio, Roma 1983

STORIA

Pochi ma boni gugno 12-06-2006 19:08 Pagina 10

Page 27: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

11

ATTUALITÀ

Compagni di merende... a cavallo!Elisa Monaldi, Giacomo Nerozzi, Giovanna Parri, Cristiana Platania, Federico Tommasi

Dopo un inverno fred-do e triste, finalmen-te arriva la primave-ra che a Siena, diffe-rentemente da tutte

le altre parti del mondo, non èannunciata dall’arrivo delle ron-dini o dalle margherite, ma dalprimo appuntamento delle corsein provincia. I cavallai infatti sipreparano ad osservare nodelli,garetti o se il cavallo “pestabene”, mentre per noi gentecomune è un ottimo passatempoper il fine settimana.La giornata si articola così: ritrovoad un ora indegna tipo 14.00 -14.30 al “Manicomio” con l’ulti-mo boccone ancora in gola, chenon sai bene se è perché hai fat-to tutto di corsa o se sono gli acci-denti della tu’ famiglia che haicostretto a mangia’ prima deltocco perché dovevi anda’ viapresto e magari la tu’ mamma siè anche provata a dire: “Ma searrivi alla seconda corsa, un saràuguale?!?” E te “Ma sei matta? Ioli devo vede’ anche quando scen-dono dal van...! Le cose o si fan-no per bene o un si fanno perniente”. E questo è solo l’inizio...!Non dimentichiamoci che l’ap-puntamento alle donne vienerigorosamente dato almeno unquarto d’ora prima - e tanto nonbasta - visti gli abbinamenti dafare tra borsa, scarpe, cintura e ...l’immancabile GLOSS sbrillucci-coso di Ely, provocando così l’irafunesta del nostro amicoGiacomino: “Oh, un altro minutoe andavo via!”. Siamo pronti, siparte! Gli equipaggi sono semprediversi: gli uomini in una macchi-na e le donne in quell’altra. Imaschietti fanno da apripistacome esperti conoscitori dellaprovincia senese e puntualmentele donne si perdono perché lechiacchiere sono troppo più velo-ci della macchina che stanno gui-dando. Incominciano a squillare icellulari degli uomini: “Ma dovesiete?”; e le donne: “Ma i cartelliin questo posto un ce li metto-no?! Non importa, non importa,

ciao, a ora”! “Citte, citte, c’è unvan! Si segue, s’arriva di sicuro!”.E appena scesi dalle macchine leparole di Giacomino sono sem-pre le stesse: “La prossima voltavi tiro col laccio!”Finalmente ci siamo: capannellidi qua, dirigenze di là tutte tiratea lustro... e iniziano i primi com-menti femminili su tutte quellebelle felpine dai colori sgargianti(che non c’è problema, vai... sivedono da lontano!) con quei beimarchi delle macchine a tuttaschiena che più che essere allecorse par d’essere al Salone delleAuto di Ginevra - che è più fas-hion di quello di Torino!!Se Dio “vole”, iniziano le corse ecosì, tirato il canape, il cavallicominciano a scalpitare e, dopoun bercio del Corbelli che tutte levolte promette di tirare la ban-dierina nel capo a qualcuno, puòsuccedere di tutto! A Fucecchio,ad esempio, la rottura del mecca-nismo del canape ci ha fatto assi-stere ad uno spettacolo rocambo-lesco: cavalli che partivano da solie poi ritornavano, urla isterichedel mossiere, fantini che ci sidivertivano e poi... chi ha vinto?Mah, forse non lo sa nemmenochi ha vinto per davvero!! Tra unacorsa e l’altra i morsi della famesi fanno sentire e infatti s’è giàfatta l’ora di merenda e ... paeseche vai, usanza che trovi: paninocon la porchetta ad Abbadia diMontepulciano allietati dallacompagnia di “Bricco” (notooriundo del posto di professioneex camionista così soprannomi-nato per l’abitudine di bere unbricco di vino lui e uno tirarlo alcamion), la panella di Monteronimentre si fa una vasca sotto le tri-bune cercando anche di allietarelo sguardo e, a forza di punta’, ledonne soffrono tutte di miopia ea fine stagione hanno sette o ottogradi meno per occhio...!AMonticiano invece s’è fatto cola-zione, perché a causa della piog-gia le corse erano state rimanda-te al sabato mattina alle 10.00 e,che fai? L’hai viste tutte, a queste

un ci vai? Sveglia all’alba, gloss inborsa, colazione da Pettino e poipartenza.Anche se erano evidenti i segnidel sonno, eravamo comunquein splendida forma: le presenzeerano limitate agli addetti ai lavo-ri, gli esperti e ... NOI che, vista labella giornata di sole, ne abbia-mo anche approfittato per pren-dere un po’ di colore e levarci ilvieto accumulato durante il lungoinverno. Si pensava di essere giàin ritardo, (per la Siena-Grossetosi è rischiato anche il ritiro dellapatente ... prima o poi ce la leva-no davvero!) e invece, arrivati adestinazione, lo spettacolo nonera ancora iniziato. Che aspettas-

sero proprio noi? Chiaramenteno, anche perché prima di vede-re quattro zampe, una coda edue orecchi è passata un’orettapiù!Nell’attesa gli uomini hanno sac-cheggiato il barrino e le donne,come al solito, hanno fatto il viot-tolo in su e giù e hanno avuto ilmodo di notare con il loro occhioclinico l’atteggiamento dei fanti-ni:– gli esordienti fanno i fighetti e

più che montare a cavallo, paremontino sulle passerelle di PittiUomo

– i veterani, molto schivi e dipoche parole, si nascondonodentro o dietro i van per evita-re ogni tipo di contatto e il lorolook è molto vicino a quello delpastore sardo (pantalone divelluto, scarpa ginnica notevol-mente usurata, fruit bianca, opeggio ancora... canottiera).

La cosa più bella è trovarsi poi inSocietà, quando la gente ti siavvicina con fare sospetto e daveri traditori ti fanno domandetecniche... e dentro di te pensi:“Oh nini, io più che ditti se ilpane era duro o la porchettatroppo grassa...!” È in quelmomento che ti rendi conto chela tua immagine non può cadere

troppo in basso e quindi ti appel-li alla tua memoria per tirare fuo-ri quelle quattro cose che hai sen-tito di rimbalzo, mentre eri in filaal bar, a prendere da bere perevitare di strozzarti col panino. Eanche questa è fatta...!Abbiamo scherzato, riso, mangia-to, bevuto e osservato, ma alla finfine se non ci fosse stata la pas-sione, chi ce lo farebbe fare...??!!La stagione è ancora lunga e Elyha quasi finito le scorte di gloss ...speriamo bene!!!

La vetrina della tribuna VIP di Monteroni

Pochi ma boni gugno 12-06-2006 19:08 Pagina 11

Page 28: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

12

SPETTACOLO

Nuovi addetti airagazzi, ma consue-to appuntamento!La Contradadell’Onda, come è

ormai tradizione, ripropone ognidue anni “Ondeon, i bambinifanno Spettacolo”. Questa edizio-ne ha coinvolto i piccoli non solodal punto di vista della recitazio-ne, ma anche da quello creativoin quanto è stato indetto il con-corso “Un manifesto perOndeon”; i cittini sono stati invi-tati a dilettarsi con le varie tecni-che artistiche e la loro passione èstata premiata perchè l’elabora-to, realizzato a collage, risultatovincitore è stato quello di duenostre piccole contradaiole,Camilla ed Elena.Da non commentare il titolo del-la nostra commedia “Duemilaanni di Purgatorio”, non modifi-cato volontariamente, proprioper creare l’equivoco. Non diPalio, naturalmente si parla, per-chè sono già tanti, lunghi ed este-nuanti i nostri sedici anni! Bensìdi una commedia ambientata inun paesino di campagna, dovePiero l’Avarone e Celestino de’Matti sono all’affannosa ricercadel magico tredici.Piero, durante un sogno, vive

l’incubo di trovarsi con gli amiciin Purgatorio, dove il “Capo” glioffre la possibilità di tornare sullaterra, ma ad una condizione:quella di donare l’intera vincita aipoveri del paese. Il tanto agogna-to tredici, infatti, esce... ma lamoglie di Piero l’Avarone nonaveva giocato la schedina, perchèaveva usato i soldi per compera-re il detersivo per pulire la casa.Breve la trama, ma le risate nonsono certo mancate! Nonstante latenera età, i nostri piccoli cittini sisono impegnati come veri attori.Prove continue, giusti suggeri-menti degli addetti e talvoltaqualche “sgridata” hanno per-messo di rappresentare questacommedia con grande entusia-smo.I piccoli, che sono saliti sul palco-scenico del teatro dei Rozzi,manifestando una pur velataemozione sono: Senio Pasqui,Elisabetta Monciatti, SamueleLamendola, Ginevra Machetti,Jacopo Barbi, MaddalenaMartini, Camilla Fanetti, MatildeBaragatti, Jacopo Grazzini,Maddalena Mariotti, ElenaRomano, Marco Lorenzetti,Giovanni Riccucci, Alessia Manni,Elena Franci, Sara Franci, GiadaSavoi.

Piccoli cittiniveri attoriIlaria Marraccini

...tra palco e realtàCompagnia dei Ligrittieri

Se vi siete spaventati con“NON APRITE QUELLAPORTA”, se “PROFON-DO ROSSO” vi ha fattotremare, se vi ha terro-

rizzato “L’ ESORCISTA”, nonpotrete certamente sopravviverealla visione de “DELITTO ALCASTELLO”.Era una notte buia e tempestosa,tutte le storie iniziano così, ed ècosì che inizia anche il terribileadrenalinico thriller dell’ormaifamosa “COMPAGNIA deiLIGRITTIERI”.Dopo le prime difficoltà riscon-trate nel casting, data la grandeaffluenza dei provinanti, gli atto-ri migliori sono stati mandati acasa e hanno scelto noi. Noi che,fin da novembre, sprezzanti del-le intemperie, ci ritrovavamo inSocietà per perfezionare ogniminimo dettaglio e non lasciarenulla al caso. Sapeste quanto èstata dura arginare la nostra esu-beranza creativa che, nonostantei limiti impostici, dilagava, dan-do vita ogni volta ad una versio-ne della commedia diversa.Come diceva uno dei nostriméntori: “Gli attori professionistinon lo leggono nemmeno ilcopione, lo sanno già interpreta-re”, ed infatti noi provavamoincessantemente fino a tardanotte, procurandoci lancinantifitte di dolore alle mascelle evista annebbiata dalle lacrime, iltutto causato dalle squassantirisate che accompagnavano lenostre “ottime” interpretazioni.All’improvviso siamo arrivati allaprima e, da veri professionistiquali siamo, le risate delle provesi sono trasformate in attimi divera angoscia ed accenni di iste-rismo collettivo. E siamo già inscena!!Dobbiamo ringraziare: la teuto-nica efficienza dell’ispettoreVON UBERMEHIER (GabrieleBossi), l’espressiva “loquacità”del suo assistente WILBUR(Paolo Matino), l’inebriante dia-logare di Mrs. PAPERBLACK

(Alessandra Mari), Miss LORNA,ragazza energica e dallo scapac-cione facile (Silvia Borghi), il suofidanzato, viveur ed ottimoincassatore, ANTHONY SPRING(Luca Giannetti), il sincero dolo-re di vedova di Lady ELIZABETH(Elisa Monaldi), il disinteressatoardore del Dott. BLADSTONE(Marco Paganini), la sorpren-dente immortalità del vecchio erincoglionito Sir ARTHUR McKINLEY (Simone Turchi), l’im-perturbabile presenza di GRE-GORY (Michel Machetti), lacompetenza di Miss PERSON(Elena Sbardellati), le meravi-gliose creature PEGGY e WINNY(Caterina Pavolini e ElisaQuercini), la possente e “pun-gente” VOCE FUORI CAMPO(Lorenzo Santi).Naturalmente questa variegataaccozzaglia di qualità e caratteriè stata coordinata e supportatacon infinita pazienza dai migliorisceneggiatori, registi, suggeritori,costumisti, macchinisti, ingegne-ri del suono e delle luci, econo-mi di cucina e cantinieri. Tuttociò ha permesso di realizzaredue serate simpatiche e diver-tenti, perlomeno questo è statoil giudizio unanime del pubblico,costituito quasi per intero daparenti ed amici degli attori, cheringraziamo calorosamente peraverci seguito ed applaudito inquesta nostra performance tea-trale.Sicuramente ci scuserà il Sig.ALDO CIRRI, autore del testo ori-ginale, se ci siamo permessi dimodificare e rendere più colori-to qualche dialogo ed aggiunge-re un finale spumeggiante dinostra esclusiva produzione.D’altronde è abitudine ormaiconsolidata caratterizzare lecommedie mettendoci delnostro, anche all’ultimo momen-to, magari anche all’insaputadegli altri attori, praticamenteun’improvvisata! Salutiamo cor-dialmente citando uno stornello“....Noi siamo dal Montone eveniteci a vedé! “.

Pochi ma boni gugno 12-06-2006 19:08 Pagina 12

Page 29: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

13

TEST

11.. IIll ttuuoo aappeerriittiivvoo pprreeffeerriittoo::aa Sanbitterbb Negroni cc Prosecco

22.. QQuuaannddoo eennttrrii iinn uunn’’eennootteeccaa,, iill ccoomm--mmeessssoo ttii ddiiccee::aa Cosa posso fare per lei?bb Non ti ho visto negli ultimi giorni, eri in

vacanza?cc L’hai già finita tutta? Dovresti saperlo

che non mi spediscono più di una dami-giana al giorno.

33.. LLaa ccoolloonnnnaa ssoonnoorraa ddeellllee ttuuee sseerraattee iinnaalllleeggrriiaa::aa La rondinebb Lambrusco e pop corncc Champagne

44.. LL’’eesspprreessssiioonnee ““aallllaa ggoocccciiaa”” ttii ffaa ppeennssaarreeaa ::aa All’ennesimo bicchiere svuotatobb Stasera la piglio bella!cc Perchè, piove fuori?

55.. LLaa bbeevvaannddaa ddeeii ggiioorrnnii ddeell PPaalliiooaa Poweradebb Camparicc Miscelone

66.. IIll ttuuoo ccoolloorree pprreeffeerriittoo::aa Rosébb Vinacciacc Il rosso del Campari

77.. IIll ssaabbaattoo ddeellllaa FFeessttaa TTiittoollaarree,, ttii ssii ppuuòòttrroovvaarree::aa Alla frascabb Al Palio dei barbericc Sdraiato su una panchina di società

88.. IIll ttuuoo ffeeggaattoo èè::aa Un organo molto importante del tuo corpobb Se sei una donna: una terza tetta; se sei

un uomo: ti da fastidio perché è spor-gente

cc Inutile perché non ti permette di bere

99.. CCoossaa rriiccoorrddii ddeellll’’uullttiimmaa cceennaa ddeegglliiaauugguurrii::aa S’è mangiato bene!bb Non mi ha fregato il bere, ma il riberecc I ricordi si fermano all’antipasto

1100.. SSee ttoorrnnii aa ccaassaa uubbrriiaaccoo,, ddoovvee vvoommiittii::aa Nel cassetto dei calzinibb In bagnocc In cucina

1111.. RRiieennttrrii aa ccaassaa bbaarrccoollllaannddoo……::aa Non ho digerito il babàbb Ho preso freddo e mi sono sentito malecc Tra un conato di vomito e l’altro, intoni

“Iooo vagabondo che son iooo” ai tuoigenitori

1122.. LLaa mmaattttiinnaa ddooppoo llaa ffeessttaa sseeii::aa Addormentato nel lettobb Sveglio di buon mattino e ti prepari una

deliziosa e nutriente colazionecc Pronto per uscire a prendere l’aperitivo

1133.. PPeerr llaa cceennaa ddeellllaa pprroovvaa GGeenneerraallee::aa “Se ci tocca il primo cavallo la prendo

bella”bb “La prendo bella”cc “C’è bisogno di una cavallo per bere?”

1144.. MMeennttaa ee zzuucccchheerroo ddii ccaannnnaa ttii ffaannnnooppeennssaarree aa::aa Un Moitobb Ad un nuovo gusto di chewing gumcc Non mi piacciono gli intrugli, preferisco

il vino

1155.. IIll pprriimmoo bbrriinnddiissii ddooppoo cchhee ccii èè ttooccccaattooiill ccaavvaalllloo::aa Al Pontebb In Societàcc Gioco d’anticipo e inizio dopo le batterie

Rosso o bianco? ... SI!ovvero: ecco il test ... siete pronti a vincere il Palio?

Caterina Pavolini, Simone Stanghellini

PROFILO A - SPRINTER (da 1 a 13 punti)Sei quello che non beve mai.. o quasi! Ma, a vol-te, capita anche a te e ti bastano 5 minuti; e quan-do ti accorgi di aver superato il limite è ormai trop-po tardi. In queste serate ti si può trovare a pia-gnucolare per le tue pene d’amore o, se la prendiallegra, ad abbracciare e baciare chiunque ti si tro-vi davanti.La vivi come un momento di evasione da conce-derti ogni tanto: una piccola trasgressione che tirende più simpatico.

PROFILO B - MEZZOFONDISTA (da 14 a 26)“Sbevucchi” spesso e volentieri! Aperitivo, cena,ammazza caffè; ti accorgi che stai perdendo luci-dità, ma te ne freghi e continui. In preda ai fiumidell’alcol ti lanci in avances con ogni esponentedell’altro sesso, senza badare troppo alla qualità.Ti intrometti in tutti i capannelli, lanciando spuntipolemici di discussione per poi dileguarti dinascosto. A fine serata i tuoi amici cominciano adodiarti, costretti a passeggiarti per tutto il rione oa riaccompagnarti a casa di nascosto ai tuoi. Per te è un’abituale compagna delle tue serate traamici.

PROFILO C - MARATONETA (da 26 a 39)L’importante non è dove, con chi o perché... mabere! Non è facile trovare un inizio e una fine: latua fiamma pilota non si spenge mai. L’unica cosache non lasci mai è il tuo inseparabile bicchiere,sempre rigorosamente pieno. Dalla tua boccaescono impastati ricordi di palii vinti, luoghi comu-ni e stornelli senesi.Il tuo stato non desta attenzione, siamo abituati avederti con la tua “compagna di una vita”.

PPUUNNTTEEGGGGIIOOAA BB CC

11 1 3 222 1 2 333 3 1 244 3 2 155 1 2 366 1 3 277 2 1 388 1 2 399 1 3 21100 3 1 21111 2 1 31122 2 1 31133 1 2 31144 2 1 31155 2 1 3

Pochi ma boni gugno 12-06-2006 19:08 Pagina 13

Page 30: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

RUBRICA

14

Proseguendo “l’analisi”del Cavallo e avvicinan-doci al Palio, parliamoin questo numero diargomenti più attinenti

alla corsa.

LE BRIGLIE“Tanto per le prove come per ilPalio, i cavalli debbono correreprovvisti della briglia con la pen-nacchiera portante i colori dellaContrada alla quale vennerorispettivamente assegnati in sor-te.Per briglia deve intendersi l’insie-me dei finimenti (testiera, imboc-catura e redini) provvisti even-tualmente di paraocchi di foggiatradizionale e di paraombre”.Questi sono i primi due comma

dell’art. 57 del Regolamento peril Palio per la definizione di bri-glia.La testiera è formata da strisce dicuoio che vanno allacciateappunto alla testa del cavallo, eserve soprattutto da sostegno perl’imboccatura, mentre le redinianche esse genericamente dicuoio vengono fissate all’imboc-catura e sono la parte finale tra-mite cui il fantino “guida” ilcavallo.Per quanto riguarda l’imboccatu-ra è praticamente una barrametallica detta “cannone” cheviene inserita nella bocca al disopra della lingua ed è di duetipi:– Il FFiilleettttoo, che genericamente èun cannone snodato al centro eoltre che di metallo può essere digomma o cuoio e agisce preva-lentemente sulle commessure

delle labbra esercitando quindiun’azione poco costrittiva e quin-di poco dolorosa.– Il MMoorrssoo che è un cannone rigi-do e agisce direttamente sullebarre, cioè la parte della mandi-bola priva di denti dove appuntol’osso mandibolare è copertosolo da un sottile strato di gengi-va, esercitando quindi un’azionepiù costrittiva e dolorosa.Tutti e due possono essere più omeno spessi ed avere all’estremi-tà un anello, una D, una stecca obarra o altre forme in base all’u-so più o meno coercitivo chevogliamo avere.Una delle più usate in Piazza è ilfiletto con le stecche o barre, per-ché all’occorrenza esercita pro-prio attraverso le barre una mag-

giore pressione, ottenendo quin-di una risposta più pronta dalcavallo.Comunque, per quanto riguardala scelta, va fatta in base allecaratteristiche del cavallo, e quientra in scena la conoscenza e l’e-sperienza che possono avereBarbareschi, Mangini e Capitaniche magari, durante le corse inProvincia o la Tratta hanno nota-to con che tipo di imboccaturaquel cavallo è stato montato, ma,soprattutto, il Fantino che mon-tandolo nelle Prove decide qualesia la più giusta. Infatti, non è dif-ficile vedere, proprio nelle Prove,alcune Contrade cambiareimboccatura, prima di sceglierequella per il Palio.Infine una curiosità. Avete maisentito dire, alle corse in provin-cia, quel cavallo ha la lingualegata?

Come abbiamo dettoin precedenza, l’im-boccatura si inseriscesopra la lingua, ma avolte i cavalli per sen-tirne meno gli effetti,portano la linguasopra l’imboccatura edallora gli viene legataalla mandibola perevitare che faccianoquesto. Và precisatoperò che per quantoriguarda Prove e Palioquesto espediente nonviene adottato perchéil Regolamento non lo consente.Per quanto riguarda i paraocchi èpraticamente impossibile chevengano usati in Piazza, mentre ilparaombre lo vediamo più fre-quentemente. Praticamente con-siste in una striscia di un certospessore, applicata sul muso delcavallo, un po’ di centimetri sottoagli occhi e serve soprattutto aquei cavalli che hanno problemicon il canape in quanto gli impe-disce di vederlo.

ARTO ANTERIORECCaarrppooE’ compreso tra l’avambraccio elo stinco ed è costituito dalla par-te inferiore del radio, delle ossadel ginocchio disposte su due file(4 sopra e 3 sotto) e della partesuperiore del metacarpo.Quando il cavallo è fermo ha fun-zione di sostegno, quando è inazione serve come centro dimovimento e di ammortamentodelle reazioni.

SSttiinnccooChiamato metacarpo, si estendefino al nodello e la parte poste-riore dove si trovano i tendiniflessori delle falangi è detta “sot-toregione dei tendini”. Lo stincoha per base ossea il metacarpoprincipale con i due accessorilaterali e svolge esclusivamentefunzione di sostegno.

NNooddeellllooLa parte posteriore porta unaproduzione cornea detta spero-ne.La base scheletrica è così compo-sta: estremità inferiore del meta-carpo, estremità superiore dellaprima falange, ossa grandi sesa-moidei e loro legamenti, tendiniestensori e flessori delle falangi.Il nodello funge da centro diammortamento delle reazionitrasmesse dal suolo e da centro diimpulso per la spinta in avanti.

PPaassttoorraalleeHa per base scheletrica la primaarticolazione interfalangea e par-te della seconda falange.Il pastorale costituisce la cosid-detta “leva digitale superiore”che ha importanti funzioni diammortamento ed impulso.

CCoorroonnaaCorrisponde ad una sottile strisciache corre al di sopra dello zocco-lo ed è formata da una piccolaparte della seconda falange.

PPiieeddeeAnatomicamente è costituito dalvivo del piede, rivestito da unascatola cornea chiamata zoccolo.Ha per base scheletrica la metàinferiore della seconda falange ela terza falange o ditino con l’an-

Il cavallo... questo sconosciutoMauro Gorelli

Pochi ma boni gugno 12-06-2006 19:08 Pagina 14

Page 31: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

nesso sesamoideo (osso navico-lare).Nella parte posteriore si distin-guono due rigonfiamenti divisida un solco, chiamati glomi.Lo zoccolo svolge importanti fun-zioni come:sostiene insieme al vivo del pie-de, il peso del corporappresenta il punto di appoggiodell’artoprotegge il vivo del piede daitraumi e dagli scarti di tempera-turaserve da elemento tattile del pie-de.

ARTO POSTERIOREGGrraasssseellllaaCorrisponde alla parte anterioredell’articolazione femoro-tibio-rotulea, comprendendo quindi larotula con i relativi legamenti.

GGaammbbaaLa base scheletrica è formata dal-la tibia e perone ricoperti da duemasse muscolari.

GGaarrrreettttooAnatomicamente costituito dal-l’estremità inferiore della tibia,dalle ossa tarsiche, dai legamenti,tendini ed estremità superiore delmetatarso.Sulla faccia interna, nella partepiù bassa, è situata una produzio-ne cornea detta “castagna”.Svolge funzioni di ammortamen-to e impulso al movimento.Per le restanti parti, valgono ledescrizioni fatte per l’arto ante-riore.Il cavallo, avendo un peso dialcuni quintali, che viene scarica-to su arti relativamente esilirispetto alla massa corporea, èspesso soggetto a problemi che

sono di varia natura.Ecco alcuni esempi.Infiammazione o lesio-ne ai tendini che puòportare alla zoppia.Un rimedio può esserela focatura e anche seoggi è raro vedere inPiazza un cavallo foca-to in passato è succes-so più volte.La focatura consistenell’apporre alla pelledei puntali roventi(focatura a caldo) ofreddissimi (-180° C

focatura a freddo con azoto liqui-do). Ciò comporta un’ustione chefavorisce l’afflusso di sangue ver-so l’arto e quindi fa guarire primai tendini.Lascia delle cicatrici che se inprossimità delle giunture possonolimitare il movimento.Malattia navicolare. Consiste inun processo infiammatorio croni-co a carico del sesamoideo dista-le, frequente soprattutto neicavalli sottoposti ad andatureveloci e colpisce pre-valentemente gli artianteriori.Schinelle. E’ un pro-cesso infiammatorio almetacarpo, sia agli artianteriori che posteriorie compare general-mente sulla facciaesterna dello stinco sedi natura traumatica ointerna se dovuta adeccesso di lavoro odifetto di appiombi.Quando una schinellaè localizzata al pasto-

rale è detta formella.Setole dello zoccolo. Sono fendi-ture che si aprono nella paretedello zoccolo sia in punta che aiquarti e ai talloni.Tutti questi problemi possonoportare alle zoppie. Cioè, a causadel dolore, il cavallo modifica ladistribuzione del peso del corposopra agli arti, avendo quindi unasuccessione irregolare e disarmo-nica del movimento.

FERRATUREFurono i Greci che per primiapplicarono agli zoccoli dei “san-dali” di cuoio fermati al pastoralecon delle cinghie, apparecchiprotettivi che successivamente iRomani migliorarono con unalamina di ferro posta a contattodella suola. Ma solo i popoliorientali prima e quelli nordicipoi introdussero il ferro vero eproprio fissandolo all’unghia coni chiodi: documenti risalentiall’anno 1000 testimoniano l’usoormai diffuso di questo mezzo diprotezione dello zoccolo.

La ferratura è un’operazioneimportante e delicata. Infatti, deiferri giusti e ben messi permetto-no al cavallo di rendere almeglio, ma proprio durante laferratura si possono verificareinconvenienti che possono com-promettere il cavallo.Per esempio, se un chiodo vieneinfisso al di dentro della linea chedivide l’orlo della parete dallasuola, incide direttamente il vivodel piede, cosiddetta “inchioda-tura”, compromettendo grave-mente l’uso del cavallo.Oggi, tutte le Contrade hanno adisposizione bravi professionisti,tuttavia, se i ferri che il cavallo ha,al momento dell’assegnazione,sono buoni e adatti al Palio sipossono anche lasciare.C’è da considerare, infatti, che ilcavallo si deve sempre adattarealla nuova ferratura.I ferri che vengono usati in Piazzasono appunto di ferro o di allu-minio. Mettere i ferri d’alluminio hacome vantaggio che si adattanomeglio e sono più leggeri, però sesi considera le forti pressioni etorsioni che subiscono special-mente a San Martino è più facileche si deformino, infatti, general-mente si usano quelli di ferro,magari con un rialzo nella parteposteriore, detto rampino, cheaiuta a fare più presa sul tufo evi-tando di scivolare. La decisione viene presa di voltain volta dando la preferenza allasoluzione che meglio si adattaalla tipologia del cavallo avuto insorte ed alle condizioni ambien-tali della pista.

15

RUBRICA

Pochi ma boni gugno 12-06-2006 19:08 Pagina 15

Page 32: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

a mia anima è cresciuta nella silen-ziosa ombra di Siena, in disparte,senza amicizie, ingannata tutte levolte che ha chiesto d’esser cono-sciuta.

E così, molte volte, escivo solo, di notte,scansando anche i lampioni. Per lo piùandavo fino alla Piazza dei Servi, tutta pen-dente dalla scalinata della chiesa, con dueabeti in mezzo a due piccoli prati, divisi traloro dalla imboccatura della strada. Accantoalla Chiesa, un convento; quasi di faccia, unaltro; da una parte, un muro con sopra imattoni messi ad angolo; di là dal muro,Siena con tutta la sua torre. Allora pensavoalla mia fidanzata.

Federigo Tozzi, Bestie, ed Treves, 1917

I LUOGHI E LA MENTE

L

Pochi ma boni gugno 12-06-2006 19:08 Pagina 16

Page 33: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

In c

aso

di m

anca

to re

capi

to in

viare

al C

PO d

i Sien

a

Page 34: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

CONTRADA

2

Polvere di notizie

AnagrafeMontonaiola

Sono natiLuca Diligenti, Andrea Nocini

Carlo Giuggioli, Lorenzo PascucciBenedetta Palazzi, Livia PreveViola Saracini, Allegra Barbini

Fabrizio Guerrini, Andrea PanniniFederico Morgantetti,

Sara Cerretani, Andrea PianigianiClaudio Giancontieri,

Sofia Maccari, Daniele Volpato

Ci hanno lasciatoPietro Bruni

Graziano BracciniPatrizia Estivi

Adriano BruttiniVinicio Cialdani

Visite ai locali di ContradaNegli ultimi 12 mesi abbiamo avu-to un notevole incremento dellevisite ai nostri locali, ben 1615 visi-tatori di varie le nazionalità: italia-ni, americani, cinesi, tedeschi,francesi e inglesi. Le richieste divisita sono giunte da scuole, uni-versità e varie associazioni cultura-li e turistiche. È grazie alla disponi-bilità e la passione del Consiglieredi Seggio Sergio Rustioni che inostri musei e la sala delle vittoriesono fruibili a così tante persone.

Confraternita della SS. TrinitàDomenica 11 giugno è stato nomi-nato il nuovo Consiglio della Con-fraternita per il biennio 2006/07:

Priore:Lucia Baldi

Vicario:Alessandro Monciatti

Cancelliere:Luigi Monciatti

Correttore:Padre O.S.M. Paolo Orlandini

Maestro dei Novizi:Vincenzo Bonucci

Consiglieri:Gianfranco Indrizzi, Paolo Piochi,Mario Vigni

Commissioni di lavoroPer la commissione per la cenadella prova generale per il Paliodel 16 agosto 2006 è stata confer-mata la stessa già nominata per il

Palio di luglio: Emanuela Baldani,Daniele Barbetti, Roberta Nepi,Graziella Rossi, Lucio Viligiardi,Alberto Carniani, Tamara Landi,Elisa Monadi, Giorgio Mulinacci,Caterina Pavolini, SimonettaPetreni.In Assemblea Generale è stata inol-tre nominata la commissione per ilBanchetto annuale 2006: Emanuela Baldani, DanieleBarbetti, Roberta Nepi, LucioViligiardi, Marco Cappelli,Simonetta Petreni.

La festa del PalioLa festa del Palio è candidataall’UNESCO a far parte delPatrimonio Mondiale Immateriale.L’Italia non ha ancora aderito alriconoscimento del patrimonioimmateriale, ma una volta supera-te le vicende burocratiche taleapprovazione non può che darciuna maggiore tutela nel rispettodelle nostre tradizioni.

150° anniversario della fon-dazione delle Figlie della Ca-rità di S.Vincenzo de Paoli.L’11 settembre 1856 fu fondata laProvincia di Siena delle Figlie dellaCarità; presso il Convento di S.Girolamo a tutto oggi vengono ser-viti i poveri ed i bisognosi.Domenica 17 settembre, presso laBasilica dei Servi è stato celebratol’anniversario con la S. Messa pre-sieduta da S.E. monsignor A.Boncristiani.

LUGLIO 2006Tamburino Gabriele Pianigiani

Alfiere Marco ManniniGiovanni Stanghellini

Duce Simone StanghelliniUomo d’Arme Guido Cappelli

Duccio RustioniPaggio Maggiore Paolo Matino

Paggio Vessillifero Francesco ManganelliLucio Viligiardi

Barbaresco Federico BariPalafreniere Marco Salvini

Capo Popolo Federico TommasiRappresentanti del Popolo Davide Ciacci

Marco CoppiMattia ErminiLuca GiannettiGiorgio MacrìStefano Mariotti

AGOSTO 2006Tamburino Guido Rubbioli

Alfiere Daniele CiabattiTommaso Indrizzi

Duce Jacopo LorenzettiUomo d’Arme Lorenzo Santi

Simone TurchiPaggio Maggiore Marco Cappelli

Paggio Vessillifero Alessandro BarbettiSimone Bicchi

Barbaresco Federico BariPalafreniere Marco Salvini

Capo Popolo Danilo BruttiniRappresentanti del Popolo Juri Barbieri

Luca BogiFilippo CrestiClaudio GorelliRiccardo GorelliVittorio Montemaggi

Periodico Trimestrale dellaCONTRADA DI VALDIMONTONEAnno XIII - n. 3 Settembre 2006Autorizz. del Trib di Siena n. 579del 5/04/1993Spedizione in A.P. Comma 20/CLegge 662/96 Filiale di Siena.

Direttore responsabile: Fabio Fineschi

Redazione giornalino: Raffaele Semplici eSimone Stanghellini (coordinamento),Michele Santillo, Mauro Agnesoni, TizianaBarbetti, Matteo Cardinali, Aldo Giannetti,Mauro Gorelli, Vittorio Lachi, AlessandroPandolfi, Caterina Pavolini, RobertoPetrolito, Massimo Rossi, Davide Rustioni,Nicola Sodi.

Collaborazioni: Cecilia Alessi, ManuelaBaglioni, Lucia Baldi, Alessandra Gesuele,Gabriele Maccianti, Maestri dei Novizi,Giovannella Pacini, Gaetano Pierini, AlfredoPirri, Claudio Regoli, Costantino Vigni.

Immagini: Mauro Agnesoni, ManuelaBaglioni, Lucia Baldi, Alessandra Gesuele,Foto Donati, Foto Lensini, Gianluca Lecchi,Maestri dei Novizi, Barbara Pavolini, SergioProfeti, Archivio Contrada di Valdimontone.

Impaginazione: Master Digital.

Stampa: Industria Grafica Pistolesi.

Le Comparse

Page 35: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

Sarebbe sin troppo facile enfatizzarequesto 2006 come l’anno dellasvolta. Persino la cabala offre unfronte di allettante esplorazione.Ventotto anni fa, con Selva e

Pantera a nerbo alzato (ordine dei fattoriinvertito ma medesimo risultato) qualcosadi profondo cambiava sul piano tecnico.Cambiava l’universo fantini, scombussolatodall’arrivo vincente di Bastiano e Cianchino,destinati, sfruttando l’uno la fine intelligen-za e il carattere, l’altro la classe sopraffina, acreare solide alternative allo strapotere diAceto. In teoria in quel 1978 mutava ancheil pianeta cavalli, ma le potenzialità rivolu-zionarie dell’arrivo del fenomeno Urbinoresteranno per lo più inesplorate, in virtùdelle scelte che i capitani operarono neglianni seguenti. Il parallelo coi giorni nostriparte dalle due contrade vincenti. Il succes-so della Pantera, allora in agosto, coincisecon una carriera nella quale il favorito d’ob-bligo era l’Istrice con Rimini e l’allora reindiscusso De Gortes. Insomma, andareavanti coi parallelismi è sin troppo facile. Un

troppo che magari travalica potenzialità ecredibilità di una storia fatta di corsi e ricor-si. Comunque sia, con buona pace di Vico,non conta tanto stabilire se lo scenario nuo-vo sia lo stesso di ventotto anni fa. Tanto,oggi come allora, sarà il futuro a decidere lapotenzialità rivoluzionaria di certi eventi.Per il momento ci sono solo fatti da metterein ordine, in attesa di sviluppi. Scenario piùchiaro sul fronte cavalli, con Berio che hachiuso i battenti con la prevista di luglio eZodiach messo a riposo dopo dieci presenzee due vittorie. Pre-pensionamento che parescontato quello di Brento, con tutti i rim-pianti di una carriera che non ha raccoltoquanto potenzialmente faceva sperare. Lenovità, più o meno fresche, partono dai vin-centi Choci e Caro Amico per arrivare aFujan, il più giovane della nidiata. Quanto aifantini, incontestabile la supremazia tosca-na. Dal 2001 solo Sgaibarre fa eccezione aduna superiorità del Granducato, che va peraltro facendosi sempre più evidentemente atrazione senese, visto il sette su sette delleultime carriere corse. Le cifre non consento-

no di mettere in dubbio la leadership dellacategoria. L’evento che mancava dal 1997,ultima annata senza vittorie di Trecciolino,doveva arrivare anche secondo la legge deigrandi numeri. Lo ha fatto senza macchiarepiù di tanto un decennio 1996-2006 da die-ci successi. Statistica che resta di assolutoriferimento. Che il 2006 del Bruschelli pos-sa dover qualcosa alla sfortuna è vero, manon tanto da limitare i meriti di coloro chedel re hanno fatto le veci. Lucidità e tecnicanella corsa di testa del Ricceri, cuore e carat-tere nell’esaltante e storica rimonta delMari. Senza dimenticare quel VirginioZedde che, al terzo successo sfiorato sualtrettanti tentativi comincia a far due conti,nella convinzione che la sorte abbia qualchedebito nei suoi confronti. In attesa dellameritata vittoria, a lui va un tributo di grati-tudine, perché questo rosa lo ha vestitocome pochi. Maturo e lucido alla mossa, hatrasmesso l’illusione che al canape le con-trade fossero undici. Due volte Montone,per una coppia di compiti da svolgere. Il pri-mo portato a termine con assoluto successo,il secondo sfumato per dettagli. La fortunava sedotta e invogliata, e adesso Lo Zeddenon è il solo a sentirsi in debito con lei. Inuna sequela equina, che nel nuovo millen-nio ha percorso sentieri tragici, qualcosapare abbia iniziato a migliorare nel brevevolgere di un mese e mezzo, passando daDidimo a Dostoevskij. Non nell’ordine allamossa, ove si è ribadita una consuetudinerivelatasi decisiva per Provenzano e limitan-te per l’Assunta. Di negativo c’è un contosalito a diciassette, e che così cospicuo nonera da oltre un secolo (facendo le somme alnetto degli anni di guerra). Ma giacché disorte si parlava, meglio invogliarla con pen-sieri di segno opposto. Di positivo questo2006 ha svelato un Montone che oggi c’è, esi prepara ad esserci prepotentementedomani.

3

PALIO

Analisi di un anno di PalioFabio Fineschi

Page 36: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

4

1966-2006: 40 anni fa la rivolta di piazzaNicola Sodi II PARTE

omeriggio del 15Assemblea straor-dinaria.Si decide di invaderela pista. Il cavallo

deve essere portato all’entronee il fantino deve uscire per ulti-mo. Lui non deve essere tenutofuori, almeno formalmente,altrimenti viene squalificato.Tutto deve sembrare un fattogenerale di disobbedienza civi-le, perché nessuno possa ricer-care responsabilità nei singoliindividui, specialmente nei diri-genti. I Montonaioli devonoentrare in pista e impedire difar correre la prova. Se nonbasta e i ragazzi non vengonorilasciati, la sera del palio siricomincia daccapo.Nel frattempo il Procuratoredella Repubblica Cammarosanoè in ferie a Castiglioncello eritorna tra 20 giorni. Fino a quelmomento i ragazzi non verran-no interrogati e di conseguenzaneppure rilasciati. MarioAngiolini lo conosce personal-mente e va a prenderlo di per-sona con la propria macchina.

Sera del 15 - Prova generaleSi comprano più biglietti possi-bile nel palco del Comune.Tutto quello che è stato deciso èdi scendere dal palco, prendereil cavallo e impedire di far cor-rere la prova. Le altre consorel-

le non sono state ufficialmenteavvertite, ma qualcosa è trape-lato, come normalmente accadea Siena. Si sa e non si sa... c’èuna strana atmosfera, comequando ci si aspetta che stia persuccedere qualcosa, ma non sisa bene che cosa, né quandoaccadrà.Quando scoppia il mortaretto, icavalli escono dall’entrone, ilMontone per ultimo. Dal palcodelle comparse e da piazza iMontonaioli affluiscono rapida-mente nella pista, prendono ilcavallo, fanno scendere Guanto.Paolo Valentini porta via ilcavallo... l’aria è elettrica.Girando gli occhi versoS.Martino si vede il Nicchio cheè sceso dal palco al gran com-pleto e che sta arrivando schie-rato. “E ora?” chiede qualcunosgomento, “Questi che vorran-no? Non corrono nemmeno!”.E invece intonano “Nella Piazzadel Campo...” e si uniscono anoi. Nella drammaticità ilmomento è superbo. Si inizia adirigersi verso la mossa, facendoil giro di Piazza al contrario.Mano a mano che si arriva sottoai palchi delle consorelle questescendono e si uniscono al corteoche continua a cantare senzasosta “Nella piazza delCampo...”. Sale sul Verrocchio eprende la parola il Rettore delMagistrato delle Contrade, l’ing.

Socini Guelfi (quello del famoso“puzzo del Socini”), il qualecerca di ammansire gli animipromettendo di impegnarsinella liberazione dei ragazzi.Mancando il Sindaco in quelmomento è l’unica autoritàsenese super partes. Si discute,molti prendono la parola, qual-cuno, visto il momento storico,ne approfitta per deviare l’at-tenzione su problemi politiciscagliandosi contro il sistema ele forze dell’ordine. Mario Bariha il guizzo d’intelligenza dimontare sul Verrocchio e diinvitare i Montonaioli a tornarein contrada e così avviene.Lentamente si defluisce verso iServi.

Cena della Prova generaleLa giornata è lunga. Alla cenadella prova generale i tavolinisono due file che vanno dallaSocietà vecchia fino a davanticasa del Cresti. Durante la cenaarriva un ragazzo del Nicchio(Pietro Sancasciani) col fazzolet-to al collo che porta qualcosa,forse dei fiori o un messaggio disolidarietà. La contrada loaccoglie con uno scrosciare diapplausi. Qualcuno addiritturacommenta: “O guardiamo sed’ora in poi tocca rifare i partitianche col Nicchio!”.Dopo cena si torna in piazza.Aldo Marzucchi arringa la follain piedi sul colonnino al gavi-none come un novello S.Bernardino. C’è mezza Sienaquella sera in piazza dopo cena.Con Torre e Oca in testa e coitamburi si ritorna verso ilDuomo passando da via delCastoro, ma in piazza Jacopodella Quercia troviamo una“bella” accoglienza: la Questuraha fatto venire rinforzi daFirenze e ci fa trovare davantiun intero reparto di poliziotti inassetto di guerra coi mitra spia-nati insieme ad un paio di auto-blinde. Questa cosa oggi puòsembrare inimmaginabile, main quel momento storico lapolizia non ha nessuna voglia difare sconti ai senesi e alle con-trade. L’aria è calda, sostenutidal rullo dei tamburi, MarioSavelli della Torre in testa, si

forzano le fila dei poliziotti e siprosegue. La mamma diLaurina Bencini con la medesi-ma sulle spalle si foga alle forzedell’ordine perché non fannopassare la creatura che ama cosìtanto i tamburi (bènnanà, bèn-nanà!...). C’è paura, non è unbel momento, ma si cerca dinon darlo a vedere. Vola qual-che parola.Una decina di perso-ne vengono fermate e subiran-no il processo (ma risulterannotutti innocenti perché dichiare-ranno di essere passati di lì percaso mentre tentavano di rag-giungere l’ospedale chi per avermangiato un gelato avariato chiper aver battuto un gomito oaltre amenità di questo tipo).

La mattina della ProvacciaSi decide, questa volta in accor-do con le consorelle, di non farcorrere la prova fino a quandonon vengano rilasciati i ragazzi.Si ripete lo stesso copione.Alberto Bruttini porta via ilcavallo verso S.Martino, maarriva di corsa Paolo Valentiniche grida: “Li hanno liberati,riporta indietro il cavallo!”. E’una cosa molto strana, c’èanche chi va a prendere i ragaz-zi con le bandiere in S.Spirito.E’ quasi una piccola vittoria. Siriporta il cavallo indietro, dalpalco del Nicchio si leva un “Legambe secche secche...” persancire che il momento dei bacie degli abbracci è finito e si cor-re la prova. Luciano ricorda chequando fu rilasciato, fuori inpiazza S.Spirito, c’erano duealfieri ed un tamburino delNicchio ad accoglierlo. Si ricor-da anche di aver sentito uno diloro gridargli: “Sì, ma ora nonci fa’ la bocca ad essere accoltocosì!”. Il Milani ci ha lasciato qualchetempo addietro portandosi consé la sua verità. La vita e la car-riere di Luciano Biagini sonostate invece condizionate daquell’episodio. Al processo fucondannato per un reato cheadesso neanche ricorda conprecisione, ma che alla finedoveva essere del tipo “Ha ten-tato di entrare in Questura”,l’unica cosa che in realtà dice di

STORIE

P

Page 37: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

5

STORIE

non aver fatto. Oggi Luciano hapiù di 60 anni, è in pensione edè nonno, ma non riesce ancora aguardarsi indietro con distacco.Glielo puoi leggere in quegliocchi chiari che ha ancora unsassolino nella scarpa. Si ram-marica che nessuno in contradagli abbia mia chiesto in via uffi-ciale come in realtà erano anda-ti i fatti o perché chi sapeva chenon era presente non si era fat-to avanti? Non pretendeva certoche altri si costituissero pur ditestimoniare a suo favore, mache almeno nel Montone glivenisse tolto quel marchio diragazzo rissoso che invece hadovuto portarsi dietro. Gli restala gratitudine per coloro checome Giuliano Ravenni e MarioAngiolini si adoperarono tantis-simo per lui e l’amore per laContrada che anche se non hapiù frequentato come prima, hasempre seguito con emozioneed ha sempre portato nel pro-fondo del suo cuore.

La sera del palioChe non potesse essere un palionormale ormai lo si era capito.La Chiocciola rimase al canape:la mossa non era buona.Scoppiò il mortaretto, scoppiònuovamente, ma il fragore dellafolla sembrò inghiottire il rumo-re. I fantini continuarono a spin-gere. Il Montone infilòS.Martino a diritto, al casato

l’Oca strinse la Torre e la fececadere. Si riuscì a fermare la cor-sa, si cambiò la busta, tuttiall’entrone. Guanto era statoportato alla Cappella e stavamale. Aroldo gli tolse di dosso ilgiubbetto e lo infilò a Ganascia,ormai sessantenne e ritirato dalpalio, sperando chissà come difarla franca, ma il Maestro diCampo lo fermò. QuindiMontone e Torre non avrebberopotuto correre. Ulisse Gambellidella Torre prese il cavallo, rup-pe il cordone delle guardiedavanti all’entrone e portò il

cavallo in pista per le briglie. ITorraioli invasero la pista esmontarono i materassi diS.Martino. Noi, ormai presi nel-la girandola degli eventi scen-demmo in piazza solidali: ilpalio non si corse.

Epilogo: la sera del 17Anche la sera successiva nonandò tutto liscio. Bazza, fantinodel Drago, forzò la mossa.Cadde e si ruppe una clavicola.Il mangino Mario Bianciardiallora andò a prendere il caval-lo e chiamò i Dragaioli e Sienaa invadere la pista nel tentativodi ripetere lo stesso spettacolodelle sere precedenti. Questavolta nessuno si mosse e final-mente il palio si corse. VinseCanapetta nella Chiocciola, laTorre si beccò due palii di squa-lifica e il Montone uno. PaoloValentini quattro palii comebarbaresco per aver portato viail cavallo... e il resto è cronacaordinaria.

“...e in un tripudio di bandieree di colori Siena trionfa, comesempre, immortale” (S.Gigli).

Intanto l’estate del ‘66 volgevaal termine, il cielo cominciavaad annuvolarsi e l’Arno gonfiavaminaccioso. Un allora giovanemenestrello, Riccardo Marascoda Florentia, col chitarrone ric-cioluto ed il vocino tenorile sta-va per apprestarsi a comporreun evergreen: “Nuoti sommersoin un mare di cacca, non sai sed’uomo oppure di vacca...”.

I fatti sopra descritti ci induco-no a una riflessione.Per prima cosa vogliamo sotto-lineare la solidarietà tra leContrade, che anche in questaoccasione risposero accanto-nando le rivalità e fondendosiin un tutt’uno, che è il vero spi-rito della Comunità CivicaSenese, a difesa delle proprietradizioni e della Festa.Bisogna tenere presente ilmomento storico. Era il perio-do precedente i movimenti stu-denteschi del ‘68 che hannoinnescato dei fondamentalicambiamenti nella società.Anni in cui minore, rispetto aoggi, era l’attenzione versol’ordine pubblico da parte del-le autorità anche se i lorometodi erano più repressivi.Tutto ciò ci deve indurre a unacontinua collaborazione fraConsorelle e AmministrazioneComunale per la salvaguardiadella nostra Festa, che non-ostante il suo ben ingranatomeccanismo rimane una mani-festazione assai complicata esempre più all’attenzione deinon senesi, che richiede in ognimomento un comportamentoresponsabile da parte di tutti:attori e astanti compresi.(N.d.R.)

Page 38: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

“Ma tedoma-ni ache oraci vai in

palco?” - “Boh! Dipende dacome mi piglia!” .

Questa è la fatale domanda el’inevitabile risposta che vienefatta e data il 1° luglio e il 15agosto durante la cena dellaprova generale. L’ora di arrivo in palco infattipuò variare dalla carica deiCarabinieri all’entrata delCarroccio. I più audaci si sciroppano tuttala pappardella della passeggia-ta storica ingannando il tempoin commenti feroci sui varimonturati. “Ma mira chetroiaio è quel portarmi!”,oppure se hai la fortuna diessere vicino ai commissari delmasgalano chiami, simpatica-mente, a quante ne hai in cor-po, i figuranti che conoscifacendoli perdere una ventinadi punti a volta (ovviamente ituoi non li chiami mai!).La parte terrificante sono ledomande da evadere ai turisti,considerando che il livello dirazzismo di un senese medio in

quel momento potrebbe scon-certare Menghele e Himmlermessi insieme. Comunque,appellandoti all’ultimo stracciodi civiltà, rispondi con un sorri-sino da paralisi, in manierasbrigativa, a quelle popò di

cazzate che gli escono di bocca,mentre immagini la su’ mam-ma che passeggia sotto ad unlampione. I più pavidi (ringra-ziamo il Sergentone per il voca-bolo), non hanno mai visto una

sbandierata, ma sanno a mena-dito la posizione delle contradesoppresse. Si accomodano inpalco e come da copione tielencano le 480 pisciate delpomeriggio e sistematicamentedopo il racconto sono prontiper la 481°.L’abbigliamento si equivale enon varia neanche in virtù del-l’orario di arrivo. Jeans nontroppo stretto, maglietta mezzamanica un po’ sdrucita, rigoro-samente scarpa da ginnasticadove sulla sbandierata finale tiricordi di apporre il doppionodo alla stringa, ci fosse final-mente da corre.Dalle tasche del jeans si intra-vede in ordine: biglietto delpalco, chiave di casa, E 5 ‘unsi sa mai in caso di bisogno (madi solito c’entra preciso unciucciolo alla farmacia di tur-no), pacchetto di sigarette conaccendino dentro, che Giovifinisce sistematicamente al ter-zo tondino, quando la bustanon è ancora arrivata; mentreManu che non fuma sostituiscele sigarette con il cellulare (tan-

to ne basta uno in tutti).Finalmente il tonfo! Masticataal cuore e come tutti gli anniscatta la solita frase “Ma se eronato a Firenze ma quanto stavomeglio a quest’ora, ero aFollonica a prende il sole egodevo come un maiale!”. Gliocchi sono immancabilmentepuntati sul mossiere, come arri-va la busta scende in tutta lapiazza un silenzio irreale. Se seibasso al canape esulti, ma poivince sistematicamente chi è dirincorsa; se sei alto come dacopione, partenza a ventaglio eti spalmano subito nei materas-si, in questo ultimo caso ti seifumato E 250 di palco inmeno di 7 secondi. Casca ilcanape......... e per dirla allaMontale [...] E’ un volo e tudimentica la morte [...], ma perdirla come ci si sente noi [...]Ma noi quando c...o si rivince![...].

TEMPI MODERNI

6

E poi la chiamano festaovvero quel pomeriggio di un giorno da caniManuela Baglioni, Giovannella Pacini

Page 39: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

7

TEMPI MODERNI

“La trippa è allucinante o è allucinogena?”ovvero “Le fantasie in trippa” o “Le magie di trippa”Vittorio Lachi

Da tempo mi sonochiesto se fosse lacolazione a basedi trippa del 29giugno e del 13

agosto o forse anche quello checi si beve, ormai parte dellanostra tradizione contradaiola, agenerare in noi effetti allucinan-ti e/o allucinogeni come qualsia-si altra droga oppure se fossesolo un pretesto per scatenare lenostre fantasie e le nostre aspet-tative prima di quell’evento tan-to decisivo e determinante perla vittoria del palio:- la TRATTA ovvero l’assegna-zione del BARBERO CHE VINCE!Così anche quest’anno insiemead un gruppo di amici ci siamoseduti ed abbiamo preso parteal consueto rito... che di seguitovi racconterò, usando il presen-te per praticità, senza citare per-sona alcuna visto che buonaparte della “storia” è solo fruttodella mente dello scrivente.

La mattina della tratta parecchidi noi non hanno assistito allebatterie perché il Comune, con-statato che le previsioni meteo-rologiche non promettevanoniente di buono, ha anticipatol’orario delle stesse dandonecomunicazione a mezzo CanaleCivico e dice anche di Canale 3la sera precedente alle 23. Maquanti sono i contradaioli che lasera prima della tratta sono acasa (o altrove) a seguire la TV?E’ anche vero che in passato,quando ero più giovane, avevol’abitudine di recarmi la mattinadella tratta in piazza alle 7,00quando c’era la segnatura, maora...Così le valutazioni sui cavalli dasempre inutili e comunque “persentito dire”, a questo giro risul-tano addirittura proibitive.Quasi tutti si limitano a dire:-”Un ci capisce niente i fantini egli addetti ai lavori, figuriamocinoi...”Tutto ruota esclusivamente suquale barbero ci sarebbe dovu-to tocca’ per monta’ ilBruschelli, “ma per poter calcia’il fatidico calcio di rigore chepartita deve esse’?! C’è anche il

Nicchio a rompe..., ma lui hadichiarato che un’ ha paura dimonta’ dove c’è l’avversaria...”.Subito entra in ballo la scara-

manzia e la prima consolazioneche ci viene in mente è:- “Almeno i cavalli di sera comenel ‘69 e nell’88 non le daran-no!” (Per chi non se lo ricordaaveva vinto in entrambi i casi ilNicchio!). La scaramanzia continua imper-territa e alcuni, come successonell’86, si augurano che la trip-pa gli scateni il classico “bru-

cia’_ulo” dei 4 giorni e poi ilDrappellone tutto azzurro, chesegno sarà ??!!! Uno dice che la“luce” della Madonna raffigura-ta nel Palio è come un “gratta evinci” e che “sotto” gratta-grattacon l’apposito gettone fornito indotazione con il poster del“Corriere di Siena” si scopre chec’è una Madonna vestita dirosa, addirittura con il fazzolettodel Montone al collo...Racconto che un mi’ collega delNicchio m’ha detto che il“nostro” guida il 125, io con unpo’ di faccia tosta gli ho rispostoche volevo sape’ che regalovoleva il “suo” per la PrimaComunione che dovrà ricevere a

settembre; gli amici ridono... esembrano più ottimisti. Corre anche la “contrada delportacenere” e le ultime notiziesui fantini che possono montaresono confortanti. Al massimo(non Massimino che almenoavrebbe fatto gioire la v.a.m.)possono arrivare a quello chepoi hanno montato... I nostriservizi segreti hanno però sco-perto che il giorno precedentehanno battezzato 500 giappo-nesi (da loro battezzano anche igrandi, l’ho visto io al Canale

Civico... dice uno di noi) desti-nati a prende’ il cavallo e ascende’ il fantino visto che per ilgiro (oggi 13.08.2006) parecchicontradaioli sarebbero statimonturati. Allora un altro ami-co, che ha apprezzato la battutaed ha già mangiato il secondopiatto di trippa rincara la dose:“Io ho sentito dire che se cidaranno il cavallo prima a noi,a San Martino ci saranno anchei parenti dei 500 giapponesi, icosiddetti “Samurai” con l’infra-dito ai piedi e che la sera primahanno dichiarato che con du’mosse di karatè ci faranno cosìpaura da facci passa’ da Via delSole... ma se gli scappa l’infradi-

to, perché è anche probabileche prima o poi una corsettina(in direzione Pania) la faccianoanche loro... rimangono scalzi...e poi ...”.Un altro commensale, sempre alprimo piatto di trippa ma allaseconda bordolese, dice di avervisto invece i 500 giapponesiche zitti zitti si dirigevano versoviale Toselli. Gli ha visti entrarein un capannone e spiando dauna finestrina ha scoperto l’ar-cano: i giapponesi stavanoimparando a fa’ l’otto e la sem-plice con le bandiere da bambi-ni... quindi un’ è vero niente,semmai gireranno i giappone-si... e tutti i nicchiaioli sarannoin piazza abbronzati, con le nikeai piedi e la maglietta antichiap-po, come sempre.

A questo punto, anche per nonannoiarvi troppo, ci siamo alza-ti e siamo andati a prendere ilcaffè prima di andare in piazzacon tutti gli altri contradaioli.Quello che è successo subitodopo e nei 4 giorni successivi loavete potuto vedere tutti con ivostri occhi e con il vostro cer-vello avete potuto interpretaretutti gli eventi.Solo due aspetti, a mio parereevidenti, mi permetto di pun-tualizzare:- Il NICCHIO non ha fatto unabella figura, ha rischiato di tor-na’ nel tegame come nei felicitrascorsi e comunque s’è purga-to perché il cavallo bono l’ave-vano loro.- IL MONTONE è tornato final-mente ! ad essere protagonistadella corsa e per poco non sia-mo riusciti a coronare il nostrosogno di VITTORIA!!

Scusatemi ma mi sono dimenti-cato di dirvi che l’oggetto del-l’articolo - cioè “LA TRIPPA”,peraltro sempre “spettacolare” -era solo un pretesto per faredue risate... non me ne voglianotutti quelli che si sacrificano perallestire le altre colazioni e lealtre iniziative della nostraSocietà.

Page 40: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

8

2006anno intenso

Claudio Regoli

n palio di luglio nel quale troppo presto lenostre speranze di vittoria si sono spente, unpalio di agosto lottato sino all’ultima curva.Usciamo da questo anno di palio con la con-vinzione di aver fatto dei grandi passi inavanti, era un anno dove tutti noi cercavamo

delle risposte. Credo che molte le abbiamo trovate, in par-ticolare nel palio di agosto quando abbiamo visto volareil nostro cavallo ed abbiamo visto il nostro fantino inter-pretare al meglio lo spirito della nostra Contrada, quellodi un Montone che non molla mai, che combatte finoall’ultimo metro, per raggiungere ciò che vuole.Il nostro sogno non è stato ancora coronato, ma sono sicu-ro che la strada imboccata è quella giusta.

Alla fine del biennio voglio ringraziare di cuore tutta laContrada per avermi dato questa opportunità e questoprivilegio, spero di avervi rappresentato degnamente, ècerto che l’ho fatto con il cuore e la passione.Non siamo ancora arrivati dove vogliamo, ma spero chequanto fatto, in questi due anni, sia il viatico per arrivarcitutti insieme con un Montone sempre più unito, semprepiù forte.

W il Montone

PALIO

U

Page 41: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

9

PALIO

Page 42: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

10

La pala dei Santi Innocenti per i ServiCecilia Alessi

Nel 1491 Matteodi Giovanni ulti-mò e firmò latavola per la cap-pella dedicata ai

Santi Innocenti nella basilicadei Servi. Per l’ultima volta ilpittore affrontava il tema del-l’eccidio da parte di Erode deiprimi martiri della storia della

c h i e s a :verso lafine dels e c o l oq u e lsoggettogli dove-va esse-

re ormai familiare, forse eradiventato una sua “specialità”dopo averlo dipinto su duegrandi tavole d’altare e nel1482 averne composto, per ilpotentissimo Operaio delDuomo Alberto Aringhieri, il

c a r tonetra tra-sporre sut e s s e r edi mar-mo colo-rato aformare

una grande storia del pavimen-to della cattedrale di Siena. Quella che Matteo eseguì perAndrea di Sano di Marco dellafamiglia degli Spannocchi “del-li scacchi”, una famiglia dellaborghesia mercantile di origineascianese, che vantava di unarendita sufficiente a fondareuna cappella e a dotarla di unatavola tanto imponente.Andrea era nato nel 1447 edalla sua dichiarazione allaLira del 1491s a p p i a m oche abita-

va nel Terzo di San Martino,Compagnia di Spadaforte, eche faceva il “chiavaio”. Nellalunetta Andrea è il committen-te più giovane, inginocchiato,in atteggiamento deferentedavanti alla Vergine. Alle suespalle ha il suo santo patroni-mico: un sant’Andrea barbutoavvolto nel suo mantello verdee con la veste rossa dei martiri.Dall’altro lato un giovanesant’Ansano presenta premu-rosamente alla Madonna unuomo anziano che, secondo loschema compositivo più ovvio,non può che essere un secondocommittente che portava ilnome del primo santo senese.Si trattadi una l t r omembrod e l l afamiglia,Sano diAndrea,padre del fondatore della cap-pella. Con un’inversione sorprenden-te Matteo confina il soggettoprincipale di una pala d’altaretradizionale nella lunetta e losostituisce con una scena cheprima di allora era tipica dellepredelle. Nell’ancona dei santiInnocenti dei Servi, l’unica del-le tre Stragi ancora munita dilunetta, il rovesciamento ico-nografico ci appare in tutta lasua incredibile stranezza e nel-la sua inaspettata novità.Di certo anche le due Stragiprecedenti, quella di Napolidel 1468, e quella del 1482 diSant’Agostino a Siena, finivanoin altro con una scena centina-

ta: era lo schemadella pala

“al l ’ant i -

ca” da cui,dopo le anconeper il Duomodi Pienza, nes-sun pittore“moderno” sisarebbe sogna-to di uscire. L’innovazioneè tutta in que-st’unicum ico-n o g r a f i c o ,un’invenzioneche sembra dipoter legarecon la volontàdi un commit-tente napoleta-no. Le tre Stragi,allora che scan-discono allaperfezione ilpercorso stilistico di Matteo, dapittore “di luce” ad artistaormai pronto ad abbracciare lenovità formali e persino tecni-che - la pala dei Servi è quasiuna pittura ad olio - di un’arteche andava a grandi passi ver-so la “maniera”, sono didimensioni uguali e hanno unimpianto compositivo quasiidentico - un fondale architet-tonico, Erode sul trono, e sonocongegnate a gruppi di figureche si ripetono pur nell’arco dipiù di vent’anni -, sembranorispondere ad un’urgenza con-temporanea. In modo raffina-tissimo e colto un soggetto diassodata tradizione evangelica,che mostra l’eccidio efferato dibambini inermi ed innocenti eil dolore delle madri, diventa ilmanifesto di qualcosa cheossessionava e incuteva terro-re. Dal 1453, con la presa diCostantinopoli da parte dei tur-chi di Maometto II, l’occidentecristiano ed in particolare laChiesa e gli umanisti sembranoimpegnati a mostrare a princi-pi e alla gente comune le con-seguenze della conquista otto-mana e soprattutto a convince-re questi e quelli sulla necessi-tà improrogabile di una nuovacrociata per restituire il trono

di Bisanzio all’imperatorediscendente dall’antica Roma. Con tutti i loro misteriose sim-bologie, con tanti personaggida identificare, ma anche conla loro impaginazione di straor-dinaria presa narrativa e con laprodigiosa forza cromatica, letre Stragi rappresentano unasorta di puzzle ancora daricomporre.

CULTURA

Page 43: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

11

PAXAlfredo Pirri

La strada antica chiamataAppia, che da Romaporta al sud del paese, ècomposta di grandi pez-zi di basalto scuro più o

meno regolari che costituisconouna carreggiata ai cui lati scorro-no monumenti sepolcrali.Al centro della via, sono visibili letracce delle ruote dei carri chel’hanno percorsa.Lunghi solchi regolari profonda-mente incisi nella strada che dise-gnano una decorazione astrattafatta di linee che si sviluppanoall’infinito. Al tramonto, con il sole basso chearrossa tutto e crea delle ombrescure, questi solchi sembranograffi prodotti dalle unghie diuna belva gigantesca della qualesi può, chiudendo gli occhi eimmaginandola viva, ascoltarnel’urlo.Con la pioggia, gli stessi solchi siriempiono d’acqua che il sole fabrillare come fiumi fatti di mer-curio che sfociano in quel marevelenoso chiamato città. Una radura in fondo alla vistaraggiungibile attraverso un arcodi pietra che fa da porta e da cor-nice.

Ho immaginato questo pensandoalla pietra da realizzare per la cit-tà di Siena, i segni incisi comedelle conche dove si depositanoacqua che specchia il cielo e poifango che si indurisce, come laterra battuta della pista per ilpalio, e poi ancora foglie e detri-ti portati dal vento...e tanto altroancora. I segni incisi sono astrattima allo stesso tempo diconoqualcosa che si lascia solo intuire.La loro disposizione fa pensaread un volto, sono linee e punticircolari. Tre lettere restituite inquel linguaggio universale chefino a pochi anni fa è servito a farcomunicare genti di tutto il mon-do. Punto, linea, linea, punto (P)- Punto, linea (A) - Linea, punto,punto, linea (X) la parola compo-sta è PAX. Un volto fatto di pace che guardail cielo e se ne impregna bagnan-dosi dell’acqua che ne cade, silascia calpestare dai piedi calzatidei passanti rubando qualcosadalle loro suole distratte. Unapietra, ed un volto e anche unaparola, vicina ad una delle portedella città, un augurio ed un salu-to per chi entra ed esce.

ALFREDO PIRRI nasce a Cosenza nel 1957, vive e lavora a Roma,dove si è diplomato all’Accademia di Belle Arti. Ha esposto allaBiennale di Venezia, Aperto 1988; Minimalia, PS1, New York,1999; “Via d’Ombra “ a Villa Medici, Roma, 2000; Biennale d’ar-te contemporanea de l’Havane, 2001, al Centro d’ArteContemporanea, palazzo delle Papesse a Siena, 2002, oltre che nel-le più ricercate gallerie italiane e straniere. Ha insegnato presso la“Bezalel Academy” di Gerusalemme (Israele) e l’Accademia di BelleArti di Lione (Francia).Nel 2004, per i tipi di Skira, esce la monografia “Dove sbatte laluce” che raccoglie e racconta tutto il percorso artistico del Maestro.

Nel 2001 ha realizzato il Masgalano vinto dalla Contrada del-la Chiocciola e offerto dall’Accademia dei Rozzi.

CULTURA

Page 44: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

12

RICORDI

Eri poco più di una bam-bina quando sei venutaad abitare ai Servi pro-prio davanti a casa mia.Ti annunciò un rumore

di vetri rotti, ti si era sfondata unacassetta di piatti e bicchieri delservito bono che stavi scaricandoper portare in casa. I lunghipomeriggi invernali trascorsi allafinestra a spettegolare. Durante labella stagione invece il ritrovo erarigorosamente ai Servi. Eravamoveramente tanti in quegli anni agiocare ai Servi. Abbiamo avutola fortuna di vivere intensamentequel periodo magico in cui vince-re spesso ci dava quella sensazio-ne di forza, invincibilità ed invul-nerabilità, quella invulnerabilitàche mi impedisce ora di accettarequello che è successo. Abbiamoaffrontato tutti insieme, queimomenti di gioia e di entusiasmolegati all’organizzazione di corteie cenini e quant’altro. Eravamoproprio un bel gruppo. La tuaschiettezza e la tua sincerità, haisempre detto ciò che pensavinonostante tutto, ti hanno resouna persona unica ed allo stessotempo “vera”. Generosa, hai datosempre tutta te stessa per qual-siasi cosa tu ritenessi giusta. Haiaffrontato tutte le difficoltà che lavita ti ha riservato con forza e seiriuscita a dare coraggio a tutticoloro che ti sono stati vicini. Tiammiro e ti ammirerò sempre

per questa tua forza. Ti voglioportare nel mio cuore con quellavoglia di vivere e con quell’entu-siasmo che non ti ha mai abban-donato. A proposito ti ho scrittouna lettera con alcune cose chenon ho fatto in tempo a dirti. Tel’ho messa lì vicino agli occhiali,lo sai te dove. Quando avrai unpo’ di tempo se avrai voglia leg-gila e se ti sarà possibile, con cal-ma, se vuoi, facci sapere comevà.Ciao Patri... salutami tutti.

Manuela

A Patrizia

Una bambina sale super via dei Servi......mi guardi con l’ariaspavalda e la testaalta; con passo svel-

to ti avvicini a me e mi inviti agiocare a casa tua con quell’invi-diabile sicurezza che ti contrad-distingue.La prima volta che mi hai rega-lato un “Lancio Story” io nonsapevo nemmeno cosa fosse,visto che giocavo sempre a “tap-pini” sulle scale dei Servi, peròho capito che era nata la nostraamicizia “per sempre”.E poi tutti i pomeriggi passati nelportone di casa tua, tra i fotoro-manzi e le bambole di Sandral’allegria ha fatto volare il tem-po. Non ci siamo quasi accorteche era arrivata l’età che ci haviste compagne di liceo. Quelliceo che hai passato sempre amangiarti sacchetti interi di Goliae a rifarti le unghie, lasciandomi

però ammirata per quanto eribrava a scuola, e per giunta sen-za prendere l’indigestione!Come dimenticare quandoabbiamo preso per la prima vol-ta il colonnino alla mossa, pervedere vincere il Montone? Dagrandi, poi, abbiamo continuatoa condividere buona parte delnostro tempo, anche quandoeravamo già mogli e mamme.Rileggo i tuoi messaggi nel miotelefonino; uno di questi dice:“Mogna, ti voglio bene!”. Non livoglio più cancellare.Una giovane donna scende giùper i Servi, portando per semprecon sé il nostro affetto; mi avvi-cino lentamente e incido il tuoviso nel mio cuore.Ora ti invio un messaggio tutti igiorni: “Patri, ti voglio beneanche io, ovunque tu sia”.

Alessandra Gesuele

ri dei poveri. Insomma il nostro progetto era diventato il sogno ditutta la Contrada: “aiutare questi bambini a costruirsi un futuro diriscatto con l’istruzione”.La nostra avventura continua... posso annunciare che è nato il“Patrizia Cardiovascular Clinic”, ambulatorio cardiovascolare di rife-rimento aperto a tutti, anche a quelle persone che non possonopagare. Grazie Patrizia

Lucia Baldi

Cara Patriziasono già alcuni giorni che non ti vedo e non ti sento più(anche se negli ultimi tempi era Emanuele che parlavaper te, tu eri troppo affaticata per parlare a voce alta) emi manchi moltissimo.

Negli ultimi mesi passare qualche ora in tua compagnia nel pomerig-gio, mi aiutava moltissimo. Insieme abbiamo ripercorso le nostre vite,le nostre scelte, i momenti quando i ragazzi erano piccoli, quando era-vamo in clinica ostetrica insieme.Filippo e Chiara sono nati a 48 ore di distanza e dopo 15 anni condi-vidono ancora insieme amicizie, scuola, Contrada, insomma tutta laloro vita.E negli ultimi anni le nostre vite si sono avvicinate ancora di più con“l’avventura di Madre Flora e dei bimbi delle Filippine”. Eravamoaccanto quella sera che nella sala dell’ex oratorio S. Leonardo la Suoraci portò le sue esperienze. Tu subito ti facesti promotrice per le ado-zioni a distanza dei bimbi. Grazie a te, che conoscevi e frequentavi molto più di me la Società, hoavvicinato tanti contradaioli e ho veramente sentito “il cuore” delMontone: trovammo il finanziamento per acquistare materiale didat-tico per la scuola ed un elettrocardiografo da donare all’ambulatoriodei poveri, di quelli che non hanno nessun futuro, che sono i più pove-

Page 45: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

13

RICORDIIn ricordo di Pietro BruniCostantino Vigni

Addio Graziano,amico di sempreGaetano Pierini

Ecosì anche Graziano Braccini, anzi “l’amico Braccino”, se n’èandato, aumentando gli eventi luttuosi che da qualche tem-po hanno colpito la nostra Contrada. Anche lui portato viada quella malattia impietosa ed insaziabile come i feroci deidi civiltà antiche che chiedevano sempre nuove vittime sacri-

ficali.A chi resta, la tristezza, lo sgomento, il tentativo di portare confortoai familiari. Ma se è vero, come è vero, che i morti continuano a vive-re nella memoria dei vivi, noi dobbiamo chiederci, specialmentedopo la scomparsa di un montonaiolo di età matura, quale insegna-mento ci ha lasciato per il nostro vivere contradaiolo, che testimoneraccogliamo. Io ho l’abitudine di farlo, dentro di me, in queste tristi situazioni e diGraziano posso tranquillamente dire che ci ha insegnato il comporta-mento del contradaiolo tipo. Mai una volta una polemica, mai unavolta una critica aspra, certamente aveva anche lui le proprie idee, ipropri convincimenti ma manifestati sempre nel rispetto degli altri, inparticolare nei confronti di chi ha la responsabilità temporale dellaContrada. Ogni qualvolta veniva chiamato, Graziano era semprepronto a rispondere, senza preoccuparsi di chi c’era o di chi non c’e-ra, non gli importava se erano biondi o mori, grassi o magri, dimo-strando a quelli che invece tendono a radicalizzare la divisione ingruppi, qual’è il vero amore ed attaccamento alla Contrada. Scevroda cariche, veniva, lavorava, in silenzio e sempre in silenzio se neandava. Finito l’incarico, di nuovo sulla panca. Senza fare storie, sem-pre pronto a rialzarsi alla nuova chiamata. Ed è pensando a lui cheviene da dire che finché ci saranno contradaioli come l’amicoBraccino, le Contrade andranno sempre avanti. Quando lo vedevo arrivare, di solito la sera, sempre tranquillo, sere-no, mai una volta rabbuiato, lo salutavo sempre apostrofandolo“Habemus Braccinus”, per dire che il Montone aveva e poteva con-tare su un bel pezzo.Prima di chiudere, non posso non ricordare cosa diceva nei giorni delpalio. Alla vigilia della tratta: “Braccino, che cavallo vorresti?” e lui,subito pronto: “Quello che vince” introducendo di fatto una nuovacategoria di cavalli in aggiunta ai bomboloni, discreti e brenne. E’ sta-to, probabilmente, uno dei pochi estimatori di Choci (leggi:Cioci) findal suo primo apparire in piazza: infatti, dopo l’assegnazione diAlesandra, ci disse “A me mi garbava Cioci”.E allora perché non sperare che Graziano, ormai giunto sulla nuvoli-na rosa, quella proprio sopra ai Servi, destinata ad ospitarci tutti, nonci indichi presto proprio “quello che vince” per poter così riannoda-re il filo delle vittorie che per ora nella nostra Contrada si è spezzato.Addio, Graziano, e grazie per quello che ci hai insegnato e per quan-to hai voluto bene al Montone.Addio, amico di sempre.

Un altro Amico ci ha lasciato.Al (troppo) lungo elenco di Amici contradaioli scomparsidobbiamo aggiungere, purtroppo, anche Pietro.Ci mancherà.Ci mancherà la Sua coinvolgente allegria, la Sua battuta

salace, pungente, spesso fulminante.Saranno un ricordo, un caro ricordo, le ore serene d’estate passate soloil cipressone o seduti “alle prode” (era una Sua simpatica battuta)davanti al bancone della Società nei dopocena invernali.Non Lo incroceremo più per le vie cittadine, a passo svelto, l’aria unpo’ scanzonata, la immancabile borsa piena di documenti e praticheda sbrigare, anche per la Contrada.Quando ho conosciuto Pietro? Non saprei citare una data esatta, unepisodio specifico, diciamo che ci conoscevamo ed eravamo amici dasempre. Sicuramente fu per contatto con altre comuni amicizie, comeavviene sempre tra giovani. E al tempo della nostra gioventù, oltre 50anni fa, i contatti aggreganti avvenivano nelle ore canoniche dello stru-scio sul Corso, nei primi falchettamenti alla lizza o al Luna Park inFortezza. Il carattere di Pietro, schietto, aperto, diretto con tutti ed intutte le situazioni, facilitava l’unione, era un poderoso collante.Quanti simpatici episodi di quella beata stagione abbiamo rievocatoproprio sotto il cipressone! Poi, come è naturale, anche per noi arrivòla stagione degli impegni seri.Io, da senese anomalo, emigrai: l’università, il militare ed infine illavoro mi portarono in giro per l’Italia per diversi anni.Pietro, da perfetto senese stanziale, iniziò la Sua brillante carriera alMonte. Per un lungo periodo ci incontrammo di rado e quasi esclusi-vamente in occasione del Palio.Quando anche per me arrivò quella benedetta nostalgia che tormentanoi senesi “all’estero” e rientrai a Siena in pianta stabile, la Contradafu il luogo naturale per riannodare l’antica amicizia.Eravamo negli anni ‘80, il Montone era in piena metamorfosi, inizia-va il magico decennio delle Vittorie ‘82 - ‘86 - ‘90.Insieme, a partire dal 1982, fummo consiglieri di Seggio, addetti alleFabbriche e componenti della Commissione lavori per il completa-mento del Progetto Michelucci. Fu un periodo molto bello, intenso egratificante.Caro Pietro, quante volte abbiamo citato nel commentare i lunghidigiuni palieschi, l’eterna filosofia del nostro ‘’giochino ‘’: nel Palio il90% è Fortuna, il restante 10% è qualcosa ... che le assomiglia molto.Ebbene, nella Vita, della quale il Palio è la metafora perfetta, occorro-no gli stessi ingredienti. Purtroppo Tiche, la regolatrice del nostrodestino, malignamente Ti ha privato di quel fatidico 10% con cui avre-sti potuto vincere il Tuo personalissimo Palio.Ma sarai sempre con noi, sarai sempre presente nei nostri ricordi.E nel ricordo continueremo a farci compagnia, sognando di gridareinsieme, sempre, Viva il Montone!

Page 46: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

RIFLESSIONI

14

Negli ultimi annisiamo stati parte-cipi all’accresci-mento del nostrovalore immobilia-

re con acquisizioni che la con-trada ha realizzato (SanLeonardo, stalla, magazzinieconomali). Non solo, in unprossimo futuro potremo usu-fruire di una società più ampiae rinnovata pronta a soddisfareogni nostro tipo di esigenza. Ilnostro patrimonio inteso comeliquidità, ma anche come beniè fortunatamente aumentato,questo grazie alle istituzioni e anoi stessi che abbiamo saputo epotuto pianificare al meglio lenostre forze. Anche per quantoriguarda la gestione palio, pos-siamo contare su risorse che

solo qualche anno fa risultava-no inimmaginabili. Certamentetutte queste cose non possonoche rallegrarci, ma sappiamoveramente apprezzare e valo-rizzare tutto quello che abbia-mo raggiunto? Ed in particolarmodo, ci siamo chiesti che cosavogliamo noi dalla contrada eche cosa siamo disposti a dare? Vi faccio degli esempi; è belloavere una ampia e funzionalesede museale se poi all’assem-blea andiamo in 30 perché c’èla partita in televisione...?Oppure, è bello essere in 2000alla cena della prova generale,però, se mi servono per ultimo,mi devo arrabbiare? Gli esempipotrebbero essere molteplici,ma in sostanza quello chevoglio dire è che far coincidere

le nostre esigenze con quelledella contrada di “oggi” non èfacile soprattutto quando itempi cambiano velocemente ele tradizioni si “adeguano” diconseguenza. Chiaramente lacontrada si evolve portandoeffetti negativi, vedi ad esem-pio la scarsa partecipazione alleattività sociali, ma anche effettipositivi, come una discretaautonomia finanziaria. A volte in contrada un lavoropesante e studiato a lungo, nonè apprezzato e compreso danoi contradaioli; spesso diamotroppo valore ed importanza alpalio e non comprendiamo chei veri fondamenti della contra-da sono nella vita “sociale”,magari nelle sere d’invernonello stare insieme a parlaredel più o del meno. Con que-sto non voglio dire che peressere veri contradaioli bisognadarsi delle regole scritte (biso-gna sentirsele dentro), ma tut-tavia bisognerebbe ogni tantopensare e chiedersi chi siamo eche cosa vogliamo. Se, per esempio, nel partecipa-re alle attività sociali lo spirito

fosse quello del volontariatoteso alla collaborazione tra ivari gruppi e generazioni, cre-do che si aprirebbero piùopportunità di dialogo e con-fronto fra i contradaioli di variaestrazione. Partecipare e lo sta-re insieme potrebbe farcimeglio apprezzare il lavoro fat-to in passato e trovare menogravoso impegnarsi per affron-tare nuovi obbiettivi. Spintianche da questi propositi, sipotrebbero trovare nuovi sti-moli nel frequentare laContrada non solo nei giorni dipalio ma durante tutto l’anno esoprattutto in occasione delleassemblee, dei due banchetti(sia di Contrada che di Società)della cena degli auguri,momenti nei quali è forte ilsenso di appartenenza allacomunità “Contrada”. Molti quindi sono i temi su cuiragionare con l’intento di nondare necessariamente dellerisposte certe ed immediate,ma con l’obbiettivo di aprireun dibattito o quanto menosoffermarsi a pensare... sul giu-sto valore delle cose.

Il giusto valoredelle coseMatteo Cardinali

Page 47: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

15

I novizi dei maestri

MAESTRI DEI NOVIZI

Bravi, rilassatevi a bordo piscina, perché tra poco ricominciala banda!

Che razza di Marcantoni, fateli crescere, vedrete che corse!

Foto di gruppo con palme

Prima domanda: “Come ti chiami, lei??”

Le città nella città

Conquiste da Campus!

Il buon dì si vede dal mattino...

Sottoscrizione di una piccola montonaiola

Page 48: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

Questo disegno, in cui l’elegante mano di Arturo Viligiardi fissò con rapidi ed efficaci tocchi la facciata della Basilica dei Servi, venne pub-blicato sulla copertina della Rassegna d’Arte Senese nel 1926. Stavano per iniziare i lavori di restauro alla torre campanaria, che necessi-tava di un intervento di consolidamento e, come sempre, in quegli anni, si sarebbe colta l’occasione per intervenire in profondità sulmanufatto. Restaurare significava riportare a viva luce la purezza primitiva del monumento o le presupposte intenzioni dei progettisti. Ildubbio che un edificio fosse il risultato delle sovrapposizioni avvenute nel corso secoli non sfiorava nessuno. Così, su progetto di EgistoBellini, architetto della Soprintendenza, sull’incompiuto campanile trecentesco venne innalzata la cuspide, allargate le celle campanarie einserite le cornici marcapiano. A lavori conclusi La Balzana, organo ufficiale del Comune, celebrò con soddisfazione il compimento del-l’opera. La torre campanaria è stata “staticamente consolidata in ogni sua parte” e “artisticamente ripristinata”; nell’interno, la ristruttu-rata cappella alla base poteva accogliere degnamente la Madonna del Bordone di Coppo di Marcovaldo.

I LUOGHI E LA MENTE

Page 49: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

In c

aso

di m

anca

to re

capi

to in

viare

al C

PO d

i Sien

a

Page 50: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

CONTRADA

2

Polvere di notizie

AnagrafeMontonaiola

Sono natiSono nati

Riccardo MasilloLeonardo Cipriani

Mattia FanettiEdoardo Chiarelli

Livia LiberatiSara ReginaMarco Pifferi

Periodico Trimestrale dellaCONTRADA DI VALDIMONTONEAnno XIII - n. 4 Dicembre 2006Autorizz. del Trib di Siena n. 579del 5/04/1993Spedizione in A.P. Comma 20/CLegge 662/96 Filiale di Siena.

Direttore responsabile: Fabio Fineschi

Redazione giornalino: Raffaele Semplici eSimone Stanghellini (coordinamento),Michele Santillo, Mauro Agnesoni, TizianaBarbetti, Matteo Cardinali, Aldo Giannetti,Mauro Gorelli, Vittorio Lachi, AlessandroPandolfi, Caterina Pavolini, RobertoPetrolito, Massimo Rossi, Davide Rustioni,Nicola Sodi.

Collaborazioni: Marcello Baglioni, SaraBencini, Fabio Bogi, Matteo Bracalente,Roberto Buccianti, Anna Carli, VascoCastelli, Davide Ciacci, Consiglio SocietàCastelmontorio, Daniela Fantoni, GiulioFranci, Simone Giuggioli, Marco Lenzi,Elena Madoni, Filippo Manni, DuccioMonciatti, Giorgio Mulinacci, FernandaNerucci, Simone Nucci, Lorenzo Pacini,Serena Parrini, Gabriele Pianigiani,Provveditori alle Fabbriche, Claudio Regoli,Davide Riccucci, Graziella Rossi, FedericoRubegni, Bruno Sacchi, Marco Salvini,Stefania Viviani.

Immagini: Mauro Agnesoni, Foto Lensini-Archivio Grassi, Marta Manganelli, DanieleMassari, Maestri dei Novizi, BarbaraPavolini, Bruno Sacchi, Marco Tassini,Archivio Contrada di Valdimontone.

Impaginazione: Master Digital.

Stampa: Industria Grafica Pistolesi.

La lenta corsa del tempoMercoledì 22 novembre scorso, presso la Sala delle Lupe delPalazzo Pubblico, ha avuto luogo la presentazione del volume diGabriele Maccianti “La lenta corsa del tempo - Siena di fronte allamodernità tra XIX e XX secolo”. Sono intervenuti il prof. EnzoBalocchi, l’arch. Augusto Mazzini, il prof. Antonio Prete ed il prof.Alberto Olivetti. A Gabriele, già coordinatore del nostro giornali-no, le congratulazioni dalla redazione del Pochi ma Boni.

Disegno del Pittore Dario NeriAbbiamo colto l’opportunità di arricchire il nostro patrimonioartistico e storico acquistando il “disegno” di un progetto com-missionato dalla Contrada al pittore Dario Neri per la realizza-zione di braccialetti capostrada. Tale disegno è stato rinvenutoda un contradaiolo dell’Istrice, già archivista e addetto ai benistorici della Contrada Sovrana dell’Istrice, che lo ha acquistatoe, attraverso l’interessamento di Manuela Baglioni e AldoGiannetti, ce lo ha ceduto a conferma dello spirito di collabora-zione tra consorelle.

ProtettoratoCon il nuovo anno ci saranno grosse novità riguardanti ilProtettorato: dopo molte riunioni e tanti discorsi ci siamo decisi acambiare... niente di cui preoccuparsi per quanto riguarda i modidi esazione o la quota minima (anche se a breve dovremo affron-tare anche questo argomento), ma le novità saranno dal punto divista estetico. Una nuova scelta di materiali e di grafica per una tessera diContrada e di Società che sarà unica nel suo genere, un oggettoda collezionare, con la speranza che questa nostra idea dia anco-ra più spinta verso ulteriori traguardi.

Lupe di Porta RomanaLa Contrada ha ottenuto, dalla Soprintendenza, la concessione indeposito delle “Lupe di Porta Romana”.Arriveranno in Contrada alloggiate sulle basi in travertino utilizza-te al Santa Maria della Scala durante l’esposizione per la celebra-zione dei 600 anni dalla nascita di Pio II. All’arch. Bruno Sacchi,in collaborazione con i provveditori alle fabbriche, l’incarico ditrovare la giusta collocazione all’interno del museo dellaContrada.

Santa Messa di NataleAlla Basilica dei Servi, domenica 24 p.v. alle ore 24.00, in occa-sione della Veglia di Natale canteranno, insieme ai Novizidell’Ordine dei Servi di Maria, un gruppo di contradaioli chehanno voluto rinverdire la consuetudine di alcuni anni addietrocon la partecipazione del coro della Contrada.

Cross dei RioniVenerdì 8 dicembre si è svolta la XXXII edizione del Cross deiRioni, organizzata dalla contrada della Selva. Ancora una volta lanostra contrada si è messa in evidenza sia con la vittoria di AlessioLachi, nella classifica assoluta, sia nella classifica a squadre graziea Gaspare Belotti, Andrea Elianti, Gianni Fabbri, Alessio Lachi,Beatrice Liverani, Patrizia Liverani, Saverio Manca e RenatoSantucci

Èdiventato, ormai, un appunta-mento atteso da tutti, lo tro-viamo nel numero di Nataledi “Pochi ma Boni”, lo puoitrovare in tutte le case o uffici

di ogni montonaiolo, posizionato neiposti più disparati: dall’ordinata scriva-nia del professionista, al meno consonofrigo di cucina; è il calendario delMontone. Lo sfogliamo, lo guardia-mo… e critichiamo: -guarda chi ci han-no messo- oppure –io “un ci so” mai!-ma poi alla fine siamo orgogliosi e lomettiamo, a far mostra si sé, nellenostre case. La scelta di questo anno 2007, nata dal-la mente, a dir poco “vulcanica”, delSicola, e smussata dalla commissione,mette davanti ai nostri occhi figure didonne, di “nostre” donne, ambientatenei luoghi sacri del rione dove loro sononate e cresciute.Nel montone le donne hanno, da sem-pre, ricoperto un ruolo fondamentaledella vita contradaiola e mai di secondopiano.Mi ricordo… che quando per andare insocietà si “scendeva”… e io avevo icapelli… e lunghi! c’era la mitica Fulviadietro il banco, che con fare da perfet-to barman, ti serviva: spume, bianchet-ti, semi e noccioline.Paola Rocchi Cipriani vicario anni 70;discorso a parte per Anna Maria Befaniche ci ha regalato gioie, secondo me,incommensurabili, Lucia Cresti una dinoi, direbbero al rastrello, che ha conti-nuato con successo la tradizione pater-na; Anna Carli che alla prima assembleami dette la netta impressione che sedu-ta lì ci fosse sempre stata; GraziellaRossi, che si sobbarca un lavoro da sem-pre ricoperto da uomini; e tutte le altreche negli anni hanno collaborato neiseggi, nei consigli ed in cucina. Il nostro grazie è questo calendario incui le nostre donne sono rappresentatenei loro luoghi dove il tempo ha segna-to il suo passare, ma non ha mutato ilnostro pensiero… loro sono sempre“meravigliose”.

EditorialeRaffaele Semplici

Page 51: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

Dieci mesi dall’insediamento sonovolati. Si sono riempiti di tantiavvenimenti e di tanti momentipassati insieme.

Dopo sedici anni è naturale che il primopensiero vada al fatto che ancora una voltanon abbiamo vissuto il pianto liberatorio el’emozione travolgente della vittoria, manon possiamo e non dobbiamo fermarci aquesto.Il lavoro di tutti, della dirigenza, di un seg-gio giovane, delle commissioni, ma anchedei singoli che non hanno fatto mancare laloro disponibilità, ci ha consentito dicostruire molto. Non è affatto banale ciòche viene fatto nella quotidianità e che con-sente a tutti di vivere poi momenti di mag-giore intensità di vita contradaiola, in spazicurati e accoglienti, in un clima nel qualerincontrarsi, per molti anche poche voltel’anno, senza sentirsi estranei.La festa titolare e le cene della prova gene-rale sono state occasioni per me, nuovoPriore, di sentire il calore del popolo di con-trada, ma anche di pensare una volta di piùalla responsabilità di salvaguardare un patri-monio fatto di valori, di rapporti, di sensibi-lità, prima ancora che di beni materiali.Sono quel senso di responsabilità e quelpatrimonio di valori che guidano anche neicomportamenti verso l’avversaria. Il Palio diAgosto ci ha visto vigili, determinati, orgo-gliosi di noi stessi, e al tempo stesso capacidi rispettare e di farci rispettare nello spiritovero della Festa.Una soddisfazione per tutti spero sia stata,in questo anno, l’avvio del progetto giàdefinito negli anni precedenti: la ristruttura-zione degli spazi di Società per creare il nuo-vo deposito.Si tratta di nuovi locali destinati ad un pre-ciso scopo per il quale devono mantenerecaratteristiche di idoneità e funzionalità. Dàcomunque soddisfazione, seguendo i lavorilegati al ritrovamento della cisterna cinque-centesca, la consapevolezza che anche que-sto intervento sarà architettonicamente dipregio e arricchirà gli spazi esterni nei qualivivere i momenti di incontro, godendoci lamagnifica atmosfera della vista della cittàantica.L’anno purtroppo è stato segnato anche datanti momenti dolorosi, ma non possiamoignorare che tutti coloro che ci hannolasciato ci hanno aiutato a viverli come testi-monianza dell’amore per la Contrada e asuperarli con messaggi di serenità e di spe-ranza.Il 2006 si chiude per la Contrada con duemomenti di soddisfazione.La vittoria del Minimasgalano da parte deinostri giovanissimi è un risultato che premial’impegno e l’orgoglio nel rappresentare inostri colori e speriamo che sia, perché no,un buon auspicio per altre vittorie.L’elezione del Capitano, con la conferma di

Claudio Regoli, ha visto una contrada atten-ta al valore della continuità e all’importanzadi mettere a frutto per il futuro le risorsefinanziarie impegnate e le relazioni costruitesu tutti i fronti.

come possiamo migliorarci. Un obiettivodobbiamo darcelo: essere più capaci di dia-logare tra noi anche nei momenti di con-fronto più istituzionale, come le assembleeche dobbiamo evitare di relegare solo amomenti formali, di adempimento statuta-rio.Un grazie al Vicario, ai Provicari, al Seggio ea tutti voi per il lavoro fatto e per la ric-chezza umana che mi ha circondato.Un grazie anche al Presidente ed alConsiglio della Società Castelmontorio perl’importante contributo offerto alla riuscitadella maggior parte degli appuntamenticontradaioli.Un abbraccio e un augurio per un 2007 pie-no di soddisfazioni personali e come contra-daioli.L’auspicio è che sia un anno nel quale il cli-ma di serenità, di collaborazione, di stima innoi stessi e anche di allegria si percepiscacosì tanto da far sì che anche la Fortuna,passando, abbia voglia non solo di sfiorarci,ma anche di fermarsi da noi con convinzio-ne!.... W il Montone

3

CONTRADA

Senza sentirsi estraneiAnna Carli - Priore

“... dobbiamosempre chiederci

dove e comepossiamo migliorarci...”

La Contrada ha espresso fiducia anche versola capacità del Capitano di interpretare ilbisogno e il desiderio di essere coinvolta, edi acquisire così sempre maggiore consape-volezza nel sostenerlo.Ora dobbiamo guardare ad un nuovo annoricordandoci che ogni risultato, ogni diffi-coltà superata non sono stati acquisiti persempre; dobbiamo sempre chiederci dove e

Page 52: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

4

... è ora!Claudio Regoli - Capitano

ieccoci qua dopodue anni passatimolto in fretta, fareun bilancio di ciòche si è fatto è spes-

so complesso e distorto dallapropria visione sempre un po’benevola, ma è indispensabileper poter migliorare, ed alloraguardando indietro credo chequesti due anni siano serviti perarricchire la nostra esperienza,per entrare dentro meccanismida capire e sviluppare, percreare relazioni e rapporti indi-spensabili per arrivare alla vit-toria, ma voglio fermarmi qui. In questi ultimi mesi abbiamoguardato spesso al passato, loabbiamo approfondito e svisce-rato per poterci crescere sopra,ma ora voglio guardare avanti....

Voglio ringraziare di cuore ilPriore che mi ha messo in con-dizione di lavorare nel miglioredei modi e insieme ai Vicari miha sempre sostenuto e trasmes-so stimoli e fiducia.Voglio ringraziare il Seggio etutta la contrada per la valuta-zione fatta nei confronti dellavoro di questo biennio, ilconsenso crescente ottenuto mi

fa piacere in primis comemontonaiolo. La voglia di con-tinuità e di costruire che lacontrada mi ha trasmesso sonoun patrimonio di tutti che nondobbiamo disperdere.Il sentirsi incoraggiato nell’an-dare avanti infonde fiducia emotivazione indispensabili persvolgere un incarico impegna-tivo e di responsabilità ma pie-no di gratificazioni impagabili.Con questo spirito mi apprestoad affrontare il prossimo bien-nio, un biennio in cui la primacosa che dovremo fare saràquella di uscire a sorte perchèstare fuori tutto il 2007 non migarba per niente e se è veroche non c’è due senza tre ......il due lo abbiamo fatto que-st’anno, ora aspettiamo confiducia. A parte questo possia-mo dire che saranno due anniin cui il Palio rispetto al passa-to avrà aspetti forse menodefiniti come già questo 2006ha fatto vedere. Molti cavalliche hanno fatto saltare i con-tradaioli nei primi anni del2000 non ci saranno più, mol-ti giovani fantini stanno facen-do bene: alcuni hanno vinto,altri si sono posti all’attenzionegenerale.............. il nuovoavanza.Sono questi momenti in cui ilcambiamento può essere vistocome un problema o come unopportunità, io credo siameglio vivere questi tempi conapertura mentale e ricerca del-le positività che si possono

presentare. Credo che ilMontone debba vivere questomomento con serenità,cosciente dei propri mezzi econ una mentalità vincente cheè il primo ingrediente per rag-giungere i risultati.Quando le cose sono apparen-temente più complesse e menodefinite, le opinioni e gli umo-ri possono essere mutevoli, ela mancanza di punti certi puòportare insicurezza, ma è pro-prio vivere questi momenticon la giusta mentalità e confiducia in se stessi che fa la dif-ferenza.Sento che noi possiamo farequesto, sento una contradache ha voglia di esserci, sentoil cuore pulsante dei giovaniche freme, scalpita, lo sentoforte e vicino e mi dà forza eorgoglio.Vorrei condividere maggior-mente con voi tutto questo pertrasmettervi, se posso, fiduciae sicurezza.Mi auguro di poter comunica-re ancor di più e meglio contutta la contrada. Quando svolgo il compito affi-datomi lo faccio rispettando ivalori e l’etica che fanno partedella mia cultura contradaiola esoprattutto lo faccio semprenell’ottica che sia il meglio peril Montone, auspico di potercontare su una critica costrutti-va da parte di una contrada chepartecipa e che trova nell’as-semblea il momento ideale perdialogare, confrontarsi e dare ilproprio contributo di idee.Mi auguro che ognuno possapassare le prossime festività inserenità e che il nuovo annoporti buone cose per tutti, masoprattutto ci porti il regalopiù bello che da troppo tempoaspettiamo... è ora !!!

W il Montone

CONTRADA

R credo che il Montonedebba vivere questo momento

con serenità, cosciente dei propri mezzie con una mentalità vincente

che è il primo ingredienteper raggiungere risultati

Page 53: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

5

SOCIETÀ

Altri 365 giorni sonopassati, scanditi dagioie, dolori e speran-ze. Sono al mio terzoanno come

Presidente, ma l’entusiasmo e lapassione, con cui vivo il mandato,sono sempre accesi e le nuoveidee da realizzare, mi caricanoproiettandomi in uno slancio chenon conosce noia e stanchezza.La nostra Società ha vissuto unanno molto impegnativo, pienodi incombenze, come l’inizio deilavori del nuovo magazzino, chenonostante hanno fatto sparire lanostra magnifica “terrazza suSiena”, tramutandola in cantiere,procedono a gonfie vele.Abbiamo gestito, con ottimi risul-tati, i consueti appuntamenticome: festa titolare, palii, seraterosa e cene importanti, con unnumero di presenze in costanteaumento.Chi ringraziare?... Tutti... parten-do indubbiamente dal mio splen-dido Consiglio, sempre in primalinea, instancabile ed entusiasta,ma consentitemi un abbraccioparticolare, carico d’affetto e gra-titudine ai miei più stretti collabo-ratori, Gianpiero, Silvia, Simone eDuccio.Siamo vicino al Santo Natale eproprio in questi giorni concetticome: pace, fratellanza ed amici-zia assumono una forte simbolo-gia, noi dobbiamo crederci, per-ché solo così faremo sempre piùgrande la nostra Contrada.A questo punto passo la penna atutti i miei collaboratori, perché ègiusto che ogni gruppo esprima ilproprio pensiero ed un augurio.

GGrraazziieellllaa PPrreessiiddeennttee

A.A.A....uguri di Buone Feste atutti i contradaioli volenterosi edisponibili, confidando in unalbero di Natale colmo di pac-chetti contenenti tutta la vostravoglia di continuare a darci unamano in tutte le attività dellanostra bella e vivace Società.

GGllii AAddddeettttii aaii SSeerrvviizziiCCaatteerriinnaa,, DDuucccciioo,, JJaaccooppoo ee RRoonnnnyy

Lo Sport nel corso degli ultimianni ci ha visto spesso protagoni-sti, ci ha regalato numerose vitto-rie e molte emozioni..... tuttomolto soddisfacente, ma nonparagonabile a Quella Vittoria e aQuella Emozione! Con la speranzache l’anno nuovo ci porti unMontone protagonista assoluto,auguriamo buone feste allaSocietà Castelmontorio e a tutto ilConsiglio.

GGllii AAddddeettttii aalllloo SSppoorrtt

Siamo apparsi per la pri-ma volta sul “Pochi ma Boni” tracoriandoli, stelle filanti e masche-re, poi l’attesa della Festa Titolaree l’estate che verrà...

A dieci mesi dall’iniziodella nostra avventura a bordodella navicella “Consiglio diSocietà”, ci ritroviamo qui peraugurare a tutti contradaioli unbuon Natale e un felice Annonuovo. Con affetto, tanti auguridalla Segreteria.

MMaarrccoo,, MMiicchheell,, RRoobbeerrttaa

Come ogni anno arriva ilSanto Natale, tempo di festa, diauguri e non solo....Anche unmomento per tirare le somme.

Come ogni gruppoG.A.S. che si rispetti, anche noivogliamo ringraziare tutti coloroche hanno (e anche quelli chenon hanno) partecipato alle varieiniziative da noi proposte.

Il nostro gruppo forma-to da vecchi, semivecchi e nuovi,augura a tutti un felice Natale,nella speranza di un nuovo annoricco di occasioni che cercheremodi offrirvi, nell’intento di far sì chela Società Castelmontorio sia sem-pre più un punto di ritrovo ed’aggregazione per tutti noi.Auguri daSSiillvviiaa,, CCaatteerriinnaa,, GGiiaaccoommoo,, GGiioovvaannnnaa,,

LLuuccaa,, TToommmmaassoo,, SSiimmoonnee

P.S. W il Montone... Oggi domanie sempre.

La Manutenzione e “nonsolo”- La Redazione del nostrogiornalino “Pochi ma Boni” ci dàla possibilità di porgere gli Auguri

di Natale, un’iniziativa apprezza-bile, la quale ci permette anchedi fare alcune considerazioni sulnostro operato in Società. Lamanutenzione è veramente unimpegno, noi ce la mettiamo tut-ta affinché il nostro luogo diritrovo sia sempre accogliente efunzionale, particolarmente inquesto biennio che ha visto par-tire concretamente i lavori delnuovo magazzino. Cerchiamo digestire gli spazi nel miglior modopossibile, comunque dobbiamoriconoscere che l’aiuto dei con-tradaioli non c’è mai mancato,specialmente dal gruppo pensio-nati che tutte le mattine si fanno“vivi” e ci danno una grossamano. Ci sembra doveroso farpresente la difficoltà a portareavanti la tradizionale Tombola,non certo per il nostro impegno,ma per la scarsa affluenza, molteSocietà hanno risolto il problemasmettendo, ma noi certi di ren-dere un servizio agli anziani, nonmolliamo.

Tanti...tanti...Auguridi Buon Natale e in particolareuno splendido 2007.

GGiioovvaannnnii MMaarriioo ee AAddrriiaannoo

“Ciao Buonasera, mi fai un caffèper piacere?”“Ciao mi dai un grappino?”“Si, quale?”Ogni sera, ogni cena, in qualsiasioccasione di ritrovo in Società,chi non prende niente al bar ??Ecco... dietro a questi semplicima frequenti gesti gira instanca-bile il grande ingranaggio degliaddetti al bar. Il nostro gruppospazia in ogni ambito generazio-

nale, dalla “new entry” Claudioall’intramontabile Ivo, e costan-temente cerchiamo di non farvimai mancare niente al di là delbancone, proponendo di tantoin tanto anche qualche novità eprelibatezza. In occasione del-l’imminente arrivo di Natale, cariavventori, vogliamo scusarci convoi se a volte non siamo statiproprio impeccabili, ma... ci datedavvero un gran bel daffare!!Specialmente nei giorni di palioe per la festa titolare ci finite lescarpe su e giù dal magazzino...ma in fondo in fondo, ci piace eci diverte impegnarsi per laSocietà, perciò nella nostra lette-rina a Babbo Natale chiediamoche ci venga dato molto da fareanche in qualche anonima seratad’inverno...Alziamo i calici e i gottini, per unsincero augurio di Buon Natale avoi e alle vostre famiglie da tuttolo “Staff bar”. A presto !!

GGllii eeccoonnoommii aall bbaarr

Visto che ogni momento mange-reccio è buono per stare insieme,con il nuovo anno ci impegnia-mo a darvi sempre più occasioniper ritrovarci e magari parlare dipalio o di qualunque altra cosa...l’importante è farlo insieme.Sperando di trovarvi sempre piùcopiosi a riscoprire il piacere dipassare il tempo in compagnia,anche lavorando, in modo chequesta nostra realtà possa conti-nuare ad rimanere tale... BuoneFeste e che il prossimo anno ciporti quello che tutti vogliamo!P.S.: Comunque vada di fame unsi dovrebbe morì!!!

LLaa CCuucciinnaa®®

Un Consiglio per tuttiGraziella Rossi - Presidentee il Consiglio di Società

Page 54: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

CONTRADA

6

Il Masgalano? Per ora... miniMatteo Bracalente, Gabriele Pianigiani

La nostra avventura,per dire la verità, èiniziata lo scorsoanno, stesso posto,stessa gente: Davide,

Filippo e Giulio in fondo aiServi ad arrovellarsi sul perché,nonostante la nostra “bellafigura” in Piazza del Campo,non avessimo raggiunto il mas-simo obiettivo... e noi adaddolcire la loro delusione confrasi fatte del tipo: “C’è statochi era più bravo di noi”; “Nonve la dovete prende così perchéd’altra parte era la prima volta”(anche per noi Maestri nds)“Tranquilli, vedrete che il pros-sim’anno ci si rifà...”.E così, giorno dopo giorno,mese dopo mese, la nostra con-vinzione divenne anche la loroed iniziammo gli allenamentiprima del solito, fiduciosi edeterminati a trasformare l’ulti-ma frase fatta in realtà. Ma sen-tiamo cosa ne pensano i princi-pali protagonisti.

“Per vincere dovevamo fare unsbandierata perfetta ed infattisiamo riusciti nell’impresa non-ostante mi sia caduta la bandie-ra, dovendo soffrire fino all’ul-

tima Contrada. Questa vittoria èstata frutto di un durissimo alle-namento dove Matteo ad ogninostro sbaglio ripeteva semprela stessa frase: “SODI SODISODI !!”, ma qualche piombatanei gomiti se la poteva rispar-miare...”

Filippo Manni

“In piazza c’era un caldo solema tanto vento. Eravamo mol-to tesi ed emozionati, il cuoreci batteva forte. Osservavamocon attenzione gli alfieri dellealtre consorelle messi a duraprova proprio dal vento.Quando è stato il nostro turnoci abbiamo veramente credu-to, mettendoci un grande

impegno e tanto orgoglio; unoscroscio di applausi ci ha fattocapire che ce la potevamofare.”

Giulio Franci

“Il minimasgalano era la miagioia e quando ho saputo chemi avrebbe allenato Gabrielemi sono immaginato quantemazzate avrei preso nei gomi-ti...Il Grande Giorno, dopo latensione della sbandierata, sia-mo passati all’emozione del-l’attesa del risultato: quandohanno detto che avevamo vin-to sono scoppiato di gioiainsieme ai miei compagni. Inquel momento mi sentivoveramente felice.”

Davide Riccucci

Sicuramente il nostro metododi allenamento non è statoproprio quello che si definisceuna “doma dolce”... ma siamosicuri che la nostra giovane“trippia” ha capito perfetta-mente la differenza tra suona-re il tamburo e girare la ban-diera, ed essere “Tamburinoed Alfieri del Montone”.

Page 55: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

7

LAVORI

Bruno Sacchi e la Contradaa cura di Simone Stanghellini

sibilità di usufruire del nuovospazio della cisterna e quindi nonsi trattava di rimettere le mani suun progetto di un altro architet-to, bensì la necessità e la possibi-lità di rivedere completamentetutto alla luce del nuovo spazio.Ho cercato di tenere le coseimportanti nel posto dove erano,come il bar, cercando di valoriz-zare al massimo gli scorci pro-spettici e panoramici. Voi avetela più bella visione di Siena inassoluto: la Torre del Mangia, ilDuomo, il Facciatone, tutta unaSiena segreta di cui riesci acogliere la vita, il lavoro quoti-diano degli uomini. Esasperandoquesta visione, ho lavoratoseguendo la lezione micheluccia-na, ho creato una rete di percor-si, di strade interne, un’interseca-zione di vicoli e di luoghi,momenti di sosta e aggregazio-ne.Quali sono i tratti comuni e,eventualmente, i diversi approcciculturali, nei tre progetti realizza-

Avevo preparato unascaletta di domandeda porgli, ma inizia-mo a parlare a ruotalibera allacciando i

suoi minuziosi ricordi a discorsipiù ampi sul suo modo di fare ecredere nell’architettura.E come sempre accade, partiamodall’inizio...Bruno Sacchi, che insieme all’ar-chitetto Guido Gorla è l’autoredel nuovo progetto per la SocietàCastelmontorio, conosce Siena eil Montone da molti anni. Comeè stato il suo primo approccioalla città e alla nostra contrada equali sono state le difficoltà o glistimoli a lavorare per una com-mittenza così particolare?Ho conosciuto Siena e la vostraContrada seguendo Michelucci.Lavoravamo per la nuova sededel Monte dei Paschi di Colle Vald’Elsa e fummo incaricati di pro-gettare la vostra nuova sedemuseale. Non conoscevo il mon-do delle contrade e da fuori misembrava tutto all’eccesso, nonvero, ma col tempo, vivendola,anche se solo saltuariamente, hoimparato a scoprirne la sua veraforza e la sua unica autenticità,ascoltando e osservando, cercan-do di comprenderne lo spirito ela storia. Durante i miei soggior-ni a Siena ero circondato, quasitutelato da persone di primoordine come il dr. Cresti, VascoCastelli, vera memoria storicadella Contrada e dal vulcanico eistrionico Farnetani.Si sono succeduti vari Priori e tut-ti sono stati molto carini con me.E anche oggi mi trovo benissimo:il parlare con tutti sarebbe unatragedia, c’è l’importante filtrodella Commissione, comunqueeterogenea e quindi con possibi-lità di discutere e confrontarsi; faparte della vostra “costituzione”e serve per avere un rapporto traun professionista e la Contrada.È stato chiamato a ripensare ilprogetto dell’architetto Zacchiroliper la Società. Come ha affronta-to questo nuovo incarico e qual èil senso e lo spirito della sua pro-posta progettuale.Non ho voluto vedere il lavoro diZacchiroli: avevate avuto la pos-

ti per il Montone che si ritrovanoad essere vissuti dalle stesse per-sone, ma in tempi e finalitàdiverse?I tre interventi mi sembra sianoaccomunati dalla stessa forza divoler entrare dentro la città, diesserne una parte organica, unsuo elemento fondativo. Spessooggi l’architettura spesso diventasolo un’immagine mediatica,autoreferenziale, con un’accen-tuazione del suo carattere spetta-colare attraverso forme e mate-riali, in una gestualità fine a sestessa. Bisogna invece relazionar-si e dialogare con il luogo e la suastoria. L’architettura è già lì: noiarchitetti non facciamo niente,ascoltiamo i suggerimenti delluogo con semplicità e modestia.L’architettura è come noi, unorganismo vivente che si devetrasformare al ritmo delle stagio-niIl ritrovamento della cisternaripropone il tema più ampio del-la conservazione, molto contro-

verso oggi in Italia e in città comeSiena. Come si pone il suo lavoroall’interno di questo dibattito?Bisognerebbe avere il coraggio eil bagaglio culturale di fare dellescelte: una conservazione intelli-gente, non un finto mimetismoche si limita a conservare tuttoacriticamente. Per esempio, lafacciata del San Leonardo “faschifo”, secondo me avete getta-to via un’occasione, ma questaormai è storia passata... La cister-na che abbiamo ritrovato mi pia-cerebbe rimanesse quasi comeuna scultura moderna, subliman-do il concetto di rovina emostrandola con i segni del tem-po che l’hanno segnata per anniincastonata nella muratura e neltufo.Un consiglio, un suggerimento acoloro che tra poco vivranno unasua architettura: la SocietàCastelmontorio.Ho grande fiducia nella gente, invoi. Credo che quando vivrete inuovi spazi, capirete che ce l’ave-te avuti sempre sotto gli occhi eche non ho fatto altro che tirarlifuori ed esaltare le loro caratteri-stiche; capirete l’importanza delrapporto tra interno ed esterno,tra la vostra Società e la città.

Sede Museale, Museo-Archivio SanLeonardo, Società Castelmontorio.Il Montone ha legato i suoi progetti

più importanti al suo nome. Un racconto-intervista per cercare di capireil suo modo di pensare e fare architettura

RIORGANIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ CASTELMONTORIO: Schema delle funzioni del 1° stralcio dei lavori

PRATINO

Page 56: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

8

LAVORI

PIANTA PIANO INTERRATO:Dislocazione delle funzioni all’interno del magazzinoPosizionamento dell’area dei servizi igieniciPosizionamento della centrale termicaSistema di relazione con la cisterna

VISTA ORTOGONALE ALLE VECCHIE MURA

VISTA ORTOGONALE ALL’INGRESSO DEL MAGAZZINO

Schizzi di progetto dell’

Page 57: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

9

LAVORI

PIANTA PIANO TERRA:Sistemazione del terrazzo panoramicoLocalizzazione delle aree bar all’aperto e cucina all’apertoSistema dei collegamenti verticali

SEZIONE LUNGO IL PERCORSO VERSO LE VECCHIE MURA

Architetto Bruno Sacchi

Page 58: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

10

Un po’ di storia: origine e aggregazionedella contrada

Federico Rubegni

Ripercorrere le tappedella creazione terri-toriale della contra-da di Valdimontonerappresenta un per-

corso non solo irto di ostacoli,ma anche piuttosto affascinanteproprio per il fatto che la storiaabitativa del rione coincide conle fasi di maggiore espansionedella città.Ma come ogni storia che sirispetti porta con se un toccoleggendario, che sescientificamente è dipoco interesse, costi-tuisce comunque unasuggestiva interpretazio-ne degli eventi. Qui sul col-le si sarebbe stabilita una del-le due compagnie militariinviate dal primo re di Romaper far fuori il resto dei parentiche gli rimanevano dopo l’ucci-sione di suo fratello, i famosiSenio e Ascanio appunto. Laleggenda probabilmente risaleal XV secolo, ma come ognileggenda trova un suo fondo diverità. Siena, infatti, nasceinglobando in fasi successivediversi nuclei abitativi. Se tradi-zionalmente facciamo risalire ilprimo nucleo in Castelvecchio,non si può però parlare diesclusività del medesimo: i luo-ghi alti e strategicamente favo-revoli come il colle dei Servi,erano sicuramente presidiati,tanto che sappiamo che alposto dell’attuale basilica si tro-vava un castello, oramai andatoperduto con la costruzione del-la stessa.Detto questo, l’altro elementocaratterizzante del territoriodella contrada la strada.“Siena figlia della strada” reci-tava un vecchio adagio storio-grafico, e proprio nel territoriodel Montone iniziava il percor-so cittadino della francigenache si concludeva in Camollia. Immaginarsi il rione dell’altomedioevo in fondo non è poicosì difficile: un castello proba-

bilmente in legno con annessatorre in pietra su un colle, conin fondo valle un sentiero pocopiù largo di un carro accanto alquale c’erano alcune capanne,ecco fatto il Montone!Quando viene inglobato all’in-terno delle mura il territoriodella contrada? Si può far risa-lire questo inglobamento allapenultima cinta mura-ria di cui ammi-riamo i resti nelmuro che oggi

fa par-te dellachiesa delSan tu c c i onel piazzaled e lM a n i c o m i o ,con tanto di tar-ga commemorati-va, l’ultima cintamuraria, compren-derà una parte diterritorio che per leragioni che sto per direnon sarà mai sfruttato piena-mente.La voglia di grandezza: le occa-sioni perdute.Se i senesi non pensassero ingrande non sarebbero loro, e almedesimo tempo se tutte lenostre idee fossero portate atermine Siena non sarebbe cosìbella. Così nel Montone siriscontra tutta una serie di pro-getti mai andati in porto, mache proprio per questo rendo-no unico il territorio della con-trada: partiamo dal pi visibile,

la chiesa di S. Maria dei Servi,ovvero la seconda cattedrale diSiena. Visto che non c’erariuscito di finire la prima, eccoche per pareggiare il conto nevenne costruita un’altra cancel-lando il castello oramai non pifunzionale. Ma anche qui lastoria si ripetè, venne comple-tata a fatica solo quella che noi

oggi chiameremmo armatu-ra, ed il progetto si

bloccò li, conse-gnando alla

storia unab a s i l i c a

che rima-ne suggestiva e uni-

ca proprio per la sua incom-piutezza. Ma la repubblica suquesto territorio aveva scom-messo molto: quante case sisarebbero dovute costruire nel-la valle di Valdimontone? Equante formavano già il Borgodi S. Maria, che sorgeva pro-prio nella valle? Non lo sapre-mo mai, ma quello che ci restaè un luogo speciale: uno spazioverde a due passi da Piazza delCampo, in cui riposano pur-troppo interrate (e forse sareb-be l’ora di pensare ad un ripri-stino), almeno due opere note-voli: la fonte di Valdimontone ePorta Giustizia.

La lenta rinascita: due pietremiliari dell’architettura senese.Se andiamo a vedere oggi il ter-ritorio del Montone ci accorge-remmo che in gran parte il cao-tico medioevo stato scacciato afavore di un pi misurato neo-classicismo. La colpa o il merito di tale ini-ziativa si deve alla nobile fami-glia Bianchi-Bandinelli, checostruì tra il ‘700 e ‘800 uno deimaggiori esempi di neoclassici-smo italiano. La famiglia non silimitò a ridisegnare la partedestra della via con il suo palaz-zo, ma rifece a sue spese anchele facciate delle case sulla parte

sinistra facendo scompa-rire così il caratte-

re pretta-m e n t e

m e d i e v a l edelle abitazio-

ni, che oggiriemerge con lo

sgretolarsi dell’in-tonaco. Tutto questo

per rendere il quartie-re in tono con la moda

del tempo (la vanità nonè solo un vezzo dei nostri

tempi). Il palazzo si imposesubito all’attenzione senese, siaper la sua bellezza e modernità,sia per essere stato in periodonapoleonico la sede del munici-pio dove il sindaco, appunto unBianchi-Bandinelli, divenne unodei protagonisti della vita pub-blica cittadina.L’altro complesso ben piùampio è l’ospedale S. Niccolòoggi oggetto di riqualificazionecon i suoi annessi. Non credo diessere smentito se ritengo che fuuno dei più grandi interventioperati a Siena dalla caduta del-la repubblica fino ad arrivarealla costruzione di S. Prospero.Ecco così che il territorio delMontone acquista la sua fisiono-mia pressoché definitiva.Quanta strada dalle capanne deiprimi Montonaioli!

CULTURA

Page 59: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

11

Lingua in movimentoTiziana Barbetti

Ogni giorno, in tutti iluoghi, delle parolenascono, vivono,poi scompaiono.Alcune mettono le

radici e passano nella linguacomune, mai per caso. Cercandodi capire come sono arrivate asignificare ciò che significano,solo cercando di comprendere laloro creazione costante si riusciràa capire le creazioni seguenti. Lalingua è viva, cambia, ma nondobbiamo perdere le sue origini.Di seguito analizzeremo tredomini che hanno a che fare conil mondo paliesco, è dominio inlinguistica un ambito, un settore,a cui si riferiscono certi termini.Prenderemo in considerazionequelli che a nostro parere sono ifondamentali: i soldi, la fortunae la sfortuna.

I soldi per prima cosa servono acomprare ciò di cui ci nutriamo,dunque diamo loro il nome diqualcosa che si mangia, quasiuniversalmente essi sono l’equi-valente dell’alimentazione:sale/salario, derrata/denaro, gra-no/grana, spesso si trovanoespressi anche come burro ograsso. Espressioni che si usanocon l’accezione sopra descritta

sono: mandare tutto in pappa,mettere i soldi a fruttato o laparola bevereccia, che è la man-cia con cui qualcuno va a bere. Oltre che dall’alimentazione isoldi possono avere una deriva-zione onomatopeica come: din-di, attestata dal 1319 o lilleri.Alcuni termini hanno una signifi-cazione propria: duino = duesoldi, quattrini = quattro soldi.L’espressione il gioco non vale lacandela, deriva dal fatto che sigiocava soprattutto la notte nellebettole ed esse erano illuminatedalle candele che il padrone dellocale faceva pagare ai clienti,questa espressione significa cheil giocatore deve pagare per l’il-luminazione più di quanto nonabbia vinto al gioco.

Altra importante parola nel Palioè la fortuna. Essa è espressa uni-versalmente con dei sinonimi del“posteriore” come avere culo,che ha una tripla significazione:

1. esprime subito un’evidenza,tutti i corpi sono dotati di unposteriore

2. una certa utilizzazione delposteriore nelle pratiche ses-suali

3. risultato di queste pratiche,essere protetto e quindi averfortuna.

Quando di qualcuno si dice cheè bucone intendiamo che è for-tunato, che ha una fortuna sfac-ciata, si mette quindi in rapportol’idea che gli sfortunati in amoresiano fortunati al gioco.

VENA che significava: filo d’ac-qua in latino, prende il senso difortuna al gioco nel XVIII secolo“essere in vena”, ma dal XIXsecolo significherà aver fortunain genere.Oltre a quelle anticipate c’èanche sderenato che è colui cheha un gran posteriore o l’espres-sione ti ci cova i rondoni che staa significare che il soggetto ha unposteriore tale per cui questivolatili ci fanno il loro nido.

C’è poi la sfortuna, parola chederiva da fortuna a cui vieneanteposta una s privativa, la suaprima attestazione è del 1336circa. Essa è espressa con lanegativizzazione del paradigmaculo vedi sculo. Malasorte è lacomposizione di cattiva sorte lacui entrata è del 1370. Merdasignifica sfortuna, forse semanti-

camente prestata dal francesedove mousse e mouise sonoderivazioni del bretone mousche significava escremento.Pegola da P_CULA(M) latino,genitivo P_CISC= pece entratadel 1313 vuole forse dare l’im-magine che la sfortuna diventacolla sugli sfortunati, si appiccicaa loro come la pece. C’è poi sca-logna da CAL_MNIA(M) latino= frode. Sfiga, variante dell’or-gano genitale femminile o sven-tura da ventura negativizzata,traversia da traviso = attraversodi, quindi contro.

Così semplicemente solo persaperne un po’ di più.

Per dare delle risposte alle miecuriosità mi è stato utile consul-tare il volume L’argot en 20leçons di Louis Jean Calvet, i libridi Alberto e Adriano Bruttini,molto utili sono stati anche gliinsegnamenti di mia nonna Leliache ha fatto l’Università diFontebranda, di mia madre cheha frequentato l’Università delMercato e molto ho imparatodalla mia frequentazione pressol’Università dei Servi, alla qualesono tuttora iscritta perché c’èsempre qualcosa da imparare.

TEMPI MODERNI

Page 60: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

12

CULTURA

La chiesetta di CerchiaiaAldo Giannetti

Nell’anno 1789,passato all’altravita il canonicon o b i l u o m oTommaso Squarci

del capitolo della metropolitanadi Siena, che godeva della pre-benda diaconale di San Pietroapostolo, venne nominato asuccessore il chierico canonicoLuigi, dottorato in S. Teologia,figlio del nobile conte GirolamoBuonsignori e nipote diMonsignor Arcivescovo TiberioBorghesi, il quale venne algoverno dell’archidiocesi senesenell’anno 1772. Nel palazzo delcasato in Siena era ubicata unapiccola cappella della quale ilcanonico Luigi se ne avvalevaper suo comodo e quello deifamiliari per le celebrazionieucaristiche, in quanto se non sifosse celebrata la S.Messa unavolta all’anno essa diventavainterdetta.Il fratello maiorasco GiovanBattista, al momento di coniu-garsi restaurò la villetta che ave-va ubicata a due miglia fuori laPorta di Romana e la fattoriadella casa colonica ivi annessa,chiamata “il villino delle

Cerchiaia”. Le venne in mentepure di fabbricare una cappellagentilizia, per comodo dellapropria famiglia e della vicinapopolazione. Questa determina-zione venne approvata da mon-signor Tiberio Borghesi, suo zioallora vescovo di Sovana, inquanto la parrocchia di SanMamiliano in Valli rimanevascomoda, mentre questa potevaessere il punto più centrale perla popolazione.Il fratello canonico Luigi con tut-to il suo zelo si occupò dellacostruzione di questa sacra cap-pella, che fece dichiarare pub-blica per ogni sacra funzione, eprocurò che fosse ben corredatadi arredi, suppellettili, reliquiarid’argento e vasi sacri, e con ilconsiglio dello zio arcivescovofu dedicata alla santissimamadre di Gesù sotto il titolo delBuon Consiglio; contempora-neamente fu posta sull’altareuna tela della madonna con ilbambino, ambedue incoronati.Quando poi monsignor TiberioBorghesi governava la chiesasenese, non cessò di arricchire lacappella di reliquie, di indul-genze e di vari privilegi, quindi

stabilì di fare festa annuale il 26aprile, e fu esposta la reliquiadel velo di Maria Santissima, colla recita del S.Rosario, amen perl’avvenire. Deteriorando semprepiù la salute del buon canonicoLuigi, fu consigliato e persuasodai medici di trascorrere l’inver-no al tepore del clima di Pisa,ma poco dopo per tisi polmona-re vi chiuse gli occhi, e con lemani incrociate prima dell’ulti-mo respiro sussurrò: “O Madredel Buonconsiglio...”. Qui sispense nel bacio del Signore.Dopo la sua morte la prebendacanonicale passò nel 1810 alreverendo sacerdote seneseGiuseppe Spennazzi, nel diciot-tesimo anno della sua età.

Nota: questo scritto è stato rica-vato da una memoria dellanobile famiglia Buonsignori, dalparroco cavalier don OrlandoRafanelli il 30 aprile 1949.

Alla periferia sud della città, eprecisamente sulla strada statalecassia al n°76, è ubicata unapiccola chiesetta, originaria-mente di proprietà della fami-glia Buonsignori, da secoli dedi-

cata alla venerazione dellaMadonna del Buon Consiglio, lanostra protettrice. Inizialmenteera anche una cappella mortua-ria gentilizia adibita a sepolture,poi tolte in tempi successivi. Perquanto riguarda l’inizio dellacostruzione si è trovata citata ladata nell’archivio della CuriaArcivescovile, risalente al 15ottobre 1768, mentre fu apertaper l’adorazione popolareappena un anno dopo nel1769, come risulta da una scrit-ta in latino ubicata sopra la por-ta di ingresso: “Nell’anno dellanostra redenzione 1769”.All’interno una seconda lapidemarmorea ricorda nei secoli lavolontà di colui che la eresse: “ADio e alla Madre di Dio - GiovanBattista Buonsignori anno1769”. Di questo luogo di cultomancano notizie da parte dellostorico Macchi, in quanto eragià morto, e neppure lo storicoMerlotti la mensiona pur aven-dola certamente conosciuta.Nel retro dell’altare è situata lasegrestia dove al lato della por-ta fa spicco una lapide che ricor-da ai posteri il significativo edurgente restauro di tutto il com-plesso che fu fatto nell’anno1949. Fra i benefattori deirestauri troviamo oltre a donRafanelli e N.D.M. Buonsignorianche alcuni nominativi a noinoti tra i quali AlfredoPianigiani, la famiglia Frati diCerchiaia e la famiglia Ravennidi Valli. Questa chiesetta era sta-ta costruita a livello stradale esul margine dello stesso, inquanto a quel tempo la stradaera percorsa solo da cavalli,viandanti e pellegrini.Don Orlando Rafanelli, parrocodella chiesa di San Mamiliano inValli dal 1919 al 1957 e prepo-sto su tutti i luoghi sacri dellazona sud di Siena, all’iniziodegli anni ‘50 sollevò il proble-ma del rischio che correvano ifedeli, in quanto il traffico, checon il passare degli anni andava

Page 61: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

13

CULTURA

aumentando, rasentava la portadi accesso alla chiesetta. Conl’avallo di tutti i parrocchianidella zona, la cappella fu spo-stata indietro di circa otto metridal ciglio, ed alzata dal pianodella strada, per dare più spazioanche al sagrato, ricavandoneun piccolo piazzale, ed elimina-re così il pericolo. La facciata furicostruita con gli stessi materia-li originali, tanto da tornareesattamente come era all’origi-ne.Esistono delle discordanze tra ladata riportata sopra il timpanodella porta “A.D. 1769” la datadi archivio arcivescovile 1768, ela data di una scrittura privatadel 23 agosto 1770 (Ass. archi-vio Bologni Buonsignori 1786-privilegi spettanti alla cappelladelle Cerchiaie) secondo la qua-le... “I nobili Giovan Battista eAnton Maria Buonsignori rice-vono dal curato di San Maurizioil sito per fabbricare la cappellae la sagrestia nella villa deisignori Buonsignori nel comunedella Coroncina, luogo detto leCerchiaie, come figura agli attidella Curia Arcivescovile”. È dasupporre che queste discordan-ze siano dovute al fatto che lascrittura privata fu richiesta daiBuonsignori per regolarizzareuna posizione che non sarebbestata corretta e che essendo lacappella già costruita, si dovevaad ogni costo definire.In questa chiesetta delleCerchiaia, secondo quanto èriportato nella relazione sullavisita pastorale di monsignorEugenio Bindi arcivescovo diSiena, avvenuta il 15 maggio1874, preposto parroco donFrancesco Corti, c’era conserva-ta una reliquia di SanBernardino, oggi purtropposcomparsa, che figurava anche

in un elenco di reliquie di pro-prietà della nobile famigliaBuonsignori, come attestato damonsignor Tiberio Borghesi,arcivescovo di Siena in data 22gennaio 1789.Questa testimonianza riportaun’elencazione per noi oggiveramente inattesa e sorpren-dente:

– Frammento dell’abito di SanBernardino da Siena.

– Frammento dell’abito di SanFrancesco d’Assisi.

– Frammento del mantello diSan Giuseppe.

– Frammenti ossei di SantaCaterina da Siena

– Frammento del velo dellaMadonna

Da notare che attualmente nellachiesa non è più conservataalcuna reliquia sopra elencata, eallora evento del tutto inattesoed imprevisto, viene subito allamente il piccolo frammentoinserito nell’ostensorio d’argen-to ed usato per le benedizionicon il cartiglio “Ex velo B.V.M.”,proveniente dall’ex oratorio diSan Leonardo e conservato ogginella chiesa della SantissimaTrinità del quale non riusciamoa risalirne all’origine. Potrebbetrattarsi del frammento del velodella Madonna che si conserva-va all’epoca nella chiesetta delleCerchiaia?Ritornando a parlare della cap-pella, nell’unico altare è postoun quadro su tela dellaMadonna del Buon Consigliocon bambino, sovrastato dacorone in argento del XVII seco-lo. Nell’ottobre del 1986 dopoil vittorioso palio straordinariodel 13 settembre, per volontàdei parrocchiani fu restaurato,ripulito e ritoccato e sostituita la

cornice come riportato sul retrocon la scrittura “esecuzione LidoPettini Siena”.Sempre nell’interno fa spiccouna grande lapide scritta in lati-no che recita “Eretta sul luogodi un vecchio piccolo sacrario, etanto a lungo dal parroco bene-merito Don Orlando Rafanellidesiderato, nonché dal piopopolo della Coroncina,l’Arcivescovo Mario(Toccabelli), consacrò, 22dicembre 1957”.Sul sagrato oggi rialzato dallivello stradale, di fronte allaporta in legno, fa spicco unapiccola cancellata in ferro battu-to con al centro un simbolo cri-stologico, il monogramma IHSdi San Bernardino, con nel retrola dicitura “anno del signore2004 dal parto della vergine”.Questa era l’ultima chiesa uffi-ziata dal parroco di Valli, dellacui parrocchia era parte, ma cheoggi si estende fino a quella cheuna volta era la parrocchia diColle di Malamerenda dedicataai Santi Apostoli Simone eGiuda.

Nota: - notizie e testimonianzeriportate nelle memorie delsacerdote don Orlando Rafanellie conservate nell’archivio dellaparrocchia di San Mamiliano inValli. - Memorie dattiloscritte diGiuseppe Putti “Quando in Vallic’erano i lupi” una passeggiatatra cronaca e storia.

Voglio riportare inoltre unatestimonianza scritta dal parro-co:Dalla paradisiaca chiesa parroc-chiale, alla cappella del villino,per volere di Dio e del popolodi Valli, ormai restaurata, in untripudio di affettuosità e di luci,la sera del 30 suddetto è stataportata sulle ali della fede l’im-magine del Buonconsiglio esilia-ta per dieci anni dalla sua sede(ore 21). E la Madonna fin dal-l’uscita della chiesa madre hainfuso un profondo sentimentodi serenità e di ispirazione misti-ca, non sarà facile però dimenti-care il canto delle migliaia difedeli e fasci di luce in tutte lecase degli abitanti che hannogareggiato negli omaggi, le

parole ispirate da don Mori edel curato commosso e la limpi-da sorgente di quella forza spiri-tuale che ha incoronato conconcordia e costanza di santipropositi il ritorno della esiliataimmagine.Mater Boni Consilii - ora pronobis - Deo Gratias. DonOrlando Rafanelli parroco diValli.

Articolo tratto dalla cronacalocale:“Festa in Valli”Quest’anno il popolo di Valliinizierà il mese di maggio coneccezionale manifestazione diculto mariano, l’occasione èofferta dal restauro di una cap-pella presso le Cerchiaia, pro-prio sul ciglio della strada roma-na, infiltrazioni di vene sotterra-nee e conseguente cedimentodel terreno avevano reso lacosiddetta cappella del villinopericolante ed ormai inutilizza-bile anche per la semplice cele-brazione della santa messa.Le cappelle in un popolo sonocome le figlie della chiesa par-rocchiale dislocate sui campi,lungo le strade, nei boschi, aricordare a chi passa, a chi lavo-ra e a chi traffica il pensiero diCristo vivo che abita nella chie-sa madre, si capisce così come ilprimo ha sentire la pena dellacappellina sofferente, debbaessere stato il curato, non pernulla la madonna che avevadovuto abbandonare la sua pic-cola casa era la madonna delBuon Consiglio, ed il curato tro-vò subito nella signorinaBuonsignori, nell’autorità prefis-sa ai lavori pubblici, ma soprat-tutto nel suo popolo una com-prensione ed una collaborazio-ne, immediata, attiva e genero-sissima. Ora la cappella è risana-ta e nella tarda sera di sabatoprossimo ore 21 in una grandio-sa e luminosa processione, tuttii fedeli di Valli, dalla chiesa par-rocchiale di San Mamiliano,riaccompagneranno l’immaginedella Vergine. La prima domeni-ca di maggio, la Madonna delBuon Consiglio è tornata nellasua casa nuova, gradirà gliauguri ascoltando canti e pre-ghiere.

Page 62: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

RIFLESSIONI

14

Punti di Svistaa cura di Caterina Pavolini, Simone Stanghellini

Marcello BaglioniGrazie! Si, lo so che non si iniziacosì un discorso, però mi ha fattopiacere che me lo abbiate chie-sto, anche se non ho dormito lanotte quando Caterina me lochiese! Di cose da lasciare o dabuttare ce ne sono durante l’an-nata contradaiola, però, secondome, sia quelle positive che quellenegative sono utili in ugual misu-ra perché servono per migliorarsie confrontarsi (cosa che facciamosempre meno in Contrada).Lascerei e spererei che continuas-se lo spirito di fattività e collabo-razione fra tutti noi. Butterei queimodi di comportarsi un po’ biri-chini che a volte abbiamo, ricor-dandoci che in Contrada bisognaessere umili e portare rispettoverso gli altri, ma soprattutto alMontone!Non mi chiedete cosa vorrei per il2007 !!!! W il Montone

Sara BenciniUnica differenza personalmenteriscontrata tra l’ultimo 16 agostoe i precedenti: smaltire la consue-ta batosta il più rapidamente pos-sibile, ignorando il fatto attraver-so l’efficace tecnica dello struzzo,si è rivelato più arduo del solito.Chi, un 17 agosto qualsiasi, si èvisto arrivare l’amata dolce metà,monturata, nella propria contra-da, sa cosa voglio dire...

Fabio BogiDa lasciare:Bella domanda! Gli eventi sareb-bero tanti, ma quello che più miha dato fastidio è aver visto trop-pe volte esposta la bandiera conil fiocco nero.Da portare:Il 2007 vorrei che portasse a tut-ti sensibilità e armonia affinché inostri giovani possano avere unfuturo più roseo.

Roberto BucciantiMi butterei dietro le spalle unacosa: la sfiducia che in questoanno molto impegnativo per noiho notato essere presente in granparte della contrada.Mentre mi porto sicuramente con

me e con tutti noi due cose: lagrande prova di forza e maturitàche il popolo ha dimostrato diavere in alcuni momenti delicatidel palio di agosto e gli aspettipositivi, perché comunque ce nesono, che questo palio ci halasciato. Il rapporto con VirginioZedde e il gran lavoro svolto dal-la stalla tutta, barbareschi, mani-scalco e veterinario, perché sonosicuro che se diamo continuità aqueste cose il Montone prestovincerà e rivincerà e tutti noi tor-neremo a gioire.

Vasco CastelliSicuramente tra le cose da porta-re nei prossimi anni c’è la parte-cipazione dei Contradaioli allaFesta Titolare, finalmente daalcuni anni ha riacquistato il ruo-lo centrale nella vita dellaContrada che era venuto meno

lavorano, e si spera che continue-ranno anche in futuro, a tuttequelle attività sia della Contradache della Società che hanno rag-giunto un alto livello, non più dadopolavoro, ma da Managementindustriale.Altra bella realtà che sicuramentefa onore alla nostra Contrada è lospirito e la partecipazione deigiovani durante i giorni del Palioin piazza, sia per le prove che peril Palio, tenendo alti i colori dellanostra Contrada e facendo rispet-tare il nostro Giubbetto, sia neiconfronti della rivale che dellealtre consorelle, in uno spiritopuramente paliesco.Ed ora veniamo a quello che sicu-ramente non si dovrebbe portareal futuro, i risultati palieschi.Abbiamo effettuato due carriere:la prima è finita prematuramenteal primo S.Martino; la seconda,quella di agosto, ci ha visti prota-

negli anni sessanta e settanta, ascusante c’èra anche che noi sia-mo i primi a girare ed il temponon sempre è dei più felici.Comunque la partecipazione deicontradaioli ha raggiunto un altonumero e rappresenta oggi unorgoglio per tutti; sarebbe ancheauspicabile da parte dei dirigentidella Contrada di favorire semprepiù la partecipazione alle attivitàdi tutte le fasce d’età e non, comespesso accade oggi, una parteci-pazione monogenerazionale. Tra le cose che ugualmente meri-tano di essere portate al nuovoanno è la bella vittoria riportatadai piccoli montonaioli nel miniMasgalano, un settore dove daanni la Contrada certamente nonbrilla nelle classifiche. Un graziedi cuore quindi agli autori dellabella vittoria e a tutti coloro checon il proprio lavoro hanno resopossibile questo risultato che faben sperare per il futuro.Un grazie va ugualmente rivolto atutti coloro che giornalmente

gonisti per quasi tre giri.Certamente un passo avanti, mail risultato ci lascia ugualmente abocca amara se si pensa cheormai si cammina per diciassette.La fortuna e la sfortuna hannosicuramente una parte preponde-rante nel Palio: nostro compito èquello di creare le condizioniaffinché quando l’occasione sipresenta possiamo afferrarla; iomi auguro, e sicuramente lofaranno, che i nostri dirigenti sap-piano creare queste condizioniche fin’ora non abbiamo avuto.

Davide CiacciCosa porterei nel 2007? Belladomanda! Sembra di scrivere lalettera a Babbo Natale. Ma par-tiamo dal 2006, un anno un po’così... come da troppo tempoormai. Anche se per me non èproprio tutto da buttare, vistoche mi sono state offerte emozio-nanti opportunità (il Consiglio di

Società e entrare in piazza).Mettiamo quindi in archivio, congioie e dolori, anche quest’anno;archivio pieno di anni su cui ècaduta della polvere che nonguasterebbe rispolverare. Non ciresta quindi che guardare avanti,portandosi sogni, ambizioni e isoliti scheletri nell’armadio, chevorrei vestire a festa.

Daniela Fantoni Ciò che proprio cancellerei, e nonsolo del 2006, è l’assemblea del-la sera della prima prova, perchécredo serva solo a togliere tempoagli addetti ai lavori, in quanto lecomunicazioni che vengono datehanno sempre un risvolto giusta-mente diplomatico. Credo chenessuno abbia bisogno di sentirsidire “faremo il possibile”, inquanto mi sembra il minimo chetutti si aspettano. Quindi megliorimanere a tavola a cantare, elasciare lavorare il nostro staff.Cancellerei anche il primo girofino a S.Martino del Paliod’Agosto, perché, forse, cancel-lando la paura del Nicchio sareb-be stata un’altra storia. Per quan-to riguarda quello che vogliotenere, trattasi di tutto ciò chenon ho menzionato, in particolarmodo il lavoro di tutte, ma pro-prio tutte, le persone che spendo-no tempo e denaro per la nostraContrada.

Simone GiuggioliCosa poterei di buono con me nel2007 ?! Certamente le donne delMontone, da sempre le più belle.Invece non vorrei proprio porta-re... ops, è finita la penna. Saràmica un segno?! Forse è megliocontinuare ad illudersi che... vabene così!

Marco LenziDi questo 2006 vorrei buttarequei momenti tristi in cui ci siamoritrovati, troppo spesso, allaSantissima per salutare i nostriamici che se ne sono andati. Hofatto caso a questa cosa perché cihanno salutato alcuni contradaio-li a cui tutti eravamo affezionati,di quelle persone che eravamo

fine anno, tempo di bilanci e riflessioni...“Cosa lasci dell’anno che sta per finire

e cosa di buono porti nell’anno nuovo?”

Page 63: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

15

RIFLESSIONI

abituati a vedere in Contrada, diquelli che si sono sempre dati dafare, di quelli che basta una tele-fonata ed erano pronti ad aiuta-re... ci mancheranno.Comunque, né sono certo, che dalassù ci staranno vicino e farannodi tutto per vedere di nuovo ilMontone primo al bandierino...anche loro non aspettano altro!Il momento che più ricordo e,paradossalmente, non butterei,sono quei 73 secondi e rotti dellasera del 16 Agosto: eravamo inpalco tutti noi... io, Emy, TenTen, il Ciga, Mario, il Ciclista,Carlino; vedere il Montone prota-gonista come era da tempo chenon si vedeva è stata un’emozio-ne forte anche se poi si è strozza-ta in gola. Essere tutti insieme lì,su quel palco, dopo un inverno dicene e di promesse, ci ha uniti inmodo ancora più forte, ci ha fat-to sentire veramente vicini allameta.Purtroppo sappiamo com’èandata, ma, credo, che si debbaricominciare proprio da quei 73secondi di quella sera con la con-sapevolezza di essere stati prota-gonisti non a caso e, soprattutto,di fare quell’ulteriore salto diqualità dopo il quale c’è solo l’a-poteosi!

Elena MadoniCosa butto via: in ordine cronolo-gico sicuramente il sabato dichiusura della festa titolare, per-ché troppo affollato, il palio diLuglio, perché s’è fatto 100 metrie male, la cena delle donne, per-ché fortunatamente nel Montonesiamo tutti uguali (e non mi par-late di “tradizione”), il Paliod’Agosto, perché mi “trattengo”dal fare qualsiasi commento, lamotobaldoria perché è sempremeno affollata, e la festa diHalloween, perché lascio volen-tieri agli americani questa folklo-ristica ricorrenza. Mi porto nel2007 la voglia di “soverchiare”quelli del Nicchio, perché se lomeritano e poi perché so di esse-re in buoni mani; e l’uscita a sor-te del Palio di agosto, nella spe-ranza che si ripeta, soprattutto miporto la voglia di vincere.

Duccio MonciattiDa lasciare:- I contrasti dovuti a prese diposizione personali e talvoltaincoerenza nei giudizi- La serie di lutti che ha colpito la

Contrada con perdite di tantepersone careDa portare:Finalizzazione delle opere messein atto dal Priore e dal SeggioRiprendere quanto di buono si èvisto nel palio d’Agosto, darecontinuità al lavoro svolto da par-te del Capitano e consolidare ilrapporto con “Lo Zedde”.

Giorgio MulinacciUn ricordo: Iginio, Lida, Roberto,Paolo, Pietro, Graziano, Patrizina,Adriano. Un lungo elenco di ami-ci contradaioli scomparsi. Un2006 in parte da cancellare emeditare. Palio 2 Luglio: entrataall’ultimo minuto da S. Martino.Questa è la sequenza: scoppia ilmortaretto, si apre la secondacancellata, arrivo sulla pista,caduta del fantino ai miei piedi,caricamento sull’ambulanza,ennesima delusione, 20 secondidel palio di Luglio da cancellare.Da salvare: in società la cena del-le donne, la motobaldoria, leserate rosa, i cenini della domeni-ca e tutte le manifestazioni fattedai nostri ragazzi. Da non salva-re? L’assenteismo dei soci. Da sal-vare: il Palio d’Agosto, nonostan-te i “se” e i “ma” si è rivisto ilMontone in Piazza. E la cena del-la prova generale fatta dai nostriragazzi, in cui siamo riusciti a tro-vare il giusto equilibrio dei branimusicali “ama credi e vai”.

Fernanda NerucciIl 2006 mi ha lasciato una grandeamarezza, perché essendo inun’età avanzata non so se potròvedere realizzato il sogno di unabella vittoria della nostraContrada. Nel 2007 mi auguro divedere (con l’infaticabile presi-dente Rossi) una splendidaSocietà e di poter transitare tuttiinsieme per le vie cittadine can-tando con il volto pieno di gioia efelicità!

Simone NucciCon me nell’anno nuovo portosicuramente la splendida espe-rienza della commissioneElettorale che, anche se stressan-te, mi ha fatto apprezzare ancoradi più Maurizio, il Topo, ilGiannetta e Paolo che con mehanno condiviso questa esperien-za.Nel frattempo mi auguro chel’anno vecchio si porti via le pic-cole divisioni interne che fannomale solo a noi stessi.

Lorenzo PaciniGetto via del 2006 il proponentedi questo sondaggio perché conquesta domandina mi ha fattorivivere tutte le mie ansie delpalio.Cancello tutte le curve di S.Martino, di luglio e di agosto.Un pensiero a tutti i defunti del2006 (troppi); a loro un caropensiero e un grande saluto.Del 2006 salvo la spettacolareestrazione d’agosto: riportiamolaal 2007 con lo stesso entusiasmo.Riportiamo al 2007 anche il tito-lare del sondaggio perché è bra-vo, il Veterinario e le sottoscrizio-ni a VINCERE!!

Serena ParriniDal 2007 vorrei un Montone pro-tagonista delle proprie scelte, for-te e indipendente dall’attualesistema di fare il Palio.

Federico RubegniNel 2006 lascio la malinconia el’amarcord. È inutile ricordare ivecchi momenti felici e distoglie-re lo sguardo dal presente. Sonodiciassette anni che non arrivia-mo primi, fa male ma è così. Nel2007 porto quei ragazzi, donne euomini, che hanno dimostratocosa è oggi il Montone, e non c’è

altro modo di definirlo: volontàdi potenza.

Marco SalviniFra le cose da buttare metto: lasocietà, poco frequentata e ilpanino dopo Palio... Porto conme la concretezza e la determina-zione dei tre novizi dal caratterevincente che hanno portato alMontone un masgalano storico.Porto anche l’instancabilità deidue amici vicepresidenti.Personalmente non posso dimen-ticare Duccino e Cipo quando mihanno chiesto di vestirmi palafre-niere: “... tanto basta tirallo!”Infine porto con me il capriolo afondo arabo di Franco e Beppeche li ha accompagnati nelle sfidea bona e che mi hanno fatto tan-to divertire! Con buon auspicioper il prossimo Montone.

Stefania VivianiDell’anno vecchio butterei lamaledetta sfortuna che ci perse-guita. Dall’anno nuovo vorrei unbel drappo di seta sorretto da unbastone bianco e nero, con sopraun piatto d’argento e in fondodelle belle frange... e chiaramen-te un bel po’ di fortuna per riusci-re ad averlo.

Page 64: In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena · abbiamo nel cuore: vivere di nuovo la gioia della vittoria. Stiamo vicini al Capitano che dovrà esserne l artefice. Speriamo

In Piazza del Campo ci potrebbe nascere il grano

Ti sei mai chiesto perché la Piazza del campo di Siena è sempre piena di gente che si siede sulla fontana o per ter-ra, sulla pavimentazione di mattoni o passeggia vagabondando? Hai notato che mentre nella struttura viaria del-la città è impresso il senso del transito, essa, la Piazza, ha quello della sosta? Il senso, cioè, di un luogo, in cui siritrovano sia i cittadini, sia chi viene da lontano per far mercato o per conoscere la città e le infinite opere d’arteche essa conserva? Una città, una Piazza in cui sei il benvenuto, l’ospite atteso.

Io mi sono domandato spesso da cosa provenga, da quale elemento sia determinato, il fascino di questa Piazza e mi sem-bra di aver capito il motivo. Essa, anzitutto, è stata costruita conservando la struttura naturale da cui è stata ricavata: ilpunto di confluenza delle colline circostanti. Inoltre la Piazza, è opera non di singoli artisti, ma dell’intera popolazione, ditante generazioni di cittadini che hanno dato un loro contributo materiale o morale alla sua creazione; per cui è nata un’-opera d’arte collettiva, corale, nella quale ogni uomo può riconoscersi, può trovare, cioè, quanto occorre per soddisfarele proprie esigenze pratiche e culturali.Questa Piazza, in virtù della forma che ha assunto seguendo la struttura della confluenza delle colline, può definirsi nat-urale, perché si collega alla stupenda campagna senese e non crea fratture di sorta, ma costituisce un elemento di conti-nuità dell’intero paesaggio. La gente, colta o incolta che sia, avverte tutto questo e se ne compiace; considera questospazio come indispensabile completamento della casa.L’eccezionalità di Siena e di Piazza del campo sta nel fatto che la popolazione vive la città e la piazza come se fosseroancora in costruzione. I cittadini continuano ancora a dare un contributo a questi spazi; li rinnovano ogni giorno, mante-nendo, però, gelosamente, la loro integrità. Non portano apparentemente nulla di nuovo, ma si comportano in modo damostrare al mondo come si può e si deve vivere un’opera d’arte collettiva. La vera bellezza sta appunto nel fatto che essaè vissuta come se la sua creazione non avesse un termine, come se il vivere quotidiano portasse ogni giorno una giustifi-cazione a ciò che un tempo storico indefinibile ha realizzato.

G. Michelucci, “Dove si incontrano gli angeli”, Fondazione Michelucci/Carlo Zella editore, 1997

I LUOGHI E LA MENTE

Le C

orbu

sier

- S

iena

: Pia

zza

del C

ampo

e T

orre

del

Man

gia,

190

7 -

mat

ita

e ac

quar

ello

su

cart

a, F

onda

zion

e Le

Cor

busi

er, P

arig

i