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IL MESSAGGERO SARDO Periodico della Regione Autonoma della Sardegna per i Sardi nel mondo www.ilmessaggerosardo.com Anno XVIL l turismo può rappresentare la risorsa più preziosa per la Sardegna. Un vero tesoro per l’Isola. Da alcuni anni i flussi sono in costante aumento. Sono in corso tentativi per allungare la stagione e proporre offerte sempre più allettanti. Bisogna fare di più e con più coraggio, ma è indispensabile rimuovere ostacoli come l’incidenza dei costi dei trasporti. Ambiente, cultura, tradizioni possono rappresentare opportunità per richiamare nuovi flussi. Ma il grande richiamo della Sardegna è dato dal suo splendido mare. Una rivoluzione dalle urne Più risorse per l’emigrazione I Il tesoro dell’Isola Il tesoro dell’Isola

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ILMESSAGGEROSARDO Periodico della Regione Autonoma

della Sardegna per i Sardi nel mondo

www.ilmessaggerosardo.com Anno XVIL

l turismo può rappresentare la risorsa più preziosa per la Sardegna. Unvero tesoro per l’Isola. Da alcuni anni i flussi sono in costante aumento.

Sono in corso tentativi per allungare la stagione e proporre offerte semprepiù allettanti. Bisogna fare di più e con più coraggio, ma è indispensabile

rimuovere ostacoli come l’incidenza dei costi dei trasporti.Ambiente, cultura, tradizioni possono rappresentare opportunità per

richiamare nuovi flussi. Ma il grande richiamo della Sardegna è dato dalsuo splendido mare.

Una rivoluzionedalle urne

Più risorseper l’emigrazione

I

Il tesorodell’IsolaIl tesoro

dell’Isola

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La posta dei lettori2 IL MESSAGGEROSARDO

Alla Redazione del “Messaggero Sardo”.Grazie di Cuore a tutta la Redazione per avermi man-

dato la copia del “Messaggero Sardo” di Dicembre.A me molto gradito e apprezzato, per le Informazioni

utili che ci fatte avere della nostra amata terra, la Sar-degna. Anche se ogni anno vado per trovare i mieifamigliari, quando leggo “Il Messaggero” mi fa sentirepiù vicino alla Sardegna.

A voi tutti e le vostre Famiglie auguro di Cuore unProspero 2018, più che altro vi auguro Salute e Felicità.

Bonos prinzipios e menzus fines. Cari Saluti. Pietro Biancu

***Spett.le redazione,è stato veramente cosa gradita ritrovarmi il messag-

gero in casa, lo leggo sempre volentieri perché mi portaa conoscenza di quel che bolle in pentola in Sardegna ele problematiche del mondo dell’emigrazione. Mille gra-zie. Detto questo però, sono molto critico, non vedocambiamenti radicali che pure sarebbero indispensabi-li, mi sembra tutto un già visto e sentito, un camminolento e nessuna progettualità per il cambiamento. Nien-te di nuovo sotto il sole insomma.

Cordiali saluti. Alberto Sanna***

Non c’è cosa più bella di vedere un albero brottarerigogliosamente dopo aver sofferto per la siccità; cosìè una fonte di cultura, così è la vita.

Un augurio per un nuovo anno pieno di doni assiemea chi vuoi bene. Un abbraccio. Franco

***Grazie!! Bello riceverlo nuovamente dopo tanti mesi

di assenza!!!Buon Anno a tutti e voi e speriamo che il 2018 porti

tanti nuovi numeri. Cristina Pozzi***

Complimenti siete di nuovo “fra noi”!Grazie mille per questo “regalo” inatteso e Buon

Anno a tutta la redazione! Teresa Saba - Francia***

Gentili Signori del “Messaggero Sardo”,Vi ringrazio molto del dono e ricambio gli auguri per il

Nuovo Anno. Mi congratulo con voi per lo straordinariosviluppo del Messaggero in contenuto, attualità ed in-formazioni. Cordiali Saluti. Bruno Cortis (MD)

***Ringrazio molto della cortesia perché ho un grande

amore per la Sardegna che ho sempre consideratocome la mia Regione malgrado sia nato a Roma nel1939.

Sin da ragazzo ho speso lì molte delle mie vacanzeestive e dopo un servizio militare di 2 anni ho lavorato aPerdasdefogu e Muravera per circa altri 2-3 anni dopo iquali, sposato con una sarda, sono emigrato all’estero.Per anni ho ricevuto il vs. gradito giornale persino inAustralia ed ora sarei felicissimo di poterne regolar-mente ricevere copia elettronica come l’attuale.

Ritiratomi da qualche tempo dal lavoro attivo stoseriamente considerando la possibilità di tornare in Ita-lia e risiedere finalmente in Sardegna, con Cagliari odAlghero come possibili mete. Mi potete indicare perso-ne od organizzazioni in grado di consigliarmi al riguar-do? Mille grazie di tutto. Distinti Saluti.

Giuseppe (Joseph) ParmegianiLong Beach, NSW 2536, Australia

***È una bellissima sorpresa ricevere di nuovo “Il Messag-

gero Sardo”. Vi ringrazio tutti e vi auguro tutto il bene delmondo e tanta felicità per l’anno nuovo. Enzo Fancello

***Grazie ho ricevuto con piacere la copia on line sulla

quale continuo a leggere sempre le solite “cose”, ma inrealtà nella Sardegna in cui sono nato, diciamo “fisicamen-te”, in tutti questi anni è cambiato poco o nulla. Forse

manca la volontà e gli uomini giusti. È inutile dire sem-pre belle parole, bisogna anche poi metterle in pratica.

Giulio Cesare - Vienna***

Ricevo sempre con immenso piacere “Il Messagge-ro”! Auguri a tutti e buon anno. Sandra Cappai

***Non c’è cosa più bella di vedere rinascere una intra-

presa culturale necessaria con questa. Auguri e ricchidoni per il nuovo anno. Un abbraccio. Franco e Barbarina

***Ricevo con grande piacere il vostro numero di “Il

Messaggero sardo”. Era da tanto! Vi ringrazio molto ene approfitto per augurarvi un buon fine anno 2017 e unbuon anno 2018. Cordiali saluti. P.S.: lo trasferisco su-bito a papà. Marylena Bertrand-Faure

***Bentornato Messaggero!Grazie e Buon Anno! Natalina Contu

***L’ho molto gradito e spero di continuare a riceverlo,

adesso che la pubblicazione è ripresa.Grazie. Giancarlo Dalmonte

***Ho ricevuto con gioia “Il Messaggero sardo”, ringra-

zio di cuore ed auguro a tutti Buon Anno 2018 riccodelle benedizioni del Signore, assicuro la mia preghiera,buon lavoro, con affetto Sr M Elisa Bonu missionariaSacro Costato - Elisabetta Bonu (Taiwan).

***Che emozione ricevere “Il Messaggero sardo”: mi ha

fatto ricordare mamma che sfogliava il vostro periodicocon amore, nostalgia, orgoglio... quando non è più arri-vato per posta mamma era dispiaciuta ma poi aveteiniziato a mandarlo on line ed allora ogni qualvolta miarrivava la vostra mail ne stampavo una copia e laportavo a casa da mamma... ora non ho più bisogno distamparla perché mamma è volata in cielo ma a me dàemozione ricevere notizie dalla tanto amata terra ma-terna. Grazie. Anna Magli

***Torrammus grassias e augurammus a bois puru Bo-

nas Paskas de Nadale e Bonos Printzipios pro s’AnnuNovu. Zuseppe Contu

***Grazie felice di ricevere il nuovo numero. Buone

feste. Martina Prasciolu***

Ringrazio la vostra squisita cortesia. Sappiate cheper me la Sardegna è come dire Umbria e Italia poichésono nato nei pressi di Orvieto.

Non ho mai saputo che in Paraguay ci sia stato unAmbasciatore Umbro; ma con allegria posso dirvi che

c’è un Ambasciatore Sardo ed è molto attivo ed intra-prendente, cosa che mi rende doppiamente felice, peril ricordo della mia Sardegna e della mia Italia che han-no, a mio parere, l’Ambasciatore che meritano.

Contraccambio i graditi auguri di Feste Natalizie e diBuon Anno 2018 a tutti i Sardi e a tutti gli Italiani affin-ché sia l’anno della reciproca comprensione e rispetto.Un caro saluto a tutti. Antonio Fossati

***Vi ringrazio infinitamente per questa inaspettata sor-

presa. La vedo come uno spiraglio verso una ripresa!Guardare sempre avanti è bellissimo. Sia per tutti dibuon auspicio per un 2018 migliore in tutte le positività.Auguri di buone feste anche a Voi tutti. Maria Ender

***Vi ringrazio con tutto il cuore di questo gradito omag-

gio sia per me ma soprattutto per il mio papà che èstato per anni il legame con la sua terra.

Con l’auspicio di ricevere altre edizioni vi auguro BuonAnno 2018. Roberta Fara

***Felicissimo di avere ricevuto nuovamente “Il Messag-

gero”. Ne stamperò una copia anche per il mio vicino quia Loughborough (Gran Bretagna), Salvatore Gorbinzolu,originario di Santu Lussurgiu, che a dicembre ha compiu-to 93 anni! Salvatore ha in passato scritto poesie alvostro giornale, ma purtroppo in quanto non usa internet,non può ricevere il vostro giornale. Grazie mille e buonanno a tutti voi dall’Inghilterra. Gianluca Fanti

***Regalo graditissimo! Grazie! Mio papà, vostro fervido

lettore, aspettava con ansia l’arrivo del “Messaggero”,che, oltretutto, nel corso degli anni ha pubblicato tantesue poesie in lingua sarda, alcune anche postume.

Per cui doppiamente grazie. Iva Onida***

Tante grazie, allora riprendete a pubblicare! Vi facciomille auguri e quando volete posso mandarvi i miei testipoetici visto che continuo a scrivere in quattro lingue,compresa quella logudorese.

A nos bider sanos! Rita Branca***

È stato molto gradito, peccato che non sia di ordina-ria amministrazione, come ai vecchi tempi neh.

Vi ringrazio e tanto e faccio a tutto lo staff gli auguridi Buon anno. Umberto Palmas

***Vi ringrazio, lo leggo molto volentieri e gradirei rice-

vere anche in futuro i numeri che pubblicherete.Clara Pelagatti

***Grazie di cuore... è veramente un regalo inaspettato

e ben accettato... auguri anche a voi per un fantastico2018. Saluti. Gino Berruto

***Merci beaucoup, “Il Messaggero Sardo” nous man-

quait énormément.Molto grazie, buone feste a tutta la redazione.

Salvatore Piga***

Grazie di cuore. È stato proprio un dono di Natale,direi una gradita sorpresa.

A tutti coloro che hanno collaborato la mia ricono-scenza e il mio augurio per un buon Anno 2018 perché“Il Messaggero Sardo” continui ad arricchire di culturae di liete notizie i Sardi che vivono lontano dalla loroamata terra. A tutti un cordiale saluto.

Suor Maria Virgilia Lampis***

È una gioia immensa riceverlo!!Grazie e ancora fortza paris. Giovanna Manca

***Cerca registrazioni gare poetiche

Gentilissimi amici sardi che leggete il “Messaggerosardo”, sono un appassionato di gare poetiche logudo-resi ad ottavas. Volevo sapere se qualche emigratosardo abbia conservato delle bobine o cassette di regi-strazioni di gare poetiche svoltesi all’estero o in conti-nente e come si poteva fare per averne una copia.

Grazie porgo cordiali saluti. Mario Porru

Pubblichiamo alcune delle centinaia di mail che ci hanno inviato i lettori che hanno ricevuto per e-mail copia delnumero speciale del “Messaggero sardo on line” pubblicato nel dicembre scorso. Chiunque fosse interessato ariceverlo può inviare il suo indirizzo di posta elettronica per essere inserito nella nostra mailing list

Periodico della Regione Autonomadella Sardegna per i Sardi nel mondo

Edito da “Associazione CulturaleMessaggero Sardo”Presidente Gianni De CandiaVia Ciusa 16 - 09131 CagliariSito web www.ilmessaggerosardo.comilmessaggerosardo@tiscali.itRegistrazione del Tribunale di Cagliarin. 4212 dell’11-4-1969Iscrizione al R.O.C. n. 6415

IL MESSAGGERO SARDO

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Editoriale 3IL MESSAGGEROSARDO

La nuova frontieradell’emigrazione sarda

2 La Posta dei lettori

Editoriale3 La nuova frontiera dell’emigrazione sarda

Primo Piano4 Celebrazioni per i 70 anni dello Statuto

di Gherardo Gherardini5 Gli emigrati alle cerimonie de Sa Die

de sa Sardigna di P.P.5 “Procurade ’e moderare” Inno ufficiale

della Sardegna di G.G.6 Rivoluzione dalle urne nelle elezioni

del 4 marzo di Luigi Coppola7 Lo “tsunami” elettorale ha travolto

vittime illustri8 Inserire nella Costituzione il principio

dell’Insularità di Andrea Frailis10 Continuità territoriale aerea, si cambia

di Andrea Porcu

Speciale Emigrazione9 La Consulta approva gli interventi per il 2018

di Gianni De Candia

Documenti10-11 Il Programma annuale 2018

degli interventi per l’Emigrazione12-13 Il Piano triennale 2018-2020

Attualità

15 Dall’Alcoa una speranza per il Sulcisdi Stefano Ambu

15 La Sardegna Regione vir tuosanelle politiche per il lavoro

16 L’Isola in cucina, Maccarronadade is messadoris di Roberto Loddi

16 Il film “Disco volante” vince la rassegna“Visioni Sarde”

17 Attività turistica in crescitadi Gianfranco Leccis

Cultura

18 “Il Messaggero sardo”, nostalgia rabbiosadi Sergio Portas

19 Al Museo di Asuni convegnosu “Emigrazione: passato e presente”

19 In mostra al MEA le raccoltedel Messaggero sardo

36 L’Inno della Sardegna

Parlando in poesia20 Franceschino Satta autentico poeta nuorese

a cura di Cristoforo Puddu

Parliamo della Sardegna21 Manlio Brigaglia, maestro

della comunicazione di Salvatore Tola

Sport34 La salvezza soffer ta del Cagliari

di Andrea Frigo

35 Stagione deludente per la Dinamo Bancodi Sardegna di Gibi Puggioni

35 Fabio Aru crolla al Giro d’Italiadi Andrea Porcu

Rubriche

22-24 Sardegna Notizie

25-28 Dall’Italia

29-33 Dal Mondo

SOMMARIO

Nei mesi scorsi la Giunta regionale ha riconosciuto,ammettendoli perciò a poter usufruire dei contributi

previsti a favore dell’emigrazione sarda organizzata, seinuovi circoli: due in Italia, attivi da molti anni, e quattroall’estero, di recente costituzione.

Un segnale di vivacità che conforta e allevia il ram-marico per i tanti circoli che sono stati costretti allachiusura negli ultimi anni soprattutto in Europa.

I nuovi circoli riconosciuti formalmente dalla Regio-ne con delibere di Giunta, su proposta dell’assessoredel lavoro Virginia Mura, si trovano sia in zone di anti-ca emigrazione, come l’Asociacion “Sardos Irmenti-cados”, che sorge nel Nord Este Argentino a SáenzPeña, nella Provincia Chaco; sia in quella che potremochiamare la “nuova frontiera” dell’emigrazione sarda.Per la prima volta viene riconosciuto un circolo sardoin Asia: a Tokio, è attiva l’Associazione “Isola Sarde-gna-Giappone”.

Altri due circoli sono stati riconosciuti in Europa,

uno a Copenhagen, l’Asso-ciazione culturale sarda “In-cantos” che – come spie-ga il suo sito – è stata fon-data con lo scopo di rico-noscere, promuovere, va-lorizzare e diffondere la cul-tura sarda in Danimarca.

Nella capitale danesenegli anni scorsi era attivoun circolo, “il Ponte”, fon-dato da Antonio Aru, unpersonaggio simbolo del-l’emigrazione sarda. Ma

dopo la scomparsa del fondatore aveva cessato difunzionare. “Incantos” vuole riunire i sardi emigrati egli amici della Sardegna, «tenere viva e divulgare lacultura isolana organizzando degustazioni, serate eno-gastronomiche, musicali, incontri con personaggi dispicco della cultura sarda».

La quarta associazione riconosciuta, “Casa di Sar-degna”, si trova in Spagna a Saragozza. Negli ultimianni i flussi migratori dalla Sardegna verso la penisolaiberica sono stati sempre più consistenti. Molti giova-ni, spesso dotati di titoli di studio, hanno trovato aMadrid, Barcellona e in altre zone della Spagna quelleopportunità che la Sardegna non è stata in grado dioffrire loro.

Abbiamo parlato di “nuova frontiera” perché altricircoli di sardi – seppure con modalità diverse daquelle tradizionali – si sono costituiti e attendono diessere riconosciuti: a Londra al posto del vecchiocircolo chiuso da anni è sorta l’associazione “Sardi-

nian Embassy of London”; in Nuova Zelanda, periniziativa di alcuni docenti sardi, è stato ricostituito ilcircolo di Aukland. Anche a Parigi, colmando unaparentesi che dura da alcuni lustri, potrebbe riaprireun circolo sardo.

Qualcosa si sta muovendo e non è improbabile cheentro breve tempo anche altre associazioni di sardi pos-sano ottenere il riconoscimento dalla Regione che nondà diritto solo a un modesto sostegno economico ma,cosa più importante, attribuisce prestigio nei confrontidelle autorità dei paesi di accoglienza.

Come si vede i nuovi circoli sono sorti in zone dinuova e di vecchia emigrazione nelle quali si è concen-trata una comunità di sardi.

I circoli riconosciuti in Italia sono il “Grazia Deledda”di Ciampino e “Narada” di Prato, entrambi attivi da annie già riconosciuti dalla Fasi, la Federazione delle Asso-ciazioni Sarde in Italia.

Se con i nuovi soggetti la rete dell’emigrazione sar-da organizzata – l’unica attiva tra le regioni italiane –si è estesa e arricchita, non si può dimenticare chenei paesi di antica emigrazione molti circoli sono staticostretti alla chiusura. Dal Belgio all’Olanda, dalla Fran-cia alla Germania molte strutture hanno cessato diesistere. Molteplici le cause. La crisi e i conseguentitagli hanno avuto spesso un ruolo decisivo; in alcunicasi non si è riusciti a rinnovarsi; in altri non è statopossibile ricostituire un gruppo dirigente che prendes-se il posto della vecchia guardia; altre volte è mancatoil necessario supporto per superare difficoltà momen-tanee. Sta di fatto che circoli “storici” dopo quarantaanni di attività hanno chiuso i battenti. Siccome nellezone in cui sorgono esiste sempre una comunità disardi e di loro discendenti, bisognerebbe fare uno sforzoper mantenere in vita anche quelle strutture, aiutan-dole a riconvertirsi per potere rispondere meglio allenuove istanze e arricchire la “rete” delle organizzazionisarde nel mondo.

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Primo Piano4 IL MESSAGGEROSARDO

l Consiglio regionale della Sardegna, riunito in sedutasolenne nella mattinata del 26 febbraio, ha celebrato

i settant’anni dello Statuto Sardo, alla presenza delPresidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Note-vole il colpo d’occhio dell’Aula di via Roma, particolar-mente gremita, mentre i bambini dell’istituto com-prensivo Puxeddu di Villasor intonavano l’inno nazio-nale. In piedi quasi tutti i presenti: 51 consiglieri regio-nali su sessanta, 12 parlamentari su 25 e gli eurode-putati Salvatore Cicu e Renato Soru. Sono rimastiseduti, invece, i due esponenti del Partito dei Sardi,formazione politica fortemente identitaria e sovrani-sta, anima critica dell’attuale maggioranza al governodella Regione. Non sono mancati all’appuntamentoanche alcuni ex presidenti di Giunta e Consiglio, invita-ti per la solenne celebrazione.

Il presidente della Repubblica, come da programma,non ha preso la parola, ma si è limitato ad ascoltare gliinterventi del presidente del Consiglio regionale, Gian-franco Ganau, e della Regione, Francesco Pigliaru.

«Dobbiamo essere orgogliosi di questi 70 anni diautonomia, di quanto è stato fatto – ha sottolineato inapertura del suo intervento il presidente Ganau –. Unperiodo di straordinario progresso, settant’anni di pacedentro la pace, garantita con la nascita della Comuni-tà Europea, settant’anni di avanzamento economico esociale, di superamento della povertà, dell’analfabeti-smo, delle malattie.

L’Italia è cresciuta – ha proseguito – e noi siamocresciuti insieme a lei, ma in questo percorso di cre-scita comune la differenza tra nord e sud, nonostantetutti gli sforzi, non si è attenuata e per cer ti versi èpersino aumentata. Da anni ci diciamo che questopercorso dell’autonomia sarda sembra sia bloccato,sembra non sia stato capace di stare al passo con itempi, a raccogliere la sfida della modernità. Il dibat-tito regionale evidenzia le insufficienze dello Statuto,sia per il suo carattere riduttivo originario, sia per ilquadro di funzioni oggi inadeguato nel complessivosistema delle autonomie territoriali e per il peso sem-pre maggiore di organi extra-statali ed europei».

Insufficienze che per Ganau significano «richiesta dimaggiori poteri e di maggiori spazi di autonomia, perchéè comune e ribadita la convinzione che le ragioni della

specialità della Sardegna sono non solo attuali ma percerti aspetti, oggi, ancora più evidenti e incisive.

Esse vanno in primo luogo individuate nell’essereisola e nelle conseguenze che l’insularità e la periferi-cità dal sistema nazionale hanno prodotto e purtroppocontinuano a produrre – ha spiegato il presidente delConsiglio –. Dall’insularità discendono indubbiamenteprofili di peculiarità da valorizzare e declinare in positi-vo, ma è evidente che tale condizione comporta, ri-spetto al territorio della penisola, l’impiego di maggioririsorse per assicurare alla comunità anche i servizi piùessenziali. La Sardegna, proprio a causa di questo, èesclusa da tutti i sistemi di rete nazionali ed europeicon gravissime conseguenze e penalizzazioni». E Ga-nau li ha elencati: dalla mobilità ai trasporti, dalleinfrastrutture all’energia, dal mercato del lavoro alleservitù militari e alla crisi delle industrie.

Secondo il Presidente dell’Assemblea legislativa iltermine Rinascita, racchiuso nello Statuto speciale,costituisce ancora il senso e il significato della spe-cialità e invita la Sardegna a valorizzare le proprierisorse per uscire dall’isolamento e per rilanciare lapropria unicità oltre i confini dell’isola. «E invita loStato – ha detto ancora Gianfranco Ganau – a concor-rere con convinzione a questo processo, perché laspecialità attiene ai diritti dei cittadini, prima ancorache ai rapporti fra istituzioni e merita perciò di esseredeclinata e valorizzata quale strumento per la parità dicondizioni fra tutti cittadini, a prescindere dal territorioin cui essi risiedono.

E allora dico che le ragioni dell’autonomia e dellaspecialità – ha concluso il Presidente del Consiglio –risiedono nella responsabilità che tutte le istituzioni,dallo Stato alla Regione agli enti locali, hanno neiconfronti dell’intera comunità sarda ma anche nellaresponsabilità che ciascuno di noi ha nel farsi arteficedel nostro destino. Responsabili di quanto occorrefare, sapendo che nessuno ci sostituirà nel nostrocompito, perché lo Statuto speciale invita ancora oggiproprio i sardi a rinascere».

Sulla specialità sarda ha insistito anche il presiden-te della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, che haesordito sottolineando che «la nostra Carta è sorelladella Carta nazionale, nata e pensata per un’autono-

mia sorella della Repubblica. Dentro questo rapportoc’è un punto fermo: la nostra specialità, che – non cistancheremo mai di sottolinearlo – non è principioteorico, ma ha ragioni storiche, linguistiche, geografi-che. L’insularità – ha proseguito – richiama l’applica-zione del principio di uguaglianza e da questo discen-de la necessità di ordinamenti speciali, differenziatiche servano a garantire livelli uguali di diritti fonda-mentali e di risposte a bisogni».

Secondo Pigliaru, immaginare uno Stato centrali-sta capace di dettare soluzioni buone per tutte lerealtà, è una pericolosa illusione: non esistono poli-tiche universalmente efficaci. Autonomia, dunque,come componente essenziale in ogni concepibilepercorso di sviluppo e di reale emancipazione.«Maperché si attivi concretamente un tale meccanismovir tuoso – ha proseguito il presidente della Giunta –l’esperienza autonomistica deve in ogni istante tenerpresente la propria natura di esercizio di responsabi-lità e non può restare sorda alle sollecitazioni cheprovengono con forza dalla società. Questo significache noi, tenuti a una così alta responsabilità, primadi qualunque altra cosa dobbiamo chiederci quantaSpecialità c’è dentro il nostro Statuto, e quanto ab-biamo saputo fare per attuare concretamente le pos-sibilità offerte dall’Autonomia».

Possibilità che, secondo Pigliaru, sono ancora for-temente condizionate, oggi come ieri, dall’insularità.«Il nostro lavoro – ha detto – ha portato al Patto perla Sardegna, che destinando risorse mirate alla miti-gazione degli svantaggi, primi fra tutti mobilità ester-na ed interna ed energia, ci ha fatto fare passi im-portanti, seppur non sufficienti.Abbiamo chiesto alGoverno, e continueremo a chiedere con forza, diaffiancare presso le Istituzioni europee la nostra ri-chiesta di riconoscimento della condizione insularequale requisito per l’applicazione di aiuti specifici,sul modello di quanto avviene per le regioni ultrape-riferiche. Così come è importante che siano anchefinalmente rese chiare, nel clima di fiducia e di lealecollaborazione al quale non abbiamo mai smesso didare il nostro contributo, le regole in base alle qualici viene imposto un livello così alto di accantona-menti. Livello che ci pare ingiustificato, ingiusto,indifferente al problema dei costi dell’insularità chelimitano il nostro sviluppo e causano tassi di disoc-cupazione inaccettabili.

In definitiva, signor Presidente – ha concluso il Pre-sidente della Regione – per aiutare la nostra terra auscire definitivamente dal ritardo economico ci servo-no pari opportunità, che a loro volta richiedono mag-giori margini di manovra per la nostra Autonomia, poi-ché questa è garante di un autogoverno che, ad esi-genze che mutano con l’avanzare del tempo e dellastoria, deve poter dare risposte adeguate».

La seduta solenne del Consiglio si è chiusa conl’antico canto sardo “Procurad’e Moderare”, intonatodal coro di Nuoro “Nugoro Amada”, diretto dal mae-stro Gianni Garau. Lo stesso canto che, due mesidopo, è stato scelto dall’Assemblea di via Roma comeinno ufficiale della Sardegna, al termine di una sedutadi cui proponiamo un sintetico resoconto in questestesse pagine. Gherardo Gherardini

Celebrazioni per i 70 anni dello Statuto

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Primo Piano 5IL MESSAGGEROSARDO

La Sardegna ha un proprio inno solenne. A venticinqueanni dall’istituzione di “Sa Die de sa Sardigna”, la festadel popolo sardo, il Consiglio regionale ha deciso perl’adozione del brano “Su patriotu sardu a sos feudata-rios” come inno ufficiale della Regione. Un canto meglionoto come “Procurade ’e moderare”, scritto dal nobilemagistrato di Ozieri, Francesco Ignazio Mannu, durante imoti antifeudali del 1794.

La decisione risale al 28 aprile scorso, nel corso dellaseduta convocata per le celebrazioni di “Sa Die”, dopo undibattito sulla proposta di legge a firma del capogruppodel Pd, Pietro Cocco, e sottoscritta da 29 consiglieri

«Procurade ‘e moderare»Inno ufficiale della Regione sarda

(Dem, Mdp, Upc, Campoprogressista e l’ex capo-gruppo di FI e neo deputatoPietro Pittalis).

La scelta del motivo nonera scontata, altre due op-zioni erano in campo: “Di-monios”, il canto della Bri-gata Sassari composto dalcapitano macomerese Lu-ciano Sechi nel 1994, e “Nopotho reposare”, testo

d’amore scritto nel 1915 dall’avvocato di Sarule SalvatoreSini e musicato da Giuseppe Rachel. Per la scelta dell’in-no il gruppo dei Riformatori aveva persino lanciato l’ideadi una consultazione popolare, affinché la decisione nondiventasse «un mero affare di palazzo». Altri avrebberoaddirittura preferito un brano totalmente nuovo.

Il dibattito sulla legge, al quale hanno preso partediversi consiglieri, si è aperto con l’intervento del rela-tore Pietro Cocco (Pd), secondo il quale il brano melo-dico tradizionale prescelto «ci propone contenuti estre-mamente attuali come l’esigenza di cambiamento e diuna svolta, l’appartenenza al proprio territorio e la lin-

gua, che devono ispirare ogni azione di governo controingiustizie, soprusi e disuguaglianze, mettendo le istitu-zioni al servizio del bene comune». Christian Solinas,esponente del Psd’Az, ha dichiarato che «l’inno espri-me con i suoi simboli i più autentici valori fondanti diuna comunità antica ed appartiene tanto ai sardi che aisardisti». Paolo Zedda (Art.1-Mdp) ha parlato di unsimbolo che completa nostra comunità con musica eparole; Michele Cossa e Attilio Dedoni (Riformatori)hanno ribadito che sarebbe stato meglio affidare lascelta a una consultazione popolare, perché «il branoproposto incarna certamente la ribellione dei sardi, mace ne sono anche altri». Sono poi intervenuti GennaroFuoco e Paolo Truzzu (FdI, «noi sosteniamo l’inno dellaBrigata Sassari, che riporta alla memoria dei sardiun’epopea in cui si sono imposti con il loro sacrificioall’attenzione di tutto al popolo italiano»); Emilio Usula(Rossomori, «denuncio qui che mentre si approva uninno contro la tirannia si manca di rispetto alla Sarde-gna e le si impedisce di avere i suoi spazi di autogover-no»); Anna Maria Busia (Misto, «auspico che il nuovoinno arrivi ai tanti giovani che non lo conoscono e parte-cipino ad una nuova stagione che si caratterizzi pernuovi poteri alla Sardegna»); Gianfranco Congiu (Pds,«l’inno del Mannu ha senso solo se riconosciamo che ilfeudatario di oggi è lo Stato italiano»).

Dopo numerose dichiarazioni di voto, la legge è stataapprovata a maggioranza, con l’astensione dei consiglieridi FdI, Riformatori, FI e Pds. (G.G.)

Una rappresentanza degli emigratialle cerimonie de “Sa Die de sa Sardigna”

na folta delegazione della F.A.S.I. è stata presen-te a Cagliari alle celebrazioni ufficiali de “Sa Die

de Sa Sardigna” nel mattino e nel pomeriggio del 28aprile.

Alle 9,30, nella Cattedrale, è stata celebrata laSanta Messa (trasmessa in diretta da RAI3 Sarde-gna). “Sa Missa Cantàda” è stata officiata da mons.Angelo Becciu (nato a Pattada nel 1948; attualeSostituto per gli affari generali della Segreteria diStato del Vaticano) e da mons. Arrigo Miglio insie-me ad altri vescovi e sacerdoti. Sono stati utilizzatitesti liturgici in lingua sarda (tradotti da un gruppo diesperti coordinato da don Antonio Pinna). Il rito èstato accompagnato dalle musiche composte dalmaestro Vittorio Montis e cantate dal “Coro SantaMaria degli Angeli” di Quartu Sant’Elena.

Altri canti sono stati proposti dal “Chorus Opera” insie-me ad alcune voci del “Liceo Motzo” dirette dalla prof.Laura Porceddu. Hanno cantato la mezzo soprano Massi-miliana Tocco e il baritono Gabriele Barria. All’organo ilmaestro Fabrizio Marchionni. Il rito religioso si è conclusocol “Deus ti salvet Maria”, accompagnato anche dal gruppo“Cuncordia a launeddas”.

Alle 11.00, i partecipanti, al suono delle launeddas eguidati dai bambini con le bandiere sarde, si sono spo-stati nell’attiguo Palazzo Viceregio dove hanno avutoinizio le celebrazioni civili.

La cerimonia è stata introdotta col canto “Su pa-triota sardu a sos feudatarios” (meglio conosciutocome “Procurade ’e moderare”, scritto dal nobile ma-gistrato di Ozieri Francesco Ignazio Mannu nell’ambitodel triennio rivoluzionario sardo di fine Settecento),intonato dalle voci bianche del “Chorus Opera” e daalcuni allievi del “Liceo Motzo” accompagnati dal grup-po “Cuncordia a launeddas”.

Il canto è stato interrotto, dopo alcune strofe, perconsentire al prof. Luciano Carta di illustrare le proprieconsiderazioni su “Sa Die” partendo dal significato del-l’inno della Sarda Rivoluzione.

Una delegazione della F.A.S.I. ha preso parte alle celebrazioni ufficialiin occasione del 70° anniversario dello Statuto Sardo

Concluso l’intervento dello storico, una bambina harivolto un breve messaggio ai Parlamentari eletti in Sarde-gna (erano presenti i senatori Emilio Floris, Forza Italia;Gianni Marilotti, M5S; Christian Solinas, Lega-Psd’Az.) eha consegnato loro la bandiera sarda. Il coro ha conclusoquindi il “Procurade ’e moderare”.

A seguire, sempre nel Palazzo Viceregio, ha avutoinizio la parte istituzionale dell’incontro coordinata daSalvatore Cubeddu del Comitato per “Sa Die de sa Sardi-gna”. Hanno portato i saluti il sindaco di Cagliari Massi-mo Zedda, l’arcivescovo mons. Arrigo Miglio e il presi-dente del Consiglio Regionale Gianfranco Ganau. Quindil’avv. Antonello Angioni ha svolto la relazione sul tema“Radici storiche e prospettive dell’autonomismo sardo”.

I lavori sono proseguiti con gli interventi di mons. An-gelo Becciu, Sostituto alla Segreteria di Stato del Vatica-no; dell’assessore regionale alla Pubblica istruzione Giu-seppe Dessena; del presidente della Regione FrancescoPigliaru; di alcuni parlamentari, consiglieri regionali e rap-presentanti delle forze politiche.

Pomeriggio, in Consiglio Regionale. La prima partedella seduta è stata dedicata all’esame della propostadi legge per l’adozione come inno ufficiale della Sarde-gna del brano “Su patriota sardu a sos feudatarios”.

Al termine della discussione, e dopo l’approvazione –a maggioranza – della proposta, l’inno è stato eseguitoda parte di un coro.

È seguito quindi l’incontro con la delegazione F.A.S.I.sul tema: “70 anni dello Statuto sardo”.

Sono intervenuti il presidente del Consiglio regionale,Gianfranco Ganau; la presidente della F.A.S.I., SerafinaMascia; i vari Capigruppo (Attilio Dedoni, Paolo Truzzu,Daniele Cocco, Gianfranco Congiu, Pietro Cocco, Ales-sandra Zedda). Ha chiuso i lavori il Presidente della Giun-ta, Francesco Pigliaru.

Poco prima dell’inizio dei lavori dell’Aula, l’Ufficio diPresidenza della F.A.S.I. era stato ricevuto dal presidentedel Consiglio regionale, Gianfranco Ganau.

L’incontro è stata l’occasione per affrontare alcuni deitemi più cari ai sardi emigrati, in particolare i disagi legatiagli spostamenti da e per la Sardegna.

«Siamo dei convinti sostenitori e abbiamo da subitoaderito al Comitato per l’insularità – ha sottolineato lapresidente della F.A.S.I., Serafina Mascia – perché sia-mo quarant’anni che combattiamo per l’affermazione diquesto principio, bisogna mettersi in marcia insieme,sardi nell’isola e sardi in Italia». A sostenere le paroledella presidente anche Tonino Mulas, presidente onorariodella FASI, e i due vicepresidenti, Maurizio Sechi e PaoloPulina che hanno ribadito la necessità di condividere labattaglia anche fuori dai confini della Sardegna.

«C’è grande sensibilità e attenzione su questo tema –hanno detto – noi siamo disponibili a fare la nostra parteper coinvolgere i sardi emigrati ma soprattutto tutti quegliitaliani che ci hanno già dimostrato massima solidarietàsul tema. Siamo pronti a promuovere iniziative di sensibi-lizzazione sui territori – hanno aggiunto – allestire ban-chetti e raccogliere le firme nelle città e tra le comunità inItalia per sostenere la raccolta delle firme a sostegno delriconoscimento del principio di insularità».

Il presidente del Consiglio ha accolto con favore ladisponibilità e l’impegno dimostrati dai rappresentantidella FASI: «serve il sostegno di tutti – ha sottolineato– perché l’obiettivo è quello di ottenere un diritto egua-litario che l’Italia deve riconoscere alla Sardegna ealle isole minori. Dobbiamo continuare tutti ad impe-gnarci con forza per ottenere il massimo risultato dal-la raccolta delle firme – ha concluso il presidente –perché la battaglia deve portare al pieno riconosci-mento della condizione di insularità da parte del Go-verno prima e dalla Comunità europea poi». P.P.

U

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Primo Piano6 IL MESSAGGEROSARDO

Una rivoluzione dalle urnealle elezioni politiche del 4 marzo

ono 25 i parlamentari eletti nell’isola alle con-sultazioni del 4 marzo: 16 del Movimento

Cinquestelle, tre di Fi, tre del Pd, uno alla Lega,uno alla Lega-Psd’az e uno a FdI.

Della pattuglia dei parlamentari uscenti ecandidati sono stati rieletti solo in cinque:Emanuela Corda e Andrea Vallascas (M5S),Romina Mura e Giuseppe Luigi Cucca (Pd)ed Emilio Floris (Fi). Un risultato che ha se-gnato una netta vittoria del Movimento Cin-questelle, altrettanto nette le sconfitte di Pd eForza Italia, con un profondo rinnovamento, intermini politici e generazionali, della pattu-glia dei parlamentari isolani.

Si pongono quindi, in sede di riflessione postvoto, alcune questioni decisive per il futuro deipartiti sconfitti.

Intanto la necessità di un profondo rinnova-mento negli organi dirigenti e un altrettantoprofondo rinnovamento nel presentare le li-nee politiche ai cittadini. Diciamolo franca-mente, anche gli elettori sardi hanno dimo-strato da una parte di nutrire ancora profondadisillusione rispetto ai par titi (leggi astenuti)e dall’altra di avere voglia del “nuovo”, di met-tere alla prova una classe politica che appareforse per alcuni aspetti ingenua ma anche piùaffidabile . Una classe politica ritenuta capa-ce – elemento da non sottovalutare – di porsial tavolo dell’Europa con determinazione, congrinta, alla pari rispetto a Germania e Fran-cia, per meglio favorire lo sviluppo economi-

Nell’Isola il Movimento 5 Stelle conquista 16 dei 25 seggi in palio - RidimensionatiPartito democratico e Forza Italia - Chi sono i nuovi parlamentari sardi

co del Paese e dare soluzione al sempre dram-matico problema della disoccupazione e perindurre paesi come Ungheria, Romania, Po-lonia ed altri, che ricevono cospicui contributidalla Commissione Ue, a partecipare econo-micamente a sopportare ai costi che l’immi-grazione comporta in termini di assistenza.

Il voto del 4 marzo ha segnato un punto disvolta che non è momentaneo: gli elettori sardihanno dato un segnale preciso di “stanchezza”rispetto ad azioni politiche apparse, ancora piùdi ieri, condizionate dai poteri del Palazzo roma-no. Basti l’esempio del problema del referen-dum sulla insularità, per inserire in Costituzionela questione.

Non è più tempo di uno o due aerei in piùd’estate o di qualche traghetto straordinario. Ètempo di eliminare una volta per tutte l’atavicoproblema dell’isolamento non determinato dalmare ma dalla incapacità dei governi nazionalidi farsi carico del problema e porlo anche all’at-tenzione della Unione Europea.

Le conseguenze del voto si potranno verifica-re subito con l’entrata in azione del governo gial-lo-verde, cioè Movimento Cinquestelle-Lega.Molti ministri sono poco noti ma non inesperti ei 25 parlamentari sardi, se per una volta riuscis-sero a porre in primo piano il problema dellaSardegna, potrebbero ottenere risultati concretiper l’Isola.

Adesso in molti pensano alle prossime ele-zioni regionali. Intanto è auspicabile che la GiuntaRegionale sappia porsi concretamente all’atten-zione del nuovo governo. Non conteranno più irapporti di partito con questo o quel presidentedel Consiglio, bensì conteranno la capacità dielaborare rapidamente progetti adeguati insie-me con la capacità di confrontarsi e aprire undialogo nuovo.

Ed ecco l’elenco dei deputati e senatorichiamati a rappresentare la Sardegna in Par-lamento.

Dei 25 eletti nell’isola, ben 16 (non era maisuccesso in passato che un singolo par titoavesse una tale rappresentanza in Parlamen-to) fanno par te del M5S, che ha lasciato lebriciole alle altre forze politiche: andranno aRoma tre rappresentanti del Pd e tre di ForzaItalia, uno ciascuno per Lega, Fratelli d’Italiae Pds’Az-Lega.

Questi gli eletti alla Camera dei Deputati:– M5SANDREA MURA, nato aCagliari nel 1964, velistadi fama mondiale, skipperdell’open 50 “Vento diSardegna”;MARA LAPIA, nata a Nuo-ro nel 1977, avvocata ecriminologa, specializza-ta in bullismo e devianzegiovanili, è autrice di unostudio su queste tematiche;PINO CABRAS, nato a Cagliari nel 1968, funzio-nario della Sfirs, la società intermediaria finan-ziaria della Regione Sardegna, cura un blog chia-mato “L’alternativa c’è”;LUCIANO CADEDDU, 40 anni di Uras (Oristano),allevatore;MARIO PERANTONI, avvocato civilista di Sas-sari, un passato da dirigente locale dei Comuni-sti Italiani;EMANUELA CORDA, nata a Cagliari nel 1974,deputata uscente e riconfermata, fumettista egrafica pubblicitaria;ANDREA VALLASCAS, classe ’75, cagliarita-no, deputato uscente e riconfermato. Ingegne-re edile;LUCIA SCANU, trentottenne di Oristano, disoc-cupata alla prima esperienza politica;ALBERTO MANCA, 34 anni di Nuoro, agrono-mo, è un dipendente del Corpo forestale dellaRegione;PAOLA DEIANA, algherese classe 1985, dipen-dente a tempo determinato del Comune di Al-ghero;NARDO MARINO, giornalista nato a Olbia nel1964, per anni a capo della redazione dell’emit-tente televisiva Teleregione, in seguito entratanel circuito nazionale Cinquestelle.– Partito DemocraticoROMINA MURA, classe ’70 di Sadali, comunenel Sud Sardegna del quale è anche sindaca,deputata uscente, riconfermata;GAVINO MANCA, nato a Sassari nel 1970, trelegislature nel Consiglio regionale sardo, nel-l’attuale è stato presidente della commissioneCultura.– Forza ItaliaUGO CAPPELLAC-CI, nato a Cagliarinel 1960, ex presi-dente della Regio-ne dal 2009 al 2014,consigliere regio-nale uscente e co-ordinatore degli azzurri in Sardegna;PIETRO PITTALIS, nato a Charleroi (Belgio) nel1958, capogruppo uscente di Forza Italia in Con-siglio regionale, cinque legislature nel Palazzodi via Roma a Cagliari.– LegaGUIDO DE MARTINI, cagliaritano di 62 anni,oculista, primo e unico parlamentare salvinianoeletto in Sardegna.– Fratelli d’ItaliaSALVATORE SASSO DEIDDA, cagliaritano del’76, coordinatore regionale del movimento diGiorgia Meloni.

S

RISULTATI CAMERA - CIRCOSCRIZIONE 26SARDEGNA (1.838 sezioni su 1.838)

Par t i t i V o t i % S e g g i

Movimento 5 Stelle 369.196 42,5 11(*)

Centrodestra 269.821 31,0 4Forza Italia 128.503 14,8 2Lega 93.771 10,8 1Fratelli d’Italia 34.963 4,0 1Noi con l’Italia - Udc 12.584 1,4 –

Centrosinistra 153.514 17,6 2Par tito Democratico 128.819 14,8 2+Europa 17.095 2,0 –Italia Europa Insieme 4.456 0,5 –Civica Popolare 3.144 0,4 –

Liberi e uguali 27.235 3,1 –Autodeterminatzione 19.307 2,2 –Potere al popolo 7.885 0,9 –Casapound 7.645 0,9 –Il popolo della famiglia 5.937 0,7 –Partito Comunista 5.301 0,6 –Partito valore umano 3.159 0,4 –(*) di cui 6 uninominali

RISULTATI SENATOCIRCOSCRIZIONE SARDEGNA

Par t i t i V o t i % S e g g i

Movimento 5 Stelle 341.177 42,2 5 (*)

Centrodestra 251.389 31,0 2Forza Italia 114.003 14,1 1Lega 93.812 11,6 1Fratelli d’Italia 34.722 4,3 –Noi con l’Italia – Udc 8.852 1,1 –

Centrosinistra 144.511 17,8 1Par tito Democratico 123.887 15,3 1+Europa 12.694 1,6 –Italia Europa Insieme 4.806 0,6 –Civica Popolare 3.124 0,4 –

Liberi e uguali 23.952 3,0 –Autodeterminatzione 20.468 2,5 –Potere al popolo 7.480 0,9 –Casapound 6.775 0,8 –Il popolo della famiglia 5.531 0,7 –Partito Comunista 5.140 0,6 –Partito valore umano 2.929 0,4 –(*) di cui 3 uninominali

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Primo Piano 7IL MESSAGGEROSARDO

Risultati delle elezioni politiche del 2013Per capire meglio la portata dello “tsunami” che il 4

marzo ha sconvolto il quadro politico sardo, insiemecon quello nazionale, ecco una sintesi dei risultati delle

elezioni politiche svoltesi in Sardegna il 24 e 25 febbraio2013 senza il “rosatellum” (le sezioni scrutinate sonostate 1.831).

Par t i t i V o t i % S e g g i

Par tito Democratico (Pd) 232.895 25,1 8Sinistra ecologia e liber tà (Sel) 34.079 3,7 1Centro Democratico 5.543 0,6 1Totale coalizione Pier Luigi Bersani 272.517 29,4 10Il Popolo della liber tà (Pdl) 188.480 20,4 3Fratell i d’Italia 16.233 1,8Par tito Pensionati 4.115 0,4Grande Sud - Mpa 3.764 0,4La Destra 3.763 0,4Mir - Moderati in Rivoluzione 1.515 0,2Lega Nord 1.327 0,1Totale coalizione Silvio Berlusconi 219.197 23,6 3Scelta Civica-Monti per l’Italia 55.990 6,0 1Unione di centro (Udc) 25.698 2,8 -Futuro e liber tà (Fli) 5.555 0,6 -Totale coalizione Mario Monti 87.243 9,4 1Mov. 5 Stelle - beppegrillo.it 274.834 29,7 4Totale coalizione Beppe Grillo 274.834 29,7 4Rivoluzione Civile 25.855 2,8 -Totale coalizione Antonio Ingroia 25.855 2,8 -Fare per Fermare il Declino 4.121 0,4 -Totale coalizione Oscar Giannino 4.121 0,4 -Par tito sardo d’azione 18.585 2,0 -Indipendenza per la Sardegna 7.598 0,8 -Meris 5.901 0,6 -Par tito comunista dei lavoratori 3.468 0,4 -Liberali per l’Italia - Pli 2.709 0,3 -Lista Amnistia Giustizia Liber tà 2.097 0,2 -Forza Nuova 1.663 0,2 -Totale Altri 42.021 4,5 -

Brevi osservazioni: dal confronto con i dati delle ele-zioni del 4 marzo balza evidente la portata della crescitadel Movimento 5 Stelle, della crescita della Lega e delladisfatta del Pd e di Forza Italia. Ovviamente la leggeelettorale “rosatellum” ha avuto un qualche peso ma le

Lo “tsunami” elettoraleha travolto vittime illustriSono molti i parlamentari uscenti che non sono stati riconfermatiProfondamente rinnovata la delegazione sarda a Roma

ragioni delle vittorie e delle sconfitte sono tutte di natu-ra politica e sono strettamente attinenti alle linee politi-che portate avanti dai diversi partiti e, dall’altra parte,dallo stato di frustrazione, di delusione e di protestadegli elettori.

Questi gli eletti al Senato:– M5SGIANNI MARILOTTI, nato a Cagliari nel 1953,docente di storia e filosofia e scrittore. Nel2003 ha vinto il premio Italo Calvino con ilromanzo “La quattordicesima commensale”.Nel 2014 ha par tecipato alle elezioni per ilConsiglio regionale con la lista ProgRes, par-tito che faceva par te del car tello elettoraleSardegna Possibile guidato dalla scrittriceMichela Murgia;EMILIANO FENU, classe ’77, commercialista diSiniscola (Nuoro);MARIA VITTORIA BOGO, classe ’67 di Budoni,poetessa e scrittrice, lavora nel Comune del suopaese;ETTORE LICHERI, nato nel 1963 a Sassari, av-vocato penalista, per anni uno dei principali col-laboratori di Stefano Palazzi, capo della procuradella Figc;ELVIRA LUCIA EVANGELISTA, nata nel 1969 aNuoro, avvocato.– Partito DemocraticoGIUSEPPE LUIGI CUCCA, nato a Bosa nel 1957ma nuorese d’adozione, è avvocato. Senatoreuscente e riconfermato, dal 2017 è segretarioregionale dei dem in Sardegna, dopo le dimis-sioni di Renato Soru.– Forza ItaliaEMILIO FLORIS, nato a Cagliari nel 1944, medi-co, è stato sindaco di Cagliari dal 2001 al 2011,prima di Massimo Zedda. Senatore uscente ericonfermato.– PSD’AZ-LegaCHRISTIAN SOLINAS, cagliaritano classe ’76.Segretario nazionale del partito sardista e con-sigliere regionale uscente, è stato assessoreregionale ai Trasporti nella giunta guidata da UgoCappellacci.

***Questo il riepilogo dei risultati nei 12 collegi

in Sardegna dove sono stati eletti i 25 parlamen-tari sardi.

En plein del Movimento 5 Stelle nei nove uni-nominali.

Nei tre del Senato si si sono affermati MariaVittoria Bogo (nord), Emiliano Fenu (centro) eGianni Marilotti (sud).

Nei sei per la Camera hanno vinto Mario Pe-rantoni a Sassari, Nardo Marino a Olbia, MaraLapia a Nuoro, Luciano Cadeddu a Oristano, PinoCabras a Carbonia e il velista Andrea Mura aCagliari.

Nel proporzionale Sud per la Camera il M5Sha eletto i due uscenti Emanuela Corda e AndreaVallascas, più Lucia Scanu. Al Nord: Alberto Man-ca e Paola Deiana.

Nel collegio unico proporzionale sono entratia Palazzo Madama Ettore Antonio Licheri ed El-vira Evangelista.

Nella coalizione del centrodestra, Forza Italiaha eletto i capilista nei collegi proporzionali diCamera e Senato, Pietro Pittalis (Nord Sarde-gna), Ugo Cappellacci (Sud Sardegna) e EmilioFloris (unico Senato).

Il Pd ne ha piazzati tre: Romina Mura (capoli-sta Camera Sud), Gavino Manca (capolista Ca-mera Nord) e Giuseppe Luigi Cucca (capolistaSenato).

Nell’unico del Senato è eletto anche il segre-tario nazionale dei Sardisti Christian Solinas(Lega-Psd’Az), mentre il collegio sud per la Ca-mera premia Guido De Martini (Lega).

Il diciassettesimo deputato è stato eletto con iresti: è il capolista di Fratelli d’Italia nel Sud Sar-degna per la Camera, Salvatore Sasso Deidda,portavoce regionale del partito. Luigi Coppola

Diversi i candidati che par tivano favoriti o co-munque cercavano di confermare il posto in Parla-mento nelle elezioni del 4 marzo 2018.

Il “Rosatellum”, la legge elettorale voluta daRenzi e Berlusconi e redatta da Rosato, ha fatto,oltre ogni più pessimistica previsione, diverse vit-time illustri. In Sardegna e non soltanto.

Nell’Isola sono almeno12 i politici che hanno par-tecipato alle elezioni o come parlamentari uscenti ocomunque con una carica amministrativa impor-tante senza riuscire ad essere eletti. La mattanzapiù pesante si registra nel Partito democratico.

Ecco l’elenco dei 12 nomi eccellenti esclusi:– Silvio Lai, senatore uscente, già segretario re-gionale del Pd, si è piazzato 3° nell’uninominalealla Camera nel collegio di Sassari.– Gianfranco Ganau, presidente in carica del Con-siglio Regionale, candidato al Senato.– Luciano Uras, senatore uscente, candidato allaCamera nell’uninominale a Cagliari, 3° dopo il gril-lino Mura e l’ex presidente della Regione Ugo Cap-pellacci di Forza Italia.

– Giovanna Sanna, sindaco di Florinas, deputatauscente.– Caterina Pes, deputata uscente, 2° e non elettanel collegio uninominale al Senato, dietro il segre-tario regionale del Pd, Cucca.– Franco Sabatini, consigliere regionale Pd, can-didato nel collegio uninominale della Camera aNuoro.– Ignazio Angioni, senatore uscente, 3° nel colle-gio uninominale Sardegna Centro.– Antonio Solinas, consigliere regionale, 3° nel col-legio uninominale Camera a Oristano.– Francesco Sanna, senatore uscente, 2° dietroRomina Mura eletta nel collegio proporzionale Ca-mera Centro Sud.– Yuri Marcialis, assessore allo Sport del Comunedi Cagliari, di Liberi e Uguali, candidato al Senato.– Giuseppe Fasolino, consigliere regionale di For-za Italia, sindaco di Golfo Aranci, battuto dal gior-nalista olbiese Nardo Marino.– Bruno Murgia, deputato uscente di Fratelli d’Ita-lia.

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Primo Piano8 IL MESSAGGEROSARDO

insularità è un diritto, e come tale deve essereinserita all’interno della Costituzione. Il comitato

che in Sardegna si batte per questo obiettivo non si èfatto scoraggiare dalla bocciatura del referendum, e hatrasformato la sua battaglia, mettendo mano alla pri-ma proposta di legge costituzionale di iniziativa popo-lare in Italia. Il 30 gennaio del 2018 fu l’Ufficio regiona-le del referendum a decretare lo stop, e allora i promo-tori non solo non hanno abbandonato l’iniziativa, maaddirittura hanno deciso di raddoppiare; la consulta-zione in Sardegna non si può fare? E allora si raccol-gono le firme per una legge nazionale, per venire in-contro non solo alle esigenze della nostra Isola, dellaSicilia e di tutte le isole minori dell’Italia.

Insomma a una esigenza in qualche modo ritenuta«locale» viene assegnata una valenza nazionale, degnadi rappresentare un interesse di tutto il Paese. Sononecessarie 50mila firme per sostenere e supportare larichiesta di una legge di iniziativa popolare, e già daiprimi giorni di aprile la macchina organizzativa si è mes-sa in moto; banchetti per la raccolta delle firme deicittadini sono stati sistemati a Cagliari e per le vie ditutti i capoluoghi delle venti regioni italiane.

E gli inizi sono stati più che pro-mettenti; il presidente del comitatoper l’insularità l’avvocato RobertoFrongia, in una dichiarazione all’An-sa, non ha nascosto la sua soddisfa-zione: «in piazza Costituzione a Ca-gliari, hanno firmato almeno trecentopersone, e nelle altre città italiane sonostati in migliaia ad avvicinarsi ai ban-chetti per firmare». Tra gli altri a Ge-nova ha firmato il presidente dellaRegione Liguria Giovanni Toti, mentrea Roma ha firmato Mario Segni stori-co leader referendario, seguito pocodopo dal capitano della nazionale ditennis, Corrado Barazzutti. Risultati im-portanti sono stati registrati nei 36

comuni adererenti all’Associazione Nazionale dei co-muni delle isole minori.

E vediamolo nel dettaglio il testo depositato pressola Corte di Cassazione dal Comitato per l’inserimentodel principio dell’insularità in Costituzione: «Lo Statoriconosce il grave e permanente svantaggio derivantedall’insularità e provvede alla tutela dei diritti indivi-duali e inalienabili garantiti dalla Costituzione. La Re-pubblica dispone le misure necessarie a ricostituireuna effettiva parità La Repubblica dispone le misurenecessarie a ricostituire una effettiva parità ed unreale godimento dei diritti».

Una battaglia, quella per la legge di iniziativa popo-lare, sostenuta da un largo fronte, non solo politicotrasversale, ma anche di associazioni di categoria eculturali, e soprattutto dalle associazioni dei nostriemigrati in tutto il mondo. Per il docente di dirittoromano, Giovanni Lobrano, «insularità in Costituzionesignifica dare più forza al concetto di autonomia»,mentre l’ex senatore di Campo Progressista, LucianoUras, sottolinea l’esigenza di «recuperare pienezzadel diritto di libera circolazione». Posizione molto chia-ra anche da parte di Maria Antonietta Mongiu, ex

assessora regionale alla cultura: «nel momento in cuiesiste una servitù di mobilità, la libera circolazione èsospesa», mentre Pier Paolo Vargiu ex deputato deiRiformatori ha voluto sottolineare la necessità «di con-vincere tutta l’Italia a rendersi conto dell’esistenza delgap a danno della Sardegna», e polemica è la valuta-zione sulla bocciatura del referendum da parte di Ales-sandra Zedda, vicecapogruppo di Forza Italia in consi-glio regionale secondo la quale «l’ufficio regionale peril referendum ha preso un abbaglio» e sulla stessalinea le parole dell’avvocata Rita Dedola che definiscela stessa bocciatura «un atto di miopia giuridica» eaggiunge: «ora occorre alzare l’asticella».

I circoli sardi aderenti alla Fasi, la federazione delleassociazioni sarde in Italia, sono stabilmente in primalinea per il sostegno alla proposta di legge sull’inseri-mento dell’insularità in Costituzione, dopo la bocciaturadel referendum e al di là del ricorso che è stato presen-tato su questo fatto e sul quale i promotori del Comitatonon hanno perso del tutto le speranze di far svolgerecomunque la consultazione referendaria. La raccoltadelle firme è iniziata il 24 marzo, con i banchetti siste-mati in tutte le regioni, e con una straordinaria mobilita-zione degli emigrati sardi nella Penisola.

L’impegno è stato ribadito a Cagliari, nel corso di unincontro, che ha visto di fronte il presidente del Consi-glio Regionale Gianfranco Ganau e la presidente dellaFasi, Serafina Mascia. Non a caso questo incontro si èsvolto in concomitanza con Sa Die de Sa Sardigna,storica data che ricorda un periodo di grande unità ecoesione della Sardegna. Gli emigrati, insomma, hannofatto loro la battaglia, perché nessuno più dei nostriconterranei che vivono fuori dall’Isola sentono il disagiodi una corsa ad handicap, dove gli ostacoli sono rappre-sentati dalle difficoltà negli spostamenti, dai problemiper le nostre merci e le nostre produzioni.

«Siamo convinti sostenitori di questa battaglia – hadetto Serafina Mascia al presidente Ganau – e abbiamoda subito aderito al Comitato per l’insularità, perché daquarant’anni combattiamo per l’affermazione di questoprincipio, bisogna mettersi in marcia insieme, sardinell’Isola e sardi in Italia».

A rafforzare questo impegno e questa mobilitazionedei nostri conterranei ci hanno pensato anche ToninoMulas, storico presidente della Fasi e oggi presidenteonorario delle federazione, e i due attuali vicepresidentiMaurizio Sechi e Paolo Pulina. «C’è grande sensibilità eattenzione su questo tema – hanno rilevato i dirigentidella Fasi – noi siamo disponibili a fare la nostra parteper coinvolgere i sardi emigrati, ma soprattutto tuttiquegli italiani che ci hanno già dimostrato massimasolidarietà su questo argomento. Siamo, quindi, prontia promuovere iniziative di sensibilizzazione sui territori ea raccogliere le firme nelle città e tra le comunità inItalia, a sostegno del riconoscimento del principio diinsularità nel testo costituzionale».

Ovviamente trattandosi di una proposta di leggeche modifica lo stesso testo della nostra carta fonda-mentale, sarà necessaria una doppia lettura, e quindidella approvazione di entrambi i rami del Parlamento,sia della Camera dei Deputati che del Senato dellaRepubblica. Ma Gianfranco Ganau, presidente dell’as-semblea regionale, nutre molta fiducia: «c’è bisognodell’impegno e del sostegno di tutti – ha detto ai rap-presentanti dei circoli degli emigrati sardi in Italia –ma possiamo contare sulla condivisione dell’obiettivo,che è quello di ottenere un diritto egualitario che l’Ita-lia deve riconoscere alla Sardegna e alle isole minoridel nostro Paese». Andrea Frailis

Inserire nella Costituzioneil principio della insularitàDopo la bocciatura del referendum regionale una raccolta di firme a livello nazionaleper una proposta di legge di iniziativa popolare - L’impegno delle organizzazioni degli emigrati

L’

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Speciale Emigrazione 9IL MESSAGGEROSARDO

La Consulta approvagli interventi per il 2018Incrementate le risorse a disposizione di circoli, Federazioni e Associazioni di tutela

La Consulta regionale per l’Emigrazione, convocatadall’assessore del Lavoro Virginia Mura, si è riunita

venerdì 2 febbraio e ha approvato con voto unanime ilProgramma di interventi per il 2018 e il Piano triennale2018-2020.

Le risorse a disposizione sono passate da due milio-ni a 2.209.000, euro.

La maggior disponibilità di risorse è stata concessadalla Giunta – ha spiegato l’assessore – in forza dellavivacità dimostrata dalle organizzazioni dell’emigrazionesarda e al fatto che sono stati avviati progetti che dannorilevanza all’immagine della Sardegna.

Facendo il punto sulla legislatura che va a concluder-si Virginia Mura si è detta soddisfatta per essere riusci-ta prima a mantenere immutato il livello del finanzia-mento regionale, opponendosi al paventato taglio, e poia ottenere ulteriori risorse grazie alla capacità proget-tuale dei circoli.

L’assessore ha anche annunziato il riconoscimentoda parte della Giunta regionale del circolo di Tokio, ilprimo circolo sardo in Asia.

L’incarico di illustrare le linee del Programma di inter-venti è stato lasciato a Domenico Scala, vicepresidentevicario. Il Programma per il 2018 predisposto dagli ufficidell’assessorato ricalca quello del 2017. Nella riunionedell’Ufficio di presidenza della Consulta – ha detto Sca-la – sono state apportate limature e integrazioni. Tra leiniziative nuove il Programma prevede di attivare corsi diformazione per aiutare i dirigenti dei circoli, sia quelli dinuova costituzione, sia quelli per i quali si stanno facen-do sforzi per evitare che chiudano, a fare la rendiconta-zione. I corsi sono riservati ai giovani fino ai 40 anni. Pernon disperdere le risorse si è deciso di individuare ognianno due paesi in cui intervenire.

La dottoressa Antonia Cuccu, responsabile del Ser-vizio di Coesione sociale ha illustrato i criteri utilizzatiper la realizzazione del Programma, sottolineando laintroduzione dei criteri che consentono una maggiorrapidità della spesa. Nel 2018, per la prima volta saràpossibile dare l’anticipazione del 75 per cento entro ilmese di aprile.

L’ing. Piernicola Saba, responsabile del Settore Emi-grazione, ha spiegato come sono stati selezionati dauna apposita commissione i progetti regionali. All’as-sessorato sono pervenuti 19 progetti e nessuno è statoescluso per questioni formali. Ne sono stati accolti cin-que per l’area cultura e cinque per l’area turismo.

Saba ha poi annunciato che il progetto SardiniaEve-rywhere ha suscitato curiosità e interesse e la propostadi collaborazione del Consorzio Industriale del Nord Sar-degna che ha un progetto chiamato “Insula”.

Sono seguiti gli interventi dei consultori. Gianni Gar-bati, della Spagna, ha illustrato un progetto per un pro-gramma radiofonico e Franco Siddi, ha suggerito dicoinvolgere anche la sede Rai della Sardegna. CarloMurgia, del Belgio, ha sollecitato l’avvio di corsi di italia-no da tenere nei circoli perché i giovani non sanno piùscrivere.

Tonino Mulas, della Fasi, ha chiesto che ci siaun’equa distribuzione territoriale nell’approvazione deiprogetti regionali, con una commissione che dia lelinee di intervento.

Serafina Mascia, della Fasi, si è detta allarmata epreoccupata dal fatto che non esistano più le federazio-ni dei circoli in Francia, Olanda e Belgio. Bisogna accer-tare – ha detto – perché è avvenuta una così rilevantechiusura di circoli. Ha suggerito di destinare più risorseal funzionamento dei circoli sottraendole ai progetti re-gionali. “Se i circoli chiudono – ha concluso – saràinutile fare progetti”.

Nel dibattito sono poi interventi Jan Lai della Filef,l’esperto Carlo Manca, Vittorio Vargiu dell’Argentina,Gisella Porcu del Brasile, Pierpaolo Cicalò della Faes eAntonio Casu dell’Aitef, che hanno espresso apprezza-mento per l’impegno dell’assessore e per il lavoro svol-to dagli uffici.

Michele Mannu, del Canada, ha riferito che sonorimasti attivi solo i circoli di Montreal e di St. Cathari-nes, nell’Ontario, ma ha aggiunto che si sta lavorandoper riaprire i circoli di Toronto e di Vancouver. “Siamosulla buona strada – ha concluso – ma c’è ancora moltoda fare”.

La Consulta, dopo aver apportato integrazioni e mi-glioramenti al testo predisposto dal Servizio di CoesioneSociale dell’Assessorato del Lavoro, ha espresso pare-re favorevole, con voto unanime, sia al Programma an-nuale 2018, sia al Piano Triennale 2018-2020.

Il Programma, che è diventato operativo dopo l’ap-provazione da parte della Giunta regionale, stanzia ri-sorse per più di 2.200.000 euro, con un incremento dioltre il 10 per cento rispetto all’anno precedente.

Per il funzionamento dei circoli sono a disposizione854.500 euro. Ogni circolo, se in regola con i requisitiprevisti dalla Legge 7/91 per l’Emigrazione, avrà a

disposizione una somma (che non potrà mai superarei 10.000 euro) per la locazione della sede; una quotaper le spese di luce, gas, pulizia, telefono, cancelleriache non potrà superare i 6.000 euro; una quota chenon potrà superare i 4.000 euro per le spese di servi-zio informativo destinato ai soci e agli emigrati sardi ingenerale.

Per le attività dei circoli sono a disposizione 550.000euro.

Per le Federazione dei circoli il Programma stanzia110.000 euro. La somma va ripartita tra le Federazionedi Italia, Germania, Svizzera e Argentina, le uniche ope-rative (non hanno più i requisiti per formare una federa-zione i circoli sardi in Francia, Olanda e Belgio). Per icircoli che esprimono un consultore e non hanno unafederazione (Spagna, Canada, Brasile, Stati Uniti) sonodisponibili 10.000. euro.

Per il funzionamento delle Associazioni di tutela (quat-tro quelle effettivamente operanti in Sardegna) il Pro-gramma prevede un finanziamento di 50.000 euro di cui6.000 per la loro Federazione (Faes).

Per i progetti regionali sono previsti diversi interventi:80.000 euro sono destinati a progetti sul mondo del-l’Emigrazione predisposti sulla base degli indirizzi as-sessoriali; 121.000 euro sono destinati a progetti per lapromozione economica della Sardegna, con riferimentoa SardiniaEverywhere nel quale sono coinvolti la federa-zione dei circoli sardi in Svizzera, la Fasi, la Faes e icircoli di Madrid, Sofia e Berlino.

Per la seconda fase del progetto di digitalizzazionedel patrimonio di documenti della associazione Cultura-le Messaggero Sardo, depositati nell’Archivio di Statodi Cagliari, e il rilancio della testata storica Il Messagge-ro sardo, in versione online, il Programma stanzia 21.000euro a favore della Faes, responsabile del progetto.

Altri 30.000 euro sono previsti per un progetto diformazione dei giovani dirigenti dei circoli extraeuropei.

Per i progetti dedicati alla promozione della culturasarda nel suo rapporto con l’emigrazione sono a dispo-sizione 99.000 euro. Sono invece 105.000 euro i fondi adisposizione per i progetti volti alla promozione turisticadell’Isola.

Il Programma indica anche i termini entro cui devonopervenire i progetti da realizzare nel 2019 per i qualisono disponibili 270.000 euro: 90.000 per quelli destina-ti alle nuove generazioni, 90.000 per quelli di promozio-ne culturale e 90.000 per i progetti di promozione turisti-ca della Sardegna.

Il Programma prevede inoltre il finanziamento con60.000 euro della seconda edizione del Master delleTelecomunicazioni, realizzato dalle Università di Cagliarie di Tucuman.

Il Programma prevede anche finanziamenti per lamanutenzione dei Portali per l’Emigrazione, per la rea-lizzazione di un sistema di videoconferenze per l’indizio-ne di Consulte più volte all’anno, per l’evoluzione delsoftware dedicato all’Emigrazione

Sono previsti anche interventi straordinari di assi-stenza e solidarietà (indigenza e trasporto salme).

Tra le novità introdotte nel Programma 2018 quellache prevede l’anticipazione del contributo per il funzio-namento e le attività dei circoli, delle federazioni e delleassociazioni, nella misura del 75 per cento, entro ilmese di aprile, “compatibilmente con le disponibilità dibilancio e con l’invio della documentazione richiesta neitermini previsti”.

Il Piano Triennale ricalca le linee guida di quello pre-cedente. Gianni De Candia

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Documenti10 IL MESSAGGEROSARDO

Programma Annualeper l’Emigrazione 2018Tipologia degli Interventi

Gli interventi previsti per il 2018 riguardano le seguenti voci di spesa:– funzionamento dei Circoli;– attività dei Circoli;– interventi straordinari;– funzionamento delle Federazioni;– funzionamento delle Associazioni di tutela;– funzionamento della Consulta;– progetti Regionali;– comunicazione e funzionamento siti web;– interventi di solidarietà;– visite amministrative e informative.

1. CIRCOLI DEI SARDI NEL MONDO, CONTRIBUTI PER SPESEDI FUNZIONAMENTO E ATTIVITÀPer le finalità di cui agli ar tt. 7, 8, 9, 12 della L.R. 7/1991, si propone di destinare

ai Circoli di emigrati sardi nel mondo contributi per:1.1 Spese di funzionamento

Le risorse ammontano a 854.500, (di cui 835.500 e dal capitolo Sc05.1068 e 19.000 con trasferimento dal capitolo SC05.1064 al capitolo SC01.1068) assegnatiai Circoli che rispettino i seguenti requisiti:

1. essere in regola con la contabilità e non avere contenzioso nei confrontidell’Amministrazione regionale;

2. non avere posizioni debitorie nei confronti dell’Amministrazione, anche accer-tate negli anni precedenti;

3. aver svolto attività e iniziative in linea con le indicazioni del Programma annuale;4. avere il numero di soci previsto dalla L.R. n. 7/91, salvo eventuali deroghe

concesse dall’Amministrazione Regionale;5. svolgere attività e servizi ai soci e alla comunità sarda nel territorio, con

apertura settimanale della sede;6. aver provveduto al regolare rinnovo degli Organi statutari.Per l’assegnazione dei finanziamenti, ciascun Circolo dovrà garantire:1. capacità di interazione, integrazione, solidarietà e condivisione con gli iscritti e

la cittadinanza dove il Circolo risiede, attuazione delle regole statutarie, rispetto dellescadenze dei mandati e rinnovo delle cariche statutarie, assenza di contenziosi e dicontestazioni sull’operato degli Organi statutari;

2. attività di inserimento sociale e culturale (cittadinanza attiva) nei riguardi deifigli degli emigrati e dei giovani di origine sarda;

3. assenza di compresenza di familiari negli Organi di gestione (Direttivo) e dicontrollo (Revisori);

4. capacità di reperimento di fondi, rilevabile dai rendiconti, ad esempio: attivitàorganizzate in partenariato con enti, istituzioni locali e /o privati.

Le risorse destinate ai Circoli, riconosciuti e operativi, sono ripartite secondo iseguenti parametri:

– una quota secondo il costo effettivo di locazione delle sedi, con percentualemassima del 70% del costo, fino ad un massimale di 10.000,00 annui. Ai Circoli lacui sede è di proprietà o in comodato d’uso, è assegnata una quota forfettaria di:

– 1.000 euro all’anno, per le sedi aventi superficie calpestabile sino a 100 mq;– 1.500 euro all’anno, per le sedi aventi superficie calpestabile superiore a 100

mq e sino a 180 mq;– 2.000 euro all’anno, per le sedi aventi superficie calpestabile oltre 180 mq.

L’assegnazione delle quote superiori a 1.000 è subordinata alla presentazione dellaplanimetria associata alla sede di proprietà o in comodato d’uso e deve essere giu-stificata da un numero di soci non inferiore a 100 unità e da attività che necessitinodi spazi adeguati;

– una quota per le spese di luce, gas, pulizie sede, telefono, cancelleria, tasse diregistrazione sino ad un massimale di 7.000,00 tenendo conto anche dell’indicedei prezzi di ciascun paese sede dei circoli;

– una quota per far fronte alle spese di un servizio informativo e di supporto ai socie agli emigrati sardi in generale, fornito nei giorni di apertura della Sede sino ad unmassimale di 4.000,00 annui a condizione che siano forniti , nei termini prescritti,tutti i moduli digitali richiesti e che sia garantito un servizio di segreteria negli orari diaper tura del Circolo. La somma relativa alla segreteria non verrà erogata se lamodulistica digitale non perviene correttamente entro la scadenza prevista del 30marzo, senza necessità di ulteriori integrazioni.

Complessivamente, per le spese di funzionamento è riconosciuto un massimalesino a 14.000,00 annui, fatta eccezione per le grandi città, per le sedi di prestigioo le capitali, per il quale il massimale è maggiorato del 10%, ovvero pari a e 15.400,00annui (ex art. 36 LR 7/91). È stabilito che non vi potranno essere più di due città conmassimale maggiorato per nazione, verrà dato priorità alla capitale nazionale.

1.2 Attività di CircoliLe risorse destinate per le attività dei Circoli Sardi nel mondo sono pari a

550.000.Tali risorse verranno assegnate valutando le proposte dei Circoli, sentite le Fede-

razione o i Consultori, e dietro presentazione di una relazione dettagliata. Eventualiintegrazioni, richieste dall’Amministrazione Regionale, dovranno pervenire, possibil-mente entro il 15 maggio 2018. Per il riconoscimento delle attività, in fase direndicontazione, sarà necessario l’invio di articoli, locandine di invito ai soci, foto efilmati attestanti l’evento, alla email [email protected], secon-do il formato richiesto dal Portale Sardegna Migranti.

In coerenza con le linee programmatiche del Piano triennale, verrà dato spazio adattività congiunte, proposte da più Circoli.1.3 Contributi una tantum a fondo perduto per l’acquisto di attrezzature ed arrediidonei al funzionamento del sodalizio e contributi (art. 7 - comma 1° lett. b lr 7/91) contributi straordinari per il trasloco e/o la ristrutturazione e l’adattamentodella sede sociale (art. 7 - comma 1° lett. c lr 7/91)

Le risorse destinate sono pari a 20.000,00.Per beneficiare del contributo una tantum è necessario presentare apposita

richiesta, motivata da impellenti esigenze la cui soluzione risulti fondamentale per ilfunzionamento del Circolo.

Per l’acquisto di attrezzature ed arredi idonei al funzionamento del sodalizio, aseguito dell’approvazione da parte dell’Amministrazione Regionale, si potrà erogaresino al 70% del costo totale, dietro presentazione delle fatture.

Per il trasloco e/o la ristrutturazione e l’adattamento della sede sociale, a seguitodell’approvazione da parte dell’Amministrazione Regionale, si potrà erogare sino al50% del costo totale, a completamento delle opere e dietro presentazione di dichia-razione tecnica che attesti l’esecuzione delle stesse opere a regola d’arte.1.4 Rendicontazione

Si precisa che le spese relative ai conti bancari sono ammesse solo se relative adattività specifiche legate ai contributi regionali, ad esempio sono ammesse quelle digestione, relative ai conti dedicati esclusivamente al ricevimento dei contributi regio-nali o le spese per invio ad altri Circoli, Associazioni o Federazioni legati ad attivitàfinanziate dalla LR 7/91 e approvate preventivamente dall’Amministrazione Regiona-le e le tasse di tenuta conto, per conti dedicati o pro quota per gli altri conti, purchétale quota sia deducibile. Non sono ammessi ravvedimenti operosi, né passività. Daquesto anno non saranno più ammesse le spese per raccomandate rivolte alla RAS,mentre è ammessa la spesa per la PEC intestata al Circolo, per i Circoli esteri per iquali non fosse possibile intestare la PEC a nome del Circolo, è possibile intestarela PEC al Legale rappresentante.

2. FEDERAZIONI DEI CIRCOLISono destinate alle Federazioni dei Circoli, per il funzionamento e lo svolgimento

delle loro attività, contributi pari a 110.000,00, purché non sussistano situazioni dicontenzioso nei confronti dell’Amministrazione Regionale e non vi siano posizionidebitorie accertate negli anni precedenti e non sanate. I contributi sono così suddi-visi:

– 50.000 da ripartire tra le Federazioni operative, per il funzionamento, attivitàe coordinamento dei Circoli, in base all’indice dei prezzi di ciascun Paese;

– 50.000 da ripar tire sulla base del numero dei Circoli operativi ad essefederate;

– 10.000 per i Circoli senza Federazione, assegnata al Circolo a cui appartieneil Consultore e proporzionalmente al numero di Circoli, nel caso ci siano più Circoliper quella nazione.

3. ASSOCIAZIONI DI TUTELA E SUA FEDERAZIONEAlle Associazioni di Tutela e alla loro Federazione è assegnata un contributo

complessivo di 50.000,00, di cui il 12%, pari a 6.000,00 alla Federazione delleAssociazioni di Tutela per l’attività e i compiti previsti dalla L.R. 7/1991, purché nonsussistano situazioni di contenzioso nei confronti dell’Amministrazione Regionale enon vi siano posizioni debitorie accertate negli anni recedenti e non sanate.

La quota rimanente di 44.000,00 è ripartita in favore delle quattro Associazionidi Tutela effettivamente operative in Sardegna, con gli stessi criteri di ripartizioneadottati per i circoli di cui al precedente paragrafo 1.1.

Il 50% delle somme assegnato alle Associazioni dovrà essere destinato alleattività. Eventuali integrazioni alle richieste di svolgimento delle attività, già presen-tate all’Amministrazione Regionale, dovranno pervenire entro il 15 maggio 2018.

4. CONSULTA REGIONALE EMIGRAZIONEPer l’organizzazione delle riunioni della Consulta per l’Emigrazione e dei relativi

Comitati di Presidenza è destinata la somma di 15.000,00 per i rimborsi previstidalla L.R: 7/91, a valere sul capitolo Sc05.1101.

5. PROGETTI REGIONALI (EX ART. 19 L.R. n. 7/1991)Nel 2018 si consolideranno le linee progettuali avviate nel 2017 e, nel contempo,

si predisporranno gli avvisi per la selezione dei progetti relativi al 2019, su risorse delBilancio 2019, in forza di quanto stabilito nel Piano Triennale 2018-2020.

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Documenti 11IL MESSAGGEROSARDO

5.1 Indirizzi assessoriali per nuovi progetti dedicati all’EmigrazioneSono destinati 80.000,00 (di cui 60.000 dal capitolo Sc05.1068 e 20.000

con trasferimento dal capitolo SC05.1064 al capitolo SC01.1068) per progetti regio-nali sul mondo dell’Emigrazione, predisposti sulla base degli indirizzi assessoriali, incoerenza con le linee guida definite nel Piano triennale.5.2 Progetti di promozione economica della Sardegna

Verrà dato seguito al progetto regionale, avviato nel 2017, di promozione edesportazione dei prodotti sardi e del turismo sardo all’estero e nel continente (piat-taforme di e-commerce, trasporti, partecipazione a fiere, sportello per la mediazio-ne con particolare riferimento all’Europa), ad un raggruppamento che comprenderàa diverso titolo i Circoli o le Federazioni che si sono distinte in questo campo. Inparticolare: Federazione dei Sardi in Svizzera, FASI, FAES, Circolo di Madrid, Circolodi Sofia e di Berlino. Viene stanziato un ammontare di 121.000,00 per il 2018.5.3 Progetto regionale di rilancio del Messaggero sardo

Continua il progetto di rilancio della testata storica il Messaggero sardo online,affidando 21.000,00 per il 2018 alla FAES.5.4 Progetto orientato alla formazione dei giovani dirigenti dei Circoli extra-europei

Verrà fatto partire un progetto regionale, pilota e sperimentale, la cui attuazionesarà affidata ad un’associazione di tutela, con lo stanziamento di 30.000 perorganizzare in Sardegna un corso di formazione per giovani soci dei Circoli (sino a 40anni), iscritti ai Circoli da almeno due anni, provenienti in questo caso da Argentinae Brasile, finalizzato a potenziare le capacità organizzative e di progettazione deiCircoli. Negli anni successivi, con gli importi destinati alle nuove generazioni sifinanzieranno a rotazione i paesi extraeuropei anglofoni, i nuovi Circoli fuori dall’Italiae così via.

Sulla base degli esiti della Commissione, relativi all’avviso pubblicato nel 2017,verranno finanziati i migliori progetti nei seguenti settori:5.5 Progetti dedicati alla promozione della cultura sarda

I progetti volti alla valorizzazione della cultura sarda, nel suo rapporto con l’emigra-zione, riceveranno un contributo complessivo 99.000,00 di cui 80.000 dalcapitolo Sc05.1068 e 19.000 come trasferimento dal capitolo SC05.1064 al capi-tolo SC01.1068 sul Bilancio 2018.5.6 Progetti dedicati alla promozione turistica della Sardegna

I progetti volti alla promozione turistica della Sardegna, alla valorizzazione dellerisorse turistiche della Sardegna, segno tangibile delle opportunità che il mondodell’Emigrazione può dare alla conoscenza della Sardegna nel mondo. Per questosettore è disponibile la somma complessiva di 110.500,00 sul Bilancio 2018.Progetti da realizzare nel 2019

Le proposte di progetto dovranno pervenire all’Amministrazione Regionale, predi-sposte secondo la nuova modulistica, dopo l’approvazione del Programma Annuale2018. I moduli dovranno essere compilati in ogni parte, indicando il Settore prescel-to, le Associazioni proponenti, il gruppo di lavoro, gli obiettivi da raggiungere e icorrispondenti indicatori di risultato ed i risultati attesi. La compilazione del moduloin tutte le sue parti, compresi gli indicatori di risultato, è condizione necessaria perl’ammissibilità del progetto.

La quota del 10% del contributo regionale verrà assegnata al raggiungimento degliindicatori di risultato.

In coerenza con il D.Lgs. 118/2011 ogni progetto dovrà essere accompagnato daun dettagliato budget di progetto, con un cronoprogramma con indicazione dellequote di spese previste per anno, qualora il progetto preveda la realizzazione in piùannualità.

Il dettaglio delle voci di spesa consentirà di conoscere quali voci potranno esserericonosciute in fase di rendicontazione. Non verranno finanziati dei semplici eventi.

I progetti, inviati, anche in formato pdf non scansionato, verranno approvati inbase ai seguenti criteri:

– rilevanza strategica per le finalità istituzionali e culturali della Regione Sardegna;– chiarezza della proposta e correttezza rispetto alle indicazioni dell’avviso;– innovatività della proposta progettuale;– capacità di finanziamento diverso da quello regionale;– chiarezza degli obiettivi che si prefigge il progetto;– coerenza delle voci di spesa con gli obiettivi del progetto e le linee programma-

tiche della Regione;– coerenza degli indicatori di risultato rispetto agli obiettivi dichiarati nel progetto;– numero dei destinatari interessati;– completamento con raggiungimento degli indicatori di risultato per i progetti

assegnati in passato.Le Proposte di Progetto, sui settori tematici previsti per il 2019 e compilate

sull’apposita modulistica disponibile sul Sito tematico Sardegna-Migranti, dovrannoessere trasmesse entro il 1 giugno 2018. Sarà nominata una Commissione di valu-tazione con la presenza di almeno un membro esterno, competente in materia diemigrazione. L’approvazione del progetto, comporta l’approvazione delle voci di spe-sa in esso contenute. Salvo casi eccezionali non sarà possibile concedere prorogheche comportino una variazione del cronoprogramma con variazione su annualità

successive. Ad ogni progetto verrà assegnato un contributo massimo di 30.000Nel 2018 verranno pubblicati gli avvisi per la presentazione di progetti per il 2019

nei seguenti settori:– Progetti dedicati alle nuove generazioni ( 100.000,00), orientati alla formazione

manageriale e linguistica dei giovani iscritti ai Circoli da almeno due anni.– Progetti dedicati alla promozione della cultura sarda ( 90.000,00), rivolti alla

promozione dell’ar te e della cultura della Sardegna.– Progetti di promozione turistica della Sardegna ( 100.000,00), atti a valorizzare

le potenzialità turistica della Sardegna attraverso la rete dell’Emigrazione.5.7 Componente esterno della Commissione

Per il componente esterno della Commissione è prevista l’erogazione di unasomma globale pari 2.000,00 (IRAP inclusa) sul Bilancio 2018 con trasferimentodal capitolo.5.8 Master di II livello per la Comunicazione

Viene finanziato una seconda edizione del Master delle Telecomunicazioni, realiz-zato dalla Università di Cagliari e di Tucuman, per una diffusione nei paesi a linguaspagnola.5.9 Rendicontazione

È ammessa la liquidazione in forma forfetaria fino ad un massimo del 5% dell’im-porto assegnato dalla Regione per il progetto per spese non formalmente documen-tabili, dietro presentazione di autocertificazione del Presidente o di un suo delegato.

6. COMUNICAZIONE6.1 Manutenzione portali

Per la manutenzione dei Portali dedicati all’Emigrazione sono previsti 10.000,00.6.2 Videoconferenza e hardware

Per la realizzazione di un sistema di videoconferenze per l’indizione di Consulte piùvolte all’anno e per consentire la partecipazione di tutti i componenti della Consultae l’acquisto hardware per l’emigrazione, sono destinati 25.000.6.3 Evoluzione software

Per l’evoluzione dei sistemi informativi e per il software dedicato all’Emigrazione,anche per garantire il collegamento online e incentivare la presenza dei giovani, sonoprevisti 17.000,00.

7. INTERVENTI STRAORDINARI DI ASSISTENZA E SOLIDARIETÀAi sensi degli artt. 11 e 15 della L.R. n. 7/1991, si intende fornire un supporto ai

sardi che versano in gravi difficoltà, tramite sussidi e contributi a lavoratori emigratie loro familiari che si trovino in particolari e oggettivi stati di indigenza, in conseguen-za di situazioni eccezionali o eventi straordinari di particolare gravità.

Nell’ambito degli interventi in favore della solidarietà sono ricompresi i contributi infavore dei familiari di emigrati deceduti all’estero e nella penisola per il trasportodelle salme in Sardegna.

L’intervento sarà effettuato secondo le misure previste dalle norme.7.1 Indigenza

Sono assegnati 3.500,00.7.2 Trasporto salme

Sono assegnati 12.000,00.

8. ATTIVITÀ DI VERIFICA AMMINISTRATIVA E DI AMMINISTRAZIONEPer le attività di verifica amministrativa e contabile e per interventi di formazione

finalizzata all’attività di gestione ed organizzazione dei Circoli Sardi, sono destinati:8.1 15.000,00 per le trasferte del personale del ruolo unico regionale.8.2 3.500,00 per le trasferte dei dirigenti.

9. LINEE GENERALI9.1 Anticipazione

Il 75 % dl contributo regionale di cui ai precedenti punti 1.1, 1.2, 2 e 3 verrannoerogate nel 2018, entro il mese di aprile, compatibilmente con le disponibilità dibilancio e con l’invio completo della documentazione richiesta nei termini previsti.9.2 Rendicontazione

Le spese ritenute ammissibili per funzionamento, attività e progetti regionali,sostenute dalle Organizzazioni dei sardi emigrati, dalle Associazioni di Tutela e loroFederazione, nonché quelle per Congressi delle Federazioni e Associazioni di tutela,dovranno essere rendicontate secondo i criteri e le modalità stabiliti dalla L.R. 7/1991 e dal regolamento di attuazione DPGR 191/1991, nonché secondo le direttivedel documento interpretativo e applicativo, del decreto assessoriale, in materia.

Le posizioni debitorie nei confronti dell’Amministrazione Regionale, accertate insede di rendicontazione e/o dai controlli a campione, previsti dal DPR n. 445/2000,dovranno essere risolte con la restituzione delle somme, tramite accreditamento allaTesoreria regionale, anche in forma rateizzata, entro l’anno successivo all’accerta-mento, in tutte le forme, previa informativa inviata al Servizio competente in materiafinanziaria.

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Documenti12 IL MESSAGGEROSARDO

Piano Triennale 2018-2020

INTRODUZIONEIl fenomeno dell’emigrazione ha interessato fortemente la

Sardegna a partire dalla fine dell’Ottocento, con principaledestinazione il continente americano, ma con significativepresenze in Europa, in particolare verso la Francia. La politicademografica del fascismo portò ad un drastico calo del-l’emigrazione, per poi riprendere dopo la caduta del regime,tra il 1960 e il 1970, decennio durante il quale si accentuò lospopolamento, soprattutto dell’interno dell’isola, andandoad incrementare il numero di sardi emigrati nei primi anni del1900.

In questi ultimi anni si è assistito ad una nuova emigrazione,composta soprattutto da giovani nella fascia di 18-40 anni,talvolta in possesso di titoli di studio apicali, alla ricerca diesperienze qualificanti o di opportunità che l’attuale crisieconomica rende scarse in Italia ed in Sardegna in particolare.

L’emigrazione sarda, a differenza di quella del resto delmeridione italiano, è caratterizzata da un sostanziale equilibriodi genere.

Un numero crescente di figli e discendenti di emigrati sardi,nati nel Paese ospitante, che in alcuni casi hanno conservatola cittadinanza italiana ed in altri l’hanno perduta in ragionedelle norme sulla cittadinanza – attuali o pregresse – delPaese ospitante, rappresentano una risorsa culturale eidentitaria di grande importanza per la Sardegna.

Nei loro confronti la Regione intende proseguire un processodi avvicinamento, favorendo l’impiego delle nuove tecno-logie, nell’ottica della costruzione di un moderno sistema direte capace di portare ad una crescente interazione culturale,sociale ed economica tra sardi residenti in Sardegna e quellifuori dall’Isola.

Alla luce dei cambiamenti in atto nel mondo dell’emi-grazione, è necessario dare centralità e mettere a sistema lacreazione di reti e di rapporti attraverso i nostri Circoli perchépossano contribuire al potenziamento delle relazioni che lanostra regione potrebbe attivare con gli altri Paesi.

Nel 2017 la Regione ha riconosciuto dei nuovi circoli, traquesti, per la prima volta in Asia, il circolo di Tokio, e in Dani-marca il circolo di Copenaghen. Inoltre, con il fine di recepirele evoluzioni e i cambiamenti che hanno riguardato la nuovaemigrazione sarda, sono stati presi i contatti con le nuoveAssociazioni di Londra, Shangai, Saragozza, Santiago delCile, interessate ad ottenere il riconoscimento della Regione.

Attualmente si contano 4 Federazioni e 120 Circoli diemigrati sardi, formalmente riconosciuti dalla Regione, conapposito provvedimento amministrativo e operativi alla datadel 2 febbraio 2018, di cui: 58 Circoli sono presenti in Ar-gentina, Australia, Brasile, Canada, Stati Uniti, Bulgaria,Belgio, Francia, Germania, Spagna, Olanda, Svizzera, Giap-pone, Danimarca.

62 Circoli sono quelli presenti nella Penisola, preva-lentemente nelle Province e città del Centro-Nord Italia.

Al fine di valorizzare le potenzialità che il mondo del-l’emigrazione presenta, la Regione ha predisposto le seguentilinee programmatiche che tengono conto anche delle recentievoluzioni in argomento.

LINEE DI INDIRIZZOIn prospettiva di una riforma organica dell’attuale legge,

uno dei principali obiettivi è quello di incentivare, attraversola rete dei circoli, la presenza a livello nazionale e in-ternazionale della Regione in campo sociale, culturale edeconomico; in particolare si intendono valorizzare prio-

Linee guida per interventi in favore dell’emigrazione

ritariamente le iniziative che favoriscano un ponte virtuale frail territorio d’origine e quello di nuova residenza e che offranola possibilità, da un lato di diffondere l’identità regionale,dall’altro di importare esperienze positive di altre culture.

Pertanto, sarà data particolare rilevanza alle iniziative checoinvolgano le reti dei Circoli e altri soggetti pubblici e privati(Università, centri di formazione e ricerca, camere di com-mercio, associazioni imprenditoriali e professionali) deiterritori di insediamento e a quei progetti che coinvolgano igiovani, offrendo possibilmente occasioni di inserimentoformativo o professionale.

I giovani rappresentano una risorsa importante per la retedei circoli, per questo motivo, per questo occorre investiresu di loro anche attraverso progetti di formazione, riqua-lificazione e aggiornamento professionale, con l’obiettivo difavorire iniziative di interscambio con il mondo economico eproduttivo.

Negli ultimi anni si è registrato un aumento costante delnumero dei sardi che si trasferiscono all’estero per motivi distudio o di lavoro. Tra questi nuovi emigrati anche numerosi“i talenti” con titoli di studio elevati o specializzazioniprofessionali. Sono significativi i numeri dei ricercatori chetrovano occupazione presso Università straniere. A questatendenza si è sovrapposta la crisi economica ed occu-pazionale che porta i giovani all’estero alla ricerca del lavorooppure di una crescita professionale da utilizzare al ritornoin patria.

L’obiettivo è quello di favorire un’efficiente rete di relazionie collaborazioni per adeguare gli interventi ai nuovi contestiattraverso il confronto ed il coordinamento dei rapporti tral’Amministrazione e Circoli e loro associazioni anche poten-ziando l’utilizzo delle tecnologie informatiche e telematiche.

Fermo restando il rispetto della normativa regionale, ilpresente Piano triennale vuole coinvolgere più efficacementele comunità dei Sardi residenti fuori dal territorio sardo, inparticolare portare avanti iniziative finalizzate a diffondere lepeculiarità regionali, sviluppare relazioni culturali, economichee sociali, coerentemente con le prospettive di sviluppo dellenostre comunità.

A tal fine si propongono attività e progetti specifici basatisu sinergie d’azione e con fonti di finanziamento dedicate atali finalità, anche d’intesa con altri soggetti istituzionali, alfine di ottimizzare le risorse finanziarie disponibili e ottenererisultati di maggiore portata, nonché di rafforzare la capacitàdi risposta alle nuove esigenze emergenti.

Le attività e i progetti potranno avere valenza triennale edessere realizzati e attraverso il coordinamento di una cabinadi regia costituita dall’Amministrazione Regionale competentein materia, i rappresentanti dei Circoli interessati all’attuazionedi tali interventi. Alla realizzazione delle attività e progettipotranno partecipare, attraverso accordi, anche altri soggettiistituzionali o privati (Assessorati, Enti Locali, Associazioni,mondo imprenditoriale, ecc).

La programmazione triennale degli interventi costituisceun cambiamento che si rende necessario per adeguare leprocedure di finanziamento con la tempistica imposta dallanuova normativa contabile. Infatti, il D. Lgs. n. 118/2011, cheprevede il principio della competenza finanziaria potenziata,impone di effettuare gli impegni e le liquidazioni di spesanello stesso anno di realizzazione delle attività o dei progetti.

Per tali motivi risulta necessario che i Circoli programminoper tempo le loro azioni, affinché siano compatibili i tempi direalizzazione con quelli correlati alle procedure di spesadell’Amministrazione Regionale.

Il piano triennale avrà la valenza di autorizzazione per lespese a carattere pluriennali in particolare per quelle destinateai progetti regionali. Il piano sarà aggiornato annualmente infase di approvazione del programma annuale.

Le risorse indicate nell’allegato quadro finanziario, parte

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Documenti 13IL MESSAGGEROSARDO

integrante del presente piano, sono quelle previste dal bi-lancio annuale e pluriennale 2018-2020.

L’Amministrazione Regionale ha il mandato di provvederealla predisposizione di tutti i provvedimenti attuativi delpresente piano, nonché ha la facoltà di rimodulare il quadrofinanziario in coerenza con le eventuali variazioni cheintervengano nel corso dell’anno in fase di assestamento delbilancio.

OBIETTIVI PROGRAMMATICIIl Piano 2018/2020 si propone di allineare gli interventi a

favore degli Emigrati sardi nel mondo alle politiche regionalidi promozione e internazionalizzazione delle imprese e deiprodotti tipici dell’economia isolana. Al fine di perseguireuna strategia di ottimizzazione della spesa, si propone inoltredi privilegiare il criterio del cofinanziamento con lo scopo diintegrare le risorse regionali con altre possibili fonti difinanziamento.

A partire dal 2020, si intende favorire il rinnovamento degliorgani direttivi, con l’adeguamento degli Statuti che dovrannoprevedere la partecipazione dei giovani (18-40 anni). Siintende inoltre consentire l’iscrizione e la partecipazione deisoci alle attività del circolo, anche attraverso piattaformeonline che sono in corso di predisposizione, in raccordocon il Servizio e la Società in house competente in materiadi innovazione tecnologica. Inoltre, sempre per incentivarela partecipazione dei giovani, saranno previsti adeguatiprogetti formativi ai quali parteciperanno in primo luogo igiovani dei circoli europei e internazionali, mentre per igiovani dei circoli italiani saranno avviati progetti di formazionea cura dei funzionari del Servizio Coesione Sociale.

Infine si intendono coinvolgere i piccoli Circoli nelle attivitàdi progettazione, affiancandoli a soggetti qualificati, sele-zionati con procedure di evidenza pubblica, per coprogettaree portare avanti azioni sinergiche.

In questo contesto la collaborazione operativa dei Circolie delle loro Associazioni costituisce uno dei fattori strategiciche concorrono a diffondere nei paesi di residenza unamaggiore conoscenza della cultura del territorio e dei prodottitipici della tradizione sarda, tra questi, i prodotti dell’eno-gastronomia e del nostro artigianato.

Tutto ciò nella convinzione che il mondo dell’Emigrazionepossa costituire uno strumento importante e una opportunitànelle azioni promozionali di internazionalizzazione delleimprese e di attrazione degli investimenti nel territorio dellaRegione, per facilitare le relazioni imprenditoriali e com-merciali che s’intendono instaurare nei paesi di residenzadei nostri emigrati.

OBIETTIVI SPECIFICI E PRIORITÀPer il triennio 2018-2020 darà continuità alle linee progettuali

avviate nel 2016, della promozione economica e turisticadella Sardegna in relazione all’Emigrazione e nel contempoiniziare un’attenzione particolare alle nuove generazioni.Priorità

Promuovere la progettazione di particolare interesse stra-tegico negli ambiti di attività che riguardano le seguenti azioni:

– promozione economica della Sardegna attraverso il mon-do dell’Emigrazione con la partecipazione ai progetti di pro-mozione investimenti, marketing e turismo;

– rafforzare il senso di appartenenza a comuni radici storichee culturali coinvolgendo in particolare i giovani con la rea-lizzazione di corsi di apprendimento della lingua italiana etradizioni della Sardegna;

– favorire i bisogni e istanze delle nuove mobilità, con par-ticolare riferimento ai giovani emigrati;

– realizzare progetti volti ad incentivare l’uso delle moderne

tecnologie di comunicazione e un maggiore coinvolgimentodelle nuove generazioni;

– realizzare progetti per incentivare il coinvolgimento alleattività dei Circoli, nonché al ritorno dei giovani emigrati conprofessionalità, esperienze di studio e di lavoro all’estero chehanno deciso di tornare nell’Isola.Indicatori di qualità

L’Amministrazione regionale intende introdurre incentivi inmaniera progressiva per dare maggiori risorse ai Circoli piùattivi le cui iniziative siano rispondenti alle linee program-matiche stabilite dall’Amministrazione Regionale.

I progetti regionali potranno essere articolati anche su basepluriennale, dove l’assegnazione di successive annualità saràcondizionata al raggiungimento di risultati prestabiliti.

I Progetti dovranno sempre essere corredati da indicatoridi risultato, i cui esiti saranno pubblicati sul sito SardegnaMigranti.

Saranno incentivati:– la presenza giovanile nei Circoli;– la capacità di favorire l’imprenditoria sarda fuori dalla

Sardegna;– la capacità di favorire gli investimenti produttivi dal resto

del mondo in Sardegna;– le azioni volte a favorire l’inserimento degli emigrati sardi

nel tessuto lavorativo del paese ospitante;– capacità di ottenere fonti di finanziamento diverse da

quelle regionali;– il contributo alle iniziative portate avanti dalla Regione

come “Talenti Sardi” (sezione talenti e sezione progetti chepossano coinvolgere lavoratori sardi);

– l’utilizzo avanzato delle tecnologie dell’informazione.Razionalizzazione dei Circoli

Tutte le Federazioni dovranno presentare una relazioneindicando i Circoli che si trovano in area geograficamenteravvicinate e indicando le modalità che suggeriscono per larazionalizzazione dei Circoli.Attività di verifica amministrativa e di informativa

In conformità alle norme sulla trasparenza e l’anticorruzionepotranno essere previsti controlli a campione o a seguito disegnalazioni di irregolarità. Nel primo caso sarà nominatauna commissione interna che provvederà al sorteggio deicircoli da sottoporre a verifica e a definire il crono programmadei controlli.

Il procedimento ispettivo potrà prevedere anche laconvocazione di riunioni straordinarie per la rielezione degliorgani direttivi.

L’esito delle attività ispettive verrà comunicato ai com-ponenti del Comitato di presidenza per una presa d’atto ed,eventualmente, per proporre alla Consulta le azioni volte alsuperamento delle criticità di sistema. Sono previste inoltredegli incontri con i funzionari della Regione per la diffusionedelle modalità di rendicontazione e di progettazione.Informatizzazione del mondo dell’Emigrazione

È prevista la realizzazione di un applicativo che facili larendicontazione online dei Circoli, consenta loro di cono-scere i contributi a loro riservati, le spese ammissibili e non.Nel Portale Migranti si realizzerà inoltre un’area a dispo-sizione di tutti i sardi nel mondo, tramite la quale saràpossibile conoscere i giorni e gli orari di apertura di tutti iCircoli nel mondo.

È prevista l’assegnazione di una e-mail a tutti i Circoli,Federazioni ed Associazioni riconosciuti.Informazione e comunicazione

Si intende diffondere la conoscenza del tema dell’emi-grazione anche attraverso la digitalizzazione di articoli storicisul tema dell’emigrazione.

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Primo Piano14 IL MESSAGGEROSARDO

Verso l’addio alla tariffa unicaper la continuità territoriale aerea

vanti con il nuovo ban-do sulla continuità ter-

ritoriale, ma il dato cer to èche ci si avvia verso l’ad-dio alla tariffa unica. I col-legamenti aerei tra la Sar-degna e la penisola sonosempre stati oggetto di di-scussioni, interpellanze,confronti, anche accesi,manifestazioni, proteste ericorsi.

Negli anni sia la classepolitica isolana, sia gli entipiù rappresentativi dei di-versi settori produttivi e in-dustriali, hanno combattu-to e lo stanno ancora fa-cendo, una battaglia per ilriconoscimento dei dirittidei sardi a muoversi libe-ramente, con costi nononerosi.

Il monopolio delle com-pagnie aeree, vedi Alitalia,ma non solo, ha spessoreso impraticabile un ser-vizio dovuto ai sardi, rag-giungere le località dellapenisola, con comportamenti e tariffe non con-sone nell’ambito della continuità territoriale.

In sostanza il cuore del problema è garanti-re la mobilità a tutti i sardi, compresi coloroche risiedono nella penisola e all’estero, acosti stabiliti e sopportabili in tutti i periodidell’anno. Questa sintesi che sembra così fa-cile da attuare, ha trovato e ancora oggi trovaostacoli, soprattutto in campo europeo.

Ora l’Unione Europea pare voglia venireincontro alle esigenze della Regione Sarda,accettando il nuovo bando sulla continuità,che ricalca e pare addirittura sia migliorerispetto a quanto abbiamo ribadito nelle ri-ghe precedenti.

Ma c’è, anche stavolta, un problema. Ed èquello relativo al fatto che l’Europa non puòescludere che vengano presentati ricorsi albando elaborato dalla Giunta regionale pre-sieduta da Francesco Pigliaru.

Non solo. C’è anche la questione delle tarif-fe. Per mediare con la Commissione Europea,chiamiamolo pure compromesso, che vadabene ad entrambe le parti, verrebbe abolita latariffa unica. Cosa vuol dire?

Che ci saranno costi diversi tra i sardi re-sidenti e quelli che stanno fuori. Tariffe di-versificate a seconda delle stagioni, ma “mo-

All’esame della Comunità Europea il nuovo bando della RegioneLe proposte della Fasi per tutelare gli emigrati sardi

dulate”, ovvero, sispera, non particolar-mente costose. E lecompagnie aereeche faranno?

A quanto pare, quel-le che si aggiudiche-ranno le tratte da Al-ghero, Cagliari e Ol-bia, potrebbero deci-dere, il condizionale èd’obbligo, di scontareulteriormente le tarif-

fe in quei periodi di scarsa “volatilità”.In poche parole sarebbe bello poter dire

che i sardi, ma non solo, possono viaggiaretutto l’anno da e per la Sardegna a costi equi.Sarebbe anche una buona occasione per vi-vere l’isola nei mesi di minor affluenza equindi dare maggior credito al progetto laSardegna “in tutte le stagioni”. Se ne parlada anni, speriamo che sia la volta buona.Naturalmente i nostri imprenditori turistici de-vono fare la loro par te.

Non è solo chiedere più continuità territo-riale, ma soprattutto offrire servizi e costi ac-cessibili per favorire un’ampia presenza di ita-liani e stranieri.

Prendere le persone al collo, come conti-nua a capitare, non porta da nessuna parte.

Anzi, accade il peggio. Detto questo affron-tiamo la situazione della continuità, vista dal-la Federazione delle associazioni dei sardi inItalia (Fasi).

Cosa chiedono i nostri 350 mila sardi chevivono nella penisola? Hanno chiesto allaRegione una convenzione sul traspor to ae-reo che definisca una tariffa unica, da e perla Sardegna, per garantire il diritto alla mobi-lità dei residenti, emigrati, turisti e merci,“nell’ambito della applicazione del principio

dello svantaggio dell’insularità”.Per la Fasi è anche una questione di com-

petitività con i mercati nazionali ed interna-zionali, espor tando le nostre produzioni piùfacilmente e a costi sostenibili. Ma la Fasi faanche un altra impor tante considerazione.

La continuità territoriale ha sempre aggra-vato il già pesante costo dell’emigrazione pertutti quelli che per necessità o per lavoro vi-vono oltre i confini del Mediterraneo.

La Fasi, lo ricordiamo, si è mobilitata piùvolte nel corso degli anni, per caldeggiare unasoluzione al problema dei collegamenti aereie marittimi con l’isola.

Ha manifestato in diversi aeropor ti dellapenisola, a Bruxelles, ha raccolto firme disindaci, consiglieri, presidenti di regioni eprovince.

Ma per la tariffa unica tanto agognata la bat-taglia sembra ormai perduta. Anche se conquesto bando, se troverà piena applicazione,l’opportunità di volare a costi bassi durante lestagioni meno “calde” potrebbe soddisfare inostri emigrati.

Tutto rimane in discussione, in attesa di ve-dere concretamente come andranno le cose.

Per quanto concerne i collegamenti maritti-mi, un recente provvedimento della Giunta re-gionale ne definisce con chiarezza gli obietti-vi. Il principio ispiratore è quello di «attribuirealla Sardegna la regolamentazione esclusivadella continuità territoriale in termini di tariffe,frequenze e capacità, sia per le persone siaper le merci».

Ma non solo. La Regione, attraverso l’as-sessore regionale competente Carlo Cared-du, ribadisce che si tratta di «un atto di auto-determinazione, una battaglia decisiva, nonpiù rinviabile, che stiamo portando avanti peressere protagonisti di scelte fondamentali eper consentire ai sardi di viaggiare libera-mente alle stesse condizioni di tutti i cittadi-ni europei».

Quello che spicca in questo decreto è il ri-chiamo alla legge finanziaria dello Stato del2007, dove si richiede il passaggio di conse-gne alla Sardegna delle funzioni sulla conti-nuità territoriale e la sentenza della Corte Co-stituzionale del 2013, nella quale «si affermala necessità del coinvolgimento della Sarde-gna nella elaborazione delle convenzioni sultrasporto tra l’isola e il continente».

Altro fattore chiave del provvedimento è ilmandato alla Direzione generale dei Trasportidi predisporre uno schema di decreto legi-slativo con le norme di attuazione per il tra-sferimento di competenze. In soldoni, la Re-gione vuole maggiore autonomia decisiona-le in un campo dove per troppo tempo i sardihanno subito angherie e ricatti da par te dellapolitica nazionale e delle compagnie aeree emarittime.

Chissà che non sia giunta l’ora di una svol-ta epocale per vedere riconosciuti i diritti allamobilità de “sos sardos”. Andrea Porcu

A

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Attualità 15IL MESSAGGEROSARDO

ulcis martoriato dalla crisi. Un tunnel buio e senzafine: sul fronte industria sembrava che da quelle

parti non dovessero arrivare più buone notizie. Per laproduzione. E soprattutto per l’occupazione. E inveceno: lo stabilimento di Portovesme acquistato ventidueanni fa dalla multinazionale americana Alcoa è passa-to agli svizzeri della Sider Alloys. Documenti firmati.Ed è ripartito il conto alla rovescia per la riaccensionedei motori. Con l’obiettivo di far uscire il primo lingottodi alluminio dopo tanto tempo.

Un countdown per rimettere in moto non solo lemacchine, ma anche le mani e i cervelli. Con unagaranzia: i lavoratori parcheggiati dopo l’annuncio del-la chiusura del 2012 e la cessazione dell’attività del2014 rientreranno nella loro fabbrica. Tempi ancoranon certissimi. Forse nel 2020. Con una piccola, masimbolicamente grande rivincita: gli accordi siglati peril passaggio di proprietà nel tavolo al Ministero dellosviluppo economico prevedono una novità clamorosa.

Dall’Alcoa una speranza per il Sulcis

I dipendenti per la prima volta nellastoria degli stabilimenti industriali inItalia saranno anche loro proprietarientro la quota del 5 per cento. Natural-mente con una clausola cuscinetto:su di loro non possono ricadere i rischidi impresa. E non sarà affatto una par-tecipazione di facciata: la presenza nelboard consentirà di avere costante-mente il quadro della situazione. E diavvallare o contestare le decisioni cheriguardano da vicino presente e futurodell’azienda. E quindi degli stessi lavo-ratori. A ulteriore garanzia è prevista lapar tecipazione di Invitalia, l’agenzianazionale per l’attrazione degli investi-

menti e lo sviluppo d’impresa di proprietà del ministe-ro dell’Economia: la quota di Roma ammonta al ventiper cento. Con lo Stato che evidentemente ha recepi-to quanto veniva ricordato da lavoratori e sindacatinegli anni della protesta: perché importare alluminioda fuori quando c’è uno stabilimento in grado di assi-curare la produzione in Italia? Il mercato? Evidente-mente c’è: il governo sta investendo a Portovesmetempo, energia e denaro forse perché ha preso attoche tenere aperto lo stabilimento conviene.

Il piano illustrato a Roma racconta di circa 145milioni di investimenti con la previsione di una produ-zione di circa 150 mila tonnellate all’anno. Idee chiare.Con un quadro improvvisamente diverso. Dalla dispe-razione alla speranza. Erano anni che si parlava ditrattative in un saliscendi emotivo sfiancante per icirca cinquecento lavoratori in attesa (e in mobilità) eper le loro famiglie. Anni difficili. Di sacrifici e di lottein piazza. A Cagliari, ma anche a Roma. Una delle

battaglie più dure è stata quella di sei anni fa. Era il 10settembre del 2012. I lavoratori, stremati, erano anda-ti nella capitale in occasione dell’ennesimo verticesul caso Alcoa. Ed era finita con cori di protesta ecariche della polizia. Uno dei momenti più drammaticidella vertenza.

La storia del polo industriale del Sulcis parte dalleceneri della economia mineraria della fine degli annisettanta e dell’inizio degli anni ottanta. Gli stabilimentiche puntavano verso il cielo al posto dei cunicoli sottoterra: questo era il disegno. Sembrava il toccasana,quasi la naturale evoluzione del processo di produzio-ne. Con i minatori che diventavano operai o che con-segnavano il testimone in fabbrica ai loro figli. Mal’illusione non è durata moltissimo.

Un anno cruciale è stato il 1996: ventidue anni fal’Alcoa ha acquisito la società a partecipazione stata-le Alumix (del gruppo EFIM). Al momento del passag-gio – secondo i dati del Governo – Portovesme produ-ceva 155 mila tonnellate di alluminio primario in pani ebillette. Con un fatturato di 580 milioni di euro (alloraperò si ragionava in lire) e l’impiego di 1.000 addettitra diretti e appalti. Tredici anni dopo – siamo passatial 2009 – si sono viste le prime crepe. Con la inevita-bile apertura di una vertenza sindacale. Oggetto: ridu-zione dell’occupazione a causa degli ingenti costi ope-rativi (prezzo dell’energia, costo delle materie prime eobsolescenza degli impianti).

Due anni dopo la mazzata è arrivata dalla for teflessione del mercato dell’alluminio (-27% Londonmetal exchange). E nel gennaio del 2012 è arrivatol’annuncio di Alcoa: chiusura dell’unità di Portovesmenel contesto di un piano di ristrutturazione globaledell’azienda.

A quel punto si è aperta la trattativa per la cessio-ne. Le aziende interessate? Glencore, Klesch, FondoAurelius. Il nome che circolava di più era quello diGlencore. Con un’alternanza di sì e di no. Ma con tantiforse. A un certo punto era stato annunciato il ritirodalla trattativa per l’acquisizione dello stabilimento.

Gli operai? Arrabbiati, ma anche pieni di fantasia.Un gruppo di cassaintegrati nel frattempo aveva persi-no elaborato un progetto per la realizzazione di unparco giochi stile Gardaland o Disneyland per far risor-gere il Sulcis. Come dire: proviamoci con una nuovaindustria, quella del divertimento. Strada alternativa.Ma la speranza di tenere in piedi l’industria, quellavera, non è mai andata via. Interlocutore privilegiato èdiventato nel frattempo Klesch anche se Glencorenon è mai scomparso dall’orizzonte.

Nell’agosto del 2014 però lo smelter di Portovesmeha cessato ogni attività produttiva. I lavoratori sonostati quasi tutti sospesi a zero ore e una parte haaccettato gli incentivi economici per lasciare l’azienda.Nel novembre 2014 una nuova luce con la firma di unmemorandum of understanding tra Glencore, RegioneSardegna, Presidenza del Consiglio e Mise per un con-fronto con Alcoa circa la possibile acquisizione e riatti-vazione dello smelter. Ma nell’estate successiva di nuo-vo buio. Con Glencore che si è chiamata fuori.

Ed è finalmente spuntato fuori un nuovo nome:Sider Alloys. Con tanto di manifestazione di interes-se. Da quel momento in poi tutto è andato nella dire-zione giusta.

Nel novembre 2016 ad esempio c’è stato l’accordotra Alcoa e Invitalia con la decisione della multinazio-nale a stelle e strisce di rinunciare allo smantellamen-to. Il resto della storia è tutto sotto il segno di SiderAlloys. Ultimo atto lo scorso febbraio con la transazio-ne conclusa e siglata davanti agli occhi – tra gli altri –del presidente della Regione, Francesco Pigliaru, edel ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda.E l’impegno del numero uno dell’esecutivo del governodell’isola di non mollare la presa sino alla riaperturadella fabbrica. Stefano Ambu

Lo stabilimento di Portovesme acquisito dalla svizzera Sider Alloys - Accordo per riprenderela produzione e utilizzare le maestranze “parcheggiate” dopo la chiusura della fabbrica nel 2012

La Sardegna Regione virtuosanelle politiche per il lavoro

La Regione Sardegna è stata invitata a Roma a finefebbraio alla conferenza stampa del ministro del LavoroGiuliano Poletti che presentava lo stato di attuazionedella riforma nazionale dei servizi per l’impiego e dellepolitiche attive per il lavoro.

La Sardegna è stata invitata quale regione virtuosa.L’assessore del Lavoro Virginia Mura e il direttore del-l’Aspal Massimo Temussi hanno raccontato alla stam-pa nazionale quanto realizzato in Sardegna, prima inItalia ad aver costituito l’agenzia regionale per le politi-che attive, sfruttando al meglio gli spazi legislativi offer-ti dall’Autonomia Speciale.

«La partecipazione alla conferenza stampa delministro del Lavoro – ha dichiarato l’assessore Mura– è per noi un riconoscimento dei risultati conseguitiin questi anni dalla Regione e costituisce anche uninvito ai cittadini sardi ad avere fiducia, sapendo cheoggi in Sardegna possono contare su una rete rifor-mata di servizi e politiche per il Lavoro che ci poneall’avanguardia in Italia».

Il ministro – ha aggiunto – ha potuto vedere davicino quanto abbiamo fatto in Sardegna, in occasio-ne della sua recente partecipazione al “Sardinian JobDay”. In quel contesto era “esposto” il lavoro che iCentri per l’Impiego dislocati in tutto il territorio regio-nale svolgono quotidianamente.

I nuovi Centri per l’impiego – ha concluso Virginia

L’ assessore Virginia Mura invitata alla conferenza stampa del ministro del Lavoro

Mura – con la formazione degli operatori e l’erogazio-ne di nuovi servizi non solo verso i disoccupati, maanche verso le imprese, già oggi ci permettono dierogare meglio che in passato servizi per il lavoro,applicando politiche attive efficaci e prendendo in ca-rico migliaia di cittadini. Non a caso l’Aspal, con larete dei Cpi, sarà il braccio operativo del piano Lavo-Ras che stiamo varando, con cui la Giunta intendeconsolidare i progressi registrati e assestare una vi-gorosa spallata al mercato del lavoro, cercando diincidere sui tanti problemi ancora da risolvere, in pri-mis la disoccupazione giovanile.

«Siamo partiti da una situazione di totale disomo-geneità dei servizi – ha spiegato il direttore generaledell’Aspal, Massimo Temussi – ma siamo riusciti afar convergere sotto un unico cappello, quello dellaRegione, strettamente connesso con l’Anpal, tutte lemisure e le azioni in campo. Abbiamo investito molterisorse nella formazione degli operatori, nei siti infor-mativi, nel monitoraggio costante delle attività e nel-l’elaborazione e analisi dei dati, che ora sono certifi-cati e reali – ha concluso Temussi –; ciò significa chesappiamo cosa succede nel nostro ecosistema ed èfondamentale per raccogliere le future sfide, in unalogica non solo regionale ma nazionale e comunitaria,questo anche grazie ai numerosi progetti di collabora-zione che abbiamo all’estero».

S

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Attualità16 IL MESSAGGEROSARDO

di Roberto Loddide Santu ’Engiu Murriabi“L’ISOLA IN CUCINA”

n Sardegna la festa della mietitura e della treb-biatura del grano è una tradizione che dura da

sempre. Il sabato, dopo il lavoro massacrante del-la mietitura e la spigolatura, operata dai contadini– messadoris, mietitori –, che per evitare escoria-zioni dalle spighe del grano si proteggono con ungrembiule di tela – su pann’ i ananti, su pannu deananti o grembiali –, la stessa che i sarti utilizza-vano per confezionare i pantaloni da lavoro ai con-tadini, poi si proteggevano le braccia con dellebende di tela rinforzata – is manaxabis, manopoladallo spagnolo “manopla”, dal latino “manupla” – esotto al cappello si mettevano un grande fazzolet-to – su mucadori – sempre di tela per difendersidagli sciami dei mosquittus – moscerini presentisul campo già in primissima mattina, chizzi – e per attenuare il sole in testadurante la giornata. Anche le spigolatrici – spigadrixis –, si proteggevano le gambeindossando dei grembiuli molto lunghi e per le braccia anch’esse indossavano ismanaxiabis, mentre sul grembo si legavano una capiente sacca di juta o di lino –sacchitta – per raccogliere le spighe prive di fusto cadute durante la mietitura.

Verso le nove del mattino si faceva una sosta per un veloce spuntino – sumurzu, dallo spagnolo “muerzo” – colazione del mattino dei sardi, a base di pane,che a seconda della zona poteva essere del tipo civraxiu, coccoi, spianata - panecarasau, in abbinamento a olive, cipolle, patate lesse, salsicce, formaggi (oltre alpecorino, c’era anche il formaggio marcio – casu martzu – e vino). A mezzogiornoe mezza arrivava su carru ’e su prangiu, il carro che trasportava il pranzo destinato

Maccarronadade is messadoris

ai mietitori ed alle spigolatrici. Il pasto generalmente consisteva in una sorta diminestrone di pasta e legumi – malloreddus, gnocchetti –, o in una minestra difregola – fregula – e pane – sa suppa’e stula, la zuppa del campo –. Il vino el’acqua che di solito venivano tenuti al fresco dentro alle zucche – croccorigas – oa delle brocche di terracotta – cungiobeddus – non dovevano mai mancare. Mentrela domenica veniva dedicata alla trebbiatura con i buoi e la trebbia, al termine tuttisi radunavano attorno alla tavola imbandita con ogni ben di Dio, ma il pezzo forte

era sa macarronada – maccarronada, marracona-da, marracconada – la maccheronata al sugo dipomodori con zafferano e pecorino sardo grattu-giato. Il tutto veniva accompagnato da serenate eballi al chiaro di luna con fisarmonica, chitarra evino a fiumi naturalmente Che bei tempi!

Ingredienti: gr. 600 di maccheroni o gnocchettidi grano duro, gr. 500 di polpa di pomodori freschibattuta a coltello, una cipolla rossa, 2 spicchid’aglio, gr. 100 di pecorino sardo grattugiato, unmazzetto di basilico, zafferano San Gavino, vinobianco secco, zucchero comune, olio extraverginedi oliva, sale e pepe di mulinello q.b.

Preparazione: prepara il soffritto facendo roso-lare in un ampio recipiente la cipolla finementeaffettata, insieme ad un bel giro di olio e l’aglio,

quindi bagna il battuto con mezzo bicchiere di vino e lascialo sfumare. Fatto ciò,unisci la poltiglia di pomodori, un cucchiaino di zucchero e prosegui la cottura perun’ora circa a fuoco moderato. Un quarto d’ora prima del termine di cottura,aggiungi il basilico spezzettato, lo zafferano stemperato in poco sugo, poi regola ilsapore di sale ed impreziosiscilo con una generosa macinata di pepe. Arrivati aquesto punto, lessa la pasta in abbondante acqua salata a bollore e, appenarisulterà cotta al dente, scolala direttamente nel recipiente del sugo. Cospargiladunque con il formaggio e padella il tutto velocemente, quel tanto che basta peramalgamare perfettamente tutti gli ingredienti.

Vino consigliato: Monica di Sardegna fermo, dal sapore gradevole, morbido,vellutato e asciutto.

Il film “Disco volante” di Matteo Incollu ha vinto ilprimo premio FASI del concorso “Visioni Sarde - Icorti in circolo nei circoli” edizione 2018.

Ecco le motivazioni del primo premio e degli altririconoscimenti assegnati dalla giuria (riunita nei localidella Cineteca di Bologna, in data 27 febbraio 2018)tra gli otto film finalisti selezionati dalla Cineteca diBologna.

– Primo Premio FASI (assegno di mille euro e targaFASI; pergamena della Cineteca di Bologna): a “DiscoVolante” di Matteo Incollu.

Il film presenta uno spaccato sociologico di unarealtà speciale che il regista ha conosciuto per caso:uno dei tanti “caddozzoni” (chioschi per panini, conservizio di karaoke) aperti lungo il Poetto di Cagliari di

Il film “Disco volante”vince il concorso “Visioni Sarde”

giorno ma anche di notte. I nottambuli cheoccupano la scena sono una specie di “alie-ni” (“disco volante” non solo per il karaokema anche per gli “alieni”).

La rappresentazione realistica si abbinaa una dimensione surreale. Il chiosco che ilproprietario vuole chiudere, grazie alla na-scita di un bambino, proprio nello spaziodavanti, diventa simbolo di vita e di “rina-scita” per tutti i presenti.

– Menzione Speciale (targa FASI e per-gamena della Cineteca): “Deu ti amu” diJacopo Cullin.

Si tratta di un film “fresco” che si se-gnala per la interpretazione di cui danno prova i bam-bini. Questa piccola favola, che si configura delicata egentile come un fiore, propone un gradevole confrontotra le generazioni sulla vicenda eterna dell’amore.

– Menzione Speciale (targa FASI e pergamena dellaCineteca): a “Je ne veux pas mourir” di Gianluca Man-giasciutti e Massimo Loi.

Un lungo piano sequenza lega, su un barcone diprofughi, il dramma di una madre con una figlia chenon respira più a delle spettatrici bendate che assi-stono alla scena. Una bella idea che fonde due mondiche hanno solo bisogno di guardarsi negli occhi.

– Premio speciale della giuria (targa FASI e perga-mena della Cineteca): a “Futuro prossimo” di Salvato-re Mereu.

La giuria ha deciso di assegnare un riconoscimentospeciale al film “Futuro prossimo” di Salvatore Mereu,legato al progetto di formazione dell’Università di Ca-gliari per la grande qualità cinematografica che rac-conta, con pedinamento zavattiniano, il dramma deimigranti.

“Visioni Sarde” è una rassegna e concorso dellaFASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia),sezione di “Visioni Italiane”, “Festival degli esordi”,concorso nazionale per corto e medio metraggi e do-cumentari, promosso e organizzato dalla Cineteca diBologna.

Il concorso “Visioni Sarde” è nato nel 2013 conl’obbiettivo di mettere a disposizione dei migliori regi-sti sardi indipendenti una importante vetrina “conti-nentale”. Esso fruisce – come progetto regionale delprogramma per l’emigrazione 2018 ai sensi della L.R.n.7/1991, art. 19 – dei contributi della Regione Auto-noma della Sardegna - Assessorato del Lavoro.

La giuria di “Visioni Sarde”, quest’anno, era com-posta da Paolo Pulina (presidente, Vice presidentedella FASI, giornalista pubblicista); Franca Farina (fun-zionaria del Centro Sperimentale di Cinematografia -Cineteca Nazionale); Bruno Mossa (cinefilo, manager,imprenditore); Sergio Naitza (critico cinematografico,giornalista professionista, regista); Alessandra Pirisi(critica cinematografica, capo redattrice di “Cinema-gazzino”); Alberto Venturi (giornalista pubblicista,esperto in comunicazione pubblica); Antonello Zanda(scrittore e critico, giornalista pubblicista); Davide Zanza(critico cinematografico).Nell’immagine, applausi per il vincitore Matteo Incollu(foto di Lorenzo Burlando).

I

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Attualità 17IL MESSAGGEROSARDO

Attività turistica in crescita

troppo presto per dire qualcosa sulla sta-gione turistica 2018. Le prospettive sem-

brano buone ma la situazione non cambierà:addirittura eccessivo affollamento nei mesi esti-vi, pochissima attività fuori di quel periodo. L’ini-zio di quest’anno non è stato favorevole: Pa-squa bassa, e questo influisce molto, ma so-prattutto le condizioni climatiche che sono sta-te inclementi fino alla metà di maggio. Addirit-tura si è avuta pioggia per la festa di Sant’Efisioanche se in città non è stata tale da impedire laprocessione.

Si conoscono da pochi giorni i dati finali –anche se tuttora provvisori – del 2017. Le pre-senze sono state 14.386.000, forse un po’meno di quanto ci si attendeva, con un incre-mento del 6,6% rispetto a poco meno di 13,5milioni del 2016 (quando si era avuto un incre-mento del 12,6% sul 2015). Forse ci si era unpo’ illusi per l’ottimo risultato (+15-16%) con-seguito a Cagliari città e nell’area metropolita-na segnalati da mesi.

Il risultato deriva da un modesto aumento(+1,9%) degli italiani, 7.194.000 presenze, eda un più consistente aumento (+11,8%) deglistranieri, 7.192.000 presenze, praticamente50-50%.

Notare che in entrambi i casi gli arrivi sonoaumentati in maggior misura per cui vi è sta-ta una riduzione del soggiorno medio (per glistranieri 4,85, per gli italiani 4,44, però scor-porando le presenze dei sardi 2,17, il sog-giorno medio degli altri italiani è 5,54%).Mentre per gli stranieri il numero degli arrividovrebbe corrispondere alle persone (pocopiù di 1.517.000) non è così per gli italiani(1.617.000): vi sono circa 517.604 arrivi disardi con 1.205.282 presenze. Ciò derivadal fatto che spesso i sardi frequentano al-

Nel 2017 l’industria delle vacanze ha fatto registrare un nuovi incremento anche se menosensibile dell’anno precedente - Sfiorato il tetto di 15 milioni di presenze nelle struttureclassificate - Si stima che lo stesso numero sia stato toccato nel mercato sommerso

berghi, ecc., per esigenze di lavoro, studio,anche turistici per soggiorni brevi.

Il Sired ha fornito i dati in quantità cospicua,sono addirittura 57 pagine tra tabelle e diagram-mi, espressi in modo però non sempre chiaro:si abbonda da una parte mentre da un’altra par-te sono insufficienti. Purtroppo c’è una certaconfusione. Per esempio, non è precisato quantisono alberghieri ed extralberghieri o meglio cisono i totali per entrambi i settori ma non permese e provincia. Eppure si tratta di due ambitipiuttosto diversi, con differenti influenze su red-dito, distribuzione e occupazione (posti di lavo-ro). Non è certo quale sia il settore più conve-niente per l’economia locale, è un discorso daapprofondire, ma i dati dovrebbero essere com-pleti e leggibili.

Non vengono indicati gli IU (Indice di utiliz-zazione dei posti letto) che sono gli indicatoripiù chiari e precisi di questa attività. O me-glio, vi sono dei coefficienti di riempimento,relativi all’utilizzazione netta, che riguardano iposti disponibili negli esercizi aperti e funzio-nanti, che però non servono per valutare l’ef-fettiva attività. Se sono aperti 10 esercizi con1.000 posti, il sapere che hanno avuto un riem-pimento del 50 o 70 o 90% rispetto ai 1.000esercizi esistenti con 100.000 posti letto quasitutti chiusi e non funzionanti, non serve a mol-to. Lo IU (indice lordo), viene calcolato su tuttigli esercizi e posti letto, aperti o no, ed è unrapporto costante, valido per raffrontare le di-verse zone e periodi.

Elaborando i dati disponibili possiamo calco-lare che lo IU annuale alberghiero dovrebbe es-sere stato 27,0 in aumento rispetto al 24,7 del2016. Il miglioramento è dovuto in parte ad unadiminuzione della disponibilità di posti letto.

Da rilevare un fatto importante che non risul-

ta nel report, poiché non c’è il raffronto col 2016,e cioè che vi è stata una diminuzione della ri-cettività: nel 2017 i posti letto alberghieri sonostati 105.365 rispetto ai 109.408 del 2016. Iposti in totale sono 212.751 nel 2017 contro209.896 del 2016.

Si può rilevare che il 70,8 per cento degliitaliani va negli alberghi mentre gli stranierisono il 73,7, mediamente 72,3.

Questi sono i dati relativi alla strutture clas-sificate, naturalmente manca tutto il sommer-so che può essere valutato almeno attorno allostesso livello e cioè 15 milioni di presenze.

Un’altra grave mancanza è che vi sono po-chissime notizie sulla stagionalità: ci sono deigrafici sulle variazioni nelle presenze mensilima senza distinguere gli alberghieri e non al-berghieri e soprattutto mancano i valori: le va-riazioni rispetto all’anno precedente non basta-no a dare un’idea della situazione.

Così è impossibile, per esempio, definire lepresenze mensili o per un periodo, come se viè stata una miglior distribuzione, se è continua-ta la concentrazione estiva o almeno se è ini-ziato l’auspicato ampliamento (destagionaliz-zazione). Inoltre – anche se questa è un’analisisecondaria – non si può proprio capire se certemanifestazioni con scopo promozionale hannoavuto risultati o meno (per saperlo occorrereb-be conoscere anche i dati per comune e maga-ri per i giorni della manifestazione), vedi Girod’Italia, gare automobilistiche e simili, manife-stazioni come S. Efisio, la Sartiglia, la Cavalca-ta o le processioni della Settimana Santa, oautunno in Barbagia.

Si trovano ampie notizie sulla provenienzadei turisti, dalle varie regioni italiane e daglistati esteri, sia per la Sardegna che per le varieprovince, sono utilissime ma anche qui mancala distinzione per settore ricettivo e mensile.

L’Assessore e il suo ufficio si stanno impe-gnando molto, basta poco per fornire i daticompleti e utilizzabili, come del resto avveni-va in passato.

Gianfranco Leccis

È

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Cultura18 IL MESSAGGEROSARDO

“Il Messaggero sardo”nostalgia rabbiosa

Alla presentazione del libro “Sarde-gna - la grande diaspora”, di Gianni DeCandia , che ripercorre attraverso l’espe-rienza de “Il Messaggero sardo” 40anni di storia dell’emigrazione sarda,sabato 18 novembre nel salone delCentro Sociale Culturale Sardo di Mila-no, c’era anche Sergio Portas che hapoi scritto questo articolo pubblicatoda “Tottus in pari” nel quale coglie inmodo magistrale il rapporto che si eracreato negli anni tra gli emigrati sardisparsi nel mondo e il “loro” giornale.

n pezzo di nostalgia rabbiosa. Di quelle che prendo-no ai sardi d’oltremare quando si vedono ancora più

calpestati di quanto abbia già fatto il Destino che gli hacacciati di casa, costretti a inventarsi un’altra linguaper sopravvivere, sempre a sognare un ritorno “a bid-da”, quando ce ne saranno le condizioni... mai. Tuttacolpa di Gianni De Candia che porta al Circolo culturalesardo di Milano il suo ponderoso (carta lucida, oltre 400pagine): “Sardegna La Grande Diaspora” sottotitolo“Memorie e ricordi dei 40 anni della cooperativa Mes-saggero sardo (1974-2014)” (Carlo Delfino editore).

Cosa sia stato il “Messaggero sardo” per gli emigratidella nostra isola, non solo in continente italiano, ma esoprattutto belga, tedesco, olandese, francese, argen-tino, brasiliano, australiano e chi più ne ha più ne mettalui, è arduo da compendiare persino in una pagina digiornale. Oggi, in tempi di internet imperante, in cuipersino l’uomo a capo del paese più potente del mondosi sveglia nottetempo per “twittare” video a carattereanti-islamico ai suoi 40 milioni (avete letto bene:40.000.000!) di “followers” (gente che lo segue anchequando dorme), il tutto in tempo reale, è difficile spiega-re ai più giovani cosa rappresentasse, per una famigliadi Ozieri, di Serramanna, di Mores, sospinti dalla mise-ria lacerante che imperava nei loro poveri paesi ad emi-grare all’estero, praticamente al buio, ad inseguire laluce soffusa di una speranza chiamata lavoro, panequotidiano per i figli, l’arrivo mensile di quel giornale cheodorava ancora di mirto e cardo selvatico. Misto a quel-lo dell’inchiostro-petrolio delle rotative.

In tempo di mondo in rete è sin facile farsene un’idea,l’onnipotente “motore di ricerca” di qualsiasi computera richiesta di: “messaggero sardo” vi darà l’opportunitàdi sfogliarli tutti i numeri del giornale, dal 1969 al fatale2014, l’anno della sua chiusura in forma cartacea. Equale altra forma se non quella avrebbe dovuto avereper gente che, spesso, non aveva in tasca che la licen-za elementare, la cui lingua madre era il sardo della suazona, gallurese o campidanese che fosse, i congiuntiviitaliani sguscianti come lucertole agostane. Tocca leg-gere le lettere che i nostri connazionali scrivevano algiornale per farsi un’idea della lacerazione patita, lagran parte suonano così: “Caro Messaggero Sardo... Èl’unico modo che ancora mi lega alle cose sarde e allaterra che tanto voglio bene. Sono 27 anni che vivo fuoridalla mia terra e la nostalgia mi rode...” ( G. Pilloni,cagliaritano dal Brasile, gennaio 1982). Luglio dello stes-so anno: “Caro Messaggero Sardo, da 23 anni sonoemigrata in Francia, sono madre di nove figli, purtroppoabbandonata dal marito con tre figli che sono ancorastudenti...” (Teresa Ghiani, Audun Le Tiebe, 57930-Fran-cia). Il Messaggero è un amico a cui si dice tutto, a cui

si ricorre per un aiuto di qualsiasi tipo, con richieste diconsigli tra i più impensabili: Giorgio Farigu, emigrato diritorno da Genova a Calasetta non riesce a comprarsiuna bombola di gas: “... dai negozianti mi sono sentitorispondere che se non portavo loro una bombola vuotanon mi avrebbero dato la bombola piena neanche seavessi pagato una caparra... Mi sono allora rivolto aicarabinieri... il subalterno... mi ha prestato una bombo-la vuota...

E così il prossimo anno sarò di nuovo da capo perchédevo restituire il vuoto al carabiniere”. A casa nostra, daGuspini babbo militare di carriera trasferito, con tutto ilreggimento, a Verona, era il 1951, con mamma e trefiglioli dai sei anni (i miei) agli uno di mia sorella, il“Messaggero” lo ricordo da sempre, galeotta la rubricadi Salvatore Tola “Parlando in Poesia”. Per chi non neavesse contezza è giusto rimarcare che i sardi sonoanche poeti, cantano poesie da sempre, e il “poeta” delpaese, quello riconosciuto tra i più bravi, godeva di unprestigio che neanche il possidente più ricco, benchél’altro fosse solo pastore di greggi. A Tola i sardi emi-grati in mezzo mondo mandavano poesie, le più scrittein limba, ma anche in buon italiano, come pure facevababbo Livio, che avrebbe ambito pure lui essere cono-sciuto per poeta piuttosto che per maresciallo. Tola leassemblava per temi, a cui dava un titolo, a gennaiodell’82 era “Cantare contro”, scrive lui: una vera rarità(per la poesia sarda) la quartina gallurese che esprimel’indifferenza dei sardi di fronte alle lotte tra i loro domi-natori: “Pà noi non v’ha middiori / no importa cal’havintu / sia Filippu imperadori / sia Carralu quintu”.

Ma anche queste bellissime rime di Salvatore Satta aproposito dell’eccidio di Buggerru: “Noi coglieremo fioridi bufera / lungo il sonante mare. / Li copriremo d’elce,/ li cingeremo di selvaggio ulivo, / e con i fiori di sole. Eprimavera!”. A luglio dello stesso anno (l’82) per “Versidi tutti i giorni”, la prima in alto, la poesia di babbo:“Nuvole”: “Tanti e tanti ricordi passano sulla nostra esi-stenza, / come su un cielo d’autunno nuvole piccole egrandi / alcune coi segni della tempesta / altre comeroseti nel sole...” . Non avete idea della gioia che procu-rava in famiglia il “vedersi pubblicato”, nel giornale cheveniva spedito in tutto il mondo. Mi sono divertito acercare di pescare altri “pesci” simili a questa: nelnumero di agosto del ’79: “Sardegna, tema prediletto”:scrive Tola: “... Giuseppe De Riu che vive in Belgio cicomunica ad esempio: Quando ci riuniamo in compa-gnia il tempo lo passiamo parlando della Sardegna e delnostro impossibile rientro... mentre Livio Portas, guspi-nese, scrive da Busto Arsizio (ancora dietro al reggi-mento n.d.r.): La nostra isola ha dato sostanza e me-moria alla mia anima”.

La poesia di babbo è a centro pagina: “Sardegna”:“D’acque e sassi che avean le labbra vivide / sempreinvasate da un grido di sole, mi fu data la vita. / Errravanlivide figure d’olivastri e dove duole / alla gracile terra, ilgreto riarso, / gridavan sparsi ciottoli. Parole / di cose,già imploravano, l’apparso / d’anima ceruleo segno,come spole. / Ora tutto è luce in me; il pianto e il fischio/ del vento, sopra i fili, il lento fiume, / l’alba senzacanzoni ed il nevischio, / ed il nuraghe solenne come unnume... / che l’attorto dolore del lentischio, / portò conle sue pene anche il suo lume”. Gianni De Candia esor-disce evocando lo scambio dello Stato italiano nel do-poguerra con quelli del nord Europa: loro ci davano car-bone, noi uomini a scavare nelle loro miniere. Più diduecentomila sardi coinvolti nella “tratta”. Negli anni40/50 quelli che non potevano pagarsi neanche un bi-glietto di terza classe tentavano la via della clandestini-tà, nascosti nelle stive dei transatlantici, come ci siavvicinava alla costa venivano buttati in mare, in queglianni si contarono fino a 7.000 cadaveri sulle coste delMaine. Chi ce la faceva diventava cittadino americano.Nel 1971 stime ufficiali dicevano di 27.000 sardi inAmerica, ma il dato è sicuramente sottostimato perchéun numero analogo risiedeva solamente in Argentina.

In Italia, stesso periodo, i sardi emigrati erano 700.000.Di qui l’esigenza, anche della Regione Sardegna, di unostrumento di comunicazione che riuscisse a parlareloro, con contenuti che li riguardassero, non li facesse-ro sentire in qualche modo persi per sempre. Allora lagente tornava a votare, i biglietti scontati in terza clas-se. Il libro parla di come sono nati i circoli, le leghe, lefederazioni. Della durissima realtà che aspettava coloroa cui la sorte avesse scelto il Belgio, la Francia, il lagertedeschi usati come dormitori. Stupisce che nel mani-comio di Cagliari su 1500 internati 1200 fossero emigra-ti di ritorno? Quando la cooperativa prese in mano ilgiornale in Sardegna c’era Rovelli che controllava sia La“Nuova” che l’“Unione”, De Candia lavorava all’Ansa etutti gli altri collaboratori erano iscritti all’albo dei gior-nalisti, avevano uno stipendio, era il ’74: “Proviamo avedere se riusciamo a durare due anni, siamo andatiavanti sino al 2010”. Sette dei collaboratori sono diven-tati direttori dell’“Unione”.

La storia del giornale si dipana fino al raggiungimen-to di una tiratura di 75.000 copie. Tra le difficoltà dasuperare vi è naturalmente la gestione di un così lungoelenco di indirizzi. Un giornale di servizio vero, senzaconnotazione politica, se non quella attinente ai temiche si imponevano: le esigenze delle persone, pensioni,sussidi per i figli, colonie estive. Vi scrissero grandifirme del giornalismo sardo, una per tutte: FranciscuMasala, che non riusciva a trovare spazio nei giornalidella Sir di Nino Rovelli. La parte più coinvolgente dellibro è quella che riguarda i numerosi viaggi fatti da DeCandia quando, magari a seguito di una visita ufficialedei politici sardi, si recava all’estero e incontrava, neicircoli, i nostri connazionali. Ognuna delle loro vite me-riterebbe un libro, alcune narrano successi impensabili,le più sono di tristezze inenarrabili. Maria Manca, daTresnuraghes all’Argentina, madre di Martino Mastinu,detto “El Tano”, prelevato il 7 luglio del ’76 e fattosparire dagli squadroni della morte della Giunta militare.È diventata una delle “Madri de Plaza de Mayo”.

È di oggi la notizia che, dopo cinque anni di udienze,si è chiuso a Buenos Aires il processo per alcuni deiresponsabili di quelle morti: per 29 dei 54 imputati cisarà da scontare l’ergastolo. Dice giustamente nellaprefazione Manlio Brigaglia, altro storico collaboratoredel giornale: è un racconto che non si legge e non sichiude senza commozione. Sergio PortasNella foto, il presidente del CSCS Giovanni Cervo eGianni De Candia.

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Cultura 19IL MESSAGGEROSARDO

Al Museo di Asuni convegnosu “Emigrazione: passato e presente”

abato 30 dicembre nelle saledel MEA di Asuni si è svolta la

manifestazione “Emigrazione: pas-sato e presente” che, oltre all’inau-gurazione di alcune mostre alle-stite nei locali del Museo dell’Emi-grazione, ha proposto una rifles-sione a più voci sul tema.

Nel suo saluto il sindaco Giona-ta Petza non si è fermato agli aspet-ti formali ma ha posto sul tappetoalcune questioni importanti legateal fenomeno migratorio e alle con-seguenze sociali che determina,primo fra tutti lo spopolamento deipiccoli centri. Il sindaco ha riven-dicato con orgoglio la scelta dell’amministrazione co-munale di valorizzare il MEA, sottolineando le difficoltàdi portare avanti un progetto così ambizioso. Ha poiannunciato l’accordo che ha permesso di acquisire perun lungo periodo di tempo la raccolta delle annualità delmensile “Il Messaggero Sardo” dal 1969 al 2010, chearricchiscono i richiami del MEA.

Mattia Lilliu, presidente del Gruppo Giovani della Fasi,la Federazione dei circoli sardi in Italia, ha parlato deiproblemi che incontrano i sardi di seconda e terza gene-razione nell’integrarsi nei circoli (quelli aderenti alla Fasisono 70). Ha quindi parlato dei nuovi flussi costituiti daun’emigrazione qualificata.

Lilliu ha elogiato il Comune di Asuni per l’impegnoche si è assunto nel creare il MEA: «È un passo impor-tate – ha detto –, fa piacere sapere che si vuole mante-

Esposte nei nuovi locali del MEA le raccolte del “Messaggero sardo” -Una mostra con le vignette di Franco Putzolu

nere un rapporto con chi è partito».Pier Paolo Cicalò, presidente della FAES, la federazio-

ne delle associazioni di tutela, ha illustrato il ruolo svoltoda queste organizzazioni a sostegno dei circoli. Ha parlatodei cambiamenti in atto anche nella destinazione dei nuo-vi flussi migratori, annunciando che da poco è stato aper-to il primo circolo di sardi anche in Asia, a Tokio. «I circoli– ha detto – stanno attraversando un momento di difficol-tà. È un periodo di ristrutturazione. Molti circoli – haconcluso – chiudono per le difficoltà che incontrano nelrinnovamento generazionale».

Andrea Vallebona ha illustrato il progetto regionale“Sardinia Everywhere” di cui è coordinatore. Un pro-getto che tende a coinvolgere in modo nuovo e parte-cipe le comunità dei sardi nel mondo. Un progetto chevede anche la partecipazione, con la Regione e la

Faes, delle Federazioni dei circoli sardi in Italia e inSvizzera, e un crescente numero di imprenditori sardi.L’iniziativa ha già portato alla costituzione di un nuovocircolo di sardi a Londra e alla realizzazione di unaserie di incontri ad Alghero, Cagliari, Milano, Berlino,Parigi, Sofia e Mosca.

In un breve saluto il consigliere regionale Mario Ten-das ha annunciato l’approvazione nella legge finanziariadi un emendamento a favore del MEA che consente diguardare con più tranquillità alla programmazione delleiniziative per il prossimo anno.

Il presidente dell’associazione “Su Disterru”, SandroSarai, ha ricordato la storia del MEA, costituito quandolui era sindaco del paese per volontà di un emigrato,Antonio Porcu, che donò la sua casa perché venissecostituito un museo: «Il suo sogno – ha ricordato Sarai– era quello che gli emigrati avessero una “loro” casa inSardegna. Il MEA – ha detto – deve diventare la casadove elaborare i progetti sulle tematiche relative all’emi-grazione.

Quando si pose il problema – ha ricordato – c’eranodue proposte sul tavolo: una di aprire un museo del-l’emigrazione a Cagliari, nella sede dell’ex ManifatturaTabacchi, e l’altra di aprirlo ad Asuni, un piccolo paeseal centro della Sardegna. Il presidente della Regionedell’epoca, Renato Soru, scelse Asuni come paeseemblema dell’emigrazione sarda»

Sarai ha annunciato un incontro con i responsabilidegli altri musei regionali dell’emigrazione per realizzareinsieme una rete museale italiana.

Tra i progetti del MEA c’è la costituzione di un Comi-tato scientifico che ne programmi l’attività.

La manifestazione si è conclusa con l’intervento diGianni De Candia, presidente dell’Associazione Cultura-le Messaggero Sardo, che ha presentato il libro “Sarde-gna - La grande diaspora” in cui racconta i 40 anni diattività della Cooperativa che dal 1974 al 2014 ha curatola pubblicazione del Messaggero Sardo.

De Candia ha ripercorso il lungo cammino del feno-meno dell’emigrazione sarda che nella seconda metàdel secolo scorso ha assunto le dimensioni di una veradiaspora, con una parte rilevante del popolo sardo co-stretto a lasciare l’Isola in cerca di un lavoro e di condi-zioni di vita più dignitose per sé e per la propria famiglia.

Ha ricordato che quando è stata presa la decisioneda parte della Regione di sospendere il rapporto con laCooperativa il giornale aveva una tiratura di 77 milacopie mensili che venivano spedite in 120 paesi in ogniangolo del mondo.

La Cooperativa, per diversi anni, con mezzi propri, hapubblicato un giornale online.

Al momento di chiudere la sede storica del Messag-gero, in via Barcellona, si pose il problema di smaltire lagran quantità di materiale (copie dei giornali, documen-ti, foto, poesie, lettere, disegni di Franco Putzolu) che siera accumulato in oltre trenta anni di attività.

Dopo un sopralluogo di esperti mandati dalla Sovrin-tendenza ai Beni Culturali il materiale ha ottenuto ilriconoscimento di particolare valore storico dal Ministe-ro dei Beni Culturali.

E proprio dalla stesura di una relazione per la presen-tazione di quel materiale – ha ricordato De Candia – ènato il libro. Un libro che vuole essere il primo tassello diun progetto più grande e ambizioso che coinvolga an-che i circoli perché contribuiscano con i loro archivi e leloro memorie a ricostruire la grande storia dell’emigra-zione sarda. Un evento – ha concluso De Candia – cheha cambiato per sempre la vita sociale della Sardegna.

Le raccolte del Messaggero sardoin mostra ad Asuni

S

È stata inaugurata sabato 30 dicembre nelle sale delMEA, il Museo dell’Emigrazione di Asuni, nell’ambitodella manifestazione “Emigrazione: passato e presen-te”, la mostra delle raccolte rilegate de “Il MessaggeroSardo”, il giornale destinato agli emigrati sardi nel mon-do e alle loro famiglie.

La raccolta comprende tutte le annualità dal 1969,anno di inizio delle pubblicazioni, al 2010 anno in cui ècessata la collaborazione tra la Regione Sardegna e la“Cooperativa Messaggero sardo”, costituita da giornali-

sti che hanno assicurato l’uscita del mensile dal 1974al dicembre del 2010.

La raccolta delle annualità rilegate de “Il Messag-gero Sardo” è stata consegnata al MEA dall’Associa-zione Culturale Messaggero sardo, che è subentrataalla storica Cooperativa, in virtù di un accordo con ilComune di Asuni.

Contestualmente è stata ceduta al MEA anche unacopia digitalizzata di tutte le copie del mensile dal 1969al 2010, in modo che sia più agevole la consultazione daparte dei visitatori o da chi intende fare ricerche sullastoria dell’emigrazione sarda nella seconda metà delsecolo scorso.

Nell’occasione il MEA ha anche allestito una mostracon le vignette che Franco Putzolu, il compianto artistasardo scomparso da alcuni anni, ha pubblicato sul Mes-saggero dal 1975 fino alla sua morte.

La mostra, che propone in cento vignette uno spac-cato di eventi dalla politica, allo sport, dall’ambiente allavoro, dalla criminalità ai trasporti, interpretati con ar-guzia e ironia dalla matita di Franco Putzolu, sarà visita-bile fino al 30 giugno del 2018.

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Parlando in Poesia20 IL MESSAGGEROSARDO

a cura di Cristoforo Puddu

Franceschino Sattaautentico poeta nuorese

ISPADAS DE SOLEIn sos pichidos angrones de s’animaallataos dae s’odiucorruschian ammentos de focucupindetraschias de malissia.Sun frizzas de benenuchi mi brusian s’ispiritu.Su tempusm’hat puntu su coro allinnaue, chene chìschiu,nadro in corbarjos d’anneu.Sos ocros sumortìosjuchen pezzi sa grista ’e s’ispramupantarma secularede una terra iscarrainza,orfanada,dae sos bentos buddios de s’istrùssia,in fraviles d’abbolottu,tra tizzos alluttosde unu tempus gùrpinuirghilinìu ’e pistolèssia.Sos campos lucorosos de sa bidafattos de selenos canticos d’amoresun in ocheintro ’e su coro meue dego massarju ’e pistichinzoscherjo semenare labores de bontadefulliandechein sas percas fungudas de s’irmenticusas lubas ch’abbelenansod alentos immortales de s’anima.Cherjo bincheregherrande chin ispadas de sole.Sos granos de su corono iffroscanin rubos de malissia.

ranceschino Satta (conosciutopopolarmente come tiu Franzi-

schinu o mastru Satta) è nato aNuoro il 16 settembre 1919 e vi hatrascorso gran par te della vita daautentico e orgoglioso nuorese nel-lo storico rione di Santu Predu, finoalla scomparsa avvenuta il 25 lu-glio del 2001.

Aveva iniziato a coltivare la poe-sia in limba già nell’adolescenza(le prime composizioni di buon li-vello le scrive all’età di 13 anni), ma solamentenella maturità decide di pubblicarne in giornali eriviste, ed in seguito proporle ai numerosi premiletterari che animano la vita culturale sarda deglianni ’70, ’80 e ’90 del secolo scorso. In gioventù,nel periodo da insegnante elementare a Desulo,conobbe il poeta Antioco Casula “Montanaru” cheapprezzò immediatamente la grande validità deiversi del Satta e cercò, senza successo, di orien-tarlo verso una diffusione e pubblicazione dei com-ponimenti in verace limbazu nugoresu.

La poesia di tiu Franzischinu rappresentata daefficaci parole e immagini poetiche, coinvolgentiper idealità e pathos, è alimentata dal substratodella genuina cultura sarda e da profondi signifi-cati e sentimenti. Leonardo Sole, critico e grandeestimatore del poeta nuorese, lo segnala per “iversi delicati e armoniosi”, scritti “cun patimentue ardore” e nella convinzione “che la vita è soloamore”. Autore delle raccolte Cantos de amista-

Cando sa luche ’e s’animas’isparghet in agheras durches de chelutando sa terra est cussorja ’e meravillas.

A NUGOROPro Nugoro una bella cantoneddaiscrivo chin sas alas de su coro.Una cantone durche, labras d’oro,sinos d’amore, brunda, ocrinighedda.Chi jucat sos profumos d’una rosae de su chelu “immensu” luche e brama:bella che-i sos affettos d’una mama,durche che-i sos sospiros d’una isposa.Chi jucat de cust’isola galanasos colores alligros de “Su Monte”,s’alinu friscu e sanu ’e s’orizontee de lusingas d’oro una funtana.E chin sa luche ’e s’anima, cuntentu,ti pinto sos segretos de su coro;ti pinto, Nugoro cara,unu tesoroin sas isferas de su firmamentu.E chin s’ammentu arcanu ’e sas isperaschi m’han postu su coro in tribbulìa,ti dasso custa durche sinfoniachin sas notas de milli gardaneras.Si peri cras s’eternu Redentoremi rizivit in sinos d’una tumba,da’ ibe iscappo, bella, una culumbachi ti benichet chin sinzeru amore.

CANTONES DE PACHE E D’AMOREIstanotte bid’happo in su sonnusu chelu lucentede bramas d’affettu comentesa luche ’e su coro.Bid’happo pizzinnos

jocande in guruttose in prattas de sole.E a zaja, in sa janna,a murmuttu, filandeiscarpittas de lana.E a mama, galana, cosindecorittos, chin filos de brama.Bid’happo pasteras, funtanas,puzones a pore,in ramos de mendula in frore;e isposas cantande in su ribu.Bid’happo bezzeddosin foras, contandede cando, pizzinnos a zarra,andaban a murain fattu ’e sos rubospaschende in campuracabaddos e zubose sonnios de gloria.Bid’happo – l’ammento a memoria –su mundu pizzinnu, serenu, tranchillu.Prenande sa broccade s’abba colada,bid’happo cumpanzos coraleschi commo non sunu.Bid’happo,ghirande, a s’intrighinu, a babbuin artu in su carru,tra seghedes d’oro,de bassamu tintu,sa caraluchente ’e sudorealligru e serenu,cantande a murmuttucantones de pache e d’amore.

SO RICCU“Cuss’est poveru in terra!”,nat sa zente pro mene.S’ irballat: eccomente!Dego so riccu. Riccu! So poeta!Inintro ’e coro jucoprus de milli aschisorjosde marengos d’amore.Cumprendo su limbazu ’e sos puzones,sos nuscos delicaosde sos bellos calabrichesch’in beranu accasazan sa natura.Sa frina, chi si basatlabores e funtanas, m’est amica.Issa mi nat de candosas birghines galanasricamaban cantoneschin tramas d’arcu ’e chelu.Mi nat de cando, galu creatura,sa luna ingannadora,m’affranzabat su coro ’e bonidade.Mi faveddabat de gherras e de paches,de juramentos fattose de tantas promissas non mantesas.A s’iscusiu, sas tuppas de mudrecu,mi cuffidan segretose minettas de focu.Dego so riccu abberu. So poeta!Comprendo sos misteriosde custu mundu arcanuchi nos allatat s’anima,tra sonnios e chimerase bolos d’ immortale fantasia.E canto chin amoresa fide chi mi brotatintro ’e benas de coro,ei sos affettos beros d’una mamachi si nìnniat su fizumarmuttandeli isperase durches alapinnas de cossolu.Ite bos paret? Naze: non so riccu?

de, Nuoro, Cooperativa Grafica,1983; Ispadas de sole, Cagliari,Trois, 1992; Incantos. Su prantucubau, Nuoro, Solinas, 2000, checon unicità di stile raccontano lesue “visioni” poetiche e le storiedella memoria nuorese segnata dal-la solidarietà e da suggestioni an-tiche.

I suoi versi continuano a viverenel canto di numerosi cori, recitatiin diverse rappresentazioni teatrali

e nella discografia del cantautore Piero Marras. Èricordato per le collaborazioni a Frontiera, L’Or to-bene, La Nuova Sardegna, Il Messaggero Sardo,La Nuova Città e per essere stato il redattore diarea nuorese della rivista S’Ischiglia.

Tra i numerosi riconoscimenti poetici il prestigio-so premio “Ozieri” nel 1983 per la lirica Ispadas desole e il suggestivo titolo di “Cittadino Illustre”,conferitogli nell’agosto del 1991, dall’allora sinda-co Simonetta Murru, “per aver onorato Nuoro con ilsuo esempio di civis probo e operoso, contribuendocol suo quotidiano, instancabile lavoro alla crescitacivile, culturale e sociale della città”.

Nel maggio del 2002 il Comune di Nuoro gli haintitolato una via, nel rione in cui e nato e vissuto,per i meriti della sua distintiva ar te poetica che,come scritto dal tempiese Giulio Cossu nella prefa-zione al volume Ispadas de sole, ha coltivato “inun’officina personale di antico artigiano” e nel se-gno della “robusta incisività della parlata nuorese”.

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Parliamo della Sardegna 21IL MESSAGGEROSARDO

Manlio Brigaglia, maestrodella comunicazioneLutto per la scomparsa di un grande uomo di cultura - Parlare con tutti, spiegare a tuttiUn rapporto speciale con gli emigrati

Questa pagina del “Messaggero sardo” è stata cu-rata da Manlio Brigaglia fin dal 1971. Attraverso questarubrica, una delle più seguite dai lettori, ha risvegliatol’interesse degli emigrati per la cultura. Con vera mae-stria Manlio Brigaglia ha suscitato la curiosità parlandodi personaggi, tradizioni, luoghi. I destinatari di questeinformazioni erano spesso giovani che avevano frequen-tato a mala pena le scuole elementari e che avevanolasciato i loro paesi in cerca di lavoro e di un futuromigliore. Brigaglia è riuscito a farli sentire orgogliosidelle loro origini facendo conoscere loro la storia antica,anche se tormentata, della loro terra.

Per ringraziarlo a nome di tutti gli emigrati per l’impe-gno che ha profuso con generosità per quasi quarantaanni, abbiamo deciso di pubblicare il ricordo di questogrande uomo di cultura nella “sua” rubrica.

ome a tanti sardi è capitato anche a me di sentireManlio Brigaglia alla radio o di vederlo alla televisio-

ne, di ascoltarlo in qualche convegno, di leggere i suoiarticoli, qualche suo libro. Ma se ripenso al suo modo diintendere la parola, la parola come comunicazione, miviene alla mente la volta che lo accompagnai a Nulvi peruna manifestazione pubblica.

Il sindaco gli chiese di rivolgere qualche parola adalcune classi delle elementari, e non ebbe esitazioni.Non ricordo quale fosse l’argomento, ma ho ben pre-senti i modi di quell’intervento e l’attenzione che nericavava dai piccoli ascoltatori. Ed è questa l’immagineche mi rimane di lui, il miglior “comunicatore” che ioabbia conosciuto: chiaro nel contenuto e semplice nellafrase, ma anche pronto a far cogliere la contraddizione,il paradosso, il lato umoristico dei personaggi e dellesituazioni; capace di raggiungere la persona di culturacome il più modesto cittadino, utilizzando tutte le spe-cie della parola parlata e di quella scritta.

Parliamo della Sardegna - Di queste sue doti sannoqualcosa i lettori del “Messaggero sardo”, a partireda quello car taceo: la sua pagina, “Parliamo dellaSardegna”, era una delle più apprezzate. Basti pensa-re all’abilità con cui metteva a disposizione dei lettorile sue conoscenze intorno ai grandi personaggi del-l’isola, o il garbo con cui descriveva una per una leregioni storiche in cui è diviso il territorio. E anchequando lasciava spazio ad altri collaboratori la primaregola era che la scrittura fosse piana, chiara, di im-mediata comprensione.

Per nostra fortuna questo suo lavoro di divulgazione– seria e scientificamente garantita – è andato avantiper decenni, e si è imposto attraverso un numero tale diiniziative che è difficile non solo farne l’inventario maanche scegliere gli esempi più calzanti.

Tra le cose che ricordava con piacere c’era Sarde-gna, volume illustrato per ragazzi pubblicato dalla DeAgostini di Novara negli anni Settanta: «Grande forma-to, non molte pagine, tante fotografie e piccoli testi diaccompagnamento». La prima edizione ebbe un buonsuccesso e andò esaurita; al momento di farne unaseconda disse agli editori: «Se mi fate aggiungere un

sedicesimo in carta normale [il resto era in patinata]metto insieme un’antologia di letture facili, per ragazzidelle scuole medie». L’idea fu accettata, il libro ebbe ilnuovo titolo Il pianeta Sardegna e ne fu diffusa ancorauna grande quantità.

Un’altra impresa che rievocava volentieri era la “sco-perta” dei poeti in lingua sarda che aveva favorito apartire dal 1966: «In quell’anno feci una serie di tra-smissioni a Radio Cagliari, intitolata La grande poesia inlingua sarda, in cui a ogni puntata sceglievo un poetasardo, o in qualche caso anche un gruppo di poeti, peresempio i poeti “de su connottu”: raccontavo la lorovita, recitavo dei versi o leggevo delle poesie intere,parlavo degli autori e del loro mondo».

Poi, quando nacquero le Edizioni Della Torre, conquei testi venne messa insieme un’antologia arric-chita dalla prefazione di Michelangelo Pira, che era alsuo fianco e per certi versi lo guidava in questo lavoro.Ebbe successo, e si decise così di dare il via a unacollana di testi dedicati agli autori maggiori, destinatapiù che mai a una diffusione popolare: «Piccolo for-mato, copertine molto pop, lucidi testi introduttivi e,in silenziosa polemica con i nuovi entusiasti della lim-ba, sempre (e ripeto sempre) la traduzione in italiano»dei versi.

I volumetti ebbero un’ottima accoglienza, e la ebbe

addirittura strepitosa quello dedicato a Peppino Mereu:«Un giorno l’Amministrazione comunale, di sinistra, diTonara decide di organizzare una festa laica, intitolan-dola al “suo” poeta, e noi per quell’occasione abbiamostampato le sue poesie. In due giorni, dal sabato mat-tina al lunedì a mezzogiorno, ne abbiamo venduto due-mila copie».

Sardegna perché banditi - Queste sue capacità di co-municatore, di divulgatore si esplicavano anche nel dareconto dei problemi più scottanti e dolenti della Sarde-gna. Come il banditismo e il sequestro di persona, de-licatissimi anche perché attiravano giudizi – e pregiudizi– durissimi nel confronti dell’isola e dei suoi abitanti.Brigaglia se ne occupava sia nei quotidiani che conindagini a carattere scientifico, ma ebbe l’occasione didarne anche un quadro esaustivo in un volume destina-to in particolare ai giornalisti: gli inviati dei grandi quoti-diani e dei maggiori rotocalchi che venivano a frotte eavevano bisogno di essere illuminati sui fenomeni e laloro origine.

Il libro, intitolato Sardegna perché banditi e pubblica-to nel 1972, rimane un mirabile esempio non solo e nontanto di come uno studioso possa conoscere a fondouna questione, ma anche e soprattutto di come la sap-pia esporre in termini sintetici, illuminanti si può bendire. Tanto che i suoi contenuti sono ancora attuali: ilquotidiano di Sassari “La Nuova Sardegna” ne ha datoopportunamente una nuova edizione poco tempo fa.

L’enciclopedia - Gli interessi del professore erano sem-pre concentrati sulla Sardegna, la sua storia in primoluogo, ma poi anche tutti gli altri aspetti, dall’economiaalle tradizioni, al paesaggio, al crescente sviluppo turi-stico. Fu da questa conoscenza allargata e allo stessotempo capillare che nacque in lui l’idea di distribuirla,insieme a una squadra di bravi collaboratori, in una verae propria enciclopedia: un’opera che, uscita in tre volu-mi tra il 1982 e il 1988 (concepita e curata da lui incollaborazione con i suoi allievi Antonello Mattone eGuido Melis, pubblicata dalle Edizioni Della Torre di Ca-gliari), può essere considerata il suo capolavoro nelcampo della divulgazione. Non si tratta di un dizionarioenciclopedico ma di un’opera a temi: i diversi aspettidell’isola sono esposti in 156 saggi organicamente ac-costati e organizzati.

Una volta stabilito il piano della grande opera scelsegli autori dei singoli “pezzi” e, mano mano che arrivava-no, li sottoponeva a quel lavoro di revisione del quale eragrande specialista: sempre con l’intento primario di ren-derli quanto più possibile leggibili, accessibili.

In seguito è arrivata per lui anche l’esperienza deldizionario enciclopedico, distribuito cioè per voci dispo-ste in ordine alfabetico: è stato con la redazione el’ampliamento della Grande enciclopedia della Sarde-gna di Francesco Floris, pubblicata dalla “Nuova Sarde-gna” nel 2007: ebbe un successo tale che i primi diecivolumi furono seguiti da una “coda” di altri dodici.

Quando affrontò quell’impresa era vicino agli ot-tant’anni, ma poteva contare ancora su un’energiaammirevole, invidiabile. E con la stessa energia hacontinuato così per tutti questi anni, alternando anco-ra la cura dei libri di amici e allievi agli ar ticoli digiornale, le consulenze agli editori agli interventi inconvegni e dibattiti. Fino all’ultimo giorno: la mattinain cui all’improvviso ci ha lasciati c’era sulla “NuovaSardegna” la lettera di un lettore alla quale aveva datorisposta il pomeriggio prima. Salvatore TolaFOTO LIGIOS ©

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Sardegna Notizie22 IL MESSAGGEROSARDO

La Sardegna protagonistadell’esplorazione interplanetariaIl radiotelescopio di San Basilio come supporto per le missioni nello spazioIl ruolo dell’Università di Cagliari

Una pianta sardablocca il virus dell’HIV?

Una equipe di virologi e botanici del Dipartimentodi Scienze della vita e dell’ambiente della Universitàdi Cagliari ha individuato una molecola in grado diinibire due enzimi chiave del virus HIV.

La notizia è stata pubblicata sulla prestigiosa rivi-sta americana PlosOne

La pianta in questione è l’“Hypericum scruglii”una specie endemica ed esclusiva degli altopianicarbonatici della Sardegna centro-orientale (le zonedi localizzazione sono abbastanza ristrette: i Tacchidell’Ogliastra e l’area intorno a Laconi).

In par ticolare, è stato identificato per la primavolta nell’“Hypericum scruglii” un metabolita appar-tenente alla classe dei floroglucinoli prenilati, che siè dimostrato capace di inibire a concentrazioni moltobasse due enzimi chiave dell’HIV-1 e quindi la repli-cazione del virus in saggi cellulari. In altre parole, lamolecola individuata blocca gli enzimi che permetto-

esplorazione interplanetaria passa attraverso laSardegna. Al Radiotelescopio di San Basilio è sta-

to inaugurato il Sardinia Deep Space Antenna (SDSA)dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che offrirà suppor-to alle missioni nello spazio, dialogando con i satelliti,in un sistema che coinvolge soltanto 5 infrastrutturedel genere al mondo: quella di San Basilio è una dellepiù all’avanguardia. Il Sardinia Deep Space Antennacondivide con SRT una parte delle dotazioni ma ha unsuo equipaggiamento e un centro di controllo specifi-co per comunicare con i veicoli spaziali. È diventatoufficialmente operativo nell’ambito del Deep SpaceNetwork della Nasa, ma fornirà servizi di comunicazio-ne e navigazione anche per le sonde interplanetarieeuropee. È nato grazie ad accordi tra Asi e Inaf e a unospecifico accordo Asi-Nasa che ne assicura l’utilizzoin una molteplicità di missioni interplanetarie in colla-borazione con JPL.

Il suo debutto è stato legato alla fase finale dellamissione della sonda Cassini nel sistema di Saturno, ilcui tuffo finale è stato seguito in diretta mondiale proprio

attraverso il Radiotele-scopio di San Basilio.

Per il Radiotelesco-pio di San Basilio, rea-lizzato dall’Inaf in colla-borazione con ASI, Re-gione, Miur e Universi-tà, la Regione ha inve-stito oltre 20 milioni dieuro. Ma non solo: persostenere e far cresce-re le imprese che ope-rano nell’aerospazio,sono stati investiti ol-tre 12 milioni di euro.

«Bandi che hanno avuto un successo enorme, condomande di finanziamento che hanno superato di molto– ha spiegato il vicepresidente della Regione RaffaelePaci – la dotazione disponibile tanto che abbiamo ag-giunto altri soldi per garantire il finanziamento di tutti iprogetti idonei. Questo dimostra che è un settore chesta crescendo molto e che, come si vede dai progettipresentati ai bandi, sta riuscendo a passare dalla fasedi ricerca pura a quella di ricaduta sul territorio, equesto è un passaggio fondamentale perché è quelloche può portare sviluppo e posti di lavoro. Continuere-mo a lavorare per sostenere l’aerospazio, insieme al-l’Università e all’Inaf, perché la sinergia è fondamen-tale e ci ha permesso di arrivare all’importante risulta-to di oggi».

«L’Università di Cagliari – ha detto il Rettore, MariaDel Zompo, intervenendo a San Basilio all’ufficializza-zione dell’ingresso del Sardinia Radio Telescope nel DeepSpace Network con il nome di Sardinia Deep SpaceAntenna – è la linfa vitale che sostiene una realtà comequesta, di questo sono molto orgogliosa».

«Qui lavorano numeri nostri ricercatori di fisica e diastrofisica. Oggi – ha aggiunto – ci sono anche i nostristudenti: il fatto che ci siano colleghi di questi settoriche fanno ricerca di eccellenza a Cagliari permette ainostri ragazzi, ai nostri dottori di ricerca, ai nostriricercatori di completare il gruppo che lavora qui».

All’iniziativa hanno preso par te 50 studenti deicorsi di laurea di Fisica, Ingegneria elettrica ed elet-tronica, Ingegneria meccanica dell’Ateneo cagliari-tano, con Micaela Morelli, Prorettore alla Ricercascientifica, Massimo Vanzi, delegato dell’Ateneo perl’aerospazio, e Maria Giovanna Mura, ricercatrice diElettronica.

«Ricerca, cultura e conoscenza sono la base dellosviluppo – ha proseguito il Rettore – si può scommette-re da questo luogo anche sulla divulgazione scientificae sulla ricaduta che i nostri studi possono avere sulterritorio, per essere più vicini ai comuni che vivono quiintorno. Non solo per fare turismo scientifico, ma perrealizzare un museo della scienza interattivo a cui l’Ate-neo e l’ASI possono dare il proprio contributo».

Il vicepresidente Paci ha ribadito che la Regionecrede molto nel settore dell’aerospazio, «l’abbiamosostenuto dal primo momento, abbiamo investito tan-to e continuiamo a farlo, e la presenza di Asi, Nasa,Esa, Inaf, JPL (Jet Propulsion Laboratory), delle altreAgenzie spaziali, che credono in questa struttura enelle sue potenzialità, dimostra che la strada è quel-la giusta. La Sardegna oggi entra in un network mon-diale che, sono sicuro, porterà importanti ricaduteeconomiche, occupazionali e di sviluppo in tutto ilterritorio».

Un “club esclusivo”, come l’ha definito il presiden-te dell’ASI Roberto Battiston, che ha spiegato comeda ora in poi il ruolo del Radiotelescopio di San Basilionon sarà più solo quello di osservare e ascoltare l’uni-verso ma anche di interagire con i satelliti lanciatinello spazio per riportare dati anche in funzione dinuove missioni interplanetarie e lunari.

La Giunta punta sull’alta tecnologia come oppor-tunità fondamentale, soprattutto in una regione comela Sardegna, per costruire un futuro solido. Con l’al-ta tecnologia si può superare il gap geografico, chespesso è un limite, trasformandolo in una risorsa.

no al virus di replicarsi.L’approccio multitarget utilizzato dai ricercatori ca-

gliaritani mira a ridurre il numero di farmaci che unpaziente sieropositivo deve assumere e quindi lo stu-dio pone le basi per un successivo sviluppo di farma-ci antivirali.

Il lavoro è stato coordinato da Francesca Esposi-to, virologa, e Cinzia Sanna, botanica, entrambe ri-cercatrici dell’Ateneo di Cagliari afferenti al Diparti-mento di Scienze della Vita e dell’Ambiente ed èfrutto di un’ampia collaborazione con altri ricercatoridell’Università di Cagliari, delle Università della Cam-pania e dell’Insubria e del Max Planck Institute forChemical Ecology di Jena (Germania).

«La particolarità del nostro studio – spiega Fran-cesca Esposito – è l’approccio multitarget, che lorende estremamente promettente al pari di altre li-nee di ricerca su cui stiamo lavorando in campo

antivirale». Cinzia Sanna sottolinea che «non si trat-ta di una pianta tossica, ma anzi già utilizzata nellamedicina popolare. L’olio ottenuto da un’altra speciedi Hypericum viene utilizzato per lenire le ustioni».L’“Hypericum scruglii” – la pianta al centro dello stu-dio – è stata individuata in tempi relativamente re-centi e denominata dall’attuale direttore dell’Or tobotanico dell’Università di Cagliari, Gianluigi Bacchet-ta, in onore del prof. Antonio Scrugli, già docente diBotanica dell’Ateneo.

Del gruppo che ha firmato la ricerca pubblicata suPlosOne fa parte anche Enzo Tramontano, ordinariodi Microbiologia e Presidente della Facoltà di Biolo-gia e Farmacia: «La nostra ricerca prosegue – com-menta –. Ora serviranno studi specifici per migliora-re la struttura chimica della molecola e renderla piùpotente».

L’approccio innovativo utilizzato nello studio – chevede in prima fila i gruppi di ricerca di Virologia e diBotanica del Dipar timento cagliaritano – sfrutta labiodiversità metabolica delle piante per identificaresingole molecole capaci di agire su più funzioni enzi-matiche (approccio multitarget).

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Sardegna Notizie 23IL MESSAGGEROSARDO

Festa de sa limba mamaCelebrata in Sardegna con una giornata dedicata al tema“Sa trasmissione intergeneratzionale de sa limba. Iscolas e familias a confrontu”

La Sardegna puntasu investimenti cinesi

a Regione ha celebrato il 21 febbraio, con due even-ti, a Sassari e Cagliari, la Festa de sa limba mama.

Il tema scelto per la giornata è stato “Sa trasmissioneintergeneratzionale de sa limba. Iscolas e familias aconfrontu”. A Sassari, l’assessore della Pubblica Istru-zione Giuseppe Dessena, ha presenziato l’incontro-dibattito che si è tenuto all’Università, nel Dipartimen-to di Scienze Umanistiche, mentre a Cagliari, alla MEM,si è svolta una caccia al tesoro linguistica dedicata airagazzi delle scuole, e la proiezione di film in linguasarda in collaborazione con lo Sportello linguisticoregionale e la Cineteca Sarda.

«La Giornata internazionale della lingua madre – ha

detto l’assessore Dessena – è sta-ta proclamata dalla Conferenza Ge-nerale dell’Organizzazione delle Na-zioni Unite per l’educazione, lascienza e la cultura UNESCO nelnovembre del 1999, e dal 2000 vie-ne celebrata per promuovere la di-versità linguistica e culturale e ilpoliglottismo. Per ciò che concer-ne la Sardegna, la famiglia è il luo-go dove i ragazzi conoscono e im-parano la lingua sarda, mentre lascuola e l’Università hanno il com-pito di fornire un insegnamento for-male. Occorre dunque sensibilizza-

re le famiglie, i luoghi dell’Istruzione e le Istituzioni affin-ché avvenga la trasmissione di un patrimonio così im-portante, come la lingua, ai giovani. La Regione investemolte risorse per la valorizzazione della lingua e dellacultura sarda. Per ciò che concerne solo la conoscenzadella lingua la cifra è di circa 3,5 milioni per il 2018».

La Regione promuove la lingua sarda con un finanzia-mento, per il 2018, di circa 3,5 milioni. Per la Tuteladelle minoranze linguistiche (legge 482/99) sono previ-sti 700 mila euro di fondi statali, ai quali si aggiungono550 mila euro di integrazione regionale, dedicati aglisportelli linguistici comunali.

Lo Sportello linguistico regionale invece conta su un

contributo di 200 mila euro. Altri 850 mila euro sonodestinati alla sperimentazione linguistica nelle scuole,un contributo che viene erogato dal 2009 e che è andatoaumentando negli anni (50 mila euro nel 2009), e inte-ressa 350 scuole, molte delle quali primarie.

«Ci siamo focalizzati sull’insegnamento nelle scuo-le perché i ragazzi – ha detto Dessena – imparino inmaniera formale e attraverso processi didattici la lin-gua, dopo averla conosciuta e parlata in famiglia. LaRegione ha inserito progetti nel programma di Tutti aIscol@ e abbiamo riscontri molto positivi sulla parte-cipazione dei giovani. Anche all’Università e nelle isti-tuzioni l’uso della lingua è in aumento: un plauso vaagli studenti che hanno sostenuto la loro tesi in sardo,dando un esempio importante».

Per “Sa die de Sa Sardigna” e le celebrazioni inlingua sarda sono previsti 50 mila euro. Per i cori e lebande dell’isola 700 mila euro di contributo, 210 miladei quali per la parte in lingua.

La lingua sarda viene inoltre promossa attraverso icanali di comunicazione, radio e tv, e l’editoria, con oltreun milione di euro. Rai tv, ha un finanziamento di 300mila euro, 90 mila dei quali per programmazione in lin-gua sarda. Le tv locali hanno un contributo di 1 milione700 mila euro, 340 mila euro destinati alla programma-zione in lingua sarda. Stesso discorso vale per le testa-te giornalistiche on line: 250 mila euro, 50 mila per lalingua. Le pro loco hanno 75 mila euro di finanziamentoper la lingua, sui 250 mila totali. Per la produzione dimateriale didattico la Regione ha stanziato 200 milaeuro, per i periodici non quotidiani invece 50 mila euro.

Sul Cinema, per il doppiaggio in lingua sarda, sonoprevisti 150 mila euro.

Si rafforza l’asse Sar-degna-Cina, con l’obiet-tivo di intensificare irapporti economico-im-prenditoriali e turistici.Il 12 maggio a Villa De-voto il presidente Fran-cesco Pigliaru e il vice-presidente RaffaelePaci hanno ricevuto unadelegazione di “FosunInternational”, primoinvestitore privato del-la Repubblica popola-re. A guidare la dele-gazione è stata la vicepresidente della holding, JuliaGu, con Bruce Zhou e Elmer Cai.

I rapporti fra l’isola e la Cina sono già molto solidi,come dimostra la visita del presidente Xi Jinping anovembre del 2016, seguita all’accordo che ha con-sentito l’apertura del Joint Innovation Center a Pula, incui Huawei ha investito 20 milioni di euro, e alla visitaufficiale in Cina di una delegazione della Regione gui-data dal vicepresidente Paci nel maggio precedente.

Identità, ar tigianato e agroalimentare. Ma anchequalità della vita e longevità. E poi innovazione e altatecnologia: la Sardegna ha messo ancora una volta in

vetrina le sue eccellenze, con l’obiettivo di attrarreinvestitori e intensificare i flussi turistici.

«La Cina – ha detto il presidente Pigliaru – ha unenorme mercato in crescita, persone e famiglie con unreddito sempre più alto e alla continua ricerca di unaqualità che noi possediamo su tanti fronti. Milioni dicinesi, dopo aver visitato le città d’arte, desideranotornare in Italia per esplorare nuove destinazioni, e sap-piamo che la Sardegna può essere un perfetto attratto-re. Ora molti potenziali investitori si preparano ad avan-zare delle proposte che noi, da parte nostra, valutere-mo con attenzione mettendo sempre al primo posto i

vantaggi per la nostra regione. A chi dimostra un inte-resse serio, come gli interlocutori incontrati oggi, illu-striamo le opportunità ma anche le regole, a partire dalrispetto per la qualità ambientale. E non abbiamo parla-to di nuove cubature – ha concluso Francesco Pigliaru –ma abbiamo invece sottolineato le enormi possibilitàche possono derivare dal dare nuova vita a quelle cheesistono già e che non sono valorizzate».

Il gruppo Fosun può vantare un fatturato di 14 mi-liardi di euro con un utile di 1,7 miliardi l’anno. Obiet-tivo dell’incontro fortemente sostenuto dall’ambascia-tore italiano in Cina, Ettore Sequi, è quello di rafforza-re i rapporti imprenditoriali in chiave di attrazione diinvestimenti. Il mercato cinese, infatti, in costantecrescita, guarda alla Sardegna con grandissimo inte-resse. E la Sardegna, da parte sua, può offrire quelloche per i cinesi è diventata una caratteristica irrinun-ciabile: la qualità.

«La nostra – ha detto Paci – è una delle Blue zonedel mondo, le terre dei centenari, non solo per ragionigenetiche ma anche grazie al cibo sano e alla qualitàambientale. È un’isola molto grande, poco popolata,dalle caratteristiche ambientali uniche e dal clima ec-cezionale. Questo abbiamo detto agli imprenditori ci-nesi che abbiamo incontrato e ai quali vogliamo mo-strare una serie di posti con edifici già esistenti dovepotrebbe essere utile e interessante investire. Abbia-mo presentato la nostra splendida terra, abbiamo par-lato dei nostri prodotti e delle nostre tradizioni – haconcluso il vicepresidente Paci – e spero potrannopresto iniziare nuovi, importanti e proficui rapporticommerciali e turistici».

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Sardegna Notizie24 IL MESSAGGEROSARDO

Ridotta la giacenzadel Pecorino Romano

Buone notizie per quanto riguarda il PecorinoRomano: la giacenza delle forme si è ridotta del50% rispetto all’anno scorso grazie alle misureadottate attraverso il pegno rotativo promossodalla Regione. Non solo: la produzione dell’attua-le campagna casearia è totalmente in linea coni fattori stagionali fisiologici, a conferma che ilnuovo percorso delineato con il pegno rotativosta funzionando.

I dati sono stati forniti ufficialmente dal Con-sorzio per la tutela del formaggio Pecorino Ro-mano e sono stati analizzati dal Gruppo di moni-toraggio sul pegno rotativo, riunito negli ufficidell’Assessorato della Programmazione. Con l’as-sessore Raffaele Paci erano presenti il presiden-te della Commissione regionale Abi, GiuseppeCuccurese, il presidente del Consorzio per la tu-tela del pecorino romano, Salvatore Palitta, e ildirettore del Centro regionale di Programmazio-ne, Gianluca Cadeddu.

Il Gruppo di monitoraggio si riunisce infatti ognitre mesi per monitorare l’andamento dell’attuazio-ne dell’accordo sul pegno rotativo. I dati emersisono molto positivi: è stata comunque sottolinea-ta la necessità di tenere alta la guardia per mette-re in sicurezza il percorso, iniziato ma non conclu-so, con l’obiettivo comune di valorizzare sempre dipiù, con interventi strutturali, un settore strategi-co per la Sardegna come quello del lattiero-case-ario. Sono stati perciò messi a punto ulteriori pas-saggi che consentiranno di trasformare il pegnorotativo da strumento straordinario anticrisi a stru-mento ordinario e stabile per affiancare tutte lealtre misure a sostegno del comparto.

«In un anno abbiamo raggiunto un ottimo risul-tato, che ora va consolidato e ulteriormente mi-gliorato», ha sottolineato l’assessore Paci.

«Abbiamo creduto sin dall’inizio nel pegno rota-tivo – ha detto Paci – e questi risultati ci dannoragione. Siamo state una delle prime regioni apartire con uno strumento molto utile alla raziona-lizzazione della filiera di una DOP, come il PecorinoRomano, perché introduce un sistema di garanziafinora assente, che consente di facilitare i rappor-ti fra il mondo bancario e i trasformatori del latteovino. Uno strumento che aiuterà tutti i compo-nenti del comparto, a partire dai pastori, e avràinoltre il fondamentale ruolo di calmierare i prezzisul mercato».

Il protocollo d’intesa fra Regione, ABI, Consorziodi Tutela del Pecorino Romano e organismi di setto-re era stato sottoscritto il 26 aprile dell’anno scor-so. In sostanza il formaggio può essere destinato agaranzia di linee di credito da concedere per lariqualificazione di finanziamenti in scadenza e/o perla concessione di prestiti di campagna. Particolari-tà importante dello strumento è il fatto che ciascu-na azienda, laddove abbia nei suoi magazzini lospazio necessario, manterrà il proprio prodotto sep-pure dato in pegno. In caso contrario potrà collocar-lo in magazzini individuati congiuntamente da tutti isoggetti rappresentati al tavolo.

La 52esima edizione del Vi-nitaly si è chiusa con un bilan-cio molto positivo per le cantinesarde presenti alla prestigiosaesposizione internazionale diVerona: 40 premi conquistati sui601 assegnati alle eccellenzevitivinicole mondiali, in concor-so per il catalogo 5StarWinesdove si è espressa una giuria diesperti di altissimo livello. Unulteriore riconoscimento è an-dato a un’etichetta selezionatain una categoria speciale.

In particolare la Sardegna haconquistato il premio di migliorvino in assoluto attribuito alla Vernaccia del 2004 diSilvio Carta, storico produttore della cantina di BaratiliSan Pietro, in provincia di Oristano, rinomata ancheper i distillati.

L’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, haquindi assegnato il “Premio Angelo Betti”, con laMedaglia Cangrande 2018, all’enologo Piero Cellatitolare della Cantina Quar tomoro di Sardegna, consede ad Arborea. La premiazione dei Benemeriti del-la Viticoltura italiana è un riconoscimento, nato nel

opo Porto Flavia e Galleria Henry è stato aperto alpubblico un terzo sito storico nella ex miniera di

Montevecchio: la Galleria Anglosarda, che è stata ri-strutturata e messa in sicurezza dall’IGEA, cui appuntospetta la manutenzione delle miniere sarde.

Il taglio del nastro è avvenuto il 23 maggio, alla vigiliadell’apertura della stagione estiva, alla presenza del-l’Assessore dell’Industria Maria Grazia Piras e del pre-sidente del Parco Geominerario Tarcisio Agus, nonchédell’amministratore dell’Igea Michele Caria e dei sinda-ci di Guspini, Arbus e San Gavino.

«Il recupero e la valorizzazione in chiave turisticadelle ex miniere – ha sottolineato l’assessore Piras – èla chiave per creare nuove occasioni di sviluppo, soprat-tutto in zone come il Guspinese, dove la crisi ha colpitoduramente il tessuto economico e sociale.

L’obiettivo – ha aggiunto – è consentire un riutilizzoproduttivo dei beni ex minerari, con la creazione dipercorsi turistico-museali e conseguente rilancio del-le attività imprenditoriali delle aree interessate. La ces-sione dei beni alle amministrazioni comunali e al Par-co Geominerario è una strada che stiamo percorrendoda alcuni anni, non solo nel Sulcis Iglesiente, dove peraltro si registra un numero sempre più alto di visitatori

Il richiamo turisticodelle vecchie miniere

a Porto Flavia, nella Grotta di Santa Barbara enella Galleria Henry. Non trasferiamo “problemi” –ha affermato la titolare dell’Industria, riferendosialle procedure per il passaggio dei siti già opera-tivi e ristrutturati – ma una serie di opportunitàche le amministrazioni comunali hanno mostratodi voler cogliere. Si tratta di risorse fondamentaliper lo sviluppo locale, come testimoniano anchele cifre relative alle presenze turistiche a Monte-vecchio. Le ex miniere possono diventare un at-trattore turistico ancora più importante: portanocon sé l’identità sarda e rappresentano un pezzoimprescindibile della storia industriale dell’Isola».

L’assessora Piras ha inoltre ricordato i progetti cheriguardano la ricerca scientifica e tecnologica all’inter-no di alcuni siti minerari, come il progetto ARIA allaCarbosulcis e quello in corso nella miniera di Lula, aSos Enattos. «Gli interventi nei settori turistici e scien-tifici – ha sottolineato – costituiscono un valido modellodi recupero e di valorizzazione delle ex miniere. Possonocontribuire a far nascere imprese innovative e crearenuova occupazione».

La gestione unitaria dei siti (Regione-Igea-Comuni-Parco) ha già portato a notevoli risultati in termini dipresenze turistiche nel 2017 e nei primi mesi del 2018.A Buggerru, la Galleria Henry è stata visitata da oltre14.500 persone nel 2017 e da un migliaio di persone neiprimi tre mesi di quest’anno. Superano invece le 30mila presenze, nel 2017, le bellezze di Porto Flavia,mentre sono quasi 6 mila i visitatori nei primi 4 mesi del2018. Cifre consistenti anche a Montevecchio, versan-te di Guspini, dove lo scorso anno si sono contate oltre10 mila presenze.

Tarcisio Agus, presidente del Parco Geominerario,l’ente che ha in campo la gestione della Galleria An-glosarda, ha annunciato novità importanti per i prossi-mi mesi.

Al Vinitaly trionfo delle cantine sarde1973, che ogni assessore re-gionale dell’Agricoltura conse-gna tutti gli anni alla figura chesi è par ticolarmente distintaper aver valorizzato e promos-so la cultura vitivinicola dellasua regione.

«Le 97 cantine sarde hannorappresentato uno spaccato delcomparto produttivo isolano –ha sottolineato l’assessore –che si affaccia sui mercati na-zionali ed esteri con vini di ele-vata qualità che raccontano tra-dizioni e specificità dei diversiterritori della Sardegna.

Il prossimo mese – ha detto Caria – convocheremoin assessorato i rappresentanti dei Consigli di ammi-nistrazione delle cantine e con loro cercheremo dicostruire un progetto di promozione che metta in retele nostre aziende. Dobbiamo fare massa critica sullenostre produzioni. La concorrenza mondiale è fortissi-ma e possiamo sfidarla solo facendo sistema».

In Sardegna sono presenti 15 Indicazioni GeograficheTipiche e 18 Denominazioni d’Origine tra cui una DOCG:il Vermentino di Gallura.

D

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Dall’Italia 25IL MESSAGGEROSARDO

Un convegno dedicatoad Antonio Gramsci

RIVOLIROVERETO

Rinnovato il Direttivodel circolo“Maria Carta”Rivoli, nella mattina di domenica 21 gennaio, nella

Sala al 2° Piano della Casa del Conte Verde, in ViaF.lli Piol 8, si è svolto con pieno successo l’incontroorganizzato dall’Associazione di Promozione Sociale “4Mori” in onore di Antonio Gramsci (Ales, 22 gennaio1891 - Roma, 27 aprile 1937) a 127 anni dalla nascitadel Grande Sardo.

Dopo i saluti del presidente del Circolo, Renzo Cad-deo, e di Franco Dessì, sindaco di Rivoli, GiovanniCarpinelli (docente di Storia contemporanea pressoUniversità di Torino e coordinatore scientifico dellaFondazione Istituto “A. Gramsci” del Piemonte) ha pro-posto un ritratto del grande politico e pensatore sar-do, partendo da questa premessa: «C’è un Gramsciprima della morte e uno dopo la morte. Come è acca-duto per un pittore come Van Gogh, anche per Gram-sci la fama postuma è di gran lunga superiore a quelladel personaggio stesso da vivo». In sintesi: «Nellecose che Gramsci fa e scrive si percepisce una fedecomunista vicina allo spirito delle origini. L’obiettivo èl’emancipazione delle classi subalterne più ancora chela vittoria di un partito. In un primo tempo, sulla basedei Quaderni del carcere, si è pensato a lui come alteorico della rivoluzione in Occidente (con l’idea del-l’egemonia). Oggi appare ancora più giusto vedere inlui un pensatore politico della crisi».

Maria Luisa Righi, della Fondazione Gramsci, ha pre-sentato l’Edizione nazionale degli scritti di Gramsci, illu-strando uno per uno i volumi finora pubblicati ed espo-nendo i criteri specifici di questa grande operazionecritica volta a inserire l’opera omnia di Gramsci nel

patrimonio culturale che costituisce il vanto dello spiritonazionale dell’Italia in quanto “immortala” l’eredità la-sciataci dai grandi autori classici.

Nella sezione “Scritti 1910-1926” è stato pubblicatoil secondo volume relativo al 1917. Nella sezione “Qua-derni del carcere” sono stati pubblicati: Quaderni ditraduzioni (uscito nel 2007), Quaderni miscellanei (il cuiprimo tomo è uscito nel 2017). Per quanto riguarda“l’Epistolario”, sono già stati pubblicati i volumi relativial 1906-1922 e al gennaio-novembre 1923. Nella sezio-ne “Documenti” sono apparsi nel 2016 gli “Appunti diglottologia 1912-1913”.

Maria Luisa Righi ha sottolineato il fatto che i volumigià editi hanno messo in rilievo numerose novità nellabiografia politica e umana di Gramsci, da cui gli studigramsciani non potranno prescindere (le lettere dei cor-rispondenti, le lettere inedite, la relazione con EugeniaSchucht, l’attività di critico musicale, il ristabilimentocorretto dei testi, le nuove annotazioni, ecc.).

«Le novità portate dai volumi editi – ha detto Righi– possono stimolare a studiare Gramsci sia chi lo hafatto in passato, sia chi si approccia ad esso per laprima volta».

Nell’intervento finale Umberto D’Ottavio, della Com-missione Cultura della Camera dei Deputati, ha ricorda-to che il Parlamento italiano (Legge 3 novembre 2016,n. 207) ha approvato a larga maggioranza il benemeritoprovvedimento, promosso dalla deputata sarda Cateri-na Pes del PD, che attribuisce lo status di “monumentonazionale” alla casa di Ghilarza dove Gramsci visse dal1898 gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza con i suoi

Il 26 aprile è stato rinnovato il Direttivo delCircolo “Maria Carta”. Presidente è stato elettoAntonello Fadda. Sarà affiancato da Ettore Mon-tixi (vicepresidente), Silvia Farci (vicepresidentevicario), Salvatore Parini (tesoriere), LucianoSerra (Segretario), e dai consiglieri Gianni Chiz-zola, Maria Cristina Biggio, Giuseppe Frau e Eli-sabetta Giorri.

Il Collegio dei Revisori dei conti è composto daClaudio Pollini (presidente), Graziano Malusà eGiuseppe Iacoviello.

Il Collegio dei Probiviri è costituito da AurelioBarbiero (presidente), Fabio Garniga e MarioGonzo.

Il nuovo direttivo resterà in carica fino al 2021.

PAVIA

Il circolo “Logudoro” al convegno su “Scritturamanuale tra storia, arte e neuroscienze”

Il Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pa-via ha aderito alla richiesta di patrocinio e dicollaborazione formulata dal Dipartimento diNeuroscienze dell’Università di Pavia per il sim-posio “Ri-trascrizioni: la scrittura manuale trastoria, arte e neuroscienze”, organizzato dal-l’Ordine degli Psicologi della Lombardia e dal-l’Università degli Studi di Pavia.

Il saluto del Circolo ai convegnisti è stato por-tato dalla presidente Paola Pisano.

Nell’ottica di promozione dei prodotti sardi ilCircolo ha offerto ai convegnisti, alla fine deilavori, nel salone del Rettorato, un apprezzatobuffet “alla sarda” (grazie ai soci Angela Congiu, Gesu-ino Dente e Luca Lazzati).

L’importante incontro di studi ha avuto notevole econella stampa nazionale (giornali, radio e tv).

«Il progetto Ri-Trascrizioni – ha spiegato GabriellaBottini, docente di Neuropsicologia all’Università di Pa-via – nasce da un’idea di Antonello Fresu, psichiatra eartista visivo di successo. L’idea è di esporre in luoghipubblici una postazione con un libro, perché chi vuole

familiari, casa-museo gestita da anni da un gruppo divolontari, che in qualche momento ha rischiato la chiu-sura per mancanza di fondi.

Richiamata l’opposizione incrollabile manifestata co-raggiosamente da Gramsci contro il regime fascista,D’Ottavio ha invitato a seguire la lezione gramsciana“Odio gli indifferenti” e contrastare la riabilitazione diun dittatore come Benito Mussolini che gruppi vari,specie sui social network, cercano vergognosamentedi operare trascurando tranquillamente la negazionedelle libertà democratiche che ha caratterizzato tuttoil Ventennio fascista. Paolo Pulina

possa copiarne brani a mano su un libro bianco». Loscopo è sottolineare il valore cognitivo della scrittura.«Oggi c’è un impoverimento espressivo degli studenti –spiega Eraldo Paulesu, docente di psicologia all’Univer-sità di Milano-Bicocca – legato alla predominanza, suimezzi digitali, dell’audio, delle abbreviazioni e dei testisupercontratti. Il recupero della scrittura manuale puòridarci padronanza nell’esprimerci».

Prendere appunti con la penna durante una lezione

– per esempio – aiuta a farne propri i contenuti. Inaltre parole è il primo passo dell’apprendimento, mol-to più utile della trascrizione meccanica delle paroledell’insegnante, anche se più veloce, attraverso latastiera del computer.

Si è verificata una curiosa predominanza delle ca-ratteristiche connotative della “sardità” e della “sardi-tudine” tra i relatori. Antonello Fresu, fratello del mu-sicista Paolo Fresu. Di padre originario dell’oristaneseEraldo Paulesu (Università di Milano-Bicocca: “Cervel-lo, lettura e scrittura nell’era dei robot: scenari dal XXIIsecolo”). Di madre sarda Clelia Martignoni (Universitàdi Pavia: “Scritture e ri-scritture dal Centro manoscrit-ti e altro”). Silvana Borutti (Università di Pavia), nellasua relazione “Tracce e identità. Bambini, antenati,artisti”, ha citato l’opera dello scultore sardo (Olbia,1929) Giovanni Campus: «Anche Campus, in un’operain cui una corda è applicata al complesso nuragicoGenna Maria, fa un’operazione biomorfica che collegala vita alla cosa inanimata: Campus persegue, attra-verso il segno-corda, che delimita un luogo e lo risim-boleggia, una comparazione con le misure primariedel sito nuragico».

Dopo il rinfresco, tutti nello Shop-Up (negozio divendita e promozione prodotti a marchio Universitàdegli Studi di Pavia) del Cortile dei tassi a ricopiare amano pagine degli Esercizi di stile di Raymond Quene-au (di cui Michele Spinicci aveva letto alcuni brani nelcorso del convegno). P.P.

A

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Dall’Italia26 IL MESSAGGEROSARDO

Il circolo “Narada”riconosciuto dalla Regione

PRATOBIELLA

Le canzonidi Fabrizio De Andréper la festa delledonne a “Su Nuraghe”

TORINO

Donne in Musica

l Circolo Sardo “Narada” è stato riconosciuto dallaRegione. Costituito nel 2002, è dotato di un regolare

statuto e di un direttivo che opera da qualche mesenella nuova sede sociale in Via Einstein 14 a CampiBisenzio (Firenze).

Il Circolo non ha scopo di lucro – spiega il presidenteEnea Mulas – e persegue esclusivamente finalità cultu-rali e di promozione sociale dei migranti Sardi. In parti-colare sviluppa attività culturali, musicali, canore, eno-gastronomiche, folcloristiche e sportive per i sardi e pergli amici della Sardegna. Ancora diffonde la cultura, letradizioni, le bellezze naturali della Regione sviluppandorapporti turistici tra la Toscana e la Sardegna. È moltoattivo anche nel sociale; l’ultima iniziativa posta in es-sere è stata in collaborazione con la ONLUS - TelefonoAzzurro con la quale, grazie anche alla generosità esensibilizzazione dei soci, ha raccolto una ingente som-ma di denaro donata a interventi a difesa dei bambinivittime di abusi.

«Abbiamo in programma varie iniziative – spiega ilpresidente Enea Mulas – tra le quali la più importantedal punto organizzativo è l’evento “Sardegna in Festa2018”, in programma dal 5 all’8 luglio nella splendidacornice del Parco di Villa Montalvo nel Comune di Cam-pi Bisenzio». Iniziativa che si ripete con successo già dadiversi anni e che vede la partecipazione di innumerevolicittadini, anche non necessariamente sardi, che ap-prezzano molto le nostre tradizioni.

In programma anche un pranzo dove si potranno

gustare prodotti esclusivamente sardi fatti arrivare di-rettamente dall’Isola per l’occasione.

Una delegazione ha presenziato alla Festa di San-t’Efisio a Cagliari inserita nel contesto de “Sa Die de saSardinia” celebrata nella sala del Consiglio Regionale.

La associazione “Narada” è stata originariamentecostituita nel 2002 da una rappresentanza della nume-rosa comunità originaria di Gesico, presente nella cittàdi Montemurlo; corregionali che hanno contribuito inparticolare negli anni 60/70 alla rinascita del territorio.

In collaborazione con il Comune e la Provincia diPrato è stata organizzata la manifestazione denominata“Festa delle Regioni”, in particolare “Sa die de sa Sar-digna” che da allora si è svolta tutti gli anni e che èdivenuta un appuntamento fisso sia per i Sardi ma an-che per i tanti toscani che amano la Sardegna.

Nel gennaio del 2009 l’associazione (con la stessadenominazione) è stata ricostituita, con una sede lega-le ed un regolare contratto di locazione, e ha attivato iltesseramento.

Da allora ha svolto un’intensa attività partecipando atutte le iniziative della F.A.S.I., compreso il Congressodi Abano Terme, e organizzando numerose iniziativeculturali e per la promozione dei prodotti sardi. «Ci ado-periamo – sottolinea Mulas – per dare alla nostra asso-ciazione un indirizzo di impegno su tanti fronti, un modoper essere presenti e di riferimento per i nostri corregio-nali e per i tanti amici della Sardegna, per valorizzare ediffondere la nostra cultura, i nostri costumi, la nostrastoria, i nostri prodotti.

Il circolo “Narada” è stato riconosciuto dalla FASI nel2011.

Aderiscono al circolo 260 soci dei quali 76 nativi e 60figli di genitori sardi; i restanti sono associati perchélegati da vincoli parentali, mariti, mogli dei soci, e tantiche in Sardegna hanno investito acquistando case va-canze; in ultimo ma non per importanza coloro chesemplicemente amano la nostra isola e ne sono abitualifrequentatori.

Il Circolo “Narada” – ricorda Mulas – in collaborazionee convenzione con Eurotarget Viaggi con sede in Mila-no, effettua la bigliettazione, esclusivamente per i soci,da e per la Sardegna con i più importanti vettori navali.

Sabato 10 marzo, in occasione delle celebrazio-ni per la Settimana Internazionale della Donna, nelCircolo dei Lettori di Torino in via Bogino 9, si ètenuto il concerto di beneficenza “Donne in Musicaper le Donne”.

L’evento, organizzato dalla Onlus Social for In-clusion in collaborazione con l’Associazione deiSardi in Torino “Antonio Gramsci” e col progettomusicale Donne in Musica, ha visto l’esibizione delWo-Men Ensemble (Margherita Sussarellu, piano-for te, Tony Chessa, flauto, Vittorio Vargiu, violinoe Giuseppe Fadda, violoncello), un quar tetto dacamera specializzato nella ricerca ed esecuzionedelle musiche di alcune fra le più rappresentative

La colonna sonora della prima parte della Festadella Donna svoltasi sabato al circolo “Su Nura-ghe” di Biella è stata caratterizzata da canzoni alfemminile di Fabrizio de André, artista particolar-mente legato alla Sardegna e a diversi aspettidell’universo femminile.

Le donne delle canzoni di Fabrizio De Andrèparlano di coraggio e dignità: Marinella, Nina, Boc-ca di Rosa, Teresa, Princesa, fino ad Ave Maria,perfetta fusione di musica e poesia che diventapreghiera.

La Sardegna del cantautore genovese è fatta disogni bucolici da realizzare nello stazzo di Galluraacquistato nel 1975 e di sofferenza per il seque-stro di persona – quattro anni dopo – inferno subi-to assieme alla sua compagna Dori Ghezzi, in quelloche doveva diventare il suo paradiso in terra. Han-no dato nuova voce alle amate canzoni di De An-dré, Paola Matera, medico della Medicina semin-tensiva presso l’Ospedale degli Infermi di Biella, eAndrea Garzena, giardiniere, virtuoso di canto e dichitarra.

Al loro saggio di apertura, hanno fatto seguitoesibizioni di balli sardi e continentali. A metà sera-ta, il taglio della grande torta con la scritta: “Festade sas Feminas”, “Festa delle Donne”, realizzatadalla Gelateria Bertinetti Chalet Giardini di Biella el’offerta alle donne di mazzetti di mimose confe-zionati dall’Angolo del Fiore di Biella.

Tra i presenti, Nicoletta Favero – prima donnabiellese eletta al Senato della Repubblica – hascelto di trascorrere la serata nella grande fami-glia di “Su Nuraghe” di cui è socia da sempre.

Eulalia Galanu

I

compositrici della Storia della Musica.Il quartetto sardo che è diretto da una donna, Marghe-

rita Sussarellu, ha eseguito brani composti da donne.Il ricavato della serata, ad offer ta libera, è stato

devoluto in beneficenza per la realizzazione di un pro-getto di inserimento lavorativo in un laboratorio sarto-riale dedicato a donne in difficoltà, vittime di violenza,curato dalla Onlus Social for Inclusion in collaborazio-ne con il Cottolegno di Torino e Essere Umani Onlus.

L’Associazione dei Sardi in Torino “A. Gramsci” comeda tradizione ha voluto celebrare la Giornata interna-zionale della donna dando voce a temi inconsueti dellaparità di genere. La musica composta da donne, cheil quartetto Wo-Men Ensemble ha eseguito, è spessomessa da parte o ignorata, e invece le presenze e inomi femminili nella storia della musica a partire daCecilia la santa patrona dei musicisti, sono numerosi.

Enzo Cugusi

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Dall’Italia 27IL MESSAGGEROSARDO

Banditismo e Insularitàal Gremio dei Sardi

ROMABRESCIA

Gianpiero Serrapresidentedel circolo sardo

PESARO

“Sa Poesia de sas Feminas”

l fenomeno del banditismo e la questione dell’insula-rità sono stati al centro dell’incontro che si è tenuto il

24 marzo al “Gremio dei Sardi” di Roma. Due eventi,come ha sottolineato il presidente Antonio Maria Ma-sia nella sua introduzione, molto importanti e signifi-cativi per la storia sociale, politica, economica dellanostra Isola.

Quella dei sequestri di persona è stata una piagacriminale che a cavallo degli anni Sessanta e Settanta,ma anche dopo, ha prodotto danni incalcolabili alla Sar-degna.

Il tema è stato affrontato dal giornalista Mario Guer-rini, autore del bel libro, con l’editore Giorgio Ariu e conl’attrice Stefania Masala.

L’insularità rappresenta una frattura fisica e natura-le fra l’Isola e il Continente che da sempre crea eproduce disagi, costi e difficoltà per le persone e perle merci non solo in termini di trasporti. Ed alloral’inserimento in Costituzione del concetto può aiutarea risolvere problemi quali, trasporto, energia, fiscalitàdi vantaggio, maggiore autodeterminazione?

La questione è stata da Mariotto Segni, attuale pre-sidente onorario del Gremio, e dall’on. Michele Cossa,consigliere regionale.

Il tema del banditismo è stato introdotto dalla letturadi alcune pagine del libro di Mario Guerrini, da partedella bella e bravissima Stefania Masala. Attrice, “tat-taresa” cioè di Sassari, allieva e partner poi predilettadel grande Giorgio Albertazzi accanto al quale ha recita-to nel ruolo dell’imperatrice Plotina, moglie di Tiberio, in“Memorie di Adriano” due anni fa al Teatro Ghione.

Mario Guerrini, ora giovanotto di qua-si 80 anni ben portati, è stato per lunghianni radio-telecronista ed inviato spe-ciale della RAI. Reporter conosciutissi-mo, specie in Sardegna (è nato e vive aCagliari). Con “Tutto il calcio minuto perminuto” ha seguito in particolare le ge-sta del Cagliari, all’epoca del grandissi-mo Gigi Riva e compagni. Un’epopeasportiva eccezionale e indimenticabile,che ha dato ai sardi ed alla Sardegnamomenti di autentica gioia, sentimenti

di riscatto sociale, e di “orgoglio”.Ma, quella è stata purtroppo per i sardi anche l’epo-

ca più acuta dei sequestri di persona.Quasi 50 anni dopo il controverso, “L’Anonima Se-

questri”, del 1969, Guerrini ritorna con il libro “Ban-ditismo” sulla vicenda dei sequestri. Lo fa con pagi-ne, ove ricorda, riannoda fili, memorie, contatti econfessioni. Si capisce che sul tema aveva qualchesassolino da togliersi, sottolinea Masia, delle coseallora non dette, che oggi invece affida alle paginedel nuovo libro.

Pagine che raccontano le esperienze vissute in pri-ma persona di una stagione che segnò profondamen-te l’Isola.

Adesso, negli anni della pensione, aggiunge nuovicapitoli con “Banditismo, i segreti di un reporter televi-sivo”, edito da Ariu, libro col quale prende anche posi-zione in maniera decisa nei confronti di alcuni dei prota-gonisti di quelle vicende. Dal processo all’Anonima alrapimento di Farouk Kassam, da Graziano Mesina adAnnino Mele e Matteo Boe, dal commissario Corrias algiudice Lombardini, nel libro riemergono nomi ed episo-di che fanno parte di un passato che la Sardegna puòlentamente relegare nel dimenticatoio, ma non potràmai rimuovere del tutto.

Sul tema “Insularità in Costituzione”, il Gremio e iCircoli sardi rappresentati dalla FASI – ha ricordato ilpresidente Masia – sostengono l’iniziativa del Comitatopromotore per una legge di iniziativa popolare.

Michele Cossa nella presentazione della propostaha evidenziato la necessità e l’urgenza per la Sarde-

gna che l’iniziativa abbia successo per ridurre i gravidisagi economici e sociali dovuti all’insularità. Ab-biano una risposta definitiva e trasparente – ha detto– in una assunzione di responsabilità e di gravameda parte dell’intera collettività nazionale. E la stradaper ottenere questa risposta è l’accoglimento nellaCostituzione Italiana del concetto dell’Insularità.

Chiedere il riconoscimento costituzionale del prin-cipio di insularità significa dire basta all’assistenziali-smo e affermare che i sardi sono in grado di farcelada soli, purché vengano messi in condizioni di “indi-pendenza economica”, cioè nelle stesse condizionidegli altri italiani, principalmente sul piano della conti-nuità territoriale e di tutti quegli svantaggi strutturaliche penalizzano così pesantemente le isole rispettoagli altri territori italiani.

Il 7 aprile è iniziata una raccolta di firme a sostegno.Si auspica che sardi e non sardi accordino con la lorofirma la fiducia e la speranza sull’esito positivo dell’in-trapresa.

Dipende innanzitutto da noi sardi – ha conclusoCossa – appropriarci e valorizzare i nostri diritti, tira-re fuori il meglio della nostra storia, tradizione ecultura, così come ha fatto Clara Podda, fra gli ospi-ti presenti, la campionessa paraolimpica di tennistavolo che con la forza della volontà e dell’ottimismoha superato le sue difficoltà fisiche dovute ad ungrave incidente.

A quel punto un lungo applauso dedicato anche aClara ha posto fine all’evento, concluso in sala affre-schi con brindisi e buffet in sardo. (AM)

L’Associazione Cultura-le Sarda “Eleonora D’Arbo-rea” di Pesaro, domenica22 aprile, ha presentatonella Chiesa di Santa Ma-ria Maddalena, il libro diPiera Cilla “Sa poesia desas Fèminas”. Una straor-dinaria raccolta di poesiein lingua sarda, scritte dadonne, dal Settecento aglianni cinquanta del ’900.

Un lavoro minuzioso e accurato, di oltre 300 pagine,che raccoglie non solo poesie edite ma anche molteinedite, conservate negli archivi familiari, nei piccoli

quaderni di famiglia, dovedi generazione in generazio-ne venivano trascritte pernon dimenticarle. La cura-trice, amante della poesiaed essa stessa poetessa,per anni ha girato l’isola,chiedendo notizie delle don-ne che nel passato compo-nevano versi. Ha recupera-to inediti conservati per ri-

cordo, ma soprattutto dato voce ai versi di tante donnedi cui si è perso il nome.

Piera Cilla ha voluto andare oltre alla comune convin-zione che le donne fossero solo bravissime negli “atti-

Gianpiero Serra è il nuovo presidente del CircoloCulturale Sardo di Brescia. Serra è stato elettoall’unanimità dal Consiglio direttivo dopo la pre-matura scomparsa di Paolo Siddi, storico presi-dente dell’associazione.

Serra, che era vicepresidente del circolo, è af-fiancato dal Direttivo composto da GiuseppinaBazzoli, Francesco Cheri, Cesare Murgia, Anto-nello Nateri e dal segretario Gianfranco Pinna.

tos” (lamento funebre) o nelle “anninias” (ninne-nan-ne). Chi sapeva comporre scriveva anche di guerra, dipolitica, di emigrazione, e con versi ironici e pungentiaffrontava tematiche sociali o familiari. Ma furono vera-mente poche quelle che riuscirono ad essere pubblica-te. Il pubblico per cui componevano rimase per secolil’ambito familiare, o le occasioni pubbliche come i fune-rali. «Una visibilità maggiore per alcune di loro – ricordaPiera Cilla – arrivò soltanto all’inizio del ’900 grazie allarivista “La Donna sarda”, dove scriveva anche GraziaDeledda, e dalla metà degli anni Cinquanta con la parte-cipazione ai concorsi, tra i quali il Premio Ozieri, vintoper la prima volta da una donna, la poetessa MaddalenaMorittu, nel 1956».

Voce narrante è stata Carmela Arghittu, raffinatainterprete di poesie in lingua sarda.

Nello spazio della Chiesa della Maddalena sono statiallestiti i “Cuori di Ossidiana” dello scultore Pino Ma-scia, ispirati a queste poesie e a queste donne.

I

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Dall’Italia28 IL MESSAGGEROSARDO

“Maria Lai. Il filo e l’infinito”in mostra alla Galleria degli Uffizi

FIRENZE

PIACENZA

Presentato il libro sul gesuitaploaghese Nicola Congiato

aria Lai. Il filo e l’infinito”,è il titolo della mostra or-

ganizzata dalla Galleria degli Uf-fizi nell’Andito degli Angiolini inPalazzo Pitti, curata da Elena Pon-tiggia.

La mostra, che presentava unasintesi della vastissima produzio-ne di Maria Lai è stata inaugura-ta l’8 marzo, Festa della Donnae si è chiusa il 3 giugno.

Le opere in mostra, come hasottolineato la curatrice ElenaPontiggia, hanno in comune iltema del filo che crea percorsi ecostruisce legami.

E il “filo”, è il caso di dirlo, è ilfilo conduttore di tutta la mostra,a partire dal filmato realizzato daTonino Casula che documenta l’intervento di “ar terelazionale” legarsi alla montagna, messo in praticada Maria Lai nel 1981 coinvolgendo tutto il paese diUlassai. Nei “telai”, poi, gli oggetti di uso comune e

del fare quotidiano delle donnesarde, sono ripensati e rivisitatida Maria Lai che li ripropone se-condo la rilettura propria dell’ar-te concettuale, con l’oggetto chemantiene una valenza simbolicae, svuotato della sua utilità pra-tica, diventa ar te.

Accanto ai telai spiccano letele cucite, dove la tessitura e ilcucito hanno lo scopo precipuodi “mettere in relazione”, di cre-are rapporti e contatti stretti chenon siano semplici accostamen-ti. Un messaggio profondo chedalle opere di Maria Lai si irradiaa tutto quello che nella nostravita, nel nostro quotidiano, habisogno di “relazione”, sia tra gli

esseri umani che con la natura e il mondo che cicirconda.

Nella ricerca di Maria Lai il “filo” a un certo puntodiventa scrittura; una scrittura che non si legge ma

che permette a ognuno di leggere e vedere la propriastoria. Lo spettatore diventa protagonista e con lasua personale lettura riesce a dare un senso com-piuto all’opera dell’ar tista.

Lo stesso dicasi per i libri di stoffa, “libri tattili” lidefinisce Elena Pontiggia, nati dalla fantasia di Ma-ria Lai per raccogliere brandelli di stoffa, “il calore diqualcosa di cucito legato alla freschezza del con-temporaneo” che ci tuffa dentro storie fantastichefatte per viaggiare verso mondi infiniti.

Le stoffe, come ha raccontato Maria Sofia Pisu,nipote di Maria Lai, sono sempre state protagoni-ste indiscusse nei lavori dell’ar tista: «In casa lestoffe dominavano. Erano ammucchiate in tutte lestanze e tutti eravamo coinvolti in una sor ta digioco che ci vedeva protagonisti nello scegliere unastoffa, nel dare giudizi sull’opera finita. Maria nondava mai giudizi sulle sue opere. Ci chiamava echiedeva cosa ne pensavamo. Noi parlavamo espri-mendo il nostro pensiero e lei ci guardava in silen-zio. A volte sorrideva».

Il Direttore della Galleria degli Uffizi, Eike Schmidt,intervenendo all’inaugurazione, ha ribadito l’univer-salità dell’ar te di Maria Lai che “coniuga la tradizio-ne della civiltà sarda con i linguaggi dell’ar te con-temporanea”. Schmidt, assecondando quanto dettodal sindaco di Ulassai Gianluigi Serra, ha invitato ascoprire Maria Lai visitando la Sardegna, andando aUlassai a scoprire i suoi mondi e le tante sue opereche lì è possibile ammirare.

Gaetano Rizzuto (nato a Salemi, inprovincia di Trapani, nel 1949) è statoper quindici anni (dal 2000 a fine 2015)direttore del quotidiano “Libertà” diPiacenza. Prima lo era stato de “IlSecolo XIX” di Genova (dal 1988 al1995) e, prima ancora, del quotidianodi Pavia “La Provincia Pavese”, dal1980 al 1987.

Nell’opera di svecchiamento grafi-co e contenutistico del glorioso fogliopavese (anno di nascita: 1870), Riz-zuto aprì le pagine del giornale a nuovi, giovani collabo-ratori tra i quali il sardo-pavese Paolo Pulina, funzionariodal 1977 dell’assessorato alla Cultura dell’Amministra-zione provinciale di Pavia, provvisto del tesserino digiornalista pubblicista dal 1982. Rizzuto incaricò Pulinadi curare una raccolta di testimonianze di esponentidella società e della cultura pavese nelle settimaneprecedenti lo svolgimento dei lavori, presso l’Aula del’400 dell’Università degli studi di Pavia, del quarto con-gresso (15 e 16 novembre 1986) della Lega Sarda, cheraggruppava allora 25 circoli degli emigrati sardi nell’Ita-lia continentale.

La raccolta di queste testimonianze (sotto il titolo“Noi e i Sardi di Pavia”), pubblicate in Sardegna dallarivista “Ichnusa” con una prefazione di Rizzuto, valseroa Pulina nel 1986 il XXIII Iglesias di giornalismo (sezioneEmigrati).

Quando il consiglio direttivo del Gremio sardo “EfisioTola” ha deciso di presentare il libro di Pulina intitolato

“Nicola Congiato (1816-1897), missionario gesuita plo-aghese, sconosciuto in Sardegna, famoso in Nord Ame-rica. Materiali per una bio-bibliografia”, e, a conoscenzadi questi passati rapporti di collaborazione dell’autorecon Rizzuto, ha proposto a quest’ultimo di illustrarne illavoro, la risposta dell’ex direttore di “Libertà”, ormailibero dagli obblighi di tenere il “timone” del quotidianodi Piacenza, fu subito entusiasta, e così recentemente,presso la Sala Verdi della Corte La Faggiola pressoGariga di Podenzano (Piacenza), si è realizzata con suc-cesso l’iniziativa culturale.

Rizzuto ha sintetizzato la scheda biografica di Pulina,che è nato a Ploaghe (Sassari) nel 1948. Dopo il liceoclassico “Azuni” a Sassari, si è laureato in Lettere Mo-derne nell’Università Statale di Milano (tesi sulla ricezio-ne in Francia dell’opera di Gramsci). È giornalista pub-blicista dal 1982. Da inizi 1977 a fine 2011 è statofunzionario dell’Assessorato alla Cultura della Provinciadi Pavia. Dal 1974 risiede a Santa Giuletta, in Oltrepò

pavese. Dal 1996 è vicepresidente vicario del Circolosardo “Logudoro” di Pavia. Nei congressi di Genova(2002), di Milano (2006), di Abano Terme (2011) e diQuartu Sant’Elena (2016) è stato eletto nel ComitatoEsecutivo della Federazione delle 70 Associazioni Sardein Italia (F.A.S.I.): cura i settori Attività culturali e Infor-mazione e Comunicazione.

Ha lodato l’impegno di vero reporter giornalistico diPulina nel ricostruire, attraverso un’inchiesta in profon-dità, i meriti di Padre Nicholas Congiato, sardo di Ploa-ghe, missionario gesuita, fondatore (insieme al confra-tello piemontese Antonio Maraschi) di due Universitàcattoliche della California, San Francisco University eUniversity Santa Clara

È soprattutto importante – ha detto Rizzuto – chePulina abbia certificato inoppugnabilmente che padre Ni-cholas Congiato era nato a Ploaghe, precisamente il 14settembre 1816. Poi, entrato nella Compagnia di Gesùnel 1835, ordinato sacerdote nel 1848, partì come mis-sionario nello stesso anno per il Missouri e mai ritornò inItalia dal Nord America (è sepolto a Los Gatos, vicino aSan Francisco, dove è morto il 10 maggio 1897).

Prima delle definitive acquisizioni di Pulina, questoillustre sardo, se andava bene (Wikipedia in inglese),veniva dato come nato a Cagliari, se no – come è scrittoin un’opera pur pregevole come The immigrant uprai-sed: Italian adventurers and colonists in an expandingAmerica (1968) dello storico americano Andrew F. Rol-le, più volte riedita in traduzione italiana col titolo “Gliemigrati vittoriosi” – veniva qualificato come sicilian,quindi come siciliano.

I partecipanti all’incontro hanno seguito con interes-se la conferenza di Rizzuto, che, da parte sua, ha potu-to conoscere una realtà molto impegnata per quantoriguarda la promozione economica e culturale della Sar-degna qual è il Gremio sardo “Efisio Tola”.

Bastianino Mossa

“M

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Dal Mondo 29IL MESSAGGEROSARDO

Giornata franco-sarda a Pariginel segno di Antonio Gramsci

FRANCIA

Parigi, sabato 12 maggio, è stato realizzato consuccesso il programma del convegno interna-

zionale su “La ricezione delle opere e del pensiero diGramsci in Francia”, organizzato dalla F.A.S.I. (Fe-derazione delle 70 Associazioni Sarde in Italia), incollaborazione con la Regione Autonoma della Sar-degna, il progetto “Sardinia Everywhere” e la Fonda-zione Istituto Gramsci.

Il convegno nella capitale francese ha conclusoun trittico di colloqui internazionali sulla diffusionedella conoscenza della figura e dell’opera di Gram-sci in Francia. Grazie, infatti, alla collaborazionedell’Institut François - Centre Saint-Louis di Roma edella Fondazione Istituto Gramsci, la F.A.S.I. nel di-cembre 2017 aveva potuto organizzare due importanticonvegni, a Roma il 5 dicembre, e a Cornaredo (Milano)il 7 dicembre, su un argomento ignorato da tutti i nume-rosi incontri di studi realizzati nel corso del 2017 (dichia-rato “Anno Gramsciano” dalla Giunta regionale dellaRegione Autonoma della Sardegna), in cui ricorreva l’ot-tantesimo anniversario della morte del grande politico eintellettuale sardo oggi di fama internazionale (nato adAles il 22 gennaio 1891 e morto il 27 aprile 1937).

Oltre che sui siti italiani che danno conto delle ini-ziative dei circoli degli emigrati sardi nel mondo, lanotizia del convegno aveva trovato ampia eco in alcunisiti web di riferimento per gli italiani che vivono a Parigie, in generale, in Francia: Altritaliani.net; http://paris.carpediem.cd/, che informa sugli eventi culturali di Pa-rigi; la S.I.E.S. - Società degli insegnanti italianisti. An-che che la Società Dante Alighieri di Tolosa ha rilanciatola notizia.

Notevole è stato il successo per quanto riguarda iconsolidati contenuti scientifici, l’efficienza organizzati-va, il numero dei partecipanti (considerata ovviamentela difficile “trasferta” a Parigi dell’incontro culturale).

Non si può non citare almeno la presenza della signo-ra Gallico, cugina di Nadia Gallico Spano (che fu mogliedel notissimo politico e intellettuale sardo Velio Spano),

BULGARIA

Maschere sarde al carnevale bulgaro

Carla Cristofoli (redattrice di Altritaliani.net); di MichelaSecci (redattrice di “La Voce- Le magazine des Italiensde France-La rivista degli Italiani in Francia”), della pittri-ce Anne Viret (che accompagnò il poeta Antonio Canu aPadova in occasione della presentazione delle poesiealgheresi di quest’ultimo presso il Circolo “Eleonora d’Ar-borea”), di Luis Dapelo, che è stato docente di lettera-tura latino-americana presso l’Università di Cagliari.

A Parigi è stato fondamentale il supporto organizza-tivo assicurato da Giulio Biddau per il reperimento dellasede: l’Auditorium de la Cité Internationale des Arts (18Rue de l’Hôtel de Ville), attrezzato non solo come salaconvegni ma anche auditorium musicale.

Le relazioni su Gramsci in Francia sono state tenuteda Paolo Pulina, vicepresidente della F.A.S.I (che hadedicato il suo testo alla memoria del suo Maestro, ilprofessor Manlio Brigaglia, venuto a mancare due giorniprima); Anthony Crézégut (del Centre d’histoire de Scien-ces Po di Parigi); Anna Chiara Mezzasalma (laureatapresso l’Università di Vienna); Marco Di Maggio (Univer-sità “La Sapienza” di Roma); Sébastien Madau, figlio diun emigrato ozierese a La Ciotat (Marsiglia); per ragionifamiliari era assente il Jean-Yves Frétigné, dell’Universi-tà di Rouen.

In apertura e in chiusura dei lavori è intervenuta la

presidente della F.A.S.I., Serafina Mascia, che ha an-che letto i messaggi inviati al convegno da due asses-sori della Giunta regionale sarda: Virginia Mura (Lavo-ro) e Giuseppe Dessena (Pubblica istruzione, Beni cul-turali). Il “filo rosso” delle tre esposizioni è stato ilconcetto che il sardo Gramsci è un intellettuale oggitradotto e conosciuto tutto il mondo e come tale è un“testimonial” eccezionale non solo di sé stesso comepersona dotata di una intelligenza sopraffina (applica-ta alla politica, alla filosofia, alla teoria politica, allacritica teatrale e letteraria) e come simbolo perennedel martire che ha combattuto per affermare il valoreuniversale della libertà e della democrazia ma anchecome personaggio pubblico che promuove in tutto ilmondo l’immagine della sua amatissima Sardegna el’unicità della sua lingua, della sua storia, della suacultura.

Dopo il buffet “alla sarda”, ottimamente preparatodall’organizzazione “Tour all’Italiana” che distribuisce aParigi in particolare i prodotti enogastronomici sardi, siè svolta la seconda parte della giornata dell’incontrofranco-sardo.

Andrea Vallebona, responsabile del Progetto “Sardi-nia Everywhere”, ha dialogato con i giovani dirigenti delda poco costituitosi gruppo di giovani che intende impe-gnarsi per ri-fondare una associazione dei sardi a Parigiche purtroppo manca da molti anni. Nel dibattito sonointervenuti per la F.A.S.I. la presidente Serafina Masciae il presidente onorario Tonino Mulas.

Nella terza parte della giornata culturale si sono ri-cordate la figura di Marc Porcu (10 dicembre 1953 - 13giugno 2017), poeta e traduttore francese di origini sar-de, e la sua antologia poetica “Le cri de l’aube / L’urlodell’alba”. L’attore Bruno Putzulu, anche lui di originesarda, molto noto in Francia, ha letto dall’antologia diPorcu i versi della “Lettre à Gramsci”. La poetessasarda-milanese Pasqualina Deriu ha dato brevi cennibiografici di Porcu e ha letto una sua poesia-raccontodedicata all’amico Marc. Chiusura quindi in bellezzacon un omaggio a Lao Silesu (1883-1953), il musicistanativo di Samassi che nei primi decenni del Novecentofece fortuna a Parigi, soprattutto scrivendo canzoni,alcune delle quali divennero molto famose. Alcune sue“Mélodies” sono state eseguite e cantate da due giova-ni talenti formatisi presso il Conservatorio di Cagliari: ilpianista Giulio Biddau e la soprano Vittoria Lai. P.P.

C’erano anche il gruppo storico “Merdules e Boes”di Ottana e i “Corongiau” di Laconi in rappresentanzadell’Italia e della Regione Sardegna, tra i protagonistipiù applauditi, alla 27ª edizione del Festival Internazio-nale dei Giochi in Maschera “Surva 2018”, che si èsvolta a Pernik, in Bulgaria, da venerdì 26 a domenica28 gennaio 2018. Questo di Pernik è il più grandeCarnevale della Bulgaria e di tutta l’area Balcanicadell’Est europeo, con 105 gruppi bulgari e 15 stranieri,e oltre 7.500 figuranti. Questa edizione ha fatto regi-strare numeri record di partecipazione di pubblico,sono state oltre 300.000 le presenze stimate dallaMunicipalità di Pernik.

Come ogni anno erano presenti diversi esponenti delGoverno Bulgaro, oltre alla Federazione delle Città Car-nevali Europee (FEEC) col presidente Henry van Kron,olandese, cittadino onorario della città di Pernik.

Ospiti d’eccezione in questi tre giorni di Festival, irappresentanti delle città europee aderenti alla FEEC,Serbia, Croazia, Macedonia, Spagna, Ucraina per ci-tarne solo alcune, ma in particolare i rappresentanti

della città di Sardara, gemellata dal 2017, con la cittàdi Pernik, grazie alla Associazione “Sardica” di Sofia.Gli ospiti sardi sono stati ricevuti dal sindaco di Per-nik, Vyara Tserorovska, presidente del comitato orga-nizzatore.

Tutti gli ospiti stranieri presenti a questa tre giornisono stati ricevuti nella Sala del Palazzo della Cultura,dove tra saluti e ringraziamenti, si è proceduto con unoscambio di doni. Giuseppe Garau, direttore responsabi-le della gestione del Museo Archeologico di Sardara, hadonato un libro e ha portato i saluti dell’Amministrazio-ne Comunale, auspicando per il prossimo settembre, inoccasione della Sagra di Santa Maria Aquas, la presen-za a Sardara delle istituzioni di Pernik.

Sebastiano Carboni e Fausto Marongiu, rispettiva-mente per il Gruppo “Boes e Merdules” di Ottana e“Corongiaiu” di Laconi, hanno portato i saluti delle ri-spettive comunità.

La presenza delle maschere sarde a Pernik suscitasempre attenzione e interesse in quanto molto similialle maschere bulgare dei “Kukeri”.

La manifestazione, oltre alla sfilata, ha visto l’esibi-zione dei gruppi sul palco del Palazzo della Cultura.Molto applaudita quella dei gruppi sardi. Alla chiusuradel Festival si è assistito a uno spettacolo di fuochipirotecnici.

Per l’occasione, vista la presenza dell’esperto Giu-seppe Garau del Museo di Sardara, Alessandro Calia,vice presidente del circolo “Sardica”, ha accompagnatogli ospiti di Sardara alla visita dell’unico pozzo sacroesistente in Bulgaria, quello di Garlo, simile ai pozzisacri della Sardegna. Garlo è una frazione del comuneminerario di Breznik a circa 30 km dalla capitale Sofia.

P. Armosini

A

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Dal Mondo30 IL MESSAGGEROSARDO

Il circolo di Tokio “Isola”riconosciuto dalla Regione

GIAPPONE

i chiama “Isola Sardegna-Giappone” il primo circolosardo costituito in Asia e ufficialmente riconosciuto

dalla Regione. L’Associazione sorta in Estremo Orientesegna la nuova frontiera dell’emigrazione sarda.

Sono passati ormai più di 5 anni da quando ValeriaPirodda, cagliaritana trasferitasi a Tokyo nel 2011, as-sieme ad altri 4 conterranei, ha deciso di creare un’as-sociazione di sardi che potesse fare da filo conduttoretra queste due isole, la Sardegna e il Giappone, cosìlontane tra loro ma ricche di cose in comune.

Tutto è iniziato – ricorda la protagonista – con unconcorso dedicato alle fotografie fatte dai giappone-

AUSTRALIA

A Melbourne mostra sul “Carrasegare”

si scattate durante i loro viaggi inSardegna e alla descrizione delle loroesperienze e sensazioni: ospitati nel-l’ormai consolidato ristorante sardodi Shibuya, chiamato “Tharros”, at-tualmente al suo 11esimo anno diattività nel cuore di Tokyo, il cui pro-prietario, il signor Baba, dopo le sueesperienze come chef in giro per laSardegna si è innamorato della no-stra terra e ne ha fatto la sua fontedi vita.

«In tutta la nostra carriera di as-sociazione autofinanziata, e quindiseppur con risorse limitate – ricor-

da Valeria Pirodda – abbiamo sempre cercato di pro-muovere la cultura, le tradizioni, le usanze della Sar-degna grazie al coinvolgimento di personaggi o pro-duttori sardi. Ci hanno dato il loro sostegno “Non-nòra” di San Gavino per l’evento sul pane, il pianistaStefano Guzzetti ha suonato per i nostri ospiti, ilmanga-ka Igor t che si è lasciato intervistare e hasvelato ai giapponesi quello che uno straniero “vive”quando sta in Giappone, Enzo Favata ci ha parlatodel mondo della musica Jazz e ha spiegato le nostreLauneddas, e tanti altri.

Abbiamo sempre avuto un ampio riscontro da par-

te dei giapponesi, incuriositi da questa isola miste-riosa, che a mala pena compare nelle carte geogra-fiche dell’Italia, né tantomeno viene nominata daiTour operators locali, ma un po’ meno dai conterra-nei, in quanto probabilmente i temi degli eventi eranoa loro noti e noi non siamo mai riusciti a far cono-scere loro (i sardi) e le loro attività in Giappone (peravere uno scambio equo e far capire che chi decidedi trasferirsi qui, lasciando un paradiso, lo fa permeglio esprimere le sue potenzialità, infatti i sardi inGiappone sono tutti laureati, ricercatori in vari campidella fisica, ingegneria, cultura orientale, ecc.) maquesto i locali lo ignorano e ci etichettano».

Tante cose sono cambiate dal 2012, tra cui i socidell’Associazione: alcuni dei fondatori sono tornati inEuropa (sempre per lavoro) altri per scelta personalehanno deciso di lasciare, perché gestire l’associazio-ne è un impegno, ci vuole tanto tempo e non semprelo si trova.

Dal 2017 il presidente è Giovanni Piliarvu, da anni aTokyo, profondo conoscitore di entrambe le culture (Giap-ponese e Sarda).

«Siamo stati riconosciuti ufficialmente dalla RegioneSarda, almeno sulla carta – conclude Valeria Pirodda –grazie anche al forte aiuto del circolo Su Nuraghe diBiella che, nella persona del prof. Battista Saiu, ci hapermesso di abbattere quel muro che impediva a chista a Cagliari di vedere quanto ci stavamo impegnandoa promuovere la Sardegna in completa autonomia esenza fondi pubblici, solo per passione.

Abbiamo tante idee che aspettano di essere realizza-te, tanti sostenitori, ma noi siamo sempre pochi e conpoco tempo a disposizione (siamo tutti lavoratori a tem-po pieno e i ritmi in Giappone sono molto serrati!)».

Martedì 20 febbraio, organizzata dalla “Sardi-nian Cultural Association”, il circolo Sardo diMelbourne, nei locali del Co.As.It. di Carlton, èstata allestita una mostra la mostra fotograficadal titolo “Su Carrasegare - Oltre le maschere” acura della graphic designer Paola Steri, con fo-tografie di Luca Pisci, entrambi originari dellaSardegna e da un anno e mezzo residenti inAustralia, prima a Perth e poi a Melbourne.

La mostra era dedicata alle maschere, ai co-stumi e alle credenze più arcaiche legate al Car-nevale in Barbagia.

È stato Paolo Lostia, presidente dell’Asso-ciazione culturale sarda di Melbourne, a presentare LucaPisci. Il fotografo ha raccontato di essere tornato inSardegna per portare avanti una ricerca sul carnevale esulle maschere della Barbagia.

All’evento ha dato grande risalto il giornale “Il Glo-bo” ricordando che «il nome Barbagia richiama subitoalla mente una terra aspra e selvaggia dove tradizioniantichissime si conservano intatte dalla notte dei tempi.Tra queste, anche le tradizioni legate al Carnevale (suCarrasegare in sardo) che in questo periodo dell’annotornano ad animare i borghi di questa terra al centrodella Sardegna».

La ricerca di Luca Pisci – riferisce “Il Globo” – è stataulteriormente approfondita grazie alla collaborazione conSalvatore Dedola, un linguista che, studiando l’etimolo-gia dei termini sardi legati al Carnevale, è riuscito a

risalire alla vera origine delle maschere, legate a ritiantichi risalenti all’epoca pre-cristiana.

A partire dalla stessa parola “Carrasegare”, derivan-te dall’accadico “qarnu(m)”, potere, e “sehu”, rivoltar-si, distruggere, dissacrare, col significato quindi di “dis-sacrazione del potere”.

Come successo con altre ricorrenze e tradizioni pa-gane anche il Carnevale – ricorda l’articolo de “Il Globo”– è stato riadattato con l’avvento del cristianesimo. Nonriuscendo a cancellare questi riti, incredibilmente legatia superstizioni popolari e intrinsechi alla stessa civiltàcontadina, la Chiesa iniziò a demonizzarli o a modificarliin proprio favore.

Fu così, ad esempio, che le maschere dei Mamu-thones, che tradizionalmente effettuavano danze in-torno al fuoco, come “danze della pioggia” per invoca-

re gli dei, vennero collegate alla tradizione cristiana diSant’Antonio, sceso negli inferi per riportare il fuocoagli umani.

Su Maimone è un’altra maschera legata al cultodell’acqua, come capisce dall’etimologia del nome stes-so che deriva da “maim”, acqua in ebraico antico. An-cora oggi, Su Maimone è presente al Carnevale di Oni-feri, rappresentato come un fantoccio trasportato suun asino con corna caprine e il viso coperto con unapala di fico d’India, una pianta che è un importanteserbatoio d’acqua.

Legata all’acqua anche la tradizione di “Sa Sarti-glia”, un palio che si svolge ogni anno a Oristanonell’ultima domenica di Carnevale, durante il quale lamaschera di “Su Componidori”, rappresentante un dioin terra, viene trasportato in giro senza poter appog-giare i piedi a terra e benedicendo la folla con la“Pippìa de Maju”.

Ma, nonostante i secoli di distanza abbiano spessooffuscato lo spirito originale dietro al “Carrasegare”,ancora una volta sono le etimologie delle parole aricordarcelo. Come la stessa parola “maschera”, diorigine sumerica, composta da “mas” (puro), “ka”(parola) e “ra” (indirizzare), ovvero “indirizzare parolepure o schiette”.

Chi indossa una maschera, quindi, non nasconde laverità; anzi, è quello più pronto a dirla. Ed è quello che sifa a Carnevale: si indossano maschere per spogliarsi diquelle quotidiane, si fanno scherzi per essere seri, sisovverte l’ordine per ritornare all’ordine.

In occasione del vernissage, a ingresso gratuito, èstato offerto un rinfresco con prodotti sardi.(Nella foto di Luca Pisci maschere tradizionali sarde).

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Dal Mondo 31IL MESSAGGEROSARDO

Lutto per la scomparsadi Maria Antonietta Cannea

BELGIO

DANIMARCA

Costituita a Copenaghenl’associazione “Incantos”

SVIZZERA

Il Premio“Maria Carta”alla Federazionedei circoli sardiin Svizzera

l mondo dell’emigrazione sarda è inlutto per la scomparsa di Maria An-

tonietta Cannea. Originaria di Ollastra,nell’Oristanese, si era trasferita in Bel-gio nel 1984 dopo aver sposato unbelga. È stata la prima donna elettaalla presidenza di una Federazione dicircoli sardi.

La notizia della sua morte, avvenu-ta il 3 marzo scorso, è arrivata in reda-zione quasi per caso. La conferma c’è arrivata da AnnaMaria Sechi, un’altra donna simbolo dell’emigrazionesarda in Belgio. «Per puro caso, verso la fine di marzo– ci ha scritto – ho saputo del decesso di Maria Anto-nietta. Mi è dispiaciuto molto. È stata una donna attivae brillante, apprezzata da tutti noi per il suo impegno,specialmente in un’epoca in cui la figura femminile neicircoli era rara. È così che mi piace ricordarla. So che lesue ceneri sono state portate nel suo paese».

A noi piace ricordarla con il ritratto che le ha dedicatoGianni De Candia nel libro “Sardegna - La grande dia-spora”.

Nel dicembre del 1997, al termine del 2° Congressodella Federazione dei circoli sardi in Belgio, Maria Anto-nietta Cannea è stata chiamata a sostituire alla guidadella Federazione Luccio Pisano, giovane brillante emi-grato di seconda generazione che aveva impresso unasvolta radicale all’organizzazione degli emigrati sardi eche era stato costretto a lasciare l’incarico per unadolorosa vicenda familiare.

A Liegi, dove si era stabilita, si era subito impegnatanell’attività del circolo “La Sardegna all’Estero”, met-tendo la sua preparazione culturale al servizio della co-

Spinti dal desiderio di ritrovarsi per condividere ivalori della propria terra natia, per tenere saldi irappor ti con l’Isola e con la numerosa comunitàsarda residente a Copenaghen, il 16 ottobre 2017Olimpia Grussu ha pensato di dar vita in manieraufficiale ad una Associazione Culturale, denomi-

nandola, in onore delle bellezze della nostraterra, “Incantos”.

Nella serata di presentazione dell’asso-ciazione che si è tenuta il 23 novembre 2017nel ristorante “San Giorgio”, fondato nel 1985da Achille Melis, numerosa è stata la parte-cipazione di sardi e amici dei sardi che han-no accolto con entusiasmo l’iniziativa di cre-are l’unica associazione culturale sarda pre-sente in tutto il territorio danese.

L’attività della famiglia Melis nasce circatrent’anni fa quando lasciò la Sardegna pertrasferirsi per lavoro a Copenaghen. Il lavo-ro di ristoratori li ha spinti ad organizzare

nel corso degli anni numerosi eventi enogastrono-mici, manifestazioni culturali, musicali, letterarieche hanno permesso di mantenere saldo il rappor-to con la terra di origine e con la comunità sardapresente nella capitale.

La presidente dell’associazione “Incantos”, Olim-

Il consiglio direttivo della Fondazione Maria Car-ta, accogliendo le indicazioni del comitato scienti-fico dell’ente, ha deciso di assegnare il premio“Maria Carta” alla Federazione dei Circoli Sardi inSvizzera.

Lo ha comunicato il presidente della Fondazio-ne, Leonardo Marras, al presidente della Federa-zione dei circoli sardi in Svizzera Antonio Mura.

La cerimonia di consegna avverrà a Siligo, pae-se in cui nacque la cantante, sabato 1° settembre2018, nella piazza a lei dedicata.

«Non dimentichiamo nella nostra attività – hascritto Marras – il ruolo fondamentale svolto daicircoli sardi, in Italia e all’estero, per difendere etutelare i profondi valori culturali e sociali legatialla nostra terra.

L’assegnazione del premio alla Federazione deiCircoli Sardi in Svizzera vuole appunto essere unpiccolo ma tangibile segno di riconoscenza neiconfronti di chi quotidianamente si prodiga a favo-re dei tanti nostri conterranei».

munità sarda. Dopo aver ricopertosvariati incarichi nel direttivo, elettapresidente aveva dato nuovo impulsoal circolo.

Nel maggio del 1993 aveva parteci-pato da presidente del circolo alla fon-dazione della Federazione (al postodella Lega) dei circoli sardi in Belgio enel dicembre dello stesso anno avevaorganizzato in modo impeccabile il 1°

Congresso che si era tenuto a Seraing.Quattro anni più tardi al 2° Congresso, che si era

tenuto a La Louvière, era stata eletta con una grandemaggioranza alla guida della Federazione.

L’anno prima aveva curato la pubblicazione di un li-bro, “Donne in emigrazione”, realizzato in occasione del50° anniversario dell’accordo per l’emigrazione italianain Belgio. Nel volume sono raccolte 17 storie, figureemblematiche di donne che hanno lasciato il loro paesee i loro affetti per raggiungere un parente o il marito interra straniera. «Sono donne – ha scritto nell’introduzio-ne – arrivate in Belgio tanti anni fa per raggiungere imariti emigrati spesso per lavorare nelle miniere di car-bone, e che oggi restano in Belgio perché lì hanno i lorofigli. Dove sono i nostri affetti lì è la nostra Patria».

A Liegi, come in tutto il Belgio era forte la presenzadi emigrati sardi. Il circolo “La Sardegna all’Estero” eratra i più attivi e frequentati, spesso all’avanguardia nel-l’organizzare eventi e manifestazioni.

Da qualche tempo anche quel glorioso circolo è statocostretto a chiudere i battenti. Siamo certi che questofatto è stato vissuto con profonda amarezza da MariaAntonietta Cannea.

pia Grussu, originaria di Mogoro, che lavora nel ri-storante “La Vecchia Signora”, ricorda l’intensa at-tività svolta in questi anni. Dagli eventi enogastrono-mici, attraverso l’organizzazione di serate con menùe degustazioni di prodotti tipici sardi, alla musica,con ospiti del calibro di Paolo Fresu e Fabio Melis,clarinettista e suonatore di launeddas, e alla cultura,con la visita della tessitrice di bisso Chiara Vigoall’Istituto italiano di cultura a Copenaghen, organiz-zata da “Incantos”.

Altre iniziative hanno riguardato la letteratura conla manifestazione “leggi e gusta” una giornata all’in-segna della lettura, del cibo e della buona musica.

Anche i progetti futuri sono improntati a rinsal-dare i legame con la Sardegna, riunendo i sardiemigrati e gli amici dell’Isola, promuovendo le ri-sorse turistiche e agro-alimentari della Sardegna,riscoprendo i valori culturali e i grandi personaggidell’Isola, coinvolgendo i giovani dando loro la pos-sibilità di esprimersi.

I

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Dal Mondo32 IL MESSAGGEROSARDO

Direttivo giovaneal “Nuraghe” di Losanna

SVIZZERA

stato rinnovato il direttivo del circolo “Nura-ghe” di Losanna. Presidente è stata confer-

mata Josiane Masala. Il nuovo direttivo, com-posto da 10 membri, potrà contare su ben 5nuovi componenti, tra i quali il giovanissimoNicola Philbert di 19 anni alla sua prima espe-rienza associativa.

Con il rinnovo del direttivo il Circolo “Nura-ghe” di Losanna ha raccolto la non facile sfidaportata avanti dalla Federazione dei circoli sardiin Svizzera sul ruolo e l’importanza dei giovaninei circoli e nella emigrazione. Da sempre icircoli hanno avuto a cuore il problema dei gio-vani: come attirarli, come mantenerli nel lorocerchio di attività interessandoli, utilizzandonele energie, le forze innovative, il loro modo diessere sardi diversamente, per poterli poi in-caricare della custodia e del passaggio del-l’eredità.

La partecipazione alle giornate organizzate

INGHILTERRA

“Sa Die de sa Sardigna”festeggiata anche a Londra

dalla Federazione intorno ai giovani hasuscitato una profonda, talvolta doloro-sa, riflessione nel “Nuraghe”. Il proble-ma è reale.

Non si tratta solamente di garantire ilpassaggio del testimone, il tramandaretradizioni e radici di una terra, la nostra,prima che prevalga l’allontanamento difatto e quello emotivo, ma anche di ve-derli partecipare attivamente alla vita delcircolo, fornire spunti e diversi angoli, eangoli diversi! di prospettiva, attivare nuo-ve energie, far conoscere, ancora e an-cora la Sardegna, grazie alle loro con-

nessioni.Tutti i direttivi auspicano una partecipazione,

e trasmissione, articolata e continuativa, unosguardo alla realtà attuale del mondo sardo,senza dimenticare la tradizione. È questa la li-nea operativa e costruttiva che il “Nuraghe”,guidato dal direttivo appena entrato in funzione:“Ri-innovare”.

Tutti noi che operiamo in un contesto di vo-lontariato, sappiamo quanto benefica possaessere la partecipazione dei giovani senza nullatogliere alla vecchia guardia. E tutti noi nondovremmo mai perdere di vista, nella proble-matica generazionale, che la conoscenza e l’ap-prendimento non sono unilaterali ma multilate-rali e pluridirezionali: il professore che è in melo sa benissimo, probabilmente ho più appresoio dai miei alunni che loro da me.

Noi, vecchi e nuovi del “Nuraghe”, ci credia-mo. Abbiamo cercato di rispondere alle attese

che i nostri giovani hanno avanzato nel corsodelle giornate a Zurigo e stillato una program-mazione di massima che preveda momentidella tradizione, come la cultura del carnevale,come pure momenti più dinamici e di aperturaper i giovani e la nuova migrazione, cinema,atelier sportivi ed enogastronomici.

Ecco il direttivo ri-innovato:– Josiane Masala, Presidente. Pensionata e

nonna a tempo pieno, si è occupata di impiegodel mondo del lavoro; suo marito, Antonio Ma-sala di Ploaghe, è uno degli attivisti del Circoloe probiviri della Federazione;

– Luigi Gigi Masia, vicepresidente, di Oschi-ri. Impiegato. Sua moglie Babette, è la guidaturistica accreditata del Nuraghe. Grande co-noscitore del mondo dell’emigrazione sarda,fervente cultore, e promotore, di tutte le formeartistiche originarie dell’isola;

– Roberta Pilia, segretaria, di Escalaplanoe Cagliari, professoressa, interprete e tradut-trice, un marito francese e 3 adolescenti alseguito, con l’hobby della letteratura e del ci-nema;

– Antonio Manca, di Ploaghe, vicesegreta-rio, cuoco titolare, socio fondatore del Nura-ghe. Affari sociali e ricreativi;

– Damiano Monni, di Selargius, impiegatoin azienda per energie rinnovabili, impiantisti-ca generale. Hobby: giardinaggio, studio curadelle piante e informatica. A Berna, dove vivecon la moglie portoghese e i suoi due figli, haportato avanti un originale programma di diffu-sione della cultura ichnusica a tavola, ottenen-do notevoli successi. Affari sociali e ricreativi;

– Stéphanie Masala, sarda della seconda ge-nerazione, originaria di Ploaghe, sportiva, se-gretaria nel settore sociale, mamma di duegemelline, attiva nel mondo del volontariato.Consigliera per il settore sociale;

– Marta Mameli di Carbonia, laureata in bio-logia con un dottorato in chimica, lavora in unazienda di dispositivi medici, appassionata diviaggi, cinema e cucina. Gruppo giovani;

– Daniela Duc Demontis, tesoriere, origina-ria di Sedilo, impiegata di amministrazione, lasua grande passione è la cucina del mondo,passione che le riesce perfettamente e che,fortunatamente per noi, ama condividere. Unmarito svizzero e rugbyman, due figli;

– Nicola Philbert, 19 anni, sardo della se-conda generazione, ultimo anno del Ginnasio etanti sogni da realizzare. Il suo anno di maturitàbilingue in Tasmania, la Sardegna dell’Austra-lia, gli ha fatto capire “cosa significhi esseresardi”, e far parte della rete dei sardi nel mon-do. Gruppo giovani;

– Santiago Agustino, gallego, ha un secondocuore a forma di Sardegna. Elettricista indipen-dente, da anni attivista in seno al Nuraghe. Af-fari sociali e ricreativi;

– Il Collegio dei Revisori dei Conti è compo-sto da Massimo Madau, Raffaele Spinello eFrancesca Fais;

– Il Collegio dei probiviri è costituito daSalvatore Manca, Antonio Pulina e SalvatoreSalis;

– Roberta Pilia (Segreteria).

È

Quest’anno, per la prima volta, “Sa die de saSardigna” è stata celebrata anche a Londra periniziativa della “Sardinian Embassy of London”. L’as-sociazione dei sardi ha organizzato una serata dedi-cata alla Sardegna, all’insegna della musica e delbuon cibo.

La manifestazione, che si è svolta nei locali del-l’Istituto Italiano di Cultura, ha ospitato due grandimusicisti sardi che, mischiando creatività, passioneper le proprie radici e ricerca, sono riusciti a crearesuoni e personalità uniche. Zamua, il cantante echitarrista sardo-burundese definisce la sua musicacome un bisogno di stabilire un ponte fra le sue radici,europee ed africane. Ecco perché il suo stile si caratte-rizza come un’evasione, non ha confini e si indirizza achiunque lo voglia ascoltare.

Pier Paolo Vacca nato nel 1991, è un organettista diOvodda. Nonostante la sua forte ispirazione alla musicafolk sarda, il suo repertorio varia da pezzi originati dallasua creatività e sonorità francesi ed irlandesi.

Ha suonato con diversi gruppi folk sardi ed i ModenaCity Ramblers.

La serata proponeva un menù sardo con antipasto,malloreddus alla Campidanese, dolci sardi.

Vino rosso e bianco.Per partecipare (il prezzo era di £ 30) era necessario

aver pagato la quota.In breve è stato registrato il tutto esaurito.

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Dal Mondo 33IL MESSAGGEROSARDO

La “Casa de Cerdeña” a SaragozzaSPAGNA

FRANCIA

Costituita l’associazione “Sardos inParis”Si chiama “Sardos inParis” (nel doppio gioco di parole:

‘a Parigi’ e ‘in pari’, che in lingua sarda significa ‘insie-me’) il nuovo circolo sardo di Parigi, che è stato costituitoa fine aprile nella capitale francese su impulso del proget-to “Sardinia Everywhere” e che è stato presentato il 12maggio in occasione della giornata di studi “La réceptiondes oeuvres et de la pensée de Gramsci en France” allaCité internationale des Arts a Parigi.

Nell’ambito del progetto “Sardinia Everywhere” daMosca a Parigi, passando per Londra, vengono rintrac-ciati i profili dei diversi e numerosi giovani sardi sparsi peril mondo, cercando di ricostruire e far ripartire la rete deicircoli sardi nel mondo, che soffre di un naturale e ana-grafico rallentamento e necessità di essere rianimato erivitalizzato da nuove forze.

In questo progetto c’è la consapevolezza che moltitra i sardi emigrati hanno raggiunto importanti posizionidi responsabilità in imprese ed istituzioni, in Italia eall’estero. Il progetto intende attivarli a partire da unariscontrata volontà da parte di molti di essi di “restitu-ire” esperienze, professionalità ed opportunità di svi-luppo per la Sardegna.

Il nuovo network punta a sviluppare, attraverso unaricognizione di competenze e ambiti di competenza eresponsabilità, un supporto per il tessuto socio economi-co della Sardegna.

Il direttivo del nuovo circolo sardo di Parigi è formato

l Circolo sardo “Casa de Cerdeña”di Saragozza (Zaragoza in spa-

gnolo) è nato nel 2013 con il desi-derio di appoggiare i sardi che de-cidono di venire a vivere nel nord/est della Spagna e nel contempooffrire un punto di informazione/scambio per far conoscere la Cul-tura agro/turistico/alimentare dellaSardegna. Zaragoza capitale dellaRegione Autonoma dell’Aragona dicui è capitale secolare (il Regno diAragon ha legato per secoli la no-stra storia con la loro) con una po-polazione di 660.000 abitanti è unadelle più importanti città della Spa-gna, distante 300 Km sia da Ma-drid che da Barcelona.

Collegata con le due capitali attraverso la linea velocedi treni “Ave” (si percorre in un’ora e mezza ogni tragitto)da anni è centro di attività internazionale (anni fa è statasede dell’EXPO). Tanti i sardi e tanti gli italiani che hannodeciso di aprire un’attività in questa regione.

Il 15 marzo 2013 nella Facoltà di Filosofia e Letteredell’Università di Zaragoza, la nostra associazione ha or-ganizzato una conferenza sullo “Stemma dei 4 Mori”.

Sono intervenuti i professori Guillermo Redondo,Esteban Sarasa Sanchez, Rodriguez Ferrer e lo stori-co Cesar Cervera. Lo scudo d’Aragona, diviso inquattro parti, rappresenta quattro aspetti specifici dellastoria del Regno di Aragon. In una di queste parti èriprodotta la croce di San Giorgio raffigurante le testedi quattro capi musulmani sconfitti che la Comunitàislamica di Zaragoza nel 2004 ne chiese l’eliminazio-ne. Da allora viene chiesto ogni tanto alla comunitàsarda un intervento formale, in quanto simbolo araldi-co ancora vigente in Sardegna, territorio che ha fatto

Il nuovo circolo costituito da sardi ha ottenuto il riconoscimento della Regione

parte della Corona d’Aragona dal1297 al 1719.

Il 24 ottobre 2015 nel Comunedi Azara de Aragon (nei pressi diHuesca) si è avuto modo di venirea conoscenza delle tradizioni lo-cali e di confrontarle con quelledei paesi sardi dello stesso nomein una giornata intitolata “Incontrodi famiglie aragonesi e sarde nel-la provincia di Huesca”.

La fratellanza tra aragonesi delnord e sardi è stata sottolineatadal sindaco del Comune che haraccontato alcune storie, traman-date sopratutto dal clero locale,che raccontavano di persone, co-strette allora per necessità eco-

nomiche, a trasferirsi in Sardegna.In occasione delle Feste natalizie del 2016, a Zarago-

za, nella storica Plaza del Pilar, è stata allestita dalla“Casa de Cerdeña” una mostra del pane e dei dolcisardi. Molta curiosità da parte del folto pubblico inte-ressato sul tipo di lavorazione.

Il 25 marzo 2017 è stata presentata a Zaragoza l’ope-ra di Angel Francisco de Vico “Historia General de laIsla y Reyno de Sardena”. Vico sosteneva, a metà del‘600, che “Cerdeña no necesita de nada, ya tiene todo”(la Sardegna non ha bisogno di nulla perchè ha tutto),considerazione oggi attualissima in quanto con “il sole,il vento, il territorio e il mare che la circonda” l’Isola haciò che è necessario perchè possa ottenere ciò di cuihanno bisogno i suoi abitanti. Alla conferenza sonointervenuti Fernando Rivarès Esco, Raffaele Melis, Si-mone Callisto Manca e Joan Mayoral.

Il 27 dicembre 2017 a Saragozza, Antonello Lai gior-nalista e conduttore del programma “Zona Franca” del-

l’emittente “Telecostasmeralda” ha raccontato in unincontro organizzato dalla “Casa de Cerdeña” in colla-borazione con il “Circolo Sardo Ichnusa di Madrid”, illavoro nei tanti anni che lo vedono come “giornalistatelevisivo sulla strada”.

La serata intitolata “Cronache dal sottosuolo, la Sar-degna senza schermi” ha presentato ai convenuti varimomenti del lavoro di Lai (conosciuto affettuosamentecome “Ziu Lai”), che propone un tipo di interviste “senzatagli”, per raccontare senza censure, dando spazio aicittadini desiderosi di far conoscere le proprie storie chenascono e avvengono giorno dopo giorno.

Infine il 23 gennaio 2018, sempre a Zaragoza, si èsvolto un doppio incontro “La huella de Cerdeña en laCorona de Aragon” (il segno della Sardegna nella Co-rona di Aragona) con la storica/ricercatrice MarisaAzuara e “Las Launeddas” (Le launeddas) per raccon-tare attraverso la voce della brava attrice di SardegnaTeatro, Cristina Maccioni, e la musica eseguita daJonathan Della Marianna (ormai un esperto ecletticovir tuoso nel suonare le launeddas) aneddoti e storielegate all’antico strumento.

La serata aperta dalla Maccioni e da Della Mariannaè poi proseguita con la Azuara (suo il libro su CristoforoColombo che rivela come il cognome del navigatorefosse in realtà della nobile familia Piccolomini e nato inSardegna) che ha analizzato e proposto gli ultimi risul-tati delle appassionanti ricerche che da tanti anni con-duce con grande entusiasmo e che legano indissolubil-mente la storia della Corona Aragonese alla Sardegna,inoltre ricordando che buona parte di questi contributirisalgono alle epoche anteriori al Governo aragonesenell’isola e che raccolgono le chiavi di alcuni degli enig-mi storici che maggiore controversia hanno svegliatotra gli storici nel corso dell’ultimo secolo.

Attento il numeroso pubblico che ha riempito la saladel Centro di Storia di Saragozza seguendo in religiososilenzio e che non ha mancato di interessarsi dopo lamanifestazione, per capire e conoscere le launeddas,apprezzando e complimentandosi ancora una volta con ilnostro bravo Jonathan della Marianna.

In questa occasione non ha voluto mancare all’appun-tamento per brindare un bel futuro agli amici sardi dell’as-sociazione in Aragon, l’Istituto Fernando Santi Sardegna.

I

dalla presidente Francesca Cau (avvocato), che saràaffiancata dal vice presidente Gianpaolo Sanna (archi-tetto), dal tesoriere Daniele Pintore (fotografo) e dalsegretario Antonio Mesina (studente a Sciences PO –Parigi). Infine, Carla Lochi (studentessa in industrieculturelles France-Italie) sarà la responsabile delle co-municazioni e delle relazioni pubbliche, mentre SandroSale (scultore di Bitti, il meno giovane del gruppo, manon per questo meno dinamico ed entusiasta) si con-centrerà in un progetto di rivista.

I nuovi dirigenti hanno un’età che va dai 26 ai 40 annie le idee molto chiare. Tra i primi obiettivi quello direcuperare un filo di continuità tra il ‘vecchio’ e il nuovo,rintracciare e mettere insieme tutte le diverse attività erisorse sarde che a Parigi sono numerose, ma spessodisperse. Si tratta dunque di rimettere insieme i pezzi ecostruire un sistema di rete utile a fornire informazioni,opportunità e occasioni non solo culturali e sociali, maanche economiche e professionali.

Utili a chi? Ai giovani sardi che arrivano a Parigi e sisentono frastornati dalle tante e confuse informazioni,ai sardi in Sardegna che desiderano allargare oltralpe leloro attività professionali. “Sardos inParis” dunque siprofila come ponte, trait d’union tra il qui e l’altrove,avvicinando realtà fino ad ora lontane.

Uno dei momenti più intensi e forse anche più commo-venti della giornata del 12 maggio è stato l’incontro tra i

giovani di “Sardos inParis” e i responsabili della FASI,(Federazione delle Associazioni Sarde in Italia).

I giovani ‘Sardos’ hanno avuto l’occasione di incontra-re la presidente Serafina Mascia, il presidente onorarioTonino Mulas, e il vicepresidente Paolo Pulina, tutti fortidi oltre 30 anni di esperienza associativa, emigrati storici,che dell’emigrazione, con intelligenza e sensibilità, attra-verso i circoli sardi in Italia e nel mondo, hanno fatto forzae risorsa. Si sono parlati e confrontati, raccontandosiesperienze e progetti, sogni e possibilità. Hanno ricostru-ito quel filo rosso che sembrava essersi spezzato, riag-ganciando la vecchia alla nuova generazione.

Affidandoci alle parole di Gramsci, restiamo dunqueancorati ad un sano “ottimismo della volontà” e attendia-mo le nuove iniziative che presto i giovani ‘Sardos’ aParigi sapranno proporci. Carla Cristofoli(nella foto da sinistra a destra: Carla Lochi, Antonio Me-sina, Gianpaolo Sanna, Daniele Pintore, Francesca Cau)

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Sport34 IL MESSAGGEROSARDO

Salvezza sofferta per il CagliariDue imprese nelle ultime gare scongiurano il pericolo di una retrocessione in serie BUn campionato tra luci e ombre

CALCIO

Un finale di stagione vissuto pe-ricolosamente. Molto perico-

losamente. Con il rischio con-creto di finire, inaspettatamen-te, in serie B, dopo un campio-nato tutto sommato tranquillo,vissuto tra luci e ombre, un eso-nero (Lopez al posto di Rastellidopo otto giornate), ma quasimai sul filo del rasoio.

Poi accade che, a due gior-nate dalla fine, dopo la sconfittarimediata in casa contro laRoma dell’ex Nainggolan, ilCagliari si ritrova per la primavolta al terzultimo posto in clas-sifica e costretto ad inseguirele dirette concorrenti. E tuttoquesto con due partite diffici-lissime da disputare: a Firenze,contro i viola di Pioli, e l’ultimaalla Sardegna Arena control’Atalanta. Due squadre entram-be in corsa per un posto in Eu-ropa League.

A quel punto, nelle tabelle sal-vezza e nei pronostici dei book-maker, diventa il Cagliari il mag-giore indiziato per la retrocessio-ne anche perché le dirette avversarie – Crotone aparte – hanno un calendario più agevole.

Una sconfitta del tutto immeritata, quella rime-diata in casa contro la Roma, bisogna ammetter-lo. Farias prima e Sau poi hanno sprecato incredi-bilmente due nitide occasioni da gol a tu per tu colportiere giallorosso Allison. Sarebbe stato un pa-reggio più che meritato, a seguito di una presta-zione tutta cuore e grinta da parte dei rossoblù diLopez reduci da una settimana in ritiro dopo labruciante sconfitta subita a Marassi contro laSampdoria dell’ex Giampaolo.

In quell’occasione il Cagliari aveva davverotoccato il fondo ed in tanti erano convinti chesarebbe saltata la testa di Diego Lopez, dopoche, a seguito di un’altra amara sconfitta, inquel di Verona, dopo un’altra prestazione dadimenticare, era stato licenziato il direttoresportivo Giovanni Rossi.

Il tecnico uruguaiano, invece, è stato confer-mato e da quel momento tutto l’ambiente si èricompattato e sono arrivate le prestazioni cheerano mancate nelle ultime settimane.

Già perché, come dicevamo, il Cagliari que-st’anno non ha mai stazionato nella zona peri-colosa della classifica ma improvvisamenteha avuto una regressione, sia dal punto di vistadel gioco che dei risultati – logica conseguentedelle brutte prestazioni – dopo un promettenteavvio dell’era Lopez.

Con il pareggio in casa del Sassuolo, a gen-naio, i rossoblù avevano ben otto punti di van-

La stagione 2017/18 era cominciata con Mas-simo Rastelli ancora in panchina. Dopo l’ottimoundicesimo posto conquistato l’anno primo, al suoesordio in Serie A, il tecnico 49enne di Torre delGreco era stato riconfermato dal presidente Giu-lini, nonostante i malumori della piazza. A buoneprestazioni, il Cagliari di Rastelli ha sempre alter-nato sonore batoste: troppe le sconfitte con tantigol subiti che hanno fatto storcere la bocca aitifosi, molti dei quali non hanno mai amato il tec-nico campano. Un signore dentro e fuori dal cam-po, ma non apprezzato del tutto probabilmenteper non essere riuscito a dare, in due anni, un’im-pronta di gioco e uno stile preciso.

E così all’ottava giornata Rastelli è stato eso-nerato, decisione presa a seguito della sconfit-ta casalinga con il Genoa, la terza consecutivaalla Sardegna Arena (dopo i ko contro il Sas-suolo e il Chievo).

Eppure il campionato del Cagliari non era ini-ziato così male. Certo, subito due sconfitte con-secutive, ma in trasferta, e contro Juventus eMilan. Era stato un avvio di campionato anoma-lo per la squadra rossoblù, con due partite lonta-no dalla Sardegna, su esplicita richiesta dellastessa società di Giulini per completare al me-glio i lavori per la costruzione del nuovo (e prov-visorio) stadio, la Sardegna Arena, sorta in pocopiù di quattro mesi nel parcheggio adiacente ilvecchio Sant’Elia, in attesa che quest’ultimovenga demolito e ricostruita nella stessa area lanuova casa del Cagliari.

Ma poi erano arrivate le vittorie col Crotone,all’esordio in casa, e a Ferrara contro la Spal del-l’ex Borriello. Prima dell’improvvisa crisi, costa-ta appunto la panchina al mister campano.

Giulini, a sorpresa, ha deciso di puntare tuttosu Diego Lopez, una bandiera del Cagliari. Arriva-to giovanissimo in Sardegna, ha esordito in SerieA nel 1998, giocando sino al 2010, per poi appen-dere le scarpette al chiodo ed iniziare, semprenella società rossoblù, la sua carriera da allena-tore, nel settore giovanile.

Lopez ha deciso subito di cambiare modulo,puntando sulla difesa a 3 (o a 5 se preferite) e persfruttare meglio le caratteristiche offensive di Pa-voletti ha rispolverato il ruolo degli esterni, lan-ciando Faragò a destra e Miangue o Padoin asinistra, prima dell’arrivo a gennaio del grecoLykogiannis. Con Cigarini finalmente al top dellacondizione, anche Barella ha potuto giocare nelsuo ruolo di mezzala, salendo alla ribalta nazio-nale come uno dei centrocampisti più prometten-ti del calcio italiano. E sul gioiellino di casa rosso-blù, classe 1997, hanno già messo gli occhi iprincipali club italiani e europei. L’Inter di Spallettilo voleva già a gennaio, ma anche la Juventus losegue da tempo.

La speranza del neo direttore sportivo Marcel-lo Carli (ex Empoli) è quella di trattenere ancoraBarella, almeno per un anno, ma sarà difficileresistere alle lusinghe dei grandi club. IntantoBarella è diventato un punto fisso della nazionaleUnder 21, in attesa di fare il grande salto nellanazionale maggiore ora affidata a Roberto Man-cini per riportare i colori azzurri dove meritanodopo la brutta figura della mancata qualificazioneai Mondiali di Russia. Andrea Frigo

taggio sulla terzultima. Unadistanza più che rassicuran-te per vivere un finale di sta-gione in tranquillità.

Ed invece il Cagliari ha ri-schiato sino all’ultima giorna-ta di retrocedere. La svolta, innegativo, può essere circo-scritta proprio al mese di gen-naio. Un mercato deludente –Castan a parte, l’organico nonè stato rinforzato – l’infortuniodi Cigarini (l’unico regista inrosa) e il caso Joao Pedro che

ha scosso tutto l’ambiente e fatto perdere ai ros-soblù uno dei giocatori più rappresentativi. Il fan-tasista brasiliano, infatti, proprio dopo le partitecon Chievo e Sassuolo è stato trovato positivo aicontrolli antidoping ed è stato subito sospeso invia cautelare in attesa della sentenza del Tribuna-le nazionale antidoping del Coni che a maggio loha poi squalificato per sei mesi (tornerà in campoil prossimo settembre).

Contemporaneamente, come detto, s’infortu-nava Cigarini. E con lui anche Farias. Il Cagliariin un colpo solo ha perso qualità nel gioco, dal-l’impostazione alla fase realizzativa. Sono ini-ziati a mancare i gol, spesso arrivati solo dacalci piazzati e dai soliti colpi di testa di Pavolet-ti, recordman in Europa con ben 9 gol su 11 rea-lizzati, appunto, di testa.

Inspiegabilmente il Cagliari ha avuto un tra-collo. Bruttissime partite – su tutte la sconfitta aVerona, ma anche la “non prestazione” a Milanocontro l’Inter – un pizzico di sfortuna, come il golin pieno recupero subito in casa con la Lazio(vittoria sfumata) e a Marassi con il Genoa (unpunto perso), ma anche tre punti d’oro conqui-stati senza merito in quel di Benevento, dove ilfanalino di coda del campionato ha messo sottoi rossoblù per tutta la gara, che poi però sonoriusciti a ribaltare il risultato con un incredibileuno-due nei minuti di recupero.

Le due vittorie con Fiorentina e Atalanta hannorimesso tutto a posto. E in serie B, alla fine, c’èandato il Crotone di Zenga.

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Sport 35IL MESSAGGEROSARDO

La stagione più deludentedella Dinamo Banco di Sardegna

BASKET

CICLISMO

Fabio Aru si ritiradelusione al Giro d’Italia

a stagione 2014-2015 racchiude i migliori risultatiottenuti dalla Dinamo Banco di Sardegna nella serie

A di basket: Coppa Italia, Supercoppa e, soprattutto,lo scudetto tricolore: campioni d’Italia. Un sogno im-possibile che si realizza e proietta la società del presi-dente Stefano Sardara nell’Olimpo del basket non soloitaliano. Sono trascorsi appena tre anni eppure il ricor-do di quel campionato strepitoso, con la guida di MeoSacchetti, è sempre nei cuori dei tifosi. A volte ligonfia di gioia e di orgoglio, altre li deprime e li faarrabbiare. La tifoseria della Dinamo è per for tunamolto diversa da altre che affollano i palazzetti. Ècompetente, ama la squadra, nel bene e nel male,

anche se fatica ad accettare una squadra chenegli anni successivi al triplete non ha saputo ripe-tersi ai livelli del 2014-2015. Anche perché, nellosport, come nei bilanci di un’azienda, quasi mai ildato prevalente è la crescita del rendimento. Esi-ste quello che molti chiamano l’up and down, ilsaliscendi nel rendimento, come è accaduto allaDinamo negli ultimi anni provocando qualche mu-gugno tra i sostenitori.

Ci si chiede cosa sia successo dopo la conqui-sta del triplete fortemente voluto da giocatori comeLogan, Dyson, Swan Lawall e Rakim Sanders? Laprima verità, ammessa anche da Sardara, è che ilroster per la stagione 2015-2016 è stato cambiatotroppo. Dei vecchi sono stati confermati solo De-vecchi, Brian Sacchetti, Formenti e Logan mentre

tra i nuovi arrivati figurano l’inutile Brent Petway, ilcentro Varnado, l’ala piccola Eyenga e Joe Alexander,grande atleta seppure poco costante. Il saldo arrivi-partenza è risultato fortemente sbilanciato e il rendi-mento della squadra è stato lo specchio del suo valo-re. A ottobre la clamorosa decisione del presidenteSardara di esonerare Sacchetti affidando la squadra aMarco Calvani. Scelta effimera. Anche lui è andato viadopo qualche gara lasciando il posto a Federico Pa-squini promosso da general manager a coach. Larottura tra Meo Sacchetti e il presidente, non legatasolo alle deludenti prestazioni della squadra, ha la-sciato qualche polemico strascico nella tifoseria lega-

tissima a un professionista che aveva saputo creareun forte rapporto tra la città e la Dinamo, in perfettasintonia con il progetto varato dal presidente all’attodell’acquisizione della società. Nella vita di tutti i gior-ni, come nello sport, gli uomini (e le donne), si unisco-no, condividono momenti entusiasmanti e poi magarisi separano per motivi mai chiarissimi. Certo qualco-sa si era rotto ma forse ci si poteva lasciare con piùeleganza. In quella stagione, per la cronaca, la Dina-mo ha raggiunto i play off ma è stata eliminata in tresole partite uscendo dalla competizione senza nem-meno una vittoria.

Nel campionato 2016-2017, il settimo della Dinamoin serie A, la squadra sassarese, ampiamente rinnova-ta, partecipa per la prima volta alla Champions Leaguechiudendo tra le prime otto squadre e raggiungendo lafinale di Coppa Italia. Le novità del roster sono statel’ala Savanovic, il play-guardia Johnson-Odom, il cen-tro Lydeka, l’ala piccola Carter, il play Monaldi, la guar-dia Lacey e il centro Gabriel Olaseni. A campionato incorso, la Dinamo ha ingaggia il centro Gani Lawal, 206centimetri per 106 chilogrammi, americano di nascitama di passaporto nigeriano.

La scorsa stagione è stata la più deludente e amaraper i tifosi. Via Pasquini per Markovski a cinque gare daltermine, fuori dalla Champions e dai play off.

Ora la Dinamo si prepara alla stagione 2018-2019.Ha già l’allenatore, Vincenzo Esposito, già coach aCaserta e Pistoia (subentra a Zare Markovski). Lasce-ranno Stipcevic, Hatcher, Planinic, Jones e forse qual-che altro. Il nuovo coach ha le idee chiare: «NellaDinamo c’è posto solo per uomini veri». La società èprudente. I tifosi, dal canto loro, sono certi che dal-l’ultima negativa stagione il presidente Sardara sapràtrarre utili indicazioni. Gibi PuggioniNella foto di Luigi Canu: Devecchi, Bamforth e Spissu.

Una delusione gigantesca. Per lui, per la squadra,per i tifosi. Fabio Aru si ritira dal giro d’Italia e ora èatteso ad una svolta della sua carriera.

Il ciclista villacidrese ha gettato la spugna alla di-ciannovesima tappa, sulle montagne piemontesi. Uncolpo da ko, quella condizione fisica molto precaria,quella fatica a pedalare e a reggere il passo dei suoiavversari.

Non se lo aspettava nessuno un crollo così netto.Il cavaliere dei quattro mori è diventato un piccolo

gregario, uno “svalvolato on the road”, per parafrasareun noto film con John Travolta. Ma quelli sono attori esi sono divertiti, qui la questione è ben diversa.

Fabio Aru veniva dato tra i favoriti per la vittoria.Una passerella sulle strade di Roma tra il tripudio deisuoi tanti estimatori. Niente di tutto questo. Nella ca-pitale, il ciclista sardo non ci è proprio arrivato. Hamollato gli ormeggi un po’ prima, stanco e deluso.

Ha chiesto scusa a tutti per questa figuraccia.Perfino ad un operatore televisivo che lo inquadra-

va mentre arrivava affaticato al traguardo. Non volevafarsi vedere in quella condizione, non era da lui.

Ma ci sono le parole del direttore sportivo della suasquadra, Uae Team Emirates, Giuseppe Saronni, che

Al campione di Villacidro serve una svolta

riassumono bene quanto è accaduto al Giro.«Mi spiace vederlo soffrire così. Sta facendo una

fatica inaudita, bestiale. Con un rendimento non para-gonabile a quello che conosciamo. Sarà dispiaciutoanche per i tifosi. Alla tappa dello Zoncolan – prose-gue Saronni – ci teneva così tanto da averne fatto unpunto cruciale del suo Giro.

Il fatto di non essere stato all’altezza lo ha scarica-to completamente».

Saronni non lo crocifigge, come è giusto che sia,ma tenta di fare una analisi obiettiva.

«Fabio è un corridore maturo. Sa perfettamentequello che vuole. La prima risposta deve arrivare dalui». Sulla croce in questo Giro da Calvario è finitoanche l’allenatore di Fabio Aru, Paolo Tiralongo. Dif-ficile capire se il problema è legato alla preparazioneo ad un fattore personale. O anche ad entrambi icasi. Certo è che il campione italiano non si era maivisto così.

Nel suo sito ufficiale, a mente più fredda, il ciclistavillacidrese ha cercato di spiegare le ragioni di questasua débâcle: «Sentivo di vivere qualcosa di anomalodella mia vita sportiva. Ho provato a reagire, onorandola maglia che indosso, esaltare i tifosi e la CorsaRosa, ma non ce l’ho fatta. Sono fortemente dispia-ciuto per tutto questo, per la mia squadra, per glisponsor che rappresento, per la mia famiglia. Nonaveva più senso andare avanti». Aru è profondamenterammaricato. A 28 anni, nel pieno della maturità pro-fessionale, deve decidere come rialzarsi. Come pro-cedere per ritrovare condizione fisica e mentale e so-prattutto l’entusiasmo per tornare a vincere. Dimo-strare di essere ancora un campione.

«Non faccio drammi – dice Aru – cercherò di azze-rare tutto e di capire assieme alla squadra cosa siasuccesso, poi devo ripartire pensando alla stagione,perché questo è ciò che si deve fare nelle difficol-tà». Ripartire per lasciare un segno. Che sia Tour deFrance, Vuelta o Mondiale, poco importa. Deve tor-nare ad essere uno stimato e agguerrito Cavalieredei quattro Mori. Andrea Porcu

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Cultura36 IL MESSAGGEROSARDO

L’inno della Sardegna

In questa pagina, il testo integrale de “S’Innu de su patriotusardu a sos feudatarios” scritto da Francesco Ignazio Mannu.

rocurad’e moderare, / Barones, sa tirannia, / Chi si no,pro vida mia, / Torrades a pe’ in terra! / Declarada e’ già

sa gherra / Contra de sa prepotenzia, / e cominza’ sa pas-sienzia / In su pobulu a mancare.

Mirade ch’est’a endende / Contra de ’ois su fogu; /Mirade chi no e’ giogu / Chi sa cosa andat ’e veras; / Miradechi sas aeras / Minnettana temporale; / Zente consiadamale, / Iscultade sa ’oghe mia.

No apprettedas s’isprone / A su poveru runzinu, / Si noin mesu caminu / S’arrempellat appuradu; / Minzi ch’eslanzu e cansadu / E no nde pode’ piusu; / Finalmente afundu in susu / S’imbastu nd’hat a bettare.

Su pobulu chi in profundu / Letargu fi’ sepultadu, /Finalmente despertadu, / S’abbia’ chest in cadena, / Ch’ista’suffrende sa pena / De s’indolenzia antiga: / Feudu, leggeinimiga / A bona filosofia.

Che ch’esseret una inza, / Una tanca, unu cunzadu, / Sasbiddas hana donadu / De regalu o a bendissione; / Comen-te unu cumone / De bestias Berveghinas / Sos homines efemìnas / Han bendidu cun sa cria.

Pro pagas mizas de liras, / E tale olta pro niente, /Isclavas eternamente / Tantas pobulassiones, / E migliaresde persones / Servint a unu tiranu. / Poveru generu huma-nu, / Povera sarda zenia!

Deghe o doighi familias / S’han partidu sa Sardigna, /De una manera indigna / Si nde sun fattas pobiddas; /Divididu s’han sas biddas / In sa zega antighidade: / Peròsa presente edade / Lu pensat rimediare.

Nasche’ su Sardu soggettu / A milli cumandamentos: /Tributos e pagamentos / Chi faghet a su Segnore / Inbestiamen e laore / In dinari e in natura; / E paga’ pro sapastura, / E paga’ pro laorare.

Meda innantis de sos feudos / Esistiana sas biddas, / Etissas fini pobiddas / De saltos e biddattones. / Comente abois, Barones, / Sa cosa anzena es passada? / Cuddu chibos l’ha’ dada / Non bos la podia’ dare.

No es mai presumibile / Chi voluntariamente / Happa’sa povera zente / Zedidu a tale derettu; / Su titulo ergoest’infettu, / De infeudassione, / E i sas biddas reione /Tenen de l’impugnare.

Sas tassas in su prinzipiu / Esigiazis limitadas, / Daepustis sunu istadas / Ogni die aumentende, / A misura chicrescende / Sezis andados in fastu, / A misura chi in sugastu / Lassezis s’economia.

No bos balet allegare / S’antiga possessione; / Cunminettas de presone, / Cun castigos e cun penas, / Cunzippos e cun cadenas, / Sos poveros ignorantes, / Derettosesorbitantes / Hazis forzadu a pagare.

A su mancu s’impleerent / In mantenner sa giustissia, /

Gastighende sa malissia / De sos malos de su logu; / A sumancu disaogu / Sos bonos poterant tenner, / Poterantandare e benner / Seguros per i sa via.

Es cussu s’unicu fine / De ogni tassa e derettu, / Chiseguru, e chi chiettu / Sutta sa legge si vivat; / De custu finenos privat / Su Barone pro avarissia. / In sos gastos degiustissia / Faghe’ solu economia.

Su primu chi si presentat / Si nominat offisiale, / Fatta’bene o fatta’ male / Basta non chirche’ salariu: / Procuradoreo Notariu, / O camareri o lacaju, / Sia’ murru o sia’ baju, /E’ bonu pro guvernare.

Basta chi preste sa manu / Pro fagher crescher sa rènta,/ Basta’ chi fatta’ cuntenta / Sa buscia de su Segnore; / Chiaggiuet a su fattore / A crobare prontamente, / E s’algunues renitente / Chi l’iscat esecutare.

A boltas, de podattariu, / Guverna’ su cappellanu / Sasbiddas cun una manu / Cun s’attera sa dispensa. / Feuda-tariu, pensa, / Chi sos vassallos non tener / Solu pro cre-scher sos benes, / Solu pro l’iscorzare.

Su patrimoniu, sa vida, / Pro difender, su villanu / Consas armas a sa manu / Chere’ ch’iste’ notte e die; / Giàch’hat a esser gasie, / Proite tantu tributu? / Si non si nd’hathaer fruttu / Es locura su pagare.

Si su Barone non faghet / S’obligassione sua, / Vassallu,de parte tua, / A nudda ses obbligadu; / Sos derettos ch’ha’crobadu / In tantos annos passados, / Sunu dinaris furados/ E ti los deve’ torrare.

Sas rentas servini solu / Pro mantenner cicisbeas, / Procarroas e livreas, / Pro inutiles servissios, / Pro alimentaresos vissios, / Pro giogare a sa bassetta, / E pro poder sabraghetta / Fora de domo isfogare.

Pro poder tenner piattos, / Bindighi e vinti in sa mesa,/ Pro chi potta’ sa marchesa / Sempre andare in portan-tina; / S’iscarpa istrinta, mischina, / La faghet andare atoppu, / Sas pedras punghene troppu / E non pode’camminare.

Pro una littera solu / Su vassallu, poverinu, / Faghe’ diesde caminu / A pe’, senz’esser pagadu, / Mesu iscurzu eisporzadu, / Espostu a dogni inclemenzia; / Eppuru tene’passienzia, / Eppuru deve’cagliare.

Ecco comente s’implea / De su poveru su suore! /Comente, Eternu Segnore, / Suffrides tanta ingiustissia? /Bois, Divina Giustissia, / Remediade sas cosas, / Bois, daispinas, rosas / Solu podides bogare.

O poveros de sas biddas, / Trabagliade, trabagliade / Promantenner in zittade / Tantos caddos de istalla, / A boislassan sa palla, / Issos regoglin su ranu: / E pensan sero emanzanu / Solamente a ingrassare.

Su Segnor Feudatariu / A sas undighi si pesa’: / Da e sulettu a sa mesa, / Da e sa mesa a su giogu: / E pustis, prodisaogu / Andat a cicisbeare; / Giompid’a iscurigare: /Teatru, ballu, allegria.

Cantu differentemente / Su vassallu passa’ s’ora! / In-nantis de s’aurora / Già es bessidu in campagna; / Bentu onie in sa muntagna, / In su paris, sole ardente. / O poverit-tu! Comente / Lu podet agguantare?

Cun su zappu e cun s’aradu / Pelea’ tota sa die; / A orade mesu die / Si ziba’ de solu pane. / Meus paschidu e’ sucane / De su Barone, in zittade, / S’es’ de cudda calidade /Chi in falda solen portare.

Timende chi si reforment / Disordines tantos mannos,/ Cun manios et ingannos / Sas Cortes hana impediu; / Etisperdere han cherfidu / Sos patrizios pius zelantes, / Nendechi fin petulantes / E contra sa Monarchia.

Ai cuddos ch’in favore / De sa patria han peroradu, / Chis’ispada hana ’ogadu / Pro sa causa comune, / O a su tujusa fune / Cherian ponner, meschinos! / O comente a Gia-cobinos / Los cherian massacrare.

Però su Chelu ha’ difesu / Sos bonos visibilmente, /Atterradu ha’ su potente, / Ei s’umile esaltadu. / Deus, chis’es declaradu / Pro custa patria nostra, / De ogn’insidiabostra / Isse nos hat a salvare.

Perfidu Feudatariu! / Pro interesse privadu / Protettoredeclaradu / Ses de su Piemontesu. / Cun issu ti fist’intesu/ Cun meda fazilidade; / Isse pà pada in zittade, / E tue inbidda a porfia.

Fi’ pro sos Piemontesos / Sa Sardigna una cuccagna; /Che in sas Indias d’Ispagna / Issos s’incontrant inoghe; /Nos alzaia’ sa ’oghe / Finzas unu camareri; / O plebeu ocavaglieri, / Si deviat umiliare.

Issos da e custa terra / Ch’hana ’ogadu miliones / Be-nian senza calzones / E si nd’andaian gallonados. / Maich’esserent istados / Chi ch’hana postu su fogu! / Malaitucuddu logu, / Chi creia’ tale zenia!

Issos inoghe incontràna / Vantaggiosos imeneos / Proissos fin sos impleos, / Pro issos fin sos onores, / Sasdignidades mazores / De cheia, toga e ispada: / E a suSardu restàda / Una fune a s’impiccare.

Sos disculos nos mandàna / Pro castigu e curressione, /Cun paga e cun pensione, / Cun impleu e cun patente. / InMoscovia tale zente / Si mandat a sa Siberia, / Pro chimorza’ de miseria, / Però no pro guvernare.

Intantu in s’Isula nostra / Numerosa giuventude / Detalentu e de virtude / Oziosa la lassàna: / E si algunand’impleanàna / Chircaian su pius tontu, / Pro chi lis torrata contu / Cun zente zega a trattare.

Si in impleos subalternos / Algunu Sardu avanzàda / Inregalos no bastàda / Su mesu de su salariu, / Mandare fi’nezessariu / Caddos de casta a Turinu, / E bonas cassas debinu, / Muscadellu e malvasia.

Tirare a su Piemonte / Sa prata nostra e i s’oro / Es desu governu insoro / Massima fundamentale. / Su Regnu,ande’ bene o male, / No lis importa niente, / Antis, creenincumbeniente / Lassarelu prosperare.

S’Isula hat arruinadu / Custa raa de bastardos; / Sospivilegios sardos / Issos nos hana leadu, / Da e sos Archi-vios furadu / Nos hana sa meus peas, / E che iscritturasbeas / L’has hana fatta’ bruiare.

De custu flagellu, in parte, / Deus nos ha’ liberadu; / SosSardos ch’hana ’ogadu / Custu dannosu inimigu; / E tue lises amigu, / O sardu Barone indignu; / E tue ses in s’impi-gnu / De nde lu fagher torrare!

Pro custu, iscaradamente, / Preigas pro Piemonte, /Falzu! Chi portas in fronte / Su marcu de traitore; / Fizastuas tant’honore / Faghent a su furisteri, / Mancari sia’basseri, / Basta chi Sardu no sia’.

S’accas’andas a Turinu, / Inie basare dès / A su Ministrusos pes, / E ater su ..., già m’intendes, / Pro ottenner su chipretendes / Bendes sa patria tua, / E procuras forsi a cua /Sos Sardos iscreditare.

Sa buscia lassas inie, / Et in premiu nde torras / Unarughitta in pettorras, / Unu giae in su traseri; / Pro fagher suquarteri / Sa domo has arruinadu, / E titulu has acchistadu/ De traitore e ispia.

Su Chelu no lassa’ sempre / Sa malissia triunfare; / Sumundu dee’ reformare / Sas cosas ch’andana male; / Susistema feudale / Non pode’ durare meda, / Custu benderpro moneda / Sos Pobulos, dee’ sensare.

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