Immigrazione e cittadinanza - Area grossetana

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Immigrazione e cittadinanza Per una strategia di coordinamento delle politiche per l’immigrazione in provincia di Grosseto Follonica, 19-5- 2006

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Per una strategia di coordinamento delle politiche per l’immigrazione in provincia di Grosseto. Presentazione del 19 maggio 2006.

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Immigrazione e cittadinanza

Per una strategia di coordinamento delle politiche per l’immigrazione in provincia di Grosseto

Follonica, 19-5-2006

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Il contesto generale Il fenomeno migratorio è divenuto ormai un fenomeno strutturale anche Grosseto, come nel resto

del paese I permessi di soggiorno sono infatti passati da 1.913 nel 1991 a 8.635 alla fine del 2005 (fonte:

OPS su dati Questura Grosseto) e raggiungono quasi il 4% della popolazione residente, conseguenza anche dell’ultima regolarizzazione Bossi-Fini che ha fatto quasi raddoppiare tra il 2002 e il 2003 la popolazione straniera “regolare” (vedi Grafico)

Ma non è solo una questione di numeri, stanno cambiando anche le caratteristiche del fenomeno: il costante aumento dei ricongiungimenti familiari; una quota significativa di minori di seconda generazione e di minori iscritti alla scuola

dell’obbligo; la crescita progressiva dei cittadini stranieri che diventano imprenditori o lavoratori autonomi Un numero sempre più alto di stranieri sceglie di rimanere sul territorio italiano e imposta la

sua vita su una dimensione di medio-lungo termine La presenza straniera si sta radicando e diffondendo sul territorio, cresce la complessità dei

problemi che gli Enti Locali sono chiamati ad affrontare: non riguardano più solo la (prima) accoglienza, il lavoro e la casa, ma coinvolgono tutti gli aspetti della vita di una comunità: la nascita, la scuola, l’accesso ai servizi sanitari, l’accesso ai servizi, la partecipazione politica, etc.

Gli stranieri, per quanto riguarda la domanda di servizi sono, a tutti gli effetti, sempre più dei cittadini stabili con bisogni del tutto simili a quelli degli italiani, ma con in più la complessità implicita in una situazione socio-culturale di partenza “oggettivamente” di svantaggio rispetto agli italiani

Lo Stato e gli Enti Locali sono dunque chiamati a cercare di colmare questa condizione di svantaggio attraverso opportune politiche (anche locali) che favoriscano l’integrazione, ovvero la diminuzione fino alla scomparsa di questo “svantaggio” dovuto alla diversa origine etnica

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Il contesto grossetano Grosseto è sempre stata caratterizzata da una densità della presenza straniera inferiore alla media

Toscana, tuttavia negli ultimi 10 anni c’è stata una crescita particolarmente veloce, più veloce del resto della regione

Grosseto è inoltre caratterizzata da una forte presenza di stranieri da paesi “ricchi”: nel 2004 rappresentano circa il 20% degli stranieri residenti (il doppio della media toscana); si tratta essenzialmente di tedeschi e inglesi benestanti che si stabiliscono sul territorio per ragioni molto diverse rispetto agli altri stranieri, ma di cui comunque bisognerebbe tener conto in una politica migratorio integrata, come forse bisognerebbe tener conto anche degli italiani provenienti da altre regioni

Per quanto riguarda l’immigrazione dai PVS, a Grosseto si registra, rispetto alla media regionale, una più intensa presenza di immigrati dell’Europa dell’Est (44% contro 36%) e una minore presenza di asiatici (6% contro 23%)

L’immigrazione dall’Est Europa è cresciuta notevolmente soprattutto negli ultimi anni, in particolare dopo l’ultima regololarizzazione

Attualmente la nazionalità più rappresentata è quella Albanese (1146), seguita dalla Rumena (1090), la Marocchina (773), l’Ucraina (752), la Macedone (726). E’ nota anche l’esistenza di una comunità turca, da tempo stabilizzata nel grossetano, ma di dimensioni contenute e stabili nel tempo (235 persone).

I minori sono circa 1300, pari al 14% del totale, una percentuale più bassa della media regionale a testimonianza di una radicamento ancora agli stadi iniziali

Le donne sono il 55%, ma in questa presenza si mischiano due tipologie di flusso: i ricongiungimenti familiari e i flussi migratori prettamente femminili, che caratterizzano soprattutto negli ultimi anni alcune comunità (Ucraine, Polacche, Moldave e, in parte, Rumene).

Le nascite da stranieri nel 2004 sono state 92, circa il 6% del totale.

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La presenza straniera in provincia di GrossetoLa presenza straniera in provincia di GrossetoL’evoluzione negli ultimi 15 anni

8.635

1.913

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

9.000

10.000

1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005

Regolarizzazione Bossi-Fini (2002)

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La presenza straniera in Provincia di GrossetoLa presenza straniera in Provincia di GrossetoIl confronto con le altre province toscane

3,4

6,1

6,7

8,3

4,6

3,4

3,7 5,3

5,8

4,2

Stranieri per 100 abitanti nelle province toscane (dati al 1/1/2005)

Media Toscana:5,4 stranieri per

100 ab.

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La presenza straniera in provincia di GrossetoLa presenza straniera in provincia di GrossetoLa distribuzione sul territorio

Grosseto ha un’estensione territoriale molto vasta e una densità di popolazione più bassa del resto della regione

La presenza straniera segue la distribuzione della popolazione autoctona, ma si caratterizza per una maggiore concentrazione nei piccoli centri dell’interno;

Nel comune di Grosseto risiede la maggioranza degli stranieri, ma l’incidenza più elevata rispetto ai residenti si riscontra nei piccoli comuni dell’entroterra come Montieri (15%), Monterotondo (10%), Roccastrada (8%) Roccalbegna (7%), Seggiano (7%).

Sembrerebbe emergere, oltre che alla classica funzione di risposta a una domanda di lavoro, anche una funzione anche di ri-popolamento di certe aree, che consente il mantenimento di alcuni servizi fondamentali come, ad esempio, una scuola o un ufficio postale

L’importanza dell’immigrazione per la tutela del territorio e il mantenimento di certe aree è comprovata anche dal fatto che gran parte delle attività forestali sono gestite con manodopera extracomunitaria.

Punti di presenza straniera sul territorio provinciale

Dati Censimento 2001 per sezione di censimento

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La presenza straniera in Provincia di GrossetoLa presenza straniera in Provincia di GrossetoLe 15 cittadinanze più presenti nel 2005

1.146

1.090

773

752

726

718

601

273

246

235

179

177

155

151

138

Albania

Romania

Marocco

Ucraina

Macedonia

Germania

Polonia

Moldova

Svizzera

Turchia

Tunisia

Cina

Regno Unito

Senegal

Russia

Le prime 15 nazionalità raggruppano l’80% dei residenti.

Sono presenti altre 89 nazionalità.

Fonte: Istat, Residenti al 1/1/2005

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Il lavoro La domanda di lavoro straniero in provincia di Grosseto proviene

essenzialmente dai seguenti settori: Agricoltura e attività forestali; Edilizia; Turismo; Servizi alle famiglie.

Negli ultimi anni sono aumentati notevolmente anche gli imprenditori stranieri passati, secondo i dati Unioncamere, da 698 nel 2000 a 1.138 nel 2004 e attivi soprattutto nel commercio (38%), nell’edilizia (12%), in agricoltura (11%) e nel settore alberghiero (10%).

La fonte principale per avere un quadro dei fabbisogni futuri di manodopera extracomunitaria sul territorio provinciale è l’indagine Excelsior condotta ogni anno dal Ministero del Lavoro e Unioncamere

Per il 2006, secondo Excelsior, sono previste a Grosseto fino a un massimo di 640 assunzioni di stranieri (vedi grafico), di cui 250 (39%) per profili che le imprese classificano come “difficili da reperire”

Rimane esclusa dalle previsioni la domanda che proviene dalle famiglie che rappresenta una componente altrettanto importante

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Le assunzioni di extracomunitari previste dalle imprese grossetane nel 2006

130

10

70

20

150

30

30

30

10

20

10

40

70

10

10

0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200

Addetti ai servizi alle persone

Manovali, muratori

Camerieri, baristi

Amministrativi

Operai metalmeccanici

Installatori idraulici, meccanici, etc.

Autisti

Operai in altre industrie

Esperti e tecnici della gestione d'impresa

Addetti alla vendita

Figura femminile

Figura maschile

Indifferente

Fonte: Indagine Excelsior 2005

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La domanda di servizi alle famiglie (Le “badanti”)

Secondo i dati Inps i collaboratori domestici regolarmente attivi in provincia di Grosseto alla fine del 2003 erano 2.320; di questi 1.789 sono stranieri, in prevalenza (97%) donne, con un trend di forte crescita soprattutto tra il 2001 e il 2002

Si tratta ovviamente solo della punta dell’iceberg: se consideriamo infatti che, secondo una recente indagine sulla qualità della vita degli anziani promossa dalla Provincia, gli anziani con problemi di autosufficienza (parziale o totale) si possono stimare intorno alle 9 mila persone e che i servizi sociali ne seguono poco più di 1000 (tra AD e Strutture Residenziali) si può avere un’idea dell’ampiezza della domanda sommersa per questo tipo di servizi

L’offerta di servizi domestici e di assistenza alla persona da parte di donne straniere rappresenta ormai un supporto fondamentale alle politiche sociali e al processo di inserimento della donna sul mercato del lavoro

E’ necessario riconoscere questo ruolo e promuovere politiche anche a livello locale per far sì diminuisca il ricorso a lavoro irregolare e sommerso, cresca il livello professionale delle badanti, sia facilitato l’incontro tra la domanda delle famiglie e l’offerta di lavoro straniero.

A tal fine si potrebbero prevedere: Un potenziamento dei Centri per l’Impiego, anche in coordinamento con l’azione

degli Sportelli Il Ponte, per facilitare l’incontro tra domanda e offerta e possano funzionare da punti di riferimento unici sul territorio;

Interventi di informazione rivolti alle badanti che ne evitino la segregazione sociale e rendano possibile il reinserimento lavorativo tra un lavoro e l’altro;

Percorsi specifici di formazione che preparino professionalmente i lavoratrici straniere a svolgere compiti spesso delicati di assistenza agli anziani;

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Cosa fa la Provincia di Grosseto [da verificare con gli uffici]

Le attività istituzionali: Osservatorio per le Politiche Sociali:

• ricerca sul campo nel 2001• monitoraggio dal 1999 di dati statistici• Costruzione di indicatori

La Formazione Professionale: • 5 corsi specificamente rivolti ad extracomunitari (3 corsi di lingua italiana, 1

per mediatore culturale, 1 per assistenza familiare) finanziati con FSE• Circa 300 stranieri hanno partecipato a corsi di formazione nel periodo 2000-

2003 I Centri per l’Impiego

• Convenzione con COESO per uno Sportello decentrato presso lo Sportello “Il Ponte” [da verificare]

Il progetti speciali: Gli Sportelli “Il Ponte” (vedi) Il Tavolo Immigrazione nell’ambito del Forum del III Settore Altri.. ???

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Gli Sportelli informativi per immigrati “Il Ponte”

Gli Sportelli “Il Ponte”: un rete di servizi informativi (e non solo) per gli immigrati nata nel 2002 su iniziativa della Provincia e consolidatasi nel tempo come unico servizio di questo genere sul territorio

Punti di forza: Un percorso nato sulla base di un progetto condiviso, partecipato, con obiettivi chiari e

concreti Una formazione iniziale di alto livello (Scuola Sant’Anna) Modalità operative omogenee e coordinate sull’intero territorio provinciale Un servizio presente su tutto il territorio

Punti di debolezza: Pochi sportelli (4 di cui 2 itineranti) Pochi operatori per la gestione (difficoltà per ferie, malattie, gravidanze) Servizio troppo incentrato sulla disponibilità degli operatori Precarietà del rapporto di lavoro con gli operatori Poche risorse finanziarie e materiali per l’operatività degli Sportelli Scarso apporto del volontariato locale

La crescente complessità e dimensione del fenomeno migratorio sul territorio provinciale rende necessario un potenziamento degli Sportelli:

Consolidare i rapporti di lavoro con gli operatori Accrescere la copertura territoriale e oraria degli Sportelli Potenziare gli strumenti e le strutture disponibili Istituzionalizzare i momenti di coordinamento tra gli operatori, gli Enti Locali e gli altri Enti

che operano nel settore (Questura, Centri per l’Impiego, ASL, Direzione Provinciale Lavoro, Scuole, Inps, etc.)

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Che fare? Coerentemente con l’impostazione politica dell’Amministrazione in campo sociale (cfr.

Forum III Settore) intendiamo muoverci secondo una strategia che punti alla promozione della partecipazione e al coordinamento delle iniziative in campo sul territorio

E’ opportuno estendere l’esperienza del Tavolo del III Settore e potenziarla attraverso l’istituzione, anche sulla scorta delle positive esperienze maturate altrove in Toscana, di un Tavolo provinciale cui partecipino, insieme alle associazioni italiane e di immigrati, anche le Istituzioni (Enti Locali, ASL, Questura, Centri Impiego, Inail, Inps, Direzione Provinciale Lavoro, C.S.A.) che possa divenire non solo un momento di confronto e coordinamento, ma anche un catalizzatore di nuove iniziative

E’ opportuno soprattutto stimolare la partecipazione dei cittadini stranieri alla discussione delle iniziative loro rivolte, delle politiche e dei problemi quotidiani

Su questo punto diventa cruciale il tema della rappresentatività e degli interlocutori che possono farsi portatori e interpreti degli interessi e dei punti di vista degli stranieri

In attesa della definizione della questione del voto amministrativo e, quindi, della possibilità anche per gli stranieri di avere una rappresentanza nelle forme previste dalla nostra democrazia, è importante che si sviluppino forme alternative di partecipazione alla vita pubblica (es. Consiglio degli Stranieri) che possano costituire una sorta di “palestra” in vista di forme più consone di protagonismo politico

In tale prospettiva, l’associazionismo straniero, anche se su base etnica, è un passaggio importante nel processo di partecipazione e dovrebbe essere preso in considerazione dagli Enti Locali per la sua importante funzione, attestata da numerose ricerche a livello internazionale, di mediazione tra le comunità e le Istituzioni