IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO...

106
Az. Agricola Regini Donatella IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI, FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE PROGETTO DOCUMENTO Redazione S.P.A. E.F. e N.S. REV. DATA Pag.203/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A. 00 aprile 2015 acque vengono rilanciate, con pompa sommersa modello Grundfos SL1.50.65.09, ad un impianto di depurazione posto sopra suolo (vedi figure seguenti). L’accensione e lo spegnimento della pompa sono governate da un apposito galleggiante, tarato alle quote di 2,10 m e 0,10 m dal fondo della vasca (13,72 e 11,72 m s.l.m. in quote assolute), in modo da ottenere un’altezza utile di 2,00 m. La capacità di trattamento dell’impianto di depurazione è pari a 35 m3/h (9,7 l/s) e scarica tramite un tubo con Ø = 200 mm in un pozzettone e poi in acque superficiali (particolare 9, tavola n. 04). … omissis… Alla vasca di sedimentazione primaria giungono, una volta terminato l’evento meteorico, anche le acque raccolte dalla rete di captazione posta sulla viabilità recapitate nell’invaso lineare posto ad Ovest dell’area di progetto, per subire lo stesso trattamento già indicato per quelle raccolte dalla rete sul piazzale di lavorazione Nord. Ciò avviene tramite una pompa sommersa ad attivazione manuale con caratteristiche identiche a quelle indicate nelle figure precedenti posta in un apposito pozzettone 2,00x2,00 m (particolare 6, tavola n. 04). Per piogge di quantità superiori alla capacità d’invaso costituita dalle due vasche esistenti, è previsto un sistema di troppo pieno tramite doppio tubo con Ø = 200 mm, che per gravità porterà le acque dalla prima vasca di sedimentazione e accumulo verso il nuovo invaso lineare posto lungo il lato Ovest dell’area; una volta terminato l’evento piovoso, l’acqua incamerata nell’invaso lineare sarà reimmessa nella vasca di sedimentazione primaria tramite pompa sommersa per il successivo trattamento (le quote di sfioro e di recapito sono indicate in tavola n. 03 e nei particolari 5 e 6, tavola n. 04). La seconda parte della rete sui piazzali di lavorazione è costituita da pozzetti di raccolta 50x50 cm collegati attraverso tubi con Ø = 300 mm e pendenza i = 0,1% disposti sul piazzale ad Ovest dei capannoni, e per gravità recapita alla vasca di invaso posta a Sud dell’area di progetto. A differenza di quanto riportato nelle versioni di progetto precedenti, si precisa che tale vasca viene utilizzata solo a beneficio dell’invarianza idraulica, rinunciando all’impiego della stessa come sistema di accumulo destinato al riutilizzo interno delle acque di pioggia. Il sistema di troppo pieno di tale vasca è composto da una valvola a sfera galleggiante che, una volta riempito l’invaso disponibile, impedisce il recapito alla stessa e direziona le acque in un pozzetto ripartitore che, tramite doppio tubo con Ø = 200 mm ciascuno, recapita all’invaso lineare (particolare 8, tavola n. 04) per seguire il processo di pretrattamento e depurazione già descritto. Le quote di progetto dei sistemi indicati sono evidenziate in tavola n.03. Lo scarico in acque superficiali, è mantenuto a una portata massima di 10 l/s/ha, determinata dalla capacità di trattamento dell’impianto di depurazione. Una volta terminati gli eventi eccezionali, gli invasi saranno svuotati uno dopo l’altro, in modo da mantenere la portata massima pari a 10 l/s. L’invaso lineare, come precedentemente indicato, verrà svuotato tramite pompa di rilancio ad attivazione manuale con le caratteristiche indicate e Qmax = 10 l/s, che recapiterà alla vasca di sedimentazione primaria per il successivo trattamento, secondo i passaggi già descritti. Successivamente verrà vuotata la vasca di invaso Sud, tramite pompa sommersa ad attivazione manuale con caratteristiche identiche a quelle già descritte e Qmax = 10 l/s, che recapiterà all’impianto di depurazione, poi tramite tubo con Ø = 200 mm ad un pozzettone di raccordo e infine allo scarico in acque superficiali (particolare 9, tavola n. 04).

Transcript of IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO...

Page 1: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.203/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

acque vengono rilanciate, con pompa sommersa modello Grundfos SL1.50.65.09, ad un impianto di depurazione posto sopra suolo (vedi figure seguenti). L’accensione e lo spegnimento della pompa sono governate da un apposito galleggiante, tarato alle quote di 2,10 m e 0,10 m dal fondo della vasca (13,72 e 11,72 m s.l.m. in quote assolute), in modo da ottenere un’altezza utile di 2,00 m. La capacità di trattamento dell’impianto di depurazione è pari a 35 m3/h (9,7 l/s) e scarica tramite un tubo con Ø = 200 mm in un pozzettone e poi in acque superficiali (particolare 9, tavola n. 04).

… omissis…

Alla vasca di sedimentazione primaria giungono, una volta terminato l’evento meteorico, anche le acque raccolte dalla rete di captazione posta sulla viabilità recapitate nell’invaso lineare posto ad Ovest dell’area di progetto, per subire lo stesso trattamento già indicato per quelle raccolte dalla rete sul piazzale di lavorazione Nord. Ciò avviene tramite una pompa sommersa ad attivazione manuale con caratteristiche identiche a quelle indicate nelle figure precedenti posta in un apposito pozzettone 2,00x2,00 m (particolare 6, tavola n. 04).

Per piogge di quantità superiori alla capacità d’invaso costituita dalle due vasche esistenti, è previsto un sistema di troppo pieno tramite doppio tubo con Ø = 200 mm, che per gravità porterà le acque dalla prima vasca di sedimentazione e accumulo verso il nuovo invaso lineare posto lungo il lato Ovest dell’area; una volta terminato l’evento piovoso, l’acqua incamerata nell’invaso lineare sarà reimmessa nella vasca di sedimentazione primaria tramite pompa sommersa per il successivo trattamento (le quote di sfioro e di recapito sono indicate in tavola n. 03 e nei particolari 5 e 6, tavola n. 04).

La seconda parte della rete sui piazzali di lavorazione è costituita da pozzetti di raccolta 50x50 cm collegati attraverso tubi con Ø = 300 mm e pendenza i = 0,1% disposti sul piazzale ad Ovest dei capannoni, e per gravità recapita alla vasca di invaso posta a Sud dell’area di progetto. A differenza di quanto riportato nelle versioni di progetto precedenti, si precisa che tale vasca viene utilizzata solo a beneficio dell’invarianza idraulica, rinunciando all’impiego della stessa come sistema di accumulo destinato al riutilizzo interno delle acque di pioggia. Il sistema di troppo pieno di tale vasca è composto da una valvola a sfera galleggiante che, una volta riempito l’invaso disponibile, impedisce il recapito alla stessa e direziona le acque in un pozzetto ripartitore che, tramite doppio tubo con Ø = 200 mm ciascuno, recapita all’invaso lineare (particolare 8, tavola n. 04) per seguire il processo di pretrattamento e depurazione già descritto. Le quote di progetto dei sistemi indicati sono evidenziate in tavola n.03.

Lo scarico in acque superficiali, è mantenuto a una portata massima di 10 l/s/ha, determinata dalla capacità di trattamento dell’impianto di depurazione.

Una volta terminati gli eventi eccezionali, gli invasi saranno svuotati uno dopo l’altro, in modo da mantenere la portata massima pari a 10 l/s. L’invaso lineare, come precedentemente indicato, verrà svuotato tramite pompa di rilancio ad attivazione manuale con le caratteristiche indicate e Qmax = 10 l/s, che recapiterà alla vasca di sedimentazione primaria per il successivo trattamento, secondo i passaggi già descritti.

Successivamente verrà vuotata la vasca di invaso Sud, tramite pompa sommersa ad attivazione manuale con caratteristiche identiche a quelle già descritte e Qmax = 10 l/s, che recapiterà all’impianto di depurazione, poi tramite tubo con Ø = 200 mm ad un pozzettone di raccordo e infine allo scarico in acque superficiali (particolare 9, tavola n. 04).

Page 2: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.204/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Tutte le quote di progetto dell’impianto di raccolta, trattamento e scarico delle acque

meteoriche sono indicate in tavola n. 03 e nei particolari in tavola n. 04.

3.2. Dimensionamento e verifica dello sfioro di troppo pieno e della capacità di smaltimento del ricettore e dimensionamento e verifica idraulica del dispositivo di regolazione delle portate

Di fatto l’unico scarico possibile si avrà solo dopo l’esaurimento della capacità di stoccaggio determinata da tutti gli invasi disponibili indicati e comunque nella quantità massima coincidente con la capacità di trattamento dell’impianto di depurazione.

Come precedentemente indicato, lo scarico massimo del suddetto impianto si attesta a 35 m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie di progetto di 1 ha, quantità inferiore al limite di 10 l/s/ha.

Si evidenzia che, nel caso di eventi di pioggia con Tempo di ritorno maggiore di 50 anni, il volume d’acqua in eccesso potrà in via del tutto eccezionale essere temporaneamente stoccato nei piazzali di lavorazione e sulla viabilità prima di essere recapitato all’impianto di depurazione per il trattamento e successivamente scaricato in acque superficiali sul fossato posto ad Est.

… omissis…

3.3.1 Determinazione del coefficiente di afflusso medio

Il coefficiente di afflusso medio viene determinato considerando le superfici pavimentate e drenanti che si determineranno a seguito della realizzazione degli interventi previsti e che aumenteranno l’impermeabilizzazione rispetto allo stato attuale.

Non verranno dunque considerate le superfici coperte costituite dai due capannoni e la platea in c.a. attualmente esistenti, che rimarranno invariate rispetto lo stato attuale.

Le nuove superfici considerate saranno dunque le seguenti:

• Superfici pavimentate destinate a piazzali di lavorazione e viabilità: 6.627 m2;

• Superfici non pavimentate destinate a verde di arredo: 1.694 m2;

• Altre superfici drenanti non utilizzate: 191 m2.

Assunto che non sono previste superfici semi drenanti e supposto che:

• Per le superfici pavimentate si adotta un coefficiente di afflusso φ pari a 0,90

• Per le superfici drenanti si adotta un coefficiente di afflusso φ pari a 0,20

Si calcola attraverso una media aritmetica il coefficiente di afflusso medio:

� =���� + ����

���

� = 0,74

Page 3: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.205/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

3.3.2 Determinazione del volume d’invaso necessario

Implementando il foglio elettronico predisposto dal Consorzio di Bonifica “Acque Risorgive” si ottengono i risultati riportati nelle seguenti tabelle.

Tabella 4.3 – Calcolo dei volumi necessari per l’invaso – Metodo dell’invaso

Tabella 4.4 – Calcolo dei volumi necessari per l’invaso – Metodo delle piogge a tre parametri

Page 4: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.206/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

In via cautelativa si assume il valore maggiore (611,5 m3) come quello adottato come

fabbisogno di volume di invaso per ottenere l’invarianza idraulica.

3.3.3 Determinazione dei volumi di progetto disponibili per ottenere l’invarianza idraulica

I volumi disponibili per l’ottenimento dell’invarianza idraulica sono determinati dalle diverse strutture predisposte per la captazione, la depurazione e lo stoccaggio delle acque meteoriche intercettate, che andranno riutilizzate nei processi fermentativi per la produzione del compost.

A questi volumi va aggiunto l’invaso determinato da una invaso lineare di nuova costruzione, posto sul lato Ovest esternamente all’area di progetto, predisposta all’uopo per aumentare il volume d’invaso.

Di seguito il calcolo dei diversi volumi:

• Vasca di sedimentazione primaria (V1): è costituita dalla parte centrale della vasca situata a Nord dell’area di progetto, che verrà riconvertita per la parte indicata a sedimentatore primario. Le dimensioni della porzione considerata sono:

− B = 7,20 m

− b = 5,75 m

− hutile = 2,00 m Per un volume totale utile: V1 = 82,80 m3

• Vasca di invaso a Sud (V2): è la vasca posta a Sud dell’area di progetto, riconvertita a invaso. Si ribadisce che la capacità della stessa viene destinata esclusivamente all’invarianza idraulica. Le dimensioni sono le seguenti:

− B = 9,00 m

− b = 7,00 m

− hutile = 3,10 m Per un volume totale utile: V2 = 195,30 m3

• Rete di raccolta delle acque meteoriche sui piazzali di lavorazione e sulle aree destinate esclusivamente a viabilità (V3): vengono considerati tutti i microinvasi costituiti dalle tubazioni, caditoie, canalette grigliate, pozzetti di ispezione, ecc. e dal velo idrico sui piazzali. Vengono stimati in base a quanto riportato nelle linee guida elaborate dalla Struttura Commissariale in data 3 agosto 2009, considerando un coefficiente d’afflusso φ = 0,74 ~ 0,70, così come individuato al par. 0. I parametri per la stima sono dunque i seguenti:

− φ = 0,74 ~ 0,70

− Volume specifico per i piccoli invasi corrispondente = 42 m3/ha Per un volume totale utile: V3 = 35,75 m3

• Volume utile di invaso costituito dalla realizzazione di un nuovo invaso lineare posto sul lato Ovest al di fuori dell’area di progetto (V4): sarà realizzato un nuovo invaso sul lato Ovest, al di fuori dell’area di progetto sul terreno agricolo adiacente e facente capo alla stessa proprietà, con sola funzione di accumulo d’acqua per ottenere l’invarianza idraulica. Si prevede una sezione trapezoidale, così definita:

− Base minore (bs) = 0,7 m

− Base maggiore (Bs) = 2,0 m

Page 5: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.207/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

− hutile = 1,0 m

− Pendenza sponde = 60°

− Lunghezza utile invaso = 241 m Per un volume totale utile: V4 = 325,35 m3 Il volume totale di invaso disponibile è dunque dato da: VTOT = V1 + V2 + V3 + V4 = 639,20 m3

Il volume di invaso disponibile risulta quindi ampiamente sufficiente a mantenere l’invarianza idraulica e a sopperire al volume necessario calcolato al par. 3.3.2 di 611,5 m3.

Per la planimetria e profili della rete idraulica si rimanda alle tavole n. 01, 02, 03, 04 e all’allegato 4 facenti parte della presente relazione di compatibilità idraulica, dove sono indicate le posizioni, quote, particolari, funzionamenti e caratteristiche di tutti gli elementi della rete di raccolta. Esse differiscono rispetto a quanto riportato nelle tavole 03, 04 e 05 della già citata DIA: le modifiche sono state apportate in ragione delle integrazioni volontarie concordate con gli uffici preposti del Consorzio di Bonifica “Acque Risorgive” in fase di istruttoria.

4. CONCLUSIONI

In seguito a quanto esposto nei precedenti paragrafi si ritiene dunque confermata l’invarianza idraulica dell’area di progetto, apportando modificazioni positive rispetto all’attuale situazione di rischio idraulico.

La realizzazione dello scotico per l’approntamento dei sottoservizi non può apportare impatti negativi, in quanto si opererà nei primi 0,3 m del suolo, che è stato successivamente impermeabilizzato attraverso la realizzazione delle platee di lavorazione in calcestruzzo.

In relazione alle caratteristiche descritte e alla sua passata destinazione (allevamento zootecnico intensivo di conigli da carne) si ritiene inoltre che la superficie interessata dal progetto abbia già nelle condizioni attuali scarsa vocazione naturalistica, con conseguente scarso valore di utilizzo in questo senso (vedi prossimo par. 4.5), e può ritenersi adatta alla riconversione e allo sfruttamento di un piccolo impianto di recupero con le caratteristiche indicate al capitolo 0, lasciando così inalterate alla loro destinazione agricola altre aree sul territorio comunale di maggior pregio.

In ragione di quanto detto si ritiene che la perdita di terreni a destinazione di allevamento zootecnico è infine giustificata per le simili problematiche ambientali che determina un piccolo impianto di recupero tramite compostaggio dal punto di vista di utilizzo dei suoli.

4.4.2.5. Probabilità, durata, frequenza e reversibilità dell’impatto

Gli effetti precedentemente descritti devono essere considerati caratterizzati da probabilità certa e durata illimitata nel tempo, a meno di una poco probabile conversione e riutilizzazione dell’area per altri fini. Non può invece essere definita una frequenza di tali potenziali impatti.

Page 6: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.208/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Logica conseguenza che ne deriva è l’irreversibilità dell’intervento (con la remota eccezione

sopra menzionata).

4.4.2.6. Sintesi e valutazione dell’impatto

Per quanto descritto nei precedenti paragrafi, si ritiene che i potenziali impatti negativi individuati risultino non significativi.

4.5. Biodiversità flora e fauna

4.5.1. Biodiversità flora e fauna: stato attuale della componente

Come più volte affermato, l’area di progetto è stata interessata in un recente passato da un allevamento di conigli da carne di tipo intensivo di medie dimensioni, che verrà riconvertito, utilizzando le strutture già presenti e quelle autorizzate con DIA al Comune di Zero Branco, in impianto di recupero tramite compostaggio di fanghi e materiale lignocellulosico, mantenendo quindi simili tipologie e quantità di potenziale disturbo sulla biodiversità, flora e fauna presenti.

Per tali aree non esistono studi specifici su tali componenti che, per il comune di Zero Branco, mancano per via dell’assenza di particolari zone a rilevante pregio e vocazione naturalistico-ambientali, quali quelle presenti molto più a Nord (2,9 km) afferenti al fiume Sile.

Al fine di inquadrare la zona di progetto dal punto di vista della biodiversità, della flora e della fauna si riporta di seguito quanto esposto nel Rapporto Ambientale per la procedura di VAS del PAT approvato del Comune di Zero Branco in relazione alla componente considerata e alla rete ecologica presente.

3.1.6 – Biodiversità

3.1.6.1. – FLORA E VEGETAZIONE

INQUADRAMENTO FLORISTICO

La situazione della flora7 naturale presente in ambito comunale è del tutto analoga a quella comunemente rinvenibile in Bassa pianura.

Gli assetti attuali sono il risultato di secoli di mutazioni e successive regressioni delle superfici occupate da vegetazione spontanea a favore di quelle destinate ad usi agricoli.

L’impoverimento floristico delle strutture vegetazionali esistenti ad opera dell’addomesticamento delle stesse ai bisogni dell’agricoltore ha comportato nel tempo una generale perdita d’interesse da parte degli studiosi con una conseguente progressiva carenza di studi floristici sul territorio di pianura, ove presenti concentrati quasi esclusivamente, salvo sporadiche eccezioni, sulle formazioni boschive originarie, o ritenute tali, relitte e disperse.

Sono per altro individuabili caratteristiche proprie della vegetazione di pianura, soprattutto in termini di proprietà corologiche8. Sotto questo punto di vista la pianura non presenta solitamente

7 Insieme delle specie botaniche rinvenibili in un determinato territorio.

Page 7: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.209/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

entità di elevato valore fitogeografico in assoluto, nel senso che questo viene attribuito ad organismi con areale, che costituiscono quindi elementi di biodiversità insostituibili, univocamente legati ad un territorio particolare.

Viceversa, la vegetazione forestale di pianura tende ad essere dominata da gruppi corologici le cui entità presentano areali di dimensioni subcontinentali e quindi abbastanza ampie. È interessante però l’assortimento dei gruppi corologici che, almeno in parte, può rendere conto della storia biologica di tale vegetazione e del contesto fitogeografico in cui si situa.

Bisogna ricordare come, nell’evoluzione degli studi fitogeografici, la Pianura Padano-Veneta sia stata fatta ricadere di volta in volta in ambiti diversi. Semplificando, se ne individuano due: l’ambito padano come estensione della parte centro orientale del continente europeo, o viceversa come estensione del bacino del Mediterraneo, cui si lega per la collocazione a sud delle Alpi.

L’originalità biologica dell’area padana sta proprio, in quanto zona di transizione, nel cumulare elementi diversi e permetterne la convivenza. Prevalgono in particolare le entità di collocazione temperata e tra esse hanno un ruolo particolarmente importante le specie ad areale europeo ed europeo-caucasico quali, ad esempio, palèo silvestre (Brachypodium sylvaticum), mughetto (Convallaria majalis), sanguinello (Cornus sanguinea), nocciolo (Corylus avellana), fusaggine (Euonymus europaeus), geranio di S. Roberto (Geranium robertianum) e ultima, ma certo non meno importante, farnia (Quercus robur). Queste ci informano, insieme alle specie con areale a gravitazione centroeuropea quali il carpino bianco (Carpinus betulus), del fondamentale carattere temperato-continentale di questa vegetazione.

VEGETAZIONE

La copertura vegetale si distribuisce sul territorio in funzione delle variabili morfologiche, climatiche, idrografiche e antropiche.

Il quadro vegetazionale odierno si configura per altro in maniera diversificata.

Gli spazi agricoli sono intensivamente coltivati secondo gli ordinamenti colturali tipici (cerealicoli, in primo luogo, e orticoli) della bassa pianura. Le componenti arboree sono date dalle strutture lineari del residuo sistema a rete (siepi campestri, filari) e da qualche altro singolo elemento areale (macchie).

Una valutazione delle componenti vegetazionali è possibile ricorrendo a quattro fattori: lo stato, l’importanza ecologica, l’effetto spaziale, la funzione.

Le strutture lineari presentano uno stato da buono ad appena discreto, strettamente legato anche in tal caso all’opera di manutenzione. L’importanza ecologica è invece inversamente proporzionale al grado di semplificazione dell’ambiente circostante. La presenza di tali strutture nel sistema rurale di pianura assume un’importanza essenziale al mantenimento delle minime capacità funzionali dei sistemi a rete. Infine, l’effetto formale è anch’esso legato alla gestione ed

8 Il termine corologia definisce la disciplina geobotanica che studia la distribuzione geografica delle

specie e delle altre categorie tassonomiche. Dall’analisi di queste si ricavano informazioni in merito all’esistenza di territori floristicamente omogenei e ai processi che hanno portato alla costituzione della flora in termini di migrazione e di evoluzione. La distribuzione geografica delle specie è descritta secondo gruppi corologici, il cui significato è quello di raggruppare all’interno della stessa categoria le entità il cui territorio di diffusione, o areale, tende ad essere coincidente.

Page 8: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.210/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

alle scelte colturali del proprietario. Generalmente è abbastanza scadente, considerata la semplificazione strutturale della siepe e dei piani di vegetazione.

Le tipologie rinvenibili sono:

� Siepi: trattasi di formazioni che si caratterizzano per la presenza di una dominante dimensionale nell’occupazione dello spazio. La particolare conformazione allungata conferisce a questi elementi arboreo-arbustivi peculiari doti di articolazione e delimitazione degli spazi e degli ambienti, fungendo da “veicolo” o “corridoio” di collegamento tra gli stessi. Si presentano strutturate in svariate modalità che dipendono dalla composizione specifica, dallo sviluppo dimensionale in altezza e da quello in profondità. Tali strutture erano un tempo costituite unicamente da specie della flora planiziale, con composizione plurispecifica e con strutturazione su più piani di vegetazione. Le specie arboree maggiormente diffuse erano la quercia (Quercus robur), il carpino bianco (Carpinus betulus), l’olmo (Ulmus minor), l’acero campestre (Acer campestre), i frassini (Fraxinus excelsior e F. angustifolia), a cui si associavano anche specie tipicamente ripariali quali l’ontano (Alnus glutinosa), i pioppi (Populus alba, P. nigra) ed i salici (Salix alba, S. cinerea, S. viminalis L. ed altri). La ricchezza e diversità floristica era completata da uno strato arbustivo con specie quali sambuco (Sambucus nigra), pallon di maggio (Viburnum opulus), rosa di siepe (Rosa canina L.), sanguinella (Cornus sanguinea), nocciolo (Corylus avellana), evonimo (Euonymus europaeus), frangola (Frangula alnus), biancospini (Crataegus monogyna e C. oxyacantha) ed altre. Tale configurazione della vegetazione è attualmente assai ridotta in quantità e qualità, a tratti del tutto scomparsa, quasi sempre circoscritta ad ambiti limitati. La sempre maggior marginalità dell’attività agricola quale fonte di reddito ha comportato inevitabilmente fenomeni di abbandono delle pratiche tradizionali, in primis nella cura della siepe, non più direttamente funzionale al mantenimento di un sistema agricolo di sussistenza. Nel tempo si sono avuti anche fenomeni di trasformazione delle siepi, determinati in primo luogo dall’introduzione massiccia di specie alloctone quali la robinia (Robinia pseudoacacia L.). La sua presenza ha comportato la semplificazione (scomparsa) della tipica struttura multiplana della siepe planiziale poiché il biospazio disponibile è occupato da un’unica specie che impedisce l’ingresso e/o lo sviluppo delle altre. Anche il tipo di governo subito ha inciso sulla struttura di questi elementi. Il riferimento è, tra le altre, alla pratica della capitozzatura (principalmente nella forma «bassa»), destinata alle specie di ripa (platano e salice) ma anche al gelso e alle specie da “maritatura”. Oltre alla composizione e alla strutturazione delle siepi è importante rilevarne l’articolazione spaziale. In quanto elemento residuale della vegetazione naturale o naturaliforme del territorio di pianura, il disegno delle connessioni reali e potenziali rappresenta un carattere molto importante per definire la potenzialità ecologica del territorio. Il grado di connessione di tali strutture è direttamente correlato alla capacità del sistema ecologico di “circuitare” la materia e l’energia delle singole componenti biologiche. La presenza delle strutture vegetali rende possibili infatti l’instaurarsi di numerosi e complessi rapporti spaziali e funzionali fra le specie vegetali e animali, aumentando la diversità biotica (biodiversità). La situazione del territorio di Zero Branco, sotto questo punto di vista, non è ottimale, per ampi tratti del tutto carente. Permangono tuttavia alcuni ambiti con buon grado di articolazione dei sistemi a rete. Generalmente, ove permane una certa integrità colturale la complessità della rete a

Page 9: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.211/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

verde è migliore rispetto agli spazi aperti maggiormente insediati, dove i processi di trasformazione si sono manifestati in modo più marcato, anche per cause legate a scelte gestionali delle singole proprietà terriere, ad elevata frammentate fondiaria.

� Filari: rappresentano un elemento vegetazionale del tutto artificiale, non presente in natura, trattandosi di soggetti coetanei disposti a sesto regolare. La connotazione e funzionalità sono quindi principalmente paesistiche, stante il limitato ruolo ecologico che sono in grado di svolgere e la pressoché totale perdita di quello agricolo. Sono strutture che riescono a caratterizzare una determinata visuale, nella campagna talvolta rappresentano un elemento testimoniale di antiche configurazioni (es. piantata veneta), con alcuni esempi anche pregevoli sul territorio in esame. Si dispongono soprattutto lungo le strutture guida (strade, canali, capezzagne). In altri casi esplicano una precisa valenza complementare all’edificato delle ville e sono ampiamente presenti anche in area urbana, con funzioni di arredo.

� Formazioni ripariali: la diffusa presenza e sviluppo della rete idrografica minore hanno permesso l’affermarsi di formazioni vegetali lineari arboreo-arbustive in ambiente di ripa, in cui l’acqua garantisce freschezza alla stazione. Dal punto di vista vegetazionale tali formazioni, nella loro configurazione tipica, sono abbastanza ben definite essendo composte tipicamente da specie igrofile dei generi Salix, Populus e Alnus. Va però ricordato che raramente si rinviene la composizione tipica mentre più comuni sono i casi in cui una o due specie prevalgono sulle restanti. Si assiste inoltre a fenomeni di degrado con intromissioni di altre specie quali Robinia e Sambuco. Ciò nonostante la valenza complessiva è sicuramente apprezzabile.

Altre strutture di vegetazione rinvenibili sono costituite dagli elementi puntuali. Gli alberi isolati9 sul territorio, tipicamente rurale ma non solo, spesso annoverano alcuni pregi insiti nell’età, nel valore botanico, nella localizzazione, nella funzione specifica, nella tradizione storica. Attualmente gli alberi isolati vanno considerati elemento di essenziale importanza paesaggistica, assumono anche pregio naturalistico qualora siano di rilevanti dimensioni. In tal caso diventano luogo elettivo di nidificazione per numerose e pregevoli specie animali: picidi, gliridi, pipistrelli, rapaci notturni, coleotteri, piccoli mustelidi.

… omissis…

3.1.6.2. – FAUNA

Lo status delle comunità e delle popolazioni animali rappresenta un pertinente e puntuale indicatore del livello di funzionalità degli ecosistemi, poiché dipende in modo immediato da una serie fattori ambientali ed antropici, che determinano distribuzione ed abbondanza delle specie. L’intera pianura veneta centrale appare, anche ad un’analisi superficiale, oramai poco ospitale nei riguardi della fauna selvatica, a seguito dell’elevata urbanizzazione, della diffusa edificazione sparsa in zona rurale, dei fenomeni di degrado e inquinamento delle risorse naturali.

Si ricorda, a proposito, quanto affermato per gli uccelli, ancora alcuni anni fa.

9 È cessato quasi completamente il ruolo simbolico che rivestiva un tempo l’albero isolato. Si è

progressivamente perso il legame saldissimo e profondo, espresso attraverso simbologie e riti, tra alberi sacri e divinità silvane. Tracce di questo mondo magico, in cui erano contrapposte entità benigne e maligne, alberi magici, sono rivelate dall’apposizione di immagini sacre, alberi positivi, contrapposti ad alberi negativi, congrega di streghe. Delle valenze positive o negative non vi è quasi più alcuna traccia, la memoria collettiva si è persa.

Page 10: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.212/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

“...le maggiori difficoltà per gli uccelli in Europa, e per la biodiversità in generale, derivano

dalla continua diminuzione della qualità e dell’estensione degli habitat. Tali perdite e degradi sono causati dal crescente sfruttamento antropico dell’ambiente. […] Più del 90% del continente non è compreso in aree protette, e la conservazione della biodiversità in questo vasto ambiente riceve ancora troppa poca attenzione dal governo o dalla società nell’insieme...” (Tucker GM&MI Evans, Habitats for Birds in Europe - A Conservation Strategy for the Wider Environment. Cambridge, UK: BirdLife International - BirdLife Conservation Series n. 6, 1997).

L’interrelazione diretta tra le dotazioni faunistiche e lo “stato di salute” delle risorse naturali consente quindi di poter identificare alcuni fattori di pressione ambientale che agiscono sul territorio, nei riguardi non soltanto di singole specie oppure di popolazioni, ma anche degli habitat, degli ecosistemi e delle componenti paesaggistiche.

La fauna selvatica risulta perciò un indicatore ambientale primario, capace di “misurare” l’assetto, l’uso e il degrado delle componenti ambientali, naturali e antropiche, valutando le pressioni cui sono assoggettate le popolazioni animali e che le condizionano.

3.1.6.2.1 - Stato attuale della fauna

L’assetto del patrimonio faunistico in Zero Branco si può configurare, sinteticamente, omologo a quanto si riscontra nel territorio di pianura posto a Sud-Ovest di Treviso. L’antropizzazione è elevata e i fenomeni di occupazione, urbanizzazione, edificazione diffusa, concentrazione di infrastrutture sono largamente diffusi.

La contrazione degli spazi disponibili alla fauna, a partire dalla seconda metà del secolo scorso è stata progressiva e rapida, gli equilibri biotici che si erano stabilizzati precedentemente hanno subito alterazioni significative.

Contemporaneamente alla perdita di spazi aperti, l’affermazione dell’agricoltura specializzata, caratterizzata da elevati input energetici e dalla larga disponibilità di sostanze di sintesi, ha mutato in modo sostanziale gli habitat. La semplificazione delle componenti vegetazionali, ascrivibile alle monocolture e monosuccessioni e all’eliminazione di larga parte dei diversificatori ambientali, siepi, macchie, filari, risultano elementi concorrenti all’impoverimento delle componenti faunistiche. Se per alcuni gruppi animali tale diminuzione non si verifica (o è meno facilmente avvertibile), in quanto meno sensibili o più adattabili ai nuovi assetti, l’esempio più pregnante è riferibile al Rattus norvegicus - Surmolotto, in altri casi, per specie ignorate o considerate irrilevanti la rarefazione, l’allontanamento, la destrutturazione demografica causano perdite di biodiversità a volte irreversibili. Si consideri al riguardo il caso dei Lepidotteri diurni, oggi rari e un tempo comunissimi oppure il recente fenomeno della moria di api.

Un’analisi dello stato attuale della fauna non può prescindere, pertanto, da alcune considerazioni, approfondite anche in altri capitoli del presente documento, relative alle cause di alterazione sopradescritte.

Configurazione del territorio

La rapida mutazione delle caratteristiche ambientali intervenuta in Zero Branco può essere verificata mediante un indicatore particolarmente preciso, misurato e monitorato nel tempo, lo spazio disponibile all’agricoltura. La determinazione della Superficie Agricola Utilizzabile, SAU, che viene effettuata a scadenza regolare dall’ISTAT, permette di verificare l’evoluzione

Page 11: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.213/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

dell’occupazione del territorio agricolo, che rappresenta comunque lo spazio preferenziale all’insediamento dei selvatici.

Allo stesso tempo tale indicatore consente di verificare il trend di occupazione degli spazi rurali, particolarmente preciso in pianura, in quanto non si verificano qui sottrazioni alla SAU per incremento delle zone boscate.

In Zero Branco tale evoluzione è avvenuta come segue:

La maggior perdita di spazialità è avvenuta nella seconda metà del secolo ventesimo, prima degli anni novanta, ma si deve considerare che i dati di raffronto risalgono a più di otto anni fa, quindi non descrivono le trasformazioni più recenti.

Appare peraltro incontrovertibile che alcune occupazioni di territorio agricolo (zone industriali) non possano altro che confermare la tendenza.

Sottrazione, frammentazione e antropizzazione

L’insediamento stabile dell’uomo sul territorio di Zero Branco è databile ad oltre due millenni fa, ma il livello di antropizzazione, pur con uno spazio rurale quasi completamente coltivato, si poteva ritenere compatibile con le dinamiche delle popolazioni animali presenti. I centri abitati raccoglievano quasi tutto l’edificato e le case sparse erano molto limitate. Sono state la sottrazione diretta di territorio per occupazione edilizia, inizialmente attorno alle frazioni e colmelli storici, la dispersione di fabbricati rurali e civili, le successive vaste lottizzazioni a creare le premesse per la riduzione degli habitat.

Aree integre, naturali, reti ecologiche

La riduzione e la frammentazione degli spazi verdi si è rivelata negativa e pregiudizievole nei confronti della fauna, pur considerando che il territorio aveva ambiti ad elevata naturalità, ascrivibili alla disponibilità di diversificatori vegtetazionali, che nella diffusa rete idrografica, propria delle zone a Sud della linea delle risorgive, avevano un elemento essenziale di localizzazione.

L’agricoltura tradizionale, non intensiva e impattante, poteva sostenere popolazioni selvatiche assestate, pur in presenza di prelievi continui e non regolamentati, a scopo direttamente (e necessariamente) alimentare da parte dei locali.

La disponibilità attuale, come si può verificare negli allegati cartografici, appare variata sul territorio, alcuni tratti, ben dotati dei diversificatori riconducibili al sistema delle siepi con un

Page 12: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.214/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

sufficiente grado di connessione di rete, nonché alcuni pregevoli ambiti di cava abbandonati, denotano valide potenzialità faunistiche, in altre parti, a elevata antropizzazione, riferibili in modo particolare alla fascia centrale posta in corrispondenza alla SR 515, tali potenzialità sono ridotte o quasi nulle.

… omissis…

Specie significative

Di seguito si riportano alcuni dati relativi alla biologia, alla diffusione ed alla consistenza di alcune specie, la cui presenza e diffusione appaiono significative e per cui sono disponibili dati aggiornati.

Il Fagiano e la Lepre, particolarmente interessati alla specifica gestione venatoria, saranno trattati separatamente.

Mammalia

Insectivora

Riccio europeo - Erinaceus europaeus

Attivo di notte in macchie boscate, siepi, giardini, parchi. In riduzione negli ultimi anni a seguito dell’antropizzazione e, specialmente, dei decessi per investimento da parte di veicoli.

Toporagno comune - Sorex araneus

Specie plastica, adattabile ad ambienti differenziati, la consistenza appare determinata da fattori interni. Mancano dati quantitativi puntuali sulla popolazione.

Crocidura minore - Crocidura suaveolens

Ubiquitaria e sinantropica, diffusa in pianura, predata dal barbagianni. Non sono disponibili dati quantitativi locali.

Talpa europea - Talpa europaea

Ampiamente diffusa e ubiquitaria, comune nei prati e margini dei coltivi. Popolazione stabile, dopo la diminuzione dovuta alla presenza dei pesticidi nelle pratiche agricole. Mancano dati quantitativi puntuali sulla popolazione.

Chiroptera

Rinolophus ferrumequinum - Rinolofo maggiore

Residente, presente, non numeroso, viste le particolari caratteristiche ecoetologiche. Di altre specie planiziali, potenzialmente insediate nel territorio, non sono disponibili notizie certe

Rodentia

Tra le specie presenti si ricordano il Topo selvatico - Apodemus sylvaticus, nonché comuni e ubiquitari Surmolotto - Rattus norvegicus e, in misura marginale, Ratto nero - Rattus rattus.

Carnivora

Volpe - Vulpes vulpes

Page 13: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.215/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

La distribuzione della Volpe in area comunale è stata segnalata fin dai primi anni settanta,

con presenze in allevamento nelle aree di cava abbandonate, segnalate anche nei comuni limitrofi, in considerazione delle condizioni di vegetazione naturalizzata e della relativa tranquillità dei siti. La presenza di discariche di rifiuti solidi urbani, usuale in tale periodo, ha portato al rapido incremento della popolazione, per le abbondanti risorse trofiche disponibili. L’immissione di selvatici “pronta caccia” (ripopolamenti), anche nelle zone di protezione presenti (ZRC), ha ampliato di fatto le disponibilità alimentari, anche in considerazione della relativa tranquillità ivi fruibile dal canide durante la stagione venatoria. La consistenza ipotizzabile si aggira su alcune decine di soggetti. In considerazione della presenza stabilizzata, appare necessario attuare precisi interventi di gestione della popolazione, secondo piani di contenimento attuati dalla Provincia su approvazione dell'INFS.

Aves

Anatidae

Canapiglia (Anas strepera)

Migratrice, parzialmente svernante nel contiguo Parco del Sile. È stata osservata in periodo migratorio negli ambiti di cava. Non sembra frequentare assiduamente il sito, avvistamenti e catture sono accidentali.

Alzavola (Anas crecca)

Migratrice, parzialmente svernante. Occasionali osservazioni la segnalano lungo il corso del Sile e in alcune cave. Più abbondante durante la migrazione primaverile, ma meno frequente negli ultimi anni.

Germano reale (Anas platyrhynchos)

E' certamente l'anatide più diffuso nel territorio. Gli esemplari presenti sono peraltro quasi tutti stanziali e di derivazione semidomestica, risultato di immissioni dirette. Gli individui che frequentano aree a sufficiente naturalità e meno antropizzate possono nel tempo pervenire a livelli più marcati di "rusticità", anche nel comportamento. Presenti nelle zone umide locali, fossati, canali di bonifica più naturalizzati, soprattutto nelle cave.

Marzaiola (Anas querquedula)

Presente soprattutto durante la migrazione di ritorno primaverile, molto mobile, localizzata in cave dismesse. Nidifica quasi ogni anno in provincia, viene segnalata come tale in aree immediatamente contermini, nel Parco del Sile (Quinto di Treviso, Morgano).

Moriglione (Aythya ferina)

Migratrice, parzialmente svernante nel nostro territorio. Le sue caratteristiche di anatra tuffatrice la portano a frequentare zone umide con acque profonde, quali ex cave. Segnalato svernante anche nelle cave. Non si sono verificati sinora casi di riproduzione o di estivazione.

Moretta (Aythya fuligula)

Migratrice, parzialmente svernante nel trevigiano, meno abbondante del Moriglione. Le aree di svernamento sono comprese dentro il parco del Sile, Da cui effettua spostamenti giornalieri anche nelle aree limitrofe di Zero Branco.

Page 14: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.216/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Rallidae

Folaga (Fulica atra).

Svernante e ultimamente nidificante. Si è diffusa in maniera significativa nell’intero territorio provinciale, era quasi del tutto assente fino a circa una ventina di anni fa, con un primo nucleo insediatosi presso le cave. È specie sinantropica, quindi adattabile alla presenza dell'uomo. Frequenta cave poco disturbate.

Columbidae

Tortora dal collare (Streptopelia decaocto).

Specie alloctona, da ritenersi oramai naturalizzata e largamente presente. Nidifica in aree agricole e periurbane, sempre più diffusa e numerosa, anche se negli ultimi anni appare stabilizzata. Si adatta perfettamente alla vicinanza dell'uomo.

Turdidae

Merlo (Turdus merula).

Sedentario, nidificante, migratore e svernante. Nel territorio comunale e in pianura trevigiana è presente con popolazioni sedentarie. Diffuso e numeroso, appare in recupero dopo un notevole declino dovuto a cause patologiche nel recente passato. La specie è fortemente inurbata, appare più abbondante nelle aree edificate dei centri abitati e periurbane, con parchi, giardini, siepi e tratti arborati, ambienti adatti alla riproduzione. Meno frequente di un tempo nelle aree rurali, per gli effetti degli ordinamenti colturali intensivi, che provocano perdita di habitat (macchie arboree e siepi) e distribuzione di biocidi.

Corvidae

Gazza (Pica pica).

Si è avuto un netto incremento di presenze dall’inizio degli anni ottanta. Appare diffusa in tutto il territorio. Specie opportunista, si adatta a nidificare nelle siepi arboree rade, su alberi isolati, e anche sui tralicci delle linee elettriche.

Cornacchia grigia (Corvus corone cornix)

Presente nel nostro territorio in due diverse forme o sottospecie, distinte tra di loro per la colorazione dell'abito, la Cornacchia nera, insediata soprattutto nell'arco alpino. La Cornacchia grigia diffusa oltre che in pianura anche in montagna. Esiste un’ampia fascia dove le due cornacchie coesistono, spesso anche ibridandosi tra loro. L'incremento della popolazione ha spinto la Cornacchia nera a frequentare le aree di pianura, in alcuni casi fino al corso del Sile. L'aumento delle cornacchie in pianura ha preso avvio circa venti anni fa. Da allora sono stati occupati anche ambienti prima non frequentati dalla specie, come ad esempio i centri storici. La crescita progressiva della Cornacchia grigia, è iniziata a partire dall'inizio degli anni '90. Causa la presenza in forte crescita è stato avviato un piano di gestione basato sul prelievo mediante trappole Larsen (modificate) in collaborazione con l'ISPRA.

Tra le specie stanziali oggetto di gestione venatoria, la Lepre e il Fagiano occupano un ruolo preponderante. Nelle cave abbandonate trovano siti di rimessa numerose altre specie ornitiche, stanziali e migratorie. Si ricordano, per la maggiore presenza, tra i Laridi il Gabbiano comune e tra i Rallidi La Folaga.

Page 15: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.217/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Fagiano (Phasianus colchicus)

È una delle prede maggiormente ricercate dai cacciatori, viene immesso in quantità significative anche per la facilità di allevamento e di ripopolamento, nonché il costo limitato. Non è possibile quantificare il numero preciso di soggetti liberati, ma si tratta senz'altro di svariate migliaia di fagiani, come riportato nel Piano Faunistico Venatorio provinciale. Si deve ricordare come il Fagiano sia una specie che si presta molto bene ad essere gestita a scopi venatori e come bastino pochi interventi per incrementare la densità e la qualità delle popolazioni stanziali, individuando i ceppi più rustici e procedendo a liberazioni secondo un progetto specifico, seguiti da interventi sistematici di monitoraggio, fino a pervenire all’affermazione di nuclei autoctoni autoriproducentisi.

Lepre comune (Lepus europaeus).

Assieme al Fagiano costituisce una delle specie più ricercate dal mondo venatorio. Ai fattori ambientali favorevoli alla specie (presenza di aree a sufficiente grado di naturalità, ordinamenti agricoli non intensivi), che in Zero Branco sono presenti, anche se localizzate su singoli tratti di territorio, si contrappongono alcuni fattori negativi, tra cui specificamente:

− Prelievi troppo sostenuti, che non permettono la sopravvivenza nel territorio di un numero minimo di capi adatti alla riproduzione.

− Occupazione degli spazi aperti ed interclusione per effetto barriera di porzioni significative di territorio.

− Semplificazione del paesaggio agrario, che rende difficile la permanenza in rimessa e in riproduzione.

− Inquinamento genetico, dovuto al ripopolamento con esemplari alloctoni.

− Ripopolamenti con esemplari provenienti da allevamenti, con scarsi risultati (tasso di insediamento sempre molto basso, inferiore al 15%) e possibile diffusione di malattie e parassitosi.

− Bracconaggio poco avvertito ma sostenuto e continuo, con furti sempre più impattanti sulle popolazioni residue.

− Presenza significativa di predatori (Volpe, cani randagi, gatti)

In futuro, qualora si ritenesse opportuno intervenire in modo efficace per un recupero della popolazione, si dovranno eliminare o ridurre le cause limitanti sopra citate.

Di altri gruppi sistematici, pur oggetto di ricerca naturalistica (Artropodi, Anfibi, Rettili), non sono attualmente disponibili notizie precise e aggiornate, pertanto, pur esercitando funzioni essenziali nell’equilibrio ecologico complessivo, non se ne possono riportare presenze accertate e dinamiche di popolazione.

Per le specie comunemente denominate inferiori (ci si riferisce a numerosi Phila, quali Molluschi, Anellidi e altri minori), mancano notizie, in genere patrimonio di singoli, rari specialisti. Il loro contributo all’equilibrio ambientale appare egualmente determinante, ma parimenti non si riesce riportarne presenze e dinamiche.

… omissis…

Page 16: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.218/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

I Prelievi venatori

Non essendo disponibili, come ricordato sopra, dati specifici relativi al territorio di Zero Branco, si può fare riferimento a quanto riportato nel PFV provinciale, che quantifica il prelievo attuale in “forse 40.000 Fagiani e quasi 1.000 Starne” e per la Lepre “4.000 soggetti (2.900 negli ATC...)”.

Appare evidente come la sostenibilità di tali prelievi possa essere assicurata, allo stato dei fatti, unicamente da massicce immissioni di ripopolamento, sebbene la Consistenza obiettivo (No), indicata nel PFV provinciale, sia di circa 5.000 – 10.000 capi per il Fagiano e di forse 15.000 capi per la lepre10.

Pressioni antropiche

L’uso del territorio, in un ambito antropizzato da secoli quale il comune di Zero Branco, esercita una serie di pressioni dirette, indirizzate non soltanto verso la fauna, bensì su tutte le risorse naturali presenti.

Appare pertanto necessario, preliminarmente, identificare le specifiche fonti di pressione, allo scopo di poter definirne gli effetti sulle componenti biotiche, in particolare sugli animali, e successivamente riconoscerne gli impatti sugli habitat.

Le pressioni teoriche possono essere ricomprese in due principali categorie:

AZIONI E INTERVENTI MODIFICATORI DELL’AMBIENTE:

− Inquinamento di corpi idrici superficiali,

− Bonifica di corpi idrici e captazioni da sorgenti e corsi d’acqua,

− Alterazione di sponde e letti naturali o naturaliformi di corpi idrici,

− Uso di fitofarmaci e biocidi,

− Occupazione di aree non urbanizzate per espansioni edilizie,

− Eliminazione di siepi, filari, alberi isolati, macchie planiziali,

− Modificazioni di edifici tipici e/o storici,

− Dismissione di attività agricole,

− Apertura di strade,

− Presenza di elettrodotti.

AZIONI DIRETTE SUI POPOLAMENTI ANIMALI:

− Prelievo venatorio e ittico,

− Bracconaggio persecuzione diretta di specie animali protette o meno,

− Introduzione di specie alloctone,

− Prelievo di uova e nidiacei di uccelli,

Inquinamento di corpi idrici superficiali.

Non sono segnalati negli ultimi anni episodi di inquinamento significativi. Stante la conformazione e il regime idraulico non risultano perciò impatti diretti sulla fauna dei corsi d’acqua, né determinazioni dell’IBE (Indice Biotico Esteso), che descrive efficacemente lo stato di salute biologica dei corpi idrici.

10 (PFV provinciale, pag 66)

Page 17: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.219/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Bonifica di corpi idrici e captazioni da sorgenti e corsi d’acqua

Si possono ritenere tali pressioni inesistenti oppure non significative.

Alterazione di sponde e letti naturali o naturaliformi di corpi idrici

La conformazione delle sponde appare oramai stabilizzata e quindi ininfluente sulle popolazioni presenti. In alcuni tratti si hanno, peraltro, notevoli difficoltà all’insediamento e alla riproduzione delle specie acquatiche e, talvolta, allo stesso accesso alla risorsa acqua, anche semplicemente per l’abbeverata, a causa delle operazioni di sfalcio della vegetazione erbacea ed arbustiva ripariale da parte dell’Ente consortile, per mantenere efficiente la funzionalità idraulica. I corpi idrici maggiori, Zero e Vernise potrebbero ospitare significative forme di vita animale, oltre che vegetale.

Uso di fitofarmaci e biocidi

La presenza di ordinamenti colturali intensivi, con larga prevalenza del seminativo in monosuccessione, presuppone una diffusa distribuzione di pesticidi e concimi, che, ancorché non quantificabile con precisione, rappresenta fonte di pressione diretta e indiretta sulla fauna (catene alimentari).

Occupazione di aree non urbanizzate per espansioni edilizie

Per quantificare tale fonte di pressione, che porta all’erosione di spazi nell’agroecosistema, si possono considerare, innanzitutto, le serie storiche relative all’ampliamento delle zone edificate. Si fa riferimento alla Tabella sopra riportata con i dati relativi alla riduzione della Superficie Agricola Utilizza (SAU), dal 1929.

A detta erosione, che appare estremamente rilevante dagli anni sessanta del secolo scorso, si è accompagnata la diffusione degli insediamenti residenziali sparsi in area agricola, fonte di disturbo ai selvatici. Particolarmente critico appare, a tale proposito, l’effetto barriera che l’edificato residenziale e produttivo, specialmente se disposto a pettine lungo la viabilità, anche di rango locale, viene ad espletare. La diffusione di recinzioni invalicabili alla fauna terrestre e i flussi di traffico motorizzato, in qualche caso molto elevati, si rivelano elementi di interclusione determinanti, e l’incrocio intraspecifico in fase riproduttiva appare molto difficoltoso tra popolazioni di fatto separate.

Eliminazione di siepi, filari, alberi isolati, macchie planiziali

Nell’ultimo periodo, a partire dagli ultimi anni novanta, la significativa riduzione delle siepi e alberate planiziali, iniziata alla metà del secolo scorso con l’affermazione dei metodi colturali ad alto input energetico, si è ridotta. In qualche caso il trend negativo ha subito un inizio di inversione. Le ripercussioni favorevoli sulla fauna dovrebbero rivelarsi già avvertibili, in realtà mancano riscontri precisi e documentati, per cui tale effetto si può per ora soltanto ipotizzare.

Modificazioni di edifici tipici e/o storici

Non risulta un fattore pertinente in Zero Branco, essendo riferibile in gran parte a complessi edilizi in grado di ospitare popolazioni di Chirotteri oppure rapaci, specie notturni.

Dismissione di attività agricole

L’agroecosistema planiziale non ha, per ora, evidenziato fenomeni di dismissione colturale, anche se la popolazione agricola è fortemente diminuita, come evidenziato nel capitolo specifico.

Page 18: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.220/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Il territorio rurale è quasi totalmente coltivato e gli incolti sono episodici e localizzati nelle

zone immediatamente periurbane oppure in prossimità di alcune aree estrattive. Gli habitat specifici dell’agroecosistema, oramai stabilizzati da tempo, non sono quindi mutati, va rilevato, peraltro, che nel territorio comunale non sono presenti ambiti ad elevata naturalità, siano essi individuati dagli strumenti di pianificazione o meno.

Apertura di strade

Non si sono avuti interventi rilevanti e recenti nel settore viabilità. Le caratteristiche costruttive e l’intensità del traffico rendono la prevedibile strada di variante al centro di Zero opera molto significativa per quanto riguarda l’effetto barriera, che dovrà risultare mitigato dalla possibilità di transito faunistico, in maniera da garantire il necessario livello di biopermeabilità. Alcune opere stradali recenti sono localizzate esclusivamente in aree urbanizzate ed edificate.

Presenza di elettrodotti

La presenza di elettrodotti non risulta incrementata recentemente e non sono segnalati episodi di elettrocuzione verso gruppi animali sensibili, in primo luogo i Rapaci diurni.

Prelievo venatorio e ittico

Il prelievo ittico è normato secondo il disposto del Regolamento provinciale sulla pesca. I corsi d’acqua locali non sono in concessione di pesca sportiva, compresi in zona ittica ciprinicola.

Il prelievo venatorio, dai dati rinvenibili in Ufficio Caccia Provinciale, è diretto essenzialmente verso specie stanziali, Fagiano e Lepre, oggetto di ripopolamenti continui. L’abbattimento di altra fauna ornitica, migratoria oppure stanziale, pur costituendo una porzione significativa del totale, non appare ad oggi quantificabile. Si auspica, anche ai fini di una puntuale gestione del patrimonio faunistico, la verifica esaustiva degli abbattimenti.

Si deve in ogni caso ricordare ciò che viene a proposito riportato nel Piano Faunistico Venatorio Provinciale:

“…In verità, il problema reale consiste nel fatto che spesso non è possibile conoscere l'abbondanza di alcuni animali nel territorio e che in molti casi per l'inerzia legislativa italiana si cacciano specie poco diffuse e si lasciano espandere a dismisura altre che di regola interagiscono negativamente con le attività umane.” (Provincia di Treviso – Piano Faunistico Venatorio – 2003)

Bracconaggio, persecuzione diretta di specie animali protette o meno

Le violazioni accertate negli ultimi anni in zona permettono di ritenere che la porzione evidente di tale fenomeno abbia dimensioni molto limitate. Non è, certamente, identificabile il livello del bracconaggio reale, per quanto tale fenomeno, vista l’antropizzazione elevata del territorio, si possa stimare abbia dimensioni non determinanti sull’assetto delle popolazioni.

Neppure la raccolta di elicoidei (s-ciosi), un tempo frequente nelle aree rurali, sembra avere effetti di depressione numerica della popolazione.

Introduzione di specie alloctone

Non se ne hanno notizie certe.

Prelievo di uova e nidiacei di uccelli

Page 19: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.221/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Nel passato era passatempo adolescenziale consueto, indirizzato anche all’allevamento da

richiamo, il livello attuale si può stimare irrilevante nei confronti dei selvatici.

… omissis…

3.1.6.3. – BIODIVERSITA’

La Biodiversità, o diversità biotica, indica il livello di diversificazione delle specie presenti in un determinato ambiente e risulta strettamente connessa alla dimensione dell’area in esame e al tempo di colonizzazione, intesi in termini evoluzionistici. Si esprime attraverso due componenti, la ricchezza (densità di specie) e l’omogeneità, legata alla dominanza e alla rarità delle specie stesse. La diversità biotica è quindi tendenzialmente ridotta negli ambienti sottoposti a stress ambientali, mentre aumenta negli ambienti stabili e nelle comunità assestate.

Vi è per altro una correlazione stretta tra diversità biotica e diversità ecologica (ecodiversità), quest’ultima definita come diversità dei processi e biologica valutabili in una determinata area11.

Sul territorio sono rilevabili ambienti omogenei, che rappresentano unità bioambientali eterotipiche, risultanti dall’integrazione di una determinata collettività di specie presenti (biocenosi) con il luogo fisico dove essa vive (biotopo), definiti ecosistemi. L’ecosistema è quindi l’insieme delle componenti biotiche (vegetazione e fauna) e abiotiche (suolo, acqua, aria), ovvero l’insieme di biotopo e di biocenosi.

Gli ecosistemi, intesi come sopra, occupano quindi ambiti che si caratterizzano per un grado di omogeneità (strutturale e/o funzionale) ritenuta sufficiente e facilmente rilevabile alla scala d’indagine, sono “unità funzionali entro le quali interazioni ed iterazioni tra ambiente fisico e quello biologico determinano caratteristiche distinguibili”12.

In termini di biodiversità, il territorio comunale, stante l’omogeneità morfologica e ambientale, presenta una contenuta ricchezza di specie floristiche e faunistiche.

La presenza di alcuni tratti di territorio aperto meno antropizzato, con strutture ambientali a rete (siepi campestri) incrementa la recettività faunistica.

3.1.6.3.1 - Componenti

Il territorio di Zero Branco, in considerazione delle caratteristiche geomorfologiche e idrologiche, nonché della dinamica insediativa e delle scelte di gestione e utilizzazione delle risorse ambientali, risulta solo in alcuni ambiti vocato in termini naturalistico-ambientali.

La morfologia pressoché omogenea costituisce un elemento di scarsa differenziazione ambientale. Quest’ultima è quasi completamente demandata all’assetto idrografico e all’organizzazione della vegetazione di campagna.

I corsi d’acqua presenti sono di origine prevalentemente naturale. Il più rilevante è il fiume Zero, che attraversa l’intero territorio comunale, da località Mulino Carlesso a località Ponte Tasca, con direzione da Nord-Ovest a Sud-Est. Gli altri corsi d’acqua minori mantengono generalmente la medesima direzione, alcuni scorrono all’interno dell’ambito comunale, quali il rio Vernise e il Fosso Rivolo, altri sono posti in posizione marginale, come il fosso Dosson, il rio Zermanson, i rii Piovega

11 A. Farina, “Ecologia del Paesaggio”, UTET, Torino, 2001. 12 A. Farina, “Ecologia del Paesaggio”, UTET, Torino, 2001.

Page 20: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.222/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

di Scandolara e Piovega dei Tre Comuni A questi si aggiungono gli scoli Peseggiana e Piovega di Cappella.

Il bacino idrografico di cui sono tributari è quello scolante in Laguna di Venezia. Complessivamente esprimono la massima valenza ambientale sul territorio comunale. La loro presenza è da considerarsi determinante in termini di conservazione degli habitat e delle specie, non soltanto legate all’ambiente acquatico.

Le colture agricole interessano tutto il territorio comunale, considerate le buone attitudini produttive dei suoli. Ciò ha comportato fenomeni di semplificazione delle strutture a rete, soprattutto in determinati ambiti per lasciare posto a colture intensive cerealicole e orticole (peperone tra tutte).

L’antropizzazione è in vasti tratti molto elevata, talvolta permeante. L’insediato si attesta lungo la S.R. 515 Noalese e la S.P. 65.

Il consumo della risorsa suolo, negli ultimi decenni, è stato decisamente sostenuto. Ad un confronto diacronico, anche esclusivamente condotto in termini numerici, raffrontando cioè le variazioni degli usi del suolo in momenti successivi, appare evidente la progressiva diminuzione nelle componenti vegetali e animali della biodiversità.

Alla luce di quanto esposto, tenendo conto delle risorse biotiche presenti, si possono individuare:

� aree protette, � aree a particolare naturalità, � habitat in riduzione

Aree Protette

Non sono presenti, in ambito comunale, Siti Natura 2000 ai sensi della Direttiva 92/43/CEE.

In area contermine è il SIC IT3240028 “Fiume Sile dalle sorgenti a Treviso ovest”, che comprende la ZPS IT3240011 “Sile: sorgenti, paludi di Morgano e S. Cristina”. Il Sito assume rilevante valore per la presenza di specie animali e vegetali, nonché di habitat specifici. È localizzato a Nord, ad una distanza minima di circa 300 metri dal confine comunale.

Il sito comprende 42 specie animali ritenute significative.

Page 21: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.223/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Page 22: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.224/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Altre specie faunistiche importanti segnalate nel Sito sono le seguenti:

Mammalia

Reptilia

Page 23: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.225/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Mollusca

Tra le specie vegetali è segnalata significativa (Allegato II della Direttiva 92/43/CEE) l’Eufrasia di Marchesetti (Euphrasia marchesettii).

Altre specie importanti segnalate sono:

Gli habitat significativi del Sito in oggetto sono:

Page 24: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.226/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Page 25: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.227/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Aree a particolare naturalità

Si evidenziano in Zero Branco alcune aree di un certo interesse, con elementi di sufficiente naturalità. Tra gli spazi aperti che presentano tali caratteristiche si segnalano gli ambiti:

• Tra Zeriolo, Scandolara e Sant’Ambrogio,

• Tra Sant’Alberto e Bertoneria, proseguendo verso Nord,

• Tra Zagaria – Villa Guidini e Zero centro,

• A Sud di Zero centro, fino a Fontane.

In tali tratti si rileva una maggiore presenza di siepi campestri, non completamente connesse in sistemi a rete, sviluppate in corrispondenza dei corsi d’acqua e non, che contribuiscono ad arricchire il sistema ambientale per le componenti faunistiche ad essa maggiormente legate (Anfibi, Rettili, Artropodi).

Un elemento molto significativo di naturalità è costituito dalle zone umide (bacini di cava) e dai corsi d’acqua. La presenza d’acqua costituisce fattore preminente di qualità ambientale, in un contesto complessivamente piuttosto omogeneo, poiché consente il mantenimento di microhabitat dotati di spiccata naturalità ed elevata biopermeabilità.

A riprova di questo il fiume Zero rappresenta un corridoio principale all’interno della rete ecologica provinciale come riportato nel PTCP della Provincia di Treviso.

Page 26: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.228/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Habitat in riduzione

Un indice di valutazione della riduzione degli habitat naturali ed agronaturali è dato dal confronto diacronico dell’utilizzo agricolo del territorio. La dinamica delle superfici coltivate, che rappresentano gli agroecosistemi rinvenibili, permette di stimare in modo indiretto la possibile perdita di habitat. Questi ultimi, in ambito agricolo, sono riferibili alle residue macchie boscate, alle siepi e fasce arborate, al verde di margine, agli incolti.

Si denota una destrutturazione degli agroecosistemi ad opera degli insediamenti e la contestuale trasformazione degli spazi rurali dal sistema della piantata veneta, che preservava ancora il sistema a rete delle siepi, al sistema dell’agricoltura meccanizzata per il quale tali elementi non sono più funzionali. La modifica degli ordinamenti colturali e la conseguente diversa organizzazione degli appezzamenti, con riduzione progressiva della dotazione a verde naturale, ha determinato una parallela contrazione degli habitat. Tutti gli ambiti dell’agroecosistema coltivato hanno subito quindi una forte perdita di biodiversità.

3.1.6.3.3 - Agroecosistemi

La presenza in Zero Branco di un territorio largamente antropizzato impone la necessità di salvaguardare l'intera struttura degli ecosistemi presenti (a partire dagli agroecosistemi) e la loro specifica funzionalità, con finalità di conservazione dei residui tratti a maggiore naturalità.

La rete ecologica esistente necessita di interventi volti a farne un’infrastruttura ben definita, al fine di relazionare e connettere gli ambiti territoriali dotati di maggiore naturalità, permettere la circuitazione biotica delle popolazioni animali e dei popolamenti vegetali, migliorare la qualità ambientale complessiva.

Page 27: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.229/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Sugli elementi portanti esistenti, di cui va comunque garantita l’efficienza, attraverso

interventi di integrazione, connessione e completamento funzionale, si deve pervenire a tali obiettivi.

… omissis…

6.2.4. SA4 Indice di Biopotenzialità

La sostenibilità si può esprimere anche in termini di “costo ambientale” quantificato attraverso l’indice di biopotenzialità (BTC). In termini ecologico-funzionali tale grandezza è funzione del metabolismo degli ecosistemi presenti sul territorio. Poiché ad ogni elemento del paesaggio presente in un territorio è associabile un valore unitario di BTC, quantificando la superficie occupata dallo stesso e ripetendo l’operazione per ciascuna tessera paesistica, si ottiene un valore complessivo. Adottando lo stesso procedimento per ogni elemento dell’ecomosaico paesistico si arriva a stimare la BTC media di un determinato territorio.

Tale indicatore è applicato a tutti gli ATO di PAT, adottando nel particolare contesto territoriale esaminato, con riferimento alle classi d’uso del suolo, i seguenti valori unitari di BTC:

Il risultato finale (con confronto PAT – Scenario Alternativo) è espresso come segue:

Page 28: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.230/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

L’andamento dell’indicatore nello scenario di PAT è tematizzato nella tavola seguente.

Anche negli ATO ove si concentrano le nuove aree di espansione il valore complessivo tende a crescere grazie a due fattori. Da un lato l’apporto di “standard” e “verde ecologico” compensa in parte la perdita per trasformazione e dall’altro gli interventi si potenziamento della rete ecologica nei corridoi fanno aumentare comunque il peso della BTC mediata sull’intera superficie dell’ATO. Dall’esame della tabella si evidenziano scarti nei valori medi unitari, riferiti all’intero ATO, limitati ma positivi.

L’andamento dell’indicatore nello scenario alternativo è tematizzato nella tavola seguente.

La concentrazione delle nuove aree di espansione unicamente nell’ATO R.1.1 comporta una perdita di biopotenzialità nello stesso per effetto dell’urbanizzazione nella quale prevale la sottrazione di suolo. Negli altri ATO il valore resta invariato (ove il PAT comunque non prevede espansione) mentre diminuisce negli ATO ove lo Scenario 2 non prevede l’espansione poiché viene a mancare l’apporto del verde a “standard” e del “verde ecologico” che, si è già visto in precedenza, compensa in buona parte la perdita di suolo per trasformazione.

Page 29: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.231/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

6.2.5. SA5 Indice di estensione della rete a verde

L’indicatore esprime l’incidenza delle superfici occupate da elementi della rete a verde (siepi, filari, gruppi arborei, superfici boscate di pianura) quali elementi portanti della continuità ecologica nei territori di pianura. È espresso in superficie % occupata da tali strutture.

Le scelte di PAT di promuovere la costituzione di una rete ecologica funzionale determina la previsione del potenziamento e completamento dei corridoi esistenti, soprattutto con interventi di messa a dimora di nuove strutture lineari. Ciò si ripercuote in un generalizzato incremento dell’indicatore in tutti gli ATO. L’andamento dell’indicatore è tematizzato, per lo scenario di PAT, alla tavola seguente.

Page 30: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.232/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

La scelta dello Scenario 2 di accentrare le espansioni nel capoluogo toglie dagli altri ATO la possibilità di formazione delle nuove strutture connesse alle urbanizzazioni (verde ecologico) mantenendo unicamente le previsioni di potenziamento della rete ecologica. Ciò spiega l’invarianza degli ATO in cui non sono previsti interventi di PAT e il peggioramento degli ATO nei quali sono stati eliminate le espansioni da parte dello Scenario alternativo. L’andamento dell’indicatore è tematizzato, per lo Scenario 2, alla tavola seguente.

6.2.6. SA6 Indice di integrità

L’indice esprime in modo diretto il grado di compromissione territoriale attribuibile agli insediamenti ed alle infrastrutture. Proprio per la natura del calcolo (buffer di 30 metri attorno a ciascun edificio e buffer di 15 metri dalle strade) l’area integra rappresenta la quota di risorsa

Page 31: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.233/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

suolo non mineralizzata da trasformazioni permanenti ed irreversibili. In realtà tale indice esprime anche un significato di integrità in sensu lato poiché i valori prescelti per i buffer tengono conto delle pertinenze e degli spazi antropizzati attorno agli insediamenti, nonché dei possibili effetti di disturbo e alterazione delle superfici lungo le strade.

La particolarità dell’indicatore è dovuta al fatto che può solamente diminuire o restare immutato. Essendo l’integrità un concetto legato a caratteristiche non riproducibili del suolo, essa esiste o non esiste. La trasformazione erode in modo irreversibile il suolo, compromettendone in modo irreversibile le caratteristiche fisiche e sottraendolo di fatto ai processi biologici ed ecologici. Ecco perché negli ATO in cui lo scenario alternativo elimina l’espansione l’indice migliora.

Page 32: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.234/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

La tematizzazione relativa a tale indicatore è riportata nella tavola seguente.

Page 33: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.235/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

6.2.7. SA7 Indice di naturalità

L’indicatore esprime il rapporto tra il valore di naturalità complessivo di un’area e la superficie della medesima. Il valore di naturalità è calcolato con riferimento a ciascun biotopo (classe d’uso del suolo) presente sul territorio, assegnando, secondo una scala arbitraria (0-1), un valore in relazione al ruolo funzionale e al valore di naturalità di ognuno.

La scala adottata prevede un valore minimo (pari a 0,01) assegnato al residenziale produttivo, alle strade e alle superfici extragricole, ed un valore massimo (pari a 1) attribuito alle superfici boscate.

La presenza di acqua in vicinanza delle tessere di uso del suolo con funzionalità biotica eleva il relativo potenziale di naturalità di un valore stimato pari al 30%. Quindi il valore è espresso non solo con riferimento alla destinazione d’uso ma considerando anche l’effetto indotto dall’immediato intorno.

Valgono per questo indicatore gran parte delle considerazioni svolte in sede di valutazione della Biopotenzialità e di estensione della rete a verde. Le scelte dello scenario alternativo comportano lo spostamento delle espansioni e quindi del potenziamento del verde (standard e verde ecologico) nel capoluogo, con conseguente diminuzione dell’indice medio negli ATO rispetto a quello nello scenario di PAT. Nel capoluogo, per altro, l’entità delle espansioni è tale da sottrarre

Page 34: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.236/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

porzioni di territorio ad elevata naturalità (es. in fregio al fiume Zero), sottraendo anche tratti destinati a nuovi corridoi della rete ecologica comunale. Il verde connesso alle nuove urbanizzazioni (standard e verde ecologico) non è sufficiente a compensare la perdita in termini assoluti, determinando la diminuzione dell’indice medio di ATO.

… omissis…

6.2.13. SS3 Dotazione di verde pubblico (mq/ab)

L’indicatore utilizzato è quello della dotazione procapite di verde pubblico (mq/ab). Esso è stato riferito ai soli ATO residenziali in funzione della maggiore significatività dell’indicatore in questi ambiti territoriali. Sono stati confrontati i dati relativi ai PRG vigenti e quelli di previsione del PAT.

Page 35: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.237/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Dotazione procapite di verde pubblico

� ottimo > 25,00 � buono 15,00 – 25,00 � sufficiente 5,00 – 15,00 � insufficiente < 5,00

Si evidenzia una buona dotazione di aree di verde pubblico, anche se per quanto concerne il PRG vigente va sottolineata la non completa attuazione del Piano. In questo senso il PAT oltre a individuare nuove aree a verde attrezzato, incentiva la completa attuazione delle previsioni di PRG.

Page 36: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.238/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

4.5.2. Biodiversità flora e fauna: stima degli impatti

Delle potenziali problematiche ambientali definite al par. 3.8 quelle che possono determinare un effetto negativo e quindi un impatto sulla componente ora considerata risultano essere il rumore prodotto (ventilatori, sistema aspirante, mezzi d’opera), la presenza di sorgenti luminose e da queste sul corridoio ecologico secondario definito dal PTCP e dal PAT, costituito dalle campagne e da corsi d’acqua minori in direzione Sud ed Est, per la sua vicinanza all’area di progetto.

Da ricordare inoltre L’inclusione di parte dell’area agricola interna all’area di progetto in una fascia tampone (“Buffer zone”) rispetto al corridoio ecologico citato, che prevede una valutazione di compatibilità ambientale per la realizzazione di qualsiasi intervento non esplicitamente citato nella Norme Tecniche afferenti al PAT (vedi par. 2.2.4) e al PI (vedi par. 2.2.5).

Si ritiene a priori trascurabile il potenziale impatto generato dagli esigui scarichi (già attualmente autorizzati e adeguatamente sottoposti a valutazione di compatibilità idraulica) nel fosso sul lato Est dell’area di progetto, in quanto essi saranno molto limitati nel tempo e nelle quantità e rispondenti alla normativa vigente in materia di scarico in acque superficiali.

4.5.2.1. Portata dell’impatto (area geografica e densità di popolazione interessata)

Il potenziale impatto sulla biodiversità, flora e fauna può considerarsi di estensione limitata all’area di progetto e molto limitatamente alle zone limitrofe ai suoi confini, prudenzialmente ricomprese in una fascia di circa 420 m, come riportato dalla documentazione previsionale di impatto acustico all’allegato 02, che risulta essere la più ampia in relazione agli effetti prodotti dall’impianto potenzialmente interferenti con le componenti esaminate. Tale area permette di analizzare gli eventuali effetti prodotti nella fascia tampone del corridoio ecologico precedentemente menzionato e sulle zone limitrofe alla superficie di progetto.

Per questo fattore si considereranno quindi le cenosi vegetali e animali attualmente insediatesi nell’intorno dell’area di progetto.

Page 37: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.239/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

4.5.2.2. Carattere cumulativo dell’impatto

Non si riscontra la possibilità di effetti cumulativi su biodiversità, flora e fauna per impatti negativi con altri progetti attualmente individuabili.

4.5.2.3. Natura transfrontaliera dell’impatto

Non sono possibili impatti transfrontalieri in nessuna fase prevista dal Progetto esaminato.

4.5.2.4. Ordine di grandezza e complessità dell’impatto

Si analizza separatamente il possibile impatto sugli habitat, sulla componente vegetazionale e su quella faunistica. Si ritiene infatti che le problematiche ambientali sollevate dal progetto in esame (par. 3.8) possano potenzialmente addurre diversi effetti a seconda del bersaglio che si considera, in ragione delle proprie caratteristiche.

In merito ai possibili impatti determinatisi sul vicino corridoio ecologico e sulla buffer zone in cui è ricompresa l’area interessata dagli interventi, si rileva come il progetto preveda di dotarsi di aree verdi perimetrali (par. 3.6.6) che, oltre a rispettare le prescrizioni individuate dal PAT (par. 2.2.4) e dal PI (par. 2.2.5), saranno costituite da siepi di tipo campestre e multiplano (arboreo, alto-arbustivo e basso-arbustivo), costituite con specie autoctone e utili al richiamo e all’insediamento (fruttificazioni quali fonte di cibo), alla funzione di rifugio temporaneo per la fauna selvatica e al potenziamento della funzionalità delle valenze naturalistiche, per quanto non di eccellenza, presenti sul territorio, che risultano ad oggi ripetutamente interrotte e frammentate (strade, insediamento sparsi, attività agricola intensiva, ecc.).

La costituzione delle aree verdi aiuterà a schermare ulteriormente, anche se in maniera non esaustiva, i rumori prodotti dall’impianto: i macchinari origine di questo tipo di impatto (ventilatori, impianto di aspirazione) saranno comunque dotati alla fonte di sistemi di schermatura (vedi allegato 02 e par. 4.7.2), che ne limiteranno all’origine la possibilità di diffusione e quindi di creazione di disturbo per la fauna presente già nell’immediato intorno dell’area di progetto (vedi par. 4.7). La siepe perimetrale fungerà anche da schermante in relazione ai mezzi d’opera operanti nell’impianto: essa, oltre ad attenuare i rumori come già descritto, intercetterà anche le polveri emesse dalle stesse (funzione maggiormente efficiente grazie alla multiplanarità della struttura), confinando il possibile disturbo da esse apportato.

Le siepi perimetrali serviranno altresì da schermo per il potenziale impatto dovuto alla presenza dei seppur pochi e poco intensi punti di illuminazione (non costituenti un vero e proprio impianto esterno): esse infatti, una volta raggiunta la maturità, saranno in grado di contenere quasi completamente le emissioni di carattere luminoso (vedi par. 3.8.4.4) che potrebbero essere fonte di disturbo per la fauna selvatica.

A tutto ciò va aggiunta la considerazione che l’area di progetto si trova in un contesto che è stato già alterato per le componenti rumore e inquinamento luminoso: essa infatti è stata interessata nel recente passato (fino a marzo 2015) da un medio allevamento intensivo di conigli da carne che, con la presenza e il funzionamento degli impianti di ventilazione e di pulizia delle corsie di raccolta dei liquami, interessava la zona circostante con rumori tipici di un insediamento

Page 38: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.240/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

produttivo e antropizzato, che costituiscono elementi detrattori per la fauna selvatica e peggiorativi in materia di vocazione faunistica.

In merito al possibile impatto sulla vegetazione non si può che constatare la trascurabilità se non l’assenza di effetti negativi. L’area di progetto risulta infatti interessata ad oggi dalla presenza nella parte perimetrale di filari costituiti sul principalmente da olmo campestre (Ulmus minor) e pioppo (Popolus alba, Popolus nigra) e sul piano erbaceo dalle specie presenti su prato incolto, principalmente graminacee adattabili al forte compattamento del terreno, tipiche dei prati regolarmente sfalciati di servizio alle attività. Il progetto esaminato, almeno sulle fasce perimetrali, rinforzerà la situazione autoctona con specie coerenti con l’intorno anche nell’ottica del ripristino e rinforzo delle siepi campestri andate perdute con l’affermarsi nei decenni passati di un modello intensivo di agricoltura.

4.5.2.5. Probabilità, durata, frequenza e reversibilità dell’impatto

La probabilità del verificarsi di quanto sopra descritto in merito ai possibili effetti negativi sulla componente biodiversità, flora e fauna è certa, così come i sistemi di mitigazione e riduzione dei possibili impatti individuati.

La durata deve essere riferita all’intero ciclo vitale dell’impianto, che risulta essere virtualmente illimitato. Non può essere individuata una frequenza nel potenziale impatto, che deve ritenersi pressoché continuo.

La reversibilità è strettamente legata alla durata nel tempo dell’impianto: per quanto sopra detto, deve quindi ritenersi irreversibile.

4.5.2.6. Sintesi e valutazione dell’impatto

Per quanto espresso nei precedenti paragrafi il potenziale impatto sulla componente biodiversità, flora e fauna si può ritenere trascurabile o non significativo, in considerazione dell’intensità e dell’entità degli effetti perturbativi che possono produrlo e dei sistemi di mitigazione e riduzione adottati.

4.6. Paesaggio e valenze storico-archeologico-culturali

4.6.1. Paesaggio e valenze storico-archeologico-culturali: stato attuale della componente

L’area oggetto di studio si pone, secondo il “Documento per la pianificazione paesaggistica” allegato alla prima variante parziale con attribuzione della valenza paesaggistica del PTRC adottato con D.G.R. 372/2009, nell’ambito ricognitivo n. 27 “Pianura agropolitana centrale”, che comprende tutto l’ambito pianeggiante interessato da alternanza tra territorio urbanizzato e agricolo, baricentrico rispetto alla pianura dell’area veneziana.

Al fine dell’inquadramento della componete esaminata, si considera quanto riportato nel Rapporto Ambientale prodotto per la procedura di VAS del PAT del Comune di Zero Branco, che considera la componente paesaggistica e le valenze storico-culturali-testimoniali nella sezione relativa all’inquadramento delle varie componenti.

Page 39: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.241/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Si riporta quindi un estratto di questo documento, relativamente all’area individuata.

3.1.7 – Paesaggio

Il riconoscimento che il paesaggio, inteso quale “parte omogenea del territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni”13 rappresenta una “componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale”, nonché un “elemento importante della qualità della vita delle popolazioni”14 appare acquisizione oramai definita e universalmente accettata.

La nozione di patrimonio paesaggistico, da considerarsi un bene ambientale e culturale primario, una risorsa essenziale dell’economia nazionale, da assoggettare a tutela diretta e il più possibile rigida sono convinzioni che, maturate nel tempo, devono trovare compiutamente attuazione.

Lo stesso processo di acquisizione di tali concetti, maturato attraverso strumenti via via più precisi e pregnanti15, permette di comprendere il ruolo centrale che la tutela del paesaggio, nelle sue varie accezioni, deve avere nella conservazione delle risorse naturali ed antropiche.

Che d’altra parte tali concetti fossero del tutto ovvi e già conosciuti, pur non essendo patrimonio universale, ma ristretto ad alcuni specialisti del ramo, lo testimonia proprio la definizione di paesaggio agrario che dette il Sereni ancora nell’oramai lontano 1955, con la prima pubblicazione della sua “Storia del paesaggio agrario italiano” indicandolo quale “...forma che l’uomo, nel corso e ai fini delle sue attività produttive agricole, coscientemente e sistematicamente imprime al paesaggio naturale ”. Paesaggio agrario, ancora distinto e forse in contrapposizione all’edificato, ma già riconosciuto quale opera dell’ingegno e del lavoro dell’uomo.

Nell’accezione attuale, che non distingue più tra urbano e rurale, ruolo fondamentale, in ogni caso, riveste la Convenzione europea del paesaggio – (Convenzione di Firenze – 2000). L’ambito di applicazione è indicato in “tutto il territorio” e “riguarda gli spazi naturali, rurali, urbani e periurbani”. Comprende “i paesaggi terrestri, le acque interne e marine” e “sia i paesaggi che possono essere considerati eccezionali, sia i paesaggi della vita quotidiana, sia i paesaggi degradati”.

La Convenzione impegna le parti ad assumere il paesaggio tra le proprie politiche e all’Articolo 6 che fissa i criteri fondamentali, impone particolare attenzione nella determinazione dei compiti della pianificazione, così riassumibili:

a. individuazione dei propri paesaggi, specifici dell’ambito territoriale di riferimento b. analisi delle caratteristiche, delle dinamiche e delle pressioni paesaggistiche in atto c. monitoraggio delle trasformazioni d. valutazione dei paesaggi individuati, secondo i valori specifici loro attribuiti (singoli e

collettivi).

13 Art. 131 DLgs 42/2004, (Codice Urbani). 14 Convenzione Europea del Paesaggio, Firenze – 2000. 15 Si possono citare, tra le altre, oltre alla precedente, la Convenzione di Parigi (1972), la Convenzione

di Berna (1979), la Convenzione di Rio (1992).

Page 40: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.242/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Tutto ciò in riferimento a quanto espresso all’Articolo 143 del DLgs 42/04, che prevede al

comma 3 la ripartizione del territorio in ambiti paesaggistici omogenei e la determinazione, per ognuno, di obiettivi di qualità paesaggistica.

3.1.7.1.– COMPONENTI PAESAGGISTICHE

Le componenti paesaggistiche considerate nell’analisi sono:

� componenti abiotiche (geologia, morfologia, idrografia), � componenti biotiche (vegetazione, assetti ecosistemici, habitat di pregio, valore

naturalistico), � componenti insediative (organizzazione dell’insediamento), � componenti percettive (ambiti visuali particolari, sistemazioni agrarie tradizionali).

UNITÀ DI PAESAGGIO

In questa sede non si sono individuate unità di paesaggio omogenee, quanto piuttosto definiti degli assetti paesaggistici riferibili ad esse. Si assume il “principio fondamentale della integratività gerarchica”, secondo cui le perimetrazioni devono derivare da valutazioni rigorose, allo scopo di non compromettere le funzioni bio-ecosistemiche, andando ad interrompere trame spaziali specifiche. La condizione della complessità, infatti, “non è un tutt’uno indifferenziato ma è costituito da complessità più semplici, che ci consentono di indagarle secondo livelli incrementali di conoscenze.”16

La progettazione del territorio deve tendere “al recupero del rapporto tra artificiale e naturale, in termini tanto di vivibilità, benessere, bisogno di ruralità e rusticità, quanto di intellettualità e narratività”, “alla ricerca dei caratteri fisici e funzionali dell’ambiente, alle ragioni sociali”, con la “scoperta del senso del territorio, intendendolo come sapere del luogo”. Le interazioni tra fattori abiotici e fattori biotici, nel sistema complesso delle reciproche interrelazioni e interferenze, come delineato nella Convenzione Europea del Paesaggio e nel Codice Urbani, costituiscono “l’origine della storia delle trasformazioni del paesaggio”, e le modificazioni assumono, nei riguardi dell’uomo, “dimensione storica, «consapevolezza e responsabilit໓17

Gli aspetti paesistici del territorio derivano, in quantità diverse, dall’analisi delle risorse fisiche, strutturali, agricole e insediative. Per tali ragioni e per quanto fin qui espresso, in Zero Branco non vi è un’elevata diversificazione della struttura paesaggistica, risultato di connotati fisico-morfologici assai omogenei.

Si sono distinti i seguenti ambiti paesaggistici.

� Paesaggio aperto a prevalenza di seminativo � Paesaggio aperto ad insediamento diffuso � Paesaggio periurbano � Paesaggio urbano

La distribuzione sul territorio è riportata alla Tavola che segue.

16 M.Minnini – L’ecologia per il paesaggio - in “Ambiente e pianificazione”. 17 Ibidem.

Page 41: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.243/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Paesaggio aperto a prevalenza di seminativo

Occupa le porzioni di territorio maggiormente integre dal punto di vista rurale e poderale. Qui la trama paesaggistica è definita dai seminativi e dalla rete idrografica, lungo la quale ma non solo, si attesta una vegetazione arboreo-arbustiva lineare abbastanza strutturata e articolata, residuo di una passata organizzazione agricola. Si contraddistingue per la presenza di una residenzialità contenuta, isolata o in piccoli aggregati, per lo più di tipo agricolo. Elementi qualificanti sono rappresentati dalle strutture ripariali a fregio della rete idrografica minore che, unitamente alle restanti siepi campestri, aumentano il potenziale biotico del territorio e permettono l’instaurarsi di scambi faunistici e floristici. Tale tipologia è presente soprattutto nelle porzioni distali del territorio, ai confini Nord ed Ovest, nonché a SudEst, dove il fenomeno dell’insediamento diffuso non si è ancora manifestato in modo sensibile.

Paesaggio aperto ad insediamento diffuso

È la degenerazione, in termini strutturali ed insediativi, della tipologia precedente. La discriminante è rappresentata dall’insediamento in area agricola che assume connotati sempre più permeanti, ampiamente diffusi. Denota caratteristiche di minore naturalità ed integrità ambientale. La maggiore tendenziale frammentazione delle unità di coltivazione comporta anche la riduzione della vegetazione di campagna e del grado di connessione della stessa. La rete idrografica, sempre presente, compensa solo in parte la progressiva destrutturazione del tessuto rurale. Tale tipologia si localizza nella cerchia allargata attorno al capoluogo, nonché a Sud di Scandolara e ad Ovest di Sant’Alberto.

Paesaggio periurbano

Intensificandosi i fenomeni insediativi si ha la destrutturazione pressoché totale dello spazio aperto. Dominano gli insediamenti che lasciano marginali ristretti ambiti rurali tra le loro maglie. Le caratteristiche di naturalità sono pressoché nulle o assai ridotte. La vegetazione di campagna è di scarsa entità e qualità, talvolta sostituita da formazioni di derivazione ornamentale. La frammentazione fondiaria è notevole, legata alle dinamiche insediative, e la biopermeabilità, di contro, sempre più ridotta. La presenza della risorsa acqua costituisce spesso l’unico elemento di connessione naturale tra sistemi differenti. Tale tipologia si localizza a fregio dell’abitato di Zero Branco e a ridosso di Scandolara.

Paesaggio urbano

Occupa le parti urbanizzate del territorio, si caratterizza per un’edificazione densa, diffusa e continua. Si localizza principalmente lungo le due direttrici viarie principali (S.R. 515 e S.P. 65).

Le aree urbane presentano ridotta incidenza delle aree verdi, limitatissima biopermeabilità, interclusione dei coni visuali, elementi detrattori (aree produttive). La vegetazione è costituita in prevalenza da specie ornamentali e l’integrità ambientale si può considerare pressoché nulla, così come il pregio paesaggistico.

Page 42: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.244/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

APPARATI PAESISTICI

L’analisi degli apparati paesistici è dettata dalla necessità di valutare, seppur in modo sintetico, la funzionalità delle componenti paesaggistiche. L’apparato è infatti definibile quale “…sistema di tessere e/o di ecotopi di funzione paesistica prevalente analoga…”18.

La sua identificazione non è immediata poiché è mirata alla funzione prevalente attribuibile e non ai caratteri strutturali, che invece guidano la definizione delle unità di paesaggio. La singola tessera dell’ecomosaico può assumere una o più funzioni, riconducibili per altro a due grandi raggruppamenti antitetici, definiti sistemi di habitat (Habitat umano e Habitat naturale). L’Habitat umano rappresenta l’insieme dei luoghi dove l’uomo compie attività in prevalenza e ha modificato (limitato) le capacità di autoregolazione dei sistemi naturali. Viceversa, nell’Habitat naturale sono ascrivili le tessere nelle quali la presenza umana è saltuaria o momentanea. Conservano pertanto una loro capacità intrinseca di perpetuazione e regolazione.

Applicando tal principi al territorio di Zero Branco si sono individuati 8 apparati paesistici:

Habitat umano prevalente

� Apparato residenziale (RSD): funzioni insediative, residenziali, di servizio. Vi sono comprese le aree edificabili, le aree scolastiche, aree a parcheggio, aree di culto, ecc. Sostanzialmente identificabile con l’insediato residenziale.

� Apparato sussidiario (SBS): funzioni infrastrutturali di trasporto, energia, industria. Vi sono comprese le aree produttive, commerciali, le reti tecnologiche, i piazzali di deposito. Sostanzialmente identificabile con l’insediato produttivo.

� Apparato produttivo (PRD): tessere con alta produzione di biomassa (seminativi, vigneti, orti, frutteti, pioppeti, foraggere, ecc.). Sostanzialmente identificabile con le porzioni rurali.

18 V. Ingegnoli, E.Giglio – Ecologia del Paesaggio – Gruppo editoriale Esselibri – Simone - 2002

Page 43: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.245/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

� Apparato protettivo (PRT): vi appartengono gli elementi in grado di proteggere altri

elementi o parti dell’ecomosaico. Sono comprese le siepi, i filari, le alberate, i parchi urbani, i giardini, le macchie residuali.

Habitat naturale prevalente

� Apparato connettivo (CON): vi appartengono gli elementi in grado di garantire la connessione ecosistemica all’interno dell’ecomosaico. Sono compresi i corridoi naturali e gli stepping stone presenti nel territorio.

� Apparato resiliente (RSL): vi appartengono elementi con alta capacità di recupero ad eventuali fenomeni perturbativi ed a bassa BTC. Funzione attribuibile ai prati e prati arborati a scarso input energetico, nonché agli incolti, presenti in ambiti contermini alle aree boscate.

� Apparato escretore (EXR): vi appartengono gli elementi della rete fluviale in grado di depurare i cataboliti provenienti dal mosaico dell’Habitat umano. Sono identificabili sostanzialmente con i corsi d’acqua principali.

� Apparato di cambiamento (CHG): vi appartengono gli elementi ad alta capacità di trasformazione, ad esempio aree dismesse, terreni marginali, aree periferiche agli insediamenti (residenziali e produttivi). Per loro natura non vengono inclusi nelle due categorie precedenti.

La raffigurazione cartografica degli apparati individuati è illustrata di seguito, mentre la distribuzione quantitativa degli stessi è riportata nella tabella sottostante.

È evidente la preponderante presenza delle funzioni di Habitat umano sul territorio, con oltre il 95% della superficie, valore elevato, superiore alla media dei territori di bassa pianura. Significativa (oltre il 14%) è la presenza di elementi della residenzialità, mentre assai ridotta è l’incidenza delle patch con funzioni resilienti e connettive, a riprova della forte semplificazione subita dal territorio coltivato.

Page 44: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.246/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

3.1.8 – Patrimonio culturale architettonico e archeologico

3.1.8.1. – CENTRI E NUCLEI ABITATI

Nel territorio comunale è caratterizzato dalla presenza di un centro principale (Zero) e di tre nuclei e centri edificati posti sia lungo le principali direttrici viarie sia in zona agricola. I nuclei individuati sono: Sant’Alberto, Scandolara e Bertoneria.

I successivi paragrafi forniscono una sommaria descrizione delle problematiche emerse.

3.1.8.1.1 - Zero Branco

Nell’ambito di più antica edificazione sono presenti problemi di natura urbanistica individuabili in:

− mancata soluzione progettale alle questioni poste da alcuni vuoti urbani degradati e/o sottoutilizzati;

− carente integrazione delle parti antiche con l’edilizia recente;

− presenza di episodi di degrado edilizio ed urbano.

Nei tessuti consolidati risulta necessario intervenire su reticoli urbani già configurati, che abbisognano di un riconoscimento e di una riqualificazione dello spazio pubblico.

E’ evidente che per questi ambiti il paesaggio urbano non potrà mutare di molto, visto che non si potranno ragionevolmente proporre, in aree di così recente realizzazione e infrastrutturazione, interventi di sostituzione e/o trasformazione.

Page 45: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.247/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

In questi ambiti gli interventi dovranno finalizzarsi all’integrazione nel più ampio contesto

della città, attraverso l’individuazione, riqualificazione e potenziamento di sistemi di connessione urbana da affidare prioritariamente ad assi protetti, corridoi di valore ambientale e a collegamenti con le altre zone urbane.

Complessivamente l’abitato necessita di qualificare spazi ed attrezzature in grado di innestare processi di riconoscibilità del proprio ruolo di centro di media grandezza nell’ambito di pianura tra Venezia e Treviso.

3.1.8.1.2 - Sant’Alberto

Sant’Alberto ha avuto un sostenuto sviluppo negli ultimi decenni. Si è trattato però di un processo edificatorio attuato lungo la direttrice stradale della S.P. n. 64, che ha generato un abitato composto da episodi urbanizzati, inframmezzati da aree inedificate agricole. Le ultime edificazioni degli ultimi decenni hanno però contribuito al processo di edificazione urbana lineare sia verso il Capoluogo sia verso Scandolara. Questo trend in atto non contribuisce certamente a mantenere e a definire un’apprezzabile identità alla frazione, che rimane in qualche misura limitata alle aree più antiche. La frammentazione e diffusione dell’edificato presenta forti connotati di discontinuità e marginalità rispetto alle parti inedificate; anche la qualità dell’edilizia risulta in qualche modo penalizzata, presentando alcuni episodi non sporadici di degrado o incongruità.

Il problema della viabilità incide pesantemente anche a Sant’Alberto direttamente con la S.P. n.64 “di Zero” che attraversa il centro condizionando fortemente la qualità urbana attraverso i fenomeni inquinanti ad essa collegati.

3.1.8.1.3 - Scandolara

Nella parte occidentale del comune a confine con la provincia di Padova, lungo la S.P. n.64 si sviluppa l’abitato di Scandolara. Negli ultimi tempi ha conosciuto uno sviluppo urbanistico sia con la zona nuova residenziale nella parte meridionale sia con la realizzazione dell’ambito produttivo di via Pasteur.

Altre occasioni di crescita e riqualificazione dell’abitato possono venire da interventi di riuso e recupero di attività scarsamente compatibili con il contesto circostante (in alcuni casi poste in ambiti con forte potenziale urbano), e da riconfigurazioni/riqualificazioni di alcuni ambiti di frangia, finalizzati alla definizione dei limiti urbani di Scandolara.

3.1.8.1.4 - Bertoneria

Situato tra la frazione di Sant’Alberto e il confine con Quinto di Treviso il nucleo di Bertoneria si sviluppa lungo l’omonima via non compromettendo sostanzialmente l’integrità agricola del territorio. Ancora oggi si leggono i segni e i tracciati del sistema agricolo del passato caratterizzato da residenze atte al controllo della produzione agraria. Di recente la frazione è stata interessata da alcuni interventi urbanistici pianificati che hanno in parte cercato di dare una maggiore caratteristica di nucleo al centro abitato. Il risultato complessivo è quello di un nucleo abitato nella quale convivono, non senza stridenti contrapposizioni, vecchia e nuova edificazione.

Page 46: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.248/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

3.1.8.2. – COMPLESSI ED EDIFICI DI PREGIO ARCHITETTONICO

Cenni Storici

La storia di Zero Branco sembra avere radici antichissime: abitata in antico da genti paleovenete fu oggetto della conquista militare romana nel II sec. A.C. e assegnata al territorio del municipium romano di Altinum.

Il territorio, in origine coperto interamente da foreste, fu oggetto di una profonda metamorfosi ad opera dell’azione civilizzatrice di Roma che sottopose buona parte del territorio a massicci lavori di centuriazione di cui rimane tuttora traccia nell’orientamento dei terreni agricoli.

Lo stesso toponimo Zero attestato come Zayro e come Iairus e Iarus in altri documenti di epoca medioevale deriverebbe da un nome di persona (Iarius, Diarius, Darius), forse assegnataria dell’antica distribuzione coloniale o comunque titolare di un possedimento all’interno del territorio. Dal nome del territorio poi sarebbe derivato quello del fiume, Zero, che ancora oggi l’attraversa. Branco, invece, è stato aggiunto molto tempo dopo e preso a prestito da uno dei colmelli del capoluogo: significherebbe “diramazione di Fosso o di canale”.

Dall’analisi storica emergono, in linea generale, le caratteristiche di un’area pressoché invariata dal punto di vista topografico, in parallelo con gli standard di evoluzione di una società rurale. Sul piano paesaggistico appare invece una graduale e costante perdita delle aree boschive in funzione di nuove tipologie di sfruttamento dei suoli al fine agricolo: dall’arativo piantato e vitato, dell’Ottocento, alla coltivazione intensiva del ‘900. I boschi rimangono tuttavia nella memoria grazie ai toponimi: pezza della boschetta (Scandolara), boschetto (Zero Branco); cesura del bosco (S. Alberto).

Le uniche vere modifiche ascrivibili ai 150 anni considerati sono la strada statale n. 515, che compare nel catasto austriaco, e il by-pass del centro cittadino registrato nell’IGM 1940. Tutte le grandi trasformazioni territoriali riscontrabili nella Carta Tecnica Regionale sono avvenute in epoca successiva.

Di notevole importanza sul piano topografico è il permanere della tessitura romana che si nota nell’area ad ovest del nucleo storico, attestata sul fiume Zero ed evidente nella geometria e proporzione dei campi; a Sant’Alberto e Scandolara essa affiora lungo la strada su cui si sviluppano i due borghi. Nel centro storico di Zero Branco la Pieve di Santa Maria Assunta e gli edifici a schiera che si affacciano sul fronte strada sorgono all’incrocio di cardo e decumano.

A cavallo tra sette e ottocento Zero è un borgo di 1400 anime per 183 case; le sue frazioni, Sant’Alberto e Scandolara, ne hanno rispettivamente 900 per 42 case e 500 per 48 case. La carta del Von Zach descrive la felice situazione dell’area attraversata dalle strade per Quinto, Mestre e Campocroce, Noale e Castelfranco: segnala tuttavia come il “carattere melmoso del suolo” ne renda difficile la circolazione in caso di maltempo.

Il fiume Zero, che attraversa il territorio, è utilizzato per irrigare i campi e arginato in più punti; viene descritto col termine di ruscello.

In tutte le mappe considerate il fiume ha un corso molto più tortuoso di oggi: le sue anse verranno rettificate dopo il 1940.

Nel corso dell’Ottocento si diffonde l’arativo piantato vitato e che arriva a coprire fin all’ottanta per cento del territorio: i campi sono scanditi da lunghi filari di aceri e frassini orientati

Page 47: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.249/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

nord-sud e distanziati di 24 metri tra loro, cinque tra albero e albero. Ogni albero diveniva supporto di tre o quattro viti e il terreno era coltivato a prato e circondato da alberi e siepi spinose. Ne rimane traccia a Scandolara, in una località di nome “Strica”, a ricordare una lunga alberatura. Nel secolo successivo questa tipologia di coltivazione vitivinicola viene sostituita dalla coltivazione a pali.

La mappa del 1940 registra la nuova strada che dirotta il traffico a ovest del centro storico di Zero; nel territorio circostante rende maggiormente evidente la viabilità secondaria sviluppatasi lungo i confini di proprietà.

Centri storici, nuclei rurali, edilizia sparsa

I centri storici, i nuclei rurali antichi e l’edificazione tradizionale sparsa, rappresentano uno dei patrimoni più importanti e preziosi del territorio trevigiano. A partire da questo periodo il patrimonio culturale, architettonico ed archeologico ha subito impoverimenti e stravolgimenti dovuti all’intenso sviluppo insediativo ed alla conseguente modifica del paesaggio urbano e rurale.

Nonostante questo, anche in virtù dei vincoli paesaggistici e architettonici presenti in ampie porzioni del territorio del PAT, centri storici, nuclei rurali e l’edilizia sparsa di antica origine, hanno mantenuto un grande interesse, in particolare per la struttura della morfologia urbana e la presenza di episodi architettonici di assoluto rilievo.

A Zero Branco sono presenti i seguenti centri storici: Zero Branco e Sant’Alberto;

Il modello ricorrente è quello dell’insediamento lineare a cortina lungo i principali assi viari, con accesso diretto dalla strada anche attraverso porticati e la parte retrostante che si affaccia sullo scoperto agricolo. A questo modello si contrappongono i complessi architettonici delle ville padronali. Attualmente questo patrimonio è, seppure a diversi livelli, oggetto di tutela e salvaguardia ai sensi della legislazione vigente nazionale e/o regionale.

I nuclei rurali ed il patrimonio architettonico sparso, denotano fortemente l’appartenenza al modello agricolo, basato su aggregazioni seriali della tipologia ad elementi giustapposti. Tale aggregazione risulta tutt’altro che monotona in quanto le piccole modifiche del tipo principale consentono a queste aggregazioni, di dare vita a complessi edilizi completamente diversi dalla ripetizione seriale della schiera.

Queste aggregazioni si sono formate lungo assi stradali o confini fondiari, originando in alcuni casi, veri e propri borghi o colmelli. Gli edifici si dispongono prevalentemente lungo l’asse Est-Ovest, in senso ortogonale all’orditura colturale. L’accessibilità avviene direttamente dalla viabilità principale o secondaria, oppure da poderali al fondo di modestissima entità.

Nonostante la massiccia urbanizzazione degli ultimi decenni, il comune di Zero Branco possiede ancora testimonianze del patrimonio rurale sparso. La tipologia rurale maggiormente diffusa è quella del tipo ad “elementi giustapposti”: aggregazione orizzontale dell’abitazione ed del rustico. La dimensione di questo ultimo è direttamente funzionale all’estensione ed alle caratteristiche dell’azienda agricola. L’annesso rustico può essere separato dall’abitazione in presenza di fondi di rilevanti dimensioni.

La residenza non supera generalmente i tre piani mentre la profondità del corpo di fabbrica varia in funzione dell’ampiezza del nucleo familiare.

Page 48: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.250/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

All’interno del modello generale possono essere individuate le seguenti tipologie con

specifiche caratteristiche:

− edifici a corpo semplice

− edifici a elementi giustapposti

− edifici con portico

− edifici con “tesa” o “teson”

− edifici padronali

− barchesse

− barco

Tipologie rurali recenti

Questa tipologia comprende gli edifici rurali realizzati a partire dal 1900 fino alla seconda guerra mondiale. Si tratta di edifici che spesso riprendono i modelli precedenti caratterizzandosi per la notevole dimensione. Strutturalmente presentano un corpo principale di tre piani, i primi due dei quali adibiti ad abitazione e l’ultimo a granaio. Nella maggior parte dei casi a lato di questo corpo si trova la parte rustica adibita a stalla e fienile.

Rustici

La tipologia del rustico generalmente è costituita da due unità funzionali, la stalla ed il fienile, con un’altezza (al massimo 2 piani) quasi mai superiore a quella della parte residenziale. Da punto di vista strutturale il lato sud presenta grandi aperture a tutta altezza, scandite da pilastrature in laterizio. I lati restanti sono generalmente chiusi da una muratura con fori di ridotte dimensioni.

Nei casi in cui i rustici sono staccati dall’abitazione, il piano superiore può non avere tamponamenti murari e presentare unicamente pilastrature per il sostegno della copertura. Il rustico può comprendere il portico in posizione antistante di norma alla facciata sud (maggiormente diffuso) o laterale al corpo principale.

Cortivo

Il “cortivo” o “corte” è uno spazio agricolo aperto che si sviluppa davanti alla casa rurale. Solitamente questo spazio è aperto, o al massimo, chiuso da recinzioni murarie o da elementi vegetali.

Sul cortivo sono presenti annessi come il barco, il pollaio, il porcile, la latrina e (oppure in stretta adiacenza dello stesso) uno spazio destinato ad orto.

Complessi ed edifici di pregio architettonico

Nel territorio comunale sono vincolati ai sensi del D.Lgs 42/2004 diversi immobili e sono presenti altri vincolati dall’Istituto Regionale per le Ville Venete.

3.1.8.3. – BENI ETNOANTROPOLOGICI

Gli aspetti, i valori e le risorse che tendono a definire identità e memoria della popolazione locale caratterizzano questa categoria:

− edifici religiosi (capitelli, oratori, chiesette,ecc.);

− festività, sagre e ricorrenze;

Page 49: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.251/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

− prodotti tipici e piatti tradizionali;

− sistemi e pratiche colturali;

− aspetti culturali (musica, letteratura, pittura, fotografia, ecc.);

− storie e racconti, relativi alla realtà locale.

In questo contesto gli aspetti legati alla religiosità hanno avuto fin dal passato un ruolo fondamentale. Infatti, nel territorio sono presenti un numero considerevole di queste testimonianze, spesso in prossimità di incroci stradali, in luoghi di culto pagani o sui confini tra antiche Pievi. Con il tempo alcuni di questi semplici saccelli sono stati oggetto di ampliamento e trasformazione, fino a dare origine in alcuni casi alle attuali parrocchie.

Le chiese presenti a Zero Branco sono i seguenti: Chiesa di S. Maria Assunta, Chiesa di San’Alberto e Chiesa di S. Martino a Scandolara.

3.1.8.4.– RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI

Come precedentemente citato, il territorio zerotino fu conquistato militarmente dai romani nel II sec. A.C. e assegnato al territorio del municipium romano di Altinum. Il territorio fu oggetto di una profonda metamorfosi ad opera di massicci lavori di centuriazione di cui rimane tuttora traccia nell’orientamento dei terreni agricoli in particolare nell’ambito del Montiron.

Nella carta archeologica del Veneto sono stati individuati i seguenti ritrovamenti archeologici:

Page 50: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.252/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

4.6.2. Paesaggio e valenze storico-archeologico-culturali: stima degli impatti

I potenziali impatti sul paesaggio determinati dal progetto di impianto di recupero possono essere apportati dalla alterazione della skyline e della eventuale percezione dell’intervento dai punti di pregio paesaggistico e da quelli a maggiore frequentazione.

Si sottolinea fin d’ora come il progetto non preveda la realizzazione di nuovi edifici, ma solamente la pavimentazione di parte dell’area interessata e la realizzazione di una nuova siepe campestre multiplana, che però apporterà sicuramente effetti positivi (mascheramento, maggiore caratterizzazione e coerenza con l’area agricola, vedi oltre).

4.6.2.1. Portata dell’impatto (area geografica e densità di popolazione interessata)

Dal punto di vista areale, la zona interessata da un potenziale impatto sulla componente paesaggio può essere considerata quella dell’immediato intorno della superficie di progetto, in particolare quella costituita dalla zona agricola limitrofa e dall’abitato diffuso. Nelle vicinanze e in un intorno significativo si riscontra la presenza di un singolo elemento a valenza paesaggistica e storico-culturale-architettonica elevata costituita da villa Guidini (vedi Figura 2.14): la distanza più che cautelativa (circa 600 m in linea d’aria) e la frapposizione di numerosi elementi schermanti (siepi, filari, abitato diffuso con relativi giardini, elementi stradali, campagne coltivate, giardino storico della villa stessa) ne impediscono totalmente comunque la intervisibilità, determinando una percezione nulla da e verso l’area tutelata dell’area di progetto e viceversa, annullando dunque di fatto qualsiasi impatto di tipo paesaggistico già per motivi topo-geografici e morfologici.

Non vengono considerati i siti ad alta valenza naturalistica, che si trovano tutti a distanze più che adeguate per non subire potenziali impatti di tipo paesaggistico (la più vicina area protetta è a circa 3 km).

Page 51: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.253/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

4.6.2.2. Carattere cumulativo dell’impatto

Non sono identificabili altri progetti che comportino effetti negativi cumulativi sul paesaggio. Si ritiene anzi che la localizzazione dell’impianto di recupero tramite operazioni R3 (compostaggio) in un’area attualmente occupata dalla presenza di un allevamento zootecnico intensivo di conigli da carne possa costituire una riconversione di un’area già utilizzata a fini produttivi, mantenendo dunque invariata la destinazione e la caratterizzazione paesaggistica dell’intorno considerato.

4.6.2.3. Natura transfrontaliera dell’impatto

Non sono possibili impatti transfrontalieri in nessuna fase prevista dal Progetto esaminato.

4.6.2.4. Ordine di grandezza e complessità dell’impatto

Un primo giudizio complessivo di impatto paesaggistico dell’intervento, deriva dalla combinazione di due valutazioni:

− la valutazione sulla sensibilità del sito di intervento;

− la valutazione sull’incidenza del progetto stesso.

Per una preliminare valutazione dal punto di vista paesaggistico del progetto in esame, si sono prese a modello le indicazioni date dalla Regione Lombardia con la D.G.R. n. VII/11045 del 8 novembre 2002, titolata “Linee guida per l’esame paesistico dei progetti”, in base alla quale i progetti che incidono sull’esteriore aspetto dei luoghi e degli edifici sono soggetti a esame sotto il profilo del loro inserimento nel contesto. Si ritiene che tale metodo possa ritenersi valido per operare una stima preliminare del potenziale impatto paesaggistico dell’impianto di recupero analizzato.

I criteri per la determinazione della classe di sensibilità del sito sono indicati nelle tabelle riportate nel seguito. Il giudizio complessivo circa la sensibilità paesaggistica di un sito è determinato tenendo conto di tre differenti criteri di valutazione:

− morfologico-strutturale: considera l’appartenenza del sito (area complessivamente interessata dalle opere progettate) a uno o più “sistemi” che strutturano il territorio e il luogo;

− vedutistico: considera la fruizione percettiva del paesaggio;

− simbolico: considera il valore simbolico che la comunità locale e sovralocale attribuisce al sito investigato.

Rispetto a tali “griglie” di valutazione, si definiscono due chiavi di lettura, atte a valutare le relazioni dell’intervento con il sistema.

Quanto al profilo “morfologico-funzionale”, si rileva che l’area di intervento risulta ubicata in un ambito territoriale prevalentemente pianeggiante caratterizzato dalla presenza di zone agricole frammentate e intervallate da edificato diffuso, destinato sia a residenza che ad attività produttive di tipo agricolo (agricoltura, allevamenti anche intensivi).

In riferimento al profilo “vedutistico”, riferito al contesto paesaggistico in cui si colloca l’area di intervento, si è partiti dall’individuazione delle caratteristiche paesaggistiche e tipologiche in cui

Page 52: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.254/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

la nuova struttura si inserisce. In tale modo si è potuto individuare quali sono gli elementi percettivi rispetto al paesaggio. In particolare, alla scala locale, le relazioni visive significative sono rappresentate dalla presenza di un’area agricola frammentata, costituita oltre che da appezzamenti coltivati anche da numerose siepi e filari, intervallata e frammista ad edificazione diffusa di varia natura (abitazioni ed annessi rustici e produttivi, quali allevamenti). Come precedentemente esposto, l’unico elemento a carattere di valenza paesaggistica (villa Guidini) collocato a 600 m in linea d’aria sul fronte Sud-SudOvest risulterà difficilmente percepibile dall’area dell’impianto di recupero e viceversa, in quanto schermati reciprocamente da vari elementi verticali (siepi, filari, abitato diffuso con relativi giardini, elementi stradali, campagne coltivate, giardino storico della villa stessa). Inoltre, una volta che le aree verdi perimetrali e le siepi in esse contenute si affermeranno, costituiranno un’ulteriore barriera naturale ostacolante l’individuazione dell’impianto (si ricorda ancora una volta che gli edifici sono già attualmente esistenti e destinati ad allevamento). In merito alla scelta progettuale delle specie vegetali da impiegare nella costruzione delle nuove siepi, si è optato, sul piano arboreo, per il carpino bianco (Carpinus betulus): si ritiene infatti la specie, anch’essa autoctona, la più consona in quanto specie facente parte della formazione naturale potenziale in mancanza di elevata antropizzazione ed utilizzo a fini agricoli del territorio e caratterizzata da crescita più lenta (con conseguenti minori oneri di gestione) e da legno duro (con conseguenti minori possibilità di cedimenti e di danni a strutture e persone). Alla scala vasta l’impianto di recupero in progetto non risulta visibile dai punti visuali vincolati o da punti di vista prospettici, come ad esempio i coni visuali e gli elementi di maggior pregio storico-architettonico individuati (vedi par. 2.1) e più volte ricordati anche al presente paragrafo.

Quanto, infine, al criterio “simbolico” di valutazione, va preso in considerazione il valore testimoniale che le comunità locali e sovralocali attribuiscono al luogo in quanto teatro di avvenimenti storici o leggendari, ovvero in quanto oggetto di celebrazioni letterarie, pittoriche o di culto popolare. In merito a tale aspetto, non sono presenti nelle vicinanze e in un intorno significativo luoghi così definibili.

Alla luce delle valutazioni che precedono, si può, quindi, esprimere un giudizio complessivo della sensibilità paesistica del sito. Tale valutazione è definita in base alla diversa rilevanza assegnata ai fattori sopra analizzati, da esprimersi in forma numerica secondo la seguente associazione, considerando il grado più elevato fra quelli ottenuti dall’applicazione dei diversi criteri analizzati:

Tabella 4.5 – Classe di sensibilità del sito

Classe di sensibilità del sito Giudizio di Sensibilità Paesistica

1 MOLTO BASSA 2 BASSA

3 MEDIA

4 ALTA

5 MOLTO ALTA

Il giudizio complessivo della sensibilità paesistica del sito oggetto di studio è valutato “Molto Basso”, e corrisponde quindi ad una classe 1.

Page 53: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.255/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Con un procedimento analogo a quello sopra seguito per la verifica della sensibilità

paesaggistica del sito, l’incidenza paesaggistica del progetto viene determinata tenendo conto di due differenti scale: una sovralocale, relativa all’insieme, e una locale afferente l’intorno immediato del sito interessato. In coerenza con le indicazioni contenute nelle linee guida sopra citate per l’esame paesistico dei progetti, i criteri e i parametri di valutazione dell’incidenza paesistica sono costituiti dai seguenti:

− incidenza morfologica: riguarda la coerenza del progetto con le forme naturali del suolo, con la presenza di sistemi/aree di interesse naturalistico, con le regole morfologiche e compositive degli insediamenti e del paesaggio rurale;

− incidenza linguistica: riguarda la coerenza del progetto con lo stile, i materiali, i colori del contesto di riferimento storico-culturale;

− incidenza visiva: riguarda l’ingombro visivo del nuovo progetto e l’impedimento di visuali rilevanti;

− incidenza ambientale: riguarda il grado di interferenza del progetto con le possibilità di piena fruizione paesaggistica del luogo;

− incidenza simbolica: riguarda il rapporto tra il progetto e gli eventuali valori simbolici e di immagine che la collettività assegna al luogo di intervento.

I criteri per la determinazione del grado di incidenza paesaggistica del progetto sono indicati nelle tabelle di seguito riportate. L’analisi dell’incidenza tende ad accertare, in primo luogo, se il progetto è idoneo ad arrecare un cambiamento paesisticamente significativo del contesto di riferimento.

Quanto all’aspetto morfologico, l’intervento risulta coerente con le regole morfologiche e compositive del paesaggio attuale, caratterizzato, come già detto, dalla presenza di aree agricole frammentate e arricchite con siepi campestri e edificato diffuso, con funzione abitativa e di annessi rustici legati ad attività produttive, tra cui, come nel caso in esame, ad allevamenti di tipo intensivo.

Analoghe considerazioni possono svolgersi in merito all’ingombro planimetrico e volumetrico delle strutture: la riconversione del passato allevamento intensivo di conigli da carne recupererà entrambi i capannoni esistenti convertendoli, nella fase di pieno regime, a celle di biossidazione (prima fase del trattamento, par. 3.3.3) e non prevede la costruzione di altri nuovi edifici. La pavimentazione aggiuntiva prevista non andrà invece ad alterare la percezione dell’attuale edificato, in quanto realizzata a livello del terreno. La conseguente alterazione della skyline, anche in ragione della vegetazione prevista dal progetto, che determinerà volumi simili a quelli dei filari esistenti, risulta dunque nulla. L’edificato è inoltre in linea con le disposizioni attuate dagli strumenti urbanistici vigenti per l’area oggetto di studio, come indicato al par. 2.2: il più recente capannone infatti, realizzato nel 2001, presenta la copertura a doppia falda.

Quanto all’incidenza linguistica, si rileva che l’intorno di riferimento è caratterizzato da un’identità riconducibile al tipo rurale, in cui le connotazioni del paesaggio si identificano con la presenza di ampie aree agricole ed edificato diffuso, caratterizzato da altezze relativamente basse e determinate tipologie costruttive (coperture a doppia falda, portici, ecc.). Il progetto dell’impianto di recupero analizzato non prevede la realizzazione di edifici, ma il recupero degli esistenti che risultano sostanzialmente in armonia con l’intorno rurale analizzato. La presenza della platea cementata non altera infine i caratteri percettibili del paesaggio, in quanto realizzata a livello del piano campagna e opportunamente mascherata dalla siepe campestre multiplana perimetrale.

Page 54: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.256/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Quanto al profilo dell’incidenza visiva del progetto si rileva che l’intervento in progetto non è

visibile da punti panoramici così come indicati nel par. 2.1.

Per i motivi sopra riportati, il grado di incidenza del progetto è da considerarsi “Molto Basso”. Relativamente alla localizzazione dell’area oggetto di intervento, l’alterazione della possibilità di fruizione sensoriale complessiva (uditiva, olfattiva) del contesto paesaggistico-ambientale di riferimento e l’incidenza del progetto nei confronti dei valori simbolici del sito, può considerarsi non significativa se non trascurabile: questo grazie ai sistemi di abbattimento degli odori e dei rumori indicati ai par. 4.2.4 e 4.7.2 nonché alla localizzazione in zona agricola, già interessata dal rumore delle lavorazioni e agli odori prodotti dall’attività zootecnica e di concimazione dei terreni coltivati.

Conseguentemente, anche con riferimento al dato dell’incidenza paesaggistica dell’intervento, è possibile esprimere un giudizio sintetico motivato dalle considerazioni sopra esposte, definito in forma numerica secondo la seguente associazione, considerando, anche in questo caso, il grado più elevato fra quelli ottenuti dall’applicazione dei diversi criteri analizzati:

Tabella 4.6 – Classe di incidenza paesistica del progetto

Classe di sensibilità del sito Giudizio di Sensibilità Paesistica

1 MOLTO BASSA 2 BASSA

3 MEDIA

4 ALTA

5 MOLTO ALTA

Il complessivo giudizio di incidenza dell’intervento proposto è “Molto Basso”, corrispondendo, quindi, una classe di incidenza pari a 1.

Sulla base dei giudizi complessivi espressi (relativi alla classe di sensibilità paesistica del sito, e al grado di incidenza paesistica del progetto, formulati sinteticamente in forma numerica) si perviene, infine, a determinare il livello di impatto paesaggistico del progetto. Questo deriva, infatti, dal prodotto dei due valori numerici, calcolati secondo la matrice mostrata nella tabella successiva:

Grado di incidenza del progetto

Classe di sensibilità del sito

1 2 3 4 5

5 5 10 15 20 25

4 4 8 12 16 20

3 3 6 9 12 15

2 2 4 6 8 10

1 1 2 3 4 5

I valori sopra indicati devono così intendersi:

Page 55: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.257/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

• da 1 a 4: impatto paesistico sotto la soglia di rilevanza;

• da 5 a 15: impatto paesistico sopra la soglia di rilevanza ma sotto la soglia di tolleranza;

• da 16 a 25: impatto paesistico sopra la soglia di tolleranza.

L’impatto del progetto in esame si colloca quindi sotto la soglia di rilevanza, potendo essere quindi considerato non significativo.

Si riportano di seguito le tabelle riassuntive riguardo i modi e chiavi di lettura per la valutazione della sensibilità paesistica del sito oggetto di intervento e del grado di incidenza del progetto.

Tabella 4.7 – Classe di sensibilità del sito

Modi di valutazione

Chiavi di lettura SI N0

1.Morfologico/Strutturale

APPARTENENZA/CONTIGUITÀ A SISTEMI PAESISTICI: di interesse naturalistico elementi naturalistico-ambientali significativi per quel luogo, ad esempio: alberature, monumenti naturali, fontanili, aree verdi che svolgono un ruolo nodale nel sistema del verde. di interesse storico agrario ad esempio: filari, elementi della rete irrigua e relativi manufatti (chiuse, ponticelli), percorsi poderali, nuclei e manufatti rurali; di interesse storico-artistico centri e nuclei storici, monumenti, chiese e cappelle, mura storiche; di relazione (tra elementi storico-culturali, tra elementi verdi e/o siti di rilevanza naturalistica) ad esempio: percorsi –anche minori- che collegano edifici storici di rilevanza pubblica, parchi urbani, elementi lineari –verdi o d’acqua- che costituiscono la connessione tra situazioni naturalistico-ambientali significative, “porte” del centro o nucleo urbano, stazione ferroviaria; APPARTENENZA/VICINANZA AD UN LUOGO CONTRADDISTINTO DA UN ELEVATO LIVELLO DI COERENZA SOTTO IL PROFILO TIPOLOGICO, LINGUISTICO E DEI VALORI DI IMMAGINE quartieri o complessi di edifici; edifici prospicienti una piazza compresi i risvolti; edifici su strada aventi altezza in gronda non superiore alla larghezza della via. APPARTENENZA/VICINANZA AD UN LUOGO CONTRADDISTINTO DA UN SCARSO LIVELLO DI COERENZA SOTTO IL PROFILO TIPOLOGICO, LINGUISTICO E DEI VALORI DI IMMAGINE MERITEVOLE DI RIQUALIFICAZIONE

� � � � � �

2.Vedutistico

Interferenza con punti di vista panoramici il sito interferisce con un belvedere o con uno specifico punto panoramico o prospettico; Interferenza/contiguità con percorsi di fruizione paesistico ambientale il sito si colloca lungo un percorso locale di fruizione paesistico ambientale (la pista ciclabile, il sentiero naturalistico …); Interferenza con relazioni percettive significative tra elementi locali di interesse storico, artistico e monumentale. il sito interferisce con le relazioni visuali storicamente consolidate e rispettate tra punti significativi di quel territorio. Interferenza/contiguità con percorsi ad elevata percorrenza adiacenza a tracciati stradali anche di interesse storico, tracciati ferroviari

� � �

3.Simbolico

Interferenza/contiguità con luoghi contraddistinti da uno status di rappresentatività nella cultura locale.

luoghi che pur non essendo oggetto di celebri citazioni rivestono un ruolo rilevante nella definizione e nella consapevolezza dell’identità locale (luoghi celebrativi o simbolici).

luoghi connessi sia a riti religiosi (percorsi processionali, cappelle votive) sia ad eventi o ad usi civili (luoghi della memoria di avvenimenti locali, luoghi rievocativi di

� �

Page 56: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.258/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

leggende e racconti popolari, luoghi di aggregazione e di riferimento per la popolazione insediata).

Modi di Valutazione

Valutazione ed esplicazione sintetica in relazione alle chiavi di lettura Classe di sensibilità

1.Morfologico/strutturale

L’ambito di intervento risulta ubicato in un contesto territoriale pianeggiante, e caratterizzato dalla presenza di aree agricole frammentate, caratterizzate da abitato e annessi rustici diffusi, utilizzati anche per allevamenti intensivi.

� Molto bassa Bassa Media Alta Molto alta

2. Vedutistico

In riferimento al profilo vedutistico, non si riscontra la presenza di valori panoramici o di relazioni visive rilevanti: il sito in esame, infatti, è caratterizzato, in via generale, da un’area agricola pianeggiante, e da valori paesaggistici limitati al carattere agricolo e alla presenza di siepi e filari campestri. Non vengono interessati particolari valenze storico-culturali-paesaggistiche.

� Molto bassa Bassa Media Alta Molto alta

3. Simbolico Il sito non risulta assumere un valore simbolico di tipo culturale o storico per le comunità locali e sovralocali.

� Molto bassa Bassa Media Alta Molto alta

Tabella 4.8 – Grado di incidenza paesaggistica del progetto

Criteri di Valutazione

Rapporto contesto/progetto Parametri di Valutazione

SI NO

1. Incidenza morfologica e tipologica

1. ALTERAZIONE DEI CARATTERI MORFOLOGICI DEL LUOGO: Il progetto comporta modifiche: - dell’altezza e degli allineamenti degli edifici - dell’andamento dei profili - dei profili di sezione urbana - dei prospetti pieni/vuoti: rapporto e/o allineamenti tra aperture (porte, finestre, vetrine) e superfici piene, tenendo conto anche della presenza di logge, portici, bow-window e balconi. - dell’articolazione dei volumi 2. ADOZIONE DI TIPOLOGIE COSTRUTTIVE NON AFFINI A QUELLE PRESENTI NELL’INTORNO PER LE MEDESIME DESTINAZIONI FUNZIONALI: Il progetto prevede: - tipologie di coperture (piane, a falde, relativi materiali etc.) differenti da quelle prevalenti in zona. - introduzione di manufatti in copertura: abbaini, terrazzi, lucernari, aperture a nastro con modifica di falda e relativi materiali di tipologia differente da eventuali soluzioni storiche o comunque presenti in aree limitrofe. 3. ALTERAZIONE DELLA CONTINUITA’ DELLE RELAZIONI TRA ELEMENTI ARCHITETTONICI E/O TRA ELEMENTI NATURALISTICI

� � � �

� � �

2. Incidenza linguistica: stile, materiali, colori

4. CONFLITTO DEL PROGETTO RISPETTO AI MODI LINGUISTICI PREVALENTI NEL CONTESTO, INTESO COME INTORNO IMMEDIATO

3. Incidenza visiva 5. INGOMBRO VISIVO 6. OCCULTAMENTO DI VISUALI RILEVANTI 7. PROSPETTO SU SPAZI PUBBLICI

� � �

4. Incidenza simbolica

8. INTERFERENZA CON I VALORI SIMBOLICI ATTRIBUITI DALLA COMUNITÀ LOCALE AL LUOGO

Criteri di valutazione

Valutazione sintetica in relazione ai parametri di cui alla tabella 2A Classe di incidenza

1. Incidenza morfologica e tipologica

L’intorno di riferimento è caratterizzato dalla presenza di aree agricole ed edificato diffuso, tra cui annessi rustici a scopo produttivo (allevamenti). Il progetto dal punto di visa planivolumetrico non prevede la realizzazione di edifici.

� Molto bassa Bassa Media Alta Molto alta

2. Incidenza linguistica:

L’intorno di riferimento è caratterizzato da una identità delle architetture di tipo rurale, in cui le il processo di insediamento di attività agricole e

� Molto bassa Bassa

Page 57: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.259/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

stile, materiali, colori

agricolo-produttive è affermato e irreversibile. Media Alta Molto alta

3. Incidenza visiva Si rileva che l’intervento in progetto non è visibile da punti panoramici o da particolari valenze storico-monumentali né da punti fruiti per scopi ludico-ricreativi. In seguito alla realizzazione delle schermature a verde previste dal progetto e al loro raggiungimento della maturità (siepi campestri multiplane plurispecifiche con specie autoctone) si può anzi prevedere un miglioramento della conformazione rurale tipica della pianura veneta (che ad oggi sta scomparendo).

� Molto bassa Bassa Media Alta Molto alta

4. Incidenza simbolica

L’alterazione della possibilità di fruizione sensoriale complessiva (uditiva, olfattiva) del contesto paesistico-ambientale di riferimento e l’incidenza del progetto nei confronti dei valori simbolici del sito può considerarsi trascurabile, in ragione della localizzazione dell’area di progetto (sono già presenti odori relativi a reflui animali) e dei sistemi di abbattimento di odori e rumori previsti dallo stesso.

� Molto bassa Bassa Media Alta Molto alta

4.6.2.5. Probabilità, durata, frequenza e reversibilità dell’impatto

La probabilità degli effetti comportanti i potenziali impatti precedentemente descritti è strettamente legata alla realizzazione e all’esercizio dell’impianto in progetto, e sono da ritenersi di durata pari a quest’ultimo (quindi virtualmente illimitati).

Non è possibile determinare una frequenza sull’impatto di tipo paesaggistico, da ritenersi pertanto virtualmente continuo. La reversibilità risulta molto difficile (quindi da considerarsi non praticabile), a meno di una riconversione dell’area e di utilizzo per altre destinazioni in seguito alla cessata attività dell’impianto di recupero esaminato.

4.6.2.6. Sintesi e valutazione dell’impatto

Per quanto espresso nei precedenti paragrafi, si ritiene l’impatto sulla componente paesaggio non significativo, in ragione delle modeste dimensioni dell’impianto di recupero esaminato, della non realizzazione di nuove strutture oltre il piano campagna e dei sistemi di schermatura dei possibili effetti negativi (sulla skyline e dovuti a rumori e sostanze odorose) apportati.

4.7. Clima acustico

4.7.1. Clima acustico: stato attuale della componente

Lo strumento con carattere di ufficialità maggiormente aggiornato rispetto alla componente rumore risulta essere il Rapporto Ambientale redatto per la procedura di VAS del PAT del Comune di Zero Branco. Si riporta di seguito un estratto della sezione “Sintesi del Quadro Conoscitivo” relativamente alla componente esaminata.

Si riporta inoltre uno stralcio della documentazione previsionale di impatto acustico (riportata integralmente nell’allegato 02) nel quale viene caratterizzato lo stato ante-operam.

Page 58: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.260/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

3.1.9.4 – RUMORE

3.1.9.4.1 - Piano Regionale dei Trasporti

La Regione Veneto, predisponendo il Piano Regionale dei Trasporti, ha previsto una sezione relativa all’inquinamento acustico ad integrazione della parte relativa alla componente aria. I fattori principali che contribuiscono a definire i livelli sonori a bordo strada sono:

− il volume totale di traffico;

− la velocità media dei veicoli;

− la composizione dei flussi di traffico;

− la pavimentazione stradale.

I principali fattori che intervengono nella riduzione dei livelli all’aumentare della distanza dalla strada sono le schermature prodotte da ostacoli, l’assorbimento acustico del terreno e quello atmosferico.

Per quanto riguarda i criteri adottati per la scelta dei parametri da monitorare si fa riferimento alle indicazioni riportate nella normativa nazionale e comunitaria. In particolare gli indici descrittori del rumore sono quelli definiti dai decreti attuativi della legge Quadro 447/95 e l’analisi dei dati è stata condotta mediante valutazioni previsionali relativi a modelli deterministici standardizzati in ambito UE (COPERT).

Questi modelli previsionali interessano i principali assi viari comunali la Strada Regionale 515 “Noalese”, e le strade provinciali. Zero Branco risulta essere caratterizzata da una criticità acustica alta.

3.1.9.4.2 - Zonizzazione Acustica del Territorio Comunale

La tutela dell’inquinamento acustico esterno si esercita su tutto il territorio, fatta eccezione per le aree agricole, a bosco, a pascolo ed improduttive, qualora l’inquinamento acustico sia prodotto da attività agricole forestali non industriali con carattere di temporaneità.

Page 59: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.261/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Il quadro che ne emerge risulta determinato da:

− Zone centrale dove si trovano localizzate funzioni commerciali e terziarie;

− Zone artigianali e commerciali;

− Presenza di un’importante arteria che collega Padova con Treviso con tutta la problematica rappresentata dall’inquinamento acustico prodotto dal traffico;

− Presenza di n. 3 strade provinciali;

− Presenza di attività produttive ed attività in genere fuori zona.

La zonizzazione acustica, prodotta dall’insieme delle analisi urbanistiche, socio-economiche è rappresentata dalle seguenti tavole di progetto.

La zonizzazione pur seguendo i criteri di classificazione previsti dalla normativa nazionale e regionale risulta strettamente legata ai caratteri specifici del Comune di Zero Branco. Vista l’eterogenea distribuzione delle strutture pubbliche di servizio, nonché la presenza di strade provinciali e della strada regionale n. 515, la zonizzazione acustica del Comune è risultata non di facile redazione.

Nella classe 1^ - aree particolarmente protette non sono state inserite aree di particolare pregio ambientale non risultando nel territorio comunale parchi e/o riserve naturalistiche.

Nella classe 2^ - aree destinate ad uso prevalentemente residenziale sono inserite in genere le zone residenziali B e C a media e bassa densità abitativa in assenza di altre funzioni di tipo urbano, artigianale, ad esclusione del piccolo commercio di servizi, risultando costante la presenza di attività artigiane sparse nelle zone suddette non si è potuto inserire alcuna area di classe 2.

Nella classe 3^ - aree di tipo misto sono state incluse le zone urbane dove a fianco di una prevalente destinazione residenziale si trovano concentrati i più importanti insediamenti commerciali, qualche attività produttiva, artigianale e di piccola impresa compatibili con la

Page 60: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.262/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

destinazione residenziale anche dal punto di visto delle emissioni di rumore, ma soprattutto di zone interessate da traffico di attraversamento. La viabilità e la diffusione del rumore sostanzialmente limitato alla zona prospiciente le strade ha portato alla decisione di non aumentare la classe, ma di porre queste zone in classe 3^.

La classe 4^ - aree di intensa attività urbana comprende tutta la zona centrale del Comune dove vi è intenso traffico veicolare causato sia dalla presenza di attività produttive che dalla strada di passaggio, nonché i centri abitati delle frazioni di S. Alberto e Scandolara perché attraversati dalla strada provinciale.

La classe 5^ - aree prevalentemente industriali comprendono le zone artigianali, industriali e commerciali previste dal vigente P.R.G.

La classe 6^ - aree esclusivamente industriali. Non è stata prevista poiché nel territorio non esistono le zone prettamente industriali con esclusione della residenza.

Fasce di transizione. Nella cartografia di progetto sono indicate le fasce di transizione tra aree aventi classe con differenza superiore a 5 dBA. Le fasce di transizione, salvo diversa specificazione grafica, sono poste a cavallo delle diverse zone acustiche.

Nelle aree così individuate, fermo restando che la rumorosità non può superare i livelli ammessi dalla classe superiore, in nessun caso è ammesso un livello di rumorosità notturna superiore a 60 dbA misurati dalle abitazioni eventualmente esistenti. Gli eventuali interventi di nuova edificazione e/o variazioni d’uso di edifici esistenti, in queste aree dovranno rispettare i limiti di emissione previsti per la classe inferiore.

Nel caso di superamento dei valori di attenzione come definiti dalla citata L. 477/95, il Comune provvederà ad adottare un Piano di Risanamento Acustico assicurando il coordinamento con gli altri strumenti previsti dalla legislazione vigente in materia di tutela ambientale. In particolare lo stesso dovrà essere redatto ai sensi del 2^ comma dell’art. 7 della Legge n. 447/95 e dovrà contenere le indicazioni progettuali necessarie alla definizione della zonizzazione acustica prevedendo il conseguente regolamento di attuazione.

Nei confronti di questo problema le possibilità di intervento e di bonifica possono essere le seguenti:

− azioni attive;

− azioni passive.

Per azioni attive si intendono tutti gli interventi mirati ad eliminare la fonte di rumore tipo il trasferimento e/o la bonifica della fonte di rumore; le azioni passive sono quelle che si mettono in atto per proteggere dal rumore ad esempio: le barriere e gli asfalti fonoassorbenti.

3.1.9.4.3 - Rumorosità strade extraurbane

La determinazione dei livelli sonori in prossimità dell’infrastruttura viene effettuata mediante l’applicazione di modelli in grado di simulare la propagazione del campo acustico nell’ambiante esterno.

Per le strade extraurbane i livelli di rumorosità calcolati sono i seguenti:

Livelli sonori diurni

Page 61: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.263/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Livelli sonori notturni

… omissis…

6.2.8. SA8 Popolazione esposta a rumore lungo la S.R. n.515

L’indicatore esprime il numero di residenti lungo la S.R. n. 515 esposti a rumore calcolati entro una fascia di 30 mt a partire dalla rete stradale.

La popolazione esposta a rumore lungo la S.R. n. 515 è destinata a non aumentare quanto piuttosto a diminuire in quanto nell’azione di riqualificazione dell’asse stradale del tratto urbano sono previsti anche interventi di demolizione con arretramento dell’attuale quinta edilizia prospiciente la strada regionale. Si ricorda che l’inquinamento acustico è destinato a diminuire a seguito della riorganizzazione viaria prevista nel PAT (nuova tangenziale nord-ovest). Pertanto, data la quantità di abitazioni presenti nella fascia di 30 mt, è stimabile nello scenario di PAT una riduzione del 30% circa della popolazione esposta (200).

Nello scenario alternativo, che prevede una concentrazione del carico insediativo nel capoluogo, il tratto stradale conferma la funzione di asse di connessione viabilistica non consentendo di fatto una riqualificazione urbana ad eccezione della demolizione di alcune abitazioni più prospicienti (285).

In merito alla compatibilità con il Piano di Zonizzazione Acustica e alla classificazione dell’area di progetto, si rimanda al par. 2.2.6 e alle conclusioni ivi riportate.

Stralcio dalla Documentazione previsionale di impatto acustico

… omissis…

DESCRIZIONE DELLA MISURA ANTE OPERAM

STRUMENTAZIONE UTILIZZATA

Per l’effettuazione delle misurazioni è stata impiegata una catena microfonica costituita da:

− fonometro integratore 01 dB mod. SOLO matricola n° 10462

− preamplificatore 01 dB mod. PRE 21S matricola n° 10442

Page 62: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.264/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

− microfono 01 dB mod. MCE 212 matricola n° 33616

− calibratore acustico Svantek SV30A matricola n° 7967

La catena di misura è stata tarata presso centro di taratura n° 068 in data 19/03/2014 (certificato di taratura n° LAT068 33386-A).

Il calibratore acustico è stato tarato presso centro di taratura n° 224 in data 17/06/2014 (certificato di taratura n° LAT224 14-1886-CAL).

I sistemi di misura con cui sono stati rilevati i livelli equivalenti soddisfacevano le specifiche di cui alla classe 1 delle norme EN 60651/1994 e EN 60804/1994.

I filtri e i microfoni utilizzati per le misure erano conformi, rispettivamente, alle norme EN 61260/1995 (IEC 1260) e EN 61094-1/1994, EN 61094-2/1993, EN 61094-3/ 1995, EN 61094- 4/1995, mentre i calibratori acustici rispettavano quanto indicato dalle norme CEI 29-4.

La strumentazione, prima e dopo ogni ciclo di misura, è stata controllata con un calibratore di classe 1, secondo la norma IEC 942/1988, verificando che le stesse non differissero di un valore superiore ai 0,5 dB.

SCELTA DEI PUNTI DI MISURA

La zona di riferimento risulta scarsamente antropizzata e pertanto i livelli di rumore attualmente presenti risultano molto bassi La loro identificazione è stata ottenuta tramite rilievo strumentale presso un punto di misura ubicato sul versante sud dell’azienda, in posizione meglio specificata nell’immagine seguente.

MODALITA’ DI MISURA

Il microfono è stato posizionato ad un’altezza dal suolo di mt. 1.50 ed era collegato alla strumentazione di integrazione attraverso un cavo prolunga della lunghezza di tre metri che

Page 63: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.265/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

permetteva agli operatori di verificare l’andamento della misura mantenendosi a debita distanza. Il microfono era altresì posto a sufficiente distanza da altre superfici riflettenti o interferenti.

I campionamenti hanno avuto una durata variabile necessaria ad ottenere una stabilizzazione del livello LAeq il quale tuttavia manteneva un’oscillazione contenuta al ±0,1 dB(A). I rilievi sono stati effettuati con la tecnica del campionamento.

Nel corso delle misurazioni le condizioni atmosferiche e metereologiche erano favorevoli e ci si trovava in assenza di vento.

Il tempo di riferimento TR all’interno del quale sono state effettuate le verifiche è il periodo diurno ovvero compreso fra le ore 06.00 e le ore 22.00.

I tempi di misura TM durante i quali si è provveduto ad analizzare strumentalmente la situazione del rumore residuo ante opera erano compresi fra le ore 08.00 alle ore 10.00 circa del giorno 14.03.2015.

ESITO DELLE MISURAZIONI

Nella situazione analizzata il rilievo ha evidenziato il seguente livello:

… omissis…

4.7.2. Clima acustico: stima degli impatti

Le potenziali azioni comportate dal progetto che possono determinare possibili impatti negativi sul clima acustico attuale presente nell’intorno dell’area esaminata possono essere identificate nel funzionamento dei ventilatori e degli aspiratori afferenti all’impianto di aspirazione e di aerazione degli ambienti chiusi e a quello di insufflaggio d’aria nelle celle di biossidazione nella prima fase della maturazione (vedi par. 3.3.3).

Altra fonte di rumore considerata, ancorché di carattere discontinuo ed occasionale rispetto alla precedente, risulta quella determinata dai mezzi d’opera (par. 3.7) operanti all’interno dell’impianto. Si accennerà alla valutazione del rumore apportato dai mezzi di trasporto (par. 4.1.2) in entrata e in uscita dall’impianto, anche se essa non subirà apprezzabili e sostanziali variazioni rispetto alla situazione esistente, determinata dalla passata presenza e recente dismissione dell’allevamento intensivo di conigli da carne e dal conseguente traffico indotto per l’approvvigionamento dello stesso e dal trasporto del prodotto finito.

4.7.2.1. Portata dell’impatto (area geografica e densità di popolazione interessata)

Si riporta di seguito quanto individuato e stimato dalla documentazione previsionale di impatto acustico relativamente all’area di potenziale influenza dei rumori prodotti, che conseguentemente identifica la popolazione interessata come quella residente nelle immediate vicinanze rispetto all’area di progetto. Per ogni approfondimento si rimanda all’allegato 02, che riporta integralmente la documentazione previsionale di impatto acustico.

Page 64: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.266/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

… omissis…

Si procede di seguito ad indicare i ricettori residenziali maggiormente esposti in quanto più vicini all’area di intervento indicando la distanza (indicativa) che intercorre fra il perimetro del sito ed il ricettore. I medesimi ricettori sono stati anche indicati nell’immagine aerea seguente (fonte sito web Google Earth).

I ricettori indicati si ritengono i maggiormente esposti in quanto fra l’opera in progetto e gli stessi si ha campo libero e pertanto l’eventuale rumore prodotto potrebbe giungere agli stessi con maggiore facilità. Altri edifici residenziali sono posti a distanze ancor maggiori e per tale ragione non si ritiene possano essere interessati dalla rumorosità prodotta dall’attività in progetto.

In merito al rumore prodotto dal traffico indotto e dai mezzi d’opera si ritiene che esso, anche in considerazione degli attuali livelli di emissione sonora derivati dalla viabilità e dal traffico

Page 65: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.267/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

esistente, possa influenzare solamente le strade più volte in precedenza citate (S.S. n. 515, S.P. n. 65, via Guidini e via Comisso).

4.7.2.2. Carattere cumulativo degli impatti

Non sono prevedibili effetti cumulativi riguardo la componente rumore con altri progetti attualmente individuabili nell’intorno dell’area su cu sorgerà l’impianto di recupero. Può essere considerato solamente un lieve effetto cumulativo delle emissioni prodotte dai mezzi d’opera con quelle prodotte dall’impianto di ventilazione/aspirazione che, dato l’esigua quantità delle prime, risulta trascurabile.

4.7.2.3. Natura transfrontaliera dell’impatto

Non sono possibili impatti transfrontalieri in nessuna fase prevista dal Progetto esaminato.

4.7.2.4. Ordine di grandezza e complessità dell’impatto

L’entità del potenziale impatto prodotto dagli impianti di ventilazione e di aspirazione presenti all’interno dell’area di progetto, come precedentemente accennato, dipende strettamente dalle caratteristiche tecniche dei macchinari utilizzati. Si riportano di seguito le caratteristiche principali delle fonti di rumore considerate e contenute nella documentazione previsionale di impatto acustico.

… omissis…

IDENTIFICAZIONE DELLE NUOVE COMPONENTI SONORE DI PROGETTO

Nell’ambito delle attività di progetto si prevede l’inserimento delle seguenti nuove componenti sonore:

− viabilità dei mezzi lungo il lato est della proprietà costituita dai mezzi in accesso e deflusso per il carico e lo scarico dei materiali, dalla pala meccanica atta a trasferite il materiale dagli edifici alla zona di maturazione esterna e da questa alla zona di vagliatura (componente A);

− carro miscelatore agganciato alla presa di forza di trattore agricolo (componente B)

− rivoltatore semovente azionato da motore diesel (componente C)

− vaglio rotante alimentato da motore elettrico (componente D)

− gruppo aspirante (componente E)

− ventilatori per insufflazione aria (componenti F, G, H, I)

UBICAZIONE DELLE NUOVE COMPONENTI SONORE DI PROGETTO

Nella raffigurazione seguente si provvede a collocare, seppur in via approssimativa, le componenti sonore in precedenza indicate.

Page 66: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.268/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

QUANTIFICAZIONE DELLE NUOVE COMPONENTI DI PROGETTO

Componente A - viabilità di mezzi lungo il lato est della proprietà

Costituita dei mezzi transitanti lungo il lato est della proprietà (mezzi in accesso e deflusso per il carico e lo scarico dei materiali, pala meccanica atta a trasferite il materiale dagli edifici alla zona di maturazione esterna e da questa alla zona di vagliatura). In modo approssimativo si sovrastima che nei giorni di maggiore operatività si abbia un flusso composto da 2 autocarri al giorno ed un passaggio di, mediamente, circa 35 viaggi della pala gommata (necessaria a trasferite il materiale dagli edifici alla zona di maturazione esterna e da questa alla zona di vagliatura). Questi passaggi, distribuiti sulla media delle 8 ore risultano, 4,6 all’ora. I volumi di traffico stimato sono stati utilizzati come dati di input per la stima del valore equivalente in dB(A) prodotto dai veicoli in transito per l’afflusso ed il deflusso dalla zona di carico e scarico merci.

Per la quantificazione della componente, si è proceduto tramite il metodo del CNR “Istituto di Acustica “O.M. Corbino” di Cannelli, Gluck e Santoboni secondo cui:

L(Sorgente oraria)=35,1+10 log(Nl+8Np)+10log(25/d)+∆Lv+∆Lf+∆Lb+∆Ls+∆Lg+∆Lvb

Dove:

35,1 rappresenta una costante di proporzionalità

Nl rappresenta il numero di passaggi orari del traffico leggero

Np rappresenta il numero di passaggi orari del traffico pesante

Page 67: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.269/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

d rappresenta la distanza fra il punto di osservazione e la mezzeria stradale in metri

∆Lv rappresenta la velocità media del flusso individuata secondo la seguente tabella:

∆Lf rappresenta un parametro di correzione determinato dalla riflessione del rumore sulla facciata vicina al punto di osservazione, eventualmente pari a 2.5 dBA

∆Lb rappresenta un parametro di correzione determinato dalla riflessione del rumore sulla facciata opposta al punto di osservazione, eventualmente pari a 1.5 dBA;

∆Ls rappresenta un coefficiente legato al tipo di manto stradale determinato secondo la seguente tabella:

∆Lg rappresenta un coefficiente legato alla pendenza delle strada determinato secondo la seguente tabella:

DLvb rappresenta un coefficiente legato alla presenza di rallentamenti e/o accelerazioni del flusso determinato secondo la seguente tabella:

Nel caso in esame si sono assunti come variabili le condizioni di traffico costituite da circa 1 automezzo ora, assenza di facciate riflettenti, distanza dalla mezzeria stradale circa 1 mt., velocità media del flusso < 30 Km/h, manto stradale costituito da asfalto liscio, pendenza inferiore al 5% e situazione di traffico con decelerazioni (quindi simile alla situazione in prossimità dei semafori).

L (viabilità est) = circa 65 dB(A)

Componente B – carro miscelatore agganciato alla presa di forza di trattore agricolo

Secondo quanto verificato in situazioni analoghe il rumore associabile a tale componente è coincidente con il rumore del trattore agricolo che, considerando un funzionamento di circa 1.300/1.500 giri/minuto) si stima in circa 85 dB(A). L’operazione di miscelazione, nei giorni in cui avviene ha una durata, complessiva, di circa 60 minuti.

Page 68: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.270/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Componente C – rivoltatore semovente azionato da motore diesel

Secondo quanto verificato in situazioni analoghe il rumore associabile a tale componente è associabile al rumore di un piccolo motore diesel che funziona a bassi giri (come ad esempio un miniescavatore) che si stima in circa 80 dB(A). Questo macchinario opererà all’interno dei capannoni che sono realizzati con strutture di tamponamento in elementi murari dei quali non si hanno certe informazioni rispetto alle performances acustiche. Si assume come stima che il fabbricato avesse un isolamento di circa 30/35 dB.

Tale informazione è stata data su base empirica e tuttavia rappresenta un valore verosimile. Da informazioni reperibili in letteratura (di seguito riportati) a pareti molto semplici vengono attribuiti poteri di Rw superiori a quelli considerato nella valutazione. Si ritiene quindi che, pur avendo identificato in modo approssimativo il valore di isolamento acustico, siano stati adottati dei margini di tutela.

Sulla base di tali considerazioni si ritiene che il rumore generato all’interno dei capannoni nella fasi di rivoltatura mantenga all’esterno del capannone una componente di circa 45/50 dB(A).

La macchina avrà un tempo di impiego di 1 ora/giorno per 4 giorni/settimana e quindi si ritiene di poterla ritenere scarsamente rilevante dal punto di vista dell’impatto acustico generato dall’attività. Per tale ragione nel proseguo del documento non si approfondiranno ulteriori considerazioni rispetto a tale componente acustica.

Componente D – vaglio rotante alimentato da motore elettrico

In considerazione delle caratteristiche fisiche del compost e del tipo di attrezzatura si ritiene che l’impatto da rumore di questa fase sia essenzialmente riconducibile alle emissioni della pala gommata impegnata nel trasferimento dal piazzale dei cumuli alla zona di vagliatura. Tale componente risulta già ricompresa nella componente A e per tale ragione nel proseguo del documento non si approfondiranno ulteriori considerazioni rispetto a tale componente acustica. La fase di vagliatura viene eseguita 1 volta al mese ed impiega circa 2 gg lavoro.

Page 69: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.271/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Componente E – gruppo aspirante

Si riportano di seguito le informazioni atte a identificare il livello di rumore associabile al ventilatore in analisi (estratto scheda tecnica fornitore).

E’ prevista l’installazione di un box di insonorizzazione del ventilatore della capacità di attenuazione prevista di circa 20 dB a quello indicato (estratto scheda tecnica fornitore).

Componenti F, G, H, I – ventilatori per insufflazione aria

Si riportano di seguito le informazioni atte a identificare il livello di rumore associabile ad ognuno dei ventilatori in analisi (estratto scheda tecnica fornitore).

Page 70: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.272/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

E’ prevista l’installazione di un box di insonorizzazione del ventilatore della capacità di attenuazione prevista di circa 20 dB a quello indicato (estratto scheda tecnica fornitore).

Si procede quindi ad associare ad ogni ventilatore un valore di emissione acustica pari a 51 dB(A). I ventilatori funzioneranno in alternanza all’aspirazione nel periodo dalle ore 7.00 e le ore 19.00, per tutti i giorni della settimana.

Contemporaneità delle varie componenti

Considerato il limitato personale operante presso il sito non sono prevedibili significative contemporaneità di attività per le quali sia necessario l’intervento umano, ovvero quello relativo alla conduzione di macchine operatrici.

Anche le unità di ventilazione ed aspirazione avranno un funzionamento alternativo fra l’aspiratore ed una coppia di ventilatori.

Risulta pertanto verosimile prevedere due diversi scenari acustici:

1. nessuna attività in impianto e solo funzionamento dei ventilatori o aspiratore 2. attività di movimentazione materiali con pala meccanica associata al funzionamento

del miscelatore azionato dal trattore (ovvero la situazione di maggiore impatto legato

Page 71: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.273/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

a componenti contemporanee). In questo scenario si considerano comunque attivi gli impianti di ventilazione o aspirazione.

PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO

Entrambi gli scenari acustici in precedenza ipotizzati sono stati utilizzati per modellizzare la situazione futura attraverso il Software Prelude 2.0 Versione Applicazione 2.1.2.373 n° di serie 00153069. I punti bersaglio, ovvero i punti rispetto ai quali vengono restituiti dei valori di rumore attesi, sono i seguenti:

− Ricettore nord-est

− Ricettore est

− Ricettori sud-est

− Ricettore sud-ovest

− Ricettori ovest

− Ricettori nord-ovest

− Punto confine est (posto in prossimità dell’area di miscelazione)

− Punto confine est (posto in prossimità dei ventilatori)

− Punto confine sud

− Punto confine ovest

− Punto confine nord

PREVISIONALE IMPATTO SCENARIO SOLO FUNZIONAMENTO DEI VENTILATORI O ASPIRATORE

Il funzionamento dei ventilatori risulta alternativo rispetto agli aspiratori ma, nel complesso, gli stessi saranno funzionanti per dodici ore al giorno. Hanno dei livelli di emissione similari pertanto si verificherà la situazione maggiormente impattante ovvero quella riferibile al funzionamento contemporaneo dei due ventilatori del capannone nord. Si ritiene che tale situazione sia associabile anche al funzionamento dell’aspiratore e riferibile anche all’alternativo funzionamento di analoghi ventilatori del capannone sud. Ogni ventilatore è stato modellizzato come una sorgente puntiforme.

Page 72: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.274/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

PREVISIONALE IMPATTO SCENARIO CON FUNZIONAMENTO DEI VENTILATORI O ASPIRATORE, PALA MECCANICA E MISCELATORE CON TRATTORE

Il funzionamento dei ventilatori risulta alternativo rispetto agli aspiratori ma, nel complesso, gli stessi saranno funzionanti per dodici ore al giorno. Hanno dei livelli di emissione similari pertanto si verificherà la situazione maggiormente impattante ovvero quella riferibile al funzionamento contemporaneo dei due ventilatori del capannone nord. Si ritiene che tale situazione sia associabile anche al funzionamento dell’aspiratore e riferibile anche all’alternativo funzionamento di analoghi ventilatori del capannone sud. Ogni ventilatore è stato modellizzato come una sorgente puntiforme.

Relativamente alla componente pala meccanica si procederà inserendo una nuova sorgente sonora lineare lungo il perimetro est dell’impianto (alla distanza dal confine di circa 4 mt da questo). Il miscelatore e relativo trattore sono invece stati modellizzati come una sorgente puntiforme posizionato sulla zona di miscelazione. Relativamente a quest’ultimo si procede modellizzando l’impatto durante in funzionamento al fine di verificare i livelli differenziali (da riferirsi al periodo di misura) e modellizzando l’impatto sull’intero periodo di riferimento diurno considerandone un’ora di funzionamento (da riferirsi ai valori assoluti).

Page 73: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.275/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Page 74: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.276/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

CONCLUSIONI

Dalle valutazioni effettuate e riportate nella presente relazione tecnica si conclude che l’impatto acustico attribuibile alle attività della ditta nelle condizioni di progetto risulterà prevedibilmente conforme ai valori limite vigenti sia per quanto riguarda i livelli di emissione ed immissione assoluta sia per quanto riguarda i livelli di immissione differenziale.

4.7.2.5. Probabilità, durata, frequenza e reversibilità dell’impatto

La presenza dei macchinari che possono determinare un impatto sull’attuale clima acustico presente nell’intorno dell’area di progetto è certa, così da determinare una probabilità sicura e una durata virtualmente illimitata (a meno di riconversioni future) delle emissioni identificate al precedente paragrafo. Può essere individuata una frequenza nel funzionamento dell’impianto di ventilazione del capannone, con cadenza diurna, mentre per l’impianto di insufflazione nelle celle di biossidazione sarà determinato da un timer secondo quanto previsto dai cicli di ossidazione (vedi par. 3.3.3). A meno di sostituzione degli impianti di ventilazione/aspirazione si deve ritenere l’emissione sonora potenzialmente irreversibile.

4.7.2.6. Sintesi e valutazione dell’impatto

Per quanto affermato nei precedenti paragrafi, in ragione della quantità e qualità delle emissioni sonore, dei sistemi di abbattimento acustico previsti dal progetto e di quanto riportato nella documentazione previsionale di impatto acustico (allegato 02) si ritiene che il potenziale impatto determinato dalle emissioni sonore apportate sul clima acustico attuale possa ritenersi non significativo.

Page 75: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.277/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

4.8. Inquinamento luminoso

4.8.1. Inquinamento luminoso: stato attuale della componente

L’inquadramento dello stato attuale relativamente alla componente dell’inquinamento luminoso viene ricavato da quanto esposto nel Rapporto Ambientale per la procedura di VAS del PAT del Comune di Zero Branco, basato su quanto rilevato e relazionato da ARPAV riguardo la brillanza relativa del cielo notturno che si riporta nel seguito.

Delle due fonti si produce un estratto.

Estratto da Rapporto Ambientale relativo alla procedura di VAS del PAT del Comune di Zero Branco

3.1.9.1. – INQUINAMENTO LUMINOSO

La legge della Regione Veneto n.22 del 27.06.1997 “norme per la prevenzione dell’inquinamento luminoso” prescrive misure di prevenzione dell’inquinamento luminoso su territorio regionale al fine di tutelare e migliorare l'ambiente, di conservare gli equilibri ecologici nelle aree naturali protette (legge 6 dicembre 1991, n. 394), e di promuovere le attività di ricerca e divulgazione scientifica degli osservatori astronomici. A livello comunale, in attesa dell’entrata in vigore del Piano Comunale dell’illuminazione pubblica, le amministrazioni devono adottare le misure contenute nell’allegato C della Legge Regionale: "Criteri tecnici per la progettazione, realizzazione e gestione di impianti di illuminazione esterna" secondo la quale gli impianti di illuminazione artificiale devono emettere verso il cielo al massimo il 3% del flusso totale emesso dalla loro sorgente. Le sorgenti principali che possono causare inquinamento luminoso sono:

− impianti di illuminazione pubblici;

− impianti di illuminazione stradali;

− impianti di illuminazione privati;

− impianti di illuminazione di monumenti, opere, ecc.;

− impianti di illuminazione di stadi, complessi commerciali, ecc.;

− fari rotanti;

− insegne pubblicitarie, vetrine.

Zero Branco fa parte dell’elenco dei comuni con territorio inserito nelle fasce di rispetto individuate ai sensi della legge regionale 27 giugno 1997, n° 22.

Page 76: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.278/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Il territorio zerotino rientra nella ZONA DI PROTEZIONE PER GLI OSSERVATORI NON PROFESSIONALI E DI SITI DI OSSERVAZIONE (estensione di raggio pari a 10 km).

In tali ambiti la normativa prevede le seguenti misure:

− divieto di utilizzo di sorgenti luminose che producano un'emissione verso l'alto superiore al 3% del flusso totale emesso dalla sorgente;

− divieto di utilizzo di sorgenti luminose che producano fasci di luce di qualsiasi tipo e modalità, fissi e rotanti, diretti verso il cielo o verso superfici che possano rifletterli verso il cielo;

− preferibile utilizzo di sorgenti luminose a vapori di sodio ad alta pressione; per le strade a traffico motorizzato, selezionare ogniqualvolta ciò sia possibile i livelli minimi di luminanza ed illuminamento consentiti dalle norme UNI 10439;

− limitare l'uso di proiettori ai casi di reale necessità, in ogni caso mantenendo l'orientazione del fascio verso il basso, non oltre i sessanta gradi dalla verticale;

− adottare sistemi automatici di controllo e riduzione del flusso luminoso, fino al cinquanta per cento del totale, dopo le ore ventidue, e adottare lo spegnimento programmato integrale degli impianti ogniqualvolta ciò sia possibile, tenuto conto delle esigenze di sicurezza.

La mappa della brillanza totale del cielo notturno fornisce un’indicazione della qualità del cielo notturno in un territorio. Essa è stata calcolata allo zenith tenendo conto dell’altitudine e della

Page 77: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.279/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

brillanza naturale del cielo (anch’essa funzione dell’altitudine). L’altitudine ha effetto sulla brillanza naturale del cielo, sulla brillanza artificiale e sull’estinzione della luce stellare ed è stata ottenuta da una mappa digitale (DEM). La brillanza naturale dipende dalla direzione di osservazione e dall’altitudine ed è stata ottenuta con i modelli di Garstang (1989) che tengono conto della luce naturale proveniente da tutto il cielo che viene diffusa dalle particelle e dalle molecole lungo la linea di vista dell’osservatore per le condizioni atmosferiche assunte.

Il comune di Zero Branco, come riportato nella successiva tavola è caratterizzato da un aumento della luminanza totale rispetto la naturale tra il 300% e il 900%. Tali valori risultano in linea con quelli riscontrati nella quasi totalità del territorio provinciale.

Elaborazioni ARPAV relative all’indicatore “brillanza relativa del cielo notturno”.

DESCRIZIONE

L’inquinamento luminoso è ogni forma di irradiazione di luce artificiale al di fuori delle aree a cui essa è funzionalmente dedicata, in particolare modo verso la volta celeste, ed è riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale come indicatore dell’alterazione della condizione naturale, con conseguenze non trascurabili per gli ecosistemi vegetali (es. riduzione della fotosintesi clorofilliana), animali (es. disorientamento delle specie migratorie) nonché per la salute umana. All’origine del fenomeno vi è il flusso luminoso disperso proveniente dalle diverse attività di origine antropica a causa sia di apparati inefficienti che di carenza di progettazione. In particolare almeno il 25-30% dell’energia elettrica degli impianti di illuminazione pubblica viene diffusa verso il cielo, una quota ancora maggiore è quella di gestione privata. La riduzione di questi consumi contribuirebbe al risparmio energetico e alla riduzione delle relative emissioni.

Come indicatore dell’inquinamento luminoso, secondo le informazioni reperite in letteratura e riferite in modo omogeneo e completo all’intero territorio nazionale, si utilizza la brillanza (o luminanza) relativa del cielo notturno. Con questo indicatore è possibile quantificare il grado di inquinamento luminoso dell’atmosfera e valutare gli effetti sugli ecosistemi e il degrado della visibilità stellare.

OBIETTIVO

Il valore soglia per la valutazione dello stato attuale dell'indicatore è pari al 10% del livello di brillanza artificiale rispetto a quella naturale per il territorio veneto.

VALUTAZIONE

Si noti che l’intero territorio della regione Veneto risulta avere livelli di brillanza artificiale superiori al 33% di quella naturale, e pertanto è da considerarsi molto inquinato.

Dal confronto con i dati pregressi risalenti al 1971 si può notare che la situazione al 1998 è alquanto peggiorata; anche il modello previsionale al 2025, non prevede un miglioramento dell’indicatore. Tuttavia, dal 2009 in Veneto, è in vigore una nuova normativa sul tema dell'inquinamento luminoso, la L.R. 17/2009, che se applicata correttamente su tutto il territorio regionale, può avere effetti positivi sul miglioramento del trend.

Nella mappa della brillanza viene rappresentato il rapporto tra la luminosità artificiale del cielo e quella naturale media allo zenith (rapporto dei rispettivi valori di luminanza, espressa come flusso luminoso (in candele) per unità di angolo solido di cielo per unità di area di rivelatore). Al

Page 78: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.280/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

colore nero corrisponde una luminanza artificiale inferiore al 11% di quella naturale, ovverosia un aumento della luminanza totale inferiore al 11%, al blu tra l’11% e il 33%, al verde tra il 33 e il 100%, al giallo tra il 100% e il 300%, all’arancio tra il 300% e il 900%, al rosso oltre il 900%.

Page 79: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.281/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

4.8.2. Inquinamento luminoso: stima degli impatti

Le previsioni di progetto che possono influire sull’attuale stato dell’inquinamento luminoso sono di fatto nulle o trascurabili, in quanto non viene prevista la realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione esterno dell’area su cui sorgerà l’impianto di recupero. Verranno comunque considerate, a fini cautelativi, le luci di servizio che saranno presenti sull’area tecnica tra il capannone Nord e quello Sud e quelle di sicurezza e individuazione di ostacoli, premettendo che comunque le operazioni condotte all’esterno dovute all’attività di compostaggio saranno compiute in orario diurno e con presenza di luce solare.

4.8.2.1. Portata dell’impatto (area geografica e densità di popolazione interessata)

L’influenza dei pochi punti luce esterni a servizio dell’area tecnica riguarderà l’area direttamente interessata dalla stessa e può considerarsi estesa oltre ad essa per circa 30-40 m solo sul lato Est (gli altri sono nascosti dalle pareti di testa dei due capannoni e dalla barriera provvisoria in pannelli di tipo Jersey), quindi poco al di fuori della superficie di progetto stessa e interessanti l’area agricola limitrofa. Le luci di sicurezza e di individuazione degli ostacoli determineranno una simile influenza su tutti i lati degli edifici esistenti.

Tale situazione è del tutto paragonabile a quanto in essere fino a marzo 2015 in funzione della passata presenza dell’allevamento intensivo di conigli da carne, e non andrà quindi a mutare le condizioni attualmente riscontrabili.

4.8.2.2. Carattere cumulativo dell’impatto

Non sono previsti effetti cumulativi sulla componente inquinamento luminoso con altri progetti attualmente individuabili.

4.8.2.3. Natura transfrontaliera dell’impatto

Non sono possibili impatti transfrontalieri in nessuna fase prevista dal Progetto esaminato.

4.8.2.4. Ordine di grandezza e complessità dell’impatto

Come precedentemente affermato, l’impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi tramite operazione R3 non sarà dotato di impianto di illuminazione.

Saranno solamente predisposti alcuni punti luce (da 2 a 3) sull’area tecnica tra i due capannoni e le luci di sicurezza e di individuazione degli ostacoli, come già esposto, in maniera del tutto paragonabile alla situazione attuale determinata dall’allevamento di conigli da carne esistente.

Premesso che l’impianto di compostaggio sarà in esercizio esclusivamente nelle ore diurne, si prevede l’utilizzo dell’illuminazione artificiale soprattutto nel periodo invernale, per consentire le normali operazioni di produzione nelle ore del tardo pomeriggio. Nelle ore serali e notturne non si

Page 80: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.282/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

determinerà quindi nessuna nuova fonte di inquinamento luminoso, rendendo di fatto trascurabile il potenziale impatto.

Inoltre si sottolinea come la presenza delle siepi multiplane perimetrali (par. 3.6.6) sulle aree verdi individuate sui confini dell’area di progetto fungano da elemento schermante rispetto l’esiguo numero di punti luce predisposti, attenuandone la portata e il disturbo al di fuori dei confini, verosimilmente fino ad annullarlo al raggiungimento della maturità (riempimento degli spazi da parte degli arbusti e raggiungimento dei 15-20 m di altezza da parte degli alberi), riducendo così il possibile effetto prodotto al di fuori dell’area di progetto.

4.8.2.5. Probabilità, durata, frequenza e reversibilità dell’impatto

La probabilità della predisposizione dei pochi punti luce e quindi della luce da essi apportata deve ritenersi certa e di durata potenzialmente illimitata, legata all’esercizio dell’impianto di recupero in progetto.

Può essere individuata una frequenza tardo pomeridiana di utilizzo solo nel periodo invernale.

L’apporto di potenziale (ma trascurabile per quanto detto) inquinamento luminoso deve ritenersi irreversibile, a meno di dismissione e recupero ad altro uso dell’area esaminata.

4.8.2.6. Sintesi e valutazione dell’impatto

Per quanto detto nei precedenti paragrafi, in considerazione degli accorgimenti adottati per lo schermo dell’apporto previsto e della realizzazione di pochi punti luce e non di un vero e proprio impianto di illuminazione esterno, il potenziale impatto sulla componente inquinamento luminoso deve ritenersi trascurabile.

4.9. Radiazioni Ionizzanti e non ionizzanti

4.9.1. Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti: stato attuale della componente

Anche per la componente ora esaminata si fa riferimento a quanto riportato nel Rapporto Ambientale redatto per la VAS del PAT del Comune di Zero Branco, che ad oggi risulta essere lo strumento con carattere di ufficialità maggiormente aggiornato (approvato nel novembre 2010).

Si riporta dunque un estratto della sezione relativa alle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti.

3.1.9.2.– RADIAZIONI IONIZZANTI

6.1.9.2.1 - Radon

Il radon è un gas nobile e radioattivo naturale che si forma dal decadimento del radio, generato a sua volta dal decadimento dell'uranio. Il radon è un gas molto pesante e viene considerato estremamente pericoloso per la salute umana se inalato.

In generale i locali al piano terra risultano interessati dal radon in quanto sono a contatto con il terreno (fonte di provenienza del gas).

Page 81: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.283/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

L’indicatore “Percentuale di abitazioni attese superare un determinato livello di riferimento di

concentrazione media annua di radon” è stato elaborato sulla base delle misurazioni annuali rilevate nell’ambito delle indagini nazionale e regionale condotte, rispettivamente, alla fine degli anni ‘80 e nel periodo 1996-2000.

Il livello di riferimento considerato è 200 Bq/m3 (Becquerel per metro cubo), adottato dalla Regione Veneto con DGRV n. 79 del 18/01/02 “Attuazione della raccomandazione europea n. 143/90: interventi di prevenzione dall’inquinamento da gas radon negli ambienti di vita” come livello raccomandato per le abitazioni (sia per le nuove costruzioni che per le esistenti) oltre il quale si consiglia di intraprendere azioni di bonifica

Nella stessa delibera, inoltre:

− viene definita un’area a rischio radon, identificata come quella zona (rettangoli di 5*6 km2 corrispondenti alle sezioni della C.T.R. 1:10.000) in cui almeno il 10% delle abitazioni, nella configurazione di tipologia abitativa standard regionale rispetto al piano, supera il suddetto livello di riferimento.

− viene redatto un primo elenco di Comuni a rischio radon; l’assegnazione degli edifici di un Comune ad una determinata area ad alto potenziale di radon è stata operata ove il Comune di appartenenza risultasse incluso in tale area: la condizione cautelativa per tale inclusione è stata che almeno il 30% dell’edificato ricadesse in una delle sezioni rettangolari che costituiscono l’area ad alto potenziale di radon (si è fatto ricorso al tematismo sulle aree urbanizzate della Regione Veneto). Sono quindi presenti Comuni a rischio radon pur con percentuali di abitazioni stimate superare i 200 Bq/m3 inferiori al 10%.

Dalla lettura dei dati ARPAV si deduce che nel territorio di Zero Branco la stima percentuale di abitazioni che superano il livello di riferimento di 200 Bq/m3 è pari al 3,0 %. Tale valore risulta essere leggermente inferiore alla media provinciale (3,7%).

3.1.9.3. – RADIAZIONI NON IONIZZANTI

3.1.9.3.1 - Impianti attivi radiotelevisivi (RTV) e stazioni radiobase (SRB)

E’ una tipologia di impianti fissi per telecomunicazione (stazioni radiobase SRB). I livelli di campo elettrico sono disciplinati dal Decreto del Ministero dell’Ambiente 381/98.

Page 82: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.284/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Nel Comune di Zero Branco sono presenti:

� Impianto Telecom in via Taliercio c/o stadio comunale (su palo) � Impianto WIND in via Taliercio c/o stadio comunale (al suolo) � Impianto OMNITEL in c/o campo sportivo (su palo) � Impianti H3G in via G.Rossa (altra postazione) � Impianto OMNITEL c/o parcheggio comunale, Via Pastrello (postazione no rilevata) � Impianto OMNITEL Via Albera c/o cimitero Sant`Alberto (su palo)

3.1.9.3.2 – Linee elettriche ad alta tensione

Il territorio comunale è attraversato delle seguenti linee elettriche:

La materia riguardante la protezione di lavoratori e popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici è regolata dalla Legge Quadro n.36 e s.m.i. del 2003. Precedentemente la Regione Veneto aveva già disciplinato la materia, con norme più restrittive di quelle nazionali attraverso la legge 30-06-1993, n.27 “Prevenzione dei danni derivanti dai campi elettromagnetici da elettrodotti”.

In adeguamento alla normativa regionale il Comune di Zero Branco ha individuato nel proprio PRG le fasce di rispetto da elettrodotti.

L’indicatore “Sviluppo in chilometri delle linee elettriche (varie tensioni) in rapporto all’area considerata” è stato elaborato sulla base del catasto ARPAV degli elettrodotti, completo per circa l’80%.

Page 83: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.285/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

PERCENTUALE DI POPOLAZIONE ESPOSTA A DET LIVELLI DI CEM PER TIPOLOGIA DI SORGENTE – ELF SOGLIA 0.2 microtesla (distanze di rispetto stabilite dalla LR 27/93)

PERCENTUALE DI POPOLAZIONE ESPOSTA A DET LIVELLI DI CEM PER TIPOLOGIA DI SORGENTE – ELF SOGLIA 10 MICROTESLA (VALORE DI ATTENZIONE - DPCM 8/7/2003)

PERCENTUALE DI POPOLAZIONE ESPOSTA A DET LIVELLI DI CEM PER TIPOLOGIA DI SORGENTE – ELF SOGLIA 3 microtesla (obiettivo di qualità - DPCM 8/7/2003)

L’indicatore “Percentuale di superficie vincolata ai sensi della LR Veneto 27/93” è stato elaborato sulla base del catasto ARPAV degli elettrodotti, completo per circa l’80%.

… omissis…

6.2.9. SA9 Abitazioni interessate da inquinamento elettromagnetico

L’indicatore utilizzato è il numero di edifici residenziali localizzati all’interno delle fasce di rispetto degli elettrodotti. Nella tabella sono riportati i dati per ATO.

Il PAT incentiva la rilocalizzazione delle abitazioni ricadenti nelle fasce di vincolo derivate da elettrodotti. Il PI disciplinerà gli interventi consentiti, nonché darà attuazione all’art. 36 della LR 11/2004 nei casi di demolizione, senza ricostruzione, di preesistenze ricadenti nelle fasce in questione. In tal senso si stima, in termini prudenziali e in relazione a esperienze analoghe, che il loro numero è destinato a diminuire del 5% circa (74 – 5% = 70). Il trend di diminuzione è da considerarsi simile in entrambi gli scenari di piano.

Page 84: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.286/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

4.9.2. Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti: stima degli impatti

Il progetto esaminato non prevede la realizzazione di infrastrutture che determinino emissioni di radiazioni ionizzanti o non ionizzanti.

Non sono inoltre presenti nelle immediate vicinanze dell’area di progetto elettrodotti o stazioni radiobase, che non coinvolgono dunque quest’ultima nelle rispettive fasce di rispetto per la salute pubblica.

4.9.2.1. Sintesi e valutazione dell’impatto

Non essendoci dunque possibilità di determinare o subire impatti di tale tipo, si ritiene l’influenza sulla componente esaminata nulla.

4.10. Salute pubblica

4.10.1. Salute pubblica: stato attuale della componente

Si riporta di seguito un estratto dallo studio “La mortalità per causa nelle aziende ULSS del Veneto, periodo 2007-2010” a cura del Sistema Epidemiologico Regionale-SER, Direzione Controlli e Governo SSR che riporta una sintesi delle cause di mortalità nella Regione Veneto e nelle diverse ULSS che lo compongono (il comune di Zero Branco rientra nell’ULSS n. 9). Tale inquadramento, che risulta il più aggiornato per le singole ULSS, risulta utile a valutare lo stato attuale in funzione delle possibili alterazioni apportate dal progetto in esame, in quanto prevede la potenziale emissione di sostanze gassose e ed odorose dovute principalmente alle attività di processo e al lieve aumento del traffico veicolare.

… omissis…

Capitolo secondo:

Mortalità per tutte le cause

La Tabella 2.1 mostra l’andamento della mortalità per tutte le cause negli anni 2007-2010. È da sottolineare come i dati riportati sono estratti dall’archivio regionale delle cause di morte; i numeri non coincidono dunque con i dati delle anagrafi comunali sul totale dei residenti deceduti nell’anno (consultabili anche tra i bilanci demografici annuali sul sito dell’ISTAT http://demo.istat.it/). Questa discrepanza è dovuta sia a decessi per cui non è compilata la scheda ISTAT (es. deceduti all’estero), sia ad eventuali buchi nella trasmissione della scheda dal Comune all’ULSS al SER, ed è calcolabile in circa 500 decessi/anno. La recente costituzione di un’anagrafe sanitaria unica regionale, allineata alle anagrafi comunali, costituisce uno strumento utile per integrare il dato sullo stato in vita anche in mancanza della scheda ISTAT, questione che può essere rilevante per alcuni sottogruppi di popolazione, ad esempio i cittadini stranieri residenti in Regione. In conseguenza delle dinamiche demografiche in atto, il numero totale dei decessi di residenti in Veneto registrati nell’archivio regionale delle cause di morte è in sostanziale aumento; il tasso grezzo di mortalità è stabile tra gli uomini, in lieve crescita nelle donne. Una volta corretto per età, il tasso standardizzato di mortalità è in lieve riduzione, soprattutto nel sesso maschile.

Page 85: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.287/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Le Figure 2.1-2.3 mostrano l’andamento di questi indicatori nel periodo 2000-2010: si può osservare come sia confermato il calo del tasso standardizzato di mortalità per tutte le cause, più evidente nella prima metà del decennio; a partire dal 2006 i valori sembrano invece stabilizzarsi, con una lieve riduzione che prosegue solo negli uomini comportando una riduzione della forbice tra i due sessi.

Page 86: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.288/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Le Figure 2.4 e 2.5 confrontano l’andamento della mortalità generale nella nostra Regione con i valori nazionali complessivi e disaggregati per grandi aree nel periodo 1990-2009.

Negli uomini il dato regionale segue l’andamento generale delle regioni settentrionali, che partivano da un valore più elevato di quello nazionale nei primi anni ’90, per poi beneficiare di una riduzione molto più consistente di quella osservata nelle Regioni centrali e meridionali. Nelle donne, il dato veneto si è invece mantenuto inferiore sia al valore nazionale che a quello complessivo delle Regioni settentrionali per tutto il periodo di osservazione.

Page 87: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.289/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

La Tabella 2.2 presenta i tassi di mortalità del Veneto per classe quinquennale di età. Si può osservare come nel totale della popolazione, dopo il picco nel primo anno di vita, il tasso di mortalità si mantenga molto basso fino ai 14 anni, subisca una brusca crescita (molto più marcata nel sesso maschile) nella classe di età 15-19, ma poi rimanga quasi stabile fino ai 30-34 anni. Dai 40-44 anni fino ai 75-79 anni, la mortalità generale aumenta di circa il 65% in ogni classe quinquennale di età, per poi crescere ad un ritmo ancor più elevato nei grandi anziani. Questa tendenza generale in realtà si differenzia nei due sessi. Il rapporto tra tassi osservati in uomini e donne, dopo un notevole divario osservato nelle età giovanili, diminuisce fino ad un valore di circa 1,5 tra i 40 ed i 49 anni; la differenza tra i sessi poi aumenta e dai 55 fino agli 84 anni la mortalità osservata negli uomini è circa doppia rispetto alle donne. In conseguenza dei tassi di mortalità osservati e della diversa struttura demografica tra i sessi, l’età media al decesso registrata nel periodo 2007-2010 è pari a 75,2 anni negli uomini e 82,1 anni nelle donne.

Page 88: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.290/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

In Tabella 2.3 sono riportati i tassi di mortalità per ULSS. Dopo standardizzazione per età, si possono osservare valori superiori al totale regionale in provincia di Belluno ed in alcune aree del vicentino (ULSS 1 e 4 in entrambi i sessi, ULSS 2 e 5 solo negli uomini), nella parte meridionale della Regione (ULSS 14, 17, 18, 21 in entrambi i sessi, ULSS 19 solo nelle donne), e limitatamente alle donne nell’ULSS 12. Valori inferiori al totale regionale si registrano in alcune aree metropolitane (ULSS 9, 16, 20 in entrambi i sessi, ULSS 6 nelle donne), e (limitatamente alle donne) nelle ULSS 7, 10 e 15.

Page 89: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.291/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

La Tabella 2.4 evidenzia le principali cause di morte registrate in Regione nel quadriennio 2007-2010. Più di due terzi dei decessi sono imputabili a tumori e malattie del sistema circolatorio. In particolare, la principale causa di morte è rappresentata dalle malattie del sistema circolatorio nelle donne e dai tumori negli uomini.

Bisogna specificare che nella categoria tumori sono inclusi non solo i tumori maligni (per regola ISTAT vale la presunzione di malignità per tutti i tumori di mammella, apparato digerente e respiratorio), ma anche i tumori benigni (poche neoplasie soprattutto del SNC) e quelli a comportamento incerto (tutti i casi con dizione di tumore/neoplasia senza ulteriori specificazioni, ove non valga la presunzione di malignità): quest’ultima categoria è rilevante soprattutto per neoplasie urogenitali e del SNC, e per alcune patologie ematologiche (es. mielodisplasie).

Tra le malattie circolatorie, assumono particolare rilievo le cardiopatie ischemiche (che includono l’infarto miocardico ed altre cardiopatie ischemiche acute, e le cardiopatie ischemiche croniche) e le malattie cerebrovascolari (che includono anche gli esiti di accidenti cerebrovascolari); la categoria ‘altre malattie cardiache’ è un insieme di condizioni eterogenee (tra cui malattie valvolari, cardiomiopatie, aritmie, scompenso cardiaco).

Page 90: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.292/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

La terza categoria più rappresentata tra le cause di morte è costituita dalle patologie

respiratorie. Le modifiche delle regole di codifica nel passaggio da ICD 9 ad ICD 10 fanno sì che le polmoniti siano ora selezionate più raramente come causa del decesso, anche dove menzionate nella prima parte del certificato. La sottocategoria più consistente è costituita dalle patologie croniche delle basse vie respiratorie (che includono bronchite cronica o non specificata, asma, BPCO).

Più del 3% dei decessi nelle donne e più del 5% negli uomini è dovuto a traumatismi/avvelenamenti, che non sono riportati in Tabella in accordo alla natura del trauma, ma classificati in base alla causa esterna; particolare rilievo per la sanità pubblica assumono i dati riguardanti gli accidenti da trasporto e le autolesioni intenzionali.

Infine, le altre categorie più rappresentate sono le malattie dell’apparato digerente (tra cui le epatopatie croniche costituiscono il gruppo più rilevante soprattutto negli uomini), le malattie endocrino-metaboliche (principalmente diabete mellito), i disturbi psichici (rappresentati principalmente dalle demenze) e le malattie del sistema nervoso (che includono la malattia di Alzheimer).

Page 91: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.293/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

… omissis…

Capitolo quarto:

Mortalità per malattie del sistema circolatorio

Nel periodo 2007-2010 si sono verificati circa 7.000 decessi/anno per malattie del sistema circolatorio negli uomini e più di 9.000 nelle donne (Tabella 4.1); l’età media al decesso per questa categoria di cause è di 79,1 anni negli uomini ed 86,2 nelle donne, valori di circa 4 anni superiori a quelli registrati per il totale dei decessi.

Page 92: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.294/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

In Figura 4.1 si può osservare come il tasso grezzo di mortalità sia diminuito fino al 2006, per poi stabilizzarsi nel periodo più recente; i tassi standardizzati continuano invece a scendere (Figura 4.2 e Tabella 4.1), seppur ad un ritmo più contenuto rispetto a quanto registrato nella prima metà dello scorso decennio.

Page 93: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.295/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

La Tabella 4.2 mostra come il divario nei tassi osservati tra uomini e donne sia massimo

nelle classi più giovani, e si attenui poi con l’avanzare dell’età: il tasso negli uomini è tre volte e mezzo quello delle donne tra i 45 ed i 64 anni, due volte e mezzo tra i 65 ed i 74 anni, una volta e mezzo tra i 75 e gli 84 anni, simile tra i soggetti più anziani. Guardando al contesto nazionale, si può osservare come la mortalità per malattie circolatorie sia nettamente più elevata nelle Regioni meridionali rispetto al Centro-Nord, soprattutto nel sesso femminile (Figure 4.3 e 4.4); comunque i tassi evidenziano un trend temporale in netto calo in tutte le ripartizioni geografiche. Il dato del Veneto per gli uomini si allinea a quello delle regioni settentrionali (lievemente inferiore al totale nazionale), mentre nelle donne si mantiene più basso sia del dato nazionale che di quello delle Regioni settentrionali per tutto il periodo di osservazione.

Page 94: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.296/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

La Tabella 4.3 mostra nei due sessi per ULSS di residenza il numero di decessi osservati, il tasso grezzo di mortalità ed il tasso standardizzato diretto con intervalli di confidenza al 95%. In rosso ed in verde sono evidenziati i tassi standardizzati rispettivamente in eccesso od in difetto rispetto al dato regionale, in cui cioè l’intervallo di confidenza non si sovrappone al valore complessivo del Veneto. Si evidenzia negli uomini un eccesso di mortalità per patologie circolatorie nell’Alto e Ovest Vicentino e nelle ULSS 17 e 18; nelle donne la mortalità risulta più elevata, oltre che nell’Alto Vicentino, nell’ULSS veneziana e nella parte sud-occidentale della Regione (ULSS 17, 18, 19, 21 e 22). I tassi risultano più bassi del dato regionale nelle ULSS 9, 15, 16 e 20 in entrambi i sessi, e nelle ULSS 5 e 10 solo tra le donne.

In Figura 4.5 sono illustrate distintamente per gli uomini e le donne le mappe dei tassi standardizzati indiretti di mortalità comunali “lisciati” (KSMR), raggruppati in quintili (i dettagli sono riportati nell’Appendice Metodologica). Essendo le patologie circolatorie particolarmente rappresentate nei grandi anziani, la diversa metodica di standardizzazione, ma soprattutto il diverso dataset analizzato (mortalità nella popolazione di età inferiore a 85 anni) portano a risultati parzialmente discrepanti: nella Figura 4.5 infatti non si osserva nell’area dell’ULSS 22 l’eccesso di mortalità per patologie circolatorie tra le donne evidenziato invece dal tasso standardizzato riportato in Tabella 4.3.

Page 95: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.297/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Page 96: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.298/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

… omissis…

Capitolo quinto:

Mortalità per tumori

Nel Veneto si verificano circa 7.700 decessi all’anno per tumore negli uomini, e circa 6.100 nelle donne (Tabella 5.1). Nel periodo 2007-2010 si è registrato un calo del tasso grezzo di mortalità, di quello standardizzato, e della percentuale di decessi per tumore sul totale dei decessi; tali dinamiche sono state più consistenti negli uomini. E’ da sottolineare che questi dati seguono un periodo di crescita della proporzione rappresentata dalle neoplasie sul totale della mortalità regionale. Considerando i tassi regionali a partire dal 2000, si può osservare come la riduzione più evidente nel sesso maschile sia un trend di lungo periodo (Figure 5.1 e 5.2); le differenti dinamiche per sesso sono peraltro fortemente influenzate dal diverso andamento della mortalità per tumore del polmone (vedi paragrafo successivo).

Page 97: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.299/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

In Tabella 5.2 si evidenzia come la mortalità sia simile in uomini e donne sino ai 30 anni, maggiore nel sesso femminile nella fascia di età 30-44, e maggiore nel sesso maschile nelle classi di età successive; in particolare a partire dai 65 anni la mortalità per tumore è doppia negli uomini rispetto alle donne, e tale differenziale si mantiene anche nei grandi anziani. L’impatto a livello di popolazione è tale che tra i 65 ed i 74 anni un uomo su 100 ed una donna su 200 muoiono ogni anno per tumore. L’età media al decesso risulta di 73,1 anni negli uomini e 75,0 nelle donne.

Page 98: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.300/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Le Figure 5.3 e 5.4 illustrano i trend nazionali della mortalità per tumore: negli uomini ad inizio anni ’90 la mortalità era molto più elevata nelle Regioni settentrionali (tra cui il Veneto) rispetto al Centro ed al Sud Italia; nelle ultime due decadi si è osservato un drastico calo dei tassi nel Nord Italia, molto più pronunciato che nel resto del Paese, per cui negli ultimi anni i valori osservati nelle diverse ripartizioni geografiche tendono a convergere (con tassi che nel Veneto ormai si sovrappongono al dato nazionale). Le dinamiche sono state meno evidenti nel sesso femminile, tanto che rimane un gradiente geografico di mortalità sfavorevole per le Regioni settentrionali; nel Veneto peraltro si sono sempre osservati valori sovrapponibili alla media nazionale, ed inferiori alle altre Regioni del Nord Italia.

Page 99: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.301/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Per quanto riguarda la variabilità tra ULSS (Tabella 5.3), si confermano eccessi di mortalità tra gli uomini nel feltrino, nel Veneto orientale ed a Chioggia; la mortalità tende invece ad essere inferiore al dato regionale in alcune aree della pedemontana (in particolare nell’ULSS 8) e nell’ULSS 20. Tra le donne, la mortalità è aumentata nelle ULSS veneziana e di Chioggia (vedi anche Figura 5.5), e ridotta nelle ULSS 5, 7, e 21.

I paragrafi successivi analizzano la mortalità per le più comuni sedi di tumore (polmone, grosso intestino, pancreas, mammella). Le neoplasie del fegato sono invece incluse tra le epatopatie, cui è dedicato un capitolo specifico.

Per tali sedi vale la presunzione di malignità, e dunque i dati non sono influenzati dalla presenza di una quota di tumori codificabili come di comportamento incerto. L’analisi dei tumori di colon, retto ed ano può essere influenzata dalla presenza di neoplasie indicate nella scheda ISTAT

Page 100: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.302/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

come intestinali senza ulteriori specificazioni, a cui viene dunque attribuito un altro codice ICDX (C26.0), pur essendo presumibilmente in buona misura riferibili al grosso intestino.

Page 101: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.303/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

… omissis…

Capitolo sesto:

Mortalità per malattie dell’apparato respiratorio

In Veneto i decessi attribuiti alle patologie dell’apparato respiratorio nel 2010 sono stati 1.514 nei maschi e 1.436 nelle femmine, corrispondenti ad una mortalità proporzionale del 7,1% e del 6,2% rispettivamente (Tabella 6.1). In entrambi i sessi l’età media al decesso è risultata elevata (maschi=82,0 anni; femmine=86,1 anni). Il tasso osservato è pari a 63 decessi per 100.000 residenti nei maschi e 57 decessi per 100.000 residenti nelle femmine (Tabella 6.1).

Page 102: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.304/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Dalla Figura 6.1 si osserva come all’interno del capitolo delle patologie dell’apparato respiratorio la maggior parte dei decessi sia dovuto alle patologie cronico ostruttive (42%). In riferimento al numero di decessi attribuiti alle polmoniti si osserva un brusco calo della mortalità proporzionale per queste patologie, dal 43% nel 2007 al 29% nel 2010, in seguito all’introduzione della codifica in ICD 10 e in particolare in seguito alla modifica della Regola 3 di selezione delle cause di morte con il conseguente aumento delle patologie di cui esse possono essere considerate una diretta conseguenza (tutti i tumori maligni o di comportamento incerto, il diabete mellito con complicanze, le demenze, il morbo di Parkinson, il morbo di Alzheimer, le malattie cerebrovascolari e le epatopatie). A questo proposito il valore del coefficiente di raccordo calcolato per le polmoniti è pari a 0,58 (vedi Appendice Metodologica), il che significa che circa il 40% delle schede che in ICD 9 erano attribuite alla polmonite in ICD 10 presentano un’altra causa. Tuttavia andando a studiare la mortalità per cause multiple dalle Tabelle 3.1 e 3.2 si osserva l’elevata frequenza con cui la polmonite continua ad essere riportata nel certificato di morte pur con una bassa percentuale di schede in cui viene selezionata come causa iniziale (18,5%), con valori più elevati nelle classi di età maggiori.

Le patologie selezionate come causa iniziale che si accompagnano più frequentemente alla polmonite nelle altre parti del certificato sono, in entrambi i sessi, le malattie del sistema circolatorio e all’interno della categoria le patologie cerebrovascolari sono le più rappresentate. Altre patologie sono le demenze, il morbo di Parkinson, l’Alzheimer, le neoplasie e altre patologie dell’apparato respiratorio tra cui le più frequenti sono le patologie croniche ostruttive delle vie respiratorie.

Page 103: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.305/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

6.1 Mortalità per malattie croniche ostruttive dell’apparato respiratorio (COPD)

Le malattie polmonari cronico ostruttive (bronchite cronica, enfisema e asma) hanno spiegato nel 2010 il 3,4% dei decessi nei maschi e il 2,2% nelle femmine, con un tasso osservato pari a 30 decessi per 100.000 residenti nel sesso maschile e a 20 decessi per 100.000 residenti in quello femminile (Tabella 6.2).

Dalla Tabella 6.3 si osserva che le COPD sono rare al di sotto dei 65 anni mentre dai 75 anni in su risultano molto più frequenti. Inoltre i maschi anziani presentano tassi specifici per età 3 volte superiori a quelli delle femmine.

Dall’analisi dei tassi osservati raccordati e soprattutto di quelli standardizzati raccordati si osserva come, nel periodo considerato, sia nei maschi che nelle femmine, si verifichi una riduzione della mortalità per queste patologie (Figura 6.2 e 6.3). In particolare il tasso standardizzato di mortalità presenta una riduzione pari al 27% nei maschi e al 38% nelle femmine.

Dal confronto con il dato nazionale presentato nelle Figure 6.4 e 6.5 si osserva come le Regioni meridionali presentino valori di mortalità per patologie cronico ostruttive superiori rispetto a quelli delle regioni del Centro-Nord, sia nei maschi che nelle femmine.

Complessivamente l’andamento temporale per le condizioni patologiche studiate, pur con alcune oscillazioni, presenta una tendenza alla diminuzione in entrambi i sessi. Nel 2003 si osserva un deciso incremento che può essere dovuto all’ondata di calore e al cambiamento da ICD 9 a ICD 10 che secondo i calcoli dell’ISTAT ha comportato un aumento del 10% della mortalità per patologie polmonari croniche ostruttive (ISTAT 2008).

Il tasso del Veneto risulta in entrambi i sessi minore rispetto alla media nazionale per tutto il periodo di osservazione; per quanto riguarda il confronto con le aree settentrionali si osserva che nei maschi il valore dell’indicatore rimane più basso per tutto il periodo in esame, mentre nelle femmine tale risultato si raggiunge stabilmente a partire dal 2006.

Nei maschi valori più alti di mortalità per patologie croniche ostruttive, rispetto al valore medio regionale, si sono registrati nelle Aziende ULSS 1, 5, 13 e 15 mentre nelle femmine nelle Aziende ULSS 1, 15 e 16. Le Aziende ULSS che presentano valori inferiori di mortalità per le

Page 104: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.306/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

patologie studiate rispetto al riferimento regionale sono le ULSS 9, 12 e 22 per quanto riguarda i maschi e le ULSS 4, 7, 14, 19 e 20 per le femmine (Tabella 6.4).

Page 105: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.307/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015

Page 106: IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE PROGETTO …ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/News/5568/01... · m3/h, che si traduce in circa 9,7 l/s per l’intera superficie

Az. Agricola Regini

Donatella

IMPIANTO PER IL RECUPERO MEDIANTE COMPOSTAGGIO DI FANGHI BIOLOGICI,

FRAZIONE VERDE E BIOMASSE SELEZIONATE

PROGETTO

DOCUMENTO

Redazione

S.P.A. E.F. e N.S. REV.

DATA

Pag.308/312 Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

00

aprile 2015