AZIENDA AGRICOLA MAGGIOLO ALLEVAMENTO DI POLLI DA...

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Sistema di gestione per la qualità certificato da DNV UNI EN ISO 9001:2008 CERT-12313-2003-AQ-MIL-SINCERT Sistema di gestione ambientale certificato da DNV UNI EN ISO 14001:2004 CERT-98617-2011-AE-ITA-ACCREDIA Progettazione ed erogazione di servizi di ricerca, analisi, pianificazione e consulenza nel campo dell’ambiente e del territorio AZIENDA AGRICOLA MAGGIOLO ALLEVAMENTO DI POLLI DA CARNE NEL COMUNE DI CASTELFRANCO VENETO (TV) Studio di impatto ambientale (compresa la Valutazione previsionale di impatto acustico) Relazione Settembre 2015

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Sistema di gestione per la qualitagrave certificato da DNV

UNI EN ISO 90012008

CERT-12313-2003-AQ-MIL-SINCERT

Sistema di gestione ambientale certificato da DNV

UNI EN ISO 140012004

CERT-98617-2011-AE-ITA-ACCREDIA

Progettazione ed erogazione di servizi di ricerca analisi pianificazione e consulenza nel campo dellrsquoambiente e del territorio

AZIENDA AGRICOLA

MAGGIOLO

ALLEVAMENTO DI POLLI DA

CARNE NEL COMUNE DI

CASTELFRANCO VENETO (TV)

Studio di impatto ambientale (compresa la Valutazione

previsionale di impatto acustico)

Relazione

Settembre 2015

Studio di Impatto Ambientale

Az Agricola Maggiolo

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Societagrave proponente

Az Agricola Maggiolo

Via Bella Venezia 147 Castelfranco

Societagrave responsabile dello Studio di Impatto Ambientale

AMBIENTE ITALIA SRL

Via Carlo Poerio 39 - 20129 Milano

tel +3902277441 fax +390227744222

wwwambienteitaliait

Posta elettronica certificata

ambienteitaliasrlpecambienteitaliait

Il gruppo di lavoro che ha eseguito le analisi e contribuito alla stesura dello Studio di impatto ambientale egrave

cosigrave composto

Approvazione degli elaborati Dott Mario Zambrini

Responsabile di progetto Eng Teresa Freixo Santos

Aspetti progettuali Dott ssa Anna Geotti

Eng Teresa Freixo Santos

Aspetti programmatici

Analisi Ambientali

Stima degli impatti

Dott Armando Buffoni

Eng Teresa Freixo Santos

Arch Mario Miglio

Dott ssa Valentina Toninelli

Dott Mario Zambrini

Elaborazioni cartografiche e simulazioni fotografiche Dottssa Valentina Toninelli

La valutazione previsionale dellimpatto acustico inclusa la campagna di monitoraggio acustico egrave

stata eseguita dal Dott Mario Zambrini e dallrsquoEng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel

campo dellrsquoacustica ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti

rispettivamente con Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714

del 3 Dicembre 2010

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 3 194

INDICE

1 PREMESSA 8

11 Oggetto dello Studio di impatto ambientale 8

12 Riferimenti normativi 8

13 Struttura dello studio di impatto ambientale 9

14 Gruppo di lavoro 10

2 NORME MINIME PER LA PROTEZIONE DEI POLLI DA CARNE 12

3 AZIENDA AGRICOLA 15

31 Caratteristiche dei capannoni di allevamento 17

311 Silos per lo stoccaggio mangime 20

312 Sistema di ventilazione 21

32 Attivitagrave di allevamento ndash descrizione delle fasi di allevamento nella situazione

attuale e nello scenario di progetto 22

4 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLA SITUAZIONE ATTUALE 26

5 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLO SCENARIO DI PROGETTO 29

51 Motivazione dellrsquointervento di ampliamento 29

52 Dimensionamento dellrsquoallevamento in caso di ampliamento 29

6 GESTIONE DEI MATERIALI PALABILI ESISTENTE E PREVISTO DAL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DEL NUMERO DI CAPI 32

7 CONSUMI DI RISORSE E CARATTERISTICHE DELLE EMISSIONI IN AMBIENTE ESTERNO 34

71 Consumo di materie prime 34

72 Consumi energetici 35

73 Ciclo idrico 36

74 Scarichi idrici 37

75 Spolgie di animali 37

76 Produzione di rifiuti solidi 38

77 Emissioni in atmosfera 38

8 DISTANZE MINIME SECONDO LA DGR 8562012 39

9 DECOMMISSIONING 40

10 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE 42

101 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ndash Regione Veneto 42

1011 Riferimenti generali 42

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1012 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 43

102 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ndash Provincia di Treviso 44

1021 Riferimenti generali 44

1022 Relazioni con le previsioni del PTCP 46

103 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castelfranco Veneto 48

1031 Riferimenti generali 48

1032 Relazioni con le previsioni del PAT 49

104 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castello di Godego 54

1041 Riferimenti generali 54

1042 Relazione con le previsioni del PAT 54

1043 Relazione con le previsioni del PRG 60

105 Classificazione acustica del territorio comunale 61

1051 Riferimenti generali 61

1052 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 63

106 Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (e norme in materia di

salvaguardia da rischio di inquinamento da nitrati) 64

1061 Riferimenti generali 64

1062 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 66

107 Piano per lrsquoAssetto Idrogeologico del Bacino scolante nella Laguna di

Venezia 67

1071 Riferimenti generali 67

1072 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 67

108 Piano di Risanamento della Qualitagrave dellrsquoAria 69

1081 Riferimenti generali 69

1082 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 69

109 Programma di Sviluppo Rurale 70

1091 Riferimenti generali 70

1092 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 71

1010 Aree Protette 71

10101 Riferimenti generali 71

10102 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 72

1011 Rete Natura 2000 72

10111 Riferimenti generali 72

10112 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 74

1012 Important Bird Area (IBA) 75

10121 Riferimenti generali 75

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COD 15V055 PAGINA 5 194

10122 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 75

1013 Zone umide di importanza internazionale 75

10131 Riferimenti generali 75

10132 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 76

11 REGIME VINCOLISTICO 76

111 Vincolo sismico 76

1111 Riferimenti generali 76

1112 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine 77

112 Vincolo idrogeologico 78

1121 Riferimenti generali 78

1122 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine 78

113 Patrimonio culturale beni culturali e beni paesistici vincolati 78

1131 Riferimenti generali 78

1132 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e lrsquoallevamento avicolo 79

12 USI DEL SUOLO 85

121 Impatti sullrsquouso del suolo 85

13 FLORA E FAUNA 86

131 Fauna 86

132 Flora 91

133 Stima degli impatti 91

14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI 93

141 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici 93

142 Impatti sui beni architettonici e archeologici 98

15 PAESAGGIO 101

151 Quadro conoscitivo del Paesaggio 101

152 Caratteri del Paesaggio nellrsquoarea di analisi 106

153 Impatti sul paesaggio 107

16 ACQUE 109

161 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee 109

162 Consumi di acqua 113

163 Impatti sulle acque 113

17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE 114

171 Premessa 114

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PAGINA 6 194 Settembre 2015

172 Breve richiamo delle caratteristiche dellrsquoAzienda e dellrsquoattivitagrave di allevamento116

173 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo 117

174 Emissione aziendali 119

1741 Fattori di emissione 119

1742 Quadro emissivo aziendale 120

1743 Sorgenti fugitive 123

1744 Ventilazione 123

175 Quadro meteoclimatico 124

1751 Precipitazioni 124

1752 Temperatura 125

1753 Umiditagrave relativa 126

1754 Anemolologia 127

1755 Classi di stabilitagrave atmosferica 130

171 Qualitagrave dellrsquoaria 130

172 Modello di dispersione 131

1721 Scelta della tipologia di modello e del codice software 131

1722 Estensione del dominio territoriale di analisi 131

1723 Scansione temporale 131

1724 Descrizione del modello 132

1725 Dati di input del modello 134

1726 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie 134

173 Normativa di riferimento 135

1731 Particolato 135

1732 Ammoniaca 135

1733 Idrogeno solforato 136

1734 Composti odorigeni 136

174 Risultati delle simulazioni 138

1741 Composti odorigeni 138

1742 Ammoniaca 141

1743 Particolato fine 143

1744 Idrogeno solforato 145

175 10 Considerazioni conclusive 147

18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALLrsquoATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO 148

181 Assi viari interessati dal traffico indotto 148

182 Stima del traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento 150

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COD 15V055 PAGINA 7 194

19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO 156

191 Premessa 156

192 Stima dellrsquoimpatto acustico ndash modello di simulazione 156

193 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici 158

194 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate allrsquoattivitagrave di allevamento 160

1941 Sorgenti fisse e sorgenti mobili 160

195 Livelli ambientali ante operam 164

1951 Indagine fonometrica 164

1952 Livelli ambientali rilevati 165

196 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto 173

20 RIFIUTI 179

21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE 179

22 ALLEGATO TECNICO 180

221 Aria e emissioni odorigene 180

2211 Bibliografia di riferimento 180

2212 Allegato ndash Descrizione del modello Windimula 181

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PAGINA 8 194 Settembre 2015

1 PREMESSA

11 Oggetto dello Studio di impatto ambientale

LrsquoAzienda Agricola Maggiolo egrave localizzata in Via Bella Venezia 147 Castelfranco Veneto in Provincia di

Treviso Nellrsquoazienda agricola si svolge lrsquoattivitagrave di allevamento di polli a terra fino ad un massimo di

39500 polli per ciclo Lrsquoazienda intende sfruttare la potenzialitagrave massima pari a 110000 capi per ciclo

Per tanto lrsquoazienda intende avviare le seguenti procedure

Valutazione di impatto ambientale ai sensi del D Lgs 1522006 smi ldquoNorme in materia ambientalerdquo

in quanto ricadente al punto ac) dellrsquoAllegato III ldquoImpianti per lallevamento intensivo di pollame o di

suini con piugrave di 85000 posti per polli da ingrasso 60000 posti per gallinerdquo

Valutazione di incidenza ai sensi del DPR 35797 Regolamento recante attuazione della direttiva

9243CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali noncheacute della flora e

della fauna selvaticherdquo in quanto rientrare allrsquointerno della area Natura 2000 ZPS IT3240026 ldquoPrai di

Castello di Godegordquo

Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ai sensi del D Lgs 1522006 smi in quanto ricadente al

punto 66 a) dellrsquoAllegato I ldquoImpianti per lallevamento intensivo (hellip) con piugrave di 40000 posti

pollamerdquo

La presente relazione costituisce quindi lo studio di impatto ambientale funzionale allo espletamento

della procedura di Valutazione di impatto ambientale di competenza della Provincia di Treviso

12 Riferimenti normativi

In data 14 febbraio 2009 sono entrate in vigore le norme in materia di procedure di VIA (Valutazione di

Impatto Ambientale) cosigrave come previsto dallrsquoart 35 ldquoDisposizioni transitorie e finalirdquo della Parte

Seconda del D Lgs 15206 ldquoNorme in materia ambientalerdquo come modificato successivamente

Drsquoaccordo con il D Lgs 15206 e smi art 35 ldquoDisposizioni transitorie e finalirdquo ldquo1 Le regioni adeguano il

proprio ordinamento alle disposizioni del presente decreto entro dodici mesi dallentrata in vigore In

mancanza di norme vigenti regionali trovano diretta applicazione le norme di cui al presente decreto 2

Trascorso il termine di cui al comma 1 trovano diretta applicazione le disposizioni del presente decreto

ovvero le disposizioni regionali vigenti in quanto compatibili (hellip)rdquo Con le DGRV n 308 del 10 febbraio

2009 n 327 del 17 febbraio 2009 (Allegati A e B) n 4145 del 29 dicembre 2009 n 1539 del 27

settembre 2011 e ancora n n 575 del 03 maggio 2013 la Regione del Veneto ha delineato gli indirizzi

applicativi specifici in materia di valutazione ambientale di coordinamento tra il Dlgs 1522006 come

modificato ed integrato dal DLgs 42008 con la LR 101999

Secondo la normativa nazionale (e regionale) vigente sono sottoposti a procedura di VIA tra altre

tipologie (All III) le seguenti tipologie di allevamento

ac) Impianti per lrsquoallevamento intensivo di pollame o di suini con piugrave di

o 85000 posti per polli da ingrasso 60000 posti per galline

o 3000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg) o

o 900 posti per scrofe

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COD 15V055 PAGINA 9 194

13 Struttura dello studio di impatto ambientale

Lo studio di impatto ambientale egrave stato predisposto sulla base delle indicazioni di cui al D Lgs

1522006 smi Allegato VII - Contenuti dello Studio di impatto ambientale e che fanno riferimento

drsquoaccordo con lrsquoart 22 del medesimo decreto a

a) descrizione del progetto con informazioni relative alle sue caratteristiche alla sua localizzazione

ed alle sue dimensioni

b) descrizione delle misure previste per evitare ridurre e possibilmente compensare gli impatti

negativi rilevanti

c) dati necessari per individuare e valutare i principali impatti sullambiente e sul patrimonio

culturale che il progetto puograve produrre sia in fase di realizzazione che in fase di esercizio

d) descrizione sommaria delle principali alternative prese in esame dal proponente ivi compresa

la cosiddetta opzione zero con indicazione delle principali ragioni della scelta sotto il profilo

dellimpatto ambientale

e) descrizione delle misure previste per il monitoraggio

Lo studio di impatto ambientale egrave quindi articolato coerentemente con le disposizione di cui allrsquoAllegato

VII secondo lrsquoarticolazione di massima presentata nello schema seguente

A Quadro di riferimento programmatico

Descrive sinteticamente gli elementi conoscitivi ed analitici utili ad inquadrare dellrsquointervento nel contesto

della pianificazione territoriale riferita alla regione alla provincia ed al comune interessato dallrsquoallevamento

noncheacute nel quadro definito dalle norme settoriali vigenti e in itinere In particolare verranno

analizzati e sintetizzati gli elementi di pianificazione e programmazione territoriale e di settore vigenti e

previsti con i quali lrsquoopera proposta interagisce

verificate ed illustrate le interazioni dellrsquoopera con gli atti di pianificazione e la compatibilitagrave con le relative

prescrizioni

B Quadro di riferimento progettuale

Descrive sinteticamente riprendendo quanto sviluppato nel Progetto dellrsquointervento tutte le opere e le

attivitagrave previste in fase di cantiere ed in fase di piano funzionamento con particolare riferimento alle

componenti ed alle azioni progettuali significative in ordine ai potenziali impatti sullrsquoambiente ed alla loro

mitigazione Illustra i criteri alla base della scelta localizzativa e tecnologica

C Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti

Lrsquoinquadramento territoriale ed ambientale dellrsquoimpianto persegue lrsquoobiettivo di illustrare le conoscenze

disponibili circa le caratteristiche dellrsquoarea coinvolta dal medesimo intervento funzionalmente alla definizione

di eventuali ambiti di particolare criticitagrave ovvero di aree sensibili eo vulnerabili

Individua e caratterizza i potenziali impatti derivanti dalla realizzazione dellrsquoallevamento stima le potenziali

modifiche indotte sullrsquoambiente (situazione attuale) individua e descrive le misure da adottare per

minimizzare mitigare o compensare gli impatti del progetto Inoltre individua le misure previste per il

monitoraggio in fase di esercizio

Piano di Monitoraggio

Allegato cartografico

Sintesi non tecnica

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PAGINA 10 194 Settembre 2015

14 Gruppo di lavoro

Il gruppo di lavoro che ha eseguito le analisi e contribuito alla stesura dello Studio di impatto

ambientale per conto di Ambiente Italia srl egrave cosigrave composto

Approvazione degli elaborati Dott Sc Agr Mario Zambrini

Responsabile del progetto Eng Teresa Santos

Quadro di riferimento programmatico Eng Teresa Santos

Arch Mario Miglio

Dottssa Valentina Toninelli

Quadro di riferimento progettuale Eng Teresa Santos

Dottssa Anna Geotti

Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti

Aria e Odori Dott Armando Buffoni

Rumore Eng Teresa Santos Dott Sc Agr Zambrini

Acque e Suolo Eng Teresa Santos

Ecosistemi Flora e Fauna Dottssa Toninelli

Assetto territoriale e Paesaggio Arch Mario Miglio

Traffico Eng Teresa Santos

Elaborazione cartografia e fotografica Dottssa Valentina Toninelli

Documentazione ai fini della procedura di AIA Dottssa Anna Geotti

Studio per la valutazione di incidenza Dottssa Valentina Toninelli

La valutazione previsionale dellimpatto acustico inclusa la campagna di monitoraggio acustico egrave stata

eseguita dal Dott Mario Zambrini e dallrsquoIng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel campo

dellrsquoacustica ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti

rispettivamente con Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714 del

3 Dicembre 2010

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COD 15V055 PAGINA 11 194

QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE

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2 NORME MINIME PER LA PROTEZIONE DEI POLLI DA CARNE

Con Decreto legislativo 27 settembre 2010 n 181 egrave stata recepita in Italia la Direttiva 200743CE che

stabilisce norme minime per la protezione di polli allevati per la produzione di carne Secondo tale

decreto

1 Tutti gli stabilimenti devono rispettare le disposizioni di cui allallegato I

Abbeveratoi 1 Gli abbeveratoi sono posizionati e sottoposti a manutenzione in modo da ridurre al

minimo le perdite

Alimentazione 2 Il mangime egrave disponibile in qualsiasi momento o soltanto ai pasti e non

devessere ritirato prima di 12 ore dal momento previsto per la macellazione

Lettiera 3 Tutti i polli hanno accesso in modo permanente a una lettiera asciutta e friabile in

superficie

Ventilazione e riscaldamento 4 Vi deve essere sufficiente ventilazione per evitare il

surriscaldamento se necessario in combinazione con i sistemi di riscaldamento per rimuovere

lumiditagrave in eccesso

Rumore 5 Il livello sonoro deve essere il piugrave basso possibile La costruzione linstallazione il

funzionamento e la manutenzione dei ventilatori dei dispositivi di alimentazione e di altre

attrezzature sono tali da provocare la minore quantitagrave possibile di rumore e che in ogni caso non

arrechino danno agli animali

Luce 6 Tutti gli edifici sono illuminati con unintensitagrave di almeno 20 lux durante le ore di luce

misurata a livello dellocchio dellanimale e in grado di illuminare almeno l80 dellarea

utilizzabile Una riduzione temporanea del livello di luce puograve essere ammessa se ritenuta

necessaria in seguito al parere di un veterinario 7 Entro i sette giorni successivi al momento in

cui i polli sono collocati nelledificio e fino a tre giorni prima del momento previsto per la

macellazione la luce deve seguire un ritmo di 24 ore e comprendere periodi di oscuritagrave di almeno 6

ore totali con almeno un periodo ininterrotto di oscuritagrave di almeno 4 ore esclusi i periodi di

attenuazione della luce

Ispezioni 8 Tutti i polli presenti nello stabilimento devono essere ispezionati almeno due volte

al giorno Occorre prestare particolare attenzione ai segni che rivelano un abbassamento del livello

di benessere eo di salute degli animali 9 I polli gravemente feriti o che mostrano segni evidenti

di deterioramento della salute come quelli con difficoltagrave nel camminare o che presentano

ascite o malformazioni gravi e che egrave probabile che soffrano ricevono una terapia appropriata

o sono abbattuti immediatamente Un veterinario egrave contattato ogniqualvolta se ne presenti la

necessitagrave

Pulizia 10 Ad ogni depopolamento definitivo le parti degli edifici delle attrezzature o degli utensili

in contatto con i polli sono pulite e disinfettate accuratamente prima di introdurre nel capannone un

nuovo gruppo di animali Dopo il depopolamento definitivo di un capannone si deve rimuovere tutta

la lettiera e predisporre una lettiera pulita

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COD 15V055 PAGINA 13 194

Registrazioni 11 Il proprietario o il detentore deve registrare in formato cartaceo o elettronico

per ciascun capannone dello stabilimento i seguenti dati a) il numero di polli introdotti b) larea

utilizzabile c) librido o la razza dei polli se noti d) per ogni controllo il numero di volatili trovati

morti con indicazione delle cause se note noncheacute il numero di volatili abbattuti e la causa e) il

numero di polli rimanenti nel gruppo una volta prelevati quelli destinati alla vendita o alla

macellazione Le informazioni (hellip) sono contenute in un registro il cui modello egrave adottato con

decreto (hellip) in alternativa gli operatori del settore possono utilizzare altri strumenti di registrazione

giagrave previsti e presenti in azienda qualora contengono le informazioni di cui al presente punto Tali

registrazioni sono conservate per un periodo di almeno tre anni e vengono rese disponibili

allautoritagrave competente quando effettui unispezione o qualora ne faccia richiesta

Interventi chirurgici 12 Sono proibiti tutti gli interventi chirurgici effettuati a fini diversi da quelli

terapeutici o diagnostici che recano danno o perdita di una parte sensibile del corpo o

alterazione della struttura ossea La troncatura del becco puograve tuttavia essere autorizzata

dallAutoritagrave Sanitaria competente per territorio una volta esaurite le altre misure volte a impedire

plumofagia e cannibalismo In tali casi detta operazione egrave effettuata soltanto previo parere di un

veterinario da personale qualificato su pulcini di etagrave inferiore a 10 giorni Inoltre lAutoritagrave Sanitaria

competente per territorio puograve autorizzare la castrazione degli animali La castrazione egrave effettuata

soltanto con la supervisione di un veterinario e ad opera di personale specificamente formato Il

Ministero della salute (hellip) stabilisce i criteri generali per autorizzare gli interventi di cui al presente

paragrafo

2 La densitagrave massima di allevamento in ogni capannone dello stabilimento non deve superare

in alcun momento 33 kgmsup2

3 In deroga al comma 2 lautoritagrave sanitaria territorialmente competente puograve autorizzare una

densitagrave di allevamento superiore a condizione che siano rispettate le disposizioni di cui

allallegato II (oltre a quelle di cui allallegato I)

1 Il proprietario o il detentore comunica allautoritagrave competente lintenzione di ricorrere a una

densitagrave superiore a 33 kgm2 di peso vivo Egli indica la densitagrave di allevamento che intende

raggiungere ed informa lautoritagrave competente di qualsiasi modifica della stessa almeno 15

giorni prima della collocazione del gruppo di polli nel capannone Se lautoritagrave competente lo

richiede la notifica egrave accompagnata da un documento che riprende in sintesi le informazioni

contenute nella documentazione di cui al punto 2

2 Il proprietario o il detentore tiene a disposizione nel capannone la documentazione che descrive

in dettaglio i sistemi di produzione In particolare tale documentazione comprende

informazioni relative a particolari tecnici del capannone e delle sue attrezzature quali

a) una mappa del capannone indicante le dimensioni delle superfici occupate dai polli

b) sistemi di ventilazione e ove pertinente di raffreddamento e riscaldamento comprese le

rispettive ubicazioni un piano della ventilazione indicante in dettaglio i parametri di qualitagrave

dellaria prefissati come flusso velocitagrave e temperatura dellaria

c) sistemi di alimentazione e approvvigionamento dacqua e loro ubicazione

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PAGINA 14 194 Settembre 2015

d) sistemi dallarme di riserva in caso di guasti ad apparecchiature automatiche o

meccaniche essenziali per la salute ed il benessere degli animali

e) procedure operative che assicurino interventi di riparazione urgenti in caso di guasti alle

apparecchiature essenziali per la salute e il benessere degli animali

f) tipo di pavimentazione e lettiera normalmente usate

(hellip)

3 Ciascun capannone di uno stabilimento deve essere dotato di sistemi di ventilazione e se

necessario di riscaldamento e raffreddamento concepiti costruiti e fatti funzionare in modo

che

a) la concentrazione di ammoniaca (NHsup3) non superi 20 ppm e la concentrazione di anidride

carbonica (COsup2) non superi 3000 ppm misurati allaltezza della testa dei polli

b) la temperatura interna non superi quella esterna di piugrave di 3deg C quando la temperatura

esterna allombra egrave superiore a 30deg C

c) lumiditagrave relativa media misurata allinterno del capannone durante 48 ore non superi il 70

quando la temperatura esterna egrave inferiore a 10deg C

4 Qualora sia concessa la deroga di cui al comma 3 la densitagrave massima di allevamento in ogni

capannone dello stabilimento non deve superare in qualsiasi momento 39 kgmsup2

5 Quando sono soddisfatti i criteri di cui allallegato V lautoritagrave sanitaria territorialmente competente

puograve autorizzare un ulteriore aumento fino ad un massimo di 3 kgmsup2 rispetto alla densitagrave di

allevamento prevista nel comma 4

1 Criteri

a) il monitoraggio dello stabilimento effettuato dallautoritagrave competente negli ultimi due anni

non ha rivelato carenze rispetto ai requisiti del presente decreto

b) il proprietario o il detentore effettua il monitoraggio utilizzando le guide alle buone

pratiche di gestione di cui allart 7

c) in almeno sette gruppi consecutivi di polli successivamente controllati e provenienti da un

capannone la mortalitagrave giornaliera cumulativa egrave stata inferiore a 1 + 006 moltiplicato

per letagrave alla macellazione espressa in giorni Qualora non sia stato effettuato alcun

monitoraggio dello stabilimento dallautoritagrave competente negli ultimi due anni deve

essere effettuato almeno un monitoraggio per controllare se sia rispettato il requisito di

cui alla lettera a)

2 Circostanze eccezionali In deroga al punto 1 lettera c) lautoritagrave competente puograve decidere

di aumentare la densitagrave di allevamento quando il proprietario o il detentore abbia fornito

spiegazioni sufficienti riguardo alla natura eccezionale di un tasso di mortalitagrave giornaliera

cumulativo piugrave alto o abbia dimostrato che le cause sfuggono al suo controllo

Con successivo Decreto 4 febbraio 2013 ldquoDisposizione in materia di protezione di polli allevati per la

produzione di carne ai sensi degli articoli 3 4 6 e 8 del decreto legislativo 27 settembre 2010 n 181rdquo

il ministero ha come previsto dal Dlgs 1812010 precisato come determinare la densitagrave di allevamento

(definendo anche il modello per la registrazione dei dati relativi ai polli allevati) e ha definito i criteri e

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COD 15V055 PAGINA 15 194

modalitagrave per lrsquoaumento in deroga della densitagrave noncheacute lrsquoorganizzazione e svolgimento di corsi di

formazione e riconoscimento del personale che si occupa di allevamento di polli

1 La densitagrave di allevamento come definita allart 2 comma 1 lettera i) del Dlgs n 1812010 (hellip) egrave

determinata moltiplicando il peso vivo medio di un campione di almeno venticinque polli per il numero

complessivo dei polli presenti contemporaneamente in un capannone (hellip)

3 AZIENDA AGRICOLA

LrsquoAzienda Agricola Maggiolo egrave localizzata in Via Bella Venezia 147 Comune di Castelfranco Provincia

di Treviso Nellrsquoazienda agricola si svolge lrsquoattivitagrave di allevamento di polli a terra potendo quindi i capi

muoversi liberamente allrsquointerno del capannone

Lrsquoazienda egrave costituita dai seguenti fabbricati1

N 1 fabbricato ad uso civile (abitazione) del proprietario dellrsquoazienda agricola noncheacute gestore

dellrsquoallevamento

N 5 capannoni adibiti allrsquoallevamento dei polli

N 1 fabbricato adibito a magazzino

N 1 tettoia coperta adibita a magazzino

Lrsquoarea sulla quale insiste lrsquoazienda occupa una superficie di circa 25000 m2 di cui circa 6200 m2

coperti 3900 m2 scoperti pavimentati e i rimanenti scoperti non pavimentati

Fabbricati ndash capannoni di allevamento

Larghezza m Lunghezza m

Superficie Utile

di allevamento

m2

Superficie

dellrsquoanticamera

m2

Superficie totale

m2

Capannone 1 9 102 918 135 932

Capannone 2 9 121 1089 225 1112

Capannone 3 9 128 1152 18 1170

Capannone 4 9 128 1152 18 1170

Capannone 5 10 117 1170 30 1200

totale

5481 102 5583

1 Si rimanda alla Tavola ldquoInquadramento territoriale ndash foto aereardquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 16 194 Settembre 2015

Azienda Agricola Maggiolo ndash Capannoni e silos per stoccaggio mangime

Azienda Agricola Maggiolo ndash Magazzino segatura per lettiera

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COD 15V055 PAGINA 17 194

31 Caratteristiche dei capannoni di allevamento

Lrsquoallevamento egrave costituito da 5 capannoni per lrsquoallevamento con caratteristiche costruttive pressocheacute

identiche I capannoni sono dotati di adeguato isolamento della copertura che permette di

ottimizzare i consumi di energia termica ed elettrica

I capannoni sono dotati di anticamera in cui sono presenti gli impianti e i quadri di controllo

Il sistema di alimentazione automatica Le mangiatoie sono regolarmente disposte nello spazio a

disposizione degli animali che si alimentano direttamente Installate su strutture mobili in senso

verticale percorrenti lrsquointera area dei capannoni sono dotate di dispostivi che consentono di dosare il

mangime in uscita sul vassoio della mangiatoia in relazione alle necessitagrave di allevamento

Il sistema di abbeveraggio automatico egrave di tipo a gocce (nipples)

Lo spazio utile calpestabile di allevamento (escludendo la superficie di anticamera) risulta pari a 5481

m2 Per la lettiera viene utilizzato truciolo collocata su tutta la superficie utile di allevamento

Il raffrescamento egrave garantito dal sistema di pannelli cooling inseriti intestata a ciascuno dei capannoni il

pannello egrave in fibra dotata di canali attraverso cui scorre lrsquoacqua lrsquoaria passa attraverso e si raffredda

consumando in evaporazione una parte dellrsquoacqua in circolo la parte restante vien raccolta in cisterne

interrate e riutilizzata

La ventilazione dei capannoni egrave garantita mediante lrsquoazionamento di ventilatori assiali a parete collocati

nel lato ovest di ciascun capannone

Caratteristiche strutturali capannoni

Capanno

ne

Superficie

Utile di

allevamen

to m2

Superficie

dellrsquoantica

mera m2

Superfici

e totale

m2

Materiale costruttivo Isolamento coperture

1 918 135 932 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

2 1089 225 1112 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

3 1152 18 1170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

4 1152 18 1170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

5 1170 30 1200 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

Totale 5481 102 5583

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 18 194 Settembre 2015

Caratteristiche strutturali capannoni (continuazione)

Capannone Mangiatoie

n

Abbeveratoi

n ndeg neon

Finestrature

m2

pannelli

raffrescanti

m2

sistema

baumec

1 200 1500 10 160 50 X

2 240 1700 12 110 60 X

3 254 1750 12 110 60 X

4 254 1750 14 204 - X

5 304 1710 12 200 - X

Azienda Agricola Maggiolo ndash interno di un capannone

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COD 15V055 PAGINA 19 194

Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di distribuzione automatizzato del cibo

Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di distribuzione dellrsquoacqua

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 20 194 Settembre 2015

Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di raffrescamento laterale (pannelli cooling)

311 Silos per lo stoccaggio mangime

Il mangime egrave stoccato in silos collocati allrsquoesterno dei capannoni e viene estratto tramite un sistema di

movimentazione automatica motorizzata che lo invia in tramogge interne ai capannoni

Complessivamente lrsquoazienda ha una capacitagrave di stoccaggio di 85 t data dalla esistenza di 8 silos di

capacitagrave variabile tra 7 e 13 t collocati tutti sul lato est

Capacitagrave di stoccaggio di mangime

Capannone silos silos silos silos silos Capa

citagrave

1 9 14

23

2

3 7 13 20

4 7 13 20

5 7 15 22

Capacitagrave

totale 85

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COD 15V055 PAGINA 21 194

312 Sistema di ventilazione

La ventilazione dei capannoni egrave di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete

collocati nel lato ovest di ciascun capannone

Ventilazione dei capannoni

Capannone Modello EM50 Modello ED36HE

Portata 30000 13140 m3h

1 4 2

2 8 -

3 8 -

4 8 -

5 6 -

Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di ventilazione e ventole di areazione

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 22 194 Settembre 2015

Fonte Munters specifiche tecniche dei modelli EMEMS ndash EDHEEDSHE-EC air extraction circulation fan ndash

Declaration of conformity (2013)

32 Attivitagrave di allevamento ndash descrizione delle fasi di allevamento nella situazione

attuale e nello scenario di progetto

Al fine di un inquadramento dettagliato del processo produttivo attuale e in caso di ampliamento

del numero di polli allevati si riporta di seguito una descrizione per fasi

Accasamento i pulcini arrivano su mezzi adeguati al trasporto in contenitori che vengono

svuotati direttamente allrsquointerno di ciascun capannone Lrsquoincubatoio da cui provengono i pulcini

di norma egrave ubicato nel Comune di San Pietro in Gugrave a circa 25 km circa di distanza dallrsquoazienda

agricola Maggiolo Dopo avere sistemato gli animali le casse sono accatastate sul mezzo e

spedite allrsquoincubatoio senza che vengano lavate

Allevamento Le tipologie di capi richiesti dal soccidante dipendono dal mercato e dalla

stagione a conclusione di un ciclo il soccidante pianifica lrsquoaccasamento successivo nel

rispetto dei vincoli di densitagrave imposti dalla normativa vigente La maggior parte dei cicli saragrave di

tipo misto

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COD 15V055 PAGINA 23 194

Caricamento a fine ciclo i polli vengono caricati su apposite gabbie previamente pulite e

disinfettate e quindi trasportati da trasportatori autorizzati fino al macello che venga effettuata

alcuna sosta in altri allevamenti

Svuotamento dei capannoni e preparazione per un nuovo ciclo pulizia e disinfezione

dellrsquoambiente e di tutte le attrezzature presenti allrsquointerno del ricovero compresi i silos i sistemi di

distribuzione del mangime e dellrsquoacqua e ventilatori noncheacute la cella frigorifera

Gestione della pollina e della lettiera consegna della pollina e lettiera ad una ditta

specializzata

Vuoto sanitario durante questo periodo lrsquoallevamento rimane completamente libero di capi di

allevamento Durante questo periodo lrsquoazienda effettua le attivitagrave di manutenzione che

consistono nella verifica della funzionalitagrave dei dispositivi per distribuzione di acqua e cibo e

della centralina di controllo delle condizioni interna dei capannoni punti di illuminazione e dei

punti di illuminazione Lrsquoesecuzione delle manutenzioni viene fatta nel rispetto dei tempi del

vuoto sanitario

Pulizia e disinfezione dei capannoni

Pulizia Disinfezione

Luogo di

applicazione

Pavimenti e attrezzature Pavimenti e pareti

Agente di lavaggio Acqua a pressione non viene fatto

lavaggio ma solo bagnatura

Acqua con disinfettante

Mezzo utilizzato Pala meccanica con raschiatore e

spazzatura manuale

Idropulitrice o atomizzatore per applicazione della

soluzione disinfettante sulle superfici

Descrizione

modalitagrave

Viene effettuata la pulizia delle superfici

interne e delle apparecchiature in modo

che i residui si depositino sul pavimento

poi con scope a mano viene effettuato la

pulizia a fondo

Terminata la pulizia si spruzza la soluzione sulle

pareti e sui pavimenti fino a completa bagnatura

lasciando che il disinfettante espleti la sua azione

I trattamenti di derattizzazione vengono svolti mensilmente dal gestore con prodotto MOURIN il

gestore effettua ad ogni trattamento il relativo registro

Per la salvaguardia della sicurezza biologica il sito di allevamento egrave completamente recintato con rete

metallica altra 25 m sul lato est e parzialmente sul lato nord e con muro alto 25 m in calcestruzzo sui

lati sud ovest e parzialmente sul lato nord Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto

lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) egrave stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile

e facilmente disinfettabile di dimensioni adeguate al passaggio dei mezzi per il trasporto e scarico del

mangime direttamente sui silos collocati tutti sul lato frontale e per il carico a fine ciclo della pollina

(lettiera mista pollina) da effettuare sul lato posteriore Lrsquoallevamento dispone di due aree di stoccaggio

chiuse una per lo truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una separata e

adeguatamente segnalata per il deposito dei rifiuti prodotti

I mezzi che accedono allrsquoarea qualora ritenuto opportuno vengono irrorati con disinfettante sui

pneumatici utilizzando soluzioni di Eviron D che viene nebulizzata sulle ruote con pompa a spalla

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 24 194 Settembre 2015

La tabella che segue riporta il riscontro sulla conformitagrave dellrsquoallevamento ai requisiti di biosicurezza

aviaria

Requisiti strutturali degli allevamenti avicoli Situazione allevamento

1) I locali di allevamento (capannoni) debbono avere

pavimento in cemento o in materiale lavabile per facilitare le operazioni di pulizia

e disinfezione

applicato

pareti e soffitti pulibili applicato

attrezzature facilmente pulibili e disinfettabili applicato

presenza di sistemi che impediscono lrsquoaccesso di volatili applicato

chiusure adeguate applicato

2) Tutti gli allevamenti debbono inoltre essere dotati di

barriere allrsquoingresso idonee ad evitare lrsquoingresso non controllato di automezzi

(cancelli o sbarre mobili)

applicato

piazzole di carico e scarico dei materiali drsquouso e degli animali con dimensioni

minime pari allrsquoapertura del capannone

applicato - le aree intorno ai

capannoni sono pavimentate

una superficie larga un metro lungo tutta la lunghezza esterna del capannone

che dovragrave essere mantenuta pulita

applicato

aree di stoccaggio dei materiali drsquouso (lettiere vergini mezzi meccanici etc)

protette

applicato

una zona filtro dotata di spogliatoio lavandini e detergenti allrsquoentrata di ogni

azienda vietata agli estranei Deve essere prevista anche una dotazione di

indumenti adeguati

applicato

uno spazio per il deposito temporaneo dei rifiuti applicato - presente area

dedicata

Gestione degli allevamenti avicoli

Le attrezzature di allevamento se utilizzate da piugrave aziende devono essere

sottoposte ad accurato lavaggio e disinfezione ad ogni ingresso ed uscita

non applicabile - solo una

azienda

nelle zone attigue ai capannoni non ci deve essere alcun materiale applicato

negli allevamenti di svezzamento ogni ambiente di allevamento deve essere

delimitato da pareti e dotato di proprio accesso indipendente anche nel caso

confini su uno o piugrave lati con altre unitagrave produttive

non applicabile - i capi

arrivano in allevamento giagrave

svezzati

per lo stoccaggio degli animali morti devono essere installate idonee celle di

congelazione collocate allrsquoesterno del perimetro dellrsquoarea di allevamento

assicurando che il trasporto sia effettuato da Ditte regolarmente autorizzate

Le celle possono essere collocate anche allinterno a condizione che

loperazione di carico degli animali morti avvenga allesterno

Applicato - presente cella

frigorifera da 20 m3

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COD 15V055 PAGINA 25 194

Azienda Agricola Maggiolo ndash piazzale anteriore (lato est)

Azienda Agricola Maggiolo ndash piazzale posteriore e recinzione (lato ovest)

Azienda Agricola Maggiolo ndash recinzione (lato ovest)

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PAGINA 26 194 Settembre 2015

4 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLA SITUAZIONE ATTUALE

Lrsquoazienda opera fino ad una capacitagrave massima pari a 39500 capi di peso variabile tra 18 e 36

kgcapo Indicativamente il pollo leggero da leggero da 1618 kg circa ha bisogno di circa 3437 giorni

di crescita il pollo da 2527 kg ha bisogno di circa a 4547 giorni (utilizzato prevalentemente nel

circuito dei supermercati) ed il pollo pesante da 3537 kg ha bisogno di circa 5560 giorni Quindi un

tipico ciclo misto ha una durata di circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento uno dopo

circa 3437 giorni quando i capi raggiungono un peso medio di 18 kg un secondo dopo 4547 giorni

quando i capi rimanenti raggiungono un peso di 27 kg circa I rimanenti capi verranno quindi caricati

verso il macello al raggiungimento di circa 36 kg dopo 60 giorni circa

Tra due cicli di allevamento viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle normative vigenti

per un periodo di 21 giorni Lrsquoazienda realizza quindi un totale massimo di 5 cicli ogni anno (di cui

lrsquoultimo ricade parzialmente nellrsquoanno successivo) Prima dellrsquoinizio del vuoto sanitario viene asportata

la lettiera segue la pulizia e disinfezione dellrsquoambiente e di tutte le attrezzature presenti allrsquointerno

del ricovero compresi i sistemi di distribuzione del mangime e dellrsquoacqua Questa pratica egrave

prevista dal piano di profilassi sanitaria per evitare propagazione di agenti patogeni sul ciclo

successivo

Il ciclo produttivo consiste quindi nellrsquoallevamento di polli da carne in 5 capannoni per una

superficie utile di allevamento complessiva di 5481 m2 Lrsquoazienda lavora in soccida con il gruppo

Veronesi pertanto riceve dal soccidante pulcini mangime farmaci e disinfettanti e consegna i capi

a fine ciclo

La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attivitagrave di un ciclo misto con

indicazione dei giorni di accasamento rifornimento di mangime sfoltimento e quindi di avvio al macello

dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata

Lrsquoimpostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dellrsquoallevamento

quindi al lordo della mortalitagrave fisiologica e mediamente pari al 5 per ciclo completo di allevamento

Lrsquoimpostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010

n 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013 relativamente alla densitagrave massima da non superare pari a

33 kgm2 Inoltre lo schema viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla

tabella che segue si tenga presente che chiaramente la crescita dei capi egrave graduale essendo graduale

anche il fabbisogno alimentare giornaliero ma che per necessarie ragioni di semplificazione si egrave

assunto cautelativamente un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita

Situazione attuale ndash densitagrave

Taglia dei capi Peso medio dei capi

kgcapo Numero di capi

Densitagrave massima kgm

2

Capi m2

piccolo 18 11132 130 7

medio 27 7182 140 5

grande 36 21186 139 4

totale 39500

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COD 15V055 PAGINA 27 194

Regime alimentare tipico

Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg Razione

quotidiana g gg

1 Avviamento Fino a 10deg giorno 004 ndash 027 29

2 Accrescimento Dal 10deg-21deg giorno (ca) 027 ndash 094 78

3 Accrescimento Dal 22deg al 45deg giorno (ca) 094 ndash 34 200

4 Finissaggio Dal 46deg fino alla fine ciclo 34 -39 375

Situazione attuale - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 39500 capi

Giorno

Numero di capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisogno

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

850 mangime

1 19750 29 06 844 accasamento

2 39500 29 11 833 accasamento

3 39500 29 11 822

4 39500 29 11 811

5 39500 29 11 799

6 39500 29 11 788

7 39500 29 11 777

8 39500 29 11 766

9 39500 29 11 754

10 39500 29 11 743

11 39500 78 31 712

12 39500 78 31 682

13 39500 78 31 651

14 39500 78 31 620

15 39500 78 31 589

16 39500 78 31 559

17 39500 78 31 528

18 39500 78 31 497

19 39500 78 31 466

20 39500 78 31 436

21 39500 78 31 405

22 39500 200 79 326

23 39500 200 79 247

24 39500 200 79 168

25 39500 200 79 89

26 39500 200 79 10

27 39500 200 79 781 mangime

28 39500 200 79 702

29 39500 200 79 623

30 39500 200 79 544

31 39500 200 79 465

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 28 194 Settembre 2015

Giorno

Numero di capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisogno

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

32 39500 200 79 386

33 39500 200 79 307

34 39500 200 79 228

35 39500 200 79 149

36 28368 200 57 92 1deg sfoltimento caricamento vs

macello

37 28368 200 57 35

38 28368 200 57 829 mangime

39 28368 200 57 772

40 28368 200 57 715

41 28368 200 57 659

42 28368 200 57 602

43 28368 200 57 545

44 28368 200 57 488

45 28368 200 57 432

46 21186 375 79 352 2deg sfoltimento caricamento vs

macello

47 21186 375 79 273

48 21186 375 79 193

49 21186 375 79 114

50 21186 375 79 34

51 21186 375 79 805 mangime

52 21186 375 79 725

53 21186 375 79 646

54 21186 375 79 567

55 21186 375 79 487

56 21186 375 79 408

57 21186 375 79 328

58 13506 375 51 278 caricamento vs macello

59 5826 375 22 256 caricamento vs macello

60 - 375 - 256 caricamento vs macello

61

consegna pollina ditta esterna

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5 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLO SCENARIO DI PROGETTO

51 Motivazione dellrsquointervento di ampliamento

Lrsquoallevamento era di proprietagrave del Sig Bonifacio Maggiolo padre dellrsquoattuale gestore nel 2008 il figlio

Cesare Maggiolo prende in affitto i capannoni e inizia la sua gestione utilizzandone solo tre in quanto

gli altri due necessitavano di interventi di miglioramento Dal 2014 Cesare Maggiolo diventa

proprietario dellrsquoallevamento e decide di procedere alla sistemazione dei due capannoni non utilizzati

per poter arrivare a sfruttare la potenzialitagrave complessiva delle superfici non sono state eseguite opere

di edilizia si egrave trattato prevalentemente di sistemazione degli impianti elettrici con installazione delle

centraline di controllo A seguito della sistemazione egrave possibile utilizzare tutta al superficie utile di

allevamento disponibile

Considerata la superficie utile di allevamento disponibile lrsquoAzienda Agricola Maggiolo intende ampliare

la propria capacitagrave di allevamento di polli da carne fino ad una massimo pari a 110000 capi per ciclo

Si tratta quindi esclusivamente di un ampliamento del numero di capi allevato senza alcun ampliamento

delle strutture o costruzione di nuove

52 Dimensionamento dellrsquoallevamento in caso di ampliamento

Lrsquoazienda intende quindi operare fino ad una consistenza massima di allevamento pari a 110000 capi

di peso variabile tra 18 e 36 kgcapo ricorrendo allo stesso schema di allevamento giagrave in pratica

attualmente Quindi realizzando cicli di allevamento di tipo misto di durata complessiva pari a circa 60

giorni complessivi con due momenti di sfoltimento uno dopo circa 3437 giorni quando i capi

raggiungono un peso medio di 18 kg un secondo dopo 4547 giorni quando i capi rimanenti

raggiungono un peso di 27 kg circa I rimanenti capi verranno quindi caricati verso il macello al

raggiungimento di circa 36 kg dopo 60 giorni circa

Tra due cicli di allevamento verragrave allo stesso modo garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle

normative vigenti per un periodo di 21 giorni Lrsquoazienda realizzeragrave un totale massimo di 5 cicli ogni anno

(di cui lrsquoultimo potragrave ricadere parzialmente nellrsquoanno successivo) Prima dellrsquoinizio del vuoto sanitario

verragrave sempre asportata la lettiera seguendo la fase di pulizia e disinfezione dellrsquoambiente e di tutte

le attrezzature presenti allrsquointerno del ricovero compresi i sistemi di distribuzione del mangime e

dellrsquoacqua

La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attivitagrave di un ciclo misto con

indicazione dei giorni di accasamento rifornimento di mangime sfoltimento e quindi di avvio al macello

dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata

Lrsquoimpostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dellrsquoallevamento

quindi al lordo della mortalitagrave fisiologica e mediamente pari al 5 per ciclo completo di allevamento

Lrsquoimpostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010

n 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013 relativamente alla densitagrave massima da non superare pari a

39 kgm2 in deroga al limite di 33 kgm

2 e previa presentazione di apposita richiesta entro 15 giorni

prima dellrsquoaccasamento dei capi allrsquoautoritagrave sanitaria territorialmente competente Inoltre lo schema

viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla tabella che segue si tenga

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 30 194 Settembre 2015

presente che chiaramente la crescita dei capi egrave graduale essendo graduale anche il fabbisogno

alimentare giornaliero ma che per necessarie ragioni di semplificazione si egrave assunto cautelativamente

un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita

Scenario di progetto ndash densitagrave

Taglia dei capi Peso medio dei capi

kgcapo Numero di capi

Densitagrave massima kgm

2

Capi m2

piccolo 18 31000 361 20

medio 27 20000 389 14

grande 36 59000 388 11

totale

110000

Regime alimentare tipico

Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg Razione

quotidiana g gg

1 Avviamento Fino a 10deg giorno 004 ndash 027 29

2 Accrescimento Dal 10deg-21deg giorno (ca) 027 ndash 094 78

3 Accrescimento Dal 22deg al 45deg giorno (ca) 094 ndash 34 200

4 Finissaggio Dal 46deg fino alla fine ciclo 34 -39 375

Scenario di progetto - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 110000 capi

Giorno

Numero di

capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisog

no

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

850 mangime

1 18333 29 05 845 accasamento

2 36667 29 10 834 accasamento

3 55000 29 16 819 accasamento

4 73333 29 21 798 accasamento

5 91667 29 26 772 accasamento

6 110000 29 31 740 accasamento

7 110000 29 31 709

8 110000 29 31 678

9 110000 29 31 646

10 110000 29 31 615

11 110000 78 86 529

12 110000 78 86 444

13 110000 78 86 358

14 110000 78 86 272

15 110000 78 86 187

16 110000 78 86 101

17 110000 78 86 16

18 110000 78 86 780 mangime

19 110000 78 86 694

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COD 15V055 PAGINA 31 194

Giorno

Numero di

capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisog

no

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

20 110000 78 86 609

21 110000 78 86 523

22 110000 200 220 303

23 110000 200 220 83

24 110000 200 220 713 mangime

25 110000 200 220 493

26 110000 200 220 273

27 110000 200 220 53

28 110000 200 220 683 mangime

29 110000 200 220 463

30 110000 200 220 243

31 110000 200 220 23

32 110000 200 220 653 mangime

33 110000 200 220 433

34 110000 200 220 213

35 94640 200 189 24 1deg sfoltimento caricamento vs macello

36 79280 200 159 685

1deg sfoltimento caricamento vs macello mangime

37 79000 200 158 527 1deg sfoltimento caricamento vs macello

38 79000 200 158 369

39 79000 200 158 211

40 79000 200 158 53

41 79000 200 158 745 mangime

42 79000 200 158 587

43 79000 200 158 429

44 68760 200 138 291 2deg sfoltimento caricamento vs macello

45 59000 375 221 70 2deg sfoltimento caricamento vs macello

46 59000 375 221 699 mangime

47 59000 375 221 477

48 59000 375 221 256

49 59000 375 221 35

50 59000 375 221 664 mangime

51 59000 375 221 442

52 59000 375 221 221

53 59000 375 221 850 mangime

54 51320 375 192 657 caricamento vs macello

55 43640 375 164 494 caricamento vs macello

56 35960 375 135 359 caricamento vs macello

57 28280 375 106 253 caricamento vs macello

58 20600 375 77 176 caricamento vs macello

59 12920 375 48 127 caricamento vs macello

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 32 194 Settembre 2015

Giorno

Numero di

capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisog

no

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

60 5240 375 20 108 caricamento vs macello

61 - caricamento vs macello

62 consegna pollina ditta esterna

63 consegna pollina ditta esterna

64 consegna pollina ditta esterna

6 GESTIONE DEI MATERIALI PALABILI ESISTENTE E PREVISTO DAL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DEL NUMERO DI CAPI

Nellrsquoazienda agricola Maggiolo non egrave presente alcuna concimaia in quanto tutta la pollina (il misto

di deiezioni del pollame piume mangimi e lettiere di truciolo) egrave consegnata alla fine di ogni ciclo

alla fungaia Agrifung Nello scenario di progetto la pollina verragrave consegnata alla stessa ditta Il

materiale egrave ritirato come sottoprodotto di origine animale

Ai sensi del Regolamento (CE) n 10692009 del 21 ottobre 2009 recante norme sanitarie relative

ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti derivati non destinati al consumo umano e che

abroga il regolamento (CE) n 17742002 (regolamento sui sottoprodotti di origine animale) la

pollina rientra nei materiali di categoria 2 (art 9) ldquoa) stallatico guano non mineralizzato e contenuto

del tubo digerente (hellip)rdquo e possono (art 13) essere ldquoa) smaltiti come rifiuti mediante incenerimento

i) direttamente senza trasformazione preliminare o ii) dopo la trasformazione attraverso

sterilizzazione sotto pressione se lrsquoautoritagrave competente lo richiede e con marcatura permanente

del materiale risultante b) recuperati o smaltiti mediante coincenerimento qualora i materiali di

categoria 2 siano rifiuti i) direttamente senza trasformazione preliminare o ii) dopo la

trasformazione attraverso sterilizzazione sotto pressione se lrsquoautoritagrave competente lo richiede e

con marcatura permanente del materiale risultante c) smaltiti in una discarica autorizzata dopo la

trasformazione attraverso sterilizzazione sotto pressione e con marcatura permanente dei materiali

risultanti d) utilizzati per la fabbricazione di fertilizzanti organici o ammendanti da immettere sul

mercato conformemente allrsquoarticolo 32 previa trasformazione mediante sterilizzazione sotto

pressione ove applicabile e marcatura permanente dei materiali risultanti e) compostati o

trasformati in biogas i) dopo la sterilizzazione sotto pressione e la marcatura permanente del

materiale risultante o ii) se si tratta di stallatico del tubo digerente e del suo contenuto di latte

prodotti a base di latte di colostro di uova e ovoprodotti qualora lrsquoautoritagrave competente ritenga che

non presentino rischi di diffusione di malattie trasmissibili gravi dopo la trasformazione preliminare

o senza trasformazione preliminare f) applicati sul terreno senza trasformazione preliminare se si

tratta di stallatico del contenuto del tubo digerente separato da questrsquoultimo di latte prodotti a

base di latte e di colostro e qualora lrsquoautoritagrave competente ritenga che non presentino rischi di

diffusione di malattie trasmissibili gravi g) insilati compostati o trasformati in biogas se si tratta di

materiali derivanti da animali acquatici h) utilizzati come combustibile dopo la trasformazione o

senza trasformazione preliminare o i) utilizzati per la fabbricazione di prodotti derivati di cui agli

articoli 33 34 e 36 e immessi sul mercato conformemente a tali articolirdquo

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COD 15V055 PAGINA 33 194

Ai sensi del Dlgs 1522006 smi (art 185) ldquo2 Sono esclusi dallambito di applicazione della parte quarta

del presente decreto (ndr ldquoNorme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinatirdquo) in

quanto regolati da altre disposizioni normative comunitarie ivi incluse le rispettive norme nazionali di

recepimento (hellip) b) i sottoprodotti di origine animale compresi i prodotti trasformati contemplati dal

regolamento (CE) n 17742002 (ndr abrogato con il successivo Regolamento (CE) n 10692009 del

21 ottobre 2009) eccetto quelli destinati allincenerimento allo smaltimento in discarica o allutilizzo in

un impianto di produzione di biogas o di compostaggio (hellip)rdquo Inoltre sempre disciplina della pollina

ricade nella generale regolamentazione dei sottoprodotti contenuta nellarticolo 184-bis dello stesso

Dlgs 1522006 ldquo1 Egrave un sottoprodotto e non un rifiuto ai sensi dellarticolo 183 comma 1 lettera a)

qualsiasi sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti condizioni a) la sostanza o loggetto egrave

originato da un processo di produzione di cui costituisce parte integrante e il cui scopo primario non egrave

la produzione di tale sostanza od oggetto b) egrave certo che la sostanza o loggetto saragrave utilizzato nel

corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione da parte del produttore

o di terzi c) la sostanza o loggetto puograve essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento

diverso dalla normale pratica industriale d) lulteriore utilizzo egrave legale ossia la sostanza o loggetto

soddisfa per lutilizzo specifico tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute

e dellambiente e non porteragrave a impatti complessivi negativi sullambiente o la salute umanardquo

La pollina originata nellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave quindi da considerarsi un sottoprodotto di

origine animale che viene e verragrave consegnata a terzi per un successivo processo di produzione o di

utilizzazione non rientrando per tanto nellrsquoambito dellrsquoapplicazione delle Norme in materia di gestione

dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati di cui al DLgs 1522006 smi

Lrsquoazienda agricola Maggiolo non effettua e non effettueragrave nello scenario di progetto lo spandimento

della pollina

La tabella che segue riporta la stima della produzione di pollina nella situazione attuale (riferita ad una

consistenza massima pari a 39500 capi per ciclo) e relativa allo scenario di progetto (riferito ad una

consistenza massima pari a 110000 capi per ciclo)

La stima egrave stata effettuata sulla base dei criteri definiti nellrsquoAllegato alla DGR n 2217 del 08082008

ldquoLinee guida per la compilazione della comunicazione e del PUArdquo (aggiornamento dellrsquoAllegato F alla

DGR 7 agosto 2007 n 2439 che in Regione Veneto recepisce il Decreto Ministeriale 7 aprile 2006)

relativamente alla consistenza media dellrsquoallevamento

Situazione attuale - Numero di cicli (compresi i giorni necessari per lo svuotamento e trasporto

pollina)

I ciclo Svuoto sanitario II ciclo

Svuoto sanitario III ciclo

Svuoto sanitario IV ciclo

Svuoto sanitario V ciclo

Numero di giorni

61 210 61 21 61 21 61 21 37 365

Completo Completo Completo Completo Incompleto

06 46

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PAGINA 34 194 Settembre 2015

Scenario di progetto - Numero di cicli (compresi i giorni necessari per lo svuotamento e trasporto

pollina)

I ciclo Svuoto sanitario II ciclo

Svuoto sanitario III ciclo

Svuoto sanitario IV ciclo

Svuoto sanitario V ciclo

Numero di giorni

64 210 64 21 64 21 64 21 25 365

Completo Completo Completo Completo Incompleto

03 44

Produzione di pollina nella situazione attuale e nello scenario futuro in caso di ampliamento

Situazione

attuale Scenario di

progetto

Consistenza massima dellrsquoallevamento n di capi 39500 110000

Consistenza media dellallevamento (calcolato come da indicazioni di cui allrsquoAllegato A alla DGR 2217 del 882008) Considerando un

tasso di mortalitagrave fisiologica pari al 5

ciclo di durata pari a 60 giorni

periodo di vuoto sanitario pari a 21 giorni

46 cicli allrsquoanno nella situazione attuale e 44 cicli allrsquoanno nello scenario di progetto

n di capi 23787 63138

Consistenza media dellallevamento t in peso vivo

Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 882008 ndash allegato A - tabella 1 polli da carne a terra con uso lettiera (pv medio 1 kg)

m3capoanno 00095 00095

Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 882008 ndash allegato A - tabella 1 polli da carne a terra con uso lettiera (pv medio 1 kg)

tcapoanno 00062 00062

Produzione pollina (volume) m

3 anno 226 600

Produzione pollina (peso) tanno 147 391

7 CONSUMI DI RISORSE E CARATTERISTICHE DELLE EMISSIONI IN AMBIENTE ESTERNO

71 Consumo di materie prime

Le materie prime in ingresso nellrsquoallevamento sono

mangimi

truciolo per lettiera

altri prodotti (ad esempio insetticidi e prodotti per la derattizzazione e per il trattamento dei

capi)

prodotti per pulizia e disinfezione degli ambienti di stabulazione

I mangimi sono tenuti in deposito nei silos dislocati in prossimitagrave dei singoli capannoni ed hanno una

capacitagrave complessiva attuale pari a 85 t sia nello scenario attuale che in nello scenario di progetto in

caso di ampliamento Il mangime viene fornito direttamente dal soccidante Nelle diverse fasi del ciclo

dellrsquoallevamento vengono fornite da parte del soccidante quattro tipologie di mangimi in grado di

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COD 15V055 PAGINA 35 194

garantire una crescita equilibrata dei capi e da ottimizzare lrsquoassorbimento dei nutrienti limitando

cosigrave lrsquoescrezione di azoto e fosforo il mangime egrave generalmente fornito in 4 fasi al fine di fornire ai

capi il nutrimento di cui hanno effettivamente bisogno nello specifico periodo della crescita La

tabella che segue riporta la composizione delle 4 tipologie di mangime fornito per periodo

Caratteristiche mangimi per fase

Fosforo

inorganico

Lisina Fitasi FTU Proteina

grezza

Oli e grassi

grezzi

P12 primo periodo 070 14 800 225 6

PB1 secondo periodo 060 122 750 20 7

PB2 terzo periodo 050 110 700 1830 880

PB3 quarto periodo 052 100 600 1720 9

Consumo di mangime

Consumo medio per

capi (ciclo misto)

kgcapo

consistenza

massima

(n capi)

Numero di cicli

allrsquoanno

Consumo di

mangime annuale

(tanno)

Situazione attuale 8 39500 46 1454

Scenario di progetto 8 110000 44 3872

I trattamenti di derattizzazione vengono effettuati in proprio utilizzando NOTRAC Block (bromadiolone e

denatorion principio attivo) essendo tenuta la registrazione degli interventi di derattizzazione con

piantina di distribuzione Nello scenario di progetto lrsquoazienda agricola continueragrave a effettuare i

trattamenti in proprio

Una volta svuotato il capannone dai capi si provvede alla raccolta della lettiera alla pulizia e alla

preparazione per il nuovo ciclo La pulizia si effettua in due fasi

mediante stazzamento a secco accurato di pavimenti pareti e attrezzature raccolta della pollina

residua che vien unita a quella giagrave accumulata in attesa di essere ritirata da parte della ditta

incaricata Segue bagnatura delle pareti con idropulitrice che non genera reflui in quanto ha la

sola funzione di preparare le superfici per la fase successiva

con idropulitrice o atomizzatore si applica a tutte le superfici la soluzione disinfettante al 1

circa di eviron D ( per ciclo se ne consumano circa 20 l per preparare 2 m3 di soluzione per ogni

ciclo) Non si generano effluenti la soluzione egrave lasciata sulle superfici al fine di lasciare che il

disinfettante espleti al sua funzione

72 Consumi energetici

Lrsquoazienda agricola Maggiolo ha un proprio impianto fotovoltaico con potenza di pico pari a 56 kW

Lrsquoenergia elettrica prodotta egrave utilizzata per

illuminazione dellrsquoarea di stabulazione e dei locali riscaldamento con lampade che fungono da ldquoMadre Artificialerdquo

distribuzione del mangime e dellrsquoacqua

sistema di ventilazione

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PAGINA 36 194 Settembre 2015

illuminazione interna dei capannoni di allevamento

cella frigorifica per capi deceduti

Azienda Agricola Maggiolo ndash impianto fotovoltaico

Egrave previsto un consumo medio annuale di circa 30000 l di GPL che dipende fortemente dalle

caratteristiche climatiche della stagione Il GPL egrave depositato in due serbatoi interrati da 3000 e 5000 l

Lrsquoaumento dei consumi di energia egrave legato in particolare alla necessitagrave di incrementare la ventilazione

Consumo annuale

kWh

Energia elettrica

autoprodotta

consistenza

massima

(n capi)

Fabbisogno medio per

capo kWhcapo ()

Situazione attuale 6000 63 39500 03

Scenario di progetto 100000 63 110000 018

() considerando presenza media anno rispettivamente 192000 e 536000)

73 Ciclo idrico

Lrsquoazienda consuma acqua di acquedotto per

Abbeveraggio capi

Lavaggio e disinfezione

Servizi igienici

Nella configurazione dellrsquoallevamento attuale il consumo idrico si attesta su circa 2900 m3anno di cui

circa 2600 m3anno per abbeveraggio (per un consumo medio pari a circa 144 lcapo durante il ciclo di

allevamento) 300 m3anno per il sistema di raffrescamento e circa 10 m

3anno per la pulizia

Considerando lrsquoincremento del numero di capi si prevede un incremento dagli attuali consumi annuali a

circa 7280 m3

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COD 15V055 PAGINA 37 194

Consumi idrici per abbeveraggio

Consumo medio per capi (ciclo misto)

lcapo

consistenza massima (n capi)

Numero di cicli allrsquoanno

Consumo di acqua annuale (m

3anno)

Situazione attuale 144 39500 46 2617

Scenario di progetto 144 110000 44 6970

Consumi idrici totali

Situazione attuale Scenario di progetto

Consumi idrici per abbeveraggio m3

anno 2617 6970

Consumi per raffrescamento (1) m3

anno 300 300

Consumi Idrici per pulizia (2) m3

anno 10 10

Consumi idrici totali m3

anno 2927 7280

(1) Il consumo per raffrescamento egrave alle condizioni meteoclimatiche ovvero al coincidere un ciclo di allevamento

con il picco estivo Il dato indicato egrave quindi un dato medio puramente indicativo

(2) Dato massimo

74 Scarichi idrici

I polli bevono direttamente beccando i nipples senza che avvenga spreco e dispersione dacqua

nellambiente Il raffrescamento egrave garantito dal sistema di pannelli cooling con riutilizzo dellrsquoacqua non

evaporata evitando sprechi e in parte con il sistema baumac Lrsquoabbeveraggio ed il sistema di

raffrescamento non generano quindi scarichi idrici Il sistema di pulizia non produce scarichi idrici infatti

dopo aver effettuato una estesa pulizia a secco le superfici interne ai capannoni sono bagnate con

soluzione di disinfettante con pompa a pressione senza creare ruscellamenti

75 Spolgie di animali

La mortalitagrave per ciclo di allevamento si attesta sui valori intorno a 5 LrsquoAzienda Agricola dispone di

una cella frigo per la conservazione dei capi deceduti di proprietagrave

Azienda Agricola Maggiolo ndash Celle frigorifera

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76 Produzione di rifiuti solidi

La produzione di rifiuti dellrsquoAzienda Agricola egrave limitata in quanto le materie prime (tra cui il mangime)

vengono trasportate mezzi che scaricano direttamente nei silos di stoccaggio

I rifiuti prodotti sono per lo piugrave rifiuti non pericolosi di cui in particolare imballaggi in plastica (contenitori

per detergenti e disinfettanti) in carta ed in vetro

Azienda Agricola Maggiolo ndash locale adibito al deposito dei rifiuti

77 Emissioni in atmosfera

In allevamento sono presenti emissioni diffuse derivanti da metabolismo animale tali emissioni

sono tenute sotto controllo mediante adozione di unrsquoadeguata ventilazione dei capannoni per

ridurre il tenore di umiditagrave della lettiera ribaltamento della stessa funzionale a limitare lrsquoinsorgere di

fenomeni di fermentazione anaerobica

La tabella che segue sintetizza le emissioni di ammoniaca e metano alla massima capacitagrave

dellrsquoallevamento sulla base dei coefficienti di emissione (riferimento BREF sect3321)

Emissioni di ammoniaca e metano

fase Fattore di

emissione unitagrave misura fattore

Situazione attuale

ndash emissioni totali

tanno

Scenario di

progetto ndash

emissioni totali

tanno

Stabulazione 011 kg NH3postoanno 43 121

Stabulazione 0079 Kg CH4postoanno 31 87

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COD 15V055 PAGINA 39 194

8 DISTANZE MINIME SECONDO LA DGR 8562012

Con la DGR n 856 del 15 maggio 2012 ldquoAtti di indirizzo ai sensi dellart 50 comma 1 lett d) della LR

23 aprile 2004 n 11 Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio Modifiche ed

integrazioni alla lett d) Edificabilitagrave zone agricole punto 5) Modalitagrave di realizzazione degli allevamenti

zootecnici intensivi e la definizione delle distanze sulla base del tipo e dimensione dellallevamento

rispetto alla qualitagrave e quantitagrave di inquinamento prodottordquo la Giunta regionale ha aggiornato gli Atti di

Indirizzo di cui alle deliberazioni n 31782004 e n 3292010 per ledificabilitagrave nelle zone agricole

Le tabelle che seguono riassumono i calcoli per la determinazione delle distanze minime di cui alla

DGR 85620122 Nelle tavole allegate si riportano i buffer con le distanze minime e lrsquoindicazione

dellrsquoutilizzo degli edifici data dalla Carta Tecnica Regionale

Lrsquoallevamento egrave dotato di un sistema di ventilazione forzata e non dispone di alcun stoccaggio della

polline che che insieme alla lettiera viene mantenuta al chiuso (nei singoli capannoni di allevamento)

fini alla fine del ciclo di allevamento per poi essere traportata da terzi verso lrsquoimpianto di recupero e

riutilizzo

Nella situazione attuale cosigrave come nello scenario di progetto lrsquoallevamento si trova a piugrave di 200 m

dallrsquoallevamento piugrave vicino Nel raggio di 100 m dallrsquoallevamento non sono presenti abitazioni civili a

meno dellrsquoedificio abitativo del proprietario e gestore dellrsquoallevamento e nel raggio di 200 m non rientra

il perimetro del centro abitato Il limite di zona agricola risulta ad una distanza superiore a 200 m

rispetto sia relativamente al PRG del Comune di Castello di Godego che al PAT del Comune di

Castelfranco Le strutture di allevamento (cinque capannoni) pressocheacute entro il limite di 20 m dal

confine della proprietagrave aziendale

Distanza minima dai confini di proprietagrave (Tabella 2 Allegato A)

Consistenza massima Peso vivo t

Classe tabella 1 allegato A

Distanza minima m

Situazione attuale 39500 395 2 20

Scenario di progetto 110000 110 2 20

Il peso medio vivo egrave stato calcolato sulla base del ciclo medio tipico

a) Tipologia dellambiente di stabulazione e del sistema di pulizia

Tipologia Punti allevamento

Situazione attuale ottimizzazione dellisolamento termico e della ventilazione (anche

artificiale)+pavimenti ricoperti da lettiera-abbeveratoi anti spreco 10

Scenario di progetto ottimizzazione dellisolamento termico e della ventilazione (anche

artificiale)+pavimenti ricoperti da lettiera-abbeveratoi anti spreco 10

2 Si rimanda alle tavole ldquoVerifica dei requisiti di cui alla DGR n 856 del 15 maggio 2012 - Stato attuale e incremento capi senza

passaggio di classe (classe 2) Uso del Suolordquo e ldquoVerifica dei requisiti di cui alla DGR n 856 del 15 maggio 2012 - Stato attuale e incremento capi senza passaggio di classe (classe 2)rdquo riportate in allegato

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PAGINA 40 194 Settembre 2015

b) Sistema di ventilazione

Tipologia Punti allevamento

Situazione attuale ventilazione forzata 0

Scenario di progetto ventilazione forzata 0

c) sistema di stoccaggio e trattamento delle deiezioni

Tipologia Punti allevamento

Situazione attuale materiali palabili - pollina su lettiera al coperto (su capannoni chiusi) -

equivalente a concimaia chiusa 0

Scenario di progetto materiali palabili - pollina su lettiera al coperto (su capannoni chiusi) -

equivalente a concimaia chiusa 0

Punteggio totale

Criteri Punti allevamento

Situazione attuale a b c 10

Scenario di progetto a b c 10

Distanze minime reciproche degli insediamenti zootecnici dai limiti di zona agricola (Tabella 3 Allegato A)

classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m

Situazione attuale 2 10 200

Scenario di progetto 2 10 200

Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze civili sparse (Tabella 4 Allegato A)

classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m

Situazione attuale 2 10 100

Scenario di progetto 2 10 100

Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze concentrate (centri abitati) (Tabella 5 Allegato A)

classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m

Situazione attuale 2 10 200

Scenario di progetto 2 10 200

9 DECOMMISSIONING

Per le strutture in cemento eo laterizi si provvederagrave in fase di dismissione dellrsquoallevamento al

trasporto delle relative macerie presso un impianto di trattamento per la bonifica

Per le attrezzature se riutilizzabili si provvederagrave alla revisione e riutilizzo presso altri impianti simili

mentre per le parti obsolete si provvederagrave al loro smaltimento tramite ditte autorizzate

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COD 15V055 PAGINA 41 194

QUADRO DI RIFERIMENTO

PROGRAMMATICO

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PAGINA 42 194 Settembre 2015

10 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE

101 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ndash Regione Veneto

1011 Riferimenti generali

La Regione Veneto con DGR n 372 del 1722009 ha adottato il Piano Territoriale Regionale di

Coordinamento ai sensi della LR 2342004 n 11 (art 25 e 4) oggetto di Variante anche questa solo

adottata con DGR n 427 del 1042013 pubblicata sul BURV n 39 del 352013 Il PTRC con la

citata Variante come precisato allrsquoarticolo 1bis delle Norme dello stesso assume natura di piano

urbanistico territoriale con specifica considerazione dei valori paesaggistici ai sensi dellrsquoart 135

comma 1 del DLgs 2212004 n 42 il Codice dei beni culturali e del paesaggio

Il PTRC adottato comprende i seguenti elaborati

Relazione illustrativa con i fondamenti del buon governo

Elaborati grafici

- Tavola PTRC 1992 - Ricognizione

- Tavola 1a - Uso del suolo Terra

- Tavola 1b - Uso del suolo Acqua

- Tavola 1c ndash Uso del suolo Idrogeologia e rischio sismico

- Tavola 2 - Biodiversitagrave

- Tavola 3 - Energia e ambiente

- Tavola 4 - Mobilitagrave

- Tavola 5a - Sviluppo economico produttivo

- Tavola 5b - Sviluppo economico turistico

- Tavola 6 - Crescita sociale e culturale

- Tavola 7 - Montagna del Veneto

- Tavola 8 - Cittagrave motore di futuro

- Tavola 9 - Sistema del territorio rurale e della rete ecologica

- Tavola 10 - Sistema degli obiettivi di progetto

Rapporto ambientale

Quadro conoscitivo

Documento per la pianificazione paesaggistica

o Ambiti di paesaggio

o Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici

o Atlante ricognitivo

o Sistema di valori

Norme tecniche

Il PTRC come precisato nellrsquoarticolo 4 delle Norme dello stesso egrave strumento sovraordinato a tutti i

piani territoriali ed urbanistici e puograve essere motivatamente modificato o integrato dai piani regionali di

settore e di sviluppo delle grandi reti di servizi fatto salvo quanto disposto dallrsquoart 145 comma 3 del

DLgs 422004 gli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica di livello inferiore devono

adeguarsi entro dodici mesi dallrsquoentrata in vigore del PTRC

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COD 15V055 PAGINA 43 194

Per quanto attiene allrsquoefficacia del PTRC come stabilito dal comma 3 dellrsquoarticolo 72bis delle Norme

dello stesso piano ldquoai sensi dellrsquoart 29 comma 2 della LR 1104 dallrsquoadozione del PTRC o di sue

eventuali varianti e fino alla loro entrata in vigore e comunque non oltre cinque anni dalla data di

adozione i Comuni sono tenuti a sospendere ogni determinazione sulle domande relative ad interventi

di trasformazione edilizia e urbanistica che risultino in contrasto con le prescrizioni contenute nel

pianordquo

In merito alla pianificazione paesaggistica come definito nel Titolo XI delle Norme dellrsquoadottato PTRC

la Regione egrave articolata ai sensi dellrsquoarticolo 45ter comma 1 della LR 112004 e dellrsquoarticolo 135

comma 2 del DLgs 422004 in quattordici Ambiti di Paesaggio indicati nel Documento per la

pianificazione paesaggistica La definizione delle specifiche normative drsquouso aventi la finalitagrave di

assicurare che ciascun ambito di paesaggio sia ldquoadeguatamente conosciuto tutelato salvaguardato e

disciplinatordquo attribuendo ldquoadeguati obiettivi di qualitagrave in attuazione dei fini di cui agli articoli 131 133 e

135 del Codice e sulla base della specificazione dei contenuti definiti dallrsquoAtlante Ricognitivo

contenuto nel Documento per la pianificazione paesaggisticardquo egrave demandata ai previsti Piani

Paesaggistici Regionali drsquoAmbito (PPRA)

Il Documento per la pianificazione paesaggistica come precisato allrsquoarticolo 71ter delle Norme del

PTRC costituisce quadro di riferimento per la definizione dei PPRA

Tale Documento si articola in Ambiti di paesaggio in cui egrave indicata la delimitazione degli Ambiti di

Paesaggio Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici in cui egrave indicato il percorso istituzionale di

attribuzione della valenza paesaggistica e sono rappresentate le aree di cui agli artt 136 e 142 del

DLgs4204 destinate a ricognizione e validazione in sede di pianificazione paesaggistica regionale

drsquoambito Atlante Ricognitivo quale prima ricognizione finalizzata alla conoscenza dei caratteri del

paesaggio veneto e dei processi di trasformazione che lo interessano in cui sono indicati obiettivi e

indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari ai PPRA Sistemi di valori (i siti patrimonio dellrsquoUnesco le

Ville del Palladio le Ville Venete Parchi e giardini di rilevanza paesaggistica Forti e manufatti difensivi

Archeologia industriale Architetture del Novecento

1012 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Gli elaborati cartografici del PTRC data anche la scala di restituzione solo in alcuni casi identificano

categorie direttamente relazionabili allrsquoarea dellrsquoesistente allevamento zootecnico avicolo od

allrsquoimmediato intorno ed in dettaglio si tratta delle ldquoAree nucleordquo riportate nelle Tavole 1 2 e 9 e dei

ldquoPrati stabilirdquo riportati nelle Tavole 1 e 9

Area nucleo

Le Aree nucleo sono elementi costituitivi della Rete ecologica e corrispondono come precisato

allrsquoarticolo 24 delle Norme del PTRC ai siti della Rete Natura 2000 ed alle aree naturali protette di cui

alla L 3941991 In tale articolo si afferma che ldquola Regione promuove programmi e progetti specifici

finalizzati alla salvaguardia e valorizzazione della Rete ecologica e per lrsquoattuazione di azioni volte alla

tutela conservazione e accrescimento della biodiversitagrave da attuarsi in collaborazione con le

amministrazioni provinciali comunali e gli altri soggetti interessati anche mediante il supporto a

pratiche agricole sostenibili e di gestione rurale privilegiando quelle dellagricoltura biologicardquo e che ldquoin

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PAGINA 44 194 Settembre 2015

tal senso si assumono come elementi di riferimento le reti di siepi agrarie e i filari le zone umide i corsi

dacqua e la rete di scolo e irrigua i boschettirdquo Le Norme del PTRC inoltre precisano che ldquola

procedura per la valutazione di incidenza si applica esclusivamente con riferimento agli obbiettivi di

conservazione tutelati nei siti della Rete Natura 2000rdquo

Con riguardo al previsto ampliamento del numero di capi allevati allrsquointerno delle giagrave esistenti strutture

aziendali che ricadono in una ZPS di cui alla Rete Natura 2000 egrave redatto il richiesto Studio di

Incidenza In aggiunta si annota che non sono previsti interventi che determinano ricadute sullrsquoattuale

consistenza e configurazione dei richiamati elementi di riferimento per la costruzione della rete

ecologica

Prati stabili

I Prati stabili sono disciplinati dallrsquoarticolo 14 delle Norme del PTRC che esplicita il loro riconoscimento

come ldquorisorse per il paesaggio e la biodiversitagraverdquo e demanda ai Comuni lrsquoindividuazione nellrsquoambito dei

propri strumenti urbanistici dei sistemi di prati stabili e la specificazione ai fini della loro tutela di

ldquoadeguate misure per mantenere il loro valore naturalistico e limitare la perdita di superficie prativa

dovuta allo sviluppo urbanistico allrsquoestensione dei seminativi e allrsquoavanzamento delle aree boschiverdquo

Il maggior numero di capi avicoli non richiede lrsquoampliamento dellrsquoarea attualmente giagrave interessata dalla

presenza dellrsquoallevamento e pertanto non sono coinvolte aree a prato stabile

Il PTRC con riguardo alle Aree rurali disciplinate allrsquoarticolo 7 individua e delimita quattro categorie di

aree rurali riportate in tavola 1a le Aree di agricoltura periurbana le Aree agropolitane in pianura le

Aree ad elevata utilizzazione agricola le Aree ad agricoltura mista a naturalitagrave diffusa per ognuna delle

quali sono elencati obiettivi e previsioni da assumere in sede di predisposizione e adeguamento degli

strumenti di pianificazione urbanistica In generale nel territorio rurale la pianificazione territoriale ed

urbanistica come indicato nel citato articolo deve essere ldquoorientata al principio del minor consumo di

suolordquo e perseguire diverse finalitagrave tra le quali ldquogarantire la sostenibilitagrave dello sviluppo economico del

settore rurale attraverso processi di trasformazione del territorio realizzati con il minor consumo

possibile di suolordquo ldquopromuovere e sostenere il recupero dei fabbricati abitativi e agricolo produttivi e

delle loro pertinenze e consentire la realizzazione di fabbricati abitativi e agricolo produttivi necessari

alle aziende agricole garantendo il loro armonico inserimento nel paesaggio agrario nel rispetto della

struttura insediativa esistenterdquo

La prevista variazione del numero di polli allevati che non richiede la realizzazione di nuovi fabbricati

in linea generale comunque non esclusi secondo le indicazioni delle norme del PTRC se correttamente

inseriti si ritiene possa essere positivamente relazionata con il richiamato obiettivo di uno sviluppo

rurale sostenibile tanto che non egrave in contrasto con la finalitagrave di ridurre il consumo di suolo agricolo

102 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ndash Provincia di Treviso

1021 Riferimenti generali

Il PTCP approvato con la DGR 1137 del 23032010 come precisato allrsquoarticolo 1 delle Norme dello

stesso ldquoindica gli obiettivi e gli elementi fondamentali dello sviluppo urbanistico provinciale

individuando per lrsquoassetto del territorio le nuove esigenze generali del territorio in coerenza con il

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quadro conoscitivo elaborato con riferimento alla salvaguardia conservazione e valorizzazione delle

risorse territorialirdquo

Tale Piano sempre come specificato nel citato articolo assicura che la valorizzazione delle risorse

territoriali disciplinata dalle previsioni degli strumenti urbanistici comunali persegua in particolare

la promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole

la tutela delle identitagrave storico-culturali e della qualitagrave degli insediamenti urbani ed extraurbani

la tutela del paesaggio rurale montano e delle aree di importanza naturalistica

lrsquoutilizzo di nuove risorse territoriali solo quando non esistano alternative alla riorganizzazione e

riqualificazione

del tessuto insediativo esistente

la messa in sicurezza degli abitati e del territorio dai rischi sismici e di dissesto idrogeologico

Il PTCP attraverso le direttive e le prescrizioni da considerare per la redazione degli strumenti di

pianificazione di livello inferiore ed a cui i PAT dei Comuni devono adeguarsi intende raggiungere

scelte progettuali di sviluppo sostenibile in coerenza con gli obiettivi di cui allrsquoarticolo 2 della LR

112004

Il PTCP si compone dei seguenti elaborati

Elaborati grafici

- Tavola 1-1 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Aree soggette a tutela

- Tavola 1-2 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Pianificazione di livello superiore

- Tavola 1-3 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Aree naturalistiche protette

- Tavola 1-4 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Vincoli militari e infrastrutturali

- Tavola 2 Carta delle fragilitagrave

- Tavola 3-1 Sistema ambientale ndash Reti ecologiche

- Tavola 3-2 Sistema ambientale ndash Livelli di idoneitagrave faunistica

- Tavola 4-1 Sistema insediativo-infrastrutturale

- Tavola 4-2 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta dei Centri Storici della Provincia

- Tavola 4-3 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta delle Ville Venete Complessi ed Edifici di

pregio architettonico

- Tavola 4-4 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta delle Ville Venete Complessi ed Edifici di

pregio architettonico di interesse provinciale

- Tavola 4-5 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Mobilitagrave sostenibile

- Tavola 4-6 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Percorsi turistici

- Tavola 4-7 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash La Grande Treviso Il Sistema dei Parchi

- Tavola 5-1 Sistema del paesaggio ndash Carta geomorfologica della Provincia di Treviso

- Tavola del Rapporto Ambientale

Relazione di Piano

Norme Tecniche

Sintesi Non Tecnica Appendice ldquoArdquo al Rapporto Ambientale

Valutazione di Incidenza Ambientale

Rapporto Ambientale allo stato di avanzamento di giugno 2008

Allegato FF ndash Quaderno Progetti

Allegato GG ndash Linee guida per regolamenti edilizi - Relazione con appendici

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Allegato L ndash Rischio incidenti rilevanti

Allegato M ndash Beni culturali

1022 Relazioni con le previsioni del PTCP

Gli elaborati cartografici del PTCP3 solo in alcuni casi identificano categorie in relazione diretta con

lrsquoarea dellrsquoesistente allevamento zootecnico avicolo ed in dettaglio si tratta dei seguenti casi

Tavola 13 con riguardo alle Zone di Protezione Speciale ndash ZPS

Tavola 21 con riguardo alle Aree di pericolositagrave idrica ridotta P0

Tavola 23 con riguardo alle Zone di incompatibilitagrave assoluta (Rete Natura 2000)

Tavola 31 con riguardo alle ZPS e alle Aree nucleo

Tavola 32 con riguardo al Livello di idoneitagrave faunistica medio

Tavola 51 con riguardo alla Unitagrave di paesaggio P2

Le Zone di Protezione Speciale riportate nella Tavola 13 e nella Tavola 31 in tale caso corrispondono

alla ZPS IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo allrsquointerno della quale ricade lrsquoallevamento avicolo per

il quale si prevede di aumentare il numero di polli allevati per la produzione di carne Le ZPS sono

richiamate percheacute messe in relazione con gli elementi costitutivi della Rete ecologica questi ultimi

identificati e delimitati nella Tavola 31 nel caso in questione rappresentati da una delle Aree nucleo

Lrsquoarticolo 36 delle Norme del PTCP elenca gli obiettivi della Rete ecologica che devono essere assunti

dagli strumenti urbanistici locali e da ogni altro atto di programmazione e di governo del territorio come

condizioni alle trasformazioni ammissibili delle risorse in modo da contribuire alla realizzazione della

stessa rete ecologica provinciale

Lrsquoarticolo 37 delle Norme del PTCP contiene le direttive da applicare agli elementi della Rete ecologica

ed in particolare per quanto riguarda le Aree nucleo stabilisce che

- la realizzazione delle infrastrutture e degli impianti tecnici egrave subordinata a misure di mitigazione

mirate alla ricostituzione della continuitagrave della permeabilitagrave biologica nei punti critici di

passaggio ed inoltre con lrsquoinserimento di strutture utili allrsquoattraversamento faunistico e con la

costituzione di aree di rispetto formate con elementi arborei ed arbustivi finalizzate alla

conservazione della biodiversitagrave

- la gestione dellrsquoagricoltura in queste aree deve essere indirizzata anche mediante interventi di

incentivazione e sostegno tecnico e finanziario al mantenimento delle componenti di interesse

ecologico e della biodiversitagrave complessiva

- le aree individuate come critiche per presenza di infrastrutture aree insediative e corridoi

ecologici nei siti della Rete Natura 2000 devono essere considerate dalla normazione tutelare

degli strumenti urbanistici comunali come ambiti prioritari verso i quali convergere gli interventi

di riorganizzazione mediante azioni di mitigazione e compensazione

Lrsquoarticolo 39 delle Norme del PTCP inoltre per le Aree nucleo stabilisce che ldquoi progetti che implicano

modificazione di usi funzioni attivitagrave in atto sono soggetti a valutazione di incidenza (VINCA) ai sensi

3 Si rimanda agli estratti delle Tavole 21 31 (che riporta le ZPS analogamente alla tav 13 e 23) e 32 del PTCP inserite nellrsquoAllegato

Cartografico allo SIA

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della normativa statale e regionale in materiardquo ed in aggiunta precisa al comma 4 che gli ldquointerventi di

ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo [hellip]

sono ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati

compatibili dalla valutazione di incidenza e comunque soggetti a misure compensative a compenso

drsquoogni riduzione della qualitagrave ecologica complessiva dellrsquoareardquo

La previsione di aumentare il numero di polli allevati nelle strutture giagrave presenti non richiede nuovi

fabbricati o ampliamenti di quelli esistenti ed in ogni caso si annota che sono ammessi utilizzi a fini

agricoli in merito alla valutazione di incidenza come giagrave richiamato egrave predisposto il richiesto Studio di

Incidenza

Le Aree a pericolositagrave ridotta (P0) individuate nella Tavola 21 ldquoCarta delle fragilitagrave ndash Aree soggette a

dissesto idrogeologico e fragilitagrave ambientalerdquo sono definite allrsquoarticolo 57 come ldquoparti del territorio

provinciale ritenute maggiormente esposte a pericolo di allagamento soprattutto a causa di insufficienze

idrauliche localirdquo e per tali aree ldquodevono essere promosse dalle Amministrazioni Comunali verifiche

specifiche sullrsquoeffettivo comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio assieme al Consorzio

di Bonifica competente per territoriordquo Le Aree P0 sono disciplinate dallrsquoarticolo 59 delle Norme del

PTCP che formula le seguenti direttive

ldquo1 Lo strumento urbanistico comunale conduce per le aree P0 una rigorosa e puntuale verifica dello

stato idraulico del territorio nel rispetto della Delibera regionale n13222006 utilizzando per le

valutazioni schemi di calcolo che siano in grado di descrivere le conseguenze idrauliche di una

eventuale insufficienza della rete di scolo delle acque precisandone e definendone su queste basi gli

ambiti giagrave indicati dal PTCP

2 Per le aree classificate P0 ferma restando lrsquoapplicazione della normativa per esse eventualmente

disposta dai Piani di Assetto Idrogeologico lo strumento urbanistico comunale detta apposita normativa

finalizzata a non incrementare le condizioni di rischio ed in particolare a

a) mantenere le condizioni esistenti di funzionalitagrave idraulica ed anzi a migliorarle cosigrave da

agevolare e comunque non impedire il deflusso delle piene e non ostacolare il normale deflusso

delle acque

b) non aumentare le condizioni di pericolo a valle od a monte delle aree drsquointervento

c) non ridurre i volumi invasabili e favorire se possibile la formazione di nuove aree di libera

esondazione delle acque

d) non pregiudicare con opere incaute od erronee la successiva realizzazione di interventi per

lrsquoattenuazione o lrsquoeliminazione delle cause di pericolositagrave

e) non effettuare tombinamenti ma mantenere gli originali volumi di invaso disponibili di tratti di

f) fossi e fossati

g) neutralizzare con interventi in loco gli incrementi di portata conseguenti ad interventi

urbanizzativi

h) non costituire od indurre a costituire vie preferenziali al flusso di portate solide o liquide

i) minimizzare le interferenze anche temporanee con le strutture di difesa idraulicardquo

Per le valutazioni sulla relazione tra la disciplina e il previsto ampliamento dellrsquoallevamento si rimanda

ai successivi paragrafi del presente studio in cui si considerano i PAT dei Comuni territorialmente

coinvolti

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PAGINA 48 194 Settembre 2015

Le Zone di incompatibilitagrave assoluta sono considerate nelle Norme del PTCP in relazione alle Aree a

rischio di incidente rilevante disciplinate allrsquoarticolo 77 la direttiva stabilisce che il PAT nella

valutazione di compatibilitagrave territoriale per la localizzazione di nuovi impianti a rischio dovragrave tenere in

considerazione le aree di incompatibilitagrave assoluta localizzandogli stabilimenti in aree industriali esterne

a tali zone

La disciplina richiamata non ha attinenza con lrsquointervento in previsione

I Livelli di idoneitagrave faunistica sono definiti e riportati nella Tavola 32 ldquoSistema ambientale ndash Livelli di

idoneitagrave faunisticardquo e nel caso dellrsquoarea dellrsquoallevamento si ricade in un ambito con livello di idoneitagrave

faunistica medio come stabilito allrsquoarticolo 37 delle Norme del PTCP ldquogli strumenti urbanistici locali

dispongono apposita disciplina finalizzata a () definire i livelli di idoneitagrave faunistica allrsquointerno di queste

aree e dettare norme differenziate secondo il livello di idoneitagrave da conferire o conservarerdquo assicurando

nel caso di media idoneitagrave la tutela e la conservazione di tale livello

La prevista variazione in aumento dei capi di polli allevati si ritiene non incidere sul livello di idoneitagrave

faunistica

Le Unitagrave di Paesaggio individuate nella Tavola 51 sono disciplinate dallrsquoarticolo 30 delle Norme del

PTCP che chiede agli strumenti urbanistici comunali di individuare gli ambiti territoriali omogenei ldquoin

modo tale da far corrispondere ad ogni unitagrave di paesaggio la totale estensione di uno o piugrave ATO non

potendo di conseguenza uno stesso ambito territoriale omogeneo essere suddiviso tra diverse UDPrdquo Il

PTCP riconosce le caratteristiche di ogni Unitagrave e la disciplina stabilisce che ldquospetta allo strumento

urbanistico comunale sulla base di analisi puntuali dei caratteri costitutivi proporre la correzione e

precisazione dellrsquoestensione dellrsquounitagrave anche al fine di rendere coerenti le UDP con i perimetri delle

ATO in cui il territorio comunale egrave suddivisordquo

Per le valutazioni sulla relazione tra la disciplina associata alle UdP e il previsto ampliamento

dellrsquoallevamento si rimanda ai successivi paragrafi del presente studio in cui si considerano i PAT dei

Comuni territorialmente coinvolti

103 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castelfranco Veneto

1031 Riferimenti generali

Il Comune di Castelfranco Veneto egrave dotato di PAT redatto con i contenuti di cui allrsquoarticolo 13 della

LR112004 approvato con la DGP n 29 del 322014 tale strumento sostituisce il precedente

Piano Regolatore Generale approvato con le DGR n 4035 del 10122004 e n 3672 del 29112005

Il PAT egrave formato dai seguenti elaborati

Relazione tecnica

Relazione di progetto

Relazione sintetica

Norme tecniche

Elaborati grafici in scala 110000

- Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale

- Carta delle invarianti

- Carta delle fragilitagrave

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- Carta della trasformabilitagrave - Ambiti Territoriali Omogenei (ATO)

- Carta della trasformabilitagrave - Valori e tutele Azioni strategiche

Quadro conoscitivo di cui allrsquoart10 della LR112004

Studio di compatibilitagrave idraulica

Le Norme precisano che gli ambiti e gli immobili vincolati individuati nella Tavola 1 del PAT hanno

valore ricognitivo e non esaustivo e che ldquole indicazioni grafiche contenute nella citata Tavola 4 non

hanno valore conformativo delle destinazioni urbanistiche dei suoli la definizione delle quali egrave

demandata al PI e non possono pertanto rappresentare o comportare in alcun modo acquisizione di

diritti edificatori ()rdquo Lrsquoarticolo 4 delle Norme del PAT precisa che ldquogli interventi di trasformazione

edilizia ed urbanistica del territorio prima della redazione del PI ai sensi dellart 18 della LR1104

devono rispettare le previsioni del PRG vigente per le parti compatibili con il PAT che a seguito

dellapprovazione per tali parti acquista il valore e lefficacia del PI come previsto dallart 48 comma 5

della LR112004rdquo

1032 Relazioni con le previsioni del PAT

Le tavole del PAT4 identificano le categorie di vincolo le invarianti le fragilitagrave e le destinazioni drsquouso

associate alla disciplina contenuta nelle Norme dello stesso strumento urbanistico con riguardo allrsquoarea

dellrsquoesistente allevamento avicolo eo alla porzione di territorio limitrofa a questa si distinguono quelle

riportate nella sottostante tabella Per ogni categoria si richiama il contenuto delle norme del PAT e si

svolge la verifica in merito alla coerenza tra la disciplina ed il previsto incremento del numero di capi

avicoli allevati

Piano di Assetto del Territorio ndash Relazione tre le categorie di Piano e lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo

Carta Categoria Art PAT

1 Vincoli ZPS ndash Prai di Castello di Codego 10

Allevamenti zootecnici intensivi LR 112004 12

Reticolo idraulico ndash Servitugrave idraulica 12

2 Invarianti Area Natura 2000 13

Principali filari e siepi del paesaggio 14

3 Fragilitagrave Compatibilitagrave geologica ndash Area idonea a condizione 3 17

4a Trasformabilitagrave ATO Aa1 Agricolo periurbano nord ndash Prai di Godego 36

4b Trasformabilitagrave Area nucleo 34

ZPS ndash Prai di Castello di Godego

Lrsquoarticolo 10 delle Norme del PAT precisa che tale strumento urbanistico recepisce la Zona di

Protezione Speciale IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo individuata ai sensi della DGR n

11802006 quale elemento della Rete Natura 2000 per la salvaguardia della biodiversitagrave ed integra la

ZPS nel sistema ambientale della rete ecologica di cui allrsquoart34 Le direttive definite in tale articolo

stabiliscono che nella progettazione ed esecuzione di piani progetti e interventi ldquodeve essere garantito

il mantenimento ovvero alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi

di habitat naturali e degli habitat delle specie interessate che hanno determinato lrsquoindividuazione

dellrsquoarea come zona SIC e ZPSrdquo che ldquonellrsquoesame delle soluzioni progettuali devono essere

considerate le possibili alternativerdquo ed infine che ldquoa seguito della valutazione sono individuate

opportune misure di mitigazione o compensazione finalizzate a minimizzare o cancellare le eventuali

4 Si rimanda agli estratti delle Tavole 1 2 3 4a e 4b inserite nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

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incidenze negative sia in corso di realizzazione sia dopo il suo completamentordquo Le prescrizioni di tale

articolo richiamano lrsquoassoggettamento alla procedura di valutazione di incidenza per i piani i progetti e

gli interventi ricadenti allrsquointerno della ZPS

Per quanto riguarda lrsquoassoggettamento alla procedura di valutazione di incidenza si precisa che egrave stato

redatto il richiesto Studio di incidenza a cui si rimanda per le considerazioni di merito

Allevamenti zootecnici intensivi

Lrsquoarticolo 12 delle Norme del PAT richiama i riferimenti legislativi attinenti agli allevamenti zootecnici

intensivi ovvero la DGR 31782004 e smi (Atti di indirizzo - art 50 della LR 112004) e con le

direttive e prescrizioni stabilisce che il Piano degli Interventi (PI) aggiorna e precisa gli allevamenti

zootecnici intensivi individuati nella Tavola 1 per i quali si applicano le vigenti disposizioni di legge e i

regolamenti comunali vigenti in materia di igiene e sanitagrave In aggiunta in tale articolo si precisa che

ldquoagli allevamenti zootecnici in zona impropria sono consentite esclusivamente operazioni di

manutenzione ordinaria e ne egrave incentivata la rimozionerdquo

Con riguardo alle citate norme si sottolinea che si prevede il solo aumento del numero di polli da carne

allevati nelle strutture giagrave esistenti e che ovviamente si terragrave conto del necessario rispetto delle

disposizioni e regolamenti vigenti in materia di igiene e sanitagrave

Reticolo idraulico ndash Servitugrave idraulica

LrsquoArt 12 delle Norme Tecniche del PAT con riguardo al reticolo idraulico ed alle relative servitugrave

richiama il riferimento normativo di cui al RD 3681904 e RD 5231904 e detta le seguenti

prescrizioni

ldquoNon sono consentite nuove edificazioni a distanze inferiori a 10 metri dai cigli esistenti o dal piede

della scarpata esterna dellrsquoargine () Per canali non demaniali in specifici casi egrave facoltagrave insindacabile

del Consorzio di bonifica competente concedere una deroga a tale distanza In caso di sporgenze

aggetti o altro la distanza deve riferirsi alla proiezione in pianta dei medesimi Alla distanza di rispetto

sono vincolate anche eventuali opere insistenti nel sottosuolo quali vani interrati e sottoservizi Le

fabbriche le piante e le siepi esistenti entro la fascia di rispetto prevista dal RD 3681904 sono

tollerate qualora non rechino un riconosciuto pregiudizio giunte a maturitagrave o deperimento non possono

essere surrogate entro le distanze previste Gli interventi di manutenzione su fabbricati esistenti ed

eventuali opere precarie devono ottenere preventiva autorizzazione idraulica dagli Enti competenti

fermo restando che ai fini della servitugrave di passaggio una fascia di larghezza pari a 4 m dovragrave

permanere completamente sgombera da ostacoli e impedimenti al libero transito dei mezzi adibiti alla

manutenzione e allrsquoeventuale deposito di materiali di espurgo La realizzazione di attraversamenti e di

qualsiasi opera o intervento che possa comportare unrsquooccupazione anche temporanea del sedime dei

corsi drsquoacqua gestiti dal Genio Civile o da Consorzi di bonifica egrave oggetto di specifica concessione da

parte dellrsquoente competente () Le superfici costituenti il sedime dei corsi drsquoacqua di competenza

regionale o consortile e le relative fasce di rispetto non possono essere ricomprese allrsquointerno di

perimetri di nuovi piani o strumenti attuativi o interventi di trasformazione territoriale in genere se non

come aree specificatamente destinate alla tutela del corpo idrico Esse non possono contribuire alla

determinazione della capacitagrave edificatoria fatta salva la possibilitagrave di applicare lrsquoistituto del credito

edilizio alle zone contiguerdquo

Nel caso in oggetto il reticolo idrico egrave da riferire al corso drsquoacqua che fiancheggia il lato ovest e sud del

perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento lrsquoincremento del numero di polli allevati non richiede interventi

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COD 15V055 PAGINA 51 194

edilizi od occupazione e trasformazione di nuove aree non giagrave incluse allrsquointerno dellrsquoallevamento

esistente e quindi si escludono ricadute per trasformazioni dello stato attuale nelle fasce di servitugrave

idraulica

Area Natura 2000

Lrsquoarticolo 13 delle Norme del PAT con le direttive indica che egrave opportuno ldquoprevedere norme specifiche

che riprendono le misure di conservazione dei SIC e della ZPS (cfr DGR 23712006)rdquo ed in

particolare ldquoevitare il tombamento della rete idrografica minore fatte salve le esigenze di protezione dal

rischio idrogeologicordquo ed ldquoincentivare il miglioramento delle prestazioni ecologiche e funzionali delle

fasce arbustive ed arboree presenti nelle buffer zones (aree cuscinetto) Ove tali formazioni spontanee

non siano presenti dovrebbe essere incentivata la realizzazione di nuove fasce di vegetazione

riparialerdquo Le prescrizioni dettate dal citato articolo stabiliscono che ldquonon sono consentiti interventi tali

da creare una riduzione dellrsquoestensione di tali areerdquo e che il PI ldquoprecisa ambiti con livelli differenziati di

tutelardquo si richiama inoltre lrsquoapplicazione della procedura di valutazione di incidenza ambientale per

progetti e interventi ricadenti in ZPS

Il previsto aumento dei capi avicoli allevati non comporta interventi sulla rete idrografica minore eo

trasformazioni delle fasce arbustive e arboree presenti come giagrave evidenziato in osservanza della

normativa nazionale e regionale egrave redatto lo Studio di Incidenza

Principali filari e siepi del paesaggio agrario

Lrsquoarticolo 14 delle Norme del PAT con le prescrizioni stabilisce che ldquogli interventi che generano

trasformazione dei filari e siepi del paesaggio agrario devono prevedere opportune misure di

mitigazione eo compensazione sulla base di uno specifico studio valutativordquo e che ldquosono tutelati la

giacitura lrsquoestensione e la conformazione di siepi e filari a tal fine va prevista negli interventi la

ricomposizione di tratti mancanti o abbattutirdquo

La vegetazione presente a ridosso del corso drsquoacqua che scorre immediatamente ad ovest ed a sud del

perimetro dellrsquoallevamento avicolo non egrave interessata da alcun intervento trattandosi del solo aumento

del numero di polli da carne ricoverati nelle strutture esistenti non sono pertanto obbligatori interventi di

mitigazione e compensazione ma si considera comunque la possibilitagrave di mettere a dimora specie

vegetali a formare una siepe lungo il perimetro sud ed est dellrsquoarea dellrsquoallevamento con funzioni di

mascheramento e di qualificazione paesaggistico ambientale

Area idonea a condizione 3

Con riguardo alla compatibilitagrave geologica si distinguono aree con differente grado di rischio geologico-

idraulico e differente idoneitagrave ad essere urbanizzate per le caratteristiche geologico-tecniche e

idrogeologiche-idrauliche disciplinate dallrsquoarticolo 17 delle Norme del PAT

Per quanto attiene alle Aree idonee a condizione 3 definite come ldquoZone con terreni superficiali

prevalentemente sabbiosolimosi ndash limosoargillosi e con massima oscillazione della falda freatica

superiore ai 5 m dal piano campagnardquo la disciplina precisa che ldquole soluzioni per lrsquoidoneitagrave si possono

raggiungere qualora una relazione geologico-tecnica verifichi le caratteristiche geotecniche dei litotipi

Qualora vi sia la presenza di terreni scadenti superficiali (limosi argillosi torbosi ecc) eo variabilitagrave

litologica egrave necessario adottare soluzioni tecniche idonee ad evitare cedimenti delle fondazioni Ogni

intervento dovragrave garantire la tutela delle acque al fine di evitare fenomeni di inquinamento eo

variazioni della geometria ed idrodinamica dei corpi idrici sotterranei e superficialirdquo

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PAGINA 52 194 Settembre 2015

Le direttive demandano al PI la definizione della disciplina sullrsquoedificabilitagrave del territorio e la promozione

degli interventi volti alla riparazione e consolidamento dellrsquoesistente alla stabilizzazione di eventuali

dissesti al miglioramento delle attuali condizioni geologico-idrauliche e mitigazione del rischio Con il

citato articolo in aggiunta si prescrive la stesura di relazione geologica eo geotecnica in conformitagrave

da allegare ai progetti di intervento da riferire degli interventi edificatori e di sistemazione dei terreni

che devono sempre attenersi alle norme tecniche emanate con il DM 1131988 il DM 1492005 e il

DM 1412008 con lrsquoulteriore precisazione che prima dellrsquoapprovazione dello studio di compatibilitagrave

sismica del territorio comunale le indagini geologiche dovranno essere eseguite in conformitagrave al DM

14012008

Come giagrave evidenziato non sono previsti interventi edilizi o di movimentazione del terreno e quindi si

ritiene di non rientrare nel campo di applicazione della richiamata disciplina e normativa nazionale

Ambiti Territoriali Omogenei ndash Aa1 ldquoAgricolo periurbano nord - Prai di Godegordquo

Il territorio comunale come precisato allrsquoarticolo 36 delle Norme del PAT egrave suddiviso in ATO per

ognuno dei quali egrave dettata specifica disciplina articolata in disposizione generali e disposizioni locali

che integra le disposizioni generali per lrsquoassetto del territorio contenute nel Titolo III delle stesse Norme

del PAT Gli ATO Aa come riportato nellrsquoarticolo 40 delle Norme del PAT sono quelli ldquonei quali vi egrave una

prevalenza dei caratteri ambientali e paesaggistici e la struttura delledificato egrave rada o sporadicardquo le

direttive di tale articolo demandano al PI il compito di sviluppare e precisare ldquole scelte strategiche

delineate dal PAT indicando le azioni da svolgere per conseguire gli obiettivi di piano le prioritagrave le

interrelazioni i soggetti coinvolti o da interessare e le condizioni per la fattibilitagrave e lrsquoattuazione delle

previsionirdquo

Per quanto attiene allrsquoAmbito Aa1 nella relativa scheda sono indicati gli obiettivi locali di seguito

interamente riportati

ldquoAmbiente

- Mantenimento delle funzioni agricole produttive e salvaguardia delle aree agricole integre da

garantire tramite il mantenimento e la valorizzazione degli elementi caratterizzanti il territorio

(sistemazioni agricole tradizionali reticolo idrografico superficiale percorsi poderali manufatti e

insediamenti rurali tipologia e allineamento delle alberature ecc)

- Promozione della conoscenza e della fruizione turistico ricreativa del territorio di pregio

naturalistico

- Ricostituzione del patrimonio della biodiversitagrave della rete ecologica territoriale e locale costituita

principalmente dalla ZPS dal corridoio ecologico del Muson e dalla buffer zone mediante

integrazione delle attuali colture con colture tradizionali compatibili con la morfologia del suolo

agrario con ecotoni di margine con piccoli incolti con limplementazione dei filari e siepi

- Rimozione di elementi detrattori

Insediamenti

- Tutela e valorizzazione degli edifici con valore storico-ambientale volta ad un corretto recupero

dei manufatti e un loro impiego a servizio di funzioni connesse alla residenza e alle attivitagrave

agricole locali o per altri utilizzi compatibili

- Tutela del contesto figurativo della villa come elemento riconoscibile da molteplici punti del

territorio agricolo

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- Riordino edilizio e funzionale della struttura insediativa di recente impianto e suo modesto

ampliamento al fine di favorire la permanenza e la crescita fisiologica della popolazione locale

Accessibilitagrave e mobilitagrave locale

- Riqualificazione in senso paesaggistico degli assi viari con possibile individuazione di spazi

anche attrezzati per la sosta in corrispondenza dei coni visuali di maggior percezione

qualitativa

- Realizzazione dellitinerario di interesse ambientale lungo il torrente Avenale e lungo la via

Postumia per la connessione al Muson e al Sentiero degli Ezzelini

- Sistemazione dellrsquoincrocio tra via Bella Venezia e Via Postumiardquo

Le funzioni attribuite allrsquoAmbito Aa1 sono quelle ldquoprevalentemente agricole con bassa presenza di

residenzialitagraverdquo

Con riguardo agli obiettivi ed alle destinazioni funzionali previste per lrsquoAmbito Aa1 si ritiene essere

coerente la previsione di incremento dei capi avicoli in quanto rientrante nellrsquoattivitagrave agricola giagrave svolta

nelle strutture dellrsquoesistente allevamento e quindi correlabile al punto relativo al mantenimento delle

funzioni agricole produttive per altro tale previsione non determina ricadute sugli elementi

caratterizzanti il territorio od impedimento al perseguimento degli altri obiettivi locali di tale ATO

Area nucleo

Le Aree nucleo sono definite quali elementi costitutivi della Rete ecologica considerata e disciplinata

dallrsquoarticolo 34 delle Norme del PTA che demanda al PI la definizione della disciplina degli elementi

della stessa rete ecologica da attuare sulla base delle direttive espressamente elencate nello stesso

articolo

Le prescrizioni per tutti gli elementi della Rete ecologica stabiliscono il vincolo alla loro realizzazione e

mantenimento ed il divieto ad aprire cave e discariche

Per le Aree nucleo egrave inoltre prescritto quanto segue

ldquoEgrave fatto divieto di rimuovere distruggere danneggiare o modificare in modo essenziale le siepi (parte

aerea e parte epigea) salvo motivate esigenze derivanti da assetti proprietari ed infrastrutturali che

comunque dovranno essere accompagnate da idonee misure compensative Sono ammesse le normali

operazioni di manutenzione e ringiovanimento delle siepi (potatura spollonatura tramarratura ecc)

Non egrave ammesso lrsquoallestimento di impianti percorsi e tracciati per attivitagrave sportiva con mezzi motorizzati

Non sono ammesse strutture a serra fissa con o senza zoccolo di fondazione Sono invece ammesse

le serre mobili se destinate alla forzatura stagionale delle produzioni orto-floro-vivaistiche Egrave esclusa

lrsquoedificazione di manufatti da destinare ad insediamenti zootecnici intensivi Ersquo fatta salva lrsquoedificabilitagrave

prevista negli ambiti di edificazione diffusardquo

Anche in tale caso si ribadisce che non essendo previsti interventi di nuova edificazione o

trasformazione dei fabbricati esistenti giagrave destinati ad allevamento avicolo intensivo ne movimenti terra

o azioni sulle componenti vegetali non si ricade nella sfera dei divieti di cui alle richiamate prescrizioni

Vincolo sismico

Infine si annota che lrsquointero territorio comunale risulta ricadere in Zona 3 del vincolo sismico Lrsquoarticolo

9 delle Norme tecniche del PAT prescrive che ldquogli interventi dovranno uniformarsi alle prescrizioni

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dellrsquoOPCM n 32742003 e al DM 14012008 Per la redazione dello studio di compatibilitagrave sismica si

applicano le modalitagrave previste dalla DGR n 3308 del 04112008rdquo

104 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castello di Godego

1041 Riferimenti generali

Il Comune di Castello di Godego ha adottato ai sensi dellart 15 della LR 23 Aprile 2004 n 11

ldquoNorme per il Governo del Territoriordquo con la DCC n 30 del 1162015 il PAT che secondo quanto

previsto dallart 29 della LR 112004 determina lrsquoapplicazione delle misure di salvaguardia

limitatamente alle prescrizioni e ai vincoli contenuti nello stesso PAT fino alla approvazione ed entrata

in vigore del PAT come precisato allrsquoarticolo 137 delle Norme dello stesso Piano egrave sospesa ogni

determinazione sugli interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica del territorio in contrasto con le

previsioni e vincoli del PAT

Come riportato nella citata delibera secondo quanto previsto dallart 48 comma 5 e 5-bis della LR

112004 il vigente Piano Regolatore Generale mantiene la sua efficacia fino allrsquoapprovazione del PAT e

successivamente per le parti compatibili con il PAT diventa il Piano degli Interventi

Il PAT adottato egrave formato dai documenti del Quadro Conoscitivo che comprendono una serie di tavole

di analisi urbanistica agronomica ambientale e geologica dagli elaborati di progetto che comprendono

la Relazione Tecnica Generale le Norme Tecniche le tavole P1A - Carta dei vincoli P1B - Carta della

pianificazione territoriale P2 - Carta delle invarianti P3 - Carta delle fragilitagrave P4 - Carta delle

trasformazioni dai documenti della VAS della VINCA della VCI dagli elaborati della micro-zonazione

sismica

Le disposizioni contenute nel PAT come precisato allrsquoarticolo 3 delle Norme dello stesso piano sono

articolate in direttive (quando non espressamente specificato le disposizioni hanno tale valore) sulla cui

base viene redatto il Piano degli Interventi e in prescrizioni e vincoli a cui devono uniformarsi le attivitagrave

di soggetti pubblici e privati negli interventi di trasformazione del territorio

1042 Relazione con le previsioni del PAT

Le Carte di progetto del PAT5 identificano diverse categorie di vincolo destinazione o azione associate

alla disciplina contenuta nelle Norme dello stesso strumento urbanistico o che rimandano a quelle del

PTCP con riguardo alla porzione di territorio confinante allrsquoarea dellrsquoesistente allevamento avicolo (il

lato ovest si attesta sul confine comunale) o limitrofa a questa si distinguono quelle riportate nella

sottostante tabella Per ogni categoria si richiama il contenuto delle norme del PAT e si svolge una

verifica in merito alla coerenza tra la disciplina e il previsto incremento del numero di capi avicoli

allevati

5 Si rimanda agli estratti delle Tavole P1A P1B P2 P3 e P4 inserite nellrsquoAllegato cartografico allo SIA

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Piano di Assetto del Territorio ndash Relazione tre le categorie di Piano e lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo

Carta Categoria Art PAT Art PTCP

P1A Scoli drsquoacqua consorziali ndash Servitugrave idraulica (RD 3681904) 24 -

P1B Tracciati storici agro centuriato 34 44

Aree ad elevata utilizzazione agricola 40 10

Area nucleo 42 37

Area di connessione naturalistica ndash Fascia tampone 42 38

P0 ndash Area a rischio di allagamento per insufficienze idrauliche locali 45 59

P2 Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica 53 -

Ambiti caratterizzati dalla presenza di prati stabili 53 -

Siepi campestri e filari in spazio aperto 57 -

P3 Aree di interesse ambientale ndash Rete Natura 2000 19 -

Area idonea a condizione- per inondazione periodica e ristagno idrico 74 -

Aree soggette a dissesto idrogeologico ndash Aree esondabili eo a periodico ristagno idrico 76 -

P4 Coni visuali 101 -

Ambito per la formazione di parchi e riserve naturali di interesse intercomunale 102 -

Area nucleo 105 --

Area di connessione naturalistica ndash Fascia tampone 106 -

Corridoio ecologico secondario blueway 109

Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica 114 -

Insieme A ATO con contesto agricolo di particolare valore ambientale e paesaggistico AA1 Prai ndash Muson dei Sassi

127 -

Servitugrave idraulica

Le Norme del PAT con lrsquoarticolo 24 richiamano la necessaria ottemperanza alle disposizioni di cui al

RD 851904 n 368 rdquoRegolamento sulle bonificazioni delle paludi e dei terreni paludosirdquo e al RD

2571904 n 523 ldquoTesto unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse

categorierdquo In particolare si prescrive per fiumi torrenti e canali in conformitagrave con lrsquoarticolo 96 del RD

5231904 e per i corsi drsquoacqua consorziali in conformitagrave con lrsquoarticolo 133 del RD 3681904 che deve

essere mantenuta libera da qualsiasi impedimento e ostacolo al transito dei mezzi manutentori una

fascia di almeno m 400 a partire dal piede dellrsquounghia arginale o dal ciglio del corso drsquoacqua e che

devono essere garantite fasce di rispetto idrauliche inedificabili di m 1000 su entrambi i lati dei corsi

drsquoacqua a partire dal piede dellrsquounghia arginale o dal ciglio del corso drsquoacqua

Il previsto incremento del numero di capi allevati non comporta interventi edilizi o modifiche dello stato

attuale per la porzione di territorio ricadente nelle citate fasce da mantenere libere eo inedificabili

Tracciati storici - agro centuriato

Le Norme del PAT con lrsquoarticolo 34 precisano il recepimento negli elaborati di progetto del Piano dei

siti a rischio archeologico e dei tracciati di permanenza esistenti o latenti dellrsquoagro centuriato qualificati

come invarianti strutturali per i quali si applica quanto disposto dagli articoli 60 e 61 Lrsquoarticolo 60

riguardante lrsquoagro centuriato e le strade e tracciati storici prescrive che negli interventi di

trasformazione di grande estensione egrave vietata lrsquoeliminazione dei tracciati persistenti riconducibili al

reticolo stradale della centuriazione romana e le strade e i percorsi storici principali nel mentre per gli

ambiti del territorio agricolo stabilisce diverse direttive tra le quali si annovera la salvaguardia della

struttura tradizionale del territorio legata alla sistemazione agrarie storiche il divieto di interrare o

tombare con canalizzazioni artificiali i corsi drsquoacqua esistenti la coerenza nellrsquoorientamento e nella

dislocazione con lorganizzazione territoriale e con la direzione degli assi centuriali presenti in loco per

le nuove costruzioni

Il previsto incremento del numero di capi allevati non comporta interventi edilizi di ampliamento dei

fabbricati esistenti o di nuova realizzazione e si osserva che lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo per

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PAGINA 56 194 Settembre 2015

disposizione e geometria srsquoinserisce in forma coerente nella matrice dellrsquoagro centuriato senza

determinare incidenze negative sul disegno dei corsi drsquoacqua

Aree ad elevata utilizzazione agricola

Le Norme del PAT allrsquoarticolo 40 evidenziano che lo stesso recepisce lrsquoindividuazione delle Aree ad

elevata utilizzazione agricola di cui alla Tavola 9 e correlato articolo 10 delle Norme Tecniche del

PTRC adottato che individua le finalitagrave alle quali fare riferimento per la pianificazione di tale tipo di

territorio agricolo

Si rimanda alle precedenti annotazioni riguardanti il PTRC per quanto attiene alla relazione con

lrsquoallevamento avicolo

Area nucleo ndash Area di connessione naturalistica

Le Norme del PAT allrsquoarticolo 42 richiamano lrsquoindividuazione e articolazione della Rete ecologica

provinciale rappresentata con maggiore dettaglio nellrsquoelaborato Tavola P4 e rimandano alle

successive disposizioni contenute negli articoli da 104 a 111 Per quanto riguarda le Aree nucleo con

lrsquoarticolo 42 si stabilisce che i progetti implicanti modificazione di usi funzioni attivitagrave in atto sono

soggetti a valutazione di incidenza (VIncA) ed in particolare si precisa che gli interventi di

ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo ldquosono

ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati

compatibili dalla valutazione di incidenza e comunque soggetti a misure compensative a compenso

drsquoogni riduzione della qualitagrave ecologica complessiva dellrsquoareardquo

Con lrsquoarticolo 105 riferito alle Aree nucleo si demanda al PI la formulazione di una normativa atta ad

evitare nuove edificazioni sparse a promuovere interventi di qualificazione a definire misure di

mitigazione per infrastrutture e impianti tecnologici ed infine lrsquoindividuazione delle aree critiche

Lrsquoarticolo 106 relativo alle Aree di connessione naturalistica stabilisce che ldquosono da limitare le nuove

edificazioni ad alto consumo di suolo e fortemente impattanti (impianti industriali inquinanti e legati a un

elevato carico trasportistico) e lrsquourbanizzazione diffusardquo e demanda al PI la promozione di interventi di

controllo e qualificazione

In osservanza di quanto richiesto dalle richiamate norme egrave redatto lo Studio di Incidenza ai cui

contenuti e conclusioni si rimanda in ogni caso si evidenzia che non egrave prevista nuova edificazione o

ampliamento dei fabbricati esistenti modificativa dello stato attuale dei luoghi e nemmeno interventi

che comportino la trasformazione delle aree agricole e la riduzione della vegetazione arborea presente

lungo i fossi o gli scoli irrigui

Aree a pericolositagrave idraulica e idrogeologica

Le Norme del PAT allrsquoarticolo 45 ricordano che il PTCP per le aree P0 (a pericolositagrave idraulica bassa)

ldquoAree a rischio di allagamento per insufficienze idrauliche localirdquo con lrsquoarticolo 57 dispone che la

normativa applicabile egrave quella del Progetto di Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico del bacino

idrografico del fiume Brenta - Bacchiglione e con lrsquoarticolo 59 prevede che il PAT ldquoattraverso la VCI

e successivamente attraverso il Piano delle Acque esegue specifici approfondimenti sul

comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio assieme al Consorzio di Bonifica competente

per territoriordquo

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Per la verifica delle relazioni con il previsto aumento dei capi avicoli allevati si rimanda quindi ai

contenuti normativi del PSAI

Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica ndash Paesaggio dei prati stabili

Gli Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica sono disciplinati dallrsquoarticolo 53 e

dallrsquoarticolo 114 delle Norme del PAT Lrsquoarticolo 53 contiene sia direttive che demandano al PI la

traduzione delle indicazioni elencate nello stesso in azioni e modalitagrave finalizzate a conservare e

migliorare il paesaggio sia prescrizioni che vietano la modifica dellrsquoassetto dei prati stabili e dei campi

chiusi in particolare dal punto di vista paesaggistico idraulico e vegetazionale e richiedono lrsquoattenta

valutazione dellrsquoinserimento di strutture di servizio e reti tecnologiche che possono determinare impatti

negativi sia sullrsquoassetto paesaggistico sia sulle componenti faunistiche Lrsquoarticolo 114 rimanda al

contenuto del citato articolo 53

Il previsto aumento del numero di polli allevati non richiede nuovi interventi edificatori o di

trasformazione di aree agricole coltivate in particolare di prati stabili ed allo stesso modo non si

prevede lrsquoinstallazione di infrastrutture si esclude inoltre in coerenza con quanto disposto dalle

direttive ogni ricaduta sugli elementi che rivestono particolare valenza dal punto vista naturalistico-

ambientale e quelli caratterizzanti la struttura agricola tradizionale del territorio quali il reticolo dei corsi

drsquoacqua la viabilitagrave vicinale le sistemazioni agricole tradizionali

Siepi campestri e filari in spazio aperto

Le Norme del PAT allrsquoarticolo 57 riguardante le siepi campestri precisano che gli elaborati del Piano

individuano le principali che presentano interesse naturalistico e paesaggistico da salvaguardare nella

giacitura estensione e conformazione in secondo luogo la disciplina stabilisce che ldquonei progetti

dintervento va prevista la ricomposizione dei tratti mancanti ed in caso di trasformazioni dovute ad

interventi ammessi dalle norme urbanistiche od edilizie vanno previste adeguate compensazioni

finalizzate a favorire la interconnessione ecologica del territoriordquo

Lrsquoaumento dei capi di pollame da carne non richiede interventi che possono modificare i caratteri e la

consistenza della vegetazione arborea in particolare quella presente lungo il fosso che segna il confine

comunale e si trova a ridosso del perimetro ovest dellrsquoarea dellrsquoallevamento in aggiunta potrebbero

essere comunque eventualmente previsti interventi mitigativi e compensativi finalizzati a rafforzare la

dotazione di siepi lineari e loro connessione con impianto sul lato sud o est del perimetro

dellrsquoallevamento

Aree di interesse ambientale ndash Rete Natura 2000

Lrsquoarticolo 19 delle Norme del PAT riguarda le aree appartenenti alla Rete Natura 2000 ovvero la Zona

di Protezione Speciale IT 3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo per la quale si prescrive nel caso di

interventi ricadenti allrsquointerno della stessa od esternamente ma in grado potenzialmente di comportare

incidenze significative la procedura di Valutazione drsquoIncidenza Le direttive definiscono gli obiettivi da

perseguire attraverso il PI ovvero il riordino morfologico e percettivo dellrsquoedificato esistente verso il

territorio agricolo anche mediante la formazione di apparati vegetali quali filari alberati siepi e macchie

arbustive ed arboree e la definizione di unrsquoadeguata mitigazione e compensazione ambientale

mediante fasce alberate autoctone lungo i margini dei nuovi insediamenti da progettare nei fronti ove

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PAGINA 58 194 Settembre 2015

occorra Al contempo le direttive stabiliscono che il PI provvederagrave a dettare norme di tutela e

valorizzazione ed a fornire disposizioni ed indirizzi sullrsquoattuazione degli interventi nella ZPS e nelle

zone di influenza limitrofe

Come giagrave evidenziato egrave redatto il richiesto Studio di Incidenza al quale si rimanda e in termini

generali pur non essendo previsti interventi edilizi o di trasformazione di aree agricole o di elementi

naturali o seminaturali seguendo le indicazioni formulate con le direttive potrebbero essere

considerata lrsquoopportunitagrave di attuare una riqualificazione percettiva mediante mascheramento degli

esistenti fabbricati di ricovero dei polli e macchinari con impianto di specie arboree lungo alcuni lati del

perimetro dellrsquoallevamento

Area idonee a condizione - Aree esondabili eo a periodico ristagno idrico

Le Aree idonee a condizione che comprendono quelle ldquoper inondazione periodica eo ristagno idricordquo

come precisato allrsquoarticolo 74 delle Norme del PAT sono assoggettate allrsquoapplicazione delle indicazioni

costruttive contenute nella Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica allegata al PAT ed alle norme generali

di tutela di cui al DM 1412008 ldquoNorme tecniche per le costruzionirdquo

Le Area esondabili eo a periodico ristagno idrico sono disciplinate dallrsquoarticolo 76 delle Norme del PAT

che correla lrsquoedificazione o urbanizzazione al rispetto delle prescrizioni elencate per le Aree idonee a

condizione ed alle direttive costruttive stabilite nello stesso articolo che includono lrsquoadozione degli

accorgimenti costruttivi elencati nella Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica gli interventi compensativi

finalizzati al recupero dei volumi drsquoinvaso in caso di rimodellazioni morfologiche la manutenzione

obbligatoria dei manufatti di mitigazione idraulica passiva realizzati in attuazione del PAT

In merito al documento Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica nellrsquoAllegato O ldquoNorme prescrizioni e

indicazioni di mitigazione idraulicardquo allrsquoarticolo 8 sono dettate disposizioni riferite alle Aree P0

elencando i criteri da osservare nel caso di nuovi interventi edilizi eo urbanistici al fine di impedire

lrsquoaggravarsi delle situazioni di pericolositagrave e di rischio esistenti

Il previsto aumento del numero di polli allevati non comporta interventi edilizi ne richiede modifiche

morfologiche e quindi si escludono in coerenza con le citate disposizioni dellrsquoarticolo 8 ricadute tali da

peggiorare le condizioni di funzionalitagrave del regime idraulico del reticolo secondario e conseguentemente

aumentare il rischio di inondazione a valle e tantomeno da aumentare il pericolo idraulico con nuovi

ostacoli al normale deflusso delle acque o con riduzioni significative delle capacitagrave di invasamento delle

aree interessate

Coni visuali

I coni visuali significativi per la percezione del paesaggio e degli elementi rilevanti che lo

caratterizzano sono individuati nella Tavola P4 del PAT e gli interventi ammessi dal PI secondo

quanto stabilito dallrsquoarticolo 101 del PAT ldquovanno orientati alla valorizzazione delle relazioni visive

biunivoche tra le parti di paesaggio opposte messe in relazione dal simbolo indicato nellelaborato

grafico e dovranno inoltre minimizzare gli impatti degli elementi di disturbo presenti limitando le altezze

delle recinzioni sistemando i terreni realizzando nuove piantumazioni eccrdquo

I coni visuali collocati ad una minore distanza dallrsquoarea dellrsquoallevamento sono quello ubicato lungo la SP

139 rivolto verso sud e quello sito lungo la via S Pietro rivolto verso nord che abbracciano la

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porzione di territorio agricolo collocata tra il Fosso La Roi e il confine comunale orientale Lrsquoallevamento

dellrsquoazienda agricola Maggiolo non ricade sullrsquoasse visivo principale associato ai citati coni visuali e non

determina situazioni di interposizione inoltre grazie alla presenza della vegetazione arborea lungo il

fosso Avenaletto risulta sostanzialmente mascherato alla vista e non incide in misura apprezzabile

nella percezione drsquoinsieme del citato territorio agricolo

Ambito per la formazione di parchi e riserve naturali di interesse intercomunale

Il PAT come precisato allrsquoarticolo 102 delle Norme dello stesso Piano identifica le aree che ldquoper la loro

localizzazione per la limitata alterazione antropica e per i valori ambientali e storico testimoniali che le

caratterizzano costituiscono gli ambiti preferenziali per listituzione di parchi eo riserve naturali di

interesse comunale o sovracomunalerdquo Il citato articolo stabilisce che saragrave il PI a precisare i limiti

destinati a tutela ed a sottoporre a specifica disciplina ai sensi dellarticolo 27 della LR 4084 i beni

immobili ricadenti nelle aree di prevista istituzione ammettendo nella fase transitoria gli interventi

previsti dalle Norme del PAT e del PI per le aree agricole

Il sito dellrsquoallevamento non ricade ovviamente allrsquointerno dellrsquoarea del previsto parco agrario-fluviale

che interessa il territorio comunale di Castello di Godego e non sono previsti interventi che possano

costituire indirettamente ostacolo allrsquoistituzione dello stesso o che possano causare alterazione degli

elementi drsquointeresse ambientale

Corridoi ecologici secondari

I Corridoi ecologici secondari secondo quanto indicato dallrsquoarticolo 109 del PAT sono assoggettati

allrsquoapplicazione delle disposizioni di cui allrsquoarticolo 108 riguardante i Corridoi ecologici principali queste

ultime norme stabiliscono che ogni intervento ldquodovragrave garantire il mantenimento delle condizioni di

naturalitagrave e connettivitagrave esistenti o prevedere adeguate misure di compensazionemitigazionerdquo ed in

particolare sono da evitare ldquointerventi di cementificazione delle sponde favorendo ove possibile la

creazione di fasce arboree ed arbustiverdquo

Per il previsto aumento dei capi avicoli allevati non egrave richiesta una modifica dellrsquoattuale dotazione di

fabbricati o lrsquooccupazione di nuovo terreno agricolo od ancora la modifica delle sponde di corsi drsquoacqua

o fossi irrigui si escludono quindi eventuali ricadute sulle condizioni e funzionalitagrave del corridoio

associato al Fosso Avenaletto

ATO AA1 Prai ndash Muson dei Sassi

LrsquoAmbito Territoriale Omogeneo AA1 rientra tra gli ATO con prevalenza dei caratteri del sistema

ambientale e paesaggistico per i quali lrsquoarticolo 125 delle Norme del PAT detta disposizioni generali

riguardanti il sistema ambientale il sistema insediativo il sistema relazionale mentre lrsquoarticolo 127

stabilisce gli obiettivi le azioni locali i carichi insediativi e servizi specifici di tale ambito Per quanto

attiene allrsquoATO AA gli obiettivi e azioni locali del sistema ambientale includono i seguenti richiamati in

sintesi tutela valorizzazione e rafforzamento anche favorendo riconversioni colturali degli elementi

che connotano il paesaggio mantenimento e sviluppo delle funzioni agricole condotte secondo i

principi della sostenibilitagrave ambientale mitigazione degli impatti degli insediamenti urbani attraverso la

formazione quando possibile di una cintura verde incentivazione al rafforzamento delle connessioni

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ecologiche mantenimento dei coni visuali mantenimento dei punti di discontinuitagrave esistenti in

posizione strategica nei fronti di edificazione negli assi viari

Il progettato aumento dei capi avicoli allevati mantenendo invariata lrsquoattuale dotazione di fabbricati e

spazi dedicati non delinea situazioni di possibile incoerenza con i richiamati obiettivi e azioni ed in

particolare non preclude la possibilitagrave di migliorare la connessione ecologica e la qualitagrave paesaggistica

ed anzi potrebbe essere valutata la possibilitagrave di messa a dimora di un siepe-filare lungo il lato sud od

est del perimetro dellrsquoallevamento che pur ricadendo in territorio del Comune di Castelfranco Veneto

consentirebbe di aumentare la dotazione complessiva degli elementi caratterizzanti di tale paesaggio e

delle componenti dellrsquoagroecosistema rafforzandone la funzionalitagrave

1043 Relazione con le previsioni del PRG

La Tavola di Piano6 del PRG elaborato n 1322 in scala 15000 dellrsquointero territorio comunale

individua nellrsquoarea confinante e limitrofa a quella dellrsquoallevamento esistente oggetto di ampliamento per

il solo numero di polli allevati le seguenti categorie

- Insediamento agricolo - sottozona E 2C - Ambito di parco agricolo

- Ambito di protezione a ndash paesaggistica

- Zona di tutela D3 - idraulica

Le NTA del PRG allrsquoarticolo 9 ldquoInsediamenti agricolirdquo precisano che per le Sottozone E2C ndash Ambito di

parco agricolo valgono le destinazioni e le norme di tutela ed edificabilitagrave della LR 241985 con le

integrazioni limitazioni e specificazioni contenute nello stesso articolo In particolare ldquola destinazione egrave

agricola (articolo 310) con ammesse attivitagrave di trasformazione e commercializzazione dei prodotti del

fondo o tipici della zonardquo ed in base al comma 5 ldquosono ammessi nuovi allevamenti zootecnico-intensivi

unicamente nelle sottozone E2B e previa valutazione igienico sanitaria e ambientale da parte del

responsabile Servizio Igiene e Sanitagrave Pubblica che verifichi le caratteristiche del progetto con

speciale riguardo al tipo di approvvigionamento dei mangimi e al sistema di smaltimento dei rifiuti dei

liquami e del residui i motivi della localizzazione prescelta in relazione alla consistenza e alle

caratteristiche del fondo di pertinenza le caratteristiche dei corpi idrici presenti in un raggio di ml 400 e

la direzione dei venti dominantirdquo

In tale caso si ricorda che si tratta di allevamento avicolo esistente ricadente in territorio del solo

Comune di Castelfranco Veneto per il quale si prevede unicamente un aumento del numero di polli

allevati senza ampliamenti dei fabbricati o degli spazi annessi e tantomeno realizzazione di nuove

strutture

Le NTA del PRG allrsquoarticolo 12 ldquoLimiti allrsquoattivitagrave edificatoriardquo considerano le Zone di tutela D3 (comma

31) e gli Ambiti di protezione paesaggistica (comma 35)

Per le Zone di tutela D3 la disciplina stabilisce che ldquoogni intervento o manufatto egrave ammesso previa

relazione idrogeologica con parere del Consorzio di bonifica in pendenza delle opere di salvaguardia

idraulica gli interventi di ristrutturazione e di nuovo impianto devono in ogni caso evitare le aree di

6 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1322 inserita nellrsquoAllegato cartografico dello SIA

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compluvio delle tracimazioni ed adottare piani dimposta del fabbricati superiori di almeno ml 05

rispetto al piano del terreno naturale provvedendo altresigrave allimpermeabilizzazione degli scantinati ()rdquo

In merito al contento delle richiamate norme si sottolinea che non si tratta di ristrutturazione o di nuovo

impianto e che non si prevedono modifiche per le aree di compluvio o di deflusso delle acque

Per gli Ambiti di protezione paesaggistica la disciplina stabilisce che ldquosono soggetti a piano

particolareggiato con i contenuti di cui allarticolo 34 del PTRC fino alla redazione del piano attuativo

non sono ammesse nuove costruzioni per gli edifici esistenti sono consentiti interventi di

manutenzione di restauro di risanamento conservativo e di adeguamento igienico noncheacute di

ristrutturazione edilizia e di ampliamento ai sensi dellarticolo 4 LR 2485 valgono inoltre le seguenti

specifiche norme di tutela egrave vietata la riduzione a coltura di terreni prativi egrave fatto divieto di tagliare a

raso bruciare estirpare o sradicare i filari di siepi o le singole piante autoctone eo naturalizzate salvo

il caso di inderogabili esigenze attinenti le opere di pubblica utilitagrave e per esigenze fito-sanitarie egrave

consentito lo sfoltimento e lutilizzazione turnaria delle piante previo parere delle autoritagrave competenti

sono vietati scavi movimenti di terreno e di mezzi suscettibili di alterare lambiente con esclusione di

quelli necessari allesecuzione di opere pubbliche e di sistemazione idraulica egrave vietata lapertura di

nuove cave e la riapertura di quelle abbandonate o dismesserdquo

Con riguardo alle specifiche norme di tutela si annota che il previsto aumento dei polli allevati non

comporta modifiche per i prati e gli elementi della vegetazione arbustiva od arborea e non richiede

movimentazioni del terreno

105 Classificazione acustica del territorio comunale

1051 Riferimenti generali

La Legge Quadro sullrsquoInquinamento acustico n 447 del 26 ottobre 1995 definisce i criteri generali di

valutazione gli obiettivi di qualitagrave e le linee di intervento in materia di tutela del territorio e della

popolazione dal rumore I numerosi regolamenti attuativi adottati successivamente allrsquoapprovazione

della norma concorrono a definire un quadro ormai completo di norme e standard In particolare i valori

limite sono stati determinati con il DPCM 14 novembre 1997 e sono articolati secondo lrsquoimpostazione

di cui al precedente DPCM 1 marzo 1991 in sei classi di zonizzazione acustica alle quali corrispondono

altrettanti valori limite da rispettare nei due periodi di riferimento (notturno e diurno) e per le quali

vengono definiti dei valori limite da conseguire nel medio e nel lungo periodo La tabella che segue

riassume i valori limite ed i valori obiettivo definiti per ogni classe dal DPCM 141197

Valori limite di emissione ed immissione Legge n 44795 e DPCM 141197

Legge n 44795 (art 2)

DPCM 141197 (tabelle B C D in allegato)

Diurno PD (6-22)

Leq dB(A)

Notturno PN (22-6)

Leq dB(A)

Valore limite di emissione

Valore massimo di rumore che puograve essere emesso da una sorgente misurato in corrispondenza della sorgente stessa Si riferiscono alle sorgenti fisse e mobili

Classe I 45 Classe II 50 Classe III 55 Classe IV 60 Classe V 65 Classe VI 65

(I) 35 (II) 40 (III) 45 (IV) 50 (V) 55 (VI) 65

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Legge n 44795 (art 2)

DPCM 141197 (tabelle B C D in allegato)

Diurno PD (6-22)

Leq dB(A)

Notturno PN (22-6)

Leq dB(A)

Valore limite di immissione

Valore massimo di rumore che puograve essere immesso da una o piugrave sorgenti sonore nellrsquoambiente abitativo o nellrsquoambiente esterno misurato in prossimitagrave dei ricettori Valori assoluti (Leq ambientale) e Valori relativi (Leq ambientale ndash Leq residuo)

Classe I 50 Classe II 55 Classe III 60 Classe IV 65 Classe V 70 Classe VI 70

(I) 40 (II) 45 (III) 50 (IV) 55 (V) 60 (VI) 70

Criterio Differenziale

5 dB (A) per il PD e

3 dB (A) per il PN allrsquointerno degli ambienti abitativi Non si applicano nelle aree di classe VI e se presso lrsquoabitazione a finestre aperte

Leq lt50 dB(A) (PD) e 40 dB(A) (PN)

a finestre chiuse Leq lt35 dB(A) (PD) e 25 dB(A) (PN)

Non si applicano nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture stradali ferroviarie marittime aeroportuali e le altre sorgenti sonore di cui allrsquo11 comma 1 di cui Legge 47795

Valore di attenzione

Valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana e per lrsquoambiente

Sullrsquointero tempo di riferimento (diurno o notturno) il valore di attenzione egrave uguale al valore di immissione riferito ad unrsquoora aumentati di

10 dB (PD)

5 dB (PN) Non si applicano nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture di trasporto

Valori di qualitagrave

Valori di rumore da conseguire nel breve medio e lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili per realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla presente legge

Classe I 47 Classe II 52 Classe III 57 Classe IV 62 Classe V 67 Classe VI 70

(I) 37 (II) 42 (III) 47 (IV) 52 (V) 57 (VI) 70

Classi di azzonamento acustico

Classi Definizioni

I Particolarmente protette rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione aree ospedaliere scolastiche aree destinate al riposo ed allo svago aree residenziali rurali aree di particolare interesse urbanistico parchi pubblici ecc

II Prevalentemente residenziali rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali ed assenza di attivitagrave industriali ed artigianali

III Di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine operatrici

IV Di intensa attivitagrave umana rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare con alta densitagrave di popolazione con elevata presenza di attivitagrave commerciali e uffici con presenza di attivitagrave artigianali aree in prossimitagrave di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie aree portuali aree con limitata presenza di piccole industrie

V Prevalentemente industriali rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsitagrave di abitazioni

VI Esclusivamente industriali rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da insediamenti industriali e con scarsitagrave di abitazioni

Con la Legge Regionale ndeg 21 del 10051999 ldquoNorme in materia di inquinamento acusticordquo la Regione

Veneto nel recepire i contenuti e le disposizioni della legge 26 ottobre 1995 n 447 Legge quadro

sullinquinamento acustico detta per parte sua le norme finalizzate alla tutela dellambiente e della

salute pubblica dallinquinamento acustico prodotto dalle attivitagrave antropiche disciplinandone lesercizio

al fine di contenere la rumorositagrave entro i limiti normativamente stabiliti

Con il DPR n 142 del 30 marzo 2004 (Disposizioni per il contenimento e la prevenzione

dellinquinamento acustico derivante dal traffico veicolare) vengono stabilite le norme per la

prevenzione ed il contenimento dellinquinamento da rumore avente origine dallesercizio delle

infrastrutture stradali

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DPR 1422004 valori limite di immissione associati alle relative fasce di pertinenza

Strade esistenti (ampliamenti in sede affiancamenti e varianti) (tipologie presenti sul territorio interessato dal presente SIA)

Tipo di strada

(secondo Codice della

strada)

Sottotipi a fini acustici

(secondo norme CNR 1980 e direttive

PUT)

Ampiezza fascia di pertinenza acustica (m)

Scuole ospedali case di cura e di riposo

Altri Ricettori

Diurno dB(A)

Notturno dB(A)

Diurno dB(A)

Notturno dB(A)

C - extraurbana secondaria

Cb (tutte le altre strade extraurbane secondarie)

100 (fascia A)

50 40

70 60

50 (fascia B)

65 55

F - locale 30

Definiti dai Comuni nel rispetto dei valori riportati in tabella C allegata al DPCM in data 14 novembre 1997 e comunque in modo conforme alla zonizzazione acustica delle aree urbane come prevista dallarticolo 6 comma 1 lettera a) della legge n 447 del 1995

per le scuole vale il solo limite diurno

1052 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Osservando la Tavola 2 ndash Villarazzo ndash Bella Venezia del Piano di Classificazione Acustica del comune

di Castelfranco Veneto approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n 103 del 3172003 si

rileva che lrsquoarea oggetto di analisi si colloca allrsquointerno della classe III ndash aree di tipo misto Come

specifica anche la Relazione Illustrativa ldquorientrano in questa classe le aree urbane interessate da

traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con presenza di attivitagrave

commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree

rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine operatricirdquo

Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castello di Godego individua la zona a nord est al

confine con il comune di Castelfranco Veneto in classe III ndash aree di tipo misto Come per il Piano di

Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato per le aree che

ricadono in questa classe valgono le prescrizioni del DPCM 1391

Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Riese Pio X classifica lrsquoarea a sud ovest del comune

al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego in classe acustica II ldquoaree

destinate a uso prevalentemente residenzialerdquo Per tali aree ldquoIl DPCM 1391 determina che siano

inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con

bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali e assenza di attivitagrave

industriali e artigianali In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui lrsquoabitare egrave

evidentemente la funzione prioritaria e in cui mancano o comunque non sono significative le attivitagrave

commerciali che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni (negozi di generi

alimentari artigianato di servizio ecc) Lrsquoassenza di importanti assi di attraversamento e di strade

principali di connessione urbana lrsquoassenza di attivitagrave industriali e dellrsquoartigianato produttivo assieme

alla bassa densitagrave di popolazione consentono di individuare indicativamente tali aree solo in alcune

zone C del PRG vigente In particolare lrsquoassenza di attivitagrave di artigianato produttivo diventa elemento di

riconoscimento delle zone C da inserire in classe IIrdquo

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Lrsquoazienda agricola ovvero allevamento oggetto del presente studio si inserisce completamente in classe

acustica di tipo III7

106 Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (e norme in materia di

salvaguardia da rischio di inquinamento da nitrati)

1061 Riferimenti generali

Il Piano di Tutela delle Acque (PTA) costituisce uno specifico piano di settore ai sensi dellrsquoart 121 del

D Lgs 1522006 La Regione Veneto ha approvato il PTA con DCR n107 del 5 novembre 2009 Con

successiva DGR n 842 del 15 maggio 2012 la regione modifica e approva il testo integrato delle

Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Tutela delle Acque (Dgr n 141CR del 13122011)

Il PTA egrave composto dai seguenti documenti

- Sintesi degli aspetti conoscitivi riassume la base conoscitiva e comprende lrsquoanalisi delle criticitagrave per

le acque superficiali e sotterranee per bacino idrografico e idrogeologico

- Indirizzi di Piano individuazione degli obiettivi di qualitagrave e le azioni previste per raggiungerli la

designazione delle aree sensibili delle zone vulnerabili da nitrati e da prodotti fitosanitari delle zone

soggette a degrado del suolo e desertificazione le misure relative agli scarichi le misure in materia

di riqualificazione fluviale

- Norme Tecniche di Attuazione contengono misure di base per il conseguimento degli obiettivi di

qualitagrave distinguibili nelle seguenti macroazioni

o Misure di tutela qualitativa disciplina degli scarichi

o Misure per le aree a specifica tutela zone vulnerabili da nitrati e fitosanitari aree sensibili aree

di salvaguardia acque destinate al consumo umano aree di pertinenza dei corpi idrici

o Misure di tutela quantitativa e di risparmio idrico

o Misure per la gestione delle acque di pioggia e di dilavamento

Relativamente agli scarichi le NTA del PTA (art 21) ammettono in caso di istallazioni per edifici isolati

non collettabili alla rete fognaria pubblica e comunque per un numero di AE inferiore a 50 la

possibilitagrave di provvedere a sistemi individuali di trattamento delle acque reflue domestiche oppure di

trattamenti diversi quali ad esempio Vasca Imhoff seguita da dispersione nel terreno mediante

subirrigazione con e senza drenaggio in funzione delle caratteristiche del terreno o Vasca Imhoff

seguita da vassoio o letto assorbente La scelta del sistema di trattamento le sue caratteristiche e il

suo dimensionamento vengono definite da adeguata progettazione basata in particolare sulla

definizione delle condizioni litostratigrafiche pedologiche e idrogeologiche locali

Inoltre secondo lrsquoart 34 delle stesse NTA sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque

reflue a) prodotte da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno eo alla silvicoltura b)

prodotte da imprese dedite ad allevamento di animali c) prodotte da imprese dedite alle attivitagrave di cui

alle lettere a) e b) che esercitano anche attivitagrave di trasformazione o di valorizzazione della produzione

agricola inserita con carattere di normalitagrave e di complementarietagrave funzionale del ciclo produttivo

aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dallrsquoattivitagrave di coltivazione dei

7 Si rimanda alla Tavola ldquoPiano di Classificazione Acustica dei comuni di Castelfranco Veneto Riese Pio X e Castello di Godego

(stralcio)rdquo riportata in Allegato Cartografico

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terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilitagrave (hellip) e) aventi caratteristiche qualitative

equivalenti a quelle domestiche8

Relativamente alle acque meteoriche di dilavamento acque di prima pioggia (i primi 5 mm di acqua

meteorica di dilavamento uniformemente distribuita su tutta la superficie scolante servita dal sistema di

collettamento (art6)) e acque di lavaggio (acque comunque approvvigionate attinte o recuperate

utilizzate per il lavaggio delle superfici scolanti (art 6)) le NTA (art 39 e allegato F) del PTA

relativamente alle aziende agricole e gli allevamenti zootecnici rimanda a quanto disposto dalla DGR

n 24952006 e dalla DGR n 24392007

Per quanto concerne le Zone Vulnerabili ai Nitrati (ZVN) relativamente alla Regione Veneto la prima

individuazione egrave stata definita con ex-DLgs n 15299 Successivamente mediante provvedimenti

regionali la regione ha provveduto al completamento dellrsquoindividuazione di tali zone non ultimo con il

PTA (art 13) essendo attualmente dichiarate vulnerabili ai nitrati le seguenti zone

a) lrsquoarea dichiarata a rischio di crisi ambientale di cui allrsquoart 6 della L 28 agosto 1989 n305 costituita

dal territorio della Provincia di Rovigo e dal territorio del Comune di Cavarzere (ai sensi del DLgs

n 1522006)

b) il bacino scolante in laguna di Venezia area individuata con il ldquoPiano per la prevenzione

dellrsquoinquinamento ed il risanamento delle acque del bacino idrografico immediatamente sversante

nella laguna di Venezia ndash Piano Direttore 2000rdquo la cui delimitazione egrave stata approvata con

deliberazione del Consiglio regionale n 23 del 7 maggio 2003

c) le zone di alta pianura-zona di ricarica degli acquiferi individuate con deliberazione del Consiglio

regionale n 62 del 17 maggio 2006

Con il Piano di Tutela delle Acque inoltre si intende designare per completezza quali zone vulnerabili

anche le seguenti zone

d) lrsquointero territorio dei Comuni della Lessinia e dei rilievi in destra Adige

e) il territorio dei Comuni della Provincia di Verona afferenti al bacino del Po

8 Si richiama anche quanto indicato nel DLgs 1522006 relativamente ai criteri generali della disciplina degli scarichi (Art 101) (hellip) 7

Salvo quanto previsto dallarticolo 112 ai fini della disciplina degli scarichi e delle autorizzazioni sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque reflue a) provenienti da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno eo alla silvicoltura b) provenienti da imprese dedite ad allevamento di bestiame [] c) provenienti da imprese dedite alle attivitagrave di cui alle lettere a) e b) che esercitano anche attivitagrave di trasformazione o di valorizzazione della produzione agricola inserita con carattere di normalitagrave e complementarietagrave funzionale nel ciclo produttivo aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dallattivitagrave di coltivazione dei terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilitagrave (hellip)rdquo In materia di utilizzazione agronomica (art 112) il DLgs 1522006 rimanda alle Regione la relativa disciplina

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Legenda

Area di ubicazione dellrsquoallevamento

Stralcio della rappresentazione cartografica delle zone vulnerabili a nitrati

(fonte Decreto n 3 del 3 marzo 2010 del Dirigente dellUnitagrave Complessa Sistema Informativo Settore

primario e controllo)

Con la DGR n 2495 del 07082006 ldquoRecepimento regionale del DM 7 aprile 2006 Programma

dazione per le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola del Venetordquo e successive modifiche (7

agosto 2007 n 2439 4 marzo 2008 n 430 21 aprile 2008 n 134 6 maggio 2008 n 894) egrave stata

per lrsquoappunto recepita la norma vigente a livello nazionale e sono stati individuati i vincoli e le corrette

modalitagrave di gestione degli effluenti di allevamento e delle acque reflue aziendali a cui gli agricoltori

devono attenersi sia allrsquointerno delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola sia nelle altre zone del

Veneto

Con DGR n 1150 del 26 luglio 2011 egrave stato approvato il ldquo2deg Programma drsquoAzionerdquo per le sole zone

vulnerabili ai nitrati valido per il periodo 2012-15 che stabilisce criteri e norme tecniche per

lrsquoutilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e persegue le seguenti finalitagrave

a) Proteggere e risanare le zone vulnerabili allrsquoinquinamento provocato da nitrati di origine agricola

b) Limitare lrsquoapplicazione al suolo dei fertilizzanti azotati sulla base dellrsquoequilibrio tra il fabbisogno

prevedibile di azoto delle colture e lrsquoapporto alle colture di azoto proveniente dal suolo e dalla

fertilizzazionehellip

c) Promuovere strategie di gestione integrata degli effluenti zootecnici per il riequilibrio del rapporto

agricoltura-ambiente tra cui le misure di trattamento degli effluenti noncheacute lrsquoadozione di modalitagrave

di allevamento e di alimentazione degli animali finalizzate a contenere giagrave dalla fase di

produzione le escrezioni di azoto

1062 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Lrsquoazienda Agricola Maggiolo ricade nel Comune di Castelfranco Veneto comune appartenente alla

zona dellrsquoalta pianura (Zona di ricarica degli acquiferi) ed alla zona del bacino scolante della laguna di

Venezia Il territorio in cui egrave localizzato lrsquoallevamento egrave designata anche come area di tutela quantitativa

degli acquiferi (Allegato E PTA) Si ricorda che come evidenziato nel quadro di riferimento progettuale

la pollina viene integralmente consegnata a terzi alla fungaia Agrifung

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107 Piano per lrsquoAssetto Idrogeologico del Bacino scolante nella Laguna di Venezia

1071 Riferimenti generali

Nella Regione Veneto sono state individuate le seguenti Autoritagrave di Bacino (AB)

- AB Nazionale del Po

- AB Nazionale dei Fiumi dellrsquoAlto Adriatico

- AB Nazionale del Fiume Adige

- AB Interregionale del Fiume FIssero-Tartaro-Canalbianco

- AB Interregionale del Fiume Lemene

- AB Regionale del Sile e della Pianura tra Piave e Livenza

- Bacino Scolante nella Laguna di Venezia

Nel caso del Bacino scolante nella Laguna di Venezia in attesa dellrsquoistituzione dellrsquoAutoritagrave di Distretto

delle Alpi Orientali (Dlgs 1522006) la Regione del Veneto ha ritenuto opportuno adottare con DGR

n 401 del 31 marzo 2015 il ldquoPiano di Assetto Idrogeologico ndash parte idraulicardquo

Il Bacino scolante nella Laguna di Venezia interessa un territorio che si estende per circa 2068 km2 e

che interessa 27 corsi drsquoacqua Il Bacino egrave delimitato a sud dal canale Gorzone a Sud-Ovest dai Colli

Euganei ad Ovest dal Canale Roncajette a nord-ovest dal fiume Brenta a nord dalle Prealpi Asolane

e a nord-est dal fiume Sile ed interessa il territorio delle province di Venezia Padova e Treviso per un

totale di 108 comuni 22 dei quali appartenenti alla Provincia di Treviso I corpi idrici a deflusso

naturale piugrave significativi sono il Dese Zero Marzenego - Osellino Lusore Muson Vecchio Tergola

mentre quelli a deflusso controllato sono il Naviglio Brenta Canale di Mirano Taglio Novissimo La

superficie del Bacino puograve essere suddivisa in due parti i territori dei bacini idrografici tributari dei corsi

dacqua superficiali sfocianti nella laguna di Venezia e i territori che interessano i corpi idrici scolanti

nella laguna di Venezia tramite le acque di risorgiva individuati come Area di Ricarica

1072 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Lrsquoallevamento ricade allrsquointerno di unrsquoarea definita come ldquoBacino scolante ad interventi a tipologia

limitatardquo non interessa nessuna area a pericolositagrave idraulica a scolo meccanico o che egrave stata oggetto di

alluvioni nel 2007

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Perimetrazione del Bacino Scolante Laguna di Venezia

Area di ubicazione dellrsquoallevamento

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PAI Bacino Scolante Laguna di Venezia - Carta della Pericolositagrave idraulica (stralcio)

108 Piano di Risanamento della Qualitagrave dellrsquoAria

1081 Riferimenti generali

Con Deliberazione della Giunta regionale n 2872 del 28122012 sono stati adottati il Documento di

Piano il Rapporto ambientale il Rapporto ambientale-sintesi non tecnica dellrsquoaggiornamento del Piano

regionale di Tutela e Risanamento dellrsquoAtmosfera

La Regione Veneto attualmente egrave dotata di un Piano di Tutela e Risanamento dellrsquoAtmosfera

(PTRA) approvato con deliberazione del Consiglio Regionale n 57 dellrsquo11 novembre 2004 Tale

Piano rappresenta lo strumento per la programmazione il coordinamento ed il controllo in materia di

inquinamento atmosferico finalizzato al miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla

salvaguardia della salute delluomo e dellambiente

La zonizzazione della Regione Veneto egrave stata approvata con Deliberazione della Giunta Regionale del

Veneto n 31952006 Successivamente ne egrave stata approvata una sua revisione con Deliberazione della

Giunta Regionale del Veneto n 2130 del 23102012

1082 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Il Comune di Castelfranco Veneto ricade nella zona IT0513 ldquoPianura e Capoluogo Bassa Pianurardquo

Come indicato nellrsquoAllegato A della DGR 213012 la definizione delle zone nellrsquoarea della pianura egrave

stata effettuata considerando i seguenti parametri

- Orografia altitudine al di sotto dei 200 m slm

- Condizioni meteo-climatiche bassa ventositagrave con frequenti fenomeni di calme di vento

Area di ubicazione dellrsquoallevamento

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- Urbanizzazione diffusa con pochi centri urbani densamente popolati (giagrave individuati come

Agglomerati)

- Carico emissivo la densitagrave emissiva comunale (ta km2) intesa come stima del PM10 primario

e secondario rispetto alla superficie comunale (espressa in km2) egrave stata utilizzata quale

parametro caratterizzante la zonizzazione Nei comuni della Bassa Pianura la densitagrave emissiva

egrave superiore a 7 ta km2

Progetto di riesame della zonizzazione del Veneto (D Lgs 1552010)

109 Programma di Sviluppo Rurale

1091 Riferimenti generali

La Regione Veneto con DGR n71 del 10 giugno 2014 ha adottato la proposta del PSR 2014-2020

successivamente adottato dal Consiglio Regionale con Deliberazione n 41 del 9 luglio 2014

La proposta di programma egrave stata quindi inviata alla Commissione europea arrivando alla definitiva

approvazione avvenuta con decisione n 3482 del 26 maggio 2015

Il Programma costituisce lo strumento di programmazione per lo sviluppo rurale regionale stabilisce le

strategie e gli interventi per il settore agricolo agroalimentare e forestale e in generale per lo sviluppo

delle aree rurali del Veneto

Nel PSR lrsquointero territorio regionale egrave stato classificato in base al grado do ruralitagrave secondo le seguenti

categorie

A-Aree urbane e periurbane

Area di ubicazione dellrsquoallevamento

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B-Aree rurali ad agricoltura intensiva Questi territori vengono ulteriormente suddivise in sub-area B1

(con caratteristiche prevalenti di ldquorurale-urbanizzatardquo e sub-area B2 (con caratteristiche prevalenti di

ldquoUrbanizzatardquo)

C-Aree rurali intermedie

D-Aree rurali con problemi di sviluppo

1092 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in classe B2 ldquoAree rurali ad agricoltura intensiva -

Urbanizzaterdquo

1010 Aree Protette

10101 Riferimenti generali

La Legge Quadro sulle Aree Protette (L 39491) classifica le aree naturali protette in

Parchi nazionali Aree al cui interno ricadono elementi di valore naturalistico di rilievo

internazionale o nazionale tale da richiedere lrsquointervento dello Stato per la loro protezione e

conservazione Sono istituiti dal Ministero dellrsquoAmbiente e della Tutela del Territorio

Parchi naturali regionali e interregionali Aree di valore naturalistico e ambientale che

costituiscono nellambito di una o piugrave regioni limitrofe un sistema omogeneo individuato dagli

assetti naturalistici dei luoghi dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle

popolazioni locali Sono istituiti dalle Regioni

Riserve naturali Aree al cui interno sopravvivono specie di flora e fauna di grande valore

conservazionistico o ecosistemi di estrema importanza per la tutela della diversitagrave biologica In

base al pregio degli elementi naturalistici contenuti possono essere statali o regionali

In considerazione di quanto indicato dalla Legge Quadro nazionale la Regione Veneto con la Legge

Regionale n 40 del 16081984 ldquoNuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionalirdquo e

smi definisce le disposizioni per lrsquoistituzione di parchi e riserve naturali regionali al fine di assicurare la

conservazione e la valorizzazione dellrsquoambiente naturale nelle zone di particolare interesse

paesaggistico naturalistico ed ecologico di promuoverne lo studio scientifico di rendere possibile

lrsquouso sociale dei beni e di creare specie nelle zone rurali e montane migliori condizioni di vita per le

collettivitagrave locali

Le aree naturali protette definite dalla LR 401984 sono Parchi Naturali Regionali Riserve Naturali

Regionali Zone di protezione e di sviluppo controllato (Zone di pre-parco) Parchi e riserve di interesse

locale

Come specificato allrsquoart 11 della LR le aree comprese nei parchi o nelle riserve possono essere

classificate dal piano ambientale ai fini del particolare regime cui vengono sottoposte nelle seguenti

categorie

a) Zone di riserva naturale regionale generale sono consentiti solo gli interventi a cura o sotto il

controllo dellrsquoente gestore per la protezione dellrsquoambiente e per la ricostituzione di equilibri

naturali propri dello ambiente Al loro interno possono essere individuate aree di riserva

integrale (nelle quali per la presenza di eccezionali valori naturalistici e ambientali il suolo il

sottosuolo le acque la vegetazione e la fauna sono protetti nella loro assoluta integritagrave) e aree

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PAGINA 72 194 Settembre 2015

di riserva orientata (in cui lrsquoevoluzione dellrsquoambiente naturale anche limitatamente ad alcune

sue particolari manifestazioni viene sorvegliata e orientata scientificamente)

b) Zone di riserva naturale regionale speciale sono istituite al fine di tutelare particolari elementi o

fenomeni dello ambiente naturale del paesaggio e antropologi

c) Zone a destinazione silvo ndash pastorale in cui egrave consentito lrsquoesercizio sia a cura dellrsquoente gestore

che di altri enti pubblici organismi associativi o privati di attivitagrave agricole utilizzazioni forestali

pascolo e attivitagrave zootecniche in forma compatibili con la tutela ambientale e non contrastanti

con le finalitagrave generali del parco o della riserva e con le norme del piano ambientale

d) Zone a destinazione agricola in cui egrave prevista la stessa disciplina delle aree al punto

precedente

e) Zone di penetrazione sono aree che per esigenze logistiche le quali non possono essere piugrave

opportunamente soddisfatte allrsquoesterno del parco debbano ospitare strutture ricettive

campeggi parcheggi per automezzi e centri di informazione

Tali aree sono individuate preferibilmente in zone marginali e periferiche del territorio del parco

o della riserva e comprenderanno il tracciato le immediate adiacenze e le testate delle esistenti

rotabili interne aperte al pubblico gli adiacenti nuclei abitati manufatti e gli impianti di attivitagrave

produttive esistenti

I Parchi e le riserve di interesse locale possono essere istituite da Province Comunitagrave Montane

Comuni e loro Consorzi nonchegrave Comunitagrave familiari montane anche associate tra loro Per ogni parco o

riserva istituita deve essere redatto un Piano ambientale assimilato ad un piano attuativo di iniziativa

pubblica (Art 27)

10102 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Nessuna area di interesse naturalistico ricade nel Comune di Castelfranco Veneto9 Lrsquoarea protetta piugrave

prossima allrsquoallevamento egrave il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile posto ad una distanza di circa

82 km dallrsquoAllevamento Maggiolo

1011 Rete Natura 2000

10111 Riferimenti generali

La Rete Natura 2000 costituisce la piugrave importante strategia drsquointervento dellrsquoUnione Europea per la

tutela del territorio Tenuto conto della necessitagrave di attuare una politica piugrave incisiva di salvaguardia degli

habitat e delle specie di flora e fauna si egrave voluto dar vita ad una Rete coerente di aree destinate alla

conservazione della biodiversitagrave del territorio dellrsquoUnione Europea I siti che compongono la Rete (Siti

Natura 2000) sono rappresentati dai Siti drsquoImportanza Comunitaria (SIC) e dalle Zone di Protezione

Speciale (ZPS)

I SIC e la Rete Natura 2000 sono definiti dalla Direttiva Habitat 9243CEE ndash art 3 comma1 ldquoEacute

costituita una rete ecologica europea coerente di zone speciali di conservazione denominata Natura

2000 Questa rete formata dai siti in cui si trovano tipi di habitat naturali elencati nellallegato I e habitat

delle specie di cui allallegato II deve garantire il mantenimento ovvero alloccorrenza il ripristino in

uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie

Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 73 194

interessati nella loro area di ripartizione naturale La rete Natura 2000 comprende anche le zone di

protezione speciale classificate dagli Stati membri a norma della direttiva 79409CEErdquo

Le ZPS sono state previste dalla Direttiva Uccelli 79409CEE oggi abrogata e sostituita dalla Direttiva

2009147CEE ldquoconcernente la conservazione degli uccelli selvaticirdquo Questrsquoultima direttiva allrsquoart 3

commi 1 e 2 riporta ldquohellipgli Stati membri adottano le misure necessarie per preservare mantenere o

ristabilire per tutte le specie di uccelli di cui allrsquoart 1 una varietagrave ed una superficie sufficienti di habitat

La preservazione il mantenimento ed il ripristino dei biotopi e degli habitat comportano innanzitutto le

seguenti misure

a) Istituzione di zone di protezione

b) Mantenimento e sistemazione conforme alle esigenze ecologiche degli habitat situati allrsquointerno e

allrsquoesterno delle zone di protezione

c) Ripristino dei biotopi distrutti

d) Creazione dei biotipirdquo

Allrsquoart 4 della stessa direttiva si indica inoltre che ldquoPer le specie elencate nellrsquoallegato I sono previste

misure speciali di conservazione per quanto riguarda lrsquohabitat per garantire la sopravvivenza e la

riproduzione di dette specie nella loro area di distribuzionerdquo

SIC e ZPS sono definite dagli Stati membri (in Italia su proposta delle Regioni) Quando un SIC viene

inserito ufficialmente nellrsquoElenco Comunitario lo Stato membro designa tale sito come Zona Speciale di

Conservazione (ZSC)

A livello europeo il piugrave recente elenco ufficiale dei SIC appartenenti alle regioni biogeografiche alpina e

continentale nelle quali si inserisce la Regione Veneto sono state definite con Decisioni della

Commissione del 3 dicembre 2014 (rispettivamente 201571UE e 201569UE)

Lindividuazione delle ZPS spetta alle Regioni e alle Province autonome che trasmettono i dati al

Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare il quale dopo la verifica della

completezza e congruenza delle informazioni acquisite trasmette i dati alla Commissione Europea Le

ZPS si intendono designate dalla data di trasmissione alla Commissione e dalla pubblicazione sul sito

del Ministero dellrsquoelenco aggiornato Il DM dellrsquo8 agosto 2014 indica che lrsquoelenco delle ZPS istituite ai

sensi del DM del 17 ottobre 2007 ldquoCriteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione

relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS)rdquo egrave pubblicato

sul sito wwwminambienteit ed egrave tenuto aggiornato con le eventuali modifiche apportate nel rispetto

delle procedure comunitarie Contestualmente viene abrogato il DM del 19 giugno 2009 ldquoElenco delle

Zone di Protezione Speciale (ZPS) classificate ai sensi della Direttiva 79409CEE)rdquo Lrsquoultima

trasmissione della banca dati alla Commissione Europea egrave stata effettuata dal Ministero dellrsquoAmbiente

ad ottobre 2014

La Regione Veneto con DGR n 1180 del 18 aprile 2006 ldquoRete ecologica europea Natura

2000Aggiornamento banca datirdquo e ss mm ii provvede alla redazione dellrsquoelenco ufficiale delle aree

appartenenti alla Rete Natura

Ad oggi in Veneto risultano istituiti 128 Siti appartenenti alla Rete Natura 2000 tra i quali 102 SIC e 67

ZPS per una superficie complessiva di 414675 ettari (pari al 225 del territorio regionale)

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PAGINA 74 194 Settembre 2015

10112 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Lrsquoarea oggetto di studio ricade interamente allrsquointerno della ZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego

Nessun altro Sito (SICZPS) ricade allrsquointerno del Comune di Castelfranco Veneto10

La ZPS IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo si estende su una superficie di circa 1561 ha nel

territorio dei Comuni di Castelfranco Veneto Castello di Godego Loria Riese Pio X in Provincia di

Treviso

Il Sito egrave stato istituito a tutela del paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da ampi prati stabili e

fitte alberature con tratti di territorio a campo chiuso e zone interne originarie La scheda Natura 2000

indica che la qualitagrave e lrsquoimportanza del sito sono determinati dal fatto che il territorio rappresenta uno

degli ultimi esempi di paesaggio agrario tradizionale con un buon equilibrio tra naturalitagrave e utilizzo

agricolo che consente il mantenimento di una buona diversitagrave e ricchezza floristica e di tipi

vegetazionali La presenza di aree in cui spesso ristagna lacqua e la natura argillosa dei suoli

permettono inoltre la presenza di specie vegetali di particolare importanza

Allrsquointerno della ZPS come indicato nel Formulario standard sono presenti 7 tipologie di habitat

(indicate nella tabella successiva) la piugrave diffusa (57) egrave quella delle colture cerealicole estensive

mentre lrsquohabitat meno diffuso egrave quello degli impianti forestali a monocultura diffusi sullrsquo1 della ZPS

Le aree urbanizzate interessano una superficie complessiva di circa 156 ha pari al 10 dellrsquointera

area

Codice Habitat Superficie (ha) Copertura ()

N20 Impianti forestali a monocoltura 1561 1

N12 Colture cerealicole estensive 88977 57

N07 Torbiere stagni e paludi 7805 5

N23 Altro (inclusi centri abitati strade discariche miniere e aree industriali)

1561 10

N09 Praterie aride steppe 7805 5

N14 Praterie migliorate 3122 20

N21 Piantagioni arboreee 3122 2

TOT 1561 100

Habitat nella ZPS IT3240026

Allrsquointerno della ZPS sono inoltre stati individuati i seguenti habitat di interesse comunitario (Allegato I

Direttiva Habitat)

6430-Bordure planiziali montane e alpine di megaforbie idrofile

6510-Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis Sanguisorba officinalis)

Il Formulario Standard indica che allrsquointerno del Sito lrsquohabitat 6430 egrave diffuso su una superficie di 7805

ha pari al 5 del totale mentre lrsquohabitat 6510 egrave distribuito sul 20 circa della ZPS (312 ha)11 Entrambi

gli habitat hanno un livello di conservazione buono

Il Formulario Natura 2000 indica che allrsquointerno della ZPS sono presenti 19 specie di avifauna inserite

nellrsquoArticolo 4 della Direttiva Uccelli (2009147EC) ed una specie (Rana latastei) inserita nellrsquoAllegato 2

della Direttiva Habitat (9243EEC) Tra le specie comuni vi sono Airone cenerino Falco cuculo Averla

piccola Porciglione Bigia padovana Tuffetto Piro piro boschereccio Barbagianni e Rana di Lataste

10

Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

11 Si rimanda alle Tavole ldquoZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego ndash Habitatrdquo riportata nellrsquoAllegato cartografico

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COD 15V055 PAGINA 75 194

Airone rosso Re di quaglie Averla maggiore e Tottavilla sono specie rare allrsquointerno del territorio

mentre tutte le altre specie (Martin pescatore Gufo comune Falco di palude Albanella reale A

minore Assiolo Combattente) sono indicate come sola presenza

Per ulteriori dettagli si rimanda allo Studio di incidenza allegato allo Studio di impatto ambientale

1012 Important Bird Area (IBA)

10121 Riferimenti generali

Le Aree di Interesse Avifaunistico (IBA dallrsquoinglese Important Bird Areas) corrispondono a siti individuati

in tutto il mondo sulla base di criteri ornitologici applicabili su larga scala da parte di associazioni non

governative che fanno parte di BirdLife International

Il primo programma IBA viene effettuato nel 1981 mediante un incarico dato dalla Commissione

Europea allrsquoICBP (International Council for Bird Preservation) predecessore di BirdLife International

per lrsquoindividuazione delle aree prioritarie per la conservazione dellrsquoavifauna in Europa in vista

dellrsquoapplicazione della Direttiva ldquoUccellirdquo In Italia lrsquoinventario delle IBA egrave stato redatto e

successivamente aggiornato dalla Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) La prima pubblicazione

dellrsquoinventario IBA Italiano risale al 1989 mentre nel 2000 egrave stato pubblicato col sostegno del Ministero

per le Politiche Agricole e Forestali un secondo inventario aggiornato Il successivo progetto sviluppato

dalla LIPU e commissionato dal Ministero dellrsquoAmbiente (Servizio Conservazione della Natura)

ldquoSviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base della rete delle IBA (Important Bird Areas)rdquo

(versione del 2002) ha portato allrsquoaggiornamento ed alla mappatura del sistema IBA presenti

nellrsquoinventario pubblicato nel 2000

10122 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone designate quali IBA12

la piugrave vicina egrave lrsquoIBA

n 059 ldquoMedio corso del Fiume Brentardquo posta ad una distanza minima superiore a 13 km

dallrsquoAllevamento

1013 Zone umide di importanza internazionale

10131 Riferimenti generali

La Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale soprattutto in quanto habitat per le

specie di uccelli acquatici egrave stata firmata a Ramsar in Iran il 2 febbraio 1971 Latto viene siglato nel

corso della Conferenza Internazionale sulla Conservazione delle Zone Umide e sugli Uccelli

Acquatici promossa dallUfficio Internazionale per le Ricerche sulle Zone Umide e sugli Uccelli

Acquatici (IWRB- International Wetlands and Waterfowl Research Bureau) con la collaborazione

dellUnione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN - International Union for the Nature

Conservation) e del Consiglio Internazionale per la protezione degli uccelli (ICBP - International Council

for bird Preservation) La Convenzione si pone come obiettivo la tutela internazionale delle zone

definite umide mediante lindividuazionela delimitazione e lo studio degli aspetti caratteristici in

12

Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

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PAGINA 76 194 Settembre 2015

particolare lavifauna e la messa in atto di programmi che ne consentano la conservazione e la

valorizzazione

La Convenzione di Ramsar egrave stata ratificata e resa esecutiva dallItalia con il DPR 13 marzo 1976 n

448 ldquoEsecuzione della convenzione relativa alle zone umide dimportanza internazionale soprattutto

come habitat degli uccelli acquatici firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971rdquo e con il successivo DPR 11

febbraio 1987 n 184

10132 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone Ramsar13

cosigrave come non sono presenti

zone umide in un raggio di 10 km dallrsquoarea di intervento

11 REGIME VINCOLISTICO

111 Vincolo sismico

1111 Riferimenti generali

Con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3274 del 20032003 concernente ldquoPrimi

elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative

tecniche per le costruzioni in zona sismicardquo nelle more dellrsquoespletamento degli adempimenti dellrsquoart 93

del DLgs n 1121998 sono approvati i ldquoCriteri per lrsquoindividuazione delle zone sismiche ndash

individuazione formazione e aggiornamento degli elenchi delle medesime zonerdquo noncheacute le connesse

ldquoNorme tecniche per il progetto la valutazione e lrsquoadeguamento sismico degli edificirdquo ldquoNorme tecniche

per il progetto sismico dei pontirdquo e ldquoNorme tecniche per il progetto sismico delle opere di fondazione e

sostegno dei terrenirdquo Tali norme sono riportate come Allegati allrsquoOrdinanza

LrsquoOrdinanza prevede inoltre che le Regioni sulla base dei criteri generali dettati nellrsquoAllegato 1 (criteri

per lrsquoindividuazione delle zone sismiche che rimandano ad una distinzione secondo 4 zone sismiche)

provvedono allrsquoindividuazione e formazione ed aggiornamento dellrsquoelenco delle zone sismiche

lasciando facoltagrave di introdurre o meno lrsquoobbligo della progettazione antisismica nelle zone 4 Secondo i

nuovi criteri classificativi il territorio regionale risulta suddiviso in 4 zone sismiche in base ai valori di

accelerazione di picco orizzontale del suolo con probabilitagrave di superamento del 10 in 50 anni

zona 1 accelerazione orizzontale gt 025 g

zona 2 accelerazione orizzontale 015g ndash 025 g

zona 3 accelerazione orizzontale 005g ndash 015 g

zona 4 accelerazione orizzontale lt 005 g

LrsquoOrdinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3519 del 2842006 approva i criteri generali per

lrsquoindividuazione delle zone sismiche e la formazione ed aggiornamento degli elenchi ed anche la mappa

della pericolositagrave sismica di riferimento a scala nazionale I criteri per lrsquoindividuazione delle zone

sismiche sono definiti allrsquoallegato 1A con riferimento alle Norme Tecniche per le Costruzioni approvate

con DM 1492005 e sono previste quattro zone Allrsquoallegato 1B egrave riportata la mappa della pericolositagrave

13

Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

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COD 15V055 PAGINA 77 194

sismica a scala nazionale da assumere quale riferimento per lrsquoassegnazione di un territorio ad una delle

diverse quattro zone sismiche predefinite

Con deliberazione n 67 del 03 dicembre 2003 recependo i criteri generali dellrsquoOrdinanza PCM n

3274 del 20 marzo 2003 il Consiglio Regionale ha approvato la nuova classificazione sismica dei

Comuni del Veneto Con deliberazione n 71 del 22012008 ldquoOPCM 2842006 n 3519 ldquoCriteri

generali per lrsquoindividuazione delle zone sismiche e per la formazione e lrsquoaggiornamento degli elenchi

delle medesime zone Direttive per lrsquoapplicazionerdquo la Giunta Regionale ha stabilito di prendere atto dei

criteri generali di classificazione allegati allrsquoOrdinanza PCM 3519 del 28 aprile 2006 innovativi rispetto

allrsquoOPCM 32742003 e della mappa di pericolositagrave sismica di riferimento espressa in termini di

accelerazione massima al suolo (amax) confermando comunque per quanto riguarda gli aspetti

amministrativi la classificazione sismica dei Comuni del Veneto di cui allrsquoAllegato I della deliberazione

del Consiglio Regionale n 672003

1112 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine

Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in accordo DGR n 672003 successivamente confermata con

DGR n 712008 in zona sismica 3

Il territorio di Castelfrenco Veneto in base alla mappa di pericolositagrave sismica del territorio nazionale

elaborata dallrsquoIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e riportata come Allegato 1B dellrsquoOPCM

del 28 aprile 2006 n 3519 risulta soggetto a valori di accelerazione (con probabilitagrave di eccedenza del

10 in 50 anni) compresa tra 0150 g e 0200 Secondo la Classificazione sismica al 2015 il comune di

Castelfranco Veneto viene inserito in zona sismica 3 nella quale possono verificarsi forti terremoti ma

rari

Stralcio della classificazione sismica al 2014 (httpwwwprotezionecivilegovitjcmsitclassificazionewp)

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PAGINA 78 194 Settembre 2015

Mappa pericolositagrave sismica

Espressa in termini di accelerazione massima (con

probabilitagrave di eccedenza del 10 in 50 anni)

Fonte Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

(In httpesse1-gismiingvit)

112 Vincolo idrogeologico

1121 Riferimenti generali

Il RD 30121923 n 3267 allrsquoarticolo 7 stabilisce che le trasformazioni dei terreni sottoposti a vincolo

idrogeologico ai sensi dello stesso decreto sono subordinate al rilascio di autorizzazione da parte dello

Stato ora sostituito dalle Regioni o dagli organi competenti individuati dalla normativa regionale

1122 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine

Secondo la classificazione regionale riportata nella Tavola 1B del PTCP della Provincia di Treviso

ldquoCarta dei Vincoli e della pianificazione territorialerdquo lrsquoallevamento non interessa nessuna area

sottoposta a vincolo idrogeologico

113 Patrimonio culturale beni culturali e beni paesistici vincolati

1131 Riferimenti generali

Il DLgs del 2212004 n 42 ldquoCodice dei beni culturali e del paesaggio ai sensi dellrsquoarticolo 10 della

Legge 6 luglio 2002 n 137rdquo costituisce il riferimento normativo in materia di beni culturali e

paesaggistici Tale decreto in applicazione dellrsquoarticolo 9 della Costituzione disciplina le forme di tutela

del patrimonio culturale costituito dai beni culturali che comprendono in particolare il patrimonio

storico artistico demo-etno-antropologico archeologico archivistico librario e dai beni paesaggistici

ovvero le bellezze naturali le singolaritagrave geologiche le ville giardini e parchi gli immobili di valore

estetico e tradizionale le bellezze panoramiche e belvedere ed ancora gli altri immobili ed aree

individuati dalla legge (categorie del paesaggio) od in base alla legge attraverso i Piani paesaggistici

Per quanto riguarda i beni culturali le disposizioni per la tutela si applicano a seguito di una verifica

drsquointeresse nel caso delle cose immobili o mobili che rivestono interesse artistico storico archeologico

o demo-etno-antropologico ed appartengono alle pubbliche amministrazioni od a particolari enti istituti

e persone giuridiche od ancora a seguito della dichiarazione di interesse per gli altri immobili che

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COD 15V055 PAGINA 79 194

presentano analoga valenza ma appartenenti a soggetti diversi da quelli prima richiamati La tutela dei

beni immobili si esercita nella forma del divieto alla demolizione danneggiamento e utilizzo per usi

incompatibili alla loro conservazione ed in particolare nella preventiva autorizzazione per una serie di

interventi come elencati allrsquoarticolo 21 Lrsquoautorizzazione deve essere richiesta dai proprietari

possessori o detentori dei beni allrsquoamministrazione competente al rilascio tale autorizzazione puograve

essere rilasciata anche con motivata dichiarazione in sede di conferenza dei servizi (art 25) e con atto

rilasciato in sede di concerto sulla compatibilitagrave ambientale nel caso di progetti sottoposti a valutazione

di impatto ambientale (art 26)

Per quanto attiene ai beni paesaggistici lrsquoassoggettamento a tutela avviene a seguito della

dichiarazione di notevole interesse pubblico (art 137-141) per effetto di disposizioni legislative nel

caso delle specifiche categorie di beni elencati nellrsquoarticolo 142 ed ancora a seguito di identificazione

nei piani paesaggistici gli immobili e le aree tipizzati sottoposte a tutela dagli stessi piani La normativa

nazionale stabilisce che tutti i beni paesaggistici sono tutelati e valorizzati sottoponendo a specifica

normativa drsquouso il territorio mediante Piani paesaggistici o Piani urbanistico territoriali con specifica

considerazione dei valori paesaggistici concernenti lrsquointero territorio regionale (art 135) Il vincolo di

tutela si esercita nella forma del divieto (per i proprietari possessori o detentori) di distruggere i beni od

introdurvi modificazioni e nellrsquoobbligo di sottoporre i progetti delle opere di qualunque genere (salvo

quelli elencati allrsquoart 149) da eseguire alla competente amministrazione ai fini di ottenere preventiva

autorizzazione

Il DPCM 12122005 di individuazione della documentazione necessaria alla verifica della

compatibilitagrave paesaggistica degli interventi proposti definisce le finalitagrave i criteri di redazione ed i

contenuti della Relazione Paesaggistica che correda congiuntamente al progetto dellrsquointervento ed alla

relazione di progetto lrsquoistanza da presentare per lrsquoautorizzazione paesaggistica Con il DPR 972010

n 139 si definisce il procedimento semplificato per lrsquoautorizzazione paesaggistica relativa ad ldquointerventi

di lieve entitagraverdquo che comportano unrsquoalterazione dei luoghi o dellrsquoaspetto esteriore degli edifici in apposita

allegato al decreto si definiscono i citati interventi

1132 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e lrsquoallevamento avicolo

Il progetto oggetto di valutazione riguarda lrsquoincremento del numero di capi avicoli allevati dallrsquoazienda

agricola zootecnica con utilizzo dei fabbricati e delle strutture giagrave esistenti non si prevedono quindi

opere di natura edilizia

In ogni caso al fine della verifica dellrsquoeventuale presenza di beni culturali eo paesaggistici sottoposti a

vincolo ricadenti nellrsquoambito territoriale attorno al sito dellrsquoallevamento si egrave fatto ricorso alle

informazioni contenute in diverse banche dati o riportate negli elaborati degli strumenti di pianificazione

territoriale-paesaggistica od urbanistica

In maggior dettaglio si egrave considerato

il SITAP del Ministero dei Beni e delle Attivitagrave Culturali - Direzione Generale per i Beni Architettonici

e Paesaggistici che individua in cartografia i beni paesaggistici vincolati a seguito di dichiarazione

ed alcune categorie paesaggistiche di cui allrsquoarticolo 142 del Codice

lrsquoArchivio dei beni paesaggistici (vincolati per dichiarazione) del sito web della Regione Veneto

banca dati non definitiva di ricognizione dei beni ai sensi del Dlgs 422004

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PAGINA 80 194 Settembre 2015

il catalogo dellrsquoIstituto Regionale delle Ville Venete che identifica le ville palazzi ed altri fabbricati

censiti segnalando quelli sottoposti a vincolo in quanto beni culturali o paesaggistici

il PTRC (adottato nel 2009 con variante del 2013) della Regione Veneto con riferimento alla

Tavola dei ldquoValori storico culturalirdquo inclusa nella Scheda dellrsquoAmbito-Area ricognitiva 21 dellrsquoAtlante

Ricognitivo ed alla Tavola 9 ldquoSistema del territorio rurale e della rete ecologicardquo in cui sono

individuati i siti o le zone archeologiche

il PTCP (approvato nel 2010) della Provincia di Treviso con riferimento alla Tavola 11 ldquoCarta dei

vincoli e della Pianificazione territorialerdquo14 in cui srsquoidentificano i beni paesaggistici vincolati con

provvedimenti di riconoscimento del notevole interesse pubblico (ex L 14971939 ed art 146 del

Codice) alcune categorie paesaggistiche vincolate per legge (art 142 del Codice) e le zone di

interesse archeologico (ex L 3641909 L 10891939 e L 4311985 ed artt 10 e 142 del Codice) ed

anche alle Appendici di cui allrsquoAllegato M in particolare gli elenchi relativi ai beni architettonici ed ai

beni archeologici vincolati

il PAT del Comune di Castelfranco Veneto (approvato nel 2014) con riferimento alla Tavola 1

ldquoCarta dei vincoli e della pianificazione territorialerdquo15 che individua i beni monumentali vincolati (art

10 del Codice) ed i beni paesaggistici vincolati in quanto di notevole interesse pubblico (art 136 del

Codice) o appartenenti alle categorie paesaggistiche (art 142 del Codice)

il PAT del Comune di Castello di Godego (adottato nel 2015) con riferimento alla Relazione

Tecnica Generale (par 181 I beni culturali) alla Tavola P1A ldquoVincolirdquo16 che identifica i beni

culturali (immobili storico-artistici ed edifici drsquointeresse storico artistico vincolati con dichiarazione

edifici con piugrave di 70 anni vincolati per legge ai sensi dellrsquoarticolo 10 comma 1 del Codice zone

archeologiche) ed i beni paesaggistici vincolati con dichiarazione o per legge (art 142 del Codice)

ed alla Tavola 131 ldquoPatrimonio culturalerdquo del Quadro Conoscitivo del PATI che identifica gli

immobili edifici e zone archeologiche vincolate i fabbricati di archeologia industriale gli edifici di

pregio architettonico e gli altri beni e manufatti di interesse storico culturale

il PAT del Comune di Riese Pio X (adottato nel 2014 con DCC n 2 del 1332014) con

riferimento al Rapporto Ambientale (par 57 Matrice paesaggio ndash Patrimonio culturale

architettonico archeologico) ed alla Tavola 1 ldquoCarta dei vincoli e della pianificazione territorialerdquo 17

che riporta i beni monumentali vincolati i beni paesaggistici vincolati corrispondenti alle fasce

laterali ai corsi drsquoacqua e la strada Postumia a vincolo archeologico

Per quanto riguarda i beni culturali vincolati considerando gli immobili drsquointeresse monumentale eo

storico architettonico riportati negli elenchi od elaborati cartografici degli strumenti di pianificazione

prima richiamati il sito dellrsquoallevamento non interessa direttamente nessuno di quelli presenti nel

territorio e si trova ad una distanza dai piugrave vicini tale che si escludono ragionevolmente possibili

ricadute sugli stessi in particolare quelle indirette correlate alla percezione da e dei beni tenuto conto

anche del fatto che si tratta del solo incremento del numero di polli allevati allrsquointerno di strutture giagrave

esistenti Lrsquoampliamento dellrsquoallevamento non comporta interventi sui beni vincolati e tantomeno si

prevedono opere edilizie o di altra natura che possano determinare effetti indiretti sul patrimonio

14 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 11 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

15 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

16 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola P1A inserita nellrsquoAllegato cartografico dello SIA

17 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

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COD 15V055 PAGINA 81 194

architettonico vincolato non egrave quindi necessario avviare la procedura per la richiesta di rilascio

dellrsquoautorizzazione ai sensi del Codice Al fine di sostenere le precedenti considerazioni si forniscono

brevi informazioni sui beni monumentali e architettonici vincolati presenti nel territorio dei tre Comuni

analizzati situati ad una minore distanza dallrsquoallevamento avicolo esistente

Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto gli immobili vincolati con specifico provvedimento

meno distanti dal sito dellrsquoallevamento comunque rispettivamente a 13 e 22 km circa si trovano nella

frazione di Villarazzo e lungo la strada via Postomia Nel primo caso si tratta della Villa Dolfin -

Gradenigo (tutelata con DM 10121959) sita in via Valsugana 74 composta dalla villa del XVII secolo

e dalla barchessa del XVIII secolo edifici collocati di fianco al Torrente Muson e della Cagrave Moro

(tutelata con DM 881947) ubicata in via Valsugana 102 composta dallrsquoedificio padronale risalente al

XVI secolo Nel secondo caso si tratta della Cagrave Amata (tutelata con DM 10121959) complesso

architettonico datato al XVIII secolo formato da una villa da due barchesse da annessi rustici

originariamente destinati a stalla e depositi ed anche da un oratorio che ora ricadono nellrsquoarea

dellrsquoomonimo Golf Club

Nel territorio del Comune Castello di Godego lrsquoimmobile vincolato piugrave vicino al sito dellrsquoallevamento

comunque a circa 16 km egrave la Chiesa di San Pietro ubicata in via S Pietro nei pressi del T Muson in

sinistra idrografica La gran parte degli altri beni storico architettonici vincolati si trova allrsquointerno del

centro storico o comunque nellrsquoabitato principale ad una distanza minima di 19 - 23 km circa

dallrsquoallevamento

Nel territorio del Comune di Riese Pio X tra i fabbricati vincolati quelli relativamente piugrave vicini

allrsquoallevamento rispettivamente a circa 15 e 22 km sono la Villa Emiliani detta Cagrave Miane (tutelata ai

sensi dellrsquoart 10 del Codice) ubicata in via Miane 30 complesso composto dalla casa padronale con

grande barchessa porticata e da un oratorio entrambi del XVIII secolo ed allrsquointerno della frazione di

Vallagrave la Villa Cecconi (tutelata con DM 2141964) sita in via A Milani 1 risalente al XVIII secolo e la

Chiesa parrocchiale (costruita nel 1746) il campanile e la Casa canonica (tutelate ai sensi dellrsquoart 10

del Codice) lrsquoultima segnalata anche come ldquovilla venetardquo formata dalla casa padronale e da una

piccola barchessa entrambe risalenti al XVII secolo

Per quanto attiene ai beni archeologici vincolati considerando quelli identificati nella cartografia o

segnalati nella documentazione dei citati piani territoriali ed urbanistici risulta che il sito

dellrsquoallevamento si trova significativamente distante da questi inoltre lrsquointerposta presenza di zone

edificate e di quinte di vegetazione arborea consente di escludere anche improbabili ricadute

determinate da eventuali relazioni indirette correlate alla percezione dellrsquoallevamento dai siti tutelati o

da interposizione dellrsquoallevamento nella vista dei beni dai luoghi circostanti agli stessi In aggiunta

stante il fatto che si tratta del solo incremento del numero di capi avicoli allevati senza previsione di

opere edilizie o interventi di scavo e tenendo inoltre conto della distanza dei siti a rischio archeologico

individuati non si ricade nellrsquoambito della procedura di autorizzazione secondo quanto stabilito dal

Codice e si esclude anche la necessitagrave di eseguire indagini archeologiche preventive Si evidenziano

di seguito i beni archeologici vincolati presenti nel territorio dei tre Comuni considerati situati ad una

minore distanza dallrsquoallevamento avicolo esistente

Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto egrave sottoposto a vincolo archeologico ai sensi

dellrsquoarticolo 10 del Codice (ex L 10891939) il tracciato della romana strada Postumia che nel punto

piugrave vicino si trova ad una distanza di circa 800 metri dallrsquoarea dellrsquoallevamento

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Nel territorio del Comune di Castello di Godego egrave presente unrsquoarea archeologica vincolata ai sensi

dellrsquoarticolo 10 del Codice (ex L 10891939) quella de ldquoLe Motterdquo correlata ad un tipico insediamento

delletagrave del bronzo che interessa una localitagrave ubicata a ridosso del confine comunale sul lato

meridionale ad oltre 3 km dellrsquoarea dellrsquoallevamento il PAT identifica nella Tavola P1A Vincoli una

ldquozona di interesse archeologicordquo ai sensi dellrsquoarticolo 10 del Codice nella porzione centrale del tessuto

urbano dellrsquoabitato principale distante circa 18 km dallrsquoallevamento e contornata lungo il perimetro sul

lato est quello rivolto verso lrsquoazienda agricola avicola dal tessuto edificato della zona residenziale

In Comune di Riese Pio X lrsquounico bene sottoposto a vincolo archeologico egrave la giagrave la citata strada

Postumia ed in tale caso la distanza minima tra lrsquoasse viario e lrsquoallevamento egrave di circa 16 km

Per quanto riguarda i beni paesaggistici vincolati a seguito del riconoscimento del loro notevole

interesse pubblico sono sottoposte a tutela due zone dellrsquoabitato principale una riguardante

Castelfranco Veneto e lrsquoaltra Castello di Godego mentre non risulta la presenza di vincoli di tale

fattispecie nel territorio del Comune di Riese Pio X

In Castelfranco Veneto egrave tutelata ai sensi della ex L 14971939 con il DM 13111961 (GU 296 del

29111961) la zona del centro abitato con inclusione della zona della Pescheria e del contiguo tratto

del Canale Musonello giagrave oggetto di provvedimento di vincolo (DM 8111955 GU 274 del

28111955) i motivi della tutela come riportato nel testo dello stesso provvedimento ministeriale sono

ricondotti al fatto che ldquocon le sue rosse mura turrite ammantate di edera circondate da verdi spalti e dal

fossato e con la sua fresca vegetazione forma un quadro naturale di non comune bellezza panoramica

avente anche valore estetico e tradizionalerdquo

In Castello di Godego egrave vincolata la zona circostante allrsquoabitato con DM 1361969 (GU 224 del

391969) ai sensi della ex L 14971939 per la presenza di ldquoparchi giardini tempietti antichi ed altri

caratteristici edificirdquo che ldquooltre a costituire unrsquoattraente e quasi continua oasi di verde nel centro abitato

forma un ambiente di alto valore estetico e tradizionale degno di essere conservato e difeso nella sua

integritagraverdquo

Lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo ovviamente non ricade nelle citate zone vincolate ed inoltre si trova

significativamente distante dalle stesse a circa 21 km da quella di Castelfranco Veneto con interposta

presenza di diverse aree edificate ed a circa 15 km da quella di Castello di Godego anche questa

circondata immediatamente allrsquoesterno del perimetro della zona tutelata da edificato la situazione

descritta consente di escludere ogni possibile ricaduta anche quelle riconducibili ad effetti indiretti

legati alla percezione dei luoghi vincolati per interposizione visiva dellrsquoallevamento dalle aree esterne

a questi e con particolare riferimento agli elementi indicati nel provvedimento ministeriale che ne hanno

determinato la tutela

Per quanto attiene ai beni paesaggistici vincolati per legge nel territorio dei tre Comuni considerati si

tratta di quelli associati alle categorie di cui allrsquoarticolo 142 del Codice relative ai fiumi torrenti e corsi

drsquoacqua con le relative fasce contermini alle sponde o argini alle zone drsquointeresse archeologico ed ai

territori coperti da boschi

Con riguardo ai corsi drsquoacqua e relative fasce vincolate la piugrave vicina egrave quella del Torrente Avenale nel

tratto ricadente in territorio del Comune di Castelfranco Veneto il cui perimetro considerando la minore

distanza intercorrente con il confine dellrsquoarea dellrsquoallevamento ricade a circa 150 metri

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COD 15V055 PAGINA 83 194

In merito alle zone drsquointeresse archeologico sottoposte a vincolo paesaggistico si tratta della giagrave

richiamata strada Postumia con riferimento alla quale valgono le considerazioni giagrave esposte con

riguardo al vincolo archeologico e del richiamato sito archeologico di Le Motte in territorio del Comune

di Castello di Godego anche questo giagrave considerato

Infine nel caso dei territori coperti da bosco il piugrave vicino egrave quello situato in Comune di Castelfranco

Vento a ridosso del laghetto che si trova poco ad ovest della frazione di Villarazza ad una distanza di

circa 22 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento

In conclusione per quanto attiene ai beni paesaggistici vincolati premesso che non si prevedono

interventi modificativi dellrsquoaspetto attuale dei luoghi non egrave necessario avviare la procedura di

autorizzazione paesaggistica in quanto oltre a non prevedere opere edilizie o movimenti terra od

installazione di altri manufatti lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo non ricade in beni paesaggistici vincolati

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QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E

STIMA DEGLI IMPATTI

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12 USI DEL SUOLO

Lrsquoanalisi dellrsquouso del suolo e degli habitat presenti nellrsquoarea di indagine egrave stata effettuata a seguito di

sopralluoghi e considerando le seguenti fonti reperibili sul sito della Regione Veneto18

Uso del suolo della Regione Veneto ndash Anno 2009

Shapefile degli habitat della ZPS Prai e Castelli di Godego

Come evidenziato dai dati sopra citati e dai sopralluoghi effettuati il territorio in cui i inserisce

lrsquoAllevamento Maggiolo egrave caratterizzato dalla netta predominanza di aree agricole In particolare la

coltura piugrave diffusa egrave quella del mais cui si accompagnano in subordine superfici a copertura erbacea

colture di soia tabacco colza arboricoltura da legno ed alcune aree coltivate a vigneti Le principali

zone urbanizzate si trovano ad ovest (Castelli di Godego) a sud (Castelfranco veneto) e ad est (Riese

Pio X) dellrsquoallevamento Lungo i numerosi canali che attraversano il territorio ed in corrispondenza dei

confini poderali si trovano frequentemente formazioni di latifoglie arboree a siepe oltre che in

particolare modo lungo il Torrente Muson dei Sassi che scorre ad est dellrsquoabitato di Castello di

Godego formazioni ripariali a salici (Salix sp) e pioppi (Populus sp)

Allrsquointerno della ZPS in cui egrave localizzata lrsquoAzienda Agricola sono state identificate diverse aree a

copertura erbacea con formazione tipica dellrsquohabitat di interesse comunitario n 6510 (Praterie magre

da fieno a bassa altitudine) Queste formazioni sono concentrate prevalentemente nella porzione

centro-meridionale della ZPS ad una distanza minima superiore ai 220 m dallrsquoallevamento Maggiolo

Nello specifico lrsquoallevamento confina su tre lati (est sud e parzialmente nord) con aree coltivate a

mais mentre sul lato ovest ed in parte dellrsquoarea a nord sono presenti superfici a copertura arbustiva ed

erbacea (graminacee non soggette a rotazione)19 ma non identificabili con lrsquohabitat 6510

121 Impatti sullrsquouso del suolo

Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo sfruttando la potenzialitagrave massima

delle strutture attualmente giagrave esistenti ed operanti Non egrave quindi prevista la realizzazione di nessuna

altra struttura rispetto a quanto giagrave esistente allo stato di fatto Pertanto la realizzazione del progetto

non porteragrave ad alcun impatto neacute modifica rispetto allrsquoattuale uso del suolo

18

Si rimanda alla tavola ldquoUso del suolordquo e ZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego ndash Habitatrdquo riportate nellrsquoAllegato cartografico

19 Si rimanda alle riprese fotografiche ldquoAzienda Agricola Maggiolordquo e ldquoUso del suolo e vegetazionerdquo inserite nellrsquoAllegato fotografico

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13 FLORA E FAUNA

Per la valutazione delle componenti naturalistiche presenti nellrsquoarea di indagine egrave stato utilizzato il

Database approvato con DGR n 22001420 Per tutta la regione sono disponibili i dati georeferenziati

sulla base di quadranti di 10 km per lato relativi a specie faunistiche e floristiche presenti sul territorio

Lrsquoazienda agricola egrave localizzata allrsquointerno del quadrante n E446N251 nel presente studio sono state

considerate anche le informazioni riferite ai quadranti ricadenti entro un buffer di 5 km dallrsquoallevamento

ossia i quadranti n E446N250 E447N250 e E447N251 che tra lrsquoaltro comprendono interamente il

territorio della ZPS

131 Fauna

La fauna vertebrata presente sul territorio dellrsquoarea drsquoindagine egrave indicata nelle tabelle successive sono

state considerate sia le specie elencate nel formulario standard della ZPS sia quelle del database

georeferenziato approvato con DGR n 220014

Anfibi e Rettili

Nellrsquoarea drsquoindagine risultano essere presenti 9 specie di anfibi e 11 specie di rettili Da segnalare in

particolare la presenza della Testuggine palustre europea (Emys orbicularis) specie considerata ldquoin

pericolordquo nella Lista Rossa Italiana (LRI21) a causa della competizione con lrsquoalloctona Testuggine

palustre dalle orecchie rosse (Trachemys scripta) specie originaria del bacino del Mississipi e

introdotta in Italia a partire dagli anni rsquo70 oggi naturalizzata Tutte le altre specie di rettili hanno uno

status conservazionistico ldquoa minor preoccupazionerdquo mentre tra gli anfibi sono due le specie (Rana di

Lataste e Rospo comune) che secondo la LRI sono vulnerabili allrsquoestinzione

Cod Nome scientifico Nome comune All

DirHab LRI

1193 Bombina variegata Ululone dal ventre giallo II-IV LC

Lissotriton vulgaris Tritone punteggiato NT

1167 Triturus carnifex Tritone crestato italiano II-IV NT

1215 Rana latastei Rana di lataste II-IV VU

2361 Bufo bufo Rospo comune IV VU

1201 Bufo viridis Rospo smeraldino IV LC

5358 Hyla intermedia Raganella italiana IV LC

1209 Rana dalmatina Rana agile IV LC

1210 Rana klepton esculenta Rana esculenta V LC

Rettili

1220 Emys orbicularis Testuggine palustre europea II-IV EN

1256 Podarcis muralis Lucertola muraiola IV LC

5887 Trachemys scripta Testuggine palustre dalle orecchie rosse NA

6091 Zamenis longissimus Saettone comune IV LC

5910 Zootoca vivipara Lucertola vivipara LC

2432 Anguis fragilis Orbettino LC

1284 Coluber viridiflavus Biacco IV LC

1283 Coronella austriaca Colubro liscio IV LC

20

DGR n 2200 del 27 novembre 2014 ldquoApprovazione del database della cartografia distributiva delle specie della Regione Veneto a supporto della Valutazione di Incidenzardquo

21 IUCN Comitato Italiano Liste Rosse Italiane wwwiucnit

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COD 15V055 PAGINA 87 194

Cod Nome scientifico Nome comune All

DirHab LRI

5179 Lacerta bilineata Ramarro occidentale IV LC

2469 Natrix natrix Natrice dal collare LC

1292 Natrix tessellata Natrice tessellata IV LC

Legenda

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list degli anfibi e rettili presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000

Pesci

Nel gruppo tassonomico dei pesci Anguilla Panzarolo e Trota marmorata sono segnalate come in

pericolo critico di estinzione il Temolo egrave considerata specie in pericolo mentre Barbo italico e

Lampreda padana (specie endemica della pianura padana) hanno uno status conservazionistico

vulnerabile Sono presenti inoltre numerose specie introdotte sul territorio e per le quali per questo

motivo la valutazione dello status conservazionistico non egrave applicabile (NA) In particolare si tratta delle

seguenti specie Alburno Carassio Luccio Gambusia Persico sole Cavedano Persico trotaTrota

iridea e Trota atlantica

Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI

5539 Alburnus alburnus Alburno NA

3019 Anguilla anguilla Anguilla CR

1137 Barbus plebejus Barbo italico II-V VU

5585 Carassius carassius Carassio NA

5304 Cobitis bilineata Cobite II LC

1163 Cottus gobio Scazzone II LC

5642 Esox lucius Luccio NA

5654 Gambusia holbrooki Gambusia NA

5937 Ictalurus melas Pesce gatto NA

5677 Knipowitschia punctatissima Panzarolo CR

6152 Lampetra zanandreai Lampreda padana II-V VU

5687 Lepomis gibbosus Persico sole NA

5944 Leuciscus cephalus Cavedano NA

5719 Micropterus salmoides Persico trota NA

5768 Oncorhynchus mykiss Trota iridea NA

5777 Padogobius martensii Ghiozzo padano LC

5785 Phoxinus phoxinus Sanguinerola europea LC

5821 Rutilus erythrophthalmus Triotto LC

1991 Sabanejewia larvata Cobite mascherato II NT

1107 Salmo marmoratus Trota marmorata II CR

6262 Salmo trutta Trota atlantica NA

1109 Thymallus thymallus Temolo V EN

5885 Tinca tinca Tinca LC

Legenda

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list dei pesci presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000

Uccelli

Considerando sia le specie elencate nel Formulario Natura 2000 sia quelle censite nel database

regionale approvato con DGR 220014 nellrsquoarea di indagine sono presenti 114 specie alcune delle

quali essendo nidificanti irregolari non sono state considerate nellrsquoattribuzione delle categorie di

minaccia della LRI (Pispola Albanella reale Peppola Beccaccino e Tordo sassello) Il criterio della LRI

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non egrave applicabile (NA) anche per il Fagiano a causa delle introduzioni a scopo venatorio effettuate sul

territorio La specie con lo status conservazionistico piugrave problematico egrave il Torcicollo (Vulnerabile)

specie che frequenta ambienti alberati che abbiano anche ampi spazi aperti (frutteti incolti alberati

boschi radi aree agricole estensive) Pur essendo diffusa in tutto il territorio italiano (areale maggiore di

20000 kmsup2 (Boitani et al 2002) e popolazione stimata in 100000-200000 individui maturi (BirdLife

International 2004 Brichetti amp Fracasso 2007)) il declino significativo (56) registrato tra il 2000 ed il

2010 (LIPU amp Rete Rurale Nazionale 2011 wwwmito2000it) ha motivato lrsquoinserimento di tale specie

tra quelle in pericolo di estinzione Nel territorio sono presenti altre specie con uno status

conservazionistico non soddisfacente Allodola Coturnice Moretta Biancone Falco di palude

Albanella minore Re di quaglie Falco cuculo Tarabusino Cutrettola Passera drsquoItalia Passera

mattugia Pendolilno e Saltimpalo sono definite come Vulnerabili allrsquoestinzione

Cod Nome scientifico Nome comune All Dir

Ucc LRI

A086 Accipiter nisus Sparviere LC

A298 Acrocephalus arundinaceus Cannareccione NT

A296 Acrocephalus palustris Cannaiola verdognola LC

A297 Acrocephalus scirpaceus Cannaiola comune LC

A168 Actitis hypoleucos Piro-piro piccolo NT

A324 Aegithalos caudatus Codibugnolo LC

A247 Alauda arvensis Allodola IIB VU

A229 Alcedo atthis Martin pescatore I LC

A109 Alectoris graeca Coturnice I-IIA VU

A053 Anas platyrhynchos Germano reale IIA-IIIA LC

A257 Anthus pratensis Pispola NA (nid irr)

A226 Apus apus Rondone comune LC

A091 Aquila chrysaetos Aquila reale I NT

A028 Ardea cinerea Airone cenerino LC

A029 Ardea purpurea Airone rosso I LC

A221 Asio otus Gufo comune LC

A218 Athene noctua Civetta LC

A061 Aythya fuligula Moretta IIA-IIIB VU

A021 Botaurus stellaris Tarabuso I EN

A087 Buteo buteo Poiana LC

A243 Calandrella brachydactyla Calandrella I EN

A224 Caprimulgus europaeus Succiacapre I LC

A364 Carduelis carduelis Cardellino NT

A288 Cettia cetti Usignolo di fiume LC

A136 Charadrius dubius Corriere piccolo NT

A363 Chloris chloris Verdone NT

A080 Circaetus gallicus Biancone I VU

A081 Circus aeruginosus Falco di palude I VU

A082 Circus cyaneus Albanella reale I NA (nid irr)

A084 Circus pygargus Albanella minore I VU

A373 Coccothraustes coccothraustes Frosone LC

A206 Columba livia Piccione selvatico IIA DD

A208 Columba palumbus Colombaccio IIA-IIIA LC

A350 Corvus corax Corvo imperiale LC

A615 Corvus cornix Cornacchia grigia IIB LC

A349 Corvus corone Cornacchia nera IIB LC

A347 Corvus monedula Taccola IIB LC

A113 Coturnix coturnix Quaglia IIB DD

A122 Crex crex Re di quaglie I VU

A212 Cuculus canorus Cuculo LC

A036 Cygnus olor Cigno reale IIB NA

A253 Delichon urbica Balestruccio NT

A237 Dendrocopos major Picchio rosso maggiore LC

A236 Dryocopus martius Picchio nero I LC

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COD 15V055 PAGINA 89 194

Cod Nome scientifico Nome comune All Dir

Ucc LRI

A383 Emberiza calandra Strillozzo LC

A376 Emberiza citrinella Zigolo giallo LC

A269 Erithacus rubecula Pettirosso LC

A103 Falco peregrinus Falco pellegrino I LC

A099 Falco subbuteo Lodolaio LC

A096 Falco tinnunculus Gheppio LC

A097 Falco vespertinus Falco cuculo I VU

A359 Fringilla coelebs Fringuello LC

A360 Fringilla montifringilla Peppola NA (nid irr)

A125 Fulica atra Folaga IIA-IIIB LC

A244 Galerida cristata Cappellaccia LC

A153 Gallinago gallinago Beccaccino IIA-IIIB NA (nid irr)

A123 Gallinula chloropus Gallinella drsquoacqua IIB LC

A342 Garrulus glandarius Ghiandaia IIB

A002 Gavia arctica Strolaga mezzana I

A001 Gavia stellata Strolaga minore I

A300 Hippolais polyglotta Canapino LC

A251 Hirundo rustica Rondine NT

A022 Ixobrychus minutus Tarabusino I VU

A233 Jynx torquilla Torcicollo EN

A338 Lanius collurio Averla piccola I VU

A340 Lanius excubitor Averla maggiore

A179 Larus ridibundus Gabbiano comune IIB LC

A246 Lullula arborea Tottavilla I LC

A271 Luscinia megarhynchos Usignolo LC

A230 Merops apiaster Gruccione LC

A073 Milvus migrans Nibbio bruno I NT

A262 Motacilla alba Ballerina bianca LC

A261 Motacilla cinerea Ballerina gialla LC

A260 Motacilla flava Cutrettola VU

A319 Muscicapa striata Pigliamosche LC

A337 Oriolus oriolus Rigogolo LC

A214 Otus scops Assiolo LC

A329 Parus caeruleus Cinciarella LC

A330 Parus major Cinciallegra LC

A621 Passer italiae Passera drsquoItalia VU

A356 Passer montanus Passera mattugia VU

A112 Perdix perdix Starna IIA-IIIA LC

A072 Pernis apivorus Falco pecchiaiolo I LC

A017 Phalacrocorax carbo Cormorano LC

A393 Phalacrocorax pygmeus Marangone minore I NT

A115 Phasianus colchicus Fagiano comune IIA-IIIA NA

A151 Philomachus pugnax Combattente I

A273 Phoenicurus ochruros Codirosso spazzacamino LC

A274 Phoenicurus phoenicurus Codirosso comune LC

A343 Pica pica Gazza IIB LC

A235 Picus viridis Picchio verde LC

A005 Podiceps cristatus Svasso maggiore LC

A118 Rallus aquaticus Porciglione IIB LC

A336 Remiz pendulinus Pendolino VU

A276 Saxicola torquatus Saltimpalo VU

A155 Scolopax rusticola Beccaccia IIA-IIIB DD

A361 Serinus serinus Verzellino LC

A209 Streptopelia decaocto Tortora dal collare IIB LC

A210 Streptopelia turtur Tortora selvatica IIB LC

A219 Strix aluco Allocco LC

A351 Sturnus vulgaris Storno IIB LC

A311 Sylvia atricapilla Capinera LC

A309 Sylvia communis Sterpazzola LC

A307 Sylvia nisoria Bigia padovana I CR

A004 Tachybaptus ruficollis Tuffetto LC

A166 Tringa glareola Piro piro boschereccio I

A265 Troglodytes troglodytes Scricciolo LC

A286 Turdus iliacus Tordo sassello IIB NA (nid irr)

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PAGINA 90 194 Settembre 2015

Cod Nome scientifico Nome comune All Dir

Ucc LRI

A283 Turdus merula Merlo IIB LC

A285 Turdus philomelos Tordo bottaccio IIB LC

A284 Turdus pilaris Cesena IIB NT

A213 Tyto alba Barbagianni LC

A232 Upupa epops Upupa LC

A142 Vanellus vanellus Pavoncella IIB LC

Legenda

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list dellrsquoavifauna presente nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000

Mammiferi

La check-list indica la presenza di 39 specie appartenenti alla classe dei mammiferi Tutte le specie

indicate hanno uno status conservazionistico soddisfacente essendoci solo alcune specie prossime

alla minaccia (Arvicola acquatica Serotino comune Pipistrello di Nathusius Orecchione bruno) ed una

sola specie vulnerabile (Nottola comune)

Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI

5551 Apodemus sylvaticus Topo selvatico LC

5559 Arvicola amphibius Arvicola acquatica NT

5966 Arvicola terrestris Arvicola acquatica NT

2644 Capreolus capreolus Capriolo LC

2591 Crocidura leucodon Crocidura ventrebianco LC

2593 Crocidura suaveolens Crocidura minore LC

2646 Dama dama Daino NA

1327 Eptesicus serotinus Serotino comune IV NT

2590 Erinaceus europaeus Riccio europeo LC

2616 Glis glis Ghiro LC

1344 Hystrix cristata Istrice IV LC

5690 Lepus europaeus Lepre comune LC

2630 Martes foina Faina LC

2631 Meles meles Tasso LC

5718 Micromys minutus Topolino delle risaie LC

5721 Microtus arvalis Arvicola campestre LC

5728 Microtus savii Arvicola di Savi LC

5738 Mus musculus Topo domestico NA

1341 Muscardinus avellanarius Moscardino IV LC

2634 Mustela nivalis Donnola LC

1358 Mustela putorius Puzzola V LC

5747 Myocastor coypus Nutria NA

2595 Neomys anomalus Toporagno acquatico di Miller DD

2597 Neomys fodiens Toporagno drsquoacqua DD

Neovison vison Visone NA

1312 Nyctalus noctula Nottola comune IV VU

5773 Oryctolagus cuniculus Coniglio selvatico NA

2016 Pipistrellus kuhlii Pipistrello albolimbato IV LC

1317 Pipistrellus nathusii Pipistrello di Nathusius IV NT

1326 Plecotus auritus Orecchione bruno IV NT

5815 Rattus norvegicus Ratto delle chiaviche NA

5816 Rattus rattus Ratto nero NA

Sciurus carolinensis Scoiattolo grigio NA

2607 Sciurus vulgaris Scoiattolo comune LC

Sorex antinorii araneus Toporagno del Vallese DD

Sorex arunchi Il toporagno della Selva di Arvonchi

5861 Sus scrofa Cinghiale LC

5877 Talpa europaea Talpa europea LC

5906 Vulpes vulpes Volpe LC

Legenda

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COD 15V055 PAGINA 91 194

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list dei mammiferi presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000

132 Flora

Dal database della Regione Veneto (DGR 220014) nei 4 quadranti considerati risultano essere

presenti 539 specie floristiche

Nella tabella successiva si riportano le specie tutelate allrsquointerno della Direttiva Habitat (Allegati II e IV)

nessuna delle quali egrave citata come presente nella ZPS (secondo il Formulario standard Natura 2000)

Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI

6302 Anacamptis pyramidalis Orchidea piramidale II-IV

1714 Euphrasia marchesettii Eufrasia di Marchesetti II-IV EN

1866 Galanthus nivalis Bucaneve V LC

4096 Gladiolus palustris Gladiolo palustre II-IV NT

1900 Spiranthes aestivalis Viticcino estivo IV NE

Legenda

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list delle specie faunistiche presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 e Formulario Natura 2000

LrsquoOrchidea piramidale egrave una specie che puograve essere rinvenuta in prati magri pascoli incolti

sottoboschi scarpate e bordi strada su terreni di natura calcarea Principalmente egrave diffusa entro gli 800

m slm

LrsquoEufrasia di Marchesetti egrave una specie endemica del veneto orientale e del Friuli Venezia Giulia

caratteristica delle torbiere e di stazioni umide e aperte (praterie a Molinia della pianura e della fascia

collinare) la cui conservazione dipende dalla presenza di sfalci periodici in grado di garantire spazio e

luminositagrave sufficienti per lo sviluppo della pianta Altre specie dei prati umidi sono il Gladiolo palustre e il

Viticcino estivo mentre il Bucaneve si puograve trovare nei boschi umidi e freschi con humus ben

sviluppato

133 Stima degli impatti

Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo sfruttando la potenzialitagrave massima

delle strutture attualmente giagrave esistenti ed operanti Non egrave quindi prevista la realizzazione di nessuna

altra struttura rispetto a quanto giagrave esistente allo stato di fatto Come meglio specificato nella Studio di

Incidenza cui si rimanda per ulteriori approfondimenti i potenziali impatti derivanti dallo svolgimento

dellrsquoattivitagrave di allevamento dellrsquoAzienda agricola Maggiolo sono i seguenti

Inquinamento delle acque superficiali e sotterranee

Immissione di inquinanti nellrsquoaria

Inquinamento del suolo da rifiuti solidi

Immissioni di azoto e composti dellrsquoazoto

Inquinamento da rumore e disturbi sonori puntuali o irregolari

Introduzione di malattie

Nel caso dellrsquoAzienda agricola Maggiolo la probabilitagrave di accadimento di alcuni degli impatti sopra

elencati egrave nulla come indicato nella tabella successiva

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PAGINA 92 194 Settembre 2015

Fattore di impatto Possibili cause Probabilitagrave di

accadimento Motivazione

Inquinamento delle

acque superficiali e

sotterranee

Scarichi idrici Nulla Lrsquoabbeveraggio ed l sistemi di raffrescamento e di pulizia non producono scarichi idrici

Produzione di pollina Nulla Nessuna concimaia allrsquointerno dellrsquoAllevamento Il materiale egrave ceduto interamente a terzi come sottoprodotto di origine animale

Inquinamento del

suolo da rifiuti solidi

Cattiva gestione delle

spoglie animali Nulla LrsquoAzienda Agricola dispone di una cella frigo di proprietagrave

per la conservazione dei capi deceduti Le carogne vengono poi consegnate ad una ditta autorizzata che effettua il relativo smaltimento a norma di legge

Cattiva gestione dei

rifiuti solidi prodotti

Nulla - I rifiuti sono collocati in un apposito locale chiuso adibito al deposito dei rifiuti

- La pollina prodotta non egrave considerabile come rifiuto in quanto utilizzata come sottoprodotto dallrsquoazienda Agrifung Le altre tipologie di rifiuto (imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti) in carta ed in vetro sono prodotti in quantitagrave irrilevanti

Introduzione di

malattie

Contaminanti aerei e

polveri

Nulla - Durante il periodo del vuoto sanitario i capannoni vengono completamente puliti e disinfettati

- Per la salvaguardia della sicurezza biologica il sito di allevamento egrave completamente recintato

- Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) egrave stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile e facilmente disinfettabile

- Lrsquoallevamento dispone di due aree di stoccaggio chiuse una per il truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una separata e adeguatamente segnalata per il deposito dei rifiuti prodotti

- I mezzi che accedono allrsquoarea qualora ritenuto opportuno vengono irrorati con disinfettante sui pneumatici

Cattiva gestione delle

spoglie animali

Nulla LrsquoAzienda Agricola dispone di una cella frigo di proprietagrave per la conservazione dei capi deceduti

Potenziali impatti derivanti dallo svolgimento dellrsquoattivitagrave di allevamento

Lrsquoimmissione di inquinanti nellrsquoaria puograve avere ricadute dirette sulle componenti biotiche (sia floristiche

che faunistiche) in quanto le sostanze gassose possono arrivare nella profonditagrave degli apparati

respiratorio e fotosintetico Inoltre gli inquinanti possono ricadere al suolo tramite le precipitazioni

andando di conseguenza ad alterare sia la qualitagrave delle acque (superficiali e sotterranee) sia la qualitagrave

dei terreni generando quindi ricadute indirette su flora e fauna Lrsquoimpatto associato egrave temporaneo in

quanto limitato al periodo di esercizio dellrsquoattivitagrave di allevamento e reversibile gli effetti cesseranno di

verificarsi nel momento in cui verragrave abbandonata lrsquoattivitagrave zootecnica Lrsquoemissione di composti odorigeni

potrebbe portare le specie faunistiche ad abbandonare la frequentazione delle aree limitrofe

allrsquoallevamento Anche in questo caso lrsquoimpatto associato egrave temporaneo in quanto limitato allrsquoesercizio

dellrsquoattivitagrave e reversibile nel breve termine

La presenza di inquinamento da rumore egrave un fattore che puograve determinare effetti negativi indiretti alla

sola componente faunistica terrestre che a seguito del disturbo sonoro potrebbe abbandonare la

frequentazione delle aree limitrofe allrsquoallevamento Anche in questo caso lrsquoimpatto associato egrave

temporaneo (limitato al periodo di funzionamento dei ventilatori ed allrsquoutilizzo dei mezzi di trasporto per

la gestione delle attivitagrave zootecniche) e reversibile nel breve termine

Le analisi effettuate (valutazione previsionale di impatto acustico e delle emissioni in aria riportate ai

capitoli successivi cui si rimanda per ulteriori approfondimenti) tuttavia indicano che le variazioni tra lo

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 93 194

scenario attuale e lo scenario di progetto non sono significative e si esauriscono entro poche centinaia

di metri dallrsquoAzienda agricola pertanto non significativa egrave anche lrsquoincidenza di tali fattori sullo stato di

conservazione delle componenti biotiche presenti sul territorio

Pur non essendo previste modifiche progettuali tali da richiedere interventi di mitigazione potrebbe

essere comunque presa in considerazione lrsquoopportunitagrave di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di

conservazione previsti per la ZPS mettendo a dimora specie arboree o arbustive in forma di filare

lungo il perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento sul lato ovest e previe necessarie verifiche sul lato sud

Per la realizzazione del filare dovranno essere utilizzate specie arboree eo arbustive autoctone alcune

delle quali con frutti eduli in modo da avere ricadute positive anche sulla componente faunistica Le

specie arboree che potranno essere utilizzate sono Carpino bianco (Carpinus betulus) Olmo

campestre (Ulmus campestris) Acero campestre (Acer campestris) Ontano nero (Alnus glutinosa)

Salice bianco (Salix alba) mentre tra le specie arbustive potranno essere messe a dimora Nocciolo

(Corylus avellana) Sambuco nero (Sambucus nigra) Sanguinella (Cornus sanguinea) Frangola

(Rhamnus frangula) Pallon di maggio (Viburnum opulus) Spincervino (Rhamnus cathartica)

14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI

141 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici

I beni culturali architettonici considerati al fine di ricostruire il quadro conoscitivo includono gli immobili

vincolati ai sensi della ex L 3641909 della ex L 10891939 o dellrsquoarticolo 10 del Codice e gli altri

edifici drsquointeresse segnalati o riportati negli elaborati degli strumenti di pianificazione territoriale o

urbanistica

Tali beni sono individuati tenendo conto innanzitutto di quanto riportato nellrsquoelenco della

Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici e di quanto identificato nella cartografia o

segnalato negli altri elaborati del PTC della Provincia di Treviso con riguardo alla Tavola 43 ldquoCarta

delle ville venete complessi e edifici di pregio architettonicordquo e allrsquoAllegato M ldquoLe risorse culturali del

territorio provinciale trevigianordquo incluse le associate Appendici in particolare quelle con gli elenchi dei

beni monumentali vincolati Nel caso degli strumenti urbanistici comunali (PAT) in aggiunta agli

elaborati identificativi dei beni architettonici vincolati giagrave considerati e citati nel precedente paragrafo

riguardante il patrimonio culturale si tiene conto per Castelfranco Veneto della Tavola 2 ldquoCarta delle

invariantirdquo che individua gli edifici di valore monumentale o storico ambientale le ville venete le strade

storiche principali per Castello di Godego della Tavola P1B ldquoCarta della pianificazione territorialerdquo che

riporta le ville venete e della Tavola P2 ldquoInvariantirdquo che identifica le ville venete le emergenze

architettoniche ed edifici di valore storico o artistico per Riese Pio X della Tavola 2 ldquoInvariantirdquo che

individua le ville venete

Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto i beni sottoposti a tutela ai sensi del Codice sono

rappresentati da numerose ville venete e fabbricati civili a diversa destinazione gli ultimi in prevalenza

ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale

Le ville venete tutelate ubicate nel centro storico di Castelfranco Veneto sono le seguenti

- Villa Andretta vincolata con DM 10121959 sita in Pza Giorgione composta dalla villa del

XV-XIX secolo con barchessa e annesso parco

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- Villa Corner sita in via Borgo Pieve 85 vincolata con DM 10121959 formata dallrsquoedificio

padronale ricostruito su disegno originario del XVIII secolo

- Palazzo Colonna ndash Preti ndash Rainati in via Borgo Treviso 65 vincolato con decreto 241925

composto dallrsquoedificio padronale del XVI secolo e da due adiacenze una coeva e lrsquoaltra del

XVIII secolo

- Villa Barbarella ndash Avogadro degli Azzoni del XIX secolo in via Garibaldi 25 vincolata con DM

1361979

- Villa Riccati - Avogadro degli Azzoni in via Borgo Treviso 1 vincolata con DM 1031977

formata dalla casa padronale e dagli annessi rustici entrambi risalenti al XVIII secolo

- Villa Revedin ndash Bolasco ndash Piccinelli in via Borgo Treviso 53 composta dal corpo padronale

originario del XVI secolo e ristrutturato nel XIX secolo da adiacenze scuderie e annessi rustici

del XVI secolo e da un giardino allrsquoinglese del XIX secolo vincolata con DM 10121959

Le ville venete tutelate situate nelle frazioni comprendono le seguenti

- Villa Corner ndash Venezze detta Il Cornaron in frazione Treville localitagrave Poisolo vincolata con

DM 10121959 costituita dalla villa del XVI secolo e dalla barchessa dalle ali e annessi

laterali e dallrsquooratorio del XVIII secolo

- Barchessa di Villa Priuli di San Felice risalente al XVII secolo ubicata in localitagrave Treville

vincolata con DM 1541982

- Barchessa di Villa Soranza datata al XVI secolo sita in frazione Treville localitagrave Sovranza

vincolata con DM 10121959

- Cagrave Amata ubicata in frazione Salmoggia via Postioma 40 vincolata con DM 10121959

composta da villa barchesse annessi rustici e oratorio risalenti al XVIII secolo ora ricadente

nellrsquoarea del Golf Club Cagrave Amata

- Villa Barisan datata XVII secolo vincolata con DM 10121959 sita in frazione Villarazzo

- Villa Cusinato detta La Cornaretta sita in frazione Treville localitagrave Poisolo vincolata con DM

10121959 formata dallrsquoedificio padronale barchesse e annessi rustici del XVI secolo

- Cagrave Balbi Preti ndash Giacomelli in frazione San Floriano vincolata con DM 31101959 composta

dalla villa ed ali laterali del XVIII secolo con annessi rustici e parco

- Cagrave Moro in localitagrave Villarazzo vincolata con DM 881947 risalente al XVI secolo

- Villa Corner ndash Tiepolo ndash Chiminelli in localitagrave SantrsquoAndrea oltre il Muson vincolata con DM

10121959 formata dallrsquoedificio padronale del XVI secolo e dalla barchessa del XIX con

giardino

- Villa Dolfin ndash Gradenigo in frazione Villarazzo vincolata con DM 10121959 formata

dallrsquoedificio padronale del XVII secolo e da barchessa del XVIII secolo collocate di fianco al

Torrente Muson

I fabbricati drsquointeresse monumentale assoggettati a vincolo individuati dallo strumento urbanistico

comunale ed anche inclusi nella lista della Soprintendenza per i BCP comprendono un edificio in via

San Giorgio nellrsquoomonima localitagrave situata poco a sud rispetto allrsquoabitato principale e numerosi altri

fabbricati tutti ubicati nel centro storico di Castelfranco Veneto Albergo alle Spade Pavaglione del

Mercato Palazzo Favaro Casa Menegotto detta Marostica Casa Giacomelli Teatrino Sociale edificio

in Pza Emanuele 131 Casa Rainati-Prevedello Casa Simeone Casa Mazzon Casa De Biasi Torre

dellrsquoOrologio Castello e Torri del muro di cinta Palazzetto San Giacomo Palazzetto Puppati ora

Cettolini edifico in Cso 29 aprile Casa giagrave Santoretto ora Pinarello Casa in Pza del Duomo Casa

Petrin Casa Bressa Casa Barisani ed infine un edifico non associato a denominazione o indirizzo

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In base allrsquoelenco dei beni vincolati redatto dalla Soprintendenza per i BCP ai citati fabbricati situati nel

centro storico principale se ne aggiungono altri tra i quali si richiamano i soli edifici religiosi che

includono il Duomo di S Maria Assunta e San Liberale la Chiesa di San Jacopo la Chiesa di San

Giorgio alla Sega il Convento dei Serviti la Chiesa di San Giacomo la Chiesetta di Madonna delle

Grazie

Nelle frazioni o varie localitagrave del territorio comunale sono presenti ulteriori beni architettonici vincolati

inseriti nellrsquoelenco della Soprintendenza per i BCP ed in dettaglio

- nella frazione di SantrsquoAndrea oltre il Muson la chiesa parrocchiale la canonica e lrsquooratorio

- nella frazione di Salvatronda la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica la casa ex

Basso le ex scuole elementari e il cimitero

- in localitagrave Treville la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica il cimitero le ex scuole

elementari e la ex Casa del Fascio

- nella frazione di Villarazzo la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica le scuole

elementari

- nella frazione di Salvarosa le case ex Tieppo ex Torresan ex Cattani e il cimitero

- in localitagrave San Floriano la Casa ex Arsiegrave il centro culturale e il cimitero

- in localitagrave Campigo le ex scuole elementari e il cimitero

Per quanto attiene ai beni architettonici segnalati con riguardo a quelli nellrsquoelenco del PTCP si tratta di

due edifici ubicati a sud-ovest della frazione di Villarazzo e di altri due edifici situati in frazione

Salvarosa noncheacute di manufatti dellrsquoarcheologia industriale rappresentati da alcuni mulini due ubicati

presso le mura di Castelfranco uno in Borgo Padova e lrsquoaltro in frazione Villarazzo e dalla Fornace

Baghin situata a ridosso del confine con il Comune di Riese il PAT a sua volta distingue tra le

invarianti di natura storico-monumentale i fabbricati ubicati allrsquoesterno deli centri storici che presentano

un ldquoedilizia con valore storico ambientalerdquo diffusi in tutto il territorio ed in larga misura da ricondurre ai

fabbricati rurali

Nel territorio del Comune di Castello di Godego i beni sottoposti a tutela con provvedimento ai sensi

della ex L 14971939 o per effetto del disposto dellrsquoarticolo 10 del Codice includono ville chiese ed

edifici civili

Per quanto attiene agli immobili vincolati presenti nel centro storico o comunque allrsquointerno dellrsquoabitato

principale di Castello di Godego si distinguono

- la Chiesa di San Pietro datata al IV-X secolo ubicata in sinistra idrografica del T Muson

tutelata ai sensi del comma 1 dellrsquoarticolo 10

- la Casa Querini tutelata ai sensi della ex L 3641909 con il decreto 1731923 sita

nellrsquoomonima via ovvero dellrsquoattuale Casa Canonica formata da un unico fabbricato

presumibilmente realizzato nel 1756 in concomitanza con lrsquoampliamento della Chiesa

Arcipetrale e Abbaziale

- la Chiesa Arcipretale e Abbaziale della Nativitagrave di Maria Santissima del XVIII secolo tutelata

con DM 2842010

- la Chiesa Abbaziale di Maria Nascente del XVIII secolo tutelata ai sensi del comma 1

dellrsquoarticolo 10 del Codice

- la Villa Priuli - Moresco ndash Turcato tutelata con DM 1781961 e DM 642001 sita in via

Marconi 58 risalente al XVII secolo e composta da un solo fabbricato

- la Chiesa di SantrsquoAntonio Patavino tutelata ai sensi del comma 1 dellrsquoarticolo 10

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- la Cagrave Zorzi - Moresco ndash Beltrame ubicata in via Roma 6 composta dal corpo centrale della

villa risalente al XVII secolo e da due fabbricati laterali del XVII e XIX secolo con relativi spazi

annessi a cortile e giardino tutelata con DM 2931967 DM 571969 DM 1391971 e DM

1372002 con riguardo ai fabbricati ed agli spazi aperti annessi

- la Villa Frida ubicata in via Roma tutelata con DM 2372002

- la Villa Mocenigo ndash Elisa tutelata con DM 1921968 sita in via Roma 33 composta

dallrsquoedificio padronale e dalle barchesse del XVII secolo noncheacute dalle ali laterali del XIX secolo

- la Villa Mocenigo - Garzoni ndash Martini tutelata con DM 2911970 e DM 2631970 con

riguardo ai fabbricati ed anche agli spazi aperti annessi qualificati come zona di rispetto ubicata

in via Marconi 83 composta dalla villa da una barchessa a da un oratorio dedicato a San

Giovanni Battista tutti datati al XVIII secolo a cui si aggiunge unrsquoaltra barchessa del XV-XVI

secolo con spazio interno originariamente a giardino

- la Villa Renier tutelata ai sensi dellrsquoarticolo 12 del Codice ubicata in Piazza IX Febbraio 12

composta dallrsquoedifico della villa del XVII secolo a dalla barchessa del XVIII

- la Casa Avogadro degli Azzoni ndash Daminato tutelata con DM 711982 sita in via Grande 4

composta dalla villa da una barchessa e dalla scuderia datate al XVII secolo

- il Municipio

- i ruderi del Castellare di Ezzelino da Romano fortezza risalente al XIII secolo

- il Santuario della Beata Vergine o Madonna della Crocetta risalente al XV secolo tutelato ai

sensi dellrsquoart 10 del Codice

In posizione esterna allrsquoabitato principale a nord-ovest di questo si trova la Cagrave Leoncino - Da Lezze -

Moresco ndash Marchiorello tutelata con DM 1261997 sita in via Cagrave Leoncino 44 composta dalla villa

del XVIII e dalla barchessa con annesso del XVI secolo ed anche il Ridotto Cagrave Leoncina risalente al

XV secolo vincolato con DM 1261997

I beni architettonici drsquointeresse contano cinque fabbricati civili e due fabbricati di archeologia industriale

segnalati dal PTCP e identificati dal PAT tutti ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale comprendenti un

palazzo e casa a corte un edificio rurale un edificio civile due ville con casa padronale il Mulino

Tonietto in via Piave e il Mulino lungo il Muson in via Molinare entrambi situati nei pressi del fiume

Muson

A questi beni si aggiungono le seguenti altre ville censite dallrsquoIstituto Regionale e richiamate negli

elaborati del PAT le prime quattro ubicate nellrsquoabitato principale la casa Querini - Martinello - Conte in

via Marconi 77 con lrsquoedificio padronale del XVII secolo la Villa Negri ndash Bolzon in via Chioggia 42

costituita dalla villa e barchessa risalenti al XVII secolo la Villa Favesin in via Caprera 2 del XIX

secolo la barchessa di Villa Mocenigo ndash Priluli risalente al XV secolo sita in via Marconi 66 la Casa

Jonoch del XVIII secolo in localitagrave Casa Conte presso la via Postumia la Villa Moresco - Serena con

casa e barchesse del XIX secolo e un parco centrale sita in via Caprera 39 a sud-est dellrsquoabitato

Negli elaborati del PAT sono inoltre individuati numerosi altri edifici di valore storico e

etnoantropologico sostanzialmente da ricondurre ai fabbricati rurali

Nel territorio del Comune di Riese Pio X i beni architettonici vincolati includono alcuni edifici religiosi e

civili ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale e nelle frazioni ed anche alcune ville venete

Per quanto attiene agli edifici civili e religiosi si tratta in base allrsquoelenco della Soprintendenza per i BCP

(Appendice dellrsquoAllegato M del PTCP) dei seguenti

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- nella frazione di Poggiana la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica

- nella frazione di Spineda la chiesa parrocchiale e il campanile

- nella frazione di Vallagrave la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica

- nellrsquoabitato di Riese la casa di Pio X la canonica di San Matteo Apostolo il Santuario della

Madonna di Cendrole la scuola elementare la Villa Carraro lrsquoex Municipio la chiesa

parrocchiale e la canonica

Per quanto riguarda le ville venete quelle sottoposte a tutela sono la Villa Costanza ndash Bottio ndash Pivetta

sita in localitagrave Costanza tutelata con DM 6101974 formata da casa padronale e Oratorio del XVII

secolo la Villa Emiliani detta Cagrave Miane sita in via Cagrave Miane 30 tutelata ai sensi dellrsquoarticolo 10 del

Codice formata dalla casa padronale e da Oratorio del XVIII secolo la Villa Gradenigo ndash Venier ndash Zorzi

ndash Eger ubicata in via Sarto 31 nellrsquoabitato principale composta dalla casa padronale risalente al XVI

secolo e rimaneggiata nel XVIII secolo e dai fabbricati della barchessa della serra e della voliera

tutelata con DM 1771964 la Villa Cecconi sita in localitagrave Vallagrave vincolata con DM 2141964

edificio del XVIII secolo

In base allrsquoidentificazione negli elaborati del PAT (Tavola 1 ndash Carta dei vincoli) del vincolo

monumentale si contano in aggiunta alle giagrave citate ville venete le seguenti la Casa canonica di Vallagrave

composta da villa e barchessa del XVII secolo ubicata in Pza Caduti 45 tutelata in quanto proprietagrave di

ente religioso la Villa Canil in localitagrave Costanza casa dominicale con annessi rustici risalente al XVII

secolo la Barchessa Tirette datata al XVIII secolo sita nellrsquoomonima localitagrave in via Tirette 9

In merito agli edifici drsquointeresse architettonico si segnala la presenza di unrsquoaltra villa veneta catalogata

dallrsquoIstituto Regionale e riportata nelle tavole ed elenchi del PTCP e PAT il Casino Colonna casa

dominicale del XVIII secolo situata nella frazione Vallagrave e della casa Moretti ndash Rossi inclusa nellrsquoelenco

delle ville venete di cui al PTCP ubicata lungo la strada in uscita da Vallagrave sul lato ovest della frazione

Per quanto attiene ai beni archeologici si restituisce il quadro conoscitivo tenendo conto di quelli

vincolati ai sensi della ex L 10891939 o dellrsquoarticolo 10 del Codice e di quelli segnalati come siti a

rischio archeologico

Le informazioni sono ricavate dagli elenchi della Soprintendenza Archeologica di Treviso e dagli

elaborati cartografici del PTCP della Provincia di Treviso in particolare la Tavola 24 ldquoCarta delle aree a

rischio archeologicordquo in cui sono individuati i siti a rischio archeologico lrsquoagro centuariato ed i centri

storici a rischio archeologico noncheacute degli elenchi di cui alle Appendici dellrsquoAllegato M ldquoLe risorse

culturali del territorio provinciale trevigianordquo relative ai siti archeologici vincolati ed ai siti a rischio

archeologico Nel caso degli strumenti urbanistici comunali (PAT) in aggiunta agli elaborati identificativi

dei beni archeologici vincolati giagrave considerati e citati nel precedente paragrafo riguardante il patrimonio

culturale si tiene conto per Castelfranco Veneto della Tavola 2 ldquoCarta delle invariantirdquo che individua

lrsquoagro centuriato e della Tavola 3 ldquoCarta della fragilitagraverdquo che riporta i siti a rischio archeologico tutelati ai

sensi dellrsquoarticolo 41 della LR 112004 per Castello di Godego della Tavola P1B ldquoCarta della

pianificazione territorialerdquo che riporta lrsquoagro centuriato le strade romane ed i siti a rischio archeologico

e della Tavola P2 ldquoInvariantirdquo che identifica la viabilitagrave romana le zone ed i siti di interesse

archeologico per Riese Pio X della Tavola 2 ldquoInvariantirdquo che individua i siti e gli ambiti a rischio

archeologico lrsquoagro centuriato e la via Postumia

Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto i beni archeologici vincolati sono ricondotti allrsquoasse

viario della romana Postumia (tutelata anche quale bene paesaggistico categoria delle zone

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drsquointeresse archeologico) lrsquoattuale SR 53 mentre gli elementi drsquointeresse archeologico sono

rappresentati dai segni dellrsquoagro centuriato e da diversi siti a rischio archeologico In questrsquoultimo caso

si tratta dei seguenti tutti riferiti al periodo romano (dal I aC al V dC) insediamento in localitagrave S

Floriano - Case Longato tombe in localitagrave San Floriano vicino alla via Postumia insediamento

abitativo a lato della via Postumia tombe in localitagrave Salvarosa materiale sporadico e tomba in localitagrave

Salvatronda materiale sporadico in zona del centro storico di Castelfranco

Nel territorio del Comune di Castello di Godego oltre al sito vincolato denominato ldquoLe Motterdquo tutelato

sia come bene culturale archeologico sia come bene paesaggistico ricondotta alla categoria delle zone

drsquointeresse archeologico ed alla zona drsquointeresse archeologico vincolata coincidente con una porzione

del centro storico si contano alcuni elementi drsquointeresse e siti a rischio archeologico rispettivamente

rappresentati dallrsquoagro centuriato e dellrsquoasse della romana via Postumia e da diversi luoghi di seguito

richiamati insediamento del periodo romano presso il Fiume Muson e sito con materiale sporadico

sempre del periodo romano in localitagrave San Pietro tombe e insediamento del periodo romano in localitagrave

S Giustina lungo la via Postumia necropoli romana in localitagrave Casoname tombe romane in localitagrave

Colombara materiale sporadico in localitagrave Le Vegre Villagrande

Nel territorio del Comune di Riese oltre alla romana strada Postumia vincolata sia come bene

culturale-archeologico (ex L 10891939) sia come bene archeologico-paesaggistico (ex L 4311985)

ed alle residue tracce dellrsquoagro centuriato che derivano dallrsquoappartenenza al municipium di Acelum

sono presenti diversi siti definiti a rischio archeologico tutti risalenti al periodo romano identificati ed

elencati negli elaborati del PTCP (Tavola 24 e Appendici dellrsquoAllegato M) ed anche in quelli del PAT

(Tavola 2 - Invarianti) Tali siti comprendono una tomba a cremazione contenente lucerna e reperti in

bronzo e vetro in localitagrave Spineda unrsquoiscrizione funeraria del I sec dC e del materiale sporadico

composto da fittili frammenti di anfore monete in bronzo in localitagrave Cendrole del materiale sporadico

rappresentato da frammenti di ceramiche e anfore in localitagrave Palazzon numerose tombe in localitagrave

Artesini - Case Cusinato un insediamento abitativo con resti di strutture murarie pilastri in mattoni

strumenti agricoli e monete in localitagrave Artesini una tomba alla cappuccina una necropoli con corredi

tombali un laterizio a copertura di urna sepolcrale e numerosi vasi vinari in localitagrave Stradella - Rizzetta

un insediamento in localitagrave Vallagrave - Castelliero

142 Impatti sui beni architettonici e archeologici

Lrsquoallevamento avicolo come giagrave evidenziato considerando lrsquoubicazione delle esistenti strutture che

saranno utilizzate non riguarda direttamente beni culturali vincolati o segnalati per il loro interesse di

tipo architettonico o archeologico e si trova distante dagli stessi in misura tale da escludere eventuali

effetti diretti Ai fini della verifica degli eventuali impatti si considerano quindi le possibili ricadute

indirette correlate alla percezione precisando comunque che non si prevedono modifiche o aggiunte

di fabbricati ma solo un aumento del numero dei capi allevati

Per quanto attiene ai beni in territorio del Comune di Castelfranco Veneto quelli architettonici vincolati

piugrave vicini allrsquoazienda la Villa Dolfin Gradenigo la Cagrave Moro la Chiesa parrocchiale con campanile e la

Canonica si trovano nella frazione di Villarazzo che dista circa 14 km In tale caso si osserva come

lrsquointerposta presenza degli edifici situati a ridosso del Fosso la Roi al termine di via San Pietro in

Comune di Castello di Godego della vegetazione arborea lineare lungo il fosso Avenaletto e il fosso La

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COD 15V055 PAGINA 99 194

Roi ed anche di parte dei fabbricati della stessa frazione di Villarazzo non permette di vedere dalle

citate ville ed edifici religiosi lrsquoallevamento

In merito ai beni drsquointeresse culturale architettonico identificati a scala provinciale il piugrave vicino egrave la

Fornace Baghin che si trova nella zona edificata sul confine con il Comune di Riese ad est rispetto

allrsquoallevamento e ad una distanza di circa 1 km Anche in tale caso la presenza di capannoni a ridosso

dellrsquoedificio drsquointeresse ed in subordine quella dei fabbricati residenziali situati lungo la via Bella

Venezia e dei fabbricati produttivi e residenziali ubicati lungo la via dei Prai chiudono le visuali in

direzione dellrsquoallevamento escludendo ogni interazione

Con riguardo agli edifici di valore storico ambientale identificati dal PAT quello piugrave vicino si trova nel

gruppo di case in via Bella Venezia immediatamente ad est dellrsquoallevamento a circa 300 metri da

questo in tale caso si osserva che i capannoni e le altre strutture dellrsquoallevamento allo stato attuale e

per una parte dellrsquoanno sono in larga misura nascoste alla vista per la presenza di un filare arboreo di

bordo campo e che in ogni caso non si determinano interferenze nella percezione del fabbricato

segnalato drsquointeresse dalla strada principale e da quella di accesso da cui srsquoinquadra lo stesso

edificio

In ultimo con riguardo ai beni archeologici come giagrave evidenziato lrsquoallevamento si trova distante da

quelli vincolati presenti nel territorio di Castelfranco rappresentati dalla via Postumia distante circa 08

km ed anche da quelli segnalati come siti a rischio i piugrave vicini corrispondenti ad un luogo

drsquoinsediamento presso la via romana ed alla segnalazione di materiale nellrsquoarea del centro storico

situati ad oltre 2 km in tutti i casi non si registrano possibili relazioni con lrsquoallevamento stante la

discontinuitagrave territoriale e percettiva determinata dalla presenza di zone edificate

In Comune di Castello di Godego il bene architettonico vincolato piugrave vicino allrsquoazienda egrave la chiesa di

San Pietro ubicata sul margine ovest del gruppetto di case situate allrsquoinizio della via San Pietro a lato

del T Muson a circa 16 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento Lrsquoasse visivo con origine dalla chiesa e

direzione verso lrsquoallevamento interseca elementi lineari costituiti da vegetazione arborea due di

maggiore consistenza lungo il Fosso la Roi e il fosso Avenaletto e diversi altri in forma di filare di

bordo campo ed in parte anche i fabbricati di C Dinale situati a ridosso del fosso la Roi La descritta

situazione e la posizione dellrsquoallevamento rispetto alla chiesa consentono di affermare che si esclude

ogni interferenza nella vista del bene architettonico dalle aree circostanti o dal bene architettonico verso

lrsquointorno non si determinano quindi ricadute indirette Analoghe considerazioni valgono per la gran

parte degli altri beni architettonici vincolati che si trovano allrsquointerno del centro storico o del tessuto

urbano dellrsquoabitato di Castello di Godego

Con riguardo ai beni architettonici drsquointeresse considerando i piugrave vicini allrsquoallevamento la Villa Moresco

Serena e i due mulini presso il T Muson valgono le stesse considerazioni stante la distanza di questi

dallrsquoallevamento e lrsquointerposta presenza di altri fabbricati e di elementi della vegetazione arborea che

fanno venire meno relazioni dirette o precludono situazioni drsquointervisibilitagrave

Nel caso degli edifici di valore storico ed etnoantropologico individuati nelle tavole del PAT quello piugrave

vicino allrsquoarea dellrsquoallevamento corrisponde ad una casa isolata che si trova a ridosso del fosso la Roi a

circa 200 metri di distanza la presenza della vegetazione arborea lungo il fosso Avenaletto consente di

mascherare i capannoni e gli altri manufatti dellrsquoallevamento escludendo significative interazioni visive

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In ultimo per quanto attiene ai beni archeologici si ribadisce lrsquoassenza di relazioni tra lrsquoallevamento e il

sito archeologico vincolato di Le Motte cosigrave come data la distanza e lrsquointerposta presenza del gruppo di

edifici in via San Pietro a ridosso del fosso La Roi non si rilevano rapporti diretti con lrsquoasse della

romana via Postumia segnalato per lrsquointeresse archeologico Anche nel caso dei siti a rischio

archeologico considerando i piugrave vicini allrsquoallevamento situati nei pressi del Torrente Muson presso

lrsquoabitato principale si escludono interazioni sia per la distanza di circa 16-17 km sia per lrsquoassenza di

relazioni visive stante la chiusura del campo visivo sulle giagrave citate quinte arboree

Per quanto attiene al Comune di Riese Pio X i fabbricati vincolati la Villa Emiliani detta Cagrave Miane e

nella frazione di Vallagrave la Villa Cecconi e la Parrocchiale di Vallagrave si trovano distanti dallrsquoallevamento di

polli rispettivamente a circa 15 km e 23 km la collocazione di tali beni allrsquointerno dellrsquoabitato o lrsquoeffetto

di ldquobarriera visivardquo degli altri edifici interposti sullrsquoasse visivo in direzione dellrsquoallevamento in particolare

quelli allineati lungo la via 27 Aprile e la via Bella Venezia escludono interferenze percettive

In merito ai beni architettonici segnalati considerando la piugrave vicina Casa Moretti Rossi che si trova a

circa 15 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento lungo la SP 139 in localitagrave Case Santi vale quanto osservato in

precedenza con riguardo allrsquoeffetto di barriera visiva degli interposti edifici e dei filari arborei

In ultimo nel territorio comunale lrsquounica area a vincolo archeologico egrave rappresentata dalla via

Postumia per la quale vale quanto scritto in precedenza mentre e per i siti a rischio archeologico

considerando quello situato ad una minore distanza corrispndente allrsquoinsediamento del periodo romano

in localitagrave Vallagrave Castelliero la distanza di circa 15 km e la presenza delle zone residenziali e industriali

in via dei Prai sono tali da escludere relazioni ed effetti diretti o indiretti

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15 PAESAGGIO

151 Quadro conoscitivo del Paesaggio

Per un primo inquadramento paesaggistico si considerano gli Ambiti o Aree di ricognizione del

paesaggio identificate ed illustrate nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) della

Regione Veneto e le Unitagrave di Paesaggio definite dal vigente PTCP della Provincia di Treviso in

subordine si tiene conto anche delle eventuali distinzioni del paesaggio proposte alla scala locale

attraverso i PAT

Il territorio regionale con la Variante del PTRC della Regione Veneto adottata nel 2013 egrave suddiviso in

quattordici Ambiti di Paesaggio per ognuno dei quali si prevede la successiva redazione di uno

specifico Piano Paesaggistico Regionale drsquoAmbito PPRA come stabilito allrsquoarticolo 71ter delle Norme

Tecniche del PTRC lrsquoazienda avicola ricade nellrsquoAmbito di Paesaggio n 6 ldquoAlta Pianura Venetardquo Tali

Ambiti di Paesaggio sono identificati e delimitati ma non descritti il loro riconoscimento come precisato

nel documento ldquoAmbiti di paesaggiordquo si basa sulla considerazione degli aspetti geomorfologici dei

caratteri paesaggistici dei valori naturalistici-ambientali e storico-culturali delle dinamiche di

trasformazione che interessano ciascun ambito delle specificitagrave peculiari ed anche delle realtagrave

amministrative attuali e delle esperienze pregresse della pianificazione regionale drsquoArea

Per quanto attiene agli Ambiti o Aree di ricognizione del paesaggio le stesse sono descritte nellrsquoAtlante

ricognitivo documento nel quale sono definiti obiettivi ed indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari al

PPRA sono identificati e delimitati alla scala territoriale regionale gli Ambiti-Aree ricognitive sono

inserite le schede analitiche di ricognizione per ogni Ambito-Area descrittive dei caratteri del

paesaggio delle dinamiche di trasformazione degli obiettivi ed indirizzi di qualitagrave paesaggistica

preliminari e di segnalazione degli aspetti di maggiore interesse

Lrsquoazienda avicola per la quale si prevede di aumentare il numero di capi allevati ricade nellrsquoAmbito-

Area ricognitiva n 21 della ldquoAlta Pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo con riferimento al contenuto della

relativa Scheda si richiama in forma sintetica nel successivo riquadro la parte descrittiva

selezionando i passi di maggiore interesse con riferimento alla zona ovest dello stesso Ambito dove si

trova lrsquoallevamento

PTRC ndash Atlante ricognitivo ndash Scheda Area 21 ldquoAlta pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo (stralcio)

Identificazione generale

Lrsquoarea oggetto della ricognizione interessa il territorio pianeggiante compreso tra lrsquoalveo del Piave a est e quello del Brenta a ovest Delimitato a nord dal margine delle colline trevigiane lrsquoarea oggetto della ricognizione si estende da Bassano fino alle porte di Treviso arrivando a sud fino al limite settentrionale della fascia delle risorgive

Frammentazione di Profilo C - Paesaggio a frammentazione alta con dominante insediativa

La categoria di comprende i territori comunali che sono occupati da aree urbanizzate per frazioni comprese tra un sesto e un terzo della loro estensione complessiva con usi del suolo ripartiti pressocheacute esclusivamente tra urbano e agricolo

Il paesaggio presenta condizioni di crisi della continuitagrave ambientale con spazi naturali o seminaturali relitti e fortemente frammentati dallrsquoinsediamento per lo piugrave quasi sempre linearmente conformato lungo gli assi di viabilitagrave e dalle monocolture agricole

Il paesaggio registra complessivamente stati di diffusa criticitagrave della sua articolazione spaziale con mosaici semplifi cati dal punto di vista ecologico e semiologico e al tempo stesso caratterizzati da fenomeni di congestione riferibili alla consistente frequenza di interazioni spaziali conflittuali fra diverse configurazioni o singole componenti in assenza di sistemi paesaggistici con funzioni di mediazione e inserimento Tali situazioni sono dovute anche alla natura incrementale degli sviluppi insediativi che esprimono in queste aree una elevata potenza di frammentazione

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Caratteri del paesaggio

Lrsquoarea oggetto di ricognizione egrave inserita in prevalenza tra lrsquoalta pianura antica ghiaiosa costituita da conoidi fluvioglaciali localmente terrazzati creati dai fiumi Piave Soligo e Brenta e lrsquoalta pianura recente ghiaiosa e calcarea costituita da conoidi e terrazzi dei fiumi alpini e secondariamente da piane alluvionali dei torrenti prealpini Il suolo in questa parte si presenta quindi in forma di ghiaie e sabbie estremamente calcaree fatta eccezione per il territorio dellrsquoalveo del fiume Musone costituito invece da limi e argille scarsamente calcarei ()

La copertura vegetale del suolo egrave costituita prevalentemente da seminativi accompagnati da siepi campestri lungo i canali e le canaline di irrigazione Lungo i corsi drsquoacqua principali si incontrano saliceti e formazioni riparie estese soprattutto nelle aree golenali del fiume Brenta Sono presenti piccoli lembi di boschi planiziali a querco-carpineto e una ampia area con presenza di prato stabile ()

() Le cittagrave maggiori sono accompagnate da una costellazione di centri medi e minori che si organizzano su un tessuto insediativo sparso di lunga tradizione storica oggi fortemente urbanizzato () agli insediamenti residenziali sono frammisti quelli produttivo-artigianali entrambi per lo piugrave connotati da scarso valore edilizio-architettonico

Lrsquoarea oggetto della ricognizione egrave caratterizzata dal passaggio di strade di grande importanza per lrsquointero territorio regionale la SR 53 Postumia che attraversa lrsquoambito in direzione est-ovest collegando Treviso a Cittadella e () la SR 245 Castellana da Castelfranco verso Bassano ()

Il valore naturalistico ed ecosistemico dellrsquoarea oggetto di ricognizione egrave ridotto a causa della massiccia antropizzazione ed egrave espresso essenzialmente dalla presenza di diverse aree tutelate ed inserite nella Rete Natura 2000 () I Prai di Castello di Godego di grande importanza naturalistica ed ecosistemica costituiscono un paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da ampi prati stabili e fitte alberature siepi e campi chiusi e attraversato da diversi corsi drsquoacqua il principale dei quali egrave il Musone La presenza d i aree in cui spesso ristagna lrsquoacqua e la natura argillosa dei suoli permettono la presenza di specie vegetali di particolare importanza ed un buon equilibrio tra naturalitagrave e utilizzo agricolo consente il mantenimento di una buona diversitagrave e ricchezza floristica e di tipi vegetazionali ()

Abitato fin da tempi remoti il territorio assume la sua configurazione attuale in epoca romana quando viene attraversato dallrsquoasse portante costituito dalla consolare Via Postumia e interessato da estese sistemazioni agrarie Insediata con continuitagrave durante tutto il Medioevo questa fascia di alta pianura un tempo centro di irradiazione del potere imperiale (Ezzelino e i Da Romano) diventa terreno di affermazione del potere dei diversi comuni cittadini che estendono fi no a qui il loro dominio (Padova Vicenza Treviso) fino alla loro conquista da parte della Serenissima () Ricca di acque e dellrsquoenergia da esse portate lrsquoarea oggetto della ricognizione egrave stata sempre caratterizzata dalla presenza di un esteso e articolato sistema di attivitagrave proto-industriali (magli fucine mulini folli ecc) () In gran parte dellrsquoarea oggetto della ricognizione egrave infatti leggibile la presenza della centuriazione romana che definisce uno schema di aggregazione degli abitati costituito dal nucleo urbano organizzato sullrsquoincrocio di assi ortogonali () lrsquoasse viario della via Postumia egrave a tuttrsquooggi una strada provinciale

Nella parte occidentale dellrsquoarea oggetto di ricognizione importanti sono i centri fortificati di Cittadella e Castelfranco sorti a partire dalla fine del secolo XII con funzioni difensive ma determinanti poi anche per la loro funzione di appropriazione della campagna Sorti in corrispondenza di due nodi della maglia regolare dellrsquoagro centuriato essi furono eretti a difesa dei territori di Padova e Treviso al di qua ed al di lagrave del Musone in un punto in cui convergono i confini dei tre comuni di Treviso Padova e Vicenza () Allrsquointerno di questa complessa trama insediativa consolidatasi in epoca medievale egrave frequente la presenza di ville venete alcune delle quali attribuite al Palladio stesso che si inseriscono nel territorio a partire dal Cinquecento per poi trasformarsi in sistema solo nel Settecento diventando occasione di sviluppo di nuovi nuclei di crescita

Dinamiche di trasformazione

Lrsquoarea oggetto di ricognizione presenta alcune aree (Fontane Bianche di Lancenigo Prai di Castello di Godego e Grave e zone umide del Brenta) in cui si riscontra una buona integritagrave ecosistemica e paesaggistica anche se queste costituiscono una sorta di oasi verdi isolate in un paesaggio agrario semplificato e fortemente urbanizzato Lrsquourbanizzazione ha inoltre reso meno riconoscibile il sistema storico-insediativo tradizionale () Anche il sistema paesaggistico afferente le ville venete con particolare riguardo a quelle di Palladio egrave stato per lo piugrave compromesso dallo sviluppo insediativo e infrastrutturale decontestualizzando il manufatto dal sistema di relazioni originario ()

I relitti del paesaggio agrario storico (siepi filari piantata di vite gelsi) sono messi a repentaglio dai processi di razionalizzazione dellrsquoagricoltura primo fra tutti quello relativo allrsquoirrigazione che sta sostituendo progressivamente il sistema a scorrimento Il risparmio di acqua ottenuto andrebbe valutato assieme al rischio che lrsquoeliminazione delle canaline di adduzione potrebbe provocare cioegrave quello di una ulteriore semplificazione della trama agraria con la perdita degli spazi di transizione tra i campi che rappresentano oggi lrsquoultima resistenza alla totale frammentazione ecosistemica dellrsquoarea

I principali fattori di rischio sono rappresentati - dallrsquoeccessivo carico antropico e dallrsquoespansione degli insediamenti residenziali e in particolar modo dalla diffusione

frammentaria delle attivitagrave produttive e artigianali - dalle attivitagrave di cava - dal continuo potenziamento delle infrastrutture a servizio di nuove espansioni - dalle pratiche agricole intensive (eutrofizzazione aggravata dallrsquointensificazione zootecnica percolazione di sostanze

inquinanti in falda semplificazione colturale)

Nella citata scheda sono inoltre identificati gli obiettivi e indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari in

taluni casi con puntuale riferimento a parti della stessa area di ricognizione si riprendono nel

successivo riquadro i punti direttamente relazionati alla porzione di territorio considerato allrsquointerno del

quale si trova lrsquoallevamento ed i punti indirettamente correlabili o di particolare rilevanza

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PTRC ndash Ambiti di paesaggio ndash Atlante ricognitivo ndash Scheda AdP 21 ldquoAlta pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo (stralcio)

Obiettivi e indirizzi di qualitagrave paesaggistica

5 Funzionalitagrave ambientale delle zone umide

5b Riattivare ove possibile la convivenza di funzionalitagrave produttive ed ecosistemiche nelle zone umide (risaie prati umidi torbiere palugrave ecc) ed in particolare i Prai di Castello di Godego

15 Valore storico culturale dei paesaggi agrari storici

15b Scoraggiare semplicazioni dellrsquoassetto poderale e intensicazioni delle colture in particolare nella parte ovest dellrsquoambito in cui si riconoscono ancora i caratteri della trama agraria storica della centuriazione recuperando il rapporto dellrsquoedificato con il territorio agricolo

24 Valore culturale e testimoniale degli insediamenti e dei manufatti storici

24a Salvaguardare il valore storico-culturale degli insediamenti in particolare le cittagrave murate di Bassano Cittadella e Castelfranco e dei manufatti di interesse storico testimoniale tra cui il sistema delle ville venete dei manufatti idraulici e opifici e la strada romana Postumia

26 Qualitagrave urbanistica ed edilizia degli insediamenti produttivi

26d Promuovere un migliore inserimento paesaggistico ed ambientale delle aree produttive (compresi gli allevamenti zootecnici intensivi) anche sulla base di adeguati studi sulla percezione visiva e sociale

26f Incoraggiare iniziative di riqualificazione degli spazi aperti delle aree produttive esistenti e indirizzare il progetto di quelle nuove verso una maggior presenza di vegetazione ed aree permeabili anche con funzione di compensazione ambientale e integrazione della rete ecologica

32 Inserimento paesaggistico e qualitagrave delle infrastrutture

32b Promuovere la riqualificazione dei corridoi viari caratterizzati da disordine visivo e funzionale

Il PTCP della Provincia di Treviso suddivide il territorio provinciale in unitagrave di paesaggio come da

definizione contenuta nelle Norme dello stesso ldquointese quali ambiti territoriali caratterizzati da un

costante grado di diversitagrave tale da contraddistinguere lrsquointera unitagrave e relativo ai caratteri loro propri e

cioegrave dei tipi di elementi e delle forme e distribuzioni della loro presenza nel territorio ai sistemi naturali

ed antropici (conformazioni geomorfologiche copertura vegetazionale tipi di uso del suolo forme

insediative dotazioni infrastrutturalihellip) presenti in esse prescindendo dalla loro caratterizzazione

documentariardquo Lrsquoidentificazione di tali Unitagrave di Paesaggio come illustrato nella Relazione di Piano

deriva da una prima suddivisione in macro ambiti morfologici e dal successivo confronto con la carta di

uso del suolo tali unitagrave sono analizzate secondo lrsquoapproccio dellrsquoecologia del paesaggio utilizzando

una serie di indicatori per ottenere un valore rappresentativo dello stato di qualitagrave ecologico-ambientale

nella situazione dello stato di fatto e in quella simulata assumendo gli scenari prospettati dal Piano al

fine di definire obiettivi e indirizzi ldquoorientati alla salvaguardia e promozione della diversitagrave sia biologica

che paesisticardquo

Il riconoscimento delle Unitagrave di paesaggio come meglio precisato nellrsquoelaborato Allegato P ldquoRete

ecologica e Unitagrave di paesaggiordquo deriva dallrsquoindividuazione delle ldquomacrounitagrave geomorfologicherdquo in base

ai caratteri omogenei di litologia e morfologia e delle unitagrave podologiche e dalla successiva

sovrapposizione con la Carta delle unitagrave ecosistemiche e verifica delle tipologie di elementi del

paesaggio della loro distribuzione rispetto alle unitagrave individuate in precedenza delle dimensioni e

forme In tale documento sono brevemente descritte le Unitagrave individuate con riguardo alla

geomorfologia ed alle caratteristiche drsquouso del suolo aggiungendo alcune osservazioni In termini

generali nel documento si evidenziano due segni del paesaggio quello impresso dalle centuriazioni

come fattore antropico ordinatore del paesaggio che in alcune UdP ha resistito nel tempo e si

caratterizza almeno in origine per una grana piuttosto fine e compatta mentre in altre UdP egrave stato

ldquoprogressivamente sconvolto dallrsquourbanizzazione diffusa determinando disordine ed un probabile

spreco di energiardquo e quello del reticolo fluviale che si associa allrsquoorientamento dei campi

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reciprocamente influenzati delineando direttrici principali e secondarie del paesaggio si annota infine

la relazione tra le principali aste fluviali e le ville con i parchi

Il Piano contiene nellrsquoAppendice 1 dellrsquoAllegato R schede descrittive delle singole Unitagrave che secondo

lrsquoapproccio adottato riportano dati riguardanti la demografia lrsquouso del suolo lrsquoinfrastrutturazione

lrsquoedificato e non descrizioni sui caratteri paesaggistici distintivi degli ambiti individuati

Lrsquoallevamento avicolo ricade allrsquointerno dellrsquoUnitagrave di Paesaggio P2 appartenente a quelle di pianura

che si configura come ampia fascia sui due lati del Torrente Muson che si estende dal Comune di San

Zenone a quello di Castelfranco Veneto interessando Loria Castello di Godego e Riese Pio X ed

attestandosi sul lato ovest lungo il confine provinciale nel sottostante riquadro si riprendono le note

descrittive contenute nel citato Allegato P

PTCP ndash Unitagrave di paesaggio ndash Allegato P - Descrizione

UdP P2

GEOMORFOLOGIA

A nord la zona collinare egrave caratterizzata dalla presenza di depositi alluvionali argillosi procedendo a sud verso la zona di pianura i depositi alluvionali sono per lo piugrave sabbiosi

CARATTERISTICHE USO DEL SUOLO

Area agricola a nord seminativi semplici con case sparse procedendo verso sud prevalgono le aree agricole eterogenee Tessuto urbano e aree industriali e commerciali diffuse in tutta lrsquounitagrave particolarmente sviluppate nella parte piugrave a sud nel comune di Castelfranco Veneto Il territorio egrave abbondantemente irrigato da corsi drsquoacqua naturaliformi

OSSERVAZIONI

Lrsquounitagrave egrave tagliata in senso longitudinale dalla SP20 che incrocia la SP81 questi due assi rappresentano un attrattore per lrsquoedificazione di tipo lineare Lrsquounitagrave ha una vocazione agricola spinta ma sono evidenti la frammentazione dei fondi e lrsquoazione di disturbo della viabilitagrave e dellrsquourbanizzazione che questa alimenta

La UdP P2 in base ai risultati scaturiti dallrsquoanalisi ecologico ambientale condotta viene definita come

ldquounitagrave dissipativardquo data lrsquoalta antropizzazione la qualitagrave ambientale generalmente bassa soprattutto

negli ambienti naturali residui ed anche la qualitagrave e quantitagrave degli habitat naturali scadente con

classificazione della stessa unitagrave come paesaggio rurale povero ad urbanizzato molto diffuso e con

standard sussidiari elevati di matrice agricola (76 di seminativi semplici con case sparse e omogenei

e aree agricole eterogenee) con dimensione delle tessere naturali piccola e delle tessere antropiche

media con frammentazione da strade medio alta e stabilitagrave della matrice medio bassa ed infine con

una caratterizzazione legata allrsquoattivitagrave agricola nessuna significativa estensione delle macchie naturali

tanto che boschi e corpi idrici hanno una consistenza minore delle aree di verde urbano Le

considerazioni e proposte formulate nel citato Allegato P per la UdP P2 sono richiamate nel

successivo riquadro

PTCP ndash Unitagrave di paesaggio ndash Allegato P ndash Scenario di Piano

UdP P2

Gli elementi di naturalitagrave di questa unitagrave sono legati alla presenza del torrente Musone sia come presenza dellrsquoacqua che per la residuale vegetazione ripariale Il corridoio di connessione nord-sud tra le core area montane e planiziali deve essere dotato di un maggiore grado di naturalitagrave attraverso la ricostituzione delle fasce arboree ripariali o il completamento delle residuali

Gli obiettivi di piano possono essere raggiunti mediante la riforestazione e formazione di zone umide di una superficie totale pari orientativamente a 500Ha equamente ripartita e al miglioramento ambientale di seminativi per un estensione di 2500Ha

Lrsquounitagrave si presenta giagrave abbastanza segnata dalla viabilitagrave attorno a cui lrsquoedilizia si distribuisce in maniera ldquoordinatardquo andando a costituire delle fasce abitate ad andamento suborizzontale da ovest ad est

Le mitigazioni richieste per la nuova viabilitagrave devono essere almeno 12 e possono essere espresse sia come interventi di deframmentazione in particolare nei tratti maggiormente interferenti con la rete ecologica di come riqualificazione delle aree interessate dalle fasce tampone con formazione di aree umide e fascesiepi di connessione fra queste e i corridoi fluviali

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Il PAT del Comune di Castelfranco Veneto nella Relazione Tecnica afferma che nel territorio

comunale non si riscontra una spiccata diversificazione della struttura paesaggistica risultato di

connotati fisico-morfologici assai omogeneirdquo pur potendo distinguere ldquoambiti territoriali con assetti

ambientali agricoli ed insediativi sufficientemente omogenei per i quali egrave possibile adottare una

suddivisione in quattro tipologierdquo definite come Unitagrave di paesaggio cosigrave denominate Paesaggio aperto

a vocazione agricola primaria Paesaggio aperto ad insediamento diffuso Paesaggio periurbano

Paesaggio urbano

Nel documento ldquoRelazione agronomico ambientalerdquo si precisa che le componenti paesaggistiche

considerate nellrsquoanalisi del paesaggio sono quelle abiotiche (geologia morfologia idrografia) biotiche

(vegetazione assetti ecosistemici habitat di pregio valore naturalistico) antropico relazionali

(emergenze storiche culturali architettoniche religiose) insediative (organizzazione dellrsquoinsediamento)

e percettive (ambiti visuali particolari sistemazioni agrarie tradizionali elementi puntuali testimoniali)

Gli assetti paesaggistici come precisato nella richiamata relazione sono identificati secondo il

ldquoprincipio fondamentale della integrativitagrave gerarchicardquo ovvero ldquole perimetrazioni devono derivare da

valutazioni rigorose allo scopo di non compromettere le funzioni bio-ecosistemicherdquo

Nella Tavola A4 ldquoCarta del paesaggiordquo sono distinte le porzioni di territorio appartenenti alle richiamate

Unitagrave di paesaggio e per quanto attiene allrsquoallevamento avicolo si riscontra che lo stesso ricade in

quella denominata ldquoPaesaggio aperto a vocazione agricola primariardquo nei documenti di Piano definito

ldquotipologia dominante lo spazio agricolo maggiormente conservato del territorio comunale la

destinazione colturale prevalente egrave a seminativo la messa a coltura del territorio ha comunque

preservato una residuale maglia a rete verde costituita da siepi e fasce arboreo arbustive posta a

fregio di corsi drsquoacqua e viabilitagrave poderale con presenza di legami (connessione) tra gli elementi

lrsquoedificazione egrave ridotta per lo piugrave isolata e di tipo rurale pregevole per i connotati di spazialitagrave ed i coni

visuali percepibili al suo interno data la collocazione distante dai centri urbani principali presenta un

gradiente di antropizzazione sostanzialmente stazionariordquo

Il PAT del Comune di Castello di Godego con la Tavola 102 ldquoCarta del paesaggiordquo del Quadro

conoscitivo suddivide il territorio comunale secondo quattro macrosistemi la porzione lungo il confine

orientale con il Comune di Castelfranco Veneto nel tratto a ridosso del perimetro dellrsquoarea

dellrsquoallevamento avicolo appartiene al Macrosistema A

Nella Relazione Agronomica elaborato 10 R del Quadro Conoscitivo del PAT si richiama la necessitagrave

di tutelare il paesaggio agrario indicando per le zone di pianura quali elementi che hanno

maggiormente lasciato lrsquoimpronta sullrsquoattuale assetto paesaggistico la morfologia fluviale (argini paleo

alvei terrazzi fluviali) la bonifica storica la bonifica idraulica la costruzione delle ville venete e degli

edifici storici gli edifici rurali e gli opifici con valenza tipologica la sistemazione idraulico agraria dei

ldquoPrairdquo Allrsquoopposto sono citati quali elementi che maggiormente interferiscono sul paesaggio agrario le

frange urbane le infrastrutture lineari (elettrodotti ferrovie strade principali ecc) gli edifici produttivi ad

impatto negativo le opere incongrue (es strutture dismesse eo abbandonate)

In tale relazione si definisce il Macrosistema A come ldquoambito agricolo caratterizzato da una forte

percezione degli elementi rurali da una buona integritagrave e da una scarsa edificazione residenzialirdquo ed in

cui ldquole siepi campestri e i prati stabili costituiscono gli elementi dominanti del paesaggio e in alcuni

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ambiti egrave ancora leggibile la struttura dei campi chiusirdquo e si riconosce una ldquobuona conservazione della

rete ecologica localerdquo

152 Caratteri del Paesaggio nellrsquoarea di analisi

Gli elementi costitutivi eo caratterizzanti il paesaggio da considerare per verificare gli eventuali effetti

sul paesaggio conseguenti al previsto incremento dei capi allevati oltre che dalla rilettura delle

richiamate articolazioni e definizioni degli ambiti e delle unitagrave di paesaggio derivano da un

approfondimento condotto riconsiderando la morfologia e idrografia la vegetazione e copertura od uso

del suolo il sistema insediativo e infrastrutturale ad una scala territoriale locale per una porzione

comprendente unrsquoarea entro i 2-3 km dal sito dellrsquoallevamentodi cui si dagrave di seguito conto

Per quanto attiene alla morfologia il territorio ha una giacitura pianeggiante con suolo composti da

materiali alluvionali con tessitura limoso argillosa mentre lrsquoidrografia egrave annovera alcuni corsi drsquoacqua

naturali in larga misura interessati da rettificazioni ed una fitta rete irrigua entrambe con uno sviluppo

da nord verso sud e sud-est Tra i corsi drsquoacqua naturali si distingue il Torrente Muson con asta dal

disegno curvilineo fino allrsquoabitato di Castello di Godego e poi rettilinea con asse parallelo a quello della

SP45 fino allrsquoingresso nellrsquoabitato di Castelfranco Veneto analoga situazione si riscontra per il Torrente

Avenale che entrando nel territorio del Comune di Castello di Godego assume forme geometriche

regolari con alcune deviazioni ad angolo retto Per entrambi i torrenti si riconoscono tracce di corso

fluviale estinto Il sistema irriguo comprende diversi fossi e scoli tra i quali si distinguono il Fosso

Avenaletto il Fosso La Roi che poco a nord di via San Pietro in territorio di Castello di Godego piega

ad est e dopo un breve tratto con andamento curvilineo confluisce nel Torrente Avenale e lo Scarico

Val di Riese che si origina a ovest della frazione di Vallagrave ed incrocia il Torrente Avenale in

corrispondenza della via Postumia

Per quanto riguarda la vegetazione poche sono le aree di tipo naturale e tolti i rari casi per altro di

ridotta estensione con una configurazione a ldquoboschettordquo si tratta delle fasce arboree di larghezza

contenuta che seguono i principali corsi drsquoacqua naturali o irrigui In tale territorio si distinguono

numerosi filari di bordo campo elementi dellrsquoagroecosistema che danno una diversa connotazione al

territorio rurale Lrsquoutilizzo agricolo del suolo vede prevalere il seminativo irriguo soprattutto a mais

accompagnato nella zona a cavallo del Torrente Avenale e tra questo e il Fosso la Roi da estesi

appezzamenti a prato (indicato anche come graminacee non in rotazione) In misura minore sono

presenti alcuni vigneti salvo pochi casi di piccola superficie ed anche colture orticole e legnose

agrarie Il paesaggio rurale presenta una relativamente minore uniformitagrave nella zona di Prai di Castello

di Godego grazie alla ripartizione tra campi a seminativo e campi a prato stabile ed alla presenza delle

fasce arboree e dei filari senza comunque assumere i connotati di una struttura a mosaico ma

richiamando la forma del campo chiuso Nel territorio sono ancora riconoscibili i segni

dellrsquoantropizzazione del periodo romano con lrsquoasse rettilineo della via Postumia e lrsquoimpostazione

geometrica dellrsquoagro centuriato in questrsquoultimo caso da ricondurre allrsquoorientamento dei campi che

laddove non accorpati hanno forma rettangolare allungata sullrsquoasse nord-sudest perpendicolare a

quello della citata strada romana analogo orientamento si riscontra per la gran parte dei fossi e scoli

irrigui

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Per quanto attiene al sistema insediativo questo si connota per la presenza di alcune aree urbane

maggiori formate dal centro storico e dalle estese zone di espansione residenziale e produttiva e dei

nuovi aggregati generati da un tipo di urbanizzazione diffusa che solo in parte si appoggia a

preesistenze di borghi rurali e viceversa in maggiore misura deriva da trasformazioni recenti che

seguono le direttrici delle infrastrutture viarie tale processo ha determinato saldature dellrsquoedificato che

rendono meno riconoscibile la matrice originaria e generano una elevata frammentazione territoriale

con disorganica distribuzione tra le diverse funzioni In dettaglio per lrsquoambito considerato si nota

lrsquourbanizzazione lineare con sostanziale assenza di discontinuitagrave tra il centro di Castelfranco Veneto

la frazione di Villarazza e lrsquoabitato di Castello di Godego per lrsquoedificazione lungo la SR45 ed ancora tra

lo stesso centro e la frazione di Vallegrave lungo la SP667 in parte tale forma di urbanizzazione ma con

maggiore presenza di fabbricati rurali e residenziali si riscontra anche lungo la via Bella Venezia che

fiancheggia per un tratto il Torrente Avenale e lungo la SP139 tra la C Beltrame e la giagrave citata

frazione dei Vallegrave Il sistema insediativo si completa con i numerosi fabbricati isolati o in piccoli gruppi

residenziali e rurali sparsi nel territorio agricolo Per quanto attiene allrsquoedificato di interesse storico

architettonico e testimoniale come giagrave illustrato si tratta di alcuni edifici religiosi o difensivi ed in

maggiore misura delle ville venete in questrsquoultimo caso in larga misura ubicate allrsquointerno degli abitati o

che sono state inglobate nel tessuto edificato delle relativamente recenti espansioni urbane (es Villa

Dolfin_Gradenigo Cagrave Moro) vedendo diminuire la loro riconoscibilitagrave e le relazioni con il contesto di

appartenenza In ultimo si segnala la presenza di alcuni fabbricati legati al periodo proto-industriale

sostanzialmente rappresentati da alcuni mulini

In conclusione tra gli elementi del paesaggio identificati che connotano qualificandolo un piugrave ampio

ambito territoriale-paesaggistico quelli in relazione diretta per vicinanza con lrsquoarea occupata

dallrsquoesistente allevamento avicolo dellrsquoAzienda Agricola Maggiolo sono riconducibili ai seguenti

- suolo pianeggiante e di origine alluvionale

- fosso Avenaletto facente parte della rete irrigua

- vegetazione arborea lungo il citato corso drsquoacqua in forma di fascia e lungo il margine dei

campi o laterale a strade poderali in forma di filare

- appezzamenti a seminativo e prati stabili con presenza di un piccolo vigneto allrsquointerno del

perimetro della stessa azienda

- tracce di persistenza della geometria dellrsquoagro centuriato di origine romana

153 Impatti sul paesaggio

Il progetto consiste nel solo aumento del numero di capi di polli allevati per ogni ciclo produttivo di

carne utilizzando appieno le strutture giagrave esistenti ed in esercizio non sono previste variazioni per

realizzazione di nuovi fabbricati od occupazione di nuove aree di servizio e quindi si escludono

modifiche dello stato di fatto e pertanto ricadute sui citati elementi strutturali e caratterizzanti il

paesaggio

Per quanto riguarda gli aspetti percettivi legati alla vista e riconoscibilitagrave dei citati singoli elementi

costitutivi del paesaggio o alla visione drsquoinsieme dello stesso premesso che non si prevede alcuna

modifica rispetto alla situazione attuale per aggiunta o modifica di fabbricati o strutture lrsquoubicazione

dellrsquoallevamento egrave tale che non si registrano interferenze di rilievo e alterazione della percezione degli

elementi che connotano tale porzione del paesaggio rurale Come giagrave illustrato al precedente punto

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PAGINA 108 194 Settembre 2015

inerente i beni culturali architettonici e archeologici la fascia arborea lungo il Fosso Avenaletto e i filari

lungo gli scoli ed a bordo campo in buona parte giagrave mascherano i fabbricati dellrsquoallevamento

chiudendo le visuali in direzione dello stesso e riferite ai principali assi viari e nuclei abitati22 In ogni

caso pur non essendo previste modifiche tali da richiedere interventi di mitigazione potrebbe essere

comunque presa in considerazione lrsquoopportunitagrave di migliorare la qualitagrave del paesaggio mettendo a

dimora specie arboree o arbustive in forma di filare lungo il perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento sul

lato ovest e previe necessarie verifiche sul lato sud

22

Si rimanda alla Tavola ldquoAnalisi della visibilitagraverdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

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COD 15V055 PAGINA 109 194

16 ACQUE

161 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee

La qualitagrave delle acque sotterranee della provincia di Treviso viene monitorata dallrsquoARPAV da piugrave di 10

anni da una rete composta da 84 pozzi 7 sorgenti e 6 pozzi utilizzati solamente per misure di livello

Viene condotto sia il monitoraggio qualitativo delle acque intercettate che il monitoraggio quantitativo

con la misura del livello freatimetrico ovvero del livello della falda Il monitoraggio qualitativo ha

cadenza semestrale e interessa gli 84 pozzi e le 7 sorgenti Per gli 84 pozzi le campagne sono previste

in primavera e in autunno Il piano regionale di monitoraggio avrebbe previsto una frequenza di

campionamento semestrale per 63 punti semestrale per 15 e annuale per i rimanenti 6 Per le sorgenti

le campagne sono collegate alla loro particolare tipologia quelle prealpine sono campionate in gennaio

e in maggio ovvero in condizioni rispettivamente di magra invernale e di piena primaverile le sorgenti

pedemontane sono campionate in maggio e in agosto ovvero nel periodo di piena primaverile e di

magra tardo-estiva Il monitoraggio quantitativo interessa principalmente un sottoinsieme di 41 pozzi

della rete compresi i 6 pozzi utilizzati solamente a questo scopo e ha frequenza trimestrale Altri 10

pozzi sono semestralmente in coincidenza con le campagne di monitoraggio qualitativo

I risultati evidenziano una situazione non omogenea nel territorio provinciale La zona occidentale

presenta diverse criticitagrave concentrazioni di Nitrati elevate presenza diffusa di erbicidi e di solventi

organo-clorurati Secondo il rapporto annuale dellrsquoARPA Treviso (2013) ldquoTali criticitagrave hanno in parte

compromesso la qualitagrave delle acque delle falde poco profonde La situazione migliora spostandosi

verso est in virtugrave di carichi antropici minori e di un favorevole apporto idrico da parte del fiume Piave In

questa zona i superamenti molto meno frequenti sono principalmente dovuti alla presenza di solventi

organo-clorurati e in particolare di Tetracloroetilene e Tricloroetilenerdquo

A Castelfranco Veneto (stazioni 765) lo stato chimico delle acque sotterranee nel 2013 si presenta

scadente per ragioni legate alla presenza elevate concentrazioni di nitrati Il comune ricade infatti

pianura trevigiana considerata zona vulnerabile ai nitrati (si veda lo stralcio riportato di seguito - zone

vulnerabili ai nitrati di origine agricola in Provincia di Treviso (valori medi in mgl) larea di colore viola

corrisponde alla zona denominata dei 100 comuni dellalta pianura e che egrave stata recepita con delibera

del Consiglio Regionale n62 del 17 maggio 2006 larea di colore rosa corrisponde al bacino scolante

in laguna di Venezia che e stata decisa con delibera del Consiglio Regionale n 23 del 7 maggio 2003

Per quanto attiene allo stato quantitativo dallrsquoanalisi dei dati egrave possibile concludere come dal 2004 al

2013 egrave rilevabile una variabilitagrave livello della superficie piezometrica della falda freatica coerente con la

variabilitagrave stagionale e su archi temporali estesi su piugrave

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PAGINA 110 194 Settembre 2015

Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash Stato chimico e Misure del

livello freatico nel Comune di Castelfranco Veneto (PR - livello della superficie piezometrica dal piano di

riferimento (PR) falde freatiche il valore egrave negativo)

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Livello piezometrico - Castelfranco (pozzo 247)

Livello statico - m slm Livello da punto di riferimento della falda freatica - m

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m

Livello piezometrico - Castelfranco (pozzo 765)

Livello statico - m slm Livello da punto di riferimento della falda freatica - m

Elaborazioni su dati ARPA Veneto (httpwwwarpavenetoitdati-ambientaliopen-dataidrosferaacque-

sotterraneeacque-sotterranee-livello-piezometrico-delle-falde)

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PAGINA 112 194 Settembre 2015

Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash Nitrati nei pozzi monitorati

in provincia di Trevico nel 2013 (valori medi in mgl)

Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash zone vulnerabili ai nitrati di

origine agricola in Provincia di Treviso (valori medi in mgl)

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COD 15V055 PAGINA 113 194

162 Consumi di acqua

La societagrave Alto Trevigiano Servizi srl gestiste allrsquointerno del Autoritagrave drsquoAmbito di Territorio Ottimale

(AATO) Veneto Orientale il servizio idrico integrato di 53 comuni tra cui il comune di Castelfranco

Veneto (httpwwwaltotrevigianoserviziitarea-clientiacqua-potabile) La societagrave deve quindi garantire

il servizio in efficienza efficacia ed economicitagrave partendo dallrsquoadduzione e captazione delle fonti la

distribuzione dellrsquoacqua potabile nel territorio le linee di fognatura e gli impianti di depurazione fino allo

scarico delle stesse Non risultano disponibili dati aggiornati di consumo idrico per comune

Il Piano dAmbito dellAATO Veneto Orientale approvato con deliberazione di Assemblea dAmbito n

32004 e successivamente aggiornato con deliberazione di Assemblea dAmbito n 62004 riporta al

capitolo 6 ldquoAnalisi dellrsquoutilizzo e della domanda di risorsa idricardquo dati di consumo riferiti al 1991 da fonte

ISTAT

Secondo quanto riportato nel sito dellrsquoARPA Veneto i volumi drsquoacqua prelevati complessivamente in

Regione Veneto al 2008 risultano pari a 746498000 m3 di cui 129769000 m

3 riferiti allrsquoATO Veneto

orientale Sempre secondo quanto riportato nello stesso sito lrsquoacqua potabile erogata nel comune di

Castelfranco Veneto al 2008 risultava pari a 2496686 m3

(httpwwwarpavenetoitarpavinformaindicatori-ambientaliindicatori_ambientaliambiente-urbanofile-

e-allegati2013Consumi acqua potabile 2011csv)

Non sono disponibili dati di emungimento da pozzi privati

163 Impatti sulle acque

Il potenziale impatto sulle risorse idriche sotterranee egrave legato allrsquoattivitagrave di spandimento della pollina

ovvero da una non corretta distribuzione dello stesso sul terreno Considerato che lrsquoazienda agricola

Maggiolo cede interamente la pollina (misto lettiera a terzi) come sottoprodotto da riutilizzare e non da

spandere questa voce di potenziale impatto viene meno sia con riferimento alla situazione attuale che

allo scenario di progetto Lrsquoazienda non contribuisce quindi allrsquoinquinamento delle acque sotterranee

per nitrati

Il potenziale impatto sulle acque egrave legato anche al consumo della risorsa idrica Complessivamente il

consumo di acqua si attesta considerando anche il consumo per la pulizia in circa 2927 m3

attualmente e circa 7280 m3 in futuro che rappresentano rispettivamente il circa 01 ed circa 03 dei

consumi totali del comune di Castelfranco Veneto Si tenga in ogni caso conto che lrsquounica fonte di

approvvigionamento dellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave legata al pozzo presente nella stessa azienda e

che quindi i consumi dellrsquoazienda non gravano in ogni caso sui prelievi di acqua potabile

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PAGINA 114 194 Settembre 2015

17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE

171 Premessa

La presente valutazione egrave stata effettuata dal Dott Armando Buffoni

Di seguito vengono esposte le procedure e i risultati inerenti la valutazione dellrsquoemissione e dispersione

in atmosfera di inquinanti atmosferici e composti odorigeni derivanti dalle strutture di produzione

animale allevamento avicolo Azienda agricola Maggiolo ubicato in comune di Castelfranco Veneto

(TV) localitagrave Case Bella Venezia

Le emissioni del settore zootecnico possono essere raggruppate in 4 grandi categorie in relazione ai

loro effetti sulla salute e sullrsquoambiente

gas ad effetto serra biossido di carbonio (CO2) metano (CH4) e protossido di azoto (N2O) La

zootecnia contribuisce con una quota modesta alle emissioni di CO2 mentre rappresenta una

fonte molto significativa di metano (CH4) e in minor misura di protossido di azoto (N2O)

ammoniaca (NH3) questo composto contribuisce allrsquoacidificazione delle precipitazioni e di

conseguenza dei suoli e delle acque noncheacute ai fenomeni di eutrofizzazione La zootecnia egrave la

principale fonte di emissione di questo composto Le azioni proposte per ridurre le emissioni di

ammoniaca riguardano sia la gestione ordinaria degli allevamenti zootecnici e degli spandimenti

che le caratteristiche delle strutture dedicate a queste attivitagrave produttive

particolato fine le particelle di diametro inferiore ai 25 e 10 μm (PM25 e PM10) hanno effetti

negativi sulla salute umana e ne sono normati i limiti delle concentrazioni nellrsquoaria ambiente La

zootecnia della Pianura Padana partecipa con il 10-15 alle emissioni di questo inquinante Le

particelle che lo compongono sono potenziali vettori di composti odorigeni

composti odorigeni insieme eterogeneo di sostanze (oltre 200) tra cui lrsquoidrogeno solforato e i

mercaptani che sono percepite dallrsquoolfatto umano anche a concentrazioni molto modeste Sono

fonti di fastidio fino al disturbo intenso in relazione alla loro concentrazione alla durata e

frequenza degli eventi percepiti Lrsquoinfluenza sulla salute umana egrave principalmente legata alla

sfera emotiva

Lrsquoentitagrave delle emissioni dipende dalla specie animale dalle modalitagrave di allevamento dalle strutture

dedicate Lrsquoimpatto delle emissioni di composti inquinanti ma anche di odorigeni da parte del settore

zootecnico puograve essere diverso in relazione alle caratteristiche del territorio e dipende essenzialmente

dalle condizioni meteoclimatiche dallrsquouso del territorio dalla presenza di vegetazione ecc)

La modellistica della dispersione di composti inquinanti in atmosfera ha incontrato negli ultimi ventrsquoanni

un crescente interesse sia per le potenzialitagrave di previsione dellrsquoimpatto di nuove strutture produttive sia

per la capacitagrave di descrivere nel caso di impianti in attivitagrave le ricadute degli inquinanti sul territorio e

analizzare quindi gli eventuali effetti sulle popolazioni residenti e sullrsquoambiente (Ritter e Chitikela

2007)

Lrsquoutilizzo di modelli di dispersione ha interessato recentemente anche il settore zootecnico e numerosi

sono gli studi che hanno approfondito le caratteristiche emissive di unrsquoattivitagrave cosigrave articolata e

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 115 194

complessa Le emissioni di ammoniaca idrogeno solforato particolato sono al centro di indagini per

definire le piugrave indicate metodologie di analisi Recentemente date le peculiaritagrave del settore zootecnico

egrave stato sviluppato un modello che tratta in modo specifico le strutture dellrsquoallevamento animale (Yu Zet

al 2011ab)

Attualmente il rilascio di inquinati atmosferici da parte degli impianti zootecnici non egrave soggetto a vincoli

o limiti specifici anche se negli studi relativi allrsquoimpatto ambientale di attivitagrave zootecniche non egrave

possibile prescindere da una valutazione che consideri tutto lrsquoimpianto e il suo processo di produzione

ma soprattutto il territorio e il contesto ambientale nel quale esso si inserisce

Per quanto riguarda le emissioni e la dispersione dei composti odorigeni non vi sono norme di carattere

nazionali o riferimenti a livello europeo Vi sono perograve da alcuni anni provvedimenti di carattere regionale

che costituiscono oggi un primo riferimento per una valutazione oggettiva del disturbo olfattivo e per

lrsquoanalisi preventiva dellrsquoimpatto di attivitagrave produttive che presenti rilascio di odorigeni Le ldquoLinee Guida

per la caratterizzazione e lrsquoautorizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attivitagrave ad impatto

odorigenordquo approvate con Determinazione della Giunta Regionale della Lombardia n IX3018 (DGR

del 15 febbraio 2012) rappresentano un importante strumento di valutazione per queste problematiche

e hanno trovato una crescente applicazione nel settore zootecnico Le indicazioni in esse contenute

sono oggi seguite anche da altre regioni con unrsquoimportante tradizione zootecnica Esse sono coerenti

con la tendenza in atto giagrave da tempo in numerosi Pesi europei di utilizzare procedure specifiche per

limitare lrsquoinquinamento da odori e consentire un regolare sviluppo delle attivitagrave zootecniche senza che

esse costituiscano motivo di contrasto o tensione con i residenti vicini o con destinazione drsquouso del

territorio di natura diversa

La presente analisi e valutazione egrave stata redatta coerentemente con queste Linee Guida e riporta i

risultati dellrsquoapplicazione di un modello di dispersione atmosferica per valutare la distribuzione a livello

del suolo delle concentrazioni dei composti odorigeni emessi dalle strutture aziendali Lo stesso

modello di dispersione egrave stato impiegato per determinare le ricadute attese per PM10 ammoniaca e

idrogeno solforato

La presente analisi intende fornire un quadro di dettaglio delle emissioni degli inquinanti atmosferici e

composti odorigeni da parte dellrsquoimpianto di produzione animale dellrsquoAzienda Agricola sia per quanto

attiene le strutture e il processo di produzione di polli da carne attualmente adottato sia per lrsquoipotesi di

un piugrave intenso e razionale utilizzo dellrsquoimpianto Maggiolo (come descritto nel quadro di riferimento

progettuale la quale si rimanda) Lrsquoanalisi si egrave sviluppata con le seguenti fasi

analisi del ciclo di produzione ed individuazione dei fattori che influenzano il rilascio di inquinanti

atmosferici e composti odorigeni

stima quantitativa delle emissioni di ammoniaca metano PM10 idrogeno solforato e composti

odorigeni da parte dellrsquoAzienda

definizione del quadro emissivo generale

raccolta ed elaborazione preliminare dei dati meteorologici e di uso del suolo relativi alla zona

di interesse

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PAGINA 116 194 Settembre 2015

elaborazione mediante il modello di dispersione dei composti emessi e determinazione delle

ricadute

calcolo degli indicatori sintetici ed elaborazione delle mappe drsquoimpatto

172 Breve richiamo delle caratteristiche dellrsquoAzienda e dellrsquoattivitagrave di allevamento

LrsquoAzienda Maggiolo egrave inserita in un ampio contesto agricolo dove sono perograve rappresentate numerose

attivitagrave produttive di piccole dimensioni di natura diversa e con una densitagrave abitativa non del tutto

trascurabile Si tratta di un paesaggio insediativo ampiamente diffuso in questa porzione della Pianura

Padana Lrsquoagricoltura fortemente presente egrave contraddistinta dallrsquointensa e regolare parcellizzazione

del territorio e dalla scarsa presenza di vegetazione arborea

Lrsquoazienda egrave situata a 25 km dal centro abitato di Castelfranco Veneto in direzione nord Sono presenti

a minor distanza dallrsquoAzienda diverse frazioni evidenziate nella Carta dellrsquouso del suolo noncheacute

residenze isolate23 LrsquoAzienda ha attualmente a disposizione per lrsquoallevamento 5 ampi capannoni che

costituiscono le sole strutture dedicate alla produzione

Lrsquoattivitagrave di produzione del pollo da carne consiste essenzialmente nel provvedere alle necessitagrave di

pulcini di pollo di razze selezionate nel corso del loro processo di crescita e sviluppo sino a ottenere

degli animali pronti per il consumo (broilers) le cui dimensioni variano in funzione dei tempi di

allevamento Tipicamente si distinguono tre categorie di animale adulto il pollo leggero di peso pari a

circa 18 kg il pollo medio di 27 kg e il pollo pesante che raggiunge e supera i 36 kg

I pulcini in arrivo dagli incubatoi vengono introdotti in numero di 39500 capi nei capannoni dove

avviene lrsquoallevamento e nei quali egrave stata preparata la lettiera Il ciclo che si intende esaminare per

quanto attiene lrsquoemissione di inquinanti atmosferici e composti odorigeni egrave quindi esclusivamente dato

dalla fase di ingrasso I pulcini del peso di 10 g circa sono consegnati allrsquoAzienda e allevati fino al

raggiungimento del peso programmato per il pollo da carne pesante Poicheacute lrsquoaccrescimento egrave rapido e

lrsquoesigenza di spazio per ogni capo aumenta velocemente dallrsquoinizio del ciclo di produzione si attuano

due ldquosfoltimentirdquo inviando al macello una quota degli animali che avranno quindi raggiunto il peso

commerciale corrispondente al pollo leggero prima e al ldquopollo mediordquo in seguito mentre i restanti capi

raggiungeranno la fine del ciclo e il peso commerciale del pollo pesante

Annualmente considerando che la gestione dellrsquoingrasso prevede un unico gruppo omogeneo di capi e

un periodo di vuoto sanitario di 21 giorni si hanno poco meno di 5 cicli di produzione allrsquoanno

LrsquoAzienda Agricola opera in soccida dal soccidante essa riceve i capi il mangime lrsquoassistenza

veterinaria e i farmaci eventualmente necessari e a questo poi consegna i capi allevati a fine ciclo

Nello scenario di progetto si considera qui lrsquoipotesi di poter avere allrsquoavvio del ciclo poco piugrave di 110000

pulcini e portare a fine ciclo il 60 dei capi attuando due sfoltimenti

Le strutture dellrsquoimpianto di produzione sono date esclusivamente da cinque capannoni di tipo a tunnel

posti paralleli con la dimensione maggiore in senso est-ovest I capannoni sono aperti sui lati minori

mediante porte Sui lati maggiori sono presenti per tutta la lunghezza aperture regolabili

23

Si rimanda alle Tavole di Inquadramento e dellrsquoUso del Suolo inserite in lrsquoAllegato Cartografico

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COD 15V055 PAGINA 117 194

automaticamente in base alle condizioni di temperatura esterna La superficie complessiva utile

allrsquointerno dei capannoni egrave di 5499 m2

Sulle pareti poste a ovest di ognuno dei capannoni sono installati 8 estrattori drsquoaria (6 presso il

capannone 1) azionati da motori elettrici prodotti dalla ditta Munters sono presenti due modelli con

portata di ogni singolo estrattore compresa tra circa 13000 e 30000 m3h Tutti gli estrattori sono

quindi collocati a breve distanza lrsquouno dallrsquoaltro e determinano quando in azione un richiamo di aria

dalle finestre laterali che viene poi indirizzato verso lrsquoestremitagrave di ogni capannone I motori che

regolano gli estrattori sono azionati secondo programmi prestabiliti in modo tale da poter garantire la

temperatura ottimale per la crescita degli animali Allrsquoinizio del ciclo quando le esigenze termiche sono

maggiori la ventilazione avviene ad intervalli di breve durata con il solo obiettivo di provvedere al

ricambio dellrsquoaria

Con il crescere del peso dei capi lrsquoazione degli estrattori si fa piugrave consistente (aumenta il numero di

estrattori in azione) e prolungata Allrsquoaccasamento quando questo si sviluppa nel corso della stagione

fredda i pulcini sono mantenuti alla temperatura di 30-35 degC condizione che viene realizzata con

apposite lampade a gas Con lo sviluppo dei capi la temperatura ambiente viene ridotta

progressivamente dopo i primi 3 - 4 giorni la temperatura si riduce di 1 degC ogni 2 giorni per arrivare

dopo le 3 settimane a valori di circa 18 - 20degC Quando la temperatura dellrsquoaria esterna egrave superiore a

quella interna desiderata sono azionati sistemi di nebulizzazione che consentono di abbattere parte del

calore

Lrsquoimpianto per la distribuzione dellrsquoacqua di abbeveraggio egrave composto da condutture di distribuzione

idrica interne Gli abbeveratoi sono dotati di dispositivi che consentono allrsquoanimale di comandare

lrsquoerogazione dellrsquoacqua Il controllo dellrsquoacqua egrave importante per evitare che perdite e ristagni facciano

aumentare la decomposizione della lettiera mista alle deiezioni stimolando i processi di fermentazione

con rilascio di ammoniaca e odori molesti La lettiera viene allontana al termine di ogni ciclo mediante

pala meccanica Deiezioni e lettiera vengono immediatamente allontanati dalla superficie aziendale e

inviati a processi di valorizzazione energetica

173 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo

Il territorio su cui insiste lrsquoazienda agricola ha un carattere prevalentemente agricolo pur in presenza di

un crescente tessuto di attivitagrave artigianali e commerciali24

Ai fini della simulazione della dispersione di composti aeriformi si considera la superficie a prevalente

uso agricolo

In relazione alla dimensione dellrsquoimpianto zootecnico alla omogeneitagrave del territorio e al quadro

meteorologico si egrave considerato per le successive elaborazioni modellistiche un territorio piuttosto ampio

pari a 9 km2 e definito quindi da un poligono quadrato di 3 x 3 km Il baricentro del dominio di calcolo egrave

posto al centro del poligono che circoscrive i ricoveri Il poligono che definisce il dominio di calcolo egrave

individuato dalle coordinate (UTM 32 T)

24

Si rimanda alle Tavole di Inquadramento e dellrsquoUso del Suolo inserite in lrsquoAllegato Cartografico

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Coordinate dei vertici del dominio di calcolo

Posizione Lon Lat

centro del dominio di calcolo 7264740 50640980

vertice SW 7249740 50625980

vertice SE 7279740 50625980

vertice NE 7279740 50655980

vertice NW 7249740 50655980

Il vertice SW definisce con la dimensione del lato il dominio di calcolo in modo univoco La mappa

sotto riportata indica graficamente il dominio di calcolo sullrsquoortofoto ed evidenzia il territorio dei diversi

comuni piugrave prossimi allrsquoimpianto zootecnico Con riferimento alle emissioni di composti odorigeni sono

stati individuati i ricettori considerati rappresentativi presso i quali saranno verificate puntualmente le

concentrazioni relative al 98deg percentile dellrsquoinsieme dei dati calcolati Sugli stessi ricettori sono stimate

anche le concentrazioni degli inquinanti considerati (ammoniaca idrogeno solforato e particolato fine)

I ricettori individuati allrsquointerno del dominio di calcolo sono dati da edifici residenziali non classificabili

come abitazioni dei conduttori di altri impianti zootecnici Allrsquointerno della superficie definita dal dominio

non ricadono strutture di uso pubblico come scuole ospedali case di riposo che possano essere

definite senzrsquoaltro ricettori sensibili Inoltre al fine di una piugrave immediata valutazione delle ricadute si

sono individuati ricettori discreti posti a distanza prefissata (500 m) dalle sorgenti di emissione

Per omogeneitagrave il programma di calcolo egrave stato impostato per definire presso questi punti non solo il

livello delle concentrazioni di odorigeni ma anche le concentrazioni di PM10 ammoniaca e idrogeno

solforato elaborate secondo gli indici prefissati

Coordinate delle abitazioni

Posizione Uso Lon Lat

Nord Residenziale isolato 72654396 m E 506448730 m N

Sud Residenziale isolato 72618700 m E 506376150 m N

Est Residenziale isolato 72682166 m E 506424135 m N

Coordinate dei ricettori discreti

Posizione Uso Lon Lat

Nord Produzartig 7264740 m E 50645980 m N

Ovest Residenziale 7259740 m E 50640980 m N

Sud Agricolo 7264740 m E 50635980 m N

Est Agricolo 7269740 m E 50640980 m N

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COD 15V055 PAGINA 119 194

Dominio di calcolo (3x3 km) con lrsquoindicazione della posizione dei ricettori considerati (in rosso i ricettori residenziali in giallo i ricettori discreti a 500m)

174 Emissione aziendali

1741 Fattori di emissione

Con fattore di emissione si indica il tasso di rilascio di uno o piugrave composti chimici riferito alle unitagrave di

tempo e spazio I fattori di emissione impiegati nellrsquoambito dello studio delle emissioni zootecniche

sono per praticitagrave riferiti al singolo capo animale

Per la presente indagine i fattori di emissione adottati per la quantificazione delle emissioni e il calcolo

della dispersione sono stati indicati da uffici provinciali veneti per il settore agricoltura e utilizzati per

analoghe valutazioni (ing Tassari com pers)

I fattori di emissione per metano e ammoniaca derivano da uno studio condotta dalla Regione

Piemonte (Cesano M 2013) Informazioni piugrave dettagliate riguardo i tassi emissivi di NH3 per il settore

avicolo sono riportati in Eurich-Menden et al (2010) Il dato per lrsquoidrogeno solforato egrave stato individuato a

seguito di una specifica indagine bibliografica

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La tabella che segue riporta per i diversi composti il valore dei fattori di emissione applicati nella

presente indagine

Fattori di emissione impiegati per la stima delle emissioni

Composto Unitagrave di misura Sorgente

Metano gcapogiorno 000164

Ammoniaca gcapogiorno 022

PM10 gcapogiorno 003

Idrogeno solforato gcapogiorno 00015

Odore UOcapos 003

1742 Quadro emissivo aziendale

Si considerano in questa applicazione i capannoni quali sorgenti puntuali in quanto le emissioni

avvengono in modo esclusivo attraverso lrsquoazione degli estrattori drsquoaria posti presso lrsquoestremitagrave

occidentale di ogni ricovero Il rilascio dei composti di interesse egrave dunque concentrato su una superficie

estremamente esigua corrispondente agli estrattori dei diversi capannoni Le coordinate (UTM 32 T)

delle sorgenti sono riportate nella riportate nella tabella che segue

Coordinate dei punti emissivi

Punto di emissione Lat Lon

Capannone 1 506412320 m N 72642919 m E

Capannone 2 506410317 m N 72641426 m E

Capannone 3 506408284 m N 72641450 m E

Capannone 4 506406430 m N 72641896 m E

Capannone 5 506404704 m N 72642540 m E

Lrsquoattivitagrave di allevamento di polli da carne prevede attualmente un accasamento di 39500 capi con un

tipico ciclo misto (produzione di polli di peso differenziato) di una durata complessiva di circa 60 giorni

con due momenti di sfoltimento Il primo fissato a 3437 giorni al raggiungimento del peso medio di 18

kg e un secondo dopo 4547 giorni dallrsquoinizio del ciclo quando i capi rimanenti raggiungono un peso di

27 kg circa I rimanenti capi raggiungeranno il peso di circa 36 kg al termine dei 60 giorni

programmati Tra due cicli di allevamento viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle

normative vigenti della durata di 21 giorni Lrsquoazienda sviluppa dunque poco meno di 5 cicli completi ogni

anno Con lrsquoinizio del vuoto sanitario viene asportata la lettiera a cui seguono le operazioni di pulizia e

disinfezione dei ricoveri e delle attrezzature

Sulla base della disponibilitagrave di superficie utile allrsquoallevamento avicolo lrsquoAzienda Agricola Maggiolo

intende ampliare la propria capacitagrave di produzione fino ad una massimo pari a 110000 capi per ciclo

Si tratta un intervento volto ad un piugrave razionale utilizzo degli spazi senza alcun ampliamento delle

strutture esistenti Lrsquoipotesi di intervento di incremento della produzione prevede un aumento del

numero di capi accasati pari a 110 000 individui di peso variabile tra 18 e 36 kgcapo ricorrendo allo

stesso schema di allevamento giagrave attuato Si tratta dunque di cicli di allevamento di tipo misto di durata

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COD 15V055 PAGINA 121 194

complessiva pari a circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento (a 3437 giorni circa

quando i capi raggiungono un peso medio di 18 kg e a 4547 giorni quando i capi rimanenti

raggiungono un peso di 27 kg circa)

0

20000

40000

60000

80000

100000

120000

1 31 61 91 121 151 181 211 241 271 301 331 361

Cap

i n

Giorni

Stato attuale

Incremento prod

Andamento del numero di capi allevati nel corso dellrsquoanno Situazione attuale e ipotesi di incremento produttivo

Le emissioni in atmosfera raggiungono le 2 t di ammoniaca nelle condizioni attuali mentre egrave atteso nel

caso di incremento della produzione un aumento fino a 5 ta di ammoniaca Lrsquoandamento delle

emissioni rispecchia quello dellrsquoammontare dei capi accasati Entrano in gioco tuttavia anche altri fattori

come la temperatura dellrsquoaria che incide sullrsquoutilizzo degli estrattori drsquoaria e quindi sui rilasci in

atmosfera

Emissioni aziendali complessive allo stato attuale e nellrsquoipotesi incremento della produzione (1)

stima sulla base di 285 gg di attivitagrave produttiva

Composto Unitagrave di misura Emissioni totali annue (1) Emissioni totali annue (

1)

Stato attuale Ipotesi di incremento

Metano tanno 0015 0039

Ammoniaca tanno 2006 5214

PM10 tanno 0274 0711

Idrogeno solforato tanno 0014 0036

Odore UOs (media) 9763 24948

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Lrsquoandamento delle emissioni rispecchia quello dellrsquoammontare dei capi accasati I grafici che seguono

riportano lrsquoandamento delle emissioni dei diversi composti considerati nel corso di un anno di attivitagrave

allo stato attuale Nel caso lrsquoAzienda addotti lrsquoincremento della produzione ipotizzato si avragrave un

aumento proporzionale delle emissioni

0

2

4

6

8

10

1 61 121 181 241 301 361

kg

Giorni

NH3 (Kg)

PM10 (Kg)

Andamento attuale delle emissioni nel corso dellrsquoanno

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COD 15V055 PAGINA 123 194

0

20

40

60

80

100

1 61 121 181 241 301 361

g

Giorni

H2S (g)

CH4 (g)

Andamento attuale delle emissioni nel corso dellrsquoanno

1743 Sorgenti fugitive

Sono sorgenti fugitive i punti di rilascio di inquinanti o composti odorigeni di natura incontrollata e

involontaria di piccole dimensioni e di carattere occasionale Lrsquoimpianto di produzione animale in

esame ha una struttura assai semplice e le caratteristiche noncheacute lrsquoetagrave dei ricoveri risultano tali da

poter garantire un buon controllo degli scambi drsquoaria con lrsquoesterno

Il rilascio di odorigeni e inquinanti puograve verificarsi in occasione della pulizia dei ricoveri Tuttavia dal

sopralluogo condotto in Azienda si egrave evidenziata unrsquoattenta movimentazione dei materiali e condizioni

ottimali di pulizia dei piazzali e delle aree adiacenti i ricoveri e i silos Ciograve fa ritenere che queste

emissioni possano essere considerate trascurabili

1744 Ventilazione

I capannoni sono dotati di estrattori dellrsquoaria interna al fine di garantire le migliori condizioni di

benessere ai capi allevati sia in termini di qualitagrave dellrsquoaria che di temperatura Con lrsquoestrazione dellrsquoaria

interna si ha un flusso forzato concentrato presso gli estrattori La ventilazione deve essere sufficiente

per evitare temperature troppo elevate e lrsquoumiditagrave eccessiva Essa deve essere in grado di allontanare

le polveri e la CO2 e garantire unrsquoadeguata ossigenazione

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Caratteristiche del sistema di estrazione dellrsquoaria dai capannoni

Ventilatori Ndeg superfici estrattori (m2) Portata totale ventilatori (m

3h)

4+2 76 146000

8 10150 240000

8 10150 240000

8 10150 240000

8 10150 240000

I fabbisogni di aria sono piugrave elevati in estate (3-6 m3orakg di peso vivo) quando cegrave la necessitagrave di

smaltire calore in inverno sono sufficienti 1-3 m3h per kg di peso vivo (1 m

3h per kg pv egrave la soglia

convenzionale minima da garantire anche nel periodo invernale)

Sulla base delle portate stimate nel corso del ciclo di produzione si egrave determinata la

portata di odore (OER - Odour Emission Rate) data dal prodotto tra la portata e la concentrazione

espressa in ouEs

OER [ouEs] = Cod [ouEm3] x Qsorg [m

3s]

La portata volumetrica dellrsquoaria egrave stata stimata sulla base delle temperature locali e il conseguente

utilizzo degli estrattori In via prudenziale si egrave ammesso che lrsquoestrazione dellrsquoaria sia pari

indicativamente a 10 m3hcapo nella la stagione calda 2 m

3hcapo nella stagione fredda e tra i 3 e

75 m3hcapo nei mesi intermedi

175 Quadro meteoclimatico

Il Comune di Castelfranco Veneto egrave situato nella parte occidentale del territorio della Provincia di

Treviso in un ambito di transizione tra lrsquoarea di alta pianura in destra Piave e quella di bassa pianura

delimitata dalla linea delle risorgive Il territorio provinciale presenta le tipiche caratteristiche dellrsquoarea di

transizione tra i rilievi alpini ed il mare Le caratteristiche climatiche sono suddivisibili in due ambiti

principali quello settentrionale collinare-pedemontano e quello centro-meridionale costituito dallrsquoalta e

bassa pianura Il territorio del comune di Castelfranco Veneto egrave posto a cavallo tra queste ultime unitagrave

geografiche Si considerano di seguito i dati climatici relativi al territorio di interesse e i dati rilevati a

Castelfranco Veneto nel 2013 e utilizzati nello studio di dispersione

1751 Precipitazioni

Il regime pluviometrico rientra nel tipo equinoziale con due picchi di precipitazione primaverile e

autunnale pressocheacute simili in particolare risultano piugrave piovosi i mesi di aprile e ottobre mentre quelli

meno piovosi sono i mesi invernali di dicembre gennaio e febbraio La precipitazione media si attesta

attorno ai 1000 mm allrsquoanno Lrsquoarea ricade in un territorio con caratteristiche pluviometriche

complessivamente abbastanza favorevoli con precipitazioni nel periodo critico estivo di luglio e agosto

superiori ai 90 mm La stagione maggiormente piovosa egrave quella autunnale ma nel complesso le piogge

sono distribuite con una buona omogeneitagrave

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COD 15V055 PAGINA 125 194

Precipitazioni medie mensili (medie climatiche) e loro andamento nel corso del 2013

1752 Temperatura

La temperatura media annua egrave risultata compresa tra 135 e 15degC Il mese piugrave egrave risultato luglio (media

233degC) quello piugrave freddo gennaio (media 32degC) I grafici che seguono riportano lrsquoandamento delle

temperature nel corso dellrsquoanno

Le temperature massime assolute hanno raggiunto e superato nellrsquoultimo decennio i 37degC le minime

assolute risalgono invece ad anni piugrave lontani tra cui il 1985 caratterizzato da valori fino a -14degC

Legate alle temperature invernali vi egrave il fenomeno dellrsquoinversione termica che determina in talune

condizioni il ristagno dellrsquoaria nei bassi strati dellrsquoatmosfera e scarsa possibilitagrave di dispersione delle

emissioni I giorni di nebbia legati in parte a questo fenomeno possono essere anche piuttosto

numerosi fino al 30 dei giorni nel periodo invernale

0

20

40

60

80

100

120

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

mm

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PAGINA 126 194 Settembre 2015

Andamento delle temperature nel corso dellrsquoanno 2013

1753 Umiditagrave relativa

Lrsquoumiditagrave relativa egrave in genere elevata in tutte le stagioni dellrsquoanno Soprattutto in estate essa risulta

particolarmente marcata Il grafico che segue riporta i dati rilevati negli anni piugrave recenti risulta evidente

come in tutti i mesi dellrsquoanno i valori si mantengano su valori elevati e vi sia scarsa escursione tra le

diverse stagioni

-5

0

5

10

15

20

25

30

35

40

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

deg

C

Massime Minime Medie

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COD 15V055 PAGINA 127 194

Valori di umiditagrave relativa nel corso dellrsquoanno

1754 Anemolologia

Il regime dei venti rilevato presso la stazione meteorologica di Castelnuovo Veneto egrave caratterizzato da

una prevalenza delle provenienze dal quadrante nord-orientale La velocitagrave del vento egrave sempre

piuttosto contenuta con valori compresi tra 05 e 2 ms che coprono quasi la metagrave delle ore di vento La

figura riporta la rosa dei venti su base annua Le calme di vento raggiungo quasi il 20 delle ore

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

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PAGINA 128 194 Settembre 2015

Rosa dei venti e distribuzione delle classi di velocitagrave del vento

Le ore di vento teso sono limitate a pochi isolati episodi la provenienza egrave NE Nel corso dellrsquoanno la

distribuzione delle provenienze del vento e la direzione prevalente riflette nei diversi trimestri il quadro

evidenziato su base annua Le occasioni con vento piugrave teso sono concentrate nei primi due trimestri

Nel periodo piugrave caldo la ventilazione si mantiene piugrave evidente e la percentuale di ore di calma

raggiunge il minimo In autunno al contrario aumentano le calme di vento (quasi il 30 del totale) e la

provenienza del vento egrave esclusivamente settentrionale

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COD 15V055 PAGINA 129 194

Rose dei venti riferite ai diversi trimetri dellrsquoanno Stazione di Castelfranco V anno 2013

1deg trimestre

2deg trimestre

3deg trimestre

4deg trimestre

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1755 Classi di stabilitagrave atmosferica

Il modello di dispersione impiegato richieda la preventiva determinazione delle classi di stabilitagrave

atmosferica di Paquill (1961) Queste sono state determinate utilizzando i dati relativi alla radiazione

solare alla velocitagrave del vento e alla copertura nuvolosa questrsquoultima desunta dalle rilevazione condotte

presso lrsquoaeroporto di Treviso (Dati Metar)

Le classi di stabilitagrave atmosferica individuate fanno riferimento allo schema riportato nelle tabelle che

seguono Lrsquoelaborazione dei dati relativi al 2013 ha evidenziato come le condizioni piugrave frequenti siano

quelle prossime alla neutralitagrave con oltre il 50 delle ore dellrsquoanno

Classi di stabilitagrave atmosferica

Ore del giorno ndash Radiazione solare

Wm2

Ore della notte - Copertura

nuvolosa

Velocitagrave del

vento gt=925 924 - 675 675 - 175 lt 175 gt 48 lt= 48

lt 2 ms A A B D E F

2-3 ms A B C D E F

3-5 ms B B C D D E

5-6 ms C C D D D D

gt 6 ms C D D D D D

Classi di stabilitagrave atmosferica per lrsquoarea di Castelfranco Veneto

Classe Descrizione Numero di oreanno

A Condizioni estremamente instabili 461 53

B Condizioni moderatamente instabili 1550 177

C Condizioni leggermente instabili 358 41

D Condizioni di neutralitagrave 2455 280

E Condizioni quasi stabili 2437 278

F Condizioni moderatamente stabili 1499 171

Totale 8760 100

171 Qualitagrave dellrsquoaria

La qualitagrave dellrsquoaria egrave monitorata da alcune stazioni di misura gestite da ARPA Veneto di cui quella piugrave

vicina allrsquoarea in esame risulta essere quella di Bassano del Grappa distante non piugrave di 15 -20 km e

classificata come fondo urbano Si tratta dunque di un sito di misura con posizione e caratteristiche che

la rendono un ragionevole riferimento circa la qualitagrave dellrsquoaria nella zona in esame

Lrsquounico inquinante di interesse rilevato con regolaritagrave egrave il PM10 I dati disponibili per il 2008 e 2009

registrano un valore di concentrazione media annua di 27-29 microgm3 contenuto rispetto ai valori del

capoluogo e in linea con i limiti normativi ma anche 40-42 superamenti della soglia di 50 microgm3

Decisamente piugrave elevati sono i dati delle centraline urbane della zona che presentano un numero di

superamenti che ha toccato la soglia 50 microgm3 in oltre il doppio degli eventi

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COD 15V055 PAGINA 131 194

Dal quadro che ARPAV fornisce con i suoi periodici rapporti e dai dati qui riportati si puograve affermare

che lrsquoinquinamento da PM10 rappresenti nella provincia una problematica rilevante ma che sembra

interessare soprattutto le aree piugrave urbanizzate mentre i dati della stazione di Bassano si collocano sui

valori piugrave contenuti

Per quanto riguarda le concentrazioni di NH3 non si dispone di dati di confronto ma si segnala che in

talune zone caratterizzate da particolari attivitagrave produttive ARPAV provvede ad attivitagrave di

monitoraggio La zona in esame tuttavia non ricade tra quelle ritenute piugrave esposte ad elevate

emissioni di NH3

172 Modello di dispersione

1721 Scelta della tipologia di modello e del codice software

Per la valutazione previsionale della diffusione delle emissioni in atmosfera si egrave adottato il software

Windimula v20 elaborato da ENEA Il software richiede lrsquoinserimento di dati di base per effettuare le

simulazioni quali lrsquoestensione del dominio territoriale di analisi la scansione temporale dei dati meteo e

le emissioni unitarie Per la stima delle concentrazioni in atmosfera e delle ricadute al suolo egrave stata

eseguita una modellizzazione utilizzando il modello WinDimula Questo modello egrave inserito nellrsquoelenco

da APAT (Agenzia Italiana per la protezione dellrsquoambiente e per i servizi tecnici) dei software per la

valutazione e gestione della qualitagrave dellrsquoaria (httpwwwsmrarpaemritctn )

1722 Estensione del dominio territoriale di analisi

Lrsquoelaborazione della simulazione effettuata con il software Windimula egrave stata eseguita con

lrsquoimpostazione del dominio orografico attraverso un reticolo di 101 101 punti con un passo di 30 m

per uno sviluppo di 3 km 3 km dal centro della sorgente Nel modello si egrave considerata tra le altre

variabili di input anche lrsquoinfluenza dellrsquoorografia del territorio

1723 Scansione temporale

In questo caso si egrave adottato il modulo di simulazione del programma Windimula chiamato ldquoshort termrdquo

che permette di calcolare la distribuzione spaziale sul territorio delle concentrazioni al suolo degli

inquinanti considerati riferiti sul breve periodo Lrsquoinput meteo egrave rappresentato in questo caso da un

valore istantaneo di intensitagrave e direzione del vento Le caratteristiche del modulo sono stazionarietagrave nel

tempo delle condizioni meteo e continuitagrave dellrsquoemissione in esame Pertanto lrsquoutilizzo di questo modello

nei casi piugrave impattanti (ad es assenza vento continuitagrave dellrsquoemissione alla massima portata ipotizzata

nelle diverse situazioni di operativitagrave) egrave decisamente piugrave cautelativo rispetto al ldquomodello climatologicordquo

del software che prevede lrsquoutilizzo di cosiddette ldquojoint frequency functionsrdquo che riportano tramite

frequenze di accadimento lrsquoaggregazione di dati di velocitagrave e direzione del vento per ogni classe

stabilitagrave In pratica mentre il modulo climatologico egrave impostato sulla conoscenza di dati climatologici

variabili nellrsquoarco giornata (cioegrave considera ad esempio la durata della calma di vento la direzione

intensitagrave e durata del vento ecc) il modulo ldquoshort termrdquo riporta una sola situazione meteo per lrsquointera

giornata Si capisce come ad esempio la simulazione eseguita con calma di vento stimata per lrsquointera

giornata (modulo short term) sia diversa dalla simulazione piugrave reale ma meno cautelativa dove la

calma di vento si protrae per quella stessa giornata per meno ore e vi siano altre situazioni meteo che

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PAGINA 132 194 Settembre 2015

favoriscono un ricambio di aria (modulo climatologico) Il modulo ldquoshort termrdquo egrave consigliato oltre che per

lrsquoimpostazione piugrave cautelativa della valutazione previsionale anche per una migliore verifica dei limiti di

legge su questrsquoultimo punto il ldquomodulo climatologicordquo consente solo considerazioni qualitative e non

quantitative Il modulo di simulazione adottato egrave stato valutato da numerosi studi sullrsquoargomento (ANPA

ndash Centro tematico Nazionale Atmosfera Clima ed Emissioni ldquoAggiornamento e ampliamento della

norma UNI ldquovalutazione delle dispersioni in atmosfera di effluenti aeriformi ndash Guida ai criteri di selezione

dei modelli matematicirdquo ACE ndashTL GU ndash 00-022001 ANPA ndash Centro Tematico Nazionale Atmosfera

Clima ed Emissioni ldquoLinee guida per la selezione e applicazione dei modelli di dispersione atmosferica

per la valutazione della qualitagrave dellrsquoariardquo RT-CTN_ACE 42001)

Il modello DIMULA su cui Windimula egrave stato realizzato egrave inserito nei rapporti ISTISAN 9032 (Modelli

per la progettazione e valutazione di una rete di rilevamento per il controllo della qualitagrave dellaria) e

ISTISAN 9336 (Modelli ad integrazione delle reti per la gestione della qualitagrave dellaria) in quanto

corrispondente ai requisiti qualitativi per la valutazione delle dispersioni di inquinanti in atmosfera in

regioni limitate (caratterizzate da scale spaziali dellordine di alcune decine di km) ed in condizioni

atmosferiche sufficientemente omogenee e stazionarie

1724 Descrizione del modello

I modelli gaussiani sono i modelli matematici di trasporto e diffusione dellinquinamento atmosferico piugrave

comuni Sono basati su equazioni che descrivono il campo tridimensionale delle concentrazioni

generato da una sorgente puntiforme sotto condizioni meteorologiche e di emissione invarianti rispetto

al tempo Questo tipo di modelli considerano che le condizioni meteorologiche possano essere ritenute

omogenee e stazionarie nellarea modellata e non possono lavorare in condizioni di calma La

semplicitagrave dellapprossimazione gaussiana la sua facilitagrave drsquouso con parametri meteorologici anchessi

facili da misurare e soprattutto ladozione di questo approccio come strumento decisionale e di controllo

da parte della agenzia ambientale americana (EPA) hanno rimosso alcune delle limitazioni originali

della teoria permettendo il trattamento di situazioni complesse del mondo reale

Si riportano di seguito le principali funzioni su cui si basa il modello

La forma della soluzione del modello egrave controllata da una serie di parametri che riguardano sia

laltezza effettiva del rilascio per sorgenti calde calcolata come somma dellaltezza del camino piugrave il

sovralzo termico dei fumi che la dispersione laterale e verticale del pennacchio calcolata utilizzando

formulazioni che variano al variare della stabilitagrave atmosferica descritta utilizzando le sei classi di

stabilitagrave introdotte da Pasquill-Turner

Lrsquoequazione di base impiegata per la stima della concentrazione di un inquinante in un determinato

recettore (x y z) in un modello Gaussiano egrave la seguente

dove C (xyz) egrave la concentrazione di inquinante nellrsquoambiente (μgm3) in un determinato punto nello

spazio (recettore) le cui coordinate sono (x y z) u egrave la velocitagrave del vento (ms) σy e σz (m) sono le

deviazioni standard (o coefficienti di dispersione) in senso orizzontale e verticale Q egrave il tasso di

emissione di inquinante espresso in μg m3 s e H lrsquoaltezza a cui avviene il rilascio (m)

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COD 15V055 PAGINA 133 194

Ne consegue pertanto che nellrsquoapplicazione dei modelli gaussiani le condizioni di calma di vento

quando cioegrave la velocitagrave del vento tende a zero devono essere trattate opportunamente a causa della

proporzionalitagrave inversa esistente fra C(xyz) e u Ciograve risulta particolarmente importante in tutta la

Pianura Padana che egrave caratterizzata da unrsquoelevata frequenza di situazioni di calma di vento che

possono rendere critico lrsquoimpiego di un modello Gaussiano La particolaritagrave del modello WinDimula

tuttavia egrave quella di poter eseguire simulazioni anche per situazioni di assenza di vento grazie

allrsquoadozione del modello ridotto di CirillondashPoli (Cirillo and Poli 1992) le cui principali equazioni sono

dove α β e γ sono coefficienti che definiscono la turbolenza atmosferica e sono assegnati dal modello

in base alla classe di stabilitagrave inserita

Per maggiori dettagli riguardo alle equazioni implementate dal modello WinDimula si rimanda alla guida

del modello stesso e alla relativa letteratura scientifica (MAIND ndash Modellistica Ambientale wwwmaindit

Cirillo et al 1989 Cagnetti et al 1982 )

Il modello richiede come input

la definizione di un reticolo di calcolo

la definizione di ricettori discreti

i dati meteo - climatici a passo orario se si decide di effettuare una simulazione short-term con

una sequenza di dati orari

la definizione delle sorgenti emissive e principali caratteristiche

Il modello restituisce la concentrazione media calcolata per ogni punto della griglia indicato e per gli

eventuali ricettori discreti inseriti Si possono quindi eseguire delle elaborazioni sui risultati utilizzando

unrsquoapposita applicazione di WinDimula definita post-processore il quale tra le altre funzioni permette

di calcolare i valori dei percentili per ogni punto e controllare i limite di leggi imposti sullrsquoinquinante

considerato

Si egrave scelto di effettuare simulazioni a breve periodo (short term) di lunghezza massima di unrsquoora

utilizzando piugrave situazioni meteorologiche in sequenza in modo che venga simulato un periodo di tempo

piugrave ampio in particolare un anno

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PAGINA 134 194 Settembre 2015

1725 Dati di input del modello

Il file meteo in ingresso al modello WinDimula richiede le seguenti informazioni

dimensioni del dominio di calcolo (m)

passo del grigliato (m)

ora giorno mese e anno dellrsquoacquisizione del dato

temperatura dellrsquoaria (degK)

velocitagrave del vento (ms)

direzione di provenienza del vento (deg)

precipitazione (mm)

classe di stabilitagrave atmosferica

altezza drsquoinversione termica (m)

deviazione standard della direzione del vento

velocitagrave di attrito (ms)

lunghezza di Monin-Obukhov (m)

Il modello Windimula richiede quali dati di input i dati emissivi (concentrazione degli inquinanti emessi e

flusso nel tempo) e le condizioni iniziali ed al contorno se rilevanti Altri dati necessari riguardano

lrsquoorografia (lrsquouso del suolo interviene sulla facilitagrave con cui si muovono le masse drsquoaria) Il passo del

grigliato egrave stato posto a 50 m dando origine ad una matrice di 3600 punti di griglia

1726 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie

Per quanto attiene i composti PM10 NH3 e H2S egrave stato impostato il calcolo del valore della

concentrazione media annua

Per la componente odorigena come previsto dalle Linee Guida della Regione Lombardia egrave stato

determinato per ogni punto griglia il 98deg percentile dei valori di concentrazione oraria elaborati dal

modello Il 98deg percentile di una serie di dati rappresenta quel valore che non viene superato dal 98

dei valori della distribuzione Pertanto definire questo percentile significa individuare il valore che viene

superato per il 2 del periodo di simulazione (175 giorni lrsquoanno o 29 minuti al giorno)

Successivamente sono stati interpolati i dati calcolati e ne egrave stata predisposta una rappresentazione

grafica

Per lrsquoammoniaca non essendoci valori di riferimento si verifica invece con le rappresentazioni grafiche

e la determinazione delle concentrazioni presso i ricettori se i dati forniti dal modello superano la soglia

di 265 microgm3 valore segnalato come limite inferiore per la percezione del gas

Come giagrave sottolineato in precedenza il metano non egrave stato oggetto dello studio della dispersione in

quanto composto come altri gas serra che non interagisce direttamente con lrsquoambiente (salvo

chiaramente modificare con il suo accumulo il bilancio termico terrestre) e non ha effetti sulla salute

umana Non vi sono infine valori di riferimento o limiti per la sua concentrazione nellrsquoaria ambiente per

cui lrsquointeresse egrave esclusivamente focalizzato sui valori di emissione complessivi

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COD 15V055 PAGINA 135 194

173 Normativa di riferimento

Il tema delle emissioni di inquinanti atmosferici da parte delle attivitagrave agricole e della zootecnia in

particolare ha assunto rilevanza solo nellrsquoultimi dieci ndash ventrsquoanni quando sulla base di numerose

indagini di carattere sperimentale da cui egrave emerso come i rilasci di composti potenzialmente dannosi

per la salute umana e lrsquoambiente da parte di questi settori produttivi non fossero trascurabili come per

lungo tempo si egrave ritenuto (Ritter e Chitikela 2007)

Lrsquoattivitagrave agricola e nello specifico la zootecnia per lungo tempo sono rimaste escluse da valutazioni

accurate circa le loro emissioni e dallrsquoimposizione di vincoli o limitazioni Va tuttavia osservato che

lrsquoindustrializzazione di molte tecniche colturali e lrsquointensificazione dei processi di allevamento animale

pur conseguendo indubbi traguardi produttivi porta con seacute diverse problematiche di carattere

ambientale tra cui la concentrazione

Per quanto riguarda i rilasci in atmosfera il settore zootecnico non egrave soggetto a specifiche norma che

ne limitino le emissioni Sussistono perograve limiti alle concentrazioni di inquinanti nellrsquoaria ambiente

composti dannosi per la salute umana e per i quali gli enti regolatori devono per il loro rispetto

considerare le diverse fonti presenti sul territorio

Per i composti ad effetto serra (metano e protossido di azoto) e lrsquoammoniaca come giagrave accennato vi

sono impegni di contenimento di carattere generale al rispetto del quale tutti i settori sono chiamati a

concorrere Il Protocollo di Kyoto e i successivi accordi a carattere europeo hanno posto precisi obiettivi

per i primi mentre la riduzione delle emissioni di ammoniaca deriva dalla Convenzione UN-ECE

(Convenzione LRTAP) sul trasporto transfrontaliero degli inquinanti atmosferici

1731 Particolato

Per quanto riguarda il contributo della zootecnia alle concentrazioni di inquinanti normati assume un

certo significato il particolato fine (PM10) per il quale lrsquoapporto di questo settore al quadro emissivo

complessivo Per quanto riguarda questo inquinante la normativa di riferimento egrave il DLgs n 155 del

13082010 in attuazione della Direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria ambiente e per unrsquoaria

piugrave pulita in Europa La norma prevede

un limite alla concentrazione media annua di 40 microgm3

un limite quale concentrazione media giornaliera di 50 microgm3 che non deve essere superato

piugrave di 35 volte lrsquoanno

1732 Ammoniaca

Per quanto riguarda lrsquoammoniaca non esiste un limite per lrsquoaria ambiente definito dalle norme vigenti

anche se il tema egrave dibattuto da tempo (Alberta Environment 2004) Recentemente la Regione

Toscana (2010) nellrsquoambito di una ricognizione dei valori di riferimento per composti non normati

emessi in atmosfera ha segnalato il valore di 70 μgm3 di ammoniaca quale soglia utile per orientare

valutazioni nellrsquoambito di studi di impatto ambientale e derivante dai ldquoLivelli guida significativi per la

saluterdquo elaborati dalla Agenzia governativa USA ATSDR (httpwwwatsdrcdcgov) Negli Stati Uniti egrave

stata suggerita lrsquoadozione di limiti compresi tra 100 e 208 microgm3 Alcuni Stati USA (es Michigan) hanno

adottato il valore di riferimento dellrsquoEPA di 100 microgm3 quale media giornaliera A fini cautelativi si

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PAGINA 136 194 Settembre 2015

considera in questo rapporto come primo valore di riferimento la soglia inferiore di percezione

dellrsquoammoniaca pari a 266 microgm3 (SEPA 2010)

Per quanto riguarda gli effetti ambientali diretti lrsquoUNECE (Commissione economica per lrsquoEuropa

dellrsquoONU) ha individuato giagrave nel 1999 i seguenti valori di riferimento 3300 microgm3 (media oraria) 270

microgm3 (media giornaliera) 23 microgm

3 (media mensile) and 8 microgm

3 (media annuale) quali livelli critici ai

fini della protezione della vegetazione Piugrave recentemente il valore soglia menzionato per la media

annuale ai fini della protezione degli ecosistemi egrave stato confermato (UNECE 2004)

1733 Idrogeno solforato

Le emissioni di idrogeno solforato (H2S) nellrsquoambito della zootecnia sono legate ai processi di

decomposizione di materiale organico in particolare componenti proteici (aminoacidi) contenenti zolfo

in condizioni di anaerobiosi e alla riduzione del solfato da parte di gruppi batterici specializzati (Arogo

et al 2000) I valori di H2S tipicamente riscontrabili nellrsquoatmosfera sono inferiori a 1 ppb (15 microgm3)

Metagrave della popolazione egrave capace di avvertire lrsquoH2S giagrave a concentrazioni di 8 ppb (12 microgm3) ed il 90

riconosce il suo tipico odore a 50 ppb (150 microgm3) (Cauzillo et al 2010)

La presenza dellrsquoH2S nellrsquoazienda agricola egrave in genere legata allo stoccaggio dei reflui noncheacute alle

strutture di ricovero degli animali soprattutto nellrsquoallevamento suino e in condizioni di scarsa

ventilazione Qui lrsquoH2S puograve raggiungere valori di circa 5 ppm (75 mgm3) la soglia massima accettabile

per la protezione della salute negli ambienti di lavoro indicata dallrsquoagenzia USA OSHA (Occupational

Safety and Health Administration) egrave fissata a 10 ppm (15 mgm3) Per quanto riguarda lrsquoaria ambiente

lrsquoOrganizzazione mondiale della sanitagrave propone tre soglie di riferimento (WHO Guidelines ed 2000)

150 μgm3 quale media su 24 ore

100 μgm3 per periodi di durata compresa tra 1 e 14 gg

20 μgm3 per periodi di durata fino a 90 giorni

La normativa nazionale fissa con il DPR 322 del 1541971 (abrogato) due limiti per le immissioni di H2S

allrsquoesterno dei perimetri industriali 100 microgm3 per intervalli di 30 minuti e 40 microgm

3 per un tempo di

mediazione di 24 ore

In ambito zootecnico la presenza di H2S egrave in genere ben correlata con la problematica dellrsquoodore

prodotto dalrsquoallevamento animale Guo et al (2000) hanno osservato che esiste una correlazione

positiva significativa tra questo gas e la percezione di odori (r = 075) e che pertanto la concentrazione

di H2S puograve essere utilizzata come indicatore dei livelli di odore per allevamenti di diverse tipologie

animali Le emissioni di H2S presso gli impianti di produzione animale sono strettamente correlate con

la specie animale (Ni et al 2002) il numero di capi e la gestione dei reflui Si stima che a paritagrave di peso

vivo ed altre condizioni le emissioni di H2S siano massime nellrsquoallevamento suino in particolare per le

fasi di riproduzione seguono lrsquoallevamento bovino e quindi quello avicolo (Atia et al 2010)

1734 Composti odorigeni

Una particolare attenzione sta incontrando ormai da diversi anni la problematica legata allrsquoemissione di

composti odorigeni da parte delle attivitagrave zootecniche La crescente densitagrave degli impianti e la

insufficiente pianificazione del territorio hanno determinato una commistione fra usi del suolo non

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COD 15V055 PAGINA 137 194

sempre compatibili e le distanze che separano aree residenziali e aziende zootecniche sono risultate in

numerosi casi inadeguate

Al centro dellrsquoattenzione vi sono oltre 200 diverse molecole (Schiffman 1998) che per loro natura sono

in grado di suscitare sensazioni sgradevoli allrsquoolfatto umano Per queste non esiste una specifica

normativa a carattere nazionale e la lacuna egrave stata parzialmente colmata da provvedimenti regionali

Diverse Regioni hanno legiferato in tema di disturbi olfattivi in particolar modo rispetto al trattamento

dei rifiuti urbani e il compostaggio Norme in materia sono state emanate giagrave da tempo da parte della

Regione Lombardia (DGR n 12764 del 16042003) dalla Basilicata (DGR n 709 del 22042002)

dalla Regione Sicilia (DGR n 27 parte I del 14062002 dellrsquoAbruzzo (DGR n 400 del 26052004) e

infine dalla Regione Veneto (DGR n 568 del 25022005)

Norme specifiche sul disturbo olfattivo e mirate a trattare ogni tipologia di fonte sono state emanate

dalla Regione Lombardia (2010) con le Linee Guida approvate dopo un periodo di valutazione di oltre

un anno con Deliberazione della Giunta Regionale del 15 febbraio 2012 (DGR 15 febbraio 2012 ndash n

IX3018)

Le Linee Guida della Regione Lombardia forniscono prima di tutto indicazioni circa un percorso di

valutazione delle emissioni e di determinazione del potenziale disturbo mediante lrsquoapplicazione di

metodologie di misura quantitativa Esse prevedono inoltre lrsquoimpiego di strumenti di dispersione

modellistica per valutazioni di carattere previsionale Le Linee Guida non forniscono nella realtagrave limiti

vincolati ma prescrivono che lo studio di impatto odorigeno richiesto per attivitagrave da cui egrave ragionevole

attendersi un impatto in tal senso sviluppi mappe di impatto ldquodove devono essere riportati i valori di

concentrazione orarie di picco di odore al 98deg percentile su base annuale cosigrave come risultanti dalla

simulazione a 1 3 e 5 uoEm3 ldquoal fine di poter consentire alle autoritagrave regolatorie di disporre delle

informazioni necessarie per valutare la compatibilitagrave ambientale dellrsquoimpianto o dellrsquoattivitagrave in esame in

relazione al contesto in cui si realizzanordquo

Altre Regioni hanno in modi diversi ripreso e adottato questa esperienza La Regione Emilia ndash

Romagna persegue il contenimento del rilascio di ammoniaca e quindi di uno dei principali odorigeni

dagli impianti a biogas e dal trattamento del digestato (Regolamento regionale 28 ottobre 2011 n1)

Va osservato che in numerosi altri Paesi sono previsti strumenti normativi analoghi ma mancano

indicazioni di livello europeo Cosigrave ad esempio in Gran Bretagna le Linee Guida ldquoIPPC - Horizontal

Guidance for Odour Part 1 ndash Regulation and Permittingrdquo (2002) che individuano quali limiti di

concentrazione di odore al 98deg percentile le soglie di 15 uoEm3 30 ouEm

3 60 ouEm

3 nel caso

rispettivamente di tipologie industriali ad ldquoelevatordquo ldquomediordquo o ldquobassordquo potenziale di molestia In Francia

la norma destinata alla protezione dalle emissioni di impianti di compostaggio prevede che entro un

raggio di 3000 m dai confini dellrsquoimpianto stesso non si debba superare il limite di 5 ouEm3

per piugrave di

175 ore allrsquoanno corrispondenti ad una frequenza del 2 (98deg percentile) (JORF du 22 Avril 2008) Un

quadro delle modalitagrave di valutazione delle emissioni odorigene dal settore zootecnico in diversi Paesi

europei egrave riportato in EPA ndash Ireland (2001)

Lrsquoapplicazione delle Linee Guida della Regione Lombardia assume al fine di condurre stime di

carattere previsionale il composto odorigeno come una miscela teorica di sostanze diverse Questa

viene trattata come un ldquoinquinanterdquo e ne viene stimato il rilascio e simulata la dispersione Lrsquoodore egrave

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PAGINA 138 194 Settembre 2015

espresso in termini di concentrazione definita in conformitagrave alla UNI EN 137252004 ed egrave assimilabile

nellambito delle simulazioni di dispersione ad ununica pseudo-specie che si disperde nellatmosfera in

forma gassosa (quindi non particellare)

174 Risultati delle simulazioni

1741 Composti odorigeni

I risultati delle elaborazioni condotte con il modello Windimula sono riportati per i ricettori considerati

nella tabella che segue Questa evidenzia valori di concentrazione di odorigeni stimati presso le

abitazioni individuate noncheacute presso i ricettori discreti individuati a distanza di 500 m dalle strutture

zootecniche

I valori riportati sono tutti inferiori alla soglia di 1 ouEm3 e consentono di affermare che presso le

residenze individuate in prossimitagrave dellrsquoAzienda e piugrave in generale oltre i 500 m di distanza le

concentrazioni di composti odorigeni non andranno a creare condizioni di disturbo Le concentrazioni

piugrave elevate di odore si riscontrano presso gli estrattori e comunque si mantengono ovunque allrsquointerno

del perimetro aziendale su livelli contenuti (5 ouEm3)

Secondo le Linee Guida della Regione Lombardia il valore di 1 ouEm3 per il 98 percentile delle ore

dellrsquoanno indica che per un numero limitato di ore appunto meno del 2 vi potragrave essere percezione

delle emissioni ma ciograve saragrave avvertito solo dalla porzione piugrave sensibile della popolazione I valori

risultano sempre inferiori a questa soglia anche nel caso lrsquoAzienda si orienti verso un incremento della

produzione utilizzando al meglio gli spazi disponibili

La distribuzione attesa delle concentrazioni (98deg percentile delle concentrazioni medie orarie) di odore

in prossimitagrave dellrsquoAzienda egrave riportata graficamente Dalla mappa si rileva chiaramente la modesta entitagrave

delle concentrazioni che si possono raggiungere anche nei periodi meno favorevoli alla dispersione

Allontanandosi dallrsquoAzienda i giagrave modesti valori si riducono rapidamente e risultano del tutto trascurabili

a poche centinaia di metri di distanza Lrsquoelaborazione relativa allrsquoipotesi di incremento della produzione

non modifica il quadro complessivo descritto La rappresentazione grafica delle ricadute non mostra

particolaritagrave di rilievo La isolinea indicante la concentrazione di 3 ouEm3 sempre riferita al 98deg

percentile delle stime orarie corre in prossimitagrave del confine dellrsquoAzienda La isolinea indicante la

concentrazione di 1 ouEm3 non raggiunge le abitazioni e si sviluppa in direzione sud-ovest

coerentemente con i venti dominanti

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COD 15V055 PAGINA 139 194

Valori di concentrazione previsti dal modello di dispersione presso le abitazioni

Distanza dalle

sorgenti (m)

98deg percentile (ouEm3)

Stato attuale

98deg percentile

(ouEm3)

Incremento

produzione

1 residenza Nord 400 lt 05 lt 05

2 residenza Est 426 lt 05 lt 05

3 residenza Sud 387 lt 05 055

Valori di concentrazione previsti dal modello di dispersione per i ricettori discreti

Ricettori discreti Distanza dalle

sorgenti (m)

98deg percentile (ouEm3)

Stato attuale

98deg percentile

(ouEm3)

Incremento

produzione

N 500 0175 0208

W 500 0641 0504

S 500 0289 0444

E 500 0158 0302

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PAGINA 140 194 Settembre 2015

Concentrazione di composti odorigeni (98degpercentile) (in ouEm

3) con emissioni attuali Sono

riportate rispettivamente in verde e giallo e rosso le isolinee 1 e 3 ouEm3

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COD 15V055 PAGINA 141 194

Concentrazione media oraria di composti odorigeni (98degpercentile) (in ouEm3) nellrsquoipotesi di

incremento produttivo Sono riportate rispettivamente in verde giallo e rosso le isolinee 13 e 5

ouEm3

1742 Ammoniaca

Il modello di dispersione fornisce il quadro delle concentrazioni attese di NH3 sulla base delle emissioni

prodotte nel corso dellrsquoattivitagrave produttiva La Tabella 13 fornisce il quadro delle ricadute di questo

composto in prossimitagrave delle strutture di produzione Sono riportati i valori di concentrazione media

annua presso le abitazioni e i recettori discreti

Il valore di concentrazioni media annua stimato presso le sorgenti di emissione corrispondenti alla

bocca degli estrattore egrave 7 microgm3 il valore massimo giornaliero presso lrsquoimpianto egrave stimato in 14 allo

stato attuale A breve distanza ancora allrsquointerno del perimetro aziendale le concentrazioni calano

rapidamente e raggiungono presso le abitazioni individuate per la valutazione degli odorigeni livelli

inferiori a 1 microgm3 notevolmente inferiori alla soglia di percezione del composto

Nel caso lrsquoAzienda si orienti in direzione di un incremento produttivo come descritto in precedenza egrave

atteso un aumento delle emissioni di ammoniaca presso lrsquoimpianto il valore di concentrazione media

annua attesa saragrave di 95 microgm3 mentre il valore massimo giornaliero potragrave raggiungere i 185 microgm

3

Valori di concentrazione di ammoniaca determinati dal modello di dispersione presso le abitazioni

Distanza dalle sorgenti Concentrazione

media annua

stato attuale

Concentrazione

media annua

incremento produttivo

(m) microgm3 microgm

3

1 residenza Nord 400 lt 05 lt 05

2 residenza Est 426 lt 05 lt 05

3 residenza Sud 387 lt 05 lt 05

Valori di concentrazione di ammoniaca determinati dal modello di dispersione presso i ricettori

discreti

Distanza dalle sorgenti Concentrazione

media annua

Stato attuale

Concentrazione

media annua

Incremento produttivo

(m) microgm3 microgm

3

Estrattori 0 5051 6920

N 500 0102 0156

W 500 0284 0392

S 500 0244 0329

E 500 0130 0174

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PAGINA 142 194 Settembre 2015

Concentrazione media annua di NH3 (in microgm

3) ndash Situazione attuale

Concentrazione media annua di NH3 (in microgm3) ndash Ipotesi di incremento produttivo

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COD 15V055 PAGINA 143 194

1743 Particolato fine

I valori attesi di PM dati dallrsquoelaborazione modellistica sono assai contenuti presso lrsquoarea dellrsquoimpianto

la concentrazione media annua data dalle sole emissioni dellrsquoimpianto si attesta sul valore di 26 microgm3

Allontanandosi di poche centinaia di metri le concentrazioni attese calano drasticamente e raggiungono

valori poco significativi Sia nelle condizioni attuali che con lrsquoincremento di produzione previsto le

concentrazioni presso i ricettori individuati si attestano su valori inferiori o pari a 1 microgm3

Valori di concentrazione di PM10 determinati dal modello di dispersione presso le abitazioni

Distanza dalle

sorgenti

Concentrazione

media annua

stato attuale

Concentrazione

media annua

incremento produttivo

(m) microgm3

microgm3

1 residenza Nord 400 1049 143

2 residenza Est 426 lt 05 0505

3 residenza Sud 387 lt 05 lt05

Valori di concentrazione di PM10 determinati dal modello di dispersione per i ricettori discreti

Distanza dalle

sorgenti

Concentrazione

media annua

Stato attuale

Concentrazione

media annua

Incremento produttivo

(m) microgm3

microgm3

Estrattori 0 2604 354

N 500 0657 0745

W 500 1199 1630

S 500 0950 1290

E 500 0748 1018

Le mappe che seguono riportano la distribuzione delle ricadute delle emissioni di PM10 Si osserva

come la superficie interessata dalle ricadute sia estremamente contenuta e non interessi le abitazioni

piugrave prossime allrsquoAzienda

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PAGINA 144 194 Settembre 2015

Concentrazione media annua di PM10 (in microgm

3) ndash Situazione attuale

Concentrazione media annua di PM10 (in microgm

3) ndash Ipotesi di incremento produttivo

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COD 15V055 PAGINA 145 194

1744 Idrogeno solforato

I valori attesi di idrogeno solforato dati dallrsquoelaborazione modellistica sono come per gli altri composti

molto modesti Presso lrsquoarea dellrsquoimpianto la concentrazione media annua data dalle sole emissioni

dellrsquoimpianto si attesta sul valore di 114 microgm3

Allontanandosi di poche centinaia di metri le

concentrazioni attese calano ulteriormente e raggiungono valori del tutto trascurabili Sia nelle

condizioni attuali che con lrsquoincremento di produzione previsto le concentrazioni presso i ricettori

individuati si attestano su valori inferiori o pari a 1 microgm3 quindi ben al disotto della soglia di percezione

del composto

Valori di concentrazione di idrogeno solforato determinati dal modello di dispersione presso le

abitazioni

Distanza dalle

sorgenti

Concentrazione

media annua

stato attuale

Concentrazione

media annua

incremento produttivo

(m) microgm3 microgm

3

1 residenza Nord 400 0012 0058

2 residenza Est 426 0015 0020

3 residenza Sud 387 0011 0044

Valori di concentrazione di idrogeno solforato determinati dal modello di dispersione per i ricettori

discreti

Distanza dalle

sorgenti

Concentrazione

media annua

Stato attuale

Concentrazione

media annua

Incremento produttivo

(m) microgm3 microgm

3

Estrattori 0 1140 1560

N 500 0024 0033

W 500 0022 003

S 500 0046 0605

E 500 0854 0063

Le mappe che seguono riportano la distribuzione delle ricadute delle emissioni di H2S Si osserva come

la superficie interessata dalle ricadute sia estremamente contenuta e non interessi le abitazioni piugrave

prossime allrsquoAzienda

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PAGINA 146 194 Settembre 2015

Concentrazione media annua di H2S (in microgm3) ndash Situazione attuale

Concentrazione media annua di H2S (in microgm3) ndash Ipotesi di incremento produttivo

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COD 15V055 PAGINA 147 194

175 10 Considerazioni conclusive

Sono state analizzate le emissioni di alcuni inquinanti normati gas ad effetto serra e composti odorigeni

emessi dalle strutture produttive dellrsquoAzienda Agricola Maggiolo Lrsquoesame egrave stato condotto rispetto

allrsquoattuale livello di produzione dellrsquoallevamento avicolo e considerando unrsquoipotesi di aumento dei capi

accasati

Lrsquoaumento dei capi allevati nel corso dei cicli di produzione annui determina un aumento del rilascio di

in atmosfera da parte delle strutture dellrsquoallevamento proporzionale al numero di capi LrsquoAzienda si

trova in una zona idonea allrsquoallevamento per la relativamente scarsa densitagrave abitativa e la presenza di

una fascia di colture agricole che la separa dalle abitazioni piugrave prossime

Per verificare quale possano essere le concentrazioni di odorigeni PM10 H2S e NH3 nellrsquoarea

circostante lrsquoAzienda egrave stata condotta una indagine modellistica mediante il software Windimula

Questa ha evidenziato presso le abiazioni e ricettori discreti posizionati a 500 m valori molto contenuti

di tutti i composti considerati

La valutazione del potenziale disturbo legato a composti odorigeni egrave stata condotta secondo quanto

previsto dalle Linee Guida in materia predisposte dalla Regione Lombardia Le tre abitazioni poste ad

alcune centinaia di metri dallrsquoimpianto zootecnico non risultano interessati da disturbi olfattivi Anche i

valori di concentrazione attesi per NH3 e H2S non si ritiene possano avere impatto olfattivo

In conclusione si puograve ritenere che la presenza dellrsquoattivitagrave di produzione avicola condotta dallrsquoAzienda

Maggiolo non determini attualmente condizioni di disturbo olfattivo o apporti rilevanti di inquinati da

modificare il quadro locale della qualitagrave dellrsquoaria Con riferimento allrsquoincremento di capi da accasare di

cui egrave richiesta lrsquoautorizzazione si ritiene che ciograve pur determinando un modesto incremento delle

emissioni non comporteragrave alterazioni della qualitagrave dellrsquoaria e lrsquoemissione di odorigeni pur

occasionalmente percepita non causeragrave disturbi di natura olfattivo presso le abitazioni piugrave prossime

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PAGINA 148 194 Settembre 2015

18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALLrsquoATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO

181 Assi viari interessati dal traffico indotto

I flussi di traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento dellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave legato al trasporto

dei capi da e per lrsquoallevamento allrsquoapprovvigionamento di materie prime (in particolare mangime) ed al

trasporto dalla pollina a fine ciclo

I pulcini arrivano da San Pietro in Gugrave Dallo stesso comune arriva il mangime dai mangimifici del

gruppo Veronesi I capi sono portati ai macelli di Vazzola e San Martino Buonalbergo La pollina

viene tutta consegnata ad una fungaia Agrifung localizzata a Trevignano

La tabella che segue riporta le distanze tra lrsquoazienda agricola e le realtagrave aziendali

Distanze percorse dai mezzi

Consegna Distanza km Tipologia di strade

San Pietro in Gugrave Pulcini

Mangime

245 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti

Vazzola Capi a fine ciclo 515 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti

San Martino

Buonalbergo

Capi a fine ciclo 879 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti

Trevignano Pollina 167 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti

Nelle immagine sotto riportate viene indicata la viabilitagrave interessata dai mezzi di trasporto e che

verranno utilizzate per il trasporto dei capi a inizio e fine ciclo e delle materie

Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso Vazzola (da Google map)

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COD 15V055 PAGINA 149 194

Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso San Pietro in Gugrave (da Google map)

Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso San Martino Buon Albergo (da Google map)

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PAGINA 150 194 Settembre 2015

Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso Trevignano (da Google map)

182 Stima del traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento

Durante il periodo di carico (accasamento) dei capi sono necessari attualmente 2 mezzi per ciclo

quando nello scenario di progetto si prevedono circa 6 mezzi per ciclo

Per il trasporto del mangime sono necessari attualmente circa 12 mezzi per ciclo (con autocisterne da

30 t) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 30 mezzi per ciclo (sempre con autocisterne

da 30 t)

Per il trasporto della pollina prodotta sono necessari attualmente circa 2 mezzi per ciclo (con mezzi da

30 t di cui il 70 di portata utile) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 5 mezzi per ciclo

(sempre da 30 t)

Durante il periodo di scarico dei capi sono necessari attualmente considerando un tipico ciclo misto

(come indicato nel quadro di riferimento progettuale) 2 mezzi per il primo sfoltimento (polli da 18 kg) 2

mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 27 kg) e quindi 6 mezzi per lrsquoultimo lo scarico dei polli da 36

kg Nello scenario di progetto considerando sempre lo stesso tipico ciclo misto saranno necessari 5

mezzi per il primo sfoltimento (polli da 18 kg) 4 mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 27 kg) e

quindi 16 mezzi per lrsquoultimo lo scarico dei polli da 36 kg

Contemporaneamente egrave possibile che il trasporto di mangime possa coincidere con il periodo si carico

dei capi essendo quindi possibile che il traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamenti sia pari ad un

massimo giornaliero (svolto nel solo periodo diurno) di 3 mezzi pesanti nella situazione attuale e 5

mezzi pesanti nello scenario di progetto

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 151 194

Situazione attuale e scenario di progetto ndash trasporto di materie

Trasporto capi

situazione attuale

scenario di progetto

Mezzi di trasporto inizio ciclo n capi 39500 110000

Mezzi di trasporto n 20 60

Mezzi di trasporto fine ciclo al macello

situazione attuale

scenario di progetto

sfoltimento a 18 kg n capi 111318 310000

Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 111318 310000

Peso vivo kgcapo 18 200 558

Numero di gabbie n capi per gabbia 48 2319 6458

Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n 20 50

sfoltimento a 27 kg n capi 71818 200000

Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 71818 200000

Peso vivo kgcapo 27 194 540

Numero di gabbie n capi per gabbia 32 2244 6250

Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n

20 40

sfoltimento a 36 kg n capi 211864 590000

Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 211864 590000

Peso vivo kgcapo 36 763 2124

Numero di gabbie n capi per gabbia 24 8828 24583

Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n

60 160

Mangime

situazione attuale

scenario di progetto

Fabbisogno di mangime t ciclo 3144 8392

Mezzo di trasporto (autocisterne da 30 t) n ciclo

120 300

Pollina a fine ciclo

situazione attuale

scenario di progetto

Produzione di pollina (dato medio considerata la consistenza media al netto della mortalitagrave) kgcapo 135 141

Produzione di pollina t ciclo 320 892

Mezzo di trasporto (30 t di cui 70 portata utile) n

20 50

situazione attuale

scenario di progetto

Mezzi di trasporto complessivi per ciclo n ciclo 260 660

Flusso massimo contemporaneo n giorno

30 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t

50 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t contemporanea allo sfoltimento

dei capi

Studio di Impatto Ambientale

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PAGINA 152 194 Settembre 2015

Situazione attuale ndash tipico ciclo misto

numero di

capi Scorta di Mangime

Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine

ciclo Mezzi pollina

Totale mezzi massimo gg

850 30

30

1 19750 844

10

10

2 39500 833

10

10

3 39500 822

-

4 39500 811

-

5 39500 799

-

6 39500 788

-

7 39500 777

-

8 39500 766

-

9 39500 754

-

10 39500 743

-

11 39500 712

-

12 39500 682

-

13 39500 651

-

14 39500 620

-

15 39500 589

-

16 39500 559

-

17 39500 528

-

18 39500 497

-

19 39500 466

-

20 39500 436

-

21 39500 405

-

22 39500 326

-

23 39500 247

-

24 39500 168

-

25 39500 89

-

26 39500 10

-

27 39500 781 30

30

28 39500 702

-

29 39500 623

-

30 39500 544

-

31 39500 465

-

32 39500 386

-

33 39500 307

-

34 39500 228

-

35 39500 149

-

36 28368 92

20

20

37 28368 35

-

38 28368 829 30

30

39 28368 772

-

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 153 194

numero di

capi Scorta di Mangime

Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine

ciclo Mezzi pollina

Totale mezzi massimo gg

40 28368 715

-

41 28368 659

-

42 28368 602

-

43 28368 545

-

44 28368 488

-

45 28368 432

-

46 21186 352

20

20

47 21186 273

-

48 21186 193

-

49 21186 114

-

50 21186 34

-

51 21186 805 30

30

52 21186 725

-

53 21186 646

-

54 21186 567

-

55 21186 487

-

56 21186 408

-

57 21186 328

-

58 13506 278

20

20

59 5826 256

20

20

60 - 256

20

20

61

20

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PAGINA 154 194 Settembre 2015

Scenario di progetto ndash tipico ciclo misto

numero di capi

Scorta di Mangime

Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine

ciclo Mezzi pollina

Totale mezzi massimo gg

850 30

30

1 18333 845

10

10

2 36667 834

10

10

3 55000 819

10

10

4 73333 798

10

10

5 91667 772

10

10

6 110000 740

10

10

7 110000 709

-

8 110000 678

-

9 110000 646

-

10 110000 615

-

11 110000 529

-

12 110000 444

-

13 110000 358

-

14 110000 272

-

15 110000 187

-

16 110000 101

-

17 110000 16

-

18 110000 780 30

30

19 110000 694

-

20 110000 609

-

21 110000 523

-

22 110000 303

-

23 110000 83

-

24 110000 713 30

30

25 110000 493

-

26 110000 273

-

27 110000 53

-

28 110000 683 30

30

29 110000 463

-

30 110000 243

-

31 110000 23

-

32 110000 653 30

30

33 110000 433

-

34 110000 213

-

35 94640 24

20

20

36 79280 685 30 20

50

37 79000 527

10

10

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COD 15V055 PAGINA 155 194

numero di capi

Scorta di Mangime

Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine

ciclo Mezzi pollina

Totale mezzi massimo gg

38 79000 369

-

39 79000 211

-

40 79000 53

-

41 79000 745 30

30

42 79000 587

-

43 79000 429

-

44 68760 291

20

20

45 59000 70

20

20

46 59000 699 30

30

47 59000 477

-

48 59000 256

-

49 59000 35

-

50 59000 664 30

30

51 59000 442

-

52 59000 221

-

53 59000 850 30

30

54 51320 657

20

20

55 43640 494

20

20

56 35960 359

20

20

57 28280 253

20

20

58 20600 176

20

20

59 12920 127

20

20

60 5240 108

20

20

61 -

20

20

62

20 20

63

20 20

64

10 10

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PAGINA 156 194 Settembre 2015

19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO

191 Premessa

La valutazione previsionale dellimpatto acustico comprese le misure fonometriche egrave stata eseguita dal

Dott Mario Zambrini e dallrsquoIng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel campo dellrsquoacustica

ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti rispettivamente con

Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714 del 3 Dicembre 2010

192 Stima dellrsquoimpatto acustico ndash modello di simulazione

Per la stima dellrsquoimpatto acustico determinato dalle attivitagrave di allevamento egrave stato utilizzato il software

Soundplan (versione 74) che utilizza quale riferimento di calcolo la norma internazionale ISO 9613-

21996 ldquoAcoustics ndash Attenuation of sound during propagation outdoors ndash Part 2 general method of

calculationrdquo per le sorgenti sonore puntuali

Il metodo di stima proposto dalla norma internazionale ISO 9613 consente di calcolare in

corrispondenza dei recettori acustici i livelli di pressione sonora associati alla presenza di un insieme di

sorgenti sonore

Tale modello calcola i livelli di pressione sonora determinati da una o piugrave sorgenti sonore in

corrispondenza di un numero potenzialmente infinito di recettori (LAT) al netto delle attenuazioni della

pressione sonora che ne influenzano la propagazione nel caso dellrsquoallevamento oggetto di valutazione

il modello considera dunque lrsquoattenuazione determinata dalla barriere (attenuazione determinata dalla

presenza di schermibarriere fisiche tra la sorgente ed il recettore Abar ovvero in questo caso

prevalentemente dallrsquoorografia del territorio ed i manufatti esistenti) divergenza geometrica (Adiv) (in

base allrsquoipotesi di propagazione del rumore in campo sferico) dallrsquoassorbimento dellrsquoatmosfera (Aatm) ed

alla cosiddetta ldquorugositagraverdquo del terreno (Agr)

ISO 9613-21996

(estratto riassuntivo illustrativo dei parametri utilizzati nella presente simulazione)

LAT = LW + Dc ndash (Adiv + Aatm + Agr + Abar) - Cmet

in cui

LAT livello equivalente di pressione sonora in corrispondenza del recettore acustico

LW livello di potenza sonora

Dc correzione che tiene conto della eventuale direttivitagrave della propagazione del rumore che nel caso di

una sorgente omnidirezionale risulta pari a 0 dB(A)

Adiv (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)

Aatm (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)

Agr (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)

Abar (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)

Cmet fattore di correzione meteoclimatico dipendente dalla direzione e velocitagrave del vento e del gradiente di

temperatura (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996) ndash non considerato nelle presenti

simulazioni

Nellrsquoambito delle simulazioni condotte tutte le sorgenti sonore sono considerate omnidirezionali

Nella stima dellrsquoAGr egrave stato utilizzato nelle simulazioni relative alle situazione attuale e allo scenario di

progetto un coefficiente ldquoGrdquo pari a 06 legato alla presenza di terreni porosi (che includono prato e

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 157 194

pascolo presenza di vegetazione e alberi o aree a seminativi)

Nellrsquoambito delle simulazioni condotte si sono assunti valori di temperatura umiditagrave e pressione

atmosferica rispettivamente pari a 10ordmC 70 e 101325 mbar

Per la stima del contributo dei flussi di traffico indotto dalle attivitagrave dellrsquoallevamento egrave stato utilizzato lo

software Soundplan adottando quale riferimento di calcolo il codice NMP ndash Routes ndash 96 (sviluppato da

SETRA-CERTU-LCP-CSTB) raccomandato dalla Commissione Europea per la determinazione dei

livelli sonori generati da traffico veicolare25

Le simulazioni acustiche sono state elaborate adottando i seguenti parametri numero di riflessioni pari

a 3 (utilizzato anche nel calcolo dei livelli di pressione in corrispondenza dei singoli edifici) griglia di

calcolo di 10 m di lato livello di interpolazione massimo di 9x9 (equivalente ad una stima dei livelli per

81 recettori interni alla cella) stima dei livelli di pressione ad una altezza di 4 m dal terreno nel caso

delle mappe acustiche ed in corrispondenza dei singoli recettori collocati al piano terreno eo al primo

piano

Sulla base di tali input il modello egrave quindi in grado di elaborare e rappresentare le curve isofoniche

corrispondenti ad altrettanti livelli di pressione sonora (espressi in questo caso come Livello sonoro

equivalente ponderato A ndash LAeq) previsti nellrsquointorno dellrsquoallevamento di progetto ovvero determinare il

livello di pressione sonora ipotizzabile in facciata ad ogni edificio individuato Le simulazioni tengono

inoltre in considerazione la presenza dei manufatti presenti sul territorio

Gli esiti delle simulazioni effettuate vengono rappresentati in forma grafica mediante mappe che

riportano le curve isofoniche per la visualizzazione dei livelli di pressione sonora (come contributo delle

sorgenti simulate) relativamente a tutto il territorio potenzialmente interessato

In corrispondenza dei singoli edifici presenti sul territorio si restituiscono invece puntualmente i livelli

di pressione sonora in facciata

Mappe acustiche riportate in allegato cartografico

Griglia di calcolo Scala di restituzione cartografica

Situazione attuale e scenario di progetto

Mappa acustica relativa al periodo diurno serale e notturno senza traffico indotto ndash solo sistema di ventilazione alla massima potenza

10 x 10 m 110000 13500

Situazione attuale

Mappa acustica relativa al periodo diurno durante le giornate con traffico indotto (sistema di ventilazione sempre alla massima potenza)

10 x 10 m 110000 13500

Scenario di progetto

Mappa acustica relativa al periodo diurno durante le giornate con traffico indotto (sistema di ventilazione sempre alla massima potenza)

10 x 10 m 110000 13500

25

Raccomandazione della Commissione del 6 Agosto 2003 concernente le linee guida relative ai metodi di calcolo aggiornati per il rumore dellrsquoattivitagrave industriale degli aeromobili del traffico veicolare e ferroviario e relativi dati di rumorositagrave (2003613CE)

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PAGINA 158 194 Settembre 2015

193 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici

Secondo il Piano di Classificazione Acustica del comune di Castelfranco Veneto approvato con

deliberazione del Consiglio Comunale n 103 del 3172003 si rileva che lrsquoarea oggetto di analisi si

colloca allrsquointerno della classe III ndash aree di tipo misto Come specifica anche la Relazione Illustrativa

ldquorientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento

con media densitagrave di popolazione con presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di

attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano

macchine operatricirdquo

Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Riese Pio X classifica lrsquoarea a sud ovest del comune

al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego in classe acustica II ldquoaree

destinate a uso prevalentemente residenzialerdquo Per tali aree ldquoIl DPCM 1391 determina che siano

inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con

bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali e assenza di attivitagrave

industriali e artigianali In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui lrsquoabitare egrave

evidentemente la funzione prioritaria e in cui mancano o comunque non sono significative le attivitagrave

commerciali che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni (negozi di generi

alimentari artigianato di servizio ecc) Lrsquoassenza di importanti assi di attraversamento e di strade

principali di connessione urbana lrsquoassenza di attivitagrave industriali e dellrsquoartigianato produttivo assieme

alla bassa densitagrave di popolazione consentono di individuare indicativamente tali aree solo in alcune

zone C del PRG vigente In particolare lrsquoassenza di attivitagrave di artigianato produttivo diventa elemento di

riconoscimento delle zone C da inserire in classe IIrdquo

Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castello di Godego individua la zona a nord est al

confine con il comune di Castelfranco Veneto in classe III ndash aree di tipo misto Come per il Piano di

Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato per le aree che

ricadono in questa classe valgono le prescrizioni del DPCM 1391

Lrsquoindividuazione dei potenziali recettori acustici egrave stata effettuata sulla base della Carta Tecnica

Regionale e sulla base del sopraluogo effettuato in loco noncheacute delle foto aeree

La tavola ldquoClassificazione acustica del territoriordquo (inclusa nellrsquoallegato cartografico) riporta lo stralcio

delle classificazioni acustiche dei tre comuni Nella stessa tavola vengono indicati i potenziali recettori

acustici selezionati collocati a minor distanza della azienda agricola ovvero degli assi viari interessati

dal traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento

La seguente tabella riporta lrsquoelenco dei manufatti selezionati ai fini della presente valutazione e

relativamente ai quali sono stati posizionati i recettori sul lato piugrave esposto allrsquoattivitagrave di allevamento e

relativo traffico indotto

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 159 194

Potenziali recettori acustici (coordinate in sistema UTM WGS 84 zona 32 N)

Identificativo

recettore X Y Classe acustica VL immissione PD VL immissione PN

1 1726859 5064272 III 60 50

2 1726864 5064266 III 60 50

3 1726856 5064232 III 60 50

4 1726922 5064206 III 60 50

5 1726949 5064191 III 60 50

5n 1726941 5064196 III 60 50

5o 1726936 5064188 III 60 50

6 1726959 5064155 III 60 50

7 1727065 5064088 III 60 50

8 1727050 5064031 III 60 50

9n 1727023 5064026 III 60 50

9o 1727002 5064016 III 60 50

10 1727012 5063904 III 60 50

11 1726990 5063891 III 60 50

12 1726507 5063724 III 60 50

13 1726500 5063705 III 60 50

14 1726466 5063737 III 60 50

15 1726444 5063767 III 60 50

16 1726343 5063718 III 60 50

17 1726312 5063786 III 60 50

18 1726289 5063814 III 60 50

19 1726226 5063793 III 60 50

20 1726164 5063784 III 60 50

21 1726290 5063869 III 60 50

22 1726554 5064499 III 60 50

23 1726579 5064501 III 60 50

24 1726603 5064543 III 60 50

25 1726613 5064568 III 60 50

26 1726674 5064584 III 60 50

27 1726676 5064569 III 60 50

28 1726685 5064555 III 60 50

29 1726700 5064539 III 60 50

30 1726712 5064518 III 60 50

31 1726730 5064494 III 60 50

32 1726748 5064476 III 60 50

Az 1726547 5064199 III 60 50

S1 1727237 5063387 III 60 50

S2 1727215 5063351 III 60 50

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PAGINA 160 194 Settembre 2015

194 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate allrsquoattivitagrave di allevamento

1941 Sorgenti fisse e sorgenti mobili

Le principali sorgenti sonore dellrsquoallevamento polli da carne sono costituite dal sistema di ventilazione

forzata che garantisce idonee condizioni interne ai capannoni di allevamento La ventilazione dei

capannoni egrave di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete collocati nel lato

ovest di ciascun capannone nel capannone 1 2 ventilatori sono collocati nella parete laterale (sempre

lato ovest)

Ventilazione dei capannoni

Capannone Modello

EM50

Modello

ED36HE

1 6 -

2 8 -

3 8 -

4 8 -

5 4 2

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 161 194

Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola 5 capannoni con relative sorgenti puntuali

(ventilatori assiali a parete) edificio residenziale del proprietario e gestore dellrsquoazienda agricola 3

manufatti (ricovero materiali e attrezzature agricole)

(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture)

Il regime di funzionamento dei ventilatori varia in funzione della fase di sviluppo dei capi del numero

presente in ciascun capannone ma principalmente dalle condizioni meteo climatiche variabile

chiaramente nellrsquoarco dellrsquoanno

In ogni caso sia nella situazione attuale che nello scenario di progetto in particolari condizioni di

temperatura e umiditagrave i ventilatori funzionano a pieno regime e tutti contemporaneamente In entrambi

gli scenari le simulazioni sono state effettuata assumendo in via cautelativa il funzionamento di tutti i

ventilatori a pieno regime

Nella tabella che segue si riportano i livelli di pressione sonora (misurati a 2 m di distanze dalla

sorgente) garantite dalla casa produttrice Munters relativamente ai modelli di ventilatori in uso

nellrsquoazienda agricola Maggiolo

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PAGINA 162 194 Settembre 2015

Livelli di pressione sonora dB(A) a 2 m

dalla sorgente

Fonte Munters specifiche tecniche dei modelli

EMEMS ndash EDHEEDSHE-EC air extraction

circulation fan ndash Declaration of conformity (2013)

Situazione attuale e scenario di progetto - Sorgenti fisse simulate

Capannone Modello EM50

Livello di

potenza sonora

dB(A) delle

singole sorgenti

Modello ED36HE

Livello di potenza

sonora dB(A) delle

singole sorgenti

1 4 882 2 958

2 8 882 - -

3 8 882 - -

4 8 882 - -

5 6 882 - -

I livelli di pressione indicati dalla casa produttrice sono stati convertiti in livelli di potenza sonora

associando al ventilatore una propagazione semisferica Come prima analisi egrave stato stimato il livelli di

pressione sonora a 2 m di distanza di un ventilatore (modello ED36 e modello EM50) collocato nella

parete di uno dei 5 capannoni su una superficie riflettente poicheacute la sorgente egrave collocata in una parete

la simulazione egrave stata effettuata considerando un coefficiente di correzione pari a + 3 dB(A)

In corrispondenza del punto collocato a 2 m la simulazione con un ventilatore ED36HE ha portato ad un

livello di pressione sonora pari a 831 dB(A) in linea con il dati fornito dalla casa produttrice che

chiaramente egrave stato determinato in condizioni controllate non riproducili

In corrispondenza del punto collocato a 2 m la simulazione con un ventilatore EM50 ha portato ad un

livello di pressione sonora pari a 754 dB(A) in linea con il dati fornito dalla casa produttrice che

chiaramente egrave stato determinato in condizioni controllate non riproducili

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COD 15V055 PAGINA 163 194

Ricostruzione del modello 3D per

la verifica della conversione del

livello di pressione sonora in

livello di potenza sonora

Relativamente al traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento nella situazione attuale e nello scenario

futuro egrave stato simulato il traffico indotto dalla normale attivitagrave svolta e che si svolgeragrave nellrsquoazienda

agricola considerando il numero massimo di mezzi pesanti che in una stessa giornata arrivano ed

escono Quindi assumendo un massimo pari a 3 mezzi giorno nella situazione attuale e 5 mezzi

giorno nello scenario futuro In via cautelativi tali mezzi sono stati fatti transitare in un breve periodo di 6

ore riferito chiaramente al periodo esclusivamente diurno

Traffico indotto simulato

Situazione

attuale Veicoli Pesanti

Scenario di progetto

Veicoli Pesanti Tipo di flusso

Tipo di manto stradale

Numero massimo di mezzi pesanti in arrivo in una giornata

30 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t

50 per rifornimento

mangime fino ad una capacitagrave dei silos

pari a 85 t contemporanea allo sfoltimento dei capi

- -

Numero di ore di operativitagrave (assunzione cautelativa)

6 6 - -

Numero massimo di mezzi pesanti in in entrata uscita dallrsquoazienda

10 17 - -

Strada di accesso allrsquoazienda agricola Flussi di traffico in entrata uscita dallrsquoazienda vh

15 20 Flusso fluido

continuo Strada non

asfaltata

Velocitagrave media di percorrenza kmh 30 30

Viabilitagrave principale Flussi di traffico in entrata uscita dallrsquoazienda vh

15 20 Flusso fluido

continuo Asfalto poroso

Velocitagrave media di percorrenza kmh 50 50

Le sorgenti fisse sono state simulate sia nella situazione attuale che nello scenario di progetto sia nel

periodo diurno (dalle 6 alle 19) che in quello serale notturno (dalle 19 alle 6) periodo questo nel quale

viceversa non sono state simulate le sorgenti mobili Nel confronto con i limiti ed in attesa della

definizione a livello italiano di valori limite per il periodo serale si egrave assunto cautelativamente il valore

limite riferito al periodo notturno anche per la fascia serale compresa tra 19 e le 22 di sera

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PAGINA 164 194 Settembre 2015

Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola dei manufatti presenti intorno alla stessa e della

viabilitagrave

(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture di allevamento e la

distribuzione dei manufatti sul territorio circostante)

195 Livelli ambientali ante operam

1951 Indagine fonometrica

Lrsquoindagine fonometrica egrave stata condotta il 25 maggio 2015 in corrispondenza di due punti di rilevamento

ritenuti significativi e rappresentativi dalla situazione attuale ed ai fini della valutazione degli impatti

attesi a seguito dellrsquoampliamento dellrsquoallevamento

Le misure sono state effettuate con uno fonometro integratore di precisione in classe 1 con filtri e

microfoni conforme a quanto richiesto dal DM 16031998 (conformi alle specifiche tecniche IEC 61672-

12002 Class 1 IEC 60651-2001 60804-2000 e ANSI S14 ndash 1983 Tipo 13 11 Filtro di Ottave S111-

1986 Tipo 1C IEC61260-am1-2001 Class 1) (certificati di taratura n 9388 del 14 maggio 2013 e n

9386 del 14 maggio 2013)

Le misure sono state effettuate in conformitagrave con le specifiche definite dal DM Ambiente 16 marzo

1998rdquo In particolare le misure sono state effettuate posizionando il microfono munito di cuffia

antivento ad unrsquoaltezza di 15 m dal piano di campagna Durante il periodo di svolgimento delle misure

non sono state rilevate precipitazioni e la velocitagrave del vento era inferiore a 5 ms

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COD 15V055 PAGINA 165 194

1952 Livelli ambientali rilevati

La restituzione del clima sonoro attuale nel periodo diurno egrave stata effettuata mediante la realizzazione

di n 2 misure fonometriche di durata pari a 20 e 30 minuti in corrispondenza di n 2 punti di

rilevamento interni allrsquoarea dellrsquoallevamento

Punto 01 ndash punto di misura localizzato a circa 21 m dai ventilatori del capannone 1 (lato ovest)

durante i 30 minuti della misura solo il sistema di ventilazione del capannone 1 egrave stato

mantenuto in funzionamento Durante il periodo di misura egrave sorvolata lrsquoazienda agricola un

aereo

Punto 02 ndash punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale (lato est) del capannone

1 durante i 20 minuti della misura solo il sistema di ventilazione del capannone 1 egrave stato

mantenuto in funzionamento Durante il periodo di misura non sono state rilevate sorgenti

esterne allrsquoazienda

Azienda Agricola Maggiolo ndash 01

Azienda Agricola Maggiolo ndash 02

I principali risultati delle misure effettuate sono riportati di seguito mentre nelle schede si possono

visualizzare i principali indicatori associati a ciascuna misura

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PAGINA 166 194 Settembre 2015

Risultati delle misure di rilevamento fonometrico

Indicazione

Scheda rilevamento

Inizio

Misura

Durata della

misura min Leq dB(A)

L1

dB(A)

L10

dB(A)

L50

dB(A)

L90

dB(A)

L99

dB(A)

01 1444 30 595 636 597 591 586 582

01 mascherata 1444 30 591 603 597 591 586 582

02 1520 20 451 494 465 447 433 423

Livelli equivalenti e livelli statistici arrotondati per eccesso (a 05)

Indicazione

Scheda rilevamento

Inizio

Misura

Durata della

misura min Leq dB(A)

L1

dB(A)

L10

dB(A)

L50

dB(A)

L90

dB(A)

L99

dB(A)

01 1444 30 595 64 60 595 59 585

01 mascherata 1444 30 595 605 60 595 59 585

02 1520 20 455 495 465 45 435 425

Le misure fonometriche effettuate hanno fatto rilevare

Punto 01 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 20 m dai ventilatori del

capannone 1 (lato ovest) un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione

sonora pari a 595 dB(A) (anche quando mascherato il passaggio dellrsquoaereo)

Punto 02 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale

(lato est) del capannone 1 un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione

sonora pari a 455 dB(A)

I livelli di pressione sonora rilevati risultano inferiori rispetto ai contributi stimati assumendo i livelli di

potenza sonora determinati per i modelli EM50 e ED36 assumendo che lrsquoattenuazione dal lato ovest

(sorgente) verso il lato est dei livelli di pressione interna allrsquocapannone egrave legata alla sola divergenza

geometrica e che il contributo dei capi egrave pari a 36 dB(A)

Punto 01 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 20 m dai ventilatori del

capannone 1 (lato ovest) un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione

sonora pari a 643 dB(A) rispetto ad un livello misurato pari a 595 dB(A) Il differenziale pari a

circa 5 dB(A) potrebbe essere legato ad un funzionamento non a pieno regime di tutti i

ventilatori durante il periodo di misura In ogni caso essendo il livello stimato superiore a quello

misurato si possono ritenere cautelativi i risultati delle stime in corrispondenza dei singoli

recettori

Punto 02 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale

(lato est) del capannone 1 un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione

sonora pari a 476 dB(A) rispetto ad un livello misurato pari a 451 dB(A) Anche in questo caso

il livello stimato risulta superiore a quello rilevato essendo quindi da ritenere cautelative le

stime in corrispondenza dei recettori

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COD 15V055 PAGINA 167 194

Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola punti di misura fonometrica

(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture e il punto di rilevamento)

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196 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto

Lrsquoanalisi dei livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto ovvero del

cambiamento legato allrsquoampliamento del numero di capi allevati egrave stata fatta a partire dai risultati delle

seguenti simulazioni

Periodo diurno (assunto cautelativamente dalle 600 alle 1900)

o Situazione attuale funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5

capannoni traffico indotto massimo e pari a 1 mezzo allrsquoora in transito nella viabilitagrave di

accesso allrsquoazienda agricola e nella viabilitagrave principale per un numero di giorni totale

pari a 3 giorni per ciclo produttivo (si stima che per ciclo produttivo ci sia movimento di

mezzi pesanti per un totale pari a circa 12 giorni di cui 8 con un numero di mezzi totale

al giorno inferiore a quello simulato)

o Scenario progetto funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5

capannoni traffico indotto massimo pari a 17 mezzi allrsquoora in transito nella viabilitagrave di

accesso allrsquoazienda agricola e nella viabilitagrave principale per un giorno per ciclo produttivo

(si stima che per ciclo produttivo ci sia movimento di mezzi pesanti per un totale pari a

circa 31 giorni di cui 30 con un numero di mezzi totale al giorno inferiore a quello

simulato)

Periodo serale (dalle 1900 alle 2200) e notturno (dalle 2200 alle 600)

o Situazione attuale e di progetto funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori

istallati nei 5 capannoni sia nella situazione attuale e nello scenario di progetto

Assenza di traffico indotto

Sia la situazione attuale che lo scenario di progetto sono da considerarsi cautelative in quanto come

indicato piugrave volte il traffico di mezzi pesanti egrave limitato a solo alcune giornate e per un numero di mezzi al

giorno nella maggior parte dei casi inferiore a quello simulato Il regime di funzionamento dei

ventilatori dipende delle condizioni meteo climatiche non funzionando a pieno regime tutto lrsquoanno e

durante le 24 ore

In assenza di traffico indotto sia nella situazione attuale che in quella di progetto (durante i periodi

diurno serale e notturno) il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento si riscontra ovviamente in

prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I livelli interni allrsquoarea drsquoallevamento variano tra

420 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro 2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato

ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest risultano intorno a 70-73 dB(A) in funzione del numero di

ventilatori e della relativa potenza sonora Si consideri tuttavia che lungo il confine della proprietagrave sul

lato piugrave esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli risultano essere pari o inferiori a 70 dB(A) quando

invece nel lato meno esposto (est) i livelli risultano essere inferiori a 46 dB(A)

Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare in assenza di traffico indotto nella situazione

attuale che in quella di progetto (durante i periodi diurno serale e notturno) in corrispondenza dei

singoli recettori (da 1 a 32) tra 240 e 465 dB(A) In corrispondenza dei recettori stando ai risultati

delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) e notturno (che associamo anche al

periodo serale in attesa che venga definito a livello normativo un limite di immissione per il periodo

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PAGINA 174 194 Settembre 2015

serale) pari a 50 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti non risultano poter

essere superati per ragioni imputabili alla presenza dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due

scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attivitagrave di allevamento egrave chiaramente molto inferiore al limite

che il piano di classificazione acustica comunale ad esse ha associato (sempre classe III e non in

classe acustica I) risultando inferiore a 20 dB(A)

00

100

200

300

400

500

600

700

GF GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1F 2 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1

1 2 2 3 3 4 4 5 5 5n 5n 5o 5o 6 6 7 7 8 8 9n 9n 9o 9o 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 15 16 16 17 17 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 30 31 31 32 32 Az Az s1 s1 s2 s2

Contributo dellallevamento in giornate senza traffico indotto dB(A) periodo diurno serale e notturno (funzionamento sistema di ventilazione alla massima potenza)

PD PS PN giornate senza traffico indotto dB(A) Vli PN Vli PD

I dati sono stati arrotondati per eccesso a 05

Nel periodo diurno nella situazione attuale il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento compreso

il traffico indotto si riscontra ancora in prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I livelli interni

allrsquoarea drsquoallevamento variano tra 460 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro 2 metri dai

ventilatori dei capannoni (lato ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest si mantengono intorno a

70-73 dB(A) come nel periodo serale e notturno in funzione del numero di ventilatori e della relativa

potenza sonora Lungo il confine della proprietagrave sul lato piugrave esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli

si mantengono pari o inferiori a 70 dB(A) quando invece nel lato meno esposto (est) i livelli risultano

essere inferiori a 49 dB(A)

Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare nella situazione attuale diurna nelle giornate

durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dallrsquoazienda agricola in

corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24) tra 320 e 555 dB(A) In corrispondenza dei recettori

stando ai risultati delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) per la classe III nella

quale tutti i recettori sono inseriti non risulta poter essere superato per ragioni imputabili alla presenza

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COD 15V055 PAGINA 175 194

dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attivitagrave di

allevamento nelle giornate con traffico indotto seppur piugrave elevato al solo funzionamento del sistema di

ventilazione in quanto in mezzi dovrebbero transitare sullrsquoasse viario che affianca entrambe le strutture

scolastiche risulta comunque inferiore al limite che il piano di classificazione acustica comunale ha

associato ad entrambe (in classe III) il contributo risulta inferiore a 46 dB(A) valore questo in ogni caso

compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione acustica per le due strutture con un

piugrave idoneo collocamento di ambedue in classe I (con un limite di immissione diurno pari a 50 dB(A)

Nel periodo diurno nello scenario di progetto il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento

compreso il traffico indotto si riscontra ancora in prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I

livelli interni allrsquoarea drsquoallevamento variano tra 470 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro

2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest si mantengono

intorno a 70-73 dB(A) come nel periodo serale e notturno e nella situazione attuale in funzione del

numero di ventilatori e della relativa potenza sonora Lungo il confine della proprietagrave sul lato piugrave

esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli si mantengono pari o inferiori a 70 dB(A) quando invece

nel lato meno esposto (est) i livelli risultano essere inferiori a 50 dB(A) con un incremento di 1 dB(A)

rispetto alla situazione attuale diurna

Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare nella situazione diurna di progetto nelle giornate

durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dallrsquoazienda agricola in

corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24) tra 335 e 580 dB(A) Anche nello scenario di progetto

in corrispondenza dei recettori stando ai risultati delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a

60 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti non risulta poter essere superato per

ragioni imputabili alla presenza dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2)

il contributo delle attivitagrave di allevamento nelle giornate con traffico indotto risulta inferiore a 48 dB(A)

valore questo in ogni caso ancora compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione

acustica per le due strutture

Per quanto riguarda il differenziale diurno (indicativo in quanto non calcolato chiaramente a partire da

dati interni agli ambienti abitativi) risulta inferiore a 25 dB(A) quindi non supera la soglia massima

ammissibili per il periodo diurno pari a 5 dB(A)

Si ritiene che in corrispondenza delle aziende agricole si debba aggiornare la classificazione acustica

associando allrsquoarea delle aziende agricola una classe acustica non inferiore alla VI (in relazione alla

quale il valore limite di emissione diurno e notturno egrave 65 dB(A) ed il limite di immissione diurno e

notturno egrave pari a 70 dB(A)) a causa necessitagrave di disporre di un sistema di raffrescamento con un

numero elevato di ventilatori

Stando ai risultati delle simulazioni effettuate si puograve ritenere che comunque il valore limite di

immissione riferito al periodo diurno (pari a 60 dB(A)) e al periodo serale e notturno (pari a 50 dB(A))

non saragrave superato in corrispondenza di alcun recettore per ragioni imputabili allrsquoattivitagrave di allevamento

Si tenga presente che gli scenari sono stati costruiti nella situazione piugrave cautelativa ovverossia

ipotizzando che il sistema di ventilazione funzione a pieno regime (al 100) con tutti gli aspiratori drsquoaria

in funzionamento in ciascuno dei capannoni e considerando il massimo contributo del traffico indotto

dalle attivitagrave di allevamento

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PAGINA 176 194 Settembre 2015

00

100

200

300

400

500

600

700

GF GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1F 2 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1

1 2 2 3 3 4 4 5 5 5n 5n 5o 5o 6 6 7 7 8 8 9n 9n 9o 9o 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 15 16 16 17 17 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 30 31 31 32 32 Az Az s1 s1 s2 s2

Contributo dellallevamento in giornate con traffico indotto dB(A) periodo diurno (funzionamento sistema di ventilazione alla massima potenza)

PD attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato sulle ore con traffico indotto)

PD di progetto in giornate con traffico indotto (livello ponderato sulle ore con traffico indotto)

Vli PD

I dati sono stati arrotondati per eccesso a 05

Contributo delle attivitagrave di allevamento in corrispondenza dei singoli recettori

recettore Piano

Periodo diurno serale e

notturno in giornate senza traffico indotto

Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato

sulle ore con traffico indotto)

Periodo diurno di progetto in giornate con

traffico indotto (livello

ponderato sulle ore con traffico

indotto)

Valore limite di

immissione periodo serale

notturno Vli PN

Valore limite di

immissione periodo diurno Vli PD

Differenziale periodo

diurno nelle giornate con

traffico indotto

1 GF 340 440 465 50 60 25

2 GF 340 435 455 50 60 20

2 F 1 340 430 450 50 60 20

3 GF 330 505 525 50 60 20

3 F 1 345 500 525 50 60 25

4 GF 285 555 580 50 60 25

4 F 1 315 540 565 50 60 25

5 GF 240 495 515 50 60 20

5 F 1 260 480 505 50 60 25

5n GF 310 525 550 50 60 25

5n F 1 325 520 540 50 60 20

5o GF 310 475 500 50 60 25

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 177 194

recettore Piano

Periodo diurno serale e

notturno in giornate senza traffico indotto

Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato

sulle ore con traffico indotto)

Periodo diurno di progetto in giornate con

traffico indotto (livello

ponderato sulle ore con traffico

indotto)

Valore limite di

immissione periodo serale

notturno Vli PN

Valore limite di

immissione periodo diurno Vli PD

Differenziale periodo

diurno nelle giornate con

traffico indotto

5o F 1 330 480 500 50 60 20

6 GF 315 455 480 50 60 25

6 F 1 315 450 475 50 60 25

7 GF 265 420 440 50 60 20

7 F 1 280 420 445 50 60 25

8 GF 285 415 440 50 60 25

8 F 1 295 420 440 50 60 20

9n GF 290 380 405 50 60 25

9n F 1 300 385 405 50 60 20

9o GF 285 345 365 50 60 20

9o F 1 300 350 365 50 60 15

10 GF 285 330 340 50 60 10

10 F 1 285 335 350 50 60 15

11 GF 265 320 340 50 60 20

11 F 1 290 335 345 50 60 10

12 GF 425 430 430 50 60 00

12 F 1 430 435 435 50 60 00

13 GF 385 390 390 50 60 00

13 F 1 415 415 415 50 60 00

14 GF 430 430 435 50 60 05

14 F 1 435 435 440 50 60 05

15 GF 440 440 440 50 60 00

15 F 1 445 450 450 50 60 00

16 GF 400 405 405 50 60 00

16 F 1 405 410 410 50 60 00

17 GF 420 420 425 50 60 05

17 F 1 445 445 445 50 60 00

17 F 2 455 455 460 50 60 05

18 GF 440 440 440 50 60 00

18 F 1 455 460 460 50 60 00

19 GF 410 410 410 50 60 00

19 F 1 425 425 430 50 60 05

20 GF 420 420 420 50 60 00

20 F 1 430 435 435 50 60 00

21 GF 460 460 460 50 60 00

21 F 1 465 465 465 50 60 00

22 GF 365 375 380 50 60 05

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recettore Piano

Periodo diurno serale e

notturno in giornate senza traffico indotto

Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato

sulle ore con traffico indotto)

Periodo diurno di progetto in giornate con

traffico indotto (livello

ponderato sulle ore con traffico

indotto)

Valore limite di

immissione periodo serale

notturno Vli PN

Valore limite di

immissione periodo diurno Vli PD

Differenziale periodo

diurno nelle giornate con

traffico indotto

22 F 1 365 375 380 50 60 05

23 GF 355 370 375 50 60 05

23 F 1 365 380 385 50 60 05

24 GF 335 355 360 50 60 05

24 F 1 350 365 370 50 60 05

25 GF 285 320 335 50 60 15

25 F 1 345 360 365 50 60 05

26 GF 335 345 350 50 60 05

26 F 1 335 350 355 50 60 05

27 GF 335 350 355 50 60 05

27 F 1 335 350 355 50 60 05

28 GF 310 330 340 50 60 10

28 F 1 335 360 370 50 60 10

29 GF 335 350 360 50 60 10

29 F 1 335 350 355 50 60 05

30 GF 315 330 340 50 60 10

30 F 1 335 355 365 50 60 10

31 GF 335 355 370 50 60 15

31 F 1 335 355 360 50 60 05

32 GF 330 355 365 50 60 10

32 F 1 330 355 365 50 60 10

Az GF 425 425 425 50 60 00

Az F 1 445 445 445 50 60 00

Az F 1 445 445 445 50 60 00

s1 GF 200 455 475 50 60 20

s1 F 1 215 460 480 50 60 20

s2 GF 160 460 480 50 60 20

Piano GF ndash piano terreno F1 ndash primo piano

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20 RIFIUTI

I rifiuti prodotti dallrsquoAzienda Agricola sono quelli tipici di una azienda agricola zootecnica e consistono

per lo piugrave in imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti) in carta (per il trasporto

delle materie prime aggiuntive a quella trasportata con autobotti e caricata direttamente sui silos di

stoccaggio) ed in vetro (contenitori per medicinali) A seguito dellrsquoampliamento ci saragrave un conseguente

incremento della produzione di rifiuti non si prevedendo che vengano tuttavia diversificate le categorie

di rifiuti prodotti

Tipologia di rifiuti solidi prodotti dallrsquoazienda agricola

Rifiuti pericolosi

13 02 06 Scarti di olio sintetico per motori ingranaggi e lubrificazione

(ad esempio da trattori e gruppi elettrogeni)

15 01 10 Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze

(ad esempio disinfestanti)

Rifiuti non pericolosi

15 01 01 Imballaggi in carta e cartone

15 01 02 Imballaggi in plastica

15 01 05 imballaggi in materiali compositi

15 01 06 imballaggi in materiali misti

15 01 07 imballaggi di vetro

Per la gestione delle carogne (spoglie di animali morti prematuramente prima del loro conferimento al

macello) lrsquoazienda egrave dotata di apposita cella frigorifera adatta al contenimento temporaneo fino al

momento della consegna alla ditta autorizzata che effettua il relativo smaltimento a norma di legge

Nellrsquoazienda agricola egrave presente una area coperta nella quale verranno posizionati i contenitori per la

raccolta separata di tutti i rifiuti prodotti

21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE

Considerati i risultati delle analisi e valutazione effettuate ed esposte dei capitoli precedenti e

considerato che si tratta di un allevamento esistente il cui ampliamento non richiede la realizzazione di

ulteriore strutture e manufatti si ritiene non essere necessario effettuare delle indagini ad hoc sui temi

tratti e oggetto del presente studio di impatto ambientale

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PAGINA 180 194 Settembre 2015

22 ALLEGATO TECNICO

221 Aria e emissioni odorigene

2211 Bibliografia di riferimento

Alberta Environment 2004 Assessment Report On Ammonia For Developing Ambient Air Quality

Objectives - Volume I January 2004 pp 121 httpesrdalbertacaairobjectives-directives-policies-

and-standardsdocuments6655pdf

ARPAV 2014 Campagna di Monitoraggio della Qualitagrave dellAria Comune di PORTO VIRO Via Nello

Fregnan Periodo di attuazione 22012013 ndash 25022013 (semestre invernale) 20052013 ndash

15072013 (semestre estivo) Relazione Tecnica

Cesano M 2013 Emissioni di inquinanti provenienti da allevamenti animali in provincia di Cuneo

Studio dei diversi contributi alle emissioni gassose ARPA Piemointe Dip di Cuneo pp 32

[httpwwwarpapiemonteitapprofondimentiterritoriocuneoariaEmissioniAllevamentiAnimaliInProvin

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Cirillo MC Clerici GC Manzi D ndash Manuale di uso del codice DIMULA ndash RTStudi862 1986

Cirillo M A Poli - An intercomparison of semiempirical diffusion models under low wind speed stable

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Guo H Yu Z 2006 Livestock Odour Dispersion Modeling A Review CSBESCGAB 2006 Annual

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Hartung J and V R Phillips 1994 Control of gaseous emissions from livestock buildings and manure

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Jacobson LD D Paszek R Nicolai DR Schmidt B Hetchler and J Zhu 1999 Odor and gas

emission from animal manure storage units and buildings In ASAE Annual International Meeting ASAE

Paper No 994004 Toronto Ontario Canada July 18-21

Navarotto P 2004 La zootecnia tra realtarsquo ed evoluzione Normativa in campo ambientale Mantova 4

giugno 2004 IPPC la riduzione delle emissioni in atmosfera nel settore zootecnico

Navarotto P Guarino M Brambilla M 2007 Odori emessi dagli allevamenti suinicoli come

prevederne lrsquointensitagrave a diverse distanze Quaderni della ricerca Regione Lombardia ndash Direzione

Generale Agricoltura pp60

OrsquoNeill D H V R Phillips 1992 A review of the control of odour nuisance from livestock buildings

Part 3 Properties of the odorous substances which have been identified in livestock wastes or in the air

around them J Agric Eng Res 5323ndash50

Pinna M 1977 Climatologia Torino Utet

Provolo P Riva E Serugrave S 2008Gestione e riduzione dellrsquoazoto di origine zootecnica Soluzioni

tecnologiche e impiantistiche Quaderni della ricerca n 93 - Settembre 2008 pp36

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COD 15V055 PAGINA 181 194

Regione Lombardia 2010 Linea guida per la caratterizzazione e lautorizzazione delle emissioni

gassose in atmosfera delle attivitagrave ad impatto odorigeno

httpwwwretiregionelombardiaitsharedccurl10181021Linea20guida20odoripdf

Regione Toscana 2010 Criteri Direttivi Per Il Contenimento Delle Emissioni In Atmosfera Delle

Centrali Geotermoelettriche Prescrizioni da utilizzare nei procedimenti regionali di VIA e di

concessioneautorizzazione ex L 8961986 e LR 392006

Ritter W F Chitikela S R 2007Modeling Ammonia and Odor Emissions from Livestock and Poultry

Facilities A ReviewWorld Environmental and Water Resources Congress 2007 Restoring Our Natural

Habitat Air Quality Issues pp 1-9

Schiffman S S 1998 Livestock odors Implications for human health and well-being Journal of Animal

Science 761343-1355

SEPA (Scottish Environment Protection Agency) 2010 Odour guidance 2010 Version 1 pp95

UNECE 2004Manual on Methodologies and Criteria for Modelling and Mapping Critical Loads

and Levels and Air Pollution Effects Risks and Trends UNECE (2004)

Yu Z Guo H Lagueuml C 2011a Development of a livestock odor dispersion model part I Model theory

and development J Air Waste Manag Assoc 2011 Mar61(3)269-76

Yu Z Guo H Lagueuml C 2011b Development of a livestock odor dispersion model part II Model theory

and development J Air Waste Manag Assoc 2011 Mar 61(3)277-84 J Air Waste Manag Assoc 2011

Mar61(3)277-84

2212 Allegato ndash Descrizione del modello Windimula

SINTESI DELLA DESCRIZIONE DELLE EQUAZIONI UTILIZZATE DAL MODELLO WD3 ndash MAIND

SRL

Sistema delle coordinate

Il sistema di coordinate utilizzate egrave un sistema cartesiano con lrsquoasse x orientato da Ovest a Est e lrsquoasse y orientato

da Sud a Nord Le unitagrave di misura sono espresse in metri la posizione dei vari punti del reticolo cartesiano egrave

espressa dallrsquoequazione seguente

Calcolo delle distanze

Durante il calcolo il sistema di coordinate viene ruotato per portare lrsquoasse x a coincidere con la

direzione del vento

Le equazioni utilizzate sono le seguenti

- modifica della direzione del vento

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PAGINA 182 194 Settembre 2015

dove dirprov egrave la direzione di provenienza del vento in gradi (secondo le convenzioni meteorologiche

internazionali) inserita come dato di input

modifica della posizione della sorgente e del recettore

calcolo della distanza sottovento e della distanza perpendicolare alla direzione del vento di un recettore

rispetto alla sorgente

calcolo della distanza radiale sorgente-recettore (usato nel calcolo climatologico)

CALCOLO DEL PROFILO VERTICALE DEL VENTO

Calcolo del vento alla quota H

Teoricamente il vento che appare nella formulazione gaussiana dovrebbe essere inteso come valore

medio sullrsquoestensione del pennacchio Poicheacute i dati meteorologici di partenza sono generalmente

disponibili al suolo si utilizza una legge esponenziale per trasportare lrsquointensitagrave della velocitagrave del vento

alla quota desiderata mantenendone comunque costante la direzione Nel calcolo dellrsquoaltezza efficace

si utilizza la velocitagrave del vento riportata allrsquoaltezza fisica del camino nel calcolo ellrsquoequazione si utilizza

il valore medio tra la velocitagrave del vento riportata allrsquoaltezza fisica del camino e la velocitagrave del vento

riportata allrsquoaltezza efficace cioegrave allrsquoaltezza effettiva del rilascio Poicheacute in presenza di orografia questa

altezza puograve essere inferiore allrsquoaltezza fisica del camino si considera comunque la velocitagrave del vento

calcolata allrsquoaltezza del camino come valore limite inferiore

Lrsquoequazione utilizzata egrave la seguente

dove

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uHe velocitagrave del vento alla quota desiderata

uref velocitagrave del vento misurata alla quota zref

He quota di calcolo

z0 rugositagrave superficiale

p esponente che dipende dalla classe di stabilitagrave

Classe di stabilitagrave Coeff P

A 01

B 01

C 016

D 016

E 03

F 03

Nel caso in cui siano disponibili due set di misure a due quote diverse (z2 z1 con z2 gt z1) lrsquoesponente

p viene calcolato utilizzando questa formula

Limiti

la velocitagrave calcolata deve risultare comunque maggiore di umin (default 1 msec)

se lrsquoaltezza di calcolo e lrsquoaltezza della prima misura sono inferiori alla quota Hmin si pone u=u1

lrsquoaltezza di calcolo egrave assunta comunque maggiore di Hmin e minore di Hmax (default 200 m)

impostati nei parametri generali del calcolo

se lrsquoaltezza di calcolo egrave inferiore alla quota della prima misura si pone u=u1

in presenza di due set di dati si assume come direzione del vento quella piugrave vicina allrsquoaltezza

del rilascio

in caso di calma di vento si utilizza in diverso valore di umin (default 05 ms)

MODELLO SHORT TERM PER SORGENTI PUNTIFORMI IN PRESENZA DI VENTO

Formula generale dellrsquoequazione gaussiana

Lrsquoequazione gaussiana che esprime la concentrazione per sorgenti puntiformi elevate con emissioni

continue assume la seguente forma

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PAGINA 184 194 Settembre 2015

dove

Q emissione di inquinante espresso come massa per unitagrave di tempo

V termine verticale (par 32 )

D termine di decadimento (par 38 )

Σy (x) σ z (x) coefficienti di dispersione laterale e verticale (m)

u velocitagrave del vento alla quota del rilascio (ms)

x distanza sottovento tra la sorgente e il recettore rispetto alla direzione del vento (par 11 )

y distanza perpendicolare alla direzione del vento tra lrsquoasse del pennacchio e il recettore (par

11 )

z quota del recettore rispetto al suolo

Tale equazione viene ricavata in base alle seguenti ipotesi

processo stazionario

condizioni meteorologiche costanti

trasporto turbolento lungo lrsquoasse x trascurabile rispetto al trasporto per avvezione

coefficienti di dispersione costanti in y e z

emissione costante

suolo riflettente

Lrsquoequazione gaussiana non egrave applicabile in condizioni di calma di vento per questo motivo si assume

generalmente un valore minimo di 1 ms per la velocitagrave del vento

NOTA con questa formula generica egrave possibile calcolare C anche a quote superiori al suolo (ldquoflagpole

recettorerdquo)

Termine verticale

La forma generale del termine verticale V egrave la seguente

dove il secondo termine rappresenta lrsquoeffetto della riflessione del terreno e il termine Vinv rappresenta

lrsquoeffetto delle riflessioni del plume causate dalla presenza di unrsquo inversione in quota

Il termine h assume inizialmente la seguente forma

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formula utilizzata per descrivere il downwash degli edifici) e ΛH rappresenta il sovralzo dei fumi

Termine verticale in presenza di inversione in quota

Le classi ABC e D sono caratterizzate da un inversione in quota che limita la diffusione verticale La

quota di questa inversione in quota viene spesso indicata con il termine di altezza di rimescolamento

La presenza di questa inversione in quota modifica lrsquoequazione gaussiana con lrsquointroduzione del

termine Vinv

dove Vinv rappresenta la base dellrsquoinversione in quota

Il modello gaussiano non considera la possibilitagrave che il pennacchio riesca a superare lrsquoinversione nel

caso ciograve si realizzi la diffusione verso il basso viene fortemente inibita e i valori di concentrazione

risultano molto bassi Per questo motivo lrsquoinserimento di una inversione in quota piugrave bassa dei valori

standard dello strato rimescolato puograve portare a valori molto elevati e non realistici di concentrazione al

suolo La serie riportata nella formula converge abbastanza rapidamente e in generale sono sufficienti

poche iterazioni il parametro impostato di default esegue 4 riflessioni Il modello contiene dei valori di

default per lrsquoaltezza dello strato rimescolato egrave comunque possibile inserire un valore direttamente

come dato di input

Termine verticale per diffusione di particolato

In caso di diffusione di particolato o di gas pesanti il modello gaussiano viene modificato per tener

conto degli effetti legati alla velocitagrave di sedimentazione gravitazionale Il primo effetto sullrsquoequazione egrave

quello di introdurre un abbassamento dellrsquoasse del pennacchio modificando il termine h descritto in

precedenza

dove

vg rappresenta la velocitagrave di sedimentazione gravitazionale

u velocitagrave del vento alla quota del pennacchio

La modifica del termine h serve a tener conto dellrsquoeffetto della gravitagrave sulla diffusione dellrsquoinquinante e

viene generalmente indicato come Tilted Plume Model

Effetti della deposizione secca sullrsquoequazione

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In generale la deposizione degli inquinanti gassosi e del particolato leggero (particelle fino a 1 micron)

ha effetti trascurabili sulla concentrazione dovuta alla diffusione In caso contrario egrave necessario tener

conto del fatto che parte del materiale si deposita al suolo facendo cadere lrsquoipotesi di suolo riflettente In

generale la deposizione di un inquinante si puograve calcolare tramite la relazione

F flusso di deposizione al suolo

C(xy0) concentrazione al suolo

vd velocitagrave di deposizione

Si tenga presente che in caso di particolato la velocitagrave di deposizione NON egrave la velocitagrave di

sedimentazione gravitazionale In generale i fenomeni che determinano la deposizione cioegrave la cattura

da parte del suolo dellrsquoinquinante sono molto complessi ed esulano dalla trattazione di un modello

semplice come egrave il modello gaussiano anche percheacute richiedono generalmente lrsquointroduzione di

informazioni iniziali spesso non disponibili o di difficile reperibilitagrave che dipendono dal tipo di inquinante

dal tipo di terreno dal tipo di vegetazione e dalle condizioni meteorologiche Il modello quindi adotta un

approccio conservativo trascurando il calcolo della deposizione secca Tale approccio egrave sicuramente

adatto ad applicazioni di tipo regolatorio Il modello permette comunque di adottare la stessa soluzione

presente nel DIMULA ndash DOS che in caso di velocitagrave di sedimentazione diversa da zero ipotizza che

tutto lrsquoinquinante di depositi trascurando il termine di riflessione dellrsquoequazione gaussiana

Effetti della deposizione umida sullrsquoequazione (opzione avanzata)

Analogamente a quanto descritto per la deposizione secca la presenza della deposizione umida

modifica lrsquoequazione gaussiana per tener conto del materiale rimosso dalla pioggia diminuendo il

termine di emissione Contrariamente alla deposizione secca perograve la formulazione generalmente

adottata per la modifica dellrsquoequazione gaussiana egrave piugrave semplice ed ha la forma seguente

dove

λ = Scavening coefficiente (hr(smm))

R= rate di precipitazione (mmhr)

Il modello include il calcolo dellrsquoeffetto della deposizione umida si tenga presente che lrsquoinclusione di

questo calcolo serve SOLO per valutare lrsquoeffetto della deposizione umida sulle concentrazioni e NON

per calcolare il flusso di deposizione

Calcolo del Plume Rise

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Le equazioni utilizzate per il calcolo del plume rise si basano sulle note formulazioni di Briggs

raccomandate anche da EPA Lo schema utilizzato dal modello coincide quasi integralmente con lo

schema utilizzato da ISC e da CALPUFF

Definizione delle variabili

hS altezza fisica del camino (m)

hrsquoS altezza del camino modificata per effetto della scia del camino (m)

d diametro interno del camino (m)

rs raggio interno del camino

vs velocitagrave di efflusso dei fumi (ms)

Ts temperatura dei fumi (K)

dH sovralzo dei fumi

xf distanza alla quale si verifica il sovralzo finale dei fumi

us velocitagrave del vento alla bocca del camino (ms)

Ta temperatura dellrsquoaria

ϑpartz gradiente verticale della temperatura potenziale per la classe di stabilitagrave E

vale 002 (ISC) o 0015 (DIMULA) per la classe di stabilitagrave F vale 0035 (ISC) o 0037 (DIMULA)

Bh altezza degli edifici in direzione del vento

Bw larghezza dellrsquoedificio vicino alla sorgente perpendicolare alla direzione del vento

g accelerazione di gravitagrave (980616 ms2)

Effetto scia del camino (Stack aerodynamic effect)

La bassa pressione che si forma sottovento al camino puograve avere lrsquoeffetto di abbassare lrsquoasse del

pennacchio quando la velocitagrave di efflusso dei fumi risulta particolarmente bassa Quando la velocitagrave di

efflusso dei fumi risulta inferiore a 15 volte la velocitagrave del vento si valuta lrsquoeffetto di scia del

camino utilizzando la formula (Briggs) seguente

Lrsquoapplicazione di questa formula ha lrsquoeffetto di ridurre lrsquoaltezza fisica del rilascio

Il calcolo egrave opzionale (in quanto camini che soddisfano il criterio vs lt 15 us possono avere dispositivi

che prevengono lrsquoeffetto scia del camino Il calcolo non viene eseguito in caso di calma di vento

Limiti Per evitare che con camini bassi e larghi il valore corretto possa diventare negativo viene

assunto un limite inferiore come percentuale sul valore totale Un valore indicativo puograve essere 13

(pg204 ref 2) ISC e DIMULA limitano a 0 la correzione

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Parametri utilizzati nei calcoli del plume rise

Flusso di galleggiamento

Flusso del momento

Parametro di stabilitagrave

Calcolo del sovralzo dei fumi per atmosfera instabile o neutra

Si calcola la ldquocrossover temperaturerdquo che serve per determinare se il sovralzo egrave prevalentemente

guidato dal sopralzo termico o dal flusso di momento

per Fb lt 55

per Fb ge 55

Sovralzo dominato dal flusso di

galleggiamento

(T T ) ( T) S A c

FB lt 55

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FB = 55

FB gt 55

Sovralzo dominato dal flusso di momento

Calme di vento non crsquoeacute una trattazione specifica si pone u=umin

Limiti

bull la velocitagrave del vento alla bocca del camino viene comunque posta u gt= umin

bull nel caso in cui lrsquoaltezza efficace superi la quota dellrsquoinversione si veda 356

bull se lrsquoaltezza del camino (prima del calcolo) supera lrsquoaltezza di inversione o lrsquoaltezza dello strato

rimescolato la concentrazione viene posta a 0 su tutto il dominio

Calcolo del sovralzo dei fumi per atmosfera stabile

Si calcola la ldquocrossover temperaturerdquo che serve per determinare se il sovralzo egrave prevalentemente

guidato dal sovralzo termico o dal flusso di momento

Sovralzo dominato dal flusso di galleggiamento

Sovralzo dominato dal flusso di momento

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il sovralzo dominato dal momento in caso di atmosfera stabile e non puograve superare quello calcolato in

atmosfera instabile o neutra

Calma di vento

a causa del termine negativo ndash3d si impone che comunque il sovralzo non sia negativo

Limiti

Se lrsquoaltezza efficace supera lrsquoaltezza dello strato rimescolato si pone altezza efficace uguale altezza

dello stratorimescolato

Coefficienti di Dispersione

Il calcolo dei coefficienti di dispersione procede attraverso i seguenti passi

calcolo delle sigma di Briggs

correzione dei valori calcolati introducendo il calcolo della BID (Buoyancy Induced Dispersion)

In caso di utilizzo del modello di Huber Snyder per la valutazione del building downwash il

calcolo egrave modificato in questo modo (descritto nel capitolo successivo)

per distanze inferiori a 10BB calcola le σ y (x)e σ z (x) utilizzando le formule di tale modello e

scegliendo il valore massimo rispetto alle sigma di Briggs per distanze superiori calcola le σ y

(x+xvirt)e σ z (x+xvirt) di Briggs alla distanza x+xvirt

correzione dei valori calcolati introducendo il calcolo della BID (Buoyancy Induced Dispersion)

Formule di Briggs

Le formule di dispersione piugrave utilizzate nei modelli per il calcolo di σ y e σ z in mancanza di misurazioni

o calcoli diretti della turbolenza sono quelle di Briggs (1973) ottenute combinando una larga serie di dati

sperimentali

dove

b=1

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COD 15V055 PAGINA 191 194

d=-05

e=1

f=1

e=1

f=1

DIMULA DOS contiene inoltre un modello per il calcolo delle formule di dispersione basato sulla

rugositagrave superficiale (egrave evidente che questo modello ha un senso quando viene fornito al modello un

campo xy di rugositagrave superficiale)

Termine di decadimento

Il termine di decadimento inserito nellrsquoequazione di concentrazione egrave un modo semplice per

considerare lrsquoeffetto sulla concentrazione della rimozione del materiale inquinante Tale rimozione puograve

essere dovuta a deposizione secca o umida a effetti chimici o altro Il termine di decadimento egrave della

forma

dove γ rappresenta il coefficiente di decadimento espresso in secondi alla meno 1 Assegnare a γ il

valore 0 significa trascurare il decadimento (opzione di default) Una relazione utile per calcolare γ se egrave

noto il tempo di dimezzamento della sostanza in esame egrave la seguente

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PAGINA 192 194 Settembre 2015

Il termine di decadimento potrebbe essere utilizzato per descrivere la perdita di materiale

dovuta alla deposizione umida utilizzando la seguente relazione

ψ = λR

dove λ rappresenta lo ldquoscavening coefficientrdquo (smmhr) -1 e R rappresenta il rate di precipitazione

(mmhr) si egrave preferito perograve tenere separati i due effetti per consentire lrsquoutilizzo continuativo del modello

con sequenze di dati meteo

MODELLO SHORT TERM PER SORGENTI AREALI IN PRESENZA DI VENTO

In genere le sorgenti areali vengono schematizzate come sorgenti puntiformi virtuali arretrate rispetto al

centro della sorgente areale questa schematizzazione si traduce sostanzialmente nellrsquoinserimento di

valori di dispersione iniziali che tengano conto della reale dimensione della sorgente utilizzando la

stessa equazione usata per descrivere le sorgenti puntiformi Un altro possibile approccio egrave quello di

considerare la concentrazione prodotta da una sorgente areale come il risultato della concentrazione

prodotta da n sorgenti puntiformi distribuite sullrsquoarea effettivamente occupata dalla sorgente areale

La formulazione di Cirillo e Cagnetti (12) adottata da DIMULA DOS prevede lrsquoutilizzo di due modelli

un modello per le grandi distanze basato sullrsquointegrazione dellrsquoequazione della sorgente

puntiforme sulla superficie dellrsquoarea della sorgente

un modello per le brevi distanze basato sulla modifica delle sigma orizzontali di dispersione

Viene calcolata una distanza di riferimento Xstar (formulazione no riportata) che rappresenta il limite dei

due modelli questa distanza egrave la distanza alla quale il calcolo delle sigma di dispersione dei due

modelli coincide

Il calcolo della dispersione verticale

Il coefficiente di dispersione verticale viene calcolato in entrambi i modelli secondo la seguente formula

dove σz rappresenta la dispersione calcolata secondo le formule di Briggs e σz0 rappresenta la

dispersione verticale iniziale e viene inserita come dato di input dallrsquoutente In letteratura sono riportate

diverse indicazioni per lrsquoassegnazione di questo valore

Dimula DOS utilizza lrsquoaltezza degli edifici intorno alla sorgente divisa per 25

ISC suggerisce di utilizzare la dimensione verticale della sorgente divisa per 215 se la sorgente

egrave vicina al suolo ed isolata lrsquoaltezza degli edifici divisa per 215 se la sorgente egrave elevata o

adiacente a edifici lrsquoaltezza della sorgente divisa per 43 se la sorgente egrave elevata ed isolata

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COD 15V055 PAGINA 193 194

42 Il modello per X lt Xstar

Il modello per piccole distanze egrave il modello puntiforme con la dispersione laterale modificata secondo la

formula

dove

σy dispersione calcolata secondo le formule di Briggs

R area della sorgente

K(R) funzione definita per il trasporto di lunga distanza

sf fattore moltiplicativo del raggio della sorgente areale per il calcolo della Sigma Y iniziale (impostato

nei parametri generali del calcolo con valore di default 05)

MODELLO PER LE CALME DI VENTO

Inquadramento

Ai fini delle misure strumentali le calme di vento sono tutte quelle situazioni meteorologiche nelle quali

gli strumenti di

misura non riescono a definire una direzione e una intensitagrave del vento

A questa situazione strumentale (assenza del dato) corrispondono in realtagrave moltissime e diverse

situazioni meteorologiche

La gestione modellistica delle calme di vento presenta sostanzialmente due problemi

mancanza di dati per inizializzare i modelli

varietagrave delle situazioni meteorologiche che ricadono nella definizione di calme di vento

Queste difficoltagrave hanno portato lrsquoEPA e definire una metodologia per trattare le calme di vento che

consiste in un preprocessamento dei dati meteorologici finalizzato allrsquoeliminazione delle condizioni di

calma

I modelli gaussiani in particolare non sono in grado di gestire le calme di vento

per ragioni fisiche in quanto contrastano con le ipotesi di derivazione della formulazione

gaussiana

per ragioni matematiche in quanto la velocitagrave del vento egrave presente a denominatore

La soluzione presente nella versione precedente di DIMULA si basa sul modello CAGNETTI

FERRARA questo modello basato sullrsquointegrazione temporale dellrsquoequazione gaussiana a puff

presenta perograve il difetto di divergere nellrsquoorigine calcolando valori irrealistici e sovrastimati nei recettori

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PAGINA 194 194 Settembre 2015

vicini alla sorgente Per questo motivo egrave la trattazione delle calme e delle condizioni di vento debole egrave

stata modificata adottando il modello CIRILLO POLI

Trattamento delle condizioni di calma nel modello short term con sequenza di dati orari

La gestione del calcolo in base ai dati di ogni singolo record orario per sorgenti puntiformi segue lo

schema seguente

La gestione del calcolo in base ai dati di ogni singolo record orario per le sorgenti areali segue il

seguente schema

Il modello di Cirillo Poli non si applica alle sorgenti areali nelle situazioni di mancanza di dati si applica

un modello gaussiano con split sigma

Il modello gaussiano ridotto con split sigma presenta le seguenti ipotesi

la distanza x egrave assunta come distanza radiale

la distanza y egrave assunta pari al raggio della sorgente areale

Sigmaz egrave calcolata come nel modello gaussiano

seguendo Cirillo e Poli Sigmay egrave calcolata da

bull

dove richiesto si assume come velocitagrave del vento il valore minimo impostato di default dal modello per

le situazioni di calma

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PAGINA 2 194 Settembre 2015

Societagrave proponente

Az Agricola Maggiolo

Via Bella Venezia 147 Castelfranco

Societagrave responsabile dello Studio di Impatto Ambientale

AMBIENTE ITALIA SRL

Via Carlo Poerio 39 - 20129 Milano

tel +3902277441 fax +390227744222

wwwambienteitaliait

Posta elettronica certificata

ambienteitaliasrlpecambienteitaliait

Il gruppo di lavoro che ha eseguito le analisi e contribuito alla stesura dello Studio di impatto ambientale egrave

cosigrave composto

Approvazione degli elaborati Dott Mario Zambrini

Responsabile di progetto Eng Teresa Freixo Santos

Aspetti progettuali Dott ssa Anna Geotti

Eng Teresa Freixo Santos

Aspetti programmatici

Analisi Ambientali

Stima degli impatti

Dott Armando Buffoni

Eng Teresa Freixo Santos

Arch Mario Miglio

Dott ssa Valentina Toninelli

Dott Mario Zambrini

Elaborazioni cartografiche e simulazioni fotografiche Dottssa Valentina Toninelli

La valutazione previsionale dellimpatto acustico inclusa la campagna di monitoraggio acustico egrave

stata eseguita dal Dott Mario Zambrini e dallrsquoEng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel

campo dellrsquoacustica ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti

rispettivamente con Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714

del 3 Dicembre 2010

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COD 15V055 PAGINA 3 194

INDICE

1 PREMESSA 8

11 Oggetto dello Studio di impatto ambientale 8

12 Riferimenti normativi 8

13 Struttura dello studio di impatto ambientale 9

14 Gruppo di lavoro 10

2 NORME MINIME PER LA PROTEZIONE DEI POLLI DA CARNE 12

3 AZIENDA AGRICOLA 15

31 Caratteristiche dei capannoni di allevamento 17

311 Silos per lo stoccaggio mangime 20

312 Sistema di ventilazione 21

32 Attivitagrave di allevamento ndash descrizione delle fasi di allevamento nella situazione

attuale e nello scenario di progetto 22

4 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLA SITUAZIONE ATTUALE 26

5 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLO SCENARIO DI PROGETTO 29

51 Motivazione dellrsquointervento di ampliamento 29

52 Dimensionamento dellrsquoallevamento in caso di ampliamento 29

6 GESTIONE DEI MATERIALI PALABILI ESISTENTE E PREVISTO DAL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DEL NUMERO DI CAPI 32

7 CONSUMI DI RISORSE E CARATTERISTICHE DELLE EMISSIONI IN AMBIENTE ESTERNO 34

71 Consumo di materie prime 34

72 Consumi energetici 35

73 Ciclo idrico 36

74 Scarichi idrici 37

75 Spolgie di animali 37

76 Produzione di rifiuti solidi 38

77 Emissioni in atmosfera 38

8 DISTANZE MINIME SECONDO LA DGR 8562012 39

9 DECOMMISSIONING 40

10 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE 42

101 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ndash Regione Veneto 42

1011 Riferimenti generali 42

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1012 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 43

102 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ndash Provincia di Treviso 44

1021 Riferimenti generali 44

1022 Relazioni con le previsioni del PTCP 46

103 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castelfranco Veneto 48

1031 Riferimenti generali 48

1032 Relazioni con le previsioni del PAT 49

104 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castello di Godego 54

1041 Riferimenti generali 54

1042 Relazione con le previsioni del PAT 54

1043 Relazione con le previsioni del PRG 60

105 Classificazione acustica del territorio comunale 61

1051 Riferimenti generali 61

1052 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 63

106 Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (e norme in materia di

salvaguardia da rischio di inquinamento da nitrati) 64

1061 Riferimenti generali 64

1062 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 66

107 Piano per lrsquoAssetto Idrogeologico del Bacino scolante nella Laguna di

Venezia 67

1071 Riferimenti generali 67

1072 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 67

108 Piano di Risanamento della Qualitagrave dellrsquoAria 69

1081 Riferimenti generali 69

1082 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 69

109 Programma di Sviluppo Rurale 70

1091 Riferimenti generali 70

1092 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 71

1010 Aree Protette 71

10101 Riferimenti generali 71

10102 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 72

1011 Rete Natura 2000 72

10111 Riferimenti generali 72

10112 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 74

1012 Important Bird Area (IBA) 75

10121 Riferimenti generali 75

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COD 15V055 PAGINA 5 194

10122 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 75

1013 Zone umide di importanza internazionale 75

10131 Riferimenti generali 75

10132 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 76

11 REGIME VINCOLISTICO 76

111 Vincolo sismico 76

1111 Riferimenti generali 76

1112 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine 77

112 Vincolo idrogeologico 78

1121 Riferimenti generali 78

1122 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine 78

113 Patrimonio culturale beni culturali e beni paesistici vincolati 78

1131 Riferimenti generali 78

1132 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e lrsquoallevamento avicolo 79

12 USI DEL SUOLO 85

121 Impatti sullrsquouso del suolo 85

13 FLORA E FAUNA 86

131 Fauna 86

132 Flora 91

133 Stima degli impatti 91

14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI 93

141 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici 93

142 Impatti sui beni architettonici e archeologici 98

15 PAESAGGIO 101

151 Quadro conoscitivo del Paesaggio 101

152 Caratteri del Paesaggio nellrsquoarea di analisi 106

153 Impatti sul paesaggio 107

16 ACQUE 109

161 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee 109

162 Consumi di acqua 113

163 Impatti sulle acque 113

17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE 114

171 Premessa 114

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PAGINA 6 194 Settembre 2015

172 Breve richiamo delle caratteristiche dellrsquoAzienda e dellrsquoattivitagrave di allevamento116

173 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo 117

174 Emissione aziendali 119

1741 Fattori di emissione 119

1742 Quadro emissivo aziendale 120

1743 Sorgenti fugitive 123

1744 Ventilazione 123

175 Quadro meteoclimatico 124

1751 Precipitazioni 124

1752 Temperatura 125

1753 Umiditagrave relativa 126

1754 Anemolologia 127

1755 Classi di stabilitagrave atmosferica 130

171 Qualitagrave dellrsquoaria 130

172 Modello di dispersione 131

1721 Scelta della tipologia di modello e del codice software 131

1722 Estensione del dominio territoriale di analisi 131

1723 Scansione temporale 131

1724 Descrizione del modello 132

1725 Dati di input del modello 134

1726 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie 134

173 Normativa di riferimento 135

1731 Particolato 135

1732 Ammoniaca 135

1733 Idrogeno solforato 136

1734 Composti odorigeni 136

174 Risultati delle simulazioni 138

1741 Composti odorigeni 138

1742 Ammoniaca 141

1743 Particolato fine 143

1744 Idrogeno solforato 145

175 10 Considerazioni conclusive 147

18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALLrsquoATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO 148

181 Assi viari interessati dal traffico indotto 148

182 Stima del traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento 150

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COD 15V055 PAGINA 7 194

19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO 156

191 Premessa 156

192 Stima dellrsquoimpatto acustico ndash modello di simulazione 156

193 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici 158

194 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate allrsquoattivitagrave di allevamento 160

1941 Sorgenti fisse e sorgenti mobili 160

195 Livelli ambientali ante operam 164

1951 Indagine fonometrica 164

1952 Livelli ambientali rilevati 165

196 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto 173

20 RIFIUTI 179

21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE 179

22 ALLEGATO TECNICO 180

221 Aria e emissioni odorigene 180

2211 Bibliografia di riferimento 180

2212 Allegato ndash Descrizione del modello Windimula 181

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1 PREMESSA

11 Oggetto dello Studio di impatto ambientale

LrsquoAzienda Agricola Maggiolo egrave localizzata in Via Bella Venezia 147 Castelfranco Veneto in Provincia di

Treviso Nellrsquoazienda agricola si svolge lrsquoattivitagrave di allevamento di polli a terra fino ad un massimo di

39500 polli per ciclo Lrsquoazienda intende sfruttare la potenzialitagrave massima pari a 110000 capi per ciclo

Per tanto lrsquoazienda intende avviare le seguenti procedure

Valutazione di impatto ambientale ai sensi del D Lgs 1522006 smi ldquoNorme in materia ambientalerdquo

in quanto ricadente al punto ac) dellrsquoAllegato III ldquoImpianti per lallevamento intensivo di pollame o di

suini con piugrave di 85000 posti per polli da ingrasso 60000 posti per gallinerdquo

Valutazione di incidenza ai sensi del DPR 35797 Regolamento recante attuazione della direttiva

9243CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali noncheacute della flora e

della fauna selvaticherdquo in quanto rientrare allrsquointerno della area Natura 2000 ZPS IT3240026 ldquoPrai di

Castello di Godegordquo

Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ai sensi del D Lgs 1522006 smi in quanto ricadente al

punto 66 a) dellrsquoAllegato I ldquoImpianti per lallevamento intensivo (hellip) con piugrave di 40000 posti

pollamerdquo

La presente relazione costituisce quindi lo studio di impatto ambientale funzionale allo espletamento

della procedura di Valutazione di impatto ambientale di competenza della Provincia di Treviso

12 Riferimenti normativi

In data 14 febbraio 2009 sono entrate in vigore le norme in materia di procedure di VIA (Valutazione di

Impatto Ambientale) cosigrave come previsto dallrsquoart 35 ldquoDisposizioni transitorie e finalirdquo della Parte

Seconda del D Lgs 15206 ldquoNorme in materia ambientalerdquo come modificato successivamente

Drsquoaccordo con il D Lgs 15206 e smi art 35 ldquoDisposizioni transitorie e finalirdquo ldquo1 Le regioni adeguano il

proprio ordinamento alle disposizioni del presente decreto entro dodici mesi dallentrata in vigore In

mancanza di norme vigenti regionali trovano diretta applicazione le norme di cui al presente decreto 2

Trascorso il termine di cui al comma 1 trovano diretta applicazione le disposizioni del presente decreto

ovvero le disposizioni regionali vigenti in quanto compatibili (hellip)rdquo Con le DGRV n 308 del 10 febbraio

2009 n 327 del 17 febbraio 2009 (Allegati A e B) n 4145 del 29 dicembre 2009 n 1539 del 27

settembre 2011 e ancora n n 575 del 03 maggio 2013 la Regione del Veneto ha delineato gli indirizzi

applicativi specifici in materia di valutazione ambientale di coordinamento tra il Dlgs 1522006 come

modificato ed integrato dal DLgs 42008 con la LR 101999

Secondo la normativa nazionale (e regionale) vigente sono sottoposti a procedura di VIA tra altre

tipologie (All III) le seguenti tipologie di allevamento

ac) Impianti per lrsquoallevamento intensivo di pollame o di suini con piugrave di

o 85000 posti per polli da ingrasso 60000 posti per galline

o 3000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg) o

o 900 posti per scrofe

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COD 15V055 PAGINA 9 194

13 Struttura dello studio di impatto ambientale

Lo studio di impatto ambientale egrave stato predisposto sulla base delle indicazioni di cui al D Lgs

1522006 smi Allegato VII - Contenuti dello Studio di impatto ambientale e che fanno riferimento

drsquoaccordo con lrsquoart 22 del medesimo decreto a

a) descrizione del progetto con informazioni relative alle sue caratteristiche alla sua localizzazione

ed alle sue dimensioni

b) descrizione delle misure previste per evitare ridurre e possibilmente compensare gli impatti

negativi rilevanti

c) dati necessari per individuare e valutare i principali impatti sullambiente e sul patrimonio

culturale che il progetto puograve produrre sia in fase di realizzazione che in fase di esercizio

d) descrizione sommaria delle principali alternative prese in esame dal proponente ivi compresa

la cosiddetta opzione zero con indicazione delle principali ragioni della scelta sotto il profilo

dellimpatto ambientale

e) descrizione delle misure previste per il monitoraggio

Lo studio di impatto ambientale egrave quindi articolato coerentemente con le disposizione di cui allrsquoAllegato

VII secondo lrsquoarticolazione di massima presentata nello schema seguente

A Quadro di riferimento programmatico

Descrive sinteticamente gli elementi conoscitivi ed analitici utili ad inquadrare dellrsquointervento nel contesto

della pianificazione territoriale riferita alla regione alla provincia ed al comune interessato dallrsquoallevamento

noncheacute nel quadro definito dalle norme settoriali vigenti e in itinere In particolare verranno

analizzati e sintetizzati gli elementi di pianificazione e programmazione territoriale e di settore vigenti e

previsti con i quali lrsquoopera proposta interagisce

verificate ed illustrate le interazioni dellrsquoopera con gli atti di pianificazione e la compatibilitagrave con le relative

prescrizioni

B Quadro di riferimento progettuale

Descrive sinteticamente riprendendo quanto sviluppato nel Progetto dellrsquointervento tutte le opere e le

attivitagrave previste in fase di cantiere ed in fase di piano funzionamento con particolare riferimento alle

componenti ed alle azioni progettuali significative in ordine ai potenziali impatti sullrsquoambiente ed alla loro

mitigazione Illustra i criteri alla base della scelta localizzativa e tecnologica

C Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti

Lrsquoinquadramento territoriale ed ambientale dellrsquoimpianto persegue lrsquoobiettivo di illustrare le conoscenze

disponibili circa le caratteristiche dellrsquoarea coinvolta dal medesimo intervento funzionalmente alla definizione

di eventuali ambiti di particolare criticitagrave ovvero di aree sensibili eo vulnerabili

Individua e caratterizza i potenziali impatti derivanti dalla realizzazione dellrsquoallevamento stima le potenziali

modifiche indotte sullrsquoambiente (situazione attuale) individua e descrive le misure da adottare per

minimizzare mitigare o compensare gli impatti del progetto Inoltre individua le misure previste per il

monitoraggio in fase di esercizio

Piano di Monitoraggio

Allegato cartografico

Sintesi non tecnica

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PAGINA 10 194 Settembre 2015

14 Gruppo di lavoro

Il gruppo di lavoro che ha eseguito le analisi e contribuito alla stesura dello Studio di impatto

ambientale per conto di Ambiente Italia srl egrave cosigrave composto

Approvazione degli elaborati Dott Sc Agr Mario Zambrini

Responsabile del progetto Eng Teresa Santos

Quadro di riferimento programmatico Eng Teresa Santos

Arch Mario Miglio

Dottssa Valentina Toninelli

Quadro di riferimento progettuale Eng Teresa Santos

Dottssa Anna Geotti

Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti

Aria e Odori Dott Armando Buffoni

Rumore Eng Teresa Santos Dott Sc Agr Zambrini

Acque e Suolo Eng Teresa Santos

Ecosistemi Flora e Fauna Dottssa Toninelli

Assetto territoriale e Paesaggio Arch Mario Miglio

Traffico Eng Teresa Santos

Elaborazione cartografia e fotografica Dottssa Valentina Toninelli

Documentazione ai fini della procedura di AIA Dottssa Anna Geotti

Studio per la valutazione di incidenza Dottssa Valentina Toninelli

La valutazione previsionale dellimpatto acustico inclusa la campagna di monitoraggio acustico egrave stata

eseguita dal Dott Mario Zambrini e dallrsquoIng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel campo

dellrsquoacustica ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti

rispettivamente con Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714 del

3 Dicembre 2010

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COD 15V055 PAGINA 11 194

QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE

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2 NORME MINIME PER LA PROTEZIONE DEI POLLI DA CARNE

Con Decreto legislativo 27 settembre 2010 n 181 egrave stata recepita in Italia la Direttiva 200743CE che

stabilisce norme minime per la protezione di polli allevati per la produzione di carne Secondo tale

decreto

1 Tutti gli stabilimenti devono rispettare le disposizioni di cui allallegato I

Abbeveratoi 1 Gli abbeveratoi sono posizionati e sottoposti a manutenzione in modo da ridurre al

minimo le perdite

Alimentazione 2 Il mangime egrave disponibile in qualsiasi momento o soltanto ai pasti e non

devessere ritirato prima di 12 ore dal momento previsto per la macellazione

Lettiera 3 Tutti i polli hanno accesso in modo permanente a una lettiera asciutta e friabile in

superficie

Ventilazione e riscaldamento 4 Vi deve essere sufficiente ventilazione per evitare il

surriscaldamento se necessario in combinazione con i sistemi di riscaldamento per rimuovere

lumiditagrave in eccesso

Rumore 5 Il livello sonoro deve essere il piugrave basso possibile La costruzione linstallazione il

funzionamento e la manutenzione dei ventilatori dei dispositivi di alimentazione e di altre

attrezzature sono tali da provocare la minore quantitagrave possibile di rumore e che in ogni caso non

arrechino danno agli animali

Luce 6 Tutti gli edifici sono illuminati con unintensitagrave di almeno 20 lux durante le ore di luce

misurata a livello dellocchio dellanimale e in grado di illuminare almeno l80 dellarea

utilizzabile Una riduzione temporanea del livello di luce puograve essere ammessa se ritenuta

necessaria in seguito al parere di un veterinario 7 Entro i sette giorni successivi al momento in

cui i polli sono collocati nelledificio e fino a tre giorni prima del momento previsto per la

macellazione la luce deve seguire un ritmo di 24 ore e comprendere periodi di oscuritagrave di almeno 6

ore totali con almeno un periodo ininterrotto di oscuritagrave di almeno 4 ore esclusi i periodi di

attenuazione della luce

Ispezioni 8 Tutti i polli presenti nello stabilimento devono essere ispezionati almeno due volte

al giorno Occorre prestare particolare attenzione ai segni che rivelano un abbassamento del livello

di benessere eo di salute degli animali 9 I polli gravemente feriti o che mostrano segni evidenti

di deterioramento della salute come quelli con difficoltagrave nel camminare o che presentano

ascite o malformazioni gravi e che egrave probabile che soffrano ricevono una terapia appropriata

o sono abbattuti immediatamente Un veterinario egrave contattato ogniqualvolta se ne presenti la

necessitagrave

Pulizia 10 Ad ogni depopolamento definitivo le parti degli edifici delle attrezzature o degli utensili

in contatto con i polli sono pulite e disinfettate accuratamente prima di introdurre nel capannone un

nuovo gruppo di animali Dopo il depopolamento definitivo di un capannone si deve rimuovere tutta

la lettiera e predisporre una lettiera pulita

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COD 15V055 PAGINA 13 194

Registrazioni 11 Il proprietario o il detentore deve registrare in formato cartaceo o elettronico

per ciascun capannone dello stabilimento i seguenti dati a) il numero di polli introdotti b) larea

utilizzabile c) librido o la razza dei polli se noti d) per ogni controllo il numero di volatili trovati

morti con indicazione delle cause se note noncheacute il numero di volatili abbattuti e la causa e) il

numero di polli rimanenti nel gruppo una volta prelevati quelli destinati alla vendita o alla

macellazione Le informazioni (hellip) sono contenute in un registro il cui modello egrave adottato con

decreto (hellip) in alternativa gli operatori del settore possono utilizzare altri strumenti di registrazione

giagrave previsti e presenti in azienda qualora contengono le informazioni di cui al presente punto Tali

registrazioni sono conservate per un periodo di almeno tre anni e vengono rese disponibili

allautoritagrave competente quando effettui unispezione o qualora ne faccia richiesta

Interventi chirurgici 12 Sono proibiti tutti gli interventi chirurgici effettuati a fini diversi da quelli

terapeutici o diagnostici che recano danno o perdita di una parte sensibile del corpo o

alterazione della struttura ossea La troncatura del becco puograve tuttavia essere autorizzata

dallAutoritagrave Sanitaria competente per territorio una volta esaurite le altre misure volte a impedire

plumofagia e cannibalismo In tali casi detta operazione egrave effettuata soltanto previo parere di un

veterinario da personale qualificato su pulcini di etagrave inferiore a 10 giorni Inoltre lAutoritagrave Sanitaria

competente per territorio puograve autorizzare la castrazione degli animali La castrazione egrave effettuata

soltanto con la supervisione di un veterinario e ad opera di personale specificamente formato Il

Ministero della salute (hellip) stabilisce i criteri generali per autorizzare gli interventi di cui al presente

paragrafo

2 La densitagrave massima di allevamento in ogni capannone dello stabilimento non deve superare

in alcun momento 33 kgmsup2

3 In deroga al comma 2 lautoritagrave sanitaria territorialmente competente puograve autorizzare una

densitagrave di allevamento superiore a condizione che siano rispettate le disposizioni di cui

allallegato II (oltre a quelle di cui allallegato I)

1 Il proprietario o il detentore comunica allautoritagrave competente lintenzione di ricorrere a una

densitagrave superiore a 33 kgm2 di peso vivo Egli indica la densitagrave di allevamento che intende

raggiungere ed informa lautoritagrave competente di qualsiasi modifica della stessa almeno 15

giorni prima della collocazione del gruppo di polli nel capannone Se lautoritagrave competente lo

richiede la notifica egrave accompagnata da un documento che riprende in sintesi le informazioni

contenute nella documentazione di cui al punto 2

2 Il proprietario o il detentore tiene a disposizione nel capannone la documentazione che descrive

in dettaglio i sistemi di produzione In particolare tale documentazione comprende

informazioni relative a particolari tecnici del capannone e delle sue attrezzature quali

a) una mappa del capannone indicante le dimensioni delle superfici occupate dai polli

b) sistemi di ventilazione e ove pertinente di raffreddamento e riscaldamento comprese le

rispettive ubicazioni un piano della ventilazione indicante in dettaglio i parametri di qualitagrave

dellaria prefissati come flusso velocitagrave e temperatura dellaria

c) sistemi di alimentazione e approvvigionamento dacqua e loro ubicazione

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PAGINA 14 194 Settembre 2015

d) sistemi dallarme di riserva in caso di guasti ad apparecchiature automatiche o

meccaniche essenziali per la salute ed il benessere degli animali

e) procedure operative che assicurino interventi di riparazione urgenti in caso di guasti alle

apparecchiature essenziali per la salute e il benessere degli animali

f) tipo di pavimentazione e lettiera normalmente usate

(hellip)

3 Ciascun capannone di uno stabilimento deve essere dotato di sistemi di ventilazione e se

necessario di riscaldamento e raffreddamento concepiti costruiti e fatti funzionare in modo

che

a) la concentrazione di ammoniaca (NHsup3) non superi 20 ppm e la concentrazione di anidride

carbonica (COsup2) non superi 3000 ppm misurati allaltezza della testa dei polli

b) la temperatura interna non superi quella esterna di piugrave di 3deg C quando la temperatura

esterna allombra egrave superiore a 30deg C

c) lumiditagrave relativa media misurata allinterno del capannone durante 48 ore non superi il 70

quando la temperatura esterna egrave inferiore a 10deg C

4 Qualora sia concessa la deroga di cui al comma 3 la densitagrave massima di allevamento in ogni

capannone dello stabilimento non deve superare in qualsiasi momento 39 kgmsup2

5 Quando sono soddisfatti i criteri di cui allallegato V lautoritagrave sanitaria territorialmente competente

puograve autorizzare un ulteriore aumento fino ad un massimo di 3 kgmsup2 rispetto alla densitagrave di

allevamento prevista nel comma 4

1 Criteri

a) il monitoraggio dello stabilimento effettuato dallautoritagrave competente negli ultimi due anni

non ha rivelato carenze rispetto ai requisiti del presente decreto

b) il proprietario o il detentore effettua il monitoraggio utilizzando le guide alle buone

pratiche di gestione di cui allart 7

c) in almeno sette gruppi consecutivi di polli successivamente controllati e provenienti da un

capannone la mortalitagrave giornaliera cumulativa egrave stata inferiore a 1 + 006 moltiplicato

per letagrave alla macellazione espressa in giorni Qualora non sia stato effettuato alcun

monitoraggio dello stabilimento dallautoritagrave competente negli ultimi due anni deve

essere effettuato almeno un monitoraggio per controllare se sia rispettato il requisito di

cui alla lettera a)

2 Circostanze eccezionali In deroga al punto 1 lettera c) lautoritagrave competente puograve decidere

di aumentare la densitagrave di allevamento quando il proprietario o il detentore abbia fornito

spiegazioni sufficienti riguardo alla natura eccezionale di un tasso di mortalitagrave giornaliera

cumulativo piugrave alto o abbia dimostrato che le cause sfuggono al suo controllo

Con successivo Decreto 4 febbraio 2013 ldquoDisposizione in materia di protezione di polli allevati per la

produzione di carne ai sensi degli articoli 3 4 6 e 8 del decreto legislativo 27 settembre 2010 n 181rdquo

il ministero ha come previsto dal Dlgs 1812010 precisato come determinare la densitagrave di allevamento

(definendo anche il modello per la registrazione dei dati relativi ai polli allevati) e ha definito i criteri e

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COD 15V055 PAGINA 15 194

modalitagrave per lrsquoaumento in deroga della densitagrave noncheacute lrsquoorganizzazione e svolgimento di corsi di

formazione e riconoscimento del personale che si occupa di allevamento di polli

1 La densitagrave di allevamento come definita allart 2 comma 1 lettera i) del Dlgs n 1812010 (hellip) egrave

determinata moltiplicando il peso vivo medio di un campione di almeno venticinque polli per il numero

complessivo dei polli presenti contemporaneamente in un capannone (hellip)

3 AZIENDA AGRICOLA

LrsquoAzienda Agricola Maggiolo egrave localizzata in Via Bella Venezia 147 Comune di Castelfranco Provincia

di Treviso Nellrsquoazienda agricola si svolge lrsquoattivitagrave di allevamento di polli a terra potendo quindi i capi

muoversi liberamente allrsquointerno del capannone

Lrsquoazienda egrave costituita dai seguenti fabbricati1

N 1 fabbricato ad uso civile (abitazione) del proprietario dellrsquoazienda agricola noncheacute gestore

dellrsquoallevamento

N 5 capannoni adibiti allrsquoallevamento dei polli

N 1 fabbricato adibito a magazzino

N 1 tettoia coperta adibita a magazzino

Lrsquoarea sulla quale insiste lrsquoazienda occupa una superficie di circa 25000 m2 di cui circa 6200 m2

coperti 3900 m2 scoperti pavimentati e i rimanenti scoperti non pavimentati

Fabbricati ndash capannoni di allevamento

Larghezza m Lunghezza m

Superficie Utile

di allevamento

m2

Superficie

dellrsquoanticamera

m2

Superficie totale

m2

Capannone 1 9 102 918 135 932

Capannone 2 9 121 1089 225 1112

Capannone 3 9 128 1152 18 1170

Capannone 4 9 128 1152 18 1170

Capannone 5 10 117 1170 30 1200

totale

5481 102 5583

1 Si rimanda alla Tavola ldquoInquadramento territoriale ndash foto aereardquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 16 194 Settembre 2015

Azienda Agricola Maggiolo ndash Capannoni e silos per stoccaggio mangime

Azienda Agricola Maggiolo ndash Magazzino segatura per lettiera

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COD 15V055 PAGINA 17 194

31 Caratteristiche dei capannoni di allevamento

Lrsquoallevamento egrave costituito da 5 capannoni per lrsquoallevamento con caratteristiche costruttive pressocheacute

identiche I capannoni sono dotati di adeguato isolamento della copertura che permette di

ottimizzare i consumi di energia termica ed elettrica

I capannoni sono dotati di anticamera in cui sono presenti gli impianti e i quadri di controllo

Il sistema di alimentazione automatica Le mangiatoie sono regolarmente disposte nello spazio a

disposizione degli animali che si alimentano direttamente Installate su strutture mobili in senso

verticale percorrenti lrsquointera area dei capannoni sono dotate di dispostivi che consentono di dosare il

mangime in uscita sul vassoio della mangiatoia in relazione alle necessitagrave di allevamento

Il sistema di abbeveraggio automatico egrave di tipo a gocce (nipples)

Lo spazio utile calpestabile di allevamento (escludendo la superficie di anticamera) risulta pari a 5481

m2 Per la lettiera viene utilizzato truciolo collocata su tutta la superficie utile di allevamento

Il raffrescamento egrave garantito dal sistema di pannelli cooling inseriti intestata a ciascuno dei capannoni il

pannello egrave in fibra dotata di canali attraverso cui scorre lrsquoacqua lrsquoaria passa attraverso e si raffredda

consumando in evaporazione una parte dellrsquoacqua in circolo la parte restante vien raccolta in cisterne

interrate e riutilizzata

La ventilazione dei capannoni egrave garantita mediante lrsquoazionamento di ventilatori assiali a parete collocati

nel lato ovest di ciascun capannone

Caratteristiche strutturali capannoni

Capanno

ne

Superficie

Utile di

allevamen

to m2

Superficie

dellrsquoantica

mera m2

Superfici

e totale

m2

Materiale costruttivo Isolamento coperture

1 918 135 932 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

2 1089 225 1112 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

3 1152 18 1170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

4 1152 18 1170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

5 1170 30 1200 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

Totale 5481 102 5583

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Caratteristiche strutturali capannoni (continuazione)

Capannone Mangiatoie

n

Abbeveratoi

n ndeg neon

Finestrature

m2

pannelli

raffrescanti

m2

sistema

baumec

1 200 1500 10 160 50 X

2 240 1700 12 110 60 X

3 254 1750 12 110 60 X

4 254 1750 14 204 - X

5 304 1710 12 200 - X

Azienda Agricola Maggiolo ndash interno di un capannone

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Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di distribuzione automatizzato del cibo

Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di distribuzione dellrsquoacqua

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PAGINA 20 194 Settembre 2015

Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di raffrescamento laterale (pannelli cooling)

311 Silos per lo stoccaggio mangime

Il mangime egrave stoccato in silos collocati allrsquoesterno dei capannoni e viene estratto tramite un sistema di

movimentazione automatica motorizzata che lo invia in tramogge interne ai capannoni

Complessivamente lrsquoazienda ha una capacitagrave di stoccaggio di 85 t data dalla esistenza di 8 silos di

capacitagrave variabile tra 7 e 13 t collocati tutti sul lato est

Capacitagrave di stoccaggio di mangime

Capannone silos silos silos silos silos Capa

citagrave

1 9 14

23

2

3 7 13 20

4 7 13 20

5 7 15 22

Capacitagrave

totale 85

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COD 15V055 PAGINA 21 194

312 Sistema di ventilazione

La ventilazione dei capannoni egrave di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete

collocati nel lato ovest di ciascun capannone

Ventilazione dei capannoni

Capannone Modello EM50 Modello ED36HE

Portata 30000 13140 m3h

1 4 2

2 8 -

3 8 -

4 8 -

5 6 -

Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di ventilazione e ventole di areazione

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PAGINA 22 194 Settembre 2015

Fonte Munters specifiche tecniche dei modelli EMEMS ndash EDHEEDSHE-EC air extraction circulation fan ndash

Declaration of conformity (2013)

32 Attivitagrave di allevamento ndash descrizione delle fasi di allevamento nella situazione

attuale e nello scenario di progetto

Al fine di un inquadramento dettagliato del processo produttivo attuale e in caso di ampliamento

del numero di polli allevati si riporta di seguito una descrizione per fasi

Accasamento i pulcini arrivano su mezzi adeguati al trasporto in contenitori che vengono

svuotati direttamente allrsquointerno di ciascun capannone Lrsquoincubatoio da cui provengono i pulcini

di norma egrave ubicato nel Comune di San Pietro in Gugrave a circa 25 km circa di distanza dallrsquoazienda

agricola Maggiolo Dopo avere sistemato gli animali le casse sono accatastate sul mezzo e

spedite allrsquoincubatoio senza che vengano lavate

Allevamento Le tipologie di capi richiesti dal soccidante dipendono dal mercato e dalla

stagione a conclusione di un ciclo il soccidante pianifica lrsquoaccasamento successivo nel

rispetto dei vincoli di densitagrave imposti dalla normativa vigente La maggior parte dei cicli saragrave di

tipo misto

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COD 15V055 PAGINA 23 194

Caricamento a fine ciclo i polli vengono caricati su apposite gabbie previamente pulite e

disinfettate e quindi trasportati da trasportatori autorizzati fino al macello che venga effettuata

alcuna sosta in altri allevamenti

Svuotamento dei capannoni e preparazione per un nuovo ciclo pulizia e disinfezione

dellrsquoambiente e di tutte le attrezzature presenti allrsquointerno del ricovero compresi i silos i sistemi di

distribuzione del mangime e dellrsquoacqua e ventilatori noncheacute la cella frigorifera

Gestione della pollina e della lettiera consegna della pollina e lettiera ad una ditta

specializzata

Vuoto sanitario durante questo periodo lrsquoallevamento rimane completamente libero di capi di

allevamento Durante questo periodo lrsquoazienda effettua le attivitagrave di manutenzione che

consistono nella verifica della funzionalitagrave dei dispositivi per distribuzione di acqua e cibo e

della centralina di controllo delle condizioni interna dei capannoni punti di illuminazione e dei

punti di illuminazione Lrsquoesecuzione delle manutenzioni viene fatta nel rispetto dei tempi del

vuoto sanitario

Pulizia e disinfezione dei capannoni

Pulizia Disinfezione

Luogo di

applicazione

Pavimenti e attrezzature Pavimenti e pareti

Agente di lavaggio Acqua a pressione non viene fatto

lavaggio ma solo bagnatura

Acqua con disinfettante

Mezzo utilizzato Pala meccanica con raschiatore e

spazzatura manuale

Idropulitrice o atomizzatore per applicazione della

soluzione disinfettante sulle superfici

Descrizione

modalitagrave

Viene effettuata la pulizia delle superfici

interne e delle apparecchiature in modo

che i residui si depositino sul pavimento

poi con scope a mano viene effettuato la

pulizia a fondo

Terminata la pulizia si spruzza la soluzione sulle

pareti e sui pavimenti fino a completa bagnatura

lasciando che il disinfettante espleti la sua azione

I trattamenti di derattizzazione vengono svolti mensilmente dal gestore con prodotto MOURIN il

gestore effettua ad ogni trattamento il relativo registro

Per la salvaguardia della sicurezza biologica il sito di allevamento egrave completamente recintato con rete

metallica altra 25 m sul lato est e parzialmente sul lato nord e con muro alto 25 m in calcestruzzo sui

lati sud ovest e parzialmente sul lato nord Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto

lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) egrave stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile

e facilmente disinfettabile di dimensioni adeguate al passaggio dei mezzi per il trasporto e scarico del

mangime direttamente sui silos collocati tutti sul lato frontale e per il carico a fine ciclo della pollina

(lettiera mista pollina) da effettuare sul lato posteriore Lrsquoallevamento dispone di due aree di stoccaggio

chiuse una per lo truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una separata e

adeguatamente segnalata per il deposito dei rifiuti prodotti

I mezzi che accedono allrsquoarea qualora ritenuto opportuno vengono irrorati con disinfettante sui

pneumatici utilizzando soluzioni di Eviron D che viene nebulizzata sulle ruote con pompa a spalla

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PAGINA 24 194 Settembre 2015

La tabella che segue riporta il riscontro sulla conformitagrave dellrsquoallevamento ai requisiti di biosicurezza

aviaria

Requisiti strutturali degli allevamenti avicoli Situazione allevamento

1) I locali di allevamento (capannoni) debbono avere

pavimento in cemento o in materiale lavabile per facilitare le operazioni di pulizia

e disinfezione

applicato

pareti e soffitti pulibili applicato

attrezzature facilmente pulibili e disinfettabili applicato

presenza di sistemi che impediscono lrsquoaccesso di volatili applicato

chiusure adeguate applicato

2) Tutti gli allevamenti debbono inoltre essere dotati di

barriere allrsquoingresso idonee ad evitare lrsquoingresso non controllato di automezzi

(cancelli o sbarre mobili)

applicato

piazzole di carico e scarico dei materiali drsquouso e degli animali con dimensioni

minime pari allrsquoapertura del capannone

applicato - le aree intorno ai

capannoni sono pavimentate

una superficie larga un metro lungo tutta la lunghezza esterna del capannone

che dovragrave essere mantenuta pulita

applicato

aree di stoccaggio dei materiali drsquouso (lettiere vergini mezzi meccanici etc)

protette

applicato

una zona filtro dotata di spogliatoio lavandini e detergenti allrsquoentrata di ogni

azienda vietata agli estranei Deve essere prevista anche una dotazione di

indumenti adeguati

applicato

uno spazio per il deposito temporaneo dei rifiuti applicato - presente area

dedicata

Gestione degli allevamenti avicoli

Le attrezzature di allevamento se utilizzate da piugrave aziende devono essere

sottoposte ad accurato lavaggio e disinfezione ad ogni ingresso ed uscita

non applicabile - solo una

azienda

nelle zone attigue ai capannoni non ci deve essere alcun materiale applicato

negli allevamenti di svezzamento ogni ambiente di allevamento deve essere

delimitato da pareti e dotato di proprio accesso indipendente anche nel caso

confini su uno o piugrave lati con altre unitagrave produttive

non applicabile - i capi

arrivano in allevamento giagrave

svezzati

per lo stoccaggio degli animali morti devono essere installate idonee celle di

congelazione collocate allrsquoesterno del perimetro dellrsquoarea di allevamento

assicurando che il trasporto sia effettuato da Ditte regolarmente autorizzate

Le celle possono essere collocate anche allinterno a condizione che

loperazione di carico degli animali morti avvenga allesterno

Applicato - presente cella

frigorifera da 20 m3

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COD 15V055 PAGINA 25 194

Azienda Agricola Maggiolo ndash piazzale anteriore (lato est)

Azienda Agricola Maggiolo ndash piazzale posteriore e recinzione (lato ovest)

Azienda Agricola Maggiolo ndash recinzione (lato ovest)

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PAGINA 26 194 Settembre 2015

4 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLA SITUAZIONE ATTUALE

Lrsquoazienda opera fino ad una capacitagrave massima pari a 39500 capi di peso variabile tra 18 e 36

kgcapo Indicativamente il pollo leggero da leggero da 1618 kg circa ha bisogno di circa 3437 giorni

di crescita il pollo da 2527 kg ha bisogno di circa a 4547 giorni (utilizzato prevalentemente nel

circuito dei supermercati) ed il pollo pesante da 3537 kg ha bisogno di circa 5560 giorni Quindi un

tipico ciclo misto ha una durata di circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento uno dopo

circa 3437 giorni quando i capi raggiungono un peso medio di 18 kg un secondo dopo 4547 giorni

quando i capi rimanenti raggiungono un peso di 27 kg circa I rimanenti capi verranno quindi caricati

verso il macello al raggiungimento di circa 36 kg dopo 60 giorni circa

Tra due cicli di allevamento viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle normative vigenti

per un periodo di 21 giorni Lrsquoazienda realizza quindi un totale massimo di 5 cicli ogni anno (di cui

lrsquoultimo ricade parzialmente nellrsquoanno successivo) Prima dellrsquoinizio del vuoto sanitario viene asportata

la lettiera segue la pulizia e disinfezione dellrsquoambiente e di tutte le attrezzature presenti allrsquointerno

del ricovero compresi i sistemi di distribuzione del mangime e dellrsquoacqua Questa pratica egrave

prevista dal piano di profilassi sanitaria per evitare propagazione di agenti patogeni sul ciclo

successivo

Il ciclo produttivo consiste quindi nellrsquoallevamento di polli da carne in 5 capannoni per una

superficie utile di allevamento complessiva di 5481 m2 Lrsquoazienda lavora in soccida con il gruppo

Veronesi pertanto riceve dal soccidante pulcini mangime farmaci e disinfettanti e consegna i capi

a fine ciclo

La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attivitagrave di un ciclo misto con

indicazione dei giorni di accasamento rifornimento di mangime sfoltimento e quindi di avvio al macello

dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata

Lrsquoimpostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dellrsquoallevamento

quindi al lordo della mortalitagrave fisiologica e mediamente pari al 5 per ciclo completo di allevamento

Lrsquoimpostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010

n 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013 relativamente alla densitagrave massima da non superare pari a

33 kgm2 Inoltre lo schema viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla

tabella che segue si tenga presente che chiaramente la crescita dei capi egrave graduale essendo graduale

anche il fabbisogno alimentare giornaliero ma che per necessarie ragioni di semplificazione si egrave

assunto cautelativamente un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita

Situazione attuale ndash densitagrave

Taglia dei capi Peso medio dei capi

kgcapo Numero di capi

Densitagrave massima kgm

2

Capi m2

piccolo 18 11132 130 7

medio 27 7182 140 5

grande 36 21186 139 4

totale 39500

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COD 15V055 PAGINA 27 194

Regime alimentare tipico

Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg Razione

quotidiana g gg

1 Avviamento Fino a 10deg giorno 004 ndash 027 29

2 Accrescimento Dal 10deg-21deg giorno (ca) 027 ndash 094 78

3 Accrescimento Dal 22deg al 45deg giorno (ca) 094 ndash 34 200

4 Finissaggio Dal 46deg fino alla fine ciclo 34 -39 375

Situazione attuale - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 39500 capi

Giorno

Numero di capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisogno

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

850 mangime

1 19750 29 06 844 accasamento

2 39500 29 11 833 accasamento

3 39500 29 11 822

4 39500 29 11 811

5 39500 29 11 799

6 39500 29 11 788

7 39500 29 11 777

8 39500 29 11 766

9 39500 29 11 754

10 39500 29 11 743

11 39500 78 31 712

12 39500 78 31 682

13 39500 78 31 651

14 39500 78 31 620

15 39500 78 31 589

16 39500 78 31 559

17 39500 78 31 528

18 39500 78 31 497

19 39500 78 31 466

20 39500 78 31 436

21 39500 78 31 405

22 39500 200 79 326

23 39500 200 79 247

24 39500 200 79 168

25 39500 200 79 89

26 39500 200 79 10

27 39500 200 79 781 mangime

28 39500 200 79 702

29 39500 200 79 623

30 39500 200 79 544

31 39500 200 79 465

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PAGINA 28 194 Settembre 2015

Giorno

Numero di capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisogno

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

32 39500 200 79 386

33 39500 200 79 307

34 39500 200 79 228

35 39500 200 79 149

36 28368 200 57 92 1deg sfoltimento caricamento vs

macello

37 28368 200 57 35

38 28368 200 57 829 mangime

39 28368 200 57 772

40 28368 200 57 715

41 28368 200 57 659

42 28368 200 57 602

43 28368 200 57 545

44 28368 200 57 488

45 28368 200 57 432

46 21186 375 79 352 2deg sfoltimento caricamento vs

macello

47 21186 375 79 273

48 21186 375 79 193

49 21186 375 79 114

50 21186 375 79 34

51 21186 375 79 805 mangime

52 21186 375 79 725

53 21186 375 79 646

54 21186 375 79 567

55 21186 375 79 487

56 21186 375 79 408

57 21186 375 79 328

58 13506 375 51 278 caricamento vs macello

59 5826 375 22 256 caricamento vs macello

60 - 375 - 256 caricamento vs macello

61

consegna pollina ditta esterna

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COD 15V055 PAGINA 29 194

5 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLO SCENARIO DI PROGETTO

51 Motivazione dellrsquointervento di ampliamento

Lrsquoallevamento era di proprietagrave del Sig Bonifacio Maggiolo padre dellrsquoattuale gestore nel 2008 il figlio

Cesare Maggiolo prende in affitto i capannoni e inizia la sua gestione utilizzandone solo tre in quanto

gli altri due necessitavano di interventi di miglioramento Dal 2014 Cesare Maggiolo diventa

proprietario dellrsquoallevamento e decide di procedere alla sistemazione dei due capannoni non utilizzati

per poter arrivare a sfruttare la potenzialitagrave complessiva delle superfici non sono state eseguite opere

di edilizia si egrave trattato prevalentemente di sistemazione degli impianti elettrici con installazione delle

centraline di controllo A seguito della sistemazione egrave possibile utilizzare tutta al superficie utile di

allevamento disponibile

Considerata la superficie utile di allevamento disponibile lrsquoAzienda Agricola Maggiolo intende ampliare

la propria capacitagrave di allevamento di polli da carne fino ad una massimo pari a 110000 capi per ciclo

Si tratta quindi esclusivamente di un ampliamento del numero di capi allevato senza alcun ampliamento

delle strutture o costruzione di nuove

52 Dimensionamento dellrsquoallevamento in caso di ampliamento

Lrsquoazienda intende quindi operare fino ad una consistenza massima di allevamento pari a 110000 capi

di peso variabile tra 18 e 36 kgcapo ricorrendo allo stesso schema di allevamento giagrave in pratica

attualmente Quindi realizzando cicli di allevamento di tipo misto di durata complessiva pari a circa 60

giorni complessivi con due momenti di sfoltimento uno dopo circa 3437 giorni quando i capi

raggiungono un peso medio di 18 kg un secondo dopo 4547 giorni quando i capi rimanenti

raggiungono un peso di 27 kg circa I rimanenti capi verranno quindi caricati verso il macello al

raggiungimento di circa 36 kg dopo 60 giorni circa

Tra due cicli di allevamento verragrave allo stesso modo garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle

normative vigenti per un periodo di 21 giorni Lrsquoazienda realizzeragrave un totale massimo di 5 cicli ogni anno

(di cui lrsquoultimo potragrave ricadere parzialmente nellrsquoanno successivo) Prima dellrsquoinizio del vuoto sanitario

verragrave sempre asportata la lettiera seguendo la fase di pulizia e disinfezione dellrsquoambiente e di tutte

le attrezzature presenti allrsquointerno del ricovero compresi i sistemi di distribuzione del mangime e

dellrsquoacqua

La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attivitagrave di un ciclo misto con

indicazione dei giorni di accasamento rifornimento di mangime sfoltimento e quindi di avvio al macello

dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata

Lrsquoimpostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dellrsquoallevamento

quindi al lordo della mortalitagrave fisiologica e mediamente pari al 5 per ciclo completo di allevamento

Lrsquoimpostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010

n 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013 relativamente alla densitagrave massima da non superare pari a

39 kgm2 in deroga al limite di 33 kgm

2 e previa presentazione di apposita richiesta entro 15 giorni

prima dellrsquoaccasamento dei capi allrsquoautoritagrave sanitaria territorialmente competente Inoltre lo schema

viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla tabella che segue si tenga

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 30 194 Settembre 2015

presente che chiaramente la crescita dei capi egrave graduale essendo graduale anche il fabbisogno

alimentare giornaliero ma che per necessarie ragioni di semplificazione si egrave assunto cautelativamente

un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita

Scenario di progetto ndash densitagrave

Taglia dei capi Peso medio dei capi

kgcapo Numero di capi

Densitagrave massima kgm

2

Capi m2

piccolo 18 31000 361 20

medio 27 20000 389 14

grande 36 59000 388 11

totale

110000

Regime alimentare tipico

Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg Razione

quotidiana g gg

1 Avviamento Fino a 10deg giorno 004 ndash 027 29

2 Accrescimento Dal 10deg-21deg giorno (ca) 027 ndash 094 78

3 Accrescimento Dal 22deg al 45deg giorno (ca) 094 ndash 34 200

4 Finissaggio Dal 46deg fino alla fine ciclo 34 -39 375

Scenario di progetto - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 110000 capi

Giorno

Numero di

capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisog

no

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

850 mangime

1 18333 29 05 845 accasamento

2 36667 29 10 834 accasamento

3 55000 29 16 819 accasamento

4 73333 29 21 798 accasamento

5 91667 29 26 772 accasamento

6 110000 29 31 740 accasamento

7 110000 29 31 709

8 110000 29 31 678

9 110000 29 31 646

10 110000 29 31 615

11 110000 78 86 529

12 110000 78 86 444

13 110000 78 86 358

14 110000 78 86 272

15 110000 78 86 187

16 110000 78 86 101

17 110000 78 86 16

18 110000 78 86 780 mangime

19 110000 78 86 694

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 31 194

Giorno

Numero di

capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisog

no

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

20 110000 78 86 609

21 110000 78 86 523

22 110000 200 220 303

23 110000 200 220 83

24 110000 200 220 713 mangime

25 110000 200 220 493

26 110000 200 220 273

27 110000 200 220 53

28 110000 200 220 683 mangime

29 110000 200 220 463

30 110000 200 220 243

31 110000 200 220 23

32 110000 200 220 653 mangime

33 110000 200 220 433

34 110000 200 220 213

35 94640 200 189 24 1deg sfoltimento caricamento vs macello

36 79280 200 159 685

1deg sfoltimento caricamento vs macello mangime

37 79000 200 158 527 1deg sfoltimento caricamento vs macello

38 79000 200 158 369

39 79000 200 158 211

40 79000 200 158 53

41 79000 200 158 745 mangime

42 79000 200 158 587

43 79000 200 158 429

44 68760 200 138 291 2deg sfoltimento caricamento vs macello

45 59000 375 221 70 2deg sfoltimento caricamento vs macello

46 59000 375 221 699 mangime

47 59000 375 221 477

48 59000 375 221 256

49 59000 375 221 35

50 59000 375 221 664 mangime

51 59000 375 221 442

52 59000 375 221 221

53 59000 375 221 850 mangime

54 51320 375 192 657 caricamento vs macello

55 43640 375 164 494 caricamento vs macello

56 35960 375 135 359 caricamento vs macello

57 28280 375 106 253 caricamento vs macello

58 20600 375 77 176 caricamento vs macello

59 12920 375 48 127 caricamento vs macello

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 32 194 Settembre 2015

Giorno

Numero di

capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisog

no

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

60 5240 375 20 108 caricamento vs macello

61 - caricamento vs macello

62 consegna pollina ditta esterna

63 consegna pollina ditta esterna

64 consegna pollina ditta esterna

6 GESTIONE DEI MATERIALI PALABILI ESISTENTE E PREVISTO DAL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DEL NUMERO DI CAPI

Nellrsquoazienda agricola Maggiolo non egrave presente alcuna concimaia in quanto tutta la pollina (il misto

di deiezioni del pollame piume mangimi e lettiere di truciolo) egrave consegnata alla fine di ogni ciclo

alla fungaia Agrifung Nello scenario di progetto la pollina verragrave consegnata alla stessa ditta Il

materiale egrave ritirato come sottoprodotto di origine animale

Ai sensi del Regolamento (CE) n 10692009 del 21 ottobre 2009 recante norme sanitarie relative

ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti derivati non destinati al consumo umano e che

abroga il regolamento (CE) n 17742002 (regolamento sui sottoprodotti di origine animale) la

pollina rientra nei materiali di categoria 2 (art 9) ldquoa) stallatico guano non mineralizzato e contenuto

del tubo digerente (hellip)rdquo e possono (art 13) essere ldquoa) smaltiti come rifiuti mediante incenerimento

i) direttamente senza trasformazione preliminare o ii) dopo la trasformazione attraverso

sterilizzazione sotto pressione se lrsquoautoritagrave competente lo richiede e con marcatura permanente

del materiale risultante b) recuperati o smaltiti mediante coincenerimento qualora i materiali di

categoria 2 siano rifiuti i) direttamente senza trasformazione preliminare o ii) dopo la

trasformazione attraverso sterilizzazione sotto pressione se lrsquoautoritagrave competente lo richiede e

con marcatura permanente del materiale risultante c) smaltiti in una discarica autorizzata dopo la

trasformazione attraverso sterilizzazione sotto pressione e con marcatura permanente dei materiali

risultanti d) utilizzati per la fabbricazione di fertilizzanti organici o ammendanti da immettere sul

mercato conformemente allrsquoarticolo 32 previa trasformazione mediante sterilizzazione sotto

pressione ove applicabile e marcatura permanente dei materiali risultanti e) compostati o

trasformati in biogas i) dopo la sterilizzazione sotto pressione e la marcatura permanente del

materiale risultante o ii) se si tratta di stallatico del tubo digerente e del suo contenuto di latte

prodotti a base di latte di colostro di uova e ovoprodotti qualora lrsquoautoritagrave competente ritenga che

non presentino rischi di diffusione di malattie trasmissibili gravi dopo la trasformazione preliminare

o senza trasformazione preliminare f) applicati sul terreno senza trasformazione preliminare se si

tratta di stallatico del contenuto del tubo digerente separato da questrsquoultimo di latte prodotti a

base di latte e di colostro e qualora lrsquoautoritagrave competente ritenga che non presentino rischi di

diffusione di malattie trasmissibili gravi g) insilati compostati o trasformati in biogas se si tratta di

materiali derivanti da animali acquatici h) utilizzati come combustibile dopo la trasformazione o

senza trasformazione preliminare o i) utilizzati per la fabbricazione di prodotti derivati di cui agli

articoli 33 34 e 36 e immessi sul mercato conformemente a tali articolirdquo

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COD 15V055 PAGINA 33 194

Ai sensi del Dlgs 1522006 smi (art 185) ldquo2 Sono esclusi dallambito di applicazione della parte quarta

del presente decreto (ndr ldquoNorme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinatirdquo) in

quanto regolati da altre disposizioni normative comunitarie ivi incluse le rispettive norme nazionali di

recepimento (hellip) b) i sottoprodotti di origine animale compresi i prodotti trasformati contemplati dal

regolamento (CE) n 17742002 (ndr abrogato con il successivo Regolamento (CE) n 10692009 del

21 ottobre 2009) eccetto quelli destinati allincenerimento allo smaltimento in discarica o allutilizzo in

un impianto di produzione di biogas o di compostaggio (hellip)rdquo Inoltre sempre disciplina della pollina

ricade nella generale regolamentazione dei sottoprodotti contenuta nellarticolo 184-bis dello stesso

Dlgs 1522006 ldquo1 Egrave un sottoprodotto e non un rifiuto ai sensi dellarticolo 183 comma 1 lettera a)

qualsiasi sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti condizioni a) la sostanza o loggetto egrave

originato da un processo di produzione di cui costituisce parte integrante e il cui scopo primario non egrave

la produzione di tale sostanza od oggetto b) egrave certo che la sostanza o loggetto saragrave utilizzato nel

corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione da parte del produttore

o di terzi c) la sostanza o loggetto puograve essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento

diverso dalla normale pratica industriale d) lulteriore utilizzo egrave legale ossia la sostanza o loggetto

soddisfa per lutilizzo specifico tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute

e dellambiente e non porteragrave a impatti complessivi negativi sullambiente o la salute umanardquo

La pollina originata nellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave quindi da considerarsi un sottoprodotto di

origine animale che viene e verragrave consegnata a terzi per un successivo processo di produzione o di

utilizzazione non rientrando per tanto nellrsquoambito dellrsquoapplicazione delle Norme in materia di gestione

dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati di cui al DLgs 1522006 smi

Lrsquoazienda agricola Maggiolo non effettua e non effettueragrave nello scenario di progetto lo spandimento

della pollina

La tabella che segue riporta la stima della produzione di pollina nella situazione attuale (riferita ad una

consistenza massima pari a 39500 capi per ciclo) e relativa allo scenario di progetto (riferito ad una

consistenza massima pari a 110000 capi per ciclo)

La stima egrave stata effettuata sulla base dei criteri definiti nellrsquoAllegato alla DGR n 2217 del 08082008

ldquoLinee guida per la compilazione della comunicazione e del PUArdquo (aggiornamento dellrsquoAllegato F alla

DGR 7 agosto 2007 n 2439 che in Regione Veneto recepisce il Decreto Ministeriale 7 aprile 2006)

relativamente alla consistenza media dellrsquoallevamento

Situazione attuale - Numero di cicli (compresi i giorni necessari per lo svuotamento e trasporto

pollina)

I ciclo Svuoto sanitario II ciclo

Svuoto sanitario III ciclo

Svuoto sanitario IV ciclo

Svuoto sanitario V ciclo

Numero di giorni

61 210 61 21 61 21 61 21 37 365

Completo Completo Completo Completo Incompleto

06 46

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PAGINA 34 194 Settembre 2015

Scenario di progetto - Numero di cicli (compresi i giorni necessari per lo svuotamento e trasporto

pollina)

I ciclo Svuoto sanitario II ciclo

Svuoto sanitario III ciclo

Svuoto sanitario IV ciclo

Svuoto sanitario V ciclo

Numero di giorni

64 210 64 21 64 21 64 21 25 365

Completo Completo Completo Completo Incompleto

03 44

Produzione di pollina nella situazione attuale e nello scenario futuro in caso di ampliamento

Situazione

attuale Scenario di

progetto

Consistenza massima dellrsquoallevamento n di capi 39500 110000

Consistenza media dellallevamento (calcolato come da indicazioni di cui allrsquoAllegato A alla DGR 2217 del 882008) Considerando un

tasso di mortalitagrave fisiologica pari al 5

ciclo di durata pari a 60 giorni

periodo di vuoto sanitario pari a 21 giorni

46 cicli allrsquoanno nella situazione attuale e 44 cicli allrsquoanno nello scenario di progetto

n di capi 23787 63138

Consistenza media dellallevamento t in peso vivo

Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 882008 ndash allegato A - tabella 1 polli da carne a terra con uso lettiera (pv medio 1 kg)

m3capoanno 00095 00095

Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 882008 ndash allegato A - tabella 1 polli da carne a terra con uso lettiera (pv medio 1 kg)

tcapoanno 00062 00062

Produzione pollina (volume) m

3 anno 226 600

Produzione pollina (peso) tanno 147 391

7 CONSUMI DI RISORSE E CARATTERISTICHE DELLE EMISSIONI IN AMBIENTE ESTERNO

71 Consumo di materie prime

Le materie prime in ingresso nellrsquoallevamento sono

mangimi

truciolo per lettiera

altri prodotti (ad esempio insetticidi e prodotti per la derattizzazione e per il trattamento dei

capi)

prodotti per pulizia e disinfezione degli ambienti di stabulazione

I mangimi sono tenuti in deposito nei silos dislocati in prossimitagrave dei singoli capannoni ed hanno una

capacitagrave complessiva attuale pari a 85 t sia nello scenario attuale che in nello scenario di progetto in

caso di ampliamento Il mangime viene fornito direttamente dal soccidante Nelle diverse fasi del ciclo

dellrsquoallevamento vengono fornite da parte del soccidante quattro tipologie di mangimi in grado di

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COD 15V055 PAGINA 35 194

garantire una crescita equilibrata dei capi e da ottimizzare lrsquoassorbimento dei nutrienti limitando

cosigrave lrsquoescrezione di azoto e fosforo il mangime egrave generalmente fornito in 4 fasi al fine di fornire ai

capi il nutrimento di cui hanno effettivamente bisogno nello specifico periodo della crescita La

tabella che segue riporta la composizione delle 4 tipologie di mangime fornito per periodo

Caratteristiche mangimi per fase

Fosforo

inorganico

Lisina Fitasi FTU Proteina

grezza

Oli e grassi

grezzi

P12 primo periodo 070 14 800 225 6

PB1 secondo periodo 060 122 750 20 7

PB2 terzo periodo 050 110 700 1830 880

PB3 quarto periodo 052 100 600 1720 9

Consumo di mangime

Consumo medio per

capi (ciclo misto)

kgcapo

consistenza

massima

(n capi)

Numero di cicli

allrsquoanno

Consumo di

mangime annuale

(tanno)

Situazione attuale 8 39500 46 1454

Scenario di progetto 8 110000 44 3872

I trattamenti di derattizzazione vengono effettuati in proprio utilizzando NOTRAC Block (bromadiolone e

denatorion principio attivo) essendo tenuta la registrazione degli interventi di derattizzazione con

piantina di distribuzione Nello scenario di progetto lrsquoazienda agricola continueragrave a effettuare i

trattamenti in proprio

Una volta svuotato il capannone dai capi si provvede alla raccolta della lettiera alla pulizia e alla

preparazione per il nuovo ciclo La pulizia si effettua in due fasi

mediante stazzamento a secco accurato di pavimenti pareti e attrezzature raccolta della pollina

residua che vien unita a quella giagrave accumulata in attesa di essere ritirata da parte della ditta

incaricata Segue bagnatura delle pareti con idropulitrice che non genera reflui in quanto ha la

sola funzione di preparare le superfici per la fase successiva

con idropulitrice o atomizzatore si applica a tutte le superfici la soluzione disinfettante al 1

circa di eviron D ( per ciclo se ne consumano circa 20 l per preparare 2 m3 di soluzione per ogni

ciclo) Non si generano effluenti la soluzione egrave lasciata sulle superfici al fine di lasciare che il

disinfettante espleti al sua funzione

72 Consumi energetici

Lrsquoazienda agricola Maggiolo ha un proprio impianto fotovoltaico con potenza di pico pari a 56 kW

Lrsquoenergia elettrica prodotta egrave utilizzata per

illuminazione dellrsquoarea di stabulazione e dei locali riscaldamento con lampade che fungono da ldquoMadre Artificialerdquo

distribuzione del mangime e dellrsquoacqua

sistema di ventilazione

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PAGINA 36 194 Settembre 2015

illuminazione interna dei capannoni di allevamento

cella frigorifica per capi deceduti

Azienda Agricola Maggiolo ndash impianto fotovoltaico

Egrave previsto un consumo medio annuale di circa 30000 l di GPL che dipende fortemente dalle

caratteristiche climatiche della stagione Il GPL egrave depositato in due serbatoi interrati da 3000 e 5000 l

Lrsquoaumento dei consumi di energia egrave legato in particolare alla necessitagrave di incrementare la ventilazione

Consumo annuale

kWh

Energia elettrica

autoprodotta

consistenza

massima

(n capi)

Fabbisogno medio per

capo kWhcapo ()

Situazione attuale 6000 63 39500 03

Scenario di progetto 100000 63 110000 018

() considerando presenza media anno rispettivamente 192000 e 536000)

73 Ciclo idrico

Lrsquoazienda consuma acqua di acquedotto per

Abbeveraggio capi

Lavaggio e disinfezione

Servizi igienici

Nella configurazione dellrsquoallevamento attuale il consumo idrico si attesta su circa 2900 m3anno di cui

circa 2600 m3anno per abbeveraggio (per un consumo medio pari a circa 144 lcapo durante il ciclo di

allevamento) 300 m3anno per il sistema di raffrescamento e circa 10 m

3anno per la pulizia

Considerando lrsquoincremento del numero di capi si prevede un incremento dagli attuali consumi annuali a

circa 7280 m3

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COD 15V055 PAGINA 37 194

Consumi idrici per abbeveraggio

Consumo medio per capi (ciclo misto)

lcapo

consistenza massima (n capi)

Numero di cicli allrsquoanno

Consumo di acqua annuale (m

3anno)

Situazione attuale 144 39500 46 2617

Scenario di progetto 144 110000 44 6970

Consumi idrici totali

Situazione attuale Scenario di progetto

Consumi idrici per abbeveraggio m3

anno 2617 6970

Consumi per raffrescamento (1) m3

anno 300 300

Consumi Idrici per pulizia (2) m3

anno 10 10

Consumi idrici totali m3

anno 2927 7280

(1) Il consumo per raffrescamento egrave alle condizioni meteoclimatiche ovvero al coincidere un ciclo di allevamento

con il picco estivo Il dato indicato egrave quindi un dato medio puramente indicativo

(2) Dato massimo

74 Scarichi idrici

I polli bevono direttamente beccando i nipples senza che avvenga spreco e dispersione dacqua

nellambiente Il raffrescamento egrave garantito dal sistema di pannelli cooling con riutilizzo dellrsquoacqua non

evaporata evitando sprechi e in parte con il sistema baumac Lrsquoabbeveraggio ed il sistema di

raffrescamento non generano quindi scarichi idrici Il sistema di pulizia non produce scarichi idrici infatti

dopo aver effettuato una estesa pulizia a secco le superfici interne ai capannoni sono bagnate con

soluzione di disinfettante con pompa a pressione senza creare ruscellamenti

75 Spolgie di animali

La mortalitagrave per ciclo di allevamento si attesta sui valori intorno a 5 LrsquoAzienda Agricola dispone di

una cella frigo per la conservazione dei capi deceduti di proprietagrave

Azienda Agricola Maggiolo ndash Celle frigorifera

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PAGINA 38 194 Settembre 2015

76 Produzione di rifiuti solidi

La produzione di rifiuti dellrsquoAzienda Agricola egrave limitata in quanto le materie prime (tra cui il mangime)

vengono trasportate mezzi che scaricano direttamente nei silos di stoccaggio

I rifiuti prodotti sono per lo piugrave rifiuti non pericolosi di cui in particolare imballaggi in plastica (contenitori

per detergenti e disinfettanti) in carta ed in vetro

Azienda Agricola Maggiolo ndash locale adibito al deposito dei rifiuti

77 Emissioni in atmosfera

In allevamento sono presenti emissioni diffuse derivanti da metabolismo animale tali emissioni

sono tenute sotto controllo mediante adozione di unrsquoadeguata ventilazione dei capannoni per

ridurre il tenore di umiditagrave della lettiera ribaltamento della stessa funzionale a limitare lrsquoinsorgere di

fenomeni di fermentazione anaerobica

La tabella che segue sintetizza le emissioni di ammoniaca e metano alla massima capacitagrave

dellrsquoallevamento sulla base dei coefficienti di emissione (riferimento BREF sect3321)

Emissioni di ammoniaca e metano

fase Fattore di

emissione unitagrave misura fattore

Situazione attuale

ndash emissioni totali

tanno

Scenario di

progetto ndash

emissioni totali

tanno

Stabulazione 011 kg NH3postoanno 43 121

Stabulazione 0079 Kg CH4postoanno 31 87

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COD 15V055 PAGINA 39 194

8 DISTANZE MINIME SECONDO LA DGR 8562012

Con la DGR n 856 del 15 maggio 2012 ldquoAtti di indirizzo ai sensi dellart 50 comma 1 lett d) della LR

23 aprile 2004 n 11 Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio Modifiche ed

integrazioni alla lett d) Edificabilitagrave zone agricole punto 5) Modalitagrave di realizzazione degli allevamenti

zootecnici intensivi e la definizione delle distanze sulla base del tipo e dimensione dellallevamento

rispetto alla qualitagrave e quantitagrave di inquinamento prodottordquo la Giunta regionale ha aggiornato gli Atti di

Indirizzo di cui alle deliberazioni n 31782004 e n 3292010 per ledificabilitagrave nelle zone agricole

Le tabelle che seguono riassumono i calcoli per la determinazione delle distanze minime di cui alla

DGR 85620122 Nelle tavole allegate si riportano i buffer con le distanze minime e lrsquoindicazione

dellrsquoutilizzo degli edifici data dalla Carta Tecnica Regionale

Lrsquoallevamento egrave dotato di un sistema di ventilazione forzata e non dispone di alcun stoccaggio della

polline che che insieme alla lettiera viene mantenuta al chiuso (nei singoli capannoni di allevamento)

fini alla fine del ciclo di allevamento per poi essere traportata da terzi verso lrsquoimpianto di recupero e

riutilizzo

Nella situazione attuale cosigrave come nello scenario di progetto lrsquoallevamento si trova a piugrave di 200 m

dallrsquoallevamento piugrave vicino Nel raggio di 100 m dallrsquoallevamento non sono presenti abitazioni civili a

meno dellrsquoedificio abitativo del proprietario e gestore dellrsquoallevamento e nel raggio di 200 m non rientra

il perimetro del centro abitato Il limite di zona agricola risulta ad una distanza superiore a 200 m

rispetto sia relativamente al PRG del Comune di Castello di Godego che al PAT del Comune di

Castelfranco Le strutture di allevamento (cinque capannoni) pressocheacute entro il limite di 20 m dal

confine della proprietagrave aziendale

Distanza minima dai confini di proprietagrave (Tabella 2 Allegato A)

Consistenza massima Peso vivo t

Classe tabella 1 allegato A

Distanza minima m

Situazione attuale 39500 395 2 20

Scenario di progetto 110000 110 2 20

Il peso medio vivo egrave stato calcolato sulla base del ciclo medio tipico

a) Tipologia dellambiente di stabulazione e del sistema di pulizia

Tipologia Punti allevamento

Situazione attuale ottimizzazione dellisolamento termico e della ventilazione (anche

artificiale)+pavimenti ricoperti da lettiera-abbeveratoi anti spreco 10

Scenario di progetto ottimizzazione dellisolamento termico e della ventilazione (anche

artificiale)+pavimenti ricoperti da lettiera-abbeveratoi anti spreco 10

2 Si rimanda alle tavole ldquoVerifica dei requisiti di cui alla DGR n 856 del 15 maggio 2012 - Stato attuale e incremento capi senza

passaggio di classe (classe 2) Uso del Suolordquo e ldquoVerifica dei requisiti di cui alla DGR n 856 del 15 maggio 2012 - Stato attuale e incremento capi senza passaggio di classe (classe 2)rdquo riportate in allegato

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PAGINA 40 194 Settembre 2015

b) Sistema di ventilazione

Tipologia Punti allevamento

Situazione attuale ventilazione forzata 0

Scenario di progetto ventilazione forzata 0

c) sistema di stoccaggio e trattamento delle deiezioni

Tipologia Punti allevamento

Situazione attuale materiali palabili - pollina su lettiera al coperto (su capannoni chiusi) -

equivalente a concimaia chiusa 0

Scenario di progetto materiali palabili - pollina su lettiera al coperto (su capannoni chiusi) -

equivalente a concimaia chiusa 0

Punteggio totale

Criteri Punti allevamento

Situazione attuale a b c 10

Scenario di progetto a b c 10

Distanze minime reciproche degli insediamenti zootecnici dai limiti di zona agricola (Tabella 3 Allegato A)

classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m

Situazione attuale 2 10 200

Scenario di progetto 2 10 200

Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze civili sparse (Tabella 4 Allegato A)

classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m

Situazione attuale 2 10 100

Scenario di progetto 2 10 100

Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze concentrate (centri abitati) (Tabella 5 Allegato A)

classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m

Situazione attuale 2 10 200

Scenario di progetto 2 10 200

9 DECOMMISSIONING

Per le strutture in cemento eo laterizi si provvederagrave in fase di dismissione dellrsquoallevamento al

trasporto delle relative macerie presso un impianto di trattamento per la bonifica

Per le attrezzature se riutilizzabili si provvederagrave alla revisione e riutilizzo presso altri impianti simili

mentre per le parti obsolete si provvederagrave al loro smaltimento tramite ditte autorizzate

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COD 15V055 PAGINA 41 194

QUADRO DI RIFERIMENTO

PROGRAMMATICO

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PAGINA 42 194 Settembre 2015

10 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE

101 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ndash Regione Veneto

1011 Riferimenti generali

La Regione Veneto con DGR n 372 del 1722009 ha adottato il Piano Territoriale Regionale di

Coordinamento ai sensi della LR 2342004 n 11 (art 25 e 4) oggetto di Variante anche questa solo

adottata con DGR n 427 del 1042013 pubblicata sul BURV n 39 del 352013 Il PTRC con la

citata Variante come precisato allrsquoarticolo 1bis delle Norme dello stesso assume natura di piano

urbanistico territoriale con specifica considerazione dei valori paesaggistici ai sensi dellrsquoart 135

comma 1 del DLgs 2212004 n 42 il Codice dei beni culturali e del paesaggio

Il PTRC adottato comprende i seguenti elaborati

Relazione illustrativa con i fondamenti del buon governo

Elaborati grafici

- Tavola PTRC 1992 - Ricognizione

- Tavola 1a - Uso del suolo Terra

- Tavola 1b - Uso del suolo Acqua

- Tavola 1c ndash Uso del suolo Idrogeologia e rischio sismico

- Tavola 2 - Biodiversitagrave

- Tavola 3 - Energia e ambiente

- Tavola 4 - Mobilitagrave

- Tavola 5a - Sviluppo economico produttivo

- Tavola 5b - Sviluppo economico turistico

- Tavola 6 - Crescita sociale e culturale

- Tavola 7 - Montagna del Veneto

- Tavola 8 - Cittagrave motore di futuro

- Tavola 9 - Sistema del territorio rurale e della rete ecologica

- Tavola 10 - Sistema degli obiettivi di progetto

Rapporto ambientale

Quadro conoscitivo

Documento per la pianificazione paesaggistica

o Ambiti di paesaggio

o Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici

o Atlante ricognitivo

o Sistema di valori

Norme tecniche

Il PTRC come precisato nellrsquoarticolo 4 delle Norme dello stesso egrave strumento sovraordinato a tutti i

piani territoriali ed urbanistici e puograve essere motivatamente modificato o integrato dai piani regionali di

settore e di sviluppo delle grandi reti di servizi fatto salvo quanto disposto dallrsquoart 145 comma 3 del

DLgs 422004 gli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica di livello inferiore devono

adeguarsi entro dodici mesi dallrsquoentrata in vigore del PTRC

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COD 15V055 PAGINA 43 194

Per quanto attiene allrsquoefficacia del PTRC come stabilito dal comma 3 dellrsquoarticolo 72bis delle Norme

dello stesso piano ldquoai sensi dellrsquoart 29 comma 2 della LR 1104 dallrsquoadozione del PTRC o di sue

eventuali varianti e fino alla loro entrata in vigore e comunque non oltre cinque anni dalla data di

adozione i Comuni sono tenuti a sospendere ogni determinazione sulle domande relative ad interventi

di trasformazione edilizia e urbanistica che risultino in contrasto con le prescrizioni contenute nel

pianordquo

In merito alla pianificazione paesaggistica come definito nel Titolo XI delle Norme dellrsquoadottato PTRC

la Regione egrave articolata ai sensi dellrsquoarticolo 45ter comma 1 della LR 112004 e dellrsquoarticolo 135

comma 2 del DLgs 422004 in quattordici Ambiti di Paesaggio indicati nel Documento per la

pianificazione paesaggistica La definizione delle specifiche normative drsquouso aventi la finalitagrave di

assicurare che ciascun ambito di paesaggio sia ldquoadeguatamente conosciuto tutelato salvaguardato e

disciplinatordquo attribuendo ldquoadeguati obiettivi di qualitagrave in attuazione dei fini di cui agli articoli 131 133 e

135 del Codice e sulla base della specificazione dei contenuti definiti dallrsquoAtlante Ricognitivo

contenuto nel Documento per la pianificazione paesaggisticardquo egrave demandata ai previsti Piani

Paesaggistici Regionali drsquoAmbito (PPRA)

Il Documento per la pianificazione paesaggistica come precisato allrsquoarticolo 71ter delle Norme del

PTRC costituisce quadro di riferimento per la definizione dei PPRA

Tale Documento si articola in Ambiti di paesaggio in cui egrave indicata la delimitazione degli Ambiti di

Paesaggio Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici in cui egrave indicato il percorso istituzionale di

attribuzione della valenza paesaggistica e sono rappresentate le aree di cui agli artt 136 e 142 del

DLgs4204 destinate a ricognizione e validazione in sede di pianificazione paesaggistica regionale

drsquoambito Atlante Ricognitivo quale prima ricognizione finalizzata alla conoscenza dei caratteri del

paesaggio veneto e dei processi di trasformazione che lo interessano in cui sono indicati obiettivi e

indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari ai PPRA Sistemi di valori (i siti patrimonio dellrsquoUnesco le

Ville del Palladio le Ville Venete Parchi e giardini di rilevanza paesaggistica Forti e manufatti difensivi

Archeologia industriale Architetture del Novecento

1012 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Gli elaborati cartografici del PTRC data anche la scala di restituzione solo in alcuni casi identificano

categorie direttamente relazionabili allrsquoarea dellrsquoesistente allevamento zootecnico avicolo od

allrsquoimmediato intorno ed in dettaglio si tratta delle ldquoAree nucleordquo riportate nelle Tavole 1 2 e 9 e dei

ldquoPrati stabilirdquo riportati nelle Tavole 1 e 9

Area nucleo

Le Aree nucleo sono elementi costituitivi della Rete ecologica e corrispondono come precisato

allrsquoarticolo 24 delle Norme del PTRC ai siti della Rete Natura 2000 ed alle aree naturali protette di cui

alla L 3941991 In tale articolo si afferma che ldquola Regione promuove programmi e progetti specifici

finalizzati alla salvaguardia e valorizzazione della Rete ecologica e per lrsquoattuazione di azioni volte alla

tutela conservazione e accrescimento della biodiversitagrave da attuarsi in collaborazione con le

amministrazioni provinciali comunali e gli altri soggetti interessati anche mediante il supporto a

pratiche agricole sostenibili e di gestione rurale privilegiando quelle dellagricoltura biologicardquo e che ldquoin

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tal senso si assumono come elementi di riferimento le reti di siepi agrarie e i filari le zone umide i corsi

dacqua e la rete di scolo e irrigua i boschettirdquo Le Norme del PTRC inoltre precisano che ldquola

procedura per la valutazione di incidenza si applica esclusivamente con riferimento agli obbiettivi di

conservazione tutelati nei siti della Rete Natura 2000rdquo

Con riguardo al previsto ampliamento del numero di capi allevati allrsquointerno delle giagrave esistenti strutture

aziendali che ricadono in una ZPS di cui alla Rete Natura 2000 egrave redatto il richiesto Studio di

Incidenza In aggiunta si annota che non sono previsti interventi che determinano ricadute sullrsquoattuale

consistenza e configurazione dei richiamati elementi di riferimento per la costruzione della rete

ecologica

Prati stabili

I Prati stabili sono disciplinati dallrsquoarticolo 14 delle Norme del PTRC che esplicita il loro riconoscimento

come ldquorisorse per il paesaggio e la biodiversitagraverdquo e demanda ai Comuni lrsquoindividuazione nellrsquoambito dei

propri strumenti urbanistici dei sistemi di prati stabili e la specificazione ai fini della loro tutela di

ldquoadeguate misure per mantenere il loro valore naturalistico e limitare la perdita di superficie prativa

dovuta allo sviluppo urbanistico allrsquoestensione dei seminativi e allrsquoavanzamento delle aree boschiverdquo

Il maggior numero di capi avicoli non richiede lrsquoampliamento dellrsquoarea attualmente giagrave interessata dalla

presenza dellrsquoallevamento e pertanto non sono coinvolte aree a prato stabile

Il PTRC con riguardo alle Aree rurali disciplinate allrsquoarticolo 7 individua e delimita quattro categorie di

aree rurali riportate in tavola 1a le Aree di agricoltura periurbana le Aree agropolitane in pianura le

Aree ad elevata utilizzazione agricola le Aree ad agricoltura mista a naturalitagrave diffusa per ognuna delle

quali sono elencati obiettivi e previsioni da assumere in sede di predisposizione e adeguamento degli

strumenti di pianificazione urbanistica In generale nel territorio rurale la pianificazione territoriale ed

urbanistica come indicato nel citato articolo deve essere ldquoorientata al principio del minor consumo di

suolordquo e perseguire diverse finalitagrave tra le quali ldquogarantire la sostenibilitagrave dello sviluppo economico del

settore rurale attraverso processi di trasformazione del territorio realizzati con il minor consumo

possibile di suolordquo ldquopromuovere e sostenere il recupero dei fabbricati abitativi e agricolo produttivi e

delle loro pertinenze e consentire la realizzazione di fabbricati abitativi e agricolo produttivi necessari

alle aziende agricole garantendo il loro armonico inserimento nel paesaggio agrario nel rispetto della

struttura insediativa esistenterdquo

La prevista variazione del numero di polli allevati che non richiede la realizzazione di nuovi fabbricati

in linea generale comunque non esclusi secondo le indicazioni delle norme del PTRC se correttamente

inseriti si ritiene possa essere positivamente relazionata con il richiamato obiettivo di uno sviluppo

rurale sostenibile tanto che non egrave in contrasto con la finalitagrave di ridurre il consumo di suolo agricolo

102 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ndash Provincia di Treviso

1021 Riferimenti generali

Il PTCP approvato con la DGR 1137 del 23032010 come precisato allrsquoarticolo 1 delle Norme dello

stesso ldquoindica gli obiettivi e gli elementi fondamentali dello sviluppo urbanistico provinciale

individuando per lrsquoassetto del territorio le nuove esigenze generali del territorio in coerenza con il

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quadro conoscitivo elaborato con riferimento alla salvaguardia conservazione e valorizzazione delle

risorse territorialirdquo

Tale Piano sempre come specificato nel citato articolo assicura che la valorizzazione delle risorse

territoriali disciplinata dalle previsioni degli strumenti urbanistici comunali persegua in particolare

la promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole

la tutela delle identitagrave storico-culturali e della qualitagrave degli insediamenti urbani ed extraurbani

la tutela del paesaggio rurale montano e delle aree di importanza naturalistica

lrsquoutilizzo di nuove risorse territoriali solo quando non esistano alternative alla riorganizzazione e

riqualificazione

del tessuto insediativo esistente

la messa in sicurezza degli abitati e del territorio dai rischi sismici e di dissesto idrogeologico

Il PTCP attraverso le direttive e le prescrizioni da considerare per la redazione degli strumenti di

pianificazione di livello inferiore ed a cui i PAT dei Comuni devono adeguarsi intende raggiungere

scelte progettuali di sviluppo sostenibile in coerenza con gli obiettivi di cui allrsquoarticolo 2 della LR

112004

Il PTCP si compone dei seguenti elaborati

Elaborati grafici

- Tavola 1-1 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Aree soggette a tutela

- Tavola 1-2 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Pianificazione di livello superiore

- Tavola 1-3 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Aree naturalistiche protette

- Tavola 1-4 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Vincoli militari e infrastrutturali

- Tavola 2 Carta delle fragilitagrave

- Tavola 3-1 Sistema ambientale ndash Reti ecologiche

- Tavola 3-2 Sistema ambientale ndash Livelli di idoneitagrave faunistica

- Tavola 4-1 Sistema insediativo-infrastrutturale

- Tavola 4-2 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta dei Centri Storici della Provincia

- Tavola 4-3 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta delle Ville Venete Complessi ed Edifici di

pregio architettonico

- Tavola 4-4 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta delle Ville Venete Complessi ed Edifici di

pregio architettonico di interesse provinciale

- Tavola 4-5 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Mobilitagrave sostenibile

- Tavola 4-6 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Percorsi turistici

- Tavola 4-7 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash La Grande Treviso Il Sistema dei Parchi

- Tavola 5-1 Sistema del paesaggio ndash Carta geomorfologica della Provincia di Treviso

- Tavola del Rapporto Ambientale

Relazione di Piano

Norme Tecniche

Sintesi Non Tecnica Appendice ldquoArdquo al Rapporto Ambientale

Valutazione di Incidenza Ambientale

Rapporto Ambientale allo stato di avanzamento di giugno 2008

Allegato FF ndash Quaderno Progetti

Allegato GG ndash Linee guida per regolamenti edilizi - Relazione con appendici

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Allegato L ndash Rischio incidenti rilevanti

Allegato M ndash Beni culturali

1022 Relazioni con le previsioni del PTCP

Gli elaborati cartografici del PTCP3 solo in alcuni casi identificano categorie in relazione diretta con

lrsquoarea dellrsquoesistente allevamento zootecnico avicolo ed in dettaglio si tratta dei seguenti casi

Tavola 13 con riguardo alle Zone di Protezione Speciale ndash ZPS

Tavola 21 con riguardo alle Aree di pericolositagrave idrica ridotta P0

Tavola 23 con riguardo alle Zone di incompatibilitagrave assoluta (Rete Natura 2000)

Tavola 31 con riguardo alle ZPS e alle Aree nucleo

Tavola 32 con riguardo al Livello di idoneitagrave faunistica medio

Tavola 51 con riguardo alla Unitagrave di paesaggio P2

Le Zone di Protezione Speciale riportate nella Tavola 13 e nella Tavola 31 in tale caso corrispondono

alla ZPS IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo allrsquointerno della quale ricade lrsquoallevamento avicolo per

il quale si prevede di aumentare il numero di polli allevati per la produzione di carne Le ZPS sono

richiamate percheacute messe in relazione con gli elementi costitutivi della Rete ecologica questi ultimi

identificati e delimitati nella Tavola 31 nel caso in questione rappresentati da una delle Aree nucleo

Lrsquoarticolo 36 delle Norme del PTCP elenca gli obiettivi della Rete ecologica che devono essere assunti

dagli strumenti urbanistici locali e da ogni altro atto di programmazione e di governo del territorio come

condizioni alle trasformazioni ammissibili delle risorse in modo da contribuire alla realizzazione della

stessa rete ecologica provinciale

Lrsquoarticolo 37 delle Norme del PTCP contiene le direttive da applicare agli elementi della Rete ecologica

ed in particolare per quanto riguarda le Aree nucleo stabilisce che

- la realizzazione delle infrastrutture e degli impianti tecnici egrave subordinata a misure di mitigazione

mirate alla ricostituzione della continuitagrave della permeabilitagrave biologica nei punti critici di

passaggio ed inoltre con lrsquoinserimento di strutture utili allrsquoattraversamento faunistico e con la

costituzione di aree di rispetto formate con elementi arborei ed arbustivi finalizzate alla

conservazione della biodiversitagrave

- la gestione dellrsquoagricoltura in queste aree deve essere indirizzata anche mediante interventi di

incentivazione e sostegno tecnico e finanziario al mantenimento delle componenti di interesse

ecologico e della biodiversitagrave complessiva

- le aree individuate come critiche per presenza di infrastrutture aree insediative e corridoi

ecologici nei siti della Rete Natura 2000 devono essere considerate dalla normazione tutelare

degli strumenti urbanistici comunali come ambiti prioritari verso i quali convergere gli interventi

di riorganizzazione mediante azioni di mitigazione e compensazione

Lrsquoarticolo 39 delle Norme del PTCP inoltre per le Aree nucleo stabilisce che ldquoi progetti che implicano

modificazione di usi funzioni attivitagrave in atto sono soggetti a valutazione di incidenza (VINCA) ai sensi

3 Si rimanda agli estratti delle Tavole 21 31 (che riporta le ZPS analogamente alla tav 13 e 23) e 32 del PTCP inserite nellrsquoAllegato

Cartografico allo SIA

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della normativa statale e regionale in materiardquo ed in aggiunta precisa al comma 4 che gli ldquointerventi di

ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo [hellip]

sono ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati

compatibili dalla valutazione di incidenza e comunque soggetti a misure compensative a compenso

drsquoogni riduzione della qualitagrave ecologica complessiva dellrsquoareardquo

La previsione di aumentare il numero di polli allevati nelle strutture giagrave presenti non richiede nuovi

fabbricati o ampliamenti di quelli esistenti ed in ogni caso si annota che sono ammessi utilizzi a fini

agricoli in merito alla valutazione di incidenza come giagrave richiamato egrave predisposto il richiesto Studio di

Incidenza

Le Aree a pericolositagrave ridotta (P0) individuate nella Tavola 21 ldquoCarta delle fragilitagrave ndash Aree soggette a

dissesto idrogeologico e fragilitagrave ambientalerdquo sono definite allrsquoarticolo 57 come ldquoparti del territorio

provinciale ritenute maggiormente esposte a pericolo di allagamento soprattutto a causa di insufficienze

idrauliche localirdquo e per tali aree ldquodevono essere promosse dalle Amministrazioni Comunali verifiche

specifiche sullrsquoeffettivo comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio assieme al Consorzio

di Bonifica competente per territoriordquo Le Aree P0 sono disciplinate dallrsquoarticolo 59 delle Norme del

PTCP che formula le seguenti direttive

ldquo1 Lo strumento urbanistico comunale conduce per le aree P0 una rigorosa e puntuale verifica dello

stato idraulico del territorio nel rispetto della Delibera regionale n13222006 utilizzando per le

valutazioni schemi di calcolo che siano in grado di descrivere le conseguenze idrauliche di una

eventuale insufficienza della rete di scolo delle acque precisandone e definendone su queste basi gli

ambiti giagrave indicati dal PTCP

2 Per le aree classificate P0 ferma restando lrsquoapplicazione della normativa per esse eventualmente

disposta dai Piani di Assetto Idrogeologico lo strumento urbanistico comunale detta apposita normativa

finalizzata a non incrementare le condizioni di rischio ed in particolare a

a) mantenere le condizioni esistenti di funzionalitagrave idraulica ed anzi a migliorarle cosigrave da

agevolare e comunque non impedire il deflusso delle piene e non ostacolare il normale deflusso

delle acque

b) non aumentare le condizioni di pericolo a valle od a monte delle aree drsquointervento

c) non ridurre i volumi invasabili e favorire se possibile la formazione di nuove aree di libera

esondazione delle acque

d) non pregiudicare con opere incaute od erronee la successiva realizzazione di interventi per

lrsquoattenuazione o lrsquoeliminazione delle cause di pericolositagrave

e) non effettuare tombinamenti ma mantenere gli originali volumi di invaso disponibili di tratti di

f) fossi e fossati

g) neutralizzare con interventi in loco gli incrementi di portata conseguenti ad interventi

urbanizzativi

h) non costituire od indurre a costituire vie preferenziali al flusso di portate solide o liquide

i) minimizzare le interferenze anche temporanee con le strutture di difesa idraulicardquo

Per le valutazioni sulla relazione tra la disciplina e il previsto ampliamento dellrsquoallevamento si rimanda

ai successivi paragrafi del presente studio in cui si considerano i PAT dei Comuni territorialmente

coinvolti

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Le Zone di incompatibilitagrave assoluta sono considerate nelle Norme del PTCP in relazione alle Aree a

rischio di incidente rilevante disciplinate allrsquoarticolo 77 la direttiva stabilisce che il PAT nella

valutazione di compatibilitagrave territoriale per la localizzazione di nuovi impianti a rischio dovragrave tenere in

considerazione le aree di incompatibilitagrave assoluta localizzandogli stabilimenti in aree industriali esterne

a tali zone

La disciplina richiamata non ha attinenza con lrsquointervento in previsione

I Livelli di idoneitagrave faunistica sono definiti e riportati nella Tavola 32 ldquoSistema ambientale ndash Livelli di

idoneitagrave faunisticardquo e nel caso dellrsquoarea dellrsquoallevamento si ricade in un ambito con livello di idoneitagrave

faunistica medio come stabilito allrsquoarticolo 37 delle Norme del PTCP ldquogli strumenti urbanistici locali

dispongono apposita disciplina finalizzata a () definire i livelli di idoneitagrave faunistica allrsquointerno di queste

aree e dettare norme differenziate secondo il livello di idoneitagrave da conferire o conservarerdquo assicurando

nel caso di media idoneitagrave la tutela e la conservazione di tale livello

La prevista variazione in aumento dei capi di polli allevati si ritiene non incidere sul livello di idoneitagrave

faunistica

Le Unitagrave di Paesaggio individuate nella Tavola 51 sono disciplinate dallrsquoarticolo 30 delle Norme del

PTCP che chiede agli strumenti urbanistici comunali di individuare gli ambiti territoriali omogenei ldquoin

modo tale da far corrispondere ad ogni unitagrave di paesaggio la totale estensione di uno o piugrave ATO non

potendo di conseguenza uno stesso ambito territoriale omogeneo essere suddiviso tra diverse UDPrdquo Il

PTCP riconosce le caratteristiche di ogni Unitagrave e la disciplina stabilisce che ldquospetta allo strumento

urbanistico comunale sulla base di analisi puntuali dei caratteri costitutivi proporre la correzione e

precisazione dellrsquoestensione dellrsquounitagrave anche al fine di rendere coerenti le UDP con i perimetri delle

ATO in cui il territorio comunale egrave suddivisordquo

Per le valutazioni sulla relazione tra la disciplina associata alle UdP e il previsto ampliamento

dellrsquoallevamento si rimanda ai successivi paragrafi del presente studio in cui si considerano i PAT dei

Comuni territorialmente coinvolti

103 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castelfranco Veneto

1031 Riferimenti generali

Il Comune di Castelfranco Veneto egrave dotato di PAT redatto con i contenuti di cui allrsquoarticolo 13 della

LR112004 approvato con la DGP n 29 del 322014 tale strumento sostituisce il precedente

Piano Regolatore Generale approvato con le DGR n 4035 del 10122004 e n 3672 del 29112005

Il PAT egrave formato dai seguenti elaborati

Relazione tecnica

Relazione di progetto

Relazione sintetica

Norme tecniche

Elaborati grafici in scala 110000

- Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale

- Carta delle invarianti

- Carta delle fragilitagrave

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- Carta della trasformabilitagrave - Ambiti Territoriali Omogenei (ATO)

- Carta della trasformabilitagrave - Valori e tutele Azioni strategiche

Quadro conoscitivo di cui allrsquoart10 della LR112004

Studio di compatibilitagrave idraulica

Le Norme precisano che gli ambiti e gli immobili vincolati individuati nella Tavola 1 del PAT hanno

valore ricognitivo e non esaustivo e che ldquole indicazioni grafiche contenute nella citata Tavola 4 non

hanno valore conformativo delle destinazioni urbanistiche dei suoli la definizione delle quali egrave

demandata al PI e non possono pertanto rappresentare o comportare in alcun modo acquisizione di

diritti edificatori ()rdquo Lrsquoarticolo 4 delle Norme del PAT precisa che ldquogli interventi di trasformazione

edilizia ed urbanistica del territorio prima della redazione del PI ai sensi dellart 18 della LR1104

devono rispettare le previsioni del PRG vigente per le parti compatibili con il PAT che a seguito

dellapprovazione per tali parti acquista il valore e lefficacia del PI come previsto dallart 48 comma 5

della LR112004rdquo

1032 Relazioni con le previsioni del PAT

Le tavole del PAT4 identificano le categorie di vincolo le invarianti le fragilitagrave e le destinazioni drsquouso

associate alla disciplina contenuta nelle Norme dello stesso strumento urbanistico con riguardo allrsquoarea

dellrsquoesistente allevamento avicolo eo alla porzione di territorio limitrofa a questa si distinguono quelle

riportate nella sottostante tabella Per ogni categoria si richiama il contenuto delle norme del PAT e si

svolge la verifica in merito alla coerenza tra la disciplina ed il previsto incremento del numero di capi

avicoli allevati

Piano di Assetto del Territorio ndash Relazione tre le categorie di Piano e lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo

Carta Categoria Art PAT

1 Vincoli ZPS ndash Prai di Castello di Codego 10

Allevamenti zootecnici intensivi LR 112004 12

Reticolo idraulico ndash Servitugrave idraulica 12

2 Invarianti Area Natura 2000 13

Principali filari e siepi del paesaggio 14

3 Fragilitagrave Compatibilitagrave geologica ndash Area idonea a condizione 3 17

4a Trasformabilitagrave ATO Aa1 Agricolo periurbano nord ndash Prai di Godego 36

4b Trasformabilitagrave Area nucleo 34

ZPS ndash Prai di Castello di Godego

Lrsquoarticolo 10 delle Norme del PAT precisa che tale strumento urbanistico recepisce la Zona di

Protezione Speciale IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo individuata ai sensi della DGR n

11802006 quale elemento della Rete Natura 2000 per la salvaguardia della biodiversitagrave ed integra la

ZPS nel sistema ambientale della rete ecologica di cui allrsquoart34 Le direttive definite in tale articolo

stabiliscono che nella progettazione ed esecuzione di piani progetti e interventi ldquodeve essere garantito

il mantenimento ovvero alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi

di habitat naturali e degli habitat delle specie interessate che hanno determinato lrsquoindividuazione

dellrsquoarea come zona SIC e ZPSrdquo che ldquonellrsquoesame delle soluzioni progettuali devono essere

considerate le possibili alternativerdquo ed infine che ldquoa seguito della valutazione sono individuate

opportune misure di mitigazione o compensazione finalizzate a minimizzare o cancellare le eventuali

4 Si rimanda agli estratti delle Tavole 1 2 3 4a e 4b inserite nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

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incidenze negative sia in corso di realizzazione sia dopo il suo completamentordquo Le prescrizioni di tale

articolo richiamano lrsquoassoggettamento alla procedura di valutazione di incidenza per i piani i progetti e

gli interventi ricadenti allrsquointerno della ZPS

Per quanto riguarda lrsquoassoggettamento alla procedura di valutazione di incidenza si precisa che egrave stato

redatto il richiesto Studio di incidenza a cui si rimanda per le considerazioni di merito

Allevamenti zootecnici intensivi

Lrsquoarticolo 12 delle Norme del PAT richiama i riferimenti legislativi attinenti agli allevamenti zootecnici

intensivi ovvero la DGR 31782004 e smi (Atti di indirizzo - art 50 della LR 112004) e con le

direttive e prescrizioni stabilisce che il Piano degli Interventi (PI) aggiorna e precisa gli allevamenti

zootecnici intensivi individuati nella Tavola 1 per i quali si applicano le vigenti disposizioni di legge e i

regolamenti comunali vigenti in materia di igiene e sanitagrave In aggiunta in tale articolo si precisa che

ldquoagli allevamenti zootecnici in zona impropria sono consentite esclusivamente operazioni di

manutenzione ordinaria e ne egrave incentivata la rimozionerdquo

Con riguardo alle citate norme si sottolinea che si prevede il solo aumento del numero di polli da carne

allevati nelle strutture giagrave esistenti e che ovviamente si terragrave conto del necessario rispetto delle

disposizioni e regolamenti vigenti in materia di igiene e sanitagrave

Reticolo idraulico ndash Servitugrave idraulica

LrsquoArt 12 delle Norme Tecniche del PAT con riguardo al reticolo idraulico ed alle relative servitugrave

richiama il riferimento normativo di cui al RD 3681904 e RD 5231904 e detta le seguenti

prescrizioni

ldquoNon sono consentite nuove edificazioni a distanze inferiori a 10 metri dai cigli esistenti o dal piede

della scarpata esterna dellrsquoargine () Per canali non demaniali in specifici casi egrave facoltagrave insindacabile

del Consorzio di bonifica competente concedere una deroga a tale distanza In caso di sporgenze

aggetti o altro la distanza deve riferirsi alla proiezione in pianta dei medesimi Alla distanza di rispetto

sono vincolate anche eventuali opere insistenti nel sottosuolo quali vani interrati e sottoservizi Le

fabbriche le piante e le siepi esistenti entro la fascia di rispetto prevista dal RD 3681904 sono

tollerate qualora non rechino un riconosciuto pregiudizio giunte a maturitagrave o deperimento non possono

essere surrogate entro le distanze previste Gli interventi di manutenzione su fabbricati esistenti ed

eventuali opere precarie devono ottenere preventiva autorizzazione idraulica dagli Enti competenti

fermo restando che ai fini della servitugrave di passaggio una fascia di larghezza pari a 4 m dovragrave

permanere completamente sgombera da ostacoli e impedimenti al libero transito dei mezzi adibiti alla

manutenzione e allrsquoeventuale deposito di materiali di espurgo La realizzazione di attraversamenti e di

qualsiasi opera o intervento che possa comportare unrsquooccupazione anche temporanea del sedime dei

corsi drsquoacqua gestiti dal Genio Civile o da Consorzi di bonifica egrave oggetto di specifica concessione da

parte dellrsquoente competente () Le superfici costituenti il sedime dei corsi drsquoacqua di competenza

regionale o consortile e le relative fasce di rispetto non possono essere ricomprese allrsquointerno di

perimetri di nuovi piani o strumenti attuativi o interventi di trasformazione territoriale in genere se non

come aree specificatamente destinate alla tutela del corpo idrico Esse non possono contribuire alla

determinazione della capacitagrave edificatoria fatta salva la possibilitagrave di applicare lrsquoistituto del credito

edilizio alle zone contiguerdquo

Nel caso in oggetto il reticolo idrico egrave da riferire al corso drsquoacqua che fiancheggia il lato ovest e sud del

perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento lrsquoincremento del numero di polli allevati non richiede interventi

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COD 15V055 PAGINA 51 194

edilizi od occupazione e trasformazione di nuove aree non giagrave incluse allrsquointerno dellrsquoallevamento

esistente e quindi si escludono ricadute per trasformazioni dello stato attuale nelle fasce di servitugrave

idraulica

Area Natura 2000

Lrsquoarticolo 13 delle Norme del PAT con le direttive indica che egrave opportuno ldquoprevedere norme specifiche

che riprendono le misure di conservazione dei SIC e della ZPS (cfr DGR 23712006)rdquo ed in

particolare ldquoevitare il tombamento della rete idrografica minore fatte salve le esigenze di protezione dal

rischio idrogeologicordquo ed ldquoincentivare il miglioramento delle prestazioni ecologiche e funzionali delle

fasce arbustive ed arboree presenti nelle buffer zones (aree cuscinetto) Ove tali formazioni spontanee

non siano presenti dovrebbe essere incentivata la realizzazione di nuove fasce di vegetazione

riparialerdquo Le prescrizioni dettate dal citato articolo stabiliscono che ldquonon sono consentiti interventi tali

da creare una riduzione dellrsquoestensione di tali areerdquo e che il PI ldquoprecisa ambiti con livelli differenziati di

tutelardquo si richiama inoltre lrsquoapplicazione della procedura di valutazione di incidenza ambientale per

progetti e interventi ricadenti in ZPS

Il previsto aumento dei capi avicoli allevati non comporta interventi sulla rete idrografica minore eo

trasformazioni delle fasce arbustive e arboree presenti come giagrave evidenziato in osservanza della

normativa nazionale e regionale egrave redatto lo Studio di Incidenza

Principali filari e siepi del paesaggio agrario

Lrsquoarticolo 14 delle Norme del PAT con le prescrizioni stabilisce che ldquogli interventi che generano

trasformazione dei filari e siepi del paesaggio agrario devono prevedere opportune misure di

mitigazione eo compensazione sulla base di uno specifico studio valutativordquo e che ldquosono tutelati la

giacitura lrsquoestensione e la conformazione di siepi e filari a tal fine va prevista negli interventi la

ricomposizione di tratti mancanti o abbattutirdquo

La vegetazione presente a ridosso del corso drsquoacqua che scorre immediatamente ad ovest ed a sud del

perimetro dellrsquoallevamento avicolo non egrave interessata da alcun intervento trattandosi del solo aumento

del numero di polli da carne ricoverati nelle strutture esistenti non sono pertanto obbligatori interventi di

mitigazione e compensazione ma si considera comunque la possibilitagrave di mettere a dimora specie

vegetali a formare una siepe lungo il perimetro sud ed est dellrsquoarea dellrsquoallevamento con funzioni di

mascheramento e di qualificazione paesaggistico ambientale

Area idonea a condizione 3

Con riguardo alla compatibilitagrave geologica si distinguono aree con differente grado di rischio geologico-

idraulico e differente idoneitagrave ad essere urbanizzate per le caratteristiche geologico-tecniche e

idrogeologiche-idrauliche disciplinate dallrsquoarticolo 17 delle Norme del PAT

Per quanto attiene alle Aree idonee a condizione 3 definite come ldquoZone con terreni superficiali

prevalentemente sabbiosolimosi ndash limosoargillosi e con massima oscillazione della falda freatica

superiore ai 5 m dal piano campagnardquo la disciplina precisa che ldquole soluzioni per lrsquoidoneitagrave si possono

raggiungere qualora una relazione geologico-tecnica verifichi le caratteristiche geotecniche dei litotipi

Qualora vi sia la presenza di terreni scadenti superficiali (limosi argillosi torbosi ecc) eo variabilitagrave

litologica egrave necessario adottare soluzioni tecniche idonee ad evitare cedimenti delle fondazioni Ogni

intervento dovragrave garantire la tutela delle acque al fine di evitare fenomeni di inquinamento eo

variazioni della geometria ed idrodinamica dei corpi idrici sotterranei e superficialirdquo

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PAGINA 52 194 Settembre 2015

Le direttive demandano al PI la definizione della disciplina sullrsquoedificabilitagrave del territorio e la promozione

degli interventi volti alla riparazione e consolidamento dellrsquoesistente alla stabilizzazione di eventuali

dissesti al miglioramento delle attuali condizioni geologico-idrauliche e mitigazione del rischio Con il

citato articolo in aggiunta si prescrive la stesura di relazione geologica eo geotecnica in conformitagrave

da allegare ai progetti di intervento da riferire degli interventi edificatori e di sistemazione dei terreni

che devono sempre attenersi alle norme tecniche emanate con il DM 1131988 il DM 1492005 e il

DM 1412008 con lrsquoulteriore precisazione che prima dellrsquoapprovazione dello studio di compatibilitagrave

sismica del territorio comunale le indagini geologiche dovranno essere eseguite in conformitagrave al DM

14012008

Come giagrave evidenziato non sono previsti interventi edilizi o di movimentazione del terreno e quindi si

ritiene di non rientrare nel campo di applicazione della richiamata disciplina e normativa nazionale

Ambiti Territoriali Omogenei ndash Aa1 ldquoAgricolo periurbano nord - Prai di Godegordquo

Il territorio comunale come precisato allrsquoarticolo 36 delle Norme del PAT egrave suddiviso in ATO per

ognuno dei quali egrave dettata specifica disciplina articolata in disposizione generali e disposizioni locali

che integra le disposizioni generali per lrsquoassetto del territorio contenute nel Titolo III delle stesse Norme

del PAT Gli ATO Aa come riportato nellrsquoarticolo 40 delle Norme del PAT sono quelli ldquonei quali vi egrave una

prevalenza dei caratteri ambientali e paesaggistici e la struttura delledificato egrave rada o sporadicardquo le

direttive di tale articolo demandano al PI il compito di sviluppare e precisare ldquole scelte strategiche

delineate dal PAT indicando le azioni da svolgere per conseguire gli obiettivi di piano le prioritagrave le

interrelazioni i soggetti coinvolti o da interessare e le condizioni per la fattibilitagrave e lrsquoattuazione delle

previsionirdquo

Per quanto attiene allrsquoAmbito Aa1 nella relativa scheda sono indicati gli obiettivi locali di seguito

interamente riportati

ldquoAmbiente

- Mantenimento delle funzioni agricole produttive e salvaguardia delle aree agricole integre da

garantire tramite il mantenimento e la valorizzazione degli elementi caratterizzanti il territorio

(sistemazioni agricole tradizionali reticolo idrografico superficiale percorsi poderali manufatti e

insediamenti rurali tipologia e allineamento delle alberature ecc)

- Promozione della conoscenza e della fruizione turistico ricreativa del territorio di pregio

naturalistico

- Ricostituzione del patrimonio della biodiversitagrave della rete ecologica territoriale e locale costituita

principalmente dalla ZPS dal corridoio ecologico del Muson e dalla buffer zone mediante

integrazione delle attuali colture con colture tradizionali compatibili con la morfologia del suolo

agrario con ecotoni di margine con piccoli incolti con limplementazione dei filari e siepi

- Rimozione di elementi detrattori

Insediamenti

- Tutela e valorizzazione degli edifici con valore storico-ambientale volta ad un corretto recupero

dei manufatti e un loro impiego a servizio di funzioni connesse alla residenza e alle attivitagrave

agricole locali o per altri utilizzi compatibili

- Tutela del contesto figurativo della villa come elemento riconoscibile da molteplici punti del

territorio agricolo

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COD 15V055 PAGINA 53 194

- Riordino edilizio e funzionale della struttura insediativa di recente impianto e suo modesto

ampliamento al fine di favorire la permanenza e la crescita fisiologica della popolazione locale

Accessibilitagrave e mobilitagrave locale

- Riqualificazione in senso paesaggistico degli assi viari con possibile individuazione di spazi

anche attrezzati per la sosta in corrispondenza dei coni visuali di maggior percezione

qualitativa

- Realizzazione dellitinerario di interesse ambientale lungo il torrente Avenale e lungo la via

Postumia per la connessione al Muson e al Sentiero degli Ezzelini

- Sistemazione dellrsquoincrocio tra via Bella Venezia e Via Postumiardquo

Le funzioni attribuite allrsquoAmbito Aa1 sono quelle ldquoprevalentemente agricole con bassa presenza di

residenzialitagraverdquo

Con riguardo agli obiettivi ed alle destinazioni funzionali previste per lrsquoAmbito Aa1 si ritiene essere

coerente la previsione di incremento dei capi avicoli in quanto rientrante nellrsquoattivitagrave agricola giagrave svolta

nelle strutture dellrsquoesistente allevamento e quindi correlabile al punto relativo al mantenimento delle

funzioni agricole produttive per altro tale previsione non determina ricadute sugli elementi

caratterizzanti il territorio od impedimento al perseguimento degli altri obiettivi locali di tale ATO

Area nucleo

Le Aree nucleo sono definite quali elementi costitutivi della Rete ecologica considerata e disciplinata

dallrsquoarticolo 34 delle Norme del PTA che demanda al PI la definizione della disciplina degli elementi

della stessa rete ecologica da attuare sulla base delle direttive espressamente elencate nello stesso

articolo

Le prescrizioni per tutti gli elementi della Rete ecologica stabiliscono il vincolo alla loro realizzazione e

mantenimento ed il divieto ad aprire cave e discariche

Per le Aree nucleo egrave inoltre prescritto quanto segue

ldquoEgrave fatto divieto di rimuovere distruggere danneggiare o modificare in modo essenziale le siepi (parte

aerea e parte epigea) salvo motivate esigenze derivanti da assetti proprietari ed infrastrutturali che

comunque dovranno essere accompagnate da idonee misure compensative Sono ammesse le normali

operazioni di manutenzione e ringiovanimento delle siepi (potatura spollonatura tramarratura ecc)

Non egrave ammesso lrsquoallestimento di impianti percorsi e tracciati per attivitagrave sportiva con mezzi motorizzati

Non sono ammesse strutture a serra fissa con o senza zoccolo di fondazione Sono invece ammesse

le serre mobili se destinate alla forzatura stagionale delle produzioni orto-floro-vivaistiche Egrave esclusa

lrsquoedificazione di manufatti da destinare ad insediamenti zootecnici intensivi Ersquo fatta salva lrsquoedificabilitagrave

prevista negli ambiti di edificazione diffusardquo

Anche in tale caso si ribadisce che non essendo previsti interventi di nuova edificazione o

trasformazione dei fabbricati esistenti giagrave destinati ad allevamento avicolo intensivo ne movimenti terra

o azioni sulle componenti vegetali non si ricade nella sfera dei divieti di cui alle richiamate prescrizioni

Vincolo sismico

Infine si annota che lrsquointero territorio comunale risulta ricadere in Zona 3 del vincolo sismico Lrsquoarticolo

9 delle Norme tecniche del PAT prescrive che ldquogli interventi dovranno uniformarsi alle prescrizioni

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PAGINA 54 194 Settembre 2015

dellrsquoOPCM n 32742003 e al DM 14012008 Per la redazione dello studio di compatibilitagrave sismica si

applicano le modalitagrave previste dalla DGR n 3308 del 04112008rdquo

104 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castello di Godego

1041 Riferimenti generali

Il Comune di Castello di Godego ha adottato ai sensi dellart 15 della LR 23 Aprile 2004 n 11

ldquoNorme per il Governo del Territoriordquo con la DCC n 30 del 1162015 il PAT che secondo quanto

previsto dallart 29 della LR 112004 determina lrsquoapplicazione delle misure di salvaguardia

limitatamente alle prescrizioni e ai vincoli contenuti nello stesso PAT fino alla approvazione ed entrata

in vigore del PAT come precisato allrsquoarticolo 137 delle Norme dello stesso Piano egrave sospesa ogni

determinazione sugli interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica del territorio in contrasto con le

previsioni e vincoli del PAT

Come riportato nella citata delibera secondo quanto previsto dallart 48 comma 5 e 5-bis della LR

112004 il vigente Piano Regolatore Generale mantiene la sua efficacia fino allrsquoapprovazione del PAT e

successivamente per le parti compatibili con il PAT diventa il Piano degli Interventi

Il PAT adottato egrave formato dai documenti del Quadro Conoscitivo che comprendono una serie di tavole

di analisi urbanistica agronomica ambientale e geologica dagli elaborati di progetto che comprendono

la Relazione Tecnica Generale le Norme Tecniche le tavole P1A - Carta dei vincoli P1B - Carta della

pianificazione territoriale P2 - Carta delle invarianti P3 - Carta delle fragilitagrave P4 - Carta delle

trasformazioni dai documenti della VAS della VINCA della VCI dagli elaborati della micro-zonazione

sismica

Le disposizioni contenute nel PAT come precisato allrsquoarticolo 3 delle Norme dello stesso piano sono

articolate in direttive (quando non espressamente specificato le disposizioni hanno tale valore) sulla cui

base viene redatto il Piano degli Interventi e in prescrizioni e vincoli a cui devono uniformarsi le attivitagrave

di soggetti pubblici e privati negli interventi di trasformazione del territorio

1042 Relazione con le previsioni del PAT

Le Carte di progetto del PAT5 identificano diverse categorie di vincolo destinazione o azione associate

alla disciplina contenuta nelle Norme dello stesso strumento urbanistico o che rimandano a quelle del

PTCP con riguardo alla porzione di territorio confinante allrsquoarea dellrsquoesistente allevamento avicolo (il

lato ovest si attesta sul confine comunale) o limitrofa a questa si distinguono quelle riportate nella

sottostante tabella Per ogni categoria si richiama il contenuto delle norme del PAT e si svolge una

verifica in merito alla coerenza tra la disciplina e il previsto incremento del numero di capi avicoli

allevati

5 Si rimanda agli estratti delle Tavole P1A P1B P2 P3 e P4 inserite nellrsquoAllegato cartografico allo SIA

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Piano di Assetto del Territorio ndash Relazione tre le categorie di Piano e lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo

Carta Categoria Art PAT Art PTCP

P1A Scoli drsquoacqua consorziali ndash Servitugrave idraulica (RD 3681904) 24 -

P1B Tracciati storici agro centuriato 34 44

Aree ad elevata utilizzazione agricola 40 10

Area nucleo 42 37

Area di connessione naturalistica ndash Fascia tampone 42 38

P0 ndash Area a rischio di allagamento per insufficienze idrauliche locali 45 59

P2 Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica 53 -

Ambiti caratterizzati dalla presenza di prati stabili 53 -

Siepi campestri e filari in spazio aperto 57 -

P3 Aree di interesse ambientale ndash Rete Natura 2000 19 -

Area idonea a condizione- per inondazione periodica e ristagno idrico 74 -

Aree soggette a dissesto idrogeologico ndash Aree esondabili eo a periodico ristagno idrico 76 -

P4 Coni visuali 101 -

Ambito per la formazione di parchi e riserve naturali di interesse intercomunale 102 -

Area nucleo 105 --

Area di connessione naturalistica ndash Fascia tampone 106 -

Corridoio ecologico secondario blueway 109

Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica 114 -

Insieme A ATO con contesto agricolo di particolare valore ambientale e paesaggistico AA1 Prai ndash Muson dei Sassi

127 -

Servitugrave idraulica

Le Norme del PAT con lrsquoarticolo 24 richiamano la necessaria ottemperanza alle disposizioni di cui al

RD 851904 n 368 rdquoRegolamento sulle bonificazioni delle paludi e dei terreni paludosirdquo e al RD

2571904 n 523 ldquoTesto unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse

categorierdquo In particolare si prescrive per fiumi torrenti e canali in conformitagrave con lrsquoarticolo 96 del RD

5231904 e per i corsi drsquoacqua consorziali in conformitagrave con lrsquoarticolo 133 del RD 3681904 che deve

essere mantenuta libera da qualsiasi impedimento e ostacolo al transito dei mezzi manutentori una

fascia di almeno m 400 a partire dal piede dellrsquounghia arginale o dal ciglio del corso drsquoacqua e che

devono essere garantite fasce di rispetto idrauliche inedificabili di m 1000 su entrambi i lati dei corsi

drsquoacqua a partire dal piede dellrsquounghia arginale o dal ciglio del corso drsquoacqua

Il previsto incremento del numero di capi allevati non comporta interventi edilizi o modifiche dello stato

attuale per la porzione di territorio ricadente nelle citate fasce da mantenere libere eo inedificabili

Tracciati storici - agro centuriato

Le Norme del PAT con lrsquoarticolo 34 precisano il recepimento negli elaborati di progetto del Piano dei

siti a rischio archeologico e dei tracciati di permanenza esistenti o latenti dellrsquoagro centuriato qualificati

come invarianti strutturali per i quali si applica quanto disposto dagli articoli 60 e 61 Lrsquoarticolo 60

riguardante lrsquoagro centuriato e le strade e tracciati storici prescrive che negli interventi di

trasformazione di grande estensione egrave vietata lrsquoeliminazione dei tracciati persistenti riconducibili al

reticolo stradale della centuriazione romana e le strade e i percorsi storici principali nel mentre per gli

ambiti del territorio agricolo stabilisce diverse direttive tra le quali si annovera la salvaguardia della

struttura tradizionale del territorio legata alla sistemazione agrarie storiche il divieto di interrare o

tombare con canalizzazioni artificiali i corsi drsquoacqua esistenti la coerenza nellrsquoorientamento e nella

dislocazione con lorganizzazione territoriale e con la direzione degli assi centuriali presenti in loco per

le nuove costruzioni

Il previsto incremento del numero di capi allevati non comporta interventi edilizi di ampliamento dei

fabbricati esistenti o di nuova realizzazione e si osserva che lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo per

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PAGINA 56 194 Settembre 2015

disposizione e geometria srsquoinserisce in forma coerente nella matrice dellrsquoagro centuriato senza

determinare incidenze negative sul disegno dei corsi drsquoacqua

Aree ad elevata utilizzazione agricola

Le Norme del PAT allrsquoarticolo 40 evidenziano che lo stesso recepisce lrsquoindividuazione delle Aree ad

elevata utilizzazione agricola di cui alla Tavola 9 e correlato articolo 10 delle Norme Tecniche del

PTRC adottato che individua le finalitagrave alle quali fare riferimento per la pianificazione di tale tipo di

territorio agricolo

Si rimanda alle precedenti annotazioni riguardanti il PTRC per quanto attiene alla relazione con

lrsquoallevamento avicolo

Area nucleo ndash Area di connessione naturalistica

Le Norme del PAT allrsquoarticolo 42 richiamano lrsquoindividuazione e articolazione della Rete ecologica

provinciale rappresentata con maggiore dettaglio nellrsquoelaborato Tavola P4 e rimandano alle

successive disposizioni contenute negli articoli da 104 a 111 Per quanto riguarda le Aree nucleo con

lrsquoarticolo 42 si stabilisce che i progetti implicanti modificazione di usi funzioni attivitagrave in atto sono

soggetti a valutazione di incidenza (VIncA) ed in particolare si precisa che gli interventi di

ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo ldquosono

ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati

compatibili dalla valutazione di incidenza e comunque soggetti a misure compensative a compenso

drsquoogni riduzione della qualitagrave ecologica complessiva dellrsquoareardquo

Con lrsquoarticolo 105 riferito alle Aree nucleo si demanda al PI la formulazione di una normativa atta ad

evitare nuove edificazioni sparse a promuovere interventi di qualificazione a definire misure di

mitigazione per infrastrutture e impianti tecnologici ed infine lrsquoindividuazione delle aree critiche

Lrsquoarticolo 106 relativo alle Aree di connessione naturalistica stabilisce che ldquosono da limitare le nuove

edificazioni ad alto consumo di suolo e fortemente impattanti (impianti industriali inquinanti e legati a un

elevato carico trasportistico) e lrsquourbanizzazione diffusardquo e demanda al PI la promozione di interventi di

controllo e qualificazione

In osservanza di quanto richiesto dalle richiamate norme egrave redatto lo Studio di Incidenza ai cui

contenuti e conclusioni si rimanda in ogni caso si evidenzia che non egrave prevista nuova edificazione o

ampliamento dei fabbricati esistenti modificativa dello stato attuale dei luoghi e nemmeno interventi

che comportino la trasformazione delle aree agricole e la riduzione della vegetazione arborea presente

lungo i fossi o gli scoli irrigui

Aree a pericolositagrave idraulica e idrogeologica

Le Norme del PAT allrsquoarticolo 45 ricordano che il PTCP per le aree P0 (a pericolositagrave idraulica bassa)

ldquoAree a rischio di allagamento per insufficienze idrauliche localirdquo con lrsquoarticolo 57 dispone che la

normativa applicabile egrave quella del Progetto di Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico del bacino

idrografico del fiume Brenta - Bacchiglione e con lrsquoarticolo 59 prevede che il PAT ldquoattraverso la VCI

e successivamente attraverso il Piano delle Acque esegue specifici approfondimenti sul

comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio assieme al Consorzio di Bonifica competente

per territoriordquo

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Per la verifica delle relazioni con il previsto aumento dei capi avicoli allevati si rimanda quindi ai

contenuti normativi del PSAI

Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica ndash Paesaggio dei prati stabili

Gli Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica sono disciplinati dallrsquoarticolo 53 e

dallrsquoarticolo 114 delle Norme del PAT Lrsquoarticolo 53 contiene sia direttive che demandano al PI la

traduzione delle indicazioni elencate nello stesso in azioni e modalitagrave finalizzate a conservare e

migliorare il paesaggio sia prescrizioni che vietano la modifica dellrsquoassetto dei prati stabili e dei campi

chiusi in particolare dal punto di vista paesaggistico idraulico e vegetazionale e richiedono lrsquoattenta

valutazione dellrsquoinserimento di strutture di servizio e reti tecnologiche che possono determinare impatti

negativi sia sullrsquoassetto paesaggistico sia sulle componenti faunistiche Lrsquoarticolo 114 rimanda al

contenuto del citato articolo 53

Il previsto aumento del numero di polli allevati non richiede nuovi interventi edificatori o di

trasformazione di aree agricole coltivate in particolare di prati stabili ed allo stesso modo non si

prevede lrsquoinstallazione di infrastrutture si esclude inoltre in coerenza con quanto disposto dalle

direttive ogni ricaduta sugli elementi che rivestono particolare valenza dal punto vista naturalistico-

ambientale e quelli caratterizzanti la struttura agricola tradizionale del territorio quali il reticolo dei corsi

drsquoacqua la viabilitagrave vicinale le sistemazioni agricole tradizionali

Siepi campestri e filari in spazio aperto

Le Norme del PAT allrsquoarticolo 57 riguardante le siepi campestri precisano che gli elaborati del Piano

individuano le principali che presentano interesse naturalistico e paesaggistico da salvaguardare nella

giacitura estensione e conformazione in secondo luogo la disciplina stabilisce che ldquonei progetti

dintervento va prevista la ricomposizione dei tratti mancanti ed in caso di trasformazioni dovute ad

interventi ammessi dalle norme urbanistiche od edilizie vanno previste adeguate compensazioni

finalizzate a favorire la interconnessione ecologica del territoriordquo

Lrsquoaumento dei capi di pollame da carne non richiede interventi che possono modificare i caratteri e la

consistenza della vegetazione arborea in particolare quella presente lungo il fosso che segna il confine

comunale e si trova a ridosso del perimetro ovest dellrsquoarea dellrsquoallevamento in aggiunta potrebbero

essere comunque eventualmente previsti interventi mitigativi e compensativi finalizzati a rafforzare la

dotazione di siepi lineari e loro connessione con impianto sul lato sud o est del perimetro

dellrsquoallevamento

Aree di interesse ambientale ndash Rete Natura 2000

Lrsquoarticolo 19 delle Norme del PAT riguarda le aree appartenenti alla Rete Natura 2000 ovvero la Zona

di Protezione Speciale IT 3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo per la quale si prescrive nel caso di

interventi ricadenti allrsquointerno della stessa od esternamente ma in grado potenzialmente di comportare

incidenze significative la procedura di Valutazione drsquoIncidenza Le direttive definiscono gli obiettivi da

perseguire attraverso il PI ovvero il riordino morfologico e percettivo dellrsquoedificato esistente verso il

territorio agricolo anche mediante la formazione di apparati vegetali quali filari alberati siepi e macchie

arbustive ed arboree e la definizione di unrsquoadeguata mitigazione e compensazione ambientale

mediante fasce alberate autoctone lungo i margini dei nuovi insediamenti da progettare nei fronti ove

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PAGINA 58 194 Settembre 2015

occorra Al contempo le direttive stabiliscono che il PI provvederagrave a dettare norme di tutela e

valorizzazione ed a fornire disposizioni ed indirizzi sullrsquoattuazione degli interventi nella ZPS e nelle

zone di influenza limitrofe

Come giagrave evidenziato egrave redatto il richiesto Studio di Incidenza al quale si rimanda e in termini

generali pur non essendo previsti interventi edilizi o di trasformazione di aree agricole o di elementi

naturali o seminaturali seguendo le indicazioni formulate con le direttive potrebbero essere

considerata lrsquoopportunitagrave di attuare una riqualificazione percettiva mediante mascheramento degli

esistenti fabbricati di ricovero dei polli e macchinari con impianto di specie arboree lungo alcuni lati del

perimetro dellrsquoallevamento

Area idonee a condizione - Aree esondabili eo a periodico ristagno idrico

Le Aree idonee a condizione che comprendono quelle ldquoper inondazione periodica eo ristagno idricordquo

come precisato allrsquoarticolo 74 delle Norme del PAT sono assoggettate allrsquoapplicazione delle indicazioni

costruttive contenute nella Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica allegata al PAT ed alle norme generali

di tutela di cui al DM 1412008 ldquoNorme tecniche per le costruzionirdquo

Le Area esondabili eo a periodico ristagno idrico sono disciplinate dallrsquoarticolo 76 delle Norme del PAT

che correla lrsquoedificazione o urbanizzazione al rispetto delle prescrizioni elencate per le Aree idonee a

condizione ed alle direttive costruttive stabilite nello stesso articolo che includono lrsquoadozione degli

accorgimenti costruttivi elencati nella Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica gli interventi compensativi

finalizzati al recupero dei volumi drsquoinvaso in caso di rimodellazioni morfologiche la manutenzione

obbligatoria dei manufatti di mitigazione idraulica passiva realizzati in attuazione del PAT

In merito al documento Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica nellrsquoAllegato O ldquoNorme prescrizioni e

indicazioni di mitigazione idraulicardquo allrsquoarticolo 8 sono dettate disposizioni riferite alle Aree P0

elencando i criteri da osservare nel caso di nuovi interventi edilizi eo urbanistici al fine di impedire

lrsquoaggravarsi delle situazioni di pericolositagrave e di rischio esistenti

Il previsto aumento del numero di polli allevati non comporta interventi edilizi ne richiede modifiche

morfologiche e quindi si escludono in coerenza con le citate disposizioni dellrsquoarticolo 8 ricadute tali da

peggiorare le condizioni di funzionalitagrave del regime idraulico del reticolo secondario e conseguentemente

aumentare il rischio di inondazione a valle e tantomeno da aumentare il pericolo idraulico con nuovi

ostacoli al normale deflusso delle acque o con riduzioni significative delle capacitagrave di invasamento delle

aree interessate

Coni visuali

I coni visuali significativi per la percezione del paesaggio e degli elementi rilevanti che lo

caratterizzano sono individuati nella Tavola P4 del PAT e gli interventi ammessi dal PI secondo

quanto stabilito dallrsquoarticolo 101 del PAT ldquovanno orientati alla valorizzazione delle relazioni visive

biunivoche tra le parti di paesaggio opposte messe in relazione dal simbolo indicato nellelaborato

grafico e dovranno inoltre minimizzare gli impatti degli elementi di disturbo presenti limitando le altezze

delle recinzioni sistemando i terreni realizzando nuove piantumazioni eccrdquo

I coni visuali collocati ad una minore distanza dallrsquoarea dellrsquoallevamento sono quello ubicato lungo la SP

139 rivolto verso sud e quello sito lungo la via S Pietro rivolto verso nord che abbracciano la

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porzione di territorio agricolo collocata tra il Fosso La Roi e il confine comunale orientale Lrsquoallevamento

dellrsquoazienda agricola Maggiolo non ricade sullrsquoasse visivo principale associato ai citati coni visuali e non

determina situazioni di interposizione inoltre grazie alla presenza della vegetazione arborea lungo il

fosso Avenaletto risulta sostanzialmente mascherato alla vista e non incide in misura apprezzabile

nella percezione drsquoinsieme del citato territorio agricolo

Ambito per la formazione di parchi e riserve naturali di interesse intercomunale

Il PAT come precisato allrsquoarticolo 102 delle Norme dello stesso Piano identifica le aree che ldquoper la loro

localizzazione per la limitata alterazione antropica e per i valori ambientali e storico testimoniali che le

caratterizzano costituiscono gli ambiti preferenziali per listituzione di parchi eo riserve naturali di

interesse comunale o sovracomunalerdquo Il citato articolo stabilisce che saragrave il PI a precisare i limiti

destinati a tutela ed a sottoporre a specifica disciplina ai sensi dellarticolo 27 della LR 4084 i beni

immobili ricadenti nelle aree di prevista istituzione ammettendo nella fase transitoria gli interventi

previsti dalle Norme del PAT e del PI per le aree agricole

Il sito dellrsquoallevamento non ricade ovviamente allrsquointerno dellrsquoarea del previsto parco agrario-fluviale

che interessa il territorio comunale di Castello di Godego e non sono previsti interventi che possano

costituire indirettamente ostacolo allrsquoistituzione dello stesso o che possano causare alterazione degli

elementi drsquointeresse ambientale

Corridoi ecologici secondari

I Corridoi ecologici secondari secondo quanto indicato dallrsquoarticolo 109 del PAT sono assoggettati

allrsquoapplicazione delle disposizioni di cui allrsquoarticolo 108 riguardante i Corridoi ecologici principali queste

ultime norme stabiliscono che ogni intervento ldquodovragrave garantire il mantenimento delle condizioni di

naturalitagrave e connettivitagrave esistenti o prevedere adeguate misure di compensazionemitigazionerdquo ed in

particolare sono da evitare ldquointerventi di cementificazione delle sponde favorendo ove possibile la

creazione di fasce arboree ed arbustiverdquo

Per il previsto aumento dei capi avicoli allevati non egrave richiesta una modifica dellrsquoattuale dotazione di

fabbricati o lrsquooccupazione di nuovo terreno agricolo od ancora la modifica delle sponde di corsi drsquoacqua

o fossi irrigui si escludono quindi eventuali ricadute sulle condizioni e funzionalitagrave del corridoio

associato al Fosso Avenaletto

ATO AA1 Prai ndash Muson dei Sassi

LrsquoAmbito Territoriale Omogeneo AA1 rientra tra gli ATO con prevalenza dei caratteri del sistema

ambientale e paesaggistico per i quali lrsquoarticolo 125 delle Norme del PAT detta disposizioni generali

riguardanti il sistema ambientale il sistema insediativo il sistema relazionale mentre lrsquoarticolo 127

stabilisce gli obiettivi le azioni locali i carichi insediativi e servizi specifici di tale ambito Per quanto

attiene allrsquoATO AA gli obiettivi e azioni locali del sistema ambientale includono i seguenti richiamati in

sintesi tutela valorizzazione e rafforzamento anche favorendo riconversioni colturali degli elementi

che connotano il paesaggio mantenimento e sviluppo delle funzioni agricole condotte secondo i

principi della sostenibilitagrave ambientale mitigazione degli impatti degli insediamenti urbani attraverso la

formazione quando possibile di una cintura verde incentivazione al rafforzamento delle connessioni

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PAGINA 60 194 Settembre 2015

ecologiche mantenimento dei coni visuali mantenimento dei punti di discontinuitagrave esistenti in

posizione strategica nei fronti di edificazione negli assi viari

Il progettato aumento dei capi avicoli allevati mantenendo invariata lrsquoattuale dotazione di fabbricati e

spazi dedicati non delinea situazioni di possibile incoerenza con i richiamati obiettivi e azioni ed in

particolare non preclude la possibilitagrave di migliorare la connessione ecologica e la qualitagrave paesaggistica

ed anzi potrebbe essere valutata la possibilitagrave di messa a dimora di un siepe-filare lungo il lato sud od

est del perimetro dellrsquoallevamento che pur ricadendo in territorio del Comune di Castelfranco Veneto

consentirebbe di aumentare la dotazione complessiva degli elementi caratterizzanti di tale paesaggio e

delle componenti dellrsquoagroecosistema rafforzandone la funzionalitagrave

1043 Relazione con le previsioni del PRG

La Tavola di Piano6 del PRG elaborato n 1322 in scala 15000 dellrsquointero territorio comunale

individua nellrsquoarea confinante e limitrofa a quella dellrsquoallevamento esistente oggetto di ampliamento per

il solo numero di polli allevati le seguenti categorie

- Insediamento agricolo - sottozona E 2C - Ambito di parco agricolo

- Ambito di protezione a ndash paesaggistica

- Zona di tutela D3 - idraulica

Le NTA del PRG allrsquoarticolo 9 ldquoInsediamenti agricolirdquo precisano che per le Sottozone E2C ndash Ambito di

parco agricolo valgono le destinazioni e le norme di tutela ed edificabilitagrave della LR 241985 con le

integrazioni limitazioni e specificazioni contenute nello stesso articolo In particolare ldquola destinazione egrave

agricola (articolo 310) con ammesse attivitagrave di trasformazione e commercializzazione dei prodotti del

fondo o tipici della zonardquo ed in base al comma 5 ldquosono ammessi nuovi allevamenti zootecnico-intensivi

unicamente nelle sottozone E2B e previa valutazione igienico sanitaria e ambientale da parte del

responsabile Servizio Igiene e Sanitagrave Pubblica che verifichi le caratteristiche del progetto con

speciale riguardo al tipo di approvvigionamento dei mangimi e al sistema di smaltimento dei rifiuti dei

liquami e del residui i motivi della localizzazione prescelta in relazione alla consistenza e alle

caratteristiche del fondo di pertinenza le caratteristiche dei corpi idrici presenti in un raggio di ml 400 e

la direzione dei venti dominantirdquo

In tale caso si ricorda che si tratta di allevamento avicolo esistente ricadente in territorio del solo

Comune di Castelfranco Veneto per il quale si prevede unicamente un aumento del numero di polli

allevati senza ampliamenti dei fabbricati o degli spazi annessi e tantomeno realizzazione di nuove

strutture

Le NTA del PRG allrsquoarticolo 12 ldquoLimiti allrsquoattivitagrave edificatoriardquo considerano le Zone di tutela D3 (comma

31) e gli Ambiti di protezione paesaggistica (comma 35)

Per le Zone di tutela D3 la disciplina stabilisce che ldquoogni intervento o manufatto egrave ammesso previa

relazione idrogeologica con parere del Consorzio di bonifica in pendenza delle opere di salvaguardia

idraulica gli interventi di ristrutturazione e di nuovo impianto devono in ogni caso evitare le aree di

6 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1322 inserita nellrsquoAllegato cartografico dello SIA

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COD 15V055 PAGINA 61 194

compluvio delle tracimazioni ed adottare piani dimposta del fabbricati superiori di almeno ml 05

rispetto al piano del terreno naturale provvedendo altresigrave allimpermeabilizzazione degli scantinati ()rdquo

In merito al contento delle richiamate norme si sottolinea che non si tratta di ristrutturazione o di nuovo

impianto e che non si prevedono modifiche per le aree di compluvio o di deflusso delle acque

Per gli Ambiti di protezione paesaggistica la disciplina stabilisce che ldquosono soggetti a piano

particolareggiato con i contenuti di cui allarticolo 34 del PTRC fino alla redazione del piano attuativo

non sono ammesse nuove costruzioni per gli edifici esistenti sono consentiti interventi di

manutenzione di restauro di risanamento conservativo e di adeguamento igienico noncheacute di

ristrutturazione edilizia e di ampliamento ai sensi dellarticolo 4 LR 2485 valgono inoltre le seguenti

specifiche norme di tutela egrave vietata la riduzione a coltura di terreni prativi egrave fatto divieto di tagliare a

raso bruciare estirpare o sradicare i filari di siepi o le singole piante autoctone eo naturalizzate salvo

il caso di inderogabili esigenze attinenti le opere di pubblica utilitagrave e per esigenze fito-sanitarie egrave

consentito lo sfoltimento e lutilizzazione turnaria delle piante previo parere delle autoritagrave competenti

sono vietati scavi movimenti di terreno e di mezzi suscettibili di alterare lambiente con esclusione di

quelli necessari allesecuzione di opere pubbliche e di sistemazione idraulica egrave vietata lapertura di

nuove cave e la riapertura di quelle abbandonate o dismesserdquo

Con riguardo alle specifiche norme di tutela si annota che il previsto aumento dei polli allevati non

comporta modifiche per i prati e gli elementi della vegetazione arbustiva od arborea e non richiede

movimentazioni del terreno

105 Classificazione acustica del territorio comunale

1051 Riferimenti generali

La Legge Quadro sullrsquoInquinamento acustico n 447 del 26 ottobre 1995 definisce i criteri generali di

valutazione gli obiettivi di qualitagrave e le linee di intervento in materia di tutela del territorio e della

popolazione dal rumore I numerosi regolamenti attuativi adottati successivamente allrsquoapprovazione

della norma concorrono a definire un quadro ormai completo di norme e standard In particolare i valori

limite sono stati determinati con il DPCM 14 novembre 1997 e sono articolati secondo lrsquoimpostazione

di cui al precedente DPCM 1 marzo 1991 in sei classi di zonizzazione acustica alle quali corrispondono

altrettanti valori limite da rispettare nei due periodi di riferimento (notturno e diurno) e per le quali

vengono definiti dei valori limite da conseguire nel medio e nel lungo periodo La tabella che segue

riassume i valori limite ed i valori obiettivo definiti per ogni classe dal DPCM 141197

Valori limite di emissione ed immissione Legge n 44795 e DPCM 141197

Legge n 44795 (art 2)

DPCM 141197 (tabelle B C D in allegato)

Diurno PD (6-22)

Leq dB(A)

Notturno PN (22-6)

Leq dB(A)

Valore limite di emissione

Valore massimo di rumore che puograve essere emesso da una sorgente misurato in corrispondenza della sorgente stessa Si riferiscono alle sorgenti fisse e mobili

Classe I 45 Classe II 50 Classe III 55 Classe IV 60 Classe V 65 Classe VI 65

(I) 35 (II) 40 (III) 45 (IV) 50 (V) 55 (VI) 65

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Legge n 44795 (art 2)

DPCM 141197 (tabelle B C D in allegato)

Diurno PD (6-22)

Leq dB(A)

Notturno PN (22-6)

Leq dB(A)

Valore limite di immissione

Valore massimo di rumore che puograve essere immesso da una o piugrave sorgenti sonore nellrsquoambiente abitativo o nellrsquoambiente esterno misurato in prossimitagrave dei ricettori Valori assoluti (Leq ambientale) e Valori relativi (Leq ambientale ndash Leq residuo)

Classe I 50 Classe II 55 Classe III 60 Classe IV 65 Classe V 70 Classe VI 70

(I) 40 (II) 45 (III) 50 (IV) 55 (V) 60 (VI) 70

Criterio Differenziale

5 dB (A) per il PD e

3 dB (A) per il PN allrsquointerno degli ambienti abitativi Non si applicano nelle aree di classe VI e se presso lrsquoabitazione a finestre aperte

Leq lt50 dB(A) (PD) e 40 dB(A) (PN)

a finestre chiuse Leq lt35 dB(A) (PD) e 25 dB(A) (PN)

Non si applicano nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture stradali ferroviarie marittime aeroportuali e le altre sorgenti sonore di cui allrsquo11 comma 1 di cui Legge 47795

Valore di attenzione

Valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana e per lrsquoambiente

Sullrsquointero tempo di riferimento (diurno o notturno) il valore di attenzione egrave uguale al valore di immissione riferito ad unrsquoora aumentati di

10 dB (PD)

5 dB (PN) Non si applicano nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture di trasporto

Valori di qualitagrave

Valori di rumore da conseguire nel breve medio e lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili per realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla presente legge

Classe I 47 Classe II 52 Classe III 57 Classe IV 62 Classe V 67 Classe VI 70

(I) 37 (II) 42 (III) 47 (IV) 52 (V) 57 (VI) 70

Classi di azzonamento acustico

Classi Definizioni

I Particolarmente protette rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione aree ospedaliere scolastiche aree destinate al riposo ed allo svago aree residenziali rurali aree di particolare interesse urbanistico parchi pubblici ecc

II Prevalentemente residenziali rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali ed assenza di attivitagrave industriali ed artigianali

III Di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine operatrici

IV Di intensa attivitagrave umana rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare con alta densitagrave di popolazione con elevata presenza di attivitagrave commerciali e uffici con presenza di attivitagrave artigianali aree in prossimitagrave di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie aree portuali aree con limitata presenza di piccole industrie

V Prevalentemente industriali rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsitagrave di abitazioni

VI Esclusivamente industriali rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da insediamenti industriali e con scarsitagrave di abitazioni

Con la Legge Regionale ndeg 21 del 10051999 ldquoNorme in materia di inquinamento acusticordquo la Regione

Veneto nel recepire i contenuti e le disposizioni della legge 26 ottobre 1995 n 447 Legge quadro

sullinquinamento acustico detta per parte sua le norme finalizzate alla tutela dellambiente e della

salute pubblica dallinquinamento acustico prodotto dalle attivitagrave antropiche disciplinandone lesercizio

al fine di contenere la rumorositagrave entro i limiti normativamente stabiliti

Con il DPR n 142 del 30 marzo 2004 (Disposizioni per il contenimento e la prevenzione

dellinquinamento acustico derivante dal traffico veicolare) vengono stabilite le norme per la

prevenzione ed il contenimento dellinquinamento da rumore avente origine dallesercizio delle

infrastrutture stradali

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COD 15V055 PAGINA 63 194

DPR 1422004 valori limite di immissione associati alle relative fasce di pertinenza

Strade esistenti (ampliamenti in sede affiancamenti e varianti) (tipologie presenti sul territorio interessato dal presente SIA)

Tipo di strada

(secondo Codice della

strada)

Sottotipi a fini acustici

(secondo norme CNR 1980 e direttive

PUT)

Ampiezza fascia di pertinenza acustica (m)

Scuole ospedali case di cura e di riposo

Altri Ricettori

Diurno dB(A)

Notturno dB(A)

Diurno dB(A)

Notturno dB(A)

C - extraurbana secondaria

Cb (tutte le altre strade extraurbane secondarie)

100 (fascia A)

50 40

70 60

50 (fascia B)

65 55

F - locale 30

Definiti dai Comuni nel rispetto dei valori riportati in tabella C allegata al DPCM in data 14 novembre 1997 e comunque in modo conforme alla zonizzazione acustica delle aree urbane come prevista dallarticolo 6 comma 1 lettera a) della legge n 447 del 1995

per le scuole vale il solo limite diurno

1052 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Osservando la Tavola 2 ndash Villarazzo ndash Bella Venezia del Piano di Classificazione Acustica del comune

di Castelfranco Veneto approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n 103 del 3172003 si

rileva che lrsquoarea oggetto di analisi si colloca allrsquointerno della classe III ndash aree di tipo misto Come

specifica anche la Relazione Illustrativa ldquorientrano in questa classe le aree urbane interessate da

traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con presenza di attivitagrave

commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree

rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine operatricirdquo

Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castello di Godego individua la zona a nord est al

confine con il comune di Castelfranco Veneto in classe III ndash aree di tipo misto Come per il Piano di

Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato per le aree che

ricadono in questa classe valgono le prescrizioni del DPCM 1391

Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Riese Pio X classifica lrsquoarea a sud ovest del comune

al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego in classe acustica II ldquoaree

destinate a uso prevalentemente residenzialerdquo Per tali aree ldquoIl DPCM 1391 determina che siano

inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con

bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali e assenza di attivitagrave

industriali e artigianali In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui lrsquoabitare egrave

evidentemente la funzione prioritaria e in cui mancano o comunque non sono significative le attivitagrave

commerciali che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni (negozi di generi

alimentari artigianato di servizio ecc) Lrsquoassenza di importanti assi di attraversamento e di strade

principali di connessione urbana lrsquoassenza di attivitagrave industriali e dellrsquoartigianato produttivo assieme

alla bassa densitagrave di popolazione consentono di individuare indicativamente tali aree solo in alcune

zone C del PRG vigente In particolare lrsquoassenza di attivitagrave di artigianato produttivo diventa elemento di

riconoscimento delle zone C da inserire in classe IIrdquo

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Lrsquoazienda agricola ovvero allevamento oggetto del presente studio si inserisce completamente in classe

acustica di tipo III7

106 Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (e norme in materia di

salvaguardia da rischio di inquinamento da nitrati)

1061 Riferimenti generali

Il Piano di Tutela delle Acque (PTA) costituisce uno specifico piano di settore ai sensi dellrsquoart 121 del

D Lgs 1522006 La Regione Veneto ha approvato il PTA con DCR n107 del 5 novembre 2009 Con

successiva DGR n 842 del 15 maggio 2012 la regione modifica e approva il testo integrato delle

Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Tutela delle Acque (Dgr n 141CR del 13122011)

Il PTA egrave composto dai seguenti documenti

- Sintesi degli aspetti conoscitivi riassume la base conoscitiva e comprende lrsquoanalisi delle criticitagrave per

le acque superficiali e sotterranee per bacino idrografico e idrogeologico

- Indirizzi di Piano individuazione degli obiettivi di qualitagrave e le azioni previste per raggiungerli la

designazione delle aree sensibili delle zone vulnerabili da nitrati e da prodotti fitosanitari delle zone

soggette a degrado del suolo e desertificazione le misure relative agli scarichi le misure in materia

di riqualificazione fluviale

- Norme Tecniche di Attuazione contengono misure di base per il conseguimento degli obiettivi di

qualitagrave distinguibili nelle seguenti macroazioni

o Misure di tutela qualitativa disciplina degli scarichi

o Misure per le aree a specifica tutela zone vulnerabili da nitrati e fitosanitari aree sensibili aree

di salvaguardia acque destinate al consumo umano aree di pertinenza dei corpi idrici

o Misure di tutela quantitativa e di risparmio idrico

o Misure per la gestione delle acque di pioggia e di dilavamento

Relativamente agli scarichi le NTA del PTA (art 21) ammettono in caso di istallazioni per edifici isolati

non collettabili alla rete fognaria pubblica e comunque per un numero di AE inferiore a 50 la

possibilitagrave di provvedere a sistemi individuali di trattamento delle acque reflue domestiche oppure di

trattamenti diversi quali ad esempio Vasca Imhoff seguita da dispersione nel terreno mediante

subirrigazione con e senza drenaggio in funzione delle caratteristiche del terreno o Vasca Imhoff

seguita da vassoio o letto assorbente La scelta del sistema di trattamento le sue caratteristiche e il

suo dimensionamento vengono definite da adeguata progettazione basata in particolare sulla

definizione delle condizioni litostratigrafiche pedologiche e idrogeologiche locali

Inoltre secondo lrsquoart 34 delle stesse NTA sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque

reflue a) prodotte da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno eo alla silvicoltura b)

prodotte da imprese dedite ad allevamento di animali c) prodotte da imprese dedite alle attivitagrave di cui

alle lettere a) e b) che esercitano anche attivitagrave di trasformazione o di valorizzazione della produzione

agricola inserita con carattere di normalitagrave e di complementarietagrave funzionale del ciclo produttivo

aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dallrsquoattivitagrave di coltivazione dei

7 Si rimanda alla Tavola ldquoPiano di Classificazione Acustica dei comuni di Castelfranco Veneto Riese Pio X e Castello di Godego

(stralcio)rdquo riportata in Allegato Cartografico

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COD 15V055 PAGINA 65 194

terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilitagrave (hellip) e) aventi caratteristiche qualitative

equivalenti a quelle domestiche8

Relativamente alle acque meteoriche di dilavamento acque di prima pioggia (i primi 5 mm di acqua

meteorica di dilavamento uniformemente distribuita su tutta la superficie scolante servita dal sistema di

collettamento (art6)) e acque di lavaggio (acque comunque approvvigionate attinte o recuperate

utilizzate per il lavaggio delle superfici scolanti (art 6)) le NTA (art 39 e allegato F) del PTA

relativamente alle aziende agricole e gli allevamenti zootecnici rimanda a quanto disposto dalla DGR

n 24952006 e dalla DGR n 24392007

Per quanto concerne le Zone Vulnerabili ai Nitrati (ZVN) relativamente alla Regione Veneto la prima

individuazione egrave stata definita con ex-DLgs n 15299 Successivamente mediante provvedimenti

regionali la regione ha provveduto al completamento dellrsquoindividuazione di tali zone non ultimo con il

PTA (art 13) essendo attualmente dichiarate vulnerabili ai nitrati le seguenti zone

a) lrsquoarea dichiarata a rischio di crisi ambientale di cui allrsquoart 6 della L 28 agosto 1989 n305 costituita

dal territorio della Provincia di Rovigo e dal territorio del Comune di Cavarzere (ai sensi del DLgs

n 1522006)

b) il bacino scolante in laguna di Venezia area individuata con il ldquoPiano per la prevenzione

dellrsquoinquinamento ed il risanamento delle acque del bacino idrografico immediatamente sversante

nella laguna di Venezia ndash Piano Direttore 2000rdquo la cui delimitazione egrave stata approvata con

deliberazione del Consiglio regionale n 23 del 7 maggio 2003

c) le zone di alta pianura-zona di ricarica degli acquiferi individuate con deliberazione del Consiglio

regionale n 62 del 17 maggio 2006

Con il Piano di Tutela delle Acque inoltre si intende designare per completezza quali zone vulnerabili

anche le seguenti zone

d) lrsquointero territorio dei Comuni della Lessinia e dei rilievi in destra Adige

e) il territorio dei Comuni della Provincia di Verona afferenti al bacino del Po

8 Si richiama anche quanto indicato nel DLgs 1522006 relativamente ai criteri generali della disciplina degli scarichi (Art 101) (hellip) 7

Salvo quanto previsto dallarticolo 112 ai fini della disciplina degli scarichi e delle autorizzazioni sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque reflue a) provenienti da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno eo alla silvicoltura b) provenienti da imprese dedite ad allevamento di bestiame [] c) provenienti da imprese dedite alle attivitagrave di cui alle lettere a) e b) che esercitano anche attivitagrave di trasformazione o di valorizzazione della produzione agricola inserita con carattere di normalitagrave e complementarietagrave funzionale nel ciclo produttivo aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dallattivitagrave di coltivazione dei terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilitagrave (hellip)rdquo In materia di utilizzazione agronomica (art 112) il DLgs 1522006 rimanda alle Regione la relativa disciplina

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PAGINA 66 194 Settembre 2015

Legenda

Area di ubicazione dellrsquoallevamento

Stralcio della rappresentazione cartografica delle zone vulnerabili a nitrati

(fonte Decreto n 3 del 3 marzo 2010 del Dirigente dellUnitagrave Complessa Sistema Informativo Settore

primario e controllo)

Con la DGR n 2495 del 07082006 ldquoRecepimento regionale del DM 7 aprile 2006 Programma

dazione per le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola del Venetordquo e successive modifiche (7

agosto 2007 n 2439 4 marzo 2008 n 430 21 aprile 2008 n 134 6 maggio 2008 n 894) egrave stata

per lrsquoappunto recepita la norma vigente a livello nazionale e sono stati individuati i vincoli e le corrette

modalitagrave di gestione degli effluenti di allevamento e delle acque reflue aziendali a cui gli agricoltori

devono attenersi sia allrsquointerno delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola sia nelle altre zone del

Veneto

Con DGR n 1150 del 26 luglio 2011 egrave stato approvato il ldquo2deg Programma drsquoAzionerdquo per le sole zone

vulnerabili ai nitrati valido per il periodo 2012-15 che stabilisce criteri e norme tecniche per

lrsquoutilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e persegue le seguenti finalitagrave

a) Proteggere e risanare le zone vulnerabili allrsquoinquinamento provocato da nitrati di origine agricola

b) Limitare lrsquoapplicazione al suolo dei fertilizzanti azotati sulla base dellrsquoequilibrio tra il fabbisogno

prevedibile di azoto delle colture e lrsquoapporto alle colture di azoto proveniente dal suolo e dalla

fertilizzazionehellip

c) Promuovere strategie di gestione integrata degli effluenti zootecnici per il riequilibrio del rapporto

agricoltura-ambiente tra cui le misure di trattamento degli effluenti noncheacute lrsquoadozione di modalitagrave

di allevamento e di alimentazione degli animali finalizzate a contenere giagrave dalla fase di

produzione le escrezioni di azoto

1062 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Lrsquoazienda Agricola Maggiolo ricade nel Comune di Castelfranco Veneto comune appartenente alla

zona dellrsquoalta pianura (Zona di ricarica degli acquiferi) ed alla zona del bacino scolante della laguna di

Venezia Il territorio in cui egrave localizzato lrsquoallevamento egrave designata anche come area di tutela quantitativa

degli acquiferi (Allegato E PTA) Si ricorda che come evidenziato nel quadro di riferimento progettuale

la pollina viene integralmente consegnata a terzi alla fungaia Agrifung

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COD 15V055 PAGINA 67 194

107 Piano per lrsquoAssetto Idrogeologico del Bacino scolante nella Laguna di Venezia

1071 Riferimenti generali

Nella Regione Veneto sono state individuate le seguenti Autoritagrave di Bacino (AB)

- AB Nazionale del Po

- AB Nazionale dei Fiumi dellrsquoAlto Adriatico

- AB Nazionale del Fiume Adige

- AB Interregionale del Fiume FIssero-Tartaro-Canalbianco

- AB Interregionale del Fiume Lemene

- AB Regionale del Sile e della Pianura tra Piave e Livenza

- Bacino Scolante nella Laguna di Venezia

Nel caso del Bacino scolante nella Laguna di Venezia in attesa dellrsquoistituzione dellrsquoAutoritagrave di Distretto

delle Alpi Orientali (Dlgs 1522006) la Regione del Veneto ha ritenuto opportuno adottare con DGR

n 401 del 31 marzo 2015 il ldquoPiano di Assetto Idrogeologico ndash parte idraulicardquo

Il Bacino scolante nella Laguna di Venezia interessa un territorio che si estende per circa 2068 km2 e

che interessa 27 corsi drsquoacqua Il Bacino egrave delimitato a sud dal canale Gorzone a Sud-Ovest dai Colli

Euganei ad Ovest dal Canale Roncajette a nord-ovest dal fiume Brenta a nord dalle Prealpi Asolane

e a nord-est dal fiume Sile ed interessa il territorio delle province di Venezia Padova e Treviso per un

totale di 108 comuni 22 dei quali appartenenti alla Provincia di Treviso I corpi idrici a deflusso

naturale piugrave significativi sono il Dese Zero Marzenego - Osellino Lusore Muson Vecchio Tergola

mentre quelli a deflusso controllato sono il Naviglio Brenta Canale di Mirano Taglio Novissimo La

superficie del Bacino puograve essere suddivisa in due parti i territori dei bacini idrografici tributari dei corsi

dacqua superficiali sfocianti nella laguna di Venezia e i territori che interessano i corpi idrici scolanti

nella laguna di Venezia tramite le acque di risorgiva individuati come Area di Ricarica

1072 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Lrsquoallevamento ricade allrsquointerno di unrsquoarea definita come ldquoBacino scolante ad interventi a tipologia

limitatardquo non interessa nessuna area a pericolositagrave idraulica a scolo meccanico o che egrave stata oggetto di

alluvioni nel 2007

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PAGINA 68 194 Settembre 2015

Perimetrazione del Bacino Scolante Laguna di Venezia

Area di ubicazione dellrsquoallevamento

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COD 15V055 PAGINA 69 194

PAI Bacino Scolante Laguna di Venezia - Carta della Pericolositagrave idraulica (stralcio)

108 Piano di Risanamento della Qualitagrave dellrsquoAria

1081 Riferimenti generali

Con Deliberazione della Giunta regionale n 2872 del 28122012 sono stati adottati il Documento di

Piano il Rapporto ambientale il Rapporto ambientale-sintesi non tecnica dellrsquoaggiornamento del Piano

regionale di Tutela e Risanamento dellrsquoAtmosfera

La Regione Veneto attualmente egrave dotata di un Piano di Tutela e Risanamento dellrsquoAtmosfera

(PTRA) approvato con deliberazione del Consiglio Regionale n 57 dellrsquo11 novembre 2004 Tale

Piano rappresenta lo strumento per la programmazione il coordinamento ed il controllo in materia di

inquinamento atmosferico finalizzato al miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla

salvaguardia della salute delluomo e dellambiente

La zonizzazione della Regione Veneto egrave stata approvata con Deliberazione della Giunta Regionale del

Veneto n 31952006 Successivamente ne egrave stata approvata una sua revisione con Deliberazione della

Giunta Regionale del Veneto n 2130 del 23102012

1082 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Il Comune di Castelfranco Veneto ricade nella zona IT0513 ldquoPianura e Capoluogo Bassa Pianurardquo

Come indicato nellrsquoAllegato A della DGR 213012 la definizione delle zone nellrsquoarea della pianura egrave

stata effettuata considerando i seguenti parametri

- Orografia altitudine al di sotto dei 200 m slm

- Condizioni meteo-climatiche bassa ventositagrave con frequenti fenomeni di calme di vento

Area di ubicazione dellrsquoallevamento

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- Urbanizzazione diffusa con pochi centri urbani densamente popolati (giagrave individuati come

Agglomerati)

- Carico emissivo la densitagrave emissiva comunale (ta km2) intesa come stima del PM10 primario

e secondario rispetto alla superficie comunale (espressa in km2) egrave stata utilizzata quale

parametro caratterizzante la zonizzazione Nei comuni della Bassa Pianura la densitagrave emissiva

egrave superiore a 7 ta km2

Progetto di riesame della zonizzazione del Veneto (D Lgs 1552010)

109 Programma di Sviluppo Rurale

1091 Riferimenti generali

La Regione Veneto con DGR n71 del 10 giugno 2014 ha adottato la proposta del PSR 2014-2020

successivamente adottato dal Consiglio Regionale con Deliberazione n 41 del 9 luglio 2014

La proposta di programma egrave stata quindi inviata alla Commissione europea arrivando alla definitiva

approvazione avvenuta con decisione n 3482 del 26 maggio 2015

Il Programma costituisce lo strumento di programmazione per lo sviluppo rurale regionale stabilisce le

strategie e gli interventi per il settore agricolo agroalimentare e forestale e in generale per lo sviluppo

delle aree rurali del Veneto

Nel PSR lrsquointero territorio regionale egrave stato classificato in base al grado do ruralitagrave secondo le seguenti

categorie

A-Aree urbane e periurbane

Area di ubicazione dellrsquoallevamento

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COD 15V055 PAGINA 71 194

B-Aree rurali ad agricoltura intensiva Questi territori vengono ulteriormente suddivise in sub-area B1

(con caratteristiche prevalenti di ldquorurale-urbanizzatardquo e sub-area B2 (con caratteristiche prevalenti di

ldquoUrbanizzatardquo)

C-Aree rurali intermedie

D-Aree rurali con problemi di sviluppo

1092 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in classe B2 ldquoAree rurali ad agricoltura intensiva -

Urbanizzaterdquo

1010 Aree Protette

10101 Riferimenti generali

La Legge Quadro sulle Aree Protette (L 39491) classifica le aree naturali protette in

Parchi nazionali Aree al cui interno ricadono elementi di valore naturalistico di rilievo

internazionale o nazionale tale da richiedere lrsquointervento dello Stato per la loro protezione e

conservazione Sono istituiti dal Ministero dellrsquoAmbiente e della Tutela del Territorio

Parchi naturali regionali e interregionali Aree di valore naturalistico e ambientale che

costituiscono nellambito di una o piugrave regioni limitrofe un sistema omogeneo individuato dagli

assetti naturalistici dei luoghi dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle

popolazioni locali Sono istituiti dalle Regioni

Riserve naturali Aree al cui interno sopravvivono specie di flora e fauna di grande valore

conservazionistico o ecosistemi di estrema importanza per la tutela della diversitagrave biologica In

base al pregio degli elementi naturalistici contenuti possono essere statali o regionali

In considerazione di quanto indicato dalla Legge Quadro nazionale la Regione Veneto con la Legge

Regionale n 40 del 16081984 ldquoNuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionalirdquo e

smi definisce le disposizioni per lrsquoistituzione di parchi e riserve naturali regionali al fine di assicurare la

conservazione e la valorizzazione dellrsquoambiente naturale nelle zone di particolare interesse

paesaggistico naturalistico ed ecologico di promuoverne lo studio scientifico di rendere possibile

lrsquouso sociale dei beni e di creare specie nelle zone rurali e montane migliori condizioni di vita per le

collettivitagrave locali

Le aree naturali protette definite dalla LR 401984 sono Parchi Naturali Regionali Riserve Naturali

Regionali Zone di protezione e di sviluppo controllato (Zone di pre-parco) Parchi e riserve di interesse

locale

Come specificato allrsquoart 11 della LR le aree comprese nei parchi o nelle riserve possono essere

classificate dal piano ambientale ai fini del particolare regime cui vengono sottoposte nelle seguenti

categorie

a) Zone di riserva naturale regionale generale sono consentiti solo gli interventi a cura o sotto il

controllo dellrsquoente gestore per la protezione dellrsquoambiente e per la ricostituzione di equilibri

naturali propri dello ambiente Al loro interno possono essere individuate aree di riserva

integrale (nelle quali per la presenza di eccezionali valori naturalistici e ambientali il suolo il

sottosuolo le acque la vegetazione e la fauna sono protetti nella loro assoluta integritagrave) e aree

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PAGINA 72 194 Settembre 2015

di riserva orientata (in cui lrsquoevoluzione dellrsquoambiente naturale anche limitatamente ad alcune

sue particolari manifestazioni viene sorvegliata e orientata scientificamente)

b) Zone di riserva naturale regionale speciale sono istituite al fine di tutelare particolari elementi o

fenomeni dello ambiente naturale del paesaggio e antropologi

c) Zone a destinazione silvo ndash pastorale in cui egrave consentito lrsquoesercizio sia a cura dellrsquoente gestore

che di altri enti pubblici organismi associativi o privati di attivitagrave agricole utilizzazioni forestali

pascolo e attivitagrave zootecniche in forma compatibili con la tutela ambientale e non contrastanti

con le finalitagrave generali del parco o della riserva e con le norme del piano ambientale

d) Zone a destinazione agricola in cui egrave prevista la stessa disciplina delle aree al punto

precedente

e) Zone di penetrazione sono aree che per esigenze logistiche le quali non possono essere piugrave

opportunamente soddisfatte allrsquoesterno del parco debbano ospitare strutture ricettive

campeggi parcheggi per automezzi e centri di informazione

Tali aree sono individuate preferibilmente in zone marginali e periferiche del territorio del parco

o della riserva e comprenderanno il tracciato le immediate adiacenze e le testate delle esistenti

rotabili interne aperte al pubblico gli adiacenti nuclei abitati manufatti e gli impianti di attivitagrave

produttive esistenti

I Parchi e le riserve di interesse locale possono essere istituite da Province Comunitagrave Montane

Comuni e loro Consorzi nonchegrave Comunitagrave familiari montane anche associate tra loro Per ogni parco o

riserva istituita deve essere redatto un Piano ambientale assimilato ad un piano attuativo di iniziativa

pubblica (Art 27)

10102 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Nessuna area di interesse naturalistico ricade nel Comune di Castelfranco Veneto9 Lrsquoarea protetta piugrave

prossima allrsquoallevamento egrave il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile posto ad una distanza di circa

82 km dallrsquoAllevamento Maggiolo

1011 Rete Natura 2000

10111 Riferimenti generali

La Rete Natura 2000 costituisce la piugrave importante strategia drsquointervento dellrsquoUnione Europea per la

tutela del territorio Tenuto conto della necessitagrave di attuare una politica piugrave incisiva di salvaguardia degli

habitat e delle specie di flora e fauna si egrave voluto dar vita ad una Rete coerente di aree destinate alla

conservazione della biodiversitagrave del territorio dellrsquoUnione Europea I siti che compongono la Rete (Siti

Natura 2000) sono rappresentati dai Siti drsquoImportanza Comunitaria (SIC) e dalle Zone di Protezione

Speciale (ZPS)

I SIC e la Rete Natura 2000 sono definiti dalla Direttiva Habitat 9243CEE ndash art 3 comma1 ldquoEacute

costituita una rete ecologica europea coerente di zone speciali di conservazione denominata Natura

2000 Questa rete formata dai siti in cui si trovano tipi di habitat naturali elencati nellallegato I e habitat

delle specie di cui allallegato II deve garantire il mantenimento ovvero alloccorrenza il ripristino in

uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie

Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

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COD 15V055 PAGINA 73 194

interessati nella loro area di ripartizione naturale La rete Natura 2000 comprende anche le zone di

protezione speciale classificate dagli Stati membri a norma della direttiva 79409CEErdquo

Le ZPS sono state previste dalla Direttiva Uccelli 79409CEE oggi abrogata e sostituita dalla Direttiva

2009147CEE ldquoconcernente la conservazione degli uccelli selvaticirdquo Questrsquoultima direttiva allrsquoart 3

commi 1 e 2 riporta ldquohellipgli Stati membri adottano le misure necessarie per preservare mantenere o

ristabilire per tutte le specie di uccelli di cui allrsquoart 1 una varietagrave ed una superficie sufficienti di habitat

La preservazione il mantenimento ed il ripristino dei biotopi e degli habitat comportano innanzitutto le

seguenti misure

a) Istituzione di zone di protezione

b) Mantenimento e sistemazione conforme alle esigenze ecologiche degli habitat situati allrsquointerno e

allrsquoesterno delle zone di protezione

c) Ripristino dei biotopi distrutti

d) Creazione dei biotipirdquo

Allrsquoart 4 della stessa direttiva si indica inoltre che ldquoPer le specie elencate nellrsquoallegato I sono previste

misure speciali di conservazione per quanto riguarda lrsquohabitat per garantire la sopravvivenza e la

riproduzione di dette specie nella loro area di distribuzionerdquo

SIC e ZPS sono definite dagli Stati membri (in Italia su proposta delle Regioni) Quando un SIC viene

inserito ufficialmente nellrsquoElenco Comunitario lo Stato membro designa tale sito come Zona Speciale di

Conservazione (ZSC)

A livello europeo il piugrave recente elenco ufficiale dei SIC appartenenti alle regioni biogeografiche alpina e

continentale nelle quali si inserisce la Regione Veneto sono state definite con Decisioni della

Commissione del 3 dicembre 2014 (rispettivamente 201571UE e 201569UE)

Lindividuazione delle ZPS spetta alle Regioni e alle Province autonome che trasmettono i dati al

Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare il quale dopo la verifica della

completezza e congruenza delle informazioni acquisite trasmette i dati alla Commissione Europea Le

ZPS si intendono designate dalla data di trasmissione alla Commissione e dalla pubblicazione sul sito

del Ministero dellrsquoelenco aggiornato Il DM dellrsquo8 agosto 2014 indica che lrsquoelenco delle ZPS istituite ai

sensi del DM del 17 ottobre 2007 ldquoCriteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione

relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS)rdquo egrave pubblicato

sul sito wwwminambienteit ed egrave tenuto aggiornato con le eventuali modifiche apportate nel rispetto

delle procedure comunitarie Contestualmente viene abrogato il DM del 19 giugno 2009 ldquoElenco delle

Zone di Protezione Speciale (ZPS) classificate ai sensi della Direttiva 79409CEE)rdquo Lrsquoultima

trasmissione della banca dati alla Commissione Europea egrave stata effettuata dal Ministero dellrsquoAmbiente

ad ottobre 2014

La Regione Veneto con DGR n 1180 del 18 aprile 2006 ldquoRete ecologica europea Natura

2000Aggiornamento banca datirdquo e ss mm ii provvede alla redazione dellrsquoelenco ufficiale delle aree

appartenenti alla Rete Natura

Ad oggi in Veneto risultano istituiti 128 Siti appartenenti alla Rete Natura 2000 tra i quali 102 SIC e 67

ZPS per una superficie complessiva di 414675 ettari (pari al 225 del territorio regionale)

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PAGINA 74 194 Settembre 2015

10112 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Lrsquoarea oggetto di studio ricade interamente allrsquointerno della ZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego

Nessun altro Sito (SICZPS) ricade allrsquointerno del Comune di Castelfranco Veneto10

La ZPS IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo si estende su una superficie di circa 1561 ha nel

territorio dei Comuni di Castelfranco Veneto Castello di Godego Loria Riese Pio X in Provincia di

Treviso

Il Sito egrave stato istituito a tutela del paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da ampi prati stabili e

fitte alberature con tratti di territorio a campo chiuso e zone interne originarie La scheda Natura 2000

indica che la qualitagrave e lrsquoimportanza del sito sono determinati dal fatto che il territorio rappresenta uno

degli ultimi esempi di paesaggio agrario tradizionale con un buon equilibrio tra naturalitagrave e utilizzo

agricolo che consente il mantenimento di una buona diversitagrave e ricchezza floristica e di tipi

vegetazionali La presenza di aree in cui spesso ristagna lacqua e la natura argillosa dei suoli

permettono inoltre la presenza di specie vegetali di particolare importanza

Allrsquointerno della ZPS come indicato nel Formulario standard sono presenti 7 tipologie di habitat

(indicate nella tabella successiva) la piugrave diffusa (57) egrave quella delle colture cerealicole estensive

mentre lrsquohabitat meno diffuso egrave quello degli impianti forestali a monocultura diffusi sullrsquo1 della ZPS

Le aree urbanizzate interessano una superficie complessiva di circa 156 ha pari al 10 dellrsquointera

area

Codice Habitat Superficie (ha) Copertura ()

N20 Impianti forestali a monocoltura 1561 1

N12 Colture cerealicole estensive 88977 57

N07 Torbiere stagni e paludi 7805 5

N23 Altro (inclusi centri abitati strade discariche miniere e aree industriali)

1561 10

N09 Praterie aride steppe 7805 5

N14 Praterie migliorate 3122 20

N21 Piantagioni arboreee 3122 2

TOT 1561 100

Habitat nella ZPS IT3240026

Allrsquointerno della ZPS sono inoltre stati individuati i seguenti habitat di interesse comunitario (Allegato I

Direttiva Habitat)

6430-Bordure planiziali montane e alpine di megaforbie idrofile

6510-Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis Sanguisorba officinalis)

Il Formulario Standard indica che allrsquointerno del Sito lrsquohabitat 6430 egrave diffuso su una superficie di 7805

ha pari al 5 del totale mentre lrsquohabitat 6510 egrave distribuito sul 20 circa della ZPS (312 ha)11 Entrambi

gli habitat hanno un livello di conservazione buono

Il Formulario Natura 2000 indica che allrsquointerno della ZPS sono presenti 19 specie di avifauna inserite

nellrsquoArticolo 4 della Direttiva Uccelli (2009147EC) ed una specie (Rana latastei) inserita nellrsquoAllegato 2

della Direttiva Habitat (9243EEC) Tra le specie comuni vi sono Airone cenerino Falco cuculo Averla

piccola Porciglione Bigia padovana Tuffetto Piro piro boschereccio Barbagianni e Rana di Lataste

10

Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

11 Si rimanda alle Tavole ldquoZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego ndash Habitatrdquo riportata nellrsquoAllegato cartografico

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COD 15V055 PAGINA 75 194

Airone rosso Re di quaglie Averla maggiore e Tottavilla sono specie rare allrsquointerno del territorio

mentre tutte le altre specie (Martin pescatore Gufo comune Falco di palude Albanella reale A

minore Assiolo Combattente) sono indicate come sola presenza

Per ulteriori dettagli si rimanda allo Studio di incidenza allegato allo Studio di impatto ambientale

1012 Important Bird Area (IBA)

10121 Riferimenti generali

Le Aree di Interesse Avifaunistico (IBA dallrsquoinglese Important Bird Areas) corrispondono a siti individuati

in tutto il mondo sulla base di criteri ornitologici applicabili su larga scala da parte di associazioni non

governative che fanno parte di BirdLife International

Il primo programma IBA viene effettuato nel 1981 mediante un incarico dato dalla Commissione

Europea allrsquoICBP (International Council for Bird Preservation) predecessore di BirdLife International

per lrsquoindividuazione delle aree prioritarie per la conservazione dellrsquoavifauna in Europa in vista

dellrsquoapplicazione della Direttiva ldquoUccellirdquo In Italia lrsquoinventario delle IBA egrave stato redatto e

successivamente aggiornato dalla Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) La prima pubblicazione

dellrsquoinventario IBA Italiano risale al 1989 mentre nel 2000 egrave stato pubblicato col sostegno del Ministero

per le Politiche Agricole e Forestali un secondo inventario aggiornato Il successivo progetto sviluppato

dalla LIPU e commissionato dal Ministero dellrsquoAmbiente (Servizio Conservazione della Natura)

ldquoSviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base della rete delle IBA (Important Bird Areas)rdquo

(versione del 2002) ha portato allrsquoaggiornamento ed alla mappatura del sistema IBA presenti

nellrsquoinventario pubblicato nel 2000

10122 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone designate quali IBA12

la piugrave vicina egrave lrsquoIBA

n 059 ldquoMedio corso del Fiume Brentardquo posta ad una distanza minima superiore a 13 km

dallrsquoAllevamento

1013 Zone umide di importanza internazionale

10131 Riferimenti generali

La Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale soprattutto in quanto habitat per le

specie di uccelli acquatici egrave stata firmata a Ramsar in Iran il 2 febbraio 1971 Latto viene siglato nel

corso della Conferenza Internazionale sulla Conservazione delle Zone Umide e sugli Uccelli

Acquatici promossa dallUfficio Internazionale per le Ricerche sulle Zone Umide e sugli Uccelli

Acquatici (IWRB- International Wetlands and Waterfowl Research Bureau) con la collaborazione

dellUnione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN - International Union for the Nature

Conservation) e del Consiglio Internazionale per la protezione degli uccelli (ICBP - International Council

for bird Preservation) La Convenzione si pone come obiettivo la tutela internazionale delle zone

definite umide mediante lindividuazionela delimitazione e lo studio degli aspetti caratteristici in

12

Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

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PAGINA 76 194 Settembre 2015

particolare lavifauna e la messa in atto di programmi che ne consentano la conservazione e la

valorizzazione

La Convenzione di Ramsar egrave stata ratificata e resa esecutiva dallItalia con il DPR 13 marzo 1976 n

448 ldquoEsecuzione della convenzione relativa alle zone umide dimportanza internazionale soprattutto

come habitat degli uccelli acquatici firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971rdquo e con il successivo DPR 11

febbraio 1987 n 184

10132 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone Ramsar13

cosigrave come non sono presenti

zone umide in un raggio di 10 km dallrsquoarea di intervento

11 REGIME VINCOLISTICO

111 Vincolo sismico

1111 Riferimenti generali

Con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3274 del 20032003 concernente ldquoPrimi

elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative

tecniche per le costruzioni in zona sismicardquo nelle more dellrsquoespletamento degli adempimenti dellrsquoart 93

del DLgs n 1121998 sono approvati i ldquoCriteri per lrsquoindividuazione delle zone sismiche ndash

individuazione formazione e aggiornamento degli elenchi delle medesime zonerdquo noncheacute le connesse

ldquoNorme tecniche per il progetto la valutazione e lrsquoadeguamento sismico degli edificirdquo ldquoNorme tecniche

per il progetto sismico dei pontirdquo e ldquoNorme tecniche per il progetto sismico delle opere di fondazione e

sostegno dei terrenirdquo Tali norme sono riportate come Allegati allrsquoOrdinanza

LrsquoOrdinanza prevede inoltre che le Regioni sulla base dei criteri generali dettati nellrsquoAllegato 1 (criteri

per lrsquoindividuazione delle zone sismiche che rimandano ad una distinzione secondo 4 zone sismiche)

provvedono allrsquoindividuazione e formazione ed aggiornamento dellrsquoelenco delle zone sismiche

lasciando facoltagrave di introdurre o meno lrsquoobbligo della progettazione antisismica nelle zone 4 Secondo i

nuovi criteri classificativi il territorio regionale risulta suddiviso in 4 zone sismiche in base ai valori di

accelerazione di picco orizzontale del suolo con probabilitagrave di superamento del 10 in 50 anni

zona 1 accelerazione orizzontale gt 025 g

zona 2 accelerazione orizzontale 015g ndash 025 g

zona 3 accelerazione orizzontale 005g ndash 015 g

zona 4 accelerazione orizzontale lt 005 g

LrsquoOrdinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3519 del 2842006 approva i criteri generali per

lrsquoindividuazione delle zone sismiche e la formazione ed aggiornamento degli elenchi ed anche la mappa

della pericolositagrave sismica di riferimento a scala nazionale I criteri per lrsquoindividuazione delle zone

sismiche sono definiti allrsquoallegato 1A con riferimento alle Norme Tecniche per le Costruzioni approvate

con DM 1492005 e sono previste quattro zone Allrsquoallegato 1B egrave riportata la mappa della pericolositagrave

13

Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

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COD 15V055 PAGINA 77 194

sismica a scala nazionale da assumere quale riferimento per lrsquoassegnazione di un territorio ad una delle

diverse quattro zone sismiche predefinite

Con deliberazione n 67 del 03 dicembre 2003 recependo i criteri generali dellrsquoOrdinanza PCM n

3274 del 20 marzo 2003 il Consiglio Regionale ha approvato la nuova classificazione sismica dei

Comuni del Veneto Con deliberazione n 71 del 22012008 ldquoOPCM 2842006 n 3519 ldquoCriteri

generali per lrsquoindividuazione delle zone sismiche e per la formazione e lrsquoaggiornamento degli elenchi

delle medesime zone Direttive per lrsquoapplicazionerdquo la Giunta Regionale ha stabilito di prendere atto dei

criteri generali di classificazione allegati allrsquoOrdinanza PCM 3519 del 28 aprile 2006 innovativi rispetto

allrsquoOPCM 32742003 e della mappa di pericolositagrave sismica di riferimento espressa in termini di

accelerazione massima al suolo (amax) confermando comunque per quanto riguarda gli aspetti

amministrativi la classificazione sismica dei Comuni del Veneto di cui allrsquoAllegato I della deliberazione

del Consiglio Regionale n 672003

1112 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine

Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in accordo DGR n 672003 successivamente confermata con

DGR n 712008 in zona sismica 3

Il territorio di Castelfrenco Veneto in base alla mappa di pericolositagrave sismica del territorio nazionale

elaborata dallrsquoIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e riportata come Allegato 1B dellrsquoOPCM

del 28 aprile 2006 n 3519 risulta soggetto a valori di accelerazione (con probabilitagrave di eccedenza del

10 in 50 anni) compresa tra 0150 g e 0200 Secondo la Classificazione sismica al 2015 il comune di

Castelfranco Veneto viene inserito in zona sismica 3 nella quale possono verificarsi forti terremoti ma

rari

Stralcio della classificazione sismica al 2014 (httpwwwprotezionecivilegovitjcmsitclassificazionewp)

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PAGINA 78 194 Settembre 2015

Mappa pericolositagrave sismica

Espressa in termini di accelerazione massima (con

probabilitagrave di eccedenza del 10 in 50 anni)

Fonte Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

(In httpesse1-gismiingvit)

112 Vincolo idrogeologico

1121 Riferimenti generali

Il RD 30121923 n 3267 allrsquoarticolo 7 stabilisce che le trasformazioni dei terreni sottoposti a vincolo

idrogeologico ai sensi dello stesso decreto sono subordinate al rilascio di autorizzazione da parte dello

Stato ora sostituito dalle Regioni o dagli organi competenti individuati dalla normativa regionale

1122 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine

Secondo la classificazione regionale riportata nella Tavola 1B del PTCP della Provincia di Treviso

ldquoCarta dei Vincoli e della pianificazione territorialerdquo lrsquoallevamento non interessa nessuna area

sottoposta a vincolo idrogeologico

113 Patrimonio culturale beni culturali e beni paesistici vincolati

1131 Riferimenti generali

Il DLgs del 2212004 n 42 ldquoCodice dei beni culturali e del paesaggio ai sensi dellrsquoarticolo 10 della

Legge 6 luglio 2002 n 137rdquo costituisce il riferimento normativo in materia di beni culturali e

paesaggistici Tale decreto in applicazione dellrsquoarticolo 9 della Costituzione disciplina le forme di tutela

del patrimonio culturale costituito dai beni culturali che comprendono in particolare il patrimonio

storico artistico demo-etno-antropologico archeologico archivistico librario e dai beni paesaggistici

ovvero le bellezze naturali le singolaritagrave geologiche le ville giardini e parchi gli immobili di valore

estetico e tradizionale le bellezze panoramiche e belvedere ed ancora gli altri immobili ed aree

individuati dalla legge (categorie del paesaggio) od in base alla legge attraverso i Piani paesaggistici

Per quanto riguarda i beni culturali le disposizioni per la tutela si applicano a seguito di una verifica

drsquointeresse nel caso delle cose immobili o mobili che rivestono interesse artistico storico archeologico

o demo-etno-antropologico ed appartengono alle pubbliche amministrazioni od a particolari enti istituti

e persone giuridiche od ancora a seguito della dichiarazione di interesse per gli altri immobili che

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COD 15V055 PAGINA 79 194

presentano analoga valenza ma appartenenti a soggetti diversi da quelli prima richiamati La tutela dei

beni immobili si esercita nella forma del divieto alla demolizione danneggiamento e utilizzo per usi

incompatibili alla loro conservazione ed in particolare nella preventiva autorizzazione per una serie di

interventi come elencati allrsquoarticolo 21 Lrsquoautorizzazione deve essere richiesta dai proprietari

possessori o detentori dei beni allrsquoamministrazione competente al rilascio tale autorizzazione puograve

essere rilasciata anche con motivata dichiarazione in sede di conferenza dei servizi (art 25) e con atto

rilasciato in sede di concerto sulla compatibilitagrave ambientale nel caso di progetti sottoposti a valutazione

di impatto ambientale (art 26)

Per quanto attiene ai beni paesaggistici lrsquoassoggettamento a tutela avviene a seguito della

dichiarazione di notevole interesse pubblico (art 137-141) per effetto di disposizioni legislative nel

caso delle specifiche categorie di beni elencati nellrsquoarticolo 142 ed ancora a seguito di identificazione

nei piani paesaggistici gli immobili e le aree tipizzati sottoposte a tutela dagli stessi piani La normativa

nazionale stabilisce che tutti i beni paesaggistici sono tutelati e valorizzati sottoponendo a specifica

normativa drsquouso il territorio mediante Piani paesaggistici o Piani urbanistico territoriali con specifica

considerazione dei valori paesaggistici concernenti lrsquointero territorio regionale (art 135) Il vincolo di

tutela si esercita nella forma del divieto (per i proprietari possessori o detentori) di distruggere i beni od

introdurvi modificazioni e nellrsquoobbligo di sottoporre i progetti delle opere di qualunque genere (salvo

quelli elencati allrsquoart 149) da eseguire alla competente amministrazione ai fini di ottenere preventiva

autorizzazione

Il DPCM 12122005 di individuazione della documentazione necessaria alla verifica della

compatibilitagrave paesaggistica degli interventi proposti definisce le finalitagrave i criteri di redazione ed i

contenuti della Relazione Paesaggistica che correda congiuntamente al progetto dellrsquointervento ed alla

relazione di progetto lrsquoistanza da presentare per lrsquoautorizzazione paesaggistica Con il DPR 972010

n 139 si definisce il procedimento semplificato per lrsquoautorizzazione paesaggistica relativa ad ldquointerventi

di lieve entitagraverdquo che comportano unrsquoalterazione dei luoghi o dellrsquoaspetto esteriore degli edifici in apposita

allegato al decreto si definiscono i citati interventi

1132 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e lrsquoallevamento avicolo

Il progetto oggetto di valutazione riguarda lrsquoincremento del numero di capi avicoli allevati dallrsquoazienda

agricola zootecnica con utilizzo dei fabbricati e delle strutture giagrave esistenti non si prevedono quindi

opere di natura edilizia

In ogni caso al fine della verifica dellrsquoeventuale presenza di beni culturali eo paesaggistici sottoposti a

vincolo ricadenti nellrsquoambito territoriale attorno al sito dellrsquoallevamento si egrave fatto ricorso alle

informazioni contenute in diverse banche dati o riportate negli elaborati degli strumenti di pianificazione

territoriale-paesaggistica od urbanistica

In maggior dettaglio si egrave considerato

il SITAP del Ministero dei Beni e delle Attivitagrave Culturali - Direzione Generale per i Beni Architettonici

e Paesaggistici che individua in cartografia i beni paesaggistici vincolati a seguito di dichiarazione

ed alcune categorie paesaggistiche di cui allrsquoarticolo 142 del Codice

lrsquoArchivio dei beni paesaggistici (vincolati per dichiarazione) del sito web della Regione Veneto

banca dati non definitiva di ricognizione dei beni ai sensi del Dlgs 422004

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PAGINA 80 194 Settembre 2015

il catalogo dellrsquoIstituto Regionale delle Ville Venete che identifica le ville palazzi ed altri fabbricati

censiti segnalando quelli sottoposti a vincolo in quanto beni culturali o paesaggistici

il PTRC (adottato nel 2009 con variante del 2013) della Regione Veneto con riferimento alla

Tavola dei ldquoValori storico culturalirdquo inclusa nella Scheda dellrsquoAmbito-Area ricognitiva 21 dellrsquoAtlante

Ricognitivo ed alla Tavola 9 ldquoSistema del territorio rurale e della rete ecologicardquo in cui sono

individuati i siti o le zone archeologiche

il PTCP (approvato nel 2010) della Provincia di Treviso con riferimento alla Tavola 11 ldquoCarta dei

vincoli e della Pianificazione territorialerdquo14 in cui srsquoidentificano i beni paesaggistici vincolati con

provvedimenti di riconoscimento del notevole interesse pubblico (ex L 14971939 ed art 146 del

Codice) alcune categorie paesaggistiche vincolate per legge (art 142 del Codice) e le zone di

interesse archeologico (ex L 3641909 L 10891939 e L 4311985 ed artt 10 e 142 del Codice) ed

anche alle Appendici di cui allrsquoAllegato M in particolare gli elenchi relativi ai beni architettonici ed ai

beni archeologici vincolati

il PAT del Comune di Castelfranco Veneto (approvato nel 2014) con riferimento alla Tavola 1

ldquoCarta dei vincoli e della pianificazione territorialerdquo15 che individua i beni monumentali vincolati (art

10 del Codice) ed i beni paesaggistici vincolati in quanto di notevole interesse pubblico (art 136 del

Codice) o appartenenti alle categorie paesaggistiche (art 142 del Codice)

il PAT del Comune di Castello di Godego (adottato nel 2015) con riferimento alla Relazione

Tecnica Generale (par 181 I beni culturali) alla Tavola P1A ldquoVincolirdquo16 che identifica i beni

culturali (immobili storico-artistici ed edifici drsquointeresse storico artistico vincolati con dichiarazione

edifici con piugrave di 70 anni vincolati per legge ai sensi dellrsquoarticolo 10 comma 1 del Codice zone

archeologiche) ed i beni paesaggistici vincolati con dichiarazione o per legge (art 142 del Codice)

ed alla Tavola 131 ldquoPatrimonio culturalerdquo del Quadro Conoscitivo del PATI che identifica gli

immobili edifici e zone archeologiche vincolate i fabbricati di archeologia industriale gli edifici di

pregio architettonico e gli altri beni e manufatti di interesse storico culturale

il PAT del Comune di Riese Pio X (adottato nel 2014 con DCC n 2 del 1332014) con

riferimento al Rapporto Ambientale (par 57 Matrice paesaggio ndash Patrimonio culturale

architettonico archeologico) ed alla Tavola 1 ldquoCarta dei vincoli e della pianificazione territorialerdquo 17

che riporta i beni monumentali vincolati i beni paesaggistici vincolati corrispondenti alle fasce

laterali ai corsi drsquoacqua e la strada Postumia a vincolo archeologico

Per quanto riguarda i beni culturali vincolati considerando gli immobili drsquointeresse monumentale eo

storico architettonico riportati negli elenchi od elaborati cartografici degli strumenti di pianificazione

prima richiamati il sito dellrsquoallevamento non interessa direttamente nessuno di quelli presenti nel

territorio e si trova ad una distanza dai piugrave vicini tale che si escludono ragionevolmente possibili

ricadute sugli stessi in particolare quelle indirette correlate alla percezione da e dei beni tenuto conto

anche del fatto che si tratta del solo incremento del numero di polli allevati allrsquointerno di strutture giagrave

esistenti Lrsquoampliamento dellrsquoallevamento non comporta interventi sui beni vincolati e tantomeno si

prevedono opere edilizie o di altra natura che possano determinare effetti indiretti sul patrimonio

14 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 11 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

15 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

16 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola P1A inserita nellrsquoAllegato cartografico dello SIA

17 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

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COD 15V055 PAGINA 81 194

architettonico vincolato non egrave quindi necessario avviare la procedura per la richiesta di rilascio

dellrsquoautorizzazione ai sensi del Codice Al fine di sostenere le precedenti considerazioni si forniscono

brevi informazioni sui beni monumentali e architettonici vincolati presenti nel territorio dei tre Comuni

analizzati situati ad una minore distanza dallrsquoallevamento avicolo esistente

Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto gli immobili vincolati con specifico provvedimento

meno distanti dal sito dellrsquoallevamento comunque rispettivamente a 13 e 22 km circa si trovano nella

frazione di Villarazzo e lungo la strada via Postomia Nel primo caso si tratta della Villa Dolfin -

Gradenigo (tutelata con DM 10121959) sita in via Valsugana 74 composta dalla villa del XVII secolo

e dalla barchessa del XVIII secolo edifici collocati di fianco al Torrente Muson e della Cagrave Moro

(tutelata con DM 881947) ubicata in via Valsugana 102 composta dallrsquoedificio padronale risalente al

XVI secolo Nel secondo caso si tratta della Cagrave Amata (tutelata con DM 10121959) complesso

architettonico datato al XVIII secolo formato da una villa da due barchesse da annessi rustici

originariamente destinati a stalla e depositi ed anche da un oratorio che ora ricadono nellrsquoarea

dellrsquoomonimo Golf Club

Nel territorio del Comune Castello di Godego lrsquoimmobile vincolato piugrave vicino al sito dellrsquoallevamento

comunque a circa 16 km egrave la Chiesa di San Pietro ubicata in via S Pietro nei pressi del T Muson in

sinistra idrografica La gran parte degli altri beni storico architettonici vincolati si trova allrsquointerno del

centro storico o comunque nellrsquoabitato principale ad una distanza minima di 19 - 23 km circa

dallrsquoallevamento

Nel territorio del Comune di Riese Pio X tra i fabbricati vincolati quelli relativamente piugrave vicini

allrsquoallevamento rispettivamente a circa 15 e 22 km sono la Villa Emiliani detta Cagrave Miane (tutelata ai

sensi dellrsquoart 10 del Codice) ubicata in via Miane 30 complesso composto dalla casa padronale con

grande barchessa porticata e da un oratorio entrambi del XVIII secolo ed allrsquointerno della frazione di

Vallagrave la Villa Cecconi (tutelata con DM 2141964) sita in via A Milani 1 risalente al XVIII secolo e la

Chiesa parrocchiale (costruita nel 1746) il campanile e la Casa canonica (tutelate ai sensi dellrsquoart 10

del Codice) lrsquoultima segnalata anche come ldquovilla venetardquo formata dalla casa padronale e da una

piccola barchessa entrambe risalenti al XVII secolo

Per quanto attiene ai beni archeologici vincolati considerando quelli identificati nella cartografia o

segnalati nella documentazione dei citati piani territoriali ed urbanistici risulta che il sito

dellrsquoallevamento si trova significativamente distante da questi inoltre lrsquointerposta presenza di zone

edificate e di quinte di vegetazione arborea consente di escludere anche improbabili ricadute

determinate da eventuali relazioni indirette correlate alla percezione dellrsquoallevamento dai siti tutelati o

da interposizione dellrsquoallevamento nella vista dei beni dai luoghi circostanti agli stessi In aggiunta

stante il fatto che si tratta del solo incremento del numero di capi avicoli allevati senza previsione di

opere edilizie o interventi di scavo e tenendo inoltre conto della distanza dei siti a rischio archeologico

individuati non si ricade nellrsquoambito della procedura di autorizzazione secondo quanto stabilito dal

Codice e si esclude anche la necessitagrave di eseguire indagini archeologiche preventive Si evidenziano

di seguito i beni archeologici vincolati presenti nel territorio dei tre Comuni considerati situati ad una

minore distanza dallrsquoallevamento avicolo esistente

Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto egrave sottoposto a vincolo archeologico ai sensi

dellrsquoarticolo 10 del Codice (ex L 10891939) il tracciato della romana strada Postumia che nel punto

piugrave vicino si trova ad una distanza di circa 800 metri dallrsquoarea dellrsquoallevamento

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Nel territorio del Comune di Castello di Godego egrave presente unrsquoarea archeologica vincolata ai sensi

dellrsquoarticolo 10 del Codice (ex L 10891939) quella de ldquoLe Motterdquo correlata ad un tipico insediamento

delletagrave del bronzo che interessa una localitagrave ubicata a ridosso del confine comunale sul lato

meridionale ad oltre 3 km dellrsquoarea dellrsquoallevamento il PAT identifica nella Tavola P1A Vincoli una

ldquozona di interesse archeologicordquo ai sensi dellrsquoarticolo 10 del Codice nella porzione centrale del tessuto

urbano dellrsquoabitato principale distante circa 18 km dallrsquoallevamento e contornata lungo il perimetro sul

lato est quello rivolto verso lrsquoazienda agricola avicola dal tessuto edificato della zona residenziale

In Comune di Riese Pio X lrsquounico bene sottoposto a vincolo archeologico egrave la giagrave la citata strada

Postumia ed in tale caso la distanza minima tra lrsquoasse viario e lrsquoallevamento egrave di circa 16 km

Per quanto riguarda i beni paesaggistici vincolati a seguito del riconoscimento del loro notevole

interesse pubblico sono sottoposte a tutela due zone dellrsquoabitato principale una riguardante

Castelfranco Veneto e lrsquoaltra Castello di Godego mentre non risulta la presenza di vincoli di tale

fattispecie nel territorio del Comune di Riese Pio X

In Castelfranco Veneto egrave tutelata ai sensi della ex L 14971939 con il DM 13111961 (GU 296 del

29111961) la zona del centro abitato con inclusione della zona della Pescheria e del contiguo tratto

del Canale Musonello giagrave oggetto di provvedimento di vincolo (DM 8111955 GU 274 del

28111955) i motivi della tutela come riportato nel testo dello stesso provvedimento ministeriale sono

ricondotti al fatto che ldquocon le sue rosse mura turrite ammantate di edera circondate da verdi spalti e dal

fossato e con la sua fresca vegetazione forma un quadro naturale di non comune bellezza panoramica

avente anche valore estetico e tradizionalerdquo

In Castello di Godego egrave vincolata la zona circostante allrsquoabitato con DM 1361969 (GU 224 del

391969) ai sensi della ex L 14971939 per la presenza di ldquoparchi giardini tempietti antichi ed altri

caratteristici edificirdquo che ldquooltre a costituire unrsquoattraente e quasi continua oasi di verde nel centro abitato

forma un ambiente di alto valore estetico e tradizionale degno di essere conservato e difeso nella sua

integritagraverdquo

Lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo ovviamente non ricade nelle citate zone vincolate ed inoltre si trova

significativamente distante dalle stesse a circa 21 km da quella di Castelfranco Veneto con interposta

presenza di diverse aree edificate ed a circa 15 km da quella di Castello di Godego anche questa

circondata immediatamente allrsquoesterno del perimetro della zona tutelata da edificato la situazione

descritta consente di escludere ogni possibile ricaduta anche quelle riconducibili ad effetti indiretti

legati alla percezione dei luoghi vincolati per interposizione visiva dellrsquoallevamento dalle aree esterne

a questi e con particolare riferimento agli elementi indicati nel provvedimento ministeriale che ne hanno

determinato la tutela

Per quanto attiene ai beni paesaggistici vincolati per legge nel territorio dei tre Comuni considerati si

tratta di quelli associati alle categorie di cui allrsquoarticolo 142 del Codice relative ai fiumi torrenti e corsi

drsquoacqua con le relative fasce contermini alle sponde o argini alle zone drsquointeresse archeologico ed ai

territori coperti da boschi

Con riguardo ai corsi drsquoacqua e relative fasce vincolate la piugrave vicina egrave quella del Torrente Avenale nel

tratto ricadente in territorio del Comune di Castelfranco Veneto il cui perimetro considerando la minore

distanza intercorrente con il confine dellrsquoarea dellrsquoallevamento ricade a circa 150 metri

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COD 15V055 PAGINA 83 194

In merito alle zone drsquointeresse archeologico sottoposte a vincolo paesaggistico si tratta della giagrave

richiamata strada Postumia con riferimento alla quale valgono le considerazioni giagrave esposte con

riguardo al vincolo archeologico e del richiamato sito archeologico di Le Motte in territorio del Comune

di Castello di Godego anche questo giagrave considerato

Infine nel caso dei territori coperti da bosco il piugrave vicino egrave quello situato in Comune di Castelfranco

Vento a ridosso del laghetto che si trova poco ad ovest della frazione di Villarazza ad una distanza di

circa 22 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento

In conclusione per quanto attiene ai beni paesaggistici vincolati premesso che non si prevedono

interventi modificativi dellrsquoaspetto attuale dei luoghi non egrave necessario avviare la procedura di

autorizzazione paesaggistica in quanto oltre a non prevedere opere edilizie o movimenti terra od

installazione di altri manufatti lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo non ricade in beni paesaggistici vincolati

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QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E

STIMA DEGLI IMPATTI

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COD 15V055 PAGINA 85 194

12 USI DEL SUOLO

Lrsquoanalisi dellrsquouso del suolo e degli habitat presenti nellrsquoarea di indagine egrave stata effettuata a seguito di

sopralluoghi e considerando le seguenti fonti reperibili sul sito della Regione Veneto18

Uso del suolo della Regione Veneto ndash Anno 2009

Shapefile degli habitat della ZPS Prai e Castelli di Godego

Come evidenziato dai dati sopra citati e dai sopralluoghi effettuati il territorio in cui i inserisce

lrsquoAllevamento Maggiolo egrave caratterizzato dalla netta predominanza di aree agricole In particolare la

coltura piugrave diffusa egrave quella del mais cui si accompagnano in subordine superfici a copertura erbacea

colture di soia tabacco colza arboricoltura da legno ed alcune aree coltivate a vigneti Le principali

zone urbanizzate si trovano ad ovest (Castelli di Godego) a sud (Castelfranco veneto) e ad est (Riese

Pio X) dellrsquoallevamento Lungo i numerosi canali che attraversano il territorio ed in corrispondenza dei

confini poderali si trovano frequentemente formazioni di latifoglie arboree a siepe oltre che in

particolare modo lungo il Torrente Muson dei Sassi che scorre ad est dellrsquoabitato di Castello di

Godego formazioni ripariali a salici (Salix sp) e pioppi (Populus sp)

Allrsquointerno della ZPS in cui egrave localizzata lrsquoAzienda Agricola sono state identificate diverse aree a

copertura erbacea con formazione tipica dellrsquohabitat di interesse comunitario n 6510 (Praterie magre

da fieno a bassa altitudine) Queste formazioni sono concentrate prevalentemente nella porzione

centro-meridionale della ZPS ad una distanza minima superiore ai 220 m dallrsquoallevamento Maggiolo

Nello specifico lrsquoallevamento confina su tre lati (est sud e parzialmente nord) con aree coltivate a

mais mentre sul lato ovest ed in parte dellrsquoarea a nord sono presenti superfici a copertura arbustiva ed

erbacea (graminacee non soggette a rotazione)19 ma non identificabili con lrsquohabitat 6510

121 Impatti sullrsquouso del suolo

Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo sfruttando la potenzialitagrave massima

delle strutture attualmente giagrave esistenti ed operanti Non egrave quindi prevista la realizzazione di nessuna

altra struttura rispetto a quanto giagrave esistente allo stato di fatto Pertanto la realizzazione del progetto

non porteragrave ad alcun impatto neacute modifica rispetto allrsquoattuale uso del suolo

18

Si rimanda alla tavola ldquoUso del suolordquo e ZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego ndash Habitatrdquo riportate nellrsquoAllegato cartografico

19 Si rimanda alle riprese fotografiche ldquoAzienda Agricola Maggiolordquo e ldquoUso del suolo e vegetazionerdquo inserite nellrsquoAllegato fotografico

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13 FLORA E FAUNA

Per la valutazione delle componenti naturalistiche presenti nellrsquoarea di indagine egrave stato utilizzato il

Database approvato con DGR n 22001420 Per tutta la regione sono disponibili i dati georeferenziati

sulla base di quadranti di 10 km per lato relativi a specie faunistiche e floristiche presenti sul territorio

Lrsquoazienda agricola egrave localizzata allrsquointerno del quadrante n E446N251 nel presente studio sono state

considerate anche le informazioni riferite ai quadranti ricadenti entro un buffer di 5 km dallrsquoallevamento

ossia i quadranti n E446N250 E447N250 e E447N251 che tra lrsquoaltro comprendono interamente il

territorio della ZPS

131 Fauna

La fauna vertebrata presente sul territorio dellrsquoarea drsquoindagine egrave indicata nelle tabelle successive sono

state considerate sia le specie elencate nel formulario standard della ZPS sia quelle del database

georeferenziato approvato con DGR n 220014

Anfibi e Rettili

Nellrsquoarea drsquoindagine risultano essere presenti 9 specie di anfibi e 11 specie di rettili Da segnalare in

particolare la presenza della Testuggine palustre europea (Emys orbicularis) specie considerata ldquoin

pericolordquo nella Lista Rossa Italiana (LRI21) a causa della competizione con lrsquoalloctona Testuggine

palustre dalle orecchie rosse (Trachemys scripta) specie originaria del bacino del Mississipi e

introdotta in Italia a partire dagli anni rsquo70 oggi naturalizzata Tutte le altre specie di rettili hanno uno

status conservazionistico ldquoa minor preoccupazionerdquo mentre tra gli anfibi sono due le specie (Rana di

Lataste e Rospo comune) che secondo la LRI sono vulnerabili allrsquoestinzione

Cod Nome scientifico Nome comune All

DirHab LRI

1193 Bombina variegata Ululone dal ventre giallo II-IV LC

Lissotriton vulgaris Tritone punteggiato NT

1167 Triturus carnifex Tritone crestato italiano II-IV NT

1215 Rana latastei Rana di lataste II-IV VU

2361 Bufo bufo Rospo comune IV VU

1201 Bufo viridis Rospo smeraldino IV LC

5358 Hyla intermedia Raganella italiana IV LC

1209 Rana dalmatina Rana agile IV LC

1210 Rana klepton esculenta Rana esculenta V LC

Rettili

1220 Emys orbicularis Testuggine palustre europea II-IV EN

1256 Podarcis muralis Lucertola muraiola IV LC

5887 Trachemys scripta Testuggine palustre dalle orecchie rosse NA

6091 Zamenis longissimus Saettone comune IV LC

5910 Zootoca vivipara Lucertola vivipara LC

2432 Anguis fragilis Orbettino LC

1284 Coluber viridiflavus Biacco IV LC

1283 Coronella austriaca Colubro liscio IV LC

20

DGR n 2200 del 27 novembre 2014 ldquoApprovazione del database della cartografia distributiva delle specie della Regione Veneto a supporto della Valutazione di Incidenzardquo

21 IUCN Comitato Italiano Liste Rosse Italiane wwwiucnit

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COD 15V055 PAGINA 87 194

Cod Nome scientifico Nome comune All

DirHab LRI

5179 Lacerta bilineata Ramarro occidentale IV LC

2469 Natrix natrix Natrice dal collare LC

1292 Natrix tessellata Natrice tessellata IV LC

Legenda

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list degli anfibi e rettili presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000

Pesci

Nel gruppo tassonomico dei pesci Anguilla Panzarolo e Trota marmorata sono segnalate come in

pericolo critico di estinzione il Temolo egrave considerata specie in pericolo mentre Barbo italico e

Lampreda padana (specie endemica della pianura padana) hanno uno status conservazionistico

vulnerabile Sono presenti inoltre numerose specie introdotte sul territorio e per le quali per questo

motivo la valutazione dello status conservazionistico non egrave applicabile (NA) In particolare si tratta delle

seguenti specie Alburno Carassio Luccio Gambusia Persico sole Cavedano Persico trotaTrota

iridea e Trota atlantica

Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI

5539 Alburnus alburnus Alburno NA

3019 Anguilla anguilla Anguilla CR

1137 Barbus plebejus Barbo italico II-V VU

5585 Carassius carassius Carassio NA

5304 Cobitis bilineata Cobite II LC

1163 Cottus gobio Scazzone II LC

5642 Esox lucius Luccio NA

5654 Gambusia holbrooki Gambusia NA

5937 Ictalurus melas Pesce gatto NA

5677 Knipowitschia punctatissima Panzarolo CR

6152 Lampetra zanandreai Lampreda padana II-V VU

5687 Lepomis gibbosus Persico sole NA

5944 Leuciscus cephalus Cavedano NA

5719 Micropterus salmoides Persico trota NA

5768 Oncorhynchus mykiss Trota iridea NA

5777 Padogobius martensii Ghiozzo padano LC

5785 Phoxinus phoxinus Sanguinerola europea LC

5821 Rutilus erythrophthalmus Triotto LC

1991 Sabanejewia larvata Cobite mascherato II NT

1107 Salmo marmoratus Trota marmorata II CR

6262 Salmo trutta Trota atlantica NA

1109 Thymallus thymallus Temolo V EN

5885 Tinca tinca Tinca LC

Legenda

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list dei pesci presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000

Uccelli

Considerando sia le specie elencate nel Formulario Natura 2000 sia quelle censite nel database

regionale approvato con DGR 220014 nellrsquoarea di indagine sono presenti 114 specie alcune delle

quali essendo nidificanti irregolari non sono state considerate nellrsquoattribuzione delle categorie di

minaccia della LRI (Pispola Albanella reale Peppola Beccaccino e Tordo sassello) Il criterio della LRI

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PAGINA 88 194 Settembre 2015

non egrave applicabile (NA) anche per il Fagiano a causa delle introduzioni a scopo venatorio effettuate sul

territorio La specie con lo status conservazionistico piugrave problematico egrave il Torcicollo (Vulnerabile)

specie che frequenta ambienti alberati che abbiano anche ampi spazi aperti (frutteti incolti alberati

boschi radi aree agricole estensive) Pur essendo diffusa in tutto il territorio italiano (areale maggiore di

20000 kmsup2 (Boitani et al 2002) e popolazione stimata in 100000-200000 individui maturi (BirdLife

International 2004 Brichetti amp Fracasso 2007)) il declino significativo (56) registrato tra il 2000 ed il

2010 (LIPU amp Rete Rurale Nazionale 2011 wwwmito2000it) ha motivato lrsquoinserimento di tale specie

tra quelle in pericolo di estinzione Nel territorio sono presenti altre specie con uno status

conservazionistico non soddisfacente Allodola Coturnice Moretta Biancone Falco di palude

Albanella minore Re di quaglie Falco cuculo Tarabusino Cutrettola Passera drsquoItalia Passera

mattugia Pendolilno e Saltimpalo sono definite come Vulnerabili allrsquoestinzione

Cod Nome scientifico Nome comune All Dir

Ucc LRI

A086 Accipiter nisus Sparviere LC

A298 Acrocephalus arundinaceus Cannareccione NT

A296 Acrocephalus palustris Cannaiola verdognola LC

A297 Acrocephalus scirpaceus Cannaiola comune LC

A168 Actitis hypoleucos Piro-piro piccolo NT

A324 Aegithalos caudatus Codibugnolo LC

A247 Alauda arvensis Allodola IIB VU

A229 Alcedo atthis Martin pescatore I LC

A109 Alectoris graeca Coturnice I-IIA VU

A053 Anas platyrhynchos Germano reale IIA-IIIA LC

A257 Anthus pratensis Pispola NA (nid irr)

A226 Apus apus Rondone comune LC

A091 Aquila chrysaetos Aquila reale I NT

A028 Ardea cinerea Airone cenerino LC

A029 Ardea purpurea Airone rosso I LC

A221 Asio otus Gufo comune LC

A218 Athene noctua Civetta LC

A061 Aythya fuligula Moretta IIA-IIIB VU

A021 Botaurus stellaris Tarabuso I EN

A087 Buteo buteo Poiana LC

A243 Calandrella brachydactyla Calandrella I EN

A224 Caprimulgus europaeus Succiacapre I LC

A364 Carduelis carduelis Cardellino NT

A288 Cettia cetti Usignolo di fiume LC

A136 Charadrius dubius Corriere piccolo NT

A363 Chloris chloris Verdone NT

A080 Circaetus gallicus Biancone I VU

A081 Circus aeruginosus Falco di palude I VU

A082 Circus cyaneus Albanella reale I NA (nid irr)

A084 Circus pygargus Albanella minore I VU

A373 Coccothraustes coccothraustes Frosone LC

A206 Columba livia Piccione selvatico IIA DD

A208 Columba palumbus Colombaccio IIA-IIIA LC

A350 Corvus corax Corvo imperiale LC

A615 Corvus cornix Cornacchia grigia IIB LC

A349 Corvus corone Cornacchia nera IIB LC

A347 Corvus monedula Taccola IIB LC

A113 Coturnix coturnix Quaglia IIB DD

A122 Crex crex Re di quaglie I VU

A212 Cuculus canorus Cuculo LC

A036 Cygnus olor Cigno reale IIB NA

A253 Delichon urbica Balestruccio NT

A237 Dendrocopos major Picchio rosso maggiore LC

A236 Dryocopus martius Picchio nero I LC

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COD 15V055 PAGINA 89 194

Cod Nome scientifico Nome comune All Dir

Ucc LRI

A383 Emberiza calandra Strillozzo LC

A376 Emberiza citrinella Zigolo giallo LC

A269 Erithacus rubecula Pettirosso LC

A103 Falco peregrinus Falco pellegrino I LC

A099 Falco subbuteo Lodolaio LC

A096 Falco tinnunculus Gheppio LC

A097 Falco vespertinus Falco cuculo I VU

A359 Fringilla coelebs Fringuello LC

A360 Fringilla montifringilla Peppola NA (nid irr)

A125 Fulica atra Folaga IIA-IIIB LC

A244 Galerida cristata Cappellaccia LC

A153 Gallinago gallinago Beccaccino IIA-IIIB NA (nid irr)

A123 Gallinula chloropus Gallinella drsquoacqua IIB LC

A342 Garrulus glandarius Ghiandaia IIB

A002 Gavia arctica Strolaga mezzana I

A001 Gavia stellata Strolaga minore I

A300 Hippolais polyglotta Canapino LC

A251 Hirundo rustica Rondine NT

A022 Ixobrychus minutus Tarabusino I VU

A233 Jynx torquilla Torcicollo EN

A338 Lanius collurio Averla piccola I VU

A340 Lanius excubitor Averla maggiore

A179 Larus ridibundus Gabbiano comune IIB LC

A246 Lullula arborea Tottavilla I LC

A271 Luscinia megarhynchos Usignolo LC

A230 Merops apiaster Gruccione LC

A073 Milvus migrans Nibbio bruno I NT

A262 Motacilla alba Ballerina bianca LC

A261 Motacilla cinerea Ballerina gialla LC

A260 Motacilla flava Cutrettola VU

A319 Muscicapa striata Pigliamosche LC

A337 Oriolus oriolus Rigogolo LC

A214 Otus scops Assiolo LC

A329 Parus caeruleus Cinciarella LC

A330 Parus major Cinciallegra LC

A621 Passer italiae Passera drsquoItalia VU

A356 Passer montanus Passera mattugia VU

A112 Perdix perdix Starna IIA-IIIA LC

A072 Pernis apivorus Falco pecchiaiolo I LC

A017 Phalacrocorax carbo Cormorano LC

A393 Phalacrocorax pygmeus Marangone minore I NT

A115 Phasianus colchicus Fagiano comune IIA-IIIA NA

A151 Philomachus pugnax Combattente I

A273 Phoenicurus ochruros Codirosso spazzacamino LC

A274 Phoenicurus phoenicurus Codirosso comune LC

A343 Pica pica Gazza IIB LC

A235 Picus viridis Picchio verde LC

A005 Podiceps cristatus Svasso maggiore LC

A118 Rallus aquaticus Porciglione IIB LC

A336 Remiz pendulinus Pendolino VU

A276 Saxicola torquatus Saltimpalo VU

A155 Scolopax rusticola Beccaccia IIA-IIIB DD

A361 Serinus serinus Verzellino LC

A209 Streptopelia decaocto Tortora dal collare IIB LC

A210 Streptopelia turtur Tortora selvatica IIB LC

A219 Strix aluco Allocco LC

A351 Sturnus vulgaris Storno IIB LC

A311 Sylvia atricapilla Capinera LC

A309 Sylvia communis Sterpazzola LC

A307 Sylvia nisoria Bigia padovana I CR

A004 Tachybaptus ruficollis Tuffetto LC

A166 Tringa glareola Piro piro boschereccio I

A265 Troglodytes troglodytes Scricciolo LC

A286 Turdus iliacus Tordo sassello IIB NA (nid irr)

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PAGINA 90 194 Settembre 2015

Cod Nome scientifico Nome comune All Dir

Ucc LRI

A283 Turdus merula Merlo IIB LC

A285 Turdus philomelos Tordo bottaccio IIB LC

A284 Turdus pilaris Cesena IIB NT

A213 Tyto alba Barbagianni LC

A232 Upupa epops Upupa LC

A142 Vanellus vanellus Pavoncella IIB LC

Legenda

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list dellrsquoavifauna presente nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000

Mammiferi

La check-list indica la presenza di 39 specie appartenenti alla classe dei mammiferi Tutte le specie

indicate hanno uno status conservazionistico soddisfacente essendoci solo alcune specie prossime

alla minaccia (Arvicola acquatica Serotino comune Pipistrello di Nathusius Orecchione bruno) ed una

sola specie vulnerabile (Nottola comune)

Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI

5551 Apodemus sylvaticus Topo selvatico LC

5559 Arvicola amphibius Arvicola acquatica NT

5966 Arvicola terrestris Arvicola acquatica NT

2644 Capreolus capreolus Capriolo LC

2591 Crocidura leucodon Crocidura ventrebianco LC

2593 Crocidura suaveolens Crocidura minore LC

2646 Dama dama Daino NA

1327 Eptesicus serotinus Serotino comune IV NT

2590 Erinaceus europaeus Riccio europeo LC

2616 Glis glis Ghiro LC

1344 Hystrix cristata Istrice IV LC

5690 Lepus europaeus Lepre comune LC

2630 Martes foina Faina LC

2631 Meles meles Tasso LC

5718 Micromys minutus Topolino delle risaie LC

5721 Microtus arvalis Arvicola campestre LC

5728 Microtus savii Arvicola di Savi LC

5738 Mus musculus Topo domestico NA

1341 Muscardinus avellanarius Moscardino IV LC

2634 Mustela nivalis Donnola LC

1358 Mustela putorius Puzzola V LC

5747 Myocastor coypus Nutria NA

2595 Neomys anomalus Toporagno acquatico di Miller DD

2597 Neomys fodiens Toporagno drsquoacqua DD

Neovison vison Visone NA

1312 Nyctalus noctula Nottola comune IV VU

5773 Oryctolagus cuniculus Coniglio selvatico NA

2016 Pipistrellus kuhlii Pipistrello albolimbato IV LC

1317 Pipistrellus nathusii Pipistrello di Nathusius IV NT

1326 Plecotus auritus Orecchione bruno IV NT

5815 Rattus norvegicus Ratto delle chiaviche NA

5816 Rattus rattus Ratto nero NA

Sciurus carolinensis Scoiattolo grigio NA

2607 Sciurus vulgaris Scoiattolo comune LC

Sorex antinorii araneus Toporagno del Vallese DD

Sorex arunchi Il toporagno della Selva di Arvonchi

5861 Sus scrofa Cinghiale LC

5877 Talpa europaea Talpa europea LC

5906 Vulpes vulpes Volpe LC

Legenda

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 91 194

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list dei mammiferi presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000

132 Flora

Dal database della Regione Veneto (DGR 220014) nei 4 quadranti considerati risultano essere

presenti 539 specie floristiche

Nella tabella successiva si riportano le specie tutelate allrsquointerno della Direttiva Habitat (Allegati II e IV)

nessuna delle quali egrave citata come presente nella ZPS (secondo il Formulario standard Natura 2000)

Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI

6302 Anacamptis pyramidalis Orchidea piramidale II-IV

1714 Euphrasia marchesettii Eufrasia di Marchesetti II-IV EN

1866 Galanthus nivalis Bucaneve V LC

4096 Gladiolus palustris Gladiolo palustre II-IV NT

1900 Spiranthes aestivalis Viticcino estivo IV NE

Legenda

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list delle specie faunistiche presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 e Formulario Natura 2000

LrsquoOrchidea piramidale egrave una specie che puograve essere rinvenuta in prati magri pascoli incolti

sottoboschi scarpate e bordi strada su terreni di natura calcarea Principalmente egrave diffusa entro gli 800

m slm

LrsquoEufrasia di Marchesetti egrave una specie endemica del veneto orientale e del Friuli Venezia Giulia

caratteristica delle torbiere e di stazioni umide e aperte (praterie a Molinia della pianura e della fascia

collinare) la cui conservazione dipende dalla presenza di sfalci periodici in grado di garantire spazio e

luminositagrave sufficienti per lo sviluppo della pianta Altre specie dei prati umidi sono il Gladiolo palustre e il

Viticcino estivo mentre il Bucaneve si puograve trovare nei boschi umidi e freschi con humus ben

sviluppato

133 Stima degli impatti

Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo sfruttando la potenzialitagrave massima

delle strutture attualmente giagrave esistenti ed operanti Non egrave quindi prevista la realizzazione di nessuna

altra struttura rispetto a quanto giagrave esistente allo stato di fatto Come meglio specificato nella Studio di

Incidenza cui si rimanda per ulteriori approfondimenti i potenziali impatti derivanti dallo svolgimento

dellrsquoattivitagrave di allevamento dellrsquoAzienda agricola Maggiolo sono i seguenti

Inquinamento delle acque superficiali e sotterranee

Immissione di inquinanti nellrsquoaria

Inquinamento del suolo da rifiuti solidi

Immissioni di azoto e composti dellrsquoazoto

Inquinamento da rumore e disturbi sonori puntuali o irregolari

Introduzione di malattie

Nel caso dellrsquoAzienda agricola Maggiolo la probabilitagrave di accadimento di alcuni degli impatti sopra

elencati egrave nulla come indicato nella tabella successiva

Studio di Impatto Ambientale

Az Agricola Maggiolo

PAGINA 92 194 Settembre 2015

Fattore di impatto Possibili cause Probabilitagrave di

accadimento Motivazione

Inquinamento delle

acque superficiali e

sotterranee

Scarichi idrici Nulla Lrsquoabbeveraggio ed l sistemi di raffrescamento e di pulizia non producono scarichi idrici

Produzione di pollina Nulla Nessuna concimaia allrsquointerno dellrsquoAllevamento Il materiale egrave ceduto interamente a terzi come sottoprodotto di origine animale

Inquinamento del

suolo da rifiuti solidi

Cattiva gestione delle

spoglie animali Nulla LrsquoAzienda Agricola dispone di una cella frigo di proprietagrave

per la conservazione dei capi deceduti Le carogne vengono poi consegnate ad una ditta autorizzata che effettua il relativo smaltimento a norma di legge

Cattiva gestione dei

rifiuti solidi prodotti

Nulla - I rifiuti sono collocati in un apposito locale chiuso adibito al deposito dei rifiuti

- La pollina prodotta non egrave considerabile come rifiuto in quanto utilizzata come sottoprodotto dallrsquoazienda Agrifung Le altre tipologie di rifiuto (imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti) in carta ed in vetro sono prodotti in quantitagrave irrilevanti

Introduzione di

malattie

Contaminanti aerei e

polveri

Nulla - Durante il periodo del vuoto sanitario i capannoni vengono completamente puliti e disinfettati

- Per la salvaguardia della sicurezza biologica il sito di allevamento egrave completamente recintato

- Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) egrave stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile e facilmente disinfettabile

- Lrsquoallevamento dispone di due aree di stoccaggio chiuse una per il truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una separata e adeguatamente segnalata per il deposito dei rifiuti prodotti

- I mezzi che accedono allrsquoarea qualora ritenuto opportuno vengono irrorati con disinfettante sui pneumatici

Cattiva gestione delle

spoglie animali

Nulla LrsquoAzienda Agricola dispone di una cella frigo di proprietagrave per la conservazione dei capi deceduti

Potenziali impatti derivanti dallo svolgimento dellrsquoattivitagrave di allevamento

Lrsquoimmissione di inquinanti nellrsquoaria puograve avere ricadute dirette sulle componenti biotiche (sia floristiche

che faunistiche) in quanto le sostanze gassose possono arrivare nella profonditagrave degli apparati

respiratorio e fotosintetico Inoltre gli inquinanti possono ricadere al suolo tramite le precipitazioni

andando di conseguenza ad alterare sia la qualitagrave delle acque (superficiali e sotterranee) sia la qualitagrave

dei terreni generando quindi ricadute indirette su flora e fauna Lrsquoimpatto associato egrave temporaneo in

quanto limitato al periodo di esercizio dellrsquoattivitagrave di allevamento e reversibile gli effetti cesseranno di

verificarsi nel momento in cui verragrave abbandonata lrsquoattivitagrave zootecnica Lrsquoemissione di composti odorigeni

potrebbe portare le specie faunistiche ad abbandonare la frequentazione delle aree limitrofe

allrsquoallevamento Anche in questo caso lrsquoimpatto associato egrave temporaneo in quanto limitato allrsquoesercizio

dellrsquoattivitagrave e reversibile nel breve termine

La presenza di inquinamento da rumore egrave un fattore che puograve determinare effetti negativi indiretti alla

sola componente faunistica terrestre che a seguito del disturbo sonoro potrebbe abbandonare la

frequentazione delle aree limitrofe allrsquoallevamento Anche in questo caso lrsquoimpatto associato egrave

temporaneo (limitato al periodo di funzionamento dei ventilatori ed allrsquoutilizzo dei mezzi di trasporto per

la gestione delle attivitagrave zootecniche) e reversibile nel breve termine

Le analisi effettuate (valutazione previsionale di impatto acustico e delle emissioni in aria riportate ai

capitoli successivi cui si rimanda per ulteriori approfondimenti) tuttavia indicano che le variazioni tra lo

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 93 194

scenario attuale e lo scenario di progetto non sono significative e si esauriscono entro poche centinaia

di metri dallrsquoAzienda agricola pertanto non significativa egrave anche lrsquoincidenza di tali fattori sullo stato di

conservazione delle componenti biotiche presenti sul territorio

Pur non essendo previste modifiche progettuali tali da richiedere interventi di mitigazione potrebbe

essere comunque presa in considerazione lrsquoopportunitagrave di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di

conservazione previsti per la ZPS mettendo a dimora specie arboree o arbustive in forma di filare

lungo il perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento sul lato ovest e previe necessarie verifiche sul lato sud

Per la realizzazione del filare dovranno essere utilizzate specie arboree eo arbustive autoctone alcune

delle quali con frutti eduli in modo da avere ricadute positive anche sulla componente faunistica Le

specie arboree che potranno essere utilizzate sono Carpino bianco (Carpinus betulus) Olmo

campestre (Ulmus campestris) Acero campestre (Acer campestris) Ontano nero (Alnus glutinosa)

Salice bianco (Salix alba) mentre tra le specie arbustive potranno essere messe a dimora Nocciolo

(Corylus avellana) Sambuco nero (Sambucus nigra) Sanguinella (Cornus sanguinea) Frangola

(Rhamnus frangula) Pallon di maggio (Viburnum opulus) Spincervino (Rhamnus cathartica)

14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI

141 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici

I beni culturali architettonici considerati al fine di ricostruire il quadro conoscitivo includono gli immobili

vincolati ai sensi della ex L 3641909 della ex L 10891939 o dellrsquoarticolo 10 del Codice e gli altri

edifici drsquointeresse segnalati o riportati negli elaborati degli strumenti di pianificazione territoriale o

urbanistica

Tali beni sono individuati tenendo conto innanzitutto di quanto riportato nellrsquoelenco della

Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici e di quanto identificato nella cartografia o

segnalato negli altri elaborati del PTC della Provincia di Treviso con riguardo alla Tavola 43 ldquoCarta

delle ville venete complessi e edifici di pregio architettonicordquo e allrsquoAllegato M ldquoLe risorse culturali del

territorio provinciale trevigianordquo incluse le associate Appendici in particolare quelle con gli elenchi dei

beni monumentali vincolati Nel caso degli strumenti urbanistici comunali (PAT) in aggiunta agli

elaborati identificativi dei beni architettonici vincolati giagrave considerati e citati nel precedente paragrafo

riguardante il patrimonio culturale si tiene conto per Castelfranco Veneto della Tavola 2 ldquoCarta delle

invariantirdquo che individua gli edifici di valore monumentale o storico ambientale le ville venete le strade

storiche principali per Castello di Godego della Tavola P1B ldquoCarta della pianificazione territorialerdquo che

riporta le ville venete e della Tavola P2 ldquoInvariantirdquo che identifica le ville venete le emergenze

architettoniche ed edifici di valore storico o artistico per Riese Pio X della Tavola 2 ldquoInvariantirdquo che

individua le ville venete

Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto i beni sottoposti a tutela ai sensi del Codice sono

rappresentati da numerose ville venete e fabbricati civili a diversa destinazione gli ultimi in prevalenza

ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale

Le ville venete tutelate ubicate nel centro storico di Castelfranco Veneto sono le seguenti

- Villa Andretta vincolata con DM 10121959 sita in Pza Giorgione composta dalla villa del

XV-XIX secolo con barchessa e annesso parco

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PAGINA 94 194 Settembre 2015

- Villa Corner sita in via Borgo Pieve 85 vincolata con DM 10121959 formata dallrsquoedificio

padronale ricostruito su disegno originario del XVIII secolo

- Palazzo Colonna ndash Preti ndash Rainati in via Borgo Treviso 65 vincolato con decreto 241925

composto dallrsquoedificio padronale del XVI secolo e da due adiacenze una coeva e lrsquoaltra del

XVIII secolo

- Villa Barbarella ndash Avogadro degli Azzoni del XIX secolo in via Garibaldi 25 vincolata con DM

1361979

- Villa Riccati - Avogadro degli Azzoni in via Borgo Treviso 1 vincolata con DM 1031977

formata dalla casa padronale e dagli annessi rustici entrambi risalenti al XVIII secolo

- Villa Revedin ndash Bolasco ndash Piccinelli in via Borgo Treviso 53 composta dal corpo padronale

originario del XVI secolo e ristrutturato nel XIX secolo da adiacenze scuderie e annessi rustici

del XVI secolo e da un giardino allrsquoinglese del XIX secolo vincolata con DM 10121959

Le ville venete tutelate situate nelle frazioni comprendono le seguenti

- Villa Corner ndash Venezze detta Il Cornaron in frazione Treville localitagrave Poisolo vincolata con

DM 10121959 costituita dalla villa del XVI secolo e dalla barchessa dalle ali e annessi

laterali e dallrsquooratorio del XVIII secolo

- Barchessa di Villa Priuli di San Felice risalente al XVII secolo ubicata in localitagrave Treville

vincolata con DM 1541982

- Barchessa di Villa Soranza datata al XVI secolo sita in frazione Treville localitagrave Sovranza

vincolata con DM 10121959

- Cagrave Amata ubicata in frazione Salmoggia via Postioma 40 vincolata con DM 10121959

composta da villa barchesse annessi rustici e oratorio risalenti al XVIII secolo ora ricadente

nellrsquoarea del Golf Club Cagrave Amata

- Villa Barisan datata XVII secolo vincolata con DM 10121959 sita in frazione Villarazzo

- Villa Cusinato detta La Cornaretta sita in frazione Treville localitagrave Poisolo vincolata con DM

10121959 formata dallrsquoedificio padronale barchesse e annessi rustici del XVI secolo

- Cagrave Balbi Preti ndash Giacomelli in frazione San Floriano vincolata con DM 31101959 composta

dalla villa ed ali laterali del XVIII secolo con annessi rustici e parco

- Cagrave Moro in localitagrave Villarazzo vincolata con DM 881947 risalente al XVI secolo

- Villa Corner ndash Tiepolo ndash Chiminelli in localitagrave SantrsquoAndrea oltre il Muson vincolata con DM

10121959 formata dallrsquoedificio padronale del XVI secolo e dalla barchessa del XIX con

giardino

- Villa Dolfin ndash Gradenigo in frazione Villarazzo vincolata con DM 10121959 formata

dallrsquoedificio padronale del XVII secolo e da barchessa del XVIII secolo collocate di fianco al

Torrente Muson

I fabbricati drsquointeresse monumentale assoggettati a vincolo individuati dallo strumento urbanistico

comunale ed anche inclusi nella lista della Soprintendenza per i BCP comprendono un edificio in via

San Giorgio nellrsquoomonima localitagrave situata poco a sud rispetto allrsquoabitato principale e numerosi altri

fabbricati tutti ubicati nel centro storico di Castelfranco Veneto Albergo alle Spade Pavaglione del

Mercato Palazzo Favaro Casa Menegotto detta Marostica Casa Giacomelli Teatrino Sociale edificio

in Pza Emanuele 131 Casa Rainati-Prevedello Casa Simeone Casa Mazzon Casa De Biasi Torre

dellrsquoOrologio Castello e Torri del muro di cinta Palazzetto San Giacomo Palazzetto Puppati ora

Cettolini edifico in Cso 29 aprile Casa giagrave Santoretto ora Pinarello Casa in Pza del Duomo Casa

Petrin Casa Bressa Casa Barisani ed infine un edifico non associato a denominazione o indirizzo

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COD 15V055 PAGINA 95 194

In base allrsquoelenco dei beni vincolati redatto dalla Soprintendenza per i BCP ai citati fabbricati situati nel

centro storico principale se ne aggiungono altri tra i quali si richiamano i soli edifici religiosi che

includono il Duomo di S Maria Assunta e San Liberale la Chiesa di San Jacopo la Chiesa di San

Giorgio alla Sega il Convento dei Serviti la Chiesa di San Giacomo la Chiesetta di Madonna delle

Grazie

Nelle frazioni o varie localitagrave del territorio comunale sono presenti ulteriori beni architettonici vincolati

inseriti nellrsquoelenco della Soprintendenza per i BCP ed in dettaglio

- nella frazione di SantrsquoAndrea oltre il Muson la chiesa parrocchiale la canonica e lrsquooratorio

- nella frazione di Salvatronda la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica la casa ex

Basso le ex scuole elementari e il cimitero

- in localitagrave Treville la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica il cimitero le ex scuole

elementari e la ex Casa del Fascio

- nella frazione di Villarazzo la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica le scuole

elementari

- nella frazione di Salvarosa le case ex Tieppo ex Torresan ex Cattani e il cimitero

- in localitagrave San Floriano la Casa ex Arsiegrave il centro culturale e il cimitero

- in localitagrave Campigo le ex scuole elementari e il cimitero

Per quanto attiene ai beni architettonici segnalati con riguardo a quelli nellrsquoelenco del PTCP si tratta di

due edifici ubicati a sud-ovest della frazione di Villarazzo e di altri due edifici situati in frazione

Salvarosa noncheacute di manufatti dellrsquoarcheologia industriale rappresentati da alcuni mulini due ubicati

presso le mura di Castelfranco uno in Borgo Padova e lrsquoaltro in frazione Villarazzo e dalla Fornace

Baghin situata a ridosso del confine con il Comune di Riese il PAT a sua volta distingue tra le

invarianti di natura storico-monumentale i fabbricati ubicati allrsquoesterno deli centri storici che presentano

un ldquoedilizia con valore storico ambientalerdquo diffusi in tutto il territorio ed in larga misura da ricondurre ai

fabbricati rurali

Nel territorio del Comune di Castello di Godego i beni sottoposti a tutela con provvedimento ai sensi

della ex L 14971939 o per effetto del disposto dellrsquoarticolo 10 del Codice includono ville chiese ed

edifici civili

Per quanto attiene agli immobili vincolati presenti nel centro storico o comunque allrsquointerno dellrsquoabitato

principale di Castello di Godego si distinguono

- la Chiesa di San Pietro datata al IV-X secolo ubicata in sinistra idrografica del T Muson

tutelata ai sensi del comma 1 dellrsquoarticolo 10

- la Casa Querini tutelata ai sensi della ex L 3641909 con il decreto 1731923 sita

nellrsquoomonima via ovvero dellrsquoattuale Casa Canonica formata da un unico fabbricato

presumibilmente realizzato nel 1756 in concomitanza con lrsquoampliamento della Chiesa

Arcipetrale e Abbaziale

- la Chiesa Arcipretale e Abbaziale della Nativitagrave di Maria Santissima del XVIII secolo tutelata

con DM 2842010

- la Chiesa Abbaziale di Maria Nascente del XVIII secolo tutelata ai sensi del comma 1

dellrsquoarticolo 10 del Codice

- la Villa Priuli - Moresco ndash Turcato tutelata con DM 1781961 e DM 642001 sita in via

Marconi 58 risalente al XVII secolo e composta da un solo fabbricato

- la Chiesa di SantrsquoAntonio Patavino tutelata ai sensi del comma 1 dellrsquoarticolo 10

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PAGINA 96 194 Settembre 2015

- la Cagrave Zorzi - Moresco ndash Beltrame ubicata in via Roma 6 composta dal corpo centrale della

villa risalente al XVII secolo e da due fabbricati laterali del XVII e XIX secolo con relativi spazi

annessi a cortile e giardino tutelata con DM 2931967 DM 571969 DM 1391971 e DM

1372002 con riguardo ai fabbricati ed agli spazi aperti annessi

- la Villa Frida ubicata in via Roma tutelata con DM 2372002

- la Villa Mocenigo ndash Elisa tutelata con DM 1921968 sita in via Roma 33 composta

dallrsquoedificio padronale e dalle barchesse del XVII secolo noncheacute dalle ali laterali del XIX secolo

- la Villa Mocenigo - Garzoni ndash Martini tutelata con DM 2911970 e DM 2631970 con

riguardo ai fabbricati ed anche agli spazi aperti annessi qualificati come zona di rispetto ubicata

in via Marconi 83 composta dalla villa da una barchessa a da un oratorio dedicato a San

Giovanni Battista tutti datati al XVIII secolo a cui si aggiunge unrsquoaltra barchessa del XV-XVI

secolo con spazio interno originariamente a giardino

- la Villa Renier tutelata ai sensi dellrsquoarticolo 12 del Codice ubicata in Piazza IX Febbraio 12

composta dallrsquoedifico della villa del XVII secolo a dalla barchessa del XVIII

- la Casa Avogadro degli Azzoni ndash Daminato tutelata con DM 711982 sita in via Grande 4

composta dalla villa da una barchessa e dalla scuderia datate al XVII secolo

- il Municipio

- i ruderi del Castellare di Ezzelino da Romano fortezza risalente al XIII secolo

- il Santuario della Beata Vergine o Madonna della Crocetta risalente al XV secolo tutelato ai

sensi dellrsquoart 10 del Codice

In posizione esterna allrsquoabitato principale a nord-ovest di questo si trova la Cagrave Leoncino - Da Lezze -

Moresco ndash Marchiorello tutelata con DM 1261997 sita in via Cagrave Leoncino 44 composta dalla villa

del XVIII e dalla barchessa con annesso del XVI secolo ed anche il Ridotto Cagrave Leoncina risalente al

XV secolo vincolato con DM 1261997

I beni architettonici drsquointeresse contano cinque fabbricati civili e due fabbricati di archeologia industriale

segnalati dal PTCP e identificati dal PAT tutti ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale comprendenti un

palazzo e casa a corte un edificio rurale un edificio civile due ville con casa padronale il Mulino

Tonietto in via Piave e il Mulino lungo il Muson in via Molinare entrambi situati nei pressi del fiume

Muson

A questi beni si aggiungono le seguenti altre ville censite dallrsquoIstituto Regionale e richiamate negli

elaborati del PAT le prime quattro ubicate nellrsquoabitato principale la casa Querini - Martinello - Conte in

via Marconi 77 con lrsquoedificio padronale del XVII secolo la Villa Negri ndash Bolzon in via Chioggia 42

costituita dalla villa e barchessa risalenti al XVII secolo la Villa Favesin in via Caprera 2 del XIX

secolo la barchessa di Villa Mocenigo ndash Priluli risalente al XV secolo sita in via Marconi 66 la Casa

Jonoch del XVIII secolo in localitagrave Casa Conte presso la via Postumia la Villa Moresco - Serena con

casa e barchesse del XIX secolo e un parco centrale sita in via Caprera 39 a sud-est dellrsquoabitato

Negli elaborati del PAT sono inoltre individuati numerosi altri edifici di valore storico e

etnoantropologico sostanzialmente da ricondurre ai fabbricati rurali

Nel territorio del Comune di Riese Pio X i beni architettonici vincolati includono alcuni edifici religiosi e

civili ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale e nelle frazioni ed anche alcune ville venete

Per quanto attiene agli edifici civili e religiosi si tratta in base allrsquoelenco della Soprintendenza per i BCP

(Appendice dellrsquoAllegato M del PTCP) dei seguenti

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- nella frazione di Poggiana la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica

- nella frazione di Spineda la chiesa parrocchiale e il campanile

- nella frazione di Vallagrave la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica

- nellrsquoabitato di Riese la casa di Pio X la canonica di San Matteo Apostolo il Santuario della

Madonna di Cendrole la scuola elementare la Villa Carraro lrsquoex Municipio la chiesa

parrocchiale e la canonica

Per quanto riguarda le ville venete quelle sottoposte a tutela sono la Villa Costanza ndash Bottio ndash Pivetta

sita in localitagrave Costanza tutelata con DM 6101974 formata da casa padronale e Oratorio del XVII

secolo la Villa Emiliani detta Cagrave Miane sita in via Cagrave Miane 30 tutelata ai sensi dellrsquoarticolo 10 del

Codice formata dalla casa padronale e da Oratorio del XVIII secolo la Villa Gradenigo ndash Venier ndash Zorzi

ndash Eger ubicata in via Sarto 31 nellrsquoabitato principale composta dalla casa padronale risalente al XVI

secolo e rimaneggiata nel XVIII secolo e dai fabbricati della barchessa della serra e della voliera

tutelata con DM 1771964 la Villa Cecconi sita in localitagrave Vallagrave vincolata con DM 2141964

edificio del XVIII secolo

In base allrsquoidentificazione negli elaborati del PAT (Tavola 1 ndash Carta dei vincoli) del vincolo

monumentale si contano in aggiunta alle giagrave citate ville venete le seguenti la Casa canonica di Vallagrave

composta da villa e barchessa del XVII secolo ubicata in Pza Caduti 45 tutelata in quanto proprietagrave di

ente religioso la Villa Canil in localitagrave Costanza casa dominicale con annessi rustici risalente al XVII

secolo la Barchessa Tirette datata al XVIII secolo sita nellrsquoomonima localitagrave in via Tirette 9

In merito agli edifici drsquointeresse architettonico si segnala la presenza di unrsquoaltra villa veneta catalogata

dallrsquoIstituto Regionale e riportata nelle tavole ed elenchi del PTCP e PAT il Casino Colonna casa

dominicale del XVIII secolo situata nella frazione Vallagrave e della casa Moretti ndash Rossi inclusa nellrsquoelenco

delle ville venete di cui al PTCP ubicata lungo la strada in uscita da Vallagrave sul lato ovest della frazione

Per quanto attiene ai beni archeologici si restituisce il quadro conoscitivo tenendo conto di quelli

vincolati ai sensi della ex L 10891939 o dellrsquoarticolo 10 del Codice e di quelli segnalati come siti a

rischio archeologico

Le informazioni sono ricavate dagli elenchi della Soprintendenza Archeologica di Treviso e dagli

elaborati cartografici del PTCP della Provincia di Treviso in particolare la Tavola 24 ldquoCarta delle aree a

rischio archeologicordquo in cui sono individuati i siti a rischio archeologico lrsquoagro centuariato ed i centri

storici a rischio archeologico noncheacute degli elenchi di cui alle Appendici dellrsquoAllegato M ldquoLe risorse

culturali del territorio provinciale trevigianordquo relative ai siti archeologici vincolati ed ai siti a rischio

archeologico Nel caso degli strumenti urbanistici comunali (PAT) in aggiunta agli elaborati identificativi

dei beni archeologici vincolati giagrave considerati e citati nel precedente paragrafo riguardante il patrimonio

culturale si tiene conto per Castelfranco Veneto della Tavola 2 ldquoCarta delle invariantirdquo che individua

lrsquoagro centuriato e della Tavola 3 ldquoCarta della fragilitagraverdquo che riporta i siti a rischio archeologico tutelati ai

sensi dellrsquoarticolo 41 della LR 112004 per Castello di Godego della Tavola P1B ldquoCarta della

pianificazione territorialerdquo che riporta lrsquoagro centuriato le strade romane ed i siti a rischio archeologico

e della Tavola P2 ldquoInvariantirdquo che identifica la viabilitagrave romana le zone ed i siti di interesse

archeologico per Riese Pio X della Tavola 2 ldquoInvariantirdquo che individua i siti e gli ambiti a rischio

archeologico lrsquoagro centuriato e la via Postumia

Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto i beni archeologici vincolati sono ricondotti allrsquoasse

viario della romana Postumia (tutelata anche quale bene paesaggistico categoria delle zone

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PAGINA 98 194 Settembre 2015

drsquointeresse archeologico) lrsquoattuale SR 53 mentre gli elementi drsquointeresse archeologico sono

rappresentati dai segni dellrsquoagro centuriato e da diversi siti a rischio archeologico In questrsquoultimo caso

si tratta dei seguenti tutti riferiti al periodo romano (dal I aC al V dC) insediamento in localitagrave S

Floriano - Case Longato tombe in localitagrave San Floriano vicino alla via Postumia insediamento

abitativo a lato della via Postumia tombe in localitagrave Salvarosa materiale sporadico e tomba in localitagrave

Salvatronda materiale sporadico in zona del centro storico di Castelfranco

Nel territorio del Comune di Castello di Godego oltre al sito vincolato denominato ldquoLe Motterdquo tutelato

sia come bene culturale archeologico sia come bene paesaggistico ricondotta alla categoria delle zone

drsquointeresse archeologico ed alla zona drsquointeresse archeologico vincolata coincidente con una porzione

del centro storico si contano alcuni elementi drsquointeresse e siti a rischio archeologico rispettivamente

rappresentati dallrsquoagro centuriato e dellrsquoasse della romana via Postumia e da diversi luoghi di seguito

richiamati insediamento del periodo romano presso il Fiume Muson e sito con materiale sporadico

sempre del periodo romano in localitagrave San Pietro tombe e insediamento del periodo romano in localitagrave

S Giustina lungo la via Postumia necropoli romana in localitagrave Casoname tombe romane in localitagrave

Colombara materiale sporadico in localitagrave Le Vegre Villagrande

Nel territorio del Comune di Riese oltre alla romana strada Postumia vincolata sia come bene

culturale-archeologico (ex L 10891939) sia come bene archeologico-paesaggistico (ex L 4311985)

ed alle residue tracce dellrsquoagro centuriato che derivano dallrsquoappartenenza al municipium di Acelum

sono presenti diversi siti definiti a rischio archeologico tutti risalenti al periodo romano identificati ed

elencati negli elaborati del PTCP (Tavola 24 e Appendici dellrsquoAllegato M) ed anche in quelli del PAT

(Tavola 2 - Invarianti) Tali siti comprendono una tomba a cremazione contenente lucerna e reperti in

bronzo e vetro in localitagrave Spineda unrsquoiscrizione funeraria del I sec dC e del materiale sporadico

composto da fittili frammenti di anfore monete in bronzo in localitagrave Cendrole del materiale sporadico

rappresentato da frammenti di ceramiche e anfore in localitagrave Palazzon numerose tombe in localitagrave

Artesini - Case Cusinato un insediamento abitativo con resti di strutture murarie pilastri in mattoni

strumenti agricoli e monete in localitagrave Artesini una tomba alla cappuccina una necropoli con corredi

tombali un laterizio a copertura di urna sepolcrale e numerosi vasi vinari in localitagrave Stradella - Rizzetta

un insediamento in localitagrave Vallagrave - Castelliero

142 Impatti sui beni architettonici e archeologici

Lrsquoallevamento avicolo come giagrave evidenziato considerando lrsquoubicazione delle esistenti strutture che

saranno utilizzate non riguarda direttamente beni culturali vincolati o segnalati per il loro interesse di

tipo architettonico o archeologico e si trova distante dagli stessi in misura tale da escludere eventuali

effetti diretti Ai fini della verifica degli eventuali impatti si considerano quindi le possibili ricadute

indirette correlate alla percezione precisando comunque che non si prevedono modifiche o aggiunte

di fabbricati ma solo un aumento del numero dei capi allevati

Per quanto attiene ai beni in territorio del Comune di Castelfranco Veneto quelli architettonici vincolati

piugrave vicini allrsquoazienda la Villa Dolfin Gradenigo la Cagrave Moro la Chiesa parrocchiale con campanile e la

Canonica si trovano nella frazione di Villarazzo che dista circa 14 km In tale caso si osserva come

lrsquointerposta presenza degli edifici situati a ridosso del Fosso la Roi al termine di via San Pietro in

Comune di Castello di Godego della vegetazione arborea lineare lungo il fosso Avenaletto e il fosso La

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COD 15V055 PAGINA 99 194

Roi ed anche di parte dei fabbricati della stessa frazione di Villarazzo non permette di vedere dalle

citate ville ed edifici religiosi lrsquoallevamento

In merito ai beni drsquointeresse culturale architettonico identificati a scala provinciale il piugrave vicino egrave la

Fornace Baghin che si trova nella zona edificata sul confine con il Comune di Riese ad est rispetto

allrsquoallevamento e ad una distanza di circa 1 km Anche in tale caso la presenza di capannoni a ridosso

dellrsquoedificio drsquointeresse ed in subordine quella dei fabbricati residenziali situati lungo la via Bella

Venezia e dei fabbricati produttivi e residenziali ubicati lungo la via dei Prai chiudono le visuali in

direzione dellrsquoallevamento escludendo ogni interazione

Con riguardo agli edifici di valore storico ambientale identificati dal PAT quello piugrave vicino si trova nel

gruppo di case in via Bella Venezia immediatamente ad est dellrsquoallevamento a circa 300 metri da

questo in tale caso si osserva che i capannoni e le altre strutture dellrsquoallevamento allo stato attuale e

per una parte dellrsquoanno sono in larga misura nascoste alla vista per la presenza di un filare arboreo di

bordo campo e che in ogni caso non si determinano interferenze nella percezione del fabbricato

segnalato drsquointeresse dalla strada principale e da quella di accesso da cui srsquoinquadra lo stesso

edificio

In ultimo con riguardo ai beni archeologici come giagrave evidenziato lrsquoallevamento si trova distante da

quelli vincolati presenti nel territorio di Castelfranco rappresentati dalla via Postumia distante circa 08

km ed anche da quelli segnalati come siti a rischio i piugrave vicini corrispondenti ad un luogo

drsquoinsediamento presso la via romana ed alla segnalazione di materiale nellrsquoarea del centro storico

situati ad oltre 2 km in tutti i casi non si registrano possibili relazioni con lrsquoallevamento stante la

discontinuitagrave territoriale e percettiva determinata dalla presenza di zone edificate

In Comune di Castello di Godego il bene architettonico vincolato piugrave vicino allrsquoazienda egrave la chiesa di

San Pietro ubicata sul margine ovest del gruppetto di case situate allrsquoinizio della via San Pietro a lato

del T Muson a circa 16 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento Lrsquoasse visivo con origine dalla chiesa e

direzione verso lrsquoallevamento interseca elementi lineari costituiti da vegetazione arborea due di

maggiore consistenza lungo il Fosso la Roi e il fosso Avenaletto e diversi altri in forma di filare di

bordo campo ed in parte anche i fabbricati di C Dinale situati a ridosso del fosso la Roi La descritta

situazione e la posizione dellrsquoallevamento rispetto alla chiesa consentono di affermare che si esclude

ogni interferenza nella vista del bene architettonico dalle aree circostanti o dal bene architettonico verso

lrsquointorno non si determinano quindi ricadute indirette Analoghe considerazioni valgono per la gran

parte degli altri beni architettonici vincolati che si trovano allrsquointerno del centro storico o del tessuto

urbano dellrsquoabitato di Castello di Godego

Con riguardo ai beni architettonici drsquointeresse considerando i piugrave vicini allrsquoallevamento la Villa Moresco

Serena e i due mulini presso il T Muson valgono le stesse considerazioni stante la distanza di questi

dallrsquoallevamento e lrsquointerposta presenza di altri fabbricati e di elementi della vegetazione arborea che

fanno venire meno relazioni dirette o precludono situazioni drsquointervisibilitagrave

Nel caso degli edifici di valore storico ed etnoantropologico individuati nelle tavole del PAT quello piugrave

vicino allrsquoarea dellrsquoallevamento corrisponde ad una casa isolata che si trova a ridosso del fosso la Roi a

circa 200 metri di distanza la presenza della vegetazione arborea lungo il fosso Avenaletto consente di

mascherare i capannoni e gli altri manufatti dellrsquoallevamento escludendo significative interazioni visive

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PAGINA 100 194 Settembre 2015

In ultimo per quanto attiene ai beni archeologici si ribadisce lrsquoassenza di relazioni tra lrsquoallevamento e il

sito archeologico vincolato di Le Motte cosigrave come data la distanza e lrsquointerposta presenza del gruppo di

edifici in via San Pietro a ridosso del fosso La Roi non si rilevano rapporti diretti con lrsquoasse della

romana via Postumia segnalato per lrsquointeresse archeologico Anche nel caso dei siti a rischio

archeologico considerando i piugrave vicini allrsquoallevamento situati nei pressi del Torrente Muson presso

lrsquoabitato principale si escludono interazioni sia per la distanza di circa 16-17 km sia per lrsquoassenza di

relazioni visive stante la chiusura del campo visivo sulle giagrave citate quinte arboree

Per quanto attiene al Comune di Riese Pio X i fabbricati vincolati la Villa Emiliani detta Cagrave Miane e

nella frazione di Vallagrave la Villa Cecconi e la Parrocchiale di Vallagrave si trovano distanti dallrsquoallevamento di

polli rispettivamente a circa 15 km e 23 km la collocazione di tali beni allrsquointerno dellrsquoabitato o lrsquoeffetto

di ldquobarriera visivardquo degli altri edifici interposti sullrsquoasse visivo in direzione dellrsquoallevamento in particolare

quelli allineati lungo la via 27 Aprile e la via Bella Venezia escludono interferenze percettive

In merito ai beni architettonici segnalati considerando la piugrave vicina Casa Moretti Rossi che si trova a

circa 15 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento lungo la SP 139 in localitagrave Case Santi vale quanto osservato in

precedenza con riguardo allrsquoeffetto di barriera visiva degli interposti edifici e dei filari arborei

In ultimo nel territorio comunale lrsquounica area a vincolo archeologico egrave rappresentata dalla via

Postumia per la quale vale quanto scritto in precedenza mentre e per i siti a rischio archeologico

considerando quello situato ad una minore distanza corrispndente allrsquoinsediamento del periodo romano

in localitagrave Vallagrave Castelliero la distanza di circa 15 km e la presenza delle zone residenziali e industriali

in via dei Prai sono tali da escludere relazioni ed effetti diretti o indiretti

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COD 15V055 PAGINA 101 194

15 PAESAGGIO

151 Quadro conoscitivo del Paesaggio

Per un primo inquadramento paesaggistico si considerano gli Ambiti o Aree di ricognizione del

paesaggio identificate ed illustrate nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) della

Regione Veneto e le Unitagrave di Paesaggio definite dal vigente PTCP della Provincia di Treviso in

subordine si tiene conto anche delle eventuali distinzioni del paesaggio proposte alla scala locale

attraverso i PAT

Il territorio regionale con la Variante del PTRC della Regione Veneto adottata nel 2013 egrave suddiviso in

quattordici Ambiti di Paesaggio per ognuno dei quali si prevede la successiva redazione di uno

specifico Piano Paesaggistico Regionale drsquoAmbito PPRA come stabilito allrsquoarticolo 71ter delle Norme

Tecniche del PTRC lrsquoazienda avicola ricade nellrsquoAmbito di Paesaggio n 6 ldquoAlta Pianura Venetardquo Tali

Ambiti di Paesaggio sono identificati e delimitati ma non descritti il loro riconoscimento come precisato

nel documento ldquoAmbiti di paesaggiordquo si basa sulla considerazione degli aspetti geomorfologici dei

caratteri paesaggistici dei valori naturalistici-ambientali e storico-culturali delle dinamiche di

trasformazione che interessano ciascun ambito delle specificitagrave peculiari ed anche delle realtagrave

amministrative attuali e delle esperienze pregresse della pianificazione regionale drsquoArea

Per quanto attiene agli Ambiti o Aree di ricognizione del paesaggio le stesse sono descritte nellrsquoAtlante

ricognitivo documento nel quale sono definiti obiettivi ed indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari al

PPRA sono identificati e delimitati alla scala territoriale regionale gli Ambiti-Aree ricognitive sono

inserite le schede analitiche di ricognizione per ogni Ambito-Area descrittive dei caratteri del

paesaggio delle dinamiche di trasformazione degli obiettivi ed indirizzi di qualitagrave paesaggistica

preliminari e di segnalazione degli aspetti di maggiore interesse

Lrsquoazienda avicola per la quale si prevede di aumentare il numero di capi allevati ricade nellrsquoAmbito-

Area ricognitiva n 21 della ldquoAlta Pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo con riferimento al contenuto della

relativa Scheda si richiama in forma sintetica nel successivo riquadro la parte descrittiva

selezionando i passi di maggiore interesse con riferimento alla zona ovest dello stesso Ambito dove si

trova lrsquoallevamento

PTRC ndash Atlante ricognitivo ndash Scheda Area 21 ldquoAlta pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo (stralcio)

Identificazione generale

Lrsquoarea oggetto della ricognizione interessa il territorio pianeggiante compreso tra lrsquoalveo del Piave a est e quello del Brenta a ovest Delimitato a nord dal margine delle colline trevigiane lrsquoarea oggetto della ricognizione si estende da Bassano fino alle porte di Treviso arrivando a sud fino al limite settentrionale della fascia delle risorgive

Frammentazione di Profilo C - Paesaggio a frammentazione alta con dominante insediativa

La categoria di comprende i territori comunali che sono occupati da aree urbanizzate per frazioni comprese tra un sesto e un terzo della loro estensione complessiva con usi del suolo ripartiti pressocheacute esclusivamente tra urbano e agricolo

Il paesaggio presenta condizioni di crisi della continuitagrave ambientale con spazi naturali o seminaturali relitti e fortemente frammentati dallrsquoinsediamento per lo piugrave quasi sempre linearmente conformato lungo gli assi di viabilitagrave e dalle monocolture agricole

Il paesaggio registra complessivamente stati di diffusa criticitagrave della sua articolazione spaziale con mosaici semplifi cati dal punto di vista ecologico e semiologico e al tempo stesso caratterizzati da fenomeni di congestione riferibili alla consistente frequenza di interazioni spaziali conflittuali fra diverse configurazioni o singole componenti in assenza di sistemi paesaggistici con funzioni di mediazione e inserimento Tali situazioni sono dovute anche alla natura incrementale degli sviluppi insediativi che esprimono in queste aree una elevata potenza di frammentazione

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PAGINA 102 194 Settembre 2015

Caratteri del paesaggio

Lrsquoarea oggetto di ricognizione egrave inserita in prevalenza tra lrsquoalta pianura antica ghiaiosa costituita da conoidi fluvioglaciali localmente terrazzati creati dai fiumi Piave Soligo e Brenta e lrsquoalta pianura recente ghiaiosa e calcarea costituita da conoidi e terrazzi dei fiumi alpini e secondariamente da piane alluvionali dei torrenti prealpini Il suolo in questa parte si presenta quindi in forma di ghiaie e sabbie estremamente calcaree fatta eccezione per il territorio dellrsquoalveo del fiume Musone costituito invece da limi e argille scarsamente calcarei ()

La copertura vegetale del suolo egrave costituita prevalentemente da seminativi accompagnati da siepi campestri lungo i canali e le canaline di irrigazione Lungo i corsi drsquoacqua principali si incontrano saliceti e formazioni riparie estese soprattutto nelle aree golenali del fiume Brenta Sono presenti piccoli lembi di boschi planiziali a querco-carpineto e una ampia area con presenza di prato stabile ()

() Le cittagrave maggiori sono accompagnate da una costellazione di centri medi e minori che si organizzano su un tessuto insediativo sparso di lunga tradizione storica oggi fortemente urbanizzato () agli insediamenti residenziali sono frammisti quelli produttivo-artigianali entrambi per lo piugrave connotati da scarso valore edilizio-architettonico

Lrsquoarea oggetto della ricognizione egrave caratterizzata dal passaggio di strade di grande importanza per lrsquointero territorio regionale la SR 53 Postumia che attraversa lrsquoambito in direzione est-ovest collegando Treviso a Cittadella e () la SR 245 Castellana da Castelfranco verso Bassano ()

Il valore naturalistico ed ecosistemico dellrsquoarea oggetto di ricognizione egrave ridotto a causa della massiccia antropizzazione ed egrave espresso essenzialmente dalla presenza di diverse aree tutelate ed inserite nella Rete Natura 2000 () I Prai di Castello di Godego di grande importanza naturalistica ed ecosistemica costituiscono un paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da ampi prati stabili e fitte alberature siepi e campi chiusi e attraversato da diversi corsi drsquoacqua il principale dei quali egrave il Musone La presenza d i aree in cui spesso ristagna lrsquoacqua e la natura argillosa dei suoli permettono la presenza di specie vegetali di particolare importanza ed un buon equilibrio tra naturalitagrave e utilizzo agricolo consente il mantenimento di una buona diversitagrave e ricchezza floristica e di tipi vegetazionali ()

Abitato fin da tempi remoti il territorio assume la sua configurazione attuale in epoca romana quando viene attraversato dallrsquoasse portante costituito dalla consolare Via Postumia e interessato da estese sistemazioni agrarie Insediata con continuitagrave durante tutto il Medioevo questa fascia di alta pianura un tempo centro di irradiazione del potere imperiale (Ezzelino e i Da Romano) diventa terreno di affermazione del potere dei diversi comuni cittadini che estendono fi no a qui il loro dominio (Padova Vicenza Treviso) fino alla loro conquista da parte della Serenissima () Ricca di acque e dellrsquoenergia da esse portate lrsquoarea oggetto della ricognizione egrave stata sempre caratterizzata dalla presenza di un esteso e articolato sistema di attivitagrave proto-industriali (magli fucine mulini folli ecc) () In gran parte dellrsquoarea oggetto della ricognizione egrave infatti leggibile la presenza della centuriazione romana che definisce uno schema di aggregazione degli abitati costituito dal nucleo urbano organizzato sullrsquoincrocio di assi ortogonali () lrsquoasse viario della via Postumia egrave a tuttrsquooggi una strada provinciale

Nella parte occidentale dellrsquoarea oggetto di ricognizione importanti sono i centri fortificati di Cittadella e Castelfranco sorti a partire dalla fine del secolo XII con funzioni difensive ma determinanti poi anche per la loro funzione di appropriazione della campagna Sorti in corrispondenza di due nodi della maglia regolare dellrsquoagro centuriato essi furono eretti a difesa dei territori di Padova e Treviso al di qua ed al di lagrave del Musone in un punto in cui convergono i confini dei tre comuni di Treviso Padova e Vicenza () Allrsquointerno di questa complessa trama insediativa consolidatasi in epoca medievale egrave frequente la presenza di ville venete alcune delle quali attribuite al Palladio stesso che si inseriscono nel territorio a partire dal Cinquecento per poi trasformarsi in sistema solo nel Settecento diventando occasione di sviluppo di nuovi nuclei di crescita

Dinamiche di trasformazione

Lrsquoarea oggetto di ricognizione presenta alcune aree (Fontane Bianche di Lancenigo Prai di Castello di Godego e Grave e zone umide del Brenta) in cui si riscontra una buona integritagrave ecosistemica e paesaggistica anche se queste costituiscono una sorta di oasi verdi isolate in un paesaggio agrario semplificato e fortemente urbanizzato Lrsquourbanizzazione ha inoltre reso meno riconoscibile il sistema storico-insediativo tradizionale () Anche il sistema paesaggistico afferente le ville venete con particolare riguardo a quelle di Palladio egrave stato per lo piugrave compromesso dallo sviluppo insediativo e infrastrutturale decontestualizzando il manufatto dal sistema di relazioni originario ()

I relitti del paesaggio agrario storico (siepi filari piantata di vite gelsi) sono messi a repentaglio dai processi di razionalizzazione dellrsquoagricoltura primo fra tutti quello relativo allrsquoirrigazione che sta sostituendo progressivamente il sistema a scorrimento Il risparmio di acqua ottenuto andrebbe valutato assieme al rischio che lrsquoeliminazione delle canaline di adduzione potrebbe provocare cioegrave quello di una ulteriore semplificazione della trama agraria con la perdita degli spazi di transizione tra i campi che rappresentano oggi lrsquoultima resistenza alla totale frammentazione ecosistemica dellrsquoarea

I principali fattori di rischio sono rappresentati - dallrsquoeccessivo carico antropico e dallrsquoespansione degli insediamenti residenziali e in particolar modo dalla diffusione

frammentaria delle attivitagrave produttive e artigianali - dalle attivitagrave di cava - dal continuo potenziamento delle infrastrutture a servizio di nuove espansioni - dalle pratiche agricole intensive (eutrofizzazione aggravata dallrsquointensificazione zootecnica percolazione di sostanze

inquinanti in falda semplificazione colturale)

Nella citata scheda sono inoltre identificati gli obiettivi e indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari in

taluni casi con puntuale riferimento a parti della stessa area di ricognizione si riprendono nel

successivo riquadro i punti direttamente relazionati alla porzione di territorio considerato allrsquointerno del

quale si trova lrsquoallevamento ed i punti indirettamente correlabili o di particolare rilevanza

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PTRC ndash Ambiti di paesaggio ndash Atlante ricognitivo ndash Scheda AdP 21 ldquoAlta pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo (stralcio)

Obiettivi e indirizzi di qualitagrave paesaggistica

5 Funzionalitagrave ambientale delle zone umide

5b Riattivare ove possibile la convivenza di funzionalitagrave produttive ed ecosistemiche nelle zone umide (risaie prati umidi torbiere palugrave ecc) ed in particolare i Prai di Castello di Godego

15 Valore storico culturale dei paesaggi agrari storici

15b Scoraggiare semplicazioni dellrsquoassetto poderale e intensicazioni delle colture in particolare nella parte ovest dellrsquoambito in cui si riconoscono ancora i caratteri della trama agraria storica della centuriazione recuperando il rapporto dellrsquoedificato con il territorio agricolo

24 Valore culturale e testimoniale degli insediamenti e dei manufatti storici

24a Salvaguardare il valore storico-culturale degli insediamenti in particolare le cittagrave murate di Bassano Cittadella e Castelfranco e dei manufatti di interesse storico testimoniale tra cui il sistema delle ville venete dei manufatti idraulici e opifici e la strada romana Postumia

26 Qualitagrave urbanistica ed edilizia degli insediamenti produttivi

26d Promuovere un migliore inserimento paesaggistico ed ambientale delle aree produttive (compresi gli allevamenti zootecnici intensivi) anche sulla base di adeguati studi sulla percezione visiva e sociale

26f Incoraggiare iniziative di riqualificazione degli spazi aperti delle aree produttive esistenti e indirizzare il progetto di quelle nuove verso una maggior presenza di vegetazione ed aree permeabili anche con funzione di compensazione ambientale e integrazione della rete ecologica

32 Inserimento paesaggistico e qualitagrave delle infrastrutture

32b Promuovere la riqualificazione dei corridoi viari caratterizzati da disordine visivo e funzionale

Il PTCP della Provincia di Treviso suddivide il territorio provinciale in unitagrave di paesaggio come da

definizione contenuta nelle Norme dello stesso ldquointese quali ambiti territoriali caratterizzati da un

costante grado di diversitagrave tale da contraddistinguere lrsquointera unitagrave e relativo ai caratteri loro propri e

cioegrave dei tipi di elementi e delle forme e distribuzioni della loro presenza nel territorio ai sistemi naturali

ed antropici (conformazioni geomorfologiche copertura vegetazionale tipi di uso del suolo forme

insediative dotazioni infrastrutturalihellip) presenti in esse prescindendo dalla loro caratterizzazione

documentariardquo Lrsquoidentificazione di tali Unitagrave di Paesaggio come illustrato nella Relazione di Piano

deriva da una prima suddivisione in macro ambiti morfologici e dal successivo confronto con la carta di

uso del suolo tali unitagrave sono analizzate secondo lrsquoapproccio dellrsquoecologia del paesaggio utilizzando

una serie di indicatori per ottenere un valore rappresentativo dello stato di qualitagrave ecologico-ambientale

nella situazione dello stato di fatto e in quella simulata assumendo gli scenari prospettati dal Piano al

fine di definire obiettivi e indirizzi ldquoorientati alla salvaguardia e promozione della diversitagrave sia biologica

che paesisticardquo

Il riconoscimento delle Unitagrave di paesaggio come meglio precisato nellrsquoelaborato Allegato P ldquoRete

ecologica e Unitagrave di paesaggiordquo deriva dallrsquoindividuazione delle ldquomacrounitagrave geomorfologicherdquo in base

ai caratteri omogenei di litologia e morfologia e delle unitagrave podologiche e dalla successiva

sovrapposizione con la Carta delle unitagrave ecosistemiche e verifica delle tipologie di elementi del

paesaggio della loro distribuzione rispetto alle unitagrave individuate in precedenza delle dimensioni e

forme In tale documento sono brevemente descritte le Unitagrave individuate con riguardo alla

geomorfologia ed alle caratteristiche drsquouso del suolo aggiungendo alcune osservazioni In termini

generali nel documento si evidenziano due segni del paesaggio quello impresso dalle centuriazioni

come fattore antropico ordinatore del paesaggio che in alcune UdP ha resistito nel tempo e si

caratterizza almeno in origine per una grana piuttosto fine e compatta mentre in altre UdP egrave stato

ldquoprogressivamente sconvolto dallrsquourbanizzazione diffusa determinando disordine ed un probabile

spreco di energiardquo e quello del reticolo fluviale che si associa allrsquoorientamento dei campi

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reciprocamente influenzati delineando direttrici principali e secondarie del paesaggio si annota infine

la relazione tra le principali aste fluviali e le ville con i parchi

Il Piano contiene nellrsquoAppendice 1 dellrsquoAllegato R schede descrittive delle singole Unitagrave che secondo

lrsquoapproccio adottato riportano dati riguardanti la demografia lrsquouso del suolo lrsquoinfrastrutturazione

lrsquoedificato e non descrizioni sui caratteri paesaggistici distintivi degli ambiti individuati

Lrsquoallevamento avicolo ricade allrsquointerno dellrsquoUnitagrave di Paesaggio P2 appartenente a quelle di pianura

che si configura come ampia fascia sui due lati del Torrente Muson che si estende dal Comune di San

Zenone a quello di Castelfranco Veneto interessando Loria Castello di Godego e Riese Pio X ed

attestandosi sul lato ovest lungo il confine provinciale nel sottostante riquadro si riprendono le note

descrittive contenute nel citato Allegato P

PTCP ndash Unitagrave di paesaggio ndash Allegato P - Descrizione

UdP P2

GEOMORFOLOGIA

A nord la zona collinare egrave caratterizzata dalla presenza di depositi alluvionali argillosi procedendo a sud verso la zona di pianura i depositi alluvionali sono per lo piugrave sabbiosi

CARATTERISTICHE USO DEL SUOLO

Area agricola a nord seminativi semplici con case sparse procedendo verso sud prevalgono le aree agricole eterogenee Tessuto urbano e aree industriali e commerciali diffuse in tutta lrsquounitagrave particolarmente sviluppate nella parte piugrave a sud nel comune di Castelfranco Veneto Il territorio egrave abbondantemente irrigato da corsi drsquoacqua naturaliformi

OSSERVAZIONI

Lrsquounitagrave egrave tagliata in senso longitudinale dalla SP20 che incrocia la SP81 questi due assi rappresentano un attrattore per lrsquoedificazione di tipo lineare Lrsquounitagrave ha una vocazione agricola spinta ma sono evidenti la frammentazione dei fondi e lrsquoazione di disturbo della viabilitagrave e dellrsquourbanizzazione che questa alimenta

La UdP P2 in base ai risultati scaturiti dallrsquoanalisi ecologico ambientale condotta viene definita come

ldquounitagrave dissipativardquo data lrsquoalta antropizzazione la qualitagrave ambientale generalmente bassa soprattutto

negli ambienti naturali residui ed anche la qualitagrave e quantitagrave degli habitat naturali scadente con

classificazione della stessa unitagrave come paesaggio rurale povero ad urbanizzato molto diffuso e con

standard sussidiari elevati di matrice agricola (76 di seminativi semplici con case sparse e omogenei

e aree agricole eterogenee) con dimensione delle tessere naturali piccola e delle tessere antropiche

media con frammentazione da strade medio alta e stabilitagrave della matrice medio bassa ed infine con

una caratterizzazione legata allrsquoattivitagrave agricola nessuna significativa estensione delle macchie naturali

tanto che boschi e corpi idrici hanno una consistenza minore delle aree di verde urbano Le

considerazioni e proposte formulate nel citato Allegato P per la UdP P2 sono richiamate nel

successivo riquadro

PTCP ndash Unitagrave di paesaggio ndash Allegato P ndash Scenario di Piano

UdP P2

Gli elementi di naturalitagrave di questa unitagrave sono legati alla presenza del torrente Musone sia come presenza dellrsquoacqua che per la residuale vegetazione ripariale Il corridoio di connessione nord-sud tra le core area montane e planiziali deve essere dotato di un maggiore grado di naturalitagrave attraverso la ricostituzione delle fasce arboree ripariali o il completamento delle residuali

Gli obiettivi di piano possono essere raggiunti mediante la riforestazione e formazione di zone umide di una superficie totale pari orientativamente a 500Ha equamente ripartita e al miglioramento ambientale di seminativi per un estensione di 2500Ha

Lrsquounitagrave si presenta giagrave abbastanza segnata dalla viabilitagrave attorno a cui lrsquoedilizia si distribuisce in maniera ldquoordinatardquo andando a costituire delle fasce abitate ad andamento suborizzontale da ovest ad est

Le mitigazioni richieste per la nuova viabilitagrave devono essere almeno 12 e possono essere espresse sia come interventi di deframmentazione in particolare nei tratti maggiormente interferenti con la rete ecologica di come riqualificazione delle aree interessate dalle fasce tampone con formazione di aree umide e fascesiepi di connessione fra queste e i corridoi fluviali

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Il PAT del Comune di Castelfranco Veneto nella Relazione Tecnica afferma che nel territorio

comunale non si riscontra una spiccata diversificazione della struttura paesaggistica risultato di

connotati fisico-morfologici assai omogeneirdquo pur potendo distinguere ldquoambiti territoriali con assetti

ambientali agricoli ed insediativi sufficientemente omogenei per i quali egrave possibile adottare una

suddivisione in quattro tipologierdquo definite come Unitagrave di paesaggio cosigrave denominate Paesaggio aperto

a vocazione agricola primaria Paesaggio aperto ad insediamento diffuso Paesaggio periurbano

Paesaggio urbano

Nel documento ldquoRelazione agronomico ambientalerdquo si precisa che le componenti paesaggistiche

considerate nellrsquoanalisi del paesaggio sono quelle abiotiche (geologia morfologia idrografia) biotiche

(vegetazione assetti ecosistemici habitat di pregio valore naturalistico) antropico relazionali

(emergenze storiche culturali architettoniche religiose) insediative (organizzazione dellrsquoinsediamento)

e percettive (ambiti visuali particolari sistemazioni agrarie tradizionali elementi puntuali testimoniali)

Gli assetti paesaggistici come precisato nella richiamata relazione sono identificati secondo il

ldquoprincipio fondamentale della integrativitagrave gerarchicardquo ovvero ldquole perimetrazioni devono derivare da

valutazioni rigorose allo scopo di non compromettere le funzioni bio-ecosistemicherdquo

Nella Tavola A4 ldquoCarta del paesaggiordquo sono distinte le porzioni di territorio appartenenti alle richiamate

Unitagrave di paesaggio e per quanto attiene allrsquoallevamento avicolo si riscontra che lo stesso ricade in

quella denominata ldquoPaesaggio aperto a vocazione agricola primariardquo nei documenti di Piano definito

ldquotipologia dominante lo spazio agricolo maggiormente conservato del territorio comunale la

destinazione colturale prevalente egrave a seminativo la messa a coltura del territorio ha comunque

preservato una residuale maglia a rete verde costituita da siepi e fasce arboreo arbustive posta a

fregio di corsi drsquoacqua e viabilitagrave poderale con presenza di legami (connessione) tra gli elementi

lrsquoedificazione egrave ridotta per lo piugrave isolata e di tipo rurale pregevole per i connotati di spazialitagrave ed i coni

visuali percepibili al suo interno data la collocazione distante dai centri urbani principali presenta un

gradiente di antropizzazione sostanzialmente stazionariordquo

Il PAT del Comune di Castello di Godego con la Tavola 102 ldquoCarta del paesaggiordquo del Quadro

conoscitivo suddivide il territorio comunale secondo quattro macrosistemi la porzione lungo il confine

orientale con il Comune di Castelfranco Veneto nel tratto a ridosso del perimetro dellrsquoarea

dellrsquoallevamento avicolo appartiene al Macrosistema A

Nella Relazione Agronomica elaborato 10 R del Quadro Conoscitivo del PAT si richiama la necessitagrave

di tutelare il paesaggio agrario indicando per le zone di pianura quali elementi che hanno

maggiormente lasciato lrsquoimpronta sullrsquoattuale assetto paesaggistico la morfologia fluviale (argini paleo

alvei terrazzi fluviali) la bonifica storica la bonifica idraulica la costruzione delle ville venete e degli

edifici storici gli edifici rurali e gli opifici con valenza tipologica la sistemazione idraulico agraria dei

ldquoPrairdquo Allrsquoopposto sono citati quali elementi che maggiormente interferiscono sul paesaggio agrario le

frange urbane le infrastrutture lineari (elettrodotti ferrovie strade principali ecc) gli edifici produttivi ad

impatto negativo le opere incongrue (es strutture dismesse eo abbandonate)

In tale relazione si definisce il Macrosistema A come ldquoambito agricolo caratterizzato da una forte

percezione degli elementi rurali da una buona integritagrave e da una scarsa edificazione residenzialirdquo ed in

cui ldquole siepi campestri e i prati stabili costituiscono gli elementi dominanti del paesaggio e in alcuni

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ambiti egrave ancora leggibile la struttura dei campi chiusirdquo e si riconosce una ldquobuona conservazione della

rete ecologica localerdquo

152 Caratteri del Paesaggio nellrsquoarea di analisi

Gli elementi costitutivi eo caratterizzanti il paesaggio da considerare per verificare gli eventuali effetti

sul paesaggio conseguenti al previsto incremento dei capi allevati oltre che dalla rilettura delle

richiamate articolazioni e definizioni degli ambiti e delle unitagrave di paesaggio derivano da un

approfondimento condotto riconsiderando la morfologia e idrografia la vegetazione e copertura od uso

del suolo il sistema insediativo e infrastrutturale ad una scala territoriale locale per una porzione

comprendente unrsquoarea entro i 2-3 km dal sito dellrsquoallevamentodi cui si dagrave di seguito conto

Per quanto attiene alla morfologia il territorio ha una giacitura pianeggiante con suolo composti da

materiali alluvionali con tessitura limoso argillosa mentre lrsquoidrografia egrave annovera alcuni corsi drsquoacqua

naturali in larga misura interessati da rettificazioni ed una fitta rete irrigua entrambe con uno sviluppo

da nord verso sud e sud-est Tra i corsi drsquoacqua naturali si distingue il Torrente Muson con asta dal

disegno curvilineo fino allrsquoabitato di Castello di Godego e poi rettilinea con asse parallelo a quello della

SP45 fino allrsquoingresso nellrsquoabitato di Castelfranco Veneto analoga situazione si riscontra per il Torrente

Avenale che entrando nel territorio del Comune di Castello di Godego assume forme geometriche

regolari con alcune deviazioni ad angolo retto Per entrambi i torrenti si riconoscono tracce di corso

fluviale estinto Il sistema irriguo comprende diversi fossi e scoli tra i quali si distinguono il Fosso

Avenaletto il Fosso La Roi che poco a nord di via San Pietro in territorio di Castello di Godego piega

ad est e dopo un breve tratto con andamento curvilineo confluisce nel Torrente Avenale e lo Scarico

Val di Riese che si origina a ovest della frazione di Vallagrave ed incrocia il Torrente Avenale in

corrispondenza della via Postumia

Per quanto riguarda la vegetazione poche sono le aree di tipo naturale e tolti i rari casi per altro di

ridotta estensione con una configurazione a ldquoboschettordquo si tratta delle fasce arboree di larghezza

contenuta che seguono i principali corsi drsquoacqua naturali o irrigui In tale territorio si distinguono

numerosi filari di bordo campo elementi dellrsquoagroecosistema che danno una diversa connotazione al

territorio rurale Lrsquoutilizzo agricolo del suolo vede prevalere il seminativo irriguo soprattutto a mais

accompagnato nella zona a cavallo del Torrente Avenale e tra questo e il Fosso la Roi da estesi

appezzamenti a prato (indicato anche come graminacee non in rotazione) In misura minore sono

presenti alcuni vigneti salvo pochi casi di piccola superficie ed anche colture orticole e legnose

agrarie Il paesaggio rurale presenta una relativamente minore uniformitagrave nella zona di Prai di Castello

di Godego grazie alla ripartizione tra campi a seminativo e campi a prato stabile ed alla presenza delle

fasce arboree e dei filari senza comunque assumere i connotati di una struttura a mosaico ma

richiamando la forma del campo chiuso Nel territorio sono ancora riconoscibili i segni

dellrsquoantropizzazione del periodo romano con lrsquoasse rettilineo della via Postumia e lrsquoimpostazione

geometrica dellrsquoagro centuriato in questrsquoultimo caso da ricondurre allrsquoorientamento dei campi che

laddove non accorpati hanno forma rettangolare allungata sullrsquoasse nord-sudest perpendicolare a

quello della citata strada romana analogo orientamento si riscontra per la gran parte dei fossi e scoli

irrigui

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Per quanto attiene al sistema insediativo questo si connota per la presenza di alcune aree urbane

maggiori formate dal centro storico e dalle estese zone di espansione residenziale e produttiva e dei

nuovi aggregati generati da un tipo di urbanizzazione diffusa che solo in parte si appoggia a

preesistenze di borghi rurali e viceversa in maggiore misura deriva da trasformazioni recenti che

seguono le direttrici delle infrastrutture viarie tale processo ha determinato saldature dellrsquoedificato che

rendono meno riconoscibile la matrice originaria e generano una elevata frammentazione territoriale

con disorganica distribuzione tra le diverse funzioni In dettaglio per lrsquoambito considerato si nota

lrsquourbanizzazione lineare con sostanziale assenza di discontinuitagrave tra il centro di Castelfranco Veneto

la frazione di Villarazza e lrsquoabitato di Castello di Godego per lrsquoedificazione lungo la SR45 ed ancora tra

lo stesso centro e la frazione di Vallegrave lungo la SP667 in parte tale forma di urbanizzazione ma con

maggiore presenza di fabbricati rurali e residenziali si riscontra anche lungo la via Bella Venezia che

fiancheggia per un tratto il Torrente Avenale e lungo la SP139 tra la C Beltrame e la giagrave citata

frazione dei Vallegrave Il sistema insediativo si completa con i numerosi fabbricati isolati o in piccoli gruppi

residenziali e rurali sparsi nel territorio agricolo Per quanto attiene allrsquoedificato di interesse storico

architettonico e testimoniale come giagrave illustrato si tratta di alcuni edifici religiosi o difensivi ed in

maggiore misura delle ville venete in questrsquoultimo caso in larga misura ubicate allrsquointerno degli abitati o

che sono state inglobate nel tessuto edificato delle relativamente recenti espansioni urbane (es Villa

Dolfin_Gradenigo Cagrave Moro) vedendo diminuire la loro riconoscibilitagrave e le relazioni con il contesto di

appartenenza In ultimo si segnala la presenza di alcuni fabbricati legati al periodo proto-industriale

sostanzialmente rappresentati da alcuni mulini

In conclusione tra gli elementi del paesaggio identificati che connotano qualificandolo un piugrave ampio

ambito territoriale-paesaggistico quelli in relazione diretta per vicinanza con lrsquoarea occupata

dallrsquoesistente allevamento avicolo dellrsquoAzienda Agricola Maggiolo sono riconducibili ai seguenti

- suolo pianeggiante e di origine alluvionale

- fosso Avenaletto facente parte della rete irrigua

- vegetazione arborea lungo il citato corso drsquoacqua in forma di fascia e lungo il margine dei

campi o laterale a strade poderali in forma di filare

- appezzamenti a seminativo e prati stabili con presenza di un piccolo vigneto allrsquointerno del

perimetro della stessa azienda

- tracce di persistenza della geometria dellrsquoagro centuriato di origine romana

153 Impatti sul paesaggio

Il progetto consiste nel solo aumento del numero di capi di polli allevati per ogni ciclo produttivo di

carne utilizzando appieno le strutture giagrave esistenti ed in esercizio non sono previste variazioni per

realizzazione di nuovi fabbricati od occupazione di nuove aree di servizio e quindi si escludono

modifiche dello stato di fatto e pertanto ricadute sui citati elementi strutturali e caratterizzanti il

paesaggio

Per quanto riguarda gli aspetti percettivi legati alla vista e riconoscibilitagrave dei citati singoli elementi

costitutivi del paesaggio o alla visione drsquoinsieme dello stesso premesso che non si prevede alcuna

modifica rispetto alla situazione attuale per aggiunta o modifica di fabbricati o strutture lrsquoubicazione

dellrsquoallevamento egrave tale che non si registrano interferenze di rilievo e alterazione della percezione degli

elementi che connotano tale porzione del paesaggio rurale Come giagrave illustrato al precedente punto

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PAGINA 108 194 Settembre 2015

inerente i beni culturali architettonici e archeologici la fascia arborea lungo il Fosso Avenaletto e i filari

lungo gli scoli ed a bordo campo in buona parte giagrave mascherano i fabbricati dellrsquoallevamento

chiudendo le visuali in direzione dello stesso e riferite ai principali assi viari e nuclei abitati22 In ogni

caso pur non essendo previste modifiche tali da richiedere interventi di mitigazione potrebbe essere

comunque presa in considerazione lrsquoopportunitagrave di migliorare la qualitagrave del paesaggio mettendo a

dimora specie arboree o arbustive in forma di filare lungo il perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento sul

lato ovest e previe necessarie verifiche sul lato sud

22

Si rimanda alla Tavola ldquoAnalisi della visibilitagraverdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 109 194

16 ACQUE

161 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee

La qualitagrave delle acque sotterranee della provincia di Treviso viene monitorata dallrsquoARPAV da piugrave di 10

anni da una rete composta da 84 pozzi 7 sorgenti e 6 pozzi utilizzati solamente per misure di livello

Viene condotto sia il monitoraggio qualitativo delle acque intercettate che il monitoraggio quantitativo

con la misura del livello freatimetrico ovvero del livello della falda Il monitoraggio qualitativo ha

cadenza semestrale e interessa gli 84 pozzi e le 7 sorgenti Per gli 84 pozzi le campagne sono previste

in primavera e in autunno Il piano regionale di monitoraggio avrebbe previsto una frequenza di

campionamento semestrale per 63 punti semestrale per 15 e annuale per i rimanenti 6 Per le sorgenti

le campagne sono collegate alla loro particolare tipologia quelle prealpine sono campionate in gennaio

e in maggio ovvero in condizioni rispettivamente di magra invernale e di piena primaverile le sorgenti

pedemontane sono campionate in maggio e in agosto ovvero nel periodo di piena primaverile e di

magra tardo-estiva Il monitoraggio quantitativo interessa principalmente un sottoinsieme di 41 pozzi

della rete compresi i 6 pozzi utilizzati solamente a questo scopo e ha frequenza trimestrale Altri 10

pozzi sono semestralmente in coincidenza con le campagne di monitoraggio qualitativo

I risultati evidenziano una situazione non omogenea nel territorio provinciale La zona occidentale

presenta diverse criticitagrave concentrazioni di Nitrati elevate presenza diffusa di erbicidi e di solventi

organo-clorurati Secondo il rapporto annuale dellrsquoARPA Treviso (2013) ldquoTali criticitagrave hanno in parte

compromesso la qualitagrave delle acque delle falde poco profonde La situazione migliora spostandosi

verso est in virtugrave di carichi antropici minori e di un favorevole apporto idrico da parte del fiume Piave In

questa zona i superamenti molto meno frequenti sono principalmente dovuti alla presenza di solventi

organo-clorurati e in particolare di Tetracloroetilene e Tricloroetilenerdquo

A Castelfranco Veneto (stazioni 765) lo stato chimico delle acque sotterranee nel 2013 si presenta

scadente per ragioni legate alla presenza elevate concentrazioni di nitrati Il comune ricade infatti

pianura trevigiana considerata zona vulnerabile ai nitrati (si veda lo stralcio riportato di seguito - zone

vulnerabili ai nitrati di origine agricola in Provincia di Treviso (valori medi in mgl) larea di colore viola

corrisponde alla zona denominata dei 100 comuni dellalta pianura e che egrave stata recepita con delibera

del Consiglio Regionale n62 del 17 maggio 2006 larea di colore rosa corrisponde al bacino scolante

in laguna di Venezia che e stata decisa con delibera del Consiglio Regionale n 23 del 7 maggio 2003

Per quanto attiene allo stato quantitativo dallrsquoanalisi dei dati egrave possibile concludere come dal 2004 al

2013 egrave rilevabile una variabilitagrave livello della superficie piezometrica della falda freatica coerente con la

variabilitagrave stagionale e su archi temporali estesi su piugrave

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 110 194 Settembre 2015

Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash Stato chimico e Misure del

livello freatico nel Comune di Castelfranco Veneto (PR - livello della superficie piezometrica dal piano di

riferimento (PR) falde freatiche il valore egrave negativo)

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Livello piezometrico - Castelfranco (pozzo 247)

Livello statico - m slm Livello da punto di riferimento della falda freatica - m

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m

Livello piezometrico - Castelfranco (pozzo 765)

Livello statico - m slm Livello da punto di riferimento della falda freatica - m

Elaborazioni su dati ARPA Veneto (httpwwwarpavenetoitdati-ambientaliopen-dataidrosferaacque-

sotterraneeacque-sotterranee-livello-piezometrico-delle-falde)

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PAGINA 112 194 Settembre 2015

Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash Nitrati nei pozzi monitorati

in provincia di Trevico nel 2013 (valori medi in mgl)

Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash zone vulnerabili ai nitrati di

origine agricola in Provincia di Treviso (valori medi in mgl)

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COD 15V055 PAGINA 113 194

162 Consumi di acqua

La societagrave Alto Trevigiano Servizi srl gestiste allrsquointerno del Autoritagrave drsquoAmbito di Territorio Ottimale

(AATO) Veneto Orientale il servizio idrico integrato di 53 comuni tra cui il comune di Castelfranco

Veneto (httpwwwaltotrevigianoserviziitarea-clientiacqua-potabile) La societagrave deve quindi garantire

il servizio in efficienza efficacia ed economicitagrave partendo dallrsquoadduzione e captazione delle fonti la

distribuzione dellrsquoacqua potabile nel territorio le linee di fognatura e gli impianti di depurazione fino allo

scarico delle stesse Non risultano disponibili dati aggiornati di consumo idrico per comune

Il Piano dAmbito dellAATO Veneto Orientale approvato con deliberazione di Assemblea dAmbito n

32004 e successivamente aggiornato con deliberazione di Assemblea dAmbito n 62004 riporta al

capitolo 6 ldquoAnalisi dellrsquoutilizzo e della domanda di risorsa idricardquo dati di consumo riferiti al 1991 da fonte

ISTAT

Secondo quanto riportato nel sito dellrsquoARPA Veneto i volumi drsquoacqua prelevati complessivamente in

Regione Veneto al 2008 risultano pari a 746498000 m3 di cui 129769000 m

3 riferiti allrsquoATO Veneto

orientale Sempre secondo quanto riportato nello stesso sito lrsquoacqua potabile erogata nel comune di

Castelfranco Veneto al 2008 risultava pari a 2496686 m3

(httpwwwarpavenetoitarpavinformaindicatori-ambientaliindicatori_ambientaliambiente-urbanofile-

e-allegati2013Consumi acqua potabile 2011csv)

Non sono disponibili dati di emungimento da pozzi privati

163 Impatti sulle acque

Il potenziale impatto sulle risorse idriche sotterranee egrave legato allrsquoattivitagrave di spandimento della pollina

ovvero da una non corretta distribuzione dello stesso sul terreno Considerato che lrsquoazienda agricola

Maggiolo cede interamente la pollina (misto lettiera a terzi) come sottoprodotto da riutilizzare e non da

spandere questa voce di potenziale impatto viene meno sia con riferimento alla situazione attuale che

allo scenario di progetto Lrsquoazienda non contribuisce quindi allrsquoinquinamento delle acque sotterranee

per nitrati

Il potenziale impatto sulle acque egrave legato anche al consumo della risorsa idrica Complessivamente il

consumo di acqua si attesta considerando anche il consumo per la pulizia in circa 2927 m3

attualmente e circa 7280 m3 in futuro che rappresentano rispettivamente il circa 01 ed circa 03 dei

consumi totali del comune di Castelfranco Veneto Si tenga in ogni caso conto che lrsquounica fonte di

approvvigionamento dellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave legata al pozzo presente nella stessa azienda e

che quindi i consumi dellrsquoazienda non gravano in ogni caso sui prelievi di acqua potabile

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PAGINA 114 194 Settembre 2015

17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE

171 Premessa

La presente valutazione egrave stata effettuata dal Dott Armando Buffoni

Di seguito vengono esposte le procedure e i risultati inerenti la valutazione dellrsquoemissione e dispersione

in atmosfera di inquinanti atmosferici e composti odorigeni derivanti dalle strutture di produzione

animale allevamento avicolo Azienda agricola Maggiolo ubicato in comune di Castelfranco Veneto

(TV) localitagrave Case Bella Venezia

Le emissioni del settore zootecnico possono essere raggruppate in 4 grandi categorie in relazione ai

loro effetti sulla salute e sullrsquoambiente

gas ad effetto serra biossido di carbonio (CO2) metano (CH4) e protossido di azoto (N2O) La

zootecnia contribuisce con una quota modesta alle emissioni di CO2 mentre rappresenta una

fonte molto significativa di metano (CH4) e in minor misura di protossido di azoto (N2O)

ammoniaca (NH3) questo composto contribuisce allrsquoacidificazione delle precipitazioni e di

conseguenza dei suoli e delle acque noncheacute ai fenomeni di eutrofizzazione La zootecnia egrave la

principale fonte di emissione di questo composto Le azioni proposte per ridurre le emissioni di

ammoniaca riguardano sia la gestione ordinaria degli allevamenti zootecnici e degli spandimenti

che le caratteristiche delle strutture dedicate a queste attivitagrave produttive

particolato fine le particelle di diametro inferiore ai 25 e 10 μm (PM25 e PM10) hanno effetti

negativi sulla salute umana e ne sono normati i limiti delle concentrazioni nellrsquoaria ambiente La

zootecnia della Pianura Padana partecipa con il 10-15 alle emissioni di questo inquinante Le

particelle che lo compongono sono potenziali vettori di composti odorigeni

composti odorigeni insieme eterogeneo di sostanze (oltre 200) tra cui lrsquoidrogeno solforato e i

mercaptani che sono percepite dallrsquoolfatto umano anche a concentrazioni molto modeste Sono

fonti di fastidio fino al disturbo intenso in relazione alla loro concentrazione alla durata e

frequenza degli eventi percepiti Lrsquoinfluenza sulla salute umana egrave principalmente legata alla

sfera emotiva

Lrsquoentitagrave delle emissioni dipende dalla specie animale dalle modalitagrave di allevamento dalle strutture

dedicate Lrsquoimpatto delle emissioni di composti inquinanti ma anche di odorigeni da parte del settore

zootecnico puograve essere diverso in relazione alle caratteristiche del territorio e dipende essenzialmente

dalle condizioni meteoclimatiche dallrsquouso del territorio dalla presenza di vegetazione ecc)

La modellistica della dispersione di composti inquinanti in atmosfera ha incontrato negli ultimi ventrsquoanni

un crescente interesse sia per le potenzialitagrave di previsione dellrsquoimpatto di nuove strutture produttive sia

per la capacitagrave di descrivere nel caso di impianti in attivitagrave le ricadute degli inquinanti sul territorio e

analizzare quindi gli eventuali effetti sulle popolazioni residenti e sullrsquoambiente (Ritter e Chitikela

2007)

Lrsquoutilizzo di modelli di dispersione ha interessato recentemente anche il settore zootecnico e numerosi

sono gli studi che hanno approfondito le caratteristiche emissive di unrsquoattivitagrave cosigrave articolata e

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 115 194

complessa Le emissioni di ammoniaca idrogeno solforato particolato sono al centro di indagini per

definire le piugrave indicate metodologie di analisi Recentemente date le peculiaritagrave del settore zootecnico

egrave stato sviluppato un modello che tratta in modo specifico le strutture dellrsquoallevamento animale (Yu Zet

al 2011ab)

Attualmente il rilascio di inquinati atmosferici da parte degli impianti zootecnici non egrave soggetto a vincoli

o limiti specifici anche se negli studi relativi allrsquoimpatto ambientale di attivitagrave zootecniche non egrave

possibile prescindere da una valutazione che consideri tutto lrsquoimpianto e il suo processo di produzione

ma soprattutto il territorio e il contesto ambientale nel quale esso si inserisce

Per quanto riguarda le emissioni e la dispersione dei composti odorigeni non vi sono norme di carattere

nazionali o riferimenti a livello europeo Vi sono perograve da alcuni anni provvedimenti di carattere regionale

che costituiscono oggi un primo riferimento per una valutazione oggettiva del disturbo olfattivo e per

lrsquoanalisi preventiva dellrsquoimpatto di attivitagrave produttive che presenti rilascio di odorigeni Le ldquoLinee Guida

per la caratterizzazione e lrsquoautorizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attivitagrave ad impatto

odorigenordquo approvate con Determinazione della Giunta Regionale della Lombardia n IX3018 (DGR

del 15 febbraio 2012) rappresentano un importante strumento di valutazione per queste problematiche

e hanno trovato una crescente applicazione nel settore zootecnico Le indicazioni in esse contenute

sono oggi seguite anche da altre regioni con unrsquoimportante tradizione zootecnica Esse sono coerenti

con la tendenza in atto giagrave da tempo in numerosi Pesi europei di utilizzare procedure specifiche per

limitare lrsquoinquinamento da odori e consentire un regolare sviluppo delle attivitagrave zootecniche senza che

esse costituiscano motivo di contrasto o tensione con i residenti vicini o con destinazione drsquouso del

territorio di natura diversa

La presente analisi e valutazione egrave stata redatta coerentemente con queste Linee Guida e riporta i

risultati dellrsquoapplicazione di un modello di dispersione atmosferica per valutare la distribuzione a livello

del suolo delle concentrazioni dei composti odorigeni emessi dalle strutture aziendali Lo stesso

modello di dispersione egrave stato impiegato per determinare le ricadute attese per PM10 ammoniaca e

idrogeno solforato

La presente analisi intende fornire un quadro di dettaglio delle emissioni degli inquinanti atmosferici e

composti odorigeni da parte dellrsquoimpianto di produzione animale dellrsquoAzienda Agricola sia per quanto

attiene le strutture e il processo di produzione di polli da carne attualmente adottato sia per lrsquoipotesi di

un piugrave intenso e razionale utilizzo dellrsquoimpianto Maggiolo (come descritto nel quadro di riferimento

progettuale la quale si rimanda) Lrsquoanalisi si egrave sviluppata con le seguenti fasi

analisi del ciclo di produzione ed individuazione dei fattori che influenzano il rilascio di inquinanti

atmosferici e composti odorigeni

stima quantitativa delle emissioni di ammoniaca metano PM10 idrogeno solforato e composti

odorigeni da parte dellrsquoAzienda

definizione del quadro emissivo generale

raccolta ed elaborazione preliminare dei dati meteorologici e di uso del suolo relativi alla zona

di interesse

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 116 194 Settembre 2015

elaborazione mediante il modello di dispersione dei composti emessi e determinazione delle

ricadute

calcolo degli indicatori sintetici ed elaborazione delle mappe drsquoimpatto

172 Breve richiamo delle caratteristiche dellrsquoAzienda e dellrsquoattivitagrave di allevamento

LrsquoAzienda Maggiolo egrave inserita in un ampio contesto agricolo dove sono perograve rappresentate numerose

attivitagrave produttive di piccole dimensioni di natura diversa e con una densitagrave abitativa non del tutto

trascurabile Si tratta di un paesaggio insediativo ampiamente diffuso in questa porzione della Pianura

Padana Lrsquoagricoltura fortemente presente egrave contraddistinta dallrsquointensa e regolare parcellizzazione

del territorio e dalla scarsa presenza di vegetazione arborea

Lrsquoazienda egrave situata a 25 km dal centro abitato di Castelfranco Veneto in direzione nord Sono presenti

a minor distanza dallrsquoAzienda diverse frazioni evidenziate nella Carta dellrsquouso del suolo noncheacute

residenze isolate23 LrsquoAzienda ha attualmente a disposizione per lrsquoallevamento 5 ampi capannoni che

costituiscono le sole strutture dedicate alla produzione

Lrsquoattivitagrave di produzione del pollo da carne consiste essenzialmente nel provvedere alle necessitagrave di

pulcini di pollo di razze selezionate nel corso del loro processo di crescita e sviluppo sino a ottenere

degli animali pronti per il consumo (broilers) le cui dimensioni variano in funzione dei tempi di

allevamento Tipicamente si distinguono tre categorie di animale adulto il pollo leggero di peso pari a

circa 18 kg il pollo medio di 27 kg e il pollo pesante che raggiunge e supera i 36 kg

I pulcini in arrivo dagli incubatoi vengono introdotti in numero di 39500 capi nei capannoni dove

avviene lrsquoallevamento e nei quali egrave stata preparata la lettiera Il ciclo che si intende esaminare per

quanto attiene lrsquoemissione di inquinanti atmosferici e composti odorigeni egrave quindi esclusivamente dato

dalla fase di ingrasso I pulcini del peso di 10 g circa sono consegnati allrsquoAzienda e allevati fino al

raggiungimento del peso programmato per il pollo da carne pesante Poicheacute lrsquoaccrescimento egrave rapido e

lrsquoesigenza di spazio per ogni capo aumenta velocemente dallrsquoinizio del ciclo di produzione si attuano

due ldquosfoltimentirdquo inviando al macello una quota degli animali che avranno quindi raggiunto il peso

commerciale corrispondente al pollo leggero prima e al ldquopollo mediordquo in seguito mentre i restanti capi

raggiungeranno la fine del ciclo e il peso commerciale del pollo pesante

Annualmente considerando che la gestione dellrsquoingrasso prevede un unico gruppo omogeneo di capi e

un periodo di vuoto sanitario di 21 giorni si hanno poco meno di 5 cicli di produzione allrsquoanno

LrsquoAzienda Agricola opera in soccida dal soccidante essa riceve i capi il mangime lrsquoassistenza

veterinaria e i farmaci eventualmente necessari e a questo poi consegna i capi allevati a fine ciclo

Nello scenario di progetto si considera qui lrsquoipotesi di poter avere allrsquoavvio del ciclo poco piugrave di 110000

pulcini e portare a fine ciclo il 60 dei capi attuando due sfoltimenti

Le strutture dellrsquoimpianto di produzione sono date esclusivamente da cinque capannoni di tipo a tunnel

posti paralleli con la dimensione maggiore in senso est-ovest I capannoni sono aperti sui lati minori

mediante porte Sui lati maggiori sono presenti per tutta la lunghezza aperture regolabili

23

Si rimanda alle Tavole di Inquadramento e dellrsquoUso del Suolo inserite in lrsquoAllegato Cartografico

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COD 15V055 PAGINA 117 194

automaticamente in base alle condizioni di temperatura esterna La superficie complessiva utile

allrsquointerno dei capannoni egrave di 5499 m2

Sulle pareti poste a ovest di ognuno dei capannoni sono installati 8 estrattori drsquoaria (6 presso il

capannone 1) azionati da motori elettrici prodotti dalla ditta Munters sono presenti due modelli con

portata di ogni singolo estrattore compresa tra circa 13000 e 30000 m3h Tutti gli estrattori sono

quindi collocati a breve distanza lrsquouno dallrsquoaltro e determinano quando in azione un richiamo di aria

dalle finestre laterali che viene poi indirizzato verso lrsquoestremitagrave di ogni capannone I motori che

regolano gli estrattori sono azionati secondo programmi prestabiliti in modo tale da poter garantire la

temperatura ottimale per la crescita degli animali Allrsquoinizio del ciclo quando le esigenze termiche sono

maggiori la ventilazione avviene ad intervalli di breve durata con il solo obiettivo di provvedere al

ricambio dellrsquoaria

Con il crescere del peso dei capi lrsquoazione degli estrattori si fa piugrave consistente (aumenta il numero di

estrattori in azione) e prolungata Allrsquoaccasamento quando questo si sviluppa nel corso della stagione

fredda i pulcini sono mantenuti alla temperatura di 30-35 degC condizione che viene realizzata con

apposite lampade a gas Con lo sviluppo dei capi la temperatura ambiente viene ridotta

progressivamente dopo i primi 3 - 4 giorni la temperatura si riduce di 1 degC ogni 2 giorni per arrivare

dopo le 3 settimane a valori di circa 18 - 20degC Quando la temperatura dellrsquoaria esterna egrave superiore a

quella interna desiderata sono azionati sistemi di nebulizzazione che consentono di abbattere parte del

calore

Lrsquoimpianto per la distribuzione dellrsquoacqua di abbeveraggio egrave composto da condutture di distribuzione

idrica interne Gli abbeveratoi sono dotati di dispositivi che consentono allrsquoanimale di comandare

lrsquoerogazione dellrsquoacqua Il controllo dellrsquoacqua egrave importante per evitare che perdite e ristagni facciano

aumentare la decomposizione della lettiera mista alle deiezioni stimolando i processi di fermentazione

con rilascio di ammoniaca e odori molesti La lettiera viene allontana al termine di ogni ciclo mediante

pala meccanica Deiezioni e lettiera vengono immediatamente allontanati dalla superficie aziendale e

inviati a processi di valorizzazione energetica

173 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo

Il territorio su cui insiste lrsquoazienda agricola ha un carattere prevalentemente agricolo pur in presenza di

un crescente tessuto di attivitagrave artigianali e commerciali24

Ai fini della simulazione della dispersione di composti aeriformi si considera la superficie a prevalente

uso agricolo

In relazione alla dimensione dellrsquoimpianto zootecnico alla omogeneitagrave del territorio e al quadro

meteorologico si egrave considerato per le successive elaborazioni modellistiche un territorio piuttosto ampio

pari a 9 km2 e definito quindi da un poligono quadrato di 3 x 3 km Il baricentro del dominio di calcolo egrave

posto al centro del poligono che circoscrive i ricoveri Il poligono che definisce il dominio di calcolo egrave

individuato dalle coordinate (UTM 32 T)

24

Si rimanda alle Tavole di Inquadramento e dellrsquoUso del Suolo inserite in lrsquoAllegato Cartografico

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PAGINA 118 194 Settembre 2015

Coordinate dei vertici del dominio di calcolo

Posizione Lon Lat

centro del dominio di calcolo 7264740 50640980

vertice SW 7249740 50625980

vertice SE 7279740 50625980

vertice NE 7279740 50655980

vertice NW 7249740 50655980

Il vertice SW definisce con la dimensione del lato il dominio di calcolo in modo univoco La mappa

sotto riportata indica graficamente il dominio di calcolo sullrsquoortofoto ed evidenzia il territorio dei diversi

comuni piugrave prossimi allrsquoimpianto zootecnico Con riferimento alle emissioni di composti odorigeni sono

stati individuati i ricettori considerati rappresentativi presso i quali saranno verificate puntualmente le

concentrazioni relative al 98deg percentile dellrsquoinsieme dei dati calcolati Sugli stessi ricettori sono stimate

anche le concentrazioni degli inquinanti considerati (ammoniaca idrogeno solforato e particolato fine)

I ricettori individuati allrsquointerno del dominio di calcolo sono dati da edifici residenziali non classificabili

come abitazioni dei conduttori di altri impianti zootecnici Allrsquointerno della superficie definita dal dominio

non ricadono strutture di uso pubblico come scuole ospedali case di riposo che possano essere

definite senzrsquoaltro ricettori sensibili Inoltre al fine di una piugrave immediata valutazione delle ricadute si

sono individuati ricettori discreti posti a distanza prefissata (500 m) dalle sorgenti di emissione

Per omogeneitagrave il programma di calcolo egrave stato impostato per definire presso questi punti non solo il

livello delle concentrazioni di odorigeni ma anche le concentrazioni di PM10 ammoniaca e idrogeno

solforato elaborate secondo gli indici prefissati

Coordinate delle abitazioni

Posizione Uso Lon Lat

Nord Residenziale isolato 72654396 m E 506448730 m N

Sud Residenziale isolato 72618700 m E 506376150 m N

Est Residenziale isolato 72682166 m E 506424135 m N

Coordinate dei ricettori discreti

Posizione Uso Lon Lat

Nord Produzartig 7264740 m E 50645980 m N

Ovest Residenziale 7259740 m E 50640980 m N

Sud Agricolo 7264740 m E 50635980 m N

Est Agricolo 7269740 m E 50640980 m N

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COD 15V055 PAGINA 119 194

Dominio di calcolo (3x3 km) con lrsquoindicazione della posizione dei ricettori considerati (in rosso i ricettori residenziali in giallo i ricettori discreti a 500m)

174 Emissione aziendali

1741 Fattori di emissione

Con fattore di emissione si indica il tasso di rilascio di uno o piugrave composti chimici riferito alle unitagrave di

tempo e spazio I fattori di emissione impiegati nellrsquoambito dello studio delle emissioni zootecniche

sono per praticitagrave riferiti al singolo capo animale

Per la presente indagine i fattori di emissione adottati per la quantificazione delle emissioni e il calcolo

della dispersione sono stati indicati da uffici provinciali veneti per il settore agricoltura e utilizzati per

analoghe valutazioni (ing Tassari com pers)

I fattori di emissione per metano e ammoniaca derivano da uno studio condotta dalla Regione

Piemonte (Cesano M 2013) Informazioni piugrave dettagliate riguardo i tassi emissivi di NH3 per il settore

avicolo sono riportati in Eurich-Menden et al (2010) Il dato per lrsquoidrogeno solforato egrave stato individuato a

seguito di una specifica indagine bibliografica

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La tabella che segue riporta per i diversi composti il valore dei fattori di emissione applicati nella

presente indagine

Fattori di emissione impiegati per la stima delle emissioni

Composto Unitagrave di misura Sorgente

Metano gcapogiorno 000164

Ammoniaca gcapogiorno 022

PM10 gcapogiorno 003

Idrogeno solforato gcapogiorno 00015

Odore UOcapos 003

1742 Quadro emissivo aziendale

Si considerano in questa applicazione i capannoni quali sorgenti puntuali in quanto le emissioni

avvengono in modo esclusivo attraverso lrsquoazione degli estrattori drsquoaria posti presso lrsquoestremitagrave

occidentale di ogni ricovero Il rilascio dei composti di interesse egrave dunque concentrato su una superficie

estremamente esigua corrispondente agli estrattori dei diversi capannoni Le coordinate (UTM 32 T)

delle sorgenti sono riportate nella riportate nella tabella che segue

Coordinate dei punti emissivi

Punto di emissione Lat Lon

Capannone 1 506412320 m N 72642919 m E

Capannone 2 506410317 m N 72641426 m E

Capannone 3 506408284 m N 72641450 m E

Capannone 4 506406430 m N 72641896 m E

Capannone 5 506404704 m N 72642540 m E

Lrsquoattivitagrave di allevamento di polli da carne prevede attualmente un accasamento di 39500 capi con un

tipico ciclo misto (produzione di polli di peso differenziato) di una durata complessiva di circa 60 giorni

con due momenti di sfoltimento Il primo fissato a 3437 giorni al raggiungimento del peso medio di 18

kg e un secondo dopo 4547 giorni dallrsquoinizio del ciclo quando i capi rimanenti raggiungono un peso di

27 kg circa I rimanenti capi raggiungeranno il peso di circa 36 kg al termine dei 60 giorni

programmati Tra due cicli di allevamento viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle

normative vigenti della durata di 21 giorni Lrsquoazienda sviluppa dunque poco meno di 5 cicli completi ogni

anno Con lrsquoinizio del vuoto sanitario viene asportata la lettiera a cui seguono le operazioni di pulizia e

disinfezione dei ricoveri e delle attrezzature

Sulla base della disponibilitagrave di superficie utile allrsquoallevamento avicolo lrsquoAzienda Agricola Maggiolo

intende ampliare la propria capacitagrave di produzione fino ad una massimo pari a 110000 capi per ciclo

Si tratta un intervento volto ad un piugrave razionale utilizzo degli spazi senza alcun ampliamento delle

strutture esistenti Lrsquoipotesi di intervento di incremento della produzione prevede un aumento del

numero di capi accasati pari a 110 000 individui di peso variabile tra 18 e 36 kgcapo ricorrendo allo

stesso schema di allevamento giagrave attuato Si tratta dunque di cicli di allevamento di tipo misto di durata

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COD 15V055 PAGINA 121 194

complessiva pari a circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento (a 3437 giorni circa

quando i capi raggiungono un peso medio di 18 kg e a 4547 giorni quando i capi rimanenti

raggiungono un peso di 27 kg circa)

0

20000

40000

60000

80000

100000

120000

1 31 61 91 121 151 181 211 241 271 301 331 361

Cap

i n

Giorni

Stato attuale

Incremento prod

Andamento del numero di capi allevati nel corso dellrsquoanno Situazione attuale e ipotesi di incremento produttivo

Le emissioni in atmosfera raggiungono le 2 t di ammoniaca nelle condizioni attuali mentre egrave atteso nel

caso di incremento della produzione un aumento fino a 5 ta di ammoniaca Lrsquoandamento delle

emissioni rispecchia quello dellrsquoammontare dei capi accasati Entrano in gioco tuttavia anche altri fattori

come la temperatura dellrsquoaria che incide sullrsquoutilizzo degli estrattori drsquoaria e quindi sui rilasci in

atmosfera

Emissioni aziendali complessive allo stato attuale e nellrsquoipotesi incremento della produzione (1)

stima sulla base di 285 gg di attivitagrave produttiva

Composto Unitagrave di misura Emissioni totali annue (1) Emissioni totali annue (

1)

Stato attuale Ipotesi di incremento

Metano tanno 0015 0039

Ammoniaca tanno 2006 5214

PM10 tanno 0274 0711

Idrogeno solforato tanno 0014 0036

Odore UOs (media) 9763 24948

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Lrsquoandamento delle emissioni rispecchia quello dellrsquoammontare dei capi accasati I grafici che seguono

riportano lrsquoandamento delle emissioni dei diversi composti considerati nel corso di un anno di attivitagrave

allo stato attuale Nel caso lrsquoAzienda addotti lrsquoincremento della produzione ipotizzato si avragrave un

aumento proporzionale delle emissioni

0

2

4

6

8

10

1 61 121 181 241 301 361

kg

Giorni

NH3 (Kg)

PM10 (Kg)

Andamento attuale delle emissioni nel corso dellrsquoanno

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COD 15V055 PAGINA 123 194

0

20

40

60

80

100

1 61 121 181 241 301 361

g

Giorni

H2S (g)

CH4 (g)

Andamento attuale delle emissioni nel corso dellrsquoanno

1743 Sorgenti fugitive

Sono sorgenti fugitive i punti di rilascio di inquinanti o composti odorigeni di natura incontrollata e

involontaria di piccole dimensioni e di carattere occasionale Lrsquoimpianto di produzione animale in

esame ha una struttura assai semplice e le caratteristiche noncheacute lrsquoetagrave dei ricoveri risultano tali da

poter garantire un buon controllo degli scambi drsquoaria con lrsquoesterno

Il rilascio di odorigeni e inquinanti puograve verificarsi in occasione della pulizia dei ricoveri Tuttavia dal

sopralluogo condotto in Azienda si egrave evidenziata unrsquoattenta movimentazione dei materiali e condizioni

ottimali di pulizia dei piazzali e delle aree adiacenti i ricoveri e i silos Ciograve fa ritenere che queste

emissioni possano essere considerate trascurabili

1744 Ventilazione

I capannoni sono dotati di estrattori dellrsquoaria interna al fine di garantire le migliori condizioni di

benessere ai capi allevati sia in termini di qualitagrave dellrsquoaria che di temperatura Con lrsquoestrazione dellrsquoaria

interna si ha un flusso forzato concentrato presso gli estrattori La ventilazione deve essere sufficiente

per evitare temperature troppo elevate e lrsquoumiditagrave eccessiva Essa deve essere in grado di allontanare

le polveri e la CO2 e garantire unrsquoadeguata ossigenazione

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PAGINA 124 194 Settembre 2015

Caratteristiche del sistema di estrazione dellrsquoaria dai capannoni

Ventilatori Ndeg superfici estrattori (m2) Portata totale ventilatori (m

3h)

4+2 76 146000

8 10150 240000

8 10150 240000

8 10150 240000

8 10150 240000

I fabbisogni di aria sono piugrave elevati in estate (3-6 m3orakg di peso vivo) quando cegrave la necessitagrave di

smaltire calore in inverno sono sufficienti 1-3 m3h per kg di peso vivo (1 m

3h per kg pv egrave la soglia

convenzionale minima da garantire anche nel periodo invernale)

Sulla base delle portate stimate nel corso del ciclo di produzione si egrave determinata la

portata di odore (OER - Odour Emission Rate) data dal prodotto tra la portata e la concentrazione

espressa in ouEs

OER [ouEs] = Cod [ouEm3] x Qsorg [m

3s]

La portata volumetrica dellrsquoaria egrave stata stimata sulla base delle temperature locali e il conseguente

utilizzo degli estrattori In via prudenziale si egrave ammesso che lrsquoestrazione dellrsquoaria sia pari

indicativamente a 10 m3hcapo nella la stagione calda 2 m

3hcapo nella stagione fredda e tra i 3 e

75 m3hcapo nei mesi intermedi

175 Quadro meteoclimatico

Il Comune di Castelfranco Veneto egrave situato nella parte occidentale del territorio della Provincia di

Treviso in un ambito di transizione tra lrsquoarea di alta pianura in destra Piave e quella di bassa pianura

delimitata dalla linea delle risorgive Il territorio provinciale presenta le tipiche caratteristiche dellrsquoarea di

transizione tra i rilievi alpini ed il mare Le caratteristiche climatiche sono suddivisibili in due ambiti

principali quello settentrionale collinare-pedemontano e quello centro-meridionale costituito dallrsquoalta e

bassa pianura Il territorio del comune di Castelfranco Veneto egrave posto a cavallo tra queste ultime unitagrave

geografiche Si considerano di seguito i dati climatici relativi al territorio di interesse e i dati rilevati a

Castelfranco Veneto nel 2013 e utilizzati nello studio di dispersione

1751 Precipitazioni

Il regime pluviometrico rientra nel tipo equinoziale con due picchi di precipitazione primaverile e

autunnale pressocheacute simili in particolare risultano piugrave piovosi i mesi di aprile e ottobre mentre quelli

meno piovosi sono i mesi invernali di dicembre gennaio e febbraio La precipitazione media si attesta

attorno ai 1000 mm allrsquoanno Lrsquoarea ricade in un territorio con caratteristiche pluviometriche

complessivamente abbastanza favorevoli con precipitazioni nel periodo critico estivo di luglio e agosto

superiori ai 90 mm La stagione maggiormente piovosa egrave quella autunnale ma nel complesso le piogge

sono distribuite con una buona omogeneitagrave

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COD 15V055 PAGINA 125 194

Precipitazioni medie mensili (medie climatiche) e loro andamento nel corso del 2013

1752 Temperatura

La temperatura media annua egrave risultata compresa tra 135 e 15degC Il mese piugrave egrave risultato luglio (media

233degC) quello piugrave freddo gennaio (media 32degC) I grafici che seguono riportano lrsquoandamento delle

temperature nel corso dellrsquoanno

Le temperature massime assolute hanno raggiunto e superato nellrsquoultimo decennio i 37degC le minime

assolute risalgono invece ad anni piugrave lontani tra cui il 1985 caratterizzato da valori fino a -14degC

Legate alle temperature invernali vi egrave il fenomeno dellrsquoinversione termica che determina in talune

condizioni il ristagno dellrsquoaria nei bassi strati dellrsquoatmosfera e scarsa possibilitagrave di dispersione delle

emissioni I giorni di nebbia legati in parte a questo fenomeno possono essere anche piuttosto

numerosi fino al 30 dei giorni nel periodo invernale

0

20

40

60

80

100

120

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

mm

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PAGINA 126 194 Settembre 2015

Andamento delle temperature nel corso dellrsquoanno 2013

1753 Umiditagrave relativa

Lrsquoumiditagrave relativa egrave in genere elevata in tutte le stagioni dellrsquoanno Soprattutto in estate essa risulta

particolarmente marcata Il grafico che segue riporta i dati rilevati negli anni piugrave recenti risulta evidente

come in tutti i mesi dellrsquoanno i valori si mantengano su valori elevati e vi sia scarsa escursione tra le

diverse stagioni

-5

0

5

10

15

20

25

30

35

40

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

deg

C

Massime Minime Medie

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COD 15V055 PAGINA 127 194

Valori di umiditagrave relativa nel corso dellrsquoanno

1754 Anemolologia

Il regime dei venti rilevato presso la stazione meteorologica di Castelnuovo Veneto egrave caratterizzato da

una prevalenza delle provenienze dal quadrante nord-orientale La velocitagrave del vento egrave sempre

piuttosto contenuta con valori compresi tra 05 e 2 ms che coprono quasi la metagrave delle ore di vento La

figura riporta la rosa dei venti su base annua Le calme di vento raggiungo quasi il 20 delle ore

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

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PAGINA 128 194 Settembre 2015

Rosa dei venti e distribuzione delle classi di velocitagrave del vento

Le ore di vento teso sono limitate a pochi isolati episodi la provenienza egrave NE Nel corso dellrsquoanno la

distribuzione delle provenienze del vento e la direzione prevalente riflette nei diversi trimestri il quadro

evidenziato su base annua Le occasioni con vento piugrave teso sono concentrate nei primi due trimestri

Nel periodo piugrave caldo la ventilazione si mantiene piugrave evidente e la percentuale di ore di calma

raggiunge il minimo In autunno al contrario aumentano le calme di vento (quasi il 30 del totale) e la

provenienza del vento egrave esclusivamente settentrionale

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COD 15V055 PAGINA 129 194

Rose dei venti riferite ai diversi trimetri dellrsquoanno Stazione di Castelfranco V anno 2013

1deg trimestre

2deg trimestre

3deg trimestre

4deg trimestre

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PAGINA 130 194 Settembre 2015

1755 Classi di stabilitagrave atmosferica

Il modello di dispersione impiegato richieda la preventiva determinazione delle classi di stabilitagrave

atmosferica di Paquill (1961) Queste sono state determinate utilizzando i dati relativi alla radiazione

solare alla velocitagrave del vento e alla copertura nuvolosa questrsquoultima desunta dalle rilevazione condotte

presso lrsquoaeroporto di Treviso (Dati Metar)

Le classi di stabilitagrave atmosferica individuate fanno riferimento allo schema riportato nelle tabelle che

seguono Lrsquoelaborazione dei dati relativi al 2013 ha evidenziato come le condizioni piugrave frequenti siano

quelle prossime alla neutralitagrave con oltre il 50 delle ore dellrsquoanno

Classi di stabilitagrave atmosferica

Ore del giorno ndash Radiazione solare

Wm2

Ore della notte - Copertura

nuvolosa

Velocitagrave del

vento gt=925 924 - 675 675 - 175 lt 175 gt 48 lt= 48

lt 2 ms A A B D E F

2-3 ms A B C D E F

3-5 ms B B C D D E

5-6 ms C C D D D D

gt 6 ms C D D D D D

Classi di stabilitagrave atmosferica per lrsquoarea di Castelfranco Veneto

Classe Descrizione Numero di oreanno

A Condizioni estremamente instabili 461 53

B Condizioni moderatamente instabili 1550 177

C Condizioni leggermente instabili 358 41

D Condizioni di neutralitagrave 2455 280

E Condizioni quasi stabili 2437 278

F Condizioni moderatamente stabili 1499 171

Totale 8760 100

171 Qualitagrave dellrsquoaria

La qualitagrave dellrsquoaria egrave monitorata da alcune stazioni di misura gestite da ARPA Veneto di cui quella piugrave

vicina allrsquoarea in esame risulta essere quella di Bassano del Grappa distante non piugrave di 15 -20 km e

classificata come fondo urbano Si tratta dunque di un sito di misura con posizione e caratteristiche che

la rendono un ragionevole riferimento circa la qualitagrave dellrsquoaria nella zona in esame

Lrsquounico inquinante di interesse rilevato con regolaritagrave egrave il PM10 I dati disponibili per il 2008 e 2009

registrano un valore di concentrazione media annua di 27-29 microgm3 contenuto rispetto ai valori del

capoluogo e in linea con i limiti normativi ma anche 40-42 superamenti della soglia di 50 microgm3

Decisamente piugrave elevati sono i dati delle centraline urbane della zona che presentano un numero di

superamenti che ha toccato la soglia 50 microgm3 in oltre il doppio degli eventi

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COD 15V055 PAGINA 131 194

Dal quadro che ARPAV fornisce con i suoi periodici rapporti e dai dati qui riportati si puograve affermare

che lrsquoinquinamento da PM10 rappresenti nella provincia una problematica rilevante ma che sembra

interessare soprattutto le aree piugrave urbanizzate mentre i dati della stazione di Bassano si collocano sui

valori piugrave contenuti

Per quanto riguarda le concentrazioni di NH3 non si dispone di dati di confronto ma si segnala che in

talune zone caratterizzate da particolari attivitagrave produttive ARPAV provvede ad attivitagrave di

monitoraggio La zona in esame tuttavia non ricade tra quelle ritenute piugrave esposte ad elevate

emissioni di NH3

172 Modello di dispersione

1721 Scelta della tipologia di modello e del codice software

Per la valutazione previsionale della diffusione delle emissioni in atmosfera si egrave adottato il software

Windimula v20 elaborato da ENEA Il software richiede lrsquoinserimento di dati di base per effettuare le

simulazioni quali lrsquoestensione del dominio territoriale di analisi la scansione temporale dei dati meteo e

le emissioni unitarie Per la stima delle concentrazioni in atmosfera e delle ricadute al suolo egrave stata

eseguita una modellizzazione utilizzando il modello WinDimula Questo modello egrave inserito nellrsquoelenco

da APAT (Agenzia Italiana per la protezione dellrsquoambiente e per i servizi tecnici) dei software per la

valutazione e gestione della qualitagrave dellrsquoaria (httpwwwsmrarpaemritctn )

1722 Estensione del dominio territoriale di analisi

Lrsquoelaborazione della simulazione effettuata con il software Windimula egrave stata eseguita con

lrsquoimpostazione del dominio orografico attraverso un reticolo di 101 101 punti con un passo di 30 m

per uno sviluppo di 3 km 3 km dal centro della sorgente Nel modello si egrave considerata tra le altre

variabili di input anche lrsquoinfluenza dellrsquoorografia del territorio

1723 Scansione temporale

In questo caso si egrave adottato il modulo di simulazione del programma Windimula chiamato ldquoshort termrdquo

che permette di calcolare la distribuzione spaziale sul territorio delle concentrazioni al suolo degli

inquinanti considerati riferiti sul breve periodo Lrsquoinput meteo egrave rappresentato in questo caso da un

valore istantaneo di intensitagrave e direzione del vento Le caratteristiche del modulo sono stazionarietagrave nel

tempo delle condizioni meteo e continuitagrave dellrsquoemissione in esame Pertanto lrsquoutilizzo di questo modello

nei casi piugrave impattanti (ad es assenza vento continuitagrave dellrsquoemissione alla massima portata ipotizzata

nelle diverse situazioni di operativitagrave) egrave decisamente piugrave cautelativo rispetto al ldquomodello climatologicordquo

del software che prevede lrsquoutilizzo di cosiddette ldquojoint frequency functionsrdquo che riportano tramite

frequenze di accadimento lrsquoaggregazione di dati di velocitagrave e direzione del vento per ogni classe

stabilitagrave In pratica mentre il modulo climatologico egrave impostato sulla conoscenza di dati climatologici

variabili nellrsquoarco giornata (cioegrave considera ad esempio la durata della calma di vento la direzione

intensitagrave e durata del vento ecc) il modulo ldquoshort termrdquo riporta una sola situazione meteo per lrsquointera

giornata Si capisce come ad esempio la simulazione eseguita con calma di vento stimata per lrsquointera

giornata (modulo short term) sia diversa dalla simulazione piugrave reale ma meno cautelativa dove la

calma di vento si protrae per quella stessa giornata per meno ore e vi siano altre situazioni meteo che

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PAGINA 132 194 Settembre 2015

favoriscono un ricambio di aria (modulo climatologico) Il modulo ldquoshort termrdquo egrave consigliato oltre che per

lrsquoimpostazione piugrave cautelativa della valutazione previsionale anche per una migliore verifica dei limiti di

legge su questrsquoultimo punto il ldquomodulo climatologicordquo consente solo considerazioni qualitative e non

quantitative Il modulo di simulazione adottato egrave stato valutato da numerosi studi sullrsquoargomento (ANPA

ndash Centro tematico Nazionale Atmosfera Clima ed Emissioni ldquoAggiornamento e ampliamento della

norma UNI ldquovalutazione delle dispersioni in atmosfera di effluenti aeriformi ndash Guida ai criteri di selezione

dei modelli matematicirdquo ACE ndashTL GU ndash 00-022001 ANPA ndash Centro Tematico Nazionale Atmosfera

Clima ed Emissioni ldquoLinee guida per la selezione e applicazione dei modelli di dispersione atmosferica

per la valutazione della qualitagrave dellrsquoariardquo RT-CTN_ACE 42001)

Il modello DIMULA su cui Windimula egrave stato realizzato egrave inserito nei rapporti ISTISAN 9032 (Modelli

per la progettazione e valutazione di una rete di rilevamento per il controllo della qualitagrave dellaria) e

ISTISAN 9336 (Modelli ad integrazione delle reti per la gestione della qualitagrave dellaria) in quanto

corrispondente ai requisiti qualitativi per la valutazione delle dispersioni di inquinanti in atmosfera in

regioni limitate (caratterizzate da scale spaziali dellordine di alcune decine di km) ed in condizioni

atmosferiche sufficientemente omogenee e stazionarie

1724 Descrizione del modello

I modelli gaussiani sono i modelli matematici di trasporto e diffusione dellinquinamento atmosferico piugrave

comuni Sono basati su equazioni che descrivono il campo tridimensionale delle concentrazioni

generato da una sorgente puntiforme sotto condizioni meteorologiche e di emissione invarianti rispetto

al tempo Questo tipo di modelli considerano che le condizioni meteorologiche possano essere ritenute

omogenee e stazionarie nellarea modellata e non possono lavorare in condizioni di calma La

semplicitagrave dellapprossimazione gaussiana la sua facilitagrave drsquouso con parametri meteorologici anchessi

facili da misurare e soprattutto ladozione di questo approccio come strumento decisionale e di controllo

da parte della agenzia ambientale americana (EPA) hanno rimosso alcune delle limitazioni originali

della teoria permettendo il trattamento di situazioni complesse del mondo reale

Si riportano di seguito le principali funzioni su cui si basa il modello

La forma della soluzione del modello egrave controllata da una serie di parametri che riguardano sia

laltezza effettiva del rilascio per sorgenti calde calcolata come somma dellaltezza del camino piugrave il

sovralzo termico dei fumi che la dispersione laterale e verticale del pennacchio calcolata utilizzando

formulazioni che variano al variare della stabilitagrave atmosferica descritta utilizzando le sei classi di

stabilitagrave introdotte da Pasquill-Turner

Lrsquoequazione di base impiegata per la stima della concentrazione di un inquinante in un determinato

recettore (x y z) in un modello Gaussiano egrave la seguente

dove C (xyz) egrave la concentrazione di inquinante nellrsquoambiente (μgm3) in un determinato punto nello

spazio (recettore) le cui coordinate sono (x y z) u egrave la velocitagrave del vento (ms) σy e σz (m) sono le

deviazioni standard (o coefficienti di dispersione) in senso orizzontale e verticale Q egrave il tasso di

emissione di inquinante espresso in μg m3 s e H lrsquoaltezza a cui avviene il rilascio (m)

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COD 15V055 PAGINA 133 194

Ne consegue pertanto che nellrsquoapplicazione dei modelli gaussiani le condizioni di calma di vento

quando cioegrave la velocitagrave del vento tende a zero devono essere trattate opportunamente a causa della

proporzionalitagrave inversa esistente fra C(xyz) e u Ciograve risulta particolarmente importante in tutta la

Pianura Padana che egrave caratterizzata da unrsquoelevata frequenza di situazioni di calma di vento che

possono rendere critico lrsquoimpiego di un modello Gaussiano La particolaritagrave del modello WinDimula

tuttavia egrave quella di poter eseguire simulazioni anche per situazioni di assenza di vento grazie

allrsquoadozione del modello ridotto di CirillondashPoli (Cirillo and Poli 1992) le cui principali equazioni sono

dove α β e γ sono coefficienti che definiscono la turbolenza atmosferica e sono assegnati dal modello

in base alla classe di stabilitagrave inserita

Per maggiori dettagli riguardo alle equazioni implementate dal modello WinDimula si rimanda alla guida

del modello stesso e alla relativa letteratura scientifica (MAIND ndash Modellistica Ambientale wwwmaindit

Cirillo et al 1989 Cagnetti et al 1982 )

Il modello richiede come input

la definizione di un reticolo di calcolo

la definizione di ricettori discreti

i dati meteo - climatici a passo orario se si decide di effettuare una simulazione short-term con

una sequenza di dati orari

la definizione delle sorgenti emissive e principali caratteristiche

Il modello restituisce la concentrazione media calcolata per ogni punto della griglia indicato e per gli

eventuali ricettori discreti inseriti Si possono quindi eseguire delle elaborazioni sui risultati utilizzando

unrsquoapposita applicazione di WinDimula definita post-processore il quale tra le altre funzioni permette

di calcolare i valori dei percentili per ogni punto e controllare i limite di leggi imposti sullrsquoinquinante

considerato

Si egrave scelto di effettuare simulazioni a breve periodo (short term) di lunghezza massima di unrsquoora

utilizzando piugrave situazioni meteorologiche in sequenza in modo che venga simulato un periodo di tempo

piugrave ampio in particolare un anno

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PAGINA 134 194 Settembre 2015

1725 Dati di input del modello

Il file meteo in ingresso al modello WinDimula richiede le seguenti informazioni

dimensioni del dominio di calcolo (m)

passo del grigliato (m)

ora giorno mese e anno dellrsquoacquisizione del dato

temperatura dellrsquoaria (degK)

velocitagrave del vento (ms)

direzione di provenienza del vento (deg)

precipitazione (mm)

classe di stabilitagrave atmosferica

altezza drsquoinversione termica (m)

deviazione standard della direzione del vento

velocitagrave di attrito (ms)

lunghezza di Monin-Obukhov (m)

Il modello Windimula richiede quali dati di input i dati emissivi (concentrazione degli inquinanti emessi e

flusso nel tempo) e le condizioni iniziali ed al contorno se rilevanti Altri dati necessari riguardano

lrsquoorografia (lrsquouso del suolo interviene sulla facilitagrave con cui si muovono le masse drsquoaria) Il passo del

grigliato egrave stato posto a 50 m dando origine ad una matrice di 3600 punti di griglia

1726 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie

Per quanto attiene i composti PM10 NH3 e H2S egrave stato impostato il calcolo del valore della

concentrazione media annua

Per la componente odorigena come previsto dalle Linee Guida della Regione Lombardia egrave stato

determinato per ogni punto griglia il 98deg percentile dei valori di concentrazione oraria elaborati dal

modello Il 98deg percentile di una serie di dati rappresenta quel valore che non viene superato dal 98

dei valori della distribuzione Pertanto definire questo percentile significa individuare il valore che viene

superato per il 2 del periodo di simulazione (175 giorni lrsquoanno o 29 minuti al giorno)

Successivamente sono stati interpolati i dati calcolati e ne egrave stata predisposta una rappresentazione

grafica

Per lrsquoammoniaca non essendoci valori di riferimento si verifica invece con le rappresentazioni grafiche

e la determinazione delle concentrazioni presso i ricettori se i dati forniti dal modello superano la soglia

di 265 microgm3 valore segnalato come limite inferiore per la percezione del gas

Come giagrave sottolineato in precedenza il metano non egrave stato oggetto dello studio della dispersione in

quanto composto come altri gas serra che non interagisce direttamente con lrsquoambiente (salvo

chiaramente modificare con il suo accumulo il bilancio termico terrestre) e non ha effetti sulla salute

umana Non vi sono infine valori di riferimento o limiti per la sua concentrazione nellrsquoaria ambiente per

cui lrsquointeresse egrave esclusivamente focalizzato sui valori di emissione complessivi

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 135 194

173 Normativa di riferimento

Il tema delle emissioni di inquinanti atmosferici da parte delle attivitagrave agricole e della zootecnia in

particolare ha assunto rilevanza solo nellrsquoultimi dieci ndash ventrsquoanni quando sulla base di numerose

indagini di carattere sperimentale da cui egrave emerso come i rilasci di composti potenzialmente dannosi

per la salute umana e lrsquoambiente da parte di questi settori produttivi non fossero trascurabili come per

lungo tempo si egrave ritenuto (Ritter e Chitikela 2007)

Lrsquoattivitagrave agricola e nello specifico la zootecnia per lungo tempo sono rimaste escluse da valutazioni

accurate circa le loro emissioni e dallrsquoimposizione di vincoli o limitazioni Va tuttavia osservato che

lrsquoindustrializzazione di molte tecniche colturali e lrsquointensificazione dei processi di allevamento animale

pur conseguendo indubbi traguardi produttivi porta con seacute diverse problematiche di carattere

ambientale tra cui la concentrazione

Per quanto riguarda i rilasci in atmosfera il settore zootecnico non egrave soggetto a specifiche norma che

ne limitino le emissioni Sussistono perograve limiti alle concentrazioni di inquinanti nellrsquoaria ambiente

composti dannosi per la salute umana e per i quali gli enti regolatori devono per il loro rispetto

considerare le diverse fonti presenti sul territorio

Per i composti ad effetto serra (metano e protossido di azoto) e lrsquoammoniaca come giagrave accennato vi

sono impegni di contenimento di carattere generale al rispetto del quale tutti i settori sono chiamati a

concorrere Il Protocollo di Kyoto e i successivi accordi a carattere europeo hanno posto precisi obiettivi

per i primi mentre la riduzione delle emissioni di ammoniaca deriva dalla Convenzione UN-ECE

(Convenzione LRTAP) sul trasporto transfrontaliero degli inquinanti atmosferici

1731 Particolato

Per quanto riguarda il contributo della zootecnia alle concentrazioni di inquinanti normati assume un

certo significato il particolato fine (PM10) per il quale lrsquoapporto di questo settore al quadro emissivo

complessivo Per quanto riguarda questo inquinante la normativa di riferimento egrave il DLgs n 155 del

13082010 in attuazione della Direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria ambiente e per unrsquoaria

piugrave pulita in Europa La norma prevede

un limite alla concentrazione media annua di 40 microgm3

un limite quale concentrazione media giornaliera di 50 microgm3 che non deve essere superato

piugrave di 35 volte lrsquoanno

1732 Ammoniaca

Per quanto riguarda lrsquoammoniaca non esiste un limite per lrsquoaria ambiente definito dalle norme vigenti

anche se il tema egrave dibattuto da tempo (Alberta Environment 2004) Recentemente la Regione

Toscana (2010) nellrsquoambito di una ricognizione dei valori di riferimento per composti non normati

emessi in atmosfera ha segnalato il valore di 70 μgm3 di ammoniaca quale soglia utile per orientare

valutazioni nellrsquoambito di studi di impatto ambientale e derivante dai ldquoLivelli guida significativi per la

saluterdquo elaborati dalla Agenzia governativa USA ATSDR (httpwwwatsdrcdcgov) Negli Stati Uniti egrave

stata suggerita lrsquoadozione di limiti compresi tra 100 e 208 microgm3 Alcuni Stati USA (es Michigan) hanno

adottato il valore di riferimento dellrsquoEPA di 100 microgm3 quale media giornaliera A fini cautelativi si

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PAGINA 136 194 Settembre 2015

considera in questo rapporto come primo valore di riferimento la soglia inferiore di percezione

dellrsquoammoniaca pari a 266 microgm3 (SEPA 2010)

Per quanto riguarda gli effetti ambientali diretti lrsquoUNECE (Commissione economica per lrsquoEuropa

dellrsquoONU) ha individuato giagrave nel 1999 i seguenti valori di riferimento 3300 microgm3 (media oraria) 270

microgm3 (media giornaliera) 23 microgm

3 (media mensile) and 8 microgm

3 (media annuale) quali livelli critici ai

fini della protezione della vegetazione Piugrave recentemente il valore soglia menzionato per la media

annuale ai fini della protezione degli ecosistemi egrave stato confermato (UNECE 2004)

1733 Idrogeno solforato

Le emissioni di idrogeno solforato (H2S) nellrsquoambito della zootecnia sono legate ai processi di

decomposizione di materiale organico in particolare componenti proteici (aminoacidi) contenenti zolfo

in condizioni di anaerobiosi e alla riduzione del solfato da parte di gruppi batterici specializzati (Arogo

et al 2000) I valori di H2S tipicamente riscontrabili nellrsquoatmosfera sono inferiori a 1 ppb (15 microgm3)

Metagrave della popolazione egrave capace di avvertire lrsquoH2S giagrave a concentrazioni di 8 ppb (12 microgm3) ed il 90

riconosce il suo tipico odore a 50 ppb (150 microgm3) (Cauzillo et al 2010)

La presenza dellrsquoH2S nellrsquoazienda agricola egrave in genere legata allo stoccaggio dei reflui noncheacute alle

strutture di ricovero degli animali soprattutto nellrsquoallevamento suino e in condizioni di scarsa

ventilazione Qui lrsquoH2S puograve raggiungere valori di circa 5 ppm (75 mgm3) la soglia massima accettabile

per la protezione della salute negli ambienti di lavoro indicata dallrsquoagenzia USA OSHA (Occupational

Safety and Health Administration) egrave fissata a 10 ppm (15 mgm3) Per quanto riguarda lrsquoaria ambiente

lrsquoOrganizzazione mondiale della sanitagrave propone tre soglie di riferimento (WHO Guidelines ed 2000)

150 μgm3 quale media su 24 ore

100 μgm3 per periodi di durata compresa tra 1 e 14 gg

20 μgm3 per periodi di durata fino a 90 giorni

La normativa nazionale fissa con il DPR 322 del 1541971 (abrogato) due limiti per le immissioni di H2S

allrsquoesterno dei perimetri industriali 100 microgm3 per intervalli di 30 minuti e 40 microgm

3 per un tempo di

mediazione di 24 ore

In ambito zootecnico la presenza di H2S egrave in genere ben correlata con la problematica dellrsquoodore

prodotto dalrsquoallevamento animale Guo et al (2000) hanno osservato che esiste una correlazione

positiva significativa tra questo gas e la percezione di odori (r = 075) e che pertanto la concentrazione

di H2S puograve essere utilizzata come indicatore dei livelli di odore per allevamenti di diverse tipologie

animali Le emissioni di H2S presso gli impianti di produzione animale sono strettamente correlate con

la specie animale (Ni et al 2002) il numero di capi e la gestione dei reflui Si stima che a paritagrave di peso

vivo ed altre condizioni le emissioni di H2S siano massime nellrsquoallevamento suino in particolare per le

fasi di riproduzione seguono lrsquoallevamento bovino e quindi quello avicolo (Atia et al 2010)

1734 Composti odorigeni

Una particolare attenzione sta incontrando ormai da diversi anni la problematica legata allrsquoemissione di

composti odorigeni da parte delle attivitagrave zootecniche La crescente densitagrave degli impianti e la

insufficiente pianificazione del territorio hanno determinato una commistione fra usi del suolo non

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 137 194

sempre compatibili e le distanze che separano aree residenziali e aziende zootecniche sono risultate in

numerosi casi inadeguate

Al centro dellrsquoattenzione vi sono oltre 200 diverse molecole (Schiffman 1998) che per loro natura sono

in grado di suscitare sensazioni sgradevoli allrsquoolfatto umano Per queste non esiste una specifica

normativa a carattere nazionale e la lacuna egrave stata parzialmente colmata da provvedimenti regionali

Diverse Regioni hanno legiferato in tema di disturbi olfattivi in particolar modo rispetto al trattamento

dei rifiuti urbani e il compostaggio Norme in materia sono state emanate giagrave da tempo da parte della

Regione Lombardia (DGR n 12764 del 16042003) dalla Basilicata (DGR n 709 del 22042002)

dalla Regione Sicilia (DGR n 27 parte I del 14062002 dellrsquoAbruzzo (DGR n 400 del 26052004) e

infine dalla Regione Veneto (DGR n 568 del 25022005)

Norme specifiche sul disturbo olfattivo e mirate a trattare ogni tipologia di fonte sono state emanate

dalla Regione Lombardia (2010) con le Linee Guida approvate dopo un periodo di valutazione di oltre

un anno con Deliberazione della Giunta Regionale del 15 febbraio 2012 (DGR 15 febbraio 2012 ndash n

IX3018)

Le Linee Guida della Regione Lombardia forniscono prima di tutto indicazioni circa un percorso di

valutazione delle emissioni e di determinazione del potenziale disturbo mediante lrsquoapplicazione di

metodologie di misura quantitativa Esse prevedono inoltre lrsquoimpiego di strumenti di dispersione

modellistica per valutazioni di carattere previsionale Le Linee Guida non forniscono nella realtagrave limiti

vincolati ma prescrivono che lo studio di impatto odorigeno richiesto per attivitagrave da cui egrave ragionevole

attendersi un impatto in tal senso sviluppi mappe di impatto ldquodove devono essere riportati i valori di

concentrazione orarie di picco di odore al 98deg percentile su base annuale cosigrave come risultanti dalla

simulazione a 1 3 e 5 uoEm3 ldquoal fine di poter consentire alle autoritagrave regolatorie di disporre delle

informazioni necessarie per valutare la compatibilitagrave ambientale dellrsquoimpianto o dellrsquoattivitagrave in esame in

relazione al contesto in cui si realizzanordquo

Altre Regioni hanno in modi diversi ripreso e adottato questa esperienza La Regione Emilia ndash

Romagna persegue il contenimento del rilascio di ammoniaca e quindi di uno dei principali odorigeni

dagli impianti a biogas e dal trattamento del digestato (Regolamento regionale 28 ottobre 2011 n1)

Va osservato che in numerosi altri Paesi sono previsti strumenti normativi analoghi ma mancano

indicazioni di livello europeo Cosigrave ad esempio in Gran Bretagna le Linee Guida ldquoIPPC - Horizontal

Guidance for Odour Part 1 ndash Regulation and Permittingrdquo (2002) che individuano quali limiti di

concentrazione di odore al 98deg percentile le soglie di 15 uoEm3 30 ouEm

3 60 ouEm

3 nel caso

rispettivamente di tipologie industriali ad ldquoelevatordquo ldquomediordquo o ldquobassordquo potenziale di molestia In Francia

la norma destinata alla protezione dalle emissioni di impianti di compostaggio prevede che entro un

raggio di 3000 m dai confini dellrsquoimpianto stesso non si debba superare il limite di 5 ouEm3

per piugrave di

175 ore allrsquoanno corrispondenti ad una frequenza del 2 (98deg percentile) (JORF du 22 Avril 2008) Un

quadro delle modalitagrave di valutazione delle emissioni odorigene dal settore zootecnico in diversi Paesi

europei egrave riportato in EPA ndash Ireland (2001)

Lrsquoapplicazione delle Linee Guida della Regione Lombardia assume al fine di condurre stime di

carattere previsionale il composto odorigeno come una miscela teorica di sostanze diverse Questa

viene trattata come un ldquoinquinanterdquo e ne viene stimato il rilascio e simulata la dispersione Lrsquoodore egrave

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PAGINA 138 194 Settembre 2015

espresso in termini di concentrazione definita in conformitagrave alla UNI EN 137252004 ed egrave assimilabile

nellambito delle simulazioni di dispersione ad ununica pseudo-specie che si disperde nellatmosfera in

forma gassosa (quindi non particellare)

174 Risultati delle simulazioni

1741 Composti odorigeni

I risultati delle elaborazioni condotte con il modello Windimula sono riportati per i ricettori considerati

nella tabella che segue Questa evidenzia valori di concentrazione di odorigeni stimati presso le

abitazioni individuate noncheacute presso i ricettori discreti individuati a distanza di 500 m dalle strutture

zootecniche

I valori riportati sono tutti inferiori alla soglia di 1 ouEm3 e consentono di affermare che presso le

residenze individuate in prossimitagrave dellrsquoAzienda e piugrave in generale oltre i 500 m di distanza le

concentrazioni di composti odorigeni non andranno a creare condizioni di disturbo Le concentrazioni

piugrave elevate di odore si riscontrano presso gli estrattori e comunque si mantengono ovunque allrsquointerno

del perimetro aziendale su livelli contenuti (5 ouEm3)

Secondo le Linee Guida della Regione Lombardia il valore di 1 ouEm3 per il 98 percentile delle ore

dellrsquoanno indica che per un numero limitato di ore appunto meno del 2 vi potragrave essere percezione

delle emissioni ma ciograve saragrave avvertito solo dalla porzione piugrave sensibile della popolazione I valori

risultano sempre inferiori a questa soglia anche nel caso lrsquoAzienda si orienti verso un incremento della

produzione utilizzando al meglio gli spazi disponibili

La distribuzione attesa delle concentrazioni (98deg percentile delle concentrazioni medie orarie) di odore

in prossimitagrave dellrsquoAzienda egrave riportata graficamente Dalla mappa si rileva chiaramente la modesta entitagrave

delle concentrazioni che si possono raggiungere anche nei periodi meno favorevoli alla dispersione

Allontanandosi dallrsquoAzienda i giagrave modesti valori si riducono rapidamente e risultano del tutto trascurabili

a poche centinaia di metri di distanza Lrsquoelaborazione relativa allrsquoipotesi di incremento della produzione

non modifica il quadro complessivo descritto La rappresentazione grafica delle ricadute non mostra

particolaritagrave di rilievo La isolinea indicante la concentrazione di 3 ouEm3 sempre riferita al 98deg

percentile delle stime orarie corre in prossimitagrave del confine dellrsquoAzienda La isolinea indicante la

concentrazione di 1 ouEm3 non raggiunge le abitazioni e si sviluppa in direzione sud-ovest

coerentemente con i venti dominanti

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COD 15V055 PAGINA 139 194

Valori di concentrazione previsti dal modello di dispersione presso le abitazioni

Distanza dalle

sorgenti (m)

98deg percentile (ouEm3)

Stato attuale

98deg percentile

(ouEm3)

Incremento

produzione

1 residenza Nord 400 lt 05 lt 05

2 residenza Est 426 lt 05 lt 05

3 residenza Sud 387 lt 05 055

Valori di concentrazione previsti dal modello di dispersione per i ricettori discreti

Ricettori discreti Distanza dalle

sorgenti (m)

98deg percentile (ouEm3)

Stato attuale

98deg percentile

(ouEm3)

Incremento

produzione

N 500 0175 0208

W 500 0641 0504

S 500 0289 0444

E 500 0158 0302

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PAGINA 140 194 Settembre 2015

Concentrazione di composti odorigeni (98degpercentile) (in ouEm

3) con emissioni attuali Sono

riportate rispettivamente in verde e giallo e rosso le isolinee 1 e 3 ouEm3

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COD 15V055 PAGINA 141 194

Concentrazione media oraria di composti odorigeni (98degpercentile) (in ouEm3) nellrsquoipotesi di

incremento produttivo Sono riportate rispettivamente in verde giallo e rosso le isolinee 13 e 5

ouEm3

1742 Ammoniaca

Il modello di dispersione fornisce il quadro delle concentrazioni attese di NH3 sulla base delle emissioni

prodotte nel corso dellrsquoattivitagrave produttiva La Tabella 13 fornisce il quadro delle ricadute di questo

composto in prossimitagrave delle strutture di produzione Sono riportati i valori di concentrazione media

annua presso le abitazioni e i recettori discreti

Il valore di concentrazioni media annua stimato presso le sorgenti di emissione corrispondenti alla

bocca degli estrattore egrave 7 microgm3 il valore massimo giornaliero presso lrsquoimpianto egrave stimato in 14 allo

stato attuale A breve distanza ancora allrsquointerno del perimetro aziendale le concentrazioni calano

rapidamente e raggiungono presso le abitazioni individuate per la valutazione degli odorigeni livelli

inferiori a 1 microgm3 notevolmente inferiori alla soglia di percezione del composto

Nel caso lrsquoAzienda si orienti in direzione di un incremento produttivo come descritto in precedenza egrave

atteso un aumento delle emissioni di ammoniaca presso lrsquoimpianto il valore di concentrazione media

annua attesa saragrave di 95 microgm3 mentre il valore massimo giornaliero potragrave raggiungere i 185 microgm

3

Valori di concentrazione di ammoniaca determinati dal modello di dispersione presso le abitazioni

Distanza dalle sorgenti Concentrazione

media annua

stato attuale

Concentrazione

media annua

incremento produttivo

(m) microgm3 microgm

3

1 residenza Nord 400 lt 05 lt 05

2 residenza Est 426 lt 05 lt 05

3 residenza Sud 387 lt 05 lt 05

Valori di concentrazione di ammoniaca determinati dal modello di dispersione presso i ricettori

discreti

Distanza dalle sorgenti Concentrazione

media annua

Stato attuale

Concentrazione

media annua

Incremento produttivo

(m) microgm3 microgm

3

Estrattori 0 5051 6920

N 500 0102 0156

W 500 0284 0392

S 500 0244 0329

E 500 0130 0174

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PAGINA 142 194 Settembre 2015

Concentrazione media annua di NH3 (in microgm

3) ndash Situazione attuale

Concentrazione media annua di NH3 (in microgm3) ndash Ipotesi di incremento produttivo

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COD 15V055 PAGINA 143 194

1743 Particolato fine

I valori attesi di PM dati dallrsquoelaborazione modellistica sono assai contenuti presso lrsquoarea dellrsquoimpianto

la concentrazione media annua data dalle sole emissioni dellrsquoimpianto si attesta sul valore di 26 microgm3

Allontanandosi di poche centinaia di metri le concentrazioni attese calano drasticamente e raggiungono

valori poco significativi Sia nelle condizioni attuali che con lrsquoincremento di produzione previsto le

concentrazioni presso i ricettori individuati si attestano su valori inferiori o pari a 1 microgm3

Valori di concentrazione di PM10 determinati dal modello di dispersione presso le abitazioni

Distanza dalle

sorgenti

Concentrazione

media annua

stato attuale

Concentrazione

media annua

incremento produttivo

(m) microgm3

microgm3

1 residenza Nord 400 1049 143

2 residenza Est 426 lt 05 0505

3 residenza Sud 387 lt 05 lt05

Valori di concentrazione di PM10 determinati dal modello di dispersione per i ricettori discreti

Distanza dalle

sorgenti

Concentrazione

media annua

Stato attuale

Concentrazione

media annua

Incremento produttivo

(m) microgm3

microgm3

Estrattori 0 2604 354

N 500 0657 0745

W 500 1199 1630

S 500 0950 1290

E 500 0748 1018

Le mappe che seguono riportano la distribuzione delle ricadute delle emissioni di PM10 Si osserva

come la superficie interessata dalle ricadute sia estremamente contenuta e non interessi le abitazioni

piugrave prossime allrsquoAzienda

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PAGINA 144 194 Settembre 2015

Concentrazione media annua di PM10 (in microgm

3) ndash Situazione attuale

Concentrazione media annua di PM10 (in microgm

3) ndash Ipotesi di incremento produttivo

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COD 15V055 PAGINA 145 194

1744 Idrogeno solforato

I valori attesi di idrogeno solforato dati dallrsquoelaborazione modellistica sono come per gli altri composti

molto modesti Presso lrsquoarea dellrsquoimpianto la concentrazione media annua data dalle sole emissioni

dellrsquoimpianto si attesta sul valore di 114 microgm3

Allontanandosi di poche centinaia di metri le

concentrazioni attese calano ulteriormente e raggiungono valori del tutto trascurabili Sia nelle

condizioni attuali che con lrsquoincremento di produzione previsto le concentrazioni presso i ricettori

individuati si attestano su valori inferiori o pari a 1 microgm3 quindi ben al disotto della soglia di percezione

del composto

Valori di concentrazione di idrogeno solforato determinati dal modello di dispersione presso le

abitazioni

Distanza dalle

sorgenti

Concentrazione

media annua

stato attuale

Concentrazione

media annua

incremento produttivo

(m) microgm3 microgm

3

1 residenza Nord 400 0012 0058

2 residenza Est 426 0015 0020

3 residenza Sud 387 0011 0044

Valori di concentrazione di idrogeno solforato determinati dal modello di dispersione per i ricettori

discreti

Distanza dalle

sorgenti

Concentrazione

media annua

Stato attuale

Concentrazione

media annua

Incremento produttivo

(m) microgm3 microgm

3

Estrattori 0 1140 1560

N 500 0024 0033

W 500 0022 003

S 500 0046 0605

E 500 0854 0063

Le mappe che seguono riportano la distribuzione delle ricadute delle emissioni di H2S Si osserva come

la superficie interessata dalle ricadute sia estremamente contenuta e non interessi le abitazioni piugrave

prossime allrsquoAzienda

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PAGINA 146 194 Settembre 2015

Concentrazione media annua di H2S (in microgm3) ndash Situazione attuale

Concentrazione media annua di H2S (in microgm3) ndash Ipotesi di incremento produttivo

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COD 15V055 PAGINA 147 194

175 10 Considerazioni conclusive

Sono state analizzate le emissioni di alcuni inquinanti normati gas ad effetto serra e composti odorigeni

emessi dalle strutture produttive dellrsquoAzienda Agricola Maggiolo Lrsquoesame egrave stato condotto rispetto

allrsquoattuale livello di produzione dellrsquoallevamento avicolo e considerando unrsquoipotesi di aumento dei capi

accasati

Lrsquoaumento dei capi allevati nel corso dei cicli di produzione annui determina un aumento del rilascio di

in atmosfera da parte delle strutture dellrsquoallevamento proporzionale al numero di capi LrsquoAzienda si

trova in una zona idonea allrsquoallevamento per la relativamente scarsa densitagrave abitativa e la presenza di

una fascia di colture agricole che la separa dalle abitazioni piugrave prossime

Per verificare quale possano essere le concentrazioni di odorigeni PM10 H2S e NH3 nellrsquoarea

circostante lrsquoAzienda egrave stata condotta una indagine modellistica mediante il software Windimula

Questa ha evidenziato presso le abiazioni e ricettori discreti posizionati a 500 m valori molto contenuti

di tutti i composti considerati

La valutazione del potenziale disturbo legato a composti odorigeni egrave stata condotta secondo quanto

previsto dalle Linee Guida in materia predisposte dalla Regione Lombardia Le tre abitazioni poste ad

alcune centinaia di metri dallrsquoimpianto zootecnico non risultano interessati da disturbi olfattivi Anche i

valori di concentrazione attesi per NH3 e H2S non si ritiene possano avere impatto olfattivo

In conclusione si puograve ritenere che la presenza dellrsquoattivitagrave di produzione avicola condotta dallrsquoAzienda

Maggiolo non determini attualmente condizioni di disturbo olfattivo o apporti rilevanti di inquinati da

modificare il quadro locale della qualitagrave dellrsquoaria Con riferimento allrsquoincremento di capi da accasare di

cui egrave richiesta lrsquoautorizzazione si ritiene che ciograve pur determinando un modesto incremento delle

emissioni non comporteragrave alterazioni della qualitagrave dellrsquoaria e lrsquoemissione di odorigeni pur

occasionalmente percepita non causeragrave disturbi di natura olfattivo presso le abitazioni piugrave prossime

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PAGINA 148 194 Settembre 2015

18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALLrsquoATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO

181 Assi viari interessati dal traffico indotto

I flussi di traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento dellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave legato al trasporto

dei capi da e per lrsquoallevamento allrsquoapprovvigionamento di materie prime (in particolare mangime) ed al

trasporto dalla pollina a fine ciclo

I pulcini arrivano da San Pietro in Gugrave Dallo stesso comune arriva il mangime dai mangimifici del

gruppo Veronesi I capi sono portati ai macelli di Vazzola e San Martino Buonalbergo La pollina

viene tutta consegnata ad una fungaia Agrifung localizzata a Trevignano

La tabella che segue riporta le distanze tra lrsquoazienda agricola e le realtagrave aziendali

Distanze percorse dai mezzi

Consegna Distanza km Tipologia di strade

San Pietro in Gugrave Pulcini

Mangime

245 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti

Vazzola Capi a fine ciclo 515 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti

San Martino

Buonalbergo

Capi a fine ciclo 879 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti

Trevignano Pollina 167 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti

Nelle immagine sotto riportate viene indicata la viabilitagrave interessata dai mezzi di trasporto e che

verranno utilizzate per il trasporto dei capi a inizio e fine ciclo e delle materie

Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso Vazzola (da Google map)

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COD 15V055 PAGINA 149 194

Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso San Pietro in Gugrave (da Google map)

Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso San Martino Buon Albergo (da Google map)

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PAGINA 150 194 Settembre 2015

Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso Trevignano (da Google map)

182 Stima del traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento

Durante il periodo di carico (accasamento) dei capi sono necessari attualmente 2 mezzi per ciclo

quando nello scenario di progetto si prevedono circa 6 mezzi per ciclo

Per il trasporto del mangime sono necessari attualmente circa 12 mezzi per ciclo (con autocisterne da

30 t) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 30 mezzi per ciclo (sempre con autocisterne

da 30 t)

Per il trasporto della pollina prodotta sono necessari attualmente circa 2 mezzi per ciclo (con mezzi da

30 t di cui il 70 di portata utile) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 5 mezzi per ciclo

(sempre da 30 t)

Durante il periodo di scarico dei capi sono necessari attualmente considerando un tipico ciclo misto

(come indicato nel quadro di riferimento progettuale) 2 mezzi per il primo sfoltimento (polli da 18 kg) 2

mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 27 kg) e quindi 6 mezzi per lrsquoultimo lo scarico dei polli da 36

kg Nello scenario di progetto considerando sempre lo stesso tipico ciclo misto saranno necessari 5

mezzi per il primo sfoltimento (polli da 18 kg) 4 mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 27 kg) e

quindi 16 mezzi per lrsquoultimo lo scarico dei polli da 36 kg

Contemporaneamente egrave possibile che il trasporto di mangime possa coincidere con il periodo si carico

dei capi essendo quindi possibile che il traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamenti sia pari ad un

massimo giornaliero (svolto nel solo periodo diurno) di 3 mezzi pesanti nella situazione attuale e 5

mezzi pesanti nello scenario di progetto

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COD 15V055 PAGINA 151 194

Situazione attuale e scenario di progetto ndash trasporto di materie

Trasporto capi

situazione attuale

scenario di progetto

Mezzi di trasporto inizio ciclo n capi 39500 110000

Mezzi di trasporto n 20 60

Mezzi di trasporto fine ciclo al macello

situazione attuale

scenario di progetto

sfoltimento a 18 kg n capi 111318 310000

Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 111318 310000

Peso vivo kgcapo 18 200 558

Numero di gabbie n capi per gabbia 48 2319 6458

Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n 20 50

sfoltimento a 27 kg n capi 71818 200000

Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 71818 200000

Peso vivo kgcapo 27 194 540

Numero di gabbie n capi per gabbia 32 2244 6250

Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n

20 40

sfoltimento a 36 kg n capi 211864 590000

Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 211864 590000

Peso vivo kgcapo 36 763 2124

Numero di gabbie n capi per gabbia 24 8828 24583

Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n

60 160

Mangime

situazione attuale

scenario di progetto

Fabbisogno di mangime t ciclo 3144 8392

Mezzo di trasporto (autocisterne da 30 t) n ciclo

120 300

Pollina a fine ciclo

situazione attuale

scenario di progetto

Produzione di pollina (dato medio considerata la consistenza media al netto della mortalitagrave) kgcapo 135 141

Produzione di pollina t ciclo 320 892

Mezzo di trasporto (30 t di cui 70 portata utile) n

20 50

situazione attuale

scenario di progetto

Mezzi di trasporto complessivi per ciclo n ciclo 260 660

Flusso massimo contemporaneo n giorno

30 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t

50 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t contemporanea allo sfoltimento

dei capi

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PAGINA 152 194 Settembre 2015

Situazione attuale ndash tipico ciclo misto

numero di

capi Scorta di Mangime

Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine

ciclo Mezzi pollina

Totale mezzi massimo gg

850 30

30

1 19750 844

10

10

2 39500 833

10

10

3 39500 822

-

4 39500 811

-

5 39500 799

-

6 39500 788

-

7 39500 777

-

8 39500 766

-

9 39500 754

-

10 39500 743

-

11 39500 712

-

12 39500 682

-

13 39500 651

-

14 39500 620

-

15 39500 589

-

16 39500 559

-

17 39500 528

-

18 39500 497

-

19 39500 466

-

20 39500 436

-

21 39500 405

-

22 39500 326

-

23 39500 247

-

24 39500 168

-

25 39500 89

-

26 39500 10

-

27 39500 781 30

30

28 39500 702

-

29 39500 623

-

30 39500 544

-

31 39500 465

-

32 39500 386

-

33 39500 307

-

34 39500 228

-

35 39500 149

-

36 28368 92

20

20

37 28368 35

-

38 28368 829 30

30

39 28368 772

-

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 153 194

numero di

capi Scorta di Mangime

Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine

ciclo Mezzi pollina

Totale mezzi massimo gg

40 28368 715

-

41 28368 659

-

42 28368 602

-

43 28368 545

-

44 28368 488

-

45 28368 432

-

46 21186 352

20

20

47 21186 273

-

48 21186 193

-

49 21186 114

-

50 21186 34

-

51 21186 805 30

30

52 21186 725

-

53 21186 646

-

54 21186 567

-

55 21186 487

-

56 21186 408

-

57 21186 328

-

58 13506 278

20

20

59 5826 256

20

20

60 - 256

20

20

61

20

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PAGINA 154 194 Settembre 2015

Scenario di progetto ndash tipico ciclo misto

numero di capi

Scorta di Mangime

Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine

ciclo Mezzi pollina

Totale mezzi massimo gg

850 30

30

1 18333 845

10

10

2 36667 834

10

10

3 55000 819

10

10

4 73333 798

10

10

5 91667 772

10

10

6 110000 740

10

10

7 110000 709

-

8 110000 678

-

9 110000 646

-

10 110000 615

-

11 110000 529

-

12 110000 444

-

13 110000 358

-

14 110000 272

-

15 110000 187

-

16 110000 101

-

17 110000 16

-

18 110000 780 30

30

19 110000 694

-

20 110000 609

-

21 110000 523

-

22 110000 303

-

23 110000 83

-

24 110000 713 30

30

25 110000 493

-

26 110000 273

-

27 110000 53

-

28 110000 683 30

30

29 110000 463

-

30 110000 243

-

31 110000 23

-

32 110000 653 30

30

33 110000 433

-

34 110000 213

-

35 94640 24

20

20

36 79280 685 30 20

50

37 79000 527

10

10

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COD 15V055 PAGINA 155 194

numero di capi

Scorta di Mangime

Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine

ciclo Mezzi pollina

Totale mezzi massimo gg

38 79000 369

-

39 79000 211

-

40 79000 53

-

41 79000 745 30

30

42 79000 587

-

43 79000 429

-

44 68760 291

20

20

45 59000 70

20

20

46 59000 699 30

30

47 59000 477

-

48 59000 256

-

49 59000 35

-

50 59000 664 30

30

51 59000 442

-

52 59000 221

-

53 59000 850 30

30

54 51320 657

20

20

55 43640 494

20

20

56 35960 359

20

20

57 28280 253

20

20

58 20600 176

20

20

59 12920 127

20

20

60 5240 108

20

20

61 -

20

20

62

20 20

63

20 20

64

10 10

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PAGINA 156 194 Settembre 2015

19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO

191 Premessa

La valutazione previsionale dellimpatto acustico comprese le misure fonometriche egrave stata eseguita dal

Dott Mario Zambrini e dallrsquoIng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel campo dellrsquoacustica

ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti rispettivamente con

Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714 del 3 Dicembre 2010

192 Stima dellrsquoimpatto acustico ndash modello di simulazione

Per la stima dellrsquoimpatto acustico determinato dalle attivitagrave di allevamento egrave stato utilizzato il software

Soundplan (versione 74) che utilizza quale riferimento di calcolo la norma internazionale ISO 9613-

21996 ldquoAcoustics ndash Attenuation of sound during propagation outdoors ndash Part 2 general method of

calculationrdquo per le sorgenti sonore puntuali

Il metodo di stima proposto dalla norma internazionale ISO 9613 consente di calcolare in

corrispondenza dei recettori acustici i livelli di pressione sonora associati alla presenza di un insieme di

sorgenti sonore

Tale modello calcola i livelli di pressione sonora determinati da una o piugrave sorgenti sonore in

corrispondenza di un numero potenzialmente infinito di recettori (LAT) al netto delle attenuazioni della

pressione sonora che ne influenzano la propagazione nel caso dellrsquoallevamento oggetto di valutazione

il modello considera dunque lrsquoattenuazione determinata dalla barriere (attenuazione determinata dalla

presenza di schermibarriere fisiche tra la sorgente ed il recettore Abar ovvero in questo caso

prevalentemente dallrsquoorografia del territorio ed i manufatti esistenti) divergenza geometrica (Adiv) (in

base allrsquoipotesi di propagazione del rumore in campo sferico) dallrsquoassorbimento dellrsquoatmosfera (Aatm) ed

alla cosiddetta ldquorugositagraverdquo del terreno (Agr)

ISO 9613-21996

(estratto riassuntivo illustrativo dei parametri utilizzati nella presente simulazione)

LAT = LW + Dc ndash (Adiv + Aatm + Agr + Abar) - Cmet

in cui

LAT livello equivalente di pressione sonora in corrispondenza del recettore acustico

LW livello di potenza sonora

Dc correzione che tiene conto della eventuale direttivitagrave della propagazione del rumore che nel caso di

una sorgente omnidirezionale risulta pari a 0 dB(A)

Adiv (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)

Aatm (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)

Agr (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)

Abar (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)

Cmet fattore di correzione meteoclimatico dipendente dalla direzione e velocitagrave del vento e del gradiente di

temperatura (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996) ndash non considerato nelle presenti

simulazioni

Nellrsquoambito delle simulazioni condotte tutte le sorgenti sonore sono considerate omnidirezionali

Nella stima dellrsquoAGr egrave stato utilizzato nelle simulazioni relative alle situazione attuale e allo scenario di

progetto un coefficiente ldquoGrdquo pari a 06 legato alla presenza di terreni porosi (che includono prato e

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 157 194

pascolo presenza di vegetazione e alberi o aree a seminativi)

Nellrsquoambito delle simulazioni condotte si sono assunti valori di temperatura umiditagrave e pressione

atmosferica rispettivamente pari a 10ordmC 70 e 101325 mbar

Per la stima del contributo dei flussi di traffico indotto dalle attivitagrave dellrsquoallevamento egrave stato utilizzato lo

software Soundplan adottando quale riferimento di calcolo il codice NMP ndash Routes ndash 96 (sviluppato da

SETRA-CERTU-LCP-CSTB) raccomandato dalla Commissione Europea per la determinazione dei

livelli sonori generati da traffico veicolare25

Le simulazioni acustiche sono state elaborate adottando i seguenti parametri numero di riflessioni pari

a 3 (utilizzato anche nel calcolo dei livelli di pressione in corrispondenza dei singoli edifici) griglia di

calcolo di 10 m di lato livello di interpolazione massimo di 9x9 (equivalente ad una stima dei livelli per

81 recettori interni alla cella) stima dei livelli di pressione ad una altezza di 4 m dal terreno nel caso

delle mappe acustiche ed in corrispondenza dei singoli recettori collocati al piano terreno eo al primo

piano

Sulla base di tali input il modello egrave quindi in grado di elaborare e rappresentare le curve isofoniche

corrispondenti ad altrettanti livelli di pressione sonora (espressi in questo caso come Livello sonoro

equivalente ponderato A ndash LAeq) previsti nellrsquointorno dellrsquoallevamento di progetto ovvero determinare il

livello di pressione sonora ipotizzabile in facciata ad ogni edificio individuato Le simulazioni tengono

inoltre in considerazione la presenza dei manufatti presenti sul territorio

Gli esiti delle simulazioni effettuate vengono rappresentati in forma grafica mediante mappe che

riportano le curve isofoniche per la visualizzazione dei livelli di pressione sonora (come contributo delle

sorgenti simulate) relativamente a tutto il territorio potenzialmente interessato

In corrispondenza dei singoli edifici presenti sul territorio si restituiscono invece puntualmente i livelli

di pressione sonora in facciata

Mappe acustiche riportate in allegato cartografico

Griglia di calcolo Scala di restituzione cartografica

Situazione attuale e scenario di progetto

Mappa acustica relativa al periodo diurno serale e notturno senza traffico indotto ndash solo sistema di ventilazione alla massima potenza

10 x 10 m 110000 13500

Situazione attuale

Mappa acustica relativa al periodo diurno durante le giornate con traffico indotto (sistema di ventilazione sempre alla massima potenza)

10 x 10 m 110000 13500

Scenario di progetto

Mappa acustica relativa al periodo diurno durante le giornate con traffico indotto (sistema di ventilazione sempre alla massima potenza)

10 x 10 m 110000 13500

25

Raccomandazione della Commissione del 6 Agosto 2003 concernente le linee guida relative ai metodi di calcolo aggiornati per il rumore dellrsquoattivitagrave industriale degli aeromobili del traffico veicolare e ferroviario e relativi dati di rumorositagrave (2003613CE)

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PAGINA 158 194 Settembre 2015

193 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici

Secondo il Piano di Classificazione Acustica del comune di Castelfranco Veneto approvato con

deliberazione del Consiglio Comunale n 103 del 3172003 si rileva che lrsquoarea oggetto di analisi si

colloca allrsquointerno della classe III ndash aree di tipo misto Come specifica anche la Relazione Illustrativa

ldquorientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento

con media densitagrave di popolazione con presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di

attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano

macchine operatricirdquo

Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Riese Pio X classifica lrsquoarea a sud ovest del comune

al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego in classe acustica II ldquoaree

destinate a uso prevalentemente residenzialerdquo Per tali aree ldquoIl DPCM 1391 determina che siano

inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con

bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali e assenza di attivitagrave

industriali e artigianali In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui lrsquoabitare egrave

evidentemente la funzione prioritaria e in cui mancano o comunque non sono significative le attivitagrave

commerciali che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni (negozi di generi

alimentari artigianato di servizio ecc) Lrsquoassenza di importanti assi di attraversamento e di strade

principali di connessione urbana lrsquoassenza di attivitagrave industriali e dellrsquoartigianato produttivo assieme

alla bassa densitagrave di popolazione consentono di individuare indicativamente tali aree solo in alcune

zone C del PRG vigente In particolare lrsquoassenza di attivitagrave di artigianato produttivo diventa elemento di

riconoscimento delle zone C da inserire in classe IIrdquo

Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castello di Godego individua la zona a nord est al

confine con il comune di Castelfranco Veneto in classe III ndash aree di tipo misto Come per il Piano di

Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato per le aree che

ricadono in questa classe valgono le prescrizioni del DPCM 1391

Lrsquoindividuazione dei potenziali recettori acustici egrave stata effettuata sulla base della Carta Tecnica

Regionale e sulla base del sopraluogo effettuato in loco noncheacute delle foto aeree

La tavola ldquoClassificazione acustica del territoriordquo (inclusa nellrsquoallegato cartografico) riporta lo stralcio

delle classificazioni acustiche dei tre comuni Nella stessa tavola vengono indicati i potenziali recettori

acustici selezionati collocati a minor distanza della azienda agricola ovvero degli assi viari interessati

dal traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento

La seguente tabella riporta lrsquoelenco dei manufatti selezionati ai fini della presente valutazione e

relativamente ai quali sono stati posizionati i recettori sul lato piugrave esposto allrsquoattivitagrave di allevamento e

relativo traffico indotto

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COD 15V055 PAGINA 159 194

Potenziali recettori acustici (coordinate in sistema UTM WGS 84 zona 32 N)

Identificativo

recettore X Y Classe acustica VL immissione PD VL immissione PN

1 1726859 5064272 III 60 50

2 1726864 5064266 III 60 50

3 1726856 5064232 III 60 50

4 1726922 5064206 III 60 50

5 1726949 5064191 III 60 50

5n 1726941 5064196 III 60 50

5o 1726936 5064188 III 60 50

6 1726959 5064155 III 60 50

7 1727065 5064088 III 60 50

8 1727050 5064031 III 60 50

9n 1727023 5064026 III 60 50

9o 1727002 5064016 III 60 50

10 1727012 5063904 III 60 50

11 1726990 5063891 III 60 50

12 1726507 5063724 III 60 50

13 1726500 5063705 III 60 50

14 1726466 5063737 III 60 50

15 1726444 5063767 III 60 50

16 1726343 5063718 III 60 50

17 1726312 5063786 III 60 50

18 1726289 5063814 III 60 50

19 1726226 5063793 III 60 50

20 1726164 5063784 III 60 50

21 1726290 5063869 III 60 50

22 1726554 5064499 III 60 50

23 1726579 5064501 III 60 50

24 1726603 5064543 III 60 50

25 1726613 5064568 III 60 50

26 1726674 5064584 III 60 50

27 1726676 5064569 III 60 50

28 1726685 5064555 III 60 50

29 1726700 5064539 III 60 50

30 1726712 5064518 III 60 50

31 1726730 5064494 III 60 50

32 1726748 5064476 III 60 50

Az 1726547 5064199 III 60 50

S1 1727237 5063387 III 60 50

S2 1727215 5063351 III 60 50

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PAGINA 160 194 Settembre 2015

194 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate allrsquoattivitagrave di allevamento

1941 Sorgenti fisse e sorgenti mobili

Le principali sorgenti sonore dellrsquoallevamento polli da carne sono costituite dal sistema di ventilazione

forzata che garantisce idonee condizioni interne ai capannoni di allevamento La ventilazione dei

capannoni egrave di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete collocati nel lato

ovest di ciascun capannone nel capannone 1 2 ventilatori sono collocati nella parete laterale (sempre

lato ovest)

Ventilazione dei capannoni

Capannone Modello

EM50

Modello

ED36HE

1 6 -

2 8 -

3 8 -

4 8 -

5 4 2

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COD 15V055 PAGINA 161 194

Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola 5 capannoni con relative sorgenti puntuali

(ventilatori assiali a parete) edificio residenziale del proprietario e gestore dellrsquoazienda agricola 3

manufatti (ricovero materiali e attrezzature agricole)

(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture)

Il regime di funzionamento dei ventilatori varia in funzione della fase di sviluppo dei capi del numero

presente in ciascun capannone ma principalmente dalle condizioni meteo climatiche variabile

chiaramente nellrsquoarco dellrsquoanno

In ogni caso sia nella situazione attuale che nello scenario di progetto in particolari condizioni di

temperatura e umiditagrave i ventilatori funzionano a pieno regime e tutti contemporaneamente In entrambi

gli scenari le simulazioni sono state effettuata assumendo in via cautelativa il funzionamento di tutti i

ventilatori a pieno regime

Nella tabella che segue si riportano i livelli di pressione sonora (misurati a 2 m di distanze dalla

sorgente) garantite dalla casa produttrice Munters relativamente ai modelli di ventilatori in uso

nellrsquoazienda agricola Maggiolo

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PAGINA 162 194 Settembre 2015

Livelli di pressione sonora dB(A) a 2 m

dalla sorgente

Fonte Munters specifiche tecniche dei modelli

EMEMS ndash EDHEEDSHE-EC air extraction

circulation fan ndash Declaration of conformity (2013)

Situazione attuale e scenario di progetto - Sorgenti fisse simulate

Capannone Modello EM50

Livello di

potenza sonora

dB(A) delle

singole sorgenti

Modello ED36HE

Livello di potenza

sonora dB(A) delle

singole sorgenti

1 4 882 2 958

2 8 882 - -

3 8 882 - -

4 8 882 - -

5 6 882 - -

I livelli di pressione indicati dalla casa produttrice sono stati convertiti in livelli di potenza sonora

associando al ventilatore una propagazione semisferica Come prima analisi egrave stato stimato il livelli di

pressione sonora a 2 m di distanza di un ventilatore (modello ED36 e modello EM50) collocato nella

parete di uno dei 5 capannoni su una superficie riflettente poicheacute la sorgente egrave collocata in una parete

la simulazione egrave stata effettuata considerando un coefficiente di correzione pari a + 3 dB(A)

In corrispondenza del punto collocato a 2 m la simulazione con un ventilatore ED36HE ha portato ad un

livello di pressione sonora pari a 831 dB(A) in linea con il dati fornito dalla casa produttrice che

chiaramente egrave stato determinato in condizioni controllate non riproducili

In corrispondenza del punto collocato a 2 m la simulazione con un ventilatore EM50 ha portato ad un

livello di pressione sonora pari a 754 dB(A) in linea con il dati fornito dalla casa produttrice che

chiaramente egrave stato determinato in condizioni controllate non riproducili

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COD 15V055 PAGINA 163 194

Ricostruzione del modello 3D per

la verifica della conversione del

livello di pressione sonora in

livello di potenza sonora

Relativamente al traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento nella situazione attuale e nello scenario

futuro egrave stato simulato il traffico indotto dalla normale attivitagrave svolta e che si svolgeragrave nellrsquoazienda

agricola considerando il numero massimo di mezzi pesanti che in una stessa giornata arrivano ed

escono Quindi assumendo un massimo pari a 3 mezzi giorno nella situazione attuale e 5 mezzi

giorno nello scenario futuro In via cautelativi tali mezzi sono stati fatti transitare in un breve periodo di 6

ore riferito chiaramente al periodo esclusivamente diurno

Traffico indotto simulato

Situazione

attuale Veicoli Pesanti

Scenario di progetto

Veicoli Pesanti Tipo di flusso

Tipo di manto stradale

Numero massimo di mezzi pesanti in arrivo in una giornata

30 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t

50 per rifornimento

mangime fino ad una capacitagrave dei silos

pari a 85 t contemporanea allo sfoltimento dei capi

- -

Numero di ore di operativitagrave (assunzione cautelativa)

6 6 - -

Numero massimo di mezzi pesanti in in entrata uscita dallrsquoazienda

10 17 - -

Strada di accesso allrsquoazienda agricola Flussi di traffico in entrata uscita dallrsquoazienda vh

15 20 Flusso fluido

continuo Strada non

asfaltata

Velocitagrave media di percorrenza kmh 30 30

Viabilitagrave principale Flussi di traffico in entrata uscita dallrsquoazienda vh

15 20 Flusso fluido

continuo Asfalto poroso

Velocitagrave media di percorrenza kmh 50 50

Le sorgenti fisse sono state simulate sia nella situazione attuale che nello scenario di progetto sia nel

periodo diurno (dalle 6 alle 19) che in quello serale notturno (dalle 19 alle 6) periodo questo nel quale

viceversa non sono state simulate le sorgenti mobili Nel confronto con i limiti ed in attesa della

definizione a livello italiano di valori limite per il periodo serale si egrave assunto cautelativamente il valore

limite riferito al periodo notturno anche per la fascia serale compresa tra 19 e le 22 di sera

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PAGINA 164 194 Settembre 2015

Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola dei manufatti presenti intorno alla stessa e della

viabilitagrave

(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture di allevamento e la

distribuzione dei manufatti sul territorio circostante)

195 Livelli ambientali ante operam

1951 Indagine fonometrica

Lrsquoindagine fonometrica egrave stata condotta il 25 maggio 2015 in corrispondenza di due punti di rilevamento

ritenuti significativi e rappresentativi dalla situazione attuale ed ai fini della valutazione degli impatti

attesi a seguito dellrsquoampliamento dellrsquoallevamento

Le misure sono state effettuate con uno fonometro integratore di precisione in classe 1 con filtri e

microfoni conforme a quanto richiesto dal DM 16031998 (conformi alle specifiche tecniche IEC 61672-

12002 Class 1 IEC 60651-2001 60804-2000 e ANSI S14 ndash 1983 Tipo 13 11 Filtro di Ottave S111-

1986 Tipo 1C IEC61260-am1-2001 Class 1) (certificati di taratura n 9388 del 14 maggio 2013 e n

9386 del 14 maggio 2013)

Le misure sono state effettuate in conformitagrave con le specifiche definite dal DM Ambiente 16 marzo

1998rdquo In particolare le misure sono state effettuate posizionando il microfono munito di cuffia

antivento ad unrsquoaltezza di 15 m dal piano di campagna Durante il periodo di svolgimento delle misure

non sono state rilevate precipitazioni e la velocitagrave del vento era inferiore a 5 ms

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COD 15V055 PAGINA 165 194

1952 Livelli ambientali rilevati

La restituzione del clima sonoro attuale nel periodo diurno egrave stata effettuata mediante la realizzazione

di n 2 misure fonometriche di durata pari a 20 e 30 minuti in corrispondenza di n 2 punti di

rilevamento interni allrsquoarea dellrsquoallevamento

Punto 01 ndash punto di misura localizzato a circa 21 m dai ventilatori del capannone 1 (lato ovest)

durante i 30 minuti della misura solo il sistema di ventilazione del capannone 1 egrave stato

mantenuto in funzionamento Durante il periodo di misura egrave sorvolata lrsquoazienda agricola un

aereo

Punto 02 ndash punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale (lato est) del capannone

1 durante i 20 minuti della misura solo il sistema di ventilazione del capannone 1 egrave stato

mantenuto in funzionamento Durante il periodo di misura non sono state rilevate sorgenti

esterne allrsquoazienda

Azienda Agricola Maggiolo ndash 01

Azienda Agricola Maggiolo ndash 02

I principali risultati delle misure effettuate sono riportati di seguito mentre nelle schede si possono

visualizzare i principali indicatori associati a ciascuna misura

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PAGINA 166 194 Settembre 2015

Risultati delle misure di rilevamento fonometrico

Indicazione

Scheda rilevamento

Inizio

Misura

Durata della

misura min Leq dB(A)

L1

dB(A)

L10

dB(A)

L50

dB(A)

L90

dB(A)

L99

dB(A)

01 1444 30 595 636 597 591 586 582

01 mascherata 1444 30 591 603 597 591 586 582

02 1520 20 451 494 465 447 433 423

Livelli equivalenti e livelli statistici arrotondati per eccesso (a 05)

Indicazione

Scheda rilevamento

Inizio

Misura

Durata della

misura min Leq dB(A)

L1

dB(A)

L10

dB(A)

L50

dB(A)

L90

dB(A)

L99

dB(A)

01 1444 30 595 64 60 595 59 585

01 mascherata 1444 30 595 605 60 595 59 585

02 1520 20 455 495 465 45 435 425

Le misure fonometriche effettuate hanno fatto rilevare

Punto 01 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 20 m dai ventilatori del

capannone 1 (lato ovest) un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione

sonora pari a 595 dB(A) (anche quando mascherato il passaggio dellrsquoaereo)

Punto 02 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale

(lato est) del capannone 1 un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione

sonora pari a 455 dB(A)

I livelli di pressione sonora rilevati risultano inferiori rispetto ai contributi stimati assumendo i livelli di

potenza sonora determinati per i modelli EM50 e ED36 assumendo che lrsquoattenuazione dal lato ovest

(sorgente) verso il lato est dei livelli di pressione interna allrsquocapannone egrave legata alla sola divergenza

geometrica e che il contributo dei capi egrave pari a 36 dB(A)

Punto 01 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 20 m dai ventilatori del

capannone 1 (lato ovest) un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione

sonora pari a 643 dB(A) rispetto ad un livello misurato pari a 595 dB(A) Il differenziale pari a

circa 5 dB(A) potrebbe essere legato ad un funzionamento non a pieno regime di tutti i

ventilatori durante il periodo di misura In ogni caso essendo il livello stimato superiore a quello

misurato si possono ritenere cautelativi i risultati delle stime in corrispondenza dei singoli

recettori

Punto 02 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale

(lato est) del capannone 1 un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione

sonora pari a 476 dB(A) rispetto ad un livello misurato pari a 451 dB(A) Anche in questo caso

il livello stimato risulta superiore a quello rilevato essendo quindi da ritenere cautelative le

stime in corrispondenza dei recettori

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COD 15V055 PAGINA 167 194

Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola punti di misura fonometrica

(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture e il punto di rilevamento)

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196 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto

Lrsquoanalisi dei livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto ovvero del

cambiamento legato allrsquoampliamento del numero di capi allevati egrave stata fatta a partire dai risultati delle

seguenti simulazioni

Periodo diurno (assunto cautelativamente dalle 600 alle 1900)

o Situazione attuale funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5

capannoni traffico indotto massimo e pari a 1 mezzo allrsquoora in transito nella viabilitagrave di

accesso allrsquoazienda agricola e nella viabilitagrave principale per un numero di giorni totale

pari a 3 giorni per ciclo produttivo (si stima che per ciclo produttivo ci sia movimento di

mezzi pesanti per un totale pari a circa 12 giorni di cui 8 con un numero di mezzi totale

al giorno inferiore a quello simulato)

o Scenario progetto funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5

capannoni traffico indotto massimo pari a 17 mezzi allrsquoora in transito nella viabilitagrave di

accesso allrsquoazienda agricola e nella viabilitagrave principale per un giorno per ciclo produttivo

(si stima che per ciclo produttivo ci sia movimento di mezzi pesanti per un totale pari a

circa 31 giorni di cui 30 con un numero di mezzi totale al giorno inferiore a quello

simulato)

Periodo serale (dalle 1900 alle 2200) e notturno (dalle 2200 alle 600)

o Situazione attuale e di progetto funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori

istallati nei 5 capannoni sia nella situazione attuale e nello scenario di progetto

Assenza di traffico indotto

Sia la situazione attuale che lo scenario di progetto sono da considerarsi cautelative in quanto come

indicato piugrave volte il traffico di mezzi pesanti egrave limitato a solo alcune giornate e per un numero di mezzi al

giorno nella maggior parte dei casi inferiore a quello simulato Il regime di funzionamento dei

ventilatori dipende delle condizioni meteo climatiche non funzionando a pieno regime tutto lrsquoanno e

durante le 24 ore

In assenza di traffico indotto sia nella situazione attuale che in quella di progetto (durante i periodi

diurno serale e notturno) il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento si riscontra ovviamente in

prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I livelli interni allrsquoarea drsquoallevamento variano tra

420 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro 2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato

ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest risultano intorno a 70-73 dB(A) in funzione del numero di

ventilatori e della relativa potenza sonora Si consideri tuttavia che lungo il confine della proprietagrave sul

lato piugrave esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli risultano essere pari o inferiori a 70 dB(A) quando

invece nel lato meno esposto (est) i livelli risultano essere inferiori a 46 dB(A)

Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare in assenza di traffico indotto nella situazione

attuale che in quella di progetto (durante i periodi diurno serale e notturno) in corrispondenza dei

singoli recettori (da 1 a 32) tra 240 e 465 dB(A) In corrispondenza dei recettori stando ai risultati

delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) e notturno (che associamo anche al

periodo serale in attesa che venga definito a livello normativo un limite di immissione per il periodo

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PAGINA 174 194 Settembre 2015

serale) pari a 50 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti non risultano poter

essere superati per ragioni imputabili alla presenza dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due

scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attivitagrave di allevamento egrave chiaramente molto inferiore al limite

che il piano di classificazione acustica comunale ad esse ha associato (sempre classe III e non in

classe acustica I) risultando inferiore a 20 dB(A)

00

100

200

300

400

500

600

700

GF GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1F 2 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1

1 2 2 3 3 4 4 5 5 5n 5n 5o 5o 6 6 7 7 8 8 9n 9n 9o 9o 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 15 16 16 17 17 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 30 31 31 32 32 Az Az s1 s1 s2 s2

Contributo dellallevamento in giornate senza traffico indotto dB(A) periodo diurno serale e notturno (funzionamento sistema di ventilazione alla massima potenza)

PD PS PN giornate senza traffico indotto dB(A) Vli PN Vli PD

I dati sono stati arrotondati per eccesso a 05

Nel periodo diurno nella situazione attuale il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento compreso

il traffico indotto si riscontra ancora in prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I livelli interni

allrsquoarea drsquoallevamento variano tra 460 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro 2 metri dai

ventilatori dei capannoni (lato ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest si mantengono intorno a

70-73 dB(A) come nel periodo serale e notturno in funzione del numero di ventilatori e della relativa

potenza sonora Lungo il confine della proprietagrave sul lato piugrave esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli

si mantengono pari o inferiori a 70 dB(A) quando invece nel lato meno esposto (est) i livelli risultano

essere inferiori a 49 dB(A)

Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare nella situazione attuale diurna nelle giornate

durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dallrsquoazienda agricola in

corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24) tra 320 e 555 dB(A) In corrispondenza dei recettori

stando ai risultati delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) per la classe III nella

quale tutti i recettori sono inseriti non risulta poter essere superato per ragioni imputabili alla presenza

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COD 15V055 PAGINA 175 194

dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attivitagrave di

allevamento nelle giornate con traffico indotto seppur piugrave elevato al solo funzionamento del sistema di

ventilazione in quanto in mezzi dovrebbero transitare sullrsquoasse viario che affianca entrambe le strutture

scolastiche risulta comunque inferiore al limite che il piano di classificazione acustica comunale ha

associato ad entrambe (in classe III) il contributo risulta inferiore a 46 dB(A) valore questo in ogni caso

compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione acustica per le due strutture con un

piugrave idoneo collocamento di ambedue in classe I (con un limite di immissione diurno pari a 50 dB(A)

Nel periodo diurno nello scenario di progetto il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento

compreso il traffico indotto si riscontra ancora in prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I

livelli interni allrsquoarea drsquoallevamento variano tra 470 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro

2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest si mantengono

intorno a 70-73 dB(A) come nel periodo serale e notturno e nella situazione attuale in funzione del

numero di ventilatori e della relativa potenza sonora Lungo il confine della proprietagrave sul lato piugrave

esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli si mantengono pari o inferiori a 70 dB(A) quando invece

nel lato meno esposto (est) i livelli risultano essere inferiori a 50 dB(A) con un incremento di 1 dB(A)

rispetto alla situazione attuale diurna

Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare nella situazione diurna di progetto nelle giornate

durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dallrsquoazienda agricola in

corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24) tra 335 e 580 dB(A) Anche nello scenario di progetto

in corrispondenza dei recettori stando ai risultati delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a

60 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti non risulta poter essere superato per

ragioni imputabili alla presenza dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2)

il contributo delle attivitagrave di allevamento nelle giornate con traffico indotto risulta inferiore a 48 dB(A)

valore questo in ogni caso ancora compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione

acustica per le due strutture

Per quanto riguarda il differenziale diurno (indicativo in quanto non calcolato chiaramente a partire da

dati interni agli ambienti abitativi) risulta inferiore a 25 dB(A) quindi non supera la soglia massima

ammissibili per il periodo diurno pari a 5 dB(A)

Si ritiene che in corrispondenza delle aziende agricole si debba aggiornare la classificazione acustica

associando allrsquoarea delle aziende agricola una classe acustica non inferiore alla VI (in relazione alla

quale il valore limite di emissione diurno e notturno egrave 65 dB(A) ed il limite di immissione diurno e

notturno egrave pari a 70 dB(A)) a causa necessitagrave di disporre di un sistema di raffrescamento con un

numero elevato di ventilatori

Stando ai risultati delle simulazioni effettuate si puograve ritenere che comunque il valore limite di

immissione riferito al periodo diurno (pari a 60 dB(A)) e al periodo serale e notturno (pari a 50 dB(A))

non saragrave superato in corrispondenza di alcun recettore per ragioni imputabili allrsquoattivitagrave di allevamento

Si tenga presente che gli scenari sono stati costruiti nella situazione piugrave cautelativa ovverossia

ipotizzando che il sistema di ventilazione funzione a pieno regime (al 100) con tutti gli aspiratori drsquoaria

in funzionamento in ciascuno dei capannoni e considerando il massimo contributo del traffico indotto

dalle attivitagrave di allevamento

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PAGINA 176 194 Settembre 2015

00

100

200

300

400

500

600

700

GF GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1F 2 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1

1 2 2 3 3 4 4 5 5 5n 5n 5o 5o 6 6 7 7 8 8 9n 9n 9o 9o 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 15 16 16 17 17 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 30 31 31 32 32 Az Az s1 s1 s2 s2

Contributo dellallevamento in giornate con traffico indotto dB(A) periodo diurno (funzionamento sistema di ventilazione alla massima potenza)

PD attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato sulle ore con traffico indotto)

PD di progetto in giornate con traffico indotto (livello ponderato sulle ore con traffico indotto)

Vli PD

I dati sono stati arrotondati per eccesso a 05

Contributo delle attivitagrave di allevamento in corrispondenza dei singoli recettori

recettore Piano

Periodo diurno serale e

notturno in giornate senza traffico indotto

Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato

sulle ore con traffico indotto)

Periodo diurno di progetto in giornate con

traffico indotto (livello

ponderato sulle ore con traffico

indotto)

Valore limite di

immissione periodo serale

notturno Vli PN

Valore limite di

immissione periodo diurno Vli PD

Differenziale periodo

diurno nelle giornate con

traffico indotto

1 GF 340 440 465 50 60 25

2 GF 340 435 455 50 60 20

2 F 1 340 430 450 50 60 20

3 GF 330 505 525 50 60 20

3 F 1 345 500 525 50 60 25

4 GF 285 555 580 50 60 25

4 F 1 315 540 565 50 60 25

5 GF 240 495 515 50 60 20

5 F 1 260 480 505 50 60 25

5n GF 310 525 550 50 60 25

5n F 1 325 520 540 50 60 20

5o GF 310 475 500 50 60 25

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 177 194

recettore Piano

Periodo diurno serale e

notturno in giornate senza traffico indotto

Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato

sulle ore con traffico indotto)

Periodo diurno di progetto in giornate con

traffico indotto (livello

ponderato sulle ore con traffico

indotto)

Valore limite di

immissione periodo serale

notturno Vli PN

Valore limite di

immissione periodo diurno Vli PD

Differenziale periodo

diurno nelle giornate con

traffico indotto

5o F 1 330 480 500 50 60 20

6 GF 315 455 480 50 60 25

6 F 1 315 450 475 50 60 25

7 GF 265 420 440 50 60 20

7 F 1 280 420 445 50 60 25

8 GF 285 415 440 50 60 25

8 F 1 295 420 440 50 60 20

9n GF 290 380 405 50 60 25

9n F 1 300 385 405 50 60 20

9o GF 285 345 365 50 60 20

9o F 1 300 350 365 50 60 15

10 GF 285 330 340 50 60 10

10 F 1 285 335 350 50 60 15

11 GF 265 320 340 50 60 20

11 F 1 290 335 345 50 60 10

12 GF 425 430 430 50 60 00

12 F 1 430 435 435 50 60 00

13 GF 385 390 390 50 60 00

13 F 1 415 415 415 50 60 00

14 GF 430 430 435 50 60 05

14 F 1 435 435 440 50 60 05

15 GF 440 440 440 50 60 00

15 F 1 445 450 450 50 60 00

16 GF 400 405 405 50 60 00

16 F 1 405 410 410 50 60 00

17 GF 420 420 425 50 60 05

17 F 1 445 445 445 50 60 00

17 F 2 455 455 460 50 60 05

18 GF 440 440 440 50 60 00

18 F 1 455 460 460 50 60 00

19 GF 410 410 410 50 60 00

19 F 1 425 425 430 50 60 05

20 GF 420 420 420 50 60 00

20 F 1 430 435 435 50 60 00

21 GF 460 460 460 50 60 00

21 F 1 465 465 465 50 60 00

22 GF 365 375 380 50 60 05

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PAGINA 178 194 Settembre 2015

recettore Piano

Periodo diurno serale e

notturno in giornate senza traffico indotto

Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato

sulle ore con traffico indotto)

Periodo diurno di progetto in giornate con

traffico indotto (livello

ponderato sulle ore con traffico

indotto)

Valore limite di

immissione periodo serale

notturno Vli PN

Valore limite di

immissione periodo diurno Vli PD

Differenziale periodo

diurno nelle giornate con

traffico indotto

22 F 1 365 375 380 50 60 05

23 GF 355 370 375 50 60 05

23 F 1 365 380 385 50 60 05

24 GF 335 355 360 50 60 05

24 F 1 350 365 370 50 60 05

25 GF 285 320 335 50 60 15

25 F 1 345 360 365 50 60 05

26 GF 335 345 350 50 60 05

26 F 1 335 350 355 50 60 05

27 GF 335 350 355 50 60 05

27 F 1 335 350 355 50 60 05

28 GF 310 330 340 50 60 10

28 F 1 335 360 370 50 60 10

29 GF 335 350 360 50 60 10

29 F 1 335 350 355 50 60 05

30 GF 315 330 340 50 60 10

30 F 1 335 355 365 50 60 10

31 GF 335 355 370 50 60 15

31 F 1 335 355 360 50 60 05

32 GF 330 355 365 50 60 10

32 F 1 330 355 365 50 60 10

Az GF 425 425 425 50 60 00

Az F 1 445 445 445 50 60 00

Az F 1 445 445 445 50 60 00

s1 GF 200 455 475 50 60 20

s1 F 1 215 460 480 50 60 20

s2 GF 160 460 480 50 60 20

Piano GF ndash piano terreno F1 ndash primo piano

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COD 15V055 PAGINA 179 194

20 RIFIUTI

I rifiuti prodotti dallrsquoAzienda Agricola sono quelli tipici di una azienda agricola zootecnica e consistono

per lo piugrave in imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti) in carta (per il trasporto

delle materie prime aggiuntive a quella trasportata con autobotti e caricata direttamente sui silos di

stoccaggio) ed in vetro (contenitori per medicinali) A seguito dellrsquoampliamento ci saragrave un conseguente

incremento della produzione di rifiuti non si prevedendo che vengano tuttavia diversificate le categorie

di rifiuti prodotti

Tipologia di rifiuti solidi prodotti dallrsquoazienda agricola

Rifiuti pericolosi

13 02 06 Scarti di olio sintetico per motori ingranaggi e lubrificazione

(ad esempio da trattori e gruppi elettrogeni)

15 01 10 Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze

(ad esempio disinfestanti)

Rifiuti non pericolosi

15 01 01 Imballaggi in carta e cartone

15 01 02 Imballaggi in plastica

15 01 05 imballaggi in materiali compositi

15 01 06 imballaggi in materiali misti

15 01 07 imballaggi di vetro

Per la gestione delle carogne (spoglie di animali morti prematuramente prima del loro conferimento al

macello) lrsquoazienda egrave dotata di apposita cella frigorifera adatta al contenimento temporaneo fino al

momento della consegna alla ditta autorizzata che effettua il relativo smaltimento a norma di legge

Nellrsquoazienda agricola egrave presente una area coperta nella quale verranno posizionati i contenitori per la

raccolta separata di tutti i rifiuti prodotti

21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE

Considerati i risultati delle analisi e valutazione effettuate ed esposte dei capitoli precedenti e

considerato che si tratta di un allevamento esistente il cui ampliamento non richiede la realizzazione di

ulteriore strutture e manufatti si ritiene non essere necessario effettuare delle indagini ad hoc sui temi

tratti e oggetto del presente studio di impatto ambientale

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PAGINA 180 194 Settembre 2015

22 ALLEGATO TECNICO

221 Aria e emissioni odorigene

2211 Bibliografia di riferimento

Alberta Environment 2004 Assessment Report On Ammonia For Developing Ambient Air Quality

Objectives - Volume I January 2004 pp 121 httpesrdalbertacaairobjectives-directives-policies-

and-standardsdocuments6655pdf

ARPAV 2014 Campagna di Monitoraggio della Qualitagrave dellAria Comune di PORTO VIRO Via Nello

Fregnan Periodo di attuazione 22012013 ndash 25022013 (semestre invernale) 20052013 ndash

15072013 (semestre estivo) Relazione Tecnica

Cesano M 2013 Emissioni di inquinanti provenienti da allevamenti animali in provincia di Cuneo

Studio dei diversi contributi alle emissioni gassose ARPA Piemointe Dip di Cuneo pp 32

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emission from animal manure storage units and buildings In ASAE Annual International Meeting ASAE

Paper No 994004 Toronto Ontario Canada July 18-21

Navarotto P 2004 La zootecnia tra realtarsquo ed evoluzione Normativa in campo ambientale Mantova 4

giugno 2004 IPPC la riduzione delle emissioni in atmosfera nel settore zootecnico

Navarotto P Guarino M Brambilla M 2007 Odori emessi dagli allevamenti suinicoli come

prevederne lrsquointensitagrave a diverse distanze Quaderni della ricerca Regione Lombardia ndash Direzione

Generale Agricoltura pp60

OrsquoNeill D H V R Phillips 1992 A review of the control of odour nuisance from livestock buildings

Part 3 Properties of the odorous substances which have been identified in livestock wastes or in the air

around them J Agric Eng Res 5323ndash50

Pinna M 1977 Climatologia Torino Utet

Provolo P Riva E Serugrave S 2008Gestione e riduzione dellrsquoazoto di origine zootecnica Soluzioni

tecnologiche e impiantistiche Quaderni della ricerca n 93 - Settembre 2008 pp36

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COD 15V055 PAGINA 181 194

Regione Lombardia 2010 Linea guida per la caratterizzazione e lautorizzazione delle emissioni

gassose in atmosfera delle attivitagrave ad impatto odorigeno

httpwwwretiregionelombardiaitsharedccurl10181021Linea20guida20odoripdf

Regione Toscana 2010 Criteri Direttivi Per Il Contenimento Delle Emissioni In Atmosfera Delle

Centrali Geotermoelettriche Prescrizioni da utilizzare nei procedimenti regionali di VIA e di

concessioneautorizzazione ex L 8961986 e LR 392006

Ritter W F Chitikela S R 2007Modeling Ammonia and Odor Emissions from Livestock and Poultry

Facilities A ReviewWorld Environmental and Water Resources Congress 2007 Restoring Our Natural

Habitat Air Quality Issues pp 1-9

Schiffman S S 1998 Livestock odors Implications for human health and well-being Journal of Animal

Science 761343-1355

SEPA (Scottish Environment Protection Agency) 2010 Odour guidance 2010 Version 1 pp95

UNECE 2004Manual on Methodologies and Criteria for Modelling and Mapping Critical Loads

and Levels and Air Pollution Effects Risks and Trends UNECE (2004)

Yu Z Guo H Lagueuml C 2011a Development of a livestock odor dispersion model part I Model theory

and development J Air Waste Manag Assoc 2011 Mar61(3)269-76

Yu Z Guo H Lagueuml C 2011b Development of a livestock odor dispersion model part II Model theory

and development J Air Waste Manag Assoc 2011 Mar 61(3)277-84 J Air Waste Manag Assoc 2011

Mar61(3)277-84

2212 Allegato ndash Descrizione del modello Windimula

SINTESI DELLA DESCRIZIONE DELLE EQUAZIONI UTILIZZATE DAL MODELLO WD3 ndash MAIND

SRL

Sistema delle coordinate

Il sistema di coordinate utilizzate egrave un sistema cartesiano con lrsquoasse x orientato da Ovest a Est e lrsquoasse y orientato

da Sud a Nord Le unitagrave di misura sono espresse in metri la posizione dei vari punti del reticolo cartesiano egrave

espressa dallrsquoequazione seguente

Calcolo delle distanze

Durante il calcolo il sistema di coordinate viene ruotato per portare lrsquoasse x a coincidere con la

direzione del vento

Le equazioni utilizzate sono le seguenti

- modifica della direzione del vento

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PAGINA 182 194 Settembre 2015

dove dirprov egrave la direzione di provenienza del vento in gradi (secondo le convenzioni meteorologiche

internazionali) inserita come dato di input

modifica della posizione della sorgente e del recettore

calcolo della distanza sottovento e della distanza perpendicolare alla direzione del vento di un recettore

rispetto alla sorgente

calcolo della distanza radiale sorgente-recettore (usato nel calcolo climatologico)

CALCOLO DEL PROFILO VERTICALE DEL VENTO

Calcolo del vento alla quota H

Teoricamente il vento che appare nella formulazione gaussiana dovrebbe essere inteso come valore

medio sullrsquoestensione del pennacchio Poicheacute i dati meteorologici di partenza sono generalmente

disponibili al suolo si utilizza una legge esponenziale per trasportare lrsquointensitagrave della velocitagrave del vento

alla quota desiderata mantenendone comunque costante la direzione Nel calcolo dellrsquoaltezza efficace

si utilizza la velocitagrave del vento riportata allrsquoaltezza fisica del camino nel calcolo ellrsquoequazione si utilizza

il valore medio tra la velocitagrave del vento riportata allrsquoaltezza fisica del camino e la velocitagrave del vento

riportata allrsquoaltezza efficace cioegrave allrsquoaltezza effettiva del rilascio Poicheacute in presenza di orografia questa

altezza puograve essere inferiore allrsquoaltezza fisica del camino si considera comunque la velocitagrave del vento

calcolata allrsquoaltezza del camino come valore limite inferiore

Lrsquoequazione utilizzata egrave la seguente

dove

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COD 15V055 PAGINA 183 194

uHe velocitagrave del vento alla quota desiderata

uref velocitagrave del vento misurata alla quota zref

He quota di calcolo

z0 rugositagrave superficiale

p esponente che dipende dalla classe di stabilitagrave

Classe di stabilitagrave Coeff P

A 01

B 01

C 016

D 016

E 03

F 03

Nel caso in cui siano disponibili due set di misure a due quote diverse (z2 z1 con z2 gt z1) lrsquoesponente

p viene calcolato utilizzando questa formula

Limiti

la velocitagrave calcolata deve risultare comunque maggiore di umin (default 1 msec)

se lrsquoaltezza di calcolo e lrsquoaltezza della prima misura sono inferiori alla quota Hmin si pone u=u1

lrsquoaltezza di calcolo egrave assunta comunque maggiore di Hmin e minore di Hmax (default 200 m)

impostati nei parametri generali del calcolo

se lrsquoaltezza di calcolo egrave inferiore alla quota della prima misura si pone u=u1

in presenza di due set di dati si assume come direzione del vento quella piugrave vicina allrsquoaltezza

del rilascio

in caso di calma di vento si utilizza in diverso valore di umin (default 05 ms)

MODELLO SHORT TERM PER SORGENTI PUNTIFORMI IN PRESENZA DI VENTO

Formula generale dellrsquoequazione gaussiana

Lrsquoequazione gaussiana che esprime la concentrazione per sorgenti puntiformi elevate con emissioni

continue assume la seguente forma

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PAGINA 184 194 Settembre 2015

dove

Q emissione di inquinante espresso come massa per unitagrave di tempo

V termine verticale (par 32 )

D termine di decadimento (par 38 )

Σy (x) σ z (x) coefficienti di dispersione laterale e verticale (m)

u velocitagrave del vento alla quota del rilascio (ms)

x distanza sottovento tra la sorgente e il recettore rispetto alla direzione del vento (par 11 )

y distanza perpendicolare alla direzione del vento tra lrsquoasse del pennacchio e il recettore (par

11 )

z quota del recettore rispetto al suolo

Tale equazione viene ricavata in base alle seguenti ipotesi

processo stazionario

condizioni meteorologiche costanti

trasporto turbolento lungo lrsquoasse x trascurabile rispetto al trasporto per avvezione

coefficienti di dispersione costanti in y e z

emissione costante

suolo riflettente

Lrsquoequazione gaussiana non egrave applicabile in condizioni di calma di vento per questo motivo si assume

generalmente un valore minimo di 1 ms per la velocitagrave del vento

NOTA con questa formula generica egrave possibile calcolare C anche a quote superiori al suolo (ldquoflagpole

recettorerdquo)

Termine verticale

La forma generale del termine verticale V egrave la seguente

dove il secondo termine rappresenta lrsquoeffetto della riflessione del terreno e il termine Vinv rappresenta

lrsquoeffetto delle riflessioni del plume causate dalla presenza di unrsquo inversione in quota

Il termine h assume inizialmente la seguente forma

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COD 15V055 PAGINA 185 194

formula utilizzata per descrivere il downwash degli edifici) e ΛH rappresenta il sovralzo dei fumi

Termine verticale in presenza di inversione in quota

Le classi ABC e D sono caratterizzate da un inversione in quota che limita la diffusione verticale La

quota di questa inversione in quota viene spesso indicata con il termine di altezza di rimescolamento

La presenza di questa inversione in quota modifica lrsquoequazione gaussiana con lrsquointroduzione del

termine Vinv

dove Vinv rappresenta la base dellrsquoinversione in quota

Il modello gaussiano non considera la possibilitagrave che il pennacchio riesca a superare lrsquoinversione nel

caso ciograve si realizzi la diffusione verso il basso viene fortemente inibita e i valori di concentrazione

risultano molto bassi Per questo motivo lrsquoinserimento di una inversione in quota piugrave bassa dei valori

standard dello strato rimescolato puograve portare a valori molto elevati e non realistici di concentrazione al

suolo La serie riportata nella formula converge abbastanza rapidamente e in generale sono sufficienti

poche iterazioni il parametro impostato di default esegue 4 riflessioni Il modello contiene dei valori di

default per lrsquoaltezza dello strato rimescolato egrave comunque possibile inserire un valore direttamente

come dato di input

Termine verticale per diffusione di particolato

In caso di diffusione di particolato o di gas pesanti il modello gaussiano viene modificato per tener

conto degli effetti legati alla velocitagrave di sedimentazione gravitazionale Il primo effetto sullrsquoequazione egrave

quello di introdurre un abbassamento dellrsquoasse del pennacchio modificando il termine h descritto in

precedenza

dove

vg rappresenta la velocitagrave di sedimentazione gravitazionale

u velocitagrave del vento alla quota del pennacchio

La modifica del termine h serve a tener conto dellrsquoeffetto della gravitagrave sulla diffusione dellrsquoinquinante e

viene generalmente indicato come Tilted Plume Model

Effetti della deposizione secca sullrsquoequazione

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PAGINA 186 194 Settembre 2015

In generale la deposizione degli inquinanti gassosi e del particolato leggero (particelle fino a 1 micron)

ha effetti trascurabili sulla concentrazione dovuta alla diffusione In caso contrario egrave necessario tener

conto del fatto che parte del materiale si deposita al suolo facendo cadere lrsquoipotesi di suolo riflettente In

generale la deposizione di un inquinante si puograve calcolare tramite la relazione

F flusso di deposizione al suolo

C(xy0) concentrazione al suolo

vd velocitagrave di deposizione

Si tenga presente che in caso di particolato la velocitagrave di deposizione NON egrave la velocitagrave di

sedimentazione gravitazionale In generale i fenomeni che determinano la deposizione cioegrave la cattura

da parte del suolo dellrsquoinquinante sono molto complessi ed esulano dalla trattazione di un modello

semplice come egrave il modello gaussiano anche percheacute richiedono generalmente lrsquointroduzione di

informazioni iniziali spesso non disponibili o di difficile reperibilitagrave che dipendono dal tipo di inquinante

dal tipo di terreno dal tipo di vegetazione e dalle condizioni meteorologiche Il modello quindi adotta un

approccio conservativo trascurando il calcolo della deposizione secca Tale approccio egrave sicuramente

adatto ad applicazioni di tipo regolatorio Il modello permette comunque di adottare la stessa soluzione

presente nel DIMULA ndash DOS che in caso di velocitagrave di sedimentazione diversa da zero ipotizza che

tutto lrsquoinquinante di depositi trascurando il termine di riflessione dellrsquoequazione gaussiana

Effetti della deposizione umida sullrsquoequazione (opzione avanzata)

Analogamente a quanto descritto per la deposizione secca la presenza della deposizione umida

modifica lrsquoequazione gaussiana per tener conto del materiale rimosso dalla pioggia diminuendo il

termine di emissione Contrariamente alla deposizione secca perograve la formulazione generalmente

adottata per la modifica dellrsquoequazione gaussiana egrave piugrave semplice ed ha la forma seguente

dove

λ = Scavening coefficiente (hr(smm))

R= rate di precipitazione (mmhr)

Il modello include il calcolo dellrsquoeffetto della deposizione umida si tenga presente che lrsquoinclusione di

questo calcolo serve SOLO per valutare lrsquoeffetto della deposizione umida sulle concentrazioni e NON

per calcolare il flusso di deposizione

Calcolo del Plume Rise

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COD 15V055 PAGINA 187 194

Le equazioni utilizzate per il calcolo del plume rise si basano sulle note formulazioni di Briggs

raccomandate anche da EPA Lo schema utilizzato dal modello coincide quasi integralmente con lo

schema utilizzato da ISC e da CALPUFF

Definizione delle variabili

hS altezza fisica del camino (m)

hrsquoS altezza del camino modificata per effetto della scia del camino (m)

d diametro interno del camino (m)

rs raggio interno del camino

vs velocitagrave di efflusso dei fumi (ms)

Ts temperatura dei fumi (K)

dH sovralzo dei fumi

xf distanza alla quale si verifica il sovralzo finale dei fumi

us velocitagrave del vento alla bocca del camino (ms)

Ta temperatura dellrsquoaria

ϑpartz gradiente verticale della temperatura potenziale per la classe di stabilitagrave E

vale 002 (ISC) o 0015 (DIMULA) per la classe di stabilitagrave F vale 0035 (ISC) o 0037 (DIMULA)

Bh altezza degli edifici in direzione del vento

Bw larghezza dellrsquoedificio vicino alla sorgente perpendicolare alla direzione del vento

g accelerazione di gravitagrave (980616 ms2)

Effetto scia del camino (Stack aerodynamic effect)

La bassa pressione che si forma sottovento al camino puograve avere lrsquoeffetto di abbassare lrsquoasse del

pennacchio quando la velocitagrave di efflusso dei fumi risulta particolarmente bassa Quando la velocitagrave di

efflusso dei fumi risulta inferiore a 15 volte la velocitagrave del vento si valuta lrsquoeffetto di scia del

camino utilizzando la formula (Briggs) seguente

Lrsquoapplicazione di questa formula ha lrsquoeffetto di ridurre lrsquoaltezza fisica del rilascio

Il calcolo egrave opzionale (in quanto camini che soddisfano il criterio vs lt 15 us possono avere dispositivi

che prevengono lrsquoeffetto scia del camino Il calcolo non viene eseguito in caso di calma di vento

Limiti Per evitare che con camini bassi e larghi il valore corretto possa diventare negativo viene

assunto un limite inferiore come percentuale sul valore totale Un valore indicativo puograve essere 13

(pg204 ref 2) ISC e DIMULA limitano a 0 la correzione

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Parametri utilizzati nei calcoli del plume rise

Flusso di galleggiamento

Flusso del momento

Parametro di stabilitagrave

Calcolo del sovralzo dei fumi per atmosfera instabile o neutra

Si calcola la ldquocrossover temperaturerdquo che serve per determinare se il sovralzo egrave prevalentemente

guidato dal sopralzo termico o dal flusso di momento

per Fb lt 55

per Fb ge 55

Sovralzo dominato dal flusso di

galleggiamento

(T T ) ( T) S A c

FB lt 55

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COD 15V055 PAGINA 189 194

FB = 55

FB gt 55

Sovralzo dominato dal flusso di momento

Calme di vento non crsquoeacute una trattazione specifica si pone u=umin

Limiti

bull la velocitagrave del vento alla bocca del camino viene comunque posta u gt= umin

bull nel caso in cui lrsquoaltezza efficace superi la quota dellrsquoinversione si veda 356

bull se lrsquoaltezza del camino (prima del calcolo) supera lrsquoaltezza di inversione o lrsquoaltezza dello strato

rimescolato la concentrazione viene posta a 0 su tutto il dominio

Calcolo del sovralzo dei fumi per atmosfera stabile

Si calcola la ldquocrossover temperaturerdquo che serve per determinare se il sovralzo egrave prevalentemente

guidato dal sovralzo termico o dal flusso di momento

Sovralzo dominato dal flusso di galleggiamento

Sovralzo dominato dal flusso di momento

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il sovralzo dominato dal momento in caso di atmosfera stabile e non puograve superare quello calcolato in

atmosfera instabile o neutra

Calma di vento

a causa del termine negativo ndash3d si impone che comunque il sovralzo non sia negativo

Limiti

Se lrsquoaltezza efficace supera lrsquoaltezza dello strato rimescolato si pone altezza efficace uguale altezza

dello stratorimescolato

Coefficienti di Dispersione

Il calcolo dei coefficienti di dispersione procede attraverso i seguenti passi

calcolo delle sigma di Briggs

correzione dei valori calcolati introducendo il calcolo della BID (Buoyancy Induced Dispersion)

In caso di utilizzo del modello di Huber Snyder per la valutazione del building downwash il

calcolo egrave modificato in questo modo (descritto nel capitolo successivo)

per distanze inferiori a 10BB calcola le σ y (x)e σ z (x) utilizzando le formule di tale modello e

scegliendo il valore massimo rispetto alle sigma di Briggs per distanze superiori calcola le σ y

(x+xvirt)e σ z (x+xvirt) di Briggs alla distanza x+xvirt

correzione dei valori calcolati introducendo il calcolo della BID (Buoyancy Induced Dispersion)

Formule di Briggs

Le formule di dispersione piugrave utilizzate nei modelli per il calcolo di σ y e σ z in mancanza di misurazioni

o calcoli diretti della turbolenza sono quelle di Briggs (1973) ottenute combinando una larga serie di dati

sperimentali

dove

b=1

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COD 15V055 PAGINA 191 194

d=-05

e=1

f=1

e=1

f=1

DIMULA DOS contiene inoltre un modello per il calcolo delle formule di dispersione basato sulla

rugositagrave superficiale (egrave evidente che questo modello ha un senso quando viene fornito al modello un

campo xy di rugositagrave superficiale)

Termine di decadimento

Il termine di decadimento inserito nellrsquoequazione di concentrazione egrave un modo semplice per

considerare lrsquoeffetto sulla concentrazione della rimozione del materiale inquinante Tale rimozione puograve

essere dovuta a deposizione secca o umida a effetti chimici o altro Il termine di decadimento egrave della

forma

dove γ rappresenta il coefficiente di decadimento espresso in secondi alla meno 1 Assegnare a γ il

valore 0 significa trascurare il decadimento (opzione di default) Una relazione utile per calcolare γ se egrave

noto il tempo di dimezzamento della sostanza in esame egrave la seguente

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PAGINA 192 194 Settembre 2015

Il termine di decadimento potrebbe essere utilizzato per descrivere la perdita di materiale

dovuta alla deposizione umida utilizzando la seguente relazione

ψ = λR

dove λ rappresenta lo ldquoscavening coefficientrdquo (smmhr) -1 e R rappresenta il rate di precipitazione

(mmhr) si egrave preferito perograve tenere separati i due effetti per consentire lrsquoutilizzo continuativo del modello

con sequenze di dati meteo

MODELLO SHORT TERM PER SORGENTI AREALI IN PRESENZA DI VENTO

In genere le sorgenti areali vengono schematizzate come sorgenti puntiformi virtuali arretrate rispetto al

centro della sorgente areale questa schematizzazione si traduce sostanzialmente nellrsquoinserimento di

valori di dispersione iniziali che tengano conto della reale dimensione della sorgente utilizzando la

stessa equazione usata per descrivere le sorgenti puntiformi Un altro possibile approccio egrave quello di

considerare la concentrazione prodotta da una sorgente areale come il risultato della concentrazione

prodotta da n sorgenti puntiformi distribuite sullrsquoarea effettivamente occupata dalla sorgente areale

La formulazione di Cirillo e Cagnetti (12) adottata da DIMULA DOS prevede lrsquoutilizzo di due modelli

un modello per le grandi distanze basato sullrsquointegrazione dellrsquoequazione della sorgente

puntiforme sulla superficie dellrsquoarea della sorgente

un modello per le brevi distanze basato sulla modifica delle sigma orizzontali di dispersione

Viene calcolata una distanza di riferimento Xstar (formulazione no riportata) che rappresenta il limite dei

due modelli questa distanza egrave la distanza alla quale il calcolo delle sigma di dispersione dei due

modelli coincide

Il calcolo della dispersione verticale

Il coefficiente di dispersione verticale viene calcolato in entrambi i modelli secondo la seguente formula

dove σz rappresenta la dispersione calcolata secondo le formule di Briggs e σz0 rappresenta la

dispersione verticale iniziale e viene inserita come dato di input dallrsquoutente In letteratura sono riportate

diverse indicazioni per lrsquoassegnazione di questo valore

Dimula DOS utilizza lrsquoaltezza degli edifici intorno alla sorgente divisa per 25

ISC suggerisce di utilizzare la dimensione verticale della sorgente divisa per 215 se la sorgente

egrave vicina al suolo ed isolata lrsquoaltezza degli edifici divisa per 215 se la sorgente egrave elevata o

adiacente a edifici lrsquoaltezza della sorgente divisa per 43 se la sorgente egrave elevata ed isolata

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COD 15V055 PAGINA 193 194

42 Il modello per X lt Xstar

Il modello per piccole distanze egrave il modello puntiforme con la dispersione laterale modificata secondo la

formula

dove

σy dispersione calcolata secondo le formule di Briggs

R area della sorgente

K(R) funzione definita per il trasporto di lunga distanza

sf fattore moltiplicativo del raggio della sorgente areale per il calcolo della Sigma Y iniziale (impostato

nei parametri generali del calcolo con valore di default 05)

MODELLO PER LE CALME DI VENTO

Inquadramento

Ai fini delle misure strumentali le calme di vento sono tutte quelle situazioni meteorologiche nelle quali

gli strumenti di

misura non riescono a definire una direzione e una intensitagrave del vento

A questa situazione strumentale (assenza del dato) corrispondono in realtagrave moltissime e diverse

situazioni meteorologiche

La gestione modellistica delle calme di vento presenta sostanzialmente due problemi

mancanza di dati per inizializzare i modelli

varietagrave delle situazioni meteorologiche che ricadono nella definizione di calme di vento

Queste difficoltagrave hanno portato lrsquoEPA e definire una metodologia per trattare le calme di vento che

consiste in un preprocessamento dei dati meteorologici finalizzato allrsquoeliminazione delle condizioni di

calma

I modelli gaussiani in particolare non sono in grado di gestire le calme di vento

per ragioni fisiche in quanto contrastano con le ipotesi di derivazione della formulazione

gaussiana

per ragioni matematiche in quanto la velocitagrave del vento egrave presente a denominatore

La soluzione presente nella versione precedente di DIMULA si basa sul modello CAGNETTI

FERRARA questo modello basato sullrsquointegrazione temporale dellrsquoequazione gaussiana a puff

presenta perograve il difetto di divergere nellrsquoorigine calcolando valori irrealistici e sovrastimati nei recettori

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PAGINA 194 194 Settembre 2015

vicini alla sorgente Per questo motivo egrave la trattazione delle calme e delle condizioni di vento debole egrave

stata modificata adottando il modello CIRILLO POLI

Trattamento delle condizioni di calma nel modello short term con sequenza di dati orari

La gestione del calcolo in base ai dati di ogni singolo record orario per sorgenti puntiformi segue lo

schema seguente

La gestione del calcolo in base ai dati di ogni singolo record orario per le sorgenti areali segue il

seguente schema

Il modello di Cirillo Poli non si applica alle sorgenti areali nelle situazioni di mancanza di dati si applica

un modello gaussiano con split sigma

Il modello gaussiano ridotto con split sigma presenta le seguenti ipotesi

la distanza x egrave assunta come distanza radiale

la distanza y egrave assunta pari al raggio della sorgente areale

Sigmaz egrave calcolata come nel modello gaussiano

seguendo Cirillo e Poli Sigmay egrave calcolata da

bull

dove richiesto si assume come velocitagrave del vento il valore minimo impostato di default dal modello per

le situazioni di calma

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COD 15V055 PAGINA 3 194

INDICE

1 PREMESSA 8

11 Oggetto dello Studio di impatto ambientale 8

12 Riferimenti normativi 8

13 Struttura dello studio di impatto ambientale 9

14 Gruppo di lavoro 10

2 NORME MINIME PER LA PROTEZIONE DEI POLLI DA CARNE 12

3 AZIENDA AGRICOLA 15

31 Caratteristiche dei capannoni di allevamento 17

311 Silos per lo stoccaggio mangime 20

312 Sistema di ventilazione 21

32 Attivitagrave di allevamento ndash descrizione delle fasi di allevamento nella situazione

attuale e nello scenario di progetto 22

4 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLA SITUAZIONE ATTUALE 26

5 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLO SCENARIO DI PROGETTO 29

51 Motivazione dellrsquointervento di ampliamento 29

52 Dimensionamento dellrsquoallevamento in caso di ampliamento 29

6 GESTIONE DEI MATERIALI PALABILI ESISTENTE E PREVISTO DAL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DEL NUMERO DI CAPI 32

7 CONSUMI DI RISORSE E CARATTERISTICHE DELLE EMISSIONI IN AMBIENTE ESTERNO 34

71 Consumo di materie prime 34

72 Consumi energetici 35

73 Ciclo idrico 36

74 Scarichi idrici 37

75 Spolgie di animali 37

76 Produzione di rifiuti solidi 38

77 Emissioni in atmosfera 38

8 DISTANZE MINIME SECONDO LA DGR 8562012 39

9 DECOMMISSIONING 40

10 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE 42

101 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ndash Regione Veneto 42

1011 Riferimenti generali 42

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PAGINA 4 194 Settembre 2015

1012 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 43

102 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ndash Provincia di Treviso 44

1021 Riferimenti generali 44

1022 Relazioni con le previsioni del PTCP 46

103 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castelfranco Veneto 48

1031 Riferimenti generali 48

1032 Relazioni con le previsioni del PAT 49

104 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castello di Godego 54

1041 Riferimenti generali 54

1042 Relazione con le previsioni del PAT 54

1043 Relazione con le previsioni del PRG 60

105 Classificazione acustica del territorio comunale 61

1051 Riferimenti generali 61

1052 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 63

106 Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (e norme in materia di

salvaguardia da rischio di inquinamento da nitrati) 64

1061 Riferimenti generali 64

1062 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 66

107 Piano per lrsquoAssetto Idrogeologico del Bacino scolante nella Laguna di

Venezia 67

1071 Riferimenti generali 67

1072 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 67

108 Piano di Risanamento della Qualitagrave dellrsquoAria 69

1081 Riferimenti generali 69

1082 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 69

109 Programma di Sviluppo Rurale 70

1091 Riferimenti generali 70

1092 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 71

1010 Aree Protette 71

10101 Riferimenti generali 71

10102 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 72

1011 Rete Natura 2000 72

10111 Riferimenti generali 72

10112 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 74

1012 Important Bird Area (IBA) 75

10121 Riferimenti generali 75

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 5 194

10122 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 75

1013 Zone umide di importanza internazionale 75

10131 Riferimenti generali 75

10132 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 76

11 REGIME VINCOLISTICO 76

111 Vincolo sismico 76

1111 Riferimenti generali 76

1112 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine 77

112 Vincolo idrogeologico 78

1121 Riferimenti generali 78

1122 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine 78

113 Patrimonio culturale beni culturali e beni paesistici vincolati 78

1131 Riferimenti generali 78

1132 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e lrsquoallevamento avicolo 79

12 USI DEL SUOLO 85

121 Impatti sullrsquouso del suolo 85

13 FLORA E FAUNA 86

131 Fauna 86

132 Flora 91

133 Stima degli impatti 91

14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI 93

141 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici 93

142 Impatti sui beni architettonici e archeologici 98

15 PAESAGGIO 101

151 Quadro conoscitivo del Paesaggio 101

152 Caratteri del Paesaggio nellrsquoarea di analisi 106

153 Impatti sul paesaggio 107

16 ACQUE 109

161 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee 109

162 Consumi di acqua 113

163 Impatti sulle acque 113

17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE 114

171 Premessa 114

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172 Breve richiamo delle caratteristiche dellrsquoAzienda e dellrsquoattivitagrave di allevamento116

173 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo 117

174 Emissione aziendali 119

1741 Fattori di emissione 119

1742 Quadro emissivo aziendale 120

1743 Sorgenti fugitive 123

1744 Ventilazione 123

175 Quadro meteoclimatico 124

1751 Precipitazioni 124

1752 Temperatura 125

1753 Umiditagrave relativa 126

1754 Anemolologia 127

1755 Classi di stabilitagrave atmosferica 130

171 Qualitagrave dellrsquoaria 130

172 Modello di dispersione 131

1721 Scelta della tipologia di modello e del codice software 131

1722 Estensione del dominio territoriale di analisi 131

1723 Scansione temporale 131

1724 Descrizione del modello 132

1725 Dati di input del modello 134

1726 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie 134

173 Normativa di riferimento 135

1731 Particolato 135

1732 Ammoniaca 135

1733 Idrogeno solforato 136

1734 Composti odorigeni 136

174 Risultati delle simulazioni 138

1741 Composti odorigeni 138

1742 Ammoniaca 141

1743 Particolato fine 143

1744 Idrogeno solforato 145

175 10 Considerazioni conclusive 147

18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALLrsquoATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO 148

181 Assi viari interessati dal traffico indotto 148

182 Stima del traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento 150

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COD 15V055 PAGINA 7 194

19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO 156

191 Premessa 156

192 Stima dellrsquoimpatto acustico ndash modello di simulazione 156

193 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici 158

194 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate allrsquoattivitagrave di allevamento 160

1941 Sorgenti fisse e sorgenti mobili 160

195 Livelli ambientali ante operam 164

1951 Indagine fonometrica 164

1952 Livelli ambientali rilevati 165

196 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto 173

20 RIFIUTI 179

21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE 179

22 ALLEGATO TECNICO 180

221 Aria e emissioni odorigene 180

2211 Bibliografia di riferimento 180

2212 Allegato ndash Descrizione del modello Windimula 181

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1 PREMESSA

11 Oggetto dello Studio di impatto ambientale

LrsquoAzienda Agricola Maggiolo egrave localizzata in Via Bella Venezia 147 Castelfranco Veneto in Provincia di

Treviso Nellrsquoazienda agricola si svolge lrsquoattivitagrave di allevamento di polli a terra fino ad un massimo di

39500 polli per ciclo Lrsquoazienda intende sfruttare la potenzialitagrave massima pari a 110000 capi per ciclo

Per tanto lrsquoazienda intende avviare le seguenti procedure

Valutazione di impatto ambientale ai sensi del D Lgs 1522006 smi ldquoNorme in materia ambientalerdquo

in quanto ricadente al punto ac) dellrsquoAllegato III ldquoImpianti per lallevamento intensivo di pollame o di

suini con piugrave di 85000 posti per polli da ingrasso 60000 posti per gallinerdquo

Valutazione di incidenza ai sensi del DPR 35797 Regolamento recante attuazione della direttiva

9243CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali noncheacute della flora e

della fauna selvaticherdquo in quanto rientrare allrsquointerno della area Natura 2000 ZPS IT3240026 ldquoPrai di

Castello di Godegordquo

Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ai sensi del D Lgs 1522006 smi in quanto ricadente al

punto 66 a) dellrsquoAllegato I ldquoImpianti per lallevamento intensivo (hellip) con piugrave di 40000 posti

pollamerdquo

La presente relazione costituisce quindi lo studio di impatto ambientale funzionale allo espletamento

della procedura di Valutazione di impatto ambientale di competenza della Provincia di Treviso

12 Riferimenti normativi

In data 14 febbraio 2009 sono entrate in vigore le norme in materia di procedure di VIA (Valutazione di

Impatto Ambientale) cosigrave come previsto dallrsquoart 35 ldquoDisposizioni transitorie e finalirdquo della Parte

Seconda del D Lgs 15206 ldquoNorme in materia ambientalerdquo come modificato successivamente

Drsquoaccordo con il D Lgs 15206 e smi art 35 ldquoDisposizioni transitorie e finalirdquo ldquo1 Le regioni adeguano il

proprio ordinamento alle disposizioni del presente decreto entro dodici mesi dallentrata in vigore In

mancanza di norme vigenti regionali trovano diretta applicazione le norme di cui al presente decreto 2

Trascorso il termine di cui al comma 1 trovano diretta applicazione le disposizioni del presente decreto

ovvero le disposizioni regionali vigenti in quanto compatibili (hellip)rdquo Con le DGRV n 308 del 10 febbraio

2009 n 327 del 17 febbraio 2009 (Allegati A e B) n 4145 del 29 dicembre 2009 n 1539 del 27

settembre 2011 e ancora n n 575 del 03 maggio 2013 la Regione del Veneto ha delineato gli indirizzi

applicativi specifici in materia di valutazione ambientale di coordinamento tra il Dlgs 1522006 come

modificato ed integrato dal DLgs 42008 con la LR 101999

Secondo la normativa nazionale (e regionale) vigente sono sottoposti a procedura di VIA tra altre

tipologie (All III) le seguenti tipologie di allevamento

ac) Impianti per lrsquoallevamento intensivo di pollame o di suini con piugrave di

o 85000 posti per polli da ingrasso 60000 posti per galline

o 3000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg) o

o 900 posti per scrofe

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COD 15V055 PAGINA 9 194

13 Struttura dello studio di impatto ambientale

Lo studio di impatto ambientale egrave stato predisposto sulla base delle indicazioni di cui al D Lgs

1522006 smi Allegato VII - Contenuti dello Studio di impatto ambientale e che fanno riferimento

drsquoaccordo con lrsquoart 22 del medesimo decreto a

a) descrizione del progetto con informazioni relative alle sue caratteristiche alla sua localizzazione

ed alle sue dimensioni

b) descrizione delle misure previste per evitare ridurre e possibilmente compensare gli impatti

negativi rilevanti

c) dati necessari per individuare e valutare i principali impatti sullambiente e sul patrimonio

culturale che il progetto puograve produrre sia in fase di realizzazione che in fase di esercizio

d) descrizione sommaria delle principali alternative prese in esame dal proponente ivi compresa

la cosiddetta opzione zero con indicazione delle principali ragioni della scelta sotto il profilo

dellimpatto ambientale

e) descrizione delle misure previste per il monitoraggio

Lo studio di impatto ambientale egrave quindi articolato coerentemente con le disposizione di cui allrsquoAllegato

VII secondo lrsquoarticolazione di massima presentata nello schema seguente

A Quadro di riferimento programmatico

Descrive sinteticamente gli elementi conoscitivi ed analitici utili ad inquadrare dellrsquointervento nel contesto

della pianificazione territoriale riferita alla regione alla provincia ed al comune interessato dallrsquoallevamento

noncheacute nel quadro definito dalle norme settoriali vigenti e in itinere In particolare verranno

analizzati e sintetizzati gli elementi di pianificazione e programmazione territoriale e di settore vigenti e

previsti con i quali lrsquoopera proposta interagisce

verificate ed illustrate le interazioni dellrsquoopera con gli atti di pianificazione e la compatibilitagrave con le relative

prescrizioni

B Quadro di riferimento progettuale

Descrive sinteticamente riprendendo quanto sviluppato nel Progetto dellrsquointervento tutte le opere e le

attivitagrave previste in fase di cantiere ed in fase di piano funzionamento con particolare riferimento alle

componenti ed alle azioni progettuali significative in ordine ai potenziali impatti sullrsquoambiente ed alla loro

mitigazione Illustra i criteri alla base della scelta localizzativa e tecnologica

C Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti

Lrsquoinquadramento territoriale ed ambientale dellrsquoimpianto persegue lrsquoobiettivo di illustrare le conoscenze

disponibili circa le caratteristiche dellrsquoarea coinvolta dal medesimo intervento funzionalmente alla definizione

di eventuali ambiti di particolare criticitagrave ovvero di aree sensibili eo vulnerabili

Individua e caratterizza i potenziali impatti derivanti dalla realizzazione dellrsquoallevamento stima le potenziali

modifiche indotte sullrsquoambiente (situazione attuale) individua e descrive le misure da adottare per

minimizzare mitigare o compensare gli impatti del progetto Inoltre individua le misure previste per il

monitoraggio in fase di esercizio

Piano di Monitoraggio

Allegato cartografico

Sintesi non tecnica

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14 Gruppo di lavoro

Il gruppo di lavoro che ha eseguito le analisi e contribuito alla stesura dello Studio di impatto

ambientale per conto di Ambiente Italia srl egrave cosigrave composto

Approvazione degli elaborati Dott Sc Agr Mario Zambrini

Responsabile del progetto Eng Teresa Santos

Quadro di riferimento programmatico Eng Teresa Santos

Arch Mario Miglio

Dottssa Valentina Toninelli

Quadro di riferimento progettuale Eng Teresa Santos

Dottssa Anna Geotti

Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti

Aria e Odori Dott Armando Buffoni

Rumore Eng Teresa Santos Dott Sc Agr Zambrini

Acque e Suolo Eng Teresa Santos

Ecosistemi Flora e Fauna Dottssa Toninelli

Assetto territoriale e Paesaggio Arch Mario Miglio

Traffico Eng Teresa Santos

Elaborazione cartografia e fotografica Dottssa Valentina Toninelli

Documentazione ai fini della procedura di AIA Dottssa Anna Geotti

Studio per la valutazione di incidenza Dottssa Valentina Toninelli

La valutazione previsionale dellimpatto acustico inclusa la campagna di monitoraggio acustico egrave stata

eseguita dal Dott Mario Zambrini e dallrsquoIng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel campo

dellrsquoacustica ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti

rispettivamente con Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714 del

3 Dicembre 2010

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QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE

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2 NORME MINIME PER LA PROTEZIONE DEI POLLI DA CARNE

Con Decreto legislativo 27 settembre 2010 n 181 egrave stata recepita in Italia la Direttiva 200743CE che

stabilisce norme minime per la protezione di polli allevati per la produzione di carne Secondo tale

decreto

1 Tutti gli stabilimenti devono rispettare le disposizioni di cui allallegato I

Abbeveratoi 1 Gli abbeveratoi sono posizionati e sottoposti a manutenzione in modo da ridurre al

minimo le perdite

Alimentazione 2 Il mangime egrave disponibile in qualsiasi momento o soltanto ai pasti e non

devessere ritirato prima di 12 ore dal momento previsto per la macellazione

Lettiera 3 Tutti i polli hanno accesso in modo permanente a una lettiera asciutta e friabile in

superficie

Ventilazione e riscaldamento 4 Vi deve essere sufficiente ventilazione per evitare il

surriscaldamento se necessario in combinazione con i sistemi di riscaldamento per rimuovere

lumiditagrave in eccesso

Rumore 5 Il livello sonoro deve essere il piugrave basso possibile La costruzione linstallazione il

funzionamento e la manutenzione dei ventilatori dei dispositivi di alimentazione e di altre

attrezzature sono tali da provocare la minore quantitagrave possibile di rumore e che in ogni caso non

arrechino danno agli animali

Luce 6 Tutti gli edifici sono illuminati con unintensitagrave di almeno 20 lux durante le ore di luce

misurata a livello dellocchio dellanimale e in grado di illuminare almeno l80 dellarea

utilizzabile Una riduzione temporanea del livello di luce puograve essere ammessa se ritenuta

necessaria in seguito al parere di un veterinario 7 Entro i sette giorni successivi al momento in

cui i polli sono collocati nelledificio e fino a tre giorni prima del momento previsto per la

macellazione la luce deve seguire un ritmo di 24 ore e comprendere periodi di oscuritagrave di almeno 6

ore totali con almeno un periodo ininterrotto di oscuritagrave di almeno 4 ore esclusi i periodi di

attenuazione della luce

Ispezioni 8 Tutti i polli presenti nello stabilimento devono essere ispezionati almeno due volte

al giorno Occorre prestare particolare attenzione ai segni che rivelano un abbassamento del livello

di benessere eo di salute degli animali 9 I polli gravemente feriti o che mostrano segni evidenti

di deterioramento della salute come quelli con difficoltagrave nel camminare o che presentano

ascite o malformazioni gravi e che egrave probabile che soffrano ricevono una terapia appropriata

o sono abbattuti immediatamente Un veterinario egrave contattato ogniqualvolta se ne presenti la

necessitagrave

Pulizia 10 Ad ogni depopolamento definitivo le parti degli edifici delle attrezzature o degli utensili

in contatto con i polli sono pulite e disinfettate accuratamente prima di introdurre nel capannone un

nuovo gruppo di animali Dopo il depopolamento definitivo di un capannone si deve rimuovere tutta

la lettiera e predisporre una lettiera pulita

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COD 15V055 PAGINA 13 194

Registrazioni 11 Il proprietario o il detentore deve registrare in formato cartaceo o elettronico

per ciascun capannone dello stabilimento i seguenti dati a) il numero di polli introdotti b) larea

utilizzabile c) librido o la razza dei polli se noti d) per ogni controllo il numero di volatili trovati

morti con indicazione delle cause se note noncheacute il numero di volatili abbattuti e la causa e) il

numero di polli rimanenti nel gruppo una volta prelevati quelli destinati alla vendita o alla

macellazione Le informazioni (hellip) sono contenute in un registro il cui modello egrave adottato con

decreto (hellip) in alternativa gli operatori del settore possono utilizzare altri strumenti di registrazione

giagrave previsti e presenti in azienda qualora contengono le informazioni di cui al presente punto Tali

registrazioni sono conservate per un periodo di almeno tre anni e vengono rese disponibili

allautoritagrave competente quando effettui unispezione o qualora ne faccia richiesta

Interventi chirurgici 12 Sono proibiti tutti gli interventi chirurgici effettuati a fini diversi da quelli

terapeutici o diagnostici che recano danno o perdita di una parte sensibile del corpo o

alterazione della struttura ossea La troncatura del becco puograve tuttavia essere autorizzata

dallAutoritagrave Sanitaria competente per territorio una volta esaurite le altre misure volte a impedire

plumofagia e cannibalismo In tali casi detta operazione egrave effettuata soltanto previo parere di un

veterinario da personale qualificato su pulcini di etagrave inferiore a 10 giorni Inoltre lAutoritagrave Sanitaria

competente per territorio puograve autorizzare la castrazione degli animali La castrazione egrave effettuata

soltanto con la supervisione di un veterinario e ad opera di personale specificamente formato Il

Ministero della salute (hellip) stabilisce i criteri generali per autorizzare gli interventi di cui al presente

paragrafo

2 La densitagrave massima di allevamento in ogni capannone dello stabilimento non deve superare

in alcun momento 33 kgmsup2

3 In deroga al comma 2 lautoritagrave sanitaria territorialmente competente puograve autorizzare una

densitagrave di allevamento superiore a condizione che siano rispettate le disposizioni di cui

allallegato II (oltre a quelle di cui allallegato I)

1 Il proprietario o il detentore comunica allautoritagrave competente lintenzione di ricorrere a una

densitagrave superiore a 33 kgm2 di peso vivo Egli indica la densitagrave di allevamento che intende

raggiungere ed informa lautoritagrave competente di qualsiasi modifica della stessa almeno 15

giorni prima della collocazione del gruppo di polli nel capannone Se lautoritagrave competente lo

richiede la notifica egrave accompagnata da un documento che riprende in sintesi le informazioni

contenute nella documentazione di cui al punto 2

2 Il proprietario o il detentore tiene a disposizione nel capannone la documentazione che descrive

in dettaglio i sistemi di produzione In particolare tale documentazione comprende

informazioni relative a particolari tecnici del capannone e delle sue attrezzature quali

a) una mappa del capannone indicante le dimensioni delle superfici occupate dai polli

b) sistemi di ventilazione e ove pertinente di raffreddamento e riscaldamento comprese le

rispettive ubicazioni un piano della ventilazione indicante in dettaglio i parametri di qualitagrave

dellaria prefissati come flusso velocitagrave e temperatura dellaria

c) sistemi di alimentazione e approvvigionamento dacqua e loro ubicazione

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d) sistemi dallarme di riserva in caso di guasti ad apparecchiature automatiche o

meccaniche essenziali per la salute ed il benessere degli animali

e) procedure operative che assicurino interventi di riparazione urgenti in caso di guasti alle

apparecchiature essenziali per la salute e il benessere degli animali

f) tipo di pavimentazione e lettiera normalmente usate

(hellip)

3 Ciascun capannone di uno stabilimento deve essere dotato di sistemi di ventilazione e se

necessario di riscaldamento e raffreddamento concepiti costruiti e fatti funzionare in modo

che

a) la concentrazione di ammoniaca (NHsup3) non superi 20 ppm e la concentrazione di anidride

carbonica (COsup2) non superi 3000 ppm misurati allaltezza della testa dei polli

b) la temperatura interna non superi quella esterna di piugrave di 3deg C quando la temperatura

esterna allombra egrave superiore a 30deg C

c) lumiditagrave relativa media misurata allinterno del capannone durante 48 ore non superi il 70

quando la temperatura esterna egrave inferiore a 10deg C

4 Qualora sia concessa la deroga di cui al comma 3 la densitagrave massima di allevamento in ogni

capannone dello stabilimento non deve superare in qualsiasi momento 39 kgmsup2

5 Quando sono soddisfatti i criteri di cui allallegato V lautoritagrave sanitaria territorialmente competente

puograve autorizzare un ulteriore aumento fino ad un massimo di 3 kgmsup2 rispetto alla densitagrave di

allevamento prevista nel comma 4

1 Criteri

a) il monitoraggio dello stabilimento effettuato dallautoritagrave competente negli ultimi due anni

non ha rivelato carenze rispetto ai requisiti del presente decreto

b) il proprietario o il detentore effettua il monitoraggio utilizzando le guide alle buone

pratiche di gestione di cui allart 7

c) in almeno sette gruppi consecutivi di polli successivamente controllati e provenienti da un

capannone la mortalitagrave giornaliera cumulativa egrave stata inferiore a 1 + 006 moltiplicato

per letagrave alla macellazione espressa in giorni Qualora non sia stato effettuato alcun

monitoraggio dello stabilimento dallautoritagrave competente negli ultimi due anni deve

essere effettuato almeno un monitoraggio per controllare se sia rispettato il requisito di

cui alla lettera a)

2 Circostanze eccezionali In deroga al punto 1 lettera c) lautoritagrave competente puograve decidere

di aumentare la densitagrave di allevamento quando il proprietario o il detentore abbia fornito

spiegazioni sufficienti riguardo alla natura eccezionale di un tasso di mortalitagrave giornaliera

cumulativo piugrave alto o abbia dimostrato che le cause sfuggono al suo controllo

Con successivo Decreto 4 febbraio 2013 ldquoDisposizione in materia di protezione di polli allevati per la

produzione di carne ai sensi degli articoli 3 4 6 e 8 del decreto legislativo 27 settembre 2010 n 181rdquo

il ministero ha come previsto dal Dlgs 1812010 precisato come determinare la densitagrave di allevamento

(definendo anche il modello per la registrazione dei dati relativi ai polli allevati) e ha definito i criteri e

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COD 15V055 PAGINA 15 194

modalitagrave per lrsquoaumento in deroga della densitagrave noncheacute lrsquoorganizzazione e svolgimento di corsi di

formazione e riconoscimento del personale che si occupa di allevamento di polli

1 La densitagrave di allevamento come definita allart 2 comma 1 lettera i) del Dlgs n 1812010 (hellip) egrave

determinata moltiplicando il peso vivo medio di un campione di almeno venticinque polli per il numero

complessivo dei polli presenti contemporaneamente in un capannone (hellip)

3 AZIENDA AGRICOLA

LrsquoAzienda Agricola Maggiolo egrave localizzata in Via Bella Venezia 147 Comune di Castelfranco Provincia

di Treviso Nellrsquoazienda agricola si svolge lrsquoattivitagrave di allevamento di polli a terra potendo quindi i capi

muoversi liberamente allrsquointerno del capannone

Lrsquoazienda egrave costituita dai seguenti fabbricati1

N 1 fabbricato ad uso civile (abitazione) del proprietario dellrsquoazienda agricola noncheacute gestore

dellrsquoallevamento

N 5 capannoni adibiti allrsquoallevamento dei polli

N 1 fabbricato adibito a magazzino

N 1 tettoia coperta adibita a magazzino

Lrsquoarea sulla quale insiste lrsquoazienda occupa una superficie di circa 25000 m2 di cui circa 6200 m2

coperti 3900 m2 scoperti pavimentati e i rimanenti scoperti non pavimentati

Fabbricati ndash capannoni di allevamento

Larghezza m Lunghezza m

Superficie Utile

di allevamento

m2

Superficie

dellrsquoanticamera

m2

Superficie totale

m2

Capannone 1 9 102 918 135 932

Capannone 2 9 121 1089 225 1112

Capannone 3 9 128 1152 18 1170

Capannone 4 9 128 1152 18 1170

Capannone 5 10 117 1170 30 1200

totale

5481 102 5583

1 Si rimanda alla Tavola ldquoInquadramento territoriale ndash foto aereardquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

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PAGINA 16 194 Settembre 2015

Azienda Agricola Maggiolo ndash Capannoni e silos per stoccaggio mangime

Azienda Agricola Maggiolo ndash Magazzino segatura per lettiera

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COD 15V055 PAGINA 17 194

31 Caratteristiche dei capannoni di allevamento

Lrsquoallevamento egrave costituito da 5 capannoni per lrsquoallevamento con caratteristiche costruttive pressocheacute

identiche I capannoni sono dotati di adeguato isolamento della copertura che permette di

ottimizzare i consumi di energia termica ed elettrica

I capannoni sono dotati di anticamera in cui sono presenti gli impianti e i quadri di controllo

Il sistema di alimentazione automatica Le mangiatoie sono regolarmente disposte nello spazio a

disposizione degli animali che si alimentano direttamente Installate su strutture mobili in senso

verticale percorrenti lrsquointera area dei capannoni sono dotate di dispostivi che consentono di dosare il

mangime in uscita sul vassoio della mangiatoia in relazione alle necessitagrave di allevamento

Il sistema di abbeveraggio automatico egrave di tipo a gocce (nipples)

Lo spazio utile calpestabile di allevamento (escludendo la superficie di anticamera) risulta pari a 5481

m2 Per la lettiera viene utilizzato truciolo collocata su tutta la superficie utile di allevamento

Il raffrescamento egrave garantito dal sistema di pannelli cooling inseriti intestata a ciascuno dei capannoni il

pannello egrave in fibra dotata di canali attraverso cui scorre lrsquoacqua lrsquoaria passa attraverso e si raffredda

consumando in evaporazione una parte dellrsquoacqua in circolo la parte restante vien raccolta in cisterne

interrate e riutilizzata

La ventilazione dei capannoni egrave garantita mediante lrsquoazionamento di ventilatori assiali a parete collocati

nel lato ovest di ciascun capannone

Caratteristiche strutturali capannoni

Capanno

ne

Superficie

Utile di

allevamen

to m2

Superficie

dellrsquoantica

mera m2

Superfici

e totale

m2

Materiale costruttivo Isolamento coperture

1 918 135 932 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

2 1089 225 1112 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

3 1152 18 1170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

4 1152 18 1170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

5 1170 30 1200 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

Totale 5481 102 5583

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 18 194 Settembre 2015

Caratteristiche strutturali capannoni (continuazione)

Capannone Mangiatoie

n

Abbeveratoi

n ndeg neon

Finestrature

m2

pannelli

raffrescanti

m2

sistema

baumec

1 200 1500 10 160 50 X

2 240 1700 12 110 60 X

3 254 1750 12 110 60 X

4 254 1750 14 204 - X

5 304 1710 12 200 - X

Azienda Agricola Maggiolo ndash interno di un capannone

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COD 15V055 PAGINA 19 194

Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di distribuzione automatizzato del cibo

Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di distribuzione dellrsquoacqua

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PAGINA 20 194 Settembre 2015

Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di raffrescamento laterale (pannelli cooling)

311 Silos per lo stoccaggio mangime

Il mangime egrave stoccato in silos collocati allrsquoesterno dei capannoni e viene estratto tramite un sistema di

movimentazione automatica motorizzata che lo invia in tramogge interne ai capannoni

Complessivamente lrsquoazienda ha una capacitagrave di stoccaggio di 85 t data dalla esistenza di 8 silos di

capacitagrave variabile tra 7 e 13 t collocati tutti sul lato est

Capacitagrave di stoccaggio di mangime

Capannone silos silos silos silos silos Capa

citagrave

1 9 14

23

2

3 7 13 20

4 7 13 20

5 7 15 22

Capacitagrave

totale 85

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COD 15V055 PAGINA 21 194

312 Sistema di ventilazione

La ventilazione dei capannoni egrave di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete

collocati nel lato ovest di ciascun capannone

Ventilazione dei capannoni

Capannone Modello EM50 Modello ED36HE

Portata 30000 13140 m3h

1 4 2

2 8 -

3 8 -

4 8 -

5 6 -

Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di ventilazione e ventole di areazione

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PAGINA 22 194 Settembre 2015

Fonte Munters specifiche tecniche dei modelli EMEMS ndash EDHEEDSHE-EC air extraction circulation fan ndash

Declaration of conformity (2013)

32 Attivitagrave di allevamento ndash descrizione delle fasi di allevamento nella situazione

attuale e nello scenario di progetto

Al fine di un inquadramento dettagliato del processo produttivo attuale e in caso di ampliamento

del numero di polli allevati si riporta di seguito una descrizione per fasi

Accasamento i pulcini arrivano su mezzi adeguati al trasporto in contenitori che vengono

svuotati direttamente allrsquointerno di ciascun capannone Lrsquoincubatoio da cui provengono i pulcini

di norma egrave ubicato nel Comune di San Pietro in Gugrave a circa 25 km circa di distanza dallrsquoazienda

agricola Maggiolo Dopo avere sistemato gli animali le casse sono accatastate sul mezzo e

spedite allrsquoincubatoio senza che vengano lavate

Allevamento Le tipologie di capi richiesti dal soccidante dipendono dal mercato e dalla

stagione a conclusione di un ciclo il soccidante pianifica lrsquoaccasamento successivo nel

rispetto dei vincoli di densitagrave imposti dalla normativa vigente La maggior parte dei cicli saragrave di

tipo misto

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COD 15V055 PAGINA 23 194

Caricamento a fine ciclo i polli vengono caricati su apposite gabbie previamente pulite e

disinfettate e quindi trasportati da trasportatori autorizzati fino al macello che venga effettuata

alcuna sosta in altri allevamenti

Svuotamento dei capannoni e preparazione per un nuovo ciclo pulizia e disinfezione

dellrsquoambiente e di tutte le attrezzature presenti allrsquointerno del ricovero compresi i silos i sistemi di

distribuzione del mangime e dellrsquoacqua e ventilatori noncheacute la cella frigorifera

Gestione della pollina e della lettiera consegna della pollina e lettiera ad una ditta

specializzata

Vuoto sanitario durante questo periodo lrsquoallevamento rimane completamente libero di capi di

allevamento Durante questo periodo lrsquoazienda effettua le attivitagrave di manutenzione che

consistono nella verifica della funzionalitagrave dei dispositivi per distribuzione di acqua e cibo e

della centralina di controllo delle condizioni interna dei capannoni punti di illuminazione e dei

punti di illuminazione Lrsquoesecuzione delle manutenzioni viene fatta nel rispetto dei tempi del

vuoto sanitario

Pulizia e disinfezione dei capannoni

Pulizia Disinfezione

Luogo di

applicazione

Pavimenti e attrezzature Pavimenti e pareti

Agente di lavaggio Acqua a pressione non viene fatto

lavaggio ma solo bagnatura

Acqua con disinfettante

Mezzo utilizzato Pala meccanica con raschiatore e

spazzatura manuale

Idropulitrice o atomizzatore per applicazione della

soluzione disinfettante sulle superfici

Descrizione

modalitagrave

Viene effettuata la pulizia delle superfici

interne e delle apparecchiature in modo

che i residui si depositino sul pavimento

poi con scope a mano viene effettuato la

pulizia a fondo

Terminata la pulizia si spruzza la soluzione sulle

pareti e sui pavimenti fino a completa bagnatura

lasciando che il disinfettante espleti la sua azione

I trattamenti di derattizzazione vengono svolti mensilmente dal gestore con prodotto MOURIN il

gestore effettua ad ogni trattamento il relativo registro

Per la salvaguardia della sicurezza biologica il sito di allevamento egrave completamente recintato con rete

metallica altra 25 m sul lato est e parzialmente sul lato nord e con muro alto 25 m in calcestruzzo sui

lati sud ovest e parzialmente sul lato nord Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto

lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) egrave stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile

e facilmente disinfettabile di dimensioni adeguate al passaggio dei mezzi per il trasporto e scarico del

mangime direttamente sui silos collocati tutti sul lato frontale e per il carico a fine ciclo della pollina

(lettiera mista pollina) da effettuare sul lato posteriore Lrsquoallevamento dispone di due aree di stoccaggio

chiuse una per lo truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una separata e

adeguatamente segnalata per il deposito dei rifiuti prodotti

I mezzi che accedono allrsquoarea qualora ritenuto opportuno vengono irrorati con disinfettante sui

pneumatici utilizzando soluzioni di Eviron D che viene nebulizzata sulle ruote con pompa a spalla

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PAGINA 24 194 Settembre 2015

La tabella che segue riporta il riscontro sulla conformitagrave dellrsquoallevamento ai requisiti di biosicurezza

aviaria

Requisiti strutturali degli allevamenti avicoli Situazione allevamento

1) I locali di allevamento (capannoni) debbono avere

pavimento in cemento o in materiale lavabile per facilitare le operazioni di pulizia

e disinfezione

applicato

pareti e soffitti pulibili applicato

attrezzature facilmente pulibili e disinfettabili applicato

presenza di sistemi che impediscono lrsquoaccesso di volatili applicato

chiusure adeguate applicato

2) Tutti gli allevamenti debbono inoltre essere dotati di

barriere allrsquoingresso idonee ad evitare lrsquoingresso non controllato di automezzi

(cancelli o sbarre mobili)

applicato

piazzole di carico e scarico dei materiali drsquouso e degli animali con dimensioni

minime pari allrsquoapertura del capannone

applicato - le aree intorno ai

capannoni sono pavimentate

una superficie larga un metro lungo tutta la lunghezza esterna del capannone

che dovragrave essere mantenuta pulita

applicato

aree di stoccaggio dei materiali drsquouso (lettiere vergini mezzi meccanici etc)

protette

applicato

una zona filtro dotata di spogliatoio lavandini e detergenti allrsquoentrata di ogni

azienda vietata agli estranei Deve essere prevista anche una dotazione di

indumenti adeguati

applicato

uno spazio per il deposito temporaneo dei rifiuti applicato - presente area

dedicata

Gestione degli allevamenti avicoli

Le attrezzature di allevamento se utilizzate da piugrave aziende devono essere

sottoposte ad accurato lavaggio e disinfezione ad ogni ingresso ed uscita

non applicabile - solo una

azienda

nelle zone attigue ai capannoni non ci deve essere alcun materiale applicato

negli allevamenti di svezzamento ogni ambiente di allevamento deve essere

delimitato da pareti e dotato di proprio accesso indipendente anche nel caso

confini su uno o piugrave lati con altre unitagrave produttive

non applicabile - i capi

arrivano in allevamento giagrave

svezzati

per lo stoccaggio degli animali morti devono essere installate idonee celle di

congelazione collocate allrsquoesterno del perimetro dellrsquoarea di allevamento

assicurando che il trasporto sia effettuato da Ditte regolarmente autorizzate

Le celle possono essere collocate anche allinterno a condizione che

loperazione di carico degli animali morti avvenga allesterno

Applicato - presente cella

frigorifera da 20 m3

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COD 15V055 PAGINA 25 194

Azienda Agricola Maggiolo ndash piazzale anteriore (lato est)

Azienda Agricola Maggiolo ndash piazzale posteriore e recinzione (lato ovest)

Azienda Agricola Maggiolo ndash recinzione (lato ovest)

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PAGINA 26 194 Settembre 2015

4 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLA SITUAZIONE ATTUALE

Lrsquoazienda opera fino ad una capacitagrave massima pari a 39500 capi di peso variabile tra 18 e 36

kgcapo Indicativamente il pollo leggero da leggero da 1618 kg circa ha bisogno di circa 3437 giorni

di crescita il pollo da 2527 kg ha bisogno di circa a 4547 giorni (utilizzato prevalentemente nel

circuito dei supermercati) ed il pollo pesante da 3537 kg ha bisogno di circa 5560 giorni Quindi un

tipico ciclo misto ha una durata di circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento uno dopo

circa 3437 giorni quando i capi raggiungono un peso medio di 18 kg un secondo dopo 4547 giorni

quando i capi rimanenti raggiungono un peso di 27 kg circa I rimanenti capi verranno quindi caricati

verso il macello al raggiungimento di circa 36 kg dopo 60 giorni circa

Tra due cicli di allevamento viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle normative vigenti

per un periodo di 21 giorni Lrsquoazienda realizza quindi un totale massimo di 5 cicli ogni anno (di cui

lrsquoultimo ricade parzialmente nellrsquoanno successivo) Prima dellrsquoinizio del vuoto sanitario viene asportata

la lettiera segue la pulizia e disinfezione dellrsquoambiente e di tutte le attrezzature presenti allrsquointerno

del ricovero compresi i sistemi di distribuzione del mangime e dellrsquoacqua Questa pratica egrave

prevista dal piano di profilassi sanitaria per evitare propagazione di agenti patogeni sul ciclo

successivo

Il ciclo produttivo consiste quindi nellrsquoallevamento di polli da carne in 5 capannoni per una

superficie utile di allevamento complessiva di 5481 m2 Lrsquoazienda lavora in soccida con il gruppo

Veronesi pertanto riceve dal soccidante pulcini mangime farmaci e disinfettanti e consegna i capi

a fine ciclo

La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attivitagrave di un ciclo misto con

indicazione dei giorni di accasamento rifornimento di mangime sfoltimento e quindi di avvio al macello

dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata

Lrsquoimpostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dellrsquoallevamento

quindi al lordo della mortalitagrave fisiologica e mediamente pari al 5 per ciclo completo di allevamento

Lrsquoimpostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010

n 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013 relativamente alla densitagrave massima da non superare pari a

33 kgm2 Inoltre lo schema viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla

tabella che segue si tenga presente che chiaramente la crescita dei capi egrave graduale essendo graduale

anche il fabbisogno alimentare giornaliero ma che per necessarie ragioni di semplificazione si egrave

assunto cautelativamente un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita

Situazione attuale ndash densitagrave

Taglia dei capi Peso medio dei capi

kgcapo Numero di capi

Densitagrave massima kgm

2

Capi m2

piccolo 18 11132 130 7

medio 27 7182 140 5

grande 36 21186 139 4

totale 39500

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COD 15V055 PAGINA 27 194

Regime alimentare tipico

Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg Razione

quotidiana g gg

1 Avviamento Fino a 10deg giorno 004 ndash 027 29

2 Accrescimento Dal 10deg-21deg giorno (ca) 027 ndash 094 78

3 Accrescimento Dal 22deg al 45deg giorno (ca) 094 ndash 34 200

4 Finissaggio Dal 46deg fino alla fine ciclo 34 -39 375

Situazione attuale - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 39500 capi

Giorno

Numero di capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisogno

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

850 mangime

1 19750 29 06 844 accasamento

2 39500 29 11 833 accasamento

3 39500 29 11 822

4 39500 29 11 811

5 39500 29 11 799

6 39500 29 11 788

7 39500 29 11 777

8 39500 29 11 766

9 39500 29 11 754

10 39500 29 11 743

11 39500 78 31 712

12 39500 78 31 682

13 39500 78 31 651

14 39500 78 31 620

15 39500 78 31 589

16 39500 78 31 559

17 39500 78 31 528

18 39500 78 31 497

19 39500 78 31 466

20 39500 78 31 436

21 39500 78 31 405

22 39500 200 79 326

23 39500 200 79 247

24 39500 200 79 168

25 39500 200 79 89

26 39500 200 79 10

27 39500 200 79 781 mangime

28 39500 200 79 702

29 39500 200 79 623

30 39500 200 79 544

31 39500 200 79 465

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PAGINA 28 194 Settembre 2015

Giorno

Numero di capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisogno

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

32 39500 200 79 386

33 39500 200 79 307

34 39500 200 79 228

35 39500 200 79 149

36 28368 200 57 92 1deg sfoltimento caricamento vs

macello

37 28368 200 57 35

38 28368 200 57 829 mangime

39 28368 200 57 772

40 28368 200 57 715

41 28368 200 57 659

42 28368 200 57 602

43 28368 200 57 545

44 28368 200 57 488

45 28368 200 57 432

46 21186 375 79 352 2deg sfoltimento caricamento vs

macello

47 21186 375 79 273

48 21186 375 79 193

49 21186 375 79 114

50 21186 375 79 34

51 21186 375 79 805 mangime

52 21186 375 79 725

53 21186 375 79 646

54 21186 375 79 567

55 21186 375 79 487

56 21186 375 79 408

57 21186 375 79 328

58 13506 375 51 278 caricamento vs macello

59 5826 375 22 256 caricamento vs macello

60 - 375 - 256 caricamento vs macello

61

consegna pollina ditta esterna

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COD 15V055 PAGINA 29 194

5 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLO SCENARIO DI PROGETTO

51 Motivazione dellrsquointervento di ampliamento

Lrsquoallevamento era di proprietagrave del Sig Bonifacio Maggiolo padre dellrsquoattuale gestore nel 2008 il figlio

Cesare Maggiolo prende in affitto i capannoni e inizia la sua gestione utilizzandone solo tre in quanto

gli altri due necessitavano di interventi di miglioramento Dal 2014 Cesare Maggiolo diventa

proprietario dellrsquoallevamento e decide di procedere alla sistemazione dei due capannoni non utilizzati

per poter arrivare a sfruttare la potenzialitagrave complessiva delle superfici non sono state eseguite opere

di edilizia si egrave trattato prevalentemente di sistemazione degli impianti elettrici con installazione delle

centraline di controllo A seguito della sistemazione egrave possibile utilizzare tutta al superficie utile di

allevamento disponibile

Considerata la superficie utile di allevamento disponibile lrsquoAzienda Agricola Maggiolo intende ampliare

la propria capacitagrave di allevamento di polli da carne fino ad una massimo pari a 110000 capi per ciclo

Si tratta quindi esclusivamente di un ampliamento del numero di capi allevato senza alcun ampliamento

delle strutture o costruzione di nuove

52 Dimensionamento dellrsquoallevamento in caso di ampliamento

Lrsquoazienda intende quindi operare fino ad una consistenza massima di allevamento pari a 110000 capi

di peso variabile tra 18 e 36 kgcapo ricorrendo allo stesso schema di allevamento giagrave in pratica

attualmente Quindi realizzando cicli di allevamento di tipo misto di durata complessiva pari a circa 60

giorni complessivi con due momenti di sfoltimento uno dopo circa 3437 giorni quando i capi

raggiungono un peso medio di 18 kg un secondo dopo 4547 giorni quando i capi rimanenti

raggiungono un peso di 27 kg circa I rimanenti capi verranno quindi caricati verso il macello al

raggiungimento di circa 36 kg dopo 60 giorni circa

Tra due cicli di allevamento verragrave allo stesso modo garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle

normative vigenti per un periodo di 21 giorni Lrsquoazienda realizzeragrave un totale massimo di 5 cicli ogni anno

(di cui lrsquoultimo potragrave ricadere parzialmente nellrsquoanno successivo) Prima dellrsquoinizio del vuoto sanitario

verragrave sempre asportata la lettiera seguendo la fase di pulizia e disinfezione dellrsquoambiente e di tutte

le attrezzature presenti allrsquointerno del ricovero compresi i sistemi di distribuzione del mangime e

dellrsquoacqua

La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attivitagrave di un ciclo misto con

indicazione dei giorni di accasamento rifornimento di mangime sfoltimento e quindi di avvio al macello

dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata

Lrsquoimpostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dellrsquoallevamento

quindi al lordo della mortalitagrave fisiologica e mediamente pari al 5 per ciclo completo di allevamento

Lrsquoimpostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010

n 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013 relativamente alla densitagrave massima da non superare pari a

39 kgm2 in deroga al limite di 33 kgm

2 e previa presentazione di apposita richiesta entro 15 giorni

prima dellrsquoaccasamento dei capi allrsquoautoritagrave sanitaria territorialmente competente Inoltre lo schema

viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla tabella che segue si tenga

Studio di Impatto Ambientale

Az Agricola Maggiolo

PAGINA 30 194 Settembre 2015

presente che chiaramente la crescita dei capi egrave graduale essendo graduale anche il fabbisogno

alimentare giornaliero ma che per necessarie ragioni di semplificazione si egrave assunto cautelativamente

un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita

Scenario di progetto ndash densitagrave

Taglia dei capi Peso medio dei capi

kgcapo Numero di capi

Densitagrave massima kgm

2

Capi m2

piccolo 18 31000 361 20

medio 27 20000 389 14

grande 36 59000 388 11

totale

110000

Regime alimentare tipico

Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg Razione

quotidiana g gg

1 Avviamento Fino a 10deg giorno 004 ndash 027 29

2 Accrescimento Dal 10deg-21deg giorno (ca) 027 ndash 094 78

3 Accrescimento Dal 22deg al 45deg giorno (ca) 094 ndash 34 200

4 Finissaggio Dal 46deg fino alla fine ciclo 34 -39 375

Scenario di progetto - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 110000 capi

Giorno

Numero di

capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisog

no

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

850 mangime

1 18333 29 05 845 accasamento

2 36667 29 10 834 accasamento

3 55000 29 16 819 accasamento

4 73333 29 21 798 accasamento

5 91667 29 26 772 accasamento

6 110000 29 31 740 accasamento

7 110000 29 31 709

8 110000 29 31 678

9 110000 29 31 646

10 110000 29 31 615

11 110000 78 86 529

12 110000 78 86 444

13 110000 78 86 358

14 110000 78 86 272

15 110000 78 86 187

16 110000 78 86 101

17 110000 78 86 16

18 110000 78 86 780 mangime

19 110000 78 86 694

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 31 194

Giorno

Numero di

capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisog

no

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

20 110000 78 86 609

21 110000 78 86 523

22 110000 200 220 303

23 110000 200 220 83

24 110000 200 220 713 mangime

25 110000 200 220 493

26 110000 200 220 273

27 110000 200 220 53

28 110000 200 220 683 mangime

29 110000 200 220 463

30 110000 200 220 243

31 110000 200 220 23

32 110000 200 220 653 mangime

33 110000 200 220 433

34 110000 200 220 213

35 94640 200 189 24 1deg sfoltimento caricamento vs macello

36 79280 200 159 685

1deg sfoltimento caricamento vs macello mangime

37 79000 200 158 527 1deg sfoltimento caricamento vs macello

38 79000 200 158 369

39 79000 200 158 211

40 79000 200 158 53

41 79000 200 158 745 mangime

42 79000 200 158 587

43 79000 200 158 429

44 68760 200 138 291 2deg sfoltimento caricamento vs macello

45 59000 375 221 70 2deg sfoltimento caricamento vs macello

46 59000 375 221 699 mangime

47 59000 375 221 477

48 59000 375 221 256

49 59000 375 221 35

50 59000 375 221 664 mangime

51 59000 375 221 442

52 59000 375 221 221

53 59000 375 221 850 mangime

54 51320 375 192 657 caricamento vs macello

55 43640 375 164 494 caricamento vs macello

56 35960 375 135 359 caricamento vs macello

57 28280 375 106 253 caricamento vs macello

58 20600 375 77 176 caricamento vs macello

59 12920 375 48 127 caricamento vs macello

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PAGINA 32 194 Settembre 2015

Giorno

Numero di

capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisog

no

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

60 5240 375 20 108 caricamento vs macello

61 - caricamento vs macello

62 consegna pollina ditta esterna

63 consegna pollina ditta esterna

64 consegna pollina ditta esterna

6 GESTIONE DEI MATERIALI PALABILI ESISTENTE E PREVISTO DAL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DEL NUMERO DI CAPI

Nellrsquoazienda agricola Maggiolo non egrave presente alcuna concimaia in quanto tutta la pollina (il misto

di deiezioni del pollame piume mangimi e lettiere di truciolo) egrave consegnata alla fine di ogni ciclo

alla fungaia Agrifung Nello scenario di progetto la pollina verragrave consegnata alla stessa ditta Il

materiale egrave ritirato come sottoprodotto di origine animale

Ai sensi del Regolamento (CE) n 10692009 del 21 ottobre 2009 recante norme sanitarie relative

ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti derivati non destinati al consumo umano e che

abroga il regolamento (CE) n 17742002 (regolamento sui sottoprodotti di origine animale) la

pollina rientra nei materiali di categoria 2 (art 9) ldquoa) stallatico guano non mineralizzato e contenuto

del tubo digerente (hellip)rdquo e possono (art 13) essere ldquoa) smaltiti come rifiuti mediante incenerimento

i) direttamente senza trasformazione preliminare o ii) dopo la trasformazione attraverso

sterilizzazione sotto pressione se lrsquoautoritagrave competente lo richiede e con marcatura permanente

del materiale risultante b) recuperati o smaltiti mediante coincenerimento qualora i materiali di

categoria 2 siano rifiuti i) direttamente senza trasformazione preliminare o ii) dopo la

trasformazione attraverso sterilizzazione sotto pressione se lrsquoautoritagrave competente lo richiede e

con marcatura permanente del materiale risultante c) smaltiti in una discarica autorizzata dopo la

trasformazione attraverso sterilizzazione sotto pressione e con marcatura permanente dei materiali

risultanti d) utilizzati per la fabbricazione di fertilizzanti organici o ammendanti da immettere sul

mercato conformemente allrsquoarticolo 32 previa trasformazione mediante sterilizzazione sotto

pressione ove applicabile e marcatura permanente dei materiali risultanti e) compostati o

trasformati in biogas i) dopo la sterilizzazione sotto pressione e la marcatura permanente del

materiale risultante o ii) se si tratta di stallatico del tubo digerente e del suo contenuto di latte

prodotti a base di latte di colostro di uova e ovoprodotti qualora lrsquoautoritagrave competente ritenga che

non presentino rischi di diffusione di malattie trasmissibili gravi dopo la trasformazione preliminare

o senza trasformazione preliminare f) applicati sul terreno senza trasformazione preliminare se si

tratta di stallatico del contenuto del tubo digerente separato da questrsquoultimo di latte prodotti a

base di latte e di colostro e qualora lrsquoautoritagrave competente ritenga che non presentino rischi di

diffusione di malattie trasmissibili gravi g) insilati compostati o trasformati in biogas se si tratta di

materiali derivanti da animali acquatici h) utilizzati come combustibile dopo la trasformazione o

senza trasformazione preliminare o i) utilizzati per la fabbricazione di prodotti derivati di cui agli

articoli 33 34 e 36 e immessi sul mercato conformemente a tali articolirdquo

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COD 15V055 PAGINA 33 194

Ai sensi del Dlgs 1522006 smi (art 185) ldquo2 Sono esclusi dallambito di applicazione della parte quarta

del presente decreto (ndr ldquoNorme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinatirdquo) in

quanto regolati da altre disposizioni normative comunitarie ivi incluse le rispettive norme nazionali di

recepimento (hellip) b) i sottoprodotti di origine animale compresi i prodotti trasformati contemplati dal

regolamento (CE) n 17742002 (ndr abrogato con il successivo Regolamento (CE) n 10692009 del

21 ottobre 2009) eccetto quelli destinati allincenerimento allo smaltimento in discarica o allutilizzo in

un impianto di produzione di biogas o di compostaggio (hellip)rdquo Inoltre sempre disciplina della pollina

ricade nella generale regolamentazione dei sottoprodotti contenuta nellarticolo 184-bis dello stesso

Dlgs 1522006 ldquo1 Egrave un sottoprodotto e non un rifiuto ai sensi dellarticolo 183 comma 1 lettera a)

qualsiasi sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti condizioni a) la sostanza o loggetto egrave

originato da un processo di produzione di cui costituisce parte integrante e il cui scopo primario non egrave

la produzione di tale sostanza od oggetto b) egrave certo che la sostanza o loggetto saragrave utilizzato nel

corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione da parte del produttore

o di terzi c) la sostanza o loggetto puograve essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento

diverso dalla normale pratica industriale d) lulteriore utilizzo egrave legale ossia la sostanza o loggetto

soddisfa per lutilizzo specifico tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute

e dellambiente e non porteragrave a impatti complessivi negativi sullambiente o la salute umanardquo

La pollina originata nellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave quindi da considerarsi un sottoprodotto di

origine animale che viene e verragrave consegnata a terzi per un successivo processo di produzione o di

utilizzazione non rientrando per tanto nellrsquoambito dellrsquoapplicazione delle Norme in materia di gestione

dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati di cui al DLgs 1522006 smi

Lrsquoazienda agricola Maggiolo non effettua e non effettueragrave nello scenario di progetto lo spandimento

della pollina

La tabella che segue riporta la stima della produzione di pollina nella situazione attuale (riferita ad una

consistenza massima pari a 39500 capi per ciclo) e relativa allo scenario di progetto (riferito ad una

consistenza massima pari a 110000 capi per ciclo)

La stima egrave stata effettuata sulla base dei criteri definiti nellrsquoAllegato alla DGR n 2217 del 08082008

ldquoLinee guida per la compilazione della comunicazione e del PUArdquo (aggiornamento dellrsquoAllegato F alla

DGR 7 agosto 2007 n 2439 che in Regione Veneto recepisce il Decreto Ministeriale 7 aprile 2006)

relativamente alla consistenza media dellrsquoallevamento

Situazione attuale - Numero di cicli (compresi i giorni necessari per lo svuotamento e trasporto

pollina)

I ciclo Svuoto sanitario II ciclo

Svuoto sanitario III ciclo

Svuoto sanitario IV ciclo

Svuoto sanitario V ciclo

Numero di giorni

61 210 61 21 61 21 61 21 37 365

Completo Completo Completo Completo Incompleto

06 46

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Scenario di progetto - Numero di cicli (compresi i giorni necessari per lo svuotamento e trasporto

pollina)

I ciclo Svuoto sanitario II ciclo

Svuoto sanitario III ciclo

Svuoto sanitario IV ciclo

Svuoto sanitario V ciclo

Numero di giorni

64 210 64 21 64 21 64 21 25 365

Completo Completo Completo Completo Incompleto

03 44

Produzione di pollina nella situazione attuale e nello scenario futuro in caso di ampliamento

Situazione

attuale Scenario di

progetto

Consistenza massima dellrsquoallevamento n di capi 39500 110000

Consistenza media dellallevamento (calcolato come da indicazioni di cui allrsquoAllegato A alla DGR 2217 del 882008) Considerando un

tasso di mortalitagrave fisiologica pari al 5

ciclo di durata pari a 60 giorni

periodo di vuoto sanitario pari a 21 giorni

46 cicli allrsquoanno nella situazione attuale e 44 cicli allrsquoanno nello scenario di progetto

n di capi 23787 63138

Consistenza media dellallevamento t in peso vivo

Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 882008 ndash allegato A - tabella 1 polli da carne a terra con uso lettiera (pv medio 1 kg)

m3capoanno 00095 00095

Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 882008 ndash allegato A - tabella 1 polli da carne a terra con uso lettiera (pv medio 1 kg)

tcapoanno 00062 00062

Produzione pollina (volume) m

3 anno 226 600

Produzione pollina (peso) tanno 147 391

7 CONSUMI DI RISORSE E CARATTERISTICHE DELLE EMISSIONI IN AMBIENTE ESTERNO

71 Consumo di materie prime

Le materie prime in ingresso nellrsquoallevamento sono

mangimi

truciolo per lettiera

altri prodotti (ad esempio insetticidi e prodotti per la derattizzazione e per il trattamento dei

capi)

prodotti per pulizia e disinfezione degli ambienti di stabulazione

I mangimi sono tenuti in deposito nei silos dislocati in prossimitagrave dei singoli capannoni ed hanno una

capacitagrave complessiva attuale pari a 85 t sia nello scenario attuale che in nello scenario di progetto in

caso di ampliamento Il mangime viene fornito direttamente dal soccidante Nelle diverse fasi del ciclo

dellrsquoallevamento vengono fornite da parte del soccidante quattro tipologie di mangimi in grado di

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COD 15V055 PAGINA 35 194

garantire una crescita equilibrata dei capi e da ottimizzare lrsquoassorbimento dei nutrienti limitando

cosigrave lrsquoescrezione di azoto e fosforo il mangime egrave generalmente fornito in 4 fasi al fine di fornire ai

capi il nutrimento di cui hanno effettivamente bisogno nello specifico periodo della crescita La

tabella che segue riporta la composizione delle 4 tipologie di mangime fornito per periodo

Caratteristiche mangimi per fase

Fosforo

inorganico

Lisina Fitasi FTU Proteina

grezza

Oli e grassi

grezzi

P12 primo periodo 070 14 800 225 6

PB1 secondo periodo 060 122 750 20 7

PB2 terzo periodo 050 110 700 1830 880

PB3 quarto periodo 052 100 600 1720 9

Consumo di mangime

Consumo medio per

capi (ciclo misto)

kgcapo

consistenza

massima

(n capi)

Numero di cicli

allrsquoanno

Consumo di

mangime annuale

(tanno)

Situazione attuale 8 39500 46 1454

Scenario di progetto 8 110000 44 3872

I trattamenti di derattizzazione vengono effettuati in proprio utilizzando NOTRAC Block (bromadiolone e

denatorion principio attivo) essendo tenuta la registrazione degli interventi di derattizzazione con

piantina di distribuzione Nello scenario di progetto lrsquoazienda agricola continueragrave a effettuare i

trattamenti in proprio

Una volta svuotato il capannone dai capi si provvede alla raccolta della lettiera alla pulizia e alla

preparazione per il nuovo ciclo La pulizia si effettua in due fasi

mediante stazzamento a secco accurato di pavimenti pareti e attrezzature raccolta della pollina

residua che vien unita a quella giagrave accumulata in attesa di essere ritirata da parte della ditta

incaricata Segue bagnatura delle pareti con idropulitrice che non genera reflui in quanto ha la

sola funzione di preparare le superfici per la fase successiva

con idropulitrice o atomizzatore si applica a tutte le superfici la soluzione disinfettante al 1

circa di eviron D ( per ciclo se ne consumano circa 20 l per preparare 2 m3 di soluzione per ogni

ciclo) Non si generano effluenti la soluzione egrave lasciata sulle superfici al fine di lasciare che il

disinfettante espleti al sua funzione

72 Consumi energetici

Lrsquoazienda agricola Maggiolo ha un proprio impianto fotovoltaico con potenza di pico pari a 56 kW

Lrsquoenergia elettrica prodotta egrave utilizzata per

illuminazione dellrsquoarea di stabulazione e dei locali riscaldamento con lampade che fungono da ldquoMadre Artificialerdquo

distribuzione del mangime e dellrsquoacqua

sistema di ventilazione

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illuminazione interna dei capannoni di allevamento

cella frigorifica per capi deceduti

Azienda Agricola Maggiolo ndash impianto fotovoltaico

Egrave previsto un consumo medio annuale di circa 30000 l di GPL che dipende fortemente dalle

caratteristiche climatiche della stagione Il GPL egrave depositato in due serbatoi interrati da 3000 e 5000 l

Lrsquoaumento dei consumi di energia egrave legato in particolare alla necessitagrave di incrementare la ventilazione

Consumo annuale

kWh

Energia elettrica

autoprodotta

consistenza

massima

(n capi)

Fabbisogno medio per

capo kWhcapo ()

Situazione attuale 6000 63 39500 03

Scenario di progetto 100000 63 110000 018

() considerando presenza media anno rispettivamente 192000 e 536000)

73 Ciclo idrico

Lrsquoazienda consuma acqua di acquedotto per

Abbeveraggio capi

Lavaggio e disinfezione

Servizi igienici

Nella configurazione dellrsquoallevamento attuale il consumo idrico si attesta su circa 2900 m3anno di cui

circa 2600 m3anno per abbeveraggio (per un consumo medio pari a circa 144 lcapo durante il ciclo di

allevamento) 300 m3anno per il sistema di raffrescamento e circa 10 m

3anno per la pulizia

Considerando lrsquoincremento del numero di capi si prevede un incremento dagli attuali consumi annuali a

circa 7280 m3

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COD 15V055 PAGINA 37 194

Consumi idrici per abbeveraggio

Consumo medio per capi (ciclo misto)

lcapo

consistenza massima (n capi)

Numero di cicli allrsquoanno

Consumo di acqua annuale (m

3anno)

Situazione attuale 144 39500 46 2617

Scenario di progetto 144 110000 44 6970

Consumi idrici totali

Situazione attuale Scenario di progetto

Consumi idrici per abbeveraggio m3

anno 2617 6970

Consumi per raffrescamento (1) m3

anno 300 300

Consumi Idrici per pulizia (2) m3

anno 10 10

Consumi idrici totali m3

anno 2927 7280

(1) Il consumo per raffrescamento egrave alle condizioni meteoclimatiche ovvero al coincidere un ciclo di allevamento

con il picco estivo Il dato indicato egrave quindi un dato medio puramente indicativo

(2) Dato massimo

74 Scarichi idrici

I polli bevono direttamente beccando i nipples senza che avvenga spreco e dispersione dacqua

nellambiente Il raffrescamento egrave garantito dal sistema di pannelli cooling con riutilizzo dellrsquoacqua non

evaporata evitando sprechi e in parte con il sistema baumac Lrsquoabbeveraggio ed il sistema di

raffrescamento non generano quindi scarichi idrici Il sistema di pulizia non produce scarichi idrici infatti

dopo aver effettuato una estesa pulizia a secco le superfici interne ai capannoni sono bagnate con

soluzione di disinfettante con pompa a pressione senza creare ruscellamenti

75 Spolgie di animali

La mortalitagrave per ciclo di allevamento si attesta sui valori intorno a 5 LrsquoAzienda Agricola dispone di

una cella frigo per la conservazione dei capi deceduti di proprietagrave

Azienda Agricola Maggiolo ndash Celle frigorifera

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76 Produzione di rifiuti solidi

La produzione di rifiuti dellrsquoAzienda Agricola egrave limitata in quanto le materie prime (tra cui il mangime)

vengono trasportate mezzi che scaricano direttamente nei silos di stoccaggio

I rifiuti prodotti sono per lo piugrave rifiuti non pericolosi di cui in particolare imballaggi in plastica (contenitori

per detergenti e disinfettanti) in carta ed in vetro

Azienda Agricola Maggiolo ndash locale adibito al deposito dei rifiuti

77 Emissioni in atmosfera

In allevamento sono presenti emissioni diffuse derivanti da metabolismo animale tali emissioni

sono tenute sotto controllo mediante adozione di unrsquoadeguata ventilazione dei capannoni per

ridurre il tenore di umiditagrave della lettiera ribaltamento della stessa funzionale a limitare lrsquoinsorgere di

fenomeni di fermentazione anaerobica

La tabella che segue sintetizza le emissioni di ammoniaca e metano alla massima capacitagrave

dellrsquoallevamento sulla base dei coefficienti di emissione (riferimento BREF sect3321)

Emissioni di ammoniaca e metano

fase Fattore di

emissione unitagrave misura fattore

Situazione attuale

ndash emissioni totali

tanno

Scenario di

progetto ndash

emissioni totali

tanno

Stabulazione 011 kg NH3postoanno 43 121

Stabulazione 0079 Kg CH4postoanno 31 87

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8 DISTANZE MINIME SECONDO LA DGR 8562012

Con la DGR n 856 del 15 maggio 2012 ldquoAtti di indirizzo ai sensi dellart 50 comma 1 lett d) della LR

23 aprile 2004 n 11 Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio Modifiche ed

integrazioni alla lett d) Edificabilitagrave zone agricole punto 5) Modalitagrave di realizzazione degli allevamenti

zootecnici intensivi e la definizione delle distanze sulla base del tipo e dimensione dellallevamento

rispetto alla qualitagrave e quantitagrave di inquinamento prodottordquo la Giunta regionale ha aggiornato gli Atti di

Indirizzo di cui alle deliberazioni n 31782004 e n 3292010 per ledificabilitagrave nelle zone agricole

Le tabelle che seguono riassumono i calcoli per la determinazione delle distanze minime di cui alla

DGR 85620122 Nelle tavole allegate si riportano i buffer con le distanze minime e lrsquoindicazione

dellrsquoutilizzo degli edifici data dalla Carta Tecnica Regionale

Lrsquoallevamento egrave dotato di un sistema di ventilazione forzata e non dispone di alcun stoccaggio della

polline che che insieme alla lettiera viene mantenuta al chiuso (nei singoli capannoni di allevamento)

fini alla fine del ciclo di allevamento per poi essere traportata da terzi verso lrsquoimpianto di recupero e

riutilizzo

Nella situazione attuale cosigrave come nello scenario di progetto lrsquoallevamento si trova a piugrave di 200 m

dallrsquoallevamento piugrave vicino Nel raggio di 100 m dallrsquoallevamento non sono presenti abitazioni civili a

meno dellrsquoedificio abitativo del proprietario e gestore dellrsquoallevamento e nel raggio di 200 m non rientra

il perimetro del centro abitato Il limite di zona agricola risulta ad una distanza superiore a 200 m

rispetto sia relativamente al PRG del Comune di Castello di Godego che al PAT del Comune di

Castelfranco Le strutture di allevamento (cinque capannoni) pressocheacute entro il limite di 20 m dal

confine della proprietagrave aziendale

Distanza minima dai confini di proprietagrave (Tabella 2 Allegato A)

Consistenza massima Peso vivo t

Classe tabella 1 allegato A

Distanza minima m

Situazione attuale 39500 395 2 20

Scenario di progetto 110000 110 2 20

Il peso medio vivo egrave stato calcolato sulla base del ciclo medio tipico

a) Tipologia dellambiente di stabulazione e del sistema di pulizia

Tipologia Punti allevamento

Situazione attuale ottimizzazione dellisolamento termico e della ventilazione (anche

artificiale)+pavimenti ricoperti da lettiera-abbeveratoi anti spreco 10

Scenario di progetto ottimizzazione dellisolamento termico e della ventilazione (anche

artificiale)+pavimenti ricoperti da lettiera-abbeveratoi anti spreco 10

2 Si rimanda alle tavole ldquoVerifica dei requisiti di cui alla DGR n 856 del 15 maggio 2012 - Stato attuale e incremento capi senza

passaggio di classe (classe 2) Uso del Suolordquo e ldquoVerifica dei requisiti di cui alla DGR n 856 del 15 maggio 2012 - Stato attuale e incremento capi senza passaggio di classe (classe 2)rdquo riportate in allegato

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PAGINA 40 194 Settembre 2015

b) Sistema di ventilazione

Tipologia Punti allevamento

Situazione attuale ventilazione forzata 0

Scenario di progetto ventilazione forzata 0

c) sistema di stoccaggio e trattamento delle deiezioni

Tipologia Punti allevamento

Situazione attuale materiali palabili - pollina su lettiera al coperto (su capannoni chiusi) -

equivalente a concimaia chiusa 0

Scenario di progetto materiali palabili - pollina su lettiera al coperto (su capannoni chiusi) -

equivalente a concimaia chiusa 0

Punteggio totale

Criteri Punti allevamento

Situazione attuale a b c 10

Scenario di progetto a b c 10

Distanze minime reciproche degli insediamenti zootecnici dai limiti di zona agricola (Tabella 3 Allegato A)

classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m

Situazione attuale 2 10 200

Scenario di progetto 2 10 200

Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze civili sparse (Tabella 4 Allegato A)

classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m

Situazione attuale 2 10 100

Scenario di progetto 2 10 100

Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze concentrate (centri abitati) (Tabella 5 Allegato A)

classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m

Situazione attuale 2 10 200

Scenario di progetto 2 10 200

9 DECOMMISSIONING

Per le strutture in cemento eo laterizi si provvederagrave in fase di dismissione dellrsquoallevamento al

trasporto delle relative macerie presso un impianto di trattamento per la bonifica

Per le attrezzature se riutilizzabili si provvederagrave alla revisione e riutilizzo presso altri impianti simili

mentre per le parti obsolete si provvederagrave al loro smaltimento tramite ditte autorizzate

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COD 15V055 PAGINA 41 194

QUADRO DI RIFERIMENTO

PROGRAMMATICO

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10 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE

101 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ndash Regione Veneto

1011 Riferimenti generali

La Regione Veneto con DGR n 372 del 1722009 ha adottato il Piano Territoriale Regionale di

Coordinamento ai sensi della LR 2342004 n 11 (art 25 e 4) oggetto di Variante anche questa solo

adottata con DGR n 427 del 1042013 pubblicata sul BURV n 39 del 352013 Il PTRC con la

citata Variante come precisato allrsquoarticolo 1bis delle Norme dello stesso assume natura di piano

urbanistico territoriale con specifica considerazione dei valori paesaggistici ai sensi dellrsquoart 135

comma 1 del DLgs 2212004 n 42 il Codice dei beni culturali e del paesaggio

Il PTRC adottato comprende i seguenti elaborati

Relazione illustrativa con i fondamenti del buon governo

Elaborati grafici

- Tavola PTRC 1992 - Ricognizione

- Tavola 1a - Uso del suolo Terra

- Tavola 1b - Uso del suolo Acqua

- Tavola 1c ndash Uso del suolo Idrogeologia e rischio sismico

- Tavola 2 - Biodiversitagrave

- Tavola 3 - Energia e ambiente

- Tavola 4 - Mobilitagrave

- Tavola 5a - Sviluppo economico produttivo

- Tavola 5b - Sviluppo economico turistico

- Tavola 6 - Crescita sociale e culturale

- Tavola 7 - Montagna del Veneto

- Tavola 8 - Cittagrave motore di futuro

- Tavola 9 - Sistema del territorio rurale e della rete ecologica

- Tavola 10 - Sistema degli obiettivi di progetto

Rapporto ambientale

Quadro conoscitivo

Documento per la pianificazione paesaggistica

o Ambiti di paesaggio

o Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici

o Atlante ricognitivo

o Sistema di valori

Norme tecniche

Il PTRC come precisato nellrsquoarticolo 4 delle Norme dello stesso egrave strumento sovraordinato a tutti i

piani territoriali ed urbanistici e puograve essere motivatamente modificato o integrato dai piani regionali di

settore e di sviluppo delle grandi reti di servizi fatto salvo quanto disposto dallrsquoart 145 comma 3 del

DLgs 422004 gli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica di livello inferiore devono

adeguarsi entro dodici mesi dallrsquoentrata in vigore del PTRC

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COD 15V055 PAGINA 43 194

Per quanto attiene allrsquoefficacia del PTRC come stabilito dal comma 3 dellrsquoarticolo 72bis delle Norme

dello stesso piano ldquoai sensi dellrsquoart 29 comma 2 della LR 1104 dallrsquoadozione del PTRC o di sue

eventuali varianti e fino alla loro entrata in vigore e comunque non oltre cinque anni dalla data di

adozione i Comuni sono tenuti a sospendere ogni determinazione sulle domande relative ad interventi

di trasformazione edilizia e urbanistica che risultino in contrasto con le prescrizioni contenute nel

pianordquo

In merito alla pianificazione paesaggistica come definito nel Titolo XI delle Norme dellrsquoadottato PTRC

la Regione egrave articolata ai sensi dellrsquoarticolo 45ter comma 1 della LR 112004 e dellrsquoarticolo 135

comma 2 del DLgs 422004 in quattordici Ambiti di Paesaggio indicati nel Documento per la

pianificazione paesaggistica La definizione delle specifiche normative drsquouso aventi la finalitagrave di

assicurare che ciascun ambito di paesaggio sia ldquoadeguatamente conosciuto tutelato salvaguardato e

disciplinatordquo attribuendo ldquoadeguati obiettivi di qualitagrave in attuazione dei fini di cui agli articoli 131 133 e

135 del Codice e sulla base della specificazione dei contenuti definiti dallrsquoAtlante Ricognitivo

contenuto nel Documento per la pianificazione paesaggisticardquo egrave demandata ai previsti Piani

Paesaggistici Regionali drsquoAmbito (PPRA)

Il Documento per la pianificazione paesaggistica come precisato allrsquoarticolo 71ter delle Norme del

PTRC costituisce quadro di riferimento per la definizione dei PPRA

Tale Documento si articola in Ambiti di paesaggio in cui egrave indicata la delimitazione degli Ambiti di

Paesaggio Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici in cui egrave indicato il percorso istituzionale di

attribuzione della valenza paesaggistica e sono rappresentate le aree di cui agli artt 136 e 142 del

DLgs4204 destinate a ricognizione e validazione in sede di pianificazione paesaggistica regionale

drsquoambito Atlante Ricognitivo quale prima ricognizione finalizzata alla conoscenza dei caratteri del

paesaggio veneto e dei processi di trasformazione che lo interessano in cui sono indicati obiettivi e

indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari ai PPRA Sistemi di valori (i siti patrimonio dellrsquoUnesco le

Ville del Palladio le Ville Venete Parchi e giardini di rilevanza paesaggistica Forti e manufatti difensivi

Archeologia industriale Architetture del Novecento

1012 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Gli elaborati cartografici del PTRC data anche la scala di restituzione solo in alcuni casi identificano

categorie direttamente relazionabili allrsquoarea dellrsquoesistente allevamento zootecnico avicolo od

allrsquoimmediato intorno ed in dettaglio si tratta delle ldquoAree nucleordquo riportate nelle Tavole 1 2 e 9 e dei

ldquoPrati stabilirdquo riportati nelle Tavole 1 e 9

Area nucleo

Le Aree nucleo sono elementi costituitivi della Rete ecologica e corrispondono come precisato

allrsquoarticolo 24 delle Norme del PTRC ai siti della Rete Natura 2000 ed alle aree naturali protette di cui

alla L 3941991 In tale articolo si afferma che ldquola Regione promuove programmi e progetti specifici

finalizzati alla salvaguardia e valorizzazione della Rete ecologica e per lrsquoattuazione di azioni volte alla

tutela conservazione e accrescimento della biodiversitagrave da attuarsi in collaborazione con le

amministrazioni provinciali comunali e gli altri soggetti interessati anche mediante il supporto a

pratiche agricole sostenibili e di gestione rurale privilegiando quelle dellagricoltura biologicardquo e che ldquoin

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tal senso si assumono come elementi di riferimento le reti di siepi agrarie e i filari le zone umide i corsi

dacqua e la rete di scolo e irrigua i boschettirdquo Le Norme del PTRC inoltre precisano che ldquola

procedura per la valutazione di incidenza si applica esclusivamente con riferimento agli obbiettivi di

conservazione tutelati nei siti della Rete Natura 2000rdquo

Con riguardo al previsto ampliamento del numero di capi allevati allrsquointerno delle giagrave esistenti strutture

aziendali che ricadono in una ZPS di cui alla Rete Natura 2000 egrave redatto il richiesto Studio di

Incidenza In aggiunta si annota che non sono previsti interventi che determinano ricadute sullrsquoattuale

consistenza e configurazione dei richiamati elementi di riferimento per la costruzione della rete

ecologica

Prati stabili

I Prati stabili sono disciplinati dallrsquoarticolo 14 delle Norme del PTRC che esplicita il loro riconoscimento

come ldquorisorse per il paesaggio e la biodiversitagraverdquo e demanda ai Comuni lrsquoindividuazione nellrsquoambito dei

propri strumenti urbanistici dei sistemi di prati stabili e la specificazione ai fini della loro tutela di

ldquoadeguate misure per mantenere il loro valore naturalistico e limitare la perdita di superficie prativa

dovuta allo sviluppo urbanistico allrsquoestensione dei seminativi e allrsquoavanzamento delle aree boschiverdquo

Il maggior numero di capi avicoli non richiede lrsquoampliamento dellrsquoarea attualmente giagrave interessata dalla

presenza dellrsquoallevamento e pertanto non sono coinvolte aree a prato stabile

Il PTRC con riguardo alle Aree rurali disciplinate allrsquoarticolo 7 individua e delimita quattro categorie di

aree rurali riportate in tavola 1a le Aree di agricoltura periurbana le Aree agropolitane in pianura le

Aree ad elevata utilizzazione agricola le Aree ad agricoltura mista a naturalitagrave diffusa per ognuna delle

quali sono elencati obiettivi e previsioni da assumere in sede di predisposizione e adeguamento degli

strumenti di pianificazione urbanistica In generale nel territorio rurale la pianificazione territoriale ed

urbanistica come indicato nel citato articolo deve essere ldquoorientata al principio del minor consumo di

suolordquo e perseguire diverse finalitagrave tra le quali ldquogarantire la sostenibilitagrave dello sviluppo economico del

settore rurale attraverso processi di trasformazione del territorio realizzati con il minor consumo

possibile di suolordquo ldquopromuovere e sostenere il recupero dei fabbricati abitativi e agricolo produttivi e

delle loro pertinenze e consentire la realizzazione di fabbricati abitativi e agricolo produttivi necessari

alle aziende agricole garantendo il loro armonico inserimento nel paesaggio agrario nel rispetto della

struttura insediativa esistenterdquo

La prevista variazione del numero di polli allevati che non richiede la realizzazione di nuovi fabbricati

in linea generale comunque non esclusi secondo le indicazioni delle norme del PTRC se correttamente

inseriti si ritiene possa essere positivamente relazionata con il richiamato obiettivo di uno sviluppo

rurale sostenibile tanto che non egrave in contrasto con la finalitagrave di ridurre il consumo di suolo agricolo

102 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ndash Provincia di Treviso

1021 Riferimenti generali

Il PTCP approvato con la DGR 1137 del 23032010 come precisato allrsquoarticolo 1 delle Norme dello

stesso ldquoindica gli obiettivi e gli elementi fondamentali dello sviluppo urbanistico provinciale

individuando per lrsquoassetto del territorio le nuove esigenze generali del territorio in coerenza con il

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quadro conoscitivo elaborato con riferimento alla salvaguardia conservazione e valorizzazione delle

risorse territorialirdquo

Tale Piano sempre come specificato nel citato articolo assicura che la valorizzazione delle risorse

territoriali disciplinata dalle previsioni degli strumenti urbanistici comunali persegua in particolare

la promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole

la tutela delle identitagrave storico-culturali e della qualitagrave degli insediamenti urbani ed extraurbani

la tutela del paesaggio rurale montano e delle aree di importanza naturalistica

lrsquoutilizzo di nuove risorse territoriali solo quando non esistano alternative alla riorganizzazione e

riqualificazione

del tessuto insediativo esistente

la messa in sicurezza degli abitati e del territorio dai rischi sismici e di dissesto idrogeologico

Il PTCP attraverso le direttive e le prescrizioni da considerare per la redazione degli strumenti di

pianificazione di livello inferiore ed a cui i PAT dei Comuni devono adeguarsi intende raggiungere

scelte progettuali di sviluppo sostenibile in coerenza con gli obiettivi di cui allrsquoarticolo 2 della LR

112004

Il PTCP si compone dei seguenti elaborati

Elaborati grafici

- Tavola 1-1 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Aree soggette a tutela

- Tavola 1-2 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Pianificazione di livello superiore

- Tavola 1-3 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Aree naturalistiche protette

- Tavola 1-4 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Vincoli militari e infrastrutturali

- Tavola 2 Carta delle fragilitagrave

- Tavola 3-1 Sistema ambientale ndash Reti ecologiche

- Tavola 3-2 Sistema ambientale ndash Livelli di idoneitagrave faunistica

- Tavola 4-1 Sistema insediativo-infrastrutturale

- Tavola 4-2 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta dei Centri Storici della Provincia

- Tavola 4-3 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta delle Ville Venete Complessi ed Edifici di

pregio architettonico

- Tavola 4-4 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta delle Ville Venete Complessi ed Edifici di

pregio architettonico di interesse provinciale

- Tavola 4-5 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Mobilitagrave sostenibile

- Tavola 4-6 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Percorsi turistici

- Tavola 4-7 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash La Grande Treviso Il Sistema dei Parchi

- Tavola 5-1 Sistema del paesaggio ndash Carta geomorfologica della Provincia di Treviso

- Tavola del Rapporto Ambientale

Relazione di Piano

Norme Tecniche

Sintesi Non Tecnica Appendice ldquoArdquo al Rapporto Ambientale

Valutazione di Incidenza Ambientale

Rapporto Ambientale allo stato di avanzamento di giugno 2008

Allegato FF ndash Quaderno Progetti

Allegato GG ndash Linee guida per regolamenti edilizi - Relazione con appendici

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Allegato L ndash Rischio incidenti rilevanti

Allegato M ndash Beni culturali

1022 Relazioni con le previsioni del PTCP

Gli elaborati cartografici del PTCP3 solo in alcuni casi identificano categorie in relazione diretta con

lrsquoarea dellrsquoesistente allevamento zootecnico avicolo ed in dettaglio si tratta dei seguenti casi

Tavola 13 con riguardo alle Zone di Protezione Speciale ndash ZPS

Tavola 21 con riguardo alle Aree di pericolositagrave idrica ridotta P0

Tavola 23 con riguardo alle Zone di incompatibilitagrave assoluta (Rete Natura 2000)

Tavola 31 con riguardo alle ZPS e alle Aree nucleo

Tavola 32 con riguardo al Livello di idoneitagrave faunistica medio

Tavola 51 con riguardo alla Unitagrave di paesaggio P2

Le Zone di Protezione Speciale riportate nella Tavola 13 e nella Tavola 31 in tale caso corrispondono

alla ZPS IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo allrsquointerno della quale ricade lrsquoallevamento avicolo per

il quale si prevede di aumentare il numero di polli allevati per la produzione di carne Le ZPS sono

richiamate percheacute messe in relazione con gli elementi costitutivi della Rete ecologica questi ultimi

identificati e delimitati nella Tavola 31 nel caso in questione rappresentati da una delle Aree nucleo

Lrsquoarticolo 36 delle Norme del PTCP elenca gli obiettivi della Rete ecologica che devono essere assunti

dagli strumenti urbanistici locali e da ogni altro atto di programmazione e di governo del territorio come

condizioni alle trasformazioni ammissibili delle risorse in modo da contribuire alla realizzazione della

stessa rete ecologica provinciale

Lrsquoarticolo 37 delle Norme del PTCP contiene le direttive da applicare agli elementi della Rete ecologica

ed in particolare per quanto riguarda le Aree nucleo stabilisce che

- la realizzazione delle infrastrutture e degli impianti tecnici egrave subordinata a misure di mitigazione

mirate alla ricostituzione della continuitagrave della permeabilitagrave biologica nei punti critici di

passaggio ed inoltre con lrsquoinserimento di strutture utili allrsquoattraversamento faunistico e con la

costituzione di aree di rispetto formate con elementi arborei ed arbustivi finalizzate alla

conservazione della biodiversitagrave

- la gestione dellrsquoagricoltura in queste aree deve essere indirizzata anche mediante interventi di

incentivazione e sostegno tecnico e finanziario al mantenimento delle componenti di interesse

ecologico e della biodiversitagrave complessiva

- le aree individuate come critiche per presenza di infrastrutture aree insediative e corridoi

ecologici nei siti della Rete Natura 2000 devono essere considerate dalla normazione tutelare

degli strumenti urbanistici comunali come ambiti prioritari verso i quali convergere gli interventi

di riorganizzazione mediante azioni di mitigazione e compensazione

Lrsquoarticolo 39 delle Norme del PTCP inoltre per le Aree nucleo stabilisce che ldquoi progetti che implicano

modificazione di usi funzioni attivitagrave in atto sono soggetti a valutazione di incidenza (VINCA) ai sensi

3 Si rimanda agli estratti delle Tavole 21 31 (che riporta le ZPS analogamente alla tav 13 e 23) e 32 del PTCP inserite nellrsquoAllegato

Cartografico allo SIA

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della normativa statale e regionale in materiardquo ed in aggiunta precisa al comma 4 che gli ldquointerventi di

ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo [hellip]

sono ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati

compatibili dalla valutazione di incidenza e comunque soggetti a misure compensative a compenso

drsquoogni riduzione della qualitagrave ecologica complessiva dellrsquoareardquo

La previsione di aumentare il numero di polli allevati nelle strutture giagrave presenti non richiede nuovi

fabbricati o ampliamenti di quelli esistenti ed in ogni caso si annota che sono ammessi utilizzi a fini

agricoli in merito alla valutazione di incidenza come giagrave richiamato egrave predisposto il richiesto Studio di

Incidenza

Le Aree a pericolositagrave ridotta (P0) individuate nella Tavola 21 ldquoCarta delle fragilitagrave ndash Aree soggette a

dissesto idrogeologico e fragilitagrave ambientalerdquo sono definite allrsquoarticolo 57 come ldquoparti del territorio

provinciale ritenute maggiormente esposte a pericolo di allagamento soprattutto a causa di insufficienze

idrauliche localirdquo e per tali aree ldquodevono essere promosse dalle Amministrazioni Comunali verifiche

specifiche sullrsquoeffettivo comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio assieme al Consorzio

di Bonifica competente per territoriordquo Le Aree P0 sono disciplinate dallrsquoarticolo 59 delle Norme del

PTCP che formula le seguenti direttive

ldquo1 Lo strumento urbanistico comunale conduce per le aree P0 una rigorosa e puntuale verifica dello

stato idraulico del territorio nel rispetto della Delibera regionale n13222006 utilizzando per le

valutazioni schemi di calcolo che siano in grado di descrivere le conseguenze idrauliche di una

eventuale insufficienza della rete di scolo delle acque precisandone e definendone su queste basi gli

ambiti giagrave indicati dal PTCP

2 Per le aree classificate P0 ferma restando lrsquoapplicazione della normativa per esse eventualmente

disposta dai Piani di Assetto Idrogeologico lo strumento urbanistico comunale detta apposita normativa

finalizzata a non incrementare le condizioni di rischio ed in particolare a

a) mantenere le condizioni esistenti di funzionalitagrave idraulica ed anzi a migliorarle cosigrave da

agevolare e comunque non impedire il deflusso delle piene e non ostacolare il normale deflusso

delle acque

b) non aumentare le condizioni di pericolo a valle od a monte delle aree drsquointervento

c) non ridurre i volumi invasabili e favorire se possibile la formazione di nuove aree di libera

esondazione delle acque

d) non pregiudicare con opere incaute od erronee la successiva realizzazione di interventi per

lrsquoattenuazione o lrsquoeliminazione delle cause di pericolositagrave

e) non effettuare tombinamenti ma mantenere gli originali volumi di invaso disponibili di tratti di

f) fossi e fossati

g) neutralizzare con interventi in loco gli incrementi di portata conseguenti ad interventi

urbanizzativi

h) non costituire od indurre a costituire vie preferenziali al flusso di portate solide o liquide

i) minimizzare le interferenze anche temporanee con le strutture di difesa idraulicardquo

Per le valutazioni sulla relazione tra la disciplina e il previsto ampliamento dellrsquoallevamento si rimanda

ai successivi paragrafi del presente studio in cui si considerano i PAT dei Comuni territorialmente

coinvolti

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Le Zone di incompatibilitagrave assoluta sono considerate nelle Norme del PTCP in relazione alle Aree a

rischio di incidente rilevante disciplinate allrsquoarticolo 77 la direttiva stabilisce che il PAT nella

valutazione di compatibilitagrave territoriale per la localizzazione di nuovi impianti a rischio dovragrave tenere in

considerazione le aree di incompatibilitagrave assoluta localizzandogli stabilimenti in aree industriali esterne

a tali zone

La disciplina richiamata non ha attinenza con lrsquointervento in previsione

I Livelli di idoneitagrave faunistica sono definiti e riportati nella Tavola 32 ldquoSistema ambientale ndash Livelli di

idoneitagrave faunisticardquo e nel caso dellrsquoarea dellrsquoallevamento si ricade in un ambito con livello di idoneitagrave

faunistica medio come stabilito allrsquoarticolo 37 delle Norme del PTCP ldquogli strumenti urbanistici locali

dispongono apposita disciplina finalizzata a () definire i livelli di idoneitagrave faunistica allrsquointerno di queste

aree e dettare norme differenziate secondo il livello di idoneitagrave da conferire o conservarerdquo assicurando

nel caso di media idoneitagrave la tutela e la conservazione di tale livello

La prevista variazione in aumento dei capi di polli allevati si ritiene non incidere sul livello di idoneitagrave

faunistica

Le Unitagrave di Paesaggio individuate nella Tavola 51 sono disciplinate dallrsquoarticolo 30 delle Norme del

PTCP che chiede agli strumenti urbanistici comunali di individuare gli ambiti territoriali omogenei ldquoin

modo tale da far corrispondere ad ogni unitagrave di paesaggio la totale estensione di uno o piugrave ATO non

potendo di conseguenza uno stesso ambito territoriale omogeneo essere suddiviso tra diverse UDPrdquo Il

PTCP riconosce le caratteristiche di ogni Unitagrave e la disciplina stabilisce che ldquospetta allo strumento

urbanistico comunale sulla base di analisi puntuali dei caratteri costitutivi proporre la correzione e

precisazione dellrsquoestensione dellrsquounitagrave anche al fine di rendere coerenti le UDP con i perimetri delle

ATO in cui il territorio comunale egrave suddivisordquo

Per le valutazioni sulla relazione tra la disciplina associata alle UdP e il previsto ampliamento

dellrsquoallevamento si rimanda ai successivi paragrafi del presente studio in cui si considerano i PAT dei

Comuni territorialmente coinvolti

103 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castelfranco Veneto

1031 Riferimenti generali

Il Comune di Castelfranco Veneto egrave dotato di PAT redatto con i contenuti di cui allrsquoarticolo 13 della

LR112004 approvato con la DGP n 29 del 322014 tale strumento sostituisce il precedente

Piano Regolatore Generale approvato con le DGR n 4035 del 10122004 e n 3672 del 29112005

Il PAT egrave formato dai seguenti elaborati

Relazione tecnica

Relazione di progetto

Relazione sintetica

Norme tecniche

Elaborati grafici in scala 110000

- Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale

- Carta delle invarianti

- Carta delle fragilitagrave

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- Carta della trasformabilitagrave - Ambiti Territoriali Omogenei (ATO)

- Carta della trasformabilitagrave - Valori e tutele Azioni strategiche

Quadro conoscitivo di cui allrsquoart10 della LR112004

Studio di compatibilitagrave idraulica

Le Norme precisano che gli ambiti e gli immobili vincolati individuati nella Tavola 1 del PAT hanno

valore ricognitivo e non esaustivo e che ldquole indicazioni grafiche contenute nella citata Tavola 4 non

hanno valore conformativo delle destinazioni urbanistiche dei suoli la definizione delle quali egrave

demandata al PI e non possono pertanto rappresentare o comportare in alcun modo acquisizione di

diritti edificatori ()rdquo Lrsquoarticolo 4 delle Norme del PAT precisa che ldquogli interventi di trasformazione

edilizia ed urbanistica del territorio prima della redazione del PI ai sensi dellart 18 della LR1104

devono rispettare le previsioni del PRG vigente per le parti compatibili con il PAT che a seguito

dellapprovazione per tali parti acquista il valore e lefficacia del PI come previsto dallart 48 comma 5

della LR112004rdquo

1032 Relazioni con le previsioni del PAT

Le tavole del PAT4 identificano le categorie di vincolo le invarianti le fragilitagrave e le destinazioni drsquouso

associate alla disciplina contenuta nelle Norme dello stesso strumento urbanistico con riguardo allrsquoarea

dellrsquoesistente allevamento avicolo eo alla porzione di territorio limitrofa a questa si distinguono quelle

riportate nella sottostante tabella Per ogni categoria si richiama il contenuto delle norme del PAT e si

svolge la verifica in merito alla coerenza tra la disciplina ed il previsto incremento del numero di capi

avicoli allevati

Piano di Assetto del Territorio ndash Relazione tre le categorie di Piano e lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo

Carta Categoria Art PAT

1 Vincoli ZPS ndash Prai di Castello di Codego 10

Allevamenti zootecnici intensivi LR 112004 12

Reticolo idraulico ndash Servitugrave idraulica 12

2 Invarianti Area Natura 2000 13

Principali filari e siepi del paesaggio 14

3 Fragilitagrave Compatibilitagrave geologica ndash Area idonea a condizione 3 17

4a Trasformabilitagrave ATO Aa1 Agricolo periurbano nord ndash Prai di Godego 36

4b Trasformabilitagrave Area nucleo 34

ZPS ndash Prai di Castello di Godego

Lrsquoarticolo 10 delle Norme del PAT precisa che tale strumento urbanistico recepisce la Zona di

Protezione Speciale IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo individuata ai sensi della DGR n

11802006 quale elemento della Rete Natura 2000 per la salvaguardia della biodiversitagrave ed integra la

ZPS nel sistema ambientale della rete ecologica di cui allrsquoart34 Le direttive definite in tale articolo

stabiliscono che nella progettazione ed esecuzione di piani progetti e interventi ldquodeve essere garantito

il mantenimento ovvero alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi

di habitat naturali e degli habitat delle specie interessate che hanno determinato lrsquoindividuazione

dellrsquoarea come zona SIC e ZPSrdquo che ldquonellrsquoesame delle soluzioni progettuali devono essere

considerate le possibili alternativerdquo ed infine che ldquoa seguito della valutazione sono individuate

opportune misure di mitigazione o compensazione finalizzate a minimizzare o cancellare le eventuali

4 Si rimanda agli estratti delle Tavole 1 2 3 4a e 4b inserite nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

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incidenze negative sia in corso di realizzazione sia dopo il suo completamentordquo Le prescrizioni di tale

articolo richiamano lrsquoassoggettamento alla procedura di valutazione di incidenza per i piani i progetti e

gli interventi ricadenti allrsquointerno della ZPS

Per quanto riguarda lrsquoassoggettamento alla procedura di valutazione di incidenza si precisa che egrave stato

redatto il richiesto Studio di incidenza a cui si rimanda per le considerazioni di merito

Allevamenti zootecnici intensivi

Lrsquoarticolo 12 delle Norme del PAT richiama i riferimenti legislativi attinenti agli allevamenti zootecnici

intensivi ovvero la DGR 31782004 e smi (Atti di indirizzo - art 50 della LR 112004) e con le

direttive e prescrizioni stabilisce che il Piano degli Interventi (PI) aggiorna e precisa gli allevamenti

zootecnici intensivi individuati nella Tavola 1 per i quali si applicano le vigenti disposizioni di legge e i

regolamenti comunali vigenti in materia di igiene e sanitagrave In aggiunta in tale articolo si precisa che

ldquoagli allevamenti zootecnici in zona impropria sono consentite esclusivamente operazioni di

manutenzione ordinaria e ne egrave incentivata la rimozionerdquo

Con riguardo alle citate norme si sottolinea che si prevede il solo aumento del numero di polli da carne

allevati nelle strutture giagrave esistenti e che ovviamente si terragrave conto del necessario rispetto delle

disposizioni e regolamenti vigenti in materia di igiene e sanitagrave

Reticolo idraulico ndash Servitugrave idraulica

LrsquoArt 12 delle Norme Tecniche del PAT con riguardo al reticolo idraulico ed alle relative servitugrave

richiama il riferimento normativo di cui al RD 3681904 e RD 5231904 e detta le seguenti

prescrizioni

ldquoNon sono consentite nuove edificazioni a distanze inferiori a 10 metri dai cigli esistenti o dal piede

della scarpata esterna dellrsquoargine () Per canali non demaniali in specifici casi egrave facoltagrave insindacabile

del Consorzio di bonifica competente concedere una deroga a tale distanza In caso di sporgenze

aggetti o altro la distanza deve riferirsi alla proiezione in pianta dei medesimi Alla distanza di rispetto

sono vincolate anche eventuali opere insistenti nel sottosuolo quali vani interrati e sottoservizi Le

fabbriche le piante e le siepi esistenti entro la fascia di rispetto prevista dal RD 3681904 sono

tollerate qualora non rechino un riconosciuto pregiudizio giunte a maturitagrave o deperimento non possono

essere surrogate entro le distanze previste Gli interventi di manutenzione su fabbricati esistenti ed

eventuali opere precarie devono ottenere preventiva autorizzazione idraulica dagli Enti competenti

fermo restando che ai fini della servitugrave di passaggio una fascia di larghezza pari a 4 m dovragrave

permanere completamente sgombera da ostacoli e impedimenti al libero transito dei mezzi adibiti alla

manutenzione e allrsquoeventuale deposito di materiali di espurgo La realizzazione di attraversamenti e di

qualsiasi opera o intervento che possa comportare unrsquooccupazione anche temporanea del sedime dei

corsi drsquoacqua gestiti dal Genio Civile o da Consorzi di bonifica egrave oggetto di specifica concessione da

parte dellrsquoente competente () Le superfici costituenti il sedime dei corsi drsquoacqua di competenza

regionale o consortile e le relative fasce di rispetto non possono essere ricomprese allrsquointerno di

perimetri di nuovi piani o strumenti attuativi o interventi di trasformazione territoriale in genere se non

come aree specificatamente destinate alla tutela del corpo idrico Esse non possono contribuire alla

determinazione della capacitagrave edificatoria fatta salva la possibilitagrave di applicare lrsquoistituto del credito

edilizio alle zone contiguerdquo

Nel caso in oggetto il reticolo idrico egrave da riferire al corso drsquoacqua che fiancheggia il lato ovest e sud del

perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento lrsquoincremento del numero di polli allevati non richiede interventi

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edilizi od occupazione e trasformazione di nuove aree non giagrave incluse allrsquointerno dellrsquoallevamento

esistente e quindi si escludono ricadute per trasformazioni dello stato attuale nelle fasce di servitugrave

idraulica

Area Natura 2000

Lrsquoarticolo 13 delle Norme del PAT con le direttive indica che egrave opportuno ldquoprevedere norme specifiche

che riprendono le misure di conservazione dei SIC e della ZPS (cfr DGR 23712006)rdquo ed in

particolare ldquoevitare il tombamento della rete idrografica minore fatte salve le esigenze di protezione dal

rischio idrogeologicordquo ed ldquoincentivare il miglioramento delle prestazioni ecologiche e funzionali delle

fasce arbustive ed arboree presenti nelle buffer zones (aree cuscinetto) Ove tali formazioni spontanee

non siano presenti dovrebbe essere incentivata la realizzazione di nuove fasce di vegetazione

riparialerdquo Le prescrizioni dettate dal citato articolo stabiliscono che ldquonon sono consentiti interventi tali

da creare una riduzione dellrsquoestensione di tali areerdquo e che il PI ldquoprecisa ambiti con livelli differenziati di

tutelardquo si richiama inoltre lrsquoapplicazione della procedura di valutazione di incidenza ambientale per

progetti e interventi ricadenti in ZPS

Il previsto aumento dei capi avicoli allevati non comporta interventi sulla rete idrografica minore eo

trasformazioni delle fasce arbustive e arboree presenti come giagrave evidenziato in osservanza della

normativa nazionale e regionale egrave redatto lo Studio di Incidenza

Principali filari e siepi del paesaggio agrario

Lrsquoarticolo 14 delle Norme del PAT con le prescrizioni stabilisce che ldquogli interventi che generano

trasformazione dei filari e siepi del paesaggio agrario devono prevedere opportune misure di

mitigazione eo compensazione sulla base di uno specifico studio valutativordquo e che ldquosono tutelati la

giacitura lrsquoestensione e la conformazione di siepi e filari a tal fine va prevista negli interventi la

ricomposizione di tratti mancanti o abbattutirdquo

La vegetazione presente a ridosso del corso drsquoacqua che scorre immediatamente ad ovest ed a sud del

perimetro dellrsquoallevamento avicolo non egrave interessata da alcun intervento trattandosi del solo aumento

del numero di polli da carne ricoverati nelle strutture esistenti non sono pertanto obbligatori interventi di

mitigazione e compensazione ma si considera comunque la possibilitagrave di mettere a dimora specie

vegetali a formare una siepe lungo il perimetro sud ed est dellrsquoarea dellrsquoallevamento con funzioni di

mascheramento e di qualificazione paesaggistico ambientale

Area idonea a condizione 3

Con riguardo alla compatibilitagrave geologica si distinguono aree con differente grado di rischio geologico-

idraulico e differente idoneitagrave ad essere urbanizzate per le caratteristiche geologico-tecniche e

idrogeologiche-idrauliche disciplinate dallrsquoarticolo 17 delle Norme del PAT

Per quanto attiene alle Aree idonee a condizione 3 definite come ldquoZone con terreni superficiali

prevalentemente sabbiosolimosi ndash limosoargillosi e con massima oscillazione della falda freatica

superiore ai 5 m dal piano campagnardquo la disciplina precisa che ldquole soluzioni per lrsquoidoneitagrave si possono

raggiungere qualora una relazione geologico-tecnica verifichi le caratteristiche geotecniche dei litotipi

Qualora vi sia la presenza di terreni scadenti superficiali (limosi argillosi torbosi ecc) eo variabilitagrave

litologica egrave necessario adottare soluzioni tecniche idonee ad evitare cedimenti delle fondazioni Ogni

intervento dovragrave garantire la tutela delle acque al fine di evitare fenomeni di inquinamento eo

variazioni della geometria ed idrodinamica dei corpi idrici sotterranei e superficialirdquo

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Le direttive demandano al PI la definizione della disciplina sullrsquoedificabilitagrave del territorio e la promozione

degli interventi volti alla riparazione e consolidamento dellrsquoesistente alla stabilizzazione di eventuali

dissesti al miglioramento delle attuali condizioni geologico-idrauliche e mitigazione del rischio Con il

citato articolo in aggiunta si prescrive la stesura di relazione geologica eo geotecnica in conformitagrave

da allegare ai progetti di intervento da riferire degli interventi edificatori e di sistemazione dei terreni

che devono sempre attenersi alle norme tecniche emanate con il DM 1131988 il DM 1492005 e il

DM 1412008 con lrsquoulteriore precisazione che prima dellrsquoapprovazione dello studio di compatibilitagrave

sismica del territorio comunale le indagini geologiche dovranno essere eseguite in conformitagrave al DM

14012008

Come giagrave evidenziato non sono previsti interventi edilizi o di movimentazione del terreno e quindi si

ritiene di non rientrare nel campo di applicazione della richiamata disciplina e normativa nazionale

Ambiti Territoriali Omogenei ndash Aa1 ldquoAgricolo periurbano nord - Prai di Godegordquo

Il territorio comunale come precisato allrsquoarticolo 36 delle Norme del PAT egrave suddiviso in ATO per

ognuno dei quali egrave dettata specifica disciplina articolata in disposizione generali e disposizioni locali

che integra le disposizioni generali per lrsquoassetto del territorio contenute nel Titolo III delle stesse Norme

del PAT Gli ATO Aa come riportato nellrsquoarticolo 40 delle Norme del PAT sono quelli ldquonei quali vi egrave una

prevalenza dei caratteri ambientali e paesaggistici e la struttura delledificato egrave rada o sporadicardquo le

direttive di tale articolo demandano al PI il compito di sviluppare e precisare ldquole scelte strategiche

delineate dal PAT indicando le azioni da svolgere per conseguire gli obiettivi di piano le prioritagrave le

interrelazioni i soggetti coinvolti o da interessare e le condizioni per la fattibilitagrave e lrsquoattuazione delle

previsionirdquo

Per quanto attiene allrsquoAmbito Aa1 nella relativa scheda sono indicati gli obiettivi locali di seguito

interamente riportati

ldquoAmbiente

- Mantenimento delle funzioni agricole produttive e salvaguardia delle aree agricole integre da

garantire tramite il mantenimento e la valorizzazione degli elementi caratterizzanti il territorio

(sistemazioni agricole tradizionali reticolo idrografico superficiale percorsi poderali manufatti e

insediamenti rurali tipologia e allineamento delle alberature ecc)

- Promozione della conoscenza e della fruizione turistico ricreativa del territorio di pregio

naturalistico

- Ricostituzione del patrimonio della biodiversitagrave della rete ecologica territoriale e locale costituita

principalmente dalla ZPS dal corridoio ecologico del Muson e dalla buffer zone mediante

integrazione delle attuali colture con colture tradizionali compatibili con la morfologia del suolo

agrario con ecotoni di margine con piccoli incolti con limplementazione dei filari e siepi

- Rimozione di elementi detrattori

Insediamenti

- Tutela e valorizzazione degli edifici con valore storico-ambientale volta ad un corretto recupero

dei manufatti e un loro impiego a servizio di funzioni connesse alla residenza e alle attivitagrave

agricole locali o per altri utilizzi compatibili

- Tutela del contesto figurativo della villa come elemento riconoscibile da molteplici punti del

territorio agricolo

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- Riordino edilizio e funzionale della struttura insediativa di recente impianto e suo modesto

ampliamento al fine di favorire la permanenza e la crescita fisiologica della popolazione locale

Accessibilitagrave e mobilitagrave locale

- Riqualificazione in senso paesaggistico degli assi viari con possibile individuazione di spazi

anche attrezzati per la sosta in corrispondenza dei coni visuali di maggior percezione

qualitativa

- Realizzazione dellitinerario di interesse ambientale lungo il torrente Avenale e lungo la via

Postumia per la connessione al Muson e al Sentiero degli Ezzelini

- Sistemazione dellrsquoincrocio tra via Bella Venezia e Via Postumiardquo

Le funzioni attribuite allrsquoAmbito Aa1 sono quelle ldquoprevalentemente agricole con bassa presenza di

residenzialitagraverdquo

Con riguardo agli obiettivi ed alle destinazioni funzionali previste per lrsquoAmbito Aa1 si ritiene essere

coerente la previsione di incremento dei capi avicoli in quanto rientrante nellrsquoattivitagrave agricola giagrave svolta

nelle strutture dellrsquoesistente allevamento e quindi correlabile al punto relativo al mantenimento delle

funzioni agricole produttive per altro tale previsione non determina ricadute sugli elementi

caratterizzanti il territorio od impedimento al perseguimento degli altri obiettivi locali di tale ATO

Area nucleo

Le Aree nucleo sono definite quali elementi costitutivi della Rete ecologica considerata e disciplinata

dallrsquoarticolo 34 delle Norme del PTA che demanda al PI la definizione della disciplina degli elementi

della stessa rete ecologica da attuare sulla base delle direttive espressamente elencate nello stesso

articolo

Le prescrizioni per tutti gli elementi della Rete ecologica stabiliscono il vincolo alla loro realizzazione e

mantenimento ed il divieto ad aprire cave e discariche

Per le Aree nucleo egrave inoltre prescritto quanto segue

ldquoEgrave fatto divieto di rimuovere distruggere danneggiare o modificare in modo essenziale le siepi (parte

aerea e parte epigea) salvo motivate esigenze derivanti da assetti proprietari ed infrastrutturali che

comunque dovranno essere accompagnate da idonee misure compensative Sono ammesse le normali

operazioni di manutenzione e ringiovanimento delle siepi (potatura spollonatura tramarratura ecc)

Non egrave ammesso lrsquoallestimento di impianti percorsi e tracciati per attivitagrave sportiva con mezzi motorizzati

Non sono ammesse strutture a serra fissa con o senza zoccolo di fondazione Sono invece ammesse

le serre mobili se destinate alla forzatura stagionale delle produzioni orto-floro-vivaistiche Egrave esclusa

lrsquoedificazione di manufatti da destinare ad insediamenti zootecnici intensivi Ersquo fatta salva lrsquoedificabilitagrave

prevista negli ambiti di edificazione diffusardquo

Anche in tale caso si ribadisce che non essendo previsti interventi di nuova edificazione o

trasformazione dei fabbricati esistenti giagrave destinati ad allevamento avicolo intensivo ne movimenti terra

o azioni sulle componenti vegetali non si ricade nella sfera dei divieti di cui alle richiamate prescrizioni

Vincolo sismico

Infine si annota che lrsquointero territorio comunale risulta ricadere in Zona 3 del vincolo sismico Lrsquoarticolo

9 delle Norme tecniche del PAT prescrive che ldquogli interventi dovranno uniformarsi alle prescrizioni

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dellrsquoOPCM n 32742003 e al DM 14012008 Per la redazione dello studio di compatibilitagrave sismica si

applicano le modalitagrave previste dalla DGR n 3308 del 04112008rdquo

104 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castello di Godego

1041 Riferimenti generali

Il Comune di Castello di Godego ha adottato ai sensi dellart 15 della LR 23 Aprile 2004 n 11

ldquoNorme per il Governo del Territoriordquo con la DCC n 30 del 1162015 il PAT che secondo quanto

previsto dallart 29 della LR 112004 determina lrsquoapplicazione delle misure di salvaguardia

limitatamente alle prescrizioni e ai vincoli contenuti nello stesso PAT fino alla approvazione ed entrata

in vigore del PAT come precisato allrsquoarticolo 137 delle Norme dello stesso Piano egrave sospesa ogni

determinazione sugli interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica del territorio in contrasto con le

previsioni e vincoli del PAT

Come riportato nella citata delibera secondo quanto previsto dallart 48 comma 5 e 5-bis della LR

112004 il vigente Piano Regolatore Generale mantiene la sua efficacia fino allrsquoapprovazione del PAT e

successivamente per le parti compatibili con il PAT diventa il Piano degli Interventi

Il PAT adottato egrave formato dai documenti del Quadro Conoscitivo che comprendono una serie di tavole

di analisi urbanistica agronomica ambientale e geologica dagli elaborati di progetto che comprendono

la Relazione Tecnica Generale le Norme Tecniche le tavole P1A - Carta dei vincoli P1B - Carta della

pianificazione territoriale P2 - Carta delle invarianti P3 - Carta delle fragilitagrave P4 - Carta delle

trasformazioni dai documenti della VAS della VINCA della VCI dagli elaborati della micro-zonazione

sismica

Le disposizioni contenute nel PAT come precisato allrsquoarticolo 3 delle Norme dello stesso piano sono

articolate in direttive (quando non espressamente specificato le disposizioni hanno tale valore) sulla cui

base viene redatto il Piano degli Interventi e in prescrizioni e vincoli a cui devono uniformarsi le attivitagrave

di soggetti pubblici e privati negli interventi di trasformazione del territorio

1042 Relazione con le previsioni del PAT

Le Carte di progetto del PAT5 identificano diverse categorie di vincolo destinazione o azione associate

alla disciplina contenuta nelle Norme dello stesso strumento urbanistico o che rimandano a quelle del

PTCP con riguardo alla porzione di territorio confinante allrsquoarea dellrsquoesistente allevamento avicolo (il

lato ovest si attesta sul confine comunale) o limitrofa a questa si distinguono quelle riportate nella

sottostante tabella Per ogni categoria si richiama il contenuto delle norme del PAT e si svolge una

verifica in merito alla coerenza tra la disciplina e il previsto incremento del numero di capi avicoli

allevati

5 Si rimanda agli estratti delle Tavole P1A P1B P2 P3 e P4 inserite nellrsquoAllegato cartografico allo SIA

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Piano di Assetto del Territorio ndash Relazione tre le categorie di Piano e lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo

Carta Categoria Art PAT Art PTCP

P1A Scoli drsquoacqua consorziali ndash Servitugrave idraulica (RD 3681904) 24 -

P1B Tracciati storici agro centuriato 34 44

Aree ad elevata utilizzazione agricola 40 10

Area nucleo 42 37

Area di connessione naturalistica ndash Fascia tampone 42 38

P0 ndash Area a rischio di allagamento per insufficienze idrauliche locali 45 59

P2 Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica 53 -

Ambiti caratterizzati dalla presenza di prati stabili 53 -

Siepi campestri e filari in spazio aperto 57 -

P3 Aree di interesse ambientale ndash Rete Natura 2000 19 -

Area idonea a condizione- per inondazione periodica e ristagno idrico 74 -

Aree soggette a dissesto idrogeologico ndash Aree esondabili eo a periodico ristagno idrico 76 -

P4 Coni visuali 101 -

Ambito per la formazione di parchi e riserve naturali di interesse intercomunale 102 -

Area nucleo 105 --

Area di connessione naturalistica ndash Fascia tampone 106 -

Corridoio ecologico secondario blueway 109

Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica 114 -

Insieme A ATO con contesto agricolo di particolare valore ambientale e paesaggistico AA1 Prai ndash Muson dei Sassi

127 -

Servitugrave idraulica

Le Norme del PAT con lrsquoarticolo 24 richiamano la necessaria ottemperanza alle disposizioni di cui al

RD 851904 n 368 rdquoRegolamento sulle bonificazioni delle paludi e dei terreni paludosirdquo e al RD

2571904 n 523 ldquoTesto unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse

categorierdquo In particolare si prescrive per fiumi torrenti e canali in conformitagrave con lrsquoarticolo 96 del RD

5231904 e per i corsi drsquoacqua consorziali in conformitagrave con lrsquoarticolo 133 del RD 3681904 che deve

essere mantenuta libera da qualsiasi impedimento e ostacolo al transito dei mezzi manutentori una

fascia di almeno m 400 a partire dal piede dellrsquounghia arginale o dal ciglio del corso drsquoacqua e che

devono essere garantite fasce di rispetto idrauliche inedificabili di m 1000 su entrambi i lati dei corsi

drsquoacqua a partire dal piede dellrsquounghia arginale o dal ciglio del corso drsquoacqua

Il previsto incremento del numero di capi allevati non comporta interventi edilizi o modifiche dello stato

attuale per la porzione di territorio ricadente nelle citate fasce da mantenere libere eo inedificabili

Tracciati storici - agro centuriato

Le Norme del PAT con lrsquoarticolo 34 precisano il recepimento negli elaborati di progetto del Piano dei

siti a rischio archeologico e dei tracciati di permanenza esistenti o latenti dellrsquoagro centuriato qualificati

come invarianti strutturali per i quali si applica quanto disposto dagli articoli 60 e 61 Lrsquoarticolo 60

riguardante lrsquoagro centuriato e le strade e tracciati storici prescrive che negli interventi di

trasformazione di grande estensione egrave vietata lrsquoeliminazione dei tracciati persistenti riconducibili al

reticolo stradale della centuriazione romana e le strade e i percorsi storici principali nel mentre per gli

ambiti del territorio agricolo stabilisce diverse direttive tra le quali si annovera la salvaguardia della

struttura tradizionale del territorio legata alla sistemazione agrarie storiche il divieto di interrare o

tombare con canalizzazioni artificiali i corsi drsquoacqua esistenti la coerenza nellrsquoorientamento e nella

dislocazione con lorganizzazione territoriale e con la direzione degli assi centuriali presenti in loco per

le nuove costruzioni

Il previsto incremento del numero di capi allevati non comporta interventi edilizi di ampliamento dei

fabbricati esistenti o di nuova realizzazione e si osserva che lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo per

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disposizione e geometria srsquoinserisce in forma coerente nella matrice dellrsquoagro centuriato senza

determinare incidenze negative sul disegno dei corsi drsquoacqua

Aree ad elevata utilizzazione agricola

Le Norme del PAT allrsquoarticolo 40 evidenziano che lo stesso recepisce lrsquoindividuazione delle Aree ad

elevata utilizzazione agricola di cui alla Tavola 9 e correlato articolo 10 delle Norme Tecniche del

PTRC adottato che individua le finalitagrave alle quali fare riferimento per la pianificazione di tale tipo di

territorio agricolo

Si rimanda alle precedenti annotazioni riguardanti il PTRC per quanto attiene alla relazione con

lrsquoallevamento avicolo

Area nucleo ndash Area di connessione naturalistica

Le Norme del PAT allrsquoarticolo 42 richiamano lrsquoindividuazione e articolazione della Rete ecologica

provinciale rappresentata con maggiore dettaglio nellrsquoelaborato Tavola P4 e rimandano alle

successive disposizioni contenute negli articoli da 104 a 111 Per quanto riguarda le Aree nucleo con

lrsquoarticolo 42 si stabilisce che i progetti implicanti modificazione di usi funzioni attivitagrave in atto sono

soggetti a valutazione di incidenza (VIncA) ed in particolare si precisa che gli interventi di

ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo ldquosono

ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati

compatibili dalla valutazione di incidenza e comunque soggetti a misure compensative a compenso

drsquoogni riduzione della qualitagrave ecologica complessiva dellrsquoareardquo

Con lrsquoarticolo 105 riferito alle Aree nucleo si demanda al PI la formulazione di una normativa atta ad

evitare nuove edificazioni sparse a promuovere interventi di qualificazione a definire misure di

mitigazione per infrastrutture e impianti tecnologici ed infine lrsquoindividuazione delle aree critiche

Lrsquoarticolo 106 relativo alle Aree di connessione naturalistica stabilisce che ldquosono da limitare le nuove

edificazioni ad alto consumo di suolo e fortemente impattanti (impianti industriali inquinanti e legati a un

elevato carico trasportistico) e lrsquourbanizzazione diffusardquo e demanda al PI la promozione di interventi di

controllo e qualificazione

In osservanza di quanto richiesto dalle richiamate norme egrave redatto lo Studio di Incidenza ai cui

contenuti e conclusioni si rimanda in ogni caso si evidenzia che non egrave prevista nuova edificazione o

ampliamento dei fabbricati esistenti modificativa dello stato attuale dei luoghi e nemmeno interventi

che comportino la trasformazione delle aree agricole e la riduzione della vegetazione arborea presente

lungo i fossi o gli scoli irrigui

Aree a pericolositagrave idraulica e idrogeologica

Le Norme del PAT allrsquoarticolo 45 ricordano che il PTCP per le aree P0 (a pericolositagrave idraulica bassa)

ldquoAree a rischio di allagamento per insufficienze idrauliche localirdquo con lrsquoarticolo 57 dispone che la

normativa applicabile egrave quella del Progetto di Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico del bacino

idrografico del fiume Brenta - Bacchiglione e con lrsquoarticolo 59 prevede che il PAT ldquoattraverso la VCI

e successivamente attraverso il Piano delle Acque esegue specifici approfondimenti sul

comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio assieme al Consorzio di Bonifica competente

per territoriordquo

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Per la verifica delle relazioni con il previsto aumento dei capi avicoli allevati si rimanda quindi ai

contenuti normativi del PSAI

Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica ndash Paesaggio dei prati stabili

Gli Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica sono disciplinati dallrsquoarticolo 53 e

dallrsquoarticolo 114 delle Norme del PAT Lrsquoarticolo 53 contiene sia direttive che demandano al PI la

traduzione delle indicazioni elencate nello stesso in azioni e modalitagrave finalizzate a conservare e

migliorare il paesaggio sia prescrizioni che vietano la modifica dellrsquoassetto dei prati stabili e dei campi

chiusi in particolare dal punto di vista paesaggistico idraulico e vegetazionale e richiedono lrsquoattenta

valutazione dellrsquoinserimento di strutture di servizio e reti tecnologiche che possono determinare impatti

negativi sia sullrsquoassetto paesaggistico sia sulle componenti faunistiche Lrsquoarticolo 114 rimanda al

contenuto del citato articolo 53

Il previsto aumento del numero di polli allevati non richiede nuovi interventi edificatori o di

trasformazione di aree agricole coltivate in particolare di prati stabili ed allo stesso modo non si

prevede lrsquoinstallazione di infrastrutture si esclude inoltre in coerenza con quanto disposto dalle

direttive ogni ricaduta sugli elementi che rivestono particolare valenza dal punto vista naturalistico-

ambientale e quelli caratterizzanti la struttura agricola tradizionale del territorio quali il reticolo dei corsi

drsquoacqua la viabilitagrave vicinale le sistemazioni agricole tradizionali

Siepi campestri e filari in spazio aperto

Le Norme del PAT allrsquoarticolo 57 riguardante le siepi campestri precisano che gli elaborati del Piano

individuano le principali che presentano interesse naturalistico e paesaggistico da salvaguardare nella

giacitura estensione e conformazione in secondo luogo la disciplina stabilisce che ldquonei progetti

dintervento va prevista la ricomposizione dei tratti mancanti ed in caso di trasformazioni dovute ad

interventi ammessi dalle norme urbanistiche od edilizie vanno previste adeguate compensazioni

finalizzate a favorire la interconnessione ecologica del territoriordquo

Lrsquoaumento dei capi di pollame da carne non richiede interventi che possono modificare i caratteri e la

consistenza della vegetazione arborea in particolare quella presente lungo il fosso che segna il confine

comunale e si trova a ridosso del perimetro ovest dellrsquoarea dellrsquoallevamento in aggiunta potrebbero

essere comunque eventualmente previsti interventi mitigativi e compensativi finalizzati a rafforzare la

dotazione di siepi lineari e loro connessione con impianto sul lato sud o est del perimetro

dellrsquoallevamento

Aree di interesse ambientale ndash Rete Natura 2000

Lrsquoarticolo 19 delle Norme del PAT riguarda le aree appartenenti alla Rete Natura 2000 ovvero la Zona

di Protezione Speciale IT 3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo per la quale si prescrive nel caso di

interventi ricadenti allrsquointerno della stessa od esternamente ma in grado potenzialmente di comportare

incidenze significative la procedura di Valutazione drsquoIncidenza Le direttive definiscono gli obiettivi da

perseguire attraverso il PI ovvero il riordino morfologico e percettivo dellrsquoedificato esistente verso il

territorio agricolo anche mediante la formazione di apparati vegetali quali filari alberati siepi e macchie

arbustive ed arboree e la definizione di unrsquoadeguata mitigazione e compensazione ambientale

mediante fasce alberate autoctone lungo i margini dei nuovi insediamenti da progettare nei fronti ove

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occorra Al contempo le direttive stabiliscono che il PI provvederagrave a dettare norme di tutela e

valorizzazione ed a fornire disposizioni ed indirizzi sullrsquoattuazione degli interventi nella ZPS e nelle

zone di influenza limitrofe

Come giagrave evidenziato egrave redatto il richiesto Studio di Incidenza al quale si rimanda e in termini

generali pur non essendo previsti interventi edilizi o di trasformazione di aree agricole o di elementi

naturali o seminaturali seguendo le indicazioni formulate con le direttive potrebbero essere

considerata lrsquoopportunitagrave di attuare una riqualificazione percettiva mediante mascheramento degli

esistenti fabbricati di ricovero dei polli e macchinari con impianto di specie arboree lungo alcuni lati del

perimetro dellrsquoallevamento

Area idonee a condizione - Aree esondabili eo a periodico ristagno idrico

Le Aree idonee a condizione che comprendono quelle ldquoper inondazione periodica eo ristagno idricordquo

come precisato allrsquoarticolo 74 delle Norme del PAT sono assoggettate allrsquoapplicazione delle indicazioni

costruttive contenute nella Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica allegata al PAT ed alle norme generali

di tutela di cui al DM 1412008 ldquoNorme tecniche per le costruzionirdquo

Le Area esondabili eo a periodico ristagno idrico sono disciplinate dallrsquoarticolo 76 delle Norme del PAT

che correla lrsquoedificazione o urbanizzazione al rispetto delle prescrizioni elencate per le Aree idonee a

condizione ed alle direttive costruttive stabilite nello stesso articolo che includono lrsquoadozione degli

accorgimenti costruttivi elencati nella Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica gli interventi compensativi

finalizzati al recupero dei volumi drsquoinvaso in caso di rimodellazioni morfologiche la manutenzione

obbligatoria dei manufatti di mitigazione idraulica passiva realizzati in attuazione del PAT

In merito al documento Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica nellrsquoAllegato O ldquoNorme prescrizioni e

indicazioni di mitigazione idraulicardquo allrsquoarticolo 8 sono dettate disposizioni riferite alle Aree P0

elencando i criteri da osservare nel caso di nuovi interventi edilizi eo urbanistici al fine di impedire

lrsquoaggravarsi delle situazioni di pericolositagrave e di rischio esistenti

Il previsto aumento del numero di polli allevati non comporta interventi edilizi ne richiede modifiche

morfologiche e quindi si escludono in coerenza con le citate disposizioni dellrsquoarticolo 8 ricadute tali da

peggiorare le condizioni di funzionalitagrave del regime idraulico del reticolo secondario e conseguentemente

aumentare il rischio di inondazione a valle e tantomeno da aumentare il pericolo idraulico con nuovi

ostacoli al normale deflusso delle acque o con riduzioni significative delle capacitagrave di invasamento delle

aree interessate

Coni visuali

I coni visuali significativi per la percezione del paesaggio e degli elementi rilevanti che lo

caratterizzano sono individuati nella Tavola P4 del PAT e gli interventi ammessi dal PI secondo

quanto stabilito dallrsquoarticolo 101 del PAT ldquovanno orientati alla valorizzazione delle relazioni visive

biunivoche tra le parti di paesaggio opposte messe in relazione dal simbolo indicato nellelaborato

grafico e dovranno inoltre minimizzare gli impatti degli elementi di disturbo presenti limitando le altezze

delle recinzioni sistemando i terreni realizzando nuove piantumazioni eccrdquo

I coni visuali collocati ad una minore distanza dallrsquoarea dellrsquoallevamento sono quello ubicato lungo la SP

139 rivolto verso sud e quello sito lungo la via S Pietro rivolto verso nord che abbracciano la

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porzione di territorio agricolo collocata tra il Fosso La Roi e il confine comunale orientale Lrsquoallevamento

dellrsquoazienda agricola Maggiolo non ricade sullrsquoasse visivo principale associato ai citati coni visuali e non

determina situazioni di interposizione inoltre grazie alla presenza della vegetazione arborea lungo il

fosso Avenaletto risulta sostanzialmente mascherato alla vista e non incide in misura apprezzabile

nella percezione drsquoinsieme del citato territorio agricolo

Ambito per la formazione di parchi e riserve naturali di interesse intercomunale

Il PAT come precisato allrsquoarticolo 102 delle Norme dello stesso Piano identifica le aree che ldquoper la loro

localizzazione per la limitata alterazione antropica e per i valori ambientali e storico testimoniali che le

caratterizzano costituiscono gli ambiti preferenziali per listituzione di parchi eo riserve naturali di

interesse comunale o sovracomunalerdquo Il citato articolo stabilisce che saragrave il PI a precisare i limiti

destinati a tutela ed a sottoporre a specifica disciplina ai sensi dellarticolo 27 della LR 4084 i beni

immobili ricadenti nelle aree di prevista istituzione ammettendo nella fase transitoria gli interventi

previsti dalle Norme del PAT e del PI per le aree agricole

Il sito dellrsquoallevamento non ricade ovviamente allrsquointerno dellrsquoarea del previsto parco agrario-fluviale

che interessa il territorio comunale di Castello di Godego e non sono previsti interventi che possano

costituire indirettamente ostacolo allrsquoistituzione dello stesso o che possano causare alterazione degli

elementi drsquointeresse ambientale

Corridoi ecologici secondari

I Corridoi ecologici secondari secondo quanto indicato dallrsquoarticolo 109 del PAT sono assoggettati

allrsquoapplicazione delle disposizioni di cui allrsquoarticolo 108 riguardante i Corridoi ecologici principali queste

ultime norme stabiliscono che ogni intervento ldquodovragrave garantire il mantenimento delle condizioni di

naturalitagrave e connettivitagrave esistenti o prevedere adeguate misure di compensazionemitigazionerdquo ed in

particolare sono da evitare ldquointerventi di cementificazione delle sponde favorendo ove possibile la

creazione di fasce arboree ed arbustiverdquo

Per il previsto aumento dei capi avicoli allevati non egrave richiesta una modifica dellrsquoattuale dotazione di

fabbricati o lrsquooccupazione di nuovo terreno agricolo od ancora la modifica delle sponde di corsi drsquoacqua

o fossi irrigui si escludono quindi eventuali ricadute sulle condizioni e funzionalitagrave del corridoio

associato al Fosso Avenaletto

ATO AA1 Prai ndash Muson dei Sassi

LrsquoAmbito Territoriale Omogeneo AA1 rientra tra gli ATO con prevalenza dei caratteri del sistema

ambientale e paesaggistico per i quali lrsquoarticolo 125 delle Norme del PAT detta disposizioni generali

riguardanti il sistema ambientale il sistema insediativo il sistema relazionale mentre lrsquoarticolo 127

stabilisce gli obiettivi le azioni locali i carichi insediativi e servizi specifici di tale ambito Per quanto

attiene allrsquoATO AA gli obiettivi e azioni locali del sistema ambientale includono i seguenti richiamati in

sintesi tutela valorizzazione e rafforzamento anche favorendo riconversioni colturali degli elementi

che connotano il paesaggio mantenimento e sviluppo delle funzioni agricole condotte secondo i

principi della sostenibilitagrave ambientale mitigazione degli impatti degli insediamenti urbani attraverso la

formazione quando possibile di una cintura verde incentivazione al rafforzamento delle connessioni

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ecologiche mantenimento dei coni visuali mantenimento dei punti di discontinuitagrave esistenti in

posizione strategica nei fronti di edificazione negli assi viari

Il progettato aumento dei capi avicoli allevati mantenendo invariata lrsquoattuale dotazione di fabbricati e

spazi dedicati non delinea situazioni di possibile incoerenza con i richiamati obiettivi e azioni ed in

particolare non preclude la possibilitagrave di migliorare la connessione ecologica e la qualitagrave paesaggistica

ed anzi potrebbe essere valutata la possibilitagrave di messa a dimora di un siepe-filare lungo il lato sud od

est del perimetro dellrsquoallevamento che pur ricadendo in territorio del Comune di Castelfranco Veneto

consentirebbe di aumentare la dotazione complessiva degli elementi caratterizzanti di tale paesaggio e

delle componenti dellrsquoagroecosistema rafforzandone la funzionalitagrave

1043 Relazione con le previsioni del PRG

La Tavola di Piano6 del PRG elaborato n 1322 in scala 15000 dellrsquointero territorio comunale

individua nellrsquoarea confinante e limitrofa a quella dellrsquoallevamento esistente oggetto di ampliamento per

il solo numero di polli allevati le seguenti categorie

- Insediamento agricolo - sottozona E 2C - Ambito di parco agricolo

- Ambito di protezione a ndash paesaggistica

- Zona di tutela D3 - idraulica

Le NTA del PRG allrsquoarticolo 9 ldquoInsediamenti agricolirdquo precisano che per le Sottozone E2C ndash Ambito di

parco agricolo valgono le destinazioni e le norme di tutela ed edificabilitagrave della LR 241985 con le

integrazioni limitazioni e specificazioni contenute nello stesso articolo In particolare ldquola destinazione egrave

agricola (articolo 310) con ammesse attivitagrave di trasformazione e commercializzazione dei prodotti del

fondo o tipici della zonardquo ed in base al comma 5 ldquosono ammessi nuovi allevamenti zootecnico-intensivi

unicamente nelle sottozone E2B e previa valutazione igienico sanitaria e ambientale da parte del

responsabile Servizio Igiene e Sanitagrave Pubblica che verifichi le caratteristiche del progetto con

speciale riguardo al tipo di approvvigionamento dei mangimi e al sistema di smaltimento dei rifiuti dei

liquami e del residui i motivi della localizzazione prescelta in relazione alla consistenza e alle

caratteristiche del fondo di pertinenza le caratteristiche dei corpi idrici presenti in un raggio di ml 400 e

la direzione dei venti dominantirdquo

In tale caso si ricorda che si tratta di allevamento avicolo esistente ricadente in territorio del solo

Comune di Castelfranco Veneto per il quale si prevede unicamente un aumento del numero di polli

allevati senza ampliamenti dei fabbricati o degli spazi annessi e tantomeno realizzazione di nuove

strutture

Le NTA del PRG allrsquoarticolo 12 ldquoLimiti allrsquoattivitagrave edificatoriardquo considerano le Zone di tutela D3 (comma

31) e gli Ambiti di protezione paesaggistica (comma 35)

Per le Zone di tutela D3 la disciplina stabilisce che ldquoogni intervento o manufatto egrave ammesso previa

relazione idrogeologica con parere del Consorzio di bonifica in pendenza delle opere di salvaguardia

idraulica gli interventi di ristrutturazione e di nuovo impianto devono in ogni caso evitare le aree di

6 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1322 inserita nellrsquoAllegato cartografico dello SIA

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compluvio delle tracimazioni ed adottare piani dimposta del fabbricati superiori di almeno ml 05

rispetto al piano del terreno naturale provvedendo altresigrave allimpermeabilizzazione degli scantinati ()rdquo

In merito al contento delle richiamate norme si sottolinea che non si tratta di ristrutturazione o di nuovo

impianto e che non si prevedono modifiche per le aree di compluvio o di deflusso delle acque

Per gli Ambiti di protezione paesaggistica la disciplina stabilisce che ldquosono soggetti a piano

particolareggiato con i contenuti di cui allarticolo 34 del PTRC fino alla redazione del piano attuativo

non sono ammesse nuove costruzioni per gli edifici esistenti sono consentiti interventi di

manutenzione di restauro di risanamento conservativo e di adeguamento igienico noncheacute di

ristrutturazione edilizia e di ampliamento ai sensi dellarticolo 4 LR 2485 valgono inoltre le seguenti

specifiche norme di tutela egrave vietata la riduzione a coltura di terreni prativi egrave fatto divieto di tagliare a

raso bruciare estirpare o sradicare i filari di siepi o le singole piante autoctone eo naturalizzate salvo

il caso di inderogabili esigenze attinenti le opere di pubblica utilitagrave e per esigenze fito-sanitarie egrave

consentito lo sfoltimento e lutilizzazione turnaria delle piante previo parere delle autoritagrave competenti

sono vietati scavi movimenti di terreno e di mezzi suscettibili di alterare lambiente con esclusione di

quelli necessari allesecuzione di opere pubbliche e di sistemazione idraulica egrave vietata lapertura di

nuove cave e la riapertura di quelle abbandonate o dismesserdquo

Con riguardo alle specifiche norme di tutela si annota che il previsto aumento dei polli allevati non

comporta modifiche per i prati e gli elementi della vegetazione arbustiva od arborea e non richiede

movimentazioni del terreno

105 Classificazione acustica del territorio comunale

1051 Riferimenti generali

La Legge Quadro sullrsquoInquinamento acustico n 447 del 26 ottobre 1995 definisce i criteri generali di

valutazione gli obiettivi di qualitagrave e le linee di intervento in materia di tutela del territorio e della

popolazione dal rumore I numerosi regolamenti attuativi adottati successivamente allrsquoapprovazione

della norma concorrono a definire un quadro ormai completo di norme e standard In particolare i valori

limite sono stati determinati con il DPCM 14 novembre 1997 e sono articolati secondo lrsquoimpostazione

di cui al precedente DPCM 1 marzo 1991 in sei classi di zonizzazione acustica alle quali corrispondono

altrettanti valori limite da rispettare nei due periodi di riferimento (notturno e diurno) e per le quali

vengono definiti dei valori limite da conseguire nel medio e nel lungo periodo La tabella che segue

riassume i valori limite ed i valori obiettivo definiti per ogni classe dal DPCM 141197

Valori limite di emissione ed immissione Legge n 44795 e DPCM 141197

Legge n 44795 (art 2)

DPCM 141197 (tabelle B C D in allegato)

Diurno PD (6-22)

Leq dB(A)

Notturno PN (22-6)

Leq dB(A)

Valore limite di emissione

Valore massimo di rumore che puograve essere emesso da una sorgente misurato in corrispondenza della sorgente stessa Si riferiscono alle sorgenti fisse e mobili

Classe I 45 Classe II 50 Classe III 55 Classe IV 60 Classe V 65 Classe VI 65

(I) 35 (II) 40 (III) 45 (IV) 50 (V) 55 (VI) 65

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Legge n 44795 (art 2)

DPCM 141197 (tabelle B C D in allegato)

Diurno PD (6-22)

Leq dB(A)

Notturno PN (22-6)

Leq dB(A)

Valore limite di immissione

Valore massimo di rumore che puograve essere immesso da una o piugrave sorgenti sonore nellrsquoambiente abitativo o nellrsquoambiente esterno misurato in prossimitagrave dei ricettori Valori assoluti (Leq ambientale) e Valori relativi (Leq ambientale ndash Leq residuo)

Classe I 50 Classe II 55 Classe III 60 Classe IV 65 Classe V 70 Classe VI 70

(I) 40 (II) 45 (III) 50 (IV) 55 (V) 60 (VI) 70

Criterio Differenziale

5 dB (A) per il PD e

3 dB (A) per il PN allrsquointerno degli ambienti abitativi Non si applicano nelle aree di classe VI e se presso lrsquoabitazione a finestre aperte

Leq lt50 dB(A) (PD) e 40 dB(A) (PN)

a finestre chiuse Leq lt35 dB(A) (PD) e 25 dB(A) (PN)

Non si applicano nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture stradali ferroviarie marittime aeroportuali e le altre sorgenti sonore di cui allrsquo11 comma 1 di cui Legge 47795

Valore di attenzione

Valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana e per lrsquoambiente

Sullrsquointero tempo di riferimento (diurno o notturno) il valore di attenzione egrave uguale al valore di immissione riferito ad unrsquoora aumentati di

10 dB (PD)

5 dB (PN) Non si applicano nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture di trasporto

Valori di qualitagrave

Valori di rumore da conseguire nel breve medio e lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili per realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla presente legge

Classe I 47 Classe II 52 Classe III 57 Classe IV 62 Classe V 67 Classe VI 70

(I) 37 (II) 42 (III) 47 (IV) 52 (V) 57 (VI) 70

Classi di azzonamento acustico

Classi Definizioni

I Particolarmente protette rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione aree ospedaliere scolastiche aree destinate al riposo ed allo svago aree residenziali rurali aree di particolare interesse urbanistico parchi pubblici ecc

II Prevalentemente residenziali rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali ed assenza di attivitagrave industriali ed artigianali

III Di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine operatrici

IV Di intensa attivitagrave umana rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare con alta densitagrave di popolazione con elevata presenza di attivitagrave commerciali e uffici con presenza di attivitagrave artigianali aree in prossimitagrave di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie aree portuali aree con limitata presenza di piccole industrie

V Prevalentemente industriali rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsitagrave di abitazioni

VI Esclusivamente industriali rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da insediamenti industriali e con scarsitagrave di abitazioni

Con la Legge Regionale ndeg 21 del 10051999 ldquoNorme in materia di inquinamento acusticordquo la Regione

Veneto nel recepire i contenuti e le disposizioni della legge 26 ottobre 1995 n 447 Legge quadro

sullinquinamento acustico detta per parte sua le norme finalizzate alla tutela dellambiente e della

salute pubblica dallinquinamento acustico prodotto dalle attivitagrave antropiche disciplinandone lesercizio

al fine di contenere la rumorositagrave entro i limiti normativamente stabiliti

Con il DPR n 142 del 30 marzo 2004 (Disposizioni per il contenimento e la prevenzione

dellinquinamento acustico derivante dal traffico veicolare) vengono stabilite le norme per la

prevenzione ed il contenimento dellinquinamento da rumore avente origine dallesercizio delle

infrastrutture stradali

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COD 15V055 PAGINA 63 194

DPR 1422004 valori limite di immissione associati alle relative fasce di pertinenza

Strade esistenti (ampliamenti in sede affiancamenti e varianti) (tipologie presenti sul territorio interessato dal presente SIA)

Tipo di strada

(secondo Codice della

strada)

Sottotipi a fini acustici

(secondo norme CNR 1980 e direttive

PUT)

Ampiezza fascia di pertinenza acustica (m)

Scuole ospedali case di cura e di riposo

Altri Ricettori

Diurno dB(A)

Notturno dB(A)

Diurno dB(A)

Notturno dB(A)

C - extraurbana secondaria

Cb (tutte le altre strade extraurbane secondarie)

100 (fascia A)

50 40

70 60

50 (fascia B)

65 55

F - locale 30

Definiti dai Comuni nel rispetto dei valori riportati in tabella C allegata al DPCM in data 14 novembre 1997 e comunque in modo conforme alla zonizzazione acustica delle aree urbane come prevista dallarticolo 6 comma 1 lettera a) della legge n 447 del 1995

per le scuole vale il solo limite diurno

1052 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Osservando la Tavola 2 ndash Villarazzo ndash Bella Venezia del Piano di Classificazione Acustica del comune

di Castelfranco Veneto approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n 103 del 3172003 si

rileva che lrsquoarea oggetto di analisi si colloca allrsquointerno della classe III ndash aree di tipo misto Come

specifica anche la Relazione Illustrativa ldquorientrano in questa classe le aree urbane interessate da

traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con presenza di attivitagrave

commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree

rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine operatricirdquo

Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castello di Godego individua la zona a nord est al

confine con il comune di Castelfranco Veneto in classe III ndash aree di tipo misto Come per il Piano di

Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato per le aree che

ricadono in questa classe valgono le prescrizioni del DPCM 1391

Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Riese Pio X classifica lrsquoarea a sud ovest del comune

al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego in classe acustica II ldquoaree

destinate a uso prevalentemente residenzialerdquo Per tali aree ldquoIl DPCM 1391 determina che siano

inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con

bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali e assenza di attivitagrave

industriali e artigianali In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui lrsquoabitare egrave

evidentemente la funzione prioritaria e in cui mancano o comunque non sono significative le attivitagrave

commerciali che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni (negozi di generi

alimentari artigianato di servizio ecc) Lrsquoassenza di importanti assi di attraversamento e di strade

principali di connessione urbana lrsquoassenza di attivitagrave industriali e dellrsquoartigianato produttivo assieme

alla bassa densitagrave di popolazione consentono di individuare indicativamente tali aree solo in alcune

zone C del PRG vigente In particolare lrsquoassenza di attivitagrave di artigianato produttivo diventa elemento di

riconoscimento delle zone C da inserire in classe IIrdquo

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Lrsquoazienda agricola ovvero allevamento oggetto del presente studio si inserisce completamente in classe

acustica di tipo III7

106 Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (e norme in materia di

salvaguardia da rischio di inquinamento da nitrati)

1061 Riferimenti generali

Il Piano di Tutela delle Acque (PTA) costituisce uno specifico piano di settore ai sensi dellrsquoart 121 del

D Lgs 1522006 La Regione Veneto ha approvato il PTA con DCR n107 del 5 novembre 2009 Con

successiva DGR n 842 del 15 maggio 2012 la regione modifica e approva il testo integrato delle

Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Tutela delle Acque (Dgr n 141CR del 13122011)

Il PTA egrave composto dai seguenti documenti

- Sintesi degli aspetti conoscitivi riassume la base conoscitiva e comprende lrsquoanalisi delle criticitagrave per

le acque superficiali e sotterranee per bacino idrografico e idrogeologico

- Indirizzi di Piano individuazione degli obiettivi di qualitagrave e le azioni previste per raggiungerli la

designazione delle aree sensibili delle zone vulnerabili da nitrati e da prodotti fitosanitari delle zone

soggette a degrado del suolo e desertificazione le misure relative agli scarichi le misure in materia

di riqualificazione fluviale

- Norme Tecniche di Attuazione contengono misure di base per il conseguimento degli obiettivi di

qualitagrave distinguibili nelle seguenti macroazioni

o Misure di tutela qualitativa disciplina degli scarichi

o Misure per le aree a specifica tutela zone vulnerabili da nitrati e fitosanitari aree sensibili aree

di salvaguardia acque destinate al consumo umano aree di pertinenza dei corpi idrici

o Misure di tutela quantitativa e di risparmio idrico

o Misure per la gestione delle acque di pioggia e di dilavamento

Relativamente agli scarichi le NTA del PTA (art 21) ammettono in caso di istallazioni per edifici isolati

non collettabili alla rete fognaria pubblica e comunque per un numero di AE inferiore a 50 la

possibilitagrave di provvedere a sistemi individuali di trattamento delle acque reflue domestiche oppure di

trattamenti diversi quali ad esempio Vasca Imhoff seguita da dispersione nel terreno mediante

subirrigazione con e senza drenaggio in funzione delle caratteristiche del terreno o Vasca Imhoff

seguita da vassoio o letto assorbente La scelta del sistema di trattamento le sue caratteristiche e il

suo dimensionamento vengono definite da adeguata progettazione basata in particolare sulla

definizione delle condizioni litostratigrafiche pedologiche e idrogeologiche locali

Inoltre secondo lrsquoart 34 delle stesse NTA sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque

reflue a) prodotte da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno eo alla silvicoltura b)

prodotte da imprese dedite ad allevamento di animali c) prodotte da imprese dedite alle attivitagrave di cui

alle lettere a) e b) che esercitano anche attivitagrave di trasformazione o di valorizzazione della produzione

agricola inserita con carattere di normalitagrave e di complementarietagrave funzionale del ciclo produttivo

aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dallrsquoattivitagrave di coltivazione dei

7 Si rimanda alla Tavola ldquoPiano di Classificazione Acustica dei comuni di Castelfranco Veneto Riese Pio X e Castello di Godego

(stralcio)rdquo riportata in Allegato Cartografico

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terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilitagrave (hellip) e) aventi caratteristiche qualitative

equivalenti a quelle domestiche8

Relativamente alle acque meteoriche di dilavamento acque di prima pioggia (i primi 5 mm di acqua

meteorica di dilavamento uniformemente distribuita su tutta la superficie scolante servita dal sistema di

collettamento (art6)) e acque di lavaggio (acque comunque approvvigionate attinte o recuperate

utilizzate per il lavaggio delle superfici scolanti (art 6)) le NTA (art 39 e allegato F) del PTA

relativamente alle aziende agricole e gli allevamenti zootecnici rimanda a quanto disposto dalla DGR

n 24952006 e dalla DGR n 24392007

Per quanto concerne le Zone Vulnerabili ai Nitrati (ZVN) relativamente alla Regione Veneto la prima

individuazione egrave stata definita con ex-DLgs n 15299 Successivamente mediante provvedimenti

regionali la regione ha provveduto al completamento dellrsquoindividuazione di tali zone non ultimo con il

PTA (art 13) essendo attualmente dichiarate vulnerabili ai nitrati le seguenti zone

a) lrsquoarea dichiarata a rischio di crisi ambientale di cui allrsquoart 6 della L 28 agosto 1989 n305 costituita

dal territorio della Provincia di Rovigo e dal territorio del Comune di Cavarzere (ai sensi del DLgs

n 1522006)

b) il bacino scolante in laguna di Venezia area individuata con il ldquoPiano per la prevenzione

dellrsquoinquinamento ed il risanamento delle acque del bacino idrografico immediatamente sversante

nella laguna di Venezia ndash Piano Direttore 2000rdquo la cui delimitazione egrave stata approvata con

deliberazione del Consiglio regionale n 23 del 7 maggio 2003

c) le zone di alta pianura-zona di ricarica degli acquiferi individuate con deliberazione del Consiglio

regionale n 62 del 17 maggio 2006

Con il Piano di Tutela delle Acque inoltre si intende designare per completezza quali zone vulnerabili

anche le seguenti zone

d) lrsquointero territorio dei Comuni della Lessinia e dei rilievi in destra Adige

e) il territorio dei Comuni della Provincia di Verona afferenti al bacino del Po

8 Si richiama anche quanto indicato nel DLgs 1522006 relativamente ai criteri generali della disciplina degli scarichi (Art 101) (hellip) 7

Salvo quanto previsto dallarticolo 112 ai fini della disciplina degli scarichi e delle autorizzazioni sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque reflue a) provenienti da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno eo alla silvicoltura b) provenienti da imprese dedite ad allevamento di bestiame [] c) provenienti da imprese dedite alle attivitagrave di cui alle lettere a) e b) che esercitano anche attivitagrave di trasformazione o di valorizzazione della produzione agricola inserita con carattere di normalitagrave e complementarietagrave funzionale nel ciclo produttivo aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dallattivitagrave di coltivazione dei terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilitagrave (hellip)rdquo In materia di utilizzazione agronomica (art 112) il DLgs 1522006 rimanda alle Regione la relativa disciplina

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Legenda

Area di ubicazione dellrsquoallevamento

Stralcio della rappresentazione cartografica delle zone vulnerabili a nitrati

(fonte Decreto n 3 del 3 marzo 2010 del Dirigente dellUnitagrave Complessa Sistema Informativo Settore

primario e controllo)

Con la DGR n 2495 del 07082006 ldquoRecepimento regionale del DM 7 aprile 2006 Programma

dazione per le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola del Venetordquo e successive modifiche (7

agosto 2007 n 2439 4 marzo 2008 n 430 21 aprile 2008 n 134 6 maggio 2008 n 894) egrave stata

per lrsquoappunto recepita la norma vigente a livello nazionale e sono stati individuati i vincoli e le corrette

modalitagrave di gestione degli effluenti di allevamento e delle acque reflue aziendali a cui gli agricoltori

devono attenersi sia allrsquointerno delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola sia nelle altre zone del

Veneto

Con DGR n 1150 del 26 luglio 2011 egrave stato approvato il ldquo2deg Programma drsquoAzionerdquo per le sole zone

vulnerabili ai nitrati valido per il periodo 2012-15 che stabilisce criteri e norme tecniche per

lrsquoutilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e persegue le seguenti finalitagrave

a) Proteggere e risanare le zone vulnerabili allrsquoinquinamento provocato da nitrati di origine agricola

b) Limitare lrsquoapplicazione al suolo dei fertilizzanti azotati sulla base dellrsquoequilibrio tra il fabbisogno

prevedibile di azoto delle colture e lrsquoapporto alle colture di azoto proveniente dal suolo e dalla

fertilizzazionehellip

c) Promuovere strategie di gestione integrata degli effluenti zootecnici per il riequilibrio del rapporto

agricoltura-ambiente tra cui le misure di trattamento degli effluenti noncheacute lrsquoadozione di modalitagrave

di allevamento e di alimentazione degli animali finalizzate a contenere giagrave dalla fase di

produzione le escrezioni di azoto

1062 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Lrsquoazienda Agricola Maggiolo ricade nel Comune di Castelfranco Veneto comune appartenente alla

zona dellrsquoalta pianura (Zona di ricarica degli acquiferi) ed alla zona del bacino scolante della laguna di

Venezia Il territorio in cui egrave localizzato lrsquoallevamento egrave designata anche come area di tutela quantitativa

degli acquiferi (Allegato E PTA) Si ricorda che come evidenziato nel quadro di riferimento progettuale

la pollina viene integralmente consegnata a terzi alla fungaia Agrifung

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107 Piano per lrsquoAssetto Idrogeologico del Bacino scolante nella Laguna di Venezia

1071 Riferimenti generali

Nella Regione Veneto sono state individuate le seguenti Autoritagrave di Bacino (AB)

- AB Nazionale del Po

- AB Nazionale dei Fiumi dellrsquoAlto Adriatico

- AB Nazionale del Fiume Adige

- AB Interregionale del Fiume FIssero-Tartaro-Canalbianco

- AB Interregionale del Fiume Lemene

- AB Regionale del Sile e della Pianura tra Piave e Livenza

- Bacino Scolante nella Laguna di Venezia

Nel caso del Bacino scolante nella Laguna di Venezia in attesa dellrsquoistituzione dellrsquoAutoritagrave di Distretto

delle Alpi Orientali (Dlgs 1522006) la Regione del Veneto ha ritenuto opportuno adottare con DGR

n 401 del 31 marzo 2015 il ldquoPiano di Assetto Idrogeologico ndash parte idraulicardquo

Il Bacino scolante nella Laguna di Venezia interessa un territorio che si estende per circa 2068 km2 e

che interessa 27 corsi drsquoacqua Il Bacino egrave delimitato a sud dal canale Gorzone a Sud-Ovest dai Colli

Euganei ad Ovest dal Canale Roncajette a nord-ovest dal fiume Brenta a nord dalle Prealpi Asolane

e a nord-est dal fiume Sile ed interessa il territorio delle province di Venezia Padova e Treviso per un

totale di 108 comuni 22 dei quali appartenenti alla Provincia di Treviso I corpi idrici a deflusso

naturale piugrave significativi sono il Dese Zero Marzenego - Osellino Lusore Muson Vecchio Tergola

mentre quelli a deflusso controllato sono il Naviglio Brenta Canale di Mirano Taglio Novissimo La

superficie del Bacino puograve essere suddivisa in due parti i territori dei bacini idrografici tributari dei corsi

dacqua superficiali sfocianti nella laguna di Venezia e i territori che interessano i corpi idrici scolanti

nella laguna di Venezia tramite le acque di risorgiva individuati come Area di Ricarica

1072 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Lrsquoallevamento ricade allrsquointerno di unrsquoarea definita come ldquoBacino scolante ad interventi a tipologia

limitatardquo non interessa nessuna area a pericolositagrave idraulica a scolo meccanico o che egrave stata oggetto di

alluvioni nel 2007

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Perimetrazione del Bacino Scolante Laguna di Venezia

Area di ubicazione dellrsquoallevamento

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COD 15V055 PAGINA 69 194

PAI Bacino Scolante Laguna di Venezia - Carta della Pericolositagrave idraulica (stralcio)

108 Piano di Risanamento della Qualitagrave dellrsquoAria

1081 Riferimenti generali

Con Deliberazione della Giunta regionale n 2872 del 28122012 sono stati adottati il Documento di

Piano il Rapporto ambientale il Rapporto ambientale-sintesi non tecnica dellrsquoaggiornamento del Piano

regionale di Tutela e Risanamento dellrsquoAtmosfera

La Regione Veneto attualmente egrave dotata di un Piano di Tutela e Risanamento dellrsquoAtmosfera

(PTRA) approvato con deliberazione del Consiglio Regionale n 57 dellrsquo11 novembre 2004 Tale

Piano rappresenta lo strumento per la programmazione il coordinamento ed il controllo in materia di

inquinamento atmosferico finalizzato al miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla

salvaguardia della salute delluomo e dellambiente

La zonizzazione della Regione Veneto egrave stata approvata con Deliberazione della Giunta Regionale del

Veneto n 31952006 Successivamente ne egrave stata approvata una sua revisione con Deliberazione della

Giunta Regionale del Veneto n 2130 del 23102012

1082 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Il Comune di Castelfranco Veneto ricade nella zona IT0513 ldquoPianura e Capoluogo Bassa Pianurardquo

Come indicato nellrsquoAllegato A della DGR 213012 la definizione delle zone nellrsquoarea della pianura egrave

stata effettuata considerando i seguenti parametri

- Orografia altitudine al di sotto dei 200 m slm

- Condizioni meteo-climatiche bassa ventositagrave con frequenti fenomeni di calme di vento

Area di ubicazione dellrsquoallevamento

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PAGINA 70 194 Settembre 2015

- Urbanizzazione diffusa con pochi centri urbani densamente popolati (giagrave individuati come

Agglomerati)

- Carico emissivo la densitagrave emissiva comunale (ta km2) intesa come stima del PM10 primario

e secondario rispetto alla superficie comunale (espressa in km2) egrave stata utilizzata quale

parametro caratterizzante la zonizzazione Nei comuni della Bassa Pianura la densitagrave emissiva

egrave superiore a 7 ta km2

Progetto di riesame della zonizzazione del Veneto (D Lgs 1552010)

109 Programma di Sviluppo Rurale

1091 Riferimenti generali

La Regione Veneto con DGR n71 del 10 giugno 2014 ha adottato la proposta del PSR 2014-2020

successivamente adottato dal Consiglio Regionale con Deliberazione n 41 del 9 luglio 2014

La proposta di programma egrave stata quindi inviata alla Commissione europea arrivando alla definitiva

approvazione avvenuta con decisione n 3482 del 26 maggio 2015

Il Programma costituisce lo strumento di programmazione per lo sviluppo rurale regionale stabilisce le

strategie e gli interventi per il settore agricolo agroalimentare e forestale e in generale per lo sviluppo

delle aree rurali del Veneto

Nel PSR lrsquointero territorio regionale egrave stato classificato in base al grado do ruralitagrave secondo le seguenti

categorie

A-Aree urbane e periurbane

Area di ubicazione dellrsquoallevamento

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COD 15V055 PAGINA 71 194

B-Aree rurali ad agricoltura intensiva Questi territori vengono ulteriormente suddivise in sub-area B1

(con caratteristiche prevalenti di ldquorurale-urbanizzatardquo e sub-area B2 (con caratteristiche prevalenti di

ldquoUrbanizzatardquo)

C-Aree rurali intermedie

D-Aree rurali con problemi di sviluppo

1092 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in classe B2 ldquoAree rurali ad agricoltura intensiva -

Urbanizzaterdquo

1010 Aree Protette

10101 Riferimenti generali

La Legge Quadro sulle Aree Protette (L 39491) classifica le aree naturali protette in

Parchi nazionali Aree al cui interno ricadono elementi di valore naturalistico di rilievo

internazionale o nazionale tale da richiedere lrsquointervento dello Stato per la loro protezione e

conservazione Sono istituiti dal Ministero dellrsquoAmbiente e della Tutela del Territorio

Parchi naturali regionali e interregionali Aree di valore naturalistico e ambientale che

costituiscono nellambito di una o piugrave regioni limitrofe un sistema omogeneo individuato dagli

assetti naturalistici dei luoghi dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle

popolazioni locali Sono istituiti dalle Regioni

Riserve naturali Aree al cui interno sopravvivono specie di flora e fauna di grande valore

conservazionistico o ecosistemi di estrema importanza per la tutela della diversitagrave biologica In

base al pregio degli elementi naturalistici contenuti possono essere statali o regionali

In considerazione di quanto indicato dalla Legge Quadro nazionale la Regione Veneto con la Legge

Regionale n 40 del 16081984 ldquoNuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionalirdquo e

smi definisce le disposizioni per lrsquoistituzione di parchi e riserve naturali regionali al fine di assicurare la

conservazione e la valorizzazione dellrsquoambiente naturale nelle zone di particolare interesse

paesaggistico naturalistico ed ecologico di promuoverne lo studio scientifico di rendere possibile

lrsquouso sociale dei beni e di creare specie nelle zone rurali e montane migliori condizioni di vita per le

collettivitagrave locali

Le aree naturali protette definite dalla LR 401984 sono Parchi Naturali Regionali Riserve Naturali

Regionali Zone di protezione e di sviluppo controllato (Zone di pre-parco) Parchi e riserve di interesse

locale

Come specificato allrsquoart 11 della LR le aree comprese nei parchi o nelle riserve possono essere

classificate dal piano ambientale ai fini del particolare regime cui vengono sottoposte nelle seguenti

categorie

a) Zone di riserva naturale regionale generale sono consentiti solo gli interventi a cura o sotto il

controllo dellrsquoente gestore per la protezione dellrsquoambiente e per la ricostituzione di equilibri

naturali propri dello ambiente Al loro interno possono essere individuate aree di riserva

integrale (nelle quali per la presenza di eccezionali valori naturalistici e ambientali il suolo il

sottosuolo le acque la vegetazione e la fauna sono protetti nella loro assoluta integritagrave) e aree

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PAGINA 72 194 Settembre 2015

di riserva orientata (in cui lrsquoevoluzione dellrsquoambiente naturale anche limitatamente ad alcune

sue particolari manifestazioni viene sorvegliata e orientata scientificamente)

b) Zone di riserva naturale regionale speciale sono istituite al fine di tutelare particolari elementi o

fenomeni dello ambiente naturale del paesaggio e antropologi

c) Zone a destinazione silvo ndash pastorale in cui egrave consentito lrsquoesercizio sia a cura dellrsquoente gestore

che di altri enti pubblici organismi associativi o privati di attivitagrave agricole utilizzazioni forestali

pascolo e attivitagrave zootecniche in forma compatibili con la tutela ambientale e non contrastanti

con le finalitagrave generali del parco o della riserva e con le norme del piano ambientale

d) Zone a destinazione agricola in cui egrave prevista la stessa disciplina delle aree al punto

precedente

e) Zone di penetrazione sono aree che per esigenze logistiche le quali non possono essere piugrave

opportunamente soddisfatte allrsquoesterno del parco debbano ospitare strutture ricettive

campeggi parcheggi per automezzi e centri di informazione

Tali aree sono individuate preferibilmente in zone marginali e periferiche del territorio del parco

o della riserva e comprenderanno il tracciato le immediate adiacenze e le testate delle esistenti

rotabili interne aperte al pubblico gli adiacenti nuclei abitati manufatti e gli impianti di attivitagrave

produttive esistenti

I Parchi e le riserve di interesse locale possono essere istituite da Province Comunitagrave Montane

Comuni e loro Consorzi nonchegrave Comunitagrave familiari montane anche associate tra loro Per ogni parco o

riserva istituita deve essere redatto un Piano ambientale assimilato ad un piano attuativo di iniziativa

pubblica (Art 27)

10102 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Nessuna area di interesse naturalistico ricade nel Comune di Castelfranco Veneto9 Lrsquoarea protetta piugrave

prossima allrsquoallevamento egrave il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile posto ad una distanza di circa

82 km dallrsquoAllevamento Maggiolo

1011 Rete Natura 2000

10111 Riferimenti generali

La Rete Natura 2000 costituisce la piugrave importante strategia drsquointervento dellrsquoUnione Europea per la

tutela del territorio Tenuto conto della necessitagrave di attuare una politica piugrave incisiva di salvaguardia degli

habitat e delle specie di flora e fauna si egrave voluto dar vita ad una Rete coerente di aree destinate alla

conservazione della biodiversitagrave del territorio dellrsquoUnione Europea I siti che compongono la Rete (Siti

Natura 2000) sono rappresentati dai Siti drsquoImportanza Comunitaria (SIC) e dalle Zone di Protezione

Speciale (ZPS)

I SIC e la Rete Natura 2000 sono definiti dalla Direttiva Habitat 9243CEE ndash art 3 comma1 ldquoEacute

costituita una rete ecologica europea coerente di zone speciali di conservazione denominata Natura

2000 Questa rete formata dai siti in cui si trovano tipi di habitat naturali elencati nellallegato I e habitat

delle specie di cui allallegato II deve garantire il mantenimento ovvero alloccorrenza il ripristino in

uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie

Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

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COD 15V055 PAGINA 73 194

interessati nella loro area di ripartizione naturale La rete Natura 2000 comprende anche le zone di

protezione speciale classificate dagli Stati membri a norma della direttiva 79409CEErdquo

Le ZPS sono state previste dalla Direttiva Uccelli 79409CEE oggi abrogata e sostituita dalla Direttiva

2009147CEE ldquoconcernente la conservazione degli uccelli selvaticirdquo Questrsquoultima direttiva allrsquoart 3

commi 1 e 2 riporta ldquohellipgli Stati membri adottano le misure necessarie per preservare mantenere o

ristabilire per tutte le specie di uccelli di cui allrsquoart 1 una varietagrave ed una superficie sufficienti di habitat

La preservazione il mantenimento ed il ripristino dei biotopi e degli habitat comportano innanzitutto le

seguenti misure

a) Istituzione di zone di protezione

b) Mantenimento e sistemazione conforme alle esigenze ecologiche degli habitat situati allrsquointerno e

allrsquoesterno delle zone di protezione

c) Ripristino dei biotopi distrutti

d) Creazione dei biotipirdquo

Allrsquoart 4 della stessa direttiva si indica inoltre che ldquoPer le specie elencate nellrsquoallegato I sono previste

misure speciali di conservazione per quanto riguarda lrsquohabitat per garantire la sopravvivenza e la

riproduzione di dette specie nella loro area di distribuzionerdquo

SIC e ZPS sono definite dagli Stati membri (in Italia su proposta delle Regioni) Quando un SIC viene

inserito ufficialmente nellrsquoElenco Comunitario lo Stato membro designa tale sito come Zona Speciale di

Conservazione (ZSC)

A livello europeo il piugrave recente elenco ufficiale dei SIC appartenenti alle regioni biogeografiche alpina e

continentale nelle quali si inserisce la Regione Veneto sono state definite con Decisioni della

Commissione del 3 dicembre 2014 (rispettivamente 201571UE e 201569UE)

Lindividuazione delle ZPS spetta alle Regioni e alle Province autonome che trasmettono i dati al

Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare il quale dopo la verifica della

completezza e congruenza delle informazioni acquisite trasmette i dati alla Commissione Europea Le

ZPS si intendono designate dalla data di trasmissione alla Commissione e dalla pubblicazione sul sito

del Ministero dellrsquoelenco aggiornato Il DM dellrsquo8 agosto 2014 indica che lrsquoelenco delle ZPS istituite ai

sensi del DM del 17 ottobre 2007 ldquoCriteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione

relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS)rdquo egrave pubblicato

sul sito wwwminambienteit ed egrave tenuto aggiornato con le eventuali modifiche apportate nel rispetto

delle procedure comunitarie Contestualmente viene abrogato il DM del 19 giugno 2009 ldquoElenco delle

Zone di Protezione Speciale (ZPS) classificate ai sensi della Direttiva 79409CEE)rdquo Lrsquoultima

trasmissione della banca dati alla Commissione Europea egrave stata effettuata dal Ministero dellrsquoAmbiente

ad ottobre 2014

La Regione Veneto con DGR n 1180 del 18 aprile 2006 ldquoRete ecologica europea Natura

2000Aggiornamento banca datirdquo e ss mm ii provvede alla redazione dellrsquoelenco ufficiale delle aree

appartenenti alla Rete Natura

Ad oggi in Veneto risultano istituiti 128 Siti appartenenti alla Rete Natura 2000 tra i quali 102 SIC e 67

ZPS per una superficie complessiva di 414675 ettari (pari al 225 del territorio regionale)

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PAGINA 74 194 Settembre 2015

10112 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Lrsquoarea oggetto di studio ricade interamente allrsquointerno della ZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego

Nessun altro Sito (SICZPS) ricade allrsquointerno del Comune di Castelfranco Veneto10

La ZPS IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo si estende su una superficie di circa 1561 ha nel

territorio dei Comuni di Castelfranco Veneto Castello di Godego Loria Riese Pio X in Provincia di

Treviso

Il Sito egrave stato istituito a tutela del paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da ampi prati stabili e

fitte alberature con tratti di territorio a campo chiuso e zone interne originarie La scheda Natura 2000

indica che la qualitagrave e lrsquoimportanza del sito sono determinati dal fatto che il territorio rappresenta uno

degli ultimi esempi di paesaggio agrario tradizionale con un buon equilibrio tra naturalitagrave e utilizzo

agricolo che consente il mantenimento di una buona diversitagrave e ricchezza floristica e di tipi

vegetazionali La presenza di aree in cui spesso ristagna lacqua e la natura argillosa dei suoli

permettono inoltre la presenza di specie vegetali di particolare importanza

Allrsquointerno della ZPS come indicato nel Formulario standard sono presenti 7 tipologie di habitat

(indicate nella tabella successiva) la piugrave diffusa (57) egrave quella delle colture cerealicole estensive

mentre lrsquohabitat meno diffuso egrave quello degli impianti forestali a monocultura diffusi sullrsquo1 della ZPS

Le aree urbanizzate interessano una superficie complessiva di circa 156 ha pari al 10 dellrsquointera

area

Codice Habitat Superficie (ha) Copertura ()

N20 Impianti forestali a monocoltura 1561 1

N12 Colture cerealicole estensive 88977 57

N07 Torbiere stagni e paludi 7805 5

N23 Altro (inclusi centri abitati strade discariche miniere e aree industriali)

1561 10

N09 Praterie aride steppe 7805 5

N14 Praterie migliorate 3122 20

N21 Piantagioni arboreee 3122 2

TOT 1561 100

Habitat nella ZPS IT3240026

Allrsquointerno della ZPS sono inoltre stati individuati i seguenti habitat di interesse comunitario (Allegato I

Direttiva Habitat)

6430-Bordure planiziali montane e alpine di megaforbie idrofile

6510-Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis Sanguisorba officinalis)

Il Formulario Standard indica che allrsquointerno del Sito lrsquohabitat 6430 egrave diffuso su una superficie di 7805

ha pari al 5 del totale mentre lrsquohabitat 6510 egrave distribuito sul 20 circa della ZPS (312 ha)11 Entrambi

gli habitat hanno un livello di conservazione buono

Il Formulario Natura 2000 indica che allrsquointerno della ZPS sono presenti 19 specie di avifauna inserite

nellrsquoArticolo 4 della Direttiva Uccelli (2009147EC) ed una specie (Rana latastei) inserita nellrsquoAllegato 2

della Direttiva Habitat (9243EEC) Tra le specie comuni vi sono Airone cenerino Falco cuculo Averla

piccola Porciglione Bigia padovana Tuffetto Piro piro boschereccio Barbagianni e Rana di Lataste

10

Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

11 Si rimanda alle Tavole ldquoZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego ndash Habitatrdquo riportata nellrsquoAllegato cartografico

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COD 15V055 PAGINA 75 194

Airone rosso Re di quaglie Averla maggiore e Tottavilla sono specie rare allrsquointerno del territorio

mentre tutte le altre specie (Martin pescatore Gufo comune Falco di palude Albanella reale A

minore Assiolo Combattente) sono indicate come sola presenza

Per ulteriori dettagli si rimanda allo Studio di incidenza allegato allo Studio di impatto ambientale

1012 Important Bird Area (IBA)

10121 Riferimenti generali

Le Aree di Interesse Avifaunistico (IBA dallrsquoinglese Important Bird Areas) corrispondono a siti individuati

in tutto il mondo sulla base di criteri ornitologici applicabili su larga scala da parte di associazioni non

governative che fanno parte di BirdLife International

Il primo programma IBA viene effettuato nel 1981 mediante un incarico dato dalla Commissione

Europea allrsquoICBP (International Council for Bird Preservation) predecessore di BirdLife International

per lrsquoindividuazione delle aree prioritarie per la conservazione dellrsquoavifauna in Europa in vista

dellrsquoapplicazione della Direttiva ldquoUccellirdquo In Italia lrsquoinventario delle IBA egrave stato redatto e

successivamente aggiornato dalla Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) La prima pubblicazione

dellrsquoinventario IBA Italiano risale al 1989 mentre nel 2000 egrave stato pubblicato col sostegno del Ministero

per le Politiche Agricole e Forestali un secondo inventario aggiornato Il successivo progetto sviluppato

dalla LIPU e commissionato dal Ministero dellrsquoAmbiente (Servizio Conservazione della Natura)

ldquoSviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base della rete delle IBA (Important Bird Areas)rdquo

(versione del 2002) ha portato allrsquoaggiornamento ed alla mappatura del sistema IBA presenti

nellrsquoinventario pubblicato nel 2000

10122 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone designate quali IBA12

la piugrave vicina egrave lrsquoIBA

n 059 ldquoMedio corso del Fiume Brentardquo posta ad una distanza minima superiore a 13 km

dallrsquoAllevamento

1013 Zone umide di importanza internazionale

10131 Riferimenti generali

La Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale soprattutto in quanto habitat per le

specie di uccelli acquatici egrave stata firmata a Ramsar in Iran il 2 febbraio 1971 Latto viene siglato nel

corso della Conferenza Internazionale sulla Conservazione delle Zone Umide e sugli Uccelli

Acquatici promossa dallUfficio Internazionale per le Ricerche sulle Zone Umide e sugli Uccelli

Acquatici (IWRB- International Wetlands and Waterfowl Research Bureau) con la collaborazione

dellUnione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN - International Union for the Nature

Conservation) e del Consiglio Internazionale per la protezione degli uccelli (ICBP - International Council

for bird Preservation) La Convenzione si pone come obiettivo la tutela internazionale delle zone

definite umide mediante lindividuazionela delimitazione e lo studio degli aspetti caratteristici in

12

Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

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particolare lavifauna e la messa in atto di programmi che ne consentano la conservazione e la

valorizzazione

La Convenzione di Ramsar egrave stata ratificata e resa esecutiva dallItalia con il DPR 13 marzo 1976 n

448 ldquoEsecuzione della convenzione relativa alle zone umide dimportanza internazionale soprattutto

come habitat degli uccelli acquatici firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971rdquo e con il successivo DPR 11

febbraio 1987 n 184

10132 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone Ramsar13

cosigrave come non sono presenti

zone umide in un raggio di 10 km dallrsquoarea di intervento

11 REGIME VINCOLISTICO

111 Vincolo sismico

1111 Riferimenti generali

Con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3274 del 20032003 concernente ldquoPrimi

elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative

tecniche per le costruzioni in zona sismicardquo nelle more dellrsquoespletamento degli adempimenti dellrsquoart 93

del DLgs n 1121998 sono approvati i ldquoCriteri per lrsquoindividuazione delle zone sismiche ndash

individuazione formazione e aggiornamento degli elenchi delle medesime zonerdquo noncheacute le connesse

ldquoNorme tecniche per il progetto la valutazione e lrsquoadeguamento sismico degli edificirdquo ldquoNorme tecniche

per il progetto sismico dei pontirdquo e ldquoNorme tecniche per il progetto sismico delle opere di fondazione e

sostegno dei terrenirdquo Tali norme sono riportate come Allegati allrsquoOrdinanza

LrsquoOrdinanza prevede inoltre che le Regioni sulla base dei criteri generali dettati nellrsquoAllegato 1 (criteri

per lrsquoindividuazione delle zone sismiche che rimandano ad una distinzione secondo 4 zone sismiche)

provvedono allrsquoindividuazione e formazione ed aggiornamento dellrsquoelenco delle zone sismiche

lasciando facoltagrave di introdurre o meno lrsquoobbligo della progettazione antisismica nelle zone 4 Secondo i

nuovi criteri classificativi il territorio regionale risulta suddiviso in 4 zone sismiche in base ai valori di

accelerazione di picco orizzontale del suolo con probabilitagrave di superamento del 10 in 50 anni

zona 1 accelerazione orizzontale gt 025 g

zona 2 accelerazione orizzontale 015g ndash 025 g

zona 3 accelerazione orizzontale 005g ndash 015 g

zona 4 accelerazione orizzontale lt 005 g

LrsquoOrdinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3519 del 2842006 approva i criteri generali per

lrsquoindividuazione delle zone sismiche e la formazione ed aggiornamento degli elenchi ed anche la mappa

della pericolositagrave sismica di riferimento a scala nazionale I criteri per lrsquoindividuazione delle zone

sismiche sono definiti allrsquoallegato 1A con riferimento alle Norme Tecniche per le Costruzioni approvate

con DM 1492005 e sono previste quattro zone Allrsquoallegato 1B egrave riportata la mappa della pericolositagrave

13

Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

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COD 15V055 PAGINA 77 194

sismica a scala nazionale da assumere quale riferimento per lrsquoassegnazione di un territorio ad una delle

diverse quattro zone sismiche predefinite

Con deliberazione n 67 del 03 dicembre 2003 recependo i criteri generali dellrsquoOrdinanza PCM n

3274 del 20 marzo 2003 il Consiglio Regionale ha approvato la nuova classificazione sismica dei

Comuni del Veneto Con deliberazione n 71 del 22012008 ldquoOPCM 2842006 n 3519 ldquoCriteri

generali per lrsquoindividuazione delle zone sismiche e per la formazione e lrsquoaggiornamento degli elenchi

delle medesime zone Direttive per lrsquoapplicazionerdquo la Giunta Regionale ha stabilito di prendere atto dei

criteri generali di classificazione allegati allrsquoOrdinanza PCM 3519 del 28 aprile 2006 innovativi rispetto

allrsquoOPCM 32742003 e della mappa di pericolositagrave sismica di riferimento espressa in termini di

accelerazione massima al suolo (amax) confermando comunque per quanto riguarda gli aspetti

amministrativi la classificazione sismica dei Comuni del Veneto di cui allrsquoAllegato I della deliberazione

del Consiglio Regionale n 672003

1112 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine

Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in accordo DGR n 672003 successivamente confermata con

DGR n 712008 in zona sismica 3

Il territorio di Castelfrenco Veneto in base alla mappa di pericolositagrave sismica del territorio nazionale

elaborata dallrsquoIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e riportata come Allegato 1B dellrsquoOPCM

del 28 aprile 2006 n 3519 risulta soggetto a valori di accelerazione (con probabilitagrave di eccedenza del

10 in 50 anni) compresa tra 0150 g e 0200 Secondo la Classificazione sismica al 2015 il comune di

Castelfranco Veneto viene inserito in zona sismica 3 nella quale possono verificarsi forti terremoti ma

rari

Stralcio della classificazione sismica al 2014 (httpwwwprotezionecivilegovitjcmsitclassificazionewp)

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Mappa pericolositagrave sismica

Espressa in termini di accelerazione massima (con

probabilitagrave di eccedenza del 10 in 50 anni)

Fonte Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

(In httpesse1-gismiingvit)

112 Vincolo idrogeologico

1121 Riferimenti generali

Il RD 30121923 n 3267 allrsquoarticolo 7 stabilisce che le trasformazioni dei terreni sottoposti a vincolo

idrogeologico ai sensi dello stesso decreto sono subordinate al rilascio di autorizzazione da parte dello

Stato ora sostituito dalle Regioni o dagli organi competenti individuati dalla normativa regionale

1122 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine

Secondo la classificazione regionale riportata nella Tavola 1B del PTCP della Provincia di Treviso

ldquoCarta dei Vincoli e della pianificazione territorialerdquo lrsquoallevamento non interessa nessuna area

sottoposta a vincolo idrogeologico

113 Patrimonio culturale beni culturali e beni paesistici vincolati

1131 Riferimenti generali

Il DLgs del 2212004 n 42 ldquoCodice dei beni culturali e del paesaggio ai sensi dellrsquoarticolo 10 della

Legge 6 luglio 2002 n 137rdquo costituisce il riferimento normativo in materia di beni culturali e

paesaggistici Tale decreto in applicazione dellrsquoarticolo 9 della Costituzione disciplina le forme di tutela

del patrimonio culturale costituito dai beni culturali che comprendono in particolare il patrimonio

storico artistico demo-etno-antropologico archeologico archivistico librario e dai beni paesaggistici

ovvero le bellezze naturali le singolaritagrave geologiche le ville giardini e parchi gli immobili di valore

estetico e tradizionale le bellezze panoramiche e belvedere ed ancora gli altri immobili ed aree

individuati dalla legge (categorie del paesaggio) od in base alla legge attraverso i Piani paesaggistici

Per quanto riguarda i beni culturali le disposizioni per la tutela si applicano a seguito di una verifica

drsquointeresse nel caso delle cose immobili o mobili che rivestono interesse artistico storico archeologico

o demo-etno-antropologico ed appartengono alle pubbliche amministrazioni od a particolari enti istituti

e persone giuridiche od ancora a seguito della dichiarazione di interesse per gli altri immobili che

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COD 15V055 PAGINA 79 194

presentano analoga valenza ma appartenenti a soggetti diversi da quelli prima richiamati La tutela dei

beni immobili si esercita nella forma del divieto alla demolizione danneggiamento e utilizzo per usi

incompatibili alla loro conservazione ed in particolare nella preventiva autorizzazione per una serie di

interventi come elencati allrsquoarticolo 21 Lrsquoautorizzazione deve essere richiesta dai proprietari

possessori o detentori dei beni allrsquoamministrazione competente al rilascio tale autorizzazione puograve

essere rilasciata anche con motivata dichiarazione in sede di conferenza dei servizi (art 25) e con atto

rilasciato in sede di concerto sulla compatibilitagrave ambientale nel caso di progetti sottoposti a valutazione

di impatto ambientale (art 26)

Per quanto attiene ai beni paesaggistici lrsquoassoggettamento a tutela avviene a seguito della

dichiarazione di notevole interesse pubblico (art 137-141) per effetto di disposizioni legislative nel

caso delle specifiche categorie di beni elencati nellrsquoarticolo 142 ed ancora a seguito di identificazione

nei piani paesaggistici gli immobili e le aree tipizzati sottoposte a tutela dagli stessi piani La normativa

nazionale stabilisce che tutti i beni paesaggistici sono tutelati e valorizzati sottoponendo a specifica

normativa drsquouso il territorio mediante Piani paesaggistici o Piani urbanistico territoriali con specifica

considerazione dei valori paesaggistici concernenti lrsquointero territorio regionale (art 135) Il vincolo di

tutela si esercita nella forma del divieto (per i proprietari possessori o detentori) di distruggere i beni od

introdurvi modificazioni e nellrsquoobbligo di sottoporre i progetti delle opere di qualunque genere (salvo

quelli elencati allrsquoart 149) da eseguire alla competente amministrazione ai fini di ottenere preventiva

autorizzazione

Il DPCM 12122005 di individuazione della documentazione necessaria alla verifica della

compatibilitagrave paesaggistica degli interventi proposti definisce le finalitagrave i criteri di redazione ed i

contenuti della Relazione Paesaggistica che correda congiuntamente al progetto dellrsquointervento ed alla

relazione di progetto lrsquoistanza da presentare per lrsquoautorizzazione paesaggistica Con il DPR 972010

n 139 si definisce il procedimento semplificato per lrsquoautorizzazione paesaggistica relativa ad ldquointerventi

di lieve entitagraverdquo che comportano unrsquoalterazione dei luoghi o dellrsquoaspetto esteriore degli edifici in apposita

allegato al decreto si definiscono i citati interventi

1132 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e lrsquoallevamento avicolo

Il progetto oggetto di valutazione riguarda lrsquoincremento del numero di capi avicoli allevati dallrsquoazienda

agricola zootecnica con utilizzo dei fabbricati e delle strutture giagrave esistenti non si prevedono quindi

opere di natura edilizia

In ogni caso al fine della verifica dellrsquoeventuale presenza di beni culturali eo paesaggistici sottoposti a

vincolo ricadenti nellrsquoambito territoriale attorno al sito dellrsquoallevamento si egrave fatto ricorso alle

informazioni contenute in diverse banche dati o riportate negli elaborati degli strumenti di pianificazione

territoriale-paesaggistica od urbanistica

In maggior dettaglio si egrave considerato

il SITAP del Ministero dei Beni e delle Attivitagrave Culturali - Direzione Generale per i Beni Architettonici

e Paesaggistici che individua in cartografia i beni paesaggistici vincolati a seguito di dichiarazione

ed alcune categorie paesaggistiche di cui allrsquoarticolo 142 del Codice

lrsquoArchivio dei beni paesaggistici (vincolati per dichiarazione) del sito web della Regione Veneto

banca dati non definitiva di ricognizione dei beni ai sensi del Dlgs 422004

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il catalogo dellrsquoIstituto Regionale delle Ville Venete che identifica le ville palazzi ed altri fabbricati

censiti segnalando quelli sottoposti a vincolo in quanto beni culturali o paesaggistici

il PTRC (adottato nel 2009 con variante del 2013) della Regione Veneto con riferimento alla

Tavola dei ldquoValori storico culturalirdquo inclusa nella Scheda dellrsquoAmbito-Area ricognitiva 21 dellrsquoAtlante

Ricognitivo ed alla Tavola 9 ldquoSistema del territorio rurale e della rete ecologicardquo in cui sono

individuati i siti o le zone archeologiche

il PTCP (approvato nel 2010) della Provincia di Treviso con riferimento alla Tavola 11 ldquoCarta dei

vincoli e della Pianificazione territorialerdquo14 in cui srsquoidentificano i beni paesaggistici vincolati con

provvedimenti di riconoscimento del notevole interesse pubblico (ex L 14971939 ed art 146 del

Codice) alcune categorie paesaggistiche vincolate per legge (art 142 del Codice) e le zone di

interesse archeologico (ex L 3641909 L 10891939 e L 4311985 ed artt 10 e 142 del Codice) ed

anche alle Appendici di cui allrsquoAllegato M in particolare gli elenchi relativi ai beni architettonici ed ai

beni archeologici vincolati

il PAT del Comune di Castelfranco Veneto (approvato nel 2014) con riferimento alla Tavola 1

ldquoCarta dei vincoli e della pianificazione territorialerdquo15 che individua i beni monumentali vincolati (art

10 del Codice) ed i beni paesaggistici vincolati in quanto di notevole interesse pubblico (art 136 del

Codice) o appartenenti alle categorie paesaggistiche (art 142 del Codice)

il PAT del Comune di Castello di Godego (adottato nel 2015) con riferimento alla Relazione

Tecnica Generale (par 181 I beni culturali) alla Tavola P1A ldquoVincolirdquo16 che identifica i beni

culturali (immobili storico-artistici ed edifici drsquointeresse storico artistico vincolati con dichiarazione

edifici con piugrave di 70 anni vincolati per legge ai sensi dellrsquoarticolo 10 comma 1 del Codice zone

archeologiche) ed i beni paesaggistici vincolati con dichiarazione o per legge (art 142 del Codice)

ed alla Tavola 131 ldquoPatrimonio culturalerdquo del Quadro Conoscitivo del PATI che identifica gli

immobili edifici e zone archeologiche vincolate i fabbricati di archeologia industriale gli edifici di

pregio architettonico e gli altri beni e manufatti di interesse storico culturale

il PAT del Comune di Riese Pio X (adottato nel 2014 con DCC n 2 del 1332014) con

riferimento al Rapporto Ambientale (par 57 Matrice paesaggio ndash Patrimonio culturale

architettonico archeologico) ed alla Tavola 1 ldquoCarta dei vincoli e della pianificazione territorialerdquo 17

che riporta i beni monumentali vincolati i beni paesaggistici vincolati corrispondenti alle fasce

laterali ai corsi drsquoacqua e la strada Postumia a vincolo archeologico

Per quanto riguarda i beni culturali vincolati considerando gli immobili drsquointeresse monumentale eo

storico architettonico riportati negli elenchi od elaborati cartografici degli strumenti di pianificazione

prima richiamati il sito dellrsquoallevamento non interessa direttamente nessuno di quelli presenti nel

territorio e si trova ad una distanza dai piugrave vicini tale che si escludono ragionevolmente possibili

ricadute sugli stessi in particolare quelle indirette correlate alla percezione da e dei beni tenuto conto

anche del fatto che si tratta del solo incremento del numero di polli allevati allrsquointerno di strutture giagrave

esistenti Lrsquoampliamento dellrsquoallevamento non comporta interventi sui beni vincolati e tantomeno si

prevedono opere edilizie o di altra natura che possano determinare effetti indiretti sul patrimonio

14 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 11 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

15 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

16 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola P1A inserita nellrsquoAllegato cartografico dello SIA

17 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

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COD 15V055 PAGINA 81 194

architettonico vincolato non egrave quindi necessario avviare la procedura per la richiesta di rilascio

dellrsquoautorizzazione ai sensi del Codice Al fine di sostenere le precedenti considerazioni si forniscono

brevi informazioni sui beni monumentali e architettonici vincolati presenti nel territorio dei tre Comuni

analizzati situati ad una minore distanza dallrsquoallevamento avicolo esistente

Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto gli immobili vincolati con specifico provvedimento

meno distanti dal sito dellrsquoallevamento comunque rispettivamente a 13 e 22 km circa si trovano nella

frazione di Villarazzo e lungo la strada via Postomia Nel primo caso si tratta della Villa Dolfin -

Gradenigo (tutelata con DM 10121959) sita in via Valsugana 74 composta dalla villa del XVII secolo

e dalla barchessa del XVIII secolo edifici collocati di fianco al Torrente Muson e della Cagrave Moro

(tutelata con DM 881947) ubicata in via Valsugana 102 composta dallrsquoedificio padronale risalente al

XVI secolo Nel secondo caso si tratta della Cagrave Amata (tutelata con DM 10121959) complesso

architettonico datato al XVIII secolo formato da una villa da due barchesse da annessi rustici

originariamente destinati a stalla e depositi ed anche da un oratorio che ora ricadono nellrsquoarea

dellrsquoomonimo Golf Club

Nel territorio del Comune Castello di Godego lrsquoimmobile vincolato piugrave vicino al sito dellrsquoallevamento

comunque a circa 16 km egrave la Chiesa di San Pietro ubicata in via S Pietro nei pressi del T Muson in

sinistra idrografica La gran parte degli altri beni storico architettonici vincolati si trova allrsquointerno del

centro storico o comunque nellrsquoabitato principale ad una distanza minima di 19 - 23 km circa

dallrsquoallevamento

Nel territorio del Comune di Riese Pio X tra i fabbricati vincolati quelli relativamente piugrave vicini

allrsquoallevamento rispettivamente a circa 15 e 22 km sono la Villa Emiliani detta Cagrave Miane (tutelata ai

sensi dellrsquoart 10 del Codice) ubicata in via Miane 30 complesso composto dalla casa padronale con

grande barchessa porticata e da un oratorio entrambi del XVIII secolo ed allrsquointerno della frazione di

Vallagrave la Villa Cecconi (tutelata con DM 2141964) sita in via A Milani 1 risalente al XVIII secolo e la

Chiesa parrocchiale (costruita nel 1746) il campanile e la Casa canonica (tutelate ai sensi dellrsquoart 10

del Codice) lrsquoultima segnalata anche come ldquovilla venetardquo formata dalla casa padronale e da una

piccola barchessa entrambe risalenti al XVII secolo

Per quanto attiene ai beni archeologici vincolati considerando quelli identificati nella cartografia o

segnalati nella documentazione dei citati piani territoriali ed urbanistici risulta che il sito

dellrsquoallevamento si trova significativamente distante da questi inoltre lrsquointerposta presenza di zone

edificate e di quinte di vegetazione arborea consente di escludere anche improbabili ricadute

determinate da eventuali relazioni indirette correlate alla percezione dellrsquoallevamento dai siti tutelati o

da interposizione dellrsquoallevamento nella vista dei beni dai luoghi circostanti agli stessi In aggiunta

stante il fatto che si tratta del solo incremento del numero di capi avicoli allevati senza previsione di

opere edilizie o interventi di scavo e tenendo inoltre conto della distanza dei siti a rischio archeologico

individuati non si ricade nellrsquoambito della procedura di autorizzazione secondo quanto stabilito dal

Codice e si esclude anche la necessitagrave di eseguire indagini archeologiche preventive Si evidenziano

di seguito i beni archeologici vincolati presenti nel territorio dei tre Comuni considerati situati ad una

minore distanza dallrsquoallevamento avicolo esistente

Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto egrave sottoposto a vincolo archeologico ai sensi

dellrsquoarticolo 10 del Codice (ex L 10891939) il tracciato della romana strada Postumia che nel punto

piugrave vicino si trova ad una distanza di circa 800 metri dallrsquoarea dellrsquoallevamento

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Nel territorio del Comune di Castello di Godego egrave presente unrsquoarea archeologica vincolata ai sensi

dellrsquoarticolo 10 del Codice (ex L 10891939) quella de ldquoLe Motterdquo correlata ad un tipico insediamento

delletagrave del bronzo che interessa una localitagrave ubicata a ridosso del confine comunale sul lato

meridionale ad oltre 3 km dellrsquoarea dellrsquoallevamento il PAT identifica nella Tavola P1A Vincoli una

ldquozona di interesse archeologicordquo ai sensi dellrsquoarticolo 10 del Codice nella porzione centrale del tessuto

urbano dellrsquoabitato principale distante circa 18 km dallrsquoallevamento e contornata lungo il perimetro sul

lato est quello rivolto verso lrsquoazienda agricola avicola dal tessuto edificato della zona residenziale

In Comune di Riese Pio X lrsquounico bene sottoposto a vincolo archeologico egrave la giagrave la citata strada

Postumia ed in tale caso la distanza minima tra lrsquoasse viario e lrsquoallevamento egrave di circa 16 km

Per quanto riguarda i beni paesaggistici vincolati a seguito del riconoscimento del loro notevole

interesse pubblico sono sottoposte a tutela due zone dellrsquoabitato principale una riguardante

Castelfranco Veneto e lrsquoaltra Castello di Godego mentre non risulta la presenza di vincoli di tale

fattispecie nel territorio del Comune di Riese Pio X

In Castelfranco Veneto egrave tutelata ai sensi della ex L 14971939 con il DM 13111961 (GU 296 del

29111961) la zona del centro abitato con inclusione della zona della Pescheria e del contiguo tratto

del Canale Musonello giagrave oggetto di provvedimento di vincolo (DM 8111955 GU 274 del

28111955) i motivi della tutela come riportato nel testo dello stesso provvedimento ministeriale sono

ricondotti al fatto che ldquocon le sue rosse mura turrite ammantate di edera circondate da verdi spalti e dal

fossato e con la sua fresca vegetazione forma un quadro naturale di non comune bellezza panoramica

avente anche valore estetico e tradizionalerdquo

In Castello di Godego egrave vincolata la zona circostante allrsquoabitato con DM 1361969 (GU 224 del

391969) ai sensi della ex L 14971939 per la presenza di ldquoparchi giardini tempietti antichi ed altri

caratteristici edificirdquo che ldquooltre a costituire unrsquoattraente e quasi continua oasi di verde nel centro abitato

forma un ambiente di alto valore estetico e tradizionale degno di essere conservato e difeso nella sua

integritagraverdquo

Lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo ovviamente non ricade nelle citate zone vincolate ed inoltre si trova

significativamente distante dalle stesse a circa 21 km da quella di Castelfranco Veneto con interposta

presenza di diverse aree edificate ed a circa 15 km da quella di Castello di Godego anche questa

circondata immediatamente allrsquoesterno del perimetro della zona tutelata da edificato la situazione

descritta consente di escludere ogni possibile ricaduta anche quelle riconducibili ad effetti indiretti

legati alla percezione dei luoghi vincolati per interposizione visiva dellrsquoallevamento dalle aree esterne

a questi e con particolare riferimento agli elementi indicati nel provvedimento ministeriale che ne hanno

determinato la tutela

Per quanto attiene ai beni paesaggistici vincolati per legge nel territorio dei tre Comuni considerati si

tratta di quelli associati alle categorie di cui allrsquoarticolo 142 del Codice relative ai fiumi torrenti e corsi

drsquoacqua con le relative fasce contermini alle sponde o argini alle zone drsquointeresse archeologico ed ai

territori coperti da boschi

Con riguardo ai corsi drsquoacqua e relative fasce vincolate la piugrave vicina egrave quella del Torrente Avenale nel

tratto ricadente in territorio del Comune di Castelfranco Veneto il cui perimetro considerando la minore

distanza intercorrente con il confine dellrsquoarea dellrsquoallevamento ricade a circa 150 metri

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COD 15V055 PAGINA 83 194

In merito alle zone drsquointeresse archeologico sottoposte a vincolo paesaggistico si tratta della giagrave

richiamata strada Postumia con riferimento alla quale valgono le considerazioni giagrave esposte con

riguardo al vincolo archeologico e del richiamato sito archeologico di Le Motte in territorio del Comune

di Castello di Godego anche questo giagrave considerato

Infine nel caso dei territori coperti da bosco il piugrave vicino egrave quello situato in Comune di Castelfranco

Vento a ridosso del laghetto che si trova poco ad ovest della frazione di Villarazza ad una distanza di

circa 22 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento

In conclusione per quanto attiene ai beni paesaggistici vincolati premesso che non si prevedono

interventi modificativi dellrsquoaspetto attuale dei luoghi non egrave necessario avviare la procedura di

autorizzazione paesaggistica in quanto oltre a non prevedere opere edilizie o movimenti terra od

installazione di altri manufatti lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo non ricade in beni paesaggistici vincolati

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PAGINA 84 194 Settembre 2015

QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E

STIMA DEGLI IMPATTI

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COD 15V055 PAGINA 85 194

12 USI DEL SUOLO

Lrsquoanalisi dellrsquouso del suolo e degli habitat presenti nellrsquoarea di indagine egrave stata effettuata a seguito di

sopralluoghi e considerando le seguenti fonti reperibili sul sito della Regione Veneto18

Uso del suolo della Regione Veneto ndash Anno 2009

Shapefile degli habitat della ZPS Prai e Castelli di Godego

Come evidenziato dai dati sopra citati e dai sopralluoghi effettuati il territorio in cui i inserisce

lrsquoAllevamento Maggiolo egrave caratterizzato dalla netta predominanza di aree agricole In particolare la

coltura piugrave diffusa egrave quella del mais cui si accompagnano in subordine superfici a copertura erbacea

colture di soia tabacco colza arboricoltura da legno ed alcune aree coltivate a vigneti Le principali

zone urbanizzate si trovano ad ovest (Castelli di Godego) a sud (Castelfranco veneto) e ad est (Riese

Pio X) dellrsquoallevamento Lungo i numerosi canali che attraversano il territorio ed in corrispondenza dei

confini poderali si trovano frequentemente formazioni di latifoglie arboree a siepe oltre che in

particolare modo lungo il Torrente Muson dei Sassi che scorre ad est dellrsquoabitato di Castello di

Godego formazioni ripariali a salici (Salix sp) e pioppi (Populus sp)

Allrsquointerno della ZPS in cui egrave localizzata lrsquoAzienda Agricola sono state identificate diverse aree a

copertura erbacea con formazione tipica dellrsquohabitat di interesse comunitario n 6510 (Praterie magre

da fieno a bassa altitudine) Queste formazioni sono concentrate prevalentemente nella porzione

centro-meridionale della ZPS ad una distanza minima superiore ai 220 m dallrsquoallevamento Maggiolo

Nello specifico lrsquoallevamento confina su tre lati (est sud e parzialmente nord) con aree coltivate a

mais mentre sul lato ovest ed in parte dellrsquoarea a nord sono presenti superfici a copertura arbustiva ed

erbacea (graminacee non soggette a rotazione)19 ma non identificabili con lrsquohabitat 6510

121 Impatti sullrsquouso del suolo

Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo sfruttando la potenzialitagrave massima

delle strutture attualmente giagrave esistenti ed operanti Non egrave quindi prevista la realizzazione di nessuna

altra struttura rispetto a quanto giagrave esistente allo stato di fatto Pertanto la realizzazione del progetto

non porteragrave ad alcun impatto neacute modifica rispetto allrsquoattuale uso del suolo

18

Si rimanda alla tavola ldquoUso del suolordquo e ZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego ndash Habitatrdquo riportate nellrsquoAllegato cartografico

19 Si rimanda alle riprese fotografiche ldquoAzienda Agricola Maggiolordquo e ldquoUso del suolo e vegetazionerdquo inserite nellrsquoAllegato fotografico

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PAGINA 86 194 Settembre 2015

13 FLORA E FAUNA

Per la valutazione delle componenti naturalistiche presenti nellrsquoarea di indagine egrave stato utilizzato il

Database approvato con DGR n 22001420 Per tutta la regione sono disponibili i dati georeferenziati

sulla base di quadranti di 10 km per lato relativi a specie faunistiche e floristiche presenti sul territorio

Lrsquoazienda agricola egrave localizzata allrsquointerno del quadrante n E446N251 nel presente studio sono state

considerate anche le informazioni riferite ai quadranti ricadenti entro un buffer di 5 km dallrsquoallevamento

ossia i quadranti n E446N250 E447N250 e E447N251 che tra lrsquoaltro comprendono interamente il

territorio della ZPS

131 Fauna

La fauna vertebrata presente sul territorio dellrsquoarea drsquoindagine egrave indicata nelle tabelle successive sono

state considerate sia le specie elencate nel formulario standard della ZPS sia quelle del database

georeferenziato approvato con DGR n 220014

Anfibi e Rettili

Nellrsquoarea drsquoindagine risultano essere presenti 9 specie di anfibi e 11 specie di rettili Da segnalare in

particolare la presenza della Testuggine palustre europea (Emys orbicularis) specie considerata ldquoin

pericolordquo nella Lista Rossa Italiana (LRI21) a causa della competizione con lrsquoalloctona Testuggine

palustre dalle orecchie rosse (Trachemys scripta) specie originaria del bacino del Mississipi e

introdotta in Italia a partire dagli anni rsquo70 oggi naturalizzata Tutte le altre specie di rettili hanno uno

status conservazionistico ldquoa minor preoccupazionerdquo mentre tra gli anfibi sono due le specie (Rana di

Lataste e Rospo comune) che secondo la LRI sono vulnerabili allrsquoestinzione

Cod Nome scientifico Nome comune All

DirHab LRI

1193 Bombina variegata Ululone dal ventre giallo II-IV LC

Lissotriton vulgaris Tritone punteggiato NT

1167 Triturus carnifex Tritone crestato italiano II-IV NT

1215 Rana latastei Rana di lataste II-IV VU

2361 Bufo bufo Rospo comune IV VU

1201 Bufo viridis Rospo smeraldino IV LC

5358 Hyla intermedia Raganella italiana IV LC

1209 Rana dalmatina Rana agile IV LC

1210 Rana klepton esculenta Rana esculenta V LC

Rettili

1220 Emys orbicularis Testuggine palustre europea II-IV EN

1256 Podarcis muralis Lucertola muraiola IV LC

5887 Trachemys scripta Testuggine palustre dalle orecchie rosse NA

6091 Zamenis longissimus Saettone comune IV LC

5910 Zootoca vivipara Lucertola vivipara LC

2432 Anguis fragilis Orbettino LC

1284 Coluber viridiflavus Biacco IV LC

1283 Coronella austriaca Colubro liscio IV LC

20

DGR n 2200 del 27 novembre 2014 ldquoApprovazione del database della cartografia distributiva delle specie della Regione Veneto a supporto della Valutazione di Incidenzardquo

21 IUCN Comitato Italiano Liste Rosse Italiane wwwiucnit

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COD 15V055 PAGINA 87 194

Cod Nome scientifico Nome comune All

DirHab LRI

5179 Lacerta bilineata Ramarro occidentale IV LC

2469 Natrix natrix Natrice dal collare LC

1292 Natrix tessellata Natrice tessellata IV LC

Legenda

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list degli anfibi e rettili presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000

Pesci

Nel gruppo tassonomico dei pesci Anguilla Panzarolo e Trota marmorata sono segnalate come in

pericolo critico di estinzione il Temolo egrave considerata specie in pericolo mentre Barbo italico e

Lampreda padana (specie endemica della pianura padana) hanno uno status conservazionistico

vulnerabile Sono presenti inoltre numerose specie introdotte sul territorio e per le quali per questo

motivo la valutazione dello status conservazionistico non egrave applicabile (NA) In particolare si tratta delle

seguenti specie Alburno Carassio Luccio Gambusia Persico sole Cavedano Persico trotaTrota

iridea e Trota atlantica

Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI

5539 Alburnus alburnus Alburno NA

3019 Anguilla anguilla Anguilla CR

1137 Barbus plebejus Barbo italico II-V VU

5585 Carassius carassius Carassio NA

5304 Cobitis bilineata Cobite II LC

1163 Cottus gobio Scazzone II LC

5642 Esox lucius Luccio NA

5654 Gambusia holbrooki Gambusia NA

5937 Ictalurus melas Pesce gatto NA

5677 Knipowitschia punctatissima Panzarolo CR

6152 Lampetra zanandreai Lampreda padana II-V VU

5687 Lepomis gibbosus Persico sole NA

5944 Leuciscus cephalus Cavedano NA

5719 Micropterus salmoides Persico trota NA

5768 Oncorhynchus mykiss Trota iridea NA

5777 Padogobius martensii Ghiozzo padano LC

5785 Phoxinus phoxinus Sanguinerola europea LC

5821 Rutilus erythrophthalmus Triotto LC

1991 Sabanejewia larvata Cobite mascherato II NT

1107 Salmo marmoratus Trota marmorata II CR

6262 Salmo trutta Trota atlantica NA

1109 Thymallus thymallus Temolo V EN

5885 Tinca tinca Tinca LC

Legenda

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list dei pesci presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000

Uccelli

Considerando sia le specie elencate nel Formulario Natura 2000 sia quelle censite nel database

regionale approvato con DGR 220014 nellrsquoarea di indagine sono presenti 114 specie alcune delle

quali essendo nidificanti irregolari non sono state considerate nellrsquoattribuzione delle categorie di

minaccia della LRI (Pispola Albanella reale Peppola Beccaccino e Tordo sassello) Il criterio della LRI

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PAGINA 88 194 Settembre 2015

non egrave applicabile (NA) anche per il Fagiano a causa delle introduzioni a scopo venatorio effettuate sul

territorio La specie con lo status conservazionistico piugrave problematico egrave il Torcicollo (Vulnerabile)

specie che frequenta ambienti alberati che abbiano anche ampi spazi aperti (frutteti incolti alberati

boschi radi aree agricole estensive) Pur essendo diffusa in tutto il territorio italiano (areale maggiore di

20000 kmsup2 (Boitani et al 2002) e popolazione stimata in 100000-200000 individui maturi (BirdLife

International 2004 Brichetti amp Fracasso 2007)) il declino significativo (56) registrato tra il 2000 ed il

2010 (LIPU amp Rete Rurale Nazionale 2011 wwwmito2000it) ha motivato lrsquoinserimento di tale specie

tra quelle in pericolo di estinzione Nel territorio sono presenti altre specie con uno status

conservazionistico non soddisfacente Allodola Coturnice Moretta Biancone Falco di palude

Albanella minore Re di quaglie Falco cuculo Tarabusino Cutrettola Passera drsquoItalia Passera

mattugia Pendolilno e Saltimpalo sono definite come Vulnerabili allrsquoestinzione

Cod Nome scientifico Nome comune All Dir

Ucc LRI

A086 Accipiter nisus Sparviere LC

A298 Acrocephalus arundinaceus Cannareccione NT

A296 Acrocephalus palustris Cannaiola verdognola LC

A297 Acrocephalus scirpaceus Cannaiola comune LC

A168 Actitis hypoleucos Piro-piro piccolo NT

A324 Aegithalos caudatus Codibugnolo LC

A247 Alauda arvensis Allodola IIB VU

A229 Alcedo atthis Martin pescatore I LC

A109 Alectoris graeca Coturnice I-IIA VU

A053 Anas platyrhynchos Germano reale IIA-IIIA LC

A257 Anthus pratensis Pispola NA (nid irr)

A226 Apus apus Rondone comune LC

A091 Aquila chrysaetos Aquila reale I NT

A028 Ardea cinerea Airone cenerino LC

A029 Ardea purpurea Airone rosso I LC

A221 Asio otus Gufo comune LC

A218 Athene noctua Civetta LC

A061 Aythya fuligula Moretta IIA-IIIB VU

A021 Botaurus stellaris Tarabuso I EN

A087 Buteo buteo Poiana LC

A243 Calandrella brachydactyla Calandrella I EN

A224 Caprimulgus europaeus Succiacapre I LC

A364 Carduelis carduelis Cardellino NT

A288 Cettia cetti Usignolo di fiume LC

A136 Charadrius dubius Corriere piccolo NT

A363 Chloris chloris Verdone NT

A080 Circaetus gallicus Biancone I VU

A081 Circus aeruginosus Falco di palude I VU

A082 Circus cyaneus Albanella reale I NA (nid irr)

A084 Circus pygargus Albanella minore I VU

A373 Coccothraustes coccothraustes Frosone LC

A206 Columba livia Piccione selvatico IIA DD

A208 Columba palumbus Colombaccio IIA-IIIA LC

A350 Corvus corax Corvo imperiale LC

A615 Corvus cornix Cornacchia grigia IIB LC

A349 Corvus corone Cornacchia nera IIB LC

A347 Corvus monedula Taccola IIB LC

A113 Coturnix coturnix Quaglia IIB DD

A122 Crex crex Re di quaglie I VU

A212 Cuculus canorus Cuculo LC

A036 Cygnus olor Cigno reale IIB NA

A253 Delichon urbica Balestruccio NT

A237 Dendrocopos major Picchio rosso maggiore LC

A236 Dryocopus martius Picchio nero I LC

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COD 15V055 PAGINA 89 194

Cod Nome scientifico Nome comune All Dir

Ucc LRI

A383 Emberiza calandra Strillozzo LC

A376 Emberiza citrinella Zigolo giallo LC

A269 Erithacus rubecula Pettirosso LC

A103 Falco peregrinus Falco pellegrino I LC

A099 Falco subbuteo Lodolaio LC

A096 Falco tinnunculus Gheppio LC

A097 Falco vespertinus Falco cuculo I VU

A359 Fringilla coelebs Fringuello LC

A360 Fringilla montifringilla Peppola NA (nid irr)

A125 Fulica atra Folaga IIA-IIIB LC

A244 Galerida cristata Cappellaccia LC

A153 Gallinago gallinago Beccaccino IIA-IIIB NA (nid irr)

A123 Gallinula chloropus Gallinella drsquoacqua IIB LC

A342 Garrulus glandarius Ghiandaia IIB

A002 Gavia arctica Strolaga mezzana I

A001 Gavia stellata Strolaga minore I

A300 Hippolais polyglotta Canapino LC

A251 Hirundo rustica Rondine NT

A022 Ixobrychus minutus Tarabusino I VU

A233 Jynx torquilla Torcicollo EN

A338 Lanius collurio Averla piccola I VU

A340 Lanius excubitor Averla maggiore

A179 Larus ridibundus Gabbiano comune IIB LC

A246 Lullula arborea Tottavilla I LC

A271 Luscinia megarhynchos Usignolo LC

A230 Merops apiaster Gruccione LC

A073 Milvus migrans Nibbio bruno I NT

A262 Motacilla alba Ballerina bianca LC

A261 Motacilla cinerea Ballerina gialla LC

A260 Motacilla flava Cutrettola VU

A319 Muscicapa striata Pigliamosche LC

A337 Oriolus oriolus Rigogolo LC

A214 Otus scops Assiolo LC

A329 Parus caeruleus Cinciarella LC

A330 Parus major Cinciallegra LC

A621 Passer italiae Passera drsquoItalia VU

A356 Passer montanus Passera mattugia VU

A112 Perdix perdix Starna IIA-IIIA LC

A072 Pernis apivorus Falco pecchiaiolo I LC

A017 Phalacrocorax carbo Cormorano LC

A393 Phalacrocorax pygmeus Marangone minore I NT

A115 Phasianus colchicus Fagiano comune IIA-IIIA NA

A151 Philomachus pugnax Combattente I

A273 Phoenicurus ochruros Codirosso spazzacamino LC

A274 Phoenicurus phoenicurus Codirosso comune LC

A343 Pica pica Gazza IIB LC

A235 Picus viridis Picchio verde LC

A005 Podiceps cristatus Svasso maggiore LC

A118 Rallus aquaticus Porciglione IIB LC

A336 Remiz pendulinus Pendolino VU

A276 Saxicola torquatus Saltimpalo VU

A155 Scolopax rusticola Beccaccia IIA-IIIB DD

A361 Serinus serinus Verzellino LC

A209 Streptopelia decaocto Tortora dal collare IIB LC

A210 Streptopelia turtur Tortora selvatica IIB LC

A219 Strix aluco Allocco LC

A351 Sturnus vulgaris Storno IIB LC

A311 Sylvia atricapilla Capinera LC

A309 Sylvia communis Sterpazzola LC

A307 Sylvia nisoria Bigia padovana I CR

A004 Tachybaptus ruficollis Tuffetto LC

A166 Tringa glareola Piro piro boschereccio I

A265 Troglodytes troglodytes Scricciolo LC

A286 Turdus iliacus Tordo sassello IIB NA (nid irr)

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 90 194 Settembre 2015

Cod Nome scientifico Nome comune All Dir

Ucc LRI

A283 Turdus merula Merlo IIB LC

A285 Turdus philomelos Tordo bottaccio IIB LC

A284 Turdus pilaris Cesena IIB NT

A213 Tyto alba Barbagianni LC

A232 Upupa epops Upupa LC

A142 Vanellus vanellus Pavoncella IIB LC

Legenda

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list dellrsquoavifauna presente nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000

Mammiferi

La check-list indica la presenza di 39 specie appartenenti alla classe dei mammiferi Tutte le specie

indicate hanno uno status conservazionistico soddisfacente essendoci solo alcune specie prossime

alla minaccia (Arvicola acquatica Serotino comune Pipistrello di Nathusius Orecchione bruno) ed una

sola specie vulnerabile (Nottola comune)

Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI

5551 Apodemus sylvaticus Topo selvatico LC

5559 Arvicola amphibius Arvicola acquatica NT

5966 Arvicola terrestris Arvicola acquatica NT

2644 Capreolus capreolus Capriolo LC

2591 Crocidura leucodon Crocidura ventrebianco LC

2593 Crocidura suaveolens Crocidura minore LC

2646 Dama dama Daino NA

1327 Eptesicus serotinus Serotino comune IV NT

2590 Erinaceus europaeus Riccio europeo LC

2616 Glis glis Ghiro LC

1344 Hystrix cristata Istrice IV LC

5690 Lepus europaeus Lepre comune LC

2630 Martes foina Faina LC

2631 Meles meles Tasso LC

5718 Micromys minutus Topolino delle risaie LC

5721 Microtus arvalis Arvicola campestre LC

5728 Microtus savii Arvicola di Savi LC

5738 Mus musculus Topo domestico NA

1341 Muscardinus avellanarius Moscardino IV LC

2634 Mustela nivalis Donnola LC

1358 Mustela putorius Puzzola V LC

5747 Myocastor coypus Nutria NA

2595 Neomys anomalus Toporagno acquatico di Miller DD

2597 Neomys fodiens Toporagno drsquoacqua DD

Neovison vison Visone NA

1312 Nyctalus noctula Nottola comune IV VU

5773 Oryctolagus cuniculus Coniglio selvatico NA

2016 Pipistrellus kuhlii Pipistrello albolimbato IV LC

1317 Pipistrellus nathusii Pipistrello di Nathusius IV NT

1326 Plecotus auritus Orecchione bruno IV NT

5815 Rattus norvegicus Ratto delle chiaviche NA

5816 Rattus rattus Ratto nero NA

Sciurus carolinensis Scoiattolo grigio NA

2607 Sciurus vulgaris Scoiattolo comune LC

Sorex antinorii araneus Toporagno del Vallese DD

Sorex arunchi Il toporagno della Selva di Arvonchi

5861 Sus scrofa Cinghiale LC

5877 Talpa europaea Talpa europea LC

5906 Vulpes vulpes Volpe LC

Legenda

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 91 194

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list dei mammiferi presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000

132 Flora

Dal database della Regione Veneto (DGR 220014) nei 4 quadranti considerati risultano essere

presenti 539 specie floristiche

Nella tabella successiva si riportano le specie tutelate allrsquointerno della Direttiva Habitat (Allegati II e IV)

nessuna delle quali egrave citata come presente nella ZPS (secondo il Formulario standard Natura 2000)

Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI

6302 Anacamptis pyramidalis Orchidea piramidale II-IV

1714 Euphrasia marchesettii Eufrasia di Marchesetti II-IV EN

1866 Galanthus nivalis Bucaneve V LC

4096 Gladiolus palustris Gladiolo palustre II-IV NT

1900 Spiranthes aestivalis Viticcino estivo IV NE

Legenda

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list delle specie faunistiche presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 e Formulario Natura 2000

LrsquoOrchidea piramidale egrave una specie che puograve essere rinvenuta in prati magri pascoli incolti

sottoboschi scarpate e bordi strada su terreni di natura calcarea Principalmente egrave diffusa entro gli 800

m slm

LrsquoEufrasia di Marchesetti egrave una specie endemica del veneto orientale e del Friuli Venezia Giulia

caratteristica delle torbiere e di stazioni umide e aperte (praterie a Molinia della pianura e della fascia

collinare) la cui conservazione dipende dalla presenza di sfalci periodici in grado di garantire spazio e

luminositagrave sufficienti per lo sviluppo della pianta Altre specie dei prati umidi sono il Gladiolo palustre e il

Viticcino estivo mentre il Bucaneve si puograve trovare nei boschi umidi e freschi con humus ben

sviluppato

133 Stima degli impatti

Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo sfruttando la potenzialitagrave massima

delle strutture attualmente giagrave esistenti ed operanti Non egrave quindi prevista la realizzazione di nessuna

altra struttura rispetto a quanto giagrave esistente allo stato di fatto Come meglio specificato nella Studio di

Incidenza cui si rimanda per ulteriori approfondimenti i potenziali impatti derivanti dallo svolgimento

dellrsquoattivitagrave di allevamento dellrsquoAzienda agricola Maggiolo sono i seguenti

Inquinamento delle acque superficiali e sotterranee

Immissione di inquinanti nellrsquoaria

Inquinamento del suolo da rifiuti solidi

Immissioni di azoto e composti dellrsquoazoto

Inquinamento da rumore e disturbi sonori puntuali o irregolari

Introduzione di malattie

Nel caso dellrsquoAzienda agricola Maggiolo la probabilitagrave di accadimento di alcuni degli impatti sopra

elencati egrave nulla come indicato nella tabella successiva

Studio di Impatto Ambientale

Az Agricola Maggiolo

PAGINA 92 194 Settembre 2015

Fattore di impatto Possibili cause Probabilitagrave di

accadimento Motivazione

Inquinamento delle

acque superficiali e

sotterranee

Scarichi idrici Nulla Lrsquoabbeveraggio ed l sistemi di raffrescamento e di pulizia non producono scarichi idrici

Produzione di pollina Nulla Nessuna concimaia allrsquointerno dellrsquoAllevamento Il materiale egrave ceduto interamente a terzi come sottoprodotto di origine animale

Inquinamento del

suolo da rifiuti solidi

Cattiva gestione delle

spoglie animali Nulla LrsquoAzienda Agricola dispone di una cella frigo di proprietagrave

per la conservazione dei capi deceduti Le carogne vengono poi consegnate ad una ditta autorizzata che effettua il relativo smaltimento a norma di legge

Cattiva gestione dei

rifiuti solidi prodotti

Nulla - I rifiuti sono collocati in un apposito locale chiuso adibito al deposito dei rifiuti

- La pollina prodotta non egrave considerabile come rifiuto in quanto utilizzata come sottoprodotto dallrsquoazienda Agrifung Le altre tipologie di rifiuto (imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti) in carta ed in vetro sono prodotti in quantitagrave irrilevanti

Introduzione di

malattie

Contaminanti aerei e

polveri

Nulla - Durante il periodo del vuoto sanitario i capannoni vengono completamente puliti e disinfettati

- Per la salvaguardia della sicurezza biologica il sito di allevamento egrave completamente recintato

- Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) egrave stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile e facilmente disinfettabile

- Lrsquoallevamento dispone di due aree di stoccaggio chiuse una per il truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una separata e adeguatamente segnalata per il deposito dei rifiuti prodotti

- I mezzi che accedono allrsquoarea qualora ritenuto opportuno vengono irrorati con disinfettante sui pneumatici

Cattiva gestione delle

spoglie animali

Nulla LrsquoAzienda Agricola dispone di una cella frigo di proprietagrave per la conservazione dei capi deceduti

Potenziali impatti derivanti dallo svolgimento dellrsquoattivitagrave di allevamento

Lrsquoimmissione di inquinanti nellrsquoaria puograve avere ricadute dirette sulle componenti biotiche (sia floristiche

che faunistiche) in quanto le sostanze gassose possono arrivare nella profonditagrave degli apparati

respiratorio e fotosintetico Inoltre gli inquinanti possono ricadere al suolo tramite le precipitazioni

andando di conseguenza ad alterare sia la qualitagrave delle acque (superficiali e sotterranee) sia la qualitagrave

dei terreni generando quindi ricadute indirette su flora e fauna Lrsquoimpatto associato egrave temporaneo in

quanto limitato al periodo di esercizio dellrsquoattivitagrave di allevamento e reversibile gli effetti cesseranno di

verificarsi nel momento in cui verragrave abbandonata lrsquoattivitagrave zootecnica Lrsquoemissione di composti odorigeni

potrebbe portare le specie faunistiche ad abbandonare la frequentazione delle aree limitrofe

allrsquoallevamento Anche in questo caso lrsquoimpatto associato egrave temporaneo in quanto limitato allrsquoesercizio

dellrsquoattivitagrave e reversibile nel breve termine

La presenza di inquinamento da rumore egrave un fattore che puograve determinare effetti negativi indiretti alla

sola componente faunistica terrestre che a seguito del disturbo sonoro potrebbe abbandonare la

frequentazione delle aree limitrofe allrsquoallevamento Anche in questo caso lrsquoimpatto associato egrave

temporaneo (limitato al periodo di funzionamento dei ventilatori ed allrsquoutilizzo dei mezzi di trasporto per

la gestione delle attivitagrave zootecniche) e reversibile nel breve termine

Le analisi effettuate (valutazione previsionale di impatto acustico e delle emissioni in aria riportate ai

capitoli successivi cui si rimanda per ulteriori approfondimenti) tuttavia indicano che le variazioni tra lo

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 93 194

scenario attuale e lo scenario di progetto non sono significative e si esauriscono entro poche centinaia

di metri dallrsquoAzienda agricola pertanto non significativa egrave anche lrsquoincidenza di tali fattori sullo stato di

conservazione delle componenti biotiche presenti sul territorio

Pur non essendo previste modifiche progettuali tali da richiedere interventi di mitigazione potrebbe

essere comunque presa in considerazione lrsquoopportunitagrave di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di

conservazione previsti per la ZPS mettendo a dimora specie arboree o arbustive in forma di filare

lungo il perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento sul lato ovest e previe necessarie verifiche sul lato sud

Per la realizzazione del filare dovranno essere utilizzate specie arboree eo arbustive autoctone alcune

delle quali con frutti eduli in modo da avere ricadute positive anche sulla componente faunistica Le

specie arboree che potranno essere utilizzate sono Carpino bianco (Carpinus betulus) Olmo

campestre (Ulmus campestris) Acero campestre (Acer campestris) Ontano nero (Alnus glutinosa)

Salice bianco (Salix alba) mentre tra le specie arbustive potranno essere messe a dimora Nocciolo

(Corylus avellana) Sambuco nero (Sambucus nigra) Sanguinella (Cornus sanguinea) Frangola

(Rhamnus frangula) Pallon di maggio (Viburnum opulus) Spincervino (Rhamnus cathartica)

14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI

141 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici

I beni culturali architettonici considerati al fine di ricostruire il quadro conoscitivo includono gli immobili

vincolati ai sensi della ex L 3641909 della ex L 10891939 o dellrsquoarticolo 10 del Codice e gli altri

edifici drsquointeresse segnalati o riportati negli elaborati degli strumenti di pianificazione territoriale o

urbanistica

Tali beni sono individuati tenendo conto innanzitutto di quanto riportato nellrsquoelenco della

Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici e di quanto identificato nella cartografia o

segnalato negli altri elaborati del PTC della Provincia di Treviso con riguardo alla Tavola 43 ldquoCarta

delle ville venete complessi e edifici di pregio architettonicordquo e allrsquoAllegato M ldquoLe risorse culturali del

territorio provinciale trevigianordquo incluse le associate Appendici in particolare quelle con gli elenchi dei

beni monumentali vincolati Nel caso degli strumenti urbanistici comunali (PAT) in aggiunta agli

elaborati identificativi dei beni architettonici vincolati giagrave considerati e citati nel precedente paragrafo

riguardante il patrimonio culturale si tiene conto per Castelfranco Veneto della Tavola 2 ldquoCarta delle

invariantirdquo che individua gli edifici di valore monumentale o storico ambientale le ville venete le strade

storiche principali per Castello di Godego della Tavola P1B ldquoCarta della pianificazione territorialerdquo che

riporta le ville venete e della Tavola P2 ldquoInvariantirdquo che identifica le ville venete le emergenze

architettoniche ed edifici di valore storico o artistico per Riese Pio X della Tavola 2 ldquoInvariantirdquo che

individua le ville venete

Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto i beni sottoposti a tutela ai sensi del Codice sono

rappresentati da numerose ville venete e fabbricati civili a diversa destinazione gli ultimi in prevalenza

ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale

Le ville venete tutelate ubicate nel centro storico di Castelfranco Veneto sono le seguenti

- Villa Andretta vincolata con DM 10121959 sita in Pza Giorgione composta dalla villa del

XV-XIX secolo con barchessa e annesso parco

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PAGINA 94 194 Settembre 2015

- Villa Corner sita in via Borgo Pieve 85 vincolata con DM 10121959 formata dallrsquoedificio

padronale ricostruito su disegno originario del XVIII secolo

- Palazzo Colonna ndash Preti ndash Rainati in via Borgo Treviso 65 vincolato con decreto 241925

composto dallrsquoedificio padronale del XVI secolo e da due adiacenze una coeva e lrsquoaltra del

XVIII secolo

- Villa Barbarella ndash Avogadro degli Azzoni del XIX secolo in via Garibaldi 25 vincolata con DM

1361979

- Villa Riccati - Avogadro degli Azzoni in via Borgo Treviso 1 vincolata con DM 1031977

formata dalla casa padronale e dagli annessi rustici entrambi risalenti al XVIII secolo

- Villa Revedin ndash Bolasco ndash Piccinelli in via Borgo Treviso 53 composta dal corpo padronale

originario del XVI secolo e ristrutturato nel XIX secolo da adiacenze scuderie e annessi rustici

del XVI secolo e da un giardino allrsquoinglese del XIX secolo vincolata con DM 10121959

Le ville venete tutelate situate nelle frazioni comprendono le seguenti

- Villa Corner ndash Venezze detta Il Cornaron in frazione Treville localitagrave Poisolo vincolata con

DM 10121959 costituita dalla villa del XVI secolo e dalla barchessa dalle ali e annessi

laterali e dallrsquooratorio del XVIII secolo

- Barchessa di Villa Priuli di San Felice risalente al XVII secolo ubicata in localitagrave Treville

vincolata con DM 1541982

- Barchessa di Villa Soranza datata al XVI secolo sita in frazione Treville localitagrave Sovranza

vincolata con DM 10121959

- Cagrave Amata ubicata in frazione Salmoggia via Postioma 40 vincolata con DM 10121959

composta da villa barchesse annessi rustici e oratorio risalenti al XVIII secolo ora ricadente

nellrsquoarea del Golf Club Cagrave Amata

- Villa Barisan datata XVII secolo vincolata con DM 10121959 sita in frazione Villarazzo

- Villa Cusinato detta La Cornaretta sita in frazione Treville localitagrave Poisolo vincolata con DM

10121959 formata dallrsquoedificio padronale barchesse e annessi rustici del XVI secolo

- Cagrave Balbi Preti ndash Giacomelli in frazione San Floriano vincolata con DM 31101959 composta

dalla villa ed ali laterali del XVIII secolo con annessi rustici e parco

- Cagrave Moro in localitagrave Villarazzo vincolata con DM 881947 risalente al XVI secolo

- Villa Corner ndash Tiepolo ndash Chiminelli in localitagrave SantrsquoAndrea oltre il Muson vincolata con DM

10121959 formata dallrsquoedificio padronale del XVI secolo e dalla barchessa del XIX con

giardino

- Villa Dolfin ndash Gradenigo in frazione Villarazzo vincolata con DM 10121959 formata

dallrsquoedificio padronale del XVII secolo e da barchessa del XVIII secolo collocate di fianco al

Torrente Muson

I fabbricati drsquointeresse monumentale assoggettati a vincolo individuati dallo strumento urbanistico

comunale ed anche inclusi nella lista della Soprintendenza per i BCP comprendono un edificio in via

San Giorgio nellrsquoomonima localitagrave situata poco a sud rispetto allrsquoabitato principale e numerosi altri

fabbricati tutti ubicati nel centro storico di Castelfranco Veneto Albergo alle Spade Pavaglione del

Mercato Palazzo Favaro Casa Menegotto detta Marostica Casa Giacomelli Teatrino Sociale edificio

in Pza Emanuele 131 Casa Rainati-Prevedello Casa Simeone Casa Mazzon Casa De Biasi Torre

dellrsquoOrologio Castello e Torri del muro di cinta Palazzetto San Giacomo Palazzetto Puppati ora

Cettolini edifico in Cso 29 aprile Casa giagrave Santoretto ora Pinarello Casa in Pza del Duomo Casa

Petrin Casa Bressa Casa Barisani ed infine un edifico non associato a denominazione o indirizzo

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COD 15V055 PAGINA 95 194

In base allrsquoelenco dei beni vincolati redatto dalla Soprintendenza per i BCP ai citati fabbricati situati nel

centro storico principale se ne aggiungono altri tra i quali si richiamano i soli edifici religiosi che

includono il Duomo di S Maria Assunta e San Liberale la Chiesa di San Jacopo la Chiesa di San

Giorgio alla Sega il Convento dei Serviti la Chiesa di San Giacomo la Chiesetta di Madonna delle

Grazie

Nelle frazioni o varie localitagrave del territorio comunale sono presenti ulteriori beni architettonici vincolati

inseriti nellrsquoelenco della Soprintendenza per i BCP ed in dettaglio

- nella frazione di SantrsquoAndrea oltre il Muson la chiesa parrocchiale la canonica e lrsquooratorio

- nella frazione di Salvatronda la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica la casa ex

Basso le ex scuole elementari e il cimitero

- in localitagrave Treville la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica il cimitero le ex scuole

elementari e la ex Casa del Fascio

- nella frazione di Villarazzo la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica le scuole

elementari

- nella frazione di Salvarosa le case ex Tieppo ex Torresan ex Cattani e il cimitero

- in localitagrave San Floriano la Casa ex Arsiegrave il centro culturale e il cimitero

- in localitagrave Campigo le ex scuole elementari e il cimitero

Per quanto attiene ai beni architettonici segnalati con riguardo a quelli nellrsquoelenco del PTCP si tratta di

due edifici ubicati a sud-ovest della frazione di Villarazzo e di altri due edifici situati in frazione

Salvarosa noncheacute di manufatti dellrsquoarcheologia industriale rappresentati da alcuni mulini due ubicati

presso le mura di Castelfranco uno in Borgo Padova e lrsquoaltro in frazione Villarazzo e dalla Fornace

Baghin situata a ridosso del confine con il Comune di Riese il PAT a sua volta distingue tra le

invarianti di natura storico-monumentale i fabbricati ubicati allrsquoesterno deli centri storici che presentano

un ldquoedilizia con valore storico ambientalerdquo diffusi in tutto il territorio ed in larga misura da ricondurre ai

fabbricati rurali

Nel territorio del Comune di Castello di Godego i beni sottoposti a tutela con provvedimento ai sensi

della ex L 14971939 o per effetto del disposto dellrsquoarticolo 10 del Codice includono ville chiese ed

edifici civili

Per quanto attiene agli immobili vincolati presenti nel centro storico o comunque allrsquointerno dellrsquoabitato

principale di Castello di Godego si distinguono

- la Chiesa di San Pietro datata al IV-X secolo ubicata in sinistra idrografica del T Muson

tutelata ai sensi del comma 1 dellrsquoarticolo 10

- la Casa Querini tutelata ai sensi della ex L 3641909 con il decreto 1731923 sita

nellrsquoomonima via ovvero dellrsquoattuale Casa Canonica formata da un unico fabbricato

presumibilmente realizzato nel 1756 in concomitanza con lrsquoampliamento della Chiesa

Arcipetrale e Abbaziale

- la Chiesa Arcipretale e Abbaziale della Nativitagrave di Maria Santissima del XVIII secolo tutelata

con DM 2842010

- la Chiesa Abbaziale di Maria Nascente del XVIII secolo tutelata ai sensi del comma 1

dellrsquoarticolo 10 del Codice

- la Villa Priuli - Moresco ndash Turcato tutelata con DM 1781961 e DM 642001 sita in via

Marconi 58 risalente al XVII secolo e composta da un solo fabbricato

- la Chiesa di SantrsquoAntonio Patavino tutelata ai sensi del comma 1 dellrsquoarticolo 10

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PAGINA 96 194 Settembre 2015

- la Cagrave Zorzi - Moresco ndash Beltrame ubicata in via Roma 6 composta dal corpo centrale della

villa risalente al XVII secolo e da due fabbricati laterali del XVII e XIX secolo con relativi spazi

annessi a cortile e giardino tutelata con DM 2931967 DM 571969 DM 1391971 e DM

1372002 con riguardo ai fabbricati ed agli spazi aperti annessi

- la Villa Frida ubicata in via Roma tutelata con DM 2372002

- la Villa Mocenigo ndash Elisa tutelata con DM 1921968 sita in via Roma 33 composta

dallrsquoedificio padronale e dalle barchesse del XVII secolo noncheacute dalle ali laterali del XIX secolo

- la Villa Mocenigo - Garzoni ndash Martini tutelata con DM 2911970 e DM 2631970 con

riguardo ai fabbricati ed anche agli spazi aperti annessi qualificati come zona di rispetto ubicata

in via Marconi 83 composta dalla villa da una barchessa a da un oratorio dedicato a San

Giovanni Battista tutti datati al XVIII secolo a cui si aggiunge unrsquoaltra barchessa del XV-XVI

secolo con spazio interno originariamente a giardino

- la Villa Renier tutelata ai sensi dellrsquoarticolo 12 del Codice ubicata in Piazza IX Febbraio 12

composta dallrsquoedifico della villa del XVII secolo a dalla barchessa del XVIII

- la Casa Avogadro degli Azzoni ndash Daminato tutelata con DM 711982 sita in via Grande 4

composta dalla villa da una barchessa e dalla scuderia datate al XVII secolo

- il Municipio

- i ruderi del Castellare di Ezzelino da Romano fortezza risalente al XIII secolo

- il Santuario della Beata Vergine o Madonna della Crocetta risalente al XV secolo tutelato ai

sensi dellrsquoart 10 del Codice

In posizione esterna allrsquoabitato principale a nord-ovest di questo si trova la Cagrave Leoncino - Da Lezze -

Moresco ndash Marchiorello tutelata con DM 1261997 sita in via Cagrave Leoncino 44 composta dalla villa

del XVIII e dalla barchessa con annesso del XVI secolo ed anche il Ridotto Cagrave Leoncina risalente al

XV secolo vincolato con DM 1261997

I beni architettonici drsquointeresse contano cinque fabbricati civili e due fabbricati di archeologia industriale

segnalati dal PTCP e identificati dal PAT tutti ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale comprendenti un

palazzo e casa a corte un edificio rurale un edificio civile due ville con casa padronale il Mulino

Tonietto in via Piave e il Mulino lungo il Muson in via Molinare entrambi situati nei pressi del fiume

Muson

A questi beni si aggiungono le seguenti altre ville censite dallrsquoIstituto Regionale e richiamate negli

elaborati del PAT le prime quattro ubicate nellrsquoabitato principale la casa Querini - Martinello - Conte in

via Marconi 77 con lrsquoedificio padronale del XVII secolo la Villa Negri ndash Bolzon in via Chioggia 42

costituita dalla villa e barchessa risalenti al XVII secolo la Villa Favesin in via Caprera 2 del XIX

secolo la barchessa di Villa Mocenigo ndash Priluli risalente al XV secolo sita in via Marconi 66 la Casa

Jonoch del XVIII secolo in localitagrave Casa Conte presso la via Postumia la Villa Moresco - Serena con

casa e barchesse del XIX secolo e un parco centrale sita in via Caprera 39 a sud-est dellrsquoabitato

Negli elaborati del PAT sono inoltre individuati numerosi altri edifici di valore storico e

etnoantropologico sostanzialmente da ricondurre ai fabbricati rurali

Nel territorio del Comune di Riese Pio X i beni architettonici vincolati includono alcuni edifici religiosi e

civili ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale e nelle frazioni ed anche alcune ville venete

Per quanto attiene agli edifici civili e religiosi si tratta in base allrsquoelenco della Soprintendenza per i BCP

(Appendice dellrsquoAllegato M del PTCP) dei seguenti

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- nella frazione di Poggiana la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica

- nella frazione di Spineda la chiesa parrocchiale e il campanile

- nella frazione di Vallagrave la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica

- nellrsquoabitato di Riese la casa di Pio X la canonica di San Matteo Apostolo il Santuario della

Madonna di Cendrole la scuola elementare la Villa Carraro lrsquoex Municipio la chiesa

parrocchiale e la canonica

Per quanto riguarda le ville venete quelle sottoposte a tutela sono la Villa Costanza ndash Bottio ndash Pivetta

sita in localitagrave Costanza tutelata con DM 6101974 formata da casa padronale e Oratorio del XVII

secolo la Villa Emiliani detta Cagrave Miane sita in via Cagrave Miane 30 tutelata ai sensi dellrsquoarticolo 10 del

Codice formata dalla casa padronale e da Oratorio del XVIII secolo la Villa Gradenigo ndash Venier ndash Zorzi

ndash Eger ubicata in via Sarto 31 nellrsquoabitato principale composta dalla casa padronale risalente al XVI

secolo e rimaneggiata nel XVIII secolo e dai fabbricati della barchessa della serra e della voliera

tutelata con DM 1771964 la Villa Cecconi sita in localitagrave Vallagrave vincolata con DM 2141964

edificio del XVIII secolo

In base allrsquoidentificazione negli elaborati del PAT (Tavola 1 ndash Carta dei vincoli) del vincolo

monumentale si contano in aggiunta alle giagrave citate ville venete le seguenti la Casa canonica di Vallagrave

composta da villa e barchessa del XVII secolo ubicata in Pza Caduti 45 tutelata in quanto proprietagrave di

ente religioso la Villa Canil in localitagrave Costanza casa dominicale con annessi rustici risalente al XVII

secolo la Barchessa Tirette datata al XVIII secolo sita nellrsquoomonima localitagrave in via Tirette 9

In merito agli edifici drsquointeresse architettonico si segnala la presenza di unrsquoaltra villa veneta catalogata

dallrsquoIstituto Regionale e riportata nelle tavole ed elenchi del PTCP e PAT il Casino Colonna casa

dominicale del XVIII secolo situata nella frazione Vallagrave e della casa Moretti ndash Rossi inclusa nellrsquoelenco

delle ville venete di cui al PTCP ubicata lungo la strada in uscita da Vallagrave sul lato ovest della frazione

Per quanto attiene ai beni archeologici si restituisce il quadro conoscitivo tenendo conto di quelli

vincolati ai sensi della ex L 10891939 o dellrsquoarticolo 10 del Codice e di quelli segnalati come siti a

rischio archeologico

Le informazioni sono ricavate dagli elenchi della Soprintendenza Archeologica di Treviso e dagli

elaborati cartografici del PTCP della Provincia di Treviso in particolare la Tavola 24 ldquoCarta delle aree a

rischio archeologicordquo in cui sono individuati i siti a rischio archeologico lrsquoagro centuariato ed i centri

storici a rischio archeologico noncheacute degli elenchi di cui alle Appendici dellrsquoAllegato M ldquoLe risorse

culturali del territorio provinciale trevigianordquo relative ai siti archeologici vincolati ed ai siti a rischio

archeologico Nel caso degli strumenti urbanistici comunali (PAT) in aggiunta agli elaborati identificativi

dei beni archeologici vincolati giagrave considerati e citati nel precedente paragrafo riguardante il patrimonio

culturale si tiene conto per Castelfranco Veneto della Tavola 2 ldquoCarta delle invariantirdquo che individua

lrsquoagro centuriato e della Tavola 3 ldquoCarta della fragilitagraverdquo che riporta i siti a rischio archeologico tutelati ai

sensi dellrsquoarticolo 41 della LR 112004 per Castello di Godego della Tavola P1B ldquoCarta della

pianificazione territorialerdquo che riporta lrsquoagro centuriato le strade romane ed i siti a rischio archeologico

e della Tavola P2 ldquoInvariantirdquo che identifica la viabilitagrave romana le zone ed i siti di interesse

archeologico per Riese Pio X della Tavola 2 ldquoInvariantirdquo che individua i siti e gli ambiti a rischio

archeologico lrsquoagro centuriato e la via Postumia

Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto i beni archeologici vincolati sono ricondotti allrsquoasse

viario della romana Postumia (tutelata anche quale bene paesaggistico categoria delle zone

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PAGINA 98 194 Settembre 2015

drsquointeresse archeologico) lrsquoattuale SR 53 mentre gli elementi drsquointeresse archeologico sono

rappresentati dai segni dellrsquoagro centuriato e da diversi siti a rischio archeologico In questrsquoultimo caso

si tratta dei seguenti tutti riferiti al periodo romano (dal I aC al V dC) insediamento in localitagrave S

Floriano - Case Longato tombe in localitagrave San Floriano vicino alla via Postumia insediamento

abitativo a lato della via Postumia tombe in localitagrave Salvarosa materiale sporadico e tomba in localitagrave

Salvatronda materiale sporadico in zona del centro storico di Castelfranco

Nel territorio del Comune di Castello di Godego oltre al sito vincolato denominato ldquoLe Motterdquo tutelato

sia come bene culturale archeologico sia come bene paesaggistico ricondotta alla categoria delle zone

drsquointeresse archeologico ed alla zona drsquointeresse archeologico vincolata coincidente con una porzione

del centro storico si contano alcuni elementi drsquointeresse e siti a rischio archeologico rispettivamente

rappresentati dallrsquoagro centuriato e dellrsquoasse della romana via Postumia e da diversi luoghi di seguito

richiamati insediamento del periodo romano presso il Fiume Muson e sito con materiale sporadico

sempre del periodo romano in localitagrave San Pietro tombe e insediamento del periodo romano in localitagrave

S Giustina lungo la via Postumia necropoli romana in localitagrave Casoname tombe romane in localitagrave

Colombara materiale sporadico in localitagrave Le Vegre Villagrande

Nel territorio del Comune di Riese oltre alla romana strada Postumia vincolata sia come bene

culturale-archeologico (ex L 10891939) sia come bene archeologico-paesaggistico (ex L 4311985)

ed alle residue tracce dellrsquoagro centuriato che derivano dallrsquoappartenenza al municipium di Acelum

sono presenti diversi siti definiti a rischio archeologico tutti risalenti al periodo romano identificati ed

elencati negli elaborati del PTCP (Tavola 24 e Appendici dellrsquoAllegato M) ed anche in quelli del PAT

(Tavola 2 - Invarianti) Tali siti comprendono una tomba a cremazione contenente lucerna e reperti in

bronzo e vetro in localitagrave Spineda unrsquoiscrizione funeraria del I sec dC e del materiale sporadico

composto da fittili frammenti di anfore monete in bronzo in localitagrave Cendrole del materiale sporadico

rappresentato da frammenti di ceramiche e anfore in localitagrave Palazzon numerose tombe in localitagrave

Artesini - Case Cusinato un insediamento abitativo con resti di strutture murarie pilastri in mattoni

strumenti agricoli e monete in localitagrave Artesini una tomba alla cappuccina una necropoli con corredi

tombali un laterizio a copertura di urna sepolcrale e numerosi vasi vinari in localitagrave Stradella - Rizzetta

un insediamento in localitagrave Vallagrave - Castelliero

142 Impatti sui beni architettonici e archeologici

Lrsquoallevamento avicolo come giagrave evidenziato considerando lrsquoubicazione delle esistenti strutture che

saranno utilizzate non riguarda direttamente beni culturali vincolati o segnalati per il loro interesse di

tipo architettonico o archeologico e si trova distante dagli stessi in misura tale da escludere eventuali

effetti diretti Ai fini della verifica degli eventuali impatti si considerano quindi le possibili ricadute

indirette correlate alla percezione precisando comunque che non si prevedono modifiche o aggiunte

di fabbricati ma solo un aumento del numero dei capi allevati

Per quanto attiene ai beni in territorio del Comune di Castelfranco Veneto quelli architettonici vincolati

piugrave vicini allrsquoazienda la Villa Dolfin Gradenigo la Cagrave Moro la Chiesa parrocchiale con campanile e la

Canonica si trovano nella frazione di Villarazzo che dista circa 14 km In tale caso si osserva come

lrsquointerposta presenza degli edifici situati a ridosso del Fosso la Roi al termine di via San Pietro in

Comune di Castello di Godego della vegetazione arborea lineare lungo il fosso Avenaletto e il fosso La

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COD 15V055 PAGINA 99 194

Roi ed anche di parte dei fabbricati della stessa frazione di Villarazzo non permette di vedere dalle

citate ville ed edifici religiosi lrsquoallevamento

In merito ai beni drsquointeresse culturale architettonico identificati a scala provinciale il piugrave vicino egrave la

Fornace Baghin che si trova nella zona edificata sul confine con il Comune di Riese ad est rispetto

allrsquoallevamento e ad una distanza di circa 1 km Anche in tale caso la presenza di capannoni a ridosso

dellrsquoedificio drsquointeresse ed in subordine quella dei fabbricati residenziali situati lungo la via Bella

Venezia e dei fabbricati produttivi e residenziali ubicati lungo la via dei Prai chiudono le visuali in

direzione dellrsquoallevamento escludendo ogni interazione

Con riguardo agli edifici di valore storico ambientale identificati dal PAT quello piugrave vicino si trova nel

gruppo di case in via Bella Venezia immediatamente ad est dellrsquoallevamento a circa 300 metri da

questo in tale caso si osserva che i capannoni e le altre strutture dellrsquoallevamento allo stato attuale e

per una parte dellrsquoanno sono in larga misura nascoste alla vista per la presenza di un filare arboreo di

bordo campo e che in ogni caso non si determinano interferenze nella percezione del fabbricato

segnalato drsquointeresse dalla strada principale e da quella di accesso da cui srsquoinquadra lo stesso

edificio

In ultimo con riguardo ai beni archeologici come giagrave evidenziato lrsquoallevamento si trova distante da

quelli vincolati presenti nel territorio di Castelfranco rappresentati dalla via Postumia distante circa 08

km ed anche da quelli segnalati come siti a rischio i piugrave vicini corrispondenti ad un luogo

drsquoinsediamento presso la via romana ed alla segnalazione di materiale nellrsquoarea del centro storico

situati ad oltre 2 km in tutti i casi non si registrano possibili relazioni con lrsquoallevamento stante la

discontinuitagrave territoriale e percettiva determinata dalla presenza di zone edificate

In Comune di Castello di Godego il bene architettonico vincolato piugrave vicino allrsquoazienda egrave la chiesa di

San Pietro ubicata sul margine ovest del gruppetto di case situate allrsquoinizio della via San Pietro a lato

del T Muson a circa 16 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento Lrsquoasse visivo con origine dalla chiesa e

direzione verso lrsquoallevamento interseca elementi lineari costituiti da vegetazione arborea due di

maggiore consistenza lungo il Fosso la Roi e il fosso Avenaletto e diversi altri in forma di filare di

bordo campo ed in parte anche i fabbricati di C Dinale situati a ridosso del fosso la Roi La descritta

situazione e la posizione dellrsquoallevamento rispetto alla chiesa consentono di affermare che si esclude

ogni interferenza nella vista del bene architettonico dalle aree circostanti o dal bene architettonico verso

lrsquointorno non si determinano quindi ricadute indirette Analoghe considerazioni valgono per la gran

parte degli altri beni architettonici vincolati che si trovano allrsquointerno del centro storico o del tessuto

urbano dellrsquoabitato di Castello di Godego

Con riguardo ai beni architettonici drsquointeresse considerando i piugrave vicini allrsquoallevamento la Villa Moresco

Serena e i due mulini presso il T Muson valgono le stesse considerazioni stante la distanza di questi

dallrsquoallevamento e lrsquointerposta presenza di altri fabbricati e di elementi della vegetazione arborea che

fanno venire meno relazioni dirette o precludono situazioni drsquointervisibilitagrave

Nel caso degli edifici di valore storico ed etnoantropologico individuati nelle tavole del PAT quello piugrave

vicino allrsquoarea dellrsquoallevamento corrisponde ad una casa isolata che si trova a ridosso del fosso la Roi a

circa 200 metri di distanza la presenza della vegetazione arborea lungo il fosso Avenaletto consente di

mascherare i capannoni e gli altri manufatti dellrsquoallevamento escludendo significative interazioni visive

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PAGINA 100 194 Settembre 2015

In ultimo per quanto attiene ai beni archeologici si ribadisce lrsquoassenza di relazioni tra lrsquoallevamento e il

sito archeologico vincolato di Le Motte cosigrave come data la distanza e lrsquointerposta presenza del gruppo di

edifici in via San Pietro a ridosso del fosso La Roi non si rilevano rapporti diretti con lrsquoasse della

romana via Postumia segnalato per lrsquointeresse archeologico Anche nel caso dei siti a rischio

archeologico considerando i piugrave vicini allrsquoallevamento situati nei pressi del Torrente Muson presso

lrsquoabitato principale si escludono interazioni sia per la distanza di circa 16-17 km sia per lrsquoassenza di

relazioni visive stante la chiusura del campo visivo sulle giagrave citate quinte arboree

Per quanto attiene al Comune di Riese Pio X i fabbricati vincolati la Villa Emiliani detta Cagrave Miane e

nella frazione di Vallagrave la Villa Cecconi e la Parrocchiale di Vallagrave si trovano distanti dallrsquoallevamento di

polli rispettivamente a circa 15 km e 23 km la collocazione di tali beni allrsquointerno dellrsquoabitato o lrsquoeffetto

di ldquobarriera visivardquo degli altri edifici interposti sullrsquoasse visivo in direzione dellrsquoallevamento in particolare

quelli allineati lungo la via 27 Aprile e la via Bella Venezia escludono interferenze percettive

In merito ai beni architettonici segnalati considerando la piugrave vicina Casa Moretti Rossi che si trova a

circa 15 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento lungo la SP 139 in localitagrave Case Santi vale quanto osservato in

precedenza con riguardo allrsquoeffetto di barriera visiva degli interposti edifici e dei filari arborei

In ultimo nel territorio comunale lrsquounica area a vincolo archeologico egrave rappresentata dalla via

Postumia per la quale vale quanto scritto in precedenza mentre e per i siti a rischio archeologico

considerando quello situato ad una minore distanza corrispndente allrsquoinsediamento del periodo romano

in localitagrave Vallagrave Castelliero la distanza di circa 15 km e la presenza delle zone residenziali e industriali

in via dei Prai sono tali da escludere relazioni ed effetti diretti o indiretti

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COD 15V055 PAGINA 101 194

15 PAESAGGIO

151 Quadro conoscitivo del Paesaggio

Per un primo inquadramento paesaggistico si considerano gli Ambiti o Aree di ricognizione del

paesaggio identificate ed illustrate nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) della

Regione Veneto e le Unitagrave di Paesaggio definite dal vigente PTCP della Provincia di Treviso in

subordine si tiene conto anche delle eventuali distinzioni del paesaggio proposte alla scala locale

attraverso i PAT

Il territorio regionale con la Variante del PTRC della Regione Veneto adottata nel 2013 egrave suddiviso in

quattordici Ambiti di Paesaggio per ognuno dei quali si prevede la successiva redazione di uno

specifico Piano Paesaggistico Regionale drsquoAmbito PPRA come stabilito allrsquoarticolo 71ter delle Norme

Tecniche del PTRC lrsquoazienda avicola ricade nellrsquoAmbito di Paesaggio n 6 ldquoAlta Pianura Venetardquo Tali

Ambiti di Paesaggio sono identificati e delimitati ma non descritti il loro riconoscimento come precisato

nel documento ldquoAmbiti di paesaggiordquo si basa sulla considerazione degli aspetti geomorfologici dei

caratteri paesaggistici dei valori naturalistici-ambientali e storico-culturali delle dinamiche di

trasformazione che interessano ciascun ambito delle specificitagrave peculiari ed anche delle realtagrave

amministrative attuali e delle esperienze pregresse della pianificazione regionale drsquoArea

Per quanto attiene agli Ambiti o Aree di ricognizione del paesaggio le stesse sono descritte nellrsquoAtlante

ricognitivo documento nel quale sono definiti obiettivi ed indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari al

PPRA sono identificati e delimitati alla scala territoriale regionale gli Ambiti-Aree ricognitive sono

inserite le schede analitiche di ricognizione per ogni Ambito-Area descrittive dei caratteri del

paesaggio delle dinamiche di trasformazione degli obiettivi ed indirizzi di qualitagrave paesaggistica

preliminari e di segnalazione degli aspetti di maggiore interesse

Lrsquoazienda avicola per la quale si prevede di aumentare il numero di capi allevati ricade nellrsquoAmbito-

Area ricognitiva n 21 della ldquoAlta Pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo con riferimento al contenuto della

relativa Scheda si richiama in forma sintetica nel successivo riquadro la parte descrittiva

selezionando i passi di maggiore interesse con riferimento alla zona ovest dello stesso Ambito dove si

trova lrsquoallevamento

PTRC ndash Atlante ricognitivo ndash Scheda Area 21 ldquoAlta pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo (stralcio)

Identificazione generale

Lrsquoarea oggetto della ricognizione interessa il territorio pianeggiante compreso tra lrsquoalveo del Piave a est e quello del Brenta a ovest Delimitato a nord dal margine delle colline trevigiane lrsquoarea oggetto della ricognizione si estende da Bassano fino alle porte di Treviso arrivando a sud fino al limite settentrionale della fascia delle risorgive

Frammentazione di Profilo C - Paesaggio a frammentazione alta con dominante insediativa

La categoria di comprende i territori comunali che sono occupati da aree urbanizzate per frazioni comprese tra un sesto e un terzo della loro estensione complessiva con usi del suolo ripartiti pressocheacute esclusivamente tra urbano e agricolo

Il paesaggio presenta condizioni di crisi della continuitagrave ambientale con spazi naturali o seminaturali relitti e fortemente frammentati dallrsquoinsediamento per lo piugrave quasi sempre linearmente conformato lungo gli assi di viabilitagrave e dalle monocolture agricole

Il paesaggio registra complessivamente stati di diffusa criticitagrave della sua articolazione spaziale con mosaici semplifi cati dal punto di vista ecologico e semiologico e al tempo stesso caratterizzati da fenomeni di congestione riferibili alla consistente frequenza di interazioni spaziali conflittuali fra diverse configurazioni o singole componenti in assenza di sistemi paesaggistici con funzioni di mediazione e inserimento Tali situazioni sono dovute anche alla natura incrementale degli sviluppi insediativi che esprimono in queste aree una elevata potenza di frammentazione

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Caratteri del paesaggio

Lrsquoarea oggetto di ricognizione egrave inserita in prevalenza tra lrsquoalta pianura antica ghiaiosa costituita da conoidi fluvioglaciali localmente terrazzati creati dai fiumi Piave Soligo e Brenta e lrsquoalta pianura recente ghiaiosa e calcarea costituita da conoidi e terrazzi dei fiumi alpini e secondariamente da piane alluvionali dei torrenti prealpini Il suolo in questa parte si presenta quindi in forma di ghiaie e sabbie estremamente calcaree fatta eccezione per il territorio dellrsquoalveo del fiume Musone costituito invece da limi e argille scarsamente calcarei ()

La copertura vegetale del suolo egrave costituita prevalentemente da seminativi accompagnati da siepi campestri lungo i canali e le canaline di irrigazione Lungo i corsi drsquoacqua principali si incontrano saliceti e formazioni riparie estese soprattutto nelle aree golenali del fiume Brenta Sono presenti piccoli lembi di boschi planiziali a querco-carpineto e una ampia area con presenza di prato stabile ()

() Le cittagrave maggiori sono accompagnate da una costellazione di centri medi e minori che si organizzano su un tessuto insediativo sparso di lunga tradizione storica oggi fortemente urbanizzato () agli insediamenti residenziali sono frammisti quelli produttivo-artigianali entrambi per lo piugrave connotati da scarso valore edilizio-architettonico

Lrsquoarea oggetto della ricognizione egrave caratterizzata dal passaggio di strade di grande importanza per lrsquointero territorio regionale la SR 53 Postumia che attraversa lrsquoambito in direzione est-ovest collegando Treviso a Cittadella e () la SR 245 Castellana da Castelfranco verso Bassano ()

Il valore naturalistico ed ecosistemico dellrsquoarea oggetto di ricognizione egrave ridotto a causa della massiccia antropizzazione ed egrave espresso essenzialmente dalla presenza di diverse aree tutelate ed inserite nella Rete Natura 2000 () I Prai di Castello di Godego di grande importanza naturalistica ed ecosistemica costituiscono un paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da ampi prati stabili e fitte alberature siepi e campi chiusi e attraversato da diversi corsi drsquoacqua il principale dei quali egrave il Musone La presenza d i aree in cui spesso ristagna lrsquoacqua e la natura argillosa dei suoli permettono la presenza di specie vegetali di particolare importanza ed un buon equilibrio tra naturalitagrave e utilizzo agricolo consente il mantenimento di una buona diversitagrave e ricchezza floristica e di tipi vegetazionali ()

Abitato fin da tempi remoti il territorio assume la sua configurazione attuale in epoca romana quando viene attraversato dallrsquoasse portante costituito dalla consolare Via Postumia e interessato da estese sistemazioni agrarie Insediata con continuitagrave durante tutto il Medioevo questa fascia di alta pianura un tempo centro di irradiazione del potere imperiale (Ezzelino e i Da Romano) diventa terreno di affermazione del potere dei diversi comuni cittadini che estendono fi no a qui il loro dominio (Padova Vicenza Treviso) fino alla loro conquista da parte della Serenissima () Ricca di acque e dellrsquoenergia da esse portate lrsquoarea oggetto della ricognizione egrave stata sempre caratterizzata dalla presenza di un esteso e articolato sistema di attivitagrave proto-industriali (magli fucine mulini folli ecc) () In gran parte dellrsquoarea oggetto della ricognizione egrave infatti leggibile la presenza della centuriazione romana che definisce uno schema di aggregazione degli abitati costituito dal nucleo urbano organizzato sullrsquoincrocio di assi ortogonali () lrsquoasse viario della via Postumia egrave a tuttrsquooggi una strada provinciale

Nella parte occidentale dellrsquoarea oggetto di ricognizione importanti sono i centri fortificati di Cittadella e Castelfranco sorti a partire dalla fine del secolo XII con funzioni difensive ma determinanti poi anche per la loro funzione di appropriazione della campagna Sorti in corrispondenza di due nodi della maglia regolare dellrsquoagro centuriato essi furono eretti a difesa dei territori di Padova e Treviso al di qua ed al di lagrave del Musone in un punto in cui convergono i confini dei tre comuni di Treviso Padova e Vicenza () Allrsquointerno di questa complessa trama insediativa consolidatasi in epoca medievale egrave frequente la presenza di ville venete alcune delle quali attribuite al Palladio stesso che si inseriscono nel territorio a partire dal Cinquecento per poi trasformarsi in sistema solo nel Settecento diventando occasione di sviluppo di nuovi nuclei di crescita

Dinamiche di trasformazione

Lrsquoarea oggetto di ricognizione presenta alcune aree (Fontane Bianche di Lancenigo Prai di Castello di Godego e Grave e zone umide del Brenta) in cui si riscontra una buona integritagrave ecosistemica e paesaggistica anche se queste costituiscono una sorta di oasi verdi isolate in un paesaggio agrario semplificato e fortemente urbanizzato Lrsquourbanizzazione ha inoltre reso meno riconoscibile il sistema storico-insediativo tradizionale () Anche il sistema paesaggistico afferente le ville venete con particolare riguardo a quelle di Palladio egrave stato per lo piugrave compromesso dallo sviluppo insediativo e infrastrutturale decontestualizzando il manufatto dal sistema di relazioni originario ()

I relitti del paesaggio agrario storico (siepi filari piantata di vite gelsi) sono messi a repentaglio dai processi di razionalizzazione dellrsquoagricoltura primo fra tutti quello relativo allrsquoirrigazione che sta sostituendo progressivamente il sistema a scorrimento Il risparmio di acqua ottenuto andrebbe valutato assieme al rischio che lrsquoeliminazione delle canaline di adduzione potrebbe provocare cioegrave quello di una ulteriore semplificazione della trama agraria con la perdita degli spazi di transizione tra i campi che rappresentano oggi lrsquoultima resistenza alla totale frammentazione ecosistemica dellrsquoarea

I principali fattori di rischio sono rappresentati - dallrsquoeccessivo carico antropico e dallrsquoespansione degli insediamenti residenziali e in particolar modo dalla diffusione

frammentaria delle attivitagrave produttive e artigianali - dalle attivitagrave di cava - dal continuo potenziamento delle infrastrutture a servizio di nuove espansioni - dalle pratiche agricole intensive (eutrofizzazione aggravata dallrsquointensificazione zootecnica percolazione di sostanze

inquinanti in falda semplificazione colturale)

Nella citata scheda sono inoltre identificati gli obiettivi e indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari in

taluni casi con puntuale riferimento a parti della stessa area di ricognizione si riprendono nel

successivo riquadro i punti direttamente relazionati alla porzione di territorio considerato allrsquointerno del

quale si trova lrsquoallevamento ed i punti indirettamente correlabili o di particolare rilevanza

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PTRC ndash Ambiti di paesaggio ndash Atlante ricognitivo ndash Scheda AdP 21 ldquoAlta pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo (stralcio)

Obiettivi e indirizzi di qualitagrave paesaggistica

5 Funzionalitagrave ambientale delle zone umide

5b Riattivare ove possibile la convivenza di funzionalitagrave produttive ed ecosistemiche nelle zone umide (risaie prati umidi torbiere palugrave ecc) ed in particolare i Prai di Castello di Godego

15 Valore storico culturale dei paesaggi agrari storici

15b Scoraggiare semplicazioni dellrsquoassetto poderale e intensicazioni delle colture in particolare nella parte ovest dellrsquoambito in cui si riconoscono ancora i caratteri della trama agraria storica della centuriazione recuperando il rapporto dellrsquoedificato con il territorio agricolo

24 Valore culturale e testimoniale degli insediamenti e dei manufatti storici

24a Salvaguardare il valore storico-culturale degli insediamenti in particolare le cittagrave murate di Bassano Cittadella e Castelfranco e dei manufatti di interesse storico testimoniale tra cui il sistema delle ville venete dei manufatti idraulici e opifici e la strada romana Postumia

26 Qualitagrave urbanistica ed edilizia degli insediamenti produttivi

26d Promuovere un migliore inserimento paesaggistico ed ambientale delle aree produttive (compresi gli allevamenti zootecnici intensivi) anche sulla base di adeguati studi sulla percezione visiva e sociale

26f Incoraggiare iniziative di riqualificazione degli spazi aperti delle aree produttive esistenti e indirizzare il progetto di quelle nuove verso una maggior presenza di vegetazione ed aree permeabili anche con funzione di compensazione ambientale e integrazione della rete ecologica

32 Inserimento paesaggistico e qualitagrave delle infrastrutture

32b Promuovere la riqualificazione dei corridoi viari caratterizzati da disordine visivo e funzionale

Il PTCP della Provincia di Treviso suddivide il territorio provinciale in unitagrave di paesaggio come da

definizione contenuta nelle Norme dello stesso ldquointese quali ambiti territoriali caratterizzati da un

costante grado di diversitagrave tale da contraddistinguere lrsquointera unitagrave e relativo ai caratteri loro propri e

cioegrave dei tipi di elementi e delle forme e distribuzioni della loro presenza nel territorio ai sistemi naturali

ed antropici (conformazioni geomorfologiche copertura vegetazionale tipi di uso del suolo forme

insediative dotazioni infrastrutturalihellip) presenti in esse prescindendo dalla loro caratterizzazione

documentariardquo Lrsquoidentificazione di tali Unitagrave di Paesaggio come illustrato nella Relazione di Piano

deriva da una prima suddivisione in macro ambiti morfologici e dal successivo confronto con la carta di

uso del suolo tali unitagrave sono analizzate secondo lrsquoapproccio dellrsquoecologia del paesaggio utilizzando

una serie di indicatori per ottenere un valore rappresentativo dello stato di qualitagrave ecologico-ambientale

nella situazione dello stato di fatto e in quella simulata assumendo gli scenari prospettati dal Piano al

fine di definire obiettivi e indirizzi ldquoorientati alla salvaguardia e promozione della diversitagrave sia biologica

che paesisticardquo

Il riconoscimento delle Unitagrave di paesaggio come meglio precisato nellrsquoelaborato Allegato P ldquoRete

ecologica e Unitagrave di paesaggiordquo deriva dallrsquoindividuazione delle ldquomacrounitagrave geomorfologicherdquo in base

ai caratteri omogenei di litologia e morfologia e delle unitagrave podologiche e dalla successiva

sovrapposizione con la Carta delle unitagrave ecosistemiche e verifica delle tipologie di elementi del

paesaggio della loro distribuzione rispetto alle unitagrave individuate in precedenza delle dimensioni e

forme In tale documento sono brevemente descritte le Unitagrave individuate con riguardo alla

geomorfologia ed alle caratteristiche drsquouso del suolo aggiungendo alcune osservazioni In termini

generali nel documento si evidenziano due segni del paesaggio quello impresso dalle centuriazioni

come fattore antropico ordinatore del paesaggio che in alcune UdP ha resistito nel tempo e si

caratterizza almeno in origine per una grana piuttosto fine e compatta mentre in altre UdP egrave stato

ldquoprogressivamente sconvolto dallrsquourbanizzazione diffusa determinando disordine ed un probabile

spreco di energiardquo e quello del reticolo fluviale che si associa allrsquoorientamento dei campi

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reciprocamente influenzati delineando direttrici principali e secondarie del paesaggio si annota infine

la relazione tra le principali aste fluviali e le ville con i parchi

Il Piano contiene nellrsquoAppendice 1 dellrsquoAllegato R schede descrittive delle singole Unitagrave che secondo

lrsquoapproccio adottato riportano dati riguardanti la demografia lrsquouso del suolo lrsquoinfrastrutturazione

lrsquoedificato e non descrizioni sui caratteri paesaggistici distintivi degli ambiti individuati

Lrsquoallevamento avicolo ricade allrsquointerno dellrsquoUnitagrave di Paesaggio P2 appartenente a quelle di pianura

che si configura come ampia fascia sui due lati del Torrente Muson che si estende dal Comune di San

Zenone a quello di Castelfranco Veneto interessando Loria Castello di Godego e Riese Pio X ed

attestandosi sul lato ovest lungo il confine provinciale nel sottostante riquadro si riprendono le note

descrittive contenute nel citato Allegato P

PTCP ndash Unitagrave di paesaggio ndash Allegato P - Descrizione

UdP P2

GEOMORFOLOGIA

A nord la zona collinare egrave caratterizzata dalla presenza di depositi alluvionali argillosi procedendo a sud verso la zona di pianura i depositi alluvionali sono per lo piugrave sabbiosi

CARATTERISTICHE USO DEL SUOLO

Area agricola a nord seminativi semplici con case sparse procedendo verso sud prevalgono le aree agricole eterogenee Tessuto urbano e aree industriali e commerciali diffuse in tutta lrsquounitagrave particolarmente sviluppate nella parte piugrave a sud nel comune di Castelfranco Veneto Il territorio egrave abbondantemente irrigato da corsi drsquoacqua naturaliformi

OSSERVAZIONI

Lrsquounitagrave egrave tagliata in senso longitudinale dalla SP20 che incrocia la SP81 questi due assi rappresentano un attrattore per lrsquoedificazione di tipo lineare Lrsquounitagrave ha una vocazione agricola spinta ma sono evidenti la frammentazione dei fondi e lrsquoazione di disturbo della viabilitagrave e dellrsquourbanizzazione che questa alimenta

La UdP P2 in base ai risultati scaturiti dallrsquoanalisi ecologico ambientale condotta viene definita come

ldquounitagrave dissipativardquo data lrsquoalta antropizzazione la qualitagrave ambientale generalmente bassa soprattutto

negli ambienti naturali residui ed anche la qualitagrave e quantitagrave degli habitat naturali scadente con

classificazione della stessa unitagrave come paesaggio rurale povero ad urbanizzato molto diffuso e con

standard sussidiari elevati di matrice agricola (76 di seminativi semplici con case sparse e omogenei

e aree agricole eterogenee) con dimensione delle tessere naturali piccola e delle tessere antropiche

media con frammentazione da strade medio alta e stabilitagrave della matrice medio bassa ed infine con

una caratterizzazione legata allrsquoattivitagrave agricola nessuna significativa estensione delle macchie naturali

tanto che boschi e corpi idrici hanno una consistenza minore delle aree di verde urbano Le

considerazioni e proposte formulate nel citato Allegato P per la UdP P2 sono richiamate nel

successivo riquadro

PTCP ndash Unitagrave di paesaggio ndash Allegato P ndash Scenario di Piano

UdP P2

Gli elementi di naturalitagrave di questa unitagrave sono legati alla presenza del torrente Musone sia come presenza dellrsquoacqua che per la residuale vegetazione ripariale Il corridoio di connessione nord-sud tra le core area montane e planiziali deve essere dotato di un maggiore grado di naturalitagrave attraverso la ricostituzione delle fasce arboree ripariali o il completamento delle residuali

Gli obiettivi di piano possono essere raggiunti mediante la riforestazione e formazione di zone umide di una superficie totale pari orientativamente a 500Ha equamente ripartita e al miglioramento ambientale di seminativi per un estensione di 2500Ha

Lrsquounitagrave si presenta giagrave abbastanza segnata dalla viabilitagrave attorno a cui lrsquoedilizia si distribuisce in maniera ldquoordinatardquo andando a costituire delle fasce abitate ad andamento suborizzontale da ovest ad est

Le mitigazioni richieste per la nuova viabilitagrave devono essere almeno 12 e possono essere espresse sia come interventi di deframmentazione in particolare nei tratti maggiormente interferenti con la rete ecologica di come riqualificazione delle aree interessate dalle fasce tampone con formazione di aree umide e fascesiepi di connessione fra queste e i corridoi fluviali

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Il PAT del Comune di Castelfranco Veneto nella Relazione Tecnica afferma che nel territorio

comunale non si riscontra una spiccata diversificazione della struttura paesaggistica risultato di

connotati fisico-morfologici assai omogeneirdquo pur potendo distinguere ldquoambiti territoriali con assetti

ambientali agricoli ed insediativi sufficientemente omogenei per i quali egrave possibile adottare una

suddivisione in quattro tipologierdquo definite come Unitagrave di paesaggio cosigrave denominate Paesaggio aperto

a vocazione agricola primaria Paesaggio aperto ad insediamento diffuso Paesaggio periurbano

Paesaggio urbano

Nel documento ldquoRelazione agronomico ambientalerdquo si precisa che le componenti paesaggistiche

considerate nellrsquoanalisi del paesaggio sono quelle abiotiche (geologia morfologia idrografia) biotiche

(vegetazione assetti ecosistemici habitat di pregio valore naturalistico) antropico relazionali

(emergenze storiche culturali architettoniche religiose) insediative (organizzazione dellrsquoinsediamento)

e percettive (ambiti visuali particolari sistemazioni agrarie tradizionali elementi puntuali testimoniali)

Gli assetti paesaggistici come precisato nella richiamata relazione sono identificati secondo il

ldquoprincipio fondamentale della integrativitagrave gerarchicardquo ovvero ldquole perimetrazioni devono derivare da

valutazioni rigorose allo scopo di non compromettere le funzioni bio-ecosistemicherdquo

Nella Tavola A4 ldquoCarta del paesaggiordquo sono distinte le porzioni di territorio appartenenti alle richiamate

Unitagrave di paesaggio e per quanto attiene allrsquoallevamento avicolo si riscontra che lo stesso ricade in

quella denominata ldquoPaesaggio aperto a vocazione agricola primariardquo nei documenti di Piano definito

ldquotipologia dominante lo spazio agricolo maggiormente conservato del territorio comunale la

destinazione colturale prevalente egrave a seminativo la messa a coltura del territorio ha comunque

preservato una residuale maglia a rete verde costituita da siepi e fasce arboreo arbustive posta a

fregio di corsi drsquoacqua e viabilitagrave poderale con presenza di legami (connessione) tra gli elementi

lrsquoedificazione egrave ridotta per lo piugrave isolata e di tipo rurale pregevole per i connotati di spazialitagrave ed i coni

visuali percepibili al suo interno data la collocazione distante dai centri urbani principali presenta un

gradiente di antropizzazione sostanzialmente stazionariordquo

Il PAT del Comune di Castello di Godego con la Tavola 102 ldquoCarta del paesaggiordquo del Quadro

conoscitivo suddivide il territorio comunale secondo quattro macrosistemi la porzione lungo il confine

orientale con il Comune di Castelfranco Veneto nel tratto a ridosso del perimetro dellrsquoarea

dellrsquoallevamento avicolo appartiene al Macrosistema A

Nella Relazione Agronomica elaborato 10 R del Quadro Conoscitivo del PAT si richiama la necessitagrave

di tutelare il paesaggio agrario indicando per le zone di pianura quali elementi che hanno

maggiormente lasciato lrsquoimpronta sullrsquoattuale assetto paesaggistico la morfologia fluviale (argini paleo

alvei terrazzi fluviali) la bonifica storica la bonifica idraulica la costruzione delle ville venete e degli

edifici storici gli edifici rurali e gli opifici con valenza tipologica la sistemazione idraulico agraria dei

ldquoPrairdquo Allrsquoopposto sono citati quali elementi che maggiormente interferiscono sul paesaggio agrario le

frange urbane le infrastrutture lineari (elettrodotti ferrovie strade principali ecc) gli edifici produttivi ad

impatto negativo le opere incongrue (es strutture dismesse eo abbandonate)

In tale relazione si definisce il Macrosistema A come ldquoambito agricolo caratterizzato da una forte

percezione degli elementi rurali da una buona integritagrave e da una scarsa edificazione residenzialirdquo ed in

cui ldquole siepi campestri e i prati stabili costituiscono gli elementi dominanti del paesaggio e in alcuni

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ambiti egrave ancora leggibile la struttura dei campi chiusirdquo e si riconosce una ldquobuona conservazione della

rete ecologica localerdquo

152 Caratteri del Paesaggio nellrsquoarea di analisi

Gli elementi costitutivi eo caratterizzanti il paesaggio da considerare per verificare gli eventuali effetti

sul paesaggio conseguenti al previsto incremento dei capi allevati oltre che dalla rilettura delle

richiamate articolazioni e definizioni degli ambiti e delle unitagrave di paesaggio derivano da un

approfondimento condotto riconsiderando la morfologia e idrografia la vegetazione e copertura od uso

del suolo il sistema insediativo e infrastrutturale ad una scala territoriale locale per una porzione

comprendente unrsquoarea entro i 2-3 km dal sito dellrsquoallevamentodi cui si dagrave di seguito conto

Per quanto attiene alla morfologia il territorio ha una giacitura pianeggiante con suolo composti da

materiali alluvionali con tessitura limoso argillosa mentre lrsquoidrografia egrave annovera alcuni corsi drsquoacqua

naturali in larga misura interessati da rettificazioni ed una fitta rete irrigua entrambe con uno sviluppo

da nord verso sud e sud-est Tra i corsi drsquoacqua naturali si distingue il Torrente Muson con asta dal

disegno curvilineo fino allrsquoabitato di Castello di Godego e poi rettilinea con asse parallelo a quello della

SP45 fino allrsquoingresso nellrsquoabitato di Castelfranco Veneto analoga situazione si riscontra per il Torrente

Avenale che entrando nel territorio del Comune di Castello di Godego assume forme geometriche

regolari con alcune deviazioni ad angolo retto Per entrambi i torrenti si riconoscono tracce di corso

fluviale estinto Il sistema irriguo comprende diversi fossi e scoli tra i quali si distinguono il Fosso

Avenaletto il Fosso La Roi che poco a nord di via San Pietro in territorio di Castello di Godego piega

ad est e dopo un breve tratto con andamento curvilineo confluisce nel Torrente Avenale e lo Scarico

Val di Riese che si origina a ovest della frazione di Vallagrave ed incrocia il Torrente Avenale in

corrispondenza della via Postumia

Per quanto riguarda la vegetazione poche sono le aree di tipo naturale e tolti i rari casi per altro di

ridotta estensione con una configurazione a ldquoboschettordquo si tratta delle fasce arboree di larghezza

contenuta che seguono i principali corsi drsquoacqua naturali o irrigui In tale territorio si distinguono

numerosi filari di bordo campo elementi dellrsquoagroecosistema che danno una diversa connotazione al

territorio rurale Lrsquoutilizzo agricolo del suolo vede prevalere il seminativo irriguo soprattutto a mais

accompagnato nella zona a cavallo del Torrente Avenale e tra questo e il Fosso la Roi da estesi

appezzamenti a prato (indicato anche come graminacee non in rotazione) In misura minore sono

presenti alcuni vigneti salvo pochi casi di piccola superficie ed anche colture orticole e legnose

agrarie Il paesaggio rurale presenta una relativamente minore uniformitagrave nella zona di Prai di Castello

di Godego grazie alla ripartizione tra campi a seminativo e campi a prato stabile ed alla presenza delle

fasce arboree e dei filari senza comunque assumere i connotati di una struttura a mosaico ma

richiamando la forma del campo chiuso Nel territorio sono ancora riconoscibili i segni

dellrsquoantropizzazione del periodo romano con lrsquoasse rettilineo della via Postumia e lrsquoimpostazione

geometrica dellrsquoagro centuriato in questrsquoultimo caso da ricondurre allrsquoorientamento dei campi che

laddove non accorpati hanno forma rettangolare allungata sullrsquoasse nord-sudest perpendicolare a

quello della citata strada romana analogo orientamento si riscontra per la gran parte dei fossi e scoli

irrigui

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Per quanto attiene al sistema insediativo questo si connota per la presenza di alcune aree urbane

maggiori formate dal centro storico e dalle estese zone di espansione residenziale e produttiva e dei

nuovi aggregati generati da un tipo di urbanizzazione diffusa che solo in parte si appoggia a

preesistenze di borghi rurali e viceversa in maggiore misura deriva da trasformazioni recenti che

seguono le direttrici delle infrastrutture viarie tale processo ha determinato saldature dellrsquoedificato che

rendono meno riconoscibile la matrice originaria e generano una elevata frammentazione territoriale

con disorganica distribuzione tra le diverse funzioni In dettaglio per lrsquoambito considerato si nota

lrsquourbanizzazione lineare con sostanziale assenza di discontinuitagrave tra il centro di Castelfranco Veneto

la frazione di Villarazza e lrsquoabitato di Castello di Godego per lrsquoedificazione lungo la SR45 ed ancora tra

lo stesso centro e la frazione di Vallegrave lungo la SP667 in parte tale forma di urbanizzazione ma con

maggiore presenza di fabbricati rurali e residenziali si riscontra anche lungo la via Bella Venezia che

fiancheggia per un tratto il Torrente Avenale e lungo la SP139 tra la C Beltrame e la giagrave citata

frazione dei Vallegrave Il sistema insediativo si completa con i numerosi fabbricati isolati o in piccoli gruppi

residenziali e rurali sparsi nel territorio agricolo Per quanto attiene allrsquoedificato di interesse storico

architettonico e testimoniale come giagrave illustrato si tratta di alcuni edifici religiosi o difensivi ed in

maggiore misura delle ville venete in questrsquoultimo caso in larga misura ubicate allrsquointerno degli abitati o

che sono state inglobate nel tessuto edificato delle relativamente recenti espansioni urbane (es Villa

Dolfin_Gradenigo Cagrave Moro) vedendo diminuire la loro riconoscibilitagrave e le relazioni con il contesto di

appartenenza In ultimo si segnala la presenza di alcuni fabbricati legati al periodo proto-industriale

sostanzialmente rappresentati da alcuni mulini

In conclusione tra gli elementi del paesaggio identificati che connotano qualificandolo un piugrave ampio

ambito territoriale-paesaggistico quelli in relazione diretta per vicinanza con lrsquoarea occupata

dallrsquoesistente allevamento avicolo dellrsquoAzienda Agricola Maggiolo sono riconducibili ai seguenti

- suolo pianeggiante e di origine alluvionale

- fosso Avenaletto facente parte della rete irrigua

- vegetazione arborea lungo il citato corso drsquoacqua in forma di fascia e lungo il margine dei

campi o laterale a strade poderali in forma di filare

- appezzamenti a seminativo e prati stabili con presenza di un piccolo vigneto allrsquointerno del

perimetro della stessa azienda

- tracce di persistenza della geometria dellrsquoagro centuriato di origine romana

153 Impatti sul paesaggio

Il progetto consiste nel solo aumento del numero di capi di polli allevati per ogni ciclo produttivo di

carne utilizzando appieno le strutture giagrave esistenti ed in esercizio non sono previste variazioni per

realizzazione di nuovi fabbricati od occupazione di nuove aree di servizio e quindi si escludono

modifiche dello stato di fatto e pertanto ricadute sui citati elementi strutturali e caratterizzanti il

paesaggio

Per quanto riguarda gli aspetti percettivi legati alla vista e riconoscibilitagrave dei citati singoli elementi

costitutivi del paesaggio o alla visione drsquoinsieme dello stesso premesso che non si prevede alcuna

modifica rispetto alla situazione attuale per aggiunta o modifica di fabbricati o strutture lrsquoubicazione

dellrsquoallevamento egrave tale che non si registrano interferenze di rilievo e alterazione della percezione degli

elementi che connotano tale porzione del paesaggio rurale Come giagrave illustrato al precedente punto

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inerente i beni culturali architettonici e archeologici la fascia arborea lungo il Fosso Avenaletto e i filari

lungo gli scoli ed a bordo campo in buona parte giagrave mascherano i fabbricati dellrsquoallevamento

chiudendo le visuali in direzione dello stesso e riferite ai principali assi viari e nuclei abitati22 In ogni

caso pur non essendo previste modifiche tali da richiedere interventi di mitigazione potrebbe essere

comunque presa in considerazione lrsquoopportunitagrave di migliorare la qualitagrave del paesaggio mettendo a

dimora specie arboree o arbustive in forma di filare lungo il perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento sul

lato ovest e previe necessarie verifiche sul lato sud

22

Si rimanda alla Tavola ldquoAnalisi della visibilitagraverdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

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16 ACQUE

161 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee

La qualitagrave delle acque sotterranee della provincia di Treviso viene monitorata dallrsquoARPAV da piugrave di 10

anni da una rete composta da 84 pozzi 7 sorgenti e 6 pozzi utilizzati solamente per misure di livello

Viene condotto sia il monitoraggio qualitativo delle acque intercettate che il monitoraggio quantitativo

con la misura del livello freatimetrico ovvero del livello della falda Il monitoraggio qualitativo ha

cadenza semestrale e interessa gli 84 pozzi e le 7 sorgenti Per gli 84 pozzi le campagne sono previste

in primavera e in autunno Il piano regionale di monitoraggio avrebbe previsto una frequenza di

campionamento semestrale per 63 punti semestrale per 15 e annuale per i rimanenti 6 Per le sorgenti

le campagne sono collegate alla loro particolare tipologia quelle prealpine sono campionate in gennaio

e in maggio ovvero in condizioni rispettivamente di magra invernale e di piena primaverile le sorgenti

pedemontane sono campionate in maggio e in agosto ovvero nel periodo di piena primaverile e di

magra tardo-estiva Il monitoraggio quantitativo interessa principalmente un sottoinsieme di 41 pozzi

della rete compresi i 6 pozzi utilizzati solamente a questo scopo e ha frequenza trimestrale Altri 10

pozzi sono semestralmente in coincidenza con le campagne di monitoraggio qualitativo

I risultati evidenziano una situazione non omogenea nel territorio provinciale La zona occidentale

presenta diverse criticitagrave concentrazioni di Nitrati elevate presenza diffusa di erbicidi e di solventi

organo-clorurati Secondo il rapporto annuale dellrsquoARPA Treviso (2013) ldquoTali criticitagrave hanno in parte

compromesso la qualitagrave delle acque delle falde poco profonde La situazione migliora spostandosi

verso est in virtugrave di carichi antropici minori e di un favorevole apporto idrico da parte del fiume Piave In

questa zona i superamenti molto meno frequenti sono principalmente dovuti alla presenza di solventi

organo-clorurati e in particolare di Tetracloroetilene e Tricloroetilenerdquo

A Castelfranco Veneto (stazioni 765) lo stato chimico delle acque sotterranee nel 2013 si presenta

scadente per ragioni legate alla presenza elevate concentrazioni di nitrati Il comune ricade infatti

pianura trevigiana considerata zona vulnerabile ai nitrati (si veda lo stralcio riportato di seguito - zone

vulnerabili ai nitrati di origine agricola in Provincia di Treviso (valori medi in mgl) larea di colore viola

corrisponde alla zona denominata dei 100 comuni dellalta pianura e che egrave stata recepita con delibera

del Consiglio Regionale n62 del 17 maggio 2006 larea di colore rosa corrisponde al bacino scolante

in laguna di Venezia che e stata decisa con delibera del Consiglio Regionale n 23 del 7 maggio 2003

Per quanto attiene allo stato quantitativo dallrsquoanalisi dei dati egrave possibile concludere come dal 2004 al

2013 egrave rilevabile una variabilitagrave livello della superficie piezometrica della falda freatica coerente con la

variabilitagrave stagionale e su archi temporali estesi su piugrave

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PAGINA 110 194 Settembre 2015

Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash Stato chimico e Misure del

livello freatico nel Comune di Castelfranco Veneto (PR - livello della superficie piezometrica dal piano di

riferimento (PR) falde freatiche il valore egrave negativo)

Studio di Impatto Ambientale

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Livello piezometrico - Castelfranco (pozzo 247)

Livello statico - m slm Livello da punto di riferimento della falda freatica - m

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m

Livello piezometrico - Castelfranco (pozzo 765)

Livello statico - m slm Livello da punto di riferimento della falda freatica - m

Elaborazioni su dati ARPA Veneto (httpwwwarpavenetoitdati-ambientaliopen-dataidrosferaacque-

sotterraneeacque-sotterranee-livello-piezometrico-delle-falde)

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PAGINA 112 194 Settembre 2015

Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash Nitrati nei pozzi monitorati

in provincia di Trevico nel 2013 (valori medi in mgl)

Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash zone vulnerabili ai nitrati di

origine agricola in Provincia di Treviso (valori medi in mgl)

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 113 194

162 Consumi di acqua

La societagrave Alto Trevigiano Servizi srl gestiste allrsquointerno del Autoritagrave drsquoAmbito di Territorio Ottimale

(AATO) Veneto Orientale il servizio idrico integrato di 53 comuni tra cui il comune di Castelfranco

Veneto (httpwwwaltotrevigianoserviziitarea-clientiacqua-potabile) La societagrave deve quindi garantire

il servizio in efficienza efficacia ed economicitagrave partendo dallrsquoadduzione e captazione delle fonti la

distribuzione dellrsquoacqua potabile nel territorio le linee di fognatura e gli impianti di depurazione fino allo

scarico delle stesse Non risultano disponibili dati aggiornati di consumo idrico per comune

Il Piano dAmbito dellAATO Veneto Orientale approvato con deliberazione di Assemblea dAmbito n

32004 e successivamente aggiornato con deliberazione di Assemblea dAmbito n 62004 riporta al

capitolo 6 ldquoAnalisi dellrsquoutilizzo e della domanda di risorsa idricardquo dati di consumo riferiti al 1991 da fonte

ISTAT

Secondo quanto riportato nel sito dellrsquoARPA Veneto i volumi drsquoacqua prelevati complessivamente in

Regione Veneto al 2008 risultano pari a 746498000 m3 di cui 129769000 m

3 riferiti allrsquoATO Veneto

orientale Sempre secondo quanto riportato nello stesso sito lrsquoacqua potabile erogata nel comune di

Castelfranco Veneto al 2008 risultava pari a 2496686 m3

(httpwwwarpavenetoitarpavinformaindicatori-ambientaliindicatori_ambientaliambiente-urbanofile-

e-allegati2013Consumi acqua potabile 2011csv)

Non sono disponibili dati di emungimento da pozzi privati

163 Impatti sulle acque

Il potenziale impatto sulle risorse idriche sotterranee egrave legato allrsquoattivitagrave di spandimento della pollina

ovvero da una non corretta distribuzione dello stesso sul terreno Considerato che lrsquoazienda agricola

Maggiolo cede interamente la pollina (misto lettiera a terzi) come sottoprodotto da riutilizzare e non da

spandere questa voce di potenziale impatto viene meno sia con riferimento alla situazione attuale che

allo scenario di progetto Lrsquoazienda non contribuisce quindi allrsquoinquinamento delle acque sotterranee

per nitrati

Il potenziale impatto sulle acque egrave legato anche al consumo della risorsa idrica Complessivamente il

consumo di acqua si attesta considerando anche il consumo per la pulizia in circa 2927 m3

attualmente e circa 7280 m3 in futuro che rappresentano rispettivamente il circa 01 ed circa 03 dei

consumi totali del comune di Castelfranco Veneto Si tenga in ogni caso conto che lrsquounica fonte di

approvvigionamento dellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave legata al pozzo presente nella stessa azienda e

che quindi i consumi dellrsquoazienda non gravano in ogni caso sui prelievi di acqua potabile

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PAGINA 114 194 Settembre 2015

17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE

171 Premessa

La presente valutazione egrave stata effettuata dal Dott Armando Buffoni

Di seguito vengono esposte le procedure e i risultati inerenti la valutazione dellrsquoemissione e dispersione

in atmosfera di inquinanti atmosferici e composti odorigeni derivanti dalle strutture di produzione

animale allevamento avicolo Azienda agricola Maggiolo ubicato in comune di Castelfranco Veneto

(TV) localitagrave Case Bella Venezia

Le emissioni del settore zootecnico possono essere raggruppate in 4 grandi categorie in relazione ai

loro effetti sulla salute e sullrsquoambiente

gas ad effetto serra biossido di carbonio (CO2) metano (CH4) e protossido di azoto (N2O) La

zootecnia contribuisce con una quota modesta alle emissioni di CO2 mentre rappresenta una

fonte molto significativa di metano (CH4) e in minor misura di protossido di azoto (N2O)

ammoniaca (NH3) questo composto contribuisce allrsquoacidificazione delle precipitazioni e di

conseguenza dei suoli e delle acque noncheacute ai fenomeni di eutrofizzazione La zootecnia egrave la

principale fonte di emissione di questo composto Le azioni proposte per ridurre le emissioni di

ammoniaca riguardano sia la gestione ordinaria degli allevamenti zootecnici e degli spandimenti

che le caratteristiche delle strutture dedicate a queste attivitagrave produttive

particolato fine le particelle di diametro inferiore ai 25 e 10 μm (PM25 e PM10) hanno effetti

negativi sulla salute umana e ne sono normati i limiti delle concentrazioni nellrsquoaria ambiente La

zootecnia della Pianura Padana partecipa con il 10-15 alle emissioni di questo inquinante Le

particelle che lo compongono sono potenziali vettori di composti odorigeni

composti odorigeni insieme eterogeneo di sostanze (oltre 200) tra cui lrsquoidrogeno solforato e i

mercaptani che sono percepite dallrsquoolfatto umano anche a concentrazioni molto modeste Sono

fonti di fastidio fino al disturbo intenso in relazione alla loro concentrazione alla durata e

frequenza degli eventi percepiti Lrsquoinfluenza sulla salute umana egrave principalmente legata alla

sfera emotiva

Lrsquoentitagrave delle emissioni dipende dalla specie animale dalle modalitagrave di allevamento dalle strutture

dedicate Lrsquoimpatto delle emissioni di composti inquinanti ma anche di odorigeni da parte del settore

zootecnico puograve essere diverso in relazione alle caratteristiche del territorio e dipende essenzialmente

dalle condizioni meteoclimatiche dallrsquouso del territorio dalla presenza di vegetazione ecc)

La modellistica della dispersione di composti inquinanti in atmosfera ha incontrato negli ultimi ventrsquoanni

un crescente interesse sia per le potenzialitagrave di previsione dellrsquoimpatto di nuove strutture produttive sia

per la capacitagrave di descrivere nel caso di impianti in attivitagrave le ricadute degli inquinanti sul territorio e

analizzare quindi gli eventuali effetti sulle popolazioni residenti e sullrsquoambiente (Ritter e Chitikela

2007)

Lrsquoutilizzo di modelli di dispersione ha interessato recentemente anche il settore zootecnico e numerosi

sono gli studi che hanno approfondito le caratteristiche emissive di unrsquoattivitagrave cosigrave articolata e

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 115 194

complessa Le emissioni di ammoniaca idrogeno solforato particolato sono al centro di indagini per

definire le piugrave indicate metodologie di analisi Recentemente date le peculiaritagrave del settore zootecnico

egrave stato sviluppato un modello che tratta in modo specifico le strutture dellrsquoallevamento animale (Yu Zet

al 2011ab)

Attualmente il rilascio di inquinati atmosferici da parte degli impianti zootecnici non egrave soggetto a vincoli

o limiti specifici anche se negli studi relativi allrsquoimpatto ambientale di attivitagrave zootecniche non egrave

possibile prescindere da una valutazione che consideri tutto lrsquoimpianto e il suo processo di produzione

ma soprattutto il territorio e il contesto ambientale nel quale esso si inserisce

Per quanto riguarda le emissioni e la dispersione dei composti odorigeni non vi sono norme di carattere

nazionali o riferimenti a livello europeo Vi sono perograve da alcuni anni provvedimenti di carattere regionale

che costituiscono oggi un primo riferimento per una valutazione oggettiva del disturbo olfattivo e per

lrsquoanalisi preventiva dellrsquoimpatto di attivitagrave produttive che presenti rilascio di odorigeni Le ldquoLinee Guida

per la caratterizzazione e lrsquoautorizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attivitagrave ad impatto

odorigenordquo approvate con Determinazione della Giunta Regionale della Lombardia n IX3018 (DGR

del 15 febbraio 2012) rappresentano un importante strumento di valutazione per queste problematiche

e hanno trovato una crescente applicazione nel settore zootecnico Le indicazioni in esse contenute

sono oggi seguite anche da altre regioni con unrsquoimportante tradizione zootecnica Esse sono coerenti

con la tendenza in atto giagrave da tempo in numerosi Pesi europei di utilizzare procedure specifiche per

limitare lrsquoinquinamento da odori e consentire un regolare sviluppo delle attivitagrave zootecniche senza che

esse costituiscano motivo di contrasto o tensione con i residenti vicini o con destinazione drsquouso del

territorio di natura diversa

La presente analisi e valutazione egrave stata redatta coerentemente con queste Linee Guida e riporta i

risultati dellrsquoapplicazione di un modello di dispersione atmosferica per valutare la distribuzione a livello

del suolo delle concentrazioni dei composti odorigeni emessi dalle strutture aziendali Lo stesso

modello di dispersione egrave stato impiegato per determinare le ricadute attese per PM10 ammoniaca e

idrogeno solforato

La presente analisi intende fornire un quadro di dettaglio delle emissioni degli inquinanti atmosferici e

composti odorigeni da parte dellrsquoimpianto di produzione animale dellrsquoAzienda Agricola sia per quanto

attiene le strutture e il processo di produzione di polli da carne attualmente adottato sia per lrsquoipotesi di

un piugrave intenso e razionale utilizzo dellrsquoimpianto Maggiolo (come descritto nel quadro di riferimento

progettuale la quale si rimanda) Lrsquoanalisi si egrave sviluppata con le seguenti fasi

analisi del ciclo di produzione ed individuazione dei fattori che influenzano il rilascio di inquinanti

atmosferici e composti odorigeni

stima quantitativa delle emissioni di ammoniaca metano PM10 idrogeno solforato e composti

odorigeni da parte dellrsquoAzienda

definizione del quadro emissivo generale

raccolta ed elaborazione preliminare dei dati meteorologici e di uso del suolo relativi alla zona

di interesse

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 116 194 Settembre 2015

elaborazione mediante il modello di dispersione dei composti emessi e determinazione delle

ricadute

calcolo degli indicatori sintetici ed elaborazione delle mappe drsquoimpatto

172 Breve richiamo delle caratteristiche dellrsquoAzienda e dellrsquoattivitagrave di allevamento

LrsquoAzienda Maggiolo egrave inserita in un ampio contesto agricolo dove sono perograve rappresentate numerose

attivitagrave produttive di piccole dimensioni di natura diversa e con una densitagrave abitativa non del tutto

trascurabile Si tratta di un paesaggio insediativo ampiamente diffuso in questa porzione della Pianura

Padana Lrsquoagricoltura fortemente presente egrave contraddistinta dallrsquointensa e regolare parcellizzazione

del territorio e dalla scarsa presenza di vegetazione arborea

Lrsquoazienda egrave situata a 25 km dal centro abitato di Castelfranco Veneto in direzione nord Sono presenti

a minor distanza dallrsquoAzienda diverse frazioni evidenziate nella Carta dellrsquouso del suolo noncheacute

residenze isolate23 LrsquoAzienda ha attualmente a disposizione per lrsquoallevamento 5 ampi capannoni che

costituiscono le sole strutture dedicate alla produzione

Lrsquoattivitagrave di produzione del pollo da carne consiste essenzialmente nel provvedere alle necessitagrave di

pulcini di pollo di razze selezionate nel corso del loro processo di crescita e sviluppo sino a ottenere

degli animali pronti per il consumo (broilers) le cui dimensioni variano in funzione dei tempi di

allevamento Tipicamente si distinguono tre categorie di animale adulto il pollo leggero di peso pari a

circa 18 kg il pollo medio di 27 kg e il pollo pesante che raggiunge e supera i 36 kg

I pulcini in arrivo dagli incubatoi vengono introdotti in numero di 39500 capi nei capannoni dove

avviene lrsquoallevamento e nei quali egrave stata preparata la lettiera Il ciclo che si intende esaminare per

quanto attiene lrsquoemissione di inquinanti atmosferici e composti odorigeni egrave quindi esclusivamente dato

dalla fase di ingrasso I pulcini del peso di 10 g circa sono consegnati allrsquoAzienda e allevati fino al

raggiungimento del peso programmato per il pollo da carne pesante Poicheacute lrsquoaccrescimento egrave rapido e

lrsquoesigenza di spazio per ogni capo aumenta velocemente dallrsquoinizio del ciclo di produzione si attuano

due ldquosfoltimentirdquo inviando al macello una quota degli animali che avranno quindi raggiunto il peso

commerciale corrispondente al pollo leggero prima e al ldquopollo mediordquo in seguito mentre i restanti capi

raggiungeranno la fine del ciclo e il peso commerciale del pollo pesante

Annualmente considerando che la gestione dellrsquoingrasso prevede un unico gruppo omogeneo di capi e

un periodo di vuoto sanitario di 21 giorni si hanno poco meno di 5 cicli di produzione allrsquoanno

LrsquoAzienda Agricola opera in soccida dal soccidante essa riceve i capi il mangime lrsquoassistenza

veterinaria e i farmaci eventualmente necessari e a questo poi consegna i capi allevati a fine ciclo

Nello scenario di progetto si considera qui lrsquoipotesi di poter avere allrsquoavvio del ciclo poco piugrave di 110000

pulcini e portare a fine ciclo il 60 dei capi attuando due sfoltimenti

Le strutture dellrsquoimpianto di produzione sono date esclusivamente da cinque capannoni di tipo a tunnel

posti paralleli con la dimensione maggiore in senso est-ovest I capannoni sono aperti sui lati minori

mediante porte Sui lati maggiori sono presenti per tutta la lunghezza aperture regolabili

23

Si rimanda alle Tavole di Inquadramento e dellrsquoUso del Suolo inserite in lrsquoAllegato Cartografico

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COD 15V055 PAGINA 117 194

automaticamente in base alle condizioni di temperatura esterna La superficie complessiva utile

allrsquointerno dei capannoni egrave di 5499 m2

Sulle pareti poste a ovest di ognuno dei capannoni sono installati 8 estrattori drsquoaria (6 presso il

capannone 1) azionati da motori elettrici prodotti dalla ditta Munters sono presenti due modelli con

portata di ogni singolo estrattore compresa tra circa 13000 e 30000 m3h Tutti gli estrattori sono

quindi collocati a breve distanza lrsquouno dallrsquoaltro e determinano quando in azione un richiamo di aria

dalle finestre laterali che viene poi indirizzato verso lrsquoestremitagrave di ogni capannone I motori che

regolano gli estrattori sono azionati secondo programmi prestabiliti in modo tale da poter garantire la

temperatura ottimale per la crescita degli animali Allrsquoinizio del ciclo quando le esigenze termiche sono

maggiori la ventilazione avviene ad intervalli di breve durata con il solo obiettivo di provvedere al

ricambio dellrsquoaria

Con il crescere del peso dei capi lrsquoazione degli estrattori si fa piugrave consistente (aumenta il numero di

estrattori in azione) e prolungata Allrsquoaccasamento quando questo si sviluppa nel corso della stagione

fredda i pulcini sono mantenuti alla temperatura di 30-35 degC condizione che viene realizzata con

apposite lampade a gas Con lo sviluppo dei capi la temperatura ambiente viene ridotta

progressivamente dopo i primi 3 - 4 giorni la temperatura si riduce di 1 degC ogni 2 giorni per arrivare

dopo le 3 settimane a valori di circa 18 - 20degC Quando la temperatura dellrsquoaria esterna egrave superiore a

quella interna desiderata sono azionati sistemi di nebulizzazione che consentono di abbattere parte del

calore

Lrsquoimpianto per la distribuzione dellrsquoacqua di abbeveraggio egrave composto da condutture di distribuzione

idrica interne Gli abbeveratoi sono dotati di dispositivi che consentono allrsquoanimale di comandare

lrsquoerogazione dellrsquoacqua Il controllo dellrsquoacqua egrave importante per evitare che perdite e ristagni facciano

aumentare la decomposizione della lettiera mista alle deiezioni stimolando i processi di fermentazione

con rilascio di ammoniaca e odori molesti La lettiera viene allontana al termine di ogni ciclo mediante

pala meccanica Deiezioni e lettiera vengono immediatamente allontanati dalla superficie aziendale e

inviati a processi di valorizzazione energetica

173 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo

Il territorio su cui insiste lrsquoazienda agricola ha un carattere prevalentemente agricolo pur in presenza di

un crescente tessuto di attivitagrave artigianali e commerciali24

Ai fini della simulazione della dispersione di composti aeriformi si considera la superficie a prevalente

uso agricolo

In relazione alla dimensione dellrsquoimpianto zootecnico alla omogeneitagrave del territorio e al quadro

meteorologico si egrave considerato per le successive elaborazioni modellistiche un territorio piuttosto ampio

pari a 9 km2 e definito quindi da un poligono quadrato di 3 x 3 km Il baricentro del dominio di calcolo egrave

posto al centro del poligono che circoscrive i ricoveri Il poligono che definisce il dominio di calcolo egrave

individuato dalle coordinate (UTM 32 T)

24

Si rimanda alle Tavole di Inquadramento e dellrsquoUso del Suolo inserite in lrsquoAllegato Cartografico

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PAGINA 118 194 Settembre 2015

Coordinate dei vertici del dominio di calcolo

Posizione Lon Lat

centro del dominio di calcolo 7264740 50640980

vertice SW 7249740 50625980

vertice SE 7279740 50625980

vertice NE 7279740 50655980

vertice NW 7249740 50655980

Il vertice SW definisce con la dimensione del lato il dominio di calcolo in modo univoco La mappa

sotto riportata indica graficamente il dominio di calcolo sullrsquoortofoto ed evidenzia il territorio dei diversi

comuni piugrave prossimi allrsquoimpianto zootecnico Con riferimento alle emissioni di composti odorigeni sono

stati individuati i ricettori considerati rappresentativi presso i quali saranno verificate puntualmente le

concentrazioni relative al 98deg percentile dellrsquoinsieme dei dati calcolati Sugli stessi ricettori sono stimate

anche le concentrazioni degli inquinanti considerati (ammoniaca idrogeno solforato e particolato fine)

I ricettori individuati allrsquointerno del dominio di calcolo sono dati da edifici residenziali non classificabili

come abitazioni dei conduttori di altri impianti zootecnici Allrsquointerno della superficie definita dal dominio

non ricadono strutture di uso pubblico come scuole ospedali case di riposo che possano essere

definite senzrsquoaltro ricettori sensibili Inoltre al fine di una piugrave immediata valutazione delle ricadute si

sono individuati ricettori discreti posti a distanza prefissata (500 m) dalle sorgenti di emissione

Per omogeneitagrave il programma di calcolo egrave stato impostato per definire presso questi punti non solo il

livello delle concentrazioni di odorigeni ma anche le concentrazioni di PM10 ammoniaca e idrogeno

solforato elaborate secondo gli indici prefissati

Coordinate delle abitazioni

Posizione Uso Lon Lat

Nord Residenziale isolato 72654396 m E 506448730 m N

Sud Residenziale isolato 72618700 m E 506376150 m N

Est Residenziale isolato 72682166 m E 506424135 m N

Coordinate dei ricettori discreti

Posizione Uso Lon Lat

Nord Produzartig 7264740 m E 50645980 m N

Ovest Residenziale 7259740 m E 50640980 m N

Sud Agricolo 7264740 m E 50635980 m N

Est Agricolo 7269740 m E 50640980 m N

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Dominio di calcolo (3x3 km) con lrsquoindicazione della posizione dei ricettori considerati (in rosso i ricettori residenziali in giallo i ricettori discreti a 500m)

174 Emissione aziendali

1741 Fattori di emissione

Con fattore di emissione si indica il tasso di rilascio di uno o piugrave composti chimici riferito alle unitagrave di

tempo e spazio I fattori di emissione impiegati nellrsquoambito dello studio delle emissioni zootecniche

sono per praticitagrave riferiti al singolo capo animale

Per la presente indagine i fattori di emissione adottati per la quantificazione delle emissioni e il calcolo

della dispersione sono stati indicati da uffici provinciali veneti per il settore agricoltura e utilizzati per

analoghe valutazioni (ing Tassari com pers)

I fattori di emissione per metano e ammoniaca derivano da uno studio condotta dalla Regione

Piemonte (Cesano M 2013) Informazioni piugrave dettagliate riguardo i tassi emissivi di NH3 per il settore

avicolo sono riportati in Eurich-Menden et al (2010) Il dato per lrsquoidrogeno solforato egrave stato individuato a

seguito di una specifica indagine bibliografica

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La tabella che segue riporta per i diversi composti il valore dei fattori di emissione applicati nella

presente indagine

Fattori di emissione impiegati per la stima delle emissioni

Composto Unitagrave di misura Sorgente

Metano gcapogiorno 000164

Ammoniaca gcapogiorno 022

PM10 gcapogiorno 003

Idrogeno solforato gcapogiorno 00015

Odore UOcapos 003

1742 Quadro emissivo aziendale

Si considerano in questa applicazione i capannoni quali sorgenti puntuali in quanto le emissioni

avvengono in modo esclusivo attraverso lrsquoazione degli estrattori drsquoaria posti presso lrsquoestremitagrave

occidentale di ogni ricovero Il rilascio dei composti di interesse egrave dunque concentrato su una superficie

estremamente esigua corrispondente agli estrattori dei diversi capannoni Le coordinate (UTM 32 T)

delle sorgenti sono riportate nella riportate nella tabella che segue

Coordinate dei punti emissivi

Punto di emissione Lat Lon

Capannone 1 506412320 m N 72642919 m E

Capannone 2 506410317 m N 72641426 m E

Capannone 3 506408284 m N 72641450 m E

Capannone 4 506406430 m N 72641896 m E

Capannone 5 506404704 m N 72642540 m E

Lrsquoattivitagrave di allevamento di polli da carne prevede attualmente un accasamento di 39500 capi con un

tipico ciclo misto (produzione di polli di peso differenziato) di una durata complessiva di circa 60 giorni

con due momenti di sfoltimento Il primo fissato a 3437 giorni al raggiungimento del peso medio di 18

kg e un secondo dopo 4547 giorni dallrsquoinizio del ciclo quando i capi rimanenti raggiungono un peso di

27 kg circa I rimanenti capi raggiungeranno il peso di circa 36 kg al termine dei 60 giorni

programmati Tra due cicli di allevamento viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle

normative vigenti della durata di 21 giorni Lrsquoazienda sviluppa dunque poco meno di 5 cicli completi ogni

anno Con lrsquoinizio del vuoto sanitario viene asportata la lettiera a cui seguono le operazioni di pulizia e

disinfezione dei ricoveri e delle attrezzature

Sulla base della disponibilitagrave di superficie utile allrsquoallevamento avicolo lrsquoAzienda Agricola Maggiolo

intende ampliare la propria capacitagrave di produzione fino ad una massimo pari a 110000 capi per ciclo

Si tratta un intervento volto ad un piugrave razionale utilizzo degli spazi senza alcun ampliamento delle

strutture esistenti Lrsquoipotesi di intervento di incremento della produzione prevede un aumento del

numero di capi accasati pari a 110 000 individui di peso variabile tra 18 e 36 kgcapo ricorrendo allo

stesso schema di allevamento giagrave attuato Si tratta dunque di cicli di allevamento di tipo misto di durata

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COD 15V055 PAGINA 121 194

complessiva pari a circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento (a 3437 giorni circa

quando i capi raggiungono un peso medio di 18 kg e a 4547 giorni quando i capi rimanenti

raggiungono un peso di 27 kg circa)

0

20000

40000

60000

80000

100000

120000

1 31 61 91 121 151 181 211 241 271 301 331 361

Cap

i n

Giorni

Stato attuale

Incremento prod

Andamento del numero di capi allevati nel corso dellrsquoanno Situazione attuale e ipotesi di incremento produttivo

Le emissioni in atmosfera raggiungono le 2 t di ammoniaca nelle condizioni attuali mentre egrave atteso nel

caso di incremento della produzione un aumento fino a 5 ta di ammoniaca Lrsquoandamento delle

emissioni rispecchia quello dellrsquoammontare dei capi accasati Entrano in gioco tuttavia anche altri fattori

come la temperatura dellrsquoaria che incide sullrsquoutilizzo degli estrattori drsquoaria e quindi sui rilasci in

atmosfera

Emissioni aziendali complessive allo stato attuale e nellrsquoipotesi incremento della produzione (1)

stima sulla base di 285 gg di attivitagrave produttiva

Composto Unitagrave di misura Emissioni totali annue (1) Emissioni totali annue (

1)

Stato attuale Ipotesi di incremento

Metano tanno 0015 0039

Ammoniaca tanno 2006 5214

PM10 tanno 0274 0711

Idrogeno solforato tanno 0014 0036

Odore UOs (media) 9763 24948

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Lrsquoandamento delle emissioni rispecchia quello dellrsquoammontare dei capi accasati I grafici che seguono

riportano lrsquoandamento delle emissioni dei diversi composti considerati nel corso di un anno di attivitagrave

allo stato attuale Nel caso lrsquoAzienda addotti lrsquoincremento della produzione ipotizzato si avragrave un

aumento proporzionale delle emissioni

0

2

4

6

8

10

1 61 121 181 241 301 361

kg

Giorni

NH3 (Kg)

PM10 (Kg)

Andamento attuale delle emissioni nel corso dellrsquoanno

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COD 15V055 PAGINA 123 194

0

20

40

60

80

100

1 61 121 181 241 301 361

g

Giorni

H2S (g)

CH4 (g)

Andamento attuale delle emissioni nel corso dellrsquoanno

1743 Sorgenti fugitive

Sono sorgenti fugitive i punti di rilascio di inquinanti o composti odorigeni di natura incontrollata e

involontaria di piccole dimensioni e di carattere occasionale Lrsquoimpianto di produzione animale in

esame ha una struttura assai semplice e le caratteristiche noncheacute lrsquoetagrave dei ricoveri risultano tali da

poter garantire un buon controllo degli scambi drsquoaria con lrsquoesterno

Il rilascio di odorigeni e inquinanti puograve verificarsi in occasione della pulizia dei ricoveri Tuttavia dal

sopralluogo condotto in Azienda si egrave evidenziata unrsquoattenta movimentazione dei materiali e condizioni

ottimali di pulizia dei piazzali e delle aree adiacenti i ricoveri e i silos Ciograve fa ritenere che queste

emissioni possano essere considerate trascurabili

1744 Ventilazione

I capannoni sono dotati di estrattori dellrsquoaria interna al fine di garantire le migliori condizioni di

benessere ai capi allevati sia in termini di qualitagrave dellrsquoaria che di temperatura Con lrsquoestrazione dellrsquoaria

interna si ha un flusso forzato concentrato presso gli estrattori La ventilazione deve essere sufficiente

per evitare temperature troppo elevate e lrsquoumiditagrave eccessiva Essa deve essere in grado di allontanare

le polveri e la CO2 e garantire unrsquoadeguata ossigenazione

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PAGINA 124 194 Settembre 2015

Caratteristiche del sistema di estrazione dellrsquoaria dai capannoni

Ventilatori Ndeg superfici estrattori (m2) Portata totale ventilatori (m

3h)

4+2 76 146000

8 10150 240000

8 10150 240000

8 10150 240000

8 10150 240000

I fabbisogni di aria sono piugrave elevati in estate (3-6 m3orakg di peso vivo) quando cegrave la necessitagrave di

smaltire calore in inverno sono sufficienti 1-3 m3h per kg di peso vivo (1 m

3h per kg pv egrave la soglia

convenzionale minima da garantire anche nel periodo invernale)

Sulla base delle portate stimate nel corso del ciclo di produzione si egrave determinata la

portata di odore (OER - Odour Emission Rate) data dal prodotto tra la portata e la concentrazione

espressa in ouEs

OER [ouEs] = Cod [ouEm3] x Qsorg [m

3s]

La portata volumetrica dellrsquoaria egrave stata stimata sulla base delle temperature locali e il conseguente

utilizzo degli estrattori In via prudenziale si egrave ammesso che lrsquoestrazione dellrsquoaria sia pari

indicativamente a 10 m3hcapo nella la stagione calda 2 m

3hcapo nella stagione fredda e tra i 3 e

75 m3hcapo nei mesi intermedi

175 Quadro meteoclimatico

Il Comune di Castelfranco Veneto egrave situato nella parte occidentale del territorio della Provincia di

Treviso in un ambito di transizione tra lrsquoarea di alta pianura in destra Piave e quella di bassa pianura

delimitata dalla linea delle risorgive Il territorio provinciale presenta le tipiche caratteristiche dellrsquoarea di

transizione tra i rilievi alpini ed il mare Le caratteristiche climatiche sono suddivisibili in due ambiti

principali quello settentrionale collinare-pedemontano e quello centro-meridionale costituito dallrsquoalta e

bassa pianura Il territorio del comune di Castelfranco Veneto egrave posto a cavallo tra queste ultime unitagrave

geografiche Si considerano di seguito i dati climatici relativi al territorio di interesse e i dati rilevati a

Castelfranco Veneto nel 2013 e utilizzati nello studio di dispersione

1751 Precipitazioni

Il regime pluviometrico rientra nel tipo equinoziale con due picchi di precipitazione primaverile e

autunnale pressocheacute simili in particolare risultano piugrave piovosi i mesi di aprile e ottobre mentre quelli

meno piovosi sono i mesi invernali di dicembre gennaio e febbraio La precipitazione media si attesta

attorno ai 1000 mm allrsquoanno Lrsquoarea ricade in un territorio con caratteristiche pluviometriche

complessivamente abbastanza favorevoli con precipitazioni nel periodo critico estivo di luglio e agosto

superiori ai 90 mm La stagione maggiormente piovosa egrave quella autunnale ma nel complesso le piogge

sono distribuite con una buona omogeneitagrave

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COD 15V055 PAGINA 125 194

Precipitazioni medie mensili (medie climatiche) e loro andamento nel corso del 2013

1752 Temperatura

La temperatura media annua egrave risultata compresa tra 135 e 15degC Il mese piugrave egrave risultato luglio (media

233degC) quello piugrave freddo gennaio (media 32degC) I grafici che seguono riportano lrsquoandamento delle

temperature nel corso dellrsquoanno

Le temperature massime assolute hanno raggiunto e superato nellrsquoultimo decennio i 37degC le minime

assolute risalgono invece ad anni piugrave lontani tra cui il 1985 caratterizzato da valori fino a -14degC

Legate alle temperature invernali vi egrave il fenomeno dellrsquoinversione termica che determina in talune

condizioni il ristagno dellrsquoaria nei bassi strati dellrsquoatmosfera e scarsa possibilitagrave di dispersione delle

emissioni I giorni di nebbia legati in parte a questo fenomeno possono essere anche piuttosto

numerosi fino al 30 dei giorni nel periodo invernale

0

20

40

60

80

100

120

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

mm

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PAGINA 126 194 Settembre 2015

Andamento delle temperature nel corso dellrsquoanno 2013

1753 Umiditagrave relativa

Lrsquoumiditagrave relativa egrave in genere elevata in tutte le stagioni dellrsquoanno Soprattutto in estate essa risulta

particolarmente marcata Il grafico che segue riporta i dati rilevati negli anni piugrave recenti risulta evidente

come in tutti i mesi dellrsquoanno i valori si mantengano su valori elevati e vi sia scarsa escursione tra le

diverse stagioni

-5

0

5

10

15

20

25

30

35

40

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

deg

C

Massime Minime Medie

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COD 15V055 PAGINA 127 194

Valori di umiditagrave relativa nel corso dellrsquoanno

1754 Anemolologia

Il regime dei venti rilevato presso la stazione meteorologica di Castelnuovo Veneto egrave caratterizzato da

una prevalenza delle provenienze dal quadrante nord-orientale La velocitagrave del vento egrave sempre

piuttosto contenuta con valori compresi tra 05 e 2 ms che coprono quasi la metagrave delle ore di vento La

figura riporta la rosa dei venti su base annua Le calme di vento raggiungo quasi il 20 delle ore

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

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PAGINA 128 194 Settembre 2015

Rosa dei venti e distribuzione delle classi di velocitagrave del vento

Le ore di vento teso sono limitate a pochi isolati episodi la provenienza egrave NE Nel corso dellrsquoanno la

distribuzione delle provenienze del vento e la direzione prevalente riflette nei diversi trimestri il quadro

evidenziato su base annua Le occasioni con vento piugrave teso sono concentrate nei primi due trimestri

Nel periodo piugrave caldo la ventilazione si mantiene piugrave evidente e la percentuale di ore di calma

raggiunge il minimo In autunno al contrario aumentano le calme di vento (quasi il 30 del totale) e la

provenienza del vento egrave esclusivamente settentrionale

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Rose dei venti riferite ai diversi trimetri dellrsquoanno Stazione di Castelfranco V anno 2013

1deg trimestre

2deg trimestre

3deg trimestre

4deg trimestre

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PAGINA 130 194 Settembre 2015

1755 Classi di stabilitagrave atmosferica

Il modello di dispersione impiegato richieda la preventiva determinazione delle classi di stabilitagrave

atmosferica di Paquill (1961) Queste sono state determinate utilizzando i dati relativi alla radiazione

solare alla velocitagrave del vento e alla copertura nuvolosa questrsquoultima desunta dalle rilevazione condotte

presso lrsquoaeroporto di Treviso (Dati Metar)

Le classi di stabilitagrave atmosferica individuate fanno riferimento allo schema riportato nelle tabelle che

seguono Lrsquoelaborazione dei dati relativi al 2013 ha evidenziato come le condizioni piugrave frequenti siano

quelle prossime alla neutralitagrave con oltre il 50 delle ore dellrsquoanno

Classi di stabilitagrave atmosferica

Ore del giorno ndash Radiazione solare

Wm2

Ore della notte - Copertura

nuvolosa

Velocitagrave del

vento gt=925 924 - 675 675 - 175 lt 175 gt 48 lt= 48

lt 2 ms A A B D E F

2-3 ms A B C D E F

3-5 ms B B C D D E

5-6 ms C C D D D D

gt 6 ms C D D D D D

Classi di stabilitagrave atmosferica per lrsquoarea di Castelfranco Veneto

Classe Descrizione Numero di oreanno

A Condizioni estremamente instabili 461 53

B Condizioni moderatamente instabili 1550 177

C Condizioni leggermente instabili 358 41

D Condizioni di neutralitagrave 2455 280

E Condizioni quasi stabili 2437 278

F Condizioni moderatamente stabili 1499 171

Totale 8760 100

171 Qualitagrave dellrsquoaria

La qualitagrave dellrsquoaria egrave monitorata da alcune stazioni di misura gestite da ARPA Veneto di cui quella piugrave

vicina allrsquoarea in esame risulta essere quella di Bassano del Grappa distante non piugrave di 15 -20 km e

classificata come fondo urbano Si tratta dunque di un sito di misura con posizione e caratteristiche che

la rendono un ragionevole riferimento circa la qualitagrave dellrsquoaria nella zona in esame

Lrsquounico inquinante di interesse rilevato con regolaritagrave egrave il PM10 I dati disponibili per il 2008 e 2009

registrano un valore di concentrazione media annua di 27-29 microgm3 contenuto rispetto ai valori del

capoluogo e in linea con i limiti normativi ma anche 40-42 superamenti della soglia di 50 microgm3

Decisamente piugrave elevati sono i dati delle centraline urbane della zona che presentano un numero di

superamenti che ha toccato la soglia 50 microgm3 in oltre il doppio degli eventi

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COD 15V055 PAGINA 131 194

Dal quadro che ARPAV fornisce con i suoi periodici rapporti e dai dati qui riportati si puograve affermare

che lrsquoinquinamento da PM10 rappresenti nella provincia una problematica rilevante ma che sembra

interessare soprattutto le aree piugrave urbanizzate mentre i dati della stazione di Bassano si collocano sui

valori piugrave contenuti

Per quanto riguarda le concentrazioni di NH3 non si dispone di dati di confronto ma si segnala che in

talune zone caratterizzate da particolari attivitagrave produttive ARPAV provvede ad attivitagrave di

monitoraggio La zona in esame tuttavia non ricade tra quelle ritenute piugrave esposte ad elevate

emissioni di NH3

172 Modello di dispersione

1721 Scelta della tipologia di modello e del codice software

Per la valutazione previsionale della diffusione delle emissioni in atmosfera si egrave adottato il software

Windimula v20 elaborato da ENEA Il software richiede lrsquoinserimento di dati di base per effettuare le

simulazioni quali lrsquoestensione del dominio territoriale di analisi la scansione temporale dei dati meteo e

le emissioni unitarie Per la stima delle concentrazioni in atmosfera e delle ricadute al suolo egrave stata

eseguita una modellizzazione utilizzando il modello WinDimula Questo modello egrave inserito nellrsquoelenco

da APAT (Agenzia Italiana per la protezione dellrsquoambiente e per i servizi tecnici) dei software per la

valutazione e gestione della qualitagrave dellrsquoaria (httpwwwsmrarpaemritctn )

1722 Estensione del dominio territoriale di analisi

Lrsquoelaborazione della simulazione effettuata con il software Windimula egrave stata eseguita con

lrsquoimpostazione del dominio orografico attraverso un reticolo di 101 101 punti con un passo di 30 m

per uno sviluppo di 3 km 3 km dal centro della sorgente Nel modello si egrave considerata tra le altre

variabili di input anche lrsquoinfluenza dellrsquoorografia del territorio

1723 Scansione temporale

In questo caso si egrave adottato il modulo di simulazione del programma Windimula chiamato ldquoshort termrdquo

che permette di calcolare la distribuzione spaziale sul territorio delle concentrazioni al suolo degli

inquinanti considerati riferiti sul breve periodo Lrsquoinput meteo egrave rappresentato in questo caso da un

valore istantaneo di intensitagrave e direzione del vento Le caratteristiche del modulo sono stazionarietagrave nel

tempo delle condizioni meteo e continuitagrave dellrsquoemissione in esame Pertanto lrsquoutilizzo di questo modello

nei casi piugrave impattanti (ad es assenza vento continuitagrave dellrsquoemissione alla massima portata ipotizzata

nelle diverse situazioni di operativitagrave) egrave decisamente piugrave cautelativo rispetto al ldquomodello climatologicordquo

del software che prevede lrsquoutilizzo di cosiddette ldquojoint frequency functionsrdquo che riportano tramite

frequenze di accadimento lrsquoaggregazione di dati di velocitagrave e direzione del vento per ogni classe

stabilitagrave In pratica mentre il modulo climatologico egrave impostato sulla conoscenza di dati climatologici

variabili nellrsquoarco giornata (cioegrave considera ad esempio la durata della calma di vento la direzione

intensitagrave e durata del vento ecc) il modulo ldquoshort termrdquo riporta una sola situazione meteo per lrsquointera

giornata Si capisce come ad esempio la simulazione eseguita con calma di vento stimata per lrsquointera

giornata (modulo short term) sia diversa dalla simulazione piugrave reale ma meno cautelativa dove la

calma di vento si protrae per quella stessa giornata per meno ore e vi siano altre situazioni meteo che

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PAGINA 132 194 Settembre 2015

favoriscono un ricambio di aria (modulo climatologico) Il modulo ldquoshort termrdquo egrave consigliato oltre che per

lrsquoimpostazione piugrave cautelativa della valutazione previsionale anche per una migliore verifica dei limiti di

legge su questrsquoultimo punto il ldquomodulo climatologicordquo consente solo considerazioni qualitative e non

quantitative Il modulo di simulazione adottato egrave stato valutato da numerosi studi sullrsquoargomento (ANPA

ndash Centro tematico Nazionale Atmosfera Clima ed Emissioni ldquoAggiornamento e ampliamento della

norma UNI ldquovalutazione delle dispersioni in atmosfera di effluenti aeriformi ndash Guida ai criteri di selezione

dei modelli matematicirdquo ACE ndashTL GU ndash 00-022001 ANPA ndash Centro Tematico Nazionale Atmosfera

Clima ed Emissioni ldquoLinee guida per la selezione e applicazione dei modelli di dispersione atmosferica

per la valutazione della qualitagrave dellrsquoariardquo RT-CTN_ACE 42001)

Il modello DIMULA su cui Windimula egrave stato realizzato egrave inserito nei rapporti ISTISAN 9032 (Modelli

per la progettazione e valutazione di una rete di rilevamento per il controllo della qualitagrave dellaria) e

ISTISAN 9336 (Modelli ad integrazione delle reti per la gestione della qualitagrave dellaria) in quanto

corrispondente ai requisiti qualitativi per la valutazione delle dispersioni di inquinanti in atmosfera in

regioni limitate (caratterizzate da scale spaziali dellordine di alcune decine di km) ed in condizioni

atmosferiche sufficientemente omogenee e stazionarie

1724 Descrizione del modello

I modelli gaussiani sono i modelli matematici di trasporto e diffusione dellinquinamento atmosferico piugrave

comuni Sono basati su equazioni che descrivono il campo tridimensionale delle concentrazioni

generato da una sorgente puntiforme sotto condizioni meteorologiche e di emissione invarianti rispetto

al tempo Questo tipo di modelli considerano che le condizioni meteorologiche possano essere ritenute

omogenee e stazionarie nellarea modellata e non possono lavorare in condizioni di calma La

semplicitagrave dellapprossimazione gaussiana la sua facilitagrave drsquouso con parametri meteorologici anchessi

facili da misurare e soprattutto ladozione di questo approccio come strumento decisionale e di controllo

da parte della agenzia ambientale americana (EPA) hanno rimosso alcune delle limitazioni originali

della teoria permettendo il trattamento di situazioni complesse del mondo reale

Si riportano di seguito le principali funzioni su cui si basa il modello

La forma della soluzione del modello egrave controllata da una serie di parametri che riguardano sia

laltezza effettiva del rilascio per sorgenti calde calcolata come somma dellaltezza del camino piugrave il

sovralzo termico dei fumi che la dispersione laterale e verticale del pennacchio calcolata utilizzando

formulazioni che variano al variare della stabilitagrave atmosferica descritta utilizzando le sei classi di

stabilitagrave introdotte da Pasquill-Turner

Lrsquoequazione di base impiegata per la stima della concentrazione di un inquinante in un determinato

recettore (x y z) in un modello Gaussiano egrave la seguente

dove C (xyz) egrave la concentrazione di inquinante nellrsquoambiente (μgm3) in un determinato punto nello

spazio (recettore) le cui coordinate sono (x y z) u egrave la velocitagrave del vento (ms) σy e σz (m) sono le

deviazioni standard (o coefficienti di dispersione) in senso orizzontale e verticale Q egrave il tasso di

emissione di inquinante espresso in μg m3 s e H lrsquoaltezza a cui avviene il rilascio (m)

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COD 15V055 PAGINA 133 194

Ne consegue pertanto che nellrsquoapplicazione dei modelli gaussiani le condizioni di calma di vento

quando cioegrave la velocitagrave del vento tende a zero devono essere trattate opportunamente a causa della

proporzionalitagrave inversa esistente fra C(xyz) e u Ciograve risulta particolarmente importante in tutta la

Pianura Padana che egrave caratterizzata da unrsquoelevata frequenza di situazioni di calma di vento che

possono rendere critico lrsquoimpiego di un modello Gaussiano La particolaritagrave del modello WinDimula

tuttavia egrave quella di poter eseguire simulazioni anche per situazioni di assenza di vento grazie

allrsquoadozione del modello ridotto di CirillondashPoli (Cirillo and Poli 1992) le cui principali equazioni sono

dove α β e γ sono coefficienti che definiscono la turbolenza atmosferica e sono assegnati dal modello

in base alla classe di stabilitagrave inserita

Per maggiori dettagli riguardo alle equazioni implementate dal modello WinDimula si rimanda alla guida

del modello stesso e alla relativa letteratura scientifica (MAIND ndash Modellistica Ambientale wwwmaindit

Cirillo et al 1989 Cagnetti et al 1982 )

Il modello richiede come input

la definizione di un reticolo di calcolo

la definizione di ricettori discreti

i dati meteo - climatici a passo orario se si decide di effettuare una simulazione short-term con

una sequenza di dati orari

la definizione delle sorgenti emissive e principali caratteristiche

Il modello restituisce la concentrazione media calcolata per ogni punto della griglia indicato e per gli

eventuali ricettori discreti inseriti Si possono quindi eseguire delle elaborazioni sui risultati utilizzando

unrsquoapposita applicazione di WinDimula definita post-processore il quale tra le altre funzioni permette

di calcolare i valori dei percentili per ogni punto e controllare i limite di leggi imposti sullrsquoinquinante

considerato

Si egrave scelto di effettuare simulazioni a breve periodo (short term) di lunghezza massima di unrsquoora

utilizzando piugrave situazioni meteorologiche in sequenza in modo che venga simulato un periodo di tempo

piugrave ampio in particolare un anno

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PAGINA 134 194 Settembre 2015

1725 Dati di input del modello

Il file meteo in ingresso al modello WinDimula richiede le seguenti informazioni

dimensioni del dominio di calcolo (m)

passo del grigliato (m)

ora giorno mese e anno dellrsquoacquisizione del dato

temperatura dellrsquoaria (degK)

velocitagrave del vento (ms)

direzione di provenienza del vento (deg)

precipitazione (mm)

classe di stabilitagrave atmosferica

altezza drsquoinversione termica (m)

deviazione standard della direzione del vento

velocitagrave di attrito (ms)

lunghezza di Monin-Obukhov (m)

Il modello Windimula richiede quali dati di input i dati emissivi (concentrazione degli inquinanti emessi e

flusso nel tempo) e le condizioni iniziali ed al contorno se rilevanti Altri dati necessari riguardano

lrsquoorografia (lrsquouso del suolo interviene sulla facilitagrave con cui si muovono le masse drsquoaria) Il passo del

grigliato egrave stato posto a 50 m dando origine ad una matrice di 3600 punti di griglia

1726 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie

Per quanto attiene i composti PM10 NH3 e H2S egrave stato impostato il calcolo del valore della

concentrazione media annua

Per la componente odorigena come previsto dalle Linee Guida della Regione Lombardia egrave stato

determinato per ogni punto griglia il 98deg percentile dei valori di concentrazione oraria elaborati dal

modello Il 98deg percentile di una serie di dati rappresenta quel valore che non viene superato dal 98

dei valori della distribuzione Pertanto definire questo percentile significa individuare il valore che viene

superato per il 2 del periodo di simulazione (175 giorni lrsquoanno o 29 minuti al giorno)

Successivamente sono stati interpolati i dati calcolati e ne egrave stata predisposta una rappresentazione

grafica

Per lrsquoammoniaca non essendoci valori di riferimento si verifica invece con le rappresentazioni grafiche

e la determinazione delle concentrazioni presso i ricettori se i dati forniti dal modello superano la soglia

di 265 microgm3 valore segnalato come limite inferiore per la percezione del gas

Come giagrave sottolineato in precedenza il metano non egrave stato oggetto dello studio della dispersione in

quanto composto come altri gas serra che non interagisce direttamente con lrsquoambiente (salvo

chiaramente modificare con il suo accumulo il bilancio termico terrestre) e non ha effetti sulla salute

umana Non vi sono infine valori di riferimento o limiti per la sua concentrazione nellrsquoaria ambiente per

cui lrsquointeresse egrave esclusivamente focalizzato sui valori di emissione complessivi

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COD 15V055 PAGINA 135 194

173 Normativa di riferimento

Il tema delle emissioni di inquinanti atmosferici da parte delle attivitagrave agricole e della zootecnia in

particolare ha assunto rilevanza solo nellrsquoultimi dieci ndash ventrsquoanni quando sulla base di numerose

indagini di carattere sperimentale da cui egrave emerso come i rilasci di composti potenzialmente dannosi

per la salute umana e lrsquoambiente da parte di questi settori produttivi non fossero trascurabili come per

lungo tempo si egrave ritenuto (Ritter e Chitikela 2007)

Lrsquoattivitagrave agricola e nello specifico la zootecnia per lungo tempo sono rimaste escluse da valutazioni

accurate circa le loro emissioni e dallrsquoimposizione di vincoli o limitazioni Va tuttavia osservato che

lrsquoindustrializzazione di molte tecniche colturali e lrsquointensificazione dei processi di allevamento animale

pur conseguendo indubbi traguardi produttivi porta con seacute diverse problematiche di carattere

ambientale tra cui la concentrazione

Per quanto riguarda i rilasci in atmosfera il settore zootecnico non egrave soggetto a specifiche norma che

ne limitino le emissioni Sussistono perograve limiti alle concentrazioni di inquinanti nellrsquoaria ambiente

composti dannosi per la salute umana e per i quali gli enti regolatori devono per il loro rispetto

considerare le diverse fonti presenti sul territorio

Per i composti ad effetto serra (metano e protossido di azoto) e lrsquoammoniaca come giagrave accennato vi

sono impegni di contenimento di carattere generale al rispetto del quale tutti i settori sono chiamati a

concorrere Il Protocollo di Kyoto e i successivi accordi a carattere europeo hanno posto precisi obiettivi

per i primi mentre la riduzione delle emissioni di ammoniaca deriva dalla Convenzione UN-ECE

(Convenzione LRTAP) sul trasporto transfrontaliero degli inquinanti atmosferici

1731 Particolato

Per quanto riguarda il contributo della zootecnia alle concentrazioni di inquinanti normati assume un

certo significato il particolato fine (PM10) per il quale lrsquoapporto di questo settore al quadro emissivo

complessivo Per quanto riguarda questo inquinante la normativa di riferimento egrave il DLgs n 155 del

13082010 in attuazione della Direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria ambiente e per unrsquoaria

piugrave pulita in Europa La norma prevede

un limite alla concentrazione media annua di 40 microgm3

un limite quale concentrazione media giornaliera di 50 microgm3 che non deve essere superato

piugrave di 35 volte lrsquoanno

1732 Ammoniaca

Per quanto riguarda lrsquoammoniaca non esiste un limite per lrsquoaria ambiente definito dalle norme vigenti

anche se il tema egrave dibattuto da tempo (Alberta Environment 2004) Recentemente la Regione

Toscana (2010) nellrsquoambito di una ricognizione dei valori di riferimento per composti non normati

emessi in atmosfera ha segnalato il valore di 70 μgm3 di ammoniaca quale soglia utile per orientare

valutazioni nellrsquoambito di studi di impatto ambientale e derivante dai ldquoLivelli guida significativi per la

saluterdquo elaborati dalla Agenzia governativa USA ATSDR (httpwwwatsdrcdcgov) Negli Stati Uniti egrave

stata suggerita lrsquoadozione di limiti compresi tra 100 e 208 microgm3 Alcuni Stati USA (es Michigan) hanno

adottato il valore di riferimento dellrsquoEPA di 100 microgm3 quale media giornaliera A fini cautelativi si

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PAGINA 136 194 Settembre 2015

considera in questo rapporto come primo valore di riferimento la soglia inferiore di percezione

dellrsquoammoniaca pari a 266 microgm3 (SEPA 2010)

Per quanto riguarda gli effetti ambientali diretti lrsquoUNECE (Commissione economica per lrsquoEuropa

dellrsquoONU) ha individuato giagrave nel 1999 i seguenti valori di riferimento 3300 microgm3 (media oraria) 270

microgm3 (media giornaliera) 23 microgm

3 (media mensile) and 8 microgm

3 (media annuale) quali livelli critici ai

fini della protezione della vegetazione Piugrave recentemente il valore soglia menzionato per la media

annuale ai fini della protezione degli ecosistemi egrave stato confermato (UNECE 2004)

1733 Idrogeno solforato

Le emissioni di idrogeno solforato (H2S) nellrsquoambito della zootecnia sono legate ai processi di

decomposizione di materiale organico in particolare componenti proteici (aminoacidi) contenenti zolfo

in condizioni di anaerobiosi e alla riduzione del solfato da parte di gruppi batterici specializzati (Arogo

et al 2000) I valori di H2S tipicamente riscontrabili nellrsquoatmosfera sono inferiori a 1 ppb (15 microgm3)

Metagrave della popolazione egrave capace di avvertire lrsquoH2S giagrave a concentrazioni di 8 ppb (12 microgm3) ed il 90

riconosce il suo tipico odore a 50 ppb (150 microgm3) (Cauzillo et al 2010)

La presenza dellrsquoH2S nellrsquoazienda agricola egrave in genere legata allo stoccaggio dei reflui noncheacute alle

strutture di ricovero degli animali soprattutto nellrsquoallevamento suino e in condizioni di scarsa

ventilazione Qui lrsquoH2S puograve raggiungere valori di circa 5 ppm (75 mgm3) la soglia massima accettabile

per la protezione della salute negli ambienti di lavoro indicata dallrsquoagenzia USA OSHA (Occupational

Safety and Health Administration) egrave fissata a 10 ppm (15 mgm3) Per quanto riguarda lrsquoaria ambiente

lrsquoOrganizzazione mondiale della sanitagrave propone tre soglie di riferimento (WHO Guidelines ed 2000)

150 μgm3 quale media su 24 ore

100 μgm3 per periodi di durata compresa tra 1 e 14 gg

20 μgm3 per periodi di durata fino a 90 giorni

La normativa nazionale fissa con il DPR 322 del 1541971 (abrogato) due limiti per le immissioni di H2S

allrsquoesterno dei perimetri industriali 100 microgm3 per intervalli di 30 minuti e 40 microgm

3 per un tempo di

mediazione di 24 ore

In ambito zootecnico la presenza di H2S egrave in genere ben correlata con la problematica dellrsquoodore

prodotto dalrsquoallevamento animale Guo et al (2000) hanno osservato che esiste una correlazione

positiva significativa tra questo gas e la percezione di odori (r = 075) e che pertanto la concentrazione

di H2S puograve essere utilizzata come indicatore dei livelli di odore per allevamenti di diverse tipologie

animali Le emissioni di H2S presso gli impianti di produzione animale sono strettamente correlate con

la specie animale (Ni et al 2002) il numero di capi e la gestione dei reflui Si stima che a paritagrave di peso

vivo ed altre condizioni le emissioni di H2S siano massime nellrsquoallevamento suino in particolare per le

fasi di riproduzione seguono lrsquoallevamento bovino e quindi quello avicolo (Atia et al 2010)

1734 Composti odorigeni

Una particolare attenzione sta incontrando ormai da diversi anni la problematica legata allrsquoemissione di

composti odorigeni da parte delle attivitagrave zootecniche La crescente densitagrave degli impianti e la

insufficiente pianificazione del territorio hanno determinato una commistione fra usi del suolo non

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COD 15V055 PAGINA 137 194

sempre compatibili e le distanze che separano aree residenziali e aziende zootecniche sono risultate in

numerosi casi inadeguate

Al centro dellrsquoattenzione vi sono oltre 200 diverse molecole (Schiffman 1998) che per loro natura sono

in grado di suscitare sensazioni sgradevoli allrsquoolfatto umano Per queste non esiste una specifica

normativa a carattere nazionale e la lacuna egrave stata parzialmente colmata da provvedimenti regionali

Diverse Regioni hanno legiferato in tema di disturbi olfattivi in particolar modo rispetto al trattamento

dei rifiuti urbani e il compostaggio Norme in materia sono state emanate giagrave da tempo da parte della

Regione Lombardia (DGR n 12764 del 16042003) dalla Basilicata (DGR n 709 del 22042002)

dalla Regione Sicilia (DGR n 27 parte I del 14062002 dellrsquoAbruzzo (DGR n 400 del 26052004) e

infine dalla Regione Veneto (DGR n 568 del 25022005)

Norme specifiche sul disturbo olfattivo e mirate a trattare ogni tipologia di fonte sono state emanate

dalla Regione Lombardia (2010) con le Linee Guida approvate dopo un periodo di valutazione di oltre

un anno con Deliberazione della Giunta Regionale del 15 febbraio 2012 (DGR 15 febbraio 2012 ndash n

IX3018)

Le Linee Guida della Regione Lombardia forniscono prima di tutto indicazioni circa un percorso di

valutazione delle emissioni e di determinazione del potenziale disturbo mediante lrsquoapplicazione di

metodologie di misura quantitativa Esse prevedono inoltre lrsquoimpiego di strumenti di dispersione

modellistica per valutazioni di carattere previsionale Le Linee Guida non forniscono nella realtagrave limiti

vincolati ma prescrivono che lo studio di impatto odorigeno richiesto per attivitagrave da cui egrave ragionevole

attendersi un impatto in tal senso sviluppi mappe di impatto ldquodove devono essere riportati i valori di

concentrazione orarie di picco di odore al 98deg percentile su base annuale cosigrave come risultanti dalla

simulazione a 1 3 e 5 uoEm3 ldquoal fine di poter consentire alle autoritagrave regolatorie di disporre delle

informazioni necessarie per valutare la compatibilitagrave ambientale dellrsquoimpianto o dellrsquoattivitagrave in esame in

relazione al contesto in cui si realizzanordquo

Altre Regioni hanno in modi diversi ripreso e adottato questa esperienza La Regione Emilia ndash

Romagna persegue il contenimento del rilascio di ammoniaca e quindi di uno dei principali odorigeni

dagli impianti a biogas e dal trattamento del digestato (Regolamento regionale 28 ottobre 2011 n1)

Va osservato che in numerosi altri Paesi sono previsti strumenti normativi analoghi ma mancano

indicazioni di livello europeo Cosigrave ad esempio in Gran Bretagna le Linee Guida ldquoIPPC - Horizontal

Guidance for Odour Part 1 ndash Regulation and Permittingrdquo (2002) che individuano quali limiti di

concentrazione di odore al 98deg percentile le soglie di 15 uoEm3 30 ouEm

3 60 ouEm

3 nel caso

rispettivamente di tipologie industriali ad ldquoelevatordquo ldquomediordquo o ldquobassordquo potenziale di molestia In Francia

la norma destinata alla protezione dalle emissioni di impianti di compostaggio prevede che entro un

raggio di 3000 m dai confini dellrsquoimpianto stesso non si debba superare il limite di 5 ouEm3

per piugrave di

175 ore allrsquoanno corrispondenti ad una frequenza del 2 (98deg percentile) (JORF du 22 Avril 2008) Un

quadro delle modalitagrave di valutazione delle emissioni odorigene dal settore zootecnico in diversi Paesi

europei egrave riportato in EPA ndash Ireland (2001)

Lrsquoapplicazione delle Linee Guida della Regione Lombardia assume al fine di condurre stime di

carattere previsionale il composto odorigeno come una miscela teorica di sostanze diverse Questa

viene trattata come un ldquoinquinanterdquo e ne viene stimato il rilascio e simulata la dispersione Lrsquoodore egrave

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PAGINA 138 194 Settembre 2015

espresso in termini di concentrazione definita in conformitagrave alla UNI EN 137252004 ed egrave assimilabile

nellambito delle simulazioni di dispersione ad ununica pseudo-specie che si disperde nellatmosfera in

forma gassosa (quindi non particellare)

174 Risultati delle simulazioni

1741 Composti odorigeni

I risultati delle elaborazioni condotte con il modello Windimula sono riportati per i ricettori considerati

nella tabella che segue Questa evidenzia valori di concentrazione di odorigeni stimati presso le

abitazioni individuate noncheacute presso i ricettori discreti individuati a distanza di 500 m dalle strutture

zootecniche

I valori riportati sono tutti inferiori alla soglia di 1 ouEm3 e consentono di affermare che presso le

residenze individuate in prossimitagrave dellrsquoAzienda e piugrave in generale oltre i 500 m di distanza le

concentrazioni di composti odorigeni non andranno a creare condizioni di disturbo Le concentrazioni

piugrave elevate di odore si riscontrano presso gli estrattori e comunque si mantengono ovunque allrsquointerno

del perimetro aziendale su livelli contenuti (5 ouEm3)

Secondo le Linee Guida della Regione Lombardia il valore di 1 ouEm3 per il 98 percentile delle ore

dellrsquoanno indica che per un numero limitato di ore appunto meno del 2 vi potragrave essere percezione

delle emissioni ma ciograve saragrave avvertito solo dalla porzione piugrave sensibile della popolazione I valori

risultano sempre inferiori a questa soglia anche nel caso lrsquoAzienda si orienti verso un incremento della

produzione utilizzando al meglio gli spazi disponibili

La distribuzione attesa delle concentrazioni (98deg percentile delle concentrazioni medie orarie) di odore

in prossimitagrave dellrsquoAzienda egrave riportata graficamente Dalla mappa si rileva chiaramente la modesta entitagrave

delle concentrazioni che si possono raggiungere anche nei periodi meno favorevoli alla dispersione

Allontanandosi dallrsquoAzienda i giagrave modesti valori si riducono rapidamente e risultano del tutto trascurabili

a poche centinaia di metri di distanza Lrsquoelaborazione relativa allrsquoipotesi di incremento della produzione

non modifica il quadro complessivo descritto La rappresentazione grafica delle ricadute non mostra

particolaritagrave di rilievo La isolinea indicante la concentrazione di 3 ouEm3 sempre riferita al 98deg

percentile delle stime orarie corre in prossimitagrave del confine dellrsquoAzienda La isolinea indicante la

concentrazione di 1 ouEm3 non raggiunge le abitazioni e si sviluppa in direzione sud-ovest

coerentemente con i venti dominanti

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COD 15V055 PAGINA 139 194

Valori di concentrazione previsti dal modello di dispersione presso le abitazioni

Distanza dalle

sorgenti (m)

98deg percentile (ouEm3)

Stato attuale

98deg percentile

(ouEm3)

Incremento

produzione

1 residenza Nord 400 lt 05 lt 05

2 residenza Est 426 lt 05 lt 05

3 residenza Sud 387 lt 05 055

Valori di concentrazione previsti dal modello di dispersione per i ricettori discreti

Ricettori discreti Distanza dalle

sorgenti (m)

98deg percentile (ouEm3)

Stato attuale

98deg percentile

(ouEm3)

Incremento

produzione

N 500 0175 0208

W 500 0641 0504

S 500 0289 0444

E 500 0158 0302

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PAGINA 140 194 Settembre 2015

Concentrazione di composti odorigeni (98degpercentile) (in ouEm

3) con emissioni attuali Sono

riportate rispettivamente in verde e giallo e rosso le isolinee 1 e 3 ouEm3

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COD 15V055 PAGINA 141 194

Concentrazione media oraria di composti odorigeni (98degpercentile) (in ouEm3) nellrsquoipotesi di

incremento produttivo Sono riportate rispettivamente in verde giallo e rosso le isolinee 13 e 5

ouEm3

1742 Ammoniaca

Il modello di dispersione fornisce il quadro delle concentrazioni attese di NH3 sulla base delle emissioni

prodotte nel corso dellrsquoattivitagrave produttiva La Tabella 13 fornisce il quadro delle ricadute di questo

composto in prossimitagrave delle strutture di produzione Sono riportati i valori di concentrazione media

annua presso le abitazioni e i recettori discreti

Il valore di concentrazioni media annua stimato presso le sorgenti di emissione corrispondenti alla

bocca degli estrattore egrave 7 microgm3 il valore massimo giornaliero presso lrsquoimpianto egrave stimato in 14 allo

stato attuale A breve distanza ancora allrsquointerno del perimetro aziendale le concentrazioni calano

rapidamente e raggiungono presso le abitazioni individuate per la valutazione degli odorigeni livelli

inferiori a 1 microgm3 notevolmente inferiori alla soglia di percezione del composto

Nel caso lrsquoAzienda si orienti in direzione di un incremento produttivo come descritto in precedenza egrave

atteso un aumento delle emissioni di ammoniaca presso lrsquoimpianto il valore di concentrazione media

annua attesa saragrave di 95 microgm3 mentre il valore massimo giornaliero potragrave raggiungere i 185 microgm

3

Valori di concentrazione di ammoniaca determinati dal modello di dispersione presso le abitazioni

Distanza dalle sorgenti Concentrazione

media annua

stato attuale

Concentrazione

media annua

incremento produttivo

(m) microgm3 microgm

3

1 residenza Nord 400 lt 05 lt 05

2 residenza Est 426 lt 05 lt 05

3 residenza Sud 387 lt 05 lt 05

Valori di concentrazione di ammoniaca determinati dal modello di dispersione presso i ricettori

discreti

Distanza dalle sorgenti Concentrazione

media annua

Stato attuale

Concentrazione

media annua

Incremento produttivo

(m) microgm3 microgm

3

Estrattori 0 5051 6920

N 500 0102 0156

W 500 0284 0392

S 500 0244 0329

E 500 0130 0174

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PAGINA 142 194 Settembre 2015

Concentrazione media annua di NH3 (in microgm

3) ndash Situazione attuale

Concentrazione media annua di NH3 (in microgm3) ndash Ipotesi di incremento produttivo

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COD 15V055 PAGINA 143 194

1743 Particolato fine

I valori attesi di PM dati dallrsquoelaborazione modellistica sono assai contenuti presso lrsquoarea dellrsquoimpianto

la concentrazione media annua data dalle sole emissioni dellrsquoimpianto si attesta sul valore di 26 microgm3

Allontanandosi di poche centinaia di metri le concentrazioni attese calano drasticamente e raggiungono

valori poco significativi Sia nelle condizioni attuali che con lrsquoincremento di produzione previsto le

concentrazioni presso i ricettori individuati si attestano su valori inferiori o pari a 1 microgm3

Valori di concentrazione di PM10 determinati dal modello di dispersione presso le abitazioni

Distanza dalle

sorgenti

Concentrazione

media annua

stato attuale

Concentrazione

media annua

incremento produttivo

(m) microgm3

microgm3

1 residenza Nord 400 1049 143

2 residenza Est 426 lt 05 0505

3 residenza Sud 387 lt 05 lt05

Valori di concentrazione di PM10 determinati dal modello di dispersione per i ricettori discreti

Distanza dalle

sorgenti

Concentrazione

media annua

Stato attuale

Concentrazione

media annua

Incremento produttivo

(m) microgm3

microgm3

Estrattori 0 2604 354

N 500 0657 0745

W 500 1199 1630

S 500 0950 1290

E 500 0748 1018

Le mappe che seguono riportano la distribuzione delle ricadute delle emissioni di PM10 Si osserva

come la superficie interessata dalle ricadute sia estremamente contenuta e non interessi le abitazioni

piugrave prossime allrsquoAzienda

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PAGINA 144 194 Settembre 2015

Concentrazione media annua di PM10 (in microgm

3) ndash Situazione attuale

Concentrazione media annua di PM10 (in microgm

3) ndash Ipotesi di incremento produttivo

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COD 15V055 PAGINA 145 194

1744 Idrogeno solforato

I valori attesi di idrogeno solforato dati dallrsquoelaborazione modellistica sono come per gli altri composti

molto modesti Presso lrsquoarea dellrsquoimpianto la concentrazione media annua data dalle sole emissioni

dellrsquoimpianto si attesta sul valore di 114 microgm3

Allontanandosi di poche centinaia di metri le

concentrazioni attese calano ulteriormente e raggiungono valori del tutto trascurabili Sia nelle

condizioni attuali che con lrsquoincremento di produzione previsto le concentrazioni presso i ricettori

individuati si attestano su valori inferiori o pari a 1 microgm3 quindi ben al disotto della soglia di percezione

del composto

Valori di concentrazione di idrogeno solforato determinati dal modello di dispersione presso le

abitazioni

Distanza dalle

sorgenti

Concentrazione

media annua

stato attuale

Concentrazione

media annua

incremento produttivo

(m) microgm3 microgm

3

1 residenza Nord 400 0012 0058

2 residenza Est 426 0015 0020

3 residenza Sud 387 0011 0044

Valori di concentrazione di idrogeno solforato determinati dal modello di dispersione per i ricettori

discreti

Distanza dalle

sorgenti

Concentrazione

media annua

Stato attuale

Concentrazione

media annua

Incremento produttivo

(m) microgm3 microgm

3

Estrattori 0 1140 1560

N 500 0024 0033

W 500 0022 003

S 500 0046 0605

E 500 0854 0063

Le mappe che seguono riportano la distribuzione delle ricadute delle emissioni di H2S Si osserva come

la superficie interessata dalle ricadute sia estremamente contenuta e non interessi le abitazioni piugrave

prossime allrsquoAzienda

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PAGINA 146 194 Settembre 2015

Concentrazione media annua di H2S (in microgm3) ndash Situazione attuale

Concentrazione media annua di H2S (in microgm3) ndash Ipotesi di incremento produttivo

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COD 15V055 PAGINA 147 194

175 10 Considerazioni conclusive

Sono state analizzate le emissioni di alcuni inquinanti normati gas ad effetto serra e composti odorigeni

emessi dalle strutture produttive dellrsquoAzienda Agricola Maggiolo Lrsquoesame egrave stato condotto rispetto

allrsquoattuale livello di produzione dellrsquoallevamento avicolo e considerando unrsquoipotesi di aumento dei capi

accasati

Lrsquoaumento dei capi allevati nel corso dei cicli di produzione annui determina un aumento del rilascio di

in atmosfera da parte delle strutture dellrsquoallevamento proporzionale al numero di capi LrsquoAzienda si

trova in una zona idonea allrsquoallevamento per la relativamente scarsa densitagrave abitativa e la presenza di

una fascia di colture agricole che la separa dalle abitazioni piugrave prossime

Per verificare quale possano essere le concentrazioni di odorigeni PM10 H2S e NH3 nellrsquoarea

circostante lrsquoAzienda egrave stata condotta una indagine modellistica mediante il software Windimula

Questa ha evidenziato presso le abiazioni e ricettori discreti posizionati a 500 m valori molto contenuti

di tutti i composti considerati

La valutazione del potenziale disturbo legato a composti odorigeni egrave stata condotta secondo quanto

previsto dalle Linee Guida in materia predisposte dalla Regione Lombardia Le tre abitazioni poste ad

alcune centinaia di metri dallrsquoimpianto zootecnico non risultano interessati da disturbi olfattivi Anche i

valori di concentrazione attesi per NH3 e H2S non si ritiene possano avere impatto olfattivo

In conclusione si puograve ritenere che la presenza dellrsquoattivitagrave di produzione avicola condotta dallrsquoAzienda

Maggiolo non determini attualmente condizioni di disturbo olfattivo o apporti rilevanti di inquinati da

modificare il quadro locale della qualitagrave dellrsquoaria Con riferimento allrsquoincremento di capi da accasare di

cui egrave richiesta lrsquoautorizzazione si ritiene che ciograve pur determinando un modesto incremento delle

emissioni non comporteragrave alterazioni della qualitagrave dellrsquoaria e lrsquoemissione di odorigeni pur

occasionalmente percepita non causeragrave disturbi di natura olfattivo presso le abitazioni piugrave prossime

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PAGINA 148 194 Settembre 2015

18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALLrsquoATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO

181 Assi viari interessati dal traffico indotto

I flussi di traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento dellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave legato al trasporto

dei capi da e per lrsquoallevamento allrsquoapprovvigionamento di materie prime (in particolare mangime) ed al

trasporto dalla pollina a fine ciclo

I pulcini arrivano da San Pietro in Gugrave Dallo stesso comune arriva il mangime dai mangimifici del

gruppo Veronesi I capi sono portati ai macelli di Vazzola e San Martino Buonalbergo La pollina

viene tutta consegnata ad una fungaia Agrifung localizzata a Trevignano

La tabella che segue riporta le distanze tra lrsquoazienda agricola e le realtagrave aziendali

Distanze percorse dai mezzi

Consegna Distanza km Tipologia di strade

San Pietro in Gugrave Pulcini

Mangime

245 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti

Vazzola Capi a fine ciclo 515 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti

San Martino

Buonalbergo

Capi a fine ciclo 879 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti

Trevignano Pollina 167 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti

Nelle immagine sotto riportate viene indicata la viabilitagrave interessata dai mezzi di trasporto e che

verranno utilizzate per il trasporto dei capi a inizio e fine ciclo e delle materie

Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso Vazzola (da Google map)

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COD 15V055 PAGINA 149 194

Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso San Pietro in Gugrave (da Google map)

Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso San Martino Buon Albergo (da Google map)

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PAGINA 150 194 Settembre 2015

Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso Trevignano (da Google map)

182 Stima del traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento

Durante il periodo di carico (accasamento) dei capi sono necessari attualmente 2 mezzi per ciclo

quando nello scenario di progetto si prevedono circa 6 mezzi per ciclo

Per il trasporto del mangime sono necessari attualmente circa 12 mezzi per ciclo (con autocisterne da

30 t) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 30 mezzi per ciclo (sempre con autocisterne

da 30 t)

Per il trasporto della pollina prodotta sono necessari attualmente circa 2 mezzi per ciclo (con mezzi da

30 t di cui il 70 di portata utile) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 5 mezzi per ciclo

(sempre da 30 t)

Durante il periodo di scarico dei capi sono necessari attualmente considerando un tipico ciclo misto

(come indicato nel quadro di riferimento progettuale) 2 mezzi per il primo sfoltimento (polli da 18 kg) 2

mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 27 kg) e quindi 6 mezzi per lrsquoultimo lo scarico dei polli da 36

kg Nello scenario di progetto considerando sempre lo stesso tipico ciclo misto saranno necessari 5

mezzi per il primo sfoltimento (polli da 18 kg) 4 mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 27 kg) e

quindi 16 mezzi per lrsquoultimo lo scarico dei polli da 36 kg

Contemporaneamente egrave possibile che il trasporto di mangime possa coincidere con il periodo si carico

dei capi essendo quindi possibile che il traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamenti sia pari ad un

massimo giornaliero (svolto nel solo periodo diurno) di 3 mezzi pesanti nella situazione attuale e 5

mezzi pesanti nello scenario di progetto

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COD 15V055 PAGINA 151 194

Situazione attuale e scenario di progetto ndash trasporto di materie

Trasporto capi

situazione attuale

scenario di progetto

Mezzi di trasporto inizio ciclo n capi 39500 110000

Mezzi di trasporto n 20 60

Mezzi di trasporto fine ciclo al macello

situazione attuale

scenario di progetto

sfoltimento a 18 kg n capi 111318 310000

Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 111318 310000

Peso vivo kgcapo 18 200 558

Numero di gabbie n capi per gabbia 48 2319 6458

Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n 20 50

sfoltimento a 27 kg n capi 71818 200000

Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 71818 200000

Peso vivo kgcapo 27 194 540

Numero di gabbie n capi per gabbia 32 2244 6250

Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n

20 40

sfoltimento a 36 kg n capi 211864 590000

Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 211864 590000

Peso vivo kgcapo 36 763 2124

Numero di gabbie n capi per gabbia 24 8828 24583

Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n

60 160

Mangime

situazione attuale

scenario di progetto

Fabbisogno di mangime t ciclo 3144 8392

Mezzo di trasporto (autocisterne da 30 t) n ciclo

120 300

Pollina a fine ciclo

situazione attuale

scenario di progetto

Produzione di pollina (dato medio considerata la consistenza media al netto della mortalitagrave) kgcapo 135 141

Produzione di pollina t ciclo 320 892

Mezzo di trasporto (30 t di cui 70 portata utile) n

20 50

situazione attuale

scenario di progetto

Mezzi di trasporto complessivi per ciclo n ciclo 260 660

Flusso massimo contemporaneo n giorno

30 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t

50 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t contemporanea allo sfoltimento

dei capi

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PAGINA 152 194 Settembre 2015

Situazione attuale ndash tipico ciclo misto

numero di

capi Scorta di Mangime

Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine

ciclo Mezzi pollina

Totale mezzi massimo gg

850 30

30

1 19750 844

10

10

2 39500 833

10

10

3 39500 822

-

4 39500 811

-

5 39500 799

-

6 39500 788

-

7 39500 777

-

8 39500 766

-

9 39500 754

-

10 39500 743

-

11 39500 712

-

12 39500 682

-

13 39500 651

-

14 39500 620

-

15 39500 589

-

16 39500 559

-

17 39500 528

-

18 39500 497

-

19 39500 466

-

20 39500 436

-

21 39500 405

-

22 39500 326

-

23 39500 247

-

24 39500 168

-

25 39500 89

-

26 39500 10

-

27 39500 781 30

30

28 39500 702

-

29 39500 623

-

30 39500 544

-

31 39500 465

-

32 39500 386

-

33 39500 307

-

34 39500 228

-

35 39500 149

-

36 28368 92

20

20

37 28368 35

-

38 28368 829 30

30

39 28368 772

-

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 153 194

numero di

capi Scorta di Mangime

Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine

ciclo Mezzi pollina

Totale mezzi massimo gg

40 28368 715

-

41 28368 659

-

42 28368 602

-

43 28368 545

-

44 28368 488

-

45 28368 432

-

46 21186 352

20

20

47 21186 273

-

48 21186 193

-

49 21186 114

-

50 21186 34

-

51 21186 805 30

30

52 21186 725

-

53 21186 646

-

54 21186 567

-

55 21186 487

-

56 21186 408

-

57 21186 328

-

58 13506 278

20

20

59 5826 256

20

20

60 - 256

20

20

61

20

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PAGINA 154 194 Settembre 2015

Scenario di progetto ndash tipico ciclo misto

numero di capi

Scorta di Mangime

Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine

ciclo Mezzi pollina

Totale mezzi massimo gg

850 30

30

1 18333 845

10

10

2 36667 834

10

10

3 55000 819

10

10

4 73333 798

10

10

5 91667 772

10

10

6 110000 740

10

10

7 110000 709

-

8 110000 678

-

9 110000 646

-

10 110000 615

-

11 110000 529

-

12 110000 444

-

13 110000 358

-

14 110000 272

-

15 110000 187

-

16 110000 101

-

17 110000 16

-

18 110000 780 30

30

19 110000 694

-

20 110000 609

-

21 110000 523

-

22 110000 303

-

23 110000 83

-

24 110000 713 30

30

25 110000 493

-

26 110000 273

-

27 110000 53

-

28 110000 683 30

30

29 110000 463

-

30 110000 243

-

31 110000 23

-

32 110000 653 30

30

33 110000 433

-

34 110000 213

-

35 94640 24

20

20

36 79280 685 30 20

50

37 79000 527

10

10

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COD 15V055 PAGINA 155 194

numero di capi

Scorta di Mangime

Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine

ciclo Mezzi pollina

Totale mezzi massimo gg

38 79000 369

-

39 79000 211

-

40 79000 53

-

41 79000 745 30

30

42 79000 587

-

43 79000 429

-

44 68760 291

20

20

45 59000 70

20

20

46 59000 699 30

30

47 59000 477

-

48 59000 256

-

49 59000 35

-

50 59000 664 30

30

51 59000 442

-

52 59000 221

-

53 59000 850 30

30

54 51320 657

20

20

55 43640 494

20

20

56 35960 359

20

20

57 28280 253

20

20

58 20600 176

20

20

59 12920 127

20

20

60 5240 108

20

20

61 -

20

20

62

20 20

63

20 20

64

10 10

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PAGINA 156 194 Settembre 2015

19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO

191 Premessa

La valutazione previsionale dellimpatto acustico comprese le misure fonometriche egrave stata eseguita dal

Dott Mario Zambrini e dallrsquoIng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel campo dellrsquoacustica

ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti rispettivamente con

Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714 del 3 Dicembre 2010

192 Stima dellrsquoimpatto acustico ndash modello di simulazione

Per la stima dellrsquoimpatto acustico determinato dalle attivitagrave di allevamento egrave stato utilizzato il software

Soundplan (versione 74) che utilizza quale riferimento di calcolo la norma internazionale ISO 9613-

21996 ldquoAcoustics ndash Attenuation of sound during propagation outdoors ndash Part 2 general method of

calculationrdquo per le sorgenti sonore puntuali

Il metodo di stima proposto dalla norma internazionale ISO 9613 consente di calcolare in

corrispondenza dei recettori acustici i livelli di pressione sonora associati alla presenza di un insieme di

sorgenti sonore

Tale modello calcola i livelli di pressione sonora determinati da una o piugrave sorgenti sonore in

corrispondenza di un numero potenzialmente infinito di recettori (LAT) al netto delle attenuazioni della

pressione sonora che ne influenzano la propagazione nel caso dellrsquoallevamento oggetto di valutazione

il modello considera dunque lrsquoattenuazione determinata dalla barriere (attenuazione determinata dalla

presenza di schermibarriere fisiche tra la sorgente ed il recettore Abar ovvero in questo caso

prevalentemente dallrsquoorografia del territorio ed i manufatti esistenti) divergenza geometrica (Adiv) (in

base allrsquoipotesi di propagazione del rumore in campo sferico) dallrsquoassorbimento dellrsquoatmosfera (Aatm) ed

alla cosiddetta ldquorugositagraverdquo del terreno (Agr)

ISO 9613-21996

(estratto riassuntivo illustrativo dei parametri utilizzati nella presente simulazione)

LAT = LW + Dc ndash (Adiv + Aatm + Agr + Abar) - Cmet

in cui

LAT livello equivalente di pressione sonora in corrispondenza del recettore acustico

LW livello di potenza sonora

Dc correzione che tiene conto della eventuale direttivitagrave della propagazione del rumore che nel caso di

una sorgente omnidirezionale risulta pari a 0 dB(A)

Adiv (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)

Aatm (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)

Agr (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)

Abar (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)

Cmet fattore di correzione meteoclimatico dipendente dalla direzione e velocitagrave del vento e del gradiente di

temperatura (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996) ndash non considerato nelle presenti

simulazioni

Nellrsquoambito delle simulazioni condotte tutte le sorgenti sonore sono considerate omnidirezionali

Nella stima dellrsquoAGr egrave stato utilizzato nelle simulazioni relative alle situazione attuale e allo scenario di

progetto un coefficiente ldquoGrdquo pari a 06 legato alla presenza di terreni porosi (che includono prato e

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 157 194

pascolo presenza di vegetazione e alberi o aree a seminativi)

Nellrsquoambito delle simulazioni condotte si sono assunti valori di temperatura umiditagrave e pressione

atmosferica rispettivamente pari a 10ordmC 70 e 101325 mbar

Per la stima del contributo dei flussi di traffico indotto dalle attivitagrave dellrsquoallevamento egrave stato utilizzato lo

software Soundplan adottando quale riferimento di calcolo il codice NMP ndash Routes ndash 96 (sviluppato da

SETRA-CERTU-LCP-CSTB) raccomandato dalla Commissione Europea per la determinazione dei

livelli sonori generati da traffico veicolare25

Le simulazioni acustiche sono state elaborate adottando i seguenti parametri numero di riflessioni pari

a 3 (utilizzato anche nel calcolo dei livelli di pressione in corrispondenza dei singoli edifici) griglia di

calcolo di 10 m di lato livello di interpolazione massimo di 9x9 (equivalente ad una stima dei livelli per

81 recettori interni alla cella) stima dei livelli di pressione ad una altezza di 4 m dal terreno nel caso

delle mappe acustiche ed in corrispondenza dei singoli recettori collocati al piano terreno eo al primo

piano

Sulla base di tali input il modello egrave quindi in grado di elaborare e rappresentare le curve isofoniche

corrispondenti ad altrettanti livelli di pressione sonora (espressi in questo caso come Livello sonoro

equivalente ponderato A ndash LAeq) previsti nellrsquointorno dellrsquoallevamento di progetto ovvero determinare il

livello di pressione sonora ipotizzabile in facciata ad ogni edificio individuato Le simulazioni tengono

inoltre in considerazione la presenza dei manufatti presenti sul territorio

Gli esiti delle simulazioni effettuate vengono rappresentati in forma grafica mediante mappe che

riportano le curve isofoniche per la visualizzazione dei livelli di pressione sonora (come contributo delle

sorgenti simulate) relativamente a tutto il territorio potenzialmente interessato

In corrispondenza dei singoli edifici presenti sul territorio si restituiscono invece puntualmente i livelli

di pressione sonora in facciata

Mappe acustiche riportate in allegato cartografico

Griglia di calcolo Scala di restituzione cartografica

Situazione attuale e scenario di progetto

Mappa acustica relativa al periodo diurno serale e notturno senza traffico indotto ndash solo sistema di ventilazione alla massima potenza

10 x 10 m 110000 13500

Situazione attuale

Mappa acustica relativa al periodo diurno durante le giornate con traffico indotto (sistema di ventilazione sempre alla massima potenza)

10 x 10 m 110000 13500

Scenario di progetto

Mappa acustica relativa al periodo diurno durante le giornate con traffico indotto (sistema di ventilazione sempre alla massima potenza)

10 x 10 m 110000 13500

25

Raccomandazione della Commissione del 6 Agosto 2003 concernente le linee guida relative ai metodi di calcolo aggiornati per il rumore dellrsquoattivitagrave industriale degli aeromobili del traffico veicolare e ferroviario e relativi dati di rumorositagrave (2003613CE)

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PAGINA 158 194 Settembre 2015

193 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici

Secondo il Piano di Classificazione Acustica del comune di Castelfranco Veneto approvato con

deliberazione del Consiglio Comunale n 103 del 3172003 si rileva che lrsquoarea oggetto di analisi si

colloca allrsquointerno della classe III ndash aree di tipo misto Come specifica anche la Relazione Illustrativa

ldquorientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento

con media densitagrave di popolazione con presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di

attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano

macchine operatricirdquo

Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Riese Pio X classifica lrsquoarea a sud ovest del comune

al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego in classe acustica II ldquoaree

destinate a uso prevalentemente residenzialerdquo Per tali aree ldquoIl DPCM 1391 determina che siano

inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con

bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali e assenza di attivitagrave

industriali e artigianali In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui lrsquoabitare egrave

evidentemente la funzione prioritaria e in cui mancano o comunque non sono significative le attivitagrave

commerciali che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni (negozi di generi

alimentari artigianato di servizio ecc) Lrsquoassenza di importanti assi di attraversamento e di strade

principali di connessione urbana lrsquoassenza di attivitagrave industriali e dellrsquoartigianato produttivo assieme

alla bassa densitagrave di popolazione consentono di individuare indicativamente tali aree solo in alcune

zone C del PRG vigente In particolare lrsquoassenza di attivitagrave di artigianato produttivo diventa elemento di

riconoscimento delle zone C da inserire in classe IIrdquo

Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castello di Godego individua la zona a nord est al

confine con il comune di Castelfranco Veneto in classe III ndash aree di tipo misto Come per il Piano di

Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato per le aree che

ricadono in questa classe valgono le prescrizioni del DPCM 1391

Lrsquoindividuazione dei potenziali recettori acustici egrave stata effettuata sulla base della Carta Tecnica

Regionale e sulla base del sopraluogo effettuato in loco noncheacute delle foto aeree

La tavola ldquoClassificazione acustica del territoriordquo (inclusa nellrsquoallegato cartografico) riporta lo stralcio

delle classificazioni acustiche dei tre comuni Nella stessa tavola vengono indicati i potenziali recettori

acustici selezionati collocati a minor distanza della azienda agricola ovvero degli assi viari interessati

dal traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento

La seguente tabella riporta lrsquoelenco dei manufatti selezionati ai fini della presente valutazione e

relativamente ai quali sono stati posizionati i recettori sul lato piugrave esposto allrsquoattivitagrave di allevamento e

relativo traffico indotto

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COD 15V055 PAGINA 159 194

Potenziali recettori acustici (coordinate in sistema UTM WGS 84 zona 32 N)

Identificativo

recettore X Y Classe acustica VL immissione PD VL immissione PN

1 1726859 5064272 III 60 50

2 1726864 5064266 III 60 50

3 1726856 5064232 III 60 50

4 1726922 5064206 III 60 50

5 1726949 5064191 III 60 50

5n 1726941 5064196 III 60 50

5o 1726936 5064188 III 60 50

6 1726959 5064155 III 60 50

7 1727065 5064088 III 60 50

8 1727050 5064031 III 60 50

9n 1727023 5064026 III 60 50

9o 1727002 5064016 III 60 50

10 1727012 5063904 III 60 50

11 1726990 5063891 III 60 50

12 1726507 5063724 III 60 50

13 1726500 5063705 III 60 50

14 1726466 5063737 III 60 50

15 1726444 5063767 III 60 50

16 1726343 5063718 III 60 50

17 1726312 5063786 III 60 50

18 1726289 5063814 III 60 50

19 1726226 5063793 III 60 50

20 1726164 5063784 III 60 50

21 1726290 5063869 III 60 50

22 1726554 5064499 III 60 50

23 1726579 5064501 III 60 50

24 1726603 5064543 III 60 50

25 1726613 5064568 III 60 50

26 1726674 5064584 III 60 50

27 1726676 5064569 III 60 50

28 1726685 5064555 III 60 50

29 1726700 5064539 III 60 50

30 1726712 5064518 III 60 50

31 1726730 5064494 III 60 50

32 1726748 5064476 III 60 50

Az 1726547 5064199 III 60 50

S1 1727237 5063387 III 60 50

S2 1727215 5063351 III 60 50

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PAGINA 160 194 Settembre 2015

194 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate allrsquoattivitagrave di allevamento

1941 Sorgenti fisse e sorgenti mobili

Le principali sorgenti sonore dellrsquoallevamento polli da carne sono costituite dal sistema di ventilazione

forzata che garantisce idonee condizioni interne ai capannoni di allevamento La ventilazione dei

capannoni egrave di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete collocati nel lato

ovest di ciascun capannone nel capannone 1 2 ventilatori sono collocati nella parete laterale (sempre

lato ovest)

Ventilazione dei capannoni

Capannone Modello

EM50

Modello

ED36HE

1 6 -

2 8 -

3 8 -

4 8 -

5 4 2

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COD 15V055 PAGINA 161 194

Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola 5 capannoni con relative sorgenti puntuali

(ventilatori assiali a parete) edificio residenziale del proprietario e gestore dellrsquoazienda agricola 3

manufatti (ricovero materiali e attrezzature agricole)

(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture)

Il regime di funzionamento dei ventilatori varia in funzione della fase di sviluppo dei capi del numero

presente in ciascun capannone ma principalmente dalle condizioni meteo climatiche variabile

chiaramente nellrsquoarco dellrsquoanno

In ogni caso sia nella situazione attuale che nello scenario di progetto in particolari condizioni di

temperatura e umiditagrave i ventilatori funzionano a pieno regime e tutti contemporaneamente In entrambi

gli scenari le simulazioni sono state effettuata assumendo in via cautelativa il funzionamento di tutti i

ventilatori a pieno regime

Nella tabella che segue si riportano i livelli di pressione sonora (misurati a 2 m di distanze dalla

sorgente) garantite dalla casa produttrice Munters relativamente ai modelli di ventilatori in uso

nellrsquoazienda agricola Maggiolo

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PAGINA 162 194 Settembre 2015

Livelli di pressione sonora dB(A) a 2 m

dalla sorgente

Fonte Munters specifiche tecniche dei modelli

EMEMS ndash EDHEEDSHE-EC air extraction

circulation fan ndash Declaration of conformity (2013)

Situazione attuale e scenario di progetto - Sorgenti fisse simulate

Capannone Modello EM50

Livello di

potenza sonora

dB(A) delle

singole sorgenti

Modello ED36HE

Livello di potenza

sonora dB(A) delle

singole sorgenti

1 4 882 2 958

2 8 882 - -

3 8 882 - -

4 8 882 - -

5 6 882 - -

I livelli di pressione indicati dalla casa produttrice sono stati convertiti in livelli di potenza sonora

associando al ventilatore una propagazione semisferica Come prima analisi egrave stato stimato il livelli di

pressione sonora a 2 m di distanza di un ventilatore (modello ED36 e modello EM50) collocato nella

parete di uno dei 5 capannoni su una superficie riflettente poicheacute la sorgente egrave collocata in una parete

la simulazione egrave stata effettuata considerando un coefficiente di correzione pari a + 3 dB(A)

In corrispondenza del punto collocato a 2 m la simulazione con un ventilatore ED36HE ha portato ad un

livello di pressione sonora pari a 831 dB(A) in linea con il dati fornito dalla casa produttrice che

chiaramente egrave stato determinato in condizioni controllate non riproducili

In corrispondenza del punto collocato a 2 m la simulazione con un ventilatore EM50 ha portato ad un

livello di pressione sonora pari a 754 dB(A) in linea con il dati fornito dalla casa produttrice che

chiaramente egrave stato determinato in condizioni controllate non riproducili

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COD 15V055 PAGINA 163 194

Ricostruzione del modello 3D per

la verifica della conversione del

livello di pressione sonora in

livello di potenza sonora

Relativamente al traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento nella situazione attuale e nello scenario

futuro egrave stato simulato il traffico indotto dalla normale attivitagrave svolta e che si svolgeragrave nellrsquoazienda

agricola considerando il numero massimo di mezzi pesanti che in una stessa giornata arrivano ed

escono Quindi assumendo un massimo pari a 3 mezzi giorno nella situazione attuale e 5 mezzi

giorno nello scenario futuro In via cautelativi tali mezzi sono stati fatti transitare in un breve periodo di 6

ore riferito chiaramente al periodo esclusivamente diurno

Traffico indotto simulato

Situazione

attuale Veicoli Pesanti

Scenario di progetto

Veicoli Pesanti Tipo di flusso

Tipo di manto stradale

Numero massimo di mezzi pesanti in arrivo in una giornata

30 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t

50 per rifornimento

mangime fino ad una capacitagrave dei silos

pari a 85 t contemporanea allo sfoltimento dei capi

- -

Numero di ore di operativitagrave (assunzione cautelativa)

6 6 - -

Numero massimo di mezzi pesanti in in entrata uscita dallrsquoazienda

10 17 - -

Strada di accesso allrsquoazienda agricola Flussi di traffico in entrata uscita dallrsquoazienda vh

15 20 Flusso fluido

continuo Strada non

asfaltata

Velocitagrave media di percorrenza kmh 30 30

Viabilitagrave principale Flussi di traffico in entrata uscita dallrsquoazienda vh

15 20 Flusso fluido

continuo Asfalto poroso

Velocitagrave media di percorrenza kmh 50 50

Le sorgenti fisse sono state simulate sia nella situazione attuale che nello scenario di progetto sia nel

periodo diurno (dalle 6 alle 19) che in quello serale notturno (dalle 19 alle 6) periodo questo nel quale

viceversa non sono state simulate le sorgenti mobili Nel confronto con i limiti ed in attesa della

definizione a livello italiano di valori limite per il periodo serale si egrave assunto cautelativamente il valore

limite riferito al periodo notturno anche per la fascia serale compresa tra 19 e le 22 di sera

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 164 194 Settembre 2015

Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola dei manufatti presenti intorno alla stessa e della

viabilitagrave

(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture di allevamento e la

distribuzione dei manufatti sul territorio circostante)

195 Livelli ambientali ante operam

1951 Indagine fonometrica

Lrsquoindagine fonometrica egrave stata condotta il 25 maggio 2015 in corrispondenza di due punti di rilevamento

ritenuti significativi e rappresentativi dalla situazione attuale ed ai fini della valutazione degli impatti

attesi a seguito dellrsquoampliamento dellrsquoallevamento

Le misure sono state effettuate con uno fonometro integratore di precisione in classe 1 con filtri e

microfoni conforme a quanto richiesto dal DM 16031998 (conformi alle specifiche tecniche IEC 61672-

12002 Class 1 IEC 60651-2001 60804-2000 e ANSI S14 ndash 1983 Tipo 13 11 Filtro di Ottave S111-

1986 Tipo 1C IEC61260-am1-2001 Class 1) (certificati di taratura n 9388 del 14 maggio 2013 e n

9386 del 14 maggio 2013)

Le misure sono state effettuate in conformitagrave con le specifiche definite dal DM Ambiente 16 marzo

1998rdquo In particolare le misure sono state effettuate posizionando il microfono munito di cuffia

antivento ad unrsquoaltezza di 15 m dal piano di campagna Durante il periodo di svolgimento delle misure

non sono state rilevate precipitazioni e la velocitagrave del vento era inferiore a 5 ms

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COD 15V055 PAGINA 165 194

1952 Livelli ambientali rilevati

La restituzione del clima sonoro attuale nel periodo diurno egrave stata effettuata mediante la realizzazione

di n 2 misure fonometriche di durata pari a 20 e 30 minuti in corrispondenza di n 2 punti di

rilevamento interni allrsquoarea dellrsquoallevamento

Punto 01 ndash punto di misura localizzato a circa 21 m dai ventilatori del capannone 1 (lato ovest)

durante i 30 minuti della misura solo il sistema di ventilazione del capannone 1 egrave stato

mantenuto in funzionamento Durante il periodo di misura egrave sorvolata lrsquoazienda agricola un

aereo

Punto 02 ndash punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale (lato est) del capannone

1 durante i 20 minuti della misura solo il sistema di ventilazione del capannone 1 egrave stato

mantenuto in funzionamento Durante il periodo di misura non sono state rilevate sorgenti

esterne allrsquoazienda

Azienda Agricola Maggiolo ndash 01

Azienda Agricola Maggiolo ndash 02

I principali risultati delle misure effettuate sono riportati di seguito mentre nelle schede si possono

visualizzare i principali indicatori associati a ciascuna misura

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Risultati delle misure di rilevamento fonometrico

Indicazione

Scheda rilevamento

Inizio

Misura

Durata della

misura min Leq dB(A)

L1

dB(A)

L10

dB(A)

L50

dB(A)

L90

dB(A)

L99

dB(A)

01 1444 30 595 636 597 591 586 582

01 mascherata 1444 30 591 603 597 591 586 582

02 1520 20 451 494 465 447 433 423

Livelli equivalenti e livelli statistici arrotondati per eccesso (a 05)

Indicazione

Scheda rilevamento

Inizio

Misura

Durata della

misura min Leq dB(A)

L1

dB(A)

L10

dB(A)

L50

dB(A)

L90

dB(A)

L99

dB(A)

01 1444 30 595 64 60 595 59 585

01 mascherata 1444 30 595 605 60 595 59 585

02 1520 20 455 495 465 45 435 425

Le misure fonometriche effettuate hanno fatto rilevare

Punto 01 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 20 m dai ventilatori del

capannone 1 (lato ovest) un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione

sonora pari a 595 dB(A) (anche quando mascherato il passaggio dellrsquoaereo)

Punto 02 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale

(lato est) del capannone 1 un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione

sonora pari a 455 dB(A)

I livelli di pressione sonora rilevati risultano inferiori rispetto ai contributi stimati assumendo i livelli di

potenza sonora determinati per i modelli EM50 e ED36 assumendo che lrsquoattenuazione dal lato ovest

(sorgente) verso il lato est dei livelli di pressione interna allrsquocapannone egrave legata alla sola divergenza

geometrica e che il contributo dei capi egrave pari a 36 dB(A)

Punto 01 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 20 m dai ventilatori del

capannone 1 (lato ovest) un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione

sonora pari a 643 dB(A) rispetto ad un livello misurato pari a 595 dB(A) Il differenziale pari a

circa 5 dB(A) potrebbe essere legato ad un funzionamento non a pieno regime di tutti i

ventilatori durante il periodo di misura In ogni caso essendo il livello stimato superiore a quello

misurato si possono ritenere cautelativi i risultati delle stime in corrispondenza dei singoli

recettori

Punto 02 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale

(lato est) del capannone 1 un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione

sonora pari a 476 dB(A) rispetto ad un livello misurato pari a 451 dB(A) Anche in questo caso

il livello stimato risulta superiore a quello rilevato essendo quindi da ritenere cautelative le

stime in corrispondenza dei recettori

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COD 15V055 PAGINA 167 194

Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola punti di misura fonometrica

(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture e il punto di rilevamento)

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196 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto

Lrsquoanalisi dei livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto ovvero del

cambiamento legato allrsquoampliamento del numero di capi allevati egrave stata fatta a partire dai risultati delle

seguenti simulazioni

Periodo diurno (assunto cautelativamente dalle 600 alle 1900)

o Situazione attuale funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5

capannoni traffico indotto massimo e pari a 1 mezzo allrsquoora in transito nella viabilitagrave di

accesso allrsquoazienda agricola e nella viabilitagrave principale per un numero di giorni totale

pari a 3 giorni per ciclo produttivo (si stima che per ciclo produttivo ci sia movimento di

mezzi pesanti per un totale pari a circa 12 giorni di cui 8 con un numero di mezzi totale

al giorno inferiore a quello simulato)

o Scenario progetto funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5

capannoni traffico indotto massimo pari a 17 mezzi allrsquoora in transito nella viabilitagrave di

accesso allrsquoazienda agricola e nella viabilitagrave principale per un giorno per ciclo produttivo

(si stima che per ciclo produttivo ci sia movimento di mezzi pesanti per un totale pari a

circa 31 giorni di cui 30 con un numero di mezzi totale al giorno inferiore a quello

simulato)

Periodo serale (dalle 1900 alle 2200) e notturno (dalle 2200 alle 600)

o Situazione attuale e di progetto funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori

istallati nei 5 capannoni sia nella situazione attuale e nello scenario di progetto

Assenza di traffico indotto

Sia la situazione attuale che lo scenario di progetto sono da considerarsi cautelative in quanto come

indicato piugrave volte il traffico di mezzi pesanti egrave limitato a solo alcune giornate e per un numero di mezzi al

giorno nella maggior parte dei casi inferiore a quello simulato Il regime di funzionamento dei

ventilatori dipende delle condizioni meteo climatiche non funzionando a pieno regime tutto lrsquoanno e

durante le 24 ore

In assenza di traffico indotto sia nella situazione attuale che in quella di progetto (durante i periodi

diurno serale e notturno) il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento si riscontra ovviamente in

prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I livelli interni allrsquoarea drsquoallevamento variano tra

420 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro 2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato

ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest risultano intorno a 70-73 dB(A) in funzione del numero di

ventilatori e della relativa potenza sonora Si consideri tuttavia che lungo il confine della proprietagrave sul

lato piugrave esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli risultano essere pari o inferiori a 70 dB(A) quando

invece nel lato meno esposto (est) i livelli risultano essere inferiori a 46 dB(A)

Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare in assenza di traffico indotto nella situazione

attuale che in quella di progetto (durante i periodi diurno serale e notturno) in corrispondenza dei

singoli recettori (da 1 a 32) tra 240 e 465 dB(A) In corrispondenza dei recettori stando ai risultati

delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) e notturno (che associamo anche al

periodo serale in attesa che venga definito a livello normativo un limite di immissione per il periodo

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PAGINA 174 194 Settembre 2015

serale) pari a 50 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti non risultano poter

essere superati per ragioni imputabili alla presenza dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due

scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attivitagrave di allevamento egrave chiaramente molto inferiore al limite

che il piano di classificazione acustica comunale ad esse ha associato (sempre classe III e non in

classe acustica I) risultando inferiore a 20 dB(A)

00

100

200

300

400

500

600

700

GF GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1F 2 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1

1 2 2 3 3 4 4 5 5 5n 5n 5o 5o 6 6 7 7 8 8 9n 9n 9o 9o 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 15 16 16 17 17 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 30 31 31 32 32 Az Az s1 s1 s2 s2

Contributo dellallevamento in giornate senza traffico indotto dB(A) periodo diurno serale e notturno (funzionamento sistema di ventilazione alla massima potenza)

PD PS PN giornate senza traffico indotto dB(A) Vli PN Vli PD

I dati sono stati arrotondati per eccesso a 05

Nel periodo diurno nella situazione attuale il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento compreso

il traffico indotto si riscontra ancora in prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I livelli interni

allrsquoarea drsquoallevamento variano tra 460 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro 2 metri dai

ventilatori dei capannoni (lato ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest si mantengono intorno a

70-73 dB(A) come nel periodo serale e notturno in funzione del numero di ventilatori e della relativa

potenza sonora Lungo il confine della proprietagrave sul lato piugrave esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli

si mantengono pari o inferiori a 70 dB(A) quando invece nel lato meno esposto (est) i livelli risultano

essere inferiori a 49 dB(A)

Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare nella situazione attuale diurna nelle giornate

durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dallrsquoazienda agricola in

corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24) tra 320 e 555 dB(A) In corrispondenza dei recettori

stando ai risultati delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) per la classe III nella

quale tutti i recettori sono inseriti non risulta poter essere superato per ragioni imputabili alla presenza

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COD 15V055 PAGINA 175 194

dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attivitagrave di

allevamento nelle giornate con traffico indotto seppur piugrave elevato al solo funzionamento del sistema di

ventilazione in quanto in mezzi dovrebbero transitare sullrsquoasse viario che affianca entrambe le strutture

scolastiche risulta comunque inferiore al limite che il piano di classificazione acustica comunale ha

associato ad entrambe (in classe III) il contributo risulta inferiore a 46 dB(A) valore questo in ogni caso

compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione acustica per le due strutture con un

piugrave idoneo collocamento di ambedue in classe I (con un limite di immissione diurno pari a 50 dB(A)

Nel periodo diurno nello scenario di progetto il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento

compreso il traffico indotto si riscontra ancora in prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I

livelli interni allrsquoarea drsquoallevamento variano tra 470 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro

2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest si mantengono

intorno a 70-73 dB(A) come nel periodo serale e notturno e nella situazione attuale in funzione del

numero di ventilatori e della relativa potenza sonora Lungo il confine della proprietagrave sul lato piugrave

esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli si mantengono pari o inferiori a 70 dB(A) quando invece

nel lato meno esposto (est) i livelli risultano essere inferiori a 50 dB(A) con un incremento di 1 dB(A)

rispetto alla situazione attuale diurna

Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare nella situazione diurna di progetto nelle giornate

durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dallrsquoazienda agricola in

corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24) tra 335 e 580 dB(A) Anche nello scenario di progetto

in corrispondenza dei recettori stando ai risultati delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a

60 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti non risulta poter essere superato per

ragioni imputabili alla presenza dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2)

il contributo delle attivitagrave di allevamento nelle giornate con traffico indotto risulta inferiore a 48 dB(A)

valore questo in ogni caso ancora compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione

acustica per le due strutture

Per quanto riguarda il differenziale diurno (indicativo in quanto non calcolato chiaramente a partire da

dati interni agli ambienti abitativi) risulta inferiore a 25 dB(A) quindi non supera la soglia massima

ammissibili per il periodo diurno pari a 5 dB(A)

Si ritiene che in corrispondenza delle aziende agricole si debba aggiornare la classificazione acustica

associando allrsquoarea delle aziende agricola una classe acustica non inferiore alla VI (in relazione alla

quale il valore limite di emissione diurno e notturno egrave 65 dB(A) ed il limite di immissione diurno e

notturno egrave pari a 70 dB(A)) a causa necessitagrave di disporre di un sistema di raffrescamento con un

numero elevato di ventilatori

Stando ai risultati delle simulazioni effettuate si puograve ritenere che comunque il valore limite di

immissione riferito al periodo diurno (pari a 60 dB(A)) e al periodo serale e notturno (pari a 50 dB(A))

non saragrave superato in corrispondenza di alcun recettore per ragioni imputabili allrsquoattivitagrave di allevamento

Si tenga presente che gli scenari sono stati costruiti nella situazione piugrave cautelativa ovverossia

ipotizzando che il sistema di ventilazione funzione a pieno regime (al 100) con tutti gli aspiratori drsquoaria

in funzionamento in ciascuno dei capannoni e considerando il massimo contributo del traffico indotto

dalle attivitagrave di allevamento

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PAGINA 176 194 Settembre 2015

00

100

200

300

400

500

600

700

GF GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1F 2 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1

1 2 2 3 3 4 4 5 5 5n 5n 5o 5o 6 6 7 7 8 8 9n 9n 9o 9o 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 15 16 16 17 17 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 30 31 31 32 32 Az Az s1 s1 s2 s2

Contributo dellallevamento in giornate con traffico indotto dB(A) periodo diurno (funzionamento sistema di ventilazione alla massima potenza)

PD attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato sulle ore con traffico indotto)

PD di progetto in giornate con traffico indotto (livello ponderato sulle ore con traffico indotto)

Vli PD

I dati sono stati arrotondati per eccesso a 05

Contributo delle attivitagrave di allevamento in corrispondenza dei singoli recettori

recettore Piano

Periodo diurno serale e

notturno in giornate senza traffico indotto

Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato

sulle ore con traffico indotto)

Periodo diurno di progetto in giornate con

traffico indotto (livello

ponderato sulle ore con traffico

indotto)

Valore limite di

immissione periodo serale

notturno Vli PN

Valore limite di

immissione periodo diurno Vli PD

Differenziale periodo

diurno nelle giornate con

traffico indotto

1 GF 340 440 465 50 60 25

2 GF 340 435 455 50 60 20

2 F 1 340 430 450 50 60 20

3 GF 330 505 525 50 60 20

3 F 1 345 500 525 50 60 25

4 GF 285 555 580 50 60 25

4 F 1 315 540 565 50 60 25

5 GF 240 495 515 50 60 20

5 F 1 260 480 505 50 60 25

5n GF 310 525 550 50 60 25

5n F 1 325 520 540 50 60 20

5o GF 310 475 500 50 60 25

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COD 15V055 PAGINA 177 194

recettore Piano

Periodo diurno serale e

notturno in giornate senza traffico indotto

Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato

sulle ore con traffico indotto)

Periodo diurno di progetto in giornate con

traffico indotto (livello

ponderato sulle ore con traffico

indotto)

Valore limite di

immissione periodo serale

notturno Vli PN

Valore limite di

immissione periodo diurno Vli PD

Differenziale periodo

diurno nelle giornate con

traffico indotto

5o F 1 330 480 500 50 60 20

6 GF 315 455 480 50 60 25

6 F 1 315 450 475 50 60 25

7 GF 265 420 440 50 60 20

7 F 1 280 420 445 50 60 25

8 GF 285 415 440 50 60 25

8 F 1 295 420 440 50 60 20

9n GF 290 380 405 50 60 25

9n F 1 300 385 405 50 60 20

9o GF 285 345 365 50 60 20

9o F 1 300 350 365 50 60 15

10 GF 285 330 340 50 60 10

10 F 1 285 335 350 50 60 15

11 GF 265 320 340 50 60 20

11 F 1 290 335 345 50 60 10

12 GF 425 430 430 50 60 00

12 F 1 430 435 435 50 60 00

13 GF 385 390 390 50 60 00

13 F 1 415 415 415 50 60 00

14 GF 430 430 435 50 60 05

14 F 1 435 435 440 50 60 05

15 GF 440 440 440 50 60 00

15 F 1 445 450 450 50 60 00

16 GF 400 405 405 50 60 00

16 F 1 405 410 410 50 60 00

17 GF 420 420 425 50 60 05

17 F 1 445 445 445 50 60 00

17 F 2 455 455 460 50 60 05

18 GF 440 440 440 50 60 00

18 F 1 455 460 460 50 60 00

19 GF 410 410 410 50 60 00

19 F 1 425 425 430 50 60 05

20 GF 420 420 420 50 60 00

20 F 1 430 435 435 50 60 00

21 GF 460 460 460 50 60 00

21 F 1 465 465 465 50 60 00

22 GF 365 375 380 50 60 05

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PAGINA 178 194 Settembre 2015

recettore Piano

Periodo diurno serale e

notturno in giornate senza traffico indotto

Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato

sulle ore con traffico indotto)

Periodo diurno di progetto in giornate con

traffico indotto (livello

ponderato sulle ore con traffico

indotto)

Valore limite di

immissione periodo serale

notturno Vli PN

Valore limite di

immissione periodo diurno Vli PD

Differenziale periodo

diurno nelle giornate con

traffico indotto

22 F 1 365 375 380 50 60 05

23 GF 355 370 375 50 60 05

23 F 1 365 380 385 50 60 05

24 GF 335 355 360 50 60 05

24 F 1 350 365 370 50 60 05

25 GF 285 320 335 50 60 15

25 F 1 345 360 365 50 60 05

26 GF 335 345 350 50 60 05

26 F 1 335 350 355 50 60 05

27 GF 335 350 355 50 60 05

27 F 1 335 350 355 50 60 05

28 GF 310 330 340 50 60 10

28 F 1 335 360 370 50 60 10

29 GF 335 350 360 50 60 10

29 F 1 335 350 355 50 60 05

30 GF 315 330 340 50 60 10

30 F 1 335 355 365 50 60 10

31 GF 335 355 370 50 60 15

31 F 1 335 355 360 50 60 05

32 GF 330 355 365 50 60 10

32 F 1 330 355 365 50 60 10

Az GF 425 425 425 50 60 00

Az F 1 445 445 445 50 60 00

Az F 1 445 445 445 50 60 00

s1 GF 200 455 475 50 60 20

s1 F 1 215 460 480 50 60 20

s2 GF 160 460 480 50 60 20

Piano GF ndash piano terreno F1 ndash primo piano

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COD 15V055 PAGINA 179 194

20 RIFIUTI

I rifiuti prodotti dallrsquoAzienda Agricola sono quelli tipici di una azienda agricola zootecnica e consistono

per lo piugrave in imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti) in carta (per il trasporto

delle materie prime aggiuntive a quella trasportata con autobotti e caricata direttamente sui silos di

stoccaggio) ed in vetro (contenitori per medicinali) A seguito dellrsquoampliamento ci saragrave un conseguente

incremento della produzione di rifiuti non si prevedendo che vengano tuttavia diversificate le categorie

di rifiuti prodotti

Tipologia di rifiuti solidi prodotti dallrsquoazienda agricola

Rifiuti pericolosi

13 02 06 Scarti di olio sintetico per motori ingranaggi e lubrificazione

(ad esempio da trattori e gruppi elettrogeni)

15 01 10 Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze

(ad esempio disinfestanti)

Rifiuti non pericolosi

15 01 01 Imballaggi in carta e cartone

15 01 02 Imballaggi in plastica

15 01 05 imballaggi in materiali compositi

15 01 06 imballaggi in materiali misti

15 01 07 imballaggi di vetro

Per la gestione delle carogne (spoglie di animali morti prematuramente prima del loro conferimento al

macello) lrsquoazienda egrave dotata di apposita cella frigorifera adatta al contenimento temporaneo fino al

momento della consegna alla ditta autorizzata che effettua il relativo smaltimento a norma di legge

Nellrsquoazienda agricola egrave presente una area coperta nella quale verranno posizionati i contenitori per la

raccolta separata di tutti i rifiuti prodotti

21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE

Considerati i risultati delle analisi e valutazione effettuate ed esposte dei capitoli precedenti e

considerato che si tratta di un allevamento esistente il cui ampliamento non richiede la realizzazione di

ulteriore strutture e manufatti si ritiene non essere necessario effettuare delle indagini ad hoc sui temi

tratti e oggetto del presente studio di impatto ambientale

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22 ALLEGATO TECNICO

221 Aria e emissioni odorigene

2211 Bibliografia di riferimento

Alberta Environment 2004 Assessment Report On Ammonia For Developing Ambient Air Quality

Objectives - Volume I January 2004 pp 121 httpesrdalbertacaairobjectives-directives-policies-

and-standardsdocuments6655pdf

ARPAV 2014 Campagna di Monitoraggio della Qualitagrave dellAria Comune di PORTO VIRO Via Nello

Fregnan Periodo di attuazione 22012013 ndash 25022013 (semestre invernale) 20052013 ndash

15072013 (semestre estivo) Relazione Tecnica

Cesano M 2013 Emissioni di inquinanti provenienti da allevamenti animali in provincia di Cuneo

Studio dei diversi contributi alle emissioni gassose ARPA Piemointe Dip di Cuneo pp 32

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Navarotto P 2004 La zootecnia tra realtarsquo ed evoluzione Normativa in campo ambientale Mantova 4

giugno 2004 IPPC la riduzione delle emissioni in atmosfera nel settore zootecnico

Navarotto P Guarino M Brambilla M 2007 Odori emessi dagli allevamenti suinicoli come

prevederne lrsquointensitagrave a diverse distanze Quaderni della ricerca Regione Lombardia ndash Direzione

Generale Agricoltura pp60

OrsquoNeill D H V R Phillips 1992 A review of the control of odour nuisance from livestock buildings

Part 3 Properties of the odorous substances which have been identified in livestock wastes or in the air

around them J Agric Eng Res 5323ndash50

Pinna M 1977 Climatologia Torino Utet

Provolo P Riva E Serugrave S 2008Gestione e riduzione dellrsquoazoto di origine zootecnica Soluzioni

tecnologiche e impiantistiche Quaderni della ricerca n 93 - Settembre 2008 pp36

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COD 15V055 PAGINA 181 194

Regione Lombardia 2010 Linea guida per la caratterizzazione e lautorizzazione delle emissioni

gassose in atmosfera delle attivitagrave ad impatto odorigeno

httpwwwretiregionelombardiaitsharedccurl10181021Linea20guida20odoripdf

Regione Toscana 2010 Criteri Direttivi Per Il Contenimento Delle Emissioni In Atmosfera Delle

Centrali Geotermoelettriche Prescrizioni da utilizzare nei procedimenti regionali di VIA e di

concessioneautorizzazione ex L 8961986 e LR 392006

Ritter W F Chitikela S R 2007Modeling Ammonia and Odor Emissions from Livestock and Poultry

Facilities A ReviewWorld Environmental and Water Resources Congress 2007 Restoring Our Natural

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Schiffman S S 1998 Livestock odors Implications for human health and well-being Journal of Animal

Science 761343-1355

SEPA (Scottish Environment Protection Agency) 2010 Odour guidance 2010 Version 1 pp95

UNECE 2004Manual on Methodologies and Criteria for Modelling and Mapping Critical Loads

and Levels and Air Pollution Effects Risks and Trends UNECE (2004)

Yu Z Guo H Lagueuml C 2011a Development of a livestock odor dispersion model part I Model theory

and development J Air Waste Manag Assoc 2011 Mar61(3)269-76

Yu Z Guo H Lagueuml C 2011b Development of a livestock odor dispersion model part II Model theory

and development J Air Waste Manag Assoc 2011 Mar 61(3)277-84 J Air Waste Manag Assoc 2011

Mar61(3)277-84

2212 Allegato ndash Descrizione del modello Windimula

SINTESI DELLA DESCRIZIONE DELLE EQUAZIONI UTILIZZATE DAL MODELLO WD3 ndash MAIND

SRL

Sistema delle coordinate

Il sistema di coordinate utilizzate egrave un sistema cartesiano con lrsquoasse x orientato da Ovest a Est e lrsquoasse y orientato

da Sud a Nord Le unitagrave di misura sono espresse in metri la posizione dei vari punti del reticolo cartesiano egrave

espressa dallrsquoequazione seguente

Calcolo delle distanze

Durante il calcolo il sistema di coordinate viene ruotato per portare lrsquoasse x a coincidere con la

direzione del vento

Le equazioni utilizzate sono le seguenti

- modifica della direzione del vento

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PAGINA 182 194 Settembre 2015

dove dirprov egrave la direzione di provenienza del vento in gradi (secondo le convenzioni meteorologiche

internazionali) inserita come dato di input

modifica della posizione della sorgente e del recettore

calcolo della distanza sottovento e della distanza perpendicolare alla direzione del vento di un recettore

rispetto alla sorgente

calcolo della distanza radiale sorgente-recettore (usato nel calcolo climatologico)

CALCOLO DEL PROFILO VERTICALE DEL VENTO

Calcolo del vento alla quota H

Teoricamente il vento che appare nella formulazione gaussiana dovrebbe essere inteso come valore

medio sullrsquoestensione del pennacchio Poicheacute i dati meteorologici di partenza sono generalmente

disponibili al suolo si utilizza una legge esponenziale per trasportare lrsquointensitagrave della velocitagrave del vento

alla quota desiderata mantenendone comunque costante la direzione Nel calcolo dellrsquoaltezza efficace

si utilizza la velocitagrave del vento riportata allrsquoaltezza fisica del camino nel calcolo ellrsquoequazione si utilizza

il valore medio tra la velocitagrave del vento riportata allrsquoaltezza fisica del camino e la velocitagrave del vento

riportata allrsquoaltezza efficace cioegrave allrsquoaltezza effettiva del rilascio Poicheacute in presenza di orografia questa

altezza puograve essere inferiore allrsquoaltezza fisica del camino si considera comunque la velocitagrave del vento

calcolata allrsquoaltezza del camino come valore limite inferiore

Lrsquoequazione utilizzata egrave la seguente

dove

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COD 15V055 PAGINA 183 194

uHe velocitagrave del vento alla quota desiderata

uref velocitagrave del vento misurata alla quota zref

He quota di calcolo

z0 rugositagrave superficiale

p esponente che dipende dalla classe di stabilitagrave

Classe di stabilitagrave Coeff P

A 01

B 01

C 016

D 016

E 03

F 03

Nel caso in cui siano disponibili due set di misure a due quote diverse (z2 z1 con z2 gt z1) lrsquoesponente

p viene calcolato utilizzando questa formula

Limiti

la velocitagrave calcolata deve risultare comunque maggiore di umin (default 1 msec)

se lrsquoaltezza di calcolo e lrsquoaltezza della prima misura sono inferiori alla quota Hmin si pone u=u1

lrsquoaltezza di calcolo egrave assunta comunque maggiore di Hmin e minore di Hmax (default 200 m)

impostati nei parametri generali del calcolo

se lrsquoaltezza di calcolo egrave inferiore alla quota della prima misura si pone u=u1

in presenza di due set di dati si assume come direzione del vento quella piugrave vicina allrsquoaltezza

del rilascio

in caso di calma di vento si utilizza in diverso valore di umin (default 05 ms)

MODELLO SHORT TERM PER SORGENTI PUNTIFORMI IN PRESENZA DI VENTO

Formula generale dellrsquoequazione gaussiana

Lrsquoequazione gaussiana che esprime la concentrazione per sorgenti puntiformi elevate con emissioni

continue assume la seguente forma

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PAGINA 184 194 Settembre 2015

dove

Q emissione di inquinante espresso come massa per unitagrave di tempo

V termine verticale (par 32 )

D termine di decadimento (par 38 )

Σy (x) σ z (x) coefficienti di dispersione laterale e verticale (m)

u velocitagrave del vento alla quota del rilascio (ms)

x distanza sottovento tra la sorgente e il recettore rispetto alla direzione del vento (par 11 )

y distanza perpendicolare alla direzione del vento tra lrsquoasse del pennacchio e il recettore (par

11 )

z quota del recettore rispetto al suolo

Tale equazione viene ricavata in base alle seguenti ipotesi

processo stazionario

condizioni meteorologiche costanti

trasporto turbolento lungo lrsquoasse x trascurabile rispetto al trasporto per avvezione

coefficienti di dispersione costanti in y e z

emissione costante

suolo riflettente

Lrsquoequazione gaussiana non egrave applicabile in condizioni di calma di vento per questo motivo si assume

generalmente un valore minimo di 1 ms per la velocitagrave del vento

NOTA con questa formula generica egrave possibile calcolare C anche a quote superiori al suolo (ldquoflagpole

recettorerdquo)

Termine verticale

La forma generale del termine verticale V egrave la seguente

dove il secondo termine rappresenta lrsquoeffetto della riflessione del terreno e il termine Vinv rappresenta

lrsquoeffetto delle riflessioni del plume causate dalla presenza di unrsquo inversione in quota

Il termine h assume inizialmente la seguente forma

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COD 15V055 PAGINA 185 194

formula utilizzata per descrivere il downwash degli edifici) e ΛH rappresenta il sovralzo dei fumi

Termine verticale in presenza di inversione in quota

Le classi ABC e D sono caratterizzate da un inversione in quota che limita la diffusione verticale La

quota di questa inversione in quota viene spesso indicata con il termine di altezza di rimescolamento

La presenza di questa inversione in quota modifica lrsquoequazione gaussiana con lrsquointroduzione del

termine Vinv

dove Vinv rappresenta la base dellrsquoinversione in quota

Il modello gaussiano non considera la possibilitagrave che il pennacchio riesca a superare lrsquoinversione nel

caso ciograve si realizzi la diffusione verso il basso viene fortemente inibita e i valori di concentrazione

risultano molto bassi Per questo motivo lrsquoinserimento di una inversione in quota piugrave bassa dei valori

standard dello strato rimescolato puograve portare a valori molto elevati e non realistici di concentrazione al

suolo La serie riportata nella formula converge abbastanza rapidamente e in generale sono sufficienti

poche iterazioni il parametro impostato di default esegue 4 riflessioni Il modello contiene dei valori di

default per lrsquoaltezza dello strato rimescolato egrave comunque possibile inserire un valore direttamente

come dato di input

Termine verticale per diffusione di particolato

In caso di diffusione di particolato o di gas pesanti il modello gaussiano viene modificato per tener

conto degli effetti legati alla velocitagrave di sedimentazione gravitazionale Il primo effetto sullrsquoequazione egrave

quello di introdurre un abbassamento dellrsquoasse del pennacchio modificando il termine h descritto in

precedenza

dove

vg rappresenta la velocitagrave di sedimentazione gravitazionale

u velocitagrave del vento alla quota del pennacchio

La modifica del termine h serve a tener conto dellrsquoeffetto della gravitagrave sulla diffusione dellrsquoinquinante e

viene generalmente indicato come Tilted Plume Model

Effetti della deposizione secca sullrsquoequazione

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In generale la deposizione degli inquinanti gassosi e del particolato leggero (particelle fino a 1 micron)

ha effetti trascurabili sulla concentrazione dovuta alla diffusione In caso contrario egrave necessario tener

conto del fatto che parte del materiale si deposita al suolo facendo cadere lrsquoipotesi di suolo riflettente In

generale la deposizione di un inquinante si puograve calcolare tramite la relazione

F flusso di deposizione al suolo

C(xy0) concentrazione al suolo

vd velocitagrave di deposizione

Si tenga presente che in caso di particolato la velocitagrave di deposizione NON egrave la velocitagrave di

sedimentazione gravitazionale In generale i fenomeni che determinano la deposizione cioegrave la cattura

da parte del suolo dellrsquoinquinante sono molto complessi ed esulano dalla trattazione di un modello

semplice come egrave il modello gaussiano anche percheacute richiedono generalmente lrsquointroduzione di

informazioni iniziali spesso non disponibili o di difficile reperibilitagrave che dipendono dal tipo di inquinante

dal tipo di terreno dal tipo di vegetazione e dalle condizioni meteorologiche Il modello quindi adotta un

approccio conservativo trascurando il calcolo della deposizione secca Tale approccio egrave sicuramente

adatto ad applicazioni di tipo regolatorio Il modello permette comunque di adottare la stessa soluzione

presente nel DIMULA ndash DOS che in caso di velocitagrave di sedimentazione diversa da zero ipotizza che

tutto lrsquoinquinante di depositi trascurando il termine di riflessione dellrsquoequazione gaussiana

Effetti della deposizione umida sullrsquoequazione (opzione avanzata)

Analogamente a quanto descritto per la deposizione secca la presenza della deposizione umida

modifica lrsquoequazione gaussiana per tener conto del materiale rimosso dalla pioggia diminuendo il

termine di emissione Contrariamente alla deposizione secca perograve la formulazione generalmente

adottata per la modifica dellrsquoequazione gaussiana egrave piugrave semplice ed ha la forma seguente

dove

λ = Scavening coefficiente (hr(smm))

R= rate di precipitazione (mmhr)

Il modello include il calcolo dellrsquoeffetto della deposizione umida si tenga presente che lrsquoinclusione di

questo calcolo serve SOLO per valutare lrsquoeffetto della deposizione umida sulle concentrazioni e NON

per calcolare il flusso di deposizione

Calcolo del Plume Rise

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Le equazioni utilizzate per il calcolo del plume rise si basano sulle note formulazioni di Briggs

raccomandate anche da EPA Lo schema utilizzato dal modello coincide quasi integralmente con lo

schema utilizzato da ISC e da CALPUFF

Definizione delle variabili

hS altezza fisica del camino (m)

hrsquoS altezza del camino modificata per effetto della scia del camino (m)

d diametro interno del camino (m)

rs raggio interno del camino

vs velocitagrave di efflusso dei fumi (ms)

Ts temperatura dei fumi (K)

dH sovralzo dei fumi

xf distanza alla quale si verifica il sovralzo finale dei fumi

us velocitagrave del vento alla bocca del camino (ms)

Ta temperatura dellrsquoaria

ϑpartz gradiente verticale della temperatura potenziale per la classe di stabilitagrave E

vale 002 (ISC) o 0015 (DIMULA) per la classe di stabilitagrave F vale 0035 (ISC) o 0037 (DIMULA)

Bh altezza degli edifici in direzione del vento

Bw larghezza dellrsquoedificio vicino alla sorgente perpendicolare alla direzione del vento

g accelerazione di gravitagrave (980616 ms2)

Effetto scia del camino (Stack aerodynamic effect)

La bassa pressione che si forma sottovento al camino puograve avere lrsquoeffetto di abbassare lrsquoasse del

pennacchio quando la velocitagrave di efflusso dei fumi risulta particolarmente bassa Quando la velocitagrave di

efflusso dei fumi risulta inferiore a 15 volte la velocitagrave del vento si valuta lrsquoeffetto di scia del

camino utilizzando la formula (Briggs) seguente

Lrsquoapplicazione di questa formula ha lrsquoeffetto di ridurre lrsquoaltezza fisica del rilascio

Il calcolo egrave opzionale (in quanto camini che soddisfano il criterio vs lt 15 us possono avere dispositivi

che prevengono lrsquoeffetto scia del camino Il calcolo non viene eseguito in caso di calma di vento

Limiti Per evitare che con camini bassi e larghi il valore corretto possa diventare negativo viene

assunto un limite inferiore come percentuale sul valore totale Un valore indicativo puograve essere 13

(pg204 ref 2) ISC e DIMULA limitano a 0 la correzione

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PAGINA 188 194 Settembre 2015

Parametri utilizzati nei calcoli del plume rise

Flusso di galleggiamento

Flusso del momento

Parametro di stabilitagrave

Calcolo del sovralzo dei fumi per atmosfera instabile o neutra

Si calcola la ldquocrossover temperaturerdquo che serve per determinare se il sovralzo egrave prevalentemente

guidato dal sopralzo termico o dal flusso di momento

per Fb lt 55

per Fb ge 55

Sovralzo dominato dal flusso di

galleggiamento

(T T ) ( T) S A c

FB lt 55

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FB = 55

FB gt 55

Sovralzo dominato dal flusso di momento

Calme di vento non crsquoeacute una trattazione specifica si pone u=umin

Limiti

bull la velocitagrave del vento alla bocca del camino viene comunque posta u gt= umin

bull nel caso in cui lrsquoaltezza efficace superi la quota dellrsquoinversione si veda 356

bull se lrsquoaltezza del camino (prima del calcolo) supera lrsquoaltezza di inversione o lrsquoaltezza dello strato

rimescolato la concentrazione viene posta a 0 su tutto il dominio

Calcolo del sovralzo dei fumi per atmosfera stabile

Si calcola la ldquocrossover temperaturerdquo che serve per determinare se il sovralzo egrave prevalentemente

guidato dal sovralzo termico o dal flusso di momento

Sovralzo dominato dal flusso di galleggiamento

Sovralzo dominato dal flusso di momento

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PAGINA 190 194 Settembre 2015

il sovralzo dominato dal momento in caso di atmosfera stabile e non puograve superare quello calcolato in

atmosfera instabile o neutra

Calma di vento

a causa del termine negativo ndash3d si impone che comunque il sovralzo non sia negativo

Limiti

Se lrsquoaltezza efficace supera lrsquoaltezza dello strato rimescolato si pone altezza efficace uguale altezza

dello stratorimescolato

Coefficienti di Dispersione

Il calcolo dei coefficienti di dispersione procede attraverso i seguenti passi

calcolo delle sigma di Briggs

correzione dei valori calcolati introducendo il calcolo della BID (Buoyancy Induced Dispersion)

In caso di utilizzo del modello di Huber Snyder per la valutazione del building downwash il

calcolo egrave modificato in questo modo (descritto nel capitolo successivo)

per distanze inferiori a 10BB calcola le σ y (x)e σ z (x) utilizzando le formule di tale modello e

scegliendo il valore massimo rispetto alle sigma di Briggs per distanze superiori calcola le σ y

(x+xvirt)e σ z (x+xvirt) di Briggs alla distanza x+xvirt

correzione dei valori calcolati introducendo il calcolo della BID (Buoyancy Induced Dispersion)

Formule di Briggs

Le formule di dispersione piugrave utilizzate nei modelli per il calcolo di σ y e σ z in mancanza di misurazioni

o calcoli diretti della turbolenza sono quelle di Briggs (1973) ottenute combinando una larga serie di dati

sperimentali

dove

b=1

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COD 15V055 PAGINA 191 194

d=-05

e=1

f=1

e=1

f=1

DIMULA DOS contiene inoltre un modello per il calcolo delle formule di dispersione basato sulla

rugositagrave superficiale (egrave evidente che questo modello ha un senso quando viene fornito al modello un

campo xy di rugositagrave superficiale)

Termine di decadimento

Il termine di decadimento inserito nellrsquoequazione di concentrazione egrave un modo semplice per

considerare lrsquoeffetto sulla concentrazione della rimozione del materiale inquinante Tale rimozione puograve

essere dovuta a deposizione secca o umida a effetti chimici o altro Il termine di decadimento egrave della

forma

dove γ rappresenta il coefficiente di decadimento espresso in secondi alla meno 1 Assegnare a γ il

valore 0 significa trascurare il decadimento (opzione di default) Una relazione utile per calcolare γ se egrave

noto il tempo di dimezzamento della sostanza in esame egrave la seguente

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PAGINA 192 194 Settembre 2015

Il termine di decadimento potrebbe essere utilizzato per descrivere la perdita di materiale

dovuta alla deposizione umida utilizzando la seguente relazione

ψ = λR

dove λ rappresenta lo ldquoscavening coefficientrdquo (smmhr) -1 e R rappresenta il rate di precipitazione

(mmhr) si egrave preferito perograve tenere separati i due effetti per consentire lrsquoutilizzo continuativo del modello

con sequenze di dati meteo

MODELLO SHORT TERM PER SORGENTI AREALI IN PRESENZA DI VENTO

In genere le sorgenti areali vengono schematizzate come sorgenti puntiformi virtuali arretrate rispetto al

centro della sorgente areale questa schematizzazione si traduce sostanzialmente nellrsquoinserimento di

valori di dispersione iniziali che tengano conto della reale dimensione della sorgente utilizzando la

stessa equazione usata per descrivere le sorgenti puntiformi Un altro possibile approccio egrave quello di

considerare la concentrazione prodotta da una sorgente areale come il risultato della concentrazione

prodotta da n sorgenti puntiformi distribuite sullrsquoarea effettivamente occupata dalla sorgente areale

La formulazione di Cirillo e Cagnetti (12) adottata da DIMULA DOS prevede lrsquoutilizzo di due modelli

un modello per le grandi distanze basato sullrsquointegrazione dellrsquoequazione della sorgente

puntiforme sulla superficie dellrsquoarea della sorgente

un modello per le brevi distanze basato sulla modifica delle sigma orizzontali di dispersione

Viene calcolata una distanza di riferimento Xstar (formulazione no riportata) che rappresenta il limite dei

due modelli questa distanza egrave la distanza alla quale il calcolo delle sigma di dispersione dei due

modelli coincide

Il calcolo della dispersione verticale

Il coefficiente di dispersione verticale viene calcolato in entrambi i modelli secondo la seguente formula

dove σz rappresenta la dispersione calcolata secondo le formule di Briggs e σz0 rappresenta la

dispersione verticale iniziale e viene inserita come dato di input dallrsquoutente In letteratura sono riportate

diverse indicazioni per lrsquoassegnazione di questo valore

Dimula DOS utilizza lrsquoaltezza degli edifici intorno alla sorgente divisa per 25

ISC suggerisce di utilizzare la dimensione verticale della sorgente divisa per 215 se la sorgente

egrave vicina al suolo ed isolata lrsquoaltezza degli edifici divisa per 215 se la sorgente egrave elevata o

adiacente a edifici lrsquoaltezza della sorgente divisa per 43 se la sorgente egrave elevata ed isolata

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42 Il modello per X lt Xstar

Il modello per piccole distanze egrave il modello puntiforme con la dispersione laterale modificata secondo la

formula

dove

σy dispersione calcolata secondo le formule di Briggs

R area della sorgente

K(R) funzione definita per il trasporto di lunga distanza

sf fattore moltiplicativo del raggio della sorgente areale per il calcolo della Sigma Y iniziale (impostato

nei parametri generali del calcolo con valore di default 05)

MODELLO PER LE CALME DI VENTO

Inquadramento

Ai fini delle misure strumentali le calme di vento sono tutte quelle situazioni meteorologiche nelle quali

gli strumenti di

misura non riescono a definire una direzione e una intensitagrave del vento

A questa situazione strumentale (assenza del dato) corrispondono in realtagrave moltissime e diverse

situazioni meteorologiche

La gestione modellistica delle calme di vento presenta sostanzialmente due problemi

mancanza di dati per inizializzare i modelli

varietagrave delle situazioni meteorologiche che ricadono nella definizione di calme di vento

Queste difficoltagrave hanno portato lrsquoEPA e definire una metodologia per trattare le calme di vento che

consiste in un preprocessamento dei dati meteorologici finalizzato allrsquoeliminazione delle condizioni di

calma

I modelli gaussiani in particolare non sono in grado di gestire le calme di vento

per ragioni fisiche in quanto contrastano con le ipotesi di derivazione della formulazione

gaussiana

per ragioni matematiche in quanto la velocitagrave del vento egrave presente a denominatore

La soluzione presente nella versione precedente di DIMULA si basa sul modello CAGNETTI

FERRARA questo modello basato sullrsquointegrazione temporale dellrsquoequazione gaussiana a puff

presenta perograve il difetto di divergere nellrsquoorigine calcolando valori irrealistici e sovrastimati nei recettori

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PAGINA 194 194 Settembre 2015

vicini alla sorgente Per questo motivo egrave la trattazione delle calme e delle condizioni di vento debole egrave

stata modificata adottando il modello CIRILLO POLI

Trattamento delle condizioni di calma nel modello short term con sequenza di dati orari

La gestione del calcolo in base ai dati di ogni singolo record orario per sorgenti puntiformi segue lo

schema seguente

La gestione del calcolo in base ai dati di ogni singolo record orario per le sorgenti areali segue il

seguente schema

Il modello di Cirillo Poli non si applica alle sorgenti areali nelle situazioni di mancanza di dati si applica

un modello gaussiano con split sigma

Il modello gaussiano ridotto con split sigma presenta le seguenti ipotesi

la distanza x egrave assunta come distanza radiale

la distanza y egrave assunta pari al raggio della sorgente areale

Sigmaz egrave calcolata come nel modello gaussiano

seguendo Cirillo e Poli Sigmay egrave calcolata da

bull

dove richiesto si assume come velocitagrave del vento il valore minimo impostato di default dal modello per

le situazioni di calma

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PAGINA 4 194 Settembre 2015

1012 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 43

102 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ndash Provincia di Treviso 44

1021 Riferimenti generali 44

1022 Relazioni con le previsioni del PTCP 46

103 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castelfranco Veneto 48

1031 Riferimenti generali 48

1032 Relazioni con le previsioni del PAT 49

104 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castello di Godego 54

1041 Riferimenti generali 54

1042 Relazione con le previsioni del PAT 54

1043 Relazione con le previsioni del PRG 60

105 Classificazione acustica del territorio comunale 61

1051 Riferimenti generali 61

1052 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 63

106 Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (e norme in materia di

salvaguardia da rischio di inquinamento da nitrati) 64

1061 Riferimenti generali 64

1062 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 66

107 Piano per lrsquoAssetto Idrogeologico del Bacino scolante nella Laguna di

Venezia 67

1071 Riferimenti generali 67

1072 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 67

108 Piano di Risanamento della Qualitagrave dellrsquoAria 69

1081 Riferimenti generali 69

1082 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 69

109 Programma di Sviluppo Rurale 70

1091 Riferimenti generali 70

1092 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 71

1010 Aree Protette 71

10101 Riferimenti generali 71

10102 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 72

1011 Rete Natura 2000 72

10111 Riferimenti generali 72

10112 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 74

1012 Important Bird Area (IBA) 75

10121 Riferimenti generali 75

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COD 15V055 PAGINA 5 194

10122 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 75

1013 Zone umide di importanza internazionale 75

10131 Riferimenti generali 75

10132 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 76

11 REGIME VINCOLISTICO 76

111 Vincolo sismico 76

1111 Riferimenti generali 76

1112 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine 77

112 Vincolo idrogeologico 78

1121 Riferimenti generali 78

1122 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine 78

113 Patrimonio culturale beni culturali e beni paesistici vincolati 78

1131 Riferimenti generali 78

1132 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e lrsquoallevamento avicolo 79

12 USI DEL SUOLO 85

121 Impatti sullrsquouso del suolo 85

13 FLORA E FAUNA 86

131 Fauna 86

132 Flora 91

133 Stima degli impatti 91

14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI 93

141 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici 93

142 Impatti sui beni architettonici e archeologici 98

15 PAESAGGIO 101

151 Quadro conoscitivo del Paesaggio 101

152 Caratteri del Paesaggio nellrsquoarea di analisi 106

153 Impatti sul paesaggio 107

16 ACQUE 109

161 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee 109

162 Consumi di acqua 113

163 Impatti sulle acque 113

17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE 114

171 Premessa 114

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PAGINA 6 194 Settembre 2015

172 Breve richiamo delle caratteristiche dellrsquoAzienda e dellrsquoattivitagrave di allevamento116

173 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo 117

174 Emissione aziendali 119

1741 Fattori di emissione 119

1742 Quadro emissivo aziendale 120

1743 Sorgenti fugitive 123

1744 Ventilazione 123

175 Quadro meteoclimatico 124

1751 Precipitazioni 124

1752 Temperatura 125

1753 Umiditagrave relativa 126

1754 Anemolologia 127

1755 Classi di stabilitagrave atmosferica 130

171 Qualitagrave dellrsquoaria 130

172 Modello di dispersione 131

1721 Scelta della tipologia di modello e del codice software 131

1722 Estensione del dominio territoriale di analisi 131

1723 Scansione temporale 131

1724 Descrizione del modello 132

1725 Dati di input del modello 134

1726 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie 134

173 Normativa di riferimento 135

1731 Particolato 135

1732 Ammoniaca 135

1733 Idrogeno solforato 136

1734 Composti odorigeni 136

174 Risultati delle simulazioni 138

1741 Composti odorigeni 138

1742 Ammoniaca 141

1743 Particolato fine 143

1744 Idrogeno solforato 145

175 10 Considerazioni conclusive 147

18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALLrsquoATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO 148

181 Assi viari interessati dal traffico indotto 148

182 Stima del traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento 150

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COD 15V055 PAGINA 7 194

19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO 156

191 Premessa 156

192 Stima dellrsquoimpatto acustico ndash modello di simulazione 156

193 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici 158

194 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate allrsquoattivitagrave di allevamento 160

1941 Sorgenti fisse e sorgenti mobili 160

195 Livelli ambientali ante operam 164

1951 Indagine fonometrica 164

1952 Livelli ambientali rilevati 165

196 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto 173

20 RIFIUTI 179

21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE 179

22 ALLEGATO TECNICO 180

221 Aria e emissioni odorigene 180

2211 Bibliografia di riferimento 180

2212 Allegato ndash Descrizione del modello Windimula 181

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1 PREMESSA

11 Oggetto dello Studio di impatto ambientale

LrsquoAzienda Agricola Maggiolo egrave localizzata in Via Bella Venezia 147 Castelfranco Veneto in Provincia di

Treviso Nellrsquoazienda agricola si svolge lrsquoattivitagrave di allevamento di polli a terra fino ad un massimo di

39500 polli per ciclo Lrsquoazienda intende sfruttare la potenzialitagrave massima pari a 110000 capi per ciclo

Per tanto lrsquoazienda intende avviare le seguenti procedure

Valutazione di impatto ambientale ai sensi del D Lgs 1522006 smi ldquoNorme in materia ambientalerdquo

in quanto ricadente al punto ac) dellrsquoAllegato III ldquoImpianti per lallevamento intensivo di pollame o di

suini con piugrave di 85000 posti per polli da ingrasso 60000 posti per gallinerdquo

Valutazione di incidenza ai sensi del DPR 35797 Regolamento recante attuazione della direttiva

9243CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali noncheacute della flora e

della fauna selvaticherdquo in quanto rientrare allrsquointerno della area Natura 2000 ZPS IT3240026 ldquoPrai di

Castello di Godegordquo

Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ai sensi del D Lgs 1522006 smi in quanto ricadente al

punto 66 a) dellrsquoAllegato I ldquoImpianti per lallevamento intensivo (hellip) con piugrave di 40000 posti

pollamerdquo

La presente relazione costituisce quindi lo studio di impatto ambientale funzionale allo espletamento

della procedura di Valutazione di impatto ambientale di competenza della Provincia di Treviso

12 Riferimenti normativi

In data 14 febbraio 2009 sono entrate in vigore le norme in materia di procedure di VIA (Valutazione di

Impatto Ambientale) cosigrave come previsto dallrsquoart 35 ldquoDisposizioni transitorie e finalirdquo della Parte

Seconda del D Lgs 15206 ldquoNorme in materia ambientalerdquo come modificato successivamente

Drsquoaccordo con il D Lgs 15206 e smi art 35 ldquoDisposizioni transitorie e finalirdquo ldquo1 Le regioni adeguano il

proprio ordinamento alle disposizioni del presente decreto entro dodici mesi dallentrata in vigore In

mancanza di norme vigenti regionali trovano diretta applicazione le norme di cui al presente decreto 2

Trascorso il termine di cui al comma 1 trovano diretta applicazione le disposizioni del presente decreto

ovvero le disposizioni regionali vigenti in quanto compatibili (hellip)rdquo Con le DGRV n 308 del 10 febbraio

2009 n 327 del 17 febbraio 2009 (Allegati A e B) n 4145 del 29 dicembre 2009 n 1539 del 27

settembre 2011 e ancora n n 575 del 03 maggio 2013 la Regione del Veneto ha delineato gli indirizzi

applicativi specifici in materia di valutazione ambientale di coordinamento tra il Dlgs 1522006 come

modificato ed integrato dal DLgs 42008 con la LR 101999

Secondo la normativa nazionale (e regionale) vigente sono sottoposti a procedura di VIA tra altre

tipologie (All III) le seguenti tipologie di allevamento

ac) Impianti per lrsquoallevamento intensivo di pollame o di suini con piugrave di

o 85000 posti per polli da ingrasso 60000 posti per galline

o 3000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg) o

o 900 posti per scrofe

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COD 15V055 PAGINA 9 194

13 Struttura dello studio di impatto ambientale

Lo studio di impatto ambientale egrave stato predisposto sulla base delle indicazioni di cui al D Lgs

1522006 smi Allegato VII - Contenuti dello Studio di impatto ambientale e che fanno riferimento

drsquoaccordo con lrsquoart 22 del medesimo decreto a

a) descrizione del progetto con informazioni relative alle sue caratteristiche alla sua localizzazione

ed alle sue dimensioni

b) descrizione delle misure previste per evitare ridurre e possibilmente compensare gli impatti

negativi rilevanti

c) dati necessari per individuare e valutare i principali impatti sullambiente e sul patrimonio

culturale che il progetto puograve produrre sia in fase di realizzazione che in fase di esercizio

d) descrizione sommaria delle principali alternative prese in esame dal proponente ivi compresa

la cosiddetta opzione zero con indicazione delle principali ragioni della scelta sotto il profilo

dellimpatto ambientale

e) descrizione delle misure previste per il monitoraggio

Lo studio di impatto ambientale egrave quindi articolato coerentemente con le disposizione di cui allrsquoAllegato

VII secondo lrsquoarticolazione di massima presentata nello schema seguente

A Quadro di riferimento programmatico

Descrive sinteticamente gli elementi conoscitivi ed analitici utili ad inquadrare dellrsquointervento nel contesto

della pianificazione territoriale riferita alla regione alla provincia ed al comune interessato dallrsquoallevamento

noncheacute nel quadro definito dalle norme settoriali vigenti e in itinere In particolare verranno

analizzati e sintetizzati gli elementi di pianificazione e programmazione territoriale e di settore vigenti e

previsti con i quali lrsquoopera proposta interagisce

verificate ed illustrate le interazioni dellrsquoopera con gli atti di pianificazione e la compatibilitagrave con le relative

prescrizioni

B Quadro di riferimento progettuale

Descrive sinteticamente riprendendo quanto sviluppato nel Progetto dellrsquointervento tutte le opere e le

attivitagrave previste in fase di cantiere ed in fase di piano funzionamento con particolare riferimento alle

componenti ed alle azioni progettuali significative in ordine ai potenziali impatti sullrsquoambiente ed alla loro

mitigazione Illustra i criteri alla base della scelta localizzativa e tecnologica

C Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti

Lrsquoinquadramento territoriale ed ambientale dellrsquoimpianto persegue lrsquoobiettivo di illustrare le conoscenze

disponibili circa le caratteristiche dellrsquoarea coinvolta dal medesimo intervento funzionalmente alla definizione

di eventuali ambiti di particolare criticitagrave ovvero di aree sensibili eo vulnerabili

Individua e caratterizza i potenziali impatti derivanti dalla realizzazione dellrsquoallevamento stima le potenziali

modifiche indotte sullrsquoambiente (situazione attuale) individua e descrive le misure da adottare per

minimizzare mitigare o compensare gli impatti del progetto Inoltre individua le misure previste per il

monitoraggio in fase di esercizio

Piano di Monitoraggio

Allegato cartografico

Sintesi non tecnica

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14 Gruppo di lavoro

Il gruppo di lavoro che ha eseguito le analisi e contribuito alla stesura dello Studio di impatto

ambientale per conto di Ambiente Italia srl egrave cosigrave composto

Approvazione degli elaborati Dott Sc Agr Mario Zambrini

Responsabile del progetto Eng Teresa Santos

Quadro di riferimento programmatico Eng Teresa Santos

Arch Mario Miglio

Dottssa Valentina Toninelli

Quadro di riferimento progettuale Eng Teresa Santos

Dottssa Anna Geotti

Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti

Aria e Odori Dott Armando Buffoni

Rumore Eng Teresa Santos Dott Sc Agr Zambrini

Acque e Suolo Eng Teresa Santos

Ecosistemi Flora e Fauna Dottssa Toninelli

Assetto territoriale e Paesaggio Arch Mario Miglio

Traffico Eng Teresa Santos

Elaborazione cartografia e fotografica Dottssa Valentina Toninelli

Documentazione ai fini della procedura di AIA Dottssa Anna Geotti

Studio per la valutazione di incidenza Dottssa Valentina Toninelli

La valutazione previsionale dellimpatto acustico inclusa la campagna di monitoraggio acustico egrave stata

eseguita dal Dott Mario Zambrini e dallrsquoIng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel campo

dellrsquoacustica ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti

rispettivamente con Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714 del

3 Dicembre 2010

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COD 15V055 PAGINA 11 194

QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE

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2 NORME MINIME PER LA PROTEZIONE DEI POLLI DA CARNE

Con Decreto legislativo 27 settembre 2010 n 181 egrave stata recepita in Italia la Direttiva 200743CE che

stabilisce norme minime per la protezione di polli allevati per la produzione di carne Secondo tale

decreto

1 Tutti gli stabilimenti devono rispettare le disposizioni di cui allallegato I

Abbeveratoi 1 Gli abbeveratoi sono posizionati e sottoposti a manutenzione in modo da ridurre al

minimo le perdite

Alimentazione 2 Il mangime egrave disponibile in qualsiasi momento o soltanto ai pasti e non

devessere ritirato prima di 12 ore dal momento previsto per la macellazione

Lettiera 3 Tutti i polli hanno accesso in modo permanente a una lettiera asciutta e friabile in

superficie

Ventilazione e riscaldamento 4 Vi deve essere sufficiente ventilazione per evitare il

surriscaldamento se necessario in combinazione con i sistemi di riscaldamento per rimuovere

lumiditagrave in eccesso

Rumore 5 Il livello sonoro deve essere il piugrave basso possibile La costruzione linstallazione il

funzionamento e la manutenzione dei ventilatori dei dispositivi di alimentazione e di altre

attrezzature sono tali da provocare la minore quantitagrave possibile di rumore e che in ogni caso non

arrechino danno agli animali

Luce 6 Tutti gli edifici sono illuminati con unintensitagrave di almeno 20 lux durante le ore di luce

misurata a livello dellocchio dellanimale e in grado di illuminare almeno l80 dellarea

utilizzabile Una riduzione temporanea del livello di luce puograve essere ammessa se ritenuta

necessaria in seguito al parere di un veterinario 7 Entro i sette giorni successivi al momento in

cui i polli sono collocati nelledificio e fino a tre giorni prima del momento previsto per la

macellazione la luce deve seguire un ritmo di 24 ore e comprendere periodi di oscuritagrave di almeno 6

ore totali con almeno un periodo ininterrotto di oscuritagrave di almeno 4 ore esclusi i periodi di

attenuazione della luce

Ispezioni 8 Tutti i polli presenti nello stabilimento devono essere ispezionati almeno due volte

al giorno Occorre prestare particolare attenzione ai segni che rivelano un abbassamento del livello

di benessere eo di salute degli animali 9 I polli gravemente feriti o che mostrano segni evidenti

di deterioramento della salute come quelli con difficoltagrave nel camminare o che presentano

ascite o malformazioni gravi e che egrave probabile che soffrano ricevono una terapia appropriata

o sono abbattuti immediatamente Un veterinario egrave contattato ogniqualvolta se ne presenti la

necessitagrave

Pulizia 10 Ad ogni depopolamento definitivo le parti degli edifici delle attrezzature o degli utensili

in contatto con i polli sono pulite e disinfettate accuratamente prima di introdurre nel capannone un

nuovo gruppo di animali Dopo il depopolamento definitivo di un capannone si deve rimuovere tutta

la lettiera e predisporre una lettiera pulita

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COD 15V055 PAGINA 13 194

Registrazioni 11 Il proprietario o il detentore deve registrare in formato cartaceo o elettronico

per ciascun capannone dello stabilimento i seguenti dati a) il numero di polli introdotti b) larea

utilizzabile c) librido o la razza dei polli se noti d) per ogni controllo il numero di volatili trovati

morti con indicazione delle cause se note noncheacute il numero di volatili abbattuti e la causa e) il

numero di polli rimanenti nel gruppo una volta prelevati quelli destinati alla vendita o alla

macellazione Le informazioni (hellip) sono contenute in un registro il cui modello egrave adottato con

decreto (hellip) in alternativa gli operatori del settore possono utilizzare altri strumenti di registrazione

giagrave previsti e presenti in azienda qualora contengono le informazioni di cui al presente punto Tali

registrazioni sono conservate per un periodo di almeno tre anni e vengono rese disponibili

allautoritagrave competente quando effettui unispezione o qualora ne faccia richiesta

Interventi chirurgici 12 Sono proibiti tutti gli interventi chirurgici effettuati a fini diversi da quelli

terapeutici o diagnostici che recano danno o perdita di una parte sensibile del corpo o

alterazione della struttura ossea La troncatura del becco puograve tuttavia essere autorizzata

dallAutoritagrave Sanitaria competente per territorio una volta esaurite le altre misure volte a impedire

plumofagia e cannibalismo In tali casi detta operazione egrave effettuata soltanto previo parere di un

veterinario da personale qualificato su pulcini di etagrave inferiore a 10 giorni Inoltre lAutoritagrave Sanitaria

competente per territorio puograve autorizzare la castrazione degli animali La castrazione egrave effettuata

soltanto con la supervisione di un veterinario e ad opera di personale specificamente formato Il

Ministero della salute (hellip) stabilisce i criteri generali per autorizzare gli interventi di cui al presente

paragrafo

2 La densitagrave massima di allevamento in ogni capannone dello stabilimento non deve superare

in alcun momento 33 kgmsup2

3 In deroga al comma 2 lautoritagrave sanitaria territorialmente competente puograve autorizzare una

densitagrave di allevamento superiore a condizione che siano rispettate le disposizioni di cui

allallegato II (oltre a quelle di cui allallegato I)

1 Il proprietario o il detentore comunica allautoritagrave competente lintenzione di ricorrere a una

densitagrave superiore a 33 kgm2 di peso vivo Egli indica la densitagrave di allevamento che intende

raggiungere ed informa lautoritagrave competente di qualsiasi modifica della stessa almeno 15

giorni prima della collocazione del gruppo di polli nel capannone Se lautoritagrave competente lo

richiede la notifica egrave accompagnata da un documento che riprende in sintesi le informazioni

contenute nella documentazione di cui al punto 2

2 Il proprietario o il detentore tiene a disposizione nel capannone la documentazione che descrive

in dettaglio i sistemi di produzione In particolare tale documentazione comprende

informazioni relative a particolari tecnici del capannone e delle sue attrezzature quali

a) una mappa del capannone indicante le dimensioni delle superfici occupate dai polli

b) sistemi di ventilazione e ove pertinente di raffreddamento e riscaldamento comprese le

rispettive ubicazioni un piano della ventilazione indicante in dettaglio i parametri di qualitagrave

dellaria prefissati come flusso velocitagrave e temperatura dellaria

c) sistemi di alimentazione e approvvigionamento dacqua e loro ubicazione

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PAGINA 14 194 Settembre 2015

d) sistemi dallarme di riserva in caso di guasti ad apparecchiature automatiche o

meccaniche essenziali per la salute ed il benessere degli animali

e) procedure operative che assicurino interventi di riparazione urgenti in caso di guasti alle

apparecchiature essenziali per la salute e il benessere degli animali

f) tipo di pavimentazione e lettiera normalmente usate

(hellip)

3 Ciascun capannone di uno stabilimento deve essere dotato di sistemi di ventilazione e se

necessario di riscaldamento e raffreddamento concepiti costruiti e fatti funzionare in modo

che

a) la concentrazione di ammoniaca (NHsup3) non superi 20 ppm e la concentrazione di anidride

carbonica (COsup2) non superi 3000 ppm misurati allaltezza della testa dei polli

b) la temperatura interna non superi quella esterna di piugrave di 3deg C quando la temperatura

esterna allombra egrave superiore a 30deg C

c) lumiditagrave relativa media misurata allinterno del capannone durante 48 ore non superi il 70

quando la temperatura esterna egrave inferiore a 10deg C

4 Qualora sia concessa la deroga di cui al comma 3 la densitagrave massima di allevamento in ogni

capannone dello stabilimento non deve superare in qualsiasi momento 39 kgmsup2

5 Quando sono soddisfatti i criteri di cui allallegato V lautoritagrave sanitaria territorialmente competente

puograve autorizzare un ulteriore aumento fino ad un massimo di 3 kgmsup2 rispetto alla densitagrave di

allevamento prevista nel comma 4

1 Criteri

a) il monitoraggio dello stabilimento effettuato dallautoritagrave competente negli ultimi due anni

non ha rivelato carenze rispetto ai requisiti del presente decreto

b) il proprietario o il detentore effettua il monitoraggio utilizzando le guide alle buone

pratiche di gestione di cui allart 7

c) in almeno sette gruppi consecutivi di polli successivamente controllati e provenienti da un

capannone la mortalitagrave giornaliera cumulativa egrave stata inferiore a 1 + 006 moltiplicato

per letagrave alla macellazione espressa in giorni Qualora non sia stato effettuato alcun

monitoraggio dello stabilimento dallautoritagrave competente negli ultimi due anni deve

essere effettuato almeno un monitoraggio per controllare se sia rispettato il requisito di

cui alla lettera a)

2 Circostanze eccezionali In deroga al punto 1 lettera c) lautoritagrave competente puograve decidere

di aumentare la densitagrave di allevamento quando il proprietario o il detentore abbia fornito

spiegazioni sufficienti riguardo alla natura eccezionale di un tasso di mortalitagrave giornaliera

cumulativo piugrave alto o abbia dimostrato che le cause sfuggono al suo controllo

Con successivo Decreto 4 febbraio 2013 ldquoDisposizione in materia di protezione di polli allevati per la

produzione di carne ai sensi degli articoli 3 4 6 e 8 del decreto legislativo 27 settembre 2010 n 181rdquo

il ministero ha come previsto dal Dlgs 1812010 precisato come determinare la densitagrave di allevamento

(definendo anche il modello per la registrazione dei dati relativi ai polli allevati) e ha definito i criteri e

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COD 15V055 PAGINA 15 194

modalitagrave per lrsquoaumento in deroga della densitagrave noncheacute lrsquoorganizzazione e svolgimento di corsi di

formazione e riconoscimento del personale che si occupa di allevamento di polli

1 La densitagrave di allevamento come definita allart 2 comma 1 lettera i) del Dlgs n 1812010 (hellip) egrave

determinata moltiplicando il peso vivo medio di un campione di almeno venticinque polli per il numero

complessivo dei polli presenti contemporaneamente in un capannone (hellip)

3 AZIENDA AGRICOLA

LrsquoAzienda Agricola Maggiolo egrave localizzata in Via Bella Venezia 147 Comune di Castelfranco Provincia

di Treviso Nellrsquoazienda agricola si svolge lrsquoattivitagrave di allevamento di polli a terra potendo quindi i capi

muoversi liberamente allrsquointerno del capannone

Lrsquoazienda egrave costituita dai seguenti fabbricati1

N 1 fabbricato ad uso civile (abitazione) del proprietario dellrsquoazienda agricola noncheacute gestore

dellrsquoallevamento

N 5 capannoni adibiti allrsquoallevamento dei polli

N 1 fabbricato adibito a magazzino

N 1 tettoia coperta adibita a magazzino

Lrsquoarea sulla quale insiste lrsquoazienda occupa una superficie di circa 25000 m2 di cui circa 6200 m2

coperti 3900 m2 scoperti pavimentati e i rimanenti scoperti non pavimentati

Fabbricati ndash capannoni di allevamento

Larghezza m Lunghezza m

Superficie Utile

di allevamento

m2

Superficie

dellrsquoanticamera

m2

Superficie totale

m2

Capannone 1 9 102 918 135 932

Capannone 2 9 121 1089 225 1112

Capannone 3 9 128 1152 18 1170

Capannone 4 9 128 1152 18 1170

Capannone 5 10 117 1170 30 1200

totale

5481 102 5583

1 Si rimanda alla Tavola ldquoInquadramento territoriale ndash foto aereardquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

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Azienda Agricola Maggiolo ndash Capannoni e silos per stoccaggio mangime

Azienda Agricola Maggiolo ndash Magazzino segatura per lettiera

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COD 15V055 PAGINA 17 194

31 Caratteristiche dei capannoni di allevamento

Lrsquoallevamento egrave costituito da 5 capannoni per lrsquoallevamento con caratteristiche costruttive pressocheacute

identiche I capannoni sono dotati di adeguato isolamento della copertura che permette di

ottimizzare i consumi di energia termica ed elettrica

I capannoni sono dotati di anticamera in cui sono presenti gli impianti e i quadri di controllo

Il sistema di alimentazione automatica Le mangiatoie sono regolarmente disposte nello spazio a

disposizione degli animali che si alimentano direttamente Installate su strutture mobili in senso

verticale percorrenti lrsquointera area dei capannoni sono dotate di dispostivi che consentono di dosare il

mangime in uscita sul vassoio della mangiatoia in relazione alle necessitagrave di allevamento

Il sistema di abbeveraggio automatico egrave di tipo a gocce (nipples)

Lo spazio utile calpestabile di allevamento (escludendo la superficie di anticamera) risulta pari a 5481

m2 Per la lettiera viene utilizzato truciolo collocata su tutta la superficie utile di allevamento

Il raffrescamento egrave garantito dal sistema di pannelli cooling inseriti intestata a ciascuno dei capannoni il

pannello egrave in fibra dotata di canali attraverso cui scorre lrsquoacqua lrsquoaria passa attraverso e si raffredda

consumando in evaporazione una parte dellrsquoacqua in circolo la parte restante vien raccolta in cisterne

interrate e riutilizzata

La ventilazione dei capannoni egrave garantita mediante lrsquoazionamento di ventilatori assiali a parete collocati

nel lato ovest di ciascun capannone

Caratteristiche strutturali capannoni

Capanno

ne

Superficie

Utile di

allevamen

to m2

Superficie

dellrsquoantica

mera m2

Superfici

e totale

m2

Materiale costruttivo Isolamento coperture

1 918 135 932 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

2 1089 225 1112 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

3 1152 18 1170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

4 1152 18 1170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

5 1170 30 1200 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

Totale 5481 102 5583

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Caratteristiche strutturali capannoni (continuazione)

Capannone Mangiatoie

n

Abbeveratoi

n ndeg neon

Finestrature

m2

pannelli

raffrescanti

m2

sistema

baumec

1 200 1500 10 160 50 X

2 240 1700 12 110 60 X

3 254 1750 12 110 60 X

4 254 1750 14 204 - X

5 304 1710 12 200 - X

Azienda Agricola Maggiolo ndash interno di un capannone

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COD 15V055 PAGINA 19 194

Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di distribuzione automatizzato del cibo

Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di distribuzione dellrsquoacqua

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Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di raffrescamento laterale (pannelli cooling)

311 Silos per lo stoccaggio mangime

Il mangime egrave stoccato in silos collocati allrsquoesterno dei capannoni e viene estratto tramite un sistema di

movimentazione automatica motorizzata che lo invia in tramogge interne ai capannoni

Complessivamente lrsquoazienda ha una capacitagrave di stoccaggio di 85 t data dalla esistenza di 8 silos di

capacitagrave variabile tra 7 e 13 t collocati tutti sul lato est

Capacitagrave di stoccaggio di mangime

Capannone silos silos silos silos silos Capa

citagrave

1 9 14

23

2

3 7 13 20

4 7 13 20

5 7 15 22

Capacitagrave

totale 85

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COD 15V055 PAGINA 21 194

312 Sistema di ventilazione

La ventilazione dei capannoni egrave di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete

collocati nel lato ovest di ciascun capannone

Ventilazione dei capannoni

Capannone Modello EM50 Modello ED36HE

Portata 30000 13140 m3h

1 4 2

2 8 -

3 8 -

4 8 -

5 6 -

Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di ventilazione e ventole di areazione

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 22 194 Settembre 2015

Fonte Munters specifiche tecniche dei modelli EMEMS ndash EDHEEDSHE-EC air extraction circulation fan ndash

Declaration of conformity (2013)

32 Attivitagrave di allevamento ndash descrizione delle fasi di allevamento nella situazione

attuale e nello scenario di progetto

Al fine di un inquadramento dettagliato del processo produttivo attuale e in caso di ampliamento

del numero di polli allevati si riporta di seguito una descrizione per fasi

Accasamento i pulcini arrivano su mezzi adeguati al trasporto in contenitori che vengono

svuotati direttamente allrsquointerno di ciascun capannone Lrsquoincubatoio da cui provengono i pulcini

di norma egrave ubicato nel Comune di San Pietro in Gugrave a circa 25 km circa di distanza dallrsquoazienda

agricola Maggiolo Dopo avere sistemato gli animali le casse sono accatastate sul mezzo e

spedite allrsquoincubatoio senza che vengano lavate

Allevamento Le tipologie di capi richiesti dal soccidante dipendono dal mercato e dalla

stagione a conclusione di un ciclo il soccidante pianifica lrsquoaccasamento successivo nel

rispetto dei vincoli di densitagrave imposti dalla normativa vigente La maggior parte dei cicli saragrave di

tipo misto

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COD 15V055 PAGINA 23 194

Caricamento a fine ciclo i polli vengono caricati su apposite gabbie previamente pulite e

disinfettate e quindi trasportati da trasportatori autorizzati fino al macello che venga effettuata

alcuna sosta in altri allevamenti

Svuotamento dei capannoni e preparazione per un nuovo ciclo pulizia e disinfezione

dellrsquoambiente e di tutte le attrezzature presenti allrsquointerno del ricovero compresi i silos i sistemi di

distribuzione del mangime e dellrsquoacqua e ventilatori noncheacute la cella frigorifera

Gestione della pollina e della lettiera consegna della pollina e lettiera ad una ditta

specializzata

Vuoto sanitario durante questo periodo lrsquoallevamento rimane completamente libero di capi di

allevamento Durante questo periodo lrsquoazienda effettua le attivitagrave di manutenzione che

consistono nella verifica della funzionalitagrave dei dispositivi per distribuzione di acqua e cibo e

della centralina di controllo delle condizioni interna dei capannoni punti di illuminazione e dei

punti di illuminazione Lrsquoesecuzione delle manutenzioni viene fatta nel rispetto dei tempi del

vuoto sanitario

Pulizia e disinfezione dei capannoni

Pulizia Disinfezione

Luogo di

applicazione

Pavimenti e attrezzature Pavimenti e pareti

Agente di lavaggio Acqua a pressione non viene fatto

lavaggio ma solo bagnatura

Acqua con disinfettante

Mezzo utilizzato Pala meccanica con raschiatore e

spazzatura manuale

Idropulitrice o atomizzatore per applicazione della

soluzione disinfettante sulle superfici

Descrizione

modalitagrave

Viene effettuata la pulizia delle superfici

interne e delle apparecchiature in modo

che i residui si depositino sul pavimento

poi con scope a mano viene effettuato la

pulizia a fondo

Terminata la pulizia si spruzza la soluzione sulle

pareti e sui pavimenti fino a completa bagnatura

lasciando che il disinfettante espleti la sua azione

I trattamenti di derattizzazione vengono svolti mensilmente dal gestore con prodotto MOURIN il

gestore effettua ad ogni trattamento il relativo registro

Per la salvaguardia della sicurezza biologica il sito di allevamento egrave completamente recintato con rete

metallica altra 25 m sul lato est e parzialmente sul lato nord e con muro alto 25 m in calcestruzzo sui

lati sud ovest e parzialmente sul lato nord Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto

lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) egrave stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile

e facilmente disinfettabile di dimensioni adeguate al passaggio dei mezzi per il trasporto e scarico del

mangime direttamente sui silos collocati tutti sul lato frontale e per il carico a fine ciclo della pollina

(lettiera mista pollina) da effettuare sul lato posteriore Lrsquoallevamento dispone di due aree di stoccaggio

chiuse una per lo truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una separata e

adeguatamente segnalata per il deposito dei rifiuti prodotti

I mezzi che accedono allrsquoarea qualora ritenuto opportuno vengono irrorati con disinfettante sui

pneumatici utilizzando soluzioni di Eviron D che viene nebulizzata sulle ruote con pompa a spalla

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 24 194 Settembre 2015

La tabella che segue riporta il riscontro sulla conformitagrave dellrsquoallevamento ai requisiti di biosicurezza

aviaria

Requisiti strutturali degli allevamenti avicoli Situazione allevamento

1) I locali di allevamento (capannoni) debbono avere

pavimento in cemento o in materiale lavabile per facilitare le operazioni di pulizia

e disinfezione

applicato

pareti e soffitti pulibili applicato

attrezzature facilmente pulibili e disinfettabili applicato

presenza di sistemi che impediscono lrsquoaccesso di volatili applicato

chiusure adeguate applicato

2) Tutti gli allevamenti debbono inoltre essere dotati di

barriere allrsquoingresso idonee ad evitare lrsquoingresso non controllato di automezzi

(cancelli o sbarre mobili)

applicato

piazzole di carico e scarico dei materiali drsquouso e degli animali con dimensioni

minime pari allrsquoapertura del capannone

applicato - le aree intorno ai

capannoni sono pavimentate

una superficie larga un metro lungo tutta la lunghezza esterna del capannone

che dovragrave essere mantenuta pulita

applicato

aree di stoccaggio dei materiali drsquouso (lettiere vergini mezzi meccanici etc)

protette

applicato

una zona filtro dotata di spogliatoio lavandini e detergenti allrsquoentrata di ogni

azienda vietata agli estranei Deve essere prevista anche una dotazione di

indumenti adeguati

applicato

uno spazio per il deposito temporaneo dei rifiuti applicato - presente area

dedicata

Gestione degli allevamenti avicoli

Le attrezzature di allevamento se utilizzate da piugrave aziende devono essere

sottoposte ad accurato lavaggio e disinfezione ad ogni ingresso ed uscita

non applicabile - solo una

azienda

nelle zone attigue ai capannoni non ci deve essere alcun materiale applicato

negli allevamenti di svezzamento ogni ambiente di allevamento deve essere

delimitato da pareti e dotato di proprio accesso indipendente anche nel caso

confini su uno o piugrave lati con altre unitagrave produttive

non applicabile - i capi

arrivano in allevamento giagrave

svezzati

per lo stoccaggio degli animali morti devono essere installate idonee celle di

congelazione collocate allrsquoesterno del perimetro dellrsquoarea di allevamento

assicurando che il trasporto sia effettuato da Ditte regolarmente autorizzate

Le celle possono essere collocate anche allinterno a condizione che

loperazione di carico degli animali morti avvenga allesterno

Applicato - presente cella

frigorifera da 20 m3

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COD 15V055 PAGINA 25 194

Azienda Agricola Maggiolo ndash piazzale anteriore (lato est)

Azienda Agricola Maggiolo ndash piazzale posteriore e recinzione (lato ovest)

Azienda Agricola Maggiolo ndash recinzione (lato ovest)

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PAGINA 26 194 Settembre 2015

4 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLA SITUAZIONE ATTUALE

Lrsquoazienda opera fino ad una capacitagrave massima pari a 39500 capi di peso variabile tra 18 e 36

kgcapo Indicativamente il pollo leggero da leggero da 1618 kg circa ha bisogno di circa 3437 giorni

di crescita il pollo da 2527 kg ha bisogno di circa a 4547 giorni (utilizzato prevalentemente nel

circuito dei supermercati) ed il pollo pesante da 3537 kg ha bisogno di circa 5560 giorni Quindi un

tipico ciclo misto ha una durata di circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento uno dopo

circa 3437 giorni quando i capi raggiungono un peso medio di 18 kg un secondo dopo 4547 giorni

quando i capi rimanenti raggiungono un peso di 27 kg circa I rimanenti capi verranno quindi caricati

verso il macello al raggiungimento di circa 36 kg dopo 60 giorni circa

Tra due cicli di allevamento viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle normative vigenti

per un periodo di 21 giorni Lrsquoazienda realizza quindi un totale massimo di 5 cicli ogni anno (di cui

lrsquoultimo ricade parzialmente nellrsquoanno successivo) Prima dellrsquoinizio del vuoto sanitario viene asportata

la lettiera segue la pulizia e disinfezione dellrsquoambiente e di tutte le attrezzature presenti allrsquointerno

del ricovero compresi i sistemi di distribuzione del mangime e dellrsquoacqua Questa pratica egrave

prevista dal piano di profilassi sanitaria per evitare propagazione di agenti patogeni sul ciclo

successivo

Il ciclo produttivo consiste quindi nellrsquoallevamento di polli da carne in 5 capannoni per una

superficie utile di allevamento complessiva di 5481 m2 Lrsquoazienda lavora in soccida con il gruppo

Veronesi pertanto riceve dal soccidante pulcini mangime farmaci e disinfettanti e consegna i capi

a fine ciclo

La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attivitagrave di un ciclo misto con

indicazione dei giorni di accasamento rifornimento di mangime sfoltimento e quindi di avvio al macello

dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata

Lrsquoimpostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dellrsquoallevamento

quindi al lordo della mortalitagrave fisiologica e mediamente pari al 5 per ciclo completo di allevamento

Lrsquoimpostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010

n 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013 relativamente alla densitagrave massima da non superare pari a

33 kgm2 Inoltre lo schema viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla

tabella che segue si tenga presente che chiaramente la crescita dei capi egrave graduale essendo graduale

anche il fabbisogno alimentare giornaliero ma che per necessarie ragioni di semplificazione si egrave

assunto cautelativamente un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita

Situazione attuale ndash densitagrave

Taglia dei capi Peso medio dei capi

kgcapo Numero di capi

Densitagrave massima kgm

2

Capi m2

piccolo 18 11132 130 7

medio 27 7182 140 5

grande 36 21186 139 4

totale 39500

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COD 15V055 PAGINA 27 194

Regime alimentare tipico

Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg Razione

quotidiana g gg

1 Avviamento Fino a 10deg giorno 004 ndash 027 29

2 Accrescimento Dal 10deg-21deg giorno (ca) 027 ndash 094 78

3 Accrescimento Dal 22deg al 45deg giorno (ca) 094 ndash 34 200

4 Finissaggio Dal 46deg fino alla fine ciclo 34 -39 375

Situazione attuale - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 39500 capi

Giorno

Numero di capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisogno

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

850 mangime

1 19750 29 06 844 accasamento

2 39500 29 11 833 accasamento

3 39500 29 11 822

4 39500 29 11 811

5 39500 29 11 799

6 39500 29 11 788

7 39500 29 11 777

8 39500 29 11 766

9 39500 29 11 754

10 39500 29 11 743

11 39500 78 31 712

12 39500 78 31 682

13 39500 78 31 651

14 39500 78 31 620

15 39500 78 31 589

16 39500 78 31 559

17 39500 78 31 528

18 39500 78 31 497

19 39500 78 31 466

20 39500 78 31 436

21 39500 78 31 405

22 39500 200 79 326

23 39500 200 79 247

24 39500 200 79 168

25 39500 200 79 89

26 39500 200 79 10

27 39500 200 79 781 mangime

28 39500 200 79 702

29 39500 200 79 623

30 39500 200 79 544

31 39500 200 79 465

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 28 194 Settembre 2015

Giorno

Numero di capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisogno

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

32 39500 200 79 386

33 39500 200 79 307

34 39500 200 79 228

35 39500 200 79 149

36 28368 200 57 92 1deg sfoltimento caricamento vs

macello

37 28368 200 57 35

38 28368 200 57 829 mangime

39 28368 200 57 772

40 28368 200 57 715

41 28368 200 57 659

42 28368 200 57 602

43 28368 200 57 545

44 28368 200 57 488

45 28368 200 57 432

46 21186 375 79 352 2deg sfoltimento caricamento vs

macello

47 21186 375 79 273

48 21186 375 79 193

49 21186 375 79 114

50 21186 375 79 34

51 21186 375 79 805 mangime

52 21186 375 79 725

53 21186 375 79 646

54 21186 375 79 567

55 21186 375 79 487

56 21186 375 79 408

57 21186 375 79 328

58 13506 375 51 278 caricamento vs macello

59 5826 375 22 256 caricamento vs macello

60 - 375 - 256 caricamento vs macello

61

consegna pollina ditta esterna

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COD 15V055 PAGINA 29 194

5 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLO SCENARIO DI PROGETTO

51 Motivazione dellrsquointervento di ampliamento

Lrsquoallevamento era di proprietagrave del Sig Bonifacio Maggiolo padre dellrsquoattuale gestore nel 2008 il figlio

Cesare Maggiolo prende in affitto i capannoni e inizia la sua gestione utilizzandone solo tre in quanto

gli altri due necessitavano di interventi di miglioramento Dal 2014 Cesare Maggiolo diventa

proprietario dellrsquoallevamento e decide di procedere alla sistemazione dei due capannoni non utilizzati

per poter arrivare a sfruttare la potenzialitagrave complessiva delle superfici non sono state eseguite opere

di edilizia si egrave trattato prevalentemente di sistemazione degli impianti elettrici con installazione delle

centraline di controllo A seguito della sistemazione egrave possibile utilizzare tutta al superficie utile di

allevamento disponibile

Considerata la superficie utile di allevamento disponibile lrsquoAzienda Agricola Maggiolo intende ampliare

la propria capacitagrave di allevamento di polli da carne fino ad una massimo pari a 110000 capi per ciclo

Si tratta quindi esclusivamente di un ampliamento del numero di capi allevato senza alcun ampliamento

delle strutture o costruzione di nuove

52 Dimensionamento dellrsquoallevamento in caso di ampliamento

Lrsquoazienda intende quindi operare fino ad una consistenza massima di allevamento pari a 110000 capi

di peso variabile tra 18 e 36 kgcapo ricorrendo allo stesso schema di allevamento giagrave in pratica

attualmente Quindi realizzando cicli di allevamento di tipo misto di durata complessiva pari a circa 60

giorni complessivi con due momenti di sfoltimento uno dopo circa 3437 giorni quando i capi

raggiungono un peso medio di 18 kg un secondo dopo 4547 giorni quando i capi rimanenti

raggiungono un peso di 27 kg circa I rimanenti capi verranno quindi caricati verso il macello al

raggiungimento di circa 36 kg dopo 60 giorni circa

Tra due cicli di allevamento verragrave allo stesso modo garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle

normative vigenti per un periodo di 21 giorni Lrsquoazienda realizzeragrave un totale massimo di 5 cicli ogni anno

(di cui lrsquoultimo potragrave ricadere parzialmente nellrsquoanno successivo) Prima dellrsquoinizio del vuoto sanitario

verragrave sempre asportata la lettiera seguendo la fase di pulizia e disinfezione dellrsquoambiente e di tutte

le attrezzature presenti allrsquointerno del ricovero compresi i sistemi di distribuzione del mangime e

dellrsquoacqua

La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attivitagrave di un ciclo misto con

indicazione dei giorni di accasamento rifornimento di mangime sfoltimento e quindi di avvio al macello

dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata

Lrsquoimpostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dellrsquoallevamento

quindi al lordo della mortalitagrave fisiologica e mediamente pari al 5 per ciclo completo di allevamento

Lrsquoimpostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010

n 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013 relativamente alla densitagrave massima da non superare pari a

39 kgm2 in deroga al limite di 33 kgm

2 e previa presentazione di apposita richiesta entro 15 giorni

prima dellrsquoaccasamento dei capi allrsquoautoritagrave sanitaria territorialmente competente Inoltre lo schema

viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla tabella che segue si tenga

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 30 194 Settembre 2015

presente che chiaramente la crescita dei capi egrave graduale essendo graduale anche il fabbisogno

alimentare giornaliero ma che per necessarie ragioni di semplificazione si egrave assunto cautelativamente

un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita

Scenario di progetto ndash densitagrave

Taglia dei capi Peso medio dei capi

kgcapo Numero di capi

Densitagrave massima kgm

2

Capi m2

piccolo 18 31000 361 20

medio 27 20000 389 14

grande 36 59000 388 11

totale

110000

Regime alimentare tipico

Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg Razione

quotidiana g gg

1 Avviamento Fino a 10deg giorno 004 ndash 027 29

2 Accrescimento Dal 10deg-21deg giorno (ca) 027 ndash 094 78

3 Accrescimento Dal 22deg al 45deg giorno (ca) 094 ndash 34 200

4 Finissaggio Dal 46deg fino alla fine ciclo 34 -39 375

Scenario di progetto - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 110000 capi

Giorno

Numero di

capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisog

no

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

850 mangime

1 18333 29 05 845 accasamento

2 36667 29 10 834 accasamento

3 55000 29 16 819 accasamento

4 73333 29 21 798 accasamento

5 91667 29 26 772 accasamento

6 110000 29 31 740 accasamento

7 110000 29 31 709

8 110000 29 31 678

9 110000 29 31 646

10 110000 29 31 615

11 110000 78 86 529

12 110000 78 86 444

13 110000 78 86 358

14 110000 78 86 272

15 110000 78 86 187

16 110000 78 86 101

17 110000 78 86 16

18 110000 78 86 780 mangime

19 110000 78 86 694

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COD 15V055 PAGINA 31 194

Giorno

Numero di

capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisog

no

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

20 110000 78 86 609

21 110000 78 86 523

22 110000 200 220 303

23 110000 200 220 83

24 110000 200 220 713 mangime

25 110000 200 220 493

26 110000 200 220 273

27 110000 200 220 53

28 110000 200 220 683 mangime

29 110000 200 220 463

30 110000 200 220 243

31 110000 200 220 23

32 110000 200 220 653 mangime

33 110000 200 220 433

34 110000 200 220 213

35 94640 200 189 24 1deg sfoltimento caricamento vs macello

36 79280 200 159 685

1deg sfoltimento caricamento vs macello mangime

37 79000 200 158 527 1deg sfoltimento caricamento vs macello

38 79000 200 158 369

39 79000 200 158 211

40 79000 200 158 53

41 79000 200 158 745 mangime

42 79000 200 158 587

43 79000 200 158 429

44 68760 200 138 291 2deg sfoltimento caricamento vs macello

45 59000 375 221 70 2deg sfoltimento caricamento vs macello

46 59000 375 221 699 mangime

47 59000 375 221 477

48 59000 375 221 256

49 59000 375 221 35

50 59000 375 221 664 mangime

51 59000 375 221 442

52 59000 375 221 221

53 59000 375 221 850 mangime

54 51320 375 192 657 caricamento vs macello

55 43640 375 164 494 caricamento vs macello

56 35960 375 135 359 caricamento vs macello

57 28280 375 106 253 caricamento vs macello

58 20600 375 77 176 caricamento vs macello

59 12920 375 48 127 caricamento vs macello

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 32 194 Settembre 2015

Giorno

Numero di

capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisog

no

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

60 5240 375 20 108 caricamento vs macello

61 - caricamento vs macello

62 consegna pollina ditta esterna

63 consegna pollina ditta esterna

64 consegna pollina ditta esterna

6 GESTIONE DEI MATERIALI PALABILI ESISTENTE E PREVISTO DAL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DEL NUMERO DI CAPI

Nellrsquoazienda agricola Maggiolo non egrave presente alcuna concimaia in quanto tutta la pollina (il misto

di deiezioni del pollame piume mangimi e lettiere di truciolo) egrave consegnata alla fine di ogni ciclo

alla fungaia Agrifung Nello scenario di progetto la pollina verragrave consegnata alla stessa ditta Il

materiale egrave ritirato come sottoprodotto di origine animale

Ai sensi del Regolamento (CE) n 10692009 del 21 ottobre 2009 recante norme sanitarie relative

ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti derivati non destinati al consumo umano e che

abroga il regolamento (CE) n 17742002 (regolamento sui sottoprodotti di origine animale) la

pollina rientra nei materiali di categoria 2 (art 9) ldquoa) stallatico guano non mineralizzato e contenuto

del tubo digerente (hellip)rdquo e possono (art 13) essere ldquoa) smaltiti come rifiuti mediante incenerimento

i) direttamente senza trasformazione preliminare o ii) dopo la trasformazione attraverso

sterilizzazione sotto pressione se lrsquoautoritagrave competente lo richiede e con marcatura permanente

del materiale risultante b) recuperati o smaltiti mediante coincenerimento qualora i materiali di

categoria 2 siano rifiuti i) direttamente senza trasformazione preliminare o ii) dopo la

trasformazione attraverso sterilizzazione sotto pressione se lrsquoautoritagrave competente lo richiede e

con marcatura permanente del materiale risultante c) smaltiti in una discarica autorizzata dopo la

trasformazione attraverso sterilizzazione sotto pressione e con marcatura permanente dei materiali

risultanti d) utilizzati per la fabbricazione di fertilizzanti organici o ammendanti da immettere sul

mercato conformemente allrsquoarticolo 32 previa trasformazione mediante sterilizzazione sotto

pressione ove applicabile e marcatura permanente dei materiali risultanti e) compostati o

trasformati in biogas i) dopo la sterilizzazione sotto pressione e la marcatura permanente del

materiale risultante o ii) se si tratta di stallatico del tubo digerente e del suo contenuto di latte

prodotti a base di latte di colostro di uova e ovoprodotti qualora lrsquoautoritagrave competente ritenga che

non presentino rischi di diffusione di malattie trasmissibili gravi dopo la trasformazione preliminare

o senza trasformazione preliminare f) applicati sul terreno senza trasformazione preliminare se si

tratta di stallatico del contenuto del tubo digerente separato da questrsquoultimo di latte prodotti a

base di latte e di colostro e qualora lrsquoautoritagrave competente ritenga che non presentino rischi di

diffusione di malattie trasmissibili gravi g) insilati compostati o trasformati in biogas se si tratta di

materiali derivanti da animali acquatici h) utilizzati come combustibile dopo la trasformazione o

senza trasformazione preliminare o i) utilizzati per la fabbricazione di prodotti derivati di cui agli

articoli 33 34 e 36 e immessi sul mercato conformemente a tali articolirdquo

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COD 15V055 PAGINA 33 194

Ai sensi del Dlgs 1522006 smi (art 185) ldquo2 Sono esclusi dallambito di applicazione della parte quarta

del presente decreto (ndr ldquoNorme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinatirdquo) in

quanto regolati da altre disposizioni normative comunitarie ivi incluse le rispettive norme nazionali di

recepimento (hellip) b) i sottoprodotti di origine animale compresi i prodotti trasformati contemplati dal

regolamento (CE) n 17742002 (ndr abrogato con il successivo Regolamento (CE) n 10692009 del

21 ottobre 2009) eccetto quelli destinati allincenerimento allo smaltimento in discarica o allutilizzo in

un impianto di produzione di biogas o di compostaggio (hellip)rdquo Inoltre sempre disciplina della pollina

ricade nella generale regolamentazione dei sottoprodotti contenuta nellarticolo 184-bis dello stesso

Dlgs 1522006 ldquo1 Egrave un sottoprodotto e non un rifiuto ai sensi dellarticolo 183 comma 1 lettera a)

qualsiasi sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti condizioni a) la sostanza o loggetto egrave

originato da un processo di produzione di cui costituisce parte integrante e il cui scopo primario non egrave

la produzione di tale sostanza od oggetto b) egrave certo che la sostanza o loggetto saragrave utilizzato nel

corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione da parte del produttore

o di terzi c) la sostanza o loggetto puograve essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento

diverso dalla normale pratica industriale d) lulteriore utilizzo egrave legale ossia la sostanza o loggetto

soddisfa per lutilizzo specifico tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute

e dellambiente e non porteragrave a impatti complessivi negativi sullambiente o la salute umanardquo

La pollina originata nellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave quindi da considerarsi un sottoprodotto di

origine animale che viene e verragrave consegnata a terzi per un successivo processo di produzione o di

utilizzazione non rientrando per tanto nellrsquoambito dellrsquoapplicazione delle Norme in materia di gestione

dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati di cui al DLgs 1522006 smi

Lrsquoazienda agricola Maggiolo non effettua e non effettueragrave nello scenario di progetto lo spandimento

della pollina

La tabella che segue riporta la stima della produzione di pollina nella situazione attuale (riferita ad una

consistenza massima pari a 39500 capi per ciclo) e relativa allo scenario di progetto (riferito ad una

consistenza massima pari a 110000 capi per ciclo)

La stima egrave stata effettuata sulla base dei criteri definiti nellrsquoAllegato alla DGR n 2217 del 08082008

ldquoLinee guida per la compilazione della comunicazione e del PUArdquo (aggiornamento dellrsquoAllegato F alla

DGR 7 agosto 2007 n 2439 che in Regione Veneto recepisce il Decreto Ministeriale 7 aprile 2006)

relativamente alla consistenza media dellrsquoallevamento

Situazione attuale - Numero di cicli (compresi i giorni necessari per lo svuotamento e trasporto

pollina)

I ciclo Svuoto sanitario II ciclo

Svuoto sanitario III ciclo

Svuoto sanitario IV ciclo

Svuoto sanitario V ciclo

Numero di giorni

61 210 61 21 61 21 61 21 37 365

Completo Completo Completo Completo Incompleto

06 46

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PAGINA 34 194 Settembre 2015

Scenario di progetto - Numero di cicli (compresi i giorni necessari per lo svuotamento e trasporto

pollina)

I ciclo Svuoto sanitario II ciclo

Svuoto sanitario III ciclo

Svuoto sanitario IV ciclo

Svuoto sanitario V ciclo

Numero di giorni

64 210 64 21 64 21 64 21 25 365

Completo Completo Completo Completo Incompleto

03 44

Produzione di pollina nella situazione attuale e nello scenario futuro in caso di ampliamento

Situazione

attuale Scenario di

progetto

Consistenza massima dellrsquoallevamento n di capi 39500 110000

Consistenza media dellallevamento (calcolato come da indicazioni di cui allrsquoAllegato A alla DGR 2217 del 882008) Considerando un

tasso di mortalitagrave fisiologica pari al 5

ciclo di durata pari a 60 giorni

periodo di vuoto sanitario pari a 21 giorni

46 cicli allrsquoanno nella situazione attuale e 44 cicli allrsquoanno nello scenario di progetto

n di capi 23787 63138

Consistenza media dellallevamento t in peso vivo

Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 882008 ndash allegato A - tabella 1 polli da carne a terra con uso lettiera (pv medio 1 kg)

m3capoanno 00095 00095

Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 882008 ndash allegato A - tabella 1 polli da carne a terra con uso lettiera (pv medio 1 kg)

tcapoanno 00062 00062

Produzione pollina (volume) m

3 anno 226 600

Produzione pollina (peso) tanno 147 391

7 CONSUMI DI RISORSE E CARATTERISTICHE DELLE EMISSIONI IN AMBIENTE ESTERNO

71 Consumo di materie prime

Le materie prime in ingresso nellrsquoallevamento sono

mangimi

truciolo per lettiera

altri prodotti (ad esempio insetticidi e prodotti per la derattizzazione e per il trattamento dei

capi)

prodotti per pulizia e disinfezione degli ambienti di stabulazione

I mangimi sono tenuti in deposito nei silos dislocati in prossimitagrave dei singoli capannoni ed hanno una

capacitagrave complessiva attuale pari a 85 t sia nello scenario attuale che in nello scenario di progetto in

caso di ampliamento Il mangime viene fornito direttamente dal soccidante Nelle diverse fasi del ciclo

dellrsquoallevamento vengono fornite da parte del soccidante quattro tipologie di mangimi in grado di

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COD 15V055 PAGINA 35 194

garantire una crescita equilibrata dei capi e da ottimizzare lrsquoassorbimento dei nutrienti limitando

cosigrave lrsquoescrezione di azoto e fosforo il mangime egrave generalmente fornito in 4 fasi al fine di fornire ai

capi il nutrimento di cui hanno effettivamente bisogno nello specifico periodo della crescita La

tabella che segue riporta la composizione delle 4 tipologie di mangime fornito per periodo

Caratteristiche mangimi per fase

Fosforo

inorganico

Lisina Fitasi FTU Proteina

grezza

Oli e grassi

grezzi

P12 primo periodo 070 14 800 225 6

PB1 secondo periodo 060 122 750 20 7

PB2 terzo periodo 050 110 700 1830 880

PB3 quarto periodo 052 100 600 1720 9

Consumo di mangime

Consumo medio per

capi (ciclo misto)

kgcapo

consistenza

massima

(n capi)

Numero di cicli

allrsquoanno

Consumo di

mangime annuale

(tanno)

Situazione attuale 8 39500 46 1454

Scenario di progetto 8 110000 44 3872

I trattamenti di derattizzazione vengono effettuati in proprio utilizzando NOTRAC Block (bromadiolone e

denatorion principio attivo) essendo tenuta la registrazione degli interventi di derattizzazione con

piantina di distribuzione Nello scenario di progetto lrsquoazienda agricola continueragrave a effettuare i

trattamenti in proprio

Una volta svuotato il capannone dai capi si provvede alla raccolta della lettiera alla pulizia e alla

preparazione per il nuovo ciclo La pulizia si effettua in due fasi

mediante stazzamento a secco accurato di pavimenti pareti e attrezzature raccolta della pollina

residua che vien unita a quella giagrave accumulata in attesa di essere ritirata da parte della ditta

incaricata Segue bagnatura delle pareti con idropulitrice che non genera reflui in quanto ha la

sola funzione di preparare le superfici per la fase successiva

con idropulitrice o atomizzatore si applica a tutte le superfici la soluzione disinfettante al 1

circa di eviron D ( per ciclo se ne consumano circa 20 l per preparare 2 m3 di soluzione per ogni

ciclo) Non si generano effluenti la soluzione egrave lasciata sulle superfici al fine di lasciare che il

disinfettante espleti al sua funzione

72 Consumi energetici

Lrsquoazienda agricola Maggiolo ha un proprio impianto fotovoltaico con potenza di pico pari a 56 kW

Lrsquoenergia elettrica prodotta egrave utilizzata per

illuminazione dellrsquoarea di stabulazione e dei locali riscaldamento con lampade che fungono da ldquoMadre Artificialerdquo

distribuzione del mangime e dellrsquoacqua

sistema di ventilazione

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PAGINA 36 194 Settembre 2015

illuminazione interna dei capannoni di allevamento

cella frigorifica per capi deceduti

Azienda Agricola Maggiolo ndash impianto fotovoltaico

Egrave previsto un consumo medio annuale di circa 30000 l di GPL che dipende fortemente dalle

caratteristiche climatiche della stagione Il GPL egrave depositato in due serbatoi interrati da 3000 e 5000 l

Lrsquoaumento dei consumi di energia egrave legato in particolare alla necessitagrave di incrementare la ventilazione

Consumo annuale

kWh

Energia elettrica

autoprodotta

consistenza

massima

(n capi)

Fabbisogno medio per

capo kWhcapo ()

Situazione attuale 6000 63 39500 03

Scenario di progetto 100000 63 110000 018

() considerando presenza media anno rispettivamente 192000 e 536000)

73 Ciclo idrico

Lrsquoazienda consuma acqua di acquedotto per

Abbeveraggio capi

Lavaggio e disinfezione

Servizi igienici

Nella configurazione dellrsquoallevamento attuale il consumo idrico si attesta su circa 2900 m3anno di cui

circa 2600 m3anno per abbeveraggio (per un consumo medio pari a circa 144 lcapo durante il ciclo di

allevamento) 300 m3anno per il sistema di raffrescamento e circa 10 m

3anno per la pulizia

Considerando lrsquoincremento del numero di capi si prevede un incremento dagli attuali consumi annuali a

circa 7280 m3

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COD 15V055 PAGINA 37 194

Consumi idrici per abbeveraggio

Consumo medio per capi (ciclo misto)

lcapo

consistenza massima (n capi)

Numero di cicli allrsquoanno

Consumo di acqua annuale (m

3anno)

Situazione attuale 144 39500 46 2617

Scenario di progetto 144 110000 44 6970

Consumi idrici totali

Situazione attuale Scenario di progetto

Consumi idrici per abbeveraggio m3

anno 2617 6970

Consumi per raffrescamento (1) m3

anno 300 300

Consumi Idrici per pulizia (2) m3

anno 10 10

Consumi idrici totali m3

anno 2927 7280

(1) Il consumo per raffrescamento egrave alle condizioni meteoclimatiche ovvero al coincidere un ciclo di allevamento

con il picco estivo Il dato indicato egrave quindi un dato medio puramente indicativo

(2) Dato massimo

74 Scarichi idrici

I polli bevono direttamente beccando i nipples senza che avvenga spreco e dispersione dacqua

nellambiente Il raffrescamento egrave garantito dal sistema di pannelli cooling con riutilizzo dellrsquoacqua non

evaporata evitando sprechi e in parte con il sistema baumac Lrsquoabbeveraggio ed il sistema di

raffrescamento non generano quindi scarichi idrici Il sistema di pulizia non produce scarichi idrici infatti

dopo aver effettuato una estesa pulizia a secco le superfici interne ai capannoni sono bagnate con

soluzione di disinfettante con pompa a pressione senza creare ruscellamenti

75 Spolgie di animali

La mortalitagrave per ciclo di allevamento si attesta sui valori intorno a 5 LrsquoAzienda Agricola dispone di

una cella frigo per la conservazione dei capi deceduti di proprietagrave

Azienda Agricola Maggiolo ndash Celle frigorifera

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PAGINA 38 194 Settembre 2015

76 Produzione di rifiuti solidi

La produzione di rifiuti dellrsquoAzienda Agricola egrave limitata in quanto le materie prime (tra cui il mangime)

vengono trasportate mezzi che scaricano direttamente nei silos di stoccaggio

I rifiuti prodotti sono per lo piugrave rifiuti non pericolosi di cui in particolare imballaggi in plastica (contenitori

per detergenti e disinfettanti) in carta ed in vetro

Azienda Agricola Maggiolo ndash locale adibito al deposito dei rifiuti

77 Emissioni in atmosfera

In allevamento sono presenti emissioni diffuse derivanti da metabolismo animale tali emissioni

sono tenute sotto controllo mediante adozione di unrsquoadeguata ventilazione dei capannoni per

ridurre il tenore di umiditagrave della lettiera ribaltamento della stessa funzionale a limitare lrsquoinsorgere di

fenomeni di fermentazione anaerobica

La tabella che segue sintetizza le emissioni di ammoniaca e metano alla massima capacitagrave

dellrsquoallevamento sulla base dei coefficienti di emissione (riferimento BREF sect3321)

Emissioni di ammoniaca e metano

fase Fattore di

emissione unitagrave misura fattore

Situazione attuale

ndash emissioni totali

tanno

Scenario di

progetto ndash

emissioni totali

tanno

Stabulazione 011 kg NH3postoanno 43 121

Stabulazione 0079 Kg CH4postoanno 31 87

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COD 15V055 PAGINA 39 194

8 DISTANZE MINIME SECONDO LA DGR 8562012

Con la DGR n 856 del 15 maggio 2012 ldquoAtti di indirizzo ai sensi dellart 50 comma 1 lett d) della LR

23 aprile 2004 n 11 Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio Modifiche ed

integrazioni alla lett d) Edificabilitagrave zone agricole punto 5) Modalitagrave di realizzazione degli allevamenti

zootecnici intensivi e la definizione delle distanze sulla base del tipo e dimensione dellallevamento

rispetto alla qualitagrave e quantitagrave di inquinamento prodottordquo la Giunta regionale ha aggiornato gli Atti di

Indirizzo di cui alle deliberazioni n 31782004 e n 3292010 per ledificabilitagrave nelle zone agricole

Le tabelle che seguono riassumono i calcoli per la determinazione delle distanze minime di cui alla

DGR 85620122 Nelle tavole allegate si riportano i buffer con le distanze minime e lrsquoindicazione

dellrsquoutilizzo degli edifici data dalla Carta Tecnica Regionale

Lrsquoallevamento egrave dotato di un sistema di ventilazione forzata e non dispone di alcun stoccaggio della

polline che che insieme alla lettiera viene mantenuta al chiuso (nei singoli capannoni di allevamento)

fini alla fine del ciclo di allevamento per poi essere traportata da terzi verso lrsquoimpianto di recupero e

riutilizzo

Nella situazione attuale cosigrave come nello scenario di progetto lrsquoallevamento si trova a piugrave di 200 m

dallrsquoallevamento piugrave vicino Nel raggio di 100 m dallrsquoallevamento non sono presenti abitazioni civili a

meno dellrsquoedificio abitativo del proprietario e gestore dellrsquoallevamento e nel raggio di 200 m non rientra

il perimetro del centro abitato Il limite di zona agricola risulta ad una distanza superiore a 200 m

rispetto sia relativamente al PRG del Comune di Castello di Godego che al PAT del Comune di

Castelfranco Le strutture di allevamento (cinque capannoni) pressocheacute entro il limite di 20 m dal

confine della proprietagrave aziendale

Distanza minima dai confini di proprietagrave (Tabella 2 Allegato A)

Consistenza massima Peso vivo t

Classe tabella 1 allegato A

Distanza minima m

Situazione attuale 39500 395 2 20

Scenario di progetto 110000 110 2 20

Il peso medio vivo egrave stato calcolato sulla base del ciclo medio tipico

a) Tipologia dellambiente di stabulazione e del sistema di pulizia

Tipologia Punti allevamento

Situazione attuale ottimizzazione dellisolamento termico e della ventilazione (anche

artificiale)+pavimenti ricoperti da lettiera-abbeveratoi anti spreco 10

Scenario di progetto ottimizzazione dellisolamento termico e della ventilazione (anche

artificiale)+pavimenti ricoperti da lettiera-abbeveratoi anti spreco 10

2 Si rimanda alle tavole ldquoVerifica dei requisiti di cui alla DGR n 856 del 15 maggio 2012 - Stato attuale e incremento capi senza

passaggio di classe (classe 2) Uso del Suolordquo e ldquoVerifica dei requisiti di cui alla DGR n 856 del 15 maggio 2012 - Stato attuale e incremento capi senza passaggio di classe (classe 2)rdquo riportate in allegato

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PAGINA 40 194 Settembre 2015

b) Sistema di ventilazione

Tipologia Punti allevamento

Situazione attuale ventilazione forzata 0

Scenario di progetto ventilazione forzata 0

c) sistema di stoccaggio e trattamento delle deiezioni

Tipologia Punti allevamento

Situazione attuale materiali palabili - pollina su lettiera al coperto (su capannoni chiusi) -

equivalente a concimaia chiusa 0

Scenario di progetto materiali palabili - pollina su lettiera al coperto (su capannoni chiusi) -

equivalente a concimaia chiusa 0

Punteggio totale

Criteri Punti allevamento

Situazione attuale a b c 10

Scenario di progetto a b c 10

Distanze minime reciproche degli insediamenti zootecnici dai limiti di zona agricola (Tabella 3 Allegato A)

classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m

Situazione attuale 2 10 200

Scenario di progetto 2 10 200

Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze civili sparse (Tabella 4 Allegato A)

classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m

Situazione attuale 2 10 100

Scenario di progetto 2 10 100

Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze concentrate (centri abitati) (Tabella 5 Allegato A)

classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m

Situazione attuale 2 10 200

Scenario di progetto 2 10 200

9 DECOMMISSIONING

Per le strutture in cemento eo laterizi si provvederagrave in fase di dismissione dellrsquoallevamento al

trasporto delle relative macerie presso un impianto di trattamento per la bonifica

Per le attrezzature se riutilizzabili si provvederagrave alla revisione e riutilizzo presso altri impianti simili

mentre per le parti obsolete si provvederagrave al loro smaltimento tramite ditte autorizzate

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COD 15V055 PAGINA 41 194

QUADRO DI RIFERIMENTO

PROGRAMMATICO

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PAGINA 42 194 Settembre 2015

10 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE

101 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ndash Regione Veneto

1011 Riferimenti generali

La Regione Veneto con DGR n 372 del 1722009 ha adottato il Piano Territoriale Regionale di

Coordinamento ai sensi della LR 2342004 n 11 (art 25 e 4) oggetto di Variante anche questa solo

adottata con DGR n 427 del 1042013 pubblicata sul BURV n 39 del 352013 Il PTRC con la

citata Variante come precisato allrsquoarticolo 1bis delle Norme dello stesso assume natura di piano

urbanistico territoriale con specifica considerazione dei valori paesaggistici ai sensi dellrsquoart 135

comma 1 del DLgs 2212004 n 42 il Codice dei beni culturali e del paesaggio

Il PTRC adottato comprende i seguenti elaborati

Relazione illustrativa con i fondamenti del buon governo

Elaborati grafici

- Tavola PTRC 1992 - Ricognizione

- Tavola 1a - Uso del suolo Terra

- Tavola 1b - Uso del suolo Acqua

- Tavola 1c ndash Uso del suolo Idrogeologia e rischio sismico

- Tavola 2 - Biodiversitagrave

- Tavola 3 - Energia e ambiente

- Tavola 4 - Mobilitagrave

- Tavola 5a - Sviluppo economico produttivo

- Tavola 5b - Sviluppo economico turistico

- Tavola 6 - Crescita sociale e culturale

- Tavola 7 - Montagna del Veneto

- Tavola 8 - Cittagrave motore di futuro

- Tavola 9 - Sistema del territorio rurale e della rete ecologica

- Tavola 10 - Sistema degli obiettivi di progetto

Rapporto ambientale

Quadro conoscitivo

Documento per la pianificazione paesaggistica

o Ambiti di paesaggio

o Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici

o Atlante ricognitivo

o Sistema di valori

Norme tecniche

Il PTRC come precisato nellrsquoarticolo 4 delle Norme dello stesso egrave strumento sovraordinato a tutti i

piani territoriali ed urbanistici e puograve essere motivatamente modificato o integrato dai piani regionali di

settore e di sviluppo delle grandi reti di servizi fatto salvo quanto disposto dallrsquoart 145 comma 3 del

DLgs 422004 gli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica di livello inferiore devono

adeguarsi entro dodici mesi dallrsquoentrata in vigore del PTRC

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COD 15V055 PAGINA 43 194

Per quanto attiene allrsquoefficacia del PTRC come stabilito dal comma 3 dellrsquoarticolo 72bis delle Norme

dello stesso piano ldquoai sensi dellrsquoart 29 comma 2 della LR 1104 dallrsquoadozione del PTRC o di sue

eventuali varianti e fino alla loro entrata in vigore e comunque non oltre cinque anni dalla data di

adozione i Comuni sono tenuti a sospendere ogni determinazione sulle domande relative ad interventi

di trasformazione edilizia e urbanistica che risultino in contrasto con le prescrizioni contenute nel

pianordquo

In merito alla pianificazione paesaggistica come definito nel Titolo XI delle Norme dellrsquoadottato PTRC

la Regione egrave articolata ai sensi dellrsquoarticolo 45ter comma 1 della LR 112004 e dellrsquoarticolo 135

comma 2 del DLgs 422004 in quattordici Ambiti di Paesaggio indicati nel Documento per la

pianificazione paesaggistica La definizione delle specifiche normative drsquouso aventi la finalitagrave di

assicurare che ciascun ambito di paesaggio sia ldquoadeguatamente conosciuto tutelato salvaguardato e

disciplinatordquo attribuendo ldquoadeguati obiettivi di qualitagrave in attuazione dei fini di cui agli articoli 131 133 e

135 del Codice e sulla base della specificazione dei contenuti definiti dallrsquoAtlante Ricognitivo

contenuto nel Documento per la pianificazione paesaggisticardquo egrave demandata ai previsti Piani

Paesaggistici Regionali drsquoAmbito (PPRA)

Il Documento per la pianificazione paesaggistica come precisato allrsquoarticolo 71ter delle Norme del

PTRC costituisce quadro di riferimento per la definizione dei PPRA

Tale Documento si articola in Ambiti di paesaggio in cui egrave indicata la delimitazione degli Ambiti di

Paesaggio Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici in cui egrave indicato il percorso istituzionale di

attribuzione della valenza paesaggistica e sono rappresentate le aree di cui agli artt 136 e 142 del

DLgs4204 destinate a ricognizione e validazione in sede di pianificazione paesaggistica regionale

drsquoambito Atlante Ricognitivo quale prima ricognizione finalizzata alla conoscenza dei caratteri del

paesaggio veneto e dei processi di trasformazione che lo interessano in cui sono indicati obiettivi e

indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari ai PPRA Sistemi di valori (i siti patrimonio dellrsquoUnesco le

Ville del Palladio le Ville Venete Parchi e giardini di rilevanza paesaggistica Forti e manufatti difensivi

Archeologia industriale Architetture del Novecento

1012 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Gli elaborati cartografici del PTRC data anche la scala di restituzione solo in alcuni casi identificano

categorie direttamente relazionabili allrsquoarea dellrsquoesistente allevamento zootecnico avicolo od

allrsquoimmediato intorno ed in dettaglio si tratta delle ldquoAree nucleordquo riportate nelle Tavole 1 2 e 9 e dei

ldquoPrati stabilirdquo riportati nelle Tavole 1 e 9

Area nucleo

Le Aree nucleo sono elementi costituitivi della Rete ecologica e corrispondono come precisato

allrsquoarticolo 24 delle Norme del PTRC ai siti della Rete Natura 2000 ed alle aree naturali protette di cui

alla L 3941991 In tale articolo si afferma che ldquola Regione promuove programmi e progetti specifici

finalizzati alla salvaguardia e valorizzazione della Rete ecologica e per lrsquoattuazione di azioni volte alla

tutela conservazione e accrescimento della biodiversitagrave da attuarsi in collaborazione con le

amministrazioni provinciali comunali e gli altri soggetti interessati anche mediante il supporto a

pratiche agricole sostenibili e di gestione rurale privilegiando quelle dellagricoltura biologicardquo e che ldquoin

Studio di Impatto Ambientale

Az Agricola Maggiolo

PAGINA 44 194 Settembre 2015

tal senso si assumono come elementi di riferimento le reti di siepi agrarie e i filari le zone umide i corsi

dacqua e la rete di scolo e irrigua i boschettirdquo Le Norme del PTRC inoltre precisano che ldquola

procedura per la valutazione di incidenza si applica esclusivamente con riferimento agli obbiettivi di

conservazione tutelati nei siti della Rete Natura 2000rdquo

Con riguardo al previsto ampliamento del numero di capi allevati allrsquointerno delle giagrave esistenti strutture

aziendali che ricadono in una ZPS di cui alla Rete Natura 2000 egrave redatto il richiesto Studio di

Incidenza In aggiunta si annota che non sono previsti interventi che determinano ricadute sullrsquoattuale

consistenza e configurazione dei richiamati elementi di riferimento per la costruzione della rete

ecologica

Prati stabili

I Prati stabili sono disciplinati dallrsquoarticolo 14 delle Norme del PTRC che esplicita il loro riconoscimento

come ldquorisorse per il paesaggio e la biodiversitagraverdquo e demanda ai Comuni lrsquoindividuazione nellrsquoambito dei

propri strumenti urbanistici dei sistemi di prati stabili e la specificazione ai fini della loro tutela di

ldquoadeguate misure per mantenere il loro valore naturalistico e limitare la perdita di superficie prativa

dovuta allo sviluppo urbanistico allrsquoestensione dei seminativi e allrsquoavanzamento delle aree boschiverdquo

Il maggior numero di capi avicoli non richiede lrsquoampliamento dellrsquoarea attualmente giagrave interessata dalla

presenza dellrsquoallevamento e pertanto non sono coinvolte aree a prato stabile

Il PTRC con riguardo alle Aree rurali disciplinate allrsquoarticolo 7 individua e delimita quattro categorie di

aree rurali riportate in tavola 1a le Aree di agricoltura periurbana le Aree agropolitane in pianura le

Aree ad elevata utilizzazione agricola le Aree ad agricoltura mista a naturalitagrave diffusa per ognuna delle

quali sono elencati obiettivi e previsioni da assumere in sede di predisposizione e adeguamento degli

strumenti di pianificazione urbanistica In generale nel territorio rurale la pianificazione territoriale ed

urbanistica come indicato nel citato articolo deve essere ldquoorientata al principio del minor consumo di

suolordquo e perseguire diverse finalitagrave tra le quali ldquogarantire la sostenibilitagrave dello sviluppo economico del

settore rurale attraverso processi di trasformazione del territorio realizzati con il minor consumo

possibile di suolordquo ldquopromuovere e sostenere il recupero dei fabbricati abitativi e agricolo produttivi e

delle loro pertinenze e consentire la realizzazione di fabbricati abitativi e agricolo produttivi necessari

alle aziende agricole garantendo il loro armonico inserimento nel paesaggio agrario nel rispetto della

struttura insediativa esistenterdquo

La prevista variazione del numero di polli allevati che non richiede la realizzazione di nuovi fabbricati

in linea generale comunque non esclusi secondo le indicazioni delle norme del PTRC se correttamente

inseriti si ritiene possa essere positivamente relazionata con il richiamato obiettivo di uno sviluppo

rurale sostenibile tanto che non egrave in contrasto con la finalitagrave di ridurre il consumo di suolo agricolo

102 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ndash Provincia di Treviso

1021 Riferimenti generali

Il PTCP approvato con la DGR 1137 del 23032010 come precisato allrsquoarticolo 1 delle Norme dello

stesso ldquoindica gli obiettivi e gli elementi fondamentali dello sviluppo urbanistico provinciale

individuando per lrsquoassetto del territorio le nuove esigenze generali del territorio in coerenza con il

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COD 15V055 PAGINA 45 194

quadro conoscitivo elaborato con riferimento alla salvaguardia conservazione e valorizzazione delle

risorse territorialirdquo

Tale Piano sempre come specificato nel citato articolo assicura che la valorizzazione delle risorse

territoriali disciplinata dalle previsioni degli strumenti urbanistici comunali persegua in particolare

la promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole

la tutela delle identitagrave storico-culturali e della qualitagrave degli insediamenti urbani ed extraurbani

la tutela del paesaggio rurale montano e delle aree di importanza naturalistica

lrsquoutilizzo di nuove risorse territoriali solo quando non esistano alternative alla riorganizzazione e

riqualificazione

del tessuto insediativo esistente

la messa in sicurezza degli abitati e del territorio dai rischi sismici e di dissesto idrogeologico

Il PTCP attraverso le direttive e le prescrizioni da considerare per la redazione degli strumenti di

pianificazione di livello inferiore ed a cui i PAT dei Comuni devono adeguarsi intende raggiungere

scelte progettuali di sviluppo sostenibile in coerenza con gli obiettivi di cui allrsquoarticolo 2 della LR

112004

Il PTCP si compone dei seguenti elaborati

Elaborati grafici

- Tavola 1-1 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Aree soggette a tutela

- Tavola 1-2 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Pianificazione di livello superiore

- Tavola 1-3 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Aree naturalistiche protette

- Tavola 1-4 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Vincoli militari e infrastrutturali

- Tavola 2 Carta delle fragilitagrave

- Tavola 3-1 Sistema ambientale ndash Reti ecologiche

- Tavola 3-2 Sistema ambientale ndash Livelli di idoneitagrave faunistica

- Tavola 4-1 Sistema insediativo-infrastrutturale

- Tavola 4-2 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta dei Centri Storici della Provincia

- Tavola 4-3 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta delle Ville Venete Complessi ed Edifici di

pregio architettonico

- Tavola 4-4 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta delle Ville Venete Complessi ed Edifici di

pregio architettonico di interesse provinciale

- Tavola 4-5 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Mobilitagrave sostenibile

- Tavola 4-6 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Percorsi turistici

- Tavola 4-7 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash La Grande Treviso Il Sistema dei Parchi

- Tavola 5-1 Sistema del paesaggio ndash Carta geomorfologica della Provincia di Treviso

- Tavola del Rapporto Ambientale

Relazione di Piano

Norme Tecniche

Sintesi Non Tecnica Appendice ldquoArdquo al Rapporto Ambientale

Valutazione di Incidenza Ambientale

Rapporto Ambientale allo stato di avanzamento di giugno 2008

Allegato FF ndash Quaderno Progetti

Allegato GG ndash Linee guida per regolamenti edilizi - Relazione con appendici

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PAGINA 46 194 Settembre 2015

Allegato L ndash Rischio incidenti rilevanti

Allegato M ndash Beni culturali

1022 Relazioni con le previsioni del PTCP

Gli elaborati cartografici del PTCP3 solo in alcuni casi identificano categorie in relazione diretta con

lrsquoarea dellrsquoesistente allevamento zootecnico avicolo ed in dettaglio si tratta dei seguenti casi

Tavola 13 con riguardo alle Zone di Protezione Speciale ndash ZPS

Tavola 21 con riguardo alle Aree di pericolositagrave idrica ridotta P0

Tavola 23 con riguardo alle Zone di incompatibilitagrave assoluta (Rete Natura 2000)

Tavola 31 con riguardo alle ZPS e alle Aree nucleo

Tavola 32 con riguardo al Livello di idoneitagrave faunistica medio

Tavola 51 con riguardo alla Unitagrave di paesaggio P2

Le Zone di Protezione Speciale riportate nella Tavola 13 e nella Tavola 31 in tale caso corrispondono

alla ZPS IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo allrsquointerno della quale ricade lrsquoallevamento avicolo per

il quale si prevede di aumentare il numero di polli allevati per la produzione di carne Le ZPS sono

richiamate percheacute messe in relazione con gli elementi costitutivi della Rete ecologica questi ultimi

identificati e delimitati nella Tavola 31 nel caso in questione rappresentati da una delle Aree nucleo

Lrsquoarticolo 36 delle Norme del PTCP elenca gli obiettivi della Rete ecologica che devono essere assunti

dagli strumenti urbanistici locali e da ogni altro atto di programmazione e di governo del territorio come

condizioni alle trasformazioni ammissibili delle risorse in modo da contribuire alla realizzazione della

stessa rete ecologica provinciale

Lrsquoarticolo 37 delle Norme del PTCP contiene le direttive da applicare agli elementi della Rete ecologica

ed in particolare per quanto riguarda le Aree nucleo stabilisce che

- la realizzazione delle infrastrutture e degli impianti tecnici egrave subordinata a misure di mitigazione

mirate alla ricostituzione della continuitagrave della permeabilitagrave biologica nei punti critici di

passaggio ed inoltre con lrsquoinserimento di strutture utili allrsquoattraversamento faunistico e con la

costituzione di aree di rispetto formate con elementi arborei ed arbustivi finalizzate alla

conservazione della biodiversitagrave

- la gestione dellrsquoagricoltura in queste aree deve essere indirizzata anche mediante interventi di

incentivazione e sostegno tecnico e finanziario al mantenimento delle componenti di interesse

ecologico e della biodiversitagrave complessiva

- le aree individuate come critiche per presenza di infrastrutture aree insediative e corridoi

ecologici nei siti della Rete Natura 2000 devono essere considerate dalla normazione tutelare

degli strumenti urbanistici comunali come ambiti prioritari verso i quali convergere gli interventi

di riorganizzazione mediante azioni di mitigazione e compensazione

Lrsquoarticolo 39 delle Norme del PTCP inoltre per le Aree nucleo stabilisce che ldquoi progetti che implicano

modificazione di usi funzioni attivitagrave in atto sono soggetti a valutazione di incidenza (VINCA) ai sensi

3 Si rimanda agli estratti delle Tavole 21 31 (che riporta le ZPS analogamente alla tav 13 e 23) e 32 del PTCP inserite nellrsquoAllegato

Cartografico allo SIA

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COD 15V055 PAGINA 47 194

della normativa statale e regionale in materiardquo ed in aggiunta precisa al comma 4 che gli ldquointerventi di

ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo [hellip]

sono ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati

compatibili dalla valutazione di incidenza e comunque soggetti a misure compensative a compenso

drsquoogni riduzione della qualitagrave ecologica complessiva dellrsquoareardquo

La previsione di aumentare il numero di polli allevati nelle strutture giagrave presenti non richiede nuovi

fabbricati o ampliamenti di quelli esistenti ed in ogni caso si annota che sono ammessi utilizzi a fini

agricoli in merito alla valutazione di incidenza come giagrave richiamato egrave predisposto il richiesto Studio di

Incidenza

Le Aree a pericolositagrave ridotta (P0) individuate nella Tavola 21 ldquoCarta delle fragilitagrave ndash Aree soggette a

dissesto idrogeologico e fragilitagrave ambientalerdquo sono definite allrsquoarticolo 57 come ldquoparti del territorio

provinciale ritenute maggiormente esposte a pericolo di allagamento soprattutto a causa di insufficienze

idrauliche localirdquo e per tali aree ldquodevono essere promosse dalle Amministrazioni Comunali verifiche

specifiche sullrsquoeffettivo comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio assieme al Consorzio

di Bonifica competente per territoriordquo Le Aree P0 sono disciplinate dallrsquoarticolo 59 delle Norme del

PTCP che formula le seguenti direttive

ldquo1 Lo strumento urbanistico comunale conduce per le aree P0 una rigorosa e puntuale verifica dello

stato idraulico del territorio nel rispetto della Delibera regionale n13222006 utilizzando per le

valutazioni schemi di calcolo che siano in grado di descrivere le conseguenze idrauliche di una

eventuale insufficienza della rete di scolo delle acque precisandone e definendone su queste basi gli

ambiti giagrave indicati dal PTCP

2 Per le aree classificate P0 ferma restando lrsquoapplicazione della normativa per esse eventualmente

disposta dai Piani di Assetto Idrogeologico lo strumento urbanistico comunale detta apposita normativa

finalizzata a non incrementare le condizioni di rischio ed in particolare a

a) mantenere le condizioni esistenti di funzionalitagrave idraulica ed anzi a migliorarle cosigrave da

agevolare e comunque non impedire il deflusso delle piene e non ostacolare il normale deflusso

delle acque

b) non aumentare le condizioni di pericolo a valle od a monte delle aree drsquointervento

c) non ridurre i volumi invasabili e favorire se possibile la formazione di nuove aree di libera

esondazione delle acque

d) non pregiudicare con opere incaute od erronee la successiva realizzazione di interventi per

lrsquoattenuazione o lrsquoeliminazione delle cause di pericolositagrave

e) non effettuare tombinamenti ma mantenere gli originali volumi di invaso disponibili di tratti di

f) fossi e fossati

g) neutralizzare con interventi in loco gli incrementi di portata conseguenti ad interventi

urbanizzativi

h) non costituire od indurre a costituire vie preferenziali al flusso di portate solide o liquide

i) minimizzare le interferenze anche temporanee con le strutture di difesa idraulicardquo

Per le valutazioni sulla relazione tra la disciplina e il previsto ampliamento dellrsquoallevamento si rimanda

ai successivi paragrafi del presente studio in cui si considerano i PAT dei Comuni territorialmente

coinvolti

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PAGINA 48 194 Settembre 2015

Le Zone di incompatibilitagrave assoluta sono considerate nelle Norme del PTCP in relazione alle Aree a

rischio di incidente rilevante disciplinate allrsquoarticolo 77 la direttiva stabilisce che il PAT nella

valutazione di compatibilitagrave territoriale per la localizzazione di nuovi impianti a rischio dovragrave tenere in

considerazione le aree di incompatibilitagrave assoluta localizzandogli stabilimenti in aree industriali esterne

a tali zone

La disciplina richiamata non ha attinenza con lrsquointervento in previsione

I Livelli di idoneitagrave faunistica sono definiti e riportati nella Tavola 32 ldquoSistema ambientale ndash Livelli di

idoneitagrave faunisticardquo e nel caso dellrsquoarea dellrsquoallevamento si ricade in un ambito con livello di idoneitagrave

faunistica medio come stabilito allrsquoarticolo 37 delle Norme del PTCP ldquogli strumenti urbanistici locali

dispongono apposita disciplina finalizzata a () definire i livelli di idoneitagrave faunistica allrsquointerno di queste

aree e dettare norme differenziate secondo il livello di idoneitagrave da conferire o conservarerdquo assicurando

nel caso di media idoneitagrave la tutela e la conservazione di tale livello

La prevista variazione in aumento dei capi di polli allevati si ritiene non incidere sul livello di idoneitagrave

faunistica

Le Unitagrave di Paesaggio individuate nella Tavola 51 sono disciplinate dallrsquoarticolo 30 delle Norme del

PTCP che chiede agli strumenti urbanistici comunali di individuare gli ambiti territoriali omogenei ldquoin

modo tale da far corrispondere ad ogni unitagrave di paesaggio la totale estensione di uno o piugrave ATO non

potendo di conseguenza uno stesso ambito territoriale omogeneo essere suddiviso tra diverse UDPrdquo Il

PTCP riconosce le caratteristiche di ogni Unitagrave e la disciplina stabilisce che ldquospetta allo strumento

urbanistico comunale sulla base di analisi puntuali dei caratteri costitutivi proporre la correzione e

precisazione dellrsquoestensione dellrsquounitagrave anche al fine di rendere coerenti le UDP con i perimetri delle

ATO in cui il territorio comunale egrave suddivisordquo

Per le valutazioni sulla relazione tra la disciplina associata alle UdP e il previsto ampliamento

dellrsquoallevamento si rimanda ai successivi paragrafi del presente studio in cui si considerano i PAT dei

Comuni territorialmente coinvolti

103 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castelfranco Veneto

1031 Riferimenti generali

Il Comune di Castelfranco Veneto egrave dotato di PAT redatto con i contenuti di cui allrsquoarticolo 13 della

LR112004 approvato con la DGP n 29 del 322014 tale strumento sostituisce il precedente

Piano Regolatore Generale approvato con le DGR n 4035 del 10122004 e n 3672 del 29112005

Il PAT egrave formato dai seguenti elaborati

Relazione tecnica

Relazione di progetto

Relazione sintetica

Norme tecniche

Elaborati grafici in scala 110000

- Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale

- Carta delle invarianti

- Carta delle fragilitagrave

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COD 15V055 PAGINA 49 194

- Carta della trasformabilitagrave - Ambiti Territoriali Omogenei (ATO)

- Carta della trasformabilitagrave - Valori e tutele Azioni strategiche

Quadro conoscitivo di cui allrsquoart10 della LR112004

Studio di compatibilitagrave idraulica

Le Norme precisano che gli ambiti e gli immobili vincolati individuati nella Tavola 1 del PAT hanno

valore ricognitivo e non esaustivo e che ldquole indicazioni grafiche contenute nella citata Tavola 4 non

hanno valore conformativo delle destinazioni urbanistiche dei suoli la definizione delle quali egrave

demandata al PI e non possono pertanto rappresentare o comportare in alcun modo acquisizione di

diritti edificatori ()rdquo Lrsquoarticolo 4 delle Norme del PAT precisa che ldquogli interventi di trasformazione

edilizia ed urbanistica del territorio prima della redazione del PI ai sensi dellart 18 della LR1104

devono rispettare le previsioni del PRG vigente per le parti compatibili con il PAT che a seguito

dellapprovazione per tali parti acquista il valore e lefficacia del PI come previsto dallart 48 comma 5

della LR112004rdquo

1032 Relazioni con le previsioni del PAT

Le tavole del PAT4 identificano le categorie di vincolo le invarianti le fragilitagrave e le destinazioni drsquouso

associate alla disciplina contenuta nelle Norme dello stesso strumento urbanistico con riguardo allrsquoarea

dellrsquoesistente allevamento avicolo eo alla porzione di territorio limitrofa a questa si distinguono quelle

riportate nella sottostante tabella Per ogni categoria si richiama il contenuto delle norme del PAT e si

svolge la verifica in merito alla coerenza tra la disciplina ed il previsto incremento del numero di capi

avicoli allevati

Piano di Assetto del Territorio ndash Relazione tre le categorie di Piano e lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo

Carta Categoria Art PAT

1 Vincoli ZPS ndash Prai di Castello di Codego 10

Allevamenti zootecnici intensivi LR 112004 12

Reticolo idraulico ndash Servitugrave idraulica 12

2 Invarianti Area Natura 2000 13

Principali filari e siepi del paesaggio 14

3 Fragilitagrave Compatibilitagrave geologica ndash Area idonea a condizione 3 17

4a Trasformabilitagrave ATO Aa1 Agricolo periurbano nord ndash Prai di Godego 36

4b Trasformabilitagrave Area nucleo 34

ZPS ndash Prai di Castello di Godego

Lrsquoarticolo 10 delle Norme del PAT precisa che tale strumento urbanistico recepisce la Zona di

Protezione Speciale IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo individuata ai sensi della DGR n

11802006 quale elemento della Rete Natura 2000 per la salvaguardia della biodiversitagrave ed integra la

ZPS nel sistema ambientale della rete ecologica di cui allrsquoart34 Le direttive definite in tale articolo

stabiliscono che nella progettazione ed esecuzione di piani progetti e interventi ldquodeve essere garantito

il mantenimento ovvero alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi

di habitat naturali e degli habitat delle specie interessate che hanno determinato lrsquoindividuazione

dellrsquoarea come zona SIC e ZPSrdquo che ldquonellrsquoesame delle soluzioni progettuali devono essere

considerate le possibili alternativerdquo ed infine che ldquoa seguito della valutazione sono individuate

opportune misure di mitigazione o compensazione finalizzate a minimizzare o cancellare le eventuali

4 Si rimanda agli estratti delle Tavole 1 2 3 4a e 4b inserite nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

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PAGINA 50 194 Settembre 2015

incidenze negative sia in corso di realizzazione sia dopo il suo completamentordquo Le prescrizioni di tale

articolo richiamano lrsquoassoggettamento alla procedura di valutazione di incidenza per i piani i progetti e

gli interventi ricadenti allrsquointerno della ZPS

Per quanto riguarda lrsquoassoggettamento alla procedura di valutazione di incidenza si precisa che egrave stato

redatto il richiesto Studio di incidenza a cui si rimanda per le considerazioni di merito

Allevamenti zootecnici intensivi

Lrsquoarticolo 12 delle Norme del PAT richiama i riferimenti legislativi attinenti agli allevamenti zootecnici

intensivi ovvero la DGR 31782004 e smi (Atti di indirizzo - art 50 della LR 112004) e con le

direttive e prescrizioni stabilisce che il Piano degli Interventi (PI) aggiorna e precisa gli allevamenti

zootecnici intensivi individuati nella Tavola 1 per i quali si applicano le vigenti disposizioni di legge e i

regolamenti comunali vigenti in materia di igiene e sanitagrave In aggiunta in tale articolo si precisa che

ldquoagli allevamenti zootecnici in zona impropria sono consentite esclusivamente operazioni di

manutenzione ordinaria e ne egrave incentivata la rimozionerdquo

Con riguardo alle citate norme si sottolinea che si prevede il solo aumento del numero di polli da carne

allevati nelle strutture giagrave esistenti e che ovviamente si terragrave conto del necessario rispetto delle

disposizioni e regolamenti vigenti in materia di igiene e sanitagrave

Reticolo idraulico ndash Servitugrave idraulica

LrsquoArt 12 delle Norme Tecniche del PAT con riguardo al reticolo idraulico ed alle relative servitugrave

richiama il riferimento normativo di cui al RD 3681904 e RD 5231904 e detta le seguenti

prescrizioni

ldquoNon sono consentite nuove edificazioni a distanze inferiori a 10 metri dai cigli esistenti o dal piede

della scarpata esterna dellrsquoargine () Per canali non demaniali in specifici casi egrave facoltagrave insindacabile

del Consorzio di bonifica competente concedere una deroga a tale distanza In caso di sporgenze

aggetti o altro la distanza deve riferirsi alla proiezione in pianta dei medesimi Alla distanza di rispetto

sono vincolate anche eventuali opere insistenti nel sottosuolo quali vani interrati e sottoservizi Le

fabbriche le piante e le siepi esistenti entro la fascia di rispetto prevista dal RD 3681904 sono

tollerate qualora non rechino un riconosciuto pregiudizio giunte a maturitagrave o deperimento non possono

essere surrogate entro le distanze previste Gli interventi di manutenzione su fabbricati esistenti ed

eventuali opere precarie devono ottenere preventiva autorizzazione idraulica dagli Enti competenti

fermo restando che ai fini della servitugrave di passaggio una fascia di larghezza pari a 4 m dovragrave

permanere completamente sgombera da ostacoli e impedimenti al libero transito dei mezzi adibiti alla

manutenzione e allrsquoeventuale deposito di materiali di espurgo La realizzazione di attraversamenti e di

qualsiasi opera o intervento che possa comportare unrsquooccupazione anche temporanea del sedime dei

corsi drsquoacqua gestiti dal Genio Civile o da Consorzi di bonifica egrave oggetto di specifica concessione da

parte dellrsquoente competente () Le superfici costituenti il sedime dei corsi drsquoacqua di competenza

regionale o consortile e le relative fasce di rispetto non possono essere ricomprese allrsquointerno di

perimetri di nuovi piani o strumenti attuativi o interventi di trasformazione territoriale in genere se non

come aree specificatamente destinate alla tutela del corpo idrico Esse non possono contribuire alla

determinazione della capacitagrave edificatoria fatta salva la possibilitagrave di applicare lrsquoistituto del credito

edilizio alle zone contiguerdquo

Nel caso in oggetto il reticolo idrico egrave da riferire al corso drsquoacqua che fiancheggia il lato ovest e sud del

perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento lrsquoincremento del numero di polli allevati non richiede interventi

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edilizi od occupazione e trasformazione di nuove aree non giagrave incluse allrsquointerno dellrsquoallevamento

esistente e quindi si escludono ricadute per trasformazioni dello stato attuale nelle fasce di servitugrave

idraulica

Area Natura 2000

Lrsquoarticolo 13 delle Norme del PAT con le direttive indica che egrave opportuno ldquoprevedere norme specifiche

che riprendono le misure di conservazione dei SIC e della ZPS (cfr DGR 23712006)rdquo ed in

particolare ldquoevitare il tombamento della rete idrografica minore fatte salve le esigenze di protezione dal

rischio idrogeologicordquo ed ldquoincentivare il miglioramento delle prestazioni ecologiche e funzionali delle

fasce arbustive ed arboree presenti nelle buffer zones (aree cuscinetto) Ove tali formazioni spontanee

non siano presenti dovrebbe essere incentivata la realizzazione di nuove fasce di vegetazione

riparialerdquo Le prescrizioni dettate dal citato articolo stabiliscono che ldquonon sono consentiti interventi tali

da creare una riduzione dellrsquoestensione di tali areerdquo e che il PI ldquoprecisa ambiti con livelli differenziati di

tutelardquo si richiama inoltre lrsquoapplicazione della procedura di valutazione di incidenza ambientale per

progetti e interventi ricadenti in ZPS

Il previsto aumento dei capi avicoli allevati non comporta interventi sulla rete idrografica minore eo

trasformazioni delle fasce arbustive e arboree presenti come giagrave evidenziato in osservanza della

normativa nazionale e regionale egrave redatto lo Studio di Incidenza

Principali filari e siepi del paesaggio agrario

Lrsquoarticolo 14 delle Norme del PAT con le prescrizioni stabilisce che ldquogli interventi che generano

trasformazione dei filari e siepi del paesaggio agrario devono prevedere opportune misure di

mitigazione eo compensazione sulla base di uno specifico studio valutativordquo e che ldquosono tutelati la

giacitura lrsquoestensione e la conformazione di siepi e filari a tal fine va prevista negli interventi la

ricomposizione di tratti mancanti o abbattutirdquo

La vegetazione presente a ridosso del corso drsquoacqua che scorre immediatamente ad ovest ed a sud del

perimetro dellrsquoallevamento avicolo non egrave interessata da alcun intervento trattandosi del solo aumento

del numero di polli da carne ricoverati nelle strutture esistenti non sono pertanto obbligatori interventi di

mitigazione e compensazione ma si considera comunque la possibilitagrave di mettere a dimora specie

vegetali a formare una siepe lungo il perimetro sud ed est dellrsquoarea dellrsquoallevamento con funzioni di

mascheramento e di qualificazione paesaggistico ambientale

Area idonea a condizione 3

Con riguardo alla compatibilitagrave geologica si distinguono aree con differente grado di rischio geologico-

idraulico e differente idoneitagrave ad essere urbanizzate per le caratteristiche geologico-tecniche e

idrogeologiche-idrauliche disciplinate dallrsquoarticolo 17 delle Norme del PAT

Per quanto attiene alle Aree idonee a condizione 3 definite come ldquoZone con terreni superficiali

prevalentemente sabbiosolimosi ndash limosoargillosi e con massima oscillazione della falda freatica

superiore ai 5 m dal piano campagnardquo la disciplina precisa che ldquole soluzioni per lrsquoidoneitagrave si possono

raggiungere qualora una relazione geologico-tecnica verifichi le caratteristiche geotecniche dei litotipi

Qualora vi sia la presenza di terreni scadenti superficiali (limosi argillosi torbosi ecc) eo variabilitagrave

litologica egrave necessario adottare soluzioni tecniche idonee ad evitare cedimenti delle fondazioni Ogni

intervento dovragrave garantire la tutela delle acque al fine di evitare fenomeni di inquinamento eo

variazioni della geometria ed idrodinamica dei corpi idrici sotterranei e superficialirdquo

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PAGINA 52 194 Settembre 2015

Le direttive demandano al PI la definizione della disciplina sullrsquoedificabilitagrave del territorio e la promozione

degli interventi volti alla riparazione e consolidamento dellrsquoesistente alla stabilizzazione di eventuali

dissesti al miglioramento delle attuali condizioni geologico-idrauliche e mitigazione del rischio Con il

citato articolo in aggiunta si prescrive la stesura di relazione geologica eo geotecnica in conformitagrave

da allegare ai progetti di intervento da riferire degli interventi edificatori e di sistemazione dei terreni

che devono sempre attenersi alle norme tecniche emanate con il DM 1131988 il DM 1492005 e il

DM 1412008 con lrsquoulteriore precisazione che prima dellrsquoapprovazione dello studio di compatibilitagrave

sismica del territorio comunale le indagini geologiche dovranno essere eseguite in conformitagrave al DM

14012008

Come giagrave evidenziato non sono previsti interventi edilizi o di movimentazione del terreno e quindi si

ritiene di non rientrare nel campo di applicazione della richiamata disciplina e normativa nazionale

Ambiti Territoriali Omogenei ndash Aa1 ldquoAgricolo periurbano nord - Prai di Godegordquo

Il territorio comunale come precisato allrsquoarticolo 36 delle Norme del PAT egrave suddiviso in ATO per

ognuno dei quali egrave dettata specifica disciplina articolata in disposizione generali e disposizioni locali

che integra le disposizioni generali per lrsquoassetto del territorio contenute nel Titolo III delle stesse Norme

del PAT Gli ATO Aa come riportato nellrsquoarticolo 40 delle Norme del PAT sono quelli ldquonei quali vi egrave una

prevalenza dei caratteri ambientali e paesaggistici e la struttura delledificato egrave rada o sporadicardquo le

direttive di tale articolo demandano al PI il compito di sviluppare e precisare ldquole scelte strategiche

delineate dal PAT indicando le azioni da svolgere per conseguire gli obiettivi di piano le prioritagrave le

interrelazioni i soggetti coinvolti o da interessare e le condizioni per la fattibilitagrave e lrsquoattuazione delle

previsionirdquo

Per quanto attiene allrsquoAmbito Aa1 nella relativa scheda sono indicati gli obiettivi locali di seguito

interamente riportati

ldquoAmbiente

- Mantenimento delle funzioni agricole produttive e salvaguardia delle aree agricole integre da

garantire tramite il mantenimento e la valorizzazione degli elementi caratterizzanti il territorio

(sistemazioni agricole tradizionali reticolo idrografico superficiale percorsi poderali manufatti e

insediamenti rurali tipologia e allineamento delle alberature ecc)

- Promozione della conoscenza e della fruizione turistico ricreativa del territorio di pregio

naturalistico

- Ricostituzione del patrimonio della biodiversitagrave della rete ecologica territoriale e locale costituita

principalmente dalla ZPS dal corridoio ecologico del Muson e dalla buffer zone mediante

integrazione delle attuali colture con colture tradizionali compatibili con la morfologia del suolo

agrario con ecotoni di margine con piccoli incolti con limplementazione dei filari e siepi

- Rimozione di elementi detrattori

Insediamenti

- Tutela e valorizzazione degli edifici con valore storico-ambientale volta ad un corretto recupero

dei manufatti e un loro impiego a servizio di funzioni connesse alla residenza e alle attivitagrave

agricole locali o per altri utilizzi compatibili

- Tutela del contesto figurativo della villa come elemento riconoscibile da molteplici punti del

territorio agricolo

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- Riordino edilizio e funzionale della struttura insediativa di recente impianto e suo modesto

ampliamento al fine di favorire la permanenza e la crescita fisiologica della popolazione locale

Accessibilitagrave e mobilitagrave locale

- Riqualificazione in senso paesaggistico degli assi viari con possibile individuazione di spazi

anche attrezzati per la sosta in corrispondenza dei coni visuali di maggior percezione

qualitativa

- Realizzazione dellitinerario di interesse ambientale lungo il torrente Avenale e lungo la via

Postumia per la connessione al Muson e al Sentiero degli Ezzelini

- Sistemazione dellrsquoincrocio tra via Bella Venezia e Via Postumiardquo

Le funzioni attribuite allrsquoAmbito Aa1 sono quelle ldquoprevalentemente agricole con bassa presenza di

residenzialitagraverdquo

Con riguardo agli obiettivi ed alle destinazioni funzionali previste per lrsquoAmbito Aa1 si ritiene essere

coerente la previsione di incremento dei capi avicoli in quanto rientrante nellrsquoattivitagrave agricola giagrave svolta

nelle strutture dellrsquoesistente allevamento e quindi correlabile al punto relativo al mantenimento delle

funzioni agricole produttive per altro tale previsione non determina ricadute sugli elementi

caratterizzanti il territorio od impedimento al perseguimento degli altri obiettivi locali di tale ATO

Area nucleo

Le Aree nucleo sono definite quali elementi costitutivi della Rete ecologica considerata e disciplinata

dallrsquoarticolo 34 delle Norme del PTA che demanda al PI la definizione della disciplina degli elementi

della stessa rete ecologica da attuare sulla base delle direttive espressamente elencate nello stesso

articolo

Le prescrizioni per tutti gli elementi della Rete ecologica stabiliscono il vincolo alla loro realizzazione e

mantenimento ed il divieto ad aprire cave e discariche

Per le Aree nucleo egrave inoltre prescritto quanto segue

ldquoEgrave fatto divieto di rimuovere distruggere danneggiare o modificare in modo essenziale le siepi (parte

aerea e parte epigea) salvo motivate esigenze derivanti da assetti proprietari ed infrastrutturali che

comunque dovranno essere accompagnate da idonee misure compensative Sono ammesse le normali

operazioni di manutenzione e ringiovanimento delle siepi (potatura spollonatura tramarratura ecc)

Non egrave ammesso lrsquoallestimento di impianti percorsi e tracciati per attivitagrave sportiva con mezzi motorizzati

Non sono ammesse strutture a serra fissa con o senza zoccolo di fondazione Sono invece ammesse

le serre mobili se destinate alla forzatura stagionale delle produzioni orto-floro-vivaistiche Egrave esclusa

lrsquoedificazione di manufatti da destinare ad insediamenti zootecnici intensivi Ersquo fatta salva lrsquoedificabilitagrave

prevista negli ambiti di edificazione diffusardquo

Anche in tale caso si ribadisce che non essendo previsti interventi di nuova edificazione o

trasformazione dei fabbricati esistenti giagrave destinati ad allevamento avicolo intensivo ne movimenti terra

o azioni sulle componenti vegetali non si ricade nella sfera dei divieti di cui alle richiamate prescrizioni

Vincolo sismico

Infine si annota che lrsquointero territorio comunale risulta ricadere in Zona 3 del vincolo sismico Lrsquoarticolo

9 delle Norme tecniche del PAT prescrive che ldquogli interventi dovranno uniformarsi alle prescrizioni

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PAGINA 54 194 Settembre 2015

dellrsquoOPCM n 32742003 e al DM 14012008 Per la redazione dello studio di compatibilitagrave sismica si

applicano le modalitagrave previste dalla DGR n 3308 del 04112008rdquo

104 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castello di Godego

1041 Riferimenti generali

Il Comune di Castello di Godego ha adottato ai sensi dellart 15 della LR 23 Aprile 2004 n 11

ldquoNorme per il Governo del Territoriordquo con la DCC n 30 del 1162015 il PAT che secondo quanto

previsto dallart 29 della LR 112004 determina lrsquoapplicazione delle misure di salvaguardia

limitatamente alle prescrizioni e ai vincoli contenuti nello stesso PAT fino alla approvazione ed entrata

in vigore del PAT come precisato allrsquoarticolo 137 delle Norme dello stesso Piano egrave sospesa ogni

determinazione sugli interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica del territorio in contrasto con le

previsioni e vincoli del PAT

Come riportato nella citata delibera secondo quanto previsto dallart 48 comma 5 e 5-bis della LR

112004 il vigente Piano Regolatore Generale mantiene la sua efficacia fino allrsquoapprovazione del PAT e

successivamente per le parti compatibili con il PAT diventa il Piano degli Interventi

Il PAT adottato egrave formato dai documenti del Quadro Conoscitivo che comprendono una serie di tavole

di analisi urbanistica agronomica ambientale e geologica dagli elaborati di progetto che comprendono

la Relazione Tecnica Generale le Norme Tecniche le tavole P1A - Carta dei vincoli P1B - Carta della

pianificazione territoriale P2 - Carta delle invarianti P3 - Carta delle fragilitagrave P4 - Carta delle

trasformazioni dai documenti della VAS della VINCA della VCI dagli elaborati della micro-zonazione

sismica

Le disposizioni contenute nel PAT come precisato allrsquoarticolo 3 delle Norme dello stesso piano sono

articolate in direttive (quando non espressamente specificato le disposizioni hanno tale valore) sulla cui

base viene redatto il Piano degli Interventi e in prescrizioni e vincoli a cui devono uniformarsi le attivitagrave

di soggetti pubblici e privati negli interventi di trasformazione del territorio

1042 Relazione con le previsioni del PAT

Le Carte di progetto del PAT5 identificano diverse categorie di vincolo destinazione o azione associate

alla disciplina contenuta nelle Norme dello stesso strumento urbanistico o che rimandano a quelle del

PTCP con riguardo alla porzione di territorio confinante allrsquoarea dellrsquoesistente allevamento avicolo (il

lato ovest si attesta sul confine comunale) o limitrofa a questa si distinguono quelle riportate nella

sottostante tabella Per ogni categoria si richiama il contenuto delle norme del PAT e si svolge una

verifica in merito alla coerenza tra la disciplina e il previsto incremento del numero di capi avicoli

allevati

5 Si rimanda agli estratti delle Tavole P1A P1B P2 P3 e P4 inserite nellrsquoAllegato cartografico allo SIA

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Piano di Assetto del Territorio ndash Relazione tre le categorie di Piano e lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo

Carta Categoria Art PAT Art PTCP

P1A Scoli drsquoacqua consorziali ndash Servitugrave idraulica (RD 3681904) 24 -

P1B Tracciati storici agro centuriato 34 44

Aree ad elevata utilizzazione agricola 40 10

Area nucleo 42 37

Area di connessione naturalistica ndash Fascia tampone 42 38

P0 ndash Area a rischio di allagamento per insufficienze idrauliche locali 45 59

P2 Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica 53 -

Ambiti caratterizzati dalla presenza di prati stabili 53 -

Siepi campestri e filari in spazio aperto 57 -

P3 Aree di interesse ambientale ndash Rete Natura 2000 19 -

Area idonea a condizione- per inondazione periodica e ristagno idrico 74 -

Aree soggette a dissesto idrogeologico ndash Aree esondabili eo a periodico ristagno idrico 76 -

P4 Coni visuali 101 -

Ambito per la formazione di parchi e riserve naturali di interesse intercomunale 102 -

Area nucleo 105 --

Area di connessione naturalistica ndash Fascia tampone 106 -

Corridoio ecologico secondario blueway 109

Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica 114 -

Insieme A ATO con contesto agricolo di particolare valore ambientale e paesaggistico AA1 Prai ndash Muson dei Sassi

127 -

Servitugrave idraulica

Le Norme del PAT con lrsquoarticolo 24 richiamano la necessaria ottemperanza alle disposizioni di cui al

RD 851904 n 368 rdquoRegolamento sulle bonificazioni delle paludi e dei terreni paludosirdquo e al RD

2571904 n 523 ldquoTesto unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse

categorierdquo In particolare si prescrive per fiumi torrenti e canali in conformitagrave con lrsquoarticolo 96 del RD

5231904 e per i corsi drsquoacqua consorziali in conformitagrave con lrsquoarticolo 133 del RD 3681904 che deve

essere mantenuta libera da qualsiasi impedimento e ostacolo al transito dei mezzi manutentori una

fascia di almeno m 400 a partire dal piede dellrsquounghia arginale o dal ciglio del corso drsquoacqua e che

devono essere garantite fasce di rispetto idrauliche inedificabili di m 1000 su entrambi i lati dei corsi

drsquoacqua a partire dal piede dellrsquounghia arginale o dal ciglio del corso drsquoacqua

Il previsto incremento del numero di capi allevati non comporta interventi edilizi o modifiche dello stato

attuale per la porzione di territorio ricadente nelle citate fasce da mantenere libere eo inedificabili

Tracciati storici - agro centuriato

Le Norme del PAT con lrsquoarticolo 34 precisano il recepimento negli elaborati di progetto del Piano dei

siti a rischio archeologico e dei tracciati di permanenza esistenti o latenti dellrsquoagro centuriato qualificati

come invarianti strutturali per i quali si applica quanto disposto dagli articoli 60 e 61 Lrsquoarticolo 60

riguardante lrsquoagro centuriato e le strade e tracciati storici prescrive che negli interventi di

trasformazione di grande estensione egrave vietata lrsquoeliminazione dei tracciati persistenti riconducibili al

reticolo stradale della centuriazione romana e le strade e i percorsi storici principali nel mentre per gli

ambiti del territorio agricolo stabilisce diverse direttive tra le quali si annovera la salvaguardia della

struttura tradizionale del territorio legata alla sistemazione agrarie storiche il divieto di interrare o

tombare con canalizzazioni artificiali i corsi drsquoacqua esistenti la coerenza nellrsquoorientamento e nella

dislocazione con lorganizzazione territoriale e con la direzione degli assi centuriali presenti in loco per

le nuove costruzioni

Il previsto incremento del numero di capi allevati non comporta interventi edilizi di ampliamento dei

fabbricati esistenti o di nuova realizzazione e si osserva che lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo per

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PAGINA 56 194 Settembre 2015

disposizione e geometria srsquoinserisce in forma coerente nella matrice dellrsquoagro centuriato senza

determinare incidenze negative sul disegno dei corsi drsquoacqua

Aree ad elevata utilizzazione agricola

Le Norme del PAT allrsquoarticolo 40 evidenziano che lo stesso recepisce lrsquoindividuazione delle Aree ad

elevata utilizzazione agricola di cui alla Tavola 9 e correlato articolo 10 delle Norme Tecniche del

PTRC adottato che individua le finalitagrave alle quali fare riferimento per la pianificazione di tale tipo di

territorio agricolo

Si rimanda alle precedenti annotazioni riguardanti il PTRC per quanto attiene alla relazione con

lrsquoallevamento avicolo

Area nucleo ndash Area di connessione naturalistica

Le Norme del PAT allrsquoarticolo 42 richiamano lrsquoindividuazione e articolazione della Rete ecologica

provinciale rappresentata con maggiore dettaglio nellrsquoelaborato Tavola P4 e rimandano alle

successive disposizioni contenute negli articoli da 104 a 111 Per quanto riguarda le Aree nucleo con

lrsquoarticolo 42 si stabilisce che i progetti implicanti modificazione di usi funzioni attivitagrave in atto sono

soggetti a valutazione di incidenza (VIncA) ed in particolare si precisa che gli interventi di

ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo ldquosono

ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati

compatibili dalla valutazione di incidenza e comunque soggetti a misure compensative a compenso

drsquoogni riduzione della qualitagrave ecologica complessiva dellrsquoareardquo

Con lrsquoarticolo 105 riferito alle Aree nucleo si demanda al PI la formulazione di una normativa atta ad

evitare nuove edificazioni sparse a promuovere interventi di qualificazione a definire misure di

mitigazione per infrastrutture e impianti tecnologici ed infine lrsquoindividuazione delle aree critiche

Lrsquoarticolo 106 relativo alle Aree di connessione naturalistica stabilisce che ldquosono da limitare le nuove

edificazioni ad alto consumo di suolo e fortemente impattanti (impianti industriali inquinanti e legati a un

elevato carico trasportistico) e lrsquourbanizzazione diffusardquo e demanda al PI la promozione di interventi di

controllo e qualificazione

In osservanza di quanto richiesto dalle richiamate norme egrave redatto lo Studio di Incidenza ai cui

contenuti e conclusioni si rimanda in ogni caso si evidenzia che non egrave prevista nuova edificazione o

ampliamento dei fabbricati esistenti modificativa dello stato attuale dei luoghi e nemmeno interventi

che comportino la trasformazione delle aree agricole e la riduzione della vegetazione arborea presente

lungo i fossi o gli scoli irrigui

Aree a pericolositagrave idraulica e idrogeologica

Le Norme del PAT allrsquoarticolo 45 ricordano che il PTCP per le aree P0 (a pericolositagrave idraulica bassa)

ldquoAree a rischio di allagamento per insufficienze idrauliche localirdquo con lrsquoarticolo 57 dispone che la

normativa applicabile egrave quella del Progetto di Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico del bacino

idrografico del fiume Brenta - Bacchiglione e con lrsquoarticolo 59 prevede che il PAT ldquoattraverso la VCI

e successivamente attraverso il Piano delle Acque esegue specifici approfondimenti sul

comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio assieme al Consorzio di Bonifica competente

per territoriordquo

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Per la verifica delle relazioni con il previsto aumento dei capi avicoli allevati si rimanda quindi ai

contenuti normativi del PSAI

Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica ndash Paesaggio dei prati stabili

Gli Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica sono disciplinati dallrsquoarticolo 53 e

dallrsquoarticolo 114 delle Norme del PAT Lrsquoarticolo 53 contiene sia direttive che demandano al PI la

traduzione delle indicazioni elencate nello stesso in azioni e modalitagrave finalizzate a conservare e

migliorare il paesaggio sia prescrizioni che vietano la modifica dellrsquoassetto dei prati stabili e dei campi

chiusi in particolare dal punto di vista paesaggistico idraulico e vegetazionale e richiedono lrsquoattenta

valutazione dellrsquoinserimento di strutture di servizio e reti tecnologiche che possono determinare impatti

negativi sia sullrsquoassetto paesaggistico sia sulle componenti faunistiche Lrsquoarticolo 114 rimanda al

contenuto del citato articolo 53

Il previsto aumento del numero di polli allevati non richiede nuovi interventi edificatori o di

trasformazione di aree agricole coltivate in particolare di prati stabili ed allo stesso modo non si

prevede lrsquoinstallazione di infrastrutture si esclude inoltre in coerenza con quanto disposto dalle

direttive ogni ricaduta sugli elementi che rivestono particolare valenza dal punto vista naturalistico-

ambientale e quelli caratterizzanti la struttura agricola tradizionale del territorio quali il reticolo dei corsi

drsquoacqua la viabilitagrave vicinale le sistemazioni agricole tradizionali

Siepi campestri e filari in spazio aperto

Le Norme del PAT allrsquoarticolo 57 riguardante le siepi campestri precisano che gli elaborati del Piano

individuano le principali che presentano interesse naturalistico e paesaggistico da salvaguardare nella

giacitura estensione e conformazione in secondo luogo la disciplina stabilisce che ldquonei progetti

dintervento va prevista la ricomposizione dei tratti mancanti ed in caso di trasformazioni dovute ad

interventi ammessi dalle norme urbanistiche od edilizie vanno previste adeguate compensazioni

finalizzate a favorire la interconnessione ecologica del territoriordquo

Lrsquoaumento dei capi di pollame da carne non richiede interventi che possono modificare i caratteri e la

consistenza della vegetazione arborea in particolare quella presente lungo il fosso che segna il confine

comunale e si trova a ridosso del perimetro ovest dellrsquoarea dellrsquoallevamento in aggiunta potrebbero

essere comunque eventualmente previsti interventi mitigativi e compensativi finalizzati a rafforzare la

dotazione di siepi lineari e loro connessione con impianto sul lato sud o est del perimetro

dellrsquoallevamento

Aree di interesse ambientale ndash Rete Natura 2000

Lrsquoarticolo 19 delle Norme del PAT riguarda le aree appartenenti alla Rete Natura 2000 ovvero la Zona

di Protezione Speciale IT 3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo per la quale si prescrive nel caso di

interventi ricadenti allrsquointerno della stessa od esternamente ma in grado potenzialmente di comportare

incidenze significative la procedura di Valutazione drsquoIncidenza Le direttive definiscono gli obiettivi da

perseguire attraverso il PI ovvero il riordino morfologico e percettivo dellrsquoedificato esistente verso il

territorio agricolo anche mediante la formazione di apparati vegetali quali filari alberati siepi e macchie

arbustive ed arboree e la definizione di unrsquoadeguata mitigazione e compensazione ambientale

mediante fasce alberate autoctone lungo i margini dei nuovi insediamenti da progettare nei fronti ove

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occorra Al contempo le direttive stabiliscono che il PI provvederagrave a dettare norme di tutela e

valorizzazione ed a fornire disposizioni ed indirizzi sullrsquoattuazione degli interventi nella ZPS e nelle

zone di influenza limitrofe

Come giagrave evidenziato egrave redatto il richiesto Studio di Incidenza al quale si rimanda e in termini

generali pur non essendo previsti interventi edilizi o di trasformazione di aree agricole o di elementi

naturali o seminaturali seguendo le indicazioni formulate con le direttive potrebbero essere

considerata lrsquoopportunitagrave di attuare una riqualificazione percettiva mediante mascheramento degli

esistenti fabbricati di ricovero dei polli e macchinari con impianto di specie arboree lungo alcuni lati del

perimetro dellrsquoallevamento

Area idonee a condizione - Aree esondabili eo a periodico ristagno idrico

Le Aree idonee a condizione che comprendono quelle ldquoper inondazione periodica eo ristagno idricordquo

come precisato allrsquoarticolo 74 delle Norme del PAT sono assoggettate allrsquoapplicazione delle indicazioni

costruttive contenute nella Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica allegata al PAT ed alle norme generali

di tutela di cui al DM 1412008 ldquoNorme tecniche per le costruzionirdquo

Le Area esondabili eo a periodico ristagno idrico sono disciplinate dallrsquoarticolo 76 delle Norme del PAT

che correla lrsquoedificazione o urbanizzazione al rispetto delle prescrizioni elencate per le Aree idonee a

condizione ed alle direttive costruttive stabilite nello stesso articolo che includono lrsquoadozione degli

accorgimenti costruttivi elencati nella Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica gli interventi compensativi

finalizzati al recupero dei volumi drsquoinvaso in caso di rimodellazioni morfologiche la manutenzione

obbligatoria dei manufatti di mitigazione idraulica passiva realizzati in attuazione del PAT

In merito al documento Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica nellrsquoAllegato O ldquoNorme prescrizioni e

indicazioni di mitigazione idraulicardquo allrsquoarticolo 8 sono dettate disposizioni riferite alle Aree P0

elencando i criteri da osservare nel caso di nuovi interventi edilizi eo urbanistici al fine di impedire

lrsquoaggravarsi delle situazioni di pericolositagrave e di rischio esistenti

Il previsto aumento del numero di polli allevati non comporta interventi edilizi ne richiede modifiche

morfologiche e quindi si escludono in coerenza con le citate disposizioni dellrsquoarticolo 8 ricadute tali da

peggiorare le condizioni di funzionalitagrave del regime idraulico del reticolo secondario e conseguentemente

aumentare il rischio di inondazione a valle e tantomeno da aumentare il pericolo idraulico con nuovi

ostacoli al normale deflusso delle acque o con riduzioni significative delle capacitagrave di invasamento delle

aree interessate

Coni visuali

I coni visuali significativi per la percezione del paesaggio e degli elementi rilevanti che lo

caratterizzano sono individuati nella Tavola P4 del PAT e gli interventi ammessi dal PI secondo

quanto stabilito dallrsquoarticolo 101 del PAT ldquovanno orientati alla valorizzazione delle relazioni visive

biunivoche tra le parti di paesaggio opposte messe in relazione dal simbolo indicato nellelaborato

grafico e dovranno inoltre minimizzare gli impatti degli elementi di disturbo presenti limitando le altezze

delle recinzioni sistemando i terreni realizzando nuove piantumazioni eccrdquo

I coni visuali collocati ad una minore distanza dallrsquoarea dellrsquoallevamento sono quello ubicato lungo la SP

139 rivolto verso sud e quello sito lungo la via S Pietro rivolto verso nord che abbracciano la

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porzione di territorio agricolo collocata tra il Fosso La Roi e il confine comunale orientale Lrsquoallevamento

dellrsquoazienda agricola Maggiolo non ricade sullrsquoasse visivo principale associato ai citati coni visuali e non

determina situazioni di interposizione inoltre grazie alla presenza della vegetazione arborea lungo il

fosso Avenaletto risulta sostanzialmente mascherato alla vista e non incide in misura apprezzabile

nella percezione drsquoinsieme del citato territorio agricolo

Ambito per la formazione di parchi e riserve naturali di interesse intercomunale

Il PAT come precisato allrsquoarticolo 102 delle Norme dello stesso Piano identifica le aree che ldquoper la loro

localizzazione per la limitata alterazione antropica e per i valori ambientali e storico testimoniali che le

caratterizzano costituiscono gli ambiti preferenziali per listituzione di parchi eo riserve naturali di

interesse comunale o sovracomunalerdquo Il citato articolo stabilisce che saragrave il PI a precisare i limiti

destinati a tutela ed a sottoporre a specifica disciplina ai sensi dellarticolo 27 della LR 4084 i beni

immobili ricadenti nelle aree di prevista istituzione ammettendo nella fase transitoria gli interventi

previsti dalle Norme del PAT e del PI per le aree agricole

Il sito dellrsquoallevamento non ricade ovviamente allrsquointerno dellrsquoarea del previsto parco agrario-fluviale

che interessa il territorio comunale di Castello di Godego e non sono previsti interventi che possano

costituire indirettamente ostacolo allrsquoistituzione dello stesso o che possano causare alterazione degli

elementi drsquointeresse ambientale

Corridoi ecologici secondari

I Corridoi ecologici secondari secondo quanto indicato dallrsquoarticolo 109 del PAT sono assoggettati

allrsquoapplicazione delle disposizioni di cui allrsquoarticolo 108 riguardante i Corridoi ecologici principali queste

ultime norme stabiliscono che ogni intervento ldquodovragrave garantire il mantenimento delle condizioni di

naturalitagrave e connettivitagrave esistenti o prevedere adeguate misure di compensazionemitigazionerdquo ed in

particolare sono da evitare ldquointerventi di cementificazione delle sponde favorendo ove possibile la

creazione di fasce arboree ed arbustiverdquo

Per il previsto aumento dei capi avicoli allevati non egrave richiesta una modifica dellrsquoattuale dotazione di

fabbricati o lrsquooccupazione di nuovo terreno agricolo od ancora la modifica delle sponde di corsi drsquoacqua

o fossi irrigui si escludono quindi eventuali ricadute sulle condizioni e funzionalitagrave del corridoio

associato al Fosso Avenaletto

ATO AA1 Prai ndash Muson dei Sassi

LrsquoAmbito Territoriale Omogeneo AA1 rientra tra gli ATO con prevalenza dei caratteri del sistema

ambientale e paesaggistico per i quali lrsquoarticolo 125 delle Norme del PAT detta disposizioni generali

riguardanti il sistema ambientale il sistema insediativo il sistema relazionale mentre lrsquoarticolo 127

stabilisce gli obiettivi le azioni locali i carichi insediativi e servizi specifici di tale ambito Per quanto

attiene allrsquoATO AA gli obiettivi e azioni locali del sistema ambientale includono i seguenti richiamati in

sintesi tutela valorizzazione e rafforzamento anche favorendo riconversioni colturali degli elementi

che connotano il paesaggio mantenimento e sviluppo delle funzioni agricole condotte secondo i

principi della sostenibilitagrave ambientale mitigazione degli impatti degli insediamenti urbani attraverso la

formazione quando possibile di una cintura verde incentivazione al rafforzamento delle connessioni

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PAGINA 60 194 Settembre 2015

ecologiche mantenimento dei coni visuali mantenimento dei punti di discontinuitagrave esistenti in

posizione strategica nei fronti di edificazione negli assi viari

Il progettato aumento dei capi avicoli allevati mantenendo invariata lrsquoattuale dotazione di fabbricati e

spazi dedicati non delinea situazioni di possibile incoerenza con i richiamati obiettivi e azioni ed in

particolare non preclude la possibilitagrave di migliorare la connessione ecologica e la qualitagrave paesaggistica

ed anzi potrebbe essere valutata la possibilitagrave di messa a dimora di un siepe-filare lungo il lato sud od

est del perimetro dellrsquoallevamento che pur ricadendo in territorio del Comune di Castelfranco Veneto

consentirebbe di aumentare la dotazione complessiva degli elementi caratterizzanti di tale paesaggio e

delle componenti dellrsquoagroecosistema rafforzandone la funzionalitagrave

1043 Relazione con le previsioni del PRG

La Tavola di Piano6 del PRG elaborato n 1322 in scala 15000 dellrsquointero territorio comunale

individua nellrsquoarea confinante e limitrofa a quella dellrsquoallevamento esistente oggetto di ampliamento per

il solo numero di polli allevati le seguenti categorie

- Insediamento agricolo - sottozona E 2C - Ambito di parco agricolo

- Ambito di protezione a ndash paesaggistica

- Zona di tutela D3 - idraulica

Le NTA del PRG allrsquoarticolo 9 ldquoInsediamenti agricolirdquo precisano che per le Sottozone E2C ndash Ambito di

parco agricolo valgono le destinazioni e le norme di tutela ed edificabilitagrave della LR 241985 con le

integrazioni limitazioni e specificazioni contenute nello stesso articolo In particolare ldquola destinazione egrave

agricola (articolo 310) con ammesse attivitagrave di trasformazione e commercializzazione dei prodotti del

fondo o tipici della zonardquo ed in base al comma 5 ldquosono ammessi nuovi allevamenti zootecnico-intensivi

unicamente nelle sottozone E2B e previa valutazione igienico sanitaria e ambientale da parte del

responsabile Servizio Igiene e Sanitagrave Pubblica che verifichi le caratteristiche del progetto con

speciale riguardo al tipo di approvvigionamento dei mangimi e al sistema di smaltimento dei rifiuti dei

liquami e del residui i motivi della localizzazione prescelta in relazione alla consistenza e alle

caratteristiche del fondo di pertinenza le caratteristiche dei corpi idrici presenti in un raggio di ml 400 e

la direzione dei venti dominantirdquo

In tale caso si ricorda che si tratta di allevamento avicolo esistente ricadente in territorio del solo

Comune di Castelfranco Veneto per il quale si prevede unicamente un aumento del numero di polli

allevati senza ampliamenti dei fabbricati o degli spazi annessi e tantomeno realizzazione di nuove

strutture

Le NTA del PRG allrsquoarticolo 12 ldquoLimiti allrsquoattivitagrave edificatoriardquo considerano le Zone di tutela D3 (comma

31) e gli Ambiti di protezione paesaggistica (comma 35)

Per le Zone di tutela D3 la disciplina stabilisce che ldquoogni intervento o manufatto egrave ammesso previa

relazione idrogeologica con parere del Consorzio di bonifica in pendenza delle opere di salvaguardia

idraulica gli interventi di ristrutturazione e di nuovo impianto devono in ogni caso evitare le aree di

6 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1322 inserita nellrsquoAllegato cartografico dello SIA

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compluvio delle tracimazioni ed adottare piani dimposta del fabbricati superiori di almeno ml 05

rispetto al piano del terreno naturale provvedendo altresigrave allimpermeabilizzazione degli scantinati ()rdquo

In merito al contento delle richiamate norme si sottolinea che non si tratta di ristrutturazione o di nuovo

impianto e che non si prevedono modifiche per le aree di compluvio o di deflusso delle acque

Per gli Ambiti di protezione paesaggistica la disciplina stabilisce che ldquosono soggetti a piano

particolareggiato con i contenuti di cui allarticolo 34 del PTRC fino alla redazione del piano attuativo

non sono ammesse nuove costruzioni per gli edifici esistenti sono consentiti interventi di

manutenzione di restauro di risanamento conservativo e di adeguamento igienico noncheacute di

ristrutturazione edilizia e di ampliamento ai sensi dellarticolo 4 LR 2485 valgono inoltre le seguenti

specifiche norme di tutela egrave vietata la riduzione a coltura di terreni prativi egrave fatto divieto di tagliare a

raso bruciare estirpare o sradicare i filari di siepi o le singole piante autoctone eo naturalizzate salvo

il caso di inderogabili esigenze attinenti le opere di pubblica utilitagrave e per esigenze fito-sanitarie egrave

consentito lo sfoltimento e lutilizzazione turnaria delle piante previo parere delle autoritagrave competenti

sono vietati scavi movimenti di terreno e di mezzi suscettibili di alterare lambiente con esclusione di

quelli necessari allesecuzione di opere pubbliche e di sistemazione idraulica egrave vietata lapertura di

nuove cave e la riapertura di quelle abbandonate o dismesserdquo

Con riguardo alle specifiche norme di tutela si annota che il previsto aumento dei polli allevati non

comporta modifiche per i prati e gli elementi della vegetazione arbustiva od arborea e non richiede

movimentazioni del terreno

105 Classificazione acustica del territorio comunale

1051 Riferimenti generali

La Legge Quadro sullrsquoInquinamento acustico n 447 del 26 ottobre 1995 definisce i criteri generali di

valutazione gli obiettivi di qualitagrave e le linee di intervento in materia di tutela del territorio e della

popolazione dal rumore I numerosi regolamenti attuativi adottati successivamente allrsquoapprovazione

della norma concorrono a definire un quadro ormai completo di norme e standard In particolare i valori

limite sono stati determinati con il DPCM 14 novembre 1997 e sono articolati secondo lrsquoimpostazione

di cui al precedente DPCM 1 marzo 1991 in sei classi di zonizzazione acustica alle quali corrispondono

altrettanti valori limite da rispettare nei due periodi di riferimento (notturno e diurno) e per le quali

vengono definiti dei valori limite da conseguire nel medio e nel lungo periodo La tabella che segue

riassume i valori limite ed i valori obiettivo definiti per ogni classe dal DPCM 141197

Valori limite di emissione ed immissione Legge n 44795 e DPCM 141197

Legge n 44795 (art 2)

DPCM 141197 (tabelle B C D in allegato)

Diurno PD (6-22)

Leq dB(A)

Notturno PN (22-6)

Leq dB(A)

Valore limite di emissione

Valore massimo di rumore che puograve essere emesso da una sorgente misurato in corrispondenza della sorgente stessa Si riferiscono alle sorgenti fisse e mobili

Classe I 45 Classe II 50 Classe III 55 Classe IV 60 Classe V 65 Classe VI 65

(I) 35 (II) 40 (III) 45 (IV) 50 (V) 55 (VI) 65

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PAGINA 62 194 Settembre 2015

Legge n 44795 (art 2)

DPCM 141197 (tabelle B C D in allegato)

Diurno PD (6-22)

Leq dB(A)

Notturno PN (22-6)

Leq dB(A)

Valore limite di immissione

Valore massimo di rumore che puograve essere immesso da una o piugrave sorgenti sonore nellrsquoambiente abitativo o nellrsquoambiente esterno misurato in prossimitagrave dei ricettori Valori assoluti (Leq ambientale) e Valori relativi (Leq ambientale ndash Leq residuo)

Classe I 50 Classe II 55 Classe III 60 Classe IV 65 Classe V 70 Classe VI 70

(I) 40 (II) 45 (III) 50 (IV) 55 (V) 60 (VI) 70

Criterio Differenziale

5 dB (A) per il PD e

3 dB (A) per il PN allrsquointerno degli ambienti abitativi Non si applicano nelle aree di classe VI e se presso lrsquoabitazione a finestre aperte

Leq lt50 dB(A) (PD) e 40 dB(A) (PN)

a finestre chiuse Leq lt35 dB(A) (PD) e 25 dB(A) (PN)

Non si applicano nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture stradali ferroviarie marittime aeroportuali e le altre sorgenti sonore di cui allrsquo11 comma 1 di cui Legge 47795

Valore di attenzione

Valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana e per lrsquoambiente

Sullrsquointero tempo di riferimento (diurno o notturno) il valore di attenzione egrave uguale al valore di immissione riferito ad unrsquoora aumentati di

10 dB (PD)

5 dB (PN) Non si applicano nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture di trasporto

Valori di qualitagrave

Valori di rumore da conseguire nel breve medio e lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili per realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla presente legge

Classe I 47 Classe II 52 Classe III 57 Classe IV 62 Classe V 67 Classe VI 70

(I) 37 (II) 42 (III) 47 (IV) 52 (V) 57 (VI) 70

Classi di azzonamento acustico

Classi Definizioni

I Particolarmente protette rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione aree ospedaliere scolastiche aree destinate al riposo ed allo svago aree residenziali rurali aree di particolare interesse urbanistico parchi pubblici ecc

II Prevalentemente residenziali rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali ed assenza di attivitagrave industriali ed artigianali

III Di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine operatrici

IV Di intensa attivitagrave umana rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare con alta densitagrave di popolazione con elevata presenza di attivitagrave commerciali e uffici con presenza di attivitagrave artigianali aree in prossimitagrave di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie aree portuali aree con limitata presenza di piccole industrie

V Prevalentemente industriali rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsitagrave di abitazioni

VI Esclusivamente industriali rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da insediamenti industriali e con scarsitagrave di abitazioni

Con la Legge Regionale ndeg 21 del 10051999 ldquoNorme in materia di inquinamento acusticordquo la Regione

Veneto nel recepire i contenuti e le disposizioni della legge 26 ottobre 1995 n 447 Legge quadro

sullinquinamento acustico detta per parte sua le norme finalizzate alla tutela dellambiente e della

salute pubblica dallinquinamento acustico prodotto dalle attivitagrave antropiche disciplinandone lesercizio

al fine di contenere la rumorositagrave entro i limiti normativamente stabiliti

Con il DPR n 142 del 30 marzo 2004 (Disposizioni per il contenimento e la prevenzione

dellinquinamento acustico derivante dal traffico veicolare) vengono stabilite le norme per la

prevenzione ed il contenimento dellinquinamento da rumore avente origine dallesercizio delle

infrastrutture stradali

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COD 15V055 PAGINA 63 194

DPR 1422004 valori limite di immissione associati alle relative fasce di pertinenza

Strade esistenti (ampliamenti in sede affiancamenti e varianti) (tipologie presenti sul territorio interessato dal presente SIA)

Tipo di strada

(secondo Codice della

strada)

Sottotipi a fini acustici

(secondo norme CNR 1980 e direttive

PUT)

Ampiezza fascia di pertinenza acustica (m)

Scuole ospedali case di cura e di riposo

Altri Ricettori

Diurno dB(A)

Notturno dB(A)

Diurno dB(A)

Notturno dB(A)

C - extraurbana secondaria

Cb (tutte le altre strade extraurbane secondarie)

100 (fascia A)

50 40

70 60

50 (fascia B)

65 55

F - locale 30

Definiti dai Comuni nel rispetto dei valori riportati in tabella C allegata al DPCM in data 14 novembre 1997 e comunque in modo conforme alla zonizzazione acustica delle aree urbane come prevista dallarticolo 6 comma 1 lettera a) della legge n 447 del 1995

per le scuole vale il solo limite diurno

1052 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Osservando la Tavola 2 ndash Villarazzo ndash Bella Venezia del Piano di Classificazione Acustica del comune

di Castelfranco Veneto approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n 103 del 3172003 si

rileva che lrsquoarea oggetto di analisi si colloca allrsquointerno della classe III ndash aree di tipo misto Come

specifica anche la Relazione Illustrativa ldquorientrano in questa classe le aree urbane interessate da

traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con presenza di attivitagrave

commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree

rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine operatricirdquo

Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castello di Godego individua la zona a nord est al

confine con il comune di Castelfranco Veneto in classe III ndash aree di tipo misto Come per il Piano di

Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato per le aree che

ricadono in questa classe valgono le prescrizioni del DPCM 1391

Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Riese Pio X classifica lrsquoarea a sud ovest del comune

al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego in classe acustica II ldquoaree

destinate a uso prevalentemente residenzialerdquo Per tali aree ldquoIl DPCM 1391 determina che siano

inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con

bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali e assenza di attivitagrave

industriali e artigianali In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui lrsquoabitare egrave

evidentemente la funzione prioritaria e in cui mancano o comunque non sono significative le attivitagrave

commerciali che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni (negozi di generi

alimentari artigianato di servizio ecc) Lrsquoassenza di importanti assi di attraversamento e di strade

principali di connessione urbana lrsquoassenza di attivitagrave industriali e dellrsquoartigianato produttivo assieme

alla bassa densitagrave di popolazione consentono di individuare indicativamente tali aree solo in alcune

zone C del PRG vigente In particolare lrsquoassenza di attivitagrave di artigianato produttivo diventa elemento di

riconoscimento delle zone C da inserire in classe IIrdquo

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PAGINA 64 194 Settembre 2015

Lrsquoazienda agricola ovvero allevamento oggetto del presente studio si inserisce completamente in classe

acustica di tipo III7

106 Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (e norme in materia di

salvaguardia da rischio di inquinamento da nitrati)

1061 Riferimenti generali

Il Piano di Tutela delle Acque (PTA) costituisce uno specifico piano di settore ai sensi dellrsquoart 121 del

D Lgs 1522006 La Regione Veneto ha approvato il PTA con DCR n107 del 5 novembre 2009 Con

successiva DGR n 842 del 15 maggio 2012 la regione modifica e approva il testo integrato delle

Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Tutela delle Acque (Dgr n 141CR del 13122011)

Il PTA egrave composto dai seguenti documenti

- Sintesi degli aspetti conoscitivi riassume la base conoscitiva e comprende lrsquoanalisi delle criticitagrave per

le acque superficiali e sotterranee per bacino idrografico e idrogeologico

- Indirizzi di Piano individuazione degli obiettivi di qualitagrave e le azioni previste per raggiungerli la

designazione delle aree sensibili delle zone vulnerabili da nitrati e da prodotti fitosanitari delle zone

soggette a degrado del suolo e desertificazione le misure relative agli scarichi le misure in materia

di riqualificazione fluviale

- Norme Tecniche di Attuazione contengono misure di base per il conseguimento degli obiettivi di

qualitagrave distinguibili nelle seguenti macroazioni

o Misure di tutela qualitativa disciplina degli scarichi

o Misure per le aree a specifica tutela zone vulnerabili da nitrati e fitosanitari aree sensibili aree

di salvaguardia acque destinate al consumo umano aree di pertinenza dei corpi idrici

o Misure di tutela quantitativa e di risparmio idrico

o Misure per la gestione delle acque di pioggia e di dilavamento

Relativamente agli scarichi le NTA del PTA (art 21) ammettono in caso di istallazioni per edifici isolati

non collettabili alla rete fognaria pubblica e comunque per un numero di AE inferiore a 50 la

possibilitagrave di provvedere a sistemi individuali di trattamento delle acque reflue domestiche oppure di

trattamenti diversi quali ad esempio Vasca Imhoff seguita da dispersione nel terreno mediante

subirrigazione con e senza drenaggio in funzione delle caratteristiche del terreno o Vasca Imhoff

seguita da vassoio o letto assorbente La scelta del sistema di trattamento le sue caratteristiche e il

suo dimensionamento vengono definite da adeguata progettazione basata in particolare sulla

definizione delle condizioni litostratigrafiche pedologiche e idrogeologiche locali

Inoltre secondo lrsquoart 34 delle stesse NTA sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque

reflue a) prodotte da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno eo alla silvicoltura b)

prodotte da imprese dedite ad allevamento di animali c) prodotte da imprese dedite alle attivitagrave di cui

alle lettere a) e b) che esercitano anche attivitagrave di trasformazione o di valorizzazione della produzione

agricola inserita con carattere di normalitagrave e di complementarietagrave funzionale del ciclo produttivo

aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dallrsquoattivitagrave di coltivazione dei

7 Si rimanda alla Tavola ldquoPiano di Classificazione Acustica dei comuni di Castelfranco Veneto Riese Pio X e Castello di Godego

(stralcio)rdquo riportata in Allegato Cartografico

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COD 15V055 PAGINA 65 194

terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilitagrave (hellip) e) aventi caratteristiche qualitative

equivalenti a quelle domestiche8

Relativamente alle acque meteoriche di dilavamento acque di prima pioggia (i primi 5 mm di acqua

meteorica di dilavamento uniformemente distribuita su tutta la superficie scolante servita dal sistema di

collettamento (art6)) e acque di lavaggio (acque comunque approvvigionate attinte o recuperate

utilizzate per il lavaggio delle superfici scolanti (art 6)) le NTA (art 39 e allegato F) del PTA

relativamente alle aziende agricole e gli allevamenti zootecnici rimanda a quanto disposto dalla DGR

n 24952006 e dalla DGR n 24392007

Per quanto concerne le Zone Vulnerabili ai Nitrati (ZVN) relativamente alla Regione Veneto la prima

individuazione egrave stata definita con ex-DLgs n 15299 Successivamente mediante provvedimenti

regionali la regione ha provveduto al completamento dellrsquoindividuazione di tali zone non ultimo con il

PTA (art 13) essendo attualmente dichiarate vulnerabili ai nitrati le seguenti zone

a) lrsquoarea dichiarata a rischio di crisi ambientale di cui allrsquoart 6 della L 28 agosto 1989 n305 costituita

dal territorio della Provincia di Rovigo e dal territorio del Comune di Cavarzere (ai sensi del DLgs

n 1522006)

b) il bacino scolante in laguna di Venezia area individuata con il ldquoPiano per la prevenzione

dellrsquoinquinamento ed il risanamento delle acque del bacino idrografico immediatamente sversante

nella laguna di Venezia ndash Piano Direttore 2000rdquo la cui delimitazione egrave stata approvata con

deliberazione del Consiglio regionale n 23 del 7 maggio 2003

c) le zone di alta pianura-zona di ricarica degli acquiferi individuate con deliberazione del Consiglio

regionale n 62 del 17 maggio 2006

Con il Piano di Tutela delle Acque inoltre si intende designare per completezza quali zone vulnerabili

anche le seguenti zone

d) lrsquointero territorio dei Comuni della Lessinia e dei rilievi in destra Adige

e) il territorio dei Comuni della Provincia di Verona afferenti al bacino del Po

8 Si richiama anche quanto indicato nel DLgs 1522006 relativamente ai criteri generali della disciplina degli scarichi (Art 101) (hellip) 7

Salvo quanto previsto dallarticolo 112 ai fini della disciplina degli scarichi e delle autorizzazioni sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque reflue a) provenienti da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno eo alla silvicoltura b) provenienti da imprese dedite ad allevamento di bestiame [] c) provenienti da imprese dedite alle attivitagrave di cui alle lettere a) e b) che esercitano anche attivitagrave di trasformazione o di valorizzazione della produzione agricola inserita con carattere di normalitagrave e complementarietagrave funzionale nel ciclo produttivo aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dallattivitagrave di coltivazione dei terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilitagrave (hellip)rdquo In materia di utilizzazione agronomica (art 112) il DLgs 1522006 rimanda alle Regione la relativa disciplina

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PAGINA 66 194 Settembre 2015

Legenda

Area di ubicazione dellrsquoallevamento

Stralcio della rappresentazione cartografica delle zone vulnerabili a nitrati

(fonte Decreto n 3 del 3 marzo 2010 del Dirigente dellUnitagrave Complessa Sistema Informativo Settore

primario e controllo)

Con la DGR n 2495 del 07082006 ldquoRecepimento regionale del DM 7 aprile 2006 Programma

dazione per le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola del Venetordquo e successive modifiche (7

agosto 2007 n 2439 4 marzo 2008 n 430 21 aprile 2008 n 134 6 maggio 2008 n 894) egrave stata

per lrsquoappunto recepita la norma vigente a livello nazionale e sono stati individuati i vincoli e le corrette

modalitagrave di gestione degli effluenti di allevamento e delle acque reflue aziendali a cui gli agricoltori

devono attenersi sia allrsquointerno delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola sia nelle altre zone del

Veneto

Con DGR n 1150 del 26 luglio 2011 egrave stato approvato il ldquo2deg Programma drsquoAzionerdquo per le sole zone

vulnerabili ai nitrati valido per il periodo 2012-15 che stabilisce criteri e norme tecniche per

lrsquoutilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e persegue le seguenti finalitagrave

a) Proteggere e risanare le zone vulnerabili allrsquoinquinamento provocato da nitrati di origine agricola

b) Limitare lrsquoapplicazione al suolo dei fertilizzanti azotati sulla base dellrsquoequilibrio tra il fabbisogno

prevedibile di azoto delle colture e lrsquoapporto alle colture di azoto proveniente dal suolo e dalla

fertilizzazionehellip

c) Promuovere strategie di gestione integrata degli effluenti zootecnici per il riequilibrio del rapporto

agricoltura-ambiente tra cui le misure di trattamento degli effluenti noncheacute lrsquoadozione di modalitagrave

di allevamento e di alimentazione degli animali finalizzate a contenere giagrave dalla fase di

produzione le escrezioni di azoto

1062 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Lrsquoazienda Agricola Maggiolo ricade nel Comune di Castelfranco Veneto comune appartenente alla

zona dellrsquoalta pianura (Zona di ricarica degli acquiferi) ed alla zona del bacino scolante della laguna di

Venezia Il territorio in cui egrave localizzato lrsquoallevamento egrave designata anche come area di tutela quantitativa

degli acquiferi (Allegato E PTA) Si ricorda che come evidenziato nel quadro di riferimento progettuale

la pollina viene integralmente consegnata a terzi alla fungaia Agrifung

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COD 15V055 PAGINA 67 194

107 Piano per lrsquoAssetto Idrogeologico del Bacino scolante nella Laguna di Venezia

1071 Riferimenti generali

Nella Regione Veneto sono state individuate le seguenti Autoritagrave di Bacino (AB)

- AB Nazionale del Po

- AB Nazionale dei Fiumi dellrsquoAlto Adriatico

- AB Nazionale del Fiume Adige

- AB Interregionale del Fiume FIssero-Tartaro-Canalbianco

- AB Interregionale del Fiume Lemene

- AB Regionale del Sile e della Pianura tra Piave e Livenza

- Bacino Scolante nella Laguna di Venezia

Nel caso del Bacino scolante nella Laguna di Venezia in attesa dellrsquoistituzione dellrsquoAutoritagrave di Distretto

delle Alpi Orientali (Dlgs 1522006) la Regione del Veneto ha ritenuto opportuno adottare con DGR

n 401 del 31 marzo 2015 il ldquoPiano di Assetto Idrogeologico ndash parte idraulicardquo

Il Bacino scolante nella Laguna di Venezia interessa un territorio che si estende per circa 2068 km2 e

che interessa 27 corsi drsquoacqua Il Bacino egrave delimitato a sud dal canale Gorzone a Sud-Ovest dai Colli

Euganei ad Ovest dal Canale Roncajette a nord-ovest dal fiume Brenta a nord dalle Prealpi Asolane

e a nord-est dal fiume Sile ed interessa il territorio delle province di Venezia Padova e Treviso per un

totale di 108 comuni 22 dei quali appartenenti alla Provincia di Treviso I corpi idrici a deflusso

naturale piugrave significativi sono il Dese Zero Marzenego - Osellino Lusore Muson Vecchio Tergola

mentre quelli a deflusso controllato sono il Naviglio Brenta Canale di Mirano Taglio Novissimo La

superficie del Bacino puograve essere suddivisa in due parti i territori dei bacini idrografici tributari dei corsi

dacqua superficiali sfocianti nella laguna di Venezia e i territori che interessano i corpi idrici scolanti

nella laguna di Venezia tramite le acque di risorgiva individuati come Area di Ricarica

1072 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Lrsquoallevamento ricade allrsquointerno di unrsquoarea definita come ldquoBacino scolante ad interventi a tipologia

limitatardquo non interessa nessuna area a pericolositagrave idraulica a scolo meccanico o che egrave stata oggetto di

alluvioni nel 2007

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PAGINA 68 194 Settembre 2015

Perimetrazione del Bacino Scolante Laguna di Venezia

Area di ubicazione dellrsquoallevamento

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COD 15V055 PAGINA 69 194

PAI Bacino Scolante Laguna di Venezia - Carta della Pericolositagrave idraulica (stralcio)

108 Piano di Risanamento della Qualitagrave dellrsquoAria

1081 Riferimenti generali

Con Deliberazione della Giunta regionale n 2872 del 28122012 sono stati adottati il Documento di

Piano il Rapporto ambientale il Rapporto ambientale-sintesi non tecnica dellrsquoaggiornamento del Piano

regionale di Tutela e Risanamento dellrsquoAtmosfera

La Regione Veneto attualmente egrave dotata di un Piano di Tutela e Risanamento dellrsquoAtmosfera

(PTRA) approvato con deliberazione del Consiglio Regionale n 57 dellrsquo11 novembre 2004 Tale

Piano rappresenta lo strumento per la programmazione il coordinamento ed il controllo in materia di

inquinamento atmosferico finalizzato al miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla

salvaguardia della salute delluomo e dellambiente

La zonizzazione della Regione Veneto egrave stata approvata con Deliberazione della Giunta Regionale del

Veneto n 31952006 Successivamente ne egrave stata approvata una sua revisione con Deliberazione della

Giunta Regionale del Veneto n 2130 del 23102012

1082 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Il Comune di Castelfranco Veneto ricade nella zona IT0513 ldquoPianura e Capoluogo Bassa Pianurardquo

Come indicato nellrsquoAllegato A della DGR 213012 la definizione delle zone nellrsquoarea della pianura egrave

stata effettuata considerando i seguenti parametri

- Orografia altitudine al di sotto dei 200 m slm

- Condizioni meteo-climatiche bassa ventositagrave con frequenti fenomeni di calme di vento

Area di ubicazione dellrsquoallevamento

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PAGINA 70 194 Settembre 2015

- Urbanizzazione diffusa con pochi centri urbani densamente popolati (giagrave individuati come

Agglomerati)

- Carico emissivo la densitagrave emissiva comunale (ta km2) intesa come stima del PM10 primario

e secondario rispetto alla superficie comunale (espressa in km2) egrave stata utilizzata quale

parametro caratterizzante la zonizzazione Nei comuni della Bassa Pianura la densitagrave emissiva

egrave superiore a 7 ta km2

Progetto di riesame della zonizzazione del Veneto (D Lgs 1552010)

109 Programma di Sviluppo Rurale

1091 Riferimenti generali

La Regione Veneto con DGR n71 del 10 giugno 2014 ha adottato la proposta del PSR 2014-2020

successivamente adottato dal Consiglio Regionale con Deliberazione n 41 del 9 luglio 2014

La proposta di programma egrave stata quindi inviata alla Commissione europea arrivando alla definitiva

approvazione avvenuta con decisione n 3482 del 26 maggio 2015

Il Programma costituisce lo strumento di programmazione per lo sviluppo rurale regionale stabilisce le

strategie e gli interventi per il settore agricolo agroalimentare e forestale e in generale per lo sviluppo

delle aree rurali del Veneto

Nel PSR lrsquointero territorio regionale egrave stato classificato in base al grado do ruralitagrave secondo le seguenti

categorie

A-Aree urbane e periurbane

Area di ubicazione dellrsquoallevamento

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COD 15V055 PAGINA 71 194

B-Aree rurali ad agricoltura intensiva Questi territori vengono ulteriormente suddivise in sub-area B1

(con caratteristiche prevalenti di ldquorurale-urbanizzatardquo e sub-area B2 (con caratteristiche prevalenti di

ldquoUrbanizzatardquo)

C-Aree rurali intermedie

D-Aree rurali con problemi di sviluppo

1092 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in classe B2 ldquoAree rurali ad agricoltura intensiva -

Urbanizzaterdquo

1010 Aree Protette

10101 Riferimenti generali

La Legge Quadro sulle Aree Protette (L 39491) classifica le aree naturali protette in

Parchi nazionali Aree al cui interno ricadono elementi di valore naturalistico di rilievo

internazionale o nazionale tale da richiedere lrsquointervento dello Stato per la loro protezione e

conservazione Sono istituiti dal Ministero dellrsquoAmbiente e della Tutela del Territorio

Parchi naturali regionali e interregionali Aree di valore naturalistico e ambientale che

costituiscono nellambito di una o piugrave regioni limitrofe un sistema omogeneo individuato dagli

assetti naturalistici dei luoghi dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle

popolazioni locali Sono istituiti dalle Regioni

Riserve naturali Aree al cui interno sopravvivono specie di flora e fauna di grande valore

conservazionistico o ecosistemi di estrema importanza per la tutela della diversitagrave biologica In

base al pregio degli elementi naturalistici contenuti possono essere statali o regionali

In considerazione di quanto indicato dalla Legge Quadro nazionale la Regione Veneto con la Legge

Regionale n 40 del 16081984 ldquoNuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionalirdquo e

smi definisce le disposizioni per lrsquoistituzione di parchi e riserve naturali regionali al fine di assicurare la

conservazione e la valorizzazione dellrsquoambiente naturale nelle zone di particolare interesse

paesaggistico naturalistico ed ecologico di promuoverne lo studio scientifico di rendere possibile

lrsquouso sociale dei beni e di creare specie nelle zone rurali e montane migliori condizioni di vita per le

collettivitagrave locali

Le aree naturali protette definite dalla LR 401984 sono Parchi Naturali Regionali Riserve Naturali

Regionali Zone di protezione e di sviluppo controllato (Zone di pre-parco) Parchi e riserve di interesse

locale

Come specificato allrsquoart 11 della LR le aree comprese nei parchi o nelle riserve possono essere

classificate dal piano ambientale ai fini del particolare regime cui vengono sottoposte nelle seguenti

categorie

a) Zone di riserva naturale regionale generale sono consentiti solo gli interventi a cura o sotto il

controllo dellrsquoente gestore per la protezione dellrsquoambiente e per la ricostituzione di equilibri

naturali propri dello ambiente Al loro interno possono essere individuate aree di riserva

integrale (nelle quali per la presenza di eccezionali valori naturalistici e ambientali il suolo il

sottosuolo le acque la vegetazione e la fauna sono protetti nella loro assoluta integritagrave) e aree

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PAGINA 72 194 Settembre 2015

di riserva orientata (in cui lrsquoevoluzione dellrsquoambiente naturale anche limitatamente ad alcune

sue particolari manifestazioni viene sorvegliata e orientata scientificamente)

b) Zone di riserva naturale regionale speciale sono istituite al fine di tutelare particolari elementi o

fenomeni dello ambiente naturale del paesaggio e antropologi

c) Zone a destinazione silvo ndash pastorale in cui egrave consentito lrsquoesercizio sia a cura dellrsquoente gestore

che di altri enti pubblici organismi associativi o privati di attivitagrave agricole utilizzazioni forestali

pascolo e attivitagrave zootecniche in forma compatibili con la tutela ambientale e non contrastanti

con le finalitagrave generali del parco o della riserva e con le norme del piano ambientale

d) Zone a destinazione agricola in cui egrave prevista la stessa disciplina delle aree al punto

precedente

e) Zone di penetrazione sono aree che per esigenze logistiche le quali non possono essere piugrave

opportunamente soddisfatte allrsquoesterno del parco debbano ospitare strutture ricettive

campeggi parcheggi per automezzi e centri di informazione

Tali aree sono individuate preferibilmente in zone marginali e periferiche del territorio del parco

o della riserva e comprenderanno il tracciato le immediate adiacenze e le testate delle esistenti

rotabili interne aperte al pubblico gli adiacenti nuclei abitati manufatti e gli impianti di attivitagrave

produttive esistenti

I Parchi e le riserve di interesse locale possono essere istituite da Province Comunitagrave Montane

Comuni e loro Consorzi nonchegrave Comunitagrave familiari montane anche associate tra loro Per ogni parco o

riserva istituita deve essere redatto un Piano ambientale assimilato ad un piano attuativo di iniziativa

pubblica (Art 27)

10102 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Nessuna area di interesse naturalistico ricade nel Comune di Castelfranco Veneto9 Lrsquoarea protetta piugrave

prossima allrsquoallevamento egrave il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile posto ad una distanza di circa

82 km dallrsquoAllevamento Maggiolo

1011 Rete Natura 2000

10111 Riferimenti generali

La Rete Natura 2000 costituisce la piugrave importante strategia drsquointervento dellrsquoUnione Europea per la

tutela del territorio Tenuto conto della necessitagrave di attuare una politica piugrave incisiva di salvaguardia degli

habitat e delle specie di flora e fauna si egrave voluto dar vita ad una Rete coerente di aree destinate alla

conservazione della biodiversitagrave del territorio dellrsquoUnione Europea I siti che compongono la Rete (Siti

Natura 2000) sono rappresentati dai Siti drsquoImportanza Comunitaria (SIC) e dalle Zone di Protezione

Speciale (ZPS)

I SIC e la Rete Natura 2000 sono definiti dalla Direttiva Habitat 9243CEE ndash art 3 comma1 ldquoEacute

costituita una rete ecologica europea coerente di zone speciali di conservazione denominata Natura

2000 Questa rete formata dai siti in cui si trovano tipi di habitat naturali elencati nellallegato I e habitat

delle specie di cui allallegato II deve garantire il mantenimento ovvero alloccorrenza il ripristino in

uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie

Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

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COD 15V055 PAGINA 73 194

interessati nella loro area di ripartizione naturale La rete Natura 2000 comprende anche le zone di

protezione speciale classificate dagli Stati membri a norma della direttiva 79409CEErdquo

Le ZPS sono state previste dalla Direttiva Uccelli 79409CEE oggi abrogata e sostituita dalla Direttiva

2009147CEE ldquoconcernente la conservazione degli uccelli selvaticirdquo Questrsquoultima direttiva allrsquoart 3

commi 1 e 2 riporta ldquohellipgli Stati membri adottano le misure necessarie per preservare mantenere o

ristabilire per tutte le specie di uccelli di cui allrsquoart 1 una varietagrave ed una superficie sufficienti di habitat

La preservazione il mantenimento ed il ripristino dei biotopi e degli habitat comportano innanzitutto le

seguenti misure

a) Istituzione di zone di protezione

b) Mantenimento e sistemazione conforme alle esigenze ecologiche degli habitat situati allrsquointerno e

allrsquoesterno delle zone di protezione

c) Ripristino dei biotopi distrutti

d) Creazione dei biotipirdquo

Allrsquoart 4 della stessa direttiva si indica inoltre che ldquoPer le specie elencate nellrsquoallegato I sono previste

misure speciali di conservazione per quanto riguarda lrsquohabitat per garantire la sopravvivenza e la

riproduzione di dette specie nella loro area di distribuzionerdquo

SIC e ZPS sono definite dagli Stati membri (in Italia su proposta delle Regioni) Quando un SIC viene

inserito ufficialmente nellrsquoElenco Comunitario lo Stato membro designa tale sito come Zona Speciale di

Conservazione (ZSC)

A livello europeo il piugrave recente elenco ufficiale dei SIC appartenenti alle regioni biogeografiche alpina e

continentale nelle quali si inserisce la Regione Veneto sono state definite con Decisioni della

Commissione del 3 dicembre 2014 (rispettivamente 201571UE e 201569UE)

Lindividuazione delle ZPS spetta alle Regioni e alle Province autonome che trasmettono i dati al

Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare il quale dopo la verifica della

completezza e congruenza delle informazioni acquisite trasmette i dati alla Commissione Europea Le

ZPS si intendono designate dalla data di trasmissione alla Commissione e dalla pubblicazione sul sito

del Ministero dellrsquoelenco aggiornato Il DM dellrsquo8 agosto 2014 indica che lrsquoelenco delle ZPS istituite ai

sensi del DM del 17 ottobre 2007 ldquoCriteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione

relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS)rdquo egrave pubblicato

sul sito wwwminambienteit ed egrave tenuto aggiornato con le eventuali modifiche apportate nel rispetto

delle procedure comunitarie Contestualmente viene abrogato il DM del 19 giugno 2009 ldquoElenco delle

Zone di Protezione Speciale (ZPS) classificate ai sensi della Direttiva 79409CEE)rdquo Lrsquoultima

trasmissione della banca dati alla Commissione Europea egrave stata effettuata dal Ministero dellrsquoAmbiente

ad ottobre 2014

La Regione Veneto con DGR n 1180 del 18 aprile 2006 ldquoRete ecologica europea Natura

2000Aggiornamento banca datirdquo e ss mm ii provvede alla redazione dellrsquoelenco ufficiale delle aree

appartenenti alla Rete Natura

Ad oggi in Veneto risultano istituiti 128 Siti appartenenti alla Rete Natura 2000 tra i quali 102 SIC e 67

ZPS per una superficie complessiva di 414675 ettari (pari al 225 del territorio regionale)

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PAGINA 74 194 Settembre 2015

10112 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Lrsquoarea oggetto di studio ricade interamente allrsquointerno della ZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego

Nessun altro Sito (SICZPS) ricade allrsquointerno del Comune di Castelfranco Veneto10

La ZPS IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo si estende su una superficie di circa 1561 ha nel

territorio dei Comuni di Castelfranco Veneto Castello di Godego Loria Riese Pio X in Provincia di

Treviso

Il Sito egrave stato istituito a tutela del paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da ampi prati stabili e

fitte alberature con tratti di territorio a campo chiuso e zone interne originarie La scheda Natura 2000

indica che la qualitagrave e lrsquoimportanza del sito sono determinati dal fatto che il territorio rappresenta uno

degli ultimi esempi di paesaggio agrario tradizionale con un buon equilibrio tra naturalitagrave e utilizzo

agricolo che consente il mantenimento di una buona diversitagrave e ricchezza floristica e di tipi

vegetazionali La presenza di aree in cui spesso ristagna lacqua e la natura argillosa dei suoli

permettono inoltre la presenza di specie vegetali di particolare importanza

Allrsquointerno della ZPS come indicato nel Formulario standard sono presenti 7 tipologie di habitat

(indicate nella tabella successiva) la piugrave diffusa (57) egrave quella delle colture cerealicole estensive

mentre lrsquohabitat meno diffuso egrave quello degli impianti forestali a monocultura diffusi sullrsquo1 della ZPS

Le aree urbanizzate interessano una superficie complessiva di circa 156 ha pari al 10 dellrsquointera

area

Codice Habitat Superficie (ha) Copertura ()

N20 Impianti forestali a monocoltura 1561 1

N12 Colture cerealicole estensive 88977 57

N07 Torbiere stagni e paludi 7805 5

N23 Altro (inclusi centri abitati strade discariche miniere e aree industriali)

1561 10

N09 Praterie aride steppe 7805 5

N14 Praterie migliorate 3122 20

N21 Piantagioni arboreee 3122 2

TOT 1561 100

Habitat nella ZPS IT3240026

Allrsquointerno della ZPS sono inoltre stati individuati i seguenti habitat di interesse comunitario (Allegato I

Direttiva Habitat)

6430-Bordure planiziali montane e alpine di megaforbie idrofile

6510-Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis Sanguisorba officinalis)

Il Formulario Standard indica che allrsquointerno del Sito lrsquohabitat 6430 egrave diffuso su una superficie di 7805

ha pari al 5 del totale mentre lrsquohabitat 6510 egrave distribuito sul 20 circa della ZPS (312 ha)11 Entrambi

gli habitat hanno un livello di conservazione buono

Il Formulario Natura 2000 indica che allrsquointerno della ZPS sono presenti 19 specie di avifauna inserite

nellrsquoArticolo 4 della Direttiva Uccelli (2009147EC) ed una specie (Rana latastei) inserita nellrsquoAllegato 2

della Direttiva Habitat (9243EEC) Tra le specie comuni vi sono Airone cenerino Falco cuculo Averla

piccola Porciglione Bigia padovana Tuffetto Piro piro boschereccio Barbagianni e Rana di Lataste

10

Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

11 Si rimanda alle Tavole ldquoZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego ndash Habitatrdquo riportata nellrsquoAllegato cartografico

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 75 194

Airone rosso Re di quaglie Averla maggiore e Tottavilla sono specie rare allrsquointerno del territorio

mentre tutte le altre specie (Martin pescatore Gufo comune Falco di palude Albanella reale A

minore Assiolo Combattente) sono indicate come sola presenza

Per ulteriori dettagli si rimanda allo Studio di incidenza allegato allo Studio di impatto ambientale

1012 Important Bird Area (IBA)

10121 Riferimenti generali

Le Aree di Interesse Avifaunistico (IBA dallrsquoinglese Important Bird Areas) corrispondono a siti individuati

in tutto il mondo sulla base di criteri ornitologici applicabili su larga scala da parte di associazioni non

governative che fanno parte di BirdLife International

Il primo programma IBA viene effettuato nel 1981 mediante un incarico dato dalla Commissione

Europea allrsquoICBP (International Council for Bird Preservation) predecessore di BirdLife International

per lrsquoindividuazione delle aree prioritarie per la conservazione dellrsquoavifauna in Europa in vista

dellrsquoapplicazione della Direttiva ldquoUccellirdquo In Italia lrsquoinventario delle IBA egrave stato redatto e

successivamente aggiornato dalla Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) La prima pubblicazione

dellrsquoinventario IBA Italiano risale al 1989 mentre nel 2000 egrave stato pubblicato col sostegno del Ministero

per le Politiche Agricole e Forestali un secondo inventario aggiornato Il successivo progetto sviluppato

dalla LIPU e commissionato dal Ministero dellrsquoAmbiente (Servizio Conservazione della Natura)

ldquoSviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base della rete delle IBA (Important Bird Areas)rdquo

(versione del 2002) ha portato allrsquoaggiornamento ed alla mappatura del sistema IBA presenti

nellrsquoinventario pubblicato nel 2000

10122 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone designate quali IBA12

la piugrave vicina egrave lrsquoIBA

n 059 ldquoMedio corso del Fiume Brentardquo posta ad una distanza minima superiore a 13 km

dallrsquoAllevamento

1013 Zone umide di importanza internazionale

10131 Riferimenti generali

La Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale soprattutto in quanto habitat per le

specie di uccelli acquatici egrave stata firmata a Ramsar in Iran il 2 febbraio 1971 Latto viene siglato nel

corso della Conferenza Internazionale sulla Conservazione delle Zone Umide e sugli Uccelli

Acquatici promossa dallUfficio Internazionale per le Ricerche sulle Zone Umide e sugli Uccelli

Acquatici (IWRB- International Wetlands and Waterfowl Research Bureau) con la collaborazione

dellUnione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN - International Union for the Nature

Conservation) e del Consiglio Internazionale per la protezione degli uccelli (ICBP - International Council

for bird Preservation) La Convenzione si pone come obiettivo la tutela internazionale delle zone

definite umide mediante lindividuazionela delimitazione e lo studio degli aspetti caratteristici in

12

Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

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PAGINA 76 194 Settembre 2015

particolare lavifauna e la messa in atto di programmi che ne consentano la conservazione e la

valorizzazione

La Convenzione di Ramsar egrave stata ratificata e resa esecutiva dallItalia con il DPR 13 marzo 1976 n

448 ldquoEsecuzione della convenzione relativa alle zone umide dimportanza internazionale soprattutto

come habitat degli uccelli acquatici firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971rdquo e con il successivo DPR 11

febbraio 1987 n 184

10132 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone Ramsar13

cosigrave come non sono presenti

zone umide in un raggio di 10 km dallrsquoarea di intervento

11 REGIME VINCOLISTICO

111 Vincolo sismico

1111 Riferimenti generali

Con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3274 del 20032003 concernente ldquoPrimi

elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative

tecniche per le costruzioni in zona sismicardquo nelle more dellrsquoespletamento degli adempimenti dellrsquoart 93

del DLgs n 1121998 sono approvati i ldquoCriteri per lrsquoindividuazione delle zone sismiche ndash

individuazione formazione e aggiornamento degli elenchi delle medesime zonerdquo noncheacute le connesse

ldquoNorme tecniche per il progetto la valutazione e lrsquoadeguamento sismico degli edificirdquo ldquoNorme tecniche

per il progetto sismico dei pontirdquo e ldquoNorme tecniche per il progetto sismico delle opere di fondazione e

sostegno dei terrenirdquo Tali norme sono riportate come Allegati allrsquoOrdinanza

LrsquoOrdinanza prevede inoltre che le Regioni sulla base dei criteri generali dettati nellrsquoAllegato 1 (criteri

per lrsquoindividuazione delle zone sismiche che rimandano ad una distinzione secondo 4 zone sismiche)

provvedono allrsquoindividuazione e formazione ed aggiornamento dellrsquoelenco delle zone sismiche

lasciando facoltagrave di introdurre o meno lrsquoobbligo della progettazione antisismica nelle zone 4 Secondo i

nuovi criteri classificativi il territorio regionale risulta suddiviso in 4 zone sismiche in base ai valori di

accelerazione di picco orizzontale del suolo con probabilitagrave di superamento del 10 in 50 anni

zona 1 accelerazione orizzontale gt 025 g

zona 2 accelerazione orizzontale 015g ndash 025 g

zona 3 accelerazione orizzontale 005g ndash 015 g

zona 4 accelerazione orizzontale lt 005 g

LrsquoOrdinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3519 del 2842006 approva i criteri generali per

lrsquoindividuazione delle zone sismiche e la formazione ed aggiornamento degli elenchi ed anche la mappa

della pericolositagrave sismica di riferimento a scala nazionale I criteri per lrsquoindividuazione delle zone

sismiche sono definiti allrsquoallegato 1A con riferimento alle Norme Tecniche per le Costruzioni approvate

con DM 1492005 e sono previste quattro zone Allrsquoallegato 1B egrave riportata la mappa della pericolositagrave

13

Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

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COD 15V055 PAGINA 77 194

sismica a scala nazionale da assumere quale riferimento per lrsquoassegnazione di un territorio ad una delle

diverse quattro zone sismiche predefinite

Con deliberazione n 67 del 03 dicembre 2003 recependo i criteri generali dellrsquoOrdinanza PCM n

3274 del 20 marzo 2003 il Consiglio Regionale ha approvato la nuova classificazione sismica dei

Comuni del Veneto Con deliberazione n 71 del 22012008 ldquoOPCM 2842006 n 3519 ldquoCriteri

generali per lrsquoindividuazione delle zone sismiche e per la formazione e lrsquoaggiornamento degli elenchi

delle medesime zone Direttive per lrsquoapplicazionerdquo la Giunta Regionale ha stabilito di prendere atto dei

criteri generali di classificazione allegati allrsquoOrdinanza PCM 3519 del 28 aprile 2006 innovativi rispetto

allrsquoOPCM 32742003 e della mappa di pericolositagrave sismica di riferimento espressa in termini di

accelerazione massima al suolo (amax) confermando comunque per quanto riguarda gli aspetti

amministrativi la classificazione sismica dei Comuni del Veneto di cui allrsquoAllegato I della deliberazione

del Consiglio Regionale n 672003

1112 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine

Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in accordo DGR n 672003 successivamente confermata con

DGR n 712008 in zona sismica 3

Il territorio di Castelfrenco Veneto in base alla mappa di pericolositagrave sismica del territorio nazionale

elaborata dallrsquoIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e riportata come Allegato 1B dellrsquoOPCM

del 28 aprile 2006 n 3519 risulta soggetto a valori di accelerazione (con probabilitagrave di eccedenza del

10 in 50 anni) compresa tra 0150 g e 0200 Secondo la Classificazione sismica al 2015 il comune di

Castelfranco Veneto viene inserito in zona sismica 3 nella quale possono verificarsi forti terremoti ma

rari

Stralcio della classificazione sismica al 2014 (httpwwwprotezionecivilegovitjcmsitclassificazionewp)

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PAGINA 78 194 Settembre 2015

Mappa pericolositagrave sismica

Espressa in termini di accelerazione massima (con

probabilitagrave di eccedenza del 10 in 50 anni)

Fonte Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

(In httpesse1-gismiingvit)

112 Vincolo idrogeologico

1121 Riferimenti generali

Il RD 30121923 n 3267 allrsquoarticolo 7 stabilisce che le trasformazioni dei terreni sottoposti a vincolo

idrogeologico ai sensi dello stesso decreto sono subordinate al rilascio di autorizzazione da parte dello

Stato ora sostituito dalle Regioni o dagli organi competenti individuati dalla normativa regionale

1122 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine

Secondo la classificazione regionale riportata nella Tavola 1B del PTCP della Provincia di Treviso

ldquoCarta dei Vincoli e della pianificazione territorialerdquo lrsquoallevamento non interessa nessuna area

sottoposta a vincolo idrogeologico

113 Patrimonio culturale beni culturali e beni paesistici vincolati

1131 Riferimenti generali

Il DLgs del 2212004 n 42 ldquoCodice dei beni culturali e del paesaggio ai sensi dellrsquoarticolo 10 della

Legge 6 luglio 2002 n 137rdquo costituisce il riferimento normativo in materia di beni culturali e

paesaggistici Tale decreto in applicazione dellrsquoarticolo 9 della Costituzione disciplina le forme di tutela

del patrimonio culturale costituito dai beni culturali che comprendono in particolare il patrimonio

storico artistico demo-etno-antropologico archeologico archivistico librario e dai beni paesaggistici

ovvero le bellezze naturali le singolaritagrave geologiche le ville giardini e parchi gli immobili di valore

estetico e tradizionale le bellezze panoramiche e belvedere ed ancora gli altri immobili ed aree

individuati dalla legge (categorie del paesaggio) od in base alla legge attraverso i Piani paesaggistici

Per quanto riguarda i beni culturali le disposizioni per la tutela si applicano a seguito di una verifica

drsquointeresse nel caso delle cose immobili o mobili che rivestono interesse artistico storico archeologico

o demo-etno-antropologico ed appartengono alle pubbliche amministrazioni od a particolari enti istituti

e persone giuridiche od ancora a seguito della dichiarazione di interesse per gli altri immobili che

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COD 15V055 PAGINA 79 194

presentano analoga valenza ma appartenenti a soggetti diversi da quelli prima richiamati La tutela dei

beni immobili si esercita nella forma del divieto alla demolizione danneggiamento e utilizzo per usi

incompatibili alla loro conservazione ed in particolare nella preventiva autorizzazione per una serie di

interventi come elencati allrsquoarticolo 21 Lrsquoautorizzazione deve essere richiesta dai proprietari

possessori o detentori dei beni allrsquoamministrazione competente al rilascio tale autorizzazione puograve

essere rilasciata anche con motivata dichiarazione in sede di conferenza dei servizi (art 25) e con atto

rilasciato in sede di concerto sulla compatibilitagrave ambientale nel caso di progetti sottoposti a valutazione

di impatto ambientale (art 26)

Per quanto attiene ai beni paesaggistici lrsquoassoggettamento a tutela avviene a seguito della

dichiarazione di notevole interesse pubblico (art 137-141) per effetto di disposizioni legislative nel

caso delle specifiche categorie di beni elencati nellrsquoarticolo 142 ed ancora a seguito di identificazione

nei piani paesaggistici gli immobili e le aree tipizzati sottoposte a tutela dagli stessi piani La normativa

nazionale stabilisce che tutti i beni paesaggistici sono tutelati e valorizzati sottoponendo a specifica

normativa drsquouso il territorio mediante Piani paesaggistici o Piani urbanistico territoriali con specifica

considerazione dei valori paesaggistici concernenti lrsquointero territorio regionale (art 135) Il vincolo di

tutela si esercita nella forma del divieto (per i proprietari possessori o detentori) di distruggere i beni od

introdurvi modificazioni e nellrsquoobbligo di sottoporre i progetti delle opere di qualunque genere (salvo

quelli elencati allrsquoart 149) da eseguire alla competente amministrazione ai fini di ottenere preventiva

autorizzazione

Il DPCM 12122005 di individuazione della documentazione necessaria alla verifica della

compatibilitagrave paesaggistica degli interventi proposti definisce le finalitagrave i criteri di redazione ed i

contenuti della Relazione Paesaggistica che correda congiuntamente al progetto dellrsquointervento ed alla

relazione di progetto lrsquoistanza da presentare per lrsquoautorizzazione paesaggistica Con il DPR 972010

n 139 si definisce il procedimento semplificato per lrsquoautorizzazione paesaggistica relativa ad ldquointerventi

di lieve entitagraverdquo che comportano unrsquoalterazione dei luoghi o dellrsquoaspetto esteriore degli edifici in apposita

allegato al decreto si definiscono i citati interventi

1132 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e lrsquoallevamento avicolo

Il progetto oggetto di valutazione riguarda lrsquoincremento del numero di capi avicoli allevati dallrsquoazienda

agricola zootecnica con utilizzo dei fabbricati e delle strutture giagrave esistenti non si prevedono quindi

opere di natura edilizia

In ogni caso al fine della verifica dellrsquoeventuale presenza di beni culturali eo paesaggistici sottoposti a

vincolo ricadenti nellrsquoambito territoriale attorno al sito dellrsquoallevamento si egrave fatto ricorso alle

informazioni contenute in diverse banche dati o riportate negli elaborati degli strumenti di pianificazione

territoriale-paesaggistica od urbanistica

In maggior dettaglio si egrave considerato

il SITAP del Ministero dei Beni e delle Attivitagrave Culturali - Direzione Generale per i Beni Architettonici

e Paesaggistici che individua in cartografia i beni paesaggistici vincolati a seguito di dichiarazione

ed alcune categorie paesaggistiche di cui allrsquoarticolo 142 del Codice

lrsquoArchivio dei beni paesaggistici (vincolati per dichiarazione) del sito web della Regione Veneto

banca dati non definitiva di ricognizione dei beni ai sensi del Dlgs 422004

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PAGINA 80 194 Settembre 2015

il catalogo dellrsquoIstituto Regionale delle Ville Venete che identifica le ville palazzi ed altri fabbricati

censiti segnalando quelli sottoposti a vincolo in quanto beni culturali o paesaggistici

il PTRC (adottato nel 2009 con variante del 2013) della Regione Veneto con riferimento alla

Tavola dei ldquoValori storico culturalirdquo inclusa nella Scheda dellrsquoAmbito-Area ricognitiva 21 dellrsquoAtlante

Ricognitivo ed alla Tavola 9 ldquoSistema del territorio rurale e della rete ecologicardquo in cui sono

individuati i siti o le zone archeologiche

il PTCP (approvato nel 2010) della Provincia di Treviso con riferimento alla Tavola 11 ldquoCarta dei

vincoli e della Pianificazione territorialerdquo14 in cui srsquoidentificano i beni paesaggistici vincolati con

provvedimenti di riconoscimento del notevole interesse pubblico (ex L 14971939 ed art 146 del

Codice) alcune categorie paesaggistiche vincolate per legge (art 142 del Codice) e le zone di

interesse archeologico (ex L 3641909 L 10891939 e L 4311985 ed artt 10 e 142 del Codice) ed

anche alle Appendici di cui allrsquoAllegato M in particolare gli elenchi relativi ai beni architettonici ed ai

beni archeologici vincolati

il PAT del Comune di Castelfranco Veneto (approvato nel 2014) con riferimento alla Tavola 1

ldquoCarta dei vincoli e della pianificazione territorialerdquo15 che individua i beni monumentali vincolati (art

10 del Codice) ed i beni paesaggistici vincolati in quanto di notevole interesse pubblico (art 136 del

Codice) o appartenenti alle categorie paesaggistiche (art 142 del Codice)

il PAT del Comune di Castello di Godego (adottato nel 2015) con riferimento alla Relazione

Tecnica Generale (par 181 I beni culturali) alla Tavola P1A ldquoVincolirdquo16 che identifica i beni

culturali (immobili storico-artistici ed edifici drsquointeresse storico artistico vincolati con dichiarazione

edifici con piugrave di 70 anni vincolati per legge ai sensi dellrsquoarticolo 10 comma 1 del Codice zone

archeologiche) ed i beni paesaggistici vincolati con dichiarazione o per legge (art 142 del Codice)

ed alla Tavola 131 ldquoPatrimonio culturalerdquo del Quadro Conoscitivo del PATI che identifica gli

immobili edifici e zone archeologiche vincolate i fabbricati di archeologia industriale gli edifici di

pregio architettonico e gli altri beni e manufatti di interesse storico culturale

il PAT del Comune di Riese Pio X (adottato nel 2014 con DCC n 2 del 1332014) con

riferimento al Rapporto Ambientale (par 57 Matrice paesaggio ndash Patrimonio culturale

architettonico archeologico) ed alla Tavola 1 ldquoCarta dei vincoli e della pianificazione territorialerdquo 17

che riporta i beni monumentali vincolati i beni paesaggistici vincolati corrispondenti alle fasce

laterali ai corsi drsquoacqua e la strada Postumia a vincolo archeologico

Per quanto riguarda i beni culturali vincolati considerando gli immobili drsquointeresse monumentale eo

storico architettonico riportati negli elenchi od elaborati cartografici degli strumenti di pianificazione

prima richiamati il sito dellrsquoallevamento non interessa direttamente nessuno di quelli presenti nel

territorio e si trova ad una distanza dai piugrave vicini tale che si escludono ragionevolmente possibili

ricadute sugli stessi in particolare quelle indirette correlate alla percezione da e dei beni tenuto conto

anche del fatto che si tratta del solo incremento del numero di polli allevati allrsquointerno di strutture giagrave

esistenti Lrsquoampliamento dellrsquoallevamento non comporta interventi sui beni vincolati e tantomeno si

prevedono opere edilizie o di altra natura che possano determinare effetti indiretti sul patrimonio

14 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 11 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

15 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

16 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola P1A inserita nellrsquoAllegato cartografico dello SIA

17 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

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COD 15V055 PAGINA 81 194

architettonico vincolato non egrave quindi necessario avviare la procedura per la richiesta di rilascio

dellrsquoautorizzazione ai sensi del Codice Al fine di sostenere le precedenti considerazioni si forniscono

brevi informazioni sui beni monumentali e architettonici vincolati presenti nel territorio dei tre Comuni

analizzati situati ad una minore distanza dallrsquoallevamento avicolo esistente

Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto gli immobili vincolati con specifico provvedimento

meno distanti dal sito dellrsquoallevamento comunque rispettivamente a 13 e 22 km circa si trovano nella

frazione di Villarazzo e lungo la strada via Postomia Nel primo caso si tratta della Villa Dolfin -

Gradenigo (tutelata con DM 10121959) sita in via Valsugana 74 composta dalla villa del XVII secolo

e dalla barchessa del XVIII secolo edifici collocati di fianco al Torrente Muson e della Cagrave Moro

(tutelata con DM 881947) ubicata in via Valsugana 102 composta dallrsquoedificio padronale risalente al

XVI secolo Nel secondo caso si tratta della Cagrave Amata (tutelata con DM 10121959) complesso

architettonico datato al XVIII secolo formato da una villa da due barchesse da annessi rustici

originariamente destinati a stalla e depositi ed anche da un oratorio che ora ricadono nellrsquoarea

dellrsquoomonimo Golf Club

Nel territorio del Comune Castello di Godego lrsquoimmobile vincolato piugrave vicino al sito dellrsquoallevamento

comunque a circa 16 km egrave la Chiesa di San Pietro ubicata in via S Pietro nei pressi del T Muson in

sinistra idrografica La gran parte degli altri beni storico architettonici vincolati si trova allrsquointerno del

centro storico o comunque nellrsquoabitato principale ad una distanza minima di 19 - 23 km circa

dallrsquoallevamento

Nel territorio del Comune di Riese Pio X tra i fabbricati vincolati quelli relativamente piugrave vicini

allrsquoallevamento rispettivamente a circa 15 e 22 km sono la Villa Emiliani detta Cagrave Miane (tutelata ai

sensi dellrsquoart 10 del Codice) ubicata in via Miane 30 complesso composto dalla casa padronale con

grande barchessa porticata e da un oratorio entrambi del XVIII secolo ed allrsquointerno della frazione di

Vallagrave la Villa Cecconi (tutelata con DM 2141964) sita in via A Milani 1 risalente al XVIII secolo e la

Chiesa parrocchiale (costruita nel 1746) il campanile e la Casa canonica (tutelate ai sensi dellrsquoart 10

del Codice) lrsquoultima segnalata anche come ldquovilla venetardquo formata dalla casa padronale e da una

piccola barchessa entrambe risalenti al XVII secolo

Per quanto attiene ai beni archeologici vincolati considerando quelli identificati nella cartografia o

segnalati nella documentazione dei citati piani territoriali ed urbanistici risulta che il sito

dellrsquoallevamento si trova significativamente distante da questi inoltre lrsquointerposta presenza di zone

edificate e di quinte di vegetazione arborea consente di escludere anche improbabili ricadute

determinate da eventuali relazioni indirette correlate alla percezione dellrsquoallevamento dai siti tutelati o

da interposizione dellrsquoallevamento nella vista dei beni dai luoghi circostanti agli stessi In aggiunta

stante il fatto che si tratta del solo incremento del numero di capi avicoli allevati senza previsione di

opere edilizie o interventi di scavo e tenendo inoltre conto della distanza dei siti a rischio archeologico

individuati non si ricade nellrsquoambito della procedura di autorizzazione secondo quanto stabilito dal

Codice e si esclude anche la necessitagrave di eseguire indagini archeologiche preventive Si evidenziano

di seguito i beni archeologici vincolati presenti nel territorio dei tre Comuni considerati situati ad una

minore distanza dallrsquoallevamento avicolo esistente

Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto egrave sottoposto a vincolo archeologico ai sensi

dellrsquoarticolo 10 del Codice (ex L 10891939) il tracciato della romana strada Postumia che nel punto

piugrave vicino si trova ad una distanza di circa 800 metri dallrsquoarea dellrsquoallevamento

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PAGINA 82 194 Settembre 2015

Nel territorio del Comune di Castello di Godego egrave presente unrsquoarea archeologica vincolata ai sensi

dellrsquoarticolo 10 del Codice (ex L 10891939) quella de ldquoLe Motterdquo correlata ad un tipico insediamento

delletagrave del bronzo che interessa una localitagrave ubicata a ridosso del confine comunale sul lato

meridionale ad oltre 3 km dellrsquoarea dellrsquoallevamento il PAT identifica nella Tavola P1A Vincoli una

ldquozona di interesse archeologicordquo ai sensi dellrsquoarticolo 10 del Codice nella porzione centrale del tessuto

urbano dellrsquoabitato principale distante circa 18 km dallrsquoallevamento e contornata lungo il perimetro sul

lato est quello rivolto verso lrsquoazienda agricola avicola dal tessuto edificato della zona residenziale

In Comune di Riese Pio X lrsquounico bene sottoposto a vincolo archeologico egrave la giagrave la citata strada

Postumia ed in tale caso la distanza minima tra lrsquoasse viario e lrsquoallevamento egrave di circa 16 km

Per quanto riguarda i beni paesaggistici vincolati a seguito del riconoscimento del loro notevole

interesse pubblico sono sottoposte a tutela due zone dellrsquoabitato principale una riguardante

Castelfranco Veneto e lrsquoaltra Castello di Godego mentre non risulta la presenza di vincoli di tale

fattispecie nel territorio del Comune di Riese Pio X

In Castelfranco Veneto egrave tutelata ai sensi della ex L 14971939 con il DM 13111961 (GU 296 del

29111961) la zona del centro abitato con inclusione della zona della Pescheria e del contiguo tratto

del Canale Musonello giagrave oggetto di provvedimento di vincolo (DM 8111955 GU 274 del

28111955) i motivi della tutela come riportato nel testo dello stesso provvedimento ministeriale sono

ricondotti al fatto che ldquocon le sue rosse mura turrite ammantate di edera circondate da verdi spalti e dal

fossato e con la sua fresca vegetazione forma un quadro naturale di non comune bellezza panoramica

avente anche valore estetico e tradizionalerdquo

In Castello di Godego egrave vincolata la zona circostante allrsquoabitato con DM 1361969 (GU 224 del

391969) ai sensi della ex L 14971939 per la presenza di ldquoparchi giardini tempietti antichi ed altri

caratteristici edificirdquo che ldquooltre a costituire unrsquoattraente e quasi continua oasi di verde nel centro abitato

forma un ambiente di alto valore estetico e tradizionale degno di essere conservato e difeso nella sua

integritagraverdquo

Lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo ovviamente non ricade nelle citate zone vincolate ed inoltre si trova

significativamente distante dalle stesse a circa 21 km da quella di Castelfranco Veneto con interposta

presenza di diverse aree edificate ed a circa 15 km da quella di Castello di Godego anche questa

circondata immediatamente allrsquoesterno del perimetro della zona tutelata da edificato la situazione

descritta consente di escludere ogni possibile ricaduta anche quelle riconducibili ad effetti indiretti

legati alla percezione dei luoghi vincolati per interposizione visiva dellrsquoallevamento dalle aree esterne

a questi e con particolare riferimento agli elementi indicati nel provvedimento ministeriale che ne hanno

determinato la tutela

Per quanto attiene ai beni paesaggistici vincolati per legge nel territorio dei tre Comuni considerati si

tratta di quelli associati alle categorie di cui allrsquoarticolo 142 del Codice relative ai fiumi torrenti e corsi

drsquoacqua con le relative fasce contermini alle sponde o argini alle zone drsquointeresse archeologico ed ai

territori coperti da boschi

Con riguardo ai corsi drsquoacqua e relative fasce vincolate la piugrave vicina egrave quella del Torrente Avenale nel

tratto ricadente in territorio del Comune di Castelfranco Veneto il cui perimetro considerando la minore

distanza intercorrente con il confine dellrsquoarea dellrsquoallevamento ricade a circa 150 metri

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 83 194

In merito alle zone drsquointeresse archeologico sottoposte a vincolo paesaggistico si tratta della giagrave

richiamata strada Postumia con riferimento alla quale valgono le considerazioni giagrave esposte con

riguardo al vincolo archeologico e del richiamato sito archeologico di Le Motte in territorio del Comune

di Castello di Godego anche questo giagrave considerato

Infine nel caso dei territori coperti da bosco il piugrave vicino egrave quello situato in Comune di Castelfranco

Vento a ridosso del laghetto che si trova poco ad ovest della frazione di Villarazza ad una distanza di

circa 22 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento

In conclusione per quanto attiene ai beni paesaggistici vincolati premesso che non si prevedono

interventi modificativi dellrsquoaspetto attuale dei luoghi non egrave necessario avviare la procedura di

autorizzazione paesaggistica in quanto oltre a non prevedere opere edilizie o movimenti terra od

installazione di altri manufatti lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo non ricade in beni paesaggistici vincolati

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PAGINA 84 194 Settembre 2015

QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E

STIMA DEGLI IMPATTI

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COD 15V055 PAGINA 85 194

12 USI DEL SUOLO

Lrsquoanalisi dellrsquouso del suolo e degli habitat presenti nellrsquoarea di indagine egrave stata effettuata a seguito di

sopralluoghi e considerando le seguenti fonti reperibili sul sito della Regione Veneto18

Uso del suolo della Regione Veneto ndash Anno 2009

Shapefile degli habitat della ZPS Prai e Castelli di Godego

Come evidenziato dai dati sopra citati e dai sopralluoghi effettuati il territorio in cui i inserisce

lrsquoAllevamento Maggiolo egrave caratterizzato dalla netta predominanza di aree agricole In particolare la

coltura piugrave diffusa egrave quella del mais cui si accompagnano in subordine superfici a copertura erbacea

colture di soia tabacco colza arboricoltura da legno ed alcune aree coltivate a vigneti Le principali

zone urbanizzate si trovano ad ovest (Castelli di Godego) a sud (Castelfranco veneto) e ad est (Riese

Pio X) dellrsquoallevamento Lungo i numerosi canali che attraversano il territorio ed in corrispondenza dei

confini poderali si trovano frequentemente formazioni di latifoglie arboree a siepe oltre che in

particolare modo lungo il Torrente Muson dei Sassi che scorre ad est dellrsquoabitato di Castello di

Godego formazioni ripariali a salici (Salix sp) e pioppi (Populus sp)

Allrsquointerno della ZPS in cui egrave localizzata lrsquoAzienda Agricola sono state identificate diverse aree a

copertura erbacea con formazione tipica dellrsquohabitat di interesse comunitario n 6510 (Praterie magre

da fieno a bassa altitudine) Queste formazioni sono concentrate prevalentemente nella porzione

centro-meridionale della ZPS ad una distanza minima superiore ai 220 m dallrsquoallevamento Maggiolo

Nello specifico lrsquoallevamento confina su tre lati (est sud e parzialmente nord) con aree coltivate a

mais mentre sul lato ovest ed in parte dellrsquoarea a nord sono presenti superfici a copertura arbustiva ed

erbacea (graminacee non soggette a rotazione)19 ma non identificabili con lrsquohabitat 6510

121 Impatti sullrsquouso del suolo

Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo sfruttando la potenzialitagrave massima

delle strutture attualmente giagrave esistenti ed operanti Non egrave quindi prevista la realizzazione di nessuna

altra struttura rispetto a quanto giagrave esistente allo stato di fatto Pertanto la realizzazione del progetto

non porteragrave ad alcun impatto neacute modifica rispetto allrsquoattuale uso del suolo

18

Si rimanda alla tavola ldquoUso del suolordquo e ZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego ndash Habitatrdquo riportate nellrsquoAllegato cartografico

19 Si rimanda alle riprese fotografiche ldquoAzienda Agricola Maggiolordquo e ldquoUso del suolo e vegetazionerdquo inserite nellrsquoAllegato fotografico

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PAGINA 86 194 Settembre 2015

13 FLORA E FAUNA

Per la valutazione delle componenti naturalistiche presenti nellrsquoarea di indagine egrave stato utilizzato il

Database approvato con DGR n 22001420 Per tutta la regione sono disponibili i dati georeferenziati

sulla base di quadranti di 10 km per lato relativi a specie faunistiche e floristiche presenti sul territorio

Lrsquoazienda agricola egrave localizzata allrsquointerno del quadrante n E446N251 nel presente studio sono state

considerate anche le informazioni riferite ai quadranti ricadenti entro un buffer di 5 km dallrsquoallevamento

ossia i quadranti n E446N250 E447N250 e E447N251 che tra lrsquoaltro comprendono interamente il

territorio della ZPS

131 Fauna

La fauna vertebrata presente sul territorio dellrsquoarea drsquoindagine egrave indicata nelle tabelle successive sono

state considerate sia le specie elencate nel formulario standard della ZPS sia quelle del database

georeferenziato approvato con DGR n 220014

Anfibi e Rettili

Nellrsquoarea drsquoindagine risultano essere presenti 9 specie di anfibi e 11 specie di rettili Da segnalare in

particolare la presenza della Testuggine palustre europea (Emys orbicularis) specie considerata ldquoin

pericolordquo nella Lista Rossa Italiana (LRI21) a causa della competizione con lrsquoalloctona Testuggine

palustre dalle orecchie rosse (Trachemys scripta) specie originaria del bacino del Mississipi e

introdotta in Italia a partire dagli anni rsquo70 oggi naturalizzata Tutte le altre specie di rettili hanno uno

status conservazionistico ldquoa minor preoccupazionerdquo mentre tra gli anfibi sono due le specie (Rana di

Lataste e Rospo comune) che secondo la LRI sono vulnerabili allrsquoestinzione

Cod Nome scientifico Nome comune All

DirHab LRI

1193 Bombina variegata Ululone dal ventre giallo II-IV LC

Lissotriton vulgaris Tritone punteggiato NT

1167 Triturus carnifex Tritone crestato italiano II-IV NT

1215 Rana latastei Rana di lataste II-IV VU

2361 Bufo bufo Rospo comune IV VU

1201 Bufo viridis Rospo smeraldino IV LC

5358 Hyla intermedia Raganella italiana IV LC

1209 Rana dalmatina Rana agile IV LC

1210 Rana klepton esculenta Rana esculenta V LC

Rettili

1220 Emys orbicularis Testuggine palustre europea II-IV EN

1256 Podarcis muralis Lucertola muraiola IV LC

5887 Trachemys scripta Testuggine palustre dalle orecchie rosse NA

6091 Zamenis longissimus Saettone comune IV LC

5910 Zootoca vivipara Lucertola vivipara LC

2432 Anguis fragilis Orbettino LC

1284 Coluber viridiflavus Biacco IV LC

1283 Coronella austriaca Colubro liscio IV LC

20

DGR n 2200 del 27 novembre 2014 ldquoApprovazione del database della cartografia distributiva delle specie della Regione Veneto a supporto della Valutazione di Incidenzardquo

21 IUCN Comitato Italiano Liste Rosse Italiane wwwiucnit

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COD 15V055 PAGINA 87 194

Cod Nome scientifico Nome comune All

DirHab LRI

5179 Lacerta bilineata Ramarro occidentale IV LC

2469 Natrix natrix Natrice dal collare LC

1292 Natrix tessellata Natrice tessellata IV LC

Legenda

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list degli anfibi e rettili presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000

Pesci

Nel gruppo tassonomico dei pesci Anguilla Panzarolo e Trota marmorata sono segnalate come in

pericolo critico di estinzione il Temolo egrave considerata specie in pericolo mentre Barbo italico e

Lampreda padana (specie endemica della pianura padana) hanno uno status conservazionistico

vulnerabile Sono presenti inoltre numerose specie introdotte sul territorio e per le quali per questo

motivo la valutazione dello status conservazionistico non egrave applicabile (NA) In particolare si tratta delle

seguenti specie Alburno Carassio Luccio Gambusia Persico sole Cavedano Persico trotaTrota

iridea e Trota atlantica

Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI

5539 Alburnus alburnus Alburno NA

3019 Anguilla anguilla Anguilla CR

1137 Barbus plebejus Barbo italico II-V VU

5585 Carassius carassius Carassio NA

5304 Cobitis bilineata Cobite II LC

1163 Cottus gobio Scazzone II LC

5642 Esox lucius Luccio NA

5654 Gambusia holbrooki Gambusia NA

5937 Ictalurus melas Pesce gatto NA

5677 Knipowitschia punctatissima Panzarolo CR

6152 Lampetra zanandreai Lampreda padana II-V VU

5687 Lepomis gibbosus Persico sole NA

5944 Leuciscus cephalus Cavedano NA

5719 Micropterus salmoides Persico trota NA

5768 Oncorhynchus mykiss Trota iridea NA

5777 Padogobius martensii Ghiozzo padano LC

5785 Phoxinus phoxinus Sanguinerola europea LC

5821 Rutilus erythrophthalmus Triotto LC

1991 Sabanejewia larvata Cobite mascherato II NT

1107 Salmo marmoratus Trota marmorata II CR

6262 Salmo trutta Trota atlantica NA

1109 Thymallus thymallus Temolo V EN

5885 Tinca tinca Tinca LC

Legenda

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list dei pesci presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000

Uccelli

Considerando sia le specie elencate nel Formulario Natura 2000 sia quelle censite nel database

regionale approvato con DGR 220014 nellrsquoarea di indagine sono presenti 114 specie alcune delle

quali essendo nidificanti irregolari non sono state considerate nellrsquoattribuzione delle categorie di

minaccia della LRI (Pispola Albanella reale Peppola Beccaccino e Tordo sassello) Il criterio della LRI

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PAGINA 88 194 Settembre 2015

non egrave applicabile (NA) anche per il Fagiano a causa delle introduzioni a scopo venatorio effettuate sul

territorio La specie con lo status conservazionistico piugrave problematico egrave il Torcicollo (Vulnerabile)

specie che frequenta ambienti alberati che abbiano anche ampi spazi aperti (frutteti incolti alberati

boschi radi aree agricole estensive) Pur essendo diffusa in tutto il territorio italiano (areale maggiore di

20000 kmsup2 (Boitani et al 2002) e popolazione stimata in 100000-200000 individui maturi (BirdLife

International 2004 Brichetti amp Fracasso 2007)) il declino significativo (56) registrato tra il 2000 ed il

2010 (LIPU amp Rete Rurale Nazionale 2011 wwwmito2000it) ha motivato lrsquoinserimento di tale specie

tra quelle in pericolo di estinzione Nel territorio sono presenti altre specie con uno status

conservazionistico non soddisfacente Allodola Coturnice Moretta Biancone Falco di palude

Albanella minore Re di quaglie Falco cuculo Tarabusino Cutrettola Passera drsquoItalia Passera

mattugia Pendolilno e Saltimpalo sono definite come Vulnerabili allrsquoestinzione

Cod Nome scientifico Nome comune All Dir

Ucc LRI

A086 Accipiter nisus Sparviere LC

A298 Acrocephalus arundinaceus Cannareccione NT

A296 Acrocephalus palustris Cannaiola verdognola LC

A297 Acrocephalus scirpaceus Cannaiola comune LC

A168 Actitis hypoleucos Piro-piro piccolo NT

A324 Aegithalos caudatus Codibugnolo LC

A247 Alauda arvensis Allodola IIB VU

A229 Alcedo atthis Martin pescatore I LC

A109 Alectoris graeca Coturnice I-IIA VU

A053 Anas platyrhynchos Germano reale IIA-IIIA LC

A257 Anthus pratensis Pispola NA (nid irr)

A226 Apus apus Rondone comune LC

A091 Aquila chrysaetos Aquila reale I NT

A028 Ardea cinerea Airone cenerino LC

A029 Ardea purpurea Airone rosso I LC

A221 Asio otus Gufo comune LC

A218 Athene noctua Civetta LC

A061 Aythya fuligula Moretta IIA-IIIB VU

A021 Botaurus stellaris Tarabuso I EN

A087 Buteo buteo Poiana LC

A243 Calandrella brachydactyla Calandrella I EN

A224 Caprimulgus europaeus Succiacapre I LC

A364 Carduelis carduelis Cardellino NT

A288 Cettia cetti Usignolo di fiume LC

A136 Charadrius dubius Corriere piccolo NT

A363 Chloris chloris Verdone NT

A080 Circaetus gallicus Biancone I VU

A081 Circus aeruginosus Falco di palude I VU

A082 Circus cyaneus Albanella reale I NA (nid irr)

A084 Circus pygargus Albanella minore I VU

A373 Coccothraustes coccothraustes Frosone LC

A206 Columba livia Piccione selvatico IIA DD

A208 Columba palumbus Colombaccio IIA-IIIA LC

A350 Corvus corax Corvo imperiale LC

A615 Corvus cornix Cornacchia grigia IIB LC

A349 Corvus corone Cornacchia nera IIB LC

A347 Corvus monedula Taccola IIB LC

A113 Coturnix coturnix Quaglia IIB DD

A122 Crex crex Re di quaglie I VU

A212 Cuculus canorus Cuculo LC

A036 Cygnus olor Cigno reale IIB NA

A253 Delichon urbica Balestruccio NT

A237 Dendrocopos major Picchio rosso maggiore LC

A236 Dryocopus martius Picchio nero I LC

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COD 15V055 PAGINA 89 194

Cod Nome scientifico Nome comune All Dir

Ucc LRI

A383 Emberiza calandra Strillozzo LC

A376 Emberiza citrinella Zigolo giallo LC

A269 Erithacus rubecula Pettirosso LC

A103 Falco peregrinus Falco pellegrino I LC

A099 Falco subbuteo Lodolaio LC

A096 Falco tinnunculus Gheppio LC

A097 Falco vespertinus Falco cuculo I VU

A359 Fringilla coelebs Fringuello LC

A360 Fringilla montifringilla Peppola NA (nid irr)

A125 Fulica atra Folaga IIA-IIIB LC

A244 Galerida cristata Cappellaccia LC

A153 Gallinago gallinago Beccaccino IIA-IIIB NA (nid irr)

A123 Gallinula chloropus Gallinella drsquoacqua IIB LC

A342 Garrulus glandarius Ghiandaia IIB

A002 Gavia arctica Strolaga mezzana I

A001 Gavia stellata Strolaga minore I

A300 Hippolais polyglotta Canapino LC

A251 Hirundo rustica Rondine NT

A022 Ixobrychus minutus Tarabusino I VU

A233 Jynx torquilla Torcicollo EN

A338 Lanius collurio Averla piccola I VU

A340 Lanius excubitor Averla maggiore

A179 Larus ridibundus Gabbiano comune IIB LC

A246 Lullula arborea Tottavilla I LC

A271 Luscinia megarhynchos Usignolo LC

A230 Merops apiaster Gruccione LC

A073 Milvus migrans Nibbio bruno I NT

A262 Motacilla alba Ballerina bianca LC

A261 Motacilla cinerea Ballerina gialla LC

A260 Motacilla flava Cutrettola VU

A319 Muscicapa striata Pigliamosche LC

A337 Oriolus oriolus Rigogolo LC

A214 Otus scops Assiolo LC

A329 Parus caeruleus Cinciarella LC

A330 Parus major Cinciallegra LC

A621 Passer italiae Passera drsquoItalia VU

A356 Passer montanus Passera mattugia VU

A112 Perdix perdix Starna IIA-IIIA LC

A072 Pernis apivorus Falco pecchiaiolo I LC

A017 Phalacrocorax carbo Cormorano LC

A393 Phalacrocorax pygmeus Marangone minore I NT

A115 Phasianus colchicus Fagiano comune IIA-IIIA NA

A151 Philomachus pugnax Combattente I

A273 Phoenicurus ochruros Codirosso spazzacamino LC

A274 Phoenicurus phoenicurus Codirosso comune LC

A343 Pica pica Gazza IIB LC

A235 Picus viridis Picchio verde LC

A005 Podiceps cristatus Svasso maggiore LC

A118 Rallus aquaticus Porciglione IIB LC

A336 Remiz pendulinus Pendolino VU

A276 Saxicola torquatus Saltimpalo VU

A155 Scolopax rusticola Beccaccia IIA-IIIB DD

A361 Serinus serinus Verzellino LC

A209 Streptopelia decaocto Tortora dal collare IIB LC

A210 Streptopelia turtur Tortora selvatica IIB LC

A219 Strix aluco Allocco LC

A351 Sturnus vulgaris Storno IIB LC

A311 Sylvia atricapilla Capinera LC

A309 Sylvia communis Sterpazzola LC

A307 Sylvia nisoria Bigia padovana I CR

A004 Tachybaptus ruficollis Tuffetto LC

A166 Tringa glareola Piro piro boschereccio I

A265 Troglodytes troglodytes Scricciolo LC

A286 Turdus iliacus Tordo sassello IIB NA (nid irr)

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PAGINA 90 194 Settembre 2015

Cod Nome scientifico Nome comune All Dir

Ucc LRI

A283 Turdus merula Merlo IIB LC

A285 Turdus philomelos Tordo bottaccio IIB LC

A284 Turdus pilaris Cesena IIB NT

A213 Tyto alba Barbagianni LC

A232 Upupa epops Upupa LC

A142 Vanellus vanellus Pavoncella IIB LC

Legenda

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list dellrsquoavifauna presente nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000

Mammiferi

La check-list indica la presenza di 39 specie appartenenti alla classe dei mammiferi Tutte le specie

indicate hanno uno status conservazionistico soddisfacente essendoci solo alcune specie prossime

alla minaccia (Arvicola acquatica Serotino comune Pipistrello di Nathusius Orecchione bruno) ed una

sola specie vulnerabile (Nottola comune)

Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI

5551 Apodemus sylvaticus Topo selvatico LC

5559 Arvicola amphibius Arvicola acquatica NT

5966 Arvicola terrestris Arvicola acquatica NT

2644 Capreolus capreolus Capriolo LC

2591 Crocidura leucodon Crocidura ventrebianco LC

2593 Crocidura suaveolens Crocidura minore LC

2646 Dama dama Daino NA

1327 Eptesicus serotinus Serotino comune IV NT

2590 Erinaceus europaeus Riccio europeo LC

2616 Glis glis Ghiro LC

1344 Hystrix cristata Istrice IV LC

5690 Lepus europaeus Lepre comune LC

2630 Martes foina Faina LC

2631 Meles meles Tasso LC

5718 Micromys minutus Topolino delle risaie LC

5721 Microtus arvalis Arvicola campestre LC

5728 Microtus savii Arvicola di Savi LC

5738 Mus musculus Topo domestico NA

1341 Muscardinus avellanarius Moscardino IV LC

2634 Mustela nivalis Donnola LC

1358 Mustela putorius Puzzola V LC

5747 Myocastor coypus Nutria NA

2595 Neomys anomalus Toporagno acquatico di Miller DD

2597 Neomys fodiens Toporagno drsquoacqua DD

Neovison vison Visone NA

1312 Nyctalus noctula Nottola comune IV VU

5773 Oryctolagus cuniculus Coniglio selvatico NA

2016 Pipistrellus kuhlii Pipistrello albolimbato IV LC

1317 Pipistrellus nathusii Pipistrello di Nathusius IV NT

1326 Plecotus auritus Orecchione bruno IV NT

5815 Rattus norvegicus Ratto delle chiaviche NA

5816 Rattus rattus Ratto nero NA

Sciurus carolinensis Scoiattolo grigio NA

2607 Sciurus vulgaris Scoiattolo comune LC

Sorex antinorii araneus Toporagno del Vallese DD

Sorex arunchi Il toporagno della Selva di Arvonchi

5861 Sus scrofa Cinghiale LC

5877 Talpa europaea Talpa europea LC

5906 Vulpes vulpes Volpe LC

Legenda

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COD 15V055 PAGINA 91 194

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list dei mammiferi presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000

132 Flora

Dal database della Regione Veneto (DGR 220014) nei 4 quadranti considerati risultano essere

presenti 539 specie floristiche

Nella tabella successiva si riportano le specie tutelate allrsquointerno della Direttiva Habitat (Allegati II e IV)

nessuna delle quali egrave citata come presente nella ZPS (secondo il Formulario standard Natura 2000)

Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI

6302 Anacamptis pyramidalis Orchidea piramidale II-IV

1714 Euphrasia marchesettii Eufrasia di Marchesetti II-IV EN

1866 Galanthus nivalis Bucaneve V LC

4096 Gladiolus palustris Gladiolo palustre II-IV NT

1900 Spiranthes aestivalis Viticcino estivo IV NE

Legenda

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list delle specie faunistiche presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 e Formulario Natura 2000

LrsquoOrchidea piramidale egrave una specie che puograve essere rinvenuta in prati magri pascoli incolti

sottoboschi scarpate e bordi strada su terreni di natura calcarea Principalmente egrave diffusa entro gli 800

m slm

LrsquoEufrasia di Marchesetti egrave una specie endemica del veneto orientale e del Friuli Venezia Giulia

caratteristica delle torbiere e di stazioni umide e aperte (praterie a Molinia della pianura e della fascia

collinare) la cui conservazione dipende dalla presenza di sfalci periodici in grado di garantire spazio e

luminositagrave sufficienti per lo sviluppo della pianta Altre specie dei prati umidi sono il Gladiolo palustre e il

Viticcino estivo mentre il Bucaneve si puograve trovare nei boschi umidi e freschi con humus ben

sviluppato

133 Stima degli impatti

Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo sfruttando la potenzialitagrave massima

delle strutture attualmente giagrave esistenti ed operanti Non egrave quindi prevista la realizzazione di nessuna

altra struttura rispetto a quanto giagrave esistente allo stato di fatto Come meglio specificato nella Studio di

Incidenza cui si rimanda per ulteriori approfondimenti i potenziali impatti derivanti dallo svolgimento

dellrsquoattivitagrave di allevamento dellrsquoAzienda agricola Maggiolo sono i seguenti

Inquinamento delle acque superficiali e sotterranee

Immissione di inquinanti nellrsquoaria

Inquinamento del suolo da rifiuti solidi

Immissioni di azoto e composti dellrsquoazoto

Inquinamento da rumore e disturbi sonori puntuali o irregolari

Introduzione di malattie

Nel caso dellrsquoAzienda agricola Maggiolo la probabilitagrave di accadimento di alcuni degli impatti sopra

elencati egrave nulla come indicato nella tabella successiva

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PAGINA 92 194 Settembre 2015

Fattore di impatto Possibili cause Probabilitagrave di

accadimento Motivazione

Inquinamento delle

acque superficiali e

sotterranee

Scarichi idrici Nulla Lrsquoabbeveraggio ed l sistemi di raffrescamento e di pulizia non producono scarichi idrici

Produzione di pollina Nulla Nessuna concimaia allrsquointerno dellrsquoAllevamento Il materiale egrave ceduto interamente a terzi come sottoprodotto di origine animale

Inquinamento del

suolo da rifiuti solidi

Cattiva gestione delle

spoglie animali Nulla LrsquoAzienda Agricola dispone di una cella frigo di proprietagrave

per la conservazione dei capi deceduti Le carogne vengono poi consegnate ad una ditta autorizzata che effettua il relativo smaltimento a norma di legge

Cattiva gestione dei

rifiuti solidi prodotti

Nulla - I rifiuti sono collocati in un apposito locale chiuso adibito al deposito dei rifiuti

- La pollina prodotta non egrave considerabile come rifiuto in quanto utilizzata come sottoprodotto dallrsquoazienda Agrifung Le altre tipologie di rifiuto (imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti) in carta ed in vetro sono prodotti in quantitagrave irrilevanti

Introduzione di

malattie

Contaminanti aerei e

polveri

Nulla - Durante il periodo del vuoto sanitario i capannoni vengono completamente puliti e disinfettati

- Per la salvaguardia della sicurezza biologica il sito di allevamento egrave completamente recintato

- Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) egrave stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile e facilmente disinfettabile

- Lrsquoallevamento dispone di due aree di stoccaggio chiuse una per il truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una separata e adeguatamente segnalata per il deposito dei rifiuti prodotti

- I mezzi che accedono allrsquoarea qualora ritenuto opportuno vengono irrorati con disinfettante sui pneumatici

Cattiva gestione delle

spoglie animali

Nulla LrsquoAzienda Agricola dispone di una cella frigo di proprietagrave per la conservazione dei capi deceduti

Potenziali impatti derivanti dallo svolgimento dellrsquoattivitagrave di allevamento

Lrsquoimmissione di inquinanti nellrsquoaria puograve avere ricadute dirette sulle componenti biotiche (sia floristiche

che faunistiche) in quanto le sostanze gassose possono arrivare nella profonditagrave degli apparati

respiratorio e fotosintetico Inoltre gli inquinanti possono ricadere al suolo tramite le precipitazioni

andando di conseguenza ad alterare sia la qualitagrave delle acque (superficiali e sotterranee) sia la qualitagrave

dei terreni generando quindi ricadute indirette su flora e fauna Lrsquoimpatto associato egrave temporaneo in

quanto limitato al periodo di esercizio dellrsquoattivitagrave di allevamento e reversibile gli effetti cesseranno di

verificarsi nel momento in cui verragrave abbandonata lrsquoattivitagrave zootecnica Lrsquoemissione di composti odorigeni

potrebbe portare le specie faunistiche ad abbandonare la frequentazione delle aree limitrofe

allrsquoallevamento Anche in questo caso lrsquoimpatto associato egrave temporaneo in quanto limitato allrsquoesercizio

dellrsquoattivitagrave e reversibile nel breve termine

La presenza di inquinamento da rumore egrave un fattore che puograve determinare effetti negativi indiretti alla

sola componente faunistica terrestre che a seguito del disturbo sonoro potrebbe abbandonare la

frequentazione delle aree limitrofe allrsquoallevamento Anche in questo caso lrsquoimpatto associato egrave

temporaneo (limitato al periodo di funzionamento dei ventilatori ed allrsquoutilizzo dei mezzi di trasporto per

la gestione delle attivitagrave zootecniche) e reversibile nel breve termine

Le analisi effettuate (valutazione previsionale di impatto acustico e delle emissioni in aria riportate ai

capitoli successivi cui si rimanda per ulteriori approfondimenti) tuttavia indicano che le variazioni tra lo

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 93 194

scenario attuale e lo scenario di progetto non sono significative e si esauriscono entro poche centinaia

di metri dallrsquoAzienda agricola pertanto non significativa egrave anche lrsquoincidenza di tali fattori sullo stato di

conservazione delle componenti biotiche presenti sul territorio

Pur non essendo previste modifiche progettuali tali da richiedere interventi di mitigazione potrebbe

essere comunque presa in considerazione lrsquoopportunitagrave di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di

conservazione previsti per la ZPS mettendo a dimora specie arboree o arbustive in forma di filare

lungo il perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento sul lato ovest e previe necessarie verifiche sul lato sud

Per la realizzazione del filare dovranno essere utilizzate specie arboree eo arbustive autoctone alcune

delle quali con frutti eduli in modo da avere ricadute positive anche sulla componente faunistica Le

specie arboree che potranno essere utilizzate sono Carpino bianco (Carpinus betulus) Olmo

campestre (Ulmus campestris) Acero campestre (Acer campestris) Ontano nero (Alnus glutinosa)

Salice bianco (Salix alba) mentre tra le specie arbustive potranno essere messe a dimora Nocciolo

(Corylus avellana) Sambuco nero (Sambucus nigra) Sanguinella (Cornus sanguinea) Frangola

(Rhamnus frangula) Pallon di maggio (Viburnum opulus) Spincervino (Rhamnus cathartica)

14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI

141 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici

I beni culturali architettonici considerati al fine di ricostruire il quadro conoscitivo includono gli immobili

vincolati ai sensi della ex L 3641909 della ex L 10891939 o dellrsquoarticolo 10 del Codice e gli altri

edifici drsquointeresse segnalati o riportati negli elaborati degli strumenti di pianificazione territoriale o

urbanistica

Tali beni sono individuati tenendo conto innanzitutto di quanto riportato nellrsquoelenco della

Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici e di quanto identificato nella cartografia o

segnalato negli altri elaborati del PTC della Provincia di Treviso con riguardo alla Tavola 43 ldquoCarta

delle ville venete complessi e edifici di pregio architettonicordquo e allrsquoAllegato M ldquoLe risorse culturali del

territorio provinciale trevigianordquo incluse le associate Appendici in particolare quelle con gli elenchi dei

beni monumentali vincolati Nel caso degli strumenti urbanistici comunali (PAT) in aggiunta agli

elaborati identificativi dei beni architettonici vincolati giagrave considerati e citati nel precedente paragrafo

riguardante il patrimonio culturale si tiene conto per Castelfranco Veneto della Tavola 2 ldquoCarta delle

invariantirdquo che individua gli edifici di valore monumentale o storico ambientale le ville venete le strade

storiche principali per Castello di Godego della Tavola P1B ldquoCarta della pianificazione territorialerdquo che

riporta le ville venete e della Tavola P2 ldquoInvariantirdquo che identifica le ville venete le emergenze

architettoniche ed edifici di valore storico o artistico per Riese Pio X della Tavola 2 ldquoInvariantirdquo che

individua le ville venete

Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto i beni sottoposti a tutela ai sensi del Codice sono

rappresentati da numerose ville venete e fabbricati civili a diversa destinazione gli ultimi in prevalenza

ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale

Le ville venete tutelate ubicate nel centro storico di Castelfranco Veneto sono le seguenti

- Villa Andretta vincolata con DM 10121959 sita in Pza Giorgione composta dalla villa del

XV-XIX secolo con barchessa e annesso parco

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PAGINA 94 194 Settembre 2015

- Villa Corner sita in via Borgo Pieve 85 vincolata con DM 10121959 formata dallrsquoedificio

padronale ricostruito su disegno originario del XVIII secolo

- Palazzo Colonna ndash Preti ndash Rainati in via Borgo Treviso 65 vincolato con decreto 241925

composto dallrsquoedificio padronale del XVI secolo e da due adiacenze una coeva e lrsquoaltra del

XVIII secolo

- Villa Barbarella ndash Avogadro degli Azzoni del XIX secolo in via Garibaldi 25 vincolata con DM

1361979

- Villa Riccati - Avogadro degli Azzoni in via Borgo Treviso 1 vincolata con DM 1031977

formata dalla casa padronale e dagli annessi rustici entrambi risalenti al XVIII secolo

- Villa Revedin ndash Bolasco ndash Piccinelli in via Borgo Treviso 53 composta dal corpo padronale

originario del XVI secolo e ristrutturato nel XIX secolo da adiacenze scuderie e annessi rustici

del XVI secolo e da un giardino allrsquoinglese del XIX secolo vincolata con DM 10121959

Le ville venete tutelate situate nelle frazioni comprendono le seguenti

- Villa Corner ndash Venezze detta Il Cornaron in frazione Treville localitagrave Poisolo vincolata con

DM 10121959 costituita dalla villa del XVI secolo e dalla barchessa dalle ali e annessi

laterali e dallrsquooratorio del XVIII secolo

- Barchessa di Villa Priuli di San Felice risalente al XVII secolo ubicata in localitagrave Treville

vincolata con DM 1541982

- Barchessa di Villa Soranza datata al XVI secolo sita in frazione Treville localitagrave Sovranza

vincolata con DM 10121959

- Cagrave Amata ubicata in frazione Salmoggia via Postioma 40 vincolata con DM 10121959

composta da villa barchesse annessi rustici e oratorio risalenti al XVIII secolo ora ricadente

nellrsquoarea del Golf Club Cagrave Amata

- Villa Barisan datata XVII secolo vincolata con DM 10121959 sita in frazione Villarazzo

- Villa Cusinato detta La Cornaretta sita in frazione Treville localitagrave Poisolo vincolata con DM

10121959 formata dallrsquoedificio padronale barchesse e annessi rustici del XVI secolo

- Cagrave Balbi Preti ndash Giacomelli in frazione San Floriano vincolata con DM 31101959 composta

dalla villa ed ali laterali del XVIII secolo con annessi rustici e parco

- Cagrave Moro in localitagrave Villarazzo vincolata con DM 881947 risalente al XVI secolo

- Villa Corner ndash Tiepolo ndash Chiminelli in localitagrave SantrsquoAndrea oltre il Muson vincolata con DM

10121959 formata dallrsquoedificio padronale del XVI secolo e dalla barchessa del XIX con

giardino

- Villa Dolfin ndash Gradenigo in frazione Villarazzo vincolata con DM 10121959 formata

dallrsquoedificio padronale del XVII secolo e da barchessa del XVIII secolo collocate di fianco al

Torrente Muson

I fabbricati drsquointeresse monumentale assoggettati a vincolo individuati dallo strumento urbanistico

comunale ed anche inclusi nella lista della Soprintendenza per i BCP comprendono un edificio in via

San Giorgio nellrsquoomonima localitagrave situata poco a sud rispetto allrsquoabitato principale e numerosi altri

fabbricati tutti ubicati nel centro storico di Castelfranco Veneto Albergo alle Spade Pavaglione del

Mercato Palazzo Favaro Casa Menegotto detta Marostica Casa Giacomelli Teatrino Sociale edificio

in Pza Emanuele 131 Casa Rainati-Prevedello Casa Simeone Casa Mazzon Casa De Biasi Torre

dellrsquoOrologio Castello e Torri del muro di cinta Palazzetto San Giacomo Palazzetto Puppati ora

Cettolini edifico in Cso 29 aprile Casa giagrave Santoretto ora Pinarello Casa in Pza del Duomo Casa

Petrin Casa Bressa Casa Barisani ed infine un edifico non associato a denominazione o indirizzo

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In base allrsquoelenco dei beni vincolati redatto dalla Soprintendenza per i BCP ai citati fabbricati situati nel

centro storico principale se ne aggiungono altri tra i quali si richiamano i soli edifici religiosi che

includono il Duomo di S Maria Assunta e San Liberale la Chiesa di San Jacopo la Chiesa di San

Giorgio alla Sega il Convento dei Serviti la Chiesa di San Giacomo la Chiesetta di Madonna delle

Grazie

Nelle frazioni o varie localitagrave del territorio comunale sono presenti ulteriori beni architettonici vincolati

inseriti nellrsquoelenco della Soprintendenza per i BCP ed in dettaglio

- nella frazione di SantrsquoAndrea oltre il Muson la chiesa parrocchiale la canonica e lrsquooratorio

- nella frazione di Salvatronda la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica la casa ex

Basso le ex scuole elementari e il cimitero

- in localitagrave Treville la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica il cimitero le ex scuole

elementari e la ex Casa del Fascio

- nella frazione di Villarazzo la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica le scuole

elementari

- nella frazione di Salvarosa le case ex Tieppo ex Torresan ex Cattani e il cimitero

- in localitagrave San Floriano la Casa ex Arsiegrave il centro culturale e il cimitero

- in localitagrave Campigo le ex scuole elementari e il cimitero

Per quanto attiene ai beni architettonici segnalati con riguardo a quelli nellrsquoelenco del PTCP si tratta di

due edifici ubicati a sud-ovest della frazione di Villarazzo e di altri due edifici situati in frazione

Salvarosa noncheacute di manufatti dellrsquoarcheologia industriale rappresentati da alcuni mulini due ubicati

presso le mura di Castelfranco uno in Borgo Padova e lrsquoaltro in frazione Villarazzo e dalla Fornace

Baghin situata a ridosso del confine con il Comune di Riese il PAT a sua volta distingue tra le

invarianti di natura storico-monumentale i fabbricati ubicati allrsquoesterno deli centri storici che presentano

un ldquoedilizia con valore storico ambientalerdquo diffusi in tutto il territorio ed in larga misura da ricondurre ai

fabbricati rurali

Nel territorio del Comune di Castello di Godego i beni sottoposti a tutela con provvedimento ai sensi

della ex L 14971939 o per effetto del disposto dellrsquoarticolo 10 del Codice includono ville chiese ed

edifici civili

Per quanto attiene agli immobili vincolati presenti nel centro storico o comunque allrsquointerno dellrsquoabitato

principale di Castello di Godego si distinguono

- la Chiesa di San Pietro datata al IV-X secolo ubicata in sinistra idrografica del T Muson

tutelata ai sensi del comma 1 dellrsquoarticolo 10

- la Casa Querini tutelata ai sensi della ex L 3641909 con il decreto 1731923 sita

nellrsquoomonima via ovvero dellrsquoattuale Casa Canonica formata da un unico fabbricato

presumibilmente realizzato nel 1756 in concomitanza con lrsquoampliamento della Chiesa

Arcipetrale e Abbaziale

- la Chiesa Arcipretale e Abbaziale della Nativitagrave di Maria Santissima del XVIII secolo tutelata

con DM 2842010

- la Chiesa Abbaziale di Maria Nascente del XVIII secolo tutelata ai sensi del comma 1

dellrsquoarticolo 10 del Codice

- la Villa Priuli - Moresco ndash Turcato tutelata con DM 1781961 e DM 642001 sita in via

Marconi 58 risalente al XVII secolo e composta da un solo fabbricato

- la Chiesa di SantrsquoAntonio Patavino tutelata ai sensi del comma 1 dellrsquoarticolo 10

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PAGINA 96 194 Settembre 2015

- la Cagrave Zorzi - Moresco ndash Beltrame ubicata in via Roma 6 composta dal corpo centrale della

villa risalente al XVII secolo e da due fabbricati laterali del XVII e XIX secolo con relativi spazi

annessi a cortile e giardino tutelata con DM 2931967 DM 571969 DM 1391971 e DM

1372002 con riguardo ai fabbricati ed agli spazi aperti annessi

- la Villa Frida ubicata in via Roma tutelata con DM 2372002

- la Villa Mocenigo ndash Elisa tutelata con DM 1921968 sita in via Roma 33 composta

dallrsquoedificio padronale e dalle barchesse del XVII secolo noncheacute dalle ali laterali del XIX secolo

- la Villa Mocenigo - Garzoni ndash Martini tutelata con DM 2911970 e DM 2631970 con

riguardo ai fabbricati ed anche agli spazi aperti annessi qualificati come zona di rispetto ubicata

in via Marconi 83 composta dalla villa da una barchessa a da un oratorio dedicato a San

Giovanni Battista tutti datati al XVIII secolo a cui si aggiunge unrsquoaltra barchessa del XV-XVI

secolo con spazio interno originariamente a giardino

- la Villa Renier tutelata ai sensi dellrsquoarticolo 12 del Codice ubicata in Piazza IX Febbraio 12

composta dallrsquoedifico della villa del XVII secolo a dalla barchessa del XVIII

- la Casa Avogadro degli Azzoni ndash Daminato tutelata con DM 711982 sita in via Grande 4

composta dalla villa da una barchessa e dalla scuderia datate al XVII secolo

- il Municipio

- i ruderi del Castellare di Ezzelino da Romano fortezza risalente al XIII secolo

- il Santuario della Beata Vergine o Madonna della Crocetta risalente al XV secolo tutelato ai

sensi dellrsquoart 10 del Codice

In posizione esterna allrsquoabitato principale a nord-ovest di questo si trova la Cagrave Leoncino - Da Lezze -

Moresco ndash Marchiorello tutelata con DM 1261997 sita in via Cagrave Leoncino 44 composta dalla villa

del XVIII e dalla barchessa con annesso del XVI secolo ed anche il Ridotto Cagrave Leoncina risalente al

XV secolo vincolato con DM 1261997

I beni architettonici drsquointeresse contano cinque fabbricati civili e due fabbricati di archeologia industriale

segnalati dal PTCP e identificati dal PAT tutti ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale comprendenti un

palazzo e casa a corte un edificio rurale un edificio civile due ville con casa padronale il Mulino

Tonietto in via Piave e il Mulino lungo il Muson in via Molinare entrambi situati nei pressi del fiume

Muson

A questi beni si aggiungono le seguenti altre ville censite dallrsquoIstituto Regionale e richiamate negli

elaborati del PAT le prime quattro ubicate nellrsquoabitato principale la casa Querini - Martinello - Conte in

via Marconi 77 con lrsquoedificio padronale del XVII secolo la Villa Negri ndash Bolzon in via Chioggia 42

costituita dalla villa e barchessa risalenti al XVII secolo la Villa Favesin in via Caprera 2 del XIX

secolo la barchessa di Villa Mocenigo ndash Priluli risalente al XV secolo sita in via Marconi 66 la Casa

Jonoch del XVIII secolo in localitagrave Casa Conte presso la via Postumia la Villa Moresco - Serena con

casa e barchesse del XIX secolo e un parco centrale sita in via Caprera 39 a sud-est dellrsquoabitato

Negli elaborati del PAT sono inoltre individuati numerosi altri edifici di valore storico e

etnoantropologico sostanzialmente da ricondurre ai fabbricati rurali

Nel territorio del Comune di Riese Pio X i beni architettonici vincolati includono alcuni edifici religiosi e

civili ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale e nelle frazioni ed anche alcune ville venete

Per quanto attiene agli edifici civili e religiosi si tratta in base allrsquoelenco della Soprintendenza per i BCP

(Appendice dellrsquoAllegato M del PTCP) dei seguenti

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- nella frazione di Poggiana la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica

- nella frazione di Spineda la chiesa parrocchiale e il campanile

- nella frazione di Vallagrave la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica

- nellrsquoabitato di Riese la casa di Pio X la canonica di San Matteo Apostolo il Santuario della

Madonna di Cendrole la scuola elementare la Villa Carraro lrsquoex Municipio la chiesa

parrocchiale e la canonica

Per quanto riguarda le ville venete quelle sottoposte a tutela sono la Villa Costanza ndash Bottio ndash Pivetta

sita in localitagrave Costanza tutelata con DM 6101974 formata da casa padronale e Oratorio del XVII

secolo la Villa Emiliani detta Cagrave Miane sita in via Cagrave Miane 30 tutelata ai sensi dellrsquoarticolo 10 del

Codice formata dalla casa padronale e da Oratorio del XVIII secolo la Villa Gradenigo ndash Venier ndash Zorzi

ndash Eger ubicata in via Sarto 31 nellrsquoabitato principale composta dalla casa padronale risalente al XVI

secolo e rimaneggiata nel XVIII secolo e dai fabbricati della barchessa della serra e della voliera

tutelata con DM 1771964 la Villa Cecconi sita in localitagrave Vallagrave vincolata con DM 2141964

edificio del XVIII secolo

In base allrsquoidentificazione negli elaborati del PAT (Tavola 1 ndash Carta dei vincoli) del vincolo

monumentale si contano in aggiunta alle giagrave citate ville venete le seguenti la Casa canonica di Vallagrave

composta da villa e barchessa del XVII secolo ubicata in Pza Caduti 45 tutelata in quanto proprietagrave di

ente religioso la Villa Canil in localitagrave Costanza casa dominicale con annessi rustici risalente al XVII

secolo la Barchessa Tirette datata al XVIII secolo sita nellrsquoomonima localitagrave in via Tirette 9

In merito agli edifici drsquointeresse architettonico si segnala la presenza di unrsquoaltra villa veneta catalogata

dallrsquoIstituto Regionale e riportata nelle tavole ed elenchi del PTCP e PAT il Casino Colonna casa

dominicale del XVIII secolo situata nella frazione Vallagrave e della casa Moretti ndash Rossi inclusa nellrsquoelenco

delle ville venete di cui al PTCP ubicata lungo la strada in uscita da Vallagrave sul lato ovest della frazione

Per quanto attiene ai beni archeologici si restituisce il quadro conoscitivo tenendo conto di quelli

vincolati ai sensi della ex L 10891939 o dellrsquoarticolo 10 del Codice e di quelli segnalati come siti a

rischio archeologico

Le informazioni sono ricavate dagli elenchi della Soprintendenza Archeologica di Treviso e dagli

elaborati cartografici del PTCP della Provincia di Treviso in particolare la Tavola 24 ldquoCarta delle aree a

rischio archeologicordquo in cui sono individuati i siti a rischio archeologico lrsquoagro centuariato ed i centri

storici a rischio archeologico noncheacute degli elenchi di cui alle Appendici dellrsquoAllegato M ldquoLe risorse

culturali del territorio provinciale trevigianordquo relative ai siti archeologici vincolati ed ai siti a rischio

archeologico Nel caso degli strumenti urbanistici comunali (PAT) in aggiunta agli elaborati identificativi

dei beni archeologici vincolati giagrave considerati e citati nel precedente paragrafo riguardante il patrimonio

culturale si tiene conto per Castelfranco Veneto della Tavola 2 ldquoCarta delle invariantirdquo che individua

lrsquoagro centuriato e della Tavola 3 ldquoCarta della fragilitagraverdquo che riporta i siti a rischio archeologico tutelati ai

sensi dellrsquoarticolo 41 della LR 112004 per Castello di Godego della Tavola P1B ldquoCarta della

pianificazione territorialerdquo che riporta lrsquoagro centuriato le strade romane ed i siti a rischio archeologico

e della Tavola P2 ldquoInvariantirdquo che identifica la viabilitagrave romana le zone ed i siti di interesse

archeologico per Riese Pio X della Tavola 2 ldquoInvariantirdquo che individua i siti e gli ambiti a rischio

archeologico lrsquoagro centuriato e la via Postumia

Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto i beni archeologici vincolati sono ricondotti allrsquoasse

viario della romana Postumia (tutelata anche quale bene paesaggistico categoria delle zone

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drsquointeresse archeologico) lrsquoattuale SR 53 mentre gli elementi drsquointeresse archeologico sono

rappresentati dai segni dellrsquoagro centuriato e da diversi siti a rischio archeologico In questrsquoultimo caso

si tratta dei seguenti tutti riferiti al periodo romano (dal I aC al V dC) insediamento in localitagrave S

Floriano - Case Longato tombe in localitagrave San Floriano vicino alla via Postumia insediamento

abitativo a lato della via Postumia tombe in localitagrave Salvarosa materiale sporadico e tomba in localitagrave

Salvatronda materiale sporadico in zona del centro storico di Castelfranco

Nel territorio del Comune di Castello di Godego oltre al sito vincolato denominato ldquoLe Motterdquo tutelato

sia come bene culturale archeologico sia come bene paesaggistico ricondotta alla categoria delle zone

drsquointeresse archeologico ed alla zona drsquointeresse archeologico vincolata coincidente con una porzione

del centro storico si contano alcuni elementi drsquointeresse e siti a rischio archeologico rispettivamente

rappresentati dallrsquoagro centuriato e dellrsquoasse della romana via Postumia e da diversi luoghi di seguito

richiamati insediamento del periodo romano presso il Fiume Muson e sito con materiale sporadico

sempre del periodo romano in localitagrave San Pietro tombe e insediamento del periodo romano in localitagrave

S Giustina lungo la via Postumia necropoli romana in localitagrave Casoname tombe romane in localitagrave

Colombara materiale sporadico in localitagrave Le Vegre Villagrande

Nel territorio del Comune di Riese oltre alla romana strada Postumia vincolata sia come bene

culturale-archeologico (ex L 10891939) sia come bene archeologico-paesaggistico (ex L 4311985)

ed alle residue tracce dellrsquoagro centuriato che derivano dallrsquoappartenenza al municipium di Acelum

sono presenti diversi siti definiti a rischio archeologico tutti risalenti al periodo romano identificati ed

elencati negli elaborati del PTCP (Tavola 24 e Appendici dellrsquoAllegato M) ed anche in quelli del PAT

(Tavola 2 - Invarianti) Tali siti comprendono una tomba a cremazione contenente lucerna e reperti in

bronzo e vetro in localitagrave Spineda unrsquoiscrizione funeraria del I sec dC e del materiale sporadico

composto da fittili frammenti di anfore monete in bronzo in localitagrave Cendrole del materiale sporadico

rappresentato da frammenti di ceramiche e anfore in localitagrave Palazzon numerose tombe in localitagrave

Artesini - Case Cusinato un insediamento abitativo con resti di strutture murarie pilastri in mattoni

strumenti agricoli e monete in localitagrave Artesini una tomba alla cappuccina una necropoli con corredi

tombali un laterizio a copertura di urna sepolcrale e numerosi vasi vinari in localitagrave Stradella - Rizzetta

un insediamento in localitagrave Vallagrave - Castelliero

142 Impatti sui beni architettonici e archeologici

Lrsquoallevamento avicolo come giagrave evidenziato considerando lrsquoubicazione delle esistenti strutture che

saranno utilizzate non riguarda direttamente beni culturali vincolati o segnalati per il loro interesse di

tipo architettonico o archeologico e si trova distante dagli stessi in misura tale da escludere eventuali

effetti diretti Ai fini della verifica degli eventuali impatti si considerano quindi le possibili ricadute

indirette correlate alla percezione precisando comunque che non si prevedono modifiche o aggiunte

di fabbricati ma solo un aumento del numero dei capi allevati

Per quanto attiene ai beni in territorio del Comune di Castelfranco Veneto quelli architettonici vincolati

piugrave vicini allrsquoazienda la Villa Dolfin Gradenigo la Cagrave Moro la Chiesa parrocchiale con campanile e la

Canonica si trovano nella frazione di Villarazzo che dista circa 14 km In tale caso si osserva come

lrsquointerposta presenza degli edifici situati a ridosso del Fosso la Roi al termine di via San Pietro in

Comune di Castello di Godego della vegetazione arborea lineare lungo il fosso Avenaletto e il fosso La

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Roi ed anche di parte dei fabbricati della stessa frazione di Villarazzo non permette di vedere dalle

citate ville ed edifici religiosi lrsquoallevamento

In merito ai beni drsquointeresse culturale architettonico identificati a scala provinciale il piugrave vicino egrave la

Fornace Baghin che si trova nella zona edificata sul confine con il Comune di Riese ad est rispetto

allrsquoallevamento e ad una distanza di circa 1 km Anche in tale caso la presenza di capannoni a ridosso

dellrsquoedificio drsquointeresse ed in subordine quella dei fabbricati residenziali situati lungo la via Bella

Venezia e dei fabbricati produttivi e residenziali ubicati lungo la via dei Prai chiudono le visuali in

direzione dellrsquoallevamento escludendo ogni interazione

Con riguardo agli edifici di valore storico ambientale identificati dal PAT quello piugrave vicino si trova nel

gruppo di case in via Bella Venezia immediatamente ad est dellrsquoallevamento a circa 300 metri da

questo in tale caso si osserva che i capannoni e le altre strutture dellrsquoallevamento allo stato attuale e

per una parte dellrsquoanno sono in larga misura nascoste alla vista per la presenza di un filare arboreo di

bordo campo e che in ogni caso non si determinano interferenze nella percezione del fabbricato

segnalato drsquointeresse dalla strada principale e da quella di accesso da cui srsquoinquadra lo stesso

edificio

In ultimo con riguardo ai beni archeologici come giagrave evidenziato lrsquoallevamento si trova distante da

quelli vincolati presenti nel territorio di Castelfranco rappresentati dalla via Postumia distante circa 08

km ed anche da quelli segnalati come siti a rischio i piugrave vicini corrispondenti ad un luogo

drsquoinsediamento presso la via romana ed alla segnalazione di materiale nellrsquoarea del centro storico

situati ad oltre 2 km in tutti i casi non si registrano possibili relazioni con lrsquoallevamento stante la

discontinuitagrave territoriale e percettiva determinata dalla presenza di zone edificate

In Comune di Castello di Godego il bene architettonico vincolato piugrave vicino allrsquoazienda egrave la chiesa di

San Pietro ubicata sul margine ovest del gruppetto di case situate allrsquoinizio della via San Pietro a lato

del T Muson a circa 16 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento Lrsquoasse visivo con origine dalla chiesa e

direzione verso lrsquoallevamento interseca elementi lineari costituiti da vegetazione arborea due di

maggiore consistenza lungo il Fosso la Roi e il fosso Avenaletto e diversi altri in forma di filare di

bordo campo ed in parte anche i fabbricati di C Dinale situati a ridosso del fosso la Roi La descritta

situazione e la posizione dellrsquoallevamento rispetto alla chiesa consentono di affermare che si esclude

ogni interferenza nella vista del bene architettonico dalle aree circostanti o dal bene architettonico verso

lrsquointorno non si determinano quindi ricadute indirette Analoghe considerazioni valgono per la gran

parte degli altri beni architettonici vincolati che si trovano allrsquointerno del centro storico o del tessuto

urbano dellrsquoabitato di Castello di Godego

Con riguardo ai beni architettonici drsquointeresse considerando i piugrave vicini allrsquoallevamento la Villa Moresco

Serena e i due mulini presso il T Muson valgono le stesse considerazioni stante la distanza di questi

dallrsquoallevamento e lrsquointerposta presenza di altri fabbricati e di elementi della vegetazione arborea che

fanno venire meno relazioni dirette o precludono situazioni drsquointervisibilitagrave

Nel caso degli edifici di valore storico ed etnoantropologico individuati nelle tavole del PAT quello piugrave

vicino allrsquoarea dellrsquoallevamento corrisponde ad una casa isolata che si trova a ridosso del fosso la Roi a

circa 200 metri di distanza la presenza della vegetazione arborea lungo il fosso Avenaletto consente di

mascherare i capannoni e gli altri manufatti dellrsquoallevamento escludendo significative interazioni visive

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In ultimo per quanto attiene ai beni archeologici si ribadisce lrsquoassenza di relazioni tra lrsquoallevamento e il

sito archeologico vincolato di Le Motte cosigrave come data la distanza e lrsquointerposta presenza del gruppo di

edifici in via San Pietro a ridosso del fosso La Roi non si rilevano rapporti diretti con lrsquoasse della

romana via Postumia segnalato per lrsquointeresse archeologico Anche nel caso dei siti a rischio

archeologico considerando i piugrave vicini allrsquoallevamento situati nei pressi del Torrente Muson presso

lrsquoabitato principale si escludono interazioni sia per la distanza di circa 16-17 km sia per lrsquoassenza di

relazioni visive stante la chiusura del campo visivo sulle giagrave citate quinte arboree

Per quanto attiene al Comune di Riese Pio X i fabbricati vincolati la Villa Emiliani detta Cagrave Miane e

nella frazione di Vallagrave la Villa Cecconi e la Parrocchiale di Vallagrave si trovano distanti dallrsquoallevamento di

polli rispettivamente a circa 15 km e 23 km la collocazione di tali beni allrsquointerno dellrsquoabitato o lrsquoeffetto

di ldquobarriera visivardquo degli altri edifici interposti sullrsquoasse visivo in direzione dellrsquoallevamento in particolare

quelli allineati lungo la via 27 Aprile e la via Bella Venezia escludono interferenze percettive

In merito ai beni architettonici segnalati considerando la piugrave vicina Casa Moretti Rossi che si trova a

circa 15 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento lungo la SP 139 in localitagrave Case Santi vale quanto osservato in

precedenza con riguardo allrsquoeffetto di barriera visiva degli interposti edifici e dei filari arborei

In ultimo nel territorio comunale lrsquounica area a vincolo archeologico egrave rappresentata dalla via

Postumia per la quale vale quanto scritto in precedenza mentre e per i siti a rischio archeologico

considerando quello situato ad una minore distanza corrispndente allrsquoinsediamento del periodo romano

in localitagrave Vallagrave Castelliero la distanza di circa 15 km e la presenza delle zone residenziali e industriali

in via dei Prai sono tali da escludere relazioni ed effetti diretti o indiretti

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15 PAESAGGIO

151 Quadro conoscitivo del Paesaggio

Per un primo inquadramento paesaggistico si considerano gli Ambiti o Aree di ricognizione del

paesaggio identificate ed illustrate nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) della

Regione Veneto e le Unitagrave di Paesaggio definite dal vigente PTCP della Provincia di Treviso in

subordine si tiene conto anche delle eventuali distinzioni del paesaggio proposte alla scala locale

attraverso i PAT

Il territorio regionale con la Variante del PTRC della Regione Veneto adottata nel 2013 egrave suddiviso in

quattordici Ambiti di Paesaggio per ognuno dei quali si prevede la successiva redazione di uno

specifico Piano Paesaggistico Regionale drsquoAmbito PPRA come stabilito allrsquoarticolo 71ter delle Norme

Tecniche del PTRC lrsquoazienda avicola ricade nellrsquoAmbito di Paesaggio n 6 ldquoAlta Pianura Venetardquo Tali

Ambiti di Paesaggio sono identificati e delimitati ma non descritti il loro riconoscimento come precisato

nel documento ldquoAmbiti di paesaggiordquo si basa sulla considerazione degli aspetti geomorfologici dei

caratteri paesaggistici dei valori naturalistici-ambientali e storico-culturali delle dinamiche di

trasformazione che interessano ciascun ambito delle specificitagrave peculiari ed anche delle realtagrave

amministrative attuali e delle esperienze pregresse della pianificazione regionale drsquoArea

Per quanto attiene agli Ambiti o Aree di ricognizione del paesaggio le stesse sono descritte nellrsquoAtlante

ricognitivo documento nel quale sono definiti obiettivi ed indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari al

PPRA sono identificati e delimitati alla scala territoriale regionale gli Ambiti-Aree ricognitive sono

inserite le schede analitiche di ricognizione per ogni Ambito-Area descrittive dei caratteri del

paesaggio delle dinamiche di trasformazione degli obiettivi ed indirizzi di qualitagrave paesaggistica

preliminari e di segnalazione degli aspetti di maggiore interesse

Lrsquoazienda avicola per la quale si prevede di aumentare il numero di capi allevati ricade nellrsquoAmbito-

Area ricognitiva n 21 della ldquoAlta Pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo con riferimento al contenuto della

relativa Scheda si richiama in forma sintetica nel successivo riquadro la parte descrittiva

selezionando i passi di maggiore interesse con riferimento alla zona ovest dello stesso Ambito dove si

trova lrsquoallevamento

PTRC ndash Atlante ricognitivo ndash Scheda Area 21 ldquoAlta pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo (stralcio)

Identificazione generale

Lrsquoarea oggetto della ricognizione interessa il territorio pianeggiante compreso tra lrsquoalveo del Piave a est e quello del Brenta a ovest Delimitato a nord dal margine delle colline trevigiane lrsquoarea oggetto della ricognizione si estende da Bassano fino alle porte di Treviso arrivando a sud fino al limite settentrionale della fascia delle risorgive

Frammentazione di Profilo C - Paesaggio a frammentazione alta con dominante insediativa

La categoria di comprende i territori comunali che sono occupati da aree urbanizzate per frazioni comprese tra un sesto e un terzo della loro estensione complessiva con usi del suolo ripartiti pressocheacute esclusivamente tra urbano e agricolo

Il paesaggio presenta condizioni di crisi della continuitagrave ambientale con spazi naturali o seminaturali relitti e fortemente frammentati dallrsquoinsediamento per lo piugrave quasi sempre linearmente conformato lungo gli assi di viabilitagrave e dalle monocolture agricole

Il paesaggio registra complessivamente stati di diffusa criticitagrave della sua articolazione spaziale con mosaici semplifi cati dal punto di vista ecologico e semiologico e al tempo stesso caratterizzati da fenomeni di congestione riferibili alla consistente frequenza di interazioni spaziali conflittuali fra diverse configurazioni o singole componenti in assenza di sistemi paesaggistici con funzioni di mediazione e inserimento Tali situazioni sono dovute anche alla natura incrementale degli sviluppi insediativi che esprimono in queste aree una elevata potenza di frammentazione

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Caratteri del paesaggio

Lrsquoarea oggetto di ricognizione egrave inserita in prevalenza tra lrsquoalta pianura antica ghiaiosa costituita da conoidi fluvioglaciali localmente terrazzati creati dai fiumi Piave Soligo e Brenta e lrsquoalta pianura recente ghiaiosa e calcarea costituita da conoidi e terrazzi dei fiumi alpini e secondariamente da piane alluvionali dei torrenti prealpini Il suolo in questa parte si presenta quindi in forma di ghiaie e sabbie estremamente calcaree fatta eccezione per il territorio dellrsquoalveo del fiume Musone costituito invece da limi e argille scarsamente calcarei ()

La copertura vegetale del suolo egrave costituita prevalentemente da seminativi accompagnati da siepi campestri lungo i canali e le canaline di irrigazione Lungo i corsi drsquoacqua principali si incontrano saliceti e formazioni riparie estese soprattutto nelle aree golenali del fiume Brenta Sono presenti piccoli lembi di boschi planiziali a querco-carpineto e una ampia area con presenza di prato stabile ()

() Le cittagrave maggiori sono accompagnate da una costellazione di centri medi e minori che si organizzano su un tessuto insediativo sparso di lunga tradizione storica oggi fortemente urbanizzato () agli insediamenti residenziali sono frammisti quelli produttivo-artigianali entrambi per lo piugrave connotati da scarso valore edilizio-architettonico

Lrsquoarea oggetto della ricognizione egrave caratterizzata dal passaggio di strade di grande importanza per lrsquointero territorio regionale la SR 53 Postumia che attraversa lrsquoambito in direzione est-ovest collegando Treviso a Cittadella e () la SR 245 Castellana da Castelfranco verso Bassano ()

Il valore naturalistico ed ecosistemico dellrsquoarea oggetto di ricognizione egrave ridotto a causa della massiccia antropizzazione ed egrave espresso essenzialmente dalla presenza di diverse aree tutelate ed inserite nella Rete Natura 2000 () I Prai di Castello di Godego di grande importanza naturalistica ed ecosistemica costituiscono un paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da ampi prati stabili e fitte alberature siepi e campi chiusi e attraversato da diversi corsi drsquoacqua il principale dei quali egrave il Musone La presenza d i aree in cui spesso ristagna lrsquoacqua e la natura argillosa dei suoli permettono la presenza di specie vegetali di particolare importanza ed un buon equilibrio tra naturalitagrave e utilizzo agricolo consente il mantenimento di una buona diversitagrave e ricchezza floristica e di tipi vegetazionali ()

Abitato fin da tempi remoti il territorio assume la sua configurazione attuale in epoca romana quando viene attraversato dallrsquoasse portante costituito dalla consolare Via Postumia e interessato da estese sistemazioni agrarie Insediata con continuitagrave durante tutto il Medioevo questa fascia di alta pianura un tempo centro di irradiazione del potere imperiale (Ezzelino e i Da Romano) diventa terreno di affermazione del potere dei diversi comuni cittadini che estendono fi no a qui il loro dominio (Padova Vicenza Treviso) fino alla loro conquista da parte della Serenissima () Ricca di acque e dellrsquoenergia da esse portate lrsquoarea oggetto della ricognizione egrave stata sempre caratterizzata dalla presenza di un esteso e articolato sistema di attivitagrave proto-industriali (magli fucine mulini folli ecc) () In gran parte dellrsquoarea oggetto della ricognizione egrave infatti leggibile la presenza della centuriazione romana che definisce uno schema di aggregazione degli abitati costituito dal nucleo urbano organizzato sullrsquoincrocio di assi ortogonali () lrsquoasse viario della via Postumia egrave a tuttrsquooggi una strada provinciale

Nella parte occidentale dellrsquoarea oggetto di ricognizione importanti sono i centri fortificati di Cittadella e Castelfranco sorti a partire dalla fine del secolo XII con funzioni difensive ma determinanti poi anche per la loro funzione di appropriazione della campagna Sorti in corrispondenza di due nodi della maglia regolare dellrsquoagro centuriato essi furono eretti a difesa dei territori di Padova e Treviso al di qua ed al di lagrave del Musone in un punto in cui convergono i confini dei tre comuni di Treviso Padova e Vicenza () Allrsquointerno di questa complessa trama insediativa consolidatasi in epoca medievale egrave frequente la presenza di ville venete alcune delle quali attribuite al Palladio stesso che si inseriscono nel territorio a partire dal Cinquecento per poi trasformarsi in sistema solo nel Settecento diventando occasione di sviluppo di nuovi nuclei di crescita

Dinamiche di trasformazione

Lrsquoarea oggetto di ricognizione presenta alcune aree (Fontane Bianche di Lancenigo Prai di Castello di Godego e Grave e zone umide del Brenta) in cui si riscontra una buona integritagrave ecosistemica e paesaggistica anche se queste costituiscono una sorta di oasi verdi isolate in un paesaggio agrario semplificato e fortemente urbanizzato Lrsquourbanizzazione ha inoltre reso meno riconoscibile il sistema storico-insediativo tradizionale () Anche il sistema paesaggistico afferente le ville venete con particolare riguardo a quelle di Palladio egrave stato per lo piugrave compromesso dallo sviluppo insediativo e infrastrutturale decontestualizzando il manufatto dal sistema di relazioni originario ()

I relitti del paesaggio agrario storico (siepi filari piantata di vite gelsi) sono messi a repentaglio dai processi di razionalizzazione dellrsquoagricoltura primo fra tutti quello relativo allrsquoirrigazione che sta sostituendo progressivamente il sistema a scorrimento Il risparmio di acqua ottenuto andrebbe valutato assieme al rischio che lrsquoeliminazione delle canaline di adduzione potrebbe provocare cioegrave quello di una ulteriore semplificazione della trama agraria con la perdita degli spazi di transizione tra i campi che rappresentano oggi lrsquoultima resistenza alla totale frammentazione ecosistemica dellrsquoarea

I principali fattori di rischio sono rappresentati - dallrsquoeccessivo carico antropico e dallrsquoespansione degli insediamenti residenziali e in particolar modo dalla diffusione

frammentaria delle attivitagrave produttive e artigianali - dalle attivitagrave di cava - dal continuo potenziamento delle infrastrutture a servizio di nuove espansioni - dalle pratiche agricole intensive (eutrofizzazione aggravata dallrsquointensificazione zootecnica percolazione di sostanze

inquinanti in falda semplificazione colturale)

Nella citata scheda sono inoltre identificati gli obiettivi e indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari in

taluni casi con puntuale riferimento a parti della stessa area di ricognizione si riprendono nel

successivo riquadro i punti direttamente relazionati alla porzione di territorio considerato allrsquointerno del

quale si trova lrsquoallevamento ed i punti indirettamente correlabili o di particolare rilevanza

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PTRC ndash Ambiti di paesaggio ndash Atlante ricognitivo ndash Scheda AdP 21 ldquoAlta pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo (stralcio)

Obiettivi e indirizzi di qualitagrave paesaggistica

5 Funzionalitagrave ambientale delle zone umide

5b Riattivare ove possibile la convivenza di funzionalitagrave produttive ed ecosistemiche nelle zone umide (risaie prati umidi torbiere palugrave ecc) ed in particolare i Prai di Castello di Godego

15 Valore storico culturale dei paesaggi agrari storici

15b Scoraggiare semplicazioni dellrsquoassetto poderale e intensicazioni delle colture in particolare nella parte ovest dellrsquoambito in cui si riconoscono ancora i caratteri della trama agraria storica della centuriazione recuperando il rapporto dellrsquoedificato con il territorio agricolo

24 Valore culturale e testimoniale degli insediamenti e dei manufatti storici

24a Salvaguardare il valore storico-culturale degli insediamenti in particolare le cittagrave murate di Bassano Cittadella e Castelfranco e dei manufatti di interesse storico testimoniale tra cui il sistema delle ville venete dei manufatti idraulici e opifici e la strada romana Postumia

26 Qualitagrave urbanistica ed edilizia degli insediamenti produttivi

26d Promuovere un migliore inserimento paesaggistico ed ambientale delle aree produttive (compresi gli allevamenti zootecnici intensivi) anche sulla base di adeguati studi sulla percezione visiva e sociale

26f Incoraggiare iniziative di riqualificazione degli spazi aperti delle aree produttive esistenti e indirizzare il progetto di quelle nuove verso una maggior presenza di vegetazione ed aree permeabili anche con funzione di compensazione ambientale e integrazione della rete ecologica

32 Inserimento paesaggistico e qualitagrave delle infrastrutture

32b Promuovere la riqualificazione dei corridoi viari caratterizzati da disordine visivo e funzionale

Il PTCP della Provincia di Treviso suddivide il territorio provinciale in unitagrave di paesaggio come da

definizione contenuta nelle Norme dello stesso ldquointese quali ambiti territoriali caratterizzati da un

costante grado di diversitagrave tale da contraddistinguere lrsquointera unitagrave e relativo ai caratteri loro propri e

cioegrave dei tipi di elementi e delle forme e distribuzioni della loro presenza nel territorio ai sistemi naturali

ed antropici (conformazioni geomorfologiche copertura vegetazionale tipi di uso del suolo forme

insediative dotazioni infrastrutturalihellip) presenti in esse prescindendo dalla loro caratterizzazione

documentariardquo Lrsquoidentificazione di tali Unitagrave di Paesaggio come illustrato nella Relazione di Piano

deriva da una prima suddivisione in macro ambiti morfologici e dal successivo confronto con la carta di

uso del suolo tali unitagrave sono analizzate secondo lrsquoapproccio dellrsquoecologia del paesaggio utilizzando

una serie di indicatori per ottenere un valore rappresentativo dello stato di qualitagrave ecologico-ambientale

nella situazione dello stato di fatto e in quella simulata assumendo gli scenari prospettati dal Piano al

fine di definire obiettivi e indirizzi ldquoorientati alla salvaguardia e promozione della diversitagrave sia biologica

che paesisticardquo

Il riconoscimento delle Unitagrave di paesaggio come meglio precisato nellrsquoelaborato Allegato P ldquoRete

ecologica e Unitagrave di paesaggiordquo deriva dallrsquoindividuazione delle ldquomacrounitagrave geomorfologicherdquo in base

ai caratteri omogenei di litologia e morfologia e delle unitagrave podologiche e dalla successiva

sovrapposizione con la Carta delle unitagrave ecosistemiche e verifica delle tipologie di elementi del

paesaggio della loro distribuzione rispetto alle unitagrave individuate in precedenza delle dimensioni e

forme In tale documento sono brevemente descritte le Unitagrave individuate con riguardo alla

geomorfologia ed alle caratteristiche drsquouso del suolo aggiungendo alcune osservazioni In termini

generali nel documento si evidenziano due segni del paesaggio quello impresso dalle centuriazioni

come fattore antropico ordinatore del paesaggio che in alcune UdP ha resistito nel tempo e si

caratterizza almeno in origine per una grana piuttosto fine e compatta mentre in altre UdP egrave stato

ldquoprogressivamente sconvolto dallrsquourbanizzazione diffusa determinando disordine ed un probabile

spreco di energiardquo e quello del reticolo fluviale che si associa allrsquoorientamento dei campi

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PAGINA 104 194 Settembre 2015

reciprocamente influenzati delineando direttrici principali e secondarie del paesaggio si annota infine

la relazione tra le principali aste fluviali e le ville con i parchi

Il Piano contiene nellrsquoAppendice 1 dellrsquoAllegato R schede descrittive delle singole Unitagrave che secondo

lrsquoapproccio adottato riportano dati riguardanti la demografia lrsquouso del suolo lrsquoinfrastrutturazione

lrsquoedificato e non descrizioni sui caratteri paesaggistici distintivi degli ambiti individuati

Lrsquoallevamento avicolo ricade allrsquointerno dellrsquoUnitagrave di Paesaggio P2 appartenente a quelle di pianura

che si configura come ampia fascia sui due lati del Torrente Muson che si estende dal Comune di San

Zenone a quello di Castelfranco Veneto interessando Loria Castello di Godego e Riese Pio X ed

attestandosi sul lato ovest lungo il confine provinciale nel sottostante riquadro si riprendono le note

descrittive contenute nel citato Allegato P

PTCP ndash Unitagrave di paesaggio ndash Allegato P - Descrizione

UdP P2

GEOMORFOLOGIA

A nord la zona collinare egrave caratterizzata dalla presenza di depositi alluvionali argillosi procedendo a sud verso la zona di pianura i depositi alluvionali sono per lo piugrave sabbiosi

CARATTERISTICHE USO DEL SUOLO

Area agricola a nord seminativi semplici con case sparse procedendo verso sud prevalgono le aree agricole eterogenee Tessuto urbano e aree industriali e commerciali diffuse in tutta lrsquounitagrave particolarmente sviluppate nella parte piugrave a sud nel comune di Castelfranco Veneto Il territorio egrave abbondantemente irrigato da corsi drsquoacqua naturaliformi

OSSERVAZIONI

Lrsquounitagrave egrave tagliata in senso longitudinale dalla SP20 che incrocia la SP81 questi due assi rappresentano un attrattore per lrsquoedificazione di tipo lineare Lrsquounitagrave ha una vocazione agricola spinta ma sono evidenti la frammentazione dei fondi e lrsquoazione di disturbo della viabilitagrave e dellrsquourbanizzazione che questa alimenta

La UdP P2 in base ai risultati scaturiti dallrsquoanalisi ecologico ambientale condotta viene definita come

ldquounitagrave dissipativardquo data lrsquoalta antropizzazione la qualitagrave ambientale generalmente bassa soprattutto

negli ambienti naturali residui ed anche la qualitagrave e quantitagrave degli habitat naturali scadente con

classificazione della stessa unitagrave come paesaggio rurale povero ad urbanizzato molto diffuso e con

standard sussidiari elevati di matrice agricola (76 di seminativi semplici con case sparse e omogenei

e aree agricole eterogenee) con dimensione delle tessere naturali piccola e delle tessere antropiche

media con frammentazione da strade medio alta e stabilitagrave della matrice medio bassa ed infine con

una caratterizzazione legata allrsquoattivitagrave agricola nessuna significativa estensione delle macchie naturali

tanto che boschi e corpi idrici hanno una consistenza minore delle aree di verde urbano Le

considerazioni e proposte formulate nel citato Allegato P per la UdP P2 sono richiamate nel

successivo riquadro

PTCP ndash Unitagrave di paesaggio ndash Allegato P ndash Scenario di Piano

UdP P2

Gli elementi di naturalitagrave di questa unitagrave sono legati alla presenza del torrente Musone sia come presenza dellrsquoacqua che per la residuale vegetazione ripariale Il corridoio di connessione nord-sud tra le core area montane e planiziali deve essere dotato di un maggiore grado di naturalitagrave attraverso la ricostituzione delle fasce arboree ripariali o il completamento delle residuali

Gli obiettivi di piano possono essere raggiunti mediante la riforestazione e formazione di zone umide di una superficie totale pari orientativamente a 500Ha equamente ripartita e al miglioramento ambientale di seminativi per un estensione di 2500Ha

Lrsquounitagrave si presenta giagrave abbastanza segnata dalla viabilitagrave attorno a cui lrsquoedilizia si distribuisce in maniera ldquoordinatardquo andando a costituire delle fasce abitate ad andamento suborizzontale da ovest ad est

Le mitigazioni richieste per la nuova viabilitagrave devono essere almeno 12 e possono essere espresse sia come interventi di deframmentazione in particolare nei tratti maggiormente interferenti con la rete ecologica di come riqualificazione delle aree interessate dalle fasce tampone con formazione di aree umide e fascesiepi di connessione fra queste e i corridoi fluviali

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Il PAT del Comune di Castelfranco Veneto nella Relazione Tecnica afferma che nel territorio

comunale non si riscontra una spiccata diversificazione della struttura paesaggistica risultato di

connotati fisico-morfologici assai omogeneirdquo pur potendo distinguere ldquoambiti territoriali con assetti

ambientali agricoli ed insediativi sufficientemente omogenei per i quali egrave possibile adottare una

suddivisione in quattro tipologierdquo definite come Unitagrave di paesaggio cosigrave denominate Paesaggio aperto

a vocazione agricola primaria Paesaggio aperto ad insediamento diffuso Paesaggio periurbano

Paesaggio urbano

Nel documento ldquoRelazione agronomico ambientalerdquo si precisa che le componenti paesaggistiche

considerate nellrsquoanalisi del paesaggio sono quelle abiotiche (geologia morfologia idrografia) biotiche

(vegetazione assetti ecosistemici habitat di pregio valore naturalistico) antropico relazionali

(emergenze storiche culturali architettoniche religiose) insediative (organizzazione dellrsquoinsediamento)

e percettive (ambiti visuali particolari sistemazioni agrarie tradizionali elementi puntuali testimoniali)

Gli assetti paesaggistici come precisato nella richiamata relazione sono identificati secondo il

ldquoprincipio fondamentale della integrativitagrave gerarchicardquo ovvero ldquole perimetrazioni devono derivare da

valutazioni rigorose allo scopo di non compromettere le funzioni bio-ecosistemicherdquo

Nella Tavola A4 ldquoCarta del paesaggiordquo sono distinte le porzioni di territorio appartenenti alle richiamate

Unitagrave di paesaggio e per quanto attiene allrsquoallevamento avicolo si riscontra che lo stesso ricade in

quella denominata ldquoPaesaggio aperto a vocazione agricola primariardquo nei documenti di Piano definito

ldquotipologia dominante lo spazio agricolo maggiormente conservato del territorio comunale la

destinazione colturale prevalente egrave a seminativo la messa a coltura del territorio ha comunque

preservato una residuale maglia a rete verde costituita da siepi e fasce arboreo arbustive posta a

fregio di corsi drsquoacqua e viabilitagrave poderale con presenza di legami (connessione) tra gli elementi

lrsquoedificazione egrave ridotta per lo piugrave isolata e di tipo rurale pregevole per i connotati di spazialitagrave ed i coni

visuali percepibili al suo interno data la collocazione distante dai centri urbani principali presenta un

gradiente di antropizzazione sostanzialmente stazionariordquo

Il PAT del Comune di Castello di Godego con la Tavola 102 ldquoCarta del paesaggiordquo del Quadro

conoscitivo suddivide il territorio comunale secondo quattro macrosistemi la porzione lungo il confine

orientale con il Comune di Castelfranco Veneto nel tratto a ridosso del perimetro dellrsquoarea

dellrsquoallevamento avicolo appartiene al Macrosistema A

Nella Relazione Agronomica elaborato 10 R del Quadro Conoscitivo del PAT si richiama la necessitagrave

di tutelare il paesaggio agrario indicando per le zone di pianura quali elementi che hanno

maggiormente lasciato lrsquoimpronta sullrsquoattuale assetto paesaggistico la morfologia fluviale (argini paleo

alvei terrazzi fluviali) la bonifica storica la bonifica idraulica la costruzione delle ville venete e degli

edifici storici gli edifici rurali e gli opifici con valenza tipologica la sistemazione idraulico agraria dei

ldquoPrairdquo Allrsquoopposto sono citati quali elementi che maggiormente interferiscono sul paesaggio agrario le

frange urbane le infrastrutture lineari (elettrodotti ferrovie strade principali ecc) gli edifici produttivi ad

impatto negativo le opere incongrue (es strutture dismesse eo abbandonate)

In tale relazione si definisce il Macrosistema A come ldquoambito agricolo caratterizzato da una forte

percezione degli elementi rurali da una buona integritagrave e da una scarsa edificazione residenzialirdquo ed in

cui ldquole siepi campestri e i prati stabili costituiscono gli elementi dominanti del paesaggio e in alcuni

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ambiti egrave ancora leggibile la struttura dei campi chiusirdquo e si riconosce una ldquobuona conservazione della

rete ecologica localerdquo

152 Caratteri del Paesaggio nellrsquoarea di analisi

Gli elementi costitutivi eo caratterizzanti il paesaggio da considerare per verificare gli eventuali effetti

sul paesaggio conseguenti al previsto incremento dei capi allevati oltre che dalla rilettura delle

richiamate articolazioni e definizioni degli ambiti e delle unitagrave di paesaggio derivano da un

approfondimento condotto riconsiderando la morfologia e idrografia la vegetazione e copertura od uso

del suolo il sistema insediativo e infrastrutturale ad una scala territoriale locale per una porzione

comprendente unrsquoarea entro i 2-3 km dal sito dellrsquoallevamentodi cui si dagrave di seguito conto

Per quanto attiene alla morfologia il territorio ha una giacitura pianeggiante con suolo composti da

materiali alluvionali con tessitura limoso argillosa mentre lrsquoidrografia egrave annovera alcuni corsi drsquoacqua

naturali in larga misura interessati da rettificazioni ed una fitta rete irrigua entrambe con uno sviluppo

da nord verso sud e sud-est Tra i corsi drsquoacqua naturali si distingue il Torrente Muson con asta dal

disegno curvilineo fino allrsquoabitato di Castello di Godego e poi rettilinea con asse parallelo a quello della

SP45 fino allrsquoingresso nellrsquoabitato di Castelfranco Veneto analoga situazione si riscontra per il Torrente

Avenale che entrando nel territorio del Comune di Castello di Godego assume forme geometriche

regolari con alcune deviazioni ad angolo retto Per entrambi i torrenti si riconoscono tracce di corso

fluviale estinto Il sistema irriguo comprende diversi fossi e scoli tra i quali si distinguono il Fosso

Avenaletto il Fosso La Roi che poco a nord di via San Pietro in territorio di Castello di Godego piega

ad est e dopo un breve tratto con andamento curvilineo confluisce nel Torrente Avenale e lo Scarico

Val di Riese che si origina a ovest della frazione di Vallagrave ed incrocia il Torrente Avenale in

corrispondenza della via Postumia

Per quanto riguarda la vegetazione poche sono le aree di tipo naturale e tolti i rari casi per altro di

ridotta estensione con una configurazione a ldquoboschettordquo si tratta delle fasce arboree di larghezza

contenuta che seguono i principali corsi drsquoacqua naturali o irrigui In tale territorio si distinguono

numerosi filari di bordo campo elementi dellrsquoagroecosistema che danno una diversa connotazione al

territorio rurale Lrsquoutilizzo agricolo del suolo vede prevalere il seminativo irriguo soprattutto a mais

accompagnato nella zona a cavallo del Torrente Avenale e tra questo e il Fosso la Roi da estesi

appezzamenti a prato (indicato anche come graminacee non in rotazione) In misura minore sono

presenti alcuni vigneti salvo pochi casi di piccola superficie ed anche colture orticole e legnose

agrarie Il paesaggio rurale presenta una relativamente minore uniformitagrave nella zona di Prai di Castello

di Godego grazie alla ripartizione tra campi a seminativo e campi a prato stabile ed alla presenza delle

fasce arboree e dei filari senza comunque assumere i connotati di una struttura a mosaico ma

richiamando la forma del campo chiuso Nel territorio sono ancora riconoscibili i segni

dellrsquoantropizzazione del periodo romano con lrsquoasse rettilineo della via Postumia e lrsquoimpostazione

geometrica dellrsquoagro centuriato in questrsquoultimo caso da ricondurre allrsquoorientamento dei campi che

laddove non accorpati hanno forma rettangolare allungata sullrsquoasse nord-sudest perpendicolare a

quello della citata strada romana analogo orientamento si riscontra per la gran parte dei fossi e scoli

irrigui

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Per quanto attiene al sistema insediativo questo si connota per la presenza di alcune aree urbane

maggiori formate dal centro storico e dalle estese zone di espansione residenziale e produttiva e dei

nuovi aggregati generati da un tipo di urbanizzazione diffusa che solo in parte si appoggia a

preesistenze di borghi rurali e viceversa in maggiore misura deriva da trasformazioni recenti che

seguono le direttrici delle infrastrutture viarie tale processo ha determinato saldature dellrsquoedificato che

rendono meno riconoscibile la matrice originaria e generano una elevata frammentazione territoriale

con disorganica distribuzione tra le diverse funzioni In dettaglio per lrsquoambito considerato si nota

lrsquourbanizzazione lineare con sostanziale assenza di discontinuitagrave tra il centro di Castelfranco Veneto

la frazione di Villarazza e lrsquoabitato di Castello di Godego per lrsquoedificazione lungo la SR45 ed ancora tra

lo stesso centro e la frazione di Vallegrave lungo la SP667 in parte tale forma di urbanizzazione ma con

maggiore presenza di fabbricati rurali e residenziali si riscontra anche lungo la via Bella Venezia che

fiancheggia per un tratto il Torrente Avenale e lungo la SP139 tra la C Beltrame e la giagrave citata

frazione dei Vallegrave Il sistema insediativo si completa con i numerosi fabbricati isolati o in piccoli gruppi

residenziali e rurali sparsi nel territorio agricolo Per quanto attiene allrsquoedificato di interesse storico

architettonico e testimoniale come giagrave illustrato si tratta di alcuni edifici religiosi o difensivi ed in

maggiore misura delle ville venete in questrsquoultimo caso in larga misura ubicate allrsquointerno degli abitati o

che sono state inglobate nel tessuto edificato delle relativamente recenti espansioni urbane (es Villa

Dolfin_Gradenigo Cagrave Moro) vedendo diminuire la loro riconoscibilitagrave e le relazioni con il contesto di

appartenenza In ultimo si segnala la presenza di alcuni fabbricati legati al periodo proto-industriale

sostanzialmente rappresentati da alcuni mulini

In conclusione tra gli elementi del paesaggio identificati che connotano qualificandolo un piugrave ampio

ambito territoriale-paesaggistico quelli in relazione diretta per vicinanza con lrsquoarea occupata

dallrsquoesistente allevamento avicolo dellrsquoAzienda Agricola Maggiolo sono riconducibili ai seguenti

- suolo pianeggiante e di origine alluvionale

- fosso Avenaletto facente parte della rete irrigua

- vegetazione arborea lungo il citato corso drsquoacqua in forma di fascia e lungo il margine dei

campi o laterale a strade poderali in forma di filare

- appezzamenti a seminativo e prati stabili con presenza di un piccolo vigneto allrsquointerno del

perimetro della stessa azienda

- tracce di persistenza della geometria dellrsquoagro centuriato di origine romana

153 Impatti sul paesaggio

Il progetto consiste nel solo aumento del numero di capi di polli allevati per ogni ciclo produttivo di

carne utilizzando appieno le strutture giagrave esistenti ed in esercizio non sono previste variazioni per

realizzazione di nuovi fabbricati od occupazione di nuove aree di servizio e quindi si escludono

modifiche dello stato di fatto e pertanto ricadute sui citati elementi strutturali e caratterizzanti il

paesaggio

Per quanto riguarda gli aspetti percettivi legati alla vista e riconoscibilitagrave dei citati singoli elementi

costitutivi del paesaggio o alla visione drsquoinsieme dello stesso premesso che non si prevede alcuna

modifica rispetto alla situazione attuale per aggiunta o modifica di fabbricati o strutture lrsquoubicazione

dellrsquoallevamento egrave tale che non si registrano interferenze di rilievo e alterazione della percezione degli

elementi che connotano tale porzione del paesaggio rurale Come giagrave illustrato al precedente punto

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inerente i beni culturali architettonici e archeologici la fascia arborea lungo il Fosso Avenaletto e i filari

lungo gli scoli ed a bordo campo in buona parte giagrave mascherano i fabbricati dellrsquoallevamento

chiudendo le visuali in direzione dello stesso e riferite ai principali assi viari e nuclei abitati22 In ogni

caso pur non essendo previste modifiche tali da richiedere interventi di mitigazione potrebbe essere

comunque presa in considerazione lrsquoopportunitagrave di migliorare la qualitagrave del paesaggio mettendo a

dimora specie arboree o arbustive in forma di filare lungo il perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento sul

lato ovest e previe necessarie verifiche sul lato sud

22

Si rimanda alla Tavola ldquoAnalisi della visibilitagraverdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

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16 ACQUE

161 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee

La qualitagrave delle acque sotterranee della provincia di Treviso viene monitorata dallrsquoARPAV da piugrave di 10

anni da una rete composta da 84 pozzi 7 sorgenti e 6 pozzi utilizzati solamente per misure di livello

Viene condotto sia il monitoraggio qualitativo delle acque intercettate che il monitoraggio quantitativo

con la misura del livello freatimetrico ovvero del livello della falda Il monitoraggio qualitativo ha

cadenza semestrale e interessa gli 84 pozzi e le 7 sorgenti Per gli 84 pozzi le campagne sono previste

in primavera e in autunno Il piano regionale di monitoraggio avrebbe previsto una frequenza di

campionamento semestrale per 63 punti semestrale per 15 e annuale per i rimanenti 6 Per le sorgenti

le campagne sono collegate alla loro particolare tipologia quelle prealpine sono campionate in gennaio

e in maggio ovvero in condizioni rispettivamente di magra invernale e di piena primaverile le sorgenti

pedemontane sono campionate in maggio e in agosto ovvero nel periodo di piena primaverile e di

magra tardo-estiva Il monitoraggio quantitativo interessa principalmente un sottoinsieme di 41 pozzi

della rete compresi i 6 pozzi utilizzati solamente a questo scopo e ha frequenza trimestrale Altri 10

pozzi sono semestralmente in coincidenza con le campagne di monitoraggio qualitativo

I risultati evidenziano una situazione non omogenea nel territorio provinciale La zona occidentale

presenta diverse criticitagrave concentrazioni di Nitrati elevate presenza diffusa di erbicidi e di solventi

organo-clorurati Secondo il rapporto annuale dellrsquoARPA Treviso (2013) ldquoTali criticitagrave hanno in parte

compromesso la qualitagrave delle acque delle falde poco profonde La situazione migliora spostandosi

verso est in virtugrave di carichi antropici minori e di un favorevole apporto idrico da parte del fiume Piave In

questa zona i superamenti molto meno frequenti sono principalmente dovuti alla presenza di solventi

organo-clorurati e in particolare di Tetracloroetilene e Tricloroetilenerdquo

A Castelfranco Veneto (stazioni 765) lo stato chimico delle acque sotterranee nel 2013 si presenta

scadente per ragioni legate alla presenza elevate concentrazioni di nitrati Il comune ricade infatti

pianura trevigiana considerata zona vulnerabile ai nitrati (si veda lo stralcio riportato di seguito - zone

vulnerabili ai nitrati di origine agricola in Provincia di Treviso (valori medi in mgl) larea di colore viola

corrisponde alla zona denominata dei 100 comuni dellalta pianura e che egrave stata recepita con delibera

del Consiglio Regionale n62 del 17 maggio 2006 larea di colore rosa corrisponde al bacino scolante

in laguna di Venezia che e stata decisa con delibera del Consiglio Regionale n 23 del 7 maggio 2003

Per quanto attiene allo stato quantitativo dallrsquoanalisi dei dati egrave possibile concludere come dal 2004 al

2013 egrave rilevabile una variabilitagrave livello della superficie piezometrica della falda freatica coerente con la

variabilitagrave stagionale e su archi temporali estesi su piugrave

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PAGINA 110 194 Settembre 2015

Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash Stato chimico e Misure del

livello freatico nel Comune di Castelfranco Veneto (PR - livello della superficie piezometrica dal piano di

riferimento (PR) falde freatiche il valore egrave negativo)

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Livello piezometrico - Castelfranco (pozzo 247)

Livello statico - m slm Livello da punto di riferimento della falda freatica - m

-25

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0

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14

01

10

20

14

m

Livello piezometrico - Castelfranco (pozzo 765)

Livello statico - m slm Livello da punto di riferimento della falda freatica - m

Elaborazioni su dati ARPA Veneto (httpwwwarpavenetoitdati-ambientaliopen-dataidrosferaacque-

sotterraneeacque-sotterranee-livello-piezometrico-delle-falde)

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 112 194 Settembre 2015

Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash Nitrati nei pozzi monitorati

in provincia di Trevico nel 2013 (valori medi in mgl)

Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash zone vulnerabili ai nitrati di

origine agricola in Provincia di Treviso (valori medi in mgl)

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 113 194

162 Consumi di acqua

La societagrave Alto Trevigiano Servizi srl gestiste allrsquointerno del Autoritagrave drsquoAmbito di Territorio Ottimale

(AATO) Veneto Orientale il servizio idrico integrato di 53 comuni tra cui il comune di Castelfranco

Veneto (httpwwwaltotrevigianoserviziitarea-clientiacqua-potabile) La societagrave deve quindi garantire

il servizio in efficienza efficacia ed economicitagrave partendo dallrsquoadduzione e captazione delle fonti la

distribuzione dellrsquoacqua potabile nel territorio le linee di fognatura e gli impianti di depurazione fino allo

scarico delle stesse Non risultano disponibili dati aggiornati di consumo idrico per comune

Il Piano dAmbito dellAATO Veneto Orientale approvato con deliberazione di Assemblea dAmbito n

32004 e successivamente aggiornato con deliberazione di Assemblea dAmbito n 62004 riporta al

capitolo 6 ldquoAnalisi dellrsquoutilizzo e della domanda di risorsa idricardquo dati di consumo riferiti al 1991 da fonte

ISTAT

Secondo quanto riportato nel sito dellrsquoARPA Veneto i volumi drsquoacqua prelevati complessivamente in

Regione Veneto al 2008 risultano pari a 746498000 m3 di cui 129769000 m

3 riferiti allrsquoATO Veneto

orientale Sempre secondo quanto riportato nello stesso sito lrsquoacqua potabile erogata nel comune di

Castelfranco Veneto al 2008 risultava pari a 2496686 m3

(httpwwwarpavenetoitarpavinformaindicatori-ambientaliindicatori_ambientaliambiente-urbanofile-

e-allegati2013Consumi acqua potabile 2011csv)

Non sono disponibili dati di emungimento da pozzi privati

163 Impatti sulle acque

Il potenziale impatto sulle risorse idriche sotterranee egrave legato allrsquoattivitagrave di spandimento della pollina

ovvero da una non corretta distribuzione dello stesso sul terreno Considerato che lrsquoazienda agricola

Maggiolo cede interamente la pollina (misto lettiera a terzi) come sottoprodotto da riutilizzare e non da

spandere questa voce di potenziale impatto viene meno sia con riferimento alla situazione attuale che

allo scenario di progetto Lrsquoazienda non contribuisce quindi allrsquoinquinamento delle acque sotterranee

per nitrati

Il potenziale impatto sulle acque egrave legato anche al consumo della risorsa idrica Complessivamente il

consumo di acqua si attesta considerando anche il consumo per la pulizia in circa 2927 m3

attualmente e circa 7280 m3 in futuro che rappresentano rispettivamente il circa 01 ed circa 03 dei

consumi totali del comune di Castelfranco Veneto Si tenga in ogni caso conto che lrsquounica fonte di

approvvigionamento dellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave legata al pozzo presente nella stessa azienda e

che quindi i consumi dellrsquoazienda non gravano in ogni caso sui prelievi di acqua potabile

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PAGINA 114 194 Settembre 2015

17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE

171 Premessa

La presente valutazione egrave stata effettuata dal Dott Armando Buffoni

Di seguito vengono esposte le procedure e i risultati inerenti la valutazione dellrsquoemissione e dispersione

in atmosfera di inquinanti atmosferici e composti odorigeni derivanti dalle strutture di produzione

animale allevamento avicolo Azienda agricola Maggiolo ubicato in comune di Castelfranco Veneto

(TV) localitagrave Case Bella Venezia

Le emissioni del settore zootecnico possono essere raggruppate in 4 grandi categorie in relazione ai

loro effetti sulla salute e sullrsquoambiente

gas ad effetto serra biossido di carbonio (CO2) metano (CH4) e protossido di azoto (N2O) La

zootecnia contribuisce con una quota modesta alle emissioni di CO2 mentre rappresenta una

fonte molto significativa di metano (CH4) e in minor misura di protossido di azoto (N2O)

ammoniaca (NH3) questo composto contribuisce allrsquoacidificazione delle precipitazioni e di

conseguenza dei suoli e delle acque noncheacute ai fenomeni di eutrofizzazione La zootecnia egrave la

principale fonte di emissione di questo composto Le azioni proposte per ridurre le emissioni di

ammoniaca riguardano sia la gestione ordinaria degli allevamenti zootecnici e degli spandimenti

che le caratteristiche delle strutture dedicate a queste attivitagrave produttive

particolato fine le particelle di diametro inferiore ai 25 e 10 μm (PM25 e PM10) hanno effetti

negativi sulla salute umana e ne sono normati i limiti delle concentrazioni nellrsquoaria ambiente La

zootecnia della Pianura Padana partecipa con il 10-15 alle emissioni di questo inquinante Le

particelle che lo compongono sono potenziali vettori di composti odorigeni

composti odorigeni insieme eterogeneo di sostanze (oltre 200) tra cui lrsquoidrogeno solforato e i

mercaptani che sono percepite dallrsquoolfatto umano anche a concentrazioni molto modeste Sono

fonti di fastidio fino al disturbo intenso in relazione alla loro concentrazione alla durata e

frequenza degli eventi percepiti Lrsquoinfluenza sulla salute umana egrave principalmente legata alla

sfera emotiva

Lrsquoentitagrave delle emissioni dipende dalla specie animale dalle modalitagrave di allevamento dalle strutture

dedicate Lrsquoimpatto delle emissioni di composti inquinanti ma anche di odorigeni da parte del settore

zootecnico puograve essere diverso in relazione alle caratteristiche del territorio e dipende essenzialmente

dalle condizioni meteoclimatiche dallrsquouso del territorio dalla presenza di vegetazione ecc)

La modellistica della dispersione di composti inquinanti in atmosfera ha incontrato negli ultimi ventrsquoanni

un crescente interesse sia per le potenzialitagrave di previsione dellrsquoimpatto di nuove strutture produttive sia

per la capacitagrave di descrivere nel caso di impianti in attivitagrave le ricadute degli inquinanti sul territorio e

analizzare quindi gli eventuali effetti sulle popolazioni residenti e sullrsquoambiente (Ritter e Chitikela

2007)

Lrsquoutilizzo di modelli di dispersione ha interessato recentemente anche il settore zootecnico e numerosi

sono gli studi che hanno approfondito le caratteristiche emissive di unrsquoattivitagrave cosigrave articolata e

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 115 194

complessa Le emissioni di ammoniaca idrogeno solforato particolato sono al centro di indagini per

definire le piugrave indicate metodologie di analisi Recentemente date le peculiaritagrave del settore zootecnico

egrave stato sviluppato un modello che tratta in modo specifico le strutture dellrsquoallevamento animale (Yu Zet

al 2011ab)

Attualmente il rilascio di inquinati atmosferici da parte degli impianti zootecnici non egrave soggetto a vincoli

o limiti specifici anche se negli studi relativi allrsquoimpatto ambientale di attivitagrave zootecniche non egrave

possibile prescindere da una valutazione che consideri tutto lrsquoimpianto e il suo processo di produzione

ma soprattutto il territorio e il contesto ambientale nel quale esso si inserisce

Per quanto riguarda le emissioni e la dispersione dei composti odorigeni non vi sono norme di carattere

nazionali o riferimenti a livello europeo Vi sono perograve da alcuni anni provvedimenti di carattere regionale

che costituiscono oggi un primo riferimento per una valutazione oggettiva del disturbo olfattivo e per

lrsquoanalisi preventiva dellrsquoimpatto di attivitagrave produttive che presenti rilascio di odorigeni Le ldquoLinee Guida

per la caratterizzazione e lrsquoautorizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attivitagrave ad impatto

odorigenordquo approvate con Determinazione della Giunta Regionale della Lombardia n IX3018 (DGR

del 15 febbraio 2012) rappresentano un importante strumento di valutazione per queste problematiche

e hanno trovato una crescente applicazione nel settore zootecnico Le indicazioni in esse contenute

sono oggi seguite anche da altre regioni con unrsquoimportante tradizione zootecnica Esse sono coerenti

con la tendenza in atto giagrave da tempo in numerosi Pesi europei di utilizzare procedure specifiche per

limitare lrsquoinquinamento da odori e consentire un regolare sviluppo delle attivitagrave zootecniche senza che

esse costituiscano motivo di contrasto o tensione con i residenti vicini o con destinazione drsquouso del

territorio di natura diversa

La presente analisi e valutazione egrave stata redatta coerentemente con queste Linee Guida e riporta i

risultati dellrsquoapplicazione di un modello di dispersione atmosferica per valutare la distribuzione a livello

del suolo delle concentrazioni dei composti odorigeni emessi dalle strutture aziendali Lo stesso

modello di dispersione egrave stato impiegato per determinare le ricadute attese per PM10 ammoniaca e

idrogeno solforato

La presente analisi intende fornire un quadro di dettaglio delle emissioni degli inquinanti atmosferici e

composti odorigeni da parte dellrsquoimpianto di produzione animale dellrsquoAzienda Agricola sia per quanto

attiene le strutture e il processo di produzione di polli da carne attualmente adottato sia per lrsquoipotesi di

un piugrave intenso e razionale utilizzo dellrsquoimpianto Maggiolo (come descritto nel quadro di riferimento

progettuale la quale si rimanda) Lrsquoanalisi si egrave sviluppata con le seguenti fasi

analisi del ciclo di produzione ed individuazione dei fattori che influenzano il rilascio di inquinanti

atmosferici e composti odorigeni

stima quantitativa delle emissioni di ammoniaca metano PM10 idrogeno solforato e composti

odorigeni da parte dellrsquoAzienda

definizione del quadro emissivo generale

raccolta ed elaborazione preliminare dei dati meteorologici e di uso del suolo relativi alla zona

di interesse

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PAGINA 116 194 Settembre 2015

elaborazione mediante il modello di dispersione dei composti emessi e determinazione delle

ricadute

calcolo degli indicatori sintetici ed elaborazione delle mappe drsquoimpatto

172 Breve richiamo delle caratteristiche dellrsquoAzienda e dellrsquoattivitagrave di allevamento

LrsquoAzienda Maggiolo egrave inserita in un ampio contesto agricolo dove sono perograve rappresentate numerose

attivitagrave produttive di piccole dimensioni di natura diversa e con una densitagrave abitativa non del tutto

trascurabile Si tratta di un paesaggio insediativo ampiamente diffuso in questa porzione della Pianura

Padana Lrsquoagricoltura fortemente presente egrave contraddistinta dallrsquointensa e regolare parcellizzazione

del territorio e dalla scarsa presenza di vegetazione arborea

Lrsquoazienda egrave situata a 25 km dal centro abitato di Castelfranco Veneto in direzione nord Sono presenti

a minor distanza dallrsquoAzienda diverse frazioni evidenziate nella Carta dellrsquouso del suolo noncheacute

residenze isolate23 LrsquoAzienda ha attualmente a disposizione per lrsquoallevamento 5 ampi capannoni che

costituiscono le sole strutture dedicate alla produzione

Lrsquoattivitagrave di produzione del pollo da carne consiste essenzialmente nel provvedere alle necessitagrave di

pulcini di pollo di razze selezionate nel corso del loro processo di crescita e sviluppo sino a ottenere

degli animali pronti per il consumo (broilers) le cui dimensioni variano in funzione dei tempi di

allevamento Tipicamente si distinguono tre categorie di animale adulto il pollo leggero di peso pari a

circa 18 kg il pollo medio di 27 kg e il pollo pesante che raggiunge e supera i 36 kg

I pulcini in arrivo dagli incubatoi vengono introdotti in numero di 39500 capi nei capannoni dove

avviene lrsquoallevamento e nei quali egrave stata preparata la lettiera Il ciclo che si intende esaminare per

quanto attiene lrsquoemissione di inquinanti atmosferici e composti odorigeni egrave quindi esclusivamente dato

dalla fase di ingrasso I pulcini del peso di 10 g circa sono consegnati allrsquoAzienda e allevati fino al

raggiungimento del peso programmato per il pollo da carne pesante Poicheacute lrsquoaccrescimento egrave rapido e

lrsquoesigenza di spazio per ogni capo aumenta velocemente dallrsquoinizio del ciclo di produzione si attuano

due ldquosfoltimentirdquo inviando al macello una quota degli animali che avranno quindi raggiunto il peso

commerciale corrispondente al pollo leggero prima e al ldquopollo mediordquo in seguito mentre i restanti capi

raggiungeranno la fine del ciclo e il peso commerciale del pollo pesante

Annualmente considerando che la gestione dellrsquoingrasso prevede un unico gruppo omogeneo di capi e

un periodo di vuoto sanitario di 21 giorni si hanno poco meno di 5 cicli di produzione allrsquoanno

LrsquoAzienda Agricola opera in soccida dal soccidante essa riceve i capi il mangime lrsquoassistenza

veterinaria e i farmaci eventualmente necessari e a questo poi consegna i capi allevati a fine ciclo

Nello scenario di progetto si considera qui lrsquoipotesi di poter avere allrsquoavvio del ciclo poco piugrave di 110000

pulcini e portare a fine ciclo il 60 dei capi attuando due sfoltimenti

Le strutture dellrsquoimpianto di produzione sono date esclusivamente da cinque capannoni di tipo a tunnel

posti paralleli con la dimensione maggiore in senso est-ovest I capannoni sono aperti sui lati minori

mediante porte Sui lati maggiori sono presenti per tutta la lunghezza aperture regolabili

23

Si rimanda alle Tavole di Inquadramento e dellrsquoUso del Suolo inserite in lrsquoAllegato Cartografico

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COD 15V055 PAGINA 117 194

automaticamente in base alle condizioni di temperatura esterna La superficie complessiva utile

allrsquointerno dei capannoni egrave di 5499 m2

Sulle pareti poste a ovest di ognuno dei capannoni sono installati 8 estrattori drsquoaria (6 presso il

capannone 1) azionati da motori elettrici prodotti dalla ditta Munters sono presenti due modelli con

portata di ogni singolo estrattore compresa tra circa 13000 e 30000 m3h Tutti gli estrattori sono

quindi collocati a breve distanza lrsquouno dallrsquoaltro e determinano quando in azione un richiamo di aria

dalle finestre laterali che viene poi indirizzato verso lrsquoestremitagrave di ogni capannone I motori che

regolano gli estrattori sono azionati secondo programmi prestabiliti in modo tale da poter garantire la

temperatura ottimale per la crescita degli animali Allrsquoinizio del ciclo quando le esigenze termiche sono

maggiori la ventilazione avviene ad intervalli di breve durata con il solo obiettivo di provvedere al

ricambio dellrsquoaria

Con il crescere del peso dei capi lrsquoazione degli estrattori si fa piugrave consistente (aumenta il numero di

estrattori in azione) e prolungata Allrsquoaccasamento quando questo si sviluppa nel corso della stagione

fredda i pulcini sono mantenuti alla temperatura di 30-35 degC condizione che viene realizzata con

apposite lampade a gas Con lo sviluppo dei capi la temperatura ambiente viene ridotta

progressivamente dopo i primi 3 - 4 giorni la temperatura si riduce di 1 degC ogni 2 giorni per arrivare

dopo le 3 settimane a valori di circa 18 - 20degC Quando la temperatura dellrsquoaria esterna egrave superiore a

quella interna desiderata sono azionati sistemi di nebulizzazione che consentono di abbattere parte del

calore

Lrsquoimpianto per la distribuzione dellrsquoacqua di abbeveraggio egrave composto da condutture di distribuzione

idrica interne Gli abbeveratoi sono dotati di dispositivi che consentono allrsquoanimale di comandare

lrsquoerogazione dellrsquoacqua Il controllo dellrsquoacqua egrave importante per evitare che perdite e ristagni facciano

aumentare la decomposizione della lettiera mista alle deiezioni stimolando i processi di fermentazione

con rilascio di ammoniaca e odori molesti La lettiera viene allontana al termine di ogni ciclo mediante

pala meccanica Deiezioni e lettiera vengono immediatamente allontanati dalla superficie aziendale e

inviati a processi di valorizzazione energetica

173 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo

Il territorio su cui insiste lrsquoazienda agricola ha un carattere prevalentemente agricolo pur in presenza di

un crescente tessuto di attivitagrave artigianali e commerciali24

Ai fini della simulazione della dispersione di composti aeriformi si considera la superficie a prevalente

uso agricolo

In relazione alla dimensione dellrsquoimpianto zootecnico alla omogeneitagrave del territorio e al quadro

meteorologico si egrave considerato per le successive elaborazioni modellistiche un territorio piuttosto ampio

pari a 9 km2 e definito quindi da un poligono quadrato di 3 x 3 km Il baricentro del dominio di calcolo egrave

posto al centro del poligono che circoscrive i ricoveri Il poligono che definisce il dominio di calcolo egrave

individuato dalle coordinate (UTM 32 T)

24

Si rimanda alle Tavole di Inquadramento e dellrsquoUso del Suolo inserite in lrsquoAllegato Cartografico

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PAGINA 118 194 Settembre 2015

Coordinate dei vertici del dominio di calcolo

Posizione Lon Lat

centro del dominio di calcolo 7264740 50640980

vertice SW 7249740 50625980

vertice SE 7279740 50625980

vertice NE 7279740 50655980

vertice NW 7249740 50655980

Il vertice SW definisce con la dimensione del lato il dominio di calcolo in modo univoco La mappa

sotto riportata indica graficamente il dominio di calcolo sullrsquoortofoto ed evidenzia il territorio dei diversi

comuni piugrave prossimi allrsquoimpianto zootecnico Con riferimento alle emissioni di composti odorigeni sono

stati individuati i ricettori considerati rappresentativi presso i quali saranno verificate puntualmente le

concentrazioni relative al 98deg percentile dellrsquoinsieme dei dati calcolati Sugli stessi ricettori sono stimate

anche le concentrazioni degli inquinanti considerati (ammoniaca idrogeno solforato e particolato fine)

I ricettori individuati allrsquointerno del dominio di calcolo sono dati da edifici residenziali non classificabili

come abitazioni dei conduttori di altri impianti zootecnici Allrsquointerno della superficie definita dal dominio

non ricadono strutture di uso pubblico come scuole ospedali case di riposo che possano essere

definite senzrsquoaltro ricettori sensibili Inoltre al fine di una piugrave immediata valutazione delle ricadute si

sono individuati ricettori discreti posti a distanza prefissata (500 m) dalle sorgenti di emissione

Per omogeneitagrave il programma di calcolo egrave stato impostato per definire presso questi punti non solo il

livello delle concentrazioni di odorigeni ma anche le concentrazioni di PM10 ammoniaca e idrogeno

solforato elaborate secondo gli indici prefissati

Coordinate delle abitazioni

Posizione Uso Lon Lat

Nord Residenziale isolato 72654396 m E 506448730 m N

Sud Residenziale isolato 72618700 m E 506376150 m N

Est Residenziale isolato 72682166 m E 506424135 m N

Coordinate dei ricettori discreti

Posizione Uso Lon Lat

Nord Produzartig 7264740 m E 50645980 m N

Ovest Residenziale 7259740 m E 50640980 m N

Sud Agricolo 7264740 m E 50635980 m N

Est Agricolo 7269740 m E 50640980 m N

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COD 15V055 PAGINA 119 194

Dominio di calcolo (3x3 km) con lrsquoindicazione della posizione dei ricettori considerati (in rosso i ricettori residenziali in giallo i ricettori discreti a 500m)

174 Emissione aziendali

1741 Fattori di emissione

Con fattore di emissione si indica il tasso di rilascio di uno o piugrave composti chimici riferito alle unitagrave di

tempo e spazio I fattori di emissione impiegati nellrsquoambito dello studio delle emissioni zootecniche

sono per praticitagrave riferiti al singolo capo animale

Per la presente indagine i fattori di emissione adottati per la quantificazione delle emissioni e il calcolo

della dispersione sono stati indicati da uffici provinciali veneti per il settore agricoltura e utilizzati per

analoghe valutazioni (ing Tassari com pers)

I fattori di emissione per metano e ammoniaca derivano da uno studio condotta dalla Regione

Piemonte (Cesano M 2013) Informazioni piugrave dettagliate riguardo i tassi emissivi di NH3 per il settore

avicolo sono riportati in Eurich-Menden et al (2010) Il dato per lrsquoidrogeno solforato egrave stato individuato a

seguito di una specifica indagine bibliografica

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PAGINA 120 194 Settembre 2015

La tabella che segue riporta per i diversi composti il valore dei fattori di emissione applicati nella

presente indagine

Fattori di emissione impiegati per la stima delle emissioni

Composto Unitagrave di misura Sorgente

Metano gcapogiorno 000164

Ammoniaca gcapogiorno 022

PM10 gcapogiorno 003

Idrogeno solforato gcapogiorno 00015

Odore UOcapos 003

1742 Quadro emissivo aziendale

Si considerano in questa applicazione i capannoni quali sorgenti puntuali in quanto le emissioni

avvengono in modo esclusivo attraverso lrsquoazione degli estrattori drsquoaria posti presso lrsquoestremitagrave

occidentale di ogni ricovero Il rilascio dei composti di interesse egrave dunque concentrato su una superficie

estremamente esigua corrispondente agli estrattori dei diversi capannoni Le coordinate (UTM 32 T)

delle sorgenti sono riportate nella riportate nella tabella che segue

Coordinate dei punti emissivi

Punto di emissione Lat Lon

Capannone 1 506412320 m N 72642919 m E

Capannone 2 506410317 m N 72641426 m E

Capannone 3 506408284 m N 72641450 m E

Capannone 4 506406430 m N 72641896 m E

Capannone 5 506404704 m N 72642540 m E

Lrsquoattivitagrave di allevamento di polli da carne prevede attualmente un accasamento di 39500 capi con un

tipico ciclo misto (produzione di polli di peso differenziato) di una durata complessiva di circa 60 giorni

con due momenti di sfoltimento Il primo fissato a 3437 giorni al raggiungimento del peso medio di 18

kg e un secondo dopo 4547 giorni dallrsquoinizio del ciclo quando i capi rimanenti raggiungono un peso di

27 kg circa I rimanenti capi raggiungeranno il peso di circa 36 kg al termine dei 60 giorni

programmati Tra due cicli di allevamento viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle

normative vigenti della durata di 21 giorni Lrsquoazienda sviluppa dunque poco meno di 5 cicli completi ogni

anno Con lrsquoinizio del vuoto sanitario viene asportata la lettiera a cui seguono le operazioni di pulizia e

disinfezione dei ricoveri e delle attrezzature

Sulla base della disponibilitagrave di superficie utile allrsquoallevamento avicolo lrsquoAzienda Agricola Maggiolo

intende ampliare la propria capacitagrave di produzione fino ad una massimo pari a 110000 capi per ciclo

Si tratta un intervento volto ad un piugrave razionale utilizzo degli spazi senza alcun ampliamento delle

strutture esistenti Lrsquoipotesi di intervento di incremento della produzione prevede un aumento del

numero di capi accasati pari a 110 000 individui di peso variabile tra 18 e 36 kgcapo ricorrendo allo

stesso schema di allevamento giagrave attuato Si tratta dunque di cicli di allevamento di tipo misto di durata

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COD 15V055 PAGINA 121 194

complessiva pari a circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento (a 3437 giorni circa

quando i capi raggiungono un peso medio di 18 kg e a 4547 giorni quando i capi rimanenti

raggiungono un peso di 27 kg circa)

0

20000

40000

60000

80000

100000

120000

1 31 61 91 121 151 181 211 241 271 301 331 361

Cap

i n

Giorni

Stato attuale

Incremento prod

Andamento del numero di capi allevati nel corso dellrsquoanno Situazione attuale e ipotesi di incremento produttivo

Le emissioni in atmosfera raggiungono le 2 t di ammoniaca nelle condizioni attuali mentre egrave atteso nel

caso di incremento della produzione un aumento fino a 5 ta di ammoniaca Lrsquoandamento delle

emissioni rispecchia quello dellrsquoammontare dei capi accasati Entrano in gioco tuttavia anche altri fattori

come la temperatura dellrsquoaria che incide sullrsquoutilizzo degli estrattori drsquoaria e quindi sui rilasci in

atmosfera

Emissioni aziendali complessive allo stato attuale e nellrsquoipotesi incremento della produzione (1)

stima sulla base di 285 gg di attivitagrave produttiva

Composto Unitagrave di misura Emissioni totali annue (1) Emissioni totali annue (

1)

Stato attuale Ipotesi di incremento

Metano tanno 0015 0039

Ammoniaca tanno 2006 5214

PM10 tanno 0274 0711

Idrogeno solforato tanno 0014 0036

Odore UOs (media) 9763 24948

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PAGINA 122 194 Settembre 2015

Lrsquoandamento delle emissioni rispecchia quello dellrsquoammontare dei capi accasati I grafici che seguono

riportano lrsquoandamento delle emissioni dei diversi composti considerati nel corso di un anno di attivitagrave

allo stato attuale Nel caso lrsquoAzienda addotti lrsquoincremento della produzione ipotizzato si avragrave un

aumento proporzionale delle emissioni

0

2

4

6

8

10

1 61 121 181 241 301 361

kg

Giorni

NH3 (Kg)

PM10 (Kg)

Andamento attuale delle emissioni nel corso dellrsquoanno

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COD 15V055 PAGINA 123 194

0

20

40

60

80

100

1 61 121 181 241 301 361

g

Giorni

H2S (g)

CH4 (g)

Andamento attuale delle emissioni nel corso dellrsquoanno

1743 Sorgenti fugitive

Sono sorgenti fugitive i punti di rilascio di inquinanti o composti odorigeni di natura incontrollata e

involontaria di piccole dimensioni e di carattere occasionale Lrsquoimpianto di produzione animale in

esame ha una struttura assai semplice e le caratteristiche noncheacute lrsquoetagrave dei ricoveri risultano tali da

poter garantire un buon controllo degli scambi drsquoaria con lrsquoesterno

Il rilascio di odorigeni e inquinanti puograve verificarsi in occasione della pulizia dei ricoveri Tuttavia dal

sopralluogo condotto in Azienda si egrave evidenziata unrsquoattenta movimentazione dei materiali e condizioni

ottimali di pulizia dei piazzali e delle aree adiacenti i ricoveri e i silos Ciograve fa ritenere che queste

emissioni possano essere considerate trascurabili

1744 Ventilazione

I capannoni sono dotati di estrattori dellrsquoaria interna al fine di garantire le migliori condizioni di

benessere ai capi allevati sia in termini di qualitagrave dellrsquoaria che di temperatura Con lrsquoestrazione dellrsquoaria

interna si ha un flusso forzato concentrato presso gli estrattori La ventilazione deve essere sufficiente

per evitare temperature troppo elevate e lrsquoumiditagrave eccessiva Essa deve essere in grado di allontanare

le polveri e la CO2 e garantire unrsquoadeguata ossigenazione

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PAGINA 124 194 Settembre 2015

Caratteristiche del sistema di estrazione dellrsquoaria dai capannoni

Ventilatori Ndeg superfici estrattori (m2) Portata totale ventilatori (m

3h)

4+2 76 146000

8 10150 240000

8 10150 240000

8 10150 240000

8 10150 240000

I fabbisogni di aria sono piugrave elevati in estate (3-6 m3orakg di peso vivo) quando cegrave la necessitagrave di

smaltire calore in inverno sono sufficienti 1-3 m3h per kg di peso vivo (1 m

3h per kg pv egrave la soglia

convenzionale minima da garantire anche nel periodo invernale)

Sulla base delle portate stimate nel corso del ciclo di produzione si egrave determinata la

portata di odore (OER - Odour Emission Rate) data dal prodotto tra la portata e la concentrazione

espressa in ouEs

OER [ouEs] = Cod [ouEm3] x Qsorg [m

3s]

La portata volumetrica dellrsquoaria egrave stata stimata sulla base delle temperature locali e il conseguente

utilizzo degli estrattori In via prudenziale si egrave ammesso che lrsquoestrazione dellrsquoaria sia pari

indicativamente a 10 m3hcapo nella la stagione calda 2 m

3hcapo nella stagione fredda e tra i 3 e

75 m3hcapo nei mesi intermedi

175 Quadro meteoclimatico

Il Comune di Castelfranco Veneto egrave situato nella parte occidentale del territorio della Provincia di

Treviso in un ambito di transizione tra lrsquoarea di alta pianura in destra Piave e quella di bassa pianura

delimitata dalla linea delle risorgive Il territorio provinciale presenta le tipiche caratteristiche dellrsquoarea di

transizione tra i rilievi alpini ed il mare Le caratteristiche climatiche sono suddivisibili in due ambiti

principali quello settentrionale collinare-pedemontano e quello centro-meridionale costituito dallrsquoalta e

bassa pianura Il territorio del comune di Castelfranco Veneto egrave posto a cavallo tra queste ultime unitagrave

geografiche Si considerano di seguito i dati climatici relativi al territorio di interesse e i dati rilevati a

Castelfranco Veneto nel 2013 e utilizzati nello studio di dispersione

1751 Precipitazioni

Il regime pluviometrico rientra nel tipo equinoziale con due picchi di precipitazione primaverile e

autunnale pressocheacute simili in particolare risultano piugrave piovosi i mesi di aprile e ottobre mentre quelli

meno piovosi sono i mesi invernali di dicembre gennaio e febbraio La precipitazione media si attesta

attorno ai 1000 mm allrsquoanno Lrsquoarea ricade in un territorio con caratteristiche pluviometriche

complessivamente abbastanza favorevoli con precipitazioni nel periodo critico estivo di luglio e agosto

superiori ai 90 mm La stagione maggiormente piovosa egrave quella autunnale ma nel complesso le piogge

sono distribuite con una buona omogeneitagrave

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COD 15V055 PAGINA 125 194

Precipitazioni medie mensili (medie climatiche) e loro andamento nel corso del 2013

1752 Temperatura

La temperatura media annua egrave risultata compresa tra 135 e 15degC Il mese piugrave egrave risultato luglio (media

233degC) quello piugrave freddo gennaio (media 32degC) I grafici che seguono riportano lrsquoandamento delle

temperature nel corso dellrsquoanno

Le temperature massime assolute hanno raggiunto e superato nellrsquoultimo decennio i 37degC le minime

assolute risalgono invece ad anni piugrave lontani tra cui il 1985 caratterizzato da valori fino a -14degC

Legate alle temperature invernali vi egrave il fenomeno dellrsquoinversione termica che determina in talune

condizioni il ristagno dellrsquoaria nei bassi strati dellrsquoatmosfera e scarsa possibilitagrave di dispersione delle

emissioni I giorni di nebbia legati in parte a questo fenomeno possono essere anche piuttosto

numerosi fino al 30 dei giorni nel periodo invernale

0

20

40

60

80

100

120

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

mm

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PAGINA 126 194 Settembre 2015

Andamento delle temperature nel corso dellrsquoanno 2013

1753 Umiditagrave relativa

Lrsquoumiditagrave relativa egrave in genere elevata in tutte le stagioni dellrsquoanno Soprattutto in estate essa risulta

particolarmente marcata Il grafico che segue riporta i dati rilevati negli anni piugrave recenti risulta evidente

come in tutti i mesi dellrsquoanno i valori si mantengano su valori elevati e vi sia scarsa escursione tra le

diverse stagioni

-5

0

5

10

15

20

25

30

35

40

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

deg

C

Massime Minime Medie

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COD 15V055 PAGINA 127 194

Valori di umiditagrave relativa nel corso dellrsquoanno

1754 Anemolologia

Il regime dei venti rilevato presso la stazione meteorologica di Castelnuovo Veneto egrave caratterizzato da

una prevalenza delle provenienze dal quadrante nord-orientale La velocitagrave del vento egrave sempre

piuttosto contenuta con valori compresi tra 05 e 2 ms che coprono quasi la metagrave delle ore di vento La

figura riporta la rosa dei venti su base annua Le calme di vento raggiungo quasi il 20 delle ore

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

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PAGINA 128 194 Settembre 2015

Rosa dei venti e distribuzione delle classi di velocitagrave del vento

Le ore di vento teso sono limitate a pochi isolati episodi la provenienza egrave NE Nel corso dellrsquoanno la

distribuzione delle provenienze del vento e la direzione prevalente riflette nei diversi trimestri il quadro

evidenziato su base annua Le occasioni con vento piugrave teso sono concentrate nei primi due trimestri

Nel periodo piugrave caldo la ventilazione si mantiene piugrave evidente e la percentuale di ore di calma

raggiunge il minimo In autunno al contrario aumentano le calme di vento (quasi il 30 del totale) e la

provenienza del vento egrave esclusivamente settentrionale

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COD 15V055 PAGINA 129 194

Rose dei venti riferite ai diversi trimetri dellrsquoanno Stazione di Castelfranco V anno 2013

1deg trimestre

2deg trimestre

3deg trimestre

4deg trimestre

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PAGINA 130 194 Settembre 2015

1755 Classi di stabilitagrave atmosferica

Il modello di dispersione impiegato richieda la preventiva determinazione delle classi di stabilitagrave

atmosferica di Paquill (1961) Queste sono state determinate utilizzando i dati relativi alla radiazione

solare alla velocitagrave del vento e alla copertura nuvolosa questrsquoultima desunta dalle rilevazione condotte

presso lrsquoaeroporto di Treviso (Dati Metar)

Le classi di stabilitagrave atmosferica individuate fanno riferimento allo schema riportato nelle tabelle che

seguono Lrsquoelaborazione dei dati relativi al 2013 ha evidenziato come le condizioni piugrave frequenti siano

quelle prossime alla neutralitagrave con oltre il 50 delle ore dellrsquoanno

Classi di stabilitagrave atmosferica

Ore del giorno ndash Radiazione solare

Wm2

Ore della notte - Copertura

nuvolosa

Velocitagrave del

vento gt=925 924 - 675 675 - 175 lt 175 gt 48 lt= 48

lt 2 ms A A B D E F

2-3 ms A B C D E F

3-5 ms B B C D D E

5-6 ms C C D D D D

gt 6 ms C D D D D D

Classi di stabilitagrave atmosferica per lrsquoarea di Castelfranco Veneto

Classe Descrizione Numero di oreanno

A Condizioni estremamente instabili 461 53

B Condizioni moderatamente instabili 1550 177

C Condizioni leggermente instabili 358 41

D Condizioni di neutralitagrave 2455 280

E Condizioni quasi stabili 2437 278

F Condizioni moderatamente stabili 1499 171

Totale 8760 100

171 Qualitagrave dellrsquoaria

La qualitagrave dellrsquoaria egrave monitorata da alcune stazioni di misura gestite da ARPA Veneto di cui quella piugrave

vicina allrsquoarea in esame risulta essere quella di Bassano del Grappa distante non piugrave di 15 -20 km e

classificata come fondo urbano Si tratta dunque di un sito di misura con posizione e caratteristiche che

la rendono un ragionevole riferimento circa la qualitagrave dellrsquoaria nella zona in esame

Lrsquounico inquinante di interesse rilevato con regolaritagrave egrave il PM10 I dati disponibili per il 2008 e 2009

registrano un valore di concentrazione media annua di 27-29 microgm3 contenuto rispetto ai valori del

capoluogo e in linea con i limiti normativi ma anche 40-42 superamenti della soglia di 50 microgm3

Decisamente piugrave elevati sono i dati delle centraline urbane della zona che presentano un numero di

superamenti che ha toccato la soglia 50 microgm3 in oltre il doppio degli eventi

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COD 15V055 PAGINA 131 194

Dal quadro che ARPAV fornisce con i suoi periodici rapporti e dai dati qui riportati si puograve affermare

che lrsquoinquinamento da PM10 rappresenti nella provincia una problematica rilevante ma che sembra

interessare soprattutto le aree piugrave urbanizzate mentre i dati della stazione di Bassano si collocano sui

valori piugrave contenuti

Per quanto riguarda le concentrazioni di NH3 non si dispone di dati di confronto ma si segnala che in

talune zone caratterizzate da particolari attivitagrave produttive ARPAV provvede ad attivitagrave di

monitoraggio La zona in esame tuttavia non ricade tra quelle ritenute piugrave esposte ad elevate

emissioni di NH3

172 Modello di dispersione

1721 Scelta della tipologia di modello e del codice software

Per la valutazione previsionale della diffusione delle emissioni in atmosfera si egrave adottato il software

Windimula v20 elaborato da ENEA Il software richiede lrsquoinserimento di dati di base per effettuare le

simulazioni quali lrsquoestensione del dominio territoriale di analisi la scansione temporale dei dati meteo e

le emissioni unitarie Per la stima delle concentrazioni in atmosfera e delle ricadute al suolo egrave stata

eseguita una modellizzazione utilizzando il modello WinDimula Questo modello egrave inserito nellrsquoelenco

da APAT (Agenzia Italiana per la protezione dellrsquoambiente e per i servizi tecnici) dei software per la

valutazione e gestione della qualitagrave dellrsquoaria (httpwwwsmrarpaemritctn )

1722 Estensione del dominio territoriale di analisi

Lrsquoelaborazione della simulazione effettuata con il software Windimula egrave stata eseguita con

lrsquoimpostazione del dominio orografico attraverso un reticolo di 101 101 punti con un passo di 30 m

per uno sviluppo di 3 km 3 km dal centro della sorgente Nel modello si egrave considerata tra le altre

variabili di input anche lrsquoinfluenza dellrsquoorografia del territorio

1723 Scansione temporale

In questo caso si egrave adottato il modulo di simulazione del programma Windimula chiamato ldquoshort termrdquo

che permette di calcolare la distribuzione spaziale sul territorio delle concentrazioni al suolo degli

inquinanti considerati riferiti sul breve periodo Lrsquoinput meteo egrave rappresentato in questo caso da un

valore istantaneo di intensitagrave e direzione del vento Le caratteristiche del modulo sono stazionarietagrave nel

tempo delle condizioni meteo e continuitagrave dellrsquoemissione in esame Pertanto lrsquoutilizzo di questo modello

nei casi piugrave impattanti (ad es assenza vento continuitagrave dellrsquoemissione alla massima portata ipotizzata

nelle diverse situazioni di operativitagrave) egrave decisamente piugrave cautelativo rispetto al ldquomodello climatologicordquo

del software che prevede lrsquoutilizzo di cosiddette ldquojoint frequency functionsrdquo che riportano tramite

frequenze di accadimento lrsquoaggregazione di dati di velocitagrave e direzione del vento per ogni classe

stabilitagrave In pratica mentre il modulo climatologico egrave impostato sulla conoscenza di dati climatologici

variabili nellrsquoarco giornata (cioegrave considera ad esempio la durata della calma di vento la direzione

intensitagrave e durata del vento ecc) il modulo ldquoshort termrdquo riporta una sola situazione meteo per lrsquointera

giornata Si capisce come ad esempio la simulazione eseguita con calma di vento stimata per lrsquointera

giornata (modulo short term) sia diversa dalla simulazione piugrave reale ma meno cautelativa dove la

calma di vento si protrae per quella stessa giornata per meno ore e vi siano altre situazioni meteo che

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PAGINA 132 194 Settembre 2015

favoriscono un ricambio di aria (modulo climatologico) Il modulo ldquoshort termrdquo egrave consigliato oltre che per

lrsquoimpostazione piugrave cautelativa della valutazione previsionale anche per una migliore verifica dei limiti di

legge su questrsquoultimo punto il ldquomodulo climatologicordquo consente solo considerazioni qualitative e non

quantitative Il modulo di simulazione adottato egrave stato valutato da numerosi studi sullrsquoargomento (ANPA

ndash Centro tematico Nazionale Atmosfera Clima ed Emissioni ldquoAggiornamento e ampliamento della

norma UNI ldquovalutazione delle dispersioni in atmosfera di effluenti aeriformi ndash Guida ai criteri di selezione

dei modelli matematicirdquo ACE ndashTL GU ndash 00-022001 ANPA ndash Centro Tematico Nazionale Atmosfera

Clima ed Emissioni ldquoLinee guida per la selezione e applicazione dei modelli di dispersione atmosferica

per la valutazione della qualitagrave dellrsquoariardquo RT-CTN_ACE 42001)

Il modello DIMULA su cui Windimula egrave stato realizzato egrave inserito nei rapporti ISTISAN 9032 (Modelli

per la progettazione e valutazione di una rete di rilevamento per il controllo della qualitagrave dellaria) e

ISTISAN 9336 (Modelli ad integrazione delle reti per la gestione della qualitagrave dellaria) in quanto

corrispondente ai requisiti qualitativi per la valutazione delle dispersioni di inquinanti in atmosfera in

regioni limitate (caratterizzate da scale spaziali dellordine di alcune decine di km) ed in condizioni

atmosferiche sufficientemente omogenee e stazionarie

1724 Descrizione del modello

I modelli gaussiani sono i modelli matematici di trasporto e diffusione dellinquinamento atmosferico piugrave

comuni Sono basati su equazioni che descrivono il campo tridimensionale delle concentrazioni

generato da una sorgente puntiforme sotto condizioni meteorologiche e di emissione invarianti rispetto

al tempo Questo tipo di modelli considerano che le condizioni meteorologiche possano essere ritenute

omogenee e stazionarie nellarea modellata e non possono lavorare in condizioni di calma La

semplicitagrave dellapprossimazione gaussiana la sua facilitagrave drsquouso con parametri meteorologici anchessi

facili da misurare e soprattutto ladozione di questo approccio come strumento decisionale e di controllo

da parte della agenzia ambientale americana (EPA) hanno rimosso alcune delle limitazioni originali

della teoria permettendo il trattamento di situazioni complesse del mondo reale

Si riportano di seguito le principali funzioni su cui si basa il modello

La forma della soluzione del modello egrave controllata da una serie di parametri che riguardano sia

laltezza effettiva del rilascio per sorgenti calde calcolata come somma dellaltezza del camino piugrave il

sovralzo termico dei fumi che la dispersione laterale e verticale del pennacchio calcolata utilizzando

formulazioni che variano al variare della stabilitagrave atmosferica descritta utilizzando le sei classi di

stabilitagrave introdotte da Pasquill-Turner

Lrsquoequazione di base impiegata per la stima della concentrazione di un inquinante in un determinato

recettore (x y z) in un modello Gaussiano egrave la seguente

dove C (xyz) egrave la concentrazione di inquinante nellrsquoambiente (μgm3) in un determinato punto nello

spazio (recettore) le cui coordinate sono (x y z) u egrave la velocitagrave del vento (ms) σy e σz (m) sono le

deviazioni standard (o coefficienti di dispersione) in senso orizzontale e verticale Q egrave il tasso di

emissione di inquinante espresso in μg m3 s e H lrsquoaltezza a cui avviene il rilascio (m)

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COD 15V055 PAGINA 133 194

Ne consegue pertanto che nellrsquoapplicazione dei modelli gaussiani le condizioni di calma di vento

quando cioegrave la velocitagrave del vento tende a zero devono essere trattate opportunamente a causa della

proporzionalitagrave inversa esistente fra C(xyz) e u Ciograve risulta particolarmente importante in tutta la

Pianura Padana che egrave caratterizzata da unrsquoelevata frequenza di situazioni di calma di vento che

possono rendere critico lrsquoimpiego di un modello Gaussiano La particolaritagrave del modello WinDimula

tuttavia egrave quella di poter eseguire simulazioni anche per situazioni di assenza di vento grazie

allrsquoadozione del modello ridotto di CirillondashPoli (Cirillo and Poli 1992) le cui principali equazioni sono

dove α β e γ sono coefficienti che definiscono la turbolenza atmosferica e sono assegnati dal modello

in base alla classe di stabilitagrave inserita

Per maggiori dettagli riguardo alle equazioni implementate dal modello WinDimula si rimanda alla guida

del modello stesso e alla relativa letteratura scientifica (MAIND ndash Modellistica Ambientale wwwmaindit

Cirillo et al 1989 Cagnetti et al 1982 )

Il modello richiede come input

la definizione di un reticolo di calcolo

la definizione di ricettori discreti

i dati meteo - climatici a passo orario se si decide di effettuare una simulazione short-term con

una sequenza di dati orari

la definizione delle sorgenti emissive e principali caratteristiche

Il modello restituisce la concentrazione media calcolata per ogni punto della griglia indicato e per gli

eventuali ricettori discreti inseriti Si possono quindi eseguire delle elaborazioni sui risultati utilizzando

unrsquoapposita applicazione di WinDimula definita post-processore il quale tra le altre funzioni permette

di calcolare i valori dei percentili per ogni punto e controllare i limite di leggi imposti sullrsquoinquinante

considerato

Si egrave scelto di effettuare simulazioni a breve periodo (short term) di lunghezza massima di unrsquoora

utilizzando piugrave situazioni meteorologiche in sequenza in modo che venga simulato un periodo di tempo

piugrave ampio in particolare un anno

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PAGINA 134 194 Settembre 2015

1725 Dati di input del modello

Il file meteo in ingresso al modello WinDimula richiede le seguenti informazioni

dimensioni del dominio di calcolo (m)

passo del grigliato (m)

ora giorno mese e anno dellrsquoacquisizione del dato

temperatura dellrsquoaria (degK)

velocitagrave del vento (ms)

direzione di provenienza del vento (deg)

precipitazione (mm)

classe di stabilitagrave atmosferica

altezza drsquoinversione termica (m)

deviazione standard della direzione del vento

velocitagrave di attrito (ms)

lunghezza di Monin-Obukhov (m)

Il modello Windimula richiede quali dati di input i dati emissivi (concentrazione degli inquinanti emessi e

flusso nel tempo) e le condizioni iniziali ed al contorno se rilevanti Altri dati necessari riguardano

lrsquoorografia (lrsquouso del suolo interviene sulla facilitagrave con cui si muovono le masse drsquoaria) Il passo del

grigliato egrave stato posto a 50 m dando origine ad una matrice di 3600 punti di griglia

1726 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie

Per quanto attiene i composti PM10 NH3 e H2S egrave stato impostato il calcolo del valore della

concentrazione media annua

Per la componente odorigena come previsto dalle Linee Guida della Regione Lombardia egrave stato

determinato per ogni punto griglia il 98deg percentile dei valori di concentrazione oraria elaborati dal

modello Il 98deg percentile di una serie di dati rappresenta quel valore che non viene superato dal 98

dei valori della distribuzione Pertanto definire questo percentile significa individuare il valore che viene

superato per il 2 del periodo di simulazione (175 giorni lrsquoanno o 29 minuti al giorno)

Successivamente sono stati interpolati i dati calcolati e ne egrave stata predisposta una rappresentazione

grafica

Per lrsquoammoniaca non essendoci valori di riferimento si verifica invece con le rappresentazioni grafiche

e la determinazione delle concentrazioni presso i ricettori se i dati forniti dal modello superano la soglia

di 265 microgm3 valore segnalato come limite inferiore per la percezione del gas

Come giagrave sottolineato in precedenza il metano non egrave stato oggetto dello studio della dispersione in

quanto composto come altri gas serra che non interagisce direttamente con lrsquoambiente (salvo

chiaramente modificare con il suo accumulo il bilancio termico terrestre) e non ha effetti sulla salute

umana Non vi sono infine valori di riferimento o limiti per la sua concentrazione nellrsquoaria ambiente per

cui lrsquointeresse egrave esclusivamente focalizzato sui valori di emissione complessivi

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COD 15V055 PAGINA 135 194

173 Normativa di riferimento

Il tema delle emissioni di inquinanti atmosferici da parte delle attivitagrave agricole e della zootecnia in

particolare ha assunto rilevanza solo nellrsquoultimi dieci ndash ventrsquoanni quando sulla base di numerose

indagini di carattere sperimentale da cui egrave emerso come i rilasci di composti potenzialmente dannosi

per la salute umana e lrsquoambiente da parte di questi settori produttivi non fossero trascurabili come per

lungo tempo si egrave ritenuto (Ritter e Chitikela 2007)

Lrsquoattivitagrave agricola e nello specifico la zootecnia per lungo tempo sono rimaste escluse da valutazioni

accurate circa le loro emissioni e dallrsquoimposizione di vincoli o limitazioni Va tuttavia osservato che

lrsquoindustrializzazione di molte tecniche colturali e lrsquointensificazione dei processi di allevamento animale

pur conseguendo indubbi traguardi produttivi porta con seacute diverse problematiche di carattere

ambientale tra cui la concentrazione

Per quanto riguarda i rilasci in atmosfera il settore zootecnico non egrave soggetto a specifiche norma che

ne limitino le emissioni Sussistono perograve limiti alle concentrazioni di inquinanti nellrsquoaria ambiente

composti dannosi per la salute umana e per i quali gli enti regolatori devono per il loro rispetto

considerare le diverse fonti presenti sul territorio

Per i composti ad effetto serra (metano e protossido di azoto) e lrsquoammoniaca come giagrave accennato vi

sono impegni di contenimento di carattere generale al rispetto del quale tutti i settori sono chiamati a

concorrere Il Protocollo di Kyoto e i successivi accordi a carattere europeo hanno posto precisi obiettivi

per i primi mentre la riduzione delle emissioni di ammoniaca deriva dalla Convenzione UN-ECE

(Convenzione LRTAP) sul trasporto transfrontaliero degli inquinanti atmosferici

1731 Particolato

Per quanto riguarda il contributo della zootecnia alle concentrazioni di inquinanti normati assume un

certo significato il particolato fine (PM10) per il quale lrsquoapporto di questo settore al quadro emissivo

complessivo Per quanto riguarda questo inquinante la normativa di riferimento egrave il DLgs n 155 del

13082010 in attuazione della Direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria ambiente e per unrsquoaria

piugrave pulita in Europa La norma prevede

un limite alla concentrazione media annua di 40 microgm3

un limite quale concentrazione media giornaliera di 50 microgm3 che non deve essere superato

piugrave di 35 volte lrsquoanno

1732 Ammoniaca

Per quanto riguarda lrsquoammoniaca non esiste un limite per lrsquoaria ambiente definito dalle norme vigenti

anche se il tema egrave dibattuto da tempo (Alberta Environment 2004) Recentemente la Regione

Toscana (2010) nellrsquoambito di una ricognizione dei valori di riferimento per composti non normati

emessi in atmosfera ha segnalato il valore di 70 μgm3 di ammoniaca quale soglia utile per orientare

valutazioni nellrsquoambito di studi di impatto ambientale e derivante dai ldquoLivelli guida significativi per la

saluterdquo elaborati dalla Agenzia governativa USA ATSDR (httpwwwatsdrcdcgov) Negli Stati Uniti egrave

stata suggerita lrsquoadozione di limiti compresi tra 100 e 208 microgm3 Alcuni Stati USA (es Michigan) hanno

adottato il valore di riferimento dellrsquoEPA di 100 microgm3 quale media giornaliera A fini cautelativi si

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PAGINA 136 194 Settembre 2015

considera in questo rapporto come primo valore di riferimento la soglia inferiore di percezione

dellrsquoammoniaca pari a 266 microgm3 (SEPA 2010)

Per quanto riguarda gli effetti ambientali diretti lrsquoUNECE (Commissione economica per lrsquoEuropa

dellrsquoONU) ha individuato giagrave nel 1999 i seguenti valori di riferimento 3300 microgm3 (media oraria) 270

microgm3 (media giornaliera) 23 microgm

3 (media mensile) and 8 microgm

3 (media annuale) quali livelli critici ai

fini della protezione della vegetazione Piugrave recentemente il valore soglia menzionato per la media

annuale ai fini della protezione degli ecosistemi egrave stato confermato (UNECE 2004)

1733 Idrogeno solforato

Le emissioni di idrogeno solforato (H2S) nellrsquoambito della zootecnia sono legate ai processi di

decomposizione di materiale organico in particolare componenti proteici (aminoacidi) contenenti zolfo

in condizioni di anaerobiosi e alla riduzione del solfato da parte di gruppi batterici specializzati (Arogo

et al 2000) I valori di H2S tipicamente riscontrabili nellrsquoatmosfera sono inferiori a 1 ppb (15 microgm3)

Metagrave della popolazione egrave capace di avvertire lrsquoH2S giagrave a concentrazioni di 8 ppb (12 microgm3) ed il 90

riconosce il suo tipico odore a 50 ppb (150 microgm3) (Cauzillo et al 2010)

La presenza dellrsquoH2S nellrsquoazienda agricola egrave in genere legata allo stoccaggio dei reflui noncheacute alle

strutture di ricovero degli animali soprattutto nellrsquoallevamento suino e in condizioni di scarsa

ventilazione Qui lrsquoH2S puograve raggiungere valori di circa 5 ppm (75 mgm3) la soglia massima accettabile

per la protezione della salute negli ambienti di lavoro indicata dallrsquoagenzia USA OSHA (Occupational

Safety and Health Administration) egrave fissata a 10 ppm (15 mgm3) Per quanto riguarda lrsquoaria ambiente

lrsquoOrganizzazione mondiale della sanitagrave propone tre soglie di riferimento (WHO Guidelines ed 2000)

150 μgm3 quale media su 24 ore

100 μgm3 per periodi di durata compresa tra 1 e 14 gg

20 μgm3 per periodi di durata fino a 90 giorni

La normativa nazionale fissa con il DPR 322 del 1541971 (abrogato) due limiti per le immissioni di H2S

allrsquoesterno dei perimetri industriali 100 microgm3 per intervalli di 30 minuti e 40 microgm

3 per un tempo di

mediazione di 24 ore

In ambito zootecnico la presenza di H2S egrave in genere ben correlata con la problematica dellrsquoodore

prodotto dalrsquoallevamento animale Guo et al (2000) hanno osservato che esiste una correlazione

positiva significativa tra questo gas e la percezione di odori (r = 075) e che pertanto la concentrazione

di H2S puograve essere utilizzata come indicatore dei livelli di odore per allevamenti di diverse tipologie

animali Le emissioni di H2S presso gli impianti di produzione animale sono strettamente correlate con

la specie animale (Ni et al 2002) il numero di capi e la gestione dei reflui Si stima che a paritagrave di peso

vivo ed altre condizioni le emissioni di H2S siano massime nellrsquoallevamento suino in particolare per le

fasi di riproduzione seguono lrsquoallevamento bovino e quindi quello avicolo (Atia et al 2010)

1734 Composti odorigeni

Una particolare attenzione sta incontrando ormai da diversi anni la problematica legata allrsquoemissione di

composti odorigeni da parte delle attivitagrave zootecniche La crescente densitagrave degli impianti e la

insufficiente pianificazione del territorio hanno determinato una commistione fra usi del suolo non

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 137 194

sempre compatibili e le distanze che separano aree residenziali e aziende zootecniche sono risultate in

numerosi casi inadeguate

Al centro dellrsquoattenzione vi sono oltre 200 diverse molecole (Schiffman 1998) che per loro natura sono

in grado di suscitare sensazioni sgradevoli allrsquoolfatto umano Per queste non esiste una specifica

normativa a carattere nazionale e la lacuna egrave stata parzialmente colmata da provvedimenti regionali

Diverse Regioni hanno legiferato in tema di disturbi olfattivi in particolar modo rispetto al trattamento

dei rifiuti urbani e il compostaggio Norme in materia sono state emanate giagrave da tempo da parte della

Regione Lombardia (DGR n 12764 del 16042003) dalla Basilicata (DGR n 709 del 22042002)

dalla Regione Sicilia (DGR n 27 parte I del 14062002 dellrsquoAbruzzo (DGR n 400 del 26052004) e

infine dalla Regione Veneto (DGR n 568 del 25022005)

Norme specifiche sul disturbo olfattivo e mirate a trattare ogni tipologia di fonte sono state emanate

dalla Regione Lombardia (2010) con le Linee Guida approvate dopo un periodo di valutazione di oltre

un anno con Deliberazione della Giunta Regionale del 15 febbraio 2012 (DGR 15 febbraio 2012 ndash n

IX3018)

Le Linee Guida della Regione Lombardia forniscono prima di tutto indicazioni circa un percorso di

valutazione delle emissioni e di determinazione del potenziale disturbo mediante lrsquoapplicazione di

metodologie di misura quantitativa Esse prevedono inoltre lrsquoimpiego di strumenti di dispersione

modellistica per valutazioni di carattere previsionale Le Linee Guida non forniscono nella realtagrave limiti

vincolati ma prescrivono che lo studio di impatto odorigeno richiesto per attivitagrave da cui egrave ragionevole

attendersi un impatto in tal senso sviluppi mappe di impatto ldquodove devono essere riportati i valori di

concentrazione orarie di picco di odore al 98deg percentile su base annuale cosigrave come risultanti dalla

simulazione a 1 3 e 5 uoEm3 ldquoal fine di poter consentire alle autoritagrave regolatorie di disporre delle

informazioni necessarie per valutare la compatibilitagrave ambientale dellrsquoimpianto o dellrsquoattivitagrave in esame in

relazione al contesto in cui si realizzanordquo

Altre Regioni hanno in modi diversi ripreso e adottato questa esperienza La Regione Emilia ndash

Romagna persegue il contenimento del rilascio di ammoniaca e quindi di uno dei principali odorigeni

dagli impianti a biogas e dal trattamento del digestato (Regolamento regionale 28 ottobre 2011 n1)

Va osservato che in numerosi altri Paesi sono previsti strumenti normativi analoghi ma mancano

indicazioni di livello europeo Cosigrave ad esempio in Gran Bretagna le Linee Guida ldquoIPPC - Horizontal

Guidance for Odour Part 1 ndash Regulation and Permittingrdquo (2002) che individuano quali limiti di

concentrazione di odore al 98deg percentile le soglie di 15 uoEm3 30 ouEm

3 60 ouEm

3 nel caso

rispettivamente di tipologie industriali ad ldquoelevatordquo ldquomediordquo o ldquobassordquo potenziale di molestia In Francia

la norma destinata alla protezione dalle emissioni di impianti di compostaggio prevede che entro un

raggio di 3000 m dai confini dellrsquoimpianto stesso non si debba superare il limite di 5 ouEm3

per piugrave di

175 ore allrsquoanno corrispondenti ad una frequenza del 2 (98deg percentile) (JORF du 22 Avril 2008) Un

quadro delle modalitagrave di valutazione delle emissioni odorigene dal settore zootecnico in diversi Paesi

europei egrave riportato in EPA ndash Ireland (2001)

Lrsquoapplicazione delle Linee Guida della Regione Lombardia assume al fine di condurre stime di

carattere previsionale il composto odorigeno come una miscela teorica di sostanze diverse Questa

viene trattata come un ldquoinquinanterdquo e ne viene stimato il rilascio e simulata la dispersione Lrsquoodore egrave

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PAGINA 138 194 Settembre 2015

espresso in termini di concentrazione definita in conformitagrave alla UNI EN 137252004 ed egrave assimilabile

nellambito delle simulazioni di dispersione ad ununica pseudo-specie che si disperde nellatmosfera in

forma gassosa (quindi non particellare)

174 Risultati delle simulazioni

1741 Composti odorigeni

I risultati delle elaborazioni condotte con il modello Windimula sono riportati per i ricettori considerati

nella tabella che segue Questa evidenzia valori di concentrazione di odorigeni stimati presso le

abitazioni individuate noncheacute presso i ricettori discreti individuati a distanza di 500 m dalle strutture

zootecniche

I valori riportati sono tutti inferiori alla soglia di 1 ouEm3 e consentono di affermare che presso le

residenze individuate in prossimitagrave dellrsquoAzienda e piugrave in generale oltre i 500 m di distanza le

concentrazioni di composti odorigeni non andranno a creare condizioni di disturbo Le concentrazioni

piugrave elevate di odore si riscontrano presso gli estrattori e comunque si mantengono ovunque allrsquointerno

del perimetro aziendale su livelli contenuti (5 ouEm3)

Secondo le Linee Guida della Regione Lombardia il valore di 1 ouEm3 per il 98 percentile delle ore

dellrsquoanno indica che per un numero limitato di ore appunto meno del 2 vi potragrave essere percezione

delle emissioni ma ciograve saragrave avvertito solo dalla porzione piugrave sensibile della popolazione I valori

risultano sempre inferiori a questa soglia anche nel caso lrsquoAzienda si orienti verso un incremento della

produzione utilizzando al meglio gli spazi disponibili

La distribuzione attesa delle concentrazioni (98deg percentile delle concentrazioni medie orarie) di odore

in prossimitagrave dellrsquoAzienda egrave riportata graficamente Dalla mappa si rileva chiaramente la modesta entitagrave

delle concentrazioni che si possono raggiungere anche nei periodi meno favorevoli alla dispersione

Allontanandosi dallrsquoAzienda i giagrave modesti valori si riducono rapidamente e risultano del tutto trascurabili

a poche centinaia di metri di distanza Lrsquoelaborazione relativa allrsquoipotesi di incremento della produzione

non modifica il quadro complessivo descritto La rappresentazione grafica delle ricadute non mostra

particolaritagrave di rilievo La isolinea indicante la concentrazione di 3 ouEm3 sempre riferita al 98deg

percentile delle stime orarie corre in prossimitagrave del confine dellrsquoAzienda La isolinea indicante la

concentrazione di 1 ouEm3 non raggiunge le abitazioni e si sviluppa in direzione sud-ovest

coerentemente con i venti dominanti

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COD 15V055 PAGINA 139 194

Valori di concentrazione previsti dal modello di dispersione presso le abitazioni

Distanza dalle

sorgenti (m)

98deg percentile (ouEm3)

Stato attuale

98deg percentile

(ouEm3)

Incremento

produzione

1 residenza Nord 400 lt 05 lt 05

2 residenza Est 426 lt 05 lt 05

3 residenza Sud 387 lt 05 055

Valori di concentrazione previsti dal modello di dispersione per i ricettori discreti

Ricettori discreti Distanza dalle

sorgenti (m)

98deg percentile (ouEm3)

Stato attuale

98deg percentile

(ouEm3)

Incremento

produzione

N 500 0175 0208

W 500 0641 0504

S 500 0289 0444

E 500 0158 0302

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PAGINA 140 194 Settembre 2015

Concentrazione di composti odorigeni (98degpercentile) (in ouEm

3) con emissioni attuali Sono

riportate rispettivamente in verde e giallo e rosso le isolinee 1 e 3 ouEm3

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COD 15V055 PAGINA 141 194

Concentrazione media oraria di composti odorigeni (98degpercentile) (in ouEm3) nellrsquoipotesi di

incremento produttivo Sono riportate rispettivamente in verde giallo e rosso le isolinee 13 e 5

ouEm3

1742 Ammoniaca

Il modello di dispersione fornisce il quadro delle concentrazioni attese di NH3 sulla base delle emissioni

prodotte nel corso dellrsquoattivitagrave produttiva La Tabella 13 fornisce il quadro delle ricadute di questo

composto in prossimitagrave delle strutture di produzione Sono riportati i valori di concentrazione media

annua presso le abitazioni e i recettori discreti

Il valore di concentrazioni media annua stimato presso le sorgenti di emissione corrispondenti alla

bocca degli estrattore egrave 7 microgm3 il valore massimo giornaliero presso lrsquoimpianto egrave stimato in 14 allo

stato attuale A breve distanza ancora allrsquointerno del perimetro aziendale le concentrazioni calano

rapidamente e raggiungono presso le abitazioni individuate per la valutazione degli odorigeni livelli

inferiori a 1 microgm3 notevolmente inferiori alla soglia di percezione del composto

Nel caso lrsquoAzienda si orienti in direzione di un incremento produttivo come descritto in precedenza egrave

atteso un aumento delle emissioni di ammoniaca presso lrsquoimpianto il valore di concentrazione media

annua attesa saragrave di 95 microgm3 mentre il valore massimo giornaliero potragrave raggiungere i 185 microgm

3

Valori di concentrazione di ammoniaca determinati dal modello di dispersione presso le abitazioni

Distanza dalle sorgenti Concentrazione

media annua

stato attuale

Concentrazione

media annua

incremento produttivo

(m) microgm3 microgm

3

1 residenza Nord 400 lt 05 lt 05

2 residenza Est 426 lt 05 lt 05

3 residenza Sud 387 lt 05 lt 05

Valori di concentrazione di ammoniaca determinati dal modello di dispersione presso i ricettori

discreti

Distanza dalle sorgenti Concentrazione

media annua

Stato attuale

Concentrazione

media annua

Incremento produttivo

(m) microgm3 microgm

3

Estrattori 0 5051 6920

N 500 0102 0156

W 500 0284 0392

S 500 0244 0329

E 500 0130 0174

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PAGINA 142 194 Settembre 2015

Concentrazione media annua di NH3 (in microgm

3) ndash Situazione attuale

Concentrazione media annua di NH3 (in microgm3) ndash Ipotesi di incremento produttivo

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COD 15V055 PAGINA 143 194

1743 Particolato fine

I valori attesi di PM dati dallrsquoelaborazione modellistica sono assai contenuti presso lrsquoarea dellrsquoimpianto

la concentrazione media annua data dalle sole emissioni dellrsquoimpianto si attesta sul valore di 26 microgm3

Allontanandosi di poche centinaia di metri le concentrazioni attese calano drasticamente e raggiungono

valori poco significativi Sia nelle condizioni attuali che con lrsquoincremento di produzione previsto le

concentrazioni presso i ricettori individuati si attestano su valori inferiori o pari a 1 microgm3

Valori di concentrazione di PM10 determinati dal modello di dispersione presso le abitazioni

Distanza dalle

sorgenti

Concentrazione

media annua

stato attuale

Concentrazione

media annua

incremento produttivo

(m) microgm3

microgm3

1 residenza Nord 400 1049 143

2 residenza Est 426 lt 05 0505

3 residenza Sud 387 lt 05 lt05

Valori di concentrazione di PM10 determinati dal modello di dispersione per i ricettori discreti

Distanza dalle

sorgenti

Concentrazione

media annua

Stato attuale

Concentrazione

media annua

Incremento produttivo

(m) microgm3

microgm3

Estrattori 0 2604 354

N 500 0657 0745

W 500 1199 1630

S 500 0950 1290

E 500 0748 1018

Le mappe che seguono riportano la distribuzione delle ricadute delle emissioni di PM10 Si osserva

come la superficie interessata dalle ricadute sia estremamente contenuta e non interessi le abitazioni

piugrave prossime allrsquoAzienda

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PAGINA 144 194 Settembre 2015

Concentrazione media annua di PM10 (in microgm

3) ndash Situazione attuale

Concentrazione media annua di PM10 (in microgm

3) ndash Ipotesi di incremento produttivo

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COD 15V055 PAGINA 145 194

1744 Idrogeno solforato

I valori attesi di idrogeno solforato dati dallrsquoelaborazione modellistica sono come per gli altri composti

molto modesti Presso lrsquoarea dellrsquoimpianto la concentrazione media annua data dalle sole emissioni

dellrsquoimpianto si attesta sul valore di 114 microgm3

Allontanandosi di poche centinaia di metri le

concentrazioni attese calano ulteriormente e raggiungono valori del tutto trascurabili Sia nelle

condizioni attuali che con lrsquoincremento di produzione previsto le concentrazioni presso i ricettori

individuati si attestano su valori inferiori o pari a 1 microgm3 quindi ben al disotto della soglia di percezione

del composto

Valori di concentrazione di idrogeno solforato determinati dal modello di dispersione presso le

abitazioni

Distanza dalle

sorgenti

Concentrazione

media annua

stato attuale

Concentrazione

media annua

incremento produttivo

(m) microgm3 microgm

3

1 residenza Nord 400 0012 0058

2 residenza Est 426 0015 0020

3 residenza Sud 387 0011 0044

Valori di concentrazione di idrogeno solforato determinati dal modello di dispersione per i ricettori

discreti

Distanza dalle

sorgenti

Concentrazione

media annua

Stato attuale

Concentrazione

media annua

Incremento produttivo

(m) microgm3 microgm

3

Estrattori 0 1140 1560

N 500 0024 0033

W 500 0022 003

S 500 0046 0605

E 500 0854 0063

Le mappe che seguono riportano la distribuzione delle ricadute delle emissioni di H2S Si osserva come

la superficie interessata dalle ricadute sia estremamente contenuta e non interessi le abitazioni piugrave

prossime allrsquoAzienda

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PAGINA 146 194 Settembre 2015

Concentrazione media annua di H2S (in microgm3) ndash Situazione attuale

Concentrazione media annua di H2S (in microgm3) ndash Ipotesi di incremento produttivo

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COD 15V055 PAGINA 147 194

175 10 Considerazioni conclusive

Sono state analizzate le emissioni di alcuni inquinanti normati gas ad effetto serra e composti odorigeni

emessi dalle strutture produttive dellrsquoAzienda Agricola Maggiolo Lrsquoesame egrave stato condotto rispetto

allrsquoattuale livello di produzione dellrsquoallevamento avicolo e considerando unrsquoipotesi di aumento dei capi

accasati

Lrsquoaumento dei capi allevati nel corso dei cicli di produzione annui determina un aumento del rilascio di

in atmosfera da parte delle strutture dellrsquoallevamento proporzionale al numero di capi LrsquoAzienda si

trova in una zona idonea allrsquoallevamento per la relativamente scarsa densitagrave abitativa e la presenza di

una fascia di colture agricole che la separa dalle abitazioni piugrave prossime

Per verificare quale possano essere le concentrazioni di odorigeni PM10 H2S e NH3 nellrsquoarea

circostante lrsquoAzienda egrave stata condotta una indagine modellistica mediante il software Windimula

Questa ha evidenziato presso le abiazioni e ricettori discreti posizionati a 500 m valori molto contenuti

di tutti i composti considerati

La valutazione del potenziale disturbo legato a composti odorigeni egrave stata condotta secondo quanto

previsto dalle Linee Guida in materia predisposte dalla Regione Lombardia Le tre abitazioni poste ad

alcune centinaia di metri dallrsquoimpianto zootecnico non risultano interessati da disturbi olfattivi Anche i

valori di concentrazione attesi per NH3 e H2S non si ritiene possano avere impatto olfattivo

In conclusione si puograve ritenere che la presenza dellrsquoattivitagrave di produzione avicola condotta dallrsquoAzienda

Maggiolo non determini attualmente condizioni di disturbo olfattivo o apporti rilevanti di inquinati da

modificare il quadro locale della qualitagrave dellrsquoaria Con riferimento allrsquoincremento di capi da accasare di

cui egrave richiesta lrsquoautorizzazione si ritiene che ciograve pur determinando un modesto incremento delle

emissioni non comporteragrave alterazioni della qualitagrave dellrsquoaria e lrsquoemissione di odorigeni pur

occasionalmente percepita non causeragrave disturbi di natura olfattivo presso le abitazioni piugrave prossime

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PAGINA 148 194 Settembre 2015

18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALLrsquoATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO

181 Assi viari interessati dal traffico indotto

I flussi di traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento dellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave legato al trasporto

dei capi da e per lrsquoallevamento allrsquoapprovvigionamento di materie prime (in particolare mangime) ed al

trasporto dalla pollina a fine ciclo

I pulcini arrivano da San Pietro in Gugrave Dallo stesso comune arriva il mangime dai mangimifici del

gruppo Veronesi I capi sono portati ai macelli di Vazzola e San Martino Buonalbergo La pollina

viene tutta consegnata ad una fungaia Agrifung localizzata a Trevignano

La tabella che segue riporta le distanze tra lrsquoazienda agricola e le realtagrave aziendali

Distanze percorse dai mezzi

Consegna Distanza km Tipologia di strade

San Pietro in Gugrave Pulcini

Mangime

245 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti

Vazzola Capi a fine ciclo 515 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti

San Martino

Buonalbergo

Capi a fine ciclo 879 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti

Trevignano Pollina 167 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti

Nelle immagine sotto riportate viene indicata la viabilitagrave interessata dai mezzi di trasporto e che

verranno utilizzate per il trasporto dei capi a inizio e fine ciclo e delle materie

Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso Vazzola (da Google map)

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COD 15V055 PAGINA 149 194

Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso San Pietro in Gugrave (da Google map)

Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso San Martino Buon Albergo (da Google map)

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PAGINA 150 194 Settembre 2015

Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso Trevignano (da Google map)

182 Stima del traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento

Durante il periodo di carico (accasamento) dei capi sono necessari attualmente 2 mezzi per ciclo

quando nello scenario di progetto si prevedono circa 6 mezzi per ciclo

Per il trasporto del mangime sono necessari attualmente circa 12 mezzi per ciclo (con autocisterne da

30 t) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 30 mezzi per ciclo (sempre con autocisterne

da 30 t)

Per il trasporto della pollina prodotta sono necessari attualmente circa 2 mezzi per ciclo (con mezzi da

30 t di cui il 70 di portata utile) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 5 mezzi per ciclo

(sempre da 30 t)

Durante il periodo di scarico dei capi sono necessari attualmente considerando un tipico ciclo misto

(come indicato nel quadro di riferimento progettuale) 2 mezzi per il primo sfoltimento (polli da 18 kg) 2

mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 27 kg) e quindi 6 mezzi per lrsquoultimo lo scarico dei polli da 36

kg Nello scenario di progetto considerando sempre lo stesso tipico ciclo misto saranno necessari 5

mezzi per il primo sfoltimento (polli da 18 kg) 4 mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 27 kg) e

quindi 16 mezzi per lrsquoultimo lo scarico dei polli da 36 kg

Contemporaneamente egrave possibile che il trasporto di mangime possa coincidere con il periodo si carico

dei capi essendo quindi possibile che il traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamenti sia pari ad un

massimo giornaliero (svolto nel solo periodo diurno) di 3 mezzi pesanti nella situazione attuale e 5

mezzi pesanti nello scenario di progetto

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COD 15V055 PAGINA 151 194

Situazione attuale e scenario di progetto ndash trasporto di materie

Trasporto capi

situazione attuale

scenario di progetto

Mezzi di trasporto inizio ciclo n capi 39500 110000

Mezzi di trasporto n 20 60

Mezzi di trasporto fine ciclo al macello

situazione attuale

scenario di progetto

sfoltimento a 18 kg n capi 111318 310000

Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 111318 310000

Peso vivo kgcapo 18 200 558

Numero di gabbie n capi per gabbia 48 2319 6458

Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n 20 50

sfoltimento a 27 kg n capi 71818 200000

Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 71818 200000

Peso vivo kgcapo 27 194 540

Numero di gabbie n capi per gabbia 32 2244 6250

Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n

20 40

sfoltimento a 36 kg n capi 211864 590000

Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 211864 590000

Peso vivo kgcapo 36 763 2124

Numero di gabbie n capi per gabbia 24 8828 24583

Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n

60 160

Mangime

situazione attuale

scenario di progetto

Fabbisogno di mangime t ciclo 3144 8392

Mezzo di trasporto (autocisterne da 30 t) n ciclo

120 300

Pollina a fine ciclo

situazione attuale

scenario di progetto

Produzione di pollina (dato medio considerata la consistenza media al netto della mortalitagrave) kgcapo 135 141

Produzione di pollina t ciclo 320 892

Mezzo di trasporto (30 t di cui 70 portata utile) n

20 50

situazione attuale

scenario di progetto

Mezzi di trasporto complessivi per ciclo n ciclo 260 660

Flusso massimo contemporaneo n giorno

30 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t

50 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t contemporanea allo sfoltimento

dei capi

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PAGINA 152 194 Settembre 2015

Situazione attuale ndash tipico ciclo misto

numero di

capi Scorta di Mangime

Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine

ciclo Mezzi pollina

Totale mezzi massimo gg

850 30

30

1 19750 844

10

10

2 39500 833

10

10

3 39500 822

-

4 39500 811

-

5 39500 799

-

6 39500 788

-

7 39500 777

-

8 39500 766

-

9 39500 754

-

10 39500 743

-

11 39500 712

-

12 39500 682

-

13 39500 651

-

14 39500 620

-

15 39500 589

-

16 39500 559

-

17 39500 528

-

18 39500 497

-

19 39500 466

-

20 39500 436

-

21 39500 405

-

22 39500 326

-

23 39500 247

-

24 39500 168

-

25 39500 89

-

26 39500 10

-

27 39500 781 30

30

28 39500 702

-

29 39500 623

-

30 39500 544

-

31 39500 465

-

32 39500 386

-

33 39500 307

-

34 39500 228

-

35 39500 149

-

36 28368 92

20

20

37 28368 35

-

38 28368 829 30

30

39 28368 772

-

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COD 15V055 PAGINA 153 194

numero di

capi Scorta di Mangime

Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine

ciclo Mezzi pollina

Totale mezzi massimo gg

40 28368 715

-

41 28368 659

-

42 28368 602

-

43 28368 545

-

44 28368 488

-

45 28368 432

-

46 21186 352

20

20

47 21186 273

-

48 21186 193

-

49 21186 114

-

50 21186 34

-

51 21186 805 30

30

52 21186 725

-

53 21186 646

-

54 21186 567

-

55 21186 487

-

56 21186 408

-

57 21186 328

-

58 13506 278

20

20

59 5826 256

20

20

60 - 256

20

20

61

20

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 154 194 Settembre 2015

Scenario di progetto ndash tipico ciclo misto

numero di capi

Scorta di Mangime

Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine

ciclo Mezzi pollina

Totale mezzi massimo gg

850 30

30

1 18333 845

10

10

2 36667 834

10

10

3 55000 819

10

10

4 73333 798

10

10

5 91667 772

10

10

6 110000 740

10

10

7 110000 709

-

8 110000 678

-

9 110000 646

-

10 110000 615

-

11 110000 529

-

12 110000 444

-

13 110000 358

-

14 110000 272

-

15 110000 187

-

16 110000 101

-

17 110000 16

-

18 110000 780 30

30

19 110000 694

-

20 110000 609

-

21 110000 523

-

22 110000 303

-

23 110000 83

-

24 110000 713 30

30

25 110000 493

-

26 110000 273

-

27 110000 53

-

28 110000 683 30

30

29 110000 463

-

30 110000 243

-

31 110000 23

-

32 110000 653 30

30

33 110000 433

-

34 110000 213

-

35 94640 24

20

20

36 79280 685 30 20

50

37 79000 527

10

10

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 155 194

numero di capi

Scorta di Mangime

Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine

ciclo Mezzi pollina

Totale mezzi massimo gg

38 79000 369

-

39 79000 211

-

40 79000 53

-

41 79000 745 30

30

42 79000 587

-

43 79000 429

-

44 68760 291

20

20

45 59000 70

20

20

46 59000 699 30

30

47 59000 477

-

48 59000 256

-

49 59000 35

-

50 59000 664 30

30

51 59000 442

-

52 59000 221

-

53 59000 850 30

30

54 51320 657

20

20

55 43640 494

20

20

56 35960 359

20

20

57 28280 253

20

20

58 20600 176

20

20

59 12920 127

20

20

60 5240 108

20

20

61 -

20

20

62

20 20

63

20 20

64

10 10

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PAGINA 156 194 Settembre 2015

19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO

191 Premessa

La valutazione previsionale dellimpatto acustico comprese le misure fonometriche egrave stata eseguita dal

Dott Mario Zambrini e dallrsquoIng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel campo dellrsquoacustica

ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti rispettivamente con

Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714 del 3 Dicembre 2010

192 Stima dellrsquoimpatto acustico ndash modello di simulazione

Per la stima dellrsquoimpatto acustico determinato dalle attivitagrave di allevamento egrave stato utilizzato il software

Soundplan (versione 74) che utilizza quale riferimento di calcolo la norma internazionale ISO 9613-

21996 ldquoAcoustics ndash Attenuation of sound during propagation outdoors ndash Part 2 general method of

calculationrdquo per le sorgenti sonore puntuali

Il metodo di stima proposto dalla norma internazionale ISO 9613 consente di calcolare in

corrispondenza dei recettori acustici i livelli di pressione sonora associati alla presenza di un insieme di

sorgenti sonore

Tale modello calcola i livelli di pressione sonora determinati da una o piugrave sorgenti sonore in

corrispondenza di un numero potenzialmente infinito di recettori (LAT) al netto delle attenuazioni della

pressione sonora che ne influenzano la propagazione nel caso dellrsquoallevamento oggetto di valutazione

il modello considera dunque lrsquoattenuazione determinata dalla barriere (attenuazione determinata dalla

presenza di schermibarriere fisiche tra la sorgente ed il recettore Abar ovvero in questo caso

prevalentemente dallrsquoorografia del territorio ed i manufatti esistenti) divergenza geometrica (Adiv) (in

base allrsquoipotesi di propagazione del rumore in campo sferico) dallrsquoassorbimento dellrsquoatmosfera (Aatm) ed

alla cosiddetta ldquorugositagraverdquo del terreno (Agr)

ISO 9613-21996

(estratto riassuntivo illustrativo dei parametri utilizzati nella presente simulazione)

LAT = LW + Dc ndash (Adiv + Aatm + Agr + Abar) - Cmet

in cui

LAT livello equivalente di pressione sonora in corrispondenza del recettore acustico

LW livello di potenza sonora

Dc correzione che tiene conto della eventuale direttivitagrave della propagazione del rumore che nel caso di

una sorgente omnidirezionale risulta pari a 0 dB(A)

Adiv (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)

Aatm (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)

Agr (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)

Abar (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)

Cmet fattore di correzione meteoclimatico dipendente dalla direzione e velocitagrave del vento e del gradiente di

temperatura (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996) ndash non considerato nelle presenti

simulazioni

Nellrsquoambito delle simulazioni condotte tutte le sorgenti sonore sono considerate omnidirezionali

Nella stima dellrsquoAGr egrave stato utilizzato nelle simulazioni relative alle situazione attuale e allo scenario di

progetto un coefficiente ldquoGrdquo pari a 06 legato alla presenza di terreni porosi (che includono prato e

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 157 194

pascolo presenza di vegetazione e alberi o aree a seminativi)

Nellrsquoambito delle simulazioni condotte si sono assunti valori di temperatura umiditagrave e pressione

atmosferica rispettivamente pari a 10ordmC 70 e 101325 mbar

Per la stima del contributo dei flussi di traffico indotto dalle attivitagrave dellrsquoallevamento egrave stato utilizzato lo

software Soundplan adottando quale riferimento di calcolo il codice NMP ndash Routes ndash 96 (sviluppato da

SETRA-CERTU-LCP-CSTB) raccomandato dalla Commissione Europea per la determinazione dei

livelli sonori generati da traffico veicolare25

Le simulazioni acustiche sono state elaborate adottando i seguenti parametri numero di riflessioni pari

a 3 (utilizzato anche nel calcolo dei livelli di pressione in corrispondenza dei singoli edifici) griglia di

calcolo di 10 m di lato livello di interpolazione massimo di 9x9 (equivalente ad una stima dei livelli per

81 recettori interni alla cella) stima dei livelli di pressione ad una altezza di 4 m dal terreno nel caso

delle mappe acustiche ed in corrispondenza dei singoli recettori collocati al piano terreno eo al primo

piano

Sulla base di tali input il modello egrave quindi in grado di elaborare e rappresentare le curve isofoniche

corrispondenti ad altrettanti livelli di pressione sonora (espressi in questo caso come Livello sonoro

equivalente ponderato A ndash LAeq) previsti nellrsquointorno dellrsquoallevamento di progetto ovvero determinare il

livello di pressione sonora ipotizzabile in facciata ad ogni edificio individuato Le simulazioni tengono

inoltre in considerazione la presenza dei manufatti presenti sul territorio

Gli esiti delle simulazioni effettuate vengono rappresentati in forma grafica mediante mappe che

riportano le curve isofoniche per la visualizzazione dei livelli di pressione sonora (come contributo delle

sorgenti simulate) relativamente a tutto il territorio potenzialmente interessato

In corrispondenza dei singoli edifici presenti sul territorio si restituiscono invece puntualmente i livelli

di pressione sonora in facciata

Mappe acustiche riportate in allegato cartografico

Griglia di calcolo Scala di restituzione cartografica

Situazione attuale e scenario di progetto

Mappa acustica relativa al periodo diurno serale e notturno senza traffico indotto ndash solo sistema di ventilazione alla massima potenza

10 x 10 m 110000 13500

Situazione attuale

Mappa acustica relativa al periodo diurno durante le giornate con traffico indotto (sistema di ventilazione sempre alla massima potenza)

10 x 10 m 110000 13500

Scenario di progetto

Mappa acustica relativa al periodo diurno durante le giornate con traffico indotto (sistema di ventilazione sempre alla massima potenza)

10 x 10 m 110000 13500

25

Raccomandazione della Commissione del 6 Agosto 2003 concernente le linee guida relative ai metodi di calcolo aggiornati per il rumore dellrsquoattivitagrave industriale degli aeromobili del traffico veicolare e ferroviario e relativi dati di rumorositagrave (2003613CE)

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PAGINA 158 194 Settembre 2015

193 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici

Secondo il Piano di Classificazione Acustica del comune di Castelfranco Veneto approvato con

deliberazione del Consiglio Comunale n 103 del 3172003 si rileva che lrsquoarea oggetto di analisi si

colloca allrsquointerno della classe III ndash aree di tipo misto Come specifica anche la Relazione Illustrativa

ldquorientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento

con media densitagrave di popolazione con presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di

attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano

macchine operatricirdquo

Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Riese Pio X classifica lrsquoarea a sud ovest del comune

al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego in classe acustica II ldquoaree

destinate a uso prevalentemente residenzialerdquo Per tali aree ldquoIl DPCM 1391 determina che siano

inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con

bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali e assenza di attivitagrave

industriali e artigianali In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui lrsquoabitare egrave

evidentemente la funzione prioritaria e in cui mancano o comunque non sono significative le attivitagrave

commerciali che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni (negozi di generi

alimentari artigianato di servizio ecc) Lrsquoassenza di importanti assi di attraversamento e di strade

principali di connessione urbana lrsquoassenza di attivitagrave industriali e dellrsquoartigianato produttivo assieme

alla bassa densitagrave di popolazione consentono di individuare indicativamente tali aree solo in alcune

zone C del PRG vigente In particolare lrsquoassenza di attivitagrave di artigianato produttivo diventa elemento di

riconoscimento delle zone C da inserire in classe IIrdquo

Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castello di Godego individua la zona a nord est al

confine con il comune di Castelfranco Veneto in classe III ndash aree di tipo misto Come per il Piano di

Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato per le aree che

ricadono in questa classe valgono le prescrizioni del DPCM 1391

Lrsquoindividuazione dei potenziali recettori acustici egrave stata effettuata sulla base della Carta Tecnica

Regionale e sulla base del sopraluogo effettuato in loco noncheacute delle foto aeree

La tavola ldquoClassificazione acustica del territoriordquo (inclusa nellrsquoallegato cartografico) riporta lo stralcio

delle classificazioni acustiche dei tre comuni Nella stessa tavola vengono indicati i potenziali recettori

acustici selezionati collocati a minor distanza della azienda agricola ovvero degli assi viari interessati

dal traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento

La seguente tabella riporta lrsquoelenco dei manufatti selezionati ai fini della presente valutazione e

relativamente ai quali sono stati posizionati i recettori sul lato piugrave esposto allrsquoattivitagrave di allevamento e

relativo traffico indotto

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COD 15V055 PAGINA 159 194

Potenziali recettori acustici (coordinate in sistema UTM WGS 84 zona 32 N)

Identificativo

recettore X Y Classe acustica VL immissione PD VL immissione PN

1 1726859 5064272 III 60 50

2 1726864 5064266 III 60 50

3 1726856 5064232 III 60 50

4 1726922 5064206 III 60 50

5 1726949 5064191 III 60 50

5n 1726941 5064196 III 60 50

5o 1726936 5064188 III 60 50

6 1726959 5064155 III 60 50

7 1727065 5064088 III 60 50

8 1727050 5064031 III 60 50

9n 1727023 5064026 III 60 50

9o 1727002 5064016 III 60 50

10 1727012 5063904 III 60 50

11 1726990 5063891 III 60 50

12 1726507 5063724 III 60 50

13 1726500 5063705 III 60 50

14 1726466 5063737 III 60 50

15 1726444 5063767 III 60 50

16 1726343 5063718 III 60 50

17 1726312 5063786 III 60 50

18 1726289 5063814 III 60 50

19 1726226 5063793 III 60 50

20 1726164 5063784 III 60 50

21 1726290 5063869 III 60 50

22 1726554 5064499 III 60 50

23 1726579 5064501 III 60 50

24 1726603 5064543 III 60 50

25 1726613 5064568 III 60 50

26 1726674 5064584 III 60 50

27 1726676 5064569 III 60 50

28 1726685 5064555 III 60 50

29 1726700 5064539 III 60 50

30 1726712 5064518 III 60 50

31 1726730 5064494 III 60 50

32 1726748 5064476 III 60 50

Az 1726547 5064199 III 60 50

S1 1727237 5063387 III 60 50

S2 1727215 5063351 III 60 50

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PAGINA 160 194 Settembre 2015

194 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate allrsquoattivitagrave di allevamento

1941 Sorgenti fisse e sorgenti mobili

Le principali sorgenti sonore dellrsquoallevamento polli da carne sono costituite dal sistema di ventilazione

forzata che garantisce idonee condizioni interne ai capannoni di allevamento La ventilazione dei

capannoni egrave di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete collocati nel lato

ovest di ciascun capannone nel capannone 1 2 ventilatori sono collocati nella parete laterale (sempre

lato ovest)

Ventilazione dei capannoni

Capannone Modello

EM50

Modello

ED36HE

1 6 -

2 8 -

3 8 -

4 8 -

5 4 2

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COD 15V055 PAGINA 161 194

Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola 5 capannoni con relative sorgenti puntuali

(ventilatori assiali a parete) edificio residenziale del proprietario e gestore dellrsquoazienda agricola 3

manufatti (ricovero materiali e attrezzature agricole)

(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture)

Il regime di funzionamento dei ventilatori varia in funzione della fase di sviluppo dei capi del numero

presente in ciascun capannone ma principalmente dalle condizioni meteo climatiche variabile

chiaramente nellrsquoarco dellrsquoanno

In ogni caso sia nella situazione attuale che nello scenario di progetto in particolari condizioni di

temperatura e umiditagrave i ventilatori funzionano a pieno regime e tutti contemporaneamente In entrambi

gli scenari le simulazioni sono state effettuata assumendo in via cautelativa il funzionamento di tutti i

ventilatori a pieno regime

Nella tabella che segue si riportano i livelli di pressione sonora (misurati a 2 m di distanze dalla

sorgente) garantite dalla casa produttrice Munters relativamente ai modelli di ventilatori in uso

nellrsquoazienda agricola Maggiolo

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PAGINA 162 194 Settembre 2015

Livelli di pressione sonora dB(A) a 2 m

dalla sorgente

Fonte Munters specifiche tecniche dei modelli

EMEMS ndash EDHEEDSHE-EC air extraction

circulation fan ndash Declaration of conformity (2013)

Situazione attuale e scenario di progetto - Sorgenti fisse simulate

Capannone Modello EM50

Livello di

potenza sonora

dB(A) delle

singole sorgenti

Modello ED36HE

Livello di potenza

sonora dB(A) delle

singole sorgenti

1 4 882 2 958

2 8 882 - -

3 8 882 - -

4 8 882 - -

5 6 882 - -

I livelli di pressione indicati dalla casa produttrice sono stati convertiti in livelli di potenza sonora

associando al ventilatore una propagazione semisferica Come prima analisi egrave stato stimato il livelli di

pressione sonora a 2 m di distanza di un ventilatore (modello ED36 e modello EM50) collocato nella

parete di uno dei 5 capannoni su una superficie riflettente poicheacute la sorgente egrave collocata in una parete

la simulazione egrave stata effettuata considerando un coefficiente di correzione pari a + 3 dB(A)

In corrispondenza del punto collocato a 2 m la simulazione con un ventilatore ED36HE ha portato ad un

livello di pressione sonora pari a 831 dB(A) in linea con il dati fornito dalla casa produttrice che

chiaramente egrave stato determinato in condizioni controllate non riproducili

In corrispondenza del punto collocato a 2 m la simulazione con un ventilatore EM50 ha portato ad un

livello di pressione sonora pari a 754 dB(A) in linea con il dati fornito dalla casa produttrice che

chiaramente egrave stato determinato in condizioni controllate non riproducili

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 163 194

Ricostruzione del modello 3D per

la verifica della conversione del

livello di pressione sonora in

livello di potenza sonora

Relativamente al traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento nella situazione attuale e nello scenario

futuro egrave stato simulato il traffico indotto dalla normale attivitagrave svolta e che si svolgeragrave nellrsquoazienda

agricola considerando il numero massimo di mezzi pesanti che in una stessa giornata arrivano ed

escono Quindi assumendo un massimo pari a 3 mezzi giorno nella situazione attuale e 5 mezzi

giorno nello scenario futuro In via cautelativi tali mezzi sono stati fatti transitare in un breve periodo di 6

ore riferito chiaramente al periodo esclusivamente diurno

Traffico indotto simulato

Situazione

attuale Veicoli Pesanti

Scenario di progetto

Veicoli Pesanti Tipo di flusso

Tipo di manto stradale

Numero massimo di mezzi pesanti in arrivo in una giornata

30 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t

50 per rifornimento

mangime fino ad una capacitagrave dei silos

pari a 85 t contemporanea allo sfoltimento dei capi

- -

Numero di ore di operativitagrave (assunzione cautelativa)

6 6 - -

Numero massimo di mezzi pesanti in in entrata uscita dallrsquoazienda

10 17 - -

Strada di accesso allrsquoazienda agricola Flussi di traffico in entrata uscita dallrsquoazienda vh

15 20 Flusso fluido

continuo Strada non

asfaltata

Velocitagrave media di percorrenza kmh 30 30

Viabilitagrave principale Flussi di traffico in entrata uscita dallrsquoazienda vh

15 20 Flusso fluido

continuo Asfalto poroso

Velocitagrave media di percorrenza kmh 50 50

Le sorgenti fisse sono state simulate sia nella situazione attuale che nello scenario di progetto sia nel

periodo diurno (dalle 6 alle 19) che in quello serale notturno (dalle 19 alle 6) periodo questo nel quale

viceversa non sono state simulate le sorgenti mobili Nel confronto con i limiti ed in attesa della

definizione a livello italiano di valori limite per il periodo serale si egrave assunto cautelativamente il valore

limite riferito al periodo notturno anche per la fascia serale compresa tra 19 e le 22 di sera

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PAGINA 164 194 Settembre 2015

Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola dei manufatti presenti intorno alla stessa e della

viabilitagrave

(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture di allevamento e la

distribuzione dei manufatti sul territorio circostante)

195 Livelli ambientali ante operam

1951 Indagine fonometrica

Lrsquoindagine fonometrica egrave stata condotta il 25 maggio 2015 in corrispondenza di due punti di rilevamento

ritenuti significativi e rappresentativi dalla situazione attuale ed ai fini della valutazione degli impatti

attesi a seguito dellrsquoampliamento dellrsquoallevamento

Le misure sono state effettuate con uno fonometro integratore di precisione in classe 1 con filtri e

microfoni conforme a quanto richiesto dal DM 16031998 (conformi alle specifiche tecniche IEC 61672-

12002 Class 1 IEC 60651-2001 60804-2000 e ANSI S14 ndash 1983 Tipo 13 11 Filtro di Ottave S111-

1986 Tipo 1C IEC61260-am1-2001 Class 1) (certificati di taratura n 9388 del 14 maggio 2013 e n

9386 del 14 maggio 2013)

Le misure sono state effettuate in conformitagrave con le specifiche definite dal DM Ambiente 16 marzo

1998rdquo In particolare le misure sono state effettuate posizionando il microfono munito di cuffia

antivento ad unrsquoaltezza di 15 m dal piano di campagna Durante il periodo di svolgimento delle misure

non sono state rilevate precipitazioni e la velocitagrave del vento era inferiore a 5 ms

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 165 194

1952 Livelli ambientali rilevati

La restituzione del clima sonoro attuale nel periodo diurno egrave stata effettuata mediante la realizzazione

di n 2 misure fonometriche di durata pari a 20 e 30 minuti in corrispondenza di n 2 punti di

rilevamento interni allrsquoarea dellrsquoallevamento

Punto 01 ndash punto di misura localizzato a circa 21 m dai ventilatori del capannone 1 (lato ovest)

durante i 30 minuti della misura solo il sistema di ventilazione del capannone 1 egrave stato

mantenuto in funzionamento Durante il periodo di misura egrave sorvolata lrsquoazienda agricola un

aereo

Punto 02 ndash punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale (lato est) del capannone

1 durante i 20 minuti della misura solo il sistema di ventilazione del capannone 1 egrave stato

mantenuto in funzionamento Durante il periodo di misura non sono state rilevate sorgenti

esterne allrsquoazienda

Azienda Agricola Maggiolo ndash 01

Azienda Agricola Maggiolo ndash 02

I principali risultati delle misure effettuate sono riportati di seguito mentre nelle schede si possono

visualizzare i principali indicatori associati a ciascuna misura

Studio di Impatto Ambientale

Az Agricola Maggiolo

PAGINA 166 194 Settembre 2015

Risultati delle misure di rilevamento fonometrico

Indicazione

Scheda rilevamento

Inizio

Misura

Durata della

misura min Leq dB(A)

L1

dB(A)

L10

dB(A)

L50

dB(A)

L90

dB(A)

L99

dB(A)

01 1444 30 595 636 597 591 586 582

01 mascherata 1444 30 591 603 597 591 586 582

02 1520 20 451 494 465 447 433 423

Livelli equivalenti e livelli statistici arrotondati per eccesso (a 05)

Indicazione

Scheda rilevamento

Inizio

Misura

Durata della

misura min Leq dB(A)

L1

dB(A)

L10

dB(A)

L50

dB(A)

L90

dB(A)

L99

dB(A)

01 1444 30 595 64 60 595 59 585

01 mascherata 1444 30 595 605 60 595 59 585

02 1520 20 455 495 465 45 435 425

Le misure fonometriche effettuate hanno fatto rilevare

Punto 01 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 20 m dai ventilatori del

capannone 1 (lato ovest) un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione

sonora pari a 595 dB(A) (anche quando mascherato il passaggio dellrsquoaereo)

Punto 02 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale

(lato est) del capannone 1 un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione

sonora pari a 455 dB(A)

I livelli di pressione sonora rilevati risultano inferiori rispetto ai contributi stimati assumendo i livelli di

potenza sonora determinati per i modelli EM50 e ED36 assumendo che lrsquoattenuazione dal lato ovest

(sorgente) verso il lato est dei livelli di pressione interna allrsquocapannone egrave legata alla sola divergenza

geometrica e che il contributo dei capi egrave pari a 36 dB(A)

Punto 01 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 20 m dai ventilatori del

capannone 1 (lato ovest) un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione

sonora pari a 643 dB(A) rispetto ad un livello misurato pari a 595 dB(A) Il differenziale pari a

circa 5 dB(A) potrebbe essere legato ad un funzionamento non a pieno regime di tutti i

ventilatori durante il periodo di misura In ogni caso essendo il livello stimato superiore a quello

misurato si possono ritenere cautelativi i risultati delle stime in corrispondenza dei singoli

recettori

Punto 02 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale

(lato est) del capannone 1 un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione

sonora pari a 476 dB(A) rispetto ad un livello misurato pari a 451 dB(A) Anche in questo caso

il livello stimato risulta superiore a quello rilevato essendo quindi da ritenere cautelative le

stime in corrispondenza dei recettori

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COD 15V055 PAGINA 167 194

Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola punti di misura fonometrica

(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture e il punto di rilevamento)

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196 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto

Lrsquoanalisi dei livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto ovvero del

cambiamento legato allrsquoampliamento del numero di capi allevati egrave stata fatta a partire dai risultati delle

seguenti simulazioni

Periodo diurno (assunto cautelativamente dalle 600 alle 1900)

o Situazione attuale funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5

capannoni traffico indotto massimo e pari a 1 mezzo allrsquoora in transito nella viabilitagrave di

accesso allrsquoazienda agricola e nella viabilitagrave principale per un numero di giorni totale

pari a 3 giorni per ciclo produttivo (si stima che per ciclo produttivo ci sia movimento di

mezzi pesanti per un totale pari a circa 12 giorni di cui 8 con un numero di mezzi totale

al giorno inferiore a quello simulato)

o Scenario progetto funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5

capannoni traffico indotto massimo pari a 17 mezzi allrsquoora in transito nella viabilitagrave di

accesso allrsquoazienda agricola e nella viabilitagrave principale per un giorno per ciclo produttivo

(si stima che per ciclo produttivo ci sia movimento di mezzi pesanti per un totale pari a

circa 31 giorni di cui 30 con un numero di mezzi totale al giorno inferiore a quello

simulato)

Periodo serale (dalle 1900 alle 2200) e notturno (dalle 2200 alle 600)

o Situazione attuale e di progetto funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori

istallati nei 5 capannoni sia nella situazione attuale e nello scenario di progetto

Assenza di traffico indotto

Sia la situazione attuale che lo scenario di progetto sono da considerarsi cautelative in quanto come

indicato piugrave volte il traffico di mezzi pesanti egrave limitato a solo alcune giornate e per un numero di mezzi al

giorno nella maggior parte dei casi inferiore a quello simulato Il regime di funzionamento dei

ventilatori dipende delle condizioni meteo climatiche non funzionando a pieno regime tutto lrsquoanno e

durante le 24 ore

In assenza di traffico indotto sia nella situazione attuale che in quella di progetto (durante i periodi

diurno serale e notturno) il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento si riscontra ovviamente in

prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I livelli interni allrsquoarea drsquoallevamento variano tra

420 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro 2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato

ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest risultano intorno a 70-73 dB(A) in funzione del numero di

ventilatori e della relativa potenza sonora Si consideri tuttavia che lungo il confine della proprietagrave sul

lato piugrave esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli risultano essere pari o inferiori a 70 dB(A) quando

invece nel lato meno esposto (est) i livelli risultano essere inferiori a 46 dB(A)

Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare in assenza di traffico indotto nella situazione

attuale che in quella di progetto (durante i periodi diurno serale e notturno) in corrispondenza dei

singoli recettori (da 1 a 32) tra 240 e 465 dB(A) In corrispondenza dei recettori stando ai risultati

delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) e notturno (che associamo anche al

periodo serale in attesa che venga definito a livello normativo un limite di immissione per il periodo

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PAGINA 174 194 Settembre 2015

serale) pari a 50 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti non risultano poter

essere superati per ragioni imputabili alla presenza dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due

scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attivitagrave di allevamento egrave chiaramente molto inferiore al limite

che il piano di classificazione acustica comunale ad esse ha associato (sempre classe III e non in

classe acustica I) risultando inferiore a 20 dB(A)

00

100

200

300

400

500

600

700

GF GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1F 2 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1

1 2 2 3 3 4 4 5 5 5n 5n 5o 5o 6 6 7 7 8 8 9n 9n 9o 9o 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 15 16 16 17 17 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 30 31 31 32 32 Az Az s1 s1 s2 s2

Contributo dellallevamento in giornate senza traffico indotto dB(A) periodo diurno serale e notturno (funzionamento sistema di ventilazione alla massima potenza)

PD PS PN giornate senza traffico indotto dB(A) Vli PN Vli PD

I dati sono stati arrotondati per eccesso a 05

Nel periodo diurno nella situazione attuale il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento compreso

il traffico indotto si riscontra ancora in prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I livelli interni

allrsquoarea drsquoallevamento variano tra 460 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro 2 metri dai

ventilatori dei capannoni (lato ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest si mantengono intorno a

70-73 dB(A) come nel periodo serale e notturno in funzione del numero di ventilatori e della relativa

potenza sonora Lungo il confine della proprietagrave sul lato piugrave esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli

si mantengono pari o inferiori a 70 dB(A) quando invece nel lato meno esposto (est) i livelli risultano

essere inferiori a 49 dB(A)

Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare nella situazione attuale diurna nelle giornate

durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dallrsquoazienda agricola in

corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24) tra 320 e 555 dB(A) In corrispondenza dei recettori

stando ai risultati delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) per la classe III nella

quale tutti i recettori sono inseriti non risulta poter essere superato per ragioni imputabili alla presenza

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COD 15V055 PAGINA 175 194

dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attivitagrave di

allevamento nelle giornate con traffico indotto seppur piugrave elevato al solo funzionamento del sistema di

ventilazione in quanto in mezzi dovrebbero transitare sullrsquoasse viario che affianca entrambe le strutture

scolastiche risulta comunque inferiore al limite che il piano di classificazione acustica comunale ha

associato ad entrambe (in classe III) il contributo risulta inferiore a 46 dB(A) valore questo in ogni caso

compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione acustica per le due strutture con un

piugrave idoneo collocamento di ambedue in classe I (con un limite di immissione diurno pari a 50 dB(A)

Nel periodo diurno nello scenario di progetto il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento

compreso il traffico indotto si riscontra ancora in prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I

livelli interni allrsquoarea drsquoallevamento variano tra 470 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro

2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest si mantengono

intorno a 70-73 dB(A) come nel periodo serale e notturno e nella situazione attuale in funzione del

numero di ventilatori e della relativa potenza sonora Lungo il confine della proprietagrave sul lato piugrave

esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli si mantengono pari o inferiori a 70 dB(A) quando invece

nel lato meno esposto (est) i livelli risultano essere inferiori a 50 dB(A) con un incremento di 1 dB(A)

rispetto alla situazione attuale diurna

Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare nella situazione diurna di progetto nelle giornate

durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dallrsquoazienda agricola in

corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24) tra 335 e 580 dB(A) Anche nello scenario di progetto

in corrispondenza dei recettori stando ai risultati delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a

60 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti non risulta poter essere superato per

ragioni imputabili alla presenza dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2)

il contributo delle attivitagrave di allevamento nelle giornate con traffico indotto risulta inferiore a 48 dB(A)

valore questo in ogni caso ancora compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione

acustica per le due strutture

Per quanto riguarda il differenziale diurno (indicativo in quanto non calcolato chiaramente a partire da

dati interni agli ambienti abitativi) risulta inferiore a 25 dB(A) quindi non supera la soglia massima

ammissibili per il periodo diurno pari a 5 dB(A)

Si ritiene che in corrispondenza delle aziende agricole si debba aggiornare la classificazione acustica

associando allrsquoarea delle aziende agricola una classe acustica non inferiore alla VI (in relazione alla

quale il valore limite di emissione diurno e notturno egrave 65 dB(A) ed il limite di immissione diurno e

notturno egrave pari a 70 dB(A)) a causa necessitagrave di disporre di un sistema di raffrescamento con un

numero elevato di ventilatori

Stando ai risultati delle simulazioni effettuate si puograve ritenere che comunque il valore limite di

immissione riferito al periodo diurno (pari a 60 dB(A)) e al periodo serale e notturno (pari a 50 dB(A))

non saragrave superato in corrispondenza di alcun recettore per ragioni imputabili allrsquoattivitagrave di allevamento

Si tenga presente che gli scenari sono stati costruiti nella situazione piugrave cautelativa ovverossia

ipotizzando che il sistema di ventilazione funzione a pieno regime (al 100) con tutti gli aspiratori drsquoaria

in funzionamento in ciascuno dei capannoni e considerando il massimo contributo del traffico indotto

dalle attivitagrave di allevamento

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PAGINA 176 194 Settembre 2015

00

100

200

300

400

500

600

700

GF GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1F 2 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1

1 2 2 3 3 4 4 5 5 5n 5n 5o 5o 6 6 7 7 8 8 9n 9n 9o 9o 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 15 16 16 17 17 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 30 31 31 32 32 Az Az s1 s1 s2 s2

Contributo dellallevamento in giornate con traffico indotto dB(A) periodo diurno (funzionamento sistema di ventilazione alla massima potenza)

PD attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato sulle ore con traffico indotto)

PD di progetto in giornate con traffico indotto (livello ponderato sulle ore con traffico indotto)

Vli PD

I dati sono stati arrotondati per eccesso a 05

Contributo delle attivitagrave di allevamento in corrispondenza dei singoli recettori

recettore Piano

Periodo diurno serale e

notturno in giornate senza traffico indotto

Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato

sulle ore con traffico indotto)

Periodo diurno di progetto in giornate con

traffico indotto (livello

ponderato sulle ore con traffico

indotto)

Valore limite di

immissione periodo serale

notturno Vli PN

Valore limite di

immissione periodo diurno Vli PD

Differenziale periodo

diurno nelle giornate con

traffico indotto

1 GF 340 440 465 50 60 25

2 GF 340 435 455 50 60 20

2 F 1 340 430 450 50 60 20

3 GF 330 505 525 50 60 20

3 F 1 345 500 525 50 60 25

4 GF 285 555 580 50 60 25

4 F 1 315 540 565 50 60 25

5 GF 240 495 515 50 60 20

5 F 1 260 480 505 50 60 25

5n GF 310 525 550 50 60 25

5n F 1 325 520 540 50 60 20

5o GF 310 475 500 50 60 25

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recettore Piano

Periodo diurno serale e

notturno in giornate senza traffico indotto

Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato

sulle ore con traffico indotto)

Periodo diurno di progetto in giornate con

traffico indotto (livello

ponderato sulle ore con traffico

indotto)

Valore limite di

immissione periodo serale

notturno Vli PN

Valore limite di

immissione periodo diurno Vli PD

Differenziale periodo

diurno nelle giornate con

traffico indotto

5o F 1 330 480 500 50 60 20

6 GF 315 455 480 50 60 25

6 F 1 315 450 475 50 60 25

7 GF 265 420 440 50 60 20

7 F 1 280 420 445 50 60 25

8 GF 285 415 440 50 60 25

8 F 1 295 420 440 50 60 20

9n GF 290 380 405 50 60 25

9n F 1 300 385 405 50 60 20

9o GF 285 345 365 50 60 20

9o F 1 300 350 365 50 60 15

10 GF 285 330 340 50 60 10

10 F 1 285 335 350 50 60 15

11 GF 265 320 340 50 60 20

11 F 1 290 335 345 50 60 10

12 GF 425 430 430 50 60 00

12 F 1 430 435 435 50 60 00

13 GF 385 390 390 50 60 00

13 F 1 415 415 415 50 60 00

14 GF 430 430 435 50 60 05

14 F 1 435 435 440 50 60 05

15 GF 440 440 440 50 60 00

15 F 1 445 450 450 50 60 00

16 GF 400 405 405 50 60 00

16 F 1 405 410 410 50 60 00

17 GF 420 420 425 50 60 05

17 F 1 445 445 445 50 60 00

17 F 2 455 455 460 50 60 05

18 GF 440 440 440 50 60 00

18 F 1 455 460 460 50 60 00

19 GF 410 410 410 50 60 00

19 F 1 425 425 430 50 60 05

20 GF 420 420 420 50 60 00

20 F 1 430 435 435 50 60 00

21 GF 460 460 460 50 60 00

21 F 1 465 465 465 50 60 00

22 GF 365 375 380 50 60 05

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PAGINA 178 194 Settembre 2015

recettore Piano

Periodo diurno serale e

notturno in giornate senza traffico indotto

Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato

sulle ore con traffico indotto)

Periodo diurno di progetto in giornate con

traffico indotto (livello

ponderato sulle ore con traffico

indotto)

Valore limite di

immissione periodo serale

notturno Vli PN

Valore limite di

immissione periodo diurno Vli PD

Differenziale periodo

diurno nelle giornate con

traffico indotto

22 F 1 365 375 380 50 60 05

23 GF 355 370 375 50 60 05

23 F 1 365 380 385 50 60 05

24 GF 335 355 360 50 60 05

24 F 1 350 365 370 50 60 05

25 GF 285 320 335 50 60 15

25 F 1 345 360 365 50 60 05

26 GF 335 345 350 50 60 05

26 F 1 335 350 355 50 60 05

27 GF 335 350 355 50 60 05

27 F 1 335 350 355 50 60 05

28 GF 310 330 340 50 60 10

28 F 1 335 360 370 50 60 10

29 GF 335 350 360 50 60 10

29 F 1 335 350 355 50 60 05

30 GF 315 330 340 50 60 10

30 F 1 335 355 365 50 60 10

31 GF 335 355 370 50 60 15

31 F 1 335 355 360 50 60 05

32 GF 330 355 365 50 60 10

32 F 1 330 355 365 50 60 10

Az GF 425 425 425 50 60 00

Az F 1 445 445 445 50 60 00

Az F 1 445 445 445 50 60 00

s1 GF 200 455 475 50 60 20

s1 F 1 215 460 480 50 60 20

s2 GF 160 460 480 50 60 20

Piano GF ndash piano terreno F1 ndash primo piano

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COD 15V055 PAGINA 179 194

20 RIFIUTI

I rifiuti prodotti dallrsquoAzienda Agricola sono quelli tipici di una azienda agricola zootecnica e consistono

per lo piugrave in imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti) in carta (per il trasporto

delle materie prime aggiuntive a quella trasportata con autobotti e caricata direttamente sui silos di

stoccaggio) ed in vetro (contenitori per medicinali) A seguito dellrsquoampliamento ci saragrave un conseguente

incremento della produzione di rifiuti non si prevedendo che vengano tuttavia diversificate le categorie

di rifiuti prodotti

Tipologia di rifiuti solidi prodotti dallrsquoazienda agricola

Rifiuti pericolosi

13 02 06 Scarti di olio sintetico per motori ingranaggi e lubrificazione

(ad esempio da trattori e gruppi elettrogeni)

15 01 10 Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze

(ad esempio disinfestanti)

Rifiuti non pericolosi

15 01 01 Imballaggi in carta e cartone

15 01 02 Imballaggi in plastica

15 01 05 imballaggi in materiali compositi

15 01 06 imballaggi in materiali misti

15 01 07 imballaggi di vetro

Per la gestione delle carogne (spoglie di animali morti prematuramente prima del loro conferimento al

macello) lrsquoazienda egrave dotata di apposita cella frigorifera adatta al contenimento temporaneo fino al

momento della consegna alla ditta autorizzata che effettua il relativo smaltimento a norma di legge

Nellrsquoazienda agricola egrave presente una area coperta nella quale verranno posizionati i contenitori per la

raccolta separata di tutti i rifiuti prodotti

21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE

Considerati i risultati delle analisi e valutazione effettuate ed esposte dei capitoli precedenti e

considerato che si tratta di un allevamento esistente il cui ampliamento non richiede la realizzazione di

ulteriore strutture e manufatti si ritiene non essere necessario effettuare delle indagini ad hoc sui temi

tratti e oggetto del presente studio di impatto ambientale

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PAGINA 180 194 Settembre 2015

22 ALLEGATO TECNICO

221 Aria e emissioni odorigene

2211 Bibliografia di riferimento

Alberta Environment 2004 Assessment Report On Ammonia For Developing Ambient Air Quality

Objectives - Volume I January 2004 pp 121 httpesrdalbertacaairobjectives-directives-policies-

and-standardsdocuments6655pdf

ARPAV 2014 Campagna di Monitoraggio della Qualitagrave dellAria Comune di PORTO VIRO Via Nello

Fregnan Periodo di attuazione 22012013 ndash 25022013 (semestre invernale) 20052013 ndash

15072013 (semestre estivo) Relazione Tecnica

Cesano M 2013 Emissioni di inquinanti provenienti da allevamenti animali in provincia di Cuneo

Studio dei diversi contributi alle emissioni gassose ARPA Piemointe Dip di Cuneo pp 32

[httpwwwarpapiemonteitapprofondimentiterritoriocuneoariaEmissioniAllevamentiAnimaliInProvin

ciaDiCuneopdf]

Cirillo MC Clerici GC Manzi D ndash Manuale di uso del codice DIMULA ndash RTStudi862 1986

Cirillo M A Poli - An intercomparison of semiempirical diffusion models under low wind speed stable

conditions Atmospheric Environment (1992) Vol 26A No 5pp 765-774

Guo H Yu Z 2006 Livestock Odour Dispersion Modeling A Review CSBESCGAB 2006 Annual

Conference Edmonton Alberta July 16 - 19 2006pp 31

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Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 181 194

Regione Lombardia 2010 Linea guida per la caratterizzazione e lautorizzazione delle emissioni

gassose in atmosfera delle attivitagrave ad impatto odorigeno

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Regione Toscana 2010 Criteri Direttivi Per Il Contenimento Delle Emissioni In Atmosfera Delle

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Yu Z Guo H Lagueuml C 2011a Development of a livestock odor dispersion model part I Model theory

and development J Air Waste Manag Assoc 2011 Mar61(3)269-76

Yu Z Guo H Lagueuml C 2011b Development of a livestock odor dispersion model part II Model theory

and development J Air Waste Manag Assoc 2011 Mar 61(3)277-84 J Air Waste Manag Assoc 2011

Mar61(3)277-84

2212 Allegato ndash Descrizione del modello Windimula

SINTESI DELLA DESCRIZIONE DELLE EQUAZIONI UTILIZZATE DAL MODELLO WD3 ndash MAIND

SRL

Sistema delle coordinate

Il sistema di coordinate utilizzate egrave un sistema cartesiano con lrsquoasse x orientato da Ovest a Est e lrsquoasse y orientato

da Sud a Nord Le unitagrave di misura sono espresse in metri la posizione dei vari punti del reticolo cartesiano egrave

espressa dallrsquoequazione seguente

Calcolo delle distanze

Durante il calcolo il sistema di coordinate viene ruotato per portare lrsquoasse x a coincidere con la

direzione del vento

Le equazioni utilizzate sono le seguenti

- modifica della direzione del vento

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PAGINA 182 194 Settembre 2015

dove dirprov egrave la direzione di provenienza del vento in gradi (secondo le convenzioni meteorologiche

internazionali) inserita come dato di input

modifica della posizione della sorgente e del recettore

calcolo della distanza sottovento e della distanza perpendicolare alla direzione del vento di un recettore

rispetto alla sorgente

calcolo della distanza radiale sorgente-recettore (usato nel calcolo climatologico)

CALCOLO DEL PROFILO VERTICALE DEL VENTO

Calcolo del vento alla quota H

Teoricamente il vento che appare nella formulazione gaussiana dovrebbe essere inteso come valore

medio sullrsquoestensione del pennacchio Poicheacute i dati meteorologici di partenza sono generalmente

disponibili al suolo si utilizza una legge esponenziale per trasportare lrsquointensitagrave della velocitagrave del vento

alla quota desiderata mantenendone comunque costante la direzione Nel calcolo dellrsquoaltezza efficace

si utilizza la velocitagrave del vento riportata allrsquoaltezza fisica del camino nel calcolo ellrsquoequazione si utilizza

il valore medio tra la velocitagrave del vento riportata allrsquoaltezza fisica del camino e la velocitagrave del vento

riportata allrsquoaltezza efficace cioegrave allrsquoaltezza effettiva del rilascio Poicheacute in presenza di orografia questa

altezza puograve essere inferiore allrsquoaltezza fisica del camino si considera comunque la velocitagrave del vento

calcolata allrsquoaltezza del camino come valore limite inferiore

Lrsquoequazione utilizzata egrave la seguente

dove

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COD 15V055 PAGINA 183 194

uHe velocitagrave del vento alla quota desiderata

uref velocitagrave del vento misurata alla quota zref

He quota di calcolo

z0 rugositagrave superficiale

p esponente che dipende dalla classe di stabilitagrave

Classe di stabilitagrave Coeff P

A 01

B 01

C 016

D 016

E 03

F 03

Nel caso in cui siano disponibili due set di misure a due quote diverse (z2 z1 con z2 gt z1) lrsquoesponente

p viene calcolato utilizzando questa formula

Limiti

la velocitagrave calcolata deve risultare comunque maggiore di umin (default 1 msec)

se lrsquoaltezza di calcolo e lrsquoaltezza della prima misura sono inferiori alla quota Hmin si pone u=u1

lrsquoaltezza di calcolo egrave assunta comunque maggiore di Hmin e minore di Hmax (default 200 m)

impostati nei parametri generali del calcolo

se lrsquoaltezza di calcolo egrave inferiore alla quota della prima misura si pone u=u1

in presenza di due set di dati si assume come direzione del vento quella piugrave vicina allrsquoaltezza

del rilascio

in caso di calma di vento si utilizza in diverso valore di umin (default 05 ms)

MODELLO SHORT TERM PER SORGENTI PUNTIFORMI IN PRESENZA DI VENTO

Formula generale dellrsquoequazione gaussiana

Lrsquoequazione gaussiana che esprime la concentrazione per sorgenti puntiformi elevate con emissioni

continue assume la seguente forma

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PAGINA 184 194 Settembre 2015

dove

Q emissione di inquinante espresso come massa per unitagrave di tempo

V termine verticale (par 32 )

D termine di decadimento (par 38 )

Σy (x) σ z (x) coefficienti di dispersione laterale e verticale (m)

u velocitagrave del vento alla quota del rilascio (ms)

x distanza sottovento tra la sorgente e il recettore rispetto alla direzione del vento (par 11 )

y distanza perpendicolare alla direzione del vento tra lrsquoasse del pennacchio e il recettore (par

11 )

z quota del recettore rispetto al suolo

Tale equazione viene ricavata in base alle seguenti ipotesi

processo stazionario

condizioni meteorologiche costanti

trasporto turbolento lungo lrsquoasse x trascurabile rispetto al trasporto per avvezione

coefficienti di dispersione costanti in y e z

emissione costante

suolo riflettente

Lrsquoequazione gaussiana non egrave applicabile in condizioni di calma di vento per questo motivo si assume

generalmente un valore minimo di 1 ms per la velocitagrave del vento

NOTA con questa formula generica egrave possibile calcolare C anche a quote superiori al suolo (ldquoflagpole

recettorerdquo)

Termine verticale

La forma generale del termine verticale V egrave la seguente

dove il secondo termine rappresenta lrsquoeffetto della riflessione del terreno e il termine Vinv rappresenta

lrsquoeffetto delle riflessioni del plume causate dalla presenza di unrsquo inversione in quota

Il termine h assume inizialmente la seguente forma

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COD 15V055 PAGINA 185 194

formula utilizzata per descrivere il downwash degli edifici) e ΛH rappresenta il sovralzo dei fumi

Termine verticale in presenza di inversione in quota

Le classi ABC e D sono caratterizzate da un inversione in quota che limita la diffusione verticale La

quota di questa inversione in quota viene spesso indicata con il termine di altezza di rimescolamento

La presenza di questa inversione in quota modifica lrsquoequazione gaussiana con lrsquointroduzione del

termine Vinv

dove Vinv rappresenta la base dellrsquoinversione in quota

Il modello gaussiano non considera la possibilitagrave che il pennacchio riesca a superare lrsquoinversione nel

caso ciograve si realizzi la diffusione verso il basso viene fortemente inibita e i valori di concentrazione

risultano molto bassi Per questo motivo lrsquoinserimento di una inversione in quota piugrave bassa dei valori

standard dello strato rimescolato puograve portare a valori molto elevati e non realistici di concentrazione al

suolo La serie riportata nella formula converge abbastanza rapidamente e in generale sono sufficienti

poche iterazioni il parametro impostato di default esegue 4 riflessioni Il modello contiene dei valori di

default per lrsquoaltezza dello strato rimescolato egrave comunque possibile inserire un valore direttamente

come dato di input

Termine verticale per diffusione di particolato

In caso di diffusione di particolato o di gas pesanti il modello gaussiano viene modificato per tener

conto degli effetti legati alla velocitagrave di sedimentazione gravitazionale Il primo effetto sullrsquoequazione egrave

quello di introdurre un abbassamento dellrsquoasse del pennacchio modificando il termine h descritto in

precedenza

dove

vg rappresenta la velocitagrave di sedimentazione gravitazionale

u velocitagrave del vento alla quota del pennacchio

La modifica del termine h serve a tener conto dellrsquoeffetto della gravitagrave sulla diffusione dellrsquoinquinante e

viene generalmente indicato come Tilted Plume Model

Effetti della deposizione secca sullrsquoequazione

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PAGINA 186 194 Settembre 2015

In generale la deposizione degli inquinanti gassosi e del particolato leggero (particelle fino a 1 micron)

ha effetti trascurabili sulla concentrazione dovuta alla diffusione In caso contrario egrave necessario tener

conto del fatto che parte del materiale si deposita al suolo facendo cadere lrsquoipotesi di suolo riflettente In

generale la deposizione di un inquinante si puograve calcolare tramite la relazione

F flusso di deposizione al suolo

C(xy0) concentrazione al suolo

vd velocitagrave di deposizione

Si tenga presente che in caso di particolato la velocitagrave di deposizione NON egrave la velocitagrave di

sedimentazione gravitazionale In generale i fenomeni che determinano la deposizione cioegrave la cattura

da parte del suolo dellrsquoinquinante sono molto complessi ed esulano dalla trattazione di un modello

semplice come egrave il modello gaussiano anche percheacute richiedono generalmente lrsquointroduzione di

informazioni iniziali spesso non disponibili o di difficile reperibilitagrave che dipendono dal tipo di inquinante

dal tipo di terreno dal tipo di vegetazione e dalle condizioni meteorologiche Il modello quindi adotta un

approccio conservativo trascurando il calcolo della deposizione secca Tale approccio egrave sicuramente

adatto ad applicazioni di tipo regolatorio Il modello permette comunque di adottare la stessa soluzione

presente nel DIMULA ndash DOS che in caso di velocitagrave di sedimentazione diversa da zero ipotizza che

tutto lrsquoinquinante di depositi trascurando il termine di riflessione dellrsquoequazione gaussiana

Effetti della deposizione umida sullrsquoequazione (opzione avanzata)

Analogamente a quanto descritto per la deposizione secca la presenza della deposizione umida

modifica lrsquoequazione gaussiana per tener conto del materiale rimosso dalla pioggia diminuendo il

termine di emissione Contrariamente alla deposizione secca perograve la formulazione generalmente

adottata per la modifica dellrsquoequazione gaussiana egrave piugrave semplice ed ha la forma seguente

dove

λ = Scavening coefficiente (hr(smm))

R= rate di precipitazione (mmhr)

Il modello include il calcolo dellrsquoeffetto della deposizione umida si tenga presente che lrsquoinclusione di

questo calcolo serve SOLO per valutare lrsquoeffetto della deposizione umida sulle concentrazioni e NON

per calcolare il flusso di deposizione

Calcolo del Plume Rise

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COD 15V055 PAGINA 187 194

Le equazioni utilizzate per il calcolo del plume rise si basano sulle note formulazioni di Briggs

raccomandate anche da EPA Lo schema utilizzato dal modello coincide quasi integralmente con lo

schema utilizzato da ISC e da CALPUFF

Definizione delle variabili

hS altezza fisica del camino (m)

hrsquoS altezza del camino modificata per effetto della scia del camino (m)

d diametro interno del camino (m)

rs raggio interno del camino

vs velocitagrave di efflusso dei fumi (ms)

Ts temperatura dei fumi (K)

dH sovralzo dei fumi

xf distanza alla quale si verifica il sovralzo finale dei fumi

us velocitagrave del vento alla bocca del camino (ms)

Ta temperatura dellrsquoaria

ϑpartz gradiente verticale della temperatura potenziale per la classe di stabilitagrave E

vale 002 (ISC) o 0015 (DIMULA) per la classe di stabilitagrave F vale 0035 (ISC) o 0037 (DIMULA)

Bh altezza degli edifici in direzione del vento

Bw larghezza dellrsquoedificio vicino alla sorgente perpendicolare alla direzione del vento

g accelerazione di gravitagrave (980616 ms2)

Effetto scia del camino (Stack aerodynamic effect)

La bassa pressione che si forma sottovento al camino puograve avere lrsquoeffetto di abbassare lrsquoasse del

pennacchio quando la velocitagrave di efflusso dei fumi risulta particolarmente bassa Quando la velocitagrave di

efflusso dei fumi risulta inferiore a 15 volte la velocitagrave del vento si valuta lrsquoeffetto di scia del

camino utilizzando la formula (Briggs) seguente

Lrsquoapplicazione di questa formula ha lrsquoeffetto di ridurre lrsquoaltezza fisica del rilascio

Il calcolo egrave opzionale (in quanto camini che soddisfano il criterio vs lt 15 us possono avere dispositivi

che prevengono lrsquoeffetto scia del camino Il calcolo non viene eseguito in caso di calma di vento

Limiti Per evitare che con camini bassi e larghi il valore corretto possa diventare negativo viene

assunto un limite inferiore come percentuale sul valore totale Un valore indicativo puograve essere 13

(pg204 ref 2) ISC e DIMULA limitano a 0 la correzione

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PAGINA 188 194 Settembre 2015

Parametri utilizzati nei calcoli del plume rise

Flusso di galleggiamento

Flusso del momento

Parametro di stabilitagrave

Calcolo del sovralzo dei fumi per atmosfera instabile o neutra

Si calcola la ldquocrossover temperaturerdquo che serve per determinare se il sovralzo egrave prevalentemente

guidato dal sopralzo termico o dal flusso di momento

per Fb lt 55

per Fb ge 55

Sovralzo dominato dal flusso di

galleggiamento

(T T ) ( T) S A c

FB lt 55

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COD 15V055 PAGINA 189 194

FB = 55

FB gt 55

Sovralzo dominato dal flusso di momento

Calme di vento non crsquoeacute una trattazione specifica si pone u=umin

Limiti

bull la velocitagrave del vento alla bocca del camino viene comunque posta u gt= umin

bull nel caso in cui lrsquoaltezza efficace superi la quota dellrsquoinversione si veda 356

bull se lrsquoaltezza del camino (prima del calcolo) supera lrsquoaltezza di inversione o lrsquoaltezza dello strato

rimescolato la concentrazione viene posta a 0 su tutto il dominio

Calcolo del sovralzo dei fumi per atmosfera stabile

Si calcola la ldquocrossover temperaturerdquo che serve per determinare se il sovralzo egrave prevalentemente

guidato dal sovralzo termico o dal flusso di momento

Sovralzo dominato dal flusso di galleggiamento

Sovralzo dominato dal flusso di momento

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PAGINA 190 194 Settembre 2015

il sovralzo dominato dal momento in caso di atmosfera stabile e non puograve superare quello calcolato in

atmosfera instabile o neutra

Calma di vento

a causa del termine negativo ndash3d si impone che comunque il sovralzo non sia negativo

Limiti

Se lrsquoaltezza efficace supera lrsquoaltezza dello strato rimescolato si pone altezza efficace uguale altezza

dello stratorimescolato

Coefficienti di Dispersione

Il calcolo dei coefficienti di dispersione procede attraverso i seguenti passi

calcolo delle sigma di Briggs

correzione dei valori calcolati introducendo il calcolo della BID (Buoyancy Induced Dispersion)

In caso di utilizzo del modello di Huber Snyder per la valutazione del building downwash il

calcolo egrave modificato in questo modo (descritto nel capitolo successivo)

per distanze inferiori a 10BB calcola le σ y (x)e σ z (x) utilizzando le formule di tale modello e

scegliendo il valore massimo rispetto alle sigma di Briggs per distanze superiori calcola le σ y

(x+xvirt)e σ z (x+xvirt) di Briggs alla distanza x+xvirt

correzione dei valori calcolati introducendo il calcolo della BID (Buoyancy Induced Dispersion)

Formule di Briggs

Le formule di dispersione piugrave utilizzate nei modelli per il calcolo di σ y e σ z in mancanza di misurazioni

o calcoli diretti della turbolenza sono quelle di Briggs (1973) ottenute combinando una larga serie di dati

sperimentali

dove

b=1

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COD 15V055 PAGINA 191 194

d=-05

e=1

f=1

e=1

f=1

DIMULA DOS contiene inoltre un modello per il calcolo delle formule di dispersione basato sulla

rugositagrave superficiale (egrave evidente che questo modello ha un senso quando viene fornito al modello un

campo xy di rugositagrave superficiale)

Termine di decadimento

Il termine di decadimento inserito nellrsquoequazione di concentrazione egrave un modo semplice per

considerare lrsquoeffetto sulla concentrazione della rimozione del materiale inquinante Tale rimozione puograve

essere dovuta a deposizione secca o umida a effetti chimici o altro Il termine di decadimento egrave della

forma

dove γ rappresenta il coefficiente di decadimento espresso in secondi alla meno 1 Assegnare a γ il

valore 0 significa trascurare il decadimento (opzione di default) Una relazione utile per calcolare γ se egrave

noto il tempo di dimezzamento della sostanza in esame egrave la seguente

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PAGINA 192 194 Settembre 2015

Il termine di decadimento potrebbe essere utilizzato per descrivere la perdita di materiale

dovuta alla deposizione umida utilizzando la seguente relazione

ψ = λR

dove λ rappresenta lo ldquoscavening coefficientrdquo (smmhr) -1 e R rappresenta il rate di precipitazione

(mmhr) si egrave preferito perograve tenere separati i due effetti per consentire lrsquoutilizzo continuativo del modello

con sequenze di dati meteo

MODELLO SHORT TERM PER SORGENTI AREALI IN PRESENZA DI VENTO

In genere le sorgenti areali vengono schematizzate come sorgenti puntiformi virtuali arretrate rispetto al

centro della sorgente areale questa schematizzazione si traduce sostanzialmente nellrsquoinserimento di

valori di dispersione iniziali che tengano conto della reale dimensione della sorgente utilizzando la

stessa equazione usata per descrivere le sorgenti puntiformi Un altro possibile approccio egrave quello di

considerare la concentrazione prodotta da una sorgente areale come il risultato della concentrazione

prodotta da n sorgenti puntiformi distribuite sullrsquoarea effettivamente occupata dalla sorgente areale

La formulazione di Cirillo e Cagnetti (12) adottata da DIMULA DOS prevede lrsquoutilizzo di due modelli

un modello per le grandi distanze basato sullrsquointegrazione dellrsquoequazione della sorgente

puntiforme sulla superficie dellrsquoarea della sorgente

un modello per le brevi distanze basato sulla modifica delle sigma orizzontali di dispersione

Viene calcolata una distanza di riferimento Xstar (formulazione no riportata) che rappresenta il limite dei

due modelli questa distanza egrave la distanza alla quale il calcolo delle sigma di dispersione dei due

modelli coincide

Il calcolo della dispersione verticale

Il coefficiente di dispersione verticale viene calcolato in entrambi i modelli secondo la seguente formula

dove σz rappresenta la dispersione calcolata secondo le formule di Briggs e σz0 rappresenta la

dispersione verticale iniziale e viene inserita come dato di input dallrsquoutente In letteratura sono riportate

diverse indicazioni per lrsquoassegnazione di questo valore

Dimula DOS utilizza lrsquoaltezza degli edifici intorno alla sorgente divisa per 25

ISC suggerisce di utilizzare la dimensione verticale della sorgente divisa per 215 se la sorgente

egrave vicina al suolo ed isolata lrsquoaltezza degli edifici divisa per 215 se la sorgente egrave elevata o

adiacente a edifici lrsquoaltezza della sorgente divisa per 43 se la sorgente egrave elevata ed isolata

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COD 15V055 PAGINA 193 194

42 Il modello per X lt Xstar

Il modello per piccole distanze egrave il modello puntiforme con la dispersione laterale modificata secondo la

formula

dove

σy dispersione calcolata secondo le formule di Briggs

R area della sorgente

K(R) funzione definita per il trasporto di lunga distanza

sf fattore moltiplicativo del raggio della sorgente areale per il calcolo della Sigma Y iniziale (impostato

nei parametri generali del calcolo con valore di default 05)

MODELLO PER LE CALME DI VENTO

Inquadramento

Ai fini delle misure strumentali le calme di vento sono tutte quelle situazioni meteorologiche nelle quali

gli strumenti di

misura non riescono a definire una direzione e una intensitagrave del vento

A questa situazione strumentale (assenza del dato) corrispondono in realtagrave moltissime e diverse

situazioni meteorologiche

La gestione modellistica delle calme di vento presenta sostanzialmente due problemi

mancanza di dati per inizializzare i modelli

varietagrave delle situazioni meteorologiche che ricadono nella definizione di calme di vento

Queste difficoltagrave hanno portato lrsquoEPA e definire una metodologia per trattare le calme di vento che

consiste in un preprocessamento dei dati meteorologici finalizzato allrsquoeliminazione delle condizioni di

calma

I modelli gaussiani in particolare non sono in grado di gestire le calme di vento

per ragioni fisiche in quanto contrastano con le ipotesi di derivazione della formulazione

gaussiana

per ragioni matematiche in quanto la velocitagrave del vento egrave presente a denominatore

La soluzione presente nella versione precedente di DIMULA si basa sul modello CAGNETTI

FERRARA questo modello basato sullrsquointegrazione temporale dellrsquoequazione gaussiana a puff

presenta perograve il difetto di divergere nellrsquoorigine calcolando valori irrealistici e sovrastimati nei recettori

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PAGINA 194 194 Settembre 2015

vicini alla sorgente Per questo motivo egrave la trattazione delle calme e delle condizioni di vento debole egrave

stata modificata adottando il modello CIRILLO POLI

Trattamento delle condizioni di calma nel modello short term con sequenza di dati orari

La gestione del calcolo in base ai dati di ogni singolo record orario per sorgenti puntiformi segue lo

schema seguente

La gestione del calcolo in base ai dati di ogni singolo record orario per le sorgenti areali segue il

seguente schema

Il modello di Cirillo Poli non si applica alle sorgenti areali nelle situazioni di mancanza di dati si applica

un modello gaussiano con split sigma

Il modello gaussiano ridotto con split sigma presenta le seguenti ipotesi

la distanza x egrave assunta come distanza radiale

la distanza y egrave assunta pari al raggio della sorgente areale

Sigmaz egrave calcolata come nel modello gaussiano

seguendo Cirillo e Poli Sigmay egrave calcolata da

bull

dove richiesto si assume come velocitagrave del vento il valore minimo impostato di default dal modello per

le situazioni di calma

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COD 15V055 PAGINA 5 194

10122 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 75

1013 Zone umide di importanza internazionale 75

10131 Riferimenti generali 75

10132 Riferimenti per lrsquoarea di analisi 76

11 REGIME VINCOLISTICO 76

111 Vincolo sismico 76

1111 Riferimenti generali 76

1112 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine 77

112 Vincolo idrogeologico 78

1121 Riferimenti generali 78

1122 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine 78

113 Patrimonio culturale beni culturali e beni paesistici vincolati 78

1131 Riferimenti generali 78

1132 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e lrsquoallevamento avicolo 79

12 USI DEL SUOLO 85

121 Impatti sullrsquouso del suolo 85

13 FLORA E FAUNA 86

131 Fauna 86

132 Flora 91

133 Stima degli impatti 91

14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI 93

141 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici 93

142 Impatti sui beni architettonici e archeologici 98

15 PAESAGGIO 101

151 Quadro conoscitivo del Paesaggio 101

152 Caratteri del Paesaggio nellrsquoarea di analisi 106

153 Impatti sul paesaggio 107

16 ACQUE 109

161 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee 109

162 Consumi di acqua 113

163 Impatti sulle acque 113

17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE 114

171 Premessa 114

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PAGINA 6 194 Settembre 2015

172 Breve richiamo delle caratteristiche dellrsquoAzienda e dellrsquoattivitagrave di allevamento116

173 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo 117

174 Emissione aziendali 119

1741 Fattori di emissione 119

1742 Quadro emissivo aziendale 120

1743 Sorgenti fugitive 123

1744 Ventilazione 123

175 Quadro meteoclimatico 124

1751 Precipitazioni 124

1752 Temperatura 125

1753 Umiditagrave relativa 126

1754 Anemolologia 127

1755 Classi di stabilitagrave atmosferica 130

171 Qualitagrave dellrsquoaria 130

172 Modello di dispersione 131

1721 Scelta della tipologia di modello e del codice software 131

1722 Estensione del dominio territoriale di analisi 131

1723 Scansione temporale 131

1724 Descrizione del modello 132

1725 Dati di input del modello 134

1726 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie 134

173 Normativa di riferimento 135

1731 Particolato 135

1732 Ammoniaca 135

1733 Idrogeno solforato 136

1734 Composti odorigeni 136

174 Risultati delle simulazioni 138

1741 Composti odorigeni 138

1742 Ammoniaca 141

1743 Particolato fine 143

1744 Idrogeno solforato 145

175 10 Considerazioni conclusive 147

18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALLrsquoATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO 148

181 Assi viari interessati dal traffico indotto 148

182 Stima del traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento 150

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COD 15V055 PAGINA 7 194

19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO 156

191 Premessa 156

192 Stima dellrsquoimpatto acustico ndash modello di simulazione 156

193 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici 158

194 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate allrsquoattivitagrave di allevamento 160

1941 Sorgenti fisse e sorgenti mobili 160

195 Livelli ambientali ante operam 164

1951 Indagine fonometrica 164

1952 Livelli ambientali rilevati 165

196 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto 173

20 RIFIUTI 179

21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE 179

22 ALLEGATO TECNICO 180

221 Aria e emissioni odorigene 180

2211 Bibliografia di riferimento 180

2212 Allegato ndash Descrizione del modello Windimula 181

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PAGINA 8 194 Settembre 2015

1 PREMESSA

11 Oggetto dello Studio di impatto ambientale

LrsquoAzienda Agricola Maggiolo egrave localizzata in Via Bella Venezia 147 Castelfranco Veneto in Provincia di

Treviso Nellrsquoazienda agricola si svolge lrsquoattivitagrave di allevamento di polli a terra fino ad un massimo di

39500 polli per ciclo Lrsquoazienda intende sfruttare la potenzialitagrave massima pari a 110000 capi per ciclo

Per tanto lrsquoazienda intende avviare le seguenti procedure

Valutazione di impatto ambientale ai sensi del D Lgs 1522006 smi ldquoNorme in materia ambientalerdquo

in quanto ricadente al punto ac) dellrsquoAllegato III ldquoImpianti per lallevamento intensivo di pollame o di

suini con piugrave di 85000 posti per polli da ingrasso 60000 posti per gallinerdquo

Valutazione di incidenza ai sensi del DPR 35797 Regolamento recante attuazione della direttiva

9243CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali noncheacute della flora e

della fauna selvaticherdquo in quanto rientrare allrsquointerno della area Natura 2000 ZPS IT3240026 ldquoPrai di

Castello di Godegordquo

Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ai sensi del D Lgs 1522006 smi in quanto ricadente al

punto 66 a) dellrsquoAllegato I ldquoImpianti per lallevamento intensivo (hellip) con piugrave di 40000 posti

pollamerdquo

La presente relazione costituisce quindi lo studio di impatto ambientale funzionale allo espletamento

della procedura di Valutazione di impatto ambientale di competenza della Provincia di Treviso

12 Riferimenti normativi

In data 14 febbraio 2009 sono entrate in vigore le norme in materia di procedure di VIA (Valutazione di

Impatto Ambientale) cosigrave come previsto dallrsquoart 35 ldquoDisposizioni transitorie e finalirdquo della Parte

Seconda del D Lgs 15206 ldquoNorme in materia ambientalerdquo come modificato successivamente

Drsquoaccordo con il D Lgs 15206 e smi art 35 ldquoDisposizioni transitorie e finalirdquo ldquo1 Le regioni adeguano il

proprio ordinamento alle disposizioni del presente decreto entro dodici mesi dallentrata in vigore In

mancanza di norme vigenti regionali trovano diretta applicazione le norme di cui al presente decreto 2

Trascorso il termine di cui al comma 1 trovano diretta applicazione le disposizioni del presente decreto

ovvero le disposizioni regionali vigenti in quanto compatibili (hellip)rdquo Con le DGRV n 308 del 10 febbraio

2009 n 327 del 17 febbraio 2009 (Allegati A e B) n 4145 del 29 dicembre 2009 n 1539 del 27

settembre 2011 e ancora n n 575 del 03 maggio 2013 la Regione del Veneto ha delineato gli indirizzi

applicativi specifici in materia di valutazione ambientale di coordinamento tra il Dlgs 1522006 come

modificato ed integrato dal DLgs 42008 con la LR 101999

Secondo la normativa nazionale (e regionale) vigente sono sottoposti a procedura di VIA tra altre

tipologie (All III) le seguenti tipologie di allevamento

ac) Impianti per lrsquoallevamento intensivo di pollame o di suini con piugrave di

o 85000 posti per polli da ingrasso 60000 posti per galline

o 3000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg) o

o 900 posti per scrofe

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13 Struttura dello studio di impatto ambientale

Lo studio di impatto ambientale egrave stato predisposto sulla base delle indicazioni di cui al D Lgs

1522006 smi Allegato VII - Contenuti dello Studio di impatto ambientale e che fanno riferimento

drsquoaccordo con lrsquoart 22 del medesimo decreto a

a) descrizione del progetto con informazioni relative alle sue caratteristiche alla sua localizzazione

ed alle sue dimensioni

b) descrizione delle misure previste per evitare ridurre e possibilmente compensare gli impatti

negativi rilevanti

c) dati necessari per individuare e valutare i principali impatti sullambiente e sul patrimonio

culturale che il progetto puograve produrre sia in fase di realizzazione che in fase di esercizio

d) descrizione sommaria delle principali alternative prese in esame dal proponente ivi compresa

la cosiddetta opzione zero con indicazione delle principali ragioni della scelta sotto il profilo

dellimpatto ambientale

e) descrizione delle misure previste per il monitoraggio

Lo studio di impatto ambientale egrave quindi articolato coerentemente con le disposizione di cui allrsquoAllegato

VII secondo lrsquoarticolazione di massima presentata nello schema seguente

A Quadro di riferimento programmatico

Descrive sinteticamente gli elementi conoscitivi ed analitici utili ad inquadrare dellrsquointervento nel contesto

della pianificazione territoriale riferita alla regione alla provincia ed al comune interessato dallrsquoallevamento

noncheacute nel quadro definito dalle norme settoriali vigenti e in itinere In particolare verranno

analizzati e sintetizzati gli elementi di pianificazione e programmazione territoriale e di settore vigenti e

previsti con i quali lrsquoopera proposta interagisce

verificate ed illustrate le interazioni dellrsquoopera con gli atti di pianificazione e la compatibilitagrave con le relative

prescrizioni

B Quadro di riferimento progettuale

Descrive sinteticamente riprendendo quanto sviluppato nel Progetto dellrsquointervento tutte le opere e le

attivitagrave previste in fase di cantiere ed in fase di piano funzionamento con particolare riferimento alle

componenti ed alle azioni progettuali significative in ordine ai potenziali impatti sullrsquoambiente ed alla loro

mitigazione Illustra i criteri alla base della scelta localizzativa e tecnologica

C Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti

Lrsquoinquadramento territoriale ed ambientale dellrsquoimpianto persegue lrsquoobiettivo di illustrare le conoscenze

disponibili circa le caratteristiche dellrsquoarea coinvolta dal medesimo intervento funzionalmente alla definizione

di eventuali ambiti di particolare criticitagrave ovvero di aree sensibili eo vulnerabili

Individua e caratterizza i potenziali impatti derivanti dalla realizzazione dellrsquoallevamento stima le potenziali

modifiche indotte sullrsquoambiente (situazione attuale) individua e descrive le misure da adottare per

minimizzare mitigare o compensare gli impatti del progetto Inoltre individua le misure previste per il

monitoraggio in fase di esercizio

Piano di Monitoraggio

Allegato cartografico

Sintesi non tecnica

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14 Gruppo di lavoro

Il gruppo di lavoro che ha eseguito le analisi e contribuito alla stesura dello Studio di impatto

ambientale per conto di Ambiente Italia srl egrave cosigrave composto

Approvazione degli elaborati Dott Sc Agr Mario Zambrini

Responsabile del progetto Eng Teresa Santos

Quadro di riferimento programmatico Eng Teresa Santos

Arch Mario Miglio

Dottssa Valentina Toninelli

Quadro di riferimento progettuale Eng Teresa Santos

Dottssa Anna Geotti

Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti

Aria e Odori Dott Armando Buffoni

Rumore Eng Teresa Santos Dott Sc Agr Zambrini

Acque e Suolo Eng Teresa Santos

Ecosistemi Flora e Fauna Dottssa Toninelli

Assetto territoriale e Paesaggio Arch Mario Miglio

Traffico Eng Teresa Santos

Elaborazione cartografia e fotografica Dottssa Valentina Toninelli

Documentazione ai fini della procedura di AIA Dottssa Anna Geotti

Studio per la valutazione di incidenza Dottssa Valentina Toninelli

La valutazione previsionale dellimpatto acustico inclusa la campagna di monitoraggio acustico egrave stata

eseguita dal Dott Mario Zambrini e dallrsquoIng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel campo

dellrsquoacustica ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti

rispettivamente con Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714 del

3 Dicembre 2010

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COD 15V055 PAGINA 11 194

QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE

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2 NORME MINIME PER LA PROTEZIONE DEI POLLI DA CARNE

Con Decreto legislativo 27 settembre 2010 n 181 egrave stata recepita in Italia la Direttiva 200743CE che

stabilisce norme minime per la protezione di polli allevati per la produzione di carne Secondo tale

decreto

1 Tutti gli stabilimenti devono rispettare le disposizioni di cui allallegato I

Abbeveratoi 1 Gli abbeveratoi sono posizionati e sottoposti a manutenzione in modo da ridurre al

minimo le perdite

Alimentazione 2 Il mangime egrave disponibile in qualsiasi momento o soltanto ai pasti e non

devessere ritirato prima di 12 ore dal momento previsto per la macellazione

Lettiera 3 Tutti i polli hanno accesso in modo permanente a una lettiera asciutta e friabile in

superficie

Ventilazione e riscaldamento 4 Vi deve essere sufficiente ventilazione per evitare il

surriscaldamento se necessario in combinazione con i sistemi di riscaldamento per rimuovere

lumiditagrave in eccesso

Rumore 5 Il livello sonoro deve essere il piugrave basso possibile La costruzione linstallazione il

funzionamento e la manutenzione dei ventilatori dei dispositivi di alimentazione e di altre

attrezzature sono tali da provocare la minore quantitagrave possibile di rumore e che in ogni caso non

arrechino danno agli animali

Luce 6 Tutti gli edifici sono illuminati con unintensitagrave di almeno 20 lux durante le ore di luce

misurata a livello dellocchio dellanimale e in grado di illuminare almeno l80 dellarea

utilizzabile Una riduzione temporanea del livello di luce puograve essere ammessa se ritenuta

necessaria in seguito al parere di un veterinario 7 Entro i sette giorni successivi al momento in

cui i polli sono collocati nelledificio e fino a tre giorni prima del momento previsto per la

macellazione la luce deve seguire un ritmo di 24 ore e comprendere periodi di oscuritagrave di almeno 6

ore totali con almeno un periodo ininterrotto di oscuritagrave di almeno 4 ore esclusi i periodi di

attenuazione della luce

Ispezioni 8 Tutti i polli presenti nello stabilimento devono essere ispezionati almeno due volte

al giorno Occorre prestare particolare attenzione ai segni che rivelano un abbassamento del livello

di benessere eo di salute degli animali 9 I polli gravemente feriti o che mostrano segni evidenti

di deterioramento della salute come quelli con difficoltagrave nel camminare o che presentano

ascite o malformazioni gravi e che egrave probabile che soffrano ricevono una terapia appropriata

o sono abbattuti immediatamente Un veterinario egrave contattato ogniqualvolta se ne presenti la

necessitagrave

Pulizia 10 Ad ogni depopolamento definitivo le parti degli edifici delle attrezzature o degli utensili

in contatto con i polli sono pulite e disinfettate accuratamente prima di introdurre nel capannone un

nuovo gruppo di animali Dopo il depopolamento definitivo di un capannone si deve rimuovere tutta

la lettiera e predisporre una lettiera pulita

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Registrazioni 11 Il proprietario o il detentore deve registrare in formato cartaceo o elettronico

per ciascun capannone dello stabilimento i seguenti dati a) il numero di polli introdotti b) larea

utilizzabile c) librido o la razza dei polli se noti d) per ogni controllo il numero di volatili trovati

morti con indicazione delle cause se note noncheacute il numero di volatili abbattuti e la causa e) il

numero di polli rimanenti nel gruppo una volta prelevati quelli destinati alla vendita o alla

macellazione Le informazioni (hellip) sono contenute in un registro il cui modello egrave adottato con

decreto (hellip) in alternativa gli operatori del settore possono utilizzare altri strumenti di registrazione

giagrave previsti e presenti in azienda qualora contengono le informazioni di cui al presente punto Tali

registrazioni sono conservate per un periodo di almeno tre anni e vengono rese disponibili

allautoritagrave competente quando effettui unispezione o qualora ne faccia richiesta

Interventi chirurgici 12 Sono proibiti tutti gli interventi chirurgici effettuati a fini diversi da quelli

terapeutici o diagnostici che recano danno o perdita di una parte sensibile del corpo o

alterazione della struttura ossea La troncatura del becco puograve tuttavia essere autorizzata

dallAutoritagrave Sanitaria competente per territorio una volta esaurite le altre misure volte a impedire

plumofagia e cannibalismo In tali casi detta operazione egrave effettuata soltanto previo parere di un

veterinario da personale qualificato su pulcini di etagrave inferiore a 10 giorni Inoltre lAutoritagrave Sanitaria

competente per territorio puograve autorizzare la castrazione degli animali La castrazione egrave effettuata

soltanto con la supervisione di un veterinario e ad opera di personale specificamente formato Il

Ministero della salute (hellip) stabilisce i criteri generali per autorizzare gli interventi di cui al presente

paragrafo

2 La densitagrave massima di allevamento in ogni capannone dello stabilimento non deve superare

in alcun momento 33 kgmsup2

3 In deroga al comma 2 lautoritagrave sanitaria territorialmente competente puograve autorizzare una

densitagrave di allevamento superiore a condizione che siano rispettate le disposizioni di cui

allallegato II (oltre a quelle di cui allallegato I)

1 Il proprietario o il detentore comunica allautoritagrave competente lintenzione di ricorrere a una

densitagrave superiore a 33 kgm2 di peso vivo Egli indica la densitagrave di allevamento che intende

raggiungere ed informa lautoritagrave competente di qualsiasi modifica della stessa almeno 15

giorni prima della collocazione del gruppo di polli nel capannone Se lautoritagrave competente lo

richiede la notifica egrave accompagnata da un documento che riprende in sintesi le informazioni

contenute nella documentazione di cui al punto 2

2 Il proprietario o il detentore tiene a disposizione nel capannone la documentazione che descrive

in dettaglio i sistemi di produzione In particolare tale documentazione comprende

informazioni relative a particolari tecnici del capannone e delle sue attrezzature quali

a) una mappa del capannone indicante le dimensioni delle superfici occupate dai polli

b) sistemi di ventilazione e ove pertinente di raffreddamento e riscaldamento comprese le

rispettive ubicazioni un piano della ventilazione indicante in dettaglio i parametri di qualitagrave

dellaria prefissati come flusso velocitagrave e temperatura dellaria

c) sistemi di alimentazione e approvvigionamento dacqua e loro ubicazione

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PAGINA 14 194 Settembre 2015

d) sistemi dallarme di riserva in caso di guasti ad apparecchiature automatiche o

meccaniche essenziali per la salute ed il benessere degli animali

e) procedure operative che assicurino interventi di riparazione urgenti in caso di guasti alle

apparecchiature essenziali per la salute e il benessere degli animali

f) tipo di pavimentazione e lettiera normalmente usate

(hellip)

3 Ciascun capannone di uno stabilimento deve essere dotato di sistemi di ventilazione e se

necessario di riscaldamento e raffreddamento concepiti costruiti e fatti funzionare in modo

che

a) la concentrazione di ammoniaca (NHsup3) non superi 20 ppm e la concentrazione di anidride

carbonica (COsup2) non superi 3000 ppm misurati allaltezza della testa dei polli

b) la temperatura interna non superi quella esterna di piugrave di 3deg C quando la temperatura

esterna allombra egrave superiore a 30deg C

c) lumiditagrave relativa media misurata allinterno del capannone durante 48 ore non superi il 70

quando la temperatura esterna egrave inferiore a 10deg C

4 Qualora sia concessa la deroga di cui al comma 3 la densitagrave massima di allevamento in ogni

capannone dello stabilimento non deve superare in qualsiasi momento 39 kgmsup2

5 Quando sono soddisfatti i criteri di cui allallegato V lautoritagrave sanitaria territorialmente competente

puograve autorizzare un ulteriore aumento fino ad un massimo di 3 kgmsup2 rispetto alla densitagrave di

allevamento prevista nel comma 4

1 Criteri

a) il monitoraggio dello stabilimento effettuato dallautoritagrave competente negli ultimi due anni

non ha rivelato carenze rispetto ai requisiti del presente decreto

b) il proprietario o il detentore effettua il monitoraggio utilizzando le guide alle buone

pratiche di gestione di cui allart 7

c) in almeno sette gruppi consecutivi di polli successivamente controllati e provenienti da un

capannone la mortalitagrave giornaliera cumulativa egrave stata inferiore a 1 + 006 moltiplicato

per letagrave alla macellazione espressa in giorni Qualora non sia stato effettuato alcun

monitoraggio dello stabilimento dallautoritagrave competente negli ultimi due anni deve

essere effettuato almeno un monitoraggio per controllare se sia rispettato il requisito di

cui alla lettera a)

2 Circostanze eccezionali In deroga al punto 1 lettera c) lautoritagrave competente puograve decidere

di aumentare la densitagrave di allevamento quando il proprietario o il detentore abbia fornito

spiegazioni sufficienti riguardo alla natura eccezionale di un tasso di mortalitagrave giornaliera

cumulativo piugrave alto o abbia dimostrato che le cause sfuggono al suo controllo

Con successivo Decreto 4 febbraio 2013 ldquoDisposizione in materia di protezione di polli allevati per la

produzione di carne ai sensi degli articoli 3 4 6 e 8 del decreto legislativo 27 settembre 2010 n 181rdquo

il ministero ha come previsto dal Dlgs 1812010 precisato come determinare la densitagrave di allevamento

(definendo anche il modello per la registrazione dei dati relativi ai polli allevati) e ha definito i criteri e

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COD 15V055 PAGINA 15 194

modalitagrave per lrsquoaumento in deroga della densitagrave noncheacute lrsquoorganizzazione e svolgimento di corsi di

formazione e riconoscimento del personale che si occupa di allevamento di polli

1 La densitagrave di allevamento come definita allart 2 comma 1 lettera i) del Dlgs n 1812010 (hellip) egrave

determinata moltiplicando il peso vivo medio di un campione di almeno venticinque polli per il numero

complessivo dei polli presenti contemporaneamente in un capannone (hellip)

3 AZIENDA AGRICOLA

LrsquoAzienda Agricola Maggiolo egrave localizzata in Via Bella Venezia 147 Comune di Castelfranco Provincia

di Treviso Nellrsquoazienda agricola si svolge lrsquoattivitagrave di allevamento di polli a terra potendo quindi i capi

muoversi liberamente allrsquointerno del capannone

Lrsquoazienda egrave costituita dai seguenti fabbricati1

N 1 fabbricato ad uso civile (abitazione) del proprietario dellrsquoazienda agricola noncheacute gestore

dellrsquoallevamento

N 5 capannoni adibiti allrsquoallevamento dei polli

N 1 fabbricato adibito a magazzino

N 1 tettoia coperta adibita a magazzino

Lrsquoarea sulla quale insiste lrsquoazienda occupa una superficie di circa 25000 m2 di cui circa 6200 m2

coperti 3900 m2 scoperti pavimentati e i rimanenti scoperti non pavimentati

Fabbricati ndash capannoni di allevamento

Larghezza m Lunghezza m

Superficie Utile

di allevamento

m2

Superficie

dellrsquoanticamera

m2

Superficie totale

m2

Capannone 1 9 102 918 135 932

Capannone 2 9 121 1089 225 1112

Capannone 3 9 128 1152 18 1170

Capannone 4 9 128 1152 18 1170

Capannone 5 10 117 1170 30 1200

totale

5481 102 5583

1 Si rimanda alla Tavola ldquoInquadramento territoriale ndash foto aereardquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

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Azienda Agricola Maggiolo ndash Capannoni e silos per stoccaggio mangime

Azienda Agricola Maggiolo ndash Magazzino segatura per lettiera

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31 Caratteristiche dei capannoni di allevamento

Lrsquoallevamento egrave costituito da 5 capannoni per lrsquoallevamento con caratteristiche costruttive pressocheacute

identiche I capannoni sono dotati di adeguato isolamento della copertura che permette di

ottimizzare i consumi di energia termica ed elettrica

I capannoni sono dotati di anticamera in cui sono presenti gli impianti e i quadri di controllo

Il sistema di alimentazione automatica Le mangiatoie sono regolarmente disposte nello spazio a

disposizione degli animali che si alimentano direttamente Installate su strutture mobili in senso

verticale percorrenti lrsquointera area dei capannoni sono dotate di dispostivi che consentono di dosare il

mangime in uscita sul vassoio della mangiatoia in relazione alle necessitagrave di allevamento

Il sistema di abbeveraggio automatico egrave di tipo a gocce (nipples)

Lo spazio utile calpestabile di allevamento (escludendo la superficie di anticamera) risulta pari a 5481

m2 Per la lettiera viene utilizzato truciolo collocata su tutta la superficie utile di allevamento

Il raffrescamento egrave garantito dal sistema di pannelli cooling inseriti intestata a ciascuno dei capannoni il

pannello egrave in fibra dotata di canali attraverso cui scorre lrsquoacqua lrsquoaria passa attraverso e si raffredda

consumando in evaporazione una parte dellrsquoacqua in circolo la parte restante vien raccolta in cisterne

interrate e riutilizzata

La ventilazione dei capannoni egrave garantita mediante lrsquoazionamento di ventilatori assiali a parete collocati

nel lato ovest di ciascun capannone

Caratteristiche strutturali capannoni

Capanno

ne

Superficie

Utile di

allevamen

to m2

Superficie

dellrsquoantica

mera m2

Superfici

e totale

m2

Materiale costruttivo Isolamento coperture

1 918 135 932 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

2 1089 225 1112 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

3 1152 18 1170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

4 1152 18 1170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

5 1170 30 1200 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro da 4

cm ( 8 cm)

Totale 5481 102 5583

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Caratteristiche strutturali capannoni (continuazione)

Capannone Mangiatoie

n

Abbeveratoi

n ndeg neon

Finestrature

m2

pannelli

raffrescanti

m2

sistema

baumec

1 200 1500 10 160 50 X

2 240 1700 12 110 60 X

3 254 1750 12 110 60 X

4 254 1750 14 204 - X

5 304 1710 12 200 - X

Azienda Agricola Maggiolo ndash interno di un capannone

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Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di distribuzione automatizzato del cibo

Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di distribuzione dellrsquoacqua

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Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di raffrescamento laterale (pannelli cooling)

311 Silos per lo stoccaggio mangime

Il mangime egrave stoccato in silos collocati allrsquoesterno dei capannoni e viene estratto tramite un sistema di

movimentazione automatica motorizzata che lo invia in tramogge interne ai capannoni

Complessivamente lrsquoazienda ha una capacitagrave di stoccaggio di 85 t data dalla esistenza di 8 silos di

capacitagrave variabile tra 7 e 13 t collocati tutti sul lato est

Capacitagrave di stoccaggio di mangime

Capannone silos silos silos silos silos Capa

citagrave

1 9 14

23

2

3 7 13 20

4 7 13 20

5 7 15 22

Capacitagrave

totale 85

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312 Sistema di ventilazione

La ventilazione dei capannoni egrave di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete

collocati nel lato ovest di ciascun capannone

Ventilazione dei capannoni

Capannone Modello EM50 Modello ED36HE

Portata 30000 13140 m3h

1 4 2

2 8 -

3 8 -

4 8 -

5 6 -

Azienda Agricola Maggiolo ndash sistema di ventilazione e ventole di areazione

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PAGINA 22 194 Settembre 2015

Fonte Munters specifiche tecniche dei modelli EMEMS ndash EDHEEDSHE-EC air extraction circulation fan ndash

Declaration of conformity (2013)

32 Attivitagrave di allevamento ndash descrizione delle fasi di allevamento nella situazione

attuale e nello scenario di progetto

Al fine di un inquadramento dettagliato del processo produttivo attuale e in caso di ampliamento

del numero di polli allevati si riporta di seguito una descrizione per fasi

Accasamento i pulcini arrivano su mezzi adeguati al trasporto in contenitori che vengono

svuotati direttamente allrsquointerno di ciascun capannone Lrsquoincubatoio da cui provengono i pulcini

di norma egrave ubicato nel Comune di San Pietro in Gugrave a circa 25 km circa di distanza dallrsquoazienda

agricola Maggiolo Dopo avere sistemato gli animali le casse sono accatastate sul mezzo e

spedite allrsquoincubatoio senza che vengano lavate

Allevamento Le tipologie di capi richiesti dal soccidante dipendono dal mercato e dalla

stagione a conclusione di un ciclo il soccidante pianifica lrsquoaccasamento successivo nel

rispetto dei vincoli di densitagrave imposti dalla normativa vigente La maggior parte dei cicli saragrave di

tipo misto

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COD 15V055 PAGINA 23 194

Caricamento a fine ciclo i polli vengono caricati su apposite gabbie previamente pulite e

disinfettate e quindi trasportati da trasportatori autorizzati fino al macello che venga effettuata

alcuna sosta in altri allevamenti

Svuotamento dei capannoni e preparazione per un nuovo ciclo pulizia e disinfezione

dellrsquoambiente e di tutte le attrezzature presenti allrsquointerno del ricovero compresi i silos i sistemi di

distribuzione del mangime e dellrsquoacqua e ventilatori noncheacute la cella frigorifera

Gestione della pollina e della lettiera consegna della pollina e lettiera ad una ditta

specializzata

Vuoto sanitario durante questo periodo lrsquoallevamento rimane completamente libero di capi di

allevamento Durante questo periodo lrsquoazienda effettua le attivitagrave di manutenzione che

consistono nella verifica della funzionalitagrave dei dispositivi per distribuzione di acqua e cibo e

della centralina di controllo delle condizioni interna dei capannoni punti di illuminazione e dei

punti di illuminazione Lrsquoesecuzione delle manutenzioni viene fatta nel rispetto dei tempi del

vuoto sanitario

Pulizia e disinfezione dei capannoni

Pulizia Disinfezione

Luogo di

applicazione

Pavimenti e attrezzature Pavimenti e pareti

Agente di lavaggio Acqua a pressione non viene fatto

lavaggio ma solo bagnatura

Acqua con disinfettante

Mezzo utilizzato Pala meccanica con raschiatore e

spazzatura manuale

Idropulitrice o atomizzatore per applicazione della

soluzione disinfettante sulle superfici

Descrizione

modalitagrave

Viene effettuata la pulizia delle superfici

interne e delle apparecchiature in modo

che i residui si depositino sul pavimento

poi con scope a mano viene effettuato la

pulizia a fondo

Terminata la pulizia si spruzza la soluzione sulle

pareti e sui pavimenti fino a completa bagnatura

lasciando che il disinfettante espleti la sua azione

I trattamenti di derattizzazione vengono svolti mensilmente dal gestore con prodotto MOURIN il

gestore effettua ad ogni trattamento il relativo registro

Per la salvaguardia della sicurezza biologica il sito di allevamento egrave completamente recintato con rete

metallica altra 25 m sul lato est e parzialmente sul lato nord e con muro alto 25 m in calcestruzzo sui

lati sud ovest e parzialmente sul lato nord Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto

lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) egrave stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile

e facilmente disinfettabile di dimensioni adeguate al passaggio dei mezzi per il trasporto e scarico del

mangime direttamente sui silos collocati tutti sul lato frontale e per il carico a fine ciclo della pollina

(lettiera mista pollina) da effettuare sul lato posteriore Lrsquoallevamento dispone di due aree di stoccaggio

chiuse una per lo truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una separata e

adeguatamente segnalata per il deposito dei rifiuti prodotti

I mezzi che accedono allrsquoarea qualora ritenuto opportuno vengono irrorati con disinfettante sui

pneumatici utilizzando soluzioni di Eviron D che viene nebulizzata sulle ruote con pompa a spalla

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PAGINA 24 194 Settembre 2015

La tabella che segue riporta il riscontro sulla conformitagrave dellrsquoallevamento ai requisiti di biosicurezza

aviaria

Requisiti strutturali degli allevamenti avicoli Situazione allevamento

1) I locali di allevamento (capannoni) debbono avere

pavimento in cemento o in materiale lavabile per facilitare le operazioni di pulizia

e disinfezione

applicato

pareti e soffitti pulibili applicato

attrezzature facilmente pulibili e disinfettabili applicato

presenza di sistemi che impediscono lrsquoaccesso di volatili applicato

chiusure adeguate applicato

2) Tutti gli allevamenti debbono inoltre essere dotati di

barriere allrsquoingresso idonee ad evitare lrsquoingresso non controllato di automezzi

(cancelli o sbarre mobili)

applicato

piazzole di carico e scarico dei materiali drsquouso e degli animali con dimensioni

minime pari allrsquoapertura del capannone

applicato - le aree intorno ai

capannoni sono pavimentate

una superficie larga un metro lungo tutta la lunghezza esterna del capannone

che dovragrave essere mantenuta pulita

applicato

aree di stoccaggio dei materiali drsquouso (lettiere vergini mezzi meccanici etc)

protette

applicato

una zona filtro dotata di spogliatoio lavandini e detergenti allrsquoentrata di ogni

azienda vietata agli estranei Deve essere prevista anche una dotazione di

indumenti adeguati

applicato

uno spazio per il deposito temporaneo dei rifiuti applicato - presente area

dedicata

Gestione degli allevamenti avicoli

Le attrezzature di allevamento se utilizzate da piugrave aziende devono essere

sottoposte ad accurato lavaggio e disinfezione ad ogni ingresso ed uscita

non applicabile - solo una

azienda

nelle zone attigue ai capannoni non ci deve essere alcun materiale applicato

negli allevamenti di svezzamento ogni ambiente di allevamento deve essere

delimitato da pareti e dotato di proprio accesso indipendente anche nel caso

confini su uno o piugrave lati con altre unitagrave produttive

non applicabile - i capi

arrivano in allevamento giagrave

svezzati

per lo stoccaggio degli animali morti devono essere installate idonee celle di

congelazione collocate allrsquoesterno del perimetro dellrsquoarea di allevamento

assicurando che il trasporto sia effettuato da Ditte regolarmente autorizzate

Le celle possono essere collocate anche allinterno a condizione che

loperazione di carico degli animali morti avvenga allesterno

Applicato - presente cella

frigorifera da 20 m3

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 25 194

Azienda Agricola Maggiolo ndash piazzale anteriore (lato est)

Azienda Agricola Maggiolo ndash piazzale posteriore e recinzione (lato ovest)

Azienda Agricola Maggiolo ndash recinzione (lato ovest)

Studio di Impatto Ambientale

Az Agricola Maggiolo

PAGINA 26 194 Settembre 2015

4 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLA SITUAZIONE ATTUALE

Lrsquoazienda opera fino ad una capacitagrave massima pari a 39500 capi di peso variabile tra 18 e 36

kgcapo Indicativamente il pollo leggero da leggero da 1618 kg circa ha bisogno di circa 3437 giorni

di crescita il pollo da 2527 kg ha bisogno di circa a 4547 giorni (utilizzato prevalentemente nel

circuito dei supermercati) ed il pollo pesante da 3537 kg ha bisogno di circa 5560 giorni Quindi un

tipico ciclo misto ha una durata di circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento uno dopo

circa 3437 giorni quando i capi raggiungono un peso medio di 18 kg un secondo dopo 4547 giorni

quando i capi rimanenti raggiungono un peso di 27 kg circa I rimanenti capi verranno quindi caricati

verso il macello al raggiungimento di circa 36 kg dopo 60 giorni circa

Tra due cicli di allevamento viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle normative vigenti

per un periodo di 21 giorni Lrsquoazienda realizza quindi un totale massimo di 5 cicli ogni anno (di cui

lrsquoultimo ricade parzialmente nellrsquoanno successivo) Prima dellrsquoinizio del vuoto sanitario viene asportata

la lettiera segue la pulizia e disinfezione dellrsquoambiente e di tutte le attrezzature presenti allrsquointerno

del ricovero compresi i sistemi di distribuzione del mangime e dellrsquoacqua Questa pratica egrave

prevista dal piano di profilassi sanitaria per evitare propagazione di agenti patogeni sul ciclo

successivo

Il ciclo produttivo consiste quindi nellrsquoallevamento di polli da carne in 5 capannoni per una

superficie utile di allevamento complessiva di 5481 m2 Lrsquoazienda lavora in soccida con il gruppo

Veronesi pertanto riceve dal soccidante pulcini mangime farmaci e disinfettanti e consegna i capi

a fine ciclo

La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attivitagrave di un ciclo misto con

indicazione dei giorni di accasamento rifornimento di mangime sfoltimento e quindi di avvio al macello

dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata

Lrsquoimpostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dellrsquoallevamento

quindi al lordo della mortalitagrave fisiologica e mediamente pari al 5 per ciclo completo di allevamento

Lrsquoimpostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010

n 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013 relativamente alla densitagrave massima da non superare pari a

33 kgm2 Inoltre lo schema viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla

tabella che segue si tenga presente che chiaramente la crescita dei capi egrave graduale essendo graduale

anche il fabbisogno alimentare giornaliero ma che per necessarie ragioni di semplificazione si egrave

assunto cautelativamente un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita

Situazione attuale ndash densitagrave

Taglia dei capi Peso medio dei capi

kgcapo Numero di capi

Densitagrave massima kgm

2

Capi m2

piccolo 18 11132 130 7

medio 27 7182 140 5

grande 36 21186 139 4

totale 39500

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COD 15V055 PAGINA 27 194

Regime alimentare tipico

Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg Razione

quotidiana g gg

1 Avviamento Fino a 10deg giorno 004 ndash 027 29

2 Accrescimento Dal 10deg-21deg giorno (ca) 027 ndash 094 78

3 Accrescimento Dal 22deg al 45deg giorno (ca) 094 ndash 34 200

4 Finissaggio Dal 46deg fino alla fine ciclo 34 -39 375

Situazione attuale - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 39500 capi

Giorno

Numero di capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisogno

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

850 mangime

1 19750 29 06 844 accasamento

2 39500 29 11 833 accasamento

3 39500 29 11 822

4 39500 29 11 811

5 39500 29 11 799

6 39500 29 11 788

7 39500 29 11 777

8 39500 29 11 766

9 39500 29 11 754

10 39500 29 11 743

11 39500 78 31 712

12 39500 78 31 682

13 39500 78 31 651

14 39500 78 31 620

15 39500 78 31 589

16 39500 78 31 559

17 39500 78 31 528

18 39500 78 31 497

19 39500 78 31 466

20 39500 78 31 436

21 39500 78 31 405

22 39500 200 79 326

23 39500 200 79 247

24 39500 200 79 168

25 39500 200 79 89

26 39500 200 79 10

27 39500 200 79 781 mangime

28 39500 200 79 702

29 39500 200 79 623

30 39500 200 79 544

31 39500 200 79 465

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 28 194 Settembre 2015

Giorno

Numero di capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisogno

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

32 39500 200 79 386

33 39500 200 79 307

34 39500 200 79 228

35 39500 200 79 149

36 28368 200 57 92 1deg sfoltimento caricamento vs

macello

37 28368 200 57 35

38 28368 200 57 829 mangime

39 28368 200 57 772

40 28368 200 57 715

41 28368 200 57 659

42 28368 200 57 602

43 28368 200 57 545

44 28368 200 57 488

45 28368 200 57 432

46 21186 375 79 352 2deg sfoltimento caricamento vs

macello

47 21186 375 79 273

48 21186 375 79 193

49 21186 375 79 114

50 21186 375 79 34

51 21186 375 79 805 mangime

52 21186 375 79 725

53 21186 375 79 646

54 21186 375 79 567

55 21186 375 79 487

56 21186 375 79 408

57 21186 375 79 328

58 13506 375 51 278 caricamento vs macello

59 5826 375 22 256 caricamento vs macello

60 - 375 - 256 caricamento vs macello

61

consegna pollina ditta esterna

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COD 15V055 PAGINA 29 194

5 ATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO NELLO SCENARIO DI PROGETTO

51 Motivazione dellrsquointervento di ampliamento

Lrsquoallevamento era di proprietagrave del Sig Bonifacio Maggiolo padre dellrsquoattuale gestore nel 2008 il figlio

Cesare Maggiolo prende in affitto i capannoni e inizia la sua gestione utilizzandone solo tre in quanto

gli altri due necessitavano di interventi di miglioramento Dal 2014 Cesare Maggiolo diventa

proprietario dellrsquoallevamento e decide di procedere alla sistemazione dei due capannoni non utilizzati

per poter arrivare a sfruttare la potenzialitagrave complessiva delle superfici non sono state eseguite opere

di edilizia si egrave trattato prevalentemente di sistemazione degli impianti elettrici con installazione delle

centraline di controllo A seguito della sistemazione egrave possibile utilizzare tutta al superficie utile di

allevamento disponibile

Considerata la superficie utile di allevamento disponibile lrsquoAzienda Agricola Maggiolo intende ampliare

la propria capacitagrave di allevamento di polli da carne fino ad una massimo pari a 110000 capi per ciclo

Si tratta quindi esclusivamente di un ampliamento del numero di capi allevato senza alcun ampliamento

delle strutture o costruzione di nuove

52 Dimensionamento dellrsquoallevamento in caso di ampliamento

Lrsquoazienda intende quindi operare fino ad una consistenza massima di allevamento pari a 110000 capi

di peso variabile tra 18 e 36 kgcapo ricorrendo allo stesso schema di allevamento giagrave in pratica

attualmente Quindi realizzando cicli di allevamento di tipo misto di durata complessiva pari a circa 60

giorni complessivi con due momenti di sfoltimento uno dopo circa 3437 giorni quando i capi

raggiungono un peso medio di 18 kg un secondo dopo 4547 giorni quando i capi rimanenti

raggiungono un peso di 27 kg circa I rimanenti capi verranno quindi caricati verso il macello al

raggiungimento di circa 36 kg dopo 60 giorni circa

Tra due cicli di allevamento verragrave allo stesso modo garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle

normative vigenti per un periodo di 21 giorni Lrsquoazienda realizzeragrave un totale massimo di 5 cicli ogni anno

(di cui lrsquoultimo potragrave ricadere parzialmente nellrsquoanno successivo) Prima dellrsquoinizio del vuoto sanitario

verragrave sempre asportata la lettiera seguendo la fase di pulizia e disinfezione dellrsquoambiente e di tutte

le attrezzature presenti allrsquointerno del ricovero compresi i sistemi di distribuzione del mangime e

dellrsquoacqua

La tabella che segue riporta indicativamente lo svolgimento delle attivitagrave di un ciclo misto con

indicazione dei giorni di accasamento rifornimento di mangime sfoltimento e quindi di avvio al macello

dei capi allevati nei 5 capannoni e consegna della pollina a ditta specializzata

Lrsquoimpostazione dello schema tipo di allevamento si basa sulla consistenza massima dellrsquoallevamento

quindi al lordo della mortalitagrave fisiologica e mediamente pari al 5 per ciclo completo di allevamento

Lrsquoimpostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010

n 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013 relativamente alla densitagrave massima da non superare pari a

39 kgm2 in deroga al limite di 33 kgm

2 e previa presentazione di apposita richiesta entro 15 giorni

prima dellrsquoaccasamento dei capi allrsquoautoritagrave sanitaria territorialmente competente Inoltre lo schema

viene definito sulla base del regime di alimentazione tipico di cui alla tabella che segue si tenga

Studio di Impatto Ambientale

Az Agricola Maggiolo

PAGINA 30 194 Settembre 2015

presente che chiaramente la crescita dei capi egrave graduale essendo graduale anche il fabbisogno

alimentare giornaliero ma che per necessarie ragioni di semplificazione si egrave assunto cautelativamente

un consumo giornaliero di mangime fisso per ogni fase di crescita

Scenario di progetto ndash densitagrave

Taglia dei capi Peso medio dei capi

kgcapo Numero di capi

Densitagrave massima kgm

2

Capi m2

piccolo 18 31000 361 20

medio 27 20000 389 14

grande 36 59000 388 11

totale

110000

Regime alimentare tipico

Fasi di crescita Numero di giorni Crescita kg Razione

quotidiana g gg

1 Avviamento Fino a 10deg giorno 004 ndash 027 29

2 Accrescimento Dal 10deg-21deg giorno (ca) 027 ndash 094 78

3 Accrescimento Dal 22deg al 45deg giorno (ca) 094 ndash 34 200

4 Finissaggio Dal 46deg fino alla fine ciclo 34 -39 375

Scenario di progetto - Ciclo misto tipico per una consistenza massima pari a 110000 capi

Giorno

Numero di

capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisog

no

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

850 mangime

1 18333 29 05 845 accasamento

2 36667 29 10 834 accasamento

3 55000 29 16 819 accasamento

4 73333 29 21 798 accasamento

5 91667 29 26 772 accasamento

6 110000 29 31 740 accasamento

7 110000 29 31 709

8 110000 29 31 678

9 110000 29 31 646

10 110000 29 31 615

11 110000 78 86 529

12 110000 78 86 444

13 110000 78 86 358

14 110000 78 86 272

15 110000 78 86 187

16 110000 78 86 101

17 110000 78 86 16

18 110000 78 86 780 mangime

19 110000 78 86 694

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 31 194

Giorno

Numero di

capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisog

no

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

20 110000 78 86 609

21 110000 78 86 523

22 110000 200 220 303

23 110000 200 220 83

24 110000 200 220 713 mangime

25 110000 200 220 493

26 110000 200 220 273

27 110000 200 220 53

28 110000 200 220 683 mangime

29 110000 200 220 463

30 110000 200 220 243

31 110000 200 220 23

32 110000 200 220 653 mangime

33 110000 200 220 433

34 110000 200 220 213

35 94640 200 189 24 1deg sfoltimento caricamento vs macello

36 79280 200 159 685

1deg sfoltimento caricamento vs macello mangime

37 79000 200 158 527 1deg sfoltimento caricamento vs macello

38 79000 200 158 369

39 79000 200 158 211

40 79000 200 158 53

41 79000 200 158 745 mangime

42 79000 200 158 587

43 79000 200 158 429

44 68760 200 138 291 2deg sfoltimento caricamento vs macello

45 59000 375 221 70 2deg sfoltimento caricamento vs macello

46 59000 375 221 699 mangime

47 59000 375 221 477

48 59000 375 221 256

49 59000 375 221 35

50 59000 375 221 664 mangime

51 59000 375 221 442

52 59000 375 221 221

53 59000 375 221 850 mangime

54 51320 375 192 657 caricamento vs macello

55 43640 375 164 494 caricamento vs macello

56 35960 375 135 359 caricamento vs macello

57 28280 375 106 253 caricamento vs macello

58 20600 375 77 176 caricamento vs macello

59 12920 375 48 127 caricamento vs macello

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 32 194 Settembre 2015

Giorno

Numero di

capi

(capacitagrave

massima)

Alimentazione

per capi

ggiorno

Fabbisog

no

mangime

t giorno

Stoccaggio di

mangime t Trasporto

60 5240 375 20 108 caricamento vs macello

61 - caricamento vs macello

62 consegna pollina ditta esterna

63 consegna pollina ditta esterna

64 consegna pollina ditta esterna

6 GESTIONE DEI MATERIALI PALABILI ESISTENTE E PREVISTO DAL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DEL NUMERO DI CAPI

Nellrsquoazienda agricola Maggiolo non egrave presente alcuna concimaia in quanto tutta la pollina (il misto

di deiezioni del pollame piume mangimi e lettiere di truciolo) egrave consegnata alla fine di ogni ciclo

alla fungaia Agrifung Nello scenario di progetto la pollina verragrave consegnata alla stessa ditta Il

materiale egrave ritirato come sottoprodotto di origine animale

Ai sensi del Regolamento (CE) n 10692009 del 21 ottobre 2009 recante norme sanitarie relative

ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti derivati non destinati al consumo umano e che

abroga il regolamento (CE) n 17742002 (regolamento sui sottoprodotti di origine animale) la

pollina rientra nei materiali di categoria 2 (art 9) ldquoa) stallatico guano non mineralizzato e contenuto

del tubo digerente (hellip)rdquo e possono (art 13) essere ldquoa) smaltiti come rifiuti mediante incenerimento

i) direttamente senza trasformazione preliminare o ii) dopo la trasformazione attraverso

sterilizzazione sotto pressione se lrsquoautoritagrave competente lo richiede e con marcatura permanente

del materiale risultante b) recuperati o smaltiti mediante coincenerimento qualora i materiali di

categoria 2 siano rifiuti i) direttamente senza trasformazione preliminare o ii) dopo la

trasformazione attraverso sterilizzazione sotto pressione se lrsquoautoritagrave competente lo richiede e

con marcatura permanente del materiale risultante c) smaltiti in una discarica autorizzata dopo la

trasformazione attraverso sterilizzazione sotto pressione e con marcatura permanente dei materiali

risultanti d) utilizzati per la fabbricazione di fertilizzanti organici o ammendanti da immettere sul

mercato conformemente allrsquoarticolo 32 previa trasformazione mediante sterilizzazione sotto

pressione ove applicabile e marcatura permanente dei materiali risultanti e) compostati o

trasformati in biogas i) dopo la sterilizzazione sotto pressione e la marcatura permanente del

materiale risultante o ii) se si tratta di stallatico del tubo digerente e del suo contenuto di latte

prodotti a base di latte di colostro di uova e ovoprodotti qualora lrsquoautoritagrave competente ritenga che

non presentino rischi di diffusione di malattie trasmissibili gravi dopo la trasformazione preliminare

o senza trasformazione preliminare f) applicati sul terreno senza trasformazione preliminare se si

tratta di stallatico del contenuto del tubo digerente separato da questrsquoultimo di latte prodotti a

base di latte e di colostro e qualora lrsquoautoritagrave competente ritenga che non presentino rischi di

diffusione di malattie trasmissibili gravi g) insilati compostati o trasformati in biogas se si tratta di

materiali derivanti da animali acquatici h) utilizzati come combustibile dopo la trasformazione o

senza trasformazione preliminare o i) utilizzati per la fabbricazione di prodotti derivati di cui agli

articoli 33 34 e 36 e immessi sul mercato conformemente a tali articolirdquo

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 33 194

Ai sensi del Dlgs 1522006 smi (art 185) ldquo2 Sono esclusi dallambito di applicazione della parte quarta

del presente decreto (ndr ldquoNorme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinatirdquo) in

quanto regolati da altre disposizioni normative comunitarie ivi incluse le rispettive norme nazionali di

recepimento (hellip) b) i sottoprodotti di origine animale compresi i prodotti trasformati contemplati dal

regolamento (CE) n 17742002 (ndr abrogato con il successivo Regolamento (CE) n 10692009 del

21 ottobre 2009) eccetto quelli destinati allincenerimento allo smaltimento in discarica o allutilizzo in

un impianto di produzione di biogas o di compostaggio (hellip)rdquo Inoltre sempre disciplina della pollina

ricade nella generale regolamentazione dei sottoprodotti contenuta nellarticolo 184-bis dello stesso

Dlgs 1522006 ldquo1 Egrave un sottoprodotto e non un rifiuto ai sensi dellarticolo 183 comma 1 lettera a)

qualsiasi sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti condizioni a) la sostanza o loggetto egrave

originato da un processo di produzione di cui costituisce parte integrante e il cui scopo primario non egrave

la produzione di tale sostanza od oggetto b) egrave certo che la sostanza o loggetto saragrave utilizzato nel

corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione da parte del produttore

o di terzi c) la sostanza o loggetto puograve essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento

diverso dalla normale pratica industriale d) lulteriore utilizzo egrave legale ossia la sostanza o loggetto

soddisfa per lutilizzo specifico tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute

e dellambiente e non porteragrave a impatti complessivi negativi sullambiente o la salute umanardquo

La pollina originata nellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave quindi da considerarsi un sottoprodotto di

origine animale che viene e verragrave consegnata a terzi per un successivo processo di produzione o di

utilizzazione non rientrando per tanto nellrsquoambito dellrsquoapplicazione delle Norme in materia di gestione

dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati di cui al DLgs 1522006 smi

Lrsquoazienda agricola Maggiolo non effettua e non effettueragrave nello scenario di progetto lo spandimento

della pollina

La tabella che segue riporta la stima della produzione di pollina nella situazione attuale (riferita ad una

consistenza massima pari a 39500 capi per ciclo) e relativa allo scenario di progetto (riferito ad una

consistenza massima pari a 110000 capi per ciclo)

La stima egrave stata effettuata sulla base dei criteri definiti nellrsquoAllegato alla DGR n 2217 del 08082008

ldquoLinee guida per la compilazione della comunicazione e del PUArdquo (aggiornamento dellrsquoAllegato F alla

DGR 7 agosto 2007 n 2439 che in Regione Veneto recepisce il Decreto Ministeriale 7 aprile 2006)

relativamente alla consistenza media dellrsquoallevamento

Situazione attuale - Numero di cicli (compresi i giorni necessari per lo svuotamento e trasporto

pollina)

I ciclo Svuoto sanitario II ciclo

Svuoto sanitario III ciclo

Svuoto sanitario IV ciclo

Svuoto sanitario V ciclo

Numero di giorni

61 210 61 21 61 21 61 21 37 365

Completo Completo Completo Completo Incompleto

06 46

Studio di Impatto Ambientale

Az Agricola Maggiolo

PAGINA 34 194 Settembre 2015

Scenario di progetto - Numero di cicli (compresi i giorni necessari per lo svuotamento e trasporto

pollina)

I ciclo Svuoto sanitario II ciclo

Svuoto sanitario III ciclo

Svuoto sanitario IV ciclo

Svuoto sanitario V ciclo

Numero di giorni

64 210 64 21 64 21 64 21 25 365

Completo Completo Completo Completo Incompleto

03 44

Produzione di pollina nella situazione attuale e nello scenario futuro in caso di ampliamento

Situazione

attuale Scenario di

progetto

Consistenza massima dellrsquoallevamento n di capi 39500 110000

Consistenza media dellallevamento (calcolato come da indicazioni di cui allrsquoAllegato A alla DGR 2217 del 882008) Considerando un

tasso di mortalitagrave fisiologica pari al 5

ciclo di durata pari a 60 giorni

periodo di vuoto sanitario pari a 21 giorni

46 cicli allrsquoanno nella situazione attuale e 44 cicli allrsquoanno nello scenario di progetto

n di capi 23787 63138

Consistenza media dellallevamento t in peso vivo

Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 882008 ndash allegato A - tabella 1 polli da carne a terra con uso lettiera (pv medio 1 kg)

m3capoanno 00095 00095

Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 882008 ndash allegato A - tabella 1 polli da carne a terra con uso lettiera (pv medio 1 kg)

tcapoanno 00062 00062

Produzione pollina (volume) m

3 anno 226 600

Produzione pollina (peso) tanno 147 391

7 CONSUMI DI RISORSE E CARATTERISTICHE DELLE EMISSIONI IN AMBIENTE ESTERNO

71 Consumo di materie prime

Le materie prime in ingresso nellrsquoallevamento sono

mangimi

truciolo per lettiera

altri prodotti (ad esempio insetticidi e prodotti per la derattizzazione e per il trattamento dei

capi)

prodotti per pulizia e disinfezione degli ambienti di stabulazione

I mangimi sono tenuti in deposito nei silos dislocati in prossimitagrave dei singoli capannoni ed hanno una

capacitagrave complessiva attuale pari a 85 t sia nello scenario attuale che in nello scenario di progetto in

caso di ampliamento Il mangime viene fornito direttamente dal soccidante Nelle diverse fasi del ciclo

dellrsquoallevamento vengono fornite da parte del soccidante quattro tipologie di mangimi in grado di

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COD 15V055 PAGINA 35 194

garantire una crescita equilibrata dei capi e da ottimizzare lrsquoassorbimento dei nutrienti limitando

cosigrave lrsquoescrezione di azoto e fosforo il mangime egrave generalmente fornito in 4 fasi al fine di fornire ai

capi il nutrimento di cui hanno effettivamente bisogno nello specifico periodo della crescita La

tabella che segue riporta la composizione delle 4 tipologie di mangime fornito per periodo

Caratteristiche mangimi per fase

Fosforo

inorganico

Lisina Fitasi FTU Proteina

grezza

Oli e grassi

grezzi

P12 primo periodo 070 14 800 225 6

PB1 secondo periodo 060 122 750 20 7

PB2 terzo periodo 050 110 700 1830 880

PB3 quarto periodo 052 100 600 1720 9

Consumo di mangime

Consumo medio per

capi (ciclo misto)

kgcapo

consistenza

massima

(n capi)

Numero di cicli

allrsquoanno

Consumo di

mangime annuale

(tanno)

Situazione attuale 8 39500 46 1454

Scenario di progetto 8 110000 44 3872

I trattamenti di derattizzazione vengono effettuati in proprio utilizzando NOTRAC Block (bromadiolone e

denatorion principio attivo) essendo tenuta la registrazione degli interventi di derattizzazione con

piantina di distribuzione Nello scenario di progetto lrsquoazienda agricola continueragrave a effettuare i

trattamenti in proprio

Una volta svuotato il capannone dai capi si provvede alla raccolta della lettiera alla pulizia e alla

preparazione per il nuovo ciclo La pulizia si effettua in due fasi

mediante stazzamento a secco accurato di pavimenti pareti e attrezzature raccolta della pollina

residua che vien unita a quella giagrave accumulata in attesa di essere ritirata da parte della ditta

incaricata Segue bagnatura delle pareti con idropulitrice che non genera reflui in quanto ha la

sola funzione di preparare le superfici per la fase successiva

con idropulitrice o atomizzatore si applica a tutte le superfici la soluzione disinfettante al 1

circa di eviron D ( per ciclo se ne consumano circa 20 l per preparare 2 m3 di soluzione per ogni

ciclo) Non si generano effluenti la soluzione egrave lasciata sulle superfici al fine di lasciare che il

disinfettante espleti al sua funzione

72 Consumi energetici

Lrsquoazienda agricola Maggiolo ha un proprio impianto fotovoltaico con potenza di pico pari a 56 kW

Lrsquoenergia elettrica prodotta egrave utilizzata per

illuminazione dellrsquoarea di stabulazione e dei locali riscaldamento con lampade che fungono da ldquoMadre Artificialerdquo

distribuzione del mangime e dellrsquoacqua

sistema di ventilazione

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PAGINA 36 194 Settembre 2015

illuminazione interna dei capannoni di allevamento

cella frigorifica per capi deceduti

Azienda Agricola Maggiolo ndash impianto fotovoltaico

Egrave previsto un consumo medio annuale di circa 30000 l di GPL che dipende fortemente dalle

caratteristiche climatiche della stagione Il GPL egrave depositato in due serbatoi interrati da 3000 e 5000 l

Lrsquoaumento dei consumi di energia egrave legato in particolare alla necessitagrave di incrementare la ventilazione

Consumo annuale

kWh

Energia elettrica

autoprodotta

consistenza

massima

(n capi)

Fabbisogno medio per

capo kWhcapo ()

Situazione attuale 6000 63 39500 03

Scenario di progetto 100000 63 110000 018

() considerando presenza media anno rispettivamente 192000 e 536000)

73 Ciclo idrico

Lrsquoazienda consuma acqua di acquedotto per

Abbeveraggio capi

Lavaggio e disinfezione

Servizi igienici

Nella configurazione dellrsquoallevamento attuale il consumo idrico si attesta su circa 2900 m3anno di cui

circa 2600 m3anno per abbeveraggio (per un consumo medio pari a circa 144 lcapo durante il ciclo di

allevamento) 300 m3anno per il sistema di raffrescamento e circa 10 m

3anno per la pulizia

Considerando lrsquoincremento del numero di capi si prevede un incremento dagli attuali consumi annuali a

circa 7280 m3

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COD 15V055 PAGINA 37 194

Consumi idrici per abbeveraggio

Consumo medio per capi (ciclo misto)

lcapo

consistenza massima (n capi)

Numero di cicli allrsquoanno

Consumo di acqua annuale (m

3anno)

Situazione attuale 144 39500 46 2617

Scenario di progetto 144 110000 44 6970

Consumi idrici totali

Situazione attuale Scenario di progetto

Consumi idrici per abbeveraggio m3

anno 2617 6970

Consumi per raffrescamento (1) m3

anno 300 300

Consumi Idrici per pulizia (2) m3

anno 10 10

Consumi idrici totali m3

anno 2927 7280

(1) Il consumo per raffrescamento egrave alle condizioni meteoclimatiche ovvero al coincidere un ciclo di allevamento

con il picco estivo Il dato indicato egrave quindi un dato medio puramente indicativo

(2) Dato massimo

74 Scarichi idrici

I polli bevono direttamente beccando i nipples senza che avvenga spreco e dispersione dacqua

nellambiente Il raffrescamento egrave garantito dal sistema di pannelli cooling con riutilizzo dellrsquoacqua non

evaporata evitando sprechi e in parte con il sistema baumac Lrsquoabbeveraggio ed il sistema di

raffrescamento non generano quindi scarichi idrici Il sistema di pulizia non produce scarichi idrici infatti

dopo aver effettuato una estesa pulizia a secco le superfici interne ai capannoni sono bagnate con

soluzione di disinfettante con pompa a pressione senza creare ruscellamenti

75 Spolgie di animali

La mortalitagrave per ciclo di allevamento si attesta sui valori intorno a 5 LrsquoAzienda Agricola dispone di

una cella frigo per la conservazione dei capi deceduti di proprietagrave

Azienda Agricola Maggiolo ndash Celle frigorifera

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76 Produzione di rifiuti solidi

La produzione di rifiuti dellrsquoAzienda Agricola egrave limitata in quanto le materie prime (tra cui il mangime)

vengono trasportate mezzi che scaricano direttamente nei silos di stoccaggio

I rifiuti prodotti sono per lo piugrave rifiuti non pericolosi di cui in particolare imballaggi in plastica (contenitori

per detergenti e disinfettanti) in carta ed in vetro

Azienda Agricola Maggiolo ndash locale adibito al deposito dei rifiuti

77 Emissioni in atmosfera

In allevamento sono presenti emissioni diffuse derivanti da metabolismo animale tali emissioni

sono tenute sotto controllo mediante adozione di unrsquoadeguata ventilazione dei capannoni per

ridurre il tenore di umiditagrave della lettiera ribaltamento della stessa funzionale a limitare lrsquoinsorgere di

fenomeni di fermentazione anaerobica

La tabella che segue sintetizza le emissioni di ammoniaca e metano alla massima capacitagrave

dellrsquoallevamento sulla base dei coefficienti di emissione (riferimento BREF sect3321)

Emissioni di ammoniaca e metano

fase Fattore di

emissione unitagrave misura fattore

Situazione attuale

ndash emissioni totali

tanno

Scenario di

progetto ndash

emissioni totali

tanno

Stabulazione 011 kg NH3postoanno 43 121

Stabulazione 0079 Kg CH4postoanno 31 87

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8 DISTANZE MINIME SECONDO LA DGR 8562012

Con la DGR n 856 del 15 maggio 2012 ldquoAtti di indirizzo ai sensi dellart 50 comma 1 lett d) della LR

23 aprile 2004 n 11 Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio Modifiche ed

integrazioni alla lett d) Edificabilitagrave zone agricole punto 5) Modalitagrave di realizzazione degli allevamenti

zootecnici intensivi e la definizione delle distanze sulla base del tipo e dimensione dellallevamento

rispetto alla qualitagrave e quantitagrave di inquinamento prodottordquo la Giunta regionale ha aggiornato gli Atti di

Indirizzo di cui alle deliberazioni n 31782004 e n 3292010 per ledificabilitagrave nelle zone agricole

Le tabelle che seguono riassumono i calcoli per la determinazione delle distanze minime di cui alla

DGR 85620122 Nelle tavole allegate si riportano i buffer con le distanze minime e lrsquoindicazione

dellrsquoutilizzo degli edifici data dalla Carta Tecnica Regionale

Lrsquoallevamento egrave dotato di un sistema di ventilazione forzata e non dispone di alcun stoccaggio della

polline che che insieme alla lettiera viene mantenuta al chiuso (nei singoli capannoni di allevamento)

fini alla fine del ciclo di allevamento per poi essere traportata da terzi verso lrsquoimpianto di recupero e

riutilizzo

Nella situazione attuale cosigrave come nello scenario di progetto lrsquoallevamento si trova a piugrave di 200 m

dallrsquoallevamento piugrave vicino Nel raggio di 100 m dallrsquoallevamento non sono presenti abitazioni civili a

meno dellrsquoedificio abitativo del proprietario e gestore dellrsquoallevamento e nel raggio di 200 m non rientra

il perimetro del centro abitato Il limite di zona agricola risulta ad una distanza superiore a 200 m

rispetto sia relativamente al PRG del Comune di Castello di Godego che al PAT del Comune di

Castelfranco Le strutture di allevamento (cinque capannoni) pressocheacute entro il limite di 20 m dal

confine della proprietagrave aziendale

Distanza minima dai confini di proprietagrave (Tabella 2 Allegato A)

Consistenza massima Peso vivo t

Classe tabella 1 allegato A

Distanza minima m

Situazione attuale 39500 395 2 20

Scenario di progetto 110000 110 2 20

Il peso medio vivo egrave stato calcolato sulla base del ciclo medio tipico

a) Tipologia dellambiente di stabulazione e del sistema di pulizia

Tipologia Punti allevamento

Situazione attuale ottimizzazione dellisolamento termico e della ventilazione (anche

artificiale)+pavimenti ricoperti da lettiera-abbeveratoi anti spreco 10

Scenario di progetto ottimizzazione dellisolamento termico e della ventilazione (anche

artificiale)+pavimenti ricoperti da lettiera-abbeveratoi anti spreco 10

2 Si rimanda alle tavole ldquoVerifica dei requisiti di cui alla DGR n 856 del 15 maggio 2012 - Stato attuale e incremento capi senza

passaggio di classe (classe 2) Uso del Suolordquo e ldquoVerifica dei requisiti di cui alla DGR n 856 del 15 maggio 2012 - Stato attuale e incremento capi senza passaggio di classe (classe 2)rdquo riportate in allegato

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b) Sistema di ventilazione

Tipologia Punti allevamento

Situazione attuale ventilazione forzata 0

Scenario di progetto ventilazione forzata 0

c) sistema di stoccaggio e trattamento delle deiezioni

Tipologia Punti allevamento

Situazione attuale materiali palabili - pollina su lettiera al coperto (su capannoni chiusi) -

equivalente a concimaia chiusa 0

Scenario di progetto materiali palabili - pollina su lettiera al coperto (su capannoni chiusi) -

equivalente a concimaia chiusa 0

Punteggio totale

Criteri Punti allevamento

Situazione attuale a b c 10

Scenario di progetto a b c 10

Distanze minime reciproche degli insediamenti zootecnici dai limiti di zona agricola (Tabella 3 Allegato A)

classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m

Situazione attuale 2 10 200

Scenario di progetto 2 10 200

Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze civili sparse (Tabella 4 Allegato A)

classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m

Situazione attuale 2 10 100

Scenario di progetto 2 10 100

Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze concentrate (centri abitati) (Tabella 5 Allegato A)

classe dimensionale punteggio totale Distanza minima m

Situazione attuale 2 10 200

Scenario di progetto 2 10 200

9 DECOMMISSIONING

Per le strutture in cemento eo laterizi si provvederagrave in fase di dismissione dellrsquoallevamento al

trasporto delle relative macerie presso un impianto di trattamento per la bonifica

Per le attrezzature se riutilizzabili si provvederagrave alla revisione e riutilizzo presso altri impianti simili

mentre per le parti obsolete si provvederagrave al loro smaltimento tramite ditte autorizzate

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COD 15V055 PAGINA 41 194

QUADRO DI RIFERIMENTO

PROGRAMMATICO

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10 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE

101 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ndash Regione Veneto

1011 Riferimenti generali

La Regione Veneto con DGR n 372 del 1722009 ha adottato il Piano Territoriale Regionale di

Coordinamento ai sensi della LR 2342004 n 11 (art 25 e 4) oggetto di Variante anche questa solo

adottata con DGR n 427 del 1042013 pubblicata sul BURV n 39 del 352013 Il PTRC con la

citata Variante come precisato allrsquoarticolo 1bis delle Norme dello stesso assume natura di piano

urbanistico territoriale con specifica considerazione dei valori paesaggistici ai sensi dellrsquoart 135

comma 1 del DLgs 2212004 n 42 il Codice dei beni culturali e del paesaggio

Il PTRC adottato comprende i seguenti elaborati

Relazione illustrativa con i fondamenti del buon governo

Elaborati grafici

- Tavola PTRC 1992 - Ricognizione

- Tavola 1a - Uso del suolo Terra

- Tavola 1b - Uso del suolo Acqua

- Tavola 1c ndash Uso del suolo Idrogeologia e rischio sismico

- Tavola 2 - Biodiversitagrave

- Tavola 3 - Energia e ambiente

- Tavola 4 - Mobilitagrave

- Tavola 5a - Sviluppo economico produttivo

- Tavola 5b - Sviluppo economico turistico

- Tavola 6 - Crescita sociale e culturale

- Tavola 7 - Montagna del Veneto

- Tavola 8 - Cittagrave motore di futuro

- Tavola 9 - Sistema del territorio rurale e della rete ecologica

- Tavola 10 - Sistema degli obiettivi di progetto

Rapporto ambientale

Quadro conoscitivo

Documento per la pianificazione paesaggistica

o Ambiti di paesaggio

o Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici

o Atlante ricognitivo

o Sistema di valori

Norme tecniche

Il PTRC come precisato nellrsquoarticolo 4 delle Norme dello stesso egrave strumento sovraordinato a tutti i

piani territoriali ed urbanistici e puograve essere motivatamente modificato o integrato dai piani regionali di

settore e di sviluppo delle grandi reti di servizi fatto salvo quanto disposto dallrsquoart 145 comma 3 del

DLgs 422004 gli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica di livello inferiore devono

adeguarsi entro dodici mesi dallrsquoentrata in vigore del PTRC

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COD 15V055 PAGINA 43 194

Per quanto attiene allrsquoefficacia del PTRC come stabilito dal comma 3 dellrsquoarticolo 72bis delle Norme

dello stesso piano ldquoai sensi dellrsquoart 29 comma 2 della LR 1104 dallrsquoadozione del PTRC o di sue

eventuali varianti e fino alla loro entrata in vigore e comunque non oltre cinque anni dalla data di

adozione i Comuni sono tenuti a sospendere ogni determinazione sulle domande relative ad interventi

di trasformazione edilizia e urbanistica che risultino in contrasto con le prescrizioni contenute nel

pianordquo

In merito alla pianificazione paesaggistica come definito nel Titolo XI delle Norme dellrsquoadottato PTRC

la Regione egrave articolata ai sensi dellrsquoarticolo 45ter comma 1 della LR 112004 e dellrsquoarticolo 135

comma 2 del DLgs 422004 in quattordici Ambiti di Paesaggio indicati nel Documento per la

pianificazione paesaggistica La definizione delle specifiche normative drsquouso aventi la finalitagrave di

assicurare che ciascun ambito di paesaggio sia ldquoadeguatamente conosciuto tutelato salvaguardato e

disciplinatordquo attribuendo ldquoadeguati obiettivi di qualitagrave in attuazione dei fini di cui agli articoli 131 133 e

135 del Codice e sulla base della specificazione dei contenuti definiti dallrsquoAtlante Ricognitivo

contenuto nel Documento per la pianificazione paesaggisticardquo egrave demandata ai previsti Piani

Paesaggistici Regionali drsquoAmbito (PPRA)

Il Documento per la pianificazione paesaggistica come precisato allrsquoarticolo 71ter delle Norme del

PTRC costituisce quadro di riferimento per la definizione dei PPRA

Tale Documento si articola in Ambiti di paesaggio in cui egrave indicata la delimitazione degli Ambiti di

Paesaggio Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici in cui egrave indicato il percorso istituzionale di

attribuzione della valenza paesaggistica e sono rappresentate le aree di cui agli artt 136 e 142 del

DLgs4204 destinate a ricognizione e validazione in sede di pianificazione paesaggistica regionale

drsquoambito Atlante Ricognitivo quale prima ricognizione finalizzata alla conoscenza dei caratteri del

paesaggio veneto e dei processi di trasformazione che lo interessano in cui sono indicati obiettivi e

indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari ai PPRA Sistemi di valori (i siti patrimonio dellrsquoUnesco le

Ville del Palladio le Ville Venete Parchi e giardini di rilevanza paesaggistica Forti e manufatti difensivi

Archeologia industriale Architetture del Novecento

1012 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Gli elaborati cartografici del PTRC data anche la scala di restituzione solo in alcuni casi identificano

categorie direttamente relazionabili allrsquoarea dellrsquoesistente allevamento zootecnico avicolo od

allrsquoimmediato intorno ed in dettaglio si tratta delle ldquoAree nucleordquo riportate nelle Tavole 1 2 e 9 e dei

ldquoPrati stabilirdquo riportati nelle Tavole 1 e 9

Area nucleo

Le Aree nucleo sono elementi costituitivi della Rete ecologica e corrispondono come precisato

allrsquoarticolo 24 delle Norme del PTRC ai siti della Rete Natura 2000 ed alle aree naturali protette di cui

alla L 3941991 In tale articolo si afferma che ldquola Regione promuove programmi e progetti specifici

finalizzati alla salvaguardia e valorizzazione della Rete ecologica e per lrsquoattuazione di azioni volte alla

tutela conservazione e accrescimento della biodiversitagrave da attuarsi in collaborazione con le

amministrazioni provinciali comunali e gli altri soggetti interessati anche mediante il supporto a

pratiche agricole sostenibili e di gestione rurale privilegiando quelle dellagricoltura biologicardquo e che ldquoin

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PAGINA 44 194 Settembre 2015

tal senso si assumono come elementi di riferimento le reti di siepi agrarie e i filari le zone umide i corsi

dacqua e la rete di scolo e irrigua i boschettirdquo Le Norme del PTRC inoltre precisano che ldquola

procedura per la valutazione di incidenza si applica esclusivamente con riferimento agli obbiettivi di

conservazione tutelati nei siti della Rete Natura 2000rdquo

Con riguardo al previsto ampliamento del numero di capi allevati allrsquointerno delle giagrave esistenti strutture

aziendali che ricadono in una ZPS di cui alla Rete Natura 2000 egrave redatto il richiesto Studio di

Incidenza In aggiunta si annota che non sono previsti interventi che determinano ricadute sullrsquoattuale

consistenza e configurazione dei richiamati elementi di riferimento per la costruzione della rete

ecologica

Prati stabili

I Prati stabili sono disciplinati dallrsquoarticolo 14 delle Norme del PTRC che esplicita il loro riconoscimento

come ldquorisorse per il paesaggio e la biodiversitagraverdquo e demanda ai Comuni lrsquoindividuazione nellrsquoambito dei

propri strumenti urbanistici dei sistemi di prati stabili e la specificazione ai fini della loro tutela di

ldquoadeguate misure per mantenere il loro valore naturalistico e limitare la perdita di superficie prativa

dovuta allo sviluppo urbanistico allrsquoestensione dei seminativi e allrsquoavanzamento delle aree boschiverdquo

Il maggior numero di capi avicoli non richiede lrsquoampliamento dellrsquoarea attualmente giagrave interessata dalla

presenza dellrsquoallevamento e pertanto non sono coinvolte aree a prato stabile

Il PTRC con riguardo alle Aree rurali disciplinate allrsquoarticolo 7 individua e delimita quattro categorie di

aree rurali riportate in tavola 1a le Aree di agricoltura periurbana le Aree agropolitane in pianura le

Aree ad elevata utilizzazione agricola le Aree ad agricoltura mista a naturalitagrave diffusa per ognuna delle

quali sono elencati obiettivi e previsioni da assumere in sede di predisposizione e adeguamento degli

strumenti di pianificazione urbanistica In generale nel territorio rurale la pianificazione territoriale ed

urbanistica come indicato nel citato articolo deve essere ldquoorientata al principio del minor consumo di

suolordquo e perseguire diverse finalitagrave tra le quali ldquogarantire la sostenibilitagrave dello sviluppo economico del

settore rurale attraverso processi di trasformazione del territorio realizzati con il minor consumo

possibile di suolordquo ldquopromuovere e sostenere il recupero dei fabbricati abitativi e agricolo produttivi e

delle loro pertinenze e consentire la realizzazione di fabbricati abitativi e agricolo produttivi necessari

alle aziende agricole garantendo il loro armonico inserimento nel paesaggio agrario nel rispetto della

struttura insediativa esistenterdquo

La prevista variazione del numero di polli allevati che non richiede la realizzazione di nuovi fabbricati

in linea generale comunque non esclusi secondo le indicazioni delle norme del PTRC se correttamente

inseriti si ritiene possa essere positivamente relazionata con il richiamato obiettivo di uno sviluppo

rurale sostenibile tanto che non egrave in contrasto con la finalitagrave di ridurre il consumo di suolo agricolo

102 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ndash Provincia di Treviso

1021 Riferimenti generali

Il PTCP approvato con la DGR 1137 del 23032010 come precisato allrsquoarticolo 1 delle Norme dello

stesso ldquoindica gli obiettivi e gli elementi fondamentali dello sviluppo urbanistico provinciale

individuando per lrsquoassetto del territorio le nuove esigenze generali del territorio in coerenza con il

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COD 15V055 PAGINA 45 194

quadro conoscitivo elaborato con riferimento alla salvaguardia conservazione e valorizzazione delle

risorse territorialirdquo

Tale Piano sempre come specificato nel citato articolo assicura che la valorizzazione delle risorse

territoriali disciplinata dalle previsioni degli strumenti urbanistici comunali persegua in particolare

la promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole

la tutela delle identitagrave storico-culturali e della qualitagrave degli insediamenti urbani ed extraurbani

la tutela del paesaggio rurale montano e delle aree di importanza naturalistica

lrsquoutilizzo di nuove risorse territoriali solo quando non esistano alternative alla riorganizzazione e

riqualificazione

del tessuto insediativo esistente

la messa in sicurezza degli abitati e del territorio dai rischi sismici e di dissesto idrogeologico

Il PTCP attraverso le direttive e le prescrizioni da considerare per la redazione degli strumenti di

pianificazione di livello inferiore ed a cui i PAT dei Comuni devono adeguarsi intende raggiungere

scelte progettuali di sviluppo sostenibile in coerenza con gli obiettivi di cui allrsquoarticolo 2 della LR

112004

Il PTCP si compone dei seguenti elaborati

Elaborati grafici

- Tavola 1-1 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Aree soggette a tutela

- Tavola 1-2 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Pianificazione di livello superiore

- Tavola 1-3 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Aree naturalistiche protette

- Tavola 1-4 Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ndash Vincoli militari e infrastrutturali

- Tavola 2 Carta delle fragilitagrave

- Tavola 3-1 Sistema ambientale ndash Reti ecologiche

- Tavola 3-2 Sistema ambientale ndash Livelli di idoneitagrave faunistica

- Tavola 4-1 Sistema insediativo-infrastrutturale

- Tavola 4-2 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta dei Centri Storici della Provincia

- Tavola 4-3 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta delle Ville Venete Complessi ed Edifici di

pregio architettonico

- Tavola 4-4 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Carta delle Ville Venete Complessi ed Edifici di

pregio architettonico di interesse provinciale

- Tavola 4-5 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Mobilitagrave sostenibile

- Tavola 4-6 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash Percorsi turistici

- Tavola 4-7 Sistema insediativo-infrastrutturale ndash La Grande Treviso Il Sistema dei Parchi

- Tavola 5-1 Sistema del paesaggio ndash Carta geomorfologica della Provincia di Treviso

- Tavola del Rapporto Ambientale

Relazione di Piano

Norme Tecniche

Sintesi Non Tecnica Appendice ldquoArdquo al Rapporto Ambientale

Valutazione di Incidenza Ambientale

Rapporto Ambientale allo stato di avanzamento di giugno 2008

Allegato FF ndash Quaderno Progetti

Allegato GG ndash Linee guida per regolamenti edilizi - Relazione con appendici

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Allegato L ndash Rischio incidenti rilevanti

Allegato M ndash Beni culturali

1022 Relazioni con le previsioni del PTCP

Gli elaborati cartografici del PTCP3 solo in alcuni casi identificano categorie in relazione diretta con

lrsquoarea dellrsquoesistente allevamento zootecnico avicolo ed in dettaglio si tratta dei seguenti casi

Tavola 13 con riguardo alle Zone di Protezione Speciale ndash ZPS

Tavola 21 con riguardo alle Aree di pericolositagrave idrica ridotta P0

Tavola 23 con riguardo alle Zone di incompatibilitagrave assoluta (Rete Natura 2000)

Tavola 31 con riguardo alle ZPS e alle Aree nucleo

Tavola 32 con riguardo al Livello di idoneitagrave faunistica medio

Tavola 51 con riguardo alla Unitagrave di paesaggio P2

Le Zone di Protezione Speciale riportate nella Tavola 13 e nella Tavola 31 in tale caso corrispondono

alla ZPS IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo allrsquointerno della quale ricade lrsquoallevamento avicolo per

il quale si prevede di aumentare il numero di polli allevati per la produzione di carne Le ZPS sono

richiamate percheacute messe in relazione con gli elementi costitutivi della Rete ecologica questi ultimi

identificati e delimitati nella Tavola 31 nel caso in questione rappresentati da una delle Aree nucleo

Lrsquoarticolo 36 delle Norme del PTCP elenca gli obiettivi della Rete ecologica che devono essere assunti

dagli strumenti urbanistici locali e da ogni altro atto di programmazione e di governo del territorio come

condizioni alle trasformazioni ammissibili delle risorse in modo da contribuire alla realizzazione della

stessa rete ecologica provinciale

Lrsquoarticolo 37 delle Norme del PTCP contiene le direttive da applicare agli elementi della Rete ecologica

ed in particolare per quanto riguarda le Aree nucleo stabilisce che

- la realizzazione delle infrastrutture e degli impianti tecnici egrave subordinata a misure di mitigazione

mirate alla ricostituzione della continuitagrave della permeabilitagrave biologica nei punti critici di

passaggio ed inoltre con lrsquoinserimento di strutture utili allrsquoattraversamento faunistico e con la

costituzione di aree di rispetto formate con elementi arborei ed arbustivi finalizzate alla

conservazione della biodiversitagrave

- la gestione dellrsquoagricoltura in queste aree deve essere indirizzata anche mediante interventi di

incentivazione e sostegno tecnico e finanziario al mantenimento delle componenti di interesse

ecologico e della biodiversitagrave complessiva

- le aree individuate come critiche per presenza di infrastrutture aree insediative e corridoi

ecologici nei siti della Rete Natura 2000 devono essere considerate dalla normazione tutelare

degli strumenti urbanistici comunali come ambiti prioritari verso i quali convergere gli interventi

di riorganizzazione mediante azioni di mitigazione e compensazione

Lrsquoarticolo 39 delle Norme del PTCP inoltre per le Aree nucleo stabilisce che ldquoi progetti che implicano

modificazione di usi funzioni attivitagrave in atto sono soggetti a valutazione di incidenza (VINCA) ai sensi

3 Si rimanda agli estratti delle Tavole 21 31 (che riporta le ZPS analogamente alla tav 13 e 23) e 32 del PTCP inserite nellrsquoAllegato

Cartografico allo SIA

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COD 15V055 PAGINA 47 194

della normativa statale e regionale in materiardquo ed in aggiunta precisa al comma 4 che gli ldquointerventi di

ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo [hellip]

sono ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati

compatibili dalla valutazione di incidenza e comunque soggetti a misure compensative a compenso

drsquoogni riduzione della qualitagrave ecologica complessiva dellrsquoareardquo

La previsione di aumentare il numero di polli allevati nelle strutture giagrave presenti non richiede nuovi

fabbricati o ampliamenti di quelli esistenti ed in ogni caso si annota che sono ammessi utilizzi a fini

agricoli in merito alla valutazione di incidenza come giagrave richiamato egrave predisposto il richiesto Studio di

Incidenza

Le Aree a pericolositagrave ridotta (P0) individuate nella Tavola 21 ldquoCarta delle fragilitagrave ndash Aree soggette a

dissesto idrogeologico e fragilitagrave ambientalerdquo sono definite allrsquoarticolo 57 come ldquoparti del territorio

provinciale ritenute maggiormente esposte a pericolo di allagamento soprattutto a causa di insufficienze

idrauliche localirdquo e per tali aree ldquodevono essere promosse dalle Amministrazioni Comunali verifiche

specifiche sullrsquoeffettivo comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio assieme al Consorzio

di Bonifica competente per territoriordquo Le Aree P0 sono disciplinate dallrsquoarticolo 59 delle Norme del

PTCP che formula le seguenti direttive

ldquo1 Lo strumento urbanistico comunale conduce per le aree P0 una rigorosa e puntuale verifica dello

stato idraulico del territorio nel rispetto della Delibera regionale n13222006 utilizzando per le

valutazioni schemi di calcolo che siano in grado di descrivere le conseguenze idrauliche di una

eventuale insufficienza della rete di scolo delle acque precisandone e definendone su queste basi gli

ambiti giagrave indicati dal PTCP

2 Per le aree classificate P0 ferma restando lrsquoapplicazione della normativa per esse eventualmente

disposta dai Piani di Assetto Idrogeologico lo strumento urbanistico comunale detta apposita normativa

finalizzata a non incrementare le condizioni di rischio ed in particolare a

a) mantenere le condizioni esistenti di funzionalitagrave idraulica ed anzi a migliorarle cosigrave da

agevolare e comunque non impedire il deflusso delle piene e non ostacolare il normale deflusso

delle acque

b) non aumentare le condizioni di pericolo a valle od a monte delle aree drsquointervento

c) non ridurre i volumi invasabili e favorire se possibile la formazione di nuove aree di libera

esondazione delle acque

d) non pregiudicare con opere incaute od erronee la successiva realizzazione di interventi per

lrsquoattenuazione o lrsquoeliminazione delle cause di pericolositagrave

e) non effettuare tombinamenti ma mantenere gli originali volumi di invaso disponibili di tratti di

f) fossi e fossati

g) neutralizzare con interventi in loco gli incrementi di portata conseguenti ad interventi

urbanizzativi

h) non costituire od indurre a costituire vie preferenziali al flusso di portate solide o liquide

i) minimizzare le interferenze anche temporanee con le strutture di difesa idraulicardquo

Per le valutazioni sulla relazione tra la disciplina e il previsto ampliamento dellrsquoallevamento si rimanda

ai successivi paragrafi del presente studio in cui si considerano i PAT dei Comuni territorialmente

coinvolti

Studio di Impatto Ambientale

Az Agricola Maggiolo

PAGINA 48 194 Settembre 2015

Le Zone di incompatibilitagrave assoluta sono considerate nelle Norme del PTCP in relazione alle Aree a

rischio di incidente rilevante disciplinate allrsquoarticolo 77 la direttiva stabilisce che il PAT nella

valutazione di compatibilitagrave territoriale per la localizzazione di nuovi impianti a rischio dovragrave tenere in

considerazione le aree di incompatibilitagrave assoluta localizzandogli stabilimenti in aree industriali esterne

a tali zone

La disciplina richiamata non ha attinenza con lrsquointervento in previsione

I Livelli di idoneitagrave faunistica sono definiti e riportati nella Tavola 32 ldquoSistema ambientale ndash Livelli di

idoneitagrave faunisticardquo e nel caso dellrsquoarea dellrsquoallevamento si ricade in un ambito con livello di idoneitagrave

faunistica medio come stabilito allrsquoarticolo 37 delle Norme del PTCP ldquogli strumenti urbanistici locali

dispongono apposita disciplina finalizzata a () definire i livelli di idoneitagrave faunistica allrsquointerno di queste

aree e dettare norme differenziate secondo il livello di idoneitagrave da conferire o conservarerdquo assicurando

nel caso di media idoneitagrave la tutela e la conservazione di tale livello

La prevista variazione in aumento dei capi di polli allevati si ritiene non incidere sul livello di idoneitagrave

faunistica

Le Unitagrave di Paesaggio individuate nella Tavola 51 sono disciplinate dallrsquoarticolo 30 delle Norme del

PTCP che chiede agli strumenti urbanistici comunali di individuare gli ambiti territoriali omogenei ldquoin

modo tale da far corrispondere ad ogni unitagrave di paesaggio la totale estensione di uno o piugrave ATO non

potendo di conseguenza uno stesso ambito territoriale omogeneo essere suddiviso tra diverse UDPrdquo Il

PTCP riconosce le caratteristiche di ogni Unitagrave e la disciplina stabilisce che ldquospetta allo strumento

urbanistico comunale sulla base di analisi puntuali dei caratteri costitutivi proporre la correzione e

precisazione dellrsquoestensione dellrsquounitagrave anche al fine di rendere coerenti le UDP con i perimetri delle

ATO in cui il territorio comunale egrave suddivisordquo

Per le valutazioni sulla relazione tra la disciplina associata alle UdP e il previsto ampliamento

dellrsquoallevamento si rimanda ai successivi paragrafi del presente studio in cui si considerano i PAT dei

Comuni territorialmente coinvolti

103 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castelfranco Veneto

1031 Riferimenti generali

Il Comune di Castelfranco Veneto egrave dotato di PAT redatto con i contenuti di cui allrsquoarticolo 13 della

LR112004 approvato con la DGP n 29 del 322014 tale strumento sostituisce il precedente

Piano Regolatore Generale approvato con le DGR n 4035 del 10122004 e n 3672 del 29112005

Il PAT egrave formato dai seguenti elaborati

Relazione tecnica

Relazione di progetto

Relazione sintetica

Norme tecniche

Elaborati grafici in scala 110000

- Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale

- Carta delle invarianti

- Carta delle fragilitagrave

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COD 15V055 PAGINA 49 194

- Carta della trasformabilitagrave - Ambiti Territoriali Omogenei (ATO)

- Carta della trasformabilitagrave - Valori e tutele Azioni strategiche

Quadro conoscitivo di cui allrsquoart10 della LR112004

Studio di compatibilitagrave idraulica

Le Norme precisano che gli ambiti e gli immobili vincolati individuati nella Tavola 1 del PAT hanno

valore ricognitivo e non esaustivo e che ldquole indicazioni grafiche contenute nella citata Tavola 4 non

hanno valore conformativo delle destinazioni urbanistiche dei suoli la definizione delle quali egrave

demandata al PI e non possono pertanto rappresentare o comportare in alcun modo acquisizione di

diritti edificatori ()rdquo Lrsquoarticolo 4 delle Norme del PAT precisa che ldquogli interventi di trasformazione

edilizia ed urbanistica del territorio prima della redazione del PI ai sensi dellart 18 della LR1104

devono rispettare le previsioni del PRG vigente per le parti compatibili con il PAT che a seguito

dellapprovazione per tali parti acquista il valore e lefficacia del PI come previsto dallart 48 comma 5

della LR112004rdquo

1032 Relazioni con le previsioni del PAT

Le tavole del PAT4 identificano le categorie di vincolo le invarianti le fragilitagrave e le destinazioni drsquouso

associate alla disciplina contenuta nelle Norme dello stesso strumento urbanistico con riguardo allrsquoarea

dellrsquoesistente allevamento avicolo eo alla porzione di territorio limitrofa a questa si distinguono quelle

riportate nella sottostante tabella Per ogni categoria si richiama il contenuto delle norme del PAT e si

svolge la verifica in merito alla coerenza tra la disciplina ed il previsto incremento del numero di capi

avicoli allevati

Piano di Assetto del Territorio ndash Relazione tre le categorie di Piano e lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo

Carta Categoria Art PAT

1 Vincoli ZPS ndash Prai di Castello di Codego 10

Allevamenti zootecnici intensivi LR 112004 12

Reticolo idraulico ndash Servitugrave idraulica 12

2 Invarianti Area Natura 2000 13

Principali filari e siepi del paesaggio 14

3 Fragilitagrave Compatibilitagrave geologica ndash Area idonea a condizione 3 17

4a Trasformabilitagrave ATO Aa1 Agricolo periurbano nord ndash Prai di Godego 36

4b Trasformabilitagrave Area nucleo 34

ZPS ndash Prai di Castello di Godego

Lrsquoarticolo 10 delle Norme del PAT precisa che tale strumento urbanistico recepisce la Zona di

Protezione Speciale IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo individuata ai sensi della DGR n

11802006 quale elemento della Rete Natura 2000 per la salvaguardia della biodiversitagrave ed integra la

ZPS nel sistema ambientale della rete ecologica di cui allrsquoart34 Le direttive definite in tale articolo

stabiliscono che nella progettazione ed esecuzione di piani progetti e interventi ldquodeve essere garantito

il mantenimento ovvero alloccorrenza il ripristino in uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi

di habitat naturali e degli habitat delle specie interessate che hanno determinato lrsquoindividuazione

dellrsquoarea come zona SIC e ZPSrdquo che ldquonellrsquoesame delle soluzioni progettuali devono essere

considerate le possibili alternativerdquo ed infine che ldquoa seguito della valutazione sono individuate

opportune misure di mitigazione o compensazione finalizzate a minimizzare o cancellare le eventuali

4 Si rimanda agli estratti delle Tavole 1 2 3 4a e 4b inserite nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

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PAGINA 50 194 Settembre 2015

incidenze negative sia in corso di realizzazione sia dopo il suo completamentordquo Le prescrizioni di tale

articolo richiamano lrsquoassoggettamento alla procedura di valutazione di incidenza per i piani i progetti e

gli interventi ricadenti allrsquointerno della ZPS

Per quanto riguarda lrsquoassoggettamento alla procedura di valutazione di incidenza si precisa che egrave stato

redatto il richiesto Studio di incidenza a cui si rimanda per le considerazioni di merito

Allevamenti zootecnici intensivi

Lrsquoarticolo 12 delle Norme del PAT richiama i riferimenti legislativi attinenti agli allevamenti zootecnici

intensivi ovvero la DGR 31782004 e smi (Atti di indirizzo - art 50 della LR 112004) e con le

direttive e prescrizioni stabilisce che il Piano degli Interventi (PI) aggiorna e precisa gli allevamenti

zootecnici intensivi individuati nella Tavola 1 per i quali si applicano le vigenti disposizioni di legge e i

regolamenti comunali vigenti in materia di igiene e sanitagrave In aggiunta in tale articolo si precisa che

ldquoagli allevamenti zootecnici in zona impropria sono consentite esclusivamente operazioni di

manutenzione ordinaria e ne egrave incentivata la rimozionerdquo

Con riguardo alle citate norme si sottolinea che si prevede il solo aumento del numero di polli da carne

allevati nelle strutture giagrave esistenti e che ovviamente si terragrave conto del necessario rispetto delle

disposizioni e regolamenti vigenti in materia di igiene e sanitagrave

Reticolo idraulico ndash Servitugrave idraulica

LrsquoArt 12 delle Norme Tecniche del PAT con riguardo al reticolo idraulico ed alle relative servitugrave

richiama il riferimento normativo di cui al RD 3681904 e RD 5231904 e detta le seguenti

prescrizioni

ldquoNon sono consentite nuove edificazioni a distanze inferiori a 10 metri dai cigli esistenti o dal piede

della scarpata esterna dellrsquoargine () Per canali non demaniali in specifici casi egrave facoltagrave insindacabile

del Consorzio di bonifica competente concedere una deroga a tale distanza In caso di sporgenze

aggetti o altro la distanza deve riferirsi alla proiezione in pianta dei medesimi Alla distanza di rispetto

sono vincolate anche eventuali opere insistenti nel sottosuolo quali vani interrati e sottoservizi Le

fabbriche le piante e le siepi esistenti entro la fascia di rispetto prevista dal RD 3681904 sono

tollerate qualora non rechino un riconosciuto pregiudizio giunte a maturitagrave o deperimento non possono

essere surrogate entro le distanze previste Gli interventi di manutenzione su fabbricati esistenti ed

eventuali opere precarie devono ottenere preventiva autorizzazione idraulica dagli Enti competenti

fermo restando che ai fini della servitugrave di passaggio una fascia di larghezza pari a 4 m dovragrave

permanere completamente sgombera da ostacoli e impedimenti al libero transito dei mezzi adibiti alla

manutenzione e allrsquoeventuale deposito di materiali di espurgo La realizzazione di attraversamenti e di

qualsiasi opera o intervento che possa comportare unrsquooccupazione anche temporanea del sedime dei

corsi drsquoacqua gestiti dal Genio Civile o da Consorzi di bonifica egrave oggetto di specifica concessione da

parte dellrsquoente competente () Le superfici costituenti il sedime dei corsi drsquoacqua di competenza

regionale o consortile e le relative fasce di rispetto non possono essere ricomprese allrsquointerno di

perimetri di nuovi piani o strumenti attuativi o interventi di trasformazione territoriale in genere se non

come aree specificatamente destinate alla tutela del corpo idrico Esse non possono contribuire alla

determinazione della capacitagrave edificatoria fatta salva la possibilitagrave di applicare lrsquoistituto del credito

edilizio alle zone contiguerdquo

Nel caso in oggetto il reticolo idrico egrave da riferire al corso drsquoacqua che fiancheggia il lato ovest e sud del

perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento lrsquoincremento del numero di polli allevati non richiede interventi

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COD 15V055 PAGINA 51 194

edilizi od occupazione e trasformazione di nuove aree non giagrave incluse allrsquointerno dellrsquoallevamento

esistente e quindi si escludono ricadute per trasformazioni dello stato attuale nelle fasce di servitugrave

idraulica

Area Natura 2000

Lrsquoarticolo 13 delle Norme del PAT con le direttive indica che egrave opportuno ldquoprevedere norme specifiche

che riprendono le misure di conservazione dei SIC e della ZPS (cfr DGR 23712006)rdquo ed in

particolare ldquoevitare il tombamento della rete idrografica minore fatte salve le esigenze di protezione dal

rischio idrogeologicordquo ed ldquoincentivare il miglioramento delle prestazioni ecologiche e funzionali delle

fasce arbustive ed arboree presenti nelle buffer zones (aree cuscinetto) Ove tali formazioni spontanee

non siano presenti dovrebbe essere incentivata la realizzazione di nuove fasce di vegetazione

riparialerdquo Le prescrizioni dettate dal citato articolo stabiliscono che ldquonon sono consentiti interventi tali

da creare una riduzione dellrsquoestensione di tali areerdquo e che il PI ldquoprecisa ambiti con livelli differenziati di

tutelardquo si richiama inoltre lrsquoapplicazione della procedura di valutazione di incidenza ambientale per

progetti e interventi ricadenti in ZPS

Il previsto aumento dei capi avicoli allevati non comporta interventi sulla rete idrografica minore eo

trasformazioni delle fasce arbustive e arboree presenti come giagrave evidenziato in osservanza della

normativa nazionale e regionale egrave redatto lo Studio di Incidenza

Principali filari e siepi del paesaggio agrario

Lrsquoarticolo 14 delle Norme del PAT con le prescrizioni stabilisce che ldquogli interventi che generano

trasformazione dei filari e siepi del paesaggio agrario devono prevedere opportune misure di

mitigazione eo compensazione sulla base di uno specifico studio valutativordquo e che ldquosono tutelati la

giacitura lrsquoestensione e la conformazione di siepi e filari a tal fine va prevista negli interventi la

ricomposizione di tratti mancanti o abbattutirdquo

La vegetazione presente a ridosso del corso drsquoacqua che scorre immediatamente ad ovest ed a sud del

perimetro dellrsquoallevamento avicolo non egrave interessata da alcun intervento trattandosi del solo aumento

del numero di polli da carne ricoverati nelle strutture esistenti non sono pertanto obbligatori interventi di

mitigazione e compensazione ma si considera comunque la possibilitagrave di mettere a dimora specie

vegetali a formare una siepe lungo il perimetro sud ed est dellrsquoarea dellrsquoallevamento con funzioni di

mascheramento e di qualificazione paesaggistico ambientale

Area idonea a condizione 3

Con riguardo alla compatibilitagrave geologica si distinguono aree con differente grado di rischio geologico-

idraulico e differente idoneitagrave ad essere urbanizzate per le caratteristiche geologico-tecniche e

idrogeologiche-idrauliche disciplinate dallrsquoarticolo 17 delle Norme del PAT

Per quanto attiene alle Aree idonee a condizione 3 definite come ldquoZone con terreni superficiali

prevalentemente sabbiosolimosi ndash limosoargillosi e con massima oscillazione della falda freatica

superiore ai 5 m dal piano campagnardquo la disciplina precisa che ldquole soluzioni per lrsquoidoneitagrave si possono

raggiungere qualora una relazione geologico-tecnica verifichi le caratteristiche geotecniche dei litotipi

Qualora vi sia la presenza di terreni scadenti superficiali (limosi argillosi torbosi ecc) eo variabilitagrave

litologica egrave necessario adottare soluzioni tecniche idonee ad evitare cedimenti delle fondazioni Ogni

intervento dovragrave garantire la tutela delle acque al fine di evitare fenomeni di inquinamento eo

variazioni della geometria ed idrodinamica dei corpi idrici sotterranei e superficialirdquo

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PAGINA 52 194 Settembre 2015

Le direttive demandano al PI la definizione della disciplina sullrsquoedificabilitagrave del territorio e la promozione

degli interventi volti alla riparazione e consolidamento dellrsquoesistente alla stabilizzazione di eventuali

dissesti al miglioramento delle attuali condizioni geologico-idrauliche e mitigazione del rischio Con il

citato articolo in aggiunta si prescrive la stesura di relazione geologica eo geotecnica in conformitagrave

da allegare ai progetti di intervento da riferire degli interventi edificatori e di sistemazione dei terreni

che devono sempre attenersi alle norme tecniche emanate con il DM 1131988 il DM 1492005 e il

DM 1412008 con lrsquoulteriore precisazione che prima dellrsquoapprovazione dello studio di compatibilitagrave

sismica del territorio comunale le indagini geologiche dovranno essere eseguite in conformitagrave al DM

14012008

Come giagrave evidenziato non sono previsti interventi edilizi o di movimentazione del terreno e quindi si

ritiene di non rientrare nel campo di applicazione della richiamata disciplina e normativa nazionale

Ambiti Territoriali Omogenei ndash Aa1 ldquoAgricolo periurbano nord - Prai di Godegordquo

Il territorio comunale come precisato allrsquoarticolo 36 delle Norme del PAT egrave suddiviso in ATO per

ognuno dei quali egrave dettata specifica disciplina articolata in disposizione generali e disposizioni locali

che integra le disposizioni generali per lrsquoassetto del territorio contenute nel Titolo III delle stesse Norme

del PAT Gli ATO Aa come riportato nellrsquoarticolo 40 delle Norme del PAT sono quelli ldquonei quali vi egrave una

prevalenza dei caratteri ambientali e paesaggistici e la struttura delledificato egrave rada o sporadicardquo le

direttive di tale articolo demandano al PI il compito di sviluppare e precisare ldquole scelte strategiche

delineate dal PAT indicando le azioni da svolgere per conseguire gli obiettivi di piano le prioritagrave le

interrelazioni i soggetti coinvolti o da interessare e le condizioni per la fattibilitagrave e lrsquoattuazione delle

previsionirdquo

Per quanto attiene allrsquoAmbito Aa1 nella relativa scheda sono indicati gli obiettivi locali di seguito

interamente riportati

ldquoAmbiente

- Mantenimento delle funzioni agricole produttive e salvaguardia delle aree agricole integre da

garantire tramite il mantenimento e la valorizzazione degli elementi caratterizzanti il territorio

(sistemazioni agricole tradizionali reticolo idrografico superficiale percorsi poderali manufatti e

insediamenti rurali tipologia e allineamento delle alberature ecc)

- Promozione della conoscenza e della fruizione turistico ricreativa del territorio di pregio

naturalistico

- Ricostituzione del patrimonio della biodiversitagrave della rete ecologica territoriale e locale costituita

principalmente dalla ZPS dal corridoio ecologico del Muson e dalla buffer zone mediante

integrazione delle attuali colture con colture tradizionali compatibili con la morfologia del suolo

agrario con ecotoni di margine con piccoli incolti con limplementazione dei filari e siepi

- Rimozione di elementi detrattori

Insediamenti

- Tutela e valorizzazione degli edifici con valore storico-ambientale volta ad un corretto recupero

dei manufatti e un loro impiego a servizio di funzioni connesse alla residenza e alle attivitagrave

agricole locali o per altri utilizzi compatibili

- Tutela del contesto figurativo della villa come elemento riconoscibile da molteplici punti del

territorio agricolo

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- Riordino edilizio e funzionale della struttura insediativa di recente impianto e suo modesto

ampliamento al fine di favorire la permanenza e la crescita fisiologica della popolazione locale

Accessibilitagrave e mobilitagrave locale

- Riqualificazione in senso paesaggistico degli assi viari con possibile individuazione di spazi

anche attrezzati per la sosta in corrispondenza dei coni visuali di maggior percezione

qualitativa

- Realizzazione dellitinerario di interesse ambientale lungo il torrente Avenale e lungo la via

Postumia per la connessione al Muson e al Sentiero degli Ezzelini

- Sistemazione dellrsquoincrocio tra via Bella Venezia e Via Postumiardquo

Le funzioni attribuite allrsquoAmbito Aa1 sono quelle ldquoprevalentemente agricole con bassa presenza di

residenzialitagraverdquo

Con riguardo agli obiettivi ed alle destinazioni funzionali previste per lrsquoAmbito Aa1 si ritiene essere

coerente la previsione di incremento dei capi avicoli in quanto rientrante nellrsquoattivitagrave agricola giagrave svolta

nelle strutture dellrsquoesistente allevamento e quindi correlabile al punto relativo al mantenimento delle

funzioni agricole produttive per altro tale previsione non determina ricadute sugli elementi

caratterizzanti il territorio od impedimento al perseguimento degli altri obiettivi locali di tale ATO

Area nucleo

Le Aree nucleo sono definite quali elementi costitutivi della Rete ecologica considerata e disciplinata

dallrsquoarticolo 34 delle Norme del PTA che demanda al PI la definizione della disciplina degli elementi

della stessa rete ecologica da attuare sulla base delle direttive espressamente elencate nello stesso

articolo

Le prescrizioni per tutti gli elementi della Rete ecologica stabiliscono il vincolo alla loro realizzazione e

mantenimento ed il divieto ad aprire cave e discariche

Per le Aree nucleo egrave inoltre prescritto quanto segue

ldquoEgrave fatto divieto di rimuovere distruggere danneggiare o modificare in modo essenziale le siepi (parte

aerea e parte epigea) salvo motivate esigenze derivanti da assetti proprietari ed infrastrutturali che

comunque dovranno essere accompagnate da idonee misure compensative Sono ammesse le normali

operazioni di manutenzione e ringiovanimento delle siepi (potatura spollonatura tramarratura ecc)

Non egrave ammesso lrsquoallestimento di impianti percorsi e tracciati per attivitagrave sportiva con mezzi motorizzati

Non sono ammesse strutture a serra fissa con o senza zoccolo di fondazione Sono invece ammesse

le serre mobili se destinate alla forzatura stagionale delle produzioni orto-floro-vivaistiche Egrave esclusa

lrsquoedificazione di manufatti da destinare ad insediamenti zootecnici intensivi Ersquo fatta salva lrsquoedificabilitagrave

prevista negli ambiti di edificazione diffusardquo

Anche in tale caso si ribadisce che non essendo previsti interventi di nuova edificazione o

trasformazione dei fabbricati esistenti giagrave destinati ad allevamento avicolo intensivo ne movimenti terra

o azioni sulle componenti vegetali non si ricade nella sfera dei divieti di cui alle richiamate prescrizioni

Vincolo sismico

Infine si annota che lrsquointero territorio comunale risulta ricadere in Zona 3 del vincolo sismico Lrsquoarticolo

9 delle Norme tecniche del PAT prescrive che ldquogli interventi dovranno uniformarsi alle prescrizioni

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PAGINA 54 194 Settembre 2015

dellrsquoOPCM n 32742003 e al DM 14012008 Per la redazione dello studio di compatibilitagrave sismica si

applicano le modalitagrave previste dalla DGR n 3308 del 04112008rdquo

104 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castello di Godego

1041 Riferimenti generali

Il Comune di Castello di Godego ha adottato ai sensi dellart 15 della LR 23 Aprile 2004 n 11

ldquoNorme per il Governo del Territoriordquo con la DCC n 30 del 1162015 il PAT che secondo quanto

previsto dallart 29 della LR 112004 determina lrsquoapplicazione delle misure di salvaguardia

limitatamente alle prescrizioni e ai vincoli contenuti nello stesso PAT fino alla approvazione ed entrata

in vigore del PAT come precisato allrsquoarticolo 137 delle Norme dello stesso Piano egrave sospesa ogni

determinazione sugli interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica del territorio in contrasto con le

previsioni e vincoli del PAT

Come riportato nella citata delibera secondo quanto previsto dallart 48 comma 5 e 5-bis della LR

112004 il vigente Piano Regolatore Generale mantiene la sua efficacia fino allrsquoapprovazione del PAT e

successivamente per le parti compatibili con il PAT diventa il Piano degli Interventi

Il PAT adottato egrave formato dai documenti del Quadro Conoscitivo che comprendono una serie di tavole

di analisi urbanistica agronomica ambientale e geologica dagli elaborati di progetto che comprendono

la Relazione Tecnica Generale le Norme Tecniche le tavole P1A - Carta dei vincoli P1B - Carta della

pianificazione territoriale P2 - Carta delle invarianti P3 - Carta delle fragilitagrave P4 - Carta delle

trasformazioni dai documenti della VAS della VINCA della VCI dagli elaborati della micro-zonazione

sismica

Le disposizioni contenute nel PAT come precisato allrsquoarticolo 3 delle Norme dello stesso piano sono

articolate in direttive (quando non espressamente specificato le disposizioni hanno tale valore) sulla cui

base viene redatto il Piano degli Interventi e in prescrizioni e vincoli a cui devono uniformarsi le attivitagrave

di soggetti pubblici e privati negli interventi di trasformazione del territorio

1042 Relazione con le previsioni del PAT

Le Carte di progetto del PAT5 identificano diverse categorie di vincolo destinazione o azione associate

alla disciplina contenuta nelle Norme dello stesso strumento urbanistico o che rimandano a quelle del

PTCP con riguardo alla porzione di territorio confinante allrsquoarea dellrsquoesistente allevamento avicolo (il

lato ovest si attesta sul confine comunale) o limitrofa a questa si distinguono quelle riportate nella

sottostante tabella Per ogni categoria si richiama il contenuto delle norme del PAT e si svolge una

verifica in merito alla coerenza tra la disciplina e il previsto incremento del numero di capi avicoli

allevati

5 Si rimanda agli estratti delle Tavole P1A P1B P2 P3 e P4 inserite nellrsquoAllegato cartografico allo SIA

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COD 15V055 PAGINA 55 194

Piano di Assetto del Territorio ndash Relazione tre le categorie di Piano e lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo

Carta Categoria Art PAT Art PTCP

P1A Scoli drsquoacqua consorziali ndash Servitugrave idraulica (RD 3681904) 24 -

P1B Tracciati storici agro centuriato 34 44

Aree ad elevata utilizzazione agricola 40 10

Area nucleo 42 37

Area di connessione naturalistica ndash Fascia tampone 42 38

P0 ndash Area a rischio di allagamento per insufficienze idrauliche locali 45 59

P2 Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica 53 -

Ambiti caratterizzati dalla presenza di prati stabili 53 -

Siepi campestri e filari in spazio aperto 57 -

P3 Aree di interesse ambientale ndash Rete Natura 2000 19 -

Area idonea a condizione- per inondazione periodica e ristagno idrico 74 -

Aree soggette a dissesto idrogeologico ndash Aree esondabili eo a periodico ristagno idrico 76 -

P4 Coni visuali 101 -

Ambito per la formazione di parchi e riserve naturali di interesse intercomunale 102 -

Area nucleo 105 --

Area di connessione naturalistica ndash Fascia tampone 106 -

Corridoio ecologico secondario blueway 109

Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica 114 -

Insieme A ATO con contesto agricolo di particolare valore ambientale e paesaggistico AA1 Prai ndash Muson dei Sassi

127 -

Servitugrave idraulica

Le Norme del PAT con lrsquoarticolo 24 richiamano la necessaria ottemperanza alle disposizioni di cui al

RD 851904 n 368 rdquoRegolamento sulle bonificazioni delle paludi e dei terreni paludosirdquo e al RD

2571904 n 523 ldquoTesto unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse

categorierdquo In particolare si prescrive per fiumi torrenti e canali in conformitagrave con lrsquoarticolo 96 del RD

5231904 e per i corsi drsquoacqua consorziali in conformitagrave con lrsquoarticolo 133 del RD 3681904 che deve

essere mantenuta libera da qualsiasi impedimento e ostacolo al transito dei mezzi manutentori una

fascia di almeno m 400 a partire dal piede dellrsquounghia arginale o dal ciglio del corso drsquoacqua e che

devono essere garantite fasce di rispetto idrauliche inedificabili di m 1000 su entrambi i lati dei corsi

drsquoacqua a partire dal piede dellrsquounghia arginale o dal ciglio del corso drsquoacqua

Il previsto incremento del numero di capi allevati non comporta interventi edilizi o modifiche dello stato

attuale per la porzione di territorio ricadente nelle citate fasce da mantenere libere eo inedificabili

Tracciati storici - agro centuriato

Le Norme del PAT con lrsquoarticolo 34 precisano il recepimento negli elaborati di progetto del Piano dei

siti a rischio archeologico e dei tracciati di permanenza esistenti o latenti dellrsquoagro centuriato qualificati

come invarianti strutturali per i quali si applica quanto disposto dagli articoli 60 e 61 Lrsquoarticolo 60

riguardante lrsquoagro centuriato e le strade e tracciati storici prescrive che negli interventi di

trasformazione di grande estensione egrave vietata lrsquoeliminazione dei tracciati persistenti riconducibili al

reticolo stradale della centuriazione romana e le strade e i percorsi storici principali nel mentre per gli

ambiti del territorio agricolo stabilisce diverse direttive tra le quali si annovera la salvaguardia della

struttura tradizionale del territorio legata alla sistemazione agrarie storiche il divieto di interrare o

tombare con canalizzazioni artificiali i corsi drsquoacqua esistenti la coerenza nellrsquoorientamento e nella

dislocazione con lorganizzazione territoriale e con la direzione degli assi centuriali presenti in loco per

le nuove costruzioni

Il previsto incremento del numero di capi allevati non comporta interventi edilizi di ampliamento dei

fabbricati esistenti o di nuova realizzazione e si osserva che lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo per

Studio di Impatto Ambientale

Az Agricola Maggiolo

PAGINA 56 194 Settembre 2015

disposizione e geometria srsquoinserisce in forma coerente nella matrice dellrsquoagro centuriato senza

determinare incidenze negative sul disegno dei corsi drsquoacqua

Aree ad elevata utilizzazione agricola

Le Norme del PAT allrsquoarticolo 40 evidenziano che lo stesso recepisce lrsquoindividuazione delle Aree ad

elevata utilizzazione agricola di cui alla Tavola 9 e correlato articolo 10 delle Norme Tecniche del

PTRC adottato che individua le finalitagrave alle quali fare riferimento per la pianificazione di tale tipo di

territorio agricolo

Si rimanda alle precedenti annotazioni riguardanti il PTRC per quanto attiene alla relazione con

lrsquoallevamento avicolo

Area nucleo ndash Area di connessione naturalistica

Le Norme del PAT allrsquoarticolo 42 richiamano lrsquoindividuazione e articolazione della Rete ecologica

provinciale rappresentata con maggiore dettaglio nellrsquoelaborato Tavola P4 e rimandano alle

successive disposizioni contenute negli articoli da 104 a 111 Per quanto riguarda le Aree nucleo con

lrsquoarticolo 42 si stabilisce che i progetti implicanti modificazione di usi funzioni attivitagrave in atto sono

soggetti a valutazione di incidenza (VIncA) ed in particolare si precisa che gli interventi di

ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo ldquosono

ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati

compatibili dalla valutazione di incidenza e comunque soggetti a misure compensative a compenso

drsquoogni riduzione della qualitagrave ecologica complessiva dellrsquoareardquo

Con lrsquoarticolo 105 riferito alle Aree nucleo si demanda al PI la formulazione di una normativa atta ad

evitare nuove edificazioni sparse a promuovere interventi di qualificazione a definire misure di

mitigazione per infrastrutture e impianti tecnologici ed infine lrsquoindividuazione delle aree critiche

Lrsquoarticolo 106 relativo alle Aree di connessione naturalistica stabilisce che ldquosono da limitare le nuove

edificazioni ad alto consumo di suolo e fortemente impattanti (impianti industriali inquinanti e legati a un

elevato carico trasportistico) e lrsquourbanizzazione diffusardquo e demanda al PI la promozione di interventi di

controllo e qualificazione

In osservanza di quanto richiesto dalle richiamate norme egrave redatto lo Studio di Incidenza ai cui

contenuti e conclusioni si rimanda in ogni caso si evidenzia che non egrave prevista nuova edificazione o

ampliamento dei fabbricati esistenti modificativa dello stato attuale dei luoghi e nemmeno interventi

che comportino la trasformazione delle aree agricole e la riduzione della vegetazione arborea presente

lungo i fossi o gli scoli irrigui

Aree a pericolositagrave idraulica e idrogeologica

Le Norme del PAT allrsquoarticolo 45 ricordano che il PTCP per le aree P0 (a pericolositagrave idraulica bassa)

ldquoAree a rischio di allagamento per insufficienze idrauliche localirdquo con lrsquoarticolo 57 dispone che la

normativa applicabile egrave quella del Progetto di Piano Stralcio per lrsquoAssetto Idrogeologico del bacino

idrografico del fiume Brenta - Bacchiglione e con lrsquoarticolo 59 prevede che il PAT ldquoattraverso la VCI

e successivamente attraverso il Piano delle Acque esegue specifici approfondimenti sul

comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio assieme al Consorzio di Bonifica competente

per territoriordquo

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COD 15V055 PAGINA 57 194

Per la verifica delle relazioni con il previsto aumento dei capi avicoli allevati si rimanda quindi ai

contenuti normativi del PSAI

Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica ndash Paesaggio dei prati stabili

Gli Ambiti agricoli di buona integritagrave ambientale e paesaggistica sono disciplinati dallrsquoarticolo 53 e

dallrsquoarticolo 114 delle Norme del PAT Lrsquoarticolo 53 contiene sia direttive che demandano al PI la

traduzione delle indicazioni elencate nello stesso in azioni e modalitagrave finalizzate a conservare e

migliorare il paesaggio sia prescrizioni che vietano la modifica dellrsquoassetto dei prati stabili e dei campi

chiusi in particolare dal punto di vista paesaggistico idraulico e vegetazionale e richiedono lrsquoattenta

valutazione dellrsquoinserimento di strutture di servizio e reti tecnologiche che possono determinare impatti

negativi sia sullrsquoassetto paesaggistico sia sulle componenti faunistiche Lrsquoarticolo 114 rimanda al

contenuto del citato articolo 53

Il previsto aumento del numero di polli allevati non richiede nuovi interventi edificatori o di

trasformazione di aree agricole coltivate in particolare di prati stabili ed allo stesso modo non si

prevede lrsquoinstallazione di infrastrutture si esclude inoltre in coerenza con quanto disposto dalle

direttive ogni ricaduta sugli elementi che rivestono particolare valenza dal punto vista naturalistico-

ambientale e quelli caratterizzanti la struttura agricola tradizionale del territorio quali il reticolo dei corsi

drsquoacqua la viabilitagrave vicinale le sistemazioni agricole tradizionali

Siepi campestri e filari in spazio aperto

Le Norme del PAT allrsquoarticolo 57 riguardante le siepi campestri precisano che gli elaborati del Piano

individuano le principali che presentano interesse naturalistico e paesaggistico da salvaguardare nella

giacitura estensione e conformazione in secondo luogo la disciplina stabilisce che ldquonei progetti

dintervento va prevista la ricomposizione dei tratti mancanti ed in caso di trasformazioni dovute ad

interventi ammessi dalle norme urbanistiche od edilizie vanno previste adeguate compensazioni

finalizzate a favorire la interconnessione ecologica del territoriordquo

Lrsquoaumento dei capi di pollame da carne non richiede interventi che possono modificare i caratteri e la

consistenza della vegetazione arborea in particolare quella presente lungo il fosso che segna il confine

comunale e si trova a ridosso del perimetro ovest dellrsquoarea dellrsquoallevamento in aggiunta potrebbero

essere comunque eventualmente previsti interventi mitigativi e compensativi finalizzati a rafforzare la

dotazione di siepi lineari e loro connessione con impianto sul lato sud o est del perimetro

dellrsquoallevamento

Aree di interesse ambientale ndash Rete Natura 2000

Lrsquoarticolo 19 delle Norme del PAT riguarda le aree appartenenti alla Rete Natura 2000 ovvero la Zona

di Protezione Speciale IT 3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo per la quale si prescrive nel caso di

interventi ricadenti allrsquointerno della stessa od esternamente ma in grado potenzialmente di comportare

incidenze significative la procedura di Valutazione drsquoIncidenza Le direttive definiscono gli obiettivi da

perseguire attraverso il PI ovvero il riordino morfologico e percettivo dellrsquoedificato esistente verso il

territorio agricolo anche mediante la formazione di apparati vegetali quali filari alberati siepi e macchie

arbustive ed arboree e la definizione di unrsquoadeguata mitigazione e compensazione ambientale

mediante fasce alberate autoctone lungo i margini dei nuovi insediamenti da progettare nei fronti ove

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PAGINA 58 194 Settembre 2015

occorra Al contempo le direttive stabiliscono che il PI provvederagrave a dettare norme di tutela e

valorizzazione ed a fornire disposizioni ed indirizzi sullrsquoattuazione degli interventi nella ZPS e nelle

zone di influenza limitrofe

Come giagrave evidenziato egrave redatto il richiesto Studio di Incidenza al quale si rimanda e in termini

generali pur non essendo previsti interventi edilizi o di trasformazione di aree agricole o di elementi

naturali o seminaturali seguendo le indicazioni formulate con le direttive potrebbero essere

considerata lrsquoopportunitagrave di attuare una riqualificazione percettiva mediante mascheramento degli

esistenti fabbricati di ricovero dei polli e macchinari con impianto di specie arboree lungo alcuni lati del

perimetro dellrsquoallevamento

Area idonee a condizione - Aree esondabili eo a periodico ristagno idrico

Le Aree idonee a condizione che comprendono quelle ldquoper inondazione periodica eo ristagno idricordquo

come precisato allrsquoarticolo 74 delle Norme del PAT sono assoggettate allrsquoapplicazione delle indicazioni

costruttive contenute nella Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica allegata al PAT ed alle norme generali

di tutela di cui al DM 1412008 ldquoNorme tecniche per le costruzionirdquo

Le Area esondabili eo a periodico ristagno idrico sono disciplinate dallrsquoarticolo 76 delle Norme del PAT

che correla lrsquoedificazione o urbanizzazione al rispetto delle prescrizioni elencate per le Aree idonee a

condizione ed alle direttive costruttive stabilite nello stesso articolo che includono lrsquoadozione degli

accorgimenti costruttivi elencati nella Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica gli interventi compensativi

finalizzati al recupero dei volumi drsquoinvaso in caso di rimodellazioni morfologiche la manutenzione

obbligatoria dei manufatti di mitigazione idraulica passiva realizzati in attuazione del PAT

In merito al documento Valutazione di Compatibilitagrave Idraulica nellrsquoAllegato O ldquoNorme prescrizioni e

indicazioni di mitigazione idraulicardquo allrsquoarticolo 8 sono dettate disposizioni riferite alle Aree P0

elencando i criteri da osservare nel caso di nuovi interventi edilizi eo urbanistici al fine di impedire

lrsquoaggravarsi delle situazioni di pericolositagrave e di rischio esistenti

Il previsto aumento del numero di polli allevati non comporta interventi edilizi ne richiede modifiche

morfologiche e quindi si escludono in coerenza con le citate disposizioni dellrsquoarticolo 8 ricadute tali da

peggiorare le condizioni di funzionalitagrave del regime idraulico del reticolo secondario e conseguentemente

aumentare il rischio di inondazione a valle e tantomeno da aumentare il pericolo idraulico con nuovi

ostacoli al normale deflusso delle acque o con riduzioni significative delle capacitagrave di invasamento delle

aree interessate

Coni visuali

I coni visuali significativi per la percezione del paesaggio e degli elementi rilevanti che lo

caratterizzano sono individuati nella Tavola P4 del PAT e gli interventi ammessi dal PI secondo

quanto stabilito dallrsquoarticolo 101 del PAT ldquovanno orientati alla valorizzazione delle relazioni visive

biunivoche tra le parti di paesaggio opposte messe in relazione dal simbolo indicato nellelaborato

grafico e dovranno inoltre minimizzare gli impatti degli elementi di disturbo presenti limitando le altezze

delle recinzioni sistemando i terreni realizzando nuove piantumazioni eccrdquo

I coni visuali collocati ad una minore distanza dallrsquoarea dellrsquoallevamento sono quello ubicato lungo la SP

139 rivolto verso sud e quello sito lungo la via S Pietro rivolto verso nord che abbracciano la

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COD 15V055 PAGINA 59 194

porzione di territorio agricolo collocata tra il Fosso La Roi e il confine comunale orientale Lrsquoallevamento

dellrsquoazienda agricola Maggiolo non ricade sullrsquoasse visivo principale associato ai citati coni visuali e non

determina situazioni di interposizione inoltre grazie alla presenza della vegetazione arborea lungo il

fosso Avenaletto risulta sostanzialmente mascherato alla vista e non incide in misura apprezzabile

nella percezione drsquoinsieme del citato territorio agricolo

Ambito per la formazione di parchi e riserve naturali di interesse intercomunale

Il PAT come precisato allrsquoarticolo 102 delle Norme dello stesso Piano identifica le aree che ldquoper la loro

localizzazione per la limitata alterazione antropica e per i valori ambientali e storico testimoniali che le

caratterizzano costituiscono gli ambiti preferenziali per listituzione di parchi eo riserve naturali di

interesse comunale o sovracomunalerdquo Il citato articolo stabilisce che saragrave il PI a precisare i limiti

destinati a tutela ed a sottoporre a specifica disciplina ai sensi dellarticolo 27 della LR 4084 i beni

immobili ricadenti nelle aree di prevista istituzione ammettendo nella fase transitoria gli interventi

previsti dalle Norme del PAT e del PI per le aree agricole

Il sito dellrsquoallevamento non ricade ovviamente allrsquointerno dellrsquoarea del previsto parco agrario-fluviale

che interessa il territorio comunale di Castello di Godego e non sono previsti interventi che possano

costituire indirettamente ostacolo allrsquoistituzione dello stesso o che possano causare alterazione degli

elementi drsquointeresse ambientale

Corridoi ecologici secondari

I Corridoi ecologici secondari secondo quanto indicato dallrsquoarticolo 109 del PAT sono assoggettati

allrsquoapplicazione delle disposizioni di cui allrsquoarticolo 108 riguardante i Corridoi ecologici principali queste

ultime norme stabiliscono che ogni intervento ldquodovragrave garantire il mantenimento delle condizioni di

naturalitagrave e connettivitagrave esistenti o prevedere adeguate misure di compensazionemitigazionerdquo ed in

particolare sono da evitare ldquointerventi di cementificazione delle sponde favorendo ove possibile la

creazione di fasce arboree ed arbustiverdquo

Per il previsto aumento dei capi avicoli allevati non egrave richiesta una modifica dellrsquoattuale dotazione di

fabbricati o lrsquooccupazione di nuovo terreno agricolo od ancora la modifica delle sponde di corsi drsquoacqua

o fossi irrigui si escludono quindi eventuali ricadute sulle condizioni e funzionalitagrave del corridoio

associato al Fosso Avenaletto

ATO AA1 Prai ndash Muson dei Sassi

LrsquoAmbito Territoriale Omogeneo AA1 rientra tra gli ATO con prevalenza dei caratteri del sistema

ambientale e paesaggistico per i quali lrsquoarticolo 125 delle Norme del PAT detta disposizioni generali

riguardanti il sistema ambientale il sistema insediativo il sistema relazionale mentre lrsquoarticolo 127

stabilisce gli obiettivi le azioni locali i carichi insediativi e servizi specifici di tale ambito Per quanto

attiene allrsquoATO AA gli obiettivi e azioni locali del sistema ambientale includono i seguenti richiamati in

sintesi tutela valorizzazione e rafforzamento anche favorendo riconversioni colturali degli elementi

che connotano il paesaggio mantenimento e sviluppo delle funzioni agricole condotte secondo i

principi della sostenibilitagrave ambientale mitigazione degli impatti degli insediamenti urbani attraverso la

formazione quando possibile di una cintura verde incentivazione al rafforzamento delle connessioni

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PAGINA 60 194 Settembre 2015

ecologiche mantenimento dei coni visuali mantenimento dei punti di discontinuitagrave esistenti in

posizione strategica nei fronti di edificazione negli assi viari

Il progettato aumento dei capi avicoli allevati mantenendo invariata lrsquoattuale dotazione di fabbricati e

spazi dedicati non delinea situazioni di possibile incoerenza con i richiamati obiettivi e azioni ed in

particolare non preclude la possibilitagrave di migliorare la connessione ecologica e la qualitagrave paesaggistica

ed anzi potrebbe essere valutata la possibilitagrave di messa a dimora di un siepe-filare lungo il lato sud od

est del perimetro dellrsquoallevamento che pur ricadendo in territorio del Comune di Castelfranco Veneto

consentirebbe di aumentare la dotazione complessiva degli elementi caratterizzanti di tale paesaggio e

delle componenti dellrsquoagroecosistema rafforzandone la funzionalitagrave

1043 Relazione con le previsioni del PRG

La Tavola di Piano6 del PRG elaborato n 1322 in scala 15000 dellrsquointero territorio comunale

individua nellrsquoarea confinante e limitrofa a quella dellrsquoallevamento esistente oggetto di ampliamento per

il solo numero di polli allevati le seguenti categorie

- Insediamento agricolo - sottozona E 2C - Ambito di parco agricolo

- Ambito di protezione a ndash paesaggistica

- Zona di tutela D3 - idraulica

Le NTA del PRG allrsquoarticolo 9 ldquoInsediamenti agricolirdquo precisano che per le Sottozone E2C ndash Ambito di

parco agricolo valgono le destinazioni e le norme di tutela ed edificabilitagrave della LR 241985 con le

integrazioni limitazioni e specificazioni contenute nello stesso articolo In particolare ldquola destinazione egrave

agricola (articolo 310) con ammesse attivitagrave di trasformazione e commercializzazione dei prodotti del

fondo o tipici della zonardquo ed in base al comma 5 ldquosono ammessi nuovi allevamenti zootecnico-intensivi

unicamente nelle sottozone E2B e previa valutazione igienico sanitaria e ambientale da parte del

responsabile Servizio Igiene e Sanitagrave Pubblica che verifichi le caratteristiche del progetto con

speciale riguardo al tipo di approvvigionamento dei mangimi e al sistema di smaltimento dei rifiuti dei

liquami e del residui i motivi della localizzazione prescelta in relazione alla consistenza e alle

caratteristiche del fondo di pertinenza le caratteristiche dei corpi idrici presenti in un raggio di ml 400 e

la direzione dei venti dominantirdquo

In tale caso si ricorda che si tratta di allevamento avicolo esistente ricadente in territorio del solo

Comune di Castelfranco Veneto per il quale si prevede unicamente un aumento del numero di polli

allevati senza ampliamenti dei fabbricati o degli spazi annessi e tantomeno realizzazione di nuove

strutture

Le NTA del PRG allrsquoarticolo 12 ldquoLimiti allrsquoattivitagrave edificatoriardquo considerano le Zone di tutela D3 (comma

31) e gli Ambiti di protezione paesaggistica (comma 35)

Per le Zone di tutela D3 la disciplina stabilisce che ldquoogni intervento o manufatto egrave ammesso previa

relazione idrogeologica con parere del Consorzio di bonifica in pendenza delle opere di salvaguardia

idraulica gli interventi di ristrutturazione e di nuovo impianto devono in ogni caso evitare le aree di

6 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1322 inserita nellrsquoAllegato cartografico dello SIA

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COD 15V055 PAGINA 61 194

compluvio delle tracimazioni ed adottare piani dimposta del fabbricati superiori di almeno ml 05

rispetto al piano del terreno naturale provvedendo altresigrave allimpermeabilizzazione degli scantinati ()rdquo

In merito al contento delle richiamate norme si sottolinea che non si tratta di ristrutturazione o di nuovo

impianto e che non si prevedono modifiche per le aree di compluvio o di deflusso delle acque

Per gli Ambiti di protezione paesaggistica la disciplina stabilisce che ldquosono soggetti a piano

particolareggiato con i contenuti di cui allarticolo 34 del PTRC fino alla redazione del piano attuativo

non sono ammesse nuove costruzioni per gli edifici esistenti sono consentiti interventi di

manutenzione di restauro di risanamento conservativo e di adeguamento igienico noncheacute di

ristrutturazione edilizia e di ampliamento ai sensi dellarticolo 4 LR 2485 valgono inoltre le seguenti

specifiche norme di tutela egrave vietata la riduzione a coltura di terreni prativi egrave fatto divieto di tagliare a

raso bruciare estirpare o sradicare i filari di siepi o le singole piante autoctone eo naturalizzate salvo

il caso di inderogabili esigenze attinenti le opere di pubblica utilitagrave e per esigenze fito-sanitarie egrave

consentito lo sfoltimento e lutilizzazione turnaria delle piante previo parere delle autoritagrave competenti

sono vietati scavi movimenti di terreno e di mezzi suscettibili di alterare lambiente con esclusione di

quelli necessari allesecuzione di opere pubbliche e di sistemazione idraulica egrave vietata lapertura di

nuove cave e la riapertura di quelle abbandonate o dismesserdquo

Con riguardo alle specifiche norme di tutela si annota che il previsto aumento dei polli allevati non

comporta modifiche per i prati e gli elementi della vegetazione arbustiva od arborea e non richiede

movimentazioni del terreno

105 Classificazione acustica del territorio comunale

1051 Riferimenti generali

La Legge Quadro sullrsquoInquinamento acustico n 447 del 26 ottobre 1995 definisce i criteri generali di

valutazione gli obiettivi di qualitagrave e le linee di intervento in materia di tutela del territorio e della

popolazione dal rumore I numerosi regolamenti attuativi adottati successivamente allrsquoapprovazione

della norma concorrono a definire un quadro ormai completo di norme e standard In particolare i valori

limite sono stati determinati con il DPCM 14 novembre 1997 e sono articolati secondo lrsquoimpostazione

di cui al precedente DPCM 1 marzo 1991 in sei classi di zonizzazione acustica alle quali corrispondono

altrettanti valori limite da rispettare nei due periodi di riferimento (notturno e diurno) e per le quali

vengono definiti dei valori limite da conseguire nel medio e nel lungo periodo La tabella che segue

riassume i valori limite ed i valori obiettivo definiti per ogni classe dal DPCM 141197

Valori limite di emissione ed immissione Legge n 44795 e DPCM 141197

Legge n 44795 (art 2)

DPCM 141197 (tabelle B C D in allegato)

Diurno PD (6-22)

Leq dB(A)

Notturno PN (22-6)

Leq dB(A)

Valore limite di emissione

Valore massimo di rumore che puograve essere emesso da una sorgente misurato in corrispondenza della sorgente stessa Si riferiscono alle sorgenti fisse e mobili

Classe I 45 Classe II 50 Classe III 55 Classe IV 60 Classe V 65 Classe VI 65

(I) 35 (II) 40 (III) 45 (IV) 50 (V) 55 (VI) 65

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PAGINA 62 194 Settembre 2015

Legge n 44795 (art 2)

DPCM 141197 (tabelle B C D in allegato)

Diurno PD (6-22)

Leq dB(A)

Notturno PN (22-6)

Leq dB(A)

Valore limite di immissione

Valore massimo di rumore che puograve essere immesso da una o piugrave sorgenti sonore nellrsquoambiente abitativo o nellrsquoambiente esterno misurato in prossimitagrave dei ricettori Valori assoluti (Leq ambientale) e Valori relativi (Leq ambientale ndash Leq residuo)

Classe I 50 Classe II 55 Classe III 60 Classe IV 65 Classe V 70 Classe VI 70

(I) 40 (II) 45 (III) 50 (IV) 55 (V) 60 (VI) 70

Criterio Differenziale

5 dB (A) per il PD e

3 dB (A) per il PN allrsquointerno degli ambienti abitativi Non si applicano nelle aree di classe VI e se presso lrsquoabitazione a finestre aperte

Leq lt50 dB(A) (PD) e 40 dB(A) (PN)

a finestre chiuse Leq lt35 dB(A) (PD) e 25 dB(A) (PN)

Non si applicano nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture stradali ferroviarie marittime aeroportuali e le altre sorgenti sonore di cui allrsquo11 comma 1 di cui Legge 47795

Valore di attenzione

Valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana e per lrsquoambiente

Sullrsquointero tempo di riferimento (diurno o notturno) il valore di attenzione egrave uguale al valore di immissione riferito ad unrsquoora aumentati di

10 dB (PD)

5 dB (PN) Non si applicano nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture di trasporto

Valori di qualitagrave

Valori di rumore da conseguire nel breve medio e lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili per realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla presente legge

Classe I 47 Classe II 52 Classe III 57 Classe IV 62 Classe V 67 Classe VI 70

(I) 37 (II) 42 (III) 47 (IV) 52 (V) 57 (VI) 70

Classi di azzonamento acustico

Classi Definizioni

I Particolarmente protette rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione aree ospedaliere scolastiche aree destinate al riposo ed allo svago aree residenziali rurali aree di particolare interesse urbanistico parchi pubblici ecc

II Prevalentemente residenziali rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali ed assenza di attivitagrave industriali ed artigianali

III Di tipo misto rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine operatrici

IV Di intensa attivitagrave umana rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare con alta densitagrave di popolazione con elevata presenza di attivitagrave commerciali e uffici con presenza di attivitagrave artigianali aree in prossimitagrave di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie aree portuali aree con limitata presenza di piccole industrie

V Prevalentemente industriali rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsitagrave di abitazioni

VI Esclusivamente industriali rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da insediamenti industriali e con scarsitagrave di abitazioni

Con la Legge Regionale ndeg 21 del 10051999 ldquoNorme in materia di inquinamento acusticordquo la Regione

Veneto nel recepire i contenuti e le disposizioni della legge 26 ottobre 1995 n 447 Legge quadro

sullinquinamento acustico detta per parte sua le norme finalizzate alla tutela dellambiente e della

salute pubblica dallinquinamento acustico prodotto dalle attivitagrave antropiche disciplinandone lesercizio

al fine di contenere la rumorositagrave entro i limiti normativamente stabiliti

Con il DPR n 142 del 30 marzo 2004 (Disposizioni per il contenimento e la prevenzione

dellinquinamento acustico derivante dal traffico veicolare) vengono stabilite le norme per la

prevenzione ed il contenimento dellinquinamento da rumore avente origine dallesercizio delle

infrastrutture stradali

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COD 15V055 PAGINA 63 194

DPR 1422004 valori limite di immissione associati alle relative fasce di pertinenza

Strade esistenti (ampliamenti in sede affiancamenti e varianti) (tipologie presenti sul territorio interessato dal presente SIA)

Tipo di strada

(secondo Codice della

strada)

Sottotipi a fini acustici

(secondo norme CNR 1980 e direttive

PUT)

Ampiezza fascia di pertinenza acustica (m)

Scuole ospedali case di cura e di riposo

Altri Ricettori

Diurno dB(A)

Notturno dB(A)

Diurno dB(A)

Notturno dB(A)

C - extraurbana secondaria

Cb (tutte le altre strade extraurbane secondarie)

100 (fascia A)

50 40

70 60

50 (fascia B)

65 55

F - locale 30

Definiti dai Comuni nel rispetto dei valori riportati in tabella C allegata al DPCM in data 14 novembre 1997 e comunque in modo conforme alla zonizzazione acustica delle aree urbane come prevista dallarticolo 6 comma 1 lettera a) della legge n 447 del 1995

per le scuole vale il solo limite diurno

1052 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Osservando la Tavola 2 ndash Villarazzo ndash Bella Venezia del Piano di Classificazione Acustica del comune

di Castelfranco Veneto approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n 103 del 3172003 si

rileva che lrsquoarea oggetto di analisi si colloca allrsquointerno della classe III ndash aree di tipo misto Come

specifica anche la Relazione Illustrativa ldquorientrano in questa classe le aree urbane interessate da

traffico veicolare locale o di attraversamento con media densitagrave di popolazione con presenza di attivitagrave

commerciali uffici con limitata presenza di attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree

rurali interessate da attivitagrave che impiegano macchine operatricirdquo

Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castello di Godego individua la zona a nord est al

confine con il comune di Castelfranco Veneto in classe III ndash aree di tipo misto Come per il Piano di

Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato per le aree che

ricadono in questa classe valgono le prescrizioni del DPCM 1391

Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Riese Pio X classifica lrsquoarea a sud ovest del comune

al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego in classe acustica II ldquoaree

destinate a uso prevalentemente residenzialerdquo Per tali aree ldquoIl DPCM 1391 determina che siano

inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con

bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali e assenza di attivitagrave

industriali e artigianali In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui lrsquoabitare egrave

evidentemente la funzione prioritaria e in cui mancano o comunque non sono significative le attivitagrave

commerciali che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni (negozi di generi

alimentari artigianato di servizio ecc) Lrsquoassenza di importanti assi di attraversamento e di strade

principali di connessione urbana lrsquoassenza di attivitagrave industriali e dellrsquoartigianato produttivo assieme

alla bassa densitagrave di popolazione consentono di individuare indicativamente tali aree solo in alcune

zone C del PRG vigente In particolare lrsquoassenza di attivitagrave di artigianato produttivo diventa elemento di

riconoscimento delle zone C da inserire in classe IIrdquo

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 64 194 Settembre 2015

Lrsquoazienda agricola ovvero allevamento oggetto del presente studio si inserisce completamente in classe

acustica di tipo III7

106 Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (e norme in materia di

salvaguardia da rischio di inquinamento da nitrati)

1061 Riferimenti generali

Il Piano di Tutela delle Acque (PTA) costituisce uno specifico piano di settore ai sensi dellrsquoart 121 del

D Lgs 1522006 La Regione Veneto ha approvato il PTA con DCR n107 del 5 novembre 2009 Con

successiva DGR n 842 del 15 maggio 2012 la regione modifica e approva il testo integrato delle

Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Tutela delle Acque (Dgr n 141CR del 13122011)

Il PTA egrave composto dai seguenti documenti

- Sintesi degli aspetti conoscitivi riassume la base conoscitiva e comprende lrsquoanalisi delle criticitagrave per

le acque superficiali e sotterranee per bacino idrografico e idrogeologico

- Indirizzi di Piano individuazione degli obiettivi di qualitagrave e le azioni previste per raggiungerli la

designazione delle aree sensibili delle zone vulnerabili da nitrati e da prodotti fitosanitari delle zone

soggette a degrado del suolo e desertificazione le misure relative agli scarichi le misure in materia

di riqualificazione fluviale

- Norme Tecniche di Attuazione contengono misure di base per il conseguimento degli obiettivi di

qualitagrave distinguibili nelle seguenti macroazioni

o Misure di tutela qualitativa disciplina degli scarichi

o Misure per le aree a specifica tutela zone vulnerabili da nitrati e fitosanitari aree sensibili aree

di salvaguardia acque destinate al consumo umano aree di pertinenza dei corpi idrici

o Misure di tutela quantitativa e di risparmio idrico

o Misure per la gestione delle acque di pioggia e di dilavamento

Relativamente agli scarichi le NTA del PTA (art 21) ammettono in caso di istallazioni per edifici isolati

non collettabili alla rete fognaria pubblica e comunque per un numero di AE inferiore a 50 la

possibilitagrave di provvedere a sistemi individuali di trattamento delle acque reflue domestiche oppure di

trattamenti diversi quali ad esempio Vasca Imhoff seguita da dispersione nel terreno mediante

subirrigazione con e senza drenaggio in funzione delle caratteristiche del terreno o Vasca Imhoff

seguita da vassoio o letto assorbente La scelta del sistema di trattamento le sue caratteristiche e il

suo dimensionamento vengono definite da adeguata progettazione basata in particolare sulla

definizione delle condizioni litostratigrafiche pedologiche e idrogeologiche locali

Inoltre secondo lrsquoart 34 delle stesse NTA sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque

reflue a) prodotte da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno eo alla silvicoltura b)

prodotte da imprese dedite ad allevamento di animali c) prodotte da imprese dedite alle attivitagrave di cui

alle lettere a) e b) che esercitano anche attivitagrave di trasformazione o di valorizzazione della produzione

agricola inserita con carattere di normalitagrave e di complementarietagrave funzionale del ciclo produttivo

aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dallrsquoattivitagrave di coltivazione dei

7 Si rimanda alla Tavola ldquoPiano di Classificazione Acustica dei comuni di Castelfranco Veneto Riese Pio X e Castello di Godego

(stralcio)rdquo riportata in Allegato Cartografico

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COD 15V055 PAGINA 65 194

terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilitagrave (hellip) e) aventi caratteristiche qualitative

equivalenti a quelle domestiche8

Relativamente alle acque meteoriche di dilavamento acque di prima pioggia (i primi 5 mm di acqua

meteorica di dilavamento uniformemente distribuita su tutta la superficie scolante servita dal sistema di

collettamento (art6)) e acque di lavaggio (acque comunque approvvigionate attinte o recuperate

utilizzate per il lavaggio delle superfici scolanti (art 6)) le NTA (art 39 e allegato F) del PTA

relativamente alle aziende agricole e gli allevamenti zootecnici rimanda a quanto disposto dalla DGR

n 24952006 e dalla DGR n 24392007

Per quanto concerne le Zone Vulnerabili ai Nitrati (ZVN) relativamente alla Regione Veneto la prima

individuazione egrave stata definita con ex-DLgs n 15299 Successivamente mediante provvedimenti

regionali la regione ha provveduto al completamento dellrsquoindividuazione di tali zone non ultimo con il

PTA (art 13) essendo attualmente dichiarate vulnerabili ai nitrati le seguenti zone

a) lrsquoarea dichiarata a rischio di crisi ambientale di cui allrsquoart 6 della L 28 agosto 1989 n305 costituita

dal territorio della Provincia di Rovigo e dal territorio del Comune di Cavarzere (ai sensi del DLgs

n 1522006)

b) il bacino scolante in laguna di Venezia area individuata con il ldquoPiano per la prevenzione

dellrsquoinquinamento ed il risanamento delle acque del bacino idrografico immediatamente sversante

nella laguna di Venezia ndash Piano Direttore 2000rdquo la cui delimitazione egrave stata approvata con

deliberazione del Consiglio regionale n 23 del 7 maggio 2003

c) le zone di alta pianura-zona di ricarica degli acquiferi individuate con deliberazione del Consiglio

regionale n 62 del 17 maggio 2006

Con il Piano di Tutela delle Acque inoltre si intende designare per completezza quali zone vulnerabili

anche le seguenti zone

d) lrsquointero territorio dei Comuni della Lessinia e dei rilievi in destra Adige

e) il territorio dei Comuni della Provincia di Verona afferenti al bacino del Po

8 Si richiama anche quanto indicato nel DLgs 1522006 relativamente ai criteri generali della disciplina degli scarichi (Art 101) (hellip) 7

Salvo quanto previsto dallarticolo 112 ai fini della disciplina degli scarichi e delle autorizzazioni sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque reflue a) provenienti da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno eo alla silvicoltura b) provenienti da imprese dedite ad allevamento di bestiame [] c) provenienti da imprese dedite alle attivitagrave di cui alle lettere a) e b) che esercitano anche attivitagrave di trasformazione o di valorizzazione della produzione agricola inserita con carattere di normalitagrave e complementarietagrave funzionale nel ciclo produttivo aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dallattivitagrave di coltivazione dei terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilitagrave (hellip)rdquo In materia di utilizzazione agronomica (art 112) il DLgs 1522006 rimanda alle Regione la relativa disciplina

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PAGINA 66 194 Settembre 2015

Legenda

Area di ubicazione dellrsquoallevamento

Stralcio della rappresentazione cartografica delle zone vulnerabili a nitrati

(fonte Decreto n 3 del 3 marzo 2010 del Dirigente dellUnitagrave Complessa Sistema Informativo Settore

primario e controllo)

Con la DGR n 2495 del 07082006 ldquoRecepimento regionale del DM 7 aprile 2006 Programma

dazione per le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola del Venetordquo e successive modifiche (7

agosto 2007 n 2439 4 marzo 2008 n 430 21 aprile 2008 n 134 6 maggio 2008 n 894) egrave stata

per lrsquoappunto recepita la norma vigente a livello nazionale e sono stati individuati i vincoli e le corrette

modalitagrave di gestione degli effluenti di allevamento e delle acque reflue aziendali a cui gli agricoltori

devono attenersi sia allrsquointerno delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola sia nelle altre zone del

Veneto

Con DGR n 1150 del 26 luglio 2011 egrave stato approvato il ldquo2deg Programma drsquoAzionerdquo per le sole zone

vulnerabili ai nitrati valido per il periodo 2012-15 che stabilisce criteri e norme tecniche per

lrsquoutilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e persegue le seguenti finalitagrave

a) Proteggere e risanare le zone vulnerabili allrsquoinquinamento provocato da nitrati di origine agricola

b) Limitare lrsquoapplicazione al suolo dei fertilizzanti azotati sulla base dellrsquoequilibrio tra il fabbisogno

prevedibile di azoto delle colture e lrsquoapporto alle colture di azoto proveniente dal suolo e dalla

fertilizzazionehellip

c) Promuovere strategie di gestione integrata degli effluenti zootecnici per il riequilibrio del rapporto

agricoltura-ambiente tra cui le misure di trattamento degli effluenti noncheacute lrsquoadozione di modalitagrave

di allevamento e di alimentazione degli animali finalizzate a contenere giagrave dalla fase di

produzione le escrezioni di azoto

1062 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Lrsquoazienda Agricola Maggiolo ricade nel Comune di Castelfranco Veneto comune appartenente alla

zona dellrsquoalta pianura (Zona di ricarica degli acquiferi) ed alla zona del bacino scolante della laguna di

Venezia Il territorio in cui egrave localizzato lrsquoallevamento egrave designata anche come area di tutela quantitativa

degli acquiferi (Allegato E PTA) Si ricorda che come evidenziato nel quadro di riferimento progettuale

la pollina viene integralmente consegnata a terzi alla fungaia Agrifung

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COD 15V055 PAGINA 67 194

107 Piano per lrsquoAssetto Idrogeologico del Bacino scolante nella Laguna di Venezia

1071 Riferimenti generali

Nella Regione Veneto sono state individuate le seguenti Autoritagrave di Bacino (AB)

- AB Nazionale del Po

- AB Nazionale dei Fiumi dellrsquoAlto Adriatico

- AB Nazionale del Fiume Adige

- AB Interregionale del Fiume FIssero-Tartaro-Canalbianco

- AB Interregionale del Fiume Lemene

- AB Regionale del Sile e della Pianura tra Piave e Livenza

- Bacino Scolante nella Laguna di Venezia

Nel caso del Bacino scolante nella Laguna di Venezia in attesa dellrsquoistituzione dellrsquoAutoritagrave di Distretto

delle Alpi Orientali (Dlgs 1522006) la Regione del Veneto ha ritenuto opportuno adottare con DGR

n 401 del 31 marzo 2015 il ldquoPiano di Assetto Idrogeologico ndash parte idraulicardquo

Il Bacino scolante nella Laguna di Venezia interessa un territorio che si estende per circa 2068 km2 e

che interessa 27 corsi drsquoacqua Il Bacino egrave delimitato a sud dal canale Gorzone a Sud-Ovest dai Colli

Euganei ad Ovest dal Canale Roncajette a nord-ovest dal fiume Brenta a nord dalle Prealpi Asolane

e a nord-est dal fiume Sile ed interessa il territorio delle province di Venezia Padova e Treviso per un

totale di 108 comuni 22 dei quali appartenenti alla Provincia di Treviso I corpi idrici a deflusso

naturale piugrave significativi sono il Dese Zero Marzenego - Osellino Lusore Muson Vecchio Tergola

mentre quelli a deflusso controllato sono il Naviglio Brenta Canale di Mirano Taglio Novissimo La

superficie del Bacino puograve essere suddivisa in due parti i territori dei bacini idrografici tributari dei corsi

dacqua superficiali sfocianti nella laguna di Venezia e i territori che interessano i corpi idrici scolanti

nella laguna di Venezia tramite le acque di risorgiva individuati come Area di Ricarica

1072 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Lrsquoallevamento ricade allrsquointerno di unrsquoarea definita come ldquoBacino scolante ad interventi a tipologia

limitatardquo non interessa nessuna area a pericolositagrave idraulica a scolo meccanico o che egrave stata oggetto di

alluvioni nel 2007

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Perimetrazione del Bacino Scolante Laguna di Venezia

Area di ubicazione dellrsquoallevamento

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PAI Bacino Scolante Laguna di Venezia - Carta della Pericolositagrave idraulica (stralcio)

108 Piano di Risanamento della Qualitagrave dellrsquoAria

1081 Riferimenti generali

Con Deliberazione della Giunta regionale n 2872 del 28122012 sono stati adottati il Documento di

Piano il Rapporto ambientale il Rapporto ambientale-sintesi non tecnica dellrsquoaggiornamento del Piano

regionale di Tutela e Risanamento dellrsquoAtmosfera

La Regione Veneto attualmente egrave dotata di un Piano di Tutela e Risanamento dellrsquoAtmosfera

(PTRA) approvato con deliberazione del Consiglio Regionale n 57 dellrsquo11 novembre 2004 Tale

Piano rappresenta lo strumento per la programmazione il coordinamento ed il controllo in materia di

inquinamento atmosferico finalizzato al miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla

salvaguardia della salute delluomo e dellambiente

La zonizzazione della Regione Veneto egrave stata approvata con Deliberazione della Giunta Regionale del

Veneto n 31952006 Successivamente ne egrave stata approvata una sua revisione con Deliberazione della

Giunta Regionale del Veneto n 2130 del 23102012

1082 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Il Comune di Castelfranco Veneto ricade nella zona IT0513 ldquoPianura e Capoluogo Bassa Pianurardquo

Come indicato nellrsquoAllegato A della DGR 213012 la definizione delle zone nellrsquoarea della pianura egrave

stata effettuata considerando i seguenti parametri

- Orografia altitudine al di sotto dei 200 m slm

- Condizioni meteo-climatiche bassa ventositagrave con frequenti fenomeni di calme di vento

Area di ubicazione dellrsquoallevamento

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PAGINA 70 194 Settembre 2015

- Urbanizzazione diffusa con pochi centri urbani densamente popolati (giagrave individuati come

Agglomerati)

- Carico emissivo la densitagrave emissiva comunale (ta km2) intesa come stima del PM10 primario

e secondario rispetto alla superficie comunale (espressa in km2) egrave stata utilizzata quale

parametro caratterizzante la zonizzazione Nei comuni della Bassa Pianura la densitagrave emissiva

egrave superiore a 7 ta km2

Progetto di riesame della zonizzazione del Veneto (D Lgs 1552010)

109 Programma di Sviluppo Rurale

1091 Riferimenti generali

La Regione Veneto con DGR n71 del 10 giugno 2014 ha adottato la proposta del PSR 2014-2020

successivamente adottato dal Consiglio Regionale con Deliberazione n 41 del 9 luglio 2014

La proposta di programma egrave stata quindi inviata alla Commissione europea arrivando alla definitiva

approvazione avvenuta con decisione n 3482 del 26 maggio 2015

Il Programma costituisce lo strumento di programmazione per lo sviluppo rurale regionale stabilisce le

strategie e gli interventi per il settore agricolo agroalimentare e forestale e in generale per lo sviluppo

delle aree rurali del Veneto

Nel PSR lrsquointero territorio regionale egrave stato classificato in base al grado do ruralitagrave secondo le seguenti

categorie

A-Aree urbane e periurbane

Area di ubicazione dellrsquoallevamento

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COD 15V055 PAGINA 71 194

B-Aree rurali ad agricoltura intensiva Questi territori vengono ulteriormente suddivise in sub-area B1

(con caratteristiche prevalenti di ldquorurale-urbanizzatardquo e sub-area B2 (con caratteristiche prevalenti di

ldquoUrbanizzatardquo)

C-Aree rurali intermedie

D-Aree rurali con problemi di sviluppo

1092 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in classe B2 ldquoAree rurali ad agricoltura intensiva -

Urbanizzaterdquo

1010 Aree Protette

10101 Riferimenti generali

La Legge Quadro sulle Aree Protette (L 39491) classifica le aree naturali protette in

Parchi nazionali Aree al cui interno ricadono elementi di valore naturalistico di rilievo

internazionale o nazionale tale da richiedere lrsquointervento dello Stato per la loro protezione e

conservazione Sono istituiti dal Ministero dellrsquoAmbiente e della Tutela del Territorio

Parchi naturali regionali e interregionali Aree di valore naturalistico e ambientale che

costituiscono nellambito di una o piugrave regioni limitrofe un sistema omogeneo individuato dagli

assetti naturalistici dei luoghi dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle

popolazioni locali Sono istituiti dalle Regioni

Riserve naturali Aree al cui interno sopravvivono specie di flora e fauna di grande valore

conservazionistico o ecosistemi di estrema importanza per la tutela della diversitagrave biologica In

base al pregio degli elementi naturalistici contenuti possono essere statali o regionali

In considerazione di quanto indicato dalla Legge Quadro nazionale la Regione Veneto con la Legge

Regionale n 40 del 16081984 ldquoNuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionalirdquo e

smi definisce le disposizioni per lrsquoistituzione di parchi e riserve naturali regionali al fine di assicurare la

conservazione e la valorizzazione dellrsquoambiente naturale nelle zone di particolare interesse

paesaggistico naturalistico ed ecologico di promuoverne lo studio scientifico di rendere possibile

lrsquouso sociale dei beni e di creare specie nelle zone rurali e montane migliori condizioni di vita per le

collettivitagrave locali

Le aree naturali protette definite dalla LR 401984 sono Parchi Naturali Regionali Riserve Naturali

Regionali Zone di protezione e di sviluppo controllato (Zone di pre-parco) Parchi e riserve di interesse

locale

Come specificato allrsquoart 11 della LR le aree comprese nei parchi o nelle riserve possono essere

classificate dal piano ambientale ai fini del particolare regime cui vengono sottoposte nelle seguenti

categorie

a) Zone di riserva naturale regionale generale sono consentiti solo gli interventi a cura o sotto il

controllo dellrsquoente gestore per la protezione dellrsquoambiente e per la ricostituzione di equilibri

naturali propri dello ambiente Al loro interno possono essere individuate aree di riserva

integrale (nelle quali per la presenza di eccezionali valori naturalistici e ambientali il suolo il

sottosuolo le acque la vegetazione e la fauna sono protetti nella loro assoluta integritagrave) e aree

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PAGINA 72 194 Settembre 2015

di riserva orientata (in cui lrsquoevoluzione dellrsquoambiente naturale anche limitatamente ad alcune

sue particolari manifestazioni viene sorvegliata e orientata scientificamente)

b) Zone di riserva naturale regionale speciale sono istituite al fine di tutelare particolari elementi o

fenomeni dello ambiente naturale del paesaggio e antropologi

c) Zone a destinazione silvo ndash pastorale in cui egrave consentito lrsquoesercizio sia a cura dellrsquoente gestore

che di altri enti pubblici organismi associativi o privati di attivitagrave agricole utilizzazioni forestali

pascolo e attivitagrave zootecniche in forma compatibili con la tutela ambientale e non contrastanti

con le finalitagrave generali del parco o della riserva e con le norme del piano ambientale

d) Zone a destinazione agricola in cui egrave prevista la stessa disciplina delle aree al punto

precedente

e) Zone di penetrazione sono aree che per esigenze logistiche le quali non possono essere piugrave

opportunamente soddisfatte allrsquoesterno del parco debbano ospitare strutture ricettive

campeggi parcheggi per automezzi e centri di informazione

Tali aree sono individuate preferibilmente in zone marginali e periferiche del territorio del parco

o della riserva e comprenderanno il tracciato le immediate adiacenze e le testate delle esistenti

rotabili interne aperte al pubblico gli adiacenti nuclei abitati manufatti e gli impianti di attivitagrave

produttive esistenti

I Parchi e le riserve di interesse locale possono essere istituite da Province Comunitagrave Montane

Comuni e loro Consorzi nonchegrave Comunitagrave familiari montane anche associate tra loro Per ogni parco o

riserva istituita deve essere redatto un Piano ambientale assimilato ad un piano attuativo di iniziativa

pubblica (Art 27)

10102 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Nessuna area di interesse naturalistico ricade nel Comune di Castelfranco Veneto9 Lrsquoarea protetta piugrave

prossima allrsquoallevamento egrave il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile posto ad una distanza di circa

82 km dallrsquoAllevamento Maggiolo

1011 Rete Natura 2000

10111 Riferimenti generali

La Rete Natura 2000 costituisce la piugrave importante strategia drsquointervento dellrsquoUnione Europea per la

tutela del territorio Tenuto conto della necessitagrave di attuare una politica piugrave incisiva di salvaguardia degli

habitat e delle specie di flora e fauna si egrave voluto dar vita ad una Rete coerente di aree destinate alla

conservazione della biodiversitagrave del territorio dellrsquoUnione Europea I siti che compongono la Rete (Siti

Natura 2000) sono rappresentati dai Siti drsquoImportanza Comunitaria (SIC) e dalle Zone di Protezione

Speciale (ZPS)

I SIC e la Rete Natura 2000 sono definiti dalla Direttiva Habitat 9243CEE ndash art 3 comma1 ldquoEacute

costituita una rete ecologica europea coerente di zone speciali di conservazione denominata Natura

2000 Questa rete formata dai siti in cui si trovano tipi di habitat naturali elencati nellallegato I e habitat

delle specie di cui allallegato II deve garantire il mantenimento ovvero alloccorrenza il ripristino in

uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie

Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

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COD 15V055 PAGINA 73 194

interessati nella loro area di ripartizione naturale La rete Natura 2000 comprende anche le zone di

protezione speciale classificate dagli Stati membri a norma della direttiva 79409CEErdquo

Le ZPS sono state previste dalla Direttiva Uccelli 79409CEE oggi abrogata e sostituita dalla Direttiva

2009147CEE ldquoconcernente la conservazione degli uccelli selvaticirdquo Questrsquoultima direttiva allrsquoart 3

commi 1 e 2 riporta ldquohellipgli Stati membri adottano le misure necessarie per preservare mantenere o

ristabilire per tutte le specie di uccelli di cui allrsquoart 1 una varietagrave ed una superficie sufficienti di habitat

La preservazione il mantenimento ed il ripristino dei biotopi e degli habitat comportano innanzitutto le

seguenti misure

a) Istituzione di zone di protezione

b) Mantenimento e sistemazione conforme alle esigenze ecologiche degli habitat situati allrsquointerno e

allrsquoesterno delle zone di protezione

c) Ripristino dei biotopi distrutti

d) Creazione dei biotipirdquo

Allrsquoart 4 della stessa direttiva si indica inoltre che ldquoPer le specie elencate nellrsquoallegato I sono previste

misure speciali di conservazione per quanto riguarda lrsquohabitat per garantire la sopravvivenza e la

riproduzione di dette specie nella loro area di distribuzionerdquo

SIC e ZPS sono definite dagli Stati membri (in Italia su proposta delle Regioni) Quando un SIC viene

inserito ufficialmente nellrsquoElenco Comunitario lo Stato membro designa tale sito come Zona Speciale di

Conservazione (ZSC)

A livello europeo il piugrave recente elenco ufficiale dei SIC appartenenti alle regioni biogeografiche alpina e

continentale nelle quali si inserisce la Regione Veneto sono state definite con Decisioni della

Commissione del 3 dicembre 2014 (rispettivamente 201571UE e 201569UE)

Lindividuazione delle ZPS spetta alle Regioni e alle Province autonome che trasmettono i dati al

Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare il quale dopo la verifica della

completezza e congruenza delle informazioni acquisite trasmette i dati alla Commissione Europea Le

ZPS si intendono designate dalla data di trasmissione alla Commissione e dalla pubblicazione sul sito

del Ministero dellrsquoelenco aggiornato Il DM dellrsquo8 agosto 2014 indica che lrsquoelenco delle ZPS istituite ai

sensi del DM del 17 ottobre 2007 ldquoCriteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione

relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS)rdquo egrave pubblicato

sul sito wwwminambienteit ed egrave tenuto aggiornato con le eventuali modifiche apportate nel rispetto

delle procedure comunitarie Contestualmente viene abrogato il DM del 19 giugno 2009 ldquoElenco delle

Zone di Protezione Speciale (ZPS) classificate ai sensi della Direttiva 79409CEE)rdquo Lrsquoultima

trasmissione della banca dati alla Commissione Europea egrave stata effettuata dal Ministero dellrsquoAmbiente

ad ottobre 2014

La Regione Veneto con DGR n 1180 del 18 aprile 2006 ldquoRete ecologica europea Natura

2000Aggiornamento banca datirdquo e ss mm ii provvede alla redazione dellrsquoelenco ufficiale delle aree

appartenenti alla Rete Natura

Ad oggi in Veneto risultano istituiti 128 Siti appartenenti alla Rete Natura 2000 tra i quali 102 SIC e 67

ZPS per una superficie complessiva di 414675 ettari (pari al 225 del territorio regionale)

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PAGINA 74 194 Settembre 2015

10112 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Lrsquoarea oggetto di studio ricade interamente allrsquointerno della ZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego

Nessun altro Sito (SICZPS) ricade allrsquointerno del Comune di Castelfranco Veneto10

La ZPS IT3240026 ldquoPrai di Castello di Godegordquo si estende su una superficie di circa 1561 ha nel

territorio dei Comuni di Castelfranco Veneto Castello di Godego Loria Riese Pio X in Provincia di

Treviso

Il Sito egrave stato istituito a tutela del paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da ampi prati stabili e

fitte alberature con tratti di territorio a campo chiuso e zone interne originarie La scheda Natura 2000

indica che la qualitagrave e lrsquoimportanza del sito sono determinati dal fatto che il territorio rappresenta uno

degli ultimi esempi di paesaggio agrario tradizionale con un buon equilibrio tra naturalitagrave e utilizzo

agricolo che consente il mantenimento di una buona diversitagrave e ricchezza floristica e di tipi

vegetazionali La presenza di aree in cui spesso ristagna lacqua e la natura argillosa dei suoli

permettono inoltre la presenza di specie vegetali di particolare importanza

Allrsquointerno della ZPS come indicato nel Formulario standard sono presenti 7 tipologie di habitat

(indicate nella tabella successiva) la piugrave diffusa (57) egrave quella delle colture cerealicole estensive

mentre lrsquohabitat meno diffuso egrave quello degli impianti forestali a monocultura diffusi sullrsquo1 della ZPS

Le aree urbanizzate interessano una superficie complessiva di circa 156 ha pari al 10 dellrsquointera

area

Codice Habitat Superficie (ha) Copertura ()

N20 Impianti forestali a monocoltura 1561 1

N12 Colture cerealicole estensive 88977 57

N07 Torbiere stagni e paludi 7805 5

N23 Altro (inclusi centri abitati strade discariche miniere e aree industriali)

1561 10

N09 Praterie aride steppe 7805 5

N14 Praterie migliorate 3122 20

N21 Piantagioni arboreee 3122 2

TOT 1561 100

Habitat nella ZPS IT3240026

Allrsquointerno della ZPS sono inoltre stati individuati i seguenti habitat di interesse comunitario (Allegato I

Direttiva Habitat)

6430-Bordure planiziali montane e alpine di megaforbie idrofile

6510-Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis Sanguisorba officinalis)

Il Formulario Standard indica che allrsquointerno del Sito lrsquohabitat 6430 egrave diffuso su una superficie di 7805

ha pari al 5 del totale mentre lrsquohabitat 6510 egrave distribuito sul 20 circa della ZPS (312 ha)11 Entrambi

gli habitat hanno un livello di conservazione buono

Il Formulario Natura 2000 indica che allrsquointerno della ZPS sono presenti 19 specie di avifauna inserite

nellrsquoArticolo 4 della Direttiva Uccelli (2009147EC) ed una specie (Rana latastei) inserita nellrsquoAllegato 2

della Direttiva Habitat (9243EEC) Tra le specie comuni vi sono Airone cenerino Falco cuculo Averla

piccola Porciglione Bigia padovana Tuffetto Piro piro boschereccio Barbagianni e Rana di Lataste

10

Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

11 Si rimanda alle Tavole ldquoZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego ndash Habitatrdquo riportata nellrsquoAllegato cartografico

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COD 15V055 PAGINA 75 194

Airone rosso Re di quaglie Averla maggiore e Tottavilla sono specie rare allrsquointerno del territorio

mentre tutte le altre specie (Martin pescatore Gufo comune Falco di palude Albanella reale A

minore Assiolo Combattente) sono indicate come sola presenza

Per ulteriori dettagli si rimanda allo Studio di incidenza allegato allo Studio di impatto ambientale

1012 Important Bird Area (IBA)

10121 Riferimenti generali

Le Aree di Interesse Avifaunistico (IBA dallrsquoinglese Important Bird Areas) corrispondono a siti individuati

in tutto il mondo sulla base di criteri ornitologici applicabili su larga scala da parte di associazioni non

governative che fanno parte di BirdLife International

Il primo programma IBA viene effettuato nel 1981 mediante un incarico dato dalla Commissione

Europea allrsquoICBP (International Council for Bird Preservation) predecessore di BirdLife International

per lrsquoindividuazione delle aree prioritarie per la conservazione dellrsquoavifauna in Europa in vista

dellrsquoapplicazione della Direttiva ldquoUccellirdquo In Italia lrsquoinventario delle IBA egrave stato redatto e

successivamente aggiornato dalla Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) La prima pubblicazione

dellrsquoinventario IBA Italiano risale al 1989 mentre nel 2000 egrave stato pubblicato col sostegno del Ministero

per le Politiche Agricole e Forestali un secondo inventario aggiornato Il successivo progetto sviluppato

dalla LIPU e commissionato dal Ministero dellrsquoAmbiente (Servizio Conservazione della Natura)

ldquoSviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base della rete delle IBA (Important Bird Areas)rdquo

(versione del 2002) ha portato allrsquoaggiornamento ed alla mappatura del sistema IBA presenti

nellrsquoinventario pubblicato nel 2000

10122 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone designate quali IBA12

la piugrave vicina egrave lrsquoIBA

n 059 ldquoMedio corso del Fiume Brentardquo posta ad una distanza minima superiore a 13 km

dallrsquoAllevamento

1013 Zone umide di importanza internazionale

10131 Riferimenti generali

La Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale soprattutto in quanto habitat per le

specie di uccelli acquatici egrave stata firmata a Ramsar in Iran il 2 febbraio 1971 Latto viene siglato nel

corso della Conferenza Internazionale sulla Conservazione delle Zone Umide e sugli Uccelli

Acquatici promossa dallUfficio Internazionale per le Ricerche sulle Zone Umide e sugli Uccelli

Acquatici (IWRB- International Wetlands and Waterfowl Research Bureau) con la collaborazione

dellUnione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN - International Union for the Nature

Conservation) e del Consiglio Internazionale per la protezione degli uccelli (ICBP - International Council

for bird Preservation) La Convenzione si pone come obiettivo la tutela internazionale delle zone

definite umide mediante lindividuazionela delimitazione e lo studio degli aspetti caratteristici in

12

Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

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PAGINA 76 194 Settembre 2015

particolare lavifauna e la messa in atto di programmi che ne consentano la conservazione e la

valorizzazione

La Convenzione di Ramsar egrave stata ratificata e resa esecutiva dallItalia con il DPR 13 marzo 1976 n

448 ldquoEsecuzione della convenzione relativa alle zone umide dimportanza internazionale soprattutto

come habitat degli uccelli acquatici firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971rdquo e con il successivo DPR 11

febbraio 1987 n 184

10132 Riferimenti per lrsquoarea di analisi

Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone Ramsar13

cosigrave come non sono presenti

zone umide in un raggio di 10 km dallrsquoarea di intervento

11 REGIME VINCOLISTICO

111 Vincolo sismico

1111 Riferimenti generali

Con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3274 del 20032003 concernente ldquoPrimi

elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative

tecniche per le costruzioni in zona sismicardquo nelle more dellrsquoespletamento degli adempimenti dellrsquoart 93

del DLgs n 1121998 sono approvati i ldquoCriteri per lrsquoindividuazione delle zone sismiche ndash

individuazione formazione e aggiornamento degli elenchi delle medesime zonerdquo noncheacute le connesse

ldquoNorme tecniche per il progetto la valutazione e lrsquoadeguamento sismico degli edificirdquo ldquoNorme tecniche

per il progetto sismico dei pontirdquo e ldquoNorme tecniche per il progetto sismico delle opere di fondazione e

sostegno dei terrenirdquo Tali norme sono riportate come Allegati allrsquoOrdinanza

LrsquoOrdinanza prevede inoltre che le Regioni sulla base dei criteri generali dettati nellrsquoAllegato 1 (criteri

per lrsquoindividuazione delle zone sismiche che rimandano ad una distinzione secondo 4 zone sismiche)

provvedono allrsquoindividuazione e formazione ed aggiornamento dellrsquoelenco delle zone sismiche

lasciando facoltagrave di introdurre o meno lrsquoobbligo della progettazione antisismica nelle zone 4 Secondo i

nuovi criteri classificativi il territorio regionale risulta suddiviso in 4 zone sismiche in base ai valori di

accelerazione di picco orizzontale del suolo con probabilitagrave di superamento del 10 in 50 anni

zona 1 accelerazione orizzontale gt 025 g

zona 2 accelerazione orizzontale 015g ndash 025 g

zona 3 accelerazione orizzontale 005g ndash 015 g

zona 4 accelerazione orizzontale lt 005 g

LrsquoOrdinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3519 del 2842006 approva i criteri generali per

lrsquoindividuazione delle zone sismiche e la formazione ed aggiornamento degli elenchi ed anche la mappa

della pericolositagrave sismica di riferimento a scala nazionale I criteri per lrsquoindividuazione delle zone

sismiche sono definiti allrsquoallegato 1A con riferimento alle Norme Tecniche per le Costruzioni approvate

con DM 1492005 e sono previste quattro zone Allrsquoallegato 1B egrave riportata la mappa della pericolositagrave

13

Si rimanda alla Tavola ldquoAree protette e Rete Natura 2000rdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico

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COD 15V055 PAGINA 77 194

sismica a scala nazionale da assumere quale riferimento per lrsquoassegnazione di un territorio ad una delle

diverse quattro zone sismiche predefinite

Con deliberazione n 67 del 03 dicembre 2003 recependo i criteri generali dellrsquoOrdinanza PCM n

3274 del 20 marzo 2003 il Consiglio Regionale ha approvato la nuova classificazione sismica dei

Comuni del Veneto Con deliberazione n 71 del 22012008 ldquoOPCM 2842006 n 3519 ldquoCriteri

generali per lrsquoindividuazione delle zone sismiche e per la formazione e lrsquoaggiornamento degli elenchi

delle medesime zone Direttive per lrsquoapplicazionerdquo la Giunta Regionale ha stabilito di prendere atto dei

criteri generali di classificazione allegati allrsquoOrdinanza PCM 3519 del 28 aprile 2006 innovativi rispetto

allrsquoOPCM 32742003 e della mappa di pericolositagrave sismica di riferimento espressa in termini di

accelerazione massima al suolo (amax) confermando comunque per quanto riguarda gli aspetti

amministrativi la classificazione sismica dei Comuni del Veneto di cui allrsquoAllegato I della deliberazione

del Consiglio Regionale n 672003

1112 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine

Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in accordo DGR n 672003 successivamente confermata con

DGR n 712008 in zona sismica 3

Il territorio di Castelfrenco Veneto in base alla mappa di pericolositagrave sismica del territorio nazionale

elaborata dallrsquoIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e riportata come Allegato 1B dellrsquoOPCM

del 28 aprile 2006 n 3519 risulta soggetto a valori di accelerazione (con probabilitagrave di eccedenza del

10 in 50 anni) compresa tra 0150 g e 0200 Secondo la Classificazione sismica al 2015 il comune di

Castelfranco Veneto viene inserito in zona sismica 3 nella quale possono verificarsi forti terremoti ma

rari

Stralcio della classificazione sismica al 2014 (httpwwwprotezionecivilegovitjcmsitclassificazionewp)

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Mappa pericolositagrave sismica

Espressa in termini di accelerazione massima (con

probabilitagrave di eccedenza del 10 in 50 anni)

Fonte Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

(In httpesse1-gismiingvit)

112 Vincolo idrogeologico

1121 Riferimenti generali

Il RD 30121923 n 3267 allrsquoarticolo 7 stabilisce che le trasformazioni dei terreni sottoposti a vincolo

idrogeologico ai sensi dello stesso decreto sono subordinate al rilascio di autorizzazione da parte dello

Stato ora sostituito dalle Regioni o dagli organi competenti individuati dalla normativa regionale

1122 Riferimenti per lrsquoarea drsquoindagine

Secondo la classificazione regionale riportata nella Tavola 1B del PTCP della Provincia di Treviso

ldquoCarta dei Vincoli e della pianificazione territorialerdquo lrsquoallevamento non interessa nessuna area

sottoposta a vincolo idrogeologico

113 Patrimonio culturale beni culturali e beni paesistici vincolati

1131 Riferimenti generali

Il DLgs del 2212004 n 42 ldquoCodice dei beni culturali e del paesaggio ai sensi dellrsquoarticolo 10 della

Legge 6 luglio 2002 n 137rdquo costituisce il riferimento normativo in materia di beni culturali e

paesaggistici Tale decreto in applicazione dellrsquoarticolo 9 della Costituzione disciplina le forme di tutela

del patrimonio culturale costituito dai beni culturali che comprendono in particolare il patrimonio

storico artistico demo-etno-antropologico archeologico archivistico librario e dai beni paesaggistici

ovvero le bellezze naturali le singolaritagrave geologiche le ville giardini e parchi gli immobili di valore

estetico e tradizionale le bellezze panoramiche e belvedere ed ancora gli altri immobili ed aree

individuati dalla legge (categorie del paesaggio) od in base alla legge attraverso i Piani paesaggistici

Per quanto riguarda i beni culturali le disposizioni per la tutela si applicano a seguito di una verifica

drsquointeresse nel caso delle cose immobili o mobili che rivestono interesse artistico storico archeologico

o demo-etno-antropologico ed appartengono alle pubbliche amministrazioni od a particolari enti istituti

e persone giuridiche od ancora a seguito della dichiarazione di interesse per gli altri immobili che

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COD 15V055 PAGINA 79 194

presentano analoga valenza ma appartenenti a soggetti diversi da quelli prima richiamati La tutela dei

beni immobili si esercita nella forma del divieto alla demolizione danneggiamento e utilizzo per usi

incompatibili alla loro conservazione ed in particolare nella preventiva autorizzazione per una serie di

interventi come elencati allrsquoarticolo 21 Lrsquoautorizzazione deve essere richiesta dai proprietari

possessori o detentori dei beni allrsquoamministrazione competente al rilascio tale autorizzazione puograve

essere rilasciata anche con motivata dichiarazione in sede di conferenza dei servizi (art 25) e con atto

rilasciato in sede di concerto sulla compatibilitagrave ambientale nel caso di progetti sottoposti a valutazione

di impatto ambientale (art 26)

Per quanto attiene ai beni paesaggistici lrsquoassoggettamento a tutela avviene a seguito della

dichiarazione di notevole interesse pubblico (art 137-141) per effetto di disposizioni legislative nel

caso delle specifiche categorie di beni elencati nellrsquoarticolo 142 ed ancora a seguito di identificazione

nei piani paesaggistici gli immobili e le aree tipizzati sottoposte a tutela dagli stessi piani La normativa

nazionale stabilisce che tutti i beni paesaggistici sono tutelati e valorizzati sottoponendo a specifica

normativa drsquouso il territorio mediante Piani paesaggistici o Piani urbanistico territoriali con specifica

considerazione dei valori paesaggistici concernenti lrsquointero territorio regionale (art 135) Il vincolo di

tutela si esercita nella forma del divieto (per i proprietari possessori o detentori) di distruggere i beni od

introdurvi modificazioni e nellrsquoobbligo di sottoporre i progetti delle opere di qualunque genere (salvo

quelli elencati allrsquoart 149) da eseguire alla competente amministrazione ai fini di ottenere preventiva

autorizzazione

Il DPCM 12122005 di individuazione della documentazione necessaria alla verifica della

compatibilitagrave paesaggistica degli interventi proposti definisce le finalitagrave i criteri di redazione ed i

contenuti della Relazione Paesaggistica che correda congiuntamente al progetto dellrsquointervento ed alla

relazione di progetto lrsquoistanza da presentare per lrsquoautorizzazione paesaggistica Con il DPR 972010

n 139 si definisce il procedimento semplificato per lrsquoautorizzazione paesaggistica relativa ad ldquointerventi

di lieve entitagraverdquo che comportano unrsquoalterazione dei luoghi o dellrsquoaspetto esteriore degli edifici in apposita

allegato al decreto si definiscono i citati interventi

1132 Relazione tra i beni culturali e paesaggistici vincolati e lrsquoallevamento avicolo

Il progetto oggetto di valutazione riguarda lrsquoincremento del numero di capi avicoli allevati dallrsquoazienda

agricola zootecnica con utilizzo dei fabbricati e delle strutture giagrave esistenti non si prevedono quindi

opere di natura edilizia

In ogni caso al fine della verifica dellrsquoeventuale presenza di beni culturali eo paesaggistici sottoposti a

vincolo ricadenti nellrsquoambito territoriale attorno al sito dellrsquoallevamento si egrave fatto ricorso alle

informazioni contenute in diverse banche dati o riportate negli elaborati degli strumenti di pianificazione

territoriale-paesaggistica od urbanistica

In maggior dettaglio si egrave considerato

il SITAP del Ministero dei Beni e delle Attivitagrave Culturali - Direzione Generale per i Beni Architettonici

e Paesaggistici che individua in cartografia i beni paesaggistici vincolati a seguito di dichiarazione

ed alcune categorie paesaggistiche di cui allrsquoarticolo 142 del Codice

lrsquoArchivio dei beni paesaggistici (vincolati per dichiarazione) del sito web della Regione Veneto

banca dati non definitiva di ricognizione dei beni ai sensi del Dlgs 422004

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PAGINA 80 194 Settembre 2015

il catalogo dellrsquoIstituto Regionale delle Ville Venete che identifica le ville palazzi ed altri fabbricati

censiti segnalando quelli sottoposti a vincolo in quanto beni culturali o paesaggistici

il PTRC (adottato nel 2009 con variante del 2013) della Regione Veneto con riferimento alla

Tavola dei ldquoValori storico culturalirdquo inclusa nella Scheda dellrsquoAmbito-Area ricognitiva 21 dellrsquoAtlante

Ricognitivo ed alla Tavola 9 ldquoSistema del territorio rurale e della rete ecologicardquo in cui sono

individuati i siti o le zone archeologiche

il PTCP (approvato nel 2010) della Provincia di Treviso con riferimento alla Tavola 11 ldquoCarta dei

vincoli e della Pianificazione territorialerdquo14 in cui srsquoidentificano i beni paesaggistici vincolati con

provvedimenti di riconoscimento del notevole interesse pubblico (ex L 14971939 ed art 146 del

Codice) alcune categorie paesaggistiche vincolate per legge (art 142 del Codice) e le zone di

interesse archeologico (ex L 3641909 L 10891939 e L 4311985 ed artt 10 e 142 del Codice) ed

anche alle Appendici di cui allrsquoAllegato M in particolare gli elenchi relativi ai beni architettonici ed ai

beni archeologici vincolati

il PAT del Comune di Castelfranco Veneto (approvato nel 2014) con riferimento alla Tavola 1

ldquoCarta dei vincoli e della pianificazione territorialerdquo15 che individua i beni monumentali vincolati (art

10 del Codice) ed i beni paesaggistici vincolati in quanto di notevole interesse pubblico (art 136 del

Codice) o appartenenti alle categorie paesaggistiche (art 142 del Codice)

il PAT del Comune di Castello di Godego (adottato nel 2015) con riferimento alla Relazione

Tecnica Generale (par 181 I beni culturali) alla Tavola P1A ldquoVincolirdquo16 che identifica i beni

culturali (immobili storico-artistici ed edifici drsquointeresse storico artistico vincolati con dichiarazione

edifici con piugrave di 70 anni vincolati per legge ai sensi dellrsquoarticolo 10 comma 1 del Codice zone

archeologiche) ed i beni paesaggistici vincolati con dichiarazione o per legge (art 142 del Codice)

ed alla Tavola 131 ldquoPatrimonio culturalerdquo del Quadro Conoscitivo del PATI che identifica gli

immobili edifici e zone archeologiche vincolate i fabbricati di archeologia industriale gli edifici di

pregio architettonico e gli altri beni e manufatti di interesse storico culturale

il PAT del Comune di Riese Pio X (adottato nel 2014 con DCC n 2 del 1332014) con

riferimento al Rapporto Ambientale (par 57 Matrice paesaggio ndash Patrimonio culturale

architettonico archeologico) ed alla Tavola 1 ldquoCarta dei vincoli e della pianificazione territorialerdquo 17

che riporta i beni monumentali vincolati i beni paesaggistici vincolati corrispondenti alle fasce

laterali ai corsi drsquoacqua e la strada Postumia a vincolo archeologico

Per quanto riguarda i beni culturali vincolati considerando gli immobili drsquointeresse monumentale eo

storico architettonico riportati negli elenchi od elaborati cartografici degli strumenti di pianificazione

prima richiamati il sito dellrsquoallevamento non interessa direttamente nessuno di quelli presenti nel

territorio e si trova ad una distanza dai piugrave vicini tale che si escludono ragionevolmente possibili

ricadute sugli stessi in particolare quelle indirette correlate alla percezione da e dei beni tenuto conto

anche del fatto che si tratta del solo incremento del numero di polli allevati allrsquointerno di strutture giagrave

esistenti Lrsquoampliamento dellrsquoallevamento non comporta interventi sui beni vincolati e tantomeno si

prevedono opere edilizie o di altra natura che possano determinare effetti indiretti sul patrimonio

14 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 11 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

15 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

16 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola P1A inserita nellrsquoAllegato cartografico dello SIA

17 Si rimanda allrsquoestratto della Tavola 1 inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

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COD 15V055 PAGINA 81 194

architettonico vincolato non egrave quindi necessario avviare la procedura per la richiesta di rilascio

dellrsquoautorizzazione ai sensi del Codice Al fine di sostenere le precedenti considerazioni si forniscono

brevi informazioni sui beni monumentali e architettonici vincolati presenti nel territorio dei tre Comuni

analizzati situati ad una minore distanza dallrsquoallevamento avicolo esistente

Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto gli immobili vincolati con specifico provvedimento

meno distanti dal sito dellrsquoallevamento comunque rispettivamente a 13 e 22 km circa si trovano nella

frazione di Villarazzo e lungo la strada via Postomia Nel primo caso si tratta della Villa Dolfin -

Gradenigo (tutelata con DM 10121959) sita in via Valsugana 74 composta dalla villa del XVII secolo

e dalla barchessa del XVIII secolo edifici collocati di fianco al Torrente Muson e della Cagrave Moro

(tutelata con DM 881947) ubicata in via Valsugana 102 composta dallrsquoedificio padronale risalente al

XVI secolo Nel secondo caso si tratta della Cagrave Amata (tutelata con DM 10121959) complesso

architettonico datato al XVIII secolo formato da una villa da due barchesse da annessi rustici

originariamente destinati a stalla e depositi ed anche da un oratorio che ora ricadono nellrsquoarea

dellrsquoomonimo Golf Club

Nel territorio del Comune Castello di Godego lrsquoimmobile vincolato piugrave vicino al sito dellrsquoallevamento

comunque a circa 16 km egrave la Chiesa di San Pietro ubicata in via S Pietro nei pressi del T Muson in

sinistra idrografica La gran parte degli altri beni storico architettonici vincolati si trova allrsquointerno del

centro storico o comunque nellrsquoabitato principale ad una distanza minima di 19 - 23 km circa

dallrsquoallevamento

Nel territorio del Comune di Riese Pio X tra i fabbricati vincolati quelli relativamente piugrave vicini

allrsquoallevamento rispettivamente a circa 15 e 22 km sono la Villa Emiliani detta Cagrave Miane (tutelata ai

sensi dellrsquoart 10 del Codice) ubicata in via Miane 30 complesso composto dalla casa padronale con

grande barchessa porticata e da un oratorio entrambi del XVIII secolo ed allrsquointerno della frazione di

Vallagrave la Villa Cecconi (tutelata con DM 2141964) sita in via A Milani 1 risalente al XVIII secolo e la

Chiesa parrocchiale (costruita nel 1746) il campanile e la Casa canonica (tutelate ai sensi dellrsquoart 10

del Codice) lrsquoultima segnalata anche come ldquovilla venetardquo formata dalla casa padronale e da una

piccola barchessa entrambe risalenti al XVII secolo

Per quanto attiene ai beni archeologici vincolati considerando quelli identificati nella cartografia o

segnalati nella documentazione dei citati piani territoriali ed urbanistici risulta che il sito

dellrsquoallevamento si trova significativamente distante da questi inoltre lrsquointerposta presenza di zone

edificate e di quinte di vegetazione arborea consente di escludere anche improbabili ricadute

determinate da eventuali relazioni indirette correlate alla percezione dellrsquoallevamento dai siti tutelati o

da interposizione dellrsquoallevamento nella vista dei beni dai luoghi circostanti agli stessi In aggiunta

stante il fatto che si tratta del solo incremento del numero di capi avicoli allevati senza previsione di

opere edilizie o interventi di scavo e tenendo inoltre conto della distanza dei siti a rischio archeologico

individuati non si ricade nellrsquoambito della procedura di autorizzazione secondo quanto stabilito dal

Codice e si esclude anche la necessitagrave di eseguire indagini archeologiche preventive Si evidenziano

di seguito i beni archeologici vincolati presenti nel territorio dei tre Comuni considerati situati ad una

minore distanza dallrsquoallevamento avicolo esistente

Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto egrave sottoposto a vincolo archeologico ai sensi

dellrsquoarticolo 10 del Codice (ex L 10891939) il tracciato della romana strada Postumia che nel punto

piugrave vicino si trova ad una distanza di circa 800 metri dallrsquoarea dellrsquoallevamento

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Nel territorio del Comune di Castello di Godego egrave presente unrsquoarea archeologica vincolata ai sensi

dellrsquoarticolo 10 del Codice (ex L 10891939) quella de ldquoLe Motterdquo correlata ad un tipico insediamento

delletagrave del bronzo che interessa una localitagrave ubicata a ridosso del confine comunale sul lato

meridionale ad oltre 3 km dellrsquoarea dellrsquoallevamento il PAT identifica nella Tavola P1A Vincoli una

ldquozona di interesse archeologicordquo ai sensi dellrsquoarticolo 10 del Codice nella porzione centrale del tessuto

urbano dellrsquoabitato principale distante circa 18 km dallrsquoallevamento e contornata lungo il perimetro sul

lato est quello rivolto verso lrsquoazienda agricola avicola dal tessuto edificato della zona residenziale

In Comune di Riese Pio X lrsquounico bene sottoposto a vincolo archeologico egrave la giagrave la citata strada

Postumia ed in tale caso la distanza minima tra lrsquoasse viario e lrsquoallevamento egrave di circa 16 km

Per quanto riguarda i beni paesaggistici vincolati a seguito del riconoscimento del loro notevole

interesse pubblico sono sottoposte a tutela due zone dellrsquoabitato principale una riguardante

Castelfranco Veneto e lrsquoaltra Castello di Godego mentre non risulta la presenza di vincoli di tale

fattispecie nel territorio del Comune di Riese Pio X

In Castelfranco Veneto egrave tutelata ai sensi della ex L 14971939 con il DM 13111961 (GU 296 del

29111961) la zona del centro abitato con inclusione della zona della Pescheria e del contiguo tratto

del Canale Musonello giagrave oggetto di provvedimento di vincolo (DM 8111955 GU 274 del

28111955) i motivi della tutela come riportato nel testo dello stesso provvedimento ministeriale sono

ricondotti al fatto che ldquocon le sue rosse mura turrite ammantate di edera circondate da verdi spalti e dal

fossato e con la sua fresca vegetazione forma un quadro naturale di non comune bellezza panoramica

avente anche valore estetico e tradizionalerdquo

In Castello di Godego egrave vincolata la zona circostante allrsquoabitato con DM 1361969 (GU 224 del

391969) ai sensi della ex L 14971939 per la presenza di ldquoparchi giardini tempietti antichi ed altri

caratteristici edificirdquo che ldquooltre a costituire unrsquoattraente e quasi continua oasi di verde nel centro abitato

forma un ambiente di alto valore estetico e tradizionale degno di essere conservato e difeso nella sua

integritagraverdquo

Lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo ovviamente non ricade nelle citate zone vincolate ed inoltre si trova

significativamente distante dalle stesse a circa 21 km da quella di Castelfranco Veneto con interposta

presenza di diverse aree edificate ed a circa 15 km da quella di Castello di Godego anche questa

circondata immediatamente allrsquoesterno del perimetro della zona tutelata da edificato la situazione

descritta consente di escludere ogni possibile ricaduta anche quelle riconducibili ad effetti indiretti

legati alla percezione dei luoghi vincolati per interposizione visiva dellrsquoallevamento dalle aree esterne

a questi e con particolare riferimento agli elementi indicati nel provvedimento ministeriale che ne hanno

determinato la tutela

Per quanto attiene ai beni paesaggistici vincolati per legge nel territorio dei tre Comuni considerati si

tratta di quelli associati alle categorie di cui allrsquoarticolo 142 del Codice relative ai fiumi torrenti e corsi

drsquoacqua con le relative fasce contermini alle sponde o argini alle zone drsquointeresse archeologico ed ai

territori coperti da boschi

Con riguardo ai corsi drsquoacqua e relative fasce vincolate la piugrave vicina egrave quella del Torrente Avenale nel

tratto ricadente in territorio del Comune di Castelfranco Veneto il cui perimetro considerando la minore

distanza intercorrente con il confine dellrsquoarea dellrsquoallevamento ricade a circa 150 metri

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COD 15V055 PAGINA 83 194

In merito alle zone drsquointeresse archeologico sottoposte a vincolo paesaggistico si tratta della giagrave

richiamata strada Postumia con riferimento alla quale valgono le considerazioni giagrave esposte con

riguardo al vincolo archeologico e del richiamato sito archeologico di Le Motte in territorio del Comune

di Castello di Godego anche questo giagrave considerato

Infine nel caso dei territori coperti da bosco il piugrave vicino egrave quello situato in Comune di Castelfranco

Vento a ridosso del laghetto che si trova poco ad ovest della frazione di Villarazza ad una distanza di

circa 22 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento

In conclusione per quanto attiene ai beni paesaggistici vincolati premesso che non si prevedono

interventi modificativi dellrsquoaspetto attuale dei luoghi non egrave necessario avviare la procedura di

autorizzazione paesaggistica in quanto oltre a non prevedere opere edilizie o movimenti terra od

installazione di altri manufatti lrsquoarea dellrsquoallevamento avicolo non ricade in beni paesaggistici vincolati

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QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E

STIMA DEGLI IMPATTI

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COD 15V055 PAGINA 85 194

12 USI DEL SUOLO

Lrsquoanalisi dellrsquouso del suolo e degli habitat presenti nellrsquoarea di indagine egrave stata effettuata a seguito di

sopralluoghi e considerando le seguenti fonti reperibili sul sito della Regione Veneto18

Uso del suolo della Regione Veneto ndash Anno 2009

Shapefile degli habitat della ZPS Prai e Castelli di Godego

Come evidenziato dai dati sopra citati e dai sopralluoghi effettuati il territorio in cui i inserisce

lrsquoAllevamento Maggiolo egrave caratterizzato dalla netta predominanza di aree agricole In particolare la

coltura piugrave diffusa egrave quella del mais cui si accompagnano in subordine superfici a copertura erbacea

colture di soia tabacco colza arboricoltura da legno ed alcune aree coltivate a vigneti Le principali

zone urbanizzate si trovano ad ovest (Castelli di Godego) a sud (Castelfranco veneto) e ad est (Riese

Pio X) dellrsquoallevamento Lungo i numerosi canali che attraversano il territorio ed in corrispondenza dei

confini poderali si trovano frequentemente formazioni di latifoglie arboree a siepe oltre che in

particolare modo lungo il Torrente Muson dei Sassi che scorre ad est dellrsquoabitato di Castello di

Godego formazioni ripariali a salici (Salix sp) e pioppi (Populus sp)

Allrsquointerno della ZPS in cui egrave localizzata lrsquoAzienda Agricola sono state identificate diverse aree a

copertura erbacea con formazione tipica dellrsquohabitat di interesse comunitario n 6510 (Praterie magre

da fieno a bassa altitudine) Queste formazioni sono concentrate prevalentemente nella porzione

centro-meridionale della ZPS ad una distanza minima superiore ai 220 m dallrsquoallevamento Maggiolo

Nello specifico lrsquoallevamento confina su tre lati (est sud e parzialmente nord) con aree coltivate a

mais mentre sul lato ovest ed in parte dellrsquoarea a nord sono presenti superfici a copertura arbustiva ed

erbacea (graminacee non soggette a rotazione)19 ma non identificabili con lrsquohabitat 6510

121 Impatti sullrsquouso del suolo

Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo sfruttando la potenzialitagrave massima

delle strutture attualmente giagrave esistenti ed operanti Non egrave quindi prevista la realizzazione di nessuna

altra struttura rispetto a quanto giagrave esistente allo stato di fatto Pertanto la realizzazione del progetto

non porteragrave ad alcun impatto neacute modifica rispetto allrsquoattuale uso del suolo

18

Si rimanda alla tavola ldquoUso del suolordquo e ZPS IT3240026 Prai di Castello di Godego ndash Habitatrdquo riportate nellrsquoAllegato cartografico

19 Si rimanda alle riprese fotografiche ldquoAzienda Agricola Maggiolordquo e ldquoUso del suolo e vegetazionerdquo inserite nellrsquoAllegato fotografico

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13 FLORA E FAUNA

Per la valutazione delle componenti naturalistiche presenti nellrsquoarea di indagine egrave stato utilizzato il

Database approvato con DGR n 22001420 Per tutta la regione sono disponibili i dati georeferenziati

sulla base di quadranti di 10 km per lato relativi a specie faunistiche e floristiche presenti sul territorio

Lrsquoazienda agricola egrave localizzata allrsquointerno del quadrante n E446N251 nel presente studio sono state

considerate anche le informazioni riferite ai quadranti ricadenti entro un buffer di 5 km dallrsquoallevamento

ossia i quadranti n E446N250 E447N250 e E447N251 che tra lrsquoaltro comprendono interamente il

territorio della ZPS

131 Fauna

La fauna vertebrata presente sul territorio dellrsquoarea drsquoindagine egrave indicata nelle tabelle successive sono

state considerate sia le specie elencate nel formulario standard della ZPS sia quelle del database

georeferenziato approvato con DGR n 220014

Anfibi e Rettili

Nellrsquoarea drsquoindagine risultano essere presenti 9 specie di anfibi e 11 specie di rettili Da segnalare in

particolare la presenza della Testuggine palustre europea (Emys orbicularis) specie considerata ldquoin

pericolordquo nella Lista Rossa Italiana (LRI21) a causa della competizione con lrsquoalloctona Testuggine

palustre dalle orecchie rosse (Trachemys scripta) specie originaria del bacino del Mississipi e

introdotta in Italia a partire dagli anni rsquo70 oggi naturalizzata Tutte le altre specie di rettili hanno uno

status conservazionistico ldquoa minor preoccupazionerdquo mentre tra gli anfibi sono due le specie (Rana di

Lataste e Rospo comune) che secondo la LRI sono vulnerabili allrsquoestinzione

Cod Nome scientifico Nome comune All

DirHab LRI

1193 Bombina variegata Ululone dal ventre giallo II-IV LC

Lissotriton vulgaris Tritone punteggiato NT

1167 Triturus carnifex Tritone crestato italiano II-IV NT

1215 Rana latastei Rana di lataste II-IV VU

2361 Bufo bufo Rospo comune IV VU

1201 Bufo viridis Rospo smeraldino IV LC

5358 Hyla intermedia Raganella italiana IV LC

1209 Rana dalmatina Rana agile IV LC

1210 Rana klepton esculenta Rana esculenta V LC

Rettili

1220 Emys orbicularis Testuggine palustre europea II-IV EN

1256 Podarcis muralis Lucertola muraiola IV LC

5887 Trachemys scripta Testuggine palustre dalle orecchie rosse NA

6091 Zamenis longissimus Saettone comune IV LC

5910 Zootoca vivipara Lucertola vivipara LC

2432 Anguis fragilis Orbettino LC

1284 Coluber viridiflavus Biacco IV LC

1283 Coronella austriaca Colubro liscio IV LC

20

DGR n 2200 del 27 novembre 2014 ldquoApprovazione del database della cartografia distributiva delle specie della Regione Veneto a supporto della Valutazione di Incidenzardquo

21 IUCN Comitato Italiano Liste Rosse Italiane wwwiucnit

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COD 15V055 PAGINA 87 194

Cod Nome scientifico Nome comune All

DirHab LRI

5179 Lacerta bilineata Ramarro occidentale IV LC

2469 Natrix natrix Natrice dal collare LC

1292 Natrix tessellata Natrice tessellata IV LC

Legenda

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list degli anfibi e rettili presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000

Pesci

Nel gruppo tassonomico dei pesci Anguilla Panzarolo e Trota marmorata sono segnalate come in

pericolo critico di estinzione il Temolo egrave considerata specie in pericolo mentre Barbo italico e

Lampreda padana (specie endemica della pianura padana) hanno uno status conservazionistico

vulnerabile Sono presenti inoltre numerose specie introdotte sul territorio e per le quali per questo

motivo la valutazione dello status conservazionistico non egrave applicabile (NA) In particolare si tratta delle

seguenti specie Alburno Carassio Luccio Gambusia Persico sole Cavedano Persico trotaTrota

iridea e Trota atlantica

Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI

5539 Alburnus alburnus Alburno NA

3019 Anguilla anguilla Anguilla CR

1137 Barbus plebejus Barbo italico II-V VU

5585 Carassius carassius Carassio NA

5304 Cobitis bilineata Cobite II LC

1163 Cottus gobio Scazzone II LC

5642 Esox lucius Luccio NA

5654 Gambusia holbrooki Gambusia NA

5937 Ictalurus melas Pesce gatto NA

5677 Knipowitschia punctatissima Panzarolo CR

6152 Lampetra zanandreai Lampreda padana II-V VU

5687 Lepomis gibbosus Persico sole NA

5944 Leuciscus cephalus Cavedano NA

5719 Micropterus salmoides Persico trota NA

5768 Oncorhynchus mykiss Trota iridea NA

5777 Padogobius martensii Ghiozzo padano LC

5785 Phoxinus phoxinus Sanguinerola europea LC

5821 Rutilus erythrophthalmus Triotto LC

1991 Sabanejewia larvata Cobite mascherato II NT

1107 Salmo marmoratus Trota marmorata II CR

6262 Salmo trutta Trota atlantica NA

1109 Thymallus thymallus Temolo V EN

5885 Tinca tinca Tinca LC

Legenda

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list dei pesci presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000

Uccelli

Considerando sia le specie elencate nel Formulario Natura 2000 sia quelle censite nel database

regionale approvato con DGR 220014 nellrsquoarea di indagine sono presenti 114 specie alcune delle

quali essendo nidificanti irregolari non sono state considerate nellrsquoattribuzione delle categorie di

minaccia della LRI (Pispola Albanella reale Peppola Beccaccino e Tordo sassello) Il criterio della LRI

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non egrave applicabile (NA) anche per il Fagiano a causa delle introduzioni a scopo venatorio effettuate sul

territorio La specie con lo status conservazionistico piugrave problematico egrave il Torcicollo (Vulnerabile)

specie che frequenta ambienti alberati che abbiano anche ampi spazi aperti (frutteti incolti alberati

boschi radi aree agricole estensive) Pur essendo diffusa in tutto il territorio italiano (areale maggiore di

20000 kmsup2 (Boitani et al 2002) e popolazione stimata in 100000-200000 individui maturi (BirdLife

International 2004 Brichetti amp Fracasso 2007)) il declino significativo (56) registrato tra il 2000 ed il

2010 (LIPU amp Rete Rurale Nazionale 2011 wwwmito2000it) ha motivato lrsquoinserimento di tale specie

tra quelle in pericolo di estinzione Nel territorio sono presenti altre specie con uno status

conservazionistico non soddisfacente Allodola Coturnice Moretta Biancone Falco di palude

Albanella minore Re di quaglie Falco cuculo Tarabusino Cutrettola Passera drsquoItalia Passera

mattugia Pendolilno e Saltimpalo sono definite come Vulnerabili allrsquoestinzione

Cod Nome scientifico Nome comune All Dir

Ucc LRI

A086 Accipiter nisus Sparviere LC

A298 Acrocephalus arundinaceus Cannareccione NT

A296 Acrocephalus palustris Cannaiola verdognola LC

A297 Acrocephalus scirpaceus Cannaiola comune LC

A168 Actitis hypoleucos Piro-piro piccolo NT

A324 Aegithalos caudatus Codibugnolo LC

A247 Alauda arvensis Allodola IIB VU

A229 Alcedo atthis Martin pescatore I LC

A109 Alectoris graeca Coturnice I-IIA VU

A053 Anas platyrhynchos Germano reale IIA-IIIA LC

A257 Anthus pratensis Pispola NA (nid irr)

A226 Apus apus Rondone comune LC

A091 Aquila chrysaetos Aquila reale I NT

A028 Ardea cinerea Airone cenerino LC

A029 Ardea purpurea Airone rosso I LC

A221 Asio otus Gufo comune LC

A218 Athene noctua Civetta LC

A061 Aythya fuligula Moretta IIA-IIIB VU

A021 Botaurus stellaris Tarabuso I EN

A087 Buteo buteo Poiana LC

A243 Calandrella brachydactyla Calandrella I EN

A224 Caprimulgus europaeus Succiacapre I LC

A364 Carduelis carduelis Cardellino NT

A288 Cettia cetti Usignolo di fiume LC

A136 Charadrius dubius Corriere piccolo NT

A363 Chloris chloris Verdone NT

A080 Circaetus gallicus Biancone I VU

A081 Circus aeruginosus Falco di palude I VU

A082 Circus cyaneus Albanella reale I NA (nid irr)

A084 Circus pygargus Albanella minore I VU

A373 Coccothraustes coccothraustes Frosone LC

A206 Columba livia Piccione selvatico IIA DD

A208 Columba palumbus Colombaccio IIA-IIIA LC

A350 Corvus corax Corvo imperiale LC

A615 Corvus cornix Cornacchia grigia IIB LC

A349 Corvus corone Cornacchia nera IIB LC

A347 Corvus monedula Taccola IIB LC

A113 Coturnix coturnix Quaglia IIB DD

A122 Crex crex Re di quaglie I VU

A212 Cuculus canorus Cuculo LC

A036 Cygnus olor Cigno reale IIB NA

A253 Delichon urbica Balestruccio NT

A237 Dendrocopos major Picchio rosso maggiore LC

A236 Dryocopus martius Picchio nero I LC

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COD 15V055 PAGINA 89 194

Cod Nome scientifico Nome comune All Dir

Ucc LRI

A383 Emberiza calandra Strillozzo LC

A376 Emberiza citrinella Zigolo giallo LC

A269 Erithacus rubecula Pettirosso LC

A103 Falco peregrinus Falco pellegrino I LC

A099 Falco subbuteo Lodolaio LC

A096 Falco tinnunculus Gheppio LC

A097 Falco vespertinus Falco cuculo I VU

A359 Fringilla coelebs Fringuello LC

A360 Fringilla montifringilla Peppola NA (nid irr)

A125 Fulica atra Folaga IIA-IIIB LC

A244 Galerida cristata Cappellaccia LC

A153 Gallinago gallinago Beccaccino IIA-IIIB NA (nid irr)

A123 Gallinula chloropus Gallinella drsquoacqua IIB LC

A342 Garrulus glandarius Ghiandaia IIB

A002 Gavia arctica Strolaga mezzana I

A001 Gavia stellata Strolaga minore I

A300 Hippolais polyglotta Canapino LC

A251 Hirundo rustica Rondine NT

A022 Ixobrychus minutus Tarabusino I VU

A233 Jynx torquilla Torcicollo EN

A338 Lanius collurio Averla piccola I VU

A340 Lanius excubitor Averla maggiore

A179 Larus ridibundus Gabbiano comune IIB LC

A246 Lullula arborea Tottavilla I LC

A271 Luscinia megarhynchos Usignolo LC

A230 Merops apiaster Gruccione LC

A073 Milvus migrans Nibbio bruno I NT

A262 Motacilla alba Ballerina bianca LC

A261 Motacilla cinerea Ballerina gialla LC

A260 Motacilla flava Cutrettola VU

A319 Muscicapa striata Pigliamosche LC

A337 Oriolus oriolus Rigogolo LC

A214 Otus scops Assiolo LC

A329 Parus caeruleus Cinciarella LC

A330 Parus major Cinciallegra LC

A621 Passer italiae Passera drsquoItalia VU

A356 Passer montanus Passera mattugia VU

A112 Perdix perdix Starna IIA-IIIA LC

A072 Pernis apivorus Falco pecchiaiolo I LC

A017 Phalacrocorax carbo Cormorano LC

A393 Phalacrocorax pygmeus Marangone minore I NT

A115 Phasianus colchicus Fagiano comune IIA-IIIA NA

A151 Philomachus pugnax Combattente I

A273 Phoenicurus ochruros Codirosso spazzacamino LC

A274 Phoenicurus phoenicurus Codirosso comune LC

A343 Pica pica Gazza IIB LC

A235 Picus viridis Picchio verde LC

A005 Podiceps cristatus Svasso maggiore LC

A118 Rallus aquaticus Porciglione IIB LC

A336 Remiz pendulinus Pendolino VU

A276 Saxicola torquatus Saltimpalo VU

A155 Scolopax rusticola Beccaccia IIA-IIIB DD

A361 Serinus serinus Verzellino LC

A209 Streptopelia decaocto Tortora dal collare IIB LC

A210 Streptopelia turtur Tortora selvatica IIB LC

A219 Strix aluco Allocco LC

A351 Sturnus vulgaris Storno IIB LC

A311 Sylvia atricapilla Capinera LC

A309 Sylvia communis Sterpazzola LC

A307 Sylvia nisoria Bigia padovana I CR

A004 Tachybaptus ruficollis Tuffetto LC

A166 Tringa glareola Piro piro boschereccio I

A265 Troglodytes troglodytes Scricciolo LC

A286 Turdus iliacus Tordo sassello IIB NA (nid irr)

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Cod Nome scientifico Nome comune All Dir

Ucc LRI

A283 Turdus merula Merlo IIB LC

A285 Turdus philomelos Tordo bottaccio IIB LC

A284 Turdus pilaris Cesena IIB NT

A213 Tyto alba Barbagianni LC

A232 Upupa epops Upupa LC

A142 Vanellus vanellus Pavoncella IIB LC

Legenda

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list dellrsquoavifauna presente nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000

Mammiferi

La check-list indica la presenza di 39 specie appartenenti alla classe dei mammiferi Tutte le specie

indicate hanno uno status conservazionistico soddisfacente essendoci solo alcune specie prossime

alla minaccia (Arvicola acquatica Serotino comune Pipistrello di Nathusius Orecchione bruno) ed una

sola specie vulnerabile (Nottola comune)

Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI

5551 Apodemus sylvaticus Topo selvatico LC

5559 Arvicola amphibius Arvicola acquatica NT

5966 Arvicola terrestris Arvicola acquatica NT

2644 Capreolus capreolus Capriolo LC

2591 Crocidura leucodon Crocidura ventrebianco LC

2593 Crocidura suaveolens Crocidura minore LC

2646 Dama dama Daino NA

1327 Eptesicus serotinus Serotino comune IV NT

2590 Erinaceus europaeus Riccio europeo LC

2616 Glis glis Ghiro LC

1344 Hystrix cristata Istrice IV LC

5690 Lepus europaeus Lepre comune LC

2630 Martes foina Faina LC

2631 Meles meles Tasso LC

5718 Micromys minutus Topolino delle risaie LC

5721 Microtus arvalis Arvicola campestre LC

5728 Microtus savii Arvicola di Savi LC

5738 Mus musculus Topo domestico NA

1341 Muscardinus avellanarius Moscardino IV LC

2634 Mustela nivalis Donnola LC

1358 Mustela putorius Puzzola V LC

5747 Myocastor coypus Nutria NA

2595 Neomys anomalus Toporagno acquatico di Miller DD

2597 Neomys fodiens Toporagno drsquoacqua DD

Neovison vison Visone NA

1312 Nyctalus noctula Nottola comune IV VU

5773 Oryctolagus cuniculus Coniglio selvatico NA

2016 Pipistrellus kuhlii Pipistrello albolimbato IV LC

1317 Pipistrellus nathusii Pipistrello di Nathusius IV NT

1326 Plecotus auritus Orecchione bruno IV NT

5815 Rattus norvegicus Ratto delle chiaviche NA

5816 Rattus rattus Ratto nero NA

Sciurus carolinensis Scoiattolo grigio NA

2607 Sciurus vulgaris Scoiattolo comune LC

Sorex antinorii araneus Toporagno del Vallese DD

Sorex arunchi Il toporagno della Selva di Arvonchi

5861 Sus scrofa Cinghiale LC

5877 Talpa europaea Talpa europea LC

5906 Vulpes vulpes Volpe LC

Legenda

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COD 15V055 PAGINA 91 194

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list dei mammiferi presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 Formulario Natura 2000

132 Flora

Dal database della Regione Veneto (DGR 220014) nei 4 quadranti considerati risultano essere

presenti 539 specie floristiche

Nella tabella successiva si riportano le specie tutelate allrsquointerno della Direttiva Habitat (Allegati II e IV)

nessuna delle quali egrave citata come presente nella ZPS (secondo il Formulario standard Natura 2000)

Cod Nome scientifico Nome comune DirHab LRI

6302 Anacamptis pyramidalis Orchidea piramidale II-IV

1714 Euphrasia marchesettii Eufrasia di Marchesetti II-IV EN

1866 Galanthus nivalis Bucaneve V LC

4096 Gladiolus palustris Gladiolo palustre II-IV NT

1900 Spiranthes aestivalis Viticcino estivo IV NE

Legenda

LRI Lista Rossa Italiana (wwwiucnit) CR=in pericolo critico EN=in pericolo VU=vulnerabile NT=quasi minacciata LC=minor preoccupazione DD=carente di dati NA=non applicabile

Check-list delle specie faunistiche presenti nellrsquoarea di indagine Fonte dati DGR 220014 e Formulario Natura 2000

LrsquoOrchidea piramidale egrave una specie che puograve essere rinvenuta in prati magri pascoli incolti

sottoboschi scarpate e bordi strada su terreni di natura calcarea Principalmente egrave diffusa entro gli 800

m slm

LrsquoEufrasia di Marchesetti egrave una specie endemica del veneto orientale e del Friuli Venezia Giulia

caratteristica delle torbiere e di stazioni umide e aperte (praterie a Molinia della pianura e della fascia

collinare) la cui conservazione dipende dalla presenza di sfalci periodici in grado di garantire spazio e

luminositagrave sufficienti per lo sviluppo della pianta Altre specie dei prati umidi sono il Gladiolo palustre e il

Viticcino estivo mentre il Bucaneve si puograve trovare nei boschi umidi e freschi con humus ben

sviluppato

133 Stima degli impatti

Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo sfruttando la potenzialitagrave massima

delle strutture attualmente giagrave esistenti ed operanti Non egrave quindi prevista la realizzazione di nessuna

altra struttura rispetto a quanto giagrave esistente allo stato di fatto Come meglio specificato nella Studio di

Incidenza cui si rimanda per ulteriori approfondimenti i potenziali impatti derivanti dallo svolgimento

dellrsquoattivitagrave di allevamento dellrsquoAzienda agricola Maggiolo sono i seguenti

Inquinamento delle acque superficiali e sotterranee

Immissione di inquinanti nellrsquoaria

Inquinamento del suolo da rifiuti solidi

Immissioni di azoto e composti dellrsquoazoto

Inquinamento da rumore e disturbi sonori puntuali o irregolari

Introduzione di malattie

Nel caso dellrsquoAzienda agricola Maggiolo la probabilitagrave di accadimento di alcuni degli impatti sopra

elencati egrave nulla come indicato nella tabella successiva

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PAGINA 92 194 Settembre 2015

Fattore di impatto Possibili cause Probabilitagrave di

accadimento Motivazione

Inquinamento delle

acque superficiali e

sotterranee

Scarichi idrici Nulla Lrsquoabbeveraggio ed l sistemi di raffrescamento e di pulizia non producono scarichi idrici

Produzione di pollina Nulla Nessuna concimaia allrsquointerno dellrsquoAllevamento Il materiale egrave ceduto interamente a terzi come sottoprodotto di origine animale

Inquinamento del

suolo da rifiuti solidi

Cattiva gestione delle

spoglie animali Nulla LrsquoAzienda Agricola dispone di una cella frigo di proprietagrave

per la conservazione dei capi deceduti Le carogne vengono poi consegnate ad una ditta autorizzata che effettua il relativo smaltimento a norma di legge

Cattiva gestione dei

rifiuti solidi prodotti

Nulla - I rifiuti sono collocati in un apposito locale chiuso adibito al deposito dei rifiuti

- La pollina prodotta non egrave considerabile come rifiuto in quanto utilizzata come sottoprodotto dallrsquoazienda Agrifung Le altre tipologie di rifiuto (imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti) in carta ed in vetro sono prodotti in quantitagrave irrilevanti

Introduzione di

malattie

Contaminanti aerei e

polveri

Nulla - Durante il periodo del vuoto sanitario i capannoni vengono completamente puliti e disinfettati

- Per la salvaguardia della sicurezza biologica il sito di allevamento egrave completamente recintato

- Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) egrave stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile e facilmente disinfettabile

- Lrsquoallevamento dispone di due aree di stoccaggio chiuse una per il truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una separata e adeguatamente segnalata per il deposito dei rifiuti prodotti

- I mezzi che accedono allrsquoarea qualora ritenuto opportuno vengono irrorati con disinfettante sui pneumatici

Cattiva gestione delle

spoglie animali

Nulla LrsquoAzienda Agricola dispone di una cella frigo di proprietagrave per la conservazione dei capi deceduti

Potenziali impatti derivanti dallo svolgimento dellrsquoattivitagrave di allevamento

Lrsquoimmissione di inquinanti nellrsquoaria puograve avere ricadute dirette sulle componenti biotiche (sia floristiche

che faunistiche) in quanto le sostanze gassose possono arrivare nella profonditagrave degli apparati

respiratorio e fotosintetico Inoltre gli inquinanti possono ricadere al suolo tramite le precipitazioni

andando di conseguenza ad alterare sia la qualitagrave delle acque (superficiali e sotterranee) sia la qualitagrave

dei terreni generando quindi ricadute indirette su flora e fauna Lrsquoimpatto associato egrave temporaneo in

quanto limitato al periodo di esercizio dellrsquoattivitagrave di allevamento e reversibile gli effetti cesseranno di

verificarsi nel momento in cui verragrave abbandonata lrsquoattivitagrave zootecnica Lrsquoemissione di composti odorigeni

potrebbe portare le specie faunistiche ad abbandonare la frequentazione delle aree limitrofe

allrsquoallevamento Anche in questo caso lrsquoimpatto associato egrave temporaneo in quanto limitato allrsquoesercizio

dellrsquoattivitagrave e reversibile nel breve termine

La presenza di inquinamento da rumore egrave un fattore che puograve determinare effetti negativi indiretti alla

sola componente faunistica terrestre che a seguito del disturbo sonoro potrebbe abbandonare la

frequentazione delle aree limitrofe allrsquoallevamento Anche in questo caso lrsquoimpatto associato egrave

temporaneo (limitato al periodo di funzionamento dei ventilatori ed allrsquoutilizzo dei mezzi di trasporto per

la gestione delle attivitagrave zootecniche) e reversibile nel breve termine

Le analisi effettuate (valutazione previsionale di impatto acustico e delle emissioni in aria riportate ai

capitoli successivi cui si rimanda per ulteriori approfondimenti) tuttavia indicano che le variazioni tra lo

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 93 194

scenario attuale e lo scenario di progetto non sono significative e si esauriscono entro poche centinaia

di metri dallrsquoAzienda agricola pertanto non significativa egrave anche lrsquoincidenza di tali fattori sullo stato di

conservazione delle componenti biotiche presenti sul territorio

Pur non essendo previste modifiche progettuali tali da richiedere interventi di mitigazione potrebbe

essere comunque presa in considerazione lrsquoopportunitagrave di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di

conservazione previsti per la ZPS mettendo a dimora specie arboree o arbustive in forma di filare

lungo il perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento sul lato ovest e previe necessarie verifiche sul lato sud

Per la realizzazione del filare dovranno essere utilizzate specie arboree eo arbustive autoctone alcune

delle quali con frutti eduli in modo da avere ricadute positive anche sulla componente faunistica Le

specie arboree che potranno essere utilizzate sono Carpino bianco (Carpinus betulus) Olmo

campestre (Ulmus campestris) Acero campestre (Acer campestris) Ontano nero (Alnus glutinosa)

Salice bianco (Salix alba) mentre tra le specie arbustive potranno essere messe a dimora Nocciolo

(Corylus avellana) Sambuco nero (Sambucus nigra) Sanguinella (Cornus sanguinea) Frangola

(Rhamnus frangula) Pallon di maggio (Viburnum opulus) Spincervino (Rhamnus cathartica)

14 BENI CULTURALI ARCHITETTONICI E ARCHEOLOGICI

141 Quadro conoscitivo dei beni architettonici e archeologici

I beni culturali architettonici considerati al fine di ricostruire il quadro conoscitivo includono gli immobili

vincolati ai sensi della ex L 3641909 della ex L 10891939 o dellrsquoarticolo 10 del Codice e gli altri

edifici drsquointeresse segnalati o riportati negli elaborati degli strumenti di pianificazione territoriale o

urbanistica

Tali beni sono individuati tenendo conto innanzitutto di quanto riportato nellrsquoelenco della

Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici e di quanto identificato nella cartografia o

segnalato negli altri elaborati del PTC della Provincia di Treviso con riguardo alla Tavola 43 ldquoCarta

delle ville venete complessi e edifici di pregio architettonicordquo e allrsquoAllegato M ldquoLe risorse culturali del

territorio provinciale trevigianordquo incluse le associate Appendici in particolare quelle con gli elenchi dei

beni monumentali vincolati Nel caso degli strumenti urbanistici comunali (PAT) in aggiunta agli

elaborati identificativi dei beni architettonici vincolati giagrave considerati e citati nel precedente paragrafo

riguardante il patrimonio culturale si tiene conto per Castelfranco Veneto della Tavola 2 ldquoCarta delle

invariantirdquo che individua gli edifici di valore monumentale o storico ambientale le ville venete le strade

storiche principali per Castello di Godego della Tavola P1B ldquoCarta della pianificazione territorialerdquo che

riporta le ville venete e della Tavola P2 ldquoInvariantirdquo che identifica le ville venete le emergenze

architettoniche ed edifici di valore storico o artistico per Riese Pio X della Tavola 2 ldquoInvariantirdquo che

individua le ville venete

Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto i beni sottoposti a tutela ai sensi del Codice sono

rappresentati da numerose ville venete e fabbricati civili a diversa destinazione gli ultimi in prevalenza

ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale

Le ville venete tutelate ubicate nel centro storico di Castelfranco Veneto sono le seguenti

- Villa Andretta vincolata con DM 10121959 sita in Pza Giorgione composta dalla villa del

XV-XIX secolo con barchessa e annesso parco

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PAGINA 94 194 Settembre 2015

- Villa Corner sita in via Borgo Pieve 85 vincolata con DM 10121959 formata dallrsquoedificio

padronale ricostruito su disegno originario del XVIII secolo

- Palazzo Colonna ndash Preti ndash Rainati in via Borgo Treviso 65 vincolato con decreto 241925

composto dallrsquoedificio padronale del XVI secolo e da due adiacenze una coeva e lrsquoaltra del

XVIII secolo

- Villa Barbarella ndash Avogadro degli Azzoni del XIX secolo in via Garibaldi 25 vincolata con DM

1361979

- Villa Riccati - Avogadro degli Azzoni in via Borgo Treviso 1 vincolata con DM 1031977

formata dalla casa padronale e dagli annessi rustici entrambi risalenti al XVIII secolo

- Villa Revedin ndash Bolasco ndash Piccinelli in via Borgo Treviso 53 composta dal corpo padronale

originario del XVI secolo e ristrutturato nel XIX secolo da adiacenze scuderie e annessi rustici

del XVI secolo e da un giardino allrsquoinglese del XIX secolo vincolata con DM 10121959

Le ville venete tutelate situate nelle frazioni comprendono le seguenti

- Villa Corner ndash Venezze detta Il Cornaron in frazione Treville localitagrave Poisolo vincolata con

DM 10121959 costituita dalla villa del XVI secolo e dalla barchessa dalle ali e annessi

laterali e dallrsquooratorio del XVIII secolo

- Barchessa di Villa Priuli di San Felice risalente al XVII secolo ubicata in localitagrave Treville

vincolata con DM 1541982

- Barchessa di Villa Soranza datata al XVI secolo sita in frazione Treville localitagrave Sovranza

vincolata con DM 10121959

- Cagrave Amata ubicata in frazione Salmoggia via Postioma 40 vincolata con DM 10121959

composta da villa barchesse annessi rustici e oratorio risalenti al XVIII secolo ora ricadente

nellrsquoarea del Golf Club Cagrave Amata

- Villa Barisan datata XVII secolo vincolata con DM 10121959 sita in frazione Villarazzo

- Villa Cusinato detta La Cornaretta sita in frazione Treville localitagrave Poisolo vincolata con DM

10121959 formata dallrsquoedificio padronale barchesse e annessi rustici del XVI secolo

- Cagrave Balbi Preti ndash Giacomelli in frazione San Floriano vincolata con DM 31101959 composta

dalla villa ed ali laterali del XVIII secolo con annessi rustici e parco

- Cagrave Moro in localitagrave Villarazzo vincolata con DM 881947 risalente al XVI secolo

- Villa Corner ndash Tiepolo ndash Chiminelli in localitagrave SantrsquoAndrea oltre il Muson vincolata con DM

10121959 formata dallrsquoedificio padronale del XVI secolo e dalla barchessa del XIX con

giardino

- Villa Dolfin ndash Gradenigo in frazione Villarazzo vincolata con DM 10121959 formata

dallrsquoedificio padronale del XVII secolo e da barchessa del XVIII secolo collocate di fianco al

Torrente Muson

I fabbricati drsquointeresse monumentale assoggettati a vincolo individuati dallo strumento urbanistico

comunale ed anche inclusi nella lista della Soprintendenza per i BCP comprendono un edificio in via

San Giorgio nellrsquoomonima localitagrave situata poco a sud rispetto allrsquoabitato principale e numerosi altri

fabbricati tutti ubicati nel centro storico di Castelfranco Veneto Albergo alle Spade Pavaglione del

Mercato Palazzo Favaro Casa Menegotto detta Marostica Casa Giacomelli Teatrino Sociale edificio

in Pza Emanuele 131 Casa Rainati-Prevedello Casa Simeone Casa Mazzon Casa De Biasi Torre

dellrsquoOrologio Castello e Torri del muro di cinta Palazzetto San Giacomo Palazzetto Puppati ora

Cettolini edifico in Cso 29 aprile Casa giagrave Santoretto ora Pinarello Casa in Pza del Duomo Casa

Petrin Casa Bressa Casa Barisani ed infine un edifico non associato a denominazione o indirizzo

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COD 15V055 PAGINA 95 194

In base allrsquoelenco dei beni vincolati redatto dalla Soprintendenza per i BCP ai citati fabbricati situati nel

centro storico principale se ne aggiungono altri tra i quali si richiamano i soli edifici religiosi che

includono il Duomo di S Maria Assunta e San Liberale la Chiesa di San Jacopo la Chiesa di San

Giorgio alla Sega il Convento dei Serviti la Chiesa di San Giacomo la Chiesetta di Madonna delle

Grazie

Nelle frazioni o varie localitagrave del territorio comunale sono presenti ulteriori beni architettonici vincolati

inseriti nellrsquoelenco della Soprintendenza per i BCP ed in dettaglio

- nella frazione di SantrsquoAndrea oltre il Muson la chiesa parrocchiale la canonica e lrsquooratorio

- nella frazione di Salvatronda la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica la casa ex

Basso le ex scuole elementari e il cimitero

- in localitagrave Treville la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica il cimitero le ex scuole

elementari e la ex Casa del Fascio

- nella frazione di Villarazzo la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica le scuole

elementari

- nella frazione di Salvarosa le case ex Tieppo ex Torresan ex Cattani e il cimitero

- in localitagrave San Floriano la Casa ex Arsiegrave il centro culturale e il cimitero

- in localitagrave Campigo le ex scuole elementari e il cimitero

Per quanto attiene ai beni architettonici segnalati con riguardo a quelli nellrsquoelenco del PTCP si tratta di

due edifici ubicati a sud-ovest della frazione di Villarazzo e di altri due edifici situati in frazione

Salvarosa noncheacute di manufatti dellrsquoarcheologia industriale rappresentati da alcuni mulini due ubicati

presso le mura di Castelfranco uno in Borgo Padova e lrsquoaltro in frazione Villarazzo e dalla Fornace

Baghin situata a ridosso del confine con il Comune di Riese il PAT a sua volta distingue tra le

invarianti di natura storico-monumentale i fabbricati ubicati allrsquoesterno deli centri storici che presentano

un ldquoedilizia con valore storico ambientalerdquo diffusi in tutto il territorio ed in larga misura da ricondurre ai

fabbricati rurali

Nel territorio del Comune di Castello di Godego i beni sottoposti a tutela con provvedimento ai sensi

della ex L 14971939 o per effetto del disposto dellrsquoarticolo 10 del Codice includono ville chiese ed

edifici civili

Per quanto attiene agli immobili vincolati presenti nel centro storico o comunque allrsquointerno dellrsquoabitato

principale di Castello di Godego si distinguono

- la Chiesa di San Pietro datata al IV-X secolo ubicata in sinistra idrografica del T Muson

tutelata ai sensi del comma 1 dellrsquoarticolo 10

- la Casa Querini tutelata ai sensi della ex L 3641909 con il decreto 1731923 sita

nellrsquoomonima via ovvero dellrsquoattuale Casa Canonica formata da un unico fabbricato

presumibilmente realizzato nel 1756 in concomitanza con lrsquoampliamento della Chiesa

Arcipetrale e Abbaziale

- la Chiesa Arcipretale e Abbaziale della Nativitagrave di Maria Santissima del XVIII secolo tutelata

con DM 2842010

- la Chiesa Abbaziale di Maria Nascente del XVIII secolo tutelata ai sensi del comma 1

dellrsquoarticolo 10 del Codice

- la Villa Priuli - Moresco ndash Turcato tutelata con DM 1781961 e DM 642001 sita in via

Marconi 58 risalente al XVII secolo e composta da un solo fabbricato

- la Chiesa di SantrsquoAntonio Patavino tutelata ai sensi del comma 1 dellrsquoarticolo 10

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- la Cagrave Zorzi - Moresco ndash Beltrame ubicata in via Roma 6 composta dal corpo centrale della

villa risalente al XVII secolo e da due fabbricati laterali del XVII e XIX secolo con relativi spazi

annessi a cortile e giardino tutelata con DM 2931967 DM 571969 DM 1391971 e DM

1372002 con riguardo ai fabbricati ed agli spazi aperti annessi

- la Villa Frida ubicata in via Roma tutelata con DM 2372002

- la Villa Mocenigo ndash Elisa tutelata con DM 1921968 sita in via Roma 33 composta

dallrsquoedificio padronale e dalle barchesse del XVII secolo noncheacute dalle ali laterali del XIX secolo

- la Villa Mocenigo - Garzoni ndash Martini tutelata con DM 2911970 e DM 2631970 con

riguardo ai fabbricati ed anche agli spazi aperti annessi qualificati come zona di rispetto ubicata

in via Marconi 83 composta dalla villa da una barchessa a da un oratorio dedicato a San

Giovanni Battista tutti datati al XVIII secolo a cui si aggiunge unrsquoaltra barchessa del XV-XVI

secolo con spazio interno originariamente a giardino

- la Villa Renier tutelata ai sensi dellrsquoarticolo 12 del Codice ubicata in Piazza IX Febbraio 12

composta dallrsquoedifico della villa del XVII secolo a dalla barchessa del XVIII

- la Casa Avogadro degli Azzoni ndash Daminato tutelata con DM 711982 sita in via Grande 4

composta dalla villa da una barchessa e dalla scuderia datate al XVII secolo

- il Municipio

- i ruderi del Castellare di Ezzelino da Romano fortezza risalente al XIII secolo

- il Santuario della Beata Vergine o Madonna della Crocetta risalente al XV secolo tutelato ai

sensi dellrsquoart 10 del Codice

In posizione esterna allrsquoabitato principale a nord-ovest di questo si trova la Cagrave Leoncino - Da Lezze -

Moresco ndash Marchiorello tutelata con DM 1261997 sita in via Cagrave Leoncino 44 composta dalla villa

del XVIII e dalla barchessa con annesso del XVI secolo ed anche il Ridotto Cagrave Leoncina risalente al

XV secolo vincolato con DM 1261997

I beni architettonici drsquointeresse contano cinque fabbricati civili e due fabbricati di archeologia industriale

segnalati dal PTCP e identificati dal PAT tutti ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale comprendenti un

palazzo e casa a corte un edificio rurale un edificio civile due ville con casa padronale il Mulino

Tonietto in via Piave e il Mulino lungo il Muson in via Molinare entrambi situati nei pressi del fiume

Muson

A questi beni si aggiungono le seguenti altre ville censite dallrsquoIstituto Regionale e richiamate negli

elaborati del PAT le prime quattro ubicate nellrsquoabitato principale la casa Querini - Martinello - Conte in

via Marconi 77 con lrsquoedificio padronale del XVII secolo la Villa Negri ndash Bolzon in via Chioggia 42

costituita dalla villa e barchessa risalenti al XVII secolo la Villa Favesin in via Caprera 2 del XIX

secolo la barchessa di Villa Mocenigo ndash Priluli risalente al XV secolo sita in via Marconi 66 la Casa

Jonoch del XVIII secolo in localitagrave Casa Conte presso la via Postumia la Villa Moresco - Serena con

casa e barchesse del XIX secolo e un parco centrale sita in via Caprera 39 a sud-est dellrsquoabitato

Negli elaborati del PAT sono inoltre individuati numerosi altri edifici di valore storico e

etnoantropologico sostanzialmente da ricondurre ai fabbricati rurali

Nel territorio del Comune di Riese Pio X i beni architettonici vincolati includono alcuni edifici religiosi e

civili ubicati allrsquointerno dellrsquoabitato principale e nelle frazioni ed anche alcune ville venete

Per quanto attiene agli edifici civili e religiosi si tratta in base allrsquoelenco della Soprintendenza per i BCP

(Appendice dellrsquoAllegato M del PTCP) dei seguenti

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- nella frazione di Poggiana la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica

- nella frazione di Spineda la chiesa parrocchiale e il campanile

- nella frazione di Vallagrave la chiesa parrocchiale il campanile e la canonica

- nellrsquoabitato di Riese la casa di Pio X la canonica di San Matteo Apostolo il Santuario della

Madonna di Cendrole la scuola elementare la Villa Carraro lrsquoex Municipio la chiesa

parrocchiale e la canonica

Per quanto riguarda le ville venete quelle sottoposte a tutela sono la Villa Costanza ndash Bottio ndash Pivetta

sita in localitagrave Costanza tutelata con DM 6101974 formata da casa padronale e Oratorio del XVII

secolo la Villa Emiliani detta Cagrave Miane sita in via Cagrave Miane 30 tutelata ai sensi dellrsquoarticolo 10 del

Codice formata dalla casa padronale e da Oratorio del XVIII secolo la Villa Gradenigo ndash Venier ndash Zorzi

ndash Eger ubicata in via Sarto 31 nellrsquoabitato principale composta dalla casa padronale risalente al XVI

secolo e rimaneggiata nel XVIII secolo e dai fabbricati della barchessa della serra e della voliera

tutelata con DM 1771964 la Villa Cecconi sita in localitagrave Vallagrave vincolata con DM 2141964

edificio del XVIII secolo

In base allrsquoidentificazione negli elaborati del PAT (Tavola 1 ndash Carta dei vincoli) del vincolo

monumentale si contano in aggiunta alle giagrave citate ville venete le seguenti la Casa canonica di Vallagrave

composta da villa e barchessa del XVII secolo ubicata in Pza Caduti 45 tutelata in quanto proprietagrave di

ente religioso la Villa Canil in localitagrave Costanza casa dominicale con annessi rustici risalente al XVII

secolo la Barchessa Tirette datata al XVIII secolo sita nellrsquoomonima localitagrave in via Tirette 9

In merito agli edifici drsquointeresse architettonico si segnala la presenza di unrsquoaltra villa veneta catalogata

dallrsquoIstituto Regionale e riportata nelle tavole ed elenchi del PTCP e PAT il Casino Colonna casa

dominicale del XVIII secolo situata nella frazione Vallagrave e della casa Moretti ndash Rossi inclusa nellrsquoelenco

delle ville venete di cui al PTCP ubicata lungo la strada in uscita da Vallagrave sul lato ovest della frazione

Per quanto attiene ai beni archeologici si restituisce il quadro conoscitivo tenendo conto di quelli

vincolati ai sensi della ex L 10891939 o dellrsquoarticolo 10 del Codice e di quelli segnalati come siti a

rischio archeologico

Le informazioni sono ricavate dagli elenchi della Soprintendenza Archeologica di Treviso e dagli

elaborati cartografici del PTCP della Provincia di Treviso in particolare la Tavola 24 ldquoCarta delle aree a

rischio archeologicordquo in cui sono individuati i siti a rischio archeologico lrsquoagro centuariato ed i centri

storici a rischio archeologico noncheacute degli elenchi di cui alle Appendici dellrsquoAllegato M ldquoLe risorse

culturali del territorio provinciale trevigianordquo relative ai siti archeologici vincolati ed ai siti a rischio

archeologico Nel caso degli strumenti urbanistici comunali (PAT) in aggiunta agli elaborati identificativi

dei beni archeologici vincolati giagrave considerati e citati nel precedente paragrafo riguardante il patrimonio

culturale si tiene conto per Castelfranco Veneto della Tavola 2 ldquoCarta delle invariantirdquo che individua

lrsquoagro centuriato e della Tavola 3 ldquoCarta della fragilitagraverdquo che riporta i siti a rischio archeologico tutelati ai

sensi dellrsquoarticolo 41 della LR 112004 per Castello di Godego della Tavola P1B ldquoCarta della

pianificazione territorialerdquo che riporta lrsquoagro centuriato le strade romane ed i siti a rischio archeologico

e della Tavola P2 ldquoInvariantirdquo che identifica la viabilitagrave romana le zone ed i siti di interesse

archeologico per Riese Pio X della Tavola 2 ldquoInvariantirdquo che individua i siti e gli ambiti a rischio

archeologico lrsquoagro centuriato e la via Postumia

Nel territorio del Comune di Castelfranco Veneto i beni archeologici vincolati sono ricondotti allrsquoasse

viario della romana Postumia (tutelata anche quale bene paesaggistico categoria delle zone

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PAGINA 98 194 Settembre 2015

drsquointeresse archeologico) lrsquoattuale SR 53 mentre gli elementi drsquointeresse archeologico sono

rappresentati dai segni dellrsquoagro centuriato e da diversi siti a rischio archeologico In questrsquoultimo caso

si tratta dei seguenti tutti riferiti al periodo romano (dal I aC al V dC) insediamento in localitagrave S

Floriano - Case Longato tombe in localitagrave San Floriano vicino alla via Postumia insediamento

abitativo a lato della via Postumia tombe in localitagrave Salvarosa materiale sporadico e tomba in localitagrave

Salvatronda materiale sporadico in zona del centro storico di Castelfranco

Nel territorio del Comune di Castello di Godego oltre al sito vincolato denominato ldquoLe Motterdquo tutelato

sia come bene culturale archeologico sia come bene paesaggistico ricondotta alla categoria delle zone

drsquointeresse archeologico ed alla zona drsquointeresse archeologico vincolata coincidente con una porzione

del centro storico si contano alcuni elementi drsquointeresse e siti a rischio archeologico rispettivamente

rappresentati dallrsquoagro centuriato e dellrsquoasse della romana via Postumia e da diversi luoghi di seguito

richiamati insediamento del periodo romano presso il Fiume Muson e sito con materiale sporadico

sempre del periodo romano in localitagrave San Pietro tombe e insediamento del periodo romano in localitagrave

S Giustina lungo la via Postumia necropoli romana in localitagrave Casoname tombe romane in localitagrave

Colombara materiale sporadico in localitagrave Le Vegre Villagrande

Nel territorio del Comune di Riese oltre alla romana strada Postumia vincolata sia come bene

culturale-archeologico (ex L 10891939) sia come bene archeologico-paesaggistico (ex L 4311985)

ed alle residue tracce dellrsquoagro centuriato che derivano dallrsquoappartenenza al municipium di Acelum

sono presenti diversi siti definiti a rischio archeologico tutti risalenti al periodo romano identificati ed

elencati negli elaborati del PTCP (Tavola 24 e Appendici dellrsquoAllegato M) ed anche in quelli del PAT

(Tavola 2 - Invarianti) Tali siti comprendono una tomba a cremazione contenente lucerna e reperti in

bronzo e vetro in localitagrave Spineda unrsquoiscrizione funeraria del I sec dC e del materiale sporadico

composto da fittili frammenti di anfore monete in bronzo in localitagrave Cendrole del materiale sporadico

rappresentato da frammenti di ceramiche e anfore in localitagrave Palazzon numerose tombe in localitagrave

Artesini - Case Cusinato un insediamento abitativo con resti di strutture murarie pilastri in mattoni

strumenti agricoli e monete in localitagrave Artesini una tomba alla cappuccina una necropoli con corredi

tombali un laterizio a copertura di urna sepolcrale e numerosi vasi vinari in localitagrave Stradella - Rizzetta

un insediamento in localitagrave Vallagrave - Castelliero

142 Impatti sui beni architettonici e archeologici

Lrsquoallevamento avicolo come giagrave evidenziato considerando lrsquoubicazione delle esistenti strutture che

saranno utilizzate non riguarda direttamente beni culturali vincolati o segnalati per il loro interesse di

tipo architettonico o archeologico e si trova distante dagli stessi in misura tale da escludere eventuali

effetti diretti Ai fini della verifica degli eventuali impatti si considerano quindi le possibili ricadute

indirette correlate alla percezione precisando comunque che non si prevedono modifiche o aggiunte

di fabbricati ma solo un aumento del numero dei capi allevati

Per quanto attiene ai beni in territorio del Comune di Castelfranco Veneto quelli architettonici vincolati

piugrave vicini allrsquoazienda la Villa Dolfin Gradenigo la Cagrave Moro la Chiesa parrocchiale con campanile e la

Canonica si trovano nella frazione di Villarazzo che dista circa 14 km In tale caso si osserva come

lrsquointerposta presenza degli edifici situati a ridosso del Fosso la Roi al termine di via San Pietro in

Comune di Castello di Godego della vegetazione arborea lineare lungo il fosso Avenaletto e il fosso La

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COD 15V055 PAGINA 99 194

Roi ed anche di parte dei fabbricati della stessa frazione di Villarazzo non permette di vedere dalle

citate ville ed edifici religiosi lrsquoallevamento

In merito ai beni drsquointeresse culturale architettonico identificati a scala provinciale il piugrave vicino egrave la

Fornace Baghin che si trova nella zona edificata sul confine con il Comune di Riese ad est rispetto

allrsquoallevamento e ad una distanza di circa 1 km Anche in tale caso la presenza di capannoni a ridosso

dellrsquoedificio drsquointeresse ed in subordine quella dei fabbricati residenziali situati lungo la via Bella

Venezia e dei fabbricati produttivi e residenziali ubicati lungo la via dei Prai chiudono le visuali in

direzione dellrsquoallevamento escludendo ogni interazione

Con riguardo agli edifici di valore storico ambientale identificati dal PAT quello piugrave vicino si trova nel

gruppo di case in via Bella Venezia immediatamente ad est dellrsquoallevamento a circa 300 metri da

questo in tale caso si osserva che i capannoni e le altre strutture dellrsquoallevamento allo stato attuale e

per una parte dellrsquoanno sono in larga misura nascoste alla vista per la presenza di un filare arboreo di

bordo campo e che in ogni caso non si determinano interferenze nella percezione del fabbricato

segnalato drsquointeresse dalla strada principale e da quella di accesso da cui srsquoinquadra lo stesso

edificio

In ultimo con riguardo ai beni archeologici come giagrave evidenziato lrsquoallevamento si trova distante da

quelli vincolati presenti nel territorio di Castelfranco rappresentati dalla via Postumia distante circa 08

km ed anche da quelli segnalati come siti a rischio i piugrave vicini corrispondenti ad un luogo

drsquoinsediamento presso la via romana ed alla segnalazione di materiale nellrsquoarea del centro storico

situati ad oltre 2 km in tutti i casi non si registrano possibili relazioni con lrsquoallevamento stante la

discontinuitagrave territoriale e percettiva determinata dalla presenza di zone edificate

In Comune di Castello di Godego il bene architettonico vincolato piugrave vicino allrsquoazienda egrave la chiesa di

San Pietro ubicata sul margine ovest del gruppetto di case situate allrsquoinizio della via San Pietro a lato

del T Muson a circa 16 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento Lrsquoasse visivo con origine dalla chiesa e

direzione verso lrsquoallevamento interseca elementi lineari costituiti da vegetazione arborea due di

maggiore consistenza lungo il Fosso la Roi e il fosso Avenaletto e diversi altri in forma di filare di

bordo campo ed in parte anche i fabbricati di C Dinale situati a ridosso del fosso la Roi La descritta

situazione e la posizione dellrsquoallevamento rispetto alla chiesa consentono di affermare che si esclude

ogni interferenza nella vista del bene architettonico dalle aree circostanti o dal bene architettonico verso

lrsquointorno non si determinano quindi ricadute indirette Analoghe considerazioni valgono per la gran

parte degli altri beni architettonici vincolati che si trovano allrsquointerno del centro storico o del tessuto

urbano dellrsquoabitato di Castello di Godego

Con riguardo ai beni architettonici drsquointeresse considerando i piugrave vicini allrsquoallevamento la Villa Moresco

Serena e i due mulini presso il T Muson valgono le stesse considerazioni stante la distanza di questi

dallrsquoallevamento e lrsquointerposta presenza di altri fabbricati e di elementi della vegetazione arborea che

fanno venire meno relazioni dirette o precludono situazioni drsquointervisibilitagrave

Nel caso degli edifici di valore storico ed etnoantropologico individuati nelle tavole del PAT quello piugrave

vicino allrsquoarea dellrsquoallevamento corrisponde ad una casa isolata che si trova a ridosso del fosso la Roi a

circa 200 metri di distanza la presenza della vegetazione arborea lungo il fosso Avenaletto consente di

mascherare i capannoni e gli altri manufatti dellrsquoallevamento escludendo significative interazioni visive

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In ultimo per quanto attiene ai beni archeologici si ribadisce lrsquoassenza di relazioni tra lrsquoallevamento e il

sito archeologico vincolato di Le Motte cosigrave come data la distanza e lrsquointerposta presenza del gruppo di

edifici in via San Pietro a ridosso del fosso La Roi non si rilevano rapporti diretti con lrsquoasse della

romana via Postumia segnalato per lrsquointeresse archeologico Anche nel caso dei siti a rischio

archeologico considerando i piugrave vicini allrsquoallevamento situati nei pressi del Torrente Muson presso

lrsquoabitato principale si escludono interazioni sia per la distanza di circa 16-17 km sia per lrsquoassenza di

relazioni visive stante la chiusura del campo visivo sulle giagrave citate quinte arboree

Per quanto attiene al Comune di Riese Pio X i fabbricati vincolati la Villa Emiliani detta Cagrave Miane e

nella frazione di Vallagrave la Villa Cecconi e la Parrocchiale di Vallagrave si trovano distanti dallrsquoallevamento di

polli rispettivamente a circa 15 km e 23 km la collocazione di tali beni allrsquointerno dellrsquoabitato o lrsquoeffetto

di ldquobarriera visivardquo degli altri edifici interposti sullrsquoasse visivo in direzione dellrsquoallevamento in particolare

quelli allineati lungo la via 27 Aprile e la via Bella Venezia escludono interferenze percettive

In merito ai beni architettonici segnalati considerando la piugrave vicina Casa Moretti Rossi che si trova a

circa 15 km dallrsquoarea dellrsquoallevamento lungo la SP 139 in localitagrave Case Santi vale quanto osservato in

precedenza con riguardo allrsquoeffetto di barriera visiva degli interposti edifici e dei filari arborei

In ultimo nel territorio comunale lrsquounica area a vincolo archeologico egrave rappresentata dalla via

Postumia per la quale vale quanto scritto in precedenza mentre e per i siti a rischio archeologico

considerando quello situato ad una minore distanza corrispndente allrsquoinsediamento del periodo romano

in localitagrave Vallagrave Castelliero la distanza di circa 15 km e la presenza delle zone residenziali e industriali

in via dei Prai sono tali da escludere relazioni ed effetti diretti o indiretti

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15 PAESAGGIO

151 Quadro conoscitivo del Paesaggio

Per un primo inquadramento paesaggistico si considerano gli Ambiti o Aree di ricognizione del

paesaggio identificate ed illustrate nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) della

Regione Veneto e le Unitagrave di Paesaggio definite dal vigente PTCP della Provincia di Treviso in

subordine si tiene conto anche delle eventuali distinzioni del paesaggio proposte alla scala locale

attraverso i PAT

Il territorio regionale con la Variante del PTRC della Regione Veneto adottata nel 2013 egrave suddiviso in

quattordici Ambiti di Paesaggio per ognuno dei quali si prevede la successiva redazione di uno

specifico Piano Paesaggistico Regionale drsquoAmbito PPRA come stabilito allrsquoarticolo 71ter delle Norme

Tecniche del PTRC lrsquoazienda avicola ricade nellrsquoAmbito di Paesaggio n 6 ldquoAlta Pianura Venetardquo Tali

Ambiti di Paesaggio sono identificati e delimitati ma non descritti il loro riconoscimento come precisato

nel documento ldquoAmbiti di paesaggiordquo si basa sulla considerazione degli aspetti geomorfologici dei

caratteri paesaggistici dei valori naturalistici-ambientali e storico-culturali delle dinamiche di

trasformazione che interessano ciascun ambito delle specificitagrave peculiari ed anche delle realtagrave

amministrative attuali e delle esperienze pregresse della pianificazione regionale drsquoArea

Per quanto attiene agli Ambiti o Aree di ricognizione del paesaggio le stesse sono descritte nellrsquoAtlante

ricognitivo documento nel quale sono definiti obiettivi ed indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari al

PPRA sono identificati e delimitati alla scala territoriale regionale gli Ambiti-Aree ricognitive sono

inserite le schede analitiche di ricognizione per ogni Ambito-Area descrittive dei caratteri del

paesaggio delle dinamiche di trasformazione degli obiettivi ed indirizzi di qualitagrave paesaggistica

preliminari e di segnalazione degli aspetti di maggiore interesse

Lrsquoazienda avicola per la quale si prevede di aumentare il numero di capi allevati ricade nellrsquoAmbito-

Area ricognitiva n 21 della ldquoAlta Pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo con riferimento al contenuto della

relativa Scheda si richiama in forma sintetica nel successivo riquadro la parte descrittiva

selezionando i passi di maggiore interesse con riferimento alla zona ovest dello stesso Ambito dove si

trova lrsquoallevamento

PTRC ndash Atlante ricognitivo ndash Scheda Area 21 ldquoAlta pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo (stralcio)

Identificazione generale

Lrsquoarea oggetto della ricognizione interessa il territorio pianeggiante compreso tra lrsquoalveo del Piave a est e quello del Brenta a ovest Delimitato a nord dal margine delle colline trevigiane lrsquoarea oggetto della ricognizione si estende da Bassano fino alle porte di Treviso arrivando a sud fino al limite settentrionale della fascia delle risorgive

Frammentazione di Profilo C - Paesaggio a frammentazione alta con dominante insediativa

La categoria di comprende i territori comunali che sono occupati da aree urbanizzate per frazioni comprese tra un sesto e un terzo della loro estensione complessiva con usi del suolo ripartiti pressocheacute esclusivamente tra urbano e agricolo

Il paesaggio presenta condizioni di crisi della continuitagrave ambientale con spazi naturali o seminaturali relitti e fortemente frammentati dallrsquoinsediamento per lo piugrave quasi sempre linearmente conformato lungo gli assi di viabilitagrave e dalle monocolture agricole

Il paesaggio registra complessivamente stati di diffusa criticitagrave della sua articolazione spaziale con mosaici semplifi cati dal punto di vista ecologico e semiologico e al tempo stesso caratterizzati da fenomeni di congestione riferibili alla consistente frequenza di interazioni spaziali conflittuali fra diverse configurazioni o singole componenti in assenza di sistemi paesaggistici con funzioni di mediazione e inserimento Tali situazioni sono dovute anche alla natura incrementale degli sviluppi insediativi che esprimono in queste aree una elevata potenza di frammentazione

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Caratteri del paesaggio

Lrsquoarea oggetto di ricognizione egrave inserita in prevalenza tra lrsquoalta pianura antica ghiaiosa costituita da conoidi fluvioglaciali localmente terrazzati creati dai fiumi Piave Soligo e Brenta e lrsquoalta pianura recente ghiaiosa e calcarea costituita da conoidi e terrazzi dei fiumi alpini e secondariamente da piane alluvionali dei torrenti prealpini Il suolo in questa parte si presenta quindi in forma di ghiaie e sabbie estremamente calcaree fatta eccezione per il territorio dellrsquoalveo del fiume Musone costituito invece da limi e argille scarsamente calcarei ()

La copertura vegetale del suolo egrave costituita prevalentemente da seminativi accompagnati da siepi campestri lungo i canali e le canaline di irrigazione Lungo i corsi drsquoacqua principali si incontrano saliceti e formazioni riparie estese soprattutto nelle aree golenali del fiume Brenta Sono presenti piccoli lembi di boschi planiziali a querco-carpineto e una ampia area con presenza di prato stabile ()

() Le cittagrave maggiori sono accompagnate da una costellazione di centri medi e minori che si organizzano su un tessuto insediativo sparso di lunga tradizione storica oggi fortemente urbanizzato () agli insediamenti residenziali sono frammisti quelli produttivo-artigianali entrambi per lo piugrave connotati da scarso valore edilizio-architettonico

Lrsquoarea oggetto della ricognizione egrave caratterizzata dal passaggio di strade di grande importanza per lrsquointero territorio regionale la SR 53 Postumia che attraversa lrsquoambito in direzione est-ovest collegando Treviso a Cittadella e () la SR 245 Castellana da Castelfranco verso Bassano ()

Il valore naturalistico ed ecosistemico dellrsquoarea oggetto di ricognizione egrave ridotto a causa della massiccia antropizzazione ed egrave espresso essenzialmente dalla presenza di diverse aree tutelate ed inserite nella Rete Natura 2000 () I Prai di Castello di Godego di grande importanza naturalistica ed ecosistemica costituiscono un paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da ampi prati stabili e fitte alberature siepi e campi chiusi e attraversato da diversi corsi drsquoacqua il principale dei quali egrave il Musone La presenza d i aree in cui spesso ristagna lrsquoacqua e la natura argillosa dei suoli permettono la presenza di specie vegetali di particolare importanza ed un buon equilibrio tra naturalitagrave e utilizzo agricolo consente il mantenimento di una buona diversitagrave e ricchezza floristica e di tipi vegetazionali ()

Abitato fin da tempi remoti il territorio assume la sua configurazione attuale in epoca romana quando viene attraversato dallrsquoasse portante costituito dalla consolare Via Postumia e interessato da estese sistemazioni agrarie Insediata con continuitagrave durante tutto il Medioevo questa fascia di alta pianura un tempo centro di irradiazione del potere imperiale (Ezzelino e i Da Romano) diventa terreno di affermazione del potere dei diversi comuni cittadini che estendono fi no a qui il loro dominio (Padova Vicenza Treviso) fino alla loro conquista da parte della Serenissima () Ricca di acque e dellrsquoenergia da esse portate lrsquoarea oggetto della ricognizione egrave stata sempre caratterizzata dalla presenza di un esteso e articolato sistema di attivitagrave proto-industriali (magli fucine mulini folli ecc) () In gran parte dellrsquoarea oggetto della ricognizione egrave infatti leggibile la presenza della centuriazione romana che definisce uno schema di aggregazione degli abitati costituito dal nucleo urbano organizzato sullrsquoincrocio di assi ortogonali () lrsquoasse viario della via Postumia egrave a tuttrsquooggi una strada provinciale

Nella parte occidentale dellrsquoarea oggetto di ricognizione importanti sono i centri fortificati di Cittadella e Castelfranco sorti a partire dalla fine del secolo XII con funzioni difensive ma determinanti poi anche per la loro funzione di appropriazione della campagna Sorti in corrispondenza di due nodi della maglia regolare dellrsquoagro centuriato essi furono eretti a difesa dei territori di Padova e Treviso al di qua ed al di lagrave del Musone in un punto in cui convergono i confini dei tre comuni di Treviso Padova e Vicenza () Allrsquointerno di questa complessa trama insediativa consolidatasi in epoca medievale egrave frequente la presenza di ville venete alcune delle quali attribuite al Palladio stesso che si inseriscono nel territorio a partire dal Cinquecento per poi trasformarsi in sistema solo nel Settecento diventando occasione di sviluppo di nuovi nuclei di crescita

Dinamiche di trasformazione

Lrsquoarea oggetto di ricognizione presenta alcune aree (Fontane Bianche di Lancenigo Prai di Castello di Godego e Grave e zone umide del Brenta) in cui si riscontra una buona integritagrave ecosistemica e paesaggistica anche se queste costituiscono una sorta di oasi verdi isolate in un paesaggio agrario semplificato e fortemente urbanizzato Lrsquourbanizzazione ha inoltre reso meno riconoscibile il sistema storico-insediativo tradizionale () Anche il sistema paesaggistico afferente le ville venete con particolare riguardo a quelle di Palladio egrave stato per lo piugrave compromesso dallo sviluppo insediativo e infrastrutturale decontestualizzando il manufatto dal sistema di relazioni originario ()

I relitti del paesaggio agrario storico (siepi filari piantata di vite gelsi) sono messi a repentaglio dai processi di razionalizzazione dellrsquoagricoltura primo fra tutti quello relativo allrsquoirrigazione che sta sostituendo progressivamente il sistema a scorrimento Il risparmio di acqua ottenuto andrebbe valutato assieme al rischio che lrsquoeliminazione delle canaline di adduzione potrebbe provocare cioegrave quello di una ulteriore semplificazione della trama agraria con la perdita degli spazi di transizione tra i campi che rappresentano oggi lrsquoultima resistenza alla totale frammentazione ecosistemica dellrsquoarea

I principali fattori di rischio sono rappresentati - dallrsquoeccessivo carico antropico e dallrsquoespansione degli insediamenti residenziali e in particolar modo dalla diffusione

frammentaria delle attivitagrave produttive e artigianali - dalle attivitagrave di cava - dal continuo potenziamento delle infrastrutture a servizio di nuove espansioni - dalle pratiche agricole intensive (eutrofizzazione aggravata dallrsquointensificazione zootecnica percolazione di sostanze

inquinanti in falda semplificazione colturale)

Nella citata scheda sono inoltre identificati gli obiettivi e indirizzi di qualitagrave paesaggistica preliminari in

taluni casi con puntuale riferimento a parti della stessa area di ricognizione si riprendono nel

successivo riquadro i punti direttamente relazionati alla porzione di territorio considerato allrsquointerno del

quale si trova lrsquoallevamento ed i punti indirettamente correlabili o di particolare rilevanza

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COD 15V055 PAGINA 103 194

PTRC ndash Ambiti di paesaggio ndash Atlante ricognitivo ndash Scheda AdP 21 ldquoAlta pianura tra il Brenta e lrsquoAdigerdquo (stralcio)

Obiettivi e indirizzi di qualitagrave paesaggistica

5 Funzionalitagrave ambientale delle zone umide

5b Riattivare ove possibile la convivenza di funzionalitagrave produttive ed ecosistemiche nelle zone umide (risaie prati umidi torbiere palugrave ecc) ed in particolare i Prai di Castello di Godego

15 Valore storico culturale dei paesaggi agrari storici

15b Scoraggiare semplicazioni dellrsquoassetto poderale e intensicazioni delle colture in particolare nella parte ovest dellrsquoambito in cui si riconoscono ancora i caratteri della trama agraria storica della centuriazione recuperando il rapporto dellrsquoedificato con il territorio agricolo

24 Valore culturale e testimoniale degli insediamenti e dei manufatti storici

24a Salvaguardare il valore storico-culturale degli insediamenti in particolare le cittagrave murate di Bassano Cittadella e Castelfranco e dei manufatti di interesse storico testimoniale tra cui il sistema delle ville venete dei manufatti idraulici e opifici e la strada romana Postumia

26 Qualitagrave urbanistica ed edilizia degli insediamenti produttivi

26d Promuovere un migliore inserimento paesaggistico ed ambientale delle aree produttive (compresi gli allevamenti zootecnici intensivi) anche sulla base di adeguati studi sulla percezione visiva e sociale

26f Incoraggiare iniziative di riqualificazione degli spazi aperti delle aree produttive esistenti e indirizzare il progetto di quelle nuove verso una maggior presenza di vegetazione ed aree permeabili anche con funzione di compensazione ambientale e integrazione della rete ecologica

32 Inserimento paesaggistico e qualitagrave delle infrastrutture

32b Promuovere la riqualificazione dei corridoi viari caratterizzati da disordine visivo e funzionale

Il PTCP della Provincia di Treviso suddivide il territorio provinciale in unitagrave di paesaggio come da

definizione contenuta nelle Norme dello stesso ldquointese quali ambiti territoriali caratterizzati da un

costante grado di diversitagrave tale da contraddistinguere lrsquointera unitagrave e relativo ai caratteri loro propri e

cioegrave dei tipi di elementi e delle forme e distribuzioni della loro presenza nel territorio ai sistemi naturali

ed antropici (conformazioni geomorfologiche copertura vegetazionale tipi di uso del suolo forme

insediative dotazioni infrastrutturalihellip) presenti in esse prescindendo dalla loro caratterizzazione

documentariardquo Lrsquoidentificazione di tali Unitagrave di Paesaggio come illustrato nella Relazione di Piano

deriva da una prima suddivisione in macro ambiti morfologici e dal successivo confronto con la carta di

uso del suolo tali unitagrave sono analizzate secondo lrsquoapproccio dellrsquoecologia del paesaggio utilizzando

una serie di indicatori per ottenere un valore rappresentativo dello stato di qualitagrave ecologico-ambientale

nella situazione dello stato di fatto e in quella simulata assumendo gli scenari prospettati dal Piano al

fine di definire obiettivi e indirizzi ldquoorientati alla salvaguardia e promozione della diversitagrave sia biologica

che paesisticardquo

Il riconoscimento delle Unitagrave di paesaggio come meglio precisato nellrsquoelaborato Allegato P ldquoRete

ecologica e Unitagrave di paesaggiordquo deriva dallrsquoindividuazione delle ldquomacrounitagrave geomorfologicherdquo in base

ai caratteri omogenei di litologia e morfologia e delle unitagrave podologiche e dalla successiva

sovrapposizione con la Carta delle unitagrave ecosistemiche e verifica delle tipologie di elementi del

paesaggio della loro distribuzione rispetto alle unitagrave individuate in precedenza delle dimensioni e

forme In tale documento sono brevemente descritte le Unitagrave individuate con riguardo alla

geomorfologia ed alle caratteristiche drsquouso del suolo aggiungendo alcune osservazioni In termini

generali nel documento si evidenziano due segni del paesaggio quello impresso dalle centuriazioni

come fattore antropico ordinatore del paesaggio che in alcune UdP ha resistito nel tempo e si

caratterizza almeno in origine per una grana piuttosto fine e compatta mentre in altre UdP egrave stato

ldquoprogressivamente sconvolto dallrsquourbanizzazione diffusa determinando disordine ed un probabile

spreco di energiardquo e quello del reticolo fluviale che si associa allrsquoorientamento dei campi

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reciprocamente influenzati delineando direttrici principali e secondarie del paesaggio si annota infine

la relazione tra le principali aste fluviali e le ville con i parchi

Il Piano contiene nellrsquoAppendice 1 dellrsquoAllegato R schede descrittive delle singole Unitagrave che secondo

lrsquoapproccio adottato riportano dati riguardanti la demografia lrsquouso del suolo lrsquoinfrastrutturazione

lrsquoedificato e non descrizioni sui caratteri paesaggistici distintivi degli ambiti individuati

Lrsquoallevamento avicolo ricade allrsquointerno dellrsquoUnitagrave di Paesaggio P2 appartenente a quelle di pianura

che si configura come ampia fascia sui due lati del Torrente Muson che si estende dal Comune di San

Zenone a quello di Castelfranco Veneto interessando Loria Castello di Godego e Riese Pio X ed

attestandosi sul lato ovest lungo il confine provinciale nel sottostante riquadro si riprendono le note

descrittive contenute nel citato Allegato P

PTCP ndash Unitagrave di paesaggio ndash Allegato P - Descrizione

UdP P2

GEOMORFOLOGIA

A nord la zona collinare egrave caratterizzata dalla presenza di depositi alluvionali argillosi procedendo a sud verso la zona di pianura i depositi alluvionali sono per lo piugrave sabbiosi

CARATTERISTICHE USO DEL SUOLO

Area agricola a nord seminativi semplici con case sparse procedendo verso sud prevalgono le aree agricole eterogenee Tessuto urbano e aree industriali e commerciali diffuse in tutta lrsquounitagrave particolarmente sviluppate nella parte piugrave a sud nel comune di Castelfranco Veneto Il territorio egrave abbondantemente irrigato da corsi drsquoacqua naturaliformi

OSSERVAZIONI

Lrsquounitagrave egrave tagliata in senso longitudinale dalla SP20 che incrocia la SP81 questi due assi rappresentano un attrattore per lrsquoedificazione di tipo lineare Lrsquounitagrave ha una vocazione agricola spinta ma sono evidenti la frammentazione dei fondi e lrsquoazione di disturbo della viabilitagrave e dellrsquourbanizzazione che questa alimenta

La UdP P2 in base ai risultati scaturiti dallrsquoanalisi ecologico ambientale condotta viene definita come

ldquounitagrave dissipativardquo data lrsquoalta antropizzazione la qualitagrave ambientale generalmente bassa soprattutto

negli ambienti naturali residui ed anche la qualitagrave e quantitagrave degli habitat naturali scadente con

classificazione della stessa unitagrave come paesaggio rurale povero ad urbanizzato molto diffuso e con

standard sussidiari elevati di matrice agricola (76 di seminativi semplici con case sparse e omogenei

e aree agricole eterogenee) con dimensione delle tessere naturali piccola e delle tessere antropiche

media con frammentazione da strade medio alta e stabilitagrave della matrice medio bassa ed infine con

una caratterizzazione legata allrsquoattivitagrave agricola nessuna significativa estensione delle macchie naturali

tanto che boschi e corpi idrici hanno una consistenza minore delle aree di verde urbano Le

considerazioni e proposte formulate nel citato Allegato P per la UdP P2 sono richiamate nel

successivo riquadro

PTCP ndash Unitagrave di paesaggio ndash Allegato P ndash Scenario di Piano

UdP P2

Gli elementi di naturalitagrave di questa unitagrave sono legati alla presenza del torrente Musone sia come presenza dellrsquoacqua che per la residuale vegetazione ripariale Il corridoio di connessione nord-sud tra le core area montane e planiziali deve essere dotato di un maggiore grado di naturalitagrave attraverso la ricostituzione delle fasce arboree ripariali o il completamento delle residuali

Gli obiettivi di piano possono essere raggiunti mediante la riforestazione e formazione di zone umide di una superficie totale pari orientativamente a 500Ha equamente ripartita e al miglioramento ambientale di seminativi per un estensione di 2500Ha

Lrsquounitagrave si presenta giagrave abbastanza segnata dalla viabilitagrave attorno a cui lrsquoedilizia si distribuisce in maniera ldquoordinatardquo andando a costituire delle fasce abitate ad andamento suborizzontale da ovest ad est

Le mitigazioni richieste per la nuova viabilitagrave devono essere almeno 12 e possono essere espresse sia come interventi di deframmentazione in particolare nei tratti maggiormente interferenti con la rete ecologica di come riqualificazione delle aree interessate dalle fasce tampone con formazione di aree umide e fascesiepi di connessione fra queste e i corridoi fluviali

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Il PAT del Comune di Castelfranco Veneto nella Relazione Tecnica afferma che nel territorio

comunale non si riscontra una spiccata diversificazione della struttura paesaggistica risultato di

connotati fisico-morfologici assai omogeneirdquo pur potendo distinguere ldquoambiti territoriali con assetti

ambientali agricoli ed insediativi sufficientemente omogenei per i quali egrave possibile adottare una

suddivisione in quattro tipologierdquo definite come Unitagrave di paesaggio cosigrave denominate Paesaggio aperto

a vocazione agricola primaria Paesaggio aperto ad insediamento diffuso Paesaggio periurbano

Paesaggio urbano

Nel documento ldquoRelazione agronomico ambientalerdquo si precisa che le componenti paesaggistiche

considerate nellrsquoanalisi del paesaggio sono quelle abiotiche (geologia morfologia idrografia) biotiche

(vegetazione assetti ecosistemici habitat di pregio valore naturalistico) antropico relazionali

(emergenze storiche culturali architettoniche religiose) insediative (organizzazione dellrsquoinsediamento)

e percettive (ambiti visuali particolari sistemazioni agrarie tradizionali elementi puntuali testimoniali)

Gli assetti paesaggistici come precisato nella richiamata relazione sono identificati secondo il

ldquoprincipio fondamentale della integrativitagrave gerarchicardquo ovvero ldquole perimetrazioni devono derivare da

valutazioni rigorose allo scopo di non compromettere le funzioni bio-ecosistemicherdquo

Nella Tavola A4 ldquoCarta del paesaggiordquo sono distinte le porzioni di territorio appartenenti alle richiamate

Unitagrave di paesaggio e per quanto attiene allrsquoallevamento avicolo si riscontra che lo stesso ricade in

quella denominata ldquoPaesaggio aperto a vocazione agricola primariardquo nei documenti di Piano definito

ldquotipologia dominante lo spazio agricolo maggiormente conservato del territorio comunale la

destinazione colturale prevalente egrave a seminativo la messa a coltura del territorio ha comunque

preservato una residuale maglia a rete verde costituita da siepi e fasce arboreo arbustive posta a

fregio di corsi drsquoacqua e viabilitagrave poderale con presenza di legami (connessione) tra gli elementi

lrsquoedificazione egrave ridotta per lo piugrave isolata e di tipo rurale pregevole per i connotati di spazialitagrave ed i coni

visuali percepibili al suo interno data la collocazione distante dai centri urbani principali presenta un

gradiente di antropizzazione sostanzialmente stazionariordquo

Il PAT del Comune di Castello di Godego con la Tavola 102 ldquoCarta del paesaggiordquo del Quadro

conoscitivo suddivide il territorio comunale secondo quattro macrosistemi la porzione lungo il confine

orientale con il Comune di Castelfranco Veneto nel tratto a ridosso del perimetro dellrsquoarea

dellrsquoallevamento avicolo appartiene al Macrosistema A

Nella Relazione Agronomica elaborato 10 R del Quadro Conoscitivo del PAT si richiama la necessitagrave

di tutelare il paesaggio agrario indicando per le zone di pianura quali elementi che hanno

maggiormente lasciato lrsquoimpronta sullrsquoattuale assetto paesaggistico la morfologia fluviale (argini paleo

alvei terrazzi fluviali) la bonifica storica la bonifica idraulica la costruzione delle ville venete e degli

edifici storici gli edifici rurali e gli opifici con valenza tipologica la sistemazione idraulico agraria dei

ldquoPrairdquo Allrsquoopposto sono citati quali elementi che maggiormente interferiscono sul paesaggio agrario le

frange urbane le infrastrutture lineari (elettrodotti ferrovie strade principali ecc) gli edifici produttivi ad

impatto negativo le opere incongrue (es strutture dismesse eo abbandonate)

In tale relazione si definisce il Macrosistema A come ldquoambito agricolo caratterizzato da una forte

percezione degli elementi rurali da una buona integritagrave e da una scarsa edificazione residenzialirdquo ed in

cui ldquole siepi campestri e i prati stabili costituiscono gli elementi dominanti del paesaggio e in alcuni

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ambiti egrave ancora leggibile la struttura dei campi chiusirdquo e si riconosce una ldquobuona conservazione della

rete ecologica localerdquo

152 Caratteri del Paesaggio nellrsquoarea di analisi

Gli elementi costitutivi eo caratterizzanti il paesaggio da considerare per verificare gli eventuali effetti

sul paesaggio conseguenti al previsto incremento dei capi allevati oltre che dalla rilettura delle

richiamate articolazioni e definizioni degli ambiti e delle unitagrave di paesaggio derivano da un

approfondimento condotto riconsiderando la morfologia e idrografia la vegetazione e copertura od uso

del suolo il sistema insediativo e infrastrutturale ad una scala territoriale locale per una porzione

comprendente unrsquoarea entro i 2-3 km dal sito dellrsquoallevamentodi cui si dagrave di seguito conto

Per quanto attiene alla morfologia il territorio ha una giacitura pianeggiante con suolo composti da

materiali alluvionali con tessitura limoso argillosa mentre lrsquoidrografia egrave annovera alcuni corsi drsquoacqua

naturali in larga misura interessati da rettificazioni ed una fitta rete irrigua entrambe con uno sviluppo

da nord verso sud e sud-est Tra i corsi drsquoacqua naturali si distingue il Torrente Muson con asta dal

disegno curvilineo fino allrsquoabitato di Castello di Godego e poi rettilinea con asse parallelo a quello della

SP45 fino allrsquoingresso nellrsquoabitato di Castelfranco Veneto analoga situazione si riscontra per il Torrente

Avenale che entrando nel territorio del Comune di Castello di Godego assume forme geometriche

regolari con alcune deviazioni ad angolo retto Per entrambi i torrenti si riconoscono tracce di corso

fluviale estinto Il sistema irriguo comprende diversi fossi e scoli tra i quali si distinguono il Fosso

Avenaletto il Fosso La Roi che poco a nord di via San Pietro in territorio di Castello di Godego piega

ad est e dopo un breve tratto con andamento curvilineo confluisce nel Torrente Avenale e lo Scarico

Val di Riese che si origina a ovest della frazione di Vallagrave ed incrocia il Torrente Avenale in

corrispondenza della via Postumia

Per quanto riguarda la vegetazione poche sono le aree di tipo naturale e tolti i rari casi per altro di

ridotta estensione con una configurazione a ldquoboschettordquo si tratta delle fasce arboree di larghezza

contenuta che seguono i principali corsi drsquoacqua naturali o irrigui In tale territorio si distinguono

numerosi filari di bordo campo elementi dellrsquoagroecosistema che danno una diversa connotazione al

territorio rurale Lrsquoutilizzo agricolo del suolo vede prevalere il seminativo irriguo soprattutto a mais

accompagnato nella zona a cavallo del Torrente Avenale e tra questo e il Fosso la Roi da estesi

appezzamenti a prato (indicato anche come graminacee non in rotazione) In misura minore sono

presenti alcuni vigneti salvo pochi casi di piccola superficie ed anche colture orticole e legnose

agrarie Il paesaggio rurale presenta una relativamente minore uniformitagrave nella zona di Prai di Castello

di Godego grazie alla ripartizione tra campi a seminativo e campi a prato stabile ed alla presenza delle

fasce arboree e dei filari senza comunque assumere i connotati di una struttura a mosaico ma

richiamando la forma del campo chiuso Nel territorio sono ancora riconoscibili i segni

dellrsquoantropizzazione del periodo romano con lrsquoasse rettilineo della via Postumia e lrsquoimpostazione

geometrica dellrsquoagro centuriato in questrsquoultimo caso da ricondurre allrsquoorientamento dei campi che

laddove non accorpati hanno forma rettangolare allungata sullrsquoasse nord-sudest perpendicolare a

quello della citata strada romana analogo orientamento si riscontra per la gran parte dei fossi e scoli

irrigui

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Per quanto attiene al sistema insediativo questo si connota per la presenza di alcune aree urbane

maggiori formate dal centro storico e dalle estese zone di espansione residenziale e produttiva e dei

nuovi aggregati generati da un tipo di urbanizzazione diffusa che solo in parte si appoggia a

preesistenze di borghi rurali e viceversa in maggiore misura deriva da trasformazioni recenti che

seguono le direttrici delle infrastrutture viarie tale processo ha determinato saldature dellrsquoedificato che

rendono meno riconoscibile la matrice originaria e generano una elevata frammentazione territoriale

con disorganica distribuzione tra le diverse funzioni In dettaglio per lrsquoambito considerato si nota

lrsquourbanizzazione lineare con sostanziale assenza di discontinuitagrave tra il centro di Castelfranco Veneto

la frazione di Villarazza e lrsquoabitato di Castello di Godego per lrsquoedificazione lungo la SR45 ed ancora tra

lo stesso centro e la frazione di Vallegrave lungo la SP667 in parte tale forma di urbanizzazione ma con

maggiore presenza di fabbricati rurali e residenziali si riscontra anche lungo la via Bella Venezia che

fiancheggia per un tratto il Torrente Avenale e lungo la SP139 tra la C Beltrame e la giagrave citata

frazione dei Vallegrave Il sistema insediativo si completa con i numerosi fabbricati isolati o in piccoli gruppi

residenziali e rurali sparsi nel territorio agricolo Per quanto attiene allrsquoedificato di interesse storico

architettonico e testimoniale come giagrave illustrato si tratta di alcuni edifici religiosi o difensivi ed in

maggiore misura delle ville venete in questrsquoultimo caso in larga misura ubicate allrsquointerno degli abitati o

che sono state inglobate nel tessuto edificato delle relativamente recenti espansioni urbane (es Villa

Dolfin_Gradenigo Cagrave Moro) vedendo diminuire la loro riconoscibilitagrave e le relazioni con il contesto di

appartenenza In ultimo si segnala la presenza di alcuni fabbricati legati al periodo proto-industriale

sostanzialmente rappresentati da alcuni mulini

In conclusione tra gli elementi del paesaggio identificati che connotano qualificandolo un piugrave ampio

ambito territoriale-paesaggistico quelli in relazione diretta per vicinanza con lrsquoarea occupata

dallrsquoesistente allevamento avicolo dellrsquoAzienda Agricola Maggiolo sono riconducibili ai seguenti

- suolo pianeggiante e di origine alluvionale

- fosso Avenaletto facente parte della rete irrigua

- vegetazione arborea lungo il citato corso drsquoacqua in forma di fascia e lungo il margine dei

campi o laterale a strade poderali in forma di filare

- appezzamenti a seminativo e prati stabili con presenza di un piccolo vigneto allrsquointerno del

perimetro della stessa azienda

- tracce di persistenza della geometria dellrsquoagro centuriato di origine romana

153 Impatti sul paesaggio

Il progetto consiste nel solo aumento del numero di capi di polli allevati per ogni ciclo produttivo di

carne utilizzando appieno le strutture giagrave esistenti ed in esercizio non sono previste variazioni per

realizzazione di nuovi fabbricati od occupazione di nuove aree di servizio e quindi si escludono

modifiche dello stato di fatto e pertanto ricadute sui citati elementi strutturali e caratterizzanti il

paesaggio

Per quanto riguarda gli aspetti percettivi legati alla vista e riconoscibilitagrave dei citati singoli elementi

costitutivi del paesaggio o alla visione drsquoinsieme dello stesso premesso che non si prevede alcuna

modifica rispetto alla situazione attuale per aggiunta o modifica di fabbricati o strutture lrsquoubicazione

dellrsquoallevamento egrave tale che non si registrano interferenze di rilievo e alterazione della percezione degli

elementi che connotano tale porzione del paesaggio rurale Come giagrave illustrato al precedente punto

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inerente i beni culturali architettonici e archeologici la fascia arborea lungo il Fosso Avenaletto e i filari

lungo gli scoli ed a bordo campo in buona parte giagrave mascherano i fabbricati dellrsquoallevamento

chiudendo le visuali in direzione dello stesso e riferite ai principali assi viari e nuclei abitati22 In ogni

caso pur non essendo previste modifiche tali da richiedere interventi di mitigazione potrebbe essere

comunque presa in considerazione lrsquoopportunitagrave di migliorare la qualitagrave del paesaggio mettendo a

dimora specie arboree o arbustive in forma di filare lungo il perimetro dellrsquoarea dellrsquoallevamento sul

lato ovest e previe necessarie verifiche sul lato sud

22

Si rimanda alla Tavola ldquoAnalisi della visibilitagraverdquo inserita nellrsquoAllegato Cartografico dello SIA

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16 ACQUE

161 Stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee

La qualitagrave delle acque sotterranee della provincia di Treviso viene monitorata dallrsquoARPAV da piugrave di 10

anni da una rete composta da 84 pozzi 7 sorgenti e 6 pozzi utilizzati solamente per misure di livello

Viene condotto sia il monitoraggio qualitativo delle acque intercettate che il monitoraggio quantitativo

con la misura del livello freatimetrico ovvero del livello della falda Il monitoraggio qualitativo ha

cadenza semestrale e interessa gli 84 pozzi e le 7 sorgenti Per gli 84 pozzi le campagne sono previste

in primavera e in autunno Il piano regionale di monitoraggio avrebbe previsto una frequenza di

campionamento semestrale per 63 punti semestrale per 15 e annuale per i rimanenti 6 Per le sorgenti

le campagne sono collegate alla loro particolare tipologia quelle prealpine sono campionate in gennaio

e in maggio ovvero in condizioni rispettivamente di magra invernale e di piena primaverile le sorgenti

pedemontane sono campionate in maggio e in agosto ovvero nel periodo di piena primaverile e di

magra tardo-estiva Il monitoraggio quantitativo interessa principalmente un sottoinsieme di 41 pozzi

della rete compresi i 6 pozzi utilizzati solamente a questo scopo e ha frequenza trimestrale Altri 10

pozzi sono semestralmente in coincidenza con le campagne di monitoraggio qualitativo

I risultati evidenziano una situazione non omogenea nel territorio provinciale La zona occidentale

presenta diverse criticitagrave concentrazioni di Nitrati elevate presenza diffusa di erbicidi e di solventi

organo-clorurati Secondo il rapporto annuale dellrsquoARPA Treviso (2013) ldquoTali criticitagrave hanno in parte

compromesso la qualitagrave delle acque delle falde poco profonde La situazione migliora spostandosi

verso est in virtugrave di carichi antropici minori e di un favorevole apporto idrico da parte del fiume Piave In

questa zona i superamenti molto meno frequenti sono principalmente dovuti alla presenza di solventi

organo-clorurati e in particolare di Tetracloroetilene e Tricloroetilenerdquo

A Castelfranco Veneto (stazioni 765) lo stato chimico delle acque sotterranee nel 2013 si presenta

scadente per ragioni legate alla presenza elevate concentrazioni di nitrati Il comune ricade infatti

pianura trevigiana considerata zona vulnerabile ai nitrati (si veda lo stralcio riportato di seguito - zone

vulnerabili ai nitrati di origine agricola in Provincia di Treviso (valori medi in mgl) larea di colore viola

corrisponde alla zona denominata dei 100 comuni dellalta pianura e che egrave stata recepita con delibera

del Consiglio Regionale n62 del 17 maggio 2006 larea di colore rosa corrisponde al bacino scolante

in laguna di Venezia che e stata decisa con delibera del Consiglio Regionale n 23 del 7 maggio 2003

Per quanto attiene allo stato quantitativo dallrsquoanalisi dei dati egrave possibile concludere come dal 2004 al

2013 egrave rilevabile una variabilitagrave livello della superficie piezometrica della falda freatica coerente con la

variabilitagrave stagionale e su archi temporali estesi su piugrave

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PAGINA 110 194 Settembre 2015

Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash Stato chimico e Misure del

livello freatico nel Comune di Castelfranco Veneto (PR - livello della superficie piezometrica dal piano di

riferimento (PR) falde freatiche il valore egrave negativo)

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20

14

01

10

20

14

m

Livello piezometrico - Castelfranco (pozzo 765)

Livello statico - m slm Livello da punto di riferimento della falda freatica - m

Elaborazioni su dati ARPA Veneto (httpwwwarpavenetoitdati-ambientaliopen-dataidrosferaacque-

sotterraneeacque-sotterranee-livello-piezometrico-delle-falde)

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PAGINA 112 194 Settembre 2015

Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash Nitrati nei pozzi monitorati

in provincia di Trevico nel 2013 (valori medi in mgl)

Stralcio del Rapporto sulla qualitagrave delle acque in Provincia di Treviso (anno 2013) ndash zone vulnerabili ai nitrati di

origine agricola in Provincia di Treviso (valori medi in mgl)

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COD 15V055 PAGINA 113 194

162 Consumi di acqua

La societagrave Alto Trevigiano Servizi srl gestiste allrsquointerno del Autoritagrave drsquoAmbito di Territorio Ottimale

(AATO) Veneto Orientale il servizio idrico integrato di 53 comuni tra cui il comune di Castelfranco

Veneto (httpwwwaltotrevigianoserviziitarea-clientiacqua-potabile) La societagrave deve quindi garantire

il servizio in efficienza efficacia ed economicitagrave partendo dallrsquoadduzione e captazione delle fonti la

distribuzione dellrsquoacqua potabile nel territorio le linee di fognatura e gli impianti di depurazione fino allo

scarico delle stesse Non risultano disponibili dati aggiornati di consumo idrico per comune

Il Piano dAmbito dellAATO Veneto Orientale approvato con deliberazione di Assemblea dAmbito n

32004 e successivamente aggiornato con deliberazione di Assemblea dAmbito n 62004 riporta al

capitolo 6 ldquoAnalisi dellrsquoutilizzo e della domanda di risorsa idricardquo dati di consumo riferiti al 1991 da fonte

ISTAT

Secondo quanto riportato nel sito dellrsquoARPA Veneto i volumi drsquoacqua prelevati complessivamente in

Regione Veneto al 2008 risultano pari a 746498000 m3 di cui 129769000 m

3 riferiti allrsquoATO Veneto

orientale Sempre secondo quanto riportato nello stesso sito lrsquoacqua potabile erogata nel comune di

Castelfranco Veneto al 2008 risultava pari a 2496686 m3

(httpwwwarpavenetoitarpavinformaindicatori-ambientaliindicatori_ambientaliambiente-urbanofile-

e-allegati2013Consumi acqua potabile 2011csv)

Non sono disponibili dati di emungimento da pozzi privati

163 Impatti sulle acque

Il potenziale impatto sulle risorse idriche sotterranee egrave legato allrsquoattivitagrave di spandimento della pollina

ovvero da una non corretta distribuzione dello stesso sul terreno Considerato che lrsquoazienda agricola

Maggiolo cede interamente la pollina (misto lettiera a terzi) come sottoprodotto da riutilizzare e non da

spandere questa voce di potenziale impatto viene meno sia con riferimento alla situazione attuale che

allo scenario di progetto Lrsquoazienda non contribuisce quindi allrsquoinquinamento delle acque sotterranee

per nitrati

Il potenziale impatto sulle acque egrave legato anche al consumo della risorsa idrica Complessivamente il

consumo di acqua si attesta considerando anche il consumo per la pulizia in circa 2927 m3

attualmente e circa 7280 m3 in futuro che rappresentano rispettivamente il circa 01 ed circa 03 dei

consumi totali del comune di Castelfranco Veneto Si tenga in ogni caso conto che lrsquounica fonte di

approvvigionamento dellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave legata al pozzo presente nella stessa azienda e

che quindi i consumi dellrsquoazienda non gravano in ogni caso sui prelievi di acqua potabile

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PAGINA 114 194 Settembre 2015

17 ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE

171 Premessa

La presente valutazione egrave stata effettuata dal Dott Armando Buffoni

Di seguito vengono esposte le procedure e i risultati inerenti la valutazione dellrsquoemissione e dispersione

in atmosfera di inquinanti atmosferici e composti odorigeni derivanti dalle strutture di produzione

animale allevamento avicolo Azienda agricola Maggiolo ubicato in comune di Castelfranco Veneto

(TV) localitagrave Case Bella Venezia

Le emissioni del settore zootecnico possono essere raggruppate in 4 grandi categorie in relazione ai

loro effetti sulla salute e sullrsquoambiente

gas ad effetto serra biossido di carbonio (CO2) metano (CH4) e protossido di azoto (N2O) La

zootecnia contribuisce con una quota modesta alle emissioni di CO2 mentre rappresenta una

fonte molto significativa di metano (CH4) e in minor misura di protossido di azoto (N2O)

ammoniaca (NH3) questo composto contribuisce allrsquoacidificazione delle precipitazioni e di

conseguenza dei suoli e delle acque noncheacute ai fenomeni di eutrofizzazione La zootecnia egrave la

principale fonte di emissione di questo composto Le azioni proposte per ridurre le emissioni di

ammoniaca riguardano sia la gestione ordinaria degli allevamenti zootecnici e degli spandimenti

che le caratteristiche delle strutture dedicate a queste attivitagrave produttive

particolato fine le particelle di diametro inferiore ai 25 e 10 μm (PM25 e PM10) hanno effetti

negativi sulla salute umana e ne sono normati i limiti delle concentrazioni nellrsquoaria ambiente La

zootecnia della Pianura Padana partecipa con il 10-15 alle emissioni di questo inquinante Le

particelle che lo compongono sono potenziali vettori di composti odorigeni

composti odorigeni insieme eterogeneo di sostanze (oltre 200) tra cui lrsquoidrogeno solforato e i

mercaptani che sono percepite dallrsquoolfatto umano anche a concentrazioni molto modeste Sono

fonti di fastidio fino al disturbo intenso in relazione alla loro concentrazione alla durata e

frequenza degli eventi percepiti Lrsquoinfluenza sulla salute umana egrave principalmente legata alla

sfera emotiva

Lrsquoentitagrave delle emissioni dipende dalla specie animale dalle modalitagrave di allevamento dalle strutture

dedicate Lrsquoimpatto delle emissioni di composti inquinanti ma anche di odorigeni da parte del settore

zootecnico puograve essere diverso in relazione alle caratteristiche del territorio e dipende essenzialmente

dalle condizioni meteoclimatiche dallrsquouso del territorio dalla presenza di vegetazione ecc)

La modellistica della dispersione di composti inquinanti in atmosfera ha incontrato negli ultimi ventrsquoanni

un crescente interesse sia per le potenzialitagrave di previsione dellrsquoimpatto di nuove strutture produttive sia

per la capacitagrave di descrivere nel caso di impianti in attivitagrave le ricadute degli inquinanti sul territorio e

analizzare quindi gli eventuali effetti sulle popolazioni residenti e sullrsquoambiente (Ritter e Chitikela

2007)

Lrsquoutilizzo di modelli di dispersione ha interessato recentemente anche il settore zootecnico e numerosi

sono gli studi che hanno approfondito le caratteristiche emissive di unrsquoattivitagrave cosigrave articolata e

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COD 15V055 PAGINA 115 194

complessa Le emissioni di ammoniaca idrogeno solforato particolato sono al centro di indagini per

definire le piugrave indicate metodologie di analisi Recentemente date le peculiaritagrave del settore zootecnico

egrave stato sviluppato un modello che tratta in modo specifico le strutture dellrsquoallevamento animale (Yu Zet

al 2011ab)

Attualmente il rilascio di inquinati atmosferici da parte degli impianti zootecnici non egrave soggetto a vincoli

o limiti specifici anche se negli studi relativi allrsquoimpatto ambientale di attivitagrave zootecniche non egrave

possibile prescindere da una valutazione che consideri tutto lrsquoimpianto e il suo processo di produzione

ma soprattutto il territorio e il contesto ambientale nel quale esso si inserisce

Per quanto riguarda le emissioni e la dispersione dei composti odorigeni non vi sono norme di carattere

nazionali o riferimenti a livello europeo Vi sono perograve da alcuni anni provvedimenti di carattere regionale

che costituiscono oggi un primo riferimento per una valutazione oggettiva del disturbo olfattivo e per

lrsquoanalisi preventiva dellrsquoimpatto di attivitagrave produttive che presenti rilascio di odorigeni Le ldquoLinee Guida

per la caratterizzazione e lrsquoautorizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attivitagrave ad impatto

odorigenordquo approvate con Determinazione della Giunta Regionale della Lombardia n IX3018 (DGR

del 15 febbraio 2012) rappresentano un importante strumento di valutazione per queste problematiche

e hanno trovato una crescente applicazione nel settore zootecnico Le indicazioni in esse contenute

sono oggi seguite anche da altre regioni con unrsquoimportante tradizione zootecnica Esse sono coerenti

con la tendenza in atto giagrave da tempo in numerosi Pesi europei di utilizzare procedure specifiche per

limitare lrsquoinquinamento da odori e consentire un regolare sviluppo delle attivitagrave zootecniche senza che

esse costituiscano motivo di contrasto o tensione con i residenti vicini o con destinazione drsquouso del

territorio di natura diversa

La presente analisi e valutazione egrave stata redatta coerentemente con queste Linee Guida e riporta i

risultati dellrsquoapplicazione di un modello di dispersione atmosferica per valutare la distribuzione a livello

del suolo delle concentrazioni dei composti odorigeni emessi dalle strutture aziendali Lo stesso

modello di dispersione egrave stato impiegato per determinare le ricadute attese per PM10 ammoniaca e

idrogeno solforato

La presente analisi intende fornire un quadro di dettaglio delle emissioni degli inquinanti atmosferici e

composti odorigeni da parte dellrsquoimpianto di produzione animale dellrsquoAzienda Agricola sia per quanto

attiene le strutture e il processo di produzione di polli da carne attualmente adottato sia per lrsquoipotesi di

un piugrave intenso e razionale utilizzo dellrsquoimpianto Maggiolo (come descritto nel quadro di riferimento

progettuale la quale si rimanda) Lrsquoanalisi si egrave sviluppata con le seguenti fasi

analisi del ciclo di produzione ed individuazione dei fattori che influenzano il rilascio di inquinanti

atmosferici e composti odorigeni

stima quantitativa delle emissioni di ammoniaca metano PM10 idrogeno solforato e composti

odorigeni da parte dellrsquoAzienda

definizione del quadro emissivo generale

raccolta ed elaborazione preliminare dei dati meteorologici e di uso del suolo relativi alla zona

di interesse

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PAGINA 116 194 Settembre 2015

elaborazione mediante il modello di dispersione dei composti emessi e determinazione delle

ricadute

calcolo degli indicatori sintetici ed elaborazione delle mappe drsquoimpatto

172 Breve richiamo delle caratteristiche dellrsquoAzienda e dellrsquoattivitagrave di allevamento

LrsquoAzienda Maggiolo egrave inserita in un ampio contesto agricolo dove sono perograve rappresentate numerose

attivitagrave produttive di piccole dimensioni di natura diversa e con una densitagrave abitativa non del tutto

trascurabile Si tratta di un paesaggio insediativo ampiamente diffuso in questa porzione della Pianura

Padana Lrsquoagricoltura fortemente presente egrave contraddistinta dallrsquointensa e regolare parcellizzazione

del territorio e dalla scarsa presenza di vegetazione arborea

Lrsquoazienda egrave situata a 25 km dal centro abitato di Castelfranco Veneto in direzione nord Sono presenti

a minor distanza dallrsquoAzienda diverse frazioni evidenziate nella Carta dellrsquouso del suolo noncheacute

residenze isolate23 LrsquoAzienda ha attualmente a disposizione per lrsquoallevamento 5 ampi capannoni che

costituiscono le sole strutture dedicate alla produzione

Lrsquoattivitagrave di produzione del pollo da carne consiste essenzialmente nel provvedere alle necessitagrave di

pulcini di pollo di razze selezionate nel corso del loro processo di crescita e sviluppo sino a ottenere

degli animali pronti per il consumo (broilers) le cui dimensioni variano in funzione dei tempi di

allevamento Tipicamente si distinguono tre categorie di animale adulto il pollo leggero di peso pari a

circa 18 kg il pollo medio di 27 kg e il pollo pesante che raggiunge e supera i 36 kg

I pulcini in arrivo dagli incubatoi vengono introdotti in numero di 39500 capi nei capannoni dove

avviene lrsquoallevamento e nei quali egrave stata preparata la lettiera Il ciclo che si intende esaminare per

quanto attiene lrsquoemissione di inquinanti atmosferici e composti odorigeni egrave quindi esclusivamente dato

dalla fase di ingrasso I pulcini del peso di 10 g circa sono consegnati allrsquoAzienda e allevati fino al

raggiungimento del peso programmato per il pollo da carne pesante Poicheacute lrsquoaccrescimento egrave rapido e

lrsquoesigenza di spazio per ogni capo aumenta velocemente dallrsquoinizio del ciclo di produzione si attuano

due ldquosfoltimentirdquo inviando al macello una quota degli animali che avranno quindi raggiunto il peso

commerciale corrispondente al pollo leggero prima e al ldquopollo mediordquo in seguito mentre i restanti capi

raggiungeranno la fine del ciclo e il peso commerciale del pollo pesante

Annualmente considerando che la gestione dellrsquoingrasso prevede un unico gruppo omogeneo di capi e

un periodo di vuoto sanitario di 21 giorni si hanno poco meno di 5 cicli di produzione allrsquoanno

LrsquoAzienda Agricola opera in soccida dal soccidante essa riceve i capi il mangime lrsquoassistenza

veterinaria e i farmaci eventualmente necessari e a questo poi consegna i capi allevati a fine ciclo

Nello scenario di progetto si considera qui lrsquoipotesi di poter avere allrsquoavvio del ciclo poco piugrave di 110000

pulcini e portare a fine ciclo il 60 dei capi attuando due sfoltimenti

Le strutture dellrsquoimpianto di produzione sono date esclusivamente da cinque capannoni di tipo a tunnel

posti paralleli con la dimensione maggiore in senso est-ovest I capannoni sono aperti sui lati minori

mediante porte Sui lati maggiori sono presenti per tutta la lunghezza aperture regolabili

23

Si rimanda alle Tavole di Inquadramento e dellrsquoUso del Suolo inserite in lrsquoAllegato Cartografico

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COD 15V055 PAGINA 117 194

automaticamente in base alle condizioni di temperatura esterna La superficie complessiva utile

allrsquointerno dei capannoni egrave di 5499 m2

Sulle pareti poste a ovest di ognuno dei capannoni sono installati 8 estrattori drsquoaria (6 presso il

capannone 1) azionati da motori elettrici prodotti dalla ditta Munters sono presenti due modelli con

portata di ogni singolo estrattore compresa tra circa 13000 e 30000 m3h Tutti gli estrattori sono

quindi collocati a breve distanza lrsquouno dallrsquoaltro e determinano quando in azione un richiamo di aria

dalle finestre laterali che viene poi indirizzato verso lrsquoestremitagrave di ogni capannone I motori che

regolano gli estrattori sono azionati secondo programmi prestabiliti in modo tale da poter garantire la

temperatura ottimale per la crescita degli animali Allrsquoinizio del ciclo quando le esigenze termiche sono

maggiori la ventilazione avviene ad intervalli di breve durata con il solo obiettivo di provvedere al

ricambio dellrsquoaria

Con il crescere del peso dei capi lrsquoazione degli estrattori si fa piugrave consistente (aumenta il numero di

estrattori in azione) e prolungata Allrsquoaccasamento quando questo si sviluppa nel corso della stagione

fredda i pulcini sono mantenuti alla temperatura di 30-35 degC condizione che viene realizzata con

apposite lampade a gas Con lo sviluppo dei capi la temperatura ambiente viene ridotta

progressivamente dopo i primi 3 - 4 giorni la temperatura si riduce di 1 degC ogni 2 giorni per arrivare

dopo le 3 settimane a valori di circa 18 - 20degC Quando la temperatura dellrsquoaria esterna egrave superiore a

quella interna desiderata sono azionati sistemi di nebulizzazione che consentono di abbattere parte del

calore

Lrsquoimpianto per la distribuzione dellrsquoacqua di abbeveraggio egrave composto da condutture di distribuzione

idrica interne Gli abbeveratoi sono dotati di dispositivi che consentono allrsquoanimale di comandare

lrsquoerogazione dellrsquoacqua Il controllo dellrsquoacqua egrave importante per evitare che perdite e ristagni facciano

aumentare la decomposizione della lettiera mista alle deiezioni stimolando i processi di fermentazione

con rilascio di ammoniaca e odori molesti La lettiera viene allontana al termine di ogni ciclo mediante

pala meccanica Deiezioni e lettiera vengono immediatamente allontanati dalla superficie aziendale e

inviati a processi di valorizzazione energetica

173 Territorio di riferimento e il dominio di calcolo

Il territorio su cui insiste lrsquoazienda agricola ha un carattere prevalentemente agricolo pur in presenza di

un crescente tessuto di attivitagrave artigianali e commerciali24

Ai fini della simulazione della dispersione di composti aeriformi si considera la superficie a prevalente

uso agricolo

In relazione alla dimensione dellrsquoimpianto zootecnico alla omogeneitagrave del territorio e al quadro

meteorologico si egrave considerato per le successive elaborazioni modellistiche un territorio piuttosto ampio

pari a 9 km2 e definito quindi da un poligono quadrato di 3 x 3 km Il baricentro del dominio di calcolo egrave

posto al centro del poligono che circoscrive i ricoveri Il poligono che definisce il dominio di calcolo egrave

individuato dalle coordinate (UTM 32 T)

24

Si rimanda alle Tavole di Inquadramento e dellrsquoUso del Suolo inserite in lrsquoAllegato Cartografico

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PAGINA 118 194 Settembre 2015

Coordinate dei vertici del dominio di calcolo

Posizione Lon Lat

centro del dominio di calcolo 7264740 50640980

vertice SW 7249740 50625980

vertice SE 7279740 50625980

vertice NE 7279740 50655980

vertice NW 7249740 50655980

Il vertice SW definisce con la dimensione del lato il dominio di calcolo in modo univoco La mappa

sotto riportata indica graficamente il dominio di calcolo sullrsquoortofoto ed evidenzia il territorio dei diversi

comuni piugrave prossimi allrsquoimpianto zootecnico Con riferimento alle emissioni di composti odorigeni sono

stati individuati i ricettori considerati rappresentativi presso i quali saranno verificate puntualmente le

concentrazioni relative al 98deg percentile dellrsquoinsieme dei dati calcolati Sugli stessi ricettori sono stimate

anche le concentrazioni degli inquinanti considerati (ammoniaca idrogeno solforato e particolato fine)

I ricettori individuati allrsquointerno del dominio di calcolo sono dati da edifici residenziali non classificabili

come abitazioni dei conduttori di altri impianti zootecnici Allrsquointerno della superficie definita dal dominio

non ricadono strutture di uso pubblico come scuole ospedali case di riposo che possano essere

definite senzrsquoaltro ricettori sensibili Inoltre al fine di una piugrave immediata valutazione delle ricadute si

sono individuati ricettori discreti posti a distanza prefissata (500 m) dalle sorgenti di emissione

Per omogeneitagrave il programma di calcolo egrave stato impostato per definire presso questi punti non solo il

livello delle concentrazioni di odorigeni ma anche le concentrazioni di PM10 ammoniaca e idrogeno

solforato elaborate secondo gli indici prefissati

Coordinate delle abitazioni

Posizione Uso Lon Lat

Nord Residenziale isolato 72654396 m E 506448730 m N

Sud Residenziale isolato 72618700 m E 506376150 m N

Est Residenziale isolato 72682166 m E 506424135 m N

Coordinate dei ricettori discreti

Posizione Uso Lon Lat

Nord Produzartig 7264740 m E 50645980 m N

Ovest Residenziale 7259740 m E 50640980 m N

Sud Agricolo 7264740 m E 50635980 m N

Est Agricolo 7269740 m E 50640980 m N

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COD 15V055 PAGINA 119 194

Dominio di calcolo (3x3 km) con lrsquoindicazione della posizione dei ricettori considerati (in rosso i ricettori residenziali in giallo i ricettori discreti a 500m)

174 Emissione aziendali

1741 Fattori di emissione

Con fattore di emissione si indica il tasso di rilascio di uno o piugrave composti chimici riferito alle unitagrave di

tempo e spazio I fattori di emissione impiegati nellrsquoambito dello studio delle emissioni zootecniche

sono per praticitagrave riferiti al singolo capo animale

Per la presente indagine i fattori di emissione adottati per la quantificazione delle emissioni e il calcolo

della dispersione sono stati indicati da uffici provinciali veneti per il settore agricoltura e utilizzati per

analoghe valutazioni (ing Tassari com pers)

I fattori di emissione per metano e ammoniaca derivano da uno studio condotta dalla Regione

Piemonte (Cesano M 2013) Informazioni piugrave dettagliate riguardo i tassi emissivi di NH3 per il settore

avicolo sono riportati in Eurich-Menden et al (2010) Il dato per lrsquoidrogeno solforato egrave stato individuato a

seguito di una specifica indagine bibliografica

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PAGINA 120 194 Settembre 2015

La tabella che segue riporta per i diversi composti il valore dei fattori di emissione applicati nella

presente indagine

Fattori di emissione impiegati per la stima delle emissioni

Composto Unitagrave di misura Sorgente

Metano gcapogiorno 000164

Ammoniaca gcapogiorno 022

PM10 gcapogiorno 003

Idrogeno solforato gcapogiorno 00015

Odore UOcapos 003

1742 Quadro emissivo aziendale

Si considerano in questa applicazione i capannoni quali sorgenti puntuali in quanto le emissioni

avvengono in modo esclusivo attraverso lrsquoazione degli estrattori drsquoaria posti presso lrsquoestremitagrave

occidentale di ogni ricovero Il rilascio dei composti di interesse egrave dunque concentrato su una superficie

estremamente esigua corrispondente agli estrattori dei diversi capannoni Le coordinate (UTM 32 T)

delle sorgenti sono riportate nella riportate nella tabella che segue

Coordinate dei punti emissivi

Punto di emissione Lat Lon

Capannone 1 506412320 m N 72642919 m E

Capannone 2 506410317 m N 72641426 m E

Capannone 3 506408284 m N 72641450 m E

Capannone 4 506406430 m N 72641896 m E

Capannone 5 506404704 m N 72642540 m E

Lrsquoattivitagrave di allevamento di polli da carne prevede attualmente un accasamento di 39500 capi con un

tipico ciclo misto (produzione di polli di peso differenziato) di una durata complessiva di circa 60 giorni

con due momenti di sfoltimento Il primo fissato a 3437 giorni al raggiungimento del peso medio di 18

kg e un secondo dopo 4547 giorni dallrsquoinizio del ciclo quando i capi rimanenti raggiungono un peso di

27 kg circa I rimanenti capi raggiungeranno il peso di circa 36 kg al termine dei 60 giorni

programmati Tra due cicli di allevamento viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle

normative vigenti della durata di 21 giorni Lrsquoazienda sviluppa dunque poco meno di 5 cicli completi ogni

anno Con lrsquoinizio del vuoto sanitario viene asportata la lettiera a cui seguono le operazioni di pulizia e

disinfezione dei ricoveri e delle attrezzature

Sulla base della disponibilitagrave di superficie utile allrsquoallevamento avicolo lrsquoAzienda Agricola Maggiolo

intende ampliare la propria capacitagrave di produzione fino ad una massimo pari a 110000 capi per ciclo

Si tratta un intervento volto ad un piugrave razionale utilizzo degli spazi senza alcun ampliamento delle

strutture esistenti Lrsquoipotesi di intervento di incremento della produzione prevede un aumento del

numero di capi accasati pari a 110 000 individui di peso variabile tra 18 e 36 kgcapo ricorrendo allo

stesso schema di allevamento giagrave attuato Si tratta dunque di cicli di allevamento di tipo misto di durata

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 121 194

complessiva pari a circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento (a 3437 giorni circa

quando i capi raggiungono un peso medio di 18 kg e a 4547 giorni quando i capi rimanenti

raggiungono un peso di 27 kg circa)

0

20000

40000

60000

80000

100000

120000

1 31 61 91 121 151 181 211 241 271 301 331 361

Cap

i n

Giorni

Stato attuale

Incremento prod

Andamento del numero di capi allevati nel corso dellrsquoanno Situazione attuale e ipotesi di incremento produttivo

Le emissioni in atmosfera raggiungono le 2 t di ammoniaca nelle condizioni attuali mentre egrave atteso nel

caso di incremento della produzione un aumento fino a 5 ta di ammoniaca Lrsquoandamento delle

emissioni rispecchia quello dellrsquoammontare dei capi accasati Entrano in gioco tuttavia anche altri fattori

come la temperatura dellrsquoaria che incide sullrsquoutilizzo degli estrattori drsquoaria e quindi sui rilasci in

atmosfera

Emissioni aziendali complessive allo stato attuale e nellrsquoipotesi incremento della produzione (1)

stima sulla base di 285 gg di attivitagrave produttiva

Composto Unitagrave di misura Emissioni totali annue (1) Emissioni totali annue (

1)

Stato attuale Ipotesi di incremento

Metano tanno 0015 0039

Ammoniaca tanno 2006 5214

PM10 tanno 0274 0711

Idrogeno solforato tanno 0014 0036

Odore UOs (media) 9763 24948

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PAGINA 122 194 Settembre 2015

Lrsquoandamento delle emissioni rispecchia quello dellrsquoammontare dei capi accasati I grafici che seguono

riportano lrsquoandamento delle emissioni dei diversi composti considerati nel corso di un anno di attivitagrave

allo stato attuale Nel caso lrsquoAzienda addotti lrsquoincremento della produzione ipotizzato si avragrave un

aumento proporzionale delle emissioni

0

2

4

6

8

10

1 61 121 181 241 301 361

kg

Giorni

NH3 (Kg)

PM10 (Kg)

Andamento attuale delle emissioni nel corso dellrsquoanno

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COD 15V055 PAGINA 123 194

0

20

40

60

80

100

1 61 121 181 241 301 361

g

Giorni

H2S (g)

CH4 (g)

Andamento attuale delle emissioni nel corso dellrsquoanno

1743 Sorgenti fugitive

Sono sorgenti fugitive i punti di rilascio di inquinanti o composti odorigeni di natura incontrollata e

involontaria di piccole dimensioni e di carattere occasionale Lrsquoimpianto di produzione animale in

esame ha una struttura assai semplice e le caratteristiche noncheacute lrsquoetagrave dei ricoveri risultano tali da

poter garantire un buon controllo degli scambi drsquoaria con lrsquoesterno

Il rilascio di odorigeni e inquinanti puograve verificarsi in occasione della pulizia dei ricoveri Tuttavia dal

sopralluogo condotto in Azienda si egrave evidenziata unrsquoattenta movimentazione dei materiali e condizioni

ottimali di pulizia dei piazzali e delle aree adiacenti i ricoveri e i silos Ciograve fa ritenere che queste

emissioni possano essere considerate trascurabili

1744 Ventilazione

I capannoni sono dotati di estrattori dellrsquoaria interna al fine di garantire le migliori condizioni di

benessere ai capi allevati sia in termini di qualitagrave dellrsquoaria che di temperatura Con lrsquoestrazione dellrsquoaria

interna si ha un flusso forzato concentrato presso gli estrattori La ventilazione deve essere sufficiente

per evitare temperature troppo elevate e lrsquoumiditagrave eccessiva Essa deve essere in grado di allontanare

le polveri e la CO2 e garantire unrsquoadeguata ossigenazione

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PAGINA 124 194 Settembre 2015

Caratteristiche del sistema di estrazione dellrsquoaria dai capannoni

Ventilatori Ndeg superfici estrattori (m2) Portata totale ventilatori (m

3h)

4+2 76 146000

8 10150 240000

8 10150 240000

8 10150 240000

8 10150 240000

I fabbisogni di aria sono piugrave elevati in estate (3-6 m3orakg di peso vivo) quando cegrave la necessitagrave di

smaltire calore in inverno sono sufficienti 1-3 m3h per kg di peso vivo (1 m

3h per kg pv egrave la soglia

convenzionale minima da garantire anche nel periodo invernale)

Sulla base delle portate stimate nel corso del ciclo di produzione si egrave determinata la

portata di odore (OER - Odour Emission Rate) data dal prodotto tra la portata e la concentrazione

espressa in ouEs

OER [ouEs] = Cod [ouEm3] x Qsorg [m

3s]

La portata volumetrica dellrsquoaria egrave stata stimata sulla base delle temperature locali e il conseguente

utilizzo degli estrattori In via prudenziale si egrave ammesso che lrsquoestrazione dellrsquoaria sia pari

indicativamente a 10 m3hcapo nella la stagione calda 2 m

3hcapo nella stagione fredda e tra i 3 e

75 m3hcapo nei mesi intermedi

175 Quadro meteoclimatico

Il Comune di Castelfranco Veneto egrave situato nella parte occidentale del territorio della Provincia di

Treviso in un ambito di transizione tra lrsquoarea di alta pianura in destra Piave e quella di bassa pianura

delimitata dalla linea delle risorgive Il territorio provinciale presenta le tipiche caratteristiche dellrsquoarea di

transizione tra i rilievi alpini ed il mare Le caratteristiche climatiche sono suddivisibili in due ambiti

principali quello settentrionale collinare-pedemontano e quello centro-meridionale costituito dallrsquoalta e

bassa pianura Il territorio del comune di Castelfranco Veneto egrave posto a cavallo tra queste ultime unitagrave

geografiche Si considerano di seguito i dati climatici relativi al territorio di interesse e i dati rilevati a

Castelfranco Veneto nel 2013 e utilizzati nello studio di dispersione

1751 Precipitazioni

Il regime pluviometrico rientra nel tipo equinoziale con due picchi di precipitazione primaverile e

autunnale pressocheacute simili in particolare risultano piugrave piovosi i mesi di aprile e ottobre mentre quelli

meno piovosi sono i mesi invernali di dicembre gennaio e febbraio La precipitazione media si attesta

attorno ai 1000 mm allrsquoanno Lrsquoarea ricade in un territorio con caratteristiche pluviometriche

complessivamente abbastanza favorevoli con precipitazioni nel periodo critico estivo di luglio e agosto

superiori ai 90 mm La stagione maggiormente piovosa egrave quella autunnale ma nel complesso le piogge

sono distribuite con una buona omogeneitagrave

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COD 15V055 PAGINA 125 194

Precipitazioni medie mensili (medie climatiche) e loro andamento nel corso del 2013

1752 Temperatura

La temperatura media annua egrave risultata compresa tra 135 e 15degC Il mese piugrave egrave risultato luglio (media

233degC) quello piugrave freddo gennaio (media 32degC) I grafici che seguono riportano lrsquoandamento delle

temperature nel corso dellrsquoanno

Le temperature massime assolute hanno raggiunto e superato nellrsquoultimo decennio i 37degC le minime

assolute risalgono invece ad anni piugrave lontani tra cui il 1985 caratterizzato da valori fino a -14degC

Legate alle temperature invernali vi egrave il fenomeno dellrsquoinversione termica che determina in talune

condizioni il ristagno dellrsquoaria nei bassi strati dellrsquoatmosfera e scarsa possibilitagrave di dispersione delle

emissioni I giorni di nebbia legati in parte a questo fenomeno possono essere anche piuttosto

numerosi fino al 30 dei giorni nel periodo invernale

0

20

40

60

80

100

120

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

mm

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Andamento delle temperature nel corso dellrsquoanno 2013

1753 Umiditagrave relativa

Lrsquoumiditagrave relativa egrave in genere elevata in tutte le stagioni dellrsquoanno Soprattutto in estate essa risulta

particolarmente marcata Il grafico che segue riporta i dati rilevati negli anni piugrave recenti risulta evidente

come in tutti i mesi dellrsquoanno i valori si mantengano su valori elevati e vi sia scarsa escursione tra le

diverse stagioni

-5

0

5

10

15

20

25

30

35

40

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

deg

C

Massime Minime Medie

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COD 15V055 PAGINA 127 194

Valori di umiditagrave relativa nel corso dellrsquoanno

1754 Anemolologia

Il regime dei venti rilevato presso la stazione meteorologica di Castelnuovo Veneto egrave caratterizzato da

una prevalenza delle provenienze dal quadrante nord-orientale La velocitagrave del vento egrave sempre

piuttosto contenuta con valori compresi tra 05 e 2 ms che coprono quasi la metagrave delle ore di vento La

figura riporta la rosa dei venti su base annua Le calme di vento raggiungo quasi il 20 delle ore

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

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PAGINA 128 194 Settembre 2015

Rosa dei venti e distribuzione delle classi di velocitagrave del vento

Le ore di vento teso sono limitate a pochi isolati episodi la provenienza egrave NE Nel corso dellrsquoanno la

distribuzione delle provenienze del vento e la direzione prevalente riflette nei diversi trimestri il quadro

evidenziato su base annua Le occasioni con vento piugrave teso sono concentrate nei primi due trimestri

Nel periodo piugrave caldo la ventilazione si mantiene piugrave evidente e la percentuale di ore di calma

raggiunge il minimo In autunno al contrario aumentano le calme di vento (quasi il 30 del totale) e la

provenienza del vento egrave esclusivamente settentrionale

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COD 15V055 PAGINA 129 194

Rose dei venti riferite ai diversi trimetri dellrsquoanno Stazione di Castelfranco V anno 2013

1deg trimestre

2deg trimestre

3deg trimestre

4deg trimestre

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PAGINA 130 194 Settembre 2015

1755 Classi di stabilitagrave atmosferica

Il modello di dispersione impiegato richieda la preventiva determinazione delle classi di stabilitagrave

atmosferica di Paquill (1961) Queste sono state determinate utilizzando i dati relativi alla radiazione

solare alla velocitagrave del vento e alla copertura nuvolosa questrsquoultima desunta dalle rilevazione condotte

presso lrsquoaeroporto di Treviso (Dati Metar)

Le classi di stabilitagrave atmosferica individuate fanno riferimento allo schema riportato nelle tabelle che

seguono Lrsquoelaborazione dei dati relativi al 2013 ha evidenziato come le condizioni piugrave frequenti siano

quelle prossime alla neutralitagrave con oltre il 50 delle ore dellrsquoanno

Classi di stabilitagrave atmosferica

Ore del giorno ndash Radiazione solare

Wm2

Ore della notte - Copertura

nuvolosa

Velocitagrave del

vento gt=925 924 - 675 675 - 175 lt 175 gt 48 lt= 48

lt 2 ms A A B D E F

2-3 ms A B C D E F

3-5 ms B B C D D E

5-6 ms C C D D D D

gt 6 ms C D D D D D

Classi di stabilitagrave atmosferica per lrsquoarea di Castelfranco Veneto

Classe Descrizione Numero di oreanno

A Condizioni estremamente instabili 461 53

B Condizioni moderatamente instabili 1550 177

C Condizioni leggermente instabili 358 41

D Condizioni di neutralitagrave 2455 280

E Condizioni quasi stabili 2437 278

F Condizioni moderatamente stabili 1499 171

Totale 8760 100

171 Qualitagrave dellrsquoaria

La qualitagrave dellrsquoaria egrave monitorata da alcune stazioni di misura gestite da ARPA Veneto di cui quella piugrave

vicina allrsquoarea in esame risulta essere quella di Bassano del Grappa distante non piugrave di 15 -20 km e

classificata come fondo urbano Si tratta dunque di un sito di misura con posizione e caratteristiche che

la rendono un ragionevole riferimento circa la qualitagrave dellrsquoaria nella zona in esame

Lrsquounico inquinante di interesse rilevato con regolaritagrave egrave il PM10 I dati disponibili per il 2008 e 2009

registrano un valore di concentrazione media annua di 27-29 microgm3 contenuto rispetto ai valori del

capoluogo e in linea con i limiti normativi ma anche 40-42 superamenti della soglia di 50 microgm3

Decisamente piugrave elevati sono i dati delle centraline urbane della zona che presentano un numero di

superamenti che ha toccato la soglia 50 microgm3 in oltre il doppio degli eventi

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COD 15V055 PAGINA 131 194

Dal quadro che ARPAV fornisce con i suoi periodici rapporti e dai dati qui riportati si puograve affermare

che lrsquoinquinamento da PM10 rappresenti nella provincia una problematica rilevante ma che sembra

interessare soprattutto le aree piugrave urbanizzate mentre i dati della stazione di Bassano si collocano sui

valori piugrave contenuti

Per quanto riguarda le concentrazioni di NH3 non si dispone di dati di confronto ma si segnala che in

talune zone caratterizzate da particolari attivitagrave produttive ARPAV provvede ad attivitagrave di

monitoraggio La zona in esame tuttavia non ricade tra quelle ritenute piugrave esposte ad elevate

emissioni di NH3

172 Modello di dispersione

1721 Scelta della tipologia di modello e del codice software

Per la valutazione previsionale della diffusione delle emissioni in atmosfera si egrave adottato il software

Windimula v20 elaborato da ENEA Il software richiede lrsquoinserimento di dati di base per effettuare le

simulazioni quali lrsquoestensione del dominio territoriale di analisi la scansione temporale dei dati meteo e

le emissioni unitarie Per la stima delle concentrazioni in atmosfera e delle ricadute al suolo egrave stata

eseguita una modellizzazione utilizzando il modello WinDimula Questo modello egrave inserito nellrsquoelenco

da APAT (Agenzia Italiana per la protezione dellrsquoambiente e per i servizi tecnici) dei software per la

valutazione e gestione della qualitagrave dellrsquoaria (httpwwwsmrarpaemritctn )

1722 Estensione del dominio territoriale di analisi

Lrsquoelaborazione della simulazione effettuata con il software Windimula egrave stata eseguita con

lrsquoimpostazione del dominio orografico attraverso un reticolo di 101 101 punti con un passo di 30 m

per uno sviluppo di 3 km 3 km dal centro della sorgente Nel modello si egrave considerata tra le altre

variabili di input anche lrsquoinfluenza dellrsquoorografia del territorio

1723 Scansione temporale

In questo caso si egrave adottato il modulo di simulazione del programma Windimula chiamato ldquoshort termrdquo

che permette di calcolare la distribuzione spaziale sul territorio delle concentrazioni al suolo degli

inquinanti considerati riferiti sul breve periodo Lrsquoinput meteo egrave rappresentato in questo caso da un

valore istantaneo di intensitagrave e direzione del vento Le caratteristiche del modulo sono stazionarietagrave nel

tempo delle condizioni meteo e continuitagrave dellrsquoemissione in esame Pertanto lrsquoutilizzo di questo modello

nei casi piugrave impattanti (ad es assenza vento continuitagrave dellrsquoemissione alla massima portata ipotizzata

nelle diverse situazioni di operativitagrave) egrave decisamente piugrave cautelativo rispetto al ldquomodello climatologicordquo

del software che prevede lrsquoutilizzo di cosiddette ldquojoint frequency functionsrdquo che riportano tramite

frequenze di accadimento lrsquoaggregazione di dati di velocitagrave e direzione del vento per ogni classe

stabilitagrave In pratica mentre il modulo climatologico egrave impostato sulla conoscenza di dati climatologici

variabili nellrsquoarco giornata (cioegrave considera ad esempio la durata della calma di vento la direzione

intensitagrave e durata del vento ecc) il modulo ldquoshort termrdquo riporta una sola situazione meteo per lrsquointera

giornata Si capisce come ad esempio la simulazione eseguita con calma di vento stimata per lrsquointera

giornata (modulo short term) sia diversa dalla simulazione piugrave reale ma meno cautelativa dove la

calma di vento si protrae per quella stessa giornata per meno ore e vi siano altre situazioni meteo che

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PAGINA 132 194 Settembre 2015

favoriscono un ricambio di aria (modulo climatologico) Il modulo ldquoshort termrdquo egrave consigliato oltre che per

lrsquoimpostazione piugrave cautelativa della valutazione previsionale anche per una migliore verifica dei limiti di

legge su questrsquoultimo punto il ldquomodulo climatologicordquo consente solo considerazioni qualitative e non

quantitative Il modulo di simulazione adottato egrave stato valutato da numerosi studi sullrsquoargomento (ANPA

ndash Centro tematico Nazionale Atmosfera Clima ed Emissioni ldquoAggiornamento e ampliamento della

norma UNI ldquovalutazione delle dispersioni in atmosfera di effluenti aeriformi ndash Guida ai criteri di selezione

dei modelli matematicirdquo ACE ndashTL GU ndash 00-022001 ANPA ndash Centro Tematico Nazionale Atmosfera

Clima ed Emissioni ldquoLinee guida per la selezione e applicazione dei modelli di dispersione atmosferica

per la valutazione della qualitagrave dellrsquoariardquo RT-CTN_ACE 42001)

Il modello DIMULA su cui Windimula egrave stato realizzato egrave inserito nei rapporti ISTISAN 9032 (Modelli

per la progettazione e valutazione di una rete di rilevamento per il controllo della qualitagrave dellaria) e

ISTISAN 9336 (Modelli ad integrazione delle reti per la gestione della qualitagrave dellaria) in quanto

corrispondente ai requisiti qualitativi per la valutazione delle dispersioni di inquinanti in atmosfera in

regioni limitate (caratterizzate da scale spaziali dellordine di alcune decine di km) ed in condizioni

atmosferiche sufficientemente omogenee e stazionarie

1724 Descrizione del modello

I modelli gaussiani sono i modelli matematici di trasporto e diffusione dellinquinamento atmosferico piugrave

comuni Sono basati su equazioni che descrivono il campo tridimensionale delle concentrazioni

generato da una sorgente puntiforme sotto condizioni meteorologiche e di emissione invarianti rispetto

al tempo Questo tipo di modelli considerano che le condizioni meteorologiche possano essere ritenute

omogenee e stazionarie nellarea modellata e non possono lavorare in condizioni di calma La

semplicitagrave dellapprossimazione gaussiana la sua facilitagrave drsquouso con parametri meteorologici anchessi

facili da misurare e soprattutto ladozione di questo approccio come strumento decisionale e di controllo

da parte della agenzia ambientale americana (EPA) hanno rimosso alcune delle limitazioni originali

della teoria permettendo il trattamento di situazioni complesse del mondo reale

Si riportano di seguito le principali funzioni su cui si basa il modello

La forma della soluzione del modello egrave controllata da una serie di parametri che riguardano sia

laltezza effettiva del rilascio per sorgenti calde calcolata come somma dellaltezza del camino piugrave il

sovralzo termico dei fumi che la dispersione laterale e verticale del pennacchio calcolata utilizzando

formulazioni che variano al variare della stabilitagrave atmosferica descritta utilizzando le sei classi di

stabilitagrave introdotte da Pasquill-Turner

Lrsquoequazione di base impiegata per la stima della concentrazione di un inquinante in un determinato

recettore (x y z) in un modello Gaussiano egrave la seguente

dove C (xyz) egrave la concentrazione di inquinante nellrsquoambiente (μgm3) in un determinato punto nello

spazio (recettore) le cui coordinate sono (x y z) u egrave la velocitagrave del vento (ms) σy e σz (m) sono le

deviazioni standard (o coefficienti di dispersione) in senso orizzontale e verticale Q egrave il tasso di

emissione di inquinante espresso in μg m3 s e H lrsquoaltezza a cui avviene il rilascio (m)

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COD 15V055 PAGINA 133 194

Ne consegue pertanto che nellrsquoapplicazione dei modelli gaussiani le condizioni di calma di vento

quando cioegrave la velocitagrave del vento tende a zero devono essere trattate opportunamente a causa della

proporzionalitagrave inversa esistente fra C(xyz) e u Ciograve risulta particolarmente importante in tutta la

Pianura Padana che egrave caratterizzata da unrsquoelevata frequenza di situazioni di calma di vento che

possono rendere critico lrsquoimpiego di un modello Gaussiano La particolaritagrave del modello WinDimula

tuttavia egrave quella di poter eseguire simulazioni anche per situazioni di assenza di vento grazie

allrsquoadozione del modello ridotto di CirillondashPoli (Cirillo and Poli 1992) le cui principali equazioni sono

dove α β e γ sono coefficienti che definiscono la turbolenza atmosferica e sono assegnati dal modello

in base alla classe di stabilitagrave inserita

Per maggiori dettagli riguardo alle equazioni implementate dal modello WinDimula si rimanda alla guida

del modello stesso e alla relativa letteratura scientifica (MAIND ndash Modellistica Ambientale wwwmaindit

Cirillo et al 1989 Cagnetti et al 1982 )

Il modello richiede come input

la definizione di un reticolo di calcolo

la definizione di ricettori discreti

i dati meteo - climatici a passo orario se si decide di effettuare una simulazione short-term con

una sequenza di dati orari

la definizione delle sorgenti emissive e principali caratteristiche

Il modello restituisce la concentrazione media calcolata per ogni punto della griglia indicato e per gli

eventuali ricettori discreti inseriti Si possono quindi eseguire delle elaborazioni sui risultati utilizzando

unrsquoapposita applicazione di WinDimula definita post-processore il quale tra le altre funzioni permette

di calcolare i valori dei percentili per ogni punto e controllare i limite di leggi imposti sullrsquoinquinante

considerato

Si egrave scelto di effettuare simulazioni a breve periodo (short term) di lunghezza massima di unrsquoora

utilizzando piugrave situazioni meteorologiche in sequenza in modo che venga simulato un periodo di tempo

piugrave ampio in particolare un anno

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PAGINA 134 194 Settembre 2015

1725 Dati di input del modello

Il file meteo in ingresso al modello WinDimula richiede le seguenti informazioni

dimensioni del dominio di calcolo (m)

passo del grigliato (m)

ora giorno mese e anno dellrsquoacquisizione del dato

temperatura dellrsquoaria (degK)

velocitagrave del vento (ms)

direzione di provenienza del vento (deg)

precipitazione (mm)

classe di stabilitagrave atmosferica

altezza drsquoinversione termica (m)

deviazione standard della direzione del vento

velocitagrave di attrito (ms)

lunghezza di Monin-Obukhov (m)

Il modello Windimula richiede quali dati di input i dati emissivi (concentrazione degli inquinanti emessi e

flusso nel tempo) e le condizioni iniziali ed al contorno se rilevanti Altri dati necessari riguardano

lrsquoorografia (lrsquouso del suolo interviene sulla facilitagrave con cui si muovono le masse drsquoaria) Il passo del

grigliato egrave stato posto a 50 m dando origine ad una matrice di 3600 punti di griglia

1726 Post-elaborazione delle concentrazioni orarie

Per quanto attiene i composti PM10 NH3 e H2S egrave stato impostato il calcolo del valore della

concentrazione media annua

Per la componente odorigena come previsto dalle Linee Guida della Regione Lombardia egrave stato

determinato per ogni punto griglia il 98deg percentile dei valori di concentrazione oraria elaborati dal

modello Il 98deg percentile di una serie di dati rappresenta quel valore che non viene superato dal 98

dei valori della distribuzione Pertanto definire questo percentile significa individuare il valore che viene

superato per il 2 del periodo di simulazione (175 giorni lrsquoanno o 29 minuti al giorno)

Successivamente sono stati interpolati i dati calcolati e ne egrave stata predisposta una rappresentazione

grafica

Per lrsquoammoniaca non essendoci valori di riferimento si verifica invece con le rappresentazioni grafiche

e la determinazione delle concentrazioni presso i ricettori se i dati forniti dal modello superano la soglia

di 265 microgm3 valore segnalato come limite inferiore per la percezione del gas

Come giagrave sottolineato in precedenza il metano non egrave stato oggetto dello studio della dispersione in

quanto composto come altri gas serra che non interagisce direttamente con lrsquoambiente (salvo

chiaramente modificare con il suo accumulo il bilancio termico terrestre) e non ha effetti sulla salute

umana Non vi sono infine valori di riferimento o limiti per la sua concentrazione nellrsquoaria ambiente per

cui lrsquointeresse egrave esclusivamente focalizzato sui valori di emissione complessivi

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COD 15V055 PAGINA 135 194

173 Normativa di riferimento

Il tema delle emissioni di inquinanti atmosferici da parte delle attivitagrave agricole e della zootecnia in

particolare ha assunto rilevanza solo nellrsquoultimi dieci ndash ventrsquoanni quando sulla base di numerose

indagini di carattere sperimentale da cui egrave emerso come i rilasci di composti potenzialmente dannosi

per la salute umana e lrsquoambiente da parte di questi settori produttivi non fossero trascurabili come per

lungo tempo si egrave ritenuto (Ritter e Chitikela 2007)

Lrsquoattivitagrave agricola e nello specifico la zootecnia per lungo tempo sono rimaste escluse da valutazioni

accurate circa le loro emissioni e dallrsquoimposizione di vincoli o limitazioni Va tuttavia osservato che

lrsquoindustrializzazione di molte tecniche colturali e lrsquointensificazione dei processi di allevamento animale

pur conseguendo indubbi traguardi produttivi porta con seacute diverse problematiche di carattere

ambientale tra cui la concentrazione

Per quanto riguarda i rilasci in atmosfera il settore zootecnico non egrave soggetto a specifiche norma che

ne limitino le emissioni Sussistono perograve limiti alle concentrazioni di inquinanti nellrsquoaria ambiente

composti dannosi per la salute umana e per i quali gli enti regolatori devono per il loro rispetto

considerare le diverse fonti presenti sul territorio

Per i composti ad effetto serra (metano e protossido di azoto) e lrsquoammoniaca come giagrave accennato vi

sono impegni di contenimento di carattere generale al rispetto del quale tutti i settori sono chiamati a

concorrere Il Protocollo di Kyoto e i successivi accordi a carattere europeo hanno posto precisi obiettivi

per i primi mentre la riduzione delle emissioni di ammoniaca deriva dalla Convenzione UN-ECE

(Convenzione LRTAP) sul trasporto transfrontaliero degli inquinanti atmosferici

1731 Particolato

Per quanto riguarda il contributo della zootecnia alle concentrazioni di inquinanti normati assume un

certo significato il particolato fine (PM10) per il quale lrsquoapporto di questo settore al quadro emissivo

complessivo Per quanto riguarda questo inquinante la normativa di riferimento egrave il DLgs n 155 del

13082010 in attuazione della Direttiva 200850CE relativa alla qualitagrave dellrsquoaria ambiente e per unrsquoaria

piugrave pulita in Europa La norma prevede

un limite alla concentrazione media annua di 40 microgm3

un limite quale concentrazione media giornaliera di 50 microgm3 che non deve essere superato

piugrave di 35 volte lrsquoanno

1732 Ammoniaca

Per quanto riguarda lrsquoammoniaca non esiste un limite per lrsquoaria ambiente definito dalle norme vigenti

anche se il tema egrave dibattuto da tempo (Alberta Environment 2004) Recentemente la Regione

Toscana (2010) nellrsquoambito di una ricognizione dei valori di riferimento per composti non normati

emessi in atmosfera ha segnalato il valore di 70 μgm3 di ammoniaca quale soglia utile per orientare

valutazioni nellrsquoambito di studi di impatto ambientale e derivante dai ldquoLivelli guida significativi per la

saluterdquo elaborati dalla Agenzia governativa USA ATSDR (httpwwwatsdrcdcgov) Negli Stati Uniti egrave

stata suggerita lrsquoadozione di limiti compresi tra 100 e 208 microgm3 Alcuni Stati USA (es Michigan) hanno

adottato il valore di riferimento dellrsquoEPA di 100 microgm3 quale media giornaliera A fini cautelativi si

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PAGINA 136 194 Settembre 2015

considera in questo rapporto come primo valore di riferimento la soglia inferiore di percezione

dellrsquoammoniaca pari a 266 microgm3 (SEPA 2010)

Per quanto riguarda gli effetti ambientali diretti lrsquoUNECE (Commissione economica per lrsquoEuropa

dellrsquoONU) ha individuato giagrave nel 1999 i seguenti valori di riferimento 3300 microgm3 (media oraria) 270

microgm3 (media giornaliera) 23 microgm

3 (media mensile) and 8 microgm

3 (media annuale) quali livelli critici ai

fini della protezione della vegetazione Piugrave recentemente il valore soglia menzionato per la media

annuale ai fini della protezione degli ecosistemi egrave stato confermato (UNECE 2004)

1733 Idrogeno solforato

Le emissioni di idrogeno solforato (H2S) nellrsquoambito della zootecnia sono legate ai processi di

decomposizione di materiale organico in particolare componenti proteici (aminoacidi) contenenti zolfo

in condizioni di anaerobiosi e alla riduzione del solfato da parte di gruppi batterici specializzati (Arogo

et al 2000) I valori di H2S tipicamente riscontrabili nellrsquoatmosfera sono inferiori a 1 ppb (15 microgm3)

Metagrave della popolazione egrave capace di avvertire lrsquoH2S giagrave a concentrazioni di 8 ppb (12 microgm3) ed il 90

riconosce il suo tipico odore a 50 ppb (150 microgm3) (Cauzillo et al 2010)

La presenza dellrsquoH2S nellrsquoazienda agricola egrave in genere legata allo stoccaggio dei reflui noncheacute alle

strutture di ricovero degli animali soprattutto nellrsquoallevamento suino e in condizioni di scarsa

ventilazione Qui lrsquoH2S puograve raggiungere valori di circa 5 ppm (75 mgm3) la soglia massima accettabile

per la protezione della salute negli ambienti di lavoro indicata dallrsquoagenzia USA OSHA (Occupational

Safety and Health Administration) egrave fissata a 10 ppm (15 mgm3) Per quanto riguarda lrsquoaria ambiente

lrsquoOrganizzazione mondiale della sanitagrave propone tre soglie di riferimento (WHO Guidelines ed 2000)

150 μgm3 quale media su 24 ore

100 μgm3 per periodi di durata compresa tra 1 e 14 gg

20 μgm3 per periodi di durata fino a 90 giorni

La normativa nazionale fissa con il DPR 322 del 1541971 (abrogato) due limiti per le immissioni di H2S

allrsquoesterno dei perimetri industriali 100 microgm3 per intervalli di 30 minuti e 40 microgm

3 per un tempo di

mediazione di 24 ore

In ambito zootecnico la presenza di H2S egrave in genere ben correlata con la problematica dellrsquoodore

prodotto dalrsquoallevamento animale Guo et al (2000) hanno osservato che esiste una correlazione

positiva significativa tra questo gas e la percezione di odori (r = 075) e che pertanto la concentrazione

di H2S puograve essere utilizzata come indicatore dei livelli di odore per allevamenti di diverse tipologie

animali Le emissioni di H2S presso gli impianti di produzione animale sono strettamente correlate con

la specie animale (Ni et al 2002) il numero di capi e la gestione dei reflui Si stima che a paritagrave di peso

vivo ed altre condizioni le emissioni di H2S siano massime nellrsquoallevamento suino in particolare per le

fasi di riproduzione seguono lrsquoallevamento bovino e quindi quello avicolo (Atia et al 2010)

1734 Composti odorigeni

Una particolare attenzione sta incontrando ormai da diversi anni la problematica legata allrsquoemissione di

composti odorigeni da parte delle attivitagrave zootecniche La crescente densitagrave degli impianti e la

insufficiente pianificazione del territorio hanno determinato una commistione fra usi del suolo non

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 137 194

sempre compatibili e le distanze che separano aree residenziali e aziende zootecniche sono risultate in

numerosi casi inadeguate

Al centro dellrsquoattenzione vi sono oltre 200 diverse molecole (Schiffman 1998) che per loro natura sono

in grado di suscitare sensazioni sgradevoli allrsquoolfatto umano Per queste non esiste una specifica

normativa a carattere nazionale e la lacuna egrave stata parzialmente colmata da provvedimenti regionali

Diverse Regioni hanno legiferato in tema di disturbi olfattivi in particolar modo rispetto al trattamento

dei rifiuti urbani e il compostaggio Norme in materia sono state emanate giagrave da tempo da parte della

Regione Lombardia (DGR n 12764 del 16042003) dalla Basilicata (DGR n 709 del 22042002)

dalla Regione Sicilia (DGR n 27 parte I del 14062002 dellrsquoAbruzzo (DGR n 400 del 26052004) e

infine dalla Regione Veneto (DGR n 568 del 25022005)

Norme specifiche sul disturbo olfattivo e mirate a trattare ogni tipologia di fonte sono state emanate

dalla Regione Lombardia (2010) con le Linee Guida approvate dopo un periodo di valutazione di oltre

un anno con Deliberazione della Giunta Regionale del 15 febbraio 2012 (DGR 15 febbraio 2012 ndash n

IX3018)

Le Linee Guida della Regione Lombardia forniscono prima di tutto indicazioni circa un percorso di

valutazione delle emissioni e di determinazione del potenziale disturbo mediante lrsquoapplicazione di

metodologie di misura quantitativa Esse prevedono inoltre lrsquoimpiego di strumenti di dispersione

modellistica per valutazioni di carattere previsionale Le Linee Guida non forniscono nella realtagrave limiti

vincolati ma prescrivono che lo studio di impatto odorigeno richiesto per attivitagrave da cui egrave ragionevole

attendersi un impatto in tal senso sviluppi mappe di impatto ldquodove devono essere riportati i valori di

concentrazione orarie di picco di odore al 98deg percentile su base annuale cosigrave come risultanti dalla

simulazione a 1 3 e 5 uoEm3 ldquoal fine di poter consentire alle autoritagrave regolatorie di disporre delle

informazioni necessarie per valutare la compatibilitagrave ambientale dellrsquoimpianto o dellrsquoattivitagrave in esame in

relazione al contesto in cui si realizzanordquo

Altre Regioni hanno in modi diversi ripreso e adottato questa esperienza La Regione Emilia ndash

Romagna persegue il contenimento del rilascio di ammoniaca e quindi di uno dei principali odorigeni

dagli impianti a biogas e dal trattamento del digestato (Regolamento regionale 28 ottobre 2011 n1)

Va osservato che in numerosi altri Paesi sono previsti strumenti normativi analoghi ma mancano

indicazioni di livello europeo Cosigrave ad esempio in Gran Bretagna le Linee Guida ldquoIPPC - Horizontal

Guidance for Odour Part 1 ndash Regulation and Permittingrdquo (2002) che individuano quali limiti di

concentrazione di odore al 98deg percentile le soglie di 15 uoEm3 30 ouEm

3 60 ouEm

3 nel caso

rispettivamente di tipologie industriali ad ldquoelevatordquo ldquomediordquo o ldquobassordquo potenziale di molestia In Francia

la norma destinata alla protezione dalle emissioni di impianti di compostaggio prevede che entro un

raggio di 3000 m dai confini dellrsquoimpianto stesso non si debba superare il limite di 5 ouEm3

per piugrave di

175 ore allrsquoanno corrispondenti ad una frequenza del 2 (98deg percentile) (JORF du 22 Avril 2008) Un

quadro delle modalitagrave di valutazione delle emissioni odorigene dal settore zootecnico in diversi Paesi

europei egrave riportato in EPA ndash Ireland (2001)

Lrsquoapplicazione delle Linee Guida della Regione Lombardia assume al fine di condurre stime di

carattere previsionale il composto odorigeno come una miscela teorica di sostanze diverse Questa

viene trattata come un ldquoinquinanterdquo e ne viene stimato il rilascio e simulata la dispersione Lrsquoodore egrave

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PAGINA 138 194 Settembre 2015

espresso in termini di concentrazione definita in conformitagrave alla UNI EN 137252004 ed egrave assimilabile

nellambito delle simulazioni di dispersione ad ununica pseudo-specie che si disperde nellatmosfera in

forma gassosa (quindi non particellare)

174 Risultati delle simulazioni

1741 Composti odorigeni

I risultati delle elaborazioni condotte con il modello Windimula sono riportati per i ricettori considerati

nella tabella che segue Questa evidenzia valori di concentrazione di odorigeni stimati presso le

abitazioni individuate noncheacute presso i ricettori discreti individuati a distanza di 500 m dalle strutture

zootecniche

I valori riportati sono tutti inferiori alla soglia di 1 ouEm3 e consentono di affermare che presso le

residenze individuate in prossimitagrave dellrsquoAzienda e piugrave in generale oltre i 500 m di distanza le

concentrazioni di composti odorigeni non andranno a creare condizioni di disturbo Le concentrazioni

piugrave elevate di odore si riscontrano presso gli estrattori e comunque si mantengono ovunque allrsquointerno

del perimetro aziendale su livelli contenuti (5 ouEm3)

Secondo le Linee Guida della Regione Lombardia il valore di 1 ouEm3 per il 98 percentile delle ore

dellrsquoanno indica che per un numero limitato di ore appunto meno del 2 vi potragrave essere percezione

delle emissioni ma ciograve saragrave avvertito solo dalla porzione piugrave sensibile della popolazione I valori

risultano sempre inferiori a questa soglia anche nel caso lrsquoAzienda si orienti verso un incremento della

produzione utilizzando al meglio gli spazi disponibili

La distribuzione attesa delle concentrazioni (98deg percentile delle concentrazioni medie orarie) di odore

in prossimitagrave dellrsquoAzienda egrave riportata graficamente Dalla mappa si rileva chiaramente la modesta entitagrave

delle concentrazioni che si possono raggiungere anche nei periodi meno favorevoli alla dispersione

Allontanandosi dallrsquoAzienda i giagrave modesti valori si riducono rapidamente e risultano del tutto trascurabili

a poche centinaia di metri di distanza Lrsquoelaborazione relativa allrsquoipotesi di incremento della produzione

non modifica il quadro complessivo descritto La rappresentazione grafica delle ricadute non mostra

particolaritagrave di rilievo La isolinea indicante la concentrazione di 3 ouEm3 sempre riferita al 98deg

percentile delle stime orarie corre in prossimitagrave del confine dellrsquoAzienda La isolinea indicante la

concentrazione di 1 ouEm3 non raggiunge le abitazioni e si sviluppa in direzione sud-ovest

coerentemente con i venti dominanti

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 139 194

Valori di concentrazione previsti dal modello di dispersione presso le abitazioni

Distanza dalle

sorgenti (m)

98deg percentile (ouEm3)

Stato attuale

98deg percentile

(ouEm3)

Incremento

produzione

1 residenza Nord 400 lt 05 lt 05

2 residenza Est 426 lt 05 lt 05

3 residenza Sud 387 lt 05 055

Valori di concentrazione previsti dal modello di dispersione per i ricettori discreti

Ricettori discreti Distanza dalle

sorgenti (m)

98deg percentile (ouEm3)

Stato attuale

98deg percentile

(ouEm3)

Incremento

produzione

N 500 0175 0208

W 500 0641 0504

S 500 0289 0444

E 500 0158 0302

Studio di Impatto Ambientale

Az Agricola Maggiolo

PAGINA 140 194 Settembre 2015

Concentrazione di composti odorigeni (98degpercentile) (in ouEm

3) con emissioni attuali Sono

riportate rispettivamente in verde e giallo e rosso le isolinee 1 e 3 ouEm3

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 141 194

Concentrazione media oraria di composti odorigeni (98degpercentile) (in ouEm3) nellrsquoipotesi di

incremento produttivo Sono riportate rispettivamente in verde giallo e rosso le isolinee 13 e 5

ouEm3

1742 Ammoniaca

Il modello di dispersione fornisce il quadro delle concentrazioni attese di NH3 sulla base delle emissioni

prodotte nel corso dellrsquoattivitagrave produttiva La Tabella 13 fornisce il quadro delle ricadute di questo

composto in prossimitagrave delle strutture di produzione Sono riportati i valori di concentrazione media

annua presso le abitazioni e i recettori discreti

Il valore di concentrazioni media annua stimato presso le sorgenti di emissione corrispondenti alla

bocca degli estrattore egrave 7 microgm3 il valore massimo giornaliero presso lrsquoimpianto egrave stimato in 14 allo

stato attuale A breve distanza ancora allrsquointerno del perimetro aziendale le concentrazioni calano

rapidamente e raggiungono presso le abitazioni individuate per la valutazione degli odorigeni livelli

inferiori a 1 microgm3 notevolmente inferiori alla soglia di percezione del composto

Nel caso lrsquoAzienda si orienti in direzione di un incremento produttivo come descritto in precedenza egrave

atteso un aumento delle emissioni di ammoniaca presso lrsquoimpianto il valore di concentrazione media

annua attesa saragrave di 95 microgm3 mentre il valore massimo giornaliero potragrave raggiungere i 185 microgm

3

Valori di concentrazione di ammoniaca determinati dal modello di dispersione presso le abitazioni

Distanza dalle sorgenti Concentrazione

media annua

stato attuale

Concentrazione

media annua

incremento produttivo

(m) microgm3 microgm

3

1 residenza Nord 400 lt 05 lt 05

2 residenza Est 426 lt 05 lt 05

3 residenza Sud 387 lt 05 lt 05

Valori di concentrazione di ammoniaca determinati dal modello di dispersione presso i ricettori

discreti

Distanza dalle sorgenti Concentrazione

media annua

Stato attuale

Concentrazione

media annua

Incremento produttivo

(m) microgm3 microgm

3

Estrattori 0 5051 6920

N 500 0102 0156

W 500 0284 0392

S 500 0244 0329

E 500 0130 0174

Studio di Impatto Ambientale

Az Agricola Maggiolo

PAGINA 142 194 Settembre 2015

Concentrazione media annua di NH3 (in microgm

3) ndash Situazione attuale

Concentrazione media annua di NH3 (in microgm3) ndash Ipotesi di incremento produttivo

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 143 194

1743 Particolato fine

I valori attesi di PM dati dallrsquoelaborazione modellistica sono assai contenuti presso lrsquoarea dellrsquoimpianto

la concentrazione media annua data dalle sole emissioni dellrsquoimpianto si attesta sul valore di 26 microgm3

Allontanandosi di poche centinaia di metri le concentrazioni attese calano drasticamente e raggiungono

valori poco significativi Sia nelle condizioni attuali che con lrsquoincremento di produzione previsto le

concentrazioni presso i ricettori individuati si attestano su valori inferiori o pari a 1 microgm3

Valori di concentrazione di PM10 determinati dal modello di dispersione presso le abitazioni

Distanza dalle

sorgenti

Concentrazione

media annua

stato attuale

Concentrazione

media annua

incremento produttivo

(m) microgm3

microgm3

1 residenza Nord 400 1049 143

2 residenza Est 426 lt 05 0505

3 residenza Sud 387 lt 05 lt05

Valori di concentrazione di PM10 determinati dal modello di dispersione per i ricettori discreti

Distanza dalle

sorgenti

Concentrazione

media annua

Stato attuale

Concentrazione

media annua

Incremento produttivo

(m) microgm3

microgm3

Estrattori 0 2604 354

N 500 0657 0745

W 500 1199 1630

S 500 0950 1290

E 500 0748 1018

Le mappe che seguono riportano la distribuzione delle ricadute delle emissioni di PM10 Si osserva

come la superficie interessata dalle ricadute sia estremamente contenuta e non interessi le abitazioni

piugrave prossime allrsquoAzienda

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 144 194 Settembre 2015

Concentrazione media annua di PM10 (in microgm

3) ndash Situazione attuale

Concentrazione media annua di PM10 (in microgm

3) ndash Ipotesi di incremento produttivo

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 145 194

1744 Idrogeno solforato

I valori attesi di idrogeno solforato dati dallrsquoelaborazione modellistica sono come per gli altri composti

molto modesti Presso lrsquoarea dellrsquoimpianto la concentrazione media annua data dalle sole emissioni

dellrsquoimpianto si attesta sul valore di 114 microgm3

Allontanandosi di poche centinaia di metri le

concentrazioni attese calano ulteriormente e raggiungono valori del tutto trascurabili Sia nelle

condizioni attuali che con lrsquoincremento di produzione previsto le concentrazioni presso i ricettori

individuati si attestano su valori inferiori o pari a 1 microgm3 quindi ben al disotto della soglia di percezione

del composto

Valori di concentrazione di idrogeno solforato determinati dal modello di dispersione presso le

abitazioni

Distanza dalle

sorgenti

Concentrazione

media annua

stato attuale

Concentrazione

media annua

incremento produttivo

(m) microgm3 microgm

3

1 residenza Nord 400 0012 0058

2 residenza Est 426 0015 0020

3 residenza Sud 387 0011 0044

Valori di concentrazione di idrogeno solforato determinati dal modello di dispersione per i ricettori

discreti

Distanza dalle

sorgenti

Concentrazione

media annua

Stato attuale

Concentrazione

media annua

Incremento produttivo

(m) microgm3 microgm

3

Estrattori 0 1140 1560

N 500 0024 0033

W 500 0022 003

S 500 0046 0605

E 500 0854 0063

Le mappe che seguono riportano la distribuzione delle ricadute delle emissioni di H2S Si osserva come

la superficie interessata dalle ricadute sia estremamente contenuta e non interessi le abitazioni piugrave

prossime allrsquoAzienda

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 146 194 Settembre 2015

Concentrazione media annua di H2S (in microgm3) ndash Situazione attuale

Concentrazione media annua di H2S (in microgm3) ndash Ipotesi di incremento produttivo

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 147 194

175 10 Considerazioni conclusive

Sono state analizzate le emissioni di alcuni inquinanti normati gas ad effetto serra e composti odorigeni

emessi dalle strutture produttive dellrsquoAzienda Agricola Maggiolo Lrsquoesame egrave stato condotto rispetto

allrsquoattuale livello di produzione dellrsquoallevamento avicolo e considerando unrsquoipotesi di aumento dei capi

accasati

Lrsquoaumento dei capi allevati nel corso dei cicli di produzione annui determina un aumento del rilascio di

in atmosfera da parte delle strutture dellrsquoallevamento proporzionale al numero di capi LrsquoAzienda si

trova in una zona idonea allrsquoallevamento per la relativamente scarsa densitagrave abitativa e la presenza di

una fascia di colture agricole che la separa dalle abitazioni piugrave prossime

Per verificare quale possano essere le concentrazioni di odorigeni PM10 H2S e NH3 nellrsquoarea

circostante lrsquoAzienda egrave stata condotta una indagine modellistica mediante il software Windimula

Questa ha evidenziato presso le abiazioni e ricettori discreti posizionati a 500 m valori molto contenuti

di tutti i composti considerati

La valutazione del potenziale disturbo legato a composti odorigeni egrave stata condotta secondo quanto

previsto dalle Linee Guida in materia predisposte dalla Regione Lombardia Le tre abitazioni poste ad

alcune centinaia di metri dallrsquoimpianto zootecnico non risultano interessati da disturbi olfattivi Anche i

valori di concentrazione attesi per NH3 e H2S non si ritiene possano avere impatto olfattivo

In conclusione si puograve ritenere che la presenza dellrsquoattivitagrave di produzione avicola condotta dallrsquoAzienda

Maggiolo non determini attualmente condizioni di disturbo olfattivo o apporti rilevanti di inquinati da

modificare il quadro locale della qualitagrave dellrsquoaria Con riferimento allrsquoincremento di capi da accasare di

cui egrave richiesta lrsquoautorizzazione si ritiene che ciograve pur determinando un modesto incremento delle

emissioni non comporteragrave alterazioni della qualitagrave dellrsquoaria e lrsquoemissione di odorigeni pur

occasionalmente percepita non causeragrave disturbi di natura olfattivo presso le abitazioni piugrave prossime

Studio di Impatto Ambientale

Az Agricola Maggiolo

PAGINA 148 194 Settembre 2015

18 FLUSSI DI TRAFFICO INDOTTI DALLrsquoATTIVITAgrave DI ALLEVAMENTO

181 Assi viari interessati dal traffico indotto

I flussi di traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento dellrsquoazienda agricola Maggiolo egrave legato al trasporto

dei capi da e per lrsquoallevamento allrsquoapprovvigionamento di materie prime (in particolare mangime) ed al

trasporto dalla pollina a fine ciclo

I pulcini arrivano da San Pietro in Gugrave Dallo stesso comune arriva il mangime dai mangimifici del

gruppo Veronesi I capi sono portati ai macelli di Vazzola e San Martino Buonalbergo La pollina

viene tutta consegnata ad una fungaia Agrifung localizzata a Trevignano

La tabella che segue riporta le distanze tra lrsquoazienda agricola e le realtagrave aziendali

Distanze percorse dai mezzi

Consegna Distanza km Tipologia di strade

San Pietro in Gugrave Pulcini

Mangime

245 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti

Vazzola Capi a fine ciclo 515 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti

San Martino

Buonalbergo

Capi a fine ciclo 879 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti

Trevignano Pollina 167 ca Viabilitagrave idonea al transito di veicoli pesanti

Nelle immagine sotto riportate viene indicata la viabilitagrave interessata dai mezzi di trasporto e che

verranno utilizzate per il trasporto dei capi a inizio e fine ciclo e delle materie

Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso Vazzola (da Google map)

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 149 194

Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso San Pietro in Gugrave (da Google map)

Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso San Martino Buon Albergo (da Google map)

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Az Agricola Maggiolo

PAGINA 150 194 Settembre 2015

Viabilitagrave di accesso allrsquoazienda agricola daverso Trevignano (da Google map)

182 Stima del traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento

Durante il periodo di carico (accasamento) dei capi sono necessari attualmente 2 mezzi per ciclo

quando nello scenario di progetto si prevedono circa 6 mezzi per ciclo

Per il trasporto del mangime sono necessari attualmente circa 12 mezzi per ciclo (con autocisterne da

30 t) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 30 mezzi per ciclo (sempre con autocisterne

da 30 t)

Per il trasporto della pollina prodotta sono necessari attualmente circa 2 mezzi per ciclo (con mezzi da

30 t di cui il 70 di portata utile) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 5 mezzi per ciclo

(sempre da 30 t)

Durante il periodo di scarico dei capi sono necessari attualmente considerando un tipico ciclo misto

(come indicato nel quadro di riferimento progettuale) 2 mezzi per il primo sfoltimento (polli da 18 kg) 2

mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 27 kg) e quindi 6 mezzi per lrsquoultimo lo scarico dei polli da 36

kg Nello scenario di progetto considerando sempre lo stesso tipico ciclo misto saranno necessari 5

mezzi per il primo sfoltimento (polli da 18 kg) 4 mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 27 kg) e

quindi 16 mezzi per lrsquoultimo lo scarico dei polli da 36 kg

Contemporaneamente egrave possibile che il trasporto di mangime possa coincidere con il periodo si carico

dei capi essendo quindi possibile che il traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamenti sia pari ad un

massimo giornaliero (svolto nel solo periodo diurno) di 3 mezzi pesanti nella situazione attuale e 5

mezzi pesanti nello scenario di progetto

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 151 194

Situazione attuale e scenario di progetto ndash trasporto di materie

Trasporto capi

situazione attuale

scenario di progetto

Mezzi di trasporto inizio ciclo n capi 39500 110000

Mezzi di trasporto n 20 60

Mezzi di trasporto fine ciclo al macello

situazione attuale

scenario di progetto

sfoltimento a 18 kg n capi 111318 310000

Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 111318 310000

Peso vivo kgcapo 18 200 558

Numero di gabbie n capi per gabbia 48 2319 6458

Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n 20 50

sfoltimento a 27 kg n capi 71818 200000

Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 71818 200000

Peso vivo kgcapo 27 194 540

Numero di gabbie n capi per gabbia 32 2244 6250

Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n

20 40

sfoltimento a 36 kg n capi 211864 590000

Mortalitagrave (cautelativamente assente) 0 211864 590000

Peso vivo kgcapo 36 763 2124

Numero di gabbie n capi per gabbia 24 8828 24583

Mezzi di trasporto (160 gabbie mezzi) n

60 160

Mangime

situazione attuale

scenario di progetto

Fabbisogno di mangime t ciclo 3144 8392

Mezzo di trasporto (autocisterne da 30 t) n ciclo

120 300

Pollina a fine ciclo

situazione attuale

scenario di progetto

Produzione di pollina (dato medio considerata la consistenza media al netto della mortalitagrave) kgcapo 135 141

Produzione di pollina t ciclo 320 892

Mezzo di trasporto (30 t di cui 70 portata utile) n

20 50

situazione attuale

scenario di progetto

Mezzi di trasporto complessivi per ciclo n ciclo 260 660

Flusso massimo contemporaneo n giorno

30 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t

50 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t contemporanea allo sfoltimento

dei capi

Studio di Impatto Ambientale

Az Agricola Maggiolo

PAGINA 152 194 Settembre 2015

Situazione attuale ndash tipico ciclo misto

numero di

capi Scorta di Mangime

Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine

ciclo Mezzi pollina

Totale mezzi massimo gg

850 30

30

1 19750 844

10

10

2 39500 833

10

10

3 39500 822

-

4 39500 811

-

5 39500 799

-

6 39500 788

-

7 39500 777

-

8 39500 766

-

9 39500 754

-

10 39500 743

-

11 39500 712

-

12 39500 682

-

13 39500 651

-

14 39500 620

-

15 39500 589

-

16 39500 559

-

17 39500 528

-

18 39500 497

-

19 39500 466

-

20 39500 436

-

21 39500 405

-

22 39500 326

-

23 39500 247

-

24 39500 168

-

25 39500 89

-

26 39500 10

-

27 39500 781 30

30

28 39500 702

-

29 39500 623

-

30 39500 544

-

31 39500 465

-

32 39500 386

-

33 39500 307

-

34 39500 228

-

35 39500 149

-

36 28368 92

20

20

37 28368 35

-

38 28368 829 30

30

39 28368 772

-

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 153 194

numero di

capi Scorta di Mangime

Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine

ciclo Mezzi pollina

Totale mezzi massimo gg

40 28368 715

-

41 28368 659

-

42 28368 602

-

43 28368 545

-

44 28368 488

-

45 28368 432

-

46 21186 352

20

20

47 21186 273

-

48 21186 193

-

49 21186 114

-

50 21186 34

-

51 21186 805 30

30

52 21186 725

-

53 21186 646

-

54 21186 567

-

55 21186 487

-

56 21186 408

-

57 21186 328

-

58 13506 278

20

20

59 5826 256

20

20

60 - 256

20

20

61

20

Studio di Impatto Ambientale

Az Agricola Maggiolo

PAGINA 154 194 Settembre 2015

Scenario di progetto ndash tipico ciclo misto

numero di capi

Scorta di Mangime

Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine

ciclo Mezzi pollina

Totale mezzi massimo gg

850 30

30

1 18333 845

10

10

2 36667 834

10

10

3 55000 819

10

10

4 73333 798

10

10

5 91667 772

10

10

6 110000 740

10

10

7 110000 709

-

8 110000 678

-

9 110000 646

-

10 110000 615

-

11 110000 529

-

12 110000 444

-

13 110000 358

-

14 110000 272

-

15 110000 187

-

16 110000 101

-

17 110000 16

-

18 110000 780 30

30

19 110000 694

-

20 110000 609

-

21 110000 523

-

22 110000 303

-

23 110000 83

-

24 110000 713 30

30

25 110000 493

-

26 110000 273

-

27 110000 53

-

28 110000 683 30

30

29 110000 463

-

30 110000 243

-

31 110000 23

-

32 110000 653 30

30

33 110000 433

-

34 110000 213

-

35 94640 24

20

20

36 79280 685 30 20

50

37 79000 527

10

10

Studio di Impatto Ambientale

COD 15V055 PAGINA 155 194

numero di capi

Scorta di Mangime

Mezzi mangime Mezzi polli inizio fine

ciclo Mezzi pollina

Totale mezzi massimo gg

38 79000 369

-

39 79000 211

-

40 79000 53

-

41 79000 745 30

30

42 79000 587

-

43 79000 429

-

44 68760 291

20

20

45 59000 70

20

20

46 59000 699 30

30

47 59000 477

-

48 59000 256

-

49 59000 35

-

50 59000 664 30

30

51 59000 442

-

52 59000 221

-

53 59000 850 30

30

54 51320 657

20

20

55 43640 494

20

20

56 35960 359

20

20

57 28280 253

20

20

58 20600 176

20

20

59 12920 127

20

20

60 5240 108

20

20

61 -

20

20

62

20 20

63

20 20

64

10 10

Studio di Impatto Ambientale

Az Agricola Maggiolo

PAGINA 156 194 Settembre 2015

19 VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO

191 Premessa

La valutazione previsionale dellimpatto acustico comprese le misure fonometriche egrave stata eseguita dal

Dott Mario Zambrini e dallrsquoIng Teresa Freixo Santos tecnici competenti nel campo dellrsquoacustica

ambientale ai sensi dellrsquoarticolo 2 commi 6 e 7 della legge n 44795 riconosciuti rispettivamente con

Decreto Giunta Regionale Lombardia n 10602 del 23 Giugno 2004 e n 12714 del 3 Dicembre 2010

192 Stima dellrsquoimpatto acustico ndash modello di simulazione

Per la stima dellrsquoimpatto acustico determinato dalle attivitagrave di allevamento egrave stato utilizzato il software

Soundplan (versione 74) che utilizza quale riferimento di calcolo la norma internazionale ISO 9613-

21996 ldquoAcoustics ndash Attenuation of sound during propagation outdoors ndash Part 2 general method of

calculationrdquo per le sorgenti sonore puntuali

Il metodo di stima proposto dalla norma internazionale ISO 9613 consente di calcolare in

corrispondenza dei recettori acustici i livelli di pressione sonora associati alla presenza di un insieme di

sorgenti sonore

Tale modello calcola i livelli di pressione sonora determinati da una o piugrave sorgenti sonore in

corrispondenza di un numero potenzialmente infinito di recettori (LAT) al netto delle attenuazioni della

pressione sonora che ne influenzano la propagazione nel caso dellrsquoallevamento oggetto di valutazione

il modello considera dunque lrsquoattenuazione determinata dalla barriere (attenuazione determinata dalla

presenza di schermibarriere fisiche tra la sorgente ed il recettore Abar ovvero in questo caso

prevalentemente dallrsquoorografia del territorio ed i manufatti esistenti) divergenza geometrica (Adiv) (in

base allrsquoipotesi di propagazione del rumore in campo sferico) dallrsquoassorbimento dellrsquoatmosfera (Aatm) ed

alla cosiddetta ldquorugositagraverdquo del terreno (Agr)

ISO 9613-21996

(estratto riassuntivo illustrativo dei parametri utilizzati nella presente simulazione)

LAT = LW + Dc ndash (Adiv + Aatm + Agr + Abar) - Cmet

in cui

LAT livello equivalente di pressione sonora in corrispondenza del recettore acustico

LW livello di potenza sonora

Dc correzione che tiene conto della eventuale direttivitagrave della propagazione del rumore che nel caso di

una sorgente omnidirezionale risulta pari a 0 dB(A)

Adiv (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)

Aatm (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)

Agr (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)

Abar (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996)

Cmet fattore di correzione meteoclimatico dipendente dalla direzione e velocitagrave del vento e del gradiente di

temperatura (si rimanda alla lettura della norma ISO 9613-21996) ndash non considerato nelle presenti

simulazioni

Nellrsquoambito delle simulazioni condotte tutte le sorgenti sonore sono considerate omnidirezionali

Nella stima dellrsquoAGr egrave stato utilizzato nelle simulazioni relative alle situazione attuale e allo scenario di

progetto un coefficiente ldquoGrdquo pari a 06 legato alla presenza di terreni porosi (che includono prato e

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COD 15V055 PAGINA 157 194

pascolo presenza di vegetazione e alberi o aree a seminativi)

Nellrsquoambito delle simulazioni condotte si sono assunti valori di temperatura umiditagrave e pressione

atmosferica rispettivamente pari a 10ordmC 70 e 101325 mbar

Per la stima del contributo dei flussi di traffico indotto dalle attivitagrave dellrsquoallevamento egrave stato utilizzato lo

software Soundplan adottando quale riferimento di calcolo il codice NMP ndash Routes ndash 96 (sviluppato da

SETRA-CERTU-LCP-CSTB) raccomandato dalla Commissione Europea per la determinazione dei

livelli sonori generati da traffico veicolare25

Le simulazioni acustiche sono state elaborate adottando i seguenti parametri numero di riflessioni pari

a 3 (utilizzato anche nel calcolo dei livelli di pressione in corrispondenza dei singoli edifici) griglia di

calcolo di 10 m di lato livello di interpolazione massimo di 9x9 (equivalente ad una stima dei livelli per

81 recettori interni alla cella) stima dei livelli di pressione ad una altezza di 4 m dal terreno nel caso

delle mappe acustiche ed in corrispondenza dei singoli recettori collocati al piano terreno eo al primo

piano

Sulla base di tali input il modello egrave quindi in grado di elaborare e rappresentare le curve isofoniche

corrispondenti ad altrettanti livelli di pressione sonora (espressi in questo caso come Livello sonoro

equivalente ponderato A ndash LAeq) previsti nellrsquointorno dellrsquoallevamento di progetto ovvero determinare il

livello di pressione sonora ipotizzabile in facciata ad ogni edificio individuato Le simulazioni tengono

inoltre in considerazione la presenza dei manufatti presenti sul territorio

Gli esiti delle simulazioni effettuate vengono rappresentati in forma grafica mediante mappe che

riportano le curve isofoniche per la visualizzazione dei livelli di pressione sonora (come contributo delle

sorgenti simulate) relativamente a tutto il territorio potenzialmente interessato

In corrispondenza dei singoli edifici presenti sul territorio si restituiscono invece puntualmente i livelli

di pressione sonora in facciata

Mappe acustiche riportate in allegato cartografico

Griglia di calcolo Scala di restituzione cartografica

Situazione attuale e scenario di progetto

Mappa acustica relativa al periodo diurno serale e notturno senza traffico indotto ndash solo sistema di ventilazione alla massima potenza

10 x 10 m 110000 13500

Situazione attuale

Mappa acustica relativa al periodo diurno durante le giornate con traffico indotto (sistema di ventilazione sempre alla massima potenza)

10 x 10 m 110000 13500

Scenario di progetto

Mappa acustica relativa al periodo diurno durante le giornate con traffico indotto (sistema di ventilazione sempre alla massima potenza)

10 x 10 m 110000 13500

25

Raccomandazione della Commissione del 6 Agosto 2003 concernente le linee guida relative ai metodi di calcolo aggiornati per il rumore dellrsquoattivitagrave industriale degli aeromobili del traffico veicolare e ferroviario e relativi dati di rumorositagrave (2003613CE)

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193 Classificazione acustica ed individuazione dei potenziali recettori acustici

Secondo il Piano di Classificazione Acustica del comune di Castelfranco Veneto approvato con

deliberazione del Consiglio Comunale n 103 del 3172003 si rileva che lrsquoarea oggetto di analisi si

colloca allrsquointerno della classe III ndash aree di tipo misto Come specifica anche la Relazione Illustrativa

ldquorientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento

con media densitagrave di popolazione con presenza di attivitagrave commerciali uffici con limitata presenza di

attivitagrave artigianali e con assenza di attivitagrave industriali aree rurali interessate da attivitagrave che impiegano

macchine operatricirdquo

Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Riese Pio X classifica lrsquoarea a sud ovest del comune

al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego in classe acustica II ldquoaree

destinate a uso prevalentemente residenzialerdquo Per tali aree ldquoIl DPCM 1391 determina che siano

inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale con

bassa densitagrave di popolazione con limitata presenza di attivitagrave commerciali e assenza di attivitagrave

industriali e artigianali In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui lrsquoabitare egrave

evidentemente la funzione prioritaria e in cui mancano o comunque non sono significative le attivitagrave

commerciali che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni (negozi di generi

alimentari artigianato di servizio ecc) Lrsquoassenza di importanti assi di attraversamento e di strade

principali di connessione urbana lrsquoassenza di attivitagrave industriali e dellrsquoartigianato produttivo assieme

alla bassa densitagrave di popolazione consentono di individuare indicativamente tali aree solo in alcune

zone C del PRG vigente In particolare lrsquoassenza di attivitagrave di artigianato produttivo diventa elemento di

riconoscimento delle zone C da inserire in classe IIrdquo

Il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castello di Godego individua la zona a nord est al

confine con il comune di Castelfranco Veneto in classe III ndash aree di tipo misto Come per il Piano di

Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato per le aree che

ricadono in questa classe valgono le prescrizioni del DPCM 1391

Lrsquoindividuazione dei potenziali recettori acustici egrave stata effettuata sulla base della Carta Tecnica

Regionale e sulla base del sopraluogo effettuato in loco noncheacute delle foto aeree

La tavola ldquoClassificazione acustica del territoriordquo (inclusa nellrsquoallegato cartografico) riporta lo stralcio

delle classificazioni acustiche dei tre comuni Nella stessa tavola vengono indicati i potenziali recettori

acustici selezionati collocati a minor distanza della azienda agricola ovvero degli assi viari interessati

dal traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento

La seguente tabella riporta lrsquoelenco dei manufatti selezionati ai fini della presente valutazione e

relativamente ai quali sono stati posizionati i recettori sul lato piugrave esposto allrsquoattivitagrave di allevamento e

relativo traffico indotto

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COD 15V055 PAGINA 159 194

Potenziali recettori acustici (coordinate in sistema UTM WGS 84 zona 32 N)

Identificativo

recettore X Y Classe acustica VL immissione PD VL immissione PN

1 1726859 5064272 III 60 50

2 1726864 5064266 III 60 50

3 1726856 5064232 III 60 50

4 1726922 5064206 III 60 50

5 1726949 5064191 III 60 50

5n 1726941 5064196 III 60 50

5o 1726936 5064188 III 60 50

6 1726959 5064155 III 60 50

7 1727065 5064088 III 60 50

8 1727050 5064031 III 60 50

9n 1727023 5064026 III 60 50

9o 1727002 5064016 III 60 50

10 1727012 5063904 III 60 50

11 1726990 5063891 III 60 50

12 1726507 5063724 III 60 50

13 1726500 5063705 III 60 50

14 1726466 5063737 III 60 50

15 1726444 5063767 III 60 50

16 1726343 5063718 III 60 50

17 1726312 5063786 III 60 50

18 1726289 5063814 III 60 50

19 1726226 5063793 III 60 50

20 1726164 5063784 III 60 50

21 1726290 5063869 III 60 50

22 1726554 5064499 III 60 50

23 1726579 5064501 III 60 50

24 1726603 5064543 III 60 50

25 1726613 5064568 III 60 50

26 1726674 5064584 III 60 50

27 1726676 5064569 III 60 50

28 1726685 5064555 III 60 50

29 1726700 5064539 III 60 50

30 1726712 5064518 III 60 50

31 1726730 5064494 III 60 50

32 1726748 5064476 III 60 50

Az 1726547 5064199 III 60 50

S1 1727237 5063387 III 60 50

S2 1727215 5063351 III 60 50

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PAGINA 160 194 Settembre 2015

194 Caratterizzazione delle sorgenti sonore legate allrsquoattivitagrave di allevamento

1941 Sorgenti fisse e sorgenti mobili

Le principali sorgenti sonore dellrsquoallevamento polli da carne sono costituite dal sistema di ventilazione

forzata che garantisce idonee condizioni interne ai capannoni di allevamento La ventilazione dei

capannoni egrave di tipo artificiale e viene effettuata mediante ventilatori assiali a parete collocati nel lato

ovest di ciascun capannone nel capannone 1 2 ventilatori sono collocati nella parete laterale (sempre

lato ovest)

Ventilazione dei capannoni

Capannone Modello

EM50

Modello

ED36HE

1 6 -

2 8 -

3 8 -

4 8 -

5 4 2

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COD 15V055 PAGINA 161 194

Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola 5 capannoni con relative sorgenti puntuali

(ventilatori assiali a parete) edificio residenziale del proprietario e gestore dellrsquoazienda agricola 3

manufatti (ricovero materiali e attrezzature agricole)

(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture)

Il regime di funzionamento dei ventilatori varia in funzione della fase di sviluppo dei capi del numero

presente in ciascun capannone ma principalmente dalle condizioni meteo climatiche variabile

chiaramente nellrsquoarco dellrsquoanno

In ogni caso sia nella situazione attuale che nello scenario di progetto in particolari condizioni di

temperatura e umiditagrave i ventilatori funzionano a pieno regime e tutti contemporaneamente In entrambi

gli scenari le simulazioni sono state effettuata assumendo in via cautelativa il funzionamento di tutti i

ventilatori a pieno regime

Nella tabella che segue si riportano i livelli di pressione sonora (misurati a 2 m di distanze dalla

sorgente) garantite dalla casa produttrice Munters relativamente ai modelli di ventilatori in uso

nellrsquoazienda agricola Maggiolo

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Livelli di pressione sonora dB(A) a 2 m

dalla sorgente

Fonte Munters specifiche tecniche dei modelli

EMEMS ndash EDHEEDSHE-EC air extraction

circulation fan ndash Declaration of conformity (2013)

Situazione attuale e scenario di progetto - Sorgenti fisse simulate

Capannone Modello EM50

Livello di

potenza sonora

dB(A) delle

singole sorgenti

Modello ED36HE

Livello di potenza

sonora dB(A) delle

singole sorgenti

1 4 882 2 958

2 8 882 - -

3 8 882 - -

4 8 882 - -

5 6 882 - -

I livelli di pressione indicati dalla casa produttrice sono stati convertiti in livelli di potenza sonora

associando al ventilatore una propagazione semisferica Come prima analisi egrave stato stimato il livelli di

pressione sonora a 2 m di distanza di un ventilatore (modello ED36 e modello EM50) collocato nella

parete di uno dei 5 capannoni su una superficie riflettente poicheacute la sorgente egrave collocata in una parete

la simulazione egrave stata effettuata considerando un coefficiente di correzione pari a + 3 dB(A)

In corrispondenza del punto collocato a 2 m la simulazione con un ventilatore ED36HE ha portato ad un

livello di pressione sonora pari a 831 dB(A) in linea con il dati fornito dalla casa produttrice che

chiaramente egrave stato determinato in condizioni controllate non riproducili

In corrispondenza del punto collocato a 2 m la simulazione con un ventilatore EM50 ha portato ad un

livello di pressione sonora pari a 754 dB(A) in linea con il dati fornito dalla casa produttrice che

chiaramente egrave stato determinato in condizioni controllate non riproducili

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COD 15V055 PAGINA 163 194

Ricostruzione del modello 3D per

la verifica della conversione del

livello di pressione sonora in

livello di potenza sonora

Relativamente al traffico indotto dallrsquoattivitagrave di allevamento nella situazione attuale e nello scenario

futuro egrave stato simulato il traffico indotto dalla normale attivitagrave svolta e che si svolgeragrave nellrsquoazienda

agricola considerando il numero massimo di mezzi pesanti che in una stessa giornata arrivano ed

escono Quindi assumendo un massimo pari a 3 mezzi giorno nella situazione attuale e 5 mezzi

giorno nello scenario futuro In via cautelativi tali mezzi sono stati fatti transitare in un breve periodo di 6

ore riferito chiaramente al periodo esclusivamente diurno

Traffico indotto simulato

Situazione

attuale Veicoli Pesanti

Scenario di progetto

Veicoli Pesanti Tipo di flusso

Tipo di manto stradale

Numero massimo di mezzi pesanti in arrivo in una giornata

30 per rifornimento mangime fino ad una capacitagrave dei silos pari a 85 t

50 per rifornimento

mangime fino ad una capacitagrave dei silos

pari a 85 t contemporanea allo sfoltimento dei capi

- -

Numero di ore di operativitagrave (assunzione cautelativa)

6 6 - -

Numero massimo di mezzi pesanti in in entrata uscita dallrsquoazienda

10 17 - -

Strada di accesso allrsquoazienda agricola Flussi di traffico in entrata uscita dallrsquoazienda vh

15 20 Flusso fluido

continuo Strada non

asfaltata

Velocitagrave media di percorrenza kmh 30 30

Viabilitagrave principale Flussi di traffico in entrata uscita dallrsquoazienda vh

15 20 Flusso fluido

continuo Asfalto poroso

Velocitagrave media di percorrenza kmh 50 50

Le sorgenti fisse sono state simulate sia nella situazione attuale che nello scenario di progetto sia nel

periodo diurno (dalle 6 alle 19) che in quello serale notturno (dalle 19 alle 6) periodo questo nel quale

viceversa non sono state simulate le sorgenti mobili Nel confronto con i limiti ed in attesa della

definizione a livello italiano di valori limite per il periodo serale si egrave assunto cautelativamente il valore

limite riferito al periodo notturno anche per la fascia serale compresa tra 19 e le 22 di sera

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PAGINA 164 194 Settembre 2015

Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola dei manufatti presenti intorno alla stessa e della

viabilitagrave

(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture di allevamento e la

distribuzione dei manufatti sul territorio circostante)

195 Livelli ambientali ante operam

1951 Indagine fonometrica

Lrsquoindagine fonometrica egrave stata condotta il 25 maggio 2015 in corrispondenza di due punti di rilevamento

ritenuti significativi e rappresentativi dalla situazione attuale ed ai fini della valutazione degli impatti

attesi a seguito dellrsquoampliamento dellrsquoallevamento

Le misure sono state effettuate con uno fonometro integratore di precisione in classe 1 con filtri e

microfoni conforme a quanto richiesto dal DM 16031998 (conformi alle specifiche tecniche IEC 61672-

12002 Class 1 IEC 60651-2001 60804-2000 e ANSI S14 ndash 1983 Tipo 13 11 Filtro di Ottave S111-

1986 Tipo 1C IEC61260-am1-2001 Class 1) (certificati di taratura n 9388 del 14 maggio 2013 e n

9386 del 14 maggio 2013)

Le misure sono state effettuate in conformitagrave con le specifiche definite dal DM Ambiente 16 marzo

1998rdquo In particolare le misure sono state effettuate posizionando il microfono munito di cuffia

antivento ad unrsquoaltezza di 15 m dal piano di campagna Durante il periodo di svolgimento delle misure

non sono state rilevate precipitazioni e la velocitagrave del vento era inferiore a 5 ms

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COD 15V055 PAGINA 165 194

1952 Livelli ambientali rilevati

La restituzione del clima sonoro attuale nel periodo diurno egrave stata effettuata mediante la realizzazione

di n 2 misure fonometriche di durata pari a 20 e 30 minuti in corrispondenza di n 2 punti di

rilevamento interni allrsquoarea dellrsquoallevamento

Punto 01 ndash punto di misura localizzato a circa 21 m dai ventilatori del capannone 1 (lato ovest)

durante i 30 minuti della misura solo il sistema di ventilazione del capannone 1 egrave stato

mantenuto in funzionamento Durante il periodo di misura egrave sorvolata lrsquoazienda agricola un

aereo

Punto 02 ndash punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale (lato est) del capannone

1 durante i 20 minuti della misura solo il sistema di ventilazione del capannone 1 egrave stato

mantenuto in funzionamento Durante il periodo di misura non sono state rilevate sorgenti

esterne allrsquoazienda

Azienda Agricola Maggiolo ndash 01

Azienda Agricola Maggiolo ndash 02

I principali risultati delle misure effettuate sono riportati di seguito mentre nelle schede si possono

visualizzare i principali indicatori associati a ciascuna misura

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Risultati delle misure di rilevamento fonometrico

Indicazione

Scheda rilevamento

Inizio

Misura

Durata della

misura min Leq dB(A)

L1

dB(A)

L10

dB(A)

L50

dB(A)

L90

dB(A)

L99

dB(A)

01 1444 30 595 636 597 591 586 582

01 mascherata 1444 30 591 603 597 591 586 582

02 1520 20 451 494 465 447 433 423

Livelli equivalenti e livelli statistici arrotondati per eccesso (a 05)

Indicazione

Scheda rilevamento

Inizio

Misura

Durata della

misura min Leq dB(A)

L1

dB(A)

L10

dB(A)

L50

dB(A)

L90

dB(A)

L99

dB(A)

01 1444 30 595 64 60 595 59 585

01 mascherata 1444 30 595 605 60 595 59 585

02 1520 20 455 495 465 45 435 425

Le misure fonometriche effettuate hanno fatto rilevare

Punto 01 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 20 m dai ventilatori del

capannone 1 (lato ovest) un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione

sonora pari a 595 dB(A) (anche quando mascherato il passaggio dellrsquoaereo)

Punto 02 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale

(lato est) del capannone 1 un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione

sonora pari a 455 dB(A)

I livelli di pressione sonora rilevati risultano inferiori rispetto ai contributi stimati assumendo i livelli di

potenza sonora determinati per i modelli EM50 e ED36 assumendo che lrsquoattenuazione dal lato ovest

(sorgente) verso il lato est dei livelli di pressione interna allrsquocapannone egrave legata alla sola divergenza

geometrica e che il contributo dei capi egrave pari a 36 dB(A)

Punto 01 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 20 m dai ventilatori del

capannone 1 (lato ovest) un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione

sonora pari a 643 dB(A) rispetto ad un livello misurato pari a 595 dB(A) Il differenziale pari a

circa 5 dB(A) potrebbe essere legato ad un funzionamento non a pieno regime di tutti i

ventilatori durante il periodo di misura In ogni caso essendo il livello stimato superiore a quello

misurato si possono ritenere cautelativi i risultati delle stime in corrispondenza dei singoli

recettori

Punto 02 ndash in corrispondenza del punto di misura localizzato a circa 6 m dal portone frontale

(lato est) del capannone 1 un livello di pressione sonora come livello equivalente di pressione

sonora pari a 476 dB(A) rispetto ad un livello misurato pari a 451 dB(A) Anche in questo caso

il livello stimato risulta superiore a quello rilevato essendo quindi da ritenere cautelative le

stime in corrispondenza dei recettori

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COD 15V055 PAGINA 167 194

Ricostruzione del modello 3D dellrsquoazienda agricola punti di misura fonometrica

(immagine 3D non orientata ruotata per meglio visualizzare le strutture e il punto di rilevamento)

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COD 15V055 PAGINA 169 194

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COD 15V055 PAGINA 171 194

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COD 15V055 PAGINA 173 194

196 Livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto

Lrsquoanalisi dei livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto ovvero del

cambiamento legato allrsquoampliamento del numero di capi allevati egrave stata fatta a partire dai risultati delle

seguenti simulazioni

Periodo diurno (assunto cautelativamente dalle 600 alle 1900)

o Situazione attuale funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5

capannoni traffico indotto massimo e pari a 1 mezzo allrsquoora in transito nella viabilitagrave di

accesso allrsquoazienda agricola e nella viabilitagrave principale per un numero di giorni totale

pari a 3 giorni per ciclo produttivo (si stima che per ciclo produttivo ci sia movimento di

mezzi pesanti per un totale pari a circa 12 giorni di cui 8 con un numero di mezzi totale

al giorno inferiore a quello simulato)

o Scenario progetto funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5

capannoni traffico indotto massimo pari a 17 mezzi allrsquoora in transito nella viabilitagrave di

accesso allrsquoazienda agricola e nella viabilitagrave principale per un giorno per ciclo produttivo

(si stima che per ciclo produttivo ci sia movimento di mezzi pesanti per un totale pari a

circa 31 giorni di cui 30 con un numero di mezzi totale al giorno inferiore a quello

simulato)

Periodo serale (dalle 1900 alle 2200) e notturno (dalle 2200 alle 600)

o Situazione attuale e di progetto funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori

istallati nei 5 capannoni sia nella situazione attuale e nello scenario di progetto

Assenza di traffico indotto

Sia la situazione attuale che lo scenario di progetto sono da considerarsi cautelative in quanto come

indicato piugrave volte il traffico di mezzi pesanti egrave limitato a solo alcune giornate e per un numero di mezzi al

giorno nella maggior parte dei casi inferiore a quello simulato Il regime di funzionamento dei

ventilatori dipende delle condizioni meteo climatiche non funzionando a pieno regime tutto lrsquoanno e

durante le 24 ore

In assenza di traffico indotto sia nella situazione attuale che in quella di progetto (durante i periodi

diurno serale e notturno) il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento si riscontra ovviamente in

prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I livelli interni allrsquoarea drsquoallevamento variano tra

420 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro 2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato

ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest risultano intorno a 70-73 dB(A) in funzione del numero di

ventilatori e della relativa potenza sonora Si consideri tuttavia che lungo il confine della proprietagrave sul

lato piugrave esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli risultano essere pari o inferiori a 70 dB(A) quando

invece nel lato meno esposto (est) i livelli risultano essere inferiori a 46 dB(A)

Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare in assenza di traffico indotto nella situazione

attuale che in quella di progetto (durante i periodi diurno serale e notturno) in corrispondenza dei

singoli recettori (da 1 a 32) tra 240 e 465 dB(A) In corrispondenza dei recettori stando ai risultati

delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) e notturno (che associamo anche al

periodo serale in attesa che venga definito a livello normativo un limite di immissione per il periodo

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PAGINA 174 194 Settembre 2015

serale) pari a 50 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti non risultano poter

essere superati per ragioni imputabili alla presenza dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due

scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attivitagrave di allevamento egrave chiaramente molto inferiore al limite

che il piano di classificazione acustica comunale ad esse ha associato (sempre classe III e non in

classe acustica I) risultando inferiore a 20 dB(A)

00

100

200

300

400

500

600

700

GF GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1F 2 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1

1 2 2 3 3 4 4 5 5 5n 5n 5o 5o 6 6 7 7 8 8 9n 9n 9o 9o 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 15 16 16 17 17 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 30 31 31 32 32 Az Az s1 s1 s2 s2

Contributo dellallevamento in giornate senza traffico indotto dB(A) periodo diurno serale e notturno (funzionamento sistema di ventilazione alla massima potenza)

PD PS PN giornate senza traffico indotto dB(A) Vli PN Vli PD

I dati sono stati arrotondati per eccesso a 05

Nel periodo diurno nella situazione attuale il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento compreso

il traffico indotto si riscontra ancora in prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I livelli interni

allrsquoarea drsquoallevamento variano tra 460 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro 2 metri dai

ventilatori dei capannoni (lato ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest si mantengono intorno a

70-73 dB(A) come nel periodo serale e notturno in funzione del numero di ventilatori e della relativa

potenza sonora Lungo il confine della proprietagrave sul lato piugrave esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli

si mantengono pari o inferiori a 70 dB(A) quando invece nel lato meno esposto (est) i livelli risultano

essere inferiori a 49 dB(A)

Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare nella situazione attuale diurna nelle giornate

durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dallrsquoazienda agricola in

corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24) tra 320 e 555 dB(A) In corrispondenza dei recettori

stando ai risultati delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) per la classe III nella

quale tutti i recettori sono inseriti non risulta poter essere superato per ragioni imputabili alla presenza

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COD 15V055 PAGINA 175 194

dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attivitagrave di

allevamento nelle giornate con traffico indotto seppur piugrave elevato al solo funzionamento del sistema di

ventilazione in quanto in mezzi dovrebbero transitare sullrsquoasse viario che affianca entrambe le strutture

scolastiche risulta comunque inferiore al limite che il piano di classificazione acustica comunale ha

associato ad entrambe (in classe III) il contributo risulta inferiore a 46 dB(A) valore questo in ogni caso

compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione acustica per le due strutture con un

piugrave idoneo collocamento di ambedue in classe I (con un limite di immissione diurno pari a 50 dB(A)

Nel periodo diurno nello scenario di progetto il massimo contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento

compreso il traffico indotto si riscontra ancora in prossimitagrave dei ventilatori dei capannoni (lato ovest) I

livelli interni allrsquoarea drsquoallevamento variano tra 470 e 830 dB(A) riscontrandosi i valori piugrave elevati entro

2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato ovest) a 5 m i livelli di pressione sul lato ovest si mantengono

intorno a 70-73 dB(A) come nel periodo serale e notturno e nella situazione attuale in funzione del

numero di ventilatori e della relativa potenza sonora Lungo il confine della proprietagrave sul lato piugrave

esposto (ovest nordovest sudovest) i livelli si mantengono pari o inferiori a 70 dB(A) quando invece

nel lato meno esposto (est) i livelli risultano essere inferiori a 50 dB(A) con un incremento di 1 dB(A)

rispetto alla situazione attuale diurna

Il contributo dellrsquoattivitagrave di allevamento risulta variare nella situazione diurna di progetto nelle giornate

durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dallrsquoazienda agricola in

corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24) tra 335 e 580 dB(A) Anche nello scenario di progetto

in corrispondenza dei recettori stando ai risultati delle simulazioni il limite di immissione diurno pari a

60 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti non risulta poter essere superato per

ragioni imputabili alla presenza dellrsquoallevamento In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2)

il contributo delle attivitagrave di allevamento nelle giornate con traffico indotto risulta inferiore a 48 dB(A)

valore questo in ogni caso ancora compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione

acustica per le due strutture

Per quanto riguarda il differenziale diurno (indicativo in quanto non calcolato chiaramente a partire da

dati interni agli ambienti abitativi) risulta inferiore a 25 dB(A) quindi non supera la soglia massima

ammissibili per il periodo diurno pari a 5 dB(A)

Si ritiene che in corrispondenza delle aziende agricole si debba aggiornare la classificazione acustica

associando allrsquoarea delle aziende agricola una classe acustica non inferiore alla VI (in relazione alla

quale il valore limite di emissione diurno e notturno egrave 65 dB(A) ed il limite di immissione diurno e

notturno egrave pari a 70 dB(A)) a causa necessitagrave di disporre di un sistema di raffrescamento con un

numero elevato di ventilatori

Stando ai risultati delle simulazioni effettuate si puograve ritenere che comunque il valore limite di

immissione riferito al periodo diurno (pari a 60 dB(A)) e al periodo serale e notturno (pari a 50 dB(A))

non saragrave superato in corrispondenza di alcun recettore per ragioni imputabili allrsquoattivitagrave di allevamento

Si tenga presente che gli scenari sono stati costruiti nella situazione piugrave cautelativa ovverossia

ipotizzando che il sistema di ventilazione funzione a pieno regime (al 100) con tutti gli aspiratori drsquoaria

in funzionamento in ciascuno dei capannoni e considerando il massimo contributo del traffico indotto

dalle attivitagrave di allevamento

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00

100

200

300

400

500

600

700

GF GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1F 2 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1 GF F 1

1 2 2 3 3 4 4 5 5 5n 5n 5o 5o 6 6 7 7 8 8 9n 9n 9o 9o 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14 15 15 16 16 17 17 17 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 23 23 24 24 25 25 26 26 27 27 28 28 29 29 30 30 31 31 32 32 Az Az s1 s1 s2 s2

Contributo dellallevamento in giornate con traffico indotto dB(A) periodo diurno (funzionamento sistema di ventilazione alla massima potenza)

PD attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato sulle ore con traffico indotto)

PD di progetto in giornate con traffico indotto (livello ponderato sulle ore con traffico indotto)

Vli PD

I dati sono stati arrotondati per eccesso a 05

Contributo delle attivitagrave di allevamento in corrispondenza dei singoli recettori

recettore Piano

Periodo diurno serale e

notturno in giornate senza traffico indotto

Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato

sulle ore con traffico indotto)

Periodo diurno di progetto in giornate con

traffico indotto (livello

ponderato sulle ore con traffico

indotto)

Valore limite di

immissione periodo serale

notturno Vli PN

Valore limite di

immissione periodo diurno Vli PD

Differenziale periodo

diurno nelle giornate con

traffico indotto

1 GF 340 440 465 50 60 25

2 GF 340 435 455 50 60 20

2 F 1 340 430 450 50 60 20

3 GF 330 505 525 50 60 20

3 F 1 345 500 525 50 60 25

4 GF 285 555 580 50 60 25

4 F 1 315 540 565 50 60 25

5 GF 240 495 515 50 60 20

5 F 1 260 480 505 50 60 25

5n GF 310 525 550 50 60 25

5n F 1 325 520 540 50 60 20

5o GF 310 475 500 50 60 25

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COD 15V055 PAGINA 177 194

recettore Piano

Periodo diurno serale e

notturno in giornate senza traffico indotto

Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato

sulle ore con traffico indotto)

Periodo diurno di progetto in giornate con

traffico indotto (livello

ponderato sulle ore con traffico

indotto)

Valore limite di

immissione periodo serale

notturno Vli PN

Valore limite di

immissione periodo diurno Vli PD

Differenziale periodo

diurno nelle giornate con

traffico indotto

5o F 1 330 480 500 50 60 20

6 GF 315 455 480 50 60 25

6 F 1 315 450 475 50 60 25

7 GF 265 420 440 50 60 20

7 F 1 280 420 445 50 60 25

8 GF 285 415 440 50 60 25

8 F 1 295 420 440 50 60 20

9n GF 290 380 405 50 60 25

9n F 1 300 385 405 50 60 20

9o GF 285 345 365 50 60 20

9o F 1 300 350 365 50 60 15

10 GF 285 330 340 50 60 10

10 F 1 285 335 350 50 60 15

11 GF 265 320 340 50 60 20

11 F 1 290 335 345 50 60 10

12 GF 425 430 430 50 60 00

12 F 1 430 435 435 50 60 00

13 GF 385 390 390 50 60 00

13 F 1 415 415 415 50 60 00

14 GF 430 430 435 50 60 05

14 F 1 435 435 440 50 60 05

15 GF 440 440 440 50 60 00

15 F 1 445 450 450 50 60 00

16 GF 400 405 405 50 60 00

16 F 1 405 410 410 50 60 00

17 GF 420 420 425 50 60 05

17 F 1 445 445 445 50 60 00

17 F 2 455 455 460 50 60 05

18 GF 440 440 440 50 60 00

18 F 1 455 460 460 50 60 00

19 GF 410 410 410 50 60 00

19 F 1 425 425 430 50 60 05

20 GF 420 420 420 50 60 00

20 F 1 430 435 435 50 60 00

21 GF 460 460 460 50 60 00

21 F 1 465 465 465 50 60 00

22 GF 365 375 380 50 60 05

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PAGINA 178 194 Settembre 2015

recettore Piano

Periodo diurno serale e

notturno in giornate senza traffico indotto

Periodo diurno attuale in giornate con traffico indotto (livello ponderato

sulle ore con traffico indotto)

Periodo diurno di progetto in giornate con

traffico indotto (livello

ponderato sulle ore con traffico

indotto)

Valore limite di

immissione periodo serale

notturno Vli PN

Valore limite di

immissione periodo diurno Vli PD

Differenziale periodo

diurno nelle giornate con

traffico indotto

22 F 1 365 375 380 50 60 05

23 GF 355 370 375 50 60 05

23 F 1 365 380 385 50 60 05

24 GF 335 355 360 50 60 05

24 F 1 350 365 370 50 60 05

25 GF 285 320 335 50 60 15

25 F 1 345 360 365 50 60 05

26 GF 335 345 350 50 60 05

26 F 1 335 350 355 50 60 05

27 GF 335 350 355 50 60 05

27 F 1 335 350 355 50 60 05

28 GF 310 330 340 50 60 10

28 F 1 335 360 370 50 60 10

29 GF 335 350 360 50 60 10

29 F 1 335 350 355 50 60 05

30 GF 315 330 340 50 60 10

30 F 1 335 355 365 50 60 10

31 GF 335 355 370 50 60 15

31 F 1 335 355 360 50 60 05

32 GF 330 355 365 50 60 10

32 F 1 330 355 365 50 60 10

Az GF 425 425 425 50 60 00

Az F 1 445 445 445 50 60 00

Az F 1 445 445 445 50 60 00

s1 GF 200 455 475 50 60 20

s1 F 1 215 460 480 50 60 20

s2 GF 160 460 480 50 60 20

Piano GF ndash piano terreno F1 ndash primo piano

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COD 15V055 PAGINA 179 194

20 RIFIUTI

I rifiuti prodotti dallrsquoAzienda Agricola sono quelli tipici di una azienda agricola zootecnica e consistono

per lo piugrave in imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti) in carta (per il trasporto

delle materie prime aggiuntive a quella trasportata con autobotti e caricata direttamente sui silos di

stoccaggio) ed in vetro (contenitori per medicinali) A seguito dellrsquoampliamento ci saragrave un conseguente

incremento della produzione di rifiuti non si prevedendo che vengano tuttavia diversificate le categorie

di rifiuti prodotti

Tipologia di rifiuti solidi prodotti dallrsquoazienda agricola

Rifiuti pericolosi

13 02 06 Scarti di olio sintetico per motori ingranaggi e lubrificazione

(ad esempio da trattori e gruppi elettrogeni)

15 01 10 Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze

(ad esempio disinfestanti)

Rifiuti non pericolosi

15 01 01 Imballaggi in carta e cartone

15 01 02 Imballaggi in plastica

15 01 05 imballaggi in materiali compositi

15 01 06 imballaggi in materiali misti

15 01 07 imballaggi di vetro

Per la gestione delle carogne (spoglie di animali morti prematuramente prima del loro conferimento al

macello) lrsquoazienda egrave dotata di apposita cella frigorifera adatta al contenimento temporaneo fino al

momento della consegna alla ditta autorizzata che effettua il relativo smaltimento a norma di legge

Nellrsquoazienda agricola egrave presente una area coperta nella quale verranno posizionati i contenitori per la

raccolta separata di tutti i rifiuti prodotti

21 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE

Considerati i risultati delle analisi e valutazione effettuate ed esposte dei capitoli precedenti e

considerato che si tratta di un allevamento esistente il cui ampliamento non richiede la realizzazione di

ulteriore strutture e manufatti si ritiene non essere necessario effettuare delle indagini ad hoc sui temi

tratti e oggetto del presente studio di impatto ambientale

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PAGINA 180 194 Settembre 2015

22 ALLEGATO TECNICO

221 Aria e emissioni odorigene

2211 Bibliografia di riferimento

Alberta Environment 2004 Assessment Report On Ammonia For Developing Ambient Air Quality

Objectives - Volume I January 2004 pp 121 httpesrdalbertacaairobjectives-directives-policies-

and-standardsdocuments6655pdf

ARPAV 2014 Campagna di Monitoraggio della Qualitagrave dellAria Comune di PORTO VIRO Via Nello

Fregnan Periodo di attuazione 22012013 ndash 25022013 (semestre invernale) 20052013 ndash

15072013 (semestre estivo) Relazione Tecnica

Cesano M 2013 Emissioni di inquinanti provenienti da allevamenti animali in provincia di Cuneo

Studio dei diversi contributi alle emissioni gassose ARPA Piemointe Dip di Cuneo pp 32

[httpwwwarpapiemonteitapprofondimentiterritoriocuneoariaEmissioniAllevamentiAnimaliInProvin

ciaDiCuneopdf]

Cirillo MC Clerici GC Manzi D ndash Manuale di uso del codice DIMULA ndash RTStudi862 1986

Cirillo M A Poli - An intercomparison of semiempirical diffusion models under low wind speed stable

conditions Atmospheric Environment (1992) Vol 26A No 5pp 765-774

Guo H Yu Z 2006 Livestock Odour Dispersion Modeling A Review CSBESCGAB 2006 Annual

Conference Edmonton Alberta July 16 - 19 2006pp 31

Hartung J and V R Phillips 1994 Control of gaseous emissions from livestock buildings and manure

stores J Agric Eng Res 57173ndash189

Jacobson LD D Paszek R Nicolai DR Schmidt B Hetchler and J Zhu 1999 Odor and gas

emission from animal manure storage units and buildings In ASAE Annual International Meeting ASAE

Paper No 994004 Toronto Ontario Canada July 18-21

Navarotto P 2004 La zootecnia tra realtarsquo ed evoluzione Normativa in campo ambientale Mantova 4

giugno 2004 IPPC la riduzione delle emissioni in atmosfera nel settore zootecnico

Navarotto P Guarino M Brambilla M 2007 Odori emessi dagli allevamenti suinicoli come

prevederne lrsquointensitagrave a diverse distanze Quaderni della ricerca Regione Lombardia ndash Direzione

Generale Agricoltura pp60

OrsquoNeill D H V R Phillips 1992 A review of the control of odour nuisance from livestock buildings

Part 3 Properties of the odorous substances which have been identified in livestock wastes or in the air

around them J Agric Eng Res 5323ndash50

Pinna M 1977 Climatologia Torino Utet

Provolo P Riva E Serugrave S 2008Gestione e riduzione dellrsquoazoto di origine zootecnica Soluzioni

tecnologiche e impiantistiche Quaderni della ricerca n 93 - Settembre 2008 pp36

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COD 15V055 PAGINA 181 194

Regione Lombardia 2010 Linea guida per la caratterizzazione e lautorizzazione delle emissioni

gassose in atmosfera delle attivitagrave ad impatto odorigeno

httpwwwretiregionelombardiaitsharedccurl10181021Linea20guida20odoripdf

Regione Toscana 2010 Criteri Direttivi Per Il Contenimento Delle Emissioni In Atmosfera Delle

Centrali Geotermoelettriche Prescrizioni da utilizzare nei procedimenti regionali di VIA e di

concessioneautorizzazione ex L 8961986 e LR 392006

Ritter W F Chitikela S R 2007Modeling Ammonia and Odor Emissions from Livestock and Poultry

Facilities A ReviewWorld Environmental and Water Resources Congress 2007 Restoring Our Natural

Habitat Air Quality Issues pp 1-9

Schiffman S S 1998 Livestock odors Implications for human health and well-being Journal of Animal

Science 761343-1355

SEPA (Scottish Environment Protection Agency) 2010 Odour guidance 2010 Version 1 pp95

UNECE 2004Manual on Methodologies and Criteria for Modelling and Mapping Critical Loads

and Levels and Air Pollution Effects Risks and Trends UNECE (2004)

Yu Z Guo H Lagueuml C 2011a Development of a livestock odor dispersion model part I Model theory

and development J Air Waste Manag Assoc 2011 Mar61(3)269-76

Yu Z Guo H Lagueuml C 2011b Development of a livestock odor dispersion model part II Model theory

and development J Air Waste Manag Assoc 2011 Mar 61(3)277-84 J Air Waste Manag Assoc 2011

Mar61(3)277-84

2212 Allegato ndash Descrizione del modello Windimula

SINTESI DELLA DESCRIZIONE DELLE EQUAZIONI UTILIZZATE DAL MODELLO WD3 ndash MAIND

SRL

Sistema delle coordinate

Il sistema di coordinate utilizzate egrave un sistema cartesiano con lrsquoasse x orientato da Ovest a Est e lrsquoasse y orientato

da Sud a Nord Le unitagrave di misura sono espresse in metri la posizione dei vari punti del reticolo cartesiano egrave

espressa dallrsquoequazione seguente

Calcolo delle distanze

Durante il calcolo il sistema di coordinate viene ruotato per portare lrsquoasse x a coincidere con la

direzione del vento

Le equazioni utilizzate sono le seguenti

- modifica della direzione del vento

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PAGINA 182 194 Settembre 2015

dove dirprov egrave la direzione di provenienza del vento in gradi (secondo le convenzioni meteorologiche

internazionali) inserita come dato di input

modifica della posizione della sorgente e del recettore

calcolo della distanza sottovento e della distanza perpendicolare alla direzione del vento di un recettore

rispetto alla sorgente

calcolo della distanza radiale sorgente-recettore (usato nel calcolo climatologico)

CALCOLO DEL PROFILO VERTICALE DEL VENTO

Calcolo del vento alla quota H

Teoricamente il vento che appare nella formulazione gaussiana dovrebbe essere inteso come valore

medio sullrsquoestensione del pennacchio Poicheacute i dati meteorologici di partenza sono generalmente

disponibili al suolo si utilizza una legge esponenziale per trasportare lrsquointensitagrave della velocitagrave del vento

alla quota desiderata mantenendone comunque costante la direzione Nel calcolo dellrsquoaltezza efficace

si utilizza la velocitagrave del vento riportata allrsquoaltezza fisica del camino nel calcolo ellrsquoequazione si utilizza

il valore medio tra la velocitagrave del vento riportata allrsquoaltezza fisica del camino e la velocitagrave del vento

riportata allrsquoaltezza efficace cioegrave allrsquoaltezza effettiva del rilascio Poicheacute in presenza di orografia questa

altezza puograve essere inferiore allrsquoaltezza fisica del camino si considera comunque la velocitagrave del vento

calcolata allrsquoaltezza del camino come valore limite inferiore

Lrsquoequazione utilizzata egrave la seguente

dove

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COD 15V055 PAGINA 183 194

uHe velocitagrave del vento alla quota desiderata

uref velocitagrave del vento misurata alla quota zref

He quota di calcolo

z0 rugositagrave superficiale

p esponente che dipende dalla classe di stabilitagrave

Classe di stabilitagrave Coeff P

A 01

B 01

C 016

D 016

E 03

F 03

Nel caso in cui siano disponibili due set di misure a due quote diverse (z2 z1 con z2 gt z1) lrsquoesponente

p viene calcolato utilizzando questa formula

Limiti

la velocitagrave calcolata deve risultare comunque maggiore di umin (default 1 msec)

se lrsquoaltezza di calcolo e lrsquoaltezza della prima misura sono inferiori alla quota Hmin si pone u=u1

lrsquoaltezza di calcolo egrave assunta comunque maggiore di Hmin e minore di Hmax (default 200 m)

impostati nei parametri generali del calcolo

se lrsquoaltezza di calcolo egrave inferiore alla quota della prima misura si pone u=u1

in presenza di due set di dati si assume come direzione del vento quella piugrave vicina allrsquoaltezza

del rilascio

in caso di calma di vento si utilizza in diverso valore di umin (default 05 ms)

MODELLO SHORT TERM PER SORGENTI PUNTIFORMI IN PRESENZA DI VENTO

Formula generale dellrsquoequazione gaussiana

Lrsquoequazione gaussiana che esprime la concentrazione per sorgenti puntiformi elevate con emissioni

continue assume la seguente forma

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PAGINA 184 194 Settembre 2015

dove

Q emissione di inquinante espresso come massa per unitagrave di tempo

V termine verticale (par 32 )

D termine di decadimento (par 38 )

Σy (x) σ z (x) coefficienti di dispersione laterale e verticale (m)

u velocitagrave del vento alla quota del rilascio (ms)

x distanza sottovento tra la sorgente e il recettore rispetto alla direzione del vento (par 11 )

y distanza perpendicolare alla direzione del vento tra lrsquoasse del pennacchio e il recettore (par

11 )

z quota del recettore rispetto al suolo

Tale equazione viene ricavata in base alle seguenti ipotesi

processo stazionario

condizioni meteorologiche costanti

trasporto turbolento lungo lrsquoasse x trascurabile rispetto al trasporto per avvezione

coefficienti di dispersione costanti in y e z

emissione costante

suolo riflettente

Lrsquoequazione gaussiana non egrave applicabile in condizioni di calma di vento per questo motivo si assume

generalmente un valore minimo di 1 ms per la velocitagrave del vento

NOTA con questa formula generica egrave possibile calcolare C anche a quote superiori al suolo (ldquoflagpole

recettorerdquo)

Termine verticale

La forma generale del termine verticale V egrave la seguente

dove il secondo termine rappresenta lrsquoeffetto della riflessione del terreno e il termine Vinv rappresenta

lrsquoeffetto delle riflessioni del plume causate dalla presenza di unrsquo inversione in quota

Il termine h assume inizialmente la seguente forma

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formula utilizzata per descrivere il downwash degli edifici) e ΛH rappresenta il sovralzo dei fumi

Termine verticale in presenza di inversione in quota

Le classi ABC e D sono caratterizzate da un inversione in quota che limita la diffusione verticale La

quota di questa inversione in quota viene spesso indicata con il termine di altezza di rimescolamento

La presenza di questa inversione in quota modifica lrsquoequazione gaussiana con lrsquointroduzione del

termine Vinv

dove Vinv rappresenta la base dellrsquoinversione in quota

Il modello gaussiano non considera la possibilitagrave che il pennacchio riesca a superare lrsquoinversione nel

caso ciograve si realizzi la diffusione verso il basso viene fortemente inibita e i valori di concentrazione

risultano molto bassi Per questo motivo lrsquoinserimento di una inversione in quota piugrave bassa dei valori

standard dello strato rimescolato puograve portare a valori molto elevati e non realistici di concentrazione al

suolo La serie riportata nella formula converge abbastanza rapidamente e in generale sono sufficienti

poche iterazioni il parametro impostato di default esegue 4 riflessioni Il modello contiene dei valori di

default per lrsquoaltezza dello strato rimescolato egrave comunque possibile inserire un valore direttamente

come dato di input

Termine verticale per diffusione di particolato

In caso di diffusione di particolato o di gas pesanti il modello gaussiano viene modificato per tener

conto degli effetti legati alla velocitagrave di sedimentazione gravitazionale Il primo effetto sullrsquoequazione egrave

quello di introdurre un abbassamento dellrsquoasse del pennacchio modificando il termine h descritto in

precedenza

dove

vg rappresenta la velocitagrave di sedimentazione gravitazionale

u velocitagrave del vento alla quota del pennacchio

La modifica del termine h serve a tener conto dellrsquoeffetto della gravitagrave sulla diffusione dellrsquoinquinante e

viene generalmente indicato come Tilted Plume Model

Effetti della deposizione secca sullrsquoequazione

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PAGINA 186 194 Settembre 2015

In generale la deposizione degli inquinanti gassosi e del particolato leggero (particelle fino a 1 micron)

ha effetti trascurabili sulla concentrazione dovuta alla diffusione In caso contrario egrave necessario tener

conto del fatto che parte del materiale si deposita al suolo facendo cadere lrsquoipotesi di suolo riflettente In

generale la deposizione di un inquinante si puograve calcolare tramite la relazione

F flusso di deposizione al suolo

C(xy0) concentrazione al suolo

vd velocitagrave di deposizione

Si tenga presente che in caso di particolato la velocitagrave di deposizione NON egrave la velocitagrave di

sedimentazione gravitazionale In generale i fenomeni che determinano la deposizione cioegrave la cattura

da parte del suolo dellrsquoinquinante sono molto complessi ed esulano dalla trattazione di un modello

semplice come egrave il modello gaussiano anche percheacute richiedono generalmente lrsquointroduzione di

informazioni iniziali spesso non disponibili o di difficile reperibilitagrave che dipendono dal tipo di inquinante

dal tipo di terreno dal tipo di vegetazione e dalle condizioni meteorologiche Il modello quindi adotta un

approccio conservativo trascurando il calcolo della deposizione secca Tale approccio egrave sicuramente

adatto ad applicazioni di tipo regolatorio Il modello permette comunque di adottare la stessa soluzione

presente nel DIMULA ndash DOS che in caso di velocitagrave di sedimentazione diversa da zero ipotizza che

tutto lrsquoinquinante di depositi trascurando il termine di riflessione dellrsquoequazione gaussiana

Effetti della deposizione umida sullrsquoequazione (opzione avanzata)

Analogamente a quanto descritto per la deposizione secca la presenza della deposizione umida

modifica lrsquoequazione gaussiana per tener conto del materiale rimosso dalla pioggia diminuendo il

termine di emissione Contrariamente alla deposizione secca perograve la formulazione generalmente

adottata per la modifica dellrsquoequazione gaussiana egrave piugrave semplice ed ha la forma seguente

dove

λ = Scavening coefficiente (hr(smm))

R= rate di precipitazione (mmhr)

Il modello include il calcolo dellrsquoeffetto della deposizione umida si tenga presente che lrsquoinclusione di

questo calcolo serve SOLO per valutare lrsquoeffetto della deposizione umida sulle concentrazioni e NON

per calcolare il flusso di deposizione

Calcolo del Plume Rise

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Le equazioni utilizzate per il calcolo del plume rise si basano sulle note formulazioni di Briggs

raccomandate anche da EPA Lo schema utilizzato dal modello coincide quasi integralmente con lo

schema utilizzato da ISC e da CALPUFF

Definizione delle variabili

hS altezza fisica del camino (m)

hrsquoS altezza del camino modificata per effetto della scia del camino (m)

d diametro interno del camino (m)

rs raggio interno del camino

vs velocitagrave di efflusso dei fumi (ms)

Ts temperatura dei fumi (K)

dH sovralzo dei fumi

xf distanza alla quale si verifica il sovralzo finale dei fumi

us velocitagrave del vento alla bocca del camino (ms)

Ta temperatura dellrsquoaria

ϑpartz gradiente verticale della temperatura potenziale per la classe di stabilitagrave E

vale 002 (ISC) o 0015 (DIMULA) per la classe di stabilitagrave F vale 0035 (ISC) o 0037 (DIMULA)

Bh altezza degli edifici in direzione del vento

Bw larghezza dellrsquoedificio vicino alla sorgente perpendicolare alla direzione del vento

g accelerazione di gravitagrave (980616 ms2)

Effetto scia del camino (Stack aerodynamic effect)

La bassa pressione che si forma sottovento al camino puograve avere lrsquoeffetto di abbassare lrsquoasse del

pennacchio quando la velocitagrave di efflusso dei fumi risulta particolarmente bassa Quando la velocitagrave di

efflusso dei fumi risulta inferiore a 15 volte la velocitagrave del vento si valuta lrsquoeffetto di scia del

camino utilizzando la formula (Briggs) seguente

Lrsquoapplicazione di questa formula ha lrsquoeffetto di ridurre lrsquoaltezza fisica del rilascio

Il calcolo egrave opzionale (in quanto camini che soddisfano il criterio vs lt 15 us possono avere dispositivi

che prevengono lrsquoeffetto scia del camino Il calcolo non viene eseguito in caso di calma di vento

Limiti Per evitare che con camini bassi e larghi il valore corretto possa diventare negativo viene

assunto un limite inferiore come percentuale sul valore totale Un valore indicativo puograve essere 13

(pg204 ref 2) ISC e DIMULA limitano a 0 la correzione

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Parametri utilizzati nei calcoli del plume rise

Flusso di galleggiamento

Flusso del momento

Parametro di stabilitagrave

Calcolo del sovralzo dei fumi per atmosfera instabile o neutra

Si calcola la ldquocrossover temperaturerdquo che serve per determinare se il sovralzo egrave prevalentemente

guidato dal sopralzo termico o dal flusso di momento

per Fb lt 55

per Fb ge 55

Sovralzo dominato dal flusso di

galleggiamento

(T T ) ( T) S A c

FB lt 55

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FB = 55

FB gt 55

Sovralzo dominato dal flusso di momento

Calme di vento non crsquoeacute una trattazione specifica si pone u=umin

Limiti

bull la velocitagrave del vento alla bocca del camino viene comunque posta u gt= umin

bull nel caso in cui lrsquoaltezza efficace superi la quota dellrsquoinversione si veda 356

bull se lrsquoaltezza del camino (prima del calcolo) supera lrsquoaltezza di inversione o lrsquoaltezza dello strato

rimescolato la concentrazione viene posta a 0 su tutto il dominio

Calcolo del sovralzo dei fumi per atmosfera stabile

Si calcola la ldquocrossover temperaturerdquo che serve per determinare se il sovralzo egrave prevalentemente

guidato dal sovralzo termico o dal flusso di momento

Sovralzo dominato dal flusso di galleggiamento

Sovralzo dominato dal flusso di momento

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il sovralzo dominato dal momento in caso di atmosfera stabile e non puograve superare quello calcolato in

atmosfera instabile o neutra

Calma di vento

a causa del termine negativo ndash3d si impone che comunque il sovralzo non sia negativo

Limiti

Se lrsquoaltezza efficace supera lrsquoaltezza dello strato rimescolato si pone altezza efficace uguale altezza

dello stratorimescolato

Coefficienti di Dispersione

Il calcolo dei coefficienti di dispersione procede attraverso i seguenti passi

calcolo delle sigma di Briggs

correzione dei valori calcolati introducendo il calcolo della BID (Buoyancy Induced Dispersion)

In caso di utilizzo del modello di Huber Snyder per la valutazione del building downwash il

calcolo egrave modificato in questo modo (descritto nel capitolo successivo)

per distanze inferiori a 10BB calcola le σ y (x)e σ z (x) utilizzando le formule di tale modello e

scegliendo il valore massimo rispetto alle sigma di Briggs per distanze superiori calcola le σ y

(x+xvirt)e σ z (x+xvirt) di Briggs alla distanza x+xvirt

correzione dei valori calcolati introducendo il calcolo della BID (Buoyancy Induced Dispersion)

Formule di Briggs

Le formule di dispersione piugrave utilizzate nei modelli per il calcolo di σ y e σ z in mancanza di misurazioni

o calcoli diretti della turbolenza sono quelle di Briggs (1973) ottenute combinando una larga serie di dati

sperimentali

dove

b=1

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d=-05

e=1

f=1

e=1

f=1

DIMULA DOS contiene inoltre un modello per il calcolo delle formule di dispersione basato sulla

rugositagrave superficiale (egrave evidente che questo modello ha un senso quando viene fornito al modello un

campo xy di rugositagrave superficiale)

Termine di decadimento

Il termine di decadimento inserito nellrsquoequazione di concentrazione egrave un modo semplice per

considerare lrsquoeffetto sulla concentrazione della rimozione del materiale inquinante Tale rimozione puograve

essere dovuta a deposizione secca o umida a effetti chimici o altro Il termine di decadimento egrave della

forma

dove γ rappresenta il coefficiente di decadimento espresso in secondi alla meno 1 Assegnare a γ il

valore 0 significa trascurare il decadimento (opzione di default) Una relazione utile per calcolare γ se egrave

noto il tempo di dimezzamento della sostanza in esame egrave la seguente

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Il termine di decadimento potrebbe essere utilizzato per descrivere la perdita di materiale

dovuta alla deposizione umida utilizzando la seguente relazione

ψ = λR

dove λ rappresenta lo ldquoscavening coefficientrdquo (smmhr) -1 e R rappresenta il rate di precipitazione

(mmhr) si egrave preferito perograve tenere separati i due effetti per consentire lrsquoutilizzo continuativo del modello

con sequenze di dati meteo

MODELLO SHORT TERM PER SORGENTI AREALI IN PRESENZA DI VENTO

In genere le sorgenti areali vengono schematizzate come sorgenti puntiformi virtuali arretrate rispetto al

centro della sorgente areale questa schematizzazione si traduce sostanzialmente nellrsquoinserimento di

valori di dispersione iniziali che tengano conto della reale dimensione della sorgente utilizzando la

stessa equazione usata per descrivere le sorgenti puntiformi Un altro possibile approccio egrave quello di

considerare la concentrazione prodotta da una sorgente areale come il risultato della concentrazione

prodotta da n sorgenti puntiformi distribuite sullrsquoarea effettivamente occupata dalla sorgente areale

La formulazione di Cirillo e Cagnetti (12) adottata da DIMULA DOS prevede lrsquoutilizzo di due modelli

un modello per le grandi distanze basato sullrsquointegrazione dellrsquoequazione della sorgente

puntiforme sulla superficie dellrsquoarea della sorgente

un modello per le brevi distanze basato sulla modifica delle sigma orizzontali di dispersione

Viene calcolata una distanza di riferimento Xstar (formulazione no riportata) che rappresenta il limite dei

due modelli questa distanza egrave la distanza alla quale il calcolo delle sigma di dispersione dei due

modelli coincide

Il calcolo della dispersione verticale

Il coefficiente di dispersione verticale viene calcolato in entrambi i modelli secondo la seguente formula

dove σz rappresenta la dispersione calcolata secondo le formule di Briggs e σz0 rappresenta la

dispersione verticale iniziale e viene inserita come dato di input dallrsquoutente In letteratura sono riportate

diverse indicazioni per lrsquoassegnazione di questo valore

Dimula DOS utilizza lrsquoaltezza degli edifici intorno alla sorgente divisa per 25

ISC suggerisce di utilizzare la dimensione verticale della sorgente divisa per 215 se la sorgente

egrave vicina al suolo ed isolata lrsquoaltezza degli edifici divisa per 215 se la sorgente egrave elevata o

adiacente a edifici lrsquoaltezza della sorgente divisa per 43 se la sorgente egrave elevata ed isolata

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42 Il modello per X lt Xstar

Il modello per piccole distanze egrave il modello puntiforme con la dispersione laterale modificata secondo la

formula

dove

σy dispersione calcolata secondo le formule di Briggs

R area della sorgente

K(R) funzione definita per il trasporto di lunga distanza

sf fattore moltiplicativo del raggio della sorgente areale per il calcolo della Sigma Y iniziale (impostato

nei parametri generali del calcolo con valore di default 05)

MODELLO PER LE CALME DI VENTO

Inquadramento

Ai fini delle misure strumentali le calme di vento sono tutte quelle situazioni meteorologiche nelle quali

gli strumenti di

misura non riescono a definire una direzione e una intensitagrave del vento

A questa situazione strumentale (assenza del dato) corrispondono in realtagrave moltissime e diverse

situazioni meteorologiche

La gestione modellistica delle calme di vento presenta sostanzialmente due problemi

mancanza di dati per inizializzare i modelli

varietagrave delle situazioni meteorologiche che ricadono nella definizione di calme di vento

Queste difficoltagrave hanno portato lrsquoEPA e definire una metodologia per trattare le calme di vento che

consiste in un preprocessamento dei dati meteorologici finalizzato allrsquoeliminazione delle condizioni di

calma

I modelli gaussiani in particolare non sono in grado di gestire le calme di vento

per ragioni fisiche in quanto contrastano con le ipotesi di derivazione della formulazione

gaussiana

per ragioni matematiche in quanto la velocitagrave del vento egrave presente a denominatore

La soluzione presente nella versione precedente di DIMULA si basa sul modello CAGNETTI

FERRARA questo modello basato sullrsquointegrazione temporale dellrsquoequazione gaussiana a puff

presenta perograve il difetto di divergere nellrsquoorigine calcolando valori irrealistici e sovrastimati nei recettori

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PAGINA 194 194 Settembre 2015

vicini alla sorgente Per questo motivo egrave la trattazione delle calme e delle condizioni di vento debole egrave

stata modificata adottando il modello CIRILLO POLI

Trattamento delle condizioni di calma nel modello short term con sequenza di dati orari

La gestione del calcolo in base ai dati di ogni singolo record orario per sorgenti puntiformi segue lo

schema seguente

La gestione del calcolo in base ai dati di ogni singolo record orario per le sorgenti areali segue il

seguente schema

Il modello di Cirillo Poli non si applica alle sorgenti areali nelle situazioni di mancanza di dati si applica

un modello gaussiano con split sigma

Il modello gaussiano ridotto con split sigma presenta le seguenti ipotesi

la distanza x egrave assunta come distanza radiale

la distanza y egrave assunta pari al raggio della sorgente areale

Sigmaz egrave calcolata come nel modello gaussiano

seguendo Cirillo e Poli Sigmay egrave calcolata da

bull

dove richiesto si assume come velocitagrave del vento il valore minimo impostato di default dal modello per

le situazioni di calma

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