AZIENDA AGRICOLA MAGGIOLO ALLEVAMENTO DI POLLI DA...
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Sistema di gestione per la qualitagrave certificato da DNV
UNI EN ISO 90012008
CERT-12313-2003-AQ-MIL-SINCERT
Sistema di gestione ambientale certificato da DNV
UNI EN ISO 140012004
CERT-98617-2011-AE-ITA-ACCREDIA
Progettazione ed erogazione di servizi di ricerca analisi pianificazione e consulenza nel campo dellrsquoambiente e del territorio
AZIENDA AGRICOLA
MAGGIOLO
ALLEVAMENTO DI POLLI DA
CARNE NEL COMUNE DI
CASTELFRANCO VENETO (TV)
Studio di impatto ambientale (compresa la Valutazione
previsionale di impatto acustico)
Relazione
Settembre 2015
Studio di Impatto Ambientale
Az Agricola Maggiolo
PAGINA 2 194 Settembre 2015
Societagrave proponente
Az Agricola Maggiolo
Via Bella Venezia 147 Castelfranco
Societagrave responsabile dello Studio di Impatto Ambientale
AMBIENTE ITALIA SRL
Via Carlo Poerio 39 - 20129 Milano
tel +3902277441 fax +390227744222
wwwambienteitaliait
Posta elettronica certificata
ambienteitaliasrlpecambienteitaliait
Il gruppo di lavoro che ha eseguito le analisi e contribuito alla stesura dello Studio di impatto ambientale egrave
cosigrave composto
Approvazione degli elaborati Dott Mario Zambrini
Responsabile di progetto Eng Teresa Freixo Santos
Aspetti progettuali Dott ssa Anna Geotti
Eng Teresa Freixo Santos
Aspetti programmatici
Analisi Ambientali
Stima degli impatti
Dott Armando Buffoni
Eng Teresa Freixo Santos
Arch Mario Miglio
Dott ssa Valentina Toninelli
Dott Mario Zambrini
Elaborazioni cartografiche e simulazioni fotografiche Dottssa Valentina Toninelli
La valutazione previsionale dellimpatto acustico inclusa la campagna di monitoraggio acustico egrave
stata eseguita dal Dott Mario Zambrini e dallrsquoEng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel
campo dellrsquoacustica ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti
rispettivamente con Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714
del 3 Dicembre 2010
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 3 194
INDICE
1 PREMESSA 8
11 Oggetto dello Studio di impatto ambientale 8
12 Riferimenti normativi 8
13 Struttura dello studio di impatto ambientale 9
14 Gruppo di lavoro 10
2 NORME MINIME PER LA PROTEZIONE DEI POLLI DA CARNE 12
3 AZIENDA AGRICOLA 15
31 Caratteristiche dei capannoni di allevamento 17
311 Silos per lo stoccaggio mangime 20
312 Sistema di ventilazione 21
32 Attivitagrave di allevamento ndash descrizione delle fasi di allevamento nella situazione
attuale e nello scenario di progetto 22
4 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLA SITUAZIONE ATTUALE 26
5 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLO SCENARIO DI PROGETTO 29
51 Motivazione dellrsquointervento di ampliamento 29
52 Dimensionamento dellrsquoallevamento in caso di ampliamento 29
6 GESTIONE DEI MATERIALI PALABILI ESISTENTE E PREVISTO DAL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DEL NUMERO DI CAPI 32
7 CONSUMI DI RISORSE E CARATTERISTICHE DELLE EMISSIONI IN AMBIENTE ESTERNO 34
71 Consumo di materie prime 34
72 Consumi energetici 35
73 Ciclo idrico 36
74 Scarichi idrici 37
75 Spolgie di animali 37
76 Produzione di rifiuti solidi 38
77 Emissioni in atmosfera 38
8 DISTANZE MINIME SECONDO LA DGR 8562012 39
9 DECOMMISSIONING 40
10 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE 42
101 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ndash Regione Veneto 42
1011 Riferimenti generali 42
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1012 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 43
102 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ndash Provincia di Treviso 44
1021 Riferimenti generali 44
1022 Relazioni con le previsioni del PTCP 46
103 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castelfranco Veneto 48
1031 Riferimenti generali 48
1032 Relazioni con le previsioni del PAT 49
104 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castello di Godego 54
1041 Riferimenti generali 54
1042 Relazione con le previsioni del PAT 54
1043 Relazione con le previsioni del PRG 60
105 Classificazione acustica del territorio comunale 61
1051 Riferimenti generali 61
1052 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 63
106 Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (e norme in materia di
salvaguardia da rischio di inquinamento da nitrati) 64
1061 Riferimenti generali 64
1062 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 66
107 Piano per lrsquoAssetto Idrogeologico del Bacino scolante nella Laguna di
Venezia 67
1071 Riferimenti generali 67
1072 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 67
108 Piano di Risanamento della Qualitagrave dellrsquoAria 69
1081 Riferimenti generali 69
1082 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 69
109 Programma di Sviluppo Rurale 70
1091 Riferimenti generali 70
1092 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 71
1010 Aree Protette 71
10101 Riferimenti generali 71
10102 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 72
1011 Rete Natura 2000 72
10111 Riferimenti generali 72
10112 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 74
1012 Important Bird Area (IBA) 75
10121 Riferimenti generali 75
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10122 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 75
1013 Zone umide di importanza internazionale 75
10131 Riferimenti generali 75
10132 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 76
11 REGIME VINCOLISTICO 76
111 Vincolo sismico 76
1111 Riferimenti generali 76
1112 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine 77
112 Vincolo idrogeologico 78
1121 Riferimenti generali 78
1122 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine 78
113 Patrimonio culturale beni culturali e beni paesistici vincolati 78
1131 Riferimenti generali 78
1132 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e lrsquoallevamento avicolo 79
12 USI DEL SUOLO 85
121 Impatti sullrsquouso del suolo 85
13 FLORA E FAUNA 86
131 Fauna 86
132 Flora 91
133 Stima degli impatti 91
14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI 93
141 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici 93
142 Impatti sui beni architettonici e archeologici 98
15 PAESAGGIO 101
151 Quadro conoscitivo del Paesaggio 101
152 Caratteri del Paesaggio nellrsquoarea di analisi 106
153 Impatti sul paesaggio 107
16 ACQUE 109
161 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee 109
162 Consumi di acqua 113
163 Impatti sulle acque 113
17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE 114
171 Premessa 114
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172 Breve richiamo delle caratteristiche dellrsquoAzienda e dellrsquoattivitagrave di allevamento116
173 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo 117
174 Emissione aziendali 119
1741 Fattori di emissione 119
1742 Quadro emissivo aziendale 120
1743 Sorgenti fugitive 123
1744 Ventilazione 123
175 Quadro meteoclimatico 124
1751 Precipitazioni 124
1752 Temperatura 125
1753 Umiditagrave relativa 126
1754 Anemolologia 127
1755 Classi di stabilitagrave atmosferica 130
171 Qualitagrave dellrsquoaria 130
172 Modello di dispersione 131
1721 Scelta della tipologia di modello e del codice software 131
1722 Estensione del dominio territoriale di analisi 131
1723 Scansione temporale 131
1724 Descrizione del modello 132
1725 Dati di input del modello 134
1726 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie 134
173 Normativa di riferimento 135
1731 Particolato 135
1732 Ammoniaca 135
1733 Idrogeno solforato 136
1734 Composti odorigeni 136
174 Risultati delle simulazioni 138
1741 Composti odorigeni 138
1742 Ammoniaca 141
1743 Particolato fine 143
1744 Idrogeno solforato 145
175 10 Considerazioni conclusive 147
18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALLrsquoATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO 148
181 Assi viari interessati dal traffico indotto 148
182 Stima del traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento 150
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19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO 156
191 Premessa 156
192 Stima dellrsquoimpatto acustico ndash modello di simulazione 156
193 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici 158
194 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate allrsquoattivitagrave di allevamento 160
1941 Sorgenti fisse e sorgenti mobili 160
195 Livelli ambientali ante operam 164
1951 Indagine fonometrica 164
1952 Livelli ambientali rilevati 165
196 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto 173
20 RIFIUTI 179
21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE 179
22 ALLEGATO TECNICO 180
221 Aria e emissioni odorigene 180
2211 Bibliografia di riferimento 180
2212 Allegato ndash Descrizione del modello Windimula 181
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1 PREMESSA
11 Oggetto dello Studio di impatto ambientale
LrsquoAzienda Agricola Maggiolo egrave localizzata in Via Bella Venezia 147 Castelfranco Veneto in Provincia di
Treviso Nellrsquoazienda agricola si svolge lrsquoattivitagrave di allevamento di polli a terra fino ad un massimo di
39500 polli per ciclo Lrsquoazienda intende sfruttare la potenzialitagrave massima pari a 110000 capi per ciclo
Per tanto lrsquoazienda intende avviare le seguenti procedure
Valutazione di impatto ambientale ai sensi del D Lgs 1522006 smi ldquoNorme in materia ambientalerdquo
in quanto ricadente al punto ac) dellrsquoAllegato III ldquoImpianti per lallevamento intensivo di pollame o di
suini con piugrave di 85000 posti per polli da ingrasso 60000 posti per gallinerdquo
Valutazione di incidenza ai sensi del DPR 35797 Regolamento recante attuazione della direttiva
9243CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali noncheacute della flora e
della fauna selvaticherdquo in quanto rientrare allrsquointerno della area Natura 2000 ZPS IT3240026 ldquoPrai di
Castello di Godegordquo
Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ai sensi del D Lgs 1522006 smi in quanto ricadente al
punto 66 a) dellrsquoAllegato I ldquoImpianti per lallevamento intensivo (hellip) con piugrave di 40000 posti
pollamerdquo
La presente relazione costituisce quindi lo studio di impatto ambientale funzionale allo espletamento
della procedura di Valutazione di impatto ambientale di competenza della Provincia di Treviso
12 Riferimenti normativi
In data 14 febbraio 2009 sono entrate in vigore le norme in materia di procedure di VIA (Valutazione di
Impatto Ambientale) cosigrave come previsto dallrsquoart 35 ldquoDisposizioni transitorie e finalirdquo della Parte
Seconda del D Lgs 15206 ldquoNorme in materia ambientalerdquo come modificato successivamente
Drsquoaccordo con il D Lgs 15206 e smi art 35 ldquoDisposizioni transitorie e finalirdquo ldquo1 Le regioni adeguano il
proprio ordinamento alle disposizioni del presente decreto entro dodici mesi dallentrata in vigore In
mancanza di norme vigenti regionali trovano diretta applicazione le norme di cui al presente decreto 2
Trascorso il termine di cui al comma 1 trovano diretta applicazione le disposizioni del presente decreto
ovvero le disposizioni regionali vigenti in quanto compatibili (hellip)rdquo Con le DGRV n 308 del 10 febbraio
2009 n 327 del 17 febbraio 2009 (Allegati A e B) n 4145 del 29 dicembre 2009 n 1539 del 27
settembre 2011 e ancora n n 575 del 03 maggio 2013 la Regione del Veneto ha delineato gli indirizzi
applicativi specifici in materia di valutazione ambientale di coordinamento tra il Dlgs 1522006 come
modificato ed integrato dal DLgs 42008 con la LR 101999
Secondo la normativa nazionale (e regionale) vigente sono sottoposti a procedura di VIA tra altre
tipologie (All III) le seguenti tipologie di allevamento
ac) Impianti per lrsquoallevamento intensivo di pollame o di suini con piugrave di
o 85000 posti per polli da ingrasso 60000 posti per galline
o 3000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg) o
o 900 posti per scrofe
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13 Struttura dello studio di impatto ambientale
Lo studio di impatto ambientale egrave stato predisposto sulla base delle indicazioni di cui al D Lgs
1522006 smi Allegato VII - Contenuti dello Studio di impatto ambientale e che fanno riferimento
drsquoaccordo con lrsquoart 22 del medesimo decreto a
a) descrizione del progetto con informazioni relative alle sue caratteristiche alla sua localizzazione
ed alle sue dimensioni
b) descrizione delle misure previste per evitare ridurre e possibilmente compensare gli impatti
negativi rilevanti
c) dati necessari per individuare e valutare i principali impatti sullambiente e sul patrimonio
culturale che il progetto puograve produrre sia in fase di realizzazione che in fase di esercizio
d) descrizione sommaria delle principali alternative prese in esame dal proponente ivi compresa
la cosiddetta opzione zero con indicazione delle principali ragioni della scelta sotto il profilo
dellimpatto ambientale
e) descrizione delle misure previste per il monitoraggio
Lo studio di impatto ambientale egrave quindi articolato coerentemente con le disposizione di cui allrsquoAllegato
VII secondo lrsquoarticolazione di massima presentata nello schema seguente
A Quadro di riferimento programmatico
Descrive sinteticamente gli elementi conoscitivi ed analitici utili ad inquadrare dellrsquointervento nel contesto
della pianificazione territoriale riferita alla regione alla provincia ed al comune interessato dallrsquoallevamento
noncheacute nel quadro definito dalle norme settoriali vigenti e in itinere In particolare verranno
analizzati e sintetizzati gli elementi di pianificazione e programmazione territoriale e di settore vigenti e
previsti con i quali lrsquoopera proposta interagisce
verificate ed illustrate le interazioni dellrsquoopera con gli atti di pianificazione e la compatibilitagrave con le relative
prescrizioni
B Quadro di riferimento progettuale
Descrive sinteticamente riprendendo quanto sviluppato nel Progetto dellrsquointervento tutte le opere e le
attivitagrave previste in fase di cantiere ed in fase di piano funzionamento con particolare riferimento alle
componenti ed alle azioni progettuali significative in ordine ai potenziali impatti sullrsquoambiente ed alla loro
mitigazione Illustra i criteri alla base della scelta localizzativa e tecnologica
C Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti
Lrsquoinquadramento territoriale ed ambientale dellrsquoimpianto persegue lrsquoobiettivo di illustrare le conoscenze
disponibili circa le caratteristiche dellrsquoarea coinvolta dal medesimo intervento funzionalmente alla definizione
di eventuali ambiti di particolare criticitagrave ovvero di aree sensibili eo vulnerabili
Individua e caratterizza i potenziali impatti derivanti dalla realizzazione dellrsquoallevamento stima le potenziali
modifiche indotte sullrsquoambiente (situazione attuale) individua e descrive le misure da adottare per
minimizzare mitigare o compensare gli impatti del progetto Inoltre individua le misure previste per il
monitoraggio in fase di esercizio
Piano di Monitoraggio
Allegato cartografico
Sintesi non tecnica
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14 Gruppo di lavoro
Il gruppo di lavoro che ha eseguito le analisi e contribuito alla stesura dello Studio di impatto
ambientale per conto di Ambiente Italia srl egrave cosigrave composto
Approvazione degli elaborati Dott Sc Agr Mario Zambrini
Responsabile del progetto Eng Teresa Santos
Quadro di riferimento programmatico Eng Teresa Santos
Arch Mario Miglio
Dottssa Valentina Toninelli
Quadro di riferimento progettuale Eng Teresa Santos
Dottssa Anna Geotti
Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti
Aria e Odori Dott Armando Buffoni
Rumore Eng Teresa Santos Dott Sc Agr Zambrini
Acque e Suolo Eng Teresa Santos
Ecosistemi Flora e Fauna Dottssa Toninelli
Assetto territoriale e Paesaggio Arch Mario Miglio
Traffico Eng Teresa Santos
Elaborazione cartografia e fotografica Dottssa Valentina Toninelli
Documentazione ai fini della procedura di AIA Dottssa Anna Geotti
Studio per la valutazione di incidenza Dottssa Valentina Toninelli
La valutazione previsionale dellimpatto acustico inclusa la campagna di monitoraggio acustico egrave stata
eseguita dal Dott Mario Zambrini e dallrsquoIng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel campo
dellrsquoacustica ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti
rispettivamente con Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714 del
3 Dicembre 2010
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QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
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2 NORME MINIME PER LA PROTEZIONE DEI POLLI DA CARNE
Con Decreto legislativo 27 settembre 2010 n 181 egrave stata recepita in Italia la Direttiva 200743CE che
stabilisce norme minime per la protezione di polli allevati per la produzione di carne Secondo tale
decreto
1 Tutti gli stabilimenti devono rispettare le disposizioni di cui allallegato I
Abbeveratoi 1 Gli abbeveratoi sono posizionati e sottoposti a manutenzione in modo da ridurre al
minimo le perdite
Alimentazione 2 Il mangime egrave disponibile in qualsiasi momento o soltanto ai pasti e non
devessere ritirato prima di 12 ore dal momento previsto per la macellazione
Lettiera 3 Tutti i polli hanno accesso in modo permanente a una lettiera asciutta e friabile in
superficie
Ventilazione e riscaldamento 4 Vi deve essere sufficiente ventilazione per evitare il
surriscaldamento se necessario in combinazione con i sistemi di riscaldamento per rimuovere
lumiditagrave in eccesso
Rumore 5 Il livello sonoro deve essere il piugrave basso possibile La costruzione linstallazione il
funzionamento e la manutenzione dei ventilatori dei dispositivi di alimentazione e di altre
attrezzature sono tali da provocare la minore quantitagrave possibile di rumore e che in ogni caso non
arrechino danno agli animali
Luce 6 Tutti gli edifici sono illuminati con unintensitagrave di almeno 20 lux durante le ore di luce
misurata a livello dellocchio dellanimale e in grado di illuminare almeno l80 dellarea
utilizzabile Una riduzione temporanea del livello di luce puograve essere ammessa se ritenuta
necessaria in seguito al parere di un veterinario 7 Entro i sette giorni successivi al momento in
cui i polli sono collocati nelledificio e fino a tre giorni prima del momento previsto per la
macellazione la luce deve seguire un ritmo di 24 ore e comprendere periodi di oscuritagrave di almeno 6
ore totali con almeno un periodo ininterrotto di oscuritagrave di almeno 4 ore esclusi i periodi di
attenuazione della luce
Ispezioni 8 Tutti i polli presenti nello stabilimento devono essere ispezionati almeno due volte
al giorno Occorre prestare particolare attenzione ai segni che rivelano un abbassamento del livello
di benessere eo di salute degli animali 9 I polli gravemente feriti o che mostrano segni evidenti
di deterioramento della salute come quelli con difficoltagrave nel camminare o che presentano
ascite o malformazioni gravi e che egrave probabile che soffrano ricevono una terapia appropriata
o sono abbattuti immediatamente Un veterinario egrave contattato ogniqualvolta se ne presenti la
necessitagrave
Pulizia 10 Ad ogni depopolamento definitivo le parti degli edifici delle attrezzature o degli utensili
in contatto con i polli sono pulite e disinfettate accuratamente prima di introdurre nel capannone un
nuovo gruppo di animali Dopo il depopolamento definitivo di un capannone si deve rimuovere tutta
la lettiera e predisporre una lettiera pulita
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Registrazioni 11 Il proprietario o il detentore deve registrare in formato cartaceo o elettronico
per ciascun capannone dello stabilimento i seguenti dati a) il numero di polli introdotti b) larea
utilizzabile c) librido o la razza dei polli se noti d) per ogni controllo il numero di volatili trovati
morti con indicazione delle cause se note noncheacute il numero di volatili abbattuti e la causa e) il
numero di polli rimanenti nel gruppo una volta prelevati quelli destinati alla vendita o alla
macellazione Le informazioni (hellip) sono contenute in un registro il cui modello egrave adottato con
decreto (hellip) in alternativa gli operatori del settore possono utilizzare altri strumenti di registrazione
giagrave previsti e presenti in azienda qualora contengono le informazioni di cui al presente punto Tali
registrazioni sono conservate per un periodo di almeno tre anni e vengono rese disponibili
allautoritagrave competente quando effettui unispezione o qualora ne faccia richiesta
Interventi chirurgici 12 Sono proibiti tutti gli interventi chirurgici effettuati a fini diversi da quelli
terapeutici o diagnostici che recano danno o perdita di una parte sensibile del corpo o
alterazione della struttura ossea La troncatura del becco puograve tuttavia essere autorizzata
dallAutoritagrave Sanitaria competente per territorio una volta esaurite le altre misure volte a impedire
plumofagia e cannibalismo In tali casi detta operazione egrave effettuata soltanto previo parere di un
veterinario da personale qualificato su pulcini di etagrave inferiore a 10 giorni Inoltre lAutoritagrave Sanitaria
competente per territorio puograve autorizzare la castrazione degli animali La castrazione egrave effettuata
soltanto con la supervisione di un veterinario e ad opera di personale specificamente formato Il
Ministero della salute (hellip) stabilisce i criteri generali per autorizzare gli interventi di cui al presente
paragrafo
2 La densitagrave massima di allevamento in ogni capannone dello stabilimento non deve superare
in alcun momento 33 kgmsup2
3 In deroga al comma 2 lautoritagrave sanitaria territorialmente competente puograve autorizzare una
densitagrave di allevamento superiore a condizione che siano rispettate le disposizioni di cui
allallegato II (oltre a quelle di cui allallegato I)
1 Il proprietario o il detentore comunica allautoritagrave competente lintenzione di ricorrere a una
densitagrave superiore a 33 kgm2 di peso vivo Egli indica la densitagrave di allevamento che intende
raggiungere ed informa lautoritagrave competente di qualsiasi modifica della stessa almeno 15
giorni prima della collocazione del gruppo di polli nel capannone Se lautoritagrave competente lo
richiede la notifica egrave accompagnata da un documento che riprende in sintesi le informazioni
contenute nella documentazione di cui al punto 2
2 Il proprietario o il detentore tiene a disposizione nel capannone la documentazione che descrive
in dettaglio i sistemi di produzione In particolare tale documentazione comprende
informazioni relative a particolari tecnici del capannone e delle sue attrezzature quali
a) una mappa del capannone indicante le dimensioni delle superfici occupate dai polli
b) sistemi di ventilazione e ove pertinente di raffreddamento e riscaldamento comprese le
rispettive ubicazioni un piano della ventilazione indicante in dettaglio i parametri di qualitagrave
dellaria prefissati come flusso velocitagrave e temperatura dellaria
c) sistemi di alimentazione e approvvigionamento dacqua e loro ubicazione
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d) sistemi dallarme di riserva in caso di guasti ad apparecchiature automatiche o
meccaniche essenziali per la salute ed il benessere degli animali
e) procedure operative che assicurino interventi di riparazione urgenti in caso di guasti alle
apparecchiature essenziali per la salute e il benessere degli animali
f) tipo di pavimentazione e lettiera normalmente usate
(hellip)
3 Ciascun capannone di uno stabilimento deve essere dotato di sistemi di ventilazione e se
necessario di riscaldamento e raffreddamento concepiti costruiti e fatti funzionare in modo
che
a) la concentrazione di ammoniaca (NHsup3) non superi 20 ppm e la concentrazione di anidride
carbonica (COsup2) non superi 3000 ppm misurati allaltezza della testa dei polli
b) la temperatura interna non superi quella esterna di piugrave di 3deg C quando la temperatura
esterna allombra egrave superiore a 30deg C
c) lumiditagrave relativa media misurata allinterno del capannone durante 48 ore non superi il 70
quando la temperatura esterna egrave inferiore a 10deg C
4 Qualora sia concessa la deroga di cui al comma 3 la densitagrave massima di allevamento in ogni
capannone dello stabilimento non deve superare in qualsiasi momento 39 kgmsup2
5 Quando sono soddisfatti i criteri di cui allallegato V lautoritagrave sanitaria territorialmente competente
puograve autorizzare un ulteriore aumento fino ad un massimo di 3 kgmsup2 rispetto alla densitagrave di
allevamento prevista nel comma 4
1 Criteri
a) il monitoraggio dello stabilimento effettuato dallautoritagrave competente negli ultimi due anni
non ha rivelato carenze rispetto ai requisiti del presente decreto
b) il proprietario o il detentore effettua il monitoraggio utilizzando le guide alle buone
pratiche di gestione di cui allart 7
c) in almeno sette gruppi consecutivi di polli successivamente controllati e provenienti da un
capannone la mortalitagrave giornaliera cumulativa egrave stata inferiore a 1 + 006 moltiplicato
per letagrave alla macellazione espressa in giorni Qualora non sia stato effettuato alcun
monitoraggio dello stabilimento dallautoritagrave competente negli ultimi due anni deve
essere effettuato almeno un monitoraggio per controllare se sia rispettato il requisito di
cui alla lettera a)
2 Circostanze eccezionali In deroga al punto 1 lettera c) lautoritagrave competente puograve decidere
di aumentare la densitagrave di allevamento quando il proprietario o il detentore abbia fornito
spiegazioni sufficienti riguardo alla natura eccezionale di un tasso di mortalitagrave giornaliera
cumulativo piugrave alto o abbia dimostrato che le cause sfuggono al suo controllo
Con successivo Decreto 4 febbraio 2013 ldquoDisposizione in materia di protezione di polli allevati per la
produzione di carne ai sensi degli articoli 3 4 6 e 8 del decreto legislativo 27 settembre 2010 n 181rdquo
il ministero ha come previsto dal Dlgs 1812010 precisato come determinare la densitagrave di allevamento
(definendo anche il modello per la registrazione dei dati relativi ai polli allevati) e ha definito i criteri e
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modalitagrave per lrsquoaumento in deroga della densitagrave noncheacute lrsquoorganizzazione e svolgimento di corsi di
formazione e riconoscimento del personale che si occupa di allevamento di polli
1 La densitagrave di allevamento come definita allart 2 comma 1 lettera i) del Dlgs n 1812010 (hellip) egrave
determinata moltiplicando il peso vivo medio di un campione di almeno venticinque polli per il numero
complessivo dei polli presenti contemporaneamente in un capannone (hellip)
3 AZIENDA AGRICOLA
LrsquoAzienda Agricola Maggiolo egrave localizzata in Via Bella Venezia 147 Comune di Castelfranco Provincia
di Treviso Nellrsquoazienda agricola si svolge lrsquoattivitagrave di allevamento di polli a terra potendo quindi i capi
muoversi liberamente allrsquointerno del capannone
Lrsquoazienda egrave costituita dai seguenti fabbricati1
N 1 fabbricato ad uso civile (abitazione) del proprietario dellrsquoazienda agricola noncheacute gestore
dellrsquoallevamento
N 5 capannoni adibiti allrsquoallevamento dei polli
N 1 fabbricato adibito a magazzino
N 1 tettoia coperta adibita a magazzino
Lrsquoarea sulla quale insiste lrsquoazienda occupa una superficie di circa 25000 m2 di cui circa 6200 m2
coperti 3900 m2 scoperti pavimentati e i rimanenti scoperti non pavimentati
Fabbricati ndash capannoni di allevamento
Larghezza m Lunghezza m
Superficie Utile
di allevamento
m2
Superficie
dellrsquoanticamera
m2
Superficie totale
m2
Capannone 1 9 102 918 135 932
Capannone 2 9 121 1089 225 1112
Capannone 3 9 128 1152 18 1170
Capannone 4 9 128 1152 18 1170
Capannone 5 10 117 1170 30 1200
totale
5481 102 5583
1 Si rimanda alla Tavola ldquoInquadramento territoriale ndash foto aereardquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
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Azienda Agricola Maggiolo ndash Capannoni e silos per stoccaggio mangime
Azienda Agricola Maggiolo ndash Magazzino segatura per lettiera
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31 Caratteristiche dei capannoni di allevamento
Lrsquoallevamento egrave costituito da 5 capannoni per lrsquoallevamento con caratteristiche costruttive pressocheacute
identiche I capannoni sono dotati di adeguato isolamento della copertura che permette di
ottimizzare i consumi di energia termica ed elettrica
I capannoni sono dotati di anticamera in cui sono presenti gli impianti e i quadri di controllo
Il sistema di alimentazione automatica Le mangiatoie sono regolarmente disposte nello spazio a
disposizione degli animali che si alimentano direttamente Installate su strutture mobili in senso
verticale percorrenti lrsquointera area dei capannoni sono dotate di dispostivi che consentono di dosare il
mangime in uscita sul vassoio della mangiatoia in relazione alle necessitagrave di allevamento
Il sistema di abbeveraggio automatico egrave di tipo a gocce (nipples)
Lo spazio utile calpestabile di allevamento (escludendo la superficie di anticamera) risulta pari a 5481
m2 Per la lettiera viene utilizzato truciolo collocata su tutta la superficie utile di allevamento
Il raffrescamento egrave garantito dal sistema di pannelli cooling inseriti intestata a ciascuno dei capannoni il
pannello egrave in fibra dotata di canali attraverso cui scorre lrsquoacqua lrsquoaria passa attraverso e si raffredda
consumando in evaporazione una parte dellrsquoacqua in circolo la parte restante vien raccolta in cisterne
interrate e riutilizzata
La ventilazione dei capannoni egrave garantita mediante lrsquoazionamento di ventilatori assiali a parete collocati
nel lato ovest di ciascun capannone
Caratteristiche strutturali capannoni
Capanno
ne
Superficie
Utile di
allevamen
to m2
Superficie
dellrsquoantica
mera m2
Superfici
e totale
m2
Materiale costruttivo Isolamento coperture
1 918 135 932 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
2 1089 225 1112 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
3 1152 18 1170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
4 1152 18 1170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
5 1170 30 1200 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
Totale 5481 102 5583
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Caratteristiche strutturali capannoni (continuazione)
Capannone Mangiatoie
n
Abbeveratoi
n ndeg neon
Finestrature
m2
pannelli
raffrescanti
m2
sistema
baumec
1 200 1500 10 160 50 X
2 240 1700 12 110 60 X
3 254 1750 12 110 60 X
4 254 1750 14 204 - X
5 304 1710 12 200 - X
Azienda Agricola Maggiolo ndash interno di un capannone
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Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di distribuzione automatizzato del cibo
Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di distribuzione dellrsquoacqua
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Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di raffrescamento laterale (pannelli cooling)
311 Silos per lo stoccaggio mangime
Il mangime egrave stoccato in silos collocati allrsquoesterno dei capannoni e viene estratto tramite un sistema di
movimentazione automatica motorizzata che lo invia in tramogge interne ai capannoni
Complessivamente lrsquoazienda ha una capacitagrave di stoccaggio di 85 t data dalla esistenza di 8 silos di
capacitagrave variabile tra 7 e 13 t collocati tutti sul lato est
Capacitagrave di stoccaggio di mangime
Capannone silos silos silos silos silos Capa
citagrave
1 9 14
23
2
3 7 13 20
4 7 13 20
5 7 15 22
Capacitagrave
totale 85
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312 Sistema di ventilazione
La ventilazione dei capannoni egrave di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete
collocati nel lato ovest di ciascun capannone
Ventilazione dei capannoni
Capannone Modello EM50 Modello ED36HE
Portata 30000 13140 m3h
1 4 2
2 8 -
3 8 -
4 8 -
5 6 -
Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di ventilazione e ventole di areazione
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Fonte Munters specifiche tecniche dei modelli EMEMS ndash EDHEEDSHE-EC air extraction circulation fan ndash
Declaration of conformity (2013)
32 Attivitagrave di allevamento ndash descrizione delle fasi di allevamento nella situazione
attuale e nello scenario di progetto
Al fine di un inquadramento dettagliato del processo produttivo attuale e in caso di ampliamento
del numero di polli allevati si riporta di seguito una descrizione per fasi
Accasamento i pulcini arrivano su mezzi adeguati al trasporto in contenitori che vengono
svuotati direttamente allrsquointerno di ciascun capannone Lrsquoincubatoio da cui provengono i pulcini
di norma egrave ubicato nel Comune di San Pietro in Gugrave a circa 25 km circa di distanza dallrsquoazienda
agricola Maggiolo Dopo avere sistemato gli animali le casse sono accatastate sul mezzo e
spedite allrsquoincubatoio senza che vengano lavate
Allevamento Le tipologie di capi richiesti dal soccidante dipendono dal mercato e dalla
stagione a conclusione di un ciclo il soccidante pianifica lrsquoaccasamento successivo nel
rispetto dei vincoli di densitagrave imposti dalla normativa vigente La maggior parte dei cicli saragrave di
tipo misto
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Caricamento a fine ciclo i polli vengono caricati su apposite gabbie previamente pulite e
disinfettate e quindi trasportati da trasportatori autorizzati fino al macello che venga effettuata
alcuna sosta in altri allevamenti
Svuotamento dei capannoni e preparazione per un nuovo ciclo pulizia e disinfezione
dellrsquoambiente e di tutte le attrezzature presenti allrsquointerno del ricovero compresi i silos i sistemi di
distribuzione del mangime e dellrsquoacqua e ventilatori noncheacute la cella frigorifera
Gestione della pollina e della lettiera consegna della pollina e lettiera ad una ditta
specializzata
Vuoto sanitario durante questo periodo lrsquoallevamento rimane completamente libero di capi di
allevamento Durante questo periodo lrsquoazienda effettua le attivitagrave di manutenzione che
consistono nella verifica della funzionalitagrave dei dispositivi per distribuzione di acqua e cibo e
della centralina di controllo delle condizioni interna dei capannoni punti di illuminazione e dei
punti di illuminazione Lrsquoesecuzione delle manutenzioni viene fatta nel rispetto dei tempi del
vuoto sanitario
Pulizia e disinfezione dei capannoni
Pulizia Disinfezione
Luogo di
applicazione
Pavimenti e attrezzature Pavimenti e pareti
Agente di lavaggio Acqua a pressione non viene fatto
lavaggio ma solo bagnatura
Acqua con disinfettante
Mezzo utilizzato Pala meccanica con raschiatore e
spazzatura manuale
Idropulitrice o atomizzatore per applicazione della
soluzione disinfettante sulle superfici
Descrizione
modalitagrave
Viene effettuata la pulizia delle superfici
interne e delle apparecchiature in modo
che i residui si depositino sul pavimento
poi con scope a mano viene effettuato la
pulizia a fondo
Terminata la pulizia si spruzza la soluzione sulle
pareti e sui pavimenti fino a completa bagnatura
lasciando che il disinfettante espleti la sua azione
I trattamenti di derattizzazione vengono svolti mensilmente dal gestore con prodotto MOURIN il
gestore effettua ad ogni trattamento il relativo registro
Per la salvaguardia della sicurezza biologica il sito di allevamento egrave completamente recintato con rete
metallica altra 25 m sul lato est e parzialmente sul lato nord e con muro alto 25 m in calcestruzzo sui
lati sud ovest e parzialmente sul lato nord Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto
lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) egrave stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile
e facilmente disinfettabile di dimensioni adeguate al passaggio dei mezzi per il trasporto e scarico del
mangime direttamente sui silos collocati tutti sul lato frontale e per il carico a fine ciclo della pollina
(lettiera mista pollina) da effettuare sul lato posteriore Lrsquoallevamento dispone di due aree di stoccaggio
chiuse una per lo truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una separata e
adeguatamente segnalata per il deposito dei rifiuti prodotti
I mezzi che accedono allrsquoarea qualora ritenuto opportuno vengono irrorati con disinfettante sui
pneumatici utilizzando soluzioni di Eviron D che viene nebulizzata sulle ruote con pompa a spalla
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La tabella che segue riporta il riscontro sulla conformitagrave dellrsquoallevamento ai requisiti di biosicurezza
aviaria
Requisiti strutturali degli allevamenti avicoli Situazione allevamento
1) I locali di allevamento (capannoni) debbono avere
pavimento in cemento o in materiale lavabile per facilitare le operazioni di pulizia
e disinfezione
applicato
pareti e soffitti pulibili applicato
attrezzature facilmente pulibili e disinfettabili applicato
presenza di sistemi che impediscono lrsquoaccesso di volatili applicato
chiusure adeguate applicato
2) Tutti gli allevamenti debbono inoltre essere dotati di
barriere allrsquoingresso idonee ad evitare lrsquoingresso non controllato di automezzi
(cancelli o sbarre mobili)
applicato
piazzole di carico e scarico dei materiali drsquouso e degli animali con dimensioni
minime pari allrsquoapertura del capannone
applicato - le aree intorno ai
capannoni sono pavimentate
una superficie larga un metro lungo tutta la lunghezza esterna del capannone
che dovragrave essere mantenuta pulita
applicato
aree di stoccaggio dei materiali drsquouso (lettiere vergini mezzi meccanici etc)
protette
applicato
una zona filtro dotata di spogliatoio lavandini e detergenti allrsquoentrata di ogni
azienda vietata agli estranei Deve essere prevista anche una dotazione di
indumenti adeguati
applicato
uno spazio per il deposito temporaneo dei rifiuti applicato - presente area
dedicata
Gestione degli allevamenti avicoli
Le attrezzature di allevamento se utilizzate da piugrave aziende devono essere
sottoposte ad accurato lavaggio e disinfezione ad ogni ingresso ed uscita
non applicabile - solo una
azienda
nelle zone attigue ai capannoni non ci deve essere alcun materiale applicato
negli allevamenti di svezzamento ogni ambiente di allevamento deve essere
delimitato da pareti e dotato di proprio accesso indipendente anche nel caso
confini su uno o piugrave lati con altre unitagrave produttive
non applicabile - i capi
arrivano in allevamento giagrave
svezzati
per lo stoccaggio degli animali morti devono essere installate idonee celle di
congelazione collocate allrsquoesterno del perimetro dellrsquoarea di allevamento
assicurando che il trasporto sia effettuato da Ditte regolarmente autorizzate
Le celle possono essere collocate anche allinterno a condizione che
loperazione di carico degli animali morti avvenga allesterno
Applicato - presente cella
frigorifera da 20 m3
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Azienda Agricola Maggiolo ndash piazzale anteriore (lato est)
Azienda Agricola Maggiolo ndash piazzale posteriore e recinzione (lato ovest)
Azienda Agricola Maggiolo ndash recinzione (lato ovest)
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4 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLA SITUAZIONE ATTUALE
Lrsquoazienda opera fino ad una capacitagrave massima pari a 39500 capi di peso variabile tra 18 e 36
kgcapo Indicativamente il pollo leggero da leggero da 1618 kg circa ha bisogno di circa 3437 giorni
di crescita il pollo da 2527 kg ha bisogno di circa a 4547 giorni (utilizzato prevalentemente nel
circuito dei supermercati) ed il pollo pesante da 3537 kg ha bisogno di circa 5560 giorni Quindi un
tipico ciclo misto ha una durata di circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento uno dopo
circa 3437 giorni quando i capi raggiungono un peso medio di 18 kg un secondo dopo 4547 giorni
quando i capi rimanenti raggiungono un peso di 27 kg circa I rimanenti capi verranno quindi caricati
verso il macello al raggiungimento di circa 36 kg dopo 60 giorni circa
Tra due cicli di allevamento viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle normative vigenti
per un periodo di 21 giorni Lrsquoazienda realizza quindi un totale massimo di 5 cicli ogni anno (di cui
lrsquoultimo ricade parzialmente nellrsquoanno successivo) Prima dellrsquoinizio del vuoto sanitario viene asportata
la lettiera segue la pulizia e disinfezione dellrsquoambiente e di tutte le attrezzature presenti allrsquointerno
del ricovero compresi i sistemi di distribuzione del mangime e dellrsquoacqua Questa pratica egrave
prevista dal piano di profilassi sanitaria per evitare propagazione di agenti patogeni sul ciclo
successivo
Il ciclo produttivo consiste quindi nellrsquoallevamento di polli da carne in 5 capannoni per una
superficie utile di allevamento complessiva di 5481 m2 Lrsquoazienda lavora in soccida con il gruppo
Veronesi pertanto riceve dal soccidante pulcini mangime farmaci e disinfettanti e consegna i capi
a fine ciclo
La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attivitagrave di un ciclo misto con
indicazione dei giorni di accasamento rifornimento di mangime sfoltimento e quindi di avvio al macello
dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata
Lrsquoimpostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dellrsquoallevamento
quindi al lordo della mortalitagrave fisiologica e mediamente pari al 5 per ciclo completo di allevamento
Lrsquoimpostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010
n 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013 relativamente alla densitagrave massima da non superare pari a
33 kgm2 Inoltre lo schema viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla
tabella che segue si tenga presente che chiaramente la crescita dei capi egrave graduale essendo graduale
anche il fabbisogno alimentare giornaliero ma che per necessarie ragioni di semplificazione si egrave
assunto cautelativamente un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita
Situazione attuale ndash densitagrave
Taglia dei capi Peso medio dei capi
kgcapo Numero di capi
Densitagrave massima kgm
2
Capi m2
piccolo 18 11132 130 7
medio 27 7182 140 5
grande 36 21186 139 4
totale 39500
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Regime alimentare tipico
Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg Razione
quotidiana g gg
1 Avviamento Fino a 10deg giorno 004 ndash 027 29
2 Accrescimento Dal 10deg-21deg giorno (ca) 027 ndash 094 78
3 Accrescimento Dal 22deg al 45deg giorno (ca) 094 ndash 34 200
4 Finissaggio Dal 46deg fino alla fine ciclo 34 -39 375
Situazione attuale - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 39500 capi
Giorno
Numero di capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisogno
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
850 mangime
1 19750 29 06 844 accasamento
2 39500 29 11 833 accasamento
3 39500 29 11 822
4 39500 29 11 811
5 39500 29 11 799
6 39500 29 11 788
7 39500 29 11 777
8 39500 29 11 766
9 39500 29 11 754
10 39500 29 11 743
11 39500 78 31 712
12 39500 78 31 682
13 39500 78 31 651
14 39500 78 31 620
15 39500 78 31 589
16 39500 78 31 559
17 39500 78 31 528
18 39500 78 31 497
19 39500 78 31 466
20 39500 78 31 436
21 39500 78 31 405
22 39500 200 79 326
23 39500 200 79 247
24 39500 200 79 168
25 39500 200 79 89
26 39500 200 79 10
27 39500 200 79 781 mangime
28 39500 200 79 702
29 39500 200 79 623
30 39500 200 79 544
31 39500 200 79 465
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Giorno
Numero di capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisogno
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
32 39500 200 79 386
33 39500 200 79 307
34 39500 200 79 228
35 39500 200 79 149
36 28368 200 57 92 1deg sfoltimento caricamento vs
macello
37 28368 200 57 35
38 28368 200 57 829 mangime
39 28368 200 57 772
40 28368 200 57 715
41 28368 200 57 659
42 28368 200 57 602
43 28368 200 57 545
44 28368 200 57 488
45 28368 200 57 432
46 21186 375 79 352 2deg sfoltimento caricamento vs
macello
47 21186 375 79 273
48 21186 375 79 193
49 21186 375 79 114
50 21186 375 79 34
51 21186 375 79 805 mangime
52 21186 375 79 725
53 21186 375 79 646
54 21186 375 79 567
55 21186 375 79 487
56 21186 375 79 408
57 21186 375 79 328
58 13506 375 51 278 caricamento vs macello
59 5826 375 22 256 caricamento vs macello
60 - 375 - 256 caricamento vs macello
61
consegna pollina ditta esterna
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5 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLO SCENARIO DI PROGETTO
51 Motivazione dellrsquointervento di ampliamento
Lrsquoallevamento era di proprietagrave del Sig Bonifacio Maggiolo padre dellrsquoattuale gestore nel 2008 il figlio
Cesare Maggiolo prende in affitto i capannoni e inizia la sua gestione utilizzandone solo tre in quanto
gli altri due necessitavano di interventi di miglioramento Dal 2014 Cesare Maggiolo diventa
proprietario dellrsquoallevamento e decide di procedere alla sistemazione dei due capannoni non utilizzati
per poter arrivare a sfruttare la potenzialitagrave complessiva delle superfici non sono state eseguite opere
di edilizia si egrave trattato prevalentemente di sistemazione degli impianti elettrici con installazione delle
centraline di controllo A seguito della sistemazione egrave possibile utilizzare tutta al superficie utile di
allevamento disponibile
Considerata la superficie utile di allevamento disponibile lrsquoAzienda Agricola Maggiolo intende ampliare
la propria capacitagrave di allevamento di polli da carne fino ad una massimo pari a 110000 capi per ciclo
Si tratta quindi esclusivamente di un ampliamento del numero di capi allevato senza alcun ampliamento
delle strutture o costruzione di nuove
52 Dimensionamento dellrsquoallevamento in caso di ampliamento
Lrsquoazienda intende quindi operare fino ad una consistenza massima di allevamento pari a 110000 capi
di peso variabile tra 18 e 36 kgcapo ricorrendo allo stesso schema di allevamento giagrave in pratica
attualmente Quindi realizzando cicli di allevamento di tipo misto di durata complessiva pari a circa 60
giorni complessivi con due momenti di sfoltimento uno dopo circa 3437 giorni quando i capi
raggiungono un peso medio di 18 kg un secondo dopo 4547 giorni quando i capi rimanenti
raggiungono un peso di 27 kg circa I rimanenti capi verranno quindi caricati verso il macello al
raggiungimento di circa 36 kg dopo 60 giorni circa
Tra due cicli di allevamento verragrave allo stesso modo garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle
normative vigenti per un periodo di 21 giorni Lrsquoazienda realizzeragrave un totale massimo di 5 cicli ogni anno
(di cui lrsquoultimo potragrave ricadere parzialmente nellrsquoanno successivo) Prima dellrsquoinizio del vuoto sanitario
verragrave sempre asportata la lettiera seguendo la fase di pulizia e disinfezione dellrsquoambiente e di tutte
le attrezzature presenti allrsquointerno del ricovero compresi i sistemi di distribuzione del mangime e
dellrsquoacqua
La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attivitagrave di un ciclo misto con
indicazione dei giorni di accasamento rifornimento di mangime sfoltimento e quindi di avvio al macello
dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata
Lrsquoimpostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dellrsquoallevamento
quindi al lordo della mortalitagrave fisiologica e mediamente pari al 5 per ciclo completo di allevamento
Lrsquoimpostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010
n 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013 relativamente alla densitagrave massima da non superare pari a
39 kgm2 in deroga al limite di 33 kgm
2 e previa presentazione di apposita richiesta entro 15 giorni
prima dellrsquoaccasamento dei capi allrsquoautoritagrave sanitaria territorialmente competente Inoltre lo schema
viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla tabella che segue si tenga
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presente che chiaramente la crescita dei capi egrave graduale essendo graduale anche il fabbisogno
alimentare giornaliero ma che per necessarie ragioni di semplificazione si egrave assunto cautelativamente
un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita
Scenario di progetto ndash densitagrave
Taglia dei capi Peso medio dei capi
kgcapo Numero di capi
Densitagrave massima kgm
2
Capi m2
piccolo 18 31000 361 20
medio 27 20000 389 14
grande 36 59000 388 11
totale
110000
Regime alimentare tipico
Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg Razione
quotidiana g gg
1 Avviamento Fino a 10deg giorno 004 ndash 027 29
2 Accrescimento Dal 10deg-21deg giorno (ca) 027 ndash 094 78
3 Accrescimento Dal 22deg al 45deg giorno (ca) 094 ndash 34 200
4 Finissaggio Dal 46deg fino alla fine ciclo 34 -39 375
Scenario di progetto - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 110000 capi
Giorno
Numero di
capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisog
no
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
850 mangime
1 18333 29 05 845 accasamento
2 36667 29 10 834 accasamento
3 55000 29 16 819 accasamento
4 73333 29 21 798 accasamento
5 91667 29 26 772 accasamento
6 110000 29 31 740 accasamento
7 110000 29 31 709
8 110000 29 31 678
9 110000 29 31 646
10 110000 29 31 615
11 110000 78 86 529
12 110000 78 86 444
13 110000 78 86 358
14 110000 78 86 272
15 110000 78 86 187
16 110000 78 86 101
17 110000 78 86 16
18 110000 78 86 780 mangime
19 110000 78 86 694
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COD 15V055 PAGINA 31 194
Giorno
Numero di
capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisog
no
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
20 110000 78 86 609
21 110000 78 86 523
22 110000 200 220 303
23 110000 200 220 83
24 110000 200 220 713 mangime
25 110000 200 220 493
26 110000 200 220 273
27 110000 200 220 53
28 110000 200 220 683 mangime
29 110000 200 220 463
30 110000 200 220 243
31 110000 200 220 23
32 110000 200 220 653 mangime
33 110000 200 220 433
34 110000 200 220 213
35 94640 200 189 24 1deg sfoltimento caricamento vs macello
36 79280 200 159 685
1deg sfoltimento caricamento vs macello mangime
37 79000 200 158 527 1deg sfoltimento caricamento vs macello
38 79000 200 158 369
39 79000 200 158 211
40 79000 200 158 53
41 79000 200 158 745 mangime
42 79000 200 158 587
43 79000 200 158 429
44 68760 200 138 291 2deg sfoltimento caricamento vs macello
45 59000 375 221 70 2deg sfoltimento caricamento vs macello
46 59000 375 221 699 mangime
47 59000 375 221 477
48 59000 375 221 256
49 59000 375 221 35
50 59000 375 221 664 mangime
51 59000 375 221 442
52 59000 375 221 221
53 59000 375 221 850 mangime
54 51320 375 192 657 caricamento vs macello
55 43640 375 164 494 caricamento vs macello
56 35960 375 135 359 caricamento vs macello
57 28280 375 106 253 caricamento vs macello
58 20600 375 77 176 caricamento vs macello
59 12920 375 48 127 caricamento vs macello
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 32 194 Settembre 2015
Giorno
Numero di
capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisog
no
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
60 5240 375 20 108 caricamento vs macello
61 - caricamento vs macello
62 consegna pollina ditta esterna
63 consegna pollina ditta esterna
64 consegna pollina ditta esterna
6 GESTIONE DEI MATERIALI PALABILI ESISTENTE E PREVISTO DAL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DEL NUMERO DI CAPI
Nellrsquoazienda agricola Maggiolo non egrave presente alcuna concimaia in quanto tutta la pollina (il misto
di deiezioni del pollame piume mangimi e lettiere di truciolo) egrave consegnata alla fine di ogni ciclo
alla fungaia Agrifung Nello scenario di progetto la pollina verragrave consegnata alla stessa ditta Il
materiale egrave ritirato come sottoprodotto di origine animale
Ai sensi del Regolamento (CE) n 10692009 del 21 ottobre 2009 recante norme sanitarie relative
ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti derivati non destinati al consumo umano e che
abroga il regolamento (CE) n 17742002 (regolamento sui sottoprodotti di origine animale) la
pollina rientra nei materiali di categoria 2 (art 9) ldquoa) stallatico guano non mineralizzato e contenuto
del tubo digerente (hellip)rdquo e possono (art 13) essere ldquoa) smaltiti come rifiuti mediante incenerimento
i) direttamente senza trasformazione preliminare o ii) dopo la trasformazione attraverso
sterilizzazione sotto pressione se lrsquoautoritagrave competente lo richiede e con marcatura permanente
del materiale risultante b) recuperati o smaltiti mediante coincenerimento qualora i materiali di
categoria 2 siano rifiuti i) direttamente senza trasformazione preliminare o ii) dopo la
trasformazione attraverso sterilizzazione sotto pressione se lrsquoautoritagrave competente lo richiede e
con marcatura permanente del materiale risultante c) smaltiti in una discarica autorizzata dopo la
trasformazione attraverso sterilizzazione sotto pressione e con marcatura permanente dei materiali
risultanti d) utilizzati per la fabbricazione di fertilizzanti organici o ammendanti da immettere sul
mercato conformemente allrsquoarticolo 32 previa trasformazione mediante sterilizzazione sotto
pressione ove applicabile e marcatura permanente dei materiali risultanti e) compostati o
trasformati in biogas i) dopo la sterilizzazione sotto pressione e la marcatura permanente del
materiale risultante o ii) se si tratta di stallatico del tubo digerente e del suo contenuto di latte
prodotti a base di latte di colostro di uova e ovoprodotti qualora lrsquoautoritagrave competente ritenga che
non presentino rischi di diffusione di malattie trasmissibili gravi dopo la trasformazione preliminare
o senza trasformazione preliminare f) applicati sul terreno senza trasformazione preliminare se si
tratta di stallatico del contenuto del tubo digerente separato da questrsquoultimo di latte prodotti a
base di latte e di colostro e qualora lrsquoautoritagrave competente ritenga che non presentino rischi di
diffusione di malattie trasmissibili gravi g) insilati compostati o trasformati in biogas se si tratta di
materiali derivanti da animali acquatici h) utilizzati come combustibile dopo la trasformazione o
senza trasformazione preliminare o i) utilizzati per la fabbricazione di prodotti derivati di cui agli
articoli 33 34 e 36 e immessi sul mercato conformemente a tali articolirdquo
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COD 15V055 PAGINA 33 194
Ai sensi del Dlgs 1522006 smi (art 185) ldquo2 Sono esclusi dallambito di applicazione della parte quarta
del presente decreto (ndr ldquoNorme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinatirdquo) in
quanto regolati da altre disposizioni normative comunitarie ivi incluse le rispettive norme nazionali di
recepimento (hellip) b) i sottoprodotti di origine animale compresi i prodotti trasformati contemplati dal
regolamento (CE) n 17742002 (ndr abrogato con il successivo Regolamento (CE) n 10692009 del
21 ottobre 2009) eccetto quelli destinati allincenerimento allo smaltimento in discarica o allutilizzo in
un impianto di produzione di biogas o di compostaggio (hellip)rdquo Inoltre sempre disciplina della pollina
ricade nella generale regolamentazione dei sottoprodotti contenuta nellarticolo 184-bis dello stesso
Dlgs 1522006 ldquo1 Egrave un sottoprodotto e non un rifiuto ai sensi dellarticolo 183 comma 1 lettera a)
qualsiasi sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti condizioni a) la sostanza o loggetto egrave
originato da un processo di produzione di cui costituisce parte integrante e il cui scopo primario non egrave
la produzione di tale sostanza od oggetto b) egrave certo che la sostanza o loggetto saragrave utilizzato nel
corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione da parte del produttore
o di terzi c) la sostanza o loggetto puograve essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento
diverso dalla normale pratica industriale d) lulteriore utilizzo egrave legale ossia la sostanza o loggetto
soddisfa per lutilizzo specifico tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute
e dellambiente e non porteragrave a impatti complessivi negativi sullambiente o la salute umanardquo
La pollina originata nellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave quindi da considerarsi un sottoprodotto di
origine animale che viene e verragrave consegnata a terzi per un successivo processo di produzione o di
utilizzazione non rientrando per tanto nellrsquoambito dellrsquoapplicazione delle Norme in materia di gestione
dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati di cui al DLgs 1522006 smi
Lrsquoazienda agricola Maggiolo non effettua e non effettueragrave nello scenario di progetto lo spandimento
della pollina
La tabella che segue riporta la stima della produzione di pollina nella situazione attuale (riferita ad una
consistenza massima pari a 39500 capi per ciclo) e relativa allo scenario di progetto (riferito ad una
consistenza massima pari a 110000 capi per ciclo)
La stima egrave stata effettuata sulla base dei criteri definiti nellrsquoAllegato alla DGR n 2217 del 08082008
ldquoLinee guida per la compilazione della comunicazione e del PUArdquo (aggiornamento dellrsquoAllegato F alla
DGR 7 agosto 2007 n 2439 che in Regione Veneto recepisce il Decreto Ministeriale 7 aprile 2006)
relativamente alla consistenza media dellrsquoallevamento
Situazione attuale - Numero di cicli (compresi i giorni necessari per lo svuotamento e trasporto
pollina)
I ciclo Svuoto sanitario II ciclo
Svuoto sanitario III ciclo
Svuoto sanitario IV ciclo
Svuoto sanitario V ciclo
Numero di giorni
61 210 61 21 61 21 61 21 37 365
Completo Completo Completo Completo Incompleto
06 46
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PAGINA 34 194 Settembre 2015
Scenario di progetto - Numero di cicli (compresi i giorni necessari per lo svuotamento e trasporto
pollina)
I ciclo Svuoto sanitario II ciclo
Svuoto sanitario III ciclo
Svuoto sanitario IV ciclo
Svuoto sanitario V ciclo
Numero di giorni
64 210 64 21 64 21 64 21 25 365
Completo Completo Completo Completo Incompleto
03 44
Produzione di pollina nella situazione attuale e nello scenario futuro in caso di ampliamento
Situazione
attuale Scenario di
progetto
Consistenza massima dellrsquoallevamento n di capi 39500 110000
Consistenza media dellallevamento (calcolato come da indicazioni di cui allrsquoAllegato A alla DGR 2217 del 882008) Considerando un
tasso di mortalitagrave fisiologica pari al 5
ciclo di durata pari a 60 giorni
periodo di vuoto sanitario pari a 21 giorni
46 cicli allrsquoanno nella situazione attuale e 44 cicli allrsquoanno nello scenario di progetto
n di capi 23787 63138
Consistenza media dellallevamento t in peso vivo
Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 882008 ndash allegato A - tabella 1 polli da carne a terra con uso lettiera (pv medio 1 kg)
m3capoanno 00095 00095
Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 882008 ndash allegato A - tabella 1 polli da carne a terra con uso lettiera (pv medio 1 kg)
tcapoanno 00062 00062
Produzione pollina (volume) m
3 anno 226 600
Produzione pollina (peso) tanno 147 391
7 CONSUMI DI RISORSE E CARATTERISTICHE DELLE EMISSIONI IN AMBIENTE ESTERNO
71 Consumo di materie prime
Le materie prime in ingresso nellrsquoallevamento sono
mangimi
truciolo per lettiera
altri prodotti (ad esempio insetticidi e prodotti per la derattizzazione e per il trattamento dei
capi)
prodotti per pulizia e disinfezione degli ambienti di stabulazione
I mangimi sono tenuti in deposito nei silos dislocati in prossimitagrave dei singoli capannoni ed hanno una
capacitagrave complessiva attuale pari a 85 t sia nello scenario attuale che in nello scenario di progetto in
caso di ampliamento Il mangime viene fornito direttamente dal soccidante Nelle diverse fasi del ciclo
dellrsquoallevamento vengono fornite da parte del soccidante quattro tipologie di mangimi in grado di
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garantire una crescita equilibrata dei capi e da ottimizzare lrsquoassorbimento dei nutrienti limitando
cosigrave lrsquoescrezione di azoto e fosforo il mangime egrave generalmente fornito in 4 fasi al fine di fornire ai
capi il nutrimento di cui hanno effettivamente bisogno nello specifico periodo della crescita La
tabella che segue riporta la composizione delle 4 tipologie di mangime fornito per periodo
Caratteristiche mangimi per fase
Fosforo
inorganico
Lisina Fitasi FTU Proteina
grezza
Oli e grassi
grezzi
P12 primo periodo 070 14 800 225 6
PB1 secondo periodo 060 122 750 20 7
PB2 terzo periodo 050 110 700 1830 880
PB3 quarto periodo 052 100 600 1720 9
Consumo di mangime
Consumo medio per
capi (ciclo misto)
kgcapo
consistenza
massima
(n capi)
Numero di cicli
allrsquoanno
Consumo di
mangime annuale
(tanno)
Situazione attuale 8 39500 46 1454
Scenario di progetto 8 110000 44 3872
I trattamenti di derattizzazione vengono effettuati in proprio utilizzando NOTRAC Block (bromadiolone e
denatorion principio attivo) essendo tenuta la registrazione degli interventi di derattizzazione con
piantina di distribuzione Nello scenario di progetto lrsquoazienda agricola continueragrave a effettuare i
trattamenti in proprio
Una volta svuotato il capannone dai capi si provvede alla raccolta della lettiera alla pulizia e alla
preparazione per il nuovo ciclo La pulizia si effettua in due fasi
mediante stazzamento a secco accurato di pavimenti pareti e attrezzature raccolta della pollina
residua che vien unita a quella giagrave accumulata in attesa di essere ritirata da parte della ditta
incaricata Segue bagnatura delle pareti con idropulitrice che non genera reflui in quanto ha la
sola funzione di preparare le superfici per la fase successiva
con idropulitrice o atomizzatore si applica a tutte le superfici la soluzione disinfettante al 1
circa di eviron D ( per ciclo se ne consumano circa 20 l per preparare 2 m3 di soluzione per ogni
ciclo) Non si generano effluenti la soluzione egrave lasciata sulle superfici al fine di lasciare che il
disinfettante espleti al sua funzione
72 Consumi energetici
Lrsquoazienda agricola Maggiolo ha un proprio impianto fotovoltaico con potenza di pico pari a 56 kW
Lrsquoenergia elettrica prodotta egrave utilizzata per
illuminazione dellrsquoarea di stabulazione e dei locali riscaldamento con lampade che fungono da ldquoMadre Artificialerdquo
distribuzione del mangime e dellrsquoacqua
sistema di ventilazione
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illuminazione interna dei capannoni di allevamento
cella frigorifica per capi deceduti
Azienda Agricola Maggiolo ndash impianto fotovoltaico
Egrave previsto un consumo medio annuale di circa 30000 l di GPL che dipende fortemente dalle
caratteristiche climatiche della stagione Il GPL egrave depositato in due serbatoi interrati da 3000 e 5000 l
Lrsquoaumento dei consumi di energia egrave legato in particolare alla necessitagrave di incrementare la ventilazione
Consumo annuale
kWh
Energia elettrica
autoprodotta
consistenza
massima
(n capi)
Fabbisogno medio per
capo kWhcapo ()
Situazione attuale 6000 63 39500 03
Scenario di progetto 100000 63 110000 018
() considerando presenza media anno rispettivamente 192000 e 536000)
73 Ciclo idrico
Lrsquoazienda consuma acqua di acquedotto per
Abbeveraggio capi
Lavaggio e disinfezione
Servizi igienici
Nella configurazione dellrsquoallevamento attuale il consumo idrico si attesta su circa 2900 m3anno di cui
circa 2600 m3anno per abbeveraggio (per un consumo medio pari a circa 144 lcapo durante il ciclo di
allevamento) 300 m3anno per il sistema di raffrescamento e circa 10 m
3anno per la pulizia
Considerando lrsquoincremento del numero di capi si prevede un incremento dagli attuali consumi annuali a
circa 7280 m3
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Consumi idrici per abbeveraggio
Consumo medio per capi (ciclo misto)
lcapo
consistenza massima (n capi)
Numero di cicli allrsquoanno
Consumo di acqua annuale (m
3anno)
Situazione attuale 144 39500 46 2617
Scenario di progetto 144 110000 44 6970
Consumi idrici totali
Situazione attuale Scenario di progetto
Consumi idrici per abbeveraggio m3
anno 2617 6970
Consumi per raffrescamento (1) m3
anno 300 300
Consumi Idrici per pulizia (2) m3
anno 10 10
Consumi idrici totali m3
anno 2927 7280
(1) Il consumo per raffrescamento egrave alle condizioni meteoclimatiche ovvero al coincidere un ciclo di allevamento
con il picco estivo Il dato indicato egrave quindi un dato medio puramente indicativo
(2) Dato massimo
74 Scarichi idrici
I polli bevono direttamente beccando i nipples senza che avvenga spreco e dispersione dacqua
nellambiente Il raffrescamento egrave garantito dal sistema di pannelli cooling con riutilizzo dellrsquoacqua non
evaporata evitando sprechi e in parte con il sistema baumac Lrsquoabbeveraggio ed il sistema di
raffrescamento non generano quindi scarichi idrici Il sistema di pulizia non produce scarichi idrici infatti
dopo aver effettuato una estesa pulizia a secco le superfici interne ai capannoni sono bagnate con
soluzione di disinfettante con pompa a pressione senza creare ruscellamenti
75 Spolgie di animali
La mortalitagrave per ciclo di allevamento si attesta sui valori intorno a 5 LrsquoAzienda Agricola dispone di
una cella frigo per la conservazione dei capi deceduti di proprietagrave
Azienda Agricola Maggiolo ndash Celle frigorifera
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76 Produzione di rifiuti solidi
La produzione di rifiuti dellrsquoAzienda Agricola egrave limitata in quanto le materie prime (tra cui il mangime)
vengono trasportate mezzi che scaricano direttamente nei silos di stoccaggio
I rifiuti prodotti sono per lo piugrave rifiuti non pericolosi di cui in particolare imballaggi in plastica (contenitori
per detergenti e disinfettanti) in carta ed in vetro
Azienda Agricola Maggiolo ndash locale adibito al deposito dei rifiuti
77 Emissioni in atmosfera
In allevamento sono presenti emissioni diffuse derivanti da metabolismo animale tali emissioni
sono tenute sotto controllo mediante adozione di unrsquoadeguata ventilazione dei capannoni per
ridurre il tenore di umiditagrave della lettiera ribaltamento della stessa funzionale a limitare lrsquoinsorgere di
fenomeni di fermentazione anaerobica
La tabella che segue sintetizza le emissioni di ammoniaca e metano alla massima capacitagrave
dellrsquoallevamento sulla base dei coefficienti di emissione (riferimento BREF sect3321)
Emissioni di ammoniaca e metano
fase Fattore di
emissione unitagrave misura fattore
Situazione attuale
ndash emissioni totali
tanno
Scenario di
progetto ndash
emissioni totali
tanno
Stabulazione 011 kg NH3postoanno 43 121
Stabulazione 0079 Kg CH4postoanno 31 87
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8 DISTANZE MINIME SECONDO LA DGR 8562012
Con la DGR n 856 del 15 maggio 2012 ldquoAtti di indirizzo ai sensi dellart 50 comma 1 lett d) della LR
23 aprile 2004 n 11 Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio Modifiche ed
integrazioni alla lett d) Edificabilitagrave zone agricole punto 5) Modalitagrave di realizzazione degli allevamenti
zootecnici intensivi e la definizione delle distanze sulla base del tipo e dimensione dellallevamento
rispetto alla qualitagrave e quantitagrave di inquinamento prodottordquo la Giunta regionale ha aggiornato gli Atti di
Indirizzo di cui alle deliberazioni n 31782004 e n 3292010 per ledificabilitagrave nelle zone agricole
Le tabelle che seguono riassumono i calcoli per la determinazione delle distanze minime di cui alla
DGR 85620122 Nelle tavole allegate si riportano i buffer con le distanze minime e lrsquoindicazione
dellrsquoutilizzo degli edifici data dalla Carta Tecnica Regionale
Lrsquoallevamento egrave dotato di un sistema di ventilazione forzata e non dispone di alcun stoccaggio della
polline che che insieme alla lettiera viene mantenuta al chiuso (nei singoli capannoni di allevamento)
fini alla fine del ciclo di allevamento per poi essere traportata da terzi verso lrsquoimpianto di recupero e
riutilizzo
Nella situazione attuale cosigrave come nello scenario di progetto lrsquoallevamento si trova a piugrave di 200 m
dallrsquoallevamento piugrave vicino Nel raggio di 100 m dallrsquoallevamento non sono presenti abitazioni civili a
meno dellrsquoedificio abitativo del proprietario e gestore dellrsquoallevamento e nel raggio di 200 m non rientra
il perimetro del centro abitato Il limite di zona agricola risulta ad una distanza superiore a 200 m
rispetto sia relativamente al PRG del Comune di Castello di Godego che al PAT del Comune di
Castelfranco Le strutture di allevamento (cinque capannoni) pressocheacute entro il limite di 20 m dal
confine della proprietagrave aziendale
Distanza minima dai confini di proprietagrave (Tabella 2 Allegato A)
Consistenza massima Peso vivo t
Classe tabella 1 allegato A
Distanza minima m
Situazione attuale 39500 395 2 20
Scenario di progetto 110000 110 2 20
Il peso medio vivo egrave stato calcolato sulla base del ciclo medio tipico
a) Tipologia dellambiente di stabulazione e del sistema di pulizia
Tipologia Punti allevamento
Situazione attuale ottimizzazione dellisolamento termico e della ventilazione (anche
artificiale)+pavimenti ricoperti da lettiera-abbeveratoi anti spreco 10
Scenario di progetto ottimizzazione dellisolamento termico e della ventilazione (anche
artificiale)+pavimenti ricoperti da lettiera-abbeveratoi anti spreco 10
2 Si rimanda alle tavole ldquoVerifica dei requisiti di cui alla DGR n 856 del 15 maggio 2012 - Stato attuale e incremento capi senza
passaggio di classe (classe 2) Uso del Suolordquo e ldquoVerifica dei requisiti di cui alla DGR n 856 del 15 maggio 2012 - Stato attuale e incremento capi senza passaggio di classe (classe 2)rdquo riportate in allegato
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b) Sistema di ventilazione
Tipologia Punti allevamento
Situazione attuale ventilazione forzata 0
Scenario di progetto ventilazione forzata 0
c) sistema di stoccaggio e trattamento delle deiezioni
Tipologia Punti allevamento
Situazione attuale materiali palabili - pollina su lettiera al coperto (su capannoni chiusi) -
equivalente a concimaia chiusa 0
Scenario di progetto materiali palabili - pollina su lettiera al coperto (su capannoni chiusi) -
equivalente a concimaia chiusa 0
Punteggio totale
Criteri Punti allevamento
Situazione attuale a b c 10
Scenario di progetto a b c 10
Distanze minime reciproche degli insediamenti zootecnici dai limiti di zona agricola (Tabella 3 Allegato A)
classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m
Situazione attuale 2 10 200
Scenario di progetto 2 10 200
Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze civili sparse (Tabella 4 Allegato A)
classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m
Situazione attuale 2 10 100
Scenario di progetto 2 10 100
Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze concentrate (centri abitati) (Tabella 5 Allegato A)
classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m
Situazione attuale 2 10 200
Scenario di progetto 2 10 200
9 DECOMMISSIONING
Per le strutture in cemento eo laterizi si provvederagrave in fase di dismissione dellrsquoallevamento al
trasporto delle relative macerie presso un impianto di trattamento per la bonifica
Per le attrezzature se riutilizzabili si provvederagrave alla revisione e riutilizzo presso altri impianti simili
mentre per le parti obsolete si provvederagrave al loro smaltimento tramite ditte autorizzate
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QUADRO DI RIFERIMENTO
PROGRAMMATICO
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10 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE
101 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ndash Regione Veneto
1011 Riferimenti generali
La Regione Veneto con DGR n 372 del 1722009 ha adottato il Piano Territoriale Regionale di
Coordinamento ai sensi della LR 2342004 n 11 (art 25 e 4) oggetto di Variante anche questa solo
adottata con DGR n 427 del 1042013 pubblicata sul BURV n 39 del 352013 Il PTRC con la
citata Variante come precisato allrsquoarticolo 1bis delle Norme dello stesso assume natura di piano
urbanistico territoriale con specifica considerazione dei valori paesaggistici ai sensi dellrsquoart 135
comma 1 del DLgs 2212004 n 42 il Codice dei beni culturali e del paesaggio
Il PTRC adottato comprende i seguenti elaborati
Relazione illustrativa con i fondamenti del buon governo
Elaborati grafici
- Tavola PTRC 1992 - Ricognizione
- Tavola 1a - Uso del suolo Terra
- Tavola 1b - Uso del suolo Acqua
- Tavola 1c ndash Uso del suolo Idrogeologia e rischio sismico
- Tavola 2 - Biodiversitagrave
- Tavola 3 - Energia e ambiente
- Tavola 4 - Mobilitagrave
- Tavola 5a - Sviluppo economico produttivo
- Tavola 5b - Sviluppo economico turistico
- Tavola 6 - Crescita sociale e culturale
- Tavola 7 - Montagna del Veneto
- Tavola 8 - Cittagrave motore di futuro
- Tavola 9 - Sistema del territorio rurale e della rete ecologica
- Tavola 10 - Sistema degli obiettivi di progetto
Rapporto ambientale
Quadro conoscitivo
Documento per la pianificazione paesaggistica
o Ambiti di paesaggio
o Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici
o Atlante ricognitivo
o Sistema di valori
Norme tecniche
Il PTRC come precisato nellrsquoarticolo 4 delle Norme dello stesso egrave strumento sovraordinato a tutti i
piani territoriali ed urbanistici e puograve essere motivatamente modificato o integrato dai piani regionali di
settore e di sviluppo delle grandi reti di servizi fatto salvo quanto disposto dallrsquoart 145 comma 3 del
DLgs 422004 gli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica di livello inferiore devono
adeguarsi entro dodici mesi dallrsquoentrata in vigore del PTRC
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Per quanto attiene allrsquoefficacia del PTRC come stabilito dal comma 3 dellrsquoarticolo 72bis delle Norme
dello stesso piano ldquoai sensi dellrsquoart 29 comma 2 della LR 1104 dallrsquoadozione del PTRC o di sue
eventuali varianti e fino alla loro entrata in vigore e comunque non oltre cinque anni dalla data di
adozione i Comuni sono tenuti a sospendere ogni determinazione sulle domande relative ad interventi
di trasformazione edilizia e urbanistica che risultino in contrasto con le prescrizioni contenute nel
pianordquo
In merito alla pianificazione paesaggistica come definito nel Titolo XI delle Norme dellrsquoadottato PTRC
la Regione egrave articolata ai sensi dellrsquoarticolo 45ter comma 1 della LR 112004 e dellrsquoarticolo 135
comma 2 del DLgs 422004 in quattordici Ambiti di Paesaggio indicati nel Documento per la
pianificazione paesaggistica La definizione delle specifiche normative drsquouso aventi la finalitagrave di
assicurare che ciascun ambito di paesaggio sia ldquoadeguatamente conosciuto tutelato salvaguardato e
disciplinatordquo attribuendo ldquoadeguati obiettivi di qualitagrave in attuazione dei fini di cui agli articoli 131 133 e
135 del Codice e sulla base della specificazione dei contenuti definiti dallrsquoAtlante Ricognitivo
contenuto nel Documento per la pianificazione paesaggisticardquo egrave demandata ai previsti Piani
Paesaggistici Regionali drsquoAmbito (PPRA)
Il Documento per la pianificazione paesaggistica come precisato allrsquoarticolo 71ter delle Norme del
PTRC costituisce quadro di riferimento per la definizione dei PPRA
Tale Documento si articola in Ambiti di paesaggio in cui egrave indicata la delimitazione degli Ambiti di
Paesaggio Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici in cui egrave indicato il percorso istituzionale di
attribuzione della valenza paesaggistica e sono rappresentate le aree di cui agli artt 136 e 142 del
DLgs4204 destinate a ricognizione e validazione in sede di pianificazione paesaggistica regionale
drsquoambito Atlante Ricognitivo quale prima ricognizione finalizzata alla conoscenza dei caratteri del
paesaggio veneto e dei processi di trasformazione che lo interessano in cui sono indicati obiettivi e
indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari ai PPRA Sistemi di valori (i siti patrimonio dellrsquoUnesco le
Ville del Palladio le Ville Venete Parchi e giardini di rilevanza paesaggistica Forti e manufatti difensivi
Archeologia industriale Architetture del Novecento
1012 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Gli elaborati cartografici del PTRC data anche la scala di restituzione solo in alcuni casi identificano
categorie direttamente relazionabili allrsquoarea dellrsquoesistente allevamento zootecnico avicolo od
allrsquoimmediato intorno ed in dettaglio si tratta delle ldquoAree nucleordquo riportate nelle Tavole 1 2 e 9 e dei
ldquoPrati stabilirdquo riportati nelle Tavole 1 e 9
Area nucleo
Le Aree nucleo sono elementi costituitivi della Rete ecologica e corrispondono come precisato
allrsquoarticolo 24 delle Norme del PTRC ai siti della Rete Natura 2000 ed alle aree naturali protette di cui
alla L 3941991 In tale articolo si afferma che ldquola Regione promuove programmi e progetti specifici
finalizzati alla salvaguardia e valorizzazione della Rete ecologica e per lrsquoattuazione di azioni volte alla
tutela conservazione e accrescimento della biodiversitagrave da attuarsi in collaborazione con le
amministrazioni provinciali comunali e gli altri soggetti interessati anche mediante il supporto a
pratiche agricole sostenibili e di gestione rurale privilegiando quelle dellagricoltura biologicardquo e che ldquoin
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tal senso si assumono come elementi di riferimento le reti di siepi agrarie e i filari le zone umide i corsi
dacqua e la rete di scolo e irrigua i boschettirdquo Le Norme del PTRC inoltre precisano che ldquola
procedura per la valutazione di incidenza si applica esclusivamente con riferimento agli obbiettivi di
conservazione tutelati nei siti della Rete Natura 2000rdquo
Con riguardo al previsto ampliamento del numero di capi allevati allrsquointerno delle giagrave esistenti strutture
aziendali che ricadono in una ZPS di cui alla Rete Natura 2000 egrave redatto il richiesto Studio di
Incidenza In aggiunta si annota che non sono previsti interventi che determinano ricadute sullrsquoattuale
consistenza e configurazione dei richiamati elementi di riferimento per la costruzione della rete
ecologica
Prati stabili
I Prati stabili sono disciplinati dallrsquoarticolo 14 delle Norme del PTRC che esplicita il loro riconoscimento
come ldquorisorse per il paesaggio e la biodiversitagraverdquo e demanda ai Comuni lrsquoindividuazione nellrsquoambito dei
propri strumenti urbanistici dei sistemi di prati stabili e la specificazione ai fini della loro tutela di
ldquoadeguate misure per mantenere il loro valore naturalistico e limitare la perdita di superficie prativa
dovuta allo sviluppo urbanistico allrsquoestensione dei seminativi e allrsquoavanzamento delle aree boschiverdquo
Il maggior numero di capi avicoli non richiede lrsquoampliamento dellrsquoarea attualmente giagrave interessata dalla
presenza dellrsquoallevamento e pertanto non sono coinvolte aree a prato stabile
Il PTRC con riguardo alle Aree rurali disciplinate allrsquoarticolo 7 individua e delimita quattro categorie di
aree rurali riportate in tavola 1a le Aree di agricoltura periurbana le Aree agropolitane in pianura le
Aree ad elevata utilizzazione agricola le Aree ad agricoltura mista a naturalitagrave diffusa per ognuna delle
quali sono elencati obiettivi e previsioni da assumere in sede di predisposizione e adeguamento degli
strumenti di pianificazione urbanistica In generale nel territorio rurale la pianificazione territoriale ed
urbanistica come indicato nel citato articolo deve essere ldquoorientata al principio del minor consumo di
suolordquo e perseguire diverse finalitagrave tra le quali ldquogarantire la sostenibilitagrave dello sviluppo economico del
settore rurale attraverso processi di trasformazione del territorio realizzati con il minor consumo
possibile di suolordquo ldquopromuovere e sostenere il recupero dei fabbricati abitativi e agricolo produttivi e
delle loro pertinenze e consentire la realizzazione di fabbricati abitativi e agricolo produttivi necessari
alle aziende agricole garantendo il loro armonico inserimento nel paesaggio agrario nel rispetto della
struttura insediativa esistenterdquo
La prevista variazione del numero di polli allevati che non richiede la realizzazione di nuovi fabbricati
in linea generale comunque non esclusi secondo le indicazioni delle norme del PTRC se correttamente
inseriti si ritiene possa essere positivamente relazionata con il richiamato obiettivo di uno sviluppo
rurale sostenibile tanto che non egrave in contrasto con la finalitagrave di ridurre il consumo di suolo agricolo
102 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ndash Provincia di Treviso
1021 Riferimenti generali
Il PTCP approvato con la DGR 1137 del 23032010 come precisato allrsquoarticolo 1 delle Norme dello
stesso ldquoindica gli obiettivi e gli elementi fondamentali dello sviluppo urbanistico provinciale
individuando per lrsquoassetto del territorio le nuove esigenze generali del territorio in coerenza con il
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quadro conoscitivo elaborato con riferimento alla salvaguardia conservazione e valorizzazione delle
risorse territorialirdquo
Tale Piano sempre come specificato nel citato articolo assicura che la valorizzazione delle risorse
territoriali disciplinata dalle previsioni degli strumenti urbanistici comunali persegua in particolare
la promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole
la tutela delle identitagrave storico-culturali e della qualitagrave degli insediamenti urbani ed extraurbani
la tutela del paesaggio rurale montano e delle aree di importanza naturalistica
lrsquoutilizzo di nuove risorse territoriali solo quando non esistano alternative alla riorganizzazione e
riqualificazione
del tessuto insediativo esistente
la messa in sicurezza degli abitati e del territorio dai rischi sismici e di dissesto idrogeologico
Il PTCP attraverso le direttive e le prescrizioni da considerare per la redazione degli strumenti di
pianificazione di livello inferiore ed a cui i PAT dei Comuni devono adeguarsi intende raggiungere
scelte progettuali di sviluppo sostenibile in coerenza con gli obiettivi di cui allrsquoarticolo 2 della LR
112004
Il PTCP si compone dei seguenti elaborati
Elaborati grafici
- Tavola 1-1 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Aree soggette a tutela
- Tavola 1-2 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Pianificazione di livello superiore
- Tavola 1-3 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Aree naturalistiche protette
- Tavola 1-4 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Vincoli militari e infrastrutturali
- Tavola 2 Carta delle fragilitagrave
- Tavola 3-1 Sistema ambientale ndash Reti ecologiche
- Tavola 3-2 Sistema ambientale ndash Livelli di idoneitagrave faunistica
- Tavola 4-1 Sistema insediativo-infrastrutturale
- Tavola 4-2 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta dei Centri Storici della Provincia
- Tavola 4-3 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta delle Ville Venete Complessi ed Edifici di
pregio architettonico
- Tavola 4-4 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta delle Ville Venete Complessi ed Edifici di
pregio architettonico di interesse provinciale
- Tavola 4-5 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Mobilitagrave sostenibile
- Tavola 4-6 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Percorsi turistici
- Tavola 4-7 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash La Grande Treviso Il Sistema dei Parchi
- Tavola 5-1 Sistema del paesaggio ndash Carta geomorfologica della Provincia di Treviso
- Tavola del Rapporto Ambientale
Relazione di Piano
Norme Tecniche
Sintesi Non Tecnica Appendice ldquoArdquo al Rapporto Ambientale
Valutazione di Incidenza Ambientale
Rapporto Ambientale allo stato di avanzamento di giugno 2008
Allegato FF ndash Quaderno Progetti
Allegato GG ndash Linee guida per regolamenti edilizi - Relazione con appendici
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Allegato L ndash Rischio incidenti rilevanti
Allegato M ndash Beni culturali
1022 Relazioni con le previsioni del PTCP
Gli elaborati cartografici del PTCP3 solo in alcuni casi identificano categorie in relazione diretta con
lrsquoarea dellrsquoesistente allevamento zootecnico avicolo ed in dettaglio si tratta dei seguenti casi
Tavola 13 con riguardo alle Zone di Protezione Speciale ndash ZPS
Tavola 21 con riguardo alle Aree di pericolositagrave idrica ridotta P0
Tavola 23 con riguardo alle Zone di incompatibilitagrave assoluta (Rete Natura 2000)
Tavola 31 con riguardo alle ZPS e alle Aree nucleo
Tavola 32 con riguardo al Livello di idoneitagrave faunistica medio
Tavola 51 con riguardo alla Unitagrave di paesaggio P2
Le Zone di Protezione Speciale riportate nella Tavola 13 e nella Tavola 31 in tale caso corrispondono
alla ZPS IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo allrsquointerno della quale ricade lrsquoallevamento avicolo per
il quale si prevede di aumentare il numero di polli allevati per la produzione di carne Le ZPS sono
richiamate percheacute messe in relazione con gli elementi costitutivi della Rete ecologica questi ultimi
identificati e delimitati nella Tavola 31 nel caso in questione rappresentati da una delle Aree nucleo
Lrsquoarticolo 36 delle Norme del PTCP elenca gli obiettivi della Rete ecologica che devono essere assunti
dagli strumenti urbanistici locali e da ogni altro atto di programmazione e di governo del territorio come
condizioni alle trasformazioni ammissibili delle risorse in modo da contribuire alla realizzazione della
stessa rete ecologica provinciale
Lrsquoarticolo 37 delle Norme del PTCP contiene le direttive da applicare agli elementi della Rete ecologica
ed in particolare per quanto riguarda le Aree nucleo stabilisce che
- la realizzazione delle infrastrutture e degli impianti tecnici egrave subordinata a misure di mitigazione
mirate alla ricostituzione della continuitagrave della permeabilitagrave biologica nei punti critici di
passaggio ed inoltre con lrsquoinserimento di strutture utili allrsquoattraversamento faunistico e con la
costituzione di aree di rispetto formate con elementi arborei ed arbustivi finalizzate alla
conservazione della biodiversitagrave
- la gestione dellrsquoagricoltura in queste aree deve essere indirizzata anche mediante interventi di
incentivazione e sostegno tecnico e finanziario al mantenimento delle componenti di interesse
ecologico e della biodiversitagrave complessiva
- le aree individuate come critiche per presenza di infrastrutture aree insediative e corridoi
ecologici nei siti della Rete Natura 2000 devono essere considerate dalla normazione tutelare
degli strumenti urbanistici comunali come ambiti prioritari verso i quali convergere gli interventi
di riorganizzazione mediante azioni di mitigazione e compensazione
Lrsquoarticolo 39 delle Norme del PTCP inoltre per le Aree nucleo stabilisce che ldquoi progetti che implicano
modificazione di usi funzioni attivitagrave in atto sono soggetti a valutazione di incidenza (VINCA) ai sensi
3 Si rimanda agli estratti delle Tavole 21 31 (che riporta le ZPS analogamente alla tav 13 e 23) e 32 del PTCP inserite nellrsquoAllegato
Cartografico allo SIA
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della normativa statale e regionale in materiardquo ed in aggiunta precisa al comma 4 che gli ldquointerventi di
ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo [hellip]
sono ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati
compatibili dalla valutazione di incidenza e comunque soggetti a misure compensative a compenso
drsquoogni riduzione della qualitagrave ecologica complessiva dellrsquoareardquo
La previsione di aumentare il numero di polli allevati nelle strutture giagrave presenti non richiede nuovi
fabbricati o ampliamenti di quelli esistenti ed in ogni caso si annota che sono ammessi utilizzi a fini
agricoli in merito alla valutazione di incidenza come giagrave richiamato egrave predisposto il richiesto Studio di
Incidenza
Le Aree a pericolositagrave ridotta (P0) individuate nella Tavola 21 ldquoCarta delle fragilitagrave ndash Aree soggette a
dissesto idrogeologico e fragilitagrave ambientalerdquo sono definite allrsquoarticolo 57 come ldquoparti del territorio
provinciale ritenute maggiormente esposte a pericolo di allagamento soprattutto a causa di insufficienze
idrauliche localirdquo e per tali aree ldquodevono essere promosse dalle Amministrazioni Comunali verifiche
specifiche sullrsquoeffettivo comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio assieme al Consorzio
di Bonifica competente per territoriordquo Le Aree P0 sono disciplinate dallrsquoarticolo 59 delle Norme del
PTCP che formula le seguenti direttive
ldquo1 Lo strumento urbanistico comunale conduce per le aree P0 una rigorosa e puntuale verifica dello
stato idraulico del territorio nel rispetto della Delibera regionale n13222006 utilizzando per le
valutazioni schemi di calcolo che siano in grado di descrivere le conseguenze idrauliche di una
eventuale insufficienza della rete di scolo delle acque precisandone e definendone su queste basi gli
ambiti giagrave indicati dal PTCP
2 Per le aree classificate P0 ferma restando lrsquoapplicazione della normativa per esse eventualmente
disposta dai Piani di Assetto Idrogeologico lo strumento urbanistico comunale detta apposita normativa
finalizzata a non incrementare le condizioni di rischio ed in particolare a
a) mantenere le condizioni esistenti di funzionalitagrave idraulica ed anzi a migliorarle cosigrave da
agevolare e comunque non impedire il deflusso delle piene e non ostacolare il normale deflusso
delle acque
b) non aumentare le condizioni di pericolo a valle od a monte delle aree drsquointervento
c) non ridurre i volumi invasabili e favorire se possibile la formazione di nuove aree di libera
esondazione delle acque
d) non pregiudicare con opere incaute od erronee la successiva realizzazione di interventi per
lrsquoattenuazione o lrsquoeliminazione delle cause di pericolositagrave
e) non effettuare tombinamenti ma mantenere gli originali volumi di invaso disponibili di tratti di
f) fossi e fossati
g) neutralizzare con interventi in loco gli incrementi di portata conseguenti ad interventi
urbanizzativi
h) non costituire od indurre a costituire vie preferenziali al flusso di portate solide o liquide
i) minimizzare le interferenze anche temporanee con le strutture di difesa idraulicardquo
Per le valutazioni sulla relazione tra la disciplina e il previsto ampliamento dellrsquoallevamento si rimanda
ai successivi paragrafi del presente studio in cui si considerano i PAT dei Comuni territorialmente
coinvolti
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Le Zone di incompatibilitagrave assoluta sono considerate nelle Norme del PTCP in relazione alle Aree a
rischio di incidente rilevante disciplinate allrsquoarticolo 77 la direttiva stabilisce che il PAT nella
valutazione di compatibilitagrave territoriale per la localizzazione di nuovi impianti a rischio dovragrave tenere in
considerazione le aree di incompatibilitagrave assoluta localizzandogli stabilimenti in aree industriali esterne
a tali zone
La disciplina richiamata non ha attinenza con lrsquointervento in previsione
I Livelli di idoneitagrave faunistica sono definiti e riportati nella Tavola 32 ldquoSistema ambientale ndash Livelli di
idoneitagrave faunisticardquo e nel caso dellrsquoarea dellrsquoallevamento si ricade in un ambito con livello di idoneitagrave
faunistica medio come stabilito allrsquoarticolo 37 delle Norme del PTCP ldquogli strumenti urbanistici locali
dispongono apposita disciplina finalizzata a () definire i livelli di idoneitagrave faunistica allrsquointerno di queste
aree e dettare norme differenziate secondo il livello di idoneitagrave da conferire o conservarerdquo assicurando
nel caso di media idoneitagrave la tutela e la conservazione di tale livello
La prevista variazione in aumento dei capi di polli allevati si ritiene non incidere sul livello di idoneitagrave
faunistica
Le Unitagrave di Paesaggio individuate nella Tavola 51 sono disciplinate dallrsquoarticolo 30 delle Norme del
PTCP che chiede agli strumenti urbanistici comunali di individuare gli ambiti territoriali omogenei ldquoin
modo tale da far corrispondere ad ogni unitagrave di paesaggio la totale estensione di uno o piugrave ATO non
potendo di conseguenza uno stesso ambito territoriale omogeneo essere suddiviso tra diverse UDPrdquo Il
PTCP riconosce le caratteristiche di ogni Unitagrave e la disciplina stabilisce che ldquospetta allo strumento
urbanistico comunale sulla base di analisi puntuali dei caratteri costitutivi proporre la correzione e
precisazione dellrsquoestensione dellrsquounitagrave anche al fine di rendere coerenti le UDP con i perimetri delle
ATO in cui il territorio comunale egrave suddivisordquo
Per le valutazioni sulla relazione tra la disciplina associata alle UdP e il previsto ampliamento
dellrsquoallevamento si rimanda ai successivi paragrafi del presente studio in cui si considerano i PAT dei
Comuni territorialmente coinvolti
103 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castelfranco Veneto
1031 Riferimenti generali
Il Comune di Castelfranco Veneto egrave dotato di PAT redatto con i contenuti di cui allrsquoarticolo 13 della
LR112004 approvato con la DGP n 29 del 322014 tale strumento sostituisce il precedente
Piano Regolatore Generale approvato con le DGR n 4035 del 10122004 e n 3672 del 29112005
Il PAT egrave formato dai seguenti elaborati
Relazione tecnica
Relazione di progetto
Relazione sintetica
Norme tecniche
Elaborati grafici in scala 110000
- Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale
- Carta delle invarianti
- Carta delle fragilitagrave
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- Carta della trasformabilitagrave - Ambiti Territoriali Omogenei (ATO)
- Carta della trasformabilitagrave - Valori e tutele Azioni strategiche
Quadro conoscitivo di cui allrsquoart10 della LR112004
Studio di compatibilitagrave idraulica
Le Norme precisano che gli ambiti e gli immobili vincolati individuati nella Tavola 1 del PAT hanno
valore ricognitivo e non esaustivo e che ldquole indicazioni grafiche contenute nella citata Tavola 4 non
hanno valore conformativo delle destinazioni urbanistiche dei suoli la definizione delle quali egrave
demandata al PI e non possono pertanto rappresentare o comportare in alcun modo acquisizione di
diritti edificatori ()rdquo Lrsquoarticolo 4 delle Norme del PAT precisa che ldquogli interventi di trasformazione
edilizia ed urbanistica del territorio prima della redazione del PI ai sensi dellart 18 della LR1104
devono rispettare le previsioni del PRG vigente per le parti compatibili con il PAT che a seguito
dellapprovazione per tali parti acquista il valore e lefficacia del PI come previsto dallart 48 comma 5
della LR112004rdquo
1032 Relazioni con le previsioni del PAT
Le tavole del PAT4 identificano le categorie di vincolo le invarianti le fragilitagrave e le destinazioni drsquouso
associate alla disciplina contenuta nelle Norme dello stesso strumento urbanistico con riguardo allrsquoarea
dellrsquoesistente allevamento avicolo eo alla porzione di territorio limitrofa a questa si distinguono quelle
riportate nella sottostante tabella Per ogni categoria si richiama il contenuto delle norme del PAT e si
svolge la verifica in merito alla coerenza tra la disciplina ed il previsto incremento del numero di capi
avicoli allevati
Piano di Assetto del Territorio ndash Relazione tre le categorie di Piano e lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo
Carta Categoria Art PAT
1 Vincoli ZPS ndash Prai di Castello di Codego 10
Allevamenti zootecnici intensivi LR 112004 12
Reticolo idraulico ndash Servitugrave idraulica 12
2 Invarianti Area Natura 2000 13
Principali filari e siepi del paesaggio 14
3 Fragilitagrave Compatibilitagrave geologica ndash Area idonea a condizione 3 17
4a Trasformabilitagrave ATO Aa1 Agricolo periurbano nord ndash Prai di Godego 36
4b Trasformabilitagrave Area nucleo 34
ZPS ndash Prai di Castello di Godego
Lrsquoarticolo 10 delle Norme del PAT precisa che tale strumento urbanistico recepisce la Zona di
Protezione Speciale IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo individuata ai sensi della DGR n
11802006 quale elemento della Rete Natura 2000 per la salvaguardia della biodiversitagrave ed integra la
ZPS nel sistema ambientale della rete ecologica di cui allrsquoart34 Le direttive definite in tale articolo
stabiliscono che nella progettazione ed esecuzione di piani progetti e interventi ldquodeve essere garantito
il mantenimento ovvero alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi
di habitat naturali e degli habitat delle specie interessate che hanno determinato lrsquoindividuazione
dellrsquoarea come zona SIC e ZPSrdquo che ldquonellrsquoesame delle soluzioni progettuali devono essere
considerate le possibili alternativerdquo ed infine che ldquoa seguito della valutazione sono individuate
opportune misure di mitigazione o compensazione finalizzate a minimizzare o cancellare le eventuali
4 Si rimanda agli estratti delle Tavole 1 2 3 4a e 4b inserite nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
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incidenze negative sia in corso di realizzazione sia dopo il suo completamentordquo Le prescrizioni di tale
articolo richiamano lrsquoassoggettamento alla procedura di valutazione di incidenza per i piani i progetti e
gli interventi ricadenti allrsquointerno della ZPS
Per quanto riguarda lrsquoassoggettamento alla procedura di valutazione di incidenza si precisa che egrave stato
redatto il richiesto Studio di incidenza a cui si rimanda per le considerazioni di merito
Allevamenti zootecnici intensivi
Lrsquoarticolo 12 delle Norme del PAT richiama i riferimenti legislativi attinenti agli allevamenti zootecnici
intensivi ovvero la DGR 31782004 e smi (Atti di indirizzo - art 50 della LR 112004) e con le
direttive e prescrizioni stabilisce che il Piano degli Interventi (PI) aggiorna e precisa gli allevamenti
zootecnici intensivi individuati nella Tavola 1 per i quali si applicano le vigenti disposizioni di legge e i
regolamenti comunali vigenti in materia di igiene e sanitagrave In aggiunta in tale articolo si precisa che
ldquoagli allevamenti zootecnici in zona impropria sono consentite esclusivamente operazioni di
manutenzione ordinaria e ne egrave incentivata la rimozionerdquo
Con riguardo alle citate norme si sottolinea che si prevede il solo aumento del numero di polli da carne
allevati nelle strutture giagrave esistenti e che ovviamente si terragrave conto del necessario rispetto delle
disposizioni e regolamenti vigenti in materia di igiene e sanitagrave
Reticolo idraulico ndash Servitugrave idraulica
LrsquoArt 12 delle Norme Tecniche del PAT con riguardo al reticolo idraulico ed alle relative servitugrave
richiama il riferimento normativo di cui al RD 3681904 e RD 5231904 e detta le seguenti
prescrizioni
ldquoNon sono consentite nuove edificazioni a distanze inferiori a 10 metri dai cigli esistenti o dal piede
della scarpata esterna dellrsquoargine () Per canali non demaniali in specifici casi egrave facoltagrave insindacabile
del Consorzio di bonifica competente concedere una deroga a tale distanza In caso di sporgenze
aggetti o altro la distanza deve riferirsi alla proiezione in pianta dei medesimi Alla distanza di rispetto
sono vincolate anche eventuali opere insistenti nel sottosuolo quali vani interrati e sottoservizi Le
fabbriche le piante e le siepi esistenti entro la fascia di rispetto prevista dal RD 3681904 sono
tollerate qualora non rechino un riconosciuto pregiudizio giunte a maturitagrave o deperimento non possono
essere surrogate entro le distanze previste Gli interventi di manutenzione su fabbricati esistenti ed
eventuali opere precarie devono ottenere preventiva autorizzazione idraulica dagli Enti competenti
fermo restando che ai fini della servitugrave di passaggio una fascia di larghezza pari a 4 m dovragrave
permanere completamente sgombera da ostacoli e impedimenti al libero transito dei mezzi adibiti alla
manutenzione e allrsquoeventuale deposito di materiali di espurgo La realizzazione di attraversamenti e di
qualsiasi opera o intervento che possa comportare unrsquooccupazione anche temporanea del sedime dei
corsi drsquoacqua gestiti dal Genio Civile o da Consorzi di bonifica egrave oggetto di specifica concessione da
parte dellrsquoente competente () Le superfici costituenti il sedime dei corsi drsquoacqua di competenza
regionale o consortile e le relative fasce di rispetto non possono essere ricomprese allrsquointerno di
perimetri di nuovi piani o strumenti attuativi o interventi di trasformazione territoriale in genere se non
come aree specificatamente destinate alla tutela del corpo idrico Esse non possono contribuire alla
determinazione della capacitagrave edificatoria fatta salva la possibilitagrave di applicare lrsquoistituto del credito
edilizio alle zone contiguerdquo
Nel caso in oggetto il reticolo idrico egrave da riferire al corso drsquoacqua che fiancheggia il lato ovest e sud del
perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento lrsquoincremento del numero di polli allevati non richiede interventi
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edilizi od occupazione e trasformazione di nuove aree non giagrave incluse allrsquointerno dellrsquoallevamento
esistente e quindi si escludono ricadute per trasformazioni dello stato attuale nelle fasce di servitugrave
idraulica
Area Natura 2000
Lrsquoarticolo 13 delle Norme del PAT con le direttive indica che egrave opportuno ldquoprevedere norme specifiche
che riprendono le misure di conservazione dei SIC e della ZPS (cfr DGR 23712006)rdquo ed in
particolare ldquoevitare il tombamento della rete idrografica minore fatte salve le esigenze di protezione dal
rischio idrogeologicordquo ed ldquoincentivare il miglioramento delle prestazioni ecologiche e funzionali delle
fasce arbustive ed arboree presenti nelle buffer zones (aree cuscinetto) Ove tali formazioni spontanee
non siano presenti dovrebbe essere incentivata la realizzazione di nuove fasce di vegetazione
riparialerdquo Le prescrizioni dettate dal citato articolo stabiliscono che ldquonon sono consentiti interventi tali
da creare una riduzione dellrsquoestensione di tali areerdquo e che il PI ldquoprecisa ambiti con livelli differenziati di
tutelardquo si richiama inoltre lrsquoapplicazione della procedura di valutazione di incidenza ambientale per
progetti e interventi ricadenti in ZPS
Il previsto aumento dei capi avicoli allevati non comporta interventi sulla rete idrografica minore eo
trasformazioni delle fasce arbustive e arboree presenti come giagrave evidenziato in osservanza della
normativa nazionale e regionale egrave redatto lo Studio di Incidenza
Principali filari e siepi del paesaggio agrario
Lrsquoarticolo 14 delle Norme del PAT con le prescrizioni stabilisce che ldquogli interventi che generano
trasformazione dei filari e siepi del paesaggio agrario devono prevedere opportune misure di
mitigazione eo compensazione sulla base di uno specifico studio valutativordquo e che ldquosono tutelati la
giacitura lrsquoestensione e la conformazione di siepi e filari a tal fine va prevista negli interventi la
ricomposizione di tratti mancanti o abbattutirdquo
La vegetazione presente a ridosso del corso drsquoacqua che scorre immediatamente ad ovest ed a sud del
perimetro dellrsquoallevamento avicolo non egrave interessata da alcun intervento trattandosi del solo aumento
del numero di polli da carne ricoverati nelle strutture esistenti non sono pertanto obbligatori interventi di
mitigazione e compensazione ma si considera comunque la possibilitagrave di mettere a dimora specie
vegetali a formare una siepe lungo il perimetro sud ed est dellrsquoarea dellrsquoallevamento con funzioni di
mascheramento e di qualificazione paesaggistico ambientale
Area idonea a condizione 3
Con riguardo alla compatibilitagrave geologica si distinguono aree con differente grado di rischio geologico-
idraulico e differente idoneitagrave ad essere urbanizzate per le caratteristiche geologico-tecniche e
idrogeologiche-idrauliche disciplinate dallrsquoarticolo 17 delle Norme del PAT
Per quanto attiene alle Aree idonee a condizione 3 definite come ldquoZone con terreni superficiali
prevalentemente sabbiosolimosi ndash limosoargillosi e con massima oscillazione della falda freatica
superiore ai 5 m dal piano campagnardquo la disciplina precisa che ldquole soluzioni per lrsquoidoneitagrave si possono
raggiungere qualora una relazione geologico-tecnica verifichi le caratteristiche geotecniche dei litotipi
Qualora vi sia la presenza di terreni scadenti superficiali (limosi argillosi torbosi ecc) eo variabilitagrave
litologica egrave necessario adottare soluzioni tecniche idonee ad evitare cedimenti delle fondazioni Ogni
intervento dovragrave garantire la tutela delle acque al fine di evitare fenomeni di inquinamento eo
variazioni della geometria ed idrodinamica dei corpi idrici sotterranei e superficialirdquo
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Le direttive demandano al PI la definizione della disciplina sullrsquoedificabilitagrave del territorio e la promozione
degli interventi volti alla riparazione e consolidamento dellrsquoesistente alla stabilizzazione di eventuali
dissesti al miglioramento delle attuali condizioni geologico-idrauliche e mitigazione del rischio Con il
citato articolo in aggiunta si prescrive la stesura di relazione geologica eo geotecnica in conformitagrave
da allegare ai progetti di intervento da riferire degli interventi edificatori e di sistemazione dei terreni
che devono sempre attenersi alle norme tecniche emanate con il DM 1131988 il DM 1492005 e il
DM 1412008 con lrsquoulteriore precisazione che prima dellrsquoapprovazione dello studio di compatibilitagrave
sismica del territorio comunale le indagini geologiche dovranno essere eseguite in conformitagrave al DM
14012008
Come giagrave evidenziato non sono previsti interventi edilizi o di movimentazione del terreno e quindi si
ritiene di non rientrare nel campo di applicazione della richiamata disciplina e normativa nazionale
Ambiti Territoriali Omogenei ndash Aa1 ldquoAgricolo periurbano nord - Prai di Godegordquo
Il territorio comunale come precisato allrsquoarticolo 36 delle Norme del PAT egrave suddiviso in ATO per
ognuno dei quali egrave dettata specifica disciplina articolata in disposizione generali e disposizioni locali
che integra le disposizioni generali per lrsquoassetto del territorio contenute nel Titolo III delle stesse Norme
del PAT Gli ATO Aa come riportato nellrsquoarticolo 40 delle Norme del PAT sono quelli ldquonei quali vi egrave una
prevalenza dei caratteri ambientali e paesaggistici e la struttura delledificato egrave rada o sporadicardquo le
direttive di tale articolo demandano al PI il compito di sviluppare e precisare ldquole scelte strategiche
delineate dal PAT indicando le azioni da svolgere per conseguire gli obiettivi di piano le prioritagrave le
interrelazioni i soggetti coinvolti o da interessare e le condizioni per la fattibilitagrave e lrsquoattuazione delle
previsionirdquo
Per quanto attiene allrsquoAmbito Aa1 nella relativa scheda sono indicati gli obiettivi locali di seguito
interamente riportati
ldquoAmbiente
- Mantenimento delle funzioni agricole produttive e salvaguardia delle aree agricole integre da
garantire tramite il mantenimento e la valorizzazione degli elementi caratterizzanti il territorio
(sistemazioni agricole tradizionali reticolo idrografico superficiale percorsi poderali manufatti e
insediamenti rurali tipologia e allineamento delle alberature ecc)
- Promozione della conoscenza e della fruizione turistico ricreativa del territorio di pregio
naturalistico
- Ricostituzione del patrimonio della biodiversitagrave della rete ecologica territoriale e locale costituita
principalmente dalla ZPS dal corridoio ecologico del Muson e dalla buffer zone mediante
integrazione delle attuali colture con colture tradizionali compatibili con la morfologia del suolo
agrario con ecotoni di margine con piccoli incolti con limplementazione dei filari e siepi
- Rimozione di elementi detrattori
Insediamenti
- Tutela e valorizzazione degli edifici con valore storico-ambientale volta ad un corretto recupero
dei manufatti e un loro impiego a servizio di funzioni connesse alla residenza e alle attivitagrave
agricole locali o per altri utilizzi compatibili
- Tutela del contesto figurativo della villa come elemento riconoscibile da molteplici punti del
territorio agricolo
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- Riordino edilizio e funzionale della struttura insediativa di recente impianto e suo modesto
ampliamento al fine di favorire la permanenza e la crescita fisiologica della popolazione locale
Accessibilitagrave e mobilitagrave locale
- Riqualificazione in senso paesaggistico degli assi viari con possibile individuazione di spazi
anche attrezzati per la sosta in corrispondenza dei coni visuali di maggior percezione
qualitativa
- Realizzazione dellitinerario di interesse ambientale lungo il torrente Avenale e lungo la via
Postumia per la connessione al Muson e al Sentiero degli Ezzelini
- Sistemazione dellrsquoincrocio tra via Bella Venezia e Via Postumiardquo
Le funzioni attribuite allrsquoAmbito Aa1 sono quelle ldquoprevalentemente agricole con bassa presenza di
residenzialitagraverdquo
Con riguardo agli obiettivi ed alle destinazioni funzionali previste per lrsquoAmbito Aa1 si ritiene essere
coerente la previsione di incremento dei capi avicoli in quanto rientrante nellrsquoattivitagrave agricola giagrave svolta
nelle strutture dellrsquoesistente allevamento e quindi correlabile al punto relativo al mantenimento delle
funzioni agricole produttive per altro tale previsione non determina ricadute sugli elementi
caratterizzanti il territorio od impedimento al perseguimento degli altri obiettivi locali di tale ATO
Area nucleo
Le Aree nucleo sono definite quali elementi costitutivi della Rete ecologica considerata e disciplinata
dallrsquoarticolo 34 delle Norme del PTA che demanda al PI la definizione della disciplina degli elementi
della stessa rete ecologica da attuare sulla base delle direttive espressamente elencate nello stesso
articolo
Le prescrizioni per tutti gli elementi della Rete ecologica stabiliscono il vincolo alla loro realizzazione e
mantenimento ed il divieto ad aprire cave e discariche
Per le Aree nucleo egrave inoltre prescritto quanto segue
ldquoEgrave fatto divieto di rimuovere distruggere danneggiare o modificare in modo essenziale le siepi (parte
aerea e parte epigea) salvo motivate esigenze derivanti da assetti proprietari ed infrastrutturali che
comunque dovranno essere accompagnate da idonee misure compensative Sono ammesse le normali
operazioni di manutenzione e ringiovanimento delle siepi (potatura spollonatura tramarratura ecc)
Non egrave ammesso lrsquoallestimento di impianti percorsi e tracciati per attivitagrave sportiva con mezzi motorizzati
Non sono ammesse strutture a serra fissa con o senza zoccolo di fondazione Sono invece ammesse
le serre mobili se destinate alla forzatura stagionale delle produzioni orto-floro-vivaistiche Egrave esclusa
lrsquoedificazione di manufatti da destinare ad insediamenti zootecnici intensivi Ersquo fatta salva lrsquoedificabilitagrave
prevista negli ambiti di edificazione diffusardquo
Anche in tale caso si ribadisce che non essendo previsti interventi di nuova edificazione o
trasformazione dei fabbricati esistenti giagrave destinati ad allevamento avicolo intensivo ne movimenti terra
o azioni sulle componenti vegetali non si ricade nella sfera dei divieti di cui alle richiamate prescrizioni
Vincolo sismico
Infine si annota che lrsquointero territorio comunale risulta ricadere in Zona 3 del vincolo sismico Lrsquoarticolo
9 delle Norme tecniche del PAT prescrive che ldquogli interventi dovranno uniformarsi alle prescrizioni
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dellrsquoOPCM n 32742003 e al DM 14012008 Per la redazione dello studio di compatibilitagrave sismica si
applicano le modalitagrave previste dalla DGR n 3308 del 04112008rdquo
104 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castello di Godego
1041 Riferimenti generali
Il Comune di Castello di Godego ha adottato ai sensi dellart 15 della LR 23 Aprile 2004 n 11
ldquoNorme per il Governo del Territoriordquo con la DCC n 30 del 1162015 il PAT che secondo quanto
previsto dallart 29 della LR 112004 determina lrsquoapplicazione delle misure di salvaguardia
limitatamente alle prescrizioni e ai vincoli contenuti nello stesso PAT fino alla approvazione ed entrata
in vigore del PAT come precisato allrsquoarticolo 137 delle Norme dello stesso Piano egrave sospesa ogni
determinazione sugli interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica del territorio in contrasto con le
previsioni e vincoli del PAT
Come riportato nella citata delibera secondo quanto previsto dallart 48 comma 5 e 5-bis della LR
112004 il vigente Piano Regolatore Generale mantiene la sua efficacia fino allrsquoapprovazione del PAT e
successivamente per le parti compatibili con il PAT diventa il Piano degli Interventi
Il PAT adottato egrave formato dai documenti del Quadro Conoscitivo che comprendono una serie di tavole
di analisi urbanistica agronomica ambientale e geologica dagli elaborati di progetto che comprendono
la Relazione Tecnica Generale le Norme Tecniche le tavole P1A - Carta dei vincoli P1B - Carta della
pianificazione territoriale P2 - Carta delle invarianti P3 - Carta delle fragilitagrave P4 - Carta delle
trasformazioni dai documenti della VAS della VINCA della VCI dagli elaborati della micro-zonazione
sismica
Le disposizioni contenute nel PAT come precisato allrsquoarticolo 3 delle Norme dello stesso piano sono
articolate in direttive (quando non espressamente specificato le disposizioni hanno tale valore) sulla cui
base viene redatto il Piano degli Interventi e in prescrizioni e vincoli a cui devono uniformarsi le attivitagrave
di soggetti pubblici e privati negli interventi di trasformazione del territorio
1042 Relazione con le previsioni del PAT
Le Carte di progetto del PAT5 identificano diverse categorie di vincolo destinazione o azione associate
alla disciplina contenuta nelle Norme dello stesso strumento urbanistico o che rimandano a quelle del
PTCP con riguardo alla porzione di territorio confinante allrsquoarea dellrsquoesistente allevamento avicolo (il
lato ovest si attesta sul confine comunale) o limitrofa a questa si distinguono quelle riportate nella
sottostante tabella Per ogni categoria si richiama il contenuto delle norme del PAT e si svolge una
verifica in merito alla coerenza tra la disciplina e il previsto incremento del numero di capi avicoli
allevati
5 Si rimanda agli estratti delle Tavole P1A P1B P2 P3 e P4 inserite nellrsquoAllegato cartografico allo SIA
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Piano di Assetto del Territorio ndash Relazione tre le categorie di Piano e lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo
Carta Categoria Art PAT Art PTCP
P1A Scoli drsquoacqua consorziali ndash Servitugrave idraulica (RD 3681904) 24 -
P1B Tracciati storici agro centuriato 34 44
Aree ad elevata utilizzazione agricola 40 10
Area nucleo 42 37
Area di connessione naturalistica ndash Fascia tampone 42 38
P0 ndash Area a rischio di allagamento per insufficienze idrauliche locali 45 59
P2 Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica 53 -
Ambiti caratterizzati dalla presenza di prati stabili 53 -
Siepi campestri e filari in spazio aperto 57 -
P3 Aree di interesse ambientale ndash Rete Natura 2000 19 -
Area idonea a condizione- per inondazione periodica e ristagno idrico 74 -
Aree soggette a dissesto idrogeologico ndash Aree esondabili eo a periodico ristagno idrico 76 -
P4 Coni visuali 101 -
Ambito per la formazione di parchi e riserve naturali di interesse intercomunale 102 -
Area nucleo 105 --
Area di connessione naturalistica ndash Fascia tampone 106 -
Corridoio ecologico secondario blueway 109
Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica 114 -
Insieme A ATO con contesto agricolo di particolare valore ambientale e paesaggistico AA1 Prai ndash Muson dei Sassi
127 -
Servitugrave idraulica
Le Norme del PAT con lrsquoarticolo 24 richiamano la necessaria ottemperanza alle disposizioni di cui al
RD 851904 n 368 rdquoRegolamento sulle bonificazioni delle paludi e dei terreni paludosirdquo e al RD
2571904 n 523 ldquoTesto unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse
categorierdquo In particolare si prescrive per fiumi torrenti e canali in conformitagrave con lrsquoarticolo 96 del RD
5231904 e per i corsi drsquoacqua consorziali in conformitagrave con lrsquoarticolo 133 del RD 3681904 che deve
essere mantenuta libera da qualsiasi impedimento e ostacolo al transito dei mezzi manutentori una
fascia di almeno m 400 a partire dal piede dellrsquounghia arginale o dal ciglio del corso drsquoacqua e che
devono essere garantite fasce di rispetto idrauliche inedificabili di m 1000 su entrambi i lati dei corsi
drsquoacqua a partire dal piede dellrsquounghia arginale o dal ciglio del corso drsquoacqua
Il previsto incremento del numero di capi allevati non comporta interventi edilizi o modifiche dello stato
attuale per la porzione di territorio ricadente nelle citate fasce da mantenere libere eo inedificabili
Tracciati storici - agro centuriato
Le Norme del PAT con lrsquoarticolo 34 precisano il recepimento negli elaborati di progetto del Piano dei
siti a rischio archeologico e dei tracciati di permanenza esistenti o latenti dellrsquoagro centuriato qualificati
come invarianti strutturali per i quali si applica quanto disposto dagli articoli 60 e 61 Lrsquoarticolo 60
riguardante lrsquoagro centuriato e le strade e tracciati storici prescrive che negli interventi di
trasformazione di grande estensione egrave vietata lrsquoeliminazione dei tracciati persistenti riconducibili al
reticolo stradale della centuriazione romana e le strade e i percorsi storici principali nel mentre per gli
ambiti del territorio agricolo stabilisce diverse direttive tra le quali si annovera la salvaguardia della
struttura tradizionale del territorio legata alla sistemazione agrarie storiche il divieto di interrare o
tombare con canalizzazioni artificiali i corsi drsquoacqua esistenti la coerenza nellrsquoorientamento e nella
dislocazione con lorganizzazione territoriale e con la direzione degli assi centuriali presenti in loco per
le nuove costruzioni
Il previsto incremento del numero di capi allevati non comporta interventi edilizi di ampliamento dei
fabbricati esistenti o di nuova realizzazione e si osserva che lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo per
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disposizione e geometria srsquoinserisce in forma coerente nella matrice dellrsquoagro centuriato senza
determinare incidenze negative sul disegno dei corsi drsquoacqua
Aree ad elevata utilizzazione agricola
Le Norme del PAT allrsquoarticolo 40 evidenziano che lo stesso recepisce lrsquoindividuazione delle Aree ad
elevata utilizzazione agricola di cui alla Tavola 9 e correlato articolo 10 delle Norme Tecniche del
PTRC adottato che individua le finalitagrave alle quali fare riferimento per la pianificazione di tale tipo di
territorio agricolo
Si rimanda alle precedenti annotazioni riguardanti il PTRC per quanto attiene alla relazione con
lrsquoallevamento avicolo
Area nucleo ndash Area di connessione naturalistica
Le Norme del PAT allrsquoarticolo 42 richiamano lrsquoindividuazione e articolazione della Rete ecologica
provinciale rappresentata con maggiore dettaglio nellrsquoelaborato Tavola P4 e rimandano alle
successive disposizioni contenute negli articoli da 104 a 111 Per quanto riguarda le Aree nucleo con
lrsquoarticolo 42 si stabilisce che i progetti implicanti modificazione di usi funzioni attivitagrave in atto sono
soggetti a valutazione di incidenza (VIncA) ed in particolare si precisa che gli interventi di
ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo ldquosono
ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati
compatibili dalla valutazione di incidenza e comunque soggetti a misure compensative a compenso
drsquoogni riduzione della qualitagrave ecologica complessiva dellrsquoareardquo
Con lrsquoarticolo 105 riferito alle Aree nucleo si demanda al PI la formulazione di una normativa atta ad
evitare nuove edificazioni sparse a promuovere interventi di qualificazione a definire misure di
mitigazione per infrastrutture e impianti tecnologici ed infine lrsquoindividuazione delle aree critiche
Lrsquoarticolo 106 relativo alle Aree di connessione naturalistica stabilisce che ldquosono da limitare le nuove
edificazioni ad alto consumo di suolo e fortemente impattanti (impianti industriali inquinanti e legati a un
elevato carico trasportistico) e lrsquourbanizzazione diffusardquo e demanda al PI la promozione di interventi di
controllo e qualificazione
In osservanza di quanto richiesto dalle richiamate norme egrave redatto lo Studio di Incidenza ai cui
contenuti e conclusioni si rimanda in ogni caso si evidenzia che non egrave prevista nuova edificazione o
ampliamento dei fabbricati esistenti modificativa dello stato attuale dei luoghi e nemmeno interventi
che comportino la trasformazione delle aree agricole e la riduzione della vegetazione arborea presente
lungo i fossi o gli scoli irrigui
Aree a pericolositagrave idraulica e idrogeologica
Le Norme del PAT allrsquoarticolo 45 ricordano che il PTCP per le aree P0 (a pericolositagrave idraulica bassa)
ldquoAree a rischio di allagamento per insufficienze idrauliche localirdquo con lrsquoarticolo 57 dispone che la
normativa applicabile egrave quella del Progetto di Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico del bacino
idrografico del fiume Brenta - Bacchiglione e con lrsquoarticolo 59 prevede che il PAT ldquoattraverso la VCI
e successivamente attraverso il Piano delle Acque esegue specifici approfondimenti sul
comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio assieme al Consorzio di Bonifica competente
per territoriordquo
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Per la verifica delle relazioni con il previsto aumento dei capi avicoli allevati si rimanda quindi ai
contenuti normativi del PSAI
Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica ndash Paesaggio dei prati stabili
Gli Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica sono disciplinati dallrsquoarticolo 53 e
dallrsquoarticolo 114 delle Norme del PAT Lrsquoarticolo 53 contiene sia direttive che demandano al PI la
traduzione delle indicazioni elencate nello stesso in azioni e modalitagrave finalizzate a conservare e
migliorare il paesaggio sia prescrizioni che vietano la modifica dellrsquoassetto dei prati stabili e dei campi
chiusi in particolare dal punto di vista paesaggistico idraulico e vegetazionale e richiedono lrsquoattenta
valutazione dellrsquoinserimento di strutture di servizio e reti tecnologiche che possono determinare impatti
negativi sia sullrsquoassetto paesaggistico sia sulle componenti faunistiche Lrsquoarticolo 114 rimanda al
contenuto del citato articolo 53
Il previsto aumento del numero di polli allevati non richiede nuovi interventi edificatori o di
trasformazione di aree agricole coltivate in particolare di prati stabili ed allo stesso modo non si
prevede lrsquoinstallazione di infrastrutture si esclude inoltre in coerenza con quanto disposto dalle
direttive ogni ricaduta sugli elementi che rivestono particolare valenza dal punto vista naturalistico-
ambientale e quelli caratterizzanti la struttura agricola tradizionale del territorio quali il reticolo dei corsi
drsquoacqua la viabilitagrave vicinale le sistemazioni agricole tradizionali
Siepi campestri e filari in spazio aperto
Le Norme del PAT allrsquoarticolo 57 riguardante le siepi campestri precisano che gli elaborati del Piano
individuano le principali che presentano interesse naturalistico e paesaggistico da salvaguardare nella
giacitura estensione e conformazione in secondo luogo la disciplina stabilisce che ldquonei progetti
dintervento va prevista la ricomposizione dei tratti mancanti ed in caso di trasformazioni dovute ad
interventi ammessi dalle norme urbanistiche od edilizie vanno previste adeguate compensazioni
finalizzate a favorire la interconnessione ecologica del territoriordquo
Lrsquoaumento dei capi di pollame da carne non richiede interventi che possono modificare i caratteri e la
consistenza della vegetazione arborea in particolare quella presente lungo il fosso che segna il confine
comunale e si trova a ridosso del perimetro ovest dellrsquoarea dellrsquoallevamento in aggiunta potrebbero
essere comunque eventualmente previsti interventi mitigativi e compensativi finalizzati a rafforzare la
dotazione di siepi lineari e loro connessione con impianto sul lato sud o est del perimetro
dellrsquoallevamento
Aree di interesse ambientale ndash Rete Natura 2000
Lrsquoarticolo 19 delle Norme del PAT riguarda le aree appartenenti alla Rete Natura 2000 ovvero la Zona
di Protezione Speciale IT 3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo per la quale si prescrive nel caso di
interventi ricadenti allrsquointerno della stessa od esternamente ma in grado potenzialmente di comportare
incidenze significative la procedura di Valutazione drsquoIncidenza Le direttive definiscono gli obiettivi da
perseguire attraverso il PI ovvero il riordino morfologico e percettivo dellrsquoedificato esistente verso il
territorio agricolo anche mediante la formazione di apparati vegetali quali filari alberati siepi e macchie
arbustive ed arboree e la definizione di unrsquoadeguata mitigazione e compensazione ambientale
mediante fasce alberate autoctone lungo i margini dei nuovi insediamenti da progettare nei fronti ove
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occorra Al contempo le direttive stabiliscono che il PI provvederagrave a dettare norme di tutela e
valorizzazione ed a fornire disposizioni ed indirizzi sullrsquoattuazione degli interventi nella ZPS e nelle
zone di influenza limitrofe
Come giagrave evidenziato egrave redatto il richiesto Studio di Incidenza al quale si rimanda e in termini
generali pur non essendo previsti interventi edilizi o di trasformazione di aree agricole o di elementi
naturali o seminaturali seguendo le indicazioni formulate con le direttive potrebbero essere
considerata lrsquoopportunitagrave di attuare una riqualificazione percettiva mediante mascheramento degli
esistenti fabbricati di ricovero dei polli e macchinari con impianto di specie arboree lungo alcuni lati del
perimetro dellrsquoallevamento
Area idonee a condizione - Aree esondabili eo a periodico ristagno idrico
Le Aree idonee a condizione che comprendono quelle ldquoper inondazione periodica eo ristagno idricordquo
come precisato allrsquoarticolo 74 delle Norme del PAT sono assoggettate allrsquoapplicazione delle indicazioni
costruttive contenute nella Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica allegata al PAT ed alle norme generali
di tutela di cui al DM 1412008 ldquoNorme tecniche per le costruzionirdquo
Le Area esondabili eo a periodico ristagno idrico sono disciplinate dallrsquoarticolo 76 delle Norme del PAT
che correla lrsquoedificazione o urbanizzazione al rispetto delle prescrizioni elencate per le Aree idonee a
condizione ed alle direttive costruttive stabilite nello stesso articolo che includono lrsquoadozione degli
accorgimenti costruttivi elencati nella Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica gli interventi compensativi
finalizzati al recupero dei volumi drsquoinvaso in caso di rimodellazioni morfologiche la manutenzione
obbligatoria dei manufatti di mitigazione idraulica passiva realizzati in attuazione del PAT
In merito al documento Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica nellrsquoAllegato O ldquoNorme prescrizioni e
indicazioni di mitigazione idraulicardquo allrsquoarticolo 8 sono dettate disposizioni riferite alle Aree P0
elencando i criteri da osservare nel caso di nuovi interventi edilizi eo urbanistici al fine di impedire
lrsquoaggravarsi delle situazioni di pericolositagrave e di rischio esistenti
Il previsto aumento del numero di polli allevati non comporta interventi edilizi ne richiede modifiche
morfologiche e quindi si escludono in coerenza con le citate disposizioni dellrsquoarticolo 8 ricadute tali da
peggiorare le condizioni di funzionalitagrave del regime idraulico del reticolo secondario e conseguentemente
aumentare il rischio di inondazione a valle e tantomeno da aumentare il pericolo idraulico con nuovi
ostacoli al normale deflusso delle acque o con riduzioni significative delle capacitagrave di invasamento delle
aree interessate
Coni visuali
I coni visuali significativi per la percezione del paesaggio e degli elementi rilevanti che lo
caratterizzano sono individuati nella Tavola P4 del PAT e gli interventi ammessi dal PI secondo
quanto stabilito dallrsquoarticolo 101 del PAT ldquovanno orientati alla valorizzazione delle relazioni visive
biunivoche tra le parti di paesaggio opposte messe in relazione dal simbolo indicato nellelaborato
grafico e dovranno inoltre minimizzare gli impatti degli elementi di disturbo presenti limitando le altezze
delle recinzioni sistemando i terreni realizzando nuove piantumazioni eccrdquo
I coni visuali collocati ad una minore distanza dallrsquoarea dellrsquoallevamento sono quello ubicato lungo la SP
139 rivolto verso sud e quello sito lungo la via S Pietro rivolto verso nord che abbracciano la
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porzione di territorio agricolo collocata tra il Fosso La Roi e il confine comunale orientale Lrsquoallevamento
dellrsquoazienda agricola Maggiolo non ricade sullrsquoasse visivo principale associato ai citati coni visuali e non
determina situazioni di interposizione inoltre grazie alla presenza della vegetazione arborea lungo il
fosso Avenaletto risulta sostanzialmente mascherato alla vista e non incide in misura apprezzabile
nella percezione drsquoinsieme del citato territorio agricolo
Ambito per la formazione di parchi e riserve naturali di interesse intercomunale
Il PAT come precisato allrsquoarticolo 102 delle Norme dello stesso Piano identifica le aree che ldquoper la loro
localizzazione per la limitata alterazione antropica e per i valori ambientali e storico testimoniali che le
caratterizzano costituiscono gli ambiti preferenziali per listituzione di parchi eo riserve naturali di
interesse comunale o sovracomunalerdquo Il citato articolo stabilisce che saragrave il PI a precisare i limiti
destinati a tutela ed a sottoporre a specifica disciplina ai sensi dellarticolo 27 della LR 4084 i beni
immobili ricadenti nelle aree di prevista istituzione ammettendo nella fase transitoria gli interventi
previsti dalle Norme del PAT e del PI per le aree agricole
Il sito dellrsquoallevamento non ricade ovviamente allrsquointerno dellrsquoarea del previsto parco agrario-fluviale
che interessa il territorio comunale di Castello di Godego e non sono previsti interventi che possano
costituire indirettamente ostacolo allrsquoistituzione dello stesso o che possano causare alterazione degli
elementi drsquointeresse ambientale
Corridoi ecologici secondari
I Corridoi ecologici secondari secondo quanto indicato dallrsquoarticolo 109 del PAT sono assoggettati
allrsquoapplicazione delle disposizioni di cui allrsquoarticolo 108 riguardante i Corridoi ecologici principali queste
ultime norme stabiliscono che ogni intervento ldquodovragrave garantire il mantenimento delle condizioni di
naturalitagrave e connettivitagrave esistenti o prevedere adeguate misure di compensazionemitigazionerdquo ed in
particolare sono da evitare ldquointerventi di cementificazione delle sponde favorendo ove possibile la
creazione di fasce arboree ed arbustiverdquo
Per il previsto aumento dei capi avicoli allevati non egrave richiesta una modifica dellrsquoattuale dotazione di
fabbricati o lrsquooccupazione di nuovo terreno agricolo od ancora la modifica delle sponde di corsi drsquoacqua
o fossi irrigui si escludono quindi eventuali ricadute sulle condizioni e funzionalitagrave del corridoio
associato al Fosso Avenaletto
ATO AA1 Prai ndash Muson dei Sassi
LrsquoAmbito Territoriale Omogeneo AA1 rientra tra gli ATO con prevalenza dei caratteri del sistema
ambientale e paesaggistico per i quali lrsquoarticolo 125 delle Norme del PAT detta disposizioni generali
riguardanti il sistema ambientale il sistema insediativo il sistema relazionale mentre lrsquoarticolo 127
stabilisce gli obiettivi le azioni locali i carichi insediativi e servizi specifici di tale ambito Per quanto
attiene allrsquoATO AA gli obiettivi e azioni locali del sistema ambientale includono i seguenti richiamati in
sintesi tutela valorizzazione e rafforzamento anche favorendo riconversioni colturali degli elementi
che connotano il paesaggio mantenimento e sviluppo delle funzioni agricole condotte secondo i
principi della sostenibilitagrave ambientale mitigazione degli impatti degli insediamenti urbani attraverso la
formazione quando possibile di una cintura verde incentivazione al rafforzamento delle connessioni
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ecologiche mantenimento dei coni visuali mantenimento dei punti di discontinuitagrave esistenti in
posizione strategica nei fronti di edificazione negli assi viari
Il progettato aumento dei capi avicoli allevati mantenendo invariata lrsquoattuale dotazione di fabbricati e
spazi dedicati non delinea situazioni di possibile incoerenza con i richiamati obiettivi e azioni ed in
particolare non preclude la possibilitagrave di migliorare la connessione ecologica e la qualitagrave paesaggistica
ed anzi potrebbe essere valutata la possibilitagrave di messa a dimora di un siepe-filare lungo il lato sud od
est del perimetro dellrsquoallevamento che pur ricadendo in territorio del Comune di Castelfranco Veneto
consentirebbe di aumentare la dotazione complessiva degli elementi caratterizzanti di tale paesaggio e
delle componenti dellrsquoagroecosistema rafforzandone la funzionalitagrave
1043 Relazione con le previsioni del PRG
La Tavola di Piano6 del PRG elaborato n 1322 in scala 15000 dellrsquointero territorio comunale
individua nellrsquoarea confinante e limitrofa a quella dellrsquoallevamento esistente oggetto di ampliamento per
il solo numero di polli allevati le seguenti categorie
- Insediamento agricolo - sottozona E 2C - Ambito di parco agricolo
- Ambito di protezione a ndash paesaggistica
- Zona di tutela D3 - idraulica
Le NTA del PRG allrsquoarticolo 9 ldquoInsediamenti agricolirdquo precisano che per le Sottozone E2C ndash Ambito di
parco agricolo valgono le destinazioni e le norme di tutela ed edificabilitagrave della LR 241985 con le
integrazioni limitazioni e specificazioni contenute nello stesso articolo In particolare ldquola destinazione egrave
agricola (articolo 310) con ammesse attivitagrave di trasformazione e commercializzazione dei prodotti del
fondo o tipici della zonardquo ed in base al comma 5 ldquosono ammessi nuovi allevamenti zootecnico-intensivi
unicamente nelle sottozone E2B e previa valutazione igienico sanitaria e ambientale da parte del
responsabile Servizio Igiene e Sanitagrave Pubblica che verifichi le caratteristiche del progetto con
speciale riguardo al tipo di approvvigionamento dei mangimi e al sistema di smaltimento dei rifiuti dei
liquami e del residui i motivi della localizzazione prescelta in relazione alla consistenza e alle
caratteristiche del fondo di pertinenza le caratteristiche dei corpi idrici presenti in un raggio di ml 400 e
la direzione dei venti dominantirdquo
In tale caso si ricorda che si tratta di allevamento avicolo esistente ricadente in territorio del solo
Comune di Castelfranco Veneto per il quale si prevede unicamente un aumento del numero di polli
allevati senza ampliamenti dei fabbricati o degli spazi annessi e tantomeno realizzazione di nuove
strutture
Le NTA del PRG allrsquoarticolo 12 ldquoLimiti allrsquoattivitagrave edificatoriardquo considerano le Zone di tutela D3 (comma
31) e gli Ambiti di protezione paesaggistica (comma 35)
Per le Zone di tutela D3 la disciplina stabilisce che ldquoogni intervento o manufatto egrave ammesso previa
relazione idrogeologica con parere del Consorzio di bonifica in pendenza delle opere di salvaguardia
idraulica gli interventi di ristrutturazione e di nuovo impianto devono in ogni caso evitare le aree di
6 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1322 inserita nellrsquoAllegato cartografico dello SIA
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compluvio delle tracimazioni ed adottare piani dimposta del fabbricati superiori di almeno ml 05
rispetto al piano del terreno naturale provvedendo altresigrave allimpermeabilizzazione degli scantinati ()rdquo
In merito al contento delle richiamate norme si sottolinea che non si tratta di ristrutturazione o di nuovo
impianto e che non si prevedono modifiche per le aree di compluvio o di deflusso delle acque
Per gli Ambiti di protezione paesaggistica la disciplina stabilisce che ldquosono soggetti a piano
particolareggiato con i contenuti di cui allarticolo 34 del PTRC fino alla redazione del piano attuativo
non sono ammesse nuove costruzioni per gli edifici esistenti sono consentiti interventi di
manutenzione di restauro di risanamento conservativo e di adeguamento igienico noncheacute di
ristrutturazione edilizia e di ampliamento ai sensi dellarticolo 4 LR 2485 valgono inoltre le seguenti
specifiche norme di tutela egrave vietata la riduzione a coltura di terreni prativi egrave fatto divieto di tagliare a
raso bruciare estirpare o sradicare i filari di siepi o le singole piante autoctone eo naturalizzate salvo
il caso di inderogabili esigenze attinenti le opere di pubblica utilitagrave e per esigenze fito-sanitarie egrave
consentito lo sfoltimento e lutilizzazione turnaria delle piante previo parere delle autoritagrave competenti
sono vietati scavi movimenti di terreno e di mezzi suscettibili di alterare lambiente con esclusione di
quelli necessari allesecuzione di opere pubbliche e di sistemazione idraulica egrave vietata lapertura di
nuove cave e la riapertura di quelle abbandonate o dismesserdquo
Con riguardo alle specifiche norme di tutela si annota che il previsto aumento dei polli allevati non
comporta modifiche per i prati e gli elementi della vegetazione arbustiva od arborea e non richiede
movimentazioni del terreno
105 Classificazione acustica del territorio comunale
1051 Riferimenti generali
La Legge Quadro sullrsquoInquinamento acustico n 447 del 26 ottobre 1995 definisce i criteri generali di
valutazione gli obiettivi di qualitagrave e le linee di intervento in materia di tutela del territorio e della
popolazione dal rumore I numerosi regolamenti attuativi adottati successivamente allrsquoapprovazione
della norma concorrono a definire un quadro ormai completo di norme e standard In particolare i valori
limite sono stati determinati con il DPCM 14 novembre 1997 e sono articolati secondo lrsquoimpostazione
di cui al precedente DPCM 1 marzo 1991 in sei classi di zonizzazione acustica alle quali corrispondono
altrettanti valori limite da rispettare nei due periodi di riferimento (notturno e diurno) e per le quali
vengono definiti dei valori limite da conseguire nel medio e nel lungo periodo La tabella che segue
riassume i valori limite ed i valori obiettivo definiti per ogni classe dal DPCM 141197
Valori limite di emissione ed immissione Legge n 44795 e DPCM 141197
Legge n 44795 (art 2)
DPCM 141197 (tabelle B C D in allegato)
Diurno PD (6-22)
Leq dB(A)
Notturno PN (22-6)
Leq dB(A)
Valore limite di emissione
Valore massimo di rumore che puograve essere emesso da una sorgente misurato in corrispondenza della sorgente stessa Si riferiscono alle sorgenti fisse e mobili
Classe I 45 Classe II 50 Classe III 55 Classe IV 60 Classe V 65 Classe VI 65
(I) 35 (II) 40 (III) 45 (IV) 50 (V) 55 (VI) 65
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Legge n 44795 (art 2)
DPCM 141197 (tabelle B C D in allegato)
Diurno PD (6-22)
Leq dB(A)
Notturno PN (22-6)
Leq dB(A)
Valore limite di immissione
Valore massimo di rumore che puograve essere immesso da una o piugrave sorgenti sonore nellrsquoambiente abitativo o nellrsquoambiente esterno misurato in prossimitagrave dei ricettori Valori assoluti (Leq ambientale) e Valori relativi (Leq ambientale ndash Leq residuo)
Classe I 50 Classe II 55 Classe III 60 Classe IV 65 Classe V 70 Classe VI 70
(I) 40 (II) 45 (III) 50 (IV) 55 (V) 60 (VI) 70
Criterio Differenziale
5 dB (A) per il PD e
3 dB (A) per il PN allrsquointerno degli ambienti abitativi Non si applicano nelle aree di classe VI e se presso lrsquoabitazione a finestre aperte
Leq lt50 dB(A) (PD) e 40 dB(A) (PN)
a finestre chiuse Leq lt35 dB(A) (PD) e 25 dB(A) (PN)
Non si applicano nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture stradali ferroviarie marittime aeroportuali e le altre sorgenti sonore di cui allrsquo11 comma 1 di cui Legge 47795
Valore di attenzione
Valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana e per lrsquoambiente
Sullrsquointero tempo di riferimento (diurno o notturno) il valore di attenzione egrave uguale al valore di immissione riferito ad unrsquoora aumentati di
10 dB (PD)
5 dB (PN) Non si applicano nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture di trasporto
Valori di qualitagrave
Valori di rumore da conseguire nel breve medio e lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili per realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla presente legge
Classe I 47 Classe II 52 Classe III 57 Classe IV 62 Classe V 67 Classe VI 70
(I) 37 (II) 42 (III) 47 (IV) 52 (V) 57 (VI) 70
Classi di azzonamento acustico
Classi Definizioni
I Particolarmente protette rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione aree ospedaliere scolastiche aree destinate al riposo ed allo svago aree residenziali rurali aree di particolare interesse urbanistico parchi pubblici ecc
II Prevalentemente residenziali rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali ed assenza di attivitagrave industriali ed artigianali
III Di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine operatrici
IV Di intensa attivitagrave umana rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare con alta densitagrave di popolazione con elevata presenza di attivitagrave commerciali e uffici con presenza di attivitagrave artigianali aree in prossimitagrave di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie aree portuali aree con limitata presenza di piccole industrie
V Prevalentemente industriali rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsitagrave di abitazioni
VI Esclusivamente industriali rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da insediamenti industriali e con scarsitagrave di abitazioni
Con la Legge Regionale ndeg 21 del 10051999 ldquoNorme in materia di inquinamento acusticordquo la Regione
Veneto nel recepire i contenuti e le disposizioni della legge 26 ottobre 1995 n 447 Legge quadro
sullinquinamento acustico detta per parte sua le norme finalizzate alla tutela dellambiente e della
salute pubblica dallinquinamento acustico prodotto dalle attivitagrave antropiche disciplinandone lesercizio
al fine di contenere la rumorositagrave entro i limiti normativamente stabiliti
Con il DPR n 142 del 30 marzo 2004 (Disposizioni per il contenimento e la prevenzione
dellinquinamento acustico derivante dal traffico veicolare) vengono stabilite le norme per la
prevenzione ed il contenimento dellinquinamento da rumore avente origine dallesercizio delle
infrastrutture stradali
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DPR 1422004 valori limite di immissione associati alle relative fasce di pertinenza
Strade esistenti (ampliamenti in sede affiancamenti e varianti) (tipologie presenti sul territorio interessato dal presente SIA)
Tipo di strada
(secondo Codice della
strada)
Sottotipi a fini acustici
(secondo norme CNR 1980 e direttive
PUT)
Ampiezza fascia di pertinenza acustica (m)
Scuole ospedali case di cura e di riposo
Altri Ricettori
Diurno dB(A)
Notturno dB(A)
Diurno dB(A)
Notturno dB(A)
C - extraurbana secondaria
Cb (tutte le altre strade extraurbane secondarie)
100 (fascia A)
50 40
70 60
50 (fascia B)
65 55
F - locale 30
Definiti dai Comuni nel rispetto dei valori riportati in tabella C allegata al DPCM in data 14 novembre 1997 e comunque in modo conforme alla zonizzazione acustica delle aree urbane come prevista dallarticolo 6 comma 1 lettera a) della legge n 447 del 1995
per le scuole vale il solo limite diurno
1052 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Osservando la Tavola 2 ndash Villarazzo ndash Bella Venezia del Piano di Classificazione Acustica del comune
di Castelfranco Veneto approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n 103 del 3172003 si
rileva che lrsquoarea oggetto di analisi si colloca allrsquointerno della classe III ndash aree di tipo misto Come
specifica anche la Relazione Illustrativa ldquorientrano in questa classe le aree urbane interessate da
traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con presenza di attivitagrave
commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree
rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine operatricirdquo
Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castello di Godego individua la zona a nord est al
confine con il comune di Castelfranco Veneto in classe III ndash aree di tipo misto Come per il Piano di
Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato per le aree che
ricadono in questa classe valgono le prescrizioni del DPCM 1391
Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Riese Pio X classifica lrsquoarea a sud ovest del comune
al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego in classe acustica II ldquoaree
destinate a uso prevalentemente residenzialerdquo Per tali aree ldquoIl DPCM 1391 determina che siano
inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con
bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali e assenza di attivitagrave
industriali e artigianali In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui lrsquoabitare egrave
evidentemente la funzione prioritaria e in cui mancano o comunque non sono significative le attivitagrave
commerciali che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni (negozi di generi
alimentari artigianato di servizio ecc) Lrsquoassenza di importanti assi di attraversamento e di strade
principali di connessione urbana lrsquoassenza di attivitagrave industriali e dellrsquoartigianato produttivo assieme
alla bassa densitagrave di popolazione consentono di individuare indicativamente tali aree solo in alcune
zone C del PRG vigente In particolare lrsquoassenza di attivitagrave di artigianato produttivo diventa elemento di
riconoscimento delle zone C da inserire in classe IIrdquo
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Lrsquoazienda agricola ovvero allevamento oggetto del presente studio si inserisce completamente in classe
acustica di tipo III7
106 Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (e norme in materia di
salvaguardia da rischio di inquinamento da nitrati)
1061 Riferimenti generali
Il Piano di Tutela delle Acque (PTA) costituisce uno specifico piano di settore ai sensi dellrsquoart 121 del
D Lgs 1522006 La Regione Veneto ha approvato il PTA con DCR n107 del 5 novembre 2009 Con
successiva DGR n 842 del 15 maggio 2012 la regione modifica e approva il testo integrato delle
Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Tutela delle Acque (Dgr n 141CR del 13122011)
Il PTA egrave composto dai seguenti documenti
- Sintesi degli aspetti conoscitivi riassume la base conoscitiva e comprende lrsquoanalisi delle criticitagrave per
le acque superficiali e sotterranee per bacino idrografico e idrogeologico
- Indirizzi di Piano individuazione degli obiettivi di qualitagrave e le azioni previste per raggiungerli la
designazione delle aree sensibili delle zone vulnerabili da nitrati e da prodotti fitosanitari delle zone
soggette a degrado del suolo e desertificazione le misure relative agli scarichi le misure in materia
di riqualificazione fluviale
- Norme Tecniche di Attuazione contengono misure di base per il conseguimento degli obiettivi di
qualitagrave distinguibili nelle seguenti macroazioni
o Misure di tutela qualitativa disciplina degli scarichi
o Misure per le aree a specifica tutela zone vulnerabili da nitrati e fitosanitari aree sensibili aree
di salvaguardia acque destinate al consumo umano aree di pertinenza dei corpi idrici
o Misure di tutela quantitativa e di risparmio idrico
o Misure per la gestione delle acque di pioggia e di dilavamento
Relativamente agli scarichi le NTA del PTA (art 21) ammettono in caso di istallazioni per edifici isolati
non collettabili alla rete fognaria pubblica e comunque per un numero di AE inferiore a 50 la
possibilitagrave di provvedere a sistemi individuali di trattamento delle acque reflue domestiche oppure di
trattamenti diversi quali ad esempio Vasca Imhoff seguita da dispersione nel terreno mediante
subirrigazione con e senza drenaggio in funzione delle caratteristiche del terreno o Vasca Imhoff
seguita da vassoio o letto assorbente La scelta del sistema di trattamento le sue caratteristiche e il
suo dimensionamento vengono definite da adeguata progettazione basata in particolare sulla
definizione delle condizioni litostratigrafiche pedologiche e idrogeologiche locali
Inoltre secondo lrsquoart 34 delle stesse NTA sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque
reflue a) prodotte da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno eo alla silvicoltura b)
prodotte da imprese dedite ad allevamento di animali c) prodotte da imprese dedite alle attivitagrave di cui
alle lettere a) e b) che esercitano anche attivitagrave di trasformazione o di valorizzazione della produzione
agricola inserita con carattere di normalitagrave e di complementarietagrave funzionale del ciclo produttivo
aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dallrsquoattivitagrave di coltivazione dei
7 Si rimanda alla Tavola ldquoPiano di Classificazione Acustica dei comuni di Castelfranco Veneto Riese Pio X e Castello di Godego
(stralcio)rdquo riportata in Allegato Cartografico
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terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilitagrave (hellip) e) aventi caratteristiche qualitative
equivalenti a quelle domestiche8
Relativamente alle acque meteoriche di dilavamento acque di prima pioggia (i primi 5 mm di acqua
meteorica di dilavamento uniformemente distribuita su tutta la superficie scolante servita dal sistema di
collettamento (art6)) e acque di lavaggio (acque comunque approvvigionate attinte o recuperate
utilizzate per il lavaggio delle superfici scolanti (art 6)) le NTA (art 39 e allegato F) del PTA
relativamente alle aziende agricole e gli allevamenti zootecnici rimanda a quanto disposto dalla DGR
n 24952006 e dalla DGR n 24392007
Per quanto concerne le Zone Vulnerabili ai Nitrati (ZVN) relativamente alla Regione Veneto la prima
individuazione egrave stata definita con ex-DLgs n 15299 Successivamente mediante provvedimenti
regionali la regione ha provveduto al completamento dellrsquoindividuazione di tali zone non ultimo con il
PTA (art 13) essendo attualmente dichiarate vulnerabili ai nitrati le seguenti zone
a) lrsquoarea dichiarata a rischio di crisi ambientale di cui allrsquoart 6 della L 28 agosto 1989 n305 costituita
dal territorio della Provincia di Rovigo e dal territorio del Comune di Cavarzere (ai sensi del DLgs
n 1522006)
b) il bacino scolante in laguna di Venezia area individuata con il ldquoPiano per la prevenzione
dellrsquoinquinamento ed il risanamento delle acque del bacino idrografico immediatamente sversante
nella laguna di Venezia ndash Piano Direttore 2000rdquo la cui delimitazione egrave stata approvata con
deliberazione del Consiglio regionale n 23 del 7 maggio 2003
c) le zone di alta pianura-zona di ricarica degli acquiferi individuate con deliberazione del Consiglio
regionale n 62 del 17 maggio 2006
Con il Piano di Tutela delle Acque inoltre si intende designare per completezza quali zone vulnerabili
anche le seguenti zone
d) lrsquointero territorio dei Comuni della Lessinia e dei rilievi in destra Adige
e) il territorio dei Comuni della Provincia di Verona afferenti al bacino del Po
8 Si richiama anche quanto indicato nel DLgs 1522006 relativamente ai criteri generali della disciplina degli scarichi (Art 101) (hellip) 7
Salvo quanto previsto dallarticolo 112 ai fini della disciplina degli scarichi e delle autorizzazioni sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque reflue a) provenienti da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno eo alla silvicoltura b) provenienti da imprese dedite ad allevamento di bestiame [] c) provenienti da imprese dedite alle attivitagrave di cui alle lettere a) e b) che esercitano anche attivitagrave di trasformazione o di valorizzazione della produzione agricola inserita con carattere di normalitagrave e complementarietagrave funzionale nel ciclo produttivo aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dallattivitagrave di coltivazione dei terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilitagrave (hellip)rdquo In materia di utilizzazione agronomica (art 112) il DLgs 1522006 rimanda alle Regione la relativa disciplina
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Legenda
Area di ubicazione dellrsquoallevamento
Stralcio della rappresentazione cartografica delle zone vulnerabili a nitrati
(fonte Decreto n 3 del 3 marzo 2010 del Dirigente dellUnitagrave Complessa Sistema Informativo Settore
primario e controllo)
Con la DGR n 2495 del 07082006 ldquoRecepimento regionale del DM 7 aprile 2006 Programma
dazione per le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola del Venetordquo e successive modifiche (7
agosto 2007 n 2439 4 marzo 2008 n 430 21 aprile 2008 n 134 6 maggio 2008 n 894) egrave stata
per lrsquoappunto recepita la norma vigente a livello nazionale e sono stati individuati i vincoli e le corrette
modalitagrave di gestione degli effluenti di allevamento e delle acque reflue aziendali a cui gli agricoltori
devono attenersi sia allrsquointerno delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola sia nelle altre zone del
Veneto
Con DGR n 1150 del 26 luglio 2011 egrave stato approvato il ldquo2deg Programma drsquoAzionerdquo per le sole zone
vulnerabili ai nitrati valido per il periodo 2012-15 che stabilisce criteri e norme tecniche per
lrsquoutilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e persegue le seguenti finalitagrave
a) Proteggere e risanare le zone vulnerabili allrsquoinquinamento provocato da nitrati di origine agricola
b) Limitare lrsquoapplicazione al suolo dei fertilizzanti azotati sulla base dellrsquoequilibrio tra il fabbisogno
prevedibile di azoto delle colture e lrsquoapporto alle colture di azoto proveniente dal suolo e dalla
fertilizzazionehellip
c) Promuovere strategie di gestione integrata degli effluenti zootecnici per il riequilibrio del rapporto
agricoltura-ambiente tra cui le misure di trattamento degli effluenti noncheacute lrsquoadozione di modalitagrave
di allevamento e di alimentazione degli animali finalizzate a contenere giagrave dalla fase di
produzione le escrezioni di azoto
1062 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Lrsquoazienda Agricola Maggiolo ricade nel Comune di Castelfranco Veneto comune appartenente alla
zona dellrsquoalta pianura (Zona di ricarica degli acquiferi) ed alla zona del bacino scolante della laguna di
Venezia Il territorio in cui egrave localizzato lrsquoallevamento egrave designata anche come area di tutela quantitativa
degli acquiferi (Allegato E PTA) Si ricorda che come evidenziato nel quadro di riferimento progettuale
la pollina viene integralmente consegnata a terzi alla fungaia Agrifung
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107 Piano per lrsquoAssetto Idrogeologico del Bacino scolante nella Laguna di Venezia
1071 Riferimenti generali
Nella Regione Veneto sono state individuate le seguenti Autoritagrave di Bacino (AB)
- AB Nazionale del Po
- AB Nazionale dei Fiumi dellrsquoAlto Adriatico
- AB Nazionale del Fiume Adige
- AB Interregionale del Fiume FIssero-Tartaro-Canalbianco
- AB Interregionale del Fiume Lemene
- AB Regionale del Sile e della Pianura tra Piave e Livenza
- Bacino Scolante nella Laguna di Venezia
Nel caso del Bacino scolante nella Laguna di Venezia in attesa dellrsquoistituzione dellrsquoAutoritagrave di Distretto
delle Alpi Orientali (Dlgs 1522006) la Regione del Veneto ha ritenuto opportuno adottare con DGR
n 401 del 31 marzo 2015 il ldquoPiano di Assetto Idrogeologico ndash parte idraulicardquo
Il Bacino scolante nella Laguna di Venezia interessa un territorio che si estende per circa 2068 km2 e
che interessa 27 corsi drsquoacqua Il Bacino egrave delimitato a sud dal canale Gorzone a Sud-Ovest dai Colli
Euganei ad Ovest dal Canale Roncajette a nord-ovest dal fiume Brenta a nord dalle Prealpi Asolane
e a nord-est dal fiume Sile ed interessa il territorio delle province di Venezia Padova e Treviso per un
totale di 108 comuni 22 dei quali appartenenti alla Provincia di Treviso I corpi idrici a deflusso
naturale piugrave significativi sono il Dese Zero Marzenego - Osellino Lusore Muson Vecchio Tergola
mentre quelli a deflusso controllato sono il Naviglio Brenta Canale di Mirano Taglio Novissimo La
superficie del Bacino puograve essere suddivisa in due parti i territori dei bacini idrografici tributari dei corsi
dacqua superficiali sfocianti nella laguna di Venezia e i territori che interessano i corpi idrici scolanti
nella laguna di Venezia tramite le acque di risorgiva individuati come Area di Ricarica
1072 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Lrsquoallevamento ricade allrsquointerno di unrsquoarea definita come ldquoBacino scolante ad interventi a tipologia
limitatardquo non interessa nessuna area a pericolositagrave idraulica a scolo meccanico o che egrave stata oggetto di
alluvioni nel 2007
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Perimetrazione del Bacino Scolante Laguna di Venezia
Area di ubicazione dellrsquoallevamento
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PAI Bacino Scolante Laguna di Venezia - Carta della Pericolositagrave idraulica (stralcio)
108 Piano di Risanamento della Qualitagrave dellrsquoAria
1081 Riferimenti generali
Con Deliberazione della Giunta regionale n 2872 del 28122012 sono stati adottati il Documento di
Piano il Rapporto ambientale il Rapporto ambientale-sintesi non tecnica dellrsquoaggiornamento del Piano
regionale di Tutela e Risanamento dellrsquoAtmosfera
La Regione Veneto attualmente egrave dotata di un Piano di Tutela e Risanamento dellrsquoAtmosfera
(PTRA) approvato con deliberazione del Consiglio Regionale n 57 dellrsquo11 novembre 2004 Tale
Piano rappresenta lo strumento per la programmazione il coordinamento ed il controllo in materia di
inquinamento atmosferico finalizzato al miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla
salvaguardia della salute delluomo e dellambiente
La zonizzazione della Regione Veneto egrave stata approvata con Deliberazione della Giunta Regionale del
Veneto n 31952006 Successivamente ne egrave stata approvata una sua revisione con Deliberazione della
Giunta Regionale del Veneto n 2130 del 23102012
1082 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Il Comune di Castelfranco Veneto ricade nella zona IT0513 ldquoPianura e Capoluogo Bassa Pianurardquo
Come indicato nellrsquoAllegato A della DGR 213012 la definizione delle zone nellrsquoarea della pianura egrave
stata effettuata considerando i seguenti parametri
- Orografia altitudine al di sotto dei 200 m slm
- Condizioni meteo-climatiche bassa ventositagrave con frequenti fenomeni di calme di vento
Area di ubicazione dellrsquoallevamento
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- Urbanizzazione diffusa con pochi centri urbani densamente popolati (giagrave individuati come
Agglomerati)
- Carico emissivo la densitagrave emissiva comunale (ta km2) intesa come stima del PM10 primario
e secondario rispetto alla superficie comunale (espressa in km2) egrave stata utilizzata quale
parametro caratterizzante la zonizzazione Nei comuni della Bassa Pianura la densitagrave emissiva
egrave superiore a 7 ta km2
Progetto di riesame della zonizzazione del Veneto (D Lgs 1552010)
109 Programma di Sviluppo Rurale
1091 Riferimenti generali
La Regione Veneto con DGR n71 del 10 giugno 2014 ha adottato la proposta del PSR 2014-2020
successivamente adottato dal Consiglio Regionale con Deliberazione n 41 del 9 luglio 2014
La proposta di programma egrave stata quindi inviata alla Commissione europea arrivando alla definitiva
approvazione avvenuta con decisione n 3482 del 26 maggio 2015
Il Programma costituisce lo strumento di programmazione per lo sviluppo rurale regionale stabilisce le
strategie e gli interventi per il settore agricolo agroalimentare e forestale e in generale per lo sviluppo
delle aree rurali del Veneto
Nel PSR lrsquointero territorio regionale egrave stato classificato in base al grado do ruralitagrave secondo le seguenti
categorie
A-Aree urbane e periurbane
Area di ubicazione dellrsquoallevamento
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B-Aree rurali ad agricoltura intensiva Questi territori vengono ulteriormente suddivise in sub-area B1
(con caratteristiche prevalenti di ldquorurale-urbanizzatardquo e sub-area B2 (con caratteristiche prevalenti di
ldquoUrbanizzatardquo)
C-Aree rurali intermedie
D-Aree rurali con problemi di sviluppo
1092 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in classe B2 ldquoAree rurali ad agricoltura intensiva -
Urbanizzaterdquo
1010 Aree Protette
10101 Riferimenti generali
La Legge Quadro sulle Aree Protette (L 39491) classifica le aree naturali protette in
Parchi nazionali Aree al cui interno ricadono elementi di valore naturalistico di rilievo
internazionale o nazionale tale da richiedere lrsquointervento dello Stato per la loro protezione e
conservazione Sono istituiti dal Ministero dellrsquoAmbiente e della Tutela del Territorio
Parchi naturali regionali e interregionali Aree di valore naturalistico e ambientale che
costituiscono nellambito di una o piugrave regioni limitrofe un sistema omogeneo individuato dagli
assetti naturalistici dei luoghi dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle
popolazioni locali Sono istituiti dalle Regioni
Riserve naturali Aree al cui interno sopravvivono specie di flora e fauna di grande valore
conservazionistico o ecosistemi di estrema importanza per la tutela della diversitagrave biologica In
base al pregio degli elementi naturalistici contenuti possono essere statali o regionali
In considerazione di quanto indicato dalla Legge Quadro nazionale la Regione Veneto con la Legge
Regionale n 40 del 16081984 ldquoNuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionalirdquo e
smi definisce le disposizioni per lrsquoistituzione di parchi e riserve naturali regionali al fine di assicurare la
conservazione e la valorizzazione dellrsquoambiente naturale nelle zone di particolare interesse
paesaggistico naturalistico ed ecologico di promuoverne lo studio scientifico di rendere possibile
lrsquouso sociale dei beni e di creare specie nelle zone rurali e montane migliori condizioni di vita per le
collettivitagrave locali
Le aree naturali protette definite dalla LR 401984 sono Parchi Naturali Regionali Riserve Naturali
Regionali Zone di protezione e di sviluppo controllato (Zone di pre-parco) Parchi e riserve di interesse
locale
Come specificato allrsquoart 11 della LR le aree comprese nei parchi o nelle riserve possono essere
classificate dal piano ambientale ai fini del particolare regime cui vengono sottoposte nelle seguenti
categorie
a) Zone di riserva naturale regionale generale sono consentiti solo gli interventi a cura o sotto il
controllo dellrsquoente gestore per la protezione dellrsquoambiente e per la ricostituzione di equilibri
naturali propri dello ambiente Al loro interno possono essere individuate aree di riserva
integrale (nelle quali per la presenza di eccezionali valori naturalistici e ambientali il suolo il
sottosuolo le acque la vegetazione e la fauna sono protetti nella loro assoluta integritagrave) e aree
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di riserva orientata (in cui lrsquoevoluzione dellrsquoambiente naturale anche limitatamente ad alcune
sue particolari manifestazioni viene sorvegliata e orientata scientificamente)
b) Zone di riserva naturale regionale speciale sono istituite al fine di tutelare particolari elementi o
fenomeni dello ambiente naturale del paesaggio e antropologi
c) Zone a destinazione silvo ndash pastorale in cui egrave consentito lrsquoesercizio sia a cura dellrsquoente gestore
che di altri enti pubblici organismi associativi o privati di attivitagrave agricole utilizzazioni forestali
pascolo e attivitagrave zootecniche in forma compatibili con la tutela ambientale e non contrastanti
con le finalitagrave generali del parco o della riserva e con le norme del piano ambientale
d) Zone a destinazione agricola in cui egrave prevista la stessa disciplina delle aree al punto
precedente
e) Zone di penetrazione sono aree che per esigenze logistiche le quali non possono essere piugrave
opportunamente soddisfatte allrsquoesterno del parco debbano ospitare strutture ricettive
campeggi parcheggi per automezzi e centri di informazione
Tali aree sono individuate preferibilmente in zone marginali e periferiche del territorio del parco
o della riserva e comprenderanno il tracciato le immediate adiacenze e le testate delle esistenti
rotabili interne aperte al pubblico gli adiacenti nuclei abitati manufatti e gli impianti di attivitagrave
produttive esistenti
I Parchi e le riserve di interesse locale possono essere istituite da Province Comunitagrave Montane
Comuni e loro Consorzi nonchegrave Comunitagrave familiari montane anche associate tra loro Per ogni parco o
riserva istituita deve essere redatto un Piano ambientale assimilato ad un piano attuativo di iniziativa
pubblica (Art 27)
10102 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Nessuna area di interesse naturalistico ricade nel Comune di Castelfranco Veneto9 Lrsquoarea protetta piugrave
prossima allrsquoallevamento egrave il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile posto ad una distanza di circa
82 km dallrsquoAllevamento Maggiolo
1011 Rete Natura 2000
10111 Riferimenti generali
La Rete Natura 2000 costituisce la piugrave importante strategia drsquointervento dellrsquoUnione Europea per la
tutela del territorio Tenuto conto della necessitagrave di attuare una politica piugrave incisiva di salvaguardia degli
habitat e delle specie di flora e fauna si egrave voluto dar vita ad una Rete coerente di aree destinate alla
conservazione della biodiversitagrave del territorio dellrsquoUnione Europea I siti che compongono la Rete (Siti
Natura 2000) sono rappresentati dai Siti drsquoImportanza Comunitaria (SIC) e dalle Zone di Protezione
Speciale (ZPS)
I SIC e la Rete Natura 2000 sono definiti dalla Direttiva Habitat 9243CEE ndash art 3 comma1 ldquoEacute
costituita una rete ecologica europea coerente di zone speciali di conservazione denominata Natura
2000 Questa rete formata dai siti in cui si trovano tipi di habitat naturali elencati nellallegato I e habitat
delle specie di cui allallegato II deve garantire il mantenimento ovvero alloccorrenza il ripristino in
uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie
Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
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interessati nella loro area di ripartizione naturale La rete Natura 2000 comprende anche le zone di
protezione speciale classificate dagli Stati membri a norma della direttiva 79409CEErdquo
Le ZPS sono state previste dalla Direttiva Uccelli 79409CEE oggi abrogata e sostituita dalla Direttiva
2009147CEE ldquoconcernente la conservazione degli uccelli selvaticirdquo Questrsquoultima direttiva allrsquoart 3
commi 1 e 2 riporta ldquohellipgli Stati membri adottano le misure necessarie per preservare mantenere o
ristabilire per tutte le specie di uccelli di cui allrsquoart 1 una varietagrave ed una superficie sufficienti di habitat
La preservazione il mantenimento ed il ripristino dei biotopi e degli habitat comportano innanzitutto le
seguenti misure
a) Istituzione di zone di protezione
b) Mantenimento e sistemazione conforme alle esigenze ecologiche degli habitat situati allrsquointerno e
allrsquoesterno delle zone di protezione
c) Ripristino dei biotopi distrutti
d) Creazione dei biotipirdquo
Allrsquoart 4 della stessa direttiva si indica inoltre che ldquoPer le specie elencate nellrsquoallegato I sono previste
misure speciali di conservazione per quanto riguarda lrsquohabitat per garantire la sopravvivenza e la
riproduzione di dette specie nella loro area di distribuzionerdquo
SIC e ZPS sono definite dagli Stati membri (in Italia su proposta delle Regioni) Quando un SIC viene
inserito ufficialmente nellrsquoElenco Comunitario lo Stato membro designa tale sito come Zona Speciale di
Conservazione (ZSC)
A livello europeo il piugrave recente elenco ufficiale dei SIC appartenenti alle regioni biogeografiche alpina e
continentale nelle quali si inserisce la Regione Veneto sono state definite con Decisioni della
Commissione del 3 dicembre 2014 (rispettivamente 201571UE e 201569UE)
Lindividuazione delle ZPS spetta alle Regioni e alle Province autonome che trasmettono i dati al
Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare il quale dopo la verifica della
completezza e congruenza delle informazioni acquisite trasmette i dati alla Commissione Europea Le
ZPS si intendono designate dalla data di trasmissione alla Commissione e dalla pubblicazione sul sito
del Ministero dellrsquoelenco aggiornato Il DM dellrsquo8 agosto 2014 indica che lrsquoelenco delle ZPS istituite ai
sensi del DM del 17 ottobre 2007 ldquoCriteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione
relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS)rdquo egrave pubblicato
sul sito wwwminambienteit ed egrave tenuto aggiornato con le eventuali modifiche apportate nel rispetto
delle procedure comunitarie Contestualmente viene abrogato il DM del 19 giugno 2009 ldquoElenco delle
Zone di Protezione Speciale (ZPS) classificate ai sensi della Direttiva 79409CEE)rdquo Lrsquoultima
trasmissione della banca dati alla Commissione Europea egrave stata effettuata dal Ministero dellrsquoAmbiente
ad ottobre 2014
La Regione Veneto con DGR n 1180 del 18 aprile 2006 ldquoRete ecologica europea Natura
2000Aggiornamento banca datirdquo e ss mm ii provvede alla redazione dellrsquoelenco ufficiale delle aree
appartenenti alla Rete Natura
Ad oggi in Veneto risultano istituiti 128 Siti appartenenti alla Rete Natura 2000 tra i quali 102 SIC e 67
ZPS per una superficie complessiva di 414675 ettari (pari al 225 del territorio regionale)
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10112 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Lrsquoarea oggetto di studio ricade interamente allrsquointerno della ZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego
Nessun altro Sito (SICZPS) ricade allrsquointerno del Comune di Castelfranco Veneto10
La ZPS IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo si estende su una superficie di circa 1561 ha nel
territorio dei Comuni di Castelfranco Veneto Castello di Godego Loria Riese Pio X in Provincia di
Treviso
Il Sito egrave stato istituito a tutela del paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da ampi prati stabili e
fitte alberature con tratti di territorio a campo chiuso e zone interne originarie La scheda Natura 2000
indica che la qualitagrave e lrsquoimportanza del sito sono determinati dal fatto che il territorio rappresenta uno
degli ultimi esempi di paesaggio agrario tradizionale con un buon equilibrio tra naturalitagrave e utilizzo
agricolo che consente il mantenimento di una buona diversitagrave e ricchezza floristica e di tipi
vegetazionali La presenza di aree in cui spesso ristagna lacqua e la natura argillosa dei suoli
permettono inoltre la presenza di specie vegetali di particolare importanza
Allrsquointerno della ZPS come indicato nel Formulario standard sono presenti 7 tipologie di habitat
(indicate nella tabella successiva) la piugrave diffusa (57) egrave quella delle colture cerealicole estensive
mentre lrsquohabitat meno diffuso egrave quello degli impianti forestali a monocultura diffusi sullrsquo1 della ZPS
Le aree urbanizzate interessano una superficie complessiva di circa 156 ha pari al 10 dellrsquointera
area
Codice Habitat Superficie (ha) Copertura ()
N20 Impianti forestali a monocoltura 1561 1
N12 Colture cerealicole estensive 88977 57
N07 Torbiere stagni e paludi 7805 5
N23 Altro (inclusi centri abitati strade discariche miniere e aree industriali)
1561 10
N09 Praterie aride steppe 7805 5
N14 Praterie migliorate 3122 20
N21 Piantagioni arboreee 3122 2
TOT 1561 100
Habitat nella ZPS IT3240026
Allrsquointerno della ZPS sono inoltre stati individuati i seguenti habitat di interesse comunitario (Allegato I
Direttiva Habitat)
6430-Bordure planiziali montane e alpine di megaforbie idrofile
6510-Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis Sanguisorba officinalis)
Il Formulario Standard indica che allrsquointerno del Sito lrsquohabitat 6430 egrave diffuso su una superficie di 7805
ha pari al 5 del totale mentre lrsquohabitat 6510 egrave distribuito sul 20 circa della ZPS (312 ha)11 Entrambi
gli habitat hanno un livello di conservazione buono
Il Formulario Natura 2000 indica che allrsquointerno della ZPS sono presenti 19 specie di avifauna inserite
nellrsquoArticolo 4 della Direttiva Uccelli (2009147EC) ed una specie (Rana latastei) inserita nellrsquoAllegato 2
della Direttiva Habitat (9243EEC) Tra le specie comuni vi sono Airone cenerino Falco cuculo Averla
piccola Porciglione Bigia padovana Tuffetto Piro piro boschereccio Barbagianni e Rana di Lataste
10
Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
11 Si rimanda alle Tavole ldquoZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego ndash Habitatrdquo riportata nellrsquoAllegato cartografico
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Airone rosso Re di quaglie Averla maggiore e Tottavilla sono specie rare allrsquointerno del territorio
mentre tutte le altre specie (Martin pescatore Gufo comune Falco di palude Albanella reale A
minore Assiolo Combattente) sono indicate come sola presenza
Per ulteriori dettagli si rimanda allo Studio di incidenza allegato allo Studio di impatto ambientale
1012 Important Bird Area (IBA)
10121 Riferimenti generali
Le Aree di Interesse Avifaunistico (IBA dallrsquoinglese Important Bird Areas) corrispondono a siti individuati
in tutto il mondo sulla base di criteri ornitologici applicabili su larga scala da parte di associazioni non
governative che fanno parte di BirdLife International
Il primo programma IBA viene effettuato nel 1981 mediante un incarico dato dalla Commissione
Europea allrsquoICBP (International Council for Bird Preservation) predecessore di BirdLife International
per lrsquoindividuazione delle aree prioritarie per la conservazione dellrsquoavifauna in Europa in vista
dellrsquoapplicazione della Direttiva ldquoUccellirdquo In Italia lrsquoinventario delle IBA egrave stato redatto e
successivamente aggiornato dalla Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) La prima pubblicazione
dellrsquoinventario IBA Italiano risale al 1989 mentre nel 2000 egrave stato pubblicato col sostegno del Ministero
per le Politiche Agricole e Forestali un secondo inventario aggiornato Il successivo progetto sviluppato
dalla LIPU e commissionato dal Ministero dellrsquoAmbiente (Servizio Conservazione della Natura)
ldquoSviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base della rete delle IBA (Important Bird Areas)rdquo
(versione del 2002) ha portato allrsquoaggiornamento ed alla mappatura del sistema IBA presenti
nellrsquoinventario pubblicato nel 2000
10122 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone designate quali IBA12
la piugrave vicina egrave lrsquoIBA
n 059 ldquoMedio corso del Fiume Brentardquo posta ad una distanza minima superiore a 13 km
dallrsquoAllevamento
1013 Zone umide di importanza internazionale
10131 Riferimenti generali
La Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale soprattutto in quanto habitat per le
specie di uccelli acquatici egrave stata firmata a Ramsar in Iran il 2 febbraio 1971 Latto viene siglato nel
corso della Conferenza Internazionale sulla Conservazione delle Zone Umide e sugli Uccelli
Acquatici promossa dallUfficio Internazionale per le Ricerche sulle Zone Umide e sugli Uccelli
Acquatici (IWRB- International Wetlands and Waterfowl Research Bureau) con la collaborazione
dellUnione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN - International Union for the Nature
Conservation) e del Consiglio Internazionale per la protezione degli uccelli (ICBP - International Council
for bird Preservation) La Convenzione si pone come obiettivo la tutela internazionale delle zone
definite umide mediante lindividuazionela delimitazione e lo studio degli aspetti caratteristici in
12
Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
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particolare lavifauna e la messa in atto di programmi che ne consentano la conservazione e la
valorizzazione
La Convenzione di Ramsar egrave stata ratificata e resa esecutiva dallItalia con il DPR 13 marzo 1976 n
448 ldquoEsecuzione della convenzione relativa alle zone umide dimportanza internazionale soprattutto
come habitat degli uccelli acquatici firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971rdquo e con il successivo DPR 11
febbraio 1987 n 184
10132 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone Ramsar13
cosigrave come non sono presenti
zone umide in un raggio di 10 km dallrsquoarea di intervento
11 REGIME VINCOLISTICO
111 Vincolo sismico
1111 Riferimenti generali
Con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3274 del 20032003 concernente ldquoPrimi
elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative
tecniche per le costruzioni in zona sismicardquo nelle more dellrsquoespletamento degli adempimenti dellrsquoart 93
del DLgs n 1121998 sono approvati i ldquoCriteri per lrsquoindividuazione delle zone sismiche ndash
individuazione formazione e aggiornamento degli elenchi delle medesime zonerdquo noncheacute le connesse
ldquoNorme tecniche per il progetto la valutazione e lrsquoadeguamento sismico degli edificirdquo ldquoNorme tecniche
per il progetto sismico dei pontirdquo e ldquoNorme tecniche per il progetto sismico delle opere di fondazione e
sostegno dei terrenirdquo Tali norme sono riportate come Allegati allrsquoOrdinanza
LrsquoOrdinanza prevede inoltre che le Regioni sulla base dei criteri generali dettati nellrsquoAllegato 1 (criteri
per lrsquoindividuazione delle zone sismiche che rimandano ad una distinzione secondo 4 zone sismiche)
provvedono allrsquoindividuazione e formazione ed aggiornamento dellrsquoelenco delle zone sismiche
lasciando facoltagrave di introdurre o meno lrsquoobbligo della progettazione antisismica nelle zone 4 Secondo i
nuovi criteri classificativi il territorio regionale risulta suddiviso in 4 zone sismiche in base ai valori di
accelerazione di picco orizzontale del suolo con probabilitagrave di superamento del 10 in 50 anni
zona 1 accelerazione orizzontale gt 025 g
zona 2 accelerazione orizzontale 015g ndash 025 g
zona 3 accelerazione orizzontale 005g ndash 015 g
zona 4 accelerazione orizzontale lt 005 g
LrsquoOrdinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3519 del 2842006 approva i criteri generali per
lrsquoindividuazione delle zone sismiche e la formazione ed aggiornamento degli elenchi ed anche la mappa
della pericolositagrave sismica di riferimento a scala nazionale I criteri per lrsquoindividuazione delle zone
sismiche sono definiti allrsquoallegato 1A con riferimento alle Norme Tecniche per le Costruzioni approvate
con DM 1492005 e sono previste quattro zone Allrsquoallegato 1B egrave riportata la mappa della pericolositagrave
13
Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
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sismica a scala nazionale da assumere quale riferimento per lrsquoassegnazione di un territorio ad una delle
diverse quattro zone sismiche predefinite
Con deliberazione n 67 del 03 dicembre 2003 recependo i criteri generali dellrsquoOrdinanza PCM n
3274 del 20 marzo 2003 il Consiglio Regionale ha approvato la nuova classificazione sismica dei
Comuni del Veneto Con deliberazione n 71 del 22012008 ldquoOPCM 2842006 n 3519 ldquoCriteri
generali per lrsquoindividuazione delle zone sismiche e per la formazione e lrsquoaggiornamento degli elenchi
delle medesime zone Direttive per lrsquoapplicazionerdquo la Giunta Regionale ha stabilito di prendere atto dei
criteri generali di classificazione allegati allrsquoOrdinanza PCM 3519 del 28 aprile 2006 innovativi rispetto
allrsquoOPCM 32742003 e della mappa di pericolositagrave sismica di riferimento espressa in termini di
accelerazione massima al suolo (amax) confermando comunque per quanto riguarda gli aspetti
amministrativi la classificazione sismica dei Comuni del Veneto di cui allrsquoAllegato I della deliberazione
del Consiglio Regionale n 672003
1112 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine
Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in accordo DGR n 672003 successivamente confermata con
DGR n 712008 in zona sismica 3
Il territorio di Castelfrenco Veneto in base alla mappa di pericolositagrave sismica del territorio nazionale
elaborata dallrsquoIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e riportata come Allegato 1B dellrsquoOPCM
del 28 aprile 2006 n 3519 risulta soggetto a valori di accelerazione (con probabilitagrave di eccedenza del
10 in 50 anni) compresa tra 0150 g e 0200 Secondo la Classificazione sismica al 2015 il comune di
Castelfranco Veneto viene inserito in zona sismica 3 nella quale possono verificarsi forti terremoti ma
rari
Stralcio della classificazione sismica al 2014 (httpwwwprotezionecivilegovitjcmsitclassificazionewp)
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Mappa pericolositagrave sismica
Espressa in termini di accelerazione massima (con
probabilitagrave di eccedenza del 10 in 50 anni)
Fonte Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
(In httpesse1-gismiingvit)
112 Vincolo idrogeologico
1121 Riferimenti generali
Il RD 30121923 n 3267 allrsquoarticolo 7 stabilisce che le trasformazioni dei terreni sottoposti a vincolo
idrogeologico ai sensi dello stesso decreto sono subordinate al rilascio di autorizzazione da parte dello
Stato ora sostituito dalle Regioni o dagli organi competenti individuati dalla normativa regionale
1122 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine
Secondo la classificazione regionale riportata nella Tavola 1B del PTCP della Provincia di Treviso
ldquoCarta dei Vincoli e della pianificazione territorialerdquo lrsquoallevamento non interessa nessuna area
sottoposta a vincolo idrogeologico
113 Patrimonio culturale beni culturali e beni paesistici vincolati
1131 Riferimenti generali
Il DLgs del 2212004 n 42 ldquoCodice dei beni culturali e del paesaggio ai sensi dellrsquoarticolo 10 della
Legge 6 luglio 2002 n 137rdquo costituisce il riferimento normativo in materia di beni culturali e
paesaggistici Tale decreto in applicazione dellrsquoarticolo 9 della Costituzione disciplina le forme di tutela
del patrimonio culturale costituito dai beni culturali che comprendono in particolare il patrimonio
storico artistico demo-etno-antropologico archeologico archivistico librario e dai beni paesaggistici
ovvero le bellezze naturali le singolaritagrave geologiche le ville giardini e parchi gli immobili di valore
estetico e tradizionale le bellezze panoramiche e belvedere ed ancora gli altri immobili ed aree
individuati dalla legge (categorie del paesaggio) od in base alla legge attraverso i Piani paesaggistici
Per quanto riguarda i beni culturali le disposizioni per la tutela si applicano a seguito di una verifica
drsquointeresse nel caso delle cose immobili o mobili che rivestono interesse artistico storico archeologico
o demo-etno-antropologico ed appartengono alle pubbliche amministrazioni od a particolari enti istituti
e persone giuridiche od ancora a seguito della dichiarazione di interesse per gli altri immobili che
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presentano analoga valenza ma appartenenti a soggetti diversi da quelli prima richiamati La tutela dei
beni immobili si esercita nella forma del divieto alla demolizione danneggiamento e utilizzo per usi
incompatibili alla loro conservazione ed in particolare nella preventiva autorizzazione per una serie di
interventi come elencati allrsquoarticolo 21 Lrsquoautorizzazione deve essere richiesta dai proprietari
possessori o detentori dei beni allrsquoamministrazione competente al rilascio tale autorizzazione puograve
essere rilasciata anche con motivata dichiarazione in sede di conferenza dei servizi (art 25) e con atto
rilasciato in sede di concerto sulla compatibilitagrave ambientale nel caso di progetti sottoposti a valutazione
di impatto ambientale (art 26)
Per quanto attiene ai beni paesaggistici lrsquoassoggettamento a tutela avviene a seguito della
dichiarazione di notevole interesse pubblico (art 137-141) per effetto di disposizioni legislative nel
caso delle specifiche categorie di beni elencati nellrsquoarticolo 142 ed ancora a seguito di identificazione
nei piani paesaggistici gli immobili e le aree tipizzati sottoposte a tutela dagli stessi piani La normativa
nazionale stabilisce che tutti i beni paesaggistici sono tutelati e valorizzati sottoponendo a specifica
normativa drsquouso il territorio mediante Piani paesaggistici o Piani urbanistico territoriali con specifica
considerazione dei valori paesaggistici concernenti lrsquointero territorio regionale (art 135) Il vincolo di
tutela si esercita nella forma del divieto (per i proprietari possessori o detentori) di distruggere i beni od
introdurvi modificazioni e nellrsquoobbligo di sottoporre i progetti delle opere di qualunque genere (salvo
quelli elencati allrsquoart 149) da eseguire alla competente amministrazione ai fini di ottenere preventiva
autorizzazione
Il DPCM 12122005 di individuazione della documentazione necessaria alla verifica della
compatibilitagrave paesaggistica degli interventi proposti definisce le finalitagrave i criteri di redazione ed i
contenuti della Relazione Paesaggistica che correda congiuntamente al progetto dellrsquointervento ed alla
relazione di progetto lrsquoistanza da presentare per lrsquoautorizzazione paesaggistica Con il DPR 972010
n 139 si definisce il procedimento semplificato per lrsquoautorizzazione paesaggistica relativa ad ldquointerventi
di lieve entitagraverdquo che comportano unrsquoalterazione dei luoghi o dellrsquoaspetto esteriore degli edifici in apposita
allegato al decreto si definiscono i citati interventi
1132 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e lrsquoallevamento avicolo
Il progetto oggetto di valutazione riguarda lrsquoincremento del numero di capi avicoli allevati dallrsquoazienda
agricola zootecnica con utilizzo dei fabbricati e delle strutture giagrave esistenti non si prevedono quindi
opere di natura edilizia
In ogni caso al fine della verifica dellrsquoeventuale presenza di beni culturali eo paesaggistici sottoposti a
vincolo ricadenti nellrsquoambito territoriale attorno al sito dellrsquoallevamento si egrave fatto ricorso alle
informazioni contenute in diverse banche dati o riportate negli elaborati degli strumenti di pianificazione
territoriale-paesaggistica od urbanistica
In maggior dettaglio si egrave considerato
il SITAP del Ministero dei Beni e delle Attivitagrave Culturali - Direzione Generale per i Beni Architettonici
e Paesaggistici che individua in cartografia i beni paesaggistici vincolati a seguito di dichiarazione
ed alcune categorie paesaggistiche di cui allrsquoarticolo 142 del Codice
lrsquoArchivio dei beni paesaggistici (vincolati per dichiarazione) del sito web della Regione Veneto
banca dati non definitiva di ricognizione dei beni ai sensi del Dlgs 422004
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il catalogo dellrsquoIstituto Regionale delle Ville Venete che identifica le ville palazzi ed altri fabbricati
censiti segnalando quelli sottoposti a vincolo in quanto beni culturali o paesaggistici
il PTRC (adottato nel 2009 con variante del 2013) della Regione Veneto con riferimento alla
Tavola dei ldquoValori storico culturalirdquo inclusa nella Scheda dellrsquoAmbito-Area ricognitiva 21 dellrsquoAtlante
Ricognitivo ed alla Tavola 9 ldquoSistema del territorio rurale e della rete ecologicardquo in cui sono
individuati i siti o le zone archeologiche
il PTCP (approvato nel 2010) della Provincia di Treviso con riferimento alla Tavola 11 ldquoCarta dei
vincoli e della Pianificazione territorialerdquo14 in cui srsquoidentificano i beni paesaggistici vincolati con
provvedimenti di riconoscimento del notevole interesse pubblico (ex L 14971939 ed art 146 del
Codice) alcune categorie paesaggistiche vincolate per legge (art 142 del Codice) e le zone di
interesse archeologico (ex L 3641909 L 10891939 e L 4311985 ed artt 10 e 142 del Codice) ed
anche alle Appendici di cui allrsquoAllegato M in particolare gli elenchi relativi ai beni architettonici ed ai
beni archeologici vincolati
il PAT del Comune di Castelfranco Veneto (approvato nel 2014) con riferimento alla Tavola 1
ldquoCarta dei vincoli e della pianificazione territorialerdquo15 che individua i beni monumentali vincolati (art
10 del Codice) ed i beni paesaggistici vincolati in quanto di notevole interesse pubblico (art 136 del
Codice) o appartenenti alle categorie paesaggistiche (art 142 del Codice)
il PAT del Comune di Castello di Godego (adottato nel 2015) con riferimento alla Relazione
Tecnica Generale (par 181 I beni culturali) alla Tavola P1A ldquoVincolirdquo16 che identifica i beni
culturali (immobili storico-artistici ed edifici drsquointeresse storico artistico vincolati con dichiarazione
edifici con piugrave di 70 anni vincolati per legge ai sensi dellrsquoarticolo 10 comma 1 del Codice zone
archeologiche) ed i beni paesaggistici vincolati con dichiarazione o per legge (art 142 del Codice)
ed alla Tavola 131 ldquoPatrimonio culturalerdquo del Quadro Conoscitivo del PATI che identifica gli
immobili edifici e zone archeologiche vincolate i fabbricati di archeologia industriale gli edifici di
pregio architettonico e gli altri beni e manufatti di interesse storico culturale
il PAT del Comune di Riese Pio X (adottato nel 2014 con DCC n 2 del 1332014) con
riferimento al Rapporto Ambientale (par 57 Matrice paesaggio ndash Patrimonio culturale
architettonico archeologico) ed alla Tavola 1 ldquoCarta dei vincoli e della pianificazione territorialerdquo 17
che riporta i beni monumentali vincolati i beni paesaggistici vincolati corrispondenti alle fasce
laterali ai corsi drsquoacqua e la strada Postumia a vincolo archeologico
Per quanto riguarda i beni culturali vincolati considerando gli immobili drsquointeresse monumentale eo
storico architettonico riportati negli elenchi od elaborati cartografici degli strumenti di pianificazione
prima richiamati il sito dellrsquoallevamento non interessa direttamente nessuno di quelli presenti nel
territorio e si trova ad una distanza dai piugrave vicini tale che si escludono ragionevolmente possibili
ricadute sugli stessi in particolare quelle indirette correlate alla percezione da e dei beni tenuto conto
anche del fatto che si tratta del solo incremento del numero di polli allevati allrsquointerno di strutture giagrave
esistenti Lrsquoampliamento dellrsquoallevamento non comporta interventi sui beni vincolati e tantomeno si
prevedono opere edilizie o di altra natura che possano determinare effetti indiretti sul patrimonio
14 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 11 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
15 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
16 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola P1A inserita nellrsquoAllegato cartografico dello SIA
17 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
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architettonico vincolato non egrave quindi necessario avviare la procedura per la richiesta di rilascio
dellrsquoautorizzazione ai sensi del Codice Al fine di sostenere le precedenti considerazioni si forniscono
brevi informazioni sui beni monumentali e architettonici vincolati presenti nel territorio dei tre Comuni
analizzati situati ad una minore distanza dallrsquoallevamento avicolo esistente
Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto gli immobili vincolati con specifico provvedimento
meno distanti dal sito dellrsquoallevamento comunque rispettivamente a 13 e 22 km circa si trovano nella
frazione di Villarazzo e lungo la strada via Postomia Nel primo caso si tratta della Villa Dolfin -
Gradenigo (tutelata con DM 10121959) sita in via Valsugana 74 composta dalla villa del XVII secolo
e dalla barchessa del XVIII secolo edifici collocati di fianco al Torrente Muson e della Cagrave Moro
(tutelata con DM 881947) ubicata in via Valsugana 102 composta dallrsquoedificio padronale risalente al
XVI secolo Nel secondo caso si tratta della Cagrave Amata (tutelata con DM 10121959) complesso
architettonico datato al XVIII secolo formato da una villa da due barchesse da annessi rustici
originariamente destinati a stalla e depositi ed anche da un oratorio che ora ricadono nellrsquoarea
dellrsquoomonimo Golf Club
Nel territorio del Comune Castello di Godego lrsquoimmobile vincolato piugrave vicino al sito dellrsquoallevamento
comunque a circa 16 km egrave la Chiesa di San Pietro ubicata in via S Pietro nei pressi del T Muson in
sinistra idrografica La gran parte degli altri beni storico architettonici vincolati si trova allrsquointerno del
centro storico o comunque nellrsquoabitato principale ad una distanza minima di 19 - 23 km circa
dallrsquoallevamento
Nel territorio del Comune di Riese Pio X tra i fabbricati vincolati quelli relativamente piugrave vicini
allrsquoallevamento rispettivamente a circa 15 e 22 km sono la Villa Emiliani detta Cagrave Miane (tutelata ai
sensi dellrsquoart 10 del Codice) ubicata in via Miane 30 complesso composto dalla casa padronale con
grande barchessa porticata e da un oratorio entrambi del XVIII secolo ed allrsquointerno della frazione di
Vallagrave la Villa Cecconi (tutelata con DM 2141964) sita in via A Milani 1 risalente al XVIII secolo e la
Chiesa parrocchiale (costruita nel 1746) il campanile e la Casa canonica (tutelate ai sensi dellrsquoart 10
del Codice) lrsquoultima segnalata anche come ldquovilla venetardquo formata dalla casa padronale e da una
piccola barchessa entrambe risalenti al XVII secolo
Per quanto attiene ai beni archeologici vincolati considerando quelli identificati nella cartografia o
segnalati nella documentazione dei citati piani territoriali ed urbanistici risulta che il sito
dellrsquoallevamento si trova significativamente distante da questi inoltre lrsquointerposta presenza di zone
edificate e di quinte di vegetazione arborea consente di escludere anche improbabili ricadute
determinate da eventuali relazioni indirette correlate alla percezione dellrsquoallevamento dai siti tutelati o
da interposizione dellrsquoallevamento nella vista dei beni dai luoghi circostanti agli stessi In aggiunta
stante il fatto che si tratta del solo incremento del numero di capi avicoli allevati senza previsione di
opere edilizie o interventi di scavo e tenendo inoltre conto della distanza dei siti a rischio archeologico
individuati non si ricade nellrsquoambito della procedura di autorizzazione secondo quanto stabilito dal
Codice e si esclude anche la necessitagrave di eseguire indagini archeologiche preventive Si evidenziano
di seguito i beni archeologici vincolati presenti nel territorio dei tre Comuni considerati situati ad una
minore distanza dallrsquoallevamento avicolo esistente
Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto egrave sottoposto a vincolo archeologico ai sensi
dellrsquoarticolo 10 del Codice (ex L 10891939) il tracciato della romana strada Postumia che nel punto
piugrave vicino si trova ad una distanza di circa 800 metri dallrsquoarea dellrsquoallevamento
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Nel territorio del Comune di Castello di Godego egrave presente unrsquoarea archeologica vincolata ai sensi
dellrsquoarticolo 10 del Codice (ex L 10891939) quella de ldquoLe Motterdquo correlata ad un tipico insediamento
delletagrave del bronzo che interessa una localitagrave ubicata a ridosso del confine comunale sul lato
meridionale ad oltre 3 km dellrsquoarea dellrsquoallevamento il PAT identifica nella Tavola P1A Vincoli una
ldquozona di interesse archeologicordquo ai sensi dellrsquoarticolo 10 del Codice nella porzione centrale del tessuto
urbano dellrsquoabitato principale distante circa 18 km dallrsquoallevamento e contornata lungo il perimetro sul
lato est quello rivolto verso lrsquoazienda agricola avicola dal tessuto edificato della zona residenziale
In Comune di Riese Pio X lrsquounico bene sottoposto a vincolo archeologico egrave la giagrave la citata strada
Postumia ed in tale caso la distanza minima tra lrsquoasse viario e lrsquoallevamento egrave di circa 16 km
Per quanto riguarda i beni paesaggistici vincolati a seguito del riconoscimento del loro notevole
interesse pubblico sono sottoposte a tutela due zone dellrsquoabitato principale una riguardante
Castelfranco Veneto e lrsquoaltra Castello di Godego mentre non risulta la presenza di vincoli di tale
fattispecie nel territorio del Comune di Riese Pio X
In Castelfranco Veneto egrave tutelata ai sensi della ex L 14971939 con il DM 13111961 (GU 296 del
29111961) la zona del centro abitato con inclusione della zona della Pescheria e del contiguo tratto
del Canale Musonello giagrave oggetto di provvedimento di vincolo (DM 8111955 GU 274 del
28111955) i motivi della tutela come riportato nel testo dello stesso provvedimento ministeriale sono
ricondotti al fatto che ldquocon le sue rosse mura turrite ammantate di edera circondate da verdi spalti e dal
fossato e con la sua fresca vegetazione forma un quadro naturale di non comune bellezza panoramica
avente anche valore estetico e tradizionalerdquo
In Castello di Godego egrave vincolata la zona circostante allrsquoabitato con DM 1361969 (GU 224 del
391969) ai sensi della ex L 14971939 per la presenza di ldquoparchi giardini tempietti antichi ed altri
caratteristici edificirdquo che ldquooltre a costituire unrsquoattraente e quasi continua oasi di verde nel centro abitato
forma un ambiente di alto valore estetico e tradizionale degno di essere conservato e difeso nella sua
integritagraverdquo
Lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo ovviamente non ricade nelle citate zone vincolate ed inoltre si trova
significativamente distante dalle stesse a circa 21 km da quella di Castelfranco Veneto con interposta
presenza di diverse aree edificate ed a circa 15 km da quella di Castello di Godego anche questa
circondata immediatamente allrsquoesterno del perimetro della zona tutelata da edificato la situazione
descritta consente di escludere ogni possibile ricaduta anche quelle riconducibili ad effetti indiretti
legati alla percezione dei luoghi vincolati per interposizione visiva dellrsquoallevamento dalle aree esterne
a questi e con particolare riferimento agli elementi indicati nel provvedimento ministeriale che ne hanno
determinato la tutela
Per quanto attiene ai beni paesaggistici vincolati per legge nel territorio dei tre Comuni considerati si
tratta di quelli associati alle categorie di cui allrsquoarticolo 142 del Codice relative ai fiumi torrenti e corsi
drsquoacqua con le relative fasce contermini alle sponde o argini alle zone drsquointeresse archeologico ed ai
territori coperti da boschi
Con riguardo ai corsi drsquoacqua e relative fasce vincolate la piugrave vicina egrave quella del Torrente Avenale nel
tratto ricadente in territorio del Comune di Castelfranco Veneto il cui perimetro considerando la minore
distanza intercorrente con il confine dellrsquoarea dellrsquoallevamento ricade a circa 150 metri
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COD 15V055 PAGINA 83 194
In merito alle zone drsquointeresse archeologico sottoposte a vincolo paesaggistico si tratta della giagrave
richiamata strada Postumia con riferimento alla quale valgono le considerazioni giagrave esposte con
riguardo al vincolo archeologico e del richiamato sito archeologico di Le Motte in territorio del Comune
di Castello di Godego anche questo giagrave considerato
Infine nel caso dei territori coperti da bosco il piugrave vicino egrave quello situato in Comune di Castelfranco
Vento a ridosso del laghetto che si trova poco ad ovest della frazione di Villarazza ad una distanza di
circa 22 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento
In conclusione per quanto attiene ai beni paesaggistici vincolati premesso che non si prevedono
interventi modificativi dellrsquoaspetto attuale dei luoghi non egrave necessario avviare la procedura di
autorizzazione paesaggistica in quanto oltre a non prevedere opere edilizie o movimenti terra od
installazione di altri manufatti lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo non ricade in beni paesaggistici vincolati
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QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E
STIMA DEGLI IMPATTI
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12 USI DEL SUOLO
Lrsquoanalisi dellrsquouso del suolo e degli habitat presenti nellrsquoarea di indagine egrave stata effettuata a seguito di
sopralluoghi e considerando le seguenti fonti reperibili sul sito della Regione Veneto18
Uso del suolo della Regione Veneto ndash Anno 2009
Shapefile degli habitat della ZPS Prai e Castelli di Godego
Come evidenziato dai dati sopra citati e dai sopralluoghi effettuati il territorio in cui i inserisce
lrsquoAllevamento Maggiolo egrave caratterizzato dalla netta predominanza di aree agricole In particolare la
coltura piugrave diffusa egrave quella del mais cui si accompagnano in subordine superfici a copertura erbacea
colture di soia tabacco colza arboricoltura da legno ed alcune aree coltivate a vigneti Le principali
zone urbanizzate si trovano ad ovest (Castelli di Godego) a sud (Castelfranco veneto) e ad est (Riese
Pio X) dellrsquoallevamento Lungo i numerosi canali che attraversano il territorio ed in corrispondenza dei
confini poderali si trovano frequentemente formazioni di latifoglie arboree a siepe oltre che in
particolare modo lungo il Torrente Muson dei Sassi che scorre ad est dellrsquoabitato di Castello di
Godego formazioni ripariali a salici (Salix sp) e pioppi (Populus sp)
Allrsquointerno della ZPS in cui egrave localizzata lrsquoAzienda Agricola sono state identificate diverse aree a
copertura erbacea con formazione tipica dellrsquohabitat di interesse comunitario n 6510 (Praterie magre
da fieno a bassa altitudine) Queste formazioni sono concentrate prevalentemente nella porzione
centro-meridionale della ZPS ad una distanza minima superiore ai 220 m dallrsquoallevamento Maggiolo
Nello specifico lrsquoallevamento confina su tre lati (est sud e parzialmente nord) con aree coltivate a
mais mentre sul lato ovest ed in parte dellrsquoarea a nord sono presenti superfici a copertura arbustiva ed
erbacea (graminacee non soggette a rotazione)19 ma non identificabili con lrsquohabitat 6510
121 Impatti sullrsquouso del suolo
Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo sfruttando la potenzialitagrave massima
delle strutture attualmente giagrave esistenti ed operanti Non egrave quindi prevista la realizzazione di nessuna
altra struttura rispetto a quanto giagrave esistente allo stato di fatto Pertanto la realizzazione del progetto
non porteragrave ad alcun impatto neacute modifica rispetto allrsquoattuale uso del suolo
18
Si rimanda alla tavola ldquoUso del suolordquo e ZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego ndash Habitatrdquo riportate nellrsquoAllegato cartografico
19 Si rimanda alle riprese fotografiche ldquoAzienda Agricola Maggiolordquo e ldquoUso del suolo e vegetazionerdquo inserite nellrsquoAllegato fotografico
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13 FLORA E FAUNA
Per la valutazione delle componenti naturalistiche presenti nellrsquoarea di indagine egrave stato utilizzato il
Database approvato con DGR n 22001420 Per tutta la regione sono disponibili i dati georeferenziati
sulla base di quadranti di 10 km per lato relativi a specie faunistiche e floristiche presenti sul territorio
Lrsquoazienda agricola egrave localizzata allrsquointerno del quadrante n E446N251 nel presente studio sono state
considerate anche le informazioni riferite ai quadranti ricadenti entro un buffer di 5 km dallrsquoallevamento
ossia i quadranti n E446N250 E447N250 e E447N251 che tra lrsquoaltro comprendono interamente il
territorio della ZPS
131 Fauna
La fauna vertebrata presente sul territorio dellrsquoarea drsquoindagine egrave indicata nelle tabelle successive sono
state considerate sia le specie elencate nel formulario standard della ZPS sia quelle del database
georeferenziato approvato con DGR n 220014
Anfibi e Rettili
Nellrsquoarea drsquoindagine risultano essere presenti 9 specie di anfibi e 11 specie di rettili Da segnalare in
particolare la presenza della Testuggine palustre europea (Emys orbicularis) specie considerata ldquoin
pericolordquo nella Lista Rossa Italiana (LRI21) a causa della competizione con lrsquoalloctona Testuggine
palustre dalle orecchie rosse (Trachemys scripta) specie originaria del bacino del Mississipi e
introdotta in Italia a partire dagli anni rsquo70 oggi naturalizzata Tutte le altre specie di rettili hanno uno
status conservazionistico ldquoa minor preoccupazionerdquo mentre tra gli anfibi sono due le specie (Rana di
Lataste e Rospo comune) che secondo la LRI sono vulnerabili allrsquoestinzione
Cod Nome scientifico Nome comune All
DirHab LRI
1193 Bombina variegata Ululone dal ventre giallo II-IV LC
Lissotriton vulgaris Tritone punteggiato NT
1167 Triturus carnifex Tritone crestato italiano II-IV NT
1215 Rana latastei Rana di lataste II-IV VU
2361 Bufo bufo Rospo comune IV VU
1201 Bufo viridis Rospo smeraldino IV LC
5358 Hyla intermedia Raganella italiana IV LC
1209 Rana dalmatina Rana agile IV LC
1210 Rana klepton esculenta Rana esculenta V LC
Rettili
1220 Emys orbicularis Testuggine palustre europea II-IV EN
1256 Podarcis muralis Lucertola muraiola IV LC
5887 Trachemys scripta Testuggine palustre dalle orecchie rosse NA
6091 Zamenis longissimus Saettone comune IV LC
5910 Zootoca vivipara Lucertola vivipara LC
2432 Anguis fragilis Orbettino LC
1284 Coluber viridiflavus Biacco IV LC
1283 Coronella austriaca Colubro liscio IV LC
20
DGR n 2200 del 27 novembre 2014 ldquoApprovazione del database della cartografia distributiva delle specie della Regione Veneto a supporto della Valutazione di Incidenzardquo
21 IUCN Comitato Italiano Liste Rosse Italiane wwwiucnit
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COD 15V055 PAGINA 87 194
Cod Nome scientifico Nome comune All
DirHab LRI
5179 Lacerta bilineata Ramarro occidentale IV LC
2469 Natrix natrix Natrice dal collare LC
1292 Natrix tessellata Natrice tessellata IV LC
Legenda
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list degli anfibi e rettili presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000
Pesci
Nel gruppo tassonomico dei pesci Anguilla Panzarolo e Trota marmorata sono segnalate come in
pericolo critico di estinzione il Temolo egrave considerata specie in pericolo mentre Barbo italico e
Lampreda padana (specie endemica della pianura padana) hanno uno status conservazionistico
vulnerabile Sono presenti inoltre numerose specie introdotte sul territorio e per le quali per questo
motivo la valutazione dello status conservazionistico non egrave applicabile (NA) In particolare si tratta delle
seguenti specie Alburno Carassio Luccio Gambusia Persico sole Cavedano Persico trotaTrota
iridea e Trota atlantica
Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI
5539 Alburnus alburnus Alburno NA
3019 Anguilla anguilla Anguilla CR
1137 Barbus plebejus Barbo italico II-V VU
5585 Carassius carassius Carassio NA
5304 Cobitis bilineata Cobite II LC
1163 Cottus gobio Scazzone II LC
5642 Esox lucius Luccio NA
5654 Gambusia holbrooki Gambusia NA
5937 Ictalurus melas Pesce gatto NA
5677 Knipowitschia punctatissima Panzarolo CR
6152 Lampetra zanandreai Lampreda padana II-V VU
5687 Lepomis gibbosus Persico sole NA
5944 Leuciscus cephalus Cavedano NA
5719 Micropterus salmoides Persico trota NA
5768 Oncorhynchus mykiss Trota iridea NA
5777 Padogobius martensii Ghiozzo padano LC
5785 Phoxinus phoxinus Sanguinerola europea LC
5821 Rutilus erythrophthalmus Triotto LC
1991 Sabanejewia larvata Cobite mascherato II NT
1107 Salmo marmoratus Trota marmorata II CR
6262 Salmo trutta Trota atlantica NA
1109 Thymallus thymallus Temolo V EN
5885 Tinca tinca Tinca LC
Legenda
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list dei pesci presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000
Uccelli
Considerando sia le specie elencate nel Formulario Natura 2000 sia quelle censite nel database
regionale approvato con DGR 220014 nellrsquoarea di indagine sono presenti 114 specie alcune delle
quali essendo nidificanti irregolari non sono state considerate nellrsquoattribuzione delle categorie di
minaccia della LRI (Pispola Albanella reale Peppola Beccaccino e Tordo sassello) Il criterio della LRI
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non egrave applicabile (NA) anche per il Fagiano a causa delle introduzioni a scopo venatorio effettuate sul
territorio La specie con lo status conservazionistico piugrave problematico egrave il Torcicollo (Vulnerabile)
specie che frequenta ambienti alberati che abbiano anche ampi spazi aperti (frutteti incolti alberati
boschi radi aree agricole estensive) Pur essendo diffusa in tutto il territorio italiano (areale maggiore di
20000 kmsup2 (Boitani et al 2002) e popolazione stimata in 100000-200000 individui maturi (BirdLife
International 2004 Brichetti amp Fracasso 2007)) il declino significativo (56) registrato tra il 2000 ed il
2010 (LIPU amp Rete Rurale Nazionale 2011 wwwmito2000it) ha motivato lrsquoinserimento di tale specie
tra quelle in pericolo di estinzione Nel territorio sono presenti altre specie con uno status
conservazionistico non soddisfacente Allodola Coturnice Moretta Biancone Falco di palude
Albanella minore Re di quaglie Falco cuculo Tarabusino Cutrettola Passera drsquoItalia Passera
mattugia Pendolilno e Saltimpalo sono definite come Vulnerabili allrsquoestinzione
Cod Nome scientifico Nome comune All Dir
Ucc LRI
A086 Accipiter nisus Sparviere LC
A298 Acrocephalus arundinaceus Cannareccione NT
A296 Acrocephalus palustris Cannaiola verdognola LC
A297 Acrocephalus scirpaceus Cannaiola comune LC
A168 Actitis hypoleucos Piro-piro piccolo NT
A324 Aegithalos caudatus Codibugnolo LC
A247 Alauda arvensis Allodola IIB VU
A229 Alcedo atthis Martin pescatore I LC
A109 Alectoris graeca Coturnice I-IIA VU
A053 Anas platyrhynchos Germano reale IIA-IIIA LC
A257 Anthus pratensis Pispola NA (nid irr)
A226 Apus apus Rondone comune LC
A091 Aquila chrysaetos Aquila reale I NT
A028 Ardea cinerea Airone cenerino LC
A029 Ardea purpurea Airone rosso I LC
A221 Asio otus Gufo comune LC
A218 Athene noctua Civetta LC
A061 Aythya fuligula Moretta IIA-IIIB VU
A021 Botaurus stellaris Tarabuso I EN
A087 Buteo buteo Poiana LC
A243 Calandrella brachydactyla Calandrella I EN
A224 Caprimulgus europaeus Succiacapre I LC
A364 Carduelis carduelis Cardellino NT
A288 Cettia cetti Usignolo di fiume LC
A136 Charadrius dubius Corriere piccolo NT
A363 Chloris chloris Verdone NT
A080 Circaetus gallicus Biancone I VU
A081 Circus aeruginosus Falco di palude I VU
A082 Circus cyaneus Albanella reale I NA (nid irr)
A084 Circus pygargus Albanella minore I VU
A373 Coccothraustes coccothraustes Frosone LC
A206 Columba livia Piccione selvatico IIA DD
A208 Columba palumbus Colombaccio IIA-IIIA LC
A350 Corvus corax Corvo imperiale LC
A615 Corvus cornix Cornacchia grigia IIB LC
A349 Corvus corone Cornacchia nera IIB LC
A347 Corvus monedula Taccola IIB LC
A113 Coturnix coturnix Quaglia IIB DD
A122 Crex crex Re di quaglie I VU
A212 Cuculus canorus Cuculo LC
A036 Cygnus olor Cigno reale IIB NA
A253 Delichon urbica Balestruccio NT
A237 Dendrocopos major Picchio rosso maggiore LC
A236 Dryocopus martius Picchio nero I LC
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COD 15V055 PAGINA 89 194
Cod Nome scientifico Nome comune All Dir
Ucc LRI
A383 Emberiza calandra Strillozzo LC
A376 Emberiza citrinella Zigolo giallo LC
A269 Erithacus rubecula Pettirosso LC
A103 Falco peregrinus Falco pellegrino I LC
A099 Falco subbuteo Lodolaio LC
A096 Falco tinnunculus Gheppio LC
A097 Falco vespertinus Falco cuculo I VU
A359 Fringilla coelebs Fringuello LC
A360 Fringilla montifringilla Peppola NA (nid irr)
A125 Fulica atra Folaga IIA-IIIB LC
A244 Galerida cristata Cappellaccia LC
A153 Gallinago gallinago Beccaccino IIA-IIIB NA (nid irr)
A123 Gallinula chloropus Gallinella drsquoacqua IIB LC
A342 Garrulus glandarius Ghiandaia IIB
A002 Gavia arctica Strolaga mezzana I
A001 Gavia stellata Strolaga minore I
A300 Hippolais polyglotta Canapino LC
A251 Hirundo rustica Rondine NT
A022 Ixobrychus minutus Tarabusino I VU
A233 Jynx torquilla Torcicollo EN
A338 Lanius collurio Averla piccola I VU
A340 Lanius excubitor Averla maggiore
A179 Larus ridibundus Gabbiano comune IIB LC
A246 Lullula arborea Tottavilla I LC
A271 Luscinia megarhynchos Usignolo LC
A230 Merops apiaster Gruccione LC
A073 Milvus migrans Nibbio bruno I NT
A262 Motacilla alba Ballerina bianca LC
A261 Motacilla cinerea Ballerina gialla LC
A260 Motacilla flava Cutrettola VU
A319 Muscicapa striata Pigliamosche LC
A337 Oriolus oriolus Rigogolo LC
A214 Otus scops Assiolo LC
A329 Parus caeruleus Cinciarella LC
A330 Parus major Cinciallegra LC
A621 Passer italiae Passera drsquoItalia VU
A356 Passer montanus Passera mattugia VU
A112 Perdix perdix Starna IIA-IIIA LC
A072 Pernis apivorus Falco pecchiaiolo I LC
A017 Phalacrocorax carbo Cormorano LC
A393 Phalacrocorax pygmeus Marangone minore I NT
A115 Phasianus colchicus Fagiano comune IIA-IIIA NA
A151 Philomachus pugnax Combattente I
A273 Phoenicurus ochruros Codirosso spazzacamino LC
A274 Phoenicurus phoenicurus Codirosso comune LC
A343 Pica pica Gazza IIB LC
A235 Picus viridis Picchio verde LC
A005 Podiceps cristatus Svasso maggiore LC
A118 Rallus aquaticus Porciglione IIB LC
A336 Remiz pendulinus Pendolino VU
A276 Saxicola torquatus Saltimpalo VU
A155 Scolopax rusticola Beccaccia IIA-IIIB DD
A361 Serinus serinus Verzellino LC
A209 Streptopelia decaocto Tortora dal collare IIB LC
A210 Streptopelia turtur Tortora selvatica IIB LC
A219 Strix aluco Allocco LC
A351 Sturnus vulgaris Storno IIB LC
A311 Sylvia atricapilla Capinera LC
A309 Sylvia communis Sterpazzola LC
A307 Sylvia nisoria Bigia padovana I CR
A004 Tachybaptus ruficollis Tuffetto LC
A166 Tringa glareola Piro piro boschereccio I
A265 Troglodytes troglodytes Scricciolo LC
A286 Turdus iliacus Tordo sassello IIB NA (nid irr)
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 90 194 Settembre 2015
Cod Nome scientifico Nome comune All Dir
Ucc LRI
A283 Turdus merula Merlo IIB LC
A285 Turdus philomelos Tordo bottaccio IIB LC
A284 Turdus pilaris Cesena IIB NT
A213 Tyto alba Barbagianni LC
A232 Upupa epops Upupa LC
A142 Vanellus vanellus Pavoncella IIB LC
Legenda
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list dellrsquoavifauna presente nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000
Mammiferi
La check-list indica la presenza di 39 specie appartenenti alla classe dei mammiferi Tutte le specie
indicate hanno uno status conservazionistico soddisfacente essendoci solo alcune specie prossime
alla minaccia (Arvicola acquatica Serotino comune Pipistrello di Nathusius Orecchione bruno) ed una
sola specie vulnerabile (Nottola comune)
Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI
5551 Apodemus sylvaticus Topo selvatico LC
5559 Arvicola amphibius Arvicola acquatica NT
5966 Arvicola terrestris Arvicola acquatica NT
2644 Capreolus capreolus Capriolo LC
2591 Crocidura leucodon Crocidura ventrebianco LC
2593 Crocidura suaveolens Crocidura minore LC
2646 Dama dama Daino NA
1327 Eptesicus serotinus Serotino comune IV NT
2590 Erinaceus europaeus Riccio europeo LC
2616 Glis glis Ghiro LC
1344 Hystrix cristata Istrice IV LC
5690 Lepus europaeus Lepre comune LC
2630 Martes foina Faina LC
2631 Meles meles Tasso LC
5718 Micromys minutus Topolino delle risaie LC
5721 Microtus arvalis Arvicola campestre LC
5728 Microtus savii Arvicola di Savi LC
5738 Mus musculus Topo domestico NA
1341 Muscardinus avellanarius Moscardino IV LC
2634 Mustela nivalis Donnola LC
1358 Mustela putorius Puzzola V LC
5747 Myocastor coypus Nutria NA
2595 Neomys anomalus Toporagno acquatico di Miller DD
2597 Neomys fodiens Toporagno drsquoacqua DD
Neovison vison Visone NA
1312 Nyctalus noctula Nottola comune IV VU
5773 Oryctolagus cuniculus Coniglio selvatico NA
2016 Pipistrellus kuhlii Pipistrello albolimbato IV LC
1317 Pipistrellus nathusii Pipistrello di Nathusius IV NT
1326 Plecotus auritus Orecchione bruno IV NT
5815 Rattus norvegicus Ratto delle chiaviche NA
5816 Rattus rattus Ratto nero NA
Sciurus carolinensis Scoiattolo grigio NA
2607 Sciurus vulgaris Scoiattolo comune LC
Sorex antinorii araneus Toporagno del Vallese DD
Sorex arunchi Il toporagno della Selva di Arvonchi
5861 Sus scrofa Cinghiale LC
5877 Talpa europaea Talpa europea LC
5906 Vulpes vulpes Volpe LC
Legenda
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 91 194
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list dei mammiferi presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000
132 Flora
Dal database della Regione Veneto (DGR 220014) nei 4 quadranti considerati risultano essere
presenti 539 specie floristiche
Nella tabella successiva si riportano le specie tutelate allrsquointerno della Direttiva Habitat (Allegati II e IV)
nessuna delle quali egrave citata come presente nella ZPS (secondo il Formulario standard Natura 2000)
Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI
6302 Anacamptis pyramidalis Orchidea piramidale II-IV
1714 Euphrasia marchesettii Eufrasia di Marchesetti II-IV EN
1866 Galanthus nivalis Bucaneve V LC
4096 Gladiolus palustris Gladiolo palustre II-IV NT
1900 Spiranthes aestivalis Viticcino estivo IV NE
Legenda
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list delle specie faunistiche presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 e Formulario Natura 2000
LrsquoOrchidea piramidale egrave una specie che puograve essere rinvenuta in prati magri pascoli incolti
sottoboschi scarpate e bordi strada su terreni di natura calcarea Principalmente egrave diffusa entro gli 800
m slm
LrsquoEufrasia di Marchesetti egrave una specie endemica del veneto orientale e del Friuli Venezia Giulia
caratteristica delle torbiere e di stazioni umide e aperte (praterie a Molinia della pianura e della fascia
collinare) la cui conservazione dipende dalla presenza di sfalci periodici in grado di garantire spazio e
luminositagrave sufficienti per lo sviluppo della pianta Altre specie dei prati umidi sono il Gladiolo palustre e il
Viticcino estivo mentre il Bucaneve si puograve trovare nei boschi umidi e freschi con humus ben
sviluppato
133 Stima degli impatti
Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo sfruttando la potenzialitagrave massima
delle strutture attualmente giagrave esistenti ed operanti Non egrave quindi prevista la realizzazione di nessuna
altra struttura rispetto a quanto giagrave esistente allo stato di fatto Come meglio specificato nella Studio di
Incidenza cui si rimanda per ulteriori approfondimenti i potenziali impatti derivanti dallo svolgimento
dellrsquoattivitagrave di allevamento dellrsquoAzienda agricola Maggiolo sono i seguenti
Inquinamento delle acque superficiali e sotterranee
Immissione di inquinanti nellrsquoaria
Inquinamento del suolo da rifiuti solidi
Immissioni di azoto e composti dellrsquoazoto
Inquinamento da rumore e disturbi sonori puntuali o irregolari
Introduzione di malattie
Nel caso dellrsquoAzienda agricola Maggiolo la probabilitagrave di accadimento di alcuni degli impatti sopra
elencati egrave nulla come indicato nella tabella successiva
Studio di Impatto Ambientale
Az Agricola Maggiolo
PAGINA 92 194 Settembre 2015
Fattore di impatto Possibili cause Probabilitagrave di
accadimento Motivazione
Inquinamento delle
acque superficiali e
sotterranee
Scarichi idrici Nulla Lrsquoabbeveraggio ed l sistemi di raffrescamento e di pulizia non producono scarichi idrici
Produzione di pollina Nulla Nessuna concimaia allrsquointerno dellrsquoAllevamento Il materiale egrave ceduto interamente a terzi come sottoprodotto di origine animale
Inquinamento del
suolo da rifiuti solidi
Cattiva gestione delle
spoglie animali Nulla LrsquoAzienda Agricola dispone di una cella frigo di proprietagrave
per la conservazione dei capi deceduti Le carogne vengono poi consegnate ad una ditta autorizzata che effettua il relativo smaltimento a norma di legge
Cattiva gestione dei
rifiuti solidi prodotti
Nulla - I rifiuti sono collocati in un apposito locale chiuso adibito al deposito dei rifiuti
- La pollina prodotta non egrave considerabile come rifiuto in quanto utilizzata come sottoprodotto dallrsquoazienda Agrifung Le altre tipologie di rifiuto (imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti) in carta ed in vetro sono prodotti in quantitagrave irrilevanti
Introduzione di
malattie
Contaminanti aerei e
polveri
Nulla - Durante il periodo del vuoto sanitario i capannoni vengono completamente puliti e disinfettati
- Per la salvaguardia della sicurezza biologica il sito di allevamento egrave completamente recintato
- Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) egrave stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile e facilmente disinfettabile
- Lrsquoallevamento dispone di due aree di stoccaggio chiuse una per il truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una separata e adeguatamente segnalata per il deposito dei rifiuti prodotti
- I mezzi che accedono allrsquoarea qualora ritenuto opportuno vengono irrorati con disinfettante sui pneumatici
Cattiva gestione delle
spoglie animali
Nulla LrsquoAzienda Agricola dispone di una cella frigo di proprietagrave per la conservazione dei capi deceduti
Potenziali impatti derivanti dallo svolgimento dellrsquoattivitagrave di allevamento
Lrsquoimmissione di inquinanti nellrsquoaria puograve avere ricadute dirette sulle componenti biotiche (sia floristiche
che faunistiche) in quanto le sostanze gassose possono arrivare nella profonditagrave degli apparati
respiratorio e fotosintetico Inoltre gli inquinanti possono ricadere al suolo tramite le precipitazioni
andando di conseguenza ad alterare sia la qualitagrave delle acque (superficiali e sotterranee) sia la qualitagrave
dei terreni generando quindi ricadute indirette su flora e fauna Lrsquoimpatto associato egrave temporaneo in
quanto limitato al periodo di esercizio dellrsquoattivitagrave di allevamento e reversibile gli effetti cesseranno di
verificarsi nel momento in cui verragrave abbandonata lrsquoattivitagrave zootecnica Lrsquoemissione di composti odorigeni
potrebbe portare le specie faunistiche ad abbandonare la frequentazione delle aree limitrofe
allrsquoallevamento Anche in questo caso lrsquoimpatto associato egrave temporaneo in quanto limitato allrsquoesercizio
dellrsquoattivitagrave e reversibile nel breve termine
La presenza di inquinamento da rumore egrave un fattore che puograve determinare effetti negativi indiretti alla
sola componente faunistica terrestre che a seguito del disturbo sonoro potrebbe abbandonare la
frequentazione delle aree limitrofe allrsquoallevamento Anche in questo caso lrsquoimpatto associato egrave
temporaneo (limitato al periodo di funzionamento dei ventilatori ed allrsquoutilizzo dei mezzi di trasporto per
la gestione delle attivitagrave zootecniche) e reversibile nel breve termine
Le analisi effettuate (valutazione previsionale di impatto acustico e delle emissioni in aria riportate ai
capitoli successivi cui si rimanda per ulteriori approfondimenti) tuttavia indicano che le variazioni tra lo
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scenario attuale e lo scenario di progetto non sono significative e si esauriscono entro poche centinaia
di metri dallrsquoAzienda agricola pertanto non significativa egrave anche lrsquoincidenza di tali fattori sullo stato di
conservazione delle componenti biotiche presenti sul territorio
Pur non essendo previste modifiche progettuali tali da richiedere interventi di mitigazione potrebbe
essere comunque presa in considerazione lrsquoopportunitagrave di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di
conservazione previsti per la ZPS mettendo a dimora specie arboree o arbustive in forma di filare
lungo il perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento sul lato ovest e previe necessarie verifiche sul lato sud
Per la realizzazione del filare dovranno essere utilizzate specie arboree eo arbustive autoctone alcune
delle quali con frutti eduli in modo da avere ricadute positive anche sulla componente faunistica Le
specie arboree che potranno essere utilizzate sono Carpino bianco (Carpinus betulus) Olmo
campestre (Ulmus campestris) Acero campestre (Acer campestris) Ontano nero (Alnus glutinosa)
Salice bianco (Salix alba) mentre tra le specie arbustive potranno essere messe a dimora Nocciolo
(Corylus avellana) Sambuco nero (Sambucus nigra) Sanguinella (Cornus sanguinea) Frangola
(Rhamnus frangula) Pallon di maggio (Viburnum opulus) Spincervino (Rhamnus cathartica)
14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI
141 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici
I beni culturali architettonici considerati al fine di ricostruire il quadro conoscitivo includono gli immobili
vincolati ai sensi della ex L 3641909 della ex L 10891939 o dellrsquoarticolo 10 del Codice e gli altri
edifici drsquointeresse segnalati o riportati negli elaborati degli strumenti di pianificazione territoriale o
urbanistica
Tali beni sono individuati tenendo conto innanzitutto di quanto riportato nellrsquoelenco della
Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici e di quanto identificato nella cartografia o
segnalato negli altri elaborati del PTC della Provincia di Treviso con riguardo alla Tavola 43 ldquoCarta
delle ville venete complessi e edifici di pregio architettonicordquo e allrsquoAllegato M ldquoLe risorse culturali del
territorio provinciale trevigianordquo incluse le associate Appendici in particolare quelle con gli elenchi dei
beni monumentali vincolati Nel caso degli strumenti urbanistici comunali (PAT) in aggiunta agli
elaborati identificativi dei beni architettonici vincolati giagrave considerati e citati nel precedente paragrafo
riguardante il patrimonio culturale si tiene conto per Castelfranco Veneto della Tavola 2 ldquoCarta delle
invariantirdquo che individua gli edifici di valore monumentale o storico ambientale le ville venete le strade
storiche principali per Castello di Godego della Tavola P1B ldquoCarta della pianificazione territorialerdquo che
riporta le ville venete e della Tavola P2 ldquoInvariantirdquo che identifica le ville venete le emergenze
architettoniche ed edifici di valore storico o artistico per Riese Pio X della Tavola 2 ldquoInvariantirdquo che
individua le ville venete
Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto i beni sottoposti a tutela ai sensi del Codice sono
rappresentati da numerose ville venete e fabbricati civili a diversa destinazione gli ultimi in prevalenza
ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale
Le ville venete tutelate ubicate nel centro storico di Castelfranco Veneto sono le seguenti
- Villa Andretta vincolata con DM 10121959 sita in Pza Giorgione composta dalla villa del
XV-XIX secolo con barchessa e annesso parco
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- Villa Corner sita in via Borgo Pieve 85 vincolata con DM 10121959 formata dallrsquoedificio
padronale ricostruito su disegno originario del XVIII secolo
- Palazzo Colonna ndash Preti ndash Rainati in via Borgo Treviso 65 vincolato con decreto 241925
composto dallrsquoedificio padronale del XVI secolo e da due adiacenze una coeva e lrsquoaltra del
XVIII secolo
- Villa Barbarella ndash Avogadro degli Azzoni del XIX secolo in via Garibaldi 25 vincolata con DM
1361979
- Villa Riccati - Avogadro degli Azzoni in via Borgo Treviso 1 vincolata con DM 1031977
formata dalla casa padronale e dagli annessi rustici entrambi risalenti al XVIII secolo
- Villa Revedin ndash Bolasco ndash Piccinelli in via Borgo Treviso 53 composta dal corpo padronale
originario del XVI secolo e ristrutturato nel XIX secolo da adiacenze scuderie e annessi rustici
del XVI secolo e da un giardino allrsquoinglese del XIX secolo vincolata con DM 10121959
Le ville venete tutelate situate nelle frazioni comprendono le seguenti
- Villa Corner ndash Venezze detta Il Cornaron in frazione Treville localitagrave Poisolo vincolata con
DM 10121959 costituita dalla villa del XVI secolo e dalla barchessa dalle ali e annessi
laterali e dallrsquooratorio del XVIII secolo
- Barchessa di Villa Priuli di San Felice risalente al XVII secolo ubicata in localitagrave Treville
vincolata con DM 1541982
- Barchessa di Villa Soranza datata al XVI secolo sita in frazione Treville localitagrave Sovranza
vincolata con DM 10121959
- Cagrave Amata ubicata in frazione Salmoggia via Postioma 40 vincolata con DM 10121959
composta da villa barchesse annessi rustici e oratorio risalenti al XVIII secolo ora ricadente
nellrsquoarea del Golf Club Cagrave Amata
- Villa Barisan datata XVII secolo vincolata con DM 10121959 sita in frazione Villarazzo
- Villa Cusinato detta La Cornaretta sita in frazione Treville localitagrave Poisolo vincolata con DM
10121959 formata dallrsquoedificio padronale barchesse e annessi rustici del XVI secolo
- Cagrave Balbi Preti ndash Giacomelli in frazione San Floriano vincolata con DM 31101959 composta
dalla villa ed ali laterali del XVIII secolo con annessi rustici e parco
- Cagrave Moro in localitagrave Villarazzo vincolata con DM 881947 risalente al XVI secolo
- Villa Corner ndash Tiepolo ndash Chiminelli in localitagrave SantrsquoAndrea oltre il Muson vincolata con DM
10121959 formata dallrsquoedificio padronale del XVI secolo e dalla barchessa del XIX con
giardino
- Villa Dolfin ndash Gradenigo in frazione Villarazzo vincolata con DM 10121959 formata
dallrsquoedificio padronale del XVII secolo e da barchessa del XVIII secolo collocate di fianco al
Torrente Muson
I fabbricati drsquointeresse monumentale assoggettati a vincolo individuati dallo strumento urbanistico
comunale ed anche inclusi nella lista della Soprintendenza per i BCP comprendono un edificio in via
San Giorgio nellrsquoomonima localitagrave situata poco a sud rispetto allrsquoabitato principale e numerosi altri
fabbricati tutti ubicati nel centro storico di Castelfranco Veneto Albergo alle Spade Pavaglione del
Mercato Palazzo Favaro Casa Menegotto detta Marostica Casa Giacomelli Teatrino Sociale edificio
in Pza Emanuele 131 Casa Rainati-Prevedello Casa Simeone Casa Mazzon Casa De Biasi Torre
dellrsquoOrologio Castello e Torri del muro di cinta Palazzetto San Giacomo Palazzetto Puppati ora
Cettolini edifico in Cso 29 aprile Casa giagrave Santoretto ora Pinarello Casa in Pza del Duomo Casa
Petrin Casa Bressa Casa Barisani ed infine un edifico non associato a denominazione o indirizzo
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In base allrsquoelenco dei beni vincolati redatto dalla Soprintendenza per i BCP ai citati fabbricati situati nel
centro storico principale se ne aggiungono altri tra i quali si richiamano i soli edifici religiosi che
includono il Duomo di S Maria Assunta e San Liberale la Chiesa di San Jacopo la Chiesa di San
Giorgio alla Sega il Convento dei Serviti la Chiesa di San Giacomo la Chiesetta di Madonna delle
Grazie
Nelle frazioni o varie localitagrave del territorio comunale sono presenti ulteriori beni architettonici vincolati
inseriti nellrsquoelenco della Soprintendenza per i BCP ed in dettaglio
- nella frazione di SantrsquoAndrea oltre il Muson la chiesa parrocchiale la canonica e lrsquooratorio
- nella frazione di Salvatronda la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica la casa ex
Basso le ex scuole elementari e il cimitero
- in localitagrave Treville la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica il cimitero le ex scuole
elementari e la ex Casa del Fascio
- nella frazione di Villarazzo la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica le scuole
elementari
- nella frazione di Salvarosa le case ex Tieppo ex Torresan ex Cattani e il cimitero
- in localitagrave San Floriano la Casa ex Arsiegrave il centro culturale e il cimitero
- in localitagrave Campigo le ex scuole elementari e il cimitero
Per quanto attiene ai beni architettonici segnalati con riguardo a quelli nellrsquoelenco del PTCP si tratta di
due edifici ubicati a sud-ovest della frazione di Villarazzo e di altri due edifici situati in frazione
Salvarosa noncheacute di manufatti dellrsquoarcheologia industriale rappresentati da alcuni mulini due ubicati
presso le mura di Castelfranco uno in Borgo Padova e lrsquoaltro in frazione Villarazzo e dalla Fornace
Baghin situata a ridosso del confine con il Comune di Riese il PAT a sua volta distingue tra le
invarianti di natura storico-monumentale i fabbricati ubicati allrsquoesterno deli centri storici che presentano
un ldquoedilizia con valore storico ambientalerdquo diffusi in tutto il territorio ed in larga misura da ricondurre ai
fabbricati rurali
Nel territorio del Comune di Castello di Godego i beni sottoposti a tutela con provvedimento ai sensi
della ex L 14971939 o per effetto del disposto dellrsquoarticolo 10 del Codice includono ville chiese ed
edifici civili
Per quanto attiene agli immobili vincolati presenti nel centro storico o comunque allrsquointerno dellrsquoabitato
principale di Castello di Godego si distinguono
- la Chiesa di San Pietro datata al IV-X secolo ubicata in sinistra idrografica del T Muson
tutelata ai sensi del comma 1 dellrsquoarticolo 10
- la Casa Querini tutelata ai sensi della ex L 3641909 con il decreto 1731923 sita
nellrsquoomonima via ovvero dellrsquoattuale Casa Canonica formata da un unico fabbricato
presumibilmente realizzato nel 1756 in concomitanza con lrsquoampliamento della Chiesa
Arcipetrale e Abbaziale
- la Chiesa Arcipretale e Abbaziale della Nativitagrave di Maria Santissima del XVIII secolo tutelata
con DM 2842010
- la Chiesa Abbaziale di Maria Nascente del XVIII secolo tutelata ai sensi del comma 1
dellrsquoarticolo 10 del Codice
- la Villa Priuli - Moresco ndash Turcato tutelata con DM 1781961 e DM 642001 sita in via
Marconi 58 risalente al XVII secolo e composta da un solo fabbricato
- la Chiesa di SantrsquoAntonio Patavino tutelata ai sensi del comma 1 dellrsquoarticolo 10
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- la Cagrave Zorzi - Moresco ndash Beltrame ubicata in via Roma 6 composta dal corpo centrale della
villa risalente al XVII secolo e da due fabbricati laterali del XVII e XIX secolo con relativi spazi
annessi a cortile e giardino tutelata con DM 2931967 DM 571969 DM 1391971 e DM
1372002 con riguardo ai fabbricati ed agli spazi aperti annessi
- la Villa Frida ubicata in via Roma tutelata con DM 2372002
- la Villa Mocenigo ndash Elisa tutelata con DM 1921968 sita in via Roma 33 composta
dallrsquoedificio padronale e dalle barchesse del XVII secolo noncheacute dalle ali laterali del XIX secolo
- la Villa Mocenigo - Garzoni ndash Martini tutelata con DM 2911970 e DM 2631970 con
riguardo ai fabbricati ed anche agli spazi aperti annessi qualificati come zona di rispetto ubicata
in via Marconi 83 composta dalla villa da una barchessa a da un oratorio dedicato a San
Giovanni Battista tutti datati al XVIII secolo a cui si aggiunge unrsquoaltra barchessa del XV-XVI
secolo con spazio interno originariamente a giardino
- la Villa Renier tutelata ai sensi dellrsquoarticolo 12 del Codice ubicata in Piazza IX Febbraio 12
composta dallrsquoedifico della villa del XVII secolo a dalla barchessa del XVIII
- la Casa Avogadro degli Azzoni ndash Daminato tutelata con DM 711982 sita in via Grande 4
composta dalla villa da una barchessa e dalla scuderia datate al XVII secolo
- il Municipio
- i ruderi del Castellare di Ezzelino da Romano fortezza risalente al XIII secolo
- il Santuario della Beata Vergine o Madonna della Crocetta risalente al XV secolo tutelato ai
sensi dellrsquoart 10 del Codice
In posizione esterna allrsquoabitato principale a nord-ovest di questo si trova la Cagrave Leoncino - Da Lezze -
Moresco ndash Marchiorello tutelata con DM 1261997 sita in via Cagrave Leoncino 44 composta dalla villa
del XVIII e dalla barchessa con annesso del XVI secolo ed anche il Ridotto Cagrave Leoncina risalente al
XV secolo vincolato con DM 1261997
I beni architettonici drsquointeresse contano cinque fabbricati civili e due fabbricati di archeologia industriale
segnalati dal PTCP e identificati dal PAT tutti ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale comprendenti un
palazzo e casa a corte un edificio rurale un edificio civile due ville con casa padronale il Mulino
Tonietto in via Piave e il Mulino lungo il Muson in via Molinare entrambi situati nei pressi del fiume
Muson
A questi beni si aggiungono le seguenti altre ville censite dallrsquoIstituto Regionale e richiamate negli
elaborati del PAT le prime quattro ubicate nellrsquoabitato principale la casa Querini - Martinello - Conte in
via Marconi 77 con lrsquoedificio padronale del XVII secolo la Villa Negri ndash Bolzon in via Chioggia 42
costituita dalla villa e barchessa risalenti al XVII secolo la Villa Favesin in via Caprera 2 del XIX
secolo la barchessa di Villa Mocenigo ndash Priluli risalente al XV secolo sita in via Marconi 66 la Casa
Jonoch del XVIII secolo in localitagrave Casa Conte presso la via Postumia la Villa Moresco - Serena con
casa e barchesse del XIX secolo e un parco centrale sita in via Caprera 39 a sud-est dellrsquoabitato
Negli elaborati del PAT sono inoltre individuati numerosi altri edifici di valore storico e
etnoantropologico sostanzialmente da ricondurre ai fabbricati rurali
Nel territorio del Comune di Riese Pio X i beni architettonici vincolati includono alcuni edifici religiosi e
civili ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale e nelle frazioni ed anche alcune ville venete
Per quanto attiene agli edifici civili e religiosi si tratta in base allrsquoelenco della Soprintendenza per i BCP
(Appendice dellrsquoAllegato M del PTCP) dei seguenti
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- nella frazione di Poggiana la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica
- nella frazione di Spineda la chiesa parrocchiale e il campanile
- nella frazione di Vallagrave la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica
- nellrsquoabitato di Riese la casa di Pio X la canonica di San Matteo Apostolo il Santuario della
Madonna di Cendrole la scuola elementare la Villa Carraro lrsquoex Municipio la chiesa
parrocchiale e la canonica
Per quanto riguarda le ville venete quelle sottoposte a tutela sono la Villa Costanza ndash Bottio ndash Pivetta
sita in localitagrave Costanza tutelata con DM 6101974 formata da casa padronale e Oratorio del XVII
secolo la Villa Emiliani detta Cagrave Miane sita in via Cagrave Miane 30 tutelata ai sensi dellrsquoarticolo 10 del
Codice formata dalla casa padronale e da Oratorio del XVIII secolo la Villa Gradenigo ndash Venier ndash Zorzi
ndash Eger ubicata in via Sarto 31 nellrsquoabitato principale composta dalla casa padronale risalente al XVI
secolo e rimaneggiata nel XVIII secolo e dai fabbricati della barchessa della serra e della voliera
tutelata con DM 1771964 la Villa Cecconi sita in localitagrave Vallagrave vincolata con DM 2141964
edificio del XVIII secolo
In base allrsquoidentificazione negli elaborati del PAT (Tavola 1 ndash Carta dei vincoli) del vincolo
monumentale si contano in aggiunta alle giagrave citate ville venete le seguenti la Casa canonica di Vallagrave
composta da villa e barchessa del XVII secolo ubicata in Pza Caduti 45 tutelata in quanto proprietagrave di
ente religioso la Villa Canil in localitagrave Costanza casa dominicale con annessi rustici risalente al XVII
secolo la Barchessa Tirette datata al XVIII secolo sita nellrsquoomonima localitagrave in via Tirette 9
In merito agli edifici drsquointeresse architettonico si segnala la presenza di unrsquoaltra villa veneta catalogata
dallrsquoIstituto Regionale e riportata nelle tavole ed elenchi del PTCP e PAT il Casino Colonna casa
dominicale del XVIII secolo situata nella frazione Vallagrave e della casa Moretti ndash Rossi inclusa nellrsquoelenco
delle ville venete di cui al PTCP ubicata lungo la strada in uscita da Vallagrave sul lato ovest della frazione
Per quanto attiene ai beni archeologici si restituisce il quadro conoscitivo tenendo conto di quelli
vincolati ai sensi della ex L 10891939 o dellrsquoarticolo 10 del Codice e di quelli segnalati come siti a
rischio archeologico
Le informazioni sono ricavate dagli elenchi della Soprintendenza Archeologica di Treviso e dagli
elaborati cartografici del PTCP della Provincia di Treviso in particolare la Tavola 24 ldquoCarta delle aree a
rischio archeologicordquo in cui sono individuati i siti a rischio archeologico lrsquoagro centuariato ed i centri
storici a rischio archeologico noncheacute degli elenchi di cui alle Appendici dellrsquoAllegato M ldquoLe risorse
culturali del territorio provinciale trevigianordquo relative ai siti archeologici vincolati ed ai siti a rischio
archeologico Nel caso degli strumenti urbanistici comunali (PAT) in aggiunta agli elaborati identificativi
dei beni archeologici vincolati giagrave considerati e citati nel precedente paragrafo riguardante il patrimonio
culturale si tiene conto per Castelfranco Veneto della Tavola 2 ldquoCarta delle invariantirdquo che individua
lrsquoagro centuriato e della Tavola 3 ldquoCarta della fragilitagraverdquo che riporta i siti a rischio archeologico tutelati ai
sensi dellrsquoarticolo 41 della LR 112004 per Castello di Godego della Tavola P1B ldquoCarta della
pianificazione territorialerdquo che riporta lrsquoagro centuriato le strade romane ed i siti a rischio archeologico
e della Tavola P2 ldquoInvariantirdquo che identifica la viabilitagrave romana le zone ed i siti di interesse
archeologico per Riese Pio X della Tavola 2 ldquoInvariantirdquo che individua i siti e gli ambiti a rischio
archeologico lrsquoagro centuriato e la via Postumia
Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto i beni archeologici vincolati sono ricondotti allrsquoasse
viario della romana Postumia (tutelata anche quale bene paesaggistico categoria delle zone
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drsquointeresse archeologico) lrsquoattuale SR 53 mentre gli elementi drsquointeresse archeologico sono
rappresentati dai segni dellrsquoagro centuriato e da diversi siti a rischio archeologico In questrsquoultimo caso
si tratta dei seguenti tutti riferiti al periodo romano (dal I aC al V dC) insediamento in localitagrave S
Floriano - Case Longato tombe in localitagrave San Floriano vicino alla via Postumia insediamento
abitativo a lato della via Postumia tombe in localitagrave Salvarosa materiale sporadico e tomba in localitagrave
Salvatronda materiale sporadico in zona del centro storico di Castelfranco
Nel territorio del Comune di Castello di Godego oltre al sito vincolato denominato ldquoLe Motterdquo tutelato
sia come bene culturale archeologico sia come bene paesaggistico ricondotta alla categoria delle zone
drsquointeresse archeologico ed alla zona drsquointeresse archeologico vincolata coincidente con una porzione
del centro storico si contano alcuni elementi drsquointeresse e siti a rischio archeologico rispettivamente
rappresentati dallrsquoagro centuriato e dellrsquoasse della romana via Postumia e da diversi luoghi di seguito
richiamati insediamento del periodo romano presso il Fiume Muson e sito con materiale sporadico
sempre del periodo romano in localitagrave San Pietro tombe e insediamento del periodo romano in localitagrave
S Giustina lungo la via Postumia necropoli romana in localitagrave Casoname tombe romane in localitagrave
Colombara materiale sporadico in localitagrave Le Vegre Villagrande
Nel territorio del Comune di Riese oltre alla romana strada Postumia vincolata sia come bene
culturale-archeologico (ex L 10891939) sia come bene archeologico-paesaggistico (ex L 4311985)
ed alle residue tracce dellrsquoagro centuriato che derivano dallrsquoappartenenza al municipium di Acelum
sono presenti diversi siti definiti a rischio archeologico tutti risalenti al periodo romano identificati ed
elencati negli elaborati del PTCP (Tavola 24 e Appendici dellrsquoAllegato M) ed anche in quelli del PAT
(Tavola 2 - Invarianti) Tali siti comprendono una tomba a cremazione contenente lucerna e reperti in
bronzo e vetro in localitagrave Spineda unrsquoiscrizione funeraria del I sec dC e del materiale sporadico
composto da fittili frammenti di anfore monete in bronzo in localitagrave Cendrole del materiale sporadico
rappresentato da frammenti di ceramiche e anfore in localitagrave Palazzon numerose tombe in localitagrave
Artesini - Case Cusinato un insediamento abitativo con resti di strutture murarie pilastri in mattoni
strumenti agricoli e monete in localitagrave Artesini una tomba alla cappuccina una necropoli con corredi
tombali un laterizio a copertura di urna sepolcrale e numerosi vasi vinari in localitagrave Stradella - Rizzetta
un insediamento in localitagrave Vallagrave - Castelliero
142 Impatti sui beni architettonici e archeologici
Lrsquoallevamento avicolo come giagrave evidenziato considerando lrsquoubicazione delle esistenti strutture che
saranno utilizzate non riguarda direttamente beni culturali vincolati o segnalati per il loro interesse di
tipo architettonico o archeologico e si trova distante dagli stessi in misura tale da escludere eventuali
effetti diretti Ai fini della verifica degli eventuali impatti si considerano quindi le possibili ricadute
indirette correlate alla percezione precisando comunque che non si prevedono modifiche o aggiunte
di fabbricati ma solo un aumento del numero dei capi allevati
Per quanto attiene ai beni in territorio del Comune di Castelfranco Veneto quelli architettonici vincolati
piugrave vicini allrsquoazienda la Villa Dolfin Gradenigo la Cagrave Moro la Chiesa parrocchiale con campanile e la
Canonica si trovano nella frazione di Villarazzo che dista circa 14 km In tale caso si osserva come
lrsquointerposta presenza degli edifici situati a ridosso del Fosso la Roi al termine di via San Pietro in
Comune di Castello di Godego della vegetazione arborea lineare lungo il fosso Avenaletto e il fosso La
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Roi ed anche di parte dei fabbricati della stessa frazione di Villarazzo non permette di vedere dalle
citate ville ed edifici religiosi lrsquoallevamento
In merito ai beni drsquointeresse culturale architettonico identificati a scala provinciale il piugrave vicino egrave la
Fornace Baghin che si trova nella zona edificata sul confine con il Comune di Riese ad est rispetto
allrsquoallevamento e ad una distanza di circa 1 km Anche in tale caso la presenza di capannoni a ridosso
dellrsquoedificio drsquointeresse ed in subordine quella dei fabbricati residenziali situati lungo la via Bella
Venezia e dei fabbricati produttivi e residenziali ubicati lungo la via dei Prai chiudono le visuali in
direzione dellrsquoallevamento escludendo ogni interazione
Con riguardo agli edifici di valore storico ambientale identificati dal PAT quello piugrave vicino si trova nel
gruppo di case in via Bella Venezia immediatamente ad est dellrsquoallevamento a circa 300 metri da
questo in tale caso si osserva che i capannoni e le altre strutture dellrsquoallevamento allo stato attuale e
per una parte dellrsquoanno sono in larga misura nascoste alla vista per la presenza di un filare arboreo di
bordo campo e che in ogni caso non si determinano interferenze nella percezione del fabbricato
segnalato drsquointeresse dalla strada principale e da quella di accesso da cui srsquoinquadra lo stesso
edificio
In ultimo con riguardo ai beni archeologici come giagrave evidenziato lrsquoallevamento si trova distante da
quelli vincolati presenti nel territorio di Castelfranco rappresentati dalla via Postumia distante circa 08
km ed anche da quelli segnalati come siti a rischio i piugrave vicini corrispondenti ad un luogo
drsquoinsediamento presso la via romana ed alla segnalazione di materiale nellrsquoarea del centro storico
situati ad oltre 2 km in tutti i casi non si registrano possibili relazioni con lrsquoallevamento stante la
discontinuitagrave territoriale e percettiva determinata dalla presenza di zone edificate
In Comune di Castello di Godego il bene architettonico vincolato piugrave vicino allrsquoazienda egrave la chiesa di
San Pietro ubicata sul margine ovest del gruppetto di case situate allrsquoinizio della via San Pietro a lato
del T Muson a circa 16 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento Lrsquoasse visivo con origine dalla chiesa e
direzione verso lrsquoallevamento interseca elementi lineari costituiti da vegetazione arborea due di
maggiore consistenza lungo il Fosso la Roi e il fosso Avenaletto e diversi altri in forma di filare di
bordo campo ed in parte anche i fabbricati di C Dinale situati a ridosso del fosso la Roi La descritta
situazione e la posizione dellrsquoallevamento rispetto alla chiesa consentono di affermare che si esclude
ogni interferenza nella vista del bene architettonico dalle aree circostanti o dal bene architettonico verso
lrsquointorno non si determinano quindi ricadute indirette Analoghe considerazioni valgono per la gran
parte degli altri beni architettonici vincolati che si trovano allrsquointerno del centro storico o del tessuto
urbano dellrsquoabitato di Castello di Godego
Con riguardo ai beni architettonici drsquointeresse considerando i piugrave vicini allrsquoallevamento la Villa Moresco
Serena e i due mulini presso il T Muson valgono le stesse considerazioni stante la distanza di questi
dallrsquoallevamento e lrsquointerposta presenza di altri fabbricati e di elementi della vegetazione arborea che
fanno venire meno relazioni dirette o precludono situazioni drsquointervisibilitagrave
Nel caso degli edifici di valore storico ed etnoantropologico individuati nelle tavole del PAT quello piugrave
vicino allrsquoarea dellrsquoallevamento corrisponde ad una casa isolata che si trova a ridosso del fosso la Roi a
circa 200 metri di distanza la presenza della vegetazione arborea lungo il fosso Avenaletto consente di
mascherare i capannoni e gli altri manufatti dellrsquoallevamento escludendo significative interazioni visive
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In ultimo per quanto attiene ai beni archeologici si ribadisce lrsquoassenza di relazioni tra lrsquoallevamento e il
sito archeologico vincolato di Le Motte cosigrave come data la distanza e lrsquointerposta presenza del gruppo di
edifici in via San Pietro a ridosso del fosso La Roi non si rilevano rapporti diretti con lrsquoasse della
romana via Postumia segnalato per lrsquointeresse archeologico Anche nel caso dei siti a rischio
archeologico considerando i piugrave vicini allrsquoallevamento situati nei pressi del Torrente Muson presso
lrsquoabitato principale si escludono interazioni sia per la distanza di circa 16-17 km sia per lrsquoassenza di
relazioni visive stante la chiusura del campo visivo sulle giagrave citate quinte arboree
Per quanto attiene al Comune di Riese Pio X i fabbricati vincolati la Villa Emiliani detta Cagrave Miane e
nella frazione di Vallagrave la Villa Cecconi e la Parrocchiale di Vallagrave si trovano distanti dallrsquoallevamento di
polli rispettivamente a circa 15 km e 23 km la collocazione di tali beni allrsquointerno dellrsquoabitato o lrsquoeffetto
di ldquobarriera visivardquo degli altri edifici interposti sullrsquoasse visivo in direzione dellrsquoallevamento in particolare
quelli allineati lungo la via 27 Aprile e la via Bella Venezia escludono interferenze percettive
In merito ai beni architettonici segnalati considerando la piugrave vicina Casa Moretti Rossi che si trova a
circa 15 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento lungo la SP 139 in localitagrave Case Santi vale quanto osservato in
precedenza con riguardo allrsquoeffetto di barriera visiva degli interposti edifici e dei filari arborei
In ultimo nel territorio comunale lrsquounica area a vincolo archeologico egrave rappresentata dalla via
Postumia per la quale vale quanto scritto in precedenza mentre e per i siti a rischio archeologico
considerando quello situato ad una minore distanza corrispndente allrsquoinsediamento del periodo romano
in localitagrave Vallagrave Castelliero la distanza di circa 15 km e la presenza delle zone residenziali e industriali
in via dei Prai sono tali da escludere relazioni ed effetti diretti o indiretti
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15 PAESAGGIO
151 Quadro conoscitivo del Paesaggio
Per un primo inquadramento paesaggistico si considerano gli Ambiti o Aree di ricognizione del
paesaggio identificate ed illustrate nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) della
Regione Veneto e le Unitagrave di Paesaggio definite dal vigente PTCP della Provincia di Treviso in
subordine si tiene conto anche delle eventuali distinzioni del paesaggio proposte alla scala locale
attraverso i PAT
Il territorio regionale con la Variante del PTRC della Regione Veneto adottata nel 2013 egrave suddiviso in
quattordici Ambiti di Paesaggio per ognuno dei quali si prevede la successiva redazione di uno
specifico Piano Paesaggistico Regionale drsquoAmbito PPRA come stabilito allrsquoarticolo 71ter delle Norme
Tecniche del PTRC lrsquoazienda avicola ricade nellrsquoAmbito di Paesaggio n 6 ldquoAlta Pianura Venetardquo Tali
Ambiti di Paesaggio sono identificati e delimitati ma non descritti il loro riconoscimento come precisato
nel documento ldquoAmbiti di paesaggiordquo si basa sulla considerazione degli aspetti geomorfologici dei
caratteri paesaggistici dei valori naturalistici-ambientali e storico-culturali delle dinamiche di
trasformazione che interessano ciascun ambito delle specificitagrave peculiari ed anche delle realtagrave
amministrative attuali e delle esperienze pregresse della pianificazione regionale drsquoArea
Per quanto attiene agli Ambiti o Aree di ricognizione del paesaggio le stesse sono descritte nellrsquoAtlante
ricognitivo documento nel quale sono definiti obiettivi ed indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari al
PPRA sono identificati e delimitati alla scala territoriale regionale gli Ambiti-Aree ricognitive sono
inserite le schede analitiche di ricognizione per ogni Ambito-Area descrittive dei caratteri del
paesaggio delle dinamiche di trasformazione degli obiettivi ed indirizzi di qualitagrave paesaggistica
preliminari e di segnalazione degli aspetti di maggiore interesse
Lrsquoazienda avicola per la quale si prevede di aumentare il numero di capi allevati ricade nellrsquoAmbito-
Area ricognitiva n 21 della ldquoAlta Pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo con riferimento al contenuto della
relativa Scheda si richiama in forma sintetica nel successivo riquadro la parte descrittiva
selezionando i passi di maggiore interesse con riferimento alla zona ovest dello stesso Ambito dove si
trova lrsquoallevamento
PTRC ndash Atlante ricognitivo ndash Scheda Area 21 ldquoAlta pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo (stralcio)
Identificazione generale
Lrsquoarea oggetto della ricognizione interessa il territorio pianeggiante compreso tra lrsquoalveo del Piave a est e quello del Brenta a ovest Delimitato a nord dal margine delle colline trevigiane lrsquoarea oggetto della ricognizione si estende da Bassano fino alle porte di Treviso arrivando a sud fino al limite settentrionale della fascia delle risorgive
Frammentazione di Profilo C - Paesaggio a frammentazione alta con dominante insediativa
La categoria di comprende i territori comunali che sono occupati da aree urbanizzate per frazioni comprese tra un sesto e un terzo della loro estensione complessiva con usi del suolo ripartiti pressocheacute esclusivamente tra urbano e agricolo
Il paesaggio presenta condizioni di crisi della continuitagrave ambientale con spazi naturali o seminaturali relitti e fortemente frammentati dallrsquoinsediamento per lo piugrave quasi sempre linearmente conformato lungo gli assi di viabilitagrave e dalle monocolture agricole
Il paesaggio registra complessivamente stati di diffusa criticitagrave della sua articolazione spaziale con mosaici semplifi cati dal punto di vista ecologico e semiologico e al tempo stesso caratterizzati da fenomeni di congestione riferibili alla consistente frequenza di interazioni spaziali conflittuali fra diverse configurazioni o singole componenti in assenza di sistemi paesaggistici con funzioni di mediazione e inserimento Tali situazioni sono dovute anche alla natura incrementale degli sviluppi insediativi che esprimono in queste aree una elevata potenza di frammentazione
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PAGINA 102 194 Settembre 2015
Caratteri del paesaggio
Lrsquoarea oggetto di ricognizione egrave inserita in prevalenza tra lrsquoalta pianura antica ghiaiosa costituita da conoidi fluvioglaciali localmente terrazzati creati dai fiumi Piave Soligo e Brenta e lrsquoalta pianura recente ghiaiosa e calcarea costituita da conoidi e terrazzi dei fiumi alpini e secondariamente da piane alluvionali dei torrenti prealpini Il suolo in questa parte si presenta quindi in forma di ghiaie e sabbie estremamente calcaree fatta eccezione per il territorio dellrsquoalveo del fiume Musone costituito invece da limi e argille scarsamente calcarei ()
La copertura vegetale del suolo egrave costituita prevalentemente da seminativi accompagnati da siepi campestri lungo i canali e le canaline di irrigazione Lungo i corsi drsquoacqua principali si incontrano saliceti e formazioni riparie estese soprattutto nelle aree golenali del fiume Brenta Sono presenti piccoli lembi di boschi planiziali a querco-carpineto e una ampia area con presenza di prato stabile ()
() Le cittagrave maggiori sono accompagnate da una costellazione di centri medi e minori che si organizzano su un tessuto insediativo sparso di lunga tradizione storica oggi fortemente urbanizzato () agli insediamenti residenziali sono frammisti quelli produttivo-artigianali entrambi per lo piugrave connotati da scarso valore edilizio-architettonico
Lrsquoarea oggetto della ricognizione egrave caratterizzata dal passaggio di strade di grande importanza per lrsquointero territorio regionale la SR 53 Postumia che attraversa lrsquoambito in direzione est-ovest collegando Treviso a Cittadella e () la SR 245 Castellana da Castelfranco verso Bassano ()
Il valore naturalistico ed ecosistemico dellrsquoarea oggetto di ricognizione egrave ridotto a causa della massiccia antropizzazione ed egrave espresso essenzialmente dalla presenza di diverse aree tutelate ed inserite nella Rete Natura 2000 () I Prai di Castello di Godego di grande importanza naturalistica ed ecosistemica costituiscono un paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da ampi prati stabili e fitte alberature siepi e campi chiusi e attraversato da diversi corsi drsquoacqua il principale dei quali egrave il Musone La presenza d i aree in cui spesso ristagna lrsquoacqua e la natura argillosa dei suoli permettono la presenza di specie vegetali di particolare importanza ed un buon equilibrio tra naturalitagrave e utilizzo agricolo consente il mantenimento di una buona diversitagrave e ricchezza floristica e di tipi vegetazionali ()
Abitato fin da tempi remoti il territorio assume la sua configurazione attuale in epoca romana quando viene attraversato dallrsquoasse portante costituito dalla consolare Via Postumia e interessato da estese sistemazioni agrarie Insediata con continuitagrave durante tutto il Medioevo questa fascia di alta pianura un tempo centro di irradiazione del potere imperiale (Ezzelino e i Da Romano) diventa terreno di affermazione del potere dei diversi comuni cittadini che estendono fi no a qui il loro dominio (Padova Vicenza Treviso) fino alla loro conquista da parte della Serenissima () Ricca di acque e dellrsquoenergia da esse portate lrsquoarea oggetto della ricognizione egrave stata sempre caratterizzata dalla presenza di un esteso e articolato sistema di attivitagrave proto-industriali (magli fucine mulini folli ecc) () In gran parte dellrsquoarea oggetto della ricognizione egrave infatti leggibile la presenza della centuriazione romana che definisce uno schema di aggregazione degli abitati costituito dal nucleo urbano organizzato sullrsquoincrocio di assi ortogonali () lrsquoasse viario della via Postumia egrave a tuttrsquooggi una strada provinciale
Nella parte occidentale dellrsquoarea oggetto di ricognizione importanti sono i centri fortificati di Cittadella e Castelfranco sorti a partire dalla fine del secolo XII con funzioni difensive ma determinanti poi anche per la loro funzione di appropriazione della campagna Sorti in corrispondenza di due nodi della maglia regolare dellrsquoagro centuriato essi furono eretti a difesa dei territori di Padova e Treviso al di qua ed al di lagrave del Musone in un punto in cui convergono i confini dei tre comuni di Treviso Padova e Vicenza () Allrsquointerno di questa complessa trama insediativa consolidatasi in epoca medievale egrave frequente la presenza di ville venete alcune delle quali attribuite al Palladio stesso che si inseriscono nel territorio a partire dal Cinquecento per poi trasformarsi in sistema solo nel Settecento diventando occasione di sviluppo di nuovi nuclei di crescita
Dinamiche di trasformazione
Lrsquoarea oggetto di ricognizione presenta alcune aree (Fontane Bianche di Lancenigo Prai di Castello di Godego e Grave e zone umide del Brenta) in cui si riscontra una buona integritagrave ecosistemica e paesaggistica anche se queste costituiscono una sorta di oasi verdi isolate in un paesaggio agrario semplificato e fortemente urbanizzato Lrsquourbanizzazione ha inoltre reso meno riconoscibile il sistema storico-insediativo tradizionale () Anche il sistema paesaggistico afferente le ville venete con particolare riguardo a quelle di Palladio egrave stato per lo piugrave compromesso dallo sviluppo insediativo e infrastrutturale decontestualizzando il manufatto dal sistema di relazioni originario ()
I relitti del paesaggio agrario storico (siepi filari piantata di vite gelsi) sono messi a repentaglio dai processi di razionalizzazione dellrsquoagricoltura primo fra tutti quello relativo allrsquoirrigazione che sta sostituendo progressivamente il sistema a scorrimento Il risparmio di acqua ottenuto andrebbe valutato assieme al rischio che lrsquoeliminazione delle canaline di adduzione potrebbe provocare cioegrave quello di una ulteriore semplificazione della trama agraria con la perdita degli spazi di transizione tra i campi che rappresentano oggi lrsquoultima resistenza alla totale frammentazione ecosistemica dellrsquoarea
I principali fattori di rischio sono rappresentati - dallrsquoeccessivo carico antropico e dallrsquoespansione degli insediamenti residenziali e in particolar modo dalla diffusione
frammentaria delle attivitagrave produttive e artigianali - dalle attivitagrave di cava - dal continuo potenziamento delle infrastrutture a servizio di nuove espansioni - dalle pratiche agricole intensive (eutrofizzazione aggravata dallrsquointensificazione zootecnica percolazione di sostanze
inquinanti in falda semplificazione colturale)
Nella citata scheda sono inoltre identificati gli obiettivi e indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari in
taluni casi con puntuale riferimento a parti della stessa area di ricognizione si riprendono nel
successivo riquadro i punti direttamente relazionati alla porzione di territorio considerato allrsquointerno del
quale si trova lrsquoallevamento ed i punti indirettamente correlabili o di particolare rilevanza
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PTRC ndash Ambiti di paesaggio ndash Atlante ricognitivo ndash Scheda AdP 21 ldquoAlta pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo (stralcio)
Obiettivi e indirizzi di qualitagrave paesaggistica
5 Funzionalitagrave ambientale delle zone umide
5b Riattivare ove possibile la convivenza di funzionalitagrave produttive ed ecosistemiche nelle zone umide (risaie prati umidi torbiere palugrave ecc) ed in particolare i Prai di Castello di Godego
15 Valore storico culturale dei paesaggi agrari storici
15b Scoraggiare semplicazioni dellrsquoassetto poderale e intensicazioni delle colture in particolare nella parte ovest dellrsquoambito in cui si riconoscono ancora i caratteri della trama agraria storica della centuriazione recuperando il rapporto dellrsquoedificato con il territorio agricolo
24 Valore culturale e testimoniale degli insediamenti e dei manufatti storici
24a Salvaguardare il valore storico-culturale degli insediamenti in particolare le cittagrave murate di Bassano Cittadella e Castelfranco e dei manufatti di interesse storico testimoniale tra cui il sistema delle ville venete dei manufatti idraulici e opifici e la strada romana Postumia
26 Qualitagrave urbanistica ed edilizia degli insediamenti produttivi
26d Promuovere un migliore inserimento paesaggistico ed ambientale delle aree produttive (compresi gli allevamenti zootecnici intensivi) anche sulla base di adeguati studi sulla percezione visiva e sociale
26f Incoraggiare iniziative di riqualificazione degli spazi aperti delle aree produttive esistenti e indirizzare il progetto di quelle nuove verso una maggior presenza di vegetazione ed aree permeabili anche con funzione di compensazione ambientale e integrazione della rete ecologica
32 Inserimento paesaggistico e qualitagrave delle infrastrutture
32b Promuovere la riqualificazione dei corridoi viari caratterizzati da disordine visivo e funzionale
Il PTCP della Provincia di Treviso suddivide il territorio provinciale in unitagrave di paesaggio come da
definizione contenuta nelle Norme dello stesso ldquointese quali ambiti territoriali caratterizzati da un
costante grado di diversitagrave tale da contraddistinguere lrsquointera unitagrave e relativo ai caratteri loro propri e
cioegrave dei tipi di elementi e delle forme e distribuzioni della loro presenza nel territorio ai sistemi naturali
ed antropici (conformazioni geomorfologiche copertura vegetazionale tipi di uso del suolo forme
insediative dotazioni infrastrutturalihellip) presenti in esse prescindendo dalla loro caratterizzazione
documentariardquo Lrsquoidentificazione di tali Unitagrave di Paesaggio come illustrato nella Relazione di Piano
deriva da una prima suddivisione in macro ambiti morfologici e dal successivo confronto con la carta di
uso del suolo tali unitagrave sono analizzate secondo lrsquoapproccio dellrsquoecologia del paesaggio utilizzando
una serie di indicatori per ottenere un valore rappresentativo dello stato di qualitagrave ecologico-ambientale
nella situazione dello stato di fatto e in quella simulata assumendo gli scenari prospettati dal Piano al
fine di definire obiettivi e indirizzi ldquoorientati alla salvaguardia e promozione della diversitagrave sia biologica
che paesisticardquo
Il riconoscimento delle Unitagrave di paesaggio come meglio precisato nellrsquoelaborato Allegato P ldquoRete
ecologica e Unitagrave di paesaggiordquo deriva dallrsquoindividuazione delle ldquomacrounitagrave geomorfologicherdquo in base
ai caratteri omogenei di litologia e morfologia e delle unitagrave podologiche e dalla successiva
sovrapposizione con la Carta delle unitagrave ecosistemiche e verifica delle tipologie di elementi del
paesaggio della loro distribuzione rispetto alle unitagrave individuate in precedenza delle dimensioni e
forme In tale documento sono brevemente descritte le Unitagrave individuate con riguardo alla
geomorfologia ed alle caratteristiche drsquouso del suolo aggiungendo alcune osservazioni In termini
generali nel documento si evidenziano due segni del paesaggio quello impresso dalle centuriazioni
come fattore antropico ordinatore del paesaggio che in alcune UdP ha resistito nel tempo e si
caratterizza almeno in origine per una grana piuttosto fine e compatta mentre in altre UdP egrave stato
ldquoprogressivamente sconvolto dallrsquourbanizzazione diffusa determinando disordine ed un probabile
spreco di energiardquo e quello del reticolo fluviale che si associa allrsquoorientamento dei campi
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reciprocamente influenzati delineando direttrici principali e secondarie del paesaggio si annota infine
la relazione tra le principali aste fluviali e le ville con i parchi
Il Piano contiene nellrsquoAppendice 1 dellrsquoAllegato R schede descrittive delle singole Unitagrave che secondo
lrsquoapproccio adottato riportano dati riguardanti la demografia lrsquouso del suolo lrsquoinfrastrutturazione
lrsquoedificato e non descrizioni sui caratteri paesaggistici distintivi degli ambiti individuati
Lrsquoallevamento avicolo ricade allrsquointerno dellrsquoUnitagrave di Paesaggio P2 appartenente a quelle di pianura
che si configura come ampia fascia sui due lati del Torrente Muson che si estende dal Comune di San
Zenone a quello di Castelfranco Veneto interessando Loria Castello di Godego e Riese Pio X ed
attestandosi sul lato ovest lungo il confine provinciale nel sottostante riquadro si riprendono le note
descrittive contenute nel citato Allegato P
PTCP ndash Unitagrave di paesaggio ndash Allegato P - Descrizione
UdP P2
GEOMORFOLOGIA
A nord la zona collinare egrave caratterizzata dalla presenza di depositi alluvionali argillosi procedendo a sud verso la zona di pianura i depositi alluvionali sono per lo piugrave sabbiosi
CARATTERISTICHE USO DEL SUOLO
Area agricola a nord seminativi semplici con case sparse procedendo verso sud prevalgono le aree agricole eterogenee Tessuto urbano e aree industriali e commerciali diffuse in tutta lrsquounitagrave particolarmente sviluppate nella parte piugrave a sud nel comune di Castelfranco Veneto Il territorio egrave abbondantemente irrigato da corsi drsquoacqua naturaliformi
OSSERVAZIONI
Lrsquounitagrave egrave tagliata in senso longitudinale dalla SP20 che incrocia la SP81 questi due assi rappresentano un attrattore per lrsquoedificazione di tipo lineare Lrsquounitagrave ha una vocazione agricola spinta ma sono evidenti la frammentazione dei fondi e lrsquoazione di disturbo della viabilitagrave e dellrsquourbanizzazione che questa alimenta
La UdP P2 in base ai risultati scaturiti dallrsquoanalisi ecologico ambientale condotta viene definita come
ldquounitagrave dissipativardquo data lrsquoalta antropizzazione la qualitagrave ambientale generalmente bassa soprattutto
negli ambienti naturali residui ed anche la qualitagrave e quantitagrave degli habitat naturali scadente con
classificazione della stessa unitagrave come paesaggio rurale povero ad urbanizzato molto diffuso e con
standard sussidiari elevati di matrice agricola (76 di seminativi semplici con case sparse e omogenei
e aree agricole eterogenee) con dimensione delle tessere naturali piccola e delle tessere antropiche
media con frammentazione da strade medio alta e stabilitagrave della matrice medio bassa ed infine con
una caratterizzazione legata allrsquoattivitagrave agricola nessuna significativa estensione delle macchie naturali
tanto che boschi e corpi idrici hanno una consistenza minore delle aree di verde urbano Le
considerazioni e proposte formulate nel citato Allegato P per la UdP P2 sono richiamate nel
successivo riquadro
PTCP ndash Unitagrave di paesaggio ndash Allegato P ndash Scenario di Piano
UdP P2
Gli elementi di naturalitagrave di questa unitagrave sono legati alla presenza del torrente Musone sia come presenza dellrsquoacqua che per la residuale vegetazione ripariale Il corridoio di connessione nord-sud tra le core area montane e planiziali deve essere dotato di un maggiore grado di naturalitagrave attraverso la ricostituzione delle fasce arboree ripariali o il completamento delle residuali
Gli obiettivi di piano possono essere raggiunti mediante la riforestazione e formazione di zone umide di una superficie totale pari orientativamente a 500Ha equamente ripartita e al miglioramento ambientale di seminativi per un estensione di 2500Ha
Lrsquounitagrave si presenta giagrave abbastanza segnata dalla viabilitagrave attorno a cui lrsquoedilizia si distribuisce in maniera ldquoordinatardquo andando a costituire delle fasce abitate ad andamento suborizzontale da ovest ad est
Le mitigazioni richieste per la nuova viabilitagrave devono essere almeno 12 e possono essere espresse sia come interventi di deframmentazione in particolare nei tratti maggiormente interferenti con la rete ecologica di come riqualificazione delle aree interessate dalle fasce tampone con formazione di aree umide e fascesiepi di connessione fra queste e i corridoi fluviali
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Il PAT del Comune di Castelfranco Veneto nella Relazione Tecnica afferma che nel territorio
comunale non si riscontra una spiccata diversificazione della struttura paesaggistica risultato di
connotati fisico-morfologici assai omogeneirdquo pur potendo distinguere ldquoambiti territoriali con assetti
ambientali agricoli ed insediativi sufficientemente omogenei per i quali egrave possibile adottare una
suddivisione in quattro tipologierdquo definite come Unitagrave di paesaggio cosigrave denominate Paesaggio aperto
a vocazione agricola primaria Paesaggio aperto ad insediamento diffuso Paesaggio periurbano
Paesaggio urbano
Nel documento ldquoRelazione agronomico ambientalerdquo si precisa che le componenti paesaggistiche
considerate nellrsquoanalisi del paesaggio sono quelle abiotiche (geologia morfologia idrografia) biotiche
(vegetazione assetti ecosistemici habitat di pregio valore naturalistico) antropico relazionali
(emergenze storiche culturali architettoniche religiose) insediative (organizzazione dellrsquoinsediamento)
e percettive (ambiti visuali particolari sistemazioni agrarie tradizionali elementi puntuali testimoniali)
Gli assetti paesaggistici come precisato nella richiamata relazione sono identificati secondo il
ldquoprincipio fondamentale della integrativitagrave gerarchicardquo ovvero ldquole perimetrazioni devono derivare da
valutazioni rigorose allo scopo di non compromettere le funzioni bio-ecosistemicherdquo
Nella Tavola A4 ldquoCarta del paesaggiordquo sono distinte le porzioni di territorio appartenenti alle richiamate
Unitagrave di paesaggio e per quanto attiene allrsquoallevamento avicolo si riscontra che lo stesso ricade in
quella denominata ldquoPaesaggio aperto a vocazione agricola primariardquo nei documenti di Piano definito
ldquotipologia dominante lo spazio agricolo maggiormente conservato del territorio comunale la
destinazione colturale prevalente egrave a seminativo la messa a coltura del territorio ha comunque
preservato una residuale maglia a rete verde costituita da siepi e fasce arboreo arbustive posta a
fregio di corsi drsquoacqua e viabilitagrave poderale con presenza di legami (connessione) tra gli elementi
lrsquoedificazione egrave ridotta per lo piugrave isolata e di tipo rurale pregevole per i connotati di spazialitagrave ed i coni
visuali percepibili al suo interno data la collocazione distante dai centri urbani principali presenta un
gradiente di antropizzazione sostanzialmente stazionariordquo
Il PAT del Comune di Castello di Godego con la Tavola 102 ldquoCarta del paesaggiordquo del Quadro
conoscitivo suddivide il territorio comunale secondo quattro macrosistemi la porzione lungo il confine
orientale con il Comune di Castelfranco Veneto nel tratto a ridosso del perimetro dellrsquoarea
dellrsquoallevamento avicolo appartiene al Macrosistema A
Nella Relazione Agronomica elaborato 10 R del Quadro Conoscitivo del PAT si richiama la necessitagrave
di tutelare il paesaggio agrario indicando per le zone di pianura quali elementi che hanno
maggiormente lasciato lrsquoimpronta sullrsquoattuale assetto paesaggistico la morfologia fluviale (argini paleo
alvei terrazzi fluviali) la bonifica storica la bonifica idraulica la costruzione delle ville venete e degli
edifici storici gli edifici rurali e gli opifici con valenza tipologica la sistemazione idraulico agraria dei
ldquoPrairdquo Allrsquoopposto sono citati quali elementi che maggiormente interferiscono sul paesaggio agrario le
frange urbane le infrastrutture lineari (elettrodotti ferrovie strade principali ecc) gli edifici produttivi ad
impatto negativo le opere incongrue (es strutture dismesse eo abbandonate)
In tale relazione si definisce il Macrosistema A come ldquoambito agricolo caratterizzato da una forte
percezione degli elementi rurali da una buona integritagrave e da una scarsa edificazione residenzialirdquo ed in
cui ldquole siepi campestri e i prati stabili costituiscono gli elementi dominanti del paesaggio e in alcuni
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ambiti egrave ancora leggibile la struttura dei campi chiusirdquo e si riconosce una ldquobuona conservazione della
rete ecologica localerdquo
152 Caratteri del Paesaggio nellrsquoarea di analisi
Gli elementi costitutivi eo caratterizzanti il paesaggio da considerare per verificare gli eventuali effetti
sul paesaggio conseguenti al previsto incremento dei capi allevati oltre che dalla rilettura delle
richiamate articolazioni e definizioni degli ambiti e delle unitagrave di paesaggio derivano da un
approfondimento condotto riconsiderando la morfologia e idrografia la vegetazione e copertura od uso
del suolo il sistema insediativo e infrastrutturale ad una scala territoriale locale per una porzione
comprendente unrsquoarea entro i 2-3 km dal sito dellrsquoallevamentodi cui si dagrave di seguito conto
Per quanto attiene alla morfologia il territorio ha una giacitura pianeggiante con suolo composti da
materiali alluvionali con tessitura limoso argillosa mentre lrsquoidrografia egrave annovera alcuni corsi drsquoacqua
naturali in larga misura interessati da rettificazioni ed una fitta rete irrigua entrambe con uno sviluppo
da nord verso sud e sud-est Tra i corsi drsquoacqua naturali si distingue il Torrente Muson con asta dal
disegno curvilineo fino allrsquoabitato di Castello di Godego e poi rettilinea con asse parallelo a quello della
SP45 fino allrsquoingresso nellrsquoabitato di Castelfranco Veneto analoga situazione si riscontra per il Torrente
Avenale che entrando nel territorio del Comune di Castello di Godego assume forme geometriche
regolari con alcune deviazioni ad angolo retto Per entrambi i torrenti si riconoscono tracce di corso
fluviale estinto Il sistema irriguo comprende diversi fossi e scoli tra i quali si distinguono il Fosso
Avenaletto il Fosso La Roi che poco a nord di via San Pietro in territorio di Castello di Godego piega
ad est e dopo un breve tratto con andamento curvilineo confluisce nel Torrente Avenale e lo Scarico
Val di Riese che si origina a ovest della frazione di Vallagrave ed incrocia il Torrente Avenale in
corrispondenza della via Postumia
Per quanto riguarda la vegetazione poche sono le aree di tipo naturale e tolti i rari casi per altro di
ridotta estensione con una configurazione a ldquoboschettordquo si tratta delle fasce arboree di larghezza
contenuta che seguono i principali corsi drsquoacqua naturali o irrigui In tale territorio si distinguono
numerosi filari di bordo campo elementi dellrsquoagroecosistema che danno una diversa connotazione al
territorio rurale Lrsquoutilizzo agricolo del suolo vede prevalere il seminativo irriguo soprattutto a mais
accompagnato nella zona a cavallo del Torrente Avenale e tra questo e il Fosso la Roi da estesi
appezzamenti a prato (indicato anche come graminacee non in rotazione) In misura minore sono
presenti alcuni vigneti salvo pochi casi di piccola superficie ed anche colture orticole e legnose
agrarie Il paesaggio rurale presenta una relativamente minore uniformitagrave nella zona di Prai di Castello
di Godego grazie alla ripartizione tra campi a seminativo e campi a prato stabile ed alla presenza delle
fasce arboree e dei filari senza comunque assumere i connotati di una struttura a mosaico ma
richiamando la forma del campo chiuso Nel territorio sono ancora riconoscibili i segni
dellrsquoantropizzazione del periodo romano con lrsquoasse rettilineo della via Postumia e lrsquoimpostazione
geometrica dellrsquoagro centuriato in questrsquoultimo caso da ricondurre allrsquoorientamento dei campi che
laddove non accorpati hanno forma rettangolare allungata sullrsquoasse nord-sudest perpendicolare a
quello della citata strada romana analogo orientamento si riscontra per la gran parte dei fossi e scoli
irrigui
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Per quanto attiene al sistema insediativo questo si connota per la presenza di alcune aree urbane
maggiori formate dal centro storico e dalle estese zone di espansione residenziale e produttiva e dei
nuovi aggregati generati da un tipo di urbanizzazione diffusa che solo in parte si appoggia a
preesistenze di borghi rurali e viceversa in maggiore misura deriva da trasformazioni recenti che
seguono le direttrici delle infrastrutture viarie tale processo ha determinato saldature dellrsquoedificato che
rendono meno riconoscibile la matrice originaria e generano una elevata frammentazione territoriale
con disorganica distribuzione tra le diverse funzioni In dettaglio per lrsquoambito considerato si nota
lrsquourbanizzazione lineare con sostanziale assenza di discontinuitagrave tra il centro di Castelfranco Veneto
la frazione di Villarazza e lrsquoabitato di Castello di Godego per lrsquoedificazione lungo la SR45 ed ancora tra
lo stesso centro e la frazione di Vallegrave lungo la SP667 in parte tale forma di urbanizzazione ma con
maggiore presenza di fabbricati rurali e residenziali si riscontra anche lungo la via Bella Venezia che
fiancheggia per un tratto il Torrente Avenale e lungo la SP139 tra la C Beltrame e la giagrave citata
frazione dei Vallegrave Il sistema insediativo si completa con i numerosi fabbricati isolati o in piccoli gruppi
residenziali e rurali sparsi nel territorio agricolo Per quanto attiene allrsquoedificato di interesse storico
architettonico e testimoniale come giagrave illustrato si tratta di alcuni edifici religiosi o difensivi ed in
maggiore misura delle ville venete in questrsquoultimo caso in larga misura ubicate allrsquointerno degli abitati o
che sono state inglobate nel tessuto edificato delle relativamente recenti espansioni urbane (es Villa
Dolfin_Gradenigo Cagrave Moro) vedendo diminuire la loro riconoscibilitagrave e le relazioni con il contesto di
appartenenza In ultimo si segnala la presenza di alcuni fabbricati legati al periodo proto-industriale
sostanzialmente rappresentati da alcuni mulini
In conclusione tra gli elementi del paesaggio identificati che connotano qualificandolo un piugrave ampio
ambito territoriale-paesaggistico quelli in relazione diretta per vicinanza con lrsquoarea occupata
dallrsquoesistente allevamento avicolo dellrsquoAzienda Agricola Maggiolo sono riconducibili ai seguenti
- suolo pianeggiante e di origine alluvionale
- fosso Avenaletto facente parte della rete irrigua
- vegetazione arborea lungo il citato corso drsquoacqua in forma di fascia e lungo il margine dei
campi o laterale a strade poderali in forma di filare
- appezzamenti a seminativo e prati stabili con presenza di un piccolo vigneto allrsquointerno del
perimetro della stessa azienda
- tracce di persistenza della geometria dellrsquoagro centuriato di origine romana
153 Impatti sul paesaggio
Il progetto consiste nel solo aumento del numero di capi di polli allevati per ogni ciclo produttivo di
carne utilizzando appieno le strutture giagrave esistenti ed in esercizio non sono previste variazioni per
realizzazione di nuovi fabbricati od occupazione di nuove aree di servizio e quindi si escludono
modifiche dello stato di fatto e pertanto ricadute sui citati elementi strutturali e caratterizzanti il
paesaggio
Per quanto riguarda gli aspetti percettivi legati alla vista e riconoscibilitagrave dei citati singoli elementi
costitutivi del paesaggio o alla visione drsquoinsieme dello stesso premesso che non si prevede alcuna
modifica rispetto alla situazione attuale per aggiunta o modifica di fabbricati o strutture lrsquoubicazione
dellrsquoallevamento egrave tale che non si registrano interferenze di rilievo e alterazione della percezione degli
elementi che connotano tale porzione del paesaggio rurale Come giagrave illustrato al precedente punto
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inerente i beni culturali architettonici e archeologici la fascia arborea lungo il Fosso Avenaletto e i filari
lungo gli scoli ed a bordo campo in buona parte giagrave mascherano i fabbricati dellrsquoallevamento
chiudendo le visuali in direzione dello stesso e riferite ai principali assi viari e nuclei abitati22 In ogni
caso pur non essendo previste modifiche tali da richiedere interventi di mitigazione potrebbe essere
comunque presa in considerazione lrsquoopportunitagrave di migliorare la qualitagrave del paesaggio mettendo a
dimora specie arboree o arbustive in forma di filare lungo il perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento sul
lato ovest e previe necessarie verifiche sul lato sud
22
Si rimanda alla Tavola ldquoAnalisi della visibilitagraverdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
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16 ACQUE
161 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee
La qualitagrave delle acque sotterranee della provincia di Treviso viene monitorata dallrsquoARPAV da piugrave di 10
anni da una rete composta da 84 pozzi 7 sorgenti e 6 pozzi utilizzati solamente per misure di livello
Viene condotto sia il monitoraggio qualitativo delle acque intercettate che il monitoraggio quantitativo
con la misura del livello freatimetrico ovvero del livello della falda Il monitoraggio qualitativo ha
cadenza semestrale e interessa gli 84 pozzi e le 7 sorgenti Per gli 84 pozzi le campagne sono previste
in primavera e in autunno Il piano regionale di monitoraggio avrebbe previsto una frequenza di
campionamento semestrale per 63 punti semestrale per 15 e annuale per i rimanenti 6 Per le sorgenti
le campagne sono collegate alla loro particolare tipologia quelle prealpine sono campionate in gennaio
e in maggio ovvero in condizioni rispettivamente di magra invernale e di piena primaverile le sorgenti
pedemontane sono campionate in maggio e in agosto ovvero nel periodo di piena primaverile e di
magra tardo-estiva Il monitoraggio quantitativo interessa principalmente un sottoinsieme di 41 pozzi
della rete compresi i 6 pozzi utilizzati solamente a questo scopo e ha frequenza trimestrale Altri 10
pozzi sono semestralmente in coincidenza con le campagne di monitoraggio qualitativo
I risultati evidenziano una situazione non omogenea nel territorio provinciale La zona occidentale
presenta diverse criticitagrave concentrazioni di Nitrati elevate presenza diffusa di erbicidi e di solventi
organo-clorurati Secondo il rapporto annuale dellrsquoARPA Treviso (2013) ldquoTali criticitagrave hanno in parte
compromesso la qualitagrave delle acque delle falde poco profonde La situazione migliora spostandosi
verso est in virtugrave di carichi antropici minori e di un favorevole apporto idrico da parte del fiume Piave In
questa zona i superamenti molto meno frequenti sono principalmente dovuti alla presenza di solventi
organo-clorurati e in particolare di Tetracloroetilene e Tricloroetilenerdquo
A Castelfranco Veneto (stazioni 765) lo stato chimico delle acque sotterranee nel 2013 si presenta
scadente per ragioni legate alla presenza elevate concentrazioni di nitrati Il comune ricade infatti
pianura trevigiana considerata zona vulnerabile ai nitrati (si veda lo stralcio riportato di seguito - zone
vulnerabili ai nitrati di origine agricola in Provincia di Treviso (valori medi in mgl) larea di colore viola
corrisponde alla zona denominata dei 100 comuni dellalta pianura e che egrave stata recepita con delibera
del Consiglio Regionale n62 del 17 maggio 2006 larea di colore rosa corrisponde al bacino scolante
in laguna di Venezia che e stata decisa con delibera del Consiglio Regionale n 23 del 7 maggio 2003
Per quanto attiene allo stato quantitativo dallrsquoanalisi dei dati egrave possibile concludere come dal 2004 al
2013 egrave rilevabile una variabilitagrave livello della superficie piezometrica della falda freatica coerente con la
variabilitagrave stagionale e su archi temporali estesi su piugrave
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Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash Stato chimico e Misure del
livello freatico nel Comune di Castelfranco Veneto (PR - livello della superficie piezometrica dal piano di
riferimento (PR) falde freatiche il valore egrave negativo)
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Livello piezometrico - Castelfranco (pozzo 247)
Livello statico - m slm Livello da punto di riferimento della falda freatica - m
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Livello piezometrico - Castelfranco (pozzo 765)
Livello statico - m slm Livello da punto di riferimento della falda freatica - m
Elaborazioni su dati ARPA Veneto (httpwwwarpavenetoitdati-ambientaliopen-dataidrosferaacque-
sotterraneeacque-sotterranee-livello-piezometrico-delle-falde)
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PAGINA 112 194 Settembre 2015
Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash Nitrati nei pozzi monitorati
in provincia di Trevico nel 2013 (valori medi in mgl)
Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash zone vulnerabili ai nitrati di
origine agricola in Provincia di Treviso (valori medi in mgl)
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COD 15V055 PAGINA 113 194
162 Consumi di acqua
La societagrave Alto Trevigiano Servizi srl gestiste allrsquointerno del Autoritagrave drsquoAmbito di Territorio Ottimale
(AATO) Veneto Orientale il servizio idrico integrato di 53 comuni tra cui il comune di Castelfranco
Veneto (httpwwwaltotrevigianoserviziitarea-clientiacqua-potabile) La societagrave deve quindi garantire
il servizio in efficienza efficacia ed economicitagrave partendo dallrsquoadduzione e captazione delle fonti la
distribuzione dellrsquoacqua potabile nel territorio le linee di fognatura e gli impianti di depurazione fino allo
scarico delle stesse Non risultano disponibili dati aggiornati di consumo idrico per comune
Il Piano dAmbito dellAATO Veneto Orientale approvato con deliberazione di Assemblea dAmbito n
32004 e successivamente aggiornato con deliberazione di Assemblea dAmbito n 62004 riporta al
capitolo 6 ldquoAnalisi dellrsquoutilizzo e della domanda di risorsa idricardquo dati di consumo riferiti al 1991 da fonte
ISTAT
Secondo quanto riportato nel sito dellrsquoARPA Veneto i volumi drsquoacqua prelevati complessivamente in
Regione Veneto al 2008 risultano pari a 746498000 m3 di cui 129769000 m
3 riferiti allrsquoATO Veneto
orientale Sempre secondo quanto riportato nello stesso sito lrsquoacqua potabile erogata nel comune di
Castelfranco Veneto al 2008 risultava pari a 2496686 m3
(httpwwwarpavenetoitarpavinformaindicatori-ambientaliindicatori_ambientaliambiente-urbanofile-
e-allegati2013Consumi acqua potabile 2011csv)
Non sono disponibili dati di emungimento da pozzi privati
163 Impatti sulle acque
Il potenziale impatto sulle risorse idriche sotterranee egrave legato allrsquoattivitagrave di spandimento della pollina
ovvero da una non corretta distribuzione dello stesso sul terreno Considerato che lrsquoazienda agricola
Maggiolo cede interamente la pollina (misto lettiera a terzi) come sottoprodotto da riutilizzare e non da
spandere questa voce di potenziale impatto viene meno sia con riferimento alla situazione attuale che
allo scenario di progetto Lrsquoazienda non contribuisce quindi allrsquoinquinamento delle acque sotterranee
per nitrati
Il potenziale impatto sulle acque egrave legato anche al consumo della risorsa idrica Complessivamente il
consumo di acqua si attesta considerando anche il consumo per la pulizia in circa 2927 m3
attualmente e circa 7280 m3 in futuro che rappresentano rispettivamente il circa 01 ed circa 03 dei
consumi totali del comune di Castelfranco Veneto Si tenga in ogni caso conto che lrsquounica fonte di
approvvigionamento dellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave legata al pozzo presente nella stessa azienda e
che quindi i consumi dellrsquoazienda non gravano in ogni caso sui prelievi di acqua potabile
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PAGINA 114 194 Settembre 2015
17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE
171 Premessa
La presente valutazione egrave stata effettuata dal Dott Armando Buffoni
Di seguito vengono esposte le procedure e i risultati inerenti la valutazione dellrsquoemissione e dispersione
in atmosfera di inquinanti atmosferici e composti odorigeni derivanti dalle strutture di produzione
animale allevamento avicolo Azienda agricola Maggiolo ubicato in comune di Castelfranco Veneto
(TV) localitagrave Case Bella Venezia
Le emissioni del settore zootecnico possono essere raggruppate in 4 grandi categorie in relazione ai
loro effetti sulla salute e sullrsquoambiente
gas ad effetto serra biossido di carbonio (CO2) metano (CH4) e protossido di azoto (N2O) La
zootecnia contribuisce con una quota modesta alle emissioni di CO2 mentre rappresenta una
fonte molto significativa di metano (CH4) e in minor misura di protossido di azoto (N2O)
ammoniaca (NH3) questo composto contribuisce allrsquoacidificazione delle precipitazioni e di
conseguenza dei suoli e delle acque noncheacute ai fenomeni di eutrofizzazione La zootecnia egrave la
principale fonte di emissione di questo composto Le azioni proposte per ridurre le emissioni di
ammoniaca riguardano sia la gestione ordinaria degli allevamenti zootecnici e degli spandimenti
che le caratteristiche delle strutture dedicate a queste attivitagrave produttive
particolato fine le particelle di diametro inferiore ai 25 e 10 μm (PM25 e PM10) hanno effetti
negativi sulla salute umana e ne sono normati i limiti delle concentrazioni nellrsquoaria ambiente La
zootecnia della Pianura Padana partecipa con il 10-15 alle emissioni di questo inquinante Le
particelle che lo compongono sono potenziali vettori di composti odorigeni
composti odorigeni insieme eterogeneo di sostanze (oltre 200) tra cui lrsquoidrogeno solforato e i
mercaptani che sono percepite dallrsquoolfatto umano anche a concentrazioni molto modeste Sono
fonti di fastidio fino al disturbo intenso in relazione alla loro concentrazione alla durata e
frequenza degli eventi percepiti Lrsquoinfluenza sulla salute umana egrave principalmente legata alla
sfera emotiva
Lrsquoentitagrave delle emissioni dipende dalla specie animale dalle modalitagrave di allevamento dalle strutture
dedicate Lrsquoimpatto delle emissioni di composti inquinanti ma anche di odorigeni da parte del settore
zootecnico puograve essere diverso in relazione alle caratteristiche del territorio e dipende essenzialmente
dalle condizioni meteoclimatiche dallrsquouso del territorio dalla presenza di vegetazione ecc)
La modellistica della dispersione di composti inquinanti in atmosfera ha incontrato negli ultimi ventrsquoanni
un crescente interesse sia per le potenzialitagrave di previsione dellrsquoimpatto di nuove strutture produttive sia
per la capacitagrave di descrivere nel caso di impianti in attivitagrave le ricadute degli inquinanti sul territorio e
analizzare quindi gli eventuali effetti sulle popolazioni residenti e sullrsquoambiente (Ritter e Chitikela
2007)
Lrsquoutilizzo di modelli di dispersione ha interessato recentemente anche il settore zootecnico e numerosi
sono gli studi che hanno approfondito le caratteristiche emissive di unrsquoattivitagrave cosigrave articolata e
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COD 15V055 PAGINA 115 194
complessa Le emissioni di ammoniaca idrogeno solforato particolato sono al centro di indagini per
definire le piugrave indicate metodologie di analisi Recentemente date le peculiaritagrave del settore zootecnico
egrave stato sviluppato un modello che tratta in modo specifico le strutture dellrsquoallevamento animale (Yu Zet
al 2011ab)
Attualmente il rilascio di inquinati atmosferici da parte degli impianti zootecnici non egrave soggetto a vincoli
o limiti specifici anche se negli studi relativi allrsquoimpatto ambientale di attivitagrave zootecniche non egrave
possibile prescindere da una valutazione che consideri tutto lrsquoimpianto e il suo processo di produzione
ma soprattutto il territorio e il contesto ambientale nel quale esso si inserisce
Per quanto riguarda le emissioni e la dispersione dei composti odorigeni non vi sono norme di carattere
nazionali o riferimenti a livello europeo Vi sono perograve da alcuni anni provvedimenti di carattere regionale
che costituiscono oggi un primo riferimento per una valutazione oggettiva del disturbo olfattivo e per
lrsquoanalisi preventiva dellrsquoimpatto di attivitagrave produttive che presenti rilascio di odorigeni Le ldquoLinee Guida
per la caratterizzazione e lrsquoautorizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attivitagrave ad impatto
odorigenordquo approvate con Determinazione della Giunta Regionale della Lombardia n IX3018 (DGR
del 15 febbraio 2012) rappresentano un importante strumento di valutazione per queste problematiche
e hanno trovato una crescente applicazione nel settore zootecnico Le indicazioni in esse contenute
sono oggi seguite anche da altre regioni con unrsquoimportante tradizione zootecnica Esse sono coerenti
con la tendenza in atto giagrave da tempo in numerosi Pesi europei di utilizzare procedure specifiche per
limitare lrsquoinquinamento da odori e consentire un regolare sviluppo delle attivitagrave zootecniche senza che
esse costituiscano motivo di contrasto o tensione con i residenti vicini o con destinazione drsquouso del
territorio di natura diversa
La presente analisi e valutazione egrave stata redatta coerentemente con queste Linee Guida e riporta i
risultati dellrsquoapplicazione di un modello di dispersione atmosferica per valutare la distribuzione a livello
del suolo delle concentrazioni dei composti odorigeni emessi dalle strutture aziendali Lo stesso
modello di dispersione egrave stato impiegato per determinare le ricadute attese per PM10 ammoniaca e
idrogeno solforato
La presente analisi intende fornire un quadro di dettaglio delle emissioni degli inquinanti atmosferici e
composti odorigeni da parte dellrsquoimpianto di produzione animale dellrsquoAzienda Agricola sia per quanto
attiene le strutture e il processo di produzione di polli da carne attualmente adottato sia per lrsquoipotesi di
un piugrave intenso e razionale utilizzo dellrsquoimpianto Maggiolo (come descritto nel quadro di riferimento
progettuale la quale si rimanda) Lrsquoanalisi si egrave sviluppata con le seguenti fasi
analisi del ciclo di produzione ed individuazione dei fattori che influenzano il rilascio di inquinanti
atmosferici e composti odorigeni
stima quantitativa delle emissioni di ammoniaca metano PM10 idrogeno solforato e composti
odorigeni da parte dellrsquoAzienda
definizione del quadro emissivo generale
raccolta ed elaborazione preliminare dei dati meteorologici e di uso del suolo relativi alla zona
di interesse
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 116 194 Settembre 2015
elaborazione mediante il modello di dispersione dei composti emessi e determinazione delle
ricadute
calcolo degli indicatori sintetici ed elaborazione delle mappe drsquoimpatto
172 Breve richiamo delle caratteristiche dellrsquoAzienda e dellrsquoattivitagrave di allevamento
LrsquoAzienda Maggiolo egrave inserita in un ampio contesto agricolo dove sono perograve rappresentate numerose
attivitagrave produttive di piccole dimensioni di natura diversa e con una densitagrave abitativa non del tutto
trascurabile Si tratta di un paesaggio insediativo ampiamente diffuso in questa porzione della Pianura
Padana Lrsquoagricoltura fortemente presente egrave contraddistinta dallrsquointensa e regolare parcellizzazione
del territorio e dalla scarsa presenza di vegetazione arborea
Lrsquoazienda egrave situata a 25 km dal centro abitato di Castelfranco Veneto in direzione nord Sono presenti
a minor distanza dallrsquoAzienda diverse frazioni evidenziate nella Carta dellrsquouso del suolo noncheacute
residenze isolate23 LrsquoAzienda ha attualmente a disposizione per lrsquoallevamento 5 ampi capannoni che
costituiscono le sole strutture dedicate alla produzione
Lrsquoattivitagrave di produzione del pollo da carne consiste essenzialmente nel provvedere alle necessitagrave di
pulcini di pollo di razze selezionate nel corso del loro processo di crescita e sviluppo sino a ottenere
degli animali pronti per il consumo (broilers) le cui dimensioni variano in funzione dei tempi di
allevamento Tipicamente si distinguono tre categorie di animale adulto il pollo leggero di peso pari a
circa 18 kg il pollo medio di 27 kg e il pollo pesante che raggiunge e supera i 36 kg
I pulcini in arrivo dagli incubatoi vengono introdotti in numero di 39500 capi nei capannoni dove
avviene lrsquoallevamento e nei quali egrave stata preparata la lettiera Il ciclo che si intende esaminare per
quanto attiene lrsquoemissione di inquinanti atmosferici e composti odorigeni egrave quindi esclusivamente dato
dalla fase di ingrasso I pulcini del peso di 10 g circa sono consegnati allrsquoAzienda e allevati fino al
raggiungimento del peso programmato per il pollo da carne pesante Poicheacute lrsquoaccrescimento egrave rapido e
lrsquoesigenza di spazio per ogni capo aumenta velocemente dallrsquoinizio del ciclo di produzione si attuano
due ldquosfoltimentirdquo inviando al macello una quota degli animali che avranno quindi raggiunto il peso
commerciale corrispondente al pollo leggero prima e al ldquopollo mediordquo in seguito mentre i restanti capi
raggiungeranno la fine del ciclo e il peso commerciale del pollo pesante
Annualmente considerando che la gestione dellrsquoingrasso prevede un unico gruppo omogeneo di capi e
un periodo di vuoto sanitario di 21 giorni si hanno poco meno di 5 cicli di produzione allrsquoanno
LrsquoAzienda Agricola opera in soccida dal soccidante essa riceve i capi il mangime lrsquoassistenza
veterinaria e i farmaci eventualmente necessari e a questo poi consegna i capi allevati a fine ciclo
Nello scenario di progetto si considera qui lrsquoipotesi di poter avere allrsquoavvio del ciclo poco piugrave di 110000
pulcini e portare a fine ciclo il 60 dei capi attuando due sfoltimenti
Le strutture dellrsquoimpianto di produzione sono date esclusivamente da cinque capannoni di tipo a tunnel
posti paralleli con la dimensione maggiore in senso est-ovest I capannoni sono aperti sui lati minori
mediante porte Sui lati maggiori sono presenti per tutta la lunghezza aperture regolabili
23
Si rimanda alle Tavole di Inquadramento e dellrsquoUso del Suolo inserite in lrsquoAllegato Cartografico
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automaticamente in base alle condizioni di temperatura esterna La superficie complessiva utile
allrsquointerno dei capannoni egrave di 5499 m2
Sulle pareti poste a ovest di ognuno dei capannoni sono installati 8 estrattori drsquoaria (6 presso il
capannone 1) azionati da motori elettrici prodotti dalla ditta Munters sono presenti due modelli con
portata di ogni singolo estrattore compresa tra circa 13000 e 30000 m3h Tutti gli estrattori sono
quindi collocati a breve distanza lrsquouno dallrsquoaltro e determinano quando in azione un richiamo di aria
dalle finestre laterali che viene poi indirizzato verso lrsquoestremitagrave di ogni capannone I motori che
regolano gli estrattori sono azionati secondo programmi prestabiliti in modo tale da poter garantire la
temperatura ottimale per la crescita degli animali Allrsquoinizio del ciclo quando le esigenze termiche sono
maggiori la ventilazione avviene ad intervalli di breve durata con il solo obiettivo di provvedere al
ricambio dellrsquoaria
Con il crescere del peso dei capi lrsquoazione degli estrattori si fa piugrave consistente (aumenta il numero di
estrattori in azione) e prolungata Allrsquoaccasamento quando questo si sviluppa nel corso della stagione
fredda i pulcini sono mantenuti alla temperatura di 30-35 degC condizione che viene realizzata con
apposite lampade a gas Con lo sviluppo dei capi la temperatura ambiente viene ridotta
progressivamente dopo i primi 3 - 4 giorni la temperatura si riduce di 1 degC ogni 2 giorni per arrivare
dopo le 3 settimane a valori di circa 18 - 20degC Quando la temperatura dellrsquoaria esterna egrave superiore a
quella interna desiderata sono azionati sistemi di nebulizzazione che consentono di abbattere parte del
calore
Lrsquoimpianto per la distribuzione dellrsquoacqua di abbeveraggio egrave composto da condutture di distribuzione
idrica interne Gli abbeveratoi sono dotati di dispositivi che consentono allrsquoanimale di comandare
lrsquoerogazione dellrsquoacqua Il controllo dellrsquoacqua egrave importante per evitare che perdite e ristagni facciano
aumentare la decomposizione della lettiera mista alle deiezioni stimolando i processi di fermentazione
con rilascio di ammoniaca e odori molesti La lettiera viene allontana al termine di ogni ciclo mediante
pala meccanica Deiezioni e lettiera vengono immediatamente allontanati dalla superficie aziendale e
inviati a processi di valorizzazione energetica
173 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo
Il territorio su cui insiste lrsquoazienda agricola ha un carattere prevalentemente agricolo pur in presenza di
un crescente tessuto di attivitagrave artigianali e commerciali24
Ai fini della simulazione della dispersione di composti aeriformi si considera la superficie a prevalente
uso agricolo
In relazione alla dimensione dellrsquoimpianto zootecnico alla omogeneitagrave del territorio e al quadro
meteorologico si egrave considerato per le successive elaborazioni modellistiche un territorio piuttosto ampio
pari a 9 km2 e definito quindi da un poligono quadrato di 3 x 3 km Il baricentro del dominio di calcolo egrave
posto al centro del poligono che circoscrive i ricoveri Il poligono che definisce il dominio di calcolo egrave
individuato dalle coordinate (UTM 32 T)
24
Si rimanda alle Tavole di Inquadramento e dellrsquoUso del Suolo inserite in lrsquoAllegato Cartografico
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Coordinate dei vertici del dominio di calcolo
Posizione Lon Lat
centro del dominio di calcolo 7264740 50640980
vertice SW 7249740 50625980
vertice SE 7279740 50625980
vertice NE 7279740 50655980
vertice NW 7249740 50655980
Il vertice SW definisce con la dimensione del lato il dominio di calcolo in modo univoco La mappa
sotto riportata indica graficamente il dominio di calcolo sullrsquoortofoto ed evidenzia il territorio dei diversi
comuni piugrave prossimi allrsquoimpianto zootecnico Con riferimento alle emissioni di composti odorigeni sono
stati individuati i ricettori considerati rappresentativi presso i quali saranno verificate puntualmente le
concentrazioni relative al 98deg percentile dellrsquoinsieme dei dati calcolati Sugli stessi ricettori sono stimate
anche le concentrazioni degli inquinanti considerati (ammoniaca idrogeno solforato e particolato fine)
I ricettori individuati allrsquointerno del dominio di calcolo sono dati da edifici residenziali non classificabili
come abitazioni dei conduttori di altri impianti zootecnici Allrsquointerno della superficie definita dal dominio
non ricadono strutture di uso pubblico come scuole ospedali case di riposo che possano essere
definite senzrsquoaltro ricettori sensibili Inoltre al fine di una piugrave immediata valutazione delle ricadute si
sono individuati ricettori discreti posti a distanza prefissata (500 m) dalle sorgenti di emissione
Per omogeneitagrave il programma di calcolo egrave stato impostato per definire presso questi punti non solo il
livello delle concentrazioni di odorigeni ma anche le concentrazioni di PM10 ammoniaca e idrogeno
solforato elaborate secondo gli indici prefissati
Coordinate delle abitazioni
Posizione Uso Lon Lat
Nord Residenziale isolato 72654396 m E 506448730 m N
Sud Residenziale isolato 72618700 m E 506376150 m N
Est Residenziale isolato 72682166 m E 506424135 m N
Coordinate dei ricettori discreti
Posizione Uso Lon Lat
Nord Produzartig 7264740 m E 50645980 m N
Ovest Residenziale 7259740 m E 50640980 m N
Sud Agricolo 7264740 m E 50635980 m N
Est Agricolo 7269740 m E 50640980 m N
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Dominio di calcolo (3x3 km) con lrsquoindicazione della posizione dei ricettori considerati (in rosso i ricettori residenziali in giallo i ricettori discreti a 500m)
174 Emissione aziendali
1741 Fattori di emissione
Con fattore di emissione si indica il tasso di rilascio di uno o piugrave composti chimici riferito alle unitagrave di
tempo e spazio I fattori di emissione impiegati nellrsquoambito dello studio delle emissioni zootecniche
sono per praticitagrave riferiti al singolo capo animale
Per la presente indagine i fattori di emissione adottati per la quantificazione delle emissioni e il calcolo
della dispersione sono stati indicati da uffici provinciali veneti per il settore agricoltura e utilizzati per
analoghe valutazioni (ing Tassari com pers)
I fattori di emissione per metano e ammoniaca derivano da uno studio condotta dalla Regione
Piemonte (Cesano M 2013) Informazioni piugrave dettagliate riguardo i tassi emissivi di NH3 per il settore
avicolo sono riportati in Eurich-Menden et al (2010) Il dato per lrsquoidrogeno solforato egrave stato individuato a
seguito di una specifica indagine bibliografica
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La tabella che segue riporta per i diversi composti il valore dei fattori di emissione applicati nella
presente indagine
Fattori di emissione impiegati per la stima delle emissioni
Composto Unitagrave di misura Sorgente
Metano gcapogiorno 000164
Ammoniaca gcapogiorno 022
PM10 gcapogiorno 003
Idrogeno solforato gcapogiorno 00015
Odore UOcapos 003
1742 Quadro emissivo aziendale
Si considerano in questa applicazione i capannoni quali sorgenti puntuali in quanto le emissioni
avvengono in modo esclusivo attraverso lrsquoazione degli estrattori drsquoaria posti presso lrsquoestremitagrave
occidentale di ogni ricovero Il rilascio dei composti di interesse egrave dunque concentrato su una superficie
estremamente esigua corrispondente agli estrattori dei diversi capannoni Le coordinate (UTM 32 T)
delle sorgenti sono riportate nella riportate nella tabella che segue
Coordinate dei punti emissivi
Punto di emissione Lat Lon
Capannone 1 506412320 m N 72642919 m E
Capannone 2 506410317 m N 72641426 m E
Capannone 3 506408284 m N 72641450 m E
Capannone 4 506406430 m N 72641896 m E
Capannone 5 506404704 m N 72642540 m E
Lrsquoattivitagrave di allevamento di polli da carne prevede attualmente un accasamento di 39500 capi con un
tipico ciclo misto (produzione di polli di peso differenziato) di una durata complessiva di circa 60 giorni
con due momenti di sfoltimento Il primo fissato a 3437 giorni al raggiungimento del peso medio di 18
kg e un secondo dopo 4547 giorni dallrsquoinizio del ciclo quando i capi rimanenti raggiungono un peso di
27 kg circa I rimanenti capi raggiungeranno il peso di circa 36 kg al termine dei 60 giorni
programmati Tra due cicli di allevamento viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle
normative vigenti della durata di 21 giorni Lrsquoazienda sviluppa dunque poco meno di 5 cicli completi ogni
anno Con lrsquoinizio del vuoto sanitario viene asportata la lettiera a cui seguono le operazioni di pulizia e
disinfezione dei ricoveri e delle attrezzature
Sulla base della disponibilitagrave di superficie utile allrsquoallevamento avicolo lrsquoAzienda Agricola Maggiolo
intende ampliare la propria capacitagrave di produzione fino ad una massimo pari a 110000 capi per ciclo
Si tratta un intervento volto ad un piugrave razionale utilizzo degli spazi senza alcun ampliamento delle
strutture esistenti Lrsquoipotesi di intervento di incremento della produzione prevede un aumento del
numero di capi accasati pari a 110 000 individui di peso variabile tra 18 e 36 kgcapo ricorrendo allo
stesso schema di allevamento giagrave attuato Si tratta dunque di cicli di allevamento di tipo misto di durata
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complessiva pari a circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento (a 3437 giorni circa
quando i capi raggiungono un peso medio di 18 kg e a 4547 giorni quando i capi rimanenti
raggiungono un peso di 27 kg circa)
0
20000
40000
60000
80000
100000
120000
1 31 61 91 121 151 181 211 241 271 301 331 361
Cap
i n
Giorni
Stato attuale
Incremento prod
Andamento del numero di capi allevati nel corso dellrsquoanno Situazione attuale e ipotesi di incremento produttivo
Le emissioni in atmosfera raggiungono le 2 t di ammoniaca nelle condizioni attuali mentre egrave atteso nel
caso di incremento della produzione un aumento fino a 5 ta di ammoniaca Lrsquoandamento delle
emissioni rispecchia quello dellrsquoammontare dei capi accasati Entrano in gioco tuttavia anche altri fattori
come la temperatura dellrsquoaria che incide sullrsquoutilizzo degli estrattori drsquoaria e quindi sui rilasci in
atmosfera
Emissioni aziendali complessive allo stato attuale e nellrsquoipotesi incremento della produzione (1)
stima sulla base di 285 gg di attivitagrave produttiva
Composto Unitagrave di misura Emissioni totali annue (1) Emissioni totali annue (
1)
Stato attuale Ipotesi di incremento
Metano tanno 0015 0039
Ammoniaca tanno 2006 5214
PM10 tanno 0274 0711
Idrogeno solforato tanno 0014 0036
Odore UOs (media) 9763 24948
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Lrsquoandamento delle emissioni rispecchia quello dellrsquoammontare dei capi accasati I grafici che seguono
riportano lrsquoandamento delle emissioni dei diversi composti considerati nel corso di un anno di attivitagrave
allo stato attuale Nel caso lrsquoAzienda addotti lrsquoincremento della produzione ipotizzato si avragrave un
aumento proporzionale delle emissioni
0
2
4
6
8
10
1 61 121 181 241 301 361
kg
Giorni
NH3 (Kg)
PM10 (Kg)
Andamento attuale delle emissioni nel corso dellrsquoanno
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0
20
40
60
80
100
1 61 121 181 241 301 361
g
Giorni
H2S (g)
CH4 (g)
Andamento attuale delle emissioni nel corso dellrsquoanno
1743 Sorgenti fugitive
Sono sorgenti fugitive i punti di rilascio di inquinanti o composti odorigeni di natura incontrollata e
involontaria di piccole dimensioni e di carattere occasionale Lrsquoimpianto di produzione animale in
esame ha una struttura assai semplice e le caratteristiche noncheacute lrsquoetagrave dei ricoveri risultano tali da
poter garantire un buon controllo degli scambi drsquoaria con lrsquoesterno
Il rilascio di odorigeni e inquinanti puograve verificarsi in occasione della pulizia dei ricoveri Tuttavia dal
sopralluogo condotto in Azienda si egrave evidenziata unrsquoattenta movimentazione dei materiali e condizioni
ottimali di pulizia dei piazzali e delle aree adiacenti i ricoveri e i silos Ciograve fa ritenere che queste
emissioni possano essere considerate trascurabili
1744 Ventilazione
I capannoni sono dotati di estrattori dellrsquoaria interna al fine di garantire le migliori condizioni di
benessere ai capi allevati sia in termini di qualitagrave dellrsquoaria che di temperatura Con lrsquoestrazione dellrsquoaria
interna si ha un flusso forzato concentrato presso gli estrattori La ventilazione deve essere sufficiente
per evitare temperature troppo elevate e lrsquoumiditagrave eccessiva Essa deve essere in grado di allontanare
le polveri e la CO2 e garantire unrsquoadeguata ossigenazione
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Caratteristiche del sistema di estrazione dellrsquoaria dai capannoni
Ventilatori Ndeg superfici estrattori (m2) Portata totale ventilatori (m
3h)
4+2 76 146000
8 10150 240000
8 10150 240000
8 10150 240000
8 10150 240000
I fabbisogni di aria sono piugrave elevati in estate (3-6 m3orakg di peso vivo) quando cegrave la necessitagrave di
smaltire calore in inverno sono sufficienti 1-3 m3h per kg di peso vivo (1 m
3h per kg pv egrave la soglia
convenzionale minima da garantire anche nel periodo invernale)
Sulla base delle portate stimate nel corso del ciclo di produzione si egrave determinata la
portata di odore (OER - Odour Emission Rate) data dal prodotto tra la portata e la concentrazione
espressa in ouEs
OER [ouEs] = Cod [ouEm3] x Qsorg [m
3s]
La portata volumetrica dellrsquoaria egrave stata stimata sulla base delle temperature locali e il conseguente
utilizzo degli estrattori In via prudenziale si egrave ammesso che lrsquoestrazione dellrsquoaria sia pari
indicativamente a 10 m3hcapo nella la stagione calda 2 m
3hcapo nella stagione fredda e tra i 3 e
75 m3hcapo nei mesi intermedi
175 Quadro meteoclimatico
Il Comune di Castelfranco Veneto egrave situato nella parte occidentale del territorio della Provincia di
Treviso in un ambito di transizione tra lrsquoarea di alta pianura in destra Piave e quella di bassa pianura
delimitata dalla linea delle risorgive Il territorio provinciale presenta le tipiche caratteristiche dellrsquoarea di
transizione tra i rilievi alpini ed il mare Le caratteristiche climatiche sono suddivisibili in due ambiti
principali quello settentrionale collinare-pedemontano e quello centro-meridionale costituito dallrsquoalta e
bassa pianura Il territorio del comune di Castelfranco Veneto egrave posto a cavallo tra queste ultime unitagrave
geografiche Si considerano di seguito i dati climatici relativi al territorio di interesse e i dati rilevati a
Castelfranco Veneto nel 2013 e utilizzati nello studio di dispersione
1751 Precipitazioni
Il regime pluviometrico rientra nel tipo equinoziale con due picchi di precipitazione primaverile e
autunnale pressocheacute simili in particolare risultano piugrave piovosi i mesi di aprile e ottobre mentre quelli
meno piovosi sono i mesi invernali di dicembre gennaio e febbraio La precipitazione media si attesta
attorno ai 1000 mm allrsquoanno Lrsquoarea ricade in un territorio con caratteristiche pluviometriche
complessivamente abbastanza favorevoli con precipitazioni nel periodo critico estivo di luglio e agosto
superiori ai 90 mm La stagione maggiormente piovosa egrave quella autunnale ma nel complesso le piogge
sono distribuite con una buona omogeneitagrave
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Precipitazioni medie mensili (medie climatiche) e loro andamento nel corso del 2013
1752 Temperatura
La temperatura media annua egrave risultata compresa tra 135 e 15degC Il mese piugrave egrave risultato luglio (media
233degC) quello piugrave freddo gennaio (media 32degC) I grafici che seguono riportano lrsquoandamento delle
temperature nel corso dellrsquoanno
Le temperature massime assolute hanno raggiunto e superato nellrsquoultimo decennio i 37degC le minime
assolute risalgono invece ad anni piugrave lontani tra cui il 1985 caratterizzato da valori fino a -14degC
Legate alle temperature invernali vi egrave il fenomeno dellrsquoinversione termica che determina in talune
condizioni il ristagno dellrsquoaria nei bassi strati dellrsquoatmosfera e scarsa possibilitagrave di dispersione delle
emissioni I giorni di nebbia legati in parte a questo fenomeno possono essere anche piuttosto
numerosi fino al 30 dei giorni nel periodo invernale
0
20
40
60
80
100
120
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
mm
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Andamento delle temperature nel corso dellrsquoanno 2013
1753 Umiditagrave relativa
Lrsquoumiditagrave relativa egrave in genere elevata in tutte le stagioni dellrsquoanno Soprattutto in estate essa risulta
particolarmente marcata Il grafico che segue riporta i dati rilevati negli anni piugrave recenti risulta evidente
come in tutti i mesi dellrsquoanno i valori si mantengano su valori elevati e vi sia scarsa escursione tra le
diverse stagioni
-5
0
5
10
15
20
25
30
35
40
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
deg
C
Massime Minime Medie
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Valori di umiditagrave relativa nel corso dellrsquoanno
1754 Anemolologia
Il regime dei venti rilevato presso la stazione meteorologica di Castelnuovo Veneto egrave caratterizzato da
una prevalenza delle provenienze dal quadrante nord-orientale La velocitagrave del vento egrave sempre
piuttosto contenuta con valori compresi tra 05 e 2 ms che coprono quasi la metagrave delle ore di vento La
figura riporta la rosa dei venti su base annua Le calme di vento raggiungo quasi il 20 delle ore
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
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PAGINA 128 194 Settembre 2015
Rosa dei venti e distribuzione delle classi di velocitagrave del vento
Le ore di vento teso sono limitate a pochi isolati episodi la provenienza egrave NE Nel corso dellrsquoanno la
distribuzione delle provenienze del vento e la direzione prevalente riflette nei diversi trimestri il quadro
evidenziato su base annua Le occasioni con vento piugrave teso sono concentrate nei primi due trimestri
Nel periodo piugrave caldo la ventilazione si mantiene piugrave evidente e la percentuale di ore di calma
raggiunge il minimo In autunno al contrario aumentano le calme di vento (quasi il 30 del totale) e la
provenienza del vento egrave esclusivamente settentrionale
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Rose dei venti riferite ai diversi trimetri dellrsquoanno Stazione di Castelfranco V anno 2013
1deg trimestre
2deg trimestre
3deg trimestre
4deg trimestre
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1755 Classi di stabilitagrave atmosferica
Il modello di dispersione impiegato richieda la preventiva determinazione delle classi di stabilitagrave
atmosferica di Paquill (1961) Queste sono state determinate utilizzando i dati relativi alla radiazione
solare alla velocitagrave del vento e alla copertura nuvolosa questrsquoultima desunta dalle rilevazione condotte
presso lrsquoaeroporto di Treviso (Dati Metar)
Le classi di stabilitagrave atmosferica individuate fanno riferimento allo schema riportato nelle tabelle che
seguono Lrsquoelaborazione dei dati relativi al 2013 ha evidenziato come le condizioni piugrave frequenti siano
quelle prossime alla neutralitagrave con oltre il 50 delle ore dellrsquoanno
Classi di stabilitagrave atmosferica
Ore del giorno ndash Radiazione solare
Wm2
Ore della notte - Copertura
nuvolosa
Velocitagrave del
vento gt=925 924 - 675 675 - 175 lt 175 gt 48 lt= 48
lt 2 ms A A B D E F
2-3 ms A B C D E F
3-5 ms B B C D D E
5-6 ms C C D D D D
gt 6 ms C D D D D D
Classi di stabilitagrave atmosferica per lrsquoarea di Castelfranco Veneto
Classe Descrizione Numero di oreanno
A Condizioni estremamente instabili 461 53
B Condizioni moderatamente instabili 1550 177
C Condizioni leggermente instabili 358 41
D Condizioni di neutralitagrave 2455 280
E Condizioni quasi stabili 2437 278
F Condizioni moderatamente stabili 1499 171
Totale 8760 100
171 Qualitagrave dellrsquoaria
La qualitagrave dellrsquoaria egrave monitorata da alcune stazioni di misura gestite da ARPA Veneto di cui quella piugrave
vicina allrsquoarea in esame risulta essere quella di Bassano del Grappa distante non piugrave di 15 -20 km e
classificata come fondo urbano Si tratta dunque di un sito di misura con posizione e caratteristiche che
la rendono un ragionevole riferimento circa la qualitagrave dellrsquoaria nella zona in esame
Lrsquounico inquinante di interesse rilevato con regolaritagrave egrave il PM10 I dati disponibili per il 2008 e 2009
registrano un valore di concentrazione media annua di 27-29 microgm3 contenuto rispetto ai valori del
capoluogo e in linea con i limiti normativi ma anche 40-42 superamenti della soglia di 50 microgm3
Decisamente piugrave elevati sono i dati delle centraline urbane della zona che presentano un numero di
superamenti che ha toccato la soglia 50 microgm3 in oltre il doppio degli eventi
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Dal quadro che ARPAV fornisce con i suoi periodici rapporti e dai dati qui riportati si puograve affermare
che lrsquoinquinamento da PM10 rappresenti nella provincia una problematica rilevante ma che sembra
interessare soprattutto le aree piugrave urbanizzate mentre i dati della stazione di Bassano si collocano sui
valori piugrave contenuti
Per quanto riguarda le concentrazioni di NH3 non si dispone di dati di confronto ma si segnala che in
talune zone caratterizzate da particolari attivitagrave produttive ARPAV provvede ad attivitagrave di
monitoraggio La zona in esame tuttavia non ricade tra quelle ritenute piugrave esposte ad elevate
emissioni di NH3
172 Modello di dispersione
1721 Scelta della tipologia di modello e del codice software
Per la valutazione previsionale della diffusione delle emissioni in atmosfera si egrave adottato il software
Windimula v20 elaborato da ENEA Il software richiede lrsquoinserimento di dati di base per effettuare le
simulazioni quali lrsquoestensione del dominio territoriale di analisi la scansione temporale dei dati meteo e
le emissioni unitarie Per la stima delle concentrazioni in atmosfera e delle ricadute al suolo egrave stata
eseguita una modellizzazione utilizzando il modello WinDimula Questo modello egrave inserito nellrsquoelenco
da APAT (Agenzia Italiana per la protezione dellrsquoambiente e per i servizi tecnici) dei software per la
valutazione e gestione della qualitagrave dellrsquoaria (httpwwwsmrarpaemritctn )
1722 Estensione del dominio territoriale di analisi
Lrsquoelaborazione della simulazione effettuata con il software Windimula egrave stata eseguita con
lrsquoimpostazione del dominio orografico attraverso un reticolo di 101 101 punti con un passo di 30 m
per uno sviluppo di 3 km 3 km dal centro della sorgente Nel modello si egrave considerata tra le altre
variabili di input anche lrsquoinfluenza dellrsquoorografia del territorio
1723 Scansione temporale
In questo caso si egrave adottato il modulo di simulazione del programma Windimula chiamato ldquoshort termrdquo
che permette di calcolare la distribuzione spaziale sul territorio delle concentrazioni al suolo degli
inquinanti considerati riferiti sul breve periodo Lrsquoinput meteo egrave rappresentato in questo caso da un
valore istantaneo di intensitagrave e direzione del vento Le caratteristiche del modulo sono stazionarietagrave nel
tempo delle condizioni meteo e continuitagrave dellrsquoemissione in esame Pertanto lrsquoutilizzo di questo modello
nei casi piugrave impattanti (ad es assenza vento continuitagrave dellrsquoemissione alla massima portata ipotizzata
nelle diverse situazioni di operativitagrave) egrave decisamente piugrave cautelativo rispetto al ldquomodello climatologicordquo
del software che prevede lrsquoutilizzo di cosiddette ldquojoint frequency functionsrdquo che riportano tramite
frequenze di accadimento lrsquoaggregazione di dati di velocitagrave e direzione del vento per ogni classe
stabilitagrave In pratica mentre il modulo climatologico egrave impostato sulla conoscenza di dati climatologici
variabili nellrsquoarco giornata (cioegrave considera ad esempio la durata della calma di vento la direzione
intensitagrave e durata del vento ecc) il modulo ldquoshort termrdquo riporta una sola situazione meteo per lrsquointera
giornata Si capisce come ad esempio la simulazione eseguita con calma di vento stimata per lrsquointera
giornata (modulo short term) sia diversa dalla simulazione piugrave reale ma meno cautelativa dove la
calma di vento si protrae per quella stessa giornata per meno ore e vi siano altre situazioni meteo che
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favoriscono un ricambio di aria (modulo climatologico) Il modulo ldquoshort termrdquo egrave consigliato oltre che per
lrsquoimpostazione piugrave cautelativa della valutazione previsionale anche per una migliore verifica dei limiti di
legge su questrsquoultimo punto il ldquomodulo climatologicordquo consente solo considerazioni qualitative e non
quantitative Il modulo di simulazione adottato egrave stato valutato da numerosi studi sullrsquoargomento (ANPA
ndash Centro tematico Nazionale Atmosfera Clima ed Emissioni ldquoAggiornamento e ampliamento della
norma UNI ldquovalutazione delle dispersioni in atmosfera di effluenti aeriformi ndash Guida ai criteri di selezione
dei modelli matematicirdquo ACE ndashTL GU ndash 00-022001 ANPA ndash Centro Tematico Nazionale Atmosfera
Clima ed Emissioni ldquoLinee guida per la selezione e applicazione dei modelli di dispersione atmosferica
per la valutazione della qualitagrave dellrsquoariardquo RT-CTN_ACE 42001)
Il modello DIMULA su cui Windimula egrave stato realizzato egrave inserito nei rapporti ISTISAN 9032 (Modelli
per la progettazione e valutazione di una rete di rilevamento per il controllo della qualitagrave dellaria) e
ISTISAN 9336 (Modelli ad integrazione delle reti per la gestione della qualitagrave dellaria) in quanto
corrispondente ai requisiti qualitativi per la valutazione delle dispersioni di inquinanti in atmosfera in
regioni limitate (caratterizzate da scale spaziali dellordine di alcune decine di km) ed in condizioni
atmosferiche sufficientemente omogenee e stazionarie
1724 Descrizione del modello
I modelli gaussiani sono i modelli matematici di trasporto e diffusione dellinquinamento atmosferico piugrave
comuni Sono basati su equazioni che descrivono il campo tridimensionale delle concentrazioni
generato da una sorgente puntiforme sotto condizioni meteorologiche e di emissione invarianti rispetto
al tempo Questo tipo di modelli considerano che le condizioni meteorologiche possano essere ritenute
omogenee e stazionarie nellarea modellata e non possono lavorare in condizioni di calma La
semplicitagrave dellapprossimazione gaussiana la sua facilitagrave drsquouso con parametri meteorologici anchessi
facili da misurare e soprattutto ladozione di questo approccio come strumento decisionale e di controllo
da parte della agenzia ambientale americana (EPA) hanno rimosso alcune delle limitazioni originali
della teoria permettendo il trattamento di situazioni complesse del mondo reale
Si riportano di seguito le principali funzioni su cui si basa il modello
La forma della soluzione del modello egrave controllata da una serie di parametri che riguardano sia
laltezza effettiva del rilascio per sorgenti calde calcolata come somma dellaltezza del camino piugrave il
sovralzo termico dei fumi che la dispersione laterale e verticale del pennacchio calcolata utilizzando
formulazioni che variano al variare della stabilitagrave atmosferica descritta utilizzando le sei classi di
stabilitagrave introdotte da Pasquill-Turner
Lrsquoequazione di base impiegata per la stima della concentrazione di un inquinante in un determinato
recettore (x y z) in un modello Gaussiano egrave la seguente
dove C (xyz) egrave la concentrazione di inquinante nellrsquoambiente (μgm3) in un determinato punto nello
spazio (recettore) le cui coordinate sono (x y z) u egrave la velocitagrave del vento (ms) σy e σz (m) sono le
deviazioni standard (o coefficienti di dispersione) in senso orizzontale e verticale Q egrave il tasso di
emissione di inquinante espresso in μg m3 s e H lrsquoaltezza a cui avviene il rilascio (m)
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Ne consegue pertanto che nellrsquoapplicazione dei modelli gaussiani le condizioni di calma di vento
quando cioegrave la velocitagrave del vento tende a zero devono essere trattate opportunamente a causa della
proporzionalitagrave inversa esistente fra C(xyz) e u Ciograve risulta particolarmente importante in tutta la
Pianura Padana che egrave caratterizzata da unrsquoelevata frequenza di situazioni di calma di vento che
possono rendere critico lrsquoimpiego di un modello Gaussiano La particolaritagrave del modello WinDimula
tuttavia egrave quella di poter eseguire simulazioni anche per situazioni di assenza di vento grazie
allrsquoadozione del modello ridotto di CirillondashPoli (Cirillo and Poli 1992) le cui principali equazioni sono
dove α β e γ sono coefficienti che definiscono la turbolenza atmosferica e sono assegnati dal modello
in base alla classe di stabilitagrave inserita
Per maggiori dettagli riguardo alle equazioni implementate dal modello WinDimula si rimanda alla guida
del modello stesso e alla relativa letteratura scientifica (MAIND ndash Modellistica Ambientale wwwmaindit
Cirillo et al 1989 Cagnetti et al 1982 )
Il modello richiede come input
la definizione di un reticolo di calcolo
la definizione di ricettori discreti
i dati meteo - climatici a passo orario se si decide di effettuare una simulazione short-term con
una sequenza di dati orari
la definizione delle sorgenti emissive e principali caratteristiche
Il modello restituisce la concentrazione media calcolata per ogni punto della griglia indicato e per gli
eventuali ricettori discreti inseriti Si possono quindi eseguire delle elaborazioni sui risultati utilizzando
unrsquoapposita applicazione di WinDimula definita post-processore il quale tra le altre funzioni permette
di calcolare i valori dei percentili per ogni punto e controllare i limite di leggi imposti sullrsquoinquinante
considerato
Si egrave scelto di effettuare simulazioni a breve periodo (short term) di lunghezza massima di unrsquoora
utilizzando piugrave situazioni meteorologiche in sequenza in modo che venga simulato un periodo di tempo
piugrave ampio in particolare un anno
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1725 Dati di input del modello
Il file meteo in ingresso al modello WinDimula richiede le seguenti informazioni
dimensioni del dominio di calcolo (m)
passo del grigliato (m)
ora giorno mese e anno dellrsquoacquisizione del dato
temperatura dellrsquoaria (degK)
velocitagrave del vento (ms)
direzione di provenienza del vento (deg)
precipitazione (mm)
classe di stabilitagrave atmosferica
altezza drsquoinversione termica (m)
deviazione standard della direzione del vento
velocitagrave di attrito (ms)
lunghezza di Monin-Obukhov (m)
Il modello Windimula richiede quali dati di input i dati emissivi (concentrazione degli inquinanti emessi e
flusso nel tempo) e le condizioni iniziali ed al contorno se rilevanti Altri dati necessari riguardano
lrsquoorografia (lrsquouso del suolo interviene sulla facilitagrave con cui si muovono le masse drsquoaria) Il passo del
grigliato egrave stato posto a 50 m dando origine ad una matrice di 3600 punti di griglia
1726 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie
Per quanto attiene i composti PM10 NH3 e H2S egrave stato impostato il calcolo del valore della
concentrazione media annua
Per la componente odorigena come previsto dalle Linee Guida della Regione Lombardia egrave stato
determinato per ogni punto griglia il 98deg percentile dei valori di concentrazione oraria elaborati dal
modello Il 98deg percentile di una serie di dati rappresenta quel valore che non viene superato dal 98
dei valori della distribuzione Pertanto definire questo percentile significa individuare il valore che viene
superato per il 2 del periodo di simulazione (175 giorni lrsquoanno o 29 minuti al giorno)
Successivamente sono stati interpolati i dati calcolati e ne egrave stata predisposta una rappresentazione
grafica
Per lrsquoammoniaca non essendoci valori di riferimento si verifica invece con le rappresentazioni grafiche
e la determinazione delle concentrazioni presso i ricettori se i dati forniti dal modello superano la soglia
di 265 microgm3 valore segnalato come limite inferiore per la percezione del gas
Come giagrave sottolineato in precedenza il metano non egrave stato oggetto dello studio della dispersione in
quanto composto come altri gas serra che non interagisce direttamente con lrsquoambiente (salvo
chiaramente modificare con il suo accumulo il bilancio termico terrestre) e non ha effetti sulla salute
umana Non vi sono infine valori di riferimento o limiti per la sua concentrazione nellrsquoaria ambiente per
cui lrsquointeresse egrave esclusivamente focalizzato sui valori di emissione complessivi
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 135 194
173 Normativa di riferimento
Il tema delle emissioni di inquinanti atmosferici da parte delle attivitagrave agricole e della zootecnia in
particolare ha assunto rilevanza solo nellrsquoultimi dieci ndash ventrsquoanni quando sulla base di numerose
indagini di carattere sperimentale da cui egrave emerso come i rilasci di composti potenzialmente dannosi
per la salute umana e lrsquoambiente da parte di questi settori produttivi non fossero trascurabili come per
lungo tempo si egrave ritenuto (Ritter e Chitikela 2007)
Lrsquoattivitagrave agricola e nello specifico la zootecnia per lungo tempo sono rimaste escluse da valutazioni
accurate circa le loro emissioni e dallrsquoimposizione di vincoli o limitazioni Va tuttavia osservato che
lrsquoindustrializzazione di molte tecniche colturali e lrsquointensificazione dei processi di allevamento animale
pur conseguendo indubbi traguardi produttivi porta con seacute diverse problematiche di carattere
ambientale tra cui la concentrazione
Per quanto riguarda i rilasci in atmosfera il settore zootecnico non egrave soggetto a specifiche norma che
ne limitino le emissioni Sussistono perograve limiti alle concentrazioni di inquinanti nellrsquoaria ambiente
composti dannosi per la salute umana e per i quali gli enti regolatori devono per il loro rispetto
considerare le diverse fonti presenti sul territorio
Per i composti ad effetto serra (metano e protossido di azoto) e lrsquoammoniaca come giagrave accennato vi
sono impegni di contenimento di carattere generale al rispetto del quale tutti i settori sono chiamati a
concorrere Il Protocollo di Kyoto e i successivi accordi a carattere europeo hanno posto precisi obiettivi
per i primi mentre la riduzione delle emissioni di ammoniaca deriva dalla Convenzione UN-ECE
(Convenzione LRTAP) sul trasporto transfrontaliero degli inquinanti atmosferici
1731 Particolato
Per quanto riguarda il contributo della zootecnia alle concentrazioni di inquinanti normati assume un
certo significato il particolato fine (PM10) per il quale lrsquoapporto di questo settore al quadro emissivo
complessivo Per quanto riguarda questo inquinante la normativa di riferimento egrave il DLgs n 155 del
13082010 in attuazione della Direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria ambiente e per unrsquoaria
piugrave pulita in Europa La norma prevede
un limite alla concentrazione media annua di 40 microgm3
un limite quale concentrazione media giornaliera di 50 microgm3 che non deve essere superato
piugrave di 35 volte lrsquoanno
1732 Ammoniaca
Per quanto riguarda lrsquoammoniaca non esiste un limite per lrsquoaria ambiente definito dalle norme vigenti
anche se il tema egrave dibattuto da tempo (Alberta Environment 2004) Recentemente la Regione
Toscana (2010) nellrsquoambito di una ricognizione dei valori di riferimento per composti non normati
emessi in atmosfera ha segnalato il valore di 70 μgm3 di ammoniaca quale soglia utile per orientare
valutazioni nellrsquoambito di studi di impatto ambientale e derivante dai ldquoLivelli guida significativi per la
saluterdquo elaborati dalla Agenzia governativa USA ATSDR (httpwwwatsdrcdcgov) Negli Stati Uniti egrave
stata suggerita lrsquoadozione di limiti compresi tra 100 e 208 microgm3 Alcuni Stati USA (es Michigan) hanno
adottato il valore di riferimento dellrsquoEPA di 100 microgm3 quale media giornaliera A fini cautelativi si
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PAGINA 136 194 Settembre 2015
considera in questo rapporto come primo valore di riferimento la soglia inferiore di percezione
dellrsquoammoniaca pari a 266 microgm3 (SEPA 2010)
Per quanto riguarda gli effetti ambientali diretti lrsquoUNECE (Commissione economica per lrsquoEuropa
dellrsquoONU) ha individuato giagrave nel 1999 i seguenti valori di riferimento 3300 microgm3 (media oraria) 270
microgm3 (media giornaliera) 23 microgm
3 (media mensile) and 8 microgm
3 (media annuale) quali livelli critici ai
fini della protezione della vegetazione Piugrave recentemente il valore soglia menzionato per la media
annuale ai fini della protezione degli ecosistemi egrave stato confermato (UNECE 2004)
1733 Idrogeno solforato
Le emissioni di idrogeno solforato (H2S) nellrsquoambito della zootecnia sono legate ai processi di
decomposizione di materiale organico in particolare componenti proteici (aminoacidi) contenenti zolfo
in condizioni di anaerobiosi e alla riduzione del solfato da parte di gruppi batterici specializzati (Arogo
et al 2000) I valori di H2S tipicamente riscontrabili nellrsquoatmosfera sono inferiori a 1 ppb (15 microgm3)
Metagrave della popolazione egrave capace di avvertire lrsquoH2S giagrave a concentrazioni di 8 ppb (12 microgm3) ed il 90
riconosce il suo tipico odore a 50 ppb (150 microgm3) (Cauzillo et al 2010)
La presenza dellrsquoH2S nellrsquoazienda agricola egrave in genere legata allo stoccaggio dei reflui noncheacute alle
strutture di ricovero degli animali soprattutto nellrsquoallevamento suino e in condizioni di scarsa
ventilazione Qui lrsquoH2S puograve raggiungere valori di circa 5 ppm (75 mgm3) la soglia massima accettabile
per la protezione della salute negli ambienti di lavoro indicata dallrsquoagenzia USA OSHA (Occupational
Safety and Health Administration) egrave fissata a 10 ppm (15 mgm3) Per quanto riguarda lrsquoaria ambiente
lrsquoOrganizzazione mondiale della sanitagrave propone tre soglie di riferimento (WHO Guidelines ed 2000)
150 μgm3 quale media su 24 ore
100 μgm3 per periodi di durata compresa tra 1 e 14 gg
20 μgm3 per periodi di durata fino a 90 giorni
La normativa nazionale fissa con il DPR 322 del 1541971 (abrogato) due limiti per le immissioni di H2S
allrsquoesterno dei perimetri industriali 100 microgm3 per intervalli di 30 minuti e 40 microgm
3 per un tempo di
mediazione di 24 ore
In ambito zootecnico la presenza di H2S egrave in genere ben correlata con la problematica dellrsquoodore
prodotto dalrsquoallevamento animale Guo et al (2000) hanno osservato che esiste una correlazione
positiva significativa tra questo gas e la percezione di odori (r = 075) e che pertanto la concentrazione
di H2S puograve essere utilizzata come indicatore dei livelli di odore per allevamenti di diverse tipologie
animali Le emissioni di H2S presso gli impianti di produzione animale sono strettamente correlate con
la specie animale (Ni et al 2002) il numero di capi e la gestione dei reflui Si stima che a paritagrave di peso
vivo ed altre condizioni le emissioni di H2S siano massime nellrsquoallevamento suino in particolare per le
fasi di riproduzione seguono lrsquoallevamento bovino e quindi quello avicolo (Atia et al 2010)
1734 Composti odorigeni
Una particolare attenzione sta incontrando ormai da diversi anni la problematica legata allrsquoemissione di
composti odorigeni da parte delle attivitagrave zootecniche La crescente densitagrave degli impianti e la
insufficiente pianificazione del territorio hanno determinato una commistione fra usi del suolo non
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COD 15V055 PAGINA 137 194
sempre compatibili e le distanze che separano aree residenziali e aziende zootecniche sono risultate in
numerosi casi inadeguate
Al centro dellrsquoattenzione vi sono oltre 200 diverse molecole (Schiffman 1998) che per loro natura sono
in grado di suscitare sensazioni sgradevoli allrsquoolfatto umano Per queste non esiste una specifica
normativa a carattere nazionale e la lacuna egrave stata parzialmente colmata da provvedimenti regionali
Diverse Regioni hanno legiferato in tema di disturbi olfattivi in particolar modo rispetto al trattamento
dei rifiuti urbani e il compostaggio Norme in materia sono state emanate giagrave da tempo da parte della
Regione Lombardia (DGR n 12764 del 16042003) dalla Basilicata (DGR n 709 del 22042002)
dalla Regione Sicilia (DGR n 27 parte I del 14062002 dellrsquoAbruzzo (DGR n 400 del 26052004) e
infine dalla Regione Veneto (DGR n 568 del 25022005)
Norme specifiche sul disturbo olfattivo e mirate a trattare ogni tipologia di fonte sono state emanate
dalla Regione Lombardia (2010) con le Linee Guida approvate dopo un periodo di valutazione di oltre
un anno con Deliberazione della Giunta Regionale del 15 febbraio 2012 (DGR 15 febbraio 2012 ndash n
IX3018)
Le Linee Guida della Regione Lombardia forniscono prima di tutto indicazioni circa un percorso di
valutazione delle emissioni e di determinazione del potenziale disturbo mediante lrsquoapplicazione di
metodologie di misura quantitativa Esse prevedono inoltre lrsquoimpiego di strumenti di dispersione
modellistica per valutazioni di carattere previsionale Le Linee Guida non forniscono nella realtagrave limiti
vincolati ma prescrivono che lo studio di impatto odorigeno richiesto per attivitagrave da cui egrave ragionevole
attendersi un impatto in tal senso sviluppi mappe di impatto ldquodove devono essere riportati i valori di
concentrazione orarie di picco di odore al 98deg percentile su base annuale cosigrave come risultanti dalla
simulazione a 1 3 e 5 uoEm3 ldquoal fine di poter consentire alle autoritagrave regolatorie di disporre delle
informazioni necessarie per valutare la compatibilitagrave ambientale dellrsquoimpianto o dellrsquoattivitagrave in esame in
relazione al contesto in cui si realizzanordquo
Altre Regioni hanno in modi diversi ripreso e adottato questa esperienza La Regione Emilia ndash
Romagna persegue il contenimento del rilascio di ammoniaca e quindi di uno dei principali odorigeni
dagli impianti a biogas e dal trattamento del digestato (Regolamento regionale 28 ottobre 2011 n1)
Va osservato che in numerosi altri Paesi sono previsti strumenti normativi analoghi ma mancano
indicazioni di livello europeo Cosigrave ad esempio in Gran Bretagna le Linee Guida ldquoIPPC - Horizontal
Guidance for Odour Part 1 ndash Regulation and Permittingrdquo (2002) che individuano quali limiti di
concentrazione di odore al 98deg percentile le soglie di 15 uoEm3 30 ouEm
3 60 ouEm
3 nel caso
rispettivamente di tipologie industriali ad ldquoelevatordquo ldquomediordquo o ldquobassordquo potenziale di molestia In Francia
la norma destinata alla protezione dalle emissioni di impianti di compostaggio prevede che entro un
raggio di 3000 m dai confini dellrsquoimpianto stesso non si debba superare il limite di 5 ouEm3
per piugrave di
175 ore allrsquoanno corrispondenti ad una frequenza del 2 (98deg percentile) (JORF du 22 Avril 2008) Un
quadro delle modalitagrave di valutazione delle emissioni odorigene dal settore zootecnico in diversi Paesi
europei egrave riportato in EPA ndash Ireland (2001)
Lrsquoapplicazione delle Linee Guida della Regione Lombardia assume al fine di condurre stime di
carattere previsionale il composto odorigeno come una miscela teorica di sostanze diverse Questa
viene trattata come un ldquoinquinanterdquo e ne viene stimato il rilascio e simulata la dispersione Lrsquoodore egrave
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PAGINA 138 194 Settembre 2015
espresso in termini di concentrazione definita in conformitagrave alla UNI EN 137252004 ed egrave assimilabile
nellambito delle simulazioni di dispersione ad ununica pseudo-specie che si disperde nellatmosfera in
forma gassosa (quindi non particellare)
174 Risultati delle simulazioni
1741 Composti odorigeni
I risultati delle elaborazioni condotte con il modello Windimula sono riportati per i ricettori considerati
nella tabella che segue Questa evidenzia valori di concentrazione di odorigeni stimati presso le
abitazioni individuate noncheacute presso i ricettori discreti individuati a distanza di 500 m dalle strutture
zootecniche
I valori riportati sono tutti inferiori alla soglia di 1 ouEm3 e consentono di affermare che presso le
residenze individuate in prossimitagrave dellrsquoAzienda e piugrave in generale oltre i 500 m di distanza le
concentrazioni di composti odorigeni non andranno a creare condizioni di disturbo Le concentrazioni
piugrave elevate di odore si riscontrano presso gli estrattori e comunque si mantengono ovunque allrsquointerno
del perimetro aziendale su livelli contenuti (5 ouEm3)
Secondo le Linee Guida della Regione Lombardia il valore di 1 ouEm3 per il 98 percentile delle ore
dellrsquoanno indica che per un numero limitato di ore appunto meno del 2 vi potragrave essere percezione
delle emissioni ma ciograve saragrave avvertito solo dalla porzione piugrave sensibile della popolazione I valori
risultano sempre inferiori a questa soglia anche nel caso lrsquoAzienda si orienti verso un incremento della
produzione utilizzando al meglio gli spazi disponibili
La distribuzione attesa delle concentrazioni (98deg percentile delle concentrazioni medie orarie) di odore
in prossimitagrave dellrsquoAzienda egrave riportata graficamente Dalla mappa si rileva chiaramente la modesta entitagrave
delle concentrazioni che si possono raggiungere anche nei periodi meno favorevoli alla dispersione
Allontanandosi dallrsquoAzienda i giagrave modesti valori si riducono rapidamente e risultano del tutto trascurabili
a poche centinaia di metri di distanza Lrsquoelaborazione relativa allrsquoipotesi di incremento della produzione
non modifica il quadro complessivo descritto La rappresentazione grafica delle ricadute non mostra
particolaritagrave di rilievo La isolinea indicante la concentrazione di 3 ouEm3 sempre riferita al 98deg
percentile delle stime orarie corre in prossimitagrave del confine dellrsquoAzienda La isolinea indicante la
concentrazione di 1 ouEm3 non raggiunge le abitazioni e si sviluppa in direzione sud-ovest
coerentemente con i venti dominanti
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Valori di concentrazione previsti dal modello di dispersione presso le abitazioni
Distanza dalle
sorgenti (m)
98deg percentile (ouEm3)
Stato attuale
98deg percentile
(ouEm3)
Incremento
produzione
1 residenza Nord 400 lt 05 lt 05
2 residenza Est 426 lt 05 lt 05
3 residenza Sud 387 lt 05 055
Valori di concentrazione previsti dal modello di dispersione per i ricettori discreti
Ricettori discreti Distanza dalle
sorgenti (m)
98deg percentile (ouEm3)
Stato attuale
98deg percentile
(ouEm3)
Incremento
produzione
N 500 0175 0208
W 500 0641 0504
S 500 0289 0444
E 500 0158 0302
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Concentrazione di composti odorigeni (98degpercentile) (in ouEm
3) con emissioni attuali Sono
riportate rispettivamente in verde e giallo e rosso le isolinee 1 e 3 ouEm3
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Concentrazione media oraria di composti odorigeni (98degpercentile) (in ouEm3) nellrsquoipotesi di
incremento produttivo Sono riportate rispettivamente in verde giallo e rosso le isolinee 13 e 5
ouEm3
1742 Ammoniaca
Il modello di dispersione fornisce il quadro delle concentrazioni attese di NH3 sulla base delle emissioni
prodotte nel corso dellrsquoattivitagrave produttiva La Tabella 13 fornisce il quadro delle ricadute di questo
composto in prossimitagrave delle strutture di produzione Sono riportati i valori di concentrazione media
annua presso le abitazioni e i recettori discreti
Il valore di concentrazioni media annua stimato presso le sorgenti di emissione corrispondenti alla
bocca degli estrattore egrave 7 microgm3 il valore massimo giornaliero presso lrsquoimpianto egrave stimato in 14 allo
stato attuale A breve distanza ancora allrsquointerno del perimetro aziendale le concentrazioni calano
rapidamente e raggiungono presso le abitazioni individuate per la valutazione degli odorigeni livelli
inferiori a 1 microgm3 notevolmente inferiori alla soglia di percezione del composto
Nel caso lrsquoAzienda si orienti in direzione di un incremento produttivo come descritto in precedenza egrave
atteso un aumento delle emissioni di ammoniaca presso lrsquoimpianto il valore di concentrazione media
annua attesa saragrave di 95 microgm3 mentre il valore massimo giornaliero potragrave raggiungere i 185 microgm
3
Valori di concentrazione di ammoniaca determinati dal modello di dispersione presso le abitazioni
Distanza dalle sorgenti Concentrazione
media annua
stato attuale
Concentrazione
media annua
incremento produttivo
(m) microgm3 microgm
3
1 residenza Nord 400 lt 05 lt 05
2 residenza Est 426 lt 05 lt 05
3 residenza Sud 387 lt 05 lt 05
Valori di concentrazione di ammoniaca determinati dal modello di dispersione presso i ricettori
discreti
Distanza dalle sorgenti Concentrazione
media annua
Stato attuale
Concentrazione
media annua
Incremento produttivo
(m) microgm3 microgm
3
Estrattori 0 5051 6920
N 500 0102 0156
W 500 0284 0392
S 500 0244 0329
E 500 0130 0174
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Concentrazione media annua di NH3 (in microgm
3) ndash Situazione attuale
Concentrazione media annua di NH3 (in microgm3) ndash Ipotesi di incremento produttivo
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COD 15V055 PAGINA 143 194
1743 Particolato fine
I valori attesi di PM dati dallrsquoelaborazione modellistica sono assai contenuti presso lrsquoarea dellrsquoimpianto
la concentrazione media annua data dalle sole emissioni dellrsquoimpianto si attesta sul valore di 26 microgm3
Allontanandosi di poche centinaia di metri le concentrazioni attese calano drasticamente e raggiungono
valori poco significativi Sia nelle condizioni attuali che con lrsquoincremento di produzione previsto le
concentrazioni presso i ricettori individuati si attestano su valori inferiori o pari a 1 microgm3
Valori di concentrazione di PM10 determinati dal modello di dispersione presso le abitazioni
Distanza dalle
sorgenti
Concentrazione
media annua
stato attuale
Concentrazione
media annua
incremento produttivo
(m) microgm3
microgm3
1 residenza Nord 400 1049 143
2 residenza Est 426 lt 05 0505
3 residenza Sud 387 lt 05 lt05
Valori di concentrazione di PM10 determinati dal modello di dispersione per i ricettori discreti
Distanza dalle
sorgenti
Concentrazione
media annua
Stato attuale
Concentrazione
media annua
Incremento produttivo
(m) microgm3
microgm3
Estrattori 0 2604 354
N 500 0657 0745
W 500 1199 1630
S 500 0950 1290
E 500 0748 1018
Le mappe che seguono riportano la distribuzione delle ricadute delle emissioni di PM10 Si osserva
come la superficie interessata dalle ricadute sia estremamente contenuta e non interessi le abitazioni
piugrave prossime allrsquoAzienda
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Concentrazione media annua di PM10 (in microgm
3) ndash Situazione attuale
Concentrazione media annua di PM10 (in microgm
3) ndash Ipotesi di incremento produttivo
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1744 Idrogeno solforato
I valori attesi di idrogeno solforato dati dallrsquoelaborazione modellistica sono come per gli altri composti
molto modesti Presso lrsquoarea dellrsquoimpianto la concentrazione media annua data dalle sole emissioni
dellrsquoimpianto si attesta sul valore di 114 microgm3
Allontanandosi di poche centinaia di metri le
concentrazioni attese calano ulteriormente e raggiungono valori del tutto trascurabili Sia nelle
condizioni attuali che con lrsquoincremento di produzione previsto le concentrazioni presso i ricettori
individuati si attestano su valori inferiori o pari a 1 microgm3 quindi ben al disotto della soglia di percezione
del composto
Valori di concentrazione di idrogeno solforato determinati dal modello di dispersione presso le
abitazioni
Distanza dalle
sorgenti
Concentrazione
media annua
stato attuale
Concentrazione
media annua
incremento produttivo
(m) microgm3 microgm
3
1 residenza Nord 400 0012 0058
2 residenza Est 426 0015 0020
3 residenza Sud 387 0011 0044
Valori di concentrazione di idrogeno solforato determinati dal modello di dispersione per i ricettori
discreti
Distanza dalle
sorgenti
Concentrazione
media annua
Stato attuale
Concentrazione
media annua
Incremento produttivo
(m) microgm3 microgm
3
Estrattori 0 1140 1560
N 500 0024 0033
W 500 0022 003
S 500 0046 0605
E 500 0854 0063
Le mappe che seguono riportano la distribuzione delle ricadute delle emissioni di H2S Si osserva come
la superficie interessata dalle ricadute sia estremamente contenuta e non interessi le abitazioni piugrave
prossime allrsquoAzienda
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Concentrazione media annua di H2S (in microgm3) ndash Situazione attuale
Concentrazione media annua di H2S (in microgm3) ndash Ipotesi di incremento produttivo
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175 10 Considerazioni conclusive
Sono state analizzate le emissioni di alcuni inquinanti normati gas ad effetto serra e composti odorigeni
emessi dalle strutture produttive dellrsquoAzienda Agricola Maggiolo Lrsquoesame egrave stato condotto rispetto
allrsquoattuale livello di produzione dellrsquoallevamento avicolo e considerando unrsquoipotesi di aumento dei capi
accasati
Lrsquoaumento dei capi allevati nel corso dei cicli di produzione annui determina un aumento del rilascio di
in atmosfera da parte delle strutture dellrsquoallevamento proporzionale al numero di capi LrsquoAzienda si
trova in una zona idonea allrsquoallevamento per la relativamente scarsa densitagrave abitativa e la presenza di
una fascia di colture agricole che la separa dalle abitazioni piugrave prossime
Per verificare quale possano essere le concentrazioni di odorigeni PM10 H2S e NH3 nellrsquoarea
circostante lrsquoAzienda egrave stata condotta una indagine modellistica mediante il software Windimula
Questa ha evidenziato presso le abiazioni e ricettori discreti posizionati a 500 m valori molto contenuti
di tutti i composti considerati
La valutazione del potenziale disturbo legato a composti odorigeni egrave stata condotta secondo quanto
previsto dalle Linee Guida in materia predisposte dalla Regione Lombardia Le tre abitazioni poste ad
alcune centinaia di metri dallrsquoimpianto zootecnico non risultano interessati da disturbi olfattivi Anche i
valori di concentrazione attesi per NH3 e H2S non si ritiene possano avere impatto olfattivo
In conclusione si puograve ritenere che la presenza dellrsquoattivitagrave di produzione avicola condotta dallrsquoAzienda
Maggiolo non determini attualmente condizioni di disturbo olfattivo o apporti rilevanti di inquinati da
modificare il quadro locale della qualitagrave dellrsquoaria Con riferimento allrsquoincremento di capi da accasare di
cui egrave richiesta lrsquoautorizzazione si ritiene che ciograve pur determinando un modesto incremento delle
emissioni non comporteragrave alterazioni della qualitagrave dellrsquoaria e lrsquoemissione di odorigeni pur
occasionalmente percepita non causeragrave disturbi di natura olfattivo presso le abitazioni piugrave prossime
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18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALLrsquoATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO
181 Assi viari interessati dal traffico indotto
I flussi di traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento dellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave legato al trasporto
dei capi da e per lrsquoallevamento allrsquoapprovvigionamento di materie prime (in particolare mangime) ed al
trasporto dalla pollina a fine ciclo
I pulcini arrivano da San Pietro in Gugrave Dallo stesso comune arriva il mangime dai mangimifici del
gruppo Veronesi I capi sono portati ai macelli di Vazzola e San Martino Buonalbergo La pollina
viene tutta consegnata ad una fungaia Agrifung localizzata a Trevignano
La tabella che segue riporta le distanze tra lrsquoazienda agricola e le realtagrave aziendali
Distanze percorse dai mezzi
Consegna Distanza km Tipologia di strade
San Pietro in Gugrave Pulcini
Mangime
245 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti
Vazzola Capi a fine ciclo 515 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti
San Martino
Buonalbergo
Capi a fine ciclo 879 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti
Trevignano Pollina 167 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti
Nelle immagine sotto riportate viene indicata la viabilitagrave interessata dai mezzi di trasporto e che
verranno utilizzate per il trasporto dei capi a inizio e fine ciclo e delle materie
Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso Vazzola (da Google map)
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Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso San Pietro in Gugrave (da Google map)
Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso San Martino Buon Albergo (da Google map)
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Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso Trevignano (da Google map)
182 Stima del traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento
Durante il periodo di carico (accasamento) dei capi sono necessari attualmente 2 mezzi per ciclo
quando nello scenario di progetto si prevedono circa 6 mezzi per ciclo
Per il trasporto del mangime sono necessari attualmente circa 12 mezzi per ciclo (con autocisterne da
30 t) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 30 mezzi per ciclo (sempre con autocisterne
da 30 t)
Per il trasporto della pollina prodotta sono necessari attualmente circa 2 mezzi per ciclo (con mezzi da
30 t di cui il 70 di portata utile) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 5 mezzi per ciclo
(sempre da 30 t)
Durante il periodo di scarico dei capi sono necessari attualmente considerando un tipico ciclo misto
(come indicato nel quadro di riferimento progettuale) 2 mezzi per il primo sfoltimento (polli da 18 kg) 2
mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 27 kg) e quindi 6 mezzi per lrsquoultimo lo scarico dei polli da 36
kg Nello scenario di progetto considerando sempre lo stesso tipico ciclo misto saranno necessari 5
mezzi per il primo sfoltimento (polli da 18 kg) 4 mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 27 kg) e
quindi 16 mezzi per lrsquoultimo lo scarico dei polli da 36 kg
Contemporaneamente egrave possibile che il trasporto di mangime possa coincidere con il periodo si carico
dei capi essendo quindi possibile che il traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamenti sia pari ad un
massimo giornaliero (svolto nel solo periodo diurno) di 3 mezzi pesanti nella situazione attuale e 5
mezzi pesanti nello scenario di progetto
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COD 15V055 PAGINA 151 194
Situazione attuale e scenario di progetto ndash trasporto di materie
Trasporto capi
situazione attuale
scenario di progetto
Mezzi di trasporto inizio ciclo n capi 39500 110000
Mezzi di trasporto n 20 60
Mezzi di trasporto fine ciclo al macello
situazione attuale
scenario di progetto
sfoltimento a 18 kg n capi 111318 310000
Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 111318 310000
Peso vivo kgcapo 18 200 558
Numero di gabbie n capi per gabbia 48 2319 6458
Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n 20 50
sfoltimento a 27 kg n capi 71818 200000
Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 71818 200000
Peso vivo kgcapo 27 194 540
Numero di gabbie n capi per gabbia 32 2244 6250
Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n
20 40
sfoltimento a 36 kg n capi 211864 590000
Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 211864 590000
Peso vivo kgcapo 36 763 2124
Numero di gabbie n capi per gabbia 24 8828 24583
Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n
60 160
Mangime
situazione attuale
scenario di progetto
Fabbisogno di mangime t ciclo 3144 8392
Mezzo di trasporto (autocisterne da 30 t) n ciclo
120 300
Pollina a fine ciclo
situazione attuale
scenario di progetto
Produzione di pollina (dato medio considerata la consistenza media al netto della mortalitagrave) kgcapo 135 141
Produzione di pollina t ciclo 320 892
Mezzo di trasporto (30 t di cui 70 portata utile) n
20 50
situazione attuale
scenario di progetto
Mezzi di trasporto complessivi per ciclo n ciclo 260 660
Flusso massimo contemporaneo n giorno
30 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t
50 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t contemporanea allo sfoltimento
dei capi
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PAGINA 152 194 Settembre 2015
Situazione attuale ndash tipico ciclo misto
numero di
capi Scorta di Mangime
Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine
ciclo Mezzi pollina
Totale mezzi massimo gg
850 30
30
1 19750 844
10
10
2 39500 833
10
10
3 39500 822
-
4 39500 811
-
5 39500 799
-
6 39500 788
-
7 39500 777
-
8 39500 766
-
9 39500 754
-
10 39500 743
-
11 39500 712
-
12 39500 682
-
13 39500 651
-
14 39500 620
-
15 39500 589
-
16 39500 559
-
17 39500 528
-
18 39500 497
-
19 39500 466
-
20 39500 436
-
21 39500 405
-
22 39500 326
-
23 39500 247
-
24 39500 168
-
25 39500 89
-
26 39500 10
-
27 39500 781 30
30
28 39500 702
-
29 39500 623
-
30 39500 544
-
31 39500 465
-
32 39500 386
-
33 39500 307
-
34 39500 228
-
35 39500 149
-
36 28368 92
20
20
37 28368 35
-
38 28368 829 30
30
39 28368 772
-
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COD 15V055 PAGINA 153 194
numero di
capi Scorta di Mangime
Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine
ciclo Mezzi pollina
Totale mezzi massimo gg
40 28368 715
-
41 28368 659
-
42 28368 602
-
43 28368 545
-
44 28368 488
-
45 28368 432
-
46 21186 352
20
20
47 21186 273
-
48 21186 193
-
49 21186 114
-
50 21186 34
-
51 21186 805 30
30
52 21186 725
-
53 21186 646
-
54 21186 567
-
55 21186 487
-
56 21186 408
-
57 21186 328
-
58 13506 278
20
20
59 5826 256
20
20
60 - 256
20
20
61
20
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Scenario di progetto ndash tipico ciclo misto
numero di capi
Scorta di Mangime
Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine
ciclo Mezzi pollina
Totale mezzi massimo gg
850 30
30
1 18333 845
10
10
2 36667 834
10
10
3 55000 819
10
10
4 73333 798
10
10
5 91667 772
10
10
6 110000 740
10
10
7 110000 709
-
8 110000 678
-
9 110000 646
-
10 110000 615
-
11 110000 529
-
12 110000 444
-
13 110000 358
-
14 110000 272
-
15 110000 187
-
16 110000 101
-
17 110000 16
-
18 110000 780 30
30
19 110000 694
-
20 110000 609
-
21 110000 523
-
22 110000 303
-
23 110000 83
-
24 110000 713 30
30
25 110000 493
-
26 110000 273
-
27 110000 53
-
28 110000 683 30
30
29 110000 463
-
30 110000 243
-
31 110000 23
-
32 110000 653 30
30
33 110000 433
-
34 110000 213
-
35 94640 24
20
20
36 79280 685 30 20
50
37 79000 527
10
10
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numero di capi
Scorta di Mangime
Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine
ciclo Mezzi pollina
Totale mezzi massimo gg
38 79000 369
-
39 79000 211
-
40 79000 53
-
41 79000 745 30
30
42 79000 587
-
43 79000 429
-
44 68760 291
20
20
45 59000 70
20
20
46 59000 699 30
30
47 59000 477
-
48 59000 256
-
49 59000 35
-
50 59000 664 30
30
51 59000 442
-
52 59000 221
-
53 59000 850 30
30
54 51320 657
20
20
55 43640 494
20
20
56 35960 359
20
20
57 28280 253
20
20
58 20600 176
20
20
59 12920 127
20
20
60 5240 108
20
20
61 -
20
20
62
20 20
63
20 20
64
10 10
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PAGINA 156 194 Settembre 2015
19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO
191 Premessa
La valutazione previsionale dellimpatto acustico comprese le misure fonometriche egrave stata eseguita dal
Dott Mario Zambrini e dallrsquoIng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel campo dellrsquoacustica
ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti rispettivamente con
Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714 del 3 Dicembre 2010
192 Stima dellrsquoimpatto acustico ndash modello di simulazione
Per la stima dellrsquoimpatto acustico determinato dalle attivitagrave di allevamento egrave stato utilizzato il software
Soundplan (versione 74) che utilizza quale riferimento di calcolo la norma internazionale ISO 9613-
21996 ldquoAcoustics ndash Attenuation of sound during propagation outdoors ndash Part 2 general method of
calculationrdquo per le sorgenti sonore puntuali
Il metodo di stima proposto dalla norma internazionale ISO 9613 consente di calcolare in
corrispondenza dei recettori acustici i livelli di pressione sonora associati alla presenza di un insieme di
sorgenti sonore
Tale modello calcola i livelli di pressione sonora determinati da una o piugrave sorgenti sonore in
corrispondenza di un numero potenzialmente infinito di recettori (LAT) al netto delle attenuazioni della
pressione sonora che ne influenzano la propagazione nel caso dellrsquoallevamento oggetto di valutazione
il modello considera dunque lrsquoattenuazione determinata dalla barriere (attenuazione determinata dalla
presenza di schermibarriere fisiche tra la sorgente ed il recettore Abar ovvero in questo caso
prevalentemente dallrsquoorografia del territorio ed i manufatti esistenti) divergenza geometrica (Adiv) (in
base allrsquoipotesi di propagazione del rumore in campo sferico) dallrsquoassorbimento dellrsquoatmosfera (Aatm) ed
alla cosiddetta ldquorugositagraverdquo del terreno (Agr)
ISO 9613-21996
(estratto riassuntivo illustrativo dei parametri utilizzati nella presente simulazione)
LAT = LW + Dc ndash (Adiv + Aatm + Agr + Abar) - Cmet
in cui
LAT livello equivalente di pressione sonora in corrispondenza del recettore acustico
LW livello di potenza sonora
Dc correzione che tiene conto della eventuale direttivitagrave della propagazione del rumore che nel caso di
una sorgente omnidirezionale risulta pari a 0 dB(A)
Adiv (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)
Aatm (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)
Agr (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)
Abar (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)
Cmet fattore di correzione meteoclimatico dipendente dalla direzione e velocitagrave del vento e del gradiente di
temperatura (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996) ndash non considerato nelle presenti
simulazioni
Nellrsquoambito delle simulazioni condotte tutte le sorgenti sonore sono considerate omnidirezionali
Nella stima dellrsquoAGr egrave stato utilizzato nelle simulazioni relative alle situazione attuale e allo scenario di
progetto un coefficiente ldquoGrdquo pari a 06 legato alla presenza di terreni porosi (che includono prato e
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COD 15V055 PAGINA 157 194
pascolo presenza di vegetazione e alberi o aree a seminativi)
Nellrsquoambito delle simulazioni condotte si sono assunti valori di temperatura umiditagrave e pressione
atmosferica rispettivamente pari a 10ordmC 70 e 101325 mbar
Per la stima del contributo dei flussi di traffico indotto dalle attivitagrave dellrsquoallevamento egrave stato utilizzato lo
software Soundplan adottando quale riferimento di calcolo il codice NMP ndash Routes ndash 96 (sviluppato da
SETRA-CERTU-LCP-CSTB) raccomandato dalla Commissione Europea per la determinazione dei
livelli sonori generati da traffico veicolare25
Le simulazioni acustiche sono state elaborate adottando i seguenti parametri numero di riflessioni pari
a 3 (utilizzato anche nel calcolo dei livelli di pressione in corrispondenza dei singoli edifici) griglia di
calcolo di 10 m di lato livello di interpolazione massimo di 9x9 (equivalente ad una stima dei livelli per
81 recettori interni alla cella) stima dei livelli di pressione ad una altezza di 4 m dal terreno nel caso
delle mappe acustiche ed in corrispondenza dei singoli recettori collocati al piano terreno eo al primo
piano
Sulla base di tali input il modello egrave quindi in grado di elaborare e rappresentare le curve isofoniche
corrispondenti ad altrettanti livelli di pressione sonora (espressi in questo caso come Livello sonoro
equivalente ponderato A ndash LAeq) previsti nellrsquointorno dellrsquoallevamento di progetto ovvero determinare il
livello di pressione sonora ipotizzabile in facciata ad ogni edificio individuato Le simulazioni tengono
inoltre in considerazione la presenza dei manufatti presenti sul territorio
Gli esiti delle simulazioni effettuate vengono rappresentati in forma grafica mediante mappe che
riportano le curve isofoniche per la visualizzazione dei livelli di pressione sonora (come contributo delle
sorgenti simulate) relativamente a tutto il territorio potenzialmente interessato
In corrispondenza dei singoli edifici presenti sul territorio si restituiscono invece puntualmente i livelli
di pressione sonora in facciata
Mappe acustiche riportate in allegato cartografico
Griglia di calcolo Scala di restituzione cartografica
Situazione attuale e scenario di progetto
Mappa acustica relativa al periodo diurno serale e notturno senza traffico indotto ndash solo sistema di ventilazione alla massima potenza
10 x 10 m 110000 13500
Situazione attuale
Mappa acustica relativa al periodo diurno durante le giornate con traffico indotto (sistema di ventilazione sempre alla massima potenza)
10 x 10 m 110000 13500
Scenario di progetto
Mappa acustica relativa al periodo diurno durante le giornate con traffico indotto (sistema di ventilazione sempre alla massima potenza)
10 x 10 m 110000 13500
25
Raccomandazione della Commissione del 6 Agosto 2003 concernente le linee guida relative ai metodi di calcolo aggiornati per il rumore dellrsquoattivitagrave industriale degli aeromobili del traffico veicolare e ferroviario e relativi dati di rumorositagrave (2003613CE)
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PAGINA 158 194 Settembre 2015
193 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici
Secondo il Piano di Classificazione Acustica del comune di Castelfranco Veneto approvato con
deliberazione del Consiglio Comunale n 103 del 3172003 si rileva che lrsquoarea oggetto di analisi si
colloca allrsquointerno della classe III ndash aree di tipo misto Come specifica anche la Relazione Illustrativa
ldquorientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento
con media densitagrave di popolazione con presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di
attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano
macchine operatricirdquo
Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Riese Pio X classifica lrsquoarea a sud ovest del comune
al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego in classe acustica II ldquoaree
destinate a uso prevalentemente residenzialerdquo Per tali aree ldquoIl DPCM 1391 determina che siano
inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con
bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali e assenza di attivitagrave
industriali e artigianali In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui lrsquoabitare egrave
evidentemente la funzione prioritaria e in cui mancano o comunque non sono significative le attivitagrave
commerciali che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni (negozi di generi
alimentari artigianato di servizio ecc) Lrsquoassenza di importanti assi di attraversamento e di strade
principali di connessione urbana lrsquoassenza di attivitagrave industriali e dellrsquoartigianato produttivo assieme
alla bassa densitagrave di popolazione consentono di individuare indicativamente tali aree solo in alcune
zone C del PRG vigente In particolare lrsquoassenza di attivitagrave di artigianato produttivo diventa elemento di
riconoscimento delle zone C da inserire in classe IIrdquo
Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castello di Godego individua la zona a nord est al
confine con il comune di Castelfranco Veneto in classe III ndash aree di tipo misto Come per il Piano di
Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato per le aree che
ricadono in questa classe valgono le prescrizioni del DPCM 1391
Lrsquoindividuazione dei potenziali recettori acustici egrave stata effettuata sulla base della Carta Tecnica
Regionale e sulla base del sopraluogo effettuato in loco noncheacute delle foto aeree
La tavola ldquoClassificazione acustica del territoriordquo (inclusa nellrsquoallegato cartografico) riporta lo stralcio
delle classificazioni acustiche dei tre comuni Nella stessa tavola vengono indicati i potenziali recettori
acustici selezionati collocati a minor distanza della azienda agricola ovvero degli assi viari interessati
dal traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento
La seguente tabella riporta lrsquoelenco dei manufatti selezionati ai fini della presente valutazione e
relativamente ai quali sono stati posizionati i recettori sul lato piugrave esposto allrsquoattivitagrave di allevamento e
relativo traffico indotto
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COD 15V055 PAGINA 159 194
Potenziali recettori acustici (coordinate in sistema UTM WGS 84 zona 32 N)
Identificativo
recettore X Y Classe acustica VL immissione PD VL immissione PN
1 1726859 5064272 III 60 50
2 1726864 5064266 III 60 50
3 1726856 5064232 III 60 50
4 1726922 5064206 III 60 50
5 1726949 5064191 III 60 50
5n 1726941 5064196 III 60 50
5o 1726936 5064188 III 60 50
6 1726959 5064155 III 60 50
7 1727065 5064088 III 60 50
8 1727050 5064031 III 60 50
9n 1727023 5064026 III 60 50
9o 1727002 5064016 III 60 50
10 1727012 5063904 III 60 50
11 1726990 5063891 III 60 50
12 1726507 5063724 III 60 50
13 1726500 5063705 III 60 50
14 1726466 5063737 III 60 50
15 1726444 5063767 III 60 50
16 1726343 5063718 III 60 50
17 1726312 5063786 III 60 50
18 1726289 5063814 III 60 50
19 1726226 5063793 III 60 50
20 1726164 5063784 III 60 50
21 1726290 5063869 III 60 50
22 1726554 5064499 III 60 50
23 1726579 5064501 III 60 50
24 1726603 5064543 III 60 50
25 1726613 5064568 III 60 50
26 1726674 5064584 III 60 50
27 1726676 5064569 III 60 50
28 1726685 5064555 III 60 50
29 1726700 5064539 III 60 50
30 1726712 5064518 III 60 50
31 1726730 5064494 III 60 50
32 1726748 5064476 III 60 50
Az 1726547 5064199 III 60 50
S1 1727237 5063387 III 60 50
S2 1727215 5063351 III 60 50
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194 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate allrsquoattivitagrave di allevamento
1941 Sorgenti fisse e sorgenti mobili
Le principali sorgenti sonore dellrsquoallevamento polli da carne sono costituite dal sistema di ventilazione
forzata che garantisce idonee condizioni interne ai capannoni di allevamento La ventilazione dei
capannoni egrave di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete collocati nel lato
ovest di ciascun capannone nel capannone 1 2 ventilatori sono collocati nella parete laterale (sempre
lato ovest)
Ventilazione dei capannoni
Capannone Modello
EM50
Modello
ED36HE
1 6 -
2 8 -
3 8 -
4 8 -
5 4 2
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Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola 5 capannoni con relative sorgenti puntuali
(ventilatori assiali a parete) edificio residenziale del proprietario e gestore dellrsquoazienda agricola 3
manufatti (ricovero materiali e attrezzature agricole)
(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture)
Il regime di funzionamento dei ventilatori varia in funzione della fase di sviluppo dei capi del numero
presente in ciascun capannone ma principalmente dalle condizioni meteo climatiche variabile
chiaramente nellrsquoarco dellrsquoanno
In ogni caso sia nella situazione attuale che nello scenario di progetto in particolari condizioni di
temperatura e umiditagrave i ventilatori funzionano a pieno regime e tutti contemporaneamente In entrambi
gli scenari le simulazioni sono state effettuata assumendo in via cautelativa il funzionamento di tutti i
ventilatori a pieno regime
Nella tabella che segue si riportano i livelli di pressione sonora (misurati a 2 m di distanze dalla
sorgente) garantite dalla casa produttrice Munters relativamente ai modelli di ventilatori in uso
nellrsquoazienda agricola Maggiolo
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Livelli di pressione sonora dB(A) a 2 m
dalla sorgente
Fonte Munters specifiche tecniche dei modelli
EMEMS ndash EDHEEDSHE-EC air extraction
circulation fan ndash Declaration of conformity (2013)
Situazione attuale e scenario di progetto - Sorgenti fisse simulate
Capannone Modello EM50
Livello di
potenza sonora
dB(A) delle
singole sorgenti
Modello ED36HE
Livello di potenza
sonora dB(A) delle
singole sorgenti
1 4 882 2 958
2 8 882 - -
3 8 882 - -
4 8 882 - -
5 6 882 - -
I livelli di pressione indicati dalla casa produttrice sono stati convertiti in livelli di potenza sonora
associando al ventilatore una propagazione semisferica Come prima analisi egrave stato stimato il livelli di
pressione sonora a 2 m di distanza di un ventilatore (modello ED36 e modello EM50) collocato nella
parete di uno dei 5 capannoni su una superficie riflettente poicheacute la sorgente egrave collocata in una parete
la simulazione egrave stata effettuata considerando un coefficiente di correzione pari a + 3 dB(A)
In corrispondenza del punto collocato a 2 m la simulazione con un ventilatore ED36HE ha portato ad un
livello di pressione sonora pari a 831 dB(A) in linea con il dati fornito dalla casa produttrice che
chiaramente egrave stato determinato in condizioni controllate non riproducili
In corrispondenza del punto collocato a 2 m la simulazione con un ventilatore EM50 ha portato ad un
livello di pressione sonora pari a 754 dB(A) in linea con il dati fornito dalla casa produttrice che
chiaramente egrave stato determinato in condizioni controllate non riproducili
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Ricostruzione del modello 3D per
la verifica della conversione del
livello di pressione sonora in
livello di potenza sonora
Relativamente al traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento nella situazione attuale e nello scenario
futuro egrave stato simulato il traffico indotto dalla normale attivitagrave svolta e che si svolgeragrave nellrsquoazienda
agricola considerando il numero massimo di mezzi pesanti che in una stessa giornata arrivano ed
escono Quindi assumendo un massimo pari a 3 mezzi giorno nella situazione attuale e 5 mezzi
giorno nello scenario futuro In via cautelativi tali mezzi sono stati fatti transitare in un breve periodo di 6
ore riferito chiaramente al periodo esclusivamente diurno
Traffico indotto simulato
Situazione
attuale Veicoli Pesanti
Scenario di progetto
Veicoli Pesanti Tipo di flusso
Tipo di manto stradale
Numero massimo di mezzi pesanti in arrivo in una giornata
30 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t
50 per rifornimento
mangime fino ad una capacitagrave dei silos
pari a 85 t contemporanea allo sfoltimento dei capi
- -
Numero di ore di operativitagrave (assunzione cautelativa)
6 6 - -
Numero massimo di mezzi pesanti in in entrata uscita dallrsquoazienda
10 17 - -
Strada di accesso allrsquoazienda agricola Flussi di traffico in entrata uscita dallrsquoazienda vh
15 20 Flusso fluido
continuo Strada non
asfaltata
Velocitagrave media di percorrenza kmh 30 30
Viabilitagrave principale Flussi di traffico in entrata uscita dallrsquoazienda vh
15 20 Flusso fluido
continuo Asfalto poroso
Velocitagrave media di percorrenza kmh 50 50
Le sorgenti fisse sono state simulate sia nella situazione attuale che nello scenario di progetto sia nel
periodo diurno (dalle 6 alle 19) che in quello serale notturno (dalle 19 alle 6) periodo questo nel quale
viceversa non sono state simulate le sorgenti mobili Nel confronto con i limiti ed in attesa della
definizione a livello italiano di valori limite per il periodo serale si egrave assunto cautelativamente il valore
limite riferito al periodo notturno anche per la fascia serale compresa tra 19 e le 22 di sera
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Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola dei manufatti presenti intorno alla stessa e della
viabilitagrave
(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture di allevamento e la
distribuzione dei manufatti sul territorio circostante)
195 Livelli ambientali ante operam
1951 Indagine fonometrica
Lrsquoindagine fonometrica egrave stata condotta il 25 maggio 2015 in corrispondenza di due punti di rilevamento
ritenuti significativi e rappresentativi dalla situazione attuale ed ai fini della valutazione degli impatti
attesi a seguito dellrsquoampliamento dellrsquoallevamento
Le misure sono state effettuate con uno fonometro integratore di precisione in classe 1 con filtri e
microfoni conforme a quanto richiesto dal DM 16031998 (conformi alle specifiche tecniche IEC 61672-
12002 Class 1 IEC 60651-2001 60804-2000 e ANSI S14 ndash 1983 Tipo 13 11 Filtro di Ottave S111-
1986 Tipo 1C IEC61260-am1-2001 Class 1) (certificati di taratura n 9388 del 14 maggio 2013 e n
9386 del 14 maggio 2013)
Le misure sono state effettuate in conformitagrave con le specifiche definite dal DM Ambiente 16 marzo
1998rdquo In particolare le misure sono state effettuate posizionando il microfono munito di cuffia
antivento ad unrsquoaltezza di 15 m dal piano di campagna Durante il periodo di svolgimento delle misure
non sono state rilevate precipitazioni e la velocitagrave del vento era inferiore a 5 ms
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1952 Livelli ambientali rilevati
La restituzione del clima sonoro attuale nel periodo diurno egrave stata effettuata mediante la realizzazione
di n 2 misure fonometriche di durata pari a 20 e 30 minuti in corrispondenza di n 2 punti di
rilevamento interni allrsquoarea dellrsquoallevamento
Punto 01 ndash punto di misura localizzato a circa 21 m dai ventilatori del capannone 1 (lato ovest)
durante i 30 minuti della misura solo il sistema di ventilazione del capannone 1 egrave stato
mantenuto in funzionamento Durante il periodo di misura egrave sorvolata lrsquoazienda agricola un
aereo
Punto 02 ndash punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale (lato est) del capannone
1 durante i 20 minuti della misura solo il sistema di ventilazione del capannone 1 egrave stato
mantenuto in funzionamento Durante il periodo di misura non sono state rilevate sorgenti
esterne allrsquoazienda
Azienda Agricola Maggiolo ndash 01
Azienda Agricola Maggiolo ndash 02
I principali risultati delle misure effettuate sono riportati di seguito mentre nelle schede si possono
visualizzare i principali indicatori associati a ciascuna misura
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Risultati delle misure di rilevamento fonometrico
Indicazione
Scheda rilevamento
Inizio
Misura
Durata della
misura min Leq dB(A)
L1
dB(A)
L10
dB(A)
L50
dB(A)
L90
dB(A)
L99
dB(A)
01 1444 30 595 636 597 591 586 582
01 mascherata 1444 30 591 603 597 591 586 582
02 1520 20 451 494 465 447 433 423
Livelli equivalenti e livelli statistici arrotondati per eccesso (a 05)
Indicazione
Scheda rilevamento
Inizio
Misura
Durata della
misura min Leq dB(A)
L1
dB(A)
L10
dB(A)
L50
dB(A)
L90
dB(A)
L99
dB(A)
01 1444 30 595 64 60 595 59 585
01 mascherata 1444 30 595 605 60 595 59 585
02 1520 20 455 495 465 45 435 425
Le misure fonometriche effettuate hanno fatto rilevare
Punto 01 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 20 m dai ventilatori del
capannone 1 (lato ovest) un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione
sonora pari a 595 dB(A) (anche quando mascherato il passaggio dellrsquoaereo)
Punto 02 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale
(lato est) del capannone 1 un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione
sonora pari a 455 dB(A)
I livelli di pressione sonora rilevati risultano inferiori rispetto ai contributi stimati assumendo i livelli di
potenza sonora determinati per i modelli EM50 e ED36 assumendo che lrsquoattenuazione dal lato ovest
(sorgente) verso il lato est dei livelli di pressione interna allrsquocapannone egrave legata alla sola divergenza
geometrica e che il contributo dei capi egrave pari a 36 dB(A)
Punto 01 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 20 m dai ventilatori del
capannone 1 (lato ovest) un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione
sonora pari a 643 dB(A) rispetto ad un livello misurato pari a 595 dB(A) Il differenziale pari a
circa 5 dB(A) potrebbe essere legato ad un funzionamento non a pieno regime di tutti i
ventilatori durante il periodo di misura In ogni caso essendo il livello stimato superiore a quello
misurato si possono ritenere cautelativi i risultati delle stime in corrispondenza dei singoli
recettori
Punto 02 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale
(lato est) del capannone 1 un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione
sonora pari a 476 dB(A) rispetto ad un livello misurato pari a 451 dB(A) Anche in questo caso
il livello stimato risulta superiore a quello rilevato essendo quindi da ritenere cautelative le
stime in corrispondenza dei recettori
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Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola punti di misura fonometrica
(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture e il punto di rilevamento)
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196 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto
Lrsquoanalisi dei livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto ovvero del
cambiamento legato allrsquoampliamento del numero di capi allevati egrave stata fatta a partire dai risultati delle
seguenti simulazioni
Periodo diurno (assunto cautelativamente dalle 600 alle 1900)
o Situazione attuale funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5
capannoni traffico indotto massimo e pari a 1 mezzo allrsquoora in transito nella viabilitagrave di
accesso allrsquoazienda agricola e nella viabilitagrave principale per un numero di giorni totale
pari a 3 giorni per ciclo produttivo (si stima che per ciclo produttivo ci sia movimento di
mezzi pesanti per un totale pari a circa 12 giorni di cui 8 con un numero di mezzi totale
al giorno inferiore a quello simulato)
o Scenario progetto funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5
capannoni traffico indotto massimo pari a 17 mezzi allrsquoora in transito nella viabilitagrave di
accesso allrsquoazienda agricola e nella viabilitagrave principale per un giorno per ciclo produttivo
(si stima che per ciclo produttivo ci sia movimento di mezzi pesanti per un totale pari a
circa 31 giorni di cui 30 con un numero di mezzi totale al giorno inferiore a quello
simulato)
Periodo serale (dalle 1900 alle 2200) e notturno (dalle 2200 alle 600)
o Situazione attuale e di progetto funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori
istallati nei 5 capannoni sia nella situazione attuale e nello scenario di progetto
Assenza di traffico indotto
Sia la situazione attuale che lo scenario di progetto sono da considerarsi cautelative in quanto come
indicato piugrave volte il traffico di mezzi pesanti egrave limitato a solo alcune giornate e per un numero di mezzi al
giorno nella maggior parte dei casi inferiore a quello simulato Il regime di funzionamento dei
ventilatori dipende delle condizioni meteo climatiche non funzionando a pieno regime tutto lrsquoanno e
durante le 24 ore
In assenza di traffico indotto sia nella situazione attuale che in quella di progetto (durante i periodi
diurno serale e notturno) il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento si riscontra ovviamente in
prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I livelli interni allrsquoarea drsquoallevamento variano tra
420 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro 2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato
ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest risultano intorno a 70-73 dB(A) in funzione del numero di
ventilatori e della relativa potenza sonora Si consideri tuttavia che lungo il confine della proprietagrave sul
lato piugrave esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli risultano essere pari o inferiori a 70 dB(A) quando
invece nel lato meno esposto (est) i livelli risultano essere inferiori a 46 dB(A)
Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare in assenza di traffico indotto nella situazione
attuale che in quella di progetto (durante i periodi diurno serale e notturno) in corrispondenza dei
singoli recettori (da 1 a 32) tra 240 e 465 dB(A) In corrispondenza dei recettori stando ai risultati
delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) e notturno (che associamo anche al
periodo serale in attesa che venga definito a livello normativo un limite di immissione per il periodo
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serale) pari a 50 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti non risultano poter
essere superati per ragioni imputabili alla presenza dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due
scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attivitagrave di allevamento egrave chiaramente molto inferiore al limite
che il piano di classificazione acustica comunale ad esse ha associato (sempre classe III e non in
classe acustica I) risultando inferiore a 20 dB(A)
00
100
200
300
400
500
600
700
GF GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1F 2 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1
1 2 2 3 3 4 4 5 5 5n 5n 5o 5o 6 6 7 7 8 8 9n 9n 9o 9o 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 15 16 16 17 17 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 30 31 31 32 32 Az Az s1 s1 s2 s2
Contributo dellallevamento in giornate senza traffico indotto dB(A) periodo diurno serale e notturno (funzionamento sistema di ventilazione alla massima potenza)
PD PS PN giornate senza traffico indotto dB(A) Vli PN Vli PD
I dati sono stati arrotondati per eccesso a 05
Nel periodo diurno nella situazione attuale il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento compreso
il traffico indotto si riscontra ancora in prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I livelli interni
allrsquoarea drsquoallevamento variano tra 460 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro 2 metri dai
ventilatori dei capannoni (lato ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest si mantengono intorno a
70-73 dB(A) come nel periodo serale e notturno in funzione del numero di ventilatori e della relativa
potenza sonora Lungo il confine della proprietagrave sul lato piugrave esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli
si mantengono pari o inferiori a 70 dB(A) quando invece nel lato meno esposto (est) i livelli risultano
essere inferiori a 49 dB(A)
Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare nella situazione attuale diurna nelle giornate
durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dallrsquoazienda agricola in
corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24) tra 320 e 555 dB(A) In corrispondenza dei recettori
stando ai risultati delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) per la classe III nella
quale tutti i recettori sono inseriti non risulta poter essere superato per ragioni imputabili alla presenza
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COD 15V055 PAGINA 175 194
dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attivitagrave di
allevamento nelle giornate con traffico indotto seppur piugrave elevato al solo funzionamento del sistema di
ventilazione in quanto in mezzi dovrebbero transitare sullrsquoasse viario che affianca entrambe le strutture
scolastiche risulta comunque inferiore al limite che il piano di classificazione acustica comunale ha
associato ad entrambe (in classe III) il contributo risulta inferiore a 46 dB(A) valore questo in ogni caso
compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione acustica per le due strutture con un
piugrave idoneo collocamento di ambedue in classe I (con un limite di immissione diurno pari a 50 dB(A)
Nel periodo diurno nello scenario di progetto il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento
compreso il traffico indotto si riscontra ancora in prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I
livelli interni allrsquoarea drsquoallevamento variano tra 470 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro
2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest si mantengono
intorno a 70-73 dB(A) come nel periodo serale e notturno e nella situazione attuale in funzione del
numero di ventilatori e della relativa potenza sonora Lungo il confine della proprietagrave sul lato piugrave
esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli si mantengono pari o inferiori a 70 dB(A) quando invece
nel lato meno esposto (est) i livelli risultano essere inferiori a 50 dB(A) con un incremento di 1 dB(A)
rispetto alla situazione attuale diurna
Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare nella situazione diurna di progetto nelle giornate
durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dallrsquoazienda agricola in
corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24) tra 335 e 580 dB(A) Anche nello scenario di progetto
in corrispondenza dei recettori stando ai risultati delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a
60 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti non risulta poter essere superato per
ragioni imputabili alla presenza dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2)
il contributo delle attivitagrave di allevamento nelle giornate con traffico indotto risulta inferiore a 48 dB(A)
valore questo in ogni caso ancora compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione
acustica per le due strutture
Per quanto riguarda il differenziale diurno (indicativo in quanto non calcolato chiaramente a partire da
dati interni agli ambienti abitativi) risulta inferiore a 25 dB(A) quindi non supera la soglia massima
ammissibili per il periodo diurno pari a 5 dB(A)
Si ritiene che in corrispondenza delle aziende agricole si debba aggiornare la classificazione acustica
associando allrsquoarea delle aziende agricola una classe acustica non inferiore alla VI (in relazione alla
quale il valore limite di emissione diurno e notturno egrave 65 dB(A) ed il limite di immissione diurno e
notturno egrave pari a 70 dB(A)) a causa necessitagrave di disporre di un sistema di raffrescamento con un
numero elevato di ventilatori
Stando ai risultati delle simulazioni effettuate si puograve ritenere che comunque il valore limite di
immissione riferito al periodo diurno (pari a 60 dB(A)) e al periodo serale e notturno (pari a 50 dB(A))
non saragrave superato in corrispondenza di alcun recettore per ragioni imputabili allrsquoattivitagrave di allevamento
Si tenga presente che gli scenari sono stati costruiti nella situazione piugrave cautelativa ovverossia
ipotizzando che il sistema di ventilazione funzione a pieno regime (al 100) con tutti gli aspiratori drsquoaria
in funzionamento in ciascuno dei capannoni e considerando il massimo contributo del traffico indotto
dalle attivitagrave di allevamento
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00
100
200
300
400
500
600
700
GF GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1F 2 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1
1 2 2 3 3 4 4 5 5 5n 5n 5o 5o 6 6 7 7 8 8 9n 9n 9o 9o 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 15 16 16 17 17 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 30 31 31 32 32 Az Az s1 s1 s2 s2
Contributo dellallevamento in giornate con traffico indotto dB(A) periodo diurno (funzionamento sistema di ventilazione alla massima potenza)
PD attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato sulle ore con traffico indotto)
PD di progetto in giornate con traffico indotto (livello ponderato sulle ore con traffico indotto)
Vli PD
I dati sono stati arrotondati per eccesso a 05
Contributo delle attivitagrave di allevamento in corrispondenza dei singoli recettori
recettore Piano
Periodo diurno serale e
notturno in giornate senza traffico indotto
Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato
sulle ore con traffico indotto)
Periodo diurno di progetto in giornate con
traffico indotto (livello
ponderato sulle ore con traffico
indotto)
Valore limite di
immissione periodo serale
notturno Vli PN
Valore limite di
immissione periodo diurno Vli PD
Differenziale periodo
diurno nelle giornate con
traffico indotto
1 GF 340 440 465 50 60 25
2 GF 340 435 455 50 60 20
2 F 1 340 430 450 50 60 20
3 GF 330 505 525 50 60 20
3 F 1 345 500 525 50 60 25
4 GF 285 555 580 50 60 25
4 F 1 315 540 565 50 60 25
5 GF 240 495 515 50 60 20
5 F 1 260 480 505 50 60 25
5n GF 310 525 550 50 60 25
5n F 1 325 520 540 50 60 20
5o GF 310 475 500 50 60 25
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recettore Piano
Periodo diurno serale e
notturno in giornate senza traffico indotto
Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato
sulle ore con traffico indotto)
Periodo diurno di progetto in giornate con
traffico indotto (livello
ponderato sulle ore con traffico
indotto)
Valore limite di
immissione periodo serale
notturno Vli PN
Valore limite di
immissione periodo diurno Vli PD
Differenziale periodo
diurno nelle giornate con
traffico indotto
5o F 1 330 480 500 50 60 20
6 GF 315 455 480 50 60 25
6 F 1 315 450 475 50 60 25
7 GF 265 420 440 50 60 20
7 F 1 280 420 445 50 60 25
8 GF 285 415 440 50 60 25
8 F 1 295 420 440 50 60 20
9n GF 290 380 405 50 60 25
9n F 1 300 385 405 50 60 20
9o GF 285 345 365 50 60 20
9o F 1 300 350 365 50 60 15
10 GF 285 330 340 50 60 10
10 F 1 285 335 350 50 60 15
11 GF 265 320 340 50 60 20
11 F 1 290 335 345 50 60 10
12 GF 425 430 430 50 60 00
12 F 1 430 435 435 50 60 00
13 GF 385 390 390 50 60 00
13 F 1 415 415 415 50 60 00
14 GF 430 430 435 50 60 05
14 F 1 435 435 440 50 60 05
15 GF 440 440 440 50 60 00
15 F 1 445 450 450 50 60 00
16 GF 400 405 405 50 60 00
16 F 1 405 410 410 50 60 00
17 GF 420 420 425 50 60 05
17 F 1 445 445 445 50 60 00
17 F 2 455 455 460 50 60 05
18 GF 440 440 440 50 60 00
18 F 1 455 460 460 50 60 00
19 GF 410 410 410 50 60 00
19 F 1 425 425 430 50 60 05
20 GF 420 420 420 50 60 00
20 F 1 430 435 435 50 60 00
21 GF 460 460 460 50 60 00
21 F 1 465 465 465 50 60 00
22 GF 365 375 380 50 60 05
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recettore Piano
Periodo diurno serale e
notturno in giornate senza traffico indotto
Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato
sulle ore con traffico indotto)
Periodo diurno di progetto in giornate con
traffico indotto (livello
ponderato sulle ore con traffico
indotto)
Valore limite di
immissione periodo serale
notturno Vli PN
Valore limite di
immissione periodo diurno Vli PD
Differenziale periodo
diurno nelle giornate con
traffico indotto
22 F 1 365 375 380 50 60 05
23 GF 355 370 375 50 60 05
23 F 1 365 380 385 50 60 05
24 GF 335 355 360 50 60 05
24 F 1 350 365 370 50 60 05
25 GF 285 320 335 50 60 15
25 F 1 345 360 365 50 60 05
26 GF 335 345 350 50 60 05
26 F 1 335 350 355 50 60 05
27 GF 335 350 355 50 60 05
27 F 1 335 350 355 50 60 05
28 GF 310 330 340 50 60 10
28 F 1 335 360 370 50 60 10
29 GF 335 350 360 50 60 10
29 F 1 335 350 355 50 60 05
30 GF 315 330 340 50 60 10
30 F 1 335 355 365 50 60 10
31 GF 335 355 370 50 60 15
31 F 1 335 355 360 50 60 05
32 GF 330 355 365 50 60 10
32 F 1 330 355 365 50 60 10
Az GF 425 425 425 50 60 00
Az F 1 445 445 445 50 60 00
Az F 1 445 445 445 50 60 00
s1 GF 200 455 475 50 60 20
s1 F 1 215 460 480 50 60 20
s2 GF 160 460 480 50 60 20
Piano GF ndash piano terreno F1 ndash primo piano
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20 RIFIUTI
I rifiuti prodotti dallrsquoAzienda Agricola sono quelli tipici di una azienda agricola zootecnica e consistono
per lo piugrave in imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti) in carta (per il trasporto
delle materie prime aggiuntive a quella trasportata con autobotti e caricata direttamente sui silos di
stoccaggio) ed in vetro (contenitori per medicinali) A seguito dellrsquoampliamento ci saragrave un conseguente
incremento della produzione di rifiuti non si prevedendo che vengano tuttavia diversificate le categorie
di rifiuti prodotti
Tipologia di rifiuti solidi prodotti dallrsquoazienda agricola
Rifiuti pericolosi
13 02 06 Scarti di olio sintetico per motori ingranaggi e lubrificazione
(ad esempio da trattori e gruppi elettrogeni)
15 01 10 Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze
(ad esempio disinfestanti)
Rifiuti non pericolosi
15 01 01 Imballaggi in carta e cartone
15 01 02 Imballaggi in plastica
15 01 05 imballaggi in materiali compositi
15 01 06 imballaggi in materiali misti
15 01 07 imballaggi di vetro
Per la gestione delle carogne (spoglie di animali morti prematuramente prima del loro conferimento al
macello) lrsquoazienda egrave dotata di apposita cella frigorifera adatta al contenimento temporaneo fino al
momento della consegna alla ditta autorizzata che effettua il relativo smaltimento a norma di legge
Nellrsquoazienda agricola egrave presente una area coperta nella quale verranno posizionati i contenitori per la
raccolta separata di tutti i rifiuti prodotti
21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE
Considerati i risultati delle analisi e valutazione effettuate ed esposte dei capitoli precedenti e
considerato che si tratta di un allevamento esistente il cui ampliamento non richiede la realizzazione di
ulteriore strutture e manufatti si ritiene non essere necessario effettuare delle indagini ad hoc sui temi
tratti e oggetto del presente studio di impatto ambientale
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22 ALLEGATO TECNICO
221 Aria e emissioni odorigene
2211 Bibliografia di riferimento
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Objectives - Volume I January 2004 pp 121 httpesrdalbertacaairobjectives-directives-policies-
and-standardsdocuments6655pdf
ARPAV 2014 Campagna di Monitoraggio della Qualitagrave dellAria Comune di PORTO VIRO Via Nello
Fregnan Periodo di attuazione 22012013 ndash 25022013 (semestre invernale) 20052013 ndash
15072013 (semestre estivo) Relazione Tecnica
Cesano M 2013 Emissioni di inquinanti provenienti da allevamenti animali in provincia di Cuneo
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gassose in atmosfera delle attivitagrave ad impatto odorigeno
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Regione Toscana 2010 Criteri Direttivi Per Il Contenimento Delle Emissioni In Atmosfera Delle
Centrali Geotermoelettriche Prescrizioni da utilizzare nei procedimenti regionali di VIA e di
concessioneautorizzazione ex L 8961986 e LR 392006
Ritter W F Chitikela S R 2007Modeling Ammonia and Odor Emissions from Livestock and Poultry
Facilities A ReviewWorld Environmental and Water Resources Congress 2007 Restoring Our Natural
Habitat Air Quality Issues pp 1-9
Schiffman S S 1998 Livestock odors Implications for human health and well-being Journal of Animal
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SEPA (Scottish Environment Protection Agency) 2010 Odour guidance 2010 Version 1 pp95
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and Levels and Air Pollution Effects Risks and Trends UNECE (2004)
Yu Z Guo H Lagueuml C 2011a Development of a livestock odor dispersion model part I Model theory
and development J Air Waste Manag Assoc 2011 Mar61(3)269-76
Yu Z Guo H Lagueuml C 2011b Development of a livestock odor dispersion model part II Model theory
and development J Air Waste Manag Assoc 2011 Mar 61(3)277-84 J Air Waste Manag Assoc 2011
Mar61(3)277-84
2212 Allegato ndash Descrizione del modello Windimula
SINTESI DELLA DESCRIZIONE DELLE EQUAZIONI UTILIZZATE DAL MODELLO WD3 ndash MAIND
SRL
Sistema delle coordinate
Il sistema di coordinate utilizzate egrave un sistema cartesiano con lrsquoasse x orientato da Ovest a Est e lrsquoasse y orientato
da Sud a Nord Le unitagrave di misura sono espresse in metri la posizione dei vari punti del reticolo cartesiano egrave
espressa dallrsquoequazione seguente
Calcolo delle distanze
Durante il calcolo il sistema di coordinate viene ruotato per portare lrsquoasse x a coincidere con la
direzione del vento
Le equazioni utilizzate sono le seguenti
- modifica della direzione del vento
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dove dirprov egrave la direzione di provenienza del vento in gradi (secondo le convenzioni meteorologiche
internazionali) inserita come dato di input
modifica della posizione della sorgente e del recettore
calcolo della distanza sottovento e della distanza perpendicolare alla direzione del vento di un recettore
rispetto alla sorgente
calcolo della distanza radiale sorgente-recettore (usato nel calcolo climatologico)
CALCOLO DEL PROFILO VERTICALE DEL VENTO
Calcolo del vento alla quota H
Teoricamente il vento che appare nella formulazione gaussiana dovrebbe essere inteso come valore
medio sullrsquoestensione del pennacchio Poicheacute i dati meteorologici di partenza sono generalmente
disponibili al suolo si utilizza una legge esponenziale per trasportare lrsquointensitagrave della velocitagrave del vento
alla quota desiderata mantenendone comunque costante la direzione Nel calcolo dellrsquoaltezza efficace
si utilizza la velocitagrave del vento riportata allrsquoaltezza fisica del camino nel calcolo ellrsquoequazione si utilizza
il valore medio tra la velocitagrave del vento riportata allrsquoaltezza fisica del camino e la velocitagrave del vento
riportata allrsquoaltezza efficace cioegrave allrsquoaltezza effettiva del rilascio Poicheacute in presenza di orografia questa
altezza puograve essere inferiore allrsquoaltezza fisica del camino si considera comunque la velocitagrave del vento
calcolata allrsquoaltezza del camino come valore limite inferiore
Lrsquoequazione utilizzata egrave la seguente
dove
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uHe velocitagrave del vento alla quota desiderata
uref velocitagrave del vento misurata alla quota zref
He quota di calcolo
z0 rugositagrave superficiale
p esponente che dipende dalla classe di stabilitagrave
Classe di stabilitagrave Coeff P
A 01
B 01
C 016
D 016
E 03
F 03
Nel caso in cui siano disponibili due set di misure a due quote diverse (z2 z1 con z2 gt z1) lrsquoesponente
p viene calcolato utilizzando questa formula
Limiti
la velocitagrave calcolata deve risultare comunque maggiore di umin (default 1 msec)
se lrsquoaltezza di calcolo e lrsquoaltezza della prima misura sono inferiori alla quota Hmin si pone u=u1
lrsquoaltezza di calcolo egrave assunta comunque maggiore di Hmin e minore di Hmax (default 200 m)
impostati nei parametri generali del calcolo
se lrsquoaltezza di calcolo egrave inferiore alla quota della prima misura si pone u=u1
in presenza di due set di dati si assume come direzione del vento quella piugrave vicina allrsquoaltezza
del rilascio
in caso di calma di vento si utilizza in diverso valore di umin (default 05 ms)
MODELLO SHORT TERM PER SORGENTI PUNTIFORMI IN PRESENZA DI VENTO
Formula generale dellrsquoequazione gaussiana
Lrsquoequazione gaussiana che esprime la concentrazione per sorgenti puntiformi elevate con emissioni
continue assume la seguente forma
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dove
Q emissione di inquinante espresso come massa per unitagrave di tempo
V termine verticale (par 32 )
D termine di decadimento (par 38 )
Σy (x) σ z (x) coefficienti di dispersione laterale e verticale (m)
u velocitagrave del vento alla quota del rilascio (ms)
x distanza sottovento tra la sorgente e il recettore rispetto alla direzione del vento (par 11 )
y distanza perpendicolare alla direzione del vento tra lrsquoasse del pennacchio e il recettore (par
11 )
z quota del recettore rispetto al suolo
Tale equazione viene ricavata in base alle seguenti ipotesi
processo stazionario
condizioni meteorologiche costanti
trasporto turbolento lungo lrsquoasse x trascurabile rispetto al trasporto per avvezione
coefficienti di dispersione costanti in y e z
emissione costante
suolo riflettente
Lrsquoequazione gaussiana non egrave applicabile in condizioni di calma di vento per questo motivo si assume
generalmente un valore minimo di 1 ms per la velocitagrave del vento
NOTA con questa formula generica egrave possibile calcolare C anche a quote superiori al suolo (ldquoflagpole
recettorerdquo)
Termine verticale
La forma generale del termine verticale V egrave la seguente
dove il secondo termine rappresenta lrsquoeffetto della riflessione del terreno e il termine Vinv rappresenta
lrsquoeffetto delle riflessioni del plume causate dalla presenza di unrsquo inversione in quota
Il termine h assume inizialmente la seguente forma
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formula utilizzata per descrivere il downwash degli edifici) e ΛH rappresenta il sovralzo dei fumi
Termine verticale in presenza di inversione in quota
Le classi ABC e D sono caratterizzate da un inversione in quota che limita la diffusione verticale La
quota di questa inversione in quota viene spesso indicata con il termine di altezza di rimescolamento
La presenza di questa inversione in quota modifica lrsquoequazione gaussiana con lrsquointroduzione del
termine Vinv
dove Vinv rappresenta la base dellrsquoinversione in quota
Il modello gaussiano non considera la possibilitagrave che il pennacchio riesca a superare lrsquoinversione nel
caso ciograve si realizzi la diffusione verso il basso viene fortemente inibita e i valori di concentrazione
risultano molto bassi Per questo motivo lrsquoinserimento di una inversione in quota piugrave bassa dei valori
standard dello strato rimescolato puograve portare a valori molto elevati e non realistici di concentrazione al
suolo La serie riportata nella formula converge abbastanza rapidamente e in generale sono sufficienti
poche iterazioni il parametro impostato di default esegue 4 riflessioni Il modello contiene dei valori di
default per lrsquoaltezza dello strato rimescolato egrave comunque possibile inserire un valore direttamente
come dato di input
Termine verticale per diffusione di particolato
In caso di diffusione di particolato o di gas pesanti il modello gaussiano viene modificato per tener
conto degli effetti legati alla velocitagrave di sedimentazione gravitazionale Il primo effetto sullrsquoequazione egrave
quello di introdurre un abbassamento dellrsquoasse del pennacchio modificando il termine h descritto in
precedenza
dove
vg rappresenta la velocitagrave di sedimentazione gravitazionale
u velocitagrave del vento alla quota del pennacchio
La modifica del termine h serve a tener conto dellrsquoeffetto della gravitagrave sulla diffusione dellrsquoinquinante e
viene generalmente indicato come Tilted Plume Model
Effetti della deposizione secca sullrsquoequazione
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In generale la deposizione degli inquinanti gassosi e del particolato leggero (particelle fino a 1 micron)
ha effetti trascurabili sulla concentrazione dovuta alla diffusione In caso contrario egrave necessario tener
conto del fatto che parte del materiale si deposita al suolo facendo cadere lrsquoipotesi di suolo riflettente In
generale la deposizione di un inquinante si puograve calcolare tramite la relazione
F flusso di deposizione al suolo
C(xy0) concentrazione al suolo
vd velocitagrave di deposizione
Si tenga presente che in caso di particolato la velocitagrave di deposizione NON egrave la velocitagrave di
sedimentazione gravitazionale In generale i fenomeni che determinano la deposizione cioegrave la cattura
da parte del suolo dellrsquoinquinante sono molto complessi ed esulano dalla trattazione di un modello
semplice come egrave il modello gaussiano anche percheacute richiedono generalmente lrsquointroduzione di
informazioni iniziali spesso non disponibili o di difficile reperibilitagrave che dipendono dal tipo di inquinante
dal tipo di terreno dal tipo di vegetazione e dalle condizioni meteorologiche Il modello quindi adotta un
approccio conservativo trascurando il calcolo della deposizione secca Tale approccio egrave sicuramente
adatto ad applicazioni di tipo regolatorio Il modello permette comunque di adottare la stessa soluzione
presente nel DIMULA ndash DOS che in caso di velocitagrave di sedimentazione diversa da zero ipotizza che
tutto lrsquoinquinante di depositi trascurando il termine di riflessione dellrsquoequazione gaussiana
Effetti della deposizione umida sullrsquoequazione (opzione avanzata)
Analogamente a quanto descritto per la deposizione secca la presenza della deposizione umida
modifica lrsquoequazione gaussiana per tener conto del materiale rimosso dalla pioggia diminuendo il
termine di emissione Contrariamente alla deposizione secca perograve la formulazione generalmente
adottata per la modifica dellrsquoequazione gaussiana egrave piugrave semplice ed ha la forma seguente
dove
λ = Scavening coefficiente (hr(smm))
R= rate di precipitazione (mmhr)
Il modello include il calcolo dellrsquoeffetto della deposizione umida si tenga presente che lrsquoinclusione di
questo calcolo serve SOLO per valutare lrsquoeffetto della deposizione umida sulle concentrazioni e NON
per calcolare il flusso di deposizione
Calcolo del Plume Rise
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Le equazioni utilizzate per il calcolo del plume rise si basano sulle note formulazioni di Briggs
raccomandate anche da EPA Lo schema utilizzato dal modello coincide quasi integralmente con lo
schema utilizzato da ISC e da CALPUFF
Definizione delle variabili
hS altezza fisica del camino (m)
hrsquoS altezza del camino modificata per effetto della scia del camino (m)
d diametro interno del camino (m)
rs raggio interno del camino
vs velocitagrave di efflusso dei fumi (ms)
Ts temperatura dei fumi (K)
dH sovralzo dei fumi
xf distanza alla quale si verifica il sovralzo finale dei fumi
us velocitagrave del vento alla bocca del camino (ms)
Ta temperatura dellrsquoaria
ϑpartz gradiente verticale della temperatura potenziale per la classe di stabilitagrave E
vale 002 (ISC) o 0015 (DIMULA) per la classe di stabilitagrave F vale 0035 (ISC) o 0037 (DIMULA)
Bh altezza degli edifici in direzione del vento
Bw larghezza dellrsquoedificio vicino alla sorgente perpendicolare alla direzione del vento
g accelerazione di gravitagrave (980616 ms2)
Effetto scia del camino (Stack aerodynamic effect)
La bassa pressione che si forma sottovento al camino puograve avere lrsquoeffetto di abbassare lrsquoasse del
pennacchio quando la velocitagrave di efflusso dei fumi risulta particolarmente bassa Quando la velocitagrave di
efflusso dei fumi risulta inferiore a 15 volte la velocitagrave del vento si valuta lrsquoeffetto di scia del
camino utilizzando la formula (Briggs) seguente
Lrsquoapplicazione di questa formula ha lrsquoeffetto di ridurre lrsquoaltezza fisica del rilascio
Il calcolo egrave opzionale (in quanto camini che soddisfano il criterio vs lt 15 us possono avere dispositivi
che prevengono lrsquoeffetto scia del camino Il calcolo non viene eseguito in caso di calma di vento
Limiti Per evitare che con camini bassi e larghi il valore corretto possa diventare negativo viene
assunto un limite inferiore come percentuale sul valore totale Un valore indicativo puograve essere 13
(pg204 ref 2) ISC e DIMULA limitano a 0 la correzione
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Parametri utilizzati nei calcoli del plume rise
Flusso di galleggiamento
Flusso del momento
Parametro di stabilitagrave
Calcolo del sovralzo dei fumi per atmosfera instabile o neutra
Si calcola la ldquocrossover temperaturerdquo che serve per determinare se il sovralzo egrave prevalentemente
guidato dal sopralzo termico o dal flusso di momento
per Fb lt 55
per Fb ge 55
Sovralzo dominato dal flusso di
galleggiamento
(T T ) ( T) S A c
FB lt 55
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FB = 55
FB gt 55
Sovralzo dominato dal flusso di momento
Calme di vento non crsquoeacute una trattazione specifica si pone u=umin
Limiti
bull la velocitagrave del vento alla bocca del camino viene comunque posta u gt= umin
bull nel caso in cui lrsquoaltezza efficace superi la quota dellrsquoinversione si veda 356
bull se lrsquoaltezza del camino (prima del calcolo) supera lrsquoaltezza di inversione o lrsquoaltezza dello strato
rimescolato la concentrazione viene posta a 0 su tutto il dominio
Calcolo del sovralzo dei fumi per atmosfera stabile
Si calcola la ldquocrossover temperaturerdquo che serve per determinare se il sovralzo egrave prevalentemente
guidato dal sovralzo termico o dal flusso di momento
Sovralzo dominato dal flusso di galleggiamento
Sovralzo dominato dal flusso di momento
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il sovralzo dominato dal momento in caso di atmosfera stabile e non puograve superare quello calcolato in
atmosfera instabile o neutra
Calma di vento
a causa del termine negativo ndash3d si impone che comunque il sovralzo non sia negativo
Limiti
Se lrsquoaltezza efficace supera lrsquoaltezza dello strato rimescolato si pone altezza efficace uguale altezza
dello stratorimescolato
Coefficienti di Dispersione
Il calcolo dei coefficienti di dispersione procede attraverso i seguenti passi
calcolo delle sigma di Briggs
correzione dei valori calcolati introducendo il calcolo della BID (Buoyancy Induced Dispersion)
In caso di utilizzo del modello di Huber Snyder per la valutazione del building downwash il
calcolo egrave modificato in questo modo (descritto nel capitolo successivo)
per distanze inferiori a 10BB calcola le σ y (x)e σ z (x) utilizzando le formule di tale modello e
scegliendo il valore massimo rispetto alle sigma di Briggs per distanze superiori calcola le σ y
(x+xvirt)e σ z (x+xvirt) di Briggs alla distanza x+xvirt
correzione dei valori calcolati introducendo il calcolo della BID (Buoyancy Induced Dispersion)
Formule di Briggs
Le formule di dispersione piugrave utilizzate nei modelli per il calcolo di σ y e σ z in mancanza di misurazioni
o calcoli diretti della turbolenza sono quelle di Briggs (1973) ottenute combinando una larga serie di dati
sperimentali
dove
b=1
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d=-05
e=1
f=1
e=1
f=1
DIMULA DOS contiene inoltre un modello per il calcolo delle formule di dispersione basato sulla
rugositagrave superficiale (egrave evidente che questo modello ha un senso quando viene fornito al modello un
campo xy di rugositagrave superficiale)
Termine di decadimento
Il termine di decadimento inserito nellrsquoequazione di concentrazione egrave un modo semplice per
considerare lrsquoeffetto sulla concentrazione della rimozione del materiale inquinante Tale rimozione puograve
essere dovuta a deposizione secca o umida a effetti chimici o altro Il termine di decadimento egrave della
forma
dove γ rappresenta il coefficiente di decadimento espresso in secondi alla meno 1 Assegnare a γ il
valore 0 significa trascurare il decadimento (opzione di default) Una relazione utile per calcolare γ se egrave
noto il tempo di dimezzamento della sostanza in esame egrave la seguente
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Il termine di decadimento potrebbe essere utilizzato per descrivere la perdita di materiale
dovuta alla deposizione umida utilizzando la seguente relazione
ψ = λR
dove λ rappresenta lo ldquoscavening coefficientrdquo (smmhr) -1 e R rappresenta il rate di precipitazione
(mmhr) si egrave preferito perograve tenere separati i due effetti per consentire lrsquoutilizzo continuativo del modello
con sequenze di dati meteo
MODELLO SHORT TERM PER SORGENTI AREALI IN PRESENZA DI VENTO
In genere le sorgenti areali vengono schematizzate come sorgenti puntiformi virtuali arretrate rispetto al
centro della sorgente areale questa schematizzazione si traduce sostanzialmente nellrsquoinserimento di
valori di dispersione iniziali che tengano conto della reale dimensione della sorgente utilizzando la
stessa equazione usata per descrivere le sorgenti puntiformi Un altro possibile approccio egrave quello di
considerare la concentrazione prodotta da una sorgente areale come il risultato della concentrazione
prodotta da n sorgenti puntiformi distribuite sullrsquoarea effettivamente occupata dalla sorgente areale
La formulazione di Cirillo e Cagnetti (12) adottata da DIMULA DOS prevede lrsquoutilizzo di due modelli
un modello per le grandi distanze basato sullrsquointegrazione dellrsquoequazione della sorgente
puntiforme sulla superficie dellrsquoarea della sorgente
un modello per le brevi distanze basato sulla modifica delle sigma orizzontali di dispersione
Viene calcolata una distanza di riferimento Xstar (formulazione no riportata) che rappresenta il limite dei
due modelli questa distanza egrave la distanza alla quale il calcolo delle sigma di dispersione dei due
modelli coincide
Il calcolo della dispersione verticale
Il coefficiente di dispersione verticale viene calcolato in entrambi i modelli secondo la seguente formula
dove σz rappresenta la dispersione calcolata secondo le formule di Briggs e σz0 rappresenta la
dispersione verticale iniziale e viene inserita come dato di input dallrsquoutente In letteratura sono riportate
diverse indicazioni per lrsquoassegnazione di questo valore
Dimula DOS utilizza lrsquoaltezza degli edifici intorno alla sorgente divisa per 25
ISC suggerisce di utilizzare la dimensione verticale della sorgente divisa per 215 se la sorgente
egrave vicina al suolo ed isolata lrsquoaltezza degli edifici divisa per 215 se la sorgente egrave elevata o
adiacente a edifici lrsquoaltezza della sorgente divisa per 43 se la sorgente egrave elevata ed isolata
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42 Il modello per X lt Xstar
Il modello per piccole distanze egrave il modello puntiforme con la dispersione laterale modificata secondo la
formula
dove
σy dispersione calcolata secondo le formule di Briggs
R area della sorgente
K(R) funzione definita per il trasporto di lunga distanza
sf fattore moltiplicativo del raggio della sorgente areale per il calcolo della Sigma Y iniziale (impostato
nei parametri generali del calcolo con valore di default 05)
MODELLO PER LE CALME DI VENTO
Inquadramento
Ai fini delle misure strumentali le calme di vento sono tutte quelle situazioni meteorologiche nelle quali
gli strumenti di
misura non riescono a definire una direzione e una intensitagrave del vento
A questa situazione strumentale (assenza del dato) corrispondono in realtagrave moltissime e diverse
situazioni meteorologiche
La gestione modellistica delle calme di vento presenta sostanzialmente due problemi
mancanza di dati per inizializzare i modelli
varietagrave delle situazioni meteorologiche che ricadono nella definizione di calme di vento
Queste difficoltagrave hanno portato lrsquoEPA e definire una metodologia per trattare le calme di vento che
consiste in un preprocessamento dei dati meteorologici finalizzato allrsquoeliminazione delle condizioni di
calma
I modelli gaussiani in particolare non sono in grado di gestire le calme di vento
per ragioni fisiche in quanto contrastano con le ipotesi di derivazione della formulazione
gaussiana
per ragioni matematiche in quanto la velocitagrave del vento egrave presente a denominatore
La soluzione presente nella versione precedente di DIMULA si basa sul modello CAGNETTI
FERRARA questo modello basato sullrsquointegrazione temporale dellrsquoequazione gaussiana a puff
presenta perograve il difetto di divergere nellrsquoorigine calcolando valori irrealistici e sovrastimati nei recettori
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vicini alla sorgente Per questo motivo egrave la trattazione delle calme e delle condizioni di vento debole egrave
stata modificata adottando il modello CIRILLO POLI
Trattamento delle condizioni di calma nel modello short term con sequenza di dati orari
La gestione del calcolo in base ai dati di ogni singolo record orario per sorgenti puntiformi segue lo
schema seguente
La gestione del calcolo in base ai dati di ogni singolo record orario per le sorgenti areali segue il
seguente schema
Il modello di Cirillo Poli non si applica alle sorgenti areali nelle situazioni di mancanza di dati si applica
un modello gaussiano con split sigma
Il modello gaussiano ridotto con split sigma presenta le seguenti ipotesi
la distanza x egrave assunta come distanza radiale
la distanza y egrave assunta pari al raggio della sorgente areale
Sigmaz egrave calcolata come nel modello gaussiano
seguendo Cirillo e Poli Sigmay egrave calcolata da
bull
dove richiesto si assume come velocitagrave del vento il valore minimo impostato di default dal modello per
le situazioni di calma
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Posta elettronica certificata
ambienteitaliasrlpecambienteitaliait
Il gruppo di lavoro che ha eseguito le analisi e contribuito alla stesura dello Studio di impatto ambientale egrave
cosigrave composto
Approvazione degli elaborati Dott Mario Zambrini
Responsabile di progetto Eng Teresa Freixo Santos
Aspetti progettuali Dott ssa Anna Geotti
Eng Teresa Freixo Santos
Aspetti programmatici
Analisi Ambientali
Stima degli impatti
Dott Armando Buffoni
Eng Teresa Freixo Santos
Arch Mario Miglio
Dott ssa Valentina Toninelli
Dott Mario Zambrini
Elaborazioni cartografiche e simulazioni fotografiche Dottssa Valentina Toninelli
La valutazione previsionale dellimpatto acustico inclusa la campagna di monitoraggio acustico egrave
stata eseguita dal Dott Mario Zambrini e dallrsquoEng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel
campo dellrsquoacustica ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti
rispettivamente con Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714
del 3 Dicembre 2010
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 3 194
INDICE
1 PREMESSA 8
11 Oggetto dello Studio di impatto ambientale 8
12 Riferimenti normativi 8
13 Struttura dello studio di impatto ambientale 9
14 Gruppo di lavoro 10
2 NORME MINIME PER LA PROTEZIONE DEI POLLI DA CARNE 12
3 AZIENDA AGRICOLA 15
31 Caratteristiche dei capannoni di allevamento 17
311 Silos per lo stoccaggio mangime 20
312 Sistema di ventilazione 21
32 Attivitagrave di allevamento ndash descrizione delle fasi di allevamento nella situazione
attuale e nello scenario di progetto 22
4 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLA SITUAZIONE ATTUALE 26
5 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLO SCENARIO DI PROGETTO 29
51 Motivazione dellrsquointervento di ampliamento 29
52 Dimensionamento dellrsquoallevamento in caso di ampliamento 29
6 GESTIONE DEI MATERIALI PALABILI ESISTENTE E PREVISTO DAL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DEL NUMERO DI CAPI 32
7 CONSUMI DI RISORSE E CARATTERISTICHE DELLE EMISSIONI IN AMBIENTE ESTERNO 34
71 Consumo di materie prime 34
72 Consumi energetici 35
73 Ciclo idrico 36
74 Scarichi idrici 37
75 Spolgie di animali 37
76 Produzione di rifiuti solidi 38
77 Emissioni in atmosfera 38
8 DISTANZE MINIME SECONDO LA DGR 8562012 39
9 DECOMMISSIONING 40
10 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE 42
101 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ndash Regione Veneto 42
1011 Riferimenti generali 42
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1012 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 43
102 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ndash Provincia di Treviso 44
1021 Riferimenti generali 44
1022 Relazioni con le previsioni del PTCP 46
103 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castelfranco Veneto 48
1031 Riferimenti generali 48
1032 Relazioni con le previsioni del PAT 49
104 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castello di Godego 54
1041 Riferimenti generali 54
1042 Relazione con le previsioni del PAT 54
1043 Relazione con le previsioni del PRG 60
105 Classificazione acustica del territorio comunale 61
1051 Riferimenti generali 61
1052 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 63
106 Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (e norme in materia di
salvaguardia da rischio di inquinamento da nitrati) 64
1061 Riferimenti generali 64
1062 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 66
107 Piano per lrsquoAssetto Idrogeologico del Bacino scolante nella Laguna di
Venezia 67
1071 Riferimenti generali 67
1072 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 67
108 Piano di Risanamento della Qualitagrave dellrsquoAria 69
1081 Riferimenti generali 69
1082 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 69
109 Programma di Sviluppo Rurale 70
1091 Riferimenti generali 70
1092 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 71
1010 Aree Protette 71
10101 Riferimenti generali 71
10102 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 72
1011 Rete Natura 2000 72
10111 Riferimenti generali 72
10112 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 74
1012 Important Bird Area (IBA) 75
10121 Riferimenti generali 75
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10122 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 75
1013 Zone umide di importanza internazionale 75
10131 Riferimenti generali 75
10132 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 76
11 REGIME VINCOLISTICO 76
111 Vincolo sismico 76
1111 Riferimenti generali 76
1112 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine 77
112 Vincolo idrogeologico 78
1121 Riferimenti generali 78
1122 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine 78
113 Patrimonio culturale beni culturali e beni paesistici vincolati 78
1131 Riferimenti generali 78
1132 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e lrsquoallevamento avicolo 79
12 USI DEL SUOLO 85
121 Impatti sullrsquouso del suolo 85
13 FLORA E FAUNA 86
131 Fauna 86
132 Flora 91
133 Stima degli impatti 91
14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI 93
141 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici 93
142 Impatti sui beni architettonici e archeologici 98
15 PAESAGGIO 101
151 Quadro conoscitivo del Paesaggio 101
152 Caratteri del Paesaggio nellrsquoarea di analisi 106
153 Impatti sul paesaggio 107
16 ACQUE 109
161 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee 109
162 Consumi di acqua 113
163 Impatti sulle acque 113
17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE 114
171 Premessa 114
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172 Breve richiamo delle caratteristiche dellrsquoAzienda e dellrsquoattivitagrave di allevamento116
173 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo 117
174 Emissione aziendali 119
1741 Fattori di emissione 119
1742 Quadro emissivo aziendale 120
1743 Sorgenti fugitive 123
1744 Ventilazione 123
175 Quadro meteoclimatico 124
1751 Precipitazioni 124
1752 Temperatura 125
1753 Umiditagrave relativa 126
1754 Anemolologia 127
1755 Classi di stabilitagrave atmosferica 130
171 Qualitagrave dellrsquoaria 130
172 Modello di dispersione 131
1721 Scelta della tipologia di modello e del codice software 131
1722 Estensione del dominio territoriale di analisi 131
1723 Scansione temporale 131
1724 Descrizione del modello 132
1725 Dati di input del modello 134
1726 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie 134
173 Normativa di riferimento 135
1731 Particolato 135
1732 Ammoniaca 135
1733 Idrogeno solforato 136
1734 Composti odorigeni 136
174 Risultati delle simulazioni 138
1741 Composti odorigeni 138
1742 Ammoniaca 141
1743 Particolato fine 143
1744 Idrogeno solforato 145
175 10 Considerazioni conclusive 147
18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALLrsquoATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO 148
181 Assi viari interessati dal traffico indotto 148
182 Stima del traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento 150
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19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO 156
191 Premessa 156
192 Stima dellrsquoimpatto acustico ndash modello di simulazione 156
193 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici 158
194 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate allrsquoattivitagrave di allevamento 160
1941 Sorgenti fisse e sorgenti mobili 160
195 Livelli ambientali ante operam 164
1951 Indagine fonometrica 164
1952 Livelli ambientali rilevati 165
196 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto 173
20 RIFIUTI 179
21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE 179
22 ALLEGATO TECNICO 180
221 Aria e emissioni odorigene 180
2211 Bibliografia di riferimento 180
2212 Allegato ndash Descrizione del modello Windimula 181
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1 PREMESSA
11 Oggetto dello Studio di impatto ambientale
LrsquoAzienda Agricola Maggiolo egrave localizzata in Via Bella Venezia 147 Castelfranco Veneto in Provincia di
Treviso Nellrsquoazienda agricola si svolge lrsquoattivitagrave di allevamento di polli a terra fino ad un massimo di
39500 polli per ciclo Lrsquoazienda intende sfruttare la potenzialitagrave massima pari a 110000 capi per ciclo
Per tanto lrsquoazienda intende avviare le seguenti procedure
Valutazione di impatto ambientale ai sensi del D Lgs 1522006 smi ldquoNorme in materia ambientalerdquo
in quanto ricadente al punto ac) dellrsquoAllegato III ldquoImpianti per lallevamento intensivo di pollame o di
suini con piugrave di 85000 posti per polli da ingrasso 60000 posti per gallinerdquo
Valutazione di incidenza ai sensi del DPR 35797 Regolamento recante attuazione della direttiva
9243CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali noncheacute della flora e
della fauna selvaticherdquo in quanto rientrare allrsquointerno della area Natura 2000 ZPS IT3240026 ldquoPrai di
Castello di Godegordquo
Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ai sensi del D Lgs 1522006 smi in quanto ricadente al
punto 66 a) dellrsquoAllegato I ldquoImpianti per lallevamento intensivo (hellip) con piugrave di 40000 posti
pollamerdquo
La presente relazione costituisce quindi lo studio di impatto ambientale funzionale allo espletamento
della procedura di Valutazione di impatto ambientale di competenza della Provincia di Treviso
12 Riferimenti normativi
In data 14 febbraio 2009 sono entrate in vigore le norme in materia di procedure di VIA (Valutazione di
Impatto Ambientale) cosigrave come previsto dallrsquoart 35 ldquoDisposizioni transitorie e finalirdquo della Parte
Seconda del D Lgs 15206 ldquoNorme in materia ambientalerdquo come modificato successivamente
Drsquoaccordo con il D Lgs 15206 e smi art 35 ldquoDisposizioni transitorie e finalirdquo ldquo1 Le regioni adeguano il
proprio ordinamento alle disposizioni del presente decreto entro dodici mesi dallentrata in vigore In
mancanza di norme vigenti regionali trovano diretta applicazione le norme di cui al presente decreto 2
Trascorso il termine di cui al comma 1 trovano diretta applicazione le disposizioni del presente decreto
ovvero le disposizioni regionali vigenti in quanto compatibili (hellip)rdquo Con le DGRV n 308 del 10 febbraio
2009 n 327 del 17 febbraio 2009 (Allegati A e B) n 4145 del 29 dicembre 2009 n 1539 del 27
settembre 2011 e ancora n n 575 del 03 maggio 2013 la Regione del Veneto ha delineato gli indirizzi
applicativi specifici in materia di valutazione ambientale di coordinamento tra il Dlgs 1522006 come
modificato ed integrato dal DLgs 42008 con la LR 101999
Secondo la normativa nazionale (e regionale) vigente sono sottoposti a procedura di VIA tra altre
tipologie (All III) le seguenti tipologie di allevamento
ac) Impianti per lrsquoallevamento intensivo di pollame o di suini con piugrave di
o 85000 posti per polli da ingrasso 60000 posti per galline
o 3000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg) o
o 900 posti per scrofe
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13 Struttura dello studio di impatto ambientale
Lo studio di impatto ambientale egrave stato predisposto sulla base delle indicazioni di cui al D Lgs
1522006 smi Allegato VII - Contenuti dello Studio di impatto ambientale e che fanno riferimento
drsquoaccordo con lrsquoart 22 del medesimo decreto a
a) descrizione del progetto con informazioni relative alle sue caratteristiche alla sua localizzazione
ed alle sue dimensioni
b) descrizione delle misure previste per evitare ridurre e possibilmente compensare gli impatti
negativi rilevanti
c) dati necessari per individuare e valutare i principali impatti sullambiente e sul patrimonio
culturale che il progetto puograve produrre sia in fase di realizzazione che in fase di esercizio
d) descrizione sommaria delle principali alternative prese in esame dal proponente ivi compresa
la cosiddetta opzione zero con indicazione delle principali ragioni della scelta sotto il profilo
dellimpatto ambientale
e) descrizione delle misure previste per il monitoraggio
Lo studio di impatto ambientale egrave quindi articolato coerentemente con le disposizione di cui allrsquoAllegato
VII secondo lrsquoarticolazione di massima presentata nello schema seguente
A Quadro di riferimento programmatico
Descrive sinteticamente gli elementi conoscitivi ed analitici utili ad inquadrare dellrsquointervento nel contesto
della pianificazione territoriale riferita alla regione alla provincia ed al comune interessato dallrsquoallevamento
noncheacute nel quadro definito dalle norme settoriali vigenti e in itinere In particolare verranno
analizzati e sintetizzati gli elementi di pianificazione e programmazione territoriale e di settore vigenti e
previsti con i quali lrsquoopera proposta interagisce
verificate ed illustrate le interazioni dellrsquoopera con gli atti di pianificazione e la compatibilitagrave con le relative
prescrizioni
B Quadro di riferimento progettuale
Descrive sinteticamente riprendendo quanto sviluppato nel Progetto dellrsquointervento tutte le opere e le
attivitagrave previste in fase di cantiere ed in fase di piano funzionamento con particolare riferimento alle
componenti ed alle azioni progettuali significative in ordine ai potenziali impatti sullrsquoambiente ed alla loro
mitigazione Illustra i criteri alla base della scelta localizzativa e tecnologica
C Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti
Lrsquoinquadramento territoriale ed ambientale dellrsquoimpianto persegue lrsquoobiettivo di illustrare le conoscenze
disponibili circa le caratteristiche dellrsquoarea coinvolta dal medesimo intervento funzionalmente alla definizione
di eventuali ambiti di particolare criticitagrave ovvero di aree sensibili eo vulnerabili
Individua e caratterizza i potenziali impatti derivanti dalla realizzazione dellrsquoallevamento stima le potenziali
modifiche indotte sullrsquoambiente (situazione attuale) individua e descrive le misure da adottare per
minimizzare mitigare o compensare gli impatti del progetto Inoltre individua le misure previste per il
monitoraggio in fase di esercizio
Piano di Monitoraggio
Allegato cartografico
Sintesi non tecnica
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14 Gruppo di lavoro
Il gruppo di lavoro che ha eseguito le analisi e contribuito alla stesura dello Studio di impatto
ambientale per conto di Ambiente Italia srl egrave cosigrave composto
Approvazione degli elaborati Dott Sc Agr Mario Zambrini
Responsabile del progetto Eng Teresa Santos
Quadro di riferimento programmatico Eng Teresa Santos
Arch Mario Miglio
Dottssa Valentina Toninelli
Quadro di riferimento progettuale Eng Teresa Santos
Dottssa Anna Geotti
Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti
Aria e Odori Dott Armando Buffoni
Rumore Eng Teresa Santos Dott Sc Agr Zambrini
Acque e Suolo Eng Teresa Santos
Ecosistemi Flora e Fauna Dottssa Toninelli
Assetto territoriale e Paesaggio Arch Mario Miglio
Traffico Eng Teresa Santos
Elaborazione cartografia e fotografica Dottssa Valentina Toninelli
Documentazione ai fini della procedura di AIA Dottssa Anna Geotti
Studio per la valutazione di incidenza Dottssa Valentina Toninelli
La valutazione previsionale dellimpatto acustico inclusa la campagna di monitoraggio acustico egrave stata
eseguita dal Dott Mario Zambrini e dallrsquoIng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel campo
dellrsquoacustica ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti
rispettivamente con Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714 del
3 Dicembre 2010
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QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
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2 NORME MINIME PER LA PROTEZIONE DEI POLLI DA CARNE
Con Decreto legislativo 27 settembre 2010 n 181 egrave stata recepita in Italia la Direttiva 200743CE che
stabilisce norme minime per la protezione di polli allevati per la produzione di carne Secondo tale
decreto
1 Tutti gli stabilimenti devono rispettare le disposizioni di cui allallegato I
Abbeveratoi 1 Gli abbeveratoi sono posizionati e sottoposti a manutenzione in modo da ridurre al
minimo le perdite
Alimentazione 2 Il mangime egrave disponibile in qualsiasi momento o soltanto ai pasti e non
devessere ritirato prima di 12 ore dal momento previsto per la macellazione
Lettiera 3 Tutti i polli hanno accesso in modo permanente a una lettiera asciutta e friabile in
superficie
Ventilazione e riscaldamento 4 Vi deve essere sufficiente ventilazione per evitare il
surriscaldamento se necessario in combinazione con i sistemi di riscaldamento per rimuovere
lumiditagrave in eccesso
Rumore 5 Il livello sonoro deve essere il piugrave basso possibile La costruzione linstallazione il
funzionamento e la manutenzione dei ventilatori dei dispositivi di alimentazione e di altre
attrezzature sono tali da provocare la minore quantitagrave possibile di rumore e che in ogni caso non
arrechino danno agli animali
Luce 6 Tutti gli edifici sono illuminati con unintensitagrave di almeno 20 lux durante le ore di luce
misurata a livello dellocchio dellanimale e in grado di illuminare almeno l80 dellarea
utilizzabile Una riduzione temporanea del livello di luce puograve essere ammessa se ritenuta
necessaria in seguito al parere di un veterinario 7 Entro i sette giorni successivi al momento in
cui i polli sono collocati nelledificio e fino a tre giorni prima del momento previsto per la
macellazione la luce deve seguire un ritmo di 24 ore e comprendere periodi di oscuritagrave di almeno 6
ore totali con almeno un periodo ininterrotto di oscuritagrave di almeno 4 ore esclusi i periodi di
attenuazione della luce
Ispezioni 8 Tutti i polli presenti nello stabilimento devono essere ispezionati almeno due volte
al giorno Occorre prestare particolare attenzione ai segni che rivelano un abbassamento del livello
di benessere eo di salute degli animali 9 I polli gravemente feriti o che mostrano segni evidenti
di deterioramento della salute come quelli con difficoltagrave nel camminare o che presentano
ascite o malformazioni gravi e che egrave probabile che soffrano ricevono una terapia appropriata
o sono abbattuti immediatamente Un veterinario egrave contattato ogniqualvolta se ne presenti la
necessitagrave
Pulizia 10 Ad ogni depopolamento definitivo le parti degli edifici delle attrezzature o degli utensili
in contatto con i polli sono pulite e disinfettate accuratamente prima di introdurre nel capannone un
nuovo gruppo di animali Dopo il depopolamento definitivo di un capannone si deve rimuovere tutta
la lettiera e predisporre una lettiera pulita
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COD 15V055 PAGINA 13 194
Registrazioni 11 Il proprietario o il detentore deve registrare in formato cartaceo o elettronico
per ciascun capannone dello stabilimento i seguenti dati a) il numero di polli introdotti b) larea
utilizzabile c) librido o la razza dei polli se noti d) per ogni controllo il numero di volatili trovati
morti con indicazione delle cause se note noncheacute il numero di volatili abbattuti e la causa e) il
numero di polli rimanenti nel gruppo una volta prelevati quelli destinati alla vendita o alla
macellazione Le informazioni (hellip) sono contenute in un registro il cui modello egrave adottato con
decreto (hellip) in alternativa gli operatori del settore possono utilizzare altri strumenti di registrazione
giagrave previsti e presenti in azienda qualora contengono le informazioni di cui al presente punto Tali
registrazioni sono conservate per un periodo di almeno tre anni e vengono rese disponibili
allautoritagrave competente quando effettui unispezione o qualora ne faccia richiesta
Interventi chirurgici 12 Sono proibiti tutti gli interventi chirurgici effettuati a fini diversi da quelli
terapeutici o diagnostici che recano danno o perdita di una parte sensibile del corpo o
alterazione della struttura ossea La troncatura del becco puograve tuttavia essere autorizzata
dallAutoritagrave Sanitaria competente per territorio una volta esaurite le altre misure volte a impedire
plumofagia e cannibalismo In tali casi detta operazione egrave effettuata soltanto previo parere di un
veterinario da personale qualificato su pulcini di etagrave inferiore a 10 giorni Inoltre lAutoritagrave Sanitaria
competente per territorio puograve autorizzare la castrazione degli animali La castrazione egrave effettuata
soltanto con la supervisione di un veterinario e ad opera di personale specificamente formato Il
Ministero della salute (hellip) stabilisce i criteri generali per autorizzare gli interventi di cui al presente
paragrafo
2 La densitagrave massima di allevamento in ogni capannone dello stabilimento non deve superare
in alcun momento 33 kgmsup2
3 In deroga al comma 2 lautoritagrave sanitaria territorialmente competente puograve autorizzare una
densitagrave di allevamento superiore a condizione che siano rispettate le disposizioni di cui
allallegato II (oltre a quelle di cui allallegato I)
1 Il proprietario o il detentore comunica allautoritagrave competente lintenzione di ricorrere a una
densitagrave superiore a 33 kgm2 di peso vivo Egli indica la densitagrave di allevamento che intende
raggiungere ed informa lautoritagrave competente di qualsiasi modifica della stessa almeno 15
giorni prima della collocazione del gruppo di polli nel capannone Se lautoritagrave competente lo
richiede la notifica egrave accompagnata da un documento che riprende in sintesi le informazioni
contenute nella documentazione di cui al punto 2
2 Il proprietario o il detentore tiene a disposizione nel capannone la documentazione che descrive
in dettaglio i sistemi di produzione In particolare tale documentazione comprende
informazioni relative a particolari tecnici del capannone e delle sue attrezzature quali
a) una mappa del capannone indicante le dimensioni delle superfici occupate dai polli
b) sistemi di ventilazione e ove pertinente di raffreddamento e riscaldamento comprese le
rispettive ubicazioni un piano della ventilazione indicante in dettaglio i parametri di qualitagrave
dellaria prefissati come flusso velocitagrave e temperatura dellaria
c) sistemi di alimentazione e approvvigionamento dacqua e loro ubicazione
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d) sistemi dallarme di riserva in caso di guasti ad apparecchiature automatiche o
meccaniche essenziali per la salute ed il benessere degli animali
e) procedure operative che assicurino interventi di riparazione urgenti in caso di guasti alle
apparecchiature essenziali per la salute e il benessere degli animali
f) tipo di pavimentazione e lettiera normalmente usate
(hellip)
3 Ciascun capannone di uno stabilimento deve essere dotato di sistemi di ventilazione e se
necessario di riscaldamento e raffreddamento concepiti costruiti e fatti funzionare in modo
che
a) la concentrazione di ammoniaca (NHsup3) non superi 20 ppm e la concentrazione di anidride
carbonica (COsup2) non superi 3000 ppm misurati allaltezza della testa dei polli
b) la temperatura interna non superi quella esterna di piugrave di 3deg C quando la temperatura
esterna allombra egrave superiore a 30deg C
c) lumiditagrave relativa media misurata allinterno del capannone durante 48 ore non superi il 70
quando la temperatura esterna egrave inferiore a 10deg C
4 Qualora sia concessa la deroga di cui al comma 3 la densitagrave massima di allevamento in ogni
capannone dello stabilimento non deve superare in qualsiasi momento 39 kgmsup2
5 Quando sono soddisfatti i criteri di cui allallegato V lautoritagrave sanitaria territorialmente competente
puograve autorizzare un ulteriore aumento fino ad un massimo di 3 kgmsup2 rispetto alla densitagrave di
allevamento prevista nel comma 4
1 Criteri
a) il monitoraggio dello stabilimento effettuato dallautoritagrave competente negli ultimi due anni
non ha rivelato carenze rispetto ai requisiti del presente decreto
b) il proprietario o il detentore effettua il monitoraggio utilizzando le guide alle buone
pratiche di gestione di cui allart 7
c) in almeno sette gruppi consecutivi di polli successivamente controllati e provenienti da un
capannone la mortalitagrave giornaliera cumulativa egrave stata inferiore a 1 + 006 moltiplicato
per letagrave alla macellazione espressa in giorni Qualora non sia stato effettuato alcun
monitoraggio dello stabilimento dallautoritagrave competente negli ultimi due anni deve
essere effettuato almeno un monitoraggio per controllare se sia rispettato il requisito di
cui alla lettera a)
2 Circostanze eccezionali In deroga al punto 1 lettera c) lautoritagrave competente puograve decidere
di aumentare la densitagrave di allevamento quando il proprietario o il detentore abbia fornito
spiegazioni sufficienti riguardo alla natura eccezionale di un tasso di mortalitagrave giornaliera
cumulativo piugrave alto o abbia dimostrato che le cause sfuggono al suo controllo
Con successivo Decreto 4 febbraio 2013 ldquoDisposizione in materia di protezione di polli allevati per la
produzione di carne ai sensi degli articoli 3 4 6 e 8 del decreto legislativo 27 settembre 2010 n 181rdquo
il ministero ha come previsto dal Dlgs 1812010 precisato come determinare la densitagrave di allevamento
(definendo anche il modello per la registrazione dei dati relativi ai polli allevati) e ha definito i criteri e
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COD 15V055 PAGINA 15 194
modalitagrave per lrsquoaumento in deroga della densitagrave noncheacute lrsquoorganizzazione e svolgimento di corsi di
formazione e riconoscimento del personale che si occupa di allevamento di polli
1 La densitagrave di allevamento come definita allart 2 comma 1 lettera i) del Dlgs n 1812010 (hellip) egrave
determinata moltiplicando il peso vivo medio di un campione di almeno venticinque polli per il numero
complessivo dei polli presenti contemporaneamente in un capannone (hellip)
3 AZIENDA AGRICOLA
LrsquoAzienda Agricola Maggiolo egrave localizzata in Via Bella Venezia 147 Comune di Castelfranco Provincia
di Treviso Nellrsquoazienda agricola si svolge lrsquoattivitagrave di allevamento di polli a terra potendo quindi i capi
muoversi liberamente allrsquointerno del capannone
Lrsquoazienda egrave costituita dai seguenti fabbricati1
N 1 fabbricato ad uso civile (abitazione) del proprietario dellrsquoazienda agricola noncheacute gestore
dellrsquoallevamento
N 5 capannoni adibiti allrsquoallevamento dei polli
N 1 fabbricato adibito a magazzino
N 1 tettoia coperta adibita a magazzino
Lrsquoarea sulla quale insiste lrsquoazienda occupa una superficie di circa 25000 m2 di cui circa 6200 m2
coperti 3900 m2 scoperti pavimentati e i rimanenti scoperti non pavimentati
Fabbricati ndash capannoni di allevamento
Larghezza m Lunghezza m
Superficie Utile
di allevamento
m2
Superficie
dellrsquoanticamera
m2
Superficie totale
m2
Capannone 1 9 102 918 135 932
Capannone 2 9 121 1089 225 1112
Capannone 3 9 128 1152 18 1170
Capannone 4 9 128 1152 18 1170
Capannone 5 10 117 1170 30 1200
totale
5481 102 5583
1 Si rimanda alla Tavola ldquoInquadramento territoriale ndash foto aereardquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
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Az Agricola Maggiolo
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Azienda Agricola Maggiolo ndash Capannoni e silos per stoccaggio mangime
Azienda Agricola Maggiolo ndash Magazzino segatura per lettiera
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31 Caratteristiche dei capannoni di allevamento
Lrsquoallevamento egrave costituito da 5 capannoni per lrsquoallevamento con caratteristiche costruttive pressocheacute
identiche I capannoni sono dotati di adeguato isolamento della copertura che permette di
ottimizzare i consumi di energia termica ed elettrica
I capannoni sono dotati di anticamera in cui sono presenti gli impianti e i quadri di controllo
Il sistema di alimentazione automatica Le mangiatoie sono regolarmente disposte nello spazio a
disposizione degli animali che si alimentano direttamente Installate su strutture mobili in senso
verticale percorrenti lrsquointera area dei capannoni sono dotate di dispostivi che consentono di dosare il
mangime in uscita sul vassoio della mangiatoia in relazione alle necessitagrave di allevamento
Il sistema di abbeveraggio automatico egrave di tipo a gocce (nipples)
Lo spazio utile calpestabile di allevamento (escludendo la superficie di anticamera) risulta pari a 5481
m2 Per la lettiera viene utilizzato truciolo collocata su tutta la superficie utile di allevamento
Il raffrescamento egrave garantito dal sistema di pannelli cooling inseriti intestata a ciascuno dei capannoni il
pannello egrave in fibra dotata di canali attraverso cui scorre lrsquoacqua lrsquoaria passa attraverso e si raffredda
consumando in evaporazione una parte dellrsquoacqua in circolo la parte restante vien raccolta in cisterne
interrate e riutilizzata
La ventilazione dei capannoni egrave garantita mediante lrsquoazionamento di ventilatori assiali a parete collocati
nel lato ovest di ciascun capannone
Caratteristiche strutturali capannoni
Capanno
ne
Superficie
Utile di
allevamen
to m2
Superficie
dellrsquoantica
mera m2
Superfici
e totale
m2
Materiale costruttivo Isolamento coperture
1 918 135 932 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
2 1089 225 1112 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
3 1152 18 1170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
4 1152 18 1170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
5 1170 30 1200 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
Totale 5481 102 5583
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Caratteristiche strutturali capannoni (continuazione)
Capannone Mangiatoie
n
Abbeveratoi
n ndeg neon
Finestrature
m2
pannelli
raffrescanti
m2
sistema
baumec
1 200 1500 10 160 50 X
2 240 1700 12 110 60 X
3 254 1750 12 110 60 X
4 254 1750 14 204 - X
5 304 1710 12 200 - X
Azienda Agricola Maggiolo ndash interno di un capannone
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Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di distribuzione automatizzato del cibo
Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di distribuzione dellrsquoacqua
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Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di raffrescamento laterale (pannelli cooling)
311 Silos per lo stoccaggio mangime
Il mangime egrave stoccato in silos collocati allrsquoesterno dei capannoni e viene estratto tramite un sistema di
movimentazione automatica motorizzata che lo invia in tramogge interne ai capannoni
Complessivamente lrsquoazienda ha una capacitagrave di stoccaggio di 85 t data dalla esistenza di 8 silos di
capacitagrave variabile tra 7 e 13 t collocati tutti sul lato est
Capacitagrave di stoccaggio di mangime
Capannone silos silos silos silos silos Capa
citagrave
1 9 14
23
2
3 7 13 20
4 7 13 20
5 7 15 22
Capacitagrave
totale 85
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312 Sistema di ventilazione
La ventilazione dei capannoni egrave di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete
collocati nel lato ovest di ciascun capannone
Ventilazione dei capannoni
Capannone Modello EM50 Modello ED36HE
Portata 30000 13140 m3h
1 4 2
2 8 -
3 8 -
4 8 -
5 6 -
Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di ventilazione e ventole di areazione
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Fonte Munters specifiche tecniche dei modelli EMEMS ndash EDHEEDSHE-EC air extraction circulation fan ndash
Declaration of conformity (2013)
32 Attivitagrave di allevamento ndash descrizione delle fasi di allevamento nella situazione
attuale e nello scenario di progetto
Al fine di un inquadramento dettagliato del processo produttivo attuale e in caso di ampliamento
del numero di polli allevati si riporta di seguito una descrizione per fasi
Accasamento i pulcini arrivano su mezzi adeguati al trasporto in contenitori che vengono
svuotati direttamente allrsquointerno di ciascun capannone Lrsquoincubatoio da cui provengono i pulcini
di norma egrave ubicato nel Comune di San Pietro in Gugrave a circa 25 km circa di distanza dallrsquoazienda
agricola Maggiolo Dopo avere sistemato gli animali le casse sono accatastate sul mezzo e
spedite allrsquoincubatoio senza che vengano lavate
Allevamento Le tipologie di capi richiesti dal soccidante dipendono dal mercato e dalla
stagione a conclusione di un ciclo il soccidante pianifica lrsquoaccasamento successivo nel
rispetto dei vincoli di densitagrave imposti dalla normativa vigente La maggior parte dei cicli saragrave di
tipo misto
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Caricamento a fine ciclo i polli vengono caricati su apposite gabbie previamente pulite e
disinfettate e quindi trasportati da trasportatori autorizzati fino al macello che venga effettuata
alcuna sosta in altri allevamenti
Svuotamento dei capannoni e preparazione per un nuovo ciclo pulizia e disinfezione
dellrsquoambiente e di tutte le attrezzature presenti allrsquointerno del ricovero compresi i silos i sistemi di
distribuzione del mangime e dellrsquoacqua e ventilatori noncheacute la cella frigorifera
Gestione della pollina e della lettiera consegna della pollina e lettiera ad una ditta
specializzata
Vuoto sanitario durante questo periodo lrsquoallevamento rimane completamente libero di capi di
allevamento Durante questo periodo lrsquoazienda effettua le attivitagrave di manutenzione che
consistono nella verifica della funzionalitagrave dei dispositivi per distribuzione di acqua e cibo e
della centralina di controllo delle condizioni interna dei capannoni punti di illuminazione e dei
punti di illuminazione Lrsquoesecuzione delle manutenzioni viene fatta nel rispetto dei tempi del
vuoto sanitario
Pulizia e disinfezione dei capannoni
Pulizia Disinfezione
Luogo di
applicazione
Pavimenti e attrezzature Pavimenti e pareti
Agente di lavaggio Acqua a pressione non viene fatto
lavaggio ma solo bagnatura
Acqua con disinfettante
Mezzo utilizzato Pala meccanica con raschiatore e
spazzatura manuale
Idropulitrice o atomizzatore per applicazione della
soluzione disinfettante sulle superfici
Descrizione
modalitagrave
Viene effettuata la pulizia delle superfici
interne e delle apparecchiature in modo
che i residui si depositino sul pavimento
poi con scope a mano viene effettuato la
pulizia a fondo
Terminata la pulizia si spruzza la soluzione sulle
pareti e sui pavimenti fino a completa bagnatura
lasciando che il disinfettante espleti la sua azione
I trattamenti di derattizzazione vengono svolti mensilmente dal gestore con prodotto MOURIN il
gestore effettua ad ogni trattamento il relativo registro
Per la salvaguardia della sicurezza biologica il sito di allevamento egrave completamente recintato con rete
metallica altra 25 m sul lato est e parzialmente sul lato nord e con muro alto 25 m in calcestruzzo sui
lati sud ovest e parzialmente sul lato nord Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto
lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) egrave stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile
e facilmente disinfettabile di dimensioni adeguate al passaggio dei mezzi per il trasporto e scarico del
mangime direttamente sui silos collocati tutti sul lato frontale e per il carico a fine ciclo della pollina
(lettiera mista pollina) da effettuare sul lato posteriore Lrsquoallevamento dispone di due aree di stoccaggio
chiuse una per lo truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una separata e
adeguatamente segnalata per il deposito dei rifiuti prodotti
I mezzi che accedono allrsquoarea qualora ritenuto opportuno vengono irrorati con disinfettante sui
pneumatici utilizzando soluzioni di Eviron D che viene nebulizzata sulle ruote con pompa a spalla
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La tabella che segue riporta il riscontro sulla conformitagrave dellrsquoallevamento ai requisiti di biosicurezza
aviaria
Requisiti strutturali degli allevamenti avicoli Situazione allevamento
1) I locali di allevamento (capannoni) debbono avere
pavimento in cemento o in materiale lavabile per facilitare le operazioni di pulizia
e disinfezione
applicato
pareti e soffitti pulibili applicato
attrezzature facilmente pulibili e disinfettabili applicato
presenza di sistemi che impediscono lrsquoaccesso di volatili applicato
chiusure adeguate applicato
2) Tutti gli allevamenti debbono inoltre essere dotati di
barriere allrsquoingresso idonee ad evitare lrsquoingresso non controllato di automezzi
(cancelli o sbarre mobili)
applicato
piazzole di carico e scarico dei materiali drsquouso e degli animali con dimensioni
minime pari allrsquoapertura del capannone
applicato - le aree intorno ai
capannoni sono pavimentate
una superficie larga un metro lungo tutta la lunghezza esterna del capannone
che dovragrave essere mantenuta pulita
applicato
aree di stoccaggio dei materiali drsquouso (lettiere vergini mezzi meccanici etc)
protette
applicato
una zona filtro dotata di spogliatoio lavandini e detergenti allrsquoentrata di ogni
azienda vietata agli estranei Deve essere prevista anche una dotazione di
indumenti adeguati
applicato
uno spazio per il deposito temporaneo dei rifiuti applicato - presente area
dedicata
Gestione degli allevamenti avicoli
Le attrezzature di allevamento se utilizzate da piugrave aziende devono essere
sottoposte ad accurato lavaggio e disinfezione ad ogni ingresso ed uscita
non applicabile - solo una
azienda
nelle zone attigue ai capannoni non ci deve essere alcun materiale applicato
negli allevamenti di svezzamento ogni ambiente di allevamento deve essere
delimitato da pareti e dotato di proprio accesso indipendente anche nel caso
confini su uno o piugrave lati con altre unitagrave produttive
non applicabile - i capi
arrivano in allevamento giagrave
svezzati
per lo stoccaggio degli animali morti devono essere installate idonee celle di
congelazione collocate allrsquoesterno del perimetro dellrsquoarea di allevamento
assicurando che il trasporto sia effettuato da Ditte regolarmente autorizzate
Le celle possono essere collocate anche allinterno a condizione che
loperazione di carico degli animali morti avvenga allesterno
Applicato - presente cella
frigorifera da 20 m3
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Azienda Agricola Maggiolo ndash piazzale anteriore (lato est)
Azienda Agricola Maggiolo ndash piazzale posteriore e recinzione (lato ovest)
Azienda Agricola Maggiolo ndash recinzione (lato ovest)
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4 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLA SITUAZIONE ATTUALE
Lrsquoazienda opera fino ad una capacitagrave massima pari a 39500 capi di peso variabile tra 18 e 36
kgcapo Indicativamente il pollo leggero da leggero da 1618 kg circa ha bisogno di circa 3437 giorni
di crescita il pollo da 2527 kg ha bisogno di circa a 4547 giorni (utilizzato prevalentemente nel
circuito dei supermercati) ed il pollo pesante da 3537 kg ha bisogno di circa 5560 giorni Quindi un
tipico ciclo misto ha una durata di circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento uno dopo
circa 3437 giorni quando i capi raggiungono un peso medio di 18 kg un secondo dopo 4547 giorni
quando i capi rimanenti raggiungono un peso di 27 kg circa I rimanenti capi verranno quindi caricati
verso il macello al raggiungimento di circa 36 kg dopo 60 giorni circa
Tra due cicli di allevamento viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle normative vigenti
per un periodo di 21 giorni Lrsquoazienda realizza quindi un totale massimo di 5 cicli ogni anno (di cui
lrsquoultimo ricade parzialmente nellrsquoanno successivo) Prima dellrsquoinizio del vuoto sanitario viene asportata
la lettiera segue la pulizia e disinfezione dellrsquoambiente e di tutte le attrezzature presenti allrsquointerno
del ricovero compresi i sistemi di distribuzione del mangime e dellrsquoacqua Questa pratica egrave
prevista dal piano di profilassi sanitaria per evitare propagazione di agenti patogeni sul ciclo
successivo
Il ciclo produttivo consiste quindi nellrsquoallevamento di polli da carne in 5 capannoni per una
superficie utile di allevamento complessiva di 5481 m2 Lrsquoazienda lavora in soccida con il gruppo
Veronesi pertanto riceve dal soccidante pulcini mangime farmaci e disinfettanti e consegna i capi
a fine ciclo
La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attivitagrave di un ciclo misto con
indicazione dei giorni di accasamento rifornimento di mangime sfoltimento e quindi di avvio al macello
dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata
Lrsquoimpostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dellrsquoallevamento
quindi al lordo della mortalitagrave fisiologica e mediamente pari al 5 per ciclo completo di allevamento
Lrsquoimpostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010
n 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013 relativamente alla densitagrave massima da non superare pari a
33 kgm2 Inoltre lo schema viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla
tabella che segue si tenga presente che chiaramente la crescita dei capi egrave graduale essendo graduale
anche il fabbisogno alimentare giornaliero ma che per necessarie ragioni di semplificazione si egrave
assunto cautelativamente un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita
Situazione attuale ndash densitagrave
Taglia dei capi Peso medio dei capi
kgcapo Numero di capi
Densitagrave massima kgm
2
Capi m2
piccolo 18 11132 130 7
medio 27 7182 140 5
grande 36 21186 139 4
totale 39500
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Regime alimentare tipico
Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg Razione
quotidiana g gg
1 Avviamento Fino a 10deg giorno 004 ndash 027 29
2 Accrescimento Dal 10deg-21deg giorno (ca) 027 ndash 094 78
3 Accrescimento Dal 22deg al 45deg giorno (ca) 094 ndash 34 200
4 Finissaggio Dal 46deg fino alla fine ciclo 34 -39 375
Situazione attuale - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 39500 capi
Giorno
Numero di capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisogno
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
850 mangime
1 19750 29 06 844 accasamento
2 39500 29 11 833 accasamento
3 39500 29 11 822
4 39500 29 11 811
5 39500 29 11 799
6 39500 29 11 788
7 39500 29 11 777
8 39500 29 11 766
9 39500 29 11 754
10 39500 29 11 743
11 39500 78 31 712
12 39500 78 31 682
13 39500 78 31 651
14 39500 78 31 620
15 39500 78 31 589
16 39500 78 31 559
17 39500 78 31 528
18 39500 78 31 497
19 39500 78 31 466
20 39500 78 31 436
21 39500 78 31 405
22 39500 200 79 326
23 39500 200 79 247
24 39500 200 79 168
25 39500 200 79 89
26 39500 200 79 10
27 39500 200 79 781 mangime
28 39500 200 79 702
29 39500 200 79 623
30 39500 200 79 544
31 39500 200 79 465
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PAGINA 28 194 Settembre 2015
Giorno
Numero di capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisogno
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
32 39500 200 79 386
33 39500 200 79 307
34 39500 200 79 228
35 39500 200 79 149
36 28368 200 57 92 1deg sfoltimento caricamento vs
macello
37 28368 200 57 35
38 28368 200 57 829 mangime
39 28368 200 57 772
40 28368 200 57 715
41 28368 200 57 659
42 28368 200 57 602
43 28368 200 57 545
44 28368 200 57 488
45 28368 200 57 432
46 21186 375 79 352 2deg sfoltimento caricamento vs
macello
47 21186 375 79 273
48 21186 375 79 193
49 21186 375 79 114
50 21186 375 79 34
51 21186 375 79 805 mangime
52 21186 375 79 725
53 21186 375 79 646
54 21186 375 79 567
55 21186 375 79 487
56 21186 375 79 408
57 21186 375 79 328
58 13506 375 51 278 caricamento vs macello
59 5826 375 22 256 caricamento vs macello
60 - 375 - 256 caricamento vs macello
61
consegna pollina ditta esterna
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5 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLO SCENARIO DI PROGETTO
51 Motivazione dellrsquointervento di ampliamento
Lrsquoallevamento era di proprietagrave del Sig Bonifacio Maggiolo padre dellrsquoattuale gestore nel 2008 il figlio
Cesare Maggiolo prende in affitto i capannoni e inizia la sua gestione utilizzandone solo tre in quanto
gli altri due necessitavano di interventi di miglioramento Dal 2014 Cesare Maggiolo diventa
proprietario dellrsquoallevamento e decide di procedere alla sistemazione dei due capannoni non utilizzati
per poter arrivare a sfruttare la potenzialitagrave complessiva delle superfici non sono state eseguite opere
di edilizia si egrave trattato prevalentemente di sistemazione degli impianti elettrici con installazione delle
centraline di controllo A seguito della sistemazione egrave possibile utilizzare tutta al superficie utile di
allevamento disponibile
Considerata la superficie utile di allevamento disponibile lrsquoAzienda Agricola Maggiolo intende ampliare
la propria capacitagrave di allevamento di polli da carne fino ad una massimo pari a 110000 capi per ciclo
Si tratta quindi esclusivamente di un ampliamento del numero di capi allevato senza alcun ampliamento
delle strutture o costruzione di nuove
52 Dimensionamento dellrsquoallevamento in caso di ampliamento
Lrsquoazienda intende quindi operare fino ad una consistenza massima di allevamento pari a 110000 capi
di peso variabile tra 18 e 36 kgcapo ricorrendo allo stesso schema di allevamento giagrave in pratica
attualmente Quindi realizzando cicli di allevamento di tipo misto di durata complessiva pari a circa 60
giorni complessivi con due momenti di sfoltimento uno dopo circa 3437 giorni quando i capi
raggiungono un peso medio di 18 kg un secondo dopo 4547 giorni quando i capi rimanenti
raggiungono un peso di 27 kg circa I rimanenti capi verranno quindi caricati verso il macello al
raggiungimento di circa 36 kg dopo 60 giorni circa
Tra due cicli di allevamento verragrave allo stesso modo garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle
normative vigenti per un periodo di 21 giorni Lrsquoazienda realizzeragrave un totale massimo di 5 cicli ogni anno
(di cui lrsquoultimo potragrave ricadere parzialmente nellrsquoanno successivo) Prima dellrsquoinizio del vuoto sanitario
verragrave sempre asportata la lettiera seguendo la fase di pulizia e disinfezione dellrsquoambiente e di tutte
le attrezzature presenti allrsquointerno del ricovero compresi i sistemi di distribuzione del mangime e
dellrsquoacqua
La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attivitagrave di un ciclo misto con
indicazione dei giorni di accasamento rifornimento di mangime sfoltimento e quindi di avvio al macello
dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata
Lrsquoimpostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dellrsquoallevamento
quindi al lordo della mortalitagrave fisiologica e mediamente pari al 5 per ciclo completo di allevamento
Lrsquoimpostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010
n 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013 relativamente alla densitagrave massima da non superare pari a
39 kgm2 in deroga al limite di 33 kgm
2 e previa presentazione di apposita richiesta entro 15 giorni
prima dellrsquoaccasamento dei capi allrsquoautoritagrave sanitaria territorialmente competente Inoltre lo schema
viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla tabella che segue si tenga
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PAGINA 30 194 Settembre 2015
presente che chiaramente la crescita dei capi egrave graduale essendo graduale anche il fabbisogno
alimentare giornaliero ma che per necessarie ragioni di semplificazione si egrave assunto cautelativamente
un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita
Scenario di progetto ndash densitagrave
Taglia dei capi Peso medio dei capi
kgcapo Numero di capi
Densitagrave massima kgm
2
Capi m2
piccolo 18 31000 361 20
medio 27 20000 389 14
grande 36 59000 388 11
totale
110000
Regime alimentare tipico
Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg Razione
quotidiana g gg
1 Avviamento Fino a 10deg giorno 004 ndash 027 29
2 Accrescimento Dal 10deg-21deg giorno (ca) 027 ndash 094 78
3 Accrescimento Dal 22deg al 45deg giorno (ca) 094 ndash 34 200
4 Finissaggio Dal 46deg fino alla fine ciclo 34 -39 375
Scenario di progetto - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 110000 capi
Giorno
Numero di
capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisog
no
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
850 mangime
1 18333 29 05 845 accasamento
2 36667 29 10 834 accasamento
3 55000 29 16 819 accasamento
4 73333 29 21 798 accasamento
5 91667 29 26 772 accasamento
6 110000 29 31 740 accasamento
7 110000 29 31 709
8 110000 29 31 678
9 110000 29 31 646
10 110000 29 31 615
11 110000 78 86 529
12 110000 78 86 444
13 110000 78 86 358
14 110000 78 86 272
15 110000 78 86 187
16 110000 78 86 101
17 110000 78 86 16
18 110000 78 86 780 mangime
19 110000 78 86 694
Studio di Impatto Ambientale
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Giorno
Numero di
capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisog
no
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
20 110000 78 86 609
21 110000 78 86 523
22 110000 200 220 303
23 110000 200 220 83
24 110000 200 220 713 mangime
25 110000 200 220 493
26 110000 200 220 273
27 110000 200 220 53
28 110000 200 220 683 mangime
29 110000 200 220 463
30 110000 200 220 243
31 110000 200 220 23
32 110000 200 220 653 mangime
33 110000 200 220 433
34 110000 200 220 213
35 94640 200 189 24 1deg sfoltimento caricamento vs macello
36 79280 200 159 685
1deg sfoltimento caricamento vs macello mangime
37 79000 200 158 527 1deg sfoltimento caricamento vs macello
38 79000 200 158 369
39 79000 200 158 211
40 79000 200 158 53
41 79000 200 158 745 mangime
42 79000 200 158 587
43 79000 200 158 429
44 68760 200 138 291 2deg sfoltimento caricamento vs macello
45 59000 375 221 70 2deg sfoltimento caricamento vs macello
46 59000 375 221 699 mangime
47 59000 375 221 477
48 59000 375 221 256
49 59000 375 221 35
50 59000 375 221 664 mangime
51 59000 375 221 442
52 59000 375 221 221
53 59000 375 221 850 mangime
54 51320 375 192 657 caricamento vs macello
55 43640 375 164 494 caricamento vs macello
56 35960 375 135 359 caricamento vs macello
57 28280 375 106 253 caricamento vs macello
58 20600 375 77 176 caricamento vs macello
59 12920 375 48 127 caricamento vs macello
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PAGINA 32 194 Settembre 2015
Giorno
Numero di
capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisog
no
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
60 5240 375 20 108 caricamento vs macello
61 - caricamento vs macello
62 consegna pollina ditta esterna
63 consegna pollina ditta esterna
64 consegna pollina ditta esterna
6 GESTIONE DEI MATERIALI PALABILI ESISTENTE E PREVISTO DAL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DEL NUMERO DI CAPI
Nellrsquoazienda agricola Maggiolo non egrave presente alcuna concimaia in quanto tutta la pollina (il misto
di deiezioni del pollame piume mangimi e lettiere di truciolo) egrave consegnata alla fine di ogni ciclo
alla fungaia Agrifung Nello scenario di progetto la pollina verragrave consegnata alla stessa ditta Il
materiale egrave ritirato come sottoprodotto di origine animale
Ai sensi del Regolamento (CE) n 10692009 del 21 ottobre 2009 recante norme sanitarie relative
ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti derivati non destinati al consumo umano e che
abroga il regolamento (CE) n 17742002 (regolamento sui sottoprodotti di origine animale) la
pollina rientra nei materiali di categoria 2 (art 9) ldquoa) stallatico guano non mineralizzato e contenuto
del tubo digerente (hellip)rdquo e possono (art 13) essere ldquoa) smaltiti come rifiuti mediante incenerimento
i) direttamente senza trasformazione preliminare o ii) dopo la trasformazione attraverso
sterilizzazione sotto pressione se lrsquoautoritagrave competente lo richiede e con marcatura permanente
del materiale risultante b) recuperati o smaltiti mediante coincenerimento qualora i materiali di
categoria 2 siano rifiuti i) direttamente senza trasformazione preliminare o ii) dopo la
trasformazione attraverso sterilizzazione sotto pressione se lrsquoautoritagrave competente lo richiede e
con marcatura permanente del materiale risultante c) smaltiti in una discarica autorizzata dopo la
trasformazione attraverso sterilizzazione sotto pressione e con marcatura permanente dei materiali
risultanti d) utilizzati per la fabbricazione di fertilizzanti organici o ammendanti da immettere sul
mercato conformemente allrsquoarticolo 32 previa trasformazione mediante sterilizzazione sotto
pressione ove applicabile e marcatura permanente dei materiali risultanti e) compostati o
trasformati in biogas i) dopo la sterilizzazione sotto pressione e la marcatura permanente del
materiale risultante o ii) se si tratta di stallatico del tubo digerente e del suo contenuto di latte
prodotti a base di latte di colostro di uova e ovoprodotti qualora lrsquoautoritagrave competente ritenga che
non presentino rischi di diffusione di malattie trasmissibili gravi dopo la trasformazione preliminare
o senza trasformazione preliminare f) applicati sul terreno senza trasformazione preliminare se si
tratta di stallatico del contenuto del tubo digerente separato da questrsquoultimo di latte prodotti a
base di latte e di colostro e qualora lrsquoautoritagrave competente ritenga che non presentino rischi di
diffusione di malattie trasmissibili gravi g) insilati compostati o trasformati in biogas se si tratta di
materiali derivanti da animali acquatici h) utilizzati come combustibile dopo la trasformazione o
senza trasformazione preliminare o i) utilizzati per la fabbricazione di prodotti derivati di cui agli
articoli 33 34 e 36 e immessi sul mercato conformemente a tali articolirdquo
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COD 15V055 PAGINA 33 194
Ai sensi del Dlgs 1522006 smi (art 185) ldquo2 Sono esclusi dallambito di applicazione della parte quarta
del presente decreto (ndr ldquoNorme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinatirdquo) in
quanto regolati da altre disposizioni normative comunitarie ivi incluse le rispettive norme nazionali di
recepimento (hellip) b) i sottoprodotti di origine animale compresi i prodotti trasformati contemplati dal
regolamento (CE) n 17742002 (ndr abrogato con il successivo Regolamento (CE) n 10692009 del
21 ottobre 2009) eccetto quelli destinati allincenerimento allo smaltimento in discarica o allutilizzo in
un impianto di produzione di biogas o di compostaggio (hellip)rdquo Inoltre sempre disciplina della pollina
ricade nella generale regolamentazione dei sottoprodotti contenuta nellarticolo 184-bis dello stesso
Dlgs 1522006 ldquo1 Egrave un sottoprodotto e non un rifiuto ai sensi dellarticolo 183 comma 1 lettera a)
qualsiasi sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti condizioni a) la sostanza o loggetto egrave
originato da un processo di produzione di cui costituisce parte integrante e il cui scopo primario non egrave
la produzione di tale sostanza od oggetto b) egrave certo che la sostanza o loggetto saragrave utilizzato nel
corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione da parte del produttore
o di terzi c) la sostanza o loggetto puograve essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento
diverso dalla normale pratica industriale d) lulteriore utilizzo egrave legale ossia la sostanza o loggetto
soddisfa per lutilizzo specifico tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute
e dellambiente e non porteragrave a impatti complessivi negativi sullambiente o la salute umanardquo
La pollina originata nellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave quindi da considerarsi un sottoprodotto di
origine animale che viene e verragrave consegnata a terzi per un successivo processo di produzione o di
utilizzazione non rientrando per tanto nellrsquoambito dellrsquoapplicazione delle Norme in materia di gestione
dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati di cui al DLgs 1522006 smi
Lrsquoazienda agricola Maggiolo non effettua e non effettueragrave nello scenario di progetto lo spandimento
della pollina
La tabella che segue riporta la stima della produzione di pollina nella situazione attuale (riferita ad una
consistenza massima pari a 39500 capi per ciclo) e relativa allo scenario di progetto (riferito ad una
consistenza massima pari a 110000 capi per ciclo)
La stima egrave stata effettuata sulla base dei criteri definiti nellrsquoAllegato alla DGR n 2217 del 08082008
ldquoLinee guida per la compilazione della comunicazione e del PUArdquo (aggiornamento dellrsquoAllegato F alla
DGR 7 agosto 2007 n 2439 che in Regione Veneto recepisce il Decreto Ministeriale 7 aprile 2006)
relativamente alla consistenza media dellrsquoallevamento
Situazione attuale - Numero di cicli (compresi i giorni necessari per lo svuotamento e trasporto
pollina)
I ciclo Svuoto sanitario II ciclo
Svuoto sanitario III ciclo
Svuoto sanitario IV ciclo
Svuoto sanitario V ciclo
Numero di giorni
61 210 61 21 61 21 61 21 37 365
Completo Completo Completo Completo Incompleto
06 46
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Scenario di progetto - Numero di cicli (compresi i giorni necessari per lo svuotamento e trasporto
pollina)
I ciclo Svuoto sanitario II ciclo
Svuoto sanitario III ciclo
Svuoto sanitario IV ciclo
Svuoto sanitario V ciclo
Numero di giorni
64 210 64 21 64 21 64 21 25 365
Completo Completo Completo Completo Incompleto
03 44
Produzione di pollina nella situazione attuale e nello scenario futuro in caso di ampliamento
Situazione
attuale Scenario di
progetto
Consistenza massima dellrsquoallevamento n di capi 39500 110000
Consistenza media dellallevamento (calcolato come da indicazioni di cui allrsquoAllegato A alla DGR 2217 del 882008) Considerando un
tasso di mortalitagrave fisiologica pari al 5
ciclo di durata pari a 60 giorni
periodo di vuoto sanitario pari a 21 giorni
46 cicli allrsquoanno nella situazione attuale e 44 cicli allrsquoanno nello scenario di progetto
n di capi 23787 63138
Consistenza media dellallevamento t in peso vivo
Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 882008 ndash allegato A - tabella 1 polli da carne a terra con uso lettiera (pv medio 1 kg)
m3capoanno 00095 00095
Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 882008 ndash allegato A - tabella 1 polli da carne a terra con uso lettiera (pv medio 1 kg)
tcapoanno 00062 00062
Produzione pollina (volume) m
3 anno 226 600
Produzione pollina (peso) tanno 147 391
7 CONSUMI DI RISORSE E CARATTERISTICHE DELLE EMISSIONI IN AMBIENTE ESTERNO
71 Consumo di materie prime
Le materie prime in ingresso nellrsquoallevamento sono
mangimi
truciolo per lettiera
altri prodotti (ad esempio insetticidi e prodotti per la derattizzazione e per il trattamento dei
capi)
prodotti per pulizia e disinfezione degli ambienti di stabulazione
I mangimi sono tenuti in deposito nei silos dislocati in prossimitagrave dei singoli capannoni ed hanno una
capacitagrave complessiva attuale pari a 85 t sia nello scenario attuale che in nello scenario di progetto in
caso di ampliamento Il mangime viene fornito direttamente dal soccidante Nelle diverse fasi del ciclo
dellrsquoallevamento vengono fornite da parte del soccidante quattro tipologie di mangimi in grado di
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garantire una crescita equilibrata dei capi e da ottimizzare lrsquoassorbimento dei nutrienti limitando
cosigrave lrsquoescrezione di azoto e fosforo il mangime egrave generalmente fornito in 4 fasi al fine di fornire ai
capi il nutrimento di cui hanno effettivamente bisogno nello specifico periodo della crescita La
tabella che segue riporta la composizione delle 4 tipologie di mangime fornito per periodo
Caratteristiche mangimi per fase
Fosforo
inorganico
Lisina Fitasi FTU Proteina
grezza
Oli e grassi
grezzi
P12 primo periodo 070 14 800 225 6
PB1 secondo periodo 060 122 750 20 7
PB2 terzo periodo 050 110 700 1830 880
PB3 quarto periodo 052 100 600 1720 9
Consumo di mangime
Consumo medio per
capi (ciclo misto)
kgcapo
consistenza
massima
(n capi)
Numero di cicli
allrsquoanno
Consumo di
mangime annuale
(tanno)
Situazione attuale 8 39500 46 1454
Scenario di progetto 8 110000 44 3872
I trattamenti di derattizzazione vengono effettuati in proprio utilizzando NOTRAC Block (bromadiolone e
denatorion principio attivo) essendo tenuta la registrazione degli interventi di derattizzazione con
piantina di distribuzione Nello scenario di progetto lrsquoazienda agricola continueragrave a effettuare i
trattamenti in proprio
Una volta svuotato il capannone dai capi si provvede alla raccolta della lettiera alla pulizia e alla
preparazione per il nuovo ciclo La pulizia si effettua in due fasi
mediante stazzamento a secco accurato di pavimenti pareti e attrezzature raccolta della pollina
residua che vien unita a quella giagrave accumulata in attesa di essere ritirata da parte della ditta
incaricata Segue bagnatura delle pareti con idropulitrice che non genera reflui in quanto ha la
sola funzione di preparare le superfici per la fase successiva
con idropulitrice o atomizzatore si applica a tutte le superfici la soluzione disinfettante al 1
circa di eviron D ( per ciclo se ne consumano circa 20 l per preparare 2 m3 di soluzione per ogni
ciclo) Non si generano effluenti la soluzione egrave lasciata sulle superfici al fine di lasciare che il
disinfettante espleti al sua funzione
72 Consumi energetici
Lrsquoazienda agricola Maggiolo ha un proprio impianto fotovoltaico con potenza di pico pari a 56 kW
Lrsquoenergia elettrica prodotta egrave utilizzata per
illuminazione dellrsquoarea di stabulazione e dei locali riscaldamento con lampade che fungono da ldquoMadre Artificialerdquo
distribuzione del mangime e dellrsquoacqua
sistema di ventilazione
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illuminazione interna dei capannoni di allevamento
cella frigorifica per capi deceduti
Azienda Agricola Maggiolo ndash impianto fotovoltaico
Egrave previsto un consumo medio annuale di circa 30000 l di GPL che dipende fortemente dalle
caratteristiche climatiche della stagione Il GPL egrave depositato in due serbatoi interrati da 3000 e 5000 l
Lrsquoaumento dei consumi di energia egrave legato in particolare alla necessitagrave di incrementare la ventilazione
Consumo annuale
kWh
Energia elettrica
autoprodotta
consistenza
massima
(n capi)
Fabbisogno medio per
capo kWhcapo ()
Situazione attuale 6000 63 39500 03
Scenario di progetto 100000 63 110000 018
() considerando presenza media anno rispettivamente 192000 e 536000)
73 Ciclo idrico
Lrsquoazienda consuma acqua di acquedotto per
Abbeveraggio capi
Lavaggio e disinfezione
Servizi igienici
Nella configurazione dellrsquoallevamento attuale il consumo idrico si attesta su circa 2900 m3anno di cui
circa 2600 m3anno per abbeveraggio (per un consumo medio pari a circa 144 lcapo durante il ciclo di
allevamento) 300 m3anno per il sistema di raffrescamento e circa 10 m
3anno per la pulizia
Considerando lrsquoincremento del numero di capi si prevede un incremento dagli attuali consumi annuali a
circa 7280 m3
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Consumi idrici per abbeveraggio
Consumo medio per capi (ciclo misto)
lcapo
consistenza massima (n capi)
Numero di cicli allrsquoanno
Consumo di acqua annuale (m
3anno)
Situazione attuale 144 39500 46 2617
Scenario di progetto 144 110000 44 6970
Consumi idrici totali
Situazione attuale Scenario di progetto
Consumi idrici per abbeveraggio m3
anno 2617 6970
Consumi per raffrescamento (1) m3
anno 300 300
Consumi Idrici per pulizia (2) m3
anno 10 10
Consumi idrici totali m3
anno 2927 7280
(1) Il consumo per raffrescamento egrave alle condizioni meteoclimatiche ovvero al coincidere un ciclo di allevamento
con il picco estivo Il dato indicato egrave quindi un dato medio puramente indicativo
(2) Dato massimo
74 Scarichi idrici
I polli bevono direttamente beccando i nipples senza che avvenga spreco e dispersione dacqua
nellambiente Il raffrescamento egrave garantito dal sistema di pannelli cooling con riutilizzo dellrsquoacqua non
evaporata evitando sprechi e in parte con il sistema baumac Lrsquoabbeveraggio ed il sistema di
raffrescamento non generano quindi scarichi idrici Il sistema di pulizia non produce scarichi idrici infatti
dopo aver effettuato una estesa pulizia a secco le superfici interne ai capannoni sono bagnate con
soluzione di disinfettante con pompa a pressione senza creare ruscellamenti
75 Spolgie di animali
La mortalitagrave per ciclo di allevamento si attesta sui valori intorno a 5 LrsquoAzienda Agricola dispone di
una cella frigo per la conservazione dei capi deceduti di proprietagrave
Azienda Agricola Maggiolo ndash Celle frigorifera
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76 Produzione di rifiuti solidi
La produzione di rifiuti dellrsquoAzienda Agricola egrave limitata in quanto le materie prime (tra cui il mangime)
vengono trasportate mezzi che scaricano direttamente nei silos di stoccaggio
I rifiuti prodotti sono per lo piugrave rifiuti non pericolosi di cui in particolare imballaggi in plastica (contenitori
per detergenti e disinfettanti) in carta ed in vetro
Azienda Agricola Maggiolo ndash locale adibito al deposito dei rifiuti
77 Emissioni in atmosfera
In allevamento sono presenti emissioni diffuse derivanti da metabolismo animale tali emissioni
sono tenute sotto controllo mediante adozione di unrsquoadeguata ventilazione dei capannoni per
ridurre il tenore di umiditagrave della lettiera ribaltamento della stessa funzionale a limitare lrsquoinsorgere di
fenomeni di fermentazione anaerobica
La tabella che segue sintetizza le emissioni di ammoniaca e metano alla massima capacitagrave
dellrsquoallevamento sulla base dei coefficienti di emissione (riferimento BREF sect3321)
Emissioni di ammoniaca e metano
fase Fattore di
emissione unitagrave misura fattore
Situazione attuale
ndash emissioni totali
tanno
Scenario di
progetto ndash
emissioni totali
tanno
Stabulazione 011 kg NH3postoanno 43 121
Stabulazione 0079 Kg CH4postoanno 31 87
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8 DISTANZE MINIME SECONDO LA DGR 8562012
Con la DGR n 856 del 15 maggio 2012 ldquoAtti di indirizzo ai sensi dellart 50 comma 1 lett d) della LR
23 aprile 2004 n 11 Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio Modifiche ed
integrazioni alla lett d) Edificabilitagrave zone agricole punto 5) Modalitagrave di realizzazione degli allevamenti
zootecnici intensivi e la definizione delle distanze sulla base del tipo e dimensione dellallevamento
rispetto alla qualitagrave e quantitagrave di inquinamento prodottordquo la Giunta regionale ha aggiornato gli Atti di
Indirizzo di cui alle deliberazioni n 31782004 e n 3292010 per ledificabilitagrave nelle zone agricole
Le tabelle che seguono riassumono i calcoli per la determinazione delle distanze minime di cui alla
DGR 85620122 Nelle tavole allegate si riportano i buffer con le distanze minime e lrsquoindicazione
dellrsquoutilizzo degli edifici data dalla Carta Tecnica Regionale
Lrsquoallevamento egrave dotato di un sistema di ventilazione forzata e non dispone di alcun stoccaggio della
polline che che insieme alla lettiera viene mantenuta al chiuso (nei singoli capannoni di allevamento)
fini alla fine del ciclo di allevamento per poi essere traportata da terzi verso lrsquoimpianto di recupero e
riutilizzo
Nella situazione attuale cosigrave come nello scenario di progetto lrsquoallevamento si trova a piugrave di 200 m
dallrsquoallevamento piugrave vicino Nel raggio di 100 m dallrsquoallevamento non sono presenti abitazioni civili a
meno dellrsquoedificio abitativo del proprietario e gestore dellrsquoallevamento e nel raggio di 200 m non rientra
il perimetro del centro abitato Il limite di zona agricola risulta ad una distanza superiore a 200 m
rispetto sia relativamente al PRG del Comune di Castello di Godego che al PAT del Comune di
Castelfranco Le strutture di allevamento (cinque capannoni) pressocheacute entro il limite di 20 m dal
confine della proprietagrave aziendale
Distanza minima dai confini di proprietagrave (Tabella 2 Allegato A)
Consistenza massima Peso vivo t
Classe tabella 1 allegato A
Distanza minima m
Situazione attuale 39500 395 2 20
Scenario di progetto 110000 110 2 20
Il peso medio vivo egrave stato calcolato sulla base del ciclo medio tipico
a) Tipologia dellambiente di stabulazione e del sistema di pulizia
Tipologia Punti allevamento
Situazione attuale ottimizzazione dellisolamento termico e della ventilazione (anche
artificiale)+pavimenti ricoperti da lettiera-abbeveratoi anti spreco 10
Scenario di progetto ottimizzazione dellisolamento termico e della ventilazione (anche
artificiale)+pavimenti ricoperti da lettiera-abbeveratoi anti spreco 10
2 Si rimanda alle tavole ldquoVerifica dei requisiti di cui alla DGR n 856 del 15 maggio 2012 - Stato attuale e incremento capi senza
passaggio di classe (classe 2) Uso del Suolordquo e ldquoVerifica dei requisiti di cui alla DGR n 856 del 15 maggio 2012 - Stato attuale e incremento capi senza passaggio di classe (classe 2)rdquo riportate in allegato
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b) Sistema di ventilazione
Tipologia Punti allevamento
Situazione attuale ventilazione forzata 0
Scenario di progetto ventilazione forzata 0
c) sistema di stoccaggio e trattamento delle deiezioni
Tipologia Punti allevamento
Situazione attuale materiali palabili - pollina su lettiera al coperto (su capannoni chiusi) -
equivalente a concimaia chiusa 0
Scenario di progetto materiali palabili - pollina su lettiera al coperto (su capannoni chiusi) -
equivalente a concimaia chiusa 0
Punteggio totale
Criteri Punti allevamento
Situazione attuale a b c 10
Scenario di progetto a b c 10
Distanze minime reciproche degli insediamenti zootecnici dai limiti di zona agricola (Tabella 3 Allegato A)
classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m
Situazione attuale 2 10 200
Scenario di progetto 2 10 200
Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze civili sparse (Tabella 4 Allegato A)
classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m
Situazione attuale 2 10 100
Scenario di progetto 2 10 100
Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze concentrate (centri abitati) (Tabella 5 Allegato A)
classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m
Situazione attuale 2 10 200
Scenario di progetto 2 10 200
9 DECOMMISSIONING
Per le strutture in cemento eo laterizi si provvederagrave in fase di dismissione dellrsquoallevamento al
trasporto delle relative macerie presso un impianto di trattamento per la bonifica
Per le attrezzature se riutilizzabili si provvederagrave alla revisione e riutilizzo presso altri impianti simili
mentre per le parti obsolete si provvederagrave al loro smaltimento tramite ditte autorizzate
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QUADRO DI RIFERIMENTO
PROGRAMMATICO
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10 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE
101 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ndash Regione Veneto
1011 Riferimenti generali
La Regione Veneto con DGR n 372 del 1722009 ha adottato il Piano Territoriale Regionale di
Coordinamento ai sensi della LR 2342004 n 11 (art 25 e 4) oggetto di Variante anche questa solo
adottata con DGR n 427 del 1042013 pubblicata sul BURV n 39 del 352013 Il PTRC con la
citata Variante come precisato allrsquoarticolo 1bis delle Norme dello stesso assume natura di piano
urbanistico territoriale con specifica considerazione dei valori paesaggistici ai sensi dellrsquoart 135
comma 1 del DLgs 2212004 n 42 il Codice dei beni culturali e del paesaggio
Il PTRC adottato comprende i seguenti elaborati
Relazione illustrativa con i fondamenti del buon governo
Elaborati grafici
- Tavola PTRC 1992 - Ricognizione
- Tavola 1a - Uso del suolo Terra
- Tavola 1b - Uso del suolo Acqua
- Tavola 1c ndash Uso del suolo Idrogeologia e rischio sismico
- Tavola 2 - Biodiversitagrave
- Tavola 3 - Energia e ambiente
- Tavola 4 - Mobilitagrave
- Tavola 5a - Sviluppo economico produttivo
- Tavola 5b - Sviluppo economico turistico
- Tavola 6 - Crescita sociale e culturale
- Tavola 7 - Montagna del Veneto
- Tavola 8 - Cittagrave motore di futuro
- Tavola 9 - Sistema del territorio rurale e della rete ecologica
- Tavola 10 - Sistema degli obiettivi di progetto
Rapporto ambientale
Quadro conoscitivo
Documento per la pianificazione paesaggistica
o Ambiti di paesaggio
o Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici
o Atlante ricognitivo
o Sistema di valori
Norme tecniche
Il PTRC come precisato nellrsquoarticolo 4 delle Norme dello stesso egrave strumento sovraordinato a tutti i
piani territoriali ed urbanistici e puograve essere motivatamente modificato o integrato dai piani regionali di
settore e di sviluppo delle grandi reti di servizi fatto salvo quanto disposto dallrsquoart 145 comma 3 del
DLgs 422004 gli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica di livello inferiore devono
adeguarsi entro dodici mesi dallrsquoentrata in vigore del PTRC
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Per quanto attiene allrsquoefficacia del PTRC come stabilito dal comma 3 dellrsquoarticolo 72bis delle Norme
dello stesso piano ldquoai sensi dellrsquoart 29 comma 2 della LR 1104 dallrsquoadozione del PTRC o di sue
eventuali varianti e fino alla loro entrata in vigore e comunque non oltre cinque anni dalla data di
adozione i Comuni sono tenuti a sospendere ogni determinazione sulle domande relative ad interventi
di trasformazione edilizia e urbanistica che risultino in contrasto con le prescrizioni contenute nel
pianordquo
In merito alla pianificazione paesaggistica come definito nel Titolo XI delle Norme dellrsquoadottato PTRC
la Regione egrave articolata ai sensi dellrsquoarticolo 45ter comma 1 della LR 112004 e dellrsquoarticolo 135
comma 2 del DLgs 422004 in quattordici Ambiti di Paesaggio indicati nel Documento per la
pianificazione paesaggistica La definizione delle specifiche normative drsquouso aventi la finalitagrave di
assicurare che ciascun ambito di paesaggio sia ldquoadeguatamente conosciuto tutelato salvaguardato e
disciplinatordquo attribuendo ldquoadeguati obiettivi di qualitagrave in attuazione dei fini di cui agli articoli 131 133 e
135 del Codice e sulla base della specificazione dei contenuti definiti dallrsquoAtlante Ricognitivo
contenuto nel Documento per la pianificazione paesaggisticardquo egrave demandata ai previsti Piani
Paesaggistici Regionali drsquoAmbito (PPRA)
Il Documento per la pianificazione paesaggistica come precisato allrsquoarticolo 71ter delle Norme del
PTRC costituisce quadro di riferimento per la definizione dei PPRA
Tale Documento si articola in Ambiti di paesaggio in cui egrave indicata la delimitazione degli Ambiti di
Paesaggio Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici in cui egrave indicato il percorso istituzionale di
attribuzione della valenza paesaggistica e sono rappresentate le aree di cui agli artt 136 e 142 del
DLgs4204 destinate a ricognizione e validazione in sede di pianificazione paesaggistica regionale
drsquoambito Atlante Ricognitivo quale prima ricognizione finalizzata alla conoscenza dei caratteri del
paesaggio veneto e dei processi di trasformazione che lo interessano in cui sono indicati obiettivi e
indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari ai PPRA Sistemi di valori (i siti patrimonio dellrsquoUnesco le
Ville del Palladio le Ville Venete Parchi e giardini di rilevanza paesaggistica Forti e manufatti difensivi
Archeologia industriale Architetture del Novecento
1012 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Gli elaborati cartografici del PTRC data anche la scala di restituzione solo in alcuni casi identificano
categorie direttamente relazionabili allrsquoarea dellrsquoesistente allevamento zootecnico avicolo od
allrsquoimmediato intorno ed in dettaglio si tratta delle ldquoAree nucleordquo riportate nelle Tavole 1 2 e 9 e dei
ldquoPrati stabilirdquo riportati nelle Tavole 1 e 9
Area nucleo
Le Aree nucleo sono elementi costituitivi della Rete ecologica e corrispondono come precisato
allrsquoarticolo 24 delle Norme del PTRC ai siti della Rete Natura 2000 ed alle aree naturali protette di cui
alla L 3941991 In tale articolo si afferma che ldquola Regione promuove programmi e progetti specifici
finalizzati alla salvaguardia e valorizzazione della Rete ecologica e per lrsquoattuazione di azioni volte alla
tutela conservazione e accrescimento della biodiversitagrave da attuarsi in collaborazione con le
amministrazioni provinciali comunali e gli altri soggetti interessati anche mediante il supporto a
pratiche agricole sostenibili e di gestione rurale privilegiando quelle dellagricoltura biologicardquo e che ldquoin
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tal senso si assumono come elementi di riferimento le reti di siepi agrarie e i filari le zone umide i corsi
dacqua e la rete di scolo e irrigua i boschettirdquo Le Norme del PTRC inoltre precisano che ldquola
procedura per la valutazione di incidenza si applica esclusivamente con riferimento agli obbiettivi di
conservazione tutelati nei siti della Rete Natura 2000rdquo
Con riguardo al previsto ampliamento del numero di capi allevati allrsquointerno delle giagrave esistenti strutture
aziendali che ricadono in una ZPS di cui alla Rete Natura 2000 egrave redatto il richiesto Studio di
Incidenza In aggiunta si annota che non sono previsti interventi che determinano ricadute sullrsquoattuale
consistenza e configurazione dei richiamati elementi di riferimento per la costruzione della rete
ecologica
Prati stabili
I Prati stabili sono disciplinati dallrsquoarticolo 14 delle Norme del PTRC che esplicita il loro riconoscimento
come ldquorisorse per il paesaggio e la biodiversitagraverdquo e demanda ai Comuni lrsquoindividuazione nellrsquoambito dei
propri strumenti urbanistici dei sistemi di prati stabili e la specificazione ai fini della loro tutela di
ldquoadeguate misure per mantenere il loro valore naturalistico e limitare la perdita di superficie prativa
dovuta allo sviluppo urbanistico allrsquoestensione dei seminativi e allrsquoavanzamento delle aree boschiverdquo
Il maggior numero di capi avicoli non richiede lrsquoampliamento dellrsquoarea attualmente giagrave interessata dalla
presenza dellrsquoallevamento e pertanto non sono coinvolte aree a prato stabile
Il PTRC con riguardo alle Aree rurali disciplinate allrsquoarticolo 7 individua e delimita quattro categorie di
aree rurali riportate in tavola 1a le Aree di agricoltura periurbana le Aree agropolitane in pianura le
Aree ad elevata utilizzazione agricola le Aree ad agricoltura mista a naturalitagrave diffusa per ognuna delle
quali sono elencati obiettivi e previsioni da assumere in sede di predisposizione e adeguamento degli
strumenti di pianificazione urbanistica In generale nel territorio rurale la pianificazione territoriale ed
urbanistica come indicato nel citato articolo deve essere ldquoorientata al principio del minor consumo di
suolordquo e perseguire diverse finalitagrave tra le quali ldquogarantire la sostenibilitagrave dello sviluppo economico del
settore rurale attraverso processi di trasformazione del territorio realizzati con il minor consumo
possibile di suolordquo ldquopromuovere e sostenere il recupero dei fabbricati abitativi e agricolo produttivi e
delle loro pertinenze e consentire la realizzazione di fabbricati abitativi e agricolo produttivi necessari
alle aziende agricole garantendo il loro armonico inserimento nel paesaggio agrario nel rispetto della
struttura insediativa esistenterdquo
La prevista variazione del numero di polli allevati che non richiede la realizzazione di nuovi fabbricati
in linea generale comunque non esclusi secondo le indicazioni delle norme del PTRC se correttamente
inseriti si ritiene possa essere positivamente relazionata con il richiamato obiettivo di uno sviluppo
rurale sostenibile tanto che non egrave in contrasto con la finalitagrave di ridurre il consumo di suolo agricolo
102 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ndash Provincia di Treviso
1021 Riferimenti generali
Il PTCP approvato con la DGR 1137 del 23032010 come precisato allrsquoarticolo 1 delle Norme dello
stesso ldquoindica gli obiettivi e gli elementi fondamentali dello sviluppo urbanistico provinciale
individuando per lrsquoassetto del territorio le nuove esigenze generali del territorio in coerenza con il
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quadro conoscitivo elaborato con riferimento alla salvaguardia conservazione e valorizzazione delle
risorse territorialirdquo
Tale Piano sempre come specificato nel citato articolo assicura che la valorizzazione delle risorse
territoriali disciplinata dalle previsioni degli strumenti urbanistici comunali persegua in particolare
la promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole
la tutela delle identitagrave storico-culturali e della qualitagrave degli insediamenti urbani ed extraurbani
la tutela del paesaggio rurale montano e delle aree di importanza naturalistica
lrsquoutilizzo di nuove risorse territoriali solo quando non esistano alternative alla riorganizzazione e
riqualificazione
del tessuto insediativo esistente
la messa in sicurezza degli abitati e del territorio dai rischi sismici e di dissesto idrogeologico
Il PTCP attraverso le direttive e le prescrizioni da considerare per la redazione degli strumenti di
pianificazione di livello inferiore ed a cui i PAT dei Comuni devono adeguarsi intende raggiungere
scelte progettuali di sviluppo sostenibile in coerenza con gli obiettivi di cui allrsquoarticolo 2 della LR
112004
Il PTCP si compone dei seguenti elaborati
Elaborati grafici
- Tavola 1-1 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Aree soggette a tutela
- Tavola 1-2 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Pianificazione di livello superiore
- Tavola 1-3 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Aree naturalistiche protette
- Tavola 1-4 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Vincoli militari e infrastrutturali
- Tavola 2 Carta delle fragilitagrave
- Tavola 3-1 Sistema ambientale ndash Reti ecologiche
- Tavola 3-2 Sistema ambientale ndash Livelli di idoneitagrave faunistica
- Tavola 4-1 Sistema insediativo-infrastrutturale
- Tavola 4-2 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta dei Centri Storici della Provincia
- Tavola 4-3 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta delle Ville Venete Complessi ed Edifici di
pregio architettonico
- Tavola 4-4 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta delle Ville Venete Complessi ed Edifici di
pregio architettonico di interesse provinciale
- Tavola 4-5 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Mobilitagrave sostenibile
- Tavola 4-6 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Percorsi turistici
- Tavola 4-7 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash La Grande Treviso Il Sistema dei Parchi
- Tavola 5-1 Sistema del paesaggio ndash Carta geomorfologica della Provincia di Treviso
- Tavola del Rapporto Ambientale
Relazione di Piano
Norme Tecniche
Sintesi Non Tecnica Appendice ldquoArdquo al Rapporto Ambientale
Valutazione di Incidenza Ambientale
Rapporto Ambientale allo stato di avanzamento di giugno 2008
Allegato FF ndash Quaderno Progetti
Allegato GG ndash Linee guida per regolamenti edilizi - Relazione con appendici
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Allegato L ndash Rischio incidenti rilevanti
Allegato M ndash Beni culturali
1022 Relazioni con le previsioni del PTCP
Gli elaborati cartografici del PTCP3 solo in alcuni casi identificano categorie in relazione diretta con
lrsquoarea dellrsquoesistente allevamento zootecnico avicolo ed in dettaglio si tratta dei seguenti casi
Tavola 13 con riguardo alle Zone di Protezione Speciale ndash ZPS
Tavola 21 con riguardo alle Aree di pericolositagrave idrica ridotta P0
Tavola 23 con riguardo alle Zone di incompatibilitagrave assoluta (Rete Natura 2000)
Tavola 31 con riguardo alle ZPS e alle Aree nucleo
Tavola 32 con riguardo al Livello di idoneitagrave faunistica medio
Tavola 51 con riguardo alla Unitagrave di paesaggio P2
Le Zone di Protezione Speciale riportate nella Tavola 13 e nella Tavola 31 in tale caso corrispondono
alla ZPS IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo allrsquointerno della quale ricade lrsquoallevamento avicolo per
il quale si prevede di aumentare il numero di polli allevati per la produzione di carne Le ZPS sono
richiamate percheacute messe in relazione con gli elementi costitutivi della Rete ecologica questi ultimi
identificati e delimitati nella Tavola 31 nel caso in questione rappresentati da una delle Aree nucleo
Lrsquoarticolo 36 delle Norme del PTCP elenca gli obiettivi della Rete ecologica che devono essere assunti
dagli strumenti urbanistici locali e da ogni altro atto di programmazione e di governo del territorio come
condizioni alle trasformazioni ammissibili delle risorse in modo da contribuire alla realizzazione della
stessa rete ecologica provinciale
Lrsquoarticolo 37 delle Norme del PTCP contiene le direttive da applicare agli elementi della Rete ecologica
ed in particolare per quanto riguarda le Aree nucleo stabilisce che
- la realizzazione delle infrastrutture e degli impianti tecnici egrave subordinata a misure di mitigazione
mirate alla ricostituzione della continuitagrave della permeabilitagrave biologica nei punti critici di
passaggio ed inoltre con lrsquoinserimento di strutture utili allrsquoattraversamento faunistico e con la
costituzione di aree di rispetto formate con elementi arborei ed arbustivi finalizzate alla
conservazione della biodiversitagrave
- la gestione dellrsquoagricoltura in queste aree deve essere indirizzata anche mediante interventi di
incentivazione e sostegno tecnico e finanziario al mantenimento delle componenti di interesse
ecologico e della biodiversitagrave complessiva
- le aree individuate come critiche per presenza di infrastrutture aree insediative e corridoi
ecologici nei siti della Rete Natura 2000 devono essere considerate dalla normazione tutelare
degli strumenti urbanistici comunali come ambiti prioritari verso i quali convergere gli interventi
di riorganizzazione mediante azioni di mitigazione e compensazione
Lrsquoarticolo 39 delle Norme del PTCP inoltre per le Aree nucleo stabilisce che ldquoi progetti che implicano
modificazione di usi funzioni attivitagrave in atto sono soggetti a valutazione di incidenza (VINCA) ai sensi
3 Si rimanda agli estratti delle Tavole 21 31 (che riporta le ZPS analogamente alla tav 13 e 23) e 32 del PTCP inserite nellrsquoAllegato
Cartografico allo SIA
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della normativa statale e regionale in materiardquo ed in aggiunta precisa al comma 4 che gli ldquointerventi di
ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo [hellip]
sono ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati
compatibili dalla valutazione di incidenza e comunque soggetti a misure compensative a compenso
drsquoogni riduzione della qualitagrave ecologica complessiva dellrsquoareardquo
La previsione di aumentare il numero di polli allevati nelle strutture giagrave presenti non richiede nuovi
fabbricati o ampliamenti di quelli esistenti ed in ogni caso si annota che sono ammessi utilizzi a fini
agricoli in merito alla valutazione di incidenza come giagrave richiamato egrave predisposto il richiesto Studio di
Incidenza
Le Aree a pericolositagrave ridotta (P0) individuate nella Tavola 21 ldquoCarta delle fragilitagrave ndash Aree soggette a
dissesto idrogeologico e fragilitagrave ambientalerdquo sono definite allrsquoarticolo 57 come ldquoparti del territorio
provinciale ritenute maggiormente esposte a pericolo di allagamento soprattutto a causa di insufficienze
idrauliche localirdquo e per tali aree ldquodevono essere promosse dalle Amministrazioni Comunali verifiche
specifiche sullrsquoeffettivo comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio assieme al Consorzio
di Bonifica competente per territoriordquo Le Aree P0 sono disciplinate dallrsquoarticolo 59 delle Norme del
PTCP che formula le seguenti direttive
ldquo1 Lo strumento urbanistico comunale conduce per le aree P0 una rigorosa e puntuale verifica dello
stato idraulico del territorio nel rispetto della Delibera regionale n13222006 utilizzando per le
valutazioni schemi di calcolo che siano in grado di descrivere le conseguenze idrauliche di una
eventuale insufficienza della rete di scolo delle acque precisandone e definendone su queste basi gli
ambiti giagrave indicati dal PTCP
2 Per le aree classificate P0 ferma restando lrsquoapplicazione della normativa per esse eventualmente
disposta dai Piani di Assetto Idrogeologico lo strumento urbanistico comunale detta apposita normativa
finalizzata a non incrementare le condizioni di rischio ed in particolare a
a) mantenere le condizioni esistenti di funzionalitagrave idraulica ed anzi a migliorarle cosigrave da
agevolare e comunque non impedire il deflusso delle piene e non ostacolare il normale deflusso
delle acque
b) non aumentare le condizioni di pericolo a valle od a monte delle aree drsquointervento
c) non ridurre i volumi invasabili e favorire se possibile la formazione di nuove aree di libera
esondazione delle acque
d) non pregiudicare con opere incaute od erronee la successiva realizzazione di interventi per
lrsquoattenuazione o lrsquoeliminazione delle cause di pericolositagrave
e) non effettuare tombinamenti ma mantenere gli originali volumi di invaso disponibili di tratti di
f) fossi e fossati
g) neutralizzare con interventi in loco gli incrementi di portata conseguenti ad interventi
urbanizzativi
h) non costituire od indurre a costituire vie preferenziali al flusso di portate solide o liquide
i) minimizzare le interferenze anche temporanee con le strutture di difesa idraulicardquo
Per le valutazioni sulla relazione tra la disciplina e il previsto ampliamento dellrsquoallevamento si rimanda
ai successivi paragrafi del presente studio in cui si considerano i PAT dei Comuni territorialmente
coinvolti
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Le Zone di incompatibilitagrave assoluta sono considerate nelle Norme del PTCP in relazione alle Aree a
rischio di incidente rilevante disciplinate allrsquoarticolo 77 la direttiva stabilisce che il PAT nella
valutazione di compatibilitagrave territoriale per la localizzazione di nuovi impianti a rischio dovragrave tenere in
considerazione le aree di incompatibilitagrave assoluta localizzandogli stabilimenti in aree industriali esterne
a tali zone
La disciplina richiamata non ha attinenza con lrsquointervento in previsione
I Livelli di idoneitagrave faunistica sono definiti e riportati nella Tavola 32 ldquoSistema ambientale ndash Livelli di
idoneitagrave faunisticardquo e nel caso dellrsquoarea dellrsquoallevamento si ricade in un ambito con livello di idoneitagrave
faunistica medio come stabilito allrsquoarticolo 37 delle Norme del PTCP ldquogli strumenti urbanistici locali
dispongono apposita disciplina finalizzata a () definire i livelli di idoneitagrave faunistica allrsquointerno di queste
aree e dettare norme differenziate secondo il livello di idoneitagrave da conferire o conservarerdquo assicurando
nel caso di media idoneitagrave la tutela e la conservazione di tale livello
La prevista variazione in aumento dei capi di polli allevati si ritiene non incidere sul livello di idoneitagrave
faunistica
Le Unitagrave di Paesaggio individuate nella Tavola 51 sono disciplinate dallrsquoarticolo 30 delle Norme del
PTCP che chiede agli strumenti urbanistici comunali di individuare gli ambiti territoriali omogenei ldquoin
modo tale da far corrispondere ad ogni unitagrave di paesaggio la totale estensione di uno o piugrave ATO non
potendo di conseguenza uno stesso ambito territoriale omogeneo essere suddiviso tra diverse UDPrdquo Il
PTCP riconosce le caratteristiche di ogni Unitagrave e la disciplina stabilisce che ldquospetta allo strumento
urbanistico comunale sulla base di analisi puntuali dei caratteri costitutivi proporre la correzione e
precisazione dellrsquoestensione dellrsquounitagrave anche al fine di rendere coerenti le UDP con i perimetri delle
ATO in cui il territorio comunale egrave suddivisordquo
Per le valutazioni sulla relazione tra la disciplina associata alle UdP e il previsto ampliamento
dellrsquoallevamento si rimanda ai successivi paragrafi del presente studio in cui si considerano i PAT dei
Comuni territorialmente coinvolti
103 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castelfranco Veneto
1031 Riferimenti generali
Il Comune di Castelfranco Veneto egrave dotato di PAT redatto con i contenuti di cui allrsquoarticolo 13 della
LR112004 approvato con la DGP n 29 del 322014 tale strumento sostituisce il precedente
Piano Regolatore Generale approvato con le DGR n 4035 del 10122004 e n 3672 del 29112005
Il PAT egrave formato dai seguenti elaborati
Relazione tecnica
Relazione di progetto
Relazione sintetica
Norme tecniche
Elaborati grafici in scala 110000
- Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale
- Carta delle invarianti
- Carta delle fragilitagrave
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- Carta della trasformabilitagrave - Ambiti Territoriali Omogenei (ATO)
- Carta della trasformabilitagrave - Valori e tutele Azioni strategiche
Quadro conoscitivo di cui allrsquoart10 della LR112004
Studio di compatibilitagrave idraulica
Le Norme precisano che gli ambiti e gli immobili vincolati individuati nella Tavola 1 del PAT hanno
valore ricognitivo e non esaustivo e che ldquole indicazioni grafiche contenute nella citata Tavola 4 non
hanno valore conformativo delle destinazioni urbanistiche dei suoli la definizione delle quali egrave
demandata al PI e non possono pertanto rappresentare o comportare in alcun modo acquisizione di
diritti edificatori ()rdquo Lrsquoarticolo 4 delle Norme del PAT precisa che ldquogli interventi di trasformazione
edilizia ed urbanistica del territorio prima della redazione del PI ai sensi dellart 18 della LR1104
devono rispettare le previsioni del PRG vigente per le parti compatibili con il PAT che a seguito
dellapprovazione per tali parti acquista il valore e lefficacia del PI come previsto dallart 48 comma 5
della LR112004rdquo
1032 Relazioni con le previsioni del PAT
Le tavole del PAT4 identificano le categorie di vincolo le invarianti le fragilitagrave e le destinazioni drsquouso
associate alla disciplina contenuta nelle Norme dello stesso strumento urbanistico con riguardo allrsquoarea
dellrsquoesistente allevamento avicolo eo alla porzione di territorio limitrofa a questa si distinguono quelle
riportate nella sottostante tabella Per ogni categoria si richiama il contenuto delle norme del PAT e si
svolge la verifica in merito alla coerenza tra la disciplina ed il previsto incremento del numero di capi
avicoli allevati
Piano di Assetto del Territorio ndash Relazione tre le categorie di Piano e lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo
Carta Categoria Art PAT
1 Vincoli ZPS ndash Prai di Castello di Codego 10
Allevamenti zootecnici intensivi LR 112004 12
Reticolo idraulico ndash Servitugrave idraulica 12
2 Invarianti Area Natura 2000 13
Principali filari e siepi del paesaggio 14
3 Fragilitagrave Compatibilitagrave geologica ndash Area idonea a condizione 3 17
4a Trasformabilitagrave ATO Aa1 Agricolo periurbano nord ndash Prai di Godego 36
4b Trasformabilitagrave Area nucleo 34
ZPS ndash Prai di Castello di Godego
Lrsquoarticolo 10 delle Norme del PAT precisa che tale strumento urbanistico recepisce la Zona di
Protezione Speciale IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo individuata ai sensi della DGR n
11802006 quale elemento della Rete Natura 2000 per la salvaguardia della biodiversitagrave ed integra la
ZPS nel sistema ambientale della rete ecologica di cui allrsquoart34 Le direttive definite in tale articolo
stabiliscono che nella progettazione ed esecuzione di piani progetti e interventi ldquodeve essere garantito
il mantenimento ovvero alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi
di habitat naturali e degli habitat delle specie interessate che hanno determinato lrsquoindividuazione
dellrsquoarea come zona SIC e ZPSrdquo che ldquonellrsquoesame delle soluzioni progettuali devono essere
considerate le possibili alternativerdquo ed infine che ldquoa seguito della valutazione sono individuate
opportune misure di mitigazione o compensazione finalizzate a minimizzare o cancellare le eventuali
4 Si rimanda agli estratti delle Tavole 1 2 3 4a e 4b inserite nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
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incidenze negative sia in corso di realizzazione sia dopo il suo completamentordquo Le prescrizioni di tale
articolo richiamano lrsquoassoggettamento alla procedura di valutazione di incidenza per i piani i progetti e
gli interventi ricadenti allrsquointerno della ZPS
Per quanto riguarda lrsquoassoggettamento alla procedura di valutazione di incidenza si precisa che egrave stato
redatto il richiesto Studio di incidenza a cui si rimanda per le considerazioni di merito
Allevamenti zootecnici intensivi
Lrsquoarticolo 12 delle Norme del PAT richiama i riferimenti legislativi attinenti agli allevamenti zootecnici
intensivi ovvero la DGR 31782004 e smi (Atti di indirizzo - art 50 della LR 112004) e con le
direttive e prescrizioni stabilisce che il Piano degli Interventi (PI) aggiorna e precisa gli allevamenti
zootecnici intensivi individuati nella Tavola 1 per i quali si applicano le vigenti disposizioni di legge e i
regolamenti comunali vigenti in materia di igiene e sanitagrave In aggiunta in tale articolo si precisa che
ldquoagli allevamenti zootecnici in zona impropria sono consentite esclusivamente operazioni di
manutenzione ordinaria e ne egrave incentivata la rimozionerdquo
Con riguardo alle citate norme si sottolinea che si prevede il solo aumento del numero di polli da carne
allevati nelle strutture giagrave esistenti e che ovviamente si terragrave conto del necessario rispetto delle
disposizioni e regolamenti vigenti in materia di igiene e sanitagrave
Reticolo idraulico ndash Servitugrave idraulica
LrsquoArt 12 delle Norme Tecniche del PAT con riguardo al reticolo idraulico ed alle relative servitugrave
richiama il riferimento normativo di cui al RD 3681904 e RD 5231904 e detta le seguenti
prescrizioni
ldquoNon sono consentite nuove edificazioni a distanze inferiori a 10 metri dai cigli esistenti o dal piede
della scarpata esterna dellrsquoargine () Per canali non demaniali in specifici casi egrave facoltagrave insindacabile
del Consorzio di bonifica competente concedere una deroga a tale distanza In caso di sporgenze
aggetti o altro la distanza deve riferirsi alla proiezione in pianta dei medesimi Alla distanza di rispetto
sono vincolate anche eventuali opere insistenti nel sottosuolo quali vani interrati e sottoservizi Le
fabbriche le piante e le siepi esistenti entro la fascia di rispetto prevista dal RD 3681904 sono
tollerate qualora non rechino un riconosciuto pregiudizio giunte a maturitagrave o deperimento non possono
essere surrogate entro le distanze previste Gli interventi di manutenzione su fabbricati esistenti ed
eventuali opere precarie devono ottenere preventiva autorizzazione idraulica dagli Enti competenti
fermo restando che ai fini della servitugrave di passaggio una fascia di larghezza pari a 4 m dovragrave
permanere completamente sgombera da ostacoli e impedimenti al libero transito dei mezzi adibiti alla
manutenzione e allrsquoeventuale deposito di materiali di espurgo La realizzazione di attraversamenti e di
qualsiasi opera o intervento che possa comportare unrsquooccupazione anche temporanea del sedime dei
corsi drsquoacqua gestiti dal Genio Civile o da Consorzi di bonifica egrave oggetto di specifica concessione da
parte dellrsquoente competente () Le superfici costituenti il sedime dei corsi drsquoacqua di competenza
regionale o consortile e le relative fasce di rispetto non possono essere ricomprese allrsquointerno di
perimetri di nuovi piani o strumenti attuativi o interventi di trasformazione territoriale in genere se non
come aree specificatamente destinate alla tutela del corpo idrico Esse non possono contribuire alla
determinazione della capacitagrave edificatoria fatta salva la possibilitagrave di applicare lrsquoistituto del credito
edilizio alle zone contiguerdquo
Nel caso in oggetto il reticolo idrico egrave da riferire al corso drsquoacqua che fiancheggia il lato ovest e sud del
perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento lrsquoincremento del numero di polli allevati non richiede interventi
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edilizi od occupazione e trasformazione di nuove aree non giagrave incluse allrsquointerno dellrsquoallevamento
esistente e quindi si escludono ricadute per trasformazioni dello stato attuale nelle fasce di servitugrave
idraulica
Area Natura 2000
Lrsquoarticolo 13 delle Norme del PAT con le direttive indica che egrave opportuno ldquoprevedere norme specifiche
che riprendono le misure di conservazione dei SIC e della ZPS (cfr DGR 23712006)rdquo ed in
particolare ldquoevitare il tombamento della rete idrografica minore fatte salve le esigenze di protezione dal
rischio idrogeologicordquo ed ldquoincentivare il miglioramento delle prestazioni ecologiche e funzionali delle
fasce arbustive ed arboree presenti nelle buffer zones (aree cuscinetto) Ove tali formazioni spontanee
non siano presenti dovrebbe essere incentivata la realizzazione di nuove fasce di vegetazione
riparialerdquo Le prescrizioni dettate dal citato articolo stabiliscono che ldquonon sono consentiti interventi tali
da creare una riduzione dellrsquoestensione di tali areerdquo e che il PI ldquoprecisa ambiti con livelli differenziati di
tutelardquo si richiama inoltre lrsquoapplicazione della procedura di valutazione di incidenza ambientale per
progetti e interventi ricadenti in ZPS
Il previsto aumento dei capi avicoli allevati non comporta interventi sulla rete idrografica minore eo
trasformazioni delle fasce arbustive e arboree presenti come giagrave evidenziato in osservanza della
normativa nazionale e regionale egrave redatto lo Studio di Incidenza
Principali filari e siepi del paesaggio agrario
Lrsquoarticolo 14 delle Norme del PAT con le prescrizioni stabilisce che ldquogli interventi che generano
trasformazione dei filari e siepi del paesaggio agrario devono prevedere opportune misure di
mitigazione eo compensazione sulla base di uno specifico studio valutativordquo e che ldquosono tutelati la
giacitura lrsquoestensione e la conformazione di siepi e filari a tal fine va prevista negli interventi la
ricomposizione di tratti mancanti o abbattutirdquo
La vegetazione presente a ridosso del corso drsquoacqua che scorre immediatamente ad ovest ed a sud del
perimetro dellrsquoallevamento avicolo non egrave interessata da alcun intervento trattandosi del solo aumento
del numero di polli da carne ricoverati nelle strutture esistenti non sono pertanto obbligatori interventi di
mitigazione e compensazione ma si considera comunque la possibilitagrave di mettere a dimora specie
vegetali a formare una siepe lungo il perimetro sud ed est dellrsquoarea dellrsquoallevamento con funzioni di
mascheramento e di qualificazione paesaggistico ambientale
Area idonea a condizione 3
Con riguardo alla compatibilitagrave geologica si distinguono aree con differente grado di rischio geologico-
idraulico e differente idoneitagrave ad essere urbanizzate per le caratteristiche geologico-tecniche e
idrogeologiche-idrauliche disciplinate dallrsquoarticolo 17 delle Norme del PAT
Per quanto attiene alle Aree idonee a condizione 3 definite come ldquoZone con terreni superficiali
prevalentemente sabbiosolimosi ndash limosoargillosi e con massima oscillazione della falda freatica
superiore ai 5 m dal piano campagnardquo la disciplina precisa che ldquole soluzioni per lrsquoidoneitagrave si possono
raggiungere qualora una relazione geologico-tecnica verifichi le caratteristiche geotecniche dei litotipi
Qualora vi sia la presenza di terreni scadenti superficiali (limosi argillosi torbosi ecc) eo variabilitagrave
litologica egrave necessario adottare soluzioni tecniche idonee ad evitare cedimenti delle fondazioni Ogni
intervento dovragrave garantire la tutela delle acque al fine di evitare fenomeni di inquinamento eo
variazioni della geometria ed idrodinamica dei corpi idrici sotterranei e superficialirdquo
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Le direttive demandano al PI la definizione della disciplina sullrsquoedificabilitagrave del territorio e la promozione
degli interventi volti alla riparazione e consolidamento dellrsquoesistente alla stabilizzazione di eventuali
dissesti al miglioramento delle attuali condizioni geologico-idrauliche e mitigazione del rischio Con il
citato articolo in aggiunta si prescrive la stesura di relazione geologica eo geotecnica in conformitagrave
da allegare ai progetti di intervento da riferire degli interventi edificatori e di sistemazione dei terreni
che devono sempre attenersi alle norme tecniche emanate con il DM 1131988 il DM 1492005 e il
DM 1412008 con lrsquoulteriore precisazione che prima dellrsquoapprovazione dello studio di compatibilitagrave
sismica del territorio comunale le indagini geologiche dovranno essere eseguite in conformitagrave al DM
14012008
Come giagrave evidenziato non sono previsti interventi edilizi o di movimentazione del terreno e quindi si
ritiene di non rientrare nel campo di applicazione della richiamata disciplina e normativa nazionale
Ambiti Territoriali Omogenei ndash Aa1 ldquoAgricolo periurbano nord - Prai di Godegordquo
Il territorio comunale come precisato allrsquoarticolo 36 delle Norme del PAT egrave suddiviso in ATO per
ognuno dei quali egrave dettata specifica disciplina articolata in disposizione generali e disposizioni locali
che integra le disposizioni generali per lrsquoassetto del territorio contenute nel Titolo III delle stesse Norme
del PAT Gli ATO Aa come riportato nellrsquoarticolo 40 delle Norme del PAT sono quelli ldquonei quali vi egrave una
prevalenza dei caratteri ambientali e paesaggistici e la struttura delledificato egrave rada o sporadicardquo le
direttive di tale articolo demandano al PI il compito di sviluppare e precisare ldquole scelte strategiche
delineate dal PAT indicando le azioni da svolgere per conseguire gli obiettivi di piano le prioritagrave le
interrelazioni i soggetti coinvolti o da interessare e le condizioni per la fattibilitagrave e lrsquoattuazione delle
previsionirdquo
Per quanto attiene allrsquoAmbito Aa1 nella relativa scheda sono indicati gli obiettivi locali di seguito
interamente riportati
ldquoAmbiente
- Mantenimento delle funzioni agricole produttive e salvaguardia delle aree agricole integre da
garantire tramite il mantenimento e la valorizzazione degli elementi caratterizzanti il territorio
(sistemazioni agricole tradizionali reticolo idrografico superficiale percorsi poderali manufatti e
insediamenti rurali tipologia e allineamento delle alberature ecc)
- Promozione della conoscenza e della fruizione turistico ricreativa del territorio di pregio
naturalistico
- Ricostituzione del patrimonio della biodiversitagrave della rete ecologica territoriale e locale costituita
principalmente dalla ZPS dal corridoio ecologico del Muson e dalla buffer zone mediante
integrazione delle attuali colture con colture tradizionali compatibili con la morfologia del suolo
agrario con ecotoni di margine con piccoli incolti con limplementazione dei filari e siepi
- Rimozione di elementi detrattori
Insediamenti
- Tutela e valorizzazione degli edifici con valore storico-ambientale volta ad un corretto recupero
dei manufatti e un loro impiego a servizio di funzioni connesse alla residenza e alle attivitagrave
agricole locali o per altri utilizzi compatibili
- Tutela del contesto figurativo della villa come elemento riconoscibile da molteplici punti del
territorio agricolo
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- Riordino edilizio e funzionale della struttura insediativa di recente impianto e suo modesto
ampliamento al fine di favorire la permanenza e la crescita fisiologica della popolazione locale
Accessibilitagrave e mobilitagrave locale
- Riqualificazione in senso paesaggistico degli assi viari con possibile individuazione di spazi
anche attrezzati per la sosta in corrispondenza dei coni visuali di maggior percezione
qualitativa
- Realizzazione dellitinerario di interesse ambientale lungo il torrente Avenale e lungo la via
Postumia per la connessione al Muson e al Sentiero degli Ezzelini
- Sistemazione dellrsquoincrocio tra via Bella Venezia e Via Postumiardquo
Le funzioni attribuite allrsquoAmbito Aa1 sono quelle ldquoprevalentemente agricole con bassa presenza di
residenzialitagraverdquo
Con riguardo agli obiettivi ed alle destinazioni funzionali previste per lrsquoAmbito Aa1 si ritiene essere
coerente la previsione di incremento dei capi avicoli in quanto rientrante nellrsquoattivitagrave agricola giagrave svolta
nelle strutture dellrsquoesistente allevamento e quindi correlabile al punto relativo al mantenimento delle
funzioni agricole produttive per altro tale previsione non determina ricadute sugli elementi
caratterizzanti il territorio od impedimento al perseguimento degli altri obiettivi locali di tale ATO
Area nucleo
Le Aree nucleo sono definite quali elementi costitutivi della Rete ecologica considerata e disciplinata
dallrsquoarticolo 34 delle Norme del PTA che demanda al PI la definizione della disciplina degli elementi
della stessa rete ecologica da attuare sulla base delle direttive espressamente elencate nello stesso
articolo
Le prescrizioni per tutti gli elementi della Rete ecologica stabiliscono il vincolo alla loro realizzazione e
mantenimento ed il divieto ad aprire cave e discariche
Per le Aree nucleo egrave inoltre prescritto quanto segue
ldquoEgrave fatto divieto di rimuovere distruggere danneggiare o modificare in modo essenziale le siepi (parte
aerea e parte epigea) salvo motivate esigenze derivanti da assetti proprietari ed infrastrutturali che
comunque dovranno essere accompagnate da idonee misure compensative Sono ammesse le normali
operazioni di manutenzione e ringiovanimento delle siepi (potatura spollonatura tramarratura ecc)
Non egrave ammesso lrsquoallestimento di impianti percorsi e tracciati per attivitagrave sportiva con mezzi motorizzati
Non sono ammesse strutture a serra fissa con o senza zoccolo di fondazione Sono invece ammesse
le serre mobili se destinate alla forzatura stagionale delle produzioni orto-floro-vivaistiche Egrave esclusa
lrsquoedificazione di manufatti da destinare ad insediamenti zootecnici intensivi Ersquo fatta salva lrsquoedificabilitagrave
prevista negli ambiti di edificazione diffusardquo
Anche in tale caso si ribadisce che non essendo previsti interventi di nuova edificazione o
trasformazione dei fabbricati esistenti giagrave destinati ad allevamento avicolo intensivo ne movimenti terra
o azioni sulle componenti vegetali non si ricade nella sfera dei divieti di cui alle richiamate prescrizioni
Vincolo sismico
Infine si annota che lrsquointero territorio comunale risulta ricadere in Zona 3 del vincolo sismico Lrsquoarticolo
9 delle Norme tecniche del PAT prescrive che ldquogli interventi dovranno uniformarsi alle prescrizioni
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dellrsquoOPCM n 32742003 e al DM 14012008 Per la redazione dello studio di compatibilitagrave sismica si
applicano le modalitagrave previste dalla DGR n 3308 del 04112008rdquo
104 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castello di Godego
1041 Riferimenti generali
Il Comune di Castello di Godego ha adottato ai sensi dellart 15 della LR 23 Aprile 2004 n 11
ldquoNorme per il Governo del Territoriordquo con la DCC n 30 del 1162015 il PAT che secondo quanto
previsto dallart 29 della LR 112004 determina lrsquoapplicazione delle misure di salvaguardia
limitatamente alle prescrizioni e ai vincoli contenuti nello stesso PAT fino alla approvazione ed entrata
in vigore del PAT come precisato allrsquoarticolo 137 delle Norme dello stesso Piano egrave sospesa ogni
determinazione sugli interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica del territorio in contrasto con le
previsioni e vincoli del PAT
Come riportato nella citata delibera secondo quanto previsto dallart 48 comma 5 e 5-bis della LR
112004 il vigente Piano Regolatore Generale mantiene la sua efficacia fino allrsquoapprovazione del PAT e
successivamente per le parti compatibili con il PAT diventa il Piano degli Interventi
Il PAT adottato egrave formato dai documenti del Quadro Conoscitivo che comprendono una serie di tavole
di analisi urbanistica agronomica ambientale e geologica dagli elaborati di progetto che comprendono
la Relazione Tecnica Generale le Norme Tecniche le tavole P1A - Carta dei vincoli P1B - Carta della
pianificazione territoriale P2 - Carta delle invarianti P3 - Carta delle fragilitagrave P4 - Carta delle
trasformazioni dai documenti della VAS della VINCA della VCI dagli elaborati della micro-zonazione
sismica
Le disposizioni contenute nel PAT come precisato allrsquoarticolo 3 delle Norme dello stesso piano sono
articolate in direttive (quando non espressamente specificato le disposizioni hanno tale valore) sulla cui
base viene redatto il Piano degli Interventi e in prescrizioni e vincoli a cui devono uniformarsi le attivitagrave
di soggetti pubblici e privati negli interventi di trasformazione del territorio
1042 Relazione con le previsioni del PAT
Le Carte di progetto del PAT5 identificano diverse categorie di vincolo destinazione o azione associate
alla disciplina contenuta nelle Norme dello stesso strumento urbanistico o che rimandano a quelle del
PTCP con riguardo alla porzione di territorio confinante allrsquoarea dellrsquoesistente allevamento avicolo (il
lato ovest si attesta sul confine comunale) o limitrofa a questa si distinguono quelle riportate nella
sottostante tabella Per ogni categoria si richiama il contenuto delle norme del PAT e si svolge una
verifica in merito alla coerenza tra la disciplina e il previsto incremento del numero di capi avicoli
allevati
5 Si rimanda agli estratti delle Tavole P1A P1B P2 P3 e P4 inserite nellrsquoAllegato cartografico allo SIA
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Piano di Assetto del Territorio ndash Relazione tre le categorie di Piano e lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo
Carta Categoria Art PAT Art PTCP
P1A Scoli drsquoacqua consorziali ndash Servitugrave idraulica (RD 3681904) 24 -
P1B Tracciati storici agro centuriato 34 44
Aree ad elevata utilizzazione agricola 40 10
Area nucleo 42 37
Area di connessione naturalistica ndash Fascia tampone 42 38
P0 ndash Area a rischio di allagamento per insufficienze idrauliche locali 45 59
P2 Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica 53 -
Ambiti caratterizzati dalla presenza di prati stabili 53 -
Siepi campestri e filari in spazio aperto 57 -
P3 Aree di interesse ambientale ndash Rete Natura 2000 19 -
Area idonea a condizione- per inondazione periodica e ristagno idrico 74 -
Aree soggette a dissesto idrogeologico ndash Aree esondabili eo a periodico ristagno idrico 76 -
P4 Coni visuali 101 -
Ambito per la formazione di parchi e riserve naturali di interesse intercomunale 102 -
Area nucleo 105 --
Area di connessione naturalistica ndash Fascia tampone 106 -
Corridoio ecologico secondario blueway 109
Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica 114 -
Insieme A ATO con contesto agricolo di particolare valore ambientale e paesaggistico AA1 Prai ndash Muson dei Sassi
127 -
Servitugrave idraulica
Le Norme del PAT con lrsquoarticolo 24 richiamano la necessaria ottemperanza alle disposizioni di cui al
RD 851904 n 368 rdquoRegolamento sulle bonificazioni delle paludi e dei terreni paludosirdquo e al RD
2571904 n 523 ldquoTesto unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse
categorierdquo In particolare si prescrive per fiumi torrenti e canali in conformitagrave con lrsquoarticolo 96 del RD
5231904 e per i corsi drsquoacqua consorziali in conformitagrave con lrsquoarticolo 133 del RD 3681904 che deve
essere mantenuta libera da qualsiasi impedimento e ostacolo al transito dei mezzi manutentori una
fascia di almeno m 400 a partire dal piede dellrsquounghia arginale o dal ciglio del corso drsquoacqua e che
devono essere garantite fasce di rispetto idrauliche inedificabili di m 1000 su entrambi i lati dei corsi
drsquoacqua a partire dal piede dellrsquounghia arginale o dal ciglio del corso drsquoacqua
Il previsto incremento del numero di capi allevati non comporta interventi edilizi o modifiche dello stato
attuale per la porzione di territorio ricadente nelle citate fasce da mantenere libere eo inedificabili
Tracciati storici - agro centuriato
Le Norme del PAT con lrsquoarticolo 34 precisano il recepimento negli elaborati di progetto del Piano dei
siti a rischio archeologico e dei tracciati di permanenza esistenti o latenti dellrsquoagro centuriato qualificati
come invarianti strutturali per i quali si applica quanto disposto dagli articoli 60 e 61 Lrsquoarticolo 60
riguardante lrsquoagro centuriato e le strade e tracciati storici prescrive che negli interventi di
trasformazione di grande estensione egrave vietata lrsquoeliminazione dei tracciati persistenti riconducibili al
reticolo stradale della centuriazione romana e le strade e i percorsi storici principali nel mentre per gli
ambiti del territorio agricolo stabilisce diverse direttive tra le quali si annovera la salvaguardia della
struttura tradizionale del territorio legata alla sistemazione agrarie storiche il divieto di interrare o
tombare con canalizzazioni artificiali i corsi drsquoacqua esistenti la coerenza nellrsquoorientamento e nella
dislocazione con lorganizzazione territoriale e con la direzione degli assi centuriali presenti in loco per
le nuove costruzioni
Il previsto incremento del numero di capi allevati non comporta interventi edilizi di ampliamento dei
fabbricati esistenti o di nuova realizzazione e si osserva che lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo per
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disposizione e geometria srsquoinserisce in forma coerente nella matrice dellrsquoagro centuriato senza
determinare incidenze negative sul disegno dei corsi drsquoacqua
Aree ad elevata utilizzazione agricola
Le Norme del PAT allrsquoarticolo 40 evidenziano che lo stesso recepisce lrsquoindividuazione delle Aree ad
elevata utilizzazione agricola di cui alla Tavola 9 e correlato articolo 10 delle Norme Tecniche del
PTRC adottato che individua le finalitagrave alle quali fare riferimento per la pianificazione di tale tipo di
territorio agricolo
Si rimanda alle precedenti annotazioni riguardanti il PTRC per quanto attiene alla relazione con
lrsquoallevamento avicolo
Area nucleo ndash Area di connessione naturalistica
Le Norme del PAT allrsquoarticolo 42 richiamano lrsquoindividuazione e articolazione della Rete ecologica
provinciale rappresentata con maggiore dettaglio nellrsquoelaborato Tavola P4 e rimandano alle
successive disposizioni contenute negli articoli da 104 a 111 Per quanto riguarda le Aree nucleo con
lrsquoarticolo 42 si stabilisce che i progetti implicanti modificazione di usi funzioni attivitagrave in atto sono
soggetti a valutazione di incidenza (VIncA) ed in particolare si precisa che gli interventi di
ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo ldquosono
ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati
compatibili dalla valutazione di incidenza e comunque soggetti a misure compensative a compenso
drsquoogni riduzione della qualitagrave ecologica complessiva dellrsquoareardquo
Con lrsquoarticolo 105 riferito alle Aree nucleo si demanda al PI la formulazione di una normativa atta ad
evitare nuove edificazioni sparse a promuovere interventi di qualificazione a definire misure di
mitigazione per infrastrutture e impianti tecnologici ed infine lrsquoindividuazione delle aree critiche
Lrsquoarticolo 106 relativo alle Aree di connessione naturalistica stabilisce che ldquosono da limitare le nuove
edificazioni ad alto consumo di suolo e fortemente impattanti (impianti industriali inquinanti e legati a un
elevato carico trasportistico) e lrsquourbanizzazione diffusardquo e demanda al PI la promozione di interventi di
controllo e qualificazione
In osservanza di quanto richiesto dalle richiamate norme egrave redatto lo Studio di Incidenza ai cui
contenuti e conclusioni si rimanda in ogni caso si evidenzia che non egrave prevista nuova edificazione o
ampliamento dei fabbricati esistenti modificativa dello stato attuale dei luoghi e nemmeno interventi
che comportino la trasformazione delle aree agricole e la riduzione della vegetazione arborea presente
lungo i fossi o gli scoli irrigui
Aree a pericolositagrave idraulica e idrogeologica
Le Norme del PAT allrsquoarticolo 45 ricordano che il PTCP per le aree P0 (a pericolositagrave idraulica bassa)
ldquoAree a rischio di allagamento per insufficienze idrauliche localirdquo con lrsquoarticolo 57 dispone che la
normativa applicabile egrave quella del Progetto di Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico del bacino
idrografico del fiume Brenta - Bacchiglione e con lrsquoarticolo 59 prevede che il PAT ldquoattraverso la VCI
e successivamente attraverso il Piano delle Acque esegue specifici approfondimenti sul
comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio assieme al Consorzio di Bonifica competente
per territoriordquo
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Per la verifica delle relazioni con il previsto aumento dei capi avicoli allevati si rimanda quindi ai
contenuti normativi del PSAI
Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica ndash Paesaggio dei prati stabili
Gli Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica sono disciplinati dallrsquoarticolo 53 e
dallrsquoarticolo 114 delle Norme del PAT Lrsquoarticolo 53 contiene sia direttive che demandano al PI la
traduzione delle indicazioni elencate nello stesso in azioni e modalitagrave finalizzate a conservare e
migliorare il paesaggio sia prescrizioni che vietano la modifica dellrsquoassetto dei prati stabili e dei campi
chiusi in particolare dal punto di vista paesaggistico idraulico e vegetazionale e richiedono lrsquoattenta
valutazione dellrsquoinserimento di strutture di servizio e reti tecnologiche che possono determinare impatti
negativi sia sullrsquoassetto paesaggistico sia sulle componenti faunistiche Lrsquoarticolo 114 rimanda al
contenuto del citato articolo 53
Il previsto aumento del numero di polli allevati non richiede nuovi interventi edificatori o di
trasformazione di aree agricole coltivate in particolare di prati stabili ed allo stesso modo non si
prevede lrsquoinstallazione di infrastrutture si esclude inoltre in coerenza con quanto disposto dalle
direttive ogni ricaduta sugli elementi che rivestono particolare valenza dal punto vista naturalistico-
ambientale e quelli caratterizzanti la struttura agricola tradizionale del territorio quali il reticolo dei corsi
drsquoacqua la viabilitagrave vicinale le sistemazioni agricole tradizionali
Siepi campestri e filari in spazio aperto
Le Norme del PAT allrsquoarticolo 57 riguardante le siepi campestri precisano che gli elaborati del Piano
individuano le principali che presentano interesse naturalistico e paesaggistico da salvaguardare nella
giacitura estensione e conformazione in secondo luogo la disciplina stabilisce che ldquonei progetti
dintervento va prevista la ricomposizione dei tratti mancanti ed in caso di trasformazioni dovute ad
interventi ammessi dalle norme urbanistiche od edilizie vanno previste adeguate compensazioni
finalizzate a favorire la interconnessione ecologica del territoriordquo
Lrsquoaumento dei capi di pollame da carne non richiede interventi che possono modificare i caratteri e la
consistenza della vegetazione arborea in particolare quella presente lungo il fosso che segna il confine
comunale e si trova a ridosso del perimetro ovest dellrsquoarea dellrsquoallevamento in aggiunta potrebbero
essere comunque eventualmente previsti interventi mitigativi e compensativi finalizzati a rafforzare la
dotazione di siepi lineari e loro connessione con impianto sul lato sud o est del perimetro
dellrsquoallevamento
Aree di interesse ambientale ndash Rete Natura 2000
Lrsquoarticolo 19 delle Norme del PAT riguarda le aree appartenenti alla Rete Natura 2000 ovvero la Zona
di Protezione Speciale IT 3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo per la quale si prescrive nel caso di
interventi ricadenti allrsquointerno della stessa od esternamente ma in grado potenzialmente di comportare
incidenze significative la procedura di Valutazione drsquoIncidenza Le direttive definiscono gli obiettivi da
perseguire attraverso il PI ovvero il riordino morfologico e percettivo dellrsquoedificato esistente verso il
territorio agricolo anche mediante la formazione di apparati vegetali quali filari alberati siepi e macchie
arbustive ed arboree e la definizione di unrsquoadeguata mitigazione e compensazione ambientale
mediante fasce alberate autoctone lungo i margini dei nuovi insediamenti da progettare nei fronti ove
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occorra Al contempo le direttive stabiliscono che il PI provvederagrave a dettare norme di tutela e
valorizzazione ed a fornire disposizioni ed indirizzi sullrsquoattuazione degli interventi nella ZPS e nelle
zone di influenza limitrofe
Come giagrave evidenziato egrave redatto il richiesto Studio di Incidenza al quale si rimanda e in termini
generali pur non essendo previsti interventi edilizi o di trasformazione di aree agricole o di elementi
naturali o seminaturali seguendo le indicazioni formulate con le direttive potrebbero essere
considerata lrsquoopportunitagrave di attuare una riqualificazione percettiva mediante mascheramento degli
esistenti fabbricati di ricovero dei polli e macchinari con impianto di specie arboree lungo alcuni lati del
perimetro dellrsquoallevamento
Area idonee a condizione - Aree esondabili eo a periodico ristagno idrico
Le Aree idonee a condizione che comprendono quelle ldquoper inondazione periodica eo ristagno idricordquo
come precisato allrsquoarticolo 74 delle Norme del PAT sono assoggettate allrsquoapplicazione delle indicazioni
costruttive contenute nella Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica allegata al PAT ed alle norme generali
di tutela di cui al DM 1412008 ldquoNorme tecniche per le costruzionirdquo
Le Area esondabili eo a periodico ristagno idrico sono disciplinate dallrsquoarticolo 76 delle Norme del PAT
che correla lrsquoedificazione o urbanizzazione al rispetto delle prescrizioni elencate per le Aree idonee a
condizione ed alle direttive costruttive stabilite nello stesso articolo che includono lrsquoadozione degli
accorgimenti costruttivi elencati nella Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica gli interventi compensativi
finalizzati al recupero dei volumi drsquoinvaso in caso di rimodellazioni morfologiche la manutenzione
obbligatoria dei manufatti di mitigazione idraulica passiva realizzati in attuazione del PAT
In merito al documento Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica nellrsquoAllegato O ldquoNorme prescrizioni e
indicazioni di mitigazione idraulicardquo allrsquoarticolo 8 sono dettate disposizioni riferite alle Aree P0
elencando i criteri da osservare nel caso di nuovi interventi edilizi eo urbanistici al fine di impedire
lrsquoaggravarsi delle situazioni di pericolositagrave e di rischio esistenti
Il previsto aumento del numero di polli allevati non comporta interventi edilizi ne richiede modifiche
morfologiche e quindi si escludono in coerenza con le citate disposizioni dellrsquoarticolo 8 ricadute tali da
peggiorare le condizioni di funzionalitagrave del regime idraulico del reticolo secondario e conseguentemente
aumentare il rischio di inondazione a valle e tantomeno da aumentare il pericolo idraulico con nuovi
ostacoli al normale deflusso delle acque o con riduzioni significative delle capacitagrave di invasamento delle
aree interessate
Coni visuali
I coni visuali significativi per la percezione del paesaggio e degli elementi rilevanti che lo
caratterizzano sono individuati nella Tavola P4 del PAT e gli interventi ammessi dal PI secondo
quanto stabilito dallrsquoarticolo 101 del PAT ldquovanno orientati alla valorizzazione delle relazioni visive
biunivoche tra le parti di paesaggio opposte messe in relazione dal simbolo indicato nellelaborato
grafico e dovranno inoltre minimizzare gli impatti degli elementi di disturbo presenti limitando le altezze
delle recinzioni sistemando i terreni realizzando nuove piantumazioni eccrdquo
I coni visuali collocati ad una minore distanza dallrsquoarea dellrsquoallevamento sono quello ubicato lungo la SP
139 rivolto verso sud e quello sito lungo la via S Pietro rivolto verso nord che abbracciano la
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porzione di territorio agricolo collocata tra il Fosso La Roi e il confine comunale orientale Lrsquoallevamento
dellrsquoazienda agricola Maggiolo non ricade sullrsquoasse visivo principale associato ai citati coni visuali e non
determina situazioni di interposizione inoltre grazie alla presenza della vegetazione arborea lungo il
fosso Avenaletto risulta sostanzialmente mascherato alla vista e non incide in misura apprezzabile
nella percezione drsquoinsieme del citato territorio agricolo
Ambito per la formazione di parchi e riserve naturali di interesse intercomunale
Il PAT come precisato allrsquoarticolo 102 delle Norme dello stesso Piano identifica le aree che ldquoper la loro
localizzazione per la limitata alterazione antropica e per i valori ambientali e storico testimoniali che le
caratterizzano costituiscono gli ambiti preferenziali per listituzione di parchi eo riserve naturali di
interesse comunale o sovracomunalerdquo Il citato articolo stabilisce che saragrave il PI a precisare i limiti
destinati a tutela ed a sottoporre a specifica disciplina ai sensi dellarticolo 27 della LR 4084 i beni
immobili ricadenti nelle aree di prevista istituzione ammettendo nella fase transitoria gli interventi
previsti dalle Norme del PAT e del PI per le aree agricole
Il sito dellrsquoallevamento non ricade ovviamente allrsquointerno dellrsquoarea del previsto parco agrario-fluviale
che interessa il territorio comunale di Castello di Godego e non sono previsti interventi che possano
costituire indirettamente ostacolo allrsquoistituzione dello stesso o che possano causare alterazione degli
elementi drsquointeresse ambientale
Corridoi ecologici secondari
I Corridoi ecologici secondari secondo quanto indicato dallrsquoarticolo 109 del PAT sono assoggettati
allrsquoapplicazione delle disposizioni di cui allrsquoarticolo 108 riguardante i Corridoi ecologici principali queste
ultime norme stabiliscono che ogni intervento ldquodovragrave garantire il mantenimento delle condizioni di
naturalitagrave e connettivitagrave esistenti o prevedere adeguate misure di compensazionemitigazionerdquo ed in
particolare sono da evitare ldquointerventi di cementificazione delle sponde favorendo ove possibile la
creazione di fasce arboree ed arbustiverdquo
Per il previsto aumento dei capi avicoli allevati non egrave richiesta una modifica dellrsquoattuale dotazione di
fabbricati o lrsquooccupazione di nuovo terreno agricolo od ancora la modifica delle sponde di corsi drsquoacqua
o fossi irrigui si escludono quindi eventuali ricadute sulle condizioni e funzionalitagrave del corridoio
associato al Fosso Avenaletto
ATO AA1 Prai ndash Muson dei Sassi
LrsquoAmbito Territoriale Omogeneo AA1 rientra tra gli ATO con prevalenza dei caratteri del sistema
ambientale e paesaggistico per i quali lrsquoarticolo 125 delle Norme del PAT detta disposizioni generali
riguardanti il sistema ambientale il sistema insediativo il sistema relazionale mentre lrsquoarticolo 127
stabilisce gli obiettivi le azioni locali i carichi insediativi e servizi specifici di tale ambito Per quanto
attiene allrsquoATO AA gli obiettivi e azioni locali del sistema ambientale includono i seguenti richiamati in
sintesi tutela valorizzazione e rafforzamento anche favorendo riconversioni colturali degli elementi
che connotano il paesaggio mantenimento e sviluppo delle funzioni agricole condotte secondo i
principi della sostenibilitagrave ambientale mitigazione degli impatti degli insediamenti urbani attraverso la
formazione quando possibile di una cintura verde incentivazione al rafforzamento delle connessioni
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ecologiche mantenimento dei coni visuali mantenimento dei punti di discontinuitagrave esistenti in
posizione strategica nei fronti di edificazione negli assi viari
Il progettato aumento dei capi avicoli allevati mantenendo invariata lrsquoattuale dotazione di fabbricati e
spazi dedicati non delinea situazioni di possibile incoerenza con i richiamati obiettivi e azioni ed in
particolare non preclude la possibilitagrave di migliorare la connessione ecologica e la qualitagrave paesaggistica
ed anzi potrebbe essere valutata la possibilitagrave di messa a dimora di un siepe-filare lungo il lato sud od
est del perimetro dellrsquoallevamento che pur ricadendo in territorio del Comune di Castelfranco Veneto
consentirebbe di aumentare la dotazione complessiva degli elementi caratterizzanti di tale paesaggio e
delle componenti dellrsquoagroecosistema rafforzandone la funzionalitagrave
1043 Relazione con le previsioni del PRG
La Tavola di Piano6 del PRG elaborato n 1322 in scala 15000 dellrsquointero territorio comunale
individua nellrsquoarea confinante e limitrofa a quella dellrsquoallevamento esistente oggetto di ampliamento per
il solo numero di polli allevati le seguenti categorie
- Insediamento agricolo - sottozona E 2C - Ambito di parco agricolo
- Ambito di protezione a ndash paesaggistica
- Zona di tutela D3 - idraulica
Le NTA del PRG allrsquoarticolo 9 ldquoInsediamenti agricolirdquo precisano che per le Sottozone E2C ndash Ambito di
parco agricolo valgono le destinazioni e le norme di tutela ed edificabilitagrave della LR 241985 con le
integrazioni limitazioni e specificazioni contenute nello stesso articolo In particolare ldquola destinazione egrave
agricola (articolo 310) con ammesse attivitagrave di trasformazione e commercializzazione dei prodotti del
fondo o tipici della zonardquo ed in base al comma 5 ldquosono ammessi nuovi allevamenti zootecnico-intensivi
unicamente nelle sottozone E2B e previa valutazione igienico sanitaria e ambientale da parte del
responsabile Servizio Igiene e Sanitagrave Pubblica che verifichi le caratteristiche del progetto con
speciale riguardo al tipo di approvvigionamento dei mangimi e al sistema di smaltimento dei rifiuti dei
liquami e del residui i motivi della localizzazione prescelta in relazione alla consistenza e alle
caratteristiche del fondo di pertinenza le caratteristiche dei corpi idrici presenti in un raggio di ml 400 e
la direzione dei venti dominantirdquo
In tale caso si ricorda che si tratta di allevamento avicolo esistente ricadente in territorio del solo
Comune di Castelfranco Veneto per il quale si prevede unicamente un aumento del numero di polli
allevati senza ampliamenti dei fabbricati o degli spazi annessi e tantomeno realizzazione di nuove
strutture
Le NTA del PRG allrsquoarticolo 12 ldquoLimiti allrsquoattivitagrave edificatoriardquo considerano le Zone di tutela D3 (comma
31) e gli Ambiti di protezione paesaggistica (comma 35)
Per le Zone di tutela D3 la disciplina stabilisce che ldquoogni intervento o manufatto egrave ammesso previa
relazione idrogeologica con parere del Consorzio di bonifica in pendenza delle opere di salvaguardia
idraulica gli interventi di ristrutturazione e di nuovo impianto devono in ogni caso evitare le aree di
6 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1322 inserita nellrsquoAllegato cartografico dello SIA
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compluvio delle tracimazioni ed adottare piani dimposta del fabbricati superiori di almeno ml 05
rispetto al piano del terreno naturale provvedendo altresigrave allimpermeabilizzazione degli scantinati ()rdquo
In merito al contento delle richiamate norme si sottolinea che non si tratta di ristrutturazione o di nuovo
impianto e che non si prevedono modifiche per le aree di compluvio o di deflusso delle acque
Per gli Ambiti di protezione paesaggistica la disciplina stabilisce che ldquosono soggetti a piano
particolareggiato con i contenuti di cui allarticolo 34 del PTRC fino alla redazione del piano attuativo
non sono ammesse nuove costruzioni per gli edifici esistenti sono consentiti interventi di
manutenzione di restauro di risanamento conservativo e di adeguamento igienico noncheacute di
ristrutturazione edilizia e di ampliamento ai sensi dellarticolo 4 LR 2485 valgono inoltre le seguenti
specifiche norme di tutela egrave vietata la riduzione a coltura di terreni prativi egrave fatto divieto di tagliare a
raso bruciare estirpare o sradicare i filari di siepi o le singole piante autoctone eo naturalizzate salvo
il caso di inderogabili esigenze attinenti le opere di pubblica utilitagrave e per esigenze fito-sanitarie egrave
consentito lo sfoltimento e lutilizzazione turnaria delle piante previo parere delle autoritagrave competenti
sono vietati scavi movimenti di terreno e di mezzi suscettibili di alterare lambiente con esclusione di
quelli necessari allesecuzione di opere pubbliche e di sistemazione idraulica egrave vietata lapertura di
nuove cave e la riapertura di quelle abbandonate o dismesserdquo
Con riguardo alle specifiche norme di tutela si annota che il previsto aumento dei polli allevati non
comporta modifiche per i prati e gli elementi della vegetazione arbustiva od arborea e non richiede
movimentazioni del terreno
105 Classificazione acustica del territorio comunale
1051 Riferimenti generali
La Legge Quadro sullrsquoInquinamento acustico n 447 del 26 ottobre 1995 definisce i criteri generali di
valutazione gli obiettivi di qualitagrave e le linee di intervento in materia di tutela del territorio e della
popolazione dal rumore I numerosi regolamenti attuativi adottati successivamente allrsquoapprovazione
della norma concorrono a definire un quadro ormai completo di norme e standard In particolare i valori
limite sono stati determinati con il DPCM 14 novembre 1997 e sono articolati secondo lrsquoimpostazione
di cui al precedente DPCM 1 marzo 1991 in sei classi di zonizzazione acustica alle quali corrispondono
altrettanti valori limite da rispettare nei due periodi di riferimento (notturno e diurno) e per le quali
vengono definiti dei valori limite da conseguire nel medio e nel lungo periodo La tabella che segue
riassume i valori limite ed i valori obiettivo definiti per ogni classe dal DPCM 141197
Valori limite di emissione ed immissione Legge n 44795 e DPCM 141197
Legge n 44795 (art 2)
DPCM 141197 (tabelle B C D in allegato)
Diurno PD (6-22)
Leq dB(A)
Notturno PN (22-6)
Leq dB(A)
Valore limite di emissione
Valore massimo di rumore che puograve essere emesso da una sorgente misurato in corrispondenza della sorgente stessa Si riferiscono alle sorgenti fisse e mobili
Classe I 45 Classe II 50 Classe III 55 Classe IV 60 Classe V 65 Classe VI 65
(I) 35 (II) 40 (III) 45 (IV) 50 (V) 55 (VI) 65
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Legge n 44795 (art 2)
DPCM 141197 (tabelle B C D in allegato)
Diurno PD (6-22)
Leq dB(A)
Notturno PN (22-6)
Leq dB(A)
Valore limite di immissione
Valore massimo di rumore che puograve essere immesso da una o piugrave sorgenti sonore nellrsquoambiente abitativo o nellrsquoambiente esterno misurato in prossimitagrave dei ricettori Valori assoluti (Leq ambientale) e Valori relativi (Leq ambientale ndash Leq residuo)
Classe I 50 Classe II 55 Classe III 60 Classe IV 65 Classe V 70 Classe VI 70
(I) 40 (II) 45 (III) 50 (IV) 55 (V) 60 (VI) 70
Criterio Differenziale
5 dB (A) per il PD e
3 dB (A) per il PN allrsquointerno degli ambienti abitativi Non si applicano nelle aree di classe VI e se presso lrsquoabitazione a finestre aperte
Leq lt50 dB(A) (PD) e 40 dB(A) (PN)
a finestre chiuse Leq lt35 dB(A) (PD) e 25 dB(A) (PN)
Non si applicano nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture stradali ferroviarie marittime aeroportuali e le altre sorgenti sonore di cui allrsquo11 comma 1 di cui Legge 47795
Valore di attenzione
Valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana e per lrsquoambiente
Sullrsquointero tempo di riferimento (diurno o notturno) il valore di attenzione egrave uguale al valore di immissione riferito ad unrsquoora aumentati di
10 dB (PD)
5 dB (PN) Non si applicano nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture di trasporto
Valori di qualitagrave
Valori di rumore da conseguire nel breve medio e lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili per realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla presente legge
Classe I 47 Classe II 52 Classe III 57 Classe IV 62 Classe V 67 Classe VI 70
(I) 37 (II) 42 (III) 47 (IV) 52 (V) 57 (VI) 70
Classi di azzonamento acustico
Classi Definizioni
I Particolarmente protette rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione aree ospedaliere scolastiche aree destinate al riposo ed allo svago aree residenziali rurali aree di particolare interesse urbanistico parchi pubblici ecc
II Prevalentemente residenziali rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali ed assenza di attivitagrave industriali ed artigianali
III Di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine operatrici
IV Di intensa attivitagrave umana rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare con alta densitagrave di popolazione con elevata presenza di attivitagrave commerciali e uffici con presenza di attivitagrave artigianali aree in prossimitagrave di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie aree portuali aree con limitata presenza di piccole industrie
V Prevalentemente industriali rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsitagrave di abitazioni
VI Esclusivamente industriali rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da insediamenti industriali e con scarsitagrave di abitazioni
Con la Legge Regionale ndeg 21 del 10051999 ldquoNorme in materia di inquinamento acusticordquo la Regione
Veneto nel recepire i contenuti e le disposizioni della legge 26 ottobre 1995 n 447 Legge quadro
sullinquinamento acustico detta per parte sua le norme finalizzate alla tutela dellambiente e della
salute pubblica dallinquinamento acustico prodotto dalle attivitagrave antropiche disciplinandone lesercizio
al fine di contenere la rumorositagrave entro i limiti normativamente stabiliti
Con il DPR n 142 del 30 marzo 2004 (Disposizioni per il contenimento e la prevenzione
dellinquinamento acustico derivante dal traffico veicolare) vengono stabilite le norme per la
prevenzione ed il contenimento dellinquinamento da rumore avente origine dallesercizio delle
infrastrutture stradali
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DPR 1422004 valori limite di immissione associati alle relative fasce di pertinenza
Strade esistenti (ampliamenti in sede affiancamenti e varianti) (tipologie presenti sul territorio interessato dal presente SIA)
Tipo di strada
(secondo Codice della
strada)
Sottotipi a fini acustici
(secondo norme CNR 1980 e direttive
PUT)
Ampiezza fascia di pertinenza acustica (m)
Scuole ospedali case di cura e di riposo
Altri Ricettori
Diurno dB(A)
Notturno dB(A)
Diurno dB(A)
Notturno dB(A)
C - extraurbana secondaria
Cb (tutte le altre strade extraurbane secondarie)
100 (fascia A)
50 40
70 60
50 (fascia B)
65 55
F - locale 30
Definiti dai Comuni nel rispetto dei valori riportati in tabella C allegata al DPCM in data 14 novembre 1997 e comunque in modo conforme alla zonizzazione acustica delle aree urbane come prevista dallarticolo 6 comma 1 lettera a) della legge n 447 del 1995
per le scuole vale il solo limite diurno
1052 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Osservando la Tavola 2 ndash Villarazzo ndash Bella Venezia del Piano di Classificazione Acustica del comune
di Castelfranco Veneto approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n 103 del 3172003 si
rileva che lrsquoarea oggetto di analisi si colloca allrsquointerno della classe III ndash aree di tipo misto Come
specifica anche la Relazione Illustrativa ldquorientrano in questa classe le aree urbane interessate da
traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con presenza di attivitagrave
commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree
rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine operatricirdquo
Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castello di Godego individua la zona a nord est al
confine con il comune di Castelfranco Veneto in classe III ndash aree di tipo misto Come per il Piano di
Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato per le aree che
ricadono in questa classe valgono le prescrizioni del DPCM 1391
Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Riese Pio X classifica lrsquoarea a sud ovest del comune
al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego in classe acustica II ldquoaree
destinate a uso prevalentemente residenzialerdquo Per tali aree ldquoIl DPCM 1391 determina che siano
inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con
bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali e assenza di attivitagrave
industriali e artigianali In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui lrsquoabitare egrave
evidentemente la funzione prioritaria e in cui mancano o comunque non sono significative le attivitagrave
commerciali che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni (negozi di generi
alimentari artigianato di servizio ecc) Lrsquoassenza di importanti assi di attraversamento e di strade
principali di connessione urbana lrsquoassenza di attivitagrave industriali e dellrsquoartigianato produttivo assieme
alla bassa densitagrave di popolazione consentono di individuare indicativamente tali aree solo in alcune
zone C del PRG vigente In particolare lrsquoassenza di attivitagrave di artigianato produttivo diventa elemento di
riconoscimento delle zone C da inserire in classe IIrdquo
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Lrsquoazienda agricola ovvero allevamento oggetto del presente studio si inserisce completamente in classe
acustica di tipo III7
106 Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (e norme in materia di
salvaguardia da rischio di inquinamento da nitrati)
1061 Riferimenti generali
Il Piano di Tutela delle Acque (PTA) costituisce uno specifico piano di settore ai sensi dellrsquoart 121 del
D Lgs 1522006 La Regione Veneto ha approvato il PTA con DCR n107 del 5 novembre 2009 Con
successiva DGR n 842 del 15 maggio 2012 la regione modifica e approva il testo integrato delle
Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Tutela delle Acque (Dgr n 141CR del 13122011)
Il PTA egrave composto dai seguenti documenti
- Sintesi degli aspetti conoscitivi riassume la base conoscitiva e comprende lrsquoanalisi delle criticitagrave per
le acque superficiali e sotterranee per bacino idrografico e idrogeologico
- Indirizzi di Piano individuazione degli obiettivi di qualitagrave e le azioni previste per raggiungerli la
designazione delle aree sensibili delle zone vulnerabili da nitrati e da prodotti fitosanitari delle zone
soggette a degrado del suolo e desertificazione le misure relative agli scarichi le misure in materia
di riqualificazione fluviale
- Norme Tecniche di Attuazione contengono misure di base per il conseguimento degli obiettivi di
qualitagrave distinguibili nelle seguenti macroazioni
o Misure di tutela qualitativa disciplina degli scarichi
o Misure per le aree a specifica tutela zone vulnerabili da nitrati e fitosanitari aree sensibili aree
di salvaguardia acque destinate al consumo umano aree di pertinenza dei corpi idrici
o Misure di tutela quantitativa e di risparmio idrico
o Misure per la gestione delle acque di pioggia e di dilavamento
Relativamente agli scarichi le NTA del PTA (art 21) ammettono in caso di istallazioni per edifici isolati
non collettabili alla rete fognaria pubblica e comunque per un numero di AE inferiore a 50 la
possibilitagrave di provvedere a sistemi individuali di trattamento delle acque reflue domestiche oppure di
trattamenti diversi quali ad esempio Vasca Imhoff seguita da dispersione nel terreno mediante
subirrigazione con e senza drenaggio in funzione delle caratteristiche del terreno o Vasca Imhoff
seguita da vassoio o letto assorbente La scelta del sistema di trattamento le sue caratteristiche e il
suo dimensionamento vengono definite da adeguata progettazione basata in particolare sulla
definizione delle condizioni litostratigrafiche pedologiche e idrogeologiche locali
Inoltre secondo lrsquoart 34 delle stesse NTA sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque
reflue a) prodotte da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno eo alla silvicoltura b)
prodotte da imprese dedite ad allevamento di animali c) prodotte da imprese dedite alle attivitagrave di cui
alle lettere a) e b) che esercitano anche attivitagrave di trasformazione o di valorizzazione della produzione
agricola inserita con carattere di normalitagrave e di complementarietagrave funzionale del ciclo produttivo
aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dallrsquoattivitagrave di coltivazione dei
7 Si rimanda alla Tavola ldquoPiano di Classificazione Acustica dei comuni di Castelfranco Veneto Riese Pio X e Castello di Godego
(stralcio)rdquo riportata in Allegato Cartografico
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terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilitagrave (hellip) e) aventi caratteristiche qualitative
equivalenti a quelle domestiche8
Relativamente alle acque meteoriche di dilavamento acque di prima pioggia (i primi 5 mm di acqua
meteorica di dilavamento uniformemente distribuita su tutta la superficie scolante servita dal sistema di
collettamento (art6)) e acque di lavaggio (acque comunque approvvigionate attinte o recuperate
utilizzate per il lavaggio delle superfici scolanti (art 6)) le NTA (art 39 e allegato F) del PTA
relativamente alle aziende agricole e gli allevamenti zootecnici rimanda a quanto disposto dalla DGR
n 24952006 e dalla DGR n 24392007
Per quanto concerne le Zone Vulnerabili ai Nitrati (ZVN) relativamente alla Regione Veneto la prima
individuazione egrave stata definita con ex-DLgs n 15299 Successivamente mediante provvedimenti
regionali la regione ha provveduto al completamento dellrsquoindividuazione di tali zone non ultimo con il
PTA (art 13) essendo attualmente dichiarate vulnerabili ai nitrati le seguenti zone
a) lrsquoarea dichiarata a rischio di crisi ambientale di cui allrsquoart 6 della L 28 agosto 1989 n305 costituita
dal territorio della Provincia di Rovigo e dal territorio del Comune di Cavarzere (ai sensi del DLgs
n 1522006)
b) il bacino scolante in laguna di Venezia area individuata con il ldquoPiano per la prevenzione
dellrsquoinquinamento ed il risanamento delle acque del bacino idrografico immediatamente sversante
nella laguna di Venezia ndash Piano Direttore 2000rdquo la cui delimitazione egrave stata approvata con
deliberazione del Consiglio regionale n 23 del 7 maggio 2003
c) le zone di alta pianura-zona di ricarica degli acquiferi individuate con deliberazione del Consiglio
regionale n 62 del 17 maggio 2006
Con il Piano di Tutela delle Acque inoltre si intende designare per completezza quali zone vulnerabili
anche le seguenti zone
d) lrsquointero territorio dei Comuni della Lessinia e dei rilievi in destra Adige
e) il territorio dei Comuni della Provincia di Verona afferenti al bacino del Po
8 Si richiama anche quanto indicato nel DLgs 1522006 relativamente ai criteri generali della disciplina degli scarichi (Art 101) (hellip) 7
Salvo quanto previsto dallarticolo 112 ai fini della disciplina degli scarichi e delle autorizzazioni sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque reflue a) provenienti da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno eo alla silvicoltura b) provenienti da imprese dedite ad allevamento di bestiame [] c) provenienti da imprese dedite alle attivitagrave di cui alle lettere a) e b) che esercitano anche attivitagrave di trasformazione o di valorizzazione della produzione agricola inserita con carattere di normalitagrave e complementarietagrave funzionale nel ciclo produttivo aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dallattivitagrave di coltivazione dei terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilitagrave (hellip)rdquo In materia di utilizzazione agronomica (art 112) il DLgs 1522006 rimanda alle Regione la relativa disciplina
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Legenda
Area di ubicazione dellrsquoallevamento
Stralcio della rappresentazione cartografica delle zone vulnerabili a nitrati
(fonte Decreto n 3 del 3 marzo 2010 del Dirigente dellUnitagrave Complessa Sistema Informativo Settore
primario e controllo)
Con la DGR n 2495 del 07082006 ldquoRecepimento regionale del DM 7 aprile 2006 Programma
dazione per le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola del Venetordquo e successive modifiche (7
agosto 2007 n 2439 4 marzo 2008 n 430 21 aprile 2008 n 134 6 maggio 2008 n 894) egrave stata
per lrsquoappunto recepita la norma vigente a livello nazionale e sono stati individuati i vincoli e le corrette
modalitagrave di gestione degli effluenti di allevamento e delle acque reflue aziendali a cui gli agricoltori
devono attenersi sia allrsquointerno delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola sia nelle altre zone del
Veneto
Con DGR n 1150 del 26 luglio 2011 egrave stato approvato il ldquo2deg Programma drsquoAzionerdquo per le sole zone
vulnerabili ai nitrati valido per il periodo 2012-15 che stabilisce criteri e norme tecniche per
lrsquoutilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e persegue le seguenti finalitagrave
a) Proteggere e risanare le zone vulnerabili allrsquoinquinamento provocato da nitrati di origine agricola
b) Limitare lrsquoapplicazione al suolo dei fertilizzanti azotati sulla base dellrsquoequilibrio tra il fabbisogno
prevedibile di azoto delle colture e lrsquoapporto alle colture di azoto proveniente dal suolo e dalla
fertilizzazionehellip
c) Promuovere strategie di gestione integrata degli effluenti zootecnici per il riequilibrio del rapporto
agricoltura-ambiente tra cui le misure di trattamento degli effluenti noncheacute lrsquoadozione di modalitagrave
di allevamento e di alimentazione degli animali finalizzate a contenere giagrave dalla fase di
produzione le escrezioni di azoto
1062 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Lrsquoazienda Agricola Maggiolo ricade nel Comune di Castelfranco Veneto comune appartenente alla
zona dellrsquoalta pianura (Zona di ricarica degli acquiferi) ed alla zona del bacino scolante della laguna di
Venezia Il territorio in cui egrave localizzato lrsquoallevamento egrave designata anche come area di tutela quantitativa
degli acquiferi (Allegato E PTA) Si ricorda che come evidenziato nel quadro di riferimento progettuale
la pollina viene integralmente consegnata a terzi alla fungaia Agrifung
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107 Piano per lrsquoAssetto Idrogeologico del Bacino scolante nella Laguna di Venezia
1071 Riferimenti generali
Nella Regione Veneto sono state individuate le seguenti Autoritagrave di Bacino (AB)
- AB Nazionale del Po
- AB Nazionale dei Fiumi dellrsquoAlto Adriatico
- AB Nazionale del Fiume Adige
- AB Interregionale del Fiume FIssero-Tartaro-Canalbianco
- AB Interregionale del Fiume Lemene
- AB Regionale del Sile e della Pianura tra Piave e Livenza
- Bacino Scolante nella Laguna di Venezia
Nel caso del Bacino scolante nella Laguna di Venezia in attesa dellrsquoistituzione dellrsquoAutoritagrave di Distretto
delle Alpi Orientali (Dlgs 1522006) la Regione del Veneto ha ritenuto opportuno adottare con DGR
n 401 del 31 marzo 2015 il ldquoPiano di Assetto Idrogeologico ndash parte idraulicardquo
Il Bacino scolante nella Laguna di Venezia interessa un territorio che si estende per circa 2068 km2 e
che interessa 27 corsi drsquoacqua Il Bacino egrave delimitato a sud dal canale Gorzone a Sud-Ovest dai Colli
Euganei ad Ovest dal Canale Roncajette a nord-ovest dal fiume Brenta a nord dalle Prealpi Asolane
e a nord-est dal fiume Sile ed interessa il territorio delle province di Venezia Padova e Treviso per un
totale di 108 comuni 22 dei quali appartenenti alla Provincia di Treviso I corpi idrici a deflusso
naturale piugrave significativi sono il Dese Zero Marzenego - Osellino Lusore Muson Vecchio Tergola
mentre quelli a deflusso controllato sono il Naviglio Brenta Canale di Mirano Taglio Novissimo La
superficie del Bacino puograve essere suddivisa in due parti i territori dei bacini idrografici tributari dei corsi
dacqua superficiali sfocianti nella laguna di Venezia e i territori che interessano i corpi idrici scolanti
nella laguna di Venezia tramite le acque di risorgiva individuati come Area di Ricarica
1072 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Lrsquoallevamento ricade allrsquointerno di unrsquoarea definita come ldquoBacino scolante ad interventi a tipologia
limitatardquo non interessa nessuna area a pericolositagrave idraulica a scolo meccanico o che egrave stata oggetto di
alluvioni nel 2007
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Perimetrazione del Bacino Scolante Laguna di Venezia
Area di ubicazione dellrsquoallevamento
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PAI Bacino Scolante Laguna di Venezia - Carta della Pericolositagrave idraulica (stralcio)
108 Piano di Risanamento della Qualitagrave dellrsquoAria
1081 Riferimenti generali
Con Deliberazione della Giunta regionale n 2872 del 28122012 sono stati adottati il Documento di
Piano il Rapporto ambientale il Rapporto ambientale-sintesi non tecnica dellrsquoaggiornamento del Piano
regionale di Tutela e Risanamento dellrsquoAtmosfera
La Regione Veneto attualmente egrave dotata di un Piano di Tutela e Risanamento dellrsquoAtmosfera
(PTRA) approvato con deliberazione del Consiglio Regionale n 57 dellrsquo11 novembre 2004 Tale
Piano rappresenta lo strumento per la programmazione il coordinamento ed il controllo in materia di
inquinamento atmosferico finalizzato al miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla
salvaguardia della salute delluomo e dellambiente
La zonizzazione della Regione Veneto egrave stata approvata con Deliberazione della Giunta Regionale del
Veneto n 31952006 Successivamente ne egrave stata approvata una sua revisione con Deliberazione della
Giunta Regionale del Veneto n 2130 del 23102012
1082 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Il Comune di Castelfranco Veneto ricade nella zona IT0513 ldquoPianura e Capoluogo Bassa Pianurardquo
Come indicato nellrsquoAllegato A della DGR 213012 la definizione delle zone nellrsquoarea della pianura egrave
stata effettuata considerando i seguenti parametri
- Orografia altitudine al di sotto dei 200 m slm
- Condizioni meteo-climatiche bassa ventositagrave con frequenti fenomeni di calme di vento
Area di ubicazione dellrsquoallevamento
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- Urbanizzazione diffusa con pochi centri urbani densamente popolati (giagrave individuati come
Agglomerati)
- Carico emissivo la densitagrave emissiva comunale (ta km2) intesa come stima del PM10 primario
e secondario rispetto alla superficie comunale (espressa in km2) egrave stata utilizzata quale
parametro caratterizzante la zonizzazione Nei comuni della Bassa Pianura la densitagrave emissiva
egrave superiore a 7 ta km2
Progetto di riesame della zonizzazione del Veneto (D Lgs 1552010)
109 Programma di Sviluppo Rurale
1091 Riferimenti generali
La Regione Veneto con DGR n71 del 10 giugno 2014 ha adottato la proposta del PSR 2014-2020
successivamente adottato dal Consiglio Regionale con Deliberazione n 41 del 9 luglio 2014
La proposta di programma egrave stata quindi inviata alla Commissione europea arrivando alla definitiva
approvazione avvenuta con decisione n 3482 del 26 maggio 2015
Il Programma costituisce lo strumento di programmazione per lo sviluppo rurale regionale stabilisce le
strategie e gli interventi per il settore agricolo agroalimentare e forestale e in generale per lo sviluppo
delle aree rurali del Veneto
Nel PSR lrsquointero territorio regionale egrave stato classificato in base al grado do ruralitagrave secondo le seguenti
categorie
A-Aree urbane e periurbane
Area di ubicazione dellrsquoallevamento
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B-Aree rurali ad agricoltura intensiva Questi territori vengono ulteriormente suddivise in sub-area B1
(con caratteristiche prevalenti di ldquorurale-urbanizzatardquo e sub-area B2 (con caratteristiche prevalenti di
ldquoUrbanizzatardquo)
C-Aree rurali intermedie
D-Aree rurali con problemi di sviluppo
1092 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in classe B2 ldquoAree rurali ad agricoltura intensiva -
Urbanizzaterdquo
1010 Aree Protette
10101 Riferimenti generali
La Legge Quadro sulle Aree Protette (L 39491) classifica le aree naturali protette in
Parchi nazionali Aree al cui interno ricadono elementi di valore naturalistico di rilievo
internazionale o nazionale tale da richiedere lrsquointervento dello Stato per la loro protezione e
conservazione Sono istituiti dal Ministero dellrsquoAmbiente e della Tutela del Territorio
Parchi naturali regionali e interregionali Aree di valore naturalistico e ambientale che
costituiscono nellambito di una o piugrave regioni limitrofe un sistema omogeneo individuato dagli
assetti naturalistici dei luoghi dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle
popolazioni locali Sono istituiti dalle Regioni
Riserve naturali Aree al cui interno sopravvivono specie di flora e fauna di grande valore
conservazionistico o ecosistemi di estrema importanza per la tutela della diversitagrave biologica In
base al pregio degli elementi naturalistici contenuti possono essere statali o regionali
In considerazione di quanto indicato dalla Legge Quadro nazionale la Regione Veneto con la Legge
Regionale n 40 del 16081984 ldquoNuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionalirdquo e
smi definisce le disposizioni per lrsquoistituzione di parchi e riserve naturali regionali al fine di assicurare la
conservazione e la valorizzazione dellrsquoambiente naturale nelle zone di particolare interesse
paesaggistico naturalistico ed ecologico di promuoverne lo studio scientifico di rendere possibile
lrsquouso sociale dei beni e di creare specie nelle zone rurali e montane migliori condizioni di vita per le
collettivitagrave locali
Le aree naturali protette definite dalla LR 401984 sono Parchi Naturali Regionali Riserve Naturali
Regionali Zone di protezione e di sviluppo controllato (Zone di pre-parco) Parchi e riserve di interesse
locale
Come specificato allrsquoart 11 della LR le aree comprese nei parchi o nelle riserve possono essere
classificate dal piano ambientale ai fini del particolare regime cui vengono sottoposte nelle seguenti
categorie
a) Zone di riserva naturale regionale generale sono consentiti solo gli interventi a cura o sotto il
controllo dellrsquoente gestore per la protezione dellrsquoambiente e per la ricostituzione di equilibri
naturali propri dello ambiente Al loro interno possono essere individuate aree di riserva
integrale (nelle quali per la presenza di eccezionali valori naturalistici e ambientali il suolo il
sottosuolo le acque la vegetazione e la fauna sono protetti nella loro assoluta integritagrave) e aree
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di riserva orientata (in cui lrsquoevoluzione dellrsquoambiente naturale anche limitatamente ad alcune
sue particolari manifestazioni viene sorvegliata e orientata scientificamente)
b) Zone di riserva naturale regionale speciale sono istituite al fine di tutelare particolari elementi o
fenomeni dello ambiente naturale del paesaggio e antropologi
c) Zone a destinazione silvo ndash pastorale in cui egrave consentito lrsquoesercizio sia a cura dellrsquoente gestore
che di altri enti pubblici organismi associativi o privati di attivitagrave agricole utilizzazioni forestali
pascolo e attivitagrave zootecniche in forma compatibili con la tutela ambientale e non contrastanti
con le finalitagrave generali del parco o della riserva e con le norme del piano ambientale
d) Zone a destinazione agricola in cui egrave prevista la stessa disciplina delle aree al punto
precedente
e) Zone di penetrazione sono aree che per esigenze logistiche le quali non possono essere piugrave
opportunamente soddisfatte allrsquoesterno del parco debbano ospitare strutture ricettive
campeggi parcheggi per automezzi e centri di informazione
Tali aree sono individuate preferibilmente in zone marginali e periferiche del territorio del parco
o della riserva e comprenderanno il tracciato le immediate adiacenze e le testate delle esistenti
rotabili interne aperte al pubblico gli adiacenti nuclei abitati manufatti e gli impianti di attivitagrave
produttive esistenti
I Parchi e le riserve di interesse locale possono essere istituite da Province Comunitagrave Montane
Comuni e loro Consorzi nonchegrave Comunitagrave familiari montane anche associate tra loro Per ogni parco o
riserva istituita deve essere redatto un Piano ambientale assimilato ad un piano attuativo di iniziativa
pubblica (Art 27)
10102 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Nessuna area di interesse naturalistico ricade nel Comune di Castelfranco Veneto9 Lrsquoarea protetta piugrave
prossima allrsquoallevamento egrave il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile posto ad una distanza di circa
82 km dallrsquoAllevamento Maggiolo
1011 Rete Natura 2000
10111 Riferimenti generali
La Rete Natura 2000 costituisce la piugrave importante strategia drsquointervento dellrsquoUnione Europea per la
tutela del territorio Tenuto conto della necessitagrave di attuare una politica piugrave incisiva di salvaguardia degli
habitat e delle specie di flora e fauna si egrave voluto dar vita ad una Rete coerente di aree destinate alla
conservazione della biodiversitagrave del territorio dellrsquoUnione Europea I siti che compongono la Rete (Siti
Natura 2000) sono rappresentati dai Siti drsquoImportanza Comunitaria (SIC) e dalle Zone di Protezione
Speciale (ZPS)
I SIC e la Rete Natura 2000 sono definiti dalla Direttiva Habitat 9243CEE ndash art 3 comma1 ldquoEacute
costituita una rete ecologica europea coerente di zone speciali di conservazione denominata Natura
2000 Questa rete formata dai siti in cui si trovano tipi di habitat naturali elencati nellallegato I e habitat
delle specie di cui allallegato II deve garantire il mantenimento ovvero alloccorrenza il ripristino in
uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie
Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
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interessati nella loro area di ripartizione naturale La rete Natura 2000 comprende anche le zone di
protezione speciale classificate dagli Stati membri a norma della direttiva 79409CEErdquo
Le ZPS sono state previste dalla Direttiva Uccelli 79409CEE oggi abrogata e sostituita dalla Direttiva
2009147CEE ldquoconcernente la conservazione degli uccelli selvaticirdquo Questrsquoultima direttiva allrsquoart 3
commi 1 e 2 riporta ldquohellipgli Stati membri adottano le misure necessarie per preservare mantenere o
ristabilire per tutte le specie di uccelli di cui allrsquoart 1 una varietagrave ed una superficie sufficienti di habitat
La preservazione il mantenimento ed il ripristino dei biotopi e degli habitat comportano innanzitutto le
seguenti misure
a) Istituzione di zone di protezione
b) Mantenimento e sistemazione conforme alle esigenze ecologiche degli habitat situati allrsquointerno e
allrsquoesterno delle zone di protezione
c) Ripristino dei biotopi distrutti
d) Creazione dei biotipirdquo
Allrsquoart 4 della stessa direttiva si indica inoltre che ldquoPer le specie elencate nellrsquoallegato I sono previste
misure speciali di conservazione per quanto riguarda lrsquohabitat per garantire la sopravvivenza e la
riproduzione di dette specie nella loro area di distribuzionerdquo
SIC e ZPS sono definite dagli Stati membri (in Italia su proposta delle Regioni) Quando un SIC viene
inserito ufficialmente nellrsquoElenco Comunitario lo Stato membro designa tale sito come Zona Speciale di
Conservazione (ZSC)
A livello europeo il piugrave recente elenco ufficiale dei SIC appartenenti alle regioni biogeografiche alpina e
continentale nelle quali si inserisce la Regione Veneto sono state definite con Decisioni della
Commissione del 3 dicembre 2014 (rispettivamente 201571UE e 201569UE)
Lindividuazione delle ZPS spetta alle Regioni e alle Province autonome che trasmettono i dati al
Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare il quale dopo la verifica della
completezza e congruenza delle informazioni acquisite trasmette i dati alla Commissione Europea Le
ZPS si intendono designate dalla data di trasmissione alla Commissione e dalla pubblicazione sul sito
del Ministero dellrsquoelenco aggiornato Il DM dellrsquo8 agosto 2014 indica che lrsquoelenco delle ZPS istituite ai
sensi del DM del 17 ottobre 2007 ldquoCriteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione
relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS)rdquo egrave pubblicato
sul sito wwwminambienteit ed egrave tenuto aggiornato con le eventuali modifiche apportate nel rispetto
delle procedure comunitarie Contestualmente viene abrogato il DM del 19 giugno 2009 ldquoElenco delle
Zone di Protezione Speciale (ZPS) classificate ai sensi della Direttiva 79409CEE)rdquo Lrsquoultima
trasmissione della banca dati alla Commissione Europea egrave stata effettuata dal Ministero dellrsquoAmbiente
ad ottobre 2014
La Regione Veneto con DGR n 1180 del 18 aprile 2006 ldquoRete ecologica europea Natura
2000Aggiornamento banca datirdquo e ss mm ii provvede alla redazione dellrsquoelenco ufficiale delle aree
appartenenti alla Rete Natura
Ad oggi in Veneto risultano istituiti 128 Siti appartenenti alla Rete Natura 2000 tra i quali 102 SIC e 67
ZPS per una superficie complessiva di 414675 ettari (pari al 225 del territorio regionale)
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10112 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Lrsquoarea oggetto di studio ricade interamente allrsquointerno della ZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego
Nessun altro Sito (SICZPS) ricade allrsquointerno del Comune di Castelfranco Veneto10
La ZPS IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo si estende su una superficie di circa 1561 ha nel
territorio dei Comuni di Castelfranco Veneto Castello di Godego Loria Riese Pio X in Provincia di
Treviso
Il Sito egrave stato istituito a tutela del paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da ampi prati stabili e
fitte alberature con tratti di territorio a campo chiuso e zone interne originarie La scheda Natura 2000
indica che la qualitagrave e lrsquoimportanza del sito sono determinati dal fatto che il territorio rappresenta uno
degli ultimi esempi di paesaggio agrario tradizionale con un buon equilibrio tra naturalitagrave e utilizzo
agricolo che consente il mantenimento di una buona diversitagrave e ricchezza floristica e di tipi
vegetazionali La presenza di aree in cui spesso ristagna lacqua e la natura argillosa dei suoli
permettono inoltre la presenza di specie vegetali di particolare importanza
Allrsquointerno della ZPS come indicato nel Formulario standard sono presenti 7 tipologie di habitat
(indicate nella tabella successiva) la piugrave diffusa (57) egrave quella delle colture cerealicole estensive
mentre lrsquohabitat meno diffuso egrave quello degli impianti forestali a monocultura diffusi sullrsquo1 della ZPS
Le aree urbanizzate interessano una superficie complessiva di circa 156 ha pari al 10 dellrsquointera
area
Codice Habitat Superficie (ha) Copertura ()
N20 Impianti forestali a monocoltura 1561 1
N12 Colture cerealicole estensive 88977 57
N07 Torbiere stagni e paludi 7805 5
N23 Altro (inclusi centri abitati strade discariche miniere e aree industriali)
1561 10
N09 Praterie aride steppe 7805 5
N14 Praterie migliorate 3122 20
N21 Piantagioni arboreee 3122 2
TOT 1561 100
Habitat nella ZPS IT3240026
Allrsquointerno della ZPS sono inoltre stati individuati i seguenti habitat di interesse comunitario (Allegato I
Direttiva Habitat)
6430-Bordure planiziali montane e alpine di megaforbie idrofile
6510-Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis Sanguisorba officinalis)
Il Formulario Standard indica che allrsquointerno del Sito lrsquohabitat 6430 egrave diffuso su una superficie di 7805
ha pari al 5 del totale mentre lrsquohabitat 6510 egrave distribuito sul 20 circa della ZPS (312 ha)11 Entrambi
gli habitat hanno un livello di conservazione buono
Il Formulario Natura 2000 indica che allrsquointerno della ZPS sono presenti 19 specie di avifauna inserite
nellrsquoArticolo 4 della Direttiva Uccelli (2009147EC) ed una specie (Rana latastei) inserita nellrsquoAllegato 2
della Direttiva Habitat (9243EEC) Tra le specie comuni vi sono Airone cenerino Falco cuculo Averla
piccola Porciglione Bigia padovana Tuffetto Piro piro boschereccio Barbagianni e Rana di Lataste
10
Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
11 Si rimanda alle Tavole ldquoZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego ndash Habitatrdquo riportata nellrsquoAllegato cartografico
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Airone rosso Re di quaglie Averla maggiore e Tottavilla sono specie rare allrsquointerno del territorio
mentre tutte le altre specie (Martin pescatore Gufo comune Falco di palude Albanella reale A
minore Assiolo Combattente) sono indicate come sola presenza
Per ulteriori dettagli si rimanda allo Studio di incidenza allegato allo Studio di impatto ambientale
1012 Important Bird Area (IBA)
10121 Riferimenti generali
Le Aree di Interesse Avifaunistico (IBA dallrsquoinglese Important Bird Areas) corrispondono a siti individuati
in tutto il mondo sulla base di criteri ornitologici applicabili su larga scala da parte di associazioni non
governative che fanno parte di BirdLife International
Il primo programma IBA viene effettuato nel 1981 mediante un incarico dato dalla Commissione
Europea allrsquoICBP (International Council for Bird Preservation) predecessore di BirdLife International
per lrsquoindividuazione delle aree prioritarie per la conservazione dellrsquoavifauna in Europa in vista
dellrsquoapplicazione della Direttiva ldquoUccellirdquo In Italia lrsquoinventario delle IBA egrave stato redatto e
successivamente aggiornato dalla Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) La prima pubblicazione
dellrsquoinventario IBA Italiano risale al 1989 mentre nel 2000 egrave stato pubblicato col sostegno del Ministero
per le Politiche Agricole e Forestali un secondo inventario aggiornato Il successivo progetto sviluppato
dalla LIPU e commissionato dal Ministero dellrsquoAmbiente (Servizio Conservazione della Natura)
ldquoSviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base della rete delle IBA (Important Bird Areas)rdquo
(versione del 2002) ha portato allrsquoaggiornamento ed alla mappatura del sistema IBA presenti
nellrsquoinventario pubblicato nel 2000
10122 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone designate quali IBA12
la piugrave vicina egrave lrsquoIBA
n 059 ldquoMedio corso del Fiume Brentardquo posta ad una distanza minima superiore a 13 km
dallrsquoAllevamento
1013 Zone umide di importanza internazionale
10131 Riferimenti generali
La Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale soprattutto in quanto habitat per le
specie di uccelli acquatici egrave stata firmata a Ramsar in Iran il 2 febbraio 1971 Latto viene siglato nel
corso della Conferenza Internazionale sulla Conservazione delle Zone Umide e sugli Uccelli
Acquatici promossa dallUfficio Internazionale per le Ricerche sulle Zone Umide e sugli Uccelli
Acquatici (IWRB- International Wetlands and Waterfowl Research Bureau) con la collaborazione
dellUnione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN - International Union for the Nature
Conservation) e del Consiglio Internazionale per la protezione degli uccelli (ICBP - International Council
for bird Preservation) La Convenzione si pone come obiettivo la tutela internazionale delle zone
definite umide mediante lindividuazionela delimitazione e lo studio degli aspetti caratteristici in
12
Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
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particolare lavifauna e la messa in atto di programmi che ne consentano la conservazione e la
valorizzazione
La Convenzione di Ramsar egrave stata ratificata e resa esecutiva dallItalia con il DPR 13 marzo 1976 n
448 ldquoEsecuzione della convenzione relativa alle zone umide dimportanza internazionale soprattutto
come habitat degli uccelli acquatici firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971rdquo e con il successivo DPR 11
febbraio 1987 n 184
10132 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone Ramsar13
cosigrave come non sono presenti
zone umide in un raggio di 10 km dallrsquoarea di intervento
11 REGIME VINCOLISTICO
111 Vincolo sismico
1111 Riferimenti generali
Con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3274 del 20032003 concernente ldquoPrimi
elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative
tecniche per le costruzioni in zona sismicardquo nelle more dellrsquoespletamento degli adempimenti dellrsquoart 93
del DLgs n 1121998 sono approvati i ldquoCriteri per lrsquoindividuazione delle zone sismiche ndash
individuazione formazione e aggiornamento degli elenchi delle medesime zonerdquo noncheacute le connesse
ldquoNorme tecniche per il progetto la valutazione e lrsquoadeguamento sismico degli edificirdquo ldquoNorme tecniche
per il progetto sismico dei pontirdquo e ldquoNorme tecniche per il progetto sismico delle opere di fondazione e
sostegno dei terrenirdquo Tali norme sono riportate come Allegati allrsquoOrdinanza
LrsquoOrdinanza prevede inoltre che le Regioni sulla base dei criteri generali dettati nellrsquoAllegato 1 (criteri
per lrsquoindividuazione delle zone sismiche che rimandano ad una distinzione secondo 4 zone sismiche)
provvedono allrsquoindividuazione e formazione ed aggiornamento dellrsquoelenco delle zone sismiche
lasciando facoltagrave di introdurre o meno lrsquoobbligo della progettazione antisismica nelle zone 4 Secondo i
nuovi criteri classificativi il territorio regionale risulta suddiviso in 4 zone sismiche in base ai valori di
accelerazione di picco orizzontale del suolo con probabilitagrave di superamento del 10 in 50 anni
zona 1 accelerazione orizzontale gt 025 g
zona 2 accelerazione orizzontale 015g ndash 025 g
zona 3 accelerazione orizzontale 005g ndash 015 g
zona 4 accelerazione orizzontale lt 005 g
LrsquoOrdinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3519 del 2842006 approva i criteri generali per
lrsquoindividuazione delle zone sismiche e la formazione ed aggiornamento degli elenchi ed anche la mappa
della pericolositagrave sismica di riferimento a scala nazionale I criteri per lrsquoindividuazione delle zone
sismiche sono definiti allrsquoallegato 1A con riferimento alle Norme Tecniche per le Costruzioni approvate
con DM 1492005 e sono previste quattro zone Allrsquoallegato 1B egrave riportata la mappa della pericolositagrave
13
Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
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sismica a scala nazionale da assumere quale riferimento per lrsquoassegnazione di un territorio ad una delle
diverse quattro zone sismiche predefinite
Con deliberazione n 67 del 03 dicembre 2003 recependo i criteri generali dellrsquoOrdinanza PCM n
3274 del 20 marzo 2003 il Consiglio Regionale ha approvato la nuova classificazione sismica dei
Comuni del Veneto Con deliberazione n 71 del 22012008 ldquoOPCM 2842006 n 3519 ldquoCriteri
generali per lrsquoindividuazione delle zone sismiche e per la formazione e lrsquoaggiornamento degli elenchi
delle medesime zone Direttive per lrsquoapplicazionerdquo la Giunta Regionale ha stabilito di prendere atto dei
criteri generali di classificazione allegati allrsquoOrdinanza PCM 3519 del 28 aprile 2006 innovativi rispetto
allrsquoOPCM 32742003 e della mappa di pericolositagrave sismica di riferimento espressa in termini di
accelerazione massima al suolo (amax) confermando comunque per quanto riguarda gli aspetti
amministrativi la classificazione sismica dei Comuni del Veneto di cui allrsquoAllegato I della deliberazione
del Consiglio Regionale n 672003
1112 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine
Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in accordo DGR n 672003 successivamente confermata con
DGR n 712008 in zona sismica 3
Il territorio di Castelfrenco Veneto in base alla mappa di pericolositagrave sismica del territorio nazionale
elaborata dallrsquoIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e riportata come Allegato 1B dellrsquoOPCM
del 28 aprile 2006 n 3519 risulta soggetto a valori di accelerazione (con probabilitagrave di eccedenza del
10 in 50 anni) compresa tra 0150 g e 0200 Secondo la Classificazione sismica al 2015 il comune di
Castelfranco Veneto viene inserito in zona sismica 3 nella quale possono verificarsi forti terremoti ma
rari
Stralcio della classificazione sismica al 2014 (httpwwwprotezionecivilegovitjcmsitclassificazionewp)
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Mappa pericolositagrave sismica
Espressa in termini di accelerazione massima (con
probabilitagrave di eccedenza del 10 in 50 anni)
Fonte Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
(In httpesse1-gismiingvit)
112 Vincolo idrogeologico
1121 Riferimenti generali
Il RD 30121923 n 3267 allrsquoarticolo 7 stabilisce che le trasformazioni dei terreni sottoposti a vincolo
idrogeologico ai sensi dello stesso decreto sono subordinate al rilascio di autorizzazione da parte dello
Stato ora sostituito dalle Regioni o dagli organi competenti individuati dalla normativa regionale
1122 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine
Secondo la classificazione regionale riportata nella Tavola 1B del PTCP della Provincia di Treviso
ldquoCarta dei Vincoli e della pianificazione territorialerdquo lrsquoallevamento non interessa nessuna area
sottoposta a vincolo idrogeologico
113 Patrimonio culturale beni culturali e beni paesistici vincolati
1131 Riferimenti generali
Il DLgs del 2212004 n 42 ldquoCodice dei beni culturali e del paesaggio ai sensi dellrsquoarticolo 10 della
Legge 6 luglio 2002 n 137rdquo costituisce il riferimento normativo in materia di beni culturali e
paesaggistici Tale decreto in applicazione dellrsquoarticolo 9 della Costituzione disciplina le forme di tutela
del patrimonio culturale costituito dai beni culturali che comprendono in particolare il patrimonio
storico artistico demo-etno-antropologico archeologico archivistico librario e dai beni paesaggistici
ovvero le bellezze naturali le singolaritagrave geologiche le ville giardini e parchi gli immobili di valore
estetico e tradizionale le bellezze panoramiche e belvedere ed ancora gli altri immobili ed aree
individuati dalla legge (categorie del paesaggio) od in base alla legge attraverso i Piani paesaggistici
Per quanto riguarda i beni culturali le disposizioni per la tutela si applicano a seguito di una verifica
drsquointeresse nel caso delle cose immobili o mobili che rivestono interesse artistico storico archeologico
o demo-etno-antropologico ed appartengono alle pubbliche amministrazioni od a particolari enti istituti
e persone giuridiche od ancora a seguito della dichiarazione di interesse per gli altri immobili che
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presentano analoga valenza ma appartenenti a soggetti diversi da quelli prima richiamati La tutela dei
beni immobili si esercita nella forma del divieto alla demolizione danneggiamento e utilizzo per usi
incompatibili alla loro conservazione ed in particolare nella preventiva autorizzazione per una serie di
interventi come elencati allrsquoarticolo 21 Lrsquoautorizzazione deve essere richiesta dai proprietari
possessori o detentori dei beni allrsquoamministrazione competente al rilascio tale autorizzazione puograve
essere rilasciata anche con motivata dichiarazione in sede di conferenza dei servizi (art 25) e con atto
rilasciato in sede di concerto sulla compatibilitagrave ambientale nel caso di progetti sottoposti a valutazione
di impatto ambientale (art 26)
Per quanto attiene ai beni paesaggistici lrsquoassoggettamento a tutela avviene a seguito della
dichiarazione di notevole interesse pubblico (art 137-141) per effetto di disposizioni legislative nel
caso delle specifiche categorie di beni elencati nellrsquoarticolo 142 ed ancora a seguito di identificazione
nei piani paesaggistici gli immobili e le aree tipizzati sottoposte a tutela dagli stessi piani La normativa
nazionale stabilisce che tutti i beni paesaggistici sono tutelati e valorizzati sottoponendo a specifica
normativa drsquouso il territorio mediante Piani paesaggistici o Piani urbanistico territoriali con specifica
considerazione dei valori paesaggistici concernenti lrsquointero territorio regionale (art 135) Il vincolo di
tutela si esercita nella forma del divieto (per i proprietari possessori o detentori) di distruggere i beni od
introdurvi modificazioni e nellrsquoobbligo di sottoporre i progetti delle opere di qualunque genere (salvo
quelli elencati allrsquoart 149) da eseguire alla competente amministrazione ai fini di ottenere preventiva
autorizzazione
Il DPCM 12122005 di individuazione della documentazione necessaria alla verifica della
compatibilitagrave paesaggistica degli interventi proposti definisce le finalitagrave i criteri di redazione ed i
contenuti della Relazione Paesaggistica che correda congiuntamente al progetto dellrsquointervento ed alla
relazione di progetto lrsquoistanza da presentare per lrsquoautorizzazione paesaggistica Con il DPR 972010
n 139 si definisce il procedimento semplificato per lrsquoautorizzazione paesaggistica relativa ad ldquointerventi
di lieve entitagraverdquo che comportano unrsquoalterazione dei luoghi o dellrsquoaspetto esteriore degli edifici in apposita
allegato al decreto si definiscono i citati interventi
1132 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e lrsquoallevamento avicolo
Il progetto oggetto di valutazione riguarda lrsquoincremento del numero di capi avicoli allevati dallrsquoazienda
agricola zootecnica con utilizzo dei fabbricati e delle strutture giagrave esistenti non si prevedono quindi
opere di natura edilizia
In ogni caso al fine della verifica dellrsquoeventuale presenza di beni culturali eo paesaggistici sottoposti a
vincolo ricadenti nellrsquoambito territoriale attorno al sito dellrsquoallevamento si egrave fatto ricorso alle
informazioni contenute in diverse banche dati o riportate negli elaborati degli strumenti di pianificazione
territoriale-paesaggistica od urbanistica
In maggior dettaglio si egrave considerato
il SITAP del Ministero dei Beni e delle Attivitagrave Culturali - Direzione Generale per i Beni Architettonici
e Paesaggistici che individua in cartografia i beni paesaggistici vincolati a seguito di dichiarazione
ed alcune categorie paesaggistiche di cui allrsquoarticolo 142 del Codice
lrsquoArchivio dei beni paesaggistici (vincolati per dichiarazione) del sito web della Regione Veneto
banca dati non definitiva di ricognizione dei beni ai sensi del Dlgs 422004
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il catalogo dellrsquoIstituto Regionale delle Ville Venete che identifica le ville palazzi ed altri fabbricati
censiti segnalando quelli sottoposti a vincolo in quanto beni culturali o paesaggistici
il PTRC (adottato nel 2009 con variante del 2013) della Regione Veneto con riferimento alla
Tavola dei ldquoValori storico culturalirdquo inclusa nella Scheda dellrsquoAmbito-Area ricognitiva 21 dellrsquoAtlante
Ricognitivo ed alla Tavola 9 ldquoSistema del territorio rurale e della rete ecologicardquo in cui sono
individuati i siti o le zone archeologiche
il PTCP (approvato nel 2010) della Provincia di Treviso con riferimento alla Tavola 11 ldquoCarta dei
vincoli e della Pianificazione territorialerdquo14 in cui srsquoidentificano i beni paesaggistici vincolati con
provvedimenti di riconoscimento del notevole interesse pubblico (ex L 14971939 ed art 146 del
Codice) alcune categorie paesaggistiche vincolate per legge (art 142 del Codice) e le zone di
interesse archeologico (ex L 3641909 L 10891939 e L 4311985 ed artt 10 e 142 del Codice) ed
anche alle Appendici di cui allrsquoAllegato M in particolare gli elenchi relativi ai beni architettonici ed ai
beni archeologici vincolati
il PAT del Comune di Castelfranco Veneto (approvato nel 2014) con riferimento alla Tavola 1
ldquoCarta dei vincoli e della pianificazione territorialerdquo15 che individua i beni monumentali vincolati (art
10 del Codice) ed i beni paesaggistici vincolati in quanto di notevole interesse pubblico (art 136 del
Codice) o appartenenti alle categorie paesaggistiche (art 142 del Codice)
il PAT del Comune di Castello di Godego (adottato nel 2015) con riferimento alla Relazione
Tecnica Generale (par 181 I beni culturali) alla Tavola P1A ldquoVincolirdquo16 che identifica i beni
culturali (immobili storico-artistici ed edifici drsquointeresse storico artistico vincolati con dichiarazione
edifici con piugrave di 70 anni vincolati per legge ai sensi dellrsquoarticolo 10 comma 1 del Codice zone
archeologiche) ed i beni paesaggistici vincolati con dichiarazione o per legge (art 142 del Codice)
ed alla Tavola 131 ldquoPatrimonio culturalerdquo del Quadro Conoscitivo del PATI che identifica gli
immobili edifici e zone archeologiche vincolate i fabbricati di archeologia industriale gli edifici di
pregio architettonico e gli altri beni e manufatti di interesse storico culturale
il PAT del Comune di Riese Pio X (adottato nel 2014 con DCC n 2 del 1332014) con
riferimento al Rapporto Ambientale (par 57 Matrice paesaggio ndash Patrimonio culturale
architettonico archeologico) ed alla Tavola 1 ldquoCarta dei vincoli e della pianificazione territorialerdquo 17
che riporta i beni monumentali vincolati i beni paesaggistici vincolati corrispondenti alle fasce
laterali ai corsi drsquoacqua e la strada Postumia a vincolo archeologico
Per quanto riguarda i beni culturali vincolati considerando gli immobili drsquointeresse monumentale eo
storico architettonico riportati negli elenchi od elaborati cartografici degli strumenti di pianificazione
prima richiamati il sito dellrsquoallevamento non interessa direttamente nessuno di quelli presenti nel
territorio e si trova ad una distanza dai piugrave vicini tale che si escludono ragionevolmente possibili
ricadute sugli stessi in particolare quelle indirette correlate alla percezione da e dei beni tenuto conto
anche del fatto che si tratta del solo incremento del numero di polli allevati allrsquointerno di strutture giagrave
esistenti Lrsquoampliamento dellrsquoallevamento non comporta interventi sui beni vincolati e tantomeno si
prevedono opere edilizie o di altra natura che possano determinare effetti indiretti sul patrimonio
14 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 11 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
15 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
16 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola P1A inserita nellrsquoAllegato cartografico dello SIA
17 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
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architettonico vincolato non egrave quindi necessario avviare la procedura per la richiesta di rilascio
dellrsquoautorizzazione ai sensi del Codice Al fine di sostenere le precedenti considerazioni si forniscono
brevi informazioni sui beni monumentali e architettonici vincolati presenti nel territorio dei tre Comuni
analizzati situati ad una minore distanza dallrsquoallevamento avicolo esistente
Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto gli immobili vincolati con specifico provvedimento
meno distanti dal sito dellrsquoallevamento comunque rispettivamente a 13 e 22 km circa si trovano nella
frazione di Villarazzo e lungo la strada via Postomia Nel primo caso si tratta della Villa Dolfin -
Gradenigo (tutelata con DM 10121959) sita in via Valsugana 74 composta dalla villa del XVII secolo
e dalla barchessa del XVIII secolo edifici collocati di fianco al Torrente Muson e della Cagrave Moro
(tutelata con DM 881947) ubicata in via Valsugana 102 composta dallrsquoedificio padronale risalente al
XVI secolo Nel secondo caso si tratta della Cagrave Amata (tutelata con DM 10121959) complesso
architettonico datato al XVIII secolo formato da una villa da due barchesse da annessi rustici
originariamente destinati a stalla e depositi ed anche da un oratorio che ora ricadono nellrsquoarea
dellrsquoomonimo Golf Club
Nel territorio del Comune Castello di Godego lrsquoimmobile vincolato piugrave vicino al sito dellrsquoallevamento
comunque a circa 16 km egrave la Chiesa di San Pietro ubicata in via S Pietro nei pressi del T Muson in
sinistra idrografica La gran parte degli altri beni storico architettonici vincolati si trova allrsquointerno del
centro storico o comunque nellrsquoabitato principale ad una distanza minima di 19 - 23 km circa
dallrsquoallevamento
Nel territorio del Comune di Riese Pio X tra i fabbricati vincolati quelli relativamente piugrave vicini
allrsquoallevamento rispettivamente a circa 15 e 22 km sono la Villa Emiliani detta Cagrave Miane (tutelata ai
sensi dellrsquoart 10 del Codice) ubicata in via Miane 30 complesso composto dalla casa padronale con
grande barchessa porticata e da un oratorio entrambi del XVIII secolo ed allrsquointerno della frazione di
Vallagrave la Villa Cecconi (tutelata con DM 2141964) sita in via A Milani 1 risalente al XVIII secolo e la
Chiesa parrocchiale (costruita nel 1746) il campanile e la Casa canonica (tutelate ai sensi dellrsquoart 10
del Codice) lrsquoultima segnalata anche come ldquovilla venetardquo formata dalla casa padronale e da una
piccola barchessa entrambe risalenti al XVII secolo
Per quanto attiene ai beni archeologici vincolati considerando quelli identificati nella cartografia o
segnalati nella documentazione dei citati piani territoriali ed urbanistici risulta che il sito
dellrsquoallevamento si trova significativamente distante da questi inoltre lrsquointerposta presenza di zone
edificate e di quinte di vegetazione arborea consente di escludere anche improbabili ricadute
determinate da eventuali relazioni indirette correlate alla percezione dellrsquoallevamento dai siti tutelati o
da interposizione dellrsquoallevamento nella vista dei beni dai luoghi circostanti agli stessi In aggiunta
stante il fatto che si tratta del solo incremento del numero di capi avicoli allevati senza previsione di
opere edilizie o interventi di scavo e tenendo inoltre conto della distanza dei siti a rischio archeologico
individuati non si ricade nellrsquoambito della procedura di autorizzazione secondo quanto stabilito dal
Codice e si esclude anche la necessitagrave di eseguire indagini archeologiche preventive Si evidenziano
di seguito i beni archeologici vincolati presenti nel territorio dei tre Comuni considerati situati ad una
minore distanza dallrsquoallevamento avicolo esistente
Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto egrave sottoposto a vincolo archeologico ai sensi
dellrsquoarticolo 10 del Codice (ex L 10891939) il tracciato della romana strada Postumia che nel punto
piugrave vicino si trova ad una distanza di circa 800 metri dallrsquoarea dellrsquoallevamento
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Nel territorio del Comune di Castello di Godego egrave presente unrsquoarea archeologica vincolata ai sensi
dellrsquoarticolo 10 del Codice (ex L 10891939) quella de ldquoLe Motterdquo correlata ad un tipico insediamento
delletagrave del bronzo che interessa una localitagrave ubicata a ridosso del confine comunale sul lato
meridionale ad oltre 3 km dellrsquoarea dellrsquoallevamento il PAT identifica nella Tavola P1A Vincoli una
ldquozona di interesse archeologicordquo ai sensi dellrsquoarticolo 10 del Codice nella porzione centrale del tessuto
urbano dellrsquoabitato principale distante circa 18 km dallrsquoallevamento e contornata lungo il perimetro sul
lato est quello rivolto verso lrsquoazienda agricola avicola dal tessuto edificato della zona residenziale
In Comune di Riese Pio X lrsquounico bene sottoposto a vincolo archeologico egrave la giagrave la citata strada
Postumia ed in tale caso la distanza minima tra lrsquoasse viario e lrsquoallevamento egrave di circa 16 km
Per quanto riguarda i beni paesaggistici vincolati a seguito del riconoscimento del loro notevole
interesse pubblico sono sottoposte a tutela due zone dellrsquoabitato principale una riguardante
Castelfranco Veneto e lrsquoaltra Castello di Godego mentre non risulta la presenza di vincoli di tale
fattispecie nel territorio del Comune di Riese Pio X
In Castelfranco Veneto egrave tutelata ai sensi della ex L 14971939 con il DM 13111961 (GU 296 del
29111961) la zona del centro abitato con inclusione della zona della Pescheria e del contiguo tratto
del Canale Musonello giagrave oggetto di provvedimento di vincolo (DM 8111955 GU 274 del
28111955) i motivi della tutela come riportato nel testo dello stesso provvedimento ministeriale sono
ricondotti al fatto che ldquocon le sue rosse mura turrite ammantate di edera circondate da verdi spalti e dal
fossato e con la sua fresca vegetazione forma un quadro naturale di non comune bellezza panoramica
avente anche valore estetico e tradizionalerdquo
In Castello di Godego egrave vincolata la zona circostante allrsquoabitato con DM 1361969 (GU 224 del
391969) ai sensi della ex L 14971939 per la presenza di ldquoparchi giardini tempietti antichi ed altri
caratteristici edificirdquo che ldquooltre a costituire unrsquoattraente e quasi continua oasi di verde nel centro abitato
forma un ambiente di alto valore estetico e tradizionale degno di essere conservato e difeso nella sua
integritagraverdquo
Lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo ovviamente non ricade nelle citate zone vincolate ed inoltre si trova
significativamente distante dalle stesse a circa 21 km da quella di Castelfranco Veneto con interposta
presenza di diverse aree edificate ed a circa 15 km da quella di Castello di Godego anche questa
circondata immediatamente allrsquoesterno del perimetro della zona tutelata da edificato la situazione
descritta consente di escludere ogni possibile ricaduta anche quelle riconducibili ad effetti indiretti
legati alla percezione dei luoghi vincolati per interposizione visiva dellrsquoallevamento dalle aree esterne
a questi e con particolare riferimento agli elementi indicati nel provvedimento ministeriale che ne hanno
determinato la tutela
Per quanto attiene ai beni paesaggistici vincolati per legge nel territorio dei tre Comuni considerati si
tratta di quelli associati alle categorie di cui allrsquoarticolo 142 del Codice relative ai fiumi torrenti e corsi
drsquoacqua con le relative fasce contermini alle sponde o argini alle zone drsquointeresse archeologico ed ai
territori coperti da boschi
Con riguardo ai corsi drsquoacqua e relative fasce vincolate la piugrave vicina egrave quella del Torrente Avenale nel
tratto ricadente in territorio del Comune di Castelfranco Veneto il cui perimetro considerando la minore
distanza intercorrente con il confine dellrsquoarea dellrsquoallevamento ricade a circa 150 metri
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COD 15V055 PAGINA 83 194
In merito alle zone drsquointeresse archeologico sottoposte a vincolo paesaggistico si tratta della giagrave
richiamata strada Postumia con riferimento alla quale valgono le considerazioni giagrave esposte con
riguardo al vincolo archeologico e del richiamato sito archeologico di Le Motte in territorio del Comune
di Castello di Godego anche questo giagrave considerato
Infine nel caso dei territori coperti da bosco il piugrave vicino egrave quello situato in Comune di Castelfranco
Vento a ridosso del laghetto che si trova poco ad ovest della frazione di Villarazza ad una distanza di
circa 22 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento
In conclusione per quanto attiene ai beni paesaggistici vincolati premesso che non si prevedono
interventi modificativi dellrsquoaspetto attuale dei luoghi non egrave necessario avviare la procedura di
autorizzazione paesaggistica in quanto oltre a non prevedere opere edilizie o movimenti terra od
installazione di altri manufatti lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo non ricade in beni paesaggistici vincolati
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QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E
STIMA DEGLI IMPATTI
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12 USI DEL SUOLO
Lrsquoanalisi dellrsquouso del suolo e degli habitat presenti nellrsquoarea di indagine egrave stata effettuata a seguito di
sopralluoghi e considerando le seguenti fonti reperibili sul sito della Regione Veneto18
Uso del suolo della Regione Veneto ndash Anno 2009
Shapefile degli habitat della ZPS Prai e Castelli di Godego
Come evidenziato dai dati sopra citati e dai sopralluoghi effettuati il territorio in cui i inserisce
lrsquoAllevamento Maggiolo egrave caratterizzato dalla netta predominanza di aree agricole In particolare la
coltura piugrave diffusa egrave quella del mais cui si accompagnano in subordine superfici a copertura erbacea
colture di soia tabacco colza arboricoltura da legno ed alcune aree coltivate a vigneti Le principali
zone urbanizzate si trovano ad ovest (Castelli di Godego) a sud (Castelfranco veneto) e ad est (Riese
Pio X) dellrsquoallevamento Lungo i numerosi canali che attraversano il territorio ed in corrispondenza dei
confini poderali si trovano frequentemente formazioni di latifoglie arboree a siepe oltre che in
particolare modo lungo il Torrente Muson dei Sassi che scorre ad est dellrsquoabitato di Castello di
Godego formazioni ripariali a salici (Salix sp) e pioppi (Populus sp)
Allrsquointerno della ZPS in cui egrave localizzata lrsquoAzienda Agricola sono state identificate diverse aree a
copertura erbacea con formazione tipica dellrsquohabitat di interesse comunitario n 6510 (Praterie magre
da fieno a bassa altitudine) Queste formazioni sono concentrate prevalentemente nella porzione
centro-meridionale della ZPS ad una distanza minima superiore ai 220 m dallrsquoallevamento Maggiolo
Nello specifico lrsquoallevamento confina su tre lati (est sud e parzialmente nord) con aree coltivate a
mais mentre sul lato ovest ed in parte dellrsquoarea a nord sono presenti superfici a copertura arbustiva ed
erbacea (graminacee non soggette a rotazione)19 ma non identificabili con lrsquohabitat 6510
121 Impatti sullrsquouso del suolo
Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo sfruttando la potenzialitagrave massima
delle strutture attualmente giagrave esistenti ed operanti Non egrave quindi prevista la realizzazione di nessuna
altra struttura rispetto a quanto giagrave esistente allo stato di fatto Pertanto la realizzazione del progetto
non porteragrave ad alcun impatto neacute modifica rispetto allrsquoattuale uso del suolo
18
Si rimanda alla tavola ldquoUso del suolordquo e ZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego ndash Habitatrdquo riportate nellrsquoAllegato cartografico
19 Si rimanda alle riprese fotografiche ldquoAzienda Agricola Maggiolordquo e ldquoUso del suolo e vegetazionerdquo inserite nellrsquoAllegato fotografico
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13 FLORA E FAUNA
Per la valutazione delle componenti naturalistiche presenti nellrsquoarea di indagine egrave stato utilizzato il
Database approvato con DGR n 22001420 Per tutta la regione sono disponibili i dati georeferenziati
sulla base di quadranti di 10 km per lato relativi a specie faunistiche e floristiche presenti sul territorio
Lrsquoazienda agricola egrave localizzata allrsquointerno del quadrante n E446N251 nel presente studio sono state
considerate anche le informazioni riferite ai quadranti ricadenti entro un buffer di 5 km dallrsquoallevamento
ossia i quadranti n E446N250 E447N250 e E447N251 che tra lrsquoaltro comprendono interamente il
territorio della ZPS
131 Fauna
La fauna vertebrata presente sul territorio dellrsquoarea drsquoindagine egrave indicata nelle tabelle successive sono
state considerate sia le specie elencate nel formulario standard della ZPS sia quelle del database
georeferenziato approvato con DGR n 220014
Anfibi e Rettili
Nellrsquoarea drsquoindagine risultano essere presenti 9 specie di anfibi e 11 specie di rettili Da segnalare in
particolare la presenza della Testuggine palustre europea (Emys orbicularis) specie considerata ldquoin
pericolordquo nella Lista Rossa Italiana (LRI21) a causa della competizione con lrsquoalloctona Testuggine
palustre dalle orecchie rosse (Trachemys scripta) specie originaria del bacino del Mississipi e
introdotta in Italia a partire dagli anni rsquo70 oggi naturalizzata Tutte le altre specie di rettili hanno uno
status conservazionistico ldquoa minor preoccupazionerdquo mentre tra gli anfibi sono due le specie (Rana di
Lataste e Rospo comune) che secondo la LRI sono vulnerabili allrsquoestinzione
Cod Nome scientifico Nome comune All
DirHab LRI
1193 Bombina variegata Ululone dal ventre giallo II-IV LC
Lissotriton vulgaris Tritone punteggiato NT
1167 Triturus carnifex Tritone crestato italiano II-IV NT
1215 Rana latastei Rana di lataste II-IV VU
2361 Bufo bufo Rospo comune IV VU
1201 Bufo viridis Rospo smeraldino IV LC
5358 Hyla intermedia Raganella italiana IV LC
1209 Rana dalmatina Rana agile IV LC
1210 Rana klepton esculenta Rana esculenta V LC
Rettili
1220 Emys orbicularis Testuggine palustre europea II-IV EN
1256 Podarcis muralis Lucertola muraiola IV LC
5887 Trachemys scripta Testuggine palustre dalle orecchie rosse NA
6091 Zamenis longissimus Saettone comune IV LC
5910 Zootoca vivipara Lucertola vivipara LC
2432 Anguis fragilis Orbettino LC
1284 Coluber viridiflavus Biacco IV LC
1283 Coronella austriaca Colubro liscio IV LC
20
DGR n 2200 del 27 novembre 2014 ldquoApprovazione del database della cartografia distributiva delle specie della Regione Veneto a supporto della Valutazione di Incidenzardquo
21 IUCN Comitato Italiano Liste Rosse Italiane wwwiucnit
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Cod Nome scientifico Nome comune All
DirHab LRI
5179 Lacerta bilineata Ramarro occidentale IV LC
2469 Natrix natrix Natrice dal collare LC
1292 Natrix tessellata Natrice tessellata IV LC
Legenda
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list degli anfibi e rettili presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000
Pesci
Nel gruppo tassonomico dei pesci Anguilla Panzarolo e Trota marmorata sono segnalate come in
pericolo critico di estinzione il Temolo egrave considerata specie in pericolo mentre Barbo italico e
Lampreda padana (specie endemica della pianura padana) hanno uno status conservazionistico
vulnerabile Sono presenti inoltre numerose specie introdotte sul territorio e per le quali per questo
motivo la valutazione dello status conservazionistico non egrave applicabile (NA) In particolare si tratta delle
seguenti specie Alburno Carassio Luccio Gambusia Persico sole Cavedano Persico trotaTrota
iridea e Trota atlantica
Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI
5539 Alburnus alburnus Alburno NA
3019 Anguilla anguilla Anguilla CR
1137 Barbus plebejus Barbo italico II-V VU
5585 Carassius carassius Carassio NA
5304 Cobitis bilineata Cobite II LC
1163 Cottus gobio Scazzone II LC
5642 Esox lucius Luccio NA
5654 Gambusia holbrooki Gambusia NA
5937 Ictalurus melas Pesce gatto NA
5677 Knipowitschia punctatissima Panzarolo CR
6152 Lampetra zanandreai Lampreda padana II-V VU
5687 Lepomis gibbosus Persico sole NA
5944 Leuciscus cephalus Cavedano NA
5719 Micropterus salmoides Persico trota NA
5768 Oncorhynchus mykiss Trota iridea NA
5777 Padogobius martensii Ghiozzo padano LC
5785 Phoxinus phoxinus Sanguinerola europea LC
5821 Rutilus erythrophthalmus Triotto LC
1991 Sabanejewia larvata Cobite mascherato II NT
1107 Salmo marmoratus Trota marmorata II CR
6262 Salmo trutta Trota atlantica NA
1109 Thymallus thymallus Temolo V EN
5885 Tinca tinca Tinca LC
Legenda
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list dei pesci presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000
Uccelli
Considerando sia le specie elencate nel Formulario Natura 2000 sia quelle censite nel database
regionale approvato con DGR 220014 nellrsquoarea di indagine sono presenti 114 specie alcune delle
quali essendo nidificanti irregolari non sono state considerate nellrsquoattribuzione delle categorie di
minaccia della LRI (Pispola Albanella reale Peppola Beccaccino e Tordo sassello) Il criterio della LRI
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PAGINA 88 194 Settembre 2015
non egrave applicabile (NA) anche per il Fagiano a causa delle introduzioni a scopo venatorio effettuate sul
territorio La specie con lo status conservazionistico piugrave problematico egrave il Torcicollo (Vulnerabile)
specie che frequenta ambienti alberati che abbiano anche ampi spazi aperti (frutteti incolti alberati
boschi radi aree agricole estensive) Pur essendo diffusa in tutto il territorio italiano (areale maggiore di
20000 kmsup2 (Boitani et al 2002) e popolazione stimata in 100000-200000 individui maturi (BirdLife
International 2004 Brichetti amp Fracasso 2007)) il declino significativo (56) registrato tra il 2000 ed il
2010 (LIPU amp Rete Rurale Nazionale 2011 wwwmito2000it) ha motivato lrsquoinserimento di tale specie
tra quelle in pericolo di estinzione Nel territorio sono presenti altre specie con uno status
conservazionistico non soddisfacente Allodola Coturnice Moretta Biancone Falco di palude
Albanella minore Re di quaglie Falco cuculo Tarabusino Cutrettola Passera drsquoItalia Passera
mattugia Pendolilno e Saltimpalo sono definite come Vulnerabili allrsquoestinzione
Cod Nome scientifico Nome comune All Dir
Ucc LRI
A086 Accipiter nisus Sparviere LC
A298 Acrocephalus arundinaceus Cannareccione NT
A296 Acrocephalus palustris Cannaiola verdognola LC
A297 Acrocephalus scirpaceus Cannaiola comune LC
A168 Actitis hypoleucos Piro-piro piccolo NT
A324 Aegithalos caudatus Codibugnolo LC
A247 Alauda arvensis Allodola IIB VU
A229 Alcedo atthis Martin pescatore I LC
A109 Alectoris graeca Coturnice I-IIA VU
A053 Anas platyrhynchos Germano reale IIA-IIIA LC
A257 Anthus pratensis Pispola NA (nid irr)
A226 Apus apus Rondone comune LC
A091 Aquila chrysaetos Aquila reale I NT
A028 Ardea cinerea Airone cenerino LC
A029 Ardea purpurea Airone rosso I LC
A221 Asio otus Gufo comune LC
A218 Athene noctua Civetta LC
A061 Aythya fuligula Moretta IIA-IIIB VU
A021 Botaurus stellaris Tarabuso I EN
A087 Buteo buteo Poiana LC
A243 Calandrella brachydactyla Calandrella I EN
A224 Caprimulgus europaeus Succiacapre I LC
A364 Carduelis carduelis Cardellino NT
A288 Cettia cetti Usignolo di fiume LC
A136 Charadrius dubius Corriere piccolo NT
A363 Chloris chloris Verdone NT
A080 Circaetus gallicus Biancone I VU
A081 Circus aeruginosus Falco di palude I VU
A082 Circus cyaneus Albanella reale I NA (nid irr)
A084 Circus pygargus Albanella minore I VU
A373 Coccothraustes coccothraustes Frosone LC
A206 Columba livia Piccione selvatico IIA DD
A208 Columba palumbus Colombaccio IIA-IIIA LC
A350 Corvus corax Corvo imperiale LC
A615 Corvus cornix Cornacchia grigia IIB LC
A349 Corvus corone Cornacchia nera IIB LC
A347 Corvus monedula Taccola IIB LC
A113 Coturnix coturnix Quaglia IIB DD
A122 Crex crex Re di quaglie I VU
A212 Cuculus canorus Cuculo LC
A036 Cygnus olor Cigno reale IIB NA
A253 Delichon urbica Balestruccio NT
A237 Dendrocopos major Picchio rosso maggiore LC
A236 Dryocopus martius Picchio nero I LC
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COD 15V055 PAGINA 89 194
Cod Nome scientifico Nome comune All Dir
Ucc LRI
A383 Emberiza calandra Strillozzo LC
A376 Emberiza citrinella Zigolo giallo LC
A269 Erithacus rubecula Pettirosso LC
A103 Falco peregrinus Falco pellegrino I LC
A099 Falco subbuteo Lodolaio LC
A096 Falco tinnunculus Gheppio LC
A097 Falco vespertinus Falco cuculo I VU
A359 Fringilla coelebs Fringuello LC
A360 Fringilla montifringilla Peppola NA (nid irr)
A125 Fulica atra Folaga IIA-IIIB LC
A244 Galerida cristata Cappellaccia LC
A153 Gallinago gallinago Beccaccino IIA-IIIB NA (nid irr)
A123 Gallinula chloropus Gallinella drsquoacqua IIB LC
A342 Garrulus glandarius Ghiandaia IIB
A002 Gavia arctica Strolaga mezzana I
A001 Gavia stellata Strolaga minore I
A300 Hippolais polyglotta Canapino LC
A251 Hirundo rustica Rondine NT
A022 Ixobrychus minutus Tarabusino I VU
A233 Jynx torquilla Torcicollo EN
A338 Lanius collurio Averla piccola I VU
A340 Lanius excubitor Averla maggiore
A179 Larus ridibundus Gabbiano comune IIB LC
A246 Lullula arborea Tottavilla I LC
A271 Luscinia megarhynchos Usignolo LC
A230 Merops apiaster Gruccione LC
A073 Milvus migrans Nibbio bruno I NT
A262 Motacilla alba Ballerina bianca LC
A261 Motacilla cinerea Ballerina gialla LC
A260 Motacilla flava Cutrettola VU
A319 Muscicapa striata Pigliamosche LC
A337 Oriolus oriolus Rigogolo LC
A214 Otus scops Assiolo LC
A329 Parus caeruleus Cinciarella LC
A330 Parus major Cinciallegra LC
A621 Passer italiae Passera drsquoItalia VU
A356 Passer montanus Passera mattugia VU
A112 Perdix perdix Starna IIA-IIIA LC
A072 Pernis apivorus Falco pecchiaiolo I LC
A017 Phalacrocorax carbo Cormorano LC
A393 Phalacrocorax pygmeus Marangone minore I NT
A115 Phasianus colchicus Fagiano comune IIA-IIIA NA
A151 Philomachus pugnax Combattente I
A273 Phoenicurus ochruros Codirosso spazzacamino LC
A274 Phoenicurus phoenicurus Codirosso comune LC
A343 Pica pica Gazza IIB LC
A235 Picus viridis Picchio verde LC
A005 Podiceps cristatus Svasso maggiore LC
A118 Rallus aquaticus Porciglione IIB LC
A336 Remiz pendulinus Pendolino VU
A276 Saxicola torquatus Saltimpalo VU
A155 Scolopax rusticola Beccaccia IIA-IIIB DD
A361 Serinus serinus Verzellino LC
A209 Streptopelia decaocto Tortora dal collare IIB LC
A210 Streptopelia turtur Tortora selvatica IIB LC
A219 Strix aluco Allocco LC
A351 Sturnus vulgaris Storno IIB LC
A311 Sylvia atricapilla Capinera LC
A309 Sylvia communis Sterpazzola LC
A307 Sylvia nisoria Bigia padovana I CR
A004 Tachybaptus ruficollis Tuffetto LC
A166 Tringa glareola Piro piro boschereccio I
A265 Troglodytes troglodytes Scricciolo LC
A286 Turdus iliacus Tordo sassello IIB NA (nid irr)
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PAGINA 90 194 Settembre 2015
Cod Nome scientifico Nome comune All Dir
Ucc LRI
A283 Turdus merula Merlo IIB LC
A285 Turdus philomelos Tordo bottaccio IIB LC
A284 Turdus pilaris Cesena IIB NT
A213 Tyto alba Barbagianni LC
A232 Upupa epops Upupa LC
A142 Vanellus vanellus Pavoncella IIB LC
Legenda
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list dellrsquoavifauna presente nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000
Mammiferi
La check-list indica la presenza di 39 specie appartenenti alla classe dei mammiferi Tutte le specie
indicate hanno uno status conservazionistico soddisfacente essendoci solo alcune specie prossime
alla minaccia (Arvicola acquatica Serotino comune Pipistrello di Nathusius Orecchione bruno) ed una
sola specie vulnerabile (Nottola comune)
Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI
5551 Apodemus sylvaticus Topo selvatico LC
5559 Arvicola amphibius Arvicola acquatica NT
5966 Arvicola terrestris Arvicola acquatica NT
2644 Capreolus capreolus Capriolo LC
2591 Crocidura leucodon Crocidura ventrebianco LC
2593 Crocidura suaveolens Crocidura minore LC
2646 Dama dama Daino NA
1327 Eptesicus serotinus Serotino comune IV NT
2590 Erinaceus europaeus Riccio europeo LC
2616 Glis glis Ghiro LC
1344 Hystrix cristata Istrice IV LC
5690 Lepus europaeus Lepre comune LC
2630 Martes foina Faina LC
2631 Meles meles Tasso LC
5718 Micromys minutus Topolino delle risaie LC
5721 Microtus arvalis Arvicola campestre LC
5728 Microtus savii Arvicola di Savi LC
5738 Mus musculus Topo domestico NA
1341 Muscardinus avellanarius Moscardino IV LC
2634 Mustela nivalis Donnola LC
1358 Mustela putorius Puzzola V LC
5747 Myocastor coypus Nutria NA
2595 Neomys anomalus Toporagno acquatico di Miller DD
2597 Neomys fodiens Toporagno drsquoacqua DD
Neovison vison Visone NA
1312 Nyctalus noctula Nottola comune IV VU
5773 Oryctolagus cuniculus Coniglio selvatico NA
2016 Pipistrellus kuhlii Pipistrello albolimbato IV LC
1317 Pipistrellus nathusii Pipistrello di Nathusius IV NT
1326 Plecotus auritus Orecchione bruno IV NT
5815 Rattus norvegicus Ratto delle chiaviche NA
5816 Rattus rattus Ratto nero NA
Sciurus carolinensis Scoiattolo grigio NA
2607 Sciurus vulgaris Scoiattolo comune LC
Sorex antinorii araneus Toporagno del Vallese DD
Sorex arunchi Il toporagno della Selva di Arvonchi
5861 Sus scrofa Cinghiale LC
5877 Talpa europaea Talpa europea LC
5906 Vulpes vulpes Volpe LC
Legenda
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COD 15V055 PAGINA 91 194
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list dei mammiferi presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000
132 Flora
Dal database della Regione Veneto (DGR 220014) nei 4 quadranti considerati risultano essere
presenti 539 specie floristiche
Nella tabella successiva si riportano le specie tutelate allrsquointerno della Direttiva Habitat (Allegati II e IV)
nessuna delle quali egrave citata come presente nella ZPS (secondo il Formulario standard Natura 2000)
Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI
6302 Anacamptis pyramidalis Orchidea piramidale II-IV
1714 Euphrasia marchesettii Eufrasia di Marchesetti II-IV EN
1866 Galanthus nivalis Bucaneve V LC
4096 Gladiolus palustris Gladiolo palustre II-IV NT
1900 Spiranthes aestivalis Viticcino estivo IV NE
Legenda
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list delle specie faunistiche presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 e Formulario Natura 2000
LrsquoOrchidea piramidale egrave una specie che puograve essere rinvenuta in prati magri pascoli incolti
sottoboschi scarpate e bordi strada su terreni di natura calcarea Principalmente egrave diffusa entro gli 800
m slm
LrsquoEufrasia di Marchesetti egrave una specie endemica del veneto orientale e del Friuli Venezia Giulia
caratteristica delle torbiere e di stazioni umide e aperte (praterie a Molinia della pianura e della fascia
collinare) la cui conservazione dipende dalla presenza di sfalci periodici in grado di garantire spazio e
luminositagrave sufficienti per lo sviluppo della pianta Altre specie dei prati umidi sono il Gladiolo palustre e il
Viticcino estivo mentre il Bucaneve si puograve trovare nei boschi umidi e freschi con humus ben
sviluppato
133 Stima degli impatti
Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo sfruttando la potenzialitagrave massima
delle strutture attualmente giagrave esistenti ed operanti Non egrave quindi prevista la realizzazione di nessuna
altra struttura rispetto a quanto giagrave esistente allo stato di fatto Come meglio specificato nella Studio di
Incidenza cui si rimanda per ulteriori approfondimenti i potenziali impatti derivanti dallo svolgimento
dellrsquoattivitagrave di allevamento dellrsquoAzienda agricola Maggiolo sono i seguenti
Inquinamento delle acque superficiali e sotterranee
Immissione di inquinanti nellrsquoaria
Inquinamento del suolo da rifiuti solidi
Immissioni di azoto e composti dellrsquoazoto
Inquinamento da rumore e disturbi sonori puntuali o irregolari
Introduzione di malattie
Nel caso dellrsquoAzienda agricola Maggiolo la probabilitagrave di accadimento di alcuni degli impatti sopra
elencati egrave nulla come indicato nella tabella successiva
Studio di Impatto Ambientale
Az Agricola Maggiolo
PAGINA 92 194 Settembre 2015
Fattore di impatto Possibili cause Probabilitagrave di
accadimento Motivazione
Inquinamento delle
acque superficiali e
sotterranee
Scarichi idrici Nulla Lrsquoabbeveraggio ed l sistemi di raffrescamento e di pulizia non producono scarichi idrici
Produzione di pollina Nulla Nessuna concimaia allrsquointerno dellrsquoAllevamento Il materiale egrave ceduto interamente a terzi come sottoprodotto di origine animale
Inquinamento del
suolo da rifiuti solidi
Cattiva gestione delle
spoglie animali Nulla LrsquoAzienda Agricola dispone di una cella frigo di proprietagrave
per la conservazione dei capi deceduti Le carogne vengono poi consegnate ad una ditta autorizzata che effettua il relativo smaltimento a norma di legge
Cattiva gestione dei
rifiuti solidi prodotti
Nulla - I rifiuti sono collocati in un apposito locale chiuso adibito al deposito dei rifiuti
- La pollina prodotta non egrave considerabile come rifiuto in quanto utilizzata come sottoprodotto dallrsquoazienda Agrifung Le altre tipologie di rifiuto (imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti) in carta ed in vetro sono prodotti in quantitagrave irrilevanti
Introduzione di
malattie
Contaminanti aerei e
polveri
Nulla - Durante il periodo del vuoto sanitario i capannoni vengono completamente puliti e disinfettati
- Per la salvaguardia della sicurezza biologica il sito di allevamento egrave completamente recintato
- Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) egrave stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile e facilmente disinfettabile
- Lrsquoallevamento dispone di due aree di stoccaggio chiuse una per il truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una separata e adeguatamente segnalata per il deposito dei rifiuti prodotti
- I mezzi che accedono allrsquoarea qualora ritenuto opportuno vengono irrorati con disinfettante sui pneumatici
Cattiva gestione delle
spoglie animali
Nulla LrsquoAzienda Agricola dispone di una cella frigo di proprietagrave per la conservazione dei capi deceduti
Potenziali impatti derivanti dallo svolgimento dellrsquoattivitagrave di allevamento
Lrsquoimmissione di inquinanti nellrsquoaria puograve avere ricadute dirette sulle componenti biotiche (sia floristiche
che faunistiche) in quanto le sostanze gassose possono arrivare nella profonditagrave degli apparati
respiratorio e fotosintetico Inoltre gli inquinanti possono ricadere al suolo tramite le precipitazioni
andando di conseguenza ad alterare sia la qualitagrave delle acque (superficiali e sotterranee) sia la qualitagrave
dei terreni generando quindi ricadute indirette su flora e fauna Lrsquoimpatto associato egrave temporaneo in
quanto limitato al periodo di esercizio dellrsquoattivitagrave di allevamento e reversibile gli effetti cesseranno di
verificarsi nel momento in cui verragrave abbandonata lrsquoattivitagrave zootecnica Lrsquoemissione di composti odorigeni
potrebbe portare le specie faunistiche ad abbandonare la frequentazione delle aree limitrofe
allrsquoallevamento Anche in questo caso lrsquoimpatto associato egrave temporaneo in quanto limitato allrsquoesercizio
dellrsquoattivitagrave e reversibile nel breve termine
La presenza di inquinamento da rumore egrave un fattore che puograve determinare effetti negativi indiretti alla
sola componente faunistica terrestre che a seguito del disturbo sonoro potrebbe abbandonare la
frequentazione delle aree limitrofe allrsquoallevamento Anche in questo caso lrsquoimpatto associato egrave
temporaneo (limitato al periodo di funzionamento dei ventilatori ed allrsquoutilizzo dei mezzi di trasporto per
la gestione delle attivitagrave zootecniche) e reversibile nel breve termine
Le analisi effettuate (valutazione previsionale di impatto acustico e delle emissioni in aria riportate ai
capitoli successivi cui si rimanda per ulteriori approfondimenti) tuttavia indicano che le variazioni tra lo
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scenario attuale e lo scenario di progetto non sono significative e si esauriscono entro poche centinaia
di metri dallrsquoAzienda agricola pertanto non significativa egrave anche lrsquoincidenza di tali fattori sullo stato di
conservazione delle componenti biotiche presenti sul territorio
Pur non essendo previste modifiche progettuali tali da richiedere interventi di mitigazione potrebbe
essere comunque presa in considerazione lrsquoopportunitagrave di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di
conservazione previsti per la ZPS mettendo a dimora specie arboree o arbustive in forma di filare
lungo il perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento sul lato ovest e previe necessarie verifiche sul lato sud
Per la realizzazione del filare dovranno essere utilizzate specie arboree eo arbustive autoctone alcune
delle quali con frutti eduli in modo da avere ricadute positive anche sulla componente faunistica Le
specie arboree che potranno essere utilizzate sono Carpino bianco (Carpinus betulus) Olmo
campestre (Ulmus campestris) Acero campestre (Acer campestris) Ontano nero (Alnus glutinosa)
Salice bianco (Salix alba) mentre tra le specie arbustive potranno essere messe a dimora Nocciolo
(Corylus avellana) Sambuco nero (Sambucus nigra) Sanguinella (Cornus sanguinea) Frangola
(Rhamnus frangula) Pallon di maggio (Viburnum opulus) Spincervino (Rhamnus cathartica)
14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI
141 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici
I beni culturali architettonici considerati al fine di ricostruire il quadro conoscitivo includono gli immobili
vincolati ai sensi della ex L 3641909 della ex L 10891939 o dellrsquoarticolo 10 del Codice e gli altri
edifici drsquointeresse segnalati o riportati negli elaborati degli strumenti di pianificazione territoriale o
urbanistica
Tali beni sono individuati tenendo conto innanzitutto di quanto riportato nellrsquoelenco della
Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici e di quanto identificato nella cartografia o
segnalato negli altri elaborati del PTC della Provincia di Treviso con riguardo alla Tavola 43 ldquoCarta
delle ville venete complessi e edifici di pregio architettonicordquo e allrsquoAllegato M ldquoLe risorse culturali del
territorio provinciale trevigianordquo incluse le associate Appendici in particolare quelle con gli elenchi dei
beni monumentali vincolati Nel caso degli strumenti urbanistici comunali (PAT) in aggiunta agli
elaborati identificativi dei beni architettonici vincolati giagrave considerati e citati nel precedente paragrafo
riguardante il patrimonio culturale si tiene conto per Castelfranco Veneto della Tavola 2 ldquoCarta delle
invariantirdquo che individua gli edifici di valore monumentale o storico ambientale le ville venete le strade
storiche principali per Castello di Godego della Tavola P1B ldquoCarta della pianificazione territorialerdquo che
riporta le ville venete e della Tavola P2 ldquoInvariantirdquo che identifica le ville venete le emergenze
architettoniche ed edifici di valore storico o artistico per Riese Pio X della Tavola 2 ldquoInvariantirdquo che
individua le ville venete
Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto i beni sottoposti a tutela ai sensi del Codice sono
rappresentati da numerose ville venete e fabbricati civili a diversa destinazione gli ultimi in prevalenza
ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale
Le ville venete tutelate ubicate nel centro storico di Castelfranco Veneto sono le seguenti
- Villa Andretta vincolata con DM 10121959 sita in Pza Giorgione composta dalla villa del
XV-XIX secolo con barchessa e annesso parco
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- Villa Corner sita in via Borgo Pieve 85 vincolata con DM 10121959 formata dallrsquoedificio
padronale ricostruito su disegno originario del XVIII secolo
- Palazzo Colonna ndash Preti ndash Rainati in via Borgo Treviso 65 vincolato con decreto 241925
composto dallrsquoedificio padronale del XVI secolo e da due adiacenze una coeva e lrsquoaltra del
XVIII secolo
- Villa Barbarella ndash Avogadro degli Azzoni del XIX secolo in via Garibaldi 25 vincolata con DM
1361979
- Villa Riccati - Avogadro degli Azzoni in via Borgo Treviso 1 vincolata con DM 1031977
formata dalla casa padronale e dagli annessi rustici entrambi risalenti al XVIII secolo
- Villa Revedin ndash Bolasco ndash Piccinelli in via Borgo Treviso 53 composta dal corpo padronale
originario del XVI secolo e ristrutturato nel XIX secolo da adiacenze scuderie e annessi rustici
del XVI secolo e da un giardino allrsquoinglese del XIX secolo vincolata con DM 10121959
Le ville venete tutelate situate nelle frazioni comprendono le seguenti
- Villa Corner ndash Venezze detta Il Cornaron in frazione Treville localitagrave Poisolo vincolata con
DM 10121959 costituita dalla villa del XVI secolo e dalla barchessa dalle ali e annessi
laterali e dallrsquooratorio del XVIII secolo
- Barchessa di Villa Priuli di San Felice risalente al XVII secolo ubicata in localitagrave Treville
vincolata con DM 1541982
- Barchessa di Villa Soranza datata al XVI secolo sita in frazione Treville localitagrave Sovranza
vincolata con DM 10121959
- Cagrave Amata ubicata in frazione Salmoggia via Postioma 40 vincolata con DM 10121959
composta da villa barchesse annessi rustici e oratorio risalenti al XVIII secolo ora ricadente
nellrsquoarea del Golf Club Cagrave Amata
- Villa Barisan datata XVII secolo vincolata con DM 10121959 sita in frazione Villarazzo
- Villa Cusinato detta La Cornaretta sita in frazione Treville localitagrave Poisolo vincolata con DM
10121959 formata dallrsquoedificio padronale barchesse e annessi rustici del XVI secolo
- Cagrave Balbi Preti ndash Giacomelli in frazione San Floriano vincolata con DM 31101959 composta
dalla villa ed ali laterali del XVIII secolo con annessi rustici e parco
- Cagrave Moro in localitagrave Villarazzo vincolata con DM 881947 risalente al XVI secolo
- Villa Corner ndash Tiepolo ndash Chiminelli in localitagrave SantrsquoAndrea oltre il Muson vincolata con DM
10121959 formata dallrsquoedificio padronale del XVI secolo e dalla barchessa del XIX con
giardino
- Villa Dolfin ndash Gradenigo in frazione Villarazzo vincolata con DM 10121959 formata
dallrsquoedificio padronale del XVII secolo e da barchessa del XVIII secolo collocate di fianco al
Torrente Muson
I fabbricati drsquointeresse monumentale assoggettati a vincolo individuati dallo strumento urbanistico
comunale ed anche inclusi nella lista della Soprintendenza per i BCP comprendono un edificio in via
San Giorgio nellrsquoomonima localitagrave situata poco a sud rispetto allrsquoabitato principale e numerosi altri
fabbricati tutti ubicati nel centro storico di Castelfranco Veneto Albergo alle Spade Pavaglione del
Mercato Palazzo Favaro Casa Menegotto detta Marostica Casa Giacomelli Teatrino Sociale edificio
in Pza Emanuele 131 Casa Rainati-Prevedello Casa Simeone Casa Mazzon Casa De Biasi Torre
dellrsquoOrologio Castello e Torri del muro di cinta Palazzetto San Giacomo Palazzetto Puppati ora
Cettolini edifico in Cso 29 aprile Casa giagrave Santoretto ora Pinarello Casa in Pza del Duomo Casa
Petrin Casa Bressa Casa Barisani ed infine un edifico non associato a denominazione o indirizzo
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In base allrsquoelenco dei beni vincolati redatto dalla Soprintendenza per i BCP ai citati fabbricati situati nel
centro storico principale se ne aggiungono altri tra i quali si richiamano i soli edifici religiosi che
includono il Duomo di S Maria Assunta e San Liberale la Chiesa di San Jacopo la Chiesa di San
Giorgio alla Sega il Convento dei Serviti la Chiesa di San Giacomo la Chiesetta di Madonna delle
Grazie
Nelle frazioni o varie localitagrave del territorio comunale sono presenti ulteriori beni architettonici vincolati
inseriti nellrsquoelenco della Soprintendenza per i BCP ed in dettaglio
- nella frazione di SantrsquoAndrea oltre il Muson la chiesa parrocchiale la canonica e lrsquooratorio
- nella frazione di Salvatronda la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica la casa ex
Basso le ex scuole elementari e il cimitero
- in localitagrave Treville la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica il cimitero le ex scuole
elementari e la ex Casa del Fascio
- nella frazione di Villarazzo la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica le scuole
elementari
- nella frazione di Salvarosa le case ex Tieppo ex Torresan ex Cattani e il cimitero
- in localitagrave San Floriano la Casa ex Arsiegrave il centro culturale e il cimitero
- in localitagrave Campigo le ex scuole elementari e il cimitero
Per quanto attiene ai beni architettonici segnalati con riguardo a quelli nellrsquoelenco del PTCP si tratta di
due edifici ubicati a sud-ovest della frazione di Villarazzo e di altri due edifici situati in frazione
Salvarosa noncheacute di manufatti dellrsquoarcheologia industriale rappresentati da alcuni mulini due ubicati
presso le mura di Castelfranco uno in Borgo Padova e lrsquoaltro in frazione Villarazzo e dalla Fornace
Baghin situata a ridosso del confine con il Comune di Riese il PAT a sua volta distingue tra le
invarianti di natura storico-monumentale i fabbricati ubicati allrsquoesterno deli centri storici che presentano
un ldquoedilizia con valore storico ambientalerdquo diffusi in tutto il territorio ed in larga misura da ricondurre ai
fabbricati rurali
Nel territorio del Comune di Castello di Godego i beni sottoposti a tutela con provvedimento ai sensi
della ex L 14971939 o per effetto del disposto dellrsquoarticolo 10 del Codice includono ville chiese ed
edifici civili
Per quanto attiene agli immobili vincolati presenti nel centro storico o comunque allrsquointerno dellrsquoabitato
principale di Castello di Godego si distinguono
- la Chiesa di San Pietro datata al IV-X secolo ubicata in sinistra idrografica del T Muson
tutelata ai sensi del comma 1 dellrsquoarticolo 10
- la Casa Querini tutelata ai sensi della ex L 3641909 con il decreto 1731923 sita
nellrsquoomonima via ovvero dellrsquoattuale Casa Canonica formata da un unico fabbricato
presumibilmente realizzato nel 1756 in concomitanza con lrsquoampliamento della Chiesa
Arcipetrale e Abbaziale
- la Chiesa Arcipretale e Abbaziale della Nativitagrave di Maria Santissima del XVIII secolo tutelata
con DM 2842010
- la Chiesa Abbaziale di Maria Nascente del XVIII secolo tutelata ai sensi del comma 1
dellrsquoarticolo 10 del Codice
- la Villa Priuli - Moresco ndash Turcato tutelata con DM 1781961 e DM 642001 sita in via
Marconi 58 risalente al XVII secolo e composta da un solo fabbricato
- la Chiesa di SantrsquoAntonio Patavino tutelata ai sensi del comma 1 dellrsquoarticolo 10
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- la Cagrave Zorzi - Moresco ndash Beltrame ubicata in via Roma 6 composta dal corpo centrale della
villa risalente al XVII secolo e da due fabbricati laterali del XVII e XIX secolo con relativi spazi
annessi a cortile e giardino tutelata con DM 2931967 DM 571969 DM 1391971 e DM
1372002 con riguardo ai fabbricati ed agli spazi aperti annessi
- la Villa Frida ubicata in via Roma tutelata con DM 2372002
- la Villa Mocenigo ndash Elisa tutelata con DM 1921968 sita in via Roma 33 composta
dallrsquoedificio padronale e dalle barchesse del XVII secolo noncheacute dalle ali laterali del XIX secolo
- la Villa Mocenigo - Garzoni ndash Martini tutelata con DM 2911970 e DM 2631970 con
riguardo ai fabbricati ed anche agli spazi aperti annessi qualificati come zona di rispetto ubicata
in via Marconi 83 composta dalla villa da una barchessa a da un oratorio dedicato a San
Giovanni Battista tutti datati al XVIII secolo a cui si aggiunge unrsquoaltra barchessa del XV-XVI
secolo con spazio interno originariamente a giardino
- la Villa Renier tutelata ai sensi dellrsquoarticolo 12 del Codice ubicata in Piazza IX Febbraio 12
composta dallrsquoedifico della villa del XVII secolo a dalla barchessa del XVIII
- la Casa Avogadro degli Azzoni ndash Daminato tutelata con DM 711982 sita in via Grande 4
composta dalla villa da una barchessa e dalla scuderia datate al XVII secolo
- il Municipio
- i ruderi del Castellare di Ezzelino da Romano fortezza risalente al XIII secolo
- il Santuario della Beata Vergine o Madonna della Crocetta risalente al XV secolo tutelato ai
sensi dellrsquoart 10 del Codice
In posizione esterna allrsquoabitato principale a nord-ovest di questo si trova la Cagrave Leoncino - Da Lezze -
Moresco ndash Marchiorello tutelata con DM 1261997 sita in via Cagrave Leoncino 44 composta dalla villa
del XVIII e dalla barchessa con annesso del XVI secolo ed anche il Ridotto Cagrave Leoncina risalente al
XV secolo vincolato con DM 1261997
I beni architettonici drsquointeresse contano cinque fabbricati civili e due fabbricati di archeologia industriale
segnalati dal PTCP e identificati dal PAT tutti ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale comprendenti un
palazzo e casa a corte un edificio rurale un edificio civile due ville con casa padronale il Mulino
Tonietto in via Piave e il Mulino lungo il Muson in via Molinare entrambi situati nei pressi del fiume
Muson
A questi beni si aggiungono le seguenti altre ville censite dallrsquoIstituto Regionale e richiamate negli
elaborati del PAT le prime quattro ubicate nellrsquoabitato principale la casa Querini - Martinello - Conte in
via Marconi 77 con lrsquoedificio padronale del XVII secolo la Villa Negri ndash Bolzon in via Chioggia 42
costituita dalla villa e barchessa risalenti al XVII secolo la Villa Favesin in via Caprera 2 del XIX
secolo la barchessa di Villa Mocenigo ndash Priluli risalente al XV secolo sita in via Marconi 66 la Casa
Jonoch del XVIII secolo in localitagrave Casa Conte presso la via Postumia la Villa Moresco - Serena con
casa e barchesse del XIX secolo e un parco centrale sita in via Caprera 39 a sud-est dellrsquoabitato
Negli elaborati del PAT sono inoltre individuati numerosi altri edifici di valore storico e
etnoantropologico sostanzialmente da ricondurre ai fabbricati rurali
Nel territorio del Comune di Riese Pio X i beni architettonici vincolati includono alcuni edifici religiosi e
civili ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale e nelle frazioni ed anche alcune ville venete
Per quanto attiene agli edifici civili e religiosi si tratta in base allrsquoelenco della Soprintendenza per i BCP
(Appendice dellrsquoAllegato M del PTCP) dei seguenti
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- nella frazione di Poggiana la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica
- nella frazione di Spineda la chiesa parrocchiale e il campanile
- nella frazione di Vallagrave la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica
- nellrsquoabitato di Riese la casa di Pio X la canonica di San Matteo Apostolo il Santuario della
Madonna di Cendrole la scuola elementare la Villa Carraro lrsquoex Municipio la chiesa
parrocchiale e la canonica
Per quanto riguarda le ville venete quelle sottoposte a tutela sono la Villa Costanza ndash Bottio ndash Pivetta
sita in localitagrave Costanza tutelata con DM 6101974 formata da casa padronale e Oratorio del XVII
secolo la Villa Emiliani detta Cagrave Miane sita in via Cagrave Miane 30 tutelata ai sensi dellrsquoarticolo 10 del
Codice formata dalla casa padronale e da Oratorio del XVIII secolo la Villa Gradenigo ndash Venier ndash Zorzi
ndash Eger ubicata in via Sarto 31 nellrsquoabitato principale composta dalla casa padronale risalente al XVI
secolo e rimaneggiata nel XVIII secolo e dai fabbricati della barchessa della serra e della voliera
tutelata con DM 1771964 la Villa Cecconi sita in localitagrave Vallagrave vincolata con DM 2141964
edificio del XVIII secolo
In base allrsquoidentificazione negli elaborati del PAT (Tavola 1 ndash Carta dei vincoli) del vincolo
monumentale si contano in aggiunta alle giagrave citate ville venete le seguenti la Casa canonica di Vallagrave
composta da villa e barchessa del XVII secolo ubicata in Pza Caduti 45 tutelata in quanto proprietagrave di
ente religioso la Villa Canil in localitagrave Costanza casa dominicale con annessi rustici risalente al XVII
secolo la Barchessa Tirette datata al XVIII secolo sita nellrsquoomonima localitagrave in via Tirette 9
In merito agli edifici drsquointeresse architettonico si segnala la presenza di unrsquoaltra villa veneta catalogata
dallrsquoIstituto Regionale e riportata nelle tavole ed elenchi del PTCP e PAT il Casino Colonna casa
dominicale del XVIII secolo situata nella frazione Vallagrave e della casa Moretti ndash Rossi inclusa nellrsquoelenco
delle ville venete di cui al PTCP ubicata lungo la strada in uscita da Vallagrave sul lato ovest della frazione
Per quanto attiene ai beni archeologici si restituisce il quadro conoscitivo tenendo conto di quelli
vincolati ai sensi della ex L 10891939 o dellrsquoarticolo 10 del Codice e di quelli segnalati come siti a
rischio archeologico
Le informazioni sono ricavate dagli elenchi della Soprintendenza Archeologica di Treviso e dagli
elaborati cartografici del PTCP della Provincia di Treviso in particolare la Tavola 24 ldquoCarta delle aree a
rischio archeologicordquo in cui sono individuati i siti a rischio archeologico lrsquoagro centuariato ed i centri
storici a rischio archeologico noncheacute degli elenchi di cui alle Appendici dellrsquoAllegato M ldquoLe risorse
culturali del territorio provinciale trevigianordquo relative ai siti archeologici vincolati ed ai siti a rischio
archeologico Nel caso degli strumenti urbanistici comunali (PAT) in aggiunta agli elaborati identificativi
dei beni archeologici vincolati giagrave considerati e citati nel precedente paragrafo riguardante il patrimonio
culturale si tiene conto per Castelfranco Veneto della Tavola 2 ldquoCarta delle invariantirdquo che individua
lrsquoagro centuriato e della Tavola 3 ldquoCarta della fragilitagraverdquo che riporta i siti a rischio archeologico tutelati ai
sensi dellrsquoarticolo 41 della LR 112004 per Castello di Godego della Tavola P1B ldquoCarta della
pianificazione territorialerdquo che riporta lrsquoagro centuriato le strade romane ed i siti a rischio archeologico
e della Tavola P2 ldquoInvariantirdquo che identifica la viabilitagrave romana le zone ed i siti di interesse
archeologico per Riese Pio X della Tavola 2 ldquoInvariantirdquo che individua i siti e gli ambiti a rischio
archeologico lrsquoagro centuriato e la via Postumia
Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto i beni archeologici vincolati sono ricondotti allrsquoasse
viario della romana Postumia (tutelata anche quale bene paesaggistico categoria delle zone
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drsquointeresse archeologico) lrsquoattuale SR 53 mentre gli elementi drsquointeresse archeologico sono
rappresentati dai segni dellrsquoagro centuriato e da diversi siti a rischio archeologico In questrsquoultimo caso
si tratta dei seguenti tutti riferiti al periodo romano (dal I aC al V dC) insediamento in localitagrave S
Floriano - Case Longato tombe in localitagrave San Floriano vicino alla via Postumia insediamento
abitativo a lato della via Postumia tombe in localitagrave Salvarosa materiale sporadico e tomba in localitagrave
Salvatronda materiale sporadico in zona del centro storico di Castelfranco
Nel territorio del Comune di Castello di Godego oltre al sito vincolato denominato ldquoLe Motterdquo tutelato
sia come bene culturale archeologico sia come bene paesaggistico ricondotta alla categoria delle zone
drsquointeresse archeologico ed alla zona drsquointeresse archeologico vincolata coincidente con una porzione
del centro storico si contano alcuni elementi drsquointeresse e siti a rischio archeologico rispettivamente
rappresentati dallrsquoagro centuriato e dellrsquoasse della romana via Postumia e da diversi luoghi di seguito
richiamati insediamento del periodo romano presso il Fiume Muson e sito con materiale sporadico
sempre del periodo romano in localitagrave San Pietro tombe e insediamento del periodo romano in localitagrave
S Giustina lungo la via Postumia necropoli romana in localitagrave Casoname tombe romane in localitagrave
Colombara materiale sporadico in localitagrave Le Vegre Villagrande
Nel territorio del Comune di Riese oltre alla romana strada Postumia vincolata sia come bene
culturale-archeologico (ex L 10891939) sia come bene archeologico-paesaggistico (ex L 4311985)
ed alle residue tracce dellrsquoagro centuriato che derivano dallrsquoappartenenza al municipium di Acelum
sono presenti diversi siti definiti a rischio archeologico tutti risalenti al periodo romano identificati ed
elencati negli elaborati del PTCP (Tavola 24 e Appendici dellrsquoAllegato M) ed anche in quelli del PAT
(Tavola 2 - Invarianti) Tali siti comprendono una tomba a cremazione contenente lucerna e reperti in
bronzo e vetro in localitagrave Spineda unrsquoiscrizione funeraria del I sec dC e del materiale sporadico
composto da fittili frammenti di anfore monete in bronzo in localitagrave Cendrole del materiale sporadico
rappresentato da frammenti di ceramiche e anfore in localitagrave Palazzon numerose tombe in localitagrave
Artesini - Case Cusinato un insediamento abitativo con resti di strutture murarie pilastri in mattoni
strumenti agricoli e monete in localitagrave Artesini una tomba alla cappuccina una necropoli con corredi
tombali un laterizio a copertura di urna sepolcrale e numerosi vasi vinari in localitagrave Stradella - Rizzetta
un insediamento in localitagrave Vallagrave - Castelliero
142 Impatti sui beni architettonici e archeologici
Lrsquoallevamento avicolo come giagrave evidenziato considerando lrsquoubicazione delle esistenti strutture che
saranno utilizzate non riguarda direttamente beni culturali vincolati o segnalati per il loro interesse di
tipo architettonico o archeologico e si trova distante dagli stessi in misura tale da escludere eventuali
effetti diretti Ai fini della verifica degli eventuali impatti si considerano quindi le possibili ricadute
indirette correlate alla percezione precisando comunque che non si prevedono modifiche o aggiunte
di fabbricati ma solo un aumento del numero dei capi allevati
Per quanto attiene ai beni in territorio del Comune di Castelfranco Veneto quelli architettonici vincolati
piugrave vicini allrsquoazienda la Villa Dolfin Gradenigo la Cagrave Moro la Chiesa parrocchiale con campanile e la
Canonica si trovano nella frazione di Villarazzo che dista circa 14 km In tale caso si osserva come
lrsquointerposta presenza degli edifici situati a ridosso del Fosso la Roi al termine di via San Pietro in
Comune di Castello di Godego della vegetazione arborea lineare lungo il fosso Avenaletto e il fosso La
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Roi ed anche di parte dei fabbricati della stessa frazione di Villarazzo non permette di vedere dalle
citate ville ed edifici religiosi lrsquoallevamento
In merito ai beni drsquointeresse culturale architettonico identificati a scala provinciale il piugrave vicino egrave la
Fornace Baghin che si trova nella zona edificata sul confine con il Comune di Riese ad est rispetto
allrsquoallevamento e ad una distanza di circa 1 km Anche in tale caso la presenza di capannoni a ridosso
dellrsquoedificio drsquointeresse ed in subordine quella dei fabbricati residenziali situati lungo la via Bella
Venezia e dei fabbricati produttivi e residenziali ubicati lungo la via dei Prai chiudono le visuali in
direzione dellrsquoallevamento escludendo ogni interazione
Con riguardo agli edifici di valore storico ambientale identificati dal PAT quello piugrave vicino si trova nel
gruppo di case in via Bella Venezia immediatamente ad est dellrsquoallevamento a circa 300 metri da
questo in tale caso si osserva che i capannoni e le altre strutture dellrsquoallevamento allo stato attuale e
per una parte dellrsquoanno sono in larga misura nascoste alla vista per la presenza di un filare arboreo di
bordo campo e che in ogni caso non si determinano interferenze nella percezione del fabbricato
segnalato drsquointeresse dalla strada principale e da quella di accesso da cui srsquoinquadra lo stesso
edificio
In ultimo con riguardo ai beni archeologici come giagrave evidenziato lrsquoallevamento si trova distante da
quelli vincolati presenti nel territorio di Castelfranco rappresentati dalla via Postumia distante circa 08
km ed anche da quelli segnalati come siti a rischio i piugrave vicini corrispondenti ad un luogo
drsquoinsediamento presso la via romana ed alla segnalazione di materiale nellrsquoarea del centro storico
situati ad oltre 2 km in tutti i casi non si registrano possibili relazioni con lrsquoallevamento stante la
discontinuitagrave territoriale e percettiva determinata dalla presenza di zone edificate
In Comune di Castello di Godego il bene architettonico vincolato piugrave vicino allrsquoazienda egrave la chiesa di
San Pietro ubicata sul margine ovest del gruppetto di case situate allrsquoinizio della via San Pietro a lato
del T Muson a circa 16 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento Lrsquoasse visivo con origine dalla chiesa e
direzione verso lrsquoallevamento interseca elementi lineari costituiti da vegetazione arborea due di
maggiore consistenza lungo il Fosso la Roi e il fosso Avenaletto e diversi altri in forma di filare di
bordo campo ed in parte anche i fabbricati di C Dinale situati a ridosso del fosso la Roi La descritta
situazione e la posizione dellrsquoallevamento rispetto alla chiesa consentono di affermare che si esclude
ogni interferenza nella vista del bene architettonico dalle aree circostanti o dal bene architettonico verso
lrsquointorno non si determinano quindi ricadute indirette Analoghe considerazioni valgono per la gran
parte degli altri beni architettonici vincolati che si trovano allrsquointerno del centro storico o del tessuto
urbano dellrsquoabitato di Castello di Godego
Con riguardo ai beni architettonici drsquointeresse considerando i piugrave vicini allrsquoallevamento la Villa Moresco
Serena e i due mulini presso il T Muson valgono le stesse considerazioni stante la distanza di questi
dallrsquoallevamento e lrsquointerposta presenza di altri fabbricati e di elementi della vegetazione arborea che
fanno venire meno relazioni dirette o precludono situazioni drsquointervisibilitagrave
Nel caso degli edifici di valore storico ed etnoantropologico individuati nelle tavole del PAT quello piugrave
vicino allrsquoarea dellrsquoallevamento corrisponde ad una casa isolata che si trova a ridosso del fosso la Roi a
circa 200 metri di distanza la presenza della vegetazione arborea lungo il fosso Avenaletto consente di
mascherare i capannoni e gli altri manufatti dellrsquoallevamento escludendo significative interazioni visive
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In ultimo per quanto attiene ai beni archeologici si ribadisce lrsquoassenza di relazioni tra lrsquoallevamento e il
sito archeologico vincolato di Le Motte cosigrave come data la distanza e lrsquointerposta presenza del gruppo di
edifici in via San Pietro a ridosso del fosso La Roi non si rilevano rapporti diretti con lrsquoasse della
romana via Postumia segnalato per lrsquointeresse archeologico Anche nel caso dei siti a rischio
archeologico considerando i piugrave vicini allrsquoallevamento situati nei pressi del Torrente Muson presso
lrsquoabitato principale si escludono interazioni sia per la distanza di circa 16-17 km sia per lrsquoassenza di
relazioni visive stante la chiusura del campo visivo sulle giagrave citate quinte arboree
Per quanto attiene al Comune di Riese Pio X i fabbricati vincolati la Villa Emiliani detta Cagrave Miane e
nella frazione di Vallagrave la Villa Cecconi e la Parrocchiale di Vallagrave si trovano distanti dallrsquoallevamento di
polli rispettivamente a circa 15 km e 23 km la collocazione di tali beni allrsquointerno dellrsquoabitato o lrsquoeffetto
di ldquobarriera visivardquo degli altri edifici interposti sullrsquoasse visivo in direzione dellrsquoallevamento in particolare
quelli allineati lungo la via 27 Aprile e la via Bella Venezia escludono interferenze percettive
In merito ai beni architettonici segnalati considerando la piugrave vicina Casa Moretti Rossi che si trova a
circa 15 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento lungo la SP 139 in localitagrave Case Santi vale quanto osservato in
precedenza con riguardo allrsquoeffetto di barriera visiva degli interposti edifici e dei filari arborei
In ultimo nel territorio comunale lrsquounica area a vincolo archeologico egrave rappresentata dalla via
Postumia per la quale vale quanto scritto in precedenza mentre e per i siti a rischio archeologico
considerando quello situato ad una minore distanza corrispndente allrsquoinsediamento del periodo romano
in localitagrave Vallagrave Castelliero la distanza di circa 15 km e la presenza delle zone residenziali e industriali
in via dei Prai sono tali da escludere relazioni ed effetti diretti o indiretti
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15 PAESAGGIO
151 Quadro conoscitivo del Paesaggio
Per un primo inquadramento paesaggistico si considerano gli Ambiti o Aree di ricognizione del
paesaggio identificate ed illustrate nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) della
Regione Veneto e le Unitagrave di Paesaggio definite dal vigente PTCP della Provincia di Treviso in
subordine si tiene conto anche delle eventuali distinzioni del paesaggio proposte alla scala locale
attraverso i PAT
Il territorio regionale con la Variante del PTRC della Regione Veneto adottata nel 2013 egrave suddiviso in
quattordici Ambiti di Paesaggio per ognuno dei quali si prevede la successiva redazione di uno
specifico Piano Paesaggistico Regionale drsquoAmbito PPRA come stabilito allrsquoarticolo 71ter delle Norme
Tecniche del PTRC lrsquoazienda avicola ricade nellrsquoAmbito di Paesaggio n 6 ldquoAlta Pianura Venetardquo Tali
Ambiti di Paesaggio sono identificati e delimitati ma non descritti il loro riconoscimento come precisato
nel documento ldquoAmbiti di paesaggiordquo si basa sulla considerazione degli aspetti geomorfologici dei
caratteri paesaggistici dei valori naturalistici-ambientali e storico-culturali delle dinamiche di
trasformazione che interessano ciascun ambito delle specificitagrave peculiari ed anche delle realtagrave
amministrative attuali e delle esperienze pregresse della pianificazione regionale drsquoArea
Per quanto attiene agli Ambiti o Aree di ricognizione del paesaggio le stesse sono descritte nellrsquoAtlante
ricognitivo documento nel quale sono definiti obiettivi ed indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari al
PPRA sono identificati e delimitati alla scala territoriale regionale gli Ambiti-Aree ricognitive sono
inserite le schede analitiche di ricognizione per ogni Ambito-Area descrittive dei caratteri del
paesaggio delle dinamiche di trasformazione degli obiettivi ed indirizzi di qualitagrave paesaggistica
preliminari e di segnalazione degli aspetti di maggiore interesse
Lrsquoazienda avicola per la quale si prevede di aumentare il numero di capi allevati ricade nellrsquoAmbito-
Area ricognitiva n 21 della ldquoAlta Pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo con riferimento al contenuto della
relativa Scheda si richiama in forma sintetica nel successivo riquadro la parte descrittiva
selezionando i passi di maggiore interesse con riferimento alla zona ovest dello stesso Ambito dove si
trova lrsquoallevamento
PTRC ndash Atlante ricognitivo ndash Scheda Area 21 ldquoAlta pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo (stralcio)
Identificazione generale
Lrsquoarea oggetto della ricognizione interessa il territorio pianeggiante compreso tra lrsquoalveo del Piave a est e quello del Brenta a ovest Delimitato a nord dal margine delle colline trevigiane lrsquoarea oggetto della ricognizione si estende da Bassano fino alle porte di Treviso arrivando a sud fino al limite settentrionale della fascia delle risorgive
Frammentazione di Profilo C - Paesaggio a frammentazione alta con dominante insediativa
La categoria di comprende i territori comunali che sono occupati da aree urbanizzate per frazioni comprese tra un sesto e un terzo della loro estensione complessiva con usi del suolo ripartiti pressocheacute esclusivamente tra urbano e agricolo
Il paesaggio presenta condizioni di crisi della continuitagrave ambientale con spazi naturali o seminaturali relitti e fortemente frammentati dallrsquoinsediamento per lo piugrave quasi sempre linearmente conformato lungo gli assi di viabilitagrave e dalle monocolture agricole
Il paesaggio registra complessivamente stati di diffusa criticitagrave della sua articolazione spaziale con mosaici semplifi cati dal punto di vista ecologico e semiologico e al tempo stesso caratterizzati da fenomeni di congestione riferibili alla consistente frequenza di interazioni spaziali conflittuali fra diverse configurazioni o singole componenti in assenza di sistemi paesaggistici con funzioni di mediazione e inserimento Tali situazioni sono dovute anche alla natura incrementale degli sviluppi insediativi che esprimono in queste aree una elevata potenza di frammentazione
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Caratteri del paesaggio
Lrsquoarea oggetto di ricognizione egrave inserita in prevalenza tra lrsquoalta pianura antica ghiaiosa costituita da conoidi fluvioglaciali localmente terrazzati creati dai fiumi Piave Soligo e Brenta e lrsquoalta pianura recente ghiaiosa e calcarea costituita da conoidi e terrazzi dei fiumi alpini e secondariamente da piane alluvionali dei torrenti prealpini Il suolo in questa parte si presenta quindi in forma di ghiaie e sabbie estremamente calcaree fatta eccezione per il territorio dellrsquoalveo del fiume Musone costituito invece da limi e argille scarsamente calcarei ()
La copertura vegetale del suolo egrave costituita prevalentemente da seminativi accompagnati da siepi campestri lungo i canali e le canaline di irrigazione Lungo i corsi drsquoacqua principali si incontrano saliceti e formazioni riparie estese soprattutto nelle aree golenali del fiume Brenta Sono presenti piccoli lembi di boschi planiziali a querco-carpineto e una ampia area con presenza di prato stabile ()
() Le cittagrave maggiori sono accompagnate da una costellazione di centri medi e minori che si organizzano su un tessuto insediativo sparso di lunga tradizione storica oggi fortemente urbanizzato () agli insediamenti residenziali sono frammisti quelli produttivo-artigianali entrambi per lo piugrave connotati da scarso valore edilizio-architettonico
Lrsquoarea oggetto della ricognizione egrave caratterizzata dal passaggio di strade di grande importanza per lrsquointero territorio regionale la SR 53 Postumia che attraversa lrsquoambito in direzione est-ovest collegando Treviso a Cittadella e () la SR 245 Castellana da Castelfranco verso Bassano ()
Il valore naturalistico ed ecosistemico dellrsquoarea oggetto di ricognizione egrave ridotto a causa della massiccia antropizzazione ed egrave espresso essenzialmente dalla presenza di diverse aree tutelate ed inserite nella Rete Natura 2000 () I Prai di Castello di Godego di grande importanza naturalistica ed ecosistemica costituiscono un paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da ampi prati stabili e fitte alberature siepi e campi chiusi e attraversato da diversi corsi drsquoacqua il principale dei quali egrave il Musone La presenza d i aree in cui spesso ristagna lrsquoacqua e la natura argillosa dei suoli permettono la presenza di specie vegetali di particolare importanza ed un buon equilibrio tra naturalitagrave e utilizzo agricolo consente il mantenimento di una buona diversitagrave e ricchezza floristica e di tipi vegetazionali ()
Abitato fin da tempi remoti il territorio assume la sua configurazione attuale in epoca romana quando viene attraversato dallrsquoasse portante costituito dalla consolare Via Postumia e interessato da estese sistemazioni agrarie Insediata con continuitagrave durante tutto il Medioevo questa fascia di alta pianura un tempo centro di irradiazione del potere imperiale (Ezzelino e i Da Romano) diventa terreno di affermazione del potere dei diversi comuni cittadini che estendono fi no a qui il loro dominio (Padova Vicenza Treviso) fino alla loro conquista da parte della Serenissima () Ricca di acque e dellrsquoenergia da esse portate lrsquoarea oggetto della ricognizione egrave stata sempre caratterizzata dalla presenza di un esteso e articolato sistema di attivitagrave proto-industriali (magli fucine mulini folli ecc) () In gran parte dellrsquoarea oggetto della ricognizione egrave infatti leggibile la presenza della centuriazione romana che definisce uno schema di aggregazione degli abitati costituito dal nucleo urbano organizzato sullrsquoincrocio di assi ortogonali () lrsquoasse viario della via Postumia egrave a tuttrsquooggi una strada provinciale
Nella parte occidentale dellrsquoarea oggetto di ricognizione importanti sono i centri fortificati di Cittadella e Castelfranco sorti a partire dalla fine del secolo XII con funzioni difensive ma determinanti poi anche per la loro funzione di appropriazione della campagna Sorti in corrispondenza di due nodi della maglia regolare dellrsquoagro centuriato essi furono eretti a difesa dei territori di Padova e Treviso al di qua ed al di lagrave del Musone in un punto in cui convergono i confini dei tre comuni di Treviso Padova e Vicenza () Allrsquointerno di questa complessa trama insediativa consolidatasi in epoca medievale egrave frequente la presenza di ville venete alcune delle quali attribuite al Palladio stesso che si inseriscono nel territorio a partire dal Cinquecento per poi trasformarsi in sistema solo nel Settecento diventando occasione di sviluppo di nuovi nuclei di crescita
Dinamiche di trasformazione
Lrsquoarea oggetto di ricognizione presenta alcune aree (Fontane Bianche di Lancenigo Prai di Castello di Godego e Grave e zone umide del Brenta) in cui si riscontra una buona integritagrave ecosistemica e paesaggistica anche se queste costituiscono una sorta di oasi verdi isolate in un paesaggio agrario semplificato e fortemente urbanizzato Lrsquourbanizzazione ha inoltre reso meno riconoscibile il sistema storico-insediativo tradizionale () Anche il sistema paesaggistico afferente le ville venete con particolare riguardo a quelle di Palladio egrave stato per lo piugrave compromesso dallo sviluppo insediativo e infrastrutturale decontestualizzando il manufatto dal sistema di relazioni originario ()
I relitti del paesaggio agrario storico (siepi filari piantata di vite gelsi) sono messi a repentaglio dai processi di razionalizzazione dellrsquoagricoltura primo fra tutti quello relativo allrsquoirrigazione che sta sostituendo progressivamente il sistema a scorrimento Il risparmio di acqua ottenuto andrebbe valutato assieme al rischio che lrsquoeliminazione delle canaline di adduzione potrebbe provocare cioegrave quello di una ulteriore semplificazione della trama agraria con la perdita degli spazi di transizione tra i campi che rappresentano oggi lrsquoultima resistenza alla totale frammentazione ecosistemica dellrsquoarea
I principali fattori di rischio sono rappresentati - dallrsquoeccessivo carico antropico e dallrsquoespansione degli insediamenti residenziali e in particolar modo dalla diffusione
frammentaria delle attivitagrave produttive e artigianali - dalle attivitagrave di cava - dal continuo potenziamento delle infrastrutture a servizio di nuove espansioni - dalle pratiche agricole intensive (eutrofizzazione aggravata dallrsquointensificazione zootecnica percolazione di sostanze
inquinanti in falda semplificazione colturale)
Nella citata scheda sono inoltre identificati gli obiettivi e indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari in
taluni casi con puntuale riferimento a parti della stessa area di ricognizione si riprendono nel
successivo riquadro i punti direttamente relazionati alla porzione di territorio considerato allrsquointerno del
quale si trova lrsquoallevamento ed i punti indirettamente correlabili o di particolare rilevanza
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PTRC ndash Ambiti di paesaggio ndash Atlante ricognitivo ndash Scheda AdP 21 ldquoAlta pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo (stralcio)
Obiettivi e indirizzi di qualitagrave paesaggistica
5 Funzionalitagrave ambientale delle zone umide
5b Riattivare ove possibile la convivenza di funzionalitagrave produttive ed ecosistemiche nelle zone umide (risaie prati umidi torbiere palugrave ecc) ed in particolare i Prai di Castello di Godego
15 Valore storico culturale dei paesaggi agrari storici
15b Scoraggiare semplicazioni dellrsquoassetto poderale e intensicazioni delle colture in particolare nella parte ovest dellrsquoambito in cui si riconoscono ancora i caratteri della trama agraria storica della centuriazione recuperando il rapporto dellrsquoedificato con il territorio agricolo
24 Valore culturale e testimoniale degli insediamenti e dei manufatti storici
24a Salvaguardare il valore storico-culturale degli insediamenti in particolare le cittagrave murate di Bassano Cittadella e Castelfranco e dei manufatti di interesse storico testimoniale tra cui il sistema delle ville venete dei manufatti idraulici e opifici e la strada romana Postumia
26 Qualitagrave urbanistica ed edilizia degli insediamenti produttivi
26d Promuovere un migliore inserimento paesaggistico ed ambientale delle aree produttive (compresi gli allevamenti zootecnici intensivi) anche sulla base di adeguati studi sulla percezione visiva e sociale
26f Incoraggiare iniziative di riqualificazione degli spazi aperti delle aree produttive esistenti e indirizzare il progetto di quelle nuove verso una maggior presenza di vegetazione ed aree permeabili anche con funzione di compensazione ambientale e integrazione della rete ecologica
32 Inserimento paesaggistico e qualitagrave delle infrastrutture
32b Promuovere la riqualificazione dei corridoi viari caratterizzati da disordine visivo e funzionale
Il PTCP della Provincia di Treviso suddivide il territorio provinciale in unitagrave di paesaggio come da
definizione contenuta nelle Norme dello stesso ldquointese quali ambiti territoriali caratterizzati da un
costante grado di diversitagrave tale da contraddistinguere lrsquointera unitagrave e relativo ai caratteri loro propri e
cioegrave dei tipi di elementi e delle forme e distribuzioni della loro presenza nel territorio ai sistemi naturali
ed antropici (conformazioni geomorfologiche copertura vegetazionale tipi di uso del suolo forme
insediative dotazioni infrastrutturalihellip) presenti in esse prescindendo dalla loro caratterizzazione
documentariardquo Lrsquoidentificazione di tali Unitagrave di Paesaggio come illustrato nella Relazione di Piano
deriva da una prima suddivisione in macro ambiti morfologici e dal successivo confronto con la carta di
uso del suolo tali unitagrave sono analizzate secondo lrsquoapproccio dellrsquoecologia del paesaggio utilizzando
una serie di indicatori per ottenere un valore rappresentativo dello stato di qualitagrave ecologico-ambientale
nella situazione dello stato di fatto e in quella simulata assumendo gli scenari prospettati dal Piano al
fine di definire obiettivi e indirizzi ldquoorientati alla salvaguardia e promozione della diversitagrave sia biologica
che paesisticardquo
Il riconoscimento delle Unitagrave di paesaggio come meglio precisato nellrsquoelaborato Allegato P ldquoRete
ecologica e Unitagrave di paesaggiordquo deriva dallrsquoindividuazione delle ldquomacrounitagrave geomorfologicherdquo in base
ai caratteri omogenei di litologia e morfologia e delle unitagrave podologiche e dalla successiva
sovrapposizione con la Carta delle unitagrave ecosistemiche e verifica delle tipologie di elementi del
paesaggio della loro distribuzione rispetto alle unitagrave individuate in precedenza delle dimensioni e
forme In tale documento sono brevemente descritte le Unitagrave individuate con riguardo alla
geomorfologia ed alle caratteristiche drsquouso del suolo aggiungendo alcune osservazioni In termini
generali nel documento si evidenziano due segni del paesaggio quello impresso dalle centuriazioni
come fattore antropico ordinatore del paesaggio che in alcune UdP ha resistito nel tempo e si
caratterizza almeno in origine per una grana piuttosto fine e compatta mentre in altre UdP egrave stato
ldquoprogressivamente sconvolto dallrsquourbanizzazione diffusa determinando disordine ed un probabile
spreco di energiardquo e quello del reticolo fluviale che si associa allrsquoorientamento dei campi
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reciprocamente influenzati delineando direttrici principali e secondarie del paesaggio si annota infine
la relazione tra le principali aste fluviali e le ville con i parchi
Il Piano contiene nellrsquoAppendice 1 dellrsquoAllegato R schede descrittive delle singole Unitagrave che secondo
lrsquoapproccio adottato riportano dati riguardanti la demografia lrsquouso del suolo lrsquoinfrastrutturazione
lrsquoedificato e non descrizioni sui caratteri paesaggistici distintivi degli ambiti individuati
Lrsquoallevamento avicolo ricade allrsquointerno dellrsquoUnitagrave di Paesaggio P2 appartenente a quelle di pianura
che si configura come ampia fascia sui due lati del Torrente Muson che si estende dal Comune di San
Zenone a quello di Castelfranco Veneto interessando Loria Castello di Godego e Riese Pio X ed
attestandosi sul lato ovest lungo il confine provinciale nel sottostante riquadro si riprendono le note
descrittive contenute nel citato Allegato P
PTCP ndash Unitagrave di paesaggio ndash Allegato P - Descrizione
UdP P2
GEOMORFOLOGIA
A nord la zona collinare egrave caratterizzata dalla presenza di depositi alluvionali argillosi procedendo a sud verso la zona di pianura i depositi alluvionali sono per lo piugrave sabbiosi
CARATTERISTICHE USO DEL SUOLO
Area agricola a nord seminativi semplici con case sparse procedendo verso sud prevalgono le aree agricole eterogenee Tessuto urbano e aree industriali e commerciali diffuse in tutta lrsquounitagrave particolarmente sviluppate nella parte piugrave a sud nel comune di Castelfranco Veneto Il territorio egrave abbondantemente irrigato da corsi drsquoacqua naturaliformi
OSSERVAZIONI
Lrsquounitagrave egrave tagliata in senso longitudinale dalla SP20 che incrocia la SP81 questi due assi rappresentano un attrattore per lrsquoedificazione di tipo lineare Lrsquounitagrave ha una vocazione agricola spinta ma sono evidenti la frammentazione dei fondi e lrsquoazione di disturbo della viabilitagrave e dellrsquourbanizzazione che questa alimenta
La UdP P2 in base ai risultati scaturiti dallrsquoanalisi ecologico ambientale condotta viene definita come
ldquounitagrave dissipativardquo data lrsquoalta antropizzazione la qualitagrave ambientale generalmente bassa soprattutto
negli ambienti naturali residui ed anche la qualitagrave e quantitagrave degli habitat naturali scadente con
classificazione della stessa unitagrave come paesaggio rurale povero ad urbanizzato molto diffuso e con
standard sussidiari elevati di matrice agricola (76 di seminativi semplici con case sparse e omogenei
e aree agricole eterogenee) con dimensione delle tessere naturali piccola e delle tessere antropiche
media con frammentazione da strade medio alta e stabilitagrave della matrice medio bassa ed infine con
una caratterizzazione legata allrsquoattivitagrave agricola nessuna significativa estensione delle macchie naturali
tanto che boschi e corpi idrici hanno una consistenza minore delle aree di verde urbano Le
considerazioni e proposte formulate nel citato Allegato P per la UdP P2 sono richiamate nel
successivo riquadro
PTCP ndash Unitagrave di paesaggio ndash Allegato P ndash Scenario di Piano
UdP P2
Gli elementi di naturalitagrave di questa unitagrave sono legati alla presenza del torrente Musone sia come presenza dellrsquoacqua che per la residuale vegetazione ripariale Il corridoio di connessione nord-sud tra le core area montane e planiziali deve essere dotato di un maggiore grado di naturalitagrave attraverso la ricostituzione delle fasce arboree ripariali o il completamento delle residuali
Gli obiettivi di piano possono essere raggiunti mediante la riforestazione e formazione di zone umide di una superficie totale pari orientativamente a 500Ha equamente ripartita e al miglioramento ambientale di seminativi per un estensione di 2500Ha
Lrsquounitagrave si presenta giagrave abbastanza segnata dalla viabilitagrave attorno a cui lrsquoedilizia si distribuisce in maniera ldquoordinatardquo andando a costituire delle fasce abitate ad andamento suborizzontale da ovest ad est
Le mitigazioni richieste per la nuova viabilitagrave devono essere almeno 12 e possono essere espresse sia come interventi di deframmentazione in particolare nei tratti maggiormente interferenti con la rete ecologica di come riqualificazione delle aree interessate dalle fasce tampone con formazione di aree umide e fascesiepi di connessione fra queste e i corridoi fluviali
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Il PAT del Comune di Castelfranco Veneto nella Relazione Tecnica afferma che nel territorio
comunale non si riscontra una spiccata diversificazione della struttura paesaggistica risultato di
connotati fisico-morfologici assai omogeneirdquo pur potendo distinguere ldquoambiti territoriali con assetti
ambientali agricoli ed insediativi sufficientemente omogenei per i quali egrave possibile adottare una
suddivisione in quattro tipologierdquo definite come Unitagrave di paesaggio cosigrave denominate Paesaggio aperto
a vocazione agricola primaria Paesaggio aperto ad insediamento diffuso Paesaggio periurbano
Paesaggio urbano
Nel documento ldquoRelazione agronomico ambientalerdquo si precisa che le componenti paesaggistiche
considerate nellrsquoanalisi del paesaggio sono quelle abiotiche (geologia morfologia idrografia) biotiche
(vegetazione assetti ecosistemici habitat di pregio valore naturalistico) antropico relazionali
(emergenze storiche culturali architettoniche religiose) insediative (organizzazione dellrsquoinsediamento)
e percettive (ambiti visuali particolari sistemazioni agrarie tradizionali elementi puntuali testimoniali)
Gli assetti paesaggistici come precisato nella richiamata relazione sono identificati secondo il
ldquoprincipio fondamentale della integrativitagrave gerarchicardquo ovvero ldquole perimetrazioni devono derivare da
valutazioni rigorose allo scopo di non compromettere le funzioni bio-ecosistemicherdquo
Nella Tavola A4 ldquoCarta del paesaggiordquo sono distinte le porzioni di territorio appartenenti alle richiamate
Unitagrave di paesaggio e per quanto attiene allrsquoallevamento avicolo si riscontra che lo stesso ricade in
quella denominata ldquoPaesaggio aperto a vocazione agricola primariardquo nei documenti di Piano definito
ldquotipologia dominante lo spazio agricolo maggiormente conservato del territorio comunale la
destinazione colturale prevalente egrave a seminativo la messa a coltura del territorio ha comunque
preservato una residuale maglia a rete verde costituita da siepi e fasce arboreo arbustive posta a
fregio di corsi drsquoacqua e viabilitagrave poderale con presenza di legami (connessione) tra gli elementi
lrsquoedificazione egrave ridotta per lo piugrave isolata e di tipo rurale pregevole per i connotati di spazialitagrave ed i coni
visuali percepibili al suo interno data la collocazione distante dai centri urbani principali presenta un
gradiente di antropizzazione sostanzialmente stazionariordquo
Il PAT del Comune di Castello di Godego con la Tavola 102 ldquoCarta del paesaggiordquo del Quadro
conoscitivo suddivide il territorio comunale secondo quattro macrosistemi la porzione lungo il confine
orientale con il Comune di Castelfranco Veneto nel tratto a ridosso del perimetro dellrsquoarea
dellrsquoallevamento avicolo appartiene al Macrosistema A
Nella Relazione Agronomica elaborato 10 R del Quadro Conoscitivo del PAT si richiama la necessitagrave
di tutelare il paesaggio agrario indicando per le zone di pianura quali elementi che hanno
maggiormente lasciato lrsquoimpronta sullrsquoattuale assetto paesaggistico la morfologia fluviale (argini paleo
alvei terrazzi fluviali) la bonifica storica la bonifica idraulica la costruzione delle ville venete e degli
edifici storici gli edifici rurali e gli opifici con valenza tipologica la sistemazione idraulico agraria dei
ldquoPrairdquo Allrsquoopposto sono citati quali elementi che maggiormente interferiscono sul paesaggio agrario le
frange urbane le infrastrutture lineari (elettrodotti ferrovie strade principali ecc) gli edifici produttivi ad
impatto negativo le opere incongrue (es strutture dismesse eo abbandonate)
In tale relazione si definisce il Macrosistema A come ldquoambito agricolo caratterizzato da una forte
percezione degli elementi rurali da una buona integritagrave e da una scarsa edificazione residenzialirdquo ed in
cui ldquole siepi campestri e i prati stabili costituiscono gli elementi dominanti del paesaggio e in alcuni
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ambiti egrave ancora leggibile la struttura dei campi chiusirdquo e si riconosce una ldquobuona conservazione della
rete ecologica localerdquo
152 Caratteri del Paesaggio nellrsquoarea di analisi
Gli elementi costitutivi eo caratterizzanti il paesaggio da considerare per verificare gli eventuali effetti
sul paesaggio conseguenti al previsto incremento dei capi allevati oltre che dalla rilettura delle
richiamate articolazioni e definizioni degli ambiti e delle unitagrave di paesaggio derivano da un
approfondimento condotto riconsiderando la morfologia e idrografia la vegetazione e copertura od uso
del suolo il sistema insediativo e infrastrutturale ad una scala territoriale locale per una porzione
comprendente unrsquoarea entro i 2-3 km dal sito dellrsquoallevamentodi cui si dagrave di seguito conto
Per quanto attiene alla morfologia il territorio ha una giacitura pianeggiante con suolo composti da
materiali alluvionali con tessitura limoso argillosa mentre lrsquoidrografia egrave annovera alcuni corsi drsquoacqua
naturali in larga misura interessati da rettificazioni ed una fitta rete irrigua entrambe con uno sviluppo
da nord verso sud e sud-est Tra i corsi drsquoacqua naturali si distingue il Torrente Muson con asta dal
disegno curvilineo fino allrsquoabitato di Castello di Godego e poi rettilinea con asse parallelo a quello della
SP45 fino allrsquoingresso nellrsquoabitato di Castelfranco Veneto analoga situazione si riscontra per il Torrente
Avenale che entrando nel territorio del Comune di Castello di Godego assume forme geometriche
regolari con alcune deviazioni ad angolo retto Per entrambi i torrenti si riconoscono tracce di corso
fluviale estinto Il sistema irriguo comprende diversi fossi e scoli tra i quali si distinguono il Fosso
Avenaletto il Fosso La Roi che poco a nord di via San Pietro in territorio di Castello di Godego piega
ad est e dopo un breve tratto con andamento curvilineo confluisce nel Torrente Avenale e lo Scarico
Val di Riese che si origina a ovest della frazione di Vallagrave ed incrocia il Torrente Avenale in
corrispondenza della via Postumia
Per quanto riguarda la vegetazione poche sono le aree di tipo naturale e tolti i rari casi per altro di
ridotta estensione con una configurazione a ldquoboschettordquo si tratta delle fasce arboree di larghezza
contenuta che seguono i principali corsi drsquoacqua naturali o irrigui In tale territorio si distinguono
numerosi filari di bordo campo elementi dellrsquoagroecosistema che danno una diversa connotazione al
territorio rurale Lrsquoutilizzo agricolo del suolo vede prevalere il seminativo irriguo soprattutto a mais
accompagnato nella zona a cavallo del Torrente Avenale e tra questo e il Fosso la Roi da estesi
appezzamenti a prato (indicato anche come graminacee non in rotazione) In misura minore sono
presenti alcuni vigneti salvo pochi casi di piccola superficie ed anche colture orticole e legnose
agrarie Il paesaggio rurale presenta una relativamente minore uniformitagrave nella zona di Prai di Castello
di Godego grazie alla ripartizione tra campi a seminativo e campi a prato stabile ed alla presenza delle
fasce arboree e dei filari senza comunque assumere i connotati di una struttura a mosaico ma
richiamando la forma del campo chiuso Nel territorio sono ancora riconoscibili i segni
dellrsquoantropizzazione del periodo romano con lrsquoasse rettilineo della via Postumia e lrsquoimpostazione
geometrica dellrsquoagro centuriato in questrsquoultimo caso da ricondurre allrsquoorientamento dei campi che
laddove non accorpati hanno forma rettangolare allungata sullrsquoasse nord-sudest perpendicolare a
quello della citata strada romana analogo orientamento si riscontra per la gran parte dei fossi e scoli
irrigui
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Per quanto attiene al sistema insediativo questo si connota per la presenza di alcune aree urbane
maggiori formate dal centro storico e dalle estese zone di espansione residenziale e produttiva e dei
nuovi aggregati generati da un tipo di urbanizzazione diffusa che solo in parte si appoggia a
preesistenze di borghi rurali e viceversa in maggiore misura deriva da trasformazioni recenti che
seguono le direttrici delle infrastrutture viarie tale processo ha determinato saldature dellrsquoedificato che
rendono meno riconoscibile la matrice originaria e generano una elevata frammentazione territoriale
con disorganica distribuzione tra le diverse funzioni In dettaglio per lrsquoambito considerato si nota
lrsquourbanizzazione lineare con sostanziale assenza di discontinuitagrave tra il centro di Castelfranco Veneto
la frazione di Villarazza e lrsquoabitato di Castello di Godego per lrsquoedificazione lungo la SR45 ed ancora tra
lo stesso centro e la frazione di Vallegrave lungo la SP667 in parte tale forma di urbanizzazione ma con
maggiore presenza di fabbricati rurali e residenziali si riscontra anche lungo la via Bella Venezia che
fiancheggia per un tratto il Torrente Avenale e lungo la SP139 tra la C Beltrame e la giagrave citata
frazione dei Vallegrave Il sistema insediativo si completa con i numerosi fabbricati isolati o in piccoli gruppi
residenziali e rurali sparsi nel territorio agricolo Per quanto attiene allrsquoedificato di interesse storico
architettonico e testimoniale come giagrave illustrato si tratta di alcuni edifici religiosi o difensivi ed in
maggiore misura delle ville venete in questrsquoultimo caso in larga misura ubicate allrsquointerno degli abitati o
che sono state inglobate nel tessuto edificato delle relativamente recenti espansioni urbane (es Villa
Dolfin_Gradenigo Cagrave Moro) vedendo diminuire la loro riconoscibilitagrave e le relazioni con il contesto di
appartenenza In ultimo si segnala la presenza di alcuni fabbricati legati al periodo proto-industriale
sostanzialmente rappresentati da alcuni mulini
In conclusione tra gli elementi del paesaggio identificati che connotano qualificandolo un piugrave ampio
ambito territoriale-paesaggistico quelli in relazione diretta per vicinanza con lrsquoarea occupata
dallrsquoesistente allevamento avicolo dellrsquoAzienda Agricola Maggiolo sono riconducibili ai seguenti
- suolo pianeggiante e di origine alluvionale
- fosso Avenaletto facente parte della rete irrigua
- vegetazione arborea lungo il citato corso drsquoacqua in forma di fascia e lungo il margine dei
campi o laterale a strade poderali in forma di filare
- appezzamenti a seminativo e prati stabili con presenza di un piccolo vigneto allrsquointerno del
perimetro della stessa azienda
- tracce di persistenza della geometria dellrsquoagro centuriato di origine romana
153 Impatti sul paesaggio
Il progetto consiste nel solo aumento del numero di capi di polli allevati per ogni ciclo produttivo di
carne utilizzando appieno le strutture giagrave esistenti ed in esercizio non sono previste variazioni per
realizzazione di nuovi fabbricati od occupazione di nuove aree di servizio e quindi si escludono
modifiche dello stato di fatto e pertanto ricadute sui citati elementi strutturali e caratterizzanti il
paesaggio
Per quanto riguarda gli aspetti percettivi legati alla vista e riconoscibilitagrave dei citati singoli elementi
costitutivi del paesaggio o alla visione drsquoinsieme dello stesso premesso che non si prevede alcuna
modifica rispetto alla situazione attuale per aggiunta o modifica di fabbricati o strutture lrsquoubicazione
dellrsquoallevamento egrave tale che non si registrano interferenze di rilievo e alterazione della percezione degli
elementi che connotano tale porzione del paesaggio rurale Come giagrave illustrato al precedente punto
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inerente i beni culturali architettonici e archeologici la fascia arborea lungo il Fosso Avenaletto e i filari
lungo gli scoli ed a bordo campo in buona parte giagrave mascherano i fabbricati dellrsquoallevamento
chiudendo le visuali in direzione dello stesso e riferite ai principali assi viari e nuclei abitati22 In ogni
caso pur non essendo previste modifiche tali da richiedere interventi di mitigazione potrebbe essere
comunque presa in considerazione lrsquoopportunitagrave di migliorare la qualitagrave del paesaggio mettendo a
dimora specie arboree o arbustive in forma di filare lungo il perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento sul
lato ovest e previe necessarie verifiche sul lato sud
22
Si rimanda alla Tavola ldquoAnalisi della visibilitagraverdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
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16 ACQUE
161 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee
La qualitagrave delle acque sotterranee della provincia di Treviso viene monitorata dallrsquoARPAV da piugrave di 10
anni da una rete composta da 84 pozzi 7 sorgenti e 6 pozzi utilizzati solamente per misure di livello
Viene condotto sia il monitoraggio qualitativo delle acque intercettate che il monitoraggio quantitativo
con la misura del livello freatimetrico ovvero del livello della falda Il monitoraggio qualitativo ha
cadenza semestrale e interessa gli 84 pozzi e le 7 sorgenti Per gli 84 pozzi le campagne sono previste
in primavera e in autunno Il piano regionale di monitoraggio avrebbe previsto una frequenza di
campionamento semestrale per 63 punti semestrale per 15 e annuale per i rimanenti 6 Per le sorgenti
le campagne sono collegate alla loro particolare tipologia quelle prealpine sono campionate in gennaio
e in maggio ovvero in condizioni rispettivamente di magra invernale e di piena primaverile le sorgenti
pedemontane sono campionate in maggio e in agosto ovvero nel periodo di piena primaverile e di
magra tardo-estiva Il monitoraggio quantitativo interessa principalmente un sottoinsieme di 41 pozzi
della rete compresi i 6 pozzi utilizzati solamente a questo scopo e ha frequenza trimestrale Altri 10
pozzi sono semestralmente in coincidenza con le campagne di monitoraggio qualitativo
I risultati evidenziano una situazione non omogenea nel territorio provinciale La zona occidentale
presenta diverse criticitagrave concentrazioni di Nitrati elevate presenza diffusa di erbicidi e di solventi
organo-clorurati Secondo il rapporto annuale dellrsquoARPA Treviso (2013) ldquoTali criticitagrave hanno in parte
compromesso la qualitagrave delle acque delle falde poco profonde La situazione migliora spostandosi
verso est in virtugrave di carichi antropici minori e di un favorevole apporto idrico da parte del fiume Piave In
questa zona i superamenti molto meno frequenti sono principalmente dovuti alla presenza di solventi
organo-clorurati e in particolare di Tetracloroetilene e Tricloroetilenerdquo
A Castelfranco Veneto (stazioni 765) lo stato chimico delle acque sotterranee nel 2013 si presenta
scadente per ragioni legate alla presenza elevate concentrazioni di nitrati Il comune ricade infatti
pianura trevigiana considerata zona vulnerabile ai nitrati (si veda lo stralcio riportato di seguito - zone
vulnerabili ai nitrati di origine agricola in Provincia di Treviso (valori medi in mgl) larea di colore viola
corrisponde alla zona denominata dei 100 comuni dellalta pianura e che egrave stata recepita con delibera
del Consiglio Regionale n62 del 17 maggio 2006 larea di colore rosa corrisponde al bacino scolante
in laguna di Venezia che e stata decisa con delibera del Consiglio Regionale n 23 del 7 maggio 2003
Per quanto attiene allo stato quantitativo dallrsquoanalisi dei dati egrave possibile concludere come dal 2004 al
2013 egrave rilevabile una variabilitagrave livello della superficie piezometrica della falda freatica coerente con la
variabilitagrave stagionale e su archi temporali estesi su piugrave
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PAGINA 110 194 Settembre 2015
Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash Stato chimico e Misure del
livello freatico nel Comune di Castelfranco Veneto (PR - livello della superficie piezometrica dal piano di
riferimento (PR) falde freatiche il valore egrave negativo)
Studio di Impatto Ambientale
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Livello piezometrico - Castelfranco (pozzo 247)
Livello statico - m slm Livello da punto di riferimento della falda freatica - m
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Livello piezometrico - Castelfranco (pozzo 765)
Livello statico - m slm Livello da punto di riferimento della falda freatica - m
Elaborazioni su dati ARPA Veneto (httpwwwarpavenetoitdati-ambientaliopen-dataidrosferaacque-
sotterraneeacque-sotterranee-livello-piezometrico-delle-falde)
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 112 194 Settembre 2015
Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash Nitrati nei pozzi monitorati
in provincia di Trevico nel 2013 (valori medi in mgl)
Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash zone vulnerabili ai nitrati di
origine agricola in Provincia di Treviso (valori medi in mgl)
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 113 194
162 Consumi di acqua
La societagrave Alto Trevigiano Servizi srl gestiste allrsquointerno del Autoritagrave drsquoAmbito di Territorio Ottimale
(AATO) Veneto Orientale il servizio idrico integrato di 53 comuni tra cui il comune di Castelfranco
Veneto (httpwwwaltotrevigianoserviziitarea-clientiacqua-potabile) La societagrave deve quindi garantire
il servizio in efficienza efficacia ed economicitagrave partendo dallrsquoadduzione e captazione delle fonti la
distribuzione dellrsquoacqua potabile nel territorio le linee di fognatura e gli impianti di depurazione fino allo
scarico delle stesse Non risultano disponibili dati aggiornati di consumo idrico per comune
Il Piano dAmbito dellAATO Veneto Orientale approvato con deliberazione di Assemblea dAmbito n
32004 e successivamente aggiornato con deliberazione di Assemblea dAmbito n 62004 riporta al
capitolo 6 ldquoAnalisi dellrsquoutilizzo e della domanda di risorsa idricardquo dati di consumo riferiti al 1991 da fonte
ISTAT
Secondo quanto riportato nel sito dellrsquoARPA Veneto i volumi drsquoacqua prelevati complessivamente in
Regione Veneto al 2008 risultano pari a 746498000 m3 di cui 129769000 m
3 riferiti allrsquoATO Veneto
orientale Sempre secondo quanto riportato nello stesso sito lrsquoacqua potabile erogata nel comune di
Castelfranco Veneto al 2008 risultava pari a 2496686 m3
(httpwwwarpavenetoitarpavinformaindicatori-ambientaliindicatori_ambientaliambiente-urbanofile-
e-allegati2013Consumi acqua potabile 2011csv)
Non sono disponibili dati di emungimento da pozzi privati
163 Impatti sulle acque
Il potenziale impatto sulle risorse idriche sotterranee egrave legato allrsquoattivitagrave di spandimento della pollina
ovvero da una non corretta distribuzione dello stesso sul terreno Considerato che lrsquoazienda agricola
Maggiolo cede interamente la pollina (misto lettiera a terzi) come sottoprodotto da riutilizzare e non da
spandere questa voce di potenziale impatto viene meno sia con riferimento alla situazione attuale che
allo scenario di progetto Lrsquoazienda non contribuisce quindi allrsquoinquinamento delle acque sotterranee
per nitrati
Il potenziale impatto sulle acque egrave legato anche al consumo della risorsa idrica Complessivamente il
consumo di acqua si attesta considerando anche il consumo per la pulizia in circa 2927 m3
attualmente e circa 7280 m3 in futuro che rappresentano rispettivamente il circa 01 ed circa 03 dei
consumi totali del comune di Castelfranco Veneto Si tenga in ogni caso conto che lrsquounica fonte di
approvvigionamento dellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave legata al pozzo presente nella stessa azienda e
che quindi i consumi dellrsquoazienda non gravano in ogni caso sui prelievi di acqua potabile
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 114 194 Settembre 2015
17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE
171 Premessa
La presente valutazione egrave stata effettuata dal Dott Armando Buffoni
Di seguito vengono esposte le procedure e i risultati inerenti la valutazione dellrsquoemissione e dispersione
in atmosfera di inquinanti atmosferici e composti odorigeni derivanti dalle strutture di produzione
animale allevamento avicolo Azienda agricola Maggiolo ubicato in comune di Castelfranco Veneto
(TV) localitagrave Case Bella Venezia
Le emissioni del settore zootecnico possono essere raggruppate in 4 grandi categorie in relazione ai
loro effetti sulla salute e sullrsquoambiente
gas ad effetto serra biossido di carbonio (CO2) metano (CH4) e protossido di azoto (N2O) La
zootecnia contribuisce con una quota modesta alle emissioni di CO2 mentre rappresenta una
fonte molto significativa di metano (CH4) e in minor misura di protossido di azoto (N2O)
ammoniaca (NH3) questo composto contribuisce allrsquoacidificazione delle precipitazioni e di
conseguenza dei suoli e delle acque noncheacute ai fenomeni di eutrofizzazione La zootecnia egrave la
principale fonte di emissione di questo composto Le azioni proposte per ridurre le emissioni di
ammoniaca riguardano sia la gestione ordinaria degli allevamenti zootecnici e degli spandimenti
che le caratteristiche delle strutture dedicate a queste attivitagrave produttive
particolato fine le particelle di diametro inferiore ai 25 e 10 μm (PM25 e PM10) hanno effetti
negativi sulla salute umana e ne sono normati i limiti delle concentrazioni nellrsquoaria ambiente La
zootecnia della Pianura Padana partecipa con il 10-15 alle emissioni di questo inquinante Le
particelle che lo compongono sono potenziali vettori di composti odorigeni
composti odorigeni insieme eterogeneo di sostanze (oltre 200) tra cui lrsquoidrogeno solforato e i
mercaptani che sono percepite dallrsquoolfatto umano anche a concentrazioni molto modeste Sono
fonti di fastidio fino al disturbo intenso in relazione alla loro concentrazione alla durata e
frequenza degli eventi percepiti Lrsquoinfluenza sulla salute umana egrave principalmente legata alla
sfera emotiva
Lrsquoentitagrave delle emissioni dipende dalla specie animale dalle modalitagrave di allevamento dalle strutture
dedicate Lrsquoimpatto delle emissioni di composti inquinanti ma anche di odorigeni da parte del settore
zootecnico puograve essere diverso in relazione alle caratteristiche del territorio e dipende essenzialmente
dalle condizioni meteoclimatiche dallrsquouso del territorio dalla presenza di vegetazione ecc)
La modellistica della dispersione di composti inquinanti in atmosfera ha incontrato negli ultimi ventrsquoanni
un crescente interesse sia per le potenzialitagrave di previsione dellrsquoimpatto di nuove strutture produttive sia
per la capacitagrave di descrivere nel caso di impianti in attivitagrave le ricadute degli inquinanti sul territorio e
analizzare quindi gli eventuali effetti sulle popolazioni residenti e sullrsquoambiente (Ritter e Chitikela
2007)
Lrsquoutilizzo di modelli di dispersione ha interessato recentemente anche il settore zootecnico e numerosi
sono gli studi che hanno approfondito le caratteristiche emissive di unrsquoattivitagrave cosigrave articolata e
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 115 194
complessa Le emissioni di ammoniaca idrogeno solforato particolato sono al centro di indagini per
definire le piugrave indicate metodologie di analisi Recentemente date le peculiaritagrave del settore zootecnico
egrave stato sviluppato un modello che tratta in modo specifico le strutture dellrsquoallevamento animale (Yu Zet
al 2011ab)
Attualmente il rilascio di inquinati atmosferici da parte degli impianti zootecnici non egrave soggetto a vincoli
o limiti specifici anche se negli studi relativi allrsquoimpatto ambientale di attivitagrave zootecniche non egrave
possibile prescindere da una valutazione che consideri tutto lrsquoimpianto e il suo processo di produzione
ma soprattutto il territorio e il contesto ambientale nel quale esso si inserisce
Per quanto riguarda le emissioni e la dispersione dei composti odorigeni non vi sono norme di carattere
nazionali o riferimenti a livello europeo Vi sono perograve da alcuni anni provvedimenti di carattere regionale
che costituiscono oggi un primo riferimento per una valutazione oggettiva del disturbo olfattivo e per
lrsquoanalisi preventiva dellrsquoimpatto di attivitagrave produttive che presenti rilascio di odorigeni Le ldquoLinee Guida
per la caratterizzazione e lrsquoautorizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attivitagrave ad impatto
odorigenordquo approvate con Determinazione della Giunta Regionale della Lombardia n IX3018 (DGR
del 15 febbraio 2012) rappresentano un importante strumento di valutazione per queste problematiche
e hanno trovato una crescente applicazione nel settore zootecnico Le indicazioni in esse contenute
sono oggi seguite anche da altre regioni con unrsquoimportante tradizione zootecnica Esse sono coerenti
con la tendenza in atto giagrave da tempo in numerosi Pesi europei di utilizzare procedure specifiche per
limitare lrsquoinquinamento da odori e consentire un regolare sviluppo delle attivitagrave zootecniche senza che
esse costituiscano motivo di contrasto o tensione con i residenti vicini o con destinazione drsquouso del
territorio di natura diversa
La presente analisi e valutazione egrave stata redatta coerentemente con queste Linee Guida e riporta i
risultati dellrsquoapplicazione di un modello di dispersione atmosferica per valutare la distribuzione a livello
del suolo delle concentrazioni dei composti odorigeni emessi dalle strutture aziendali Lo stesso
modello di dispersione egrave stato impiegato per determinare le ricadute attese per PM10 ammoniaca e
idrogeno solforato
La presente analisi intende fornire un quadro di dettaglio delle emissioni degli inquinanti atmosferici e
composti odorigeni da parte dellrsquoimpianto di produzione animale dellrsquoAzienda Agricola sia per quanto
attiene le strutture e il processo di produzione di polli da carne attualmente adottato sia per lrsquoipotesi di
un piugrave intenso e razionale utilizzo dellrsquoimpianto Maggiolo (come descritto nel quadro di riferimento
progettuale la quale si rimanda) Lrsquoanalisi si egrave sviluppata con le seguenti fasi
analisi del ciclo di produzione ed individuazione dei fattori che influenzano il rilascio di inquinanti
atmosferici e composti odorigeni
stima quantitativa delle emissioni di ammoniaca metano PM10 idrogeno solforato e composti
odorigeni da parte dellrsquoAzienda
definizione del quadro emissivo generale
raccolta ed elaborazione preliminare dei dati meteorologici e di uso del suolo relativi alla zona
di interesse
Studio di Impatto Ambientale
Az Agricola Maggiolo
PAGINA 116 194 Settembre 2015
elaborazione mediante il modello di dispersione dei composti emessi e determinazione delle
ricadute
calcolo degli indicatori sintetici ed elaborazione delle mappe drsquoimpatto
172 Breve richiamo delle caratteristiche dellrsquoAzienda e dellrsquoattivitagrave di allevamento
LrsquoAzienda Maggiolo egrave inserita in un ampio contesto agricolo dove sono perograve rappresentate numerose
attivitagrave produttive di piccole dimensioni di natura diversa e con una densitagrave abitativa non del tutto
trascurabile Si tratta di un paesaggio insediativo ampiamente diffuso in questa porzione della Pianura
Padana Lrsquoagricoltura fortemente presente egrave contraddistinta dallrsquointensa e regolare parcellizzazione
del territorio e dalla scarsa presenza di vegetazione arborea
Lrsquoazienda egrave situata a 25 km dal centro abitato di Castelfranco Veneto in direzione nord Sono presenti
a minor distanza dallrsquoAzienda diverse frazioni evidenziate nella Carta dellrsquouso del suolo noncheacute
residenze isolate23 LrsquoAzienda ha attualmente a disposizione per lrsquoallevamento 5 ampi capannoni che
costituiscono le sole strutture dedicate alla produzione
Lrsquoattivitagrave di produzione del pollo da carne consiste essenzialmente nel provvedere alle necessitagrave di
pulcini di pollo di razze selezionate nel corso del loro processo di crescita e sviluppo sino a ottenere
degli animali pronti per il consumo (broilers) le cui dimensioni variano in funzione dei tempi di
allevamento Tipicamente si distinguono tre categorie di animale adulto il pollo leggero di peso pari a
circa 18 kg il pollo medio di 27 kg e il pollo pesante che raggiunge e supera i 36 kg
I pulcini in arrivo dagli incubatoi vengono introdotti in numero di 39500 capi nei capannoni dove
avviene lrsquoallevamento e nei quali egrave stata preparata la lettiera Il ciclo che si intende esaminare per
quanto attiene lrsquoemissione di inquinanti atmosferici e composti odorigeni egrave quindi esclusivamente dato
dalla fase di ingrasso I pulcini del peso di 10 g circa sono consegnati allrsquoAzienda e allevati fino al
raggiungimento del peso programmato per il pollo da carne pesante Poicheacute lrsquoaccrescimento egrave rapido e
lrsquoesigenza di spazio per ogni capo aumenta velocemente dallrsquoinizio del ciclo di produzione si attuano
due ldquosfoltimentirdquo inviando al macello una quota degli animali che avranno quindi raggiunto il peso
commerciale corrispondente al pollo leggero prima e al ldquopollo mediordquo in seguito mentre i restanti capi
raggiungeranno la fine del ciclo e il peso commerciale del pollo pesante
Annualmente considerando che la gestione dellrsquoingrasso prevede un unico gruppo omogeneo di capi e
un periodo di vuoto sanitario di 21 giorni si hanno poco meno di 5 cicli di produzione allrsquoanno
LrsquoAzienda Agricola opera in soccida dal soccidante essa riceve i capi il mangime lrsquoassistenza
veterinaria e i farmaci eventualmente necessari e a questo poi consegna i capi allevati a fine ciclo
Nello scenario di progetto si considera qui lrsquoipotesi di poter avere allrsquoavvio del ciclo poco piugrave di 110000
pulcini e portare a fine ciclo il 60 dei capi attuando due sfoltimenti
Le strutture dellrsquoimpianto di produzione sono date esclusivamente da cinque capannoni di tipo a tunnel
posti paralleli con la dimensione maggiore in senso est-ovest I capannoni sono aperti sui lati minori
mediante porte Sui lati maggiori sono presenti per tutta la lunghezza aperture regolabili
23
Si rimanda alle Tavole di Inquadramento e dellrsquoUso del Suolo inserite in lrsquoAllegato Cartografico
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COD 15V055 PAGINA 117 194
automaticamente in base alle condizioni di temperatura esterna La superficie complessiva utile
allrsquointerno dei capannoni egrave di 5499 m2
Sulle pareti poste a ovest di ognuno dei capannoni sono installati 8 estrattori drsquoaria (6 presso il
capannone 1) azionati da motori elettrici prodotti dalla ditta Munters sono presenti due modelli con
portata di ogni singolo estrattore compresa tra circa 13000 e 30000 m3h Tutti gli estrattori sono
quindi collocati a breve distanza lrsquouno dallrsquoaltro e determinano quando in azione un richiamo di aria
dalle finestre laterali che viene poi indirizzato verso lrsquoestremitagrave di ogni capannone I motori che
regolano gli estrattori sono azionati secondo programmi prestabiliti in modo tale da poter garantire la
temperatura ottimale per la crescita degli animali Allrsquoinizio del ciclo quando le esigenze termiche sono
maggiori la ventilazione avviene ad intervalli di breve durata con il solo obiettivo di provvedere al
ricambio dellrsquoaria
Con il crescere del peso dei capi lrsquoazione degli estrattori si fa piugrave consistente (aumenta il numero di
estrattori in azione) e prolungata Allrsquoaccasamento quando questo si sviluppa nel corso della stagione
fredda i pulcini sono mantenuti alla temperatura di 30-35 degC condizione che viene realizzata con
apposite lampade a gas Con lo sviluppo dei capi la temperatura ambiente viene ridotta
progressivamente dopo i primi 3 - 4 giorni la temperatura si riduce di 1 degC ogni 2 giorni per arrivare
dopo le 3 settimane a valori di circa 18 - 20degC Quando la temperatura dellrsquoaria esterna egrave superiore a
quella interna desiderata sono azionati sistemi di nebulizzazione che consentono di abbattere parte del
calore
Lrsquoimpianto per la distribuzione dellrsquoacqua di abbeveraggio egrave composto da condutture di distribuzione
idrica interne Gli abbeveratoi sono dotati di dispositivi che consentono allrsquoanimale di comandare
lrsquoerogazione dellrsquoacqua Il controllo dellrsquoacqua egrave importante per evitare che perdite e ristagni facciano
aumentare la decomposizione della lettiera mista alle deiezioni stimolando i processi di fermentazione
con rilascio di ammoniaca e odori molesti La lettiera viene allontana al termine di ogni ciclo mediante
pala meccanica Deiezioni e lettiera vengono immediatamente allontanati dalla superficie aziendale e
inviati a processi di valorizzazione energetica
173 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo
Il territorio su cui insiste lrsquoazienda agricola ha un carattere prevalentemente agricolo pur in presenza di
un crescente tessuto di attivitagrave artigianali e commerciali24
Ai fini della simulazione della dispersione di composti aeriformi si considera la superficie a prevalente
uso agricolo
In relazione alla dimensione dellrsquoimpianto zootecnico alla omogeneitagrave del territorio e al quadro
meteorologico si egrave considerato per le successive elaborazioni modellistiche un territorio piuttosto ampio
pari a 9 km2 e definito quindi da un poligono quadrato di 3 x 3 km Il baricentro del dominio di calcolo egrave
posto al centro del poligono che circoscrive i ricoveri Il poligono che definisce il dominio di calcolo egrave
individuato dalle coordinate (UTM 32 T)
24
Si rimanda alle Tavole di Inquadramento e dellrsquoUso del Suolo inserite in lrsquoAllegato Cartografico
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PAGINA 118 194 Settembre 2015
Coordinate dei vertici del dominio di calcolo
Posizione Lon Lat
centro del dominio di calcolo 7264740 50640980
vertice SW 7249740 50625980
vertice SE 7279740 50625980
vertice NE 7279740 50655980
vertice NW 7249740 50655980
Il vertice SW definisce con la dimensione del lato il dominio di calcolo in modo univoco La mappa
sotto riportata indica graficamente il dominio di calcolo sullrsquoortofoto ed evidenzia il territorio dei diversi
comuni piugrave prossimi allrsquoimpianto zootecnico Con riferimento alle emissioni di composti odorigeni sono
stati individuati i ricettori considerati rappresentativi presso i quali saranno verificate puntualmente le
concentrazioni relative al 98deg percentile dellrsquoinsieme dei dati calcolati Sugli stessi ricettori sono stimate
anche le concentrazioni degli inquinanti considerati (ammoniaca idrogeno solforato e particolato fine)
I ricettori individuati allrsquointerno del dominio di calcolo sono dati da edifici residenziali non classificabili
come abitazioni dei conduttori di altri impianti zootecnici Allrsquointerno della superficie definita dal dominio
non ricadono strutture di uso pubblico come scuole ospedali case di riposo che possano essere
definite senzrsquoaltro ricettori sensibili Inoltre al fine di una piugrave immediata valutazione delle ricadute si
sono individuati ricettori discreti posti a distanza prefissata (500 m) dalle sorgenti di emissione
Per omogeneitagrave il programma di calcolo egrave stato impostato per definire presso questi punti non solo il
livello delle concentrazioni di odorigeni ma anche le concentrazioni di PM10 ammoniaca e idrogeno
solforato elaborate secondo gli indici prefissati
Coordinate delle abitazioni
Posizione Uso Lon Lat
Nord Residenziale isolato 72654396 m E 506448730 m N
Sud Residenziale isolato 72618700 m E 506376150 m N
Est Residenziale isolato 72682166 m E 506424135 m N
Coordinate dei ricettori discreti
Posizione Uso Lon Lat
Nord Produzartig 7264740 m E 50645980 m N
Ovest Residenziale 7259740 m E 50640980 m N
Sud Agricolo 7264740 m E 50635980 m N
Est Agricolo 7269740 m E 50640980 m N
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Dominio di calcolo (3x3 km) con lrsquoindicazione della posizione dei ricettori considerati (in rosso i ricettori residenziali in giallo i ricettori discreti a 500m)
174 Emissione aziendali
1741 Fattori di emissione
Con fattore di emissione si indica il tasso di rilascio di uno o piugrave composti chimici riferito alle unitagrave di
tempo e spazio I fattori di emissione impiegati nellrsquoambito dello studio delle emissioni zootecniche
sono per praticitagrave riferiti al singolo capo animale
Per la presente indagine i fattori di emissione adottati per la quantificazione delle emissioni e il calcolo
della dispersione sono stati indicati da uffici provinciali veneti per il settore agricoltura e utilizzati per
analoghe valutazioni (ing Tassari com pers)
I fattori di emissione per metano e ammoniaca derivano da uno studio condotta dalla Regione
Piemonte (Cesano M 2013) Informazioni piugrave dettagliate riguardo i tassi emissivi di NH3 per il settore
avicolo sono riportati in Eurich-Menden et al (2010) Il dato per lrsquoidrogeno solforato egrave stato individuato a
seguito di una specifica indagine bibliografica
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La tabella che segue riporta per i diversi composti il valore dei fattori di emissione applicati nella
presente indagine
Fattori di emissione impiegati per la stima delle emissioni
Composto Unitagrave di misura Sorgente
Metano gcapogiorno 000164
Ammoniaca gcapogiorno 022
PM10 gcapogiorno 003
Idrogeno solforato gcapogiorno 00015
Odore UOcapos 003
1742 Quadro emissivo aziendale
Si considerano in questa applicazione i capannoni quali sorgenti puntuali in quanto le emissioni
avvengono in modo esclusivo attraverso lrsquoazione degli estrattori drsquoaria posti presso lrsquoestremitagrave
occidentale di ogni ricovero Il rilascio dei composti di interesse egrave dunque concentrato su una superficie
estremamente esigua corrispondente agli estrattori dei diversi capannoni Le coordinate (UTM 32 T)
delle sorgenti sono riportate nella riportate nella tabella che segue
Coordinate dei punti emissivi
Punto di emissione Lat Lon
Capannone 1 506412320 m N 72642919 m E
Capannone 2 506410317 m N 72641426 m E
Capannone 3 506408284 m N 72641450 m E
Capannone 4 506406430 m N 72641896 m E
Capannone 5 506404704 m N 72642540 m E
Lrsquoattivitagrave di allevamento di polli da carne prevede attualmente un accasamento di 39500 capi con un
tipico ciclo misto (produzione di polli di peso differenziato) di una durata complessiva di circa 60 giorni
con due momenti di sfoltimento Il primo fissato a 3437 giorni al raggiungimento del peso medio di 18
kg e un secondo dopo 4547 giorni dallrsquoinizio del ciclo quando i capi rimanenti raggiungono un peso di
27 kg circa I rimanenti capi raggiungeranno il peso di circa 36 kg al termine dei 60 giorni
programmati Tra due cicli di allevamento viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle
normative vigenti della durata di 21 giorni Lrsquoazienda sviluppa dunque poco meno di 5 cicli completi ogni
anno Con lrsquoinizio del vuoto sanitario viene asportata la lettiera a cui seguono le operazioni di pulizia e
disinfezione dei ricoveri e delle attrezzature
Sulla base della disponibilitagrave di superficie utile allrsquoallevamento avicolo lrsquoAzienda Agricola Maggiolo
intende ampliare la propria capacitagrave di produzione fino ad una massimo pari a 110000 capi per ciclo
Si tratta un intervento volto ad un piugrave razionale utilizzo degli spazi senza alcun ampliamento delle
strutture esistenti Lrsquoipotesi di intervento di incremento della produzione prevede un aumento del
numero di capi accasati pari a 110 000 individui di peso variabile tra 18 e 36 kgcapo ricorrendo allo
stesso schema di allevamento giagrave attuato Si tratta dunque di cicli di allevamento di tipo misto di durata
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complessiva pari a circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento (a 3437 giorni circa
quando i capi raggiungono un peso medio di 18 kg e a 4547 giorni quando i capi rimanenti
raggiungono un peso di 27 kg circa)
0
20000
40000
60000
80000
100000
120000
1 31 61 91 121 151 181 211 241 271 301 331 361
Cap
i n
Giorni
Stato attuale
Incremento prod
Andamento del numero di capi allevati nel corso dellrsquoanno Situazione attuale e ipotesi di incremento produttivo
Le emissioni in atmosfera raggiungono le 2 t di ammoniaca nelle condizioni attuali mentre egrave atteso nel
caso di incremento della produzione un aumento fino a 5 ta di ammoniaca Lrsquoandamento delle
emissioni rispecchia quello dellrsquoammontare dei capi accasati Entrano in gioco tuttavia anche altri fattori
come la temperatura dellrsquoaria che incide sullrsquoutilizzo degli estrattori drsquoaria e quindi sui rilasci in
atmosfera
Emissioni aziendali complessive allo stato attuale e nellrsquoipotesi incremento della produzione (1)
stima sulla base di 285 gg di attivitagrave produttiva
Composto Unitagrave di misura Emissioni totali annue (1) Emissioni totali annue (
1)
Stato attuale Ipotesi di incremento
Metano tanno 0015 0039
Ammoniaca tanno 2006 5214
PM10 tanno 0274 0711
Idrogeno solforato tanno 0014 0036
Odore UOs (media) 9763 24948
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Lrsquoandamento delle emissioni rispecchia quello dellrsquoammontare dei capi accasati I grafici che seguono
riportano lrsquoandamento delle emissioni dei diversi composti considerati nel corso di un anno di attivitagrave
allo stato attuale Nel caso lrsquoAzienda addotti lrsquoincremento della produzione ipotizzato si avragrave un
aumento proporzionale delle emissioni
0
2
4
6
8
10
1 61 121 181 241 301 361
kg
Giorni
NH3 (Kg)
PM10 (Kg)
Andamento attuale delle emissioni nel corso dellrsquoanno
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COD 15V055 PAGINA 123 194
0
20
40
60
80
100
1 61 121 181 241 301 361
g
Giorni
H2S (g)
CH4 (g)
Andamento attuale delle emissioni nel corso dellrsquoanno
1743 Sorgenti fugitive
Sono sorgenti fugitive i punti di rilascio di inquinanti o composti odorigeni di natura incontrollata e
involontaria di piccole dimensioni e di carattere occasionale Lrsquoimpianto di produzione animale in
esame ha una struttura assai semplice e le caratteristiche noncheacute lrsquoetagrave dei ricoveri risultano tali da
poter garantire un buon controllo degli scambi drsquoaria con lrsquoesterno
Il rilascio di odorigeni e inquinanti puograve verificarsi in occasione della pulizia dei ricoveri Tuttavia dal
sopralluogo condotto in Azienda si egrave evidenziata unrsquoattenta movimentazione dei materiali e condizioni
ottimali di pulizia dei piazzali e delle aree adiacenti i ricoveri e i silos Ciograve fa ritenere che queste
emissioni possano essere considerate trascurabili
1744 Ventilazione
I capannoni sono dotati di estrattori dellrsquoaria interna al fine di garantire le migliori condizioni di
benessere ai capi allevati sia in termini di qualitagrave dellrsquoaria che di temperatura Con lrsquoestrazione dellrsquoaria
interna si ha un flusso forzato concentrato presso gli estrattori La ventilazione deve essere sufficiente
per evitare temperature troppo elevate e lrsquoumiditagrave eccessiva Essa deve essere in grado di allontanare
le polveri e la CO2 e garantire unrsquoadeguata ossigenazione
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PAGINA 124 194 Settembre 2015
Caratteristiche del sistema di estrazione dellrsquoaria dai capannoni
Ventilatori Ndeg superfici estrattori (m2) Portata totale ventilatori (m
3h)
4+2 76 146000
8 10150 240000
8 10150 240000
8 10150 240000
8 10150 240000
I fabbisogni di aria sono piugrave elevati in estate (3-6 m3orakg di peso vivo) quando cegrave la necessitagrave di
smaltire calore in inverno sono sufficienti 1-3 m3h per kg di peso vivo (1 m
3h per kg pv egrave la soglia
convenzionale minima da garantire anche nel periodo invernale)
Sulla base delle portate stimate nel corso del ciclo di produzione si egrave determinata la
portata di odore (OER - Odour Emission Rate) data dal prodotto tra la portata e la concentrazione
espressa in ouEs
OER [ouEs] = Cod [ouEm3] x Qsorg [m
3s]
La portata volumetrica dellrsquoaria egrave stata stimata sulla base delle temperature locali e il conseguente
utilizzo degli estrattori In via prudenziale si egrave ammesso che lrsquoestrazione dellrsquoaria sia pari
indicativamente a 10 m3hcapo nella la stagione calda 2 m
3hcapo nella stagione fredda e tra i 3 e
75 m3hcapo nei mesi intermedi
175 Quadro meteoclimatico
Il Comune di Castelfranco Veneto egrave situato nella parte occidentale del territorio della Provincia di
Treviso in un ambito di transizione tra lrsquoarea di alta pianura in destra Piave e quella di bassa pianura
delimitata dalla linea delle risorgive Il territorio provinciale presenta le tipiche caratteristiche dellrsquoarea di
transizione tra i rilievi alpini ed il mare Le caratteristiche climatiche sono suddivisibili in due ambiti
principali quello settentrionale collinare-pedemontano e quello centro-meridionale costituito dallrsquoalta e
bassa pianura Il territorio del comune di Castelfranco Veneto egrave posto a cavallo tra queste ultime unitagrave
geografiche Si considerano di seguito i dati climatici relativi al territorio di interesse e i dati rilevati a
Castelfranco Veneto nel 2013 e utilizzati nello studio di dispersione
1751 Precipitazioni
Il regime pluviometrico rientra nel tipo equinoziale con due picchi di precipitazione primaverile e
autunnale pressocheacute simili in particolare risultano piugrave piovosi i mesi di aprile e ottobre mentre quelli
meno piovosi sono i mesi invernali di dicembre gennaio e febbraio La precipitazione media si attesta
attorno ai 1000 mm allrsquoanno Lrsquoarea ricade in un territorio con caratteristiche pluviometriche
complessivamente abbastanza favorevoli con precipitazioni nel periodo critico estivo di luglio e agosto
superiori ai 90 mm La stagione maggiormente piovosa egrave quella autunnale ma nel complesso le piogge
sono distribuite con una buona omogeneitagrave
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Precipitazioni medie mensili (medie climatiche) e loro andamento nel corso del 2013
1752 Temperatura
La temperatura media annua egrave risultata compresa tra 135 e 15degC Il mese piugrave egrave risultato luglio (media
233degC) quello piugrave freddo gennaio (media 32degC) I grafici che seguono riportano lrsquoandamento delle
temperature nel corso dellrsquoanno
Le temperature massime assolute hanno raggiunto e superato nellrsquoultimo decennio i 37degC le minime
assolute risalgono invece ad anni piugrave lontani tra cui il 1985 caratterizzato da valori fino a -14degC
Legate alle temperature invernali vi egrave il fenomeno dellrsquoinversione termica che determina in talune
condizioni il ristagno dellrsquoaria nei bassi strati dellrsquoatmosfera e scarsa possibilitagrave di dispersione delle
emissioni I giorni di nebbia legati in parte a questo fenomeno possono essere anche piuttosto
numerosi fino al 30 dei giorni nel periodo invernale
0
20
40
60
80
100
120
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
mm
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Andamento delle temperature nel corso dellrsquoanno 2013
1753 Umiditagrave relativa
Lrsquoumiditagrave relativa egrave in genere elevata in tutte le stagioni dellrsquoanno Soprattutto in estate essa risulta
particolarmente marcata Il grafico che segue riporta i dati rilevati negli anni piugrave recenti risulta evidente
come in tutti i mesi dellrsquoanno i valori si mantengano su valori elevati e vi sia scarsa escursione tra le
diverse stagioni
-5
0
5
10
15
20
25
30
35
40
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
deg
C
Massime Minime Medie
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Valori di umiditagrave relativa nel corso dellrsquoanno
1754 Anemolologia
Il regime dei venti rilevato presso la stazione meteorologica di Castelnuovo Veneto egrave caratterizzato da
una prevalenza delle provenienze dal quadrante nord-orientale La velocitagrave del vento egrave sempre
piuttosto contenuta con valori compresi tra 05 e 2 ms che coprono quasi la metagrave delle ore di vento La
figura riporta la rosa dei venti su base annua Le calme di vento raggiungo quasi il 20 delle ore
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
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PAGINA 128 194 Settembre 2015
Rosa dei venti e distribuzione delle classi di velocitagrave del vento
Le ore di vento teso sono limitate a pochi isolati episodi la provenienza egrave NE Nel corso dellrsquoanno la
distribuzione delle provenienze del vento e la direzione prevalente riflette nei diversi trimestri il quadro
evidenziato su base annua Le occasioni con vento piugrave teso sono concentrate nei primi due trimestri
Nel periodo piugrave caldo la ventilazione si mantiene piugrave evidente e la percentuale di ore di calma
raggiunge il minimo In autunno al contrario aumentano le calme di vento (quasi il 30 del totale) e la
provenienza del vento egrave esclusivamente settentrionale
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Rose dei venti riferite ai diversi trimetri dellrsquoanno Stazione di Castelfranco V anno 2013
1deg trimestre
2deg trimestre
3deg trimestre
4deg trimestre
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1755 Classi di stabilitagrave atmosferica
Il modello di dispersione impiegato richieda la preventiva determinazione delle classi di stabilitagrave
atmosferica di Paquill (1961) Queste sono state determinate utilizzando i dati relativi alla radiazione
solare alla velocitagrave del vento e alla copertura nuvolosa questrsquoultima desunta dalle rilevazione condotte
presso lrsquoaeroporto di Treviso (Dati Metar)
Le classi di stabilitagrave atmosferica individuate fanno riferimento allo schema riportato nelle tabelle che
seguono Lrsquoelaborazione dei dati relativi al 2013 ha evidenziato come le condizioni piugrave frequenti siano
quelle prossime alla neutralitagrave con oltre il 50 delle ore dellrsquoanno
Classi di stabilitagrave atmosferica
Ore del giorno ndash Radiazione solare
Wm2
Ore della notte - Copertura
nuvolosa
Velocitagrave del
vento gt=925 924 - 675 675 - 175 lt 175 gt 48 lt= 48
lt 2 ms A A B D E F
2-3 ms A B C D E F
3-5 ms B B C D D E
5-6 ms C C D D D D
gt 6 ms C D D D D D
Classi di stabilitagrave atmosferica per lrsquoarea di Castelfranco Veneto
Classe Descrizione Numero di oreanno
A Condizioni estremamente instabili 461 53
B Condizioni moderatamente instabili 1550 177
C Condizioni leggermente instabili 358 41
D Condizioni di neutralitagrave 2455 280
E Condizioni quasi stabili 2437 278
F Condizioni moderatamente stabili 1499 171
Totale 8760 100
171 Qualitagrave dellrsquoaria
La qualitagrave dellrsquoaria egrave monitorata da alcune stazioni di misura gestite da ARPA Veneto di cui quella piugrave
vicina allrsquoarea in esame risulta essere quella di Bassano del Grappa distante non piugrave di 15 -20 km e
classificata come fondo urbano Si tratta dunque di un sito di misura con posizione e caratteristiche che
la rendono un ragionevole riferimento circa la qualitagrave dellrsquoaria nella zona in esame
Lrsquounico inquinante di interesse rilevato con regolaritagrave egrave il PM10 I dati disponibili per il 2008 e 2009
registrano un valore di concentrazione media annua di 27-29 microgm3 contenuto rispetto ai valori del
capoluogo e in linea con i limiti normativi ma anche 40-42 superamenti della soglia di 50 microgm3
Decisamente piugrave elevati sono i dati delle centraline urbane della zona che presentano un numero di
superamenti che ha toccato la soglia 50 microgm3 in oltre il doppio degli eventi
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Dal quadro che ARPAV fornisce con i suoi periodici rapporti e dai dati qui riportati si puograve affermare
che lrsquoinquinamento da PM10 rappresenti nella provincia una problematica rilevante ma che sembra
interessare soprattutto le aree piugrave urbanizzate mentre i dati della stazione di Bassano si collocano sui
valori piugrave contenuti
Per quanto riguarda le concentrazioni di NH3 non si dispone di dati di confronto ma si segnala che in
talune zone caratterizzate da particolari attivitagrave produttive ARPAV provvede ad attivitagrave di
monitoraggio La zona in esame tuttavia non ricade tra quelle ritenute piugrave esposte ad elevate
emissioni di NH3
172 Modello di dispersione
1721 Scelta della tipologia di modello e del codice software
Per la valutazione previsionale della diffusione delle emissioni in atmosfera si egrave adottato il software
Windimula v20 elaborato da ENEA Il software richiede lrsquoinserimento di dati di base per effettuare le
simulazioni quali lrsquoestensione del dominio territoriale di analisi la scansione temporale dei dati meteo e
le emissioni unitarie Per la stima delle concentrazioni in atmosfera e delle ricadute al suolo egrave stata
eseguita una modellizzazione utilizzando il modello WinDimula Questo modello egrave inserito nellrsquoelenco
da APAT (Agenzia Italiana per la protezione dellrsquoambiente e per i servizi tecnici) dei software per la
valutazione e gestione della qualitagrave dellrsquoaria (httpwwwsmrarpaemritctn )
1722 Estensione del dominio territoriale di analisi
Lrsquoelaborazione della simulazione effettuata con il software Windimula egrave stata eseguita con
lrsquoimpostazione del dominio orografico attraverso un reticolo di 101 101 punti con un passo di 30 m
per uno sviluppo di 3 km 3 km dal centro della sorgente Nel modello si egrave considerata tra le altre
variabili di input anche lrsquoinfluenza dellrsquoorografia del territorio
1723 Scansione temporale
In questo caso si egrave adottato il modulo di simulazione del programma Windimula chiamato ldquoshort termrdquo
che permette di calcolare la distribuzione spaziale sul territorio delle concentrazioni al suolo degli
inquinanti considerati riferiti sul breve periodo Lrsquoinput meteo egrave rappresentato in questo caso da un
valore istantaneo di intensitagrave e direzione del vento Le caratteristiche del modulo sono stazionarietagrave nel
tempo delle condizioni meteo e continuitagrave dellrsquoemissione in esame Pertanto lrsquoutilizzo di questo modello
nei casi piugrave impattanti (ad es assenza vento continuitagrave dellrsquoemissione alla massima portata ipotizzata
nelle diverse situazioni di operativitagrave) egrave decisamente piugrave cautelativo rispetto al ldquomodello climatologicordquo
del software che prevede lrsquoutilizzo di cosiddette ldquojoint frequency functionsrdquo che riportano tramite
frequenze di accadimento lrsquoaggregazione di dati di velocitagrave e direzione del vento per ogni classe
stabilitagrave In pratica mentre il modulo climatologico egrave impostato sulla conoscenza di dati climatologici
variabili nellrsquoarco giornata (cioegrave considera ad esempio la durata della calma di vento la direzione
intensitagrave e durata del vento ecc) il modulo ldquoshort termrdquo riporta una sola situazione meteo per lrsquointera
giornata Si capisce come ad esempio la simulazione eseguita con calma di vento stimata per lrsquointera
giornata (modulo short term) sia diversa dalla simulazione piugrave reale ma meno cautelativa dove la
calma di vento si protrae per quella stessa giornata per meno ore e vi siano altre situazioni meteo che
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favoriscono un ricambio di aria (modulo climatologico) Il modulo ldquoshort termrdquo egrave consigliato oltre che per
lrsquoimpostazione piugrave cautelativa della valutazione previsionale anche per una migliore verifica dei limiti di
legge su questrsquoultimo punto il ldquomodulo climatologicordquo consente solo considerazioni qualitative e non
quantitative Il modulo di simulazione adottato egrave stato valutato da numerosi studi sullrsquoargomento (ANPA
ndash Centro tematico Nazionale Atmosfera Clima ed Emissioni ldquoAggiornamento e ampliamento della
norma UNI ldquovalutazione delle dispersioni in atmosfera di effluenti aeriformi ndash Guida ai criteri di selezione
dei modelli matematicirdquo ACE ndashTL GU ndash 00-022001 ANPA ndash Centro Tematico Nazionale Atmosfera
Clima ed Emissioni ldquoLinee guida per la selezione e applicazione dei modelli di dispersione atmosferica
per la valutazione della qualitagrave dellrsquoariardquo RT-CTN_ACE 42001)
Il modello DIMULA su cui Windimula egrave stato realizzato egrave inserito nei rapporti ISTISAN 9032 (Modelli
per la progettazione e valutazione di una rete di rilevamento per il controllo della qualitagrave dellaria) e
ISTISAN 9336 (Modelli ad integrazione delle reti per la gestione della qualitagrave dellaria) in quanto
corrispondente ai requisiti qualitativi per la valutazione delle dispersioni di inquinanti in atmosfera in
regioni limitate (caratterizzate da scale spaziali dellordine di alcune decine di km) ed in condizioni
atmosferiche sufficientemente omogenee e stazionarie
1724 Descrizione del modello
I modelli gaussiani sono i modelli matematici di trasporto e diffusione dellinquinamento atmosferico piugrave
comuni Sono basati su equazioni che descrivono il campo tridimensionale delle concentrazioni
generato da una sorgente puntiforme sotto condizioni meteorologiche e di emissione invarianti rispetto
al tempo Questo tipo di modelli considerano che le condizioni meteorologiche possano essere ritenute
omogenee e stazionarie nellarea modellata e non possono lavorare in condizioni di calma La
semplicitagrave dellapprossimazione gaussiana la sua facilitagrave drsquouso con parametri meteorologici anchessi
facili da misurare e soprattutto ladozione di questo approccio come strumento decisionale e di controllo
da parte della agenzia ambientale americana (EPA) hanno rimosso alcune delle limitazioni originali
della teoria permettendo il trattamento di situazioni complesse del mondo reale
Si riportano di seguito le principali funzioni su cui si basa il modello
La forma della soluzione del modello egrave controllata da una serie di parametri che riguardano sia
laltezza effettiva del rilascio per sorgenti calde calcolata come somma dellaltezza del camino piugrave il
sovralzo termico dei fumi che la dispersione laterale e verticale del pennacchio calcolata utilizzando
formulazioni che variano al variare della stabilitagrave atmosferica descritta utilizzando le sei classi di
stabilitagrave introdotte da Pasquill-Turner
Lrsquoequazione di base impiegata per la stima della concentrazione di un inquinante in un determinato
recettore (x y z) in un modello Gaussiano egrave la seguente
dove C (xyz) egrave la concentrazione di inquinante nellrsquoambiente (μgm3) in un determinato punto nello
spazio (recettore) le cui coordinate sono (x y z) u egrave la velocitagrave del vento (ms) σy e σz (m) sono le
deviazioni standard (o coefficienti di dispersione) in senso orizzontale e verticale Q egrave il tasso di
emissione di inquinante espresso in μg m3 s e H lrsquoaltezza a cui avviene il rilascio (m)
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Ne consegue pertanto che nellrsquoapplicazione dei modelli gaussiani le condizioni di calma di vento
quando cioegrave la velocitagrave del vento tende a zero devono essere trattate opportunamente a causa della
proporzionalitagrave inversa esistente fra C(xyz) e u Ciograve risulta particolarmente importante in tutta la
Pianura Padana che egrave caratterizzata da unrsquoelevata frequenza di situazioni di calma di vento che
possono rendere critico lrsquoimpiego di un modello Gaussiano La particolaritagrave del modello WinDimula
tuttavia egrave quella di poter eseguire simulazioni anche per situazioni di assenza di vento grazie
allrsquoadozione del modello ridotto di CirillondashPoli (Cirillo and Poli 1992) le cui principali equazioni sono
dove α β e γ sono coefficienti che definiscono la turbolenza atmosferica e sono assegnati dal modello
in base alla classe di stabilitagrave inserita
Per maggiori dettagli riguardo alle equazioni implementate dal modello WinDimula si rimanda alla guida
del modello stesso e alla relativa letteratura scientifica (MAIND ndash Modellistica Ambientale wwwmaindit
Cirillo et al 1989 Cagnetti et al 1982 )
Il modello richiede come input
la definizione di un reticolo di calcolo
la definizione di ricettori discreti
i dati meteo - climatici a passo orario se si decide di effettuare una simulazione short-term con
una sequenza di dati orari
la definizione delle sorgenti emissive e principali caratteristiche
Il modello restituisce la concentrazione media calcolata per ogni punto della griglia indicato e per gli
eventuali ricettori discreti inseriti Si possono quindi eseguire delle elaborazioni sui risultati utilizzando
unrsquoapposita applicazione di WinDimula definita post-processore il quale tra le altre funzioni permette
di calcolare i valori dei percentili per ogni punto e controllare i limite di leggi imposti sullrsquoinquinante
considerato
Si egrave scelto di effettuare simulazioni a breve periodo (short term) di lunghezza massima di unrsquoora
utilizzando piugrave situazioni meteorologiche in sequenza in modo che venga simulato un periodo di tempo
piugrave ampio in particolare un anno
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1725 Dati di input del modello
Il file meteo in ingresso al modello WinDimula richiede le seguenti informazioni
dimensioni del dominio di calcolo (m)
passo del grigliato (m)
ora giorno mese e anno dellrsquoacquisizione del dato
temperatura dellrsquoaria (degK)
velocitagrave del vento (ms)
direzione di provenienza del vento (deg)
precipitazione (mm)
classe di stabilitagrave atmosferica
altezza drsquoinversione termica (m)
deviazione standard della direzione del vento
velocitagrave di attrito (ms)
lunghezza di Monin-Obukhov (m)
Il modello Windimula richiede quali dati di input i dati emissivi (concentrazione degli inquinanti emessi e
flusso nel tempo) e le condizioni iniziali ed al contorno se rilevanti Altri dati necessari riguardano
lrsquoorografia (lrsquouso del suolo interviene sulla facilitagrave con cui si muovono le masse drsquoaria) Il passo del
grigliato egrave stato posto a 50 m dando origine ad una matrice di 3600 punti di griglia
1726 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie
Per quanto attiene i composti PM10 NH3 e H2S egrave stato impostato il calcolo del valore della
concentrazione media annua
Per la componente odorigena come previsto dalle Linee Guida della Regione Lombardia egrave stato
determinato per ogni punto griglia il 98deg percentile dei valori di concentrazione oraria elaborati dal
modello Il 98deg percentile di una serie di dati rappresenta quel valore che non viene superato dal 98
dei valori della distribuzione Pertanto definire questo percentile significa individuare il valore che viene
superato per il 2 del periodo di simulazione (175 giorni lrsquoanno o 29 minuti al giorno)
Successivamente sono stati interpolati i dati calcolati e ne egrave stata predisposta una rappresentazione
grafica
Per lrsquoammoniaca non essendoci valori di riferimento si verifica invece con le rappresentazioni grafiche
e la determinazione delle concentrazioni presso i ricettori se i dati forniti dal modello superano la soglia
di 265 microgm3 valore segnalato come limite inferiore per la percezione del gas
Come giagrave sottolineato in precedenza il metano non egrave stato oggetto dello studio della dispersione in
quanto composto come altri gas serra che non interagisce direttamente con lrsquoambiente (salvo
chiaramente modificare con il suo accumulo il bilancio termico terrestre) e non ha effetti sulla salute
umana Non vi sono infine valori di riferimento o limiti per la sua concentrazione nellrsquoaria ambiente per
cui lrsquointeresse egrave esclusivamente focalizzato sui valori di emissione complessivi
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173 Normativa di riferimento
Il tema delle emissioni di inquinanti atmosferici da parte delle attivitagrave agricole e della zootecnia in
particolare ha assunto rilevanza solo nellrsquoultimi dieci ndash ventrsquoanni quando sulla base di numerose
indagini di carattere sperimentale da cui egrave emerso come i rilasci di composti potenzialmente dannosi
per la salute umana e lrsquoambiente da parte di questi settori produttivi non fossero trascurabili come per
lungo tempo si egrave ritenuto (Ritter e Chitikela 2007)
Lrsquoattivitagrave agricola e nello specifico la zootecnia per lungo tempo sono rimaste escluse da valutazioni
accurate circa le loro emissioni e dallrsquoimposizione di vincoli o limitazioni Va tuttavia osservato che
lrsquoindustrializzazione di molte tecniche colturali e lrsquointensificazione dei processi di allevamento animale
pur conseguendo indubbi traguardi produttivi porta con seacute diverse problematiche di carattere
ambientale tra cui la concentrazione
Per quanto riguarda i rilasci in atmosfera il settore zootecnico non egrave soggetto a specifiche norma che
ne limitino le emissioni Sussistono perograve limiti alle concentrazioni di inquinanti nellrsquoaria ambiente
composti dannosi per la salute umana e per i quali gli enti regolatori devono per il loro rispetto
considerare le diverse fonti presenti sul territorio
Per i composti ad effetto serra (metano e protossido di azoto) e lrsquoammoniaca come giagrave accennato vi
sono impegni di contenimento di carattere generale al rispetto del quale tutti i settori sono chiamati a
concorrere Il Protocollo di Kyoto e i successivi accordi a carattere europeo hanno posto precisi obiettivi
per i primi mentre la riduzione delle emissioni di ammoniaca deriva dalla Convenzione UN-ECE
(Convenzione LRTAP) sul trasporto transfrontaliero degli inquinanti atmosferici
1731 Particolato
Per quanto riguarda il contributo della zootecnia alle concentrazioni di inquinanti normati assume un
certo significato il particolato fine (PM10) per il quale lrsquoapporto di questo settore al quadro emissivo
complessivo Per quanto riguarda questo inquinante la normativa di riferimento egrave il DLgs n 155 del
13082010 in attuazione della Direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria ambiente e per unrsquoaria
piugrave pulita in Europa La norma prevede
un limite alla concentrazione media annua di 40 microgm3
un limite quale concentrazione media giornaliera di 50 microgm3 che non deve essere superato
piugrave di 35 volte lrsquoanno
1732 Ammoniaca
Per quanto riguarda lrsquoammoniaca non esiste un limite per lrsquoaria ambiente definito dalle norme vigenti
anche se il tema egrave dibattuto da tempo (Alberta Environment 2004) Recentemente la Regione
Toscana (2010) nellrsquoambito di una ricognizione dei valori di riferimento per composti non normati
emessi in atmosfera ha segnalato il valore di 70 μgm3 di ammoniaca quale soglia utile per orientare
valutazioni nellrsquoambito di studi di impatto ambientale e derivante dai ldquoLivelli guida significativi per la
saluterdquo elaborati dalla Agenzia governativa USA ATSDR (httpwwwatsdrcdcgov) Negli Stati Uniti egrave
stata suggerita lrsquoadozione di limiti compresi tra 100 e 208 microgm3 Alcuni Stati USA (es Michigan) hanno
adottato il valore di riferimento dellrsquoEPA di 100 microgm3 quale media giornaliera A fini cautelativi si
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PAGINA 136 194 Settembre 2015
considera in questo rapporto come primo valore di riferimento la soglia inferiore di percezione
dellrsquoammoniaca pari a 266 microgm3 (SEPA 2010)
Per quanto riguarda gli effetti ambientali diretti lrsquoUNECE (Commissione economica per lrsquoEuropa
dellrsquoONU) ha individuato giagrave nel 1999 i seguenti valori di riferimento 3300 microgm3 (media oraria) 270
microgm3 (media giornaliera) 23 microgm
3 (media mensile) and 8 microgm
3 (media annuale) quali livelli critici ai
fini della protezione della vegetazione Piugrave recentemente il valore soglia menzionato per la media
annuale ai fini della protezione degli ecosistemi egrave stato confermato (UNECE 2004)
1733 Idrogeno solforato
Le emissioni di idrogeno solforato (H2S) nellrsquoambito della zootecnia sono legate ai processi di
decomposizione di materiale organico in particolare componenti proteici (aminoacidi) contenenti zolfo
in condizioni di anaerobiosi e alla riduzione del solfato da parte di gruppi batterici specializzati (Arogo
et al 2000) I valori di H2S tipicamente riscontrabili nellrsquoatmosfera sono inferiori a 1 ppb (15 microgm3)
Metagrave della popolazione egrave capace di avvertire lrsquoH2S giagrave a concentrazioni di 8 ppb (12 microgm3) ed il 90
riconosce il suo tipico odore a 50 ppb (150 microgm3) (Cauzillo et al 2010)
La presenza dellrsquoH2S nellrsquoazienda agricola egrave in genere legata allo stoccaggio dei reflui noncheacute alle
strutture di ricovero degli animali soprattutto nellrsquoallevamento suino e in condizioni di scarsa
ventilazione Qui lrsquoH2S puograve raggiungere valori di circa 5 ppm (75 mgm3) la soglia massima accettabile
per la protezione della salute negli ambienti di lavoro indicata dallrsquoagenzia USA OSHA (Occupational
Safety and Health Administration) egrave fissata a 10 ppm (15 mgm3) Per quanto riguarda lrsquoaria ambiente
lrsquoOrganizzazione mondiale della sanitagrave propone tre soglie di riferimento (WHO Guidelines ed 2000)
150 μgm3 quale media su 24 ore
100 μgm3 per periodi di durata compresa tra 1 e 14 gg
20 μgm3 per periodi di durata fino a 90 giorni
La normativa nazionale fissa con il DPR 322 del 1541971 (abrogato) due limiti per le immissioni di H2S
allrsquoesterno dei perimetri industriali 100 microgm3 per intervalli di 30 minuti e 40 microgm
3 per un tempo di
mediazione di 24 ore
In ambito zootecnico la presenza di H2S egrave in genere ben correlata con la problematica dellrsquoodore
prodotto dalrsquoallevamento animale Guo et al (2000) hanno osservato che esiste una correlazione
positiva significativa tra questo gas e la percezione di odori (r = 075) e che pertanto la concentrazione
di H2S puograve essere utilizzata come indicatore dei livelli di odore per allevamenti di diverse tipologie
animali Le emissioni di H2S presso gli impianti di produzione animale sono strettamente correlate con
la specie animale (Ni et al 2002) il numero di capi e la gestione dei reflui Si stima che a paritagrave di peso
vivo ed altre condizioni le emissioni di H2S siano massime nellrsquoallevamento suino in particolare per le
fasi di riproduzione seguono lrsquoallevamento bovino e quindi quello avicolo (Atia et al 2010)
1734 Composti odorigeni
Una particolare attenzione sta incontrando ormai da diversi anni la problematica legata allrsquoemissione di
composti odorigeni da parte delle attivitagrave zootecniche La crescente densitagrave degli impianti e la
insufficiente pianificazione del territorio hanno determinato una commistione fra usi del suolo non
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sempre compatibili e le distanze che separano aree residenziali e aziende zootecniche sono risultate in
numerosi casi inadeguate
Al centro dellrsquoattenzione vi sono oltre 200 diverse molecole (Schiffman 1998) che per loro natura sono
in grado di suscitare sensazioni sgradevoli allrsquoolfatto umano Per queste non esiste una specifica
normativa a carattere nazionale e la lacuna egrave stata parzialmente colmata da provvedimenti regionali
Diverse Regioni hanno legiferato in tema di disturbi olfattivi in particolar modo rispetto al trattamento
dei rifiuti urbani e il compostaggio Norme in materia sono state emanate giagrave da tempo da parte della
Regione Lombardia (DGR n 12764 del 16042003) dalla Basilicata (DGR n 709 del 22042002)
dalla Regione Sicilia (DGR n 27 parte I del 14062002 dellrsquoAbruzzo (DGR n 400 del 26052004) e
infine dalla Regione Veneto (DGR n 568 del 25022005)
Norme specifiche sul disturbo olfattivo e mirate a trattare ogni tipologia di fonte sono state emanate
dalla Regione Lombardia (2010) con le Linee Guida approvate dopo un periodo di valutazione di oltre
un anno con Deliberazione della Giunta Regionale del 15 febbraio 2012 (DGR 15 febbraio 2012 ndash n
IX3018)
Le Linee Guida della Regione Lombardia forniscono prima di tutto indicazioni circa un percorso di
valutazione delle emissioni e di determinazione del potenziale disturbo mediante lrsquoapplicazione di
metodologie di misura quantitativa Esse prevedono inoltre lrsquoimpiego di strumenti di dispersione
modellistica per valutazioni di carattere previsionale Le Linee Guida non forniscono nella realtagrave limiti
vincolati ma prescrivono che lo studio di impatto odorigeno richiesto per attivitagrave da cui egrave ragionevole
attendersi un impatto in tal senso sviluppi mappe di impatto ldquodove devono essere riportati i valori di
concentrazione orarie di picco di odore al 98deg percentile su base annuale cosigrave come risultanti dalla
simulazione a 1 3 e 5 uoEm3 ldquoal fine di poter consentire alle autoritagrave regolatorie di disporre delle
informazioni necessarie per valutare la compatibilitagrave ambientale dellrsquoimpianto o dellrsquoattivitagrave in esame in
relazione al contesto in cui si realizzanordquo
Altre Regioni hanno in modi diversi ripreso e adottato questa esperienza La Regione Emilia ndash
Romagna persegue il contenimento del rilascio di ammoniaca e quindi di uno dei principali odorigeni
dagli impianti a biogas e dal trattamento del digestato (Regolamento regionale 28 ottobre 2011 n1)
Va osservato che in numerosi altri Paesi sono previsti strumenti normativi analoghi ma mancano
indicazioni di livello europeo Cosigrave ad esempio in Gran Bretagna le Linee Guida ldquoIPPC - Horizontal
Guidance for Odour Part 1 ndash Regulation and Permittingrdquo (2002) che individuano quali limiti di
concentrazione di odore al 98deg percentile le soglie di 15 uoEm3 30 ouEm
3 60 ouEm
3 nel caso
rispettivamente di tipologie industriali ad ldquoelevatordquo ldquomediordquo o ldquobassordquo potenziale di molestia In Francia
la norma destinata alla protezione dalle emissioni di impianti di compostaggio prevede che entro un
raggio di 3000 m dai confini dellrsquoimpianto stesso non si debba superare il limite di 5 ouEm3
per piugrave di
175 ore allrsquoanno corrispondenti ad una frequenza del 2 (98deg percentile) (JORF du 22 Avril 2008) Un
quadro delle modalitagrave di valutazione delle emissioni odorigene dal settore zootecnico in diversi Paesi
europei egrave riportato in EPA ndash Ireland (2001)
Lrsquoapplicazione delle Linee Guida della Regione Lombardia assume al fine di condurre stime di
carattere previsionale il composto odorigeno come una miscela teorica di sostanze diverse Questa
viene trattata come un ldquoinquinanterdquo e ne viene stimato il rilascio e simulata la dispersione Lrsquoodore egrave
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PAGINA 138 194 Settembre 2015
espresso in termini di concentrazione definita in conformitagrave alla UNI EN 137252004 ed egrave assimilabile
nellambito delle simulazioni di dispersione ad ununica pseudo-specie che si disperde nellatmosfera in
forma gassosa (quindi non particellare)
174 Risultati delle simulazioni
1741 Composti odorigeni
I risultati delle elaborazioni condotte con il modello Windimula sono riportati per i ricettori considerati
nella tabella che segue Questa evidenzia valori di concentrazione di odorigeni stimati presso le
abitazioni individuate noncheacute presso i ricettori discreti individuati a distanza di 500 m dalle strutture
zootecniche
I valori riportati sono tutti inferiori alla soglia di 1 ouEm3 e consentono di affermare che presso le
residenze individuate in prossimitagrave dellrsquoAzienda e piugrave in generale oltre i 500 m di distanza le
concentrazioni di composti odorigeni non andranno a creare condizioni di disturbo Le concentrazioni
piugrave elevate di odore si riscontrano presso gli estrattori e comunque si mantengono ovunque allrsquointerno
del perimetro aziendale su livelli contenuti (5 ouEm3)
Secondo le Linee Guida della Regione Lombardia il valore di 1 ouEm3 per il 98 percentile delle ore
dellrsquoanno indica che per un numero limitato di ore appunto meno del 2 vi potragrave essere percezione
delle emissioni ma ciograve saragrave avvertito solo dalla porzione piugrave sensibile della popolazione I valori
risultano sempre inferiori a questa soglia anche nel caso lrsquoAzienda si orienti verso un incremento della
produzione utilizzando al meglio gli spazi disponibili
La distribuzione attesa delle concentrazioni (98deg percentile delle concentrazioni medie orarie) di odore
in prossimitagrave dellrsquoAzienda egrave riportata graficamente Dalla mappa si rileva chiaramente la modesta entitagrave
delle concentrazioni che si possono raggiungere anche nei periodi meno favorevoli alla dispersione
Allontanandosi dallrsquoAzienda i giagrave modesti valori si riducono rapidamente e risultano del tutto trascurabili
a poche centinaia di metri di distanza Lrsquoelaborazione relativa allrsquoipotesi di incremento della produzione
non modifica il quadro complessivo descritto La rappresentazione grafica delle ricadute non mostra
particolaritagrave di rilievo La isolinea indicante la concentrazione di 3 ouEm3 sempre riferita al 98deg
percentile delle stime orarie corre in prossimitagrave del confine dellrsquoAzienda La isolinea indicante la
concentrazione di 1 ouEm3 non raggiunge le abitazioni e si sviluppa in direzione sud-ovest
coerentemente con i venti dominanti
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Valori di concentrazione previsti dal modello di dispersione presso le abitazioni
Distanza dalle
sorgenti (m)
98deg percentile (ouEm3)
Stato attuale
98deg percentile
(ouEm3)
Incremento
produzione
1 residenza Nord 400 lt 05 lt 05
2 residenza Est 426 lt 05 lt 05
3 residenza Sud 387 lt 05 055
Valori di concentrazione previsti dal modello di dispersione per i ricettori discreti
Ricettori discreti Distanza dalle
sorgenti (m)
98deg percentile (ouEm3)
Stato attuale
98deg percentile
(ouEm3)
Incremento
produzione
N 500 0175 0208
W 500 0641 0504
S 500 0289 0444
E 500 0158 0302
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Concentrazione di composti odorigeni (98degpercentile) (in ouEm
3) con emissioni attuali Sono
riportate rispettivamente in verde e giallo e rosso le isolinee 1 e 3 ouEm3
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Concentrazione media oraria di composti odorigeni (98degpercentile) (in ouEm3) nellrsquoipotesi di
incremento produttivo Sono riportate rispettivamente in verde giallo e rosso le isolinee 13 e 5
ouEm3
1742 Ammoniaca
Il modello di dispersione fornisce il quadro delle concentrazioni attese di NH3 sulla base delle emissioni
prodotte nel corso dellrsquoattivitagrave produttiva La Tabella 13 fornisce il quadro delle ricadute di questo
composto in prossimitagrave delle strutture di produzione Sono riportati i valori di concentrazione media
annua presso le abitazioni e i recettori discreti
Il valore di concentrazioni media annua stimato presso le sorgenti di emissione corrispondenti alla
bocca degli estrattore egrave 7 microgm3 il valore massimo giornaliero presso lrsquoimpianto egrave stimato in 14 allo
stato attuale A breve distanza ancora allrsquointerno del perimetro aziendale le concentrazioni calano
rapidamente e raggiungono presso le abitazioni individuate per la valutazione degli odorigeni livelli
inferiori a 1 microgm3 notevolmente inferiori alla soglia di percezione del composto
Nel caso lrsquoAzienda si orienti in direzione di un incremento produttivo come descritto in precedenza egrave
atteso un aumento delle emissioni di ammoniaca presso lrsquoimpianto il valore di concentrazione media
annua attesa saragrave di 95 microgm3 mentre il valore massimo giornaliero potragrave raggiungere i 185 microgm
3
Valori di concentrazione di ammoniaca determinati dal modello di dispersione presso le abitazioni
Distanza dalle sorgenti Concentrazione
media annua
stato attuale
Concentrazione
media annua
incremento produttivo
(m) microgm3 microgm
3
1 residenza Nord 400 lt 05 lt 05
2 residenza Est 426 lt 05 lt 05
3 residenza Sud 387 lt 05 lt 05
Valori di concentrazione di ammoniaca determinati dal modello di dispersione presso i ricettori
discreti
Distanza dalle sorgenti Concentrazione
media annua
Stato attuale
Concentrazione
media annua
Incremento produttivo
(m) microgm3 microgm
3
Estrattori 0 5051 6920
N 500 0102 0156
W 500 0284 0392
S 500 0244 0329
E 500 0130 0174
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Concentrazione media annua di NH3 (in microgm
3) ndash Situazione attuale
Concentrazione media annua di NH3 (in microgm3) ndash Ipotesi di incremento produttivo
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COD 15V055 PAGINA 143 194
1743 Particolato fine
I valori attesi di PM dati dallrsquoelaborazione modellistica sono assai contenuti presso lrsquoarea dellrsquoimpianto
la concentrazione media annua data dalle sole emissioni dellrsquoimpianto si attesta sul valore di 26 microgm3
Allontanandosi di poche centinaia di metri le concentrazioni attese calano drasticamente e raggiungono
valori poco significativi Sia nelle condizioni attuali che con lrsquoincremento di produzione previsto le
concentrazioni presso i ricettori individuati si attestano su valori inferiori o pari a 1 microgm3
Valori di concentrazione di PM10 determinati dal modello di dispersione presso le abitazioni
Distanza dalle
sorgenti
Concentrazione
media annua
stato attuale
Concentrazione
media annua
incremento produttivo
(m) microgm3
microgm3
1 residenza Nord 400 1049 143
2 residenza Est 426 lt 05 0505
3 residenza Sud 387 lt 05 lt05
Valori di concentrazione di PM10 determinati dal modello di dispersione per i ricettori discreti
Distanza dalle
sorgenti
Concentrazione
media annua
Stato attuale
Concentrazione
media annua
Incremento produttivo
(m) microgm3
microgm3
Estrattori 0 2604 354
N 500 0657 0745
W 500 1199 1630
S 500 0950 1290
E 500 0748 1018
Le mappe che seguono riportano la distribuzione delle ricadute delle emissioni di PM10 Si osserva
come la superficie interessata dalle ricadute sia estremamente contenuta e non interessi le abitazioni
piugrave prossime allrsquoAzienda
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Concentrazione media annua di PM10 (in microgm
3) ndash Situazione attuale
Concentrazione media annua di PM10 (in microgm
3) ndash Ipotesi di incremento produttivo
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1744 Idrogeno solforato
I valori attesi di idrogeno solforato dati dallrsquoelaborazione modellistica sono come per gli altri composti
molto modesti Presso lrsquoarea dellrsquoimpianto la concentrazione media annua data dalle sole emissioni
dellrsquoimpianto si attesta sul valore di 114 microgm3
Allontanandosi di poche centinaia di metri le
concentrazioni attese calano ulteriormente e raggiungono valori del tutto trascurabili Sia nelle
condizioni attuali che con lrsquoincremento di produzione previsto le concentrazioni presso i ricettori
individuati si attestano su valori inferiori o pari a 1 microgm3 quindi ben al disotto della soglia di percezione
del composto
Valori di concentrazione di idrogeno solforato determinati dal modello di dispersione presso le
abitazioni
Distanza dalle
sorgenti
Concentrazione
media annua
stato attuale
Concentrazione
media annua
incremento produttivo
(m) microgm3 microgm
3
1 residenza Nord 400 0012 0058
2 residenza Est 426 0015 0020
3 residenza Sud 387 0011 0044
Valori di concentrazione di idrogeno solforato determinati dal modello di dispersione per i ricettori
discreti
Distanza dalle
sorgenti
Concentrazione
media annua
Stato attuale
Concentrazione
media annua
Incremento produttivo
(m) microgm3 microgm
3
Estrattori 0 1140 1560
N 500 0024 0033
W 500 0022 003
S 500 0046 0605
E 500 0854 0063
Le mappe che seguono riportano la distribuzione delle ricadute delle emissioni di H2S Si osserva come
la superficie interessata dalle ricadute sia estremamente contenuta e non interessi le abitazioni piugrave
prossime allrsquoAzienda
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Concentrazione media annua di H2S (in microgm3) ndash Situazione attuale
Concentrazione media annua di H2S (in microgm3) ndash Ipotesi di incremento produttivo
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175 10 Considerazioni conclusive
Sono state analizzate le emissioni di alcuni inquinanti normati gas ad effetto serra e composti odorigeni
emessi dalle strutture produttive dellrsquoAzienda Agricola Maggiolo Lrsquoesame egrave stato condotto rispetto
allrsquoattuale livello di produzione dellrsquoallevamento avicolo e considerando unrsquoipotesi di aumento dei capi
accasati
Lrsquoaumento dei capi allevati nel corso dei cicli di produzione annui determina un aumento del rilascio di
in atmosfera da parte delle strutture dellrsquoallevamento proporzionale al numero di capi LrsquoAzienda si
trova in una zona idonea allrsquoallevamento per la relativamente scarsa densitagrave abitativa e la presenza di
una fascia di colture agricole che la separa dalle abitazioni piugrave prossime
Per verificare quale possano essere le concentrazioni di odorigeni PM10 H2S e NH3 nellrsquoarea
circostante lrsquoAzienda egrave stata condotta una indagine modellistica mediante il software Windimula
Questa ha evidenziato presso le abiazioni e ricettori discreti posizionati a 500 m valori molto contenuti
di tutti i composti considerati
La valutazione del potenziale disturbo legato a composti odorigeni egrave stata condotta secondo quanto
previsto dalle Linee Guida in materia predisposte dalla Regione Lombardia Le tre abitazioni poste ad
alcune centinaia di metri dallrsquoimpianto zootecnico non risultano interessati da disturbi olfattivi Anche i
valori di concentrazione attesi per NH3 e H2S non si ritiene possano avere impatto olfattivo
In conclusione si puograve ritenere che la presenza dellrsquoattivitagrave di produzione avicola condotta dallrsquoAzienda
Maggiolo non determini attualmente condizioni di disturbo olfattivo o apporti rilevanti di inquinati da
modificare il quadro locale della qualitagrave dellrsquoaria Con riferimento allrsquoincremento di capi da accasare di
cui egrave richiesta lrsquoautorizzazione si ritiene che ciograve pur determinando un modesto incremento delle
emissioni non comporteragrave alterazioni della qualitagrave dellrsquoaria e lrsquoemissione di odorigeni pur
occasionalmente percepita non causeragrave disturbi di natura olfattivo presso le abitazioni piugrave prossime
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18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALLrsquoATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO
181 Assi viari interessati dal traffico indotto
I flussi di traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento dellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave legato al trasporto
dei capi da e per lrsquoallevamento allrsquoapprovvigionamento di materie prime (in particolare mangime) ed al
trasporto dalla pollina a fine ciclo
I pulcini arrivano da San Pietro in Gugrave Dallo stesso comune arriva il mangime dai mangimifici del
gruppo Veronesi I capi sono portati ai macelli di Vazzola e San Martino Buonalbergo La pollina
viene tutta consegnata ad una fungaia Agrifung localizzata a Trevignano
La tabella che segue riporta le distanze tra lrsquoazienda agricola e le realtagrave aziendali
Distanze percorse dai mezzi
Consegna Distanza km Tipologia di strade
San Pietro in Gugrave Pulcini
Mangime
245 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti
Vazzola Capi a fine ciclo 515 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti
San Martino
Buonalbergo
Capi a fine ciclo 879 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti
Trevignano Pollina 167 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti
Nelle immagine sotto riportate viene indicata la viabilitagrave interessata dai mezzi di trasporto e che
verranno utilizzate per il trasporto dei capi a inizio e fine ciclo e delle materie
Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso Vazzola (da Google map)
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Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso San Pietro in Gugrave (da Google map)
Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso San Martino Buon Albergo (da Google map)
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Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso Trevignano (da Google map)
182 Stima del traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento
Durante il periodo di carico (accasamento) dei capi sono necessari attualmente 2 mezzi per ciclo
quando nello scenario di progetto si prevedono circa 6 mezzi per ciclo
Per il trasporto del mangime sono necessari attualmente circa 12 mezzi per ciclo (con autocisterne da
30 t) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 30 mezzi per ciclo (sempre con autocisterne
da 30 t)
Per il trasporto della pollina prodotta sono necessari attualmente circa 2 mezzi per ciclo (con mezzi da
30 t di cui il 70 di portata utile) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 5 mezzi per ciclo
(sempre da 30 t)
Durante il periodo di scarico dei capi sono necessari attualmente considerando un tipico ciclo misto
(come indicato nel quadro di riferimento progettuale) 2 mezzi per il primo sfoltimento (polli da 18 kg) 2
mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 27 kg) e quindi 6 mezzi per lrsquoultimo lo scarico dei polli da 36
kg Nello scenario di progetto considerando sempre lo stesso tipico ciclo misto saranno necessari 5
mezzi per il primo sfoltimento (polli da 18 kg) 4 mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 27 kg) e
quindi 16 mezzi per lrsquoultimo lo scarico dei polli da 36 kg
Contemporaneamente egrave possibile che il trasporto di mangime possa coincidere con il periodo si carico
dei capi essendo quindi possibile che il traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamenti sia pari ad un
massimo giornaliero (svolto nel solo periodo diurno) di 3 mezzi pesanti nella situazione attuale e 5
mezzi pesanti nello scenario di progetto
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Situazione attuale e scenario di progetto ndash trasporto di materie
Trasporto capi
situazione attuale
scenario di progetto
Mezzi di trasporto inizio ciclo n capi 39500 110000
Mezzi di trasporto n 20 60
Mezzi di trasporto fine ciclo al macello
situazione attuale
scenario di progetto
sfoltimento a 18 kg n capi 111318 310000
Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 111318 310000
Peso vivo kgcapo 18 200 558
Numero di gabbie n capi per gabbia 48 2319 6458
Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n 20 50
sfoltimento a 27 kg n capi 71818 200000
Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 71818 200000
Peso vivo kgcapo 27 194 540
Numero di gabbie n capi per gabbia 32 2244 6250
Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n
20 40
sfoltimento a 36 kg n capi 211864 590000
Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 211864 590000
Peso vivo kgcapo 36 763 2124
Numero di gabbie n capi per gabbia 24 8828 24583
Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n
60 160
Mangime
situazione attuale
scenario di progetto
Fabbisogno di mangime t ciclo 3144 8392
Mezzo di trasporto (autocisterne da 30 t) n ciclo
120 300
Pollina a fine ciclo
situazione attuale
scenario di progetto
Produzione di pollina (dato medio considerata la consistenza media al netto della mortalitagrave) kgcapo 135 141
Produzione di pollina t ciclo 320 892
Mezzo di trasporto (30 t di cui 70 portata utile) n
20 50
situazione attuale
scenario di progetto
Mezzi di trasporto complessivi per ciclo n ciclo 260 660
Flusso massimo contemporaneo n giorno
30 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t
50 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t contemporanea allo sfoltimento
dei capi
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 152 194 Settembre 2015
Situazione attuale ndash tipico ciclo misto
numero di
capi Scorta di Mangime
Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine
ciclo Mezzi pollina
Totale mezzi massimo gg
850 30
30
1 19750 844
10
10
2 39500 833
10
10
3 39500 822
-
4 39500 811
-
5 39500 799
-
6 39500 788
-
7 39500 777
-
8 39500 766
-
9 39500 754
-
10 39500 743
-
11 39500 712
-
12 39500 682
-
13 39500 651
-
14 39500 620
-
15 39500 589
-
16 39500 559
-
17 39500 528
-
18 39500 497
-
19 39500 466
-
20 39500 436
-
21 39500 405
-
22 39500 326
-
23 39500 247
-
24 39500 168
-
25 39500 89
-
26 39500 10
-
27 39500 781 30
30
28 39500 702
-
29 39500 623
-
30 39500 544
-
31 39500 465
-
32 39500 386
-
33 39500 307
-
34 39500 228
-
35 39500 149
-
36 28368 92
20
20
37 28368 35
-
38 28368 829 30
30
39 28368 772
-
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 153 194
numero di
capi Scorta di Mangime
Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine
ciclo Mezzi pollina
Totale mezzi massimo gg
40 28368 715
-
41 28368 659
-
42 28368 602
-
43 28368 545
-
44 28368 488
-
45 28368 432
-
46 21186 352
20
20
47 21186 273
-
48 21186 193
-
49 21186 114
-
50 21186 34
-
51 21186 805 30
30
52 21186 725
-
53 21186 646
-
54 21186 567
-
55 21186 487
-
56 21186 408
-
57 21186 328
-
58 13506 278
20
20
59 5826 256
20
20
60 - 256
20
20
61
20
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 154 194 Settembre 2015
Scenario di progetto ndash tipico ciclo misto
numero di capi
Scorta di Mangime
Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine
ciclo Mezzi pollina
Totale mezzi massimo gg
850 30
30
1 18333 845
10
10
2 36667 834
10
10
3 55000 819
10
10
4 73333 798
10
10
5 91667 772
10
10
6 110000 740
10
10
7 110000 709
-
8 110000 678
-
9 110000 646
-
10 110000 615
-
11 110000 529
-
12 110000 444
-
13 110000 358
-
14 110000 272
-
15 110000 187
-
16 110000 101
-
17 110000 16
-
18 110000 780 30
30
19 110000 694
-
20 110000 609
-
21 110000 523
-
22 110000 303
-
23 110000 83
-
24 110000 713 30
30
25 110000 493
-
26 110000 273
-
27 110000 53
-
28 110000 683 30
30
29 110000 463
-
30 110000 243
-
31 110000 23
-
32 110000 653 30
30
33 110000 433
-
34 110000 213
-
35 94640 24
20
20
36 79280 685 30 20
50
37 79000 527
10
10
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COD 15V055 PAGINA 155 194
numero di capi
Scorta di Mangime
Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine
ciclo Mezzi pollina
Totale mezzi massimo gg
38 79000 369
-
39 79000 211
-
40 79000 53
-
41 79000 745 30
30
42 79000 587
-
43 79000 429
-
44 68760 291
20
20
45 59000 70
20
20
46 59000 699 30
30
47 59000 477
-
48 59000 256
-
49 59000 35
-
50 59000 664 30
30
51 59000 442
-
52 59000 221
-
53 59000 850 30
30
54 51320 657
20
20
55 43640 494
20
20
56 35960 359
20
20
57 28280 253
20
20
58 20600 176
20
20
59 12920 127
20
20
60 5240 108
20
20
61 -
20
20
62
20 20
63
20 20
64
10 10
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PAGINA 156 194 Settembre 2015
19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO
191 Premessa
La valutazione previsionale dellimpatto acustico comprese le misure fonometriche egrave stata eseguita dal
Dott Mario Zambrini e dallrsquoIng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel campo dellrsquoacustica
ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti rispettivamente con
Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714 del 3 Dicembre 2010
192 Stima dellrsquoimpatto acustico ndash modello di simulazione
Per la stima dellrsquoimpatto acustico determinato dalle attivitagrave di allevamento egrave stato utilizzato il software
Soundplan (versione 74) che utilizza quale riferimento di calcolo la norma internazionale ISO 9613-
21996 ldquoAcoustics ndash Attenuation of sound during propagation outdoors ndash Part 2 general method of
calculationrdquo per le sorgenti sonore puntuali
Il metodo di stima proposto dalla norma internazionale ISO 9613 consente di calcolare in
corrispondenza dei recettori acustici i livelli di pressione sonora associati alla presenza di un insieme di
sorgenti sonore
Tale modello calcola i livelli di pressione sonora determinati da una o piugrave sorgenti sonore in
corrispondenza di un numero potenzialmente infinito di recettori (LAT) al netto delle attenuazioni della
pressione sonora che ne influenzano la propagazione nel caso dellrsquoallevamento oggetto di valutazione
il modello considera dunque lrsquoattenuazione determinata dalla barriere (attenuazione determinata dalla
presenza di schermibarriere fisiche tra la sorgente ed il recettore Abar ovvero in questo caso
prevalentemente dallrsquoorografia del territorio ed i manufatti esistenti) divergenza geometrica (Adiv) (in
base allrsquoipotesi di propagazione del rumore in campo sferico) dallrsquoassorbimento dellrsquoatmosfera (Aatm) ed
alla cosiddetta ldquorugositagraverdquo del terreno (Agr)
ISO 9613-21996
(estratto riassuntivo illustrativo dei parametri utilizzati nella presente simulazione)
LAT = LW + Dc ndash (Adiv + Aatm + Agr + Abar) - Cmet
in cui
LAT livello equivalente di pressione sonora in corrispondenza del recettore acustico
LW livello di potenza sonora
Dc correzione che tiene conto della eventuale direttivitagrave della propagazione del rumore che nel caso di
una sorgente omnidirezionale risulta pari a 0 dB(A)
Adiv (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)
Aatm (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)
Agr (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)
Abar (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)
Cmet fattore di correzione meteoclimatico dipendente dalla direzione e velocitagrave del vento e del gradiente di
temperatura (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996) ndash non considerato nelle presenti
simulazioni
Nellrsquoambito delle simulazioni condotte tutte le sorgenti sonore sono considerate omnidirezionali
Nella stima dellrsquoAGr egrave stato utilizzato nelle simulazioni relative alle situazione attuale e allo scenario di
progetto un coefficiente ldquoGrdquo pari a 06 legato alla presenza di terreni porosi (che includono prato e
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 157 194
pascolo presenza di vegetazione e alberi o aree a seminativi)
Nellrsquoambito delle simulazioni condotte si sono assunti valori di temperatura umiditagrave e pressione
atmosferica rispettivamente pari a 10ordmC 70 e 101325 mbar
Per la stima del contributo dei flussi di traffico indotto dalle attivitagrave dellrsquoallevamento egrave stato utilizzato lo
software Soundplan adottando quale riferimento di calcolo il codice NMP ndash Routes ndash 96 (sviluppato da
SETRA-CERTU-LCP-CSTB) raccomandato dalla Commissione Europea per la determinazione dei
livelli sonori generati da traffico veicolare25
Le simulazioni acustiche sono state elaborate adottando i seguenti parametri numero di riflessioni pari
a 3 (utilizzato anche nel calcolo dei livelli di pressione in corrispondenza dei singoli edifici) griglia di
calcolo di 10 m di lato livello di interpolazione massimo di 9x9 (equivalente ad una stima dei livelli per
81 recettori interni alla cella) stima dei livelli di pressione ad una altezza di 4 m dal terreno nel caso
delle mappe acustiche ed in corrispondenza dei singoli recettori collocati al piano terreno eo al primo
piano
Sulla base di tali input il modello egrave quindi in grado di elaborare e rappresentare le curve isofoniche
corrispondenti ad altrettanti livelli di pressione sonora (espressi in questo caso come Livello sonoro
equivalente ponderato A ndash LAeq) previsti nellrsquointorno dellrsquoallevamento di progetto ovvero determinare il
livello di pressione sonora ipotizzabile in facciata ad ogni edificio individuato Le simulazioni tengono
inoltre in considerazione la presenza dei manufatti presenti sul territorio
Gli esiti delle simulazioni effettuate vengono rappresentati in forma grafica mediante mappe che
riportano le curve isofoniche per la visualizzazione dei livelli di pressione sonora (come contributo delle
sorgenti simulate) relativamente a tutto il territorio potenzialmente interessato
In corrispondenza dei singoli edifici presenti sul territorio si restituiscono invece puntualmente i livelli
di pressione sonora in facciata
Mappe acustiche riportate in allegato cartografico
Griglia di calcolo Scala di restituzione cartografica
Situazione attuale e scenario di progetto
Mappa acustica relativa al periodo diurno serale e notturno senza traffico indotto ndash solo sistema di ventilazione alla massima potenza
10 x 10 m 110000 13500
Situazione attuale
Mappa acustica relativa al periodo diurno durante le giornate con traffico indotto (sistema di ventilazione sempre alla massima potenza)
10 x 10 m 110000 13500
Scenario di progetto
Mappa acustica relativa al periodo diurno durante le giornate con traffico indotto (sistema di ventilazione sempre alla massima potenza)
10 x 10 m 110000 13500
25
Raccomandazione della Commissione del 6 Agosto 2003 concernente le linee guida relative ai metodi di calcolo aggiornati per il rumore dellrsquoattivitagrave industriale degli aeromobili del traffico veicolare e ferroviario e relativi dati di rumorositagrave (2003613CE)
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PAGINA 158 194 Settembre 2015
193 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici
Secondo il Piano di Classificazione Acustica del comune di Castelfranco Veneto approvato con
deliberazione del Consiglio Comunale n 103 del 3172003 si rileva che lrsquoarea oggetto di analisi si
colloca allrsquointerno della classe III ndash aree di tipo misto Come specifica anche la Relazione Illustrativa
ldquorientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento
con media densitagrave di popolazione con presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di
attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano
macchine operatricirdquo
Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Riese Pio X classifica lrsquoarea a sud ovest del comune
al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego in classe acustica II ldquoaree
destinate a uso prevalentemente residenzialerdquo Per tali aree ldquoIl DPCM 1391 determina che siano
inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con
bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali e assenza di attivitagrave
industriali e artigianali In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui lrsquoabitare egrave
evidentemente la funzione prioritaria e in cui mancano o comunque non sono significative le attivitagrave
commerciali che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni (negozi di generi
alimentari artigianato di servizio ecc) Lrsquoassenza di importanti assi di attraversamento e di strade
principali di connessione urbana lrsquoassenza di attivitagrave industriali e dellrsquoartigianato produttivo assieme
alla bassa densitagrave di popolazione consentono di individuare indicativamente tali aree solo in alcune
zone C del PRG vigente In particolare lrsquoassenza di attivitagrave di artigianato produttivo diventa elemento di
riconoscimento delle zone C da inserire in classe IIrdquo
Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castello di Godego individua la zona a nord est al
confine con il comune di Castelfranco Veneto in classe III ndash aree di tipo misto Come per il Piano di
Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato per le aree che
ricadono in questa classe valgono le prescrizioni del DPCM 1391
Lrsquoindividuazione dei potenziali recettori acustici egrave stata effettuata sulla base della Carta Tecnica
Regionale e sulla base del sopraluogo effettuato in loco noncheacute delle foto aeree
La tavola ldquoClassificazione acustica del territoriordquo (inclusa nellrsquoallegato cartografico) riporta lo stralcio
delle classificazioni acustiche dei tre comuni Nella stessa tavola vengono indicati i potenziali recettori
acustici selezionati collocati a minor distanza della azienda agricola ovvero degli assi viari interessati
dal traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento
La seguente tabella riporta lrsquoelenco dei manufatti selezionati ai fini della presente valutazione e
relativamente ai quali sono stati posizionati i recettori sul lato piugrave esposto allrsquoattivitagrave di allevamento e
relativo traffico indotto
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COD 15V055 PAGINA 159 194
Potenziali recettori acustici (coordinate in sistema UTM WGS 84 zona 32 N)
Identificativo
recettore X Y Classe acustica VL immissione PD VL immissione PN
1 1726859 5064272 III 60 50
2 1726864 5064266 III 60 50
3 1726856 5064232 III 60 50
4 1726922 5064206 III 60 50
5 1726949 5064191 III 60 50
5n 1726941 5064196 III 60 50
5o 1726936 5064188 III 60 50
6 1726959 5064155 III 60 50
7 1727065 5064088 III 60 50
8 1727050 5064031 III 60 50
9n 1727023 5064026 III 60 50
9o 1727002 5064016 III 60 50
10 1727012 5063904 III 60 50
11 1726990 5063891 III 60 50
12 1726507 5063724 III 60 50
13 1726500 5063705 III 60 50
14 1726466 5063737 III 60 50
15 1726444 5063767 III 60 50
16 1726343 5063718 III 60 50
17 1726312 5063786 III 60 50
18 1726289 5063814 III 60 50
19 1726226 5063793 III 60 50
20 1726164 5063784 III 60 50
21 1726290 5063869 III 60 50
22 1726554 5064499 III 60 50
23 1726579 5064501 III 60 50
24 1726603 5064543 III 60 50
25 1726613 5064568 III 60 50
26 1726674 5064584 III 60 50
27 1726676 5064569 III 60 50
28 1726685 5064555 III 60 50
29 1726700 5064539 III 60 50
30 1726712 5064518 III 60 50
31 1726730 5064494 III 60 50
32 1726748 5064476 III 60 50
Az 1726547 5064199 III 60 50
S1 1727237 5063387 III 60 50
S2 1727215 5063351 III 60 50
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PAGINA 160 194 Settembre 2015
194 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate allrsquoattivitagrave di allevamento
1941 Sorgenti fisse e sorgenti mobili
Le principali sorgenti sonore dellrsquoallevamento polli da carne sono costituite dal sistema di ventilazione
forzata che garantisce idonee condizioni interne ai capannoni di allevamento La ventilazione dei
capannoni egrave di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete collocati nel lato
ovest di ciascun capannone nel capannone 1 2 ventilatori sono collocati nella parete laterale (sempre
lato ovest)
Ventilazione dei capannoni
Capannone Modello
EM50
Modello
ED36HE
1 6 -
2 8 -
3 8 -
4 8 -
5 4 2
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COD 15V055 PAGINA 161 194
Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola 5 capannoni con relative sorgenti puntuali
(ventilatori assiali a parete) edificio residenziale del proprietario e gestore dellrsquoazienda agricola 3
manufatti (ricovero materiali e attrezzature agricole)
(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture)
Il regime di funzionamento dei ventilatori varia in funzione della fase di sviluppo dei capi del numero
presente in ciascun capannone ma principalmente dalle condizioni meteo climatiche variabile
chiaramente nellrsquoarco dellrsquoanno
In ogni caso sia nella situazione attuale che nello scenario di progetto in particolari condizioni di
temperatura e umiditagrave i ventilatori funzionano a pieno regime e tutti contemporaneamente In entrambi
gli scenari le simulazioni sono state effettuata assumendo in via cautelativa il funzionamento di tutti i
ventilatori a pieno regime
Nella tabella che segue si riportano i livelli di pressione sonora (misurati a 2 m di distanze dalla
sorgente) garantite dalla casa produttrice Munters relativamente ai modelli di ventilatori in uso
nellrsquoazienda agricola Maggiolo
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PAGINA 162 194 Settembre 2015
Livelli di pressione sonora dB(A) a 2 m
dalla sorgente
Fonte Munters specifiche tecniche dei modelli
EMEMS ndash EDHEEDSHE-EC air extraction
circulation fan ndash Declaration of conformity (2013)
Situazione attuale e scenario di progetto - Sorgenti fisse simulate
Capannone Modello EM50
Livello di
potenza sonora
dB(A) delle
singole sorgenti
Modello ED36HE
Livello di potenza
sonora dB(A) delle
singole sorgenti
1 4 882 2 958
2 8 882 - -
3 8 882 - -
4 8 882 - -
5 6 882 - -
I livelli di pressione indicati dalla casa produttrice sono stati convertiti in livelli di potenza sonora
associando al ventilatore una propagazione semisferica Come prima analisi egrave stato stimato il livelli di
pressione sonora a 2 m di distanza di un ventilatore (modello ED36 e modello EM50) collocato nella
parete di uno dei 5 capannoni su una superficie riflettente poicheacute la sorgente egrave collocata in una parete
la simulazione egrave stata effettuata considerando un coefficiente di correzione pari a + 3 dB(A)
In corrispondenza del punto collocato a 2 m la simulazione con un ventilatore ED36HE ha portato ad un
livello di pressione sonora pari a 831 dB(A) in linea con il dati fornito dalla casa produttrice che
chiaramente egrave stato determinato in condizioni controllate non riproducili
In corrispondenza del punto collocato a 2 m la simulazione con un ventilatore EM50 ha portato ad un
livello di pressione sonora pari a 754 dB(A) in linea con il dati fornito dalla casa produttrice che
chiaramente egrave stato determinato in condizioni controllate non riproducili
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COD 15V055 PAGINA 163 194
Ricostruzione del modello 3D per
la verifica della conversione del
livello di pressione sonora in
livello di potenza sonora
Relativamente al traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento nella situazione attuale e nello scenario
futuro egrave stato simulato il traffico indotto dalla normale attivitagrave svolta e che si svolgeragrave nellrsquoazienda
agricola considerando il numero massimo di mezzi pesanti che in una stessa giornata arrivano ed
escono Quindi assumendo un massimo pari a 3 mezzi giorno nella situazione attuale e 5 mezzi
giorno nello scenario futuro In via cautelativi tali mezzi sono stati fatti transitare in un breve periodo di 6
ore riferito chiaramente al periodo esclusivamente diurno
Traffico indotto simulato
Situazione
attuale Veicoli Pesanti
Scenario di progetto
Veicoli Pesanti Tipo di flusso
Tipo di manto stradale
Numero massimo di mezzi pesanti in arrivo in una giornata
30 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t
50 per rifornimento
mangime fino ad una capacitagrave dei silos
pari a 85 t contemporanea allo sfoltimento dei capi
- -
Numero di ore di operativitagrave (assunzione cautelativa)
6 6 - -
Numero massimo di mezzi pesanti in in entrata uscita dallrsquoazienda
10 17 - -
Strada di accesso allrsquoazienda agricola Flussi di traffico in entrata uscita dallrsquoazienda vh
15 20 Flusso fluido
continuo Strada non
asfaltata
Velocitagrave media di percorrenza kmh 30 30
Viabilitagrave principale Flussi di traffico in entrata uscita dallrsquoazienda vh
15 20 Flusso fluido
continuo Asfalto poroso
Velocitagrave media di percorrenza kmh 50 50
Le sorgenti fisse sono state simulate sia nella situazione attuale che nello scenario di progetto sia nel
periodo diurno (dalle 6 alle 19) che in quello serale notturno (dalle 19 alle 6) periodo questo nel quale
viceversa non sono state simulate le sorgenti mobili Nel confronto con i limiti ed in attesa della
definizione a livello italiano di valori limite per il periodo serale si egrave assunto cautelativamente il valore
limite riferito al periodo notturno anche per la fascia serale compresa tra 19 e le 22 di sera
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Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola dei manufatti presenti intorno alla stessa e della
viabilitagrave
(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture di allevamento e la
distribuzione dei manufatti sul territorio circostante)
195 Livelli ambientali ante operam
1951 Indagine fonometrica
Lrsquoindagine fonometrica egrave stata condotta il 25 maggio 2015 in corrispondenza di due punti di rilevamento
ritenuti significativi e rappresentativi dalla situazione attuale ed ai fini della valutazione degli impatti
attesi a seguito dellrsquoampliamento dellrsquoallevamento
Le misure sono state effettuate con uno fonometro integratore di precisione in classe 1 con filtri e
microfoni conforme a quanto richiesto dal DM 16031998 (conformi alle specifiche tecniche IEC 61672-
12002 Class 1 IEC 60651-2001 60804-2000 e ANSI S14 ndash 1983 Tipo 13 11 Filtro di Ottave S111-
1986 Tipo 1C IEC61260-am1-2001 Class 1) (certificati di taratura n 9388 del 14 maggio 2013 e n
9386 del 14 maggio 2013)
Le misure sono state effettuate in conformitagrave con le specifiche definite dal DM Ambiente 16 marzo
1998rdquo In particolare le misure sono state effettuate posizionando il microfono munito di cuffia
antivento ad unrsquoaltezza di 15 m dal piano di campagna Durante il periodo di svolgimento delle misure
non sono state rilevate precipitazioni e la velocitagrave del vento era inferiore a 5 ms
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1952 Livelli ambientali rilevati
La restituzione del clima sonoro attuale nel periodo diurno egrave stata effettuata mediante la realizzazione
di n 2 misure fonometriche di durata pari a 20 e 30 minuti in corrispondenza di n 2 punti di
rilevamento interni allrsquoarea dellrsquoallevamento
Punto 01 ndash punto di misura localizzato a circa 21 m dai ventilatori del capannone 1 (lato ovest)
durante i 30 minuti della misura solo il sistema di ventilazione del capannone 1 egrave stato
mantenuto in funzionamento Durante il periodo di misura egrave sorvolata lrsquoazienda agricola un
aereo
Punto 02 ndash punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale (lato est) del capannone
1 durante i 20 minuti della misura solo il sistema di ventilazione del capannone 1 egrave stato
mantenuto in funzionamento Durante il periodo di misura non sono state rilevate sorgenti
esterne allrsquoazienda
Azienda Agricola Maggiolo ndash 01
Azienda Agricola Maggiolo ndash 02
I principali risultati delle misure effettuate sono riportati di seguito mentre nelle schede si possono
visualizzare i principali indicatori associati a ciascuna misura
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Risultati delle misure di rilevamento fonometrico
Indicazione
Scheda rilevamento
Inizio
Misura
Durata della
misura min Leq dB(A)
L1
dB(A)
L10
dB(A)
L50
dB(A)
L90
dB(A)
L99
dB(A)
01 1444 30 595 636 597 591 586 582
01 mascherata 1444 30 591 603 597 591 586 582
02 1520 20 451 494 465 447 433 423
Livelli equivalenti e livelli statistici arrotondati per eccesso (a 05)
Indicazione
Scheda rilevamento
Inizio
Misura
Durata della
misura min Leq dB(A)
L1
dB(A)
L10
dB(A)
L50
dB(A)
L90
dB(A)
L99
dB(A)
01 1444 30 595 64 60 595 59 585
01 mascherata 1444 30 595 605 60 595 59 585
02 1520 20 455 495 465 45 435 425
Le misure fonometriche effettuate hanno fatto rilevare
Punto 01 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 20 m dai ventilatori del
capannone 1 (lato ovest) un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione
sonora pari a 595 dB(A) (anche quando mascherato il passaggio dellrsquoaereo)
Punto 02 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale
(lato est) del capannone 1 un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione
sonora pari a 455 dB(A)
I livelli di pressione sonora rilevati risultano inferiori rispetto ai contributi stimati assumendo i livelli di
potenza sonora determinati per i modelli EM50 e ED36 assumendo che lrsquoattenuazione dal lato ovest
(sorgente) verso il lato est dei livelli di pressione interna allrsquocapannone egrave legata alla sola divergenza
geometrica e che il contributo dei capi egrave pari a 36 dB(A)
Punto 01 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 20 m dai ventilatori del
capannone 1 (lato ovest) un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione
sonora pari a 643 dB(A) rispetto ad un livello misurato pari a 595 dB(A) Il differenziale pari a
circa 5 dB(A) potrebbe essere legato ad un funzionamento non a pieno regime di tutti i
ventilatori durante il periodo di misura In ogni caso essendo il livello stimato superiore a quello
misurato si possono ritenere cautelativi i risultati delle stime in corrispondenza dei singoli
recettori
Punto 02 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale
(lato est) del capannone 1 un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione
sonora pari a 476 dB(A) rispetto ad un livello misurato pari a 451 dB(A) Anche in questo caso
il livello stimato risulta superiore a quello rilevato essendo quindi da ritenere cautelative le
stime in corrispondenza dei recettori
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Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola punti di misura fonometrica
(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture e il punto di rilevamento)
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196 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto
Lrsquoanalisi dei livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto ovvero del
cambiamento legato allrsquoampliamento del numero di capi allevati egrave stata fatta a partire dai risultati delle
seguenti simulazioni
Periodo diurno (assunto cautelativamente dalle 600 alle 1900)
o Situazione attuale funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5
capannoni traffico indotto massimo e pari a 1 mezzo allrsquoora in transito nella viabilitagrave di
accesso allrsquoazienda agricola e nella viabilitagrave principale per un numero di giorni totale
pari a 3 giorni per ciclo produttivo (si stima che per ciclo produttivo ci sia movimento di
mezzi pesanti per un totale pari a circa 12 giorni di cui 8 con un numero di mezzi totale
al giorno inferiore a quello simulato)
o Scenario progetto funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5
capannoni traffico indotto massimo pari a 17 mezzi allrsquoora in transito nella viabilitagrave di
accesso allrsquoazienda agricola e nella viabilitagrave principale per un giorno per ciclo produttivo
(si stima che per ciclo produttivo ci sia movimento di mezzi pesanti per un totale pari a
circa 31 giorni di cui 30 con un numero di mezzi totale al giorno inferiore a quello
simulato)
Periodo serale (dalle 1900 alle 2200) e notturno (dalle 2200 alle 600)
o Situazione attuale e di progetto funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori
istallati nei 5 capannoni sia nella situazione attuale e nello scenario di progetto
Assenza di traffico indotto
Sia la situazione attuale che lo scenario di progetto sono da considerarsi cautelative in quanto come
indicato piugrave volte il traffico di mezzi pesanti egrave limitato a solo alcune giornate e per un numero di mezzi al
giorno nella maggior parte dei casi inferiore a quello simulato Il regime di funzionamento dei
ventilatori dipende delle condizioni meteo climatiche non funzionando a pieno regime tutto lrsquoanno e
durante le 24 ore
In assenza di traffico indotto sia nella situazione attuale che in quella di progetto (durante i periodi
diurno serale e notturno) il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento si riscontra ovviamente in
prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I livelli interni allrsquoarea drsquoallevamento variano tra
420 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro 2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato
ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest risultano intorno a 70-73 dB(A) in funzione del numero di
ventilatori e della relativa potenza sonora Si consideri tuttavia che lungo il confine della proprietagrave sul
lato piugrave esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli risultano essere pari o inferiori a 70 dB(A) quando
invece nel lato meno esposto (est) i livelli risultano essere inferiori a 46 dB(A)
Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare in assenza di traffico indotto nella situazione
attuale che in quella di progetto (durante i periodi diurno serale e notturno) in corrispondenza dei
singoli recettori (da 1 a 32) tra 240 e 465 dB(A) In corrispondenza dei recettori stando ai risultati
delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) e notturno (che associamo anche al
periodo serale in attesa che venga definito a livello normativo un limite di immissione per il periodo
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serale) pari a 50 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti non risultano poter
essere superati per ragioni imputabili alla presenza dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due
scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attivitagrave di allevamento egrave chiaramente molto inferiore al limite
che il piano di classificazione acustica comunale ad esse ha associato (sempre classe III e non in
classe acustica I) risultando inferiore a 20 dB(A)
00
100
200
300
400
500
600
700
GF GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1F 2 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1
1 2 2 3 3 4 4 5 5 5n 5n 5o 5o 6 6 7 7 8 8 9n 9n 9o 9o 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 15 16 16 17 17 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 30 31 31 32 32 Az Az s1 s1 s2 s2
Contributo dellallevamento in giornate senza traffico indotto dB(A) periodo diurno serale e notturno (funzionamento sistema di ventilazione alla massima potenza)
PD PS PN giornate senza traffico indotto dB(A) Vli PN Vli PD
I dati sono stati arrotondati per eccesso a 05
Nel periodo diurno nella situazione attuale il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento compreso
il traffico indotto si riscontra ancora in prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I livelli interni
allrsquoarea drsquoallevamento variano tra 460 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro 2 metri dai
ventilatori dei capannoni (lato ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest si mantengono intorno a
70-73 dB(A) come nel periodo serale e notturno in funzione del numero di ventilatori e della relativa
potenza sonora Lungo il confine della proprietagrave sul lato piugrave esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli
si mantengono pari o inferiori a 70 dB(A) quando invece nel lato meno esposto (est) i livelli risultano
essere inferiori a 49 dB(A)
Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare nella situazione attuale diurna nelle giornate
durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dallrsquoazienda agricola in
corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24) tra 320 e 555 dB(A) In corrispondenza dei recettori
stando ai risultati delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) per la classe III nella
quale tutti i recettori sono inseriti non risulta poter essere superato per ragioni imputabili alla presenza
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dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attivitagrave di
allevamento nelle giornate con traffico indotto seppur piugrave elevato al solo funzionamento del sistema di
ventilazione in quanto in mezzi dovrebbero transitare sullrsquoasse viario che affianca entrambe le strutture
scolastiche risulta comunque inferiore al limite che il piano di classificazione acustica comunale ha
associato ad entrambe (in classe III) il contributo risulta inferiore a 46 dB(A) valore questo in ogni caso
compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione acustica per le due strutture con un
piugrave idoneo collocamento di ambedue in classe I (con un limite di immissione diurno pari a 50 dB(A)
Nel periodo diurno nello scenario di progetto il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento
compreso il traffico indotto si riscontra ancora in prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I
livelli interni allrsquoarea drsquoallevamento variano tra 470 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro
2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest si mantengono
intorno a 70-73 dB(A) come nel periodo serale e notturno e nella situazione attuale in funzione del
numero di ventilatori e della relativa potenza sonora Lungo il confine della proprietagrave sul lato piugrave
esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli si mantengono pari o inferiori a 70 dB(A) quando invece
nel lato meno esposto (est) i livelli risultano essere inferiori a 50 dB(A) con un incremento di 1 dB(A)
rispetto alla situazione attuale diurna
Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare nella situazione diurna di progetto nelle giornate
durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dallrsquoazienda agricola in
corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24) tra 335 e 580 dB(A) Anche nello scenario di progetto
in corrispondenza dei recettori stando ai risultati delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a
60 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti non risulta poter essere superato per
ragioni imputabili alla presenza dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2)
il contributo delle attivitagrave di allevamento nelle giornate con traffico indotto risulta inferiore a 48 dB(A)
valore questo in ogni caso ancora compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione
acustica per le due strutture
Per quanto riguarda il differenziale diurno (indicativo in quanto non calcolato chiaramente a partire da
dati interni agli ambienti abitativi) risulta inferiore a 25 dB(A) quindi non supera la soglia massima
ammissibili per il periodo diurno pari a 5 dB(A)
Si ritiene che in corrispondenza delle aziende agricole si debba aggiornare la classificazione acustica
associando allrsquoarea delle aziende agricola una classe acustica non inferiore alla VI (in relazione alla
quale il valore limite di emissione diurno e notturno egrave 65 dB(A) ed il limite di immissione diurno e
notturno egrave pari a 70 dB(A)) a causa necessitagrave di disporre di un sistema di raffrescamento con un
numero elevato di ventilatori
Stando ai risultati delle simulazioni effettuate si puograve ritenere che comunque il valore limite di
immissione riferito al periodo diurno (pari a 60 dB(A)) e al periodo serale e notturno (pari a 50 dB(A))
non saragrave superato in corrispondenza di alcun recettore per ragioni imputabili allrsquoattivitagrave di allevamento
Si tenga presente che gli scenari sono stati costruiti nella situazione piugrave cautelativa ovverossia
ipotizzando che il sistema di ventilazione funzione a pieno regime (al 100) con tutti gli aspiratori drsquoaria
in funzionamento in ciascuno dei capannoni e considerando il massimo contributo del traffico indotto
dalle attivitagrave di allevamento
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00
100
200
300
400
500
600
700
GF GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1F 2 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1
1 2 2 3 3 4 4 5 5 5n 5n 5o 5o 6 6 7 7 8 8 9n 9n 9o 9o 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 15 16 16 17 17 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 30 31 31 32 32 Az Az s1 s1 s2 s2
Contributo dellallevamento in giornate con traffico indotto dB(A) periodo diurno (funzionamento sistema di ventilazione alla massima potenza)
PD attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato sulle ore con traffico indotto)
PD di progetto in giornate con traffico indotto (livello ponderato sulle ore con traffico indotto)
Vli PD
I dati sono stati arrotondati per eccesso a 05
Contributo delle attivitagrave di allevamento in corrispondenza dei singoli recettori
recettore Piano
Periodo diurno serale e
notturno in giornate senza traffico indotto
Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato
sulle ore con traffico indotto)
Periodo diurno di progetto in giornate con
traffico indotto (livello
ponderato sulle ore con traffico
indotto)
Valore limite di
immissione periodo serale
notturno Vli PN
Valore limite di
immissione periodo diurno Vli PD
Differenziale periodo
diurno nelle giornate con
traffico indotto
1 GF 340 440 465 50 60 25
2 GF 340 435 455 50 60 20
2 F 1 340 430 450 50 60 20
3 GF 330 505 525 50 60 20
3 F 1 345 500 525 50 60 25
4 GF 285 555 580 50 60 25
4 F 1 315 540 565 50 60 25
5 GF 240 495 515 50 60 20
5 F 1 260 480 505 50 60 25
5n GF 310 525 550 50 60 25
5n F 1 325 520 540 50 60 20
5o GF 310 475 500 50 60 25
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recettore Piano
Periodo diurno serale e
notturno in giornate senza traffico indotto
Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato
sulle ore con traffico indotto)
Periodo diurno di progetto in giornate con
traffico indotto (livello
ponderato sulle ore con traffico
indotto)
Valore limite di
immissione periodo serale
notturno Vli PN
Valore limite di
immissione periodo diurno Vli PD
Differenziale periodo
diurno nelle giornate con
traffico indotto
5o F 1 330 480 500 50 60 20
6 GF 315 455 480 50 60 25
6 F 1 315 450 475 50 60 25
7 GF 265 420 440 50 60 20
7 F 1 280 420 445 50 60 25
8 GF 285 415 440 50 60 25
8 F 1 295 420 440 50 60 20
9n GF 290 380 405 50 60 25
9n F 1 300 385 405 50 60 20
9o GF 285 345 365 50 60 20
9o F 1 300 350 365 50 60 15
10 GF 285 330 340 50 60 10
10 F 1 285 335 350 50 60 15
11 GF 265 320 340 50 60 20
11 F 1 290 335 345 50 60 10
12 GF 425 430 430 50 60 00
12 F 1 430 435 435 50 60 00
13 GF 385 390 390 50 60 00
13 F 1 415 415 415 50 60 00
14 GF 430 430 435 50 60 05
14 F 1 435 435 440 50 60 05
15 GF 440 440 440 50 60 00
15 F 1 445 450 450 50 60 00
16 GF 400 405 405 50 60 00
16 F 1 405 410 410 50 60 00
17 GF 420 420 425 50 60 05
17 F 1 445 445 445 50 60 00
17 F 2 455 455 460 50 60 05
18 GF 440 440 440 50 60 00
18 F 1 455 460 460 50 60 00
19 GF 410 410 410 50 60 00
19 F 1 425 425 430 50 60 05
20 GF 420 420 420 50 60 00
20 F 1 430 435 435 50 60 00
21 GF 460 460 460 50 60 00
21 F 1 465 465 465 50 60 00
22 GF 365 375 380 50 60 05
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recettore Piano
Periodo diurno serale e
notturno in giornate senza traffico indotto
Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato
sulle ore con traffico indotto)
Periodo diurno di progetto in giornate con
traffico indotto (livello
ponderato sulle ore con traffico
indotto)
Valore limite di
immissione periodo serale
notturno Vli PN
Valore limite di
immissione periodo diurno Vli PD
Differenziale periodo
diurno nelle giornate con
traffico indotto
22 F 1 365 375 380 50 60 05
23 GF 355 370 375 50 60 05
23 F 1 365 380 385 50 60 05
24 GF 335 355 360 50 60 05
24 F 1 350 365 370 50 60 05
25 GF 285 320 335 50 60 15
25 F 1 345 360 365 50 60 05
26 GF 335 345 350 50 60 05
26 F 1 335 350 355 50 60 05
27 GF 335 350 355 50 60 05
27 F 1 335 350 355 50 60 05
28 GF 310 330 340 50 60 10
28 F 1 335 360 370 50 60 10
29 GF 335 350 360 50 60 10
29 F 1 335 350 355 50 60 05
30 GF 315 330 340 50 60 10
30 F 1 335 355 365 50 60 10
31 GF 335 355 370 50 60 15
31 F 1 335 355 360 50 60 05
32 GF 330 355 365 50 60 10
32 F 1 330 355 365 50 60 10
Az GF 425 425 425 50 60 00
Az F 1 445 445 445 50 60 00
Az F 1 445 445 445 50 60 00
s1 GF 200 455 475 50 60 20
s1 F 1 215 460 480 50 60 20
s2 GF 160 460 480 50 60 20
Piano GF ndash piano terreno F1 ndash primo piano
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COD 15V055 PAGINA 179 194
20 RIFIUTI
I rifiuti prodotti dallrsquoAzienda Agricola sono quelli tipici di una azienda agricola zootecnica e consistono
per lo piugrave in imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti) in carta (per il trasporto
delle materie prime aggiuntive a quella trasportata con autobotti e caricata direttamente sui silos di
stoccaggio) ed in vetro (contenitori per medicinali) A seguito dellrsquoampliamento ci saragrave un conseguente
incremento della produzione di rifiuti non si prevedendo che vengano tuttavia diversificate le categorie
di rifiuti prodotti
Tipologia di rifiuti solidi prodotti dallrsquoazienda agricola
Rifiuti pericolosi
13 02 06 Scarti di olio sintetico per motori ingranaggi e lubrificazione
(ad esempio da trattori e gruppi elettrogeni)
15 01 10 Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze
(ad esempio disinfestanti)
Rifiuti non pericolosi
15 01 01 Imballaggi in carta e cartone
15 01 02 Imballaggi in plastica
15 01 05 imballaggi in materiali compositi
15 01 06 imballaggi in materiali misti
15 01 07 imballaggi di vetro
Per la gestione delle carogne (spoglie di animali morti prematuramente prima del loro conferimento al
macello) lrsquoazienda egrave dotata di apposita cella frigorifera adatta al contenimento temporaneo fino al
momento della consegna alla ditta autorizzata che effettua il relativo smaltimento a norma di legge
Nellrsquoazienda agricola egrave presente una area coperta nella quale verranno posizionati i contenitori per la
raccolta separata di tutti i rifiuti prodotti
21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE
Considerati i risultati delle analisi e valutazione effettuate ed esposte dei capitoli precedenti e
considerato che si tratta di un allevamento esistente il cui ampliamento non richiede la realizzazione di
ulteriore strutture e manufatti si ritiene non essere necessario effettuare delle indagini ad hoc sui temi
tratti e oggetto del presente studio di impatto ambientale
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PAGINA 180 194 Settembre 2015
22 ALLEGATO TECNICO
221 Aria e emissioni odorigene
2211 Bibliografia di riferimento
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Objectives - Volume I January 2004 pp 121 httpesrdalbertacaairobjectives-directives-policies-
and-standardsdocuments6655pdf
ARPAV 2014 Campagna di Monitoraggio della Qualitagrave dellAria Comune di PORTO VIRO Via Nello
Fregnan Periodo di attuazione 22012013 ndash 25022013 (semestre invernale) 20052013 ndash
15072013 (semestre estivo) Relazione Tecnica
Cesano M 2013 Emissioni di inquinanti provenienti da allevamenti animali in provincia di Cuneo
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COD 15V055 PAGINA 181 194
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gassose in atmosfera delle attivitagrave ad impatto odorigeno
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Regione Toscana 2010 Criteri Direttivi Per Il Contenimento Delle Emissioni In Atmosfera Delle
Centrali Geotermoelettriche Prescrizioni da utilizzare nei procedimenti regionali di VIA e di
concessioneautorizzazione ex L 8961986 e LR 392006
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Facilities A ReviewWorld Environmental and Water Resources Congress 2007 Restoring Our Natural
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and Levels and Air Pollution Effects Risks and Trends UNECE (2004)
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and development J Air Waste Manag Assoc 2011 Mar61(3)269-76
Yu Z Guo H Lagueuml C 2011b Development of a livestock odor dispersion model part II Model theory
and development J Air Waste Manag Assoc 2011 Mar 61(3)277-84 J Air Waste Manag Assoc 2011
Mar61(3)277-84
2212 Allegato ndash Descrizione del modello Windimula
SINTESI DELLA DESCRIZIONE DELLE EQUAZIONI UTILIZZATE DAL MODELLO WD3 ndash MAIND
SRL
Sistema delle coordinate
Il sistema di coordinate utilizzate egrave un sistema cartesiano con lrsquoasse x orientato da Ovest a Est e lrsquoasse y orientato
da Sud a Nord Le unitagrave di misura sono espresse in metri la posizione dei vari punti del reticolo cartesiano egrave
espressa dallrsquoequazione seguente
Calcolo delle distanze
Durante il calcolo il sistema di coordinate viene ruotato per portare lrsquoasse x a coincidere con la
direzione del vento
Le equazioni utilizzate sono le seguenti
- modifica della direzione del vento
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PAGINA 182 194 Settembre 2015
dove dirprov egrave la direzione di provenienza del vento in gradi (secondo le convenzioni meteorologiche
internazionali) inserita come dato di input
modifica della posizione della sorgente e del recettore
calcolo della distanza sottovento e della distanza perpendicolare alla direzione del vento di un recettore
rispetto alla sorgente
calcolo della distanza radiale sorgente-recettore (usato nel calcolo climatologico)
CALCOLO DEL PROFILO VERTICALE DEL VENTO
Calcolo del vento alla quota H
Teoricamente il vento che appare nella formulazione gaussiana dovrebbe essere inteso come valore
medio sullrsquoestensione del pennacchio Poicheacute i dati meteorologici di partenza sono generalmente
disponibili al suolo si utilizza una legge esponenziale per trasportare lrsquointensitagrave della velocitagrave del vento
alla quota desiderata mantenendone comunque costante la direzione Nel calcolo dellrsquoaltezza efficace
si utilizza la velocitagrave del vento riportata allrsquoaltezza fisica del camino nel calcolo ellrsquoequazione si utilizza
il valore medio tra la velocitagrave del vento riportata allrsquoaltezza fisica del camino e la velocitagrave del vento
riportata allrsquoaltezza efficace cioegrave allrsquoaltezza effettiva del rilascio Poicheacute in presenza di orografia questa
altezza puograve essere inferiore allrsquoaltezza fisica del camino si considera comunque la velocitagrave del vento
calcolata allrsquoaltezza del camino come valore limite inferiore
Lrsquoequazione utilizzata egrave la seguente
dove
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COD 15V055 PAGINA 183 194
uHe velocitagrave del vento alla quota desiderata
uref velocitagrave del vento misurata alla quota zref
He quota di calcolo
z0 rugositagrave superficiale
p esponente che dipende dalla classe di stabilitagrave
Classe di stabilitagrave Coeff P
A 01
B 01
C 016
D 016
E 03
F 03
Nel caso in cui siano disponibili due set di misure a due quote diverse (z2 z1 con z2 gt z1) lrsquoesponente
p viene calcolato utilizzando questa formula
Limiti
la velocitagrave calcolata deve risultare comunque maggiore di umin (default 1 msec)
se lrsquoaltezza di calcolo e lrsquoaltezza della prima misura sono inferiori alla quota Hmin si pone u=u1
lrsquoaltezza di calcolo egrave assunta comunque maggiore di Hmin e minore di Hmax (default 200 m)
impostati nei parametri generali del calcolo
se lrsquoaltezza di calcolo egrave inferiore alla quota della prima misura si pone u=u1
in presenza di due set di dati si assume come direzione del vento quella piugrave vicina allrsquoaltezza
del rilascio
in caso di calma di vento si utilizza in diverso valore di umin (default 05 ms)
MODELLO SHORT TERM PER SORGENTI PUNTIFORMI IN PRESENZA DI VENTO
Formula generale dellrsquoequazione gaussiana
Lrsquoequazione gaussiana che esprime la concentrazione per sorgenti puntiformi elevate con emissioni
continue assume la seguente forma
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dove
Q emissione di inquinante espresso come massa per unitagrave di tempo
V termine verticale (par 32 )
D termine di decadimento (par 38 )
Σy (x) σ z (x) coefficienti di dispersione laterale e verticale (m)
u velocitagrave del vento alla quota del rilascio (ms)
x distanza sottovento tra la sorgente e il recettore rispetto alla direzione del vento (par 11 )
y distanza perpendicolare alla direzione del vento tra lrsquoasse del pennacchio e il recettore (par
11 )
z quota del recettore rispetto al suolo
Tale equazione viene ricavata in base alle seguenti ipotesi
processo stazionario
condizioni meteorologiche costanti
trasporto turbolento lungo lrsquoasse x trascurabile rispetto al trasporto per avvezione
coefficienti di dispersione costanti in y e z
emissione costante
suolo riflettente
Lrsquoequazione gaussiana non egrave applicabile in condizioni di calma di vento per questo motivo si assume
generalmente un valore minimo di 1 ms per la velocitagrave del vento
NOTA con questa formula generica egrave possibile calcolare C anche a quote superiori al suolo (ldquoflagpole
recettorerdquo)
Termine verticale
La forma generale del termine verticale V egrave la seguente
dove il secondo termine rappresenta lrsquoeffetto della riflessione del terreno e il termine Vinv rappresenta
lrsquoeffetto delle riflessioni del plume causate dalla presenza di unrsquo inversione in quota
Il termine h assume inizialmente la seguente forma
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COD 15V055 PAGINA 185 194
formula utilizzata per descrivere il downwash degli edifici) e ΛH rappresenta il sovralzo dei fumi
Termine verticale in presenza di inversione in quota
Le classi ABC e D sono caratterizzate da un inversione in quota che limita la diffusione verticale La
quota di questa inversione in quota viene spesso indicata con il termine di altezza di rimescolamento
La presenza di questa inversione in quota modifica lrsquoequazione gaussiana con lrsquointroduzione del
termine Vinv
dove Vinv rappresenta la base dellrsquoinversione in quota
Il modello gaussiano non considera la possibilitagrave che il pennacchio riesca a superare lrsquoinversione nel
caso ciograve si realizzi la diffusione verso il basso viene fortemente inibita e i valori di concentrazione
risultano molto bassi Per questo motivo lrsquoinserimento di una inversione in quota piugrave bassa dei valori
standard dello strato rimescolato puograve portare a valori molto elevati e non realistici di concentrazione al
suolo La serie riportata nella formula converge abbastanza rapidamente e in generale sono sufficienti
poche iterazioni il parametro impostato di default esegue 4 riflessioni Il modello contiene dei valori di
default per lrsquoaltezza dello strato rimescolato egrave comunque possibile inserire un valore direttamente
come dato di input
Termine verticale per diffusione di particolato
In caso di diffusione di particolato o di gas pesanti il modello gaussiano viene modificato per tener
conto degli effetti legati alla velocitagrave di sedimentazione gravitazionale Il primo effetto sullrsquoequazione egrave
quello di introdurre un abbassamento dellrsquoasse del pennacchio modificando il termine h descritto in
precedenza
dove
vg rappresenta la velocitagrave di sedimentazione gravitazionale
u velocitagrave del vento alla quota del pennacchio
La modifica del termine h serve a tener conto dellrsquoeffetto della gravitagrave sulla diffusione dellrsquoinquinante e
viene generalmente indicato come Tilted Plume Model
Effetti della deposizione secca sullrsquoequazione
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In generale la deposizione degli inquinanti gassosi e del particolato leggero (particelle fino a 1 micron)
ha effetti trascurabili sulla concentrazione dovuta alla diffusione In caso contrario egrave necessario tener
conto del fatto che parte del materiale si deposita al suolo facendo cadere lrsquoipotesi di suolo riflettente In
generale la deposizione di un inquinante si puograve calcolare tramite la relazione
F flusso di deposizione al suolo
C(xy0) concentrazione al suolo
vd velocitagrave di deposizione
Si tenga presente che in caso di particolato la velocitagrave di deposizione NON egrave la velocitagrave di
sedimentazione gravitazionale In generale i fenomeni che determinano la deposizione cioegrave la cattura
da parte del suolo dellrsquoinquinante sono molto complessi ed esulano dalla trattazione di un modello
semplice come egrave il modello gaussiano anche percheacute richiedono generalmente lrsquointroduzione di
informazioni iniziali spesso non disponibili o di difficile reperibilitagrave che dipendono dal tipo di inquinante
dal tipo di terreno dal tipo di vegetazione e dalle condizioni meteorologiche Il modello quindi adotta un
approccio conservativo trascurando il calcolo della deposizione secca Tale approccio egrave sicuramente
adatto ad applicazioni di tipo regolatorio Il modello permette comunque di adottare la stessa soluzione
presente nel DIMULA ndash DOS che in caso di velocitagrave di sedimentazione diversa da zero ipotizza che
tutto lrsquoinquinante di depositi trascurando il termine di riflessione dellrsquoequazione gaussiana
Effetti della deposizione umida sullrsquoequazione (opzione avanzata)
Analogamente a quanto descritto per la deposizione secca la presenza della deposizione umida
modifica lrsquoequazione gaussiana per tener conto del materiale rimosso dalla pioggia diminuendo il
termine di emissione Contrariamente alla deposizione secca perograve la formulazione generalmente
adottata per la modifica dellrsquoequazione gaussiana egrave piugrave semplice ed ha la forma seguente
dove
λ = Scavening coefficiente (hr(smm))
R= rate di precipitazione (mmhr)
Il modello include il calcolo dellrsquoeffetto della deposizione umida si tenga presente che lrsquoinclusione di
questo calcolo serve SOLO per valutare lrsquoeffetto della deposizione umida sulle concentrazioni e NON
per calcolare il flusso di deposizione
Calcolo del Plume Rise
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Le equazioni utilizzate per il calcolo del plume rise si basano sulle note formulazioni di Briggs
raccomandate anche da EPA Lo schema utilizzato dal modello coincide quasi integralmente con lo
schema utilizzato da ISC e da CALPUFF
Definizione delle variabili
hS altezza fisica del camino (m)
hrsquoS altezza del camino modificata per effetto della scia del camino (m)
d diametro interno del camino (m)
rs raggio interno del camino
vs velocitagrave di efflusso dei fumi (ms)
Ts temperatura dei fumi (K)
dH sovralzo dei fumi
xf distanza alla quale si verifica il sovralzo finale dei fumi
us velocitagrave del vento alla bocca del camino (ms)
Ta temperatura dellrsquoaria
ϑpartz gradiente verticale della temperatura potenziale per la classe di stabilitagrave E
vale 002 (ISC) o 0015 (DIMULA) per la classe di stabilitagrave F vale 0035 (ISC) o 0037 (DIMULA)
Bh altezza degli edifici in direzione del vento
Bw larghezza dellrsquoedificio vicino alla sorgente perpendicolare alla direzione del vento
g accelerazione di gravitagrave (980616 ms2)
Effetto scia del camino (Stack aerodynamic effect)
La bassa pressione che si forma sottovento al camino puograve avere lrsquoeffetto di abbassare lrsquoasse del
pennacchio quando la velocitagrave di efflusso dei fumi risulta particolarmente bassa Quando la velocitagrave di
efflusso dei fumi risulta inferiore a 15 volte la velocitagrave del vento si valuta lrsquoeffetto di scia del
camino utilizzando la formula (Briggs) seguente
Lrsquoapplicazione di questa formula ha lrsquoeffetto di ridurre lrsquoaltezza fisica del rilascio
Il calcolo egrave opzionale (in quanto camini che soddisfano il criterio vs lt 15 us possono avere dispositivi
che prevengono lrsquoeffetto scia del camino Il calcolo non viene eseguito in caso di calma di vento
Limiti Per evitare che con camini bassi e larghi il valore corretto possa diventare negativo viene
assunto un limite inferiore come percentuale sul valore totale Un valore indicativo puograve essere 13
(pg204 ref 2) ISC e DIMULA limitano a 0 la correzione
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Parametri utilizzati nei calcoli del plume rise
Flusso di galleggiamento
Flusso del momento
Parametro di stabilitagrave
Calcolo del sovralzo dei fumi per atmosfera instabile o neutra
Si calcola la ldquocrossover temperaturerdquo che serve per determinare se il sovralzo egrave prevalentemente
guidato dal sopralzo termico o dal flusso di momento
per Fb lt 55
per Fb ge 55
Sovralzo dominato dal flusso di
galleggiamento
(T T ) ( T) S A c
FB lt 55
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FB = 55
FB gt 55
Sovralzo dominato dal flusso di momento
Calme di vento non crsquoeacute una trattazione specifica si pone u=umin
Limiti
bull la velocitagrave del vento alla bocca del camino viene comunque posta u gt= umin
bull nel caso in cui lrsquoaltezza efficace superi la quota dellrsquoinversione si veda 356
bull se lrsquoaltezza del camino (prima del calcolo) supera lrsquoaltezza di inversione o lrsquoaltezza dello strato
rimescolato la concentrazione viene posta a 0 su tutto il dominio
Calcolo del sovralzo dei fumi per atmosfera stabile
Si calcola la ldquocrossover temperaturerdquo che serve per determinare se il sovralzo egrave prevalentemente
guidato dal sovralzo termico o dal flusso di momento
Sovralzo dominato dal flusso di galleggiamento
Sovralzo dominato dal flusso di momento
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il sovralzo dominato dal momento in caso di atmosfera stabile e non puograve superare quello calcolato in
atmosfera instabile o neutra
Calma di vento
a causa del termine negativo ndash3d si impone che comunque il sovralzo non sia negativo
Limiti
Se lrsquoaltezza efficace supera lrsquoaltezza dello strato rimescolato si pone altezza efficace uguale altezza
dello stratorimescolato
Coefficienti di Dispersione
Il calcolo dei coefficienti di dispersione procede attraverso i seguenti passi
calcolo delle sigma di Briggs
correzione dei valori calcolati introducendo il calcolo della BID (Buoyancy Induced Dispersion)
In caso di utilizzo del modello di Huber Snyder per la valutazione del building downwash il
calcolo egrave modificato in questo modo (descritto nel capitolo successivo)
per distanze inferiori a 10BB calcola le σ y (x)e σ z (x) utilizzando le formule di tale modello e
scegliendo il valore massimo rispetto alle sigma di Briggs per distanze superiori calcola le σ y
(x+xvirt)e σ z (x+xvirt) di Briggs alla distanza x+xvirt
correzione dei valori calcolati introducendo il calcolo della BID (Buoyancy Induced Dispersion)
Formule di Briggs
Le formule di dispersione piugrave utilizzate nei modelli per il calcolo di σ y e σ z in mancanza di misurazioni
o calcoli diretti della turbolenza sono quelle di Briggs (1973) ottenute combinando una larga serie di dati
sperimentali
dove
b=1
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d=-05
e=1
f=1
e=1
f=1
DIMULA DOS contiene inoltre un modello per il calcolo delle formule di dispersione basato sulla
rugositagrave superficiale (egrave evidente che questo modello ha un senso quando viene fornito al modello un
campo xy di rugositagrave superficiale)
Termine di decadimento
Il termine di decadimento inserito nellrsquoequazione di concentrazione egrave un modo semplice per
considerare lrsquoeffetto sulla concentrazione della rimozione del materiale inquinante Tale rimozione puograve
essere dovuta a deposizione secca o umida a effetti chimici o altro Il termine di decadimento egrave della
forma
dove γ rappresenta il coefficiente di decadimento espresso in secondi alla meno 1 Assegnare a γ il
valore 0 significa trascurare il decadimento (opzione di default) Una relazione utile per calcolare γ se egrave
noto il tempo di dimezzamento della sostanza in esame egrave la seguente
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Il termine di decadimento potrebbe essere utilizzato per descrivere la perdita di materiale
dovuta alla deposizione umida utilizzando la seguente relazione
ψ = λR
dove λ rappresenta lo ldquoscavening coefficientrdquo (smmhr) -1 e R rappresenta il rate di precipitazione
(mmhr) si egrave preferito perograve tenere separati i due effetti per consentire lrsquoutilizzo continuativo del modello
con sequenze di dati meteo
MODELLO SHORT TERM PER SORGENTI AREALI IN PRESENZA DI VENTO
In genere le sorgenti areali vengono schematizzate come sorgenti puntiformi virtuali arretrate rispetto al
centro della sorgente areale questa schematizzazione si traduce sostanzialmente nellrsquoinserimento di
valori di dispersione iniziali che tengano conto della reale dimensione della sorgente utilizzando la
stessa equazione usata per descrivere le sorgenti puntiformi Un altro possibile approccio egrave quello di
considerare la concentrazione prodotta da una sorgente areale come il risultato della concentrazione
prodotta da n sorgenti puntiformi distribuite sullrsquoarea effettivamente occupata dalla sorgente areale
La formulazione di Cirillo e Cagnetti (12) adottata da DIMULA DOS prevede lrsquoutilizzo di due modelli
un modello per le grandi distanze basato sullrsquointegrazione dellrsquoequazione della sorgente
puntiforme sulla superficie dellrsquoarea della sorgente
un modello per le brevi distanze basato sulla modifica delle sigma orizzontali di dispersione
Viene calcolata una distanza di riferimento Xstar (formulazione no riportata) che rappresenta il limite dei
due modelli questa distanza egrave la distanza alla quale il calcolo delle sigma di dispersione dei due
modelli coincide
Il calcolo della dispersione verticale
Il coefficiente di dispersione verticale viene calcolato in entrambi i modelli secondo la seguente formula
dove σz rappresenta la dispersione calcolata secondo le formule di Briggs e σz0 rappresenta la
dispersione verticale iniziale e viene inserita come dato di input dallrsquoutente In letteratura sono riportate
diverse indicazioni per lrsquoassegnazione di questo valore
Dimula DOS utilizza lrsquoaltezza degli edifici intorno alla sorgente divisa per 25
ISC suggerisce di utilizzare la dimensione verticale della sorgente divisa per 215 se la sorgente
egrave vicina al suolo ed isolata lrsquoaltezza degli edifici divisa per 215 se la sorgente egrave elevata o
adiacente a edifici lrsquoaltezza della sorgente divisa per 43 se la sorgente egrave elevata ed isolata
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42 Il modello per X lt Xstar
Il modello per piccole distanze egrave il modello puntiforme con la dispersione laterale modificata secondo la
formula
dove
σy dispersione calcolata secondo le formule di Briggs
R area della sorgente
K(R) funzione definita per il trasporto di lunga distanza
sf fattore moltiplicativo del raggio della sorgente areale per il calcolo della Sigma Y iniziale (impostato
nei parametri generali del calcolo con valore di default 05)
MODELLO PER LE CALME DI VENTO
Inquadramento
Ai fini delle misure strumentali le calme di vento sono tutte quelle situazioni meteorologiche nelle quali
gli strumenti di
misura non riescono a definire una direzione e una intensitagrave del vento
A questa situazione strumentale (assenza del dato) corrispondono in realtagrave moltissime e diverse
situazioni meteorologiche
La gestione modellistica delle calme di vento presenta sostanzialmente due problemi
mancanza di dati per inizializzare i modelli
varietagrave delle situazioni meteorologiche che ricadono nella definizione di calme di vento
Queste difficoltagrave hanno portato lrsquoEPA e definire una metodologia per trattare le calme di vento che
consiste in un preprocessamento dei dati meteorologici finalizzato allrsquoeliminazione delle condizioni di
calma
I modelli gaussiani in particolare non sono in grado di gestire le calme di vento
per ragioni fisiche in quanto contrastano con le ipotesi di derivazione della formulazione
gaussiana
per ragioni matematiche in quanto la velocitagrave del vento egrave presente a denominatore
La soluzione presente nella versione precedente di DIMULA si basa sul modello CAGNETTI
FERRARA questo modello basato sullrsquointegrazione temporale dellrsquoequazione gaussiana a puff
presenta perograve il difetto di divergere nellrsquoorigine calcolando valori irrealistici e sovrastimati nei recettori
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vicini alla sorgente Per questo motivo egrave la trattazione delle calme e delle condizioni di vento debole egrave
stata modificata adottando il modello CIRILLO POLI
Trattamento delle condizioni di calma nel modello short term con sequenza di dati orari
La gestione del calcolo in base ai dati di ogni singolo record orario per sorgenti puntiformi segue lo
schema seguente
La gestione del calcolo in base ai dati di ogni singolo record orario per le sorgenti areali segue il
seguente schema
Il modello di Cirillo Poli non si applica alle sorgenti areali nelle situazioni di mancanza di dati si applica
un modello gaussiano con split sigma
Il modello gaussiano ridotto con split sigma presenta le seguenti ipotesi
la distanza x egrave assunta come distanza radiale
la distanza y egrave assunta pari al raggio della sorgente areale
Sigmaz egrave calcolata come nel modello gaussiano
seguendo Cirillo e Poli Sigmay egrave calcolata da
bull
dove richiesto si assume come velocitagrave del vento il valore minimo impostato di default dal modello per
le situazioni di calma
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INDICE
1 PREMESSA 8
11 Oggetto dello Studio di impatto ambientale 8
12 Riferimenti normativi 8
13 Struttura dello studio di impatto ambientale 9
14 Gruppo di lavoro 10
2 NORME MINIME PER LA PROTEZIONE DEI POLLI DA CARNE 12
3 AZIENDA AGRICOLA 15
31 Caratteristiche dei capannoni di allevamento 17
311 Silos per lo stoccaggio mangime 20
312 Sistema di ventilazione 21
32 Attivitagrave di allevamento ndash descrizione delle fasi di allevamento nella situazione
attuale e nello scenario di progetto 22
4 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLA SITUAZIONE ATTUALE 26
5 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLO SCENARIO DI PROGETTO 29
51 Motivazione dellrsquointervento di ampliamento 29
52 Dimensionamento dellrsquoallevamento in caso di ampliamento 29
6 GESTIONE DEI MATERIALI PALABILI ESISTENTE E PREVISTO DAL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DEL NUMERO DI CAPI 32
7 CONSUMI DI RISORSE E CARATTERISTICHE DELLE EMISSIONI IN AMBIENTE ESTERNO 34
71 Consumo di materie prime 34
72 Consumi energetici 35
73 Ciclo idrico 36
74 Scarichi idrici 37
75 Spolgie di animali 37
76 Produzione di rifiuti solidi 38
77 Emissioni in atmosfera 38
8 DISTANZE MINIME SECONDO LA DGR 8562012 39
9 DECOMMISSIONING 40
10 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE 42
101 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ndash Regione Veneto 42
1011 Riferimenti generali 42
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1012 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 43
102 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ndash Provincia di Treviso 44
1021 Riferimenti generali 44
1022 Relazioni con le previsioni del PTCP 46
103 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castelfranco Veneto 48
1031 Riferimenti generali 48
1032 Relazioni con le previsioni del PAT 49
104 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castello di Godego 54
1041 Riferimenti generali 54
1042 Relazione con le previsioni del PAT 54
1043 Relazione con le previsioni del PRG 60
105 Classificazione acustica del territorio comunale 61
1051 Riferimenti generali 61
1052 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 63
106 Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (e norme in materia di
salvaguardia da rischio di inquinamento da nitrati) 64
1061 Riferimenti generali 64
1062 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 66
107 Piano per lrsquoAssetto Idrogeologico del Bacino scolante nella Laguna di
Venezia 67
1071 Riferimenti generali 67
1072 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 67
108 Piano di Risanamento della Qualitagrave dellrsquoAria 69
1081 Riferimenti generali 69
1082 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 69
109 Programma di Sviluppo Rurale 70
1091 Riferimenti generali 70
1092 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 71
1010 Aree Protette 71
10101 Riferimenti generali 71
10102 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 72
1011 Rete Natura 2000 72
10111 Riferimenti generali 72
10112 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 74
1012 Important Bird Area (IBA) 75
10121 Riferimenti generali 75
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10122 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 75
1013 Zone umide di importanza internazionale 75
10131 Riferimenti generali 75
10132 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 76
11 REGIME VINCOLISTICO 76
111 Vincolo sismico 76
1111 Riferimenti generali 76
1112 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine 77
112 Vincolo idrogeologico 78
1121 Riferimenti generali 78
1122 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine 78
113 Patrimonio culturale beni culturali e beni paesistici vincolati 78
1131 Riferimenti generali 78
1132 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e lrsquoallevamento avicolo 79
12 USI DEL SUOLO 85
121 Impatti sullrsquouso del suolo 85
13 FLORA E FAUNA 86
131 Fauna 86
132 Flora 91
133 Stima degli impatti 91
14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI 93
141 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici 93
142 Impatti sui beni architettonici e archeologici 98
15 PAESAGGIO 101
151 Quadro conoscitivo del Paesaggio 101
152 Caratteri del Paesaggio nellrsquoarea di analisi 106
153 Impatti sul paesaggio 107
16 ACQUE 109
161 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee 109
162 Consumi di acqua 113
163 Impatti sulle acque 113
17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE 114
171 Premessa 114
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172 Breve richiamo delle caratteristiche dellrsquoAzienda e dellrsquoattivitagrave di allevamento116
173 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo 117
174 Emissione aziendali 119
1741 Fattori di emissione 119
1742 Quadro emissivo aziendale 120
1743 Sorgenti fugitive 123
1744 Ventilazione 123
175 Quadro meteoclimatico 124
1751 Precipitazioni 124
1752 Temperatura 125
1753 Umiditagrave relativa 126
1754 Anemolologia 127
1755 Classi di stabilitagrave atmosferica 130
171 Qualitagrave dellrsquoaria 130
172 Modello di dispersione 131
1721 Scelta della tipologia di modello e del codice software 131
1722 Estensione del dominio territoriale di analisi 131
1723 Scansione temporale 131
1724 Descrizione del modello 132
1725 Dati di input del modello 134
1726 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie 134
173 Normativa di riferimento 135
1731 Particolato 135
1732 Ammoniaca 135
1733 Idrogeno solforato 136
1734 Composti odorigeni 136
174 Risultati delle simulazioni 138
1741 Composti odorigeni 138
1742 Ammoniaca 141
1743 Particolato fine 143
1744 Idrogeno solforato 145
175 10 Considerazioni conclusive 147
18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALLrsquoATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO 148
181 Assi viari interessati dal traffico indotto 148
182 Stima del traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento 150
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19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO 156
191 Premessa 156
192 Stima dellrsquoimpatto acustico ndash modello di simulazione 156
193 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici 158
194 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate allrsquoattivitagrave di allevamento 160
1941 Sorgenti fisse e sorgenti mobili 160
195 Livelli ambientali ante operam 164
1951 Indagine fonometrica 164
1952 Livelli ambientali rilevati 165
196 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto 173
20 RIFIUTI 179
21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE 179
22 ALLEGATO TECNICO 180
221 Aria e emissioni odorigene 180
2211 Bibliografia di riferimento 180
2212 Allegato ndash Descrizione del modello Windimula 181
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1 PREMESSA
11 Oggetto dello Studio di impatto ambientale
LrsquoAzienda Agricola Maggiolo egrave localizzata in Via Bella Venezia 147 Castelfranco Veneto in Provincia di
Treviso Nellrsquoazienda agricola si svolge lrsquoattivitagrave di allevamento di polli a terra fino ad un massimo di
39500 polli per ciclo Lrsquoazienda intende sfruttare la potenzialitagrave massima pari a 110000 capi per ciclo
Per tanto lrsquoazienda intende avviare le seguenti procedure
Valutazione di impatto ambientale ai sensi del D Lgs 1522006 smi ldquoNorme in materia ambientalerdquo
in quanto ricadente al punto ac) dellrsquoAllegato III ldquoImpianti per lallevamento intensivo di pollame o di
suini con piugrave di 85000 posti per polli da ingrasso 60000 posti per gallinerdquo
Valutazione di incidenza ai sensi del DPR 35797 Regolamento recante attuazione della direttiva
9243CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali noncheacute della flora e
della fauna selvaticherdquo in quanto rientrare allrsquointerno della area Natura 2000 ZPS IT3240026 ldquoPrai di
Castello di Godegordquo
Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ai sensi del D Lgs 1522006 smi in quanto ricadente al
punto 66 a) dellrsquoAllegato I ldquoImpianti per lallevamento intensivo (hellip) con piugrave di 40000 posti
pollamerdquo
La presente relazione costituisce quindi lo studio di impatto ambientale funzionale allo espletamento
della procedura di Valutazione di impatto ambientale di competenza della Provincia di Treviso
12 Riferimenti normativi
In data 14 febbraio 2009 sono entrate in vigore le norme in materia di procedure di VIA (Valutazione di
Impatto Ambientale) cosigrave come previsto dallrsquoart 35 ldquoDisposizioni transitorie e finalirdquo della Parte
Seconda del D Lgs 15206 ldquoNorme in materia ambientalerdquo come modificato successivamente
Drsquoaccordo con il D Lgs 15206 e smi art 35 ldquoDisposizioni transitorie e finalirdquo ldquo1 Le regioni adeguano il
proprio ordinamento alle disposizioni del presente decreto entro dodici mesi dallentrata in vigore In
mancanza di norme vigenti regionali trovano diretta applicazione le norme di cui al presente decreto 2
Trascorso il termine di cui al comma 1 trovano diretta applicazione le disposizioni del presente decreto
ovvero le disposizioni regionali vigenti in quanto compatibili (hellip)rdquo Con le DGRV n 308 del 10 febbraio
2009 n 327 del 17 febbraio 2009 (Allegati A e B) n 4145 del 29 dicembre 2009 n 1539 del 27
settembre 2011 e ancora n n 575 del 03 maggio 2013 la Regione del Veneto ha delineato gli indirizzi
applicativi specifici in materia di valutazione ambientale di coordinamento tra il Dlgs 1522006 come
modificato ed integrato dal DLgs 42008 con la LR 101999
Secondo la normativa nazionale (e regionale) vigente sono sottoposti a procedura di VIA tra altre
tipologie (All III) le seguenti tipologie di allevamento
ac) Impianti per lrsquoallevamento intensivo di pollame o di suini con piugrave di
o 85000 posti per polli da ingrasso 60000 posti per galline
o 3000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg) o
o 900 posti per scrofe
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13 Struttura dello studio di impatto ambientale
Lo studio di impatto ambientale egrave stato predisposto sulla base delle indicazioni di cui al D Lgs
1522006 smi Allegato VII - Contenuti dello Studio di impatto ambientale e che fanno riferimento
drsquoaccordo con lrsquoart 22 del medesimo decreto a
a) descrizione del progetto con informazioni relative alle sue caratteristiche alla sua localizzazione
ed alle sue dimensioni
b) descrizione delle misure previste per evitare ridurre e possibilmente compensare gli impatti
negativi rilevanti
c) dati necessari per individuare e valutare i principali impatti sullambiente e sul patrimonio
culturale che il progetto puograve produrre sia in fase di realizzazione che in fase di esercizio
d) descrizione sommaria delle principali alternative prese in esame dal proponente ivi compresa
la cosiddetta opzione zero con indicazione delle principali ragioni della scelta sotto il profilo
dellimpatto ambientale
e) descrizione delle misure previste per il monitoraggio
Lo studio di impatto ambientale egrave quindi articolato coerentemente con le disposizione di cui allrsquoAllegato
VII secondo lrsquoarticolazione di massima presentata nello schema seguente
A Quadro di riferimento programmatico
Descrive sinteticamente gli elementi conoscitivi ed analitici utili ad inquadrare dellrsquointervento nel contesto
della pianificazione territoriale riferita alla regione alla provincia ed al comune interessato dallrsquoallevamento
noncheacute nel quadro definito dalle norme settoriali vigenti e in itinere In particolare verranno
analizzati e sintetizzati gli elementi di pianificazione e programmazione territoriale e di settore vigenti e
previsti con i quali lrsquoopera proposta interagisce
verificate ed illustrate le interazioni dellrsquoopera con gli atti di pianificazione e la compatibilitagrave con le relative
prescrizioni
B Quadro di riferimento progettuale
Descrive sinteticamente riprendendo quanto sviluppato nel Progetto dellrsquointervento tutte le opere e le
attivitagrave previste in fase di cantiere ed in fase di piano funzionamento con particolare riferimento alle
componenti ed alle azioni progettuali significative in ordine ai potenziali impatti sullrsquoambiente ed alla loro
mitigazione Illustra i criteri alla base della scelta localizzativa e tecnologica
C Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti
Lrsquoinquadramento territoriale ed ambientale dellrsquoimpianto persegue lrsquoobiettivo di illustrare le conoscenze
disponibili circa le caratteristiche dellrsquoarea coinvolta dal medesimo intervento funzionalmente alla definizione
di eventuali ambiti di particolare criticitagrave ovvero di aree sensibili eo vulnerabili
Individua e caratterizza i potenziali impatti derivanti dalla realizzazione dellrsquoallevamento stima le potenziali
modifiche indotte sullrsquoambiente (situazione attuale) individua e descrive le misure da adottare per
minimizzare mitigare o compensare gli impatti del progetto Inoltre individua le misure previste per il
monitoraggio in fase di esercizio
Piano di Monitoraggio
Allegato cartografico
Sintesi non tecnica
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14 Gruppo di lavoro
Il gruppo di lavoro che ha eseguito le analisi e contribuito alla stesura dello Studio di impatto
ambientale per conto di Ambiente Italia srl egrave cosigrave composto
Approvazione degli elaborati Dott Sc Agr Mario Zambrini
Responsabile del progetto Eng Teresa Santos
Quadro di riferimento programmatico Eng Teresa Santos
Arch Mario Miglio
Dottssa Valentina Toninelli
Quadro di riferimento progettuale Eng Teresa Santos
Dottssa Anna Geotti
Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti
Aria e Odori Dott Armando Buffoni
Rumore Eng Teresa Santos Dott Sc Agr Zambrini
Acque e Suolo Eng Teresa Santos
Ecosistemi Flora e Fauna Dottssa Toninelli
Assetto territoriale e Paesaggio Arch Mario Miglio
Traffico Eng Teresa Santos
Elaborazione cartografia e fotografica Dottssa Valentina Toninelli
Documentazione ai fini della procedura di AIA Dottssa Anna Geotti
Studio per la valutazione di incidenza Dottssa Valentina Toninelli
La valutazione previsionale dellimpatto acustico inclusa la campagna di monitoraggio acustico egrave stata
eseguita dal Dott Mario Zambrini e dallrsquoIng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel campo
dellrsquoacustica ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti
rispettivamente con Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714 del
3 Dicembre 2010
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QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
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2 NORME MINIME PER LA PROTEZIONE DEI POLLI DA CARNE
Con Decreto legislativo 27 settembre 2010 n 181 egrave stata recepita in Italia la Direttiva 200743CE che
stabilisce norme minime per la protezione di polli allevati per la produzione di carne Secondo tale
decreto
1 Tutti gli stabilimenti devono rispettare le disposizioni di cui allallegato I
Abbeveratoi 1 Gli abbeveratoi sono posizionati e sottoposti a manutenzione in modo da ridurre al
minimo le perdite
Alimentazione 2 Il mangime egrave disponibile in qualsiasi momento o soltanto ai pasti e non
devessere ritirato prima di 12 ore dal momento previsto per la macellazione
Lettiera 3 Tutti i polli hanno accesso in modo permanente a una lettiera asciutta e friabile in
superficie
Ventilazione e riscaldamento 4 Vi deve essere sufficiente ventilazione per evitare il
surriscaldamento se necessario in combinazione con i sistemi di riscaldamento per rimuovere
lumiditagrave in eccesso
Rumore 5 Il livello sonoro deve essere il piugrave basso possibile La costruzione linstallazione il
funzionamento e la manutenzione dei ventilatori dei dispositivi di alimentazione e di altre
attrezzature sono tali da provocare la minore quantitagrave possibile di rumore e che in ogni caso non
arrechino danno agli animali
Luce 6 Tutti gli edifici sono illuminati con unintensitagrave di almeno 20 lux durante le ore di luce
misurata a livello dellocchio dellanimale e in grado di illuminare almeno l80 dellarea
utilizzabile Una riduzione temporanea del livello di luce puograve essere ammessa se ritenuta
necessaria in seguito al parere di un veterinario 7 Entro i sette giorni successivi al momento in
cui i polli sono collocati nelledificio e fino a tre giorni prima del momento previsto per la
macellazione la luce deve seguire un ritmo di 24 ore e comprendere periodi di oscuritagrave di almeno 6
ore totali con almeno un periodo ininterrotto di oscuritagrave di almeno 4 ore esclusi i periodi di
attenuazione della luce
Ispezioni 8 Tutti i polli presenti nello stabilimento devono essere ispezionati almeno due volte
al giorno Occorre prestare particolare attenzione ai segni che rivelano un abbassamento del livello
di benessere eo di salute degli animali 9 I polli gravemente feriti o che mostrano segni evidenti
di deterioramento della salute come quelli con difficoltagrave nel camminare o che presentano
ascite o malformazioni gravi e che egrave probabile che soffrano ricevono una terapia appropriata
o sono abbattuti immediatamente Un veterinario egrave contattato ogniqualvolta se ne presenti la
necessitagrave
Pulizia 10 Ad ogni depopolamento definitivo le parti degli edifici delle attrezzature o degli utensili
in contatto con i polli sono pulite e disinfettate accuratamente prima di introdurre nel capannone un
nuovo gruppo di animali Dopo il depopolamento definitivo di un capannone si deve rimuovere tutta
la lettiera e predisporre una lettiera pulita
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COD 15V055 PAGINA 13 194
Registrazioni 11 Il proprietario o il detentore deve registrare in formato cartaceo o elettronico
per ciascun capannone dello stabilimento i seguenti dati a) il numero di polli introdotti b) larea
utilizzabile c) librido o la razza dei polli se noti d) per ogni controllo il numero di volatili trovati
morti con indicazione delle cause se note noncheacute il numero di volatili abbattuti e la causa e) il
numero di polli rimanenti nel gruppo una volta prelevati quelli destinati alla vendita o alla
macellazione Le informazioni (hellip) sono contenute in un registro il cui modello egrave adottato con
decreto (hellip) in alternativa gli operatori del settore possono utilizzare altri strumenti di registrazione
giagrave previsti e presenti in azienda qualora contengono le informazioni di cui al presente punto Tali
registrazioni sono conservate per un periodo di almeno tre anni e vengono rese disponibili
allautoritagrave competente quando effettui unispezione o qualora ne faccia richiesta
Interventi chirurgici 12 Sono proibiti tutti gli interventi chirurgici effettuati a fini diversi da quelli
terapeutici o diagnostici che recano danno o perdita di una parte sensibile del corpo o
alterazione della struttura ossea La troncatura del becco puograve tuttavia essere autorizzata
dallAutoritagrave Sanitaria competente per territorio una volta esaurite le altre misure volte a impedire
plumofagia e cannibalismo In tali casi detta operazione egrave effettuata soltanto previo parere di un
veterinario da personale qualificato su pulcini di etagrave inferiore a 10 giorni Inoltre lAutoritagrave Sanitaria
competente per territorio puograve autorizzare la castrazione degli animali La castrazione egrave effettuata
soltanto con la supervisione di un veterinario e ad opera di personale specificamente formato Il
Ministero della salute (hellip) stabilisce i criteri generali per autorizzare gli interventi di cui al presente
paragrafo
2 La densitagrave massima di allevamento in ogni capannone dello stabilimento non deve superare
in alcun momento 33 kgmsup2
3 In deroga al comma 2 lautoritagrave sanitaria territorialmente competente puograve autorizzare una
densitagrave di allevamento superiore a condizione che siano rispettate le disposizioni di cui
allallegato II (oltre a quelle di cui allallegato I)
1 Il proprietario o il detentore comunica allautoritagrave competente lintenzione di ricorrere a una
densitagrave superiore a 33 kgm2 di peso vivo Egli indica la densitagrave di allevamento che intende
raggiungere ed informa lautoritagrave competente di qualsiasi modifica della stessa almeno 15
giorni prima della collocazione del gruppo di polli nel capannone Se lautoritagrave competente lo
richiede la notifica egrave accompagnata da un documento che riprende in sintesi le informazioni
contenute nella documentazione di cui al punto 2
2 Il proprietario o il detentore tiene a disposizione nel capannone la documentazione che descrive
in dettaglio i sistemi di produzione In particolare tale documentazione comprende
informazioni relative a particolari tecnici del capannone e delle sue attrezzature quali
a) una mappa del capannone indicante le dimensioni delle superfici occupate dai polli
b) sistemi di ventilazione e ove pertinente di raffreddamento e riscaldamento comprese le
rispettive ubicazioni un piano della ventilazione indicante in dettaglio i parametri di qualitagrave
dellaria prefissati come flusso velocitagrave e temperatura dellaria
c) sistemi di alimentazione e approvvigionamento dacqua e loro ubicazione
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d) sistemi dallarme di riserva in caso di guasti ad apparecchiature automatiche o
meccaniche essenziali per la salute ed il benessere degli animali
e) procedure operative che assicurino interventi di riparazione urgenti in caso di guasti alle
apparecchiature essenziali per la salute e il benessere degli animali
f) tipo di pavimentazione e lettiera normalmente usate
(hellip)
3 Ciascun capannone di uno stabilimento deve essere dotato di sistemi di ventilazione e se
necessario di riscaldamento e raffreddamento concepiti costruiti e fatti funzionare in modo
che
a) la concentrazione di ammoniaca (NHsup3) non superi 20 ppm e la concentrazione di anidride
carbonica (COsup2) non superi 3000 ppm misurati allaltezza della testa dei polli
b) la temperatura interna non superi quella esterna di piugrave di 3deg C quando la temperatura
esterna allombra egrave superiore a 30deg C
c) lumiditagrave relativa media misurata allinterno del capannone durante 48 ore non superi il 70
quando la temperatura esterna egrave inferiore a 10deg C
4 Qualora sia concessa la deroga di cui al comma 3 la densitagrave massima di allevamento in ogni
capannone dello stabilimento non deve superare in qualsiasi momento 39 kgmsup2
5 Quando sono soddisfatti i criteri di cui allallegato V lautoritagrave sanitaria territorialmente competente
puograve autorizzare un ulteriore aumento fino ad un massimo di 3 kgmsup2 rispetto alla densitagrave di
allevamento prevista nel comma 4
1 Criteri
a) il monitoraggio dello stabilimento effettuato dallautoritagrave competente negli ultimi due anni
non ha rivelato carenze rispetto ai requisiti del presente decreto
b) il proprietario o il detentore effettua il monitoraggio utilizzando le guide alle buone
pratiche di gestione di cui allart 7
c) in almeno sette gruppi consecutivi di polli successivamente controllati e provenienti da un
capannone la mortalitagrave giornaliera cumulativa egrave stata inferiore a 1 + 006 moltiplicato
per letagrave alla macellazione espressa in giorni Qualora non sia stato effettuato alcun
monitoraggio dello stabilimento dallautoritagrave competente negli ultimi due anni deve
essere effettuato almeno un monitoraggio per controllare se sia rispettato il requisito di
cui alla lettera a)
2 Circostanze eccezionali In deroga al punto 1 lettera c) lautoritagrave competente puograve decidere
di aumentare la densitagrave di allevamento quando il proprietario o il detentore abbia fornito
spiegazioni sufficienti riguardo alla natura eccezionale di un tasso di mortalitagrave giornaliera
cumulativo piugrave alto o abbia dimostrato che le cause sfuggono al suo controllo
Con successivo Decreto 4 febbraio 2013 ldquoDisposizione in materia di protezione di polli allevati per la
produzione di carne ai sensi degli articoli 3 4 6 e 8 del decreto legislativo 27 settembre 2010 n 181rdquo
il ministero ha come previsto dal Dlgs 1812010 precisato come determinare la densitagrave di allevamento
(definendo anche il modello per la registrazione dei dati relativi ai polli allevati) e ha definito i criteri e
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COD 15V055 PAGINA 15 194
modalitagrave per lrsquoaumento in deroga della densitagrave noncheacute lrsquoorganizzazione e svolgimento di corsi di
formazione e riconoscimento del personale che si occupa di allevamento di polli
1 La densitagrave di allevamento come definita allart 2 comma 1 lettera i) del Dlgs n 1812010 (hellip) egrave
determinata moltiplicando il peso vivo medio di un campione di almeno venticinque polli per il numero
complessivo dei polli presenti contemporaneamente in un capannone (hellip)
3 AZIENDA AGRICOLA
LrsquoAzienda Agricola Maggiolo egrave localizzata in Via Bella Venezia 147 Comune di Castelfranco Provincia
di Treviso Nellrsquoazienda agricola si svolge lrsquoattivitagrave di allevamento di polli a terra potendo quindi i capi
muoversi liberamente allrsquointerno del capannone
Lrsquoazienda egrave costituita dai seguenti fabbricati1
N 1 fabbricato ad uso civile (abitazione) del proprietario dellrsquoazienda agricola noncheacute gestore
dellrsquoallevamento
N 5 capannoni adibiti allrsquoallevamento dei polli
N 1 fabbricato adibito a magazzino
N 1 tettoia coperta adibita a magazzino
Lrsquoarea sulla quale insiste lrsquoazienda occupa una superficie di circa 25000 m2 di cui circa 6200 m2
coperti 3900 m2 scoperti pavimentati e i rimanenti scoperti non pavimentati
Fabbricati ndash capannoni di allevamento
Larghezza m Lunghezza m
Superficie Utile
di allevamento
m2
Superficie
dellrsquoanticamera
m2
Superficie totale
m2
Capannone 1 9 102 918 135 932
Capannone 2 9 121 1089 225 1112
Capannone 3 9 128 1152 18 1170
Capannone 4 9 128 1152 18 1170
Capannone 5 10 117 1170 30 1200
totale
5481 102 5583
1 Si rimanda alla Tavola ldquoInquadramento territoriale ndash foto aereardquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
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Azienda Agricola Maggiolo ndash Capannoni e silos per stoccaggio mangime
Azienda Agricola Maggiolo ndash Magazzino segatura per lettiera
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31 Caratteristiche dei capannoni di allevamento
Lrsquoallevamento egrave costituito da 5 capannoni per lrsquoallevamento con caratteristiche costruttive pressocheacute
identiche I capannoni sono dotati di adeguato isolamento della copertura che permette di
ottimizzare i consumi di energia termica ed elettrica
I capannoni sono dotati di anticamera in cui sono presenti gli impianti e i quadri di controllo
Il sistema di alimentazione automatica Le mangiatoie sono regolarmente disposte nello spazio a
disposizione degli animali che si alimentano direttamente Installate su strutture mobili in senso
verticale percorrenti lrsquointera area dei capannoni sono dotate di dispostivi che consentono di dosare il
mangime in uscita sul vassoio della mangiatoia in relazione alle necessitagrave di allevamento
Il sistema di abbeveraggio automatico egrave di tipo a gocce (nipples)
Lo spazio utile calpestabile di allevamento (escludendo la superficie di anticamera) risulta pari a 5481
m2 Per la lettiera viene utilizzato truciolo collocata su tutta la superficie utile di allevamento
Il raffrescamento egrave garantito dal sistema di pannelli cooling inseriti intestata a ciascuno dei capannoni il
pannello egrave in fibra dotata di canali attraverso cui scorre lrsquoacqua lrsquoaria passa attraverso e si raffredda
consumando in evaporazione una parte dellrsquoacqua in circolo la parte restante vien raccolta in cisterne
interrate e riutilizzata
La ventilazione dei capannoni egrave garantita mediante lrsquoazionamento di ventilatori assiali a parete collocati
nel lato ovest di ciascun capannone
Caratteristiche strutturali capannoni
Capanno
ne
Superficie
Utile di
allevamen
to m2
Superficie
dellrsquoantica
mera m2
Superfici
e totale
m2
Materiale costruttivo Isolamento coperture
1 918 135 932 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
2 1089 225 1112 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
3 1152 18 1170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
4 1152 18 1170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
5 1170 30 1200 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
Totale 5481 102 5583
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 18 194 Settembre 2015
Caratteristiche strutturali capannoni (continuazione)
Capannone Mangiatoie
n
Abbeveratoi
n ndeg neon
Finestrature
m2
pannelli
raffrescanti
m2
sistema
baumec
1 200 1500 10 160 50 X
2 240 1700 12 110 60 X
3 254 1750 12 110 60 X
4 254 1750 14 204 - X
5 304 1710 12 200 - X
Azienda Agricola Maggiolo ndash interno di un capannone
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Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di distribuzione automatizzato del cibo
Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di distribuzione dellrsquoacqua
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Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di raffrescamento laterale (pannelli cooling)
311 Silos per lo stoccaggio mangime
Il mangime egrave stoccato in silos collocati allrsquoesterno dei capannoni e viene estratto tramite un sistema di
movimentazione automatica motorizzata che lo invia in tramogge interne ai capannoni
Complessivamente lrsquoazienda ha una capacitagrave di stoccaggio di 85 t data dalla esistenza di 8 silos di
capacitagrave variabile tra 7 e 13 t collocati tutti sul lato est
Capacitagrave di stoccaggio di mangime
Capannone silos silos silos silos silos Capa
citagrave
1 9 14
23
2
3 7 13 20
4 7 13 20
5 7 15 22
Capacitagrave
totale 85
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312 Sistema di ventilazione
La ventilazione dei capannoni egrave di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete
collocati nel lato ovest di ciascun capannone
Ventilazione dei capannoni
Capannone Modello EM50 Modello ED36HE
Portata 30000 13140 m3h
1 4 2
2 8 -
3 8 -
4 8 -
5 6 -
Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di ventilazione e ventole di areazione
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PAGINA 22 194 Settembre 2015
Fonte Munters specifiche tecniche dei modelli EMEMS ndash EDHEEDSHE-EC air extraction circulation fan ndash
Declaration of conformity (2013)
32 Attivitagrave di allevamento ndash descrizione delle fasi di allevamento nella situazione
attuale e nello scenario di progetto
Al fine di un inquadramento dettagliato del processo produttivo attuale e in caso di ampliamento
del numero di polli allevati si riporta di seguito una descrizione per fasi
Accasamento i pulcini arrivano su mezzi adeguati al trasporto in contenitori che vengono
svuotati direttamente allrsquointerno di ciascun capannone Lrsquoincubatoio da cui provengono i pulcini
di norma egrave ubicato nel Comune di San Pietro in Gugrave a circa 25 km circa di distanza dallrsquoazienda
agricola Maggiolo Dopo avere sistemato gli animali le casse sono accatastate sul mezzo e
spedite allrsquoincubatoio senza che vengano lavate
Allevamento Le tipologie di capi richiesti dal soccidante dipendono dal mercato e dalla
stagione a conclusione di un ciclo il soccidante pianifica lrsquoaccasamento successivo nel
rispetto dei vincoli di densitagrave imposti dalla normativa vigente La maggior parte dei cicli saragrave di
tipo misto
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Caricamento a fine ciclo i polli vengono caricati su apposite gabbie previamente pulite e
disinfettate e quindi trasportati da trasportatori autorizzati fino al macello che venga effettuata
alcuna sosta in altri allevamenti
Svuotamento dei capannoni e preparazione per un nuovo ciclo pulizia e disinfezione
dellrsquoambiente e di tutte le attrezzature presenti allrsquointerno del ricovero compresi i silos i sistemi di
distribuzione del mangime e dellrsquoacqua e ventilatori noncheacute la cella frigorifera
Gestione della pollina e della lettiera consegna della pollina e lettiera ad una ditta
specializzata
Vuoto sanitario durante questo periodo lrsquoallevamento rimane completamente libero di capi di
allevamento Durante questo periodo lrsquoazienda effettua le attivitagrave di manutenzione che
consistono nella verifica della funzionalitagrave dei dispositivi per distribuzione di acqua e cibo e
della centralina di controllo delle condizioni interna dei capannoni punti di illuminazione e dei
punti di illuminazione Lrsquoesecuzione delle manutenzioni viene fatta nel rispetto dei tempi del
vuoto sanitario
Pulizia e disinfezione dei capannoni
Pulizia Disinfezione
Luogo di
applicazione
Pavimenti e attrezzature Pavimenti e pareti
Agente di lavaggio Acqua a pressione non viene fatto
lavaggio ma solo bagnatura
Acqua con disinfettante
Mezzo utilizzato Pala meccanica con raschiatore e
spazzatura manuale
Idropulitrice o atomizzatore per applicazione della
soluzione disinfettante sulle superfici
Descrizione
modalitagrave
Viene effettuata la pulizia delle superfici
interne e delle apparecchiature in modo
che i residui si depositino sul pavimento
poi con scope a mano viene effettuato la
pulizia a fondo
Terminata la pulizia si spruzza la soluzione sulle
pareti e sui pavimenti fino a completa bagnatura
lasciando che il disinfettante espleti la sua azione
I trattamenti di derattizzazione vengono svolti mensilmente dal gestore con prodotto MOURIN il
gestore effettua ad ogni trattamento il relativo registro
Per la salvaguardia della sicurezza biologica il sito di allevamento egrave completamente recintato con rete
metallica altra 25 m sul lato est e parzialmente sul lato nord e con muro alto 25 m in calcestruzzo sui
lati sud ovest e parzialmente sul lato nord Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto
lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) egrave stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile
e facilmente disinfettabile di dimensioni adeguate al passaggio dei mezzi per il trasporto e scarico del
mangime direttamente sui silos collocati tutti sul lato frontale e per il carico a fine ciclo della pollina
(lettiera mista pollina) da effettuare sul lato posteriore Lrsquoallevamento dispone di due aree di stoccaggio
chiuse una per lo truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una separata e
adeguatamente segnalata per il deposito dei rifiuti prodotti
I mezzi che accedono allrsquoarea qualora ritenuto opportuno vengono irrorati con disinfettante sui
pneumatici utilizzando soluzioni di Eviron D che viene nebulizzata sulle ruote con pompa a spalla
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La tabella che segue riporta il riscontro sulla conformitagrave dellrsquoallevamento ai requisiti di biosicurezza
aviaria
Requisiti strutturali degli allevamenti avicoli Situazione allevamento
1) I locali di allevamento (capannoni) debbono avere
pavimento in cemento o in materiale lavabile per facilitare le operazioni di pulizia
e disinfezione
applicato
pareti e soffitti pulibili applicato
attrezzature facilmente pulibili e disinfettabili applicato
presenza di sistemi che impediscono lrsquoaccesso di volatili applicato
chiusure adeguate applicato
2) Tutti gli allevamenti debbono inoltre essere dotati di
barriere allrsquoingresso idonee ad evitare lrsquoingresso non controllato di automezzi
(cancelli o sbarre mobili)
applicato
piazzole di carico e scarico dei materiali drsquouso e degli animali con dimensioni
minime pari allrsquoapertura del capannone
applicato - le aree intorno ai
capannoni sono pavimentate
una superficie larga un metro lungo tutta la lunghezza esterna del capannone
che dovragrave essere mantenuta pulita
applicato
aree di stoccaggio dei materiali drsquouso (lettiere vergini mezzi meccanici etc)
protette
applicato
una zona filtro dotata di spogliatoio lavandini e detergenti allrsquoentrata di ogni
azienda vietata agli estranei Deve essere prevista anche una dotazione di
indumenti adeguati
applicato
uno spazio per il deposito temporaneo dei rifiuti applicato - presente area
dedicata
Gestione degli allevamenti avicoli
Le attrezzature di allevamento se utilizzate da piugrave aziende devono essere
sottoposte ad accurato lavaggio e disinfezione ad ogni ingresso ed uscita
non applicabile - solo una
azienda
nelle zone attigue ai capannoni non ci deve essere alcun materiale applicato
negli allevamenti di svezzamento ogni ambiente di allevamento deve essere
delimitato da pareti e dotato di proprio accesso indipendente anche nel caso
confini su uno o piugrave lati con altre unitagrave produttive
non applicabile - i capi
arrivano in allevamento giagrave
svezzati
per lo stoccaggio degli animali morti devono essere installate idonee celle di
congelazione collocate allrsquoesterno del perimetro dellrsquoarea di allevamento
assicurando che il trasporto sia effettuato da Ditte regolarmente autorizzate
Le celle possono essere collocate anche allinterno a condizione che
loperazione di carico degli animali morti avvenga allesterno
Applicato - presente cella
frigorifera da 20 m3
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Azienda Agricola Maggiolo ndash piazzale anteriore (lato est)
Azienda Agricola Maggiolo ndash piazzale posteriore e recinzione (lato ovest)
Azienda Agricola Maggiolo ndash recinzione (lato ovest)
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PAGINA 26 194 Settembre 2015
4 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLA SITUAZIONE ATTUALE
Lrsquoazienda opera fino ad una capacitagrave massima pari a 39500 capi di peso variabile tra 18 e 36
kgcapo Indicativamente il pollo leggero da leggero da 1618 kg circa ha bisogno di circa 3437 giorni
di crescita il pollo da 2527 kg ha bisogno di circa a 4547 giorni (utilizzato prevalentemente nel
circuito dei supermercati) ed il pollo pesante da 3537 kg ha bisogno di circa 5560 giorni Quindi un
tipico ciclo misto ha una durata di circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento uno dopo
circa 3437 giorni quando i capi raggiungono un peso medio di 18 kg un secondo dopo 4547 giorni
quando i capi rimanenti raggiungono un peso di 27 kg circa I rimanenti capi verranno quindi caricati
verso il macello al raggiungimento di circa 36 kg dopo 60 giorni circa
Tra due cicli di allevamento viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle normative vigenti
per un periodo di 21 giorni Lrsquoazienda realizza quindi un totale massimo di 5 cicli ogni anno (di cui
lrsquoultimo ricade parzialmente nellrsquoanno successivo) Prima dellrsquoinizio del vuoto sanitario viene asportata
la lettiera segue la pulizia e disinfezione dellrsquoambiente e di tutte le attrezzature presenti allrsquointerno
del ricovero compresi i sistemi di distribuzione del mangime e dellrsquoacqua Questa pratica egrave
prevista dal piano di profilassi sanitaria per evitare propagazione di agenti patogeni sul ciclo
successivo
Il ciclo produttivo consiste quindi nellrsquoallevamento di polli da carne in 5 capannoni per una
superficie utile di allevamento complessiva di 5481 m2 Lrsquoazienda lavora in soccida con il gruppo
Veronesi pertanto riceve dal soccidante pulcini mangime farmaci e disinfettanti e consegna i capi
a fine ciclo
La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attivitagrave di un ciclo misto con
indicazione dei giorni di accasamento rifornimento di mangime sfoltimento e quindi di avvio al macello
dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata
Lrsquoimpostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dellrsquoallevamento
quindi al lordo della mortalitagrave fisiologica e mediamente pari al 5 per ciclo completo di allevamento
Lrsquoimpostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010
n 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013 relativamente alla densitagrave massima da non superare pari a
33 kgm2 Inoltre lo schema viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla
tabella che segue si tenga presente che chiaramente la crescita dei capi egrave graduale essendo graduale
anche il fabbisogno alimentare giornaliero ma che per necessarie ragioni di semplificazione si egrave
assunto cautelativamente un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita
Situazione attuale ndash densitagrave
Taglia dei capi Peso medio dei capi
kgcapo Numero di capi
Densitagrave massima kgm
2
Capi m2
piccolo 18 11132 130 7
medio 27 7182 140 5
grande 36 21186 139 4
totale 39500
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Regime alimentare tipico
Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg Razione
quotidiana g gg
1 Avviamento Fino a 10deg giorno 004 ndash 027 29
2 Accrescimento Dal 10deg-21deg giorno (ca) 027 ndash 094 78
3 Accrescimento Dal 22deg al 45deg giorno (ca) 094 ndash 34 200
4 Finissaggio Dal 46deg fino alla fine ciclo 34 -39 375
Situazione attuale - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 39500 capi
Giorno
Numero di capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisogno
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
850 mangime
1 19750 29 06 844 accasamento
2 39500 29 11 833 accasamento
3 39500 29 11 822
4 39500 29 11 811
5 39500 29 11 799
6 39500 29 11 788
7 39500 29 11 777
8 39500 29 11 766
9 39500 29 11 754
10 39500 29 11 743
11 39500 78 31 712
12 39500 78 31 682
13 39500 78 31 651
14 39500 78 31 620
15 39500 78 31 589
16 39500 78 31 559
17 39500 78 31 528
18 39500 78 31 497
19 39500 78 31 466
20 39500 78 31 436
21 39500 78 31 405
22 39500 200 79 326
23 39500 200 79 247
24 39500 200 79 168
25 39500 200 79 89
26 39500 200 79 10
27 39500 200 79 781 mangime
28 39500 200 79 702
29 39500 200 79 623
30 39500 200 79 544
31 39500 200 79 465
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PAGINA 28 194 Settembre 2015
Giorno
Numero di capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisogno
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
32 39500 200 79 386
33 39500 200 79 307
34 39500 200 79 228
35 39500 200 79 149
36 28368 200 57 92 1deg sfoltimento caricamento vs
macello
37 28368 200 57 35
38 28368 200 57 829 mangime
39 28368 200 57 772
40 28368 200 57 715
41 28368 200 57 659
42 28368 200 57 602
43 28368 200 57 545
44 28368 200 57 488
45 28368 200 57 432
46 21186 375 79 352 2deg sfoltimento caricamento vs
macello
47 21186 375 79 273
48 21186 375 79 193
49 21186 375 79 114
50 21186 375 79 34
51 21186 375 79 805 mangime
52 21186 375 79 725
53 21186 375 79 646
54 21186 375 79 567
55 21186 375 79 487
56 21186 375 79 408
57 21186 375 79 328
58 13506 375 51 278 caricamento vs macello
59 5826 375 22 256 caricamento vs macello
60 - 375 - 256 caricamento vs macello
61
consegna pollina ditta esterna
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5 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLO SCENARIO DI PROGETTO
51 Motivazione dellrsquointervento di ampliamento
Lrsquoallevamento era di proprietagrave del Sig Bonifacio Maggiolo padre dellrsquoattuale gestore nel 2008 il figlio
Cesare Maggiolo prende in affitto i capannoni e inizia la sua gestione utilizzandone solo tre in quanto
gli altri due necessitavano di interventi di miglioramento Dal 2014 Cesare Maggiolo diventa
proprietario dellrsquoallevamento e decide di procedere alla sistemazione dei due capannoni non utilizzati
per poter arrivare a sfruttare la potenzialitagrave complessiva delle superfici non sono state eseguite opere
di edilizia si egrave trattato prevalentemente di sistemazione degli impianti elettrici con installazione delle
centraline di controllo A seguito della sistemazione egrave possibile utilizzare tutta al superficie utile di
allevamento disponibile
Considerata la superficie utile di allevamento disponibile lrsquoAzienda Agricola Maggiolo intende ampliare
la propria capacitagrave di allevamento di polli da carne fino ad una massimo pari a 110000 capi per ciclo
Si tratta quindi esclusivamente di un ampliamento del numero di capi allevato senza alcun ampliamento
delle strutture o costruzione di nuove
52 Dimensionamento dellrsquoallevamento in caso di ampliamento
Lrsquoazienda intende quindi operare fino ad una consistenza massima di allevamento pari a 110000 capi
di peso variabile tra 18 e 36 kgcapo ricorrendo allo stesso schema di allevamento giagrave in pratica
attualmente Quindi realizzando cicli di allevamento di tipo misto di durata complessiva pari a circa 60
giorni complessivi con due momenti di sfoltimento uno dopo circa 3437 giorni quando i capi
raggiungono un peso medio di 18 kg un secondo dopo 4547 giorni quando i capi rimanenti
raggiungono un peso di 27 kg circa I rimanenti capi verranno quindi caricati verso il macello al
raggiungimento di circa 36 kg dopo 60 giorni circa
Tra due cicli di allevamento verragrave allo stesso modo garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle
normative vigenti per un periodo di 21 giorni Lrsquoazienda realizzeragrave un totale massimo di 5 cicli ogni anno
(di cui lrsquoultimo potragrave ricadere parzialmente nellrsquoanno successivo) Prima dellrsquoinizio del vuoto sanitario
verragrave sempre asportata la lettiera seguendo la fase di pulizia e disinfezione dellrsquoambiente e di tutte
le attrezzature presenti allrsquointerno del ricovero compresi i sistemi di distribuzione del mangime e
dellrsquoacqua
La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attivitagrave di un ciclo misto con
indicazione dei giorni di accasamento rifornimento di mangime sfoltimento e quindi di avvio al macello
dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata
Lrsquoimpostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dellrsquoallevamento
quindi al lordo della mortalitagrave fisiologica e mediamente pari al 5 per ciclo completo di allevamento
Lrsquoimpostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010
n 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013 relativamente alla densitagrave massima da non superare pari a
39 kgm2 in deroga al limite di 33 kgm
2 e previa presentazione di apposita richiesta entro 15 giorni
prima dellrsquoaccasamento dei capi allrsquoautoritagrave sanitaria territorialmente competente Inoltre lo schema
viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla tabella che segue si tenga
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PAGINA 30 194 Settembre 2015
presente che chiaramente la crescita dei capi egrave graduale essendo graduale anche il fabbisogno
alimentare giornaliero ma che per necessarie ragioni di semplificazione si egrave assunto cautelativamente
un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita
Scenario di progetto ndash densitagrave
Taglia dei capi Peso medio dei capi
kgcapo Numero di capi
Densitagrave massima kgm
2
Capi m2
piccolo 18 31000 361 20
medio 27 20000 389 14
grande 36 59000 388 11
totale
110000
Regime alimentare tipico
Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg Razione
quotidiana g gg
1 Avviamento Fino a 10deg giorno 004 ndash 027 29
2 Accrescimento Dal 10deg-21deg giorno (ca) 027 ndash 094 78
3 Accrescimento Dal 22deg al 45deg giorno (ca) 094 ndash 34 200
4 Finissaggio Dal 46deg fino alla fine ciclo 34 -39 375
Scenario di progetto - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 110000 capi
Giorno
Numero di
capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisog
no
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
850 mangime
1 18333 29 05 845 accasamento
2 36667 29 10 834 accasamento
3 55000 29 16 819 accasamento
4 73333 29 21 798 accasamento
5 91667 29 26 772 accasamento
6 110000 29 31 740 accasamento
7 110000 29 31 709
8 110000 29 31 678
9 110000 29 31 646
10 110000 29 31 615
11 110000 78 86 529
12 110000 78 86 444
13 110000 78 86 358
14 110000 78 86 272
15 110000 78 86 187
16 110000 78 86 101
17 110000 78 86 16
18 110000 78 86 780 mangime
19 110000 78 86 694
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 31 194
Giorno
Numero di
capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisog
no
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
20 110000 78 86 609
21 110000 78 86 523
22 110000 200 220 303
23 110000 200 220 83
24 110000 200 220 713 mangime
25 110000 200 220 493
26 110000 200 220 273
27 110000 200 220 53
28 110000 200 220 683 mangime
29 110000 200 220 463
30 110000 200 220 243
31 110000 200 220 23
32 110000 200 220 653 mangime
33 110000 200 220 433
34 110000 200 220 213
35 94640 200 189 24 1deg sfoltimento caricamento vs macello
36 79280 200 159 685
1deg sfoltimento caricamento vs macello mangime
37 79000 200 158 527 1deg sfoltimento caricamento vs macello
38 79000 200 158 369
39 79000 200 158 211
40 79000 200 158 53
41 79000 200 158 745 mangime
42 79000 200 158 587
43 79000 200 158 429
44 68760 200 138 291 2deg sfoltimento caricamento vs macello
45 59000 375 221 70 2deg sfoltimento caricamento vs macello
46 59000 375 221 699 mangime
47 59000 375 221 477
48 59000 375 221 256
49 59000 375 221 35
50 59000 375 221 664 mangime
51 59000 375 221 442
52 59000 375 221 221
53 59000 375 221 850 mangime
54 51320 375 192 657 caricamento vs macello
55 43640 375 164 494 caricamento vs macello
56 35960 375 135 359 caricamento vs macello
57 28280 375 106 253 caricamento vs macello
58 20600 375 77 176 caricamento vs macello
59 12920 375 48 127 caricamento vs macello
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 32 194 Settembre 2015
Giorno
Numero di
capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisog
no
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
60 5240 375 20 108 caricamento vs macello
61 - caricamento vs macello
62 consegna pollina ditta esterna
63 consegna pollina ditta esterna
64 consegna pollina ditta esterna
6 GESTIONE DEI MATERIALI PALABILI ESISTENTE E PREVISTO DAL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DEL NUMERO DI CAPI
Nellrsquoazienda agricola Maggiolo non egrave presente alcuna concimaia in quanto tutta la pollina (il misto
di deiezioni del pollame piume mangimi e lettiere di truciolo) egrave consegnata alla fine di ogni ciclo
alla fungaia Agrifung Nello scenario di progetto la pollina verragrave consegnata alla stessa ditta Il
materiale egrave ritirato come sottoprodotto di origine animale
Ai sensi del Regolamento (CE) n 10692009 del 21 ottobre 2009 recante norme sanitarie relative
ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti derivati non destinati al consumo umano e che
abroga il regolamento (CE) n 17742002 (regolamento sui sottoprodotti di origine animale) la
pollina rientra nei materiali di categoria 2 (art 9) ldquoa) stallatico guano non mineralizzato e contenuto
del tubo digerente (hellip)rdquo e possono (art 13) essere ldquoa) smaltiti come rifiuti mediante incenerimento
i) direttamente senza trasformazione preliminare o ii) dopo la trasformazione attraverso
sterilizzazione sotto pressione se lrsquoautoritagrave competente lo richiede e con marcatura permanente
del materiale risultante b) recuperati o smaltiti mediante coincenerimento qualora i materiali di
categoria 2 siano rifiuti i) direttamente senza trasformazione preliminare o ii) dopo la
trasformazione attraverso sterilizzazione sotto pressione se lrsquoautoritagrave competente lo richiede e
con marcatura permanente del materiale risultante c) smaltiti in una discarica autorizzata dopo la
trasformazione attraverso sterilizzazione sotto pressione e con marcatura permanente dei materiali
risultanti d) utilizzati per la fabbricazione di fertilizzanti organici o ammendanti da immettere sul
mercato conformemente allrsquoarticolo 32 previa trasformazione mediante sterilizzazione sotto
pressione ove applicabile e marcatura permanente dei materiali risultanti e) compostati o
trasformati in biogas i) dopo la sterilizzazione sotto pressione e la marcatura permanente del
materiale risultante o ii) se si tratta di stallatico del tubo digerente e del suo contenuto di latte
prodotti a base di latte di colostro di uova e ovoprodotti qualora lrsquoautoritagrave competente ritenga che
non presentino rischi di diffusione di malattie trasmissibili gravi dopo la trasformazione preliminare
o senza trasformazione preliminare f) applicati sul terreno senza trasformazione preliminare se si
tratta di stallatico del contenuto del tubo digerente separato da questrsquoultimo di latte prodotti a
base di latte e di colostro e qualora lrsquoautoritagrave competente ritenga che non presentino rischi di
diffusione di malattie trasmissibili gravi g) insilati compostati o trasformati in biogas se si tratta di
materiali derivanti da animali acquatici h) utilizzati come combustibile dopo la trasformazione o
senza trasformazione preliminare o i) utilizzati per la fabbricazione di prodotti derivati di cui agli
articoli 33 34 e 36 e immessi sul mercato conformemente a tali articolirdquo
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Ai sensi del Dlgs 1522006 smi (art 185) ldquo2 Sono esclusi dallambito di applicazione della parte quarta
del presente decreto (ndr ldquoNorme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinatirdquo) in
quanto regolati da altre disposizioni normative comunitarie ivi incluse le rispettive norme nazionali di
recepimento (hellip) b) i sottoprodotti di origine animale compresi i prodotti trasformati contemplati dal
regolamento (CE) n 17742002 (ndr abrogato con il successivo Regolamento (CE) n 10692009 del
21 ottobre 2009) eccetto quelli destinati allincenerimento allo smaltimento in discarica o allutilizzo in
un impianto di produzione di biogas o di compostaggio (hellip)rdquo Inoltre sempre disciplina della pollina
ricade nella generale regolamentazione dei sottoprodotti contenuta nellarticolo 184-bis dello stesso
Dlgs 1522006 ldquo1 Egrave un sottoprodotto e non un rifiuto ai sensi dellarticolo 183 comma 1 lettera a)
qualsiasi sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti condizioni a) la sostanza o loggetto egrave
originato da un processo di produzione di cui costituisce parte integrante e il cui scopo primario non egrave
la produzione di tale sostanza od oggetto b) egrave certo che la sostanza o loggetto saragrave utilizzato nel
corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione da parte del produttore
o di terzi c) la sostanza o loggetto puograve essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento
diverso dalla normale pratica industriale d) lulteriore utilizzo egrave legale ossia la sostanza o loggetto
soddisfa per lutilizzo specifico tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute
e dellambiente e non porteragrave a impatti complessivi negativi sullambiente o la salute umanardquo
La pollina originata nellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave quindi da considerarsi un sottoprodotto di
origine animale che viene e verragrave consegnata a terzi per un successivo processo di produzione o di
utilizzazione non rientrando per tanto nellrsquoambito dellrsquoapplicazione delle Norme in materia di gestione
dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati di cui al DLgs 1522006 smi
Lrsquoazienda agricola Maggiolo non effettua e non effettueragrave nello scenario di progetto lo spandimento
della pollina
La tabella che segue riporta la stima della produzione di pollina nella situazione attuale (riferita ad una
consistenza massima pari a 39500 capi per ciclo) e relativa allo scenario di progetto (riferito ad una
consistenza massima pari a 110000 capi per ciclo)
La stima egrave stata effettuata sulla base dei criteri definiti nellrsquoAllegato alla DGR n 2217 del 08082008
ldquoLinee guida per la compilazione della comunicazione e del PUArdquo (aggiornamento dellrsquoAllegato F alla
DGR 7 agosto 2007 n 2439 che in Regione Veneto recepisce il Decreto Ministeriale 7 aprile 2006)
relativamente alla consistenza media dellrsquoallevamento
Situazione attuale - Numero di cicli (compresi i giorni necessari per lo svuotamento e trasporto
pollina)
I ciclo Svuoto sanitario II ciclo
Svuoto sanitario III ciclo
Svuoto sanitario IV ciclo
Svuoto sanitario V ciclo
Numero di giorni
61 210 61 21 61 21 61 21 37 365
Completo Completo Completo Completo Incompleto
06 46
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Scenario di progetto - Numero di cicli (compresi i giorni necessari per lo svuotamento e trasporto
pollina)
I ciclo Svuoto sanitario II ciclo
Svuoto sanitario III ciclo
Svuoto sanitario IV ciclo
Svuoto sanitario V ciclo
Numero di giorni
64 210 64 21 64 21 64 21 25 365
Completo Completo Completo Completo Incompleto
03 44
Produzione di pollina nella situazione attuale e nello scenario futuro in caso di ampliamento
Situazione
attuale Scenario di
progetto
Consistenza massima dellrsquoallevamento n di capi 39500 110000
Consistenza media dellallevamento (calcolato come da indicazioni di cui allrsquoAllegato A alla DGR 2217 del 882008) Considerando un
tasso di mortalitagrave fisiologica pari al 5
ciclo di durata pari a 60 giorni
periodo di vuoto sanitario pari a 21 giorni
46 cicli allrsquoanno nella situazione attuale e 44 cicli allrsquoanno nello scenario di progetto
n di capi 23787 63138
Consistenza media dellallevamento t in peso vivo
Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 882008 ndash allegato A - tabella 1 polli da carne a terra con uso lettiera (pv medio 1 kg)
m3capoanno 00095 00095
Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 882008 ndash allegato A - tabella 1 polli da carne a terra con uso lettiera (pv medio 1 kg)
tcapoanno 00062 00062
Produzione pollina (volume) m
3 anno 226 600
Produzione pollina (peso) tanno 147 391
7 CONSUMI DI RISORSE E CARATTERISTICHE DELLE EMISSIONI IN AMBIENTE ESTERNO
71 Consumo di materie prime
Le materie prime in ingresso nellrsquoallevamento sono
mangimi
truciolo per lettiera
altri prodotti (ad esempio insetticidi e prodotti per la derattizzazione e per il trattamento dei
capi)
prodotti per pulizia e disinfezione degli ambienti di stabulazione
I mangimi sono tenuti in deposito nei silos dislocati in prossimitagrave dei singoli capannoni ed hanno una
capacitagrave complessiva attuale pari a 85 t sia nello scenario attuale che in nello scenario di progetto in
caso di ampliamento Il mangime viene fornito direttamente dal soccidante Nelle diverse fasi del ciclo
dellrsquoallevamento vengono fornite da parte del soccidante quattro tipologie di mangimi in grado di
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garantire una crescita equilibrata dei capi e da ottimizzare lrsquoassorbimento dei nutrienti limitando
cosigrave lrsquoescrezione di azoto e fosforo il mangime egrave generalmente fornito in 4 fasi al fine di fornire ai
capi il nutrimento di cui hanno effettivamente bisogno nello specifico periodo della crescita La
tabella che segue riporta la composizione delle 4 tipologie di mangime fornito per periodo
Caratteristiche mangimi per fase
Fosforo
inorganico
Lisina Fitasi FTU Proteina
grezza
Oli e grassi
grezzi
P12 primo periodo 070 14 800 225 6
PB1 secondo periodo 060 122 750 20 7
PB2 terzo periodo 050 110 700 1830 880
PB3 quarto periodo 052 100 600 1720 9
Consumo di mangime
Consumo medio per
capi (ciclo misto)
kgcapo
consistenza
massima
(n capi)
Numero di cicli
allrsquoanno
Consumo di
mangime annuale
(tanno)
Situazione attuale 8 39500 46 1454
Scenario di progetto 8 110000 44 3872
I trattamenti di derattizzazione vengono effettuati in proprio utilizzando NOTRAC Block (bromadiolone e
denatorion principio attivo) essendo tenuta la registrazione degli interventi di derattizzazione con
piantina di distribuzione Nello scenario di progetto lrsquoazienda agricola continueragrave a effettuare i
trattamenti in proprio
Una volta svuotato il capannone dai capi si provvede alla raccolta della lettiera alla pulizia e alla
preparazione per il nuovo ciclo La pulizia si effettua in due fasi
mediante stazzamento a secco accurato di pavimenti pareti e attrezzature raccolta della pollina
residua che vien unita a quella giagrave accumulata in attesa di essere ritirata da parte della ditta
incaricata Segue bagnatura delle pareti con idropulitrice che non genera reflui in quanto ha la
sola funzione di preparare le superfici per la fase successiva
con idropulitrice o atomizzatore si applica a tutte le superfici la soluzione disinfettante al 1
circa di eviron D ( per ciclo se ne consumano circa 20 l per preparare 2 m3 di soluzione per ogni
ciclo) Non si generano effluenti la soluzione egrave lasciata sulle superfici al fine di lasciare che il
disinfettante espleti al sua funzione
72 Consumi energetici
Lrsquoazienda agricola Maggiolo ha un proprio impianto fotovoltaico con potenza di pico pari a 56 kW
Lrsquoenergia elettrica prodotta egrave utilizzata per
illuminazione dellrsquoarea di stabulazione e dei locali riscaldamento con lampade che fungono da ldquoMadre Artificialerdquo
distribuzione del mangime e dellrsquoacqua
sistema di ventilazione
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illuminazione interna dei capannoni di allevamento
cella frigorifica per capi deceduti
Azienda Agricola Maggiolo ndash impianto fotovoltaico
Egrave previsto un consumo medio annuale di circa 30000 l di GPL che dipende fortemente dalle
caratteristiche climatiche della stagione Il GPL egrave depositato in due serbatoi interrati da 3000 e 5000 l
Lrsquoaumento dei consumi di energia egrave legato in particolare alla necessitagrave di incrementare la ventilazione
Consumo annuale
kWh
Energia elettrica
autoprodotta
consistenza
massima
(n capi)
Fabbisogno medio per
capo kWhcapo ()
Situazione attuale 6000 63 39500 03
Scenario di progetto 100000 63 110000 018
() considerando presenza media anno rispettivamente 192000 e 536000)
73 Ciclo idrico
Lrsquoazienda consuma acqua di acquedotto per
Abbeveraggio capi
Lavaggio e disinfezione
Servizi igienici
Nella configurazione dellrsquoallevamento attuale il consumo idrico si attesta su circa 2900 m3anno di cui
circa 2600 m3anno per abbeveraggio (per un consumo medio pari a circa 144 lcapo durante il ciclo di
allevamento) 300 m3anno per il sistema di raffrescamento e circa 10 m
3anno per la pulizia
Considerando lrsquoincremento del numero di capi si prevede un incremento dagli attuali consumi annuali a
circa 7280 m3
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Consumi idrici per abbeveraggio
Consumo medio per capi (ciclo misto)
lcapo
consistenza massima (n capi)
Numero di cicli allrsquoanno
Consumo di acqua annuale (m
3anno)
Situazione attuale 144 39500 46 2617
Scenario di progetto 144 110000 44 6970
Consumi idrici totali
Situazione attuale Scenario di progetto
Consumi idrici per abbeveraggio m3
anno 2617 6970
Consumi per raffrescamento (1) m3
anno 300 300
Consumi Idrici per pulizia (2) m3
anno 10 10
Consumi idrici totali m3
anno 2927 7280
(1) Il consumo per raffrescamento egrave alle condizioni meteoclimatiche ovvero al coincidere un ciclo di allevamento
con il picco estivo Il dato indicato egrave quindi un dato medio puramente indicativo
(2) Dato massimo
74 Scarichi idrici
I polli bevono direttamente beccando i nipples senza che avvenga spreco e dispersione dacqua
nellambiente Il raffrescamento egrave garantito dal sistema di pannelli cooling con riutilizzo dellrsquoacqua non
evaporata evitando sprechi e in parte con il sistema baumac Lrsquoabbeveraggio ed il sistema di
raffrescamento non generano quindi scarichi idrici Il sistema di pulizia non produce scarichi idrici infatti
dopo aver effettuato una estesa pulizia a secco le superfici interne ai capannoni sono bagnate con
soluzione di disinfettante con pompa a pressione senza creare ruscellamenti
75 Spolgie di animali
La mortalitagrave per ciclo di allevamento si attesta sui valori intorno a 5 LrsquoAzienda Agricola dispone di
una cella frigo per la conservazione dei capi deceduti di proprietagrave
Azienda Agricola Maggiolo ndash Celle frigorifera
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76 Produzione di rifiuti solidi
La produzione di rifiuti dellrsquoAzienda Agricola egrave limitata in quanto le materie prime (tra cui il mangime)
vengono trasportate mezzi che scaricano direttamente nei silos di stoccaggio
I rifiuti prodotti sono per lo piugrave rifiuti non pericolosi di cui in particolare imballaggi in plastica (contenitori
per detergenti e disinfettanti) in carta ed in vetro
Azienda Agricola Maggiolo ndash locale adibito al deposito dei rifiuti
77 Emissioni in atmosfera
In allevamento sono presenti emissioni diffuse derivanti da metabolismo animale tali emissioni
sono tenute sotto controllo mediante adozione di unrsquoadeguata ventilazione dei capannoni per
ridurre il tenore di umiditagrave della lettiera ribaltamento della stessa funzionale a limitare lrsquoinsorgere di
fenomeni di fermentazione anaerobica
La tabella che segue sintetizza le emissioni di ammoniaca e metano alla massima capacitagrave
dellrsquoallevamento sulla base dei coefficienti di emissione (riferimento BREF sect3321)
Emissioni di ammoniaca e metano
fase Fattore di
emissione unitagrave misura fattore
Situazione attuale
ndash emissioni totali
tanno
Scenario di
progetto ndash
emissioni totali
tanno
Stabulazione 011 kg NH3postoanno 43 121
Stabulazione 0079 Kg CH4postoanno 31 87
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8 DISTANZE MINIME SECONDO LA DGR 8562012
Con la DGR n 856 del 15 maggio 2012 ldquoAtti di indirizzo ai sensi dellart 50 comma 1 lett d) della LR
23 aprile 2004 n 11 Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio Modifiche ed
integrazioni alla lett d) Edificabilitagrave zone agricole punto 5) Modalitagrave di realizzazione degli allevamenti
zootecnici intensivi e la definizione delle distanze sulla base del tipo e dimensione dellallevamento
rispetto alla qualitagrave e quantitagrave di inquinamento prodottordquo la Giunta regionale ha aggiornato gli Atti di
Indirizzo di cui alle deliberazioni n 31782004 e n 3292010 per ledificabilitagrave nelle zone agricole
Le tabelle che seguono riassumono i calcoli per la determinazione delle distanze minime di cui alla
DGR 85620122 Nelle tavole allegate si riportano i buffer con le distanze minime e lrsquoindicazione
dellrsquoutilizzo degli edifici data dalla Carta Tecnica Regionale
Lrsquoallevamento egrave dotato di un sistema di ventilazione forzata e non dispone di alcun stoccaggio della
polline che che insieme alla lettiera viene mantenuta al chiuso (nei singoli capannoni di allevamento)
fini alla fine del ciclo di allevamento per poi essere traportata da terzi verso lrsquoimpianto di recupero e
riutilizzo
Nella situazione attuale cosigrave come nello scenario di progetto lrsquoallevamento si trova a piugrave di 200 m
dallrsquoallevamento piugrave vicino Nel raggio di 100 m dallrsquoallevamento non sono presenti abitazioni civili a
meno dellrsquoedificio abitativo del proprietario e gestore dellrsquoallevamento e nel raggio di 200 m non rientra
il perimetro del centro abitato Il limite di zona agricola risulta ad una distanza superiore a 200 m
rispetto sia relativamente al PRG del Comune di Castello di Godego che al PAT del Comune di
Castelfranco Le strutture di allevamento (cinque capannoni) pressocheacute entro il limite di 20 m dal
confine della proprietagrave aziendale
Distanza minima dai confini di proprietagrave (Tabella 2 Allegato A)
Consistenza massima Peso vivo t
Classe tabella 1 allegato A
Distanza minima m
Situazione attuale 39500 395 2 20
Scenario di progetto 110000 110 2 20
Il peso medio vivo egrave stato calcolato sulla base del ciclo medio tipico
a) Tipologia dellambiente di stabulazione e del sistema di pulizia
Tipologia Punti allevamento
Situazione attuale ottimizzazione dellisolamento termico e della ventilazione (anche
artificiale)+pavimenti ricoperti da lettiera-abbeveratoi anti spreco 10
Scenario di progetto ottimizzazione dellisolamento termico e della ventilazione (anche
artificiale)+pavimenti ricoperti da lettiera-abbeveratoi anti spreco 10
2 Si rimanda alle tavole ldquoVerifica dei requisiti di cui alla DGR n 856 del 15 maggio 2012 - Stato attuale e incremento capi senza
passaggio di classe (classe 2) Uso del Suolordquo e ldquoVerifica dei requisiti di cui alla DGR n 856 del 15 maggio 2012 - Stato attuale e incremento capi senza passaggio di classe (classe 2)rdquo riportate in allegato
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b) Sistema di ventilazione
Tipologia Punti allevamento
Situazione attuale ventilazione forzata 0
Scenario di progetto ventilazione forzata 0
c) sistema di stoccaggio e trattamento delle deiezioni
Tipologia Punti allevamento
Situazione attuale materiali palabili - pollina su lettiera al coperto (su capannoni chiusi) -
equivalente a concimaia chiusa 0
Scenario di progetto materiali palabili - pollina su lettiera al coperto (su capannoni chiusi) -
equivalente a concimaia chiusa 0
Punteggio totale
Criteri Punti allevamento
Situazione attuale a b c 10
Scenario di progetto a b c 10
Distanze minime reciproche degli insediamenti zootecnici dai limiti di zona agricola (Tabella 3 Allegato A)
classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m
Situazione attuale 2 10 200
Scenario di progetto 2 10 200
Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze civili sparse (Tabella 4 Allegato A)
classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m
Situazione attuale 2 10 100
Scenario di progetto 2 10 100
Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze concentrate (centri abitati) (Tabella 5 Allegato A)
classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m
Situazione attuale 2 10 200
Scenario di progetto 2 10 200
9 DECOMMISSIONING
Per le strutture in cemento eo laterizi si provvederagrave in fase di dismissione dellrsquoallevamento al
trasporto delle relative macerie presso un impianto di trattamento per la bonifica
Per le attrezzature se riutilizzabili si provvederagrave alla revisione e riutilizzo presso altri impianti simili
mentre per le parti obsolete si provvederagrave al loro smaltimento tramite ditte autorizzate
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QUADRO DI RIFERIMENTO
PROGRAMMATICO
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10 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE
101 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ndash Regione Veneto
1011 Riferimenti generali
La Regione Veneto con DGR n 372 del 1722009 ha adottato il Piano Territoriale Regionale di
Coordinamento ai sensi della LR 2342004 n 11 (art 25 e 4) oggetto di Variante anche questa solo
adottata con DGR n 427 del 1042013 pubblicata sul BURV n 39 del 352013 Il PTRC con la
citata Variante come precisato allrsquoarticolo 1bis delle Norme dello stesso assume natura di piano
urbanistico territoriale con specifica considerazione dei valori paesaggistici ai sensi dellrsquoart 135
comma 1 del DLgs 2212004 n 42 il Codice dei beni culturali e del paesaggio
Il PTRC adottato comprende i seguenti elaborati
Relazione illustrativa con i fondamenti del buon governo
Elaborati grafici
- Tavola PTRC 1992 - Ricognizione
- Tavola 1a - Uso del suolo Terra
- Tavola 1b - Uso del suolo Acqua
- Tavola 1c ndash Uso del suolo Idrogeologia e rischio sismico
- Tavola 2 - Biodiversitagrave
- Tavola 3 - Energia e ambiente
- Tavola 4 - Mobilitagrave
- Tavola 5a - Sviluppo economico produttivo
- Tavola 5b - Sviluppo economico turistico
- Tavola 6 - Crescita sociale e culturale
- Tavola 7 - Montagna del Veneto
- Tavola 8 - Cittagrave motore di futuro
- Tavola 9 - Sistema del territorio rurale e della rete ecologica
- Tavola 10 - Sistema degli obiettivi di progetto
Rapporto ambientale
Quadro conoscitivo
Documento per la pianificazione paesaggistica
o Ambiti di paesaggio
o Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici
o Atlante ricognitivo
o Sistema di valori
Norme tecniche
Il PTRC come precisato nellrsquoarticolo 4 delle Norme dello stesso egrave strumento sovraordinato a tutti i
piani territoriali ed urbanistici e puograve essere motivatamente modificato o integrato dai piani regionali di
settore e di sviluppo delle grandi reti di servizi fatto salvo quanto disposto dallrsquoart 145 comma 3 del
DLgs 422004 gli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica di livello inferiore devono
adeguarsi entro dodici mesi dallrsquoentrata in vigore del PTRC
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Per quanto attiene allrsquoefficacia del PTRC come stabilito dal comma 3 dellrsquoarticolo 72bis delle Norme
dello stesso piano ldquoai sensi dellrsquoart 29 comma 2 della LR 1104 dallrsquoadozione del PTRC o di sue
eventuali varianti e fino alla loro entrata in vigore e comunque non oltre cinque anni dalla data di
adozione i Comuni sono tenuti a sospendere ogni determinazione sulle domande relative ad interventi
di trasformazione edilizia e urbanistica che risultino in contrasto con le prescrizioni contenute nel
pianordquo
In merito alla pianificazione paesaggistica come definito nel Titolo XI delle Norme dellrsquoadottato PTRC
la Regione egrave articolata ai sensi dellrsquoarticolo 45ter comma 1 della LR 112004 e dellrsquoarticolo 135
comma 2 del DLgs 422004 in quattordici Ambiti di Paesaggio indicati nel Documento per la
pianificazione paesaggistica La definizione delle specifiche normative drsquouso aventi la finalitagrave di
assicurare che ciascun ambito di paesaggio sia ldquoadeguatamente conosciuto tutelato salvaguardato e
disciplinatordquo attribuendo ldquoadeguati obiettivi di qualitagrave in attuazione dei fini di cui agli articoli 131 133 e
135 del Codice e sulla base della specificazione dei contenuti definiti dallrsquoAtlante Ricognitivo
contenuto nel Documento per la pianificazione paesaggisticardquo egrave demandata ai previsti Piani
Paesaggistici Regionali drsquoAmbito (PPRA)
Il Documento per la pianificazione paesaggistica come precisato allrsquoarticolo 71ter delle Norme del
PTRC costituisce quadro di riferimento per la definizione dei PPRA
Tale Documento si articola in Ambiti di paesaggio in cui egrave indicata la delimitazione degli Ambiti di
Paesaggio Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici in cui egrave indicato il percorso istituzionale di
attribuzione della valenza paesaggistica e sono rappresentate le aree di cui agli artt 136 e 142 del
DLgs4204 destinate a ricognizione e validazione in sede di pianificazione paesaggistica regionale
drsquoambito Atlante Ricognitivo quale prima ricognizione finalizzata alla conoscenza dei caratteri del
paesaggio veneto e dei processi di trasformazione che lo interessano in cui sono indicati obiettivi e
indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari ai PPRA Sistemi di valori (i siti patrimonio dellrsquoUnesco le
Ville del Palladio le Ville Venete Parchi e giardini di rilevanza paesaggistica Forti e manufatti difensivi
Archeologia industriale Architetture del Novecento
1012 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Gli elaborati cartografici del PTRC data anche la scala di restituzione solo in alcuni casi identificano
categorie direttamente relazionabili allrsquoarea dellrsquoesistente allevamento zootecnico avicolo od
allrsquoimmediato intorno ed in dettaglio si tratta delle ldquoAree nucleordquo riportate nelle Tavole 1 2 e 9 e dei
ldquoPrati stabilirdquo riportati nelle Tavole 1 e 9
Area nucleo
Le Aree nucleo sono elementi costituitivi della Rete ecologica e corrispondono come precisato
allrsquoarticolo 24 delle Norme del PTRC ai siti della Rete Natura 2000 ed alle aree naturali protette di cui
alla L 3941991 In tale articolo si afferma che ldquola Regione promuove programmi e progetti specifici
finalizzati alla salvaguardia e valorizzazione della Rete ecologica e per lrsquoattuazione di azioni volte alla
tutela conservazione e accrescimento della biodiversitagrave da attuarsi in collaborazione con le
amministrazioni provinciali comunali e gli altri soggetti interessati anche mediante il supporto a
pratiche agricole sostenibili e di gestione rurale privilegiando quelle dellagricoltura biologicardquo e che ldquoin
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tal senso si assumono come elementi di riferimento le reti di siepi agrarie e i filari le zone umide i corsi
dacqua e la rete di scolo e irrigua i boschettirdquo Le Norme del PTRC inoltre precisano che ldquola
procedura per la valutazione di incidenza si applica esclusivamente con riferimento agli obbiettivi di
conservazione tutelati nei siti della Rete Natura 2000rdquo
Con riguardo al previsto ampliamento del numero di capi allevati allrsquointerno delle giagrave esistenti strutture
aziendali che ricadono in una ZPS di cui alla Rete Natura 2000 egrave redatto il richiesto Studio di
Incidenza In aggiunta si annota che non sono previsti interventi che determinano ricadute sullrsquoattuale
consistenza e configurazione dei richiamati elementi di riferimento per la costruzione della rete
ecologica
Prati stabili
I Prati stabili sono disciplinati dallrsquoarticolo 14 delle Norme del PTRC che esplicita il loro riconoscimento
come ldquorisorse per il paesaggio e la biodiversitagraverdquo e demanda ai Comuni lrsquoindividuazione nellrsquoambito dei
propri strumenti urbanistici dei sistemi di prati stabili e la specificazione ai fini della loro tutela di
ldquoadeguate misure per mantenere il loro valore naturalistico e limitare la perdita di superficie prativa
dovuta allo sviluppo urbanistico allrsquoestensione dei seminativi e allrsquoavanzamento delle aree boschiverdquo
Il maggior numero di capi avicoli non richiede lrsquoampliamento dellrsquoarea attualmente giagrave interessata dalla
presenza dellrsquoallevamento e pertanto non sono coinvolte aree a prato stabile
Il PTRC con riguardo alle Aree rurali disciplinate allrsquoarticolo 7 individua e delimita quattro categorie di
aree rurali riportate in tavola 1a le Aree di agricoltura periurbana le Aree agropolitane in pianura le
Aree ad elevata utilizzazione agricola le Aree ad agricoltura mista a naturalitagrave diffusa per ognuna delle
quali sono elencati obiettivi e previsioni da assumere in sede di predisposizione e adeguamento degli
strumenti di pianificazione urbanistica In generale nel territorio rurale la pianificazione territoriale ed
urbanistica come indicato nel citato articolo deve essere ldquoorientata al principio del minor consumo di
suolordquo e perseguire diverse finalitagrave tra le quali ldquogarantire la sostenibilitagrave dello sviluppo economico del
settore rurale attraverso processi di trasformazione del territorio realizzati con il minor consumo
possibile di suolordquo ldquopromuovere e sostenere il recupero dei fabbricati abitativi e agricolo produttivi e
delle loro pertinenze e consentire la realizzazione di fabbricati abitativi e agricolo produttivi necessari
alle aziende agricole garantendo il loro armonico inserimento nel paesaggio agrario nel rispetto della
struttura insediativa esistenterdquo
La prevista variazione del numero di polli allevati che non richiede la realizzazione di nuovi fabbricati
in linea generale comunque non esclusi secondo le indicazioni delle norme del PTRC se correttamente
inseriti si ritiene possa essere positivamente relazionata con il richiamato obiettivo di uno sviluppo
rurale sostenibile tanto che non egrave in contrasto con la finalitagrave di ridurre il consumo di suolo agricolo
102 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ndash Provincia di Treviso
1021 Riferimenti generali
Il PTCP approvato con la DGR 1137 del 23032010 come precisato allrsquoarticolo 1 delle Norme dello
stesso ldquoindica gli obiettivi e gli elementi fondamentali dello sviluppo urbanistico provinciale
individuando per lrsquoassetto del territorio le nuove esigenze generali del territorio in coerenza con il
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quadro conoscitivo elaborato con riferimento alla salvaguardia conservazione e valorizzazione delle
risorse territorialirdquo
Tale Piano sempre come specificato nel citato articolo assicura che la valorizzazione delle risorse
territoriali disciplinata dalle previsioni degli strumenti urbanistici comunali persegua in particolare
la promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole
la tutela delle identitagrave storico-culturali e della qualitagrave degli insediamenti urbani ed extraurbani
la tutela del paesaggio rurale montano e delle aree di importanza naturalistica
lrsquoutilizzo di nuove risorse territoriali solo quando non esistano alternative alla riorganizzazione e
riqualificazione
del tessuto insediativo esistente
la messa in sicurezza degli abitati e del territorio dai rischi sismici e di dissesto idrogeologico
Il PTCP attraverso le direttive e le prescrizioni da considerare per la redazione degli strumenti di
pianificazione di livello inferiore ed a cui i PAT dei Comuni devono adeguarsi intende raggiungere
scelte progettuali di sviluppo sostenibile in coerenza con gli obiettivi di cui allrsquoarticolo 2 della LR
112004
Il PTCP si compone dei seguenti elaborati
Elaborati grafici
- Tavola 1-1 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Aree soggette a tutela
- Tavola 1-2 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Pianificazione di livello superiore
- Tavola 1-3 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Aree naturalistiche protette
- Tavola 1-4 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Vincoli militari e infrastrutturali
- Tavola 2 Carta delle fragilitagrave
- Tavola 3-1 Sistema ambientale ndash Reti ecologiche
- Tavola 3-2 Sistema ambientale ndash Livelli di idoneitagrave faunistica
- Tavola 4-1 Sistema insediativo-infrastrutturale
- Tavola 4-2 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta dei Centri Storici della Provincia
- Tavola 4-3 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta delle Ville Venete Complessi ed Edifici di
pregio architettonico
- Tavola 4-4 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta delle Ville Venete Complessi ed Edifici di
pregio architettonico di interesse provinciale
- Tavola 4-5 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Mobilitagrave sostenibile
- Tavola 4-6 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Percorsi turistici
- Tavola 4-7 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash La Grande Treviso Il Sistema dei Parchi
- Tavola 5-1 Sistema del paesaggio ndash Carta geomorfologica della Provincia di Treviso
- Tavola del Rapporto Ambientale
Relazione di Piano
Norme Tecniche
Sintesi Non Tecnica Appendice ldquoArdquo al Rapporto Ambientale
Valutazione di Incidenza Ambientale
Rapporto Ambientale allo stato di avanzamento di giugno 2008
Allegato FF ndash Quaderno Progetti
Allegato GG ndash Linee guida per regolamenti edilizi - Relazione con appendici
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Allegato L ndash Rischio incidenti rilevanti
Allegato M ndash Beni culturali
1022 Relazioni con le previsioni del PTCP
Gli elaborati cartografici del PTCP3 solo in alcuni casi identificano categorie in relazione diretta con
lrsquoarea dellrsquoesistente allevamento zootecnico avicolo ed in dettaglio si tratta dei seguenti casi
Tavola 13 con riguardo alle Zone di Protezione Speciale ndash ZPS
Tavola 21 con riguardo alle Aree di pericolositagrave idrica ridotta P0
Tavola 23 con riguardo alle Zone di incompatibilitagrave assoluta (Rete Natura 2000)
Tavola 31 con riguardo alle ZPS e alle Aree nucleo
Tavola 32 con riguardo al Livello di idoneitagrave faunistica medio
Tavola 51 con riguardo alla Unitagrave di paesaggio P2
Le Zone di Protezione Speciale riportate nella Tavola 13 e nella Tavola 31 in tale caso corrispondono
alla ZPS IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo allrsquointerno della quale ricade lrsquoallevamento avicolo per
il quale si prevede di aumentare il numero di polli allevati per la produzione di carne Le ZPS sono
richiamate percheacute messe in relazione con gli elementi costitutivi della Rete ecologica questi ultimi
identificati e delimitati nella Tavola 31 nel caso in questione rappresentati da una delle Aree nucleo
Lrsquoarticolo 36 delle Norme del PTCP elenca gli obiettivi della Rete ecologica che devono essere assunti
dagli strumenti urbanistici locali e da ogni altro atto di programmazione e di governo del territorio come
condizioni alle trasformazioni ammissibili delle risorse in modo da contribuire alla realizzazione della
stessa rete ecologica provinciale
Lrsquoarticolo 37 delle Norme del PTCP contiene le direttive da applicare agli elementi della Rete ecologica
ed in particolare per quanto riguarda le Aree nucleo stabilisce che
- la realizzazione delle infrastrutture e degli impianti tecnici egrave subordinata a misure di mitigazione
mirate alla ricostituzione della continuitagrave della permeabilitagrave biologica nei punti critici di
passaggio ed inoltre con lrsquoinserimento di strutture utili allrsquoattraversamento faunistico e con la
costituzione di aree di rispetto formate con elementi arborei ed arbustivi finalizzate alla
conservazione della biodiversitagrave
- la gestione dellrsquoagricoltura in queste aree deve essere indirizzata anche mediante interventi di
incentivazione e sostegno tecnico e finanziario al mantenimento delle componenti di interesse
ecologico e della biodiversitagrave complessiva
- le aree individuate come critiche per presenza di infrastrutture aree insediative e corridoi
ecologici nei siti della Rete Natura 2000 devono essere considerate dalla normazione tutelare
degli strumenti urbanistici comunali come ambiti prioritari verso i quali convergere gli interventi
di riorganizzazione mediante azioni di mitigazione e compensazione
Lrsquoarticolo 39 delle Norme del PTCP inoltre per le Aree nucleo stabilisce che ldquoi progetti che implicano
modificazione di usi funzioni attivitagrave in atto sono soggetti a valutazione di incidenza (VINCA) ai sensi
3 Si rimanda agli estratti delle Tavole 21 31 (che riporta le ZPS analogamente alla tav 13 e 23) e 32 del PTCP inserite nellrsquoAllegato
Cartografico allo SIA
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della normativa statale e regionale in materiardquo ed in aggiunta precisa al comma 4 che gli ldquointerventi di
ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo [hellip]
sono ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati
compatibili dalla valutazione di incidenza e comunque soggetti a misure compensative a compenso
drsquoogni riduzione della qualitagrave ecologica complessiva dellrsquoareardquo
La previsione di aumentare il numero di polli allevati nelle strutture giagrave presenti non richiede nuovi
fabbricati o ampliamenti di quelli esistenti ed in ogni caso si annota che sono ammessi utilizzi a fini
agricoli in merito alla valutazione di incidenza come giagrave richiamato egrave predisposto il richiesto Studio di
Incidenza
Le Aree a pericolositagrave ridotta (P0) individuate nella Tavola 21 ldquoCarta delle fragilitagrave ndash Aree soggette a
dissesto idrogeologico e fragilitagrave ambientalerdquo sono definite allrsquoarticolo 57 come ldquoparti del territorio
provinciale ritenute maggiormente esposte a pericolo di allagamento soprattutto a causa di insufficienze
idrauliche localirdquo e per tali aree ldquodevono essere promosse dalle Amministrazioni Comunali verifiche
specifiche sullrsquoeffettivo comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio assieme al Consorzio
di Bonifica competente per territoriordquo Le Aree P0 sono disciplinate dallrsquoarticolo 59 delle Norme del
PTCP che formula le seguenti direttive
ldquo1 Lo strumento urbanistico comunale conduce per le aree P0 una rigorosa e puntuale verifica dello
stato idraulico del territorio nel rispetto della Delibera regionale n13222006 utilizzando per le
valutazioni schemi di calcolo che siano in grado di descrivere le conseguenze idrauliche di una
eventuale insufficienza della rete di scolo delle acque precisandone e definendone su queste basi gli
ambiti giagrave indicati dal PTCP
2 Per le aree classificate P0 ferma restando lrsquoapplicazione della normativa per esse eventualmente
disposta dai Piani di Assetto Idrogeologico lo strumento urbanistico comunale detta apposita normativa
finalizzata a non incrementare le condizioni di rischio ed in particolare a
a) mantenere le condizioni esistenti di funzionalitagrave idraulica ed anzi a migliorarle cosigrave da
agevolare e comunque non impedire il deflusso delle piene e non ostacolare il normale deflusso
delle acque
b) non aumentare le condizioni di pericolo a valle od a monte delle aree drsquointervento
c) non ridurre i volumi invasabili e favorire se possibile la formazione di nuove aree di libera
esondazione delle acque
d) non pregiudicare con opere incaute od erronee la successiva realizzazione di interventi per
lrsquoattenuazione o lrsquoeliminazione delle cause di pericolositagrave
e) non effettuare tombinamenti ma mantenere gli originali volumi di invaso disponibili di tratti di
f) fossi e fossati
g) neutralizzare con interventi in loco gli incrementi di portata conseguenti ad interventi
urbanizzativi
h) non costituire od indurre a costituire vie preferenziali al flusso di portate solide o liquide
i) minimizzare le interferenze anche temporanee con le strutture di difesa idraulicardquo
Per le valutazioni sulla relazione tra la disciplina e il previsto ampliamento dellrsquoallevamento si rimanda
ai successivi paragrafi del presente studio in cui si considerano i PAT dei Comuni territorialmente
coinvolti
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Le Zone di incompatibilitagrave assoluta sono considerate nelle Norme del PTCP in relazione alle Aree a
rischio di incidente rilevante disciplinate allrsquoarticolo 77 la direttiva stabilisce che il PAT nella
valutazione di compatibilitagrave territoriale per la localizzazione di nuovi impianti a rischio dovragrave tenere in
considerazione le aree di incompatibilitagrave assoluta localizzandogli stabilimenti in aree industriali esterne
a tali zone
La disciplina richiamata non ha attinenza con lrsquointervento in previsione
I Livelli di idoneitagrave faunistica sono definiti e riportati nella Tavola 32 ldquoSistema ambientale ndash Livelli di
idoneitagrave faunisticardquo e nel caso dellrsquoarea dellrsquoallevamento si ricade in un ambito con livello di idoneitagrave
faunistica medio come stabilito allrsquoarticolo 37 delle Norme del PTCP ldquogli strumenti urbanistici locali
dispongono apposita disciplina finalizzata a () definire i livelli di idoneitagrave faunistica allrsquointerno di queste
aree e dettare norme differenziate secondo il livello di idoneitagrave da conferire o conservarerdquo assicurando
nel caso di media idoneitagrave la tutela e la conservazione di tale livello
La prevista variazione in aumento dei capi di polli allevati si ritiene non incidere sul livello di idoneitagrave
faunistica
Le Unitagrave di Paesaggio individuate nella Tavola 51 sono disciplinate dallrsquoarticolo 30 delle Norme del
PTCP che chiede agli strumenti urbanistici comunali di individuare gli ambiti territoriali omogenei ldquoin
modo tale da far corrispondere ad ogni unitagrave di paesaggio la totale estensione di uno o piugrave ATO non
potendo di conseguenza uno stesso ambito territoriale omogeneo essere suddiviso tra diverse UDPrdquo Il
PTCP riconosce le caratteristiche di ogni Unitagrave e la disciplina stabilisce che ldquospetta allo strumento
urbanistico comunale sulla base di analisi puntuali dei caratteri costitutivi proporre la correzione e
precisazione dellrsquoestensione dellrsquounitagrave anche al fine di rendere coerenti le UDP con i perimetri delle
ATO in cui il territorio comunale egrave suddivisordquo
Per le valutazioni sulla relazione tra la disciplina associata alle UdP e il previsto ampliamento
dellrsquoallevamento si rimanda ai successivi paragrafi del presente studio in cui si considerano i PAT dei
Comuni territorialmente coinvolti
103 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castelfranco Veneto
1031 Riferimenti generali
Il Comune di Castelfranco Veneto egrave dotato di PAT redatto con i contenuti di cui allrsquoarticolo 13 della
LR112004 approvato con la DGP n 29 del 322014 tale strumento sostituisce il precedente
Piano Regolatore Generale approvato con le DGR n 4035 del 10122004 e n 3672 del 29112005
Il PAT egrave formato dai seguenti elaborati
Relazione tecnica
Relazione di progetto
Relazione sintetica
Norme tecniche
Elaborati grafici in scala 110000
- Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale
- Carta delle invarianti
- Carta delle fragilitagrave
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- Carta della trasformabilitagrave - Ambiti Territoriali Omogenei (ATO)
- Carta della trasformabilitagrave - Valori e tutele Azioni strategiche
Quadro conoscitivo di cui allrsquoart10 della LR112004
Studio di compatibilitagrave idraulica
Le Norme precisano che gli ambiti e gli immobili vincolati individuati nella Tavola 1 del PAT hanno
valore ricognitivo e non esaustivo e che ldquole indicazioni grafiche contenute nella citata Tavola 4 non
hanno valore conformativo delle destinazioni urbanistiche dei suoli la definizione delle quali egrave
demandata al PI e non possono pertanto rappresentare o comportare in alcun modo acquisizione di
diritti edificatori ()rdquo Lrsquoarticolo 4 delle Norme del PAT precisa che ldquogli interventi di trasformazione
edilizia ed urbanistica del territorio prima della redazione del PI ai sensi dellart 18 della LR1104
devono rispettare le previsioni del PRG vigente per le parti compatibili con il PAT che a seguito
dellapprovazione per tali parti acquista il valore e lefficacia del PI come previsto dallart 48 comma 5
della LR112004rdquo
1032 Relazioni con le previsioni del PAT
Le tavole del PAT4 identificano le categorie di vincolo le invarianti le fragilitagrave e le destinazioni drsquouso
associate alla disciplina contenuta nelle Norme dello stesso strumento urbanistico con riguardo allrsquoarea
dellrsquoesistente allevamento avicolo eo alla porzione di territorio limitrofa a questa si distinguono quelle
riportate nella sottostante tabella Per ogni categoria si richiama il contenuto delle norme del PAT e si
svolge la verifica in merito alla coerenza tra la disciplina ed il previsto incremento del numero di capi
avicoli allevati
Piano di Assetto del Territorio ndash Relazione tre le categorie di Piano e lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo
Carta Categoria Art PAT
1 Vincoli ZPS ndash Prai di Castello di Codego 10
Allevamenti zootecnici intensivi LR 112004 12
Reticolo idraulico ndash Servitugrave idraulica 12
2 Invarianti Area Natura 2000 13
Principali filari e siepi del paesaggio 14
3 Fragilitagrave Compatibilitagrave geologica ndash Area idonea a condizione 3 17
4a Trasformabilitagrave ATO Aa1 Agricolo periurbano nord ndash Prai di Godego 36
4b Trasformabilitagrave Area nucleo 34
ZPS ndash Prai di Castello di Godego
Lrsquoarticolo 10 delle Norme del PAT precisa che tale strumento urbanistico recepisce la Zona di
Protezione Speciale IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo individuata ai sensi della DGR n
11802006 quale elemento della Rete Natura 2000 per la salvaguardia della biodiversitagrave ed integra la
ZPS nel sistema ambientale della rete ecologica di cui allrsquoart34 Le direttive definite in tale articolo
stabiliscono che nella progettazione ed esecuzione di piani progetti e interventi ldquodeve essere garantito
il mantenimento ovvero alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi
di habitat naturali e degli habitat delle specie interessate che hanno determinato lrsquoindividuazione
dellrsquoarea come zona SIC e ZPSrdquo che ldquonellrsquoesame delle soluzioni progettuali devono essere
considerate le possibili alternativerdquo ed infine che ldquoa seguito della valutazione sono individuate
opportune misure di mitigazione o compensazione finalizzate a minimizzare o cancellare le eventuali
4 Si rimanda agli estratti delle Tavole 1 2 3 4a e 4b inserite nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
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incidenze negative sia in corso di realizzazione sia dopo il suo completamentordquo Le prescrizioni di tale
articolo richiamano lrsquoassoggettamento alla procedura di valutazione di incidenza per i piani i progetti e
gli interventi ricadenti allrsquointerno della ZPS
Per quanto riguarda lrsquoassoggettamento alla procedura di valutazione di incidenza si precisa che egrave stato
redatto il richiesto Studio di incidenza a cui si rimanda per le considerazioni di merito
Allevamenti zootecnici intensivi
Lrsquoarticolo 12 delle Norme del PAT richiama i riferimenti legislativi attinenti agli allevamenti zootecnici
intensivi ovvero la DGR 31782004 e smi (Atti di indirizzo - art 50 della LR 112004) e con le
direttive e prescrizioni stabilisce che il Piano degli Interventi (PI) aggiorna e precisa gli allevamenti
zootecnici intensivi individuati nella Tavola 1 per i quali si applicano le vigenti disposizioni di legge e i
regolamenti comunali vigenti in materia di igiene e sanitagrave In aggiunta in tale articolo si precisa che
ldquoagli allevamenti zootecnici in zona impropria sono consentite esclusivamente operazioni di
manutenzione ordinaria e ne egrave incentivata la rimozionerdquo
Con riguardo alle citate norme si sottolinea che si prevede il solo aumento del numero di polli da carne
allevati nelle strutture giagrave esistenti e che ovviamente si terragrave conto del necessario rispetto delle
disposizioni e regolamenti vigenti in materia di igiene e sanitagrave
Reticolo idraulico ndash Servitugrave idraulica
LrsquoArt 12 delle Norme Tecniche del PAT con riguardo al reticolo idraulico ed alle relative servitugrave
richiama il riferimento normativo di cui al RD 3681904 e RD 5231904 e detta le seguenti
prescrizioni
ldquoNon sono consentite nuove edificazioni a distanze inferiori a 10 metri dai cigli esistenti o dal piede
della scarpata esterna dellrsquoargine () Per canali non demaniali in specifici casi egrave facoltagrave insindacabile
del Consorzio di bonifica competente concedere una deroga a tale distanza In caso di sporgenze
aggetti o altro la distanza deve riferirsi alla proiezione in pianta dei medesimi Alla distanza di rispetto
sono vincolate anche eventuali opere insistenti nel sottosuolo quali vani interrati e sottoservizi Le
fabbriche le piante e le siepi esistenti entro la fascia di rispetto prevista dal RD 3681904 sono
tollerate qualora non rechino un riconosciuto pregiudizio giunte a maturitagrave o deperimento non possono
essere surrogate entro le distanze previste Gli interventi di manutenzione su fabbricati esistenti ed
eventuali opere precarie devono ottenere preventiva autorizzazione idraulica dagli Enti competenti
fermo restando che ai fini della servitugrave di passaggio una fascia di larghezza pari a 4 m dovragrave
permanere completamente sgombera da ostacoli e impedimenti al libero transito dei mezzi adibiti alla
manutenzione e allrsquoeventuale deposito di materiali di espurgo La realizzazione di attraversamenti e di
qualsiasi opera o intervento che possa comportare unrsquooccupazione anche temporanea del sedime dei
corsi drsquoacqua gestiti dal Genio Civile o da Consorzi di bonifica egrave oggetto di specifica concessione da
parte dellrsquoente competente () Le superfici costituenti il sedime dei corsi drsquoacqua di competenza
regionale o consortile e le relative fasce di rispetto non possono essere ricomprese allrsquointerno di
perimetri di nuovi piani o strumenti attuativi o interventi di trasformazione territoriale in genere se non
come aree specificatamente destinate alla tutela del corpo idrico Esse non possono contribuire alla
determinazione della capacitagrave edificatoria fatta salva la possibilitagrave di applicare lrsquoistituto del credito
edilizio alle zone contiguerdquo
Nel caso in oggetto il reticolo idrico egrave da riferire al corso drsquoacqua che fiancheggia il lato ovest e sud del
perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento lrsquoincremento del numero di polli allevati non richiede interventi
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edilizi od occupazione e trasformazione di nuove aree non giagrave incluse allrsquointerno dellrsquoallevamento
esistente e quindi si escludono ricadute per trasformazioni dello stato attuale nelle fasce di servitugrave
idraulica
Area Natura 2000
Lrsquoarticolo 13 delle Norme del PAT con le direttive indica che egrave opportuno ldquoprevedere norme specifiche
che riprendono le misure di conservazione dei SIC e della ZPS (cfr DGR 23712006)rdquo ed in
particolare ldquoevitare il tombamento della rete idrografica minore fatte salve le esigenze di protezione dal
rischio idrogeologicordquo ed ldquoincentivare il miglioramento delle prestazioni ecologiche e funzionali delle
fasce arbustive ed arboree presenti nelle buffer zones (aree cuscinetto) Ove tali formazioni spontanee
non siano presenti dovrebbe essere incentivata la realizzazione di nuove fasce di vegetazione
riparialerdquo Le prescrizioni dettate dal citato articolo stabiliscono che ldquonon sono consentiti interventi tali
da creare una riduzione dellrsquoestensione di tali areerdquo e che il PI ldquoprecisa ambiti con livelli differenziati di
tutelardquo si richiama inoltre lrsquoapplicazione della procedura di valutazione di incidenza ambientale per
progetti e interventi ricadenti in ZPS
Il previsto aumento dei capi avicoli allevati non comporta interventi sulla rete idrografica minore eo
trasformazioni delle fasce arbustive e arboree presenti come giagrave evidenziato in osservanza della
normativa nazionale e regionale egrave redatto lo Studio di Incidenza
Principali filari e siepi del paesaggio agrario
Lrsquoarticolo 14 delle Norme del PAT con le prescrizioni stabilisce che ldquogli interventi che generano
trasformazione dei filari e siepi del paesaggio agrario devono prevedere opportune misure di
mitigazione eo compensazione sulla base di uno specifico studio valutativordquo e che ldquosono tutelati la
giacitura lrsquoestensione e la conformazione di siepi e filari a tal fine va prevista negli interventi la
ricomposizione di tratti mancanti o abbattutirdquo
La vegetazione presente a ridosso del corso drsquoacqua che scorre immediatamente ad ovest ed a sud del
perimetro dellrsquoallevamento avicolo non egrave interessata da alcun intervento trattandosi del solo aumento
del numero di polli da carne ricoverati nelle strutture esistenti non sono pertanto obbligatori interventi di
mitigazione e compensazione ma si considera comunque la possibilitagrave di mettere a dimora specie
vegetali a formare una siepe lungo il perimetro sud ed est dellrsquoarea dellrsquoallevamento con funzioni di
mascheramento e di qualificazione paesaggistico ambientale
Area idonea a condizione 3
Con riguardo alla compatibilitagrave geologica si distinguono aree con differente grado di rischio geologico-
idraulico e differente idoneitagrave ad essere urbanizzate per le caratteristiche geologico-tecniche e
idrogeologiche-idrauliche disciplinate dallrsquoarticolo 17 delle Norme del PAT
Per quanto attiene alle Aree idonee a condizione 3 definite come ldquoZone con terreni superficiali
prevalentemente sabbiosolimosi ndash limosoargillosi e con massima oscillazione della falda freatica
superiore ai 5 m dal piano campagnardquo la disciplina precisa che ldquole soluzioni per lrsquoidoneitagrave si possono
raggiungere qualora una relazione geologico-tecnica verifichi le caratteristiche geotecniche dei litotipi
Qualora vi sia la presenza di terreni scadenti superficiali (limosi argillosi torbosi ecc) eo variabilitagrave
litologica egrave necessario adottare soluzioni tecniche idonee ad evitare cedimenti delle fondazioni Ogni
intervento dovragrave garantire la tutela delle acque al fine di evitare fenomeni di inquinamento eo
variazioni della geometria ed idrodinamica dei corpi idrici sotterranei e superficialirdquo
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Le direttive demandano al PI la definizione della disciplina sullrsquoedificabilitagrave del territorio e la promozione
degli interventi volti alla riparazione e consolidamento dellrsquoesistente alla stabilizzazione di eventuali
dissesti al miglioramento delle attuali condizioni geologico-idrauliche e mitigazione del rischio Con il
citato articolo in aggiunta si prescrive la stesura di relazione geologica eo geotecnica in conformitagrave
da allegare ai progetti di intervento da riferire degli interventi edificatori e di sistemazione dei terreni
che devono sempre attenersi alle norme tecniche emanate con il DM 1131988 il DM 1492005 e il
DM 1412008 con lrsquoulteriore precisazione che prima dellrsquoapprovazione dello studio di compatibilitagrave
sismica del territorio comunale le indagini geologiche dovranno essere eseguite in conformitagrave al DM
14012008
Come giagrave evidenziato non sono previsti interventi edilizi o di movimentazione del terreno e quindi si
ritiene di non rientrare nel campo di applicazione della richiamata disciplina e normativa nazionale
Ambiti Territoriali Omogenei ndash Aa1 ldquoAgricolo periurbano nord - Prai di Godegordquo
Il territorio comunale come precisato allrsquoarticolo 36 delle Norme del PAT egrave suddiviso in ATO per
ognuno dei quali egrave dettata specifica disciplina articolata in disposizione generali e disposizioni locali
che integra le disposizioni generali per lrsquoassetto del territorio contenute nel Titolo III delle stesse Norme
del PAT Gli ATO Aa come riportato nellrsquoarticolo 40 delle Norme del PAT sono quelli ldquonei quali vi egrave una
prevalenza dei caratteri ambientali e paesaggistici e la struttura delledificato egrave rada o sporadicardquo le
direttive di tale articolo demandano al PI il compito di sviluppare e precisare ldquole scelte strategiche
delineate dal PAT indicando le azioni da svolgere per conseguire gli obiettivi di piano le prioritagrave le
interrelazioni i soggetti coinvolti o da interessare e le condizioni per la fattibilitagrave e lrsquoattuazione delle
previsionirdquo
Per quanto attiene allrsquoAmbito Aa1 nella relativa scheda sono indicati gli obiettivi locali di seguito
interamente riportati
ldquoAmbiente
- Mantenimento delle funzioni agricole produttive e salvaguardia delle aree agricole integre da
garantire tramite il mantenimento e la valorizzazione degli elementi caratterizzanti il territorio
(sistemazioni agricole tradizionali reticolo idrografico superficiale percorsi poderali manufatti e
insediamenti rurali tipologia e allineamento delle alberature ecc)
- Promozione della conoscenza e della fruizione turistico ricreativa del territorio di pregio
naturalistico
- Ricostituzione del patrimonio della biodiversitagrave della rete ecologica territoriale e locale costituita
principalmente dalla ZPS dal corridoio ecologico del Muson e dalla buffer zone mediante
integrazione delle attuali colture con colture tradizionali compatibili con la morfologia del suolo
agrario con ecotoni di margine con piccoli incolti con limplementazione dei filari e siepi
- Rimozione di elementi detrattori
Insediamenti
- Tutela e valorizzazione degli edifici con valore storico-ambientale volta ad un corretto recupero
dei manufatti e un loro impiego a servizio di funzioni connesse alla residenza e alle attivitagrave
agricole locali o per altri utilizzi compatibili
- Tutela del contesto figurativo della villa come elemento riconoscibile da molteplici punti del
territorio agricolo
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- Riordino edilizio e funzionale della struttura insediativa di recente impianto e suo modesto
ampliamento al fine di favorire la permanenza e la crescita fisiologica della popolazione locale
Accessibilitagrave e mobilitagrave locale
- Riqualificazione in senso paesaggistico degli assi viari con possibile individuazione di spazi
anche attrezzati per la sosta in corrispondenza dei coni visuali di maggior percezione
qualitativa
- Realizzazione dellitinerario di interesse ambientale lungo il torrente Avenale e lungo la via
Postumia per la connessione al Muson e al Sentiero degli Ezzelini
- Sistemazione dellrsquoincrocio tra via Bella Venezia e Via Postumiardquo
Le funzioni attribuite allrsquoAmbito Aa1 sono quelle ldquoprevalentemente agricole con bassa presenza di
residenzialitagraverdquo
Con riguardo agli obiettivi ed alle destinazioni funzionali previste per lrsquoAmbito Aa1 si ritiene essere
coerente la previsione di incremento dei capi avicoli in quanto rientrante nellrsquoattivitagrave agricola giagrave svolta
nelle strutture dellrsquoesistente allevamento e quindi correlabile al punto relativo al mantenimento delle
funzioni agricole produttive per altro tale previsione non determina ricadute sugli elementi
caratterizzanti il territorio od impedimento al perseguimento degli altri obiettivi locali di tale ATO
Area nucleo
Le Aree nucleo sono definite quali elementi costitutivi della Rete ecologica considerata e disciplinata
dallrsquoarticolo 34 delle Norme del PTA che demanda al PI la definizione della disciplina degli elementi
della stessa rete ecologica da attuare sulla base delle direttive espressamente elencate nello stesso
articolo
Le prescrizioni per tutti gli elementi della Rete ecologica stabiliscono il vincolo alla loro realizzazione e
mantenimento ed il divieto ad aprire cave e discariche
Per le Aree nucleo egrave inoltre prescritto quanto segue
ldquoEgrave fatto divieto di rimuovere distruggere danneggiare o modificare in modo essenziale le siepi (parte
aerea e parte epigea) salvo motivate esigenze derivanti da assetti proprietari ed infrastrutturali che
comunque dovranno essere accompagnate da idonee misure compensative Sono ammesse le normali
operazioni di manutenzione e ringiovanimento delle siepi (potatura spollonatura tramarratura ecc)
Non egrave ammesso lrsquoallestimento di impianti percorsi e tracciati per attivitagrave sportiva con mezzi motorizzati
Non sono ammesse strutture a serra fissa con o senza zoccolo di fondazione Sono invece ammesse
le serre mobili se destinate alla forzatura stagionale delle produzioni orto-floro-vivaistiche Egrave esclusa
lrsquoedificazione di manufatti da destinare ad insediamenti zootecnici intensivi Ersquo fatta salva lrsquoedificabilitagrave
prevista negli ambiti di edificazione diffusardquo
Anche in tale caso si ribadisce che non essendo previsti interventi di nuova edificazione o
trasformazione dei fabbricati esistenti giagrave destinati ad allevamento avicolo intensivo ne movimenti terra
o azioni sulle componenti vegetali non si ricade nella sfera dei divieti di cui alle richiamate prescrizioni
Vincolo sismico
Infine si annota che lrsquointero territorio comunale risulta ricadere in Zona 3 del vincolo sismico Lrsquoarticolo
9 delle Norme tecniche del PAT prescrive che ldquogli interventi dovranno uniformarsi alle prescrizioni
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dellrsquoOPCM n 32742003 e al DM 14012008 Per la redazione dello studio di compatibilitagrave sismica si
applicano le modalitagrave previste dalla DGR n 3308 del 04112008rdquo
104 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castello di Godego
1041 Riferimenti generali
Il Comune di Castello di Godego ha adottato ai sensi dellart 15 della LR 23 Aprile 2004 n 11
ldquoNorme per il Governo del Territoriordquo con la DCC n 30 del 1162015 il PAT che secondo quanto
previsto dallart 29 della LR 112004 determina lrsquoapplicazione delle misure di salvaguardia
limitatamente alle prescrizioni e ai vincoli contenuti nello stesso PAT fino alla approvazione ed entrata
in vigore del PAT come precisato allrsquoarticolo 137 delle Norme dello stesso Piano egrave sospesa ogni
determinazione sugli interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica del territorio in contrasto con le
previsioni e vincoli del PAT
Come riportato nella citata delibera secondo quanto previsto dallart 48 comma 5 e 5-bis della LR
112004 il vigente Piano Regolatore Generale mantiene la sua efficacia fino allrsquoapprovazione del PAT e
successivamente per le parti compatibili con il PAT diventa il Piano degli Interventi
Il PAT adottato egrave formato dai documenti del Quadro Conoscitivo che comprendono una serie di tavole
di analisi urbanistica agronomica ambientale e geologica dagli elaborati di progetto che comprendono
la Relazione Tecnica Generale le Norme Tecniche le tavole P1A - Carta dei vincoli P1B - Carta della
pianificazione territoriale P2 - Carta delle invarianti P3 - Carta delle fragilitagrave P4 - Carta delle
trasformazioni dai documenti della VAS della VINCA della VCI dagli elaborati della micro-zonazione
sismica
Le disposizioni contenute nel PAT come precisato allrsquoarticolo 3 delle Norme dello stesso piano sono
articolate in direttive (quando non espressamente specificato le disposizioni hanno tale valore) sulla cui
base viene redatto il Piano degli Interventi e in prescrizioni e vincoli a cui devono uniformarsi le attivitagrave
di soggetti pubblici e privati negli interventi di trasformazione del territorio
1042 Relazione con le previsioni del PAT
Le Carte di progetto del PAT5 identificano diverse categorie di vincolo destinazione o azione associate
alla disciplina contenuta nelle Norme dello stesso strumento urbanistico o che rimandano a quelle del
PTCP con riguardo alla porzione di territorio confinante allrsquoarea dellrsquoesistente allevamento avicolo (il
lato ovest si attesta sul confine comunale) o limitrofa a questa si distinguono quelle riportate nella
sottostante tabella Per ogni categoria si richiama il contenuto delle norme del PAT e si svolge una
verifica in merito alla coerenza tra la disciplina e il previsto incremento del numero di capi avicoli
allevati
5 Si rimanda agli estratti delle Tavole P1A P1B P2 P3 e P4 inserite nellrsquoAllegato cartografico allo SIA
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Piano di Assetto del Territorio ndash Relazione tre le categorie di Piano e lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo
Carta Categoria Art PAT Art PTCP
P1A Scoli drsquoacqua consorziali ndash Servitugrave idraulica (RD 3681904) 24 -
P1B Tracciati storici agro centuriato 34 44
Aree ad elevata utilizzazione agricola 40 10
Area nucleo 42 37
Area di connessione naturalistica ndash Fascia tampone 42 38
P0 ndash Area a rischio di allagamento per insufficienze idrauliche locali 45 59
P2 Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica 53 -
Ambiti caratterizzati dalla presenza di prati stabili 53 -
Siepi campestri e filari in spazio aperto 57 -
P3 Aree di interesse ambientale ndash Rete Natura 2000 19 -
Area idonea a condizione- per inondazione periodica e ristagno idrico 74 -
Aree soggette a dissesto idrogeologico ndash Aree esondabili eo a periodico ristagno idrico 76 -
P4 Coni visuali 101 -
Ambito per la formazione di parchi e riserve naturali di interesse intercomunale 102 -
Area nucleo 105 --
Area di connessione naturalistica ndash Fascia tampone 106 -
Corridoio ecologico secondario blueway 109
Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica 114 -
Insieme A ATO con contesto agricolo di particolare valore ambientale e paesaggistico AA1 Prai ndash Muson dei Sassi
127 -
Servitugrave idraulica
Le Norme del PAT con lrsquoarticolo 24 richiamano la necessaria ottemperanza alle disposizioni di cui al
RD 851904 n 368 rdquoRegolamento sulle bonificazioni delle paludi e dei terreni paludosirdquo e al RD
2571904 n 523 ldquoTesto unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse
categorierdquo In particolare si prescrive per fiumi torrenti e canali in conformitagrave con lrsquoarticolo 96 del RD
5231904 e per i corsi drsquoacqua consorziali in conformitagrave con lrsquoarticolo 133 del RD 3681904 che deve
essere mantenuta libera da qualsiasi impedimento e ostacolo al transito dei mezzi manutentori una
fascia di almeno m 400 a partire dal piede dellrsquounghia arginale o dal ciglio del corso drsquoacqua e che
devono essere garantite fasce di rispetto idrauliche inedificabili di m 1000 su entrambi i lati dei corsi
drsquoacqua a partire dal piede dellrsquounghia arginale o dal ciglio del corso drsquoacqua
Il previsto incremento del numero di capi allevati non comporta interventi edilizi o modifiche dello stato
attuale per la porzione di territorio ricadente nelle citate fasce da mantenere libere eo inedificabili
Tracciati storici - agro centuriato
Le Norme del PAT con lrsquoarticolo 34 precisano il recepimento negli elaborati di progetto del Piano dei
siti a rischio archeologico e dei tracciati di permanenza esistenti o latenti dellrsquoagro centuriato qualificati
come invarianti strutturali per i quali si applica quanto disposto dagli articoli 60 e 61 Lrsquoarticolo 60
riguardante lrsquoagro centuriato e le strade e tracciati storici prescrive che negli interventi di
trasformazione di grande estensione egrave vietata lrsquoeliminazione dei tracciati persistenti riconducibili al
reticolo stradale della centuriazione romana e le strade e i percorsi storici principali nel mentre per gli
ambiti del territorio agricolo stabilisce diverse direttive tra le quali si annovera la salvaguardia della
struttura tradizionale del territorio legata alla sistemazione agrarie storiche il divieto di interrare o
tombare con canalizzazioni artificiali i corsi drsquoacqua esistenti la coerenza nellrsquoorientamento e nella
dislocazione con lorganizzazione territoriale e con la direzione degli assi centuriali presenti in loco per
le nuove costruzioni
Il previsto incremento del numero di capi allevati non comporta interventi edilizi di ampliamento dei
fabbricati esistenti o di nuova realizzazione e si osserva che lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo per
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disposizione e geometria srsquoinserisce in forma coerente nella matrice dellrsquoagro centuriato senza
determinare incidenze negative sul disegno dei corsi drsquoacqua
Aree ad elevata utilizzazione agricola
Le Norme del PAT allrsquoarticolo 40 evidenziano che lo stesso recepisce lrsquoindividuazione delle Aree ad
elevata utilizzazione agricola di cui alla Tavola 9 e correlato articolo 10 delle Norme Tecniche del
PTRC adottato che individua le finalitagrave alle quali fare riferimento per la pianificazione di tale tipo di
territorio agricolo
Si rimanda alle precedenti annotazioni riguardanti il PTRC per quanto attiene alla relazione con
lrsquoallevamento avicolo
Area nucleo ndash Area di connessione naturalistica
Le Norme del PAT allrsquoarticolo 42 richiamano lrsquoindividuazione e articolazione della Rete ecologica
provinciale rappresentata con maggiore dettaglio nellrsquoelaborato Tavola P4 e rimandano alle
successive disposizioni contenute negli articoli da 104 a 111 Per quanto riguarda le Aree nucleo con
lrsquoarticolo 42 si stabilisce che i progetti implicanti modificazione di usi funzioni attivitagrave in atto sono
soggetti a valutazione di incidenza (VIncA) ed in particolare si precisa che gli interventi di
ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo ldquosono
ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati
compatibili dalla valutazione di incidenza e comunque soggetti a misure compensative a compenso
drsquoogni riduzione della qualitagrave ecologica complessiva dellrsquoareardquo
Con lrsquoarticolo 105 riferito alle Aree nucleo si demanda al PI la formulazione di una normativa atta ad
evitare nuove edificazioni sparse a promuovere interventi di qualificazione a definire misure di
mitigazione per infrastrutture e impianti tecnologici ed infine lrsquoindividuazione delle aree critiche
Lrsquoarticolo 106 relativo alle Aree di connessione naturalistica stabilisce che ldquosono da limitare le nuove
edificazioni ad alto consumo di suolo e fortemente impattanti (impianti industriali inquinanti e legati a un
elevato carico trasportistico) e lrsquourbanizzazione diffusardquo e demanda al PI la promozione di interventi di
controllo e qualificazione
In osservanza di quanto richiesto dalle richiamate norme egrave redatto lo Studio di Incidenza ai cui
contenuti e conclusioni si rimanda in ogni caso si evidenzia che non egrave prevista nuova edificazione o
ampliamento dei fabbricati esistenti modificativa dello stato attuale dei luoghi e nemmeno interventi
che comportino la trasformazione delle aree agricole e la riduzione della vegetazione arborea presente
lungo i fossi o gli scoli irrigui
Aree a pericolositagrave idraulica e idrogeologica
Le Norme del PAT allrsquoarticolo 45 ricordano che il PTCP per le aree P0 (a pericolositagrave idraulica bassa)
ldquoAree a rischio di allagamento per insufficienze idrauliche localirdquo con lrsquoarticolo 57 dispone che la
normativa applicabile egrave quella del Progetto di Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico del bacino
idrografico del fiume Brenta - Bacchiglione e con lrsquoarticolo 59 prevede che il PAT ldquoattraverso la VCI
e successivamente attraverso il Piano delle Acque esegue specifici approfondimenti sul
comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio assieme al Consorzio di Bonifica competente
per territoriordquo
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Per la verifica delle relazioni con il previsto aumento dei capi avicoli allevati si rimanda quindi ai
contenuti normativi del PSAI
Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica ndash Paesaggio dei prati stabili
Gli Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica sono disciplinati dallrsquoarticolo 53 e
dallrsquoarticolo 114 delle Norme del PAT Lrsquoarticolo 53 contiene sia direttive che demandano al PI la
traduzione delle indicazioni elencate nello stesso in azioni e modalitagrave finalizzate a conservare e
migliorare il paesaggio sia prescrizioni che vietano la modifica dellrsquoassetto dei prati stabili e dei campi
chiusi in particolare dal punto di vista paesaggistico idraulico e vegetazionale e richiedono lrsquoattenta
valutazione dellrsquoinserimento di strutture di servizio e reti tecnologiche che possono determinare impatti
negativi sia sullrsquoassetto paesaggistico sia sulle componenti faunistiche Lrsquoarticolo 114 rimanda al
contenuto del citato articolo 53
Il previsto aumento del numero di polli allevati non richiede nuovi interventi edificatori o di
trasformazione di aree agricole coltivate in particolare di prati stabili ed allo stesso modo non si
prevede lrsquoinstallazione di infrastrutture si esclude inoltre in coerenza con quanto disposto dalle
direttive ogni ricaduta sugli elementi che rivestono particolare valenza dal punto vista naturalistico-
ambientale e quelli caratterizzanti la struttura agricola tradizionale del territorio quali il reticolo dei corsi
drsquoacqua la viabilitagrave vicinale le sistemazioni agricole tradizionali
Siepi campestri e filari in spazio aperto
Le Norme del PAT allrsquoarticolo 57 riguardante le siepi campestri precisano che gli elaborati del Piano
individuano le principali che presentano interesse naturalistico e paesaggistico da salvaguardare nella
giacitura estensione e conformazione in secondo luogo la disciplina stabilisce che ldquonei progetti
dintervento va prevista la ricomposizione dei tratti mancanti ed in caso di trasformazioni dovute ad
interventi ammessi dalle norme urbanistiche od edilizie vanno previste adeguate compensazioni
finalizzate a favorire la interconnessione ecologica del territoriordquo
Lrsquoaumento dei capi di pollame da carne non richiede interventi che possono modificare i caratteri e la
consistenza della vegetazione arborea in particolare quella presente lungo il fosso che segna il confine
comunale e si trova a ridosso del perimetro ovest dellrsquoarea dellrsquoallevamento in aggiunta potrebbero
essere comunque eventualmente previsti interventi mitigativi e compensativi finalizzati a rafforzare la
dotazione di siepi lineari e loro connessione con impianto sul lato sud o est del perimetro
dellrsquoallevamento
Aree di interesse ambientale ndash Rete Natura 2000
Lrsquoarticolo 19 delle Norme del PAT riguarda le aree appartenenti alla Rete Natura 2000 ovvero la Zona
di Protezione Speciale IT 3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo per la quale si prescrive nel caso di
interventi ricadenti allrsquointerno della stessa od esternamente ma in grado potenzialmente di comportare
incidenze significative la procedura di Valutazione drsquoIncidenza Le direttive definiscono gli obiettivi da
perseguire attraverso il PI ovvero il riordino morfologico e percettivo dellrsquoedificato esistente verso il
territorio agricolo anche mediante la formazione di apparati vegetali quali filari alberati siepi e macchie
arbustive ed arboree e la definizione di unrsquoadeguata mitigazione e compensazione ambientale
mediante fasce alberate autoctone lungo i margini dei nuovi insediamenti da progettare nei fronti ove
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occorra Al contempo le direttive stabiliscono che il PI provvederagrave a dettare norme di tutela e
valorizzazione ed a fornire disposizioni ed indirizzi sullrsquoattuazione degli interventi nella ZPS e nelle
zone di influenza limitrofe
Come giagrave evidenziato egrave redatto il richiesto Studio di Incidenza al quale si rimanda e in termini
generali pur non essendo previsti interventi edilizi o di trasformazione di aree agricole o di elementi
naturali o seminaturali seguendo le indicazioni formulate con le direttive potrebbero essere
considerata lrsquoopportunitagrave di attuare una riqualificazione percettiva mediante mascheramento degli
esistenti fabbricati di ricovero dei polli e macchinari con impianto di specie arboree lungo alcuni lati del
perimetro dellrsquoallevamento
Area idonee a condizione - Aree esondabili eo a periodico ristagno idrico
Le Aree idonee a condizione che comprendono quelle ldquoper inondazione periodica eo ristagno idricordquo
come precisato allrsquoarticolo 74 delle Norme del PAT sono assoggettate allrsquoapplicazione delle indicazioni
costruttive contenute nella Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica allegata al PAT ed alle norme generali
di tutela di cui al DM 1412008 ldquoNorme tecniche per le costruzionirdquo
Le Area esondabili eo a periodico ristagno idrico sono disciplinate dallrsquoarticolo 76 delle Norme del PAT
che correla lrsquoedificazione o urbanizzazione al rispetto delle prescrizioni elencate per le Aree idonee a
condizione ed alle direttive costruttive stabilite nello stesso articolo che includono lrsquoadozione degli
accorgimenti costruttivi elencati nella Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica gli interventi compensativi
finalizzati al recupero dei volumi drsquoinvaso in caso di rimodellazioni morfologiche la manutenzione
obbligatoria dei manufatti di mitigazione idraulica passiva realizzati in attuazione del PAT
In merito al documento Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica nellrsquoAllegato O ldquoNorme prescrizioni e
indicazioni di mitigazione idraulicardquo allrsquoarticolo 8 sono dettate disposizioni riferite alle Aree P0
elencando i criteri da osservare nel caso di nuovi interventi edilizi eo urbanistici al fine di impedire
lrsquoaggravarsi delle situazioni di pericolositagrave e di rischio esistenti
Il previsto aumento del numero di polli allevati non comporta interventi edilizi ne richiede modifiche
morfologiche e quindi si escludono in coerenza con le citate disposizioni dellrsquoarticolo 8 ricadute tali da
peggiorare le condizioni di funzionalitagrave del regime idraulico del reticolo secondario e conseguentemente
aumentare il rischio di inondazione a valle e tantomeno da aumentare il pericolo idraulico con nuovi
ostacoli al normale deflusso delle acque o con riduzioni significative delle capacitagrave di invasamento delle
aree interessate
Coni visuali
I coni visuali significativi per la percezione del paesaggio e degli elementi rilevanti che lo
caratterizzano sono individuati nella Tavola P4 del PAT e gli interventi ammessi dal PI secondo
quanto stabilito dallrsquoarticolo 101 del PAT ldquovanno orientati alla valorizzazione delle relazioni visive
biunivoche tra le parti di paesaggio opposte messe in relazione dal simbolo indicato nellelaborato
grafico e dovranno inoltre minimizzare gli impatti degli elementi di disturbo presenti limitando le altezze
delle recinzioni sistemando i terreni realizzando nuove piantumazioni eccrdquo
I coni visuali collocati ad una minore distanza dallrsquoarea dellrsquoallevamento sono quello ubicato lungo la SP
139 rivolto verso sud e quello sito lungo la via S Pietro rivolto verso nord che abbracciano la
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porzione di territorio agricolo collocata tra il Fosso La Roi e il confine comunale orientale Lrsquoallevamento
dellrsquoazienda agricola Maggiolo non ricade sullrsquoasse visivo principale associato ai citati coni visuali e non
determina situazioni di interposizione inoltre grazie alla presenza della vegetazione arborea lungo il
fosso Avenaletto risulta sostanzialmente mascherato alla vista e non incide in misura apprezzabile
nella percezione drsquoinsieme del citato territorio agricolo
Ambito per la formazione di parchi e riserve naturali di interesse intercomunale
Il PAT come precisato allrsquoarticolo 102 delle Norme dello stesso Piano identifica le aree che ldquoper la loro
localizzazione per la limitata alterazione antropica e per i valori ambientali e storico testimoniali che le
caratterizzano costituiscono gli ambiti preferenziali per listituzione di parchi eo riserve naturali di
interesse comunale o sovracomunalerdquo Il citato articolo stabilisce che saragrave il PI a precisare i limiti
destinati a tutela ed a sottoporre a specifica disciplina ai sensi dellarticolo 27 della LR 4084 i beni
immobili ricadenti nelle aree di prevista istituzione ammettendo nella fase transitoria gli interventi
previsti dalle Norme del PAT e del PI per le aree agricole
Il sito dellrsquoallevamento non ricade ovviamente allrsquointerno dellrsquoarea del previsto parco agrario-fluviale
che interessa il territorio comunale di Castello di Godego e non sono previsti interventi che possano
costituire indirettamente ostacolo allrsquoistituzione dello stesso o che possano causare alterazione degli
elementi drsquointeresse ambientale
Corridoi ecologici secondari
I Corridoi ecologici secondari secondo quanto indicato dallrsquoarticolo 109 del PAT sono assoggettati
allrsquoapplicazione delle disposizioni di cui allrsquoarticolo 108 riguardante i Corridoi ecologici principali queste
ultime norme stabiliscono che ogni intervento ldquodovragrave garantire il mantenimento delle condizioni di
naturalitagrave e connettivitagrave esistenti o prevedere adeguate misure di compensazionemitigazionerdquo ed in
particolare sono da evitare ldquointerventi di cementificazione delle sponde favorendo ove possibile la
creazione di fasce arboree ed arbustiverdquo
Per il previsto aumento dei capi avicoli allevati non egrave richiesta una modifica dellrsquoattuale dotazione di
fabbricati o lrsquooccupazione di nuovo terreno agricolo od ancora la modifica delle sponde di corsi drsquoacqua
o fossi irrigui si escludono quindi eventuali ricadute sulle condizioni e funzionalitagrave del corridoio
associato al Fosso Avenaletto
ATO AA1 Prai ndash Muson dei Sassi
LrsquoAmbito Territoriale Omogeneo AA1 rientra tra gli ATO con prevalenza dei caratteri del sistema
ambientale e paesaggistico per i quali lrsquoarticolo 125 delle Norme del PAT detta disposizioni generali
riguardanti il sistema ambientale il sistema insediativo il sistema relazionale mentre lrsquoarticolo 127
stabilisce gli obiettivi le azioni locali i carichi insediativi e servizi specifici di tale ambito Per quanto
attiene allrsquoATO AA gli obiettivi e azioni locali del sistema ambientale includono i seguenti richiamati in
sintesi tutela valorizzazione e rafforzamento anche favorendo riconversioni colturali degli elementi
che connotano il paesaggio mantenimento e sviluppo delle funzioni agricole condotte secondo i
principi della sostenibilitagrave ambientale mitigazione degli impatti degli insediamenti urbani attraverso la
formazione quando possibile di una cintura verde incentivazione al rafforzamento delle connessioni
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ecologiche mantenimento dei coni visuali mantenimento dei punti di discontinuitagrave esistenti in
posizione strategica nei fronti di edificazione negli assi viari
Il progettato aumento dei capi avicoli allevati mantenendo invariata lrsquoattuale dotazione di fabbricati e
spazi dedicati non delinea situazioni di possibile incoerenza con i richiamati obiettivi e azioni ed in
particolare non preclude la possibilitagrave di migliorare la connessione ecologica e la qualitagrave paesaggistica
ed anzi potrebbe essere valutata la possibilitagrave di messa a dimora di un siepe-filare lungo il lato sud od
est del perimetro dellrsquoallevamento che pur ricadendo in territorio del Comune di Castelfranco Veneto
consentirebbe di aumentare la dotazione complessiva degli elementi caratterizzanti di tale paesaggio e
delle componenti dellrsquoagroecosistema rafforzandone la funzionalitagrave
1043 Relazione con le previsioni del PRG
La Tavola di Piano6 del PRG elaborato n 1322 in scala 15000 dellrsquointero territorio comunale
individua nellrsquoarea confinante e limitrofa a quella dellrsquoallevamento esistente oggetto di ampliamento per
il solo numero di polli allevati le seguenti categorie
- Insediamento agricolo - sottozona E 2C - Ambito di parco agricolo
- Ambito di protezione a ndash paesaggistica
- Zona di tutela D3 - idraulica
Le NTA del PRG allrsquoarticolo 9 ldquoInsediamenti agricolirdquo precisano che per le Sottozone E2C ndash Ambito di
parco agricolo valgono le destinazioni e le norme di tutela ed edificabilitagrave della LR 241985 con le
integrazioni limitazioni e specificazioni contenute nello stesso articolo In particolare ldquola destinazione egrave
agricola (articolo 310) con ammesse attivitagrave di trasformazione e commercializzazione dei prodotti del
fondo o tipici della zonardquo ed in base al comma 5 ldquosono ammessi nuovi allevamenti zootecnico-intensivi
unicamente nelle sottozone E2B e previa valutazione igienico sanitaria e ambientale da parte del
responsabile Servizio Igiene e Sanitagrave Pubblica che verifichi le caratteristiche del progetto con
speciale riguardo al tipo di approvvigionamento dei mangimi e al sistema di smaltimento dei rifiuti dei
liquami e del residui i motivi della localizzazione prescelta in relazione alla consistenza e alle
caratteristiche del fondo di pertinenza le caratteristiche dei corpi idrici presenti in un raggio di ml 400 e
la direzione dei venti dominantirdquo
In tale caso si ricorda che si tratta di allevamento avicolo esistente ricadente in territorio del solo
Comune di Castelfranco Veneto per il quale si prevede unicamente un aumento del numero di polli
allevati senza ampliamenti dei fabbricati o degli spazi annessi e tantomeno realizzazione di nuove
strutture
Le NTA del PRG allrsquoarticolo 12 ldquoLimiti allrsquoattivitagrave edificatoriardquo considerano le Zone di tutela D3 (comma
31) e gli Ambiti di protezione paesaggistica (comma 35)
Per le Zone di tutela D3 la disciplina stabilisce che ldquoogni intervento o manufatto egrave ammesso previa
relazione idrogeologica con parere del Consorzio di bonifica in pendenza delle opere di salvaguardia
idraulica gli interventi di ristrutturazione e di nuovo impianto devono in ogni caso evitare le aree di
6 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1322 inserita nellrsquoAllegato cartografico dello SIA
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compluvio delle tracimazioni ed adottare piani dimposta del fabbricati superiori di almeno ml 05
rispetto al piano del terreno naturale provvedendo altresigrave allimpermeabilizzazione degli scantinati ()rdquo
In merito al contento delle richiamate norme si sottolinea che non si tratta di ristrutturazione o di nuovo
impianto e che non si prevedono modifiche per le aree di compluvio o di deflusso delle acque
Per gli Ambiti di protezione paesaggistica la disciplina stabilisce che ldquosono soggetti a piano
particolareggiato con i contenuti di cui allarticolo 34 del PTRC fino alla redazione del piano attuativo
non sono ammesse nuove costruzioni per gli edifici esistenti sono consentiti interventi di
manutenzione di restauro di risanamento conservativo e di adeguamento igienico noncheacute di
ristrutturazione edilizia e di ampliamento ai sensi dellarticolo 4 LR 2485 valgono inoltre le seguenti
specifiche norme di tutela egrave vietata la riduzione a coltura di terreni prativi egrave fatto divieto di tagliare a
raso bruciare estirpare o sradicare i filari di siepi o le singole piante autoctone eo naturalizzate salvo
il caso di inderogabili esigenze attinenti le opere di pubblica utilitagrave e per esigenze fito-sanitarie egrave
consentito lo sfoltimento e lutilizzazione turnaria delle piante previo parere delle autoritagrave competenti
sono vietati scavi movimenti di terreno e di mezzi suscettibili di alterare lambiente con esclusione di
quelli necessari allesecuzione di opere pubbliche e di sistemazione idraulica egrave vietata lapertura di
nuove cave e la riapertura di quelle abbandonate o dismesserdquo
Con riguardo alle specifiche norme di tutela si annota che il previsto aumento dei polli allevati non
comporta modifiche per i prati e gli elementi della vegetazione arbustiva od arborea e non richiede
movimentazioni del terreno
105 Classificazione acustica del territorio comunale
1051 Riferimenti generali
La Legge Quadro sullrsquoInquinamento acustico n 447 del 26 ottobre 1995 definisce i criteri generali di
valutazione gli obiettivi di qualitagrave e le linee di intervento in materia di tutela del territorio e della
popolazione dal rumore I numerosi regolamenti attuativi adottati successivamente allrsquoapprovazione
della norma concorrono a definire un quadro ormai completo di norme e standard In particolare i valori
limite sono stati determinati con il DPCM 14 novembre 1997 e sono articolati secondo lrsquoimpostazione
di cui al precedente DPCM 1 marzo 1991 in sei classi di zonizzazione acustica alle quali corrispondono
altrettanti valori limite da rispettare nei due periodi di riferimento (notturno e diurno) e per le quali
vengono definiti dei valori limite da conseguire nel medio e nel lungo periodo La tabella che segue
riassume i valori limite ed i valori obiettivo definiti per ogni classe dal DPCM 141197
Valori limite di emissione ed immissione Legge n 44795 e DPCM 141197
Legge n 44795 (art 2)
DPCM 141197 (tabelle B C D in allegato)
Diurno PD (6-22)
Leq dB(A)
Notturno PN (22-6)
Leq dB(A)
Valore limite di emissione
Valore massimo di rumore che puograve essere emesso da una sorgente misurato in corrispondenza della sorgente stessa Si riferiscono alle sorgenti fisse e mobili
Classe I 45 Classe II 50 Classe III 55 Classe IV 60 Classe V 65 Classe VI 65
(I) 35 (II) 40 (III) 45 (IV) 50 (V) 55 (VI) 65
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Legge n 44795 (art 2)
DPCM 141197 (tabelle B C D in allegato)
Diurno PD (6-22)
Leq dB(A)
Notturno PN (22-6)
Leq dB(A)
Valore limite di immissione
Valore massimo di rumore che puograve essere immesso da una o piugrave sorgenti sonore nellrsquoambiente abitativo o nellrsquoambiente esterno misurato in prossimitagrave dei ricettori Valori assoluti (Leq ambientale) e Valori relativi (Leq ambientale ndash Leq residuo)
Classe I 50 Classe II 55 Classe III 60 Classe IV 65 Classe V 70 Classe VI 70
(I) 40 (II) 45 (III) 50 (IV) 55 (V) 60 (VI) 70
Criterio Differenziale
5 dB (A) per il PD e
3 dB (A) per il PN allrsquointerno degli ambienti abitativi Non si applicano nelle aree di classe VI e se presso lrsquoabitazione a finestre aperte
Leq lt50 dB(A) (PD) e 40 dB(A) (PN)
a finestre chiuse Leq lt35 dB(A) (PD) e 25 dB(A) (PN)
Non si applicano nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture stradali ferroviarie marittime aeroportuali e le altre sorgenti sonore di cui allrsquo11 comma 1 di cui Legge 47795
Valore di attenzione
Valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana e per lrsquoambiente
Sullrsquointero tempo di riferimento (diurno o notturno) il valore di attenzione egrave uguale al valore di immissione riferito ad unrsquoora aumentati di
10 dB (PD)
5 dB (PN) Non si applicano nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture di trasporto
Valori di qualitagrave
Valori di rumore da conseguire nel breve medio e lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili per realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla presente legge
Classe I 47 Classe II 52 Classe III 57 Classe IV 62 Classe V 67 Classe VI 70
(I) 37 (II) 42 (III) 47 (IV) 52 (V) 57 (VI) 70
Classi di azzonamento acustico
Classi Definizioni
I Particolarmente protette rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione aree ospedaliere scolastiche aree destinate al riposo ed allo svago aree residenziali rurali aree di particolare interesse urbanistico parchi pubblici ecc
II Prevalentemente residenziali rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali ed assenza di attivitagrave industriali ed artigianali
III Di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine operatrici
IV Di intensa attivitagrave umana rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare con alta densitagrave di popolazione con elevata presenza di attivitagrave commerciali e uffici con presenza di attivitagrave artigianali aree in prossimitagrave di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie aree portuali aree con limitata presenza di piccole industrie
V Prevalentemente industriali rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsitagrave di abitazioni
VI Esclusivamente industriali rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da insediamenti industriali e con scarsitagrave di abitazioni
Con la Legge Regionale ndeg 21 del 10051999 ldquoNorme in materia di inquinamento acusticordquo la Regione
Veneto nel recepire i contenuti e le disposizioni della legge 26 ottobre 1995 n 447 Legge quadro
sullinquinamento acustico detta per parte sua le norme finalizzate alla tutela dellambiente e della
salute pubblica dallinquinamento acustico prodotto dalle attivitagrave antropiche disciplinandone lesercizio
al fine di contenere la rumorositagrave entro i limiti normativamente stabiliti
Con il DPR n 142 del 30 marzo 2004 (Disposizioni per il contenimento e la prevenzione
dellinquinamento acustico derivante dal traffico veicolare) vengono stabilite le norme per la
prevenzione ed il contenimento dellinquinamento da rumore avente origine dallesercizio delle
infrastrutture stradali
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COD 15V055 PAGINA 63 194
DPR 1422004 valori limite di immissione associati alle relative fasce di pertinenza
Strade esistenti (ampliamenti in sede affiancamenti e varianti) (tipologie presenti sul territorio interessato dal presente SIA)
Tipo di strada
(secondo Codice della
strada)
Sottotipi a fini acustici
(secondo norme CNR 1980 e direttive
PUT)
Ampiezza fascia di pertinenza acustica (m)
Scuole ospedali case di cura e di riposo
Altri Ricettori
Diurno dB(A)
Notturno dB(A)
Diurno dB(A)
Notturno dB(A)
C - extraurbana secondaria
Cb (tutte le altre strade extraurbane secondarie)
100 (fascia A)
50 40
70 60
50 (fascia B)
65 55
F - locale 30
Definiti dai Comuni nel rispetto dei valori riportati in tabella C allegata al DPCM in data 14 novembre 1997 e comunque in modo conforme alla zonizzazione acustica delle aree urbane come prevista dallarticolo 6 comma 1 lettera a) della legge n 447 del 1995
per le scuole vale il solo limite diurno
1052 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Osservando la Tavola 2 ndash Villarazzo ndash Bella Venezia del Piano di Classificazione Acustica del comune
di Castelfranco Veneto approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n 103 del 3172003 si
rileva che lrsquoarea oggetto di analisi si colloca allrsquointerno della classe III ndash aree di tipo misto Come
specifica anche la Relazione Illustrativa ldquorientrano in questa classe le aree urbane interessate da
traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con presenza di attivitagrave
commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree
rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine operatricirdquo
Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castello di Godego individua la zona a nord est al
confine con il comune di Castelfranco Veneto in classe III ndash aree di tipo misto Come per il Piano di
Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato per le aree che
ricadono in questa classe valgono le prescrizioni del DPCM 1391
Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Riese Pio X classifica lrsquoarea a sud ovest del comune
al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego in classe acustica II ldquoaree
destinate a uso prevalentemente residenzialerdquo Per tali aree ldquoIl DPCM 1391 determina che siano
inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con
bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali e assenza di attivitagrave
industriali e artigianali In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui lrsquoabitare egrave
evidentemente la funzione prioritaria e in cui mancano o comunque non sono significative le attivitagrave
commerciali che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni (negozi di generi
alimentari artigianato di servizio ecc) Lrsquoassenza di importanti assi di attraversamento e di strade
principali di connessione urbana lrsquoassenza di attivitagrave industriali e dellrsquoartigianato produttivo assieme
alla bassa densitagrave di popolazione consentono di individuare indicativamente tali aree solo in alcune
zone C del PRG vigente In particolare lrsquoassenza di attivitagrave di artigianato produttivo diventa elemento di
riconoscimento delle zone C da inserire in classe IIrdquo
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Lrsquoazienda agricola ovvero allevamento oggetto del presente studio si inserisce completamente in classe
acustica di tipo III7
106 Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (e norme in materia di
salvaguardia da rischio di inquinamento da nitrati)
1061 Riferimenti generali
Il Piano di Tutela delle Acque (PTA) costituisce uno specifico piano di settore ai sensi dellrsquoart 121 del
D Lgs 1522006 La Regione Veneto ha approvato il PTA con DCR n107 del 5 novembre 2009 Con
successiva DGR n 842 del 15 maggio 2012 la regione modifica e approva il testo integrato delle
Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Tutela delle Acque (Dgr n 141CR del 13122011)
Il PTA egrave composto dai seguenti documenti
- Sintesi degli aspetti conoscitivi riassume la base conoscitiva e comprende lrsquoanalisi delle criticitagrave per
le acque superficiali e sotterranee per bacino idrografico e idrogeologico
- Indirizzi di Piano individuazione degli obiettivi di qualitagrave e le azioni previste per raggiungerli la
designazione delle aree sensibili delle zone vulnerabili da nitrati e da prodotti fitosanitari delle zone
soggette a degrado del suolo e desertificazione le misure relative agli scarichi le misure in materia
di riqualificazione fluviale
- Norme Tecniche di Attuazione contengono misure di base per il conseguimento degli obiettivi di
qualitagrave distinguibili nelle seguenti macroazioni
o Misure di tutela qualitativa disciplina degli scarichi
o Misure per le aree a specifica tutela zone vulnerabili da nitrati e fitosanitari aree sensibili aree
di salvaguardia acque destinate al consumo umano aree di pertinenza dei corpi idrici
o Misure di tutela quantitativa e di risparmio idrico
o Misure per la gestione delle acque di pioggia e di dilavamento
Relativamente agli scarichi le NTA del PTA (art 21) ammettono in caso di istallazioni per edifici isolati
non collettabili alla rete fognaria pubblica e comunque per un numero di AE inferiore a 50 la
possibilitagrave di provvedere a sistemi individuali di trattamento delle acque reflue domestiche oppure di
trattamenti diversi quali ad esempio Vasca Imhoff seguita da dispersione nel terreno mediante
subirrigazione con e senza drenaggio in funzione delle caratteristiche del terreno o Vasca Imhoff
seguita da vassoio o letto assorbente La scelta del sistema di trattamento le sue caratteristiche e il
suo dimensionamento vengono definite da adeguata progettazione basata in particolare sulla
definizione delle condizioni litostratigrafiche pedologiche e idrogeologiche locali
Inoltre secondo lrsquoart 34 delle stesse NTA sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque
reflue a) prodotte da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno eo alla silvicoltura b)
prodotte da imprese dedite ad allevamento di animali c) prodotte da imprese dedite alle attivitagrave di cui
alle lettere a) e b) che esercitano anche attivitagrave di trasformazione o di valorizzazione della produzione
agricola inserita con carattere di normalitagrave e di complementarietagrave funzionale del ciclo produttivo
aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dallrsquoattivitagrave di coltivazione dei
7 Si rimanda alla Tavola ldquoPiano di Classificazione Acustica dei comuni di Castelfranco Veneto Riese Pio X e Castello di Godego
(stralcio)rdquo riportata in Allegato Cartografico
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terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilitagrave (hellip) e) aventi caratteristiche qualitative
equivalenti a quelle domestiche8
Relativamente alle acque meteoriche di dilavamento acque di prima pioggia (i primi 5 mm di acqua
meteorica di dilavamento uniformemente distribuita su tutta la superficie scolante servita dal sistema di
collettamento (art6)) e acque di lavaggio (acque comunque approvvigionate attinte o recuperate
utilizzate per il lavaggio delle superfici scolanti (art 6)) le NTA (art 39 e allegato F) del PTA
relativamente alle aziende agricole e gli allevamenti zootecnici rimanda a quanto disposto dalla DGR
n 24952006 e dalla DGR n 24392007
Per quanto concerne le Zone Vulnerabili ai Nitrati (ZVN) relativamente alla Regione Veneto la prima
individuazione egrave stata definita con ex-DLgs n 15299 Successivamente mediante provvedimenti
regionali la regione ha provveduto al completamento dellrsquoindividuazione di tali zone non ultimo con il
PTA (art 13) essendo attualmente dichiarate vulnerabili ai nitrati le seguenti zone
a) lrsquoarea dichiarata a rischio di crisi ambientale di cui allrsquoart 6 della L 28 agosto 1989 n305 costituita
dal territorio della Provincia di Rovigo e dal territorio del Comune di Cavarzere (ai sensi del DLgs
n 1522006)
b) il bacino scolante in laguna di Venezia area individuata con il ldquoPiano per la prevenzione
dellrsquoinquinamento ed il risanamento delle acque del bacino idrografico immediatamente sversante
nella laguna di Venezia ndash Piano Direttore 2000rdquo la cui delimitazione egrave stata approvata con
deliberazione del Consiglio regionale n 23 del 7 maggio 2003
c) le zone di alta pianura-zona di ricarica degli acquiferi individuate con deliberazione del Consiglio
regionale n 62 del 17 maggio 2006
Con il Piano di Tutela delle Acque inoltre si intende designare per completezza quali zone vulnerabili
anche le seguenti zone
d) lrsquointero territorio dei Comuni della Lessinia e dei rilievi in destra Adige
e) il territorio dei Comuni della Provincia di Verona afferenti al bacino del Po
8 Si richiama anche quanto indicato nel DLgs 1522006 relativamente ai criteri generali della disciplina degli scarichi (Art 101) (hellip) 7
Salvo quanto previsto dallarticolo 112 ai fini della disciplina degli scarichi e delle autorizzazioni sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque reflue a) provenienti da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno eo alla silvicoltura b) provenienti da imprese dedite ad allevamento di bestiame [] c) provenienti da imprese dedite alle attivitagrave di cui alle lettere a) e b) che esercitano anche attivitagrave di trasformazione o di valorizzazione della produzione agricola inserita con carattere di normalitagrave e complementarietagrave funzionale nel ciclo produttivo aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dallattivitagrave di coltivazione dei terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilitagrave (hellip)rdquo In materia di utilizzazione agronomica (art 112) il DLgs 1522006 rimanda alle Regione la relativa disciplina
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PAGINA 66 194 Settembre 2015
Legenda
Area di ubicazione dellrsquoallevamento
Stralcio della rappresentazione cartografica delle zone vulnerabili a nitrati
(fonte Decreto n 3 del 3 marzo 2010 del Dirigente dellUnitagrave Complessa Sistema Informativo Settore
primario e controllo)
Con la DGR n 2495 del 07082006 ldquoRecepimento regionale del DM 7 aprile 2006 Programma
dazione per le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola del Venetordquo e successive modifiche (7
agosto 2007 n 2439 4 marzo 2008 n 430 21 aprile 2008 n 134 6 maggio 2008 n 894) egrave stata
per lrsquoappunto recepita la norma vigente a livello nazionale e sono stati individuati i vincoli e le corrette
modalitagrave di gestione degli effluenti di allevamento e delle acque reflue aziendali a cui gli agricoltori
devono attenersi sia allrsquointerno delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola sia nelle altre zone del
Veneto
Con DGR n 1150 del 26 luglio 2011 egrave stato approvato il ldquo2deg Programma drsquoAzionerdquo per le sole zone
vulnerabili ai nitrati valido per il periodo 2012-15 che stabilisce criteri e norme tecniche per
lrsquoutilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e persegue le seguenti finalitagrave
a) Proteggere e risanare le zone vulnerabili allrsquoinquinamento provocato da nitrati di origine agricola
b) Limitare lrsquoapplicazione al suolo dei fertilizzanti azotati sulla base dellrsquoequilibrio tra il fabbisogno
prevedibile di azoto delle colture e lrsquoapporto alle colture di azoto proveniente dal suolo e dalla
fertilizzazionehellip
c) Promuovere strategie di gestione integrata degli effluenti zootecnici per il riequilibrio del rapporto
agricoltura-ambiente tra cui le misure di trattamento degli effluenti noncheacute lrsquoadozione di modalitagrave
di allevamento e di alimentazione degli animali finalizzate a contenere giagrave dalla fase di
produzione le escrezioni di azoto
1062 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Lrsquoazienda Agricola Maggiolo ricade nel Comune di Castelfranco Veneto comune appartenente alla
zona dellrsquoalta pianura (Zona di ricarica degli acquiferi) ed alla zona del bacino scolante della laguna di
Venezia Il territorio in cui egrave localizzato lrsquoallevamento egrave designata anche come area di tutela quantitativa
degli acquiferi (Allegato E PTA) Si ricorda che come evidenziato nel quadro di riferimento progettuale
la pollina viene integralmente consegnata a terzi alla fungaia Agrifung
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107 Piano per lrsquoAssetto Idrogeologico del Bacino scolante nella Laguna di Venezia
1071 Riferimenti generali
Nella Regione Veneto sono state individuate le seguenti Autoritagrave di Bacino (AB)
- AB Nazionale del Po
- AB Nazionale dei Fiumi dellrsquoAlto Adriatico
- AB Nazionale del Fiume Adige
- AB Interregionale del Fiume FIssero-Tartaro-Canalbianco
- AB Interregionale del Fiume Lemene
- AB Regionale del Sile e della Pianura tra Piave e Livenza
- Bacino Scolante nella Laguna di Venezia
Nel caso del Bacino scolante nella Laguna di Venezia in attesa dellrsquoistituzione dellrsquoAutoritagrave di Distretto
delle Alpi Orientali (Dlgs 1522006) la Regione del Veneto ha ritenuto opportuno adottare con DGR
n 401 del 31 marzo 2015 il ldquoPiano di Assetto Idrogeologico ndash parte idraulicardquo
Il Bacino scolante nella Laguna di Venezia interessa un territorio che si estende per circa 2068 km2 e
che interessa 27 corsi drsquoacqua Il Bacino egrave delimitato a sud dal canale Gorzone a Sud-Ovest dai Colli
Euganei ad Ovest dal Canale Roncajette a nord-ovest dal fiume Brenta a nord dalle Prealpi Asolane
e a nord-est dal fiume Sile ed interessa il territorio delle province di Venezia Padova e Treviso per un
totale di 108 comuni 22 dei quali appartenenti alla Provincia di Treviso I corpi idrici a deflusso
naturale piugrave significativi sono il Dese Zero Marzenego - Osellino Lusore Muson Vecchio Tergola
mentre quelli a deflusso controllato sono il Naviglio Brenta Canale di Mirano Taglio Novissimo La
superficie del Bacino puograve essere suddivisa in due parti i territori dei bacini idrografici tributari dei corsi
dacqua superficiali sfocianti nella laguna di Venezia e i territori che interessano i corpi idrici scolanti
nella laguna di Venezia tramite le acque di risorgiva individuati come Area di Ricarica
1072 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Lrsquoallevamento ricade allrsquointerno di unrsquoarea definita come ldquoBacino scolante ad interventi a tipologia
limitatardquo non interessa nessuna area a pericolositagrave idraulica a scolo meccanico o che egrave stata oggetto di
alluvioni nel 2007
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Perimetrazione del Bacino Scolante Laguna di Venezia
Area di ubicazione dellrsquoallevamento
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PAI Bacino Scolante Laguna di Venezia - Carta della Pericolositagrave idraulica (stralcio)
108 Piano di Risanamento della Qualitagrave dellrsquoAria
1081 Riferimenti generali
Con Deliberazione della Giunta regionale n 2872 del 28122012 sono stati adottati il Documento di
Piano il Rapporto ambientale il Rapporto ambientale-sintesi non tecnica dellrsquoaggiornamento del Piano
regionale di Tutela e Risanamento dellrsquoAtmosfera
La Regione Veneto attualmente egrave dotata di un Piano di Tutela e Risanamento dellrsquoAtmosfera
(PTRA) approvato con deliberazione del Consiglio Regionale n 57 dellrsquo11 novembre 2004 Tale
Piano rappresenta lo strumento per la programmazione il coordinamento ed il controllo in materia di
inquinamento atmosferico finalizzato al miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla
salvaguardia della salute delluomo e dellambiente
La zonizzazione della Regione Veneto egrave stata approvata con Deliberazione della Giunta Regionale del
Veneto n 31952006 Successivamente ne egrave stata approvata una sua revisione con Deliberazione della
Giunta Regionale del Veneto n 2130 del 23102012
1082 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Il Comune di Castelfranco Veneto ricade nella zona IT0513 ldquoPianura e Capoluogo Bassa Pianurardquo
Come indicato nellrsquoAllegato A della DGR 213012 la definizione delle zone nellrsquoarea della pianura egrave
stata effettuata considerando i seguenti parametri
- Orografia altitudine al di sotto dei 200 m slm
- Condizioni meteo-climatiche bassa ventositagrave con frequenti fenomeni di calme di vento
Area di ubicazione dellrsquoallevamento
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- Urbanizzazione diffusa con pochi centri urbani densamente popolati (giagrave individuati come
Agglomerati)
- Carico emissivo la densitagrave emissiva comunale (ta km2) intesa come stima del PM10 primario
e secondario rispetto alla superficie comunale (espressa in km2) egrave stata utilizzata quale
parametro caratterizzante la zonizzazione Nei comuni della Bassa Pianura la densitagrave emissiva
egrave superiore a 7 ta km2
Progetto di riesame della zonizzazione del Veneto (D Lgs 1552010)
109 Programma di Sviluppo Rurale
1091 Riferimenti generali
La Regione Veneto con DGR n71 del 10 giugno 2014 ha adottato la proposta del PSR 2014-2020
successivamente adottato dal Consiglio Regionale con Deliberazione n 41 del 9 luglio 2014
La proposta di programma egrave stata quindi inviata alla Commissione europea arrivando alla definitiva
approvazione avvenuta con decisione n 3482 del 26 maggio 2015
Il Programma costituisce lo strumento di programmazione per lo sviluppo rurale regionale stabilisce le
strategie e gli interventi per il settore agricolo agroalimentare e forestale e in generale per lo sviluppo
delle aree rurali del Veneto
Nel PSR lrsquointero territorio regionale egrave stato classificato in base al grado do ruralitagrave secondo le seguenti
categorie
A-Aree urbane e periurbane
Area di ubicazione dellrsquoallevamento
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B-Aree rurali ad agricoltura intensiva Questi territori vengono ulteriormente suddivise in sub-area B1
(con caratteristiche prevalenti di ldquorurale-urbanizzatardquo e sub-area B2 (con caratteristiche prevalenti di
ldquoUrbanizzatardquo)
C-Aree rurali intermedie
D-Aree rurali con problemi di sviluppo
1092 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in classe B2 ldquoAree rurali ad agricoltura intensiva -
Urbanizzaterdquo
1010 Aree Protette
10101 Riferimenti generali
La Legge Quadro sulle Aree Protette (L 39491) classifica le aree naturali protette in
Parchi nazionali Aree al cui interno ricadono elementi di valore naturalistico di rilievo
internazionale o nazionale tale da richiedere lrsquointervento dello Stato per la loro protezione e
conservazione Sono istituiti dal Ministero dellrsquoAmbiente e della Tutela del Territorio
Parchi naturali regionali e interregionali Aree di valore naturalistico e ambientale che
costituiscono nellambito di una o piugrave regioni limitrofe un sistema omogeneo individuato dagli
assetti naturalistici dei luoghi dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle
popolazioni locali Sono istituiti dalle Regioni
Riserve naturali Aree al cui interno sopravvivono specie di flora e fauna di grande valore
conservazionistico o ecosistemi di estrema importanza per la tutela della diversitagrave biologica In
base al pregio degli elementi naturalistici contenuti possono essere statali o regionali
In considerazione di quanto indicato dalla Legge Quadro nazionale la Regione Veneto con la Legge
Regionale n 40 del 16081984 ldquoNuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionalirdquo e
smi definisce le disposizioni per lrsquoistituzione di parchi e riserve naturali regionali al fine di assicurare la
conservazione e la valorizzazione dellrsquoambiente naturale nelle zone di particolare interesse
paesaggistico naturalistico ed ecologico di promuoverne lo studio scientifico di rendere possibile
lrsquouso sociale dei beni e di creare specie nelle zone rurali e montane migliori condizioni di vita per le
collettivitagrave locali
Le aree naturali protette definite dalla LR 401984 sono Parchi Naturali Regionali Riserve Naturali
Regionali Zone di protezione e di sviluppo controllato (Zone di pre-parco) Parchi e riserve di interesse
locale
Come specificato allrsquoart 11 della LR le aree comprese nei parchi o nelle riserve possono essere
classificate dal piano ambientale ai fini del particolare regime cui vengono sottoposte nelle seguenti
categorie
a) Zone di riserva naturale regionale generale sono consentiti solo gli interventi a cura o sotto il
controllo dellrsquoente gestore per la protezione dellrsquoambiente e per la ricostituzione di equilibri
naturali propri dello ambiente Al loro interno possono essere individuate aree di riserva
integrale (nelle quali per la presenza di eccezionali valori naturalistici e ambientali il suolo il
sottosuolo le acque la vegetazione e la fauna sono protetti nella loro assoluta integritagrave) e aree
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PAGINA 72 194 Settembre 2015
di riserva orientata (in cui lrsquoevoluzione dellrsquoambiente naturale anche limitatamente ad alcune
sue particolari manifestazioni viene sorvegliata e orientata scientificamente)
b) Zone di riserva naturale regionale speciale sono istituite al fine di tutelare particolari elementi o
fenomeni dello ambiente naturale del paesaggio e antropologi
c) Zone a destinazione silvo ndash pastorale in cui egrave consentito lrsquoesercizio sia a cura dellrsquoente gestore
che di altri enti pubblici organismi associativi o privati di attivitagrave agricole utilizzazioni forestali
pascolo e attivitagrave zootecniche in forma compatibili con la tutela ambientale e non contrastanti
con le finalitagrave generali del parco o della riserva e con le norme del piano ambientale
d) Zone a destinazione agricola in cui egrave prevista la stessa disciplina delle aree al punto
precedente
e) Zone di penetrazione sono aree che per esigenze logistiche le quali non possono essere piugrave
opportunamente soddisfatte allrsquoesterno del parco debbano ospitare strutture ricettive
campeggi parcheggi per automezzi e centri di informazione
Tali aree sono individuate preferibilmente in zone marginali e periferiche del territorio del parco
o della riserva e comprenderanno il tracciato le immediate adiacenze e le testate delle esistenti
rotabili interne aperte al pubblico gli adiacenti nuclei abitati manufatti e gli impianti di attivitagrave
produttive esistenti
I Parchi e le riserve di interesse locale possono essere istituite da Province Comunitagrave Montane
Comuni e loro Consorzi nonchegrave Comunitagrave familiari montane anche associate tra loro Per ogni parco o
riserva istituita deve essere redatto un Piano ambientale assimilato ad un piano attuativo di iniziativa
pubblica (Art 27)
10102 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Nessuna area di interesse naturalistico ricade nel Comune di Castelfranco Veneto9 Lrsquoarea protetta piugrave
prossima allrsquoallevamento egrave il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile posto ad una distanza di circa
82 km dallrsquoAllevamento Maggiolo
1011 Rete Natura 2000
10111 Riferimenti generali
La Rete Natura 2000 costituisce la piugrave importante strategia drsquointervento dellrsquoUnione Europea per la
tutela del territorio Tenuto conto della necessitagrave di attuare una politica piugrave incisiva di salvaguardia degli
habitat e delle specie di flora e fauna si egrave voluto dar vita ad una Rete coerente di aree destinate alla
conservazione della biodiversitagrave del territorio dellrsquoUnione Europea I siti che compongono la Rete (Siti
Natura 2000) sono rappresentati dai Siti drsquoImportanza Comunitaria (SIC) e dalle Zone di Protezione
Speciale (ZPS)
I SIC e la Rete Natura 2000 sono definiti dalla Direttiva Habitat 9243CEE ndash art 3 comma1 ldquoEacute
costituita una rete ecologica europea coerente di zone speciali di conservazione denominata Natura
2000 Questa rete formata dai siti in cui si trovano tipi di habitat naturali elencati nellallegato I e habitat
delle specie di cui allallegato II deve garantire il mantenimento ovvero alloccorrenza il ripristino in
uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie
Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
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interessati nella loro area di ripartizione naturale La rete Natura 2000 comprende anche le zone di
protezione speciale classificate dagli Stati membri a norma della direttiva 79409CEErdquo
Le ZPS sono state previste dalla Direttiva Uccelli 79409CEE oggi abrogata e sostituita dalla Direttiva
2009147CEE ldquoconcernente la conservazione degli uccelli selvaticirdquo Questrsquoultima direttiva allrsquoart 3
commi 1 e 2 riporta ldquohellipgli Stati membri adottano le misure necessarie per preservare mantenere o
ristabilire per tutte le specie di uccelli di cui allrsquoart 1 una varietagrave ed una superficie sufficienti di habitat
La preservazione il mantenimento ed il ripristino dei biotopi e degli habitat comportano innanzitutto le
seguenti misure
a) Istituzione di zone di protezione
b) Mantenimento e sistemazione conforme alle esigenze ecologiche degli habitat situati allrsquointerno e
allrsquoesterno delle zone di protezione
c) Ripristino dei biotopi distrutti
d) Creazione dei biotipirdquo
Allrsquoart 4 della stessa direttiva si indica inoltre che ldquoPer le specie elencate nellrsquoallegato I sono previste
misure speciali di conservazione per quanto riguarda lrsquohabitat per garantire la sopravvivenza e la
riproduzione di dette specie nella loro area di distribuzionerdquo
SIC e ZPS sono definite dagli Stati membri (in Italia su proposta delle Regioni) Quando un SIC viene
inserito ufficialmente nellrsquoElenco Comunitario lo Stato membro designa tale sito come Zona Speciale di
Conservazione (ZSC)
A livello europeo il piugrave recente elenco ufficiale dei SIC appartenenti alle regioni biogeografiche alpina e
continentale nelle quali si inserisce la Regione Veneto sono state definite con Decisioni della
Commissione del 3 dicembre 2014 (rispettivamente 201571UE e 201569UE)
Lindividuazione delle ZPS spetta alle Regioni e alle Province autonome che trasmettono i dati al
Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare il quale dopo la verifica della
completezza e congruenza delle informazioni acquisite trasmette i dati alla Commissione Europea Le
ZPS si intendono designate dalla data di trasmissione alla Commissione e dalla pubblicazione sul sito
del Ministero dellrsquoelenco aggiornato Il DM dellrsquo8 agosto 2014 indica che lrsquoelenco delle ZPS istituite ai
sensi del DM del 17 ottobre 2007 ldquoCriteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione
relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS)rdquo egrave pubblicato
sul sito wwwminambienteit ed egrave tenuto aggiornato con le eventuali modifiche apportate nel rispetto
delle procedure comunitarie Contestualmente viene abrogato il DM del 19 giugno 2009 ldquoElenco delle
Zone di Protezione Speciale (ZPS) classificate ai sensi della Direttiva 79409CEE)rdquo Lrsquoultima
trasmissione della banca dati alla Commissione Europea egrave stata effettuata dal Ministero dellrsquoAmbiente
ad ottobre 2014
La Regione Veneto con DGR n 1180 del 18 aprile 2006 ldquoRete ecologica europea Natura
2000Aggiornamento banca datirdquo e ss mm ii provvede alla redazione dellrsquoelenco ufficiale delle aree
appartenenti alla Rete Natura
Ad oggi in Veneto risultano istituiti 128 Siti appartenenti alla Rete Natura 2000 tra i quali 102 SIC e 67
ZPS per una superficie complessiva di 414675 ettari (pari al 225 del territorio regionale)
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10112 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Lrsquoarea oggetto di studio ricade interamente allrsquointerno della ZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego
Nessun altro Sito (SICZPS) ricade allrsquointerno del Comune di Castelfranco Veneto10
La ZPS IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo si estende su una superficie di circa 1561 ha nel
territorio dei Comuni di Castelfranco Veneto Castello di Godego Loria Riese Pio X in Provincia di
Treviso
Il Sito egrave stato istituito a tutela del paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da ampi prati stabili e
fitte alberature con tratti di territorio a campo chiuso e zone interne originarie La scheda Natura 2000
indica che la qualitagrave e lrsquoimportanza del sito sono determinati dal fatto che il territorio rappresenta uno
degli ultimi esempi di paesaggio agrario tradizionale con un buon equilibrio tra naturalitagrave e utilizzo
agricolo che consente il mantenimento di una buona diversitagrave e ricchezza floristica e di tipi
vegetazionali La presenza di aree in cui spesso ristagna lacqua e la natura argillosa dei suoli
permettono inoltre la presenza di specie vegetali di particolare importanza
Allrsquointerno della ZPS come indicato nel Formulario standard sono presenti 7 tipologie di habitat
(indicate nella tabella successiva) la piugrave diffusa (57) egrave quella delle colture cerealicole estensive
mentre lrsquohabitat meno diffuso egrave quello degli impianti forestali a monocultura diffusi sullrsquo1 della ZPS
Le aree urbanizzate interessano una superficie complessiva di circa 156 ha pari al 10 dellrsquointera
area
Codice Habitat Superficie (ha) Copertura ()
N20 Impianti forestali a monocoltura 1561 1
N12 Colture cerealicole estensive 88977 57
N07 Torbiere stagni e paludi 7805 5
N23 Altro (inclusi centri abitati strade discariche miniere e aree industriali)
1561 10
N09 Praterie aride steppe 7805 5
N14 Praterie migliorate 3122 20
N21 Piantagioni arboreee 3122 2
TOT 1561 100
Habitat nella ZPS IT3240026
Allrsquointerno della ZPS sono inoltre stati individuati i seguenti habitat di interesse comunitario (Allegato I
Direttiva Habitat)
6430-Bordure planiziali montane e alpine di megaforbie idrofile
6510-Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis Sanguisorba officinalis)
Il Formulario Standard indica che allrsquointerno del Sito lrsquohabitat 6430 egrave diffuso su una superficie di 7805
ha pari al 5 del totale mentre lrsquohabitat 6510 egrave distribuito sul 20 circa della ZPS (312 ha)11 Entrambi
gli habitat hanno un livello di conservazione buono
Il Formulario Natura 2000 indica che allrsquointerno della ZPS sono presenti 19 specie di avifauna inserite
nellrsquoArticolo 4 della Direttiva Uccelli (2009147EC) ed una specie (Rana latastei) inserita nellrsquoAllegato 2
della Direttiva Habitat (9243EEC) Tra le specie comuni vi sono Airone cenerino Falco cuculo Averla
piccola Porciglione Bigia padovana Tuffetto Piro piro boschereccio Barbagianni e Rana di Lataste
10
Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
11 Si rimanda alle Tavole ldquoZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego ndash Habitatrdquo riportata nellrsquoAllegato cartografico
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Airone rosso Re di quaglie Averla maggiore e Tottavilla sono specie rare allrsquointerno del territorio
mentre tutte le altre specie (Martin pescatore Gufo comune Falco di palude Albanella reale A
minore Assiolo Combattente) sono indicate come sola presenza
Per ulteriori dettagli si rimanda allo Studio di incidenza allegato allo Studio di impatto ambientale
1012 Important Bird Area (IBA)
10121 Riferimenti generali
Le Aree di Interesse Avifaunistico (IBA dallrsquoinglese Important Bird Areas) corrispondono a siti individuati
in tutto il mondo sulla base di criteri ornitologici applicabili su larga scala da parte di associazioni non
governative che fanno parte di BirdLife International
Il primo programma IBA viene effettuato nel 1981 mediante un incarico dato dalla Commissione
Europea allrsquoICBP (International Council for Bird Preservation) predecessore di BirdLife International
per lrsquoindividuazione delle aree prioritarie per la conservazione dellrsquoavifauna in Europa in vista
dellrsquoapplicazione della Direttiva ldquoUccellirdquo In Italia lrsquoinventario delle IBA egrave stato redatto e
successivamente aggiornato dalla Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) La prima pubblicazione
dellrsquoinventario IBA Italiano risale al 1989 mentre nel 2000 egrave stato pubblicato col sostegno del Ministero
per le Politiche Agricole e Forestali un secondo inventario aggiornato Il successivo progetto sviluppato
dalla LIPU e commissionato dal Ministero dellrsquoAmbiente (Servizio Conservazione della Natura)
ldquoSviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base della rete delle IBA (Important Bird Areas)rdquo
(versione del 2002) ha portato allrsquoaggiornamento ed alla mappatura del sistema IBA presenti
nellrsquoinventario pubblicato nel 2000
10122 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone designate quali IBA12
la piugrave vicina egrave lrsquoIBA
n 059 ldquoMedio corso del Fiume Brentardquo posta ad una distanza minima superiore a 13 km
dallrsquoAllevamento
1013 Zone umide di importanza internazionale
10131 Riferimenti generali
La Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale soprattutto in quanto habitat per le
specie di uccelli acquatici egrave stata firmata a Ramsar in Iran il 2 febbraio 1971 Latto viene siglato nel
corso della Conferenza Internazionale sulla Conservazione delle Zone Umide e sugli Uccelli
Acquatici promossa dallUfficio Internazionale per le Ricerche sulle Zone Umide e sugli Uccelli
Acquatici (IWRB- International Wetlands and Waterfowl Research Bureau) con la collaborazione
dellUnione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN - International Union for the Nature
Conservation) e del Consiglio Internazionale per la protezione degli uccelli (ICBP - International Council
for bird Preservation) La Convenzione si pone come obiettivo la tutela internazionale delle zone
definite umide mediante lindividuazionela delimitazione e lo studio degli aspetti caratteristici in
12
Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
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particolare lavifauna e la messa in atto di programmi che ne consentano la conservazione e la
valorizzazione
La Convenzione di Ramsar egrave stata ratificata e resa esecutiva dallItalia con il DPR 13 marzo 1976 n
448 ldquoEsecuzione della convenzione relativa alle zone umide dimportanza internazionale soprattutto
come habitat degli uccelli acquatici firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971rdquo e con il successivo DPR 11
febbraio 1987 n 184
10132 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone Ramsar13
cosigrave come non sono presenti
zone umide in un raggio di 10 km dallrsquoarea di intervento
11 REGIME VINCOLISTICO
111 Vincolo sismico
1111 Riferimenti generali
Con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3274 del 20032003 concernente ldquoPrimi
elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative
tecniche per le costruzioni in zona sismicardquo nelle more dellrsquoespletamento degli adempimenti dellrsquoart 93
del DLgs n 1121998 sono approvati i ldquoCriteri per lrsquoindividuazione delle zone sismiche ndash
individuazione formazione e aggiornamento degli elenchi delle medesime zonerdquo noncheacute le connesse
ldquoNorme tecniche per il progetto la valutazione e lrsquoadeguamento sismico degli edificirdquo ldquoNorme tecniche
per il progetto sismico dei pontirdquo e ldquoNorme tecniche per il progetto sismico delle opere di fondazione e
sostegno dei terrenirdquo Tali norme sono riportate come Allegati allrsquoOrdinanza
LrsquoOrdinanza prevede inoltre che le Regioni sulla base dei criteri generali dettati nellrsquoAllegato 1 (criteri
per lrsquoindividuazione delle zone sismiche che rimandano ad una distinzione secondo 4 zone sismiche)
provvedono allrsquoindividuazione e formazione ed aggiornamento dellrsquoelenco delle zone sismiche
lasciando facoltagrave di introdurre o meno lrsquoobbligo della progettazione antisismica nelle zone 4 Secondo i
nuovi criteri classificativi il territorio regionale risulta suddiviso in 4 zone sismiche in base ai valori di
accelerazione di picco orizzontale del suolo con probabilitagrave di superamento del 10 in 50 anni
zona 1 accelerazione orizzontale gt 025 g
zona 2 accelerazione orizzontale 015g ndash 025 g
zona 3 accelerazione orizzontale 005g ndash 015 g
zona 4 accelerazione orizzontale lt 005 g
LrsquoOrdinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3519 del 2842006 approva i criteri generali per
lrsquoindividuazione delle zone sismiche e la formazione ed aggiornamento degli elenchi ed anche la mappa
della pericolositagrave sismica di riferimento a scala nazionale I criteri per lrsquoindividuazione delle zone
sismiche sono definiti allrsquoallegato 1A con riferimento alle Norme Tecniche per le Costruzioni approvate
con DM 1492005 e sono previste quattro zone Allrsquoallegato 1B egrave riportata la mappa della pericolositagrave
13
Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
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sismica a scala nazionale da assumere quale riferimento per lrsquoassegnazione di un territorio ad una delle
diverse quattro zone sismiche predefinite
Con deliberazione n 67 del 03 dicembre 2003 recependo i criteri generali dellrsquoOrdinanza PCM n
3274 del 20 marzo 2003 il Consiglio Regionale ha approvato la nuova classificazione sismica dei
Comuni del Veneto Con deliberazione n 71 del 22012008 ldquoOPCM 2842006 n 3519 ldquoCriteri
generali per lrsquoindividuazione delle zone sismiche e per la formazione e lrsquoaggiornamento degli elenchi
delle medesime zone Direttive per lrsquoapplicazionerdquo la Giunta Regionale ha stabilito di prendere atto dei
criteri generali di classificazione allegati allrsquoOrdinanza PCM 3519 del 28 aprile 2006 innovativi rispetto
allrsquoOPCM 32742003 e della mappa di pericolositagrave sismica di riferimento espressa in termini di
accelerazione massima al suolo (amax) confermando comunque per quanto riguarda gli aspetti
amministrativi la classificazione sismica dei Comuni del Veneto di cui allrsquoAllegato I della deliberazione
del Consiglio Regionale n 672003
1112 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine
Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in accordo DGR n 672003 successivamente confermata con
DGR n 712008 in zona sismica 3
Il territorio di Castelfrenco Veneto in base alla mappa di pericolositagrave sismica del territorio nazionale
elaborata dallrsquoIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e riportata come Allegato 1B dellrsquoOPCM
del 28 aprile 2006 n 3519 risulta soggetto a valori di accelerazione (con probabilitagrave di eccedenza del
10 in 50 anni) compresa tra 0150 g e 0200 Secondo la Classificazione sismica al 2015 il comune di
Castelfranco Veneto viene inserito in zona sismica 3 nella quale possono verificarsi forti terremoti ma
rari
Stralcio della classificazione sismica al 2014 (httpwwwprotezionecivilegovitjcmsitclassificazionewp)
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Mappa pericolositagrave sismica
Espressa in termini di accelerazione massima (con
probabilitagrave di eccedenza del 10 in 50 anni)
Fonte Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
(In httpesse1-gismiingvit)
112 Vincolo idrogeologico
1121 Riferimenti generali
Il RD 30121923 n 3267 allrsquoarticolo 7 stabilisce che le trasformazioni dei terreni sottoposti a vincolo
idrogeologico ai sensi dello stesso decreto sono subordinate al rilascio di autorizzazione da parte dello
Stato ora sostituito dalle Regioni o dagli organi competenti individuati dalla normativa regionale
1122 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine
Secondo la classificazione regionale riportata nella Tavola 1B del PTCP della Provincia di Treviso
ldquoCarta dei Vincoli e della pianificazione territorialerdquo lrsquoallevamento non interessa nessuna area
sottoposta a vincolo idrogeologico
113 Patrimonio culturale beni culturali e beni paesistici vincolati
1131 Riferimenti generali
Il DLgs del 2212004 n 42 ldquoCodice dei beni culturali e del paesaggio ai sensi dellrsquoarticolo 10 della
Legge 6 luglio 2002 n 137rdquo costituisce il riferimento normativo in materia di beni culturali e
paesaggistici Tale decreto in applicazione dellrsquoarticolo 9 della Costituzione disciplina le forme di tutela
del patrimonio culturale costituito dai beni culturali che comprendono in particolare il patrimonio
storico artistico demo-etno-antropologico archeologico archivistico librario e dai beni paesaggistici
ovvero le bellezze naturali le singolaritagrave geologiche le ville giardini e parchi gli immobili di valore
estetico e tradizionale le bellezze panoramiche e belvedere ed ancora gli altri immobili ed aree
individuati dalla legge (categorie del paesaggio) od in base alla legge attraverso i Piani paesaggistici
Per quanto riguarda i beni culturali le disposizioni per la tutela si applicano a seguito di una verifica
drsquointeresse nel caso delle cose immobili o mobili che rivestono interesse artistico storico archeologico
o demo-etno-antropologico ed appartengono alle pubbliche amministrazioni od a particolari enti istituti
e persone giuridiche od ancora a seguito della dichiarazione di interesse per gli altri immobili che
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presentano analoga valenza ma appartenenti a soggetti diversi da quelli prima richiamati La tutela dei
beni immobili si esercita nella forma del divieto alla demolizione danneggiamento e utilizzo per usi
incompatibili alla loro conservazione ed in particolare nella preventiva autorizzazione per una serie di
interventi come elencati allrsquoarticolo 21 Lrsquoautorizzazione deve essere richiesta dai proprietari
possessori o detentori dei beni allrsquoamministrazione competente al rilascio tale autorizzazione puograve
essere rilasciata anche con motivata dichiarazione in sede di conferenza dei servizi (art 25) e con atto
rilasciato in sede di concerto sulla compatibilitagrave ambientale nel caso di progetti sottoposti a valutazione
di impatto ambientale (art 26)
Per quanto attiene ai beni paesaggistici lrsquoassoggettamento a tutela avviene a seguito della
dichiarazione di notevole interesse pubblico (art 137-141) per effetto di disposizioni legislative nel
caso delle specifiche categorie di beni elencati nellrsquoarticolo 142 ed ancora a seguito di identificazione
nei piani paesaggistici gli immobili e le aree tipizzati sottoposte a tutela dagli stessi piani La normativa
nazionale stabilisce che tutti i beni paesaggistici sono tutelati e valorizzati sottoponendo a specifica
normativa drsquouso il territorio mediante Piani paesaggistici o Piani urbanistico territoriali con specifica
considerazione dei valori paesaggistici concernenti lrsquointero territorio regionale (art 135) Il vincolo di
tutela si esercita nella forma del divieto (per i proprietari possessori o detentori) di distruggere i beni od
introdurvi modificazioni e nellrsquoobbligo di sottoporre i progetti delle opere di qualunque genere (salvo
quelli elencati allrsquoart 149) da eseguire alla competente amministrazione ai fini di ottenere preventiva
autorizzazione
Il DPCM 12122005 di individuazione della documentazione necessaria alla verifica della
compatibilitagrave paesaggistica degli interventi proposti definisce le finalitagrave i criteri di redazione ed i
contenuti della Relazione Paesaggistica che correda congiuntamente al progetto dellrsquointervento ed alla
relazione di progetto lrsquoistanza da presentare per lrsquoautorizzazione paesaggistica Con il DPR 972010
n 139 si definisce il procedimento semplificato per lrsquoautorizzazione paesaggistica relativa ad ldquointerventi
di lieve entitagraverdquo che comportano unrsquoalterazione dei luoghi o dellrsquoaspetto esteriore degli edifici in apposita
allegato al decreto si definiscono i citati interventi
1132 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e lrsquoallevamento avicolo
Il progetto oggetto di valutazione riguarda lrsquoincremento del numero di capi avicoli allevati dallrsquoazienda
agricola zootecnica con utilizzo dei fabbricati e delle strutture giagrave esistenti non si prevedono quindi
opere di natura edilizia
In ogni caso al fine della verifica dellrsquoeventuale presenza di beni culturali eo paesaggistici sottoposti a
vincolo ricadenti nellrsquoambito territoriale attorno al sito dellrsquoallevamento si egrave fatto ricorso alle
informazioni contenute in diverse banche dati o riportate negli elaborati degli strumenti di pianificazione
territoriale-paesaggistica od urbanistica
In maggior dettaglio si egrave considerato
il SITAP del Ministero dei Beni e delle Attivitagrave Culturali - Direzione Generale per i Beni Architettonici
e Paesaggistici che individua in cartografia i beni paesaggistici vincolati a seguito di dichiarazione
ed alcune categorie paesaggistiche di cui allrsquoarticolo 142 del Codice
lrsquoArchivio dei beni paesaggistici (vincolati per dichiarazione) del sito web della Regione Veneto
banca dati non definitiva di ricognizione dei beni ai sensi del Dlgs 422004
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il catalogo dellrsquoIstituto Regionale delle Ville Venete che identifica le ville palazzi ed altri fabbricati
censiti segnalando quelli sottoposti a vincolo in quanto beni culturali o paesaggistici
il PTRC (adottato nel 2009 con variante del 2013) della Regione Veneto con riferimento alla
Tavola dei ldquoValori storico culturalirdquo inclusa nella Scheda dellrsquoAmbito-Area ricognitiva 21 dellrsquoAtlante
Ricognitivo ed alla Tavola 9 ldquoSistema del territorio rurale e della rete ecologicardquo in cui sono
individuati i siti o le zone archeologiche
il PTCP (approvato nel 2010) della Provincia di Treviso con riferimento alla Tavola 11 ldquoCarta dei
vincoli e della Pianificazione territorialerdquo14 in cui srsquoidentificano i beni paesaggistici vincolati con
provvedimenti di riconoscimento del notevole interesse pubblico (ex L 14971939 ed art 146 del
Codice) alcune categorie paesaggistiche vincolate per legge (art 142 del Codice) e le zone di
interesse archeologico (ex L 3641909 L 10891939 e L 4311985 ed artt 10 e 142 del Codice) ed
anche alle Appendici di cui allrsquoAllegato M in particolare gli elenchi relativi ai beni architettonici ed ai
beni archeologici vincolati
il PAT del Comune di Castelfranco Veneto (approvato nel 2014) con riferimento alla Tavola 1
ldquoCarta dei vincoli e della pianificazione territorialerdquo15 che individua i beni monumentali vincolati (art
10 del Codice) ed i beni paesaggistici vincolati in quanto di notevole interesse pubblico (art 136 del
Codice) o appartenenti alle categorie paesaggistiche (art 142 del Codice)
il PAT del Comune di Castello di Godego (adottato nel 2015) con riferimento alla Relazione
Tecnica Generale (par 181 I beni culturali) alla Tavola P1A ldquoVincolirdquo16 che identifica i beni
culturali (immobili storico-artistici ed edifici drsquointeresse storico artistico vincolati con dichiarazione
edifici con piugrave di 70 anni vincolati per legge ai sensi dellrsquoarticolo 10 comma 1 del Codice zone
archeologiche) ed i beni paesaggistici vincolati con dichiarazione o per legge (art 142 del Codice)
ed alla Tavola 131 ldquoPatrimonio culturalerdquo del Quadro Conoscitivo del PATI che identifica gli
immobili edifici e zone archeologiche vincolate i fabbricati di archeologia industriale gli edifici di
pregio architettonico e gli altri beni e manufatti di interesse storico culturale
il PAT del Comune di Riese Pio X (adottato nel 2014 con DCC n 2 del 1332014) con
riferimento al Rapporto Ambientale (par 57 Matrice paesaggio ndash Patrimonio culturale
architettonico archeologico) ed alla Tavola 1 ldquoCarta dei vincoli e della pianificazione territorialerdquo 17
che riporta i beni monumentali vincolati i beni paesaggistici vincolati corrispondenti alle fasce
laterali ai corsi drsquoacqua e la strada Postumia a vincolo archeologico
Per quanto riguarda i beni culturali vincolati considerando gli immobili drsquointeresse monumentale eo
storico architettonico riportati negli elenchi od elaborati cartografici degli strumenti di pianificazione
prima richiamati il sito dellrsquoallevamento non interessa direttamente nessuno di quelli presenti nel
territorio e si trova ad una distanza dai piugrave vicini tale che si escludono ragionevolmente possibili
ricadute sugli stessi in particolare quelle indirette correlate alla percezione da e dei beni tenuto conto
anche del fatto che si tratta del solo incremento del numero di polli allevati allrsquointerno di strutture giagrave
esistenti Lrsquoampliamento dellrsquoallevamento non comporta interventi sui beni vincolati e tantomeno si
prevedono opere edilizie o di altra natura che possano determinare effetti indiretti sul patrimonio
14 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 11 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
15 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
16 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola P1A inserita nellrsquoAllegato cartografico dello SIA
17 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
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architettonico vincolato non egrave quindi necessario avviare la procedura per la richiesta di rilascio
dellrsquoautorizzazione ai sensi del Codice Al fine di sostenere le precedenti considerazioni si forniscono
brevi informazioni sui beni monumentali e architettonici vincolati presenti nel territorio dei tre Comuni
analizzati situati ad una minore distanza dallrsquoallevamento avicolo esistente
Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto gli immobili vincolati con specifico provvedimento
meno distanti dal sito dellrsquoallevamento comunque rispettivamente a 13 e 22 km circa si trovano nella
frazione di Villarazzo e lungo la strada via Postomia Nel primo caso si tratta della Villa Dolfin -
Gradenigo (tutelata con DM 10121959) sita in via Valsugana 74 composta dalla villa del XVII secolo
e dalla barchessa del XVIII secolo edifici collocati di fianco al Torrente Muson e della Cagrave Moro
(tutelata con DM 881947) ubicata in via Valsugana 102 composta dallrsquoedificio padronale risalente al
XVI secolo Nel secondo caso si tratta della Cagrave Amata (tutelata con DM 10121959) complesso
architettonico datato al XVIII secolo formato da una villa da due barchesse da annessi rustici
originariamente destinati a stalla e depositi ed anche da un oratorio che ora ricadono nellrsquoarea
dellrsquoomonimo Golf Club
Nel territorio del Comune Castello di Godego lrsquoimmobile vincolato piugrave vicino al sito dellrsquoallevamento
comunque a circa 16 km egrave la Chiesa di San Pietro ubicata in via S Pietro nei pressi del T Muson in
sinistra idrografica La gran parte degli altri beni storico architettonici vincolati si trova allrsquointerno del
centro storico o comunque nellrsquoabitato principale ad una distanza minima di 19 - 23 km circa
dallrsquoallevamento
Nel territorio del Comune di Riese Pio X tra i fabbricati vincolati quelli relativamente piugrave vicini
allrsquoallevamento rispettivamente a circa 15 e 22 km sono la Villa Emiliani detta Cagrave Miane (tutelata ai
sensi dellrsquoart 10 del Codice) ubicata in via Miane 30 complesso composto dalla casa padronale con
grande barchessa porticata e da un oratorio entrambi del XVIII secolo ed allrsquointerno della frazione di
Vallagrave la Villa Cecconi (tutelata con DM 2141964) sita in via A Milani 1 risalente al XVIII secolo e la
Chiesa parrocchiale (costruita nel 1746) il campanile e la Casa canonica (tutelate ai sensi dellrsquoart 10
del Codice) lrsquoultima segnalata anche come ldquovilla venetardquo formata dalla casa padronale e da una
piccola barchessa entrambe risalenti al XVII secolo
Per quanto attiene ai beni archeologici vincolati considerando quelli identificati nella cartografia o
segnalati nella documentazione dei citati piani territoriali ed urbanistici risulta che il sito
dellrsquoallevamento si trova significativamente distante da questi inoltre lrsquointerposta presenza di zone
edificate e di quinte di vegetazione arborea consente di escludere anche improbabili ricadute
determinate da eventuali relazioni indirette correlate alla percezione dellrsquoallevamento dai siti tutelati o
da interposizione dellrsquoallevamento nella vista dei beni dai luoghi circostanti agli stessi In aggiunta
stante il fatto che si tratta del solo incremento del numero di capi avicoli allevati senza previsione di
opere edilizie o interventi di scavo e tenendo inoltre conto della distanza dei siti a rischio archeologico
individuati non si ricade nellrsquoambito della procedura di autorizzazione secondo quanto stabilito dal
Codice e si esclude anche la necessitagrave di eseguire indagini archeologiche preventive Si evidenziano
di seguito i beni archeologici vincolati presenti nel territorio dei tre Comuni considerati situati ad una
minore distanza dallrsquoallevamento avicolo esistente
Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto egrave sottoposto a vincolo archeologico ai sensi
dellrsquoarticolo 10 del Codice (ex L 10891939) il tracciato della romana strada Postumia che nel punto
piugrave vicino si trova ad una distanza di circa 800 metri dallrsquoarea dellrsquoallevamento
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Nel territorio del Comune di Castello di Godego egrave presente unrsquoarea archeologica vincolata ai sensi
dellrsquoarticolo 10 del Codice (ex L 10891939) quella de ldquoLe Motterdquo correlata ad un tipico insediamento
delletagrave del bronzo che interessa una localitagrave ubicata a ridosso del confine comunale sul lato
meridionale ad oltre 3 km dellrsquoarea dellrsquoallevamento il PAT identifica nella Tavola P1A Vincoli una
ldquozona di interesse archeologicordquo ai sensi dellrsquoarticolo 10 del Codice nella porzione centrale del tessuto
urbano dellrsquoabitato principale distante circa 18 km dallrsquoallevamento e contornata lungo il perimetro sul
lato est quello rivolto verso lrsquoazienda agricola avicola dal tessuto edificato della zona residenziale
In Comune di Riese Pio X lrsquounico bene sottoposto a vincolo archeologico egrave la giagrave la citata strada
Postumia ed in tale caso la distanza minima tra lrsquoasse viario e lrsquoallevamento egrave di circa 16 km
Per quanto riguarda i beni paesaggistici vincolati a seguito del riconoscimento del loro notevole
interesse pubblico sono sottoposte a tutela due zone dellrsquoabitato principale una riguardante
Castelfranco Veneto e lrsquoaltra Castello di Godego mentre non risulta la presenza di vincoli di tale
fattispecie nel territorio del Comune di Riese Pio X
In Castelfranco Veneto egrave tutelata ai sensi della ex L 14971939 con il DM 13111961 (GU 296 del
29111961) la zona del centro abitato con inclusione della zona della Pescheria e del contiguo tratto
del Canale Musonello giagrave oggetto di provvedimento di vincolo (DM 8111955 GU 274 del
28111955) i motivi della tutela come riportato nel testo dello stesso provvedimento ministeriale sono
ricondotti al fatto che ldquocon le sue rosse mura turrite ammantate di edera circondate da verdi spalti e dal
fossato e con la sua fresca vegetazione forma un quadro naturale di non comune bellezza panoramica
avente anche valore estetico e tradizionalerdquo
In Castello di Godego egrave vincolata la zona circostante allrsquoabitato con DM 1361969 (GU 224 del
391969) ai sensi della ex L 14971939 per la presenza di ldquoparchi giardini tempietti antichi ed altri
caratteristici edificirdquo che ldquooltre a costituire unrsquoattraente e quasi continua oasi di verde nel centro abitato
forma un ambiente di alto valore estetico e tradizionale degno di essere conservato e difeso nella sua
integritagraverdquo
Lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo ovviamente non ricade nelle citate zone vincolate ed inoltre si trova
significativamente distante dalle stesse a circa 21 km da quella di Castelfranco Veneto con interposta
presenza di diverse aree edificate ed a circa 15 km da quella di Castello di Godego anche questa
circondata immediatamente allrsquoesterno del perimetro della zona tutelata da edificato la situazione
descritta consente di escludere ogni possibile ricaduta anche quelle riconducibili ad effetti indiretti
legati alla percezione dei luoghi vincolati per interposizione visiva dellrsquoallevamento dalle aree esterne
a questi e con particolare riferimento agli elementi indicati nel provvedimento ministeriale che ne hanno
determinato la tutela
Per quanto attiene ai beni paesaggistici vincolati per legge nel territorio dei tre Comuni considerati si
tratta di quelli associati alle categorie di cui allrsquoarticolo 142 del Codice relative ai fiumi torrenti e corsi
drsquoacqua con le relative fasce contermini alle sponde o argini alle zone drsquointeresse archeologico ed ai
territori coperti da boschi
Con riguardo ai corsi drsquoacqua e relative fasce vincolate la piugrave vicina egrave quella del Torrente Avenale nel
tratto ricadente in territorio del Comune di Castelfranco Veneto il cui perimetro considerando la minore
distanza intercorrente con il confine dellrsquoarea dellrsquoallevamento ricade a circa 150 metri
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COD 15V055 PAGINA 83 194
In merito alle zone drsquointeresse archeologico sottoposte a vincolo paesaggistico si tratta della giagrave
richiamata strada Postumia con riferimento alla quale valgono le considerazioni giagrave esposte con
riguardo al vincolo archeologico e del richiamato sito archeologico di Le Motte in territorio del Comune
di Castello di Godego anche questo giagrave considerato
Infine nel caso dei territori coperti da bosco il piugrave vicino egrave quello situato in Comune di Castelfranco
Vento a ridosso del laghetto che si trova poco ad ovest della frazione di Villarazza ad una distanza di
circa 22 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento
In conclusione per quanto attiene ai beni paesaggistici vincolati premesso che non si prevedono
interventi modificativi dellrsquoaspetto attuale dei luoghi non egrave necessario avviare la procedura di
autorizzazione paesaggistica in quanto oltre a non prevedere opere edilizie o movimenti terra od
installazione di altri manufatti lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo non ricade in beni paesaggistici vincolati
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QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E
STIMA DEGLI IMPATTI
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12 USI DEL SUOLO
Lrsquoanalisi dellrsquouso del suolo e degli habitat presenti nellrsquoarea di indagine egrave stata effettuata a seguito di
sopralluoghi e considerando le seguenti fonti reperibili sul sito della Regione Veneto18
Uso del suolo della Regione Veneto ndash Anno 2009
Shapefile degli habitat della ZPS Prai e Castelli di Godego
Come evidenziato dai dati sopra citati e dai sopralluoghi effettuati il territorio in cui i inserisce
lrsquoAllevamento Maggiolo egrave caratterizzato dalla netta predominanza di aree agricole In particolare la
coltura piugrave diffusa egrave quella del mais cui si accompagnano in subordine superfici a copertura erbacea
colture di soia tabacco colza arboricoltura da legno ed alcune aree coltivate a vigneti Le principali
zone urbanizzate si trovano ad ovest (Castelli di Godego) a sud (Castelfranco veneto) e ad est (Riese
Pio X) dellrsquoallevamento Lungo i numerosi canali che attraversano il territorio ed in corrispondenza dei
confini poderali si trovano frequentemente formazioni di latifoglie arboree a siepe oltre che in
particolare modo lungo il Torrente Muson dei Sassi che scorre ad est dellrsquoabitato di Castello di
Godego formazioni ripariali a salici (Salix sp) e pioppi (Populus sp)
Allrsquointerno della ZPS in cui egrave localizzata lrsquoAzienda Agricola sono state identificate diverse aree a
copertura erbacea con formazione tipica dellrsquohabitat di interesse comunitario n 6510 (Praterie magre
da fieno a bassa altitudine) Queste formazioni sono concentrate prevalentemente nella porzione
centro-meridionale della ZPS ad una distanza minima superiore ai 220 m dallrsquoallevamento Maggiolo
Nello specifico lrsquoallevamento confina su tre lati (est sud e parzialmente nord) con aree coltivate a
mais mentre sul lato ovest ed in parte dellrsquoarea a nord sono presenti superfici a copertura arbustiva ed
erbacea (graminacee non soggette a rotazione)19 ma non identificabili con lrsquohabitat 6510
121 Impatti sullrsquouso del suolo
Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo sfruttando la potenzialitagrave massima
delle strutture attualmente giagrave esistenti ed operanti Non egrave quindi prevista la realizzazione di nessuna
altra struttura rispetto a quanto giagrave esistente allo stato di fatto Pertanto la realizzazione del progetto
non porteragrave ad alcun impatto neacute modifica rispetto allrsquoattuale uso del suolo
18
Si rimanda alla tavola ldquoUso del suolordquo e ZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego ndash Habitatrdquo riportate nellrsquoAllegato cartografico
19 Si rimanda alle riprese fotografiche ldquoAzienda Agricola Maggiolordquo e ldquoUso del suolo e vegetazionerdquo inserite nellrsquoAllegato fotografico
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PAGINA 86 194 Settembre 2015
13 FLORA E FAUNA
Per la valutazione delle componenti naturalistiche presenti nellrsquoarea di indagine egrave stato utilizzato il
Database approvato con DGR n 22001420 Per tutta la regione sono disponibili i dati georeferenziati
sulla base di quadranti di 10 km per lato relativi a specie faunistiche e floristiche presenti sul territorio
Lrsquoazienda agricola egrave localizzata allrsquointerno del quadrante n E446N251 nel presente studio sono state
considerate anche le informazioni riferite ai quadranti ricadenti entro un buffer di 5 km dallrsquoallevamento
ossia i quadranti n E446N250 E447N250 e E447N251 che tra lrsquoaltro comprendono interamente il
territorio della ZPS
131 Fauna
La fauna vertebrata presente sul territorio dellrsquoarea drsquoindagine egrave indicata nelle tabelle successive sono
state considerate sia le specie elencate nel formulario standard della ZPS sia quelle del database
georeferenziato approvato con DGR n 220014
Anfibi e Rettili
Nellrsquoarea drsquoindagine risultano essere presenti 9 specie di anfibi e 11 specie di rettili Da segnalare in
particolare la presenza della Testuggine palustre europea (Emys orbicularis) specie considerata ldquoin
pericolordquo nella Lista Rossa Italiana (LRI21) a causa della competizione con lrsquoalloctona Testuggine
palustre dalle orecchie rosse (Trachemys scripta) specie originaria del bacino del Mississipi e
introdotta in Italia a partire dagli anni rsquo70 oggi naturalizzata Tutte le altre specie di rettili hanno uno
status conservazionistico ldquoa minor preoccupazionerdquo mentre tra gli anfibi sono due le specie (Rana di
Lataste e Rospo comune) che secondo la LRI sono vulnerabili allrsquoestinzione
Cod Nome scientifico Nome comune All
DirHab LRI
1193 Bombina variegata Ululone dal ventre giallo II-IV LC
Lissotriton vulgaris Tritone punteggiato NT
1167 Triturus carnifex Tritone crestato italiano II-IV NT
1215 Rana latastei Rana di lataste II-IV VU
2361 Bufo bufo Rospo comune IV VU
1201 Bufo viridis Rospo smeraldino IV LC
5358 Hyla intermedia Raganella italiana IV LC
1209 Rana dalmatina Rana agile IV LC
1210 Rana klepton esculenta Rana esculenta V LC
Rettili
1220 Emys orbicularis Testuggine palustre europea II-IV EN
1256 Podarcis muralis Lucertola muraiola IV LC
5887 Trachemys scripta Testuggine palustre dalle orecchie rosse NA
6091 Zamenis longissimus Saettone comune IV LC
5910 Zootoca vivipara Lucertola vivipara LC
2432 Anguis fragilis Orbettino LC
1284 Coluber viridiflavus Biacco IV LC
1283 Coronella austriaca Colubro liscio IV LC
20
DGR n 2200 del 27 novembre 2014 ldquoApprovazione del database della cartografia distributiva delle specie della Regione Veneto a supporto della Valutazione di Incidenzardquo
21 IUCN Comitato Italiano Liste Rosse Italiane wwwiucnit
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Cod Nome scientifico Nome comune All
DirHab LRI
5179 Lacerta bilineata Ramarro occidentale IV LC
2469 Natrix natrix Natrice dal collare LC
1292 Natrix tessellata Natrice tessellata IV LC
Legenda
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list degli anfibi e rettili presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000
Pesci
Nel gruppo tassonomico dei pesci Anguilla Panzarolo e Trota marmorata sono segnalate come in
pericolo critico di estinzione il Temolo egrave considerata specie in pericolo mentre Barbo italico e
Lampreda padana (specie endemica della pianura padana) hanno uno status conservazionistico
vulnerabile Sono presenti inoltre numerose specie introdotte sul territorio e per le quali per questo
motivo la valutazione dello status conservazionistico non egrave applicabile (NA) In particolare si tratta delle
seguenti specie Alburno Carassio Luccio Gambusia Persico sole Cavedano Persico trotaTrota
iridea e Trota atlantica
Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI
5539 Alburnus alburnus Alburno NA
3019 Anguilla anguilla Anguilla CR
1137 Barbus plebejus Barbo italico II-V VU
5585 Carassius carassius Carassio NA
5304 Cobitis bilineata Cobite II LC
1163 Cottus gobio Scazzone II LC
5642 Esox lucius Luccio NA
5654 Gambusia holbrooki Gambusia NA
5937 Ictalurus melas Pesce gatto NA
5677 Knipowitschia punctatissima Panzarolo CR
6152 Lampetra zanandreai Lampreda padana II-V VU
5687 Lepomis gibbosus Persico sole NA
5944 Leuciscus cephalus Cavedano NA
5719 Micropterus salmoides Persico trota NA
5768 Oncorhynchus mykiss Trota iridea NA
5777 Padogobius martensii Ghiozzo padano LC
5785 Phoxinus phoxinus Sanguinerola europea LC
5821 Rutilus erythrophthalmus Triotto LC
1991 Sabanejewia larvata Cobite mascherato II NT
1107 Salmo marmoratus Trota marmorata II CR
6262 Salmo trutta Trota atlantica NA
1109 Thymallus thymallus Temolo V EN
5885 Tinca tinca Tinca LC
Legenda
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list dei pesci presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000
Uccelli
Considerando sia le specie elencate nel Formulario Natura 2000 sia quelle censite nel database
regionale approvato con DGR 220014 nellrsquoarea di indagine sono presenti 114 specie alcune delle
quali essendo nidificanti irregolari non sono state considerate nellrsquoattribuzione delle categorie di
minaccia della LRI (Pispola Albanella reale Peppola Beccaccino e Tordo sassello) Il criterio della LRI
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PAGINA 88 194 Settembre 2015
non egrave applicabile (NA) anche per il Fagiano a causa delle introduzioni a scopo venatorio effettuate sul
territorio La specie con lo status conservazionistico piugrave problematico egrave il Torcicollo (Vulnerabile)
specie che frequenta ambienti alberati che abbiano anche ampi spazi aperti (frutteti incolti alberati
boschi radi aree agricole estensive) Pur essendo diffusa in tutto il territorio italiano (areale maggiore di
20000 kmsup2 (Boitani et al 2002) e popolazione stimata in 100000-200000 individui maturi (BirdLife
International 2004 Brichetti amp Fracasso 2007)) il declino significativo (56) registrato tra il 2000 ed il
2010 (LIPU amp Rete Rurale Nazionale 2011 wwwmito2000it) ha motivato lrsquoinserimento di tale specie
tra quelle in pericolo di estinzione Nel territorio sono presenti altre specie con uno status
conservazionistico non soddisfacente Allodola Coturnice Moretta Biancone Falco di palude
Albanella minore Re di quaglie Falco cuculo Tarabusino Cutrettola Passera drsquoItalia Passera
mattugia Pendolilno e Saltimpalo sono definite come Vulnerabili allrsquoestinzione
Cod Nome scientifico Nome comune All Dir
Ucc LRI
A086 Accipiter nisus Sparviere LC
A298 Acrocephalus arundinaceus Cannareccione NT
A296 Acrocephalus palustris Cannaiola verdognola LC
A297 Acrocephalus scirpaceus Cannaiola comune LC
A168 Actitis hypoleucos Piro-piro piccolo NT
A324 Aegithalos caudatus Codibugnolo LC
A247 Alauda arvensis Allodola IIB VU
A229 Alcedo atthis Martin pescatore I LC
A109 Alectoris graeca Coturnice I-IIA VU
A053 Anas platyrhynchos Germano reale IIA-IIIA LC
A257 Anthus pratensis Pispola NA (nid irr)
A226 Apus apus Rondone comune LC
A091 Aquila chrysaetos Aquila reale I NT
A028 Ardea cinerea Airone cenerino LC
A029 Ardea purpurea Airone rosso I LC
A221 Asio otus Gufo comune LC
A218 Athene noctua Civetta LC
A061 Aythya fuligula Moretta IIA-IIIB VU
A021 Botaurus stellaris Tarabuso I EN
A087 Buteo buteo Poiana LC
A243 Calandrella brachydactyla Calandrella I EN
A224 Caprimulgus europaeus Succiacapre I LC
A364 Carduelis carduelis Cardellino NT
A288 Cettia cetti Usignolo di fiume LC
A136 Charadrius dubius Corriere piccolo NT
A363 Chloris chloris Verdone NT
A080 Circaetus gallicus Biancone I VU
A081 Circus aeruginosus Falco di palude I VU
A082 Circus cyaneus Albanella reale I NA (nid irr)
A084 Circus pygargus Albanella minore I VU
A373 Coccothraustes coccothraustes Frosone LC
A206 Columba livia Piccione selvatico IIA DD
A208 Columba palumbus Colombaccio IIA-IIIA LC
A350 Corvus corax Corvo imperiale LC
A615 Corvus cornix Cornacchia grigia IIB LC
A349 Corvus corone Cornacchia nera IIB LC
A347 Corvus monedula Taccola IIB LC
A113 Coturnix coturnix Quaglia IIB DD
A122 Crex crex Re di quaglie I VU
A212 Cuculus canorus Cuculo LC
A036 Cygnus olor Cigno reale IIB NA
A253 Delichon urbica Balestruccio NT
A237 Dendrocopos major Picchio rosso maggiore LC
A236 Dryocopus martius Picchio nero I LC
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Cod Nome scientifico Nome comune All Dir
Ucc LRI
A383 Emberiza calandra Strillozzo LC
A376 Emberiza citrinella Zigolo giallo LC
A269 Erithacus rubecula Pettirosso LC
A103 Falco peregrinus Falco pellegrino I LC
A099 Falco subbuteo Lodolaio LC
A096 Falco tinnunculus Gheppio LC
A097 Falco vespertinus Falco cuculo I VU
A359 Fringilla coelebs Fringuello LC
A360 Fringilla montifringilla Peppola NA (nid irr)
A125 Fulica atra Folaga IIA-IIIB LC
A244 Galerida cristata Cappellaccia LC
A153 Gallinago gallinago Beccaccino IIA-IIIB NA (nid irr)
A123 Gallinula chloropus Gallinella drsquoacqua IIB LC
A342 Garrulus glandarius Ghiandaia IIB
A002 Gavia arctica Strolaga mezzana I
A001 Gavia stellata Strolaga minore I
A300 Hippolais polyglotta Canapino LC
A251 Hirundo rustica Rondine NT
A022 Ixobrychus minutus Tarabusino I VU
A233 Jynx torquilla Torcicollo EN
A338 Lanius collurio Averla piccola I VU
A340 Lanius excubitor Averla maggiore
A179 Larus ridibundus Gabbiano comune IIB LC
A246 Lullula arborea Tottavilla I LC
A271 Luscinia megarhynchos Usignolo LC
A230 Merops apiaster Gruccione LC
A073 Milvus migrans Nibbio bruno I NT
A262 Motacilla alba Ballerina bianca LC
A261 Motacilla cinerea Ballerina gialla LC
A260 Motacilla flava Cutrettola VU
A319 Muscicapa striata Pigliamosche LC
A337 Oriolus oriolus Rigogolo LC
A214 Otus scops Assiolo LC
A329 Parus caeruleus Cinciarella LC
A330 Parus major Cinciallegra LC
A621 Passer italiae Passera drsquoItalia VU
A356 Passer montanus Passera mattugia VU
A112 Perdix perdix Starna IIA-IIIA LC
A072 Pernis apivorus Falco pecchiaiolo I LC
A017 Phalacrocorax carbo Cormorano LC
A393 Phalacrocorax pygmeus Marangone minore I NT
A115 Phasianus colchicus Fagiano comune IIA-IIIA NA
A151 Philomachus pugnax Combattente I
A273 Phoenicurus ochruros Codirosso spazzacamino LC
A274 Phoenicurus phoenicurus Codirosso comune LC
A343 Pica pica Gazza IIB LC
A235 Picus viridis Picchio verde LC
A005 Podiceps cristatus Svasso maggiore LC
A118 Rallus aquaticus Porciglione IIB LC
A336 Remiz pendulinus Pendolino VU
A276 Saxicola torquatus Saltimpalo VU
A155 Scolopax rusticola Beccaccia IIA-IIIB DD
A361 Serinus serinus Verzellino LC
A209 Streptopelia decaocto Tortora dal collare IIB LC
A210 Streptopelia turtur Tortora selvatica IIB LC
A219 Strix aluco Allocco LC
A351 Sturnus vulgaris Storno IIB LC
A311 Sylvia atricapilla Capinera LC
A309 Sylvia communis Sterpazzola LC
A307 Sylvia nisoria Bigia padovana I CR
A004 Tachybaptus ruficollis Tuffetto LC
A166 Tringa glareola Piro piro boschereccio I
A265 Troglodytes troglodytes Scricciolo LC
A286 Turdus iliacus Tordo sassello IIB NA (nid irr)
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PAGINA 90 194 Settembre 2015
Cod Nome scientifico Nome comune All Dir
Ucc LRI
A283 Turdus merula Merlo IIB LC
A285 Turdus philomelos Tordo bottaccio IIB LC
A284 Turdus pilaris Cesena IIB NT
A213 Tyto alba Barbagianni LC
A232 Upupa epops Upupa LC
A142 Vanellus vanellus Pavoncella IIB LC
Legenda
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list dellrsquoavifauna presente nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000
Mammiferi
La check-list indica la presenza di 39 specie appartenenti alla classe dei mammiferi Tutte le specie
indicate hanno uno status conservazionistico soddisfacente essendoci solo alcune specie prossime
alla minaccia (Arvicola acquatica Serotino comune Pipistrello di Nathusius Orecchione bruno) ed una
sola specie vulnerabile (Nottola comune)
Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI
5551 Apodemus sylvaticus Topo selvatico LC
5559 Arvicola amphibius Arvicola acquatica NT
5966 Arvicola terrestris Arvicola acquatica NT
2644 Capreolus capreolus Capriolo LC
2591 Crocidura leucodon Crocidura ventrebianco LC
2593 Crocidura suaveolens Crocidura minore LC
2646 Dama dama Daino NA
1327 Eptesicus serotinus Serotino comune IV NT
2590 Erinaceus europaeus Riccio europeo LC
2616 Glis glis Ghiro LC
1344 Hystrix cristata Istrice IV LC
5690 Lepus europaeus Lepre comune LC
2630 Martes foina Faina LC
2631 Meles meles Tasso LC
5718 Micromys minutus Topolino delle risaie LC
5721 Microtus arvalis Arvicola campestre LC
5728 Microtus savii Arvicola di Savi LC
5738 Mus musculus Topo domestico NA
1341 Muscardinus avellanarius Moscardino IV LC
2634 Mustela nivalis Donnola LC
1358 Mustela putorius Puzzola V LC
5747 Myocastor coypus Nutria NA
2595 Neomys anomalus Toporagno acquatico di Miller DD
2597 Neomys fodiens Toporagno drsquoacqua DD
Neovison vison Visone NA
1312 Nyctalus noctula Nottola comune IV VU
5773 Oryctolagus cuniculus Coniglio selvatico NA
2016 Pipistrellus kuhlii Pipistrello albolimbato IV LC
1317 Pipistrellus nathusii Pipistrello di Nathusius IV NT
1326 Plecotus auritus Orecchione bruno IV NT
5815 Rattus norvegicus Ratto delle chiaviche NA
5816 Rattus rattus Ratto nero NA
Sciurus carolinensis Scoiattolo grigio NA
2607 Sciurus vulgaris Scoiattolo comune LC
Sorex antinorii araneus Toporagno del Vallese DD
Sorex arunchi Il toporagno della Selva di Arvonchi
5861 Sus scrofa Cinghiale LC
5877 Talpa europaea Talpa europea LC
5906 Vulpes vulpes Volpe LC
Legenda
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COD 15V055 PAGINA 91 194
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list dei mammiferi presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000
132 Flora
Dal database della Regione Veneto (DGR 220014) nei 4 quadranti considerati risultano essere
presenti 539 specie floristiche
Nella tabella successiva si riportano le specie tutelate allrsquointerno della Direttiva Habitat (Allegati II e IV)
nessuna delle quali egrave citata come presente nella ZPS (secondo il Formulario standard Natura 2000)
Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI
6302 Anacamptis pyramidalis Orchidea piramidale II-IV
1714 Euphrasia marchesettii Eufrasia di Marchesetti II-IV EN
1866 Galanthus nivalis Bucaneve V LC
4096 Gladiolus palustris Gladiolo palustre II-IV NT
1900 Spiranthes aestivalis Viticcino estivo IV NE
Legenda
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list delle specie faunistiche presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 e Formulario Natura 2000
LrsquoOrchidea piramidale egrave una specie che puograve essere rinvenuta in prati magri pascoli incolti
sottoboschi scarpate e bordi strada su terreni di natura calcarea Principalmente egrave diffusa entro gli 800
m slm
LrsquoEufrasia di Marchesetti egrave una specie endemica del veneto orientale e del Friuli Venezia Giulia
caratteristica delle torbiere e di stazioni umide e aperte (praterie a Molinia della pianura e della fascia
collinare) la cui conservazione dipende dalla presenza di sfalci periodici in grado di garantire spazio e
luminositagrave sufficienti per lo sviluppo della pianta Altre specie dei prati umidi sono il Gladiolo palustre e il
Viticcino estivo mentre il Bucaneve si puograve trovare nei boschi umidi e freschi con humus ben
sviluppato
133 Stima degli impatti
Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo sfruttando la potenzialitagrave massima
delle strutture attualmente giagrave esistenti ed operanti Non egrave quindi prevista la realizzazione di nessuna
altra struttura rispetto a quanto giagrave esistente allo stato di fatto Come meglio specificato nella Studio di
Incidenza cui si rimanda per ulteriori approfondimenti i potenziali impatti derivanti dallo svolgimento
dellrsquoattivitagrave di allevamento dellrsquoAzienda agricola Maggiolo sono i seguenti
Inquinamento delle acque superficiali e sotterranee
Immissione di inquinanti nellrsquoaria
Inquinamento del suolo da rifiuti solidi
Immissioni di azoto e composti dellrsquoazoto
Inquinamento da rumore e disturbi sonori puntuali o irregolari
Introduzione di malattie
Nel caso dellrsquoAzienda agricola Maggiolo la probabilitagrave di accadimento di alcuni degli impatti sopra
elencati egrave nulla come indicato nella tabella successiva
Studio di Impatto Ambientale
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PAGINA 92 194 Settembre 2015
Fattore di impatto Possibili cause Probabilitagrave di
accadimento Motivazione
Inquinamento delle
acque superficiali e
sotterranee
Scarichi idrici Nulla Lrsquoabbeveraggio ed l sistemi di raffrescamento e di pulizia non producono scarichi idrici
Produzione di pollina Nulla Nessuna concimaia allrsquointerno dellrsquoAllevamento Il materiale egrave ceduto interamente a terzi come sottoprodotto di origine animale
Inquinamento del
suolo da rifiuti solidi
Cattiva gestione delle
spoglie animali Nulla LrsquoAzienda Agricola dispone di una cella frigo di proprietagrave
per la conservazione dei capi deceduti Le carogne vengono poi consegnate ad una ditta autorizzata che effettua il relativo smaltimento a norma di legge
Cattiva gestione dei
rifiuti solidi prodotti
Nulla - I rifiuti sono collocati in un apposito locale chiuso adibito al deposito dei rifiuti
- La pollina prodotta non egrave considerabile come rifiuto in quanto utilizzata come sottoprodotto dallrsquoazienda Agrifung Le altre tipologie di rifiuto (imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti) in carta ed in vetro sono prodotti in quantitagrave irrilevanti
Introduzione di
malattie
Contaminanti aerei e
polveri
Nulla - Durante il periodo del vuoto sanitario i capannoni vengono completamente puliti e disinfettati
- Per la salvaguardia della sicurezza biologica il sito di allevamento egrave completamente recintato
- Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) egrave stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile e facilmente disinfettabile
- Lrsquoallevamento dispone di due aree di stoccaggio chiuse una per il truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una separata e adeguatamente segnalata per il deposito dei rifiuti prodotti
- I mezzi che accedono allrsquoarea qualora ritenuto opportuno vengono irrorati con disinfettante sui pneumatici
Cattiva gestione delle
spoglie animali
Nulla LrsquoAzienda Agricola dispone di una cella frigo di proprietagrave per la conservazione dei capi deceduti
Potenziali impatti derivanti dallo svolgimento dellrsquoattivitagrave di allevamento
Lrsquoimmissione di inquinanti nellrsquoaria puograve avere ricadute dirette sulle componenti biotiche (sia floristiche
che faunistiche) in quanto le sostanze gassose possono arrivare nella profonditagrave degli apparati
respiratorio e fotosintetico Inoltre gli inquinanti possono ricadere al suolo tramite le precipitazioni
andando di conseguenza ad alterare sia la qualitagrave delle acque (superficiali e sotterranee) sia la qualitagrave
dei terreni generando quindi ricadute indirette su flora e fauna Lrsquoimpatto associato egrave temporaneo in
quanto limitato al periodo di esercizio dellrsquoattivitagrave di allevamento e reversibile gli effetti cesseranno di
verificarsi nel momento in cui verragrave abbandonata lrsquoattivitagrave zootecnica Lrsquoemissione di composti odorigeni
potrebbe portare le specie faunistiche ad abbandonare la frequentazione delle aree limitrofe
allrsquoallevamento Anche in questo caso lrsquoimpatto associato egrave temporaneo in quanto limitato allrsquoesercizio
dellrsquoattivitagrave e reversibile nel breve termine
La presenza di inquinamento da rumore egrave un fattore che puograve determinare effetti negativi indiretti alla
sola componente faunistica terrestre che a seguito del disturbo sonoro potrebbe abbandonare la
frequentazione delle aree limitrofe allrsquoallevamento Anche in questo caso lrsquoimpatto associato egrave
temporaneo (limitato al periodo di funzionamento dei ventilatori ed allrsquoutilizzo dei mezzi di trasporto per
la gestione delle attivitagrave zootecniche) e reversibile nel breve termine
Le analisi effettuate (valutazione previsionale di impatto acustico e delle emissioni in aria riportate ai
capitoli successivi cui si rimanda per ulteriori approfondimenti) tuttavia indicano che le variazioni tra lo
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 93 194
scenario attuale e lo scenario di progetto non sono significative e si esauriscono entro poche centinaia
di metri dallrsquoAzienda agricola pertanto non significativa egrave anche lrsquoincidenza di tali fattori sullo stato di
conservazione delle componenti biotiche presenti sul territorio
Pur non essendo previste modifiche progettuali tali da richiedere interventi di mitigazione potrebbe
essere comunque presa in considerazione lrsquoopportunitagrave di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di
conservazione previsti per la ZPS mettendo a dimora specie arboree o arbustive in forma di filare
lungo il perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento sul lato ovest e previe necessarie verifiche sul lato sud
Per la realizzazione del filare dovranno essere utilizzate specie arboree eo arbustive autoctone alcune
delle quali con frutti eduli in modo da avere ricadute positive anche sulla componente faunistica Le
specie arboree che potranno essere utilizzate sono Carpino bianco (Carpinus betulus) Olmo
campestre (Ulmus campestris) Acero campestre (Acer campestris) Ontano nero (Alnus glutinosa)
Salice bianco (Salix alba) mentre tra le specie arbustive potranno essere messe a dimora Nocciolo
(Corylus avellana) Sambuco nero (Sambucus nigra) Sanguinella (Cornus sanguinea) Frangola
(Rhamnus frangula) Pallon di maggio (Viburnum opulus) Spincervino (Rhamnus cathartica)
14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI
141 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici
I beni culturali architettonici considerati al fine di ricostruire il quadro conoscitivo includono gli immobili
vincolati ai sensi della ex L 3641909 della ex L 10891939 o dellrsquoarticolo 10 del Codice e gli altri
edifici drsquointeresse segnalati o riportati negli elaborati degli strumenti di pianificazione territoriale o
urbanistica
Tali beni sono individuati tenendo conto innanzitutto di quanto riportato nellrsquoelenco della
Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici e di quanto identificato nella cartografia o
segnalato negli altri elaborati del PTC della Provincia di Treviso con riguardo alla Tavola 43 ldquoCarta
delle ville venete complessi e edifici di pregio architettonicordquo e allrsquoAllegato M ldquoLe risorse culturali del
territorio provinciale trevigianordquo incluse le associate Appendici in particolare quelle con gli elenchi dei
beni monumentali vincolati Nel caso degli strumenti urbanistici comunali (PAT) in aggiunta agli
elaborati identificativi dei beni architettonici vincolati giagrave considerati e citati nel precedente paragrafo
riguardante il patrimonio culturale si tiene conto per Castelfranco Veneto della Tavola 2 ldquoCarta delle
invariantirdquo che individua gli edifici di valore monumentale o storico ambientale le ville venete le strade
storiche principali per Castello di Godego della Tavola P1B ldquoCarta della pianificazione territorialerdquo che
riporta le ville venete e della Tavola P2 ldquoInvariantirdquo che identifica le ville venete le emergenze
architettoniche ed edifici di valore storico o artistico per Riese Pio X della Tavola 2 ldquoInvariantirdquo che
individua le ville venete
Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto i beni sottoposti a tutela ai sensi del Codice sono
rappresentati da numerose ville venete e fabbricati civili a diversa destinazione gli ultimi in prevalenza
ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale
Le ville venete tutelate ubicate nel centro storico di Castelfranco Veneto sono le seguenti
- Villa Andretta vincolata con DM 10121959 sita in Pza Giorgione composta dalla villa del
XV-XIX secolo con barchessa e annesso parco
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- Villa Corner sita in via Borgo Pieve 85 vincolata con DM 10121959 formata dallrsquoedificio
padronale ricostruito su disegno originario del XVIII secolo
- Palazzo Colonna ndash Preti ndash Rainati in via Borgo Treviso 65 vincolato con decreto 241925
composto dallrsquoedificio padronale del XVI secolo e da due adiacenze una coeva e lrsquoaltra del
XVIII secolo
- Villa Barbarella ndash Avogadro degli Azzoni del XIX secolo in via Garibaldi 25 vincolata con DM
1361979
- Villa Riccati - Avogadro degli Azzoni in via Borgo Treviso 1 vincolata con DM 1031977
formata dalla casa padronale e dagli annessi rustici entrambi risalenti al XVIII secolo
- Villa Revedin ndash Bolasco ndash Piccinelli in via Borgo Treviso 53 composta dal corpo padronale
originario del XVI secolo e ristrutturato nel XIX secolo da adiacenze scuderie e annessi rustici
del XVI secolo e da un giardino allrsquoinglese del XIX secolo vincolata con DM 10121959
Le ville venete tutelate situate nelle frazioni comprendono le seguenti
- Villa Corner ndash Venezze detta Il Cornaron in frazione Treville localitagrave Poisolo vincolata con
DM 10121959 costituita dalla villa del XVI secolo e dalla barchessa dalle ali e annessi
laterali e dallrsquooratorio del XVIII secolo
- Barchessa di Villa Priuli di San Felice risalente al XVII secolo ubicata in localitagrave Treville
vincolata con DM 1541982
- Barchessa di Villa Soranza datata al XVI secolo sita in frazione Treville localitagrave Sovranza
vincolata con DM 10121959
- Cagrave Amata ubicata in frazione Salmoggia via Postioma 40 vincolata con DM 10121959
composta da villa barchesse annessi rustici e oratorio risalenti al XVIII secolo ora ricadente
nellrsquoarea del Golf Club Cagrave Amata
- Villa Barisan datata XVII secolo vincolata con DM 10121959 sita in frazione Villarazzo
- Villa Cusinato detta La Cornaretta sita in frazione Treville localitagrave Poisolo vincolata con DM
10121959 formata dallrsquoedificio padronale barchesse e annessi rustici del XVI secolo
- Cagrave Balbi Preti ndash Giacomelli in frazione San Floriano vincolata con DM 31101959 composta
dalla villa ed ali laterali del XVIII secolo con annessi rustici e parco
- Cagrave Moro in localitagrave Villarazzo vincolata con DM 881947 risalente al XVI secolo
- Villa Corner ndash Tiepolo ndash Chiminelli in localitagrave SantrsquoAndrea oltre il Muson vincolata con DM
10121959 formata dallrsquoedificio padronale del XVI secolo e dalla barchessa del XIX con
giardino
- Villa Dolfin ndash Gradenigo in frazione Villarazzo vincolata con DM 10121959 formata
dallrsquoedificio padronale del XVII secolo e da barchessa del XVIII secolo collocate di fianco al
Torrente Muson
I fabbricati drsquointeresse monumentale assoggettati a vincolo individuati dallo strumento urbanistico
comunale ed anche inclusi nella lista della Soprintendenza per i BCP comprendono un edificio in via
San Giorgio nellrsquoomonima localitagrave situata poco a sud rispetto allrsquoabitato principale e numerosi altri
fabbricati tutti ubicati nel centro storico di Castelfranco Veneto Albergo alle Spade Pavaglione del
Mercato Palazzo Favaro Casa Menegotto detta Marostica Casa Giacomelli Teatrino Sociale edificio
in Pza Emanuele 131 Casa Rainati-Prevedello Casa Simeone Casa Mazzon Casa De Biasi Torre
dellrsquoOrologio Castello e Torri del muro di cinta Palazzetto San Giacomo Palazzetto Puppati ora
Cettolini edifico in Cso 29 aprile Casa giagrave Santoretto ora Pinarello Casa in Pza del Duomo Casa
Petrin Casa Bressa Casa Barisani ed infine un edifico non associato a denominazione o indirizzo
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In base allrsquoelenco dei beni vincolati redatto dalla Soprintendenza per i BCP ai citati fabbricati situati nel
centro storico principale se ne aggiungono altri tra i quali si richiamano i soli edifici religiosi che
includono il Duomo di S Maria Assunta e San Liberale la Chiesa di San Jacopo la Chiesa di San
Giorgio alla Sega il Convento dei Serviti la Chiesa di San Giacomo la Chiesetta di Madonna delle
Grazie
Nelle frazioni o varie localitagrave del territorio comunale sono presenti ulteriori beni architettonici vincolati
inseriti nellrsquoelenco della Soprintendenza per i BCP ed in dettaglio
- nella frazione di SantrsquoAndrea oltre il Muson la chiesa parrocchiale la canonica e lrsquooratorio
- nella frazione di Salvatronda la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica la casa ex
Basso le ex scuole elementari e il cimitero
- in localitagrave Treville la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica il cimitero le ex scuole
elementari e la ex Casa del Fascio
- nella frazione di Villarazzo la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica le scuole
elementari
- nella frazione di Salvarosa le case ex Tieppo ex Torresan ex Cattani e il cimitero
- in localitagrave San Floriano la Casa ex Arsiegrave il centro culturale e il cimitero
- in localitagrave Campigo le ex scuole elementari e il cimitero
Per quanto attiene ai beni architettonici segnalati con riguardo a quelli nellrsquoelenco del PTCP si tratta di
due edifici ubicati a sud-ovest della frazione di Villarazzo e di altri due edifici situati in frazione
Salvarosa noncheacute di manufatti dellrsquoarcheologia industriale rappresentati da alcuni mulini due ubicati
presso le mura di Castelfranco uno in Borgo Padova e lrsquoaltro in frazione Villarazzo e dalla Fornace
Baghin situata a ridosso del confine con il Comune di Riese il PAT a sua volta distingue tra le
invarianti di natura storico-monumentale i fabbricati ubicati allrsquoesterno deli centri storici che presentano
un ldquoedilizia con valore storico ambientalerdquo diffusi in tutto il territorio ed in larga misura da ricondurre ai
fabbricati rurali
Nel territorio del Comune di Castello di Godego i beni sottoposti a tutela con provvedimento ai sensi
della ex L 14971939 o per effetto del disposto dellrsquoarticolo 10 del Codice includono ville chiese ed
edifici civili
Per quanto attiene agli immobili vincolati presenti nel centro storico o comunque allrsquointerno dellrsquoabitato
principale di Castello di Godego si distinguono
- la Chiesa di San Pietro datata al IV-X secolo ubicata in sinistra idrografica del T Muson
tutelata ai sensi del comma 1 dellrsquoarticolo 10
- la Casa Querini tutelata ai sensi della ex L 3641909 con il decreto 1731923 sita
nellrsquoomonima via ovvero dellrsquoattuale Casa Canonica formata da un unico fabbricato
presumibilmente realizzato nel 1756 in concomitanza con lrsquoampliamento della Chiesa
Arcipetrale e Abbaziale
- la Chiesa Arcipretale e Abbaziale della Nativitagrave di Maria Santissima del XVIII secolo tutelata
con DM 2842010
- la Chiesa Abbaziale di Maria Nascente del XVIII secolo tutelata ai sensi del comma 1
dellrsquoarticolo 10 del Codice
- la Villa Priuli - Moresco ndash Turcato tutelata con DM 1781961 e DM 642001 sita in via
Marconi 58 risalente al XVII secolo e composta da un solo fabbricato
- la Chiesa di SantrsquoAntonio Patavino tutelata ai sensi del comma 1 dellrsquoarticolo 10
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- la Cagrave Zorzi - Moresco ndash Beltrame ubicata in via Roma 6 composta dal corpo centrale della
villa risalente al XVII secolo e da due fabbricati laterali del XVII e XIX secolo con relativi spazi
annessi a cortile e giardino tutelata con DM 2931967 DM 571969 DM 1391971 e DM
1372002 con riguardo ai fabbricati ed agli spazi aperti annessi
- la Villa Frida ubicata in via Roma tutelata con DM 2372002
- la Villa Mocenigo ndash Elisa tutelata con DM 1921968 sita in via Roma 33 composta
dallrsquoedificio padronale e dalle barchesse del XVII secolo noncheacute dalle ali laterali del XIX secolo
- la Villa Mocenigo - Garzoni ndash Martini tutelata con DM 2911970 e DM 2631970 con
riguardo ai fabbricati ed anche agli spazi aperti annessi qualificati come zona di rispetto ubicata
in via Marconi 83 composta dalla villa da una barchessa a da un oratorio dedicato a San
Giovanni Battista tutti datati al XVIII secolo a cui si aggiunge unrsquoaltra barchessa del XV-XVI
secolo con spazio interno originariamente a giardino
- la Villa Renier tutelata ai sensi dellrsquoarticolo 12 del Codice ubicata in Piazza IX Febbraio 12
composta dallrsquoedifico della villa del XVII secolo a dalla barchessa del XVIII
- la Casa Avogadro degli Azzoni ndash Daminato tutelata con DM 711982 sita in via Grande 4
composta dalla villa da una barchessa e dalla scuderia datate al XVII secolo
- il Municipio
- i ruderi del Castellare di Ezzelino da Romano fortezza risalente al XIII secolo
- il Santuario della Beata Vergine o Madonna della Crocetta risalente al XV secolo tutelato ai
sensi dellrsquoart 10 del Codice
In posizione esterna allrsquoabitato principale a nord-ovest di questo si trova la Cagrave Leoncino - Da Lezze -
Moresco ndash Marchiorello tutelata con DM 1261997 sita in via Cagrave Leoncino 44 composta dalla villa
del XVIII e dalla barchessa con annesso del XVI secolo ed anche il Ridotto Cagrave Leoncina risalente al
XV secolo vincolato con DM 1261997
I beni architettonici drsquointeresse contano cinque fabbricati civili e due fabbricati di archeologia industriale
segnalati dal PTCP e identificati dal PAT tutti ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale comprendenti un
palazzo e casa a corte un edificio rurale un edificio civile due ville con casa padronale il Mulino
Tonietto in via Piave e il Mulino lungo il Muson in via Molinare entrambi situati nei pressi del fiume
Muson
A questi beni si aggiungono le seguenti altre ville censite dallrsquoIstituto Regionale e richiamate negli
elaborati del PAT le prime quattro ubicate nellrsquoabitato principale la casa Querini - Martinello - Conte in
via Marconi 77 con lrsquoedificio padronale del XVII secolo la Villa Negri ndash Bolzon in via Chioggia 42
costituita dalla villa e barchessa risalenti al XVII secolo la Villa Favesin in via Caprera 2 del XIX
secolo la barchessa di Villa Mocenigo ndash Priluli risalente al XV secolo sita in via Marconi 66 la Casa
Jonoch del XVIII secolo in localitagrave Casa Conte presso la via Postumia la Villa Moresco - Serena con
casa e barchesse del XIX secolo e un parco centrale sita in via Caprera 39 a sud-est dellrsquoabitato
Negli elaborati del PAT sono inoltre individuati numerosi altri edifici di valore storico e
etnoantropologico sostanzialmente da ricondurre ai fabbricati rurali
Nel territorio del Comune di Riese Pio X i beni architettonici vincolati includono alcuni edifici religiosi e
civili ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale e nelle frazioni ed anche alcune ville venete
Per quanto attiene agli edifici civili e religiosi si tratta in base allrsquoelenco della Soprintendenza per i BCP
(Appendice dellrsquoAllegato M del PTCP) dei seguenti
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- nella frazione di Poggiana la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica
- nella frazione di Spineda la chiesa parrocchiale e il campanile
- nella frazione di Vallagrave la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica
- nellrsquoabitato di Riese la casa di Pio X la canonica di San Matteo Apostolo il Santuario della
Madonna di Cendrole la scuola elementare la Villa Carraro lrsquoex Municipio la chiesa
parrocchiale e la canonica
Per quanto riguarda le ville venete quelle sottoposte a tutela sono la Villa Costanza ndash Bottio ndash Pivetta
sita in localitagrave Costanza tutelata con DM 6101974 formata da casa padronale e Oratorio del XVII
secolo la Villa Emiliani detta Cagrave Miane sita in via Cagrave Miane 30 tutelata ai sensi dellrsquoarticolo 10 del
Codice formata dalla casa padronale e da Oratorio del XVIII secolo la Villa Gradenigo ndash Venier ndash Zorzi
ndash Eger ubicata in via Sarto 31 nellrsquoabitato principale composta dalla casa padronale risalente al XVI
secolo e rimaneggiata nel XVIII secolo e dai fabbricati della barchessa della serra e della voliera
tutelata con DM 1771964 la Villa Cecconi sita in localitagrave Vallagrave vincolata con DM 2141964
edificio del XVIII secolo
In base allrsquoidentificazione negli elaborati del PAT (Tavola 1 ndash Carta dei vincoli) del vincolo
monumentale si contano in aggiunta alle giagrave citate ville venete le seguenti la Casa canonica di Vallagrave
composta da villa e barchessa del XVII secolo ubicata in Pza Caduti 45 tutelata in quanto proprietagrave di
ente religioso la Villa Canil in localitagrave Costanza casa dominicale con annessi rustici risalente al XVII
secolo la Barchessa Tirette datata al XVIII secolo sita nellrsquoomonima localitagrave in via Tirette 9
In merito agli edifici drsquointeresse architettonico si segnala la presenza di unrsquoaltra villa veneta catalogata
dallrsquoIstituto Regionale e riportata nelle tavole ed elenchi del PTCP e PAT il Casino Colonna casa
dominicale del XVIII secolo situata nella frazione Vallagrave e della casa Moretti ndash Rossi inclusa nellrsquoelenco
delle ville venete di cui al PTCP ubicata lungo la strada in uscita da Vallagrave sul lato ovest della frazione
Per quanto attiene ai beni archeologici si restituisce il quadro conoscitivo tenendo conto di quelli
vincolati ai sensi della ex L 10891939 o dellrsquoarticolo 10 del Codice e di quelli segnalati come siti a
rischio archeologico
Le informazioni sono ricavate dagli elenchi della Soprintendenza Archeologica di Treviso e dagli
elaborati cartografici del PTCP della Provincia di Treviso in particolare la Tavola 24 ldquoCarta delle aree a
rischio archeologicordquo in cui sono individuati i siti a rischio archeologico lrsquoagro centuariato ed i centri
storici a rischio archeologico noncheacute degli elenchi di cui alle Appendici dellrsquoAllegato M ldquoLe risorse
culturali del territorio provinciale trevigianordquo relative ai siti archeologici vincolati ed ai siti a rischio
archeologico Nel caso degli strumenti urbanistici comunali (PAT) in aggiunta agli elaborati identificativi
dei beni archeologici vincolati giagrave considerati e citati nel precedente paragrafo riguardante il patrimonio
culturale si tiene conto per Castelfranco Veneto della Tavola 2 ldquoCarta delle invariantirdquo che individua
lrsquoagro centuriato e della Tavola 3 ldquoCarta della fragilitagraverdquo che riporta i siti a rischio archeologico tutelati ai
sensi dellrsquoarticolo 41 della LR 112004 per Castello di Godego della Tavola P1B ldquoCarta della
pianificazione territorialerdquo che riporta lrsquoagro centuriato le strade romane ed i siti a rischio archeologico
e della Tavola P2 ldquoInvariantirdquo che identifica la viabilitagrave romana le zone ed i siti di interesse
archeologico per Riese Pio X della Tavola 2 ldquoInvariantirdquo che individua i siti e gli ambiti a rischio
archeologico lrsquoagro centuriato e la via Postumia
Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto i beni archeologici vincolati sono ricondotti allrsquoasse
viario della romana Postumia (tutelata anche quale bene paesaggistico categoria delle zone
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drsquointeresse archeologico) lrsquoattuale SR 53 mentre gli elementi drsquointeresse archeologico sono
rappresentati dai segni dellrsquoagro centuriato e da diversi siti a rischio archeologico In questrsquoultimo caso
si tratta dei seguenti tutti riferiti al periodo romano (dal I aC al V dC) insediamento in localitagrave S
Floriano - Case Longato tombe in localitagrave San Floriano vicino alla via Postumia insediamento
abitativo a lato della via Postumia tombe in localitagrave Salvarosa materiale sporadico e tomba in localitagrave
Salvatronda materiale sporadico in zona del centro storico di Castelfranco
Nel territorio del Comune di Castello di Godego oltre al sito vincolato denominato ldquoLe Motterdquo tutelato
sia come bene culturale archeologico sia come bene paesaggistico ricondotta alla categoria delle zone
drsquointeresse archeologico ed alla zona drsquointeresse archeologico vincolata coincidente con una porzione
del centro storico si contano alcuni elementi drsquointeresse e siti a rischio archeologico rispettivamente
rappresentati dallrsquoagro centuriato e dellrsquoasse della romana via Postumia e da diversi luoghi di seguito
richiamati insediamento del periodo romano presso il Fiume Muson e sito con materiale sporadico
sempre del periodo romano in localitagrave San Pietro tombe e insediamento del periodo romano in localitagrave
S Giustina lungo la via Postumia necropoli romana in localitagrave Casoname tombe romane in localitagrave
Colombara materiale sporadico in localitagrave Le Vegre Villagrande
Nel territorio del Comune di Riese oltre alla romana strada Postumia vincolata sia come bene
culturale-archeologico (ex L 10891939) sia come bene archeologico-paesaggistico (ex L 4311985)
ed alle residue tracce dellrsquoagro centuriato che derivano dallrsquoappartenenza al municipium di Acelum
sono presenti diversi siti definiti a rischio archeologico tutti risalenti al periodo romano identificati ed
elencati negli elaborati del PTCP (Tavola 24 e Appendici dellrsquoAllegato M) ed anche in quelli del PAT
(Tavola 2 - Invarianti) Tali siti comprendono una tomba a cremazione contenente lucerna e reperti in
bronzo e vetro in localitagrave Spineda unrsquoiscrizione funeraria del I sec dC e del materiale sporadico
composto da fittili frammenti di anfore monete in bronzo in localitagrave Cendrole del materiale sporadico
rappresentato da frammenti di ceramiche e anfore in localitagrave Palazzon numerose tombe in localitagrave
Artesini - Case Cusinato un insediamento abitativo con resti di strutture murarie pilastri in mattoni
strumenti agricoli e monete in localitagrave Artesini una tomba alla cappuccina una necropoli con corredi
tombali un laterizio a copertura di urna sepolcrale e numerosi vasi vinari in localitagrave Stradella - Rizzetta
un insediamento in localitagrave Vallagrave - Castelliero
142 Impatti sui beni architettonici e archeologici
Lrsquoallevamento avicolo come giagrave evidenziato considerando lrsquoubicazione delle esistenti strutture che
saranno utilizzate non riguarda direttamente beni culturali vincolati o segnalati per il loro interesse di
tipo architettonico o archeologico e si trova distante dagli stessi in misura tale da escludere eventuali
effetti diretti Ai fini della verifica degli eventuali impatti si considerano quindi le possibili ricadute
indirette correlate alla percezione precisando comunque che non si prevedono modifiche o aggiunte
di fabbricati ma solo un aumento del numero dei capi allevati
Per quanto attiene ai beni in territorio del Comune di Castelfranco Veneto quelli architettonici vincolati
piugrave vicini allrsquoazienda la Villa Dolfin Gradenigo la Cagrave Moro la Chiesa parrocchiale con campanile e la
Canonica si trovano nella frazione di Villarazzo che dista circa 14 km In tale caso si osserva come
lrsquointerposta presenza degli edifici situati a ridosso del Fosso la Roi al termine di via San Pietro in
Comune di Castello di Godego della vegetazione arborea lineare lungo il fosso Avenaletto e il fosso La
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Roi ed anche di parte dei fabbricati della stessa frazione di Villarazzo non permette di vedere dalle
citate ville ed edifici religiosi lrsquoallevamento
In merito ai beni drsquointeresse culturale architettonico identificati a scala provinciale il piugrave vicino egrave la
Fornace Baghin che si trova nella zona edificata sul confine con il Comune di Riese ad est rispetto
allrsquoallevamento e ad una distanza di circa 1 km Anche in tale caso la presenza di capannoni a ridosso
dellrsquoedificio drsquointeresse ed in subordine quella dei fabbricati residenziali situati lungo la via Bella
Venezia e dei fabbricati produttivi e residenziali ubicati lungo la via dei Prai chiudono le visuali in
direzione dellrsquoallevamento escludendo ogni interazione
Con riguardo agli edifici di valore storico ambientale identificati dal PAT quello piugrave vicino si trova nel
gruppo di case in via Bella Venezia immediatamente ad est dellrsquoallevamento a circa 300 metri da
questo in tale caso si osserva che i capannoni e le altre strutture dellrsquoallevamento allo stato attuale e
per una parte dellrsquoanno sono in larga misura nascoste alla vista per la presenza di un filare arboreo di
bordo campo e che in ogni caso non si determinano interferenze nella percezione del fabbricato
segnalato drsquointeresse dalla strada principale e da quella di accesso da cui srsquoinquadra lo stesso
edificio
In ultimo con riguardo ai beni archeologici come giagrave evidenziato lrsquoallevamento si trova distante da
quelli vincolati presenti nel territorio di Castelfranco rappresentati dalla via Postumia distante circa 08
km ed anche da quelli segnalati come siti a rischio i piugrave vicini corrispondenti ad un luogo
drsquoinsediamento presso la via romana ed alla segnalazione di materiale nellrsquoarea del centro storico
situati ad oltre 2 km in tutti i casi non si registrano possibili relazioni con lrsquoallevamento stante la
discontinuitagrave territoriale e percettiva determinata dalla presenza di zone edificate
In Comune di Castello di Godego il bene architettonico vincolato piugrave vicino allrsquoazienda egrave la chiesa di
San Pietro ubicata sul margine ovest del gruppetto di case situate allrsquoinizio della via San Pietro a lato
del T Muson a circa 16 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento Lrsquoasse visivo con origine dalla chiesa e
direzione verso lrsquoallevamento interseca elementi lineari costituiti da vegetazione arborea due di
maggiore consistenza lungo il Fosso la Roi e il fosso Avenaletto e diversi altri in forma di filare di
bordo campo ed in parte anche i fabbricati di C Dinale situati a ridosso del fosso la Roi La descritta
situazione e la posizione dellrsquoallevamento rispetto alla chiesa consentono di affermare che si esclude
ogni interferenza nella vista del bene architettonico dalle aree circostanti o dal bene architettonico verso
lrsquointorno non si determinano quindi ricadute indirette Analoghe considerazioni valgono per la gran
parte degli altri beni architettonici vincolati che si trovano allrsquointerno del centro storico o del tessuto
urbano dellrsquoabitato di Castello di Godego
Con riguardo ai beni architettonici drsquointeresse considerando i piugrave vicini allrsquoallevamento la Villa Moresco
Serena e i due mulini presso il T Muson valgono le stesse considerazioni stante la distanza di questi
dallrsquoallevamento e lrsquointerposta presenza di altri fabbricati e di elementi della vegetazione arborea che
fanno venire meno relazioni dirette o precludono situazioni drsquointervisibilitagrave
Nel caso degli edifici di valore storico ed etnoantropologico individuati nelle tavole del PAT quello piugrave
vicino allrsquoarea dellrsquoallevamento corrisponde ad una casa isolata che si trova a ridosso del fosso la Roi a
circa 200 metri di distanza la presenza della vegetazione arborea lungo il fosso Avenaletto consente di
mascherare i capannoni e gli altri manufatti dellrsquoallevamento escludendo significative interazioni visive
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In ultimo per quanto attiene ai beni archeologici si ribadisce lrsquoassenza di relazioni tra lrsquoallevamento e il
sito archeologico vincolato di Le Motte cosigrave come data la distanza e lrsquointerposta presenza del gruppo di
edifici in via San Pietro a ridosso del fosso La Roi non si rilevano rapporti diretti con lrsquoasse della
romana via Postumia segnalato per lrsquointeresse archeologico Anche nel caso dei siti a rischio
archeologico considerando i piugrave vicini allrsquoallevamento situati nei pressi del Torrente Muson presso
lrsquoabitato principale si escludono interazioni sia per la distanza di circa 16-17 km sia per lrsquoassenza di
relazioni visive stante la chiusura del campo visivo sulle giagrave citate quinte arboree
Per quanto attiene al Comune di Riese Pio X i fabbricati vincolati la Villa Emiliani detta Cagrave Miane e
nella frazione di Vallagrave la Villa Cecconi e la Parrocchiale di Vallagrave si trovano distanti dallrsquoallevamento di
polli rispettivamente a circa 15 km e 23 km la collocazione di tali beni allrsquointerno dellrsquoabitato o lrsquoeffetto
di ldquobarriera visivardquo degli altri edifici interposti sullrsquoasse visivo in direzione dellrsquoallevamento in particolare
quelli allineati lungo la via 27 Aprile e la via Bella Venezia escludono interferenze percettive
In merito ai beni architettonici segnalati considerando la piugrave vicina Casa Moretti Rossi che si trova a
circa 15 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento lungo la SP 139 in localitagrave Case Santi vale quanto osservato in
precedenza con riguardo allrsquoeffetto di barriera visiva degli interposti edifici e dei filari arborei
In ultimo nel territorio comunale lrsquounica area a vincolo archeologico egrave rappresentata dalla via
Postumia per la quale vale quanto scritto in precedenza mentre e per i siti a rischio archeologico
considerando quello situato ad una minore distanza corrispndente allrsquoinsediamento del periodo romano
in localitagrave Vallagrave Castelliero la distanza di circa 15 km e la presenza delle zone residenziali e industriali
in via dei Prai sono tali da escludere relazioni ed effetti diretti o indiretti
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15 PAESAGGIO
151 Quadro conoscitivo del Paesaggio
Per un primo inquadramento paesaggistico si considerano gli Ambiti o Aree di ricognizione del
paesaggio identificate ed illustrate nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) della
Regione Veneto e le Unitagrave di Paesaggio definite dal vigente PTCP della Provincia di Treviso in
subordine si tiene conto anche delle eventuali distinzioni del paesaggio proposte alla scala locale
attraverso i PAT
Il territorio regionale con la Variante del PTRC della Regione Veneto adottata nel 2013 egrave suddiviso in
quattordici Ambiti di Paesaggio per ognuno dei quali si prevede la successiva redazione di uno
specifico Piano Paesaggistico Regionale drsquoAmbito PPRA come stabilito allrsquoarticolo 71ter delle Norme
Tecniche del PTRC lrsquoazienda avicola ricade nellrsquoAmbito di Paesaggio n 6 ldquoAlta Pianura Venetardquo Tali
Ambiti di Paesaggio sono identificati e delimitati ma non descritti il loro riconoscimento come precisato
nel documento ldquoAmbiti di paesaggiordquo si basa sulla considerazione degli aspetti geomorfologici dei
caratteri paesaggistici dei valori naturalistici-ambientali e storico-culturali delle dinamiche di
trasformazione che interessano ciascun ambito delle specificitagrave peculiari ed anche delle realtagrave
amministrative attuali e delle esperienze pregresse della pianificazione regionale drsquoArea
Per quanto attiene agli Ambiti o Aree di ricognizione del paesaggio le stesse sono descritte nellrsquoAtlante
ricognitivo documento nel quale sono definiti obiettivi ed indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari al
PPRA sono identificati e delimitati alla scala territoriale regionale gli Ambiti-Aree ricognitive sono
inserite le schede analitiche di ricognizione per ogni Ambito-Area descrittive dei caratteri del
paesaggio delle dinamiche di trasformazione degli obiettivi ed indirizzi di qualitagrave paesaggistica
preliminari e di segnalazione degli aspetti di maggiore interesse
Lrsquoazienda avicola per la quale si prevede di aumentare il numero di capi allevati ricade nellrsquoAmbito-
Area ricognitiva n 21 della ldquoAlta Pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo con riferimento al contenuto della
relativa Scheda si richiama in forma sintetica nel successivo riquadro la parte descrittiva
selezionando i passi di maggiore interesse con riferimento alla zona ovest dello stesso Ambito dove si
trova lrsquoallevamento
PTRC ndash Atlante ricognitivo ndash Scheda Area 21 ldquoAlta pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo (stralcio)
Identificazione generale
Lrsquoarea oggetto della ricognizione interessa il territorio pianeggiante compreso tra lrsquoalveo del Piave a est e quello del Brenta a ovest Delimitato a nord dal margine delle colline trevigiane lrsquoarea oggetto della ricognizione si estende da Bassano fino alle porte di Treviso arrivando a sud fino al limite settentrionale della fascia delle risorgive
Frammentazione di Profilo C - Paesaggio a frammentazione alta con dominante insediativa
La categoria di comprende i territori comunali che sono occupati da aree urbanizzate per frazioni comprese tra un sesto e un terzo della loro estensione complessiva con usi del suolo ripartiti pressocheacute esclusivamente tra urbano e agricolo
Il paesaggio presenta condizioni di crisi della continuitagrave ambientale con spazi naturali o seminaturali relitti e fortemente frammentati dallrsquoinsediamento per lo piugrave quasi sempre linearmente conformato lungo gli assi di viabilitagrave e dalle monocolture agricole
Il paesaggio registra complessivamente stati di diffusa criticitagrave della sua articolazione spaziale con mosaici semplifi cati dal punto di vista ecologico e semiologico e al tempo stesso caratterizzati da fenomeni di congestione riferibili alla consistente frequenza di interazioni spaziali conflittuali fra diverse configurazioni o singole componenti in assenza di sistemi paesaggistici con funzioni di mediazione e inserimento Tali situazioni sono dovute anche alla natura incrementale degli sviluppi insediativi che esprimono in queste aree una elevata potenza di frammentazione
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Caratteri del paesaggio
Lrsquoarea oggetto di ricognizione egrave inserita in prevalenza tra lrsquoalta pianura antica ghiaiosa costituita da conoidi fluvioglaciali localmente terrazzati creati dai fiumi Piave Soligo e Brenta e lrsquoalta pianura recente ghiaiosa e calcarea costituita da conoidi e terrazzi dei fiumi alpini e secondariamente da piane alluvionali dei torrenti prealpini Il suolo in questa parte si presenta quindi in forma di ghiaie e sabbie estremamente calcaree fatta eccezione per il territorio dellrsquoalveo del fiume Musone costituito invece da limi e argille scarsamente calcarei ()
La copertura vegetale del suolo egrave costituita prevalentemente da seminativi accompagnati da siepi campestri lungo i canali e le canaline di irrigazione Lungo i corsi drsquoacqua principali si incontrano saliceti e formazioni riparie estese soprattutto nelle aree golenali del fiume Brenta Sono presenti piccoli lembi di boschi planiziali a querco-carpineto e una ampia area con presenza di prato stabile ()
() Le cittagrave maggiori sono accompagnate da una costellazione di centri medi e minori che si organizzano su un tessuto insediativo sparso di lunga tradizione storica oggi fortemente urbanizzato () agli insediamenti residenziali sono frammisti quelli produttivo-artigianali entrambi per lo piugrave connotati da scarso valore edilizio-architettonico
Lrsquoarea oggetto della ricognizione egrave caratterizzata dal passaggio di strade di grande importanza per lrsquointero territorio regionale la SR 53 Postumia che attraversa lrsquoambito in direzione est-ovest collegando Treviso a Cittadella e () la SR 245 Castellana da Castelfranco verso Bassano ()
Il valore naturalistico ed ecosistemico dellrsquoarea oggetto di ricognizione egrave ridotto a causa della massiccia antropizzazione ed egrave espresso essenzialmente dalla presenza di diverse aree tutelate ed inserite nella Rete Natura 2000 () I Prai di Castello di Godego di grande importanza naturalistica ed ecosistemica costituiscono un paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da ampi prati stabili e fitte alberature siepi e campi chiusi e attraversato da diversi corsi drsquoacqua il principale dei quali egrave il Musone La presenza d i aree in cui spesso ristagna lrsquoacqua e la natura argillosa dei suoli permettono la presenza di specie vegetali di particolare importanza ed un buon equilibrio tra naturalitagrave e utilizzo agricolo consente il mantenimento di una buona diversitagrave e ricchezza floristica e di tipi vegetazionali ()
Abitato fin da tempi remoti il territorio assume la sua configurazione attuale in epoca romana quando viene attraversato dallrsquoasse portante costituito dalla consolare Via Postumia e interessato da estese sistemazioni agrarie Insediata con continuitagrave durante tutto il Medioevo questa fascia di alta pianura un tempo centro di irradiazione del potere imperiale (Ezzelino e i Da Romano) diventa terreno di affermazione del potere dei diversi comuni cittadini che estendono fi no a qui il loro dominio (Padova Vicenza Treviso) fino alla loro conquista da parte della Serenissima () Ricca di acque e dellrsquoenergia da esse portate lrsquoarea oggetto della ricognizione egrave stata sempre caratterizzata dalla presenza di un esteso e articolato sistema di attivitagrave proto-industriali (magli fucine mulini folli ecc) () In gran parte dellrsquoarea oggetto della ricognizione egrave infatti leggibile la presenza della centuriazione romana che definisce uno schema di aggregazione degli abitati costituito dal nucleo urbano organizzato sullrsquoincrocio di assi ortogonali () lrsquoasse viario della via Postumia egrave a tuttrsquooggi una strada provinciale
Nella parte occidentale dellrsquoarea oggetto di ricognizione importanti sono i centri fortificati di Cittadella e Castelfranco sorti a partire dalla fine del secolo XII con funzioni difensive ma determinanti poi anche per la loro funzione di appropriazione della campagna Sorti in corrispondenza di due nodi della maglia regolare dellrsquoagro centuriato essi furono eretti a difesa dei territori di Padova e Treviso al di qua ed al di lagrave del Musone in un punto in cui convergono i confini dei tre comuni di Treviso Padova e Vicenza () Allrsquointerno di questa complessa trama insediativa consolidatasi in epoca medievale egrave frequente la presenza di ville venete alcune delle quali attribuite al Palladio stesso che si inseriscono nel territorio a partire dal Cinquecento per poi trasformarsi in sistema solo nel Settecento diventando occasione di sviluppo di nuovi nuclei di crescita
Dinamiche di trasformazione
Lrsquoarea oggetto di ricognizione presenta alcune aree (Fontane Bianche di Lancenigo Prai di Castello di Godego e Grave e zone umide del Brenta) in cui si riscontra una buona integritagrave ecosistemica e paesaggistica anche se queste costituiscono una sorta di oasi verdi isolate in un paesaggio agrario semplificato e fortemente urbanizzato Lrsquourbanizzazione ha inoltre reso meno riconoscibile il sistema storico-insediativo tradizionale () Anche il sistema paesaggistico afferente le ville venete con particolare riguardo a quelle di Palladio egrave stato per lo piugrave compromesso dallo sviluppo insediativo e infrastrutturale decontestualizzando il manufatto dal sistema di relazioni originario ()
I relitti del paesaggio agrario storico (siepi filari piantata di vite gelsi) sono messi a repentaglio dai processi di razionalizzazione dellrsquoagricoltura primo fra tutti quello relativo allrsquoirrigazione che sta sostituendo progressivamente il sistema a scorrimento Il risparmio di acqua ottenuto andrebbe valutato assieme al rischio che lrsquoeliminazione delle canaline di adduzione potrebbe provocare cioegrave quello di una ulteriore semplificazione della trama agraria con la perdita degli spazi di transizione tra i campi che rappresentano oggi lrsquoultima resistenza alla totale frammentazione ecosistemica dellrsquoarea
I principali fattori di rischio sono rappresentati - dallrsquoeccessivo carico antropico e dallrsquoespansione degli insediamenti residenziali e in particolar modo dalla diffusione
frammentaria delle attivitagrave produttive e artigianali - dalle attivitagrave di cava - dal continuo potenziamento delle infrastrutture a servizio di nuove espansioni - dalle pratiche agricole intensive (eutrofizzazione aggravata dallrsquointensificazione zootecnica percolazione di sostanze
inquinanti in falda semplificazione colturale)
Nella citata scheda sono inoltre identificati gli obiettivi e indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari in
taluni casi con puntuale riferimento a parti della stessa area di ricognizione si riprendono nel
successivo riquadro i punti direttamente relazionati alla porzione di territorio considerato allrsquointerno del
quale si trova lrsquoallevamento ed i punti indirettamente correlabili o di particolare rilevanza
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PTRC ndash Ambiti di paesaggio ndash Atlante ricognitivo ndash Scheda AdP 21 ldquoAlta pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo (stralcio)
Obiettivi e indirizzi di qualitagrave paesaggistica
5 Funzionalitagrave ambientale delle zone umide
5b Riattivare ove possibile la convivenza di funzionalitagrave produttive ed ecosistemiche nelle zone umide (risaie prati umidi torbiere palugrave ecc) ed in particolare i Prai di Castello di Godego
15 Valore storico culturale dei paesaggi agrari storici
15b Scoraggiare semplicazioni dellrsquoassetto poderale e intensicazioni delle colture in particolare nella parte ovest dellrsquoambito in cui si riconoscono ancora i caratteri della trama agraria storica della centuriazione recuperando il rapporto dellrsquoedificato con il territorio agricolo
24 Valore culturale e testimoniale degli insediamenti e dei manufatti storici
24a Salvaguardare il valore storico-culturale degli insediamenti in particolare le cittagrave murate di Bassano Cittadella e Castelfranco e dei manufatti di interesse storico testimoniale tra cui il sistema delle ville venete dei manufatti idraulici e opifici e la strada romana Postumia
26 Qualitagrave urbanistica ed edilizia degli insediamenti produttivi
26d Promuovere un migliore inserimento paesaggistico ed ambientale delle aree produttive (compresi gli allevamenti zootecnici intensivi) anche sulla base di adeguati studi sulla percezione visiva e sociale
26f Incoraggiare iniziative di riqualificazione degli spazi aperti delle aree produttive esistenti e indirizzare il progetto di quelle nuove verso una maggior presenza di vegetazione ed aree permeabili anche con funzione di compensazione ambientale e integrazione della rete ecologica
32 Inserimento paesaggistico e qualitagrave delle infrastrutture
32b Promuovere la riqualificazione dei corridoi viari caratterizzati da disordine visivo e funzionale
Il PTCP della Provincia di Treviso suddivide il territorio provinciale in unitagrave di paesaggio come da
definizione contenuta nelle Norme dello stesso ldquointese quali ambiti territoriali caratterizzati da un
costante grado di diversitagrave tale da contraddistinguere lrsquointera unitagrave e relativo ai caratteri loro propri e
cioegrave dei tipi di elementi e delle forme e distribuzioni della loro presenza nel territorio ai sistemi naturali
ed antropici (conformazioni geomorfologiche copertura vegetazionale tipi di uso del suolo forme
insediative dotazioni infrastrutturalihellip) presenti in esse prescindendo dalla loro caratterizzazione
documentariardquo Lrsquoidentificazione di tali Unitagrave di Paesaggio come illustrato nella Relazione di Piano
deriva da una prima suddivisione in macro ambiti morfologici e dal successivo confronto con la carta di
uso del suolo tali unitagrave sono analizzate secondo lrsquoapproccio dellrsquoecologia del paesaggio utilizzando
una serie di indicatori per ottenere un valore rappresentativo dello stato di qualitagrave ecologico-ambientale
nella situazione dello stato di fatto e in quella simulata assumendo gli scenari prospettati dal Piano al
fine di definire obiettivi e indirizzi ldquoorientati alla salvaguardia e promozione della diversitagrave sia biologica
che paesisticardquo
Il riconoscimento delle Unitagrave di paesaggio come meglio precisato nellrsquoelaborato Allegato P ldquoRete
ecologica e Unitagrave di paesaggiordquo deriva dallrsquoindividuazione delle ldquomacrounitagrave geomorfologicherdquo in base
ai caratteri omogenei di litologia e morfologia e delle unitagrave podologiche e dalla successiva
sovrapposizione con la Carta delle unitagrave ecosistemiche e verifica delle tipologie di elementi del
paesaggio della loro distribuzione rispetto alle unitagrave individuate in precedenza delle dimensioni e
forme In tale documento sono brevemente descritte le Unitagrave individuate con riguardo alla
geomorfologia ed alle caratteristiche drsquouso del suolo aggiungendo alcune osservazioni In termini
generali nel documento si evidenziano due segni del paesaggio quello impresso dalle centuriazioni
come fattore antropico ordinatore del paesaggio che in alcune UdP ha resistito nel tempo e si
caratterizza almeno in origine per una grana piuttosto fine e compatta mentre in altre UdP egrave stato
ldquoprogressivamente sconvolto dallrsquourbanizzazione diffusa determinando disordine ed un probabile
spreco di energiardquo e quello del reticolo fluviale che si associa allrsquoorientamento dei campi
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reciprocamente influenzati delineando direttrici principali e secondarie del paesaggio si annota infine
la relazione tra le principali aste fluviali e le ville con i parchi
Il Piano contiene nellrsquoAppendice 1 dellrsquoAllegato R schede descrittive delle singole Unitagrave che secondo
lrsquoapproccio adottato riportano dati riguardanti la demografia lrsquouso del suolo lrsquoinfrastrutturazione
lrsquoedificato e non descrizioni sui caratteri paesaggistici distintivi degli ambiti individuati
Lrsquoallevamento avicolo ricade allrsquointerno dellrsquoUnitagrave di Paesaggio P2 appartenente a quelle di pianura
che si configura come ampia fascia sui due lati del Torrente Muson che si estende dal Comune di San
Zenone a quello di Castelfranco Veneto interessando Loria Castello di Godego e Riese Pio X ed
attestandosi sul lato ovest lungo il confine provinciale nel sottostante riquadro si riprendono le note
descrittive contenute nel citato Allegato P
PTCP ndash Unitagrave di paesaggio ndash Allegato P - Descrizione
UdP P2
GEOMORFOLOGIA
A nord la zona collinare egrave caratterizzata dalla presenza di depositi alluvionali argillosi procedendo a sud verso la zona di pianura i depositi alluvionali sono per lo piugrave sabbiosi
CARATTERISTICHE USO DEL SUOLO
Area agricola a nord seminativi semplici con case sparse procedendo verso sud prevalgono le aree agricole eterogenee Tessuto urbano e aree industriali e commerciali diffuse in tutta lrsquounitagrave particolarmente sviluppate nella parte piugrave a sud nel comune di Castelfranco Veneto Il territorio egrave abbondantemente irrigato da corsi drsquoacqua naturaliformi
OSSERVAZIONI
Lrsquounitagrave egrave tagliata in senso longitudinale dalla SP20 che incrocia la SP81 questi due assi rappresentano un attrattore per lrsquoedificazione di tipo lineare Lrsquounitagrave ha una vocazione agricola spinta ma sono evidenti la frammentazione dei fondi e lrsquoazione di disturbo della viabilitagrave e dellrsquourbanizzazione che questa alimenta
La UdP P2 in base ai risultati scaturiti dallrsquoanalisi ecologico ambientale condotta viene definita come
ldquounitagrave dissipativardquo data lrsquoalta antropizzazione la qualitagrave ambientale generalmente bassa soprattutto
negli ambienti naturali residui ed anche la qualitagrave e quantitagrave degli habitat naturali scadente con
classificazione della stessa unitagrave come paesaggio rurale povero ad urbanizzato molto diffuso e con
standard sussidiari elevati di matrice agricola (76 di seminativi semplici con case sparse e omogenei
e aree agricole eterogenee) con dimensione delle tessere naturali piccola e delle tessere antropiche
media con frammentazione da strade medio alta e stabilitagrave della matrice medio bassa ed infine con
una caratterizzazione legata allrsquoattivitagrave agricola nessuna significativa estensione delle macchie naturali
tanto che boschi e corpi idrici hanno una consistenza minore delle aree di verde urbano Le
considerazioni e proposte formulate nel citato Allegato P per la UdP P2 sono richiamate nel
successivo riquadro
PTCP ndash Unitagrave di paesaggio ndash Allegato P ndash Scenario di Piano
UdP P2
Gli elementi di naturalitagrave di questa unitagrave sono legati alla presenza del torrente Musone sia come presenza dellrsquoacqua che per la residuale vegetazione ripariale Il corridoio di connessione nord-sud tra le core area montane e planiziali deve essere dotato di un maggiore grado di naturalitagrave attraverso la ricostituzione delle fasce arboree ripariali o il completamento delle residuali
Gli obiettivi di piano possono essere raggiunti mediante la riforestazione e formazione di zone umide di una superficie totale pari orientativamente a 500Ha equamente ripartita e al miglioramento ambientale di seminativi per un estensione di 2500Ha
Lrsquounitagrave si presenta giagrave abbastanza segnata dalla viabilitagrave attorno a cui lrsquoedilizia si distribuisce in maniera ldquoordinatardquo andando a costituire delle fasce abitate ad andamento suborizzontale da ovest ad est
Le mitigazioni richieste per la nuova viabilitagrave devono essere almeno 12 e possono essere espresse sia come interventi di deframmentazione in particolare nei tratti maggiormente interferenti con la rete ecologica di come riqualificazione delle aree interessate dalle fasce tampone con formazione di aree umide e fascesiepi di connessione fra queste e i corridoi fluviali
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Il PAT del Comune di Castelfranco Veneto nella Relazione Tecnica afferma che nel territorio
comunale non si riscontra una spiccata diversificazione della struttura paesaggistica risultato di
connotati fisico-morfologici assai omogeneirdquo pur potendo distinguere ldquoambiti territoriali con assetti
ambientali agricoli ed insediativi sufficientemente omogenei per i quali egrave possibile adottare una
suddivisione in quattro tipologierdquo definite come Unitagrave di paesaggio cosigrave denominate Paesaggio aperto
a vocazione agricola primaria Paesaggio aperto ad insediamento diffuso Paesaggio periurbano
Paesaggio urbano
Nel documento ldquoRelazione agronomico ambientalerdquo si precisa che le componenti paesaggistiche
considerate nellrsquoanalisi del paesaggio sono quelle abiotiche (geologia morfologia idrografia) biotiche
(vegetazione assetti ecosistemici habitat di pregio valore naturalistico) antropico relazionali
(emergenze storiche culturali architettoniche religiose) insediative (organizzazione dellrsquoinsediamento)
e percettive (ambiti visuali particolari sistemazioni agrarie tradizionali elementi puntuali testimoniali)
Gli assetti paesaggistici come precisato nella richiamata relazione sono identificati secondo il
ldquoprincipio fondamentale della integrativitagrave gerarchicardquo ovvero ldquole perimetrazioni devono derivare da
valutazioni rigorose allo scopo di non compromettere le funzioni bio-ecosistemicherdquo
Nella Tavola A4 ldquoCarta del paesaggiordquo sono distinte le porzioni di territorio appartenenti alle richiamate
Unitagrave di paesaggio e per quanto attiene allrsquoallevamento avicolo si riscontra che lo stesso ricade in
quella denominata ldquoPaesaggio aperto a vocazione agricola primariardquo nei documenti di Piano definito
ldquotipologia dominante lo spazio agricolo maggiormente conservato del territorio comunale la
destinazione colturale prevalente egrave a seminativo la messa a coltura del territorio ha comunque
preservato una residuale maglia a rete verde costituita da siepi e fasce arboreo arbustive posta a
fregio di corsi drsquoacqua e viabilitagrave poderale con presenza di legami (connessione) tra gli elementi
lrsquoedificazione egrave ridotta per lo piugrave isolata e di tipo rurale pregevole per i connotati di spazialitagrave ed i coni
visuali percepibili al suo interno data la collocazione distante dai centri urbani principali presenta un
gradiente di antropizzazione sostanzialmente stazionariordquo
Il PAT del Comune di Castello di Godego con la Tavola 102 ldquoCarta del paesaggiordquo del Quadro
conoscitivo suddivide il territorio comunale secondo quattro macrosistemi la porzione lungo il confine
orientale con il Comune di Castelfranco Veneto nel tratto a ridosso del perimetro dellrsquoarea
dellrsquoallevamento avicolo appartiene al Macrosistema A
Nella Relazione Agronomica elaborato 10 R del Quadro Conoscitivo del PAT si richiama la necessitagrave
di tutelare il paesaggio agrario indicando per le zone di pianura quali elementi che hanno
maggiormente lasciato lrsquoimpronta sullrsquoattuale assetto paesaggistico la morfologia fluviale (argini paleo
alvei terrazzi fluviali) la bonifica storica la bonifica idraulica la costruzione delle ville venete e degli
edifici storici gli edifici rurali e gli opifici con valenza tipologica la sistemazione idraulico agraria dei
ldquoPrairdquo Allrsquoopposto sono citati quali elementi che maggiormente interferiscono sul paesaggio agrario le
frange urbane le infrastrutture lineari (elettrodotti ferrovie strade principali ecc) gli edifici produttivi ad
impatto negativo le opere incongrue (es strutture dismesse eo abbandonate)
In tale relazione si definisce il Macrosistema A come ldquoambito agricolo caratterizzato da una forte
percezione degli elementi rurali da una buona integritagrave e da una scarsa edificazione residenzialirdquo ed in
cui ldquole siepi campestri e i prati stabili costituiscono gli elementi dominanti del paesaggio e in alcuni
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ambiti egrave ancora leggibile la struttura dei campi chiusirdquo e si riconosce una ldquobuona conservazione della
rete ecologica localerdquo
152 Caratteri del Paesaggio nellrsquoarea di analisi
Gli elementi costitutivi eo caratterizzanti il paesaggio da considerare per verificare gli eventuali effetti
sul paesaggio conseguenti al previsto incremento dei capi allevati oltre che dalla rilettura delle
richiamate articolazioni e definizioni degli ambiti e delle unitagrave di paesaggio derivano da un
approfondimento condotto riconsiderando la morfologia e idrografia la vegetazione e copertura od uso
del suolo il sistema insediativo e infrastrutturale ad una scala territoriale locale per una porzione
comprendente unrsquoarea entro i 2-3 km dal sito dellrsquoallevamentodi cui si dagrave di seguito conto
Per quanto attiene alla morfologia il territorio ha una giacitura pianeggiante con suolo composti da
materiali alluvionali con tessitura limoso argillosa mentre lrsquoidrografia egrave annovera alcuni corsi drsquoacqua
naturali in larga misura interessati da rettificazioni ed una fitta rete irrigua entrambe con uno sviluppo
da nord verso sud e sud-est Tra i corsi drsquoacqua naturali si distingue il Torrente Muson con asta dal
disegno curvilineo fino allrsquoabitato di Castello di Godego e poi rettilinea con asse parallelo a quello della
SP45 fino allrsquoingresso nellrsquoabitato di Castelfranco Veneto analoga situazione si riscontra per il Torrente
Avenale che entrando nel territorio del Comune di Castello di Godego assume forme geometriche
regolari con alcune deviazioni ad angolo retto Per entrambi i torrenti si riconoscono tracce di corso
fluviale estinto Il sistema irriguo comprende diversi fossi e scoli tra i quali si distinguono il Fosso
Avenaletto il Fosso La Roi che poco a nord di via San Pietro in territorio di Castello di Godego piega
ad est e dopo un breve tratto con andamento curvilineo confluisce nel Torrente Avenale e lo Scarico
Val di Riese che si origina a ovest della frazione di Vallagrave ed incrocia il Torrente Avenale in
corrispondenza della via Postumia
Per quanto riguarda la vegetazione poche sono le aree di tipo naturale e tolti i rari casi per altro di
ridotta estensione con una configurazione a ldquoboschettordquo si tratta delle fasce arboree di larghezza
contenuta che seguono i principali corsi drsquoacqua naturali o irrigui In tale territorio si distinguono
numerosi filari di bordo campo elementi dellrsquoagroecosistema che danno una diversa connotazione al
territorio rurale Lrsquoutilizzo agricolo del suolo vede prevalere il seminativo irriguo soprattutto a mais
accompagnato nella zona a cavallo del Torrente Avenale e tra questo e il Fosso la Roi da estesi
appezzamenti a prato (indicato anche come graminacee non in rotazione) In misura minore sono
presenti alcuni vigneti salvo pochi casi di piccola superficie ed anche colture orticole e legnose
agrarie Il paesaggio rurale presenta una relativamente minore uniformitagrave nella zona di Prai di Castello
di Godego grazie alla ripartizione tra campi a seminativo e campi a prato stabile ed alla presenza delle
fasce arboree e dei filari senza comunque assumere i connotati di una struttura a mosaico ma
richiamando la forma del campo chiuso Nel territorio sono ancora riconoscibili i segni
dellrsquoantropizzazione del periodo romano con lrsquoasse rettilineo della via Postumia e lrsquoimpostazione
geometrica dellrsquoagro centuriato in questrsquoultimo caso da ricondurre allrsquoorientamento dei campi che
laddove non accorpati hanno forma rettangolare allungata sullrsquoasse nord-sudest perpendicolare a
quello della citata strada romana analogo orientamento si riscontra per la gran parte dei fossi e scoli
irrigui
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Per quanto attiene al sistema insediativo questo si connota per la presenza di alcune aree urbane
maggiori formate dal centro storico e dalle estese zone di espansione residenziale e produttiva e dei
nuovi aggregati generati da un tipo di urbanizzazione diffusa che solo in parte si appoggia a
preesistenze di borghi rurali e viceversa in maggiore misura deriva da trasformazioni recenti che
seguono le direttrici delle infrastrutture viarie tale processo ha determinato saldature dellrsquoedificato che
rendono meno riconoscibile la matrice originaria e generano una elevata frammentazione territoriale
con disorganica distribuzione tra le diverse funzioni In dettaglio per lrsquoambito considerato si nota
lrsquourbanizzazione lineare con sostanziale assenza di discontinuitagrave tra il centro di Castelfranco Veneto
la frazione di Villarazza e lrsquoabitato di Castello di Godego per lrsquoedificazione lungo la SR45 ed ancora tra
lo stesso centro e la frazione di Vallegrave lungo la SP667 in parte tale forma di urbanizzazione ma con
maggiore presenza di fabbricati rurali e residenziali si riscontra anche lungo la via Bella Venezia che
fiancheggia per un tratto il Torrente Avenale e lungo la SP139 tra la C Beltrame e la giagrave citata
frazione dei Vallegrave Il sistema insediativo si completa con i numerosi fabbricati isolati o in piccoli gruppi
residenziali e rurali sparsi nel territorio agricolo Per quanto attiene allrsquoedificato di interesse storico
architettonico e testimoniale come giagrave illustrato si tratta di alcuni edifici religiosi o difensivi ed in
maggiore misura delle ville venete in questrsquoultimo caso in larga misura ubicate allrsquointerno degli abitati o
che sono state inglobate nel tessuto edificato delle relativamente recenti espansioni urbane (es Villa
Dolfin_Gradenigo Cagrave Moro) vedendo diminuire la loro riconoscibilitagrave e le relazioni con il contesto di
appartenenza In ultimo si segnala la presenza di alcuni fabbricati legati al periodo proto-industriale
sostanzialmente rappresentati da alcuni mulini
In conclusione tra gli elementi del paesaggio identificati che connotano qualificandolo un piugrave ampio
ambito territoriale-paesaggistico quelli in relazione diretta per vicinanza con lrsquoarea occupata
dallrsquoesistente allevamento avicolo dellrsquoAzienda Agricola Maggiolo sono riconducibili ai seguenti
- suolo pianeggiante e di origine alluvionale
- fosso Avenaletto facente parte della rete irrigua
- vegetazione arborea lungo il citato corso drsquoacqua in forma di fascia e lungo il margine dei
campi o laterale a strade poderali in forma di filare
- appezzamenti a seminativo e prati stabili con presenza di un piccolo vigneto allrsquointerno del
perimetro della stessa azienda
- tracce di persistenza della geometria dellrsquoagro centuriato di origine romana
153 Impatti sul paesaggio
Il progetto consiste nel solo aumento del numero di capi di polli allevati per ogni ciclo produttivo di
carne utilizzando appieno le strutture giagrave esistenti ed in esercizio non sono previste variazioni per
realizzazione di nuovi fabbricati od occupazione di nuove aree di servizio e quindi si escludono
modifiche dello stato di fatto e pertanto ricadute sui citati elementi strutturali e caratterizzanti il
paesaggio
Per quanto riguarda gli aspetti percettivi legati alla vista e riconoscibilitagrave dei citati singoli elementi
costitutivi del paesaggio o alla visione drsquoinsieme dello stesso premesso che non si prevede alcuna
modifica rispetto alla situazione attuale per aggiunta o modifica di fabbricati o strutture lrsquoubicazione
dellrsquoallevamento egrave tale che non si registrano interferenze di rilievo e alterazione della percezione degli
elementi che connotano tale porzione del paesaggio rurale Come giagrave illustrato al precedente punto
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inerente i beni culturali architettonici e archeologici la fascia arborea lungo il Fosso Avenaletto e i filari
lungo gli scoli ed a bordo campo in buona parte giagrave mascherano i fabbricati dellrsquoallevamento
chiudendo le visuali in direzione dello stesso e riferite ai principali assi viari e nuclei abitati22 In ogni
caso pur non essendo previste modifiche tali da richiedere interventi di mitigazione potrebbe essere
comunque presa in considerazione lrsquoopportunitagrave di migliorare la qualitagrave del paesaggio mettendo a
dimora specie arboree o arbustive in forma di filare lungo il perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento sul
lato ovest e previe necessarie verifiche sul lato sud
22
Si rimanda alla Tavola ldquoAnalisi della visibilitagraverdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
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16 ACQUE
161 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee
La qualitagrave delle acque sotterranee della provincia di Treviso viene monitorata dallrsquoARPAV da piugrave di 10
anni da una rete composta da 84 pozzi 7 sorgenti e 6 pozzi utilizzati solamente per misure di livello
Viene condotto sia il monitoraggio qualitativo delle acque intercettate che il monitoraggio quantitativo
con la misura del livello freatimetrico ovvero del livello della falda Il monitoraggio qualitativo ha
cadenza semestrale e interessa gli 84 pozzi e le 7 sorgenti Per gli 84 pozzi le campagne sono previste
in primavera e in autunno Il piano regionale di monitoraggio avrebbe previsto una frequenza di
campionamento semestrale per 63 punti semestrale per 15 e annuale per i rimanenti 6 Per le sorgenti
le campagne sono collegate alla loro particolare tipologia quelle prealpine sono campionate in gennaio
e in maggio ovvero in condizioni rispettivamente di magra invernale e di piena primaverile le sorgenti
pedemontane sono campionate in maggio e in agosto ovvero nel periodo di piena primaverile e di
magra tardo-estiva Il monitoraggio quantitativo interessa principalmente un sottoinsieme di 41 pozzi
della rete compresi i 6 pozzi utilizzati solamente a questo scopo e ha frequenza trimestrale Altri 10
pozzi sono semestralmente in coincidenza con le campagne di monitoraggio qualitativo
I risultati evidenziano una situazione non omogenea nel territorio provinciale La zona occidentale
presenta diverse criticitagrave concentrazioni di Nitrati elevate presenza diffusa di erbicidi e di solventi
organo-clorurati Secondo il rapporto annuale dellrsquoARPA Treviso (2013) ldquoTali criticitagrave hanno in parte
compromesso la qualitagrave delle acque delle falde poco profonde La situazione migliora spostandosi
verso est in virtugrave di carichi antropici minori e di un favorevole apporto idrico da parte del fiume Piave In
questa zona i superamenti molto meno frequenti sono principalmente dovuti alla presenza di solventi
organo-clorurati e in particolare di Tetracloroetilene e Tricloroetilenerdquo
A Castelfranco Veneto (stazioni 765) lo stato chimico delle acque sotterranee nel 2013 si presenta
scadente per ragioni legate alla presenza elevate concentrazioni di nitrati Il comune ricade infatti
pianura trevigiana considerata zona vulnerabile ai nitrati (si veda lo stralcio riportato di seguito - zone
vulnerabili ai nitrati di origine agricola in Provincia di Treviso (valori medi in mgl) larea di colore viola
corrisponde alla zona denominata dei 100 comuni dellalta pianura e che egrave stata recepita con delibera
del Consiglio Regionale n62 del 17 maggio 2006 larea di colore rosa corrisponde al bacino scolante
in laguna di Venezia che e stata decisa con delibera del Consiglio Regionale n 23 del 7 maggio 2003
Per quanto attiene allo stato quantitativo dallrsquoanalisi dei dati egrave possibile concludere come dal 2004 al
2013 egrave rilevabile una variabilitagrave livello della superficie piezometrica della falda freatica coerente con la
variabilitagrave stagionale e su archi temporali estesi su piugrave
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PAGINA 110 194 Settembre 2015
Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash Stato chimico e Misure del
livello freatico nel Comune di Castelfranco Veneto (PR - livello della superficie piezometrica dal piano di
riferimento (PR) falde freatiche il valore egrave negativo)
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Livello piezometrico - Castelfranco (pozzo 247)
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Livello piezometrico - Castelfranco (pozzo 765)
Livello statico - m slm Livello da punto di riferimento della falda freatica - m
Elaborazioni su dati ARPA Veneto (httpwwwarpavenetoitdati-ambientaliopen-dataidrosferaacque-
sotterraneeacque-sotterranee-livello-piezometrico-delle-falde)
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PAGINA 112 194 Settembre 2015
Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash Nitrati nei pozzi monitorati
in provincia di Trevico nel 2013 (valori medi in mgl)
Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash zone vulnerabili ai nitrati di
origine agricola in Provincia di Treviso (valori medi in mgl)
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COD 15V055 PAGINA 113 194
162 Consumi di acqua
La societagrave Alto Trevigiano Servizi srl gestiste allrsquointerno del Autoritagrave drsquoAmbito di Territorio Ottimale
(AATO) Veneto Orientale il servizio idrico integrato di 53 comuni tra cui il comune di Castelfranco
Veneto (httpwwwaltotrevigianoserviziitarea-clientiacqua-potabile) La societagrave deve quindi garantire
il servizio in efficienza efficacia ed economicitagrave partendo dallrsquoadduzione e captazione delle fonti la
distribuzione dellrsquoacqua potabile nel territorio le linee di fognatura e gli impianti di depurazione fino allo
scarico delle stesse Non risultano disponibili dati aggiornati di consumo idrico per comune
Il Piano dAmbito dellAATO Veneto Orientale approvato con deliberazione di Assemblea dAmbito n
32004 e successivamente aggiornato con deliberazione di Assemblea dAmbito n 62004 riporta al
capitolo 6 ldquoAnalisi dellrsquoutilizzo e della domanda di risorsa idricardquo dati di consumo riferiti al 1991 da fonte
ISTAT
Secondo quanto riportato nel sito dellrsquoARPA Veneto i volumi drsquoacqua prelevati complessivamente in
Regione Veneto al 2008 risultano pari a 746498000 m3 di cui 129769000 m
3 riferiti allrsquoATO Veneto
orientale Sempre secondo quanto riportato nello stesso sito lrsquoacqua potabile erogata nel comune di
Castelfranco Veneto al 2008 risultava pari a 2496686 m3
(httpwwwarpavenetoitarpavinformaindicatori-ambientaliindicatori_ambientaliambiente-urbanofile-
e-allegati2013Consumi acqua potabile 2011csv)
Non sono disponibili dati di emungimento da pozzi privati
163 Impatti sulle acque
Il potenziale impatto sulle risorse idriche sotterranee egrave legato allrsquoattivitagrave di spandimento della pollina
ovvero da una non corretta distribuzione dello stesso sul terreno Considerato che lrsquoazienda agricola
Maggiolo cede interamente la pollina (misto lettiera a terzi) come sottoprodotto da riutilizzare e non da
spandere questa voce di potenziale impatto viene meno sia con riferimento alla situazione attuale che
allo scenario di progetto Lrsquoazienda non contribuisce quindi allrsquoinquinamento delle acque sotterranee
per nitrati
Il potenziale impatto sulle acque egrave legato anche al consumo della risorsa idrica Complessivamente il
consumo di acqua si attesta considerando anche il consumo per la pulizia in circa 2927 m3
attualmente e circa 7280 m3 in futuro che rappresentano rispettivamente il circa 01 ed circa 03 dei
consumi totali del comune di Castelfranco Veneto Si tenga in ogni caso conto che lrsquounica fonte di
approvvigionamento dellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave legata al pozzo presente nella stessa azienda e
che quindi i consumi dellrsquoazienda non gravano in ogni caso sui prelievi di acqua potabile
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PAGINA 114 194 Settembre 2015
17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE
171 Premessa
La presente valutazione egrave stata effettuata dal Dott Armando Buffoni
Di seguito vengono esposte le procedure e i risultati inerenti la valutazione dellrsquoemissione e dispersione
in atmosfera di inquinanti atmosferici e composti odorigeni derivanti dalle strutture di produzione
animale allevamento avicolo Azienda agricola Maggiolo ubicato in comune di Castelfranco Veneto
(TV) localitagrave Case Bella Venezia
Le emissioni del settore zootecnico possono essere raggruppate in 4 grandi categorie in relazione ai
loro effetti sulla salute e sullrsquoambiente
gas ad effetto serra biossido di carbonio (CO2) metano (CH4) e protossido di azoto (N2O) La
zootecnia contribuisce con una quota modesta alle emissioni di CO2 mentre rappresenta una
fonte molto significativa di metano (CH4) e in minor misura di protossido di azoto (N2O)
ammoniaca (NH3) questo composto contribuisce allrsquoacidificazione delle precipitazioni e di
conseguenza dei suoli e delle acque noncheacute ai fenomeni di eutrofizzazione La zootecnia egrave la
principale fonte di emissione di questo composto Le azioni proposte per ridurre le emissioni di
ammoniaca riguardano sia la gestione ordinaria degli allevamenti zootecnici e degli spandimenti
che le caratteristiche delle strutture dedicate a queste attivitagrave produttive
particolato fine le particelle di diametro inferiore ai 25 e 10 μm (PM25 e PM10) hanno effetti
negativi sulla salute umana e ne sono normati i limiti delle concentrazioni nellrsquoaria ambiente La
zootecnia della Pianura Padana partecipa con il 10-15 alle emissioni di questo inquinante Le
particelle che lo compongono sono potenziali vettori di composti odorigeni
composti odorigeni insieme eterogeneo di sostanze (oltre 200) tra cui lrsquoidrogeno solforato e i
mercaptani che sono percepite dallrsquoolfatto umano anche a concentrazioni molto modeste Sono
fonti di fastidio fino al disturbo intenso in relazione alla loro concentrazione alla durata e
frequenza degli eventi percepiti Lrsquoinfluenza sulla salute umana egrave principalmente legata alla
sfera emotiva
Lrsquoentitagrave delle emissioni dipende dalla specie animale dalle modalitagrave di allevamento dalle strutture
dedicate Lrsquoimpatto delle emissioni di composti inquinanti ma anche di odorigeni da parte del settore
zootecnico puograve essere diverso in relazione alle caratteristiche del territorio e dipende essenzialmente
dalle condizioni meteoclimatiche dallrsquouso del territorio dalla presenza di vegetazione ecc)
La modellistica della dispersione di composti inquinanti in atmosfera ha incontrato negli ultimi ventrsquoanni
un crescente interesse sia per le potenzialitagrave di previsione dellrsquoimpatto di nuove strutture produttive sia
per la capacitagrave di descrivere nel caso di impianti in attivitagrave le ricadute degli inquinanti sul territorio e
analizzare quindi gli eventuali effetti sulle popolazioni residenti e sullrsquoambiente (Ritter e Chitikela
2007)
Lrsquoutilizzo di modelli di dispersione ha interessato recentemente anche il settore zootecnico e numerosi
sono gli studi che hanno approfondito le caratteristiche emissive di unrsquoattivitagrave cosigrave articolata e
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 115 194
complessa Le emissioni di ammoniaca idrogeno solforato particolato sono al centro di indagini per
definire le piugrave indicate metodologie di analisi Recentemente date le peculiaritagrave del settore zootecnico
egrave stato sviluppato un modello che tratta in modo specifico le strutture dellrsquoallevamento animale (Yu Zet
al 2011ab)
Attualmente il rilascio di inquinati atmosferici da parte degli impianti zootecnici non egrave soggetto a vincoli
o limiti specifici anche se negli studi relativi allrsquoimpatto ambientale di attivitagrave zootecniche non egrave
possibile prescindere da una valutazione che consideri tutto lrsquoimpianto e il suo processo di produzione
ma soprattutto il territorio e il contesto ambientale nel quale esso si inserisce
Per quanto riguarda le emissioni e la dispersione dei composti odorigeni non vi sono norme di carattere
nazionali o riferimenti a livello europeo Vi sono perograve da alcuni anni provvedimenti di carattere regionale
che costituiscono oggi un primo riferimento per una valutazione oggettiva del disturbo olfattivo e per
lrsquoanalisi preventiva dellrsquoimpatto di attivitagrave produttive che presenti rilascio di odorigeni Le ldquoLinee Guida
per la caratterizzazione e lrsquoautorizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attivitagrave ad impatto
odorigenordquo approvate con Determinazione della Giunta Regionale della Lombardia n IX3018 (DGR
del 15 febbraio 2012) rappresentano un importante strumento di valutazione per queste problematiche
e hanno trovato una crescente applicazione nel settore zootecnico Le indicazioni in esse contenute
sono oggi seguite anche da altre regioni con unrsquoimportante tradizione zootecnica Esse sono coerenti
con la tendenza in atto giagrave da tempo in numerosi Pesi europei di utilizzare procedure specifiche per
limitare lrsquoinquinamento da odori e consentire un regolare sviluppo delle attivitagrave zootecniche senza che
esse costituiscano motivo di contrasto o tensione con i residenti vicini o con destinazione drsquouso del
territorio di natura diversa
La presente analisi e valutazione egrave stata redatta coerentemente con queste Linee Guida e riporta i
risultati dellrsquoapplicazione di un modello di dispersione atmosferica per valutare la distribuzione a livello
del suolo delle concentrazioni dei composti odorigeni emessi dalle strutture aziendali Lo stesso
modello di dispersione egrave stato impiegato per determinare le ricadute attese per PM10 ammoniaca e
idrogeno solforato
La presente analisi intende fornire un quadro di dettaglio delle emissioni degli inquinanti atmosferici e
composti odorigeni da parte dellrsquoimpianto di produzione animale dellrsquoAzienda Agricola sia per quanto
attiene le strutture e il processo di produzione di polli da carne attualmente adottato sia per lrsquoipotesi di
un piugrave intenso e razionale utilizzo dellrsquoimpianto Maggiolo (come descritto nel quadro di riferimento
progettuale la quale si rimanda) Lrsquoanalisi si egrave sviluppata con le seguenti fasi
analisi del ciclo di produzione ed individuazione dei fattori che influenzano il rilascio di inquinanti
atmosferici e composti odorigeni
stima quantitativa delle emissioni di ammoniaca metano PM10 idrogeno solforato e composti
odorigeni da parte dellrsquoAzienda
definizione del quadro emissivo generale
raccolta ed elaborazione preliminare dei dati meteorologici e di uso del suolo relativi alla zona
di interesse
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 116 194 Settembre 2015
elaborazione mediante il modello di dispersione dei composti emessi e determinazione delle
ricadute
calcolo degli indicatori sintetici ed elaborazione delle mappe drsquoimpatto
172 Breve richiamo delle caratteristiche dellrsquoAzienda e dellrsquoattivitagrave di allevamento
LrsquoAzienda Maggiolo egrave inserita in un ampio contesto agricolo dove sono perograve rappresentate numerose
attivitagrave produttive di piccole dimensioni di natura diversa e con una densitagrave abitativa non del tutto
trascurabile Si tratta di un paesaggio insediativo ampiamente diffuso in questa porzione della Pianura
Padana Lrsquoagricoltura fortemente presente egrave contraddistinta dallrsquointensa e regolare parcellizzazione
del territorio e dalla scarsa presenza di vegetazione arborea
Lrsquoazienda egrave situata a 25 km dal centro abitato di Castelfranco Veneto in direzione nord Sono presenti
a minor distanza dallrsquoAzienda diverse frazioni evidenziate nella Carta dellrsquouso del suolo noncheacute
residenze isolate23 LrsquoAzienda ha attualmente a disposizione per lrsquoallevamento 5 ampi capannoni che
costituiscono le sole strutture dedicate alla produzione
Lrsquoattivitagrave di produzione del pollo da carne consiste essenzialmente nel provvedere alle necessitagrave di
pulcini di pollo di razze selezionate nel corso del loro processo di crescita e sviluppo sino a ottenere
degli animali pronti per il consumo (broilers) le cui dimensioni variano in funzione dei tempi di
allevamento Tipicamente si distinguono tre categorie di animale adulto il pollo leggero di peso pari a
circa 18 kg il pollo medio di 27 kg e il pollo pesante che raggiunge e supera i 36 kg
I pulcini in arrivo dagli incubatoi vengono introdotti in numero di 39500 capi nei capannoni dove
avviene lrsquoallevamento e nei quali egrave stata preparata la lettiera Il ciclo che si intende esaminare per
quanto attiene lrsquoemissione di inquinanti atmosferici e composti odorigeni egrave quindi esclusivamente dato
dalla fase di ingrasso I pulcini del peso di 10 g circa sono consegnati allrsquoAzienda e allevati fino al
raggiungimento del peso programmato per il pollo da carne pesante Poicheacute lrsquoaccrescimento egrave rapido e
lrsquoesigenza di spazio per ogni capo aumenta velocemente dallrsquoinizio del ciclo di produzione si attuano
due ldquosfoltimentirdquo inviando al macello una quota degli animali che avranno quindi raggiunto il peso
commerciale corrispondente al pollo leggero prima e al ldquopollo mediordquo in seguito mentre i restanti capi
raggiungeranno la fine del ciclo e il peso commerciale del pollo pesante
Annualmente considerando che la gestione dellrsquoingrasso prevede un unico gruppo omogeneo di capi e
un periodo di vuoto sanitario di 21 giorni si hanno poco meno di 5 cicli di produzione allrsquoanno
LrsquoAzienda Agricola opera in soccida dal soccidante essa riceve i capi il mangime lrsquoassistenza
veterinaria e i farmaci eventualmente necessari e a questo poi consegna i capi allevati a fine ciclo
Nello scenario di progetto si considera qui lrsquoipotesi di poter avere allrsquoavvio del ciclo poco piugrave di 110000
pulcini e portare a fine ciclo il 60 dei capi attuando due sfoltimenti
Le strutture dellrsquoimpianto di produzione sono date esclusivamente da cinque capannoni di tipo a tunnel
posti paralleli con la dimensione maggiore in senso est-ovest I capannoni sono aperti sui lati minori
mediante porte Sui lati maggiori sono presenti per tutta la lunghezza aperture regolabili
23
Si rimanda alle Tavole di Inquadramento e dellrsquoUso del Suolo inserite in lrsquoAllegato Cartografico
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COD 15V055 PAGINA 117 194
automaticamente in base alle condizioni di temperatura esterna La superficie complessiva utile
allrsquointerno dei capannoni egrave di 5499 m2
Sulle pareti poste a ovest di ognuno dei capannoni sono installati 8 estrattori drsquoaria (6 presso il
capannone 1) azionati da motori elettrici prodotti dalla ditta Munters sono presenti due modelli con
portata di ogni singolo estrattore compresa tra circa 13000 e 30000 m3h Tutti gli estrattori sono
quindi collocati a breve distanza lrsquouno dallrsquoaltro e determinano quando in azione un richiamo di aria
dalle finestre laterali che viene poi indirizzato verso lrsquoestremitagrave di ogni capannone I motori che
regolano gli estrattori sono azionati secondo programmi prestabiliti in modo tale da poter garantire la
temperatura ottimale per la crescita degli animali Allrsquoinizio del ciclo quando le esigenze termiche sono
maggiori la ventilazione avviene ad intervalli di breve durata con il solo obiettivo di provvedere al
ricambio dellrsquoaria
Con il crescere del peso dei capi lrsquoazione degli estrattori si fa piugrave consistente (aumenta il numero di
estrattori in azione) e prolungata Allrsquoaccasamento quando questo si sviluppa nel corso della stagione
fredda i pulcini sono mantenuti alla temperatura di 30-35 degC condizione che viene realizzata con
apposite lampade a gas Con lo sviluppo dei capi la temperatura ambiente viene ridotta
progressivamente dopo i primi 3 - 4 giorni la temperatura si riduce di 1 degC ogni 2 giorni per arrivare
dopo le 3 settimane a valori di circa 18 - 20degC Quando la temperatura dellrsquoaria esterna egrave superiore a
quella interna desiderata sono azionati sistemi di nebulizzazione che consentono di abbattere parte del
calore
Lrsquoimpianto per la distribuzione dellrsquoacqua di abbeveraggio egrave composto da condutture di distribuzione
idrica interne Gli abbeveratoi sono dotati di dispositivi che consentono allrsquoanimale di comandare
lrsquoerogazione dellrsquoacqua Il controllo dellrsquoacqua egrave importante per evitare che perdite e ristagni facciano
aumentare la decomposizione della lettiera mista alle deiezioni stimolando i processi di fermentazione
con rilascio di ammoniaca e odori molesti La lettiera viene allontana al termine di ogni ciclo mediante
pala meccanica Deiezioni e lettiera vengono immediatamente allontanati dalla superficie aziendale e
inviati a processi di valorizzazione energetica
173 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo
Il territorio su cui insiste lrsquoazienda agricola ha un carattere prevalentemente agricolo pur in presenza di
un crescente tessuto di attivitagrave artigianali e commerciali24
Ai fini della simulazione della dispersione di composti aeriformi si considera la superficie a prevalente
uso agricolo
In relazione alla dimensione dellrsquoimpianto zootecnico alla omogeneitagrave del territorio e al quadro
meteorologico si egrave considerato per le successive elaborazioni modellistiche un territorio piuttosto ampio
pari a 9 km2 e definito quindi da un poligono quadrato di 3 x 3 km Il baricentro del dominio di calcolo egrave
posto al centro del poligono che circoscrive i ricoveri Il poligono che definisce il dominio di calcolo egrave
individuato dalle coordinate (UTM 32 T)
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Si rimanda alle Tavole di Inquadramento e dellrsquoUso del Suolo inserite in lrsquoAllegato Cartografico
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PAGINA 118 194 Settembre 2015
Coordinate dei vertici del dominio di calcolo
Posizione Lon Lat
centro del dominio di calcolo 7264740 50640980
vertice SW 7249740 50625980
vertice SE 7279740 50625980
vertice NE 7279740 50655980
vertice NW 7249740 50655980
Il vertice SW definisce con la dimensione del lato il dominio di calcolo in modo univoco La mappa
sotto riportata indica graficamente il dominio di calcolo sullrsquoortofoto ed evidenzia il territorio dei diversi
comuni piugrave prossimi allrsquoimpianto zootecnico Con riferimento alle emissioni di composti odorigeni sono
stati individuati i ricettori considerati rappresentativi presso i quali saranno verificate puntualmente le
concentrazioni relative al 98deg percentile dellrsquoinsieme dei dati calcolati Sugli stessi ricettori sono stimate
anche le concentrazioni degli inquinanti considerati (ammoniaca idrogeno solforato e particolato fine)
I ricettori individuati allrsquointerno del dominio di calcolo sono dati da edifici residenziali non classificabili
come abitazioni dei conduttori di altri impianti zootecnici Allrsquointerno della superficie definita dal dominio
non ricadono strutture di uso pubblico come scuole ospedali case di riposo che possano essere
definite senzrsquoaltro ricettori sensibili Inoltre al fine di una piugrave immediata valutazione delle ricadute si
sono individuati ricettori discreti posti a distanza prefissata (500 m) dalle sorgenti di emissione
Per omogeneitagrave il programma di calcolo egrave stato impostato per definire presso questi punti non solo il
livello delle concentrazioni di odorigeni ma anche le concentrazioni di PM10 ammoniaca e idrogeno
solforato elaborate secondo gli indici prefissati
Coordinate delle abitazioni
Posizione Uso Lon Lat
Nord Residenziale isolato 72654396 m E 506448730 m N
Sud Residenziale isolato 72618700 m E 506376150 m N
Est Residenziale isolato 72682166 m E 506424135 m N
Coordinate dei ricettori discreti
Posizione Uso Lon Lat
Nord Produzartig 7264740 m E 50645980 m N
Ovest Residenziale 7259740 m E 50640980 m N
Sud Agricolo 7264740 m E 50635980 m N
Est Agricolo 7269740 m E 50640980 m N
Studio di Impatto Ambientale
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Dominio di calcolo (3x3 km) con lrsquoindicazione della posizione dei ricettori considerati (in rosso i ricettori residenziali in giallo i ricettori discreti a 500m)
174 Emissione aziendali
1741 Fattori di emissione
Con fattore di emissione si indica il tasso di rilascio di uno o piugrave composti chimici riferito alle unitagrave di
tempo e spazio I fattori di emissione impiegati nellrsquoambito dello studio delle emissioni zootecniche
sono per praticitagrave riferiti al singolo capo animale
Per la presente indagine i fattori di emissione adottati per la quantificazione delle emissioni e il calcolo
della dispersione sono stati indicati da uffici provinciali veneti per il settore agricoltura e utilizzati per
analoghe valutazioni (ing Tassari com pers)
I fattori di emissione per metano e ammoniaca derivano da uno studio condotta dalla Regione
Piemonte (Cesano M 2013) Informazioni piugrave dettagliate riguardo i tassi emissivi di NH3 per il settore
avicolo sono riportati in Eurich-Menden et al (2010) Il dato per lrsquoidrogeno solforato egrave stato individuato a
seguito di una specifica indagine bibliografica
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 120 194 Settembre 2015
La tabella che segue riporta per i diversi composti il valore dei fattori di emissione applicati nella
presente indagine
Fattori di emissione impiegati per la stima delle emissioni
Composto Unitagrave di misura Sorgente
Metano gcapogiorno 000164
Ammoniaca gcapogiorno 022
PM10 gcapogiorno 003
Idrogeno solforato gcapogiorno 00015
Odore UOcapos 003
1742 Quadro emissivo aziendale
Si considerano in questa applicazione i capannoni quali sorgenti puntuali in quanto le emissioni
avvengono in modo esclusivo attraverso lrsquoazione degli estrattori drsquoaria posti presso lrsquoestremitagrave
occidentale di ogni ricovero Il rilascio dei composti di interesse egrave dunque concentrato su una superficie
estremamente esigua corrispondente agli estrattori dei diversi capannoni Le coordinate (UTM 32 T)
delle sorgenti sono riportate nella riportate nella tabella che segue
Coordinate dei punti emissivi
Punto di emissione Lat Lon
Capannone 1 506412320 m N 72642919 m E
Capannone 2 506410317 m N 72641426 m E
Capannone 3 506408284 m N 72641450 m E
Capannone 4 506406430 m N 72641896 m E
Capannone 5 506404704 m N 72642540 m E
Lrsquoattivitagrave di allevamento di polli da carne prevede attualmente un accasamento di 39500 capi con un
tipico ciclo misto (produzione di polli di peso differenziato) di una durata complessiva di circa 60 giorni
con due momenti di sfoltimento Il primo fissato a 3437 giorni al raggiungimento del peso medio di 18
kg e un secondo dopo 4547 giorni dallrsquoinizio del ciclo quando i capi rimanenti raggiungono un peso di
27 kg circa I rimanenti capi raggiungeranno il peso di circa 36 kg al termine dei 60 giorni
programmati Tra due cicli di allevamento viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle
normative vigenti della durata di 21 giorni Lrsquoazienda sviluppa dunque poco meno di 5 cicli completi ogni
anno Con lrsquoinizio del vuoto sanitario viene asportata la lettiera a cui seguono le operazioni di pulizia e
disinfezione dei ricoveri e delle attrezzature
Sulla base della disponibilitagrave di superficie utile allrsquoallevamento avicolo lrsquoAzienda Agricola Maggiolo
intende ampliare la propria capacitagrave di produzione fino ad una massimo pari a 110000 capi per ciclo
Si tratta un intervento volto ad un piugrave razionale utilizzo degli spazi senza alcun ampliamento delle
strutture esistenti Lrsquoipotesi di intervento di incremento della produzione prevede un aumento del
numero di capi accasati pari a 110 000 individui di peso variabile tra 18 e 36 kgcapo ricorrendo allo
stesso schema di allevamento giagrave attuato Si tratta dunque di cicli di allevamento di tipo misto di durata
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complessiva pari a circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento (a 3437 giorni circa
quando i capi raggiungono un peso medio di 18 kg e a 4547 giorni quando i capi rimanenti
raggiungono un peso di 27 kg circa)
0
20000
40000
60000
80000
100000
120000
1 31 61 91 121 151 181 211 241 271 301 331 361
Cap
i n
Giorni
Stato attuale
Incremento prod
Andamento del numero di capi allevati nel corso dellrsquoanno Situazione attuale e ipotesi di incremento produttivo
Le emissioni in atmosfera raggiungono le 2 t di ammoniaca nelle condizioni attuali mentre egrave atteso nel
caso di incremento della produzione un aumento fino a 5 ta di ammoniaca Lrsquoandamento delle
emissioni rispecchia quello dellrsquoammontare dei capi accasati Entrano in gioco tuttavia anche altri fattori
come la temperatura dellrsquoaria che incide sullrsquoutilizzo degli estrattori drsquoaria e quindi sui rilasci in
atmosfera
Emissioni aziendali complessive allo stato attuale e nellrsquoipotesi incremento della produzione (1)
stima sulla base di 285 gg di attivitagrave produttiva
Composto Unitagrave di misura Emissioni totali annue (1) Emissioni totali annue (
1)
Stato attuale Ipotesi di incremento
Metano tanno 0015 0039
Ammoniaca tanno 2006 5214
PM10 tanno 0274 0711
Idrogeno solforato tanno 0014 0036
Odore UOs (media) 9763 24948
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Lrsquoandamento delle emissioni rispecchia quello dellrsquoammontare dei capi accasati I grafici che seguono
riportano lrsquoandamento delle emissioni dei diversi composti considerati nel corso di un anno di attivitagrave
allo stato attuale Nel caso lrsquoAzienda addotti lrsquoincremento della produzione ipotizzato si avragrave un
aumento proporzionale delle emissioni
0
2
4
6
8
10
1 61 121 181 241 301 361
kg
Giorni
NH3 (Kg)
PM10 (Kg)
Andamento attuale delle emissioni nel corso dellrsquoanno
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0
20
40
60
80
100
1 61 121 181 241 301 361
g
Giorni
H2S (g)
CH4 (g)
Andamento attuale delle emissioni nel corso dellrsquoanno
1743 Sorgenti fugitive
Sono sorgenti fugitive i punti di rilascio di inquinanti o composti odorigeni di natura incontrollata e
involontaria di piccole dimensioni e di carattere occasionale Lrsquoimpianto di produzione animale in
esame ha una struttura assai semplice e le caratteristiche noncheacute lrsquoetagrave dei ricoveri risultano tali da
poter garantire un buon controllo degli scambi drsquoaria con lrsquoesterno
Il rilascio di odorigeni e inquinanti puograve verificarsi in occasione della pulizia dei ricoveri Tuttavia dal
sopralluogo condotto in Azienda si egrave evidenziata unrsquoattenta movimentazione dei materiali e condizioni
ottimali di pulizia dei piazzali e delle aree adiacenti i ricoveri e i silos Ciograve fa ritenere che queste
emissioni possano essere considerate trascurabili
1744 Ventilazione
I capannoni sono dotati di estrattori dellrsquoaria interna al fine di garantire le migliori condizioni di
benessere ai capi allevati sia in termini di qualitagrave dellrsquoaria che di temperatura Con lrsquoestrazione dellrsquoaria
interna si ha un flusso forzato concentrato presso gli estrattori La ventilazione deve essere sufficiente
per evitare temperature troppo elevate e lrsquoumiditagrave eccessiva Essa deve essere in grado di allontanare
le polveri e la CO2 e garantire unrsquoadeguata ossigenazione
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Caratteristiche del sistema di estrazione dellrsquoaria dai capannoni
Ventilatori Ndeg superfici estrattori (m2) Portata totale ventilatori (m
3h)
4+2 76 146000
8 10150 240000
8 10150 240000
8 10150 240000
8 10150 240000
I fabbisogni di aria sono piugrave elevati in estate (3-6 m3orakg di peso vivo) quando cegrave la necessitagrave di
smaltire calore in inverno sono sufficienti 1-3 m3h per kg di peso vivo (1 m
3h per kg pv egrave la soglia
convenzionale minima da garantire anche nel periodo invernale)
Sulla base delle portate stimate nel corso del ciclo di produzione si egrave determinata la
portata di odore (OER - Odour Emission Rate) data dal prodotto tra la portata e la concentrazione
espressa in ouEs
OER [ouEs] = Cod [ouEm3] x Qsorg [m
3s]
La portata volumetrica dellrsquoaria egrave stata stimata sulla base delle temperature locali e il conseguente
utilizzo degli estrattori In via prudenziale si egrave ammesso che lrsquoestrazione dellrsquoaria sia pari
indicativamente a 10 m3hcapo nella la stagione calda 2 m
3hcapo nella stagione fredda e tra i 3 e
75 m3hcapo nei mesi intermedi
175 Quadro meteoclimatico
Il Comune di Castelfranco Veneto egrave situato nella parte occidentale del territorio della Provincia di
Treviso in un ambito di transizione tra lrsquoarea di alta pianura in destra Piave e quella di bassa pianura
delimitata dalla linea delle risorgive Il territorio provinciale presenta le tipiche caratteristiche dellrsquoarea di
transizione tra i rilievi alpini ed il mare Le caratteristiche climatiche sono suddivisibili in due ambiti
principali quello settentrionale collinare-pedemontano e quello centro-meridionale costituito dallrsquoalta e
bassa pianura Il territorio del comune di Castelfranco Veneto egrave posto a cavallo tra queste ultime unitagrave
geografiche Si considerano di seguito i dati climatici relativi al territorio di interesse e i dati rilevati a
Castelfranco Veneto nel 2013 e utilizzati nello studio di dispersione
1751 Precipitazioni
Il regime pluviometrico rientra nel tipo equinoziale con due picchi di precipitazione primaverile e
autunnale pressocheacute simili in particolare risultano piugrave piovosi i mesi di aprile e ottobre mentre quelli
meno piovosi sono i mesi invernali di dicembre gennaio e febbraio La precipitazione media si attesta
attorno ai 1000 mm allrsquoanno Lrsquoarea ricade in un territorio con caratteristiche pluviometriche
complessivamente abbastanza favorevoli con precipitazioni nel periodo critico estivo di luglio e agosto
superiori ai 90 mm La stagione maggiormente piovosa egrave quella autunnale ma nel complesso le piogge
sono distribuite con una buona omogeneitagrave
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Precipitazioni medie mensili (medie climatiche) e loro andamento nel corso del 2013
1752 Temperatura
La temperatura media annua egrave risultata compresa tra 135 e 15degC Il mese piugrave egrave risultato luglio (media
233degC) quello piugrave freddo gennaio (media 32degC) I grafici che seguono riportano lrsquoandamento delle
temperature nel corso dellrsquoanno
Le temperature massime assolute hanno raggiunto e superato nellrsquoultimo decennio i 37degC le minime
assolute risalgono invece ad anni piugrave lontani tra cui il 1985 caratterizzato da valori fino a -14degC
Legate alle temperature invernali vi egrave il fenomeno dellrsquoinversione termica che determina in talune
condizioni il ristagno dellrsquoaria nei bassi strati dellrsquoatmosfera e scarsa possibilitagrave di dispersione delle
emissioni I giorni di nebbia legati in parte a questo fenomeno possono essere anche piuttosto
numerosi fino al 30 dei giorni nel periodo invernale
0
20
40
60
80
100
120
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
mm
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Andamento delle temperature nel corso dellrsquoanno 2013
1753 Umiditagrave relativa
Lrsquoumiditagrave relativa egrave in genere elevata in tutte le stagioni dellrsquoanno Soprattutto in estate essa risulta
particolarmente marcata Il grafico che segue riporta i dati rilevati negli anni piugrave recenti risulta evidente
come in tutti i mesi dellrsquoanno i valori si mantengano su valori elevati e vi sia scarsa escursione tra le
diverse stagioni
-5
0
5
10
15
20
25
30
35
40
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
deg
C
Massime Minime Medie
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Valori di umiditagrave relativa nel corso dellrsquoanno
1754 Anemolologia
Il regime dei venti rilevato presso la stazione meteorologica di Castelnuovo Veneto egrave caratterizzato da
una prevalenza delle provenienze dal quadrante nord-orientale La velocitagrave del vento egrave sempre
piuttosto contenuta con valori compresi tra 05 e 2 ms che coprono quasi la metagrave delle ore di vento La
figura riporta la rosa dei venti su base annua Le calme di vento raggiungo quasi il 20 delle ore
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
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Rosa dei venti e distribuzione delle classi di velocitagrave del vento
Le ore di vento teso sono limitate a pochi isolati episodi la provenienza egrave NE Nel corso dellrsquoanno la
distribuzione delle provenienze del vento e la direzione prevalente riflette nei diversi trimestri il quadro
evidenziato su base annua Le occasioni con vento piugrave teso sono concentrate nei primi due trimestri
Nel periodo piugrave caldo la ventilazione si mantiene piugrave evidente e la percentuale di ore di calma
raggiunge il minimo In autunno al contrario aumentano le calme di vento (quasi il 30 del totale) e la
provenienza del vento egrave esclusivamente settentrionale
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Rose dei venti riferite ai diversi trimetri dellrsquoanno Stazione di Castelfranco V anno 2013
1deg trimestre
2deg trimestre
3deg trimestre
4deg trimestre
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1755 Classi di stabilitagrave atmosferica
Il modello di dispersione impiegato richieda la preventiva determinazione delle classi di stabilitagrave
atmosferica di Paquill (1961) Queste sono state determinate utilizzando i dati relativi alla radiazione
solare alla velocitagrave del vento e alla copertura nuvolosa questrsquoultima desunta dalle rilevazione condotte
presso lrsquoaeroporto di Treviso (Dati Metar)
Le classi di stabilitagrave atmosferica individuate fanno riferimento allo schema riportato nelle tabelle che
seguono Lrsquoelaborazione dei dati relativi al 2013 ha evidenziato come le condizioni piugrave frequenti siano
quelle prossime alla neutralitagrave con oltre il 50 delle ore dellrsquoanno
Classi di stabilitagrave atmosferica
Ore del giorno ndash Radiazione solare
Wm2
Ore della notte - Copertura
nuvolosa
Velocitagrave del
vento gt=925 924 - 675 675 - 175 lt 175 gt 48 lt= 48
lt 2 ms A A B D E F
2-3 ms A B C D E F
3-5 ms B B C D D E
5-6 ms C C D D D D
gt 6 ms C D D D D D
Classi di stabilitagrave atmosferica per lrsquoarea di Castelfranco Veneto
Classe Descrizione Numero di oreanno
A Condizioni estremamente instabili 461 53
B Condizioni moderatamente instabili 1550 177
C Condizioni leggermente instabili 358 41
D Condizioni di neutralitagrave 2455 280
E Condizioni quasi stabili 2437 278
F Condizioni moderatamente stabili 1499 171
Totale 8760 100
171 Qualitagrave dellrsquoaria
La qualitagrave dellrsquoaria egrave monitorata da alcune stazioni di misura gestite da ARPA Veneto di cui quella piugrave
vicina allrsquoarea in esame risulta essere quella di Bassano del Grappa distante non piugrave di 15 -20 km e
classificata come fondo urbano Si tratta dunque di un sito di misura con posizione e caratteristiche che
la rendono un ragionevole riferimento circa la qualitagrave dellrsquoaria nella zona in esame
Lrsquounico inquinante di interesse rilevato con regolaritagrave egrave il PM10 I dati disponibili per il 2008 e 2009
registrano un valore di concentrazione media annua di 27-29 microgm3 contenuto rispetto ai valori del
capoluogo e in linea con i limiti normativi ma anche 40-42 superamenti della soglia di 50 microgm3
Decisamente piugrave elevati sono i dati delle centraline urbane della zona che presentano un numero di
superamenti che ha toccato la soglia 50 microgm3 in oltre il doppio degli eventi
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Dal quadro che ARPAV fornisce con i suoi periodici rapporti e dai dati qui riportati si puograve affermare
che lrsquoinquinamento da PM10 rappresenti nella provincia una problematica rilevante ma che sembra
interessare soprattutto le aree piugrave urbanizzate mentre i dati della stazione di Bassano si collocano sui
valori piugrave contenuti
Per quanto riguarda le concentrazioni di NH3 non si dispone di dati di confronto ma si segnala che in
talune zone caratterizzate da particolari attivitagrave produttive ARPAV provvede ad attivitagrave di
monitoraggio La zona in esame tuttavia non ricade tra quelle ritenute piugrave esposte ad elevate
emissioni di NH3
172 Modello di dispersione
1721 Scelta della tipologia di modello e del codice software
Per la valutazione previsionale della diffusione delle emissioni in atmosfera si egrave adottato il software
Windimula v20 elaborato da ENEA Il software richiede lrsquoinserimento di dati di base per effettuare le
simulazioni quali lrsquoestensione del dominio territoriale di analisi la scansione temporale dei dati meteo e
le emissioni unitarie Per la stima delle concentrazioni in atmosfera e delle ricadute al suolo egrave stata
eseguita una modellizzazione utilizzando il modello WinDimula Questo modello egrave inserito nellrsquoelenco
da APAT (Agenzia Italiana per la protezione dellrsquoambiente e per i servizi tecnici) dei software per la
valutazione e gestione della qualitagrave dellrsquoaria (httpwwwsmrarpaemritctn )
1722 Estensione del dominio territoriale di analisi
Lrsquoelaborazione della simulazione effettuata con il software Windimula egrave stata eseguita con
lrsquoimpostazione del dominio orografico attraverso un reticolo di 101 101 punti con un passo di 30 m
per uno sviluppo di 3 km 3 km dal centro della sorgente Nel modello si egrave considerata tra le altre
variabili di input anche lrsquoinfluenza dellrsquoorografia del territorio
1723 Scansione temporale
In questo caso si egrave adottato il modulo di simulazione del programma Windimula chiamato ldquoshort termrdquo
che permette di calcolare la distribuzione spaziale sul territorio delle concentrazioni al suolo degli
inquinanti considerati riferiti sul breve periodo Lrsquoinput meteo egrave rappresentato in questo caso da un
valore istantaneo di intensitagrave e direzione del vento Le caratteristiche del modulo sono stazionarietagrave nel
tempo delle condizioni meteo e continuitagrave dellrsquoemissione in esame Pertanto lrsquoutilizzo di questo modello
nei casi piugrave impattanti (ad es assenza vento continuitagrave dellrsquoemissione alla massima portata ipotizzata
nelle diverse situazioni di operativitagrave) egrave decisamente piugrave cautelativo rispetto al ldquomodello climatologicordquo
del software che prevede lrsquoutilizzo di cosiddette ldquojoint frequency functionsrdquo che riportano tramite
frequenze di accadimento lrsquoaggregazione di dati di velocitagrave e direzione del vento per ogni classe
stabilitagrave In pratica mentre il modulo climatologico egrave impostato sulla conoscenza di dati climatologici
variabili nellrsquoarco giornata (cioegrave considera ad esempio la durata della calma di vento la direzione
intensitagrave e durata del vento ecc) il modulo ldquoshort termrdquo riporta una sola situazione meteo per lrsquointera
giornata Si capisce come ad esempio la simulazione eseguita con calma di vento stimata per lrsquointera
giornata (modulo short term) sia diversa dalla simulazione piugrave reale ma meno cautelativa dove la
calma di vento si protrae per quella stessa giornata per meno ore e vi siano altre situazioni meteo che
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favoriscono un ricambio di aria (modulo climatologico) Il modulo ldquoshort termrdquo egrave consigliato oltre che per
lrsquoimpostazione piugrave cautelativa della valutazione previsionale anche per una migliore verifica dei limiti di
legge su questrsquoultimo punto il ldquomodulo climatologicordquo consente solo considerazioni qualitative e non
quantitative Il modulo di simulazione adottato egrave stato valutato da numerosi studi sullrsquoargomento (ANPA
ndash Centro tematico Nazionale Atmosfera Clima ed Emissioni ldquoAggiornamento e ampliamento della
norma UNI ldquovalutazione delle dispersioni in atmosfera di effluenti aeriformi ndash Guida ai criteri di selezione
dei modelli matematicirdquo ACE ndashTL GU ndash 00-022001 ANPA ndash Centro Tematico Nazionale Atmosfera
Clima ed Emissioni ldquoLinee guida per la selezione e applicazione dei modelli di dispersione atmosferica
per la valutazione della qualitagrave dellrsquoariardquo RT-CTN_ACE 42001)
Il modello DIMULA su cui Windimula egrave stato realizzato egrave inserito nei rapporti ISTISAN 9032 (Modelli
per la progettazione e valutazione di una rete di rilevamento per il controllo della qualitagrave dellaria) e
ISTISAN 9336 (Modelli ad integrazione delle reti per la gestione della qualitagrave dellaria) in quanto
corrispondente ai requisiti qualitativi per la valutazione delle dispersioni di inquinanti in atmosfera in
regioni limitate (caratterizzate da scale spaziali dellordine di alcune decine di km) ed in condizioni
atmosferiche sufficientemente omogenee e stazionarie
1724 Descrizione del modello
I modelli gaussiani sono i modelli matematici di trasporto e diffusione dellinquinamento atmosferico piugrave
comuni Sono basati su equazioni che descrivono il campo tridimensionale delle concentrazioni
generato da una sorgente puntiforme sotto condizioni meteorologiche e di emissione invarianti rispetto
al tempo Questo tipo di modelli considerano che le condizioni meteorologiche possano essere ritenute
omogenee e stazionarie nellarea modellata e non possono lavorare in condizioni di calma La
semplicitagrave dellapprossimazione gaussiana la sua facilitagrave drsquouso con parametri meteorologici anchessi
facili da misurare e soprattutto ladozione di questo approccio come strumento decisionale e di controllo
da parte della agenzia ambientale americana (EPA) hanno rimosso alcune delle limitazioni originali
della teoria permettendo il trattamento di situazioni complesse del mondo reale
Si riportano di seguito le principali funzioni su cui si basa il modello
La forma della soluzione del modello egrave controllata da una serie di parametri che riguardano sia
laltezza effettiva del rilascio per sorgenti calde calcolata come somma dellaltezza del camino piugrave il
sovralzo termico dei fumi che la dispersione laterale e verticale del pennacchio calcolata utilizzando
formulazioni che variano al variare della stabilitagrave atmosferica descritta utilizzando le sei classi di
stabilitagrave introdotte da Pasquill-Turner
Lrsquoequazione di base impiegata per la stima della concentrazione di un inquinante in un determinato
recettore (x y z) in un modello Gaussiano egrave la seguente
dove C (xyz) egrave la concentrazione di inquinante nellrsquoambiente (μgm3) in un determinato punto nello
spazio (recettore) le cui coordinate sono (x y z) u egrave la velocitagrave del vento (ms) σy e σz (m) sono le
deviazioni standard (o coefficienti di dispersione) in senso orizzontale e verticale Q egrave il tasso di
emissione di inquinante espresso in μg m3 s e H lrsquoaltezza a cui avviene il rilascio (m)
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Ne consegue pertanto che nellrsquoapplicazione dei modelli gaussiani le condizioni di calma di vento
quando cioegrave la velocitagrave del vento tende a zero devono essere trattate opportunamente a causa della
proporzionalitagrave inversa esistente fra C(xyz) e u Ciograve risulta particolarmente importante in tutta la
Pianura Padana che egrave caratterizzata da unrsquoelevata frequenza di situazioni di calma di vento che
possono rendere critico lrsquoimpiego di un modello Gaussiano La particolaritagrave del modello WinDimula
tuttavia egrave quella di poter eseguire simulazioni anche per situazioni di assenza di vento grazie
allrsquoadozione del modello ridotto di CirillondashPoli (Cirillo and Poli 1992) le cui principali equazioni sono
dove α β e γ sono coefficienti che definiscono la turbolenza atmosferica e sono assegnati dal modello
in base alla classe di stabilitagrave inserita
Per maggiori dettagli riguardo alle equazioni implementate dal modello WinDimula si rimanda alla guida
del modello stesso e alla relativa letteratura scientifica (MAIND ndash Modellistica Ambientale wwwmaindit
Cirillo et al 1989 Cagnetti et al 1982 )
Il modello richiede come input
la definizione di un reticolo di calcolo
la definizione di ricettori discreti
i dati meteo - climatici a passo orario se si decide di effettuare una simulazione short-term con
una sequenza di dati orari
la definizione delle sorgenti emissive e principali caratteristiche
Il modello restituisce la concentrazione media calcolata per ogni punto della griglia indicato e per gli
eventuali ricettori discreti inseriti Si possono quindi eseguire delle elaborazioni sui risultati utilizzando
unrsquoapposita applicazione di WinDimula definita post-processore il quale tra le altre funzioni permette
di calcolare i valori dei percentili per ogni punto e controllare i limite di leggi imposti sullrsquoinquinante
considerato
Si egrave scelto di effettuare simulazioni a breve periodo (short term) di lunghezza massima di unrsquoora
utilizzando piugrave situazioni meteorologiche in sequenza in modo che venga simulato un periodo di tempo
piugrave ampio in particolare un anno
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1725 Dati di input del modello
Il file meteo in ingresso al modello WinDimula richiede le seguenti informazioni
dimensioni del dominio di calcolo (m)
passo del grigliato (m)
ora giorno mese e anno dellrsquoacquisizione del dato
temperatura dellrsquoaria (degK)
velocitagrave del vento (ms)
direzione di provenienza del vento (deg)
precipitazione (mm)
classe di stabilitagrave atmosferica
altezza drsquoinversione termica (m)
deviazione standard della direzione del vento
velocitagrave di attrito (ms)
lunghezza di Monin-Obukhov (m)
Il modello Windimula richiede quali dati di input i dati emissivi (concentrazione degli inquinanti emessi e
flusso nel tempo) e le condizioni iniziali ed al contorno se rilevanti Altri dati necessari riguardano
lrsquoorografia (lrsquouso del suolo interviene sulla facilitagrave con cui si muovono le masse drsquoaria) Il passo del
grigliato egrave stato posto a 50 m dando origine ad una matrice di 3600 punti di griglia
1726 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie
Per quanto attiene i composti PM10 NH3 e H2S egrave stato impostato il calcolo del valore della
concentrazione media annua
Per la componente odorigena come previsto dalle Linee Guida della Regione Lombardia egrave stato
determinato per ogni punto griglia il 98deg percentile dei valori di concentrazione oraria elaborati dal
modello Il 98deg percentile di una serie di dati rappresenta quel valore che non viene superato dal 98
dei valori della distribuzione Pertanto definire questo percentile significa individuare il valore che viene
superato per il 2 del periodo di simulazione (175 giorni lrsquoanno o 29 minuti al giorno)
Successivamente sono stati interpolati i dati calcolati e ne egrave stata predisposta una rappresentazione
grafica
Per lrsquoammoniaca non essendoci valori di riferimento si verifica invece con le rappresentazioni grafiche
e la determinazione delle concentrazioni presso i ricettori se i dati forniti dal modello superano la soglia
di 265 microgm3 valore segnalato come limite inferiore per la percezione del gas
Come giagrave sottolineato in precedenza il metano non egrave stato oggetto dello studio della dispersione in
quanto composto come altri gas serra che non interagisce direttamente con lrsquoambiente (salvo
chiaramente modificare con il suo accumulo il bilancio termico terrestre) e non ha effetti sulla salute
umana Non vi sono infine valori di riferimento o limiti per la sua concentrazione nellrsquoaria ambiente per
cui lrsquointeresse egrave esclusivamente focalizzato sui valori di emissione complessivi
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173 Normativa di riferimento
Il tema delle emissioni di inquinanti atmosferici da parte delle attivitagrave agricole e della zootecnia in
particolare ha assunto rilevanza solo nellrsquoultimi dieci ndash ventrsquoanni quando sulla base di numerose
indagini di carattere sperimentale da cui egrave emerso come i rilasci di composti potenzialmente dannosi
per la salute umana e lrsquoambiente da parte di questi settori produttivi non fossero trascurabili come per
lungo tempo si egrave ritenuto (Ritter e Chitikela 2007)
Lrsquoattivitagrave agricola e nello specifico la zootecnia per lungo tempo sono rimaste escluse da valutazioni
accurate circa le loro emissioni e dallrsquoimposizione di vincoli o limitazioni Va tuttavia osservato che
lrsquoindustrializzazione di molte tecniche colturali e lrsquointensificazione dei processi di allevamento animale
pur conseguendo indubbi traguardi produttivi porta con seacute diverse problematiche di carattere
ambientale tra cui la concentrazione
Per quanto riguarda i rilasci in atmosfera il settore zootecnico non egrave soggetto a specifiche norma che
ne limitino le emissioni Sussistono perograve limiti alle concentrazioni di inquinanti nellrsquoaria ambiente
composti dannosi per la salute umana e per i quali gli enti regolatori devono per il loro rispetto
considerare le diverse fonti presenti sul territorio
Per i composti ad effetto serra (metano e protossido di azoto) e lrsquoammoniaca come giagrave accennato vi
sono impegni di contenimento di carattere generale al rispetto del quale tutti i settori sono chiamati a
concorrere Il Protocollo di Kyoto e i successivi accordi a carattere europeo hanno posto precisi obiettivi
per i primi mentre la riduzione delle emissioni di ammoniaca deriva dalla Convenzione UN-ECE
(Convenzione LRTAP) sul trasporto transfrontaliero degli inquinanti atmosferici
1731 Particolato
Per quanto riguarda il contributo della zootecnia alle concentrazioni di inquinanti normati assume un
certo significato il particolato fine (PM10) per il quale lrsquoapporto di questo settore al quadro emissivo
complessivo Per quanto riguarda questo inquinante la normativa di riferimento egrave il DLgs n 155 del
13082010 in attuazione della Direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria ambiente e per unrsquoaria
piugrave pulita in Europa La norma prevede
un limite alla concentrazione media annua di 40 microgm3
un limite quale concentrazione media giornaliera di 50 microgm3 che non deve essere superato
piugrave di 35 volte lrsquoanno
1732 Ammoniaca
Per quanto riguarda lrsquoammoniaca non esiste un limite per lrsquoaria ambiente definito dalle norme vigenti
anche se il tema egrave dibattuto da tempo (Alberta Environment 2004) Recentemente la Regione
Toscana (2010) nellrsquoambito di una ricognizione dei valori di riferimento per composti non normati
emessi in atmosfera ha segnalato il valore di 70 μgm3 di ammoniaca quale soglia utile per orientare
valutazioni nellrsquoambito di studi di impatto ambientale e derivante dai ldquoLivelli guida significativi per la
saluterdquo elaborati dalla Agenzia governativa USA ATSDR (httpwwwatsdrcdcgov) Negli Stati Uniti egrave
stata suggerita lrsquoadozione di limiti compresi tra 100 e 208 microgm3 Alcuni Stati USA (es Michigan) hanno
adottato il valore di riferimento dellrsquoEPA di 100 microgm3 quale media giornaliera A fini cautelativi si
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PAGINA 136 194 Settembre 2015
considera in questo rapporto come primo valore di riferimento la soglia inferiore di percezione
dellrsquoammoniaca pari a 266 microgm3 (SEPA 2010)
Per quanto riguarda gli effetti ambientali diretti lrsquoUNECE (Commissione economica per lrsquoEuropa
dellrsquoONU) ha individuato giagrave nel 1999 i seguenti valori di riferimento 3300 microgm3 (media oraria) 270
microgm3 (media giornaliera) 23 microgm
3 (media mensile) and 8 microgm
3 (media annuale) quali livelli critici ai
fini della protezione della vegetazione Piugrave recentemente il valore soglia menzionato per la media
annuale ai fini della protezione degli ecosistemi egrave stato confermato (UNECE 2004)
1733 Idrogeno solforato
Le emissioni di idrogeno solforato (H2S) nellrsquoambito della zootecnia sono legate ai processi di
decomposizione di materiale organico in particolare componenti proteici (aminoacidi) contenenti zolfo
in condizioni di anaerobiosi e alla riduzione del solfato da parte di gruppi batterici specializzati (Arogo
et al 2000) I valori di H2S tipicamente riscontrabili nellrsquoatmosfera sono inferiori a 1 ppb (15 microgm3)
Metagrave della popolazione egrave capace di avvertire lrsquoH2S giagrave a concentrazioni di 8 ppb (12 microgm3) ed il 90
riconosce il suo tipico odore a 50 ppb (150 microgm3) (Cauzillo et al 2010)
La presenza dellrsquoH2S nellrsquoazienda agricola egrave in genere legata allo stoccaggio dei reflui noncheacute alle
strutture di ricovero degli animali soprattutto nellrsquoallevamento suino e in condizioni di scarsa
ventilazione Qui lrsquoH2S puograve raggiungere valori di circa 5 ppm (75 mgm3) la soglia massima accettabile
per la protezione della salute negli ambienti di lavoro indicata dallrsquoagenzia USA OSHA (Occupational
Safety and Health Administration) egrave fissata a 10 ppm (15 mgm3) Per quanto riguarda lrsquoaria ambiente
lrsquoOrganizzazione mondiale della sanitagrave propone tre soglie di riferimento (WHO Guidelines ed 2000)
150 μgm3 quale media su 24 ore
100 μgm3 per periodi di durata compresa tra 1 e 14 gg
20 μgm3 per periodi di durata fino a 90 giorni
La normativa nazionale fissa con il DPR 322 del 1541971 (abrogato) due limiti per le immissioni di H2S
allrsquoesterno dei perimetri industriali 100 microgm3 per intervalli di 30 minuti e 40 microgm
3 per un tempo di
mediazione di 24 ore
In ambito zootecnico la presenza di H2S egrave in genere ben correlata con la problematica dellrsquoodore
prodotto dalrsquoallevamento animale Guo et al (2000) hanno osservato che esiste una correlazione
positiva significativa tra questo gas e la percezione di odori (r = 075) e che pertanto la concentrazione
di H2S puograve essere utilizzata come indicatore dei livelli di odore per allevamenti di diverse tipologie
animali Le emissioni di H2S presso gli impianti di produzione animale sono strettamente correlate con
la specie animale (Ni et al 2002) il numero di capi e la gestione dei reflui Si stima che a paritagrave di peso
vivo ed altre condizioni le emissioni di H2S siano massime nellrsquoallevamento suino in particolare per le
fasi di riproduzione seguono lrsquoallevamento bovino e quindi quello avicolo (Atia et al 2010)
1734 Composti odorigeni
Una particolare attenzione sta incontrando ormai da diversi anni la problematica legata allrsquoemissione di
composti odorigeni da parte delle attivitagrave zootecniche La crescente densitagrave degli impianti e la
insufficiente pianificazione del territorio hanno determinato una commistione fra usi del suolo non
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COD 15V055 PAGINA 137 194
sempre compatibili e le distanze che separano aree residenziali e aziende zootecniche sono risultate in
numerosi casi inadeguate
Al centro dellrsquoattenzione vi sono oltre 200 diverse molecole (Schiffman 1998) che per loro natura sono
in grado di suscitare sensazioni sgradevoli allrsquoolfatto umano Per queste non esiste una specifica
normativa a carattere nazionale e la lacuna egrave stata parzialmente colmata da provvedimenti regionali
Diverse Regioni hanno legiferato in tema di disturbi olfattivi in particolar modo rispetto al trattamento
dei rifiuti urbani e il compostaggio Norme in materia sono state emanate giagrave da tempo da parte della
Regione Lombardia (DGR n 12764 del 16042003) dalla Basilicata (DGR n 709 del 22042002)
dalla Regione Sicilia (DGR n 27 parte I del 14062002 dellrsquoAbruzzo (DGR n 400 del 26052004) e
infine dalla Regione Veneto (DGR n 568 del 25022005)
Norme specifiche sul disturbo olfattivo e mirate a trattare ogni tipologia di fonte sono state emanate
dalla Regione Lombardia (2010) con le Linee Guida approvate dopo un periodo di valutazione di oltre
un anno con Deliberazione della Giunta Regionale del 15 febbraio 2012 (DGR 15 febbraio 2012 ndash n
IX3018)
Le Linee Guida della Regione Lombardia forniscono prima di tutto indicazioni circa un percorso di
valutazione delle emissioni e di determinazione del potenziale disturbo mediante lrsquoapplicazione di
metodologie di misura quantitativa Esse prevedono inoltre lrsquoimpiego di strumenti di dispersione
modellistica per valutazioni di carattere previsionale Le Linee Guida non forniscono nella realtagrave limiti
vincolati ma prescrivono che lo studio di impatto odorigeno richiesto per attivitagrave da cui egrave ragionevole
attendersi un impatto in tal senso sviluppi mappe di impatto ldquodove devono essere riportati i valori di
concentrazione orarie di picco di odore al 98deg percentile su base annuale cosigrave come risultanti dalla
simulazione a 1 3 e 5 uoEm3 ldquoal fine di poter consentire alle autoritagrave regolatorie di disporre delle
informazioni necessarie per valutare la compatibilitagrave ambientale dellrsquoimpianto o dellrsquoattivitagrave in esame in
relazione al contesto in cui si realizzanordquo
Altre Regioni hanno in modi diversi ripreso e adottato questa esperienza La Regione Emilia ndash
Romagna persegue il contenimento del rilascio di ammoniaca e quindi di uno dei principali odorigeni
dagli impianti a biogas e dal trattamento del digestato (Regolamento regionale 28 ottobre 2011 n1)
Va osservato che in numerosi altri Paesi sono previsti strumenti normativi analoghi ma mancano
indicazioni di livello europeo Cosigrave ad esempio in Gran Bretagna le Linee Guida ldquoIPPC - Horizontal
Guidance for Odour Part 1 ndash Regulation and Permittingrdquo (2002) che individuano quali limiti di
concentrazione di odore al 98deg percentile le soglie di 15 uoEm3 30 ouEm
3 60 ouEm
3 nel caso
rispettivamente di tipologie industriali ad ldquoelevatordquo ldquomediordquo o ldquobassordquo potenziale di molestia In Francia
la norma destinata alla protezione dalle emissioni di impianti di compostaggio prevede che entro un
raggio di 3000 m dai confini dellrsquoimpianto stesso non si debba superare il limite di 5 ouEm3
per piugrave di
175 ore allrsquoanno corrispondenti ad una frequenza del 2 (98deg percentile) (JORF du 22 Avril 2008) Un
quadro delle modalitagrave di valutazione delle emissioni odorigene dal settore zootecnico in diversi Paesi
europei egrave riportato in EPA ndash Ireland (2001)
Lrsquoapplicazione delle Linee Guida della Regione Lombardia assume al fine di condurre stime di
carattere previsionale il composto odorigeno come una miscela teorica di sostanze diverse Questa
viene trattata come un ldquoinquinanterdquo e ne viene stimato il rilascio e simulata la dispersione Lrsquoodore egrave
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PAGINA 138 194 Settembre 2015
espresso in termini di concentrazione definita in conformitagrave alla UNI EN 137252004 ed egrave assimilabile
nellambito delle simulazioni di dispersione ad ununica pseudo-specie che si disperde nellatmosfera in
forma gassosa (quindi non particellare)
174 Risultati delle simulazioni
1741 Composti odorigeni
I risultati delle elaborazioni condotte con il modello Windimula sono riportati per i ricettori considerati
nella tabella che segue Questa evidenzia valori di concentrazione di odorigeni stimati presso le
abitazioni individuate noncheacute presso i ricettori discreti individuati a distanza di 500 m dalle strutture
zootecniche
I valori riportati sono tutti inferiori alla soglia di 1 ouEm3 e consentono di affermare che presso le
residenze individuate in prossimitagrave dellrsquoAzienda e piugrave in generale oltre i 500 m di distanza le
concentrazioni di composti odorigeni non andranno a creare condizioni di disturbo Le concentrazioni
piugrave elevate di odore si riscontrano presso gli estrattori e comunque si mantengono ovunque allrsquointerno
del perimetro aziendale su livelli contenuti (5 ouEm3)
Secondo le Linee Guida della Regione Lombardia il valore di 1 ouEm3 per il 98 percentile delle ore
dellrsquoanno indica che per un numero limitato di ore appunto meno del 2 vi potragrave essere percezione
delle emissioni ma ciograve saragrave avvertito solo dalla porzione piugrave sensibile della popolazione I valori
risultano sempre inferiori a questa soglia anche nel caso lrsquoAzienda si orienti verso un incremento della
produzione utilizzando al meglio gli spazi disponibili
La distribuzione attesa delle concentrazioni (98deg percentile delle concentrazioni medie orarie) di odore
in prossimitagrave dellrsquoAzienda egrave riportata graficamente Dalla mappa si rileva chiaramente la modesta entitagrave
delle concentrazioni che si possono raggiungere anche nei periodi meno favorevoli alla dispersione
Allontanandosi dallrsquoAzienda i giagrave modesti valori si riducono rapidamente e risultano del tutto trascurabili
a poche centinaia di metri di distanza Lrsquoelaborazione relativa allrsquoipotesi di incremento della produzione
non modifica il quadro complessivo descritto La rappresentazione grafica delle ricadute non mostra
particolaritagrave di rilievo La isolinea indicante la concentrazione di 3 ouEm3 sempre riferita al 98deg
percentile delle stime orarie corre in prossimitagrave del confine dellrsquoAzienda La isolinea indicante la
concentrazione di 1 ouEm3 non raggiunge le abitazioni e si sviluppa in direzione sud-ovest
coerentemente con i venti dominanti
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COD 15V055 PAGINA 139 194
Valori di concentrazione previsti dal modello di dispersione presso le abitazioni
Distanza dalle
sorgenti (m)
98deg percentile (ouEm3)
Stato attuale
98deg percentile
(ouEm3)
Incremento
produzione
1 residenza Nord 400 lt 05 lt 05
2 residenza Est 426 lt 05 lt 05
3 residenza Sud 387 lt 05 055
Valori di concentrazione previsti dal modello di dispersione per i ricettori discreti
Ricettori discreti Distanza dalle
sorgenti (m)
98deg percentile (ouEm3)
Stato attuale
98deg percentile
(ouEm3)
Incremento
produzione
N 500 0175 0208
W 500 0641 0504
S 500 0289 0444
E 500 0158 0302
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Concentrazione di composti odorigeni (98degpercentile) (in ouEm
3) con emissioni attuali Sono
riportate rispettivamente in verde e giallo e rosso le isolinee 1 e 3 ouEm3
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Concentrazione media oraria di composti odorigeni (98degpercentile) (in ouEm3) nellrsquoipotesi di
incremento produttivo Sono riportate rispettivamente in verde giallo e rosso le isolinee 13 e 5
ouEm3
1742 Ammoniaca
Il modello di dispersione fornisce il quadro delle concentrazioni attese di NH3 sulla base delle emissioni
prodotte nel corso dellrsquoattivitagrave produttiva La Tabella 13 fornisce il quadro delle ricadute di questo
composto in prossimitagrave delle strutture di produzione Sono riportati i valori di concentrazione media
annua presso le abitazioni e i recettori discreti
Il valore di concentrazioni media annua stimato presso le sorgenti di emissione corrispondenti alla
bocca degli estrattore egrave 7 microgm3 il valore massimo giornaliero presso lrsquoimpianto egrave stimato in 14 allo
stato attuale A breve distanza ancora allrsquointerno del perimetro aziendale le concentrazioni calano
rapidamente e raggiungono presso le abitazioni individuate per la valutazione degli odorigeni livelli
inferiori a 1 microgm3 notevolmente inferiori alla soglia di percezione del composto
Nel caso lrsquoAzienda si orienti in direzione di un incremento produttivo come descritto in precedenza egrave
atteso un aumento delle emissioni di ammoniaca presso lrsquoimpianto il valore di concentrazione media
annua attesa saragrave di 95 microgm3 mentre il valore massimo giornaliero potragrave raggiungere i 185 microgm
3
Valori di concentrazione di ammoniaca determinati dal modello di dispersione presso le abitazioni
Distanza dalle sorgenti Concentrazione
media annua
stato attuale
Concentrazione
media annua
incremento produttivo
(m) microgm3 microgm
3
1 residenza Nord 400 lt 05 lt 05
2 residenza Est 426 lt 05 lt 05
3 residenza Sud 387 lt 05 lt 05
Valori di concentrazione di ammoniaca determinati dal modello di dispersione presso i ricettori
discreti
Distanza dalle sorgenti Concentrazione
media annua
Stato attuale
Concentrazione
media annua
Incremento produttivo
(m) microgm3 microgm
3
Estrattori 0 5051 6920
N 500 0102 0156
W 500 0284 0392
S 500 0244 0329
E 500 0130 0174
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PAGINA 142 194 Settembre 2015
Concentrazione media annua di NH3 (in microgm
3) ndash Situazione attuale
Concentrazione media annua di NH3 (in microgm3) ndash Ipotesi di incremento produttivo
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COD 15V055 PAGINA 143 194
1743 Particolato fine
I valori attesi di PM dati dallrsquoelaborazione modellistica sono assai contenuti presso lrsquoarea dellrsquoimpianto
la concentrazione media annua data dalle sole emissioni dellrsquoimpianto si attesta sul valore di 26 microgm3
Allontanandosi di poche centinaia di metri le concentrazioni attese calano drasticamente e raggiungono
valori poco significativi Sia nelle condizioni attuali che con lrsquoincremento di produzione previsto le
concentrazioni presso i ricettori individuati si attestano su valori inferiori o pari a 1 microgm3
Valori di concentrazione di PM10 determinati dal modello di dispersione presso le abitazioni
Distanza dalle
sorgenti
Concentrazione
media annua
stato attuale
Concentrazione
media annua
incremento produttivo
(m) microgm3
microgm3
1 residenza Nord 400 1049 143
2 residenza Est 426 lt 05 0505
3 residenza Sud 387 lt 05 lt05
Valori di concentrazione di PM10 determinati dal modello di dispersione per i ricettori discreti
Distanza dalle
sorgenti
Concentrazione
media annua
Stato attuale
Concentrazione
media annua
Incremento produttivo
(m) microgm3
microgm3
Estrattori 0 2604 354
N 500 0657 0745
W 500 1199 1630
S 500 0950 1290
E 500 0748 1018
Le mappe che seguono riportano la distribuzione delle ricadute delle emissioni di PM10 Si osserva
come la superficie interessata dalle ricadute sia estremamente contenuta e non interessi le abitazioni
piugrave prossime allrsquoAzienda
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Concentrazione media annua di PM10 (in microgm
3) ndash Situazione attuale
Concentrazione media annua di PM10 (in microgm
3) ndash Ipotesi di incremento produttivo
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COD 15V055 PAGINA 145 194
1744 Idrogeno solforato
I valori attesi di idrogeno solforato dati dallrsquoelaborazione modellistica sono come per gli altri composti
molto modesti Presso lrsquoarea dellrsquoimpianto la concentrazione media annua data dalle sole emissioni
dellrsquoimpianto si attesta sul valore di 114 microgm3
Allontanandosi di poche centinaia di metri le
concentrazioni attese calano ulteriormente e raggiungono valori del tutto trascurabili Sia nelle
condizioni attuali che con lrsquoincremento di produzione previsto le concentrazioni presso i ricettori
individuati si attestano su valori inferiori o pari a 1 microgm3 quindi ben al disotto della soglia di percezione
del composto
Valori di concentrazione di idrogeno solforato determinati dal modello di dispersione presso le
abitazioni
Distanza dalle
sorgenti
Concentrazione
media annua
stato attuale
Concentrazione
media annua
incremento produttivo
(m) microgm3 microgm
3
1 residenza Nord 400 0012 0058
2 residenza Est 426 0015 0020
3 residenza Sud 387 0011 0044
Valori di concentrazione di idrogeno solforato determinati dal modello di dispersione per i ricettori
discreti
Distanza dalle
sorgenti
Concentrazione
media annua
Stato attuale
Concentrazione
media annua
Incremento produttivo
(m) microgm3 microgm
3
Estrattori 0 1140 1560
N 500 0024 0033
W 500 0022 003
S 500 0046 0605
E 500 0854 0063
Le mappe che seguono riportano la distribuzione delle ricadute delle emissioni di H2S Si osserva come
la superficie interessata dalle ricadute sia estremamente contenuta e non interessi le abitazioni piugrave
prossime allrsquoAzienda
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Concentrazione media annua di H2S (in microgm3) ndash Situazione attuale
Concentrazione media annua di H2S (in microgm3) ndash Ipotesi di incremento produttivo
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175 10 Considerazioni conclusive
Sono state analizzate le emissioni di alcuni inquinanti normati gas ad effetto serra e composti odorigeni
emessi dalle strutture produttive dellrsquoAzienda Agricola Maggiolo Lrsquoesame egrave stato condotto rispetto
allrsquoattuale livello di produzione dellrsquoallevamento avicolo e considerando unrsquoipotesi di aumento dei capi
accasati
Lrsquoaumento dei capi allevati nel corso dei cicli di produzione annui determina un aumento del rilascio di
in atmosfera da parte delle strutture dellrsquoallevamento proporzionale al numero di capi LrsquoAzienda si
trova in una zona idonea allrsquoallevamento per la relativamente scarsa densitagrave abitativa e la presenza di
una fascia di colture agricole che la separa dalle abitazioni piugrave prossime
Per verificare quale possano essere le concentrazioni di odorigeni PM10 H2S e NH3 nellrsquoarea
circostante lrsquoAzienda egrave stata condotta una indagine modellistica mediante il software Windimula
Questa ha evidenziato presso le abiazioni e ricettori discreti posizionati a 500 m valori molto contenuti
di tutti i composti considerati
La valutazione del potenziale disturbo legato a composti odorigeni egrave stata condotta secondo quanto
previsto dalle Linee Guida in materia predisposte dalla Regione Lombardia Le tre abitazioni poste ad
alcune centinaia di metri dallrsquoimpianto zootecnico non risultano interessati da disturbi olfattivi Anche i
valori di concentrazione attesi per NH3 e H2S non si ritiene possano avere impatto olfattivo
In conclusione si puograve ritenere che la presenza dellrsquoattivitagrave di produzione avicola condotta dallrsquoAzienda
Maggiolo non determini attualmente condizioni di disturbo olfattivo o apporti rilevanti di inquinati da
modificare il quadro locale della qualitagrave dellrsquoaria Con riferimento allrsquoincremento di capi da accasare di
cui egrave richiesta lrsquoautorizzazione si ritiene che ciograve pur determinando un modesto incremento delle
emissioni non comporteragrave alterazioni della qualitagrave dellrsquoaria e lrsquoemissione di odorigeni pur
occasionalmente percepita non causeragrave disturbi di natura olfattivo presso le abitazioni piugrave prossime
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18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALLrsquoATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO
181 Assi viari interessati dal traffico indotto
I flussi di traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento dellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave legato al trasporto
dei capi da e per lrsquoallevamento allrsquoapprovvigionamento di materie prime (in particolare mangime) ed al
trasporto dalla pollina a fine ciclo
I pulcini arrivano da San Pietro in Gugrave Dallo stesso comune arriva il mangime dai mangimifici del
gruppo Veronesi I capi sono portati ai macelli di Vazzola e San Martino Buonalbergo La pollina
viene tutta consegnata ad una fungaia Agrifung localizzata a Trevignano
La tabella che segue riporta le distanze tra lrsquoazienda agricola e le realtagrave aziendali
Distanze percorse dai mezzi
Consegna Distanza km Tipologia di strade
San Pietro in Gugrave Pulcini
Mangime
245 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti
Vazzola Capi a fine ciclo 515 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti
San Martino
Buonalbergo
Capi a fine ciclo 879 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti
Trevignano Pollina 167 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti
Nelle immagine sotto riportate viene indicata la viabilitagrave interessata dai mezzi di trasporto e che
verranno utilizzate per il trasporto dei capi a inizio e fine ciclo e delle materie
Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso Vazzola (da Google map)
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Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso San Pietro in Gugrave (da Google map)
Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso San Martino Buon Albergo (da Google map)
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Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso Trevignano (da Google map)
182 Stima del traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento
Durante il periodo di carico (accasamento) dei capi sono necessari attualmente 2 mezzi per ciclo
quando nello scenario di progetto si prevedono circa 6 mezzi per ciclo
Per il trasporto del mangime sono necessari attualmente circa 12 mezzi per ciclo (con autocisterne da
30 t) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 30 mezzi per ciclo (sempre con autocisterne
da 30 t)
Per il trasporto della pollina prodotta sono necessari attualmente circa 2 mezzi per ciclo (con mezzi da
30 t di cui il 70 di portata utile) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 5 mezzi per ciclo
(sempre da 30 t)
Durante il periodo di scarico dei capi sono necessari attualmente considerando un tipico ciclo misto
(come indicato nel quadro di riferimento progettuale) 2 mezzi per il primo sfoltimento (polli da 18 kg) 2
mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 27 kg) e quindi 6 mezzi per lrsquoultimo lo scarico dei polli da 36
kg Nello scenario di progetto considerando sempre lo stesso tipico ciclo misto saranno necessari 5
mezzi per il primo sfoltimento (polli da 18 kg) 4 mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 27 kg) e
quindi 16 mezzi per lrsquoultimo lo scarico dei polli da 36 kg
Contemporaneamente egrave possibile che il trasporto di mangime possa coincidere con il periodo si carico
dei capi essendo quindi possibile che il traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamenti sia pari ad un
massimo giornaliero (svolto nel solo periodo diurno) di 3 mezzi pesanti nella situazione attuale e 5
mezzi pesanti nello scenario di progetto
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Situazione attuale e scenario di progetto ndash trasporto di materie
Trasporto capi
situazione attuale
scenario di progetto
Mezzi di trasporto inizio ciclo n capi 39500 110000
Mezzi di trasporto n 20 60
Mezzi di trasporto fine ciclo al macello
situazione attuale
scenario di progetto
sfoltimento a 18 kg n capi 111318 310000
Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 111318 310000
Peso vivo kgcapo 18 200 558
Numero di gabbie n capi per gabbia 48 2319 6458
Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n 20 50
sfoltimento a 27 kg n capi 71818 200000
Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 71818 200000
Peso vivo kgcapo 27 194 540
Numero di gabbie n capi per gabbia 32 2244 6250
Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n
20 40
sfoltimento a 36 kg n capi 211864 590000
Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 211864 590000
Peso vivo kgcapo 36 763 2124
Numero di gabbie n capi per gabbia 24 8828 24583
Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n
60 160
Mangime
situazione attuale
scenario di progetto
Fabbisogno di mangime t ciclo 3144 8392
Mezzo di trasporto (autocisterne da 30 t) n ciclo
120 300
Pollina a fine ciclo
situazione attuale
scenario di progetto
Produzione di pollina (dato medio considerata la consistenza media al netto della mortalitagrave) kgcapo 135 141
Produzione di pollina t ciclo 320 892
Mezzo di trasporto (30 t di cui 70 portata utile) n
20 50
situazione attuale
scenario di progetto
Mezzi di trasporto complessivi per ciclo n ciclo 260 660
Flusso massimo contemporaneo n giorno
30 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t
50 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t contemporanea allo sfoltimento
dei capi
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Situazione attuale ndash tipico ciclo misto
numero di
capi Scorta di Mangime
Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine
ciclo Mezzi pollina
Totale mezzi massimo gg
850 30
30
1 19750 844
10
10
2 39500 833
10
10
3 39500 822
-
4 39500 811
-
5 39500 799
-
6 39500 788
-
7 39500 777
-
8 39500 766
-
9 39500 754
-
10 39500 743
-
11 39500 712
-
12 39500 682
-
13 39500 651
-
14 39500 620
-
15 39500 589
-
16 39500 559
-
17 39500 528
-
18 39500 497
-
19 39500 466
-
20 39500 436
-
21 39500 405
-
22 39500 326
-
23 39500 247
-
24 39500 168
-
25 39500 89
-
26 39500 10
-
27 39500 781 30
30
28 39500 702
-
29 39500 623
-
30 39500 544
-
31 39500 465
-
32 39500 386
-
33 39500 307
-
34 39500 228
-
35 39500 149
-
36 28368 92
20
20
37 28368 35
-
38 28368 829 30
30
39 28368 772
-
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 153 194
numero di
capi Scorta di Mangime
Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine
ciclo Mezzi pollina
Totale mezzi massimo gg
40 28368 715
-
41 28368 659
-
42 28368 602
-
43 28368 545
-
44 28368 488
-
45 28368 432
-
46 21186 352
20
20
47 21186 273
-
48 21186 193
-
49 21186 114
-
50 21186 34
-
51 21186 805 30
30
52 21186 725
-
53 21186 646
-
54 21186 567
-
55 21186 487
-
56 21186 408
-
57 21186 328
-
58 13506 278
20
20
59 5826 256
20
20
60 - 256
20
20
61
20
Studio di Impatto Ambientale
Az Agricola Maggiolo
PAGINA 154 194 Settembre 2015
Scenario di progetto ndash tipico ciclo misto
numero di capi
Scorta di Mangime
Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine
ciclo Mezzi pollina
Totale mezzi massimo gg
850 30
30
1 18333 845
10
10
2 36667 834
10
10
3 55000 819
10
10
4 73333 798
10
10
5 91667 772
10
10
6 110000 740
10
10
7 110000 709
-
8 110000 678
-
9 110000 646
-
10 110000 615
-
11 110000 529
-
12 110000 444
-
13 110000 358
-
14 110000 272
-
15 110000 187
-
16 110000 101
-
17 110000 16
-
18 110000 780 30
30
19 110000 694
-
20 110000 609
-
21 110000 523
-
22 110000 303
-
23 110000 83
-
24 110000 713 30
30
25 110000 493
-
26 110000 273
-
27 110000 53
-
28 110000 683 30
30
29 110000 463
-
30 110000 243
-
31 110000 23
-
32 110000 653 30
30
33 110000 433
-
34 110000 213
-
35 94640 24
20
20
36 79280 685 30 20
50
37 79000 527
10
10
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COD 15V055 PAGINA 155 194
numero di capi
Scorta di Mangime
Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine
ciclo Mezzi pollina
Totale mezzi massimo gg
38 79000 369
-
39 79000 211
-
40 79000 53
-
41 79000 745 30
30
42 79000 587
-
43 79000 429
-
44 68760 291
20
20
45 59000 70
20
20
46 59000 699 30
30
47 59000 477
-
48 59000 256
-
49 59000 35
-
50 59000 664 30
30
51 59000 442
-
52 59000 221
-
53 59000 850 30
30
54 51320 657
20
20
55 43640 494
20
20
56 35960 359
20
20
57 28280 253
20
20
58 20600 176
20
20
59 12920 127
20
20
60 5240 108
20
20
61 -
20
20
62
20 20
63
20 20
64
10 10
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 156 194 Settembre 2015
19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO
191 Premessa
La valutazione previsionale dellimpatto acustico comprese le misure fonometriche egrave stata eseguita dal
Dott Mario Zambrini e dallrsquoIng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel campo dellrsquoacustica
ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti rispettivamente con
Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714 del 3 Dicembre 2010
192 Stima dellrsquoimpatto acustico ndash modello di simulazione
Per la stima dellrsquoimpatto acustico determinato dalle attivitagrave di allevamento egrave stato utilizzato il software
Soundplan (versione 74) che utilizza quale riferimento di calcolo la norma internazionale ISO 9613-
21996 ldquoAcoustics ndash Attenuation of sound during propagation outdoors ndash Part 2 general method of
calculationrdquo per le sorgenti sonore puntuali
Il metodo di stima proposto dalla norma internazionale ISO 9613 consente di calcolare in
corrispondenza dei recettori acustici i livelli di pressione sonora associati alla presenza di un insieme di
sorgenti sonore
Tale modello calcola i livelli di pressione sonora determinati da una o piugrave sorgenti sonore in
corrispondenza di un numero potenzialmente infinito di recettori (LAT) al netto delle attenuazioni della
pressione sonora che ne influenzano la propagazione nel caso dellrsquoallevamento oggetto di valutazione
il modello considera dunque lrsquoattenuazione determinata dalla barriere (attenuazione determinata dalla
presenza di schermibarriere fisiche tra la sorgente ed il recettore Abar ovvero in questo caso
prevalentemente dallrsquoorografia del territorio ed i manufatti esistenti) divergenza geometrica (Adiv) (in
base allrsquoipotesi di propagazione del rumore in campo sferico) dallrsquoassorbimento dellrsquoatmosfera (Aatm) ed
alla cosiddetta ldquorugositagraverdquo del terreno (Agr)
ISO 9613-21996
(estratto riassuntivo illustrativo dei parametri utilizzati nella presente simulazione)
LAT = LW + Dc ndash (Adiv + Aatm + Agr + Abar) - Cmet
in cui
LAT livello equivalente di pressione sonora in corrispondenza del recettore acustico
LW livello di potenza sonora
Dc correzione che tiene conto della eventuale direttivitagrave della propagazione del rumore che nel caso di
una sorgente omnidirezionale risulta pari a 0 dB(A)
Adiv (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)
Aatm (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)
Agr (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)
Abar (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)
Cmet fattore di correzione meteoclimatico dipendente dalla direzione e velocitagrave del vento e del gradiente di
temperatura (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996) ndash non considerato nelle presenti
simulazioni
Nellrsquoambito delle simulazioni condotte tutte le sorgenti sonore sono considerate omnidirezionali
Nella stima dellrsquoAGr egrave stato utilizzato nelle simulazioni relative alle situazione attuale e allo scenario di
progetto un coefficiente ldquoGrdquo pari a 06 legato alla presenza di terreni porosi (che includono prato e
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 157 194
pascolo presenza di vegetazione e alberi o aree a seminativi)
Nellrsquoambito delle simulazioni condotte si sono assunti valori di temperatura umiditagrave e pressione
atmosferica rispettivamente pari a 10ordmC 70 e 101325 mbar
Per la stima del contributo dei flussi di traffico indotto dalle attivitagrave dellrsquoallevamento egrave stato utilizzato lo
software Soundplan adottando quale riferimento di calcolo il codice NMP ndash Routes ndash 96 (sviluppato da
SETRA-CERTU-LCP-CSTB) raccomandato dalla Commissione Europea per la determinazione dei
livelli sonori generati da traffico veicolare25
Le simulazioni acustiche sono state elaborate adottando i seguenti parametri numero di riflessioni pari
a 3 (utilizzato anche nel calcolo dei livelli di pressione in corrispondenza dei singoli edifici) griglia di
calcolo di 10 m di lato livello di interpolazione massimo di 9x9 (equivalente ad una stima dei livelli per
81 recettori interni alla cella) stima dei livelli di pressione ad una altezza di 4 m dal terreno nel caso
delle mappe acustiche ed in corrispondenza dei singoli recettori collocati al piano terreno eo al primo
piano
Sulla base di tali input il modello egrave quindi in grado di elaborare e rappresentare le curve isofoniche
corrispondenti ad altrettanti livelli di pressione sonora (espressi in questo caso come Livello sonoro
equivalente ponderato A ndash LAeq) previsti nellrsquointorno dellrsquoallevamento di progetto ovvero determinare il
livello di pressione sonora ipotizzabile in facciata ad ogni edificio individuato Le simulazioni tengono
inoltre in considerazione la presenza dei manufatti presenti sul territorio
Gli esiti delle simulazioni effettuate vengono rappresentati in forma grafica mediante mappe che
riportano le curve isofoniche per la visualizzazione dei livelli di pressione sonora (come contributo delle
sorgenti simulate) relativamente a tutto il territorio potenzialmente interessato
In corrispondenza dei singoli edifici presenti sul territorio si restituiscono invece puntualmente i livelli
di pressione sonora in facciata
Mappe acustiche riportate in allegato cartografico
Griglia di calcolo Scala di restituzione cartografica
Situazione attuale e scenario di progetto
Mappa acustica relativa al periodo diurno serale e notturno senza traffico indotto ndash solo sistema di ventilazione alla massima potenza
10 x 10 m 110000 13500
Situazione attuale
Mappa acustica relativa al periodo diurno durante le giornate con traffico indotto (sistema di ventilazione sempre alla massima potenza)
10 x 10 m 110000 13500
Scenario di progetto
Mappa acustica relativa al periodo diurno durante le giornate con traffico indotto (sistema di ventilazione sempre alla massima potenza)
10 x 10 m 110000 13500
25
Raccomandazione della Commissione del 6 Agosto 2003 concernente le linee guida relative ai metodi di calcolo aggiornati per il rumore dellrsquoattivitagrave industriale degli aeromobili del traffico veicolare e ferroviario e relativi dati di rumorositagrave (2003613CE)
Studio di Impatto Ambientale
Az Agricola Maggiolo
PAGINA 158 194 Settembre 2015
193 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici
Secondo il Piano di Classificazione Acustica del comune di Castelfranco Veneto approvato con
deliberazione del Consiglio Comunale n 103 del 3172003 si rileva che lrsquoarea oggetto di analisi si
colloca allrsquointerno della classe III ndash aree di tipo misto Come specifica anche la Relazione Illustrativa
ldquorientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento
con media densitagrave di popolazione con presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di
attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano
macchine operatricirdquo
Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Riese Pio X classifica lrsquoarea a sud ovest del comune
al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego in classe acustica II ldquoaree
destinate a uso prevalentemente residenzialerdquo Per tali aree ldquoIl DPCM 1391 determina che siano
inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con
bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali e assenza di attivitagrave
industriali e artigianali In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui lrsquoabitare egrave
evidentemente la funzione prioritaria e in cui mancano o comunque non sono significative le attivitagrave
commerciali che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni (negozi di generi
alimentari artigianato di servizio ecc) Lrsquoassenza di importanti assi di attraversamento e di strade
principali di connessione urbana lrsquoassenza di attivitagrave industriali e dellrsquoartigianato produttivo assieme
alla bassa densitagrave di popolazione consentono di individuare indicativamente tali aree solo in alcune
zone C del PRG vigente In particolare lrsquoassenza di attivitagrave di artigianato produttivo diventa elemento di
riconoscimento delle zone C da inserire in classe IIrdquo
Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castello di Godego individua la zona a nord est al
confine con il comune di Castelfranco Veneto in classe III ndash aree di tipo misto Come per il Piano di
Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato per le aree che
ricadono in questa classe valgono le prescrizioni del DPCM 1391
Lrsquoindividuazione dei potenziali recettori acustici egrave stata effettuata sulla base della Carta Tecnica
Regionale e sulla base del sopraluogo effettuato in loco noncheacute delle foto aeree
La tavola ldquoClassificazione acustica del territoriordquo (inclusa nellrsquoallegato cartografico) riporta lo stralcio
delle classificazioni acustiche dei tre comuni Nella stessa tavola vengono indicati i potenziali recettori
acustici selezionati collocati a minor distanza della azienda agricola ovvero degli assi viari interessati
dal traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento
La seguente tabella riporta lrsquoelenco dei manufatti selezionati ai fini della presente valutazione e
relativamente ai quali sono stati posizionati i recettori sul lato piugrave esposto allrsquoattivitagrave di allevamento e
relativo traffico indotto
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 159 194
Potenziali recettori acustici (coordinate in sistema UTM WGS 84 zona 32 N)
Identificativo
recettore X Y Classe acustica VL immissione PD VL immissione PN
1 1726859 5064272 III 60 50
2 1726864 5064266 III 60 50
3 1726856 5064232 III 60 50
4 1726922 5064206 III 60 50
5 1726949 5064191 III 60 50
5n 1726941 5064196 III 60 50
5o 1726936 5064188 III 60 50
6 1726959 5064155 III 60 50
7 1727065 5064088 III 60 50
8 1727050 5064031 III 60 50
9n 1727023 5064026 III 60 50
9o 1727002 5064016 III 60 50
10 1727012 5063904 III 60 50
11 1726990 5063891 III 60 50
12 1726507 5063724 III 60 50
13 1726500 5063705 III 60 50
14 1726466 5063737 III 60 50
15 1726444 5063767 III 60 50
16 1726343 5063718 III 60 50
17 1726312 5063786 III 60 50
18 1726289 5063814 III 60 50
19 1726226 5063793 III 60 50
20 1726164 5063784 III 60 50
21 1726290 5063869 III 60 50
22 1726554 5064499 III 60 50
23 1726579 5064501 III 60 50
24 1726603 5064543 III 60 50
25 1726613 5064568 III 60 50
26 1726674 5064584 III 60 50
27 1726676 5064569 III 60 50
28 1726685 5064555 III 60 50
29 1726700 5064539 III 60 50
30 1726712 5064518 III 60 50
31 1726730 5064494 III 60 50
32 1726748 5064476 III 60 50
Az 1726547 5064199 III 60 50
S1 1727237 5063387 III 60 50
S2 1727215 5063351 III 60 50
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PAGINA 160 194 Settembre 2015
194 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate allrsquoattivitagrave di allevamento
1941 Sorgenti fisse e sorgenti mobili
Le principali sorgenti sonore dellrsquoallevamento polli da carne sono costituite dal sistema di ventilazione
forzata che garantisce idonee condizioni interne ai capannoni di allevamento La ventilazione dei
capannoni egrave di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete collocati nel lato
ovest di ciascun capannone nel capannone 1 2 ventilatori sono collocati nella parete laterale (sempre
lato ovest)
Ventilazione dei capannoni
Capannone Modello
EM50
Modello
ED36HE
1 6 -
2 8 -
3 8 -
4 8 -
5 4 2
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COD 15V055 PAGINA 161 194
Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola 5 capannoni con relative sorgenti puntuali
(ventilatori assiali a parete) edificio residenziale del proprietario e gestore dellrsquoazienda agricola 3
manufatti (ricovero materiali e attrezzature agricole)
(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture)
Il regime di funzionamento dei ventilatori varia in funzione della fase di sviluppo dei capi del numero
presente in ciascun capannone ma principalmente dalle condizioni meteo climatiche variabile
chiaramente nellrsquoarco dellrsquoanno
In ogni caso sia nella situazione attuale che nello scenario di progetto in particolari condizioni di
temperatura e umiditagrave i ventilatori funzionano a pieno regime e tutti contemporaneamente In entrambi
gli scenari le simulazioni sono state effettuata assumendo in via cautelativa il funzionamento di tutti i
ventilatori a pieno regime
Nella tabella che segue si riportano i livelli di pressione sonora (misurati a 2 m di distanze dalla
sorgente) garantite dalla casa produttrice Munters relativamente ai modelli di ventilatori in uso
nellrsquoazienda agricola Maggiolo
Studio di Impatto Ambientale
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PAGINA 162 194 Settembre 2015
Livelli di pressione sonora dB(A) a 2 m
dalla sorgente
Fonte Munters specifiche tecniche dei modelli
EMEMS ndash EDHEEDSHE-EC air extraction
circulation fan ndash Declaration of conformity (2013)
Situazione attuale e scenario di progetto - Sorgenti fisse simulate
Capannone Modello EM50
Livello di
potenza sonora
dB(A) delle
singole sorgenti
Modello ED36HE
Livello di potenza
sonora dB(A) delle
singole sorgenti
1 4 882 2 958
2 8 882 - -
3 8 882 - -
4 8 882 - -
5 6 882 - -
I livelli di pressione indicati dalla casa produttrice sono stati convertiti in livelli di potenza sonora
associando al ventilatore una propagazione semisferica Come prima analisi egrave stato stimato il livelli di
pressione sonora a 2 m di distanza di un ventilatore (modello ED36 e modello EM50) collocato nella
parete di uno dei 5 capannoni su una superficie riflettente poicheacute la sorgente egrave collocata in una parete
la simulazione egrave stata effettuata considerando un coefficiente di correzione pari a + 3 dB(A)
In corrispondenza del punto collocato a 2 m la simulazione con un ventilatore ED36HE ha portato ad un
livello di pressione sonora pari a 831 dB(A) in linea con il dati fornito dalla casa produttrice che
chiaramente egrave stato determinato in condizioni controllate non riproducili
In corrispondenza del punto collocato a 2 m la simulazione con un ventilatore EM50 ha portato ad un
livello di pressione sonora pari a 754 dB(A) in linea con il dati fornito dalla casa produttrice che
chiaramente egrave stato determinato in condizioni controllate non riproducili
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 163 194
Ricostruzione del modello 3D per
la verifica della conversione del
livello di pressione sonora in
livello di potenza sonora
Relativamente al traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento nella situazione attuale e nello scenario
futuro egrave stato simulato il traffico indotto dalla normale attivitagrave svolta e che si svolgeragrave nellrsquoazienda
agricola considerando il numero massimo di mezzi pesanti che in una stessa giornata arrivano ed
escono Quindi assumendo un massimo pari a 3 mezzi giorno nella situazione attuale e 5 mezzi
giorno nello scenario futuro In via cautelativi tali mezzi sono stati fatti transitare in un breve periodo di 6
ore riferito chiaramente al periodo esclusivamente diurno
Traffico indotto simulato
Situazione
attuale Veicoli Pesanti
Scenario di progetto
Veicoli Pesanti Tipo di flusso
Tipo di manto stradale
Numero massimo di mezzi pesanti in arrivo in una giornata
30 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t
50 per rifornimento
mangime fino ad una capacitagrave dei silos
pari a 85 t contemporanea allo sfoltimento dei capi
- -
Numero di ore di operativitagrave (assunzione cautelativa)
6 6 - -
Numero massimo di mezzi pesanti in in entrata uscita dallrsquoazienda
10 17 - -
Strada di accesso allrsquoazienda agricola Flussi di traffico in entrata uscita dallrsquoazienda vh
15 20 Flusso fluido
continuo Strada non
asfaltata
Velocitagrave media di percorrenza kmh 30 30
Viabilitagrave principale Flussi di traffico in entrata uscita dallrsquoazienda vh
15 20 Flusso fluido
continuo Asfalto poroso
Velocitagrave media di percorrenza kmh 50 50
Le sorgenti fisse sono state simulate sia nella situazione attuale che nello scenario di progetto sia nel
periodo diurno (dalle 6 alle 19) che in quello serale notturno (dalle 19 alle 6) periodo questo nel quale
viceversa non sono state simulate le sorgenti mobili Nel confronto con i limiti ed in attesa della
definizione a livello italiano di valori limite per il periodo serale si egrave assunto cautelativamente il valore
limite riferito al periodo notturno anche per la fascia serale compresa tra 19 e le 22 di sera
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 164 194 Settembre 2015
Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola dei manufatti presenti intorno alla stessa e della
viabilitagrave
(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture di allevamento e la
distribuzione dei manufatti sul territorio circostante)
195 Livelli ambientali ante operam
1951 Indagine fonometrica
Lrsquoindagine fonometrica egrave stata condotta il 25 maggio 2015 in corrispondenza di due punti di rilevamento
ritenuti significativi e rappresentativi dalla situazione attuale ed ai fini della valutazione degli impatti
attesi a seguito dellrsquoampliamento dellrsquoallevamento
Le misure sono state effettuate con uno fonometro integratore di precisione in classe 1 con filtri e
microfoni conforme a quanto richiesto dal DM 16031998 (conformi alle specifiche tecniche IEC 61672-
12002 Class 1 IEC 60651-2001 60804-2000 e ANSI S14 ndash 1983 Tipo 13 11 Filtro di Ottave S111-
1986 Tipo 1C IEC61260-am1-2001 Class 1) (certificati di taratura n 9388 del 14 maggio 2013 e n
9386 del 14 maggio 2013)
Le misure sono state effettuate in conformitagrave con le specifiche definite dal DM Ambiente 16 marzo
1998rdquo In particolare le misure sono state effettuate posizionando il microfono munito di cuffia
antivento ad unrsquoaltezza di 15 m dal piano di campagna Durante il periodo di svolgimento delle misure
non sono state rilevate precipitazioni e la velocitagrave del vento era inferiore a 5 ms
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1952 Livelli ambientali rilevati
La restituzione del clima sonoro attuale nel periodo diurno egrave stata effettuata mediante la realizzazione
di n 2 misure fonometriche di durata pari a 20 e 30 minuti in corrispondenza di n 2 punti di
rilevamento interni allrsquoarea dellrsquoallevamento
Punto 01 ndash punto di misura localizzato a circa 21 m dai ventilatori del capannone 1 (lato ovest)
durante i 30 minuti della misura solo il sistema di ventilazione del capannone 1 egrave stato
mantenuto in funzionamento Durante il periodo di misura egrave sorvolata lrsquoazienda agricola un
aereo
Punto 02 ndash punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale (lato est) del capannone
1 durante i 20 minuti della misura solo il sistema di ventilazione del capannone 1 egrave stato
mantenuto in funzionamento Durante il periodo di misura non sono state rilevate sorgenti
esterne allrsquoazienda
Azienda Agricola Maggiolo ndash 01
Azienda Agricola Maggiolo ndash 02
I principali risultati delle misure effettuate sono riportati di seguito mentre nelle schede si possono
visualizzare i principali indicatori associati a ciascuna misura
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Risultati delle misure di rilevamento fonometrico
Indicazione
Scheda rilevamento
Inizio
Misura
Durata della
misura min Leq dB(A)
L1
dB(A)
L10
dB(A)
L50
dB(A)
L90
dB(A)
L99
dB(A)
01 1444 30 595 636 597 591 586 582
01 mascherata 1444 30 591 603 597 591 586 582
02 1520 20 451 494 465 447 433 423
Livelli equivalenti e livelli statistici arrotondati per eccesso (a 05)
Indicazione
Scheda rilevamento
Inizio
Misura
Durata della
misura min Leq dB(A)
L1
dB(A)
L10
dB(A)
L50
dB(A)
L90
dB(A)
L99
dB(A)
01 1444 30 595 64 60 595 59 585
01 mascherata 1444 30 595 605 60 595 59 585
02 1520 20 455 495 465 45 435 425
Le misure fonometriche effettuate hanno fatto rilevare
Punto 01 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 20 m dai ventilatori del
capannone 1 (lato ovest) un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione
sonora pari a 595 dB(A) (anche quando mascherato il passaggio dellrsquoaereo)
Punto 02 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale
(lato est) del capannone 1 un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione
sonora pari a 455 dB(A)
I livelli di pressione sonora rilevati risultano inferiori rispetto ai contributi stimati assumendo i livelli di
potenza sonora determinati per i modelli EM50 e ED36 assumendo che lrsquoattenuazione dal lato ovest
(sorgente) verso il lato est dei livelli di pressione interna allrsquocapannone egrave legata alla sola divergenza
geometrica e che il contributo dei capi egrave pari a 36 dB(A)
Punto 01 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 20 m dai ventilatori del
capannone 1 (lato ovest) un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione
sonora pari a 643 dB(A) rispetto ad un livello misurato pari a 595 dB(A) Il differenziale pari a
circa 5 dB(A) potrebbe essere legato ad un funzionamento non a pieno regime di tutti i
ventilatori durante il periodo di misura In ogni caso essendo il livello stimato superiore a quello
misurato si possono ritenere cautelativi i risultati delle stime in corrispondenza dei singoli
recettori
Punto 02 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale
(lato est) del capannone 1 un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione
sonora pari a 476 dB(A) rispetto ad un livello misurato pari a 451 dB(A) Anche in questo caso
il livello stimato risulta superiore a quello rilevato essendo quindi da ritenere cautelative le
stime in corrispondenza dei recettori
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Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola punti di misura fonometrica
(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture e il punto di rilevamento)
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196 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto
Lrsquoanalisi dei livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto ovvero del
cambiamento legato allrsquoampliamento del numero di capi allevati egrave stata fatta a partire dai risultati delle
seguenti simulazioni
Periodo diurno (assunto cautelativamente dalle 600 alle 1900)
o Situazione attuale funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5
capannoni traffico indotto massimo e pari a 1 mezzo allrsquoora in transito nella viabilitagrave di
accesso allrsquoazienda agricola e nella viabilitagrave principale per un numero di giorni totale
pari a 3 giorni per ciclo produttivo (si stima che per ciclo produttivo ci sia movimento di
mezzi pesanti per un totale pari a circa 12 giorni di cui 8 con un numero di mezzi totale
al giorno inferiore a quello simulato)
o Scenario progetto funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5
capannoni traffico indotto massimo pari a 17 mezzi allrsquoora in transito nella viabilitagrave di
accesso allrsquoazienda agricola e nella viabilitagrave principale per un giorno per ciclo produttivo
(si stima che per ciclo produttivo ci sia movimento di mezzi pesanti per un totale pari a
circa 31 giorni di cui 30 con un numero di mezzi totale al giorno inferiore a quello
simulato)
Periodo serale (dalle 1900 alle 2200) e notturno (dalle 2200 alle 600)
o Situazione attuale e di progetto funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori
istallati nei 5 capannoni sia nella situazione attuale e nello scenario di progetto
Assenza di traffico indotto
Sia la situazione attuale che lo scenario di progetto sono da considerarsi cautelative in quanto come
indicato piugrave volte il traffico di mezzi pesanti egrave limitato a solo alcune giornate e per un numero di mezzi al
giorno nella maggior parte dei casi inferiore a quello simulato Il regime di funzionamento dei
ventilatori dipende delle condizioni meteo climatiche non funzionando a pieno regime tutto lrsquoanno e
durante le 24 ore
In assenza di traffico indotto sia nella situazione attuale che in quella di progetto (durante i periodi
diurno serale e notturno) il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento si riscontra ovviamente in
prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I livelli interni allrsquoarea drsquoallevamento variano tra
420 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro 2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato
ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest risultano intorno a 70-73 dB(A) in funzione del numero di
ventilatori e della relativa potenza sonora Si consideri tuttavia che lungo il confine della proprietagrave sul
lato piugrave esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli risultano essere pari o inferiori a 70 dB(A) quando
invece nel lato meno esposto (est) i livelli risultano essere inferiori a 46 dB(A)
Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare in assenza di traffico indotto nella situazione
attuale che in quella di progetto (durante i periodi diurno serale e notturno) in corrispondenza dei
singoli recettori (da 1 a 32) tra 240 e 465 dB(A) In corrispondenza dei recettori stando ai risultati
delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) e notturno (che associamo anche al
periodo serale in attesa che venga definito a livello normativo un limite di immissione per il periodo
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serale) pari a 50 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti non risultano poter
essere superati per ragioni imputabili alla presenza dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due
scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attivitagrave di allevamento egrave chiaramente molto inferiore al limite
che il piano di classificazione acustica comunale ad esse ha associato (sempre classe III e non in
classe acustica I) risultando inferiore a 20 dB(A)
00
100
200
300
400
500
600
700
GF GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1F 2 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1
1 2 2 3 3 4 4 5 5 5n 5n 5o 5o 6 6 7 7 8 8 9n 9n 9o 9o 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 15 16 16 17 17 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 30 31 31 32 32 Az Az s1 s1 s2 s2
Contributo dellallevamento in giornate senza traffico indotto dB(A) periodo diurno serale e notturno (funzionamento sistema di ventilazione alla massima potenza)
PD PS PN giornate senza traffico indotto dB(A) Vli PN Vli PD
I dati sono stati arrotondati per eccesso a 05
Nel periodo diurno nella situazione attuale il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento compreso
il traffico indotto si riscontra ancora in prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I livelli interni
allrsquoarea drsquoallevamento variano tra 460 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro 2 metri dai
ventilatori dei capannoni (lato ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest si mantengono intorno a
70-73 dB(A) come nel periodo serale e notturno in funzione del numero di ventilatori e della relativa
potenza sonora Lungo il confine della proprietagrave sul lato piugrave esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli
si mantengono pari o inferiori a 70 dB(A) quando invece nel lato meno esposto (est) i livelli risultano
essere inferiori a 49 dB(A)
Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare nella situazione attuale diurna nelle giornate
durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dallrsquoazienda agricola in
corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24) tra 320 e 555 dB(A) In corrispondenza dei recettori
stando ai risultati delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) per la classe III nella
quale tutti i recettori sono inseriti non risulta poter essere superato per ragioni imputabili alla presenza
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dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attivitagrave di
allevamento nelle giornate con traffico indotto seppur piugrave elevato al solo funzionamento del sistema di
ventilazione in quanto in mezzi dovrebbero transitare sullrsquoasse viario che affianca entrambe le strutture
scolastiche risulta comunque inferiore al limite che il piano di classificazione acustica comunale ha
associato ad entrambe (in classe III) il contributo risulta inferiore a 46 dB(A) valore questo in ogni caso
compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione acustica per le due strutture con un
piugrave idoneo collocamento di ambedue in classe I (con un limite di immissione diurno pari a 50 dB(A)
Nel periodo diurno nello scenario di progetto il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento
compreso il traffico indotto si riscontra ancora in prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I
livelli interni allrsquoarea drsquoallevamento variano tra 470 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro
2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest si mantengono
intorno a 70-73 dB(A) come nel periodo serale e notturno e nella situazione attuale in funzione del
numero di ventilatori e della relativa potenza sonora Lungo il confine della proprietagrave sul lato piugrave
esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli si mantengono pari o inferiori a 70 dB(A) quando invece
nel lato meno esposto (est) i livelli risultano essere inferiori a 50 dB(A) con un incremento di 1 dB(A)
rispetto alla situazione attuale diurna
Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare nella situazione diurna di progetto nelle giornate
durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dallrsquoazienda agricola in
corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24) tra 335 e 580 dB(A) Anche nello scenario di progetto
in corrispondenza dei recettori stando ai risultati delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a
60 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti non risulta poter essere superato per
ragioni imputabili alla presenza dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2)
il contributo delle attivitagrave di allevamento nelle giornate con traffico indotto risulta inferiore a 48 dB(A)
valore questo in ogni caso ancora compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione
acustica per le due strutture
Per quanto riguarda il differenziale diurno (indicativo in quanto non calcolato chiaramente a partire da
dati interni agli ambienti abitativi) risulta inferiore a 25 dB(A) quindi non supera la soglia massima
ammissibili per il periodo diurno pari a 5 dB(A)
Si ritiene che in corrispondenza delle aziende agricole si debba aggiornare la classificazione acustica
associando allrsquoarea delle aziende agricola una classe acustica non inferiore alla VI (in relazione alla
quale il valore limite di emissione diurno e notturno egrave 65 dB(A) ed il limite di immissione diurno e
notturno egrave pari a 70 dB(A)) a causa necessitagrave di disporre di un sistema di raffrescamento con un
numero elevato di ventilatori
Stando ai risultati delle simulazioni effettuate si puograve ritenere che comunque il valore limite di
immissione riferito al periodo diurno (pari a 60 dB(A)) e al periodo serale e notturno (pari a 50 dB(A))
non saragrave superato in corrispondenza di alcun recettore per ragioni imputabili allrsquoattivitagrave di allevamento
Si tenga presente che gli scenari sono stati costruiti nella situazione piugrave cautelativa ovverossia
ipotizzando che il sistema di ventilazione funzione a pieno regime (al 100) con tutti gli aspiratori drsquoaria
in funzionamento in ciascuno dei capannoni e considerando il massimo contributo del traffico indotto
dalle attivitagrave di allevamento
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PAGINA 176 194 Settembre 2015
00
100
200
300
400
500
600
700
GF GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1F 2 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1
1 2 2 3 3 4 4 5 5 5n 5n 5o 5o 6 6 7 7 8 8 9n 9n 9o 9o 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 15 16 16 17 17 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 30 31 31 32 32 Az Az s1 s1 s2 s2
Contributo dellallevamento in giornate con traffico indotto dB(A) periodo diurno (funzionamento sistema di ventilazione alla massima potenza)
PD attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato sulle ore con traffico indotto)
PD di progetto in giornate con traffico indotto (livello ponderato sulle ore con traffico indotto)
Vli PD
I dati sono stati arrotondati per eccesso a 05
Contributo delle attivitagrave di allevamento in corrispondenza dei singoli recettori
recettore Piano
Periodo diurno serale e
notturno in giornate senza traffico indotto
Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato
sulle ore con traffico indotto)
Periodo diurno di progetto in giornate con
traffico indotto (livello
ponderato sulle ore con traffico
indotto)
Valore limite di
immissione periodo serale
notturno Vli PN
Valore limite di
immissione periodo diurno Vli PD
Differenziale periodo
diurno nelle giornate con
traffico indotto
1 GF 340 440 465 50 60 25
2 GF 340 435 455 50 60 20
2 F 1 340 430 450 50 60 20
3 GF 330 505 525 50 60 20
3 F 1 345 500 525 50 60 25
4 GF 285 555 580 50 60 25
4 F 1 315 540 565 50 60 25
5 GF 240 495 515 50 60 20
5 F 1 260 480 505 50 60 25
5n GF 310 525 550 50 60 25
5n F 1 325 520 540 50 60 20
5o GF 310 475 500 50 60 25
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recettore Piano
Periodo diurno serale e
notturno in giornate senza traffico indotto
Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato
sulle ore con traffico indotto)
Periodo diurno di progetto in giornate con
traffico indotto (livello
ponderato sulle ore con traffico
indotto)
Valore limite di
immissione periodo serale
notturno Vli PN
Valore limite di
immissione periodo diurno Vli PD
Differenziale periodo
diurno nelle giornate con
traffico indotto
5o F 1 330 480 500 50 60 20
6 GF 315 455 480 50 60 25
6 F 1 315 450 475 50 60 25
7 GF 265 420 440 50 60 20
7 F 1 280 420 445 50 60 25
8 GF 285 415 440 50 60 25
8 F 1 295 420 440 50 60 20
9n GF 290 380 405 50 60 25
9n F 1 300 385 405 50 60 20
9o GF 285 345 365 50 60 20
9o F 1 300 350 365 50 60 15
10 GF 285 330 340 50 60 10
10 F 1 285 335 350 50 60 15
11 GF 265 320 340 50 60 20
11 F 1 290 335 345 50 60 10
12 GF 425 430 430 50 60 00
12 F 1 430 435 435 50 60 00
13 GF 385 390 390 50 60 00
13 F 1 415 415 415 50 60 00
14 GF 430 430 435 50 60 05
14 F 1 435 435 440 50 60 05
15 GF 440 440 440 50 60 00
15 F 1 445 450 450 50 60 00
16 GF 400 405 405 50 60 00
16 F 1 405 410 410 50 60 00
17 GF 420 420 425 50 60 05
17 F 1 445 445 445 50 60 00
17 F 2 455 455 460 50 60 05
18 GF 440 440 440 50 60 00
18 F 1 455 460 460 50 60 00
19 GF 410 410 410 50 60 00
19 F 1 425 425 430 50 60 05
20 GF 420 420 420 50 60 00
20 F 1 430 435 435 50 60 00
21 GF 460 460 460 50 60 00
21 F 1 465 465 465 50 60 00
22 GF 365 375 380 50 60 05
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PAGINA 178 194 Settembre 2015
recettore Piano
Periodo diurno serale e
notturno in giornate senza traffico indotto
Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato
sulle ore con traffico indotto)
Periodo diurno di progetto in giornate con
traffico indotto (livello
ponderato sulle ore con traffico
indotto)
Valore limite di
immissione periodo serale
notturno Vli PN
Valore limite di
immissione periodo diurno Vli PD
Differenziale periodo
diurno nelle giornate con
traffico indotto
22 F 1 365 375 380 50 60 05
23 GF 355 370 375 50 60 05
23 F 1 365 380 385 50 60 05
24 GF 335 355 360 50 60 05
24 F 1 350 365 370 50 60 05
25 GF 285 320 335 50 60 15
25 F 1 345 360 365 50 60 05
26 GF 335 345 350 50 60 05
26 F 1 335 350 355 50 60 05
27 GF 335 350 355 50 60 05
27 F 1 335 350 355 50 60 05
28 GF 310 330 340 50 60 10
28 F 1 335 360 370 50 60 10
29 GF 335 350 360 50 60 10
29 F 1 335 350 355 50 60 05
30 GF 315 330 340 50 60 10
30 F 1 335 355 365 50 60 10
31 GF 335 355 370 50 60 15
31 F 1 335 355 360 50 60 05
32 GF 330 355 365 50 60 10
32 F 1 330 355 365 50 60 10
Az GF 425 425 425 50 60 00
Az F 1 445 445 445 50 60 00
Az F 1 445 445 445 50 60 00
s1 GF 200 455 475 50 60 20
s1 F 1 215 460 480 50 60 20
s2 GF 160 460 480 50 60 20
Piano GF ndash piano terreno F1 ndash primo piano
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COD 15V055 PAGINA 179 194
20 RIFIUTI
I rifiuti prodotti dallrsquoAzienda Agricola sono quelli tipici di una azienda agricola zootecnica e consistono
per lo piugrave in imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti) in carta (per il trasporto
delle materie prime aggiuntive a quella trasportata con autobotti e caricata direttamente sui silos di
stoccaggio) ed in vetro (contenitori per medicinali) A seguito dellrsquoampliamento ci saragrave un conseguente
incremento della produzione di rifiuti non si prevedendo che vengano tuttavia diversificate le categorie
di rifiuti prodotti
Tipologia di rifiuti solidi prodotti dallrsquoazienda agricola
Rifiuti pericolosi
13 02 06 Scarti di olio sintetico per motori ingranaggi e lubrificazione
(ad esempio da trattori e gruppi elettrogeni)
15 01 10 Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze
(ad esempio disinfestanti)
Rifiuti non pericolosi
15 01 01 Imballaggi in carta e cartone
15 01 02 Imballaggi in plastica
15 01 05 imballaggi in materiali compositi
15 01 06 imballaggi in materiali misti
15 01 07 imballaggi di vetro
Per la gestione delle carogne (spoglie di animali morti prematuramente prima del loro conferimento al
macello) lrsquoazienda egrave dotata di apposita cella frigorifera adatta al contenimento temporaneo fino al
momento della consegna alla ditta autorizzata che effettua il relativo smaltimento a norma di legge
Nellrsquoazienda agricola egrave presente una area coperta nella quale verranno posizionati i contenitori per la
raccolta separata di tutti i rifiuti prodotti
21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE
Considerati i risultati delle analisi e valutazione effettuate ed esposte dei capitoli precedenti e
considerato che si tratta di un allevamento esistente il cui ampliamento non richiede la realizzazione di
ulteriore strutture e manufatti si ritiene non essere necessario effettuare delle indagini ad hoc sui temi
tratti e oggetto del presente studio di impatto ambientale
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22 ALLEGATO TECNICO
221 Aria e emissioni odorigene
2211 Bibliografia di riferimento
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and development J Air Waste Manag Assoc 2011 Mar 61(3)277-84 J Air Waste Manag Assoc 2011
Mar61(3)277-84
2212 Allegato ndash Descrizione del modello Windimula
SINTESI DELLA DESCRIZIONE DELLE EQUAZIONI UTILIZZATE DAL MODELLO WD3 ndash MAIND
SRL
Sistema delle coordinate
Il sistema di coordinate utilizzate egrave un sistema cartesiano con lrsquoasse x orientato da Ovest a Est e lrsquoasse y orientato
da Sud a Nord Le unitagrave di misura sono espresse in metri la posizione dei vari punti del reticolo cartesiano egrave
espressa dallrsquoequazione seguente
Calcolo delle distanze
Durante il calcolo il sistema di coordinate viene ruotato per portare lrsquoasse x a coincidere con la
direzione del vento
Le equazioni utilizzate sono le seguenti
- modifica della direzione del vento
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dove dirprov egrave la direzione di provenienza del vento in gradi (secondo le convenzioni meteorologiche
internazionali) inserita come dato di input
modifica della posizione della sorgente e del recettore
calcolo della distanza sottovento e della distanza perpendicolare alla direzione del vento di un recettore
rispetto alla sorgente
calcolo della distanza radiale sorgente-recettore (usato nel calcolo climatologico)
CALCOLO DEL PROFILO VERTICALE DEL VENTO
Calcolo del vento alla quota H
Teoricamente il vento che appare nella formulazione gaussiana dovrebbe essere inteso come valore
medio sullrsquoestensione del pennacchio Poicheacute i dati meteorologici di partenza sono generalmente
disponibili al suolo si utilizza una legge esponenziale per trasportare lrsquointensitagrave della velocitagrave del vento
alla quota desiderata mantenendone comunque costante la direzione Nel calcolo dellrsquoaltezza efficace
si utilizza la velocitagrave del vento riportata allrsquoaltezza fisica del camino nel calcolo ellrsquoequazione si utilizza
il valore medio tra la velocitagrave del vento riportata allrsquoaltezza fisica del camino e la velocitagrave del vento
riportata allrsquoaltezza efficace cioegrave allrsquoaltezza effettiva del rilascio Poicheacute in presenza di orografia questa
altezza puograve essere inferiore allrsquoaltezza fisica del camino si considera comunque la velocitagrave del vento
calcolata allrsquoaltezza del camino come valore limite inferiore
Lrsquoequazione utilizzata egrave la seguente
dove
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COD 15V055 PAGINA 183 194
uHe velocitagrave del vento alla quota desiderata
uref velocitagrave del vento misurata alla quota zref
He quota di calcolo
z0 rugositagrave superficiale
p esponente che dipende dalla classe di stabilitagrave
Classe di stabilitagrave Coeff P
A 01
B 01
C 016
D 016
E 03
F 03
Nel caso in cui siano disponibili due set di misure a due quote diverse (z2 z1 con z2 gt z1) lrsquoesponente
p viene calcolato utilizzando questa formula
Limiti
la velocitagrave calcolata deve risultare comunque maggiore di umin (default 1 msec)
se lrsquoaltezza di calcolo e lrsquoaltezza della prima misura sono inferiori alla quota Hmin si pone u=u1
lrsquoaltezza di calcolo egrave assunta comunque maggiore di Hmin e minore di Hmax (default 200 m)
impostati nei parametri generali del calcolo
se lrsquoaltezza di calcolo egrave inferiore alla quota della prima misura si pone u=u1
in presenza di due set di dati si assume come direzione del vento quella piugrave vicina allrsquoaltezza
del rilascio
in caso di calma di vento si utilizza in diverso valore di umin (default 05 ms)
MODELLO SHORT TERM PER SORGENTI PUNTIFORMI IN PRESENZA DI VENTO
Formula generale dellrsquoequazione gaussiana
Lrsquoequazione gaussiana che esprime la concentrazione per sorgenti puntiformi elevate con emissioni
continue assume la seguente forma
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dove
Q emissione di inquinante espresso come massa per unitagrave di tempo
V termine verticale (par 32 )
D termine di decadimento (par 38 )
Σy (x) σ z (x) coefficienti di dispersione laterale e verticale (m)
u velocitagrave del vento alla quota del rilascio (ms)
x distanza sottovento tra la sorgente e il recettore rispetto alla direzione del vento (par 11 )
y distanza perpendicolare alla direzione del vento tra lrsquoasse del pennacchio e il recettore (par
11 )
z quota del recettore rispetto al suolo
Tale equazione viene ricavata in base alle seguenti ipotesi
processo stazionario
condizioni meteorologiche costanti
trasporto turbolento lungo lrsquoasse x trascurabile rispetto al trasporto per avvezione
coefficienti di dispersione costanti in y e z
emissione costante
suolo riflettente
Lrsquoequazione gaussiana non egrave applicabile in condizioni di calma di vento per questo motivo si assume
generalmente un valore minimo di 1 ms per la velocitagrave del vento
NOTA con questa formula generica egrave possibile calcolare C anche a quote superiori al suolo (ldquoflagpole
recettorerdquo)
Termine verticale
La forma generale del termine verticale V egrave la seguente
dove il secondo termine rappresenta lrsquoeffetto della riflessione del terreno e il termine Vinv rappresenta
lrsquoeffetto delle riflessioni del plume causate dalla presenza di unrsquo inversione in quota
Il termine h assume inizialmente la seguente forma
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formula utilizzata per descrivere il downwash degli edifici) e ΛH rappresenta il sovralzo dei fumi
Termine verticale in presenza di inversione in quota
Le classi ABC e D sono caratterizzate da un inversione in quota che limita la diffusione verticale La
quota di questa inversione in quota viene spesso indicata con il termine di altezza di rimescolamento
La presenza di questa inversione in quota modifica lrsquoequazione gaussiana con lrsquointroduzione del
termine Vinv
dove Vinv rappresenta la base dellrsquoinversione in quota
Il modello gaussiano non considera la possibilitagrave che il pennacchio riesca a superare lrsquoinversione nel
caso ciograve si realizzi la diffusione verso il basso viene fortemente inibita e i valori di concentrazione
risultano molto bassi Per questo motivo lrsquoinserimento di una inversione in quota piugrave bassa dei valori
standard dello strato rimescolato puograve portare a valori molto elevati e non realistici di concentrazione al
suolo La serie riportata nella formula converge abbastanza rapidamente e in generale sono sufficienti
poche iterazioni il parametro impostato di default esegue 4 riflessioni Il modello contiene dei valori di
default per lrsquoaltezza dello strato rimescolato egrave comunque possibile inserire un valore direttamente
come dato di input
Termine verticale per diffusione di particolato
In caso di diffusione di particolato o di gas pesanti il modello gaussiano viene modificato per tener
conto degli effetti legati alla velocitagrave di sedimentazione gravitazionale Il primo effetto sullrsquoequazione egrave
quello di introdurre un abbassamento dellrsquoasse del pennacchio modificando il termine h descritto in
precedenza
dove
vg rappresenta la velocitagrave di sedimentazione gravitazionale
u velocitagrave del vento alla quota del pennacchio
La modifica del termine h serve a tener conto dellrsquoeffetto della gravitagrave sulla diffusione dellrsquoinquinante e
viene generalmente indicato come Tilted Plume Model
Effetti della deposizione secca sullrsquoequazione
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In generale la deposizione degli inquinanti gassosi e del particolato leggero (particelle fino a 1 micron)
ha effetti trascurabili sulla concentrazione dovuta alla diffusione In caso contrario egrave necessario tener
conto del fatto che parte del materiale si deposita al suolo facendo cadere lrsquoipotesi di suolo riflettente In
generale la deposizione di un inquinante si puograve calcolare tramite la relazione
F flusso di deposizione al suolo
C(xy0) concentrazione al suolo
vd velocitagrave di deposizione
Si tenga presente che in caso di particolato la velocitagrave di deposizione NON egrave la velocitagrave di
sedimentazione gravitazionale In generale i fenomeni che determinano la deposizione cioegrave la cattura
da parte del suolo dellrsquoinquinante sono molto complessi ed esulano dalla trattazione di un modello
semplice come egrave il modello gaussiano anche percheacute richiedono generalmente lrsquointroduzione di
informazioni iniziali spesso non disponibili o di difficile reperibilitagrave che dipendono dal tipo di inquinante
dal tipo di terreno dal tipo di vegetazione e dalle condizioni meteorologiche Il modello quindi adotta un
approccio conservativo trascurando il calcolo della deposizione secca Tale approccio egrave sicuramente
adatto ad applicazioni di tipo regolatorio Il modello permette comunque di adottare la stessa soluzione
presente nel DIMULA ndash DOS che in caso di velocitagrave di sedimentazione diversa da zero ipotizza che
tutto lrsquoinquinante di depositi trascurando il termine di riflessione dellrsquoequazione gaussiana
Effetti della deposizione umida sullrsquoequazione (opzione avanzata)
Analogamente a quanto descritto per la deposizione secca la presenza della deposizione umida
modifica lrsquoequazione gaussiana per tener conto del materiale rimosso dalla pioggia diminuendo il
termine di emissione Contrariamente alla deposizione secca perograve la formulazione generalmente
adottata per la modifica dellrsquoequazione gaussiana egrave piugrave semplice ed ha la forma seguente
dove
λ = Scavening coefficiente (hr(smm))
R= rate di precipitazione (mmhr)
Il modello include il calcolo dellrsquoeffetto della deposizione umida si tenga presente che lrsquoinclusione di
questo calcolo serve SOLO per valutare lrsquoeffetto della deposizione umida sulle concentrazioni e NON
per calcolare il flusso di deposizione
Calcolo del Plume Rise
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Le equazioni utilizzate per il calcolo del plume rise si basano sulle note formulazioni di Briggs
raccomandate anche da EPA Lo schema utilizzato dal modello coincide quasi integralmente con lo
schema utilizzato da ISC e da CALPUFF
Definizione delle variabili
hS altezza fisica del camino (m)
hrsquoS altezza del camino modificata per effetto della scia del camino (m)
d diametro interno del camino (m)
rs raggio interno del camino
vs velocitagrave di efflusso dei fumi (ms)
Ts temperatura dei fumi (K)
dH sovralzo dei fumi
xf distanza alla quale si verifica il sovralzo finale dei fumi
us velocitagrave del vento alla bocca del camino (ms)
Ta temperatura dellrsquoaria
ϑpartz gradiente verticale della temperatura potenziale per la classe di stabilitagrave E
vale 002 (ISC) o 0015 (DIMULA) per la classe di stabilitagrave F vale 0035 (ISC) o 0037 (DIMULA)
Bh altezza degli edifici in direzione del vento
Bw larghezza dellrsquoedificio vicino alla sorgente perpendicolare alla direzione del vento
g accelerazione di gravitagrave (980616 ms2)
Effetto scia del camino (Stack aerodynamic effect)
La bassa pressione che si forma sottovento al camino puograve avere lrsquoeffetto di abbassare lrsquoasse del
pennacchio quando la velocitagrave di efflusso dei fumi risulta particolarmente bassa Quando la velocitagrave di
efflusso dei fumi risulta inferiore a 15 volte la velocitagrave del vento si valuta lrsquoeffetto di scia del
camino utilizzando la formula (Briggs) seguente
Lrsquoapplicazione di questa formula ha lrsquoeffetto di ridurre lrsquoaltezza fisica del rilascio
Il calcolo egrave opzionale (in quanto camini che soddisfano il criterio vs lt 15 us possono avere dispositivi
che prevengono lrsquoeffetto scia del camino Il calcolo non viene eseguito in caso di calma di vento
Limiti Per evitare che con camini bassi e larghi il valore corretto possa diventare negativo viene
assunto un limite inferiore come percentuale sul valore totale Un valore indicativo puograve essere 13
(pg204 ref 2) ISC e DIMULA limitano a 0 la correzione
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Parametri utilizzati nei calcoli del plume rise
Flusso di galleggiamento
Flusso del momento
Parametro di stabilitagrave
Calcolo del sovralzo dei fumi per atmosfera instabile o neutra
Si calcola la ldquocrossover temperaturerdquo che serve per determinare se il sovralzo egrave prevalentemente
guidato dal sopralzo termico o dal flusso di momento
per Fb lt 55
per Fb ge 55
Sovralzo dominato dal flusso di
galleggiamento
(T T ) ( T) S A c
FB lt 55
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FB = 55
FB gt 55
Sovralzo dominato dal flusso di momento
Calme di vento non crsquoeacute una trattazione specifica si pone u=umin
Limiti
bull la velocitagrave del vento alla bocca del camino viene comunque posta u gt= umin
bull nel caso in cui lrsquoaltezza efficace superi la quota dellrsquoinversione si veda 356
bull se lrsquoaltezza del camino (prima del calcolo) supera lrsquoaltezza di inversione o lrsquoaltezza dello strato
rimescolato la concentrazione viene posta a 0 su tutto il dominio
Calcolo del sovralzo dei fumi per atmosfera stabile
Si calcola la ldquocrossover temperaturerdquo che serve per determinare se il sovralzo egrave prevalentemente
guidato dal sovralzo termico o dal flusso di momento
Sovralzo dominato dal flusso di galleggiamento
Sovralzo dominato dal flusso di momento
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il sovralzo dominato dal momento in caso di atmosfera stabile e non puograve superare quello calcolato in
atmosfera instabile o neutra
Calma di vento
a causa del termine negativo ndash3d si impone che comunque il sovralzo non sia negativo
Limiti
Se lrsquoaltezza efficace supera lrsquoaltezza dello strato rimescolato si pone altezza efficace uguale altezza
dello stratorimescolato
Coefficienti di Dispersione
Il calcolo dei coefficienti di dispersione procede attraverso i seguenti passi
calcolo delle sigma di Briggs
correzione dei valori calcolati introducendo il calcolo della BID (Buoyancy Induced Dispersion)
In caso di utilizzo del modello di Huber Snyder per la valutazione del building downwash il
calcolo egrave modificato in questo modo (descritto nel capitolo successivo)
per distanze inferiori a 10BB calcola le σ y (x)e σ z (x) utilizzando le formule di tale modello e
scegliendo il valore massimo rispetto alle sigma di Briggs per distanze superiori calcola le σ y
(x+xvirt)e σ z (x+xvirt) di Briggs alla distanza x+xvirt
correzione dei valori calcolati introducendo il calcolo della BID (Buoyancy Induced Dispersion)
Formule di Briggs
Le formule di dispersione piugrave utilizzate nei modelli per il calcolo di σ y e σ z in mancanza di misurazioni
o calcoli diretti della turbolenza sono quelle di Briggs (1973) ottenute combinando una larga serie di dati
sperimentali
dove
b=1
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d=-05
e=1
f=1
e=1
f=1
DIMULA DOS contiene inoltre un modello per il calcolo delle formule di dispersione basato sulla
rugositagrave superficiale (egrave evidente che questo modello ha un senso quando viene fornito al modello un
campo xy di rugositagrave superficiale)
Termine di decadimento
Il termine di decadimento inserito nellrsquoequazione di concentrazione egrave un modo semplice per
considerare lrsquoeffetto sulla concentrazione della rimozione del materiale inquinante Tale rimozione puograve
essere dovuta a deposizione secca o umida a effetti chimici o altro Il termine di decadimento egrave della
forma
dove γ rappresenta il coefficiente di decadimento espresso in secondi alla meno 1 Assegnare a γ il
valore 0 significa trascurare il decadimento (opzione di default) Una relazione utile per calcolare γ se egrave
noto il tempo di dimezzamento della sostanza in esame egrave la seguente
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Il termine di decadimento potrebbe essere utilizzato per descrivere la perdita di materiale
dovuta alla deposizione umida utilizzando la seguente relazione
ψ = λR
dove λ rappresenta lo ldquoscavening coefficientrdquo (smmhr) -1 e R rappresenta il rate di precipitazione
(mmhr) si egrave preferito perograve tenere separati i due effetti per consentire lrsquoutilizzo continuativo del modello
con sequenze di dati meteo
MODELLO SHORT TERM PER SORGENTI AREALI IN PRESENZA DI VENTO
In genere le sorgenti areali vengono schematizzate come sorgenti puntiformi virtuali arretrate rispetto al
centro della sorgente areale questa schematizzazione si traduce sostanzialmente nellrsquoinserimento di
valori di dispersione iniziali che tengano conto della reale dimensione della sorgente utilizzando la
stessa equazione usata per descrivere le sorgenti puntiformi Un altro possibile approccio egrave quello di
considerare la concentrazione prodotta da una sorgente areale come il risultato della concentrazione
prodotta da n sorgenti puntiformi distribuite sullrsquoarea effettivamente occupata dalla sorgente areale
La formulazione di Cirillo e Cagnetti (12) adottata da DIMULA DOS prevede lrsquoutilizzo di due modelli
un modello per le grandi distanze basato sullrsquointegrazione dellrsquoequazione della sorgente
puntiforme sulla superficie dellrsquoarea della sorgente
un modello per le brevi distanze basato sulla modifica delle sigma orizzontali di dispersione
Viene calcolata una distanza di riferimento Xstar (formulazione no riportata) che rappresenta il limite dei
due modelli questa distanza egrave la distanza alla quale il calcolo delle sigma di dispersione dei due
modelli coincide
Il calcolo della dispersione verticale
Il coefficiente di dispersione verticale viene calcolato in entrambi i modelli secondo la seguente formula
dove σz rappresenta la dispersione calcolata secondo le formule di Briggs e σz0 rappresenta la
dispersione verticale iniziale e viene inserita come dato di input dallrsquoutente In letteratura sono riportate
diverse indicazioni per lrsquoassegnazione di questo valore
Dimula DOS utilizza lrsquoaltezza degli edifici intorno alla sorgente divisa per 25
ISC suggerisce di utilizzare la dimensione verticale della sorgente divisa per 215 se la sorgente
egrave vicina al suolo ed isolata lrsquoaltezza degli edifici divisa per 215 se la sorgente egrave elevata o
adiacente a edifici lrsquoaltezza della sorgente divisa per 43 se la sorgente egrave elevata ed isolata
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42 Il modello per X lt Xstar
Il modello per piccole distanze egrave il modello puntiforme con la dispersione laterale modificata secondo la
formula
dove
σy dispersione calcolata secondo le formule di Briggs
R area della sorgente
K(R) funzione definita per il trasporto di lunga distanza
sf fattore moltiplicativo del raggio della sorgente areale per il calcolo della Sigma Y iniziale (impostato
nei parametri generali del calcolo con valore di default 05)
MODELLO PER LE CALME DI VENTO
Inquadramento
Ai fini delle misure strumentali le calme di vento sono tutte quelle situazioni meteorologiche nelle quali
gli strumenti di
misura non riescono a definire una direzione e una intensitagrave del vento
A questa situazione strumentale (assenza del dato) corrispondono in realtagrave moltissime e diverse
situazioni meteorologiche
La gestione modellistica delle calme di vento presenta sostanzialmente due problemi
mancanza di dati per inizializzare i modelli
varietagrave delle situazioni meteorologiche che ricadono nella definizione di calme di vento
Queste difficoltagrave hanno portato lrsquoEPA e definire una metodologia per trattare le calme di vento che
consiste in un preprocessamento dei dati meteorologici finalizzato allrsquoeliminazione delle condizioni di
calma
I modelli gaussiani in particolare non sono in grado di gestire le calme di vento
per ragioni fisiche in quanto contrastano con le ipotesi di derivazione della formulazione
gaussiana
per ragioni matematiche in quanto la velocitagrave del vento egrave presente a denominatore
La soluzione presente nella versione precedente di DIMULA si basa sul modello CAGNETTI
FERRARA questo modello basato sullrsquointegrazione temporale dellrsquoequazione gaussiana a puff
presenta perograve il difetto di divergere nellrsquoorigine calcolando valori irrealistici e sovrastimati nei recettori
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vicini alla sorgente Per questo motivo egrave la trattazione delle calme e delle condizioni di vento debole egrave
stata modificata adottando il modello CIRILLO POLI
Trattamento delle condizioni di calma nel modello short term con sequenza di dati orari
La gestione del calcolo in base ai dati di ogni singolo record orario per sorgenti puntiformi segue lo
schema seguente
La gestione del calcolo in base ai dati di ogni singolo record orario per le sorgenti areali segue il
seguente schema
Il modello di Cirillo Poli non si applica alle sorgenti areali nelle situazioni di mancanza di dati si applica
un modello gaussiano con split sigma
Il modello gaussiano ridotto con split sigma presenta le seguenti ipotesi
la distanza x egrave assunta come distanza radiale
la distanza y egrave assunta pari al raggio della sorgente areale
Sigmaz egrave calcolata come nel modello gaussiano
seguendo Cirillo e Poli Sigmay egrave calcolata da
bull
dove richiesto si assume come velocitagrave del vento il valore minimo impostato di default dal modello per
le situazioni di calma
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1012 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 43
102 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ndash Provincia di Treviso 44
1021 Riferimenti generali 44
1022 Relazioni con le previsioni del PTCP 46
103 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castelfranco Veneto 48
1031 Riferimenti generali 48
1032 Relazioni con le previsioni del PAT 49
104 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castello di Godego 54
1041 Riferimenti generali 54
1042 Relazione con le previsioni del PAT 54
1043 Relazione con le previsioni del PRG 60
105 Classificazione acustica del territorio comunale 61
1051 Riferimenti generali 61
1052 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 63
106 Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (e norme in materia di
salvaguardia da rischio di inquinamento da nitrati) 64
1061 Riferimenti generali 64
1062 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 66
107 Piano per lrsquoAssetto Idrogeologico del Bacino scolante nella Laguna di
Venezia 67
1071 Riferimenti generali 67
1072 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 67
108 Piano di Risanamento della Qualitagrave dellrsquoAria 69
1081 Riferimenti generali 69
1082 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 69
109 Programma di Sviluppo Rurale 70
1091 Riferimenti generali 70
1092 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 71
1010 Aree Protette 71
10101 Riferimenti generali 71
10102 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 72
1011 Rete Natura 2000 72
10111 Riferimenti generali 72
10112 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 74
1012 Important Bird Area (IBA) 75
10121 Riferimenti generali 75
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10122 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 75
1013 Zone umide di importanza internazionale 75
10131 Riferimenti generali 75
10132 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 76
11 REGIME VINCOLISTICO 76
111 Vincolo sismico 76
1111 Riferimenti generali 76
1112 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine 77
112 Vincolo idrogeologico 78
1121 Riferimenti generali 78
1122 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine 78
113 Patrimonio culturale beni culturali e beni paesistici vincolati 78
1131 Riferimenti generali 78
1132 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e lrsquoallevamento avicolo 79
12 USI DEL SUOLO 85
121 Impatti sullrsquouso del suolo 85
13 FLORA E FAUNA 86
131 Fauna 86
132 Flora 91
133 Stima degli impatti 91
14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI 93
141 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici 93
142 Impatti sui beni architettonici e archeologici 98
15 PAESAGGIO 101
151 Quadro conoscitivo del Paesaggio 101
152 Caratteri del Paesaggio nellrsquoarea di analisi 106
153 Impatti sul paesaggio 107
16 ACQUE 109
161 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee 109
162 Consumi di acqua 113
163 Impatti sulle acque 113
17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE 114
171 Premessa 114
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172 Breve richiamo delle caratteristiche dellrsquoAzienda e dellrsquoattivitagrave di allevamento116
173 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo 117
174 Emissione aziendali 119
1741 Fattori di emissione 119
1742 Quadro emissivo aziendale 120
1743 Sorgenti fugitive 123
1744 Ventilazione 123
175 Quadro meteoclimatico 124
1751 Precipitazioni 124
1752 Temperatura 125
1753 Umiditagrave relativa 126
1754 Anemolologia 127
1755 Classi di stabilitagrave atmosferica 130
171 Qualitagrave dellrsquoaria 130
172 Modello di dispersione 131
1721 Scelta della tipologia di modello e del codice software 131
1722 Estensione del dominio territoriale di analisi 131
1723 Scansione temporale 131
1724 Descrizione del modello 132
1725 Dati di input del modello 134
1726 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie 134
173 Normativa di riferimento 135
1731 Particolato 135
1732 Ammoniaca 135
1733 Idrogeno solforato 136
1734 Composti odorigeni 136
174 Risultati delle simulazioni 138
1741 Composti odorigeni 138
1742 Ammoniaca 141
1743 Particolato fine 143
1744 Idrogeno solforato 145
175 10 Considerazioni conclusive 147
18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALLrsquoATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO 148
181 Assi viari interessati dal traffico indotto 148
182 Stima del traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento 150
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COD 15V055 PAGINA 7 194
19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO 156
191 Premessa 156
192 Stima dellrsquoimpatto acustico ndash modello di simulazione 156
193 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici 158
194 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate allrsquoattivitagrave di allevamento 160
1941 Sorgenti fisse e sorgenti mobili 160
195 Livelli ambientali ante operam 164
1951 Indagine fonometrica 164
1952 Livelli ambientali rilevati 165
196 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto 173
20 RIFIUTI 179
21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE 179
22 ALLEGATO TECNICO 180
221 Aria e emissioni odorigene 180
2211 Bibliografia di riferimento 180
2212 Allegato ndash Descrizione del modello Windimula 181
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1 PREMESSA
11 Oggetto dello Studio di impatto ambientale
LrsquoAzienda Agricola Maggiolo egrave localizzata in Via Bella Venezia 147 Castelfranco Veneto in Provincia di
Treviso Nellrsquoazienda agricola si svolge lrsquoattivitagrave di allevamento di polli a terra fino ad un massimo di
39500 polli per ciclo Lrsquoazienda intende sfruttare la potenzialitagrave massima pari a 110000 capi per ciclo
Per tanto lrsquoazienda intende avviare le seguenti procedure
Valutazione di impatto ambientale ai sensi del D Lgs 1522006 smi ldquoNorme in materia ambientalerdquo
in quanto ricadente al punto ac) dellrsquoAllegato III ldquoImpianti per lallevamento intensivo di pollame o di
suini con piugrave di 85000 posti per polli da ingrasso 60000 posti per gallinerdquo
Valutazione di incidenza ai sensi del DPR 35797 Regolamento recante attuazione della direttiva
9243CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali noncheacute della flora e
della fauna selvaticherdquo in quanto rientrare allrsquointerno della area Natura 2000 ZPS IT3240026 ldquoPrai di
Castello di Godegordquo
Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ai sensi del D Lgs 1522006 smi in quanto ricadente al
punto 66 a) dellrsquoAllegato I ldquoImpianti per lallevamento intensivo (hellip) con piugrave di 40000 posti
pollamerdquo
La presente relazione costituisce quindi lo studio di impatto ambientale funzionale allo espletamento
della procedura di Valutazione di impatto ambientale di competenza della Provincia di Treviso
12 Riferimenti normativi
In data 14 febbraio 2009 sono entrate in vigore le norme in materia di procedure di VIA (Valutazione di
Impatto Ambientale) cosigrave come previsto dallrsquoart 35 ldquoDisposizioni transitorie e finalirdquo della Parte
Seconda del D Lgs 15206 ldquoNorme in materia ambientalerdquo come modificato successivamente
Drsquoaccordo con il D Lgs 15206 e smi art 35 ldquoDisposizioni transitorie e finalirdquo ldquo1 Le regioni adeguano il
proprio ordinamento alle disposizioni del presente decreto entro dodici mesi dallentrata in vigore In
mancanza di norme vigenti regionali trovano diretta applicazione le norme di cui al presente decreto 2
Trascorso il termine di cui al comma 1 trovano diretta applicazione le disposizioni del presente decreto
ovvero le disposizioni regionali vigenti in quanto compatibili (hellip)rdquo Con le DGRV n 308 del 10 febbraio
2009 n 327 del 17 febbraio 2009 (Allegati A e B) n 4145 del 29 dicembre 2009 n 1539 del 27
settembre 2011 e ancora n n 575 del 03 maggio 2013 la Regione del Veneto ha delineato gli indirizzi
applicativi specifici in materia di valutazione ambientale di coordinamento tra il Dlgs 1522006 come
modificato ed integrato dal DLgs 42008 con la LR 101999
Secondo la normativa nazionale (e regionale) vigente sono sottoposti a procedura di VIA tra altre
tipologie (All III) le seguenti tipologie di allevamento
ac) Impianti per lrsquoallevamento intensivo di pollame o di suini con piugrave di
o 85000 posti per polli da ingrasso 60000 posti per galline
o 3000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg) o
o 900 posti per scrofe
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13 Struttura dello studio di impatto ambientale
Lo studio di impatto ambientale egrave stato predisposto sulla base delle indicazioni di cui al D Lgs
1522006 smi Allegato VII - Contenuti dello Studio di impatto ambientale e che fanno riferimento
drsquoaccordo con lrsquoart 22 del medesimo decreto a
a) descrizione del progetto con informazioni relative alle sue caratteristiche alla sua localizzazione
ed alle sue dimensioni
b) descrizione delle misure previste per evitare ridurre e possibilmente compensare gli impatti
negativi rilevanti
c) dati necessari per individuare e valutare i principali impatti sullambiente e sul patrimonio
culturale che il progetto puograve produrre sia in fase di realizzazione che in fase di esercizio
d) descrizione sommaria delle principali alternative prese in esame dal proponente ivi compresa
la cosiddetta opzione zero con indicazione delle principali ragioni della scelta sotto il profilo
dellimpatto ambientale
e) descrizione delle misure previste per il monitoraggio
Lo studio di impatto ambientale egrave quindi articolato coerentemente con le disposizione di cui allrsquoAllegato
VII secondo lrsquoarticolazione di massima presentata nello schema seguente
A Quadro di riferimento programmatico
Descrive sinteticamente gli elementi conoscitivi ed analitici utili ad inquadrare dellrsquointervento nel contesto
della pianificazione territoriale riferita alla regione alla provincia ed al comune interessato dallrsquoallevamento
noncheacute nel quadro definito dalle norme settoriali vigenti e in itinere In particolare verranno
analizzati e sintetizzati gli elementi di pianificazione e programmazione territoriale e di settore vigenti e
previsti con i quali lrsquoopera proposta interagisce
verificate ed illustrate le interazioni dellrsquoopera con gli atti di pianificazione e la compatibilitagrave con le relative
prescrizioni
B Quadro di riferimento progettuale
Descrive sinteticamente riprendendo quanto sviluppato nel Progetto dellrsquointervento tutte le opere e le
attivitagrave previste in fase di cantiere ed in fase di piano funzionamento con particolare riferimento alle
componenti ed alle azioni progettuali significative in ordine ai potenziali impatti sullrsquoambiente ed alla loro
mitigazione Illustra i criteri alla base della scelta localizzativa e tecnologica
C Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti
Lrsquoinquadramento territoriale ed ambientale dellrsquoimpianto persegue lrsquoobiettivo di illustrare le conoscenze
disponibili circa le caratteristiche dellrsquoarea coinvolta dal medesimo intervento funzionalmente alla definizione
di eventuali ambiti di particolare criticitagrave ovvero di aree sensibili eo vulnerabili
Individua e caratterizza i potenziali impatti derivanti dalla realizzazione dellrsquoallevamento stima le potenziali
modifiche indotte sullrsquoambiente (situazione attuale) individua e descrive le misure da adottare per
minimizzare mitigare o compensare gli impatti del progetto Inoltre individua le misure previste per il
monitoraggio in fase di esercizio
Piano di Monitoraggio
Allegato cartografico
Sintesi non tecnica
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14 Gruppo di lavoro
Il gruppo di lavoro che ha eseguito le analisi e contribuito alla stesura dello Studio di impatto
ambientale per conto di Ambiente Italia srl egrave cosigrave composto
Approvazione degli elaborati Dott Sc Agr Mario Zambrini
Responsabile del progetto Eng Teresa Santos
Quadro di riferimento programmatico Eng Teresa Santos
Arch Mario Miglio
Dottssa Valentina Toninelli
Quadro di riferimento progettuale Eng Teresa Santos
Dottssa Anna Geotti
Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti
Aria e Odori Dott Armando Buffoni
Rumore Eng Teresa Santos Dott Sc Agr Zambrini
Acque e Suolo Eng Teresa Santos
Ecosistemi Flora e Fauna Dottssa Toninelli
Assetto territoriale e Paesaggio Arch Mario Miglio
Traffico Eng Teresa Santos
Elaborazione cartografia e fotografica Dottssa Valentina Toninelli
Documentazione ai fini della procedura di AIA Dottssa Anna Geotti
Studio per la valutazione di incidenza Dottssa Valentina Toninelli
La valutazione previsionale dellimpatto acustico inclusa la campagna di monitoraggio acustico egrave stata
eseguita dal Dott Mario Zambrini e dallrsquoIng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel campo
dellrsquoacustica ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti
rispettivamente con Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714 del
3 Dicembre 2010
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QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
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2 NORME MINIME PER LA PROTEZIONE DEI POLLI DA CARNE
Con Decreto legislativo 27 settembre 2010 n 181 egrave stata recepita in Italia la Direttiva 200743CE che
stabilisce norme minime per la protezione di polli allevati per la produzione di carne Secondo tale
decreto
1 Tutti gli stabilimenti devono rispettare le disposizioni di cui allallegato I
Abbeveratoi 1 Gli abbeveratoi sono posizionati e sottoposti a manutenzione in modo da ridurre al
minimo le perdite
Alimentazione 2 Il mangime egrave disponibile in qualsiasi momento o soltanto ai pasti e non
devessere ritirato prima di 12 ore dal momento previsto per la macellazione
Lettiera 3 Tutti i polli hanno accesso in modo permanente a una lettiera asciutta e friabile in
superficie
Ventilazione e riscaldamento 4 Vi deve essere sufficiente ventilazione per evitare il
surriscaldamento se necessario in combinazione con i sistemi di riscaldamento per rimuovere
lumiditagrave in eccesso
Rumore 5 Il livello sonoro deve essere il piugrave basso possibile La costruzione linstallazione il
funzionamento e la manutenzione dei ventilatori dei dispositivi di alimentazione e di altre
attrezzature sono tali da provocare la minore quantitagrave possibile di rumore e che in ogni caso non
arrechino danno agli animali
Luce 6 Tutti gli edifici sono illuminati con unintensitagrave di almeno 20 lux durante le ore di luce
misurata a livello dellocchio dellanimale e in grado di illuminare almeno l80 dellarea
utilizzabile Una riduzione temporanea del livello di luce puograve essere ammessa se ritenuta
necessaria in seguito al parere di un veterinario 7 Entro i sette giorni successivi al momento in
cui i polli sono collocati nelledificio e fino a tre giorni prima del momento previsto per la
macellazione la luce deve seguire un ritmo di 24 ore e comprendere periodi di oscuritagrave di almeno 6
ore totali con almeno un periodo ininterrotto di oscuritagrave di almeno 4 ore esclusi i periodi di
attenuazione della luce
Ispezioni 8 Tutti i polli presenti nello stabilimento devono essere ispezionati almeno due volte
al giorno Occorre prestare particolare attenzione ai segni che rivelano un abbassamento del livello
di benessere eo di salute degli animali 9 I polli gravemente feriti o che mostrano segni evidenti
di deterioramento della salute come quelli con difficoltagrave nel camminare o che presentano
ascite o malformazioni gravi e che egrave probabile che soffrano ricevono una terapia appropriata
o sono abbattuti immediatamente Un veterinario egrave contattato ogniqualvolta se ne presenti la
necessitagrave
Pulizia 10 Ad ogni depopolamento definitivo le parti degli edifici delle attrezzature o degli utensili
in contatto con i polli sono pulite e disinfettate accuratamente prima di introdurre nel capannone un
nuovo gruppo di animali Dopo il depopolamento definitivo di un capannone si deve rimuovere tutta
la lettiera e predisporre una lettiera pulita
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COD 15V055 PAGINA 13 194
Registrazioni 11 Il proprietario o il detentore deve registrare in formato cartaceo o elettronico
per ciascun capannone dello stabilimento i seguenti dati a) il numero di polli introdotti b) larea
utilizzabile c) librido o la razza dei polli se noti d) per ogni controllo il numero di volatili trovati
morti con indicazione delle cause se note noncheacute il numero di volatili abbattuti e la causa e) il
numero di polli rimanenti nel gruppo una volta prelevati quelli destinati alla vendita o alla
macellazione Le informazioni (hellip) sono contenute in un registro il cui modello egrave adottato con
decreto (hellip) in alternativa gli operatori del settore possono utilizzare altri strumenti di registrazione
giagrave previsti e presenti in azienda qualora contengono le informazioni di cui al presente punto Tali
registrazioni sono conservate per un periodo di almeno tre anni e vengono rese disponibili
allautoritagrave competente quando effettui unispezione o qualora ne faccia richiesta
Interventi chirurgici 12 Sono proibiti tutti gli interventi chirurgici effettuati a fini diversi da quelli
terapeutici o diagnostici che recano danno o perdita di una parte sensibile del corpo o
alterazione della struttura ossea La troncatura del becco puograve tuttavia essere autorizzata
dallAutoritagrave Sanitaria competente per territorio una volta esaurite le altre misure volte a impedire
plumofagia e cannibalismo In tali casi detta operazione egrave effettuata soltanto previo parere di un
veterinario da personale qualificato su pulcini di etagrave inferiore a 10 giorni Inoltre lAutoritagrave Sanitaria
competente per territorio puograve autorizzare la castrazione degli animali La castrazione egrave effettuata
soltanto con la supervisione di un veterinario e ad opera di personale specificamente formato Il
Ministero della salute (hellip) stabilisce i criteri generali per autorizzare gli interventi di cui al presente
paragrafo
2 La densitagrave massima di allevamento in ogni capannone dello stabilimento non deve superare
in alcun momento 33 kgmsup2
3 In deroga al comma 2 lautoritagrave sanitaria territorialmente competente puograve autorizzare una
densitagrave di allevamento superiore a condizione che siano rispettate le disposizioni di cui
allallegato II (oltre a quelle di cui allallegato I)
1 Il proprietario o il detentore comunica allautoritagrave competente lintenzione di ricorrere a una
densitagrave superiore a 33 kgm2 di peso vivo Egli indica la densitagrave di allevamento che intende
raggiungere ed informa lautoritagrave competente di qualsiasi modifica della stessa almeno 15
giorni prima della collocazione del gruppo di polli nel capannone Se lautoritagrave competente lo
richiede la notifica egrave accompagnata da un documento che riprende in sintesi le informazioni
contenute nella documentazione di cui al punto 2
2 Il proprietario o il detentore tiene a disposizione nel capannone la documentazione che descrive
in dettaglio i sistemi di produzione In particolare tale documentazione comprende
informazioni relative a particolari tecnici del capannone e delle sue attrezzature quali
a) una mappa del capannone indicante le dimensioni delle superfici occupate dai polli
b) sistemi di ventilazione e ove pertinente di raffreddamento e riscaldamento comprese le
rispettive ubicazioni un piano della ventilazione indicante in dettaglio i parametri di qualitagrave
dellaria prefissati come flusso velocitagrave e temperatura dellaria
c) sistemi di alimentazione e approvvigionamento dacqua e loro ubicazione
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d) sistemi dallarme di riserva in caso di guasti ad apparecchiature automatiche o
meccaniche essenziali per la salute ed il benessere degli animali
e) procedure operative che assicurino interventi di riparazione urgenti in caso di guasti alle
apparecchiature essenziali per la salute e il benessere degli animali
f) tipo di pavimentazione e lettiera normalmente usate
(hellip)
3 Ciascun capannone di uno stabilimento deve essere dotato di sistemi di ventilazione e se
necessario di riscaldamento e raffreddamento concepiti costruiti e fatti funzionare in modo
che
a) la concentrazione di ammoniaca (NHsup3) non superi 20 ppm e la concentrazione di anidride
carbonica (COsup2) non superi 3000 ppm misurati allaltezza della testa dei polli
b) la temperatura interna non superi quella esterna di piugrave di 3deg C quando la temperatura
esterna allombra egrave superiore a 30deg C
c) lumiditagrave relativa media misurata allinterno del capannone durante 48 ore non superi il 70
quando la temperatura esterna egrave inferiore a 10deg C
4 Qualora sia concessa la deroga di cui al comma 3 la densitagrave massima di allevamento in ogni
capannone dello stabilimento non deve superare in qualsiasi momento 39 kgmsup2
5 Quando sono soddisfatti i criteri di cui allallegato V lautoritagrave sanitaria territorialmente competente
puograve autorizzare un ulteriore aumento fino ad un massimo di 3 kgmsup2 rispetto alla densitagrave di
allevamento prevista nel comma 4
1 Criteri
a) il monitoraggio dello stabilimento effettuato dallautoritagrave competente negli ultimi due anni
non ha rivelato carenze rispetto ai requisiti del presente decreto
b) il proprietario o il detentore effettua il monitoraggio utilizzando le guide alle buone
pratiche di gestione di cui allart 7
c) in almeno sette gruppi consecutivi di polli successivamente controllati e provenienti da un
capannone la mortalitagrave giornaliera cumulativa egrave stata inferiore a 1 + 006 moltiplicato
per letagrave alla macellazione espressa in giorni Qualora non sia stato effettuato alcun
monitoraggio dello stabilimento dallautoritagrave competente negli ultimi due anni deve
essere effettuato almeno un monitoraggio per controllare se sia rispettato il requisito di
cui alla lettera a)
2 Circostanze eccezionali In deroga al punto 1 lettera c) lautoritagrave competente puograve decidere
di aumentare la densitagrave di allevamento quando il proprietario o il detentore abbia fornito
spiegazioni sufficienti riguardo alla natura eccezionale di un tasso di mortalitagrave giornaliera
cumulativo piugrave alto o abbia dimostrato che le cause sfuggono al suo controllo
Con successivo Decreto 4 febbraio 2013 ldquoDisposizione in materia di protezione di polli allevati per la
produzione di carne ai sensi degli articoli 3 4 6 e 8 del decreto legislativo 27 settembre 2010 n 181rdquo
il ministero ha come previsto dal Dlgs 1812010 precisato come determinare la densitagrave di allevamento
(definendo anche il modello per la registrazione dei dati relativi ai polli allevati) e ha definito i criteri e
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modalitagrave per lrsquoaumento in deroga della densitagrave noncheacute lrsquoorganizzazione e svolgimento di corsi di
formazione e riconoscimento del personale che si occupa di allevamento di polli
1 La densitagrave di allevamento come definita allart 2 comma 1 lettera i) del Dlgs n 1812010 (hellip) egrave
determinata moltiplicando il peso vivo medio di un campione di almeno venticinque polli per il numero
complessivo dei polli presenti contemporaneamente in un capannone (hellip)
3 AZIENDA AGRICOLA
LrsquoAzienda Agricola Maggiolo egrave localizzata in Via Bella Venezia 147 Comune di Castelfranco Provincia
di Treviso Nellrsquoazienda agricola si svolge lrsquoattivitagrave di allevamento di polli a terra potendo quindi i capi
muoversi liberamente allrsquointerno del capannone
Lrsquoazienda egrave costituita dai seguenti fabbricati1
N 1 fabbricato ad uso civile (abitazione) del proprietario dellrsquoazienda agricola noncheacute gestore
dellrsquoallevamento
N 5 capannoni adibiti allrsquoallevamento dei polli
N 1 fabbricato adibito a magazzino
N 1 tettoia coperta adibita a magazzino
Lrsquoarea sulla quale insiste lrsquoazienda occupa una superficie di circa 25000 m2 di cui circa 6200 m2
coperti 3900 m2 scoperti pavimentati e i rimanenti scoperti non pavimentati
Fabbricati ndash capannoni di allevamento
Larghezza m Lunghezza m
Superficie Utile
di allevamento
m2
Superficie
dellrsquoanticamera
m2
Superficie totale
m2
Capannone 1 9 102 918 135 932
Capannone 2 9 121 1089 225 1112
Capannone 3 9 128 1152 18 1170
Capannone 4 9 128 1152 18 1170
Capannone 5 10 117 1170 30 1200
totale
5481 102 5583
1 Si rimanda alla Tavola ldquoInquadramento territoriale ndash foto aereardquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
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Azienda Agricola Maggiolo ndash Capannoni e silos per stoccaggio mangime
Azienda Agricola Maggiolo ndash Magazzino segatura per lettiera
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31 Caratteristiche dei capannoni di allevamento
Lrsquoallevamento egrave costituito da 5 capannoni per lrsquoallevamento con caratteristiche costruttive pressocheacute
identiche I capannoni sono dotati di adeguato isolamento della copertura che permette di
ottimizzare i consumi di energia termica ed elettrica
I capannoni sono dotati di anticamera in cui sono presenti gli impianti e i quadri di controllo
Il sistema di alimentazione automatica Le mangiatoie sono regolarmente disposte nello spazio a
disposizione degli animali che si alimentano direttamente Installate su strutture mobili in senso
verticale percorrenti lrsquointera area dei capannoni sono dotate di dispostivi che consentono di dosare il
mangime in uscita sul vassoio della mangiatoia in relazione alle necessitagrave di allevamento
Il sistema di abbeveraggio automatico egrave di tipo a gocce (nipples)
Lo spazio utile calpestabile di allevamento (escludendo la superficie di anticamera) risulta pari a 5481
m2 Per la lettiera viene utilizzato truciolo collocata su tutta la superficie utile di allevamento
Il raffrescamento egrave garantito dal sistema di pannelli cooling inseriti intestata a ciascuno dei capannoni il
pannello egrave in fibra dotata di canali attraverso cui scorre lrsquoacqua lrsquoaria passa attraverso e si raffredda
consumando in evaporazione una parte dellrsquoacqua in circolo la parte restante vien raccolta in cisterne
interrate e riutilizzata
La ventilazione dei capannoni egrave garantita mediante lrsquoazionamento di ventilatori assiali a parete collocati
nel lato ovest di ciascun capannone
Caratteristiche strutturali capannoni
Capanno
ne
Superficie
Utile di
allevamen
to m2
Superficie
dellrsquoantica
mera m2
Superfici
e totale
m2
Materiale costruttivo Isolamento coperture
1 918 135 932 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
2 1089 225 1112 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
3 1152 18 1170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
4 1152 18 1170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
5 1170 30 1200 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
Totale 5481 102 5583
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Caratteristiche strutturali capannoni (continuazione)
Capannone Mangiatoie
n
Abbeveratoi
n ndeg neon
Finestrature
m2
pannelli
raffrescanti
m2
sistema
baumec
1 200 1500 10 160 50 X
2 240 1700 12 110 60 X
3 254 1750 12 110 60 X
4 254 1750 14 204 - X
5 304 1710 12 200 - X
Azienda Agricola Maggiolo ndash interno di un capannone
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Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di distribuzione automatizzato del cibo
Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di distribuzione dellrsquoacqua
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Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di raffrescamento laterale (pannelli cooling)
311 Silos per lo stoccaggio mangime
Il mangime egrave stoccato in silos collocati allrsquoesterno dei capannoni e viene estratto tramite un sistema di
movimentazione automatica motorizzata che lo invia in tramogge interne ai capannoni
Complessivamente lrsquoazienda ha una capacitagrave di stoccaggio di 85 t data dalla esistenza di 8 silos di
capacitagrave variabile tra 7 e 13 t collocati tutti sul lato est
Capacitagrave di stoccaggio di mangime
Capannone silos silos silos silos silos Capa
citagrave
1 9 14
23
2
3 7 13 20
4 7 13 20
5 7 15 22
Capacitagrave
totale 85
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312 Sistema di ventilazione
La ventilazione dei capannoni egrave di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete
collocati nel lato ovest di ciascun capannone
Ventilazione dei capannoni
Capannone Modello EM50 Modello ED36HE
Portata 30000 13140 m3h
1 4 2
2 8 -
3 8 -
4 8 -
5 6 -
Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di ventilazione e ventole di areazione
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Fonte Munters specifiche tecniche dei modelli EMEMS ndash EDHEEDSHE-EC air extraction circulation fan ndash
Declaration of conformity (2013)
32 Attivitagrave di allevamento ndash descrizione delle fasi di allevamento nella situazione
attuale e nello scenario di progetto
Al fine di un inquadramento dettagliato del processo produttivo attuale e in caso di ampliamento
del numero di polli allevati si riporta di seguito una descrizione per fasi
Accasamento i pulcini arrivano su mezzi adeguati al trasporto in contenitori che vengono
svuotati direttamente allrsquointerno di ciascun capannone Lrsquoincubatoio da cui provengono i pulcini
di norma egrave ubicato nel Comune di San Pietro in Gugrave a circa 25 km circa di distanza dallrsquoazienda
agricola Maggiolo Dopo avere sistemato gli animali le casse sono accatastate sul mezzo e
spedite allrsquoincubatoio senza che vengano lavate
Allevamento Le tipologie di capi richiesti dal soccidante dipendono dal mercato e dalla
stagione a conclusione di un ciclo il soccidante pianifica lrsquoaccasamento successivo nel
rispetto dei vincoli di densitagrave imposti dalla normativa vigente La maggior parte dei cicli saragrave di
tipo misto
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Caricamento a fine ciclo i polli vengono caricati su apposite gabbie previamente pulite e
disinfettate e quindi trasportati da trasportatori autorizzati fino al macello che venga effettuata
alcuna sosta in altri allevamenti
Svuotamento dei capannoni e preparazione per un nuovo ciclo pulizia e disinfezione
dellrsquoambiente e di tutte le attrezzature presenti allrsquointerno del ricovero compresi i silos i sistemi di
distribuzione del mangime e dellrsquoacqua e ventilatori noncheacute la cella frigorifera
Gestione della pollina e della lettiera consegna della pollina e lettiera ad una ditta
specializzata
Vuoto sanitario durante questo periodo lrsquoallevamento rimane completamente libero di capi di
allevamento Durante questo periodo lrsquoazienda effettua le attivitagrave di manutenzione che
consistono nella verifica della funzionalitagrave dei dispositivi per distribuzione di acqua e cibo e
della centralina di controllo delle condizioni interna dei capannoni punti di illuminazione e dei
punti di illuminazione Lrsquoesecuzione delle manutenzioni viene fatta nel rispetto dei tempi del
vuoto sanitario
Pulizia e disinfezione dei capannoni
Pulizia Disinfezione
Luogo di
applicazione
Pavimenti e attrezzature Pavimenti e pareti
Agente di lavaggio Acqua a pressione non viene fatto
lavaggio ma solo bagnatura
Acqua con disinfettante
Mezzo utilizzato Pala meccanica con raschiatore e
spazzatura manuale
Idropulitrice o atomizzatore per applicazione della
soluzione disinfettante sulle superfici
Descrizione
modalitagrave
Viene effettuata la pulizia delle superfici
interne e delle apparecchiature in modo
che i residui si depositino sul pavimento
poi con scope a mano viene effettuato la
pulizia a fondo
Terminata la pulizia si spruzza la soluzione sulle
pareti e sui pavimenti fino a completa bagnatura
lasciando che il disinfettante espleti la sua azione
I trattamenti di derattizzazione vengono svolti mensilmente dal gestore con prodotto MOURIN il
gestore effettua ad ogni trattamento il relativo registro
Per la salvaguardia della sicurezza biologica il sito di allevamento egrave completamente recintato con rete
metallica altra 25 m sul lato est e parzialmente sul lato nord e con muro alto 25 m in calcestruzzo sui
lati sud ovest e parzialmente sul lato nord Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto
lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) egrave stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile
e facilmente disinfettabile di dimensioni adeguate al passaggio dei mezzi per il trasporto e scarico del
mangime direttamente sui silos collocati tutti sul lato frontale e per il carico a fine ciclo della pollina
(lettiera mista pollina) da effettuare sul lato posteriore Lrsquoallevamento dispone di due aree di stoccaggio
chiuse una per lo truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una separata e
adeguatamente segnalata per il deposito dei rifiuti prodotti
I mezzi che accedono allrsquoarea qualora ritenuto opportuno vengono irrorati con disinfettante sui
pneumatici utilizzando soluzioni di Eviron D che viene nebulizzata sulle ruote con pompa a spalla
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 24 194 Settembre 2015
La tabella che segue riporta il riscontro sulla conformitagrave dellrsquoallevamento ai requisiti di biosicurezza
aviaria
Requisiti strutturali degli allevamenti avicoli Situazione allevamento
1) I locali di allevamento (capannoni) debbono avere
pavimento in cemento o in materiale lavabile per facilitare le operazioni di pulizia
e disinfezione
applicato
pareti e soffitti pulibili applicato
attrezzature facilmente pulibili e disinfettabili applicato
presenza di sistemi che impediscono lrsquoaccesso di volatili applicato
chiusure adeguate applicato
2) Tutti gli allevamenti debbono inoltre essere dotati di
barriere allrsquoingresso idonee ad evitare lrsquoingresso non controllato di automezzi
(cancelli o sbarre mobili)
applicato
piazzole di carico e scarico dei materiali drsquouso e degli animali con dimensioni
minime pari allrsquoapertura del capannone
applicato - le aree intorno ai
capannoni sono pavimentate
una superficie larga un metro lungo tutta la lunghezza esterna del capannone
che dovragrave essere mantenuta pulita
applicato
aree di stoccaggio dei materiali drsquouso (lettiere vergini mezzi meccanici etc)
protette
applicato
una zona filtro dotata di spogliatoio lavandini e detergenti allrsquoentrata di ogni
azienda vietata agli estranei Deve essere prevista anche una dotazione di
indumenti adeguati
applicato
uno spazio per il deposito temporaneo dei rifiuti applicato - presente area
dedicata
Gestione degli allevamenti avicoli
Le attrezzature di allevamento se utilizzate da piugrave aziende devono essere
sottoposte ad accurato lavaggio e disinfezione ad ogni ingresso ed uscita
non applicabile - solo una
azienda
nelle zone attigue ai capannoni non ci deve essere alcun materiale applicato
negli allevamenti di svezzamento ogni ambiente di allevamento deve essere
delimitato da pareti e dotato di proprio accesso indipendente anche nel caso
confini su uno o piugrave lati con altre unitagrave produttive
non applicabile - i capi
arrivano in allevamento giagrave
svezzati
per lo stoccaggio degli animali morti devono essere installate idonee celle di
congelazione collocate allrsquoesterno del perimetro dellrsquoarea di allevamento
assicurando che il trasporto sia effettuato da Ditte regolarmente autorizzate
Le celle possono essere collocate anche allinterno a condizione che
loperazione di carico degli animali morti avvenga allesterno
Applicato - presente cella
frigorifera da 20 m3
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Azienda Agricola Maggiolo ndash piazzale anteriore (lato est)
Azienda Agricola Maggiolo ndash piazzale posteriore e recinzione (lato ovest)
Azienda Agricola Maggiolo ndash recinzione (lato ovest)
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PAGINA 26 194 Settembre 2015
4 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLA SITUAZIONE ATTUALE
Lrsquoazienda opera fino ad una capacitagrave massima pari a 39500 capi di peso variabile tra 18 e 36
kgcapo Indicativamente il pollo leggero da leggero da 1618 kg circa ha bisogno di circa 3437 giorni
di crescita il pollo da 2527 kg ha bisogno di circa a 4547 giorni (utilizzato prevalentemente nel
circuito dei supermercati) ed il pollo pesante da 3537 kg ha bisogno di circa 5560 giorni Quindi un
tipico ciclo misto ha una durata di circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento uno dopo
circa 3437 giorni quando i capi raggiungono un peso medio di 18 kg un secondo dopo 4547 giorni
quando i capi rimanenti raggiungono un peso di 27 kg circa I rimanenti capi verranno quindi caricati
verso il macello al raggiungimento di circa 36 kg dopo 60 giorni circa
Tra due cicli di allevamento viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle normative vigenti
per un periodo di 21 giorni Lrsquoazienda realizza quindi un totale massimo di 5 cicli ogni anno (di cui
lrsquoultimo ricade parzialmente nellrsquoanno successivo) Prima dellrsquoinizio del vuoto sanitario viene asportata
la lettiera segue la pulizia e disinfezione dellrsquoambiente e di tutte le attrezzature presenti allrsquointerno
del ricovero compresi i sistemi di distribuzione del mangime e dellrsquoacqua Questa pratica egrave
prevista dal piano di profilassi sanitaria per evitare propagazione di agenti patogeni sul ciclo
successivo
Il ciclo produttivo consiste quindi nellrsquoallevamento di polli da carne in 5 capannoni per una
superficie utile di allevamento complessiva di 5481 m2 Lrsquoazienda lavora in soccida con il gruppo
Veronesi pertanto riceve dal soccidante pulcini mangime farmaci e disinfettanti e consegna i capi
a fine ciclo
La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attivitagrave di un ciclo misto con
indicazione dei giorni di accasamento rifornimento di mangime sfoltimento e quindi di avvio al macello
dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata
Lrsquoimpostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dellrsquoallevamento
quindi al lordo della mortalitagrave fisiologica e mediamente pari al 5 per ciclo completo di allevamento
Lrsquoimpostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010
n 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013 relativamente alla densitagrave massima da non superare pari a
33 kgm2 Inoltre lo schema viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla
tabella che segue si tenga presente che chiaramente la crescita dei capi egrave graduale essendo graduale
anche il fabbisogno alimentare giornaliero ma che per necessarie ragioni di semplificazione si egrave
assunto cautelativamente un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita
Situazione attuale ndash densitagrave
Taglia dei capi Peso medio dei capi
kgcapo Numero di capi
Densitagrave massima kgm
2
Capi m2
piccolo 18 11132 130 7
medio 27 7182 140 5
grande 36 21186 139 4
totale 39500
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Regime alimentare tipico
Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg Razione
quotidiana g gg
1 Avviamento Fino a 10deg giorno 004 ndash 027 29
2 Accrescimento Dal 10deg-21deg giorno (ca) 027 ndash 094 78
3 Accrescimento Dal 22deg al 45deg giorno (ca) 094 ndash 34 200
4 Finissaggio Dal 46deg fino alla fine ciclo 34 -39 375
Situazione attuale - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 39500 capi
Giorno
Numero di capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisogno
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
850 mangime
1 19750 29 06 844 accasamento
2 39500 29 11 833 accasamento
3 39500 29 11 822
4 39500 29 11 811
5 39500 29 11 799
6 39500 29 11 788
7 39500 29 11 777
8 39500 29 11 766
9 39500 29 11 754
10 39500 29 11 743
11 39500 78 31 712
12 39500 78 31 682
13 39500 78 31 651
14 39500 78 31 620
15 39500 78 31 589
16 39500 78 31 559
17 39500 78 31 528
18 39500 78 31 497
19 39500 78 31 466
20 39500 78 31 436
21 39500 78 31 405
22 39500 200 79 326
23 39500 200 79 247
24 39500 200 79 168
25 39500 200 79 89
26 39500 200 79 10
27 39500 200 79 781 mangime
28 39500 200 79 702
29 39500 200 79 623
30 39500 200 79 544
31 39500 200 79 465
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PAGINA 28 194 Settembre 2015
Giorno
Numero di capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisogno
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
32 39500 200 79 386
33 39500 200 79 307
34 39500 200 79 228
35 39500 200 79 149
36 28368 200 57 92 1deg sfoltimento caricamento vs
macello
37 28368 200 57 35
38 28368 200 57 829 mangime
39 28368 200 57 772
40 28368 200 57 715
41 28368 200 57 659
42 28368 200 57 602
43 28368 200 57 545
44 28368 200 57 488
45 28368 200 57 432
46 21186 375 79 352 2deg sfoltimento caricamento vs
macello
47 21186 375 79 273
48 21186 375 79 193
49 21186 375 79 114
50 21186 375 79 34
51 21186 375 79 805 mangime
52 21186 375 79 725
53 21186 375 79 646
54 21186 375 79 567
55 21186 375 79 487
56 21186 375 79 408
57 21186 375 79 328
58 13506 375 51 278 caricamento vs macello
59 5826 375 22 256 caricamento vs macello
60 - 375 - 256 caricamento vs macello
61
consegna pollina ditta esterna
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5 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLO SCENARIO DI PROGETTO
51 Motivazione dellrsquointervento di ampliamento
Lrsquoallevamento era di proprietagrave del Sig Bonifacio Maggiolo padre dellrsquoattuale gestore nel 2008 il figlio
Cesare Maggiolo prende in affitto i capannoni e inizia la sua gestione utilizzandone solo tre in quanto
gli altri due necessitavano di interventi di miglioramento Dal 2014 Cesare Maggiolo diventa
proprietario dellrsquoallevamento e decide di procedere alla sistemazione dei due capannoni non utilizzati
per poter arrivare a sfruttare la potenzialitagrave complessiva delle superfici non sono state eseguite opere
di edilizia si egrave trattato prevalentemente di sistemazione degli impianti elettrici con installazione delle
centraline di controllo A seguito della sistemazione egrave possibile utilizzare tutta al superficie utile di
allevamento disponibile
Considerata la superficie utile di allevamento disponibile lrsquoAzienda Agricola Maggiolo intende ampliare
la propria capacitagrave di allevamento di polli da carne fino ad una massimo pari a 110000 capi per ciclo
Si tratta quindi esclusivamente di un ampliamento del numero di capi allevato senza alcun ampliamento
delle strutture o costruzione di nuove
52 Dimensionamento dellrsquoallevamento in caso di ampliamento
Lrsquoazienda intende quindi operare fino ad una consistenza massima di allevamento pari a 110000 capi
di peso variabile tra 18 e 36 kgcapo ricorrendo allo stesso schema di allevamento giagrave in pratica
attualmente Quindi realizzando cicli di allevamento di tipo misto di durata complessiva pari a circa 60
giorni complessivi con due momenti di sfoltimento uno dopo circa 3437 giorni quando i capi
raggiungono un peso medio di 18 kg un secondo dopo 4547 giorni quando i capi rimanenti
raggiungono un peso di 27 kg circa I rimanenti capi verranno quindi caricati verso il macello al
raggiungimento di circa 36 kg dopo 60 giorni circa
Tra due cicli di allevamento verragrave allo stesso modo garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle
normative vigenti per un periodo di 21 giorni Lrsquoazienda realizzeragrave un totale massimo di 5 cicli ogni anno
(di cui lrsquoultimo potragrave ricadere parzialmente nellrsquoanno successivo) Prima dellrsquoinizio del vuoto sanitario
verragrave sempre asportata la lettiera seguendo la fase di pulizia e disinfezione dellrsquoambiente e di tutte
le attrezzature presenti allrsquointerno del ricovero compresi i sistemi di distribuzione del mangime e
dellrsquoacqua
La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attivitagrave di un ciclo misto con
indicazione dei giorni di accasamento rifornimento di mangime sfoltimento e quindi di avvio al macello
dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata
Lrsquoimpostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dellrsquoallevamento
quindi al lordo della mortalitagrave fisiologica e mediamente pari al 5 per ciclo completo di allevamento
Lrsquoimpostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010
n 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013 relativamente alla densitagrave massima da non superare pari a
39 kgm2 in deroga al limite di 33 kgm
2 e previa presentazione di apposita richiesta entro 15 giorni
prima dellrsquoaccasamento dei capi allrsquoautoritagrave sanitaria territorialmente competente Inoltre lo schema
viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla tabella che segue si tenga
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PAGINA 30 194 Settembre 2015
presente che chiaramente la crescita dei capi egrave graduale essendo graduale anche il fabbisogno
alimentare giornaliero ma che per necessarie ragioni di semplificazione si egrave assunto cautelativamente
un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita
Scenario di progetto ndash densitagrave
Taglia dei capi Peso medio dei capi
kgcapo Numero di capi
Densitagrave massima kgm
2
Capi m2
piccolo 18 31000 361 20
medio 27 20000 389 14
grande 36 59000 388 11
totale
110000
Regime alimentare tipico
Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg Razione
quotidiana g gg
1 Avviamento Fino a 10deg giorno 004 ndash 027 29
2 Accrescimento Dal 10deg-21deg giorno (ca) 027 ndash 094 78
3 Accrescimento Dal 22deg al 45deg giorno (ca) 094 ndash 34 200
4 Finissaggio Dal 46deg fino alla fine ciclo 34 -39 375
Scenario di progetto - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 110000 capi
Giorno
Numero di
capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisog
no
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
850 mangime
1 18333 29 05 845 accasamento
2 36667 29 10 834 accasamento
3 55000 29 16 819 accasamento
4 73333 29 21 798 accasamento
5 91667 29 26 772 accasamento
6 110000 29 31 740 accasamento
7 110000 29 31 709
8 110000 29 31 678
9 110000 29 31 646
10 110000 29 31 615
11 110000 78 86 529
12 110000 78 86 444
13 110000 78 86 358
14 110000 78 86 272
15 110000 78 86 187
16 110000 78 86 101
17 110000 78 86 16
18 110000 78 86 780 mangime
19 110000 78 86 694
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COD 15V055 PAGINA 31 194
Giorno
Numero di
capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisog
no
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
20 110000 78 86 609
21 110000 78 86 523
22 110000 200 220 303
23 110000 200 220 83
24 110000 200 220 713 mangime
25 110000 200 220 493
26 110000 200 220 273
27 110000 200 220 53
28 110000 200 220 683 mangime
29 110000 200 220 463
30 110000 200 220 243
31 110000 200 220 23
32 110000 200 220 653 mangime
33 110000 200 220 433
34 110000 200 220 213
35 94640 200 189 24 1deg sfoltimento caricamento vs macello
36 79280 200 159 685
1deg sfoltimento caricamento vs macello mangime
37 79000 200 158 527 1deg sfoltimento caricamento vs macello
38 79000 200 158 369
39 79000 200 158 211
40 79000 200 158 53
41 79000 200 158 745 mangime
42 79000 200 158 587
43 79000 200 158 429
44 68760 200 138 291 2deg sfoltimento caricamento vs macello
45 59000 375 221 70 2deg sfoltimento caricamento vs macello
46 59000 375 221 699 mangime
47 59000 375 221 477
48 59000 375 221 256
49 59000 375 221 35
50 59000 375 221 664 mangime
51 59000 375 221 442
52 59000 375 221 221
53 59000 375 221 850 mangime
54 51320 375 192 657 caricamento vs macello
55 43640 375 164 494 caricamento vs macello
56 35960 375 135 359 caricamento vs macello
57 28280 375 106 253 caricamento vs macello
58 20600 375 77 176 caricamento vs macello
59 12920 375 48 127 caricamento vs macello
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PAGINA 32 194 Settembre 2015
Giorno
Numero di
capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisog
no
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
60 5240 375 20 108 caricamento vs macello
61 - caricamento vs macello
62 consegna pollina ditta esterna
63 consegna pollina ditta esterna
64 consegna pollina ditta esterna
6 GESTIONE DEI MATERIALI PALABILI ESISTENTE E PREVISTO DAL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DEL NUMERO DI CAPI
Nellrsquoazienda agricola Maggiolo non egrave presente alcuna concimaia in quanto tutta la pollina (il misto
di deiezioni del pollame piume mangimi e lettiere di truciolo) egrave consegnata alla fine di ogni ciclo
alla fungaia Agrifung Nello scenario di progetto la pollina verragrave consegnata alla stessa ditta Il
materiale egrave ritirato come sottoprodotto di origine animale
Ai sensi del Regolamento (CE) n 10692009 del 21 ottobre 2009 recante norme sanitarie relative
ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti derivati non destinati al consumo umano e che
abroga il regolamento (CE) n 17742002 (regolamento sui sottoprodotti di origine animale) la
pollina rientra nei materiali di categoria 2 (art 9) ldquoa) stallatico guano non mineralizzato e contenuto
del tubo digerente (hellip)rdquo e possono (art 13) essere ldquoa) smaltiti come rifiuti mediante incenerimento
i) direttamente senza trasformazione preliminare o ii) dopo la trasformazione attraverso
sterilizzazione sotto pressione se lrsquoautoritagrave competente lo richiede e con marcatura permanente
del materiale risultante b) recuperati o smaltiti mediante coincenerimento qualora i materiali di
categoria 2 siano rifiuti i) direttamente senza trasformazione preliminare o ii) dopo la
trasformazione attraverso sterilizzazione sotto pressione se lrsquoautoritagrave competente lo richiede e
con marcatura permanente del materiale risultante c) smaltiti in una discarica autorizzata dopo la
trasformazione attraverso sterilizzazione sotto pressione e con marcatura permanente dei materiali
risultanti d) utilizzati per la fabbricazione di fertilizzanti organici o ammendanti da immettere sul
mercato conformemente allrsquoarticolo 32 previa trasformazione mediante sterilizzazione sotto
pressione ove applicabile e marcatura permanente dei materiali risultanti e) compostati o
trasformati in biogas i) dopo la sterilizzazione sotto pressione e la marcatura permanente del
materiale risultante o ii) se si tratta di stallatico del tubo digerente e del suo contenuto di latte
prodotti a base di latte di colostro di uova e ovoprodotti qualora lrsquoautoritagrave competente ritenga che
non presentino rischi di diffusione di malattie trasmissibili gravi dopo la trasformazione preliminare
o senza trasformazione preliminare f) applicati sul terreno senza trasformazione preliminare se si
tratta di stallatico del contenuto del tubo digerente separato da questrsquoultimo di latte prodotti a
base di latte e di colostro e qualora lrsquoautoritagrave competente ritenga che non presentino rischi di
diffusione di malattie trasmissibili gravi g) insilati compostati o trasformati in biogas se si tratta di
materiali derivanti da animali acquatici h) utilizzati come combustibile dopo la trasformazione o
senza trasformazione preliminare o i) utilizzati per la fabbricazione di prodotti derivati di cui agli
articoli 33 34 e 36 e immessi sul mercato conformemente a tali articolirdquo
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 33 194
Ai sensi del Dlgs 1522006 smi (art 185) ldquo2 Sono esclusi dallambito di applicazione della parte quarta
del presente decreto (ndr ldquoNorme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinatirdquo) in
quanto regolati da altre disposizioni normative comunitarie ivi incluse le rispettive norme nazionali di
recepimento (hellip) b) i sottoprodotti di origine animale compresi i prodotti trasformati contemplati dal
regolamento (CE) n 17742002 (ndr abrogato con il successivo Regolamento (CE) n 10692009 del
21 ottobre 2009) eccetto quelli destinati allincenerimento allo smaltimento in discarica o allutilizzo in
un impianto di produzione di biogas o di compostaggio (hellip)rdquo Inoltre sempre disciplina della pollina
ricade nella generale regolamentazione dei sottoprodotti contenuta nellarticolo 184-bis dello stesso
Dlgs 1522006 ldquo1 Egrave un sottoprodotto e non un rifiuto ai sensi dellarticolo 183 comma 1 lettera a)
qualsiasi sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti condizioni a) la sostanza o loggetto egrave
originato da un processo di produzione di cui costituisce parte integrante e il cui scopo primario non egrave
la produzione di tale sostanza od oggetto b) egrave certo che la sostanza o loggetto saragrave utilizzato nel
corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione da parte del produttore
o di terzi c) la sostanza o loggetto puograve essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento
diverso dalla normale pratica industriale d) lulteriore utilizzo egrave legale ossia la sostanza o loggetto
soddisfa per lutilizzo specifico tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute
e dellambiente e non porteragrave a impatti complessivi negativi sullambiente o la salute umanardquo
La pollina originata nellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave quindi da considerarsi un sottoprodotto di
origine animale che viene e verragrave consegnata a terzi per un successivo processo di produzione o di
utilizzazione non rientrando per tanto nellrsquoambito dellrsquoapplicazione delle Norme in materia di gestione
dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati di cui al DLgs 1522006 smi
Lrsquoazienda agricola Maggiolo non effettua e non effettueragrave nello scenario di progetto lo spandimento
della pollina
La tabella che segue riporta la stima della produzione di pollina nella situazione attuale (riferita ad una
consistenza massima pari a 39500 capi per ciclo) e relativa allo scenario di progetto (riferito ad una
consistenza massima pari a 110000 capi per ciclo)
La stima egrave stata effettuata sulla base dei criteri definiti nellrsquoAllegato alla DGR n 2217 del 08082008
ldquoLinee guida per la compilazione della comunicazione e del PUArdquo (aggiornamento dellrsquoAllegato F alla
DGR 7 agosto 2007 n 2439 che in Regione Veneto recepisce il Decreto Ministeriale 7 aprile 2006)
relativamente alla consistenza media dellrsquoallevamento
Situazione attuale - Numero di cicli (compresi i giorni necessari per lo svuotamento e trasporto
pollina)
I ciclo Svuoto sanitario II ciclo
Svuoto sanitario III ciclo
Svuoto sanitario IV ciclo
Svuoto sanitario V ciclo
Numero di giorni
61 210 61 21 61 21 61 21 37 365
Completo Completo Completo Completo Incompleto
06 46
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PAGINA 34 194 Settembre 2015
Scenario di progetto - Numero di cicli (compresi i giorni necessari per lo svuotamento e trasporto
pollina)
I ciclo Svuoto sanitario II ciclo
Svuoto sanitario III ciclo
Svuoto sanitario IV ciclo
Svuoto sanitario V ciclo
Numero di giorni
64 210 64 21 64 21 64 21 25 365
Completo Completo Completo Completo Incompleto
03 44
Produzione di pollina nella situazione attuale e nello scenario futuro in caso di ampliamento
Situazione
attuale Scenario di
progetto
Consistenza massima dellrsquoallevamento n di capi 39500 110000
Consistenza media dellallevamento (calcolato come da indicazioni di cui allrsquoAllegato A alla DGR 2217 del 882008) Considerando un
tasso di mortalitagrave fisiologica pari al 5
ciclo di durata pari a 60 giorni
periodo di vuoto sanitario pari a 21 giorni
46 cicli allrsquoanno nella situazione attuale e 44 cicli allrsquoanno nello scenario di progetto
n di capi 23787 63138
Consistenza media dellallevamento t in peso vivo
Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 882008 ndash allegato A - tabella 1 polli da carne a terra con uso lettiera (pv medio 1 kg)
m3capoanno 00095 00095
Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 882008 ndash allegato A - tabella 1 polli da carne a terra con uso lettiera (pv medio 1 kg)
tcapoanno 00062 00062
Produzione pollina (volume) m
3 anno 226 600
Produzione pollina (peso) tanno 147 391
7 CONSUMI DI RISORSE E CARATTERISTICHE DELLE EMISSIONI IN AMBIENTE ESTERNO
71 Consumo di materie prime
Le materie prime in ingresso nellrsquoallevamento sono
mangimi
truciolo per lettiera
altri prodotti (ad esempio insetticidi e prodotti per la derattizzazione e per il trattamento dei
capi)
prodotti per pulizia e disinfezione degli ambienti di stabulazione
I mangimi sono tenuti in deposito nei silos dislocati in prossimitagrave dei singoli capannoni ed hanno una
capacitagrave complessiva attuale pari a 85 t sia nello scenario attuale che in nello scenario di progetto in
caso di ampliamento Il mangime viene fornito direttamente dal soccidante Nelle diverse fasi del ciclo
dellrsquoallevamento vengono fornite da parte del soccidante quattro tipologie di mangimi in grado di
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garantire una crescita equilibrata dei capi e da ottimizzare lrsquoassorbimento dei nutrienti limitando
cosigrave lrsquoescrezione di azoto e fosforo il mangime egrave generalmente fornito in 4 fasi al fine di fornire ai
capi il nutrimento di cui hanno effettivamente bisogno nello specifico periodo della crescita La
tabella che segue riporta la composizione delle 4 tipologie di mangime fornito per periodo
Caratteristiche mangimi per fase
Fosforo
inorganico
Lisina Fitasi FTU Proteina
grezza
Oli e grassi
grezzi
P12 primo periodo 070 14 800 225 6
PB1 secondo periodo 060 122 750 20 7
PB2 terzo periodo 050 110 700 1830 880
PB3 quarto periodo 052 100 600 1720 9
Consumo di mangime
Consumo medio per
capi (ciclo misto)
kgcapo
consistenza
massima
(n capi)
Numero di cicli
allrsquoanno
Consumo di
mangime annuale
(tanno)
Situazione attuale 8 39500 46 1454
Scenario di progetto 8 110000 44 3872
I trattamenti di derattizzazione vengono effettuati in proprio utilizzando NOTRAC Block (bromadiolone e
denatorion principio attivo) essendo tenuta la registrazione degli interventi di derattizzazione con
piantina di distribuzione Nello scenario di progetto lrsquoazienda agricola continueragrave a effettuare i
trattamenti in proprio
Una volta svuotato il capannone dai capi si provvede alla raccolta della lettiera alla pulizia e alla
preparazione per il nuovo ciclo La pulizia si effettua in due fasi
mediante stazzamento a secco accurato di pavimenti pareti e attrezzature raccolta della pollina
residua che vien unita a quella giagrave accumulata in attesa di essere ritirata da parte della ditta
incaricata Segue bagnatura delle pareti con idropulitrice che non genera reflui in quanto ha la
sola funzione di preparare le superfici per la fase successiva
con idropulitrice o atomizzatore si applica a tutte le superfici la soluzione disinfettante al 1
circa di eviron D ( per ciclo se ne consumano circa 20 l per preparare 2 m3 di soluzione per ogni
ciclo) Non si generano effluenti la soluzione egrave lasciata sulle superfici al fine di lasciare che il
disinfettante espleti al sua funzione
72 Consumi energetici
Lrsquoazienda agricola Maggiolo ha un proprio impianto fotovoltaico con potenza di pico pari a 56 kW
Lrsquoenergia elettrica prodotta egrave utilizzata per
illuminazione dellrsquoarea di stabulazione e dei locali riscaldamento con lampade che fungono da ldquoMadre Artificialerdquo
distribuzione del mangime e dellrsquoacqua
sistema di ventilazione
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illuminazione interna dei capannoni di allevamento
cella frigorifica per capi deceduti
Azienda Agricola Maggiolo ndash impianto fotovoltaico
Egrave previsto un consumo medio annuale di circa 30000 l di GPL che dipende fortemente dalle
caratteristiche climatiche della stagione Il GPL egrave depositato in due serbatoi interrati da 3000 e 5000 l
Lrsquoaumento dei consumi di energia egrave legato in particolare alla necessitagrave di incrementare la ventilazione
Consumo annuale
kWh
Energia elettrica
autoprodotta
consistenza
massima
(n capi)
Fabbisogno medio per
capo kWhcapo ()
Situazione attuale 6000 63 39500 03
Scenario di progetto 100000 63 110000 018
() considerando presenza media anno rispettivamente 192000 e 536000)
73 Ciclo idrico
Lrsquoazienda consuma acqua di acquedotto per
Abbeveraggio capi
Lavaggio e disinfezione
Servizi igienici
Nella configurazione dellrsquoallevamento attuale il consumo idrico si attesta su circa 2900 m3anno di cui
circa 2600 m3anno per abbeveraggio (per un consumo medio pari a circa 144 lcapo durante il ciclo di
allevamento) 300 m3anno per il sistema di raffrescamento e circa 10 m
3anno per la pulizia
Considerando lrsquoincremento del numero di capi si prevede un incremento dagli attuali consumi annuali a
circa 7280 m3
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Consumi idrici per abbeveraggio
Consumo medio per capi (ciclo misto)
lcapo
consistenza massima (n capi)
Numero di cicli allrsquoanno
Consumo di acqua annuale (m
3anno)
Situazione attuale 144 39500 46 2617
Scenario di progetto 144 110000 44 6970
Consumi idrici totali
Situazione attuale Scenario di progetto
Consumi idrici per abbeveraggio m3
anno 2617 6970
Consumi per raffrescamento (1) m3
anno 300 300
Consumi Idrici per pulizia (2) m3
anno 10 10
Consumi idrici totali m3
anno 2927 7280
(1) Il consumo per raffrescamento egrave alle condizioni meteoclimatiche ovvero al coincidere un ciclo di allevamento
con il picco estivo Il dato indicato egrave quindi un dato medio puramente indicativo
(2) Dato massimo
74 Scarichi idrici
I polli bevono direttamente beccando i nipples senza che avvenga spreco e dispersione dacqua
nellambiente Il raffrescamento egrave garantito dal sistema di pannelli cooling con riutilizzo dellrsquoacqua non
evaporata evitando sprechi e in parte con il sistema baumac Lrsquoabbeveraggio ed il sistema di
raffrescamento non generano quindi scarichi idrici Il sistema di pulizia non produce scarichi idrici infatti
dopo aver effettuato una estesa pulizia a secco le superfici interne ai capannoni sono bagnate con
soluzione di disinfettante con pompa a pressione senza creare ruscellamenti
75 Spolgie di animali
La mortalitagrave per ciclo di allevamento si attesta sui valori intorno a 5 LrsquoAzienda Agricola dispone di
una cella frigo per la conservazione dei capi deceduti di proprietagrave
Azienda Agricola Maggiolo ndash Celle frigorifera
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76 Produzione di rifiuti solidi
La produzione di rifiuti dellrsquoAzienda Agricola egrave limitata in quanto le materie prime (tra cui il mangime)
vengono trasportate mezzi che scaricano direttamente nei silos di stoccaggio
I rifiuti prodotti sono per lo piugrave rifiuti non pericolosi di cui in particolare imballaggi in plastica (contenitori
per detergenti e disinfettanti) in carta ed in vetro
Azienda Agricola Maggiolo ndash locale adibito al deposito dei rifiuti
77 Emissioni in atmosfera
In allevamento sono presenti emissioni diffuse derivanti da metabolismo animale tali emissioni
sono tenute sotto controllo mediante adozione di unrsquoadeguata ventilazione dei capannoni per
ridurre il tenore di umiditagrave della lettiera ribaltamento della stessa funzionale a limitare lrsquoinsorgere di
fenomeni di fermentazione anaerobica
La tabella che segue sintetizza le emissioni di ammoniaca e metano alla massima capacitagrave
dellrsquoallevamento sulla base dei coefficienti di emissione (riferimento BREF sect3321)
Emissioni di ammoniaca e metano
fase Fattore di
emissione unitagrave misura fattore
Situazione attuale
ndash emissioni totali
tanno
Scenario di
progetto ndash
emissioni totali
tanno
Stabulazione 011 kg NH3postoanno 43 121
Stabulazione 0079 Kg CH4postoanno 31 87
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8 DISTANZE MINIME SECONDO LA DGR 8562012
Con la DGR n 856 del 15 maggio 2012 ldquoAtti di indirizzo ai sensi dellart 50 comma 1 lett d) della LR
23 aprile 2004 n 11 Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio Modifiche ed
integrazioni alla lett d) Edificabilitagrave zone agricole punto 5) Modalitagrave di realizzazione degli allevamenti
zootecnici intensivi e la definizione delle distanze sulla base del tipo e dimensione dellallevamento
rispetto alla qualitagrave e quantitagrave di inquinamento prodottordquo la Giunta regionale ha aggiornato gli Atti di
Indirizzo di cui alle deliberazioni n 31782004 e n 3292010 per ledificabilitagrave nelle zone agricole
Le tabelle che seguono riassumono i calcoli per la determinazione delle distanze minime di cui alla
DGR 85620122 Nelle tavole allegate si riportano i buffer con le distanze minime e lrsquoindicazione
dellrsquoutilizzo degli edifici data dalla Carta Tecnica Regionale
Lrsquoallevamento egrave dotato di un sistema di ventilazione forzata e non dispone di alcun stoccaggio della
polline che che insieme alla lettiera viene mantenuta al chiuso (nei singoli capannoni di allevamento)
fini alla fine del ciclo di allevamento per poi essere traportata da terzi verso lrsquoimpianto di recupero e
riutilizzo
Nella situazione attuale cosigrave come nello scenario di progetto lrsquoallevamento si trova a piugrave di 200 m
dallrsquoallevamento piugrave vicino Nel raggio di 100 m dallrsquoallevamento non sono presenti abitazioni civili a
meno dellrsquoedificio abitativo del proprietario e gestore dellrsquoallevamento e nel raggio di 200 m non rientra
il perimetro del centro abitato Il limite di zona agricola risulta ad una distanza superiore a 200 m
rispetto sia relativamente al PRG del Comune di Castello di Godego che al PAT del Comune di
Castelfranco Le strutture di allevamento (cinque capannoni) pressocheacute entro il limite di 20 m dal
confine della proprietagrave aziendale
Distanza minima dai confini di proprietagrave (Tabella 2 Allegato A)
Consistenza massima Peso vivo t
Classe tabella 1 allegato A
Distanza minima m
Situazione attuale 39500 395 2 20
Scenario di progetto 110000 110 2 20
Il peso medio vivo egrave stato calcolato sulla base del ciclo medio tipico
a) Tipologia dellambiente di stabulazione e del sistema di pulizia
Tipologia Punti allevamento
Situazione attuale ottimizzazione dellisolamento termico e della ventilazione (anche
artificiale)+pavimenti ricoperti da lettiera-abbeveratoi anti spreco 10
Scenario di progetto ottimizzazione dellisolamento termico e della ventilazione (anche
artificiale)+pavimenti ricoperti da lettiera-abbeveratoi anti spreco 10
2 Si rimanda alle tavole ldquoVerifica dei requisiti di cui alla DGR n 856 del 15 maggio 2012 - Stato attuale e incremento capi senza
passaggio di classe (classe 2) Uso del Suolordquo e ldquoVerifica dei requisiti di cui alla DGR n 856 del 15 maggio 2012 - Stato attuale e incremento capi senza passaggio di classe (classe 2)rdquo riportate in allegato
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b) Sistema di ventilazione
Tipologia Punti allevamento
Situazione attuale ventilazione forzata 0
Scenario di progetto ventilazione forzata 0
c) sistema di stoccaggio e trattamento delle deiezioni
Tipologia Punti allevamento
Situazione attuale materiali palabili - pollina su lettiera al coperto (su capannoni chiusi) -
equivalente a concimaia chiusa 0
Scenario di progetto materiali palabili - pollina su lettiera al coperto (su capannoni chiusi) -
equivalente a concimaia chiusa 0
Punteggio totale
Criteri Punti allevamento
Situazione attuale a b c 10
Scenario di progetto a b c 10
Distanze minime reciproche degli insediamenti zootecnici dai limiti di zona agricola (Tabella 3 Allegato A)
classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m
Situazione attuale 2 10 200
Scenario di progetto 2 10 200
Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze civili sparse (Tabella 4 Allegato A)
classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m
Situazione attuale 2 10 100
Scenario di progetto 2 10 100
Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze concentrate (centri abitati) (Tabella 5 Allegato A)
classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m
Situazione attuale 2 10 200
Scenario di progetto 2 10 200
9 DECOMMISSIONING
Per le strutture in cemento eo laterizi si provvederagrave in fase di dismissione dellrsquoallevamento al
trasporto delle relative macerie presso un impianto di trattamento per la bonifica
Per le attrezzature se riutilizzabili si provvederagrave alla revisione e riutilizzo presso altri impianti simili
mentre per le parti obsolete si provvederagrave al loro smaltimento tramite ditte autorizzate
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QUADRO DI RIFERIMENTO
PROGRAMMATICO
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10 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE
101 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ndash Regione Veneto
1011 Riferimenti generali
La Regione Veneto con DGR n 372 del 1722009 ha adottato il Piano Territoriale Regionale di
Coordinamento ai sensi della LR 2342004 n 11 (art 25 e 4) oggetto di Variante anche questa solo
adottata con DGR n 427 del 1042013 pubblicata sul BURV n 39 del 352013 Il PTRC con la
citata Variante come precisato allrsquoarticolo 1bis delle Norme dello stesso assume natura di piano
urbanistico territoriale con specifica considerazione dei valori paesaggistici ai sensi dellrsquoart 135
comma 1 del DLgs 2212004 n 42 il Codice dei beni culturali e del paesaggio
Il PTRC adottato comprende i seguenti elaborati
Relazione illustrativa con i fondamenti del buon governo
Elaborati grafici
- Tavola PTRC 1992 - Ricognizione
- Tavola 1a - Uso del suolo Terra
- Tavola 1b - Uso del suolo Acqua
- Tavola 1c ndash Uso del suolo Idrogeologia e rischio sismico
- Tavola 2 - Biodiversitagrave
- Tavola 3 - Energia e ambiente
- Tavola 4 - Mobilitagrave
- Tavola 5a - Sviluppo economico produttivo
- Tavola 5b - Sviluppo economico turistico
- Tavola 6 - Crescita sociale e culturale
- Tavola 7 - Montagna del Veneto
- Tavola 8 - Cittagrave motore di futuro
- Tavola 9 - Sistema del territorio rurale e della rete ecologica
- Tavola 10 - Sistema degli obiettivi di progetto
Rapporto ambientale
Quadro conoscitivo
Documento per la pianificazione paesaggistica
o Ambiti di paesaggio
o Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici
o Atlante ricognitivo
o Sistema di valori
Norme tecniche
Il PTRC come precisato nellrsquoarticolo 4 delle Norme dello stesso egrave strumento sovraordinato a tutti i
piani territoriali ed urbanistici e puograve essere motivatamente modificato o integrato dai piani regionali di
settore e di sviluppo delle grandi reti di servizi fatto salvo quanto disposto dallrsquoart 145 comma 3 del
DLgs 422004 gli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica di livello inferiore devono
adeguarsi entro dodici mesi dallrsquoentrata in vigore del PTRC
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Per quanto attiene allrsquoefficacia del PTRC come stabilito dal comma 3 dellrsquoarticolo 72bis delle Norme
dello stesso piano ldquoai sensi dellrsquoart 29 comma 2 della LR 1104 dallrsquoadozione del PTRC o di sue
eventuali varianti e fino alla loro entrata in vigore e comunque non oltre cinque anni dalla data di
adozione i Comuni sono tenuti a sospendere ogni determinazione sulle domande relative ad interventi
di trasformazione edilizia e urbanistica che risultino in contrasto con le prescrizioni contenute nel
pianordquo
In merito alla pianificazione paesaggistica come definito nel Titolo XI delle Norme dellrsquoadottato PTRC
la Regione egrave articolata ai sensi dellrsquoarticolo 45ter comma 1 della LR 112004 e dellrsquoarticolo 135
comma 2 del DLgs 422004 in quattordici Ambiti di Paesaggio indicati nel Documento per la
pianificazione paesaggistica La definizione delle specifiche normative drsquouso aventi la finalitagrave di
assicurare che ciascun ambito di paesaggio sia ldquoadeguatamente conosciuto tutelato salvaguardato e
disciplinatordquo attribuendo ldquoadeguati obiettivi di qualitagrave in attuazione dei fini di cui agli articoli 131 133 e
135 del Codice e sulla base della specificazione dei contenuti definiti dallrsquoAtlante Ricognitivo
contenuto nel Documento per la pianificazione paesaggisticardquo egrave demandata ai previsti Piani
Paesaggistici Regionali drsquoAmbito (PPRA)
Il Documento per la pianificazione paesaggistica come precisato allrsquoarticolo 71ter delle Norme del
PTRC costituisce quadro di riferimento per la definizione dei PPRA
Tale Documento si articola in Ambiti di paesaggio in cui egrave indicata la delimitazione degli Ambiti di
Paesaggio Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici in cui egrave indicato il percorso istituzionale di
attribuzione della valenza paesaggistica e sono rappresentate le aree di cui agli artt 136 e 142 del
DLgs4204 destinate a ricognizione e validazione in sede di pianificazione paesaggistica regionale
drsquoambito Atlante Ricognitivo quale prima ricognizione finalizzata alla conoscenza dei caratteri del
paesaggio veneto e dei processi di trasformazione che lo interessano in cui sono indicati obiettivi e
indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari ai PPRA Sistemi di valori (i siti patrimonio dellrsquoUnesco le
Ville del Palladio le Ville Venete Parchi e giardini di rilevanza paesaggistica Forti e manufatti difensivi
Archeologia industriale Architetture del Novecento
1012 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Gli elaborati cartografici del PTRC data anche la scala di restituzione solo in alcuni casi identificano
categorie direttamente relazionabili allrsquoarea dellrsquoesistente allevamento zootecnico avicolo od
allrsquoimmediato intorno ed in dettaglio si tratta delle ldquoAree nucleordquo riportate nelle Tavole 1 2 e 9 e dei
ldquoPrati stabilirdquo riportati nelle Tavole 1 e 9
Area nucleo
Le Aree nucleo sono elementi costituitivi della Rete ecologica e corrispondono come precisato
allrsquoarticolo 24 delle Norme del PTRC ai siti della Rete Natura 2000 ed alle aree naturali protette di cui
alla L 3941991 In tale articolo si afferma che ldquola Regione promuove programmi e progetti specifici
finalizzati alla salvaguardia e valorizzazione della Rete ecologica e per lrsquoattuazione di azioni volte alla
tutela conservazione e accrescimento della biodiversitagrave da attuarsi in collaborazione con le
amministrazioni provinciali comunali e gli altri soggetti interessati anche mediante il supporto a
pratiche agricole sostenibili e di gestione rurale privilegiando quelle dellagricoltura biologicardquo e che ldquoin
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PAGINA 44 194 Settembre 2015
tal senso si assumono come elementi di riferimento le reti di siepi agrarie e i filari le zone umide i corsi
dacqua e la rete di scolo e irrigua i boschettirdquo Le Norme del PTRC inoltre precisano che ldquola
procedura per la valutazione di incidenza si applica esclusivamente con riferimento agli obbiettivi di
conservazione tutelati nei siti della Rete Natura 2000rdquo
Con riguardo al previsto ampliamento del numero di capi allevati allrsquointerno delle giagrave esistenti strutture
aziendali che ricadono in una ZPS di cui alla Rete Natura 2000 egrave redatto il richiesto Studio di
Incidenza In aggiunta si annota che non sono previsti interventi che determinano ricadute sullrsquoattuale
consistenza e configurazione dei richiamati elementi di riferimento per la costruzione della rete
ecologica
Prati stabili
I Prati stabili sono disciplinati dallrsquoarticolo 14 delle Norme del PTRC che esplicita il loro riconoscimento
come ldquorisorse per il paesaggio e la biodiversitagraverdquo e demanda ai Comuni lrsquoindividuazione nellrsquoambito dei
propri strumenti urbanistici dei sistemi di prati stabili e la specificazione ai fini della loro tutela di
ldquoadeguate misure per mantenere il loro valore naturalistico e limitare la perdita di superficie prativa
dovuta allo sviluppo urbanistico allrsquoestensione dei seminativi e allrsquoavanzamento delle aree boschiverdquo
Il maggior numero di capi avicoli non richiede lrsquoampliamento dellrsquoarea attualmente giagrave interessata dalla
presenza dellrsquoallevamento e pertanto non sono coinvolte aree a prato stabile
Il PTRC con riguardo alle Aree rurali disciplinate allrsquoarticolo 7 individua e delimita quattro categorie di
aree rurali riportate in tavola 1a le Aree di agricoltura periurbana le Aree agropolitane in pianura le
Aree ad elevata utilizzazione agricola le Aree ad agricoltura mista a naturalitagrave diffusa per ognuna delle
quali sono elencati obiettivi e previsioni da assumere in sede di predisposizione e adeguamento degli
strumenti di pianificazione urbanistica In generale nel territorio rurale la pianificazione territoriale ed
urbanistica come indicato nel citato articolo deve essere ldquoorientata al principio del minor consumo di
suolordquo e perseguire diverse finalitagrave tra le quali ldquogarantire la sostenibilitagrave dello sviluppo economico del
settore rurale attraverso processi di trasformazione del territorio realizzati con il minor consumo
possibile di suolordquo ldquopromuovere e sostenere il recupero dei fabbricati abitativi e agricolo produttivi e
delle loro pertinenze e consentire la realizzazione di fabbricati abitativi e agricolo produttivi necessari
alle aziende agricole garantendo il loro armonico inserimento nel paesaggio agrario nel rispetto della
struttura insediativa esistenterdquo
La prevista variazione del numero di polli allevati che non richiede la realizzazione di nuovi fabbricati
in linea generale comunque non esclusi secondo le indicazioni delle norme del PTRC se correttamente
inseriti si ritiene possa essere positivamente relazionata con il richiamato obiettivo di uno sviluppo
rurale sostenibile tanto che non egrave in contrasto con la finalitagrave di ridurre il consumo di suolo agricolo
102 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ndash Provincia di Treviso
1021 Riferimenti generali
Il PTCP approvato con la DGR 1137 del 23032010 come precisato allrsquoarticolo 1 delle Norme dello
stesso ldquoindica gli obiettivi e gli elementi fondamentali dello sviluppo urbanistico provinciale
individuando per lrsquoassetto del territorio le nuove esigenze generali del territorio in coerenza con il
Studio di Impatto Ambientale
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quadro conoscitivo elaborato con riferimento alla salvaguardia conservazione e valorizzazione delle
risorse territorialirdquo
Tale Piano sempre come specificato nel citato articolo assicura che la valorizzazione delle risorse
territoriali disciplinata dalle previsioni degli strumenti urbanistici comunali persegua in particolare
la promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole
la tutela delle identitagrave storico-culturali e della qualitagrave degli insediamenti urbani ed extraurbani
la tutela del paesaggio rurale montano e delle aree di importanza naturalistica
lrsquoutilizzo di nuove risorse territoriali solo quando non esistano alternative alla riorganizzazione e
riqualificazione
del tessuto insediativo esistente
la messa in sicurezza degli abitati e del territorio dai rischi sismici e di dissesto idrogeologico
Il PTCP attraverso le direttive e le prescrizioni da considerare per la redazione degli strumenti di
pianificazione di livello inferiore ed a cui i PAT dei Comuni devono adeguarsi intende raggiungere
scelte progettuali di sviluppo sostenibile in coerenza con gli obiettivi di cui allrsquoarticolo 2 della LR
112004
Il PTCP si compone dei seguenti elaborati
Elaborati grafici
- Tavola 1-1 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Aree soggette a tutela
- Tavola 1-2 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Pianificazione di livello superiore
- Tavola 1-3 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Aree naturalistiche protette
- Tavola 1-4 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Vincoli militari e infrastrutturali
- Tavola 2 Carta delle fragilitagrave
- Tavola 3-1 Sistema ambientale ndash Reti ecologiche
- Tavola 3-2 Sistema ambientale ndash Livelli di idoneitagrave faunistica
- Tavola 4-1 Sistema insediativo-infrastrutturale
- Tavola 4-2 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta dei Centri Storici della Provincia
- Tavola 4-3 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta delle Ville Venete Complessi ed Edifici di
pregio architettonico
- Tavola 4-4 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta delle Ville Venete Complessi ed Edifici di
pregio architettonico di interesse provinciale
- Tavola 4-5 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Mobilitagrave sostenibile
- Tavola 4-6 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Percorsi turistici
- Tavola 4-7 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash La Grande Treviso Il Sistema dei Parchi
- Tavola 5-1 Sistema del paesaggio ndash Carta geomorfologica della Provincia di Treviso
- Tavola del Rapporto Ambientale
Relazione di Piano
Norme Tecniche
Sintesi Non Tecnica Appendice ldquoArdquo al Rapporto Ambientale
Valutazione di Incidenza Ambientale
Rapporto Ambientale allo stato di avanzamento di giugno 2008
Allegato FF ndash Quaderno Progetti
Allegato GG ndash Linee guida per regolamenti edilizi - Relazione con appendici
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Allegato L ndash Rischio incidenti rilevanti
Allegato M ndash Beni culturali
1022 Relazioni con le previsioni del PTCP
Gli elaborati cartografici del PTCP3 solo in alcuni casi identificano categorie in relazione diretta con
lrsquoarea dellrsquoesistente allevamento zootecnico avicolo ed in dettaglio si tratta dei seguenti casi
Tavola 13 con riguardo alle Zone di Protezione Speciale ndash ZPS
Tavola 21 con riguardo alle Aree di pericolositagrave idrica ridotta P0
Tavola 23 con riguardo alle Zone di incompatibilitagrave assoluta (Rete Natura 2000)
Tavola 31 con riguardo alle ZPS e alle Aree nucleo
Tavola 32 con riguardo al Livello di idoneitagrave faunistica medio
Tavola 51 con riguardo alla Unitagrave di paesaggio P2
Le Zone di Protezione Speciale riportate nella Tavola 13 e nella Tavola 31 in tale caso corrispondono
alla ZPS IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo allrsquointerno della quale ricade lrsquoallevamento avicolo per
il quale si prevede di aumentare il numero di polli allevati per la produzione di carne Le ZPS sono
richiamate percheacute messe in relazione con gli elementi costitutivi della Rete ecologica questi ultimi
identificati e delimitati nella Tavola 31 nel caso in questione rappresentati da una delle Aree nucleo
Lrsquoarticolo 36 delle Norme del PTCP elenca gli obiettivi della Rete ecologica che devono essere assunti
dagli strumenti urbanistici locali e da ogni altro atto di programmazione e di governo del territorio come
condizioni alle trasformazioni ammissibili delle risorse in modo da contribuire alla realizzazione della
stessa rete ecologica provinciale
Lrsquoarticolo 37 delle Norme del PTCP contiene le direttive da applicare agli elementi della Rete ecologica
ed in particolare per quanto riguarda le Aree nucleo stabilisce che
- la realizzazione delle infrastrutture e degli impianti tecnici egrave subordinata a misure di mitigazione
mirate alla ricostituzione della continuitagrave della permeabilitagrave biologica nei punti critici di
passaggio ed inoltre con lrsquoinserimento di strutture utili allrsquoattraversamento faunistico e con la
costituzione di aree di rispetto formate con elementi arborei ed arbustivi finalizzate alla
conservazione della biodiversitagrave
- la gestione dellrsquoagricoltura in queste aree deve essere indirizzata anche mediante interventi di
incentivazione e sostegno tecnico e finanziario al mantenimento delle componenti di interesse
ecologico e della biodiversitagrave complessiva
- le aree individuate come critiche per presenza di infrastrutture aree insediative e corridoi
ecologici nei siti della Rete Natura 2000 devono essere considerate dalla normazione tutelare
degli strumenti urbanistici comunali come ambiti prioritari verso i quali convergere gli interventi
di riorganizzazione mediante azioni di mitigazione e compensazione
Lrsquoarticolo 39 delle Norme del PTCP inoltre per le Aree nucleo stabilisce che ldquoi progetti che implicano
modificazione di usi funzioni attivitagrave in atto sono soggetti a valutazione di incidenza (VINCA) ai sensi
3 Si rimanda agli estratti delle Tavole 21 31 (che riporta le ZPS analogamente alla tav 13 e 23) e 32 del PTCP inserite nellrsquoAllegato
Cartografico allo SIA
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della normativa statale e regionale in materiardquo ed in aggiunta precisa al comma 4 che gli ldquointerventi di
ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo [hellip]
sono ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati
compatibili dalla valutazione di incidenza e comunque soggetti a misure compensative a compenso
drsquoogni riduzione della qualitagrave ecologica complessiva dellrsquoareardquo
La previsione di aumentare il numero di polli allevati nelle strutture giagrave presenti non richiede nuovi
fabbricati o ampliamenti di quelli esistenti ed in ogni caso si annota che sono ammessi utilizzi a fini
agricoli in merito alla valutazione di incidenza come giagrave richiamato egrave predisposto il richiesto Studio di
Incidenza
Le Aree a pericolositagrave ridotta (P0) individuate nella Tavola 21 ldquoCarta delle fragilitagrave ndash Aree soggette a
dissesto idrogeologico e fragilitagrave ambientalerdquo sono definite allrsquoarticolo 57 come ldquoparti del territorio
provinciale ritenute maggiormente esposte a pericolo di allagamento soprattutto a causa di insufficienze
idrauliche localirdquo e per tali aree ldquodevono essere promosse dalle Amministrazioni Comunali verifiche
specifiche sullrsquoeffettivo comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio assieme al Consorzio
di Bonifica competente per territoriordquo Le Aree P0 sono disciplinate dallrsquoarticolo 59 delle Norme del
PTCP che formula le seguenti direttive
ldquo1 Lo strumento urbanistico comunale conduce per le aree P0 una rigorosa e puntuale verifica dello
stato idraulico del territorio nel rispetto della Delibera regionale n13222006 utilizzando per le
valutazioni schemi di calcolo che siano in grado di descrivere le conseguenze idrauliche di una
eventuale insufficienza della rete di scolo delle acque precisandone e definendone su queste basi gli
ambiti giagrave indicati dal PTCP
2 Per le aree classificate P0 ferma restando lrsquoapplicazione della normativa per esse eventualmente
disposta dai Piani di Assetto Idrogeologico lo strumento urbanistico comunale detta apposita normativa
finalizzata a non incrementare le condizioni di rischio ed in particolare a
a) mantenere le condizioni esistenti di funzionalitagrave idraulica ed anzi a migliorarle cosigrave da
agevolare e comunque non impedire il deflusso delle piene e non ostacolare il normale deflusso
delle acque
b) non aumentare le condizioni di pericolo a valle od a monte delle aree drsquointervento
c) non ridurre i volumi invasabili e favorire se possibile la formazione di nuove aree di libera
esondazione delle acque
d) non pregiudicare con opere incaute od erronee la successiva realizzazione di interventi per
lrsquoattenuazione o lrsquoeliminazione delle cause di pericolositagrave
e) non effettuare tombinamenti ma mantenere gli originali volumi di invaso disponibili di tratti di
f) fossi e fossati
g) neutralizzare con interventi in loco gli incrementi di portata conseguenti ad interventi
urbanizzativi
h) non costituire od indurre a costituire vie preferenziali al flusso di portate solide o liquide
i) minimizzare le interferenze anche temporanee con le strutture di difesa idraulicardquo
Per le valutazioni sulla relazione tra la disciplina e il previsto ampliamento dellrsquoallevamento si rimanda
ai successivi paragrafi del presente studio in cui si considerano i PAT dei Comuni territorialmente
coinvolti
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Le Zone di incompatibilitagrave assoluta sono considerate nelle Norme del PTCP in relazione alle Aree a
rischio di incidente rilevante disciplinate allrsquoarticolo 77 la direttiva stabilisce che il PAT nella
valutazione di compatibilitagrave territoriale per la localizzazione di nuovi impianti a rischio dovragrave tenere in
considerazione le aree di incompatibilitagrave assoluta localizzandogli stabilimenti in aree industriali esterne
a tali zone
La disciplina richiamata non ha attinenza con lrsquointervento in previsione
I Livelli di idoneitagrave faunistica sono definiti e riportati nella Tavola 32 ldquoSistema ambientale ndash Livelli di
idoneitagrave faunisticardquo e nel caso dellrsquoarea dellrsquoallevamento si ricade in un ambito con livello di idoneitagrave
faunistica medio come stabilito allrsquoarticolo 37 delle Norme del PTCP ldquogli strumenti urbanistici locali
dispongono apposita disciplina finalizzata a () definire i livelli di idoneitagrave faunistica allrsquointerno di queste
aree e dettare norme differenziate secondo il livello di idoneitagrave da conferire o conservarerdquo assicurando
nel caso di media idoneitagrave la tutela e la conservazione di tale livello
La prevista variazione in aumento dei capi di polli allevati si ritiene non incidere sul livello di idoneitagrave
faunistica
Le Unitagrave di Paesaggio individuate nella Tavola 51 sono disciplinate dallrsquoarticolo 30 delle Norme del
PTCP che chiede agli strumenti urbanistici comunali di individuare gli ambiti territoriali omogenei ldquoin
modo tale da far corrispondere ad ogni unitagrave di paesaggio la totale estensione di uno o piugrave ATO non
potendo di conseguenza uno stesso ambito territoriale omogeneo essere suddiviso tra diverse UDPrdquo Il
PTCP riconosce le caratteristiche di ogni Unitagrave e la disciplina stabilisce che ldquospetta allo strumento
urbanistico comunale sulla base di analisi puntuali dei caratteri costitutivi proporre la correzione e
precisazione dellrsquoestensione dellrsquounitagrave anche al fine di rendere coerenti le UDP con i perimetri delle
ATO in cui il territorio comunale egrave suddivisordquo
Per le valutazioni sulla relazione tra la disciplina associata alle UdP e il previsto ampliamento
dellrsquoallevamento si rimanda ai successivi paragrafi del presente studio in cui si considerano i PAT dei
Comuni territorialmente coinvolti
103 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castelfranco Veneto
1031 Riferimenti generali
Il Comune di Castelfranco Veneto egrave dotato di PAT redatto con i contenuti di cui allrsquoarticolo 13 della
LR112004 approvato con la DGP n 29 del 322014 tale strumento sostituisce il precedente
Piano Regolatore Generale approvato con le DGR n 4035 del 10122004 e n 3672 del 29112005
Il PAT egrave formato dai seguenti elaborati
Relazione tecnica
Relazione di progetto
Relazione sintetica
Norme tecniche
Elaborati grafici in scala 110000
- Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale
- Carta delle invarianti
- Carta delle fragilitagrave
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- Carta della trasformabilitagrave - Ambiti Territoriali Omogenei (ATO)
- Carta della trasformabilitagrave - Valori e tutele Azioni strategiche
Quadro conoscitivo di cui allrsquoart10 della LR112004
Studio di compatibilitagrave idraulica
Le Norme precisano che gli ambiti e gli immobili vincolati individuati nella Tavola 1 del PAT hanno
valore ricognitivo e non esaustivo e che ldquole indicazioni grafiche contenute nella citata Tavola 4 non
hanno valore conformativo delle destinazioni urbanistiche dei suoli la definizione delle quali egrave
demandata al PI e non possono pertanto rappresentare o comportare in alcun modo acquisizione di
diritti edificatori ()rdquo Lrsquoarticolo 4 delle Norme del PAT precisa che ldquogli interventi di trasformazione
edilizia ed urbanistica del territorio prima della redazione del PI ai sensi dellart 18 della LR1104
devono rispettare le previsioni del PRG vigente per le parti compatibili con il PAT che a seguito
dellapprovazione per tali parti acquista il valore e lefficacia del PI come previsto dallart 48 comma 5
della LR112004rdquo
1032 Relazioni con le previsioni del PAT
Le tavole del PAT4 identificano le categorie di vincolo le invarianti le fragilitagrave e le destinazioni drsquouso
associate alla disciplina contenuta nelle Norme dello stesso strumento urbanistico con riguardo allrsquoarea
dellrsquoesistente allevamento avicolo eo alla porzione di territorio limitrofa a questa si distinguono quelle
riportate nella sottostante tabella Per ogni categoria si richiama il contenuto delle norme del PAT e si
svolge la verifica in merito alla coerenza tra la disciplina ed il previsto incremento del numero di capi
avicoli allevati
Piano di Assetto del Territorio ndash Relazione tre le categorie di Piano e lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo
Carta Categoria Art PAT
1 Vincoli ZPS ndash Prai di Castello di Codego 10
Allevamenti zootecnici intensivi LR 112004 12
Reticolo idraulico ndash Servitugrave idraulica 12
2 Invarianti Area Natura 2000 13
Principali filari e siepi del paesaggio 14
3 Fragilitagrave Compatibilitagrave geologica ndash Area idonea a condizione 3 17
4a Trasformabilitagrave ATO Aa1 Agricolo periurbano nord ndash Prai di Godego 36
4b Trasformabilitagrave Area nucleo 34
ZPS ndash Prai di Castello di Godego
Lrsquoarticolo 10 delle Norme del PAT precisa che tale strumento urbanistico recepisce la Zona di
Protezione Speciale IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo individuata ai sensi della DGR n
11802006 quale elemento della Rete Natura 2000 per la salvaguardia della biodiversitagrave ed integra la
ZPS nel sistema ambientale della rete ecologica di cui allrsquoart34 Le direttive definite in tale articolo
stabiliscono che nella progettazione ed esecuzione di piani progetti e interventi ldquodeve essere garantito
il mantenimento ovvero alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi
di habitat naturali e degli habitat delle specie interessate che hanno determinato lrsquoindividuazione
dellrsquoarea come zona SIC e ZPSrdquo che ldquonellrsquoesame delle soluzioni progettuali devono essere
considerate le possibili alternativerdquo ed infine che ldquoa seguito della valutazione sono individuate
opportune misure di mitigazione o compensazione finalizzate a minimizzare o cancellare le eventuali
4 Si rimanda agli estratti delle Tavole 1 2 3 4a e 4b inserite nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
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incidenze negative sia in corso di realizzazione sia dopo il suo completamentordquo Le prescrizioni di tale
articolo richiamano lrsquoassoggettamento alla procedura di valutazione di incidenza per i piani i progetti e
gli interventi ricadenti allrsquointerno della ZPS
Per quanto riguarda lrsquoassoggettamento alla procedura di valutazione di incidenza si precisa che egrave stato
redatto il richiesto Studio di incidenza a cui si rimanda per le considerazioni di merito
Allevamenti zootecnici intensivi
Lrsquoarticolo 12 delle Norme del PAT richiama i riferimenti legislativi attinenti agli allevamenti zootecnici
intensivi ovvero la DGR 31782004 e smi (Atti di indirizzo - art 50 della LR 112004) e con le
direttive e prescrizioni stabilisce che il Piano degli Interventi (PI) aggiorna e precisa gli allevamenti
zootecnici intensivi individuati nella Tavola 1 per i quali si applicano le vigenti disposizioni di legge e i
regolamenti comunali vigenti in materia di igiene e sanitagrave In aggiunta in tale articolo si precisa che
ldquoagli allevamenti zootecnici in zona impropria sono consentite esclusivamente operazioni di
manutenzione ordinaria e ne egrave incentivata la rimozionerdquo
Con riguardo alle citate norme si sottolinea che si prevede il solo aumento del numero di polli da carne
allevati nelle strutture giagrave esistenti e che ovviamente si terragrave conto del necessario rispetto delle
disposizioni e regolamenti vigenti in materia di igiene e sanitagrave
Reticolo idraulico ndash Servitugrave idraulica
LrsquoArt 12 delle Norme Tecniche del PAT con riguardo al reticolo idraulico ed alle relative servitugrave
richiama il riferimento normativo di cui al RD 3681904 e RD 5231904 e detta le seguenti
prescrizioni
ldquoNon sono consentite nuove edificazioni a distanze inferiori a 10 metri dai cigli esistenti o dal piede
della scarpata esterna dellrsquoargine () Per canali non demaniali in specifici casi egrave facoltagrave insindacabile
del Consorzio di bonifica competente concedere una deroga a tale distanza In caso di sporgenze
aggetti o altro la distanza deve riferirsi alla proiezione in pianta dei medesimi Alla distanza di rispetto
sono vincolate anche eventuali opere insistenti nel sottosuolo quali vani interrati e sottoservizi Le
fabbriche le piante e le siepi esistenti entro la fascia di rispetto prevista dal RD 3681904 sono
tollerate qualora non rechino un riconosciuto pregiudizio giunte a maturitagrave o deperimento non possono
essere surrogate entro le distanze previste Gli interventi di manutenzione su fabbricati esistenti ed
eventuali opere precarie devono ottenere preventiva autorizzazione idraulica dagli Enti competenti
fermo restando che ai fini della servitugrave di passaggio una fascia di larghezza pari a 4 m dovragrave
permanere completamente sgombera da ostacoli e impedimenti al libero transito dei mezzi adibiti alla
manutenzione e allrsquoeventuale deposito di materiali di espurgo La realizzazione di attraversamenti e di
qualsiasi opera o intervento che possa comportare unrsquooccupazione anche temporanea del sedime dei
corsi drsquoacqua gestiti dal Genio Civile o da Consorzi di bonifica egrave oggetto di specifica concessione da
parte dellrsquoente competente () Le superfici costituenti il sedime dei corsi drsquoacqua di competenza
regionale o consortile e le relative fasce di rispetto non possono essere ricomprese allrsquointerno di
perimetri di nuovi piani o strumenti attuativi o interventi di trasformazione territoriale in genere se non
come aree specificatamente destinate alla tutela del corpo idrico Esse non possono contribuire alla
determinazione della capacitagrave edificatoria fatta salva la possibilitagrave di applicare lrsquoistituto del credito
edilizio alle zone contiguerdquo
Nel caso in oggetto il reticolo idrico egrave da riferire al corso drsquoacqua che fiancheggia il lato ovest e sud del
perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento lrsquoincremento del numero di polli allevati non richiede interventi
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edilizi od occupazione e trasformazione di nuove aree non giagrave incluse allrsquointerno dellrsquoallevamento
esistente e quindi si escludono ricadute per trasformazioni dello stato attuale nelle fasce di servitugrave
idraulica
Area Natura 2000
Lrsquoarticolo 13 delle Norme del PAT con le direttive indica che egrave opportuno ldquoprevedere norme specifiche
che riprendono le misure di conservazione dei SIC e della ZPS (cfr DGR 23712006)rdquo ed in
particolare ldquoevitare il tombamento della rete idrografica minore fatte salve le esigenze di protezione dal
rischio idrogeologicordquo ed ldquoincentivare il miglioramento delle prestazioni ecologiche e funzionali delle
fasce arbustive ed arboree presenti nelle buffer zones (aree cuscinetto) Ove tali formazioni spontanee
non siano presenti dovrebbe essere incentivata la realizzazione di nuove fasce di vegetazione
riparialerdquo Le prescrizioni dettate dal citato articolo stabiliscono che ldquonon sono consentiti interventi tali
da creare una riduzione dellrsquoestensione di tali areerdquo e che il PI ldquoprecisa ambiti con livelli differenziati di
tutelardquo si richiama inoltre lrsquoapplicazione della procedura di valutazione di incidenza ambientale per
progetti e interventi ricadenti in ZPS
Il previsto aumento dei capi avicoli allevati non comporta interventi sulla rete idrografica minore eo
trasformazioni delle fasce arbustive e arboree presenti come giagrave evidenziato in osservanza della
normativa nazionale e regionale egrave redatto lo Studio di Incidenza
Principali filari e siepi del paesaggio agrario
Lrsquoarticolo 14 delle Norme del PAT con le prescrizioni stabilisce che ldquogli interventi che generano
trasformazione dei filari e siepi del paesaggio agrario devono prevedere opportune misure di
mitigazione eo compensazione sulla base di uno specifico studio valutativordquo e che ldquosono tutelati la
giacitura lrsquoestensione e la conformazione di siepi e filari a tal fine va prevista negli interventi la
ricomposizione di tratti mancanti o abbattutirdquo
La vegetazione presente a ridosso del corso drsquoacqua che scorre immediatamente ad ovest ed a sud del
perimetro dellrsquoallevamento avicolo non egrave interessata da alcun intervento trattandosi del solo aumento
del numero di polli da carne ricoverati nelle strutture esistenti non sono pertanto obbligatori interventi di
mitigazione e compensazione ma si considera comunque la possibilitagrave di mettere a dimora specie
vegetali a formare una siepe lungo il perimetro sud ed est dellrsquoarea dellrsquoallevamento con funzioni di
mascheramento e di qualificazione paesaggistico ambientale
Area idonea a condizione 3
Con riguardo alla compatibilitagrave geologica si distinguono aree con differente grado di rischio geologico-
idraulico e differente idoneitagrave ad essere urbanizzate per le caratteristiche geologico-tecniche e
idrogeologiche-idrauliche disciplinate dallrsquoarticolo 17 delle Norme del PAT
Per quanto attiene alle Aree idonee a condizione 3 definite come ldquoZone con terreni superficiali
prevalentemente sabbiosolimosi ndash limosoargillosi e con massima oscillazione della falda freatica
superiore ai 5 m dal piano campagnardquo la disciplina precisa che ldquole soluzioni per lrsquoidoneitagrave si possono
raggiungere qualora una relazione geologico-tecnica verifichi le caratteristiche geotecniche dei litotipi
Qualora vi sia la presenza di terreni scadenti superficiali (limosi argillosi torbosi ecc) eo variabilitagrave
litologica egrave necessario adottare soluzioni tecniche idonee ad evitare cedimenti delle fondazioni Ogni
intervento dovragrave garantire la tutela delle acque al fine di evitare fenomeni di inquinamento eo
variazioni della geometria ed idrodinamica dei corpi idrici sotterranei e superficialirdquo
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Le direttive demandano al PI la definizione della disciplina sullrsquoedificabilitagrave del territorio e la promozione
degli interventi volti alla riparazione e consolidamento dellrsquoesistente alla stabilizzazione di eventuali
dissesti al miglioramento delle attuali condizioni geologico-idrauliche e mitigazione del rischio Con il
citato articolo in aggiunta si prescrive la stesura di relazione geologica eo geotecnica in conformitagrave
da allegare ai progetti di intervento da riferire degli interventi edificatori e di sistemazione dei terreni
che devono sempre attenersi alle norme tecniche emanate con il DM 1131988 il DM 1492005 e il
DM 1412008 con lrsquoulteriore precisazione che prima dellrsquoapprovazione dello studio di compatibilitagrave
sismica del territorio comunale le indagini geologiche dovranno essere eseguite in conformitagrave al DM
14012008
Come giagrave evidenziato non sono previsti interventi edilizi o di movimentazione del terreno e quindi si
ritiene di non rientrare nel campo di applicazione della richiamata disciplina e normativa nazionale
Ambiti Territoriali Omogenei ndash Aa1 ldquoAgricolo periurbano nord - Prai di Godegordquo
Il territorio comunale come precisato allrsquoarticolo 36 delle Norme del PAT egrave suddiviso in ATO per
ognuno dei quali egrave dettata specifica disciplina articolata in disposizione generali e disposizioni locali
che integra le disposizioni generali per lrsquoassetto del territorio contenute nel Titolo III delle stesse Norme
del PAT Gli ATO Aa come riportato nellrsquoarticolo 40 delle Norme del PAT sono quelli ldquonei quali vi egrave una
prevalenza dei caratteri ambientali e paesaggistici e la struttura delledificato egrave rada o sporadicardquo le
direttive di tale articolo demandano al PI il compito di sviluppare e precisare ldquole scelte strategiche
delineate dal PAT indicando le azioni da svolgere per conseguire gli obiettivi di piano le prioritagrave le
interrelazioni i soggetti coinvolti o da interessare e le condizioni per la fattibilitagrave e lrsquoattuazione delle
previsionirdquo
Per quanto attiene allrsquoAmbito Aa1 nella relativa scheda sono indicati gli obiettivi locali di seguito
interamente riportati
ldquoAmbiente
- Mantenimento delle funzioni agricole produttive e salvaguardia delle aree agricole integre da
garantire tramite il mantenimento e la valorizzazione degli elementi caratterizzanti il territorio
(sistemazioni agricole tradizionali reticolo idrografico superficiale percorsi poderali manufatti e
insediamenti rurali tipologia e allineamento delle alberature ecc)
- Promozione della conoscenza e della fruizione turistico ricreativa del territorio di pregio
naturalistico
- Ricostituzione del patrimonio della biodiversitagrave della rete ecologica territoriale e locale costituita
principalmente dalla ZPS dal corridoio ecologico del Muson e dalla buffer zone mediante
integrazione delle attuali colture con colture tradizionali compatibili con la morfologia del suolo
agrario con ecotoni di margine con piccoli incolti con limplementazione dei filari e siepi
- Rimozione di elementi detrattori
Insediamenti
- Tutela e valorizzazione degli edifici con valore storico-ambientale volta ad un corretto recupero
dei manufatti e un loro impiego a servizio di funzioni connesse alla residenza e alle attivitagrave
agricole locali o per altri utilizzi compatibili
- Tutela del contesto figurativo della villa come elemento riconoscibile da molteplici punti del
territorio agricolo
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- Riordino edilizio e funzionale della struttura insediativa di recente impianto e suo modesto
ampliamento al fine di favorire la permanenza e la crescita fisiologica della popolazione locale
Accessibilitagrave e mobilitagrave locale
- Riqualificazione in senso paesaggistico degli assi viari con possibile individuazione di spazi
anche attrezzati per la sosta in corrispondenza dei coni visuali di maggior percezione
qualitativa
- Realizzazione dellitinerario di interesse ambientale lungo il torrente Avenale e lungo la via
Postumia per la connessione al Muson e al Sentiero degli Ezzelini
- Sistemazione dellrsquoincrocio tra via Bella Venezia e Via Postumiardquo
Le funzioni attribuite allrsquoAmbito Aa1 sono quelle ldquoprevalentemente agricole con bassa presenza di
residenzialitagraverdquo
Con riguardo agli obiettivi ed alle destinazioni funzionali previste per lrsquoAmbito Aa1 si ritiene essere
coerente la previsione di incremento dei capi avicoli in quanto rientrante nellrsquoattivitagrave agricola giagrave svolta
nelle strutture dellrsquoesistente allevamento e quindi correlabile al punto relativo al mantenimento delle
funzioni agricole produttive per altro tale previsione non determina ricadute sugli elementi
caratterizzanti il territorio od impedimento al perseguimento degli altri obiettivi locali di tale ATO
Area nucleo
Le Aree nucleo sono definite quali elementi costitutivi della Rete ecologica considerata e disciplinata
dallrsquoarticolo 34 delle Norme del PTA che demanda al PI la definizione della disciplina degli elementi
della stessa rete ecologica da attuare sulla base delle direttive espressamente elencate nello stesso
articolo
Le prescrizioni per tutti gli elementi della Rete ecologica stabiliscono il vincolo alla loro realizzazione e
mantenimento ed il divieto ad aprire cave e discariche
Per le Aree nucleo egrave inoltre prescritto quanto segue
ldquoEgrave fatto divieto di rimuovere distruggere danneggiare o modificare in modo essenziale le siepi (parte
aerea e parte epigea) salvo motivate esigenze derivanti da assetti proprietari ed infrastrutturali che
comunque dovranno essere accompagnate da idonee misure compensative Sono ammesse le normali
operazioni di manutenzione e ringiovanimento delle siepi (potatura spollonatura tramarratura ecc)
Non egrave ammesso lrsquoallestimento di impianti percorsi e tracciati per attivitagrave sportiva con mezzi motorizzati
Non sono ammesse strutture a serra fissa con o senza zoccolo di fondazione Sono invece ammesse
le serre mobili se destinate alla forzatura stagionale delle produzioni orto-floro-vivaistiche Egrave esclusa
lrsquoedificazione di manufatti da destinare ad insediamenti zootecnici intensivi Ersquo fatta salva lrsquoedificabilitagrave
prevista negli ambiti di edificazione diffusardquo
Anche in tale caso si ribadisce che non essendo previsti interventi di nuova edificazione o
trasformazione dei fabbricati esistenti giagrave destinati ad allevamento avicolo intensivo ne movimenti terra
o azioni sulle componenti vegetali non si ricade nella sfera dei divieti di cui alle richiamate prescrizioni
Vincolo sismico
Infine si annota che lrsquointero territorio comunale risulta ricadere in Zona 3 del vincolo sismico Lrsquoarticolo
9 delle Norme tecniche del PAT prescrive che ldquogli interventi dovranno uniformarsi alle prescrizioni
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dellrsquoOPCM n 32742003 e al DM 14012008 Per la redazione dello studio di compatibilitagrave sismica si
applicano le modalitagrave previste dalla DGR n 3308 del 04112008rdquo
104 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castello di Godego
1041 Riferimenti generali
Il Comune di Castello di Godego ha adottato ai sensi dellart 15 della LR 23 Aprile 2004 n 11
ldquoNorme per il Governo del Territoriordquo con la DCC n 30 del 1162015 il PAT che secondo quanto
previsto dallart 29 della LR 112004 determina lrsquoapplicazione delle misure di salvaguardia
limitatamente alle prescrizioni e ai vincoli contenuti nello stesso PAT fino alla approvazione ed entrata
in vigore del PAT come precisato allrsquoarticolo 137 delle Norme dello stesso Piano egrave sospesa ogni
determinazione sugli interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica del territorio in contrasto con le
previsioni e vincoli del PAT
Come riportato nella citata delibera secondo quanto previsto dallart 48 comma 5 e 5-bis della LR
112004 il vigente Piano Regolatore Generale mantiene la sua efficacia fino allrsquoapprovazione del PAT e
successivamente per le parti compatibili con il PAT diventa il Piano degli Interventi
Il PAT adottato egrave formato dai documenti del Quadro Conoscitivo che comprendono una serie di tavole
di analisi urbanistica agronomica ambientale e geologica dagli elaborati di progetto che comprendono
la Relazione Tecnica Generale le Norme Tecniche le tavole P1A - Carta dei vincoli P1B - Carta della
pianificazione territoriale P2 - Carta delle invarianti P3 - Carta delle fragilitagrave P4 - Carta delle
trasformazioni dai documenti della VAS della VINCA della VCI dagli elaborati della micro-zonazione
sismica
Le disposizioni contenute nel PAT come precisato allrsquoarticolo 3 delle Norme dello stesso piano sono
articolate in direttive (quando non espressamente specificato le disposizioni hanno tale valore) sulla cui
base viene redatto il Piano degli Interventi e in prescrizioni e vincoli a cui devono uniformarsi le attivitagrave
di soggetti pubblici e privati negli interventi di trasformazione del territorio
1042 Relazione con le previsioni del PAT
Le Carte di progetto del PAT5 identificano diverse categorie di vincolo destinazione o azione associate
alla disciplina contenuta nelle Norme dello stesso strumento urbanistico o che rimandano a quelle del
PTCP con riguardo alla porzione di territorio confinante allrsquoarea dellrsquoesistente allevamento avicolo (il
lato ovest si attesta sul confine comunale) o limitrofa a questa si distinguono quelle riportate nella
sottostante tabella Per ogni categoria si richiama il contenuto delle norme del PAT e si svolge una
verifica in merito alla coerenza tra la disciplina e il previsto incremento del numero di capi avicoli
allevati
5 Si rimanda agli estratti delle Tavole P1A P1B P2 P3 e P4 inserite nellrsquoAllegato cartografico allo SIA
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Piano di Assetto del Territorio ndash Relazione tre le categorie di Piano e lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo
Carta Categoria Art PAT Art PTCP
P1A Scoli drsquoacqua consorziali ndash Servitugrave idraulica (RD 3681904) 24 -
P1B Tracciati storici agro centuriato 34 44
Aree ad elevata utilizzazione agricola 40 10
Area nucleo 42 37
Area di connessione naturalistica ndash Fascia tampone 42 38
P0 ndash Area a rischio di allagamento per insufficienze idrauliche locali 45 59
P2 Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica 53 -
Ambiti caratterizzati dalla presenza di prati stabili 53 -
Siepi campestri e filari in spazio aperto 57 -
P3 Aree di interesse ambientale ndash Rete Natura 2000 19 -
Area idonea a condizione- per inondazione periodica e ristagno idrico 74 -
Aree soggette a dissesto idrogeologico ndash Aree esondabili eo a periodico ristagno idrico 76 -
P4 Coni visuali 101 -
Ambito per la formazione di parchi e riserve naturali di interesse intercomunale 102 -
Area nucleo 105 --
Area di connessione naturalistica ndash Fascia tampone 106 -
Corridoio ecologico secondario blueway 109
Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica 114 -
Insieme A ATO con contesto agricolo di particolare valore ambientale e paesaggistico AA1 Prai ndash Muson dei Sassi
127 -
Servitugrave idraulica
Le Norme del PAT con lrsquoarticolo 24 richiamano la necessaria ottemperanza alle disposizioni di cui al
RD 851904 n 368 rdquoRegolamento sulle bonificazioni delle paludi e dei terreni paludosirdquo e al RD
2571904 n 523 ldquoTesto unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse
categorierdquo In particolare si prescrive per fiumi torrenti e canali in conformitagrave con lrsquoarticolo 96 del RD
5231904 e per i corsi drsquoacqua consorziali in conformitagrave con lrsquoarticolo 133 del RD 3681904 che deve
essere mantenuta libera da qualsiasi impedimento e ostacolo al transito dei mezzi manutentori una
fascia di almeno m 400 a partire dal piede dellrsquounghia arginale o dal ciglio del corso drsquoacqua e che
devono essere garantite fasce di rispetto idrauliche inedificabili di m 1000 su entrambi i lati dei corsi
drsquoacqua a partire dal piede dellrsquounghia arginale o dal ciglio del corso drsquoacqua
Il previsto incremento del numero di capi allevati non comporta interventi edilizi o modifiche dello stato
attuale per la porzione di territorio ricadente nelle citate fasce da mantenere libere eo inedificabili
Tracciati storici - agro centuriato
Le Norme del PAT con lrsquoarticolo 34 precisano il recepimento negli elaborati di progetto del Piano dei
siti a rischio archeologico e dei tracciati di permanenza esistenti o latenti dellrsquoagro centuriato qualificati
come invarianti strutturali per i quali si applica quanto disposto dagli articoli 60 e 61 Lrsquoarticolo 60
riguardante lrsquoagro centuriato e le strade e tracciati storici prescrive che negli interventi di
trasformazione di grande estensione egrave vietata lrsquoeliminazione dei tracciati persistenti riconducibili al
reticolo stradale della centuriazione romana e le strade e i percorsi storici principali nel mentre per gli
ambiti del territorio agricolo stabilisce diverse direttive tra le quali si annovera la salvaguardia della
struttura tradizionale del territorio legata alla sistemazione agrarie storiche il divieto di interrare o
tombare con canalizzazioni artificiali i corsi drsquoacqua esistenti la coerenza nellrsquoorientamento e nella
dislocazione con lorganizzazione territoriale e con la direzione degli assi centuriali presenti in loco per
le nuove costruzioni
Il previsto incremento del numero di capi allevati non comporta interventi edilizi di ampliamento dei
fabbricati esistenti o di nuova realizzazione e si osserva che lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo per
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disposizione e geometria srsquoinserisce in forma coerente nella matrice dellrsquoagro centuriato senza
determinare incidenze negative sul disegno dei corsi drsquoacqua
Aree ad elevata utilizzazione agricola
Le Norme del PAT allrsquoarticolo 40 evidenziano che lo stesso recepisce lrsquoindividuazione delle Aree ad
elevata utilizzazione agricola di cui alla Tavola 9 e correlato articolo 10 delle Norme Tecniche del
PTRC adottato che individua le finalitagrave alle quali fare riferimento per la pianificazione di tale tipo di
territorio agricolo
Si rimanda alle precedenti annotazioni riguardanti il PTRC per quanto attiene alla relazione con
lrsquoallevamento avicolo
Area nucleo ndash Area di connessione naturalistica
Le Norme del PAT allrsquoarticolo 42 richiamano lrsquoindividuazione e articolazione della Rete ecologica
provinciale rappresentata con maggiore dettaglio nellrsquoelaborato Tavola P4 e rimandano alle
successive disposizioni contenute negli articoli da 104 a 111 Per quanto riguarda le Aree nucleo con
lrsquoarticolo 42 si stabilisce che i progetti implicanti modificazione di usi funzioni attivitagrave in atto sono
soggetti a valutazione di incidenza (VIncA) ed in particolare si precisa che gli interventi di
ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo ldquosono
ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati
compatibili dalla valutazione di incidenza e comunque soggetti a misure compensative a compenso
drsquoogni riduzione della qualitagrave ecologica complessiva dellrsquoareardquo
Con lrsquoarticolo 105 riferito alle Aree nucleo si demanda al PI la formulazione di una normativa atta ad
evitare nuove edificazioni sparse a promuovere interventi di qualificazione a definire misure di
mitigazione per infrastrutture e impianti tecnologici ed infine lrsquoindividuazione delle aree critiche
Lrsquoarticolo 106 relativo alle Aree di connessione naturalistica stabilisce che ldquosono da limitare le nuove
edificazioni ad alto consumo di suolo e fortemente impattanti (impianti industriali inquinanti e legati a un
elevato carico trasportistico) e lrsquourbanizzazione diffusardquo e demanda al PI la promozione di interventi di
controllo e qualificazione
In osservanza di quanto richiesto dalle richiamate norme egrave redatto lo Studio di Incidenza ai cui
contenuti e conclusioni si rimanda in ogni caso si evidenzia che non egrave prevista nuova edificazione o
ampliamento dei fabbricati esistenti modificativa dello stato attuale dei luoghi e nemmeno interventi
che comportino la trasformazione delle aree agricole e la riduzione della vegetazione arborea presente
lungo i fossi o gli scoli irrigui
Aree a pericolositagrave idraulica e idrogeologica
Le Norme del PAT allrsquoarticolo 45 ricordano che il PTCP per le aree P0 (a pericolositagrave idraulica bassa)
ldquoAree a rischio di allagamento per insufficienze idrauliche localirdquo con lrsquoarticolo 57 dispone che la
normativa applicabile egrave quella del Progetto di Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico del bacino
idrografico del fiume Brenta - Bacchiglione e con lrsquoarticolo 59 prevede che il PAT ldquoattraverso la VCI
e successivamente attraverso il Piano delle Acque esegue specifici approfondimenti sul
comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio assieme al Consorzio di Bonifica competente
per territoriordquo
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Per la verifica delle relazioni con il previsto aumento dei capi avicoli allevati si rimanda quindi ai
contenuti normativi del PSAI
Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica ndash Paesaggio dei prati stabili
Gli Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica sono disciplinati dallrsquoarticolo 53 e
dallrsquoarticolo 114 delle Norme del PAT Lrsquoarticolo 53 contiene sia direttive che demandano al PI la
traduzione delle indicazioni elencate nello stesso in azioni e modalitagrave finalizzate a conservare e
migliorare il paesaggio sia prescrizioni che vietano la modifica dellrsquoassetto dei prati stabili e dei campi
chiusi in particolare dal punto di vista paesaggistico idraulico e vegetazionale e richiedono lrsquoattenta
valutazione dellrsquoinserimento di strutture di servizio e reti tecnologiche che possono determinare impatti
negativi sia sullrsquoassetto paesaggistico sia sulle componenti faunistiche Lrsquoarticolo 114 rimanda al
contenuto del citato articolo 53
Il previsto aumento del numero di polli allevati non richiede nuovi interventi edificatori o di
trasformazione di aree agricole coltivate in particolare di prati stabili ed allo stesso modo non si
prevede lrsquoinstallazione di infrastrutture si esclude inoltre in coerenza con quanto disposto dalle
direttive ogni ricaduta sugli elementi che rivestono particolare valenza dal punto vista naturalistico-
ambientale e quelli caratterizzanti la struttura agricola tradizionale del territorio quali il reticolo dei corsi
drsquoacqua la viabilitagrave vicinale le sistemazioni agricole tradizionali
Siepi campestri e filari in spazio aperto
Le Norme del PAT allrsquoarticolo 57 riguardante le siepi campestri precisano che gli elaborati del Piano
individuano le principali che presentano interesse naturalistico e paesaggistico da salvaguardare nella
giacitura estensione e conformazione in secondo luogo la disciplina stabilisce che ldquonei progetti
dintervento va prevista la ricomposizione dei tratti mancanti ed in caso di trasformazioni dovute ad
interventi ammessi dalle norme urbanistiche od edilizie vanno previste adeguate compensazioni
finalizzate a favorire la interconnessione ecologica del territoriordquo
Lrsquoaumento dei capi di pollame da carne non richiede interventi che possono modificare i caratteri e la
consistenza della vegetazione arborea in particolare quella presente lungo il fosso che segna il confine
comunale e si trova a ridosso del perimetro ovest dellrsquoarea dellrsquoallevamento in aggiunta potrebbero
essere comunque eventualmente previsti interventi mitigativi e compensativi finalizzati a rafforzare la
dotazione di siepi lineari e loro connessione con impianto sul lato sud o est del perimetro
dellrsquoallevamento
Aree di interesse ambientale ndash Rete Natura 2000
Lrsquoarticolo 19 delle Norme del PAT riguarda le aree appartenenti alla Rete Natura 2000 ovvero la Zona
di Protezione Speciale IT 3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo per la quale si prescrive nel caso di
interventi ricadenti allrsquointerno della stessa od esternamente ma in grado potenzialmente di comportare
incidenze significative la procedura di Valutazione drsquoIncidenza Le direttive definiscono gli obiettivi da
perseguire attraverso il PI ovvero il riordino morfologico e percettivo dellrsquoedificato esistente verso il
territorio agricolo anche mediante la formazione di apparati vegetali quali filari alberati siepi e macchie
arbustive ed arboree e la definizione di unrsquoadeguata mitigazione e compensazione ambientale
mediante fasce alberate autoctone lungo i margini dei nuovi insediamenti da progettare nei fronti ove
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occorra Al contempo le direttive stabiliscono che il PI provvederagrave a dettare norme di tutela e
valorizzazione ed a fornire disposizioni ed indirizzi sullrsquoattuazione degli interventi nella ZPS e nelle
zone di influenza limitrofe
Come giagrave evidenziato egrave redatto il richiesto Studio di Incidenza al quale si rimanda e in termini
generali pur non essendo previsti interventi edilizi o di trasformazione di aree agricole o di elementi
naturali o seminaturali seguendo le indicazioni formulate con le direttive potrebbero essere
considerata lrsquoopportunitagrave di attuare una riqualificazione percettiva mediante mascheramento degli
esistenti fabbricati di ricovero dei polli e macchinari con impianto di specie arboree lungo alcuni lati del
perimetro dellrsquoallevamento
Area idonee a condizione - Aree esondabili eo a periodico ristagno idrico
Le Aree idonee a condizione che comprendono quelle ldquoper inondazione periodica eo ristagno idricordquo
come precisato allrsquoarticolo 74 delle Norme del PAT sono assoggettate allrsquoapplicazione delle indicazioni
costruttive contenute nella Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica allegata al PAT ed alle norme generali
di tutela di cui al DM 1412008 ldquoNorme tecniche per le costruzionirdquo
Le Area esondabili eo a periodico ristagno idrico sono disciplinate dallrsquoarticolo 76 delle Norme del PAT
che correla lrsquoedificazione o urbanizzazione al rispetto delle prescrizioni elencate per le Aree idonee a
condizione ed alle direttive costruttive stabilite nello stesso articolo che includono lrsquoadozione degli
accorgimenti costruttivi elencati nella Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica gli interventi compensativi
finalizzati al recupero dei volumi drsquoinvaso in caso di rimodellazioni morfologiche la manutenzione
obbligatoria dei manufatti di mitigazione idraulica passiva realizzati in attuazione del PAT
In merito al documento Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica nellrsquoAllegato O ldquoNorme prescrizioni e
indicazioni di mitigazione idraulicardquo allrsquoarticolo 8 sono dettate disposizioni riferite alle Aree P0
elencando i criteri da osservare nel caso di nuovi interventi edilizi eo urbanistici al fine di impedire
lrsquoaggravarsi delle situazioni di pericolositagrave e di rischio esistenti
Il previsto aumento del numero di polli allevati non comporta interventi edilizi ne richiede modifiche
morfologiche e quindi si escludono in coerenza con le citate disposizioni dellrsquoarticolo 8 ricadute tali da
peggiorare le condizioni di funzionalitagrave del regime idraulico del reticolo secondario e conseguentemente
aumentare il rischio di inondazione a valle e tantomeno da aumentare il pericolo idraulico con nuovi
ostacoli al normale deflusso delle acque o con riduzioni significative delle capacitagrave di invasamento delle
aree interessate
Coni visuali
I coni visuali significativi per la percezione del paesaggio e degli elementi rilevanti che lo
caratterizzano sono individuati nella Tavola P4 del PAT e gli interventi ammessi dal PI secondo
quanto stabilito dallrsquoarticolo 101 del PAT ldquovanno orientati alla valorizzazione delle relazioni visive
biunivoche tra le parti di paesaggio opposte messe in relazione dal simbolo indicato nellelaborato
grafico e dovranno inoltre minimizzare gli impatti degli elementi di disturbo presenti limitando le altezze
delle recinzioni sistemando i terreni realizzando nuove piantumazioni eccrdquo
I coni visuali collocati ad una minore distanza dallrsquoarea dellrsquoallevamento sono quello ubicato lungo la SP
139 rivolto verso sud e quello sito lungo la via S Pietro rivolto verso nord che abbracciano la
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porzione di territorio agricolo collocata tra il Fosso La Roi e il confine comunale orientale Lrsquoallevamento
dellrsquoazienda agricola Maggiolo non ricade sullrsquoasse visivo principale associato ai citati coni visuali e non
determina situazioni di interposizione inoltre grazie alla presenza della vegetazione arborea lungo il
fosso Avenaletto risulta sostanzialmente mascherato alla vista e non incide in misura apprezzabile
nella percezione drsquoinsieme del citato territorio agricolo
Ambito per la formazione di parchi e riserve naturali di interesse intercomunale
Il PAT come precisato allrsquoarticolo 102 delle Norme dello stesso Piano identifica le aree che ldquoper la loro
localizzazione per la limitata alterazione antropica e per i valori ambientali e storico testimoniali che le
caratterizzano costituiscono gli ambiti preferenziali per listituzione di parchi eo riserve naturali di
interesse comunale o sovracomunalerdquo Il citato articolo stabilisce che saragrave il PI a precisare i limiti
destinati a tutela ed a sottoporre a specifica disciplina ai sensi dellarticolo 27 della LR 4084 i beni
immobili ricadenti nelle aree di prevista istituzione ammettendo nella fase transitoria gli interventi
previsti dalle Norme del PAT e del PI per le aree agricole
Il sito dellrsquoallevamento non ricade ovviamente allrsquointerno dellrsquoarea del previsto parco agrario-fluviale
che interessa il territorio comunale di Castello di Godego e non sono previsti interventi che possano
costituire indirettamente ostacolo allrsquoistituzione dello stesso o che possano causare alterazione degli
elementi drsquointeresse ambientale
Corridoi ecologici secondari
I Corridoi ecologici secondari secondo quanto indicato dallrsquoarticolo 109 del PAT sono assoggettati
allrsquoapplicazione delle disposizioni di cui allrsquoarticolo 108 riguardante i Corridoi ecologici principali queste
ultime norme stabiliscono che ogni intervento ldquodovragrave garantire il mantenimento delle condizioni di
naturalitagrave e connettivitagrave esistenti o prevedere adeguate misure di compensazionemitigazionerdquo ed in
particolare sono da evitare ldquointerventi di cementificazione delle sponde favorendo ove possibile la
creazione di fasce arboree ed arbustiverdquo
Per il previsto aumento dei capi avicoli allevati non egrave richiesta una modifica dellrsquoattuale dotazione di
fabbricati o lrsquooccupazione di nuovo terreno agricolo od ancora la modifica delle sponde di corsi drsquoacqua
o fossi irrigui si escludono quindi eventuali ricadute sulle condizioni e funzionalitagrave del corridoio
associato al Fosso Avenaletto
ATO AA1 Prai ndash Muson dei Sassi
LrsquoAmbito Territoriale Omogeneo AA1 rientra tra gli ATO con prevalenza dei caratteri del sistema
ambientale e paesaggistico per i quali lrsquoarticolo 125 delle Norme del PAT detta disposizioni generali
riguardanti il sistema ambientale il sistema insediativo il sistema relazionale mentre lrsquoarticolo 127
stabilisce gli obiettivi le azioni locali i carichi insediativi e servizi specifici di tale ambito Per quanto
attiene allrsquoATO AA gli obiettivi e azioni locali del sistema ambientale includono i seguenti richiamati in
sintesi tutela valorizzazione e rafforzamento anche favorendo riconversioni colturali degli elementi
che connotano il paesaggio mantenimento e sviluppo delle funzioni agricole condotte secondo i
principi della sostenibilitagrave ambientale mitigazione degli impatti degli insediamenti urbani attraverso la
formazione quando possibile di una cintura verde incentivazione al rafforzamento delle connessioni
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ecologiche mantenimento dei coni visuali mantenimento dei punti di discontinuitagrave esistenti in
posizione strategica nei fronti di edificazione negli assi viari
Il progettato aumento dei capi avicoli allevati mantenendo invariata lrsquoattuale dotazione di fabbricati e
spazi dedicati non delinea situazioni di possibile incoerenza con i richiamati obiettivi e azioni ed in
particolare non preclude la possibilitagrave di migliorare la connessione ecologica e la qualitagrave paesaggistica
ed anzi potrebbe essere valutata la possibilitagrave di messa a dimora di un siepe-filare lungo il lato sud od
est del perimetro dellrsquoallevamento che pur ricadendo in territorio del Comune di Castelfranco Veneto
consentirebbe di aumentare la dotazione complessiva degli elementi caratterizzanti di tale paesaggio e
delle componenti dellrsquoagroecosistema rafforzandone la funzionalitagrave
1043 Relazione con le previsioni del PRG
La Tavola di Piano6 del PRG elaborato n 1322 in scala 15000 dellrsquointero territorio comunale
individua nellrsquoarea confinante e limitrofa a quella dellrsquoallevamento esistente oggetto di ampliamento per
il solo numero di polli allevati le seguenti categorie
- Insediamento agricolo - sottozona E 2C - Ambito di parco agricolo
- Ambito di protezione a ndash paesaggistica
- Zona di tutela D3 - idraulica
Le NTA del PRG allrsquoarticolo 9 ldquoInsediamenti agricolirdquo precisano che per le Sottozone E2C ndash Ambito di
parco agricolo valgono le destinazioni e le norme di tutela ed edificabilitagrave della LR 241985 con le
integrazioni limitazioni e specificazioni contenute nello stesso articolo In particolare ldquola destinazione egrave
agricola (articolo 310) con ammesse attivitagrave di trasformazione e commercializzazione dei prodotti del
fondo o tipici della zonardquo ed in base al comma 5 ldquosono ammessi nuovi allevamenti zootecnico-intensivi
unicamente nelle sottozone E2B e previa valutazione igienico sanitaria e ambientale da parte del
responsabile Servizio Igiene e Sanitagrave Pubblica che verifichi le caratteristiche del progetto con
speciale riguardo al tipo di approvvigionamento dei mangimi e al sistema di smaltimento dei rifiuti dei
liquami e del residui i motivi della localizzazione prescelta in relazione alla consistenza e alle
caratteristiche del fondo di pertinenza le caratteristiche dei corpi idrici presenti in un raggio di ml 400 e
la direzione dei venti dominantirdquo
In tale caso si ricorda che si tratta di allevamento avicolo esistente ricadente in territorio del solo
Comune di Castelfranco Veneto per il quale si prevede unicamente un aumento del numero di polli
allevati senza ampliamenti dei fabbricati o degli spazi annessi e tantomeno realizzazione di nuove
strutture
Le NTA del PRG allrsquoarticolo 12 ldquoLimiti allrsquoattivitagrave edificatoriardquo considerano le Zone di tutela D3 (comma
31) e gli Ambiti di protezione paesaggistica (comma 35)
Per le Zone di tutela D3 la disciplina stabilisce che ldquoogni intervento o manufatto egrave ammesso previa
relazione idrogeologica con parere del Consorzio di bonifica in pendenza delle opere di salvaguardia
idraulica gli interventi di ristrutturazione e di nuovo impianto devono in ogni caso evitare le aree di
6 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1322 inserita nellrsquoAllegato cartografico dello SIA
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compluvio delle tracimazioni ed adottare piani dimposta del fabbricati superiori di almeno ml 05
rispetto al piano del terreno naturale provvedendo altresigrave allimpermeabilizzazione degli scantinati ()rdquo
In merito al contento delle richiamate norme si sottolinea che non si tratta di ristrutturazione o di nuovo
impianto e che non si prevedono modifiche per le aree di compluvio o di deflusso delle acque
Per gli Ambiti di protezione paesaggistica la disciplina stabilisce che ldquosono soggetti a piano
particolareggiato con i contenuti di cui allarticolo 34 del PTRC fino alla redazione del piano attuativo
non sono ammesse nuove costruzioni per gli edifici esistenti sono consentiti interventi di
manutenzione di restauro di risanamento conservativo e di adeguamento igienico noncheacute di
ristrutturazione edilizia e di ampliamento ai sensi dellarticolo 4 LR 2485 valgono inoltre le seguenti
specifiche norme di tutela egrave vietata la riduzione a coltura di terreni prativi egrave fatto divieto di tagliare a
raso bruciare estirpare o sradicare i filari di siepi o le singole piante autoctone eo naturalizzate salvo
il caso di inderogabili esigenze attinenti le opere di pubblica utilitagrave e per esigenze fito-sanitarie egrave
consentito lo sfoltimento e lutilizzazione turnaria delle piante previo parere delle autoritagrave competenti
sono vietati scavi movimenti di terreno e di mezzi suscettibili di alterare lambiente con esclusione di
quelli necessari allesecuzione di opere pubbliche e di sistemazione idraulica egrave vietata lapertura di
nuove cave e la riapertura di quelle abbandonate o dismesserdquo
Con riguardo alle specifiche norme di tutela si annota che il previsto aumento dei polli allevati non
comporta modifiche per i prati e gli elementi della vegetazione arbustiva od arborea e non richiede
movimentazioni del terreno
105 Classificazione acustica del territorio comunale
1051 Riferimenti generali
La Legge Quadro sullrsquoInquinamento acustico n 447 del 26 ottobre 1995 definisce i criteri generali di
valutazione gli obiettivi di qualitagrave e le linee di intervento in materia di tutela del territorio e della
popolazione dal rumore I numerosi regolamenti attuativi adottati successivamente allrsquoapprovazione
della norma concorrono a definire un quadro ormai completo di norme e standard In particolare i valori
limite sono stati determinati con il DPCM 14 novembre 1997 e sono articolati secondo lrsquoimpostazione
di cui al precedente DPCM 1 marzo 1991 in sei classi di zonizzazione acustica alle quali corrispondono
altrettanti valori limite da rispettare nei due periodi di riferimento (notturno e diurno) e per le quali
vengono definiti dei valori limite da conseguire nel medio e nel lungo periodo La tabella che segue
riassume i valori limite ed i valori obiettivo definiti per ogni classe dal DPCM 141197
Valori limite di emissione ed immissione Legge n 44795 e DPCM 141197
Legge n 44795 (art 2)
DPCM 141197 (tabelle B C D in allegato)
Diurno PD (6-22)
Leq dB(A)
Notturno PN (22-6)
Leq dB(A)
Valore limite di emissione
Valore massimo di rumore che puograve essere emesso da una sorgente misurato in corrispondenza della sorgente stessa Si riferiscono alle sorgenti fisse e mobili
Classe I 45 Classe II 50 Classe III 55 Classe IV 60 Classe V 65 Classe VI 65
(I) 35 (II) 40 (III) 45 (IV) 50 (V) 55 (VI) 65
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Legge n 44795 (art 2)
DPCM 141197 (tabelle B C D in allegato)
Diurno PD (6-22)
Leq dB(A)
Notturno PN (22-6)
Leq dB(A)
Valore limite di immissione
Valore massimo di rumore che puograve essere immesso da una o piugrave sorgenti sonore nellrsquoambiente abitativo o nellrsquoambiente esterno misurato in prossimitagrave dei ricettori Valori assoluti (Leq ambientale) e Valori relativi (Leq ambientale ndash Leq residuo)
Classe I 50 Classe II 55 Classe III 60 Classe IV 65 Classe V 70 Classe VI 70
(I) 40 (II) 45 (III) 50 (IV) 55 (V) 60 (VI) 70
Criterio Differenziale
5 dB (A) per il PD e
3 dB (A) per il PN allrsquointerno degli ambienti abitativi Non si applicano nelle aree di classe VI e se presso lrsquoabitazione a finestre aperte
Leq lt50 dB(A) (PD) e 40 dB(A) (PN)
a finestre chiuse Leq lt35 dB(A) (PD) e 25 dB(A) (PN)
Non si applicano nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture stradali ferroviarie marittime aeroportuali e le altre sorgenti sonore di cui allrsquo11 comma 1 di cui Legge 47795
Valore di attenzione
Valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana e per lrsquoambiente
Sullrsquointero tempo di riferimento (diurno o notturno) il valore di attenzione egrave uguale al valore di immissione riferito ad unrsquoora aumentati di
10 dB (PD)
5 dB (PN) Non si applicano nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture di trasporto
Valori di qualitagrave
Valori di rumore da conseguire nel breve medio e lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili per realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla presente legge
Classe I 47 Classe II 52 Classe III 57 Classe IV 62 Classe V 67 Classe VI 70
(I) 37 (II) 42 (III) 47 (IV) 52 (V) 57 (VI) 70
Classi di azzonamento acustico
Classi Definizioni
I Particolarmente protette rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione aree ospedaliere scolastiche aree destinate al riposo ed allo svago aree residenziali rurali aree di particolare interesse urbanistico parchi pubblici ecc
II Prevalentemente residenziali rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali ed assenza di attivitagrave industriali ed artigianali
III Di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine operatrici
IV Di intensa attivitagrave umana rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare con alta densitagrave di popolazione con elevata presenza di attivitagrave commerciali e uffici con presenza di attivitagrave artigianali aree in prossimitagrave di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie aree portuali aree con limitata presenza di piccole industrie
V Prevalentemente industriali rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsitagrave di abitazioni
VI Esclusivamente industriali rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da insediamenti industriali e con scarsitagrave di abitazioni
Con la Legge Regionale ndeg 21 del 10051999 ldquoNorme in materia di inquinamento acusticordquo la Regione
Veneto nel recepire i contenuti e le disposizioni della legge 26 ottobre 1995 n 447 Legge quadro
sullinquinamento acustico detta per parte sua le norme finalizzate alla tutela dellambiente e della
salute pubblica dallinquinamento acustico prodotto dalle attivitagrave antropiche disciplinandone lesercizio
al fine di contenere la rumorositagrave entro i limiti normativamente stabiliti
Con il DPR n 142 del 30 marzo 2004 (Disposizioni per il contenimento e la prevenzione
dellinquinamento acustico derivante dal traffico veicolare) vengono stabilite le norme per la
prevenzione ed il contenimento dellinquinamento da rumore avente origine dallesercizio delle
infrastrutture stradali
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DPR 1422004 valori limite di immissione associati alle relative fasce di pertinenza
Strade esistenti (ampliamenti in sede affiancamenti e varianti) (tipologie presenti sul territorio interessato dal presente SIA)
Tipo di strada
(secondo Codice della
strada)
Sottotipi a fini acustici
(secondo norme CNR 1980 e direttive
PUT)
Ampiezza fascia di pertinenza acustica (m)
Scuole ospedali case di cura e di riposo
Altri Ricettori
Diurno dB(A)
Notturno dB(A)
Diurno dB(A)
Notturno dB(A)
C - extraurbana secondaria
Cb (tutte le altre strade extraurbane secondarie)
100 (fascia A)
50 40
70 60
50 (fascia B)
65 55
F - locale 30
Definiti dai Comuni nel rispetto dei valori riportati in tabella C allegata al DPCM in data 14 novembre 1997 e comunque in modo conforme alla zonizzazione acustica delle aree urbane come prevista dallarticolo 6 comma 1 lettera a) della legge n 447 del 1995
per le scuole vale il solo limite diurno
1052 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Osservando la Tavola 2 ndash Villarazzo ndash Bella Venezia del Piano di Classificazione Acustica del comune
di Castelfranco Veneto approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n 103 del 3172003 si
rileva che lrsquoarea oggetto di analisi si colloca allrsquointerno della classe III ndash aree di tipo misto Come
specifica anche la Relazione Illustrativa ldquorientrano in questa classe le aree urbane interessate da
traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con presenza di attivitagrave
commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree
rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine operatricirdquo
Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castello di Godego individua la zona a nord est al
confine con il comune di Castelfranco Veneto in classe III ndash aree di tipo misto Come per il Piano di
Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato per le aree che
ricadono in questa classe valgono le prescrizioni del DPCM 1391
Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Riese Pio X classifica lrsquoarea a sud ovest del comune
al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego in classe acustica II ldquoaree
destinate a uso prevalentemente residenzialerdquo Per tali aree ldquoIl DPCM 1391 determina che siano
inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con
bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali e assenza di attivitagrave
industriali e artigianali In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui lrsquoabitare egrave
evidentemente la funzione prioritaria e in cui mancano o comunque non sono significative le attivitagrave
commerciali che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni (negozi di generi
alimentari artigianato di servizio ecc) Lrsquoassenza di importanti assi di attraversamento e di strade
principali di connessione urbana lrsquoassenza di attivitagrave industriali e dellrsquoartigianato produttivo assieme
alla bassa densitagrave di popolazione consentono di individuare indicativamente tali aree solo in alcune
zone C del PRG vigente In particolare lrsquoassenza di attivitagrave di artigianato produttivo diventa elemento di
riconoscimento delle zone C da inserire in classe IIrdquo
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Lrsquoazienda agricola ovvero allevamento oggetto del presente studio si inserisce completamente in classe
acustica di tipo III7
106 Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (e norme in materia di
salvaguardia da rischio di inquinamento da nitrati)
1061 Riferimenti generali
Il Piano di Tutela delle Acque (PTA) costituisce uno specifico piano di settore ai sensi dellrsquoart 121 del
D Lgs 1522006 La Regione Veneto ha approvato il PTA con DCR n107 del 5 novembre 2009 Con
successiva DGR n 842 del 15 maggio 2012 la regione modifica e approva il testo integrato delle
Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Tutela delle Acque (Dgr n 141CR del 13122011)
Il PTA egrave composto dai seguenti documenti
- Sintesi degli aspetti conoscitivi riassume la base conoscitiva e comprende lrsquoanalisi delle criticitagrave per
le acque superficiali e sotterranee per bacino idrografico e idrogeologico
- Indirizzi di Piano individuazione degli obiettivi di qualitagrave e le azioni previste per raggiungerli la
designazione delle aree sensibili delle zone vulnerabili da nitrati e da prodotti fitosanitari delle zone
soggette a degrado del suolo e desertificazione le misure relative agli scarichi le misure in materia
di riqualificazione fluviale
- Norme Tecniche di Attuazione contengono misure di base per il conseguimento degli obiettivi di
qualitagrave distinguibili nelle seguenti macroazioni
o Misure di tutela qualitativa disciplina degli scarichi
o Misure per le aree a specifica tutela zone vulnerabili da nitrati e fitosanitari aree sensibili aree
di salvaguardia acque destinate al consumo umano aree di pertinenza dei corpi idrici
o Misure di tutela quantitativa e di risparmio idrico
o Misure per la gestione delle acque di pioggia e di dilavamento
Relativamente agli scarichi le NTA del PTA (art 21) ammettono in caso di istallazioni per edifici isolati
non collettabili alla rete fognaria pubblica e comunque per un numero di AE inferiore a 50 la
possibilitagrave di provvedere a sistemi individuali di trattamento delle acque reflue domestiche oppure di
trattamenti diversi quali ad esempio Vasca Imhoff seguita da dispersione nel terreno mediante
subirrigazione con e senza drenaggio in funzione delle caratteristiche del terreno o Vasca Imhoff
seguita da vassoio o letto assorbente La scelta del sistema di trattamento le sue caratteristiche e il
suo dimensionamento vengono definite da adeguata progettazione basata in particolare sulla
definizione delle condizioni litostratigrafiche pedologiche e idrogeologiche locali
Inoltre secondo lrsquoart 34 delle stesse NTA sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque
reflue a) prodotte da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno eo alla silvicoltura b)
prodotte da imprese dedite ad allevamento di animali c) prodotte da imprese dedite alle attivitagrave di cui
alle lettere a) e b) che esercitano anche attivitagrave di trasformazione o di valorizzazione della produzione
agricola inserita con carattere di normalitagrave e di complementarietagrave funzionale del ciclo produttivo
aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dallrsquoattivitagrave di coltivazione dei
7 Si rimanda alla Tavola ldquoPiano di Classificazione Acustica dei comuni di Castelfranco Veneto Riese Pio X e Castello di Godego
(stralcio)rdquo riportata in Allegato Cartografico
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terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilitagrave (hellip) e) aventi caratteristiche qualitative
equivalenti a quelle domestiche8
Relativamente alle acque meteoriche di dilavamento acque di prima pioggia (i primi 5 mm di acqua
meteorica di dilavamento uniformemente distribuita su tutta la superficie scolante servita dal sistema di
collettamento (art6)) e acque di lavaggio (acque comunque approvvigionate attinte o recuperate
utilizzate per il lavaggio delle superfici scolanti (art 6)) le NTA (art 39 e allegato F) del PTA
relativamente alle aziende agricole e gli allevamenti zootecnici rimanda a quanto disposto dalla DGR
n 24952006 e dalla DGR n 24392007
Per quanto concerne le Zone Vulnerabili ai Nitrati (ZVN) relativamente alla Regione Veneto la prima
individuazione egrave stata definita con ex-DLgs n 15299 Successivamente mediante provvedimenti
regionali la regione ha provveduto al completamento dellrsquoindividuazione di tali zone non ultimo con il
PTA (art 13) essendo attualmente dichiarate vulnerabili ai nitrati le seguenti zone
a) lrsquoarea dichiarata a rischio di crisi ambientale di cui allrsquoart 6 della L 28 agosto 1989 n305 costituita
dal territorio della Provincia di Rovigo e dal territorio del Comune di Cavarzere (ai sensi del DLgs
n 1522006)
b) il bacino scolante in laguna di Venezia area individuata con il ldquoPiano per la prevenzione
dellrsquoinquinamento ed il risanamento delle acque del bacino idrografico immediatamente sversante
nella laguna di Venezia ndash Piano Direttore 2000rdquo la cui delimitazione egrave stata approvata con
deliberazione del Consiglio regionale n 23 del 7 maggio 2003
c) le zone di alta pianura-zona di ricarica degli acquiferi individuate con deliberazione del Consiglio
regionale n 62 del 17 maggio 2006
Con il Piano di Tutela delle Acque inoltre si intende designare per completezza quali zone vulnerabili
anche le seguenti zone
d) lrsquointero territorio dei Comuni della Lessinia e dei rilievi in destra Adige
e) il territorio dei Comuni della Provincia di Verona afferenti al bacino del Po
8 Si richiama anche quanto indicato nel DLgs 1522006 relativamente ai criteri generali della disciplina degli scarichi (Art 101) (hellip) 7
Salvo quanto previsto dallarticolo 112 ai fini della disciplina degli scarichi e delle autorizzazioni sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque reflue a) provenienti da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno eo alla silvicoltura b) provenienti da imprese dedite ad allevamento di bestiame [] c) provenienti da imprese dedite alle attivitagrave di cui alle lettere a) e b) che esercitano anche attivitagrave di trasformazione o di valorizzazione della produzione agricola inserita con carattere di normalitagrave e complementarietagrave funzionale nel ciclo produttivo aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dallattivitagrave di coltivazione dei terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilitagrave (hellip)rdquo In materia di utilizzazione agronomica (art 112) il DLgs 1522006 rimanda alle Regione la relativa disciplina
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Legenda
Area di ubicazione dellrsquoallevamento
Stralcio della rappresentazione cartografica delle zone vulnerabili a nitrati
(fonte Decreto n 3 del 3 marzo 2010 del Dirigente dellUnitagrave Complessa Sistema Informativo Settore
primario e controllo)
Con la DGR n 2495 del 07082006 ldquoRecepimento regionale del DM 7 aprile 2006 Programma
dazione per le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola del Venetordquo e successive modifiche (7
agosto 2007 n 2439 4 marzo 2008 n 430 21 aprile 2008 n 134 6 maggio 2008 n 894) egrave stata
per lrsquoappunto recepita la norma vigente a livello nazionale e sono stati individuati i vincoli e le corrette
modalitagrave di gestione degli effluenti di allevamento e delle acque reflue aziendali a cui gli agricoltori
devono attenersi sia allrsquointerno delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola sia nelle altre zone del
Veneto
Con DGR n 1150 del 26 luglio 2011 egrave stato approvato il ldquo2deg Programma drsquoAzionerdquo per le sole zone
vulnerabili ai nitrati valido per il periodo 2012-15 che stabilisce criteri e norme tecniche per
lrsquoutilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e persegue le seguenti finalitagrave
a) Proteggere e risanare le zone vulnerabili allrsquoinquinamento provocato da nitrati di origine agricola
b) Limitare lrsquoapplicazione al suolo dei fertilizzanti azotati sulla base dellrsquoequilibrio tra il fabbisogno
prevedibile di azoto delle colture e lrsquoapporto alle colture di azoto proveniente dal suolo e dalla
fertilizzazionehellip
c) Promuovere strategie di gestione integrata degli effluenti zootecnici per il riequilibrio del rapporto
agricoltura-ambiente tra cui le misure di trattamento degli effluenti noncheacute lrsquoadozione di modalitagrave
di allevamento e di alimentazione degli animali finalizzate a contenere giagrave dalla fase di
produzione le escrezioni di azoto
1062 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Lrsquoazienda Agricola Maggiolo ricade nel Comune di Castelfranco Veneto comune appartenente alla
zona dellrsquoalta pianura (Zona di ricarica degli acquiferi) ed alla zona del bacino scolante della laguna di
Venezia Il territorio in cui egrave localizzato lrsquoallevamento egrave designata anche come area di tutela quantitativa
degli acquiferi (Allegato E PTA) Si ricorda che come evidenziato nel quadro di riferimento progettuale
la pollina viene integralmente consegnata a terzi alla fungaia Agrifung
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107 Piano per lrsquoAssetto Idrogeologico del Bacino scolante nella Laguna di Venezia
1071 Riferimenti generali
Nella Regione Veneto sono state individuate le seguenti Autoritagrave di Bacino (AB)
- AB Nazionale del Po
- AB Nazionale dei Fiumi dellrsquoAlto Adriatico
- AB Nazionale del Fiume Adige
- AB Interregionale del Fiume FIssero-Tartaro-Canalbianco
- AB Interregionale del Fiume Lemene
- AB Regionale del Sile e della Pianura tra Piave e Livenza
- Bacino Scolante nella Laguna di Venezia
Nel caso del Bacino scolante nella Laguna di Venezia in attesa dellrsquoistituzione dellrsquoAutoritagrave di Distretto
delle Alpi Orientali (Dlgs 1522006) la Regione del Veneto ha ritenuto opportuno adottare con DGR
n 401 del 31 marzo 2015 il ldquoPiano di Assetto Idrogeologico ndash parte idraulicardquo
Il Bacino scolante nella Laguna di Venezia interessa un territorio che si estende per circa 2068 km2 e
che interessa 27 corsi drsquoacqua Il Bacino egrave delimitato a sud dal canale Gorzone a Sud-Ovest dai Colli
Euganei ad Ovest dal Canale Roncajette a nord-ovest dal fiume Brenta a nord dalle Prealpi Asolane
e a nord-est dal fiume Sile ed interessa il territorio delle province di Venezia Padova e Treviso per un
totale di 108 comuni 22 dei quali appartenenti alla Provincia di Treviso I corpi idrici a deflusso
naturale piugrave significativi sono il Dese Zero Marzenego - Osellino Lusore Muson Vecchio Tergola
mentre quelli a deflusso controllato sono il Naviglio Brenta Canale di Mirano Taglio Novissimo La
superficie del Bacino puograve essere suddivisa in due parti i territori dei bacini idrografici tributari dei corsi
dacqua superficiali sfocianti nella laguna di Venezia e i territori che interessano i corpi idrici scolanti
nella laguna di Venezia tramite le acque di risorgiva individuati come Area di Ricarica
1072 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Lrsquoallevamento ricade allrsquointerno di unrsquoarea definita come ldquoBacino scolante ad interventi a tipologia
limitatardquo non interessa nessuna area a pericolositagrave idraulica a scolo meccanico o che egrave stata oggetto di
alluvioni nel 2007
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Perimetrazione del Bacino Scolante Laguna di Venezia
Area di ubicazione dellrsquoallevamento
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PAI Bacino Scolante Laguna di Venezia - Carta della Pericolositagrave idraulica (stralcio)
108 Piano di Risanamento della Qualitagrave dellrsquoAria
1081 Riferimenti generali
Con Deliberazione della Giunta regionale n 2872 del 28122012 sono stati adottati il Documento di
Piano il Rapporto ambientale il Rapporto ambientale-sintesi non tecnica dellrsquoaggiornamento del Piano
regionale di Tutela e Risanamento dellrsquoAtmosfera
La Regione Veneto attualmente egrave dotata di un Piano di Tutela e Risanamento dellrsquoAtmosfera
(PTRA) approvato con deliberazione del Consiglio Regionale n 57 dellrsquo11 novembre 2004 Tale
Piano rappresenta lo strumento per la programmazione il coordinamento ed il controllo in materia di
inquinamento atmosferico finalizzato al miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla
salvaguardia della salute delluomo e dellambiente
La zonizzazione della Regione Veneto egrave stata approvata con Deliberazione della Giunta Regionale del
Veneto n 31952006 Successivamente ne egrave stata approvata una sua revisione con Deliberazione della
Giunta Regionale del Veneto n 2130 del 23102012
1082 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Il Comune di Castelfranco Veneto ricade nella zona IT0513 ldquoPianura e Capoluogo Bassa Pianurardquo
Come indicato nellrsquoAllegato A della DGR 213012 la definizione delle zone nellrsquoarea della pianura egrave
stata effettuata considerando i seguenti parametri
- Orografia altitudine al di sotto dei 200 m slm
- Condizioni meteo-climatiche bassa ventositagrave con frequenti fenomeni di calme di vento
Area di ubicazione dellrsquoallevamento
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- Urbanizzazione diffusa con pochi centri urbani densamente popolati (giagrave individuati come
Agglomerati)
- Carico emissivo la densitagrave emissiva comunale (ta km2) intesa come stima del PM10 primario
e secondario rispetto alla superficie comunale (espressa in km2) egrave stata utilizzata quale
parametro caratterizzante la zonizzazione Nei comuni della Bassa Pianura la densitagrave emissiva
egrave superiore a 7 ta km2
Progetto di riesame della zonizzazione del Veneto (D Lgs 1552010)
109 Programma di Sviluppo Rurale
1091 Riferimenti generali
La Regione Veneto con DGR n71 del 10 giugno 2014 ha adottato la proposta del PSR 2014-2020
successivamente adottato dal Consiglio Regionale con Deliberazione n 41 del 9 luglio 2014
La proposta di programma egrave stata quindi inviata alla Commissione europea arrivando alla definitiva
approvazione avvenuta con decisione n 3482 del 26 maggio 2015
Il Programma costituisce lo strumento di programmazione per lo sviluppo rurale regionale stabilisce le
strategie e gli interventi per il settore agricolo agroalimentare e forestale e in generale per lo sviluppo
delle aree rurali del Veneto
Nel PSR lrsquointero territorio regionale egrave stato classificato in base al grado do ruralitagrave secondo le seguenti
categorie
A-Aree urbane e periurbane
Area di ubicazione dellrsquoallevamento
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B-Aree rurali ad agricoltura intensiva Questi territori vengono ulteriormente suddivise in sub-area B1
(con caratteristiche prevalenti di ldquorurale-urbanizzatardquo e sub-area B2 (con caratteristiche prevalenti di
ldquoUrbanizzatardquo)
C-Aree rurali intermedie
D-Aree rurali con problemi di sviluppo
1092 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in classe B2 ldquoAree rurali ad agricoltura intensiva -
Urbanizzaterdquo
1010 Aree Protette
10101 Riferimenti generali
La Legge Quadro sulle Aree Protette (L 39491) classifica le aree naturali protette in
Parchi nazionali Aree al cui interno ricadono elementi di valore naturalistico di rilievo
internazionale o nazionale tale da richiedere lrsquointervento dello Stato per la loro protezione e
conservazione Sono istituiti dal Ministero dellrsquoAmbiente e della Tutela del Territorio
Parchi naturali regionali e interregionali Aree di valore naturalistico e ambientale che
costituiscono nellambito di una o piugrave regioni limitrofe un sistema omogeneo individuato dagli
assetti naturalistici dei luoghi dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle
popolazioni locali Sono istituiti dalle Regioni
Riserve naturali Aree al cui interno sopravvivono specie di flora e fauna di grande valore
conservazionistico o ecosistemi di estrema importanza per la tutela della diversitagrave biologica In
base al pregio degli elementi naturalistici contenuti possono essere statali o regionali
In considerazione di quanto indicato dalla Legge Quadro nazionale la Regione Veneto con la Legge
Regionale n 40 del 16081984 ldquoNuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionalirdquo e
smi definisce le disposizioni per lrsquoistituzione di parchi e riserve naturali regionali al fine di assicurare la
conservazione e la valorizzazione dellrsquoambiente naturale nelle zone di particolare interesse
paesaggistico naturalistico ed ecologico di promuoverne lo studio scientifico di rendere possibile
lrsquouso sociale dei beni e di creare specie nelle zone rurali e montane migliori condizioni di vita per le
collettivitagrave locali
Le aree naturali protette definite dalla LR 401984 sono Parchi Naturali Regionali Riserve Naturali
Regionali Zone di protezione e di sviluppo controllato (Zone di pre-parco) Parchi e riserve di interesse
locale
Come specificato allrsquoart 11 della LR le aree comprese nei parchi o nelle riserve possono essere
classificate dal piano ambientale ai fini del particolare regime cui vengono sottoposte nelle seguenti
categorie
a) Zone di riserva naturale regionale generale sono consentiti solo gli interventi a cura o sotto il
controllo dellrsquoente gestore per la protezione dellrsquoambiente e per la ricostituzione di equilibri
naturali propri dello ambiente Al loro interno possono essere individuate aree di riserva
integrale (nelle quali per la presenza di eccezionali valori naturalistici e ambientali il suolo il
sottosuolo le acque la vegetazione e la fauna sono protetti nella loro assoluta integritagrave) e aree
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di riserva orientata (in cui lrsquoevoluzione dellrsquoambiente naturale anche limitatamente ad alcune
sue particolari manifestazioni viene sorvegliata e orientata scientificamente)
b) Zone di riserva naturale regionale speciale sono istituite al fine di tutelare particolari elementi o
fenomeni dello ambiente naturale del paesaggio e antropologi
c) Zone a destinazione silvo ndash pastorale in cui egrave consentito lrsquoesercizio sia a cura dellrsquoente gestore
che di altri enti pubblici organismi associativi o privati di attivitagrave agricole utilizzazioni forestali
pascolo e attivitagrave zootecniche in forma compatibili con la tutela ambientale e non contrastanti
con le finalitagrave generali del parco o della riserva e con le norme del piano ambientale
d) Zone a destinazione agricola in cui egrave prevista la stessa disciplina delle aree al punto
precedente
e) Zone di penetrazione sono aree che per esigenze logistiche le quali non possono essere piugrave
opportunamente soddisfatte allrsquoesterno del parco debbano ospitare strutture ricettive
campeggi parcheggi per automezzi e centri di informazione
Tali aree sono individuate preferibilmente in zone marginali e periferiche del territorio del parco
o della riserva e comprenderanno il tracciato le immediate adiacenze e le testate delle esistenti
rotabili interne aperte al pubblico gli adiacenti nuclei abitati manufatti e gli impianti di attivitagrave
produttive esistenti
I Parchi e le riserve di interesse locale possono essere istituite da Province Comunitagrave Montane
Comuni e loro Consorzi nonchegrave Comunitagrave familiari montane anche associate tra loro Per ogni parco o
riserva istituita deve essere redatto un Piano ambientale assimilato ad un piano attuativo di iniziativa
pubblica (Art 27)
10102 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Nessuna area di interesse naturalistico ricade nel Comune di Castelfranco Veneto9 Lrsquoarea protetta piugrave
prossima allrsquoallevamento egrave il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile posto ad una distanza di circa
82 km dallrsquoAllevamento Maggiolo
1011 Rete Natura 2000
10111 Riferimenti generali
La Rete Natura 2000 costituisce la piugrave importante strategia drsquointervento dellrsquoUnione Europea per la
tutela del territorio Tenuto conto della necessitagrave di attuare una politica piugrave incisiva di salvaguardia degli
habitat e delle specie di flora e fauna si egrave voluto dar vita ad una Rete coerente di aree destinate alla
conservazione della biodiversitagrave del territorio dellrsquoUnione Europea I siti che compongono la Rete (Siti
Natura 2000) sono rappresentati dai Siti drsquoImportanza Comunitaria (SIC) e dalle Zone di Protezione
Speciale (ZPS)
I SIC e la Rete Natura 2000 sono definiti dalla Direttiva Habitat 9243CEE ndash art 3 comma1 ldquoEacute
costituita una rete ecologica europea coerente di zone speciali di conservazione denominata Natura
2000 Questa rete formata dai siti in cui si trovano tipi di habitat naturali elencati nellallegato I e habitat
delle specie di cui allallegato II deve garantire il mantenimento ovvero alloccorrenza il ripristino in
uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie
Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
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interessati nella loro area di ripartizione naturale La rete Natura 2000 comprende anche le zone di
protezione speciale classificate dagli Stati membri a norma della direttiva 79409CEErdquo
Le ZPS sono state previste dalla Direttiva Uccelli 79409CEE oggi abrogata e sostituita dalla Direttiva
2009147CEE ldquoconcernente la conservazione degli uccelli selvaticirdquo Questrsquoultima direttiva allrsquoart 3
commi 1 e 2 riporta ldquohellipgli Stati membri adottano le misure necessarie per preservare mantenere o
ristabilire per tutte le specie di uccelli di cui allrsquoart 1 una varietagrave ed una superficie sufficienti di habitat
La preservazione il mantenimento ed il ripristino dei biotopi e degli habitat comportano innanzitutto le
seguenti misure
a) Istituzione di zone di protezione
b) Mantenimento e sistemazione conforme alle esigenze ecologiche degli habitat situati allrsquointerno e
allrsquoesterno delle zone di protezione
c) Ripristino dei biotopi distrutti
d) Creazione dei biotipirdquo
Allrsquoart 4 della stessa direttiva si indica inoltre che ldquoPer le specie elencate nellrsquoallegato I sono previste
misure speciali di conservazione per quanto riguarda lrsquohabitat per garantire la sopravvivenza e la
riproduzione di dette specie nella loro area di distribuzionerdquo
SIC e ZPS sono definite dagli Stati membri (in Italia su proposta delle Regioni) Quando un SIC viene
inserito ufficialmente nellrsquoElenco Comunitario lo Stato membro designa tale sito come Zona Speciale di
Conservazione (ZSC)
A livello europeo il piugrave recente elenco ufficiale dei SIC appartenenti alle regioni biogeografiche alpina e
continentale nelle quali si inserisce la Regione Veneto sono state definite con Decisioni della
Commissione del 3 dicembre 2014 (rispettivamente 201571UE e 201569UE)
Lindividuazione delle ZPS spetta alle Regioni e alle Province autonome che trasmettono i dati al
Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare il quale dopo la verifica della
completezza e congruenza delle informazioni acquisite trasmette i dati alla Commissione Europea Le
ZPS si intendono designate dalla data di trasmissione alla Commissione e dalla pubblicazione sul sito
del Ministero dellrsquoelenco aggiornato Il DM dellrsquo8 agosto 2014 indica che lrsquoelenco delle ZPS istituite ai
sensi del DM del 17 ottobre 2007 ldquoCriteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione
relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS)rdquo egrave pubblicato
sul sito wwwminambienteit ed egrave tenuto aggiornato con le eventuali modifiche apportate nel rispetto
delle procedure comunitarie Contestualmente viene abrogato il DM del 19 giugno 2009 ldquoElenco delle
Zone di Protezione Speciale (ZPS) classificate ai sensi della Direttiva 79409CEE)rdquo Lrsquoultima
trasmissione della banca dati alla Commissione Europea egrave stata effettuata dal Ministero dellrsquoAmbiente
ad ottobre 2014
La Regione Veneto con DGR n 1180 del 18 aprile 2006 ldquoRete ecologica europea Natura
2000Aggiornamento banca datirdquo e ss mm ii provvede alla redazione dellrsquoelenco ufficiale delle aree
appartenenti alla Rete Natura
Ad oggi in Veneto risultano istituiti 128 Siti appartenenti alla Rete Natura 2000 tra i quali 102 SIC e 67
ZPS per una superficie complessiva di 414675 ettari (pari al 225 del territorio regionale)
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10112 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Lrsquoarea oggetto di studio ricade interamente allrsquointerno della ZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego
Nessun altro Sito (SICZPS) ricade allrsquointerno del Comune di Castelfranco Veneto10
La ZPS IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo si estende su una superficie di circa 1561 ha nel
territorio dei Comuni di Castelfranco Veneto Castello di Godego Loria Riese Pio X in Provincia di
Treviso
Il Sito egrave stato istituito a tutela del paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da ampi prati stabili e
fitte alberature con tratti di territorio a campo chiuso e zone interne originarie La scheda Natura 2000
indica che la qualitagrave e lrsquoimportanza del sito sono determinati dal fatto che il territorio rappresenta uno
degli ultimi esempi di paesaggio agrario tradizionale con un buon equilibrio tra naturalitagrave e utilizzo
agricolo che consente il mantenimento di una buona diversitagrave e ricchezza floristica e di tipi
vegetazionali La presenza di aree in cui spesso ristagna lacqua e la natura argillosa dei suoli
permettono inoltre la presenza di specie vegetali di particolare importanza
Allrsquointerno della ZPS come indicato nel Formulario standard sono presenti 7 tipologie di habitat
(indicate nella tabella successiva) la piugrave diffusa (57) egrave quella delle colture cerealicole estensive
mentre lrsquohabitat meno diffuso egrave quello degli impianti forestali a monocultura diffusi sullrsquo1 della ZPS
Le aree urbanizzate interessano una superficie complessiva di circa 156 ha pari al 10 dellrsquointera
area
Codice Habitat Superficie (ha) Copertura ()
N20 Impianti forestali a monocoltura 1561 1
N12 Colture cerealicole estensive 88977 57
N07 Torbiere stagni e paludi 7805 5
N23 Altro (inclusi centri abitati strade discariche miniere e aree industriali)
1561 10
N09 Praterie aride steppe 7805 5
N14 Praterie migliorate 3122 20
N21 Piantagioni arboreee 3122 2
TOT 1561 100
Habitat nella ZPS IT3240026
Allrsquointerno della ZPS sono inoltre stati individuati i seguenti habitat di interesse comunitario (Allegato I
Direttiva Habitat)
6430-Bordure planiziali montane e alpine di megaforbie idrofile
6510-Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis Sanguisorba officinalis)
Il Formulario Standard indica che allrsquointerno del Sito lrsquohabitat 6430 egrave diffuso su una superficie di 7805
ha pari al 5 del totale mentre lrsquohabitat 6510 egrave distribuito sul 20 circa della ZPS (312 ha)11 Entrambi
gli habitat hanno un livello di conservazione buono
Il Formulario Natura 2000 indica che allrsquointerno della ZPS sono presenti 19 specie di avifauna inserite
nellrsquoArticolo 4 della Direttiva Uccelli (2009147EC) ed una specie (Rana latastei) inserita nellrsquoAllegato 2
della Direttiva Habitat (9243EEC) Tra le specie comuni vi sono Airone cenerino Falco cuculo Averla
piccola Porciglione Bigia padovana Tuffetto Piro piro boschereccio Barbagianni e Rana di Lataste
10
Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
11 Si rimanda alle Tavole ldquoZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego ndash Habitatrdquo riportata nellrsquoAllegato cartografico
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Airone rosso Re di quaglie Averla maggiore e Tottavilla sono specie rare allrsquointerno del territorio
mentre tutte le altre specie (Martin pescatore Gufo comune Falco di palude Albanella reale A
minore Assiolo Combattente) sono indicate come sola presenza
Per ulteriori dettagli si rimanda allo Studio di incidenza allegato allo Studio di impatto ambientale
1012 Important Bird Area (IBA)
10121 Riferimenti generali
Le Aree di Interesse Avifaunistico (IBA dallrsquoinglese Important Bird Areas) corrispondono a siti individuati
in tutto il mondo sulla base di criteri ornitologici applicabili su larga scala da parte di associazioni non
governative che fanno parte di BirdLife International
Il primo programma IBA viene effettuato nel 1981 mediante un incarico dato dalla Commissione
Europea allrsquoICBP (International Council for Bird Preservation) predecessore di BirdLife International
per lrsquoindividuazione delle aree prioritarie per la conservazione dellrsquoavifauna in Europa in vista
dellrsquoapplicazione della Direttiva ldquoUccellirdquo In Italia lrsquoinventario delle IBA egrave stato redatto e
successivamente aggiornato dalla Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) La prima pubblicazione
dellrsquoinventario IBA Italiano risale al 1989 mentre nel 2000 egrave stato pubblicato col sostegno del Ministero
per le Politiche Agricole e Forestali un secondo inventario aggiornato Il successivo progetto sviluppato
dalla LIPU e commissionato dal Ministero dellrsquoAmbiente (Servizio Conservazione della Natura)
ldquoSviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base della rete delle IBA (Important Bird Areas)rdquo
(versione del 2002) ha portato allrsquoaggiornamento ed alla mappatura del sistema IBA presenti
nellrsquoinventario pubblicato nel 2000
10122 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone designate quali IBA12
la piugrave vicina egrave lrsquoIBA
n 059 ldquoMedio corso del Fiume Brentardquo posta ad una distanza minima superiore a 13 km
dallrsquoAllevamento
1013 Zone umide di importanza internazionale
10131 Riferimenti generali
La Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale soprattutto in quanto habitat per le
specie di uccelli acquatici egrave stata firmata a Ramsar in Iran il 2 febbraio 1971 Latto viene siglato nel
corso della Conferenza Internazionale sulla Conservazione delle Zone Umide e sugli Uccelli
Acquatici promossa dallUfficio Internazionale per le Ricerche sulle Zone Umide e sugli Uccelli
Acquatici (IWRB- International Wetlands and Waterfowl Research Bureau) con la collaborazione
dellUnione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN - International Union for the Nature
Conservation) e del Consiglio Internazionale per la protezione degli uccelli (ICBP - International Council
for bird Preservation) La Convenzione si pone come obiettivo la tutela internazionale delle zone
definite umide mediante lindividuazionela delimitazione e lo studio degli aspetti caratteristici in
12
Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
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particolare lavifauna e la messa in atto di programmi che ne consentano la conservazione e la
valorizzazione
La Convenzione di Ramsar egrave stata ratificata e resa esecutiva dallItalia con il DPR 13 marzo 1976 n
448 ldquoEsecuzione della convenzione relativa alle zone umide dimportanza internazionale soprattutto
come habitat degli uccelli acquatici firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971rdquo e con il successivo DPR 11
febbraio 1987 n 184
10132 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone Ramsar13
cosigrave come non sono presenti
zone umide in un raggio di 10 km dallrsquoarea di intervento
11 REGIME VINCOLISTICO
111 Vincolo sismico
1111 Riferimenti generali
Con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3274 del 20032003 concernente ldquoPrimi
elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative
tecniche per le costruzioni in zona sismicardquo nelle more dellrsquoespletamento degli adempimenti dellrsquoart 93
del DLgs n 1121998 sono approvati i ldquoCriteri per lrsquoindividuazione delle zone sismiche ndash
individuazione formazione e aggiornamento degli elenchi delle medesime zonerdquo noncheacute le connesse
ldquoNorme tecniche per il progetto la valutazione e lrsquoadeguamento sismico degli edificirdquo ldquoNorme tecniche
per il progetto sismico dei pontirdquo e ldquoNorme tecniche per il progetto sismico delle opere di fondazione e
sostegno dei terrenirdquo Tali norme sono riportate come Allegati allrsquoOrdinanza
LrsquoOrdinanza prevede inoltre che le Regioni sulla base dei criteri generali dettati nellrsquoAllegato 1 (criteri
per lrsquoindividuazione delle zone sismiche che rimandano ad una distinzione secondo 4 zone sismiche)
provvedono allrsquoindividuazione e formazione ed aggiornamento dellrsquoelenco delle zone sismiche
lasciando facoltagrave di introdurre o meno lrsquoobbligo della progettazione antisismica nelle zone 4 Secondo i
nuovi criteri classificativi il territorio regionale risulta suddiviso in 4 zone sismiche in base ai valori di
accelerazione di picco orizzontale del suolo con probabilitagrave di superamento del 10 in 50 anni
zona 1 accelerazione orizzontale gt 025 g
zona 2 accelerazione orizzontale 015g ndash 025 g
zona 3 accelerazione orizzontale 005g ndash 015 g
zona 4 accelerazione orizzontale lt 005 g
LrsquoOrdinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3519 del 2842006 approva i criteri generali per
lrsquoindividuazione delle zone sismiche e la formazione ed aggiornamento degli elenchi ed anche la mappa
della pericolositagrave sismica di riferimento a scala nazionale I criteri per lrsquoindividuazione delle zone
sismiche sono definiti allrsquoallegato 1A con riferimento alle Norme Tecniche per le Costruzioni approvate
con DM 1492005 e sono previste quattro zone Allrsquoallegato 1B egrave riportata la mappa della pericolositagrave
13
Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
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sismica a scala nazionale da assumere quale riferimento per lrsquoassegnazione di un territorio ad una delle
diverse quattro zone sismiche predefinite
Con deliberazione n 67 del 03 dicembre 2003 recependo i criteri generali dellrsquoOrdinanza PCM n
3274 del 20 marzo 2003 il Consiglio Regionale ha approvato la nuova classificazione sismica dei
Comuni del Veneto Con deliberazione n 71 del 22012008 ldquoOPCM 2842006 n 3519 ldquoCriteri
generali per lrsquoindividuazione delle zone sismiche e per la formazione e lrsquoaggiornamento degli elenchi
delle medesime zone Direttive per lrsquoapplicazionerdquo la Giunta Regionale ha stabilito di prendere atto dei
criteri generali di classificazione allegati allrsquoOrdinanza PCM 3519 del 28 aprile 2006 innovativi rispetto
allrsquoOPCM 32742003 e della mappa di pericolositagrave sismica di riferimento espressa in termini di
accelerazione massima al suolo (amax) confermando comunque per quanto riguarda gli aspetti
amministrativi la classificazione sismica dei Comuni del Veneto di cui allrsquoAllegato I della deliberazione
del Consiglio Regionale n 672003
1112 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine
Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in accordo DGR n 672003 successivamente confermata con
DGR n 712008 in zona sismica 3
Il territorio di Castelfrenco Veneto in base alla mappa di pericolositagrave sismica del territorio nazionale
elaborata dallrsquoIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e riportata come Allegato 1B dellrsquoOPCM
del 28 aprile 2006 n 3519 risulta soggetto a valori di accelerazione (con probabilitagrave di eccedenza del
10 in 50 anni) compresa tra 0150 g e 0200 Secondo la Classificazione sismica al 2015 il comune di
Castelfranco Veneto viene inserito in zona sismica 3 nella quale possono verificarsi forti terremoti ma
rari
Stralcio della classificazione sismica al 2014 (httpwwwprotezionecivilegovitjcmsitclassificazionewp)
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Mappa pericolositagrave sismica
Espressa in termini di accelerazione massima (con
probabilitagrave di eccedenza del 10 in 50 anni)
Fonte Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
(In httpesse1-gismiingvit)
112 Vincolo idrogeologico
1121 Riferimenti generali
Il RD 30121923 n 3267 allrsquoarticolo 7 stabilisce che le trasformazioni dei terreni sottoposti a vincolo
idrogeologico ai sensi dello stesso decreto sono subordinate al rilascio di autorizzazione da parte dello
Stato ora sostituito dalle Regioni o dagli organi competenti individuati dalla normativa regionale
1122 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine
Secondo la classificazione regionale riportata nella Tavola 1B del PTCP della Provincia di Treviso
ldquoCarta dei Vincoli e della pianificazione territorialerdquo lrsquoallevamento non interessa nessuna area
sottoposta a vincolo idrogeologico
113 Patrimonio culturale beni culturali e beni paesistici vincolati
1131 Riferimenti generali
Il DLgs del 2212004 n 42 ldquoCodice dei beni culturali e del paesaggio ai sensi dellrsquoarticolo 10 della
Legge 6 luglio 2002 n 137rdquo costituisce il riferimento normativo in materia di beni culturali e
paesaggistici Tale decreto in applicazione dellrsquoarticolo 9 della Costituzione disciplina le forme di tutela
del patrimonio culturale costituito dai beni culturali che comprendono in particolare il patrimonio
storico artistico demo-etno-antropologico archeologico archivistico librario e dai beni paesaggistici
ovvero le bellezze naturali le singolaritagrave geologiche le ville giardini e parchi gli immobili di valore
estetico e tradizionale le bellezze panoramiche e belvedere ed ancora gli altri immobili ed aree
individuati dalla legge (categorie del paesaggio) od in base alla legge attraverso i Piani paesaggistici
Per quanto riguarda i beni culturali le disposizioni per la tutela si applicano a seguito di una verifica
drsquointeresse nel caso delle cose immobili o mobili che rivestono interesse artistico storico archeologico
o demo-etno-antropologico ed appartengono alle pubbliche amministrazioni od a particolari enti istituti
e persone giuridiche od ancora a seguito della dichiarazione di interesse per gli altri immobili che
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presentano analoga valenza ma appartenenti a soggetti diversi da quelli prima richiamati La tutela dei
beni immobili si esercita nella forma del divieto alla demolizione danneggiamento e utilizzo per usi
incompatibili alla loro conservazione ed in particolare nella preventiva autorizzazione per una serie di
interventi come elencati allrsquoarticolo 21 Lrsquoautorizzazione deve essere richiesta dai proprietari
possessori o detentori dei beni allrsquoamministrazione competente al rilascio tale autorizzazione puograve
essere rilasciata anche con motivata dichiarazione in sede di conferenza dei servizi (art 25) e con atto
rilasciato in sede di concerto sulla compatibilitagrave ambientale nel caso di progetti sottoposti a valutazione
di impatto ambientale (art 26)
Per quanto attiene ai beni paesaggistici lrsquoassoggettamento a tutela avviene a seguito della
dichiarazione di notevole interesse pubblico (art 137-141) per effetto di disposizioni legislative nel
caso delle specifiche categorie di beni elencati nellrsquoarticolo 142 ed ancora a seguito di identificazione
nei piani paesaggistici gli immobili e le aree tipizzati sottoposte a tutela dagli stessi piani La normativa
nazionale stabilisce che tutti i beni paesaggistici sono tutelati e valorizzati sottoponendo a specifica
normativa drsquouso il territorio mediante Piani paesaggistici o Piani urbanistico territoriali con specifica
considerazione dei valori paesaggistici concernenti lrsquointero territorio regionale (art 135) Il vincolo di
tutela si esercita nella forma del divieto (per i proprietari possessori o detentori) di distruggere i beni od
introdurvi modificazioni e nellrsquoobbligo di sottoporre i progetti delle opere di qualunque genere (salvo
quelli elencati allrsquoart 149) da eseguire alla competente amministrazione ai fini di ottenere preventiva
autorizzazione
Il DPCM 12122005 di individuazione della documentazione necessaria alla verifica della
compatibilitagrave paesaggistica degli interventi proposti definisce le finalitagrave i criteri di redazione ed i
contenuti della Relazione Paesaggistica che correda congiuntamente al progetto dellrsquointervento ed alla
relazione di progetto lrsquoistanza da presentare per lrsquoautorizzazione paesaggistica Con il DPR 972010
n 139 si definisce il procedimento semplificato per lrsquoautorizzazione paesaggistica relativa ad ldquointerventi
di lieve entitagraverdquo che comportano unrsquoalterazione dei luoghi o dellrsquoaspetto esteriore degli edifici in apposita
allegato al decreto si definiscono i citati interventi
1132 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e lrsquoallevamento avicolo
Il progetto oggetto di valutazione riguarda lrsquoincremento del numero di capi avicoli allevati dallrsquoazienda
agricola zootecnica con utilizzo dei fabbricati e delle strutture giagrave esistenti non si prevedono quindi
opere di natura edilizia
In ogni caso al fine della verifica dellrsquoeventuale presenza di beni culturali eo paesaggistici sottoposti a
vincolo ricadenti nellrsquoambito territoriale attorno al sito dellrsquoallevamento si egrave fatto ricorso alle
informazioni contenute in diverse banche dati o riportate negli elaborati degli strumenti di pianificazione
territoriale-paesaggistica od urbanistica
In maggior dettaglio si egrave considerato
il SITAP del Ministero dei Beni e delle Attivitagrave Culturali - Direzione Generale per i Beni Architettonici
e Paesaggistici che individua in cartografia i beni paesaggistici vincolati a seguito di dichiarazione
ed alcune categorie paesaggistiche di cui allrsquoarticolo 142 del Codice
lrsquoArchivio dei beni paesaggistici (vincolati per dichiarazione) del sito web della Regione Veneto
banca dati non definitiva di ricognizione dei beni ai sensi del Dlgs 422004
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il catalogo dellrsquoIstituto Regionale delle Ville Venete che identifica le ville palazzi ed altri fabbricati
censiti segnalando quelli sottoposti a vincolo in quanto beni culturali o paesaggistici
il PTRC (adottato nel 2009 con variante del 2013) della Regione Veneto con riferimento alla
Tavola dei ldquoValori storico culturalirdquo inclusa nella Scheda dellrsquoAmbito-Area ricognitiva 21 dellrsquoAtlante
Ricognitivo ed alla Tavola 9 ldquoSistema del territorio rurale e della rete ecologicardquo in cui sono
individuati i siti o le zone archeologiche
il PTCP (approvato nel 2010) della Provincia di Treviso con riferimento alla Tavola 11 ldquoCarta dei
vincoli e della Pianificazione territorialerdquo14 in cui srsquoidentificano i beni paesaggistici vincolati con
provvedimenti di riconoscimento del notevole interesse pubblico (ex L 14971939 ed art 146 del
Codice) alcune categorie paesaggistiche vincolate per legge (art 142 del Codice) e le zone di
interesse archeologico (ex L 3641909 L 10891939 e L 4311985 ed artt 10 e 142 del Codice) ed
anche alle Appendici di cui allrsquoAllegato M in particolare gli elenchi relativi ai beni architettonici ed ai
beni archeologici vincolati
il PAT del Comune di Castelfranco Veneto (approvato nel 2014) con riferimento alla Tavola 1
ldquoCarta dei vincoli e della pianificazione territorialerdquo15 che individua i beni monumentali vincolati (art
10 del Codice) ed i beni paesaggistici vincolati in quanto di notevole interesse pubblico (art 136 del
Codice) o appartenenti alle categorie paesaggistiche (art 142 del Codice)
il PAT del Comune di Castello di Godego (adottato nel 2015) con riferimento alla Relazione
Tecnica Generale (par 181 I beni culturali) alla Tavola P1A ldquoVincolirdquo16 che identifica i beni
culturali (immobili storico-artistici ed edifici drsquointeresse storico artistico vincolati con dichiarazione
edifici con piugrave di 70 anni vincolati per legge ai sensi dellrsquoarticolo 10 comma 1 del Codice zone
archeologiche) ed i beni paesaggistici vincolati con dichiarazione o per legge (art 142 del Codice)
ed alla Tavola 131 ldquoPatrimonio culturalerdquo del Quadro Conoscitivo del PATI che identifica gli
immobili edifici e zone archeologiche vincolate i fabbricati di archeologia industriale gli edifici di
pregio architettonico e gli altri beni e manufatti di interesse storico culturale
il PAT del Comune di Riese Pio X (adottato nel 2014 con DCC n 2 del 1332014) con
riferimento al Rapporto Ambientale (par 57 Matrice paesaggio ndash Patrimonio culturale
architettonico archeologico) ed alla Tavola 1 ldquoCarta dei vincoli e della pianificazione territorialerdquo 17
che riporta i beni monumentali vincolati i beni paesaggistici vincolati corrispondenti alle fasce
laterali ai corsi drsquoacqua e la strada Postumia a vincolo archeologico
Per quanto riguarda i beni culturali vincolati considerando gli immobili drsquointeresse monumentale eo
storico architettonico riportati negli elenchi od elaborati cartografici degli strumenti di pianificazione
prima richiamati il sito dellrsquoallevamento non interessa direttamente nessuno di quelli presenti nel
territorio e si trova ad una distanza dai piugrave vicini tale che si escludono ragionevolmente possibili
ricadute sugli stessi in particolare quelle indirette correlate alla percezione da e dei beni tenuto conto
anche del fatto che si tratta del solo incremento del numero di polli allevati allrsquointerno di strutture giagrave
esistenti Lrsquoampliamento dellrsquoallevamento non comporta interventi sui beni vincolati e tantomeno si
prevedono opere edilizie o di altra natura che possano determinare effetti indiretti sul patrimonio
14 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 11 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
15 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
16 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola P1A inserita nellrsquoAllegato cartografico dello SIA
17 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
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architettonico vincolato non egrave quindi necessario avviare la procedura per la richiesta di rilascio
dellrsquoautorizzazione ai sensi del Codice Al fine di sostenere le precedenti considerazioni si forniscono
brevi informazioni sui beni monumentali e architettonici vincolati presenti nel territorio dei tre Comuni
analizzati situati ad una minore distanza dallrsquoallevamento avicolo esistente
Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto gli immobili vincolati con specifico provvedimento
meno distanti dal sito dellrsquoallevamento comunque rispettivamente a 13 e 22 km circa si trovano nella
frazione di Villarazzo e lungo la strada via Postomia Nel primo caso si tratta della Villa Dolfin -
Gradenigo (tutelata con DM 10121959) sita in via Valsugana 74 composta dalla villa del XVII secolo
e dalla barchessa del XVIII secolo edifici collocati di fianco al Torrente Muson e della Cagrave Moro
(tutelata con DM 881947) ubicata in via Valsugana 102 composta dallrsquoedificio padronale risalente al
XVI secolo Nel secondo caso si tratta della Cagrave Amata (tutelata con DM 10121959) complesso
architettonico datato al XVIII secolo formato da una villa da due barchesse da annessi rustici
originariamente destinati a stalla e depositi ed anche da un oratorio che ora ricadono nellrsquoarea
dellrsquoomonimo Golf Club
Nel territorio del Comune Castello di Godego lrsquoimmobile vincolato piugrave vicino al sito dellrsquoallevamento
comunque a circa 16 km egrave la Chiesa di San Pietro ubicata in via S Pietro nei pressi del T Muson in
sinistra idrografica La gran parte degli altri beni storico architettonici vincolati si trova allrsquointerno del
centro storico o comunque nellrsquoabitato principale ad una distanza minima di 19 - 23 km circa
dallrsquoallevamento
Nel territorio del Comune di Riese Pio X tra i fabbricati vincolati quelli relativamente piugrave vicini
allrsquoallevamento rispettivamente a circa 15 e 22 km sono la Villa Emiliani detta Cagrave Miane (tutelata ai
sensi dellrsquoart 10 del Codice) ubicata in via Miane 30 complesso composto dalla casa padronale con
grande barchessa porticata e da un oratorio entrambi del XVIII secolo ed allrsquointerno della frazione di
Vallagrave la Villa Cecconi (tutelata con DM 2141964) sita in via A Milani 1 risalente al XVIII secolo e la
Chiesa parrocchiale (costruita nel 1746) il campanile e la Casa canonica (tutelate ai sensi dellrsquoart 10
del Codice) lrsquoultima segnalata anche come ldquovilla venetardquo formata dalla casa padronale e da una
piccola barchessa entrambe risalenti al XVII secolo
Per quanto attiene ai beni archeologici vincolati considerando quelli identificati nella cartografia o
segnalati nella documentazione dei citati piani territoriali ed urbanistici risulta che il sito
dellrsquoallevamento si trova significativamente distante da questi inoltre lrsquointerposta presenza di zone
edificate e di quinte di vegetazione arborea consente di escludere anche improbabili ricadute
determinate da eventuali relazioni indirette correlate alla percezione dellrsquoallevamento dai siti tutelati o
da interposizione dellrsquoallevamento nella vista dei beni dai luoghi circostanti agli stessi In aggiunta
stante il fatto che si tratta del solo incremento del numero di capi avicoli allevati senza previsione di
opere edilizie o interventi di scavo e tenendo inoltre conto della distanza dei siti a rischio archeologico
individuati non si ricade nellrsquoambito della procedura di autorizzazione secondo quanto stabilito dal
Codice e si esclude anche la necessitagrave di eseguire indagini archeologiche preventive Si evidenziano
di seguito i beni archeologici vincolati presenti nel territorio dei tre Comuni considerati situati ad una
minore distanza dallrsquoallevamento avicolo esistente
Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto egrave sottoposto a vincolo archeologico ai sensi
dellrsquoarticolo 10 del Codice (ex L 10891939) il tracciato della romana strada Postumia che nel punto
piugrave vicino si trova ad una distanza di circa 800 metri dallrsquoarea dellrsquoallevamento
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Nel territorio del Comune di Castello di Godego egrave presente unrsquoarea archeologica vincolata ai sensi
dellrsquoarticolo 10 del Codice (ex L 10891939) quella de ldquoLe Motterdquo correlata ad un tipico insediamento
delletagrave del bronzo che interessa una localitagrave ubicata a ridosso del confine comunale sul lato
meridionale ad oltre 3 km dellrsquoarea dellrsquoallevamento il PAT identifica nella Tavola P1A Vincoli una
ldquozona di interesse archeologicordquo ai sensi dellrsquoarticolo 10 del Codice nella porzione centrale del tessuto
urbano dellrsquoabitato principale distante circa 18 km dallrsquoallevamento e contornata lungo il perimetro sul
lato est quello rivolto verso lrsquoazienda agricola avicola dal tessuto edificato della zona residenziale
In Comune di Riese Pio X lrsquounico bene sottoposto a vincolo archeologico egrave la giagrave la citata strada
Postumia ed in tale caso la distanza minima tra lrsquoasse viario e lrsquoallevamento egrave di circa 16 km
Per quanto riguarda i beni paesaggistici vincolati a seguito del riconoscimento del loro notevole
interesse pubblico sono sottoposte a tutela due zone dellrsquoabitato principale una riguardante
Castelfranco Veneto e lrsquoaltra Castello di Godego mentre non risulta la presenza di vincoli di tale
fattispecie nel territorio del Comune di Riese Pio X
In Castelfranco Veneto egrave tutelata ai sensi della ex L 14971939 con il DM 13111961 (GU 296 del
29111961) la zona del centro abitato con inclusione della zona della Pescheria e del contiguo tratto
del Canale Musonello giagrave oggetto di provvedimento di vincolo (DM 8111955 GU 274 del
28111955) i motivi della tutela come riportato nel testo dello stesso provvedimento ministeriale sono
ricondotti al fatto che ldquocon le sue rosse mura turrite ammantate di edera circondate da verdi spalti e dal
fossato e con la sua fresca vegetazione forma un quadro naturale di non comune bellezza panoramica
avente anche valore estetico e tradizionalerdquo
In Castello di Godego egrave vincolata la zona circostante allrsquoabitato con DM 1361969 (GU 224 del
391969) ai sensi della ex L 14971939 per la presenza di ldquoparchi giardini tempietti antichi ed altri
caratteristici edificirdquo che ldquooltre a costituire unrsquoattraente e quasi continua oasi di verde nel centro abitato
forma un ambiente di alto valore estetico e tradizionale degno di essere conservato e difeso nella sua
integritagraverdquo
Lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo ovviamente non ricade nelle citate zone vincolate ed inoltre si trova
significativamente distante dalle stesse a circa 21 km da quella di Castelfranco Veneto con interposta
presenza di diverse aree edificate ed a circa 15 km da quella di Castello di Godego anche questa
circondata immediatamente allrsquoesterno del perimetro della zona tutelata da edificato la situazione
descritta consente di escludere ogni possibile ricaduta anche quelle riconducibili ad effetti indiretti
legati alla percezione dei luoghi vincolati per interposizione visiva dellrsquoallevamento dalle aree esterne
a questi e con particolare riferimento agli elementi indicati nel provvedimento ministeriale che ne hanno
determinato la tutela
Per quanto attiene ai beni paesaggistici vincolati per legge nel territorio dei tre Comuni considerati si
tratta di quelli associati alle categorie di cui allrsquoarticolo 142 del Codice relative ai fiumi torrenti e corsi
drsquoacqua con le relative fasce contermini alle sponde o argini alle zone drsquointeresse archeologico ed ai
territori coperti da boschi
Con riguardo ai corsi drsquoacqua e relative fasce vincolate la piugrave vicina egrave quella del Torrente Avenale nel
tratto ricadente in territorio del Comune di Castelfranco Veneto il cui perimetro considerando la minore
distanza intercorrente con il confine dellrsquoarea dellrsquoallevamento ricade a circa 150 metri
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In merito alle zone drsquointeresse archeologico sottoposte a vincolo paesaggistico si tratta della giagrave
richiamata strada Postumia con riferimento alla quale valgono le considerazioni giagrave esposte con
riguardo al vincolo archeologico e del richiamato sito archeologico di Le Motte in territorio del Comune
di Castello di Godego anche questo giagrave considerato
Infine nel caso dei territori coperti da bosco il piugrave vicino egrave quello situato in Comune di Castelfranco
Vento a ridosso del laghetto che si trova poco ad ovest della frazione di Villarazza ad una distanza di
circa 22 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento
In conclusione per quanto attiene ai beni paesaggistici vincolati premesso che non si prevedono
interventi modificativi dellrsquoaspetto attuale dei luoghi non egrave necessario avviare la procedura di
autorizzazione paesaggistica in quanto oltre a non prevedere opere edilizie o movimenti terra od
installazione di altri manufatti lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo non ricade in beni paesaggistici vincolati
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QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E
STIMA DEGLI IMPATTI
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12 USI DEL SUOLO
Lrsquoanalisi dellrsquouso del suolo e degli habitat presenti nellrsquoarea di indagine egrave stata effettuata a seguito di
sopralluoghi e considerando le seguenti fonti reperibili sul sito della Regione Veneto18
Uso del suolo della Regione Veneto ndash Anno 2009
Shapefile degli habitat della ZPS Prai e Castelli di Godego
Come evidenziato dai dati sopra citati e dai sopralluoghi effettuati il territorio in cui i inserisce
lrsquoAllevamento Maggiolo egrave caratterizzato dalla netta predominanza di aree agricole In particolare la
coltura piugrave diffusa egrave quella del mais cui si accompagnano in subordine superfici a copertura erbacea
colture di soia tabacco colza arboricoltura da legno ed alcune aree coltivate a vigneti Le principali
zone urbanizzate si trovano ad ovest (Castelli di Godego) a sud (Castelfranco veneto) e ad est (Riese
Pio X) dellrsquoallevamento Lungo i numerosi canali che attraversano il territorio ed in corrispondenza dei
confini poderali si trovano frequentemente formazioni di latifoglie arboree a siepe oltre che in
particolare modo lungo il Torrente Muson dei Sassi che scorre ad est dellrsquoabitato di Castello di
Godego formazioni ripariali a salici (Salix sp) e pioppi (Populus sp)
Allrsquointerno della ZPS in cui egrave localizzata lrsquoAzienda Agricola sono state identificate diverse aree a
copertura erbacea con formazione tipica dellrsquohabitat di interesse comunitario n 6510 (Praterie magre
da fieno a bassa altitudine) Queste formazioni sono concentrate prevalentemente nella porzione
centro-meridionale della ZPS ad una distanza minima superiore ai 220 m dallrsquoallevamento Maggiolo
Nello specifico lrsquoallevamento confina su tre lati (est sud e parzialmente nord) con aree coltivate a
mais mentre sul lato ovest ed in parte dellrsquoarea a nord sono presenti superfici a copertura arbustiva ed
erbacea (graminacee non soggette a rotazione)19 ma non identificabili con lrsquohabitat 6510
121 Impatti sullrsquouso del suolo
Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo sfruttando la potenzialitagrave massima
delle strutture attualmente giagrave esistenti ed operanti Non egrave quindi prevista la realizzazione di nessuna
altra struttura rispetto a quanto giagrave esistente allo stato di fatto Pertanto la realizzazione del progetto
non porteragrave ad alcun impatto neacute modifica rispetto allrsquoattuale uso del suolo
18
Si rimanda alla tavola ldquoUso del suolordquo e ZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego ndash Habitatrdquo riportate nellrsquoAllegato cartografico
19 Si rimanda alle riprese fotografiche ldquoAzienda Agricola Maggiolordquo e ldquoUso del suolo e vegetazionerdquo inserite nellrsquoAllegato fotografico
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13 FLORA E FAUNA
Per la valutazione delle componenti naturalistiche presenti nellrsquoarea di indagine egrave stato utilizzato il
Database approvato con DGR n 22001420 Per tutta la regione sono disponibili i dati georeferenziati
sulla base di quadranti di 10 km per lato relativi a specie faunistiche e floristiche presenti sul territorio
Lrsquoazienda agricola egrave localizzata allrsquointerno del quadrante n E446N251 nel presente studio sono state
considerate anche le informazioni riferite ai quadranti ricadenti entro un buffer di 5 km dallrsquoallevamento
ossia i quadranti n E446N250 E447N250 e E447N251 che tra lrsquoaltro comprendono interamente il
territorio della ZPS
131 Fauna
La fauna vertebrata presente sul territorio dellrsquoarea drsquoindagine egrave indicata nelle tabelle successive sono
state considerate sia le specie elencate nel formulario standard della ZPS sia quelle del database
georeferenziato approvato con DGR n 220014
Anfibi e Rettili
Nellrsquoarea drsquoindagine risultano essere presenti 9 specie di anfibi e 11 specie di rettili Da segnalare in
particolare la presenza della Testuggine palustre europea (Emys orbicularis) specie considerata ldquoin
pericolordquo nella Lista Rossa Italiana (LRI21) a causa della competizione con lrsquoalloctona Testuggine
palustre dalle orecchie rosse (Trachemys scripta) specie originaria del bacino del Mississipi e
introdotta in Italia a partire dagli anni rsquo70 oggi naturalizzata Tutte le altre specie di rettili hanno uno
status conservazionistico ldquoa minor preoccupazionerdquo mentre tra gli anfibi sono due le specie (Rana di
Lataste e Rospo comune) che secondo la LRI sono vulnerabili allrsquoestinzione
Cod Nome scientifico Nome comune All
DirHab LRI
1193 Bombina variegata Ululone dal ventre giallo II-IV LC
Lissotriton vulgaris Tritone punteggiato NT
1167 Triturus carnifex Tritone crestato italiano II-IV NT
1215 Rana latastei Rana di lataste II-IV VU
2361 Bufo bufo Rospo comune IV VU
1201 Bufo viridis Rospo smeraldino IV LC
5358 Hyla intermedia Raganella italiana IV LC
1209 Rana dalmatina Rana agile IV LC
1210 Rana klepton esculenta Rana esculenta V LC
Rettili
1220 Emys orbicularis Testuggine palustre europea II-IV EN
1256 Podarcis muralis Lucertola muraiola IV LC
5887 Trachemys scripta Testuggine palustre dalle orecchie rosse NA
6091 Zamenis longissimus Saettone comune IV LC
5910 Zootoca vivipara Lucertola vivipara LC
2432 Anguis fragilis Orbettino LC
1284 Coluber viridiflavus Biacco IV LC
1283 Coronella austriaca Colubro liscio IV LC
20
DGR n 2200 del 27 novembre 2014 ldquoApprovazione del database della cartografia distributiva delle specie della Regione Veneto a supporto della Valutazione di Incidenzardquo
21 IUCN Comitato Italiano Liste Rosse Italiane wwwiucnit
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COD 15V055 PAGINA 87 194
Cod Nome scientifico Nome comune All
DirHab LRI
5179 Lacerta bilineata Ramarro occidentale IV LC
2469 Natrix natrix Natrice dal collare LC
1292 Natrix tessellata Natrice tessellata IV LC
Legenda
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list degli anfibi e rettili presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000
Pesci
Nel gruppo tassonomico dei pesci Anguilla Panzarolo e Trota marmorata sono segnalate come in
pericolo critico di estinzione il Temolo egrave considerata specie in pericolo mentre Barbo italico e
Lampreda padana (specie endemica della pianura padana) hanno uno status conservazionistico
vulnerabile Sono presenti inoltre numerose specie introdotte sul territorio e per le quali per questo
motivo la valutazione dello status conservazionistico non egrave applicabile (NA) In particolare si tratta delle
seguenti specie Alburno Carassio Luccio Gambusia Persico sole Cavedano Persico trotaTrota
iridea e Trota atlantica
Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI
5539 Alburnus alburnus Alburno NA
3019 Anguilla anguilla Anguilla CR
1137 Barbus plebejus Barbo italico II-V VU
5585 Carassius carassius Carassio NA
5304 Cobitis bilineata Cobite II LC
1163 Cottus gobio Scazzone II LC
5642 Esox lucius Luccio NA
5654 Gambusia holbrooki Gambusia NA
5937 Ictalurus melas Pesce gatto NA
5677 Knipowitschia punctatissima Panzarolo CR
6152 Lampetra zanandreai Lampreda padana II-V VU
5687 Lepomis gibbosus Persico sole NA
5944 Leuciscus cephalus Cavedano NA
5719 Micropterus salmoides Persico trota NA
5768 Oncorhynchus mykiss Trota iridea NA
5777 Padogobius martensii Ghiozzo padano LC
5785 Phoxinus phoxinus Sanguinerola europea LC
5821 Rutilus erythrophthalmus Triotto LC
1991 Sabanejewia larvata Cobite mascherato II NT
1107 Salmo marmoratus Trota marmorata II CR
6262 Salmo trutta Trota atlantica NA
1109 Thymallus thymallus Temolo V EN
5885 Tinca tinca Tinca LC
Legenda
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list dei pesci presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000
Uccelli
Considerando sia le specie elencate nel Formulario Natura 2000 sia quelle censite nel database
regionale approvato con DGR 220014 nellrsquoarea di indagine sono presenti 114 specie alcune delle
quali essendo nidificanti irregolari non sono state considerate nellrsquoattribuzione delle categorie di
minaccia della LRI (Pispola Albanella reale Peppola Beccaccino e Tordo sassello) Il criterio della LRI
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PAGINA 88 194 Settembre 2015
non egrave applicabile (NA) anche per il Fagiano a causa delle introduzioni a scopo venatorio effettuate sul
territorio La specie con lo status conservazionistico piugrave problematico egrave il Torcicollo (Vulnerabile)
specie che frequenta ambienti alberati che abbiano anche ampi spazi aperti (frutteti incolti alberati
boschi radi aree agricole estensive) Pur essendo diffusa in tutto il territorio italiano (areale maggiore di
20000 kmsup2 (Boitani et al 2002) e popolazione stimata in 100000-200000 individui maturi (BirdLife
International 2004 Brichetti amp Fracasso 2007)) il declino significativo (56) registrato tra il 2000 ed il
2010 (LIPU amp Rete Rurale Nazionale 2011 wwwmito2000it) ha motivato lrsquoinserimento di tale specie
tra quelle in pericolo di estinzione Nel territorio sono presenti altre specie con uno status
conservazionistico non soddisfacente Allodola Coturnice Moretta Biancone Falco di palude
Albanella minore Re di quaglie Falco cuculo Tarabusino Cutrettola Passera drsquoItalia Passera
mattugia Pendolilno e Saltimpalo sono definite come Vulnerabili allrsquoestinzione
Cod Nome scientifico Nome comune All Dir
Ucc LRI
A086 Accipiter nisus Sparviere LC
A298 Acrocephalus arundinaceus Cannareccione NT
A296 Acrocephalus palustris Cannaiola verdognola LC
A297 Acrocephalus scirpaceus Cannaiola comune LC
A168 Actitis hypoleucos Piro-piro piccolo NT
A324 Aegithalos caudatus Codibugnolo LC
A247 Alauda arvensis Allodola IIB VU
A229 Alcedo atthis Martin pescatore I LC
A109 Alectoris graeca Coturnice I-IIA VU
A053 Anas platyrhynchos Germano reale IIA-IIIA LC
A257 Anthus pratensis Pispola NA (nid irr)
A226 Apus apus Rondone comune LC
A091 Aquila chrysaetos Aquila reale I NT
A028 Ardea cinerea Airone cenerino LC
A029 Ardea purpurea Airone rosso I LC
A221 Asio otus Gufo comune LC
A218 Athene noctua Civetta LC
A061 Aythya fuligula Moretta IIA-IIIB VU
A021 Botaurus stellaris Tarabuso I EN
A087 Buteo buteo Poiana LC
A243 Calandrella brachydactyla Calandrella I EN
A224 Caprimulgus europaeus Succiacapre I LC
A364 Carduelis carduelis Cardellino NT
A288 Cettia cetti Usignolo di fiume LC
A136 Charadrius dubius Corriere piccolo NT
A363 Chloris chloris Verdone NT
A080 Circaetus gallicus Biancone I VU
A081 Circus aeruginosus Falco di palude I VU
A082 Circus cyaneus Albanella reale I NA (nid irr)
A084 Circus pygargus Albanella minore I VU
A373 Coccothraustes coccothraustes Frosone LC
A206 Columba livia Piccione selvatico IIA DD
A208 Columba palumbus Colombaccio IIA-IIIA LC
A350 Corvus corax Corvo imperiale LC
A615 Corvus cornix Cornacchia grigia IIB LC
A349 Corvus corone Cornacchia nera IIB LC
A347 Corvus monedula Taccola IIB LC
A113 Coturnix coturnix Quaglia IIB DD
A122 Crex crex Re di quaglie I VU
A212 Cuculus canorus Cuculo LC
A036 Cygnus olor Cigno reale IIB NA
A253 Delichon urbica Balestruccio NT
A237 Dendrocopos major Picchio rosso maggiore LC
A236 Dryocopus martius Picchio nero I LC
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COD 15V055 PAGINA 89 194
Cod Nome scientifico Nome comune All Dir
Ucc LRI
A383 Emberiza calandra Strillozzo LC
A376 Emberiza citrinella Zigolo giallo LC
A269 Erithacus rubecula Pettirosso LC
A103 Falco peregrinus Falco pellegrino I LC
A099 Falco subbuteo Lodolaio LC
A096 Falco tinnunculus Gheppio LC
A097 Falco vespertinus Falco cuculo I VU
A359 Fringilla coelebs Fringuello LC
A360 Fringilla montifringilla Peppola NA (nid irr)
A125 Fulica atra Folaga IIA-IIIB LC
A244 Galerida cristata Cappellaccia LC
A153 Gallinago gallinago Beccaccino IIA-IIIB NA (nid irr)
A123 Gallinula chloropus Gallinella drsquoacqua IIB LC
A342 Garrulus glandarius Ghiandaia IIB
A002 Gavia arctica Strolaga mezzana I
A001 Gavia stellata Strolaga minore I
A300 Hippolais polyglotta Canapino LC
A251 Hirundo rustica Rondine NT
A022 Ixobrychus minutus Tarabusino I VU
A233 Jynx torquilla Torcicollo EN
A338 Lanius collurio Averla piccola I VU
A340 Lanius excubitor Averla maggiore
A179 Larus ridibundus Gabbiano comune IIB LC
A246 Lullula arborea Tottavilla I LC
A271 Luscinia megarhynchos Usignolo LC
A230 Merops apiaster Gruccione LC
A073 Milvus migrans Nibbio bruno I NT
A262 Motacilla alba Ballerina bianca LC
A261 Motacilla cinerea Ballerina gialla LC
A260 Motacilla flava Cutrettola VU
A319 Muscicapa striata Pigliamosche LC
A337 Oriolus oriolus Rigogolo LC
A214 Otus scops Assiolo LC
A329 Parus caeruleus Cinciarella LC
A330 Parus major Cinciallegra LC
A621 Passer italiae Passera drsquoItalia VU
A356 Passer montanus Passera mattugia VU
A112 Perdix perdix Starna IIA-IIIA LC
A072 Pernis apivorus Falco pecchiaiolo I LC
A017 Phalacrocorax carbo Cormorano LC
A393 Phalacrocorax pygmeus Marangone minore I NT
A115 Phasianus colchicus Fagiano comune IIA-IIIA NA
A151 Philomachus pugnax Combattente I
A273 Phoenicurus ochruros Codirosso spazzacamino LC
A274 Phoenicurus phoenicurus Codirosso comune LC
A343 Pica pica Gazza IIB LC
A235 Picus viridis Picchio verde LC
A005 Podiceps cristatus Svasso maggiore LC
A118 Rallus aquaticus Porciglione IIB LC
A336 Remiz pendulinus Pendolino VU
A276 Saxicola torquatus Saltimpalo VU
A155 Scolopax rusticola Beccaccia IIA-IIIB DD
A361 Serinus serinus Verzellino LC
A209 Streptopelia decaocto Tortora dal collare IIB LC
A210 Streptopelia turtur Tortora selvatica IIB LC
A219 Strix aluco Allocco LC
A351 Sturnus vulgaris Storno IIB LC
A311 Sylvia atricapilla Capinera LC
A309 Sylvia communis Sterpazzola LC
A307 Sylvia nisoria Bigia padovana I CR
A004 Tachybaptus ruficollis Tuffetto LC
A166 Tringa glareola Piro piro boschereccio I
A265 Troglodytes troglodytes Scricciolo LC
A286 Turdus iliacus Tordo sassello IIB NA (nid irr)
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PAGINA 90 194 Settembre 2015
Cod Nome scientifico Nome comune All Dir
Ucc LRI
A283 Turdus merula Merlo IIB LC
A285 Turdus philomelos Tordo bottaccio IIB LC
A284 Turdus pilaris Cesena IIB NT
A213 Tyto alba Barbagianni LC
A232 Upupa epops Upupa LC
A142 Vanellus vanellus Pavoncella IIB LC
Legenda
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list dellrsquoavifauna presente nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000
Mammiferi
La check-list indica la presenza di 39 specie appartenenti alla classe dei mammiferi Tutte le specie
indicate hanno uno status conservazionistico soddisfacente essendoci solo alcune specie prossime
alla minaccia (Arvicola acquatica Serotino comune Pipistrello di Nathusius Orecchione bruno) ed una
sola specie vulnerabile (Nottola comune)
Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI
5551 Apodemus sylvaticus Topo selvatico LC
5559 Arvicola amphibius Arvicola acquatica NT
5966 Arvicola terrestris Arvicola acquatica NT
2644 Capreolus capreolus Capriolo LC
2591 Crocidura leucodon Crocidura ventrebianco LC
2593 Crocidura suaveolens Crocidura minore LC
2646 Dama dama Daino NA
1327 Eptesicus serotinus Serotino comune IV NT
2590 Erinaceus europaeus Riccio europeo LC
2616 Glis glis Ghiro LC
1344 Hystrix cristata Istrice IV LC
5690 Lepus europaeus Lepre comune LC
2630 Martes foina Faina LC
2631 Meles meles Tasso LC
5718 Micromys minutus Topolino delle risaie LC
5721 Microtus arvalis Arvicola campestre LC
5728 Microtus savii Arvicola di Savi LC
5738 Mus musculus Topo domestico NA
1341 Muscardinus avellanarius Moscardino IV LC
2634 Mustela nivalis Donnola LC
1358 Mustela putorius Puzzola V LC
5747 Myocastor coypus Nutria NA
2595 Neomys anomalus Toporagno acquatico di Miller DD
2597 Neomys fodiens Toporagno drsquoacqua DD
Neovison vison Visone NA
1312 Nyctalus noctula Nottola comune IV VU
5773 Oryctolagus cuniculus Coniglio selvatico NA
2016 Pipistrellus kuhlii Pipistrello albolimbato IV LC
1317 Pipistrellus nathusii Pipistrello di Nathusius IV NT
1326 Plecotus auritus Orecchione bruno IV NT
5815 Rattus norvegicus Ratto delle chiaviche NA
5816 Rattus rattus Ratto nero NA
Sciurus carolinensis Scoiattolo grigio NA
2607 Sciurus vulgaris Scoiattolo comune LC
Sorex antinorii araneus Toporagno del Vallese DD
Sorex arunchi Il toporagno della Selva di Arvonchi
5861 Sus scrofa Cinghiale LC
5877 Talpa europaea Talpa europea LC
5906 Vulpes vulpes Volpe LC
Legenda
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COD 15V055 PAGINA 91 194
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list dei mammiferi presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000
132 Flora
Dal database della Regione Veneto (DGR 220014) nei 4 quadranti considerati risultano essere
presenti 539 specie floristiche
Nella tabella successiva si riportano le specie tutelate allrsquointerno della Direttiva Habitat (Allegati II e IV)
nessuna delle quali egrave citata come presente nella ZPS (secondo il Formulario standard Natura 2000)
Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI
6302 Anacamptis pyramidalis Orchidea piramidale II-IV
1714 Euphrasia marchesettii Eufrasia di Marchesetti II-IV EN
1866 Galanthus nivalis Bucaneve V LC
4096 Gladiolus palustris Gladiolo palustre II-IV NT
1900 Spiranthes aestivalis Viticcino estivo IV NE
Legenda
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list delle specie faunistiche presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 e Formulario Natura 2000
LrsquoOrchidea piramidale egrave una specie che puograve essere rinvenuta in prati magri pascoli incolti
sottoboschi scarpate e bordi strada su terreni di natura calcarea Principalmente egrave diffusa entro gli 800
m slm
LrsquoEufrasia di Marchesetti egrave una specie endemica del veneto orientale e del Friuli Venezia Giulia
caratteristica delle torbiere e di stazioni umide e aperte (praterie a Molinia della pianura e della fascia
collinare) la cui conservazione dipende dalla presenza di sfalci periodici in grado di garantire spazio e
luminositagrave sufficienti per lo sviluppo della pianta Altre specie dei prati umidi sono il Gladiolo palustre e il
Viticcino estivo mentre il Bucaneve si puograve trovare nei boschi umidi e freschi con humus ben
sviluppato
133 Stima degli impatti
Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo sfruttando la potenzialitagrave massima
delle strutture attualmente giagrave esistenti ed operanti Non egrave quindi prevista la realizzazione di nessuna
altra struttura rispetto a quanto giagrave esistente allo stato di fatto Come meglio specificato nella Studio di
Incidenza cui si rimanda per ulteriori approfondimenti i potenziali impatti derivanti dallo svolgimento
dellrsquoattivitagrave di allevamento dellrsquoAzienda agricola Maggiolo sono i seguenti
Inquinamento delle acque superficiali e sotterranee
Immissione di inquinanti nellrsquoaria
Inquinamento del suolo da rifiuti solidi
Immissioni di azoto e composti dellrsquoazoto
Inquinamento da rumore e disturbi sonori puntuali o irregolari
Introduzione di malattie
Nel caso dellrsquoAzienda agricola Maggiolo la probabilitagrave di accadimento di alcuni degli impatti sopra
elencati egrave nulla come indicato nella tabella successiva
Studio di Impatto Ambientale
Az Agricola Maggiolo
PAGINA 92 194 Settembre 2015
Fattore di impatto Possibili cause Probabilitagrave di
accadimento Motivazione
Inquinamento delle
acque superficiali e
sotterranee
Scarichi idrici Nulla Lrsquoabbeveraggio ed l sistemi di raffrescamento e di pulizia non producono scarichi idrici
Produzione di pollina Nulla Nessuna concimaia allrsquointerno dellrsquoAllevamento Il materiale egrave ceduto interamente a terzi come sottoprodotto di origine animale
Inquinamento del
suolo da rifiuti solidi
Cattiva gestione delle
spoglie animali Nulla LrsquoAzienda Agricola dispone di una cella frigo di proprietagrave
per la conservazione dei capi deceduti Le carogne vengono poi consegnate ad una ditta autorizzata che effettua il relativo smaltimento a norma di legge
Cattiva gestione dei
rifiuti solidi prodotti
Nulla - I rifiuti sono collocati in un apposito locale chiuso adibito al deposito dei rifiuti
- La pollina prodotta non egrave considerabile come rifiuto in quanto utilizzata come sottoprodotto dallrsquoazienda Agrifung Le altre tipologie di rifiuto (imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti) in carta ed in vetro sono prodotti in quantitagrave irrilevanti
Introduzione di
malattie
Contaminanti aerei e
polveri
Nulla - Durante il periodo del vuoto sanitario i capannoni vengono completamente puliti e disinfettati
- Per la salvaguardia della sicurezza biologica il sito di allevamento egrave completamente recintato
- Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) egrave stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile e facilmente disinfettabile
- Lrsquoallevamento dispone di due aree di stoccaggio chiuse una per il truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una separata e adeguatamente segnalata per il deposito dei rifiuti prodotti
- I mezzi che accedono allrsquoarea qualora ritenuto opportuno vengono irrorati con disinfettante sui pneumatici
Cattiva gestione delle
spoglie animali
Nulla LrsquoAzienda Agricola dispone di una cella frigo di proprietagrave per la conservazione dei capi deceduti
Potenziali impatti derivanti dallo svolgimento dellrsquoattivitagrave di allevamento
Lrsquoimmissione di inquinanti nellrsquoaria puograve avere ricadute dirette sulle componenti biotiche (sia floristiche
che faunistiche) in quanto le sostanze gassose possono arrivare nella profonditagrave degli apparati
respiratorio e fotosintetico Inoltre gli inquinanti possono ricadere al suolo tramite le precipitazioni
andando di conseguenza ad alterare sia la qualitagrave delle acque (superficiali e sotterranee) sia la qualitagrave
dei terreni generando quindi ricadute indirette su flora e fauna Lrsquoimpatto associato egrave temporaneo in
quanto limitato al periodo di esercizio dellrsquoattivitagrave di allevamento e reversibile gli effetti cesseranno di
verificarsi nel momento in cui verragrave abbandonata lrsquoattivitagrave zootecnica Lrsquoemissione di composti odorigeni
potrebbe portare le specie faunistiche ad abbandonare la frequentazione delle aree limitrofe
allrsquoallevamento Anche in questo caso lrsquoimpatto associato egrave temporaneo in quanto limitato allrsquoesercizio
dellrsquoattivitagrave e reversibile nel breve termine
La presenza di inquinamento da rumore egrave un fattore che puograve determinare effetti negativi indiretti alla
sola componente faunistica terrestre che a seguito del disturbo sonoro potrebbe abbandonare la
frequentazione delle aree limitrofe allrsquoallevamento Anche in questo caso lrsquoimpatto associato egrave
temporaneo (limitato al periodo di funzionamento dei ventilatori ed allrsquoutilizzo dei mezzi di trasporto per
la gestione delle attivitagrave zootecniche) e reversibile nel breve termine
Le analisi effettuate (valutazione previsionale di impatto acustico e delle emissioni in aria riportate ai
capitoli successivi cui si rimanda per ulteriori approfondimenti) tuttavia indicano che le variazioni tra lo
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 93 194
scenario attuale e lo scenario di progetto non sono significative e si esauriscono entro poche centinaia
di metri dallrsquoAzienda agricola pertanto non significativa egrave anche lrsquoincidenza di tali fattori sullo stato di
conservazione delle componenti biotiche presenti sul territorio
Pur non essendo previste modifiche progettuali tali da richiedere interventi di mitigazione potrebbe
essere comunque presa in considerazione lrsquoopportunitagrave di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di
conservazione previsti per la ZPS mettendo a dimora specie arboree o arbustive in forma di filare
lungo il perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento sul lato ovest e previe necessarie verifiche sul lato sud
Per la realizzazione del filare dovranno essere utilizzate specie arboree eo arbustive autoctone alcune
delle quali con frutti eduli in modo da avere ricadute positive anche sulla componente faunistica Le
specie arboree che potranno essere utilizzate sono Carpino bianco (Carpinus betulus) Olmo
campestre (Ulmus campestris) Acero campestre (Acer campestris) Ontano nero (Alnus glutinosa)
Salice bianco (Salix alba) mentre tra le specie arbustive potranno essere messe a dimora Nocciolo
(Corylus avellana) Sambuco nero (Sambucus nigra) Sanguinella (Cornus sanguinea) Frangola
(Rhamnus frangula) Pallon di maggio (Viburnum opulus) Spincervino (Rhamnus cathartica)
14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI
141 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici
I beni culturali architettonici considerati al fine di ricostruire il quadro conoscitivo includono gli immobili
vincolati ai sensi della ex L 3641909 della ex L 10891939 o dellrsquoarticolo 10 del Codice e gli altri
edifici drsquointeresse segnalati o riportati negli elaborati degli strumenti di pianificazione territoriale o
urbanistica
Tali beni sono individuati tenendo conto innanzitutto di quanto riportato nellrsquoelenco della
Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici e di quanto identificato nella cartografia o
segnalato negli altri elaborati del PTC della Provincia di Treviso con riguardo alla Tavola 43 ldquoCarta
delle ville venete complessi e edifici di pregio architettonicordquo e allrsquoAllegato M ldquoLe risorse culturali del
territorio provinciale trevigianordquo incluse le associate Appendici in particolare quelle con gli elenchi dei
beni monumentali vincolati Nel caso degli strumenti urbanistici comunali (PAT) in aggiunta agli
elaborati identificativi dei beni architettonici vincolati giagrave considerati e citati nel precedente paragrafo
riguardante il patrimonio culturale si tiene conto per Castelfranco Veneto della Tavola 2 ldquoCarta delle
invariantirdquo che individua gli edifici di valore monumentale o storico ambientale le ville venete le strade
storiche principali per Castello di Godego della Tavola P1B ldquoCarta della pianificazione territorialerdquo che
riporta le ville venete e della Tavola P2 ldquoInvariantirdquo che identifica le ville venete le emergenze
architettoniche ed edifici di valore storico o artistico per Riese Pio X della Tavola 2 ldquoInvariantirdquo che
individua le ville venete
Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto i beni sottoposti a tutela ai sensi del Codice sono
rappresentati da numerose ville venete e fabbricati civili a diversa destinazione gli ultimi in prevalenza
ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale
Le ville venete tutelate ubicate nel centro storico di Castelfranco Veneto sono le seguenti
- Villa Andretta vincolata con DM 10121959 sita in Pza Giorgione composta dalla villa del
XV-XIX secolo con barchessa e annesso parco
Studio di Impatto Ambientale
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PAGINA 94 194 Settembre 2015
- Villa Corner sita in via Borgo Pieve 85 vincolata con DM 10121959 formata dallrsquoedificio
padronale ricostruito su disegno originario del XVIII secolo
- Palazzo Colonna ndash Preti ndash Rainati in via Borgo Treviso 65 vincolato con decreto 241925
composto dallrsquoedificio padronale del XVI secolo e da due adiacenze una coeva e lrsquoaltra del
XVIII secolo
- Villa Barbarella ndash Avogadro degli Azzoni del XIX secolo in via Garibaldi 25 vincolata con DM
1361979
- Villa Riccati - Avogadro degli Azzoni in via Borgo Treviso 1 vincolata con DM 1031977
formata dalla casa padronale e dagli annessi rustici entrambi risalenti al XVIII secolo
- Villa Revedin ndash Bolasco ndash Piccinelli in via Borgo Treviso 53 composta dal corpo padronale
originario del XVI secolo e ristrutturato nel XIX secolo da adiacenze scuderie e annessi rustici
del XVI secolo e da un giardino allrsquoinglese del XIX secolo vincolata con DM 10121959
Le ville venete tutelate situate nelle frazioni comprendono le seguenti
- Villa Corner ndash Venezze detta Il Cornaron in frazione Treville localitagrave Poisolo vincolata con
DM 10121959 costituita dalla villa del XVI secolo e dalla barchessa dalle ali e annessi
laterali e dallrsquooratorio del XVIII secolo
- Barchessa di Villa Priuli di San Felice risalente al XVII secolo ubicata in localitagrave Treville
vincolata con DM 1541982
- Barchessa di Villa Soranza datata al XVI secolo sita in frazione Treville localitagrave Sovranza
vincolata con DM 10121959
- Cagrave Amata ubicata in frazione Salmoggia via Postioma 40 vincolata con DM 10121959
composta da villa barchesse annessi rustici e oratorio risalenti al XVIII secolo ora ricadente
nellrsquoarea del Golf Club Cagrave Amata
- Villa Barisan datata XVII secolo vincolata con DM 10121959 sita in frazione Villarazzo
- Villa Cusinato detta La Cornaretta sita in frazione Treville localitagrave Poisolo vincolata con DM
10121959 formata dallrsquoedificio padronale barchesse e annessi rustici del XVI secolo
- Cagrave Balbi Preti ndash Giacomelli in frazione San Floriano vincolata con DM 31101959 composta
dalla villa ed ali laterali del XVIII secolo con annessi rustici e parco
- Cagrave Moro in localitagrave Villarazzo vincolata con DM 881947 risalente al XVI secolo
- Villa Corner ndash Tiepolo ndash Chiminelli in localitagrave SantrsquoAndrea oltre il Muson vincolata con DM
10121959 formata dallrsquoedificio padronale del XVI secolo e dalla barchessa del XIX con
giardino
- Villa Dolfin ndash Gradenigo in frazione Villarazzo vincolata con DM 10121959 formata
dallrsquoedificio padronale del XVII secolo e da barchessa del XVIII secolo collocate di fianco al
Torrente Muson
I fabbricati drsquointeresse monumentale assoggettati a vincolo individuati dallo strumento urbanistico
comunale ed anche inclusi nella lista della Soprintendenza per i BCP comprendono un edificio in via
San Giorgio nellrsquoomonima localitagrave situata poco a sud rispetto allrsquoabitato principale e numerosi altri
fabbricati tutti ubicati nel centro storico di Castelfranco Veneto Albergo alle Spade Pavaglione del
Mercato Palazzo Favaro Casa Menegotto detta Marostica Casa Giacomelli Teatrino Sociale edificio
in Pza Emanuele 131 Casa Rainati-Prevedello Casa Simeone Casa Mazzon Casa De Biasi Torre
dellrsquoOrologio Castello e Torri del muro di cinta Palazzetto San Giacomo Palazzetto Puppati ora
Cettolini edifico in Cso 29 aprile Casa giagrave Santoretto ora Pinarello Casa in Pza del Duomo Casa
Petrin Casa Bressa Casa Barisani ed infine un edifico non associato a denominazione o indirizzo
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In base allrsquoelenco dei beni vincolati redatto dalla Soprintendenza per i BCP ai citati fabbricati situati nel
centro storico principale se ne aggiungono altri tra i quali si richiamano i soli edifici religiosi che
includono il Duomo di S Maria Assunta e San Liberale la Chiesa di San Jacopo la Chiesa di San
Giorgio alla Sega il Convento dei Serviti la Chiesa di San Giacomo la Chiesetta di Madonna delle
Grazie
Nelle frazioni o varie localitagrave del territorio comunale sono presenti ulteriori beni architettonici vincolati
inseriti nellrsquoelenco della Soprintendenza per i BCP ed in dettaglio
- nella frazione di SantrsquoAndrea oltre il Muson la chiesa parrocchiale la canonica e lrsquooratorio
- nella frazione di Salvatronda la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica la casa ex
Basso le ex scuole elementari e il cimitero
- in localitagrave Treville la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica il cimitero le ex scuole
elementari e la ex Casa del Fascio
- nella frazione di Villarazzo la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica le scuole
elementari
- nella frazione di Salvarosa le case ex Tieppo ex Torresan ex Cattani e il cimitero
- in localitagrave San Floriano la Casa ex Arsiegrave il centro culturale e il cimitero
- in localitagrave Campigo le ex scuole elementari e il cimitero
Per quanto attiene ai beni architettonici segnalati con riguardo a quelli nellrsquoelenco del PTCP si tratta di
due edifici ubicati a sud-ovest della frazione di Villarazzo e di altri due edifici situati in frazione
Salvarosa noncheacute di manufatti dellrsquoarcheologia industriale rappresentati da alcuni mulini due ubicati
presso le mura di Castelfranco uno in Borgo Padova e lrsquoaltro in frazione Villarazzo e dalla Fornace
Baghin situata a ridosso del confine con il Comune di Riese il PAT a sua volta distingue tra le
invarianti di natura storico-monumentale i fabbricati ubicati allrsquoesterno deli centri storici che presentano
un ldquoedilizia con valore storico ambientalerdquo diffusi in tutto il territorio ed in larga misura da ricondurre ai
fabbricati rurali
Nel territorio del Comune di Castello di Godego i beni sottoposti a tutela con provvedimento ai sensi
della ex L 14971939 o per effetto del disposto dellrsquoarticolo 10 del Codice includono ville chiese ed
edifici civili
Per quanto attiene agli immobili vincolati presenti nel centro storico o comunque allrsquointerno dellrsquoabitato
principale di Castello di Godego si distinguono
- la Chiesa di San Pietro datata al IV-X secolo ubicata in sinistra idrografica del T Muson
tutelata ai sensi del comma 1 dellrsquoarticolo 10
- la Casa Querini tutelata ai sensi della ex L 3641909 con il decreto 1731923 sita
nellrsquoomonima via ovvero dellrsquoattuale Casa Canonica formata da un unico fabbricato
presumibilmente realizzato nel 1756 in concomitanza con lrsquoampliamento della Chiesa
Arcipetrale e Abbaziale
- la Chiesa Arcipretale e Abbaziale della Nativitagrave di Maria Santissima del XVIII secolo tutelata
con DM 2842010
- la Chiesa Abbaziale di Maria Nascente del XVIII secolo tutelata ai sensi del comma 1
dellrsquoarticolo 10 del Codice
- la Villa Priuli - Moresco ndash Turcato tutelata con DM 1781961 e DM 642001 sita in via
Marconi 58 risalente al XVII secolo e composta da un solo fabbricato
- la Chiesa di SantrsquoAntonio Patavino tutelata ai sensi del comma 1 dellrsquoarticolo 10
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- la Cagrave Zorzi - Moresco ndash Beltrame ubicata in via Roma 6 composta dal corpo centrale della
villa risalente al XVII secolo e da due fabbricati laterali del XVII e XIX secolo con relativi spazi
annessi a cortile e giardino tutelata con DM 2931967 DM 571969 DM 1391971 e DM
1372002 con riguardo ai fabbricati ed agli spazi aperti annessi
- la Villa Frida ubicata in via Roma tutelata con DM 2372002
- la Villa Mocenigo ndash Elisa tutelata con DM 1921968 sita in via Roma 33 composta
dallrsquoedificio padronale e dalle barchesse del XVII secolo noncheacute dalle ali laterali del XIX secolo
- la Villa Mocenigo - Garzoni ndash Martini tutelata con DM 2911970 e DM 2631970 con
riguardo ai fabbricati ed anche agli spazi aperti annessi qualificati come zona di rispetto ubicata
in via Marconi 83 composta dalla villa da una barchessa a da un oratorio dedicato a San
Giovanni Battista tutti datati al XVIII secolo a cui si aggiunge unrsquoaltra barchessa del XV-XVI
secolo con spazio interno originariamente a giardino
- la Villa Renier tutelata ai sensi dellrsquoarticolo 12 del Codice ubicata in Piazza IX Febbraio 12
composta dallrsquoedifico della villa del XVII secolo a dalla barchessa del XVIII
- la Casa Avogadro degli Azzoni ndash Daminato tutelata con DM 711982 sita in via Grande 4
composta dalla villa da una barchessa e dalla scuderia datate al XVII secolo
- il Municipio
- i ruderi del Castellare di Ezzelino da Romano fortezza risalente al XIII secolo
- il Santuario della Beata Vergine o Madonna della Crocetta risalente al XV secolo tutelato ai
sensi dellrsquoart 10 del Codice
In posizione esterna allrsquoabitato principale a nord-ovest di questo si trova la Cagrave Leoncino - Da Lezze -
Moresco ndash Marchiorello tutelata con DM 1261997 sita in via Cagrave Leoncino 44 composta dalla villa
del XVIII e dalla barchessa con annesso del XVI secolo ed anche il Ridotto Cagrave Leoncina risalente al
XV secolo vincolato con DM 1261997
I beni architettonici drsquointeresse contano cinque fabbricati civili e due fabbricati di archeologia industriale
segnalati dal PTCP e identificati dal PAT tutti ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale comprendenti un
palazzo e casa a corte un edificio rurale un edificio civile due ville con casa padronale il Mulino
Tonietto in via Piave e il Mulino lungo il Muson in via Molinare entrambi situati nei pressi del fiume
Muson
A questi beni si aggiungono le seguenti altre ville censite dallrsquoIstituto Regionale e richiamate negli
elaborati del PAT le prime quattro ubicate nellrsquoabitato principale la casa Querini - Martinello - Conte in
via Marconi 77 con lrsquoedificio padronale del XVII secolo la Villa Negri ndash Bolzon in via Chioggia 42
costituita dalla villa e barchessa risalenti al XVII secolo la Villa Favesin in via Caprera 2 del XIX
secolo la barchessa di Villa Mocenigo ndash Priluli risalente al XV secolo sita in via Marconi 66 la Casa
Jonoch del XVIII secolo in localitagrave Casa Conte presso la via Postumia la Villa Moresco - Serena con
casa e barchesse del XIX secolo e un parco centrale sita in via Caprera 39 a sud-est dellrsquoabitato
Negli elaborati del PAT sono inoltre individuati numerosi altri edifici di valore storico e
etnoantropologico sostanzialmente da ricondurre ai fabbricati rurali
Nel territorio del Comune di Riese Pio X i beni architettonici vincolati includono alcuni edifici religiosi e
civili ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale e nelle frazioni ed anche alcune ville venete
Per quanto attiene agli edifici civili e religiosi si tratta in base allrsquoelenco della Soprintendenza per i BCP
(Appendice dellrsquoAllegato M del PTCP) dei seguenti
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- nella frazione di Poggiana la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica
- nella frazione di Spineda la chiesa parrocchiale e il campanile
- nella frazione di Vallagrave la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica
- nellrsquoabitato di Riese la casa di Pio X la canonica di San Matteo Apostolo il Santuario della
Madonna di Cendrole la scuola elementare la Villa Carraro lrsquoex Municipio la chiesa
parrocchiale e la canonica
Per quanto riguarda le ville venete quelle sottoposte a tutela sono la Villa Costanza ndash Bottio ndash Pivetta
sita in localitagrave Costanza tutelata con DM 6101974 formata da casa padronale e Oratorio del XVII
secolo la Villa Emiliani detta Cagrave Miane sita in via Cagrave Miane 30 tutelata ai sensi dellrsquoarticolo 10 del
Codice formata dalla casa padronale e da Oratorio del XVIII secolo la Villa Gradenigo ndash Venier ndash Zorzi
ndash Eger ubicata in via Sarto 31 nellrsquoabitato principale composta dalla casa padronale risalente al XVI
secolo e rimaneggiata nel XVIII secolo e dai fabbricati della barchessa della serra e della voliera
tutelata con DM 1771964 la Villa Cecconi sita in localitagrave Vallagrave vincolata con DM 2141964
edificio del XVIII secolo
In base allrsquoidentificazione negli elaborati del PAT (Tavola 1 ndash Carta dei vincoli) del vincolo
monumentale si contano in aggiunta alle giagrave citate ville venete le seguenti la Casa canonica di Vallagrave
composta da villa e barchessa del XVII secolo ubicata in Pza Caduti 45 tutelata in quanto proprietagrave di
ente religioso la Villa Canil in localitagrave Costanza casa dominicale con annessi rustici risalente al XVII
secolo la Barchessa Tirette datata al XVIII secolo sita nellrsquoomonima localitagrave in via Tirette 9
In merito agli edifici drsquointeresse architettonico si segnala la presenza di unrsquoaltra villa veneta catalogata
dallrsquoIstituto Regionale e riportata nelle tavole ed elenchi del PTCP e PAT il Casino Colonna casa
dominicale del XVIII secolo situata nella frazione Vallagrave e della casa Moretti ndash Rossi inclusa nellrsquoelenco
delle ville venete di cui al PTCP ubicata lungo la strada in uscita da Vallagrave sul lato ovest della frazione
Per quanto attiene ai beni archeologici si restituisce il quadro conoscitivo tenendo conto di quelli
vincolati ai sensi della ex L 10891939 o dellrsquoarticolo 10 del Codice e di quelli segnalati come siti a
rischio archeologico
Le informazioni sono ricavate dagli elenchi della Soprintendenza Archeologica di Treviso e dagli
elaborati cartografici del PTCP della Provincia di Treviso in particolare la Tavola 24 ldquoCarta delle aree a
rischio archeologicordquo in cui sono individuati i siti a rischio archeologico lrsquoagro centuariato ed i centri
storici a rischio archeologico noncheacute degli elenchi di cui alle Appendici dellrsquoAllegato M ldquoLe risorse
culturali del territorio provinciale trevigianordquo relative ai siti archeologici vincolati ed ai siti a rischio
archeologico Nel caso degli strumenti urbanistici comunali (PAT) in aggiunta agli elaborati identificativi
dei beni archeologici vincolati giagrave considerati e citati nel precedente paragrafo riguardante il patrimonio
culturale si tiene conto per Castelfranco Veneto della Tavola 2 ldquoCarta delle invariantirdquo che individua
lrsquoagro centuriato e della Tavola 3 ldquoCarta della fragilitagraverdquo che riporta i siti a rischio archeologico tutelati ai
sensi dellrsquoarticolo 41 della LR 112004 per Castello di Godego della Tavola P1B ldquoCarta della
pianificazione territorialerdquo che riporta lrsquoagro centuriato le strade romane ed i siti a rischio archeologico
e della Tavola P2 ldquoInvariantirdquo che identifica la viabilitagrave romana le zone ed i siti di interesse
archeologico per Riese Pio X della Tavola 2 ldquoInvariantirdquo che individua i siti e gli ambiti a rischio
archeologico lrsquoagro centuriato e la via Postumia
Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto i beni archeologici vincolati sono ricondotti allrsquoasse
viario della romana Postumia (tutelata anche quale bene paesaggistico categoria delle zone
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drsquointeresse archeologico) lrsquoattuale SR 53 mentre gli elementi drsquointeresse archeologico sono
rappresentati dai segni dellrsquoagro centuriato e da diversi siti a rischio archeologico In questrsquoultimo caso
si tratta dei seguenti tutti riferiti al periodo romano (dal I aC al V dC) insediamento in localitagrave S
Floriano - Case Longato tombe in localitagrave San Floriano vicino alla via Postumia insediamento
abitativo a lato della via Postumia tombe in localitagrave Salvarosa materiale sporadico e tomba in localitagrave
Salvatronda materiale sporadico in zona del centro storico di Castelfranco
Nel territorio del Comune di Castello di Godego oltre al sito vincolato denominato ldquoLe Motterdquo tutelato
sia come bene culturale archeologico sia come bene paesaggistico ricondotta alla categoria delle zone
drsquointeresse archeologico ed alla zona drsquointeresse archeologico vincolata coincidente con una porzione
del centro storico si contano alcuni elementi drsquointeresse e siti a rischio archeologico rispettivamente
rappresentati dallrsquoagro centuriato e dellrsquoasse della romana via Postumia e da diversi luoghi di seguito
richiamati insediamento del periodo romano presso il Fiume Muson e sito con materiale sporadico
sempre del periodo romano in localitagrave San Pietro tombe e insediamento del periodo romano in localitagrave
S Giustina lungo la via Postumia necropoli romana in localitagrave Casoname tombe romane in localitagrave
Colombara materiale sporadico in localitagrave Le Vegre Villagrande
Nel territorio del Comune di Riese oltre alla romana strada Postumia vincolata sia come bene
culturale-archeologico (ex L 10891939) sia come bene archeologico-paesaggistico (ex L 4311985)
ed alle residue tracce dellrsquoagro centuriato che derivano dallrsquoappartenenza al municipium di Acelum
sono presenti diversi siti definiti a rischio archeologico tutti risalenti al periodo romano identificati ed
elencati negli elaborati del PTCP (Tavola 24 e Appendici dellrsquoAllegato M) ed anche in quelli del PAT
(Tavola 2 - Invarianti) Tali siti comprendono una tomba a cremazione contenente lucerna e reperti in
bronzo e vetro in localitagrave Spineda unrsquoiscrizione funeraria del I sec dC e del materiale sporadico
composto da fittili frammenti di anfore monete in bronzo in localitagrave Cendrole del materiale sporadico
rappresentato da frammenti di ceramiche e anfore in localitagrave Palazzon numerose tombe in localitagrave
Artesini - Case Cusinato un insediamento abitativo con resti di strutture murarie pilastri in mattoni
strumenti agricoli e monete in localitagrave Artesini una tomba alla cappuccina una necropoli con corredi
tombali un laterizio a copertura di urna sepolcrale e numerosi vasi vinari in localitagrave Stradella - Rizzetta
un insediamento in localitagrave Vallagrave - Castelliero
142 Impatti sui beni architettonici e archeologici
Lrsquoallevamento avicolo come giagrave evidenziato considerando lrsquoubicazione delle esistenti strutture che
saranno utilizzate non riguarda direttamente beni culturali vincolati o segnalati per il loro interesse di
tipo architettonico o archeologico e si trova distante dagli stessi in misura tale da escludere eventuali
effetti diretti Ai fini della verifica degli eventuali impatti si considerano quindi le possibili ricadute
indirette correlate alla percezione precisando comunque che non si prevedono modifiche o aggiunte
di fabbricati ma solo un aumento del numero dei capi allevati
Per quanto attiene ai beni in territorio del Comune di Castelfranco Veneto quelli architettonici vincolati
piugrave vicini allrsquoazienda la Villa Dolfin Gradenigo la Cagrave Moro la Chiesa parrocchiale con campanile e la
Canonica si trovano nella frazione di Villarazzo che dista circa 14 km In tale caso si osserva come
lrsquointerposta presenza degli edifici situati a ridosso del Fosso la Roi al termine di via San Pietro in
Comune di Castello di Godego della vegetazione arborea lineare lungo il fosso Avenaletto e il fosso La
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Roi ed anche di parte dei fabbricati della stessa frazione di Villarazzo non permette di vedere dalle
citate ville ed edifici religiosi lrsquoallevamento
In merito ai beni drsquointeresse culturale architettonico identificati a scala provinciale il piugrave vicino egrave la
Fornace Baghin che si trova nella zona edificata sul confine con il Comune di Riese ad est rispetto
allrsquoallevamento e ad una distanza di circa 1 km Anche in tale caso la presenza di capannoni a ridosso
dellrsquoedificio drsquointeresse ed in subordine quella dei fabbricati residenziali situati lungo la via Bella
Venezia e dei fabbricati produttivi e residenziali ubicati lungo la via dei Prai chiudono le visuali in
direzione dellrsquoallevamento escludendo ogni interazione
Con riguardo agli edifici di valore storico ambientale identificati dal PAT quello piugrave vicino si trova nel
gruppo di case in via Bella Venezia immediatamente ad est dellrsquoallevamento a circa 300 metri da
questo in tale caso si osserva che i capannoni e le altre strutture dellrsquoallevamento allo stato attuale e
per una parte dellrsquoanno sono in larga misura nascoste alla vista per la presenza di un filare arboreo di
bordo campo e che in ogni caso non si determinano interferenze nella percezione del fabbricato
segnalato drsquointeresse dalla strada principale e da quella di accesso da cui srsquoinquadra lo stesso
edificio
In ultimo con riguardo ai beni archeologici come giagrave evidenziato lrsquoallevamento si trova distante da
quelli vincolati presenti nel territorio di Castelfranco rappresentati dalla via Postumia distante circa 08
km ed anche da quelli segnalati come siti a rischio i piugrave vicini corrispondenti ad un luogo
drsquoinsediamento presso la via romana ed alla segnalazione di materiale nellrsquoarea del centro storico
situati ad oltre 2 km in tutti i casi non si registrano possibili relazioni con lrsquoallevamento stante la
discontinuitagrave territoriale e percettiva determinata dalla presenza di zone edificate
In Comune di Castello di Godego il bene architettonico vincolato piugrave vicino allrsquoazienda egrave la chiesa di
San Pietro ubicata sul margine ovest del gruppetto di case situate allrsquoinizio della via San Pietro a lato
del T Muson a circa 16 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento Lrsquoasse visivo con origine dalla chiesa e
direzione verso lrsquoallevamento interseca elementi lineari costituiti da vegetazione arborea due di
maggiore consistenza lungo il Fosso la Roi e il fosso Avenaletto e diversi altri in forma di filare di
bordo campo ed in parte anche i fabbricati di C Dinale situati a ridosso del fosso la Roi La descritta
situazione e la posizione dellrsquoallevamento rispetto alla chiesa consentono di affermare che si esclude
ogni interferenza nella vista del bene architettonico dalle aree circostanti o dal bene architettonico verso
lrsquointorno non si determinano quindi ricadute indirette Analoghe considerazioni valgono per la gran
parte degli altri beni architettonici vincolati che si trovano allrsquointerno del centro storico o del tessuto
urbano dellrsquoabitato di Castello di Godego
Con riguardo ai beni architettonici drsquointeresse considerando i piugrave vicini allrsquoallevamento la Villa Moresco
Serena e i due mulini presso il T Muson valgono le stesse considerazioni stante la distanza di questi
dallrsquoallevamento e lrsquointerposta presenza di altri fabbricati e di elementi della vegetazione arborea che
fanno venire meno relazioni dirette o precludono situazioni drsquointervisibilitagrave
Nel caso degli edifici di valore storico ed etnoantropologico individuati nelle tavole del PAT quello piugrave
vicino allrsquoarea dellrsquoallevamento corrisponde ad una casa isolata che si trova a ridosso del fosso la Roi a
circa 200 metri di distanza la presenza della vegetazione arborea lungo il fosso Avenaletto consente di
mascherare i capannoni e gli altri manufatti dellrsquoallevamento escludendo significative interazioni visive
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In ultimo per quanto attiene ai beni archeologici si ribadisce lrsquoassenza di relazioni tra lrsquoallevamento e il
sito archeologico vincolato di Le Motte cosigrave come data la distanza e lrsquointerposta presenza del gruppo di
edifici in via San Pietro a ridosso del fosso La Roi non si rilevano rapporti diretti con lrsquoasse della
romana via Postumia segnalato per lrsquointeresse archeologico Anche nel caso dei siti a rischio
archeologico considerando i piugrave vicini allrsquoallevamento situati nei pressi del Torrente Muson presso
lrsquoabitato principale si escludono interazioni sia per la distanza di circa 16-17 km sia per lrsquoassenza di
relazioni visive stante la chiusura del campo visivo sulle giagrave citate quinte arboree
Per quanto attiene al Comune di Riese Pio X i fabbricati vincolati la Villa Emiliani detta Cagrave Miane e
nella frazione di Vallagrave la Villa Cecconi e la Parrocchiale di Vallagrave si trovano distanti dallrsquoallevamento di
polli rispettivamente a circa 15 km e 23 km la collocazione di tali beni allrsquointerno dellrsquoabitato o lrsquoeffetto
di ldquobarriera visivardquo degli altri edifici interposti sullrsquoasse visivo in direzione dellrsquoallevamento in particolare
quelli allineati lungo la via 27 Aprile e la via Bella Venezia escludono interferenze percettive
In merito ai beni architettonici segnalati considerando la piugrave vicina Casa Moretti Rossi che si trova a
circa 15 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento lungo la SP 139 in localitagrave Case Santi vale quanto osservato in
precedenza con riguardo allrsquoeffetto di barriera visiva degli interposti edifici e dei filari arborei
In ultimo nel territorio comunale lrsquounica area a vincolo archeologico egrave rappresentata dalla via
Postumia per la quale vale quanto scritto in precedenza mentre e per i siti a rischio archeologico
considerando quello situato ad una minore distanza corrispndente allrsquoinsediamento del periodo romano
in localitagrave Vallagrave Castelliero la distanza di circa 15 km e la presenza delle zone residenziali e industriali
in via dei Prai sono tali da escludere relazioni ed effetti diretti o indiretti
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15 PAESAGGIO
151 Quadro conoscitivo del Paesaggio
Per un primo inquadramento paesaggistico si considerano gli Ambiti o Aree di ricognizione del
paesaggio identificate ed illustrate nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) della
Regione Veneto e le Unitagrave di Paesaggio definite dal vigente PTCP della Provincia di Treviso in
subordine si tiene conto anche delle eventuali distinzioni del paesaggio proposte alla scala locale
attraverso i PAT
Il territorio regionale con la Variante del PTRC della Regione Veneto adottata nel 2013 egrave suddiviso in
quattordici Ambiti di Paesaggio per ognuno dei quali si prevede la successiva redazione di uno
specifico Piano Paesaggistico Regionale drsquoAmbito PPRA come stabilito allrsquoarticolo 71ter delle Norme
Tecniche del PTRC lrsquoazienda avicola ricade nellrsquoAmbito di Paesaggio n 6 ldquoAlta Pianura Venetardquo Tali
Ambiti di Paesaggio sono identificati e delimitati ma non descritti il loro riconoscimento come precisato
nel documento ldquoAmbiti di paesaggiordquo si basa sulla considerazione degli aspetti geomorfologici dei
caratteri paesaggistici dei valori naturalistici-ambientali e storico-culturali delle dinamiche di
trasformazione che interessano ciascun ambito delle specificitagrave peculiari ed anche delle realtagrave
amministrative attuali e delle esperienze pregresse della pianificazione regionale drsquoArea
Per quanto attiene agli Ambiti o Aree di ricognizione del paesaggio le stesse sono descritte nellrsquoAtlante
ricognitivo documento nel quale sono definiti obiettivi ed indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari al
PPRA sono identificati e delimitati alla scala territoriale regionale gli Ambiti-Aree ricognitive sono
inserite le schede analitiche di ricognizione per ogni Ambito-Area descrittive dei caratteri del
paesaggio delle dinamiche di trasformazione degli obiettivi ed indirizzi di qualitagrave paesaggistica
preliminari e di segnalazione degli aspetti di maggiore interesse
Lrsquoazienda avicola per la quale si prevede di aumentare il numero di capi allevati ricade nellrsquoAmbito-
Area ricognitiva n 21 della ldquoAlta Pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo con riferimento al contenuto della
relativa Scheda si richiama in forma sintetica nel successivo riquadro la parte descrittiva
selezionando i passi di maggiore interesse con riferimento alla zona ovest dello stesso Ambito dove si
trova lrsquoallevamento
PTRC ndash Atlante ricognitivo ndash Scheda Area 21 ldquoAlta pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo (stralcio)
Identificazione generale
Lrsquoarea oggetto della ricognizione interessa il territorio pianeggiante compreso tra lrsquoalveo del Piave a est e quello del Brenta a ovest Delimitato a nord dal margine delle colline trevigiane lrsquoarea oggetto della ricognizione si estende da Bassano fino alle porte di Treviso arrivando a sud fino al limite settentrionale della fascia delle risorgive
Frammentazione di Profilo C - Paesaggio a frammentazione alta con dominante insediativa
La categoria di comprende i territori comunali che sono occupati da aree urbanizzate per frazioni comprese tra un sesto e un terzo della loro estensione complessiva con usi del suolo ripartiti pressocheacute esclusivamente tra urbano e agricolo
Il paesaggio presenta condizioni di crisi della continuitagrave ambientale con spazi naturali o seminaturali relitti e fortemente frammentati dallrsquoinsediamento per lo piugrave quasi sempre linearmente conformato lungo gli assi di viabilitagrave e dalle monocolture agricole
Il paesaggio registra complessivamente stati di diffusa criticitagrave della sua articolazione spaziale con mosaici semplifi cati dal punto di vista ecologico e semiologico e al tempo stesso caratterizzati da fenomeni di congestione riferibili alla consistente frequenza di interazioni spaziali conflittuali fra diverse configurazioni o singole componenti in assenza di sistemi paesaggistici con funzioni di mediazione e inserimento Tali situazioni sono dovute anche alla natura incrementale degli sviluppi insediativi che esprimono in queste aree una elevata potenza di frammentazione
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Caratteri del paesaggio
Lrsquoarea oggetto di ricognizione egrave inserita in prevalenza tra lrsquoalta pianura antica ghiaiosa costituita da conoidi fluvioglaciali localmente terrazzati creati dai fiumi Piave Soligo e Brenta e lrsquoalta pianura recente ghiaiosa e calcarea costituita da conoidi e terrazzi dei fiumi alpini e secondariamente da piane alluvionali dei torrenti prealpini Il suolo in questa parte si presenta quindi in forma di ghiaie e sabbie estremamente calcaree fatta eccezione per il territorio dellrsquoalveo del fiume Musone costituito invece da limi e argille scarsamente calcarei ()
La copertura vegetale del suolo egrave costituita prevalentemente da seminativi accompagnati da siepi campestri lungo i canali e le canaline di irrigazione Lungo i corsi drsquoacqua principali si incontrano saliceti e formazioni riparie estese soprattutto nelle aree golenali del fiume Brenta Sono presenti piccoli lembi di boschi planiziali a querco-carpineto e una ampia area con presenza di prato stabile ()
() Le cittagrave maggiori sono accompagnate da una costellazione di centri medi e minori che si organizzano su un tessuto insediativo sparso di lunga tradizione storica oggi fortemente urbanizzato () agli insediamenti residenziali sono frammisti quelli produttivo-artigianali entrambi per lo piugrave connotati da scarso valore edilizio-architettonico
Lrsquoarea oggetto della ricognizione egrave caratterizzata dal passaggio di strade di grande importanza per lrsquointero territorio regionale la SR 53 Postumia che attraversa lrsquoambito in direzione est-ovest collegando Treviso a Cittadella e () la SR 245 Castellana da Castelfranco verso Bassano ()
Il valore naturalistico ed ecosistemico dellrsquoarea oggetto di ricognizione egrave ridotto a causa della massiccia antropizzazione ed egrave espresso essenzialmente dalla presenza di diverse aree tutelate ed inserite nella Rete Natura 2000 () I Prai di Castello di Godego di grande importanza naturalistica ed ecosistemica costituiscono un paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da ampi prati stabili e fitte alberature siepi e campi chiusi e attraversato da diversi corsi drsquoacqua il principale dei quali egrave il Musone La presenza d i aree in cui spesso ristagna lrsquoacqua e la natura argillosa dei suoli permettono la presenza di specie vegetali di particolare importanza ed un buon equilibrio tra naturalitagrave e utilizzo agricolo consente il mantenimento di una buona diversitagrave e ricchezza floristica e di tipi vegetazionali ()
Abitato fin da tempi remoti il territorio assume la sua configurazione attuale in epoca romana quando viene attraversato dallrsquoasse portante costituito dalla consolare Via Postumia e interessato da estese sistemazioni agrarie Insediata con continuitagrave durante tutto il Medioevo questa fascia di alta pianura un tempo centro di irradiazione del potere imperiale (Ezzelino e i Da Romano) diventa terreno di affermazione del potere dei diversi comuni cittadini che estendono fi no a qui il loro dominio (Padova Vicenza Treviso) fino alla loro conquista da parte della Serenissima () Ricca di acque e dellrsquoenergia da esse portate lrsquoarea oggetto della ricognizione egrave stata sempre caratterizzata dalla presenza di un esteso e articolato sistema di attivitagrave proto-industriali (magli fucine mulini folli ecc) () In gran parte dellrsquoarea oggetto della ricognizione egrave infatti leggibile la presenza della centuriazione romana che definisce uno schema di aggregazione degli abitati costituito dal nucleo urbano organizzato sullrsquoincrocio di assi ortogonali () lrsquoasse viario della via Postumia egrave a tuttrsquooggi una strada provinciale
Nella parte occidentale dellrsquoarea oggetto di ricognizione importanti sono i centri fortificati di Cittadella e Castelfranco sorti a partire dalla fine del secolo XII con funzioni difensive ma determinanti poi anche per la loro funzione di appropriazione della campagna Sorti in corrispondenza di due nodi della maglia regolare dellrsquoagro centuriato essi furono eretti a difesa dei territori di Padova e Treviso al di qua ed al di lagrave del Musone in un punto in cui convergono i confini dei tre comuni di Treviso Padova e Vicenza () Allrsquointerno di questa complessa trama insediativa consolidatasi in epoca medievale egrave frequente la presenza di ville venete alcune delle quali attribuite al Palladio stesso che si inseriscono nel territorio a partire dal Cinquecento per poi trasformarsi in sistema solo nel Settecento diventando occasione di sviluppo di nuovi nuclei di crescita
Dinamiche di trasformazione
Lrsquoarea oggetto di ricognizione presenta alcune aree (Fontane Bianche di Lancenigo Prai di Castello di Godego e Grave e zone umide del Brenta) in cui si riscontra una buona integritagrave ecosistemica e paesaggistica anche se queste costituiscono una sorta di oasi verdi isolate in un paesaggio agrario semplificato e fortemente urbanizzato Lrsquourbanizzazione ha inoltre reso meno riconoscibile il sistema storico-insediativo tradizionale () Anche il sistema paesaggistico afferente le ville venete con particolare riguardo a quelle di Palladio egrave stato per lo piugrave compromesso dallo sviluppo insediativo e infrastrutturale decontestualizzando il manufatto dal sistema di relazioni originario ()
I relitti del paesaggio agrario storico (siepi filari piantata di vite gelsi) sono messi a repentaglio dai processi di razionalizzazione dellrsquoagricoltura primo fra tutti quello relativo allrsquoirrigazione che sta sostituendo progressivamente il sistema a scorrimento Il risparmio di acqua ottenuto andrebbe valutato assieme al rischio che lrsquoeliminazione delle canaline di adduzione potrebbe provocare cioegrave quello di una ulteriore semplificazione della trama agraria con la perdita degli spazi di transizione tra i campi che rappresentano oggi lrsquoultima resistenza alla totale frammentazione ecosistemica dellrsquoarea
I principali fattori di rischio sono rappresentati - dallrsquoeccessivo carico antropico e dallrsquoespansione degli insediamenti residenziali e in particolar modo dalla diffusione
frammentaria delle attivitagrave produttive e artigianali - dalle attivitagrave di cava - dal continuo potenziamento delle infrastrutture a servizio di nuove espansioni - dalle pratiche agricole intensive (eutrofizzazione aggravata dallrsquointensificazione zootecnica percolazione di sostanze
inquinanti in falda semplificazione colturale)
Nella citata scheda sono inoltre identificati gli obiettivi e indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari in
taluni casi con puntuale riferimento a parti della stessa area di ricognizione si riprendono nel
successivo riquadro i punti direttamente relazionati alla porzione di territorio considerato allrsquointerno del
quale si trova lrsquoallevamento ed i punti indirettamente correlabili o di particolare rilevanza
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PTRC ndash Ambiti di paesaggio ndash Atlante ricognitivo ndash Scheda AdP 21 ldquoAlta pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo (stralcio)
Obiettivi e indirizzi di qualitagrave paesaggistica
5 Funzionalitagrave ambientale delle zone umide
5b Riattivare ove possibile la convivenza di funzionalitagrave produttive ed ecosistemiche nelle zone umide (risaie prati umidi torbiere palugrave ecc) ed in particolare i Prai di Castello di Godego
15 Valore storico culturale dei paesaggi agrari storici
15b Scoraggiare semplicazioni dellrsquoassetto poderale e intensicazioni delle colture in particolare nella parte ovest dellrsquoambito in cui si riconoscono ancora i caratteri della trama agraria storica della centuriazione recuperando il rapporto dellrsquoedificato con il territorio agricolo
24 Valore culturale e testimoniale degli insediamenti e dei manufatti storici
24a Salvaguardare il valore storico-culturale degli insediamenti in particolare le cittagrave murate di Bassano Cittadella e Castelfranco e dei manufatti di interesse storico testimoniale tra cui il sistema delle ville venete dei manufatti idraulici e opifici e la strada romana Postumia
26 Qualitagrave urbanistica ed edilizia degli insediamenti produttivi
26d Promuovere un migliore inserimento paesaggistico ed ambientale delle aree produttive (compresi gli allevamenti zootecnici intensivi) anche sulla base di adeguati studi sulla percezione visiva e sociale
26f Incoraggiare iniziative di riqualificazione degli spazi aperti delle aree produttive esistenti e indirizzare il progetto di quelle nuove verso una maggior presenza di vegetazione ed aree permeabili anche con funzione di compensazione ambientale e integrazione della rete ecologica
32 Inserimento paesaggistico e qualitagrave delle infrastrutture
32b Promuovere la riqualificazione dei corridoi viari caratterizzati da disordine visivo e funzionale
Il PTCP della Provincia di Treviso suddivide il territorio provinciale in unitagrave di paesaggio come da
definizione contenuta nelle Norme dello stesso ldquointese quali ambiti territoriali caratterizzati da un
costante grado di diversitagrave tale da contraddistinguere lrsquointera unitagrave e relativo ai caratteri loro propri e
cioegrave dei tipi di elementi e delle forme e distribuzioni della loro presenza nel territorio ai sistemi naturali
ed antropici (conformazioni geomorfologiche copertura vegetazionale tipi di uso del suolo forme
insediative dotazioni infrastrutturalihellip) presenti in esse prescindendo dalla loro caratterizzazione
documentariardquo Lrsquoidentificazione di tali Unitagrave di Paesaggio come illustrato nella Relazione di Piano
deriva da una prima suddivisione in macro ambiti morfologici e dal successivo confronto con la carta di
uso del suolo tali unitagrave sono analizzate secondo lrsquoapproccio dellrsquoecologia del paesaggio utilizzando
una serie di indicatori per ottenere un valore rappresentativo dello stato di qualitagrave ecologico-ambientale
nella situazione dello stato di fatto e in quella simulata assumendo gli scenari prospettati dal Piano al
fine di definire obiettivi e indirizzi ldquoorientati alla salvaguardia e promozione della diversitagrave sia biologica
che paesisticardquo
Il riconoscimento delle Unitagrave di paesaggio come meglio precisato nellrsquoelaborato Allegato P ldquoRete
ecologica e Unitagrave di paesaggiordquo deriva dallrsquoindividuazione delle ldquomacrounitagrave geomorfologicherdquo in base
ai caratteri omogenei di litologia e morfologia e delle unitagrave podologiche e dalla successiva
sovrapposizione con la Carta delle unitagrave ecosistemiche e verifica delle tipologie di elementi del
paesaggio della loro distribuzione rispetto alle unitagrave individuate in precedenza delle dimensioni e
forme In tale documento sono brevemente descritte le Unitagrave individuate con riguardo alla
geomorfologia ed alle caratteristiche drsquouso del suolo aggiungendo alcune osservazioni In termini
generali nel documento si evidenziano due segni del paesaggio quello impresso dalle centuriazioni
come fattore antropico ordinatore del paesaggio che in alcune UdP ha resistito nel tempo e si
caratterizza almeno in origine per una grana piuttosto fine e compatta mentre in altre UdP egrave stato
ldquoprogressivamente sconvolto dallrsquourbanizzazione diffusa determinando disordine ed un probabile
spreco di energiardquo e quello del reticolo fluviale che si associa allrsquoorientamento dei campi
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reciprocamente influenzati delineando direttrici principali e secondarie del paesaggio si annota infine
la relazione tra le principali aste fluviali e le ville con i parchi
Il Piano contiene nellrsquoAppendice 1 dellrsquoAllegato R schede descrittive delle singole Unitagrave che secondo
lrsquoapproccio adottato riportano dati riguardanti la demografia lrsquouso del suolo lrsquoinfrastrutturazione
lrsquoedificato e non descrizioni sui caratteri paesaggistici distintivi degli ambiti individuati
Lrsquoallevamento avicolo ricade allrsquointerno dellrsquoUnitagrave di Paesaggio P2 appartenente a quelle di pianura
che si configura come ampia fascia sui due lati del Torrente Muson che si estende dal Comune di San
Zenone a quello di Castelfranco Veneto interessando Loria Castello di Godego e Riese Pio X ed
attestandosi sul lato ovest lungo il confine provinciale nel sottostante riquadro si riprendono le note
descrittive contenute nel citato Allegato P
PTCP ndash Unitagrave di paesaggio ndash Allegato P - Descrizione
UdP P2
GEOMORFOLOGIA
A nord la zona collinare egrave caratterizzata dalla presenza di depositi alluvionali argillosi procedendo a sud verso la zona di pianura i depositi alluvionali sono per lo piugrave sabbiosi
CARATTERISTICHE USO DEL SUOLO
Area agricola a nord seminativi semplici con case sparse procedendo verso sud prevalgono le aree agricole eterogenee Tessuto urbano e aree industriali e commerciali diffuse in tutta lrsquounitagrave particolarmente sviluppate nella parte piugrave a sud nel comune di Castelfranco Veneto Il territorio egrave abbondantemente irrigato da corsi drsquoacqua naturaliformi
OSSERVAZIONI
Lrsquounitagrave egrave tagliata in senso longitudinale dalla SP20 che incrocia la SP81 questi due assi rappresentano un attrattore per lrsquoedificazione di tipo lineare Lrsquounitagrave ha una vocazione agricola spinta ma sono evidenti la frammentazione dei fondi e lrsquoazione di disturbo della viabilitagrave e dellrsquourbanizzazione che questa alimenta
La UdP P2 in base ai risultati scaturiti dallrsquoanalisi ecologico ambientale condotta viene definita come
ldquounitagrave dissipativardquo data lrsquoalta antropizzazione la qualitagrave ambientale generalmente bassa soprattutto
negli ambienti naturali residui ed anche la qualitagrave e quantitagrave degli habitat naturali scadente con
classificazione della stessa unitagrave come paesaggio rurale povero ad urbanizzato molto diffuso e con
standard sussidiari elevati di matrice agricola (76 di seminativi semplici con case sparse e omogenei
e aree agricole eterogenee) con dimensione delle tessere naturali piccola e delle tessere antropiche
media con frammentazione da strade medio alta e stabilitagrave della matrice medio bassa ed infine con
una caratterizzazione legata allrsquoattivitagrave agricola nessuna significativa estensione delle macchie naturali
tanto che boschi e corpi idrici hanno una consistenza minore delle aree di verde urbano Le
considerazioni e proposte formulate nel citato Allegato P per la UdP P2 sono richiamate nel
successivo riquadro
PTCP ndash Unitagrave di paesaggio ndash Allegato P ndash Scenario di Piano
UdP P2
Gli elementi di naturalitagrave di questa unitagrave sono legati alla presenza del torrente Musone sia come presenza dellrsquoacqua che per la residuale vegetazione ripariale Il corridoio di connessione nord-sud tra le core area montane e planiziali deve essere dotato di un maggiore grado di naturalitagrave attraverso la ricostituzione delle fasce arboree ripariali o il completamento delle residuali
Gli obiettivi di piano possono essere raggiunti mediante la riforestazione e formazione di zone umide di una superficie totale pari orientativamente a 500Ha equamente ripartita e al miglioramento ambientale di seminativi per un estensione di 2500Ha
Lrsquounitagrave si presenta giagrave abbastanza segnata dalla viabilitagrave attorno a cui lrsquoedilizia si distribuisce in maniera ldquoordinatardquo andando a costituire delle fasce abitate ad andamento suborizzontale da ovest ad est
Le mitigazioni richieste per la nuova viabilitagrave devono essere almeno 12 e possono essere espresse sia come interventi di deframmentazione in particolare nei tratti maggiormente interferenti con la rete ecologica di come riqualificazione delle aree interessate dalle fasce tampone con formazione di aree umide e fascesiepi di connessione fra queste e i corridoi fluviali
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Il PAT del Comune di Castelfranco Veneto nella Relazione Tecnica afferma che nel territorio
comunale non si riscontra una spiccata diversificazione della struttura paesaggistica risultato di
connotati fisico-morfologici assai omogeneirdquo pur potendo distinguere ldquoambiti territoriali con assetti
ambientali agricoli ed insediativi sufficientemente omogenei per i quali egrave possibile adottare una
suddivisione in quattro tipologierdquo definite come Unitagrave di paesaggio cosigrave denominate Paesaggio aperto
a vocazione agricola primaria Paesaggio aperto ad insediamento diffuso Paesaggio periurbano
Paesaggio urbano
Nel documento ldquoRelazione agronomico ambientalerdquo si precisa che le componenti paesaggistiche
considerate nellrsquoanalisi del paesaggio sono quelle abiotiche (geologia morfologia idrografia) biotiche
(vegetazione assetti ecosistemici habitat di pregio valore naturalistico) antropico relazionali
(emergenze storiche culturali architettoniche religiose) insediative (organizzazione dellrsquoinsediamento)
e percettive (ambiti visuali particolari sistemazioni agrarie tradizionali elementi puntuali testimoniali)
Gli assetti paesaggistici come precisato nella richiamata relazione sono identificati secondo il
ldquoprincipio fondamentale della integrativitagrave gerarchicardquo ovvero ldquole perimetrazioni devono derivare da
valutazioni rigorose allo scopo di non compromettere le funzioni bio-ecosistemicherdquo
Nella Tavola A4 ldquoCarta del paesaggiordquo sono distinte le porzioni di territorio appartenenti alle richiamate
Unitagrave di paesaggio e per quanto attiene allrsquoallevamento avicolo si riscontra che lo stesso ricade in
quella denominata ldquoPaesaggio aperto a vocazione agricola primariardquo nei documenti di Piano definito
ldquotipologia dominante lo spazio agricolo maggiormente conservato del territorio comunale la
destinazione colturale prevalente egrave a seminativo la messa a coltura del territorio ha comunque
preservato una residuale maglia a rete verde costituita da siepi e fasce arboreo arbustive posta a
fregio di corsi drsquoacqua e viabilitagrave poderale con presenza di legami (connessione) tra gli elementi
lrsquoedificazione egrave ridotta per lo piugrave isolata e di tipo rurale pregevole per i connotati di spazialitagrave ed i coni
visuali percepibili al suo interno data la collocazione distante dai centri urbani principali presenta un
gradiente di antropizzazione sostanzialmente stazionariordquo
Il PAT del Comune di Castello di Godego con la Tavola 102 ldquoCarta del paesaggiordquo del Quadro
conoscitivo suddivide il territorio comunale secondo quattro macrosistemi la porzione lungo il confine
orientale con il Comune di Castelfranco Veneto nel tratto a ridosso del perimetro dellrsquoarea
dellrsquoallevamento avicolo appartiene al Macrosistema A
Nella Relazione Agronomica elaborato 10 R del Quadro Conoscitivo del PAT si richiama la necessitagrave
di tutelare il paesaggio agrario indicando per le zone di pianura quali elementi che hanno
maggiormente lasciato lrsquoimpronta sullrsquoattuale assetto paesaggistico la morfologia fluviale (argini paleo
alvei terrazzi fluviali) la bonifica storica la bonifica idraulica la costruzione delle ville venete e degli
edifici storici gli edifici rurali e gli opifici con valenza tipologica la sistemazione idraulico agraria dei
ldquoPrairdquo Allrsquoopposto sono citati quali elementi che maggiormente interferiscono sul paesaggio agrario le
frange urbane le infrastrutture lineari (elettrodotti ferrovie strade principali ecc) gli edifici produttivi ad
impatto negativo le opere incongrue (es strutture dismesse eo abbandonate)
In tale relazione si definisce il Macrosistema A come ldquoambito agricolo caratterizzato da una forte
percezione degli elementi rurali da una buona integritagrave e da una scarsa edificazione residenzialirdquo ed in
cui ldquole siepi campestri e i prati stabili costituiscono gli elementi dominanti del paesaggio e in alcuni
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ambiti egrave ancora leggibile la struttura dei campi chiusirdquo e si riconosce una ldquobuona conservazione della
rete ecologica localerdquo
152 Caratteri del Paesaggio nellrsquoarea di analisi
Gli elementi costitutivi eo caratterizzanti il paesaggio da considerare per verificare gli eventuali effetti
sul paesaggio conseguenti al previsto incremento dei capi allevati oltre che dalla rilettura delle
richiamate articolazioni e definizioni degli ambiti e delle unitagrave di paesaggio derivano da un
approfondimento condotto riconsiderando la morfologia e idrografia la vegetazione e copertura od uso
del suolo il sistema insediativo e infrastrutturale ad una scala territoriale locale per una porzione
comprendente unrsquoarea entro i 2-3 km dal sito dellrsquoallevamentodi cui si dagrave di seguito conto
Per quanto attiene alla morfologia il territorio ha una giacitura pianeggiante con suolo composti da
materiali alluvionali con tessitura limoso argillosa mentre lrsquoidrografia egrave annovera alcuni corsi drsquoacqua
naturali in larga misura interessati da rettificazioni ed una fitta rete irrigua entrambe con uno sviluppo
da nord verso sud e sud-est Tra i corsi drsquoacqua naturali si distingue il Torrente Muson con asta dal
disegno curvilineo fino allrsquoabitato di Castello di Godego e poi rettilinea con asse parallelo a quello della
SP45 fino allrsquoingresso nellrsquoabitato di Castelfranco Veneto analoga situazione si riscontra per il Torrente
Avenale che entrando nel territorio del Comune di Castello di Godego assume forme geometriche
regolari con alcune deviazioni ad angolo retto Per entrambi i torrenti si riconoscono tracce di corso
fluviale estinto Il sistema irriguo comprende diversi fossi e scoli tra i quali si distinguono il Fosso
Avenaletto il Fosso La Roi che poco a nord di via San Pietro in territorio di Castello di Godego piega
ad est e dopo un breve tratto con andamento curvilineo confluisce nel Torrente Avenale e lo Scarico
Val di Riese che si origina a ovest della frazione di Vallagrave ed incrocia il Torrente Avenale in
corrispondenza della via Postumia
Per quanto riguarda la vegetazione poche sono le aree di tipo naturale e tolti i rari casi per altro di
ridotta estensione con una configurazione a ldquoboschettordquo si tratta delle fasce arboree di larghezza
contenuta che seguono i principali corsi drsquoacqua naturali o irrigui In tale territorio si distinguono
numerosi filari di bordo campo elementi dellrsquoagroecosistema che danno una diversa connotazione al
territorio rurale Lrsquoutilizzo agricolo del suolo vede prevalere il seminativo irriguo soprattutto a mais
accompagnato nella zona a cavallo del Torrente Avenale e tra questo e il Fosso la Roi da estesi
appezzamenti a prato (indicato anche come graminacee non in rotazione) In misura minore sono
presenti alcuni vigneti salvo pochi casi di piccola superficie ed anche colture orticole e legnose
agrarie Il paesaggio rurale presenta una relativamente minore uniformitagrave nella zona di Prai di Castello
di Godego grazie alla ripartizione tra campi a seminativo e campi a prato stabile ed alla presenza delle
fasce arboree e dei filari senza comunque assumere i connotati di una struttura a mosaico ma
richiamando la forma del campo chiuso Nel territorio sono ancora riconoscibili i segni
dellrsquoantropizzazione del periodo romano con lrsquoasse rettilineo della via Postumia e lrsquoimpostazione
geometrica dellrsquoagro centuriato in questrsquoultimo caso da ricondurre allrsquoorientamento dei campi che
laddove non accorpati hanno forma rettangolare allungata sullrsquoasse nord-sudest perpendicolare a
quello della citata strada romana analogo orientamento si riscontra per la gran parte dei fossi e scoli
irrigui
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Per quanto attiene al sistema insediativo questo si connota per la presenza di alcune aree urbane
maggiori formate dal centro storico e dalle estese zone di espansione residenziale e produttiva e dei
nuovi aggregati generati da un tipo di urbanizzazione diffusa che solo in parte si appoggia a
preesistenze di borghi rurali e viceversa in maggiore misura deriva da trasformazioni recenti che
seguono le direttrici delle infrastrutture viarie tale processo ha determinato saldature dellrsquoedificato che
rendono meno riconoscibile la matrice originaria e generano una elevata frammentazione territoriale
con disorganica distribuzione tra le diverse funzioni In dettaglio per lrsquoambito considerato si nota
lrsquourbanizzazione lineare con sostanziale assenza di discontinuitagrave tra il centro di Castelfranco Veneto
la frazione di Villarazza e lrsquoabitato di Castello di Godego per lrsquoedificazione lungo la SR45 ed ancora tra
lo stesso centro e la frazione di Vallegrave lungo la SP667 in parte tale forma di urbanizzazione ma con
maggiore presenza di fabbricati rurali e residenziali si riscontra anche lungo la via Bella Venezia che
fiancheggia per un tratto il Torrente Avenale e lungo la SP139 tra la C Beltrame e la giagrave citata
frazione dei Vallegrave Il sistema insediativo si completa con i numerosi fabbricati isolati o in piccoli gruppi
residenziali e rurali sparsi nel territorio agricolo Per quanto attiene allrsquoedificato di interesse storico
architettonico e testimoniale come giagrave illustrato si tratta di alcuni edifici religiosi o difensivi ed in
maggiore misura delle ville venete in questrsquoultimo caso in larga misura ubicate allrsquointerno degli abitati o
che sono state inglobate nel tessuto edificato delle relativamente recenti espansioni urbane (es Villa
Dolfin_Gradenigo Cagrave Moro) vedendo diminuire la loro riconoscibilitagrave e le relazioni con il contesto di
appartenenza In ultimo si segnala la presenza di alcuni fabbricati legati al periodo proto-industriale
sostanzialmente rappresentati da alcuni mulini
In conclusione tra gli elementi del paesaggio identificati che connotano qualificandolo un piugrave ampio
ambito territoriale-paesaggistico quelli in relazione diretta per vicinanza con lrsquoarea occupata
dallrsquoesistente allevamento avicolo dellrsquoAzienda Agricola Maggiolo sono riconducibili ai seguenti
- suolo pianeggiante e di origine alluvionale
- fosso Avenaletto facente parte della rete irrigua
- vegetazione arborea lungo il citato corso drsquoacqua in forma di fascia e lungo il margine dei
campi o laterale a strade poderali in forma di filare
- appezzamenti a seminativo e prati stabili con presenza di un piccolo vigneto allrsquointerno del
perimetro della stessa azienda
- tracce di persistenza della geometria dellrsquoagro centuriato di origine romana
153 Impatti sul paesaggio
Il progetto consiste nel solo aumento del numero di capi di polli allevati per ogni ciclo produttivo di
carne utilizzando appieno le strutture giagrave esistenti ed in esercizio non sono previste variazioni per
realizzazione di nuovi fabbricati od occupazione di nuove aree di servizio e quindi si escludono
modifiche dello stato di fatto e pertanto ricadute sui citati elementi strutturali e caratterizzanti il
paesaggio
Per quanto riguarda gli aspetti percettivi legati alla vista e riconoscibilitagrave dei citati singoli elementi
costitutivi del paesaggio o alla visione drsquoinsieme dello stesso premesso che non si prevede alcuna
modifica rispetto alla situazione attuale per aggiunta o modifica di fabbricati o strutture lrsquoubicazione
dellrsquoallevamento egrave tale che non si registrano interferenze di rilievo e alterazione della percezione degli
elementi che connotano tale porzione del paesaggio rurale Come giagrave illustrato al precedente punto
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inerente i beni culturali architettonici e archeologici la fascia arborea lungo il Fosso Avenaletto e i filari
lungo gli scoli ed a bordo campo in buona parte giagrave mascherano i fabbricati dellrsquoallevamento
chiudendo le visuali in direzione dello stesso e riferite ai principali assi viari e nuclei abitati22 In ogni
caso pur non essendo previste modifiche tali da richiedere interventi di mitigazione potrebbe essere
comunque presa in considerazione lrsquoopportunitagrave di migliorare la qualitagrave del paesaggio mettendo a
dimora specie arboree o arbustive in forma di filare lungo il perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento sul
lato ovest e previe necessarie verifiche sul lato sud
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Si rimanda alla Tavola ldquoAnalisi della visibilitagraverdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
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16 ACQUE
161 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee
La qualitagrave delle acque sotterranee della provincia di Treviso viene monitorata dallrsquoARPAV da piugrave di 10
anni da una rete composta da 84 pozzi 7 sorgenti e 6 pozzi utilizzati solamente per misure di livello
Viene condotto sia il monitoraggio qualitativo delle acque intercettate che il monitoraggio quantitativo
con la misura del livello freatimetrico ovvero del livello della falda Il monitoraggio qualitativo ha
cadenza semestrale e interessa gli 84 pozzi e le 7 sorgenti Per gli 84 pozzi le campagne sono previste
in primavera e in autunno Il piano regionale di monitoraggio avrebbe previsto una frequenza di
campionamento semestrale per 63 punti semestrale per 15 e annuale per i rimanenti 6 Per le sorgenti
le campagne sono collegate alla loro particolare tipologia quelle prealpine sono campionate in gennaio
e in maggio ovvero in condizioni rispettivamente di magra invernale e di piena primaverile le sorgenti
pedemontane sono campionate in maggio e in agosto ovvero nel periodo di piena primaverile e di
magra tardo-estiva Il monitoraggio quantitativo interessa principalmente un sottoinsieme di 41 pozzi
della rete compresi i 6 pozzi utilizzati solamente a questo scopo e ha frequenza trimestrale Altri 10
pozzi sono semestralmente in coincidenza con le campagne di monitoraggio qualitativo
I risultati evidenziano una situazione non omogenea nel territorio provinciale La zona occidentale
presenta diverse criticitagrave concentrazioni di Nitrati elevate presenza diffusa di erbicidi e di solventi
organo-clorurati Secondo il rapporto annuale dellrsquoARPA Treviso (2013) ldquoTali criticitagrave hanno in parte
compromesso la qualitagrave delle acque delle falde poco profonde La situazione migliora spostandosi
verso est in virtugrave di carichi antropici minori e di un favorevole apporto idrico da parte del fiume Piave In
questa zona i superamenti molto meno frequenti sono principalmente dovuti alla presenza di solventi
organo-clorurati e in particolare di Tetracloroetilene e Tricloroetilenerdquo
A Castelfranco Veneto (stazioni 765) lo stato chimico delle acque sotterranee nel 2013 si presenta
scadente per ragioni legate alla presenza elevate concentrazioni di nitrati Il comune ricade infatti
pianura trevigiana considerata zona vulnerabile ai nitrati (si veda lo stralcio riportato di seguito - zone
vulnerabili ai nitrati di origine agricola in Provincia di Treviso (valori medi in mgl) larea di colore viola
corrisponde alla zona denominata dei 100 comuni dellalta pianura e che egrave stata recepita con delibera
del Consiglio Regionale n62 del 17 maggio 2006 larea di colore rosa corrisponde al bacino scolante
in laguna di Venezia che e stata decisa con delibera del Consiglio Regionale n 23 del 7 maggio 2003
Per quanto attiene allo stato quantitativo dallrsquoanalisi dei dati egrave possibile concludere come dal 2004 al
2013 egrave rilevabile una variabilitagrave livello della superficie piezometrica della falda freatica coerente con la
variabilitagrave stagionale e su archi temporali estesi su piugrave
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Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash Stato chimico e Misure del
livello freatico nel Comune di Castelfranco Veneto (PR - livello della superficie piezometrica dal piano di
riferimento (PR) falde freatiche il valore egrave negativo)
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72
006
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92
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009
011
12
009
m
Livello piezometrico - Castelfranco (pozzo 247)
Livello statico - m slm Livello da punto di riferimento della falda freatica - m
-25
-20
-15
-10
-5
0
5
10
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12
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13
01
04
20
13
01
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20
13
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20
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10
20
13
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20
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14
01
04
20
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01
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01
08
20
14
01
10
20
14
m
Livello piezometrico - Castelfranco (pozzo 765)
Livello statico - m slm Livello da punto di riferimento della falda freatica - m
Elaborazioni su dati ARPA Veneto (httpwwwarpavenetoitdati-ambientaliopen-dataidrosferaacque-
sotterraneeacque-sotterranee-livello-piezometrico-delle-falde)
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 112 194 Settembre 2015
Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash Nitrati nei pozzi monitorati
in provincia di Trevico nel 2013 (valori medi in mgl)
Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash zone vulnerabili ai nitrati di
origine agricola in Provincia di Treviso (valori medi in mgl)
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 113 194
162 Consumi di acqua
La societagrave Alto Trevigiano Servizi srl gestiste allrsquointerno del Autoritagrave drsquoAmbito di Territorio Ottimale
(AATO) Veneto Orientale il servizio idrico integrato di 53 comuni tra cui il comune di Castelfranco
Veneto (httpwwwaltotrevigianoserviziitarea-clientiacqua-potabile) La societagrave deve quindi garantire
il servizio in efficienza efficacia ed economicitagrave partendo dallrsquoadduzione e captazione delle fonti la
distribuzione dellrsquoacqua potabile nel territorio le linee di fognatura e gli impianti di depurazione fino allo
scarico delle stesse Non risultano disponibili dati aggiornati di consumo idrico per comune
Il Piano dAmbito dellAATO Veneto Orientale approvato con deliberazione di Assemblea dAmbito n
32004 e successivamente aggiornato con deliberazione di Assemblea dAmbito n 62004 riporta al
capitolo 6 ldquoAnalisi dellrsquoutilizzo e della domanda di risorsa idricardquo dati di consumo riferiti al 1991 da fonte
ISTAT
Secondo quanto riportato nel sito dellrsquoARPA Veneto i volumi drsquoacqua prelevati complessivamente in
Regione Veneto al 2008 risultano pari a 746498000 m3 di cui 129769000 m
3 riferiti allrsquoATO Veneto
orientale Sempre secondo quanto riportato nello stesso sito lrsquoacqua potabile erogata nel comune di
Castelfranco Veneto al 2008 risultava pari a 2496686 m3
(httpwwwarpavenetoitarpavinformaindicatori-ambientaliindicatori_ambientaliambiente-urbanofile-
e-allegati2013Consumi acqua potabile 2011csv)
Non sono disponibili dati di emungimento da pozzi privati
163 Impatti sulle acque
Il potenziale impatto sulle risorse idriche sotterranee egrave legato allrsquoattivitagrave di spandimento della pollina
ovvero da una non corretta distribuzione dello stesso sul terreno Considerato che lrsquoazienda agricola
Maggiolo cede interamente la pollina (misto lettiera a terzi) come sottoprodotto da riutilizzare e non da
spandere questa voce di potenziale impatto viene meno sia con riferimento alla situazione attuale che
allo scenario di progetto Lrsquoazienda non contribuisce quindi allrsquoinquinamento delle acque sotterranee
per nitrati
Il potenziale impatto sulle acque egrave legato anche al consumo della risorsa idrica Complessivamente il
consumo di acqua si attesta considerando anche il consumo per la pulizia in circa 2927 m3
attualmente e circa 7280 m3 in futuro che rappresentano rispettivamente il circa 01 ed circa 03 dei
consumi totali del comune di Castelfranco Veneto Si tenga in ogni caso conto che lrsquounica fonte di
approvvigionamento dellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave legata al pozzo presente nella stessa azienda e
che quindi i consumi dellrsquoazienda non gravano in ogni caso sui prelievi di acqua potabile
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 114 194 Settembre 2015
17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE
171 Premessa
La presente valutazione egrave stata effettuata dal Dott Armando Buffoni
Di seguito vengono esposte le procedure e i risultati inerenti la valutazione dellrsquoemissione e dispersione
in atmosfera di inquinanti atmosferici e composti odorigeni derivanti dalle strutture di produzione
animale allevamento avicolo Azienda agricola Maggiolo ubicato in comune di Castelfranco Veneto
(TV) localitagrave Case Bella Venezia
Le emissioni del settore zootecnico possono essere raggruppate in 4 grandi categorie in relazione ai
loro effetti sulla salute e sullrsquoambiente
gas ad effetto serra biossido di carbonio (CO2) metano (CH4) e protossido di azoto (N2O) La
zootecnia contribuisce con una quota modesta alle emissioni di CO2 mentre rappresenta una
fonte molto significativa di metano (CH4) e in minor misura di protossido di azoto (N2O)
ammoniaca (NH3) questo composto contribuisce allrsquoacidificazione delle precipitazioni e di
conseguenza dei suoli e delle acque noncheacute ai fenomeni di eutrofizzazione La zootecnia egrave la
principale fonte di emissione di questo composto Le azioni proposte per ridurre le emissioni di
ammoniaca riguardano sia la gestione ordinaria degli allevamenti zootecnici e degli spandimenti
che le caratteristiche delle strutture dedicate a queste attivitagrave produttive
particolato fine le particelle di diametro inferiore ai 25 e 10 μm (PM25 e PM10) hanno effetti
negativi sulla salute umana e ne sono normati i limiti delle concentrazioni nellrsquoaria ambiente La
zootecnia della Pianura Padana partecipa con il 10-15 alle emissioni di questo inquinante Le
particelle che lo compongono sono potenziali vettori di composti odorigeni
composti odorigeni insieme eterogeneo di sostanze (oltre 200) tra cui lrsquoidrogeno solforato e i
mercaptani che sono percepite dallrsquoolfatto umano anche a concentrazioni molto modeste Sono
fonti di fastidio fino al disturbo intenso in relazione alla loro concentrazione alla durata e
frequenza degli eventi percepiti Lrsquoinfluenza sulla salute umana egrave principalmente legata alla
sfera emotiva
Lrsquoentitagrave delle emissioni dipende dalla specie animale dalle modalitagrave di allevamento dalle strutture
dedicate Lrsquoimpatto delle emissioni di composti inquinanti ma anche di odorigeni da parte del settore
zootecnico puograve essere diverso in relazione alle caratteristiche del territorio e dipende essenzialmente
dalle condizioni meteoclimatiche dallrsquouso del territorio dalla presenza di vegetazione ecc)
La modellistica della dispersione di composti inquinanti in atmosfera ha incontrato negli ultimi ventrsquoanni
un crescente interesse sia per le potenzialitagrave di previsione dellrsquoimpatto di nuove strutture produttive sia
per la capacitagrave di descrivere nel caso di impianti in attivitagrave le ricadute degli inquinanti sul territorio e
analizzare quindi gli eventuali effetti sulle popolazioni residenti e sullrsquoambiente (Ritter e Chitikela
2007)
Lrsquoutilizzo di modelli di dispersione ha interessato recentemente anche il settore zootecnico e numerosi
sono gli studi che hanno approfondito le caratteristiche emissive di unrsquoattivitagrave cosigrave articolata e
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 115 194
complessa Le emissioni di ammoniaca idrogeno solforato particolato sono al centro di indagini per
definire le piugrave indicate metodologie di analisi Recentemente date le peculiaritagrave del settore zootecnico
egrave stato sviluppato un modello che tratta in modo specifico le strutture dellrsquoallevamento animale (Yu Zet
al 2011ab)
Attualmente il rilascio di inquinati atmosferici da parte degli impianti zootecnici non egrave soggetto a vincoli
o limiti specifici anche se negli studi relativi allrsquoimpatto ambientale di attivitagrave zootecniche non egrave
possibile prescindere da una valutazione che consideri tutto lrsquoimpianto e il suo processo di produzione
ma soprattutto il territorio e il contesto ambientale nel quale esso si inserisce
Per quanto riguarda le emissioni e la dispersione dei composti odorigeni non vi sono norme di carattere
nazionali o riferimenti a livello europeo Vi sono perograve da alcuni anni provvedimenti di carattere regionale
che costituiscono oggi un primo riferimento per una valutazione oggettiva del disturbo olfattivo e per
lrsquoanalisi preventiva dellrsquoimpatto di attivitagrave produttive che presenti rilascio di odorigeni Le ldquoLinee Guida
per la caratterizzazione e lrsquoautorizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attivitagrave ad impatto
odorigenordquo approvate con Determinazione della Giunta Regionale della Lombardia n IX3018 (DGR
del 15 febbraio 2012) rappresentano un importante strumento di valutazione per queste problematiche
e hanno trovato una crescente applicazione nel settore zootecnico Le indicazioni in esse contenute
sono oggi seguite anche da altre regioni con unrsquoimportante tradizione zootecnica Esse sono coerenti
con la tendenza in atto giagrave da tempo in numerosi Pesi europei di utilizzare procedure specifiche per
limitare lrsquoinquinamento da odori e consentire un regolare sviluppo delle attivitagrave zootecniche senza che
esse costituiscano motivo di contrasto o tensione con i residenti vicini o con destinazione drsquouso del
territorio di natura diversa
La presente analisi e valutazione egrave stata redatta coerentemente con queste Linee Guida e riporta i
risultati dellrsquoapplicazione di un modello di dispersione atmosferica per valutare la distribuzione a livello
del suolo delle concentrazioni dei composti odorigeni emessi dalle strutture aziendali Lo stesso
modello di dispersione egrave stato impiegato per determinare le ricadute attese per PM10 ammoniaca e
idrogeno solforato
La presente analisi intende fornire un quadro di dettaglio delle emissioni degli inquinanti atmosferici e
composti odorigeni da parte dellrsquoimpianto di produzione animale dellrsquoAzienda Agricola sia per quanto
attiene le strutture e il processo di produzione di polli da carne attualmente adottato sia per lrsquoipotesi di
un piugrave intenso e razionale utilizzo dellrsquoimpianto Maggiolo (come descritto nel quadro di riferimento
progettuale la quale si rimanda) Lrsquoanalisi si egrave sviluppata con le seguenti fasi
analisi del ciclo di produzione ed individuazione dei fattori che influenzano il rilascio di inquinanti
atmosferici e composti odorigeni
stima quantitativa delle emissioni di ammoniaca metano PM10 idrogeno solforato e composti
odorigeni da parte dellrsquoAzienda
definizione del quadro emissivo generale
raccolta ed elaborazione preliminare dei dati meteorologici e di uso del suolo relativi alla zona
di interesse
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PAGINA 116 194 Settembre 2015
elaborazione mediante il modello di dispersione dei composti emessi e determinazione delle
ricadute
calcolo degli indicatori sintetici ed elaborazione delle mappe drsquoimpatto
172 Breve richiamo delle caratteristiche dellrsquoAzienda e dellrsquoattivitagrave di allevamento
LrsquoAzienda Maggiolo egrave inserita in un ampio contesto agricolo dove sono perograve rappresentate numerose
attivitagrave produttive di piccole dimensioni di natura diversa e con una densitagrave abitativa non del tutto
trascurabile Si tratta di un paesaggio insediativo ampiamente diffuso in questa porzione della Pianura
Padana Lrsquoagricoltura fortemente presente egrave contraddistinta dallrsquointensa e regolare parcellizzazione
del territorio e dalla scarsa presenza di vegetazione arborea
Lrsquoazienda egrave situata a 25 km dal centro abitato di Castelfranco Veneto in direzione nord Sono presenti
a minor distanza dallrsquoAzienda diverse frazioni evidenziate nella Carta dellrsquouso del suolo noncheacute
residenze isolate23 LrsquoAzienda ha attualmente a disposizione per lrsquoallevamento 5 ampi capannoni che
costituiscono le sole strutture dedicate alla produzione
Lrsquoattivitagrave di produzione del pollo da carne consiste essenzialmente nel provvedere alle necessitagrave di
pulcini di pollo di razze selezionate nel corso del loro processo di crescita e sviluppo sino a ottenere
degli animali pronti per il consumo (broilers) le cui dimensioni variano in funzione dei tempi di
allevamento Tipicamente si distinguono tre categorie di animale adulto il pollo leggero di peso pari a
circa 18 kg il pollo medio di 27 kg e il pollo pesante che raggiunge e supera i 36 kg
I pulcini in arrivo dagli incubatoi vengono introdotti in numero di 39500 capi nei capannoni dove
avviene lrsquoallevamento e nei quali egrave stata preparata la lettiera Il ciclo che si intende esaminare per
quanto attiene lrsquoemissione di inquinanti atmosferici e composti odorigeni egrave quindi esclusivamente dato
dalla fase di ingrasso I pulcini del peso di 10 g circa sono consegnati allrsquoAzienda e allevati fino al
raggiungimento del peso programmato per il pollo da carne pesante Poicheacute lrsquoaccrescimento egrave rapido e
lrsquoesigenza di spazio per ogni capo aumenta velocemente dallrsquoinizio del ciclo di produzione si attuano
due ldquosfoltimentirdquo inviando al macello una quota degli animali che avranno quindi raggiunto il peso
commerciale corrispondente al pollo leggero prima e al ldquopollo mediordquo in seguito mentre i restanti capi
raggiungeranno la fine del ciclo e il peso commerciale del pollo pesante
Annualmente considerando che la gestione dellrsquoingrasso prevede un unico gruppo omogeneo di capi e
un periodo di vuoto sanitario di 21 giorni si hanno poco meno di 5 cicli di produzione allrsquoanno
LrsquoAzienda Agricola opera in soccida dal soccidante essa riceve i capi il mangime lrsquoassistenza
veterinaria e i farmaci eventualmente necessari e a questo poi consegna i capi allevati a fine ciclo
Nello scenario di progetto si considera qui lrsquoipotesi di poter avere allrsquoavvio del ciclo poco piugrave di 110000
pulcini e portare a fine ciclo il 60 dei capi attuando due sfoltimenti
Le strutture dellrsquoimpianto di produzione sono date esclusivamente da cinque capannoni di tipo a tunnel
posti paralleli con la dimensione maggiore in senso est-ovest I capannoni sono aperti sui lati minori
mediante porte Sui lati maggiori sono presenti per tutta la lunghezza aperture regolabili
23
Si rimanda alle Tavole di Inquadramento e dellrsquoUso del Suolo inserite in lrsquoAllegato Cartografico
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COD 15V055 PAGINA 117 194
automaticamente in base alle condizioni di temperatura esterna La superficie complessiva utile
allrsquointerno dei capannoni egrave di 5499 m2
Sulle pareti poste a ovest di ognuno dei capannoni sono installati 8 estrattori drsquoaria (6 presso il
capannone 1) azionati da motori elettrici prodotti dalla ditta Munters sono presenti due modelli con
portata di ogni singolo estrattore compresa tra circa 13000 e 30000 m3h Tutti gli estrattori sono
quindi collocati a breve distanza lrsquouno dallrsquoaltro e determinano quando in azione un richiamo di aria
dalle finestre laterali che viene poi indirizzato verso lrsquoestremitagrave di ogni capannone I motori che
regolano gli estrattori sono azionati secondo programmi prestabiliti in modo tale da poter garantire la
temperatura ottimale per la crescita degli animali Allrsquoinizio del ciclo quando le esigenze termiche sono
maggiori la ventilazione avviene ad intervalli di breve durata con il solo obiettivo di provvedere al
ricambio dellrsquoaria
Con il crescere del peso dei capi lrsquoazione degli estrattori si fa piugrave consistente (aumenta il numero di
estrattori in azione) e prolungata Allrsquoaccasamento quando questo si sviluppa nel corso della stagione
fredda i pulcini sono mantenuti alla temperatura di 30-35 degC condizione che viene realizzata con
apposite lampade a gas Con lo sviluppo dei capi la temperatura ambiente viene ridotta
progressivamente dopo i primi 3 - 4 giorni la temperatura si riduce di 1 degC ogni 2 giorni per arrivare
dopo le 3 settimane a valori di circa 18 - 20degC Quando la temperatura dellrsquoaria esterna egrave superiore a
quella interna desiderata sono azionati sistemi di nebulizzazione che consentono di abbattere parte del
calore
Lrsquoimpianto per la distribuzione dellrsquoacqua di abbeveraggio egrave composto da condutture di distribuzione
idrica interne Gli abbeveratoi sono dotati di dispositivi che consentono allrsquoanimale di comandare
lrsquoerogazione dellrsquoacqua Il controllo dellrsquoacqua egrave importante per evitare che perdite e ristagni facciano
aumentare la decomposizione della lettiera mista alle deiezioni stimolando i processi di fermentazione
con rilascio di ammoniaca e odori molesti La lettiera viene allontana al termine di ogni ciclo mediante
pala meccanica Deiezioni e lettiera vengono immediatamente allontanati dalla superficie aziendale e
inviati a processi di valorizzazione energetica
173 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo
Il territorio su cui insiste lrsquoazienda agricola ha un carattere prevalentemente agricolo pur in presenza di
un crescente tessuto di attivitagrave artigianali e commerciali24
Ai fini della simulazione della dispersione di composti aeriformi si considera la superficie a prevalente
uso agricolo
In relazione alla dimensione dellrsquoimpianto zootecnico alla omogeneitagrave del territorio e al quadro
meteorologico si egrave considerato per le successive elaborazioni modellistiche un territorio piuttosto ampio
pari a 9 km2 e definito quindi da un poligono quadrato di 3 x 3 km Il baricentro del dominio di calcolo egrave
posto al centro del poligono che circoscrive i ricoveri Il poligono che definisce il dominio di calcolo egrave
individuato dalle coordinate (UTM 32 T)
24
Si rimanda alle Tavole di Inquadramento e dellrsquoUso del Suolo inserite in lrsquoAllegato Cartografico
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Coordinate dei vertici del dominio di calcolo
Posizione Lon Lat
centro del dominio di calcolo 7264740 50640980
vertice SW 7249740 50625980
vertice SE 7279740 50625980
vertice NE 7279740 50655980
vertice NW 7249740 50655980
Il vertice SW definisce con la dimensione del lato il dominio di calcolo in modo univoco La mappa
sotto riportata indica graficamente il dominio di calcolo sullrsquoortofoto ed evidenzia il territorio dei diversi
comuni piugrave prossimi allrsquoimpianto zootecnico Con riferimento alle emissioni di composti odorigeni sono
stati individuati i ricettori considerati rappresentativi presso i quali saranno verificate puntualmente le
concentrazioni relative al 98deg percentile dellrsquoinsieme dei dati calcolati Sugli stessi ricettori sono stimate
anche le concentrazioni degli inquinanti considerati (ammoniaca idrogeno solforato e particolato fine)
I ricettori individuati allrsquointerno del dominio di calcolo sono dati da edifici residenziali non classificabili
come abitazioni dei conduttori di altri impianti zootecnici Allrsquointerno della superficie definita dal dominio
non ricadono strutture di uso pubblico come scuole ospedali case di riposo che possano essere
definite senzrsquoaltro ricettori sensibili Inoltre al fine di una piugrave immediata valutazione delle ricadute si
sono individuati ricettori discreti posti a distanza prefissata (500 m) dalle sorgenti di emissione
Per omogeneitagrave il programma di calcolo egrave stato impostato per definire presso questi punti non solo il
livello delle concentrazioni di odorigeni ma anche le concentrazioni di PM10 ammoniaca e idrogeno
solforato elaborate secondo gli indici prefissati
Coordinate delle abitazioni
Posizione Uso Lon Lat
Nord Residenziale isolato 72654396 m E 506448730 m N
Sud Residenziale isolato 72618700 m E 506376150 m N
Est Residenziale isolato 72682166 m E 506424135 m N
Coordinate dei ricettori discreti
Posizione Uso Lon Lat
Nord Produzartig 7264740 m E 50645980 m N
Ovest Residenziale 7259740 m E 50640980 m N
Sud Agricolo 7264740 m E 50635980 m N
Est Agricolo 7269740 m E 50640980 m N
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COD 15V055 PAGINA 119 194
Dominio di calcolo (3x3 km) con lrsquoindicazione della posizione dei ricettori considerati (in rosso i ricettori residenziali in giallo i ricettori discreti a 500m)
174 Emissione aziendali
1741 Fattori di emissione
Con fattore di emissione si indica il tasso di rilascio di uno o piugrave composti chimici riferito alle unitagrave di
tempo e spazio I fattori di emissione impiegati nellrsquoambito dello studio delle emissioni zootecniche
sono per praticitagrave riferiti al singolo capo animale
Per la presente indagine i fattori di emissione adottati per la quantificazione delle emissioni e il calcolo
della dispersione sono stati indicati da uffici provinciali veneti per il settore agricoltura e utilizzati per
analoghe valutazioni (ing Tassari com pers)
I fattori di emissione per metano e ammoniaca derivano da uno studio condotta dalla Regione
Piemonte (Cesano M 2013) Informazioni piugrave dettagliate riguardo i tassi emissivi di NH3 per il settore
avicolo sono riportati in Eurich-Menden et al (2010) Il dato per lrsquoidrogeno solforato egrave stato individuato a
seguito di una specifica indagine bibliografica
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PAGINA 120 194 Settembre 2015
La tabella che segue riporta per i diversi composti il valore dei fattori di emissione applicati nella
presente indagine
Fattori di emissione impiegati per la stima delle emissioni
Composto Unitagrave di misura Sorgente
Metano gcapogiorno 000164
Ammoniaca gcapogiorno 022
PM10 gcapogiorno 003
Idrogeno solforato gcapogiorno 00015
Odore UOcapos 003
1742 Quadro emissivo aziendale
Si considerano in questa applicazione i capannoni quali sorgenti puntuali in quanto le emissioni
avvengono in modo esclusivo attraverso lrsquoazione degli estrattori drsquoaria posti presso lrsquoestremitagrave
occidentale di ogni ricovero Il rilascio dei composti di interesse egrave dunque concentrato su una superficie
estremamente esigua corrispondente agli estrattori dei diversi capannoni Le coordinate (UTM 32 T)
delle sorgenti sono riportate nella riportate nella tabella che segue
Coordinate dei punti emissivi
Punto di emissione Lat Lon
Capannone 1 506412320 m N 72642919 m E
Capannone 2 506410317 m N 72641426 m E
Capannone 3 506408284 m N 72641450 m E
Capannone 4 506406430 m N 72641896 m E
Capannone 5 506404704 m N 72642540 m E
Lrsquoattivitagrave di allevamento di polli da carne prevede attualmente un accasamento di 39500 capi con un
tipico ciclo misto (produzione di polli di peso differenziato) di una durata complessiva di circa 60 giorni
con due momenti di sfoltimento Il primo fissato a 3437 giorni al raggiungimento del peso medio di 18
kg e un secondo dopo 4547 giorni dallrsquoinizio del ciclo quando i capi rimanenti raggiungono un peso di
27 kg circa I rimanenti capi raggiungeranno il peso di circa 36 kg al termine dei 60 giorni
programmati Tra due cicli di allevamento viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle
normative vigenti della durata di 21 giorni Lrsquoazienda sviluppa dunque poco meno di 5 cicli completi ogni
anno Con lrsquoinizio del vuoto sanitario viene asportata la lettiera a cui seguono le operazioni di pulizia e
disinfezione dei ricoveri e delle attrezzature
Sulla base della disponibilitagrave di superficie utile allrsquoallevamento avicolo lrsquoAzienda Agricola Maggiolo
intende ampliare la propria capacitagrave di produzione fino ad una massimo pari a 110000 capi per ciclo
Si tratta un intervento volto ad un piugrave razionale utilizzo degli spazi senza alcun ampliamento delle
strutture esistenti Lrsquoipotesi di intervento di incremento della produzione prevede un aumento del
numero di capi accasati pari a 110 000 individui di peso variabile tra 18 e 36 kgcapo ricorrendo allo
stesso schema di allevamento giagrave attuato Si tratta dunque di cicli di allevamento di tipo misto di durata
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COD 15V055 PAGINA 121 194
complessiva pari a circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento (a 3437 giorni circa
quando i capi raggiungono un peso medio di 18 kg e a 4547 giorni quando i capi rimanenti
raggiungono un peso di 27 kg circa)
0
20000
40000
60000
80000
100000
120000
1 31 61 91 121 151 181 211 241 271 301 331 361
Cap
i n
Giorni
Stato attuale
Incremento prod
Andamento del numero di capi allevati nel corso dellrsquoanno Situazione attuale e ipotesi di incremento produttivo
Le emissioni in atmosfera raggiungono le 2 t di ammoniaca nelle condizioni attuali mentre egrave atteso nel
caso di incremento della produzione un aumento fino a 5 ta di ammoniaca Lrsquoandamento delle
emissioni rispecchia quello dellrsquoammontare dei capi accasati Entrano in gioco tuttavia anche altri fattori
come la temperatura dellrsquoaria che incide sullrsquoutilizzo degli estrattori drsquoaria e quindi sui rilasci in
atmosfera
Emissioni aziendali complessive allo stato attuale e nellrsquoipotesi incremento della produzione (1)
stima sulla base di 285 gg di attivitagrave produttiva
Composto Unitagrave di misura Emissioni totali annue (1) Emissioni totali annue (
1)
Stato attuale Ipotesi di incremento
Metano tanno 0015 0039
Ammoniaca tanno 2006 5214
PM10 tanno 0274 0711
Idrogeno solforato tanno 0014 0036
Odore UOs (media) 9763 24948
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Lrsquoandamento delle emissioni rispecchia quello dellrsquoammontare dei capi accasati I grafici che seguono
riportano lrsquoandamento delle emissioni dei diversi composti considerati nel corso di un anno di attivitagrave
allo stato attuale Nel caso lrsquoAzienda addotti lrsquoincremento della produzione ipotizzato si avragrave un
aumento proporzionale delle emissioni
0
2
4
6
8
10
1 61 121 181 241 301 361
kg
Giorni
NH3 (Kg)
PM10 (Kg)
Andamento attuale delle emissioni nel corso dellrsquoanno
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COD 15V055 PAGINA 123 194
0
20
40
60
80
100
1 61 121 181 241 301 361
g
Giorni
H2S (g)
CH4 (g)
Andamento attuale delle emissioni nel corso dellrsquoanno
1743 Sorgenti fugitive
Sono sorgenti fugitive i punti di rilascio di inquinanti o composti odorigeni di natura incontrollata e
involontaria di piccole dimensioni e di carattere occasionale Lrsquoimpianto di produzione animale in
esame ha una struttura assai semplice e le caratteristiche noncheacute lrsquoetagrave dei ricoveri risultano tali da
poter garantire un buon controllo degli scambi drsquoaria con lrsquoesterno
Il rilascio di odorigeni e inquinanti puograve verificarsi in occasione della pulizia dei ricoveri Tuttavia dal
sopralluogo condotto in Azienda si egrave evidenziata unrsquoattenta movimentazione dei materiali e condizioni
ottimali di pulizia dei piazzali e delle aree adiacenti i ricoveri e i silos Ciograve fa ritenere che queste
emissioni possano essere considerate trascurabili
1744 Ventilazione
I capannoni sono dotati di estrattori dellrsquoaria interna al fine di garantire le migliori condizioni di
benessere ai capi allevati sia in termini di qualitagrave dellrsquoaria che di temperatura Con lrsquoestrazione dellrsquoaria
interna si ha un flusso forzato concentrato presso gli estrattori La ventilazione deve essere sufficiente
per evitare temperature troppo elevate e lrsquoumiditagrave eccessiva Essa deve essere in grado di allontanare
le polveri e la CO2 e garantire unrsquoadeguata ossigenazione
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Caratteristiche del sistema di estrazione dellrsquoaria dai capannoni
Ventilatori Ndeg superfici estrattori (m2) Portata totale ventilatori (m
3h)
4+2 76 146000
8 10150 240000
8 10150 240000
8 10150 240000
8 10150 240000
I fabbisogni di aria sono piugrave elevati in estate (3-6 m3orakg di peso vivo) quando cegrave la necessitagrave di
smaltire calore in inverno sono sufficienti 1-3 m3h per kg di peso vivo (1 m
3h per kg pv egrave la soglia
convenzionale minima da garantire anche nel periodo invernale)
Sulla base delle portate stimate nel corso del ciclo di produzione si egrave determinata la
portata di odore (OER - Odour Emission Rate) data dal prodotto tra la portata e la concentrazione
espressa in ouEs
OER [ouEs] = Cod [ouEm3] x Qsorg [m
3s]
La portata volumetrica dellrsquoaria egrave stata stimata sulla base delle temperature locali e il conseguente
utilizzo degli estrattori In via prudenziale si egrave ammesso che lrsquoestrazione dellrsquoaria sia pari
indicativamente a 10 m3hcapo nella la stagione calda 2 m
3hcapo nella stagione fredda e tra i 3 e
75 m3hcapo nei mesi intermedi
175 Quadro meteoclimatico
Il Comune di Castelfranco Veneto egrave situato nella parte occidentale del territorio della Provincia di
Treviso in un ambito di transizione tra lrsquoarea di alta pianura in destra Piave e quella di bassa pianura
delimitata dalla linea delle risorgive Il territorio provinciale presenta le tipiche caratteristiche dellrsquoarea di
transizione tra i rilievi alpini ed il mare Le caratteristiche climatiche sono suddivisibili in due ambiti
principali quello settentrionale collinare-pedemontano e quello centro-meridionale costituito dallrsquoalta e
bassa pianura Il territorio del comune di Castelfranco Veneto egrave posto a cavallo tra queste ultime unitagrave
geografiche Si considerano di seguito i dati climatici relativi al territorio di interesse e i dati rilevati a
Castelfranco Veneto nel 2013 e utilizzati nello studio di dispersione
1751 Precipitazioni
Il regime pluviometrico rientra nel tipo equinoziale con due picchi di precipitazione primaverile e
autunnale pressocheacute simili in particolare risultano piugrave piovosi i mesi di aprile e ottobre mentre quelli
meno piovosi sono i mesi invernali di dicembre gennaio e febbraio La precipitazione media si attesta
attorno ai 1000 mm allrsquoanno Lrsquoarea ricade in un territorio con caratteristiche pluviometriche
complessivamente abbastanza favorevoli con precipitazioni nel periodo critico estivo di luglio e agosto
superiori ai 90 mm La stagione maggiormente piovosa egrave quella autunnale ma nel complesso le piogge
sono distribuite con una buona omogeneitagrave
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COD 15V055 PAGINA 125 194
Precipitazioni medie mensili (medie climatiche) e loro andamento nel corso del 2013
1752 Temperatura
La temperatura media annua egrave risultata compresa tra 135 e 15degC Il mese piugrave egrave risultato luglio (media
233degC) quello piugrave freddo gennaio (media 32degC) I grafici che seguono riportano lrsquoandamento delle
temperature nel corso dellrsquoanno
Le temperature massime assolute hanno raggiunto e superato nellrsquoultimo decennio i 37degC le minime
assolute risalgono invece ad anni piugrave lontani tra cui il 1985 caratterizzato da valori fino a -14degC
Legate alle temperature invernali vi egrave il fenomeno dellrsquoinversione termica che determina in talune
condizioni il ristagno dellrsquoaria nei bassi strati dellrsquoatmosfera e scarsa possibilitagrave di dispersione delle
emissioni I giorni di nebbia legati in parte a questo fenomeno possono essere anche piuttosto
numerosi fino al 30 dei giorni nel periodo invernale
0
20
40
60
80
100
120
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
mm
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Andamento delle temperature nel corso dellrsquoanno 2013
1753 Umiditagrave relativa
Lrsquoumiditagrave relativa egrave in genere elevata in tutte le stagioni dellrsquoanno Soprattutto in estate essa risulta
particolarmente marcata Il grafico che segue riporta i dati rilevati negli anni piugrave recenti risulta evidente
come in tutti i mesi dellrsquoanno i valori si mantengano su valori elevati e vi sia scarsa escursione tra le
diverse stagioni
-5
0
5
10
15
20
25
30
35
40
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
deg
C
Massime Minime Medie
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COD 15V055 PAGINA 127 194
Valori di umiditagrave relativa nel corso dellrsquoanno
1754 Anemolologia
Il regime dei venti rilevato presso la stazione meteorologica di Castelnuovo Veneto egrave caratterizzato da
una prevalenza delle provenienze dal quadrante nord-orientale La velocitagrave del vento egrave sempre
piuttosto contenuta con valori compresi tra 05 e 2 ms che coprono quasi la metagrave delle ore di vento La
figura riporta la rosa dei venti su base annua Le calme di vento raggiungo quasi il 20 delle ore
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
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Rosa dei venti e distribuzione delle classi di velocitagrave del vento
Le ore di vento teso sono limitate a pochi isolati episodi la provenienza egrave NE Nel corso dellrsquoanno la
distribuzione delle provenienze del vento e la direzione prevalente riflette nei diversi trimestri il quadro
evidenziato su base annua Le occasioni con vento piugrave teso sono concentrate nei primi due trimestri
Nel periodo piugrave caldo la ventilazione si mantiene piugrave evidente e la percentuale di ore di calma
raggiunge il minimo In autunno al contrario aumentano le calme di vento (quasi il 30 del totale) e la
provenienza del vento egrave esclusivamente settentrionale
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Rose dei venti riferite ai diversi trimetri dellrsquoanno Stazione di Castelfranco V anno 2013
1deg trimestre
2deg trimestre
3deg trimestre
4deg trimestre
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1755 Classi di stabilitagrave atmosferica
Il modello di dispersione impiegato richieda la preventiva determinazione delle classi di stabilitagrave
atmosferica di Paquill (1961) Queste sono state determinate utilizzando i dati relativi alla radiazione
solare alla velocitagrave del vento e alla copertura nuvolosa questrsquoultima desunta dalle rilevazione condotte
presso lrsquoaeroporto di Treviso (Dati Metar)
Le classi di stabilitagrave atmosferica individuate fanno riferimento allo schema riportato nelle tabelle che
seguono Lrsquoelaborazione dei dati relativi al 2013 ha evidenziato come le condizioni piugrave frequenti siano
quelle prossime alla neutralitagrave con oltre il 50 delle ore dellrsquoanno
Classi di stabilitagrave atmosferica
Ore del giorno ndash Radiazione solare
Wm2
Ore della notte - Copertura
nuvolosa
Velocitagrave del
vento gt=925 924 - 675 675 - 175 lt 175 gt 48 lt= 48
lt 2 ms A A B D E F
2-3 ms A B C D E F
3-5 ms B B C D D E
5-6 ms C C D D D D
gt 6 ms C D D D D D
Classi di stabilitagrave atmosferica per lrsquoarea di Castelfranco Veneto
Classe Descrizione Numero di oreanno
A Condizioni estremamente instabili 461 53
B Condizioni moderatamente instabili 1550 177
C Condizioni leggermente instabili 358 41
D Condizioni di neutralitagrave 2455 280
E Condizioni quasi stabili 2437 278
F Condizioni moderatamente stabili 1499 171
Totale 8760 100
171 Qualitagrave dellrsquoaria
La qualitagrave dellrsquoaria egrave monitorata da alcune stazioni di misura gestite da ARPA Veneto di cui quella piugrave
vicina allrsquoarea in esame risulta essere quella di Bassano del Grappa distante non piugrave di 15 -20 km e
classificata come fondo urbano Si tratta dunque di un sito di misura con posizione e caratteristiche che
la rendono un ragionevole riferimento circa la qualitagrave dellrsquoaria nella zona in esame
Lrsquounico inquinante di interesse rilevato con regolaritagrave egrave il PM10 I dati disponibili per il 2008 e 2009
registrano un valore di concentrazione media annua di 27-29 microgm3 contenuto rispetto ai valori del
capoluogo e in linea con i limiti normativi ma anche 40-42 superamenti della soglia di 50 microgm3
Decisamente piugrave elevati sono i dati delle centraline urbane della zona che presentano un numero di
superamenti che ha toccato la soglia 50 microgm3 in oltre il doppio degli eventi
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COD 15V055 PAGINA 131 194
Dal quadro che ARPAV fornisce con i suoi periodici rapporti e dai dati qui riportati si puograve affermare
che lrsquoinquinamento da PM10 rappresenti nella provincia una problematica rilevante ma che sembra
interessare soprattutto le aree piugrave urbanizzate mentre i dati della stazione di Bassano si collocano sui
valori piugrave contenuti
Per quanto riguarda le concentrazioni di NH3 non si dispone di dati di confronto ma si segnala che in
talune zone caratterizzate da particolari attivitagrave produttive ARPAV provvede ad attivitagrave di
monitoraggio La zona in esame tuttavia non ricade tra quelle ritenute piugrave esposte ad elevate
emissioni di NH3
172 Modello di dispersione
1721 Scelta della tipologia di modello e del codice software
Per la valutazione previsionale della diffusione delle emissioni in atmosfera si egrave adottato il software
Windimula v20 elaborato da ENEA Il software richiede lrsquoinserimento di dati di base per effettuare le
simulazioni quali lrsquoestensione del dominio territoriale di analisi la scansione temporale dei dati meteo e
le emissioni unitarie Per la stima delle concentrazioni in atmosfera e delle ricadute al suolo egrave stata
eseguita una modellizzazione utilizzando il modello WinDimula Questo modello egrave inserito nellrsquoelenco
da APAT (Agenzia Italiana per la protezione dellrsquoambiente e per i servizi tecnici) dei software per la
valutazione e gestione della qualitagrave dellrsquoaria (httpwwwsmrarpaemritctn )
1722 Estensione del dominio territoriale di analisi
Lrsquoelaborazione della simulazione effettuata con il software Windimula egrave stata eseguita con
lrsquoimpostazione del dominio orografico attraverso un reticolo di 101 101 punti con un passo di 30 m
per uno sviluppo di 3 km 3 km dal centro della sorgente Nel modello si egrave considerata tra le altre
variabili di input anche lrsquoinfluenza dellrsquoorografia del territorio
1723 Scansione temporale
In questo caso si egrave adottato il modulo di simulazione del programma Windimula chiamato ldquoshort termrdquo
che permette di calcolare la distribuzione spaziale sul territorio delle concentrazioni al suolo degli
inquinanti considerati riferiti sul breve periodo Lrsquoinput meteo egrave rappresentato in questo caso da un
valore istantaneo di intensitagrave e direzione del vento Le caratteristiche del modulo sono stazionarietagrave nel
tempo delle condizioni meteo e continuitagrave dellrsquoemissione in esame Pertanto lrsquoutilizzo di questo modello
nei casi piugrave impattanti (ad es assenza vento continuitagrave dellrsquoemissione alla massima portata ipotizzata
nelle diverse situazioni di operativitagrave) egrave decisamente piugrave cautelativo rispetto al ldquomodello climatologicordquo
del software che prevede lrsquoutilizzo di cosiddette ldquojoint frequency functionsrdquo che riportano tramite
frequenze di accadimento lrsquoaggregazione di dati di velocitagrave e direzione del vento per ogni classe
stabilitagrave In pratica mentre il modulo climatologico egrave impostato sulla conoscenza di dati climatologici
variabili nellrsquoarco giornata (cioegrave considera ad esempio la durata della calma di vento la direzione
intensitagrave e durata del vento ecc) il modulo ldquoshort termrdquo riporta una sola situazione meteo per lrsquointera
giornata Si capisce come ad esempio la simulazione eseguita con calma di vento stimata per lrsquointera
giornata (modulo short term) sia diversa dalla simulazione piugrave reale ma meno cautelativa dove la
calma di vento si protrae per quella stessa giornata per meno ore e vi siano altre situazioni meteo che
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favoriscono un ricambio di aria (modulo climatologico) Il modulo ldquoshort termrdquo egrave consigliato oltre che per
lrsquoimpostazione piugrave cautelativa della valutazione previsionale anche per una migliore verifica dei limiti di
legge su questrsquoultimo punto il ldquomodulo climatologicordquo consente solo considerazioni qualitative e non
quantitative Il modulo di simulazione adottato egrave stato valutato da numerosi studi sullrsquoargomento (ANPA
ndash Centro tematico Nazionale Atmosfera Clima ed Emissioni ldquoAggiornamento e ampliamento della
norma UNI ldquovalutazione delle dispersioni in atmosfera di effluenti aeriformi ndash Guida ai criteri di selezione
dei modelli matematicirdquo ACE ndashTL GU ndash 00-022001 ANPA ndash Centro Tematico Nazionale Atmosfera
Clima ed Emissioni ldquoLinee guida per la selezione e applicazione dei modelli di dispersione atmosferica
per la valutazione della qualitagrave dellrsquoariardquo RT-CTN_ACE 42001)
Il modello DIMULA su cui Windimula egrave stato realizzato egrave inserito nei rapporti ISTISAN 9032 (Modelli
per la progettazione e valutazione di una rete di rilevamento per il controllo della qualitagrave dellaria) e
ISTISAN 9336 (Modelli ad integrazione delle reti per la gestione della qualitagrave dellaria) in quanto
corrispondente ai requisiti qualitativi per la valutazione delle dispersioni di inquinanti in atmosfera in
regioni limitate (caratterizzate da scale spaziali dellordine di alcune decine di km) ed in condizioni
atmosferiche sufficientemente omogenee e stazionarie
1724 Descrizione del modello
I modelli gaussiani sono i modelli matematici di trasporto e diffusione dellinquinamento atmosferico piugrave
comuni Sono basati su equazioni che descrivono il campo tridimensionale delle concentrazioni
generato da una sorgente puntiforme sotto condizioni meteorologiche e di emissione invarianti rispetto
al tempo Questo tipo di modelli considerano che le condizioni meteorologiche possano essere ritenute
omogenee e stazionarie nellarea modellata e non possono lavorare in condizioni di calma La
semplicitagrave dellapprossimazione gaussiana la sua facilitagrave drsquouso con parametri meteorologici anchessi
facili da misurare e soprattutto ladozione di questo approccio come strumento decisionale e di controllo
da parte della agenzia ambientale americana (EPA) hanno rimosso alcune delle limitazioni originali
della teoria permettendo il trattamento di situazioni complesse del mondo reale
Si riportano di seguito le principali funzioni su cui si basa il modello
La forma della soluzione del modello egrave controllata da una serie di parametri che riguardano sia
laltezza effettiva del rilascio per sorgenti calde calcolata come somma dellaltezza del camino piugrave il
sovralzo termico dei fumi che la dispersione laterale e verticale del pennacchio calcolata utilizzando
formulazioni che variano al variare della stabilitagrave atmosferica descritta utilizzando le sei classi di
stabilitagrave introdotte da Pasquill-Turner
Lrsquoequazione di base impiegata per la stima della concentrazione di un inquinante in un determinato
recettore (x y z) in un modello Gaussiano egrave la seguente
dove C (xyz) egrave la concentrazione di inquinante nellrsquoambiente (μgm3) in un determinato punto nello
spazio (recettore) le cui coordinate sono (x y z) u egrave la velocitagrave del vento (ms) σy e σz (m) sono le
deviazioni standard (o coefficienti di dispersione) in senso orizzontale e verticale Q egrave il tasso di
emissione di inquinante espresso in μg m3 s e H lrsquoaltezza a cui avviene il rilascio (m)
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COD 15V055 PAGINA 133 194
Ne consegue pertanto che nellrsquoapplicazione dei modelli gaussiani le condizioni di calma di vento
quando cioegrave la velocitagrave del vento tende a zero devono essere trattate opportunamente a causa della
proporzionalitagrave inversa esistente fra C(xyz) e u Ciograve risulta particolarmente importante in tutta la
Pianura Padana che egrave caratterizzata da unrsquoelevata frequenza di situazioni di calma di vento che
possono rendere critico lrsquoimpiego di un modello Gaussiano La particolaritagrave del modello WinDimula
tuttavia egrave quella di poter eseguire simulazioni anche per situazioni di assenza di vento grazie
allrsquoadozione del modello ridotto di CirillondashPoli (Cirillo and Poli 1992) le cui principali equazioni sono
dove α β e γ sono coefficienti che definiscono la turbolenza atmosferica e sono assegnati dal modello
in base alla classe di stabilitagrave inserita
Per maggiori dettagli riguardo alle equazioni implementate dal modello WinDimula si rimanda alla guida
del modello stesso e alla relativa letteratura scientifica (MAIND ndash Modellistica Ambientale wwwmaindit
Cirillo et al 1989 Cagnetti et al 1982 )
Il modello richiede come input
la definizione di un reticolo di calcolo
la definizione di ricettori discreti
i dati meteo - climatici a passo orario se si decide di effettuare una simulazione short-term con
una sequenza di dati orari
la definizione delle sorgenti emissive e principali caratteristiche
Il modello restituisce la concentrazione media calcolata per ogni punto della griglia indicato e per gli
eventuali ricettori discreti inseriti Si possono quindi eseguire delle elaborazioni sui risultati utilizzando
unrsquoapposita applicazione di WinDimula definita post-processore il quale tra le altre funzioni permette
di calcolare i valori dei percentili per ogni punto e controllare i limite di leggi imposti sullrsquoinquinante
considerato
Si egrave scelto di effettuare simulazioni a breve periodo (short term) di lunghezza massima di unrsquoora
utilizzando piugrave situazioni meteorologiche in sequenza in modo che venga simulato un periodo di tempo
piugrave ampio in particolare un anno
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PAGINA 134 194 Settembre 2015
1725 Dati di input del modello
Il file meteo in ingresso al modello WinDimula richiede le seguenti informazioni
dimensioni del dominio di calcolo (m)
passo del grigliato (m)
ora giorno mese e anno dellrsquoacquisizione del dato
temperatura dellrsquoaria (degK)
velocitagrave del vento (ms)
direzione di provenienza del vento (deg)
precipitazione (mm)
classe di stabilitagrave atmosferica
altezza drsquoinversione termica (m)
deviazione standard della direzione del vento
velocitagrave di attrito (ms)
lunghezza di Monin-Obukhov (m)
Il modello Windimula richiede quali dati di input i dati emissivi (concentrazione degli inquinanti emessi e
flusso nel tempo) e le condizioni iniziali ed al contorno se rilevanti Altri dati necessari riguardano
lrsquoorografia (lrsquouso del suolo interviene sulla facilitagrave con cui si muovono le masse drsquoaria) Il passo del
grigliato egrave stato posto a 50 m dando origine ad una matrice di 3600 punti di griglia
1726 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie
Per quanto attiene i composti PM10 NH3 e H2S egrave stato impostato il calcolo del valore della
concentrazione media annua
Per la componente odorigena come previsto dalle Linee Guida della Regione Lombardia egrave stato
determinato per ogni punto griglia il 98deg percentile dei valori di concentrazione oraria elaborati dal
modello Il 98deg percentile di una serie di dati rappresenta quel valore che non viene superato dal 98
dei valori della distribuzione Pertanto definire questo percentile significa individuare il valore che viene
superato per il 2 del periodo di simulazione (175 giorni lrsquoanno o 29 minuti al giorno)
Successivamente sono stati interpolati i dati calcolati e ne egrave stata predisposta una rappresentazione
grafica
Per lrsquoammoniaca non essendoci valori di riferimento si verifica invece con le rappresentazioni grafiche
e la determinazione delle concentrazioni presso i ricettori se i dati forniti dal modello superano la soglia
di 265 microgm3 valore segnalato come limite inferiore per la percezione del gas
Come giagrave sottolineato in precedenza il metano non egrave stato oggetto dello studio della dispersione in
quanto composto come altri gas serra che non interagisce direttamente con lrsquoambiente (salvo
chiaramente modificare con il suo accumulo il bilancio termico terrestre) e non ha effetti sulla salute
umana Non vi sono infine valori di riferimento o limiti per la sua concentrazione nellrsquoaria ambiente per
cui lrsquointeresse egrave esclusivamente focalizzato sui valori di emissione complessivi
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COD 15V055 PAGINA 135 194
173 Normativa di riferimento
Il tema delle emissioni di inquinanti atmosferici da parte delle attivitagrave agricole e della zootecnia in
particolare ha assunto rilevanza solo nellrsquoultimi dieci ndash ventrsquoanni quando sulla base di numerose
indagini di carattere sperimentale da cui egrave emerso come i rilasci di composti potenzialmente dannosi
per la salute umana e lrsquoambiente da parte di questi settori produttivi non fossero trascurabili come per
lungo tempo si egrave ritenuto (Ritter e Chitikela 2007)
Lrsquoattivitagrave agricola e nello specifico la zootecnia per lungo tempo sono rimaste escluse da valutazioni
accurate circa le loro emissioni e dallrsquoimposizione di vincoli o limitazioni Va tuttavia osservato che
lrsquoindustrializzazione di molte tecniche colturali e lrsquointensificazione dei processi di allevamento animale
pur conseguendo indubbi traguardi produttivi porta con seacute diverse problematiche di carattere
ambientale tra cui la concentrazione
Per quanto riguarda i rilasci in atmosfera il settore zootecnico non egrave soggetto a specifiche norma che
ne limitino le emissioni Sussistono perograve limiti alle concentrazioni di inquinanti nellrsquoaria ambiente
composti dannosi per la salute umana e per i quali gli enti regolatori devono per il loro rispetto
considerare le diverse fonti presenti sul territorio
Per i composti ad effetto serra (metano e protossido di azoto) e lrsquoammoniaca come giagrave accennato vi
sono impegni di contenimento di carattere generale al rispetto del quale tutti i settori sono chiamati a
concorrere Il Protocollo di Kyoto e i successivi accordi a carattere europeo hanno posto precisi obiettivi
per i primi mentre la riduzione delle emissioni di ammoniaca deriva dalla Convenzione UN-ECE
(Convenzione LRTAP) sul trasporto transfrontaliero degli inquinanti atmosferici
1731 Particolato
Per quanto riguarda il contributo della zootecnia alle concentrazioni di inquinanti normati assume un
certo significato il particolato fine (PM10) per il quale lrsquoapporto di questo settore al quadro emissivo
complessivo Per quanto riguarda questo inquinante la normativa di riferimento egrave il DLgs n 155 del
13082010 in attuazione della Direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria ambiente e per unrsquoaria
piugrave pulita in Europa La norma prevede
un limite alla concentrazione media annua di 40 microgm3
un limite quale concentrazione media giornaliera di 50 microgm3 che non deve essere superato
piugrave di 35 volte lrsquoanno
1732 Ammoniaca
Per quanto riguarda lrsquoammoniaca non esiste un limite per lrsquoaria ambiente definito dalle norme vigenti
anche se il tema egrave dibattuto da tempo (Alberta Environment 2004) Recentemente la Regione
Toscana (2010) nellrsquoambito di una ricognizione dei valori di riferimento per composti non normati
emessi in atmosfera ha segnalato il valore di 70 μgm3 di ammoniaca quale soglia utile per orientare
valutazioni nellrsquoambito di studi di impatto ambientale e derivante dai ldquoLivelli guida significativi per la
saluterdquo elaborati dalla Agenzia governativa USA ATSDR (httpwwwatsdrcdcgov) Negli Stati Uniti egrave
stata suggerita lrsquoadozione di limiti compresi tra 100 e 208 microgm3 Alcuni Stati USA (es Michigan) hanno
adottato il valore di riferimento dellrsquoEPA di 100 microgm3 quale media giornaliera A fini cautelativi si
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PAGINA 136 194 Settembre 2015
considera in questo rapporto come primo valore di riferimento la soglia inferiore di percezione
dellrsquoammoniaca pari a 266 microgm3 (SEPA 2010)
Per quanto riguarda gli effetti ambientali diretti lrsquoUNECE (Commissione economica per lrsquoEuropa
dellrsquoONU) ha individuato giagrave nel 1999 i seguenti valori di riferimento 3300 microgm3 (media oraria) 270
microgm3 (media giornaliera) 23 microgm
3 (media mensile) and 8 microgm
3 (media annuale) quali livelli critici ai
fini della protezione della vegetazione Piugrave recentemente il valore soglia menzionato per la media
annuale ai fini della protezione degli ecosistemi egrave stato confermato (UNECE 2004)
1733 Idrogeno solforato
Le emissioni di idrogeno solforato (H2S) nellrsquoambito della zootecnia sono legate ai processi di
decomposizione di materiale organico in particolare componenti proteici (aminoacidi) contenenti zolfo
in condizioni di anaerobiosi e alla riduzione del solfato da parte di gruppi batterici specializzati (Arogo
et al 2000) I valori di H2S tipicamente riscontrabili nellrsquoatmosfera sono inferiori a 1 ppb (15 microgm3)
Metagrave della popolazione egrave capace di avvertire lrsquoH2S giagrave a concentrazioni di 8 ppb (12 microgm3) ed il 90
riconosce il suo tipico odore a 50 ppb (150 microgm3) (Cauzillo et al 2010)
La presenza dellrsquoH2S nellrsquoazienda agricola egrave in genere legata allo stoccaggio dei reflui noncheacute alle
strutture di ricovero degli animali soprattutto nellrsquoallevamento suino e in condizioni di scarsa
ventilazione Qui lrsquoH2S puograve raggiungere valori di circa 5 ppm (75 mgm3) la soglia massima accettabile
per la protezione della salute negli ambienti di lavoro indicata dallrsquoagenzia USA OSHA (Occupational
Safety and Health Administration) egrave fissata a 10 ppm (15 mgm3) Per quanto riguarda lrsquoaria ambiente
lrsquoOrganizzazione mondiale della sanitagrave propone tre soglie di riferimento (WHO Guidelines ed 2000)
150 μgm3 quale media su 24 ore
100 μgm3 per periodi di durata compresa tra 1 e 14 gg
20 μgm3 per periodi di durata fino a 90 giorni
La normativa nazionale fissa con il DPR 322 del 1541971 (abrogato) due limiti per le immissioni di H2S
allrsquoesterno dei perimetri industriali 100 microgm3 per intervalli di 30 minuti e 40 microgm
3 per un tempo di
mediazione di 24 ore
In ambito zootecnico la presenza di H2S egrave in genere ben correlata con la problematica dellrsquoodore
prodotto dalrsquoallevamento animale Guo et al (2000) hanno osservato che esiste una correlazione
positiva significativa tra questo gas e la percezione di odori (r = 075) e che pertanto la concentrazione
di H2S puograve essere utilizzata come indicatore dei livelli di odore per allevamenti di diverse tipologie
animali Le emissioni di H2S presso gli impianti di produzione animale sono strettamente correlate con
la specie animale (Ni et al 2002) il numero di capi e la gestione dei reflui Si stima che a paritagrave di peso
vivo ed altre condizioni le emissioni di H2S siano massime nellrsquoallevamento suino in particolare per le
fasi di riproduzione seguono lrsquoallevamento bovino e quindi quello avicolo (Atia et al 2010)
1734 Composti odorigeni
Una particolare attenzione sta incontrando ormai da diversi anni la problematica legata allrsquoemissione di
composti odorigeni da parte delle attivitagrave zootecniche La crescente densitagrave degli impianti e la
insufficiente pianificazione del territorio hanno determinato una commistione fra usi del suolo non
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COD 15V055 PAGINA 137 194
sempre compatibili e le distanze che separano aree residenziali e aziende zootecniche sono risultate in
numerosi casi inadeguate
Al centro dellrsquoattenzione vi sono oltre 200 diverse molecole (Schiffman 1998) che per loro natura sono
in grado di suscitare sensazioni sgradevoli allrsquoolfatto umano Per queste non esiste una specifica
normativa a carattere nazionale e la lacuna egrave stata parzialmente colmata da provvedimenti regionali
Diverse Regioni hanno legiferato in tema di disturbi olfattivi in particolar modo rispetto al trattamento
dei rifiuti urbani e il compostaggio Norme in materia sono state emanate giagrave da tempo da parte della
Regione Lombardia (DGR n 12764 del 16042003) dalla Basilicata (DGR n 709 del 22042002)
dalla Regione Sicilia (DGR n 27 parte I del 14062002 dellrsquoAbruzzo (DGR n 400 del 26052004) e
infine dalla Regione Veneto (DGR n 568 del 25022005)
Norme specifiche sul disturbo olfattivo e mirate a trattare ogni tipologia di fonte sono state emanate
dalla Regione Lombardia (2010) con le Linee Guida approvate dopo un periodo di valutazione di oltre
un anno con Deliberazione della Giunta Regionale del 15 febbraio 2012 (DGR 15 febbraio 2012 ndash n
IX3018)
Le Linee Guida della Regione Lombardia forniscono prima di tutto indicazioni circa un percorso di
valutazione delle emissioni e di determinazione del potenziale disturbo mediante lrsquoapplicazione di
metodologie di misura quantitativa Esse prevedono inoltre lrsquoimpiego di strumenti di dispersione
modellistica per valutazioni di carattere previsionale Le Linee Guida non forniscono nella realtagrave limiti
vincolati ma prescrivono che lo studio di impatto odorigeno richiesto per attivitagrave da cui egrave ragionevole
attendersi un impatto in tal senso sviluppi mappe di impatto ldquodove devono essere riportati i valori di
concentrazione orarie di picco di odore al 98deg percentile su base annuale cosigrave come risultanti dalla
simulazione a 1 3 e 5 uoEm3 ldquoal fine di poter consentire alle autoritagrave regolatorie di disporre delle
informazioni necessarie per valutare la compatibilitagrave ambientale dellrsquoimpianto o dellrsquoattivitagrave in esame in
relazione al contesto in cui si realizzanordquo
Altre Regioni hanno in modi diversi ripreso e adottato questa esperienza La Regione Emilia ndash
Romagna persegue il contenimento del rilascio di ammoniaca e quindi di uno dei principali odorigeni
dagli impianti a biogas e dal trattamento del digestato (Regolamento regionale 28 ottobre 2011 n1)
Va osservato che in numerosi altri Paesi sono previsti strumenti normativi analoghi ma mancano
indicazioni di livello europeo Cosigrave ad esempio in Gran Bretagna le Linee Guida ldquoIPPC - Horizontal
Guidance for Odour Part 1 ndash Regulation and Permittingrdquo (2002) che individuano quali limiti di
concentrazione di odore al 98deg percentile le soglie di 15 uoEm3 30 ouEm
3 60 ouEm
3 nel caso
rispettivamente di tipologie industriali ad ldquoelevatordquo ldquomediordquo o ldquobassordquo potenziale di molestia In Francia
la norma destinata alla protezione dalle emissioni di impianti di compostaggio prevede che entro un
raggio di 3000 m dai confini dellrsquoimpianto stesso non si debba superare il limite di 5 ouEm3
per piugrave di
175 ore allrsquoanno corrispondenti ad una frequenza del 2 (98deg percentile) (JORF du 22 Avril 2008) Un
quadro delle modalitagrave di valutazione delle emissioni odorigene dal settore zootecnico in diversi Paesi
europei egrave riportato in EPA ndash Ireland (2001)
Lrsquoapplicazione delle Linee Guida della Regione Lombardia assume al fine di condurre stime di
carattere previsionale il composto odorigeno come una miscela teorica di sostanze diverse Questa
viene trattata come un ldquoinquinanterdquo e ne viene stimato il rilascio e simulata la dispersione Lrsquoodore egrave
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PAGINA 138 194 Settembre 2015
espresso in termini di concentrazione definita in conformitagrave alla UNI EN 137252004 ed egrave assimilabile
nellambito delle simulazioni di dispersione ad ununica pseudo-specie che si disperde nellatmosfera in
forma gassosa (quindi non particellare)
174 Risultati delle simulazioni
1741 Composti odorigeni
I risultati delle elaborazioni condotte con il modello Windimula sono riportati per i ricettori considerati
nella tabella che segue Questa evidenzia valori di concentrazione di odorigeni stimati presso le
abitazioni individuate noncheacute presso i ricettori discreti individuati a distanza di 500 m dalle strutture
zootecniche
I valori riportati sono tutti inferiori alla soglia di 1 ouEm3 e consentono di affermare che presso le
residenze individuate in prossimitagrave dellrsquoAzienda e piugrave in generale oltre i 500 m di distanza le
concentrazioni di composti odorigeni non andranno a creare condizioni di disturbo Le concentrazioni
piugrave elevate di odore si riscontrano presso gli estrattori e comunque si mantengono ovunque allrsquointerno
del perimetro aziendale su livelli contenuti (5 ouEm3)
Secondo le Linee Guida della Regione Lombardia il valore di 1 ouEm3 per il 98 percentile delle ore
dellrsquoanno indica che per un numero limitato di ore appunto meno del 2 vi potragrave essere percezione
delle emissioni ma ciograve saragrave avvertito solo dalla porzione piugrave sensibile della popolazione I valori
risultano sempre inferiori a questa soglia anche nel caso lrsquoAzienda si orienti verso un incremento della
produzione utilizzando al meglio gli spazi disponibili
La distribuzione attesa delle concentrazioni (98deg percentile delle concentrazioni medie orarie) di odore
in prossimitagrave dellrsquoAzienda egrave riportata graficamente Dalla mappa si rileva chiaramente la modesta entitagrave
delle concentrazioni che si possono raggiungere anche nei periodi meno favorevoli alla dispersione
Allontanandosi dallrsquoAzienda i giagrave modesti valori si riducono rapidamente e risultano del tutto trascurabili
a poche centinaia di metri di distanza Lrsquoelaborazione relativa allrsquoipotesi di incremento della produzione
non modifica il quadro complessivo descritto La rappresentazione grafica delle ricadute non mostra
particolaritagrave di rilievo La isolinea indicante la concentrazione di 3 ouEm3 sempre riferita al 98deg
percentile delle stime orarie corre in prossimitagrave del confine dellrsquoAzienda La isolinea indicante la
concentrazione di 1 ouEm3 non raggiunge le abitazioni e si sviluppa in direzione sud-ovest
coerentemente con i venti dominanti
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Valori di concentrazione previsti dal modello di dispersione presso le abitazioni
Distanza dalle
sorgenti (m)
98deg percentile (ouEm3)
Stato attuale
98deg percentile
(ouEm3)
Incremento
produzione
1 residenza Nord 400 lt 05 lt 05
2 residenza Est 426 lt 05 lt 05
3 residenza Sud 387 lt 05 055
Valori di concentrazione previsti dal modello di dispersione per i ricettori discreti
Ricettori discreti Distanza dalle
sorgenti (m)
98deg percentile (ouEm3)
Stato attuale
98deg percentile
(ouEm3)
Incremento
produzione
N 500 0175 0208
W 500 0641 0504
S 500 0289 0444
E 500 0158 0302
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Concentrazione di composti odorigeni (98degpercentile) (in ouEm
3) con emissioni attuali Sono
riportate rispettivamente in verde e giallo e rosso le isolinee 1 e 3 ouEm3
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Concentrazione media oraria di composti odorigeni (98degpercentile) (in ouEm3) nellrsquoipotesi di
incremento produttivo Sono riportate rispettivamente in verde giallo e rosso le isolinee 13 e 5
ouEm3
1742 Ammoniaca
Il modello di dispersione fornisce il quadro delle concentrazioni attese di NH3 sulla base delle emissioni
prodotte nel corso dellrsquoattivitagrave produttiva La Tabella 13 fornisce il quadro delle ricadute di questo
composto in prossimitagrave delle strutture di produzione Sono riportati i valori di concentrazione media
annua presso le abitazioni e i recettori discreti
Il valore di concentrazioni media annua stimato presso le sorgenti di emissione corrispondenti alla
bocca degli estrattore egrave 7 microgm3 il valore massimo giornaliero presso lrsquoimpianto egrave stimato in 14 allo
stato attuale A breve distanza ancora allrsquointerno del perimetro aziendale le concentrazioni calano
rapidamente e raggiungono presso le abitazioni individuate per la valutazione degli odorigeni livelli
inferiori a 1 microgm3 notevolmente inferiori alla soglia di percezione del composto
Nel caso lrsquoAzienda si orienti in direzione di un incremento produttivo come descritto in precedenza egrave
atteso un aumento delle emissioni di ammoniaca presso lrsquoimpianto il valore di concentrazione media
annua attesa saragrave di 95 microgm3 mentre il valore massimo giornaliero potragrave raggiungere i 185 microgm
3
Valori di concentrazione di ammoniaca determinati dal modello di dispersione presso le abitazioni
Distanza dalle sorgenti Concentrazione
media annua
stato attuale
Concentrazione
media annua
incremento produttivo
(m) microgm3 microgm
3
1 residenza Nord 400 lt 05 lt 05
2 residenza Est 426 lt 05 lt 05
3 residenza Sud 387 lt 05 lt 05
Valori di concentrazione di ammoniaca determinati dal modello di dispersione presso i ricettori
discreti
Distanza dalle sorgenti Concentrazione
media annua
Stato attuale
Concentrazione
media annua
Incremento produttivo
(m) microgm3 microgm
3
Estrattori 0 5051 6920
N 500 0102 0156
W 500 0284 0392
S 500 0244 0329
E 500 0130 0174
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Concentrazione media annua di NH3 (in microgm
3) ndash Situazione attuale
Concentrazione media annua di NH3 (in microgm3) ndash Ipotesi di incremento produttivo
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1743 Particolato fine
I valori attesi di PM dati dallrsquoelaborazione modellistica sono assai contenuti presso lrsquoarea dellrsquoimpianto
la concentrazione media annua data dalle sole emissioni dellrsquoimpianto si attesta sul valore di 26 microgm3
Allontanandosi di poche centinaia di metri le concentrazioni attese calano drasticamente e raggiungono
valori poco significativi Sia nelle condizioni attuali che con lrsquoincremento di produzione previsto le
concentrazioni presso i ricettori individuati si attestano su valori inferiori o pari a 1 microgm3
Valori di concentrazione di PM10 determinati dal modello di dispersione presso le abitazioni
Distanza dalle
sorgenti
Concentrazione
media annua
stato attuale
Concentrazione
media annua
incremento produttivo
(m) microgm3
microgm3
1 residenza Nord 400 1049 143
2 residenza Est 426 lt 05 0505
3 residenza Sud 387 lt 05 lt05
Valori di concentrazione di PM10 determinati dal modello di dispersione per i ricettori discreti
Distanza dalle
sorgenti
Concentrazione
media annua
Stato attuale
Concentrazione
media annua
Incremento produttivo
(m) microgm3
microgm3
Estrattori 0 2604 354
N 500 0657 0745
W 500 1199 1630
S 500 0950 1290
E 500 0748 1018
Le mappe che seguono riportano la distribuzione delle ricadute delle emissioni di PM10 Si osserva
come la superficie interessata dalle ricadute sia estremamente contenuta e non interessi le abitazioni
piugrave prossime allrsquoAzienda
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Concentrazione media annua di PM10 (in microgm
3) ndash Situazione attuale
Concentrazione media annua di PM10 (in microgm
3) ndash Ipotesi di incremento produttivo
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1744 Idrogeno solforato
I valori attesi di idrogeno solforato dati dallrsquoelaborazione modellistica sono come per gli altri composti
molto modesti Presso lrsquoarea dellrsquoimpianto la concentrazione media annua data dalle sole emissioni
dellrsquoimpianto si attesta sul valore di 114 microgm3
Allontanandosi di poche centinaia di metri le
concentrazioni attese calano ulteriormente e raggiungono valori del tutto trascurabili Sia nelle
condizioni attuali che con lrsquoincremento di produzione previsto le concentrazioni presso i ricettori
individuati si attestano su valori inferiori o pari a 1 microgm3 quindi ben al disotto della soglia di percezione
del composto
Valori di concentrazione di idrogeno solforato determinati dal modello di dispersione presso le
abitazioni
Distanza dalle
sorgenti
Concentrazione
media annua
stato attuale
Concentrazione
media annua
incremento produttivo
(m) microgm3 microgm
3
1 residenza Nord 400 0012 0058
2 residenza Est 426 0015 0020
3 residenza Sud 387 0011 0044
Valori di concentrazione di idrogeno solforato determinati dal modello di dispersione per i ricettori
discreti
Distanza dalle
sorgenti
Concentrazione
media annua
Stato attuale
Concentrazione
media annua
Incremento produttivo
(m) microgm3 microgm
3
Estrattori 0 1140 1560
N 500 0024 0033
W 500 0022 003
S 500 0046 0605
E 500 0854 0063
Le mappe che seguono riportano la distribuzione delle ricadute delle emissioni di H2S Si osserva come
la superficie interessata dalle ricadute sia estremamente contenuta e non interessi le abitazioni piugrave
prossime allrsquoAzienda
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Concentrazione media annua di H2S (in microgm3) ndash Situazione attuale
Concentrazione media annua di H2S (in microgm3) ndash Ipotesi di incremento produttivo
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175 10 Considerazioni conclusive
Sono state analizzate le emissioni di alcuni inquinanti normati gas ad effetto serra e composti odorigeni
emessi dalle strutture produttive dellrsquoAzienda Agricola Maggiolo Lrsquoesame egrave stato condotto rispetto
allrsquoattuale livello di produzione dellrsquoallevamento avicolo e considerando unrsquoipotesi di aumento dei capi
accasati
Lrsquoaumento dei capi allevati nel corso dei cicli di produzione annui determina un aumento del rilascio di
in atmosfera da parte delle strutture dellrsquoallevamento proporzionale al numero di capi LrsquoAzienda si
trova in una zona idonea allrsquoallevamento per la relativamente scarsa densitagrave abitativa e la presenza di
una fascia di colture agricole che la separa dalle abitazioni piugrave prossime
Per verificare quale possano essere le concentrazioni di odorigeni PM10 H2S e NH3 nellrsquoarea
circostante lrsquoAzienda egrave stata condotta una indagine modellistica mediante il software Windimula
Questa ha evidenziato presso le abiazioni e ricettori discreti posizionati a 500 m valori molto contenuti
di tutti i composti considerati
La valutazione del potenziale disturbo legato a composti odorigeni egrave stata condotta secondo quanto
previsto dalle Linee Guida in materia predisposte dalla Regione Lombardia Le tre abitazioni poste ad
alcune centinaia di metri dallrsquoimpianto zootecnico non risultano interessati da disturbi olfattivi Anche i
valori di concentrazione attesi per NH3 e H2S non si ritiene possano avere impatto olfattivo
In conclusione si puograve ritenere che la presenza dellrsquoattivitagrave di produzione avicola condotta dallrsquoAzienda
Maggiolo non determini attualmente condizioni di disturbo olfattivo o apporti rilevanti di inquinati da
modificare il quadro locale della qualitagrave dellrsquoaria Con riferimento allrsquoincremento di capi da accasare di
cui egrave richiesta lrsquoautorizzazione si ritiene che ciograve pur determinando un modesto incremento delle
emissioni non comporteragrave alterazioni della qualitagrave dellrsquoaria e lrsquoemissione di odorigeni pur
occasionalmente percepita non causeragrave disturbi di natura olfattivo presso le abitazioni piugrave prossime
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18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALLrsquoATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO
181 Assi viari interessati dal traffico indotto
I flussi di traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento dellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave legato al trasporto
dei capi da e per lrsquoallevamento allrsquoapprovvigionamento di materie prime (in particolare mangime) ed al
trasporto dalla pollina a fine ciclo
I pulcini arrivano da San Pietro in Gugrave Dallo stesso comune arriva il mangime dai mangimifici del
gruppo Veronesi I capi sono portati ai macelli di Vazzola e San Martino Buonalbergo La pollina
viene tutta consegnata ad una fungaia Agrifung localizzata a Trevignano
La tabella che segue riporta le distanze tra lrsquoazienda agricola e le realtagrave aziendali
Distanze percorse dai mezzi
Consegna Distanza km Tipologia di strade
San Pietro in Gugrave Pulcini
Mangime
245 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti
Vazzola Capi a fine ciclo 515 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti
San Martino
Buonalbergo
Capi a fine ciclo 879 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti
Trevignano Pollina 167 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti
Nelle immagine sotto riportate viene indicata la viabilitagrave interessata dai mezzi di trasporto e che
verranno utilizzate per il trasporto dei capi a inizio e fine ciclo e delle materie
Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso Vazzola (da Google map)
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Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso San Pietro in Gugrave (da Google map)
Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso San Martino Buon Albergo (da Google map)
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Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso Trevignano (da Google map)
182 Stima del traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento
Durante il periodo di carico (accasamento) dei capi sono necessari attualmente 2 mezzi per ciclo
quando nello scenario di progetto si prevedono circa 6 mezzi per ciclo
Per il trasporto del mangime sono necessari attualmente circa 12 mezzi per ciclo (con autocisterne da
30 t) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 30 mezzi per ciclo (sempre con autocisterne
da 30 t)
Per il trasporto della pollina prodotta sono necessari attualmente circa 2 mezzi per ciclo (con mezzi da
30 t di cui il 70 di portata utile) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 5 mezzi per ciclo
(sempre da 30 t)
Durante il periodo di scarico dei capi sono necessari attualmente considerando un tipico ciclo misto
(come indicato nel quadro di riferimento progettuale) 2 mezzi per il primo sfoltimento (polli da 18 kg) 2
mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 27 kg) e quindi 6 mezzi per lrsquoultimo lo scarico dei polli da 36
kg Nello scenario di progetto considerando sempre lo stesso tipico ciclo misto saranno necessari 5
mezzi per il primo sfoltimento (polli da 18 kg) 4 mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 27 kg) e
quindi 16 mezzi per lrsquoultimo lo scarico dei polli da 36 kg
Contemporaneamente egrave possibile che il trasporto di mangime possa coincidere con il periodo si carico
dei capi essendo quindi possibile che il traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamenti sia pari ad un
massimo giornaliero (svolto nel solo periodo diurno) di 3 mezzi pesanti nella situazione attuale e 5
mezzi pesanti nello scenario di progetto
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Situazione attuale e scenario di progetto ndash trasporto di materie
Trasporto capi
situazione attuale
scenario di progetto
Mezzi di trasporto inizio ciclo n capi 39500 110000
Mezzi di trasporto n 20 60
Mezzi di trasporto fine ciclo al macello
situazione attuale
scenario di progetto
sfoltimento a 18 kg n capi 111318 310000
Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 111318 310000
Peso vivo kgcapo 18 200 558
Numero di gabbie n capi per gabbia 48 2319 6458
Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n 20 50
sfoltimento a 27 kg n capi 71818 200000
Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 71818 200000
Peso vivo kgcapo 27 194 540
Numero di gabbie n capi per gabbia 32 2244 6250
Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n
20 40
sfoltimento a 36 kg n capi 211864 590000
Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 211864 590000
Peso vivo kgcapo 36 763 2124
Numero di gabbie n capi per gabbia 24 8828 24583
Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n
60 160
Mangime
situazione attuale
scenario di progetto
Fabbisogno di mangime t ciclo 3144 8392
Mezzo di trasporto (autocisterne da 30 t) n ciclo
120 300
Pollina a fine ciclo
situazione attuale
scenario di progetto
Produzione di pollina (dato medio considerata la consistenza media al netto della mortalitagrave) kgcapo 135 141
Produzione di pollina t ciclo 320 892
Mezzo di trasporto (30 t di cui 70 portata utile) n
20 50
situazione attuale
scenario di progetto
Mezzi di trasporto complessivi per ciclo n ciclo 260 660
Flusso massimo contemporaneo n giorno
30 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t
50 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t contemporanea allo sfoltimento
dei capi
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PAGINA 152 194 Settembre 2015
Situazione attuale ndash tipico ciclo misto
numero di
capi Scorta di Mangime
Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine
ciclo Mezzi pollina
Totale mezzi massimo gg
850 30
30
1 19750 844
10
10
2 39500 833
10
10
3 39500 822
-
4 39500 811
-
5 39500 799
-
6 39500 788
-
7 39500 777
-
8 39500 766
-
9 39500 754
-
10 39500 743
-
11 39500 712
-
12 39500 682
-
13 39500 651
-
14 39500 620
-
15 39500 589
-
16 39500 559
-
17 39500 528
-
18 39500 497
-
19 39500 466
-
20 39500 436
-
21 39500 405
-
22 39500 326
-
23 39500 247
-
24 39500 168
-
25 39500 89
-
26 39500 10
-
27 39500 781 30
30
28 39500 702
-
29 39500 623
-
30 39500 544
-
31 39500 465
-
32 39500 386
-
33 39500 307
-
34 39500 228
-
35 39500 149
-
36 28368 92
20
20
37 28368 35
-
38 28368 829 30
30
39 28368 772
-
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numero di
capi Scorta di Mangime
Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine
ciclo Mezzi pollina
Totale mezzi massimo gg
40 28368 715
-
41 28368 659
-
42 28368 602
-
43 28368 545
-
44 28368 488
-
45 28368 432
-
46 21186 352
20
20
47 21186 273
-
48 21186 193
-
49 21186 114
-
50 21186 34
-
51 21186 805 30
30
52 21186 725
-
53 21186 646
-
54 21186 567
-
55 21186 487
-
56 21186 408
-
57 21186 328
-
58 13506 278
20
20
59 5826 256
20
20
60 - 256
20
20
61
20
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 154 194 Settembre 2015
Scenario di progetto ndash tipico ciclo misto
numero di capi
Scorta di Mangime
Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine
ciclo Mezzi pollina
Totale mezzi massimo gg
850 30
30
1 18333 845
10
10
2 36667 834
10
10
3 55000 819
10
10
4 73333 798
10
10
5 91667 772
10
10
6 110000 740
10
10
7 110000 709
-
8 110000 678
-
9 110000 646
-
10 110000 615
-
11 110000 529
-
12 110000 444
-
13 110000 358
-
14 110000 272
-
15 110000 187
-
16 110000 101
-
17 110000 16
-
18 110000 780 30
30
19 110000 694
-
20 110000 609
-
21 110000 523
-
22 110000 303
-
23 110000 83
-
24 110000 713 30
30
25 110000 493
-
26 110000 273
-
27 110000 53
-
28 110000 683 30
30
29 110000 463
-
30 110000 243
-
31 110000 23
-
32 110000 653 30
30
33 110000 433
-
34 110000 213
-
35 94640 24
20
20
36 79280 685 30 20
50
37 79000 527
10
10
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COD 15V055 PAGINA 155 194
numero di capi
Scorta di Mangime
Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine
ciclo Mezzi pollina
Totale mezzi massimo gg
38 79000 369
-
39 79000 211
-
40 79000 53
-
41 79000 745 30
30
42 79000 587
-
43 79000 429
-
44 68760 291
20
20
45 59000 70
20
20
46 59000 699 30
30
47 59000 477
-
48 59000 256
-
49 59000 35
-
50 59000 664 30
30
51 59000 442
-
52 59000 221
-
53 59000 850 30
30
54 51320 657
20
20
55 43640 494
20
20
56 35960 359
20
20
57 28280 253
20
20
58 20600 176
20
20
59 12920 127
20
20
60 5240 108
20
20
61 -
20
20
62
20 20
63
20 20
64
10 10
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 156 194 Settembre 2015
19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO
191 Premessa
La valutazione previsionale dellimpatto acustico comprese le misure fonometriche egrave stata eseguita dal
Dott Mario Zambrini e dallrsquoIng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel campo dellrsquoacustica
ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti rispettivamente con
Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714 del 3 Dicembre 2010
192 Stima dellrsquoimpatto acustico ndash modello di simulazione
Per la stima dellrsquoimpatto acustico determinato dalle attivitagrave di allevamento egrave stato utilizzato il software
Soundplan (versione 74) che utilizza quale riferimento di calcolo la norma internazionale ISO 9613-
21996 ldquoAcoustics ndash Attenuation of sound during propagation outdoors ndash Part 2 general method of
calculationrdquo per le sorgenti sonore puntuali
Il metodo di stima proposto dalla norma internazionale ISO 9613 consente di calcolare in
corrispondenza dei recettori acustici i livelli di pressione sonora associati alla presenza di un insieme di
sorgenti sonore
Tale modello calcola i livelli di pressione sonora determinati da una o piugrave sorgenti sonore in
corrispondenza di un numero potenzialmente infinito di recettori (LAT) al netto delle attenuazioni della
pressione sonora che ne influenzano la propagazione nel caso dellrsquoallevamento oggetto di valutazione
il modello considera dunque lrsquoattenuazione determinata dalla barriere (attenuazione determinata dalla
presenza di schermibarriere fisiche tra la sorgente ed il recettore Abar ovvero in questo caso
prevalentemente dallrsquoorografia del territorio ed i manufatti esistenti) divergenza geometrica (Adiv) (in
base allrsquoipotesi di propagazione del rumore in campo sferico) dallrsquoassorbimento dellrsquoatmosfera (Aatm) ed
alla cosiddetta ldquorugositagraverdquo del terreno (Agr)
ISO 9613-21996
(estratto riassuntivo illustrativo dei parametri utilizzati nella presente simulazione)
LAT = LW + Dc ndash (Adiv + Aatm + Agr + Abar) - Cmet
in cui
LAT livello equivalente di pressione sonora in corrispondenza del recettore acustico
LW livello di potenza sonora
Dc correzione che tiene conto della eventuale direttivitagrave della propagazione del rumore che nel caso di
una sorgente omnidirezionale risulta pari a 0 dB(A)
Adiv (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)
Aatm (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)
Agr (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)
Abar (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)
Cmet fattore di correzione meteoclimatico dipendente dalla direzione e velocitagrave del vento e del gradiente di
temperatura (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996) ndash non considerato nelle presenti
simulazioni
Nellrsquoambito delle simulazioni condotte tutte le sorgenti sonore sono considerate omnidirezionali
Nella stima dellrsquoAGr egrave stato utilizzato nelle simulazioni relative alle situazione attuale e allo scenario di
progetto un coefficiente ldquoGrdquo pari a 06 legato alla presenza di terreni porosi (che includono prato e
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 157 194
pascolo presenza di vegetazione e alberi o aree a seminativi)
Nellrsquoambito delle simulazioni condotte si sono assunti valori di temperatura umiditagrave e pressione
atmosferica rispettivamente pari a 10ordmC 70 e 101325 mbar
Per la stima del contributo dei flussi di traffico indotto dalle attivitagrave dellrsquoallevamento egrave stato utilizzato lo
software Soundplan adottando quale riferimento di calcolo il codice NMP ndash Routes ndash 96 (sviluppato da
SETRA-CERTU-LCP-CSTB) raccomandato dalla Commissione Europea per la determinazione dei
livelli sonori generati da traffico veicolare25
Le simulazioni acustiche sono state elaborate adottando i seguenti parametri numero di riflessioni pari
a 3 (utilizzato anche nel calcolo dei livelli di pressione in corrispondenza dei singoli edifici) griglia di
calcolo di 10 m di lato livello di interpolazione massimo di 9x9 (equivalente ad una stima dei livelli per
81 recettori interni alla cella) stima dei livelli di pressione ad una altezza di 4 m dal terreno nel caso
delle mappe acustiche ed in corrispondenza dei singoli recettori collocati al piano terreno eo al primo
piano
Sulla base di tali input il modello egrave quindi in grado di elaborare e rappresentare le curve isofoniche
corrispondenti ad altrettanti livelli di pressione sonora (espressi in questo caso come Livello sonoro
equivalente ponderato A ndash LAeq) previsti nellrsquointorno dellrsquoallevamento di progetto ovvero determinare il
livello di pressione sonora ipotizzabile in facciata ad ogni edificio individuato Le simulazioni tengono
inoltre in considerazione la presenza dei manufatti presenti sul territorio
Gli esiti delle simulazioni effettuate vengono rappresentati in forma grafica mediante mappe che
riportano le curve isofoniche per la visualizzazione dei livelli di pressione sonora (come contributo delle
sorgenti simulate) relativamente a tutto il territorio potenzialmente interessato
In corrispondenza dei singoli edifici presenti sul territorio si restituiscono invece puntualmente i livelli
di pressione sonora in facciata
Mappe acustiche riportate in allegato cartografico
Griglia di calcolo Scala di restituzione cartografica
Situazione attuale e scenario di progetto
Mappa acustica relativa al periodo diurno serale e notturno senza traffico indotto ndash solo sistema di ventilazione alla massima potenza
10 x 10 m 110000 13500
Situazione attuale
Mappa acustica relativa al periodo diurno durante le giornate con traffico indotto (sistema di ventilazione sempre alla massima potenza)
10 x 10 m 110000 13500
Scenario di progetto
Mappa acustica relativa al periodo diurno durante le giornate con traffico indotto (sistema di ventilazione sempre alla massima potenza)
10 x 10 m 110000 13500
25
Raccomandazione della Commissione del 6 Agosto 2003 concernente le linee guida relative ai metodi di calcolo aggiornati per il rumore dellrsquoattivitagrave industriale degli aeromobili del traffico veicolare e ferroviario e relativi dati di rumorositagrave (2003613CE)
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PAGINA 158 194 Settembre 2015
193 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici
Secondo il Piano di Classificazione Acustica del comune di Castelfranco Veneto approvato con
deliberazione del Consiglio Comunale n 103 del 3172003 si rileva che lrsquoarea oggetto di analisi si
colloca allrsquointerno della classe III ndash aree di tipo misto Come specifica anche la Relazione Illustrativa
ldquorientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento
con media densitagrave di popolazione con presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di
attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano
macchine operatricirdquo
Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Riese Pio X classifica lrsquoarea a sud ovest del comune
al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego in classe acustica II ldquoaree
destinate a uso prevalentemente residenzialerdquo Per tali aree ldquoIl DPCM 1391 determina che siano
inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con
bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali e assenza di attivitagrave
industriali e artigianali In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui lrsquoabitare egrave
evidentemente la funzione prioritaria e in cui mancano o comunque non sono significative le attivitagrave
commerciali che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni (negozi di generi
alimentari artigianato di servizio ecc) Lrsquoassenza di importanti assi di attraversamento e di strade
principali di connessione urbana lrsquoassenza di attivitagrave industriali e dellrsquoartigianato produttivo assieme
alla bassa densitagrave di popolazione consentono di individuare indicativamente tali aree solo in alcune
zone C del PRG vigente In particolare lrsquoassenza di attivitagrave di artigianato produttivo diventa elemento di
riconoscimento delle zone C da inserire in classe IIrdquo
Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castello di Godego individua la zona a nord est al
confine con il comune di Castelfranco Veneto in classe III ndash aree di tipo misto Come per il Piano di
Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato per le aree che
ricadono in questa classe valgono le prescrizioni del DPCM 1391
Lrsquoindividuazione dei potenziali recettori acustici egrave stata effettuata sulla base della Carta Tecnica
Regionale e sulla base del sopraluogo effettuato in loco noncheacute delle foto aeree
La tavola ldquoClassificazione acustica del territoriordquo (inclusa nellrsquoallegato cartografico) riporta lo stralcio
delle classificazioni acustiche dei tre comuni Nella stessa tavola vengono indicati i potenziali recettori
acustici selezionati collocati a minor distanza della azienda agricola ovvero degli assi viari interessati
dal traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento
La seguente tabella riporta lrsquoelenco dei manufatti selezionati ai fini della presente valutazione e
relativamente ai quali sono stati posizionati i recettori sul lato piugrave esposto allrsquoattivitagrave di allevamento e
relativo traffico indotto
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COD 15V055 PAGINA 159 194
Potenziali recettori acustici (coordinate in sistema UTM WGS 84 zona 32 N)
Identificativo
recettore X Y Classe acustica VL immissione PD VL immissione PN
1 1726859 5064272 III 60 50
2 1726864 5064266 III 60 50
3 1726856 5064232 III 60 50
4 1726922 5064206 III 60 50
5 1726949 5064191 III 60 50
5n 1726941 5064196 III 60 50
5o 1726936 5064188 III 60 50
6 1726959 5064155 III 60 50
7 1727065 5064088 III 60 50
8 1727050 5064031 III 60 50
9n 1727023 5064026 III 60 50
9o 1727002 5064016 III 60 50
10 1727012 5063904 III 60 50
11 1726990 5063891 III 60 50
12 1726507 5063724 III 60 50
13 1726500 5063705 III 60 50
14 1726466 5063737 III 60 50
15 1726444 5063767 III 60 50
16 1726343 5063718 III 60 50
17 1726312 5063786 III 60 50
18 1726289 5063814 III 60 50
19 1726226 5063793 III 60 50
20 1726164 5063784 III 60 50
21 1726290 5063869 III 60 50
22 1726554 5064499 III 60 50
23 1726579 5064501 III 60 50
24 1726603 5064543 III 60 50
25 1726613 5064568 III 60 50
26 1726674 5064584 III 60 50
27 1726676 5064569 III 60 50
28 1726685 5064555 III 60 50
29 1726700 5064539 III 60 50
30 1726712 5064518 III 60 50
31 1726730 5064494 III 60 50
32 1726748 5064476 III 60 50
Az 1726547 5064199 III 60 50
S1 1727237 5063387 III 60 50
S2 1727215 5063351 III 60 50
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PAGINA 160 194 Settembre 2015
194 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate allrsquoattivitagrave di allevamento
1941 Sorgenti fisse e sorgenti mobili
Le principali sorgenti sonore dellrsquoallevamento polli da carne sono costituite dal sistema di ventilazione
forzata che garantisce idonee condizioni interne ai capannoni di allevamento La ventilazione dei
capannoni egrave di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete collocati nel lato
ovest di ciascun capannone nel capannone 1 2 ventilatori sono collocati nella parete laterale (sempre
lato ovest)
Ventilazione dei capannoni
Capannone Modello
EM50
Modello
ED36HE
1 6 -
2 8 -
3 8 -
4 8 -
5 4 2
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COD 15V055 PAGINA 161 194
Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola 5 capannoni con relative sorgenti puntuali
(ventilatori assiali a parete) edificio residenziale del proprietario e gestore dellrsquoazienda agricola 3
manufatti (ricovero materiali e attrezzature agricole)
(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture)
Il regime di funzionamento dei ventilatori varia in funzione della fase di sviluppo dei capi del numero
presente in ciascun capannone ma principalmente dalle condizioni meteo climatiche variabile
chiaramente nellrsquoarco dellrsquoanno
In ogni caso sia nella situazione attuale che nello scenario di progetto in particolari condizioni di
temperatura e umiditagrave i ventilatori funzionano a pieno regime e tutti contemporaneamente In entrambi
gli scenari le simulazioni sono state effettuata assumendo in via cautelativa il funzionamento di tutti i
ventilatori a pieno regime
Nella tabella che segue si riportano i livelli di pressione sonora (misurati a 2 m di distanze dalla
sorgente) garantite dalla casa produttrice Munters relativamente ai modelli di ventilatori in uso
nellrsquoazienda agricola Maggiolo
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PAGINA 162 194 Settembre 2015
Livelli di pressione sonora dB(A) a 2 m
dalla sorgente
Fonte Munters specifiche tecniche dei modelli
EMEMS ndash EDHEEDSHE-EC air extraction
circulation fan ndash Declaration of conformity (2013)
Situazione attuale e scenario di progetto - Sorgenti fisse simulate
Capannone Modello EM50
Livello di
potenza sonora
dB(A) delle
singole sorgenti
Modello ED36HE
Livello di potenza
sonora dB(A) delle
singole sorgenti
1 4 882 2 958
2 8 882 - -
3 8 882 - -
4 8 882 - -
5 6 882 - -
I livelli di pressione indicati dalla casa produttrice sono stati convertiti in livelli di potenza sonora
associando al ventilatore una propagazione semisferica Come prima analisi egrave stato stimato il livelli di
pressione sonora a 2 m di distanza di un ventilatore (modello ED36 e modello EM50) collocato nella
parete di uno dei 5 capannoni su una superficie riflettente poicheacute la sorgente egrave collocata in una parete
la simulazione egrave stata effettuata considerando un coefficiente di correzione pari a + 3 dB(A)
In corrispondenza del punto collocato a 2 m la simulazione con un ventilatore ED36HE ha portato ad un
livello di pressione sonora pari a 831 dB(A) in linea con il dati fornito dalla casa produttrice che
chiaramente egrave stato determinato in condizioni controllate non riproducili
In corrispondenza del punto collocato a 2 m la simulazione con un ventilatore EM50 ha portato ad un
livello di pressione sonora pari a 754 dB(A) in linea con il dati fornito dalla casa produttrice che
chiaramente egrave stato determinato in condizioni controllate non riproducili
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COD 15V055 PAGINA 163 194
Ricostruzione del modello 3D per
la verifica della conversione del
livello di pressione sonora in
livello di potenza sonora
Relativamente al traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento nella situazione attuale e nello scenario
futuro egrave stato simulato il traffico indotto dalla normale attivitagrave svolta e che si svolgeragrave nellrsquoazienda
agricola considerando il numero massimo di mezzi pesanti che in una stessa giornata arrivano ed
escono Quindi assumendo un massimo pari a 3 mezzi giorno nella situazione attuale e 5 mezzi
giorno nello scenario futuro In via cautelativi tali mezzi sono stati fatti transitare in un breve periodo di 6
ore riferito chiaramente al periodo esclusivamente diurno
Traffico indotto simulato
Situazione
attuale Veicoli Pesanti
Scenario di progetto
Veicoli Pesanti Tipo di flusso
Tipo di manto stradale
Numero massimo di mezzi pesanti in arrivo in una giornata
30 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t
50 per rifornimento
mangime fino ad una capacitagrave dei silos
pari a 85 t contemporanea allo sfoltimento dei capi
- -
Numero di ore di operativitagrave (assunzione cautelativa)
6 6 - -
Numero massimo di mezzi pesanti in in entrata uscita dallrsquoazienda
10 17 - -
Strada di accesso allrsquoazienda agricola Flussi di traffico in entrata uscita dallrsquoazienda vh
15 20 Flusso fluido
continuo Strada non
asfaltata
Velocitagrave media di percorrenza kmh 30 30
Viabilitagrave principale Flussi di traffico in entrata uscita dallrsquoazienda vh
15 20 Flusso fluido
continuo Asfalto poroso
Velocitagrave media di percorrenza kmh 50 50
Le sorgenti fisse sono state simulate sia nella situazione attuale che nello scenario di progetto sia nel
periodo diurno (dalle 6 alle 19) che in quello serale notturno (dalle 19 alle 6) periodo questo nel quale
viceversa non sono state simulate le sorgenti mobili Nel confronto con i limiti ed in attesa della
definizione a livello italiano di valori limite per il periodo serale si egrave assunto cautelativamente il valore
limite riferito al periodo notturno anche per la fascia serale compresa tra 19 e le 22 di sera
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PAGINA 164 194 Settembre 2015
Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola dei manufatti presenti intorno alla stessa e della
viabilitagrave
(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture di allevamento e la
distribuzione dei manufatti sul territorio circostante)
195 Livelli ambientali ante operam
1951 Indagine fonometrica
Lrsquoindagine fonometrica egrave stata condotta il 25 maggio 2015 in corrispondenza di due punti di rilevamento
ritenuti significativi e rappresentativi dalla situazione attuale ed ai fini della valutazione degli impatti
attesi a seguito dellrsquoampliamento dellrsquoallevamento
Le misure sono state effettuate con uno fonometro integratore di precisione in classe 1 con filtri e
microfoni conforme a quanto richiesto dal DM 16031998 (conformi alle specifiche tecniche IEC 61672-
12002 Class 1 IEC 60651-2001 60804-2000 e ANSI S14 ndash 1983 Tipo 13 11 Filtro di Ottave S111-
1986 Tipo 1C IEC61260-am1-2001 Class 1) (certificati di taratura n 9388 del 14 maggio 2013 e n
9386 del 14 maggio 2013)
Le misure sono state effettuate in conformitagrave con le specifiche definite dal DM Ambiente 16 marzo
1998rdquo In particolare le misure sono state effettuate posizionando il microfono munito di cuffia
antivento ad unrsquoaltezza di 15 m dal piano di campagna Durante il periodo di svolgimento delle misure
non sono state rilevate precipitazioni e la velocitagrave del vento era inferiore a 5 ms
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COD 15V055 PAGINA 165 194
1952 Livelli ambientali rilevati
La restituzione del clima sonoro attuale nel periodo diurno egrave stata effettuata mediante la realizzazione
di n 2 misure fonometriche di durata pari a 20 e 30 minuti in corrispondenza di n 2 punti di
rilevamento interni allrsquoarea dellrsquoallevamento
Punto 01 ndash punto di misura localizzato a circa 21 m dai ventilatori del capannone 1 (lato ovest)
durante i 30 minuti della misura solo il sistema di ventilazione del capannone 1 egrave stato
mantenuto in funzionamento Durante il periodo di misura egrave sorvolata lrsquoazienda agricola un
aereo
Punto 02 ndash punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale (lato est) del capannone
1 durante i 20 minuti della misura solo il sistema di ventilazione del capannone 1 egrave stato
mantenuto in funzionamento Durante il periodo di misura non sono state rilevate sorgenti
esterne allrsquoazienda
Azienda Agricola Maggiolo ndash 01
Azienda Agricola Maggiolo ndash 02
I principali risultati delle misure effettuate sono riportati di seguito mentre nelle schede si possono
visualizzare i principali indicatori associati a ciascuna misura
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PAGINA 166 194 Settembre 2015
Risultati delle misure di rilevamento fonometrico
Indicazione
Scheda rilevamento
Inizio
Misura
Durata della
misura min Leq dB(A)
L1
dB(A)
L10
dB(A)
L50
dB(A)
L90
dB(A)
L99
dB(A)
01 1444 30 595 636 597 591 586 582
01 mascherata 1444 30 591 603 597 591 586 582
02 1520 20 451 494 465 447 433 423
Livelli equivalenti e livelli statistici arrotondati per eccesso (a 05)
Indicazione
Scheda rilevamento
Inizio
Misura
Durata della
misura min Leq dB(A)
L1
dB(A)
L10
dB(A)
L50
dB(A)
L90
dB(A)
L99
dB(A)
01 1444 30 595 64 60 595 59 585
01 mascherata 1444 30 595 605 60 595 59 585
02 1520 20 455 495 465 45 435 425
Le misure fonometriche effettuate hanno fatto rilevare
Punto 01 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 20 m dai ventilatori del
capannone 1 (lato ovest) un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione
sonora pari a 595 dB(A) (anche quando mascherato il passaggio dellrsquoaereo)
Punto 02 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale
(lato est) del capannone 1 un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione
sonora pari a 455 dB(A)
I livelli di pressione sonora rilevati risultano inferiori rispetto ai contributi stimati assumendo i livelli di
potenza sonora determinati per i modelli EM50 e ED36 assumendo che lrsquoattenuazione dal lato ovest
(sorgente) verso il lato est dei livelli di pressione interna allrsquocapannone egrave legata alla sola divergenza
geometrica e che il contributo dei capi egrave pari a 36 dB(A)
Punto 01 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 20 m dai ventilatori del
capannone 1 (lato ovest) un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione
sonora pari a 643 dB(A) rispetto ad un livello misurato pari a 595 dB(A) Il differenziale pari a
circa 5 dB(A) potrebbe essere legato ad un funzionamento non a pieno regime di tutti i
ventilatori durante il periodo di misura In ogni caso essendo il livello stimato superiore a quello
misurato si possono ritenere cautelativi i risultati delle stime in corrispondenza dei singoli
recettori
Punto 02 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale
(lato est) del capannone 1 un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione
sonora pari a 476 dB(A) rispetto ad un livello misurato pari a 451 dB(A) Anche in questo caso
il livello stimato risulta superiore a quello rilevato essendo quindi da ritenere cautelative le
stime in corrispondenza dei recettori
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Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola punti di misura fonometrica
(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture e il punto di rilevamento)
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196 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto
Lrsquoanalisi dei livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto ovvero del
cambiamento legato allrsquoampliamento del numero di capi allevati egrave stata fatta a partire dai risultati delle
seguenti simulazioni
Periodo diurno (assunto cautelativamente dalle 600 alle 1900)
o Situazione attuale funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5
capannoni traffico indotto massimo e pari a 1 mezzo allrsquoora in transito nella viabilitagrave di
accesso allrsquoazienda agricola e nella viabilitagrave principale per un numero di giorni totale
pari a 3 giorni per ciclo produttivo (si stima che per ciclo produttivo ci sia movimento di
mezzi pesanti per un totale pari a circa 12 giorni di cui 8 con un numero di mezzi totale
al giorno inferiore a quello simulato)
o Scenario progetto funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5
capannoni traffico indotto massimo pari a 17 mezzi allrsquoora in transito nella viabilitagrave di
accesso allrsquoazienda agricola e nella viabilitagrave principale per un giorno per ciclo produttivo
(si stima che per ciclo produttivo ci sia movimento di mezzi pesanti per un totale pari a
circa 31 giorni di cui 30 con un numero di mezzi totale al giorno inferiore a quello
simulato)
Periodo serale (dalle 1900 alle 2200) e notturno (dalle 2200 alle 600)
o Situazione attuale e di progetto funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori
istallati nei 5 capannoni sia nella situazione attuale e nello scenario di progetto
Assenza di traffico indotto
Sia la situazione attuale che lo scenario di progetto sono da considerarsi cautelative in quanto come
indicato piugrave volte il traffico di mezzi pesanti egrave limitato a solo alcune giornate e per un numero di mezzi al
giorno nella maggior parte dei casi inferiore a quello simulato Il regime di funzionamento dei
ventilatori dipende delle condizioni meteo climatiche non funzionando a pieno regime tutto lrsquoanno e
durante le 24 ore
In assenza di traffico indotto sia nella situazione attuale che in quella di progetto (durante i periodi
diurno serale e notturno) il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento si riscontra ovviamente in
prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I livelli interni allrsquoarea drsquoallevamento variano tra
420 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro 2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato
ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest risultano intorno a 70-73 dB(A) in funzione del numero di
ventilatori e della relativa potenza sonora Si consideri tuttavia che lungo il confine della proprietagrave sul
lato piugrave esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli risultano essere pari o inferiori a 70 dB(A) quando
invece nel lato meno esposto (est) i livelli risultano essere inferiori a 46 dB(A)
Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare in assenza di traffico indotto nella situazione
attuale che in quella di progetto (durante i periodi diurno serale e notturno) in corrispondenza dei
singoli recettori (da 1 a 32) tra 240 e 465 dB(A) In corrispondenza dei recettori stando ai risultati
delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) e notturno (che associamo anche al
periodo serale in attesa che venga definito a livello normativo un limite di immissione per il periodo
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serale) pari a 50 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti non risultano poter
essere superati per ragioni imputabili alla presenza dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due
scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attivitagrave di allevamento egrave chiaramente molto inferiore al limite
che il piano di classificazione acustica comunale ad esse ha associato (sempre classe III e non in
classe acustica I) risultando inferiore a 20 dB(A)
00
100
200
300
400
500
600
700
GF GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1F 2 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1
1 2 2 3 3 4 4 5 5 5n 5n 5o 5o 6 6 7 7 8 8 9n 9n 9o 9o 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 15 16 16 17 17 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 30 31 31 32 32 Az Az s1 s1 s2 s2
Contributo dellallevamento in giornate senza traffico indotto dB(A) periodo diurno serale e notturno (funzionamento sistema di ventilazione alla massima potenza)
PD PS PN giornate senza traffico indotto dB(A) Vli PN Vli PD
I dati sono stati arrotondati per eccesso a 05
Nel periodo diurno nella situazione attuale il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento compreso
il traffico indotto si riscontra ancora in prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I livelli interni
allrsquoarea drsquoallevamento variano tra 460 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro 2 metri dai
ventilatori dei capannoni (lato ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest si mantengono intorno a
70-73 dB(A) come nel periodo serale e notturno in funzione del numero di ventilatori e della relativa
potenza sonora Lungo il confine della proprietagrave sul lato piugrave esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli
si mantengono pari o inferiori a 70 dB(A) quando invece nel lato meno esposto (est) i livelli risultano
essere inferiori a 49 dB(A)
Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare nella situazione attuale diurna nelle giornate
durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dallrsquoazienda agricola in
corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24) tra 320 e 555 dB(A) In corrispondenza dei recettori
stando ai risultati delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) per la classe III nella
quale tutti i recettori sono inseriti non risulta poter essere superato per ragioni imputabili alla presenza
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dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attivitagrave di
allevamento nelle giornate con traffico indotto seppur piugrave elevato al solo funzionamento del sistema di
ventilazione in quanto in mezzi dovrebbero transitare sullrsquoasse viario che affianca entrambe le strutture
scolastiche risulta comunque inferiore al limite che il piano di classificazione acustica comunale ha
associato ad entrambe (in classe III) il contributo risulta inferiore a 46 dB(A) valore questo in ogni caso
compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione acustica per le due strutture con un
piugrave idoneo collocamento di ambedue in classe I (con un limite di immissione diurno pari a 50 dB(A)
Nel periodo diurno nello scenario di progetto il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento
compreso il traffico indotto si riscontra ancora in prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I
livelli interni allrsquoarea drsquoallevamento variano tra 470 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro
2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest si mantengono
intorno a 70-73 dB(A) come nel periodo serale e notturno e nella situazione attuale in funzione del
numero di ventilatori e della relativa potenza sonora Lungo il confine della proprietagrave sul lato piugrave
esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli si mantengono pari o inferiori a 70 dB(A) quando invece
nel lato meno esposto (est) i livelli risultano essere inferiori a 50 dB(A) con un incremento di 1 dB(A)
rispetto alla situazione attuale diurna
Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare nella situazione diurna di progetto nelle giornate
durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dallrsquoazienda agricola in
corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24) tra 335 e 580 dB(A) Anche nello scenario di progetto
in corrispondenza dei recettori stando ai risultati delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a
60 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti non risulta poter essere superato per
ragioni imputabili alla presenza dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2)
il contributo delle attivitagrave di allevamento nelle giornate con traffico indotto risulta inferiore a 48 dB(A)
valore questo in ogni caso ancora compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione
acustica per le due strutture
Per quanto riguarda il differenziale diurno (indicativo in quanto non calcolato chiaramente a partire da
dati interni agli ambienti abitativi) risulta inferiore a 25 dB(A) quindi non supera la soglia massima
ammissibili per il periodo diurno pari a 5 dB(A)
Si ritiene che in corrispondenza delle aziende agricole si debba aggiornare la classificazione acustica
associando allrsquoarea delle aziende agricola una classe acustica non inferiore alla VI (in relazione alla
quale il valore limite di emissione diurno e notturno egrave 65 dB(A) ed il limite di immissione diurno e
notturno egrave pari a 70 dB(A)) a causa necessitagrave di disporre di un sistema di raffrescamento con un
numero elevato di ventilatori
Stando ai risultati delle simulazioni effettuate si puograve ritenere che comunque il valore limite di
immissione riferito al periodo diurno (pari a 60 dB(A)) e al periodo serale e notturno (pari a 50 dB(A))
non saragrave superato in corrispondenza di alcun recettore per ragioni imputabili allrsquoattivitagrave di allevamento
Si tenga presente che gli scenari sono stati costruiti nella situazione piugrave cautelativa ovverossia
ipotizzando che il sistema di ventilazione funzione a pieno regime (al 100) con tutti gli aspiratori drsquoaria
in funzionamento in ciascuno dei capannoni e considerando il massimo contributo del traffico indotto
dalle attivitagrave di allevamento
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00
100
200
300
400
500
600
700
GF GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1F 2 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1
1 2 2 3 3 4 4 5 5 5n 5n 5o 5o 6 6 7 7 8 8 9n 9n 9o 9o 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 15 16 16 17 17 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 30 31 31 32 32 Az Az s1 s1 s2 s2
Contributo dellallevamento in giornate con traffico indotto dB(A) periodo diurno (funzionamento sistema di ventilazione alla massima potenza)
PD attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato sulle ore con traffico indotto)
PD di progetto in giornate con traffico indotto (livello ponderato sulle ore con traffico indotto)
Vli PD
I dati sono stati arrotondati per eccesso a 05
Contributo delle attivitagrave di allevamento in corrispondenza dei singoli recettori
recettore Piano
Periodo diurno serale e
notturno in giornate senza traffico indotto
Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato
sulle ore con traffico indotto)
Periodo diurno di progetto in giornate con
traffico indotto (livello
ponderato sulle ore con traffico
indotto)
Valore limite di
immissione periodo serale
notturno Vli PN
Valore limite di
immissione periodo diurno Vli PD
Differenziale periodo
diurno nelle giornate con
traffico indotto
1 GF 340 440 465 50 60 25
2 GF 340 435 455 50 60 20
2 F 1 340 430 450 50 60 20
3 GF 330 505 525 50 60 20
3 F 1 345 500 525 50 60 25
4 GF 285 555 580 50 60 25
4 F 1 315 540 565 50 60 25
5 GF 240 495 515 50 60 20
5 F 1 260 480 505 50 60 25
5n GF 310 525 550 50 60 25
5n F 1 325 520 540 50 60 20
5o GF 310 475 500 50 60 25
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recettore Piano
Periodo diurno serale e
notturno in giornate senza traffico indotto
Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato
sulle ore con traffico indotto)
Periodo diurno di progetto in giornate con
traffico indotto (livello
ponderato sulle ore con traffico
indotto)
Valore limite di
immissione periodo serale
notturno Vli PN
Valore limite di
immissione periodo diurno Vli PD
Differenziale periodo
diurno nelle giornate con
traffico indotto
5o F 1 330 480 500 50 60 20
6 GF 315 455 480 50 60 25
6 F 1 315 450 475 50 60 25
7 GF 265 420 440 50 60 20
7 F 1 280 420 445 50 60 25
8 GF 285 415 440 50 60 25
8 F 1 295 420 440 50 60 20
9n GF 290 380 405 50 60 25
9n F 1 300 385 405 50 60 20
9o GF 285 345 365 50 60 20
9o F 1 300 350 365 50 60 15
10 GF 285 330 340 50 60 10
10 F 1 285 335 350 50 60 15
11 GF 265 320 340 50 60 20
11 F 1 290 335 345 50 60 10
12 GF 425 430 430 50 60 00
12 F 1 430 435 435 50 60 00
13 GF 385 390 390 50 60 00
13 F 1 415 415 415 50 60 00
14 GF 430 430 435 50 60 05
14 F 1 435 435 440 50 60 05
15 GF 440 440 440 50 60 00
15 F 1 445 450 450 50 60 00
16 GF 400 405 405 50 60 00
16 F 1 405 410 410 50 60 00
17 GF 420 420 425 50 60 05
17 F 1 445 445 445 50 60 00
17 F 2 455 455 460 50 60 05
18 GF 440 440 440 50 60 00
18 F 1 455 460 460 50 60 00
19 GF 410 410 410 50 60 00
19 F 1 425 425 430 50 60 05
20 GF 420 420 420 50 60 00
20 F 1 430 435 435 50 60 00
21 GF 460 460 460 50 60 00
21 F 1 465 465 465 50 60 00
22 GF 365 375 380 50 60 05
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recettore Piano
Periodo diurno serale e
notturno in giornate senza traffico indotto
Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato
sulle ore con traffico indotto)
Periodo diurno di progetto in giornate con
traffico indotto (livello
ponderato sulle ore con traffico
indotto)
Valore limite di
immissione periodo serale
notturno Vli PN
Valore limite di
immissione periodo diurno Vli PD
Differenziale periodo
diurno nelle giornate con
traffico indotto
22 F 1 365 375 380 50 60 05
23 GF 355 370 375 50 60 05
23 F 1 365 380 385 50 60 05
24 GF 335 355 360 50 60 05
24 F 1 350 365 370 50 60 05
25 GF 285 320 335 50 60 15
25 F 1 345 360 365 50 60 05
26 GF 335 345 350 50 60 05
26 F 1 335 350 355 50 60 05
27 GF 335 350 355 50 60 05
27 F 1 335 350 355 50 60 05
28 GF 310 330 340 50 60 10
28 F 1 335 360 370 50 60 10
29 GF 335 350 360 50 60 10
29 F 1 335 350 355 50 60 05
30 GF 315 330 340 50 60 10
30 F 1 335 355 365 50 60 10
31 GF 335 355 370 50 60 15
31 F 1 335 355 360 50 60 05
32 GF 330 355 365 50 60 10
32 F 1 330 355 365 50 60 10
Az GF 425 425 425 50 60 00
Az F 1 445 445 445 50 60 00
Az F 1 445 445 445 50 60 00
s1 GF 200 455 475 50 60 20
s1 F 1 215 460 480 50 60 20
s2 GF 160 460 480 50 60 20
Piano GF ndash piano terreno F1 ndash primo piano
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20 RIFIUTI
I rifiuti prodotti dallrsquoAzienda Agricola sono quelli tipici di una azienda agricola zootecnica e consistono
per lo piugrave in imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti) in carta (per il trasporto
delle materie prime aggiuntive a quella trasportata con autobotti e caricata direttamente sui silos di
stoccaggio) ed in vetro (contenitori per medicinali) A seguito dellrsquoampliamento ci saragrave un conseguente
incremento della produzione di rifiuti non si prevedendo che vengano tuttavia diversificate le categorie
di rifiuti prodotti
Tipologia di rifiuti solidi prodotti dallrsquoazienda agricola
Rifiuti pericolosi
13 02 06 Scarti di olio sintetico per motori ingranaggi e lubrificazione
(ad esempio da trattori e gruppi elettrogeni)
15 01 10 Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze
(ad esempio disinfestanti)
Rifiuti non pericolosi
15 01 01 Imballaggi in carta e cartone
15 01 02 Imballaggi in plastica
15 01 05 imballaggi in materiali compositi
15 01 06 imballaggi in materiali misti
15 01 07 imballaggi di vetro
Per la gestione delle carogne (spoglie di animali morti prematuramente prima del loro conferimento al
macello) lrsquoazienda egrave dotata di apposita cella frigorifera adatta al contenimento temporaneo fino al
momento della consegna alla ditta autorizzata che effettua il relativo smaltimento a norma di legge
Nellrsquoazienda agricola egrave presente una area coperta nella quale verranno posizionati i contenitori per la
raccolta separata di tutti i rifiuti prodotti
21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE
Considerati i risultati delle analisi e valutazione effettuate ed esposte dei capitoli precedenti e
considerato che si tratta di un allevamento esistente il cui ampliamento non richiede la realizzazione di
ulteriore strutture e manufatti si ritiene non essere necessario effettuare delle indagini ad hoc sui temi
tratti e oggetto del presente studio di impatto ambientale
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22 ALLEGATO TECNICO
221 Aria e emissioni odorigene
2211 Bibliografia di riferimento
Alberta Environment 2004 Assessment Report On Ammonia For Developing Ambient Air Quality
Objectives - Volume I January 2004 pp 121 httpesrdalbertacaairobjectives-directives-policies-
and-standardsdocuments6655pdf
ARPAV 2014 Campagna di Monitoraggio della Qualitagrave dellAria Comune di PORTO VIRO Via Nello
Fregnan Periodo di attuazione 22012013 ndash 25022013 (semestre invernale) 20052013 ndash
15072013 (semestre estivo) Relazione Tecnica
Cesano M 2013 Emissioni di inquinanti provenienti da allevamenti animali in provincia di Cuneo
Studio dei diversi contributi alle emissioni gassose ARPA Piemointe Dip di Cuneo pp 32
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Navarotto P 2004 La zootecnia tra realtarsquo ed evoluzione Normativa in campo ambientale Mantova 4
giugno 2004 IPPC la riduzione delle emissioni in atmosfera nel settore zootecnico
Navarotto P Guarino M Brambilla M 2007 Odori emessi dagli allevamenti suinicoli come
prevederne lrsquointensitagrave a diverse distanze Quaderni della ricerca Regione Lombardia ndash Direzione
Generale Agricoltura pp60
OrsquoNeill D H V R Phillips 1992 A review of the control of odour nuisance from livestock buildings
Part 3 Properties of the odorous substances which have been identified in livestock wastes or in the air
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Pinna M 1977 Climatologia Torino Utet
Provolo P Riva E Serugrave S 2008Gestione e riduzione dellrsquoazoto di origine zootecnica Soluzioni
tecnologiche e impiantistiche Quaderni della ricerca n 93 - Settembre 2008 pp36
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 181 194
Regione Lombardia 2010 Linea guida per la caratterizzazione e lautorizzazione delle emissioni
gassose in atmosfera delle attivitagrave ad impatto odorigeno
httpwwwretiregionelombardiaitsharedccurl10181021Linea20guida20odoripdf
Regione Toscana 2010 Criteri Direttivi Per Il Contenimento Delle Emissioni In Atmosfera Delle
Centrali Geotermoelettriche Prescrizioni da utilizzare nei procedimenti regionali di VIA e di
concessioneautorizzazione ex L 8961986 e LR 392006
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and development J Air Waste Manag Assoc 2011 Mar61(3)269-76
Yu Z Guo H Lagueuml C 2011b Development of a livestock odor dispersion model part II Model theory
and development J Air Waste Manag Assoc 2011 Mar 61(3)277-84 J Air Waste Manag Assoc 2011
Mar61(3)277-84
2212 Allegato ndash Descrizione del modello Windimula
SINTESI DELLA DESCRIZIONE DELLE EQUAZIONI UTILIZZATE DAL MODELLO WD3 ndash MAIND
SRL
Sistema delle coordinate
Il sistema di coordinate utilizzate egrave un sistema cartesiano con lrsquoasse x orientato da Ovest a Est e lrsquoasse y orientato
da Sud a Nord Le unitagrave di misura sono espresse in metri la posizione dei vari punti del reticolo cartesiano egrave
espressa dallrsquoequazione seguente
Calcolo delle distanze
Durante il calcolo il sistema di coordinate viene ruotato per portare lrsquoasse x a coincidere con la
direzione del vento
Le equazioni utilizzate sono le seguenti
- modifica della direzione del vento
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dove dirprov egrave la direzione di provenienza del vento in gradi (secondo le convenzioni meteorologiche
internazionali) inserita come dato di input
modifica della posizione della sorgente e del recettore
calcolo della distanza sottovento e della distanza perpendicolare alla direzione del vento di un recettore
rispetto alla sorgente
calcolo della distanza radiale sorgente-recettore (usato nel calcolo climatologico)
CALCOLO DEL PROFILO VERTICALE DEL VENTO
Calcolo del vento alla quota H
Teoricamente il vento che appare nella formulazione gaussiana dovrebbe essere inteso come valore
medio sullrsquoestensione del pennacchio Poicheacute i dati meteorologici di partenza sono generalmente
disponibili al suolo si utilizza una legge esponenziale per trasportare lrsquointensitagrave della velocitagrave del vento
alla quota desiderata mantenendone comunque costante la direzione Nel calcolo dellrsquoaltezza efficace
si utilizza la velocitagrave del vento riportata allrsquoaltezza fisica del camino nel calcolo ellrsquoequazione si utilizza
il valore medio tra la velocitagrave del vento riportata allrsquoaltezza fisica del camino e la velocitagrave del vento
riportata allrsquoaltezza efficace cioegrave allrsquoaltezza effettiva del rilascio Poicheacute in presenza di orografia questa
altezza puograve essere inferiore allrsquoaltezza fisica del camino si considera comunque la velocitagrave del vento
calcolata allrsquoaltezza del camino come valore limite inferiore
Lrsquoequazione utilizzata egrave la seguente
dove
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uHe velocitagrave del vento alla quota desiderata
uref velocitagrave del vento misurata alla quota zref
He quota di calcolo
z0 rugositagrave superficiale
p esponente che dipende dalla classe di stabilitagrave
Classe di stabilitagrave Coeff P
A 01
B 01
C 016
D 016
E 03
F 03
Nel caso in cui siano disponibili due set di misure a due quote diverse (z2 z1 con z2 gt z1) lrsquoesponente
p viene calcolato utilizzando questa formula
Limiti
la velocitagrave calcolata deve risultare comunque maggiore di umin (default 1 msec)
se lrsquoaltezza di calcolo e lrsquoaltezza della prima misura sono inferiori alla quota Hmin si pone u=u1
lrsquoaltezza di calcolo egrave assunta comunque maggiore di Hmin e minore di Hmax (default 200 m)
impostati nei parametri generali del calcolo
se lrsquoaltezza di calcolo egrave inferiore alla quota della prima misura si pone u=u1
in presenza di due set di dati si assume come direzione del vento quella piugrave vicina allrsquoaltezza
del rilascio
in caso di calma di vento si utilizza in diverso valore di umin (default 05 ms)
MODELLO SHORT TERM PER SORGENTI PUNTIFORMI IN PRESENZA DI VENTO
Formula generale dellrsquoequazione gaussiana
Lrsquoequazione gaussiana che esprime la concentrazione per sorgenti puntiformi elevate con emissioni
continue assume la seguente forma
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dove
Q emissione di inquinante espresso come massa per unitagrave di tempo
V termine verticale (par 32 )
D termine di decadimento (par 38 )
Σy (x) σ z (x) coefficienti di dispersione laterale e verticale (m)
u velocitagrave del vento alla quota del rilascio (ms)
x distanza sottovento tra la sorgente e il recettore rispetto alla direzione del vento (par 11 )
y distanza perpendicolare alla direzione del vento tra lrsquoasse del pennacchio e il recettore (par
11 )
z quota del recettore rispetto al suolo
Tale equazione viene ricavata in base alle seguenti ipotesi
processo stazionario
condizioni meteorologiche costanti
trasporto turbolento lungo lrsquoasse x trascurabile rispetto al trasporto per avvezione
coefficienti di dispersione costanti in y e z
emissione costante
suolo riflettente
Lrsquoequazione gaussiana non egrave applicabile in condizioni di calma di vento per questo motivo si assume
generalmente un valore minimo di 1 ms per la velocitagrave del vento
NOTA con questa formula generica egrave possibile calcolare C anche a quote superiori al suolo (ldquoflagpole
recettorerdquo)
Termine verticale
La forma generale del termine verticale V egrave la seguente
dove il secondo termine rappresenta lrsquoeffetto della riflessione del terreno e il termine Vinv rappresenta
lrsquoeffetto delle riflessioni del plume causate dalla presenza di unrsquo inversione in quota
Il termine h assume inizialmente la seguente forma
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formula utilizzata per descrivere il downwash degli edifici) e ΛH rappresenta il sovralzo dei fumi
Termine verticale in presenza di inversione in quota
Le classi ABC e D sono caratterizzate da un inversione in quota che limita la diffusione verticale La
quota di questa inversione in quota viene spesso indicata con il termine di altezza di rimescolamento
La presenza di questa inversione in quota modifica lrsquoequazione gaussiana con lrsquointroduzione del
termine Vinv
dove Vinv rappresenta la base dellrsquoinversione in quota
Il modello gaussiano non considera la possibilitagrave che il pennacchio riesca a superare lrsquoinversione nel
caso ciograve si realizzi la diffusione verso il basso viene fortemente inibita e i valori di concentrazione
risultano molto bassi Per questo motivo lrsquoinserimento di una inversione in quota piugrave bassa dei valori
standard dello strato rimescolato puograve portare a valori molto elevati e non realistici di concentrazione al
suolo La serie riportata nella formula converge abbastanza rapidamente e in generale sono sufficienti
poche iterazioni il parametro impostato di default esegue 4 riflessioni Il modello contiene dei valori di
default per lrsquoaltezza dello strato rimescolato egrave comunque possibile inserire un valore direttamente
come dato di input
Termine verticale per diffusione di particolato
In caso di diffusione di particolato o di gas pesanti il modello gaussiano viene modificato per tener
conto degli effetti legati alla velocitagrave di sedimentazione gravitazionale Il primo effetto sullrsquoequazione egrave
quello di introdurre un abbassamento dellrsquoasse del pennacchio modificando il termine h descritto in
precedenza
dove
vg rappresenta la velocitagrave di sedimentazione gravitazionale
u velocitagrave del vento alla quota del pennacchio
La modifica del termine h serve a tener conto dellrsquoeffetto della gravitagrave sulla diffusione dellrsquoinquinante e
viene generalmente indicato come Tilted Plume Model
Effetti della deposizione secca sullrsquoequazione
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In generale la deposizione degli inquinanti gassosi e del particolato leggero (particelle fino a 1 micron)
ha effetti trascurabili sulla concentrazione dovuta alla diffusione In caso contrario egrave necessario tener
conto del fatto che parte del materiale si deposita al suolo facendo cadere lrsquoipotesi di suolo riflettente In
generale la deposizione di un inquinante si puograve calcolare tramite la relazione
F flusso di deposizione al suolo
C(xy0) concentrazione al suolo
vd velocitagrave di deposizione
Si tenga presente che in caso di particolato la velocitagrave di deposizione NON egrave la velocitagrave di
sedimentazione gravitazionale In generale i fenomeni che determinano la deposizione cioegrave la cattura
da parte del suolo dellrsquoinquinante sono molto complessi ed esulano dalla trattazione di un modello
semplice come egrave il modello gaussiano anche percheacute richiedono generalmente lrsquointroduzione di
informazioni iniziali spesso non disponibili o di difficile reperibilitagrave che dipendono dal tipo di inquinante
dal tipo di terreno dal tipo di vegetazione e dalle condizioni meteorologiche Il modello quindi adotta un
approccio conservativo trascurando il calcolo della deposizione secca Tale approccio egrave sicuramente
adatto ad applicazioni di tipo regolatorio Il modello permette comunque di adottare la stessa soluzione
presente nel DIMULA ndash DOS che in caso di velocitagrave di sedimentazione diversa da zero ipotizza che
tutto lrsquoinquinante di depositi trascurando il termine di riflessione dellrsquoequazione gaussiana
Effetti della deposizione umida sullrsquoequazione (opzione avanzata)
Analogamente a quanto descritto per la deposizione secca la presenza della deposizione umida
modifica lrsquoequazione gaussiana per tener conto del materiale rimosso dalla pioggia diminuendo il
termine di emissione Contrariamente alla deposizione secca perograve la formulazione generalmente
adottata per la modifica dellrsquoequazione gaussiana egrave piugrave semplice ed ha la forma seguente
dove
λ = Scavening coefficiente (hr(smm))
R= rate di precipitazione (mmhr)
Il modello include il calcolo dellrsquoeffetto della deposizione umida si tenga presente che lrsquoinclusione di
questo calcolo serve SOLO per valutare lrsquoeffetto della deposizione umida sulle concentrazioni e NON
per calcolare il flusso di deposizione
Calcolo del Plume Rise
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Le equazioni utilizzate per il calcolo del plume rise si basano sulle note formulazioni di Briggs
raccomandate anche da EPA Lo schema utilizzato dal modello coincide quasi integralmente con lo
schema utilizzato da ISC e da CALPUFF
Definizione delle variabili
hS altezza fisica del camino (m)
hrsquoS altezza del camino modificata per effetto della scia del camino (m)
d diametro interno del camino (m)
rs raggio interno del camino
vs velocitagrave di efflusso dei fumi (ms)
Ts temperatura dei fumi (K)
dH sovralzo dei fumi
xf distanza alla quale si verifica il sovralzo finale dei fumi
us velocitagrave del vento alla bocca del camino (ms)
Ta temperatura dellrsquoaria
ϑpartz gradiente verticale della temperatura potenziale per la classe di stabilitagrave E
vale 002 (ISC) o 0015 (DIMULA) per la classe di stabilitagrave F vale 0035 (ISC) o 0037 (DIMULA)
Bh altezza degli edifici in direzione del vento
Bw larghezza dellrsquoedificio vicino alla sorgente perpendicolare alla direzione del vento
g accelerazione di gravitagrave (980616 ms2)
Effetto scia del camino (Stack aerodynamic effect)
La bassa pressione che si forma sottovento al camino puograve avere lrsquoeffetto di abbassare lrsquoasse del
pennacchio quando la velocitagrave di efflusso dei fumi risulta particolarmente bassa Quando la velocitagrave di
efflusso dei fumi risulta inferiore a 15 volte la velocitagrave del vento si valuta lrsquoeffetto di scia del
camino utilizzando la formula (Briggs) seguente
Lrsquoapplicazione di questa formula ha lrsquoeffetto di ridurre lrsquoaltezza fisica del rilascio
Il calcolo egrave opzionale (in quanto camini che soddisfano il criterio vs lt 15 us possono avere dispositivi
che prevengono lrsquoeffetto scia del camino Il calcolo non viene eseguito in caso di calma di vento
Limiti Per evitare che con camini bassi e larghi il valore corretto possa diventare negativo viene
assunto un limite inferiore come percentuale sul valore totale Un valore indicativo puograve essere 13
(pg204 ref 2) ISC e DIMULA limitano a 0 la correzione
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Parametri utilizzati nei calcoli del plume rise
Flusso di galleggiamento
Flusso del momento
Parametro di stabilitagrave
Calcolo del sovralzo dei fumi per atmosfera instabile o neutra
Si calcola la ldquocrossover temperaturerdquo che serve per determinare se il sovralzo egrave prevalentemente
guidato dal sopralzo termico o dal flusso di momento
per Fb lt 55
per Fb ge 55
Sovralzo dominato dal flusso di
galleggiamento
(T T ) ( T) S A c
FB lt 55
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FB = 55
FB gt 55
Sovralzo dominato dal flusso di momento
Calme di vento non crsquoeacute una trattazione specifica si pone u=umin
Limiti
bull la velocitagrave del vento alla bocca del camino viene comunque posta u gt= umin
bull nel caso in cui lrsquoaltezza efficace superi la quota dellrsquoinversione si veda 356
bull se lrsquoaltezza del camino (prima del calcolo) supera lrsquoaltezza di inversione o lrsquoaltezza dello strato
rimescolato la concentrazione viene posta a 0 su tutto il dominio
Calcolo del sovralzo dei fumi per atmosfera stabile
Si calcola la ldquocrossover temperaturerdquo che serve per determinare se il sovralzo egrave prevalentemente
guidato dal sovralzo termico o dal flusso di momento
Sovralzo dominato dal flusso di galleggiamento
Sovralzo dominato dal flusso di momento
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il sovralzo dominato dal momento in caso di atmosfera stabile e non puograve superare quello calcolato in
atmosfera instabile o neutra
Calma di vento
a causa del termine negativo ndash3d si impone che comunque il sovralzo non sia negativo
Limiti
Se lrsquoaltezza efficace supera lrsquoaltezza dello strato rimescolato si pone altezza efficace uguale altezza
dello stratorimescolato
Coefficienti di Dispersione
Il calcolo dei coefficienti di dispersione procede attraverso i seguenti passi
calcolo delle sigma di Briggs
correzione dei valori calcolati introducendo il calcolo della BID (Buoyancy Induced Dispersion)
In caso di utilizzo del modello di Huber Snyder per la valutazione del building downwash il
calcolo egrave modificato in questo modo (descritto nel capitolo successivo)
per distanze inferiori a 10BB calcola le σ y (x)e σ z (x) utilizzando le formule di tale modello e
scegliendo il valore massimo rispetto alle sigma di Briggs per distanze superiori calcola le σ y
(x+xvirt)e σ z (x+xvirt) di Briggs alla distanza x+xvirt
correzione dei valori calcolati introducendo il calcolo della BID (Buoyancy Induced Dispersion)
Formule di Briggs
Le formule di dispersione piugrave utilizzate nei modelli per il calcolo di σ y e σ z in mancanza di misurazioni
o calcoli diretti della turbolenza sono quelle di Briggs (1973) ottenute combinando una larga serie di dati
sperimentali
dove
b=1
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d=-05
e=1
f=1
e=1
f=1
DIMULA DOS contiene inoltre un modello per il calcolo delle formule di dispersione basato sulla
rugositagrave superficiale (egrave evidente che questo modello ha un senso quando viene fornito al modello un
campo xy di rugositagrave superficiale)
Termine di decadimento
Il termine di decadimento inserito nellrsquoequazione di concentrazione egrave un modo semplice per
considerare lrsquoeffetto sulla concentrazione della rimozione del materiale inquinante Tale rimozione puograve
essere dovuta a deposizione secca o umida a effetti chimici o altro Il termine di decadimento egrave della
forma
dove γ rappresenta il coefficiente di decadimento espresso in secondi alla meno 1 Assegnare a γ il
valore 0 significa trascurare il decadimento (opzione di default) Una relazione utile per calcolare γ se egrave
noto il tempo di dimezzamento della sostanza in esame egrave la seguente
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Il termine di decadimento potrebbe essere utilizzato per descrivere la perdita di materiale
dovuta alla deposizione umida utilizzando la seguente relazione
ψ = λR
dove λ rappresenta lo ldquoscavening coefficientrdquo (smmhr) -1 e R rappresenta il rate di precipitazione
(mmhr) si egrave preferito perograve tenere separati i due effetti per consentire lrsquoutilizzo continuativo del modello
con sequenze di dati meteo
MODELLO SHORT TERM PER SORGENTI AREALI IN PRESENZA DI VENTO
In genere le sorgenti areali vengono schematizzate come sorgenti puntiformi virtuali arretrate rispetto al
centro della sorgente areale questa schematizzazione si traduce sostanzialmente nellrsquoinserimento di
valori di dispersione iniziali che tengano conto della reale dimensione della sorgente utilizzando la
stessa equazione usata per descrivere le sorgenti puntiformi Un altro possibile approccio egrave quello di
considerare la concentrazione prodotta da una sorgente areale come il risultato della concentrazione
prodotta da n sorgenti puntiformi distribuite sullrsquoarea effettivamente occupata dalla sorgente areale
La formulazione di Cirillo e Cagnetti (12) adottata da DIMULA DOS prevede lrsquoutilizzo di due modelli
un modello per le grandi distanze basato sullrsquointegrazione dellrsquoequazione della sorgente
puntiforme sulla superficie dellrsquoarea della sorgente
un modello per le brevi distanze basato sulla modifica delle sigma orizzontali di dispersione
Viene calcolata una distanza di riferimento Xstar (formulazione no riportata) che rappresenta il limite dei
due modelli questa distanza egrave la distanza alla quale il calcolo delle sigma di dispersione dei due
modelli coincide
Il calcolo della dispersione verticale
Il coefficiente di dispersione verticale viene calcolato in entrambi i modelli secondo la seguente formula
dove σz rappresenta la dispersione calcolata secondo le formule di Briggs e σz0 rappresenta la
dispersione verticale iniziale e viene inserita come dato di input dallrsquoutente In letteratura sono riportate
diverse indicazioni per lrsquoassegnazione di questo valore
Dimula DOS utilizza lrsquoaltezza degli edifici intorno alla sorgente divisa per 25
ISC suggerisce di utilizzare la dimensione verticale della sorgente divisa per 215 se la sorgente
egrave vicina al suolo ed isolata lrsquoaltezza degli edifici divisa per 215 se la sorgente egrave elevata o
adiacente a edifici lrsquoaltezza della sorgente divisa per 43 se la sorgente egrave elevata ed isolata
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COD 15V055 PAGINA 193 194
42 Il modello per X lt Xstar
Il modello per piccole distanze egrave il modello puntiforme con la dispersione laterale modificata secondo la
formula
dove
σy dispersione calcolata secondo le formule di Briggs
R area della sorgente
K(R) funzione definita per il trasporto di lunga distanza
sf fattore moltiplicativo del raggio della sorgente areale per il calcolo della Sigma Y iniziale (impostato
nei parametri generali del calcolo con valore di default 05)
MODELLO PER LE CALME DI VENTO
Inquadramento
Ai fini delle misure strumentali le calme di vento sono tutte quelle situazioni meteorologiche nelle quali
gli strumenti di
misura non riescono a definire una direzione e una intensitagrave del vento
A questa situazione strumentale (assenza del dato) corrispondono in realtagrave moltissime e diverse
situazioni meteorologiche
La gestione modellistica delle calme di vento presenta sostanzialmente due problemi
mancanza di dati per inizializzare i modelli
varietagrave delle situazioni meteorologiche che ricadono nella definizione di calme di vento
Queste difficoltagrave hanno portato lrsquoEPA e definire una metodologia per trattare le calme di vento che
consiste in un preprocessamento dei dati meteorologici finalizzato allrsquoeliminazione delle condizioni di
calma
I modelli gaussiani in particolare non sono in grado di gestire le calme di vento
per ragioni fisiche in quanto contrastano con le ipotesi di derivazione della formulazione
gaussiana
per ragioni matematiche in quanto la velocitagrave del vento egrave presente a denominatore
La soluzione presente nella versione precedente di DIMULA si basa sul modello CAGNETTI
FERRARA questo modello basato sullrsquointegrazione temporale dellrsquoequazione gaussiana a puff
presenta perograve il difetto di divergere nellrsquoorigine calcolando valori irrealistici e sovrastimati nei recettori
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vicini alla sorgente Per questo motivo egrave la trattazione delle calme e delle condizioni di vento debole egrave
stata modificata adottando il modello CIRILLO POLI
Trattamento delle condizioni di calma nel modello short term con sequenza di dati orari
La gestione del calcolo in base ai dati di ogni singolo record orario per sorgenti puntiformi segue lo
schema seguente
La gestione del calcolo in base ai dati di ogni singolo record orario per le sorgenti areali segue il
seguente schema
Il modello di Cirillo Poli non si applica alle sorgenti areali nelle situazioni di mancanza di dati si applica
un modello gaussiano con split sigma
Il modello gaussiano ridotto con split sigma presenta le seguenti ipotesi
la distanza x egrave assunta come distanza radiale
la distanza y egrave assunta pari al raggio della sorgente areale
Sigmaz egrave calcolata come nel modello gaussiano
seguendo Cirillo e Poli Sigmay egrave calcolata da
bull
dove richiesto si assume come velocitagrave del vento il valore minimo impostato di default dal modello per
le situazioni di calma
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COD 15V055 PAGINA 5 194
10122 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 75
1013 Zone umide di importanza internazionale 75
10131 Riferimenti generali 75
10132 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 76
11 REGIME VINCOLISTICO 76
111 Vincolo sismico 76
1111 Riferimenti generali 76
1112 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine 77
112 Vincolo idrogeologico 78
1121 Riferimenti generali 78
1122 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine 78
113 Patrimonio culturale beni culturali e beni paesistici vincolati 78
1131 Riferimenti generali 78
1132 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e lrsquoallevamento avicolo 79
12 USI DEL SUOLO 85
121 Impatti sullrsquouso del suolo 85
13 FLORA E FAUNA 86
131 Fauna 86
132 Flora 91
133 Stima degli impatti 91
14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI 93
141 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici 93
142 Impatti sui beni architettonici e archeologici 98
15 PAESAGGIO 101
151 Quadro conoscitivo del Paesaggio 101
152 Caratteri del Paesaggio nellrsquoarea di analisi 106
153 Impatti sul paesaggio 107
16 ACQUE 109
161 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee 109
162 Consumi di acqua 113
163 Impatti sulle acque 113
17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE 114
171 Premessa 114
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PAGINA 6 194 Settembre 2015
172 Breve richiamo delle caratteristiche dellrsquoAzienda e dellrsquoattivitagrave di allevamento116
173 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo 117
174 Emissione aziendali 119
1741 Fattori di emissione 119
1742 Quadro emissivo aziendale 120
1743 Sorgenti fugitive 123
1744 Ventilazione 123
175 Quadro meteoclimatico 124
1751 Precipitazioni 124
1752 Temperatura 125
1753 Umiditagrave relativa 126
1754 Anemolologia 127
1755 Classi di stabilitagrave atmosferica 130
171 Qualitagrave dellrsquoaria 130
172 Modello di dispersione 131
1721 Scelta della tipologia di modello e del codice software 131
1722 Estensione del dominio territoriale di analisi 131
1723 Scansione temporale 131
1724 Descrizione del modello 132
1725 Dati di input del modello 134
1726 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie 134
173 Normativa di riferimento 135
1731 Particolato 135
1732 Ammoniaca 135
1733 Idrogeno solforato 136
1734 Composti odorigeni 136
174 Risultati delle simulazioni 138
1741 Composti odorigeni 138
1742 Ammoniaca 141
1743 Particolato fine 143
1744 Idrogeno solforato 145
175 10 Considerazioni conclusive 147
18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALLrsquoATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO 148
181 Assi viari interessati dal traffico indotto 148
182 Stima del traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento 150
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19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO 156
191 Premessa 156
192 Stima dellrsquoimpatto acustico ndash modello di simulazione 156
193 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici 158
194 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate allrsquoattivitagrave di allevamento 160
1941 Sorgenti fisse e sorgenti mobili 160
195 Livelli ambientali ante operam 164
1951 Indagine fonometrica 164
1952 Livelli ambientali rilevati 165
196 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto 173
20 RIFIUTI 179
21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE 179
22 ALLEGATO TECNICO 180
221 Aria e emissioni odorigene 180
2211 Bibliografia di riferimento 180
2212 Allegato ndash Descrizione del modello Windimula 181
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PAGINA 8 194 Settembre 2015
1 PREMESSA
11 Oggetto dello Studio di impatto ambientale
LrsquoAzienda Agricola Maggiolo egrave localizzata in Via Bella Venezia 147 Castelfranco Veneto in Provincia di
Treviso Nellrsquoazienda agricola si svolge lrsquoattivitagrave di allevamento di polli a terra fino ad un massimo di
39500 polli per ciclo Lrsquoazienda intende sfruttare la potenzialitagrave massima pari a 110000 capi per ciclo
Per tanto lrsquoazienda intende avviare le seguenti procedure
Valutazione di impatto ambientale ai sensi del D Lgs 1522006 smi ldquoNorme in materia ambientalerdquo
in quanto ricadente al punto ac) dellrsquoAllegato III ldquoImpianti per lallevamento intensivo di pollame o di
suini con piugrave di 85000 posti per polli da ingrasso 60000 posti per gallinerdquo
Valutazione di incidenza ai sensi del DPR 35797 Regolamento recante attuazione della direttiva
9243CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali noncheacute della flora e
della fauna selvaticherdquo in quanto rientrare allrsquointerno della area Natura 2000 ZPS IT3240026 ldquoPrai di
Castello di Godegordquo
Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ai sensi del D Lgs 1522006 smi in quanto ricadente al
punto 66 a) dellrsquoAllegato I ldquoImpianti per lallevamento intensivo (hellip) con piugrave di 40000 posti
pollamerdquo
La presente relazione costituisce quindi lo studio di impatto ambientale funzionale allo espletamento
della procedura di Valutazione di impatto ambientale di competenza della Provincia di Treviso
12 Riferimenti normativi
In data 14 febbraio 2009 sono entrate in vigore le norme in materia di procedure di VIA (Valutazione di
Impatto Ambientale) cosigrave come previsto dallrsquoart 35 ldquoDisposizioni transitorie e finalirdquo della Parte
Seconda del D Lgs 15206 ldquoNorme in materia ambientalerdquo come modificato successivamente
Drsquoaccordo con il D Lgs 15206 e smi art 35 ldquoDisposizioni transitorie e finalirdquo ldquo1 Le regioni adeguano il
proprio ordinamento alle disposizioni del presente decreto entro dodici mesi dallentrata in vigore In
mancanza di norme vigenti regionali trovano diretta applicazione le norme di cui al presente decreto 2
Trascorso il termine di cui al comma 1 trovano diretta applicazione le disposizioni del presente decreto
ovvero le disposizioni regionali vigenti in quanto compatibili (hellip)rdquo Con le DGRV n 308 del 10 febbraio
2009 n 327 del 17 febbraio 2009 (Allegati A e B) n 4145 del 29 dicembre 2009 n 1539 del 27
settembre 2011 e ancora n n 575 del 03 maggio 2013 la Regione del Veneto ha delineato gli indirizzi
applicativi specifici in materia di valutazione ambientale di coordinamento tra il Dlgs 1522006 come
modificato ed integrato dal DLgs 42008 con la LR 101999
Secondo la normativa nazionale (e regionale) vigente sono sottoposti a procedura di VIA tra altre
tipologie (All III) le seguenti tipologie di allevamento
ac) Impianti per lrsquoallevamento intensivo di pollame o di suini con piugrave di
o 85000 posti per polli da ingrasso 60000 posti per galline
o 3000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg) o
o 900 posti per scrofe
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COD 15V055 PAGINA 9 194
13 Struttura dello studio di impatto ambientale
Lo studio di impatto ambientale egrave stato predisposto sulla base delle indicazioni di cui al D Lgs
1522006 smi Allegato VII - Contenuti dello Studio di impatto ambientale e che fanno riferimento
drsquoaccordo con lrsquoart 22 del medesimo decreto a
a) descrizione del progetto con informazioni relative alle sue caratteristiche alla sua localizzazione
ed alle sue dimensioni
b) descrizione delle misure previste per evitare ridurre e possibilmente compensare gli impatti
negativi rilevanti
c) dati necessari per individuare e valutare i principali impatti sullambiente e sul patrimonio
culturale che il progetto puograve produrre sia in fase di realizzazione che in fase di esercizio
d) descrizione sommaria delle principali alternative prese in esame dal proponente ivi compresa
la cosiddetta opzione zero con indicazione delle principali ragioni della scelta sotto il profilo
dellimpatto ambientale
e) descrizione delle misure previste per il monitoraggio
Lo studio di impatto ambientale egrave quindi articolato coerentemente con le disposizione di cui allrsquoAllegato
VII secondo lrsquoarticolazione di massima presentata nello schema seguente
A Quadro di riferimento programmatico
Descrive sinteticamente gli elementi conoscitivi ed analitici utili ad inquadrare dellrsquointervento nel contesto
della pianificazione territoriale riferita alla regione alla provincia ed al comune interessato dallrsquoallevamento
noncheacute nel quadro definito dalle norme settoriali vigenti e in itinere In particolare verranno
analizzati e sintetizzati gli elementi di pianificazione e programmazione territoriale e di settore vigenti e
previsti con i quali lrsquoopera proposta interagisce
verificate ed illustrate le interazioni dellrsquoopera con gli atti di pianificazione e la compatibilitagrave con le relative
prescrizioni
B Quadro di riferimento progettuale
Descrive sinteticamente riprendendo quanto sviluppato nel Progetto dellrsquointervento tutte le opere e le
attivitagrave previste in fase di cantiere ed in fase di piano funzionamento con particolare riferimento alle
componenti ed alle azioni progettuali significative in ordine ai potenziali impatti sullrsquoambiente ed alla loro
mitigazione Illustra i criteri alla base della scelta localizzativa e tecnologica
C Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti
Lrsquoinquadramento territoriale ed ambientale dellrsquoimpianto persegue lrsquoobiettivo di illustrare le conoscenze
disponibili circa le caratteristiche dellrsquoarea coinvolta dal medesimo intervento funzionalmente alla definizione
di eventuali ambiti di particolare criticitagrave ovvero di aree sensibili eo vulnerabili
Individua e caratterizza i potenziali impatti derivanti dalla realizzazione dellrsquoallevamento stima le potenziali
modifiche indotte sullrsquoambiente (situazione attuale) individua e descrive le misure da adottare per
minimizzare mitigare o compensare gli impatti del progetto Inoltre individua le misure previste per il
monitoraggio in fase di esercizio
Piano di Monitoraggio
Allegato cartografico
Sintesi non tecnica
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14 Gruppo di lavoro
Il gruppo di lavoro che ha eseguito le analisi e contribuito alla stesura dello Studio di impatto
ambientale per conto di Ambiente Italia srl egrave cosigrave composto
Approvazione degli elaborati Dott Sc Agr Mario Zambrini
Responsabile del progetto Eng Teresa Santos
Quadro di riferimento programmatico Eng Teresa Santos
Arch Mario Miglio
Dottssa Valentina Toninelli
Quadro di riferimento progettuale Eng Teresa Santos
Dottssa Anna Geotti
Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti
Aria e Odori Dott Armando Buffoni
Rumore Eng Teresa Santos Dott Sc Agr Zambrini
Acque e Suolo Eng Teresa Santos
Ecosistemi Flora e Fauna Dottssa Toninelli
Assetto territoriale e Paesaggio Arch Mario Miglio
Traffico Eng Teresa Santos
Elaborazione cartografia e fotografica Dottssa Valentina Toninelli
Documentazione ai fini della procedura di AIA Dottssa Anna Geotti
Studio per la valutazione di incidenza Dottssa Valentina Toninelli
La valutazione previsionale dellimpatto acustico inclusa la campagna di monitoraggio acustico egrave stata
eseguita dal Dott Mario Zambrini e dallrsquoIng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel campo
dellrsquoacustica ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti
rispettivamente con Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714 del
3 Dicembre 2010
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QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
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2 NORME MINIME PER LA PROTEZIONE DEI POLLI DA CARNE
Con Decreto legislativo 27 settembre 2010 n 181 egrave stata recepita in Italia la Direttiva 200743CE che
stabilisce norme minime per la protezione di polli allevati per la produzione di carne Secondo tale
decreto
1 Tutti gli stabilimenti devono rispettare le disposizioni di cui allallegato I
Abbeveratoi 1 Gli abbeveratoi sono posizionati e sottoposti a manutenzione in modo da ridurre al
minimo le perdite
Alimentazione 2 Il mangime egrave disponibile in qualsiasi momento o soltanto ai pasti e non
devessere ritirato prima di 12 ore dal momento previsto per la macellazione
Lettiera 3 Tutti i polli hanno accesso in modo permanente a una lettiera asciutta e friabile in
superficie
Ventilazione e riscaldamento 4 Vi deve essere sufficiente ventilazione per evitare il
surriscaldamento se necessario in combinazione con i sistemi di riscaldamento per rimuovere
lumiditagrave in eccesso
Rumore 5 Il livello sonoro deve essere il piugrave basso possibile La costruzione linstallazione il
funzionamento e la manutenzione dei ventilatori dei dispositivi di alimentazione e di altre
attrezzature sono tali da provocare la minore quantitagrave possibile di rumore e che in ogni caso non
arrechino danno agli animali
Luce 6 Tutti gli edifici sono illuminati con unintensitagrave di almeno 20 lux durante le ore di luce
misurata a livello dellocchio dellanimale e in grado di illuminare almeno l80 dellarea
utilizzabile Una riduzione temporanea del livello di luce puograve essere ammessa se ritenuta
necessaria in seguito al parere di un veterinario 7 Entro i sette giorni successivi al momento in
cui i polli sono collocati nelledificio e fino a tre giorni prima del momento previsto per la
macellazione la luce deve seguire un ritmo di 24 ore e comprendere periodi di oscuritagrave di almeno 6
ore totali con almeno un periodo ininterrotto di oscuritagrave di almeno 4 ore esclusi i periodi di
attenuazione della luce
Ispezioni 8 Tutti i polli presenti nello stabilimento devono essere ispezionati almeno due volte
al giorno Occorre prestare particolare attenzione ai segni che rivelano un abbassamento del livello
di benessere eo di salute degli animali 9 I polli gravemente feriti o che mostrano segni evidenti
di deterioramento della salute come quelli con difficoltagrave nel camminare o che presentano
ascite o malformazioni gravi e che egrave probabile che soffrano ricevono una terapia appropriata
o sono abbattuti immediatamente Un veterinario egrave contattato ogniqualvolta se ne presenti la
necessitagrave
Pulizia 10 Ad ogni depopolamento definitivo le parti degli edifici delle attrezzature o degli utensili
in contatto con i polli sono pulite e disinfettate accuratamente prima di introdurre nel capannone un
nuovo gruppo di animali Dopo il depopolamento definitivo di un capannone si deve rimuovere tutta
la lettiera e predisporre una lettiera pulita
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Registrazioni 11 Il proprietario o il detentore deve registrare in formato cartaceo o elettronico
per ciascun capannone dello stabilimento i seguenti dati a) il numero di polli introdotti b) larea
utilizzabile c) librido o la razza dei polli se noti d) per ogni controllo il numero di volatili trovati
morti con indicazione delle cause se note noncheacute il numero di volatili abbattuti e la causa e) il
numero di polli rimanenti nel gruppo una volta prelevati quelli destinati alla vendita o alla
macellazione Le informazioni (hellip) sono contenute in un registro il cui modello egrave adottato con
decreto (hellip) in alternativa gli operatori del settore possono utilizzare altri strumenti di registrazione
giagrave previsti e presenti in azienda qualora contengono le informazioni di cui al presente punto Tali
registrazioni sono conservate per un periodo di almeno tre anni e vengono rese disponibili
allautoritagrave competente quando effettui unispezione o qualora ne faccia richiesta
Interventi chirurgici 12 Sono proibiti tutti gli interventi chirurgici effettuati a fini diversi da quelli
terapeutici o diagnostici che recano danno o perdita di una parte sensibile del corpo o
alterazione della struttura ossea La troncatura del becco puograve tuttavia essere autorizzata
dallAutoritagrave Sanitaria competente per territorio una volta esaurite le altre misure volte a impedire
plumofagia e cannibalismo In tali casi detta operazione egrave effettuata soltanto previo parere di un
veterinario da personale qualificato su pulcini di etagrave inferiore a 10 giorni Inoltre lAutoritagrave Sanitaria
competente per territorio puograve autorizzare la castrazione degli animali La castrazione egrave effettuata
soltanto con la supervisione di un veterinario e ad opera di personale specificamente formato Il
Ministero della salute (hellip) stabilisce i criteri generali per autorizzare gli interventi di cui al presente
paragrafo
2 La densitagrave massima di allevamento in ogni capannone dello stabilimento non deve superare
in alcun momento 33 kgmsup2
3 In deroga al comma 2 lautoritagrave sanitaria territorialmente competente puograve autorizzare una
densitagrave di allevamento superiore a condizione che siano rispettate le disposizioni di cui
allallegato II (oltre a quelle di cui allallegato I)
1 Il proprietario o il detentore comunica allautoritagrave competente lintenzione di ricorrere a una
densitagrave superiore a 33 kgm2 di peso vivo Egli indica la densitagrave di allevamento che intende
raggiungere ed informa lautoritagrave competente di qualsiasi modifica della stessa almeno 15
giorni prima della collocazione del gruppo di polli nel capannone Se lautoritagrave competente lo
richiede la notifica egrave accompagnata da un documento che riprende in sintesi le informazioni
contenute nella documentazione di cui al punto 2
2 Il proprietario o il detentore tiene a disposizione nel capannone la documentazione che descrive
in dettaglio i sistemi di produzione In particolare tale documentazione comprende
informazioni relative a particolari tecnici del capannone e delle sue attrezzature quali
a) una mappa del capannone indicante le dimensioni delle superfici occupate dai polli
b) sistemi di ventilazione e ove pertinente di raffreddamento e riscaldamento comprese le
rispettive ubicazioni un piano della ventilazione indicante in dettaglio i parametri di qualitagrave
dellaria prefissati come flusso velocitagrave e temperatura dellaria
c) sistemi di alimentazione e approvvigionamento dacqua e loro ubicazione
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PAGINA 14 194 Settembre 2015
d) sistemi dallarme di riserva in caso di guasti ad apparecchiature automatiche o
meccaniche essenziali per la salute ed il benessere degli animali
e) procedure operative che assicurino interventi di riparazione urgenti in caso di guasti alle
apparecchiature essenziali per la salute e il benessere degli animali
f) tipo di pavimentazione e lettiera normalmente usate
(hellip)
3 Ciascun capannone di uno stabilimento deve essere dotato di sistemi di ventilazione e se
necessario di riscaldamento e raffreddamento concepiti costruiti e fatti funzionare in modo
che
a) la concentrazione di ammoniaca (NHsup3) non superi 20 ppm e la concentrazione di anidride
carbonica (COsup2) non superi 3000 ppm misurati allaltezza della testa dei polli
b) la temperatura interna non superi quella esterna di piugrave di 3deg C quando la temperatura
esterna allombra egrave superiore a 30deg C
c) lumiditagrave relativa media misurata allinterno del capannone durante 48 ore non superi il 70
quando la temperatura esterna egrave inferiore a 10deg C
4 Qualora sia concessa la deroga di cui al comma 3 la densitagrave massima di allevamento in ogni
capannone dello stabilimento non deve superare in qualsiasi momento 39 kgmsup2
5 Quando sono soddisfatti i criteri di cui allallegato V lautoritagrave sanitaria territorialmente competente
puograve autorizzare un ulteriore aumento fino ad un massimo di 3 kgmsup2 rispetto alla densitagrave di
allevamento prevista nel comma 4
1 Criteri
a) il monitoraggio dello stabilimento effettuato dallautoritagrave competente negli ultimi due anni
non ha rivelato carenze rispetto ai requisiti del presente decreto
b) il proprietario o il detentore effettua il monitoraggio utilizzando le guide alle buone
pratiche di gestione di cui allart 7
c) in almeno sette gruppi consecutivi di polli successivamente controllati e provenienti da un
capannone la mortalitagrave giornaliera cumulativa egrave stata inferiore a 1 + 006 moltiplicato
per letagrave alla macellazione espressa in giorni Qualora non sia stato effettuato alcun
monitoraggio dello stabilimento dallautoritagrave competente negli ultimi due anni deve
essere effettuato almeno un monitoraggio per controllare se sia rispettato il requisito di
cui alla lettera a)
2 Circostanze eccezionali In deroga al punto 1 lettera c) lautoritagrave competente puograve decidere
di aumentare la densitagrave di allevamento quando il proprietario o il detentore abbia fornito
spiegazioni sufficienti riguardo alla natura eccezionale di un tasso di mortalitagrave giornaliera
cumulativo piugrave alto o abbia dimostrato che le cause sfuggono al suo controllo
Con successivo Decreto 4 febbraio 2013 ldquoDisposizione in materia di protezione di polli allevati per la
produzione di carne ai sensi degli articoli 3 4 6 e 8 del decreto legislativo 27 settembre 2010 n 181rdquo
il ministero ha come previsto dal Dlgs 1812010 precisato come determinare la densitagrave di allevamento
(definendo anche il modello per la registrazione dei dati relativi ai polli allevati) e ha definito i criteri e
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COD 15V055 PAGINA 15 194
modalitagrave per lrsquoaumento in deroga della densitagrave noncheacute lrsquoorganizzazione e svolgimento di corsi di
formazione e riconoscimento del personale che si occupa di allevamento di polli
1 La densitagrave di allevamento come definita allart 2 comma 1 lettera i) del Dlgs n 1812010 (hellip) egrave
determinata moltiplicando il peso vivo medio di un campione di almeno venticinque polli per il numero
complessivo dei polli presenti contemporaneamente in un capannone (hellip)
3 AZIENDA AGRICOLA
LrsquoAzienda Agricola Maggiolo egrave localizzata in Via Bella Venezia 147 Comune di Castelfranco Provincia
di Treviso Nellrsquoazienda agricola si svolge lrsquoattivitagrave di allevamento di polli a terra potendo quindi i capi
muoversi liberamente allrsquointerno del capannone
Lrsquoazienda egrave costituita dai seguenti fabbricati1
N 1 fabbricato ad uso civile (abitazione) del proprietario dellrsquoazienda agricola noncheacute gestore
dellrsquoallevamento
N 5 capannoni adibiti allrsquoallevamento dei polli
N 1 fabbricato adibito a magazzino
N 1 tettoia coperta adibita a magazzino
Lrsquoarea sulla quale insiste lrsquoazienda occupa una superficie di circa 25000 m2 di cui circa 6200 m2
coperti 3900 m2 scoperti pavimentati e i rimanenti scoperti non pavimentati
Fabbricati ndash capannoni di allevamento
Larghezza m Lunghezza m
Superficie Utile
di allevamento
m2
Superficie
dellrsquoanticamera
m2
Superficie totale
m2
Capannone 1 9 102 918 135 932
Capannone 2 9 121 1089 225 1112
Capannone 3 9 128 1152 18 1170
Capannone 4 9 128 1152 18 1170
Capannone 5 10 117 1170 30 1200
totale
5481 102 5583
1 Si rimanda alla Tavola ldquoInquadramento territoriale ndash foto aereardquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
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Azienda Agricola Maggiolo ndash Capannoni e silos per stoccaggio mangime
Azienda Agricola Maggiolo ndash Magazzino segatura per lettiera
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31 Caratteristiche dei capannoni di allevamento
Lrsquoallevamento egrave costituito da 5 capannoni per lrsquoallevamento con caratteristiche costruttive pressocheacute
identiche I capannoni sono dotati di adeguato isolamento della copertura che permette di
ottimizzare i consumi di energia termica ed elettrica
I capannoni sono dotati di anticamera in cui sono presenti gli impianti e i quadri di controllo
Il sistema di alimentazione automatica Le mangiatoie sono regolarmente disposte nello spazio a
disposizione degli animali che si alimentano direttamente Installate su strutture mobili in senso
verticale percorrenti lrsquointera area dei capannoni sono dotate di dispostivi che consentono di dosare il
mangime in uscita sul vassoio della mangiatoia in relazione alle necessitagrave di allevamento
Il sistema di abbeveraggio automatico egrave di tipo a gocce (nipples)
Lo spazio utile calpestabile di allevamento (escludendo la superficie di anticamera) risulta pari a 5481
m2 Per la lettiera viene utilizzato truciolo collocata su tutta la superficie utile di allevamento
Il raffrescamento egrave garantito dal sistema di pannelli cooling inseriti intestata a ciascuno dei capannoni il
pannello egrave in fibra dotata di canali attraverso cui scorre lrsquoacqua lrsquoaria passa attraverso e si raffredda
consumando in evaporazione una parte dellrsquoacqua in circolo la parte restante vien raccolta in cisterne
interrate e riutilizzata
La ventilazione dei capannoni egrave garantita mediante lrsquoazionamento di ventilatori assiali a parete collocati
nel lato ovest di ciascun capannone
Caratteristiche strutturali capannoni
Capanno
ne
Superficie
Utile di
allevamen
to m2
Superficie
dellrsquoantica
mera m2
Superfici
e totale
m2
Materiale costruttivo Isolamento coperture
1 918 135 932 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
2 1089 225 1112 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
3 1152 18 1170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
4 1152 18 1170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
5 1170 30 1200 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4
cm ( 8 cm)
Totale 5481 102 5583
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Caratteristiche strutturali capannoni (continuazione)
Capannone Mangiatoie
n
Abbeveratoi
n ndeg neon
Finestrature
m2
pannelli
raffrescanti
m2
sistema
baumec
1 200 1500 10 160 50 X
2 240 1700 12 110 60 X
3 254 1750 12 110 60 X
4 254 1750 14 204 - X
5 304 1710 12 200 - X
Azienda Agricola Maggiolo ndash interno di un capannone
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Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di distribuzione automatizzato del cibo
Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di distribuzione dellrsquoacqua
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Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di raffrescamento laterale (pannelli cooling)
311 Silos per lo stoccaggio mangime
Il mangime egrave stoccato in silos collocati allrsquoesterno dei capannoni e viene estratto tramite un sistema di
movimentazione automatica motorizzata che lo invia in tramogge interne ai capannoni
Complessivamente lrsquoazienda ha una capacitagrave di stoccaggio di 85 t data dalla esistenza di 8 silos di
capacitagrave variabile tra 7 e 13 t collocati tutti sul lato est
Capacitagrave di stoccaggio di mangime
Capannone silos silos silos silos silos Capa
citagrave
1 9 14
23
2
3 7 13 20
4 7 13 20
5 7 15 22
Capacitagrave
totale 85
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312 Sistema di ventilazione
La ventilazione dei capannoni egrave di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete
collocati nel lato ovest di ciascun capannone
Ventilazione dei capannoni
Capannone Modello EM50 Modello ED36HE
Portata 30000 13140 m3h
1 4 2
2 8 -
3 8 -
4 8 -
5 6 -
Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di ventilazione e ventole di areazione
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Fonte Munters specifiche tecniche dei modelli EMEMS ndash EDHEEDSHE-EC air extraction circulation fan ndash
Declaration of conformity (2013)
32 Attivitagrave di allevamento ndash descrizione delle fasi di allevamento nella situazione
attuale e nello scenario di progetto
Al fine di un inquadramento dettagliato del processo produttivo attuale e in caso di ampliamento
del numero di polli allevati si riporta di seguito una descrizione per fasi
Accasamento i pulcini arrivano su mezzi adeguati al trasporto in contenitori che vengono
svuotati direttamente allrsquointerno di ciascun capannone Lrsquoincubatoio da cui provengono i pulcini
di norma egrave ubicato nel Comune di San Pietro in Gugrave a circa 25 km circa di distanza dallrsquoazienda
agricola Maggiolo Dopo avere sistemato gli animali le casse sono accatastate sul mezzo e
spedite allrsquoincubatoio senza che vengano lavate
Allevamento Le tipologie di capi richiesti dal soccidante dipendono dal mercato e dalla
stagione a conclusione di un ciclo il soccidante pianifica lrsquoaccasamento successivo nel
rispetto dei vincoli di densitagrave imposti dalla normativa vigente La maggior parte dei cicli saragrave di
tipo misto
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Caricamento a fine ciclo i polli vengono caricati su apposite gabbie previamente pulite e
disinfettate e quindi trasportati da trasportatori autorizzati fino al macello che venga effettuata
alcuna sosta in altri allevamenti
Svuotamento dei capannoni e preparazione per un nuovo ciclo pulizia e disinfezione
dellrsquoambiente e di tutte le attrezzature presenti allrsquointerno del ricovero compresi i silos i sistemi di
distribuzione del mangime e dellrsquoacqua e ventilatori noncheacute la cella frigorifera
Gestione della pollina e della lettiera consegna della pollina e lettiera ad una ditta
specializzata
Vuoto sanitario durante questo periodo lrsquoallevamento rimane completamente libero di capi di
allevamento Durante questo periodo lrsquoazienda effettua le attivitagrave di manutenzione che
consistono nella verifica della funzionalitagrave dei dispositivi per distribuzione di acqua e cibo e
della centralina di controllo delle condizioni interna dei capannoni punti di illuminazione e dei
punti di illuminazione Lrsquoesecuzione delle manutenzioni viene fatta nel rispetto dei tempi del
vuoto sanitario
Pulizia e disinfezione dei capannoni
Pulizia Disinfezione
Luogo di
applicazione
Pavimenti e attrezzature Pavimenti e pareti
Agente di lavaggio Acqua a pressione non viene fatto
lavaggio ma solo bagnatura
Acqua con disinfettante
Mezzo utilizzato Pala meccanica con raschiatore e
spazzatura manuale
Idropulitrice o atomizzatore per applicazione della
soluzione disinfettante sulle superfici
Descrizione
modalitagrave
Viene effettuata la pulizia delle superfici
interne e delle apparecchiature in modo
che i residui si depositino sul pavimento
poi con scope a mano viene effettuato la
pulizia a fondo
Terminata la pulizia si spruzza la soluzione sulle
pareti e sui pavimenti fino a completa bagnatura
lasciando che il disinfettante espleti la sua azione
I trattamenti di derattizzazione vengono svolti mensilmente dal gestore con prodotto MOURIN il
gestore effettua ad ogni trattamento il relativo registro
Per la salvaguardia della sicurezza biologica il sito di allevamento egrave completamente recintato con rete
metallica altra 25 m sul lato est e parzialmente sul lato nord e con muro alto 25 m in calcestruzzo sui
lati sud ovest e parzialmente sul lato nord Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto
lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) egrave stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile
e facilmente disinfettabile di dimensioni adeguate al passaggio dei mezzi per il trasporto e scarico del
mangime direttamente sui silos collocati tutti sul lato frontale e per il carico a fine ciclo della pollina
(lettiera mista pollina) da effettuare sul lato posteriore Lrsquoallevamento dispone di due aree di stoccaggio
chiuse una per lo truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una separata e
adeguatamente segnalata per il deposito dei rifiuti prodotti
I mezzi che accedono allrsquoarea qualora ritenuto opportuno vengono irrorati con disinfettante sui
pneumatici utilizzando soluzioni di Eviron D che viene nebulizzata sulle ruote con pompa a spalla
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La tabella che segue riporta il riscontro sulla conformitagrave dellrsquoallevamento ai requisiti di biosicurezza
aviaria
Requisiti strutturali degli allevamenti avicoli Situazione allevamento
1) I locali di allevamento (capannoni) debbono avere
pavimento in cemento o in materiale lavabile per facilitare le operazioni di pulizia
e disinfezione
applicato
pareti e soffitti pulibili applicato
attrezzature facilmente pulibili e disinfettabili applicato
presenza di sistemi che impediscono lrsquoaccesso di volatili applicato
chiusure adeguate applicato
2) Tutti gli allevamenti debbono inoltre essere dotati di
barriere allrsquoingresso idonee ad evitare lrsquoingresso non controllato di automezzi
(cancelli o sbarre mobili)
applicato
piazzole di carico e scarico dei materiali drsquouso e degli animali con dimensioni
minime pari allrsquoapertura del capannone
applicato - le aree intorno ai
capannoni sono pavimentate
una superficie larga un metro lungo tutta la lunghezza esterna del capannone
che dovragrave essere mantenuta pulita
applicato
aree di stoccaggio dei materiali drsquouso (lettiere vergini mezzi meccanici etc)
protette
applicato
una zona filtro dotata di spogliatoio lavandini e detergenti allrsquoentrata di ogni
azienda vietata agli estranei Deve essere prevista anche una dotazione di
indumenti adeguati
applicato
uno spazio per il deposito temporaneo dei rifiuti applicato - presente area
dedicata
Gestione degli allevamenti avicoli
Le attrezzature di allevamento se utilizzate da piugrave aziende devono essere
sottoposte ad accurato lavaggio e disinfezione ad ogni ingresso ed uscita
non applicabile - solo una
azienda
nelle zone attigue ai capannoni non ci deve essere alcun materiale applicato
negli allevamenti di svezzamento ogni ambiente di allevamento deve essere
delimitato da pareti e dotato di proprio accesso indipendente anche nel caso
confini su uno o piugrave lati con altre unitagrave produttive
non applicabile - i capi
arrivano in allevamento giagrave
svezzati
per lo stoccaggio degli animali morti devono essere installate idonee celle di
congelazione collocate allrsquoesterno del perimetro dellrsquoarea di allevamento
assicurando che il trasporto sia effettuato da Ditte regolarmente autorizzate
Le celle possono essere collocate anche allinterno a condizione che
loperazione di carico degli animali morti avvenga allesterno
Applicato - presente cella
frigorifera da 20 m3
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Azienda Agricola Maggiolo ndash piazzale anteriore (lato est)
Azienda Agricola Maggiolo ndash piazzale posteriore e recinzione (lato ovest)
Azienda Agricola Maggiolo ndash recinzione (lato ovest)
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 26 194 Settembre 2015
4 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLA SITUAZIONE ATTUALE
Lrsquoazienda opera fino ad una capacitagrave massima pari a 39500 capi di peso variabile tra 18 e 36
kgcapo Indicativamente il pollo leggero da leggero da 1618 kg circa ha bisogno di circa 3437 giorni
di crescita il pollo da 2527 kg ha bisogno di circa a 4547 giorni (utilizzato prevalentemente nel
circuito dei supermercati) ed il pollo pesante da 3537 kg ha bisogno di circa 5560 giorni Quindi un
tipico ciclo misto ha una durata di circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento uno dopo
circa 3437 giorni quando i capi raggiungono un peso medio di 18 kg un secondo dopo 4547 giorni
quando i capi rimanenti raggiungono un peso di 27 kg circa I rimanenti capi verranno quindi caricati
verso il macello al raggiungimento di circa 36 kg dopo 60 giorni circa
Tra due cicli di allevamento viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle normative vigenti
per un periodo di 21 giorni Lrsquoazienda realizza quindi un totale massimo di 5 cicli ogni anno (di cui
lrsquoultimo ricade parzialmente nellrsquoanno successivo) Prima dellrsquoinizio del vuoto sanitario viene asportata
la lettiera segue la pulizia e disinfezione dellrsquoambiente e di tutte le attrezzature presenti allrsquointerno
del ricovero compresi i sistemi di distribuzione del mangime e dellrsquoacqua Questa pratica egrave
prevista dal piano di profilassi sanitaria per evitare propagazione di agenti patogeni sul ciclo
successivo
Il ciclo produttivo consiste quindi nellrsquoallevamento di polli da carne in 5 capannoni per una
superficie utile di allevamento complessiva di 5481 m2 Lrsquoazienda lavora in soccida con il gruppo
Veronesi pertanto riceve dal soccidante pulcini mangime farmaci e disinfettanti e consegna i capi
a fine ciclo
La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attivitagrave di un ciclo misto con
indicazione dei giorni di accasamento rifornimento di mangime sfoltimento e quindi di avvio al macello
dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata
Lrsquoimpostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dellrsquoallevamento
quindi al lordo della mortalitagrave fisiologica e mediamente pari al 5 per ciclo completo di allevamento
Lrsquoimpostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010
n 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013 relativamente alla densitagrave massima da non superare pari a
33 kgm2 Inoltre lo schema viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla
tabella che segue si tenga presente che chiaramente la crescita dei capi egrave graduale essendo graduale
anche il fabbisogno alimentare giornaliero ma che per necessarie ragioni di semplificazione si egrave
assunto cautelativamente un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita
Situazione attuale ndash densitagrave
Taglia dei capi Peso medio dei capi
kgcapo Numero di capi
Densitagrave massima kgm
2
Capi m2
piccolo 18 11132 130 7
medio 27 7182 140 5
grande 36 21186 139 4
totale 39500
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Regime alimentare tipico
Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg Razione
quotidiana g gg
1 Avviamento Fino a 10deg giorno 004 ndash 027 29
2 Accrescimento Dal 10deg-21deg giorno (ca) 027 ndash 094 78
3 Accrescimento Dal 22deg al 45deg giorno (ca) 094 ndash 34 200
4 Finissaggio Dal 46deg fino alla fine ciclo 34 -39 375
Situazione attuale - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 39500 capi
Giorno
Numero di capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisogno
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
850 mangime
1 19750 29 06 844 accasamento
2 39500 29 11 833 accasamento
3 39500 29 11 822
4 39500 29 11 811
5 39500 29 11 799
6 39500 29 11 788
7 39500 29 11 777
8 39500 29 11 766
9 39500 29 11 754
10 39500 29 11 743
11 39500 78 31 712
12 39500 78 31 682
13 39500 78 31 651
14 39500 78 31 620
15 39500 78 31 589
16 39500 78 31 559
17 39500 78 31 528
18 39500 78 31 497
19 39500 78 31 466
20 39500 78 31 436
21 39500 78 31 405
22 39500 200 79 326
23 39500 200 79 247
24 39500 200 79 168
25 39500 200 79 89
26 39500 200 79 10
27 39500 200 79 781 mangime
28 39500 200 79 702
29 39500 200 79 623
30 39500 200 79 544
31 39500 200 79 465
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PAGINA 28 194 Settembre 2015
Giorno
Numero di capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisogno
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
32 39500 200 79 386
33 39500 200 79 307
34 39500 200 79 228
35 39500 200 79 149
36 28368 200 57 92 1deg sfoltimento caricamento vs
macello
37 28368 200 57 35
38 28368 200 57 829 mangime
39 28368 200 57 772
40 28368 200 57 715
41 28368 200 57 659
42 28368 200 57 602
43 28368 200 57 545
44 28368 200 57 488
45 28368 200 57 432
46 21186 375 79 352 2deg sfoltimento caricamento vs
macello
47 21186 375 79 273
48 21186 375 79 193
49 21186 375 79 114
50 21186 375 79 34
51 21186 375 79 805 mangime
52 21186 375 79 725
53 21186 375 79 646
54 21186 375 79 567
55 21186 375 79 487
56 21186 375 79 408
57 21186 375 79 328
58 13506 375 51 278 caricamento vs macello
59 5826 375 22 256 caricamento vs macello
60 - 375 - 256 caricamento vs macello
61
consegna pollina ditta esterna
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5 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLO SCENARIO DI PROGETTO
51 Motivazione dellrsquointervento di ampliamento
Lrsquoallevamento era di proprietagrave del Sig Bonifacio Maggiolo padre dellrsquoattuale gestore nel 2008 il figlio
Cesare Maggiolo prende in affitto i capannoni e inizia la sua gestione utilizzandone solo tre in quanto
gli altri due necessitavano di interventi di miglioramento Dal 2014 Cesare Maggiolo diventa
proprietario dellrsquoallevamento e decide di procedere alla sistemazione dei due capannoni non utilizzati
per poter arrivare a sfruttare la potenzialitagrave complessiva delle superfici non sono state eseguite opere
di edilizia si egrave trattato prevalentemente di sistemazione degli impianti elettrici con installazione delle
centraline di controllo A seguito della sistemazione egrave possibile utilizzare tutta al superficie utile di
allevamento disponibile
Considerata la superficie utile di allevamento disponibile lrsquoAzienda Agricola Maggiolo intende ampliare
la propria capacitagrave di allevamento di polli da carne fino ad una massimo pari a 110000 capi per ciclo
Si tratta quindi esclusivamente di un ampliamento del numero di capi allevato senza alcun ampliamento
delle strutture o costruzione di nuove
52 Dimensionamento dellrsquoallevamento in caso di ampliamento
Lrsquoazienda intende quindi operare fino ad una consistenza massima di allevamento pari a 110000 capi
di peso variabile tra 18 e 36 kgcapo ricorrendo allo stesso schema di allevamento giagrave in pratica
attualmente Quindi realizzando cicli di allevamento di tipo misto di durata complessiva pari a circa 60
giorni complessivi con due momenti di sfoltimento uno dopo circa 3437 giorni quando i capi
raggiungono un peso medio di 18 kg un secondo dopo 4547 giorni quando i capi rimanenti
raggiungono un peso di 27 kg circa I rimanenti capi verranno quindi caricati verso il macello al
raggiungimento di circa 36 kg dopo 60 giorni circa
Tra due cicli di allevamento verragrave allo stesso modo garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle
normative vigenti per un periodo di 21 giorni Lrsquoazienda realizzeragrave un totale massimo di 5 cicli ogni anno
(di cui lrsquoultimo potragrave ricadere parzialmente nellrsquoanno successivo) Prima dellrsquoinizio del vuoto sanitario
verragrave sempre asportata la lettiera seguendo la fase di pulizia e disinfezione dellrsquoambiente e di tutte
le attrezzature presenti allrsquointerno del ricovero compresi i sistemi di distribuzione del mangime e
dellrsquoacqua
La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attivitagrave di un ciclo misto con
indicazione dei giorni di accasamento rifornimento di mangime sfoltimento e quindi di avvio al macello
dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata
Lrsquoimpostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dellrsquoallevamento
quindi al lordo della mortalitagrave fisiologica e mediamente pari al 5 per ciclo completo di allevamento
Lrsquoimpostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010
n 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013 relativamente alla densitagrave massima da non superare pari a
39 kgm2 in deroga al limite di 33 kgm
2 e previa presentazione di apposita richiesta entro 15 giorni
prima dellrsquoaccasamento dei capi allrsquoautoritagrave sanitaria territorialmente competente Inoltre lo schema
viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla tabella che segue si tenga
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PAGINA 30 194 Settembre 2015
presente che chiaramente la crescita dei capi egrave graduale essendo graduale anche il fabbisogno
alimentare giornaliero ma che per necessarie ragioni di semplificazione si egrave assunto cautelativamente
un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita
Scenario di progetto ndash densitagrave
Taglia dei capi Peso medio dei capi
kgcapo Numero di capi
Densitagrave massima kgm
2
Capi m2
piccolo 18 31000 361 20
medio 27 20000 389 14
grande 36 59000 388 11
totale
110000
Regime alimentare tipico
Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg Razione
quotidiana g gg
1 Avviamento Fino a 10deg giorno 004 ndash 027 29
2 Accrescimento Dal 10deg-21deg giorno (ca) 027 ndash 094 78
3 Accrescimento Dal 22deg al 45deg giorno (ca) 094 ndash 34 200
4 Finissaggio Dal 46deg fino alla fine ciclo 34 -39 375
Scenario di progetto - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 110000 capi
Giorno
Numero di
capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisog
no
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
850 mangime
1 18333 29 05 845 accasamento
2 36667 29 10 834 accasamento
3 55000 29 16 819 accasamento
4 73333 29 21 798 accasamento
5 91667 29 26 772 accasamento
6 110000 29 31 740 accasamento
7 110000 29 31 709
8 110000 29 31 678
9 110000 29 31 646
10 110000 29 31 615
11 110000 78 86 529
12 110000 78 86 444
13 110000 78 86 358
14 110000 78 86 272
15 110000 78 86 187
16 110000 78 86 101
17 110000 78 86 16
18 110000 78 86 780 mangime
19 110000 78 86 694
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COD 15V055 PAGINA 31 194
Giorno
Numero di
capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisog
no
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
20 110000 78 86 609
21 110000 78 86 523
22 110000 200 220 303
23 110000 200 220 83
24 110000 200 220 713 mangime
25 110000 200 220 493
26 110000 200 220 273
27 110000 200 220 53
28 110000 200 220 683 mangime
29 110000 200 220 463
30 110000 200 220 243
31 110000 200 220 23
32 110000 200 220 653 mangime
33 110000 200 220 433
34 110000 200 220 213
35 94640 200 189 24 1deg sfoltimento caricamento vs macello
36 79280 200 159 685
1deg sfoltimento caricamento vs macello mangime
37 79000 200 158 527 1deg sfoltimento caricamento vs macello
38 79000 200 158 369
39 79000 200 158 211
40 79000 200 158 53
41 79000 200 158 745 mangime
42 79000 200 158 587
43 79000 200 158 429
44 68760 200 138 291 2deg sfoltimento caricamento vs macello
45 59000 375 221 70 2deg sfoltimento caricamento vs macello
46 59000 375 221 699 mangime
47 59000 375 221 477
48 59000 375 221 256
49 59000 375 221 35
50 59000 375 221 664 mangime
51 59000 375 221 442
52 59000 375 221 221
53 59000 375 221 850 mangime
54 51320 375 192 657 caricamento vs macello
55 43640 375 164 494 caricamento vs macello
56 35960 375 135 359 caricamento vs macello
57 28280 375 106 253 caricamento vs macello
58 20600 375 77 176 caricamento vs macello
59 12920 375 48 127 caricamento vs macello
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PAGINA 32 194 Settembre 2015
Giorno
Numero di
capi
(capacitagrave
massima)
Alimentazione
per capi
ggiorno
Fabbisog
no
mangime
t giorno
Stoccaggio di
mangime t Trasporto
60 5240 375 20 108 caricamento vs macello
61 - caricamento vs macello
62 consegna pollina ditta esterna
63 consegna pollina ditta esterna
64 consegna pollina ditta esterna
6 GESTIONE DEI MATERIALI PALABILI ESISTENTE E PREVISTO DAL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DEL NUMERO DI CAPI
Nellrsquoazienda agricola Maggiolo non egrave presente alcuna concimaia in quanto tutta la pollina (il misto
di deiezioni del pollame piume mangimi e lettiere di truciolo) egrave consegnata alla fine di ogni ciclo
alla fungaia Agrifung Nello scenario di progetto la pollina verragrave consegnata alla stessa ditta Il
materiale egrave ritirato come sottoprodotto di origine animale
Ai sensi del Regolamento (CE) n 10692009 del 21 ottobre 2009 recante norme sanitarie relative
ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti derivati non destinati al consumo umano e che
abroga il regolamento (CE) n 17742002 (regolamento sui sottoprodotti di origine animale) la
pollina rientra nei materiali di categoria 2 (art 9) ldquoa) stallatico guano non mineralizzato e contenuto
del tubo digerente (hellip)rdquo e possono (art 13) essere ldquoa) smaltiti come rifiuti mediante incenerimento
i) direttamente senza trasformazione preliminare o ii) dopo la trasformazione attraverso
sterilizzazione sotto pressione se lrsquoautoritagrave competente lo richiede e con marcatura permanente
del materiale risultante b) recuperati o smaltiti mediante coincenerimento qualora i materiali di
categoria 2 siano rifiuti i) direttamente senza trasformazione preliminare o ii) dopo la
trasformazione attraverso sterilizzazione sotto pressione se lrsquoautoritagrave competente lo richiede e
con marcatura permanente del materiale risultante c) smaltiti in una discarica autorizzata dopo la
trasformazione attraverso sterilizzazione sotto pressione e con marcatura permanente dei materiali
risultanti d) utilizzati per la fabbricazione di fertilizzanti organici o ammendanti da immettere sul
mercato conformemente allrsquoarticolo 32 previa trasformazione mediante sterilizzazione sotto
pressione ove applicabile e marcatura permanente dei materiali risultanti e) compostati o
trasformati in biogas i) dopo la sterilizzazione sotto pressione e la marcatura permanente del
materiale risultante o ii) se si tratta di stallatico del tubo digerente e del suo contenuto di latte
prodotti a base di latte di colostro di uova e ovoprodotti qualora lrsquoautoritagrave competente ritenga che
non presentino rischi di diffusione di malattie trasmissibili gravi dopo la trasformazione preliminare
o senza trasformazione preliminare f) applicati sul terreno senza trasformazione preliminare se si
tratta di stallatico del contenuto del tubo digerente separato da questrsquoultimo di latte prodotti a
base di latte e di colostro e qualora lrsquoautoritagrave competente ritenga che non presentino rischi di
diffusione di malattie trasmissibili gravi g) insilati compostati o trasformati in biogas se si tratta di
materiali derivanti da animali acquatici h) utilizzati come combustibile dopo la trasformazione o
senza trasformazione preliminare o i) utilizzati per la fabbricazione di prodotti derivati di cui agli
articoli 33 34 e 36 e immessi sul mercato conformemente a tali articolirdquo
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COD 15V055 PAGINA 33 194
Ai sensi del Dlgs 1522006 smi (art 185) ldquo2 Sono esclusi dallambito di applicazione della parte quarta
del presente decreto (ndr ldquoNorme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinatirdquo) in
quanto regolati da altre disposizioni normative comunitarie ivi incluse le rispettive norme nazionali di
recepimento (hellip) b) i sottoprodotti di origine animale compresi i prodotti trasformati contemplati dal
regolamento (CE) n 17742002 (ndr abrogato con il successivo Regolamento (CE) n 10692009 del
21 ottobre 2009) eccetto quelli destinati allincenerimento allo smaltimento in discarica o allutilizzo in
un impianto di produzione di biogas o di compostaggio (hellip)rdquo Inoltre sempre disciplina della pollina
ricade nella generale regolamentazione dei sottoprodotti contenuta nellarticolo 184-bis dello stesso
Dlgs 1522006 ldquo1 Egrave un sottoprodotto e non un rifiuto ai sensi dellarticolo 183 comma 1 lettera a)
qualsiasi sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti condizioni a) la sostanza o loggetto egrave
originato da un processo di produzione di cui costituisce parte integrante e il cui scopo primario non egrave
la produzione di tale sostanza od oggetto b) egrave certo che la sostanza o loggetto saragrave utilizzato nel
corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione da parte del produttore
o di terzi c) la sostanza o loggetto puograve essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento
diverso dalla normale pratica industriale d) lulteriore utilizzo egrave legale ossia la sostanza o loggetto
soddisfa per lutilizzo specifico tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute
e dellambiente e non porteragrave a impatti complessivi negativi sullambiente o la salute umanardquo
La pollina originata nellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave quindi da considerarsi un sottoprodotto di
origine animale che viene e verragrave consegnata a terzi per un successivo processo di produzione o di
utilizzazione non rientrando per tanto nellrsquoambito dellrsquoapplicazione delle Norme in materia di gestione
dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati di cui al DLgs 1522006 smi
Lrsquoazienda agricola Maggiolo non effettua e non effettueragrave nello scenario di progetto lo spandimento
della pollina
La tabella che segue riporta la stima della produzione di pollina nella situazione attuale (riferita ad una
consistenza massima pari a 39500 capi per ciclo) e relativa allo scenario di progetto (riferito ad una
consistenza massima pari a 110000 capi per ciclo)
La stima egrave stata effettuata sulla base dei criteri definiti nellrsquoAllegato alla DGR n 2217 del 08082008
ldquoLinee guida per la compilazione della comunicazione e del PUArdquo (aggiornamento dellrsquoAllegato F alla
DGR 7 agosto 2007 n 2439 che in Regione Veneto recepisce il Decreto Ministeriale 7 aprile 2006)
relativamente alla consistenza media dellrsquoallevamento
Situazione attuale - Numero di cicli (compresi i giorni necessari per lo svuotamento e trasporto
pollina)
I ciclo Svuoto sanitario II ciclo
Svuoto sanitario III ciclo
Svuoto sanitario IV ciclo
Svuoto sanitario V ciclo
Numero di giorni
61 210 61 21 61 21 61 21 37 365
Completo Completo Completo Completo Incompleto
06 46
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PAGINA 34 194 Settembre 2015
Scenario di progetto - Numero di cicli (compresi i giorni necessari per lo svuotamento e trasporto
pollina)
I ciclo Svuoto sanitario II ciclo
Svuoto sanitario III ciclo
Svuoto sanitario IV ciclo
Svuoto sanitario V ciclo
Numero di giorni
64 210 64 21 64 21 64 21 25 365
Completo Completo Completo Completo Incompleto
03 44
Produzione di pollina nella situazione attuale e nello scenario futuro in caso di ampliamento
Situazione
attuale Scenario di
progetto
Consistenza massima dellrsquoallevamento n di capi 39500 110000
Consistenza media dellallevamento (calcolato come da indicazioni di cui allrsquoAllegato A alla DGR 2217 del 882008) Considerando un
tasso di mortalitagrave fisiologica pari al 5
ciclo di durata pari a 60 giorni
periodo di vuoto sanitario pari a 21 giorni
46 cicli allrsquoanno nella situazione attuale e 44 cicli allrsquoanno nello scenario di progetto
n di capi 23787 63138
Consistenza media dellallevamento t in peso vivo
Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 882008 ndash allegato A - tabella 1 polli da carne a terra con uso lettiera (pv medio 1 kg)
m3capoanno 00095 00095
Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 882008 ndash allegato A - tabella 1 polli da carne a terra con uso lettiera (pv medio 1 kg)
tcapoanno 00062 00062
Produzione pollina (volume) m
3 anno 226 600
Produzione pollina (peso) tanno 147 391
7 CONSUMI DI RISORSE E CARATTERISTICHE DELLE EMISSIONI IN AMBIENTE ESTERNO
71 Consumo di materie prime
Le materie prime in ingresso nellrsquoallevamento sono
mangimi
truciolo per lettiera
altri prodotti (ad esempio insetticidi e prodotti per la derattizzazione e per il trattamento dei
capi)
prodotti per pulizia e disinfezione degli ambienti di stabulazione
I mangimi sono tenuti in deposito nei silos dislocati in prossimitagrave dei singoli capannoni ed hanno una
capacitagrave complessiva attuale pari a 85 t sia nello scenario attuale che in nello scenario di progetto in
caso di ampliamento Il mangime viene fornito direttamente dal soccidante Nelle diverse fasi del ciclo
dellrsquoallevamento vengono fornite da parte del soccidante quattro tipologie di mangimi in grado di
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COD 15V055 PAGINA 35 194
garantire una crescita equilibrata dei capi e da ottimizzare lrsquoassorbimento dei nutrienti limitando
cosigrave lrsquoescrezione di azoto e fosforo il mangime egrave generalmente fornito in 4 fasi al fine di fornire ai
capi il nutrimento di cui hanno effettivamente bisogno nello specifico periodo della crescita La
tabella che segue riporta la composizione delle 4 tipologie di mangime fornito per periodo
Caratteristiche mangimi per fase
Fosforo
inorganico
Lisina Fitasi FTU Proteina
grezza
Oli e grassi
grezzi
P12 primo periodo 070 14 800 225 6
PB1 secondo periodo 060 122 750 20 7
PB2 terzo periodo 050 110 700 1830 880
PB3 quarto periodo 052 100 600 1720 9
Consumo di mangime
Consumo medio per
capi (ciclo misto)
kgcapo
consistenza
massima
(n capi)
Numero di cicli
allrsquoanno
Consumo di
mangime annuale
(tanno)
Situazione attuale 8 39500 46 1454
Scenario di progetto 8 110000 44 3872
I trattamenti di derattizzazione vengono effettuati in proprio utilizzando NOTRAC Block (bromadiolone e
denatorion principio attivo) essendo tenuta la registrazione degli interventi di derattizzazione con
piantina di distribuzione Nello scenario di progetto lrsquoazienda agricola continueragrave a effettuare i
trattamenti in proprio
Una volta svuotato il capannone dai capi si provvede alla raccolta della lettiera alla pulizia e alla
preparazione per il nuovo ciclo La pulizia si effettua in due fasi
mediante stazzamento a secco accurato di pavimenti pareti e attrezzature raccolta della pollina
residua che vien unita a quella giagrave accumulata in attesa di essere ritirata da parte della ditta
incaricata Segue bagnatura delle pareti con idropulitrice che non genera reflui in quanto ha la
sola funzione di preparare le superfici per la fase successiva
con idropulitrice o atomizzatore si applica a tutte le superfici la soluzione disinfettante al 1
circa di eviron D ( per ciclo se ne consumano circa 20 l per preparare 2 m3 di soluzione per ogni
ciclo) Non si generano effluenti la soluzione egrave lasciata sulle superfici al fine di lasciare che il
disinfettante espleti al sua funzione
72 Consumi energetici
Lrsquoazienda agricola Maggiolo ha un proprio impianto fotovoltaico con potenza di pico pari a 56 kW
Lrsquoenergia elettrica prodotta egrave utilizzata per
illuminazione dellrsquoarea di stabulazione e dei locali riscaldamento con lampade che fungono da ldquoMadre Artificialerdquo
distribuzione del mangime e dellrsquoacqua
sistema di ventilazione
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illuminazione interna dei capannoni di allevamento
cella frigorifica per capi deceduti
Azienda Agricola Maggiolo ndash impianto fotovoltaico
Egrave previsto un consumo medio annuale di circa 30000 l di GPL che dipende fortemente dalle
caratteristiche climatiche della stagione Il GPL egrave depositato in due serbatoi interrati da 3000 e 5000 l
Lrsquoaumento dei consumi di energia egrave legato in particolare alla necessitagrave di incrementare la ventilazione
Consumo annuale
kWh
Energia elettrica
autoprodotta
consistenza
massima
(n capi)
Fabbisogno medio per
capo kWhcapo ()
Situazione attuale 6000 63 39500 03
Scenario di progetto 100000 63 110000 018
() considerando presenza media anno rispettivamente 192000 e 536000)
73 Ciclo idrico
Lrsquoazienda consuma acqua di acquedotto per
Abbeveraggio capi
Lavaggio e disinfezione
Servizi igienici
Nella configurazione dellrsquoallevamento attuale il consumo idrico si attesta su circa 2900 m3anno di cui
circa 2600 m3anno per abbeveraggio (per un consumo medio pari a circa 144 lcapo durante il ciclo di
allevamento) 300 m3anno per il sistema di raffrescamento e circa 10 m
3anno per la pulizia
Considerando lrsquoincremento del numero di capi si prevede un incremento dagli attuali consumi annuali a
circa 7280 m3
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Consumi idrici per abbeveraggio
Consumo medio per capi (ciclo misto)
lcapo
consistenza massima (n capi)
Numero di cicli allrsquoanno
Consumo di acqua annuale (m
3anno)
Situazione attuale 144 39500 46 2617
Scenario di progetto 144 110000 44 6970
Consumi idrici totali
Situazione attuale Scenario di progetto
Consumi idrici per abbeveraggio m3
anno 2617 6970
Consumi per raffrescamento (1) m3
anno 300 300
Consumi Idrici per pulizia (2) m3
anno 10 10
Consumi idrici totali m3
anno 2927 7280
(1) Il consumo per raffrescamento egrave alle condizioni meteoclimatiche ovvero al coincidere un ciclo di allevamento
con il picco estivo Il dato indicato egrave quindi un dato medio puramente indicativo
(2) Dato massimo
74 Scarichi idrici
I polli bevono direttamente beccando i nipples senza che avvenga spreco e dispersione dacqua
nellambiente Il raffrescamento egrave garantito dal sistema di pannelli cooling con riutilizzo dellrsquoacqua non
evaporata evitando sprechi e in parte con il sistema baumac Lrsquoabbeveraggio ed il sistema di
raffrescamento non generano quindi scarichi idrici Il sistema di pulizia non produce scarichi idrici infatti
dopo aver effettuato una estesa pulizia a secco le superfici interne ai capannoni sono bagnate con
soluzione di disinfettante con pompa a pressione senza creare ruscellamenti
75 Spolgie di animali
La mortalitagrave per ciclo di allevamento si attesta sui valori intorno a 5 LrsquoAzienda Agricola dispone di
una cella frigo per la conservazione dei capi deceduti di proprietagrave
Azienda Agricola Maggiolo ndash Celle frigorifera
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76 Produzione di rifiuti solidi
La produzione di rifiuti dellrsquoAzienda Agricola egrave limitata in quanto le materie prime (tra cui il mangime)
vengono trasportate mezzi che scaricano direttamente nei silos di stoccaggio
I rifiuti prodotti sono per lo piugrave rifiuti non pericolosi di cui in particolare imballaggi in plastica (contenitori
per detergenti e disinfettanti) in carta ed in vetro
Azienda Agricola Maggiolo ndash locale adibito al deposito dei rifiuti
77 Emissioni in atmosfera
In allevamento sono presenti emissioni diffuse derivanti da metabolismo animale tali emissioni
sono tenute sotto controllo mediante adozione di unrsquoadeguata ventilazione dei capannoni per
ridurre il tenore di umiditagrave della lettiera ribaltamento della stessa funzionale a limitare lrsquoinsorgere di
fenomeni di fermentazione anaerobica
La tabella che segue sintetizza le emissioni di ammoniaca e metano alla massima capacitagrave
dellrsquoallevamento sulla base dei coefficienti di emissione (riferimento BREF sect3321)
Emissioni di ammoniaca e metano
fase Fattore di
emissione unitagrave misura fattore
Situazione attuale
ndash emissioni totali
tanno
Scenario di
progetto ndash
emissioni totali
tanno
Stabulazione 011 kg NH3postoanno 43 121
Stabulazione 0079 Kg CH4postoanno 31 87
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8 DISTANZE MINIME SECONDO LA DGR 8562012
Con la DGR n 856 del 15 maggio 2012 ldquoAtti di indirizzo ai sensi dellart 50 comma 1 lett d) della LR
23 aprile 2004 n 11 Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio Modifiche ed
integrazioni alla lett d) Edificabilitagrave zone agricole punto 5) Modalitagrave di realizzazione degli allevamenti
zootecnici intensivi e la definizione delle distanze sulla base del tipo e dimensione dellallevamento
rispetto alla qualitagrave e quantitagrave di inquinamento prodottordquo la Giunta regionale ha aggiornato gli Atti di
Indirizzo di cui alle deliberazioni n 31782004 e n 3292010 per ledificabilitagrave nelle zone agricole
Le tabelle che seguono riassumono i calcoli per la determinazione delle distanze minime di cui alla
DGR 85620122 Nelle tavole allegate si riportano i buffer con le distanze minime e lrsquoindicazione
dellrsquoutilizzo degli edifici data dalla Carta Tecnica Regionale
Lrsquoallevamento egrave dotato di un sistema di ventilazione forzata e non dispone di alcun stoccaggio della
polline che che insieme alla lettiera viene mantenuta al chiuso (nei singoli capannoni di allevamento)
fini alla fine del ciclo di allevamento per poi essere traportata da terzi verso lrsquoimpianto di recupero e
riutilizzo
Nella situazione attuale cosigrave come nello scenario di progetto lrsquoallevamento si trova a piugrave di 200 m
dallrsquoallevamento piugrave vicino Nel raggio di 100 m dallrsquoallevamento non sono presenti abitazioni civili a
meno dellrsquoedificio abitativo del proprietario e gestore dellrsquoallevamento e nel raggio di 200 m non rientra
il perimetro del centro abitato Il limite di zona agricola risulta ad una distanza superiore a 200 m
rispetto sia relativamente al PRG del Comune di Castello di Godego che al PAT del Comune di
Castelfranco Le strutture di allevamento (cinque capannoni) pressocheacute entro il limite di 20 m dal
confine della proprietagrave aziendale
Distanza minima dai confini di proprietagrave (Tabella 2 Allegato A)
Consistenza massima Peso vivo t
Classe tabella 1 allegato A
Distanza minima m
Situazione attuale 39500 395 2 20
Scenario di progetto 110000 110 2 20
Il peso medio vivo egrave stato calcolato sulla base del ciclo medio tipico
a) Tipologia dellambiente di stabulazione e del sistema di pulizia
Tipologia Punti allevamento
Situazione attuale ottimizzazione dellisolamento termico e della ventilazione (anche
artificiale)+pavimenti ricoperti da lettiera-abbeveratoi anti spreco 10
Scenario di progetto ottimizzazione dellisolamento termico e della ventilazione (anche
artificiale)+pavimenti ricoperti da lettiera-abbeveratoi anti spreco 10
2 Si rimanda alle tavole ldquoVerifica dei requisiti di cui alla DGR n 856 del 15 maggio 2012 - Stato attuale e incremento capi senza
passaggio di classe (classe 2) Uso del Suolordquo e ldquoVerifica dei requisiti di cui alla DGR n 856 del 15 maggio 2012 - Stato attuale e incremento capi senza passaggio di classe (classe 2)rdquo riportate in allegato
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b) Sistema di ventilazione
Tipologia Punti allevamento
Situazione attuale ventilazione forzata 0
Scenario di progetto ventilazione forzata 0
c) sistema di stoccaggio e trattamento delle deiezioni
Tipologia Punti allevamento
Situazione attuale materiali palabili - pollina su lettiera al coperto (su capannoni chiusi) -
equivalente a concimaia chiusa 0
Scenario di progetto materiali palabili - pollina su lettiera al coperto (su capannoni chiusi) -
equivalente a concimaia chiusa 0
Punteggio totale
Criteri Punti allevamento
Situazione attuale a b c 10
Scenario di progetto a b c 10
Distanze minime reciproche degli insediamenti zootecnici dai limiti di zona agricola (Tabella 3 Allegato A)
classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m
Situazione attuale 2 10 200
Scenario di progetto 2 10 200
Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze civili sparse (Tabella 4 Allegato A)
classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m
Situazione attuale 2 10 100
Scenario di progetto 2 10 100
Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze concentrate (centri abitati) (Tabella 5 Allegato A)
classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m
Situazione attuale 2 10 200
Scenario di progetto 2 10 200
9 DECOMMISSIONING
Per le strutture in cemento eo laterizi si provvederagrave in fase di dismissione dellrsquoallevamento al
trasporto delle relative macerie presso un impianto di trattamento per la bonifica
Per le attrezzature se riutilizzabili si provvederagrave alla revisione e riutilizzo presso altri impianti simili
mentre per le parti obsolete si provvederagrave al loro smaltimento tramite ditte autorizzate
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QUADRO DI RIFERIMENTO
PROGRAMMATICO
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10 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE
101 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ndash Regione Veneto
1011 Riferimenti generali
La Regione Veneto con DGR n 372 del 1722009 ha adottato il Piano Territoriale Regionale di
Coordinamento ai sensi della LR 2342004 n 11 (art 25 e 4) oggetto di Variante anche questa solo
adottata con DGR n 427 del 1042013 pubblicata sul BURV n 39 del 352013 Il PTRC con la
citata Variante come precisato allrsquoarticolo 1bis delle Norme dello stesso assume natura di piano
urbanistico territoriale con specifica considerazione dei valori paesaggistici ai sensi dellrsquoart 135
comma 1 del DLgs 2212004 n 42 il Codice dei beni culturali e del paesaggio
Il PTRC adottato comprende i seguenti elaborati
Relazione illustrativa con i fondamenti del buon governo
Elaborati grafici
- Tavola PTRC 1992 - Ricognizione
- Tavola 1a - Uso del suolo Terra
- Tavola 1b - Uso del suolo Acqua
- Tavola 1c ndash Uso del suolo Idrogeologia e rischio sismico
- Tavola 2 - Biodiversitagrave
- Tavola 3 - Energia e ambiente
- Tavola 4 - Mobilitagrave
- Tavola 5a - Sviluppo economico produttivo
- Tavola 5b - Sviluppo economico turistico
- Tavola 6 - Crescita sociale e culturale
- Tavola 7 - Montagna del Veneto
- Tavola 8 - Cittagrave motore di futuro
- Tavola 9 - Sistema del territorio rurale e della rete ecologica
- Tavola 10 - Sistema degli obiettivi di progetto
Rapporto ambientale
Quadro conoscitivo
Documento per la pianificazione paesaggistica
o Ambiti di paesaggio
o Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici
o Atlante ricognitivo
o Sistema di valori
Norme tecniche
Il PTRC come precisato nellrsquoarticolo 4 delle Norme dello stesso egrave strumento sovraordinato a tutti i
piani territoriali ed urbanistici e puograve essere motivatamente modificato o integrato dai piani regionali di
settore e di sviluppo delle grandi reti di servizi fatto salvo quanto disposto dallrsquoart 145 comma 3 del
DLgs 422004 gli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica di livello inferiore devono
adeguarsi entro dodici mesi dallrsquoentrata in vigore del PTRC
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Per quanto attiene allrsquoefficacia del PTRC come stabilito dal comma 3 dellrsquoarticolo 72bis delle Norme
dello stesso piano ldquoai sensi dellrsquoart 29 comma 2 della LR 1104 dallrsquoadozione del PTRC o di sue
eventuali varianti e fino alla loro entrata in vigore e comunque non oltre cinque anni dalla data di
adozione i Comuni sono tenuti a sospendere ogni determinazione sulle domande relative ad interventi
di trasformazione edilizia e urbanistica che risultino in contrasto con le prescrizioni contenute nel
pianordquo
In merito alla pianificazione paesaggistica come definito nel Titolo XI delle Norme dellrsquoadottato PTRC
la Regione egrave articolata ai sensi dellrsquoarticolo 45ter comma 1 della LR 112004 e dellrsquoarticolo 135
comma 2 del DLgs 422004 in quattordici Ambiti di Paesaggio indicati nel Documento per la
pianificazione paesaggistica La definizione delle specifiche normative drsquouso aventi la finalitagrave di
assicurare che ciascun ambito di paesaggio sia ldquoadeguatamente conosciuto tutelato salvaguardato e
disciplinatordquo attribuendo ldquoadeguati obiettivi di qualitagrave in attuazione dei fini di cui agli articoli 131 133 e
135 del Codice e sulla base della specificazione dei contenuti definiti dallrsquoAtlante Ricognitivo
contenuto nel Documento per la pianificazione paesaggisticardquo egrave demandata ai previsti Piani
Paesaggistici Regionali drsquoAmbito (PPRA)
Il Documento per la pianificazione paesaggistica come precisato allrsquoarticolo 71ter delle Norme del
PTRC costituisce quadro di riferimento per la definizione dei PPRA
Tale Documento si articola in Ambiti di paesaggio in cui egrave indicata la delimitazione degli Ambiti di
Paesaggio Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici in cui egrave indicato il percorso istituzionale di
attribuzione della valenza paesaggistica e sono rappresentate le aree di cui agli artt 136 e 142 del
DLgs4204 destinate a ricognizione e validazione in sede di pianificazione paesaggistica regionale
drsquoambito Atlante Ricognitivo quale prima ricognizione finalizzata alla conoscenza dei caratteri del
paesaggio veneto e dei processi di trasformazione che lo interessano in cui sono indicati obiettivi e
indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari ai PPRA Sistemi di valori (i siti patrimonio dellrsquoUnesco le
Ville del Palladio le Ville Venete Parchi e giardini di rilevanza paesaggistica Forti e manufatti difensivi
Archeologia industriale Architetture del Novecento
1012 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Gli elaborati cartografici del PTRC data anche la scala di restituzione solo in alcuni casi identificano
categorie direttamente relazionabili allrsquoarea dellrsquoesistente allevamento zootecnico avicolo od
allrsquoimmediato intorno ed in dettaglio si tratta delle ldquoAree nucleordquo riportate nelle Tavole 1 2 e 9 e dei
ldquoPrati stabilirdquo riportati nelle Tavole 1 e 9
Area nucleo
Le Aree nucleo sono elementi costituitivi della Rete ecologica e corrispondono come precisato
allrsquoarticolo 24 delle Norme del PTRC ai siti della Rete Natura 2000 ed alle aree naturali protette di cui
alla L 3941991 In tale articolo si afferma che ldquola Regione promuove programmi e progetti specifici
finalizzati alla salvaguardia e valorizzazione della Rete ecologica e per lrsquoattuazione di azioni volte alla
tutela conservazione e accrescimento della biodiversitagrave da attuarsi in collaborazione con le
amministrazioni provinciali comunali e gli altri soggetti interessati anche mediante il supporto a
pratiche agricole sostenibili e di gestione rurale privilegiando quelle dellagricoltura biologicardquo e che ldquoin
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tal senso si assumono come elementi di riferimento le reti di siepi agrarie e i filari le zone umide i corsi
dacqua e la rete di scolo e irrigua i boschettirdquo Le Norme del PTRC inoltre precisano che ldquola
procedura per la valutazione di incidenza si applica esclusivamente con riferimento agli obbiettivi di
conservazione tutelati nei siti della Rete Natura 2000rdquo
Con riguardo al previsto ampliamento del numero di capi allevati allrsquointerno delle giagrave esistenti strutture
aziendali che ricadono in una ZPS di cui alla Rete Natura 2000 egrave redatto il richiesto Studio di
Incidenza In aggiunta si annota che non sono previsti interventi che determinano ricadute sullrsquoattuale
consistenza e configurazione dei richiamati elementi di riferimento per la costruzione della rete
ecologica
Prati stabili
I Prati stabili sono disciplinati dallrsquoarticolo 14 delle Norme del PTRC che esplicita il loro riconoscimento
come ldquorisorse per il paesaggio e la biodiversitagraverdquo e demanda ai Comuni lrsquoindividuazione nellrsquoambito dei
propri strumenti urbanistici dei sistemi di prati stabili e la specificazione ai fini della loro tutela di
ldquoadeguate misure per mantenere il loro valore naturalistico e limitare la perdita di superficie prativa
dovuta allo sviluppo urbanistico allrsquoestensione dei seminativi e allrsquoavanzamento delle aree boschiverdquo
Il maggior numero di capi avicoli non richiede lrsquoampliamento dellrsquoarea attualmente giagrave interessata dalla
presenza dellrsquoallevamento e pertanto non sono coinvolte aree a prato stabile
Il PTRC con riguardo alle Aree rurali disciplinate allrsquoarticolo 7 individua e delimita quattro categorie di
aree rurali riportate in tavola 1a le Aree di agricoltura periurbana le Aree agropolitane in pianura le
Aree ad elevata utilizzazione agricola le Aree ad agricoltura mista a naturalitagrave diffusa per ognuna delle
quali sono elencati obiettivi e previsioni da assumere in sede di predisposizione e adeguamento degli
strumenti di pianificazione urbanistica In generale nel territorio rurale la pianificazione territoriale ed
urbanistica come indicato nel citato articolo deve essere ldquoorientata al principio del minor consumo di
suolordquo e perseguire diverse finalitagrave tra le quali ldquogarantire la sostenibilitagrave dello sviluppo economico del
settore rurale attraverso processi di trasformazione del territorio realizzati con il minor consumo
possibile di suolordquo ldquopromuovere e sostenere il recupero dei fabbricati abitativi e agricolo produttivi e
delle loro pertinenze e consentire la realizzazione di fabbricati abitativi e agricolo produttivi necessari
alle aziende agricole garantendo il loro armonico inserimento nel paesaggio agrario nel rispetto della
struttura insediativa esistenterdquo
La prevista variazione del numero di polli allevati che non richiede la realizzazione di nuovi fabbricati
in linea generale comunque non esclusi secondo le indicazioni delle norme del PTRC se correttamente
inseriti si ritiene possa essere positivamente relazionata con il richiamato obiettivo di uno sviluppo
rurale sostenibile tanto che non egrave in contrasto con la finalitagrave di ridurre il consumo di suolo agricolo
102 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ndash Provincia di Treviso
1021 Riferimenti generali
Il PTCP approvato con la DGR 1137 del 23032010 come precisato allrsquoarticolo 1 delle Norme dello
stesso ldquoindica gli obiettivi e gli elementi fondamentali dello sviluppo urbanistico provinciale
individuando per lrsquoassetto del territorio le nuove esigenze generali del territorio in coerenza con il
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quadro conoscitivo elaborato con riferimento alla salvaguardia conservazione e valorizzazione delle
risorse territorialirdquo
Tale Piano sempre come specificato nel citato articolo assicura che la valorizzazione delle risorse
territoriali disciplinata dalle previsioni degli strumenti urbanistici comunali persegua in particolare
la promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole
la tutela delle identitagrave storico-culturali e della qualitagrave degli insediamenti urbani ed extraurbani
la tutela del paesaggio rurale montano e delle aree di importanza naturalistica
lrsquoutilizzo di nuove risorse territoriali solo quando non esistano alternative alla riorganizzazione e
riqualificazione
del tessuto insediativo esistente
la messa in sicurezza degli abitati e del territorio dai rischi sismici e di dissesto idrogeologico
Il PTCP attraverso le direttive e le prescrizioni da considerare per la redazione degli strumenti di
pianificazione di livello inferiore ed a cui i PAT dei Comuni devono adeguarsi intende raggiungere
scelte progettuali di sviluppo sostenibile in coerenza con gli obiettivi di cui allrsquoarticolo 2 della LR
112004
Il PTCP si compone dei seguenti elaborati
Elaborati grafici
- Tavola 1-1 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Aree soggette a tutela
- Tavola 1-2 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Pianificazione di livello superiore
- Tavola 1-3 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Aree naturalistiche protette
- Tavola 1-4 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Vincoli militari e infrastrutturali
- Tavola 2 Carta delle fragilitagrave
- Tavola 3-1 Sistema ambientale ndash Reti ecologiche
- Tavola 3-2 Sistema ambientale ndash Livelli di idoneitagrave faunistica
- Tavola 4-1 Sistema insediativo-infrastrutturale
- Tavola 4-2 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta dei Centri Storici della Provincia
- Tavola 4-3 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta delle Ville Venete Complessi ed Edifici di
pregio architettonico
- Tavola 4-4 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta delle Ville Venete Complessi ed Edifici di
pregio architettonico di interesse provinciale
- Tavola 4-5 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Mobilitagrave sostenibile
- Tavola 4-6 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Percorsi turistici
- Tavola 4-7 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash La Grande Treviso Il Sistema dei Parchi
- Tavola 5-1 Sistema del paesaggio ndash Carta geomorfologica della Provincia di Treviso
- Tavola del Rapporto Ambientale
Relazione di Piano
Norme Tecniche
Sintesi Non Tecnica Appendice ldquoArdquo al Rapporto Ambientale
Valutazione di Incidenza Ambientale
Rapporto Ambientale allo stato di avanzamento di giugno 2008
Allegato FF ndash Quaderno Progetti
Allegato GG ndash Linee guida per regolamenti edilizi - Relazione con appendici
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Allegato L ndash Rischio incidenti rilevanti
Allegato M ndash Beni culturali
1022 Relazioni con le previsioni del PTCP
Gli elaborati cartografici del PTCP3 solo in alcuni casi identificano categorie in relazione diretta con
lrsquoarea dellrsquoesistente allevamento zootecnico avicolo ed in dettaglio si tratta dei seguenti casi
Tavola 13 con riguardo alle Zone di Protezione Speciale ndash ZPS
Tavola 21 con riguardo alle Aree di pericolositagrave idrica ridotta P0
Tavola 23 con riguardo alle Zone di incompatibilitagrave assoluta (Rete Natura 2000)
Tavola 31 con riguardo alle ZPS e alle Aree nucleo
Tavola 32 con riguardo al Livello di idoneitagrave faunistica medio
Tavola 51 con riguardo alla Unitagrave di paesaggio P2
Le Zone di Protezione Speciale riportate nella Tavola 13 e nella Tavola 31 in tale caso corrispondono
alla ZPS IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo allrsquointerno della quale ricade lrsquoallevamento avicolo per
il quale si prevede di aumentare il numero di polli allevati per la produzione di carne Le ZPS sono
richiamate percheacute messe in relazione con gli elementi costitutivi della Rete ecologica questi ultimi
identificati e delimitati nella Tavola 31 nel caso in questione rappresentati da una delle Aree nucleo
Lrsquoarticolo 36 delle Norme del PTCP elenca gli obiettivi della Rete ecologica che devono essere assunti
dagli strumenti urbanistici locali e da ogni altro atto di programmazione e di governo del territorio come
condizioni alle trasformazioni ammissibili delle risorse in modo da contribuire alla realizzazione della
stessa rete ecologica provinciale
Lrsquoarticolo 37 delle Norme del PTCP contiene le direttive da applicare agli elementi della Rete ecologica
ed in particolare per quanto riguarda le Aree nucleo stabilisce che
- la realizzazione delle infrastrutture e degli impianti tecnici egrave subordinata a misure di mitigazione
mirate alla ricostituzione della continuitagrave della permeabilitagrave biologica nei punti critici di
passaggio ed inoltre con lrsquoinserimento di strutture utili allrsquoattraversamento faunistico e con la
costituzione di aree di rispetto formate con elementi arborei ed arbustivi finalizzate alla
conservazione della biodiversitagrave
- la gestione dellrsquoagricoltura in queste aree deve essere indirizzata anche mediante interventi di
incentivazione e sostegno tecnico e finanziario al mantenimento delle componenti di interesse
ecologico e della biodiversitagrave complessiva
- le aree individuate come critiche per presenza di infrastrutture aree insediative e corridoi
ecologici nei siti della Rete Natura 2000 devono essere considerate dalla normazione tutelare
degli strumenti urbanistici comunali come ambiti prioritari verso i quali convergere gli interventi
di riorganizzazione mediante azioni di mitigazione e compensazione
Lrsquoarticolo 39 delle Norme del PTCP inoltre per le Aree nucleo stabilisce che ldquoi progetti che implicano
modificazione di usi funzioni attivitagrave in atto sono soggetti a valutazione di incidenza (VINCA) ai sensi
3 Si rimanda agli estratti delle Tavole 21 31 (che riporta le ZPS analogamente alla tav 13 e 23) e 32 del PTCP inserite nellrsquoAllegato
Cartografico allo SIA
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della normativa statale e regionale in materiardquo ed in aggiunta precisa al comma 4 che gli ldquointerventi di
ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo [hellip]
sono ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati
compatibili dalla valutazione di incidenza e comunque soggetti a misure compensative a compenso
drsquoogni riduzione della qualitagrave ecologica complessiva dellrsquoareardquo
La previsione di aumentare il numero di polli allevati nelle strutture giagrave presenti non richiede nuovi
fabbricati o ampliamenti di quelli esistenti ed in ogni caso si annota che sono ammessi utilizzi a fini
agricoli in merito alla valutazione di incidenza come giagrave richiamato egrave predisposto il richiesto Studio di
Incidenza
Le Aree a pericolositagrave ridotta (P0) individuate nella Tavola 21 ldquoCarta delle fragilitagrave ndash Aree soggette a
dissesto idrogeologico e fragilitagrave ambientalerdquo sono definite allrsquoarticolo 57 come ldquoparti del territorio
provinciale ritenute maggiormente esposte a pericolo di allagamento soprattutto a causa di insufficienze
idrauliche localirdquo e per tali aree ldquodevono essere promosse dalle Amministrazioni Comunali verifiche
specifiche sullrsquoeffettivo comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio assieme al Consorzio
di Bonifica competente per territoriordquo Le Aree P0 sono disciplinate dallrsquoarticolo 59 delle Norme del
PTCP che formula le seguenti direttive
ldquo1 Lo strumento urbanistico comunale conduce per le aree P0 una rigorosa e puntuale verifica dello
stato idraulico del territorio nel rispetto della Delibera regionale n13222006 utilizzando per le
valutazioni schemi di calcolo che siano in grado di descrivere le conseguenze idrauliche di una
eventuale insufficienza della rete di scolo delle acque precisandone e definendone su queste basi gli
ambiti giagrave indicati dal PTCP
2 Per le aree classificate P0 ferma restando lrsquoapplicazione della normativa per esse eventualmente
disposta dai Piani di Assetto Idrogeologico lo strumento urbanistico comunale detta apposita normativa
finalizzata a non incrementare le condizioni di rischio ed in particolare a
a) mantenere le condizioni esistenti di funzionalitagrave idraulica ed anzi a migliorarle cosigrave da
agevolare e comunque non impedire il deflusso delle piene e non ostacolare il normale deflusso
delle acque
b) non aumentare le condizioni di pericolo a valle od a monte delle aree drsquointervento
c) non ridurre i volumi invasabili e favorire se possibile la formazione di nuove aree di libera
esondazione delle acque
d) non pregiudicare con opere incaute od erronee la successiva realizzazione di interventi per
lrsquoattenuazione o lrsquoeliminazione delle cause di pericolositagrave
e) non effettuare tombinamenti ma mantenere gli originali volumi di invaso disponibili di tratti di
f) fossi e fossati
g) neutralizzare con interventi in loco gli incrementi di portata conseguenti ad interventi
urbanizzativi
h) non costituire od indurre a costituire vie preferenziali al flusso di portate solide o liquide
i) minimizzare le interferenze anche temporanee con le strutture di difesa idraulicardquo
Per le valutazioni sulla relazione tra la disciplina e il previsto ampliamento dellrsquoallevamento si rimanda
ai successivi paragrafi del presente studio in cui si considerano i PAT dei Comuni territorialmente
coinvolti
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PAGINA 48 194 Settembre 2015
Le Zone di incompatibilitagrave assoluta sono considerate nelle Norme del PTCP in relazione alle Aree a
rischio di incidente rilevante disciplinate allrsquoarticolo 77 la direttiva stabilisce che il PAT nella
valutazione di compatibilitagrave territoriale per la localizzazione di nuovi impianti a rischio dovragrave tenere in
considerazione le aree di incompatibilitagrave assoluta localizzandogli stabilimenti in aree industriali esterne
a tali zone
La disciplina richiamata non ha attinenza con lrsquointervento in previsione
I Livelli di idoneitagrave faunistica sono definiti e riportati nella Tavola 32 ldquoSistema ambientale ndash Livelli di
idoneitagrave faunisticardquo e nel caso dellrsquoarea dellrsquoallevamento si ricade in un ambito con livello di idoneitagrave
faunistica medio come stabilito allrsquoarticolo 37 delle Norme del PTCP ldquogli strumenti urbanistici locali
dispongono apposita disciplina finalizzata a () definire i livelli di idoneitagrave faunistica allrsquointerno di queste
aree e dettare norme differenziate secondo il livello di idoneitagrave da conferire o conservarerdquo assicurando
nel caso di media idoneitagrave la tutela e la conservazione di tale livello
La prevista variazione in aumento dei capi di polli allevati si ritiene non incidere sul livello di idoneitagrave
faunistica
Le Unitagrave di Paesaggio individuate nella Tavola 51 sono disciplinate dallrsquoarticolo 30 delle Norme del
PTCP che chiede agli strumenti urbanistici comunali di individuare gli ambiti territoriali omogenei ldquoin
modo tale da far corrispondere ad ogni unitagrave di paesaggio la totale estensione di uno o piugrave ATO non
potendo di conseguenza uno stesso ambito territoriale omogeneo essere suddiviso tra diverse UDPrdquo Il
PTCP riconosce le caratteristiche di ogni Unitagrave e la disciplina stabilisce che ldquospetta allo strumento
urbanistico comunale sulla base di analisi puntuali dei caratteri costitutivi proporre la correzione e
precisazione dellrsquoestensione dellrsquounitagrave anche al fine di rendere coerenti le UDP con i perimetri delle
ATO in cui il territorio comunale egrave suddivisordquo
Per le valutazioni sulla relazione tra la disciplina associata alle UdP e il previsto ampliamento
dellrsquoallevamento si rimanda ai successivi paragrafi del presente studio in cui si considerano i PAT dei
Comuni territorialmente coinvolti
103 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castelfranco Veneto
1031 Riferimenti generali
Il Comune di Castelfranco Veneto egrave dotato di PAT redatto con i contenuti di cui allrsquoarticolo 13 della
LR112004 approvato con la DGP n 29 del 322014 tale strumento sostituisce il precedente
Piano Regolatore Generale approvato con le DGR n 4035 del 10122004 e n 3672 del 29112005
Il PAT egrave formato dai seguenti elaborati
Relazione tecnica
Relazione di progetto
Relazione sintetica
Norme tecniche
Elaborati grafici in scala 110000
- Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale
- Carta delle invarianti
- Carta delle fragilitagrave
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- Carta della trasformabilitagrave - Ambiti Territoriali Omogenei (ATO)
- Carta della trasformabilitagrave - Valori e tutele Azioni strategiche
Quadro conoscitivo di cui allrsquoart10 della LR112004
Studio di compatibilitagrave idraulica
Le Norme precisano che gli ambiti e gli immobili vincolati individuati nella Tavola 1 del PAT hanno
valore ricognitivo e non esaustivo e che ldquole indicazioni grafiche contenute nella citata Tavola 4 non
hanno valore conformativo delle destinazioni urbanistiche dei suoli la definizione delle quali egrave
demandata al PI e non possono pertanto rappresentare o comportare in alcun modo acquisizione di
diritti edificatori ()rdquo Lrsquoarticolo 4 delle Norme del PAT precisa che ldquogli interventi di trasformazione
edilizia ed urbanistica del territorio prima della redazione del PI ai sensi dellart 18 della LR1104
devono rispettare le previsioni del PRG vigente per le parti compatibili con il PAT che a seguito
dellapprovazione per tali parti acquista il valore e lefficacia del PI come previsto dallart 48 comma 5
della LR112004rdquo
1032 Relazioni con le previsioni del PAT
Le tavole del PAT4 identificano le categorie di vincolo le invarianti le fragilitagrave e le destinazioni drsquouso
associate alla disciplina contenuta nelle Norme dello stesso strumento urbanistico con riguardo allrsquoarea
dellrsquoesistente allevamento avicolo eo alla porzione di territorio limitrofa a questa si distinguono quelle
riportate nella sottostante tabella Per ogni categoria si richiama il contenuto delle norme del PAT e si
svolge la verifica in merito alla coerenza tra la disciplina ed il previsto incremento del numero di capi
avicoli allevati
Piano di Assetto del Territorio ndash Relazione tre le categorie di Piano e lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo
Carta Categoria Art PAT
1 Vincoli ZPS ndash Prai di Castello di Codego 10
Allevamenti zootecnici intensivi LR 112004 12
Reticolo idraulico ndash Servitugrave idraulica 12
2 Invarianti Area Natura 2000 13
Principali filari e siepi del paesaggio 14
3 Fragilitagrave Compatibilitagrave geologica ndash Area idonea a condizione 3 17
4a Trasformabilitagrave ATO Aa1 Agricolo periurbano nord ndash Prai di Godego 36
4b Trasformabilitagrave Area nucleo 34
ZPS ndash Prai di Castello di Godego
Lrsquoarticolo 10 delle Norme del PAT precisa che tale strumento urbanistico recepisce la Zona di
Protezione Speciale IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo individuata ai sensi della DGR n
11802006 quale elemento della Rete Natura 2000 per la salvaguardia della biodiversitagrave ed integra la
ZPS nel sistema ambientale della rete ecologica di cui allrsquoart34 Le direttive definite in tale articolo
stabiliscono che nella progettazione ed esecuzione di piani progetti e interventi ldquodeve essere garantito
il mantenimento ovvero alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi
di habitat naturali e degli habitat delle specie interessate che hanno determinato lrsquoindividuazione
dellrsquoarea come zona SIC e ZPSrdquo che ldquonellrsquoesame delle soluzioni progettuali devono essere
considerate le possibili alternativerdquo ed infine che ldquoa seguito della valutazione sono individuate
opportune misure di mitigazione o compensazione finalizzate a minimizzare o cancellare le eventuali
4 Si rimanda agli estratti delle Tavole 1 2 3 4a e 4b inserite nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
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incidenze negative sia in corso di realizzazione sia dopo il suo completamentordquo Le prescrizioni di tale
articolo richiamano lrsquoassoggettamento alla procedura di valutazione di incidenza per i piani i progetti e
gli interventi ricadenti allrsquointerno della ZPS
Per quanto riguarda lrsquoassoggettamento alla procedura di valutazione di incidenza si precisa che egrave stato
redatto il richiesto Studio di incidenza a cui si rimanda per le considerazioni di merito
Allevamenti zootecnici intensivi
Lrsquoarticolo 12 delle Norme del PAT richiama i riferimenti legislativi attinenti agli allevamenti zootecnici
intensivi ovvero la DGR 31782004 e smi (Atti di indirizzo - art 50 della LR 112004) e con le
direttive e prescrizioni stabilisce che il Piano degli Interventi (PI) aggiorna e precisa gli allevamenti
zootecnici intensivi individuati nella Tavola 1 per i quali si applicano le vigenti disposizioni di legge e i
regolamenti comunali vigenti in materia di igiene e sanitagrave In aggiunta in tale articolo si precisa che
ldquoagli allevamenti zootecnici in zona impropria sono consentite esclusivamente operazioni di
manutenzione ordinaria e ne egrave incentivata la rimozionerdquo
Con riguardo alle citate norme si sottolinea che si prevede il solo aumento del numero di polli da carne
allevati nelle strutture giagrave esistenti e che ovviamente si terragrave conto del necessario rispetto delle
disposizioni e regolamenti vigenti in materia di igiene e sanitagrave
Reticolo idraulico ndash Servitugrave idraulica
LrsquoArt 12 delle Norme Tecniche del PAT con riguardo al reticolo idraulico ed alle relative servitugrave
richiama il riferimento normativo di cui al RD 3681904 e RD 5231904 e detta le seguenti
prescrizioni
ldquoNon sono consentite nuove edificazioni a distanze inferiori a 10 metri dai cigli esistenti o dal piede
della scarpata esterna dellrsquoargine () Per canali non demaniali in specifici casi egrave facoltagrave insindacabile
del Consorzio di bonifica competente concedere una deroga a tale distanza In caso di sporgenze
aggetti o altro la distanza deve riferirsi alla proiezione in pianta dei medesimi Alla distanza di rispetto
sono vincolate anche eventuali opere insistenti nel sottosuolo quali vani interrati e sottoservizi Le
fabbriche le piante e le siepi esistenti entro la fascia di rispetto prevista dal RD 3681904 sono
tollerate qualora non rechino un riconosciuto pregiudizio giunte a maturitagrave o deperimento non possono
essere surrogate entro le distanze previste Gli interventi di manutenzione su fabbricati esistenti ed
eventuali opere precarie devono ottenere preventiva autorizzazione idraulica dagli Enti competenti
fermo restando che ai fini della servitugrave di passaggio una fascia di larghezza pari a 4 m dovragrave
permanere completamente sgombera da ostacoli e impedimenti al libero transito dei mezzi adibiti alla
manutenzione e allrsquoeventuale deposito di materiali di espurgo La realizzazione di attraversamenti e di
qualsiasi opera o intervento che possa comportare unrsquooccupazione anche temporanea del sedime dei
corsi drsquoacqua gestiti dal Genio Civile o da Consorzi di bonifica egrave oggetto di specifica concessione da
parte dellrsquoente competente () Le superfici costituenti il sedime dei corsi drsquoacqua di competenza
regionale o consortile e le relative fasce di rispetto non possono essere ricomprese allrsquointerno di
perimetri di nuovi piani o strumenti attuativi o interventi di trasformazione territoriale in genere se non
come aree specificatamente destinate alla tutela del corpo idrico Esse non possono contribuire alla
determinazione della capacitagrave edificatoria fatta salva la possibilitagrave di applicare lrsquoistituto del credito
edilizio alle zone contiguerdquo
Nel caso in oggetto il reticolo idrico egrave da riferire al corso drsquoacqua che fiancheggia il lato ovest e sud del
perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento lrsquoincremento del numero di polli allevati non richiede interventi
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COD 15V055 PAGINA 51 194
edilizi od occupazione e trasformazione di nuove aree non giagrave incluse allrsquointerno dellrsquoallevamento
esistente e quindi si escludono ricadute per trasformazioni dello stato attuale nelle fasce di servitugrave
idraulica
Area Natura 2000
Lrsquoarticolo 13 delle Norme del PAT con le direttive indica che egrave opportuno ldquoprevedere norme specifiche
che riprendono le misure di conservazione dei SIC e della ZPS (cfr DGR 23712006)rdquo ed in
particolare ldquoevitare il tombamento della rete idrografica minore fatte salve le esigenze di protezione dal
rischio idrogeologicordquo ed ldquoincentivare il miglioramento delle prestazioni ecologiche e funzionali delle
fasce arbustive ed arboree presenti nelle buffer zones (aree cuscinetto) Ove tali formazioni spontanee
non siano presenti dovrebbe essere incentivata la realizzazione di nuove fasce di vegetazione
riparialerdquo Le prescrizioni dettate dal citato articolo stabiliscono che ldquonon sono consentiti interventi tali
da creare una riduzione dellrsquoestensione di tali areerdquo e che il PI ldquoprecisa ambiti con livelli differenziati di
tutelardquo si richiama inoltre lrsquoapplicazione della procedura di valutazione di incidenza ambientale per
progetti e interventi ricadenti in ZPS
Il previsto aumento dei capi avicoli allevati non comporta interventi sulla rete idrografica minore eo
trasformazioni delle fasce arbustive e arboree presenti come giagrave evidenziato in osservanza della
normativa nazionale e regionale egrave redatto lo Studio di Incidenza
Principali filari e siepi del paesaggio agrario
Lrsquoarticolo 14 delle Norme del PAT con le prescrizioni stabilisce che ldquogli interventi che generano
trasformazione dei filari e siepi del paesaggio agrario devono prevedere opportune misure di
mitigazione eo compensazione sulla base di uno specifico studio valutativordquo e che ldquosono tutelati la
giacitura lrsquoestensione e la conformazione di siepi e filari a tal fine va prevista negli interventi la
ricomposizione di tratti mancanti o abbattutirdquo
La vegetazione presente a ridosso del corso drsquoacqua che scorre immediatamente ad ovest ed a sud del
perimetro dellrsquoallevamento avicolo non egrave interessata da alcun intervento trattandosi del solo aumento
del numero di polli da carne ricoverati nelle strutture esistenti non sono pertanto obbligatori interventi di
mitigazione e compensazione ma si considera comunque la possibilitagrave di mettere a dimora specie
vegetali a formare una siepe lungo il perimetro sud ed est dellrsquoarea dellrsquoallevamento con funzioni di
mascheramento e di qualificazione paesaggistico ambientale
Area idonea a condizione 3
Con riguardo alla compatibilitagrave geologica si distinguono aree con differente grado di rischio geologico-
idraulico e differente idoneitagrave ad essere urbanizzate per le caratteristiche geologico-tecniche e
idrogeologiche-idrauliche disciplinate dallrsquoarticolo 17 delle Norme del PAT
Per quanto attiene alle Aree idonee a condizione 3 definite come ldquoZone con terreni superficiali
prevalentemente sabbiosolimosi ndash limosoargillosi e con massima oscillazione della falda freatica
superiore ai 5 m dal piano campagnardquo la disciplina precisa che ldquole soluzioni per lrsquoidoneitagrave si possono
raggiungere qualora una relazione geologico-tecnica verifichi le caratteristiche geotecniche dei litotipi
Qualora vi sia la presenza di terreni scadenti superficiali (limosi argillosi torbosi ecc) eo variabilitagrave
litologica egrave necessario adottare soluzioni tecniche idonee ad evitare cedimenti delle fondazioni Ogni
intervento dovragrave garantire la tutela delle acque al fine di evitare fenomeni di inquinamento eo
variazioni della geometria ed idrodinamica dei corpi idrici sotterranei e superficialirdquo
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Le direttive demandano al PI la definizione della disciplina sullrsquoedificabilitagrave del territorio e la promozione
degli interventi volti alla riparazione e consolidamento dellrsquoesistente alla stabilizzazione di eventuali
dissesti al miglioramento delle attuali condizioni geologico-idrauliche e mitigazione del rischio Con il
citato articolo in aggiunta si prescrive la stesura di relazione geologica eo geotecnica in conformitagrave
da allegare ai progetti di intervento da riferire degli interventi edificatori e di sistemazione dei terreni
che devono sempre attenersi alle norme tecniche emanate con il DM 1131988 il DM 1492005 e il
DM 1412008 con lrsquoulteriore precisazione che prima dellrsquoapprovazione dello studio di compatibilitagrave
sismica del territorio comunale le indagini geologiche dovranno essere eseguite in conformitagrave al DM
14012008
Come giagrave evidenziato non sono previsti interventi edilizi o di movimentazione del terreno e quindi si
ritiene di non rientrare nel campo di applicazione della richiamata disciplina e normativa nazionale
Ambiti Territoriali Omogenei ndash Aa1 ldquoAgricolo periurbano nord - Prai di Godegordquo
Il territorio comunale come precisato allrsquoarticolo 36 delle Norme del PAT egrave suddiviso in ATO per
ognuno dei quali egrave dettata specifica disciplina articolata in disposizione generali e disposizioni locali
che integra le disposizioni generali per lrsquoassetto del territorio contenute nel Titolo III delle stesse Norme
del PAT Gli ATO Aa come riportato nellrsquoarticolo 40 delle Norme del PAT sono quelli ldquonei quali vi egrave una
prevalenza dei caratteri ambientali e paesaggistici e la struttura delledificato egrave rada o sporadicardquo le
direttive di tale articolo demandano al PI il compito di sviluppare e precisare ldquole scelte strategiche
delineate dal PAT indicando le azioni da svolgere per conseguire gli obiettivi di piano le prioritagrave le
interrelazioni i soggetti coinvolti o da interessare e le condizioni per la fattibilitagrave e lrsquoattuazione delle
previsionirdquo
Per quanto attiene allrsquoAmbito Aa1 nella relativa scheda sono indicati gli obiettivi locali di seguito
interamente riportati
ldquoAmbiente
- Mantenimento delle funzioni agricole produttive e salvaguardia delle aree agricole integre da
garantire tramite il mantenimento e la valorizzazione degli elementi caratterizzanti il territorio
(sistemazioni agricole tradizionali reticolo idrografico superficiale percorsi poderali manufatti e
insediamenti rurali tipologia e allineamento delle alberature ecc)
- Promozione della conoscenza e della fruizione turistico ricreativa del territorio di pregio
naturalistico
- Ricostituzione del patrimonio della biodiversitagrave della rete ecologica territoriale e locale costituita
principalmente dalla ZPS dal corridoio ecologico del Muson e dalla buffer zone mediante
integrazione delle attuali colture con colture tradizionali compatibili con la morfologia del suolo
agrario con ecotoni di margine con piccoli incolti con limplementazione dei filari e siepi
- Rimozione di elementi detrattori
Insediamenti
- Tutela e valorizzazione degli edifici con valore storico-ambientale volta ad un corretto recupero
dei manufatti e un loro impiego a servizio di funzioni connesse alla residenza e alle attivitagrave
agricole locali o per altri utilizzi compatibili
- Tutela del contesto figurativo della villa come elemento riconoscibile da molteplici punti del
territorio agricolo
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- Riordino edilizio e funzionale della struttura insediativa di recente impianto e suo modesto
ampliamento al fine di favorire la permanenza e la crescita fisiologica della popolazione locale
Accessibilitagrave e mobilitagrave locale
- Riqualificazione in senso paesaggistico degli assi viari con possibile individuazione di spazi
anche attrezzati per la sosta in corrispondenza dei coni visuali di maggior percezione
qualitativa
- Realizzazione dellitinerario di interesse ambientale lungo il torrente Avenale e lungo la via
Postumia per la connessione al Muson e al Sentiero degli Ezzelini
- Sistemazione dellrsquoincrocio tra via Bella Venezia e Via Postumiardquo
Le funzioni attribuite allrsquoAmbito Aa1 sono quelle ldquoprevalentemente agricole con bassa presenza di
residenzialitagraverdquo
Con riguardo agli obiettivi ed alle destinazioni funzionali previste per lrsquoAmbito Aa1 si ritiene essere
coerente la previsione di incremento dei capi avicoli in quanto rientrante nellrsquoattivitagrave agricola giagrave svolta
nelle strutture dellrsquoesistente allevamento e quindi correlabile al punto relativo al mantenimento delle
funzioni agricole produttive per altro tale previsione non determina ricadute sugli elementi
caratterizzanti il territorio od impedimento al perseguimento degli altri obiettivi locali di tale ATO
Area nucleo
Le Aree nucleo sono definite quali elementi costitutivi della Rete ecologica considerata e disciplinata
dallrsquoarticolo 34 delle Norme del PTA che demanda al PI la definizione della disciplina degli elementi
della stessa rete ecologica da attuare sulla base delle direttive espressamente elencate nello stesso
articolo
Le prescrizioni per tutti gli elementi della Rete ecologica stabiliscono il vincolo alla loro realizzazione e
mantenimento ed il divieto ad aprire cave e discariche
Per le Aree nucleo egrave inoltre prescritto quanto segue
ldquoEgrave fatto divieto di rimuovere distruggere danneggiare o modificare in modo essenziale le siepi (parte
aerea e parte epigea) salvo motivate esigenze derivanti da assetti proprietari ed infrastrutturali che
comunque dovranno essere accompagnate da idonee misure compensative Sono ammesse le normali
operazioni di manutenzione e ringiovanimento delle siepi (potatura spollonatura tramarratura ecc)
Non egrave ammesso lrsquoallestimento di impianti percorsi e tracciati per attivitagrave sportiva con mezzi motorizzati
Non sono ammesse strutture a serra fissa con o senza zoccolo di fondazione Sono invece ammesse
le serre mobili se destinate alla forzatura stagionale delle produzioni orto-floro-vivaistiche Egrave esclusa
lrsquoedificazione di manufatti da destinare ad insediamenti zootecnici intensivi Ersquo fatta salva lrsquoedificabilitagrave
prevista negli ambiti di edificazione diffusardquo
Anche in tale caso si ribadisce che non essendo previsti interventi di nuova edificazione o
trasformazione dei fabbricati esistenti giagrave destinati ad allevamento avicolo intensivo ne movimenti terra
o azioni sulle componenti vegetali non si ricade nella sfera dei divieti di cui alle richiamate prescrizioni
Vincolo sismico
Infine si annota che lrsquointero territorio comunale risulta ricadere in Zona 3 del vincolo sismico Lrsquoarticolo
9 delle Norme tecniche del PAT prescrive che ldquogli interventi dovranno uniformarsi alle prescrizioni
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dellrsquoOPCM n 32742003 e al DM 14012008 Per la redazione dello studio di compatibilitagrave sismica si
applicano le modalitagrave previste dalla DGR n 3308 del 04112008rdquo
104 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castello di Godego
1041 Riferimenti generali
Il Comune di Castello di Godego ha adottato ai sensi dellart 15 della LR 23 Aprile 2004 n 11
ldquoNorme per il Governo del Territoriordquo con la DCC n 30 del 1162015 il PAT che secondo quanto
previsto dallart 29 della LR 112004 determina lrsquoapplicazione delle misure di salvaguardia
limitatamente alle prescrizioni e ai vincoli contenuti nello stesso PAT fino alla approvazione ed entrata
in vigore del PAT come precisato allrsquoarticolo 137 delle Norme dello stesso Piano egrave sospesa ogni
determinazione sugli interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica del territorio in contrasto con le
previsioni e vincoli del PAT
Come riportato nella citata delibera secondo quanto previsto dallart 48 comma 5 e 5-bis della LR
112004 il vigente Piano Regolatore Generale mantiene la sua efficacia fino allrsquoapprovazione del PAT e
successivamente per le parti compatibili con il PAT diventa il Piano degli Interventi
Il PAT adottato egrave formato dai documenti del Quadro Conoscitivo che comprendono una serie di tavole
di analisi urbanistica agronomica ambientale e geologica dagli elaborati di progetto che comprendono
la Relazione Tecnica Generale le Norme Tecniche le tavole P1A - Carta dei vincoli P1B - Carta della
pianificazione territoriale P2 - Carta delle invarianti P3 - Carta delle fragilitagrave P4 - Carta delle
trasformazioni dai documenti della VAS della VINCA della VCI dagli elaborati della micro-zonazione
sismica
Le disposizioni contenute nel PAT come precisato allrsquoarticolo 3 delle Norme dello stesso piano sono
articolate in direttive (quando non espressamente specificato le disposizioni hanno tale valore) sulla cui
base viene redatto il Piano degli Interventi e in prescrizioni e vincoli a cui devono uniformarsi le attivitagrave
di soggetti pubblici e privati negli interventi di trasformazione del territorio
1042 Relazione con le previsioni del PAT
Le Carte di progetto del PAT5 identificano diverse categorie di vincolo destinazione o azione associate
alla disciplina contenuta nelle Norme dello stesso strumento urbanistico o che rimandano a quelle del
PTCP con riguardo alla porzione di territorio confinante allrsquoarea dellrsquoesistente allevamento avicolo (il
lato ovest si attesta sul confine comunale) o limitrofa a questa si distinguono quelle riportate nella
sottostante tabella Per ogni categoria si richiama il contenuto delle norme del PAT e si svolge una
verifica in merito alla coerenza tra la disciplina e il previsto incremento del numero di capi avicoli
allevati
5 Si rimanda agli estratti delle Tavole P1A P1B P2 P3 e P4 inserite nellrsquoAllegato cartografico allo SIA
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Piano di Assetto del Territorio ndash Relazione tre le categorie di Piano e lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo
Carta Categoria Art PAT Art PTCP
P1A Scoli drsquoacqua consorziali ndash Servitugrave idraulica (RD 3681904) 24 -
P1B Tracciati storici agro centuriato 34 44
Aree ad elevata utilizzazione agricola 40 10
Area nucleo 42 37
Area di connessione naturalistica ndash Fascia tampone 42 38
P0 ndash Area a rischio di allagamento per insufficienze idrauliche locali 45 59
P2 Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica 53 -
Ambiti caratterizzati dalla presenza di prati stabili 53 -
Siepi campestri e filari in spazio aperto 57 -
P3 Aree di interesse ambientale ndash Rete Natura 2000 19 -
Area idonea a condizione- per inondazione periodica e ristagno idrico 74 -
Aree soggette a dissesto idrogeologico ndash Aree esondabili eo a periodico ristagno idrico 76 -
P4 Coni visuali 101 -
Ambito per la formazione di parchi e riserve naturali di interesse intercomunale 102 -
Area nucleo 105 --
Area di connessione naturalistica ndash Fascia tampone 106 -
Corridoio ecologico secondario blueway 109
Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica 114 -
Insieme A ATO con contesto agricolo di particolare valore ambientale e paesaggistico AA1 Prai ndash Muson dei Sassi
127 -
Servitugrave idraulica
Le Norme del PAT con lrsquoarticolo 24 richiamano la necessaria ottemperanza alle disposizioni di cui al
RD 851904 n 368 rdquoRegolamento sulle bonificazioni delle paludi e dei terreni paludosirdquo e al RD
2571904 n 523 ldquoTesto unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse
categorierdquo In particolare si prescrive per fiumi torrenti e canali in conformitagrave con lrsquoarticolo 96 del RD
5231904 e per i corsi drsquoacqua consorziali in conformitagrave con lrsquoarticolo 133 del RD 3681904 che deve
essere mantenuta libera da qualsiasi impedimento e ostacolo al transito dei mezzi manutentori una
fascia di almeno m 400 a partire dal piede dellrsquounghia arginale o dal ciglio del corso drsquoacqua e che
devono essere garantite fasce di rispetto idrauliche inedificabili di m 1000 su entrambi i lati dei corsi
drsquoacqua a partire dal piede dellrsquounghia arginale o dal ciglio del corso drsquoacqua
Il previsto incremento del numero di capi allevati non comporta interventi edilizi o modifiche dello stato
attuale per la porzione di territorio ricadente nelle citate fasce da mantenere libere eo inedificabili
Tracciati storici - agro centuriato
Le Norme del PAT con lrsquoarticolo 34 precisano il recepimento negli elaborati di progetto del Piano dei
siti a rischio archeologico e dei tracciati di permanenza esistenti o latenti dellrsquoagro centuriato qualificati
come invarianti strutturali per i quali si applica quanto disposto dagli articoli 60 e 61 Lrsquoarticolo 60
riguardante lrsquoagro centuriato e le strade e tracciati storici prescrive che negli interventi di
trasformazione di grande estensione egrave vietata lrsquoeliminazione dei tracciati persistenti riconducibili al
reticolo stradale della centuriazione romana e le strade e i percorsi storici principali nel mentre per gli
ambiti del territorio agricolo stabilisce diverse direttive tra le quali si annovera la salvaguardia della
struttura tradizionale del territorio legata alla sistemazione agrarie storiche il divieto di interrare o
tombare con canalizzazioni artificiali i corsi drsquoacqua esistenti la coerenza nellrsquoorientamento e nella
dislocazione con lorganizzazione territoriale e con la direzione degli assi centuriali presenti in loco per
le nuove costruzioni
Il previsto incremento del numero di capi allevati non comporta interventi edilizi di ampliamento dei
fabbricati esistenti o di nuova realizzazione e si osserva che lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo per
Studio di Impatto Ambientale
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disposizione e geometria srsquoinserisce in forma coerente nella matrice dellrsquoagro centuriato senza
determinare incidenze negative sul disegno dei corsi drsquoacqua
Aree ad elevata utilizzazione agricola
Le Norme del PAT allrsquoarticolo 40 evidenziano che lo stesso recepisce lrsquoindividuazione delle Aree ad
elevata utilizzazione agricola di cui alla Tavola 9 e correlato articolo 10 delle Norme Tecniche del
PTRC adottato che individua le finalitagrave alle quali fare riferimento per la pianificazione di tale tipo di
territorio agricolo
Si rimanda alle precedenti annotazioni riguardanti il PTRC per quanto attiene alla relazione con
lrsquoallevamento avicolo
Area nucleo ndash Area di connessione naturalistica
Le Norme del PAT allrsquoarticolo 42 richiamano lrsquoindividuazione e articolazione della Rete ecologica
provinciale rappresentata con maggiore dettaglio nellrsquoelaborato Tavola P4 e rimandano alle
successive disposizioni contenute negli articoli da 104 a 111 Per quanto riguarda le Aree nucleo con
lrsquoarticolo 42 si stabilisce che i progetti implicanti modificazione di usi funzioni attivitagrave in atto sono
soggetti a valutazione di incidenza (VIncA) ed in particolare si precisa che gli interventi di
ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo ldquosono
ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati
compatibili dalla valutazione di incidenza e comunque soggetti a misure compensative a compenso
drsquoogni riduzione della qualitagrave ecologica complessiva dellrsquoareardquo
Con lrsquoarticolo 105 riferito alle Aree nucleo si demanda al PI la formulazione di una normativa atta ad
evitare nuove edificazioni sparse a promuovere interventi di qualificazione a definire misure di
mitigazione per infrastrutture e impianti tecnologici ed infine lrsquoindividuazione delle aree critiche
Lrsquoarticolo 106 relativo alle Aree di connessione naturalistica stabilisce che ldquosono da limitare le nuove
edificazioni ad alto consumo di suolo e fortemente impattanti (impianti industriali inquinanti e legati a un
elevato carico trasportistico) e lrsquourbanizzazione diffusardquo e demanda al PI la promozione di interventi di
controllo e qualificazione
In osservanza di quanto richiesto dalle richiamate norme egrave redatto lo Studio di Incidenza ai cui
contenuti e conclusioni si rimanda in ogni caso si evidenzia che non egrave prevista nuova edificazione o
ampliamento dei fabbricati esistenti modificativa dello stato attuale dei luoghi e nemmeno interventi
che comportino la trasformazione delle aree agricole e la riduzione della vegetazione arborea presente
lungo i fossi o gli scoli irrigui
Aree a pericolositagrave idraulica e idrogeologica
Le Norme del PAT allrsquoarticolo 45 ricordano che il PTCP per le aree P0 (a pericolositagrave idraulica bassa)
ldquoAree a rischio di allagamento per insufficienze idrauliche localirdquo con lrsquoarticolo 57 dispone che la
normativa applicabile egrave quella del Progetto di Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico del bacino
idrografico del fiume Brenta - Bacchiglione e con lrsquoarticolo 59 prevede che il PAT ldquoattraverso la VCI
e successivamente attraverso il Piano delle Acque esegue specifici approfondimenti sul
comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio assieme al Consorzio di Bonifica competente
per territoriordquo
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Per la verifica delle relazioni con il previsto aumento dei capi avicoli allevati si rimanda quindi ai
contenuti normativi del PSAI
Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica ndash Paesaggio dei prati stabili
Gli Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica sono disciplinati dallrsquoarticolo 53 e
dallrsquoarticolo 114 delle Norme del PAT Lrsquoarticolo 53 contiene sia direttive che demandano al PI la
traduzione delle indicazioni elencate nello stesso in azioni e modalitagrave finalizzate a conservare e
migliorare il paesaggio sia prescrizioni che vietano la modifica dellrsquoassetto dei prati stabili e dei campi
chiusi in particolare dal punto di vista paesaggistico idraulico e vegetazionale e richiedono lrsquoattenta
valutazione dellrsquoinserimento di strutture di servizio e reti tecnologiche che possono determinare impatti
negativi sia sullrsquoassetto paesaggistico sia sulle componenti faunistiche Lrsquoarticolo 114 rimanda al
contenuto del citato articolo 53
Il previsto aumento del numero di polli allevati non richiede nuovi interventi edificatori o di
trasformazione di aree agricole coltivate in particolare di prati stabili ed allo stesso modo non si
prevede lrsquoinstallazione di infrastrutture si esclude inoltre in coerenza con quanto disposto dalle
direttive ogni ricaduta sugli elementi che rivestono particolare valenza dal punto vista naturalistico-
ambientale e quelli caratterizzanti la struttura agricola tradizionale del territorio quali il reticolo dei corsi
drsquoacqua la viabilitagrave vicinale le sistemazioni agricole tradizionali
Siepi campestri e filari in spazio aperto
Le Norme del PAT allrsquoarticolo 57 riguardante le siepi campestri precisano che gli elaborati del Piano
individuano le principali che presentano interesse naturalistico e paesaggistico da salvaguardare nella
giacitura estensione e conformazione in secondo luogo la disciplina stabilisce che ldquonei progetti
dintervento va prevista la ricomposizione dei tratti mancanti ed in caso di trasformazioni dovute ad
interventi ammessi dalle norme urbanistiche od edilizie vanno previste adeguate compensazioni
finalizzate a favorire la interconnessione ecologica del territoriordquo
Lrsquoaumento dei capi di pollame da carne non richiede interventi che possono modificare i caratteri e la
consistenza della vegetazione arborea in particolare quella presente lungo il fosso che segna il confine
comunale e si trova a ridosso del perimetro ovest dellrsquoarea dellrsquoallevamento in aggiunta potrebbero
essere comunque eventualmente previsti interventi mitigativi e compensativi finalizzati a rafforzare la
dotazione di siepi lineari e loro connessione con impianto sul lato sud o est del perimetro
dellrsquoallevamento
Aree di interesse ambientale ndash Rete Natura 2000
Lrsquoarticolo 19 delle Norme del PAT riguarda le aree appartenenti alla Rete Natura 2000 ovvero la Zona
di Protezione Speciale IT 3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo per la quale si prescrive nel caso di
interventi ricadenti allrsquointerno della stessa od esternamente ma in grado potenzialmente di comportare
incidenze significative la procedura di Valutazione drsquoIncidenza Le direttive definiscono gli obiettivi da
perseguire attraverso il PI ovvero il riordino morfologico e percettivo dellrsquoedificato esistente verso il
territorio agricolo anche mediante la formazione di apparati vegetali quali filari alberati siepi e macchie
arbustive ed arboree e la definizione di unrsquoadeguata mitigazione e compensazione ambientale
mediante fasce alberate autoctone lungo i margini dei nuovi insediamenti da progettare nei fronti ove
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occorra Al contempo le direttive stabiliscono che il PI provvederagrave a dettare norme di tutela e
valorizzazione ed a fornire disposizioni ed indirizzi sullrsquoattuazione degli interventi nella ZPS e nelle
zone di influenza limitrofe
Come giagrave evidenziato egrave redatto il richiesto Studio di Incidenza al quale si rimanda e in termini
generali pur non essendo previsti interventi edilizi o di trasformazione di aree agricole o di elementi
naturali o seminaturali seguendo le indicazioni formulate con le direttive potrebbero essere
considerata lrsquoopportunitagrave di attuare una riqualificazione percettiva mediante mascheramento degli
esistenti fabbricati di ricovero dei polli e macchinari con impianto di specie arboree lungo alcuni lati del
perimetro dellrsquoallevamento
Area idonee a condizione - Aree esondabili eo a periodico ristagno idrico
Le Aree idonee a condizione che comprendono quelle ldquoper inondazione periodica eo ristagno idricordquo
come precisato allrsquoarticolo 74 delle Norme del PAT sono assoggettate allrsquoapplicazione delle indicazioni
costruttive contenute nella Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica allegata al PAT ed alle norme generali
di tutela di cui al DM 1412008 ldquoNorme tecniche per le costruzionirdquo
Le Area esondabili eo a periodico ristagno idrico sono disciplinate dallrsquoarticolo 76 delle Norme del PAT
che correla lrsquoedificazione o urbanizzazione al rispetto delle prescrizioni elencate per le Aree idonee a
condizione ed alle direttive costruttive stabilite nello stesso articolo che includono lrsquoadozione degli
accorgimenti costruttivi elencati nella Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica gli interventi compensativi
finalizzati al recupero dei volumi drsquoinvaso in caso di rimodellazioni morfologiche la manutenzione
obbligatoria dei manufatti di mitigazione idraulica passiva realizzati in attuazione del PAT
In merito al documento Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica nellrsquoAllegato O ldquoNorme prescrizioni e
indicazioni di mitigazione idraulicardquo allrsquoarticolo 8 sono dettate disposizioni riferite alle Aree P0
elencando i criteri da osservare nel caso di nuovi interventi edilizi eo urbanistici al fine di impedire
lrsquoaggravarsi delle situazioni di pericolositagrave e di rischio esistenti
Il previsto aumento del numero di polli allevati non comporta interventi edilizi ne richiede modifiche
morfologiche e quindi si escludono in coerenza con le citate disposizioni dellrsquoarticolo 8 ricadute tali da
peggiorare le condizioni di funzionalitagrave del regime idraulico del reticolo secondario e conseguentemente
aumentare il rischio di inondazione a valle e tantomeno da aumentare il pericolo idraulico con nuovi
ostacoli al normale deflusso delle acque o con riduzioni significative delle capacitagrave di invasamento delle
aree interessate
Coni visuali
I coni visuali significativi per la percezione del paesaggio e degli elementi rilevanti che lo
caratterizzano sono individuati nella Tavola P4 del PAT e gli interventi ammessi dal PI secondo
quanto stabilito dallrsquoarticolo 101 del PAT ldquovanno orientati alla valorizzazione delle relazioni visive
biunivoche tra le parti di paesaggio opposte messe in relazione dal simbolo indicato nellelaborato
grafico e dovranno inoltre minimizzare gli impatti degli elementi di disturbo presenti limitando le altezze
delle recinzioni sistemando i terreni realizzando nuove piantumazioni eccrdquo
I coni visuali collocati ad una minore distanza dallrsquoarea dellrsquoallevamento sono quello ubicato lungo la SP
139 rivolto verso sud e quello sito lungo la via S Pietro rivolto verso nord che abbracciano la
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porzione di territorio agricolo collocata tra il Fosso La Roi e il confine comunale orientale Lrsquoallevamento
dellrsquoazienda agricola Maggiolo non ricade sullrsquoasse visivo principale associato ai citati coni visuali e non
determina situazioni di interposizione inoltre grazie alla presenza della vegetazione arborea lungo il
fosso Avenaletto risulta sostanzialmente mascherato alla vista e non incide in misura apprezzabile
nella percezione drsquoinsieme del citato territorio agricolo
Ambito per la formazione di parchi e riserve naturali di interesse intercomunale
Il PAT come precisato allrsquoarticolo 102 delle Norme dello stesso Piano identifica le aree che ldquoper la loro
localizzazione per la limitata alterazione antropica e per i valori ambientali e storico testimoniali che le
caratterizzano costituiscono gli ambiti preferenziali per listituzione di parchi eo riserve naturali di
interesse comunale o sovracomunalerdquo Il citato articolo stabilisce che saragrave il PI a precisare i limiti
destinati a tutela ed a sottoporre a specifica disciplina ai sensi dellarticolo 27 della LR 4084 i beni
immobili ricadenti nelle aree di prevista istituzione ammettendo nella fase transitoria gli interventi
previsti dalle Norme del PAT e del PI per le aree agricole
Il sito dellrsquoallevamento non ricade ovviamente allrsquointerno dellrsquoarea del previsto parco agrario-fluviale
che interessa il territorio comunale di Castello di Godego e non sono previsti interventi che possano
costituire indirettamente ostacolo allrsquoistituzione dello stesso o che possano causare alterazione degli
elementi drsquointeresse ambientale
Corridoi ecologici secondari
I Corridoi ecologici secondari secondo quanto indicato dallrsquoarticolo 109 del PAT sono assoggettati
allrsquoapplicazione delle disposizioni di cui allrsquoarticolo 108 riguardante i Corridoi ecologici principali queste
ultime norme stabiliscono che ogni intervento ldquodovragrave garantire il mantenimento delle condizioni di
naturalitagrave e connettivitagrave esistenti o prevedere adeguate misure di compensazionemitigazionerdquo ed in
particolare sono da evitare ldquointerventi di cementificazione delle sponde favorendo ove possibile la
creazione di fasce arboree ed arbustiverdquo
Per il previsto aumento dei capi avicoli allevati non egrave richiesta una modifica dellrsquoattuale dotazione di
fabbricati o lrsquooccupazione di nuovo terreno agricolo od ancora la modifica delle sponde di corsi drsquoacqua
o fossi irrigui si escludono quindi eventuali ricadute sulle condizioni e funzionalitagrave del corridoio
associato al Fosso Avenaletto
ATO AA1 Prai ndash Muson dei Sassi
LrsquoAmbito Territoriale Omogeneo AA1 rientra tra gli ATO con prevalenza dei caratteri del sistema
ambientale e paesaggistico per i quali lrsquoarticolo 125 delle Norme del PAT detta disposizioni generali
riguardanti il sistema ambientale il sistema insediativo il sistema relazionale mentre lrsquoarticolo 127
stabilisce gli obiettivi le azioni locali i carichi insediativi e servizi specifici di tale ambito Per quanto
attiene allrsquoATO AA gli obiettivi e azioni locali del sistema ambientale includono i seguenti richiamati in
sintesi tutela valorizzazione e rafforzamento anche favorendo riconversioni colturali degli elementi
che connotano il paesaggio mantenimento e sviluppo delle funzioni agricole condotte secondo i
principi della sostenibilitagrave ambientale mitigazione degli impatti degli insediamenti urbani attraverso la
formazione quando possibile di una cintura verde incentivazione al rafforzamento delle connessioni
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ecologiche mantenimento dei coni visuali mantenimento dei punti di discontinuitagrave esistenti in
posizione strategica nei fronti di edificazione negli assi viari
Il progettato aumento dei capi avicoli allevati mantenendo invariata lrsquoattuale dotazione di fabbricati e
spazi dedicati non delinea situazioni di possibile incoerenza con i richiamati obiettivi e azioni ed in
particolare non preclude la possibilitagrave di migliorare la connessione ecologica e la qualitagrave paesaggistica
ed anzi potrebbe essere valutata la possibilitagrave di messa a dimora di un siepe-filare lungo il lato sud od
est del perimetro dellrsquoallevamento che pur ricadendo in territorio del Comune di Castelfranco Veneto
consentirebbe di aumentare la dotazione complessiva degli elementi caratterizzanti di tale paesaggio e
delle componenti dellrsquoagroecosistema rafforzandone la funzionalitagrave
1043 Relazione con le previsioni del PRG
La Tavola di Piano6 del PRG elaborato n 1322 in scala 15000 dellrsquointero territorio comunale
individua nellrsquoarea confinante e limitrofa a quella dellrsquoallevamento esistente oggetto di ampliamento per
il solo numero di polli allevati le seguenti categorie
- Insediamento agricolo - sottozona E 2C - Ambito di parco agricolo
- Ambito di protezione a ndash paesaggistica
- Zona di tutela D3 - idraulica
Le NTA del PRG allrsquoarticolo 9 ldquoInsediamenti agricolirdquo precisano che per le Sottozone E2C ndash Ambito di
parco agricolo valgono le destinazioni e le norme di tutela ed edificabilitagrave della LR 241985 con le
integrazioni limitazioni e specificazioni contenute nello stesso articolo In particolare ldquola destinazione egrave
agricola (articolo 310) con ammesse attivitagrave di trasformazione e commercializzazione dei prodotti del
fondo o tipici della zonardquo ed in base al comma 5 ldquosono ammessi nuovi allevamenti zootecnico-intensivi
unicamente nelle sottozone E2B e previa valutazione igienico sanitaria e ambientale da parte del
responsabile Servizio Igiene e Sanitagrave Pubblica che verifichi le caratteristiche del progetto con
speciale riguardo al tipo di approvvigionamento dei mangimi e al sistema di smaltimento dei rifiuti dei
liquami e del residui i motivi della localizzazione prescelta in relazione alla consistenza e alle
caratteristiche del fondo di pertinenza le caratteristiche dei corpi idrici presenti in un raggio di ml 400 e
la direzione dei venti dominantirdquo
In tale caso si ricorda che si tratta di allevamento avicolo esistente ricadente in territorio del solo
Comune di Castelfranco Veneto per il quale si prevede unicamente un aumento del numero di polli
allevati senza ampliamenti dei fabbricati o degli spazi annessi e tantomeno realizzazione di nuove
strutture
Le NTA del PRG allrsquoarticolo 12 ldquoLimiti allrsquoattivitagrave edificatoriardquo considerano le Zone di tutela D3 (comma
31) e gli Ambiti di protezione paesaggistica (comma 35)
Per le Zone di tutela D3 la disciplina stabilisce che ldquoogni intervento o manufatto egrave ammesso previa
relazione idrogeologica con parere del Consorzio di bonifica in pendenza delle opere di salvaguardia
idraulica gli interventi di ristrutturazione e di nuovo impianto devono in ogni caso evitare le aree di
6 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1322 inserita nellrsquoAllegato cartografico dello SIA
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compluvio delle tracimazioni ed adottare piani dimposta del fabbricati superiori di almeno ml 05
rispetto al piano del terreno naturale provvedendo altresigrave allimpermeabilizzazione degli scantinati ()rdquo
In merito al contento delle richiamate norme si sottolinea che non si tratta di ristrutturazione o di nuovo
impianto e che non si prevedono modifiche per le aree di compluvio o di deflusso delle acque
Per gli Ambiti di protezione paesaggistica la disciplina stabilisce che ldquosono soggetti a piano
particolareggiato con i contenuti di cui allarticolo 34 del PTRC fino alla redazione del piano attuativo
non sono ammesse nuove costruzioni per gli edifici esistenti sono consentiti interventi di
manutenzione di restauro di risanamento conservativo e di adeguamento igienico noncheacute di
ristrutturazione edilizia e di ampliamento ai sensi dellarticolo 4 LR 2485 valgono inoltre le seguenti
specifiche norme di tutela egrave vietata la riduzione a coltura di terreni prativi egrave fatto divieto di tagliare a
raso bruciare estirpare o sradicare i filari di siepi o le singole piante autoctone eo naturalizzate salvo
il caso di inderogabili esigenze attinenti le opere di pubblica utilitagrave e per esigenze fito-sanitarie egrave
consentito lo sfoltimento e lutilizzazione turnaria delle piante previo parere delle autoritagrave competenti
sono vietati scavi movimenti di terreno e di mezzi suscettibili di alterare lambiente con esclusione di
quelli necessari allesecuzione di opere pubbliche e di sistemazione idraulica egrave vietata lapertura di
nuove cave e la riapertura di quelle abbandonate o dismesserdquo
Con riguardo alle specifiche norme di tutela si annota che il previsto aumento dei polli allevati non
comporta modifiche per i prati e gli elementi della vegetazione arbustiva od arborea e non richiede
movimentazioni del terreno
105 Classificazione acustica del territorio comunale
1051 Riferimenti generali
La Legge Quadro sullrsquoInquinamento acustico n 447 del 26 ottobre 1995 definisce i criteri generali di
valutazione gli obiettivi di qualitagrave e le linee di intervento in materia di tutela del territorio e della
popolazione dal rumore I numerosi regolamenti attuativi adottati successivamente allrsquoapprovazione
della norma concorrono a definire un quadro ormai completo di norme e standard In particolare i valori
limite sono stati determinati con il DPCM 14 novembre 1997 e sono articolati secondo lrsquoimpostazione
di cui al precedente DPCM 1 marzo 1991 in sei classi di zonizzazione acustica alle quali corrispondono
altrettanti valori limite da rispettare nei due periodi di riferimento (notturno e diurno) e per le quali
vengono definiti dei valori limite da conseguire nel medio e nel lungo periodo La tabella che segue
riassume i valori limite ed i valori obiettivo definiti per ogni classe dal DPCM 141197
Valori limite di emissione ed immissione Legge n 44795 e DPCM 141197
Legge n 44795 (art 2)
DPCM 141197 (tabelle B C D in allegato)
Diurno PD (6-22)
Leq dB(A)
Notturno PN (22-6)
Leq dB(A)
Valore limite di emissione
Valore massimo di rumore che puograve essere emesso da una sorgente misurato in corrispondenza della sorgente stessa Si riferiscono alle sorgenti fisse e mobili
Classe I 45 Classe II 50 Classe III 55 Classe IV 60 Classe V 65 Classe VI 65
(I) 35 (II) 40 (III) 45 (IV) 50 (V) 55 (VI) 65
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Legge n 44795 (art 2)
DPCM 141197 (tabelle B C D in allegato)
Diurno PD (6-22)
Leq dB(A)
Notturno PN (22-6)
Leq dB(A)
Valore limite di immissione
Valore massimo di rumore che puograve essere immesso da una o piugrave sorgenti sonore nellrsquoambiente abitativo o nellrsquoambiente esterno misurato in prossimitagrave dei ricettori Valori assoluti (Leq ambientale) e Valori relativi (Leq ambientale ndash Leq residuo)
Classe I 50 Classe II 55 Classe III 60 Classe IV 65 Classe V 70 Classe VI 70
(I) 40 (II) 45 (III) 50 (IV) 55 (V) 60 (VI) 70
Criterio Differenziale
5 dB (A) per il PD e
3 dB (A) per il PN allrsquointerno degli ambienti abitativi Non si applicano nelle aree di classe VI e se presso lrsquoabitazione a finestre aperte
Leq lt50 dB(A) (PD) e 40 dB(A) (PN)
a finestre chiuse Leq lt35 dB(A) (PD) e 25 dB(A) (PN)
Non si applicano nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture stradali ferroviarie marittime aeroportuali e le altre sorgenti sonore di cui allrsquo11 comma 1 di cui Legge 47795
Valore di attenzione
Valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana e per lrsquoambiente
Sullrsquointero tempo di riferimento (diurno o notturno) il valore di attenzione egrave uguale al valore di immissione riferito ad unrsquoora aumentati di
10 dB (PD)
5 dB (PN) Non si applicano nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture di trasporto
Valori di qualitagrave
Valori di rumore da conseguire nel breve medio e lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili per realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla presente legge
Classe I 47 Classe II 52 Classe III 57 Classe IV 62 Classe V 67 Classe VI 70
(I) 37 (II) 42 (III) 47 (IV) 52 (V) 57 (VI) 70
Classi di azzonamento acustico
Classi Definizioni
I Particolarmente protette rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione aree ospedaliere scolastiche aree destinate al riposo ed allo svago aree residenziali rurali aree di particolare interesse urbanistico parchi pubblici ecc
II Prevalentemente residenziali rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali ed assenza di attivitagrave industriali ed artigianali
III Di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine operatrici
IV Di intensa attivitagrave umana rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare con alta densitagrave di popolazione con elevata presenza di attivitagrave commerciali e uffici con presenza di attivitagrave artigianali aree in prossimitagrave di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie aree portuali aree con limitata presenza di piccole industrie
V Prevalentemente industriali rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsitagrave di abitazioni
VI Esclusivamente industriali rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da insediamenti industriali e con scarsitagrave di abitazioni
Con la Legge Regionale ndeg 21 del 10051999 ldquoNorme in materia di inquinamento acusticordquo la Regione
Veneto nel recepire i contenuti e le disposizioni della legge 26 ottobre 1995 n 447 Legge quadro
sullinquinamento acustico detta per parte sua le norme finalizzate alla tutela dellambiente e della
salute pubblica dallinquinamento acustico prodotto dalle attivitagrave antropiche disciplinandone lesercizio
al fine di contenere la rumorositagrave entro i limiti normativamente stabiliti
Con il DPR n 142 del 30 marzo 2004 (Disposizioni per il contenimento e la prevenzione
dellinquinamento acustico derivante dal traffico veicolare) vengono stabilite le norme per la
prevenzione ed il contenimento dellinquinamento da rumore avente origine dallesercizio delle
infrastrutture stradali
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DPR 1422004 valori limite di immissione associati alle relative fasce di pertinenza
Strade esistenti (ampliamenti in sede affiancamenti e varianti) (tipologie presenti sul territorio interessato dal presente SIA)
Tipo di strada
(secondo Codice della
strada)
Sottotipi a fini acustici
(secondo norme CNR 1980 e direttive
PUT)
Ampiezza fascia di pertinenza acustica (m)
Scuole ospedali case di cura e di riposo
Altri Ricettori
Diurno dB(A)
Notturno dB(A)
Diurno dB(A)
Notturno dB(A)
C - extraurbana secondaria
Cb (tutte le altre strade extraurbane secondarie)
100 (fascia A)
50 40
70 60
50 (fascia B)
65 55
F - locale 30
Definiti dai Comuni nel rispetto dei valori riportati in tabella C allegata al DPCM in data 14 novembre 1997 e comunque in modo conforme alla zonizzazione acustica delle aree urbane come prevista dallarticolo 6 comma 1 lettera a) della legge n 447 del 1995
per le scuole vale il solo limite diurno
1052 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Osservando la Tavola 2 ndash Villarazzo ndash Bella Venezia del Piano di Classificazione Acustica del comune
di Castelfranco Veneto approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n 103 del 3172003 si
rileva che lrsquoarea oggetto di analisi si colloca allrsquointerno della classe III ndash aree di tipo misto Come
specifica anche la Relazione Illustrativa ldquorientrano in questa classe le aree urbane interessate da
traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con presenza di attivitagrave
commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree
rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine operatricirdquo
Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castello di Godego individua la zona a nord est al
confine con il comune di Castelfranco Veneto in classe III ndash aree di tipo misto Come per il Piano di
Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato per le aree che
ricadono in questa classe valgono le prescrizioni del DPCM 1391
Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Riese Pio X classifica lrsquoarea a sud ovest del comune
al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego in classe acustica II ldquoaree
destinate a uso prevalentemente residenzialerdquo Per tali aree ldquoIl DPCM 1391 determina che siano
inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con
bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali e assenza di attivitagrave
industriali e artigianali In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui lrsquoabitare egrave
evidentemente la funzione prioritaria e in cui mancano o comunque non sono significative le attivitagrave
commerciali che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni (negozi di generi
alimentari artigianato di servizio ecc) Lrsquoassenza di importanti assi di attraversamento e di strade
principali di connessione urbana lrsquoassenza di attivitagrave industriali e dellrsquoartigianato produttivo assieme
alla bassa densitagrave di popolazione consentono di individuare indicativamente tali aree solo in alcune
zone C del PRG vigente In particolare lrsquoassenza di attivitagrave di artigianato produttivo diventa elemento di
riconoscimento delle zone C da inserire in classe IIrdquo
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Lrsquoazienda agricola ovvero allevamento oggetto del presente studio si inserisce completamente in classe
acustica di tipo III7
106 Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (e norme in materia di
salvaguardia da rischio di inquinamento da nitrati)
1061 Riferimenti generali
Il Piano di Tutela delle Acque (PTA) costituisce uno specifico piano di settore ai sensi dellrsquoart 121 del
D Lgs 1522006 La Regione Veneto ha approvato il PTA con DCR n107 del 5 novembre 2009 Con
successiva DGR n 842 del 15 maggio 2012 la regione modifica e approva il testo integrato delle
Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Tutela delle Acque (Dgr n 141CR del 13122011)
Il PTA egrave composto dai seguenti documenti
- Sintesi degli aspetti conoscitivi riassume la base conoscitiva e comprende lrsquoanalisi delle criticitagrave per
le acque superficiali e sotterranee per bacino idrografico e idrogeologico
- Indirizzi di Piano individuazione degli obiettivi di qualitagrave e le azioni previste per raggiungerli la
designazione delle aree sensibili delle zone vulnerabili da nitrati e da prodotti fitosanitari delle zone
soggette a degrado del suolo e desertificazione le misure relative agli scarichi le misure in materia
di riqualificazione fluviale
- Norme Tecniche di Attuazione contengono misure di base per il conseguimento degli obiettivi di
qualitagrave distinguibili nelle seguenti macroazioni
o Misure di tutela qualitativa disciplina degli scarichi
o Misure per le aree a specifica tutela zone vulnerabili da nitrati e fitosanitari aree sensibili aree
di salvaguardia acque destinate al consumo umano aree di pertinenza dei corpi idrici
o Misure di tutela quantitativa e di risparmio idrico
o Misure per la gestione delle acque di pioggia e di dilavamento
Relativamente agli scarichi le NTA del PTA (art 21) ammettono in caso di istallazioni per edifici isolati
non collettabili alla rete fognaria pubblica e comunque per un numero di AE inferiore a 50 la
possibilitagrave di provvedere a sistemi individuali di trattamento delle acque reflue domestiche oppure di
trattamenti diversi quali ad esempio Vasca Imhoff seguita da dispersione nel terreno mediante
subirrigazione con e senza drenaggio in funzione delle caratteristiche del terreno o Vasca Imhoff
seguita da vassoio o letto assorbente La scelta del sistema di trattamento le sue caratteristiche e il
suo dimensionamento vengono definite da adeguata progettazione basata in particolare sulla
definizione delle condizioni litostratigrafiche pedologiche e idrogeologiche locali
Inoltre secondo lrsquoart 34 delle stesse NTA sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque
reflue a) prodotte da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno eo alla silvicoltura b)
prodotte da imprese dedite ad allevamento di animali c) prodotte da imprese dedite alle attivitagrave di cui
alle lettere a) e b) che esercitano anche attivitagrave di trasformazione o di valorizzazione della produzione
agricola inserita con carattere di normalitagrave e di complementarietagrave funzionale del ciclo produttivo
aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dallrsquoattivitagrave di coltivazione dei
7 Si rimanda alla Tavola ldquoPiano di Classificazione Acustica dei comuni di Castelfranco Veneto Riese Pio X e Castello di Godego
(stralcio)rdquo riportata in Allegato Cartografico
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terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilitagrave (hellip) e) aventi caratteristiche qualitative
equivalenti a quelle domestiche8
Relativamente alle acque meteoriche di dilavamento acque di prima pioggia (i primi 5 mm di acqua
meteorica di dilavamento uniformemente distribuita su tutta la superficie scolante servita dal sistema di
collettamento (art6)) e acque di lavaggio (acque comunque approvvigionate attinte o recuperate
utilizzate per il lavaggio delle superfici scolanti (art 6)) le NTA (art 39 e allegato F) del PTA
relativamente alle aziende agricole e gli allevamenti zootecnici rimanda a quanto disposto dalla DGR
n 24952006 e dalla DGR n 24392007
Per quanto concerne le Zone Vulnerabili ai Nitrati (ZVN) relativamente alla Regione Veneto la prima
individuazione egrave stata definita con ex-DLgs n 15299 Successivamente mediante provvedimenti
regionali la regione ha provveduto al completamento dellrsquoindividuazione di tali zone non ultimo con il
PTA (art 13) essendo attualmente dichiarate vulnerabili ai nitrati le seguenti zone
a) lrsquoarea dichiarata a rischio di crisi ambientale di cui allrsquoart 6 della L 28 agosto 1989 n305 costituita
dal territorio della Provincia di Rovigo e dal territorio del Comune di Cavarzere (ai sensi del DLgs
n 1522006)
b) il bacino scolante in laguna di Venezia area individuata con il ldquoPiano per la prevenzione
dellrsquoinquinamento ed il risanamento delle acque del bacino idrografico immediatamente sversante
nella laguna di Venezia ndash Piano Direttore 2000rdquo la cui delimitazione egrave stata approvata con
deliberazione del Consiglio regionale n 23 del 7 maggio 2003
c) le zone di alta pianura-zona di ricarica degli acquiferi individuate con deliberazione del Consiglio
regionale n 62 del 17 maggio 2006
Con il Piano di Tutela delle Acque inoltre si intende designare per completezza quali zone vulnerabili
anche le seguenti zone
d) lrsquointero territorio dei Comuni della Lessinia e dei rilievi in destra Adige
e) il territorio dei Comuni della Provincia di Verona afferenti al bacino del Po
8 Si richiama anche quanto indicato nel DLgs 1522006 relativamente ai criteri generali della disciplina degli scarichi (Art 101) (hellip) 7
Salvo quanto previsto dallarticolo 112 ai fini della disciplina degli scarichi e delle autorizzazioni sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque reflue a) provenienti da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno eo alla silvicoltura b) provenienti da imprese dedite ad allevamento di bestiame [] c) provenienti da imprese dedite alle attivitagrave di cui alle lettere a) e b) che esercitano anche attivitagrave di trasformazione o di valorizzazione della produzione agricola inserita con carattere di normalitagrave e complementarietagrave funzionale nel ciclo produttivo aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dallattivitagrave di coltivazione dei terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilitagrave (hellip)rdquo In materia di utilizzazione agronomica (art 112) il DLgs 1522006 rimanda alle Regione la relativa disciplina
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Legenda
Area di ubicazione dellrsquoallevamento
Stralcio della rappresentazione cartografica delle zone vulnerabili a nitrati
(fonte Decreto n 3 del 3 marzo 2010 del Dirigente dellUnitagrave Complessa Sistema Informativo Settore
primario e controllo)
Con la DGR n 2495 del 07082006 ldquoRecepimento regionale del DM 7 aprile 2006 Programma
dazione per le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola del Venetordquo e successive modifiche (7
agosto 2007 n 2439 4 marzo 2008 n 430 21 aprile 2008 n 134 6 maggio 2008 n 894) egrave stata
per lrsquoappunto recepita la norma vigente a livello nazionale e sono stati individuati i vincoli e le corrette
modalitagrave di gestione degli effluenti di allevamento e delle acque reflue aziendali a cui gli agricoltori
devono attenersi sia allrsquointerno delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola sia nelle altre zone del
Veneto
Con DGR n 1150 del 26 luglio 2011 egrave stato approvato il ldquo2deg Programma drsquoAzionerdquo per le sole zone
vulnerabili ai nitrati valido per il periodo 2012-15 che stabilisce criteri e norme tecniche per
lrsquoutilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e persegue le seguenti finalitagrave
a) Proteggere e risanare le zone vulnerabili allrsquoinquinamento provocato da nitrati di origine agricola
b) Limitare lrsquoapplicazione al suolo dei fertilizzanti azotati sulla base dellrsquoequilibrio tra il fabbisogno
prevedibile di azoto delle colture e lrsquoapporto alle colture di azoto proveniente dal suolo e dalla
fertilizzazionehellip
c) Promuovere strategie di gestione integrata degli effluenti zootecnici per il riequilibrio del rapporto
agricoltura-ambiente tra cui le misure di trattamento degli effluenti noncheacute lrsquoadozione di modalitagrave
di allevamento e di alimentazione degli animali finalizzate a contenere giagrave dalla fase di
produzione le escrezioni di azoto
1062 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Lrsquoazienda Agricola Maggiolo ricade nel Comune di Castelfranco Veneto comune appartenente alla
zona dellrsquoalta pianura (Zona di ricarica degli acquiferi) ed alla zona del bacino scolante della laguna di
Venezia Il territorio in cui egrave localizzato lrsquoallevamento egrave designata anche come area di tutela quantitativa
degli acquiferi (Allegato E PTA) Si ricorda che come evidenziato nel quadro di riferimento progettuale
la pollina viene integralmente consegnata a terzi alla fungaia Agrifung
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107 Piano per lrsquoAssetto Idrogeologico del Bacino scolante nella Laguna di Venezia
1071 Riferimenti generali
Nella Regione Veneto sono state individuate le seguenti Autoritagrave di Bacino (AB)
- AB Nazionale del Po
- AB Nazionale dei Fiumi dellrsquoAlto Adriatico
- AB Nazionale del Fiume Adige
- AB Interregionale del Fiume FIssero-Tartaro-Canalbianco
- AB Interregionale del Fiume Lemene
- AB Regionale del Sile e della Pianura tra Piave e Livenza
- Bacino Scolante nella Laguna di Venezia
Nel caso del Bacino scolante nella Laguna di Venezia in attesa dellrsquoistituzione dellrsquoAutoritagrave di Distretto
delle Alpi Orientali (Dlgs 1522006) la Regione del Veneto ha ritenuto opportuno adottare con DGR
n 401 del 31 marzo 2015 il ldquoPiano di Assetto Idrogeologico ndash parte idraulicardquo
Il Bacino scolante nella Laguna di Venezia interessa un territorio che si estende per circa 2068 km2 e
che interessa 27 corsi drsquoacqua Il Bacino egrave delimitato a sud dal canale Gorzone a Sud-Ovest dai Colli
Euganei ad Ovest dal Canale Roncajette a nord-ovest dal fiume Brenta a nord dalle Prealpi Asolane
e a nord-est dal fiume Sile ed interessa il territorio delle province di Venezia Padova e Treviso per un
totale di 108 comuni 22 dei quali appartenenti alla Provincia di Treviso I corpi idrici a deflusso
naturale piugrave significativi sono il Dese Zero Marzenego - Osellino Lusore Muson Vecchio Tergola
mentre quelli a deflusso controllato sono il Naviglio Brenta Canale di Mirano Taglio Novissimo La
superficie del Bacino puograve essere suddivisa in due parti i territori dei bacini idrografici tributari dei corsi
dacqua superficiali sfocianti nella laguna di Venezia e i territori che interessano i corpi idrici scolanti
nella laguna di Venezia tramite le acque di risorgiva individuati come Area di Ricarica
1072 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Lrsquoallevamento ricade allrsquointerno di unrsquoarea definita come ldquoBacino scolante ad interventi a tipologia
limitatardquo non interessa nessuna area a pericolositagrave idraulica a scolo meccanico o che egrave stata oggetto di
alluvioni nel 2007
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Perimetrazione del Bacino Scolante Laguna di Venezia
Area di ubicazione dellrsquoallevamento
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PAI Bacino Scolante Laguna di Venezia - Carta della Pericolositagrave idraulica (stralcio)
108 Piano di Risanamento della Qualitagrave dellrsquoAria
1081 Riferimenti generali
Con Deliberazione della Giunta regionale n 2872 del 28122012 sono stati adottati il Documento di
Piano il Rapporto ambientale il Rapporto ambientale-sintesi non tecnica dellrsquoaggiornamento del Piano
regionale di Tutela e Risanamento dellrsquoAtmosfera
La Regione Veneto attualmente egrave dotata di un Piano di Tutela e Risanamento dellrsquoAtmosfera
(PTRA) approvato con deliberazione del Consiglio Regionale n 57 dellrsquo11 novembre 2004 Tale
Piano rappresenta lo strumento per la programmazione il coordinamento ed il controllo in materia di
inquinamento atmosferico finalizzato al miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla
salvaguardia della salute delluomo e dellambiente
La zonizzazione della Regione Veneto egrave stata approvata con Deliberazione della Giunta Regionale del
Veneto n 31952006 Successivamente ne egrave stata approvata una sua revisione con Deliberazione della
Giunta Regionale del Veneto n 2130 del 23102012
1082 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Il Comune di Castelfranco Veneto ricade nella zona IT0513 ldquoPianura e Capoluogo Bassa Pianurardquo
Come indicato nellrsquoAllegato A della DGR 213012 la definizione delle zone nellrsquoarea della pianura egrave
stata effettuata considerando i seguenti parametri
- Orografia altitudine al di sotto dei 200 m slm
- Condizioni meteo-climatiche bassa ventositagrave con frequenti fenomeni di calme di vento
Area di ubicazione dellrsquoallevamento
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- Urbanizzazione diffusa con pochi centri urbani densamente popolati (giagrave individuati come
Agglomerati)
- Carico emissivo la densitagrave emissiva comunale (ta km2) intesa come stima del PM10 primario
e secondario rispetto alla superficie comunale (espressa in km2) egrave stata utilizzata quale
parametro caratterizzante la zonizzazione Nei comuni della Bassa Pianura la densitagrave emissiva
egrave superiore a 7 ta km2
Progetto di riesame della zonizzazione del Veneto (D Lgs 1552010)
109 Programma di Sviluppo Rurale
1091 Riferimenti generali
La Regione Veneto con DGR n71 del 10 giugno 2014 ha adottato la proposta del PSR 2014-2020
successivamente adottato dal Consiglio Regionale con Deliberazione n 41 del 9 luglio 2014
La proposta di programma egrave stata quindi inviata alla Commissione europea arrivando alla definitiva
approvazione avvenuta con decisione n 3482 del 26 maggio 2015
Il Programma costituisce lo strumento di programmazione per lo sviluppo rurale regionale stabilisce le
strategie e gli interventi per il settore agricolo agroalimentare e forestale e in generale per lo sviluppo
delle aree rurali del Veneto
Nel PSR lrsquointero territorio regionale egrave stato classificato in base al grado do ruralitagrave secondo le seguenti
categorie
A-Aree urbane e periurbane
Area di ubicazione dellrsquoallevamento
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B-Aree rurali ad agricoltura intensiva Questi territori vengono ulteriormente suddivise in sub-area B1
(con caratteristiche prevalenti di ldquorurale-urbanizzatardquo e sub-area B2 (con caratteristiche prevalenti di
ldquoUrbanizzatardquo)
C-Aree rurali intermedie
D-Aree rurali con problemi di sviluppo
1092 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in classe B2 ldquoAree rurali ad agricoltura intensiva -
Urbanizzaterdquo
1010 Aree Protette
10101 Riferimenti generali
La Legge Quadro sulle Aree Protette (L 39491) classifica le aree naturali protette in
Parchi nazionali Aree al cui interno ricadono elementi di valore naturalistico di rilievo
internazionale o nazionale tale da richiedere lrsquointervento dello Stato per la loro protezione e
conservazione Sono istituiti dal Ministero dellrsquoAmbiente e della Tutela del Territorio
Parchi naturali regionali e interregionali Aree di valore naturalistico e ambientale che
costituiscono nellambito di una o piugrave regioni limitrofe un sistema omogeneo individuato dagli
assetti naturalistici dei luoghi dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle
popolazioni locali Sono istituiti dalle Regioni
Riserve naturali Aree al cui interno sopravvivono specie di flora e fauna di grande valore
conservazionistico o ecosistemi di estrema importanza per la tutela della diversitagrave biologica In
base al pregio degli elementi naturalistici contenuti possono essere statali o regionali
In considerazione di quanto indicato dalla Legge Quadro nazionale la Regione Veneto con la Legge
Regionale n 40 del 16081984 ldquoNuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionalirdquo e
smi definisce le disposizioni per lrsquoistituzione di parchi e riserve naturali regionali al fine di assicurare la
conservazione e la valorizzazione dellrsquoambiente naturale nelle zone di particolare interesse
paesaggistico naturalistico ed ecologico di promuoverne lo studio scientifico di rendere possibile
lrsquouso sociale dei beni e di creare specie nelle zone rurali e montane migliori condizioni di vita per le
collettivitagrave locali
Le aree naturali protette definite dalla LR 401984 sono Parchi Naturali Regionali Riserve Naturali
Regionali Zone di protezione e di sviluppo controllato (Zone di pre-parco) Parchi e riserve di interesse
locale
Come specificato allrsquoart 11 della LR le aree comprese nei parchi o nelle riserve possono essere
classificate dal piano ambientale ai fini del particolare regime cui vengono sottoposte nelle seguenti
categorie
a) Zone di riserva naturale regionale generale sono consentiti solo gli interventi a cura o sotto il
controllo dellrsquoente gestore per la protezione dellrsquoambiente e per la ricostituzione di equilibri
naturali propri dello ambiente Al loro interno possono essere individuate aree di riserva
integrale (nelle quali per la presenza di eccezionali valori naturalistici e ambientali il suolo il
sottosuolo le acque la vegetazione e la fauna sono protetti nella loro assoluta integritagrave) e aree
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di riserva orientata (in cui lrsquoevoluzione dellrsquoambiente naturale anche limitatamente ad alcune
sue particolari manifestazioni viene sorvegliata e orientata scientificamente)
b) Zone di riserva naturale regionale speciale sono istituite al fine di tutelare particolari elementi o
fenomeni dello ambiente naturale del paesaggio e antropologi
c) Zone a destinazione silvo ndash pastorale in cui egrave consentito lrsquoesercizio sia a cura dellrsquoente gestore
che di altri enti pubblici organismi associativi o privati di attivitagrave agricole utilizzazioni forestali
pascolo e attivitagrave zootecniche in forma compatibili con la tutela ambientale e non contrastanti
con le finalitagrave generali del parco o della riserva e con le norme del piano ambientale
d) Zone a destinazione agricola in cui egrave prevista la stessa disciplina delle aree al punto
precedente
e) Zone di penetrazione sono aree che per esigenze logistiche le quali non possono essere piugrave
opportunamente soddisfatte allrsquoesterno del parco debbano ospitare strutture ricettive
campeggi parcheggi per automezzi e centri di informazione
Tali aree sono individuate preferibilmente in zone marginali e periferiche del territorio del parco
o della riserva e comprenderanno il tracciato le immediate adiacenze e le testate delle esistenti
rotabili interne aperte al pubblico gli adiacenti nuclei abitati manufatti e gli impianti di attivitagrave
produttive esistenti
I Parchi e le riserve di interesse locale possono essere istituite da Province Comunitagrave Montane
Comuni e loro Consorzi nonchegrave Comunitagrave familiari montane anche associate tra loro Per ogni parco o
riserva istituita deve essere redatto un Piano ambientale assimilato ad un piano attuativo di iniziativa
pubblica (Art 27)
10102 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Nessuna area di interesse naturalistico ricade nel Comune di Castelfranco Veneto9 Lrsquoarea protetta piugrave
prossima allrsquoallevamento egrave il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile posto ad una distanza di circa
82 km dallrsquoAllevamento Maggiolo
1011 Rete Natura 2000
10111 Riferimenti generali
La Rete Natura 2000 costituisce la piugrave importante strategia drsquointervento dellrsquoUnione Europea per la
tutela del territorio Tenuto conto della necessitagrave di attuare una politica piugrave incisiva di salvaguardia degli
habitat e delle specie di flora e fauna si egrave voluto dar vita ad una Rete coerente di aree destinate alla
conservazione della biodiversitagrave del territorio dellrsquoUnione Europea I siti che compongono la Rete (Siti
Natura 2000) sono rappresentati dai Siti drsquoImportanza Comunitaria (SIC) e dalle Zone di Protezione
Speciale (ZPS)
I SIC e la Rete Natura 2000 sono definiti dalla Direttiva Habitat 9243CEE ndash art 3 comma1 ldquoEacute
costituita una rete ecologica europea coerente di zone speciali di conservazione denominata Natura
2000 Questa rete formata dai siti in cui si trovano tipi di habitat naturali elencati nellallegato I e habitat
delle specie di cui allallegato II deve garantire il mantenimento ovvero alloccorrenza il ripristino in
uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie
Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
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interessati nella loro area di ripartizione naturale La rete Natura 2000 comprende anche le zone di
protezione speciale classificate dagli Stati membri a norma della direttiva 79409CEErdquo
Le ZPS sono state previste dalla Direttiva Uccelli 79409CEE oggi abrogata e sostituita dalla Direttiva
2009147CEE ldquoconcernente la conservazione degli uccelli selvaticirdquo Questrsquoultima direttiva allrsquoart 3
commi 1 e 2 riporta ldquohellipgli Stati membri adottano le misure necessarie per preservare mantenere o
ristabilire per tutte le specie di uccelli di cui allrsquoart 1 una varietagrave ed una superficie sufficienti di habitat
La preservazione il mantenimento ed il ripristino dei biotopi e degli habitat comportano innanzitutto le
seguenti misure
a) Istituzione di zone di protezione
b) Mantenimento e sistemazione conforme alle esigenze ecologiche degli habitat situati allrsquointerno e
allrsquoesterno delle zone di protezione
c) Ripristino dei biotopi distrutti
d) Creazione dei biotipirdquo
Allrsquoart 4 della stessa direttiva si indica inoltre che ldquoPer le specie elencate nellrsquoallegato I sono previste
misure speciali di conservazione per quanto riguarda lrsquohabitat per garantire la sopravvivenza e la
riproduzione di dette specie nella loro area di distribuzionerdquo
SIC e ZPS sono definite dagli Stati membri (in Italia su proposta delle Regioni) Quando un SIC viene
inserito ufficialmente nellrsquoElenco Comunitario lo Stato membro designa tale sito come Zona Speciale di
Conservazione (ZSC)
A livello europeo il piugrave recente elenco ufficiale dei SIC appartenenti alle regioni biogeografiche alpina e
continentale nelle quali si inserisce la Regione Veneto sono state definite con Decisioni della
Commissione del 3 dicembre 2014 (rispettivamente 201571UE e 201569UE)
Lindividuazione delle ZPS spetta alle Regioni e alle Province autonome che trasmettono i dati al
Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare il quale dopo la verifica della
completezza e congruenza delle informazioni acquisite trasmette i dati alla Commissione Europea Le
ZPS si intendono designate dalla data di trasmissione alla Commissione e dalla pubblicazione sul sito
del Ministero dellrsquoelenco aggiornato Il DM dellrsquo8 agosto 2014 indica che lrsquoelenco delle ZPS istituite ai
sensi del DM del 17 ottobre 2007 ldquoCriteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione
relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS)rdquo egrave pubblicato
sul sito wwwminambienteit ed egrave tenuto aggiornato con le eventuali modifiche apportate nel rispetto
delle procedure comunitarie Contestualmente viene abrogato il DM del 19 giugno 2009 ldquoElenco delle
Zone di Protezione Speciale (ZPS) classificate ai sensi della Direttiva 79409CEE)rdquo Lrsquoultima
trasmissione della banca dati alla Commissione Europea egrave stata effettuata dal Ministero dellrsquoAmbiente
ad ottobre 2014
La Regione Veneto con DGR n 1180 del 18 aprile 2006 ldquoRete ecologica europea Natura
2000Aggiornamento banca datirdquo e ss mm ii provvede alla redazione dellrsquoelenco ufficiale delle aree
appartenenti alla Rete Natura
Ad oggi in Veneto risultano istituiti 128 Siti appartenenti alla Rete Natura 2000 tra i quali 102 SIC e 67
ZPS per una superficie complessiva di 414675 ettari (pari al 225 del territorio regionale)
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10112 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Lrsquoarea oggetto di studio ricade interamente allrsquointerno della ZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego
Nessun altro Sito (SICZPS) ricade allrsquointerno del Comune di Castelfranco Veneto10
La ZPS IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo si estende su una superficie di circa 1561 ha nel
territorio dei Comuni di Castelfranco Veneto Castello di Godego Loria Riese Pio X in Provincia di
Treviso
Il Sito egrave stato istituito a tutela del paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da ampi prati stabili e
fitte alberature con tratti di territorio a campo chiuso e zone interne originarie La scheda Natura 2000
indica che la qualitagrave e lrsquoimportanza del sito sono determinati dal fatto che il territorio rappresenta uno
degli ultimi esempi di paesaggio agrario tradizionale con un buon equilibrio tra naturalitagrave e utilizzo
agricolo che consente il mantenimento di una buona diversitagrave e ricchezza floristica e di tipi
vegetazionali La presenza di aree in cui spesso ristagna lacqua e la natura argillosa dei suoli
permettono inoltre la presenza di specie vegetali di particolare importanza
Allrsquointerno della ZPS come indicato nel Formulario standard sono presenti 7 tipologie di habitat
(indicate nella tabella successiva) la piugrave diffusa (57) egrave quella delle colture cerealicole estensive
mentre lrsquohabitat meno diffuso egrave quello degli impianti forestali a monocultura diffusi sullrsquo1 della ZPS
Le aree urbanizzate interessano una superficie complessiva di circa 156 ha pari al 10 dellrsquointera
area
Codice Habitat Superficie (ha) Copertura ()
N20 Impianti forestali a monocoltura 1561 1
N12 Colture cerealicole estensive 88977 57
N07 Torbiere stagni e paludi 7805 5
N23 Altro (inclusi centri abitati strade discariche miniere e aree industriali)
1561 10
N09 Praterie aride steppe 7805 5
N14 Praterie migliorate 3122 20
N21 Piantagioni arboreee 3122 2
TOT 1561 100
Habitat nella ZPS IT3240026
Allrsquointerno della ZPS sono inoltre stati individuati i seguenti habitat di interesse comunitario (Allegato I
Direttiva Habitat)
6430-Bordure planiziali montane e alpine di megaforbie idrofile
6510-Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis Sanguisorba officinalis)
Il Formulario Standard indica che allrsquointerno del Sito lrsquohabitat 6430 egrave diffuso su una superficie di 7805
ha pari al 5 del totale mentre lrsquohabitat 6510 egrave distribuito sul 20 circa della ZPS (312 ha)11 Entrambi
gli habitat hanno un livello di conservazione buono
Il Formulario Natura 2000 indica che allrsquointerno della ZPS sono presenti 19 specie di avifauna inserite
nellrsquoArticolo 4 della Direttiva Uccelli (2009147EC) ed una specie (Rana latastei) inserita nellrsquoAllegato 2
della Direttiva Habitat (9243EEC) Tra le specie comuni vi sono Airone cenerino Falco cuculo Averla
piccola Porciglione Bigia padovana Tuffetto Piro piro boschereccio Barbagianni e Rana di Lataste
10
Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
11 Si rimanda alle Tavole ldquoZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego ndash Habitatrdquo riportata nellrsquoAllegato cartografico
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Airone rosso Re di quaglie Averla maggiore e Tottavilla sono specie rare allrsquointerno del territorio
mentre tutte le altre specie (Martin pescatore Gufo comune Falco di palude Albanella reale A
minore Assiolo Combattente) sono indicate come sola presenza
Per ulteriori dettagli si rimanda allo Studio di incidenza allegato allo Studio di impatto ambientale
1012 Important Bird Area (IBA)
10121 Riferimenti generali
Le Aree di Interesse Avifaunistico (IBA dallrsquoinglese Important Bird Areas) corrispondono a siti individuati
in tutto il mondo sulla base di criteri ornitologici applicabili su larga scala da parte di associazioni non
governative che fanno parte di BirdLife International
Il primo programma IBA viene effettuato nel 1981 mediante un incarico dato dalla Commissione
Europea allrsquoICBP (International Council for Bird Preservation) predecessore di BirdLife International
per lrsquoindividuazione delle aree prioritarie per la conservazione dellrsquoavifauna in Europa in vista
dellrsquoapplicazione della Direttiva ldquoUccellirdquo In Italia lrsquoinventario delle IBA egrave stato redatto e
successivamente aggiornato dalla Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) La prima pubblicazione
dellrsquoinventario IBA Italiano risale al 1989 mentre nel 2000 egrave stato pubblicato col sostegno del Ministero
per le Politiche Agricole e Forestali un secondo inventario aggiornato Il successivo progetto sviluppato
dalla LIPU e commissionato dal Ministero dellrsquoAmbiente (Servizio Conservazione della Natura)
ldquoSviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base della rete delle IBA (Important Bird Areas)rdquo
(versione del 2002) ha portato allrsquoaggiornamento ed alla mappatura del sistema IBA presenti
nellrsquoinventario pubblicato nel 2000
10122 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone designate quali IBA12
la piugrave vicina egrave lrsquoIBA
n 059 ldquoMedio corso del Fiume Brentardquo posta ad una distanza minima superiore a 13 km
dallrsquoAllevamento
1013 Zone umide di importanza internazionale
10131 Riferimenti generali
La Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale soprattutto in quanto habitat per le
specie di uccelli acquatici egrave stata firmata a Ramsar in Iran il 2 febbraio 1971 Latto viene siglato nel
corso della Conferenza Internazionale sulla Conservazione delle Zone Umide e sugli Uccelli
Acquatici promossa dallUfficio Internazionale per le Ricerche sulle Zone Umide e sugli Uccelli
Acquatici (IWRB- International Wetlands and Waterfowl Research Bureau) con la collaborazione
dellUnione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN - International Union for the Nature
Conservation) e del Consiglio Internazionale per la protezione degli uccelli (ICBP - International Council
for bird Preservation) La Convenzione si pone come obiettivo la tutela internazionale delle zone
definite umide mediante lindividuazionela delimitazione e lo studio degli aspetti caratteristici in
12
Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
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particolare lavifauna e la messa in atto di programmi che ne consentano la conservazione e la
valorizzazione
La Convenzione di Ramsar egrave stata ratificata e resa esecutiva dallItalia con il DPR 13 marzo 1976 n
448 ldquoEsecuzione della convenzione relativa alle zone umide dimportanza internazionale soprattutto
come habitat degli uccelli acquatici firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971rdquo e con il successivo DPR 11
febbraio 1987 n 184
10132 Riferimenti per lrsquoarea di analisi
Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone Ramsar13
cosigrave come non sono presenti
zone umide in un raggio di 10 km dallrsquoarea di intervento
11 REGIME VINCOLISTICO
111 Vincolo sismico
1111 Riferimenti generali
Con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3274 del 20032003 concernente ldquoPrimi
elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative
tecniche per le costruzioni in zona sismicardquo nelle more dellrsquoespletamento degli adempimenti dellrsquoart 93
del DLgs n 1121998 sono approvati i ldquoCriteri per lrsquoindividuazione delle zone sismiche ndash
individuazione formazione e aggiornamento degli elenchi delle medesime zonerdquo noncheacute le connesse
ldquoNorme tecniche per il progetto la valutazione e lrsquoadeguamento sismico degli edificirdquo ldquoNorme tecniche
per il progetto sismico dei pontirdquo e ldquoNorme tecniche per il progetto sismico delle opere di fondazione e
sostegno dei terrenirdquo Tali norme sono riportate come Allegati allrsquoOrdinanza
LrsquoOrdinanza prevede inoltre che le Regioni sulla base dei criteri generali dettati nellrsquoAllegato 1 (criteri
per lrsquoindividuazione delle zone sismiche che rimandano ad una distinzione secondo 4 zone sismiche)
provvedono allrsquoindividuazione e formazione ed aggiornamento dellrsquoelenco delle zone sismiche
lasciando facoltagrave di introdurre o meno lrsquoobbligo della progettazione antisismica nelle zone 4 Secondo i
nuovi criteri classificativi il territorio regionale risulta suddiviso in 4 zone sismiche in base ai valori di
accelerazione di picco orizzontale del suolo con probabilitagrave di superamento del 10 in 50 anni
zona 1 accelerazione orizzontale gt 025 g
zona 2 accelerazione orizzontale 015g ndash 025 g
zona 3 accelerazione orizzontale 005g ndash 015 g
zona 4 accelerazione orizzontale lt 005 g
LrsquoOrdinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3519 del 2842006 approva i criteri generali per
lrsquoindividuazione delle zone sismiche e la formazione ed aggiornamento degli elenchi ed anche la mappa
della pericolositagrave sismica di riferimento a scala nazionale I criteri per lrsquoindividuazione delle zone
sismiche sono definiti allrsquoallegato 1A con riferimento alle Norme Tecniche per le Costruzioni approvate
con DM 1492005 e sono previste quattro zone Allrsquoallegato 1B egrave riportata la mappa della pericolositagrave
13
Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico
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sismica a scala nazionale da assumere quale riferimento per lrsquoassegnazione di un territorio ad una delle
diverse quattro zone sismiche predefinite
Con deliberazione n 67 del 03 dicembre 2003 recependo i criteri generali dellrsquoOrdinanza PCM n
3274 del 20 marzo 2003 il Consiglio Regionale ha approvato la nuova classificazione sismica dei
Comuni del Veneto Con deliberazione n 71 del 22012008 ldquoOPCM 2842006 n 3519 ldquoCriteri
generali per lrsquoindividuazione delle zone sismiche e per la formazione e lrsquoaggiornamento degli elenchi
delle medesime zone Direttive per lrsquoapplicazionerdquo la Giunta Regionale ha stabilito di prendere atto dei
criteri generali di classificazione allegati allrsquoOrdinanza PCM 3519 del 28 aprile 2006 innovativi rispetto
allrsquoOPCM 32742003 e della mappa di pericolositagrave sismica di riferimento espressa in termini di
accelerazione massima al suolo (amax) confermando comunque per quanto riguarda gli aspetti
amministrativi la classificazione sismica dei Comuni del Veneto di cui allrsquoAllegato I della deliberazione
del Consiglio Regionale n 672003
1112 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine
Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in accordo DGR n 672003 successivamente confermata con
DGR n 712008 in zona sismica 3
Il territorio di Castelfrenco Veneto in base alla mappa di pericolositagrave sismica del territorio nazionale
elaborata dallrsquoIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e riportata come Allegato 1B dellrsquoOPCM
del 28 aprile 2006 n 3519 risulta soggetto a valori di accelerazione (con probabilitagrave di eccedenza del
10 in 50 anni) compresa tra 0150 g e 0200 Secondo la Classificazione sismica al 2015 il comune di
Castelfranco Veneto viene inserito in zona sismica 3 nella quale possono verificarsi forti terremoti ma
rari
Stralcio della classificazione sismica al 2014 (httpwwwprotezionecivilegovitjcmsitclassificazionewp)
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Mappa pericolositagrave sismica
Espressa in termini di accelerazione massima (con
probabilitagrave di eccedenza del 10 in 50 anni)
Fonte Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
(In httpesse1-gismiingvit)
112 Vincolo idrogeologico
1121 Riferimenti generali
Il RD 30121923 n 3267 allrsquoarticolo 7 stabilisce che le trasformazioni dei terreni sottoposti a vincolo
idrogeologico ai sensi dello stesso decreto sono subordinate al rilascio di autorizzazione da parte dello
Stato ora sostituito dalle Regioni o dagli organi competenti individuati dalla normativa regionale
1122 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine
Secondo la classificazione regionale riportata nella Tavola 1B del PTCP della Provincia di Treviso
ldquoCarta dei Vincoli e della pianificazione territorialerdquo lrsquoallevamento non interessa nessuna area
sottoposta a vincolo idrogeologico
113 Patrimonio culturale beni culturali e beni paesistici vincolati
1131 Riferimenti generali
Il DLgs del 2212004 n 42 ldquoCodice dei beni culturali e del paesaggio ai sensi dellrsquoarticolo 10 della
Legge 6 luglio 2002 n 137rdquo costituisce il riferimento normativo in materia di beni culturali e
paesaggistici Tale decreto in applicazione dellrsquoarticolo 9 della Costituzione disciplina le forme di tutela
del patrimonio culturale costituito dai beni culturali che comprendono in particolare il patrimonio
storico artistico demo-etno-antropologico archeologico archivistico librario e dai beni paesaggistici
ovvero le bellezze naturali le singolaritagrave geologiche le ville giardini e parchi gli immobili di valore
estetico e tradizionale le bellezze panoramiche e belvedere ed ancora gli altri immobili ed aree
individuati dalla legge (categorie del paesaggio) od in base alla legge attraverso i Piani paesaggistici
Per quanto riguarda i beni culturali le disposizioni per la tutela si applicano a seguito di una verifica
drsquointeresse nel caso delle cose immobili o mobili che rivestono interesse artistico storico archeologico
o demo-etno-antropologico ed appartengono alle pubbliche amministrazioni od a particolari enti istituti
e persone giuridiche od ancora a seguito della dichiarazione di interesse per gli altri immobili che
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presentano analoga valenza ma appartenenti a soggetti diversi da quelli prima richiamati La tutela dei
beni immobili si esercita nella forma del divieto alla demolizione danneggiamento e utilizzo per usi
incompatibili alla loro conservazione ed in particolare nella preventiva autorizzazione per una serie di
interventi come elencati allrsquoarticolo 21 Lrsquoautorizzazione deve essere richiesta dai proprietari
possessori o detentori dei beni allrsquoamministrazione competente al rilascio tale autorizzazione puograve
essere rilasciata anche con motivata dichiarazione in sede di conferenza dei servizi (art 25) e con atto
rilasciato in sede di concerto sulla compatibilitagrave ambientale nel caso di progetti sottoposti a valutazione
di impatto ambientale (art 26)
Per quanto attiene ai beni paesaggistici lrsquoassoggettamento a tutela avviene a seguito della
dichiarazione di notevole interesse pubblico (art 137-141) per effetto di disposizioni legislative nel
caso delle specifiche categorie di beni elencati nellrsquoarticolo 142 ed ancora a seguito di identificazione
nei piani paesaggistici gli immobili e le aree tipizzati sottoposte a tutela dagli stessi piani La normativa
nazionale stabilisce che tutti i beni paesaggistici sono tutelati e valorizzati sottoponendo a specifica
normativa drsquouso il territorio mediante Piani paesaggistici o Piani urbanistico territoriali con specifica
considerazione dei valori paesaggistici concernenti lrsquointero territorio regionale (art 135) Il vincolo di
tutela si esercita nella forma del divieto (per i proprietari possessori o detentori) di distruggere i beni od
introdurvi modificazioni e nellrsquoobbligo di sottoporre i progetti delle opere di qualunque genere (salvo
quelli elencati allrsquoart 149) da eseguire alla competente amministrazione ai fini di ottenere preventiva
autorizzazione
Il DPCM 12122005 di individuazione della documentazione necessaria alla verifica della
compatibilitagrave paesaggistica degli interventi proposti definisce le finalitagrave i criteri di redazione ed i
contenuti della Relazione Paesaggistica che correda congiuntamente al progetto dellrsquointervento ed alla
relazione di progetto lrsquoistanza da presentare per lrsquoautorizzazione paesaggistica Con il DPR 972010
n 139 si definisce il procedimento semplificato per lrsquoautorizzazione paesaggistica relativa ad ldquointerventi
di lieve entitagraverdquo che comportano unrsquoalterazione dei luoghi o dellrsquoaspetto esteriore degli edifici in apposita
allegato al decreto si definiscono i citati interventi
1132 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e lrsquoallevamento avicolo
Il progetto oggetto di valutazione riguarda lrsquoincremento del numero di capi avicoli allevati dallrsquoazienda
agricola zootecnica con utilizzo dei fabbricati e delle strutture giagrave esistenti non si prevedono quindi
opere di natura edilizia
In ogni caso al fine della verifica dellrsquoeventuale presenza di beni culturali eo paesaggistici sottoposti a
vincolo ricadenti nellrsquoambito territoriale attorno al sito dellrsquoallevamento si egrave fatto ricorso alle
informazioni contenute in diverse banche dati o riportate negli elaborati degli strumenti di pianificazione
territoriale-paesaggistica od urbanistica
In maggior dettaglio si egrave considerato
il SITAP del Ministero dei Beni e delle Attivitagrave Culturali - Direzione Generale per i Beni Architettonici
e Paesaggistici che individua in cartografia i beni paesaggistici vincolati a seguito di dichiarazione
ed alcune categorie paesaggistiche di cui allrsquoarticolo 142 del Codice
lrsquoArchivio dei beni paesaggistici (vincolati per dichiarazione) del sito web della Regione Veneto
banca dati non definitiva di ricognizione dei beni ai sensi del Dlgs 422004
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il catalogo dellrsquoIstituto Regionale delle Ville Venete che identifica le ville palazzi ed altri fabbricati
censiti segnalando quelli sottoposti a vincolo in quanto beni culturali o paesaggistici
il PTRC (adottato nel 2009 con variante del 2013) della Regione Veneto con riferimento alla
Tavola dei ldquoValori storico culturalirdquo inclusa nella Scheda dellrsquoAmbito-Area ricognitiva 21 dellrsquoAtlante
Ricognitivo ed alla Tavola 9 ldquoSistema del territorio rurale e della rete ecologicardquo in cui sono
individuati i siti o le zone archeologiche
il PTCP (approvato nel 2010) della Provincia di Treviso con riferimento alla Tavola 11 ldquoCarta dei
vincoli e della Pianificazione territorialerdquo14 in cui srsquoidentificano i beni paesaggistici vincolati con
provvedimenti di riconoscimento del notevole interesse pubblico (ex L 14971939 ed art 146 del
Codice) alcune categorie paesaggistiche vincolate per legge (art 142 del Codice) e le zone di
interesse archeologico (ex L 3641909 L 10891939 e L 4311985 ed artt 10 e 142 del Codice) ed
anche alle Appendici di cui allrsquoAllegato M in particolare gli elenchi relativi ai beni architettonici ed ai
beni archeologici vincolati
il PAT del Comune di Castelfranco Veneto (approvato nel 2014) con riferimento alla Tavola 1
ldquoCarta dei vincoli e della pianificazione territorialerdquo15 che individua i beni monumentali vincolati (art
10 del Codice) ed i beni paesaggistici vincolati in quanto di notevole interesse pubblico (art 136 del
Codice) o appartenenti alle categorie paesaggistiche (art 142 del Codice)
il PAT del Comune di Castello di Godego (adottato nel 2015) con riferimento alla Relazione
Tecnica Generale (par 181 I beni culturali) alla Tavola P1A ldquoVincolirdquo16 che identifica i beni
culturali (immobili storico-artistici ed edifici drsquointeresse storico artistico vincolati con dichiarazione
edifici con piugrave di 70 anni vincolati per legge ai sensi dellrsquoarticolo 10 comma 1 del Codice zone
archeologiche) ed i beni paesaggistici vincolati con dichiarazione o per legge (art 142 del Codice)
ed alla Tavola 131 ldquoPatrimonio culturalerdquo del Quadro Conoscitivo del PATI che identifica gli
immobili edifici e zone archeologiche vincolate i fabbricati di archeologia industriale gli edifici di
pregio architettonico e gli altri beni e manufatti di interesse storico culturale
il PAT del Comune di Riese Pio X (adottato nel 2014 con DCC n 2 del 1332014) con
riferimento al Rapporto Ambientale (par 57 Matrice paesaggio ndash Patrimonio culturale
architettonico archeologico) ed alla Tavola 1 ldquoCarta dei vincoli e della pianificazione territorialerdquo 17
che riporta i beni monumentali vincolati i beni paesaggistici vincolati corrispondenti alle fasce
laterali ai corsi drsquoacqua e la strada Postumia a vincolo archeologico
Per quanto riguarda i beni culturali vincolati considerando gli immobili drsquointeresse monumentale eo
storico architettonico riportati negli elenchi od elaborati cartografici degli strumenti di pianificazione
prima richiamati il sito dellrsquoallevamento non interessa direttamente nessuno di quelli presenti nel
territorio e si trova ad una distanza dai piugrave vicini tale che si escludono ragionevolmente possibili
ricadute sugli stessi in particolare quelle indirette correlate alla percezione da e dei beni tenuto conto
anche del fatto che si tratta del solo incremento del numero di polli allevati allrsquointerno di strutture giagrave
esistenti Lrsquoampliamento dellrsquoallevamento non comporta interventi sui beni vincolati e tantomeno si
prevedono opere edilizie o di altra natura che possano determinare effetti indiretti sul patrimonio
14 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 11 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
15 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
16 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola P1A inserita nellrsquoAllegato cartografico dello SIA
17 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
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architettonico vincolato non egrave quindi necessario avviare la procedura per la richiesta di rilascio
dellrsquoautorizzazione ai sensi del Codice Al fine di sostenere le precedenti considerazioni si forniscono
brevi informazioni sui beni monumentali e architettonici vincolati presenti nel territorio dei tre Comuni
analizzati situati ad una minore distanza dallrsquoallevamento avicolo esistente
Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto gli immobili vincolati con specifico provvedimento
meno distanti dal sito dellrsquoallevamento comunque rispettivamente a 13 e 22 km circa si trovano nella
frazione di Villarazzo e lungo la strada via Postomia Nel primo caso si tratta della Villa Dolfin -
Gradenigo (tutelata con DM 10121959) sita in via Valsugana 74 composta dalla villa del XVII secolo
e dalla barchessa del XVIII secolo edifici collocati di fianco al Torrente Muson e della Cagrave Moro
(tutelata con DM 881947) ubicata in via Valsugana 102 composta dallrsquoedificio padronale risalente al
XVI secolo Nel secondo caso si tratta della Cagrave Amata (tutelata con DM 10121959) complesso
architettonico datato al XVIII secolo formato da una villa da due barchesse da annessi rustici
originariamente destinati a stalla e depositi ed anche da un oratorio che ora ricadono nellrsquoarea
dellrsquoomonimo Golf Club
Nel territorio del Comune Castello di Godego lrsquoimmobile vincolato piugrave vicino al sito dellrsquoallevamento
comunque a circa 16 km egrave la Chiesa di San Pietro ubicata in via S Pietro nei pressi del T Muson in
sinistra idrografica La gran parte degli altri beni storico architettonici vincolati si trova allrsquointerno del
centro storico o comunque nellrsquoabitato principale ad una distanza minima di 19 - 23 km circa
dallrsquoallevamento
Nel territorio del Comune di Riese Pio X tra i fabbricati vincolati quelli relativamente piugrave vicini
allrsquoallevamento rispettivamente a circa 15 e 22 km sono la Villa Emiliani detta Cagrave Miane (tutelata ai
sensi dellrsquoart 10 del Codice) ubicata in via Miane 30 complesso composto dalla casa padronale con
grande barchessa porticata e da un oratorio entrambi del XVIII secolo ed allrsquointerno della frazione di
Vallagrave la Villa Cecconi (tutelata con DM 2141964) sita in via A Milani 1 risalente al XVIII secolo e la
Chiesa parrocchiale (costruita nel 1746) il campanile e la Casa canonica (tutelate ai sensi dellrsquoart 10
del Codice) lrsquoultima segnalata anche come ldquovilla venetardquo formata dalla casa padronale e da una
piccola barchessa entrambe risalenti al XVII secolo
Per quanto attiene ai beni archeologici vincolati considerando quelli identificati nella cartografia o
segnalati nella documentazione dei citati piani territoriali ed urbanistici risulta che il sito
dellrsquoallevamento si trova significativamente distante da questi inoltre lrsquointerposta presenza di zone
edificate e di quinte di vegetazione arborea consente di escludere anche improbabili ricadute
determinate da eventuali relazioni indirette correlate alla percezione dellrsquoallevamento dai siti tutelati o
da interposizione dellrsquoallevamento nella vista dei beni dai luoghi circostanti agli stessi In aggiunta
stante il fatto che si tratta del solo incremento del numero di capi avicoli allevati senza previsione di
opere edilizie o interventi di scavo e tenendo inoltre conto della distanza dei siti a rischio archeologico
individuati non si ricade nellrsquoambito della procedura di autorizzazione secondo quanto stabilito dal
Codice e si esclude anche la necessitagrave di eseguire indagini archeologiche preventive Si evidenziano
di seguito i beni archeologici vincolati presenti nel territorio dei tre Comuni considerati situati ad una
minore distanza dallrsquoallevamento avicolo esistente
Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto egrave sottoposto a vincolo archeologico ai sensi
dellrsquoarticolo 10 del Codice (ex L 10891939) il tracciato della romana strada Postumia che nel punto
piugrave vicino si trova ad una distanza di circa 800 metri dallrsquoarea dellrsquoallevamento
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Nel territorio del Comune di Castello di Godego egrave presente unrsquoarea archeologica vincolata ai sensi
dellrsquoarticolo 10 del Codice (ex L 10891939) quella de ldquoLe Motterdquo correlata ad un tipico insediamento
delletagrave del bronzo che interessa una localitagrave ubicata a ridosso del confine comunale sul lato
meridionale ad oltre 3 km dellrsquoarea dellrsquoallevamento il PAT identifica nella Tavola P1A Vincoli una
ldquozona di interesse archeologicordquo ai sensi dellrsquoarticolo 10 del Codice nella porzione centrale del tessuto
urbano dellrsquoabitato principale distante circa 18 km dallrsquoallevamento e contornata lungo il perimetro sul
lato est quello rivolto verso lrsquoazienda agricola avicola dal tessuto edificato della zona residenziale
In Comune di Riese Pio X lrsquounico bene sottoposto a vincolo archeologico egrave la giagrave la citata strada
Postumia ed in tale caso la distanza minima tra lrsquoasse viario e lrsquoallevamento egrave di circa 16 km
Per quanto riguarda i beni paesaggistici vincolati a seguito del riconoscimento del loro notevole
interesse pubblico sono sottoposte a tutela due zone dellrsquoabitato principale una riguardante
Castelfranco Veneto e lrsquoaltra Castello di Godego mentre non risulta la presenza di vincoli di tale
fattispecie nel territorio del Comune di Riese Pio X
In Castelfranco Veneto egrave tutelata ai sensi della ex L 14971939 con il DM 13111961 (GU 296 del
29111961) la zona del centro abitato con inclusione della zona della Pescheria e del contiguo tratto
del Canale Musonello giagrave oggetto di provvedimento di vincolo (DM 8111955 GU 274 del
28111955) i motivi della tutela come riportato nel testo dello stesso provvedimento ministeriale sono
ricondotti al fatto che ldquocon le sue rosse mura turrite ammantate di edera circondate da verdi spalti e dal
fossato e con la sua fresca vegetazione forma un quadro naturale di non comune bellezza panoramica
avente anche valore estetico e tradizionalerdquo
In Castello di Godego egrave vincolata la zona circostante allrsquoabitato con DM 1361969 (GU 224 del
391969) ai sensi della ex L 14971939 per la presenza di ldquoparchi giardini tempietti antichi ed altri
caratteristici edificirdquo che ldquooltre a costituire unrsquoattraente e quasi continua oasi di verde nel centro abitato
forma un ambiente di alto valore estetico e tradizionale degno di essere conservato e difeso nella sua
integritagraverdquo
Lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo ovviamente non ricade nelle citate zone vincolate ed inoltre si trova
significativamente distante dalle stesse a circa 21 km da quella di Castelfranco Veneto con interposta
presenza di diverse aree edificate ed a circa 15 km da quella di Castello di Godego anche questa
circondata immediatamente allrsquoesterno del perimetro della zona tutelata da edificato la situazione
descritta consente di escludere ogni possibile ricaduta anche quelle riconducibili ad effetti indiretti
legati alla percezione dei luoghi vincolati per interposizione visiva dellrsquoallevamento dalle aree esterne
a questi e con particolare riferimento agli elementi indicati nel provvedimento ministeriale che ne hanno
determinato la tutela
Per quanto attiene ai beni paesaggistici vincolati per legge nel territorio dei tre Comuni considerati si
tratta di quelli associati alle categorie di cui allrsquoarticolo 142 del Codice relative ai fiumi torrenti e corsi
drsquoacqua con le relative fasce contermini alle sponde o argini alle zone drsquointeresse archeologico ed ai
territori coperti da boschi
Con riguardo ai corsi drsquoacqua e relative fasce vincolate la piugrave vicina egrave quella del Torrente Avenale nel
tratto ricadente in territorio del Comune di Castelfranco Veneto il cui perimetro considerando la minore
distanza intercorrente con il confine dellrsquoarea dellrsquoallevamento ricade a circa 150 metri
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In merito alle zone drsquointeresse archeologico sottoposte a vincolo paesaggistico si tratta della giagrave
richiamata strada Postumia con riferimento alla quale valgono le considerazioni giagrave esposte con
riguardo al vincolo archeologico e del richiamato sito archeologico di Le Motte in territorio del Comune
di Castello di Godego anche questo giagrave considerato
Infine nel caso dei territori coperti da bosco il piugrave vicino egrave quello situato in Comune di Castelfranco
Vento a ridosso del laghetto che si trova poco ad ovest della frazione di Villarazza ad una distanza di
circa 22 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento
In conclusione per quanto attiene ai beni paesaggistici vincolati premesso che non si prevedono
interventi modificativi dellrsquoaspetto attuale dei luoghi non egrave necessario avviare la procedura di
autorizzazione paesaggistica in quanto oltre a non prevedere opere edilizie o movimenti terra od
installazione di altri manufatti lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo non ricade in beni paesaggistici vincolati
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QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E
STIMA DEGLI IMPATTI
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12 USI DEL SUOLO
Lrsquoanalisi dellrsquouso del suolo e degli habitat presenti nellrsquoarea di indagine egrave stata effettuata a seguito di
sopralluoghi e considerando le seguenti fonti reperibili sul sito della Regione Veneto18
Uso del suolo della Regione Veneto ndash Anno 2009
Shapefile degli habitat della ZPS Prai e Castelli di Godego
Come evidenziato dai dati sopra citati e dai sopralluoghi effettuati il territorio in cui i inserisce
lrsquoAllevamento Maggiolo egrave caratterizzato dalla netta predominanza di aree agricole In particolare la
coltura piugrave diffusa egrave quella del mais cui si accompagnano in subordine superfici a copertura erbacea
colture di soia tabacco colza arboricoltura da legno ed alcune aree coltivate a vigneti Le principali
zone urbanizzate si trovano ad ovest (Castelli di Godego) a sud (Castelfranco veneto) e ad est (Riese
Pio X) dellrsquoallevamento Lungo i numerosi canali che attraversano il territorio ed in corrispondenza dei
confini poderali si trovano frequentemente formazioni di latifoglie arboree a siepe oltre che in
particolare modo lungo il Torrente Muson dei Sassi che scorre ad est dellrsquoabitato di Castello di
Godego formazioni ripariali a salici (Salix sp) e pioppi (Populus sp)
Allrsquointerno della ZPS in cui egrave localizzata lrsquoAzienda Agricola sono state identificate diverse aree a
copertura erbacea con formazione tipica dellrsquohabitat di interesse comunitario n 6510 (Praterie magre
da fieno a bassa altitudine) Queste formazioni sono concentrate prevalentemente nella porzione
centro-meridionale della ZPS ad una distanza minima superiore ai 220 m dallrsquoallevamento Maggiolo
Nello specifico lrsquoallevamento confina su tre lati (est sud e parzialmente nord) con aree coltivate a
mais mentre sul lato ovest ed in parte dellrsquoarea a nord sono presenti superfici a copertura arbustiva ed
erbacea (graminacee non soggette a rotazione)19 ma non identificabili con lrsquohabitat 6510
121 Impatti sullrsquouso del suolo
Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo sfruttando la potenzialitagrave massima
delle strutture attualmente giagrave esistenti ed operanti Non egrave quindi prevista la realizzazione di nessuna
altra struttura rispetto a quanto giagrave esistente allo stato di fatto Pertanto la realizzazione del progetto
non porteragrave ad alcun impatto neacute modifica rispetto allrsquoattuale uso del suolo
18
Si rimanda alla tavola ldquoUso del suolordquo e ZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego ndash Habitatrdquo riportate nellrsquoAllegato cartografico
19 Si rimanda alle riprese fotografiche ldquoAzienda Agricola Maggiolordquo e ldquoUso del suolo e vegetazionerdquo inserite nellrsquoAllegato fotografico
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13 FLORA E FAUNA
Per la valutazione delle componenti naturalistiche presenti nellrsquoarea di indagine egrave stato utilizzato il
Database approvato con DGR n 22001420 Per tutta la regione sono disponibili i dati georeferenziati
sulla base di quadranti di 10 km per lato relativi a specie faunistiche e floristiche presenti sul territorio
Lrsquoazienda agricola egrave localizzata allrsquointerno del quadrante n E446N251 nel presente studio sono state
considerate anche le informazioni riferite ai quadranti ricadenti entro un buffer di 5 km dallrsquoallevamento
ossia i quadranti n E446N250 E447N250 e E447N251 che tra lrsquoaltro comprendono interamente il
territorio della ZPS
131 Fauna
La fauna vertebrata presente sul territorio dellrsquoarea drsquoindagine egrave indicata nelle tabelle successive sono
state considerate sia le specie elencate nel formulario standard della ZPS sia quelle del database
georeferenziato approvato con DGR n 220014
Anfibi e Rettili
Nellrsquoarea drsquoindagine risultano essere presenti 9 specie di anfibi e 11 specie di rettili Da segnalare in
particolare la presenza della Testuggine palustre europea (Emys orbicularis) specie considerata ldquoin
pericolordquo nella Lista Rossa Italiana (LRI21) a causa della competizione con lrsquoalloctona Testuggine
palustre dalle orecchie rosse (Trachemys scripta) specie originaria del bacino del Mississipi e
introdotta in Italia a partire dagli anni rsquo70 oggi naturalizzata Tutte le altre specie di rettili hanno uno
status conservazionistico ldquoa minor preoccupazionerdquo mentre tra gli anfibi sono due le specie (Rana di
Lataste e Rospo comune) che secondo la LRI sono vulnerabili allrsquoestinzione
Cod Nome scientifico Nome comune All
DirHab LRI
1193 Bombina variegata Ululone dal ventre giallo II-IV LC
Lissotriton vulgaris Tritone punteggiato NT
1167 Triturus carnifex Tritone crestato italiano II-IV NT
1215 Rana latastei Rana di lataste II-IV VU
2361 Bufo bufo Rospo comune IV VU
1201 Bufo viridis Rospo smeraldino IV LC
5358 Hyla intermedia Raganella italiana IV LC
1209 Rana dalmatina Rana agile IV LC
1210 Rana klepton esculenta Rana esculenta V LC
Rettili
1220 Emys orbicularis Testuggine palustre europea II-IV EN
1256 Podarcis muralis Lucertola muraiola IV LC
5887 Trachemys scripta Testuggine palustre dalle orecchie rosse NA
6091 Zamenis longissimus Saettone comune IV LC
5910 Zootoca vivipara Lucertola vivipara LC
2432 Anguis fragilis Orbettino LC
1284 Coluber viridiflavus Biacco IV LC
1283 Coronella austriaca Colubro liscio IV LC
20
DGR n 2200 del 27 novembre 2014 ldquoApprovazione del database della cartografia distributiva delle specie della Regione Veneto a supporto della Valutazione di Incidenzardquo
21 IUCN Comitato Italiano Liste Rosse Italiane wwwiucnit
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Cod Nome scientifico Nome comune All
DirHab LRI
5179 Lacerta bilineata Ramarro occidentale IV LC
2469 Natrix natrix Natrice dal collare LC
1292 Natrix tessellata Natrice tessellata IV LC
Legenda
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list degli anfibi e rettili presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000
Pesci
Nel gruppo tassonomico dei pesci Anguilla Panzarolo e Trota marmorata sono segnalate come in
pericolo critico di estinzione il Temolo egrave considerata specie in pericolo mentre Barbo italico e
Lampreda padana (specie endemica della pianura padana) hanno uno status conservazionistico
vulnerabile Sono presenti inoltre numerose specie introdotte sul territorio e per le quali per questo
motivo la valutazione dello status conservazionistico non egrave applicabile (NA) In particolare si tratta delle
seguenti specie Alburno Carassio Luccio Gambusia Persico sole Cavedano Persico trotaTrota
iridea e Trota atlantica
Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI
5539 Alburnus alburnus Alburno NA
3019 Anguilla anguilla Anguilla CR
1137 Barbus plebejus Barbo italico II-V VU
5585 Carassius carassius Carassio NA
5304 Cobitis bilineata Cobite II LC
1163 Cottus gobio Scazzone II LC
5642 Esox lucius Luccio NA
5654 Gambusia holbrooki Gambusia NA
5937 Ictalurus melas Pesce gatto NA
5677 Knipowitschia punctatissima Panzarolo CR
6152 Lampetra zanandreai Lampreda padana II-V VU
5687 Lepomis gibbosus Persico sole NA
5944 Leuciscus cephalus Cavedano NA
5719 Micropterus salmoides Persico trota NA
5768 Oncorhynchus mykiss Trota iridea NA
5777 Padogobius martensii Ghiozzo padano LC
5785 Phoxinus phoxinus Sanguinerola europea LC
5821 Rutilus erythrophthalmus Triotto LC
1991 Sabanejewia larvata Cobite mascherato II NT
1107 Salmo marmoratus Trota marmorata II CR
6262 Salmo trutta Trota atlantica NA
1109 Thymallus thymallus Temolo V EN
5885 Tinca tinca Tinca LC
Legenda
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list dei pesci presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000
Uccelli
Considerando sia le specie elencate nel Formulario Natura 2000 sia quelle censite nel database
regionale approvato con DGR 220014 nellrsquoarea di indagine sono presenti 114 specie alcune delle
quali essendo nidificanti irregolari non sono state considerate nellrsquoattribuzione delle categorie di
minaccia della LRI (Pispola Albanella reale Peppola Beccaccino e Tordo sassello) Il criterio della LRI
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PAGINA 88 194 Settembre 2015
non egrave applicabile (NA) anche per il Fagiano a causa delle introduzioni a scopo venatorio effettuate sul
territorio La specie con lo status conservazionistico piugrave problematico egrave il Torcicollo (Vulnerabile)
specie che frequenta ambienti alberati che abbiano anche ampi spazi aperti (frutteti incolti alberati
boschi radi aree agricole estensive) Pur essendo diffusa in tutto il territorio italiano (areale maggiore di
20000 kmsup2 (Boitani et al 2002) e popolazione stimata in 100000-200000 individui maturi (BirdLife
International 2004 Brichetti amp Fracasso 2007)) il declino significativo (56) registrato tra il 2000 ed il
2010 (LIPU amp Rete Rurale Nazionale 2011 wwwmito2000it) ha motivato lrsquoinserimento di tale specie
tra quelle in pericolo di estinzione Nel territorio sono presenti altre specie con uno status
conservazionistico non soddisfacente Allodola Coturnice Moretta Biancone Falco di palude
Albanella minore Re di quaglie Falco cuculo Tarabusino Cutrettola Passera drsquoItalia Passera
mattugia Pendolilno e Saltimpalo sono definite come Vulnerabili allrsquoestinzione
Cod Nome scientifico Nome comune All Dir
Ucc LRI
A086 Accipiter nisus Sparviere LC
A298 Acrocephalus arundinaceus Cannareccione NT
A296 Acrocephalus palustris Cannaiola verdognola LC
A297 Acrocephalus scirpaceus Cannaiola comune LC
A168 Actitis hypoleucos Piro-piro piccolo NT
A324 Aegithalos caudatus Codibugnolo LC
A247 Alauda arvensis Allodola IIB VU
A229 Alcedo atthis Martin pescatore I LC
A109 Alectoris graeca Coturnice I-IIA VU
A053 Anas platyrhynchos Germano reale IIA-IIIA LC
A257 Anthus pratensis Pispola NA (nid irr)
A226 Apus apus Rondone comune LC
A091 Aquila chrysaetos Aquila reale I NT
A028 Ardea cinerea Airone cenerino LC
A029 Ardea purpurea Airone rosso I LC
A221 Asio otus Gufo comune LC
A218 Athene noctua Civetta LC
A061 Aythya fuligula Moretta IIA-IIIB VU
A021 Botaurus stellaris Tarabuso I EN
A087 Buteo buteo Poiana LC
A243 Calandrella brachydactyla Calandrella I EN
A224 Caprimulgus europaeus Succiacapre I LC
A364 Carduelis carduelis Cardellino NT
A288 Cettia cetti Usignolo di fiume LC
A136 Charadrius dubius Corriere piccolo NT
A363 Chloris chloris Verdone NT
A080 Circaetus gallicus Biancone I VU
A081 Circus aeruginosus Falco di palude I VU
A082 Circus cyaneus Albanella reale I NA (nid irr)
A084 Circus pygargus Albanella minore I VU
A373 Coccothraustes coccothraustes Frosone LC
A206 Columba livia Piccione selvatico IIA DD
A208 Columba palumbus Colombaccio IIA-IIIA LC
A350 Corvus corax Corvo imperiale LC
A615 Corvus cornix Cornacchia grigia IIB LC
A349 Corvus corone Cornacchia nera IIB LC
A347 Corvus monedula Taccola IIB LC
A113 Coturnix coturnix Quaglia IIB DD
A122 Crex crex Re di quaglie I VU
A212 Cuculus canorus Cuculo LC
A036 Cygnus olor Cigno reale IIB NA
A253 Delichon urbica Balestruccio NT
A237 Dendrocopos major Picchio rosso maggiore LC
A236 Dryocopus martius Picchio nero I LC
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COD 15V055 PAGINA 89 194
Cod Nome scientifico Nome comune All Dir
Ucc LRI
A383 Emberiza calandra Strillozzo LC
A376 Emberiza citrinella Zigolo giallo LC
A269 Erithacus rubecula Pettirosso LC
A103 Falco peregrinus Falco pellegrino I LC
A099 Falco subbuteo Lodolaio LC
A096 Falco tinnunculus Gheppio LC
A097 Falco vespertinus Falco cuculo I VU
A359 Fringilla coelebs Fringuello LC
A360 Fringilla montifringilla Peppola NA (nid irr)
A125 Fulica atra Folaga IIA-IIIB LC
A244 Galerida cristata Cappellaccia LC
A153 Gallinago gallinago Beccaccino IIA-IIIB NA (nid irr)
A123 Gallinula chloropus Gallinella drsquoacqua IIB LC
A342 Garrulus glandarius Ghiandaia IIB
A002 Gavia arctica Strolaga mezzana I
A001 Gavia stellata Strolaga minore I
A300 Hippolais polyglotta Canapino LC
A251 Hirundo rustica Rondine NT
A022 Ixobrychus minutus Tarabusino I VU
A233 Jynx torquilla Torcicollo EN
A338 Lanius collurio Averla piccola I VU
A340 Lanius excubitor Averla maggiore
A179 Larus ridibundus Gabbiano comune IIB LC
A246 Lullula arborea Tottavilla I LC
A271 Luscinia megarhynchos Usignolo LC
A230 Merops apiaster Gruccione LC
A073 Milvus migrans Nibbio bruno I NT
A262 Motacilla alba Ballerina bianca LC
A261 Motacilla cinerea Ballerina gialla LC
A260 Motacilla flava Cutrettola VU
A319 Muscicapa striata Pigliamosche LC
A337 Oriolus oriolus Rigogolo LC
A214 Otus scops Assiolo LC
A329 Parus caeruleus Cinciarella LC
A330 Parus major Cinciallegra LC
A621 Passer italiae Passera drsquoItalia VU
A356 Passer montanus Passera mattugia VU
A112 Perdix perdix Starna IIA-IIIA LC
A072 Pernis apivorus Falco pecchiaiolo I LC
A017 Phalacrocorax carbo Cormorano LC
A393 Phalacrocorax pygmeus Marangone minore I NT
A115 Phasianus colchicus Fagiano comune IIA-IIIA NA
A151 Philomachus pugnax Combattente I
A273 Phoenicurus ochruros Codirosso spazzacamino LC
A274 Phoenicurus phoenicurus Codirosso comune LC
A343 Pica pica Gazza IIB LC
A235 Picus viridis Picchio verde LC
A005 Podiceps cristatus Svasso maggiore LC
A118 Rallus aquaticus Porciglione IIB LC
A336 Remiz pendulinus Pendolino VU
A276 Saxicola torquatus Saltimpalo VU
A155 Scolopax rusticola Beccaccia IIA-IIIB DD
A361 Serinus serinus Verzellino LC
A209 Streptopelia decaocto Tortora dal collare IIB LC
A210 Streptopelia turtur Tortora selvatica IIB LC
A219 Strix aluco Allocco LC
A351 Sturnus vulgaris Storno IIB LC
A311 Sylvia atricapilla Capinera LC
A309 Sylvia communis Sterpazzola LC
A307 Sylvia nisoria Bigia padovana I CR
A004 Tachybaptus ruficollis Tuffetto LC
A166 Tringa glareola Piro piro boschereccio I
A265 Troglodytes troglodytes Scricciolo LC
A286 Turdus iliacus Tordo sassello IIB NA (nid irr)
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PAGINA 90 194 Settembre 2015
Cod Nome scientifico Nome comune All Dir
Ucc LRI
A283 Turdus merula Merlo IIB LC
A285 Turdus philomelos Tordo bottaccio IIB LC
A284 Turdus pilaris Cesena IIB NT
A213 Tyto alba Barbagianni LC
A232 Upupa epops Upupa LC
A142 Vanellus vanellus Pavoncella IIB LC
Legenda
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list dellrsquoavifauna presente nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000
Mammiferi
La check-list indica la presenza di 39 specie appartenenti alla classe dei mammiferi Tutte le specie
indicate hanno uno status conservazionistico soddisfacente essendoci solo alcune specie prossime
alla minaccia (Arvicola acquatica Serotino comune Pipistrello di Nathusius Orecchione bruno) ed una
sola specie vulnerabile (Nottola comune)
Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI
5551 Apodemus sylvaticus Topo selvatico LC
5559 Arvicola amphibius Arvicola acquatica NT
5966 Arvicola terrestris Arvicola acquatica NT
2644 Capreolus capreolus Capriolo LC
2591 Crocidura leucodon Crocidura ventrebianco LC
2593 Crocidura suaveolens Crocidura minore LC
2646 Dama dama Daino NA
1327 Eptesicus serotinus Serotino comune IV NT
2590 Erinaceus europaeus Riccio europeo LC
2616 Glis glis Ghiro LC
1344 Hystrix cristata Istrice IV LC
5690 Lepus europaeus Lepre comune LC
2630 Martes foina Faina LC
2631 Meles meles Tasso LC
5718 Micromys minutus Topolino delle risaie LC
5721 Microtus arvalis Arvicola campestre LC
5728 Microtus savii Arvicola di Savi LC
5738 Mus musculus Topo domestico NA
1341 Muscardinus avellanarius Moscardino IV LC
2634 Mustela nivalis Donnola LC
1358 Mustela putorius Puzzola V LC
5747 Myocastor coypus Nutria NA
2595 Neomys anomalus Toporagno acquatico di Miller DD
2597 Neomys fodiens Toporagno drsquoacqua DD
Neovison vison Visone NA
1312 Nyctalus noctula Nottola comune IV VU
5773 Oryctolagus cuniculus Coniglio selvatico NA
2016 Pipistrellus kuhlii Pipistrello albolimbato IV LC
1317 Pipistrellus nathusii Pipistrello di Nathusius IV NT
1326 Plecotus auritus Orecchione bruno IV NT
5815 Rattus norvegicus Ratto delle chiaviche NA
5816 Rattus rattus Ratto nero NA
Sciurus carolinensis Scoiattolo grigio NA
2607 Sciurus vulgaris Scoiattolo comune LC
Sorex antinorii araneus Toporagno del Vallese DD
Sorex arunchi Il toporagno della Selva di Arvonchi
5861 Sus scrofa Cinghiale LC
5877 Talpa europaea Talpa europea LC
5906 Vulpes vulpes Volpe LC
Legenda
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COD 15V055 PAGINA 91 194
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list dei mammiferi presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000
132 Flora
Dal database della Regione Veneto (DGR 220014) nei 4 quadranti considerati risultano essere
presenti 539 specie floristiche
Nella tabella successiva si riportano le specie tutelate allrsquointerno della Direttiva Habitat (Allegati II e IV)
nessuna delle quali egrave citata come presente nella ZPS (secondo il Formulario standard Natura 2000)
Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI
6302 Anacamptis pyramidalis Orchidea piramidale II-IV
1714 Euphrasia marchesettii Eufrasia di Marchesetti II-IV EN
1866 Galanthus nivalis Bucaneve V LC
4096 Gladiolus palustris Gladiolo palustre II-IV NT
1900 Spiranthes aestivalis Viticcino estivo IV NE
Legenda
LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile
Check-list delle specie faunistiche presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 e Formulario Natura 2000
LrsquoOrchidea piramidale egrave una specie che puograve essere rinvenuta in prati magri pascoli incolti
sottoboschi scarpate e bordi strada su terreni di natura calcarea Principalmente egrave diffusa entro gli 800
m slm
LrsquoEufrasia di Marchesetti egrave una specie endemica del veneto orientale e del Friuli Venezia Giulia
caratteristica delle torbiere e di stazioni umide e aperte (praterie a Molinia della pianura e della fascia
collinare) la cui conservazione dipende dalla presenza di sfalci periodici in grado di garantire spazio e
luminositagrave sufficienti per lo sviluppo della pianta Altre specie dei prati umidi sono il Gladiolo palustre e il
Viticcino estivo mentre il Bucaneve si puograve trovare nei boschi umidi e freschi con humus ben
sviluppato
133 Stima degli impatti
Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo sfruttando la potenzialitagrave massima
delle strutture attualmente giagrave esistenti ed operanti Non egrave quindi prevista la realizzazione di nessuna
altra struttura rispetto a quanto giagrave esistente allo stato di fatto Come meglio specificato nella Studio di
Incidenza cui si rimanda per ulteriori approfondimenti i potenziali impatti derivanti dallo svolgimento
dellrsquoattivitagrave di allevamento dellrsquoAzienda agricola Maggiolo sono i seguenti
Inquinamento delle acque superficiali e sotterranee
Immissione di inquinanti nellrsquoaria
Inquinamento del suolo da rifiuti solidi
Immissioni di azoto e composti dellrsquoazoto
Inquinamento da rumore e disturbi sonori puntuali o irregolari
Introduzione di malattie
Nel caso dellrsquoAzienda agricola Maggiolo la probabilitagrave di accadimento di alcuni degli impatti sopra
elencati egrave nulla come indicato nella tabella successiva
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PAGINA 92 194 Settembre 2015
Fattore di impatto Possibili cause Probabilitagrave di
accadimento Motivazione
Inquinamento delle
acque superficiali e
sotterranee
Scarichi idrici Nulla Lrsquoabbeveraggio ed l sistemi di raffrescamento e di pulizia non producono scarichi idrici
Produzione di pollina Nulla Nessuna concimaia allrsquointerno dellrsquoAllevamento Il materiale egrave ceduto interamente a terzi come sottoprodotto di origine animale
Inquinamento del
suolo da rifiuti solidi
Cattiva gestione delle
spoglie animali Nulla LrsquoAzienda Agricola dispone di una cella frigo di proprietagrave
per la conservazione dei capi deceduti Le carogne vengono poi consegnate ad una ditta autorizzata che effettua il relativo smaltimento a norma di legge
Cattiva gestione dei
rifiuti solidi prodotti
Nulla - I rifiuti sono collocati in un apposito locale chiuso adibito al deposito dei rifiuti
- La pollina prodotta non egrave considerabile come rifiuto in quanto utilizzata come sottoprodotto dallrsquoazienda Agrifung Le altre tipologie di rifiuto (imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti) in carta ed in vetro sono prodotti in quantitagrave irrilevanti
Introduzione di
malattie
Contaminanti aerei e
polveri
Nulla - Durante il periodo del vuoto sanitario i capannoni vengono completamente puliti e disinfettati
- Per la salvaguardia della sicurezza biologica il sito di allevamento egrave completamente recintato
- Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) egrave stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile e facilmente disinfettabile
- Lrsquoallevamento dispone di due aree di stoccaggio chiuse una per il truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una separata e adeguatamente segnalata per il deposito dei rifiuti prodotti
- I mezzi che accedono allrsquoarea qualora ritenuto opportuno vengono irrorati con disinfettante sui pneumatici
Cattiva gestione delle
spoglie animali
Nulla LrsquoAzienda Agricola dispone di una cella frigo di proprietagrave per la conservazione dei capi deceduti
Potenziali impatti derivanti dallo svolgimento dellrsquoattivitagrave di allevamento
Lrsquoimmissione di inquinanti nellrsquoaria puograve avere ricadute dirette sulle componenti biotiche (sia floristiche
che faunistiche) in quanto le sostanze gassose possono arrivare nella profonditagrave degli apparati
respiratorio e fotosintetico Inoltre gli inquinanti possono ricadere al suolo tramite le precipitazioni
andando di conseguenza ad alterare sia la qualitagrave delle acque (superficiali e sotterranee) sia la qualitagrave
dei terreni generando quindi ricadute indirette su flora e fauna Lrsquoimpatto associato egrave temporaneo in
quanto limitato al periodo di esercizio dellrsquoattivitagrave di allevamento e reversibile gli effetti cesseranno di
verificarsi nel momento in cui verragrave abbandonata lrsquoattivitagrave zootecnica Lrsquoemissione di composti odorigeni
potrebbe portare le specie faunistiche ad abbandonare la frequentazione delle aree limitrofe
allrsquoallevamento Anche in questo caso lrsquoimpatto associato egrave temporaneo in quanto limitato allrsquoesercizio
dellrsquoattivitagrave e reversibile nel breve termine
La presenza di inquinamento da rumore egrave un fattore che puograve determinare effetti negativi indiretti alla
sola componente faunistica terrestre che a seguito del disturbo sonoro potrebbe abbandonare la
frequentazione delle aree limitrofe allrsquoallevamento Anche in questo caso lrsquoimpatto associato egrave
temporaneo (limitato al periodo di funzionamento dei ventilatori ed allrsquoutilizzo dei mezzi di trasporto per
la gestione delle attivitagrave zootecniche) e reversibile nel breve termine
Le analisi effettuate (valutazione previsionale di impatto acustico e delle emissioni in aria riportate ai
capitoli successivi cui si rimanda per ulteriori approfondimenti) tuttavia indicano che le variazioni tra lo
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 93 194
scenario attuale e lo scenario di progetto non sono significative e si esauriscono entro poche centinaia
di metri dallrsquoAzienda agricola pertanto non significativa egrave anche lrsquoincidenza di tali fattori sullo stato di
conservazione delle componenti biotiche presenti sul territorio
Pur non essendo previste modifiche progettuali tali da richiedere interventi di mitigazione potrebbe
essere comunque presa in considerazione lrsquoopportunitagrave di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di
conservazione previsti per la ZPS mettendo a dimora specie arboree o arbustive in forma di filare
lungo il perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento sul lato ovest e previe necessarie verifiche sul lato sud
Per la realizzazione del filare dovranno essere utilizzate specie arboree eo arbustive autoctone alcune
delle quali con frutti eduli in modo da avere ricadute positive anche sulla componente faunistica Le
specie arboree che potranno essere utilizzate sono Carpino bianco (Carpinus betulus) Olmo
campestre (Ulmus campestris) Acero campestre (Acer campestris) Ontano nero (Alnus glutinosa)
Salice bianco (Salix alba) mentre tra le specie arbustive potranno essere messe a dimora Nocciolo
(Corylus avellana) Sambuco nero (Sambucus nigra) Sanguinella (Cornus sanguinea) Frangola
(Rhamnus frangula) Pallon di maggio (Viburnum opulus) Spincervino (Rhamnus cathartica)
14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI
141 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici
I beni culturali architettonici considerati al fine di ricostruire il quadro conoscitivo includono gli immobili
vincolati ai sensi della ex L 3641909 della ex L 10891939 o dellrsquoarticolo 10 del Codice e gli altri
edifici drsquointeresse segnalati o riportati negli elaborati degli strumenti di pianificazione territoriale o
urbanistica
Tali beni sono individuati tenendo conto innanzitutto di quanto riportato nellrsquoelenco della
Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici e di quanto identificato nella cartografia o
segnalato negli altri elaborati del PTC della Provincia di Treviso con riguardo alla Tavola 43 ldquoCarta
delle ville venete complessi e edifici di pregio architettonicordquo e allrsquoAllegato M ldquoLe risorse culturali del
territorio provinciale trevigianordquo incluse le associate Appendici in particolare quelle con gli elenchi dei
beni monumentali vincolati Nel caso degli strumenti urbanistici comunali (PAT) in aggiunta agli
elaborati identificativi dei beni architettonici vincolati giagrave considerati e citati nel precedente paragrafo
riguardante il patrimonio culturale si tiene conto per Castelfranco Veneto della Tavola 2 ldquoCarta delle
invariantirdquo che individua gli edifici di valore monumentale o storico ambientale le ville venete le strade
storiche principali per Castello di Godego della Tavola P1B ldquoCarta della pianificazione territorialerdquo che
riporta le ville venete e della Tavola P2 ldquoInvariantirdquo che identifica le ville venete le emergenze
architettoniche ed edifici di valore storico o artistico per Riese Pio X della Tavola 2 ldquoInvariantirdquo che
individua le ville venete
Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto i beni sottoposti a tutela ai sensi del Codice sono
rappresentati da numerose ville venete e fabbricati civili a diversa destinazione gli ultimi in prevalenza
ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale
Le ville venete tutelate ubicate nel centro storico di Castelfranco Veneto sono le seguenti
- Villa Andretta vincolata con DM 10121959 sita in Pza Giorgione composta dalla villa del
XV-XIX secolo con barchessa e annesso parco
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PAGINA 94 194 Settembre 2015
- Villa Corner sita in via Borgo Pieve 85 vincolata con DM 10121959 formata dallrsquoedificio
padronale ricostruito su disegno originario del XVIII secolo
- Palazzo Colonna ndash Preti ndash Rainati in via Borgo Treviso 65 vincolato con decreto 241925
composto dallrsquoedificio padronale del XVI secolo e da due adiacenze una coeva e lrsquoaltra del
XVIII secolo
- Villa Barbarella ndash Avogadro degli Azzoni del XIX secolo in via Garibaldi 25 vincolata con DM
1361979
- Villa Riccati - Avogadro degli Azzoni in via Borgo Treviso 1 vincolata con DM 1031977
formata dalla casa padronale e dagli annessi rustici entrambi risalenti al XVIII secolo
- Villa Revedin ndash Bolasco ndash Piccinelli in via Borgo Treviso 53 composta dal corpo padronale
originario del XVI secolo e ristrutturato nel XIX secolo da adiacenze scuderie e annessi rustici
del XVI secolo e da un giardino allrsquoinglese del XIX secolo vincolata con DM 10121959
Le ville venete tutelate situate nelle frazioni comprendono le seguenti
- Villa Corner ndash Venezze detta Il Cornaron in frazione Treville localitagrave Poisolo vincolata con
DM 10121959 costituita dalla villa del XVI secolo e dalla barchessa dalle ali e annessi
laterali e dallrsquooratorio del XVIII secolo
- Barchessa di Villa Priuli di San Felice risalente al XVII secolo ubicata in localitagrave Treville
vincolata con DM 1541982
- Barchessa di Villa Soranza datata al XVI secolo sita in frazione Treville localitagrave Sovranza
vincolata con DM 10121959
- Cagrave Amata ubicata in frazione Salmoggia via Postioma 40 vincolata con DM 10121959
composta da villa barchesse annessi rustici e oratorio risalenti al XVIII secolo ora ricadente
nellrsquoarea del Golf Club Cagrave Amata
- Villa Barisan datata XVII secolo vincolata con DM 10121959 sita in frazione Villarazzo
- Villa Cusinato detta La Cornaretta sita in frazione Treville localitagrave Poisolo vincolata con DM
10121959 formata dallrsquoedificio padronale barchesse e annessi rustici del XVI secolo
- Cagrave Balbi Preti ndash Giacomelli in frazione San Floriano vincolata con DM 31101959 composta
dalla villa ed ali laterali del XVIII secolo con annessi rustici e parco
- Cagrave Moro in localitagrave Villarazzo vincolata con DM 881947 risalente al XVI secolo
- Villa Corner ndash Tiepolo ndash Chiminelli in localitagrave SantrsquoAndrea oltre il Muson vincolata con DM
10121959 formata dallrsquoedificio padronale del XVI secolo e dalla barchessa del XIX con
giardino
- Villa Dolfin ndash Gradenigo in frazione Villarazzo vincolata con DM 10121959 formata
dallrsquoedificio padronale del XVII secolo e da barchessa del XVIII secolo collocate di fianco al
Torrente Muson
I fabbricati drsquointeresse monumentale assoggettati a vincolo individuati dallo strumento urbanistico
comunale ed anche inclusi nella lista della Soprintendenza per i BCP comprendono un edificio in via
San Giorgio nellrsquoomonima localitagrave situata poco a sud rispetto allrsquoabitato principale e numerosi altri
fabbricati tutti ubicati nel centro storico di Castelfranco Veneto Albergo alle Spade Pavaglione del
Mercato Palazzo Favaro Casa Menegotto detta Marostica Casa Giacomelli Teatrino Sociale edificio
in Pza Emanuele 131 Casa Rainati-Prevedello Casa Simeone Casa Mazzon Casa De Biasi Torre
dellrsquoOrologio Castello e Torri del muro di cinta Palazzetto San Giacomo Palazzetto Puppati ora
Cettolini edifico in Cso 29 aprile Casa giagrave Santoretto ora Pinarello Casa in Pza del Duomo Casa
Petrin Casa Bressa Casa Barisani ed infine un edifico non associato a denominazione o indirizzo
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 95 194
In base allrsquoelenco dei beni vincolati redatto dalla Soprintendenza per i BCP ai citati fabbricati situati nel
centro storico principale se ne aggiungono altri tra i quali si richiamano i soli edifici religiosi che
includono il Duomo di S Maria Assunta e San Liberale la Chiesa di San Jacopo la Chiesa di San
Giorgio alla Sega il Convento dei Serviti la Chiesa di San Giacomo la Chiesetta di Madonna delle
Grazie
Nelle frazioni o varie localitagrave del territorio comunale sono presenti ulteriori beni architettonici vincolati
inseriti nellrsquoelenco della Soprintendenza per i BCP ed in dettaglio
- nella frazione di SantrsquoAndrea oltre il Muson la chiesa parrocchiale la canonica e lrsquooratorio
- nella frazione di Salvatronda la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica la casa ex
Basso le ex scuole elementari e il cimitero
- in localitagrave Treville la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica il cimitero le ex scuole
elementari e la ex Casa del Fascio
- nella frazione di Villarazzo la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica le scuole
elementari
- nella frazione di Salvarosa le case ex Tieppo ex Torresan ex Cattani e il cimitero
- in localitagrave San Floriano la Casa ex Arsiegrave il centro culturale e il cimitero
- in localitagrave Campigo le ex scuole elementari e il cimitero
Per quanto attiene ai beni architettonici segnalati con riguardo a quelli nellrsquoelenco del PTCP si tratta di
due edifici ubicati a sud-ovest della frazione di Villarazzo e di altri due edifici situati in frazione
Salvarosa noncheacute di manufatti dellrsquoarcheologia industriale rappresentati da alcuni mulini due ubicati
presso le mura di Castelfranco uno in Borgo Padova e lrsquoaltro in frazione Villarazzo e dalla Fornace
Baghin situata a ridosso del confine con il Comune di Riese il PAT a sua volta distingue tra le
invarianti di natura storico-monumentale i fabbricati ubicati allrsquoesterno deli centri storici che presentano
un ldquoedilizia con valore storico ambientalerdquo diffusi in tutto il territorio ed in larga misura da ricondurre ai
fabbricati rurali
Nel territorio del Comune di Castello di Godego i beni sottoposti a tutela con provvedimento ai sensi
della ex L 14971939 o per effetto del disposto dellrsquoarticolo 10 del Codice includono ville chiese ed
edifici civili
Per quanto attiene agli immobili vincolati presenti nel centro storico o comunque allrsquointerno dellrsquoabitato
principale di Castello di Godego si distinguono
- la Chiesa di San Pietro datata al IV-X secolo ubicata in sinistra idrografica del T Muson
tutelata ai sensi del comma 1 dellrsquoarticolo 10
- la Casa Querini tutelata ai sensi della ex L 3641909 con il decreto 1731923 sita
nellrsquoomonima via ovvero dellrsquoattuale Casa Canonica formata da un unico fabbricato
presumibilmente realizzato nel 1756 in concomitanza con lrsquoampliamento della Chiesa
Arcipetrale e Abbaziale
- la Chiesa Arcipretale e Abbaziale della Nativitagrave di Maria Santissima del XVIII secolo tutelata
con DM 2842010
- la Chiesa Abbaziale di Maria Nascente del XVIII secolo tutelata ai sensi del comma 1
dellrsquoarticolo 10 del Codice
- la Villa Priuli - Moresco ndash Turcato tutelata con DM 1781961 e DM 642001 sita in via
Marconi 58 risalente al XVII secolo e composta da un solo fabbricato
- la Chiesa di SantrsquoAntonio Patavino tutelata ai sensi del comma 1 dellrsquoarticolo 10
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- la Cagrave Zorzi - Moresco ndash Beltrame ubicata in via Roma 6 composta dal corpo centrale della
villa risalente al XVII secolo e da due fabbricati laterali del XVII e XIX secolo con relativi spazi
annessi a cortile e giardino tutelata con DM 2931967 DM 571969 DM 1391971 e DM
1372002 con riguardo ai fabbricati ed agli spazi aperti annessi
- la Villa Frida ubicata in via Roma tutelata con DM 2372002
- la Villa Mocenigo ndash Elisa tutelata con DM 1921968 sita in via Roma 33 composta
dallrsquoedificio padronale e dalle barchesse del XVII secolo noncheacute dalle ali laterali del XIX secolo
- la Villa Mocenigo - Garzoni ndash Martini tutelata con DM 2911970 e DM 2631970 con
riguardo ai fabbricati ed anche agli spazi aperti annessi qualificati come zona di rispetto ubicata
in via Marconi 83 composta dalla villa da una barchessa a da un oratorio dedicato a San
Giovanni Battista tutti datati al XVIII secolo a cui si aggiunge unrsquoaltra barchessa del XV-XVI
secolo con spazio interno originariamente a giardino
- la Villa Renier tutelata ai sensi dellrsquoarticolo 12 del Codice ubicata in Piazza IX Febbraio 12
composta dallrsquoedifico della villa del XVII secolo a dalla barchessa del XVIII
- la Casa Avogadro degli Azzoni ndash Daminato tutelata con DM 711982 sita in via Grande 4
composta dalla villa da una barchessa e dalla scuderia datate al XVII secolo
- il Municipio
- i ruderi del Castellare di Ezzelino da Romano fortezza risalente al XIII secolo
- il Santuario della Beata Vergine o Madonna della Crocetta risalente al XV secolo tutelato ai
sensi dellrsquoart 10 del Codice
In posizione esterna allrsquoabitato principale a nord-ovest di questo si trova la Cagrave Leoncino - Da Lezze -
Moresco ndash Marchiorello tutelata con DM 1261997 sita in via Cagrave Leoncino 44 composta dalla villa
del XVIII e dalla barchessa con annesso del XVI secolo ed anche il Ridotto Cagrave Leoncina risalente al
XV secolo vincolato con DM 1261997
I beni architettonici drsquointeresse contano cinque fabbricati civili e due fabbricati di archeologia industriale
segnalati dal PTCP e identificati dal PAT tutti ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale comprendenti un
palazzo e casa a corte un edificio rurale un edificio civile due ville con casa padronale il Mulino
Tonietto in via Piave e il Mulino lungo il Muson in via Molinare entrambi situati nei pressi del fiume
Muson
A questi beni si aggiungono le seguenti altre ville censite dallrsquoIstituto Regionale e richiamate negli
elaborati del PAT le prime quattro ubicate nellrsquoabitato principale la casa Querini - Martinello - Conte in
via Marconi 77 con lrsquoedificio padronale del XVII secolo la Villa Negri ndash Bolzon in via Chioggia 42
costituita dalla villa e barchessa risalenti al XVII secolo la Villa Favesin in via Caprera 2 del XIX
secolo la barchessa di Villa Mocenigo ndash Priluli risalente al XV secolo sita in via Marconi 66 la Casa
Jonoch del XVIII secolo in localitagrave Casa Conte presso la via Postumia la Villa Moresco - Serena con
casa e barchesse del XIX secolo e un parco centrale sita in via Caprera 39 a sud-est dellrsquoabitato
Negli elaborati del PAT sono inoltre individuati numerosi altri edifici di valore storico e
etnoantropologico sostanzialmente da ricondurre ai fabbricati rurali
Nel territorio del Comune di Riese Pio X i beni architettonici vincolati includono alcuni edifici religiosi e
civili ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale e nelle frazioni ed anche alcune ville venete
Per quanto attiene agli edifici civili e religiosi si tratta in base allrsquoelenco della Soprintendenza per i BCP
(Appendice dellrsquoAllegato M del PTCP) dei seguenti
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- nella frazione di Poggiana la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica
- nella frazione di Spineda la chiesa parrocchiale e il campanile
- nella frazione di Vallagrave la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica
- nellrsquoabitato di Riese la casa di Pio X la canonica di San Matteo Apostolo il Santuario della
Madonna di Cendrole la scuola elementare la Villa Carraro lrsquoex Municipio la chiesa
parrocchiale e la canonica
Per quanto riguarda le ville venete quelle sottoposte a tutela sono la Villa Costanza ndash Bottio ndash Pivetta
sita in localitagrave Costanza tutelata con DM 6101974 formata da casa padronale e Oratorio del XVII
secolo la Villa Emiliani detta Cagrave Miane sita in via Cagrave Miane 30 tutelata ai sensi dellrsquoarticolo 10 del
Codice formata dalla casa padronale e da Oratorio del XVIII secolo la Villa Gradenigo ndash Venier ndash Zorzi
ndash Eger ubicata in via Sarto 31 nellrsquoabitato principale composta dalla casa padronale risalente al XVI
secolo e rimaneggiata nel XVIII secolo e dai fabbricati della barchessa della serra e della voliera
tutelata con DM 1771964 la Villa Cecconi sita in localitagrave Vallagrave vincolata con DM 2141964
edificio del XVIII secolo
In base allrsquoidentificazione negli elaborati del PAT (Tavola 1 ndash Carta dei vincoli) del vincolo
monumentale si contano in aggiunta alle giagrave citate ville venete le seguenti la Casa canonica di Vallagrave
composta da villa e barchessa del XVII secolo ubicata in Pza Caduti 45 tutelata in quanto proprietagrave di
ente religioso la Villa Canil in localitagrave Costanza casa dominicale con annessi rustici risalente al XVII
secolo la Barchessa Tirette datata al XVIII secolo sita nellrsquoomonima localitagrave in via Tirette 9
In merito agli edifici drsquointeresse architettonico si segnala la presenza di unrsquoaltra villa veneta catalogata
dallrsquoIstituto Regionale e riportata nelle tavole ed elenchi del PTCP e PAT il Casino Colonna casa
dominicale del XVIII secolo situata nella frazione Vallagrave e della casa Moretti ndash Rossi inclusa nellrsquoelenco
delle ville venete di cui al PTCP ubicata lungo la strada in uscita da Vallagrave sul lato ovest della frazione
Per quanto attiene ai beni archeologici si restituisce il quadro conoscitivo tenendo conto di quelli
vincolati ai sensi della ex L 10891939 o dellrsquoarticolo 10 del Codice e di quelli segnalati come siti a
rischio archeologico
Le informazioni sono ricavate dagli elenchi della Soprintendenza Archeologica di Treviso e dagli
elaborati cartografici del PTCP della Provincia di Treviso in particolare la Tavola 24 ldquoCarta delle aree a
rischio archeologicordquo in cui sono individuati i siti a rischio archeologico lrsquoagro centuariato ed i centri
storici a rischio archeologico noncheacute degli elenchi di cui alle Appendici dellrsquoAllegato M ldquoLe risorse
culturali del territorio provinciale trevigianordquo relative ai siti archeologici vincolati ed ai siti a rischio
archeologico Nel caso degli strumenti urbanistici comunali (PAT) in aggiunta agli elaborati identificativi
dei beni archeologici vincolati giagrave considerati e citati nel precedente paragrafo riguardante il patrimonio
culturale si tiene conto per Castelfranco Veneto della Tavola 2 ldquoCarta delle invariantirdquo che individua
lrsquoagro centuriato e della Tavola 3 ldquoCarta della fragilitagraverdquo che riporta i siti a rischio archeologico tutelati ai
sensi dellrsquoarticolo 41 della LR 112004 per Castello di Godego della Tavola P1B ldquoCarta della
pianificazione territorialerdquo che riporta lrsquoagro centuriato le strade romane ed i siti a rischio archeologico
e della Tavola P2 ldquoInvariantirdquo che identifica la viabilitagrave romana le zone ed i siti di interesse
archeologico per Riese Pio X della Tavola 2 ldquoInvariantirdquo che individua i siti e gli ambiti a rischio
archeologico lrsquoagro centuriato e la via Postumia
Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto i beni archeologici vincolati sono ricondotti allrsquoasse
viario della romana Postumia (tutelata anche quale bene paesaggistico categoria delle zone
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drsquointeresse archeologico) lrsquoattuale SR 53 mentre gli elementi drsquointeresse archeologico sono
rappresentati dai segni dellrsquoagro centuriato e da diversi siti a rischio archeologico In questrsquoultimo caso
si tratta dei seguenti tutti riferiti al periodo romano (dal I aC al V dC) insediamento in localitagrave S
Floriano - Case Longato tombe in localitagrave San Floriano vicino alla via Postumia insediamento
abitativo a lato della via Postumia tombe in localitagrave Salvarosa materiale sporadico e tomba in localitagrave
Salvatronda materiale sporadico in zona del centro storico di Castelfranco
Nel territorio del Comune di Castello di Godego oltre al sito vincolato denominato ldquoLe Motterdquo tutelato
sia come bene culturale archeologico sia come bene paesaggistico ricondotta alla categoria delle zone
drsquointeresse archeologico ed alla zona drsquointeresse archeologico vincolata coincidente con una porzione
del centro storico si contano alcuni elementi drsquointeresse e siti a rischio archeologico rispettivamente
rappresentati dallrsquoagro centuriato e dellrsquoasse della romana via Postumia e da diversi luoghi di seguito
richiamati insediamento del periodo romano presso il Fiume Muson e sito con materiale sporadico
sempre del periodo romano in localitagrave San Pietro tombe e insediamento del periodo romano in localitagrave
S Giustina lungo la via Postumia necropoli romana in localitagrave Casoname tombe romane in localitagrave
Colombara materiale sporadico in localitagrave Le Vegre Villagrande
Nel territorio del Comune di Riese oltre alla romana strada Postumia vincolata sia come bene
culturale-archeologico (ex L 10891939) sia come bene archeologico-paesaggistico (ex L 4311985)
ed alle residue tracce dellrsquoagro centuriato che derivano dallrsquoappartenenza al municipium di Acelum
sono presenti diversi siti definiti a rischio archeologico tutti risalenti al periodo romano identificati ed
elencati negli elaborati del PTCP (Tavola 24 e Appendici dellrsquoAllegato M) ed anche in quelli del PAT
(Tavola 2 - Invarianti) Tali siti comprendono una tomba a cremazione contenente lucerna e reperti in
bronzo e vetro in localitagrave Spineda unrsquoiscrizione funeraria del I sec dC e del materiale sporadico
composto da fittili frammenti di anfore monete in bronzo in localitagrave Cendrole del materiale sporadico
rappresentato da frammenti di ceramiche e anfore in localitagrave Palazzon numerose tombe in localitagrave
Artesini - Case Cusinato un insediamento abitativo con resti di strutture murarie pilastri in mattoni
strumenti agricoli e monete in localitagrave Artesini una tomba alla cappuccina una necropoli con corredi
tombali un laterizio a copertura di urna sepolcrale e numerosi vasi vinari in localitagrave Stradella - Rizzetta
un insediamento in localitagrave Vallagrave - Castelliero
142 Impatti sui beni architettonici e archeologici
Lrsquoallevamento avicolo come giagrave evidenziato considerando lrsquoubicazione delle esistenti strutture che
saranno utilizzate non riguarda direttamente beni culturali vincolati o segnalati per il loro interesse di
tipo architettonico o archeologico e si trova distante dagli stessi in misura tale da escludere eventuali
effetti diretti Ai fini della verifica degli eventuali impatti si considerano quindi le possibili ricadute
indirette correlate alla percezione precisando comunque che non si prevedono modifiche o aggiunte
di fabbricati ma solo un aumento del numero dei capi allevati
Per quanto attiene ai beni in territorio del Comune di Castelfranco Veneto quelli architettonici vincolati
piugrave vicini allrsquoazienda la Villa Dolfin Gradenigo la Cagrave Moro la Chiesa parrocchiale con campanile e la
Canonica si trovano nella frazione di Villarazzo che dista circa 14 km In tale caso si osserva come
lrsquointerposta presenza degli edifici situati a ridosso del Fosso la Roi al termine di via San Pietro in
Comune di Castello di Godego della vegetazione arborea lineare lungo il fosso Avenaletto e il fosso La
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Roi ed anche di parte dei fabbricati della stessa frazione di Villarazzo non permette di vedere dalle
citate ville ed edifici religiosi lrsquoallevamento
In merito ai beni drsquointeresse culturale architettonico identificati a scala provinciale il piugrave vicino egrave la
Fornace Baghin che si trova nella zona edificata sul confine con il Comune di Riese ad est rispetto
allrsquoallevamento e ad una distanza di circa 1 km Anche in tale caso la presenza di capannoni a ridosso
dellrsquoedificio drsquointeresse ed in subordine quella dei fabbricati residenziali situati lungo la via Bella
Venezia e dei fabbricati produttivi e residenziali ubicati lungo la via dei Prai chiudono le visuali in
direzione dellrsquoallevamento escludendo ogni interazione
Con riguardo agli edifici di valore storico ambientale identificati dal PAT quello piugrave vicino si trova nel
gruppo di case in via Bella Venezia immediatamente ad est dellrsquoallevamento a circa 300 metri da
questo in tale caso si osserva che i capannoni e le altre strutture dellrsquoallevamento allo stato attuale e
per una parte dellrsquoanno sono in larga misura nascoste alla vista per la presenza di un filare arboreo di
bordo campo e che in ogni caso non si determinano interferenze nella percezione del fabbricato
segnalato drsquointeresse dalla strada principale e da quella di accesso da cui srsquoinquadra lo stesso
edificio
In ultimo con riguardo ai beni archeologici come giagrave evidenziato lrsquoallevamento si trova distante da
quelli vincolati presenti nel territorio di Castelfranco rappresentati dalla via Postumia distante circa 08
km ed anche da quelli segnalati come siti a rischio i piugrave vicini corrispondenti ad un luogo
drsquoinsediamento presso la via romana ed alla segnalazione di materiale nellrsquoarea del centro storico
situati ad oltre 2 km in tutti i casi non si registrano possibili relazioni con lrsquoallevamento stante la
discontinuitagrave territoriale e percettiva determinata dalla presenza di zone edificate
In Comune di Castello di Godego il bene architettonico vincolato piugrave vicino allrsquoazienda egrave la chiesa di
San Pietro ubicata sul margine ovest del gruppetto di case situate allrsquoinizio della via San Pietro a lato
del T Muson a circa 16 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento Lrsquoasse visivo con origine dalla chiesa e
direzione verso lrsquoallevamento interseca elementi lineari costituiti da vegetazione arborea due di
maggiore consistenza lungo il Fosso la Roi e il fosso Avenaletto e diversi altri in forma di filare di
bordo campo ed in parte anche i fabbricati di C Dinale situati a ridosso del fosso la Roi La descritta
situazione e la posizione dellrsquoallevamento rispetto alla chiesa consentono di affermare che si esclude
ogni interferenza nella vista del bene architettonico dalle aree circostanti o dal bene architettonico verso
lrsquointorno non si determinano quindi ricadute indirette Analoghe considerazioni valgono per la gran
parte degli altri beni architettonici vincolati che si trovano allrsquointerno del centro storico o del tessuto
urbano dellrsquoabitato di Castello di Godego
Con riguardo ai beni architettonici drsquointeresse considerando i piugrave vicini allrsquoallevamento la Villa Moresco
Serena e i due mulini presso il T Muson valgono le stesse considerazioni stante la distanza di questi
dallrsquoallevamento e lrsquointerposta presenza di altri fabbricati e di elementi della vegetazione arborea che
fanno venire meno relazioni dirette o precludono situazioni drsquointervisibilitagrave
Nel caso degli edifici di valore storico ed etnoantropologico individuati nelle tavole del PAT quello piugrave
vicino allrsquoarea dellrsquoallevamento corrisponde ad una casa isolata che si trova a ridosso del fosso la Roi a
circa 200 metri di distanza la presenza della vegetazione arborea lungo il fosso Avenaletto consente di
mascherare i capannoni e gli altri manufatti dellrsquoallevamento escludendo significative interazioni visive
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In ultimo per quanto attiene ai beni archeologici si ribadisce lrsquoassenza di relazioni tra lrsquoallevamento e il
sito archeologico vincolato di Le Motte cosigrave come data la distanza e lrsquointerposta presenza del gruppo di
edifici in via San Pietro a ridosso del fosso La Roi non si rilevano rapporti diretti con lrsquoasse della
romana via Postumia segnalato per lrsquointeresse archeologico Anche nel caso dei siti a rischio
archeologico considerando i piugrave vicini allrsquoallevamento situati nei pressi del Torrente Muson presso
lrsquoabitato principale si escludono interazioni sia per la distanza di circa 16-17 km sia per lrsquoassenza di
relazioni visive stante la chiusura del campo visivo sulle giagrave citate quinte arboree
Per quanto attiene al Comune di Riese Pio X i fabbricati vincolati la Villa Emiliani detta Cagrave Miane e
nella frazione di Vallagrave la Villa Cecconi e la Parrocchiale di Vallagrave si trovano distanti dallrsquoallevamento di
polli rispettivamente a circa 15 km e 23 km la collocazione di tali beni allrsquointerno dellrsquoabitato o lrsquoeffetto
di ldquobarriera visivardquo degli altri edifici interposti sullrsquoasse visivo in direzione dellrsquoallevamento in particolare
quelli allineati lungo la via 27 Aprile e la via Bella Venezia escludono interferenze percettive
In merito ai beni architettonici segnalati considerando la piugrave vicina Casa Moretti Rossi che si trova a
circa 15 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento lungo la SP 139 in localitagrave Case Santi vale quanto osservato in
precedenza con riguardo allrsquoeffetto di barriera visiva degli interposti edifici e dei filari arborei
In ultimo nel territorio comunale lrsquounica area a vincolo archeologico egrave rappresentata dalla via
Postumia per la quale vale quanto scritto in precedenza mentre e per i siti a rischio archeologico
considerando quello situato ad una minore distanza corrispndente allrsquoinsediamento del periodo romano
in localitagrave Vallagrave Castelliero la distanza di circa 15 km e la presenza delle zone residenziali e industriali
in via dei Prai sono tali da escludere relazioni ed effetti diretti o indiretti
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15 PAESAGGIO
151 Quadro conoscitivo del Paesaggio
Per un primo inquadramento paesaggistico si considerano gli Ambiti o Aree di ricognizione del
paesaggio identificate ed illustrate nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) della
Regione Veneto e le Unitagrave di Paesaggio definite dal vigente PTCP della Provincia di Treviso in
subordine si tiene conto anche delle eventuali distinzioni del paesaggio proposte alla scala locale
attraverso i PAT
Il territorio regionale con la Variante del PTRC della Regione Veneto adottata nel 2013 egrave suddiviso in
quattordici Ambiti di Paesaggio per ognuno dei quali si prevede la successiva redazione di uno
specifico Piano Paesaggistico Regionale drsquoAmbito PPRA come stabilito allrsquoarticolo 71ter delle Norme
Tecniche del PTRC lrsquoazienda avicola ricade nellrsquoAmbito di Paesaggio n 6 ldquoAlta Pianura Venetardquo Tali
Ambiti di Paesaggio sono identificati e delimitati ma non descritti il loro riconoscimento come precisato
nel documento ldquoAmbiti di paesaggiordquo si basa sulla considerazione degli aspetti geomorfologici dei
caratteri paesaggistici dei valori naturalistici-ambientali e storico-culturali delle dinamiche di
trasformazione che interessano ciascun ambito delle specificitagrave peculiari ed anche delle realtagrave
amministrative attuali e delle esperienze pregresse della pianificazione regionale drsquoArea
Per quanto attiene agli Ambiti o Aree di ricognizione del paesaggio le stesse sono descritte nellrsquoAtlante
ricognitivo documento nel quale sono definiti obiettivi ed indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari al
PPRA sono identificati e delimitati alla scala territoriale regionale gli Ambiti-Aree ricognitive sono
inserite le schede analitiche di ricognizione per ogni Ambito-Area descrittive dei caratteri del
paesaggio delle dinamiche di trasformazione degli obiettivi ed indirizzi di qualitagrave paesaggistica
preliminari e di segnalazione degli aspetti di maggiore interesse
Lrsquoazienda avicola per la quale si prevede di aumentare il numero di capi allevati ricade nellrsquoAmbito-
Area ricognitiva n 21 della ldquoAlta Pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo con riferimento al contenuto della
relativa Scheda si richiama in forma sintetica nel successivo riquadro la parte descrittiva
selezionando i passi di maggiore interesse con riferimento alla zona ovest dello stesso Ambito dove si
trova lrsquoallevamento
PTRC ndash Atlante ricognitivo ndash Scheda Area 21 ldquoAlta pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo (stralcio)
Identificazione generale
Lrsquoarea oggetto della ricognizione interessa il territorio pianeggiante compreso tra lrsquoalveo del Piave a est e quello del Brenta a ovest Delimitato a nord dal margine delle colline trevigiane lrsquoarea oggetto della ricognizione si estende da Bassano fino alle porte di Treviso arrivando a sud fino al limite settentrionale della fascia delle risorgive
Frammentazione di Profilo C - Paesaggio a frammentazione alta con dominante insediativa
La categoria di comprende i territori comunali che sono occupati da aree urbanizzate per frazioni comprese tra un sesto e un terzo della loro estensione complessiva con usi del suolo ripartiti pressocheacute esclusivamente tra urbano e agricolo
Il paesaggio presenta condizioni di crisi della continuitagrave ambientale con spazi naturali o seminaturali relitti e fortemente frammentati dallrsquoinsediamento per lo piugrave quasi sempre linearmente conformato lungo gli assi di viabilitagrave e dalle monocolture agricole
Il paesaggio registra complessivamente stati di diffusa criticitagrave della sua articolazione spaziale con mosaici semplifi cati dal punto di vista ecologico e semiologico e al tempo stesso caratterizzati da fenomeni di congestione riferibili alla consistente frequenza di interazioni spaziali conflittuali fra diverse configurazioni o singole componenti in assenza di sistemi paesaggistici con funzioni di mediazione e inserimento Tali situazioni sono dovute anche alla natura incrementale degli sviluppi insediativi che esprimono in queste aree una elevata potenza di frammentazione
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Caratteri del paesaggio
Lrsquoarea oggetto di ricognizione egrave inserita in prevalenza tra lrsquoalta pianura antica ghiaiosa costituita da conoidi fluvioglaciali localmente terrazzati creati dai fiumi Piave Soligo e Brenta e lrsquoalta pianura recente ghiaiosa e calcarea costituita da conoidi e terrazzi dei fiumi alpini e secondariamente da piane alluvionali dei torrenti prealpini Il suolo in questa parte si presenta quindi in forma di ghiaie e sabbie estremamente calcaree fatta eccezione per il territorio dellrsquoalveo del fiume Musone costituito invece da limi e argille scarsamente calcarei ()
La copertura vegetale del suolo egrave costituita prevalentemente da seminativi accompagnati da siepi campestri lungo i canali e le canaline di irrigazione Lungo i corsi drsquoacqua principali si incontrano saliceti e formazioni riparie estese soprattutto nelle aree golenali del fiume Brenta Sono presenti piccoli lembi di boschi planiziali a querco-carpineto e una ampia area con presenza di prato stabile ()
() Le cittagrave maggiori sono accompagnate da una costellazione di centri medi e minori che si organizzano su un tessuto insediativo sparso di lunga tradizione storica oggi fortemente urbanizzato () agli insediamenti residenziali sono frammisti quelli produttivo-artigianali entrambi per lo piugrave connotati da scarso valore edilizio-architettonico
Lrsquoarea oggetto della ricognizione egrave caratterizzata dal passaggio di strade di grande importanza per lrsquointero territorio regionale la SR 53 Postumia che attraversa lrsquoambito in direzione est-ovest collegando Treviso a Cittadella e () la SR 245 Castellana da Castelfranco verso Bassano ()
Il valore naturalistico ed ecosistemico dellrsquoarea oggetto di ricognizione egrave ridotto a causa della massiccia antropizzazione ed egrave espresso essenzialmente dalla presenza di diverse aree tutelate ed inserite nella Rete Natura 2000 () I Prai di Castello di Godego di grande importanza naturalistica ed ecosistemica costituiscono un paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da ampi prati stabili e fitte alberature siepi e campi chiusi e attraversato da diversi corsi drsquoacqua il principale dei quali egrave il Musone La presenza d i aree in cui spesso ristagna lrsquoacqua e la natura argillosa dei suoli permettono la presenza di specie vegetali di particolare importanza ed un buon equilibrio tra naturalitagrave e utilizzo agricolo consente il mantenimento di una buona diversitagrave e ricchezza floristica e di tipi vegetazionali ()
Abitato fin da tempi remoti il territorio assume la sua configurazione attuale in epoca romana quando viene attraversato dallrsquoasse portante costituito dalla consolare Via Postumia e interessato da estese sistemazioni agrarie Insediata con continuitagrave durante tutto il Medioevo questa fascia di alta pianura un tempo centro di irradiazione del potere imperiale (Ezzelino e i Da Romano) diventa terreno di affermazione del potere dei diversi comuni cittadini che estendono fi no a qui il loro dominio (Padova Vicenza Treviso) fino alla loro conquista da parte della Serenissima () Ricca di acque e dellrsquoenergia da esse portate lrsquoarea oggetto della ricognizione egrave stata sempre caratterizzata dalla presenza di un esteso e articolato sistema di attivitagrave proto-industriali (magli fucine mulini folli ecc) () In gran parte dellrsquoarea oggetto della ricognizione egrave infatti leggibile la presenza della centuriazione romana che definisce uno schema di aggregazione degli abitati costituito dal nucleo urbano organizzato sullrsquoincrocio di assi ortogonali () lrsquoasse viario della via Postumia egrave a tuttrsquooggi una strada provinciale
Nella parte occidentale dellrsquoarea oggetto di ricognizione importanti sono i centri fortificati di Cittadella e Castelfranco sorti a partire dalla fine del secolo XII con funzioni difensive ma determinanti poi anche per la loro funzione di appropriazione della campagna Sorti in corrispondenza di due nodi della maglia regolare dellrsquoagro centuriato essi furono eretti a difesa dei territori di Padova e Treviso al di qua ed al di lagrave del Musone in un punto in cui convergono i confini dei tre comuni di Treviso Padova e Vicenza () Allrsquointerno di questa complessa trama insediativa consolidatasi in epoca medievale egrave frequente la presenza di ville venete alcune delle quali attribuite al Palladio stesso che si inseriscono nel territorio a partire dal Cinquecento per poi trasformarsi in sistema solo nel Settecento diventando occasione di sviluppo di nuovi nuclei di crescita
Dinamiche di trasformazione
Lrsquoarea oggetto di ricognizione presenta alcune aree (Fontane Bianche di Lancenigo Prai di Castello di Godego e Grave e zone umide del Brenta) in cui si riscontra una buona integritagrave ecosistemica e paesaggistica anche se queste costituiscono una sorta di oasi verdi isolate in un paesaggio agrario semplificato e fortemente urbanizzato Lrsquourbanizzazione ha inoltre reso meno riconoscibile il sistema storico-insediativo tradizionale () Anche il sistema paesaggistico afferente le ville venete con particolare riguardo a quelle di Palladio egrave stato per lo piugrave compromesso dallo sviluppo insediativo e infrastrutturale decontestualizzando il manufatto dal sistema di relazioni originario ()
I relitti del paesaggio agrario storico (siepi filari piantata di vite gelsi) sono messi a repentaglio dai processi di razionalizzazione dellrsquoagricoltura primo fra tutti quello relativo allrsquoirrigazione che sta sostituendo progressivamente il sistema a scorrimento Il risparmio di acqua ottenuto andrebbe valutato assieme al rischio che lrsquoeliminazione delle canaline di adduzione potrebbe provocare cioegrave quello di una ulteriore semplificazione della trama agraria con la perdita degli spazi di transizione tra i campi che rappresentano oggi lrsquoultima resistenza alla totale frammentazione ecosistemica dellrsquoarea
I principali fattori di rischio sono rappresentati - dallrsquoeccessivo carico antropico e dallrsquoespansione degli insediamenti residenziali e in particolar modo dalla diffusione
frammentaria delle attivitagrave produttive e artigianali - dalle attivitagrave di cava - dal continuo potenziamento delle infrastrutture a servizio di nuove espansioni - dalle pratiche agricole intensive (eutrofizzazione aggravata dallrsquointensificazione zootecnica percolazione di sostanze
inquinanti in falda semplificazione colturale)
Nella citata scheda sono inoltre identificati gli obiettivi e indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari in
taluni casi con puntuale riferimento a parti della stessa area di ricognizione si riprendono nel
successivo riquadro i punti direttamente relazionati alla porzione di territorio considerato allrsquointerno del
quale si trova lrsquoallevamento ed i punti indirettamente correlabili o di particolare rilevanza
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PTRC ndash Ambiti di paesaggio ndash Atlante ricognitivo ndash Scheda AdP 21 ldquoAlta pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo (stralcio)
Obiettivi e indirizzi di qualitagrave paesaggistica
5 Funzionalitagrave ambientale delle zone umide
5b Riattivare ove possibile la convivenza di funzionalitagrave produttive ed ecosistemiche nelle zone umide (risaie prati umidi torbiere palugrave ecc) ed in particolare i Prai di Castello di Godego
15 Valore storico culturale dei paesaggi agrari storici
15b Scoraggiare semplicazioni dellrsquoassetto poderale e intensicazioni delle colture in particolare nella parte ovest dellrsquoambito in cui si riconoscono ancora i caratteri della trama agraria storica della centuriazione recuperando il rapporto dellrsquoedificato con il territorio agricolo
24 Valore culturale e testimoniale degli insediamenti e dei manufatti storici
24a Salvaguardare il valore storico-culturale degli insediamenti in particolare le cittagrave murate di Bassano Cittadella e Castelfranco e dei manufatti di interesse storico testimoniale tra cui il sistema delle ville venete dei manufatti idraulici e opifici e la strada romana Postumia
26 Qualitagrave urbanistica ed edilizia degli insediamenti produttivi
26d Promuovere un migliore inserimento paesaggistico ed ambientale delle aree produttive (compresi gli allevamenti zootecnici intensivi) anche sulla base di adeguati studi sulla percezione visiva e sociale
26f Incoraggiare iniziative di riqualificazione degli spazi aperti delle aree produttive esistenti e indirizzare il progetto di quelle nuove verso una maggior presenza di vegetazione ed aree permeabili anche con funzione di compensazione ambientale e integrazione della rete ecologica
32 Inserimento paesaggistico e qualitagrave delle infrastrutture
32b Promuovere la riqualificazione dei corridoi viari caratterizzati da disordine visivo e funzionale
Il PTCP della Provincia di Treviso suddivide il territorio provinciale in unitagrave di paesaggio come da
definizione contenuta nelle Norme dello stesso ldquointese quali ambiti territoriali caratterizzati da un
costante grado di diversitagrave tale da contraddistinguere lrsquointera unitagrave e relativo ai caratteri loro propri e
cioegrave dei tipi di elementi e delle forme e distribuzioni della loro presenza nel territorio ai sistemi naturali
ed antropici (conformazioni geomorfologiche copertura vegetazionale tipi di uso del suolo forme
insediative dotazioni infrastrutturalihellip) presenti in esse prescindendo dalla loro caratterizzazione
documentariardquo Lrsquoidentificazione di tali Unitagrave di Paesaggio come illustrato nella Relazione di Piano
deriva da una prima suddivisione in macro ambiti morfologici e dal successivo confronto con la carta di
uso del suolo tali unitagrave sono analizzate secondo lrsquoapproccio dellrsquoecologia del paesaggio utilizzando
una serie di indicatori per ottenere un valore rappresentativo dello stato di qualitagrave ecologico-ambientale
nella situazione dello stato di fatto e in quella simulata assumendo gli scenari prospettati dal Piano al
fine di definire obiettivi e indirizzi ldquoorientati alla salvaguardia e promozione della diversitagrave sia biologica
che paesisticardquo
Il riconoscimento delle Unitagrave di paesaggio come meglio precisato nellrsquoelaborato Allegato P ldquoRete
ecologica e Unitagrave di paesaggiordquo deriva dallrsquoindividuazione delle ldquomacrounitagrave geomorfologicherdquo in base
ai caratteri omogenei di litologia e morfologia e delle unitagrave podologiche e dalla successiva
sovrapposizione con la Carta delle unitagrave ecosistemiche e verifica delle tipologie di elementi del
paesaggio della loro distribuzione rispetto alle unitagrave individuate in precedenza delle dimensioni e
forme In tale documento sono brevemente descritte le Unitagrave individuate con riguardo alla
geomorfologia ed alle caratteristiche drsquouso del suolo aggiungendo alcune osservazioni In termini
generali nel documento si evidenziano due segni del paesaggio quello impresso dalle centuriazioni
come fattore antropico ordinatore del paesaggio che in alcune UdP ha resistito nel tempo e si
caratterizza almeno in origine per una grana piuttosto fine e compatta mentre in altre UdP egrave stato
ldquoprogressivamente sconvolto dallrsquourbanizzazione diffusa determinando disordine ed un probabile
spreco di energiardquo e quello del reticolo fluviale che si associa allrsquoorientamento dei campi
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reciprocamente influenzati delineando direttrici principali e secondarie del paesaggio si annota infine
la relazione tra le principali aste fluviali e le ville con i parchi
Il Piano contiene nellrsquoAppendice 1 dellrsquoAllegato R schede descrittive delle singole Unitagrave che secondo
lrsquoapproccio adottato riportano dati riguardanti la demografia lrsquouso del suolo lrsquoinfrastrutturazione
lrsquoedificato e non descrizioni sui caratteri paesaggistici distintivi degli ambiti individuati
Lrsquoallevamento avicolo ricade allrsquointerno dellrsquoUnitagrave di Paesaggio P2 appartenente a quelle di pianura
che si configura come ampia fascia sui due lati del Torrente Muson che si estende dal Comune di San
Zenone a quello di Castelfranco Veneto interessando Loria Castello di Godego e Riese Pio X ed
attestandosi sul lato ovest lungo il confine provinciale nel sottostante riquadro si riprendono le note
descrittive contenute nel citato Allegato P
PTCP ndash Unitagrave di paesaggio ndash Allegato P - Descrizione
UdP P2
GEOMORFOLOGIA
A nord la zona collinare egrave caratterizzata dalla presenza di depositi alluvionali argillosi procedendo a sud verso la zona di pianura i depositi alluvionali sono per lo piugrave sabbiosi
CARATTERISTICHE USO DEL SUOLO
Area agricola a nord seminativi semplici con case sparse procedendo verso sud prevalgono le aree agricole eterogenee Tessuto urbano e aree industriali e commerciali diffuse in tutta lrsquounitagrave particolarmente sviluppate nella parte piugrave a sud nel comune di Castelfranco Veneto Il territorio egrave abbondantemente irrigato da corsi drsquoacqua naturaliformi
OSSERVAZIONI
Lrsquounitagrave egrave tagliata in senso longitudinale dalla SP20 che incrocia la SP81 questi due assi rappresentano un attrattore per lrsquoedificazione di tipo lineare Lrsquounitagrave ha una vocazione agricola spinta ma sono evidenti la frammentazione dei fondi e lrsquoazione di disturbo della viabilitagrave e dellrsquourbanizzazione che questa alimenta
La UdP P2 in base ai risultati scaturiti dallrsquoanalisi ecologico ambientale condotta viene definita come
ldquounitagrave dissipativardquo data lrsquoalta antropizzazione la qualitagrave ambientale generalmente bassa soprattutto
negli ambienti naturali residui ed anche la qualitagrave e quantitagrave degli habitat naturali scadente con
classificazione della stessa unitagrave come paesaggio rurale povero ad urbanizzato molto diffuso e con
standard sussidiari elevati di matrice agricola (76 di seminativi semplici con case sparse e omogenei
e aree agricole eterogenee) con dimensione delle tessere naturali piccola e delle tessere antropiche
media con frammentazione da strade medio alta e stabilitagrave della matrice medio bassa ed infine con
una caratterizzazione legata allrsquoattivitagrave agricola nessuna significativa estensione delle macchie naturali
tanto che boschi e corpi idrici hanno una consistenza minore delle aree di verde urbano Le
considerazioni e proposte formulate nel citato Allegato P per la UdP P2 sono richiamate nel
successivo riquadro
PTCP ndash Unitagrave di paesaggio ndash Allegato P ndash Scenario di Piano
UdP P2
Gli elementi di naturalitagrave di questa unitagrave sono legati alla presenza del torrente Musone sia come presenza dellrsquoacqua che per la residuale vegetazione ripariale Il corridoio di connessione nord-sud tra le core area montane e planiziali deve essere dotato di un maggiore grado di naturalitagrave attraverso la ricostituzione delle fasce arboree ripariali o il completamento delle residuali
Gli obiettivi di piano possono essere raggiunti mediante la riforestazione e formazione di zone umide di una superficie totale pari orientativamente a 500Ha equamente ripartita e al miglioramento ambientale di seminativi per un estensione di 2500Ha
Lrsquounitagrave si presenta giagrave abbastanza segnata dalla viabilitagrave attorno a cui lrsquoedilizia si distribuisce in maniera ldquoordinatardquo andando a costituire delle fasce abitate ad andamento suborizzontale da ovest ad est
Le mitigazioni richieste per la nuova viabilitagrave devono essere almeno 12 e possono essere espresse sia come interventi di deframmentazione in particolare nei tratti maggiormente interferenti con la rete ecologica di come riqualificazione delle aree interessate dalle fasce tampone con formazione di aree umide e fascesiepi di connessione fra queste e i corridoi fluviali
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Il PAT del Comune di Castelfranco Veneto nella Relazione Tecnica afferma che nel territorio
comunale non si riscontra una spiccata diversificazione della struttura paesaggistica risultato di
connotati fisico-morfologici assai omogeneirdquo pur potendo distinguere ldquoambiti territoriali con assetti
ambientali agricoli ed insediativi sufficientemente omogenei per i quali egrave possibile adottare una
suddivisione in quattro tipologierdquo definite come Unitagrave di paesaggio cosigrave denominate Paesaggio aperto
a vocazione agricola primaria Paesaggio aperto ad insediamento diffuso Paesaggio periurbano
Paesaggio urbano
Nel documento ldquoRelazione agronomico ambientalerdquo si precisa che le componenti paesaggistiche
considerate nellrsquoanalisi del paesaggio sono quelle abiotiche (geologia morfologia idrografia) biotiche
(vegetazione assetti ecosistemici habitat di pregio valore naturalistico) antropico relazionali
(emergenze storiche culturali architettoniche religiose) insediative (organizzazione dellrsquoinsediamento)
e percettive (ambiti visuali particolari sistemazioni agrarie tradizionali elementi puntuali testimoniali)
Gli assetti paesaggistici come precisato nella richiamata relazione sono identificati secondo il
ldquoprincipio fondamentale della integrativitagrave gerarchicardquo ovvero ldquole perimetrazioni devono derivare da
valutazioni rigorose allo scopo di non compromettere le funzioni bio-ecosistemicherdquo
Nella Tavola A4 ldquoCarta del paesaggiordquo sono distinte le porzioni di territorio appartenenti alle richiamate
Unitagrave di paesaggio e per quanto attiene allrsquoallevamento avicolo si riscontra che lo stesso ricade in
quella denominata ldquoPaesaggio aperto a vocazione agricola primariardquo nei documenti di Piano definito
ldquotipologia dominante lo spazio agricolo maggiormente conservato del territorio comunale la
destinazione colturale prevalente egrave a seminativo la messa a coltura del territorio ha comunque
preservato una residuale maglia a rete verde costituita da siepi e fasce arboreo arbustive posta a
fregio di corsi drsquoacqua e viabilitagrave poderale con presenza di legami (connessione) tra gli elementi
lrsquoedificazione egrave ridotta per lo piugrave isolata e di tipo rurale pregevole per i connotati di spazialitagrave ed i coni
visuali percepibili al suo interno data la collocazione distante dai centri urbani principali presenta un
gradiente di antropizzazione sostanzialmente stazionariordquo
Il PAT del Comune di Castello di Godego con la Tavola 102 ldquoCarta del paesaggiordquo del Quadro
conoscitivo suddivide il territorio comunale secondo quattro macrosistemi la porzione lungo il confine
orientale con il Comune di Castelfranco Veneto nel tratto a ridosso del perimetro dellrsquoarea
dellrsquoallevamento avicolo appartiene al Macrosistema A
Nella Relazione Agronomica elaborato 10 R del Quadro Conoscitivo del PAT si richiama la necessitagrave
di tutelare il paesaggio agrario indicando per le zone di pianura quali elementi che hanno
maggiormente lasciato lrsquoimpronta sullrsquoattuale assetto paesaggistico la morfologia fluviale (argini paleo
alvei terrazzi fluviali) la bonifica storica la bonifica idraulica la costruzione delle ville venete e degli
edifici storici gli edifici rurali e gli opifici con valenza tipologica la sistemazione idraulico agraria dei
ldquoPrairdquo Allrsquoopposto sono citati quali elementi che maggiormente interferiscono sul paesaggio agrario le
frange urbane le infrastrutture lineari (elettrodotti ferrovie strade principali ecc) gli edifici produttivi ad
impatto negativo le opere incongrue (es strutture dismesse eo abbandonate)
In tale relazione si definisce il Macrosistema A come ldquoambito agricolo caratterizzato da una forte
percezione degli elementi rurali da una buona integritagrave e da una scarsa edificazione residenzialirdquo ed in
cui ldquole siepi campestri e i prati stabili costituiscono gli elementi dominanti del paesaggio e in alcuni
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ambiti egrave ancora leggibile la struttura dei campi chiusirdquo e si riconosce una ldquobuona conservazione della
rete ecologica localerdquo
152 Caratteri del Paesaggio nellrsquoarea di analisi
Gli elementi costitutivi eo caratterizzanti il paesaggio da considerare per verificare gli eventuali effetti
sul paesaggio conseguenti al previsto incremento dei capi allevati oltre che dalla rilettura delle
richiamate articolazioni e definizioni degli ambiti e delle unitagrave di paesaggio derivano da un
approfondimento condotto riconsiderando la morfologia e idrografia la vegetazione e copertura od uso
del suolo il sistema insediativo e infrastrutturale ad una scala territoriale locale per una porzione
comprendente unrsquoarea entro i 2-3 km dal sito dellrsquoallevamentodi cui si dagrave di seguito conto
Per quanto attiene alla morfologia il territorio ha una giacitura pianeggiante con suolo composti da
materiali alluvionali con tessitura limoso argillosa mentre lrsquoidrografia egrave annovera alcuni corsi drsquoacqua
naturali in larga misura interessati da rettificazioni ed una fitta rete irrigua entrambe con uno sviluppo
da nord verso sud e sud-est Tra i corsi drsquoacqua naturali si distingue il Torrente Muson con asta dal
disegno curvilineo fino allrsquoabitato di Castello di Godego e poi rettilinea con asse parallelo a quello della
SP45 fino allrsquoingresso nellrsquoabitato di Castelfranco Veneto analoga situazione si riscontra per il Torrente
Avenale che entrando nel territorio del Comune di Castello di Godego assume forme geometriche
regolari con alcune deviazioni ad angolo retto Per entrambi i torrenti si riconoscono tracce di corso
fluviale estinto Il sistema irriguo comprende diversi fossi e scoli tra i quali si distinguono il Fosso
Avenaletto il Fosso La Roi che poco a nord di via San Pietro in territorio di Castello di Godego piega
ad est e dopo un breve tratto con andamento curvilineo confluisce nel Torrente Avenale e lo Scarico
Val di Riese che si origina a ovest della frazione di Vallagrave ed incrocia il Torrente Avenale in
corrispondenza della via Postumia
Per quanto riguarda la vegetazione poche sono le aree di tipo naturale e tolti i rari casi per altro di
ridotta estensione con una configurazione a ldquoboschettordquo si tratta delle fasce arboree di larghezza
contenuta che seguono i principali corsi drsquoacqua naturali o irrigui In tale territorio si distinguono
numerosi filari di bordo campo elementi dellrsquoagroecosistema che danno una diversa connotazione al
territorio rurale Lrsquoutilizzo agricolo del suolo vede prevalere il seminativo irriguo soprattutto a mais
accompagnato nella zona a cavallo del Torrente Avenale e tra questo e il Fosso la Roi da estesi
appezzamenti a prato (indicato anche come graminacee non in rotazione) In misura minore sono
presenti alcuni vigneti salvo pochi casi di piccola superficie ed anche colture orticole e legnose
agrarie Il paesaggio rurale presenta una relativamente minore uniformitagrave nella zona di Prai di Castello
di Godego grazie alla ripartizione tra campi a seminativo e campi a prato stabile ed alla presenza delle
fasce arboree e dei filari senza comunque assumere i connotati di una struttura a mosaico ma
richiamando la forma del campo chiuso Nel territorio sono ancora riconoscibili i segni
dellrsquoantropizzazione del periodo romano con lrsquoasse rettilineo della via Postumia e lrsquoimpostazione
geometrica dellrsquoagro centuriato in questrsquoultimo caso da ricondurre allrsquoorientamento dei campi che
laddove non accorpati hanno forma rettangolare allungata sullrsquoasse nord-sudest perpendicolare a
quello della citata strada romana analogo orientamento si riscontra per la gran parte dei fossi e scoli
irrigui
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Per quanto attiene al sistema insediativo questo si connota per la presenza di alcune aree urbane
maggiori formate dal centro storico e dalle estese zone di espansione residenziale e produttiva e dei
nuovi aggregati generati da un tipo di urbanizzazione diffusa che solo in parte si appoggia a
preesistenze di borghi rurali e viceversa in maggiore misura deriva da trasformazioni recenti che
seguono le direttrici delle infrastrutture viarie tale processo ha determinato saldature dellrsquoedificato che
rendono meno riconoscibile la matrice originaria e generano una elevata frammentazione territoriale
con disorganica distribuzione tra le diverse funzioni In dettaglio per lrsquoambito considerato si nota
lrsquourbanizzazione lineare con sostanziale assenza di discontinuitagrave tra il centro di Castelfranco Veneto
la frazione di Villarazza e lrsquoabitato di Castello di Godego per lrsquoedificazione lungo la SR45 ed ancora tra
lo stesso centro e la frazione di Vallegrave lungo la SP667 in parte tale forma di urbanizzazione ma con
maggiore presenza di fabbricati rurali e residenziali si riscontra anche lungo la via Bella Venezia che
fiancheggia per un tratto il Torrente Avenale e lungo la SP139 tra la C Beltrame e la giagrave citata
frazione dei Vallegrave Il sistema insediativo si completa con i numerosi fabbricati isolati o in piccoli gruppi
residenziali e rurali sparsi nel territorio agricolo Per quanto attiene allrsquoedificato di interesse storico
architettonico e testimoniale come giagrave illustrato si tratta di alcuni edifici religiosi o difensivi ed in
maggiore misura delle ville venete in questrsquoultimo caso in larga misura ubicate allrsquointerno degli abitati o
che sono state inglobate nel tessuto edificato delle relativamente recenti espansioni urbane (es Villa
Dolfin_Gradenigo Cagrave Moro) vedendo diminuire la loro riconoscibilitagrave e le relazioni con il contesto di
appartenenza In ultimo si segnala la presenza di alcuni fabbricati legati al periodo proto-industriale
sostanzialmente rappresentati da alcuni mulini
In conclusione tra gli elementi del paesaggio identificati che connotano qualificandolo un piugrave ampio
ambito territoriale-paesaggistico quelli in relazione diretta per vicinanza con lrsquoarea occupata
dallrsquoesistente allevamento avicolo dellrsquoAzienda Agricola Maggiolo sono riconducibili ai seguenti
- suolo pianeggiante e di origine alluvionale
- fosso Avenaletto facente parte della rete irrigua
- vegetazione arborea lungo il citato corso drsquoacqua in forma di fascia e lungo il margine dei
campi o laterale a strade poderali in forma di filare
- appezzamenti a seminativo e prati stabili con presenza di un piccolo vigneto allrsquointerno del
perimetro della stessa azienda
- tracce di persistenza della geometria dellrsquoagro centuriato di origine romana
153 Impatti sul paesaggio
Il progetto consiste nel solo aumento del numero di capi di polli allevati per ogni ciclo produttivo di
carne utilizzando appieno le strutture giagrave esistenti ed in esercizio non sono previste variazioni per
realizzazione di nuovi fabbricati od occupazione di nuove aree di servizio e quindi si escludono
modifiche dello stato di fatto e pertanto ricadute sui citati elementi strutturali e caratterizzanti il
paesaggio
Per quanto riguarda gli aspetti percettivi legati alla vista e riconoscibilitagrave dei citati singoli elementi
costitutivi del paesaggio o alla visione drsquoinsieme dello stesso premesso che non si prevede alcuna
modifica rispetto alla situazione attuale per aggiunta o modifica di fabbricati o strutture lrsquoubicazione
dellrsquoallevamento egrave tale che non si registrano interferenze di rilievo e alterazione della percezione degli
elementi che connotano tale porzione del paesaggio rurale Come giagrave illustrato al precedente punto
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inerente i beni culturali architettonici e archeologici la fascia arborea lungo il Fosso Avenaletto e i filari
lungo gli scoli ed a bordo campo in buona parte giagrave mascherano i fabbricati dellrsquoallevamento
chiudendo le visuali in direzione dello stesso e riferite ai principali assi viari e nuclei abitati22 In ogni
caso pur non essendo previste modifiche tali da richiedere interventi di mitigazione potrebbe essere
comunque presa in considerazione lrsquoopportunitagrave di migliorare la qualitagrave del paesaggio mettendo a
dimora specie arboree o arbustive in forma di filare lungo il perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento sul
lato ovest e previe necessarie verifiche sul lato sud
22
Si rimanda alla Tavola ldquoAnalisi della visibilitagraverdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA
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16 ACQUE
161 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee
La qualitagrave delle acque sotterranee della provincia di Treviso viene monitorata dallrsquoARPAV da piugrave di 10
anni da una rete composta da 84 pozzi 7 sorgenti e 6 pozzi utilizzati solamente per misure di livello
Viene condotto sia il monitoraggio qualitativo delle acque intercettate che il monitoraggio quantitativo
con la misura del livello freatimetrico ovvero del livello della falda Il monitoraggio qualitativo ha
cadenza semestrale e interessa gli 84 pozzi e le 7 sorgenti Per gli 84 pozzi le campagne sono previste
in primavera e in autunno Il piano regionale di monitoraggio avrebbe previsto una frequenza di
campionamento semestrale per 63 punti semestrale per 15 e annuale per i rimanenti 6 Per le sorgenti
le campagne sono collegate alla loro particolare tipologia quelle prealpine sono campionate in gennaio
e in maggio ovvero in condizioni rispettivamente di magra invernale e di piena primaverile le sorgenti
pedemontane sono campionate in maggio e in agosto ovvero nel periodo di piena primaverile e di
magra tardo-estiva Il monitoraggio quantitativo interessa principalmente un sottoinsieme di 41 pozzi
della rete compresi i 6 pozzi utilizzati solamente a questo scopo e ha frequenza trimestrale Altri 10
pozzi sono semestralmente in coincidenza con le campagne di monitoraggio qualitativo
I risultati evidenziano una situazione non omogenea nel territorio provinciale La zona occidentale
presenta diverse criticitagrave concentrazioni di Nitrati elevate presenza diffusa di erbicidi e di solventi
organo-clorurati Secondo il rapporto annuale dellrsquoARPA Treviso (2013) ldquoTali criticitagrave hanno in parte
compromesso la qualitagrave delle acque delle falde poco profonde La situazione migliora spostandosi
verso est in virtugrave di carichi antropici minori e di un favorevole apporto idrico da parte del fiume Piave In
questa zona i superamenti molto meno frequenti sono principalmente dovuti alla presenza di solventi
organo-clorurati e in particolare di Tetracloroetilene e Tricloroetilenerdquo
A Castelfranco Veneto (stazioni 765) lo stato chimico delle acque sotterranee nel 2013 si presenta
scadente per ragioni legate alla presenza elevate concentrazioni di nitrati Il comune ricade infatti
pianura trevigiana considerata zona vulnerabile ai nitrati (si veda lo stralcio riportato di seguito - zone
vulnerabili ai nitrati di origine agricola in Provincia di Treviso (valori medi in mgl) larea di colore viola
corrisponde alla zona denominata dei 100 comuni dellalta pianura e che egrave stata recepita con delibera
del Consiglio Regionale n62 del 17 maggio 2006 larea di colore rosa corrisponde al bacino scolante
in laguna di Venezia che e stata decisa con delibera del Consiglio Regionale n 23 del 7 maggio 2003
Per quanto attiene allo stato quantitativo dallrsquoanalisi dei dati egrave possibile concludere come dal 2004 al
2013 egrave rilevabile una variabilitagrave livello della superficie piezometrica della falda freatica coerente con la
variabilitagrave stagionale e su archi temporali estesi su piugrave
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Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash Stato chimico e Misure del
livello freatico nel Comune di Castelfranco Veneto (PR - livello della superficie piezometrica dal piano di
riferimento (PR) falde freatiche il valore egrave negativo)
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Livello piezometrico - Castelfranco (pozzo 247)
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Livello piezometrico - Castelfranco (pozzo 765)
Livello statico - m slm Livello da punto di riferimento della falda freatica - m
Elaborazioni su dati ARPA Veneto (httpwwwarpavenetoitdati-ambientaliopen-dataidrosferaacque-
sotterraneeacque-sotterranee-livello-piezometrico-delle-falde)
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Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash Nitrati nei pozzi monitorati
in provincia di Trevico nel 2013 (valori medi in mgl)
Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash zone vulnerabili ai nitrati di
origine agricola in Provincia di Treviso (valori medi in mgl)
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162 Consumi di acqua
La societagrave Alto Trevigiano Servizi srl gestiste allrsquointerno del Autoritagrave drsquoAmbito di Territorio Ottimale
(AATO) Veneto Orientale il servizio idrico integrato di 53 comuni tra cui il comune di Castelfranco
Veneto (httpwwwaltotrevigianoserviziitarea-clientiacqua-potabile) La societagrave deve quindi garantire
il servizio in efficienza efficacia ed economicitagrave partendo dallrsquoadduzione e captazione delle fonti la
distribuzione dellrsquoacqua potabile nel territorio le linee di fognatura e gli impianti di depurazione fino allo
scarico delle stesse Non risultano disponibili dati aggiornati di consumo idrico per comune
Il Piano dAmbito dellAATO Veneto Orientale approvato con deliberazione di Assemblea dAmbito n
32004 e successivamente aggiornato con deliberazione di Assemblea dAmbito n 62004 riporta al
capitolo 6 ldquoAnalisi dellrsquoutilizzo e della domanda di risorsa idricardquo dati di consumo riferiti al 1991 da fonte
ISTAT
Secondo quanto riportato nel sito dellrsquoARPA Veneto i volumi drsquoacqua prelevati complessivamente in
Regione Veneto al 2008 risultano pari a 746498000 m3 di cui 129769000 m
3 riferiti allrsquoATO Veneto
orientale Sempre secondo quanto riportato nello stesso sito lrsquoacqua potabile erogata nel comune di
Castelfranco Veneto al 2008 risultava pari a 2496686 m3
(httpwwwarpavenetoitarpavinformaindicatori-ambientaliindicatori_ambientaliambiente-urbanofile-
e-allegati2013Consumi acqua potabile 2011csv)
Non sono disponibili dati di emungimento da pozzi privati
163 Impatti sulle acque
Il potenziale impatto sulle risorse idriche sotterranee egrave legato allrsquoattivitagrave di spandimento della pollina
ovvero da una non corretta distribuzione dello stesso sul terreno Considerato che lrsquoazienda agricola
Maggiolo cede interamente la pollina (misto lettiera a terzi) come sottoprodotto da riutilizzare e non da
spandere questa voce di potenziale impatto viene meno sia con riferimento alla situazione attuale che
allo scenario di progetto Lrsquoazienda non contribuisce quindi allrsquoinquinamento delle acque sotterranee
per nitrati
Il potenziale impatto sulle acque egrave legato anche al consumo della risorsa idrica Complessivamente il
consumo di acqua si attesta considerando anche il consumo per la pulizia in circa 2927 m3
attualmente e circa 7280 m3 in futuro che rappresentano rispettivamente il circa 01 ed circa 03 dei
consumi totali del comune di Castelfranco Veneto Si tenga in ogni caso conto che lrsquounica fonte di
approvvigionamento dellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave legata al pozzo presente nella stessa azienda e
che quindi i consumi dellrsquoazienda non gravano in ogni caso sui prelievi di acqua potabile
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17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE
171 Premessa
La presente valutazione egrave stata effettuata dal Dott Armando Buffoni
Di seguito vengono esposte le procedure e i risultati inerenti la valutazione dellrsquoemissione e dispersione
in atmosfera di inquinanti atmosferici e composti odorigeni derivanti dalle strutture di produzione
animale allevamento avicolo Azienda agricola Maggiolo ubicato in comune di Castelfranco Veneto
(TV) localitagrave Case Bella Venezia
Le emissioni del settore zootecnico possono essere raggruppate in 4 grandi categorie in relazione ai
loro effetti sulla salute e sullrsquoambiente
gas ad effetto serra biossido di carbonio (CO2) metano (CH4) e protossido di azoto (N2O) La
zootecnia contribuisce con una quota modesta alle emissioni di CO2 mentre rappresenta una
fonte molto significativa di metano (CH4) e in minor misura di protossido di azoto (N2O)
ammoniaca (NH3) questo composto contribuisce allrsquoacidificazione delle precipitazioni e di
conseguenza dei suoli e delle acque noncheacute ai fenomeni di eutrofizzazione La zootecnia egrave la
principale fonte di emissione di questo composto Le azioni proposte per ridurre le emissioni di
ammoniaca riguardano sia la gestione ordinaria degli allevamenti zootecnici e degli spandimenti
che le caratteristiche delle strutture dedicate a queste attivitagrave produttive
particolato fine le particelle di diametro inferiore ai 25 e 10 μm (PM25 e PM10) hanno effetti
negativi sulla salute umana e ne sono normati i limiti delle concentrazioni nellrsquoaria ambiente La
zootecnia della Pianura Padana partecipa con il 10-15 alle emissioni di questo inquinante Le
particelle che lo compongono sono potenziali vettori di composti odorigeni
composti odorigeni insieme eterogeneo di sostanze (oltre 200) tra cui lrsquoidrogeno solforato e i
mercaptani che sono percepite dallrsquoolfatto umano anche a concentrazioni molto modeste Sono
fonti di fastidio fino al disturbo intenso in relazione alla loro concentrazione alla durata e
frequenza degli eventi percepiti Lrsquoinfluenza sulla salute umana egrave principalmente legata alla
sfera emotiva
Lrsquoentitagrave delle emissioni dipende dalla specie animale dalle modalitagrave di allevamento dalle strutture
dedicate Lrsquoimpatto delle emissioni di composti inquinanti ma anche di odorigeni da parte del settore
zootecnico puograve essere diverso in relazione alle caratteristiche del territorio e dipende essenzialmente
dalle condizioni meteoclimatiche dallrsquouso del territorio dalla presenza di vegetazione ecc)
La modellistica della dispersione di composti inquinanti in atmosfera ha incontrato negli ultimi ventrsquoanni
un crescente interesse sia per le potenzialitagrave di previsione dellrsquoimpatto di nuove strutture produttive sia
per la capacitagrave di descrivere nel caso di impianti in attivitagrave le ricadute degli inquinanti sul territorio e
analizzare quindi gli eventuali effetti sulle popolazioni residenti e sullrsquoambiente (Ritter e Chitikela
2007)
Lrsquoutilizzo di modelli di dispersione ha interessato recentemente anche il settore zootecnico e numerosi
sono gli studi che hanno approfondito le caratteristiche emissive di unrsquoattivitagrave cosigrave articolata e
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complessa Le emissioni di ammoniaca idrogeno solforato particolato sono al centro di indagini per
definire le piugrave indicate metodologie di analisi Recentemente date le peculiaritagrave del settore zootecnico
egrave stato sviluppato un modello che tratta in modo specifico le strutture dellrsquoallevamento animale (Yu Zet
al 2011ab)
Attualmente il rilascio di inquinati atmosferici da parte degli impianti zootecnici non egrave soggetto a vincoli
o limiti specifici anche se negli studi relativi allrsquoimpatto ambientale di attivitagrave zootecniche non egrave
possibile prescindere da una valutazione che consideri tutto lrsquoimpianto e il suo processo di produzione
ma soprattutto il territorio e il contesto ambientale nel quale esso si inserisce
Per quanto riguarda le emissioni e la dispersione dei composti odorigeni non vi sono norme di carattere
nazionali o riferimenti a livello europeo Vi sono perograve da alcuni anni provvedimenti di carattere regionale
che costituiscono oggi un primo riferimento per una valutazione oggettiva del disturbo olfattivo e per
lrsquoanalisi preventiva dellrsquoimpatto di attivitagrave produttive che presenti rilascio di odorigeni Le ldquoLinee Guida
per la caratterizzazione e lrsquoautorizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attivitagrave ad impatto
odorigenordquo approvate con Determinazione della Giunta Regionale della Lombardia n IX3018 (DGR
del 15 febbraio 2012) rappresentano un importante strumento di valutazione per queste problematiche
e hanno trovato una crescente applicazione nel settore zootecnico Le indicazioni in esse contenute
sono oggi seguite anche da altre regioni con unrsquoimportante tradizione zootecnica Esse sono coerenti
con la tendenza in atto giagrave da tempo in numerosi Pesi europei di utilizzare procedure specifiche per
limitare lrsquoinquinamento da odori e consentire un regolare sviluppo delle attivitagrave zootecniche senza che
esse costituiscano motivo di contrasto o tensione con i residenti vicini o con destinazione drsquouso del
territorio di natura diversa
La presente analisi e valutazione egrave stata redatta coerentemente con queste Linee Guida e riporta i
risultati dellrsquoapplicazione di un modello di dispersione atmosferica per valutare la distribuzione a livello
del suolo delle concentrazioni dei composti odorigeni emessi dalle strutture aziendali Lo stesso
modello di dispersione egrave stato impiegato per determinare le ricadute attese per PM10 ammoniaca e
idrogeno solforato
La presente analisi intende fornire un quadro di dettaglio delle emissioni degli inquinanti atmosferici e
composti odorigeni da parte dellrsquoimpianto di produzione animale dellrsquoAzienda Agricola sia per quanto
attiene le strutture e il processo di produzione di polli da carne attualmente adottato sia per lrsquoipotesi di
un piugrave intenso e razionale utilizzo dellrsquoimpianto Maggiolo (come descritto nel quadro di riferimento
progettuale la quale si rimanda) Lrsquoanalisi si egrave sviluppata con le seguenti fasi
analisi del ciclo di produzione ed individuazione dei fattori che influenzano il rilascio di inquinanti
atmosferici e composti odorigeni
stima quantitativa delle emissioni di ammoniaca metano PM10 idrogeno solforato e composti
odorigeni da parte dellrsquoAzienda
definizione del quadro emissivo generale
raccolta ed elaborazione preliminare dei dati meteorologici e di uso del suolo relativi alla zona
di interesse
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elaborazione mediante il modello di dispersione dei composti emessi e determinazione delle
ricadute
calcolo degli indicatori sintetici ed elaborazione delle mappe drsquoimpatto
172 Breve richiamo delle caratteristiche dellrsquoAzienda e dellrsquoattivitagrave di allevamento
LrsquoAzienda Maggiolo egrave inserita in un ampio contesto agricolo dove sono perograve rappresentate numerose
attivitagrave produttive di piccole dimensioni di natura diversa e con una densitagrave abitativa non del tutto
trascurabile Si tratta di un paesaggio insediativo ampiamente diffuso in questa porzione della Pianura
Padana Lrsquoagricoltura fortemente presente egrave contraddistinta dallrsquointensa e regolare parcellizzazione
del territorio e dalla scarsa presenza di vegetazione arborea
Lrsquoazienda egrave situata a 25 km dal centro abitato di Castelfranco Veneto in direzione nord Sono presenti
a minor distanza dallrsquoAzienda diverse frazioni evidenziate nella Carta dellrsquouso del suolo noncheacute
residenze isolate23 LrsquoAzienda ha attualmente a disposizione per lrsquoallevamento 5 ampi capannoni che
costituiscono le sole strutture dedicate alla produzione
Lrsquoattivitagrave di produzione del pollo da carne consiste essenzialmente nel provvedere alle necessitagrave di
pulcini di pollo di razze selezionate nel corso del loro processo di crescita e sviluppo sino a ottenere
degli animali pronti per il consumo (broilers) le cui dimensioni variano in funzione dei tempi di
allevamento Tipicamente si distinguono tre categorie di animale adulto il pollo leggero di peso pari a
circa 18 kg il pollo medio di 27 kg e il pollo pesante che raggiunge e supera i 36 kg
I pulcini in arrivo dagli incubatoi vengono introdotti in numero di 39500 capi nei capannoni dove
avviene lrsquoallevamento e nei quali egrave stata preparata la lettiera Il ciclo che si intende esaminare per
quanto attiene lrsquoemissione di inquinanti atmosferici e composti odorigeni egrave quindi esclusivamente dato
dalla fase di ingrasso I pulcini del peso di 10 g circa sono consegnati allrsquoAzienda e allevati fino al
raggiungimento del peso programmato per il pollo da carne pesante Poicheacute lrsquoaccrescimento egrave rapido e
lrsquoesigenza di spazio per ogni capo aumenta velocemente dallrsquoinizio del ciclo di produzione si attuano
due ldquosfoltimentirdquo inviando al macello una quota degli animali che avranno quindi raggiunto il peso
commerciale corrispondente al pollo leggero prima e al ldquopollo mediordquo in seguito mentre i restanti capi
raggiungeranno la fine del ciclo e il peso commerciale del pollo pesante
Annualmente considerando che la gestione dellrsquoingrasso prevede un unico gruppo omogeneo di capi e
un periodo di vuoto sanitario di 21 giorni si hanno poco meno di 5 cicli di produzione allrsquoanno
LrsquoAzienda Agricola opera in soccida dal soccidante essa riceve i capi il mangime lrsquoassistenza
veterinaria e i farmaci eventualmente necessari e a questo poi consegna i capi allevati a fine ciclo
Nello scenario di progetto si considera qui lrsquoipotesi di poter avere allrsquoavvio del ciclo poco piugrave di 110000
pulcini e portare a fine ciclo il 60 dei capi attuando due sfoltimenti
Le strutture dellrsquoimpianto di produzione sono date esclusivamente da cinque capannoni di tipo a tunnel
posti paralleli con la dimensione maggiore in senso est-ovest I capannoni sono aperti sui lati minori
mediante porte Sui lati maggiori sono presenti per tutta la lunghezza aperture regolabili
23
Si rimanda alle Tavole di Inquadramento e dellrsquoUso del Suolo inserite in lrsquoAllegato Cartografico
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automaticamente in base alle condizioni di temperatura esterna La superficie complessiva utile
allrsquointerno dei capannoni egrave di 5499 m2
Sulle pareti poste a ovest di ognuno dei capannoni sono installati 8 estrattori drsquoaria (6 presso il
capannone 1) azionati da motori elettrici prodotti dalla ditta Munters sono presenti due modelli con
portata di ogni singolo estrattore compresa tra circa 13000 e 30000 m3h Tutti gli estrattori sono
quindi collocati a breve distanza lrsquouno dallrsquoaltro e determinano quando in azione un richiamo di aria
dalle finestre laterali che viene poi indirizzato verso lrsquoestremitagrave di ogni capannone I motori che
regolano gli estrattori sono azionati secondo programmi prestabiliti in modo tale da poter garantire la
temperatura ottimale per la crescita degli animali Allrsquoinizio del ciclo quando le esigenze termiche sono
maggiori la ventilazione avviene ad intervalli di breve durata con il solo obiettivo di provvedere al
ricambio dellrsquoaria
Con il crescere del peso dei capi lrsquoazione degli estrattori si fa piugrave consistente (aumenta il numero di
estrattori in azione) e prolungata Allrsquoaccasamento quando questo si sviluppa nel corso della stagione
fredda i pulcini sono mantenuti alla temperatura di 30-35 degC condizione che viene realizzata con
apposite lampade a gas Con lo sviluppo dei capi la temperatura ambiente viene ridotta
progressivamente dopo i primi 3 - 4 giorni la temperatura si riduce di 1 degC ogni 2 giorni per arrivare
dopo le 3 settimane a valori di circa 18 - 20degC Quando la temperatura dellrsquoaria esterna egrave superiore a
quella interna desiderata sono azionati sistemi di nebulizzazione che consentono di abbattere parte del
calore
Lrsquoimpianto per la distribuzione dellrsquoacqua di abbeveraggio egrave composto da condutture di distribuzione
idrica interne Gli abbeveratoi sono dotati di dispositivi che consentono allrsquoanimale di comandare
lrsquoerogazione dellrsquoacqua Il controllo dellrsquoacqua egrave importante per evitare che perdite e ristagni facciano
aumentare la decomposizione della lettiera mista alle deiezioni stimolando i processi di fermentazione
con rilascio di ammoniaca e odori molesti La lettiera viene allontana al termine di ogni ciclo mediante
pala meccanica Deiezioni e lettiera vengono immediatamente allontanati dalla superficie aziendale e
inviati a processi di valorizzazione energetica
173 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo
Il territorio su cui insiste lrsquoazienda agricola ha un carattere prevalentemente agricolo pur in presenza di
un crescente tessuto di attivitagrave artigianali e commerciali24
Ai fini della simulazione della dispersione di composti aeriformi si considera la superficie a prevalente
uso agricolo
In relazione alla dimensione dellrsquoimpianto zootecnico alla omogeneitagrave del territorio e al quadro
meteorologico si egrave considerato per le successive elaborazioni modellistiche un territorio piuttosto ampio
pari a 9 km2 e definito quindi da un poligono quadrato di 3 x 3 km Il baricentro del dominio di calcolo egrave
posto al centro del poligono che circoscrive i ricoveri Il poligono che definisce il dominio di calcolo egrave
individuato dalle coordinate (UTM 32 T)
24
Si rimanda alle Tavole di Inquadramento e dellrsquoUso del Suolo inserite in lrsquoAllegato Cartografico
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Coordinate dei vertici del dominio di calcolo
Posizione Lon Lat
centro del dominio di calcolo 7264740 50640980
vertice SW 7249740 50625980
vertice SE 7279740 50625980
vertice NE 7279740 50655980
vertice NW 7249740 50655980
Il vertice SW definisce con la dimensione del lato il dominio di calcolo in modo univoco La mappa
sotto riportata indica graficamente il dominio di calcolo sullrsquoortofoto ed evidenzia il territorio dei diversi
comuni piugrave prossimi allrsquoimpianto zootecnico Con riferimento alle emissioni di composti odorigeni sono
stati individuati i ricettori considerati rappresentativi presso i quali saranno verificate puntualmente le
concentrazioni relative al 98deg percentile dellrsquoinsieme dei dati calcolati Sugli stessi ricettori sono stimate
anche le concentrazioni degli inquinanti considerati (ammoniaca idrogeno solforato e particolato fine)
I ricettori individuati allrsquointerno del dominio di calcolo sono dati da edifici residenziali non classificabili
come abitazioni dei conduttori di altri impianti zootecnici Allrsquointerno della superficie definita dal dominio
non ricadono strutture di uso pubblico come scuole ospedali case di riposo che possano essere
definite senzrsquoaltro ricettori sensibili Inoltre al fine di una piugrave immediata valutazione delle ricadute si
sono individuati ricettori discreti posti a distanza prefissata (500 m) dalle sorgenti di emissione
Per omogeneitagrave il programma di calcolo egrave stato impostato per definire presso questi punti non solo il
livello delle concentrazioni di odorigeni ma anche le concentrazioni di PM10 ammoniaca e idrogeno
solforato elaborate secondo gli indici prefissati
Coordinate delle abitazioni
Posizione Uso Lon Lat
Nord Residenziale isolato 72654396 m E 506448730 m N
Sud Residenziale isolato 72618700 m E 506376150 m N
Est Residenziale isolato 72682166 m E 506424135 m N
Coordinate dei ricettori discreti
Posizione Uso Lon Lat
Nord Produzartig 7264740 m E 50645980 m N
Ovest Residenziale 7259740 m E 50640980 m N
Sud Agricolo 7264740 m E 50635980 m N
Est Agricolo 7269740 m E 50640980 m N
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Dominio di calcolo (3x3 km) con lrsquoindicazione della posizione dei ricettori considerati (in rosso i ricettori residenziali in giallo i ricettori discreti a 500m)
174 Emissione aziendali
1741 Fattori di emissione
Con fattore di emissione si indica il tasso di rilascio di uno o piugrave composti chimici riferito alle unitagrave di
tempo e spazio I fattori di emissione impiegati nellrsquoambito dello studio delle emissioni zootecniche
sono per praticitagrave riferiti al singolo capo animale
Per la presente indagine i fattori di emissione adottati per la quantificazione delle emissioni e il calcolo
della dispersione sono stati indicati da uffici provinciali veneti per il settore agricoltura e utilizzati per
analoghe valutazioni (ing Tassari com pers)
I fattori di emissione per metano e ammoniaca derivano da uno studio condotta dalla Regione
Piemonte (Cesano M 2013) Informazioni piugrave dettagliate riguardo i tassi emissivi di NH3 per il settore
avicolo sono riportati in Eurich-Menden et al (2010) Il dato per lrsquoidrogeno solforato egrave stato individuato a
seguito di una specifica indagine bibliografica
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La tabella che segue riporta per i diversi composti il valore dei fattori di emissione applicati nella
presente indagine
Fattori di emissione impiegati per la stima delle emissioni
Composto Unitagrave di misura Sorgente
Metano gcapogiorno 000164
Ammoniaca gcapogiorno 022
PM10 gcapogiorno 003
Idrogeno solforato gcapogiorno 00015
Odore UOcapos 003
1742 Quadro emissivo aziendale
Si considerano in questa applicazione i capannoni quali sorgenti puntuali in quanto le emissioni
avvengono in modo esclusivo attraverso lrsquoazione degli estrattori drsquoaria posti presso lrsquoestremitagrave
occidentale di ogni ricovero Il rilascio dei composti di interesse egrave dunque concentrato su una superficie
estremamente esigua corrispondente agli estrattori dei diversi capannoni Le coordinate (UTM 32 T)
delle sorgenti sono riportate nella riportate nella tabella che segue
Coordinate dei punti emissivi
Punto di emissione Lat Lon
Capannone 1 506412320 m N 72642919 m E
Capannone 2 506410317 m N 72641426 m E
Capannone 3 506408284 m N 72641450 m E
Capannone 4 506406430 m N 72641896 m E
Capannone 5 506404704 m N 72642540 m E
Lrsquoattivitagrave di allevamento di polli da carne prevede attualmente un accasamento di 39500 capi con un
tipico ciclo misto (produzione di polli di peso differenziato) di una durata complessiva di circa 60 giorni
con due momenti di sfoltimento Il primo fissato a 3437 giorni al raggiungimento del peso medio di 18
kg e un secondo dopo 4547 giorni dallrsquoinizio del ciclo quando i capi rimanenti raggiungono un peso di
27 kg circa I rimanenti capi raggiungeranno il peso di circa 36 kg al termine dei 60 giorni
programmati Tra due cicli di allevamento viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle
normative vigenti della durata di 21 giorni Lrsquoazienda sviluppa dunque poco meno di 5 cicli completi ogni
anno Con lrsquoinizio del vuoto sanitario viene asportata la lettiera a cui seguono le operazioni di pulizia e
disinfezione dei ricoveri e delle attrezzature
Sulla base della disponibilitagrave di superficie utile allrsquoallevamento avicolo lrsquoAzienda Agricola Maggiolo
intende ampliare la propria capacitagrave di produzione fino ad una massimo pari a 110000 capi per ciclo
Si tratta un intervento volto ad un piugrave razionale utilizzo degli spazi senza alcun ampliamento delle
strutture esistenti Lrsquoipotesi di intervento di incremento della produzione prevede un aumento del
numero di capi accasati pari a 110 000 individui di peso variabile tra 18 e 36 kgcapo ricorrendo allo
stesso schema di allevamento giagrave attuato Si tratta dunque di cicli di allevamento di tipo misto di durata
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complessiva pari a circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento (a 3437 giorni circa
quando i capi raggiungono un peso medio di 18 kg e a 4547 giorni quando i capi rimanenti
raggiungono un peso di 27 kg circa)
0
20000
40000
60000
80000
100000
120000
1 31 61 91 121 151 181 211 241 271 301 331 361
Cap
i n
Giorni
Stato attuale
Incremento prod
Andamento del numero di capi allevati nel corso dellrsquoanno Situazione attuale e ipotesi di incremento produttivo
Le emissioni in atmosfera raggiungono le 2 t di ammoniaca nelle condizioni attuali mentre egrave atteso nel
caso di incremento della produzione un aumento fino a 5 ta di ammoniaca Lrsquoandamento delle
emissioni rispecchia quello dellrsquoammontare dei capi accasati Entrano in gioco tuttavia anche altri fattori
come la temperatura dellrsquoaria che incide sullrsquoutilizzo degli estrattori drsquoaria e quindi sui rilasci in
atmosfera
Emissioni aziendali complessive allo stato attuale e nellrsquoipotesi incremento della produzione (1)
stima sulla base di 285 gg di attivitagrave produttiva
Composto Unitagrave di misura Emissioni totali annue (1) Emissioni totali annue (
1)
Stato attuale Ipotesi di incremento
Metano tanno 0015 0039
Ammoniaca tanno 2006 5214
PM10 tanno 0274 0711
Idrogeno solforato tanno 0014 0036
Odore UOs (media) 9763 24948
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Lrsquoandamento delle emissioni rispecchia quello dellrsquoammontare dei capi accasati I grafici che seguono
riportano lrsquoandamento delle emissioni dei diversi composti considerati nel corso di un anno di attivitagrave
allo stato attuale Nel caso lrsquoAzienda addotti lrsquoincremento della produzione ipotizzato si avragrave un
aumento proporzionale delle emissioni
0
2
4
6
8
10
1 61 121 181 241 301 361
kg
Giorni
NH3 (Kg)
PM10 (Kg)
Andamento attuale delle emissioni nel corso dellrsquoanno
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0
20
40
60
80
100
1 61 121 181 241 301 361
g
Giorni
H2S (g)
CH4 (g)
Andamento attuale delle emissioni nel corso dellrsquoanno
1743 Sorgenti fugitive
Sono sorgenti fugitive i punti di rilascio di inquinanti o composti odorigeni di natura incontrollata e
involontaria di piccole dimensioni e di carattere occasionale Lrsquoimpianto di produzione animale in
esame ha una struttura assai semplice e le caratteristiche noncheacute lrsquoetagrave dei ricoveri risultano tali da
poter garantire un buon controllo degli scambi drsquoaria con lrsquoesterno
Il rilascio di odorigeni e inquinanti puograve verificarsi in occasione della pulizia dei ricoveri Tuttavia dal
sopralluogo condotto in Azienda si egrave evidenziata unrsquoattenta movimentazione dei materiali e condizioni
ottimali di pulizia dei piazzali e delle aree adiacenti i ricoveri e i silos Ciograve fa ritenere che queste
emissioni possano essere considerate trascurabili
1744 Ventilazione
I capannoni sono dotati di estrattori dellrsquoaria interna al fine di garantire le migliori condizioni di
benessere ai capi allevati sia in termini di qualitagrave dellrsquoaria che di temperatura Con lrsquoestrazione dellrsquoaria
interna si ha un flusso forzato concentrato presso gli estrattori La ventilazione deve essere sufficiente
per evitare temperature troppo elevate e lrsquoumiditagrave eccessiva Essa deve essere in grado di allontanare
le polveri e la CO2 e garantire unrsquoadeguata ossigenazione
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Caratteristiche del sistema di estrazione dellrsquoaria dai capannoni
Ventilatori Ndeg superfici estrattori (m2) Portata totale ventilatori (m
3h)
4+2 76 146000
8 10150 240000
8 10150 240000
8 10150 240000
8 10150 240000
I fabbisogni di aria sono piugrave elevati in estate (3-6 m3orakg di peso vivo) quando cegrave la necessitagrave di
smaltire calore in inverno sono sufficienti 1-3 m3h per kg di peso vivo (1 m
3h per kg pv egrave la soglia
convenzionale minima da garantire anche nel periodo invernale)
Sulla base delle portate stimate nel corso del ciclo di produzione si egrave determinata la
portata di odore (OER - Odour Emission Rate) data dal prodotto tra la portata e la concentrazione
espressa in ouEs
OER [ouEs] = Cod [ouEm3] x Qsorg [m
3s]
La portata volumetrica dellrsquoaria egrave stata stimata sulla base delle temperature locali e il conseguente
utilizzo degli estrattori In via prudenziale si egrave ammesso che lrsquoestrazione dellrsquoaria sia pari
indicativamente a 10 m3hcapo nella la stagione calda 2 m
3hcapo nella stagione fredda e tra i 3 e
75 m3hcapo nei mesi intermedi
175 Quadro meteoclimatico
Il Comune di Castelfranco Veneto egrave situato nella parte occidentale del territorio della Provincia di
Treviso in un ambito di transizione tra lrsquoarea di alta pianura in destra Piave e quella di bassa pianura
delimitata dalla linea delle risorgive Il territorio provinciale presenta le tipiche caratteristiche dellrsquoarea di
transizione tra i rilievi alpini ed il mare Le caratteristiche climatiche sono suddivisibili in due ambiti
principali quello settentrionale collinare-pedemontano e quello centro-meridionale costituito dallrsquoalta e
bassa pianura Il territorio del comune di Castelfranco Veneto egrave posto a cavallo tra queste ultime unitagrave
geografiche Si considerano di seguito i dati climatici relativi al territorio di interesse e i dati rilevati a
Castelfranco Veneto nel 2013 e utilizzati nello studio di dispersione
1751 Precipitazioni
Il regime pluviometrico rientra nel tipo equinoziale con due picchi di precipitazione primaverile e
autunnale pressocheacute simili in particolare risultano piugrave piovosi i mesi di aprile e ottobre mentre quelli
meno piovosi sono i mesi invernali di dicembre gennaio e febbraio La precipitazione media si attesta
attorno ai 1000 mm allrsquoanno Lrsquoarea ricade in un territorio con caratteristiche pluviometriche
complessivamente abbastanza favorevoli con precipitazioni nel periodo critico estivo di luglio e agosto
superiori ai 90 mm La stagione maggiormente piovosa egrave quella autunnale ma nel complesso le piogge
sono distribuite con una buona omogeneitagrave
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Precipitazioni medie mensili (medie climatiche) e loro andamento nel corso del 2013
1752 Temperatura
La temperatura media annua egrave risultata compresa tra 135 e 15degC Il mese piugrave egrave risultato luglio (media
233degC) quello piugrave freddo gennaio (media 32degC) I grafici che seguono riportano lrsquoandamento delle
temperature nel corso dellrsquoanno
Le temperature massime assolute hanno raggiunto e superato nellrsquoultimo decennio i 37degC le minime
assolute risalgono invece ad anni piugrave lontani tra cui il 1985 caratterizzato da valori fino a -14degC
Legate alle temperature invernali vi egrave il fenomeno dellrsquoinversione termica che determina in talune
condizioni il ristagno dellrsquoaria nei bassi strati dellrsquoatmosfera e scarsa possibilitagrave di dispersione delle
emissioni I giorni di nebbia legati in parte a questo fenomeno possono essere anche piuttosto
numerosi fino al 30 dei giorni nel periodo invernale
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20
40
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80
100
120
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
mm
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Andamento delle temperature nel corso dellrsquoanno 2013
1753 Umiditagrave relativa
Lrsquoumiditagrave relativa egrave in genere elevata in tutte le stagioni dellrsquoanno Soprattutto in estate essa risulta
particolarmente marcata Il grafico che segue riporta i dati rilevati negli anni piugrave recenti risulta evidente
come in tutti i mesi dellrsquoanno i valori si mantengano su valori elevati e vi sia scarsa escursione tra le
diverse stagioni
-5
0
5
10
15
20
25
30
35
40
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
deg
C
Massime Minime Medie
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Valori di umiditagrave relativa nel corso dellrsquoanno
1754 Anemolologia
Il regime dei venti rilevato presso la stazione meteorologica di Castelnuovo Veneto egrave caratterizzato da
una prevalenza delle provenienze dal quadrante nord-orientale La velocitagrave del vento egrave sempre
piuttosto contenuta con valori compresi tra 05 e 2 ms che coprono quasi la metagrave delle ore di vento La
figura riporta la rosa dei venti su base annua Le calme di vento raggiungo quasi il 20 delle ore
0
10
20
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Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
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Rosa dei venti e distribuzione delle classi di velocitagrave del vento
Le ore di vento teso sono limitate a pochi isolati episodi la provenienza egrave NE Nel corso dellrsquoanno la
distribuzione delle provenienze del vento e la direzione prevalente riflette nei diversi trimestri il quadro
evidenziato su base annua Le occasioni con vento piugrave teso sono concentrate nei primi due trimestri
Nel periodo piugrave caldo la ventilazione si mantiene piugrave evidente e la percentuale di ore di calma
raggiunge il minimo In autunno al contrario aumentano le calme di vento (quasi il 30 del totale) e la
provenienza del vento egrave esclusivamente settentrionale
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Rose dei venti riferite ai diversi trimetri dellrsquoanno Stazione di Castelfranco V anno 2013
1deg trimestre
2deg trimestre
3deg trimestre
4deg trimestre
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1755 Classi di stabilitagrave atmosferica
Il modello di dispersione impiegato richieda la preventiva determinazione delle classi di stabilitagrave
atmosferica di Paquill (1961) Queste sono state determinate utilizzando i dati relativi alla radiazione
solare alla velocitagrave del vento e alla copertura nuvolosa questrsquoultima desunta dalle rilevazione condotte
presso lrsquoaeroporto di Treviso (Dati Metar)
Le classi di stabilitagrave atmosferica individuate fanno riferimento allo schema riportato nelle tabelle che
seguono Lrsquoelaborazione dei dati relativi al 2013 ha evidenziato come le condizioni piugrave frequenti siano
quelle prossime alla neutralitagrave con oltre il 50 delle ore dellrsquoanno
Classi di stabilitagrave atmosferica
Ore del giorno ndash Radiazione solare
Wm2
Ore della notte - Copertura
nuvolosa
Velocitagrave del
vento gt=925 924 - 675 675 - 175 lt 175 gt 48 lt= 48
lt 2 ms A A B D E F
2-3 ms A B C D E F
3-5 ms B B C D D E
5-6 ms C C D D D D
gt 6 ms C D D D D D
Classi di stabilitagrave atmosferica per lrsquoarea di Castelfranco Veneto
Classe Descrizione Numero di oreanno
A Condizioni estremamente instabili 461 53
B Condizioni moderatamente instabili 1550 177
C Condizioni leggermente instabili 358 41
D Condizioni di neutralitagrave 2455 280
E Condizioni quasi stabili 2437 278
F Condizioni moderatamente stabili 1499 171
Totale 8760 100
171 Qualitagrave dellrsquoaria
La qualitagrave dellrsquoaria egrave monitorata da alcune stazioni di misura gestite da ARPA Veneto di cui quella piugrave
vicina allrsquoarea in esame risulta essere quella di Bassano del Grappa distante non piugrave di 15 -20 km e
classificata come fondo urbano Si tratta dunque di un sito di misura con posizione e caratteristiche che
la rendono un ragionevole riferimento circa la qualitagrave dellrsquoaria nella zona in esame
Lrsquounico inquinante di interesse rilevato con regolaritagrave egrave il PM10 I dati disponibili per il 2008 e 2009
registrano un valore di concentrazione media annua di 27-29 microgm3 contenuto rispetto ai valori del
capoluogo e in linea con i limiti normativi ma anche 40-42 superamenti della soglia di 50 microgm3
Decisamente piugrave elevati sono i dati delle centraline urbane della zona che presentano un numero di
superamenti che ha toccato la soglia 50 microgm3 in oltre il doppio degli eventi
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Dal quadro che ARPAV fornisce con i suoi periodici rapporti e dai dati qui riportati si puograve affermare
che lrsquoinquinamento da PM10 rappresenti nella provincia una problematica rilevante ma che sembra
interessare soprattutto le aree piugrave urbanizzate mentre i dati della stazione di Bassano si collocano sui
valori piugrave contenuti
Per quanto riguarda le concentrazioni di NH3 non si dispone di dati di confronto ma si segnala che in
talune zone caratterizzate da particolari attivitagrave produttive ARPAV provvede ad attivitagrave di
monitoraggio La zona in esame tuttavia non ricade tra quelle ritenute piugrave esposte ad elevate
emissioni di NH3
172 Modello di dispersione
1721 Scelta della tipologia di modello e del codice software
Per la valutazione previsionale della diffusione delle emissioni in atmosfera si egrave adottato il software
Windimula v20 elaborato da ENEA Il software richiede lrsquoinserimento di dati di base per effettuare le
simulazioni quali lrsquoestensione del dominio territoriale di analisi la scansione temporale dei dati meteo e
le emissioni unitarie Per la stima delle concentrazioni in atmosfera e delle ricadute al suolo egrave stata
eseguita una modellizzazione utilizzando il modello WinDimula Questo modello egrave inserito nellrsquoelenco
da APAT (Agenzia Italiana per la protezione dellrsquoambiente e per i servizi tecnici) dei software per la
valutazione e gestione della qualitagrave dellrsquoaria (httpwwwsmrarpaemritctn )
1722 Estensione del dominio territoriale di analisi
Lrsquoelaborazione della simulazione effettuata con il software Windimula egrave stata eseguita con
lrsquoimpostazione del dominio orografico attraverso un reticolo di 101 101 punti con un passo di 30 m
per uno sviluppo di 3 km 3 km dal centro della sorgente Nel modello si egrave considerata tra le altre
variabili di input anche lrsquoinfluenza dellrsquoorografia del territorio
1723 Scansione temporale
In questo caso si egrave adottato il modulo di simulazione del programma Windimula chiamato ldquoshort termrdquo
che permette di calcolare la distribuzione spaziale sul territorio delle concentrazioni al suolo degli
inquinanti considerati riferiti sul breve periodo Lrsquoinput meteo egrave rappresentato in questo caso da un
valore istantaneo di intensitagrave e direzione del vento Le caratteristiche del modulo sono stazionarietagrave nel
tempo delle condizioni meteo e continuitagrave dellrsquoemissione in esame Pertanto lrsquoutilizzo di questo modello
nei casi piugrave impattanti (ad es assenza vento continuitagrave dellrsquoemissione alla massima portata ipotizzata
nelle diverse situazioni di operativitagrave) egrave decisamente piugrave cautelativo rispetto al ldquomodello climatologicordquo
del software che prevede lrsquoutilizzo di cosiddette ldquojoint frequency functionsrdquo che riportano tramite
frequenze di accadimento lrsquoaggregazione di dati di velocitagrave e direzione del vento per ogni classe
stabilitagrave In pratica mentre il modulo climatologico egrave impostato sulla conoscenza di dati climatologici
variabili nellrsquoarco giornata (cioegrave considera ad esempio la durata della calma di vento la direzione
intensitagrave e durata del vento ecc) il modulo ldquoshort termrdquo riporta una sola situazione meteo per lrsquointera
giornata Si capisce come ad esempio la simulazione eseguita con calma di vento stimata per lrsquointera
giornata (modulo short term) sia diversa dalla simulazione piugrave reale ma meno cautelativa dove la
calma di vento si protrae per quella stessa giornata per meno ore e vi siano altre situazioni meteo che
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favoriscono un ricambio di aria (modulo climatologico) Il modulo ldquoshort termrdquo egrave consigliato oltre che per
lrsquoimpostazione piugrave cautelativa della valutazione previsionale anche per una migliore verifica dei limiti di
legge su questrsquoultimo punto il ldquomodulo climatologicordquo consente solo considerazioni qualitative e non
quantitative Il modulo di simulazione adottato egrave stato valutato da numerosi studi sullrsquoargomento (ANPA
ndash Centro tematico Nazionale Atmosfera Clima ed Emissioni ldquoAggiornamento e ampliamento della
norma UNI ldquovalutazione delle dispersioni in atmosfera di effluenti aeriformi ndash Guida ai criteri di selezione
dei modelli matematicirdquo ACE ndashTL GU ndash 00-022001 ANPA ndash Centro Tematico Nazionale Atmosfera
Clima ed Emissioni ldquoLinee guida per la selezione e applicazione dei modelli di dispersione atmosferica
per la valutazione della qualitagrave dellrsquoariardquo RT-CTN_ACE 42001)
Il modello DIMULA su cui Windimula egrave stato realizzato egrave inserito nei rapporti ISTISAN 9032 (Modelli
per la progettazione e valutazione di una rete di rilevamento per il controllo della qualitagrave dellaria) e
ISTISAN 9336 (Modelli ad integrazione delle reti per la gestione della qualitagrave dellaria) in quanto
corrispondente ai requisiti qualitativi per la valutazione delle dispersioni di inquinanti in atmosfera in
regioni limitate (caratterizzate da scale spaziali dellordine di alcune decine di km) ed in condizioni
atmosferiche sufficientemente omogenee e stazionarie
1724 Descrizione del modello
I modelli gaussiani sono i modelli matematici di trasporto e diffusione dellinquinamento atmosferico piugrave
comuni Sono basati su equazioni che descrivono il campo tridimensionale delle concentrazioni
generato da una sorgente puntiforme sotto condizioni meteorologiche e di emissione invarianti rispetto
al tempo Questo tipo di modelli considerano che le condizioni meteorologiche possano essere ritenute
omogenee e stazionarie nellarea modellata e non possono lavorare in condizioni di calma La
semplicitagrave dellapprossimazione gaussiana la sua facilitagrave drsquouso con parametri meteorologici anchessi
facili da misurare e soprattutto ladozione di questo approccio come strumento decisionale e di controllo
da parte della agenzia ambientale americana (EPA) hanno rimosso alcune delle limitazioni originali
della teoria permettendo il trattamento di situazioni complesse del mondo reale
Si riportano di seguito le principali funzioni su cui si basa il modello
La forma della soluzione del modello egrave controllata da una serie di parametri che riguardano sia
laltezza effettiva del rilascio per sorgenti calde calcolata come somma dellaltezza del camino piugrave il
sovralzo termico dei fumi che la dispersione laterale e verticale del pennacchio calcolata utilizzando
formulazioni che variano al variare della stabilitagrave atmosferica descritta utilizzando le sei classi di
stabilitagrave introdotte da Pasquill-Turner
Lrsquoequazione di base impiegata per la stima della concentrazione di un inquinante in un determinato
recettore (x y z) in un modello Gaussiano egrave la seguente
dove C (xyz) egrave la concentrazione di inquinante nellrsquoambiente (μgm3) in un determinato punto nello
spazio (recettore) le cui coordinate sono (x y z) u egrave la velocitagrave del vento (ms) σy e σz (m) sono le
deviazioni standard (o coefficienti di dispersione) in senso orizzontale e verticale Q egrave il tasso di
emissione di inquinante espresso in μg m3 s e H lrsquoaltezza a cui avviene il rilascio (m)
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Ne consegue pertanto che nellrsquoapplicazione dei modelli gaussiani le condizioni di calma di vento
quando cioegrave la velocitagrave del vento tende a zero devono essere trattate opportunamente a causa della
proporzionalitagrave inversa esistente fra C(xyz) e u Ciograve risulta particolarmente importante in tutta la
Pianura Padana che egrave caratterizzata da unrsquoelevata frequenza di situazioni di calma di vento che
possono rendere critico lrsquoimpiego di un modello Gaussiano La particolaritagrave del modello WinDimula
tuttavia egrave quella di poter eseguire simulazioni anche per situazioni di assenza di vento grazie
allrsquoadozione del modello ridotto di CirillondashPoli (Cirillo and Poli 1992) le cui principali equazioni sono
dove α β e γ sono coefficienti che definiscono la turbolenza atmosferica e sono assegnati dal modello
in base alla classe di stabilitagrave inserita
Per maggiori dettagli riguardo alle equazioni implementate dal modello WinDimula si rimanda alla guida
del modello stesso e alla relativa letteratura scientifica (MAIND ndash Modellistica Ambientale wwwmaindit
Cirillo et al 1989 Cagnetti et al 1982 )
Il modello richiede come input
la definizione di un reticolo di calcolo
la definizione di ricettori discreti
i dati meteo - climatici a passo orario se si decide di effettuare una simulazione short-term con
una sequenza di dati orari
la definizione delle sorgenti emissive e principali caratteristiche
Il modello restituisce la concentrazione media calcolata per ogni punto della griglia indicato e per gli
eventuali ricettori discreti inseriti Si possono quindi eseguire delle elaborazioni sui risultati utilizzando
unrsquoapposita applicazione di WinDimula definita post-processore il quale tra le altre funzioni permette
di calcolare i valori dei percentili per ogni punto e controllare i limite di leggi imposti sullrsquoinquinante
considerato
Si egrave scelto di effettuare simulazioni a breve periodo (short term) di lunghezza massima di unrsquoora
utilizzando piugrave situazioni meteorologiche in sequenza in modo che venga simulato un periodo di tempo
piugrave ampio in particolare un anno
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PAGINA 134 194 Settembre 2015
1725 Dati di input del modello
Il file meteo in ingresso al modello WinDimula richiede le seguenti informazioni
dimensioni del dominio di calcolo (m)
passo del grigliato (m)
ora giorno mese e anno dellrsquoacquisizione del dato
temperatura dellrsquoaria (degK)
velocitagrave del vento (ms)
direzione di provenienza del vento (deg)
precipitazione (mm)
classe di stabilitagrave atmosferica
altezza drsquoinversione termica (m)
deviazione standard della direzione del vento
velocitagrave di attrito (ms)
lunghezza di Monin-Obukhov (m)
Il modello Windimula richiede quali dati di input i dati emissivi (concentrazione degli inquinanti emessi e
flusso nel tempo) e le condizioni iniziali ed al contorno se rilevanti Altri dati necessari riguardano
lrsquoorografia (lrsquouso del suolo interviene sulla facilitagrave con cui si muovono le masse drsquoaria) Il passo del
grigliato egrave stato posto a 50 m dando origine ad una matrice di 3600 punti di griglia
1726 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie
Per quanto attiene i composti PM10 NH3 e H2S egrave stato impostato il calcolo del valore della
concentrazione media annua
Per la componente odorigena come previsto dalle Linee Guida della Regione Lombardia egrave stato
determinato per ogni punto griglia il 98deg percentile dei valori di concentrazione oraria elaborati dal
modello Il 98deg percentile di una serie di dati rappresenta quel valore che non viene superato dal 98
dei valori della distribuzione Pertanto definire questo percentile significa individuare il valore che viene
superato per il 2 del periodo di simulazione (175 giorni lrsquoanno o 29 minuti al giorno)
Successivamente sono stati interpolati i dati calcolati e ne egrave stata predisposta una rappresentazione
grafica
Per lrsquoammoniaca non essendoci valori di riferimento si verifica invece con le rappresentazioni grafiche
e la determinazione delle concentrazioni presso i ricettori se i dati forniti dal modello superano la soglia
di 265 microgm3 valore segnalato come limite inferiore per la percezione del gas
Come giagrave sottolineato in precedenza il metano non egrave stato oggetto dello studio della dispersione in
quanto composto come altri gas serra che non interagisce direttamente con lrsquoambiente (salvo
chiaramente modificare con il suo accumulo il bilancio termico terrestre) e non ha effetti sulla salute
umana Non vi sono infine valori di riferimento o limiti per la sua concentrazione nellrsquoaria ambiente per
cui lrsquointeresse egrave esclusivamente focalizzato sui valori di emissione complessivi
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173 Normativa di riferimento
Il tema delle emissioni di inquinanti atmosferici da parte delle attivitagrave agricole e della zootecnia in
particolare ha assunto rilevanza solo nellrsquoultimi dieci ndash ventrsquoanni quando sulla base di numerose
indagini di carattere sperimentale da cui egrave emerso come i rilasci di composti potenzialmente dannosi
per la salute umana e lrsquoambiente da parte di questi settori produttivi non fossero trascurabili come per
lungo tempo si egrave ritenuto (Ritter e Chitikela 2007)
Lrsquoattivitagrave agricola e nello specifico la zootecnia per lungo tempo sono rimaste escluse da valutazioni
accurate circa le loro emissioni e dallrsquoimposizione di vincoli o limitazioni Va tuttavia osservato che
lrsquoindustrializzazione di molte tecniche colturali e lrsquointensificazione dei processi di allevamento animale
pur conseguendo indubbi traguardi produttivi porta con seacute diverse problematiche di carattere
ambientale tra cui la concentrazione
Per quanto riguarda i rilasci in atmosfera il settore zootecnico non egrave soggetto a specifiche norma che
ne limitino le emissioni Sussistono perograve limiti alle concentrazioni di inquinanti nellrsquoaria ambiente
composti dannosi per la salute umana e per i quali gli enti regolatori devono per il loro rispetto
considerare le diverse fonti presenti sul territorio
Per i composti ad effetto serra (metano e protossido di azoto) e lrsquoammoniaca come giagrave accennato vi
sono impegni di contenimento di carattere generale al rispetto del quale tutti i settori sono chiamati a
concorrere Il Protocollo di Kyoto e i successivi accordi a carattere europeo hanno posto precisi obiettivi
per i primi mentre la riduzione delle emissioni di ammoniaca deriva dalla Convenzione UN-ECE
(Convenzione LRTAP) sul trasporto transfrontaliero degli inquinanti atmosferici
1731 Particolato
Per quanto riguarda il contributo della zootecnia alle concentrazioni di inquinanti normati assume un
certo significato il particolato fine (PM10) per il quale lrsquoapporto di questo settore al quadro emissivo
complessivo Per quanto riguarda questo inquinante la normativa di riferimento egrave il DLgs n 155 del
13082010 in attuazione della Direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria ambiente e per unrsquoaria
piugrave pulita in Europa La norma prevede
un limite alla concentrazione media annua di 40 microgm3
un limite quale concentrazione media giornaliera di 50 microgm3 che non deve essere superato
piugrave di 35 volte lrsquoanno
1732 Ammoniaca
Per quanto riguarda lrsquoammoniaca non esiste un limite per lrsquoaria ambiente definito dalle norme vigenti
anche se il tema egrave dibattuto da tempo (Alberta Environment 2004) Recentemente la Regione
Toscana (2010) nellrsquoambito di una ricognizione dei valori di riferimento per composti non normati
emessi in atmosfera ha segnalato il valore di 70 μgm3 di ammoniaca quale soglia utile per orientare
valutazioni nellrsquoambito di studi di impatto ambientale e derivante dai ldquoLivelli guida significativi per la
saluterdquo elaborati dalla Agenzia governativa USA ATSDR (httpwwwatsdrcdcgov) Negli Stati Uniti egrave
stata suggerita lrsquoadozione di limiti compresi tra 100 e 208 microgm3 Alcuni Stati USA (es Michigan) hanno
adottato il valore di riferimento dellrsquoEPA di 100 microgm3 quale media giornaliera A fini cautelativi si
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considera in questo rapporto come primo valore di riferimento la soglia inferiore di percezione
dellrsquoammoniaca pari a 266 microgm3 (SEPA 2010)
Per quanto riguarda gli effetti ambientali diretti lrsquoUNECE (Commissione economica per lrsquoEuropa
dellrsquoONU) ha individuato giagrave nel 1999 i seguenti valori di riferimento 3300 microgm3 (media oraria) 270
microgm3 (media giornaliera) 23 microgm
3 (media mensile) and 8 microgm
3 (media annuale) quali livelli critici ai
fini della protezione della vegetazione Piugrave recentemente il valore soglia menzionato per la media
annuale ai fini della protezione degli ecosistemi egrave stato confermato (UNECE 2004)
1733 Idrogeno solforato
Le emissioni di idrogeno solforato (H2S) nellrsquoambito della zootecnia sono legate ai processi di
decomposizione di materiale organico in particolare componenti proteici (aminoacidi) contenenti zolfo
in condizioni di anaerobiosi e alla riduzione del solfato da parte di gruppi batterici specializzati (Arogo
et al 2000) I valori di H2S tipicamente riscontrabili nellrsquoatmosfera sono inferiori a 1 ppb (15 microgm3)
Metagrave della popolazione egrave capace di avvertire lrsquoH2S giagrave a concentrazioni di 8 ppb (12 microgm3) ed il 90
riconosce il suo tipico odore a 50 ppb (150 microgm3) (Cauzillo et al 2010)
La presenza dellrsquoH2S nellrsquoazienda agricola egrave in genere legata allo stoccaggio dei reflui noncheacute alle
strutture di ricovero degli animali soprattutto nellrsquoallevamento suino e in condizioni di scarsa
ventilazione Qui lrsquoH2S puograve raggiungere valori di circa 5 ppm (75 mgm3) la soglia massima accettabile
per la protezione della salute negli ambienti di lavoro indicata dallrsquoagenzia USA OSHA (Occupational
Safety and Health Administration) egrave fissata a 10 ppm (15 mgm3) Per quanto riguarda lrsquoaria ambiente
lrsquoOrganizzazione mondiale della sanitagrave propone tre soglie di riferimento (WHO Guidelines ed 2000)
150 μgm3 quale media su 24 ore
100 μgm3 per periodi di durata compresa tra 1 e 14 gg
20 μgm3 per periodi di durata fino a 90 giorni
La normativa nazionale fissa con il DPR 322 del 1541971 (abrogato) due limiti per le immissioni di H2S
allrsquoesterno dei perimetri industriali 100 microgm3 per intervalli di 30 minuti e 40 microgm
3 per un tempo di
mediazione di 24 ore
In ambito zootecnico la presenza di H2S egrave in genere ben correlata con la problematica dellrsquoodore
prodotto dalrsquoallevamento animale Guo et al (2000) hanno osservato che esiste una correlazione
positiva significativa tra questo gas e la percezione di odori (r = 075) e che pertanto la concentrazione
di H2S puograve essere utilizzata come indicatore dei livelli di odore per allevamenti di diverse tipologie
animali Le emissioni di H2S presso gli impianti di produzione animale sono strettamente correlate con
la specie animale (Ni et al 2002) il numero di capi e la gestione dei reflui Si stima che a paritagrave di peso
vivo ed altre condizioni le emissioni di H2S siano massime nellrsquoallevamento suino in particolare per le
fasi di riproduzione seguono lrsquoallevamento bovino e quindi quello avicolo (Atia et al 2010)
1734 Composti odorigeni
Una particolare attenzione sta incontrando ormai da diversi anni la problematica legata allrsquoemissione di
composti odorigeni da parte delle attivitagrave zootecniche La crescente densitagrave degli impianti e la
insufficiente pianificazione del territorio hanno determinato una commistione fra usi del suolo non
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sempre compatibili e le distanze che separano aree residenziali e aziende zootecniche sono risultate in
numerosi casi inadeguate
Al centro dellrsquoattenzione vi sono oltre 200 diverse molecole (Schiffman 1998) che per loro natura sono
in grado di suscitare sensazioni sgradevoli allrsquoolfatto umano Per queste non esiste una specifica
normativa a carattere nazionale e la lacuna egrave stata parzialmente colmata da provvedimenti regionali
Diverse Regioni hanno legiferato in tema di disturbi olfattivi in particolar modo rispetto al trattamento
dei rifiuti urbani e il compostaggio Norme in materia sono state emanate giagrave da tempo da parte della
Regione Lombardia (DGR n 12764 del 16042003) dalla Basilicata (DGR n 709 del 22042002)
dalla Regione Sicilia (DGR n 27 parte I del 14062002 dellrsquoAbruzzo (DGR n 400 del 26052004) e
infine dalla Regione Veneto (DGR n 568 del 25022005)
Norme specifiche sul disturbo olfattivo e mirate a trattare ogni tipologia di fonte sono state emanate
dalla Regione Lombardia (2010) con le Linee Guida approvate dopo un periodo di valutazione di oltre
un anno con Deliberazione della Giunta Regionale del 15 febbraio 2012 (DGR 15 febbraio 2012 ndash n
IX3018)
Le Linee Guida della Regione Lombardia forniscono prima di tutto indicazioni circa un percorso di
valutazione delle emissioni e di determinazione del potenziale disturbo mediante lrsquoapplicazione di
metodologie di misura quantitativa Esse prevedono inoltre lrsquoimpiego di strumenti di dispersione
modellistica per valutazioni di carattere previsionale Le Linee Guida non forniscono nella realtagrave limiti
vincolati ma prescrivono che lo studio di impatto odorigeno richiesto per attivitagrave da cui egrave ragionevole
attendersi un impatto in tal senso sviluppi mappe di impatto ldquodove devono essere riportati i valori di
concentrazione orarie di picco di odore al 98deg percentile su base annuale cosigrave come risultanti dalla
simulazione a 1 3 e 5 uoEm3 ldquoal fine di poter consentire alle autoritagrave regolatorie di disporre delle
informazioni necessarie per valutare la compatibilitagrave ambientale dellrsquoimpianto o dellrsquoattivitagrave in esame in
relazione al contesto in cui si realizzanordquo
Altre Regioni hanno in modi diversi ripreso e adottato questa esperienza La Regione Emilia ndash
Romagna persegue il contenimento del rilascio di ammoniaca e quindi di uno dei principali odorigeni
dagli impianti a biogas e dal trattamento del digestato (Regolamento regionale 28 ottobre 2011 n1)
Va osservato che in numerosi altri Paesi sono previsti strumenti normativi analoghi ma mancano
indicazioni di livello europeo Cosigrave ad esempio in Gran Bretagna le Linee Guida ldquoIPPC - Horizontal
Guidance for Odour Part 1 ndash Regulation and Permittingrdquo (2002) che individuano quali limiti di
concentrazione di odore al 98deg percentile le soglie di 15 uoEm3 30 ouEm
3 60 ouEm
3 nel caso
rispettivamente di tipologie industriali ad ldquoelevatordquo ldquomediordquo o ldquobassordquo potenziale di molestia In Francia
la norma destinata alla protezione dalle emissioni di impianti di compostaggio prevede che entro un
raggio di 3000 m dai confini dellrsquoimpianto stesso non si debba superare il limite di 5 ouEm3
per piugrave di
175 ore allrsquoanno corrispondenti ad una frequenza del 2 (98deg percentile) (JORF du 22 Avril 2008) Un
quadro delle modalitagrave di valutazione delle emissioni odorigene dal settore zootecnico in diversi Paesi
europei egrave riportato in EPA ndash Ireland (2001)
Lrsquoapplicazione delle Linee Guida della Regione Lombardia assume al fine di condurre stime di
carattere previsionale il composto odorigeno come una miscela teorica di sostanze diverse Questa
viene trattata come un ldquoinquinanterdquo e ne viene stimato il rilascio e simulata la dispersione Lrsquoodore egrave
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espresso in termini di concentrazione definita in conformitagrave alla UNI EN 137252004 ed egrave assimilabile
nellambito delle simulazioni di dispersione ad ununica pseudo-specie che si disperde nellatmosfera in
forma gassosa (quindi non particellare)
174 Risultati delle simulazioni
1741 Composti odorigeni
I risultati delle elaborazioni condotte con il modello Windimula sono riportati per i ricettori considerati
nella tabella che segue Questa evidenzia valori di concentrazione di odorigeni stimati presso le
abitazioni individuate noncheacute presso i ricettori discreti individuati a distanza di 500 m dalle strutture
zootecniche
I valori riportati sono tutti inferiori alla soglia di 1 ouEm3 e consentono di affermare che presso le
residenze individuate in prossimitagrave dellrsquoAzienda e piugrave in generale oltre i 500 m di distanza le
concentrazioni di composti odorigeni non andranno a creare condizioni di disturbo Le concentrazioni
piugrave elevate di odore si riscontrano presso gli estrattori e comunque si mantengono ovunque allrsquointerno
del perimetro aziendale su livelli contenuti (5 ouEm3)
Secondo le Linee Guida della Regione Lombardia il valore di 1 ouEm3 per il 98 percentile delle ore
dellrsquoanno indica che per un numero limitato di ore appunto meno del 2 vi potragrave essere percezione
delle emissioni ma ciograve saragrave avvertito solo dalla porzione piugrave sensibile della popolazione I valori
risultano sempre inferiori a questa soglia anche nel caso lrsquoAzienda si orienti verso un incremento della
produzione utilizzando al meglio gli spazi disponibili
La distribuzione attesa delle concentrazioni (98deg percentile delle concentrazioni medie orarie) di odore
in prossimitagrave dellrsquoAzienda egrave riportata graficamente Dalla mappa si rileva chiaramente la modesta entitagrave
delle concentrazioni che si possono raggiungere anche nei periodi meno favorevoli alla dispersione
Allontanandosi dallrsquoAzienda i giagrave modesti valori si riducono rapidamente e risultano del tutto trascurabili
a poche centinaia di metri di distanza Lrsquoelaborazione relativa allrsquoipotesi di incremento della produzione
non modifica il quadro complessivo descritto La rappresentazione grafica delle ricadute non mostra
particolaritagrave di rilievo La isolinea indicante la concentrazione di 3 ouEm3 sempre riferita al 98deg
percentile delle stime orarie corre in prossimitagrave del confine dellrsquoAzienda La isolinea indicante la
concentrazione di 1 ouEm3 non raggiunge le abitazioni e si sviluppa in direzione sud-ovest
coerentemente con i venti dominanti
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COD 15V055 PAGINA 139 194
Valori di concentrazione previsti dal modello di dispersione presso le abitazioni
Distanza dalle
sorgenti (m)
98deg percentile (ouEm3)
Stato attuale
98deg percentile
(ouEm3)
Incremento
produzione
1 residenza Nord 400 lt 05 lt 05
2 residenza Est 426 lt 05 lt 05
3 residenza Sud 387 lt 05 055
Valori di concentrazione previsti dal modello di dispersione per i ricettori discreti
Ricettori discreti Distanza dalle
sorgenti (m)
98deg percentile (ouEm3)
Stato attuale
98deg percentile
(ouEm3)
Incremento
produzione
N 500 0175 0208
W 500 0641 0504
S 500 0289 0444
E 500 0158 0302
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 140 194 Settembre 2015
Concentrazione di composti odorigeni (98degpercentile) (in ouEm
3) con emissioni attuali Sono
riportate rispettivamente in verde e giallo e rosso le isolinee 1 e 3 ouEm3
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COD 15V055 PAGINA 141 194
Concentrazione media oraria di composti odorigeni (98degpercentile) (in ouEm3) nellrsquoipotesi di
incremento produttivo Sono riportate rispettivamente in verde giallo e rosso le isolinee 13 e 5
ouEm3
1742 Ammoniaca
Il modello di dispersione fornisce il quadro delle concentrazioni attese di NH3 sulla base delle emissioni
prodotte nel corso dellrsquoattivitagrave produttiva La Tabella 13 fornisce il quadro delle ricadute di questo
composto in prossimitagrave delle strutture di produzione Sono riportati i valori di concentrazione media
annua presso le abitazioni e i recettori discreti
Il valore di concentrazioni media annua stimato presso le sorgenti di emissione corrispondenti alla
bocca degli estrattore egrave 7 microgm3 il valore massimo giornaliero presso lrsquoimpianto egrave stimato in 14 allo
stato attuale A breve distanza ancora allrsquointerno del perimetro aziendale le concentrazioni calano
rapidamente e raggiungono presso le abitazioni individuate per la valutazione degli odorigeni livelli
inferiori a 1 microgm3 notevolmente inferiori alla soglia di percezione del composto
Nel caso lrsquoAzienda si orienti in direzione di un incremento produttivo come descritto in precedenza egrave
atteso un aumento delle emissioni di ammoniaca presso lrsquoimpianto il valore di concentrazione media
annua attesa saragrave di 95 microgm3 mentre il valore massimo giornaliero potragrave raggiungere i 185 microgm
3
Valori di concentrazione di ammoniaca determinati dal modello di dispersione presso le abitazioni
Distanza dalle sorgenti Concentrazione
media annua
stato attuale
Concentrazione
media annua
incremento produttivo
(m) microgm3 microgm
3
1 residenza Nord 400 lt 05 lt 05
2 residenza Est 426 lt 05 lt 05
3 residenza Sud 387 lt 05 lt 05
Valori di concentrazione di ammoniaca determinati dal modello di dispersione presso i ricettori
discreti
Distanza dalle sorgenti Concentrazione
media annua
Stato attuale
Concentrazione
media annua
Incremento produttivo
(m) microgm3 microgm
3
Estrattori 0 5051 6920
N 500 0102 0156
W 500 0284 0392
S 500 0244 0329
E 500 0130 0174
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 142 194 Settembre 2015
Concentrazione media annua di NH3 (in microgm
3) ndash Situazione attuale
Concentrazione media annua di NH3 (in microgm3) ndash Ipotesi di incremento produttivo
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 143 194
1743 Particolato fine
I valori attesi di PM dati dallrsquoelaborazione modellistica sono assai contenuti presso lrsquoarea dellrsquoimpianto
la concentrazione media annua data dalle sole emissioni dellrsquoimpianto si attesta sul valore di 26 microgm3
Allontanandosi di poche centinaia di metri le concentrazioni attese calano drasticamente e raggiungono
valori poco significativi Sia nelle condizioni attuali che con lrsquoincremento di produzione previsto le
concentrazioni presso i ricettori individuati si attestano su valori inferiori o pari a 1 microgm3
Valori di concentrazione di PM10 determinati dal modello di dispersione presso le abitazioni
Distanza dalle
sorgenti
Concentrazione
media annua
stato attuale
Concentrazione
media annua
incremento produttivo
(m) microgm3
microgm3
1 residenza Nord 400 1049 143
2 residenza Est 426 lt 05 0505
3 residenza Sud 387 lt 05 lt05
Valori di concentrazione di PM10 determinati dal modello di dispersione per i ricettori discreti
Distanza dalle
sorgenti
Concentrazione
media annua
Stato attuale
Concentrazione
media annua
Incremento produttivo
(m) microgm3
microgm3
Estrattori 0 2604 354
N 500 0657 0745
W 500 1199 1630
S 500 0950 1290
E 500 0748 1018
Le mappe che seguono riportano la distribuzione delle ricadute delle emissioni di PM10 Si osserva
come la superficie interessata dalle ricadute sia estremamente contenuta e non interessi le abitazioni
piugrave prossime allrsquoAzienda
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 144 194 Settembre 2015
Concentrazione media annua di PM10 (in microgm
3) ndash Situazione attuale
Concentrazione media annua di PM10 (in microgm
3) ndash Ipotesi di incremento produttivo
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COD 15V055 PAGINA 145 194
1744 Idrogeno solforato
I valori attesi di idrogeno solforato dati dallrsquoelaborazione modellistica sono come per gli altri composti
molto modesti Presso lrsquoarea dellrsquoimpianto la concentrazione media annua data dalle sole emissioni
dellrsquoimpianto si attesta sul valore di 114 microgm3
Allontanandosi di poche centinaia di metri le
concentrazioni attese calano ulteriormente e raggiungono valori del tutto trascurabili Sia nelle
condizioni attuali che con lrsquoincremento di produzione previsto le concentrazioni presso i ricettori
individuati si attestano su valori inferiori o pari a 1 microgm3 quindi ben al disotto della soglia di percezione
del composto
Valori di concentrazione di idrogeno solforato determinati dal modello di dispersione presso le
abitazioni
Distanza dalle
sorgenti
Concentrazione
media annua
stato attuale
Concentrazione
media annua
incremento produttivo
(m) microgm3 microgm
3
1 residenza Nord 400 0012 0058
2 residenza Est 426 0015 0020
3 residenza Sud 387 0011 0044
Valori di concentrazione di idrogeno solforato determinati dal modello di dispersione per i ricettori
discreti
Distanza dalle
sorgenti
Concentrazione
media annua
Stato attuale
Concentrazione
media annua
Incremento produttivo
(m) microgm3 microgm
3
Estrattori 0 1140 1560
N 500 0024 0033
W 500 0022 003
S 500 0046 0605
E 500 0854 0063
Le mappe che seguono riportano la distribuzione delle ricadute delle emissioni di H2S Si osserva come
la superficie interessata dalle ricadute sia estremamente contenuta e non interessi le abitazioni piugrave
prossime allrsquoAzienda
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PAGINA 146 194 Settembre 2015
Concentrazione media annua di H2S (in microgm3) ndash Situazione attuale
Concentrazione media annua di H2S (in microgm3) ndash Ipotesi di incremento produttivo
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COD 15V055 PAGINA 147 194
175 10 Considerazioni conclusive
Sono state analizzate le emissioni di alcuni inquinanti normati gas ad effetto serra e composti odorigeni
emessi dalle strutture produttive dellrsquoAzienda Agricola Maggiolo Lrsquoesame egrave stato condotto rispetto
allrsquoattuale livello di produzione dellrsquoallevamento avicolo e considerando unrsquoipotesi di aumento dei capi
accasati
Lrsquoaumento dei capi allevati nel corso dei cicli di produzione annui determina un aumento del rilascio di
in atmosfera da parte delle strutture dellrsquoallevamento proporzionale al numero di capi LrsquoAzienda si
trova in una zona idonea allrsquoallevamento per la relativamente scarsa densitagrave abitativa e la presenza di
una fascia di colture agricole che la separa dalle abitazioni piugrave prossime
Per verificare quale possano essere le concentrazioni di odorigeni PM10 H2S e NH3 nellrsquoarea
circostante lrsquoAzienda egrave stata condotta una indagine modellistica mediante il software Windimula
Questa ha evidenziato presso le abiazioni e ricettori discreti posizionati a 500 m valori molto contenuti
di tutti i composti considerati
La valutazione del potenziale disturbo legato a composti odorigeni egrave stata condotta secondo quanto
previsto dalle Linee Guida in materia predisposte dalla Regione Lombardia Le tre abitazioni poste ad
alcune centinaia di metri dallrsquoimpianto zootecnico non risultano interessati da disturbi olfattivi Anche i
valori di concentrazione attesi per NH3 e H2S non si ritiene possano avere impatto olfattivo
In conclusione si puograve ritenere che la presenza dellrsquoattivitagrave di produzione avicola condotta dallrsquoAzienda
Maggiolo non determini attualmente condizioni di disturbo olfattivo o apporti rilevanti di inquinati da
modificare il quadro locale della qualitagrave dellrsquoaria Con riferimento allrsquoincremento di capi da accasare di
cui egrave richiesta lrsquoautorizzazione si ritiene che ciograve pur determinando un modesto incremento delle
emissioni non comporteragrave alterazioni della qualitagrave dellrsquoaria e lrsquoemissione di odorigeni pur
occasionalmente percepita non causeragrave disturbi di natura olfattivo presso le abitazioni piugrave prossime
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PAGINA 148 194 Settembre 2015
18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALLrsquoATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO
181 Assi viari interessati dal traffico indotto
I flussi di traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento dellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave legato al trasporto
dei capi da e per lrsquoallevamento allrsquoapprovvigionamento di materie prime (in particolare mangime) ed al
trasporto dalla pollina a fine ciclo
I pulcini arrivano da San Pietro in Gugrave Dallo stesso comune arriva il mangime dai mangimifici del
gruppo Veronesi I capi sono portati ai macelli di Vazzola e San Martino Buonalbergo La pollina
viene tutta consegnata ad una fungaia Agrifung localizzata a Trevignano
La tabella che segue riporta le distanze tra lrsquoazienda agricola e le realtagrave aziendali
Distanze percorse dai mezzi
Consegna Distanza km Tipologia di strade
San Pietro in Gugrave Pulcini
Mangime
245 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti
Vazzola Capi a fine ciclo 515 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti
San Martino
Buonalbergo
Capi a fine ciclo 879 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti
Trevignano Pollina 167 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti
Nelle immagine sotto riportate viene indicata la viabilitagrave interessata dai mezzi di trasporto e che
verranno utilizzate per il trasporto dei capi a inizio e fine ciclo e delle materie
Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso Vazzola (da Google map)
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COD 15V055 PAGINA 149 194
Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso San Pietro in Gugrave (da Google map)
Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso San Martino Buon Albergo (da Google map)
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 150 194 Settembre 2015
Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso Trevignano (da Google map)
182 Stima del traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento
Durante il periodo di carico (accasamento) dei capi sono necessari attualmente 2 mezzi per ciclo
quando nello scenario di progetto si prevedono circa 6 mezzi per ciclo
Per il trasporto del mangime sono necessari attualmente circa 12 mezzi per ciclo (con autocisterne da
30 t) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 30 mezzi per ciclo (sempre con autocisterne
da 30 t)
Per il trasporto della pollina prodotta sono necessari attualmente circa 2 mezzi per ciclo (con mezzi da
30 t di cui il 70 di portata utile) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 5 mezzi per ciclo
(sempre da 30 t)
Durante il periodo di scarico dei capi sono necessari attualmente considerando un tipico ciclo misto
(come indicato nel quadro di riferimento progettuale) 2 mezzi per il primo sfoltimento (polli da 18 kg) 2
mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 27 kg) e quindi 6 mezzi per lrsquoultimo lo scarico dei polli da 36
kg Nello scenario di progetto considerando sempre lo stesso tipico ciclo misto saranno necessari 5
mezzi per il primo sfoltimento (polli da 18 kg) 4 mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 27 kg) e
quindi 16 mezzi per lrsquoultimo lo scarico dei polli da 36 kg
Contemporaneamente egrave possibile che il trasporto di mangime possa coincidere con il periodo si carico
dei capi essendo quindi possibile che il traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamenti sia pari ad un
massimo giornaliero (svolto nel solo periodo diurno) di 3 mezzi pesanti nella situazione attuale e 5
mezzi pesanti nello scenario di progetto
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COD 15V055 PAGINA 151 194
Situazione attuale e scenario di progetto ndash trasporto di materie
Trasporto capi
situazione attuale
scenario di progetto
Mezzi di trasporto inizio ciclo n capi 39500 110000
Mezzi di trasporto n 20 60
Mezzi di trasporto fine ciclo al macello
situazione attuale
scenario di progetto
sfoltimento a 18 kg n capi 111318 310000
Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 111318 310000
Peso vivo kgcapo 18 200 558
Numero di gabbie n capi per gabbia 48 2319 6458
Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n 20 50
sfoltimento a 27 kg n capi 71818 200000
Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 71818 200000
Peso vivo kgcapo 27 194 540
Numero di gabbie n capi per gabbia 32 2244 6250
Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n
20 40
sfoltimento a 36 kg n capi 211864 590000
Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 211864 590000
Peso vivo kgcapo 36 763 2124
Numero di gabbie n capi per gabbia 24 8828 24583
Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n
60 160
Mangime
situazione attuale
scenario di progetto
Fabbisogno di mangime t ciclo 3144 8392
Mezzo di trasporto (autocisterne da 30 t) n ciclo
120 300
Pollina a fine ciclo
situazione attuale
scenario di progetto
Produzione di pollina (dato medio considerata la consistenza media al netto della mortalitagrave) kgcapo 135 141
Produzione di pollina t ciclo 320 892
Mezzo di trasporto (30 t di cui 70 portata utile) n
20 50
situazione attuale
scenario di progetto
Mezzi di trasporto complessivi per ciclo n ciclo 260 660
Flusso massimo contemporaneo n giorno
30 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t
50 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t contemporanea allo sfoltimento
dei capi
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Az Agricola Maggiolo
PAGINA 152 194 Settembre 2015
Situazione attuale ndash tipico ciclo misto
numero di
capi Scorta di Mangime
Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine
ciclo Mezzi pollina
Totale mezzi massimo gg
850 30
30
1 19750 844
10
10
2 39500 833
10
10
3 39500 822
-
4 39500 811
-
5 39500 799
-
6 39500 788
-
7 39500 777
-
8 39500 766
-
9 39500 754
-
10 39500 743
-
11 39500 712
-
12 39500 682
-
13 39500 651
-
14 39500 620
-
15 39500 589
-
16 39500 559
-
17 39500 528
-
18 39500 497
-
19 39500 466
-
20 39500 436
-
21 39500 405
-
22 39500 326
-
23 39500 247
-
24 39500 168
-
25 39500 89
-
26 39500 10
-
27 39500 781 30
30
28 39500 702
-
29 39500 623
-
30 39500 544
-
31 39500 465
-
32 39500 386
-
33 39500 307
-
34 39500 228
-
35 39500 149
-
36 28368 92
20
20
37 28368 35
-
38 28368 829 30
30
39 28368 772
-
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COD 15V055 PAGINA 153 194
numero di
capi Scorta di Mangime
Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine
ciclo Mezzi pollina
Totale mezzi massimo gg
40 28368 715
-
41 28368 659
-
42 28368 602
-
43 28368 545
-
44 28368 488
-
45 28368 432
-
46 21186 352
20
20
47 21186 273
-
48 21186 193
-
49 21186 114
-
50 21186 34
-
51 21186 805 30
30
52 21186 725
-
53 21186 646
-
54 21186 567
-
55 21186 487
-
56 21186 408
-
57 21186 328
-
58 13506 278
20
20
59 5826 256
20
20
60 - 256
20
20
61
20
Studio di Impatto Ambientale
Az Agricola Maggiolo
PAGINA 154 194 Settembre 2015
Scenario di progetto ndash tipico ciclo misto
numero di capi
Scorta di Mangime
Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine
ciclo Mezzi pollina
Totale mezzi massimo gg
850 30
30
1 18333 845
10
10
2 36667 834
10
10
3 55000 819
10
10
4 73333 798
10
10
5 91667 772
10
10
6 110000 740
10
10
7 110000 709
-
8 110000 678
-
9 110000 646
-
10 110000 615
-
11 110000 529
-
12 110000 444
-
13 110000 358
-
14 110000 272
-
15 110000 187
-
16 110000 101
-
17 110000 16
-
18 110000 780 30
30
19 110000 694
-
20 110000 609
-
21 110000 523
-
22 110000 303
-
23 110000 83
-
24 110000 713 30
30
25 110000 493
-
26 110000 273
-
27 110000 53
-
28 110000 683 30
30
29 110000 463
-
30 110000 243
-
31 110000 23
-
32 110000 653 30
30
33 110000 433
-
34 110000 213
-
35 94640 24
20
20
36 79280 685 30 20
50
37 79000 527
10
10
Studio di Impatto Ambientale
COD 15V055 PAGINA 155 194
numero di capi
Scorta di Mangime
Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine
ciclo Mezzi pollina
Totale mezzi massimo gg
38 79000 369
-
39 79000 211
-
40 79000 53
-
41 79000 745 30
30
42 79000 587
-
43 79000 429
-
44 68760 291
20
20
45 59000 70
20
20
46 59000 699 30
30
47 59000 477
-
48 59000 256
-
49 59000 35
-
50 59000 664 30
30
51 59000 442
-
52 59000 221
-
53 59000 850 30
30
54 51320 657
20
20
55 43640 494
20
20
56 35960 359
20
20
57 28280 253
20
20
58 20600 176
20
20
59 12920 127
20
20
60 5240 108
20
20
61 -
20
20
62
20 20
63
20 20
64
10 10
Studio di Impatto Ambientale
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PAGINA 156 194 Settembre 2015
19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO
191 Premessa
La valutazione previsionale dellimpatto acustico comprese le misure fonometriche egrave stata eseguita dal
Dott Mario Zambrini e dallrsquoIng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel campo dellrsquoacustica
ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti rispettivamente con
Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714 del 3 Dicembre 2010
192 Stima dellrsquoimpatto acustico ndash modello di simulazione
Per la stima dellrsquoimpatto acustico determinato dalle attivitagrave di allevamento egrave stato utilizzato il software
Soundplan (versione 74) che utilizza quale riferimento di calcolo la norma internazionale ISO 9613-
21996 ldquoAcoustics ndash Attenuation of sound during propagation outdoors ndash Part 2 general method of
calculationrdquo per le sorgenti sonore puntuali
Il metodo di stima proposto dalla norma internazionale ISO 9613 consente di calcolare in
corrispondenza dei recettori acustici i livelli di pressione sonora associati alla presenza di un insieme di
sorgenti sonore
Tale modello calcola i livelli di pressione sonora determinati da una o piugrave sorgenti sonore in
corrispondenza di un numero potenzialmente infinito di recettori (LAT) al netto delle attenuazioni della
pressione sonora che ne influenzano la propagazione nel caso dellrsquoallevamento oggetto di valutazione
il modello considera dunque lrsquoattenuazione determinata dalla barriere (attenuazione determinata dalla
presenza di schermibarriere fisiche tra la sorgente ed il recettore Abar ovvero in questo caso
prevalentemente dallrsquoorografia del territorio ed i manufatti esistenti) divergenza geometrica (Adiv) (in
base allrsquoipotesi di propagazione del rumore in campo sferico) dallrsquoassorbimento dellrsquoatmosfera (Aatm) ed
alla cosiddetta ldquorugositagraverdquo del terreno (Agr)
ISO 9613-21996
(estratto riassuntivo illustrativo dei parametri utilizzati nella presente simulazione)
LAT = LW + Dc ndash (Adiv + Aatm + Agr + Abar) - Cmet
in cui
LAT livello equivalente di pressione sonora in corrispondenza del recettore acustico
LW livello di potenza sonora
Dc correzione che tiene conto della eventuale direttivitagrave della propagazione del rumore che nel caso di
una sorgente omnidirezionale risulta pari a 0 dB(A)
Adiv (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)
Aatm (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)
Agr (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)
Abar (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)
Cmet fattore di correzione meteoclimatico dipendente dalla direzione e velocitagrave del vento e del gradiente di
temperatura (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996) ndash non considerato nelle presenti
simulazioni
Nellrsquoambito delle simulazioni condotte tutte le sorgenti sonore sono considerate omnidirezionali
Nella stima dellrsquoAGr egrave stato utilizzato nelle simulazioni relative alle situazione attuale e allo scenario di
progetto un coefficiente ldquoGrdquo pari a 06 legato alla presenza di terreni porosi (che includono prato e
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COD 15V055 PAGINA 157 194
pascolo presenza di vegetazione e alberi o aree a seminativi)
Nellrsquoambito delle simulazioni condotte si sono assunti valori di temperatura umiditagrave e pressione
atmosferica rispettivamente pari a 10ordmC 70 e 101325 mbar
Per la stima del contributo dei flussi di traffico indotto dalle attivitagrave dellrsquoallevamento egrave stato utilizzato lo
software Soundplan adottando quale riferimento di calcolo il codice NMP ndash Routes ndash 96 (sviluppato da
SETRA-CERTU-LCP-CSTB) raccomandato dalla Commissione Europea per la determinazione dei
livelli sonori generati da traffico veicolare25
Le simulazioni acustiche sono state elaborate adottando i seguenti parametri numero di riflessioni pari
a 3 (utilizzato anche nel calcolo dei livelli di pressione in corrispondenza dei singoli edifici) griglia di
calcolo di 10 m di lato livello di interpolazione massimo di 9x9 (equivalente ad una stima dei livelli per
81 recettori interni alla cella) stima dei livelli di pressione ad una altezza di 4 m dal terreno nel caso
delle mappe acustiche ed in corrispondenza dei singoli recettori collocati al piano terreno eo al primo
piano
Sulla base di tali input il modello egrave quindi in grado di elaborare e rappresentare le curve isofoniche
corrispondenti ad altrettanti livelli di pressione sonora (espressi in questo caso come Livello sonoro
equivalente ponderato A ndash LAeq) previsti nellrsquointorno dellrsquoallevamento di progetto ovvero determinare il
livello di pressione sonora ipotizzabile in facciata ad ogni edificio individuato Le simulazioni tengono
inoltre in considerazione la presenza dei manufatti presenti sul territorio
Gli esiti delle simulazioni effettuate vengono rappresentati in forma grafica mediante mappe che
riportano le curve isofoniche per la visualizzazione dei livelli di pressione sonora (come contributo delle
sorgenti simulate) relativamente a tutto il territorio potenzialmente interessato
In corrispondenza dei singoli edifici presenti sul territorio si restituiscono invece puntualmente i livelli
di pressione sonora in facciata
Mappe acustiche riportate in allegato cartografico
Griglia di calcolo Scala di restituzione cartografica
Situazione attuale e scenario di progetto
Mappa acustica relativa al periodo diurno serale e notturno senza traffico indotto ndash solo sistema di ventilazione alla massima potenza
10 x 10 m 110000 13500
Situazione attuale
Mappa acustica relativa al periodo diurno durante le giornate con traffico indotto (sistema di ventilazione sempre alla massima potenza)
10 x 10 m 110000 13500
Scenario di progetto
Mappa acustica relativa al periodo diurno durante le giornate con traffico indotto (sistema di ventilazione sempre alla massima potenza)
10 x 10 m 110000 13500
25
Raccomandazione della Commissione del 6 Agosto 2003 concernente le linee guida relative ai metodi di calcolo aggiornati per il rumore dellrsquoattivitagrave industriale degli aeromobili del traffico veicolare e ferroviario e relativi dati di rumorositagrave (2003613CE)
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PAGINA 158 194 Settembre 2015
193 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici
Secondo il Piano di Classificazione Acustica del comune di Castelfranco Veneto approvato con
deliberazione del Consiglio Comunale n 103 del 3172003 si rileva che lrsquoarea oggetto di analisi si
colloca allrsquointerno della classe III ndash aree di tipo misto Come specifica anche la Relazione Illustrativa
ldquorientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento
con media densitagrave di popolazione con presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di
attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano
macchine operatricirdquo
Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Riese Pio X classifica lrsquoarea a sud ovest del comune
al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego in classe acustica II ldquoaree
destinate a uso prevalentemente residenzialerdquo Per tali aree ldquoIl DPCM 1391 determina che siano
inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con
bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali e assenza di attivitagrave
industriali e artigianali In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui lrsquoabitare egrave
evidentemente la funzione prioritaria e in cui mancano o comunque non sono significative le attivitagrave
commerciali che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni (negozi di generi
alimentari artigianato di servizio ecc) Lrsquoassenza di importanti assi di attraversamento e di strade
principali di connessione urbana lrsquoassenza di attivitagrave industriali e dellrsquoartigianato produttivo assieme
alla bassa densitagrave di popolazione consentono di individuare indicativamente tali aree solo in alcune
zone C del PRG vigente In particolare lrsquoassenza di attivitagrave di artigianato produttivo diventa elemento di
riconoscimento delle zone C da inserire in classe IIrdquo
Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castello di Godego individua la zona a nord est al
confine con il comune di Castelfranco Veneto in classe III ndash aree di tipo misto Come per il Piano di
Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato per le aree che
ricadono in questa classe valgono le prescrizioni del DPCM 1391
Lrsquoindividuazione dei potenziali recettori acustici egrave stata effettuata sulla base della Carta Tecnica
Regionale e sulla base del sopraluogo effettuato in loco noncheacute delle foto aeree
La tavola ldquoClassificazione acustica del territoriordquo (inclusa nellrsquoallegato cartografico) riporta lo stralcio
delle classificazioni acustiche dei tre comuni Nella stessa tavola vengono indicati i potenziali recettori
acustici selezionati collocati a minor distanza della azienda agricola ovvero degli assi viari interessati
dal traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento
La seguente tabella riporta lrsquoelenco dei manufatti selezionati ai fini della presente valutazione e
relativamente ai quali sono stati posizionati i recettori sul lato piugrave esposto allrsquoattivitagrave di allevamento e
relativo traffico indotto
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Potenziali recettori acustici (coordinate in sistema UTM WGS 84 zona 32 N)
Identificativo
recettore X Y Classe acustica VL immissione PD VL immissione PN
1 1726859 5064272 III 60 50
2 1726864 5064266 III 60 50
3 1726856 5064232 III 60 50
4 1726922 5064206 III 60 50
5 1726949 5064191 III 60 50
5n 1726941 5064196 III 60 50
5o 1726936 5064188 III 60 50
6 1726959 5064155 III 60 50
7 1727065 5064088 III 60 50
8 1727050 5064031 III 60 50
9n 1727023 5064026 III 60 50
9o 1727002 5064016 III 60 50
10 1727012 5063904 III 60 50
11 1726990 5063891 III 60 50
12 1726507 5063724 III 60 50
13 1726500 5063705 III 60 50
14 1726466 5063737 III 60 50
15 1726444 5063767 III 60 50
16 1726343 5063718 III 60 50
17 1726312 5063786 III 60 50
18 1726289 5063814 III 60 50
19 1726226 5063793 III 60 50
20 1726164 5063784 III 60 50
21 1726290 5063869 III 60 50
22 1726554 5064499 III 60 50
23 1726579 5064501 III 60 50
24 1726603 5064543 III 60 50
25 1726613 5064568 III 60 50
26 1726674 5064584 III 60 50
27 1726676 5064569 III 60 50
28 1726685 5064555 III 60 50
29 1726700 5064539 III 60 50
30 1726712 5064518 III 60 50
31 1726730 5064494 III 60 50
32 1726748 5064476 III 60 50
Az 1726547 5064199 III 60 50
S1 1727237 5063387 III 60 50
S2 1727215 5063351 III 60 50
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PAGINA 160 194 Settembre 2015
194 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate allrsquoattivitagrave di allevamento
1941 Sorgenti fisse e sorgenti mobili
Le principali sorgenti sonore dellrsquoallevamento polli da carne sono costituite dal sistema di ventilazione
forzata che garantisce idonee condizioni interne ai capannoni di allevamento La ventilazione dei
capannoni egrave di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete collocati nel lato
ovest di ciascun capannone nel capannone 1 2 ventilatori sono collocati nella parete laterale (sempre
lato ovest)
Ventilazione dei capannoni
Capannone Modello
EM50
Modello
ED36HE
1 6 -
2 8 -
3 8 -
4 8 -
5 4 2
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Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola 5 capannoni con relative sorgenti puntuali
(ventilatori assiali a parete) edificio residenziale del proprietario e gestore dellrsquoazienda agricola 3
manufatti (ricovero materiali e attrezzature agricole)
(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture)
Il regime di funzionamento dei ventilatori varia in funzione della fase di sviluppo dei capi del numero
presente in ciascun capannone ma principalmente dalle condizioni meteo climatiche variabile
chiaramente nellrsquoarco dellrsquoanno
In ogni caso sia nella situazione attuale che nello scenario di progetto in particolari condizioni di
temperatura e umiditagrave i ventilatori funzionano a pieno regime e tutti contemporaneamente In entrambi
gli scenari le simulazioni sono state effettuata assumendo in via cautelativa il funzionamento di tutti i
ventilatori a pieno regime
Nella tabella che segue si riportano i livelli di pressione sonora (misurati a 2 m di distanze dalla
sorgente) garantite dalla casa produttrice Munters relativamente ai modelli di ventilatori in uso
nellrsquoazienda agricola Maggiolo
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Livelli di pressione sonora dB(A) a 2 m
dalla sorgente
Fonte Munters specifiche tecniche dei modelli
EMEMS ndash EDHEEDSHE-EC air extraction
circulation fan ndash Declaration of conformity (2013)
Situazione attuale e scenario di progetto - Sorgenti fisse simulate
Capannone Modello EM50
Livello di
potenza sonora
dB(A) delle
singole sorgenti
Modello ED36HE
Livello di potenza
sonora dB(A) delle
singole sorgenti
1 4 882 2 958
2 8 882 - -
3 8 882 - -
4 8 882 - -
5 6 882 - -
I livelli di pressione indicati dalla casa produttrice sono stati convertiti in livelli di potenza sonora
associando al ventilatore una propagazione semisferica Come prima analisi egrave stato stimato il livelli di
pressione sonora a 2 m di distanza di un ventilatore (modello ED36 e modello EM50) collocato nella
parete di uno dei 5 capannoni su una superficie riflettente poicheacute la sorgente egrave collocata in una parete
la simulazione egrave stata effettuata considerando un coefficiente di correzione pari a + 3 dB(A)
In corrispondenza del punto collocato a 2 m la simulazione con un ventilatore ED36HE ha portato ad un
livello di pressione sonora pari a 831 dB(A) in linea con il dati fornito dalla casa produttrice che
chiaramente egrave stato determinato in condizioni controllate non riproducili
In corrispondenza del punto collocato a 2 m la simulazione con un ventilatore EM50 ha portato ad un
livello di pressione sonora pari a 754 dB(A) in linea con il dati fornito dalla casa produttrice che
chiaramente egrave stato determinato in condizioni controllate non riproducili
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Ricostruzione del modello 3D per
la verifica della conversione del
livello di pressione sonora in
livello di potenza sonora
Relativamente al traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento nella situazione attuale e nello scenario
futuro egrave stato simulato il traffico indotto dalla normale attivitagrave svolta e che si svolgeragrave nellrsquoazienda
agricola considerando il numero massimo di mezzi pesanti che in una stessa giornata arrivano ed
escono Quindi assumendo un massimo pari a 3 mezzi giorno nella situazione attuale e 5 mezzi
giorno nello scenario futuro In via cautelativi tali mezzi sono stati fatti transitare in un breve periodo di 6
ore riferito chiaramente al periodo esclusivamente diurno
Traffico indotto simulato
Situazione
attuale Veicoli Pesanti
Scenario di progetto
Veicoli Pesanti Tipo di flusso
Tipo di manto stradale
Numero massimo di mezzi pesanti in arrivo in una giornata
30 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t
50 per rifornimento
mangime fino ad una capacitagrave dei silos
pari a 85 t contemporanea allo sfoltimento dei capi
- -
Numero di ore di operativitagrave (assunzione cautelativa)
6 6 - -
Numero massimo di mezzi pesanti in in entrata uscita dallrsquoazienda
10 17 - -
Strada di accesso allrsquoazienda agricola Flussi di traffico in entrata uscita dallrsquoazienda vh
15 20 Flusso fluido
continuo Strada non
asfaltata
Velocitagrave media di percorrenza kmh 30 30
Viabilitagrave principale Flussi di traffico in entrata uscita dallrsquoazienda vh
15 20 Flusso fluido
continuo Asfalto poroso
Velocitagrave media di percorrenza kmh 50 50
Le sorgenti fisse sono state simulate sia nella situazione attuale che nello scenario di progetto sia nel
periodo diurno (dalle 6 alle 19) che in quello serale notturno (dalle 19 alle 6) periodo questo nel quale
viceversa non sono state simulate le sorgenti mobili Nel confronto con i limiti ed in attesa della
definizione a livello italiano di valori limite per il periodo serale si egrave assunto cautelativamente il valore
limite riferito al periodo notturno anche per la fascia serale compresa tra 19 e le 22 di sera
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PAGINA 164 194 Settembre 2015
Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola dei manufatti presenti intorno alla stessa e della
viabilitagrave
(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture di allevamento e la
distribuzione dei manufatti sul territorio circostante)
195 Livelli ambientali ante operam
1951 Indagine fonometrica
Lrsquoindagine fonometrica egrave stata condotta il 25 maggio 2015 in corrispondenza di due punti di rilevamento
ritenuti significativi e rappresentativi dalla situazione attuale ed ai fini della valutazione degli impatti
attesi a seguito dellrsquoampliamento dellrsquoallevamento
Le misure sono state effettuate con uno fonometro integratore di precisione in classe 1 con filtri e
microfoni conforme a quanto richiesto dal DM 16031998 (conformi alle specifiche tecniche IEC 61672-
12002 Class 1 IEC 60651-2001 60804-2000 e ANSI S14 ndash 1983 Tipo 13 11 Filtro di Ottave S111-
1986 Tipo 1C IEC61260-am1-2001 Class 1) (certificati di taratura n 9388 del 14 maggio 2013 e n
9386 del 14 maggio 2013)
Le misure sono state effettuate in conformitagrave con le specifiche definite dal DM Ambiente 16 marzo
1998rdquo In particolare le misure sono state effettuate posizionando il microfono munito di cuffia
antivento ad unrsquoaltezza di 15 m dal piano di campagna Durante il periodo di svolgimento delle misure
non sono state rilevate precipitazioni e la velocitagrave del vento era inferiore a 5 ms
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1952 Livelli ambientali rilevati
La restituzione del clima sonoro attuale nel periodo diurno egrave stata effettuata mediante la realizzazione
di n 2 misure fonometriche di durata pari a 20 e 30 minuti in corrispondenza di n 2 punti di
rilevamento interni allrsquoarea dellrsquoallevamento
Punto 01 ndash punto di misura localizzato a circa 21 m dai ventilatori del capannone 1 (lato ovest)
durante i 30 minuti della misura solo il sistema di ventilazione del capannone 1 egrave stato
mantenuto in funzionamento Durante il periodo di misura egrave sorvolata lrsquoazienda agricola un
aereo
Punto 02 ndash punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale (lato est) del capannone
1 durante i 20 minuti della misura solo il sistema di ventilazione del capannone 1 egrave stato
mantenuto in funzionamento Durante il periodo di misura non sono state rilevate sorgenti
esterne allrsquoazienda
Azienda Agricola Maggiolo ndash 01
Azienda Agricola Maggiolo ndash 02
I principali risultati delle misure effettuate sono riportati di seguito mentre nelle schede si possono
visualizzare i principali indicatori associati a ciascuna misura
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Risultati delle misure di rilevamento fonometrico
Indicazione
Scheda rilevamento
Inizio
Misura
Durata della
misura min Leq dB(A)
L1
dB(A)
L10
dB(A)
L50
dB(A)
L90
dB(A)
L99
dB(A)
01 1444 30 595 636 597 591 586 582
01 mascherata 1444 30 591 603 597 591 586 582
02 1520 20 451 494 465 447 433 423
Livelli equivalenti e livelli statistici arrotondati per eccesso (a 05)
Indicazione
Scheda rilevamento
Inizio
Misura
Durata della
misura min Leq dB(A)
L1
dB(A)
L10
dB(A)
L50
dB(A)
L90
dB(A)
L99
dB(A)
01 1444 30 595 64 60 595 59 585
01 mascherata 1444 30 595 605 60 595 59 585
02 1520 20 455 495 465 45 435 425
Le misure fonometriche effettuate hanno fatto rilevare
Punto 01 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 20 m dai ventilatori del
capannone 1 (lato ovest) un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione
sonora pari a 595 dB(A) (anche quando mascherato il passaggio dellrsquoaereo)
Punto 02 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale
(lato est) del capannone 1 un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione
sonora pari a 455 dB(A)
I livelli di pressione sonora rilevati risultano inferiori rispetto ai contributi stimati assumendo i livelli di
potenza sonora determinati per i modelli EM50 e ED36 assumendo che lrsquoattenuazione dal lato ovest
(sorgente) verso il lato est dei livelli di pressione interna allrsquocapannone egrave legata alla sola divergenza
geometrica e che il contributo dei capi egrave pari a 36 dB(A)
Punto 01 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 20 m dai ventilatori del
capannone 1 (lato ovest) un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione
sonora pari a 643 dB(A) rispetto ad un livello misurato pari a 595 dB(A) Il differenziale pari a
circa 5 dB(A) potrebbe essere legato ad un funzionamento non a pieno regime di tutti i
ventilatori durante il periodo di misura In ogni caso essendo il livello stimato superiore a quello
misurato si possono ritenere cautelativi i risultati delle stime in corrispondenza dei singoli
recettori
Punto 02 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale
(lato est) del capannone 1 un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione
sonora pari a 476 dB(A) rispetto ad un livello misurato pari a 451 dB(A) Anche in questo caso
il livello stimato risulta superiore a quello rilevato essendo quindi da ritenere cautelative le
stime in corrispondenza dei recettori
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Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola punti di misura fonometrica
(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture e il punto di rilevamento)
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196 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto
Lrsquoanalisi dei livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto ovvero del
cambiamento legato allrsquoampliamento del numero di capi allevati egrave stata fatta a partire dai risultati delle
seguenti simulazioni
Periodo diurno (assunto cautelativamente dalle 600 alle 1900)
o Situazione attuale funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5
capannoni traffico indotto massimo e pari a 1 mezzo allrsquoora in transito nella viabilitagrave di
accesso allrsquoazienda agricola e nella viabilitagrave principale per un numero di giorni totale
pari a 3 giorni per ciclo produttivo (si stima che per ciclo produttivo ci sia movimento di
mezzi pesanti per un totale pari a circa 12 giorni di cui 8 con un numero di mezzi totale
al giorno inferiore a quello simulato)
o Scenario progetto funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5
capannoni traffico indotto massimo pari a 17 mezzi allrsquoora in transito nella viabilitagrave di
accesso allrsquoazienda agricola e nella viabilitagrave principale per un giorno per ciclo produttivo
(si stima che per ciclo produttivo ci sia movimento di mezzi pesanti per un totale pari a
circa 31 giorni di cui 30 con un numero di mezzi totale al giorno inferiore a quello
simulato)
Periodo serale (dalle 1900 alle 2200) e notturno (dalle 2200 alle 600)
o Situazione attuale e di progetto funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori
istallati nei 5 capannoni sia nella situazione attuale e nello scenario di progetto
Assenza di traffico indotto
Sia la situazione attuale che lo scenario di progetto sono da considerarsi cautelative in quanto come
indicato piugrave volte il traffico di mezzi pesanti egrave limitato a solo alcune giornate e per un numero di mezzi al
giorno nella maggior parte dei casi inferiore a quello simulato Il regime di funzionamento dei
ventilatori dipende delle condizioni meteo climatiche non funzionando a pieno regime tutto lrsquoanno e
durante le 24 ore
In assenza di traffico indotto sia nella situazione attuale che in quella di progetto (durante i periodi
diurno serale e notturno) il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento si riscontra ovviamente in
prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I livelli interni allrsquoarea drsquoallevamento variano tra
420 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro 2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato
ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest risultano intorno a 70-73 dB(A) in funzione del numero di
ventilatori e della relativa potenza sonora Si consideri tuttavia che lungo il confine della proprietagrave sul
lato piugrave esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli risultano essere pari o inferiori a 70 dB(A) quando
invece nel lato meno esposto (est) i livelli risultano essere inferiori a 46 dB(A)
Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare in assenza di traffico indotto nella situazione
attuale che in quella di progetto (durante i periodi diurno serale e notturno) in corrispondenza dei
singoli recettori (da 1 a 32) tra 240 e 465 dB(A) In corrispondenza dei recettori stando ai risultati
delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) e notturno (che associamo anche al
periodo serale in attesa che venga definito a livello normativo un limite di immissione per il periodo
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PAGINA 174 194 Settembre 2015
serale) pari a 50 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti non risultano poter
essere superati per ragioni imputabili alla presenza dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due
scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attivitagrave di allevamento egrave chiaramente molto inferiore al limite
che il piano di classificazione acustica comunale ad esse ha associato (sempre classe III e non in
classe acustica I) risultando inferiore a 20 dB(A)
00
100
200
300
400
500
600
700
GF GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1F 2 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1
1 2 2 3 3 4 4 5 5 5n 5n 5o 5o 6 6 7 7 8 8 9n 9n 9o 9o 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 15 16 16 17 17 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 30 31 31 32 32 Az Az s1 s1 s2 s2
Contributo dellallevamento in giornate senza traffico indotto dB(A) periodo diurno serale e notturno (funzionamento sistema di ventilazione alla massima potenza)
PD PS PN giornate senza traffico indotto dB(A) Vli PN Vli PD
I dati sono stati arrotondati per eccesso a 05
Nel periodo diurno nella situazione attuale il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento compreso
il traffico indotto si riscontra ancora in prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I livelli interni
allrsquoarea drsquoallevamento variano tra 460 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro 2 metri dai
ventilatori dei capannoni (lato ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest si mantengono intorno a
70-73 dB(A) come nel periodo serale e notturno in funzione del numero di ventilatori e della relativa
potenza sonora Lungo il confine della proprietagrave sul lato piugrave esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli
si mantengono pari o inferiori a 70 dB(A) quando invece nel lato meno esposto (est) i livelli risultano
essere inferiori a 49 dB(A)
Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare nella situazione attuale diurna nelle giornate
durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dallrsquoazienda agricola in
corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24) tra 320 e 555 dB(A) In corrispondenza dei recettori
stando ai risultati delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) per la classe III nella
quale tutti i recettori sono inseriti non risulta poter essere superato per ragioni imputabili alla presenza
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dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attivitagrave di
allevamento nelle giornate con traffico indotto seppur piugrave elevato al solo funzionamento del sistema di
ventilazione in quanto in mezzi dovrebbero transitare sullrsquoasse viario che affianca entrambe le strutture
scolastiche risulta comunque inferiore al limite che il piano di classificazione acustica comunale ha
associato ad entrambe (in classe III) il contributo risulta inferiore a 46 dB(A) valore questo in ogni caso
compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione acustica per le due strutture con un
piugrave idoneo collocamento di ambedue in classe I (con un limite di immissione diurno pari a 50 dB(A)
Nel periodo diurno nello scenario di progetto il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento
compreso il traffico indotto si riscontra ancora in prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I
livelli interni allrsquoarea drsquoallevamento variano tra 470 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro
2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest si mantengono
intorno a 70-73 dB(A) come nel periodo serale e notturno e nella situazione attuale in funzione del
numero di ventilatori e della relativa potenza sonora Lungo il confine della proprietagrave sul lato piugrave
esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli si mantengono pari o inferiori a 70 dB(A) quando invece
nel lato meno esposto (est) i livelli risultano essere inferiori a 50 dB(A) con un incremento di 1 dB(A)
rispetto alla situazione attuale diurna
Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare nella situazione diurna di progetto nelle giornate
durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dallrsquoazienda agricola in
corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24) tra 335 e 580 dB(A) Anche nello scenario di progetto
in corrispondenza dei recettori stando ai risultati delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a
60 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti non risulta poter essere superato per
ragioni imputabili alla presenza dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2)
il contributo delle attivitagrave di allevamento nelle giornate con traffico indotto risulta inferiore a 48 dB(A)
valore questo in ogni caso ancora compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione
acustica per le due strutture
Per quanto riguarda il differenziale diurno (indicativo in quanto non calcolato chiaramente a partire da
dati interni agli ambienti abitativi) risulta inferiore a 25 dB(A) quindi non supera la soglia massima
ammissibili per il periodo diurno pari a 5 dB(A)
Si ritiene che in corrispondenza delle aziende agricole si debba aggiornare la classificazione acustica
associando allrsquoarea delle aziende agricola una classe acustica non inferiore alla VI (in relazione alla
quale il valore limite di emissione diurno e notturno egrave 65 dB(A) ed il limite di immissione diurno e
notturno egrave pari a 70 dB(A)) a causa necessitagrave di disporre di un sistema di raffrescamento con un
numero elevato di ventilatori
Stando ai risultati delle simulazioni effettuate si puograve ritenere che comunque il valore limite di
immissione riferito al periodo diurno (pari a 60 dB(A)) e al periodo serale e notturno (pari a 50 dB(A))
non saragrave superato in corrispondenza di alcun recettore per ragioni imputabili allrsquoattivitagrave di allevamento
Si tenga presente che gli scenari sono stati costruiti nella situazione piugrave cautelativa ovverossia
ipotizzando che il sistema di ventilazione funzione a pieno regime (al 100) con tutti gli aspiratori drsquoaria
in funzionamento in ciascuno dei capannoni e considerando il massimo contributo del traffico indotto
dalle attivitagrave di allevamento
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00
100
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400
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600
700
GF GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1F 2 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1
1 2 2 3 3 4 4 5 5 5n 5n 5o 5o 6 6 7 7 8 8 9n 9n 9o 9o 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 15 16 16 17 17 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 30 31 31 32 32 Az Az s1 s1 s2 s2
Contributo dellallevamento in giornate con traffico indotto dB(A) periodo diurno (funzionamento sistema di ventilazione alla massima potenza)
PD attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato sulle ore con traffico indotto)
PD di progetto in giornate con traffico indotto (livello ponderato sulle ore con traffico indotto)
Vli PD
I dati sono stati arrotondati per eccesso a 05
Contributo delle attivitagrave di allevamento in corrispondenza dei singoli recettori
recettore Piano
Periodo diurno serale e
notturno in giornate senza traffico indotto
Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato
sulle ore con traffico indotto)
Periodo diurno di progetto in giornate con
traffico indotto (livello
ponderato sulle ore con traffico
indotto)
Valore limite di
immissione periodo serale
notturno Vli PN
Valore limite di
immissione periodo diurno Vli PD
Differenziale periodo
diurno nelle giornate con
traffico indotto
1 GF 340 440 465 50 60 25
2 GF 340 435 455 50 60 20
2 F 1 340 430 450 50 60 20
3 GF 330 505 525 50 60 20
3 F 1 345 500 525 50 60 25
4 GF 285 555 580 50 60 25
4 F 1 315 540 565 50 60 25
5 GF 240 495 515 50 60 20
5 F 1 260 480 505 50 60 25
5n GF 310 525 550 50 60 25
5n F 1 325 520 540 50 60 20
5o GF 310 475 500 50 60 25
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recettore Piano
Periodo diurno serale e
notturno in giornate senza traffico indotto
Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato
sulle ore con traffico indotto)
Periodo diurno di progetto in giornate con
traffico indotto (livello
ponderato sulle ore con traffico
indotto)
Valore limite di
immissione periodo serale
notturno Vli PN
Valore limite di
immissione periodo diurno Vli PD
Differenziale periodo
diurno nelle giornate con
traffico indotto
5o F 1 330 480 500 50 60 20
6 GF 315 455 480 50 60 25
6 F 1 315 450 475 50 60 25
7 GF 265 420 440 50 60 20
7 F 1 280 420 445 50 60 25
8 GF 285 415 440 50 60 25
8 F 1 295 420 440 50 60 20
9n GF 290 380 405 50 60 25
9n F 1 300 385 405 50 60 20
9o GF 285 345 365 50 60 20
9o F 1 300 350 365 50 60 15
10 GF 285 330 340 50 60 10
10 F 1 285 335 350 50 60 15
11 GF 265 320 340 50 60 20
11 F 1 290 335 345 50 60 10
12 GF 425 430 430 50 60 00
12 F 1 430 435 435 50 60 00
13 GF 385 390 390 50 60 00
13 F 1 415 415 415 50 60 00
14 GF 430 430 435 50 60 05
14 F 1 435 435 440 50 60 05
15 GF 440 440 440 50 60 00
15 F 1 445 450 450 50 60 00
16 GF 400 405 405 50 60 00
16 F 1 405 410 410 50 60 00
17 GF 420 420 425 50 60 05
17 F 1 445 445 445 50 60 00
17 F 2 455 455 460 50 60 05
18 GF 440 440 440 50 60 00
18 F 1 455 460 460 50 60 00
19 GF 410 410 410 50 60 00
19 F 1 425 425 430 50 60 05
20 GF 420 420 420 50 60 00
20 F 1 430 435 435 50 60 00
21 GF 460 460 460 50 60 00
21 F 1 465 465 465 50 60 00
22 GF 365 375 380 50 60 05
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recettore Piano
Periodo diurno serale e
notturno in giornate senza traffico indotto
Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato
sulle ore con traffico indotto)
Periodo diurno di progetto in giornate con
traffico indotto (livello
ponderato sulle ore con traffico
indotto)
Valore limite di
immissione periodo serale
notturno Vli PN
Valore limite di
immissione periodo diurno Vli PD
Differenziale periodo
diurno nelle giornate con
traffico indotto
22 F 1 365 375 380 50 60 05
23 GF 355 370 375 50 60 05
23 F 1 365 380 385 50 60 05
24 GF 335 355 360 50 60 05
24 F 1 350 365 370 50 60 05
25 GF 285 320 335 50 60 15
25 F 1 345 360 365 50 60 05
26 GF 335 345 350 50 60 05
26 F 1 335 350 355 50 60 05
27 GF 335 350 355 50 60 05
27 F 1 335 350 355 50 60 05
28 GF 310 330 340 50 60 10
28 F 1 335 360 370 50 60 10
29 GF 335 350 360 50 60 10
29 F 1 335 350 355 50 60 05
30 GF 315 330 340 50 60 10
30 F 1 335 355 365 50 60 10
31 GF 335 355 370 50 60 15
31 F 1 335 355 360 50 60 05
32 GF 330 355 365 50 60 10
32 F 1 330 355 365 50 60 10
Az GF 425 425 425 50 60 00
Az F 1 445 445 445 50 60 00
Az F 1 445 445 445 50 60 00
s1 GF 200 455 475 50 60 20
s1 F 1 215 460 480 50 60 20
s2 GF 160 460 480 50 60 20
Piano GF ndash piano terreno F1 ndash primo piano
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20 RIFIUTI
I rifiuti prodotti dallrsquoAzienda Agricola sono quelli tipici di una azienda agricola zootecnica e consistono
per lo piugrave in imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti) in carta (per il trasporto
delle materie prime aggiuntive a quella trasportata con autobotti e caricata direttamente sui silos di
stoccaggio) ed in vetro (contenitori per medicinali) A seguito dellrsquoampliamento ci saragrave un conseguente
incremento della produzione di rifiuti non si prevedendo che vengano tuttavia diversificate le categorie
di rifiuti prodotti
Tipologia di rifiuti solidi prodotti dallrsquoazienda agricola
Rifiuti pericolosi
13 02 06 Scarti di olio sintetico per motori ingranaggi e lubrificazione
(ad esempio da trattori e gruppi elettrogeni)
15 01 10 Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze
(ad esempio disinfestanti)
Rifiuti non pericolosi
15 01 01 Imballaggi in carta e cartone
15 01 02 Imballaggi in plastica
15 01 05 imballaggi in materiali compositi
15 01 06 imballaggi in materiali misti
15 01 07 imballaggi di vetro
Per la gestione delle carogne (spoglie di animali morti prematuramente prima del loro conferimento al
macello) lrsquoazienda egrave dotata di apposita cella frigorifera adatta al contenimento temporaneo fino al
momento della consegna alla ditta autorizzata che effettua il relativo smaltimento a norma di legge
Nellrsquoazienda agricola egrave presente una area coperta nella quale verranno posizionati i contenitori per la
raccolta separata di tutti i rifiuti prodotti
21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE
Considerati i risultati delle analisi e valutazione effettuate ed esposte dei capitoli precedenti e
considerato che si tratta di un allevamento esistente il cui ampliamento non richiede la realizzazione di
ulteriore strutture e manufatti si ritiene non essere necessario effettuare delle indagini ad hoc sui temi
tratti e oggetto del presente studio di impatto ambientale
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22 ALLEGATO TECNICO
221 Aria e emissioni odorigene
2211 Bibliografia di riferimento
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Objectives - Volume I January 2004 pp 121 httpesrdalbertacaairobjectives-directives-policies-
and-standardsdocuments6655pdf
ARPAV 2014 Campagna di Monitoraggio della Qualitagrave dellAria Comune di PORTO VIRO Via Nello
Fregnan Periodo di attuazione 22012013 ndash 25022013 (semestre invernale) 20052013 ndash
15072013 (semestre estivo) Relazione Tecnica
Cesano M 2013 Emissioni di inquinanti provenienti da allevamenti animali in provincia di Cuneo
Studio dei diversi contributi alle emissioni gassose ARPA Piemointe Dip di Cuneo pp 32
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Navarotto P 2004 La zootecnia tra realtarsquo ed evoluzione Normativa in campo ambientale Mantova 4
giugno 2004 IPPC la riduzione delle emissioni in atmosfera nel settore zootecnico
Navarotto P Guarino M Brambilla M 2007 Odori emessi dagli allevamenti suinicoli come
prevederne lrsquointensitagrave a diverse distanze Quaderni della ricerca Regione Lombardia ndash Direzione
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OrsquoNeill D H V R Phillips 1992 A review of the control of odour nuisance from livestock buildings
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Pinna M 1977 Climatologia Torino Utet
Provolo P Riva E Serugrave S 2008Gestione e riduzione dellrsquoazoto di origine zootecnica Soluzioni
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Regione Lombardia 2010 Linea guida per la caratterizzazione e lautorizzazione delle emissioni
gassose in atmosfera delle attivitagrave ad impatto odorigeno
httpwwwretiregionelombardiaitsharedccurl10181021Linea20guida20odoripdf
Regione Toscana 2010 Criteri Direttivi Per Il Contenimento Delle Emissioni In Atmosfera Delle
Centrali Geotermoelettriche Prescrizioni da utilizzare nei procedimenti regionali di VIA e di
concessioneautorizzazione ex L 8961986 e LR 392006
Ritter W F Chitikela S R 2007Modeling Ammonia and Odor Emissions from Livestock and Poultry
Facilities A ReviewWorld Environmental and Water Resources Congress 2007 Restoring Our Natural
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and Levels and Air Pollution Effects Risks and Trends UNECE (2004)
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and development J Air Waste Manag Assoc 2011 Mar61(3)269-76
Yu Z Guo H Lagueuml C 2011b Development of a livestock odor dispersion model part II Model theory
and development J Air Waste Manag Assoc 2011 Mar 61(3)277-84 J Air Waste Manag Assoc 2011
Mar61(3)277-84
2212 Allegato ndash Descrizione del modello Windimula
SINTESI DELLA DESCRIZIONE DELLE EQUAZIONI UTILIZZATE DAL MODELLO WD3 ndash MAIND
SRL
Sistema delle coordinate
Il sistema di coordinate utilizzate egrave un sistema cartesiano con lrsquoasse x orientato da Ovest a Est e lrsquoasse y orientato
da Sud a Nord Le unitagrave di misura sono espresse in metri la posizione dei vari punti del reticolo cartesiano egrave
espressa dallrsquoequazione seguente
Calcolo delle distanze
Durante il calcolo il sistema di coordinate viene ruotato per portare lrsquoasse x a coincidere con la
direzione del vento
Le equazioni utilizzate sono le seguenti
- modifica della direzione del vento
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dove dirprov egrave la direzione di provenienza del vento in gradi (secondo le convenzioni meteorologiche
internazionali) inserita come dato di input
modifica della posizione della sorgente e del recettore
calcolo della distanza sottovento e della distanza perpendicolare alla direzione del vento di un recettore
rispetto alla sorgente
calcolo della distanza radiale sorgente-recettore (usato nel calcolo climatologico)
CALCOLO DEL PROFILO VERTICALE DEL VENTO
Calcolo del vento alla quota H
Teoricamente il vento che appare nella formulazione gaussiana dovrebbe essere inteso come valore
medio sullrsquoestensione del pennacchio Poicheacute i dati meteorologici di partenza sono generalmente
disponibili al suolo si utilizza una legge esponenziale per trasportare lrsquointensitagrave della velocitagrave del vento
alla quota desiderata mantenendone comunque costante la direzione Nel calcolo dellrsquoaltezza efficace
si utilizza la velocitagrave del vento riportata allrsquoaltezza fisica del camino nel calcolo ellrsquoequazione si utilizza
il valore medio tra la velocitagrave del vento riportata allrsquoaltezza fisica del camino e la velocitagrave del vento
riportata allrsquoaltezza efficace cioegrave allrsquoaltezza effettiva del rilascio Poicheacute in presenza di orografia questa
altezza puograve essere inferiore allrsquoaltezza fisica del camino si considera comunque la velocitagrave del vento
calcolata allrsquoaltezza del camino come valore limite inferiore
Lrsquoequazione utilizzata egrave la seguente
dove
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uHe velocitagrave del vento alla quota desiderata
uref velocitagrave del vento misurata alla quota zref
He quota di calcolo
z0 rugositagrave superficiale
p esponente che dipende dalla classe di stabilitagrave
Classe di stabilitagrave Coeff P
A 01
B 01
C 016
D 016
E 03
F 03
Nel caso in cui siano disponibili due set di misure a due quote diverse (z2 z1 con z2 gt z1) lrsquoesponente
p viene calcolato utilizzando questa formula
Limiti
la velocitagrave calcolata deve risultare comunque maggiore di umin (default 1 msec)
se lrsquoaltezza di calcolo e lrsquoaltezza della prima misura sono inferiori alla quota Hmin si pone u=u1
lrsquoaltezza di calcolo egrave assunta comunque maggiore di Hmin e minore di Hmax (default 200 m)
impostati nei parametri generali del calcolo
se lrsquoaltezza di calcolo egrave inferiore alla quota della prima misura si pone u=u1
in presenza di due set di dati si assume come direzione del vento quella piugrave vicina allrsquoaltezza
del rilascio
in caso di calma di vento si utilizza in diverso valore di umin (default 05 ms)
MODELLO SHORT TERM PER SORGENTI PUNTIFORMI IN PRESENZA DI VENTO
Formula generale dellrsquoequazione gaussiana
Lrsquoequazione gaussiana che esprime la concentrazione per sorgenti puntiformi elevate con emissioni
continue assume la seguente forma
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dove
Q emissione di inquinante espresso come massa per unitagrave di tempo
V termine verticale (par 32 )
D termine di decadimento (par 38 )
Σy (x) σ z (x) coefficienti di dispersione laterale e verticale (m)
u velocitagrave del vento alla quota del rilascio (ms)
x distanza sottovento tra la sorgente e il recettore rispetto alla direzione del vento (par 11 )
y distanza perpendicolare alla direzione del vento tra lrsquoasse del pennacchio e il recettore (par
11 )
z quota del recettore rispetto al suolo
Tale equazione viene ricavata in base alle seguenti ipotesi
processo stazionario
condizioni meteorologiche costanti
trasporto turbolento lungo lrsquoasse x trascurabile rispetto al trasporto per avvezione
coefficienti di dispersione costanti in y e z
emissione costante
suolo riflettente
Lrsquoequazione gaussiana non egrave applicabile in condizioni di calma di vento per questo motivo si assume
generalmente un valore minimo di 1 ms per la velocitagrave del vento
NOTA con questa formula generica egrave possibile calcolare C anche a quote superiori al suolo (ldquoflagpole
recettorerdquo)
Termine verticale
La forma generale del termine verticale V egrave la seguente
dove il secondo termine rappresenta lrsquoeffetto della riflessione del terreno e il termine Vinv rappresenta
lrsquoeffetto delle riflessioni del plume causate dalla presenza di unrsquo inversione in quota
Il termine h assume inizialmente la seguente forma
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formula utilizzata per descrivere il downwash degli edifici) e ΛH rappresenta il sovralzo dei fumi
Termine verticale in presenza di inversione in quota
Le classi ABC e D sono caratterizzate da un inversione in quota che limita la diffusione verticale La
quota di questa inversione in quota viene spesso indicata con il termine di altezza di rimescolamento
La presenza di questa inversione in quota modifica lrsquoequazione gaussiana con lrsquointroduzione del
termine Vinv
dove Vinv rappresenta la base dellrsquoinversione in quota
Il modello gaussiano non considera la possibilitagrave che il pennacchio riesca a superare lrsquoinversione nel
caso ciograve si realizzi la diffusione verso il basso viene fortemente inibita e i valori di concentrazione
risultano molto bassi Per questo motivo lrsquoinserimento di una inversione in quota piugrave bassa dei valori
standard dello strato rimescolato puograve portare a valori molto elevati e non realistici di concentrazione al
suolo La serie riportata nella formula converge abbastanza rapidamente e in generale sono sufficienti
poche iterazioni il parametro impostato di default esegue 4 riflessioni Il modello contiene dei valori di
default per lrsquoaltezza dello strato rimescolato egrave comunque possibile inserire un valore direttamente
come dato di input
Termine verticale per diffusione di particolato
In caso di diffusione di particolato o di gas pesanti il modello gaussiano viene modificato per tener
conto degli effetti legati alla velocitagrave di sedimentazione gravitazionale Il primo effetto sullrsquoequazione egrave
quello di introdurre un abbassamento dellrsquoasse del pennacchio modificando il termine h descritto in
precedenza
dove
vg rappresenta la velocitagrave di sedimentazione gravitazionale
u velocitagrave del vento alla quota del pennacchio
La modifica del termine h serve a tener conto dellrsquoeffetto della gravitagrave sulla diffusione dellrsquoinquinante e
viene generalmente indicato come Tilted Plume Model
Effetti della deposizione secca sullrsquoequazione
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In generale la deposizione degli inquinanti gassosi e del particolato leggero (particelle fino a 1 micron)
ha effetti trascurabili sulla concentrazione dovuta alla diffusione In caso contrario egrave necessario tener
conto del fatto che parte del materiale si deposita al suolo facendo cadere lrsquoipotesi di suolo riflettente In
generale la deposizione di un inquinante si puograve calcolare tramite la relazione
F flusso di deposizione al suolo
C(xy0) concentrazione al suolo
vd velocitagrave di deposizione
Si tenga presente che in caso di particolato la velocitagrave di deposizione NON egrave la velocitagrave di
sedimentazione gravitazionale In generale i fenomeni che determinano la deposizione cioegrave la cattura
da parte del suolo dellrsquoinquinante sono molto complessi ed esulano dalla trattazione di un modello
semplice come egrave il modello gaussiano anche percheacute richiedono generalmente lrsquointroduzione di
informazioni iniziali spesso non disponibili o di difficile reperibilitagrave che dipendono dal tipo di inquinante
dal tipo di terreno dal tipo di vegetazione e dalle condizioni meteorologiche Il modello quindi adotta un
approccio conservativo trascurando il calcolo della deposizione secca Tale approccio egrave sicuramente
adatto ad applicazioni di tipo regolatorio Il modello permette comunque di adottare la stessa soluzione
presente nel DIMULA ndash DOS che in caso di velocitagrave di sedimentazione diversa da zero ipotizza che
tutto lrsquoinquinante di depositi trascurando il termine di riflessione dellrsquoequazione gaussiana
Effetti della deposizione umida sullrsquoequazione (opzione avanzata)
Analogamente a quanto descritto per la deposizione secca la presenza della deposizione umida
modifica lrsquoequazione gaussiana per tener conto del materiale rimosso dalla pioggia diminuendo il
termine di emissione Contrariamente alla deposizione secca perograve la formulazione generalmente
adottata per la modifica dellrsquoequazione gaussiana egrave piugrave semplice ed ha la forma seguente
dove
λ = Scavening coefficiente (hr(smm))
R= rate di precipitazione (mmhr)
Il modello include il calcolo dellrsquoeffetto della deposizione umida si tenga presente che lrsquoinclusione di
questo calcolo serve SOLO per valutare lrsquoeffetto della deposizione umida sulle concentrazioni e NON
per calcolare il flusso di deposizione
Calcolo del Plume Rise
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Le equazioni utilizzate per il calcolo del plume rise si basano sulle note formulazioni di Briggs
raccomandate anche da EPA Lo schema utilizzato dal modello coincide quasi integralmente con lo
schema utilizzato da ISC e da CALPUFF
Definizione delle variabili
hS altezza fisica del camino (m)
hrsquoS altezza del camino modificata per effetto della scia del camino (m)
d diametro interno del camino (m)
rs raggio interno del camino
vs velocitagrave di efflusso dei fumi (ms)
Ts temperatura dei fumi (K)
dH sovralzo dei fumi
xf distanza alla quale si verifica il sovralzo finale dei fumi
us velocitagrave del vento alla bocca del camino (ms)
Ta temperatura dellrsquoaria
ϑpartz gradiente verticale della temperatura potenziale per la classe di stabilitagrave E
vale 002 (ISC) o 0015 (DIMULA) per la classe di stabilitagrave F vale 0035 (ISC) o 0037 (DIMULA)
Bh altezza degli edifici in direzione del vento
Bw larghezza dellrsquoedificio vicino alla sorgente perpendicolare alla direzione del vento
g accelerazione di gravitagrave (980616 ms2)
Effetto scia del camino (Stack aerodynamic effect)
La bassa pressione che si forma sottovento al camino puograve avere lrsquoeffetto di abbassare lrsquoasse del
pennacchio quando la velocitagrave di efflusso dei fumi risulta particolarmente bassa Quando la velocitagrave di
efflusso dei fumi risulta inferiore a 15 volte la velocitagrave del vento si valuta lrsquoeffetto di scia del
camino utilizzando la formula (Briggs) seguente
Lrsquoapplicazione di questa formula ha lrsquoeffetto di ridurre lrsquoaltezza fisica del rilascio
Il calcolo egrave opzionale (in quanto camini che soddisfano il criterio vs lt 15 us possono avere dispositivi
che prevengono lrsquoeffetto scia del camino Il calcolo non viene eseguito in caso di calma di vento
Limiti Per evitare che con camini bassi e larghi il valore corretto possa diventare negativo viene
assunto un limite inferiore come percentuale sul valore totale Un valore indicativo puograve essere 13
(pg204 ref 2) ISC e DIMULA limitano a 0 la correzione
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Parametri utilizzati nei calcoli del plume rise
Flusso di galleggiamento
Flusso del momento
Parametro di stabilitagrave
Calcolo del sovralzo dei fumi per atmosfera instabile o neutra
Si calcola la ldquocrossover temperaturerdquo che serve per determinare se il sovralzo egrave prevalentemente
guidato dal sopralzo termico o dal flusso di momento
per Fb lt 55
per Fb ge 55
Sovralzo dominato dal flusso di
galleggiamento
(T T ) ( T) S A c
FB lt 55
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FB = 55
FB gt 55
Sovralzo dominato dal flusso di momento
Calme di vento non crsquoeacute una trattazione specifica si pone u=umin
Limiti
bull la velocitagrave del vento alla bocca del camino viene comunque posta u gt= umin
bull nel caso in cui lrsquoaltezza efficace superi la quota dellrsquoinversione si veda 356
bull se lrsquoaltezza del camino (prima del calcolo) supera lrsquoaltezza di inversione o lrsquoaltezza dello strato
rimescolato la concentrazione viene posta a 0 su tutto il dominio
Calcolo del sovralzo dei fumi per atmosfera stabile
Si calcola la ldquocrossover temperaturerdquo che serve per determinare se il sovralzo egrave prevalentemente
guidato dal sovralzo termico o dal flusso di momento
Sovralzo dominato dal flusso di galleggiamento
Sovralzo dominato dal flusso di momento
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il sovralzo dominato dal momento in caso di atmosfera stabile e non puograve superare quello calcolato in
atmosfera instabile o neutra
Calma di vento
a causa del termine negativo ndash3d si impone che comunque il sovralzo non sia negativo
Limiti
Se lrsquoaltezza efficace supera lrsquoaltezza dello strato rimescolato si pone altezza efficace uguale altezza
dello stratorimescolato
Coefficienti di Dispersione
Il calcolo dei coefficienti di dispersione procede attraverso i seguenti passi
calcolo delle sigma di Briggs
correzione dei valori calcolati introducendo il calcolo della BID (Buoyancy Induced Dispersion)
In caso di utilizzo del modello di Huber Snyder per la valutazione del building downwash il
calcolo egrave modificato in questo modo (descritto nel capitolo successivo)
per distanze inferiori a 10BB calcola le σ y (x)e σ z (x) utilizzando le formule di tale modello e
scegliendo il valore massimo rispetto alle sigma di Briggs per distanze superiori calcola le σ y
(x+xvirt)e σ z (x+xvirt) di Briggs alla distanza x+xvirt
correzione dei valori calcolati introducendo il calcolo della BID (Buoyancy Induced Dispersion)
Formule di Briggs
Le formule di dispersione piugrave utilizzate nei modelli per il calcolo di σ y e σ z in mancanza di misurazioni
o calcoli diretti della turbolenza sono quelle di Briggs (1973) ottenute combinando una larga serie di dati
sperimentali
dove
b=1
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d=-05
e=1
f=1
e=1
f=1
DIMULA DOS contiene inoltre un modello per il calcolo delle formule di dispersione basato sulla
rugositagrave superficiale (egrave evidente che questo modello ha un senso quando viene fornito al modello un
campo xy di rugositagrave superficiale)
Termine di decadimento
Il termine di decadimento inserito nellrsquoequazione di concentrazione egrave un modo semplice per
considerare lrsquoeffetto sulla concentrazione della rimozione del materiale inquinante Tale rimozione puograve
essere dovuta a deposizione secca o umida a effetti chimici o altro Il termine di decadimento egrave della
forma
dove γ rappresenta il coefficiente di decadimento espresso in secondi alla meno 1 Assegnare a γ il
valore 0 significa trascurare il decadimento (opzione di default) Una relazione utile per calcolare γ se egrave
noto il tempo di dimezzamento della sostanza in esame egrave la seguente
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Il termine di decadimento potrebbe essere utilizzato per descrivere la perdita di materiale
dovuta alla deposizione umida utilizzando la seguente relazione
ψ = λR
dove λ rappresenta lo ldquoscavening coefficientrdquo (smmhr) -1 e R rappresenta il rate di precipitazione
(mmhr) si egrave preferito perograve tenere separati i due effetti per consentire lrsquoutilizzo continuativo del modello
con sequenze di dati meteo
MODELLO SHORT TERM PER SORGENTI AREALI IN PRESENZA DI VENTO
In genere le sorgenti areali vengono schematizzate come sorgenti puntiformi virtuali arretrate rispetto al
centro della sorgente areale questa schematizzazione si traduce sostanzialmente nellrsquoinserimento di
valori di dispersione iniziali che tengano conto della reale dimensione della sorgente utilizzando la
stessa equazione usata per descrivere le sorgenti puntiformi Un altro possibile approccio egrave quello di
considerare la concentrazione prodotta da una sorgente areale come il risultato della concentrazione
prodotta da n sorgenti puntiformi distribuite sullrsquoarea effettivamente occupata dalla sorgente areale
La formulazione di Cirillo e Cagnetti (12) adottata da DIMULA DOS prevede lrsquoutilizzo di due modelli
un modello per le grandi distanze basato sullrsquointegrazione dellrsquoequazione della sorgente
puntiforme sulla superficie dellrsquoarea della sorgente
un modello per le brevi distanze basato sulla modifica delle sigma orizzontali di dispersione
Viene calcolata una distanza di riferimento Xstar (formulazione no riportata) che rappresenta il limite dei
due modelli questa distanza egrave la distanza alla quale il calcolo delle sigma di dispersione dei due
modelli coincide
Il calcolo della dispersione verticale
Il coefficiente di dispersione verticale viene calcolato in entrambi i modelli secondo la seguente formula
dove σz rappresenta la dispersione calcolata secondo le formule di Briggs e σz0 rappresenta la
dispersione verticale iniziale e viene inserita come dato di input dallrsquoutente In letteratura sono riportate
diverse indicazioni per lrsquoassegnazione di questo valore
Dimula DOS utilizza lrsquoaltezza degli edifici intorno alla sorgente divisa per 25
ISC suggerisce di utilizzare la dimensione verticale della sorgente divisa per 215 se la sorgente
egrave vicina al suolo ed isolata lrsquoaltezza degli edifici divisa per 215 se la sorgente egrave elevata o
adiacente a edifici lrsquoaltezza della sorgente divisa per 43 se la sorgente egrave elevata ed isolata
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42 Il modello per X lt Xstar
Il modello per piccole distanze egrave il modello puntiforme con la dispersione laterale modificata secondo la
formula
dove
σy dispersione calcolata secondo le formule di Briggs
R area della sorgente
K(R) funzione definita per il trasporto di lunga distanza
sf fattore moltiplicativo del raggio della sorgente areale per il calcolo della Sigma Y iniziale (impostato
nei parametri generali del calcolo con valore di default 05)
MODELLO PER LE CALME DI VENTO
Inquadramento
Ai fini delle misure strumentali le calme di vento sono tutte quelle situazioni meteorologiche nelle quali
gli strumenti di
misura non riescono a definire una direzione e una intensitagrave del vento
A questa situazione strumentale (assenza del dato) corrispondono in realtagrave moltissime e diverse
situazioni meteorologiche
La gestione modellistica delle calme di vento presenta sostanzialmente due problemi
mancanza di dati per inizializzare i modelli
varietagrave delle situazioni meteorologiche che ricadono nella definizione di calme di vento
Queste difficoltagrave hanno portato lrsquoEPA e definire una metodologia per trattare le calme di vento che
consiste in un preprocessamento dei dati meteorologici finalizzato allrsquoeliminazione delle condizioni di
calma
I modelli gaussiani in particolare non sono in grado di gestire le calme di vento
per ragioni fisiche in quanto contrastano con le ipotesi di derivazione della formulazione
gaussiana
per ragioni matematiche in quanto la velocitagrave del vento egrave presente a denominatore
La soluzione presente nella versione precedente di DIMULA si basa sul modello CAGNETTI
FERRARA questo modello basato sullrsquointegrazione temporale dellrsquoequazione gaussiana a puff
presenta perograve il difetto di divergere nellrsquoorigine calcolando valori irrealistici e sovrastimati nei recettori
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vicini alla sorgente Per questo motivo egrave la trattazione delle calme e delle condizioni di vento debole egrave
stata modificata adottando il modello CIRILLO POLI
Trattamento delle condizioni di calma nel modello short term con sequenza di dati orari
La gestione del calcolo in base ai dati di ogni singolo record orario per sorgenti puntiformi segue lo
schema seguente
La gestione del calcolo in base ai dati di ogni singolo record orario per le sorgenti areali segue il
seguente schema
Il modello di Cirillo Poli non si applica alle sorgenti areali nelle situazioni di mancanza di dati si applica
un modello gaussiano con split sigma
Il modello gaussiano ridotto con split sigma presenta le seguenti ipotesi
la distanza x egrave assunta come distanza radiale
la distanza y egrave assunta pari al raggio della sorgente areale
Sigmaz egrave calcolata come nel modello gaussiano
seguendo Cirillo e Poli Sigmay egrave calcolata da
bull
dove richiesto si assume come velocitagrave del vento il valore minimo impostato di default dal modello per
le situazioni di calma