IMMUNODEFICIENZE 2007
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IMMUNODEFICIENZE
Prof. Paolo Emilio Manconi 2007
Allergologia Immunologia clinica
IMMUNODEFICIENZE (ID) Definizione
Con il termine ID si indicano difetti di funzionamento del sistema immunitario che si traducono in una insufficiente risposta
IMMUNODEFICIENZE
Poiché ID e difetti dei meccanismi aspecifici di difesa (neutrofili, macrofagi, infiammazione, etc) hanno quadri clinici in comune, spesso i capitoli dei libri classificano insieme i primi e i secondi
IMMUNODEFICIENZE
In senso stretto, ID sono solo i difetti che riguardano i veri protagonisti del SI
…ricorda, specificità e memoriaricorda, specificità e memoria
Quindi:Linfociti T, B ed NKplasmacellule
IMMUNODEFICIENZEPRIMITIVE
RIGUARDANO PRIMITIVAMENTE I PROTAGONISTI DEL SISTEMA IMMUNITARIO
SECONDARIEIL DIFETTO DEL SISTEMA IMMUNITARIO E’ DOVUTO A MECCANISMI ESTRINSECI AL SISTEMA STESSO: AD ESEMPIO IRRADIAZIONI, ETC, O A NEOPLASIE DELLO STESSO SISTEMA IMMUNITARIO
IMMUNODEFICIENZEPRIMITIVENon vuol dire differenziare tra congenito
ed acquisito: anche se di norma le manifestazioni cliniche delle primitive sono in età infantile, questa regola ha diverse eccezioni
SECONDARIE
LO STUDIO DELLE ID CI HA FATTO CAPIRE MOLTISSIMO
DELLA FISIOLOGIA DEL SISTEMA IMMUNITARIO
Le prime conoscenze sono dei primi anni ’50:prima, semplicemente, morivano, ma poichéla mortalità infantile era altissima, non ci sichiedeva neppure il perchè
ID PRIMITIVEDifetti immunità cellulare
Cellule T e citochineSindrome di Di George Candidiasi muco-cutanea cronica
Difetti immunità umorale
Cellule B (e anticorpi)Agammaglobulinemia X-linkedIpogammaglobulinemia comune variabileDeficit selettivo IgMDeficit selettivo IgADeficit Ig con aumento IgMIpogammaglobulinemia transitoria
ComplementoDisordini associati con patologie LES-likeInfezioni batteriche e nefrite cronicaInfezioni ricorrenti da NeisseriaEmoglobinuria parossistica notturnaAngioedema ereditario
ID SECONDARIEAnormale produzione dei componenti del sistema immunitario
Gammopatie monoclonali
(Mieloma multiplomacroglobulinemia di Waldenstrom)
LINFOMI
Fattori estrinseciFarmaci
Chemioterapia immunosoppressivaPost-trapianto
Infezioni viraliHIVAltre: EBV, morbillo, etc
Malattie cronicheInvecchiamentoDiabete
Le ID primitive, in assenza di terapia genica, sono per definizione permanenti, mentre le ID secondarie possono essere transitorie o permanenti a seconda del fattore inducente l’immunodepressione.
Dati frequentemente presenti e altamente indicativi•Infezioni ricorrenti•Infezioni croniche•Agenti microbici inusuali (Miceti, CMV, pneumocystis, giardia, criptococco, criptosporidio, etc.)•Incompleta risoluzione tra gli episodi infettivi o scarsa risposta alla terapia
IMMUNODEFICIENZEQUADRI CLINICI
Dati frequentemente presenti e moderatamente indicativi•Lesioni cutanee (eczema, candidosi cutanea, rash, seborrea, alopecia, verruche)•Diarrea (cronica)•Ritardo di crescita•Epatosplenomegalia•Anomalie ematologiche•Ascessi ricorrenti•Osteomieliti ricorrenti•Autoimmunità•Difetti di sviluppo
IMMUNODEFICIENZEQUADRI CLINICI
Dati associati con quadri specifici di immunodeficienza•Atassia•Teleangectasia•Nanismo ad arti corti•Endocrinopatie idiopatiche•Eczema•Albinismo parziale•Tetania•Trombocitopenia•Periodontite
IMMUNODEFICIENZEQUADRI CLINICI
Le caratteristiche cliniche fanno intuire il tipo di
deficienzaAnticorpi
Esordio >6 mesiInfezioni ricorrenti microrg capsulati alta patogenicitàCronicizzazione infezioni via aereeScarso ritardo crescitaFrequenti enteropatie
T linfocitiEsordio <2 mesiMicrorg “opportunisti”Rallentata crescitaRischio vaccini viviRischio GvH trasfusioni
Valutazione del paziente con ID
• Anamnesi ed Es.obiettivo– esiste una ID?– è congenita o acquisita ?– Riguarda i B o i T linfociti ?
• Dati di laboratorio– ematologico completo– IgG-A-M-D-E-
• Linfociti T– CD3, 4, 8, – proliferazione mitogeni– produzione citokine– risposte in vivo (multitest) PPD, tetano,
candida)
Valutazione del pazientecon ID
• Linfociti B– Ab naturali o comunemente
acquisiti: isoagglutinine, rubella,rubeola, influenza, difterite,tetano
– risposta a vaccinazione a proteine(influenza) e carboidrati(pneumococco)
– sottoclassi Ig
– trasformazione in vitro in Pc esintesi di Ig (Staf.aureo)
Valutazione del pazientecon ID
• Complemento– CH50 (via classica ed alternata)
– C3, C4 ed altri componenti
– C1q inattivatore
• Funzione fagociti– riduzione Nitro Blu Tetrazolio
– Chemiotassi
– Fagocitosi
– Killing
ID diagnostica attuale
studio dei geni in biologia molecolare
ID primitiveConsiderate nel loro insieme, sono abbastanza frequenti: la più frequente, il deficit IgA, 1/600. la ID Comune Variabile è la seconda per frequenza. Le altre sono relativamente rare
Classificazione OMS Difetti combinati
Difetti prevalentemente Ig
Altre ID ben definite
• Difetti associati o secondari ad
altre malattie
ID PRIMITIVEreview sulle ID primitive su The New England Journal of Medicine 2000
Proposta una classificazione basata sui difetti molecolari
Buckley R.H. ADVANCES IN IMMUNOLOGY PRIMARY IMMUNODEFICIENCY DISEASES DUE TO DEFECTS IN LYMPHOCYTES. New Engl J Med 2000; 343: 1313-24
MALATTIA O SINDROME DIFETTO O FENOTIPO
GENI MUTANTI
Difetti dei recettori delle cellule T o B
Agammaglobulinemia autosomica recessiva
Assenza di cellule B Geni per le catene 14q32.3
Deficit selettivo di Ig Assenza degli isotipi delle Ig
Geni per le catene pesanti delle Ig 14q32.3
Difetto metabolico
SCID autosomica recessivaT-, B-, NK-
Deficit di adenosina deaminasi
Gene per adenosina deaminasi su 20q13.2-q13.11
Difetto di un membro di una coppia di ligandi
Sindrome da iper-IgM X-linked
Deficit di IgG e IgA con IgM normali o elevate
CD154 (CD40 ligand) suXq26.3-q27.1
Difetti delle catene dei recettori delle citochine
SCID X-linked Gene per la catena del recettore comune Xq13.1
Deficit linfoproliferativo celluleT con autoimmunità
Deficit di CD25 Gene per la catena del recettore per IL-2 su 10p14-15
MALATTIA O SINDROME DIFETTO O FENOTIPO
GENI MUTANTI
Difetti delle molecole di segnale
Agammaglobulinemia X-linked recessiva
Assenza di cellule B Gene per la Bruton tirosin chinasi Xq21.3
Wiskott-Aldrich ID, trombocitopenia, eczema
Gene su Xp11.22
Atassia-teleangectasia ID,atassia cerebellare, teleangectasie
Gene ATM su 11q22.3
Sindrome da iper-IgM non X-linked
Deficit di IgG e IgA con IgM normali o elevate
Gene di citidina deaminasi su12p13
SCID autosomica recessivaT+, B+, NK+T+, B+, NK-T-, B-, NK+
Deficit CD45Deficit proteine attivanti le ricombinasi
Gene p56lck
Gene per CD45 tirosin fosfatasiGene RAG1 o RAG2 su 6q21.3
Deficit MHC classe I GeneTAP1 o TAP2 su 6q21.3
Deficit MHC classe II Gene per RFXAP su 13q
MECCANISMI MOLECOLARI ID
MECCANISMI MOLECOLARI ID
MECCANISMI MOLECOLARI ID
LA CLASSIFICAZIONE BASATA SU QUESTI PARAMETRI E’ ANCORA POCO CONSOLIDATA,PER IL MOMENTO MEGLIO SEGUIRE, A SCOPODIDATTICO, QUELLA DELL’OMS
Non posso descrivere le singole sindromi permancanza di tempo. D’altro canto, verrannostudiate anche in altre discipline (Pediatria…)
Difetti combinati (SCID, Severe Combined Immune
Deficiencies)
blocco a livello dello sviluppo delle cellule staminali
interessati T e B linfociti, gravissime infezioni batteriche, virali e fungine
terapia: trapianto di midollo
Varietà:X-linked Autosomica recessiva (Swiss-type) ADA deficienza PNP deficienza MHC classe II deficitDisgenesia reticolare CD3 deficienza CD8 deficienza
Deficienze a carico delle Ig
• Agammaglobulinemia X-linked• Sindrome iper-IgE
– X-linked– altre
• Delezioni geni catene H• Delezione geni catene k• Deficit selettivi sottoclassi IgG• ID comune variabile CVID• Ipogammaglobulinemia
transitoria dell’infanzia
Agammaglobulinemialegata al sesso (Bruton)
• 1: 100.00 nati vivi
• arresto differenziamento preB- B immaturi o
• trasmissione XR
• gene BTK (tirosino-kinasi)
• Infezioni respiratorie e cutanee, artriti (Mycoplasmi)
• terapia cronica con Ig (200-500 mg/kg/m)
• Autosomica recessiva o dominante
• Patogenesi presunta: difetto B? Eccessiva attività T soppressori? Difetto differenziazione B (T dipendente?)
• Insorgenza 15-40 aa
• Associazione con allergie e malattie autoimmuni, linfomi, intolleranza a glutine
• Terapia: Ig IV (i preparati contenenti IgA possono causare gravi fenomeni di anafilassi)
ID Comune Variabile
ID Comune VariabileCVID e deficit di IgA rappresentano gli estremi di uno spettro derivante dallo stesso difetto genetico.
Deficienze T linfocitimodello sperimentale: topo nudo (ceppo di topi congenitamente privo di timo e pelame)
-Aplasia timica (sindrome di Di George)
-Alinfocitosi normogammaglobulinemica (sindrome di Nezelof). I bambini che ne sono affetti possono avere
infezioni polmonari o cutanee alterazioni della crescita candidosi del cavo orale
Altre ID ben definite
Deficit IgAGli individui affetti possono apparire sani o presentare infezioni respiratorie ricorrenti di variabile gravità, diarrea cronica, asma e altre malattie allergiche, malattie autoimmuni
Deficit IgA
Familiarità frequenteTerapia solo sintomatica
• Trasmissione: sporadica. Alterazioni cromosoma 22g11
• Interferenza timo 12a settimana (timo estroflessione III-IV tasca)
• assenza T sangue e organi linfoidi
• Facies caratteristica
• sopravvivenza molto scarsa
• Modello sperimentale topo nudo
Di George
Sindrome diDi George
IMMUNODEFICIENZE SECONDARIEFrequenza elevataDifficile inquadramento patogeneticoGrande importanza clinica e socialeI criteri che devono indurre a sospettare un’IDS sono sostanzialmente gli stessi elencati per le IDP, particolarmente infezioni croniche o recidivanti, a lenta risoluzione anche in presenza di adeguata terapia antibiotica, spesso dovute ad agenti microbici a bassa patogenicità.
IMMUNODEFICIENZE SECONDARIEGravità in genere inferiore a quelle primitive (eccezione per HIV)Potenziale reversibilità
IMMUNODEFICIENZE SECONDARIECAUSE:
conseguenze di processi morbosieffetto di particolari terapie, sia volutamente impiegate per indurre immunosoppressione, sia usate come mezzi anti-proliferativi. In quest’ultimo caso, le IDS vanno interpretate come effetti indesiderati dei mezzi terapeutici.
ID secondarieDa processi morbosi:
o malnutrizione calorico-proteicao sindromi protido-disperdenti enteriche e renalio ustioni e traumio situazioni di stresso dismetabolismi: diabete, insufficienza renale, malattie endocrineo neonato e prematuroo senescenzao Sindrome di Downo infezioni virali e batteriche
o malattie immunoproliferativemielomam. di WaldenstromLeucemia linfatica cronicalinfoma di Hodgkinlinfomi non-Hodgkinmalattie autoimmuni
ID secondarieo iatrogene
corticosteroidi radiazioni ionizzanti anti-proliferativi ciclosporina ed analoghi anticorpi anti-linfocitari trapianto di midollo splenectomia
ID secondarieMalnutrizione (la ID più frequente….)Carenza di Zinco
I meccanismi sono analoghi: la carenza proteico-calorica e la carenza di Zn colpiscono soprattutto i T linfociti (gli Ab sono in qualche modo “privilegiati”)
ID secondariePerdite proteiche, ustioni, nefropatie, epatopatie
La carenza riguarda sia linfociti T ed NK che anticorpi
ID secondarieMalattie autoimmuni (LES)Farmaci: corticosteroidi, ormoni, alchilanti, inibitori della proliferazione cellulare, ciclosporina A, alcuni antibioticiSplenectomiaTrapianto di midolloRadiazioniMalattie immunoproliferative: linfomi, leucemia linfatica cronica, malattia di Hodgkin, plasmocitoma
La storia dell’HIV nel mondo occidentale ha
superato i 20 anni
Vent’anni di AIDS: una storia con luci ed
ombre
P Picasso P Picasso La danzaLa danza 1925 1925 P Picasso P Picasso La donna che piangeLa donna che piange 19371937
AIDS (Acquired Immunodeficiency Syndrome)
I dettagli saranno forniti nell’attività didattica opzionale. In questa lezione solo alcune nozioni preliminari
AIDS (Acquired Immunodeficiency Syndrome)
causato dall’infezione da virus HIV (Human Immunodeficiency Virus)
deplezione progressiva dei linfociti T CD4+risultato dell’interazione tra la risposta immune dell’ospite e i processi di replicazione virale
grave compromissione della risposta immunitaria cellulo-mediata
infezioni opportunistiche e neoplasie maligne
HIVisolato presso l’Istituto Pasteur di Parigi (Luc Montagneur, 1983)inizialmente denominato HTLV-III (Human T-Lymphotropic Virus), successivamente HIV (Human Immunodeficiency Virus)L’HIV si divide in due sierotipi: HIV-1 e HIV-2
Essi differiscono dal punto di vista genetico (50% di analogia)patogeno (l’HIV-1 è più virulento) epidemiologico (l’HIV-2 è più diffuso in Africa Occidentale)
envelope
gp120
gp41
nucleocaspside o core
p24
due copie uguali di RNA a singola elica
trascrittasi inversa
proteasi
integrasi
Genoma HIV
Patogenesi legame HIV-membrana cellulare
interazione gp120-CD4 La gp41 viene scoperta e si inserisce nella membrana cellulare, che si fonde con l’envelope
co-recettori (CCR5, CXCR4)
fisiologicamente interagiscono con chemochine RANTES, MIP1-, MIP1-
tali recettori sono presenti sia sui linfociti T che sui macrofagi, essi interagiscono con la regione V3 della gp120
Legame HIV-membrana
Formazione di sincizi
Apoptosi linfocitaria
Turnover virale e immunitario
riserva immunitaria(CD4 maturi + cellule proliferanti)
lisi di cellule CD4, proporzionalealla replicazione virale
infezioni opportunistiche
Equilibrio dinamico tra riserva immunitaria e distruzione di cellule CD4
Risposte immunitarie all’HIVNei confronti del virus il sistema immune elabora una risposta quantitativamente rilevante, che però è priva di un efficace ruolo difensivo
la risposta anticorpale potrebbe favorire l’ingresso del virus nel macrofago i virus contenuti nei macrofagi potrebbero rappresentare una "riserva intoccabile”il provirus non è suscettibile di risposta immunitaria circuito perverso: l’attivazione dei linfociti CD4+ comporta l’integrazione dell’HIV e la distruzione della cellula ospitevariabilità dei costituenti dei virus
effetto protettivo dei CD8 mediato da un fattore solubile denominato Caf (CD8 antiviral factor)prevale la risposta Th2, meno efficace nell’attività antiretrovirale
Modificata da Coffin J 1996
Lo sviluppo dell’Lo sviluppo dell’ AIDS AIDSViral Load = Viral Load = Velocità del Velocità del trtrenoeno
CD4+ CD4+ = Distan= Distanzaza dal baratrodal baratro
Diagnosi di infezione da HIVanamnesi
motivi di rischiotempo intercorso dall’esposizione al rischio
test indiretti (ricerca nel siero degli anticorpi specifici contro gli antigeni virali)
Screening: ELISA (enzyme linked immunosorbent assay)Conferma: Western blot
Se ELISA positivo e Western blot indeterminato ritestare il paziente dopo alcune settimane
possibili falsi negativi nel "periodo finestra"
test diretti (ricerca nel plasma del DNA provirale)PCR (polimerase chain reaction)Il test va eseguito non prima di 8-10 giorni dalla data della sospetta infezione
Clinica tre fasi principali:
Infezione primaria o acuta si sviluppa entro 3-6 settimane simile a sindrome influenzale e mononucleosi infettivaabbassamento del numero dei linfociti T CD4+ nel sangue periferico e alti livelli di HIV-RNA plasmaticinell’arco di circa nove settimane tali parametri rientrano nella norma risposta immunitaria umorale e cellulo-mediata in grado di ridurre drasticamente la replicazione virale, senza eradicarla"periodo finestra": i normali test di screening per la ricerca degli anticorpi specifici (ELISA) non sono in grado di rivelare l’infezione
Fase di latenza clinica o asintomaticadurata variabile (7-10 anni) assenza di sintomi correlabili all’infezioneequilibrio dinamico tra il virus (produzione 1010 nuovi virioni/die) e il sistema immunitario (1012 linfociti distrutti/die) progressivo deterioramento delle difese immunitarie che porta alla terza fase, sintomatica
AIDS conclamata alla diminuzione dei linfociti CD4+ segue il difetto funzionale dei linfociti CD8+, dei linfociti B e dei macrofagiinfezioni opportunistiche (CD4+ < 200/mmc)
Clinica
Classificazione dell'infezione
Centers for Disease Control (Atlanta, 1993)pazienti suddivisi in base a
condizioni cliniche associate con l'infezione da HIVA (infezione acuta, infezione asintomatica o linfoadenopatia generalizzata persistente)B (pazienti sintomatici non aventi patologie definenti lo stato di AIDS) C (patologie definenti lo stato di AIDS conclamata). numero dei CD4/mmc l'infezione si suddivide in
numero dei CD4/mmcgruppo 1 (CD4/mmc>500)gruppo 2 (200/499 CD4/mmc) gruppo 3 (<200 CD4/mmc).
lo stadio d'infezione viene quindi indicato dall'insieme della lettera con il numero AIDS: patologia del gruppo C, indipendentemente dal numero dei CD4
Dermatite seborroica
Leucoplachia oraleLeucoplachia orale
Candidosi orale
Candidosi esofagea
Herpes simplex
Herpes genitale
Herpes cavo orale
Herpes zoster (VZV)
Varicella in HIV+Varicella in HIV+
Condilomatosi
Retinite da citomegalovirus
Cryptosporidium muris
Criptococcus neoformans
Toxoplasmosi
ToxoplasmosiToxoplasmosi
Toxoplasmosi oculareToxoplasmosi oculare
Leucoencefalite multifocale progressiva
(PML)
Polmonite da Pneumocystis carinii (PCP)
Mycobacterium tuberculosisRobert Koch
Tuberculosi e HIVPuò essere osservata relativamente precocemente durante la malattia da HIV quando i CD4+ sono circa 300 mmc . Generalmente la presentazione è quella classicaE’ possibile osservare la tubercolosi anche nelle fasi tardive della malattia da HIV; in questo caso è più frequente l’interessamento di entrambi i polmoni e quello extra-polmonare. L’interessamento degli organi intraddominali è abbastanza comune. Le caratteristiche radiologiche della tubercolosi osservata durante le fasi avanzate della malattia da HIV sono generalmente atipiche (interessamento dei lobi inferiori, forme miliari)
Tubercolosi
polmonare
Infezioni Batteriche HIV determina deficit dell’ immunità cellulo mediata ed umorale
Riduzione “IgG subclass capsule-specific antibodies”Riduzione produzione locale IgA mucoseAlterazione funzione di chemiotassi e killing neutrofiliAlterazione acttivazione complemento
Questi deficit favoriscono infezioni causate S. aureus, S. pneumoniae e Pseudomonas
spp
I tumori
Neoplasie in HIVAIDS-Definenti Virus
Sarcoma di Kaposi KSHV Linfoma Non-Hodgkin EBV, KSHV, HIV?Carcinoma Cervice Invasivo HPV
AIDS-Associati Malattia di Hodgkin EBVLeiomiosarcoma (pediatrico) EBVCarcinoma Squamoso Congiuntivale HPVCarcinoma Squamoso Anale HPV
Sarcoma di Kaposi
Sarcoma di Kaposi
Sarcoma di Kaposi orale e polmonare
Linfoma
Neoplasia intraepiteliale della cervice
Wasting Syndrome
Slim Disease
Slim Disease
HIV e malnutrizione
Paulus Furst 1656: “illustration of protective clothing against plague”
Infezione da HIV. TerapiaSchemi di terapia anti-retrovirale molto efficaci hanno modificato in modo sostanziale la prognosi.Non annullano l’infezione ma ritardano la comparsa dell’immunodeficienzaSono costosi e quindi usati solo nei paesi economicamente evoluti
E. Munch 1893 L’urlo Oslo, Museo Nazionale
…ma, nonostante la situazione epidemiologica resti molto grave, e l’AIDS abbia rivelato gli eccessiinsopportabili delle differenze tra il MONDO RICCO e il mondo povero, qualche piccolo cambiamento in questiultimi anni si evidenzia: aumentano i fondi a disposizione, aumenta la percentuale di pazienti che possono usufruire di terapie efficaci…..
Lo dico sottovoce, timidamente. PE Manconi