Impianti di diametro ridotto in lega di titanio-zirconio...
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P implantologia
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L
Impianti di diametro ridotto in lega di titanio-zirconio (Straumann Roxolid®) per la riabilitazione di pazienti con creste alveolari edentule con spessore ridotto: studio prospettico su 18 pazienti consecutivi
Riassunto Obiettivi Valutare la sopravvivenza di un nuovo impianto di diametro ridotto (3,3 mm) in lega di titanio-zirconio (Straumann Roxolid®) inserito in aree edentule affette da atrofia orizzontale del processo alveolare; valutare l’incidenza delle complicanze implantari e delle relative sovrastrutture protesiche.Materiali e metodi In un periodo di 12 mesi, 18 pazienti affetti da edentulia parziale o totale dei mascellari associata a uno spessore delle creste ridotto sono stati trattati mediante 51 impianti Straumann Roxolid® (12 impianti “tissue level” e 39 impianti “bone level”). Il carico protesico degli impianti è stato immediato in 1 paziente (4 impianti) e differito (2-12 mesi dopo l’inserimento) nei restanti 17 pazienti (47 impianti). Sedici pazienti (45 impianti) sono stati riabili-tati con protesi fisse, mentre 2 pazienti (6 impianti) con overdenture supportate da impianti. Risultati Tutti i pazienti hanno presentato un decorso postoperatorio normale e tutti gli impianti inseriti si sono osteointegrati normalmente. Il follow-up dei pazienti dopo completamento della riabilitazione protesica varia da un minimo di 2 a un massimo di 12 mesi. Nessuno degli impianti è stato rimosso né ha presentato complicanze, come anche le relative sovrastrutture protesiche. La sopravvivenza degli impianti è stata pertanto del 100%, come pure quella delle riabilitazioni protesiche supportate da questi impianti.Discussione e conclusioni I risultati di questo lavoro sembrano dimostrare che il nuovo impianto di diametro ridotto Straumann Roxolid® in lega di titanio-zirconio può essere utilizzato con successo in caso di creste alveolari sottili, anche in caso di sollecitazioni meccaniche rilevanti come nei casi di edentulia completa o di edentulia parziale nei settori latero-posteriori dei mascellari. La sopravvivenza degli impianti, il riassorbimento osseo perimplantare, e il successo protesico sono confrontabili con quelli riportati in letteratura relativamente a impianti di diametro maggiore inseriti in creste edentule senza riassorbi-mento orizzontale.
z Parole chiave: impianto osteointegrato, diametro ridotto, atrofia ossea, edentulia parziale, edentulia totale, protesi dentale
Summary Titanium-zirconium alloy narrow diameter implants (Straumann Roxolid®) for the rehabilitation of horizontally deficient edentulous ridges: a prospective study on 18 consecutive patientsAim of the study To evaluate the survival rate of a new narrow diameter implant (3.3 mm) with a Titanium-Zirconium alloy (Straumann Roxolid®) placed in narrow edentulous ridges and the complication rate of implants and related prosthetic suprastructures. Materials and methods In a 12-month period (2009-2010), 18 patients presenting with partial or total edentulism associated to narrow ridges were treated with the placement of 51 Straumann Roxolid (12 “tissue level” and 39 “bone level”) implants. Prosthetic loading of implants was either immediate (4 implants; 1 patient) or delayed (2 to 4 months after placement; 47 implants; 17 patients). Patients were rehabilitated with either fixed (16 patients; 45 implants) or removable (2 patients; 6 implants) prostheses.Results All implants were successfully osseointegrated and allowed the completion of the planned prosthetic rehabilitation. The follow-up after the completion of the observation period ranged from 2 to 12 months): all implants are still in function and no prosthetic complications occurred, thus leading to a 100% implant survival rate and a 100% prosthetic success rate. Discussion and conclusion Narrow diameter implants fabricated with a Titanium-Zirconium alloy (Straumann Roxolid®) demonstrated to be reliable in supporting both fixed and removable prosthetic rehabilitations in horizontally deficient ridges, also in the lateral/posterior edentulous jaws. Implant survival rate, peri-implant bone resorption values and prosthetic complication rate were consistent with those reported in the literature for standard diameter implant placed in non-deficient edentulous ridges.
z Keywords: osseointegrated implant, narrow diameter, bone atrophy, partial edentulism, total edentulism, dental prostheses
La riabilitazione di pazienti affetti da edentulia
parziale o totale mediante protesi supportate
da impianti osteointegrati è divenuta
oggigiorno routine, con elevate percentuali
di sopravvivenza a lungo termine sia degli
impianti che delle sovrastrutture protesiche
associate. La sopravvivenza degli impianti si è
dimostrata elevata con una varietà di impianti,
diversi tra loro sia per forma, che per superficie,
che per diametro. In linea generale tuttavia,
è stato raccomandato di utilizzare impianti di
diametro maggiore nei settori dei mascellari
sottoposti a maggiore carico protesico e di
utilizzare impianti di diametro ridotto nei settori
anteriori dei mascellari, in particolare in caso di
sostituzione dei denti incisivi1-9. Esistono tuttavia
sovente condizioni in cui, a causa di un ridotto
spessore dei processi alveolari edentuli, possa
essere indicato utilizzare impianti di diametro
ridotto (<3,5 mm) anche in zone a elevato
carico masticatorio. Pur essendo stati pubblicati
articoli che hanno dimostrato la possibilità
di utilizzare impianti di diametro ridotto non
solo nei settori anteriori dei mascellari10-12,
ma anche nella riabilitazione di pazienti con
edentulia estese ai settori posteriori o nelle
edentulie totali13-19, esiste pur tuttavia il rischio
di fratture “da fatica” degli impianti stessi, come
dimostrato da alcuni studi20-24.
Per ridurre questo rischio, la ricerca si è
• Matteo Chiapasco• Paolo Casentini• Marco Zaniboni• Elena Corsi• Tommaso Anello
Università degli Studi di MilanoDipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria, AO San Paolo, Unità di Chirurgia Orale (Direttore: Prof. Matteo Chiapasco)
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indirizzata verso l’identificazione di leghe
con resistenza meccanica maggiore rispetto
a quella offerta dal tradizionale impianto di
titanio commercialmente puro.
Recentemente, è stato immesso sul
mercato un nuovo impianto formato da una
lega di titanio e zirconio (83-87% titanio -
13-17% zirconio) (Straumann Roxolid®) di
3,3 mm di diametro che ha rivelato, dopo
test biomeccanici su modelli sperimentali,
di possedere una resistenza agli stress da
carico superiore a quella del tradizionale
impianto in titanio25,26. Scopo di questo studio
clinico prospettico è quello di presentare i
risultati preliminari sull’utilizzo dell’impianto
Straumann Roxolid® da 3,3 mm di diametro
per la riabilitazione protesica di pazienti affetti
da edentulia totale o parziale dei settori
latero-posteriori dei mascellari, ma con un
ridotto spessore delle creste alveolari.
Materiali e metodiIn un periodo di 12 mesi, 18 pazienti, 2
maschi e 16 femmine, con una età compresa
tra i 21 e gli 81 anni (media: 59 anni), affetti
da edentulia totale o parziale nei settori
latero-posteriori dei mascellari, associata
a uno spessore delle creste edentule
insufficiente per poter ricevere impianti
Straumann di 4,1 mm di diametro, sono
stati trattati consecutivamente mediante il
nuovo impianto di diametro ridotto (3,3 mm)
Straumann Roxolid® in lega di titanio-zirconio.
Più in dettaglio, 1 paziente presentava
edentulia totale del mascellare superiore, 2
pazienti presentavano edentulia totale della
mandibola, mentre i rimanenti 15 pazienti
presentavano edentulie parziali mascellari o
mandibolari distalmente agli incisivi laterali.
Quattro pazienti (#4,5,15,16) presentavano
esiti di ricostruzioni nelle aree edentule
eseguite precedentemente a causa di grave
atrofia verticale mediante innesti ossei
autologhi di apposizione verticale. I dettagli
anagrafici e clinici sono riportati nella tabella 1.
Tabella 1- DATI ANAGRAFICI E CLINICI DEI pAzIENTI TRATTATI
N° Sesso Età Sede edentulia Data impianti
n° impianti Tipo e lunghezza impianti (mm)
Procedure associate
Carico protesico
Tipo protesi Follow-up
1 F 72 mandibola edentula set 09 2 Tl -12 mm no nov 09 overdenture 12
2 F 49 4.4-4.7 set 09 3 bl - 10 mm GbR dic 09 PPF 12
3 F 79 1.4,1.5,1.6 ott 09 2bl - (1)12 mmbl - (1)10 mm
GbR gen 10 PPF+cant 12
4 F 44 3.7,3.6,4.5,4.6 nov 09 4 bl - 8 mm no feb 10 PPF 12
5 F 63 4.6 nov 09 1 bl - 8 mm no mar 10 CSI 9
6 F 641.4,1.525,26
nov 09 4bl - (2)10 mmbl - (2)12 mm
sinus liftdx+sx
nov 10 PPF 3
7 F 72 1.2-1.7 dic 09 3 bl - 12 mm GbR giu 10 PPF+cant 6
8 F 63 mascellare edentulo dic 09 8bl - (4)12 mmbl- (4)14 mm
GbR mag 10 PTF 8
9 F 57 mandibola edentula dic 09 4 Tl - 8 mm nodic 09(immediato)
overdenture 12
10 F 73 3.5,3.6 gen 10 2 Tl - 12 mm GbR apr 10 PPF 9
11 M 43 3.2-3.7 gen 10 4 bl - 10 mm GbR giu 10 PPF 6
12 F 81 2.3 mar 10 1 bl - 12 mm GbR giu 10 CSI 6
13 F 65 2.1-2.3 mar 10 2 bl - 12 mm no giu 10 PPF 6
14 M 63 1.2,1.1,2.1,2.2 mar 10 2 bl - 14 mm GbR giu 10 PPF 6
15 F 25 1.1-1.4 apr 10 2 bl - 12 mm no nov 10 PPF 2
16 F 693.4-3.74.5-4.7
set 10 4Tl - (2)10 mmTl - (2)12 mm
no nov 10 PPF 2
17 F 21 3.5 set 10 1 bl - 8 mm no nov 10 PPF 2
18 F 61 1.4,1.5 set 10 2 bl - 12 mm no nov 10 PPF 2
bl: bone level; Tl: Tissue level; GbR: Guided bone Regeneration; PTF: protesi totale fissa; PPF: protesi parziale fissa; PPF+cant: protesi parziale fissa+cantilever; CSI: corona singola su impianto
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I criteri di esclusione dei pazienti
comprendevano: a) pazienti con uno
spessore medio delle creste alveolari
nelle zone edentule uguale o superiore
a 5 mm; b) abuso di tabacco (più di 20
sigarette al giorno) o di alcolici; c) grave
insuffi cienza epatica o renale; d) diabete
non compensato; e) pazienti in trattamento
con bifosfonati assunti per via orale o
parenterale; f ) precedente radioterapia della
regione cervico-facciale; g) chemioterapia
antiblastica al momento della prima visita;
h) immunodepressione congenita o
acquisita, inclusi i pazienti HIV positivi;
i) malattie delle mucose orali quali il lichen;
l) scarsa igiene orale; m) malattia parodontale
attiva nella dentatura residua al momento
della prima visita.
La documentazione iniziale prevedeva:
a) fotografi e intraorali iniziali; b) radiografi a
panoramica e serie completa di radiografi e
endorali preoperatorie nei pazienti
parzialmente edentuli; c) presa di impronte
per modelli studio e ceratura diagnostica
con preparazione di dime diagnostiche
con reperi radiopachi e mascherine
chirurgiche per l’inserimento degli impianti;
d) tomografi a computerizzata preoperatoria
con programma dedicato agli impianti per
valutare la morfologia e lo spessore delle
creste alveolari nelle zone edentule eseguita
con la dima diagnostica in bocca.
Tutti i pazienti sono stati sottoposti a una
seduta di igiene orale da 1 a 2 settimane
prima dell’intervento chirurgico, anche in
assenza di malattia parodontale clinicamente
evidente.
Ai pazienti è stato richiesto di eseguire
sciacqui con collutorio contenente
clorexidina 0,2%, da iniziarsi 2 giorni
prima dell’intervento (uno sciacquo di
un minuto dopo ogni pasto principale
e le comuni manovre di igiene orale
domiciliare), ed è stata somministrata una
profi lassi antibiotica mediante assunzione
di compresse per os di amoxicillina+acido
clavulanico (cpr da 1 grammo) al dosaggio
di 2 grammi 1 ora prima dell’intervento da
proseguire per altri 5-6 giorni allo stesso
dosaggio.
Due pazienti trattati in anestesia generale
hanno assunto lo stesso farmaco per via
endovenosa e allo stesso dosaggio al
momento dell’induzione dell’anestesia.
Nessuno dei pazienti trattati è risultato
allergico ai penicillino-derivati e ha dovuto
cambiare farmaco.
Procedura chirurgica17 pazienti sono stati sottoposti alla
procedura di inserimento degli impianti in
anestesia locale; un solo paziente aff etto
da edentulia totale della mandibola (#9)
è stato trattato in anestesia generale con
intubazione nasotracheale, a causa di
odontofobia e agofobia.
L’intervento è stato sempre eseguito “a
cielo aperto” con allestimento di un lembo
a tutto spessore con incisione in cresta,
associata o meno a incisioni di rilascio a
seconda delle necessità chirurgiche.
I quattro pazienti che presentavano esiti
di precedenti ricostruzioni con innesti ossei
autologhi, sono stati sottoposti nella stessa
seduta a rimozione dei mezzi di sintesi
(microviti di titanio di 1,5 mm di
diametro) usati precedentemente per la
fi ssazione degli innesti ossei.
Seguendo le indicazioni di mascherine
chirurgiche, sono stati inseriti gli impianti
seguendo le modalità standard di
preparazione dei siti implantari.
Sono stati inseriti 51 impianti nelle zone
edentule (12 impianti “tissue level” e 39
impianti “bone level”) Straumann Roxolid®
di lunghezza variabile da 8 a 14 mm con
diametro di 3,3 mm.
Nonostante l’impiego di impianti
di diametro ridotto, in 8 pazienti
(#2,3,7,8,10,11,12,14) al termine
dell’inserimento degli impianti alcune spire
risultavano esposte sul versante vestibolare
e si è resa necessaria una rigenerazione
ossea guidata (GBR orizzontale) per
correggere le fenestrazioni/deiscenze
venutesi a creare mediante utilizzo di
“chips” di osso autologo recuperate
localmente in associazione a biomateriali e
membrane riassorbibili. In un paziente (#6)
l’inserimento di impianti è stato associato
a intervento di rialzo del seno mascellare
destro e sinistro con utilizzo di idrossiapatite
di origine bovina (Bioss®, Geisthlich
Biomaterials, Switzerland). Numero, tipo e
distribuzione degli impianti sono riportati
nella tabella 1.
L’intervento si è concluso con la sutura
dei lembi di accesso con fi li sintetici
monofi lamanto 4/0. Numero, lunghezza
e tipo di impianti utilizzati per ciascun
paziente sono riportati nella tabella 1.
In un paziente (#9), aff etto da edentulia
completa della mandibola, e trattato
mediante 4 impianti interforaminali, è stata
eseguita una riabilitazione protesica con
carico funzionale immediato mediante
barra di Dolder che supportava una
overdenture.
Nei restanti 17 pazienti le fasi della
riabilitazione protesica sono iniziate da 3 a
12 mesi dopo l’inserimento degli impianti. Il
tipo di riabilitazione protesica adottata per
ciascun paziente è riportata nella tabella
La ricerca si è indirizzata verso l’identifi cazione di leghe con resistenza meccanica maggiore rispetto a quella off erta dal tradizionale impianto di titanio commercialmente puro
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1. I dati relativi al torque di inserimento
degli impianti, quelli relativi alla dentatura
residua (quando presente), mesialmente
e distalmente alla zona da riabilitare con
impianti, nonché il tipo di dentatura della
arcata antagonista sono riportati nella
tabella 2.
Tutti i pazienti sono stati trattati
chirurgicamente dai primi due autori.
Parametri valutati e follow-upSono stati valutati i seguenti parametri: a)
sopravvivenza implantare prima e dopo
l’inizio del carico protesico; b) incidenza
di complicanze implantari; c) incidenza di
complicanze delle protesi supportate da
impianti. Un impianto sopravvissuto deve
presentare i seguenti parametri: a) assenza
di dolore o parestesia persistente a distanza
di tempo dall’intervento implantologico; b)
assenza di infezione perimplantare associata
a suppurazione; c) assenza di mobilità
dell’impianto; d) assenza di radiotrasparenza
perimplantare che circonda tutto l’impianto;
e) riassorbimento perimplantare inferiore a
1/3 della lunghezza dell’impianto.
Il riassorbimento osseo perimplantare,
in termini di variazioni di contatto osso-
impianto in direzione corono-apicale (BIC,
Bone-to-Implant Contact), è stato misurato
confrontando radiografie endorali rilevate
con la tecnica del cono lungo ed eseguite
subito dopo l’inserimento degli impianti, al
momento del carico protesico e ogni 6 mesi
in seguito. Le variazioni di BIC sono state
rilevate mesialmente e distalmente a ciascun
impianto misurando la distanza tra la spalla
implantare e la porzione più coronale di
contatto diretto osso-impianto.
Le misurazioni, arrotondate al mezzo
millimetro sono state effettuate con un
software dedicato (Image J® s 1.38v) montato
Tabella 2- DATI ANAGRAFICI E CLINICI DEI pAzIENTI TRATTATI
N° Sesso EtàDentatura arcata antagonista
Dentatura mesiale stessa arcata
Dentatura distale stessa arcata
Torque inserimento
Impianti rimossi
Impianti con complicanze
CSR impianti %
CSRprotesi %
1 F 72 PTM eT eT 30 Ncm 0 0 100 100
2 F 49 DN DN SeD 40 Ncm 0 0 100 100
3 F 79 DN DN SeD 20 Ncm 0 0 100 100
4 F 44 DN DN SeD dx-sx 45 Ncm 0 0 100 100
5 F 63 PFDN DN, PFI SeD 45 Ncm 0 0 100 100
6 F 64 PFI, DN DN PFI 40 Ncm 0 0 100 100
7 F 72 DN DN SeD 20 Ncm 0 0 100 100
8 F 63 OVDI eT eT 20 Ncm 0 0 100 100
9 F 57 PMT eT eT 20 Ncm 0 0 100 100
10 F 73 DN, PFI DN DN 20 Ncm 0 0 100 100
11 M 43 DN DN DN 40 Ncm 0 0 100 100
12 F 81 PFDN DN PFI 20 Ncm 0 0 100 100
13 F 65 DN DN PFI 20 Ncm 0 0 100 100
14 M 63 DN DN DN 40 Ncm 0 0 100 100
15 F 25 DN DN DN 40 Ncm 0 0 100 100
16 F 69 PTM DN SeD dx-sx 40 Ncm 0 0 100 100
17 F 21 PFI, DN DN PFI 20 Ncm 0 0 100 100
18 F 61 DN DN DN 30 Ncm 0 0 100 100
SeD: sella edentula distale; DN: dentatura naturale; PFI: protesi fissa su impianti; PFDN: protesi fissa su dentatura naturale; PTF: protesi totale fissa; eT: edentulia totale; PTM: protesi totale mobile; OVDI: overdenture a supporto implantare
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postoperatorio normale, con risoluzione
di edemi, ematomi localizzati, o dolore
locale entro 7-10 giorni dall’intervento. Tutti
gli impianti inseriti si sono osteointegrati
normalmente. Il follow-up dei pazienti
dopo completamento della riabilitazione
protesica varia da un minimo di 2 a un
massimo di 12 mesi (media: 7,6 mesi;
mediana: 7,5 mesi; 1° quartile: 6 mesi; 3°
quartile: 12 mesi). Nessuno degli impianti
è stato rimosso a causa di infezione
irreversibile, mobilità o frattura. Nessuno
degli impianti ha presentato variazioni di
BIC superiori a un terzo della lunghezza
dell’impianto, con valori che variavano da
un minimo di 0 a un massimo di 1 mm, alla
fine del follow-up (media: 0,36 mm; DS:
0,32; mediana: 0,5 mm; 1°quartile: 0 mm; 3°
quartile: 0,5 mm). La sopravvivenza degli
impianti è stata pertanto del 100%, mentre
non si è registrata nessuna complicanza
legata agli impianti.
Altrettanto può dirsi per le complicanze
relative alle mesio- e sovrastrutture
protesiche, dove l’incidenza di complicanze
è stata nulla.
Un caso trattato con impianti Straumann
Roxolid® viene presentato nelle figure 1-9.
DiscussionePer anni, l’utilizzo di impianti con diametro
ridotto (<3,5 mm) è stato generalmente
limitato alla riabilitazione dei settori
anteriori dei mascellari per la sostituzione
in particolare dei denti incisivi e in caso di
limitato spazio mesio-distale10-12.
Più recentemente, sono comparsi articoli
che hanno proposto l’utilizzo di questi
impianti anche nei settori posteriori o
nei casi di edentulia totale, riportando
valori di sopravvivenza implantare
comparabili a quelli ottenuti con l’utilizzo
di impianti di diametro maggiore13-19.
È stata tuttavia suggerita cautela, in
particolare in presenza di carichi occlusali
4-5. Trattamento della deiscenza perimplantare mediante una tecnica di rigenerazione ossea guidata utilizzando una miscela di osso autologo e osso bovino deproteinizzato e una membrana riassorbibile in collagene.
6. Alla riapertura del sito implantare a distanza di 6 mesi si evidenzia il buon esito della procedura rigenerativa.
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su computer AppleMacBook pro, dopo
digitalizzazione delle radiografie acquisite
mediante una macchina fotografica Nikon
D70S (Nikon Corp., Tokyo, Japan).
Per ciascun impianto è stata fatta una media
dei valori sul versante mesiale e distale.
Le complicanze implantari sono state
Le complicanze protesiche sono state
registrate, qualora presenti, su un apposito
foglio di eventi avversi che comprendeva:
1) mobilità della mesiostruttura;
2) mobilità della sovrastruttura;
3) frattura della vite di fissazione della
mesiostruttura;
4) frattura della sovrastruttura.
RisultatiTutti i pazienti hanno presentato un decorso
1. Situazione clinica iniziale: edentulia distale a 2.3 nell’emimascellare di sinistra, associata a riassorbimento orizzontale della cresta alveolare.
2. Quadro radiografico iniziale: in corrispondenza del secondo premolare il volume osseo verticale è insufficiente a causa della presenza del seno mascellare.
3. Inserimento di due impianti Bone Level con diametro 3,3 mm in lega di titanio e zirconio (Straumann Bone Level Roxolidâ) in sede 2.4 e 2.5. L’impianto in sede 2.5, inserito contestualmente a un sollevamento del pavimento del seno mascellare per via crestale, presenta una deiscenza vestibolare.
registrate, qualora presenti, su un apposito
foglio di eventi avversi che comprendeva:
1) infezione perimplantare;
2) dolore cronico a distanza di tempo
dall’inserimento degli impianti;
3) parestesia/disestesia nelle zone
innervate da tronchi o rami nervosi correlati
alla posizione degli impianti inseriti;
4) riassorbimento osseo perimplantare
superiore a 1/3 della lunghezza totale
dell’impianto;
5) mobilità dell’impianto;
6) rimozione dell’impianto;
7) frattura dell’impianto.
[email protected] 40 18/05/11 10.41
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elevati, come in caso di riabilitazione dei
settori latero-posteriori dei mascellari o
in caso di edentulia totale, per il rischio di
fratture da fatica degli impianti in titanio
commercialmente puro, come dimostrato
da alcuni studi20-23.
Esistono tuttavia situazioni cliniche,
dovute alla riduzione dello spessore delle
creste alveolari edentule, in cui l’utilizzo
di impianti di diametro uguale o superiore
a 3,5 mm non è possibile, se non ricorrendo
a tecniche ricostruttive/ rigenerative più o
meno complesse che espongono i
pazienti a una aumentata morbilità
postoperatoria.
In questi casi, qualora il defi cit osseo sia
moderato (spessore della cresta edentula
non inferiore a 4 mm), per evitare interventi
ricostruttivi, l’utilizzo di impianti di diametro
ridotto sarebbe tuttavia auspicabile.
I dati clinici preliminari di questo studio,
come anche altri studi clinici e sperimentali,
sembrano dimostrare che gli impianti
fabbricati con questa nuova lega in titanio-
zirconio siano in grado di sopportare
sollecitazioni meccaniche elevate, come si
verifi ca in caso di riabilitazione dei settori
latero-posteriori dei mascellari o nei casi
di edentulia totale, senza rischi di frattura
La sopravvivenza del 100% degli impianti e delle relative mesio- e sovrastrutture protesiche sembra dimostrare che si possono ottenere risultati del tutto confrontabili con quelli ottenuti in caso di impianti di diametro maggiore
7-8. Quadro clinico e radiografi co dopo il completamento della riabilitazione implanto-protesica mediante una protesi fi ssa con un cantilever distale.
9. Controllo radiografi co a 1 anno di distanza: è possibile evidenziare la buona stabilità dei tessuti duri perimplantari.
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da fatica. La sopravvivenza del 100%
degli impianti e delle relative mesio- e
sovrastrutture protesiche
sembra dimostrare che si possano ottenere
risultati del tutto confrontabili con quelli
ottenuti in caso di impianti di diametro
maggiore1-9.
ConclusioniPur nei limiti determinati dal numero
ridotto dei pazienti e degli impianti e dalla
brevità del follow-up, i risultati preliminari
di questo studio sembrano dimostrare che
gli impianti in lega di titanio-zirconio con
diametro di 3,3 mm possono sopportare
in modo prevedibile le sollecitazioni
meccaniche cui sono sottoposti nei
settori latero-posteriori dei mascellari
parzialmente edentuli e nei casi di
edentulia totale, con risultati in termini
di sopravvivenza sovrapponibili a quelli
ottenuti con impianti di diametro maggiore.
■
Corrispondenza Prof. Matteo ChiapascoUnità di Chirurgia Orale Clinica OdontoiatricaVia Beldiletto 1/3 - 20142 MilanoTel. 02 50319000 - Fax 02 50319040e-mail: [email protected]
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ildentistamodernogiugno 2011
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P implantologia
1 In linea generale è stato raccomandato di utilizzare impianti di diametro:
a – maggiore nei settori dei mascellari sottoposti a minor carico protesico
b – ridotto nei settori dei mascellari sottoposti a maggior carico protesico
c – ridotto nei settori posteriori dei mascellari d – ridotto nella sostituzione dei denti incisivi
2 I nuovi impianti Straumann Roxolid: a – hanno un diametro di 4,5 mm
b – sono esclusivamente in titanio c – possiedono una resistenza agli stress da carico
superiore a quella del tradizionale impianto in titanio d – sono formati da una lega Nichel-Titanio
3 Questo studio clinico prospettico è stato eseguito su pazienti:
a – giovani di età inferiore a 35 anni b – affetti esclusivamente da edentulia parziale c – affetti da edentulia parziale o totale nei settori anteriori d – con uno spessore delle creste edentule insufficiente per
poter ricevere impianti Straumann di 4,1mm di diametro
4 I criteri di esclusione dei pazienti comprendono: a – pazienti odontofobici
b – pazienti di sesso femminilec – pazienti con edentulie totali
d – pazienti con uno spessore medio delle creste alveolari nelle zone edentule uguale o superiore a 5 mm
5 Quale tra queste affermazioni è scorretta:a – tutti i pazienti sono stati sottoposti ad anestesia generale
b – tutti i pazienti sono stati sottoposti a una seduta di igiene orale da 1 a 2 settimane prima dell’intervento chirurgico
c – a tutti i pazienti è stato richiesto di eseguire sciacqui con collutorio contenente clorexidina 0,2% da iniziarsi 2 giorni prima dell’intervento
d – a tutti i pazienti è stata somministrata una profilassi antibiotica
6 Un impianto sopravvissuto deve presentare i seguenti parametri:
a – presenza di dolore o parestesia persistente a distanza di tempo dall’intervento implantologico
b – assenza di infezione perimplantare associata a suppurazione c – presenza di lieve mobilità dell’impianto
d – presenza di radiotrasparenza perimplantare che circonda tutto l’impianto
7 Il riassorbimento perimplantare: a – deve essere inferiore a 2/3 della lunghezza dell’impianto
b – è misurato confrontando radiografie endorali rilevate con la tecnica del cono lungo
c – le sue variazioni sono rilevate vestibolarmente e palatalmente a ciascun impianto d – le sue misurazioni sono state effettuate con Adobe Photoshop
8 Le complicanze implantari non comprendono: a – riassorbimento osseo perimplantare inferiore a 1/3
della lunghezza totale dell’impianto b – infezione perimplantare c – mobilità dell’impianto d – rimozione dell’impianto
9 Le complicanze protesiche comprendono: a – mobilità della disto struttura
b – decementazione della corona c – frattura della ceramica d – mobilità della sovrastruttura
10 Nel decorso post operatorio di questi pazienti presi in esame si è verificata:
a – rimozione di 2 impianti b – variazione di BIC con valori che variano da 2 a 3 mm c – osteointegrazione di tutti gli impianti d – rottura di un impianto
11 La sopravvivenza degli impianti in questo studio è: a – 70%
b – 80% c – 90% d – 100%
12 I risultati preliminari di questo studio sembrano dimostrare che
a – gli impianti in lega di titanio- zirconio con diametro di 3,3 mm non possono sopportare in modo prevedibile le sollecitazioni meccaniche cui sono sottoposti nei settori latero posteriori dei mascellari
b – gli impianti in lega di titanio- zirconio con diametro di 4,1 mm possono sopportare in modo prevedibile le sollecitazioni meccaniche cui sono sottoposti solo nei settori anteriori dei mascellari
c – gli impianti Straumann con diametro di 4,1 mm non possono sopportare in modo prevedibile le sollecitazioni meccaniche cui sono sottoposti nei settori latero posteriori dei mascellari totalmente edentuli
d – gli impianti in lega di titanio-zirconio con diametro di 3,3 mm hanno dei risultati in termini di sopravvivenza sovrapponibili a quelli ottenuti con impianti di diametro maggiore
Questionario di valutazione dell’apprendimento ECMScegliere una sola risposta esatta per ogni domanda. Per il superamento del test di valutazione dell’apprendimento
è necessario rispondere correttamente all’80% delle domande proposte (10 su 12)
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