Impatto Magazine: EXPOsizioni alimentari // N. #10 // 9 dicembre 2014

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www.impattomagazine.it // [email protected] // Impatto Magazine - EXPOsizioni Alimentari. Questa settimana in primo piano: Vladimir Putin e la bufera economica sul Cremlino. La Russia si interroga sulle decisioni dell'OPEC e sul futuro dei gasdotti. Follow Us on Facebook: https://www.facebook.com/impattomagazine

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anto sono minorenne, mi danno solo dieci anni”. Quando un ragazzino dice questo, dopo una

minaccia di morte a un carabiniere, c’è da riflettere. Quando un ragazzino non conosce i suoi diritti quando si tratta di rispettare il suo essere un ragazzino, ma ben conosce la legge quando si tratta di delinquere, dobbiamo interrogarci, non solo indignarci. Quando “morire uccisi” è simbolo di grandezza e farsi qualche mese di carcere arricchimento di curriculum, nessuno può restare indifferente a questa devianza. “Il leone è ferito ma non è morto”: le quattro mura dello zoo sono un graffietto per un leone abituato a sbranare nella savana. Quel leone allo zoo non è morto, è vero. Basterebbe aprire quella cella per farsi sbranare. Quando la libertà viene rinchiusa in una scatola non può fare altro che ruggire, impaziente, ed è un ruggito amplificato, che probabilmente nessuno ascolterà. Eppure, giorno dopo giorno, quel leone perderà la sua forza, come il biblico Sansone: la sua chioma si rovinerà, perderà la sua foltezza, e con quella criniera il leone perderà il suo Status Quo. “O’rrè”. “Mi farò dieci anni, ma vuoi mettere il mio fascino da uomo vissuto quando sarò uscito? Vuoi mettere quando avrò perso 10 anni di scuola, 10 anni di giochi, 10 anni dei primi batticuori e delle prime delusioni, 10 anni di partite a calcetto, 10 anni di sole e di

mare, 10 anni di mamma e papà, 10 anni dei miei fratelli e dei miei amici (…) quanto mi rispetteranno quando sarò uscito?”. “Lui è quello che ha ammazzato un carabiniere, è uno buono”- diranno di me. Io forse tra dieci anni non lo penserò più, che sono uno buono, ma loro lo diranno, e tanto basta. Perché il valore più importante, è il rispetto. E non importa se non mi sto rispettando da quando ho 12 anni, l’importante è che mi rispettino gli altri. Perché ho tremato così tanto fino ad oggi di fronte a quegli uomini senza scrupoli, perché ho avuto così tanti calci e schiaffi che mi importa solo che un domani siano gli altri, a tremare di me. A questo scopo, dieci anni di vita mi paiono proporzionati. Quindi ti sparo, non ho niente da perdere. E per la scuola, i giochi, i batticuori, le delusioni, il calcetto, il sole, il mare, mamma, papà, i miei fratelli, i miei amici (…) c’è tempo. Un tempo che può aspettare. Due, cinque, dieci, quindici anni. Non importa, devo diventare grande e far valere i miei diritti. Qualcuno dice che i camorristi usino i ragazzini per fare il lavoro sporco, per lavarsene le mani come Ponzio Pilato. Giancarlo Siani raccontava dei muschilli di Torre Annunziata, usati per distribuire bustine di droga. Anche loro, come il sedicenne torrese che ha minacciato di morte il Carabiniere, credevano fosse gavetta. Il leone non è morto, ma è gravemente ferito.

La storia delLeone Sansone

Dai muschilli al minacciatore minorenne esperto di diritto penale, epopea dell’evoluzione di una squallida gavetta.

“T

EmanuelaGuarnieri

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EditorialeN.10 | 9 Dicembre 2014

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Chi di voi vorrà fare il giornalista, si ricordi di scegliere il proprio padrone: il lettore!

Indro Montanelli

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innovazione è la chiave di successo dello sviluppo economico di un paese al giorno d’oggi; può sembrare

una frase fatta, ma è l’affermazione supportata da studiosi e da ricerche empiriche dell’OCSE. Ad oggi, puntare sull’innovazione è lo strumento per risollevare le speranze di ripresa delle economie in crisi, ma anche per garantire lo sviluppo alle economie più giovani o in crescita. Difatti, l’aspra competizione a livello locale e internazionale, nonché la saturazione di alcuni mercati di sbocco, spinge sempre più i paesi maggiormente industrializzati a raggiungere lo sviluppo tramite la specializzazione accompagnata dalle nuove tecnologie. I miglioramenti in questione ruotano attorno al cosiddetto “triangolo della conoscenza”, composto da centri di ricerca pubblici e privati, mondo imprenditoriale e governo. Le condizioni critiche di numerose economie occidentali rappresentano, però, un ostacolo verso l’attuazione delle relazioni orientate alla ricerca, in quanto gli investimenti in ricerca e sviluppo stanno subendo drastici tagli senza distinzioni geografiche, come testimoniano i contenuti dei bilanci di gran parte dei paesi europei, così come degli Stati Uniti e, perfino, del Giappone. Queste condizioni spingono, quindi, verso l’apertura di nuovi orizzonti per i paesi che, in questo

momento storico, godono di capitali disponibili da investire; è il caso della Cina, che in questo modo può anche smentire il luogo comune della bassa qualità e della mera leva sulla manodopera a basso costo, visto che è la seconda economia mondiale in termini di investimenti in ricerca e sviluppo dopo gli Stati Uniti e i numeri sono ulteriormente impressionanti se si fa riferimento al numero di brevetti registrati. Inoltre, il principale orientamento delle innovazioni è verso l’ambito green, con positive ricadute innanzitutto sul contesto ambientale cinese, che si muove verso la conversione energetica in favore di fonti a basso impatto ambientale, come testimoniato dal dodicesimo scorrimento del “piano quinquennale per l’attenzione all’inquinamento e al cambiamento climatico” pubblicato di recente.Cosa si nasconde dietro questo successo? La risposta sembra essere univoca, vale a dire il coinvolgimento verso la cosiddetta “innovazione inclusiva”, un modello di coinvolgimento della popolazione nelle politiche di innovazione; in questo modo, difatti, la Cina ha conseguito brevetti in tutti gli ambiti dell’economia, dall’agricoltura alla chimica, espandendo il sopracitato “triangolo della conoscenza” verso una serie di relazioni sicuramente più ampia, il cui nuovo segmento è quello a più ampia partecipazione, poiché rappresentato da un miliardo di potenziali innovatori.

Mentre la Cina aumenta le sue competenze, le condizioni critiche delle economie occidentali frenano l’innovazione.

L’

MarcoTregua

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EditorialeN.10 | 9 Dicembre 2014

L’innovazione ha gli occhi a mandorla

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AttualitàAnna AnnunziataGiorgia MangiapiaMarina FinaldiFlavio Di Fusco

EconomiaPierluigi PataccaGennaro BattistaMarco Tregua

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Gastronomia Eleonora Baluci

EditorialistiValerio Varchetta

TraduzioniDario Rondanini

GraficaEnnio GrillettoVittoria Fiorito

Edito da Gruppo Editoriale ImpattoIT [email protected] CoordinamentoPulseoIT 07369271213 [email protected]

Testata Registrata presso il tribunale di Napoli con decreto presidenziale numero 22 del 2 Aprile 2014.

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La demografia può spiegare la stagnazione secolare. Dibattito sulle crisi spiegate in rapporto agli indici di popolazione.

A conti fatti, questo non è un paese per giovani!

Da un progetto nato nel 1914 da un gruppo di americani a Parigi ad Intercultura nel mondo. Cento anni di relazioni culturali.

Il mondo che si incontra cento anni di AFS.

10Scatti della vita

Non èAmore

National Geographic mostra i migliori scatti di dieci reporter.

Quando l’amore diventa violenta ossessione. Lo Stalking, un ignobile reato che nega il diritto alla serenità personale.

Ecco il concorso per aspiranti avvocati.Una breve guida in dieci punti per l’atteso concorso.

Mafia Capitale.L’Urbe trema per via dei numerosi filoni di inchiesta.

Un forte vento Post it.Racconto di un enigmatico sogno in terre lontane.

Cappuccetto RossoFunghi e Vampiri.Viaggio in uno strano incubo della piccola Cappuccetto.

Racconti di Natale. Il semaforo. Perché in effetti a Natale (non) tutti sono più buoni.

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SommarioN.10 | 9 Dicembre 2014

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Tempiduri per la RussiaVladimir Putin deve affrontare le difficoltà economiche del colosso dell’est europeo. Sul Cremlino si abbatte la bufera più rigida degli ultimi anni complice la decisione inattesa dell’OPEC e la costruzione del gasdotto South Stream.

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Analisi di un settore trainante per il Paese che, nonostante le grandi vetrine internazionali, ancora patisce grandi criticità strutturali.

EXPOsizioni alimentari tutte Made in Italy.

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La cupola che nessuno riusciva a tenere su è diventata simbolo dalla meravigliosa Firenze ed ispirazione per Michelangelo.

Quel capolavoro di fisica di Filippo Brunelleschi.

Il poeta-vate non esiste da tempo, e le aureole si comprano su Amazon. Ma la modernità che ruolo ha sulla bellezza dell’arte?

Il processo nei confronti della coscienza critica.

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Cento anni di InterculturaDa un progetto nato nel 1914 da un gruppo di giovani americani a Parigi ad Intercultura nel mondo. Cento anni di relazioni culturali. Cento anni di interazioni e cambiamenti.

Redatto da Giorgia Mangiapia

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AttualitàN.10 | 9 Dicembre 2014

Un volo di opportunità - Un volo per cambiare la propria piccola grande storia. Un volo per aprire la mente e ampliare le prospettive. Al di sopra delle nuvole, guardando dall’alto per vedere cosa ci circonda.

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“In America si è accesa in me la passione per il volo. Il mio host-father, infatti, era all’epoca un aviatore di F-18. I racconti delle sue missioni hanno risvegliato in me quel sogno di bambino”. Un’esperienza che cambia la vita. L’esperienza di Luca Parmitano, oggi maggiore dell’Aeronautica con 2000 ore di volo sulle spalle e medaglia d’argento al valore aeronautico. Ieri uno studente che decide di prendere parte al progetto d’Intercultura. Se non vi avesse preso parte forse il suo sogno di bambino non sarebbe stato risvegliato. Se non avesse ascoltato racconti e se non fosse stato stimolato dal contatto diretto col suo host-father - il padre dello studente californiano che lo ha ospitato per un anno– probabilmente le sue scelte di vita sarebbero state diverse. Non avrebbe preso il volo per lo spazio e avrebbe intrapreso strade diverse o forse sarebbe diventato ugualmente chi è. La Storia è fatta di sé. Sia la piccola

Da un lato - Waldo Peirce, famoso saggista americano.

Dall’altro - Malcom Cowley è stato uno scrittore e letterato statunitense.

storia che la grande Storia. Ciò che è certo è che ci sono esperienze che segnano, che sembrano rientrare nel destino di una persona come se ne segnassero il percorso. Intercultura nasce così. Come un segno del destino. Come un percorso iniziato con piccoli passi e seminato di pietre, che segnano il cammino, per non perdersi in un viaggio, che apre la mente e amplifica le prospettive, permettendo di leggere e interpretare mentalità e stili di vita, culture diverse e abitudini differenti e consentendo di uscire dal piccolo mondo preconfezionato in cui si è cresciuti per immergersi nel mondo variegato degli uomini che lo abitano. Intercultura è così. Ha ormai compiuto cento anni, un progetto che nacque nel 1914 allo scoppio della prima guerra mondiale ad opera di un gruppo di giovani americani a Parigi. In appoggio all’ospedale americano di Neuilly fu organizzata una rete di ambulanze e da questo nucleo

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di intellettuali nascerà l’American Field Service. Alcuni di loro diventeranno artisti affermati come Hulien Green, Waldo Peirce o Malcolm Cowley e dopo l’esperienza del 1914 si passerà dal volontariato nella sanità a quello nell’educazione. “Per quattro anni abbiamo cercato di far capire l’America ai francesi e la Francia agli americani: questo sforzo non deve finire con la guerra; non dobbiamo diventare un club di reduci”.

Cento anni di scambi culturali e non solo - Nella sua storia di cento anni, e non di

solitudine, il Progetto cresce e si amplia con programmi e sperimentazioni sempre più consistenti. Nel 2007 Intercultura riceve dall’Unione Europea l’incarico di avviare il progetto pilota per la sperimentazione di borse di studio per i programmi di mobilità individuale studentesca. Da una costola dell’Associazione prende vita la Fondazione Intercultura per il dialogo tra le culture e gli scambi giovanili internazionali, a cui ha aderito anche il Ministero degli Esteri. Dal 1914 ad oggi, l’Associazione

ha spiccato il volo con i suoi quattromila volontari italiani suddivisi in 150 centri locali. Oltre duecentomila sono parte delle associazioni consorelle nei sessanta Paesi partecipanti all’associazione. In tutto il mondo sono oltre mille le persone che costituiscono la struttura professionale al servizio di tutti coloro che credono nell’apprendimento interculturale e che non si limitano ad un’unica visione del mondo come in una piccola lente ma cercano di guardarlo in un altro modo questo mondo. Negli occhi e senza paraocchi.

Dal sentiero alla strada - Dalla strada al ponte. Dal ponte alla città. Dalla città al mondo. Camminando sulle proprie gambe con uno sguardo assetato, con una mente affamata per un’esperienza di vita.

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AttualitàN.10 | 9 Dicembre 2014

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Apprendere in maniera totale e olistica: imparare le lingue per entrare nel vivo di culture diverse; conoscere la storia moderna di altri Paesi per comprenderne la cultura; apprendere la fisica come gli studenti cinesi e l’arte come viene insegnata nelle scuole russe o finlandesi; la geografia in Australia; le scienze naturali in Tailandia. Conoscenze e saperi si mescolano, metodi e strategie si intersecano nella formazione di uno studente pronto a vivere con animo e mente aperte un’esperienza che trasforma. Lo scambio culturale porta ad infondere uno spirito. A cambiarlo. Si tratta di vivere intensamente nuove realtà. Di catapultarsi, non senza difficoltà di adattamento, in tradizioni, storie, suoni, abiti, lingue, cibi diversi per poter considerare arricchimento ciò che appariva strano o sbagliato. Ogni anno, Intercultura promuove e organizza scambi ed esperienze interculturali inviando circa 1800 ragazzi delle scuole secondarie a vivere e studiare all’estero ed

Samantha Cristoforetti è una astronauta italiana.

Luca Parmitano è un astronauta italiano.

accogliendo un migliaio di giovani di ogni nazione ad arricchirsi culturalmente. Si trascorre un periodo della propria vita in un’altra famiglia, in un’altra scuola per favorire il dialogo e l’incontro tra persone per comprendersi, accogliersi e collaborare in modo costruttivo. L’interculturalità fa riferimento ad una dimensione di pratiche e di esperienze perché soltanto se il sapere diviene saper fare potrà poi dar vita al saper essere in una società ormai multiculturale. Nell’ottica del Lifelong Learning Programme si è protesi nel realizzare progetti di formazione e di ricerca-azione finalizzati ad esplorare i punti di vista di altre mentalità. Il vecchio deve adattarsi al nuovo, l’etnocentrismo al multiculturalismo attraverso l’interazione, l’accomodamento, il mutamento e l’assimilazione dei modelli altrui, alle forme di sincretismo e di reinterpretazione. Il primo diritto fondamentale a cui Intercultura s’ispira è il diritto di essere se stessi ovunque si vada.

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La conoscenza Arte, Letteratura, Scienze, Diritto. Lo scibile. Il sapere rende liberi. Se dalla pagina si passa alla vita, se immagini, parole e numeri assumono significati e sensi, la vita e la crescita incontrano nuove culture che la arricchiscono.

Conoscere l’altroLa capacità di essere duttili e aperti al confronto si deve esercitare, si deve formare. Aprirsi all’altro fa cadere certezze che sembravano consolidate ma, allo stesso tempo, rende quelle certezze più ampie e trasversali.

diverse dalla propria e non si coglie l’opportunità offerta da un’esperienza innovativa. Così come quegli ambulanzieri curavano le ferite nei campi di battaglia, ancora oggi l’Afs costruisce alla pace nel mondo partendo dal formare le menti. “La pace è la medicina che cura le ferite nel mondo e le bende che tengono strette il mondo sono i ragazzi che viaggiano” così conclude Luca Parmitano mettendo in luce l’importanza dell’esercito della pace composto dai volontari di Intercultura.

Una grande comunità cosmopolita - Avere in comune, con persone provenienti da altre parti del mondo, delle emozioni formative fa sentire parte di una comunità cosmopolita.Samantha Cristoforetti –aviatrice, ingegnere e astronauta italiana – è stata la prima donna italiana degli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea e prima donna italiana nello spazio. Anche lei ha vissuto l’esperienza di Intercultura e ricorda: “Sono stata selezionata per la missione nello

Senza libertà diventa un’utopia il desiderio di conservare la propria cultura venendo a contatto con le altre. “Vorrei essere libero, libero come un uomo. Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia. […] la libertà non è star sopra un albero. Non è neanche avere un’opinione. La libertà non è uno spazio libero. Libertà è partecipazione” così cantava Giorgio Gaber. Senza partecipazione vera per la costruzione di una coscienza interculturale e multiculturale non si giungerà ad una vera libertà mentale. Senza libertà reciproca, uguale per tutti, non nasce il desiderio di accogliere culture

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Mi hai fatto conoscere ad amici che non conoscevo, sedere in case che non erano la mia. Mi hai portato vicino il lontano e reso l’estraneo un fratello.

Gurudev

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Società multiculturale L’interculturalità fa riferimento ad una dimensione di pratiche e di esperienze di vita di gruppo.

Intercultura è cosìLeggere e interpretare mentalità e stili di vita, culture diverse e abitudini differenti.

spazio con altri cinque giovani europei. Cosa abbiamo in comune? Certo una grande passione per lo spazio, ma anche vissuto, studiato e lavorato in paesi diversi, consolidato quelle competenze interculturali che si fondano sull’idea che le abitudini si possono cambiare e che le certezze vacillano quando ci si confronta con una cultura diversa, ma se ne esce più ricchi”. La capacità di essere duttili e aperti al confronto si deve esercitare, si deve formare. Aprirsi all’altro fa cadere certezze che sembravano consolidate ma, allo stesso

tempo, rende quelle certezze più ampie e trasversali. Le cambia per ramificarle. Come ribadisce il progetto di Intercultura: ”Il problema non è diventare adulti: tutti ci riescono. La sfida è diventare uomini e donne”. Se si accoglie la sfida si fanno passi avanti in quel percorso di vita costellato di Se che ci consentono di scegliere la strada da intraprendere per spiccare un volto mentale e di filosofia di vita in un mondo che è troppo grande e pieno di risorse. Un mondo che va scoperto e conosciuto nelle mille sfumature culturali che lo rendono unico.

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Con l’Europa non si afferma un’idea di pace, ma di guerra: paesi l’un contro l’altro armati.

“La teologia interculturale implica la fede, nel suo senso più profondo, e la fiducia nell’altro; fede in noi stessi e fede in ciò che guida noi e tutto ciò che esiste.

Raimon PanikkarScrittore spagnolo

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quando l’amore

diventa

ossessione

«Lei aveva tirato su un muro, ma ogni volta che trovavo il telefono spento, mi saliva la rabbia e una forza incontenibile mi spingeva a cercarla con ogni mezzo. Ero diventato uno stalker». Stalker si diventa. Quando? Come? Perché? Quando un amore assume le sembianze di un polpo i cui tentacoli si tendono e si arricciano pur di possederti, stringerti per non lasciarti aria, per non lasciarti libera?Perché nella mente scatta un meccanismo perverso che ottenebra, che non lascia spazio ad

altro se non ad un unico pensiero? Un pensiero che preme nella mente e scava in profondità: un unico costante pensiero, sempre lo stesso. L’ossessione con cui ci si sveglia, che accompagna la giornata. Fisso nella mente, immobile, stabile e che non consente di dormire. Un’ossessione che non permette più di vivere. Un buco nero in cui tutto il resto dell’esistenza sembra cadere. Cosa pensa uno stalker? Si considera un pazzo? Un deluso dall’amore? Cosa lo spinge a seguire e pedinare, a fare innumerevoli telefonate

Redatto daGiorgia Mangiapia

SocietàN.10 | 9 Dicembre 2014

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al giorno da cellulari differenti, ad insultare e minacciare per poi chiedere scusa e supplicare per poi ricominciare le sevizie mentali e psicologiche? «Sentivo dentro queste parole: “Morta lei, starai bene”. Era un altro me stesso che mi diceva quello che dovevo fare».

L’altro me: voce di un incubo e di un’ ossessione - Un “altro me” spinge ad agire senza freno, senza sosta perché quella persona è diventata l’unica fonte del dolore e l’unico piacere che si ha è nel vederla, controllarla, non perdere il controllo su lei. Placare l’ansia, ridurre la sofferenza, provare soddisfazione nel farla soffrire: ecco cosa lenisce il dolore. Ecco cosa sembra alzare il velo che avvolge una mente offuscata. La soddisfazione giunge ai vertici nel sapere che lei, la vittima, non è riuscita ad allontanarlo. L’amore si trasforma in odio, in vendetta perversa. La vendetta di chi è stato respinto e che desidera solo respirare ancora l’aria della vittima. Lo stalker è un soggetto persecutore che reitera dei comportamenti e delle condotte vessatorie: minacce, atti lesivi continuati, molestie che incutono timore nella vittima provocandone un disagio fisico e psichico. Il carnefice gode nel vedere la paura negli occhi della sua vittima che è stata l’artefice del suo dolore, nel respirare la sua paura, nel sapere che lei è sottomessa alla sua prepotente presenza. Nella maggior parte dei casi, si tratta di un partner o ex-partner che riesce, col suo agire, a condizionare la vita quotidiana della sua vittima di cui viene ristretto lo spazio vitale e, in automatico, aumenta il pericolo di condotte violente in quanto egli si sente motivato

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AttualitàN.3 | 21 Ottobre 2014

Un atto ignobile - un pugno chiuso al confronto colpisce a pieno viso.

Stop - denunciare chi non ha il coraggio di affrontare con le parole un problema è un dovere verso se stesse.

dai rifiuti che possono indurlo a manifestazioni aggressive, alla violenza sessuale e all’omicidio. Il comportamento vendicativo dello stalker trova la massima espressività nella persecuzione, ma pochi stalkers risultano affetti da disturbi deliranti paranoidi e schizofrenia paranoide, per cui molti studiosi ritengono che la vendetta sia più un fenomeno socio-culturale che psichiatrico. Accade così che proprio una persona molto stimata sia l’artefice di atteggiamenti persecutori e che la vittima non sia creduta. La legge prevede che si riscontri in essa un

“grave disagio psichico” ovvero si determini “un giustificato timore per la sicurezza personale propria o di una persona vicina” o che certi comportamenti pregiudichino “in maniera rilevante il suo modo di vivere”. In altri termini affinché la condotta persecutoria sia penalmente punibile occorre che gli atti reiterati abbiano un effetto fortemente destabilizzante sulla serenità e sull’equilibrio psicologico della vittime. Questo il motivo per cui le pagine di cronaca si riempiono di aggressioni che risultano essere l’esito di pregresse condotte persecutorie.

La violenza può talvolta aver eliminato rapidamente gli ostacoli, ma non ha mai dimostrato di sapere creare alcunché.

AlbertEinstein

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SocietàN.10 | 9 Dicembre 2014

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Quando la libertà dell’altro diviene un limite Etimologicamente la parola stalking significa “fare la posta”, “appostarsi” e la sindrome, definita anche sindrome del molestatore assillante, è stata studiata in psicologia nel quale ambito viene sottolineata la possibile esistenza e persistenza di un modello di attaccamento insicuro (ansioso - ambivalente, evitante o disorganizzato) per cui il soggetto non può fare a meno dell’altra persona divenuta ormai funzionale per la sua esistenza. Lo stalker pensa di essere nel giusto: segue

i propri bisogni e nega la realtà. Se deve riparare ad un torto subito è convinto di essere stato chiamato dal destino per vendicare delle ingiustizie; se vuol ricevere attenzioni o riconquistare la persona da cui è stato lasciato, è convinto che riuscirà a piegare qualsiasi resistenza. Cosa scatena lo stalking? L’oggetto dell’amore assente. Lo si potrebbe definire la patologia relazionale della nostra società che non sa più accettare il limite. La libertà dell’altro, il suo spazio vitale, la sua vita appartengono anche all’altro. Si vuole essere presenti sempre

all’altro, con prepotenza, senza mediazioni, subito e senza rispetto. Così come avviene spesso nella comunicazione dei media: si ha bisogno di essere pervasivi e di mantenere un controllo in un mondo in cui forse ci si sente spaesati e così ci si trasforma in un grande occhio, una grande mano e quanto più aumenta l’insicurezza tanto più s’ingigantisce e si protende quella mano, aumentano i tentacoli e il grande occhio deve sentire, vedere e controllare la sua vittima perché la si ama così tanto da volerla annientare.

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Gridare il proprio no - Quando l’amore diventa violento, o ci si chiude a riccio e si fa silenzio subendo facendo finta che tutto vada bene oppure si prende coraggio per gridare il proprio no.

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EconomiaN.10 | 9 Dicembre 2014

Stagnazione &

DEMOGRAFIA

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mondo, sostenendo che la debolezza della domanda e l’eccessivo livello di risparmio stanno rendendo impossibile stimolare la crescita col classico strumento dei bassi tassi d’interesse sul breve termine. L’andamento demografico può svolgere un ruolo centrale nella malattia descritta dal professor Summers, anzi, ancora più centrale che negli anni 30.

Invecchiamento, offerta di lavoro e recessione - L’invecchiamento della popolazione potrebbe tenere bassa la crescita e i tassi d’interesse attraverso molteplici canali. Il più diretto è quello dell’offerta di lavoro. La produzione potenziale di un’economia dipende dal numero di lavoratori e dalla loro produttività. Sia in Germania che in Giappone, la popolazione in età da lavoro è diminuita per più di un decennio, e la velocità di riduzione accelererà nei prossimi anni. La forza lavoro potenziale della Gran Bretagna smetterà di crescere nei decenni a venire; in America crescerà ad appena un terzo del tasso dello 0,9% riscontrato tra il 2000 e il 2013. A parità di condizioni, un calo di mezzo punto percentuale della forza lavoro taglierà la crescita economica di un importo analogo, sebbene in maniera graduale. Ma la recessione potrebbe aver accelerato il processo e aver incoraggiato molti lavoratori ad andare in pensione in anticipo. In America i primi baby boomer (i nati subito dopo la seconda guerra mondiale) a ottenere la pensione pubblica nel 2008, avevano 62 anni. Secondo molti studi, questo dato probabilmente può spiegare circa metà del calo, avvenuto da allora, della forza lavoro, sia per quanto

Stagnazione &

Redatto da Gennaro Battista

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DEMOGRAFIA

Nel tardo 1930, gli economisti provarono a spiegare come la depressione potesse riuscire a trascinarsi per quasi un decennio e ci si chiedeva se il problema fosse da attribuire alla scarsità del numero di persone, a una popolazione troppo ridotta. Nel 1937 John Maynard Keynes affermava: “Passare da un trend di crescita a uno di declino della popolazione può essere davvero disastroso”, l’anno dopo un altro celebre economista, Alvin Hansen, si crucciava del fatto che l’America fosse a corto di uomini, territori e nuove idee. Il risultato, disse “sarà una stagnazione secolare – persone malate e stufe già dall’infanzia, depressioni che si autoalimentano, lasciando dietro di sé un nocciolo

tenace e apparentemente inamovibile di disoccupazione”. Un anno fa Larry Summers dell’università di Harvard ha revitalizzato il termine “stagnazione secolare” per descrivere il prolungato malessere del primo

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riguarda la quota occupata della popolazione in età da lavoro, sia per quella in cerca, passata dal 66 a meno del 63% (e ciò fa eco all’esperienza del Giappone, che scivolò nella stagnazione e nella deflazione nel 1990, più o meno nello stesso periodo in cui la sua popolazione in età lavorativa ha iniziato a ridursi). Le dimensioni e l’età della popolazione inoltre influenzano la quantità di consumatori e lavoratori su cui le imprese possono far conto, e quindi su quanto potranno investire. Keynes e Hansen erano

preoccupati del fatto che una popolazione in calo avrebbe avuto meno necessità dei prodotti realizzati dalle fabbriche americane. I modelli contemporanei di crescita economica danno per scontato che le aziende necessitino di un dato stock di capitale per lavoratore – attrezzature, edifici, terreni e proprietà intellettuali – per produrre un’unità di ouput. Se ci sono meno lavoratori da assumere, le imprese avranno bisogno di meno capitale. In una nota di ricerca, Eugenio Pinto e Stacey Tevlin della Federal

Reserve, notano che gli investimenti netti (ovvero gli investimenti lordi al netto degli ammortamenti) sono vicini, come quota dello stock di capitale totale, al valore più basso dai tempi della seconda guerra mondiale. Questo è un dato parzialmente ciclico, dal momento che la recessione ha portato le aziende a tagliare i propri piani di espansione. Ma presenta anche elementi di singolarità. La crescita dello stock di capitale è rallentata dal 3,1% all’anno del periodo 1994-2003 all’1,6%

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EconomiaN.10 | 9 Dicembre 2014

Lawrence Summers - Direttore del Consiglio Economico Nazionale dal 2009 al 2010, è stato Segretario al Tesoro degli Stati Uniti e rettore dell’Università di Harvard.

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nella decade successiva. Gli economisti attribuiscono circa un terzo della decelerazione al rallentamento della crescita della forza lavoro, e il resto alla minore innovazione. In altre parole, le imprese stanno comprando meno macchinari perché hanno sia meno lavoratori che possano utilizzarle, sia meno innovazioni tecnologiche da sfruttare.

Un mondo di debitori - La terza via attraverso cui la demografia può influenzare la crescita e i tassi di interesse è il risparmio. Gli individui tipicamente si

indebitano pesantemente in gioventù per pagare la propria istruzione, la casa e sostenere la crescita dei bambini, mentre risparmiano parecchio dalla mezza età in poi, per spendere infine questi risparmi durante il periodo del pensionamento. Coen Teulings dell’università di Cambridge ha calcolato che il risparmio collettivo è influenzato dalle variazioni demografiche. Una maggiore crescita della popolazione e periodi di pensionamento più brevi implicano meno risparmi, popolazioni più vecchie, invece, maggiori. Per l’America, lo stock richiesto di risparmio

Angela Merkel - ricopre la carica di Cancelliera teutonica.

Shinzo Abe - È un politico giapponese, Primo Ministro del Giappone rieletto da una sessione speciale della Dieta Nazionale il 26 dicembre 2012.

Incolpare gli speculatori come causa della crisi economica e finanziaria risale al tempo dei Greci. È quasi sempre la risposta sbagliata.

Larry Summers Economista statunitense

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Li KeqiangÈ l’attuale premier cinese, noto per le sue posizioni fortemente riformiste.

Wolfgang Schäuble Ministro delle finanze del secondo governo Merkel.

James P. GormanAttuale presidente della banca di affari newyorkese Morgan Stanley. equivaleva al -228% del

PIL nel 1970: le famiglie rappresentavano i mutuatari piuttosto che i risparmiatori, dato che la loro giovinezza e la bassa aspettativa di vita stavano a significare che avrebbero avuto ampie disponibilità di reddito futuro per rimborsare i loro debiti e finanziarsi la pensione. Ma come la popolazione è invecchiata, la crescita è rallentata e l’età della pensione si è via via allontanata a causa di un’aspettativa di vita sempre maggiore, il livello di risparmio domandato è salito al 52% del PIL nel 2010. Per il Giappone, i risparmi richiesti sono passati dal -176% al 119% del PIL nello

stesso periodo, la Germania è salita dal 189 al 325% e la Cina dal -40 all’86%. Lo sforzo simultaneo di così tanti paesi nel risparmiare per la pensione, combinato ai deboli investimenti; rallentando la crescita potenziale, favorendo l’austerità fiscale, l’accumulo di cassa delle multinazionali e la disuguaglianza (che lascia più della metà del reddito nazionale nelle mani dei ricchi che vantano elevati livello di risparmio), sta deprimendo il tasso d’interesse di equilibrio che pareggia livello di investimenti e risparmio. C’è, tuttavia, uno strumento di politica economica

EconomiaN.10 | 9 Dicembre 2014

La demografiaCon la densità di popolazione la demografia indica il rapporto fra il numero di abitanti compresi in un’area e l’area stessa. Le regioni più densamente popolate sono l’Asia meridionale e orientale, l’Europa occidentale, il nord-est degli Stati Uniti, e alcune zone dell’America Meridionale e dell’Africa (in corrispondenza delle metropoli). Le zone con minor densità di popolazione sono invece quelle comprese fra latitudini elevate, aree desertiche e coperte dalle foreste pluviali.

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Xi Jinping - Segretario Generale del Partito Comunista dal 2012 e Presidente della Repubblica popolare cinese dal 2013.

Park Geun hye - Nata a Daegunel 1952, è una politica sudcoreana, eletta nel 2012 presidente della Corea del Sud.

abbastanza ovvio per correggere ciò, infatti “un’età di pensionamento più elevata riduce il risparmio”, il professor Teulings e Richard Baldwin del Graduate Institute di Ginevra scrivono in un recente e-book “c’è semplicemente un limite alla misura in cui noi risparmiamo oggi in cambio di maggior tempo libero e consumo domani. Qualcuno deve fare il lavoro di domani; non possiamo andare tutti in pensione per quel tempo”. Inoltre, a un certo punto, una popolazione che invecchia comincia a usare i risparmi accumulati. Charles Goodhart e Philipp Erfurth

di Morgan Stanley notano che il rapporto tra lavoratori e pensionati è ormai precipitato nella maggior parte dei paesi sviluppati, e presto accadrà anche nei mercati emergenti.

Gli asset stranieri - Il Giappone sta già liquidando gli asset stranieri che la sua popolazione ha acquistato durante gli anni di più intenso risparmio, Cina e Corea del sud stanno iniziando a vendere e la Germania lo farà a breve. Tale fenomeno, predicono, trascinerà i tassi di interesse reali, che ora sono negativi, fino fino all’equilibrio storico del 2,5-3% entro il 2025.

Con l’Europa non si afferma un’idea di pace, ma di guerra: paesi l’un contro l’altro armati.

John KeynesEconomista britannico

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La miseria fisica fornisce l’incentivo a cambiare le cose proprio in circostanze in cui il margine per nuovi esperimenti è assia ridotto. La prosperità elimina l’incentivo.

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EconomiaN.10 | 9 Dicembre 2014

Tempiduri per la RussiaVladimir Putin deve affrontare le difficoltà economiche del colosso dell’est europeo. Sul Cremlino si abbatte la bufera più rigida degli ultimi anni complice la decisione inattesa dell’OPEC e la costruzione del gasdotto South Stream.

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Il discorso tenuto all’Assemblea Federale dal Presidente Vladimir Putin è una forte e decisa risposta al mondo occidentale: mai la Russia si piegherà ai suoi “nemici” e a chiunque abbia intenzione di avviare politiche speculative sul rublo. In diretta dal Cremlino, il leader della Federazione ha decisamente puntato a risvegliare l’animo orgoglioso e patriottico del popolo russo. Una mossa strategica, necessaria per raccogliere le forze agli orizzonti di nuove importantissime sfide. Perché Putin sa che questa è una partita dura da affrontare. Forse la più difficile da quando ricopre la massima carica di Stato.

La tempesta perfetta in Russia L’economia russa è nel bel mezzo della tempesta perfetta: le sanzioni internazionali, unite alla crisi del prezzo del greggio e alla svalutazione della moneta, rischiano di trascinare il Paese nel vortice

della recessione. La legge di bilancio ha evidenziato tutte le debolezze della Russia: le stime di crescita sono state tagliate allo 0.8% del PIL, rispetto all’1.2% precedente. Ma la caduta potrebbe essere ancora più rovinosa: le analisi, infatti, si basano su una quotazione del petrolio intorno agli 80 USD. Una prospettiva ottimistica, che potrebbe essere disattesa, di qui a poco, visto che molti esperti ritengono che il prezzo del greggio potrebbe crollare sino a 30 USD. Da abile diplomatico, comunque, Putin ha celato le preoccupazioni dei vertici russi circa la decisione dell’OPEC (in particolar modo saudita) di non tagliare la produzione del greggio, a fronte di un eccesso di offerta. Nessun riferimento al petrolio durante il discorso. Eppure, è evidente che la fragile economia russa potrebbe gravemente risentire nei mesi a venire di un ulteriore crollo del prezzo dell’oro nero, dato che

Dall’altro - L’OPEC sembra aver optato per il non taglio della produzione petrolifica per favorire l’asse tra Arabia e Stati Uniti.

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Da un lato - Il Presidente russo Vladimir Putin teme la scelta attuata dall’OPEC durante l’ultimo meeting.

Redatto daPierlugi Patacca

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le poste di bilancio di Stato sono composte per il 50% da esportazione di energia, e in particolare proprio petrolio. Uno scenario allarmante, che inizia già a preoccupare i mercati, sui quali si registra un forte aumento dei tassi per le obbligazioni russe, e uno spaventoso scivolone del rublo. Ed è proprio la moneta a destare le più acute preoccupazioni. La Bank Rossii è stata chiamata ad attuare “severi provvedimenti, per far passare ai cosiddetti speculatori la voglia di giocare con le oscillazioni del corso della valuta russa”. Provvedimenti assolutamente

impellenti per arrestare un vero e proprio crollo, il peggiore dal 1998, e che hanno costretto il board della Banca Centrale a sacrificare,. in questi mesi, fino a 40 mld di USD.

Le conseguenze della caduta del Rublo - Il punto è che il ruzzolone del rublo sta peggiorando il costo della vita. L’inflazione ha infatti sfondato il muro dei 7.5 punti percentuali – stima iniziale - attestandosi sull’incredibile livello del 9%. E a nulla sono valsi i tentativi della Banca Centrale di innalzare i tassi di interesse per scoraggiare l’accesso al

credito ed arrestare il rally dei prezzi. Una vera e propria trappola che potrebbe a questo punto rivelarsi una scure che si abbatterà sui consumi. E che deprimerà ancor di più il fatturato delle piccole imprese. E allora, per fronteggiare lo spettro della recessione, il leader russo ha in mente una ricetta ben precisa. Innanzitutto c’è l’intenzione di interrompere la fuga di capitali e di “chiudere la pagina dell’offshore del Paese”. E provare quindi a convincere chi ha portato capitali all’estero, di ritornare in patria, garantendo zero “domande”

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EconomiaN.8 | 25 Novembre 2014

Elvira Nabiullina - Dopo una lunga militanza come ministro dello sviluppo economico e commerciale del Governo Putin, al momento ricopre la carica di presidente della Banca di Russia.

EconomiaN.10 | 9 Dicembre 2014

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da parte delle autorità fiscali. In seconda battuta, Putin tenterà di sfruttare a suo vantaggio l’isolamento internazionale. Le sanzioni potrebbero rivelarsi infatti un incentivo a “ridurre significativamente la dipendenza dalle tecnologie straniere”. Che tradotto significa: provare a ridurre le importazioni e focalizzarsi sulle imprese locali, per rilanciare la domanda interna. Infine, è previsto un programma di incentivi che potrebbe dare più respiro alle piccole medie imprese, che si comporrà, per la maggiore, di

agevolazioni fiscali e taglio dell’asfissiante burocrazia.

La politica estera - Per quanto riguarda la politica estera, Putin ha usato parole molto dure nei confronti dell’Occidente. E non è forse un caso che a seguito dei segnali negativi dell’economia russa abbia deciso di sospendere l’importante costruzione della South Stream pipeline, un gasdotto che avrebbe dovuto collegare la Russia all’UE, aggirando l’Ucraina. Una decisione che è una chiara manifestazione di polemicità nei confronti dell’Europa. E che creerà non pochi problemi

all’italiana Saipem, azienda coinvolta nella costruzione del metanodotto, destinata – se il South Stream non dovesse essere portato a compimento – a registrare pesantissime perdite. Il progetto del gasdotto è in realtà partito con un passo falso, portando, tra l’altro, più di un grattacapo all’Unione Europea. Nei mesi scorsi, infatti, sono risultati vani i tentativi dell’UE di spingere il partner russo, Gazprom, ad intavolare trattative per affidare la distribuzione di gas a terzi soggetti, nel rispetto della normativa europea che prevede,

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Claudio Descalzi - Milanese, classe 1955. Il 14 aprile 2014 è stato indicato dal Governo Renzi per il ruolo di amministratore delegato di Eni.

Viktor Alekseevič ZubkovNato nel 1941, amico di lunga data del presidente Putin è un dirigente d’azienda, politico e ufficiale del governo russo. Attualmente è il presidente della Gazprom.

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Vladimir PutinIl 4 marzo 2012 è stato eletto per la terza volta Presidente della Federazione Russa succedendo a Dmitrij Medvedev, il cui mandato è scaduto il 7 maggio 2012. Secondo Forbes è la persona più potente del mondo.

Jean-Claude JunckerLussemburhgese e Presidente della Commissione europea dal 1º novembre 2014. È stato primo ministro del Lussemburgo dal 20 gennaio 1995 al 10 luglio 2013 e presidente dell’Eurogruppo dal 2005 al 2013.

La posizione dell’Unione Europea - Ciononostante, l’Europa non sembra voler chiudere la porta al disegno del gasdotto e il neo presidente della Commissione, Juncker, ha sottolineato che in realtà le condizioni per la costruzione del South Stream restano tutte in piedi. Putin, nonostante la gravità della situazione, non manifesta alcun segnale di rimpianto per le azioni in territorio ucraino. E anzi, a suo dire, le sanzioni internazionali rappresentano “una risposta nervosa degli Stati Uniti o dei

suoi alleati” o più semplicemente - egli dice - che “anche se tutto questo non fosse successo, avrebbero trovato una scusa qualunque per contenere le crescenti potenzialità della Russia.” Insomma, il leader russo non sembra recriminarsi nulla, ed è pronto ad accettare il guanto di sfida per risollevare l’economia del suo Paese. Perché quel che è certo è che verranno tempi duri per Mosca e forse, anche per le nostre aziende, che da anni esportano il Made in Italy in Russia.

appunto, che chi produce gas non possa poi distribuirlo. I russi, infatti, dal canto loro, si sono dimostrati imperturbabili e hanno lasciato intendere di non avere la minima intenzione di ricercare eventuali partner per la distribuzione. A questo vanno inoltre aggiunte le crescenti preoccupazioni UE circa il fatto che alcuni Paesi europei, tra cui la Bulgaria, hanno creato leggi ad hoc in favore del South Stream, che in alcuni casi si sono rivelate contrarie alle stesse normative europee.

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Chiunque abbia nostalgia dell’Unione Sovietica non ha cuore. Chiunque desideri che venga ristabilita non ha cervello.

Vladimir PutinPresidente della Russia

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l prossimo 16 dicembre 2014 moltissimi praticanti saranno chiamati a sostenere le prove scritte (parere

civile, parere penale ed atto giudiziario) per l’esame di abilitazione alla professione di avvocato. E’ un appuntamento vissuto, in genere, con molta ansia dai candidati, ai quali desidero quindi offrire dieci piccoli suggerimenti per affrontare la temutissima prova scritta. Esaminiamoli insieme: 1) In genere, i quesiti per i pareri motivati sono basati sulle più recenti novità giurisprudenziali, per cui conviene utilizzare dei Codici molto aggiornati. 2) Oltre ai Codici, può essere utile portare con se’ anche una raccolta delle principali leggi. 3) La principale difficoltà è quella di inquadrare la fattispecie oggetto del quesito: pertanto, il candidato dovrà preventivamente esaminare gli articoli di riferimento ed i relativi orientamenti giurisprudenziali, alla ricerca delle norma specifica da applicare. 4) I membri della Commissione d’esame, in genere, non amano leggere testi molto lunghi, per cui un parere di quattro facciate è più che sufficiente. 5) Vanno assolutamente evitati voli pindarici e ripetizioni degli stessi concetti. 6) Il parere deve essere chiaro,

lineare, coerente, ricco di concetti e di riferimenti normativi e giurisprudenziali. 7) Occhio, poi, alla calligrafia: è importantissimo che sia chiara e ben leggibile. 8) Il parere, quindi, dovrà contenere: a) una succinta esposizione del fatto; b) i motivi per i quali si ritiene di richiamare una fattispecie, e non un’altra; c) il richiamo della normativa ritenuta applicabile; d) il richiamo della giurisprudenza a sostegno della tesi espressa nel parere, di cui si potranno anche riportare le frasi più importanti; e) infine il candidato dovrà prendere posizione sulla fattispecie in esame, dando pareri, consigli e linee di condotta chiare e concrete al lettore. 9) Il candidato non dovrà mai perdere di vista il quesito e la relativa fattispecie, in quanto viene chiamato ad esprimere un parere su un caso presentato come concreto, e non solo per fornire teorie astratte. 10) Infine, quanto alla terza prova (redazione dell’atto giudiziario), il candidato dovrà solo preoccuparsi di individuare quale è l’atto giusto da scegliere tra i vari tipi: una volta fatto ciò, gli basterà prendere il codice di procedura, dove sono indicati analiticamente tutti i requisiti di ciascun tipo di atto giudiziario, e li dovrà solo inserire nel proprio elaborato. In bocca al lupo!

Il 16 dicembre molti praticanti saranno chiamati a sostenere le prove scritte. Ecco le brevi istruzioni per l’uso in dieci punti.

I

Avv. RenatoDamiano

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DirittoN.10 | 9 Dicembre 2014

Prove scritte peraspiranti avvocati

Vuoi scrivere all’avvocato?Avv. Renato [email protected]

Portale Webwww.renatodamiano.it

FacebookL’avvocato civilista risponde

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processo alla

coscienza

critica

“Oh! Come! Voi qui, caro? Voi in questo luogo malfamato? Voi, il bevitore di quintessenze! Voi, il mangiatore d’ambrosia! Davvero, ne sono sorpreso!

Mio caro, vi è noto il mio terrore dei cavalli e delle carrozze. Poc’anzi, mentre attraversavo il boulevard in gran fretta, e saltellavo nella mota, in mezzo a questo mobile caos, dove la morte arriva al galoppo da tutte le parti ad un tempo, la mia aureola, ad un movimento brusco che ho fatto, m’è scivolata giù dalla testa nel fango del

selciato. Non ho avuto il coraggio di raccoglierla. Ho giudicato meno sgradevole il perdere la mia insegna che non farmi fracassare le ossa. E poi, ho pensato, non tutto il male vien per nuocere. Ora posso andare a zonzo in incognito, commettere delle bassezze e abbandonarmi alla crapula come i semplici mortali. Ed eccomi qui, assolutamente simile a voi, come vedete!”

“Ho giudicato meno sgradevole il perdere la mia insegna che non farmi fracassare le ossa”; la morte del poeta-vate. O di quel

Redatto daLiliana Squillacciotti

CulturaN.10 | 9 Dicembre 2014

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che rimaneva di una figura già all’epoca, al limite del mitologico. Cosa ne rimane, oggi? Nell’era del “World Wide Web”, nell’era di quella ragnatela che tutto lega ed avvolge, rendendoci perennemente ed inevitabilmente connessi, spesso nostro malgrado, cosa rimane di una figura, quella dell’intellettuale, che vede il proprio spegnersi già agli albori della società industriale?Dolcevita, occhialoni con montatura rigorosamente più grande del viso, tazza di caffè lungo e portatile con qualche “mela” qua e là. Uno stereotipo.Un’immagine al limite del comico. Nell’era del “tutti possono essere tutto”, chi riesce davvero a porsi come ultimo baluardo di un ambiente ormai relegato all’ambito del velleitario? Tutto è accessibile, tutto è a portata di mano, senza barriere. La Reflex e l’abilità di inserire qualche filtro, fanno il fotografo, così come la capacità di parlare del nulla, in un’enorme supercazzola di matrice Monicelliana (forse) all’interno

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Internet offre una ricchezza inestimabile di informazioni, conoscenza, contatti umani. È così grande che ha gli stessi pregi e gli stessi difetti del mondo reale: pieno di cose meravigliose e anche di porcherie e cose inutili.

Roberto VaccaIngegnere e saggista

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AttualitàN.3 | 21 Ottobre 2014

La moda - L’apparire diventa il centro delle riflessioni contemporanee sul mondo.

L’innovazione- L’antico e il moderno che si fondono. Nella ragnatela del web, bisogna fermarsi a pensare.

di un blog esteticamente ben strutturato, fa lo scrittore.Esiste, al giorno d’oggi, la ricerca di un approccio più tecnico e consapevole al mondo letterario che non si limiti al “lo dice anche Wikipedia”? Eppure gli indirizzi accademici in merito si moltiplicano, i master si sprecano. Negli anni della tecnologia viva, fertile, capace di generare ogni giorno qualcosa di nuovo per cui svegliarsi alle cinque del mattino e cominciare a fare file chilometriche, quanto può apparire realmente utile la ricerca di una guida a ciò che è stato? Esiste, in buona sostanza, ad oggi,

una reale consapevolezza dell’identità culturale? A qualche settimana fa risale l’ultima (solo in ordine cronologico) messa in dubbio di un indirizzo di studi tutto umanistico, come il liceo classico. Eliminarlo, o meno?Eliminare o meno ciò che rimane, al tempo stesso, testimonianza di ciò che siamo stati e via preferenziale per riuscire a comprenderlo? Siamo realmente arrivati al punto di poterci sentire autonomi rispetto ad un passato che non può far altro se non continuare ad insegnare, di poter fare a meno delle radici di una cultura troppo

Considero il Web come un tutto potenzialmente collegato a tutto,come un’utopia che ci regala una libertà mai vista prima.

Timothy John Berners-Lee

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CulturaN.10 | 9 Dicembre 2014

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spesso messa da parte? Si è davvero ormai talmente consapevoli degli errori del passato che appare cosa inutile ripercorrerli? I fatti, farebbero tendenzialmente pensare ad altro.

Il liceo classico, ancora una volta è stato giudicato “innocente” ed è stato assolto nell’ennesimo processo a proprio carico. L’avvocato della difesa era Umberto Eco e, detto questo, magari il risultato potrebbe in un certo senso apparire scontato. Eliminarlo no, sarebbe troppo. Riformarlo sì. E ben venga. Ben venga l’idea di menti formate dal passato ma proiettate

all’oggi. Al domani, se dovesse servire. Ben venga l’apertura, l’applicazione dell’umanistico al tecnologico. Ben venga la creazione di tecnici dell’ambiente, di individui capaci di scindere, in maniera autonoma, ciò che possa o meno avere un reale spessore.Perché è l’era del “World Wide Web”, è l’era del “tutti possono fare tutto”, è l’era del “se è online, è necessariamente reale”, e la possibilità di perdersi, in un’era del genere è più concreta che mai. Il poeta-vate non esiste da tempo, e le aureole si comprano

su Amazon. Imbattersi in “poetastri” non è mai stato così semplice, e riuscire a creare una coscienza critica è tutto, fuorché velleitario.“Dovreste almeno fare affliggere che avete smarrita codesta aureola, o farla reclamare dal commissario.

No davvero! Qui sto bene. Voi solo mi avete ravvisato. D’altronde, la grandezza m’annoia. E poi penso con gioia che qualche poetastro la raccatterà e se la metterà in testa impudentemente. Render felice qualcuno, che piacere! E soprattutto render felice uno che mi farà ridere! Pensate a X, o a Z!... Eh? che cosa buffa, sarà!...”

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La creazione dell’arte - Un’arte come un dono prezioso da custodire e da proteggere. Nella metodicità e nella lentezza della creazione nasce la perfezione di una grande ispirazione.

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CulturaN.10 | 9 Dicembre 2014

la cupola

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era stato eretto su una pianta a croce latina e con un tamburo ottagonale di ispirazione gotica, i quali non sapevano dove appoggiare le cèntine di legno, cioè quelle strutture di stampo medievale che avrebbero sostenuto la cupola. Ebbene Brunelleschi, guidato da una geniale follia, ruppe sia con la tradizione medievale, sia con il metodo a “calotta” dei romani e decise di alzare la cupola senza armature. Potremmo dire una lucida follia, visto che riuscì a equilibrare la costruzione mediante un’ossatura di elementi verticali e orizzontali, scaricando i pesi con mattoni disposti a “spina di pesce”. Finalmente l’architettura nasce sulla base di un progetto premeditato, un metodo basato sul calcolo, ripreso poi da Michelangelo, e poi eseguita. Risultato? La cupola in muratura più grande mai costruita, un mistero ancora attuale, un volume definito nello spazio, che lo domina e che diventa il simbolo della città. Tutto ciò è assolutamente rinascimentale, perché ciò che noi notiamo subito sono i “costoloni” di marmo bianco che risaltano sulle otto “vele”, rivestite di tegole di un materiale volutamente povero. Lo spazio viene penetrato senza urti dalle sporgenze e compenetra l’opera grazie alle caratteristiche “tribune morte”, da lui aggiunte nel periodo della maturità, insieme alla guglia finale, sostenuta da otto archetti rampanti, che è la sintesi e la chiave di volta di tutta le strutture. Rinascere vuol dire mettere in discussione, abbandonare certezze ormai morte, per abbracciare l’arcano. Tutti abbiamo l’impressione che le nostre conoscenze e convinzioni siano ultime e definitive, ma Brunelleschi ha dimostrato il contrario ai suoi contemporanei, così come noi abbiamo il dovere di farlo, nel nostro piccolo, con i nostri.

Scritto da Aniello Sangermano

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la cupola

Brunelleschi sta a Donatello, come architettura sta a scultura. Così inizia la rinascita. A Firenze il giovane Filippo, a ventiquattro anni, cominciò la sua produzione e - pur nella fluida continuità gotica - mostrò già un piglio sicuro nella volontà di cercare una nuova via e tutta la sua insofferenza verso gli schemi prestabiliti. Le sue memorabili imprese architettoniche passano, però, per la tappa obbligata di Roma: è lì che nasce il metodo prospettico, studiando, misurando e analizzando le opere “antiche” e la loro luminosa razionalità. La necessità di un punto di vista unico, monoculare e razionalmente perfetto diventa impellente, con il rifiuto di impressioni fugaci e spazi binoculari che non infondono certezze. Per capire di cosa stiamo parlando bisognerebbe prendere un’immagine qualsiasi, praticare un foro più o meno al centro e, applicando uno specchio davanti e guardando da dietro e attraverso il foro, coglierne l’intera rete prospettica.

Perché Rinascimento vuol dire luce e prospettiva, forme proporzionate a misura d’uomo. Da questi presupposti si parte, se si vuol parlare del vero capolavoro di Brunelleschi: “ ‘l cupolone ” del Duomo di Firenze, la cupola iniziata nel 1420. Era il vero affanno degli operai del Duomo, che

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GastronomiaN.10 | 9 Dicembre 2014

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Expo, Vinitaly, Salone del gusto: sono solo vetrine per i prodotti enogastronomici

italiani? Analisi di un settore trainante per il Paese che ancora patisce grandi criticità.

L’Italia racchiude in sé una grande cultura enogastronomica. Terra del buon vino e della buona tavola fin dal tempo degli antichi greci e romani, patria di gastronomi di eccezione come Maestro Martino, che gettò le basi della cucina moderna, e Pellegrino Artusi, la cui opera è proposta in ristampa da oltre 100 anni.Baciato da madrenatura, bagnato da tre mari, ricco di fiumi e corsi d’acqua, attraversato da catene montuose, il Belpaese - dal punto di vista gastronomico - non smette mai di stupire. Dal vino ai liquori, dai dolci alla pasta fresca, dai salumi ai mieli, da nord a sud, l’Italia mostra un connubio perfetto di odori, sapori, colori. Connubio che affonda le radici in un passato d’eccezione. Le eccellenze enogastronomiche italiane sono costantemente alla ricerca di tutela e valorizzazione ed è per questo che, sempre più spesso, nascono associazioni atte a svolgere tali compiti.

Buono, Pulito e Giusto - Una delle più importanti è sicuramente Slowfood, associazione internazionale no profit, nata a Bra, nel 1986, con il nome di Arcigola e che, attraverso l’assegnazione dei suoi presìdi, cerca di preservare prodotti e produzioni di nicchia, salvandoli dall’inevitabile estinzione sotto la pressione delle grandi produzioni. Oltre 200 sono i Presìdi Slowfood assegnati in Italia, coinvolgendo apicoltori, contadini, pescatori, dal nord al sud. L’associazione organizza biennalmente, dal 1996, il Salone internazionale del gusto, la cui ultima edizione si è svolta nell’ottobre scorso, incentrata sul progetto dell’Arca del gusto, volto a salvaguardare i prodotti a rischio di scomparsa. L’Italia è però anche sede di altre importanti manifestazioni a livello internazionale che mirano a far conoscere ed apprezzare le proprie aziende.

Redatto daEleonora Baluci

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EXPOsizioni

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Verona in festa - Vinitaly è la più importante rassegna internazionale del settore vinicolo, giunta alla sua 49° edizione, con oltre 4 mila espositori annui e circa 150 mila visitatori (di cui oltre 55 mila stranieri) registrati nell’edizione 2014. Vetrina per i prodotti di eccellenza italiani - richiamo per visitatori, esperti del settore, giornalisti, degustatori, provenienti da ogni angolo del pianeta - la manifestazione si propone anche di rilanciare i vanti vinicoli del Belpaese tramite Vinitaly International, “favorendo la comunicazione e la collaborazione tra i

produttori di vino italiano ed i rappresentanti dei principali mercati internazionali”. Nel febbraio di quest’anno, inoltre, è stata fondata la Vinitaly International Academy (VIA) - grazie all’impegno di Stevie Kim e Ian D’Agata - che è alla ricerca di 50 ambasciatori capaci di diffondere il culto dei vini italiani nel mondo.Proprio Vinitaly sarà l’organizzatore del padiglione del vino italiano all’Expo 2015 di Milano. VINO - A taste of Italy, questo il nome scelto, sarà un percorso unico attraverso la storia della viticoltura e la cultura enologica del

Belpaese, per far conoscere al mondo “la grande forza dell’Italia”.

I problemi del settore Nonostante queste manifestazioni puntino al rilancio delle eccellenze enogastronomiche italiane ed indubbiamente siano dei potenti biglietti da visita (basti pensare che all’Expo sono attesi 20 milioni di visitatori), il rischio é che tali vetrine si possano rivoltare contro i produttori stessi, catapultando l’imprenditoria italiana in una giungla di concorrenti maggiormente abituati ai rapporti con l’estero.

L’uva - Tonda e corposa. Viola, verde, nera. La regina della tavola nella stagione del riposo naturale. Schiacciata crea il nettere degli dei. Quel vino italiano che tutto il mondo ci invidia e ci apprezza.

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tra i prodotti esportati fuori dall’Italia. Ma se, come detto dal presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, “i risultati del settore vitivinicolo sono un modello per tutto il comparto agroalimentare made in Italy”, lo stesso non si può dire degli altri settori gastronomici del Belpaese dove le eccellenze sono minacciate dalla concorrenza estera.

Il nodo contraffazionePurtroppo, negli ultimi anni, una grave minaccia si sta abbattendo sui prodotti made in Italy: la contraffazione degli alimenti, prodotti all’estero con materie prime di dubbia qualità e spacciati per tipici italiani. Il Parmigiano Reggiano è il prodotto più imitato, con la diffusione del Parmesan, del Parmesao in Brasile, del Regianito in Argentina, del Pamesello in Belgio ed addirittura con la nascita di un kit per prepararsi da soli il famoso formaggio. Al secondo posto nella classifica delle imitazioni i vini italiani,

L’Italia delle imprese a conduzione familiare, della microeconomia, corre il rischio di essere sopraffatta da nazioni in grande espansione come la Cina o potenze già affermate come Stati Uniti, Giappone, Canada, terre che vivono di macroeconomia, le cui aziende hanno più facilità a vendere i propri prodotti al di fuori dei singoli confini nazionali, sia per la conoscenza maggiore delle lingue e per la formazione più scrupolosa del personale, sia perché in possesso di maggiori risorse e mezzi per affermarsi. Non basta solamente far conoscere aziende e prodotti a consumatori ed intenditori esteri se poi i singoli produttori, gravati da tasse e spese, schiacciati dalle multinazionali, non hanno possibilità concrete di promozione e commercializzazione.

L’eccezione - Il settore vinicolo rappresenta l’eccezione in un periodo di crisi per i prodotti italiani sui mercati esteri; secondo i dati raccolti dall’Istat il valore dell’export in tale settore è passato dai 3.673 milioni di euro del 2008 ai 5.039 milioni del 2013, dato che rappresenta il primato

Trionfo della farina - del pane e delle uova fresche.

La dolce eleganza - Latte, cioccolato, spezie e nocciole.

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Cornucopia italiana L’eleganza e la tradizione si sposano attorno ad un tagliere e ad un calice. Profumi intensi e sentori delicati creano appetibili sensazioni da soddisfare. Le tradizioni italiane si fondono insieme in una cornucopia.

realizzabili all’estero in poche mosse con mosto e miscugli di polveri; seguono poi i salumi, altri formaggi come gorgonzola e pecorino, l’olio, la passata di pomodoro ed il caffè. Tale minaccia è così presente che ogni anno l’Italia perde 60 miliardi di euro di fatturato, come denunciato da un rapporto stilato da Legambiente in collaborazione con il Movimento difesa del cittadino, dato ancora più allarmante se si pensa che, come dichiarato dalla Coldiretti nel 2012, “due prodotti gastronomici italiani su tre, tra quelli in commercio oltre confine,

risultano falsi e vengono immessi sul mercato con denominazioni, loghi e ricette che richiamano in qualche modo l’Italia, nonostante non abbiano nulla a che fare con il nostro Paese”.

Il marketing - In Italia, purtroppo, pur avendo eccellenze alimentari invidiate e richieste in tutto il mondo, mancano ancora quelle strategie di marketing atte a far salire di livello la produzione italiana, con la sola eccezione delle aziende più grandi e di conseguenza più blasonate. Basta pensare ai rigidissimi disciplinari di produzione dei prodotti che riescono ad ottenere il marchio IGP o

Non esiste società che tratti il cibo in modo razionale, tenendo solamente conto del valore nutritivo degli alimenti, ed è per questo che, le valenze dell’alimentazione sono molto radicate.

Nella LivingsPsicologa italiana

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Pomodoro Rosso come l’amore, il pomodoro per dare colore alla tavola e regalare intensità e brio al palato. La vitalità del sud per aprire un pranzo e continuarlo nell’esaltazione del sapore.

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la denominazione DOP (oltre mille sono i prodotti italiani iscritti in questi registri), volti certamente a tutelare ed esaltare le eccellenze made in Italy, ma a svantaggio dei piccoli produttori. Una filiera rigida, dal momento della produzione alla distribuzione, permette sì un perfetto controllo qualitativo e quantitativo ma fa alzare i costi, a vantaggio dei produttori stranieri che riescono ad esportare i propri prodotti in tutto il mondo a prezzi maggiormente competitivi. A tal riguardo si possono citare le parole di Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche

sociali, in occasione di un dibattito al Vinitaly intitolato “La politica e il vino. Lavoro e passione”, riferendosi all’auspicabile e necessaria crescita del settore agricolo: “Le regole non siano delle manette ma un’opportunità”. Le piccole e medie aziende, inoltre, spesso non hanno i mezzi fisici, le risorse e le conoscenze per potersi aprire ai mercati esteri; mancando di personale appositamente formato che faccia da tramite con i paesi stranieri, anche solo per quanto concerne la conoscenza delle lingue straniere, o non avendo una visione chiara delle strategie

di mercato e dei prodotti maggiormente richiesti, i prodotti di nicchia non riescono ad oltrepassare i confini locali.

Rifiorire - Ed è proprio su tali eccellenze che bisognerebbe puntare per far rifiorire il made in Italy nel mondo, mettendo non solo in vetrina le realtà minori che, diversamente e per i motivi già citati, una vetrina non riescono ad averla, ma semplificando le norme, offrendo servizi ed assistenza. Iniziando ad apprezzare, per primi, da italiani, i prodotti di nicchia del nostro territorio.

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A filo d’olio - Verde oliva come ingrediente immancabile per un sapore genuino e vero. Nudo e crudo da assaporare, l’olio come simbolo della crescita della qualità italiana.

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oma sta crollando. Pare che la capitale, a suon di colpi di indagini della magistratura, sia

in rapido declino. Corsi e ricorsi storici: è molto più vicino del previsto quel 476 d.C.? “Roma non è marcia”, ripete il sindaco Marino, ma se è pur vero che i fenomeni di organizzazioni criminali di stampo mafioso non sono autoctoni del panorama romano, non si può non giungere ad affermare che, così come le strade, tutte le Mafie portano a Roma; come d’altronde si è potuto intuire nelle ultime settimane.Politici di ogni dove e colore politico, Presidenti di municipalizzate, mafiosi, vip, calciatori e rispettive fidanzate: un baccanale molto variopinto, “feste orgiastiche” che ospitavano i più svariati rappresentanti della eminente “curia” romana; insomma, sono finiti i tempi di Arcore e delle olgettine…purtroppo.L’ex Sindaco Alemanno indagato, il suo attuale successore Marino - avvinghiato alla poltrona - che tenta in ogni modo di rimanere alla guida della Capitale e determinato ad andare avanti, pronto anche per un secondo mandato. Prima la Panda e le multe, poi tutto questo: Cenerentola prenderà parte all’ultimo ballo? Insomma, riuscirà a mangiare il panettone?Al Campidoglio saranno inviati dei commissari prefettizi che affiancheranno quelli dell’autorità

anti corruzione guidata da Raffaele Cantone. Ispezioni, a raffica, come se non ci fosse un domani.Il prefetto Giuseppe Pecoraro fa sapere che dalla Prefettura non ci sono intenzioni di proporre lo scioglimento per infiltrazioni mafiose; si stanno studiando le carte, è difficile che si giunga ad un tale esito: se queste vicende avessero riguardato non la Capitale ma un’amministrazione meridionale, con molta probabilità lo scioglimento sarebbe scattato – dichiara con amarezza il Prefetto.Mentre molti esponenti del PD capitolino si sono dimessi– compreso il Presidente del Consiglio Comunale – Marino afferma che Roma non è una città mafiosa e se ci sono state alcune mele marce questo non significa che sia una città malata. La prima mossa annunciata dal Sindaco sarà quella di far ruotare tutti i dirigenti dell’amministrazione capitolina, come presto forse avverrà anche con gli assessori in giunta e ne sarà creato uno nuovo per la Trasparenza (contatti ci sarebbero stati con l’ex procuratore Giancarlo Caselli).La eco mediatica di questo scandalo risuona oltreoceano e mentre l’Italia fa sempre la medesima figura a livello internazionale, le opposizioni al Governo chiedono a gran voce le elezioni anticipate per il Comune di Roma. Il Movimento 5 Stelle, Berlusconi e la Lega che addirittura annuncia di voler proporre un proprio candidato per la corsa al Campidoglio…Ma, questo punto, aridatece Alemanno!

Mafia Capitale e la questione romana

Il Campidoglio sussulta a furia di inchieste. Il terremoto Mafia Capitale travolge senza pietà tutta l’élite dell’Urbe.

FlavioDi Fusco

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Post itUn forte vento che sfreccia sul viso. Firmato da Armando De Martino.

Vampiri e FunghiLa storia di un incubo con Cappuccetto Rosso. Firmato da Laguna Morgan.

SemaforoA Natale (non) tutti sono più buoni. Firmato da Josy Monaco.

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post it

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Scavo, scavo ed escono lombrichi e lucertole. Scavo ancora, finché non riesco a calarmi. Sembro seduto su un grattacielo. Sotto ho un fiume che pare il mare per quanto grande. Delle navi lunghe lo attraversano e sulla sponda sinistra riesco a vedere una moto che corre con un uomo dai capelli mossi che tiene su una valigetta di pelle. Dietro una donna, dai capelli lunghi, che gira la testa a destra e a sinistra. Insegue la moto, Mi lancio nel fiume e comincio a nuotare. Raggiungo la riva ma è troppo tardi. Vedo delle strane cannucce di ferro disperse come in un percorso. Le raccolgo e le inseguo. Altri animali simili a procioni mi attaccano e mi mordono le scarpe. In lontananza, sento una musica, ed ancora un forte rumore simile a centinaia di macchinette di caffè che bollono, è acqua che cade, ma non la vedo. All’improvviso la terra si abbassa, ed io cerco di mantenere l’equilibrio mettendomi carponi. Vedo uno spiraglio in alto. Un anello di fumo che diventa sempre più soldio. Mi infilo con la testa e ritorno al magazzino. Sono alle spalle. Il tavolino è vuoto. C’è una cartina. Mi seggo e provo a farmi una sigaretta. Mi cade tutto il tabacco ed impreco. Sento dei passi morbidi, ed una mano tra i capelli. Mi arriva una sigaretta rollata e chiusa sul tavolino, lei si siede e mi prende le mani. Il rumore dell’acqua si trasforma in un tango leggero, ed i procioni succhiano le cannucce accucciati sotto la motocicletta. Mi porta via da li. Davanti a noi non c’è nessuna ombra. Arriviamo in una grande piazza, ci sediamo sotto un albero. Guardiamo donne chiedere giustizia. Ci godiamo il cielo di un mondo parallelo. Ritorna il rumore dell’acqua. Giriamo la testa a destra e a sinistra e delle imperiose cascate ci trascinano in un letto enorme e finiamo per svegliarci abbracciati.

Scritto da Armando De Martino

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post it

Un forte vento sfrecciava sul viso. Avvolgo la sciarpa e mi avvio. Vedo un’ombra di spalle. Una strada larga, tanto larga che per attraversarla impiego mezz’ora. Il vento continuava a sbattere, e le luci della sera grandinavano sul mio stomaco impazienza. Attraverso una porta di un magazzino. Davanti una sagoma sbiadita dai capelli lunghi. Attorno degli animali buffi, che somigliavano a procioni. Mi attaccano. Esco dal retro e mi trovo davanti una campagna enorme. Seguo le orme nella terra rossa di un piede piccolo. Cammino, e sento il rumore dell’acqua. Mi giro ma non la vedo. Sento l’acqua e seguo una figura dai capelli lunghi, che mi precede girando la faccia a destra e a sinistra. Cerco di raggiungerla. Il rumore dell’acqua è ancora più fitto. Sento il profumo della schiuma che si forma ma non la vedo. Sudo, e nuoto tra le foglie di piante giganti che mi abbracciano. Attraverso un’altra porta. Vedo la sagoma seduta. Non riesco a

raggiungerla, mi si para contro una grossa libreria. Provo a togliere i volumi ad uno, ad uno. Mi passano tra le mani, mille nomi, di mille autori. L’acqua mi bagna le scarpe, e me le tinge di rosso. Sempre più densa è l’acqua che mi circonda. Provo ad aggirare l’ostacolo, scavando una buca nel terriccio.

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cappuccetto rosso

vampiri e

funghi

Il bosco era in penombra, il sole filtrava appena tra le foglie, disegnando sul sentiero degli strani giochi di luce e ombra. Le foglie sui rami in basso erano più verdi che mai, brillanti a causa della recente pioggia. Il sentiero era bordato di fiori di diversi colori, il loro profumo solleticava il naso e si fondeva a quello della resina sui tronchi. Non lontano, si poteva sentire il leggero mormorio di un fiume. Dei passeri cantavano sui rami, e una cincia replicava gioiosa. Nel sottobosco, il rumore delle foglie indicava la presenza di qualche

animale, e, sulla terra umida, c’erano delle tracce fresche che ne indicavano il passaggio.Un suono che non veniva dal bosco, o quantomeno non era appartenente alla natura, era quello dei passi e della voce di Cappuccetto Rosso. La ragazzina canticchiava in maniera sommessa, cogliendo fiori dal bordo del sentiero e qualche fungo, un’accesa macchia rossa che spiccava in mezzo al verde del bosco. Un rumore indistinto fra gli alberi, sempre più vicino e un po’ inquietante, gelò Cappuccetto Rosso sul posto, facendosi sempre

Redatto daLaguna Morgan

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più forte alle sue orecchie, misto al battito forsennato del suo cuore. Dall’ombra emerse una figura inquietante che iniziò ad avvicinarsi. Quando fu in piena luce, Cappuccetto Rosso si accorse che si trattava di un uomo, pallido come un morto e dagli occhi ardenti. «Salve, ragazzina», esordì l’uomo, con una voce bassa e cavernosa, fermandosi sul bordo del sentiero. «Cosa fai tutta sola nel bosco?» le chiese.Cappuccetto Rosso non sapeva se rispondere o meno. La paura nei confronti dello sconosciuto le stava facendo gelare il sangue nelle vene e accapponare la pelle. Dopo qualche secondo, si schiarì la voce e rispose.«Va-vado dalla nonna, che abita nella radura» disse, con voce incerta.«Oh, ma che brava bambina!» la schernì l’uomo. «Conosco anch’io tua nonna, sai?» disse, con un sorriso sinistro. «Il mio nome è Lupo, ti va di fare una gara?»Cappuccetto Rosso, inconsciamente, annuì.

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Cappuccetto rosso? Cappuccetto rosso? Su, apri la porta. Su, apri! Non hai sentito il mio toc, toc, toc? Allora vuoi che soffi? Vuoi che faccio puff? Allora devo aprirla io la porta? Sono il lupo cattivo!

Jack TorranceShining

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Ecco il lupo Quando fu in piena luce, Cappuccetto Rosso si accorse che si trattava di un uomo, pallido come un morto e dagli occhi ardenti.

«Bene. Siamo ad un bivio, qui», indicò il sentiero che si biforcava «Entrambe le strade portano alla radura. Io prenderò quella di destra e tu quella di sinistra e vediamo chi arriva prima».Cappuccetto Rosso annuì di nuovo, e si avviò lungo il sentiero di sinistra, mentre Lupo prese quello di destra.Quello che lei non sapeva, era che il sentiero di sinistra era notevolmente più lungo.Il sole stava tramontando e tingeva le nuvole di rosso e oro quando Cappuccetto Rosso arrivò alla radura nella quale si trovava la casa della nonna.

La luce del sole si rifletteva sulle finestre, impedendole di scorgere nulla all’interno della casa. Il sole calante dipingeva i muri bianchi di un tenue rosa, conferendo alla casa un aspetto meno classico. Avvicinandosi alla costruzione, Cappuccetto Rosso notò qualcosa di strano: i fiori alla finestra, di cui la nonna era sempre stata così fiera e di cui si occupava con grande solerzia, che generalmente erano in perfetto ordine, erano maltrattati, mancanti di petali, come se qualcuno vi ci si fosse poggiato per spiare all’interno. Alcuni vasi erano caduti e si erano rotti, spargendo

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I petaliI fiori erano maltrattati, mancanti di petali. Alcuni vasi erano caduti e si erano rotti, spargendo fiori e terriccio sul giardinetto recintato.

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fiori e terriccio sul giardinetto recintato. La porta era socchiusa, cosa che non succedeva mai: la nonna non la dimenticava mai aperta ma, anzi, spesso la sprangava dall’interno.Cappuccetto Rosso, con mano tremante, presagendo il peggio, aprì la porta e la situazione all’interno della casa era quasi terrificante: sedie rovesciate facevano bella mostra di sé nel salottino, insieme al tavolino distrutto; le tende all’uncinetto che la nonna aveva confezionato con tanta cura erano state strappate ed ora pendevano sfilacciate dai loro bastoni. Spaventata,

Cappuccetto Rosso si avvicinò alla porta della stanza della nonna, senza sapere cosa attendersi. Aprì la porta e dovette soffocare un urlo, il sangue completamente gelato nelle vene: sul letto, si trovava la nonna, gli occhi sgranati e vitrei, la bocca aperta in un’espressione di terrore. La camicia da notte era strappata in più punti e macchiata di sangue, come se l’anziana donna avesse cercato di difendersi dal suo assassino, invano. Le lenzuola, scalzate dal letto, erano insanguinate in corrispondenza del cadavere. Intorno al letto, sul pavimento, si allargava

lenta una pozza di sangue. In un angolo della stanza, si trovava, appallottolata, la cuffietta da notte della nonna; poco distante gli occhiali con le stanghette ritorte e le lenti rotte. Cappuccetto Rosso non era in grado di associare l’immagine che vedeva con ciò che ricordava della stanza della nonna nella sua ultima visita. Non poteva essere vero, non poteva essere quella. Non era di sua nonna il corpo freddo, immobile, che giaceva riverso sul letto con la schiena e il collo in una posizione che non aveva nulla di naturale. Non era la nonna, così ordinata, così precisa,

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Confusione in stanza - Le tende all’uncinetto che la nonna aveva confezionato con tanta cura erano state strappate ed ora pendevano sfilacciate dai loro miseri bastoni.

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AttualitàN.3 | 21 Ottobre 2014

Vampiro - Cappuccetto sentiva i denti affilati di Lupo cominciare a premere sul collo.

Sangue - Le lenzuola, scalzate dal letto, erano insanguinate in corrispondenza del cadavere.

che aveva il letto, la stanza in quelle condizioni. E non era il suo sangue quello che aveva impregnato la camicia, le lenzuola, e che aveva formato una pozza sul pavimento. No. Non era possibile.Terrorizzata, fece per allontanarsi, senza però riuscire a voltare le spalle a quel macabro spettacolo, come se gli occhi non potessero fare a meno di inviare le immagini ad un cervello che non aveva nessuna intenzione di accettarle. Riuscì a compiere sì e no due passi, quando si trovò a sbattere contro qualcosa di duro, troppo duro per essere

anche il muro. Si trattava di Lupo.«Finalmente sei arrivata, bambolina. Ho ancora spazio per una piccola ciliegina rossa come te...» disse Lupo, con voce cavernosa, passandosi una mano sullo stomaco. Cappuccetto Rosso rimase immobile. Le sembrava che il cervello non riuscisse a collegarsi alle gambe per odinar loro di correre a più non posso. Si ritrovò, senza nemmeno la forza di urlare, stretta nella morsa di Lupo, il suo fiato fetido sul collo.Cappuccetto Rosso poteva sentire i denti affilati di Lupo

Personalmente non faccio uso di droghe o materiali allucinogeni, in effetti i miei sogni sono già abbastanza terrificanti.

Maurits Cornelis Escher

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cominciare a premere sul collo, simili a punture di vespa, ma sicuramente più letali. La consapevolezza invase il suo cervello annebbiato: Lupo era un vampiro, Lupo aveva massacrato la nonna. Ed ora voleva lei.Lo schianto di una porta fece sobbalzare la ragazzina ed il vampiro, il quale si voltò, consentendo a Cappuccetto Rosso di sottrarsi alla sua presa. Sulla porta, si stagliava la figura di un uomo, armato di un paletto di frassino.«Guarda chi abbiamo qui, il vecchio Abe... sempre

al momento giusto, Van Helsing.» Lupo schernì il nuovo arrivato. «Ragazzina, è meglio che ti allontani di qui. Fidati di me, sono un cacciatore di vampiri. Sistemerò questo simpatico buontempone in poco tempo.» disse Van Helsing, preparandosi a colpire Lupo con il paletto in mezzo al petto. Lupo scoppiò a ridere, lasciando andare Cappuccetto Rosso.Approfittando della distrazione di Lupo, Cappuccetto Rosso riuscì a scappare dalla casa e verso il bosco, sempre più buio e

sinistro. Si fermò per riprendere fiato, voltandosi verso la casa, ancora visibile nei dettagli. Tutto sembrava normale, lontano dall’incubo che le era apparso poco prima. Niente fiori rovinati, nessuna figura inquietante la inseguiva. Solo la nonna sull’uscio che la chiamava a gran voce, un po’ spaventata dal suo comportamento.Cappuccetto Rosso aprì la mano destra, che fino a quel momento aveva tenuto stretta in un pugno, e osservo i funghi colti durante il cammino: allucinogeni.

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Risveglio dall’incubo- Cappuccetto Rosso aprì la mano destra, che fino a quel momento aveva tenuto stretta in un pugno, e osservo i funghi colti durante il cammino: allucinogeni.

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Lo scattodella Vita

GalleriaN.10 | 9 Dicembre 2014

Uno scatto può cambiare il modo di vedere, guardare e osservare. Uno scatto che entra nella storia rende unici fotografi come John Stanmayer, Stephanie Sinclair, Nick Nichols e altri grandi artisti della fotografia per National Geographic. Scatti di vita d’autore immortalano un attimo, uno sguardo, un’esperienza da prima pagina.Storie di quando un’immagine parla. Racconti che non hanno bisogno di parole.

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Fiero di essere VietnamitaUna foto dal grande impatto. La grotta di

Hans Son Doong. Una delle Cavità tra le più grandi del mondo.

(Ph. Carsten Peter - 2010)

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Un orfanotrofio ad Haity. Un bimbo muto ed una maglia di topolino. Uno scatto. Una sua parola. (Ph. Steve Winter - 1990)

Il dramma delle sposebambine fuggite dai mariti. Mejgon e il suo coraggio di donna, in un abbraccio. (Ph. Stephanie Sinclair - 2004)

Sumatra, 26 dicembre 2004. Una valanga d’acqua distrugge

il villaggio di Lampuuk. L’acqua porta tutto con sé.

(Ph. John Stanmeyer - 2004)

To young to wed

Ho ricevuto molto di più

preghiera tra le fiamme

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Affrontare una vetta senza nome. Senza fermarsi. Nonostante la stanchezza. Con l’energia della stanchezza.(Ph. Jimmy Chin - 2002)

Sralbard. Cascate d’acqua, orsi polari morti e ghiacciai in scioglimento. Pericolo imminente.(Ph. Paul Nicklen - 2013)

Un flash, un frame con una torcia in mano e si è

trasportati in luoghi altri e in momenti oltre.

(Ph. Erika Larsen - 1995)

FRANEGHIACCIATE

lontano dalla civiltà

uno scattomentale

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Un’immagine parla per color che non hanno voce. In Rwanda per raccontare di Mirty.(Ph. Michael Nichols - 1980)

Uno sfondo bianco, uno sgabello. Una donna ritratta e sua figlia scatta. L’una di fronte all’altra, senza più ricordi né veli.(Ph. Maggie Steber - 2006)

Una mano per trattenerlo a sé. Un sussurro per non farlo andar via. Una figlia che scatta una foto ad un padre che non vuol andar via.

(Ph. Lynn Johnson - 2004)

Madje senza ricordi

L’attimo di uno scatto

fluididi vita

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uuu

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Scritto da Josy Monaco

La strada davanti a me è larga e libera. Circondata da alberi e mare. Cammino e non sono capace di dare una stima dei chilometri che ho percorso. Sono giorni che vago per queste vie che continuo a non conoscere. Tutte le volte che attraverso allo scattare del semaforo mi sembra di vedere per la prima volta davanti a me quello strano edificio. È giallo e le finestre sono viola. La gente che ci abita sembra non essere di questo mondo. È strana. La mattina, quando attraverso, le finestre si fanno sipario teatrale della vita di quella gente. Si sveglia, guarda

il cielo, fa colazione, ride o grida. Il pomeriggio le finestre sono semiaperte. Intravedo bacini e mani che si toccano. Credo sia una danza. Poi qualcuno getta qualcosa via dalla finestra. Forse una carta appallottolata, a nessuno è dato di sapere quali segreti nasconde. La sera, le finestre sono chiuse mentre le luci restano accese. Vedo le ombre, vedo i movimenti. C’è chi legge, c’è chi salta, c’è chi come me si affaccia alla finestra di casa sua per osservare gli esseri umani…Queste furono le prime parole che riuscii a buttare

giù sul mio quadernone a quadrettoni. Ero al semaforo di via Santa Maria del Pianto, in attesa che la luce diventasse rossa. Erano i primi di Dicembre e se leggerete la storia che sto per raccontarvi, anche voi come me, non dimenticherete mai la lunga interminabile coda di auto nella quale mi trovai quel giorno. In quelle settimane nella mia città avvenne qualcosa di straordinario. Badate che mi riferisco al periodo corrispondente alla metà degli anni ‘80 . Era l’anno in cui a Napoli stava per nevicare come in un inverno

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Racconti di NataleIl semaforouuu

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FinestreLa mattina, quando attraverso, le finestre si fanno sipario teatrale della vita di quella gente. Si sveglia, guarda il cielo, fa colazione, ride o grida.

Fiumana di autoLa coda partiva da via Don Bosco e arrivava fin lassù. lassù. Mentre osservavo le cappelle del cimitero antistante un uomo dai capelli neri, corti e appiccicati sul capo e con baffetti sottili bussò al mio finestrino.

Don Bosco e arrivava fin lassù. Mentre osservavo le cappelle del cimitero antistante un uomo dai capelli neri, corti e appiccicati sul capo e con baffetti sottili bussò al mio finestrino. Fiori tra le mani non ne aveva, taralli al limone nemmeno, spugna e asta per pulire i vetri idem. Stringeva tra le mani un fazzoletto di stoffa e dunque era lontano anni luce da un tipico venditore ambulante da semaforo. Voleva chiaramente dirmi qualcosa. Così, preparando il più affascinante dei sorrisi abbassai il finestrino. Stavo aprendo la bocca per tirare fuori le prime parole che la mente mi dettava ma ci pensò lui ad iniziare la conversazione. Mi fece notare che la mia

auto era ferma e cacciava del fumo dal retro. Detto in soldoni: ero io la colpevole di quella fiumana arginata di auto immobili al semaforo. La coda l’aveva provocata la mia auto. Provando a scusarmi spiegai che avevo da poco ripreso a guidare. La patente sarebbe scaduta di lì a sei mesi e dunque per non bruciare la restante parte del tempo che mi rimaneva, avevo deciso di tornare ad imbottigliarmi nel traffico durante le feste di Natale. Gli diedi anche la motivazione: la gente era felice. Non si lavorava e i bambini non andavano a scuola. Erano tutti liberi di mente e si preparavano ad imprigionare lo stomaco con lauti pranzi e cene. Lo si deduceva bene dal fatto che, provando a guardare

polacco e quello in cui la mia squadra del cuore cominciò a vivere il massimo splendore grazie a Diego Armando Maradona. Non ho mai amato il calcio se non per amore della mia patria. Ad ogni modo non è questa la sede adatta per parlare di sport. Non ne possiedo le competenze. Non ne capivo all’epoca, figuriamoci oggi. Se solo fossi in grado di disegnare prenderei una matita per illustrarvi al meglio la boriosa coda nella quale mi trovavo. Accanto a me, su un carretto di campagna un gruppo di ragazzi, ammassati l’uno sopra l’altro insieme a pecore e maiali, facevano ritorno a casa. Da quanto raccontavano, riuscii ad intuire che tornavano da Londra. Una fuga con ritorno assicurato e con fondo cassa prosciugato. Eppure i loro volti erano privi di rughe di tristezza e i nasi erano arricciati tanto da gonfiare gli zigomi. Nella parte opposta in una Fiat Uno, una donna con in grembo il frutto dei suoi primi mesi di matrimonio sorrideva al marito per il grande albero acquistato. Con molta probabilità, si apprestavano a festeggiare il trionfo del loro nido d’amore tanto agognato durante gli anni di fidanzamento. Per acquistare regali c’erano ancora ventitré giorni di tempo ma le strade si facevano già ricche di involucri di ferro, metallo e benzina. La coda partiva da via

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in ogni singolo veicolo, tutti i sedili erano occupati, con almeno quattro buste del supermercato ricche di cibo e mani che portavano alla bocca roccocò che forse erano stati assaggiati da qualcuno mentre spuntava la lista della spesa. Da notare anche enormi scatoloni rosa con sopra disegnate biciclette e bambole a

a guardare a destra e a manca la mia auto. L’istinto gli suggerì di aprire l’autoveicolo sul davanti per verificare se ci fossero problemi tecnici. Nel frattempo, mi accinsi a prendere la mia borsa bordeaux dal sedile posteriore. Prestando attenzione a non graffiare lo smalto rosso che avevo applicato con tanta cura, tirai la zip. Presi il mangianastri giallo e blu. Azionai il tasto play. Gli Eagles cantavano un Hotel California per i cartoni animati. Fui costretta ad estrarre la musicassetta per

grandezza umana. Più tiravo fuori le parole così come la combinazione dei miei tessuti cerebrali mi inviava e più mi accorgevo che le mono sopracciglia di quell’uomo andavano a destra e sinistra come le onde di un mare di carta. Abbottonando la camicetta blu jeans che per distrazione era rimasta aperta, lasciai

riavvolgere il nastro affinché la musica potesse tenermi compagnia. La scelta di quella canzone non fu casuale. Insieme a costosi profumi in miniatura e ombretti che risaltavano i miei occhi di ghiaccio, nella borsa portavo sempre un paio di musicassette. Dunque, a mio avviso quello era il momento di sentir cantare che “ siamo tutti prigionieri del nostro ingranaggio”. L’atmosfera ben si prestava affinché potessi buttare giù nuove parole sul mio quadernone. Ci vollero circa quarantacinque minuti

affinché l’uomo che, con tanta cortesia e gentilezza stava provando a ripararmi l’auto, si arrendesse. Proprio quando ero sul più bello del racconto che mi apprestavo a scrivere, bussò di nuovo al mio finestrino per dirmi che andava via e che mi conveniva chiedere aiuto a qualche altro automobilista in coda. Aprii la portiera spingendo il petto in avanti e lasciai che il mio viso di nuovo si bagnasse con qualche goccia nera. Alzando le mani in segno di

innocenza e con lo sguardo triste, l’uomo tornò nella sua auto che si trovava dietro la mia. Si guardò intorno e siccome i vigili non c’erano, con una manovra spericolata, che suscitò la rabbia degli altri automobilisti, riuscì a liberarsi da quella coda infernale. Lo osservai fuggire via mentre il cofano della sua Regata sembrava ballare con i ramoscelli verdi che uscivano fuori. Imbarazzata dalla situazione, finsi di giocare con i miei jeans strappati. Diego Maradona

attaccante del Napoli.

Auto in panne - in soldoni: ero io la colpa di quella fiumana.

scendere sul mio volto delle gocce nere. Con le mani coprii il mio seno e abbassai lo sguardo. Riuscii a stimolare la pietà di quell’uomo che per cavalleria mi invitò a sedermi in auto. Avrebbe provveduto a risolvere il mio problema. Per il bene di tutti e in primis per il suo bene pensai. Ascoltando il suo consiglio, tornai sul sedile della mia Mazda nera. Dallo specchietto riuscivo ad intravedere le mani rosse e tagliate dal gelo di quel benefattore che, allentando il nodo della sua cravatta piquant green, si industriava

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Era arrivato il NataleLo si deduceva bene dal fatto che, provando a guardare in ogni singolo veicolo, tutti i sedili erano occupati, con almeno quattro buste del supermercato ricche di cibo e mani che portavano alla bocca roccocò.

Più esattamente finsi di provare ad aggiustarli. Fu in quel momento che qualcuno tastò con i polpastrelli le mie spalle. Mi voltai. Era una donna con due grandi occhi di un marrone così intenso che sembravano privi di pupilla. I capelli erano corti e rossi e aveva due enormi orecchini di forma discoidale. Sopra il maglione Deep Ultramarine, una pelliccia di visone riscaldava le sue spalle. Confesso che l’ansia che quel giorno stavo provando mi provocò un calore tale da non farmi accorgere che faceva freddo. Sentendo dei piccoli brividi mi ricordai di avere in auto la mia

giacca dalle spalline gonfie. Prima però, siccome la donna sembrava parecchio irritata, con un altro sorriso di introduzione, cercai di spiegarle il problema. Chiamò in mio soccorso quello che sembrava essere il marito, il quale subito si avvicinò alla mia auto per capire quale fosse il problema. Mettendo in testa un cappello di pelliccia, tornò nella sua auto invitando anche me a fare lo stesso. Entrai, chiusi la portiera e lasciai che gli Eagles continuassero a cantare mentre il mio racconto prendeva forma. In soli quarantacinque minuti avevo riempito già dieci

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MangianastriPresi il mangianastri giallo e blu. Azionai il tasto play. Gli Eagles cantavano un Hotel California per i cartoni animati. Fui costretta ad estrarre la musicassetta per riavvolgere il nastro affinché la musica potesse tenermi compagnia.

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pagine del quadernone. Sorridevo mentre pensavo alla mia bambina che mi attendeva a casa: una macchina da scrivere viola con scritte dorate. L’avevo acquistata in un negozio nei pressi di casa mia. Proprio come accadde a Paul Sheldon quando fu rapito da Annie Wilkes, mancava una lettera. Non si trattava della lettera N. Sarebbe stato molto originale se così fosse stato perché la N è la prima lettera della parola Natale. Quella che a me mancava era la F come le parole furbizia, furfante, fuorilegge. Presa da una foga quasi magica, i personaggi che avevano

preso vita nella mia mente, nascevano anche sulla carta. Sapete, quando non si è capaci di farsi perdonare per gli errori commessi o quando al contrario non si è ricambiati dall’uomo che si ama, l’unico conforto sono le parole. Io però, non sono tipo da romanzi Harmony. Le storie di consolazione devo scrivermele da sola. Almeno all’epoca così facevo. Sono passati ben trent’anni dall’episodio che vi sto raccontando ma il potere dei sentimenti è rimasto immutato. Le pene d’amore sono sempre le stesse e nel periodo natalizio sono come chiodi che trafiggono il

cuore. Come gli atomi che formano le molecole, ogni vocabolo, ogni segno di punteggiatura, aggiungevano pezzi mancanti al puzzle della mia fantasia lasciando trascorrere altri quarantacinque minuti. Il soccorritore numero due, al pari del primo, si arrese. Fu poco gentile. Chiuse con gesti poco nobili la parte anteriore della mia auto e, senza neppure salutare, tornò al suo posto con i polpastrelli che nervosamente giocavano con il volante. Solo un segno dal cielo poteva spiegare perché la mia auto non partiva. Di fronte c’era un mobilificio

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Non si trattava della N - Una macchina da scrivere viola con scritte dorate. L’avevo acquistata in un negozio nei pressi di casa mia. Ma mancava una lettera. Non si trattava della N.

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AttualitàN.3 | 21 Ottobre 2014

Gli occhi - Profumi in miniatura e ombretti che risaltavano i miei occhi di ghiaccio.

Atomi - Cosi ogni vocabolo, ogni segno di punteggiatura, aggiungevano pezzi mancanti al puzzle della fantasia.

che aveva in vendita un armadio a specchi nei quali si rifletteva la fiancata destra della mia Mazda nera. Come un televisore che trasmette programmi TV per ventiquattro infinite ore, osservavo quell’insolito contesto che non faceva altro che aumentare il mio imbarazzo. Chi mi avrebbe aiutata? In attesa di una nuova anima pia, tornai a sedermi in auto. I ragazzi sul carrettino non prestavano attenzione a quanto mi stava accadendo. Il tempo che si dilatava, gli concedeva la possibilità di riposare dopo il lungo viaggio in terra straniera. Uno di loro aveva

tra le mani uno skateboard con sopra una coccarda rossa. Chissà, poteva essere il regalo per un amico da riabbracciare al più presto. Comunque sia, la penna stilografica saziava la mia produzione mentale. Scrivevo, scrivevo e ancora scrivevo. Ero quasi giunta alla fine. Mi sentivo padrona dei numeri degli orologi. Ero più veloce dei giri delle lancette. Quasi mi sembrava di aver vinto una delle sfide più ambite dagli esseri umani: fermare il tempo a seconda delle necessità. La sensazione di potenza faceva danzare il mio respiro. Mancavano più o meno una decina di righe alla fine del racconto. Banalmente,

Bisogna interrompere di tanto in tanto il flusso della scrittura. Per evitare che dal rubinetto scorra sempre la medesima acqua.

Francesco Burdin

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qualcuno bussò al mio finestrino. Uno studente dalle fattezze tipiche degli Sloane Rangers, frenando il muco che fuoriusciva dal naso rosso con il cappotto forse rubato al padre, a gesti provò a farmi capire che voleva offrirmi aiuto. Di nuovo preparai un sorriso a metà strada tra la tenerezza e la seduzione capace di nascondere il mio imbarazzo e ancora una volta tornai ad aprire la portiera dell’auto. Parlava la lingua che oggi, più dei lontani anni ‘80, tutti cercano di imparare, io no. Sognavo un giorno di fare un viaggio nella città dove quasi tutto è possibile. Tra i miei

pensieri c’era la voglia di solcare le strisce pedonali di Abbey Road, magari con altri tre amici per imitare il famoso quartetto che molto ha donato alla storia della musica. Magari avrei anche imparato a parlarne la lingua, chi poteva saperlo a quei tempi. Ancora una volta, furono le lacrime nere, a salvarmi. Attraverso la comunicazione non verbale, quel giovane gentiluomo britannico mi invitò a tornare nella mia autovettura perché faceva molto freddo. Tirò sulle ginocchia il pantalone di velluto a coste e si abbassò. Fece un lungo giro intorno al veicolo. Il colpo di scena che

mi avrebbe eletta a scrittrice dell’anno segnò il punto di chiusura sull’orecchio di carta creato dal mio gomito. Erano trascorsi poco più di venti minuti. L’individuo, che palesemente proveniva da una buona famiglia, bussò di nuovo al mio finestrino. Mi mostrò un paio di gambaletti femminili che pare fossero incastrati nella marmitta. Sbarrai gli occhi e come sempre capitava, la saliva andò a farsi benedire e riuscii ad emettere solo dei suoni strozzati privi di senso, girai la chiave e misi in moto. La coda era finalmente sciolta e tutti poterono tornare a casa per scartare i regali.

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Il racconto - Entrai, chiusi la portiera e lasciai che gli Eagles continuassero a cantare mentre il mio racconto prendeva forma. In soli quarantacinque minuti avevo riempito già dieci pagine.

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