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Ilse Weber: l’ultimo Lied. La scuola fa memoria Nel 1941 l’intera cittadina ceca diTerezín (in tedesco Theresienstadt), nata a fine ‘700 come città fortezza, venne destinata dalla Gestapo a ghetto, diventando un vero e proprio campo di concentramento con funzione di smistamento e transito per ebrei destinati ad Auschwitz. Ilse Weber,nata aWitkowitz il 11 Gennaio 1903., fu una poetessa ebrea e in particolare scrisse canzoni e poesie per i bambini ebrei. Morì ad Auschwitz. Sposò Willi Weber nel 1930 e si stabilì a Praga. Qui scrisse su riviste per bambini e divenne una produttrice per la radio ceca. Dopo l’occupazione nazista della Cecoslovacchia nel 1939, i Weber riuscirono a mandare al sicuro il loro figlio maggior Hanus in Svezia su un ”Kindertransport” prima di essere deportati nel ghetto ebraico a 60 km da Praga: Terezin, appunto.Hanussopravvisse alla guerra e vive a Stoccolma in pensione. Grazie alle sue ricerche, sono tornati alla luce diversi documenti del periodo in cui Ilse fu internata: poesie, canzoni, pagine di diario… I Weber arrivarono nel campo di concentramento di Aushwitz nel Febbraio del 1942. Ilse lavorò come infermiera per i bambini nel campo, senza la disponibilità di medicine, vietate nel campo per gli ebrei.. Scrisse più di 60 poesie durante la sua prigionia, alcune con musiche composte da lei con la sua chitarra, apparentemente semplici ma accompagnate da immagini che facevano capire l’orrore che la circondava. Per questo motivo, “Cultura e vita nel ghetto di Theresienstdt” è il sottotitolo della locandina che invita all’ultimo evento a conclusione delle varie giornate che l’Istituto Niccolini Palli ha voluto dedicare alla memoria della shoah.

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Ilse Weber: l’ultimo Lied. La scuola fa memoria

Nel 1941 l’intera cittadina ceca diTerezín (in tedesco Theresienstadt), nata a fine ‘700 come città fortezza, venne destinata dalla Gestapo a ghetto, diventando un vero e proprio campo di concentramento con funzione di smistamento e transito per ebrei destinati ad Auschwitz. Ilse Weber,nata aWitkowitz il 11 Gennaio 1903., fu una poetessa ebrea e in particolare scrisse canzoni e poesie per i bambini ebrei. Morì ad Auschwitz. Sposò Willi Weber nel 1930 e si stabilì a Praga. Qui scrisse su riviste per bambini e divenne una produttrice per la radio

ceca. Dopo l’occupazione nazista della Cecoslovacchia nel 1939, i Weber riuscirono a mandare al sicuro il loro figlio maggior Hanus in Svezia su un ”Kindertransport” prima di essere deportati nel ghetto ebraico a 60 km da Praga: Terezin, appunto.Hanussopravvisse alla guerra e vive a Stoccolma in pensione. Grazie alle sue ricerche, sono tornati alla luce diversi documenti del periodo in cui Ilse fu internata: poesie, canzoni, pagine di diario… I Weber arrivarono nel campo di concentramento di Aushwitz nel Febbraio del 1942. Ilse lavorò come infermiera per i bambini nel campo, senza la disponibilità di medicine, vietate nel campo per gli ebrei.. Scrisse più di 60 poesie durante la sua prigionia, alcune con musiche composte da lei con la sua chitarra, apparentemente semplici ma accompagnate da immagini che facevano capire l’orrore che la circondava. Per questo motivo, “Cultura e vita nel ghetto di Theresienstdt” è il sottotitolo della locandina che invita all’ultimo evento a conclusione delle varie giornate che l’Istituto Niccolini Palli ha voluto dedicare alla memoria della shoah.

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L’insegnante Bruno Rosaria ha presentato l’evento con sorprendente bravura, introducendo gli studenti del liceo musicale nel mostrare il lavoro svolto con accuratezza e passione, accompagnati in questo prezioso lavoro dai loro docenti.

Ilse Weber l’ultimo Lied, titola la locandina. Si perché Lied è un “componimento vocale, tipicamente tedesco, nel quale tutte le strofe vengono cantate sulla medesima melodia o su frasi musicali sempre nuove (durchkomponiert)”. Questo genere musicale, nato intorno al 1300 per opera dei trovadori ebbe vari ulteriori impulsi, fino ad arrivare a raccontare storie popolari in varie melodie. Contribuirono all’arricchimento del genere, o nei suoi spiriti popolareschi o in espressioni di altissimo impegno, personaggi come Schumann, Strauss, Brahms, solo per citarne alcuni tra i più famosi. Il teatro Goldoni era stracolmo di studenti dell’Istituto promotore, Il Niccolini Palli, ma anche del liceo

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Enriques e di alcuni alunni di scuola media, invitati a partecipare dalla loro prof. di religione Anita Cuzzocrea. I ragazzi si sono alternati sul palco recitando poesie, brani musicali, canti in lingua originale.

La prof.ssa Rita Badaloni, autrice del libro “Ilse Weber L’ultimo Lied”, salita sul palco per raccontare un po’ di storia della poetessa e scrittrice Ilse e del lavoro svolto per diffondere quei preziosi documenti, ha commosso la platea con i racconti toccanti di vita dei bambini nei campi di concentramento. Anche gli interventi della prof.ssa Silvia Guetta, docente di Didattica della Shoahe del livornese Guido Guastalla hanno contribuito a rendere questa giornata della memoria, una cosa viva, rispondendo alle domande dei ragazzi dalla platea.Spesso quando pensiamo a una giornata della memoria, riteniamo che essa sia solo un ricordo di cose passate, questi ragazzi e questi ospiti hanno invece reso la memoria come un avvenimento presente. Ci siamo immedesimati nella sofferenza di quelle madri, di quei bambini … e ci siamo commossi. Tutti pensano che non sia possibile essere come “loro”, impensabile che riaccada il nazifascismo, pur sotto diverse forme. Invece “non è difficile essere come loro”, recita una canzone “La nuova Aushwitz” di Claudio Chieffo. Lo dimostrano i nuovi conflitti che dopo la seconda guerra mondiale interessano varie parti del mondo: “la terza guerra mondiale a pezzi”, come denuncia il Santo Padre Francesco, e le nuove stragi di bambini in Siria, o le stragi dei bambini non nati nel “mondo nuovo che noi abbiamo creato”.

Un grazie veramente sentito a coloro che hanno organizzato questo evento perché la memoria storica di questi fatti orribili e l’emozione che provocano negli animi di chi vi partecipa, possano veramente farci rendere conto che “c’è bisogno di Qualcuno che ci liberi dal male, perché il mondo, tutto intero è rimasto tale e quale”.

Pierluigi Giovannetti

Livorno 25/02/2018