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T. Franzi, S. Damele, Stai per leggere... © Loescher Editore, 2010 ILIADE - Saper leggere Unità 10 I nostri eroi Saper leggere ILIADE La morte di Patroclo ll riscatto del corpo di Ettore ODISSEA Sul mare in tempesta La maga Circe Odisseo e Penelope ENEIDE L’inganno del cavallo Didone ed Enea Eurialo e Niso

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ILIADE - Saper leggere

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0I nostri eroi

Saper leggere

ILIADE• La morte di Patroclo

• ll riscatto del corpo di Ettore

ODISSEA• Sul mare in tempesta

• La maga Circe

• Odisseo e Penelope

ENEIDE• L’inganno del cavallo

• Didone ed Enea

• Eurialo e Niso ‚

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Patroclo, fraterno amico di Achille, vedendo che i Troiani hanno scavalcatola muraglia eretta a difesa dell’accampamento greco, si presenta piangen-do ad Achille e lo prega di consentirgli di indossare le armi che erano stateforgiate da Efesto su richiesta di Teti, madre di Achille. In questo modo iTroiani, credendo che il Pelìde sia tornato a combattere, si daranno alla fugae il campo greco sarà salvo.Achille acconsente, ma ordina all’amico di limitarsi a cacciare i Troiani. Questi,infatti, alla vista delle armi di Achille si danno alla fuga. Patroclo però li incal-za dimenticando l’ordine di Achille e dà più volte l’assalto alle mura di Troia,protette dal dio Apollo, che prima lo tramortisce con un colpo alla schiena,poi gli fa cadere le armi e gli spezza la spada. Ne approfitta subito Euforbo,un guerriero troiano, per colpire Patroclo con l’asta. A questo punto ancheEttore lo assale e lo uccide.Molto più che dalla mano valorosa di Ettore, Patroclo è ucciso dalle forzedivine e l’impotenza dell’eroe suscita particolare pietà, anche perché mettein luce le qualità di un uomo mite e generoso che si sacrifica per salvare isuoi compagni.

E Patroclo si slanciò sui Troiani meditando rovina1,si slanciò per tre volte, simile ad Ares ardente,

785 paurosamente gridando: tre volte ammazzò nove uomini.Ma quando alla quarta balzò, che un nume2 pareva,allora, Patroclo, apparve la fine della tua vita:Febo3 gli mosse incontro nella mischia selvaggia,tremendo, ed egli non lo vide venire in mezzo al tumulto4;

790 gli venne incontro nascosto di molta nebbia.E dietro gli si fermò, colpì la schiena e le larghe spallecon la mano distesa: a Patroclo girarono gli occhi.E Febo Apollo gli fece cadere l’elmo giù dalla testa:sonò5 rotolando sotto gli zoccoli dei cavalli

795 l’elmo a visiera abbassata, si sporcarono i pennacchidi sangue e polvere: mai prima era stato possibileche il casco chiomato si sporcasse di polvere,ché6 d’un uomo divino la bella fronte e la testaproteggeva, d’Achille: ma allora Zeus lo donò a Ettore,

800 da portare sul capo: e gli era vicina la morte.Tutta in mano di Patroclo si spezzò l’asta ombra lunga, greve7, solida, grossa, armata di punta: e dalle spallecon la sua cinghia di cuoio cadde per terra lo scudo,gli slacciò la corazza il sire8 Apollo, figlio di Zeus.

805 Una vertigine gli tolse la mente, le membra belle si sciolsero,si fermò esterrefatto9: e dietro la schiena con l’asta aguzzain mezzo alle spalle, dappresso10, un eroe dardano11 lo colpì,Èuforbo di Pàntoo che sui coetanei brillavaper l’asta, per i cavalli e per i piedi veloci;

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Omero, Iliade

La morte di Patroclo

UNITÀ 10

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1. meditando rovina: pensan-do di distruggerli.2. nume: dio.3. Febo: luminoso; è uno deipiù usati appellativi di Apol -lo, che personificava la lucesolare.4. tumulto: la rumorosa confu-sione della battaglia.5. sonò: risuonò, rotolando.6. ché: poiché.7. greve: pesante.8. sire: signore.9. le membra... esterrefatto: ilbel corpo perse le forze, si fer-mò meravigliato e stordito.10. dappresso: da vicino.11. dardano: troiano, discen-dente da Dardano, capostipitedei Troiani.

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810 venti guerrieri gettò giù dai cavalliappena giunse col cocchio a imparare la guerra12.Questi per primo a te lanciò l’asta, Patroclo cavaliere,ma non t’uccise, e corse indietro e si mischiò tra la folla,strappata l’asta di faggio: non seppe affrontare

815 Patroclo, benché nudo, nella carneficina.Ma Patroclo, vinto dal colpo del dio e dall’asta,fra i compagni si trasse evitando la Chera13.

Ettore, come vide il magnanimo Patroclotirarsi indietro, ferito dal bronzo puntuto,

820 gli balzò addosso in mezzo alle file, lo colpì d’astaal basso ventre: lo trapassò col bronzo.Rimbombò stramazzando, e straziò il cuore all’esercito acheo.Come quando un leone vince in battaglia un cinghiale indomabile,– essi superbamente han combattuto sui monti

825 per una piccola polla14: volevano bere entrambi –e infine con la sua forza il leone vince l’altro che rantola;così il Menezìade15, che già molti ammazzò,Ettore figlio di Priamo privò della vita con l’asta,e gli disse vantandosi parole fuggenti:

830 «Patroclo, tu speravi d’abbattere la nostra città,e alle donne troiane togliendo libero giorno,condurle sopra le navi alla tua terra patria,stolto! Per esse i veloci cavalli d’Ettoresi tendono sopra i garretti a combattere16: io con l’asta

835 eccello17 fra i Teucri amanti di guerra: e così li difendodal giorno fatale18; ma te qui gli avvoltoi mangeranno.Pazzo! Achille, per forte che sia, non ti potrà proteggere,egli che, forse, restando, a te che partivi raccomandò molte cose:“O Patroclo cavaliere, non mi tornare davanti,

840 alle concave navi, prima che d’Ettore massacratore19

l’insanguinata tunica intorno al petto tu stracci20”.Così, certo, ti disse, stolto, e persuase il tuo cuore».

E tu rispondesti, sfinito, Patroclo cavaliere:«Sì, Ettore, adesso vàntati:

845 a te hanno dato vittoria Zeus Cronìde21 e Apollo, che m’abbatteronofacilmente: essi l’armi dalle spalle mi tolsero.Se anche venti guerrieri come te m’assalivano,tutti perivano qui, vinti dalla mia lancia;me uccise destino fatale e il figliuolo di Latona22;

850 e tra gli uomini Èuforbo: tu m’uccidi per terzo.Altro ti voglio dire e tientelo in mente:davvero tu non andrai molto lontano, ma eccoti s’appressa23 la morte e il destino invincibile:cadrai per mano d’Achille, dell’Eacide24 perfetto».

855 Mentre parlava così la morte l’avvolse,la vita volò via dalle membra e scese nell’Ade25,piangendo il suo destino, lasciando la giovinezza e il vigore.Al morto Ettore luminoso rispose:«Patroclo, perché mi predici abisso di morte?

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12. appena giunse... guerra:quando per la prima volta sitrovò in guerra.13. Chera: una delle dee per-sonificatrici della morte, figliedella Notte.14. polla: pozza d’acqua pres-so la sorgente.15. Menezìade: Patroclo, figliodi Menezio.16. si tendono... a combatte-re: corrono a combattere facen-do forza sui garretti, le partiposteriori delle zampe.17. eccello: mi distinguo.18. giorno fatale: il giorno del-la morte19. Ettore massacratore: ster-minatore. In questo caso l’epi-teto ha un significato positivo,poiché il valore di un guerrierodipende anche dalla sua capa-cità di uccidere il nemico.20. prima che... tu stracci: pri-ma di aver stracciato la tunicainsanguinata intorno al pettodi Ettore massacratore.21. Cronìde: figlio di Crono.22. figliuolo di Latona: Apollo,nato da Zeus e Latona, una divi-nità figlia di due Titani, la pri-ma stirpe divina comparsadopo il Caos.23. ti s’appressa: ti si avvicina.24. Eacide: Achille, discenden-te di Eaco, re di Ftia e padre diPeleo.25. Ade: il regno dei morti.

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860 Chi sa se Achille figlio di Teti26 chioma bellanon mi preceda nel perder la vita, colto dalla mia lancia?»

Dicendo così, l’asta di bronzo dalla feritastrappò, premendo col piede, lo rovesciò supino.Subito con l’asta si gettò su Automedonte27;

865 lo scudiero divino del piede rapido Eacide:bramava colpirlo, ma lo trascinarono via i cavalli veloci28,immortali, che a Peleo diedero i numi, dono stupendo.

(Omero, Iliade, Libro XVI, vv. 783-867, trad. di R. Calzecchi Onesti, Torino, Einaudi, 1990)

26. Teti: la madre di Achille,una delle Nereidi, le ninfe mari-ne.27. Automedonte: il guidatoredel carro di Achille.28. i cavalli veloci: Balio eXanto, i cavalli di Achille. Figlidel vento Zefiro, erano immor-tali e dotati di parola, tanto cheXanto predisse ad Achille l’im-minente morte per mano di unmortale. Peleo, che li avevaavuti da Poseidone come donoper le nozze con Teti, li avevadati al figlio Achille quando erapartito per la guerra di Troia.

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UNITÀ 10 I nostri eroi

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La vicenda1 Perché Patroclo prega Achille di lasciargli indossare le sue armi?

2 Quante volte Patroclo dà l’assalto ai Troiani? Quanti nemici uccide ogni volta?

3 «Tu m’uccidi per terzo» dice Patroclo. A chi si rivolge? Chi l’aveva colpito in precedenza? Completa loschema precisando, nell’ordine, da chi e con che cosa era stato colpito Patroclo e in quale parte delcorpo.

4 Patroclo può essere ucciso solo se privato delle armi che indossa. Esse infatti sono invincibili. CosìApollo spoglia Patroclo di tali armi, una dopo l’altra. Con quale ordine? In quale modo? Completa loschema.

5 Nella parte finale c’è una profezia. Chi la pronuncia? A chi è rivolta? Qual è il suo contenuto?

ANALISI DEL TESTO

Personaggio Tipo di colpo Punto della ferita

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Ordine con cui vengono tolte Modo con cui vengono toltele armi a Patroclo

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I personaggi

6 Nei primi versi Patroclo viene paragonato per ben due volte agli dèi. Con quali parole?

7 Nel combattimento tra Ettore e Patroclo c’è una similitudine, ossia un’immagine che, attraverso lasomiglianza con la situazione presente, la descrive in modo più efficace. Individuala e metti in evi-denza nello schema le somiglianze. L’esercizio è avviato.

8 Nel testo sono presenti diversi epiteti e alcuni patronimici. Individuali e riportali, precisando a chi oa che cosa si riferiscono.

Epiteti A chi o a che cosa si riferiscono

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Patronimici Personaggio a cui si riferiscono

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Riassumere e commentare un testo9 Come giudichi il comportamento e le parole di Ettore nei confronti di Patroclo? E nelle parole che

Patroclo rivolge a Ettore quali sentimenti, secondo te, prevalgono? Riassumi e commenta l’episodio.

Descrivere personaggi10 Traccia il ritratto di Patroclo utilizzando le informazioni contenute nel testo e nella presentazione.

PRODUZIONE SCRITTA

Primo personaggio Motivo della lotta Secondo personaggioe caratteristiche e caratteristiche

Ettore: leone forte Contesa per l’acqua .....................................................................................

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ILIADE - Saper leggere

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Dopo il duello contro Ettore, Achille torna al campo acheo dove partecipa aifunerali di Patroclo. Qui riceve la visita della madre Teti, che gli consiglia direstituire il corpo dell’eroe troiano al padre Priamo. Nel frattempo gli dèi, indi-gnati per gli sfregi inferti da Achille al cadavere di Ettore, inviano al re troia-no il dio Ermes, affinché lo accompagni al campo acheo per riscattare il cor-po del figlio. L’incontro tra Achille e Priamo è connotato da un forte sentimentodi pietà: Priamo commuove Achille con parole che fanno leva sul suo affet-to filiale nei confronti del padre Peleo; l’eroe greco consola il vecchio sovra-no con il racconto del mito delle due giare, che esemplifica il destino, mistodi sventure e di gioia, che rende simili i mortali. Essi piangono insieme, e il loro pianto, benché abbia origini diverse, rivelache l’animo umano soffre dei medesimi dolori ed è capace dei medesimisentimenti. L’episodio della restituzione del corpo di Ettore, posto nell’ulti-mo libro dell’Iliade, bilancia la furia bellica dei canti precedenti con una notadi umana compassione. Priamo, benché provato dal dolore e dalla sventu-ra, ci appare fiero e coraggioso, Achille mostra una pietà e un’umanità inso-spettabili, offrendo di sé un’immagine assai diversa da quella conosciuta,cioè di un eroe che agisce nell’impeto dell’impulso improvviso.

Il grande Priamo entrò non visto1, ed avvicinatosiabbracciò le ginocchia di Achille, baciò le sue manitremende, omicide, che a lui tanti figli avevano ucciso.

480 Come quando grave follia colpisce un uomo, che al suo paese uccide qualcuno ed emigra in terra straniera,in casa d’un ricco, e chi lo vede prova stupore,così Achille ebbe un sussulto, quando vide Priamo simile a un dio2;anche gli altri3 stupirono, si guardarono tra loro.

485 Priamo, in atto di supplice4, gli rivolse questo discorso: «Ricordati del padre tuo, Achille pari agli dèi,come me avanti negli anni, sulla soglia triste della vecchiaia:forse anche a lui danno guai i popoli intornoaccerchiandolo, e non c’è nessuno a stornare5 da lui la rovina.

490 Eppure tuo padre, sapendo che tu sei vivo,gioisce nell’animo suo, e spera di giorno in giornodi vedere suo figlio tornare da Troia6;infelice davvero sono io, che nella vasta Troia ho generatofigli meravigliosi, e non me ne resta nessuno.

495 Ne avevo cinquanta, quando arrivarono i figli degli Achei:diciannove m’erano nati tutti da uno stesso ventre,gli altri me li partorivano donne diverse nella mia casa7. Alla maggior parte Ares violento ha fiaccato i ginocchi;e quello che per me era unico, che salvava la città e la gente,

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Omero, Iliade

Il riscatto del corpo di Ettore

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1. entrò non visto: Priamo entradi soppiatto nella tenda diAchille, dove era arrivato attra-versando in segreto il campoacheo con l’aiuto di Ermes.2. Come quando... dio: la simi-litudine esprime la sorpresa diAchille, pari a quella di chi vedeun uomo di illustre casato pro-strarsi a un potente stranieroallo scopo di chiedere protezio-ne per fuggire la responsabili-tà di un atto delittuoso.3. altri: nella tenda di Achille sitrovavano altri compagni.4. supplice: il supplice, chinoa terra, abbracciava le ginoc-chia con la sinistra mentre sol-levava la mano destra ad acca-rezzare il mento.5. stornare: allontanare.6. Eppure... Troia: Priamo ram-menta ad Achille il vecchiopadre nella speranza di susci-tare compassione nel cuoredell’eroe e di disporlo benevol-mente nei suoi confronti.7. Ne avevo cinquanta... casa:Priamo aveva cinquanta figlimaschi, diciannove nati daEcuba (uno stesso ventre) ealtri nati da diverse mogli e con-cubine.

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500 tu proprio adesso l’hai ucciso, mentre combatteva per la patria,Ettore: ora vengo per lui fino alle navi degli Acheia riscattarlo da te, e porto un compenso ricchissimo8.Su, Achille, rispetta gli dèi ed abbi pietà di me,nel ricordo di tuo padre: ancora più degno di pietà sono io,

505 ho sopportato quello che al mondo nessun altro mortale,di portare la mano alla bocca dell’uccisore di mio figlio».Disse così, ed in lui stimolò il desiderio di piangere il padre:allora afferrò la sua mano e scansò dolcemente il vecchio.Immersi entrambi nel ricordo, l’uno per Ettore massacratore9

510 piangeva a dirotto prostrato ai piedi di Achille, mentre Achille piangeva suo padre, ma a trattianche Patroclo: il loro lamento echeggiava per la casa. Ma quando il divino Achille fu sazio di pianto,gli svanì quella voglia dal corpo e dal cuore,

515 s’alzò di scatto dal seggio, sollevò per la mano il vecchio10, mosso a pietà dalla sua testa bianca, dal suo mento bianco,e, articolando la voce, gli diceva parole che volano:«Infelice, molti affanni davvero hai patito in cuor tuo.Come hai osato recarti da solo alle navi degli Achei,

520 al cospetto dell’uomo che numerosi e gagliardi figli t’ha ucciso? Hai un cuore forte come l’acciaio!Ma su, riposati su questo seggio, ed anche se afflitti,lasciamo comunque dormire nel cuore i dolori;dal lamento che ci raggela non viene un guadagno:

525 gli dèi stabilirono questo per gl’infelici mortali, vivere in mezzo agli affanni; loro invece sono sereni11.Due giare sono piantate sulla soglia di Zeus, piene di doniche egli largisce, l’una di mali, l’altra di beni:l’uomo cui dà mescolando Zeus che gode del fulmine,

530 s’imbatte ora in un male, altra volta in un bene; ma colui cui dà soltanto sciagure, lo fa miserabile,una fame tremenda lo spinge su tutta la terra divina,se ne va disprezzato sia dagli uomini che dagli dèi.Così gli dèi anche a Peleo dettero splendidi doni

535 fin dalla nascita: primeggiava fra tutti gli uomini per felicità e ricchezza, regnava sopra i Mirmidoni,e a lui che era un mortale dettero in moglie una dea.Ma il dio anche a lui diede un male, perché mancò in casa suauna discendenza di figli eredi al potere,

540 ma generò un solo figlio destinato a morte precoce; né l’accompagno nella vecchiaia, perché lontano dalla mia patriame ne sto qui a Troia, a te e ai tuoi figli portando sciagura.Sentiamo dire che anche tu, vecchio, eri felice in passato:fra quanti racchiude da un lato Lesbo, terra di Macare12,

545 dall’altro lato la Frigia e l’Ellesponto13 infinito, dicono, vecchio, che tu primeggiassi per ricchezza e per figli.Ma da quando gli dèi ti hanno mandato questa rovinaci sono intorno alla tua città soltanto battaglie e massacri.

(Omero, Iliade, Libro XXIV, vv. 477-548, trad. di G. Cerri, Milano, Rizzoli, 2006)

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8. compenso ricchissimo: nelmondo omerico le questioni dionore hanno sempre un riscon-tro economico.9. massacratore: sterminato-re. In questo caso l’epiteto haun significato positivo, poichéil valore di un guerriero dipen-de anche dalla sua capacità diuccidere10. sollevò... vecchio: Achillenon vuole prolungare l’umilia-zione dell’anziano re.11. Ma su... sereni: ora Achilleconsola Priamo rammentan-dogli che gli uomini sono acco-munati da un medesimo desti-no di sofferenza. Anche ilsuccessivo mito delle due gia-re assume valore consolatorio.Esistono – spiega Achille – duecategorie di uomini: alla primaZeus invia gioie e dolori, allaseconda solo dolori. Chi ricevegioie e dolori, come Peleo ecome Priamo, può comunqueconsiderarsi fortunato rispet-to ai reietti che, colpiti unica-mente dalla sventura, vaganosulla terra senza trovare pace.12. Lesbo, terra di Macare:Lesbo è un’isola situata vicinoalle coste dell’Asia Minore;Macare ne era il leggendario re.13. Frigia... Ellesponto: la Frigiaè la regione dell’Asia Minore incui si trovava Troia; l’Ellespontoè l’odierno stretto dei Dar -danelli.

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La vicenda1 Perché Priamo si reca da Achille?

2 Su quale sentimento fa leva per commuovere l’eroe greco?Sulla paura di una punizione divina.Sull’amore filiale per il padre Peleo e sulla pietà.Sull’ambizione, promettendogli una delle sue figlie in sposa.

3 Evidenzia nel testo la similitudine con cui viene descritta l’apparizione di Priamo nella tenda di Achillee spiegala brevemente.

4 Per commuovere Achille, Priamo paragona se stesso a Peleo: quali sono le somiglianze tra i duesovrani? Quale la differenza? L’esercizio è avviato.

Somiglianze:

a. ...............................................................................................................................................................................................................................................................

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b. Anche Peleo, come Priamo, è solo ed esposto alle insidie dei vicini minacciosi, perché Achille èlontano.

Differenza:

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5 All’interno del discorso di Priamo è presente un breve riferimento alla sua vita passata: individualoed esponi sinteticamente il contenuto.

6 Perché Achille racconta il mito delle due giare? Spiega anche il significato del mito.

7 Secondo Achille, tra Priamo e Peleo non c’è nessuna differenza: che cosa rende simili i due re?

I personaggi

8 Definisci sinteticamente lo stato d’animo di Achille nei momenti corrispondenti ai versi indicati: vv.480-483, 507-512, 513-548.

9 Achille elogia il coraggio di Priamo attraverso una similitudine. Evidenziala nel testo e spiegala.

10 Priamo si prostra ai piedi di Achille in atteggiamento di supplice: secondo te, questo gesto sminui-sce la dignità del re oppure no? Motiva la tua risposta.

Descrivere personaggi11 Tra le caratteristiche di Achille vi è l’impulsività: ricordi in quale altra circostanza tale impulsività emer-

ge chiaramente? Riferisci brevemente l’episodio.

ANALISI DEL TESTO

ABC

PRODUZIONE SCRITTA

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ODISSEA - Saper leggere

La ninfa Calipso ha ricevuto da Zeus l’ordine di lasciare andare Odisseo, affin-ché possa tornare in patria. L’eroe infatti era rimasto sull’isola di Ogigia conCalipso per sette anni. Adesso è libero di partire e, dopo aver costruito una robu-sta zattera, salpa e inizia il viaggio di ritorno verso la sua terra.Ma, dopo diciassette giorni di navigazione, Poseidone, dio del mare, scatenacontro l’eroe, che gli ha accecato il figlio Polifemo, una furiosa tempesta.Per Omero, lo scatenarsi della tempesta è lo scatenarsi della furia divina, e l’iradi Poseidone è quella del dio contro l’uomo, di fronte alla quale l’eroe è impo-tente.

262 Era già il quarto giorno e tutto egli aveva finito:al quinto la chiara Calipso lo fece partire dall’isola,dopo averlo coperto di vesti odorose e lavato.[...]Diciassette giorni navigò, traversandolo, il mare,al diciottesimo apparvero i monti ombrosi

280 della terra dei Feàci1, la parte a lui più vicina:sembrava come uno scudo nel fosco mare.

Ed ecco tornando dagli Etiopi2, lo Scuotiterra3 possenteda lontano lo vide, dai monti dei Solimi4, gli apparvementre navigava sul mare. Di più si sdegnò nel suo cuore,

285 e scuotendo la testa parlò rivolto al suo animo5:«Che malanno! Gli dèi hanno dunque deciso altrimenti

di Odisseo, mentre ero presso gli Etiopi:è già vicino alla terra dei Feàci, dove è destinoche sfugga alla massa di guai che l’incalzano.

290 Ma penso di ricacciarlo a fondo nella sventura6».Detto così, spinse insieme le nuvole, agitò il mare,

levando con le mani il tridente7: aizzò tutti i turbinid’ogni sorta di venti8, con le nubi ravvolsee terra e mare. Dal cielo era sorta la notte.

295 Euro, Noto, Zefiro violento, Borea9 nato dall’etere10

s’avventarono insieme, voltolando gran flutto11.Allora si sciolsero a Odisseo le ginocchia e il cuore12,e angosciato disse al suo cuore magnanimo13:

«Povero me, alla fine che mi accadrà?300 Temo che la dea14 m’abbia detto la verità,

dicendomi che avrei colmato sul mare le mie sofferenze15

prima di giungere in patria; e ora tutto si compie.Di che nuvole Zeus riempie fino all’orloil vasto cielo: il mare ha sconvolto, incalzano raffiche

305 di venti diversi16. La ripida morte17 per me ora è certa.Tre e quattro volte beati i Danai18 che morirono alloranella vasta terra di Troia, arrecando gioia agli Atridi19.

Omero, Odissea

Sul mare in tempesta

1. terra dei Feàci: l’isola diScheria (forse l’attuale Corfù).2. Etiopi: popolazione neradell’Africa.3. Scuotiterra: scuotitore del-la Terra, Poseidone.4. Solimi: popolo della Licia, inAsia Minore.5. parlò rivolto al suo animo:parlò tra sé e sé.6. ricacciarlo... sventura: di far-gli sopportare una grandequantità di mali.7. tridente: asta con tre denti,con cui Poseidone comandaalle onde e provoca le tempe-ste.8. aizzò... venti: scatenò i ven-ti.9. Euro,... Borea: venti.10. etere: la parte più alta delcielo, dimora degli dèi.11. voltolando gran flutto: pro-vocando grandi onde.12. si sciolsero... cuore: Odis -seo si sentì mancare le forze eil coraggio.13. magnanimo: nobile e gene-roso.14. la dea: Calipso.15. avrei colmato... sofferen-ze: avrei raggiunto il culminedelle sofferenze sul mare.16. incalzano... diversi: violen-ti colpi di venti diversi si susse-guono.17. ripida morte: la morte chefa precipitare nell’Ol tre tomba.18. Danai: Greci.19. Atridi: Agamennone e Me -nelao, figli di Atreo.

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Così fossi morto io pure e avessi subito il destino,il giorno che mi scagliarono in folla i Troiani

310 aste di bronzo20 intorno al Pelide21 morto.Avrei avuto onori funebri e dagli Achei la fama:ora mi tocca esser preda d’una misera morte».

Mentre così diceva, l’investì un gran flutto22, dall’alto,con impeto terrificante e fece ruotare la zattera.

315 Lontano dalla zattera cadde, dalle manilasciò andare il timone: l’albero glielo ruppe a metàun turbine di venti diversi sopraggiunto terribile,vela e antenna23 caddero in mare, lontano.A lungo lo tenne sommerso; non poté

320 riemergere presto, per la furia del grande maroso24:lo appesantivano i panni che gli diede la chiara Calipso.Finalmente riemerse, dalla bocca sputò l’acre acquasalata che copiosa25 gli grondava dal capo.Ma neppure così, benché affranto, dimenticò la sua barca

325 slanciandosi tra i flutti la prese,in mezzo vi si sedette, evitando la fine e la morte.Un grande maroso la portava con la corrente qua e là. Come quando per la pianura Borea d’autunno trascinai cardi26, ed essi si tengono stretti ammucchiati,

330 così la portavano i venti sul mare qua e là:ora Noto gettava la barca a Borea, che la spingesse,ora Euro l’abbandonava a Zefiro, che l’inseguisse.

Omero, Odissea, Libro V, vv. 262-264, 278-332, trad. di G. A. Privitera, Fondazione Lorenzo Valla, Milano, Mondadori, 1981)

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UNITÀ 10 I nostri eroi

T. Franzi, S. Damele, Stai per leggere... © Loescher Editore, 2010

20. il giorno che... aste di bron-zo: il giorno che i Troiani mi sca-gliarono addosso molte aste.21. Pelide: Achille, figlio diPeleo.22. flutto: onda.23. antenna: l’albero chesostiene la vela.24. grande maroso: onda gi -gantesca.25. copiosa: abbondante.26. Come quando... cardi:come quando d’autunno laBorea (vento del Nord) trasci-na i cardi (piante erbacee) perla pianura.

La vicenda1 Ricostruisci il viaggio di Odisseo ordinando cronologicamente le situazioni che vengono presentate

in modo disordinato.

........... Odisseo, colpito da un’enorme onda mentre si trova sulla zattera, viene gettato in mare e finiscesott’acqua.

........... Poseidone scatena una tempesta furiosa.

........... Odisseo, dopo diciassette giorni di navigazione tranquilla, avvista la terra dei Feàci.

........... L’albero della zattera si rompe.

........... Poseidone, vedendo Odisseo che naviga, si adira tremendamente e pensa di farlo soffrire.

........... Odisseo, travolto dalla tempesta, pensa alla sua triste sorte, ricorda i Greci caduti combattendoe si rammarica di non essere morto con loro.

........... Odisseo parte dall’isola.

2 Di quale strumento si serve Poseidone per scatenare la tempesta?

3 Quali sono gli elementi della natura che Poseidone mette in azione in cielo e in mare?

ANALISI DEL TESTO

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I personaggi

4 Quali tra i seguenti sentimenti prova Ulisse allo scatenarsi della tempesta?Sgomento. Terrore.Stupore. Angoscia.Sconforto. Tranquillità.

5 Come reagisce in seguito?Si lascia abbattere dallo sconforto.Compie alcuni gesti sconsiderati e poco efficaci.Affronta la nuova avventura con intelligenza e determinazione.

Conoscere e usare la lingua

6 Ricerca, trascrivi e spiega, con un sinonimo o con un’espressione che abbia lo stesso significato, gliaggettivi che accompagnano i seguenti nomi nei versi indicati.

7 Ricerca e sottolinea le parole, le espressioni, le frasi e i versi che mettono in evidenza la furia dellanatura (cielo e mare) durante la tempesta.

8 Nel testo compaiono due similitudini; individuale e riportane gli elementi essenziali.Ulisse vorrebbe essere mortocome...Un gran maroso... come...

Fare la parafrasi9 Fai la parafrasi dei versi in cui viene descritta la tempesta (vv. 291-296).

Riscrivere un testo10 Riporta in forma indiretta le parole che Poseidone e Odisseo rivolgono a se stessi in forma diretta.

PRODUZIONE SCRITTA

A

F

ABC

Aggettivi Significato

v. 279: monti ........................................................................................ ..............................................................................................................

v. 281: mare ........................................................................................ ..............................................................................................................

v. 282: Scuotiterra ........................................................................................ ..............................................................................................................

v. 295: Zefiro ........................................................................................ ..............................................................................................................

v. 306: Danai ........................................................................................ ..............................................................................................................

v. 312: morte ........................................................................................ ..............................................................................................................

v. 314: impeto ........................................................................................ ..............................................................................................................

v. 322: acqua ........................................................................................ ..............................................................................................................

DE

CB

11 T. Franzi, S. Damele, Stai per leggere... © Loescher Editore, 2010

ODISSEA - Saper leggere

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UNITÀ 10

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Ospite dei Feaci, Odisseo prosegue il racconto del suo viaggio descrivendoai suoi ascoltatori l’incontro con Circe, la dea-maga che abita l’isola di Eea.Dopo due giorni di riposo nel porto, gli Achei si dividono in due gruppi edestraggono a sorte chi dovrà intraprendere la ricognizione del luogo. Toccaalla squadra guidata da Euriloco, che con gli altri compagni si addentra inuna profonda valle dove incontrano l’avvenente dea che li attira con l’astu-zia e li trasforma in porci.

210 Nella vallata trovarono1 le case di Circe costruitecon pietre squadrate, in un luogo protetto2:c’erano intorno lupi montani e leoniche ella aveva stregato, dandogli filtri maligni3. Essi non assalirono gli uomini, ma

215 agitando le lunghe code si alzarono.Come quando i cani scodinzolano al padrone che tornada un pranzo, perché porta ogni volta dei buoni bocconi;così i lupi dalle forti unghie e i leoni scodinzolavanoad essi4: temettero, quando videro le orribili fiere.

220 Si fermarono davanti alle porte della dea dai bei riccioli,sentivano Circe5 che dentro con voce bella cantava,intenta a un ordito6 grande, immortale, come le deesanno farli, sottili e pieni di grazia e di luce.E cominciò fra essi a parlare Polite, capo di forti,

225 che mi era tra i compagni il più caro e fidato:«O cari, qui dentro, intenta a un grande ordito,canta in modo perfetto – ne risuona tutta la casa –una dea o una donna7: su presto, gridiamo».Disse così, ed essi con grida chiamarono.

230 Lei subito uscita aprì le porte lucentie li invitò: la seguirono tutti senza sospetto.Indietro restò Euriloco: pensò che fosse una trappola.Li guidò e fece sedere sulle sedie e sui troni:formaggio, farina d’orzo e pallido miele mischiò

235 ad essi col vino di Pramno8; funesti farmaci9

mischiò nel cibo, perché obliassero10 del tutto la patria. Dopoché glielo diede e lo bevvero, li toccò subitocon una bacchetta11 e li rinserrò nei porcili.Dei porci essi avevano il corpo: voci e setole

240 e aspetto. Ma come in passato la mente era salda12.Così essi furono chiusi, piangenti, e Circegli gettò da mangiare le ghiande di leccio, di querciae corniolo, che mangiano sempre i maiali stesi per terra.Euriloco in fretta tornò alla nera nave veloce

245 per dire la nuova degli altri compagni e il loro amaro destino.

Omero, Odissea

La maga Circe1. trovarono: il soggetto è ilgruppo di compagni guidati daEuriloco, cui era toccata in sor-te l’esplorazione dell’isola. Lavoce narrante appartiene aOdisseo, ospite presso la cor-te dei Feaci.2. Nella vallata... protetto: ladimora isolata nel bosco carat-terizza le maghe e le streghedella tradizione popolare.3. filtri maligni: pozioni magi-che. Secondo alcuni, si tratta-va di uomini trasformati in bel-ve; secondo altri, erano animalicui Circe aveva modificato lanatura aggressiva.4. essi: Euriloco e i suoi com-pagni.5. Circe: figlia del Sole e dellaninfa Perse, era una maga daigrandi poteri. 6. ordito: è l’insieme dei fili tira-ti verticalmente sul telaio che,intrecciandosi con i fili orizzon-tali (la trama), formano il tes-suto. Qui è da intendersi, però,come l’intero tessuto cui stavalavorando la dea.7. canta... donna: il suo canto«perfetto» aveva il potere diammaliare e di placare le pau-re.8. Pramno: località che dove-va essere famosa per la pro-duzione di vino, ma che attual-mente non è più possibileidentificare. L’impasto di for-maggio, farina, miele e vino eradetto “ciceone” e costituiva unalimento di grande valore ener-getico.9. funesti farmaci: filtri magi-ci dagli effetti dannosi.10. obliassero: dimenticasse-ro.11. bacchetta: la bacchettamagica, come la dimora isola-ta nel bosco, rientra nella carat-terizzazione tradizionale epopolare delle maghe.12. Ma... salda: i compagni diOdisseo hanno dimenticato ilpassato, ma conservano sen-sibilità e pensieri umani, nono-stante l’aspetto animale, il cherende il sortilegio ancora piùcrudele.

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ODISSEA - Saper leggere

Ma non riusciva a dire parola, per quanto volesse,colpito nel cuore da grande dolore: i suoi occhierano pieni di lacrime, l’animo aveva voglia di pianto.

Vinto dalle insistenze dei compagni, Euriloco riesce infine a raccontare l’ac-caduto provocando l’immediata reazione di Odisseo che, afferrate le armi,si precipita verso la dimora di Circe. Sulla strada incontra Ermes, che lo met-te in guardia dagli incantesimi della maga offrendogli anche un’erba magi-ca grazie alla quale, assicura il dio, Odisseo potrà bere senza pericolo lapozione della dea. Ermes conclude le sue raccomandazioni rivelando aOdisseo la formula sacra del giuramento che dovrà imporre a Circe al fine direnderla inoffensiva per sé e per i suoi compagni.

[...] Ed io mi diressi alla casadi Circe: andavo e il mio cuore era molto agitato.

310 Mi fermai davanti alle porte della dea dai bei riccioli fermatomi lì, gridai: la dea sentì la mia vocee subito uscita aprì le porte lucenti.Mi invitò: la seguii col cuore angosciato.Mi guidò e fece sedere su un trono con borchie d’argento,

315 bello, lavorato: c’era sotto uno sgabello pei piedi.In un vaso d’oro mi preparò un beverone, perché lo bevessi:un farmaco ci mise dentro, meditando sventure nell’animo.Poi me lo diede e lo bevvi, ma non mi stregò;mi colpi con la verga13, mi rivolse la parola, mi disse:

320 «Va’ ora al porcile, stenditi con gli altri compagni».Disse così; io, tratta l’aguzza lama14 lungo la coscia,assalii Circe, come fossi bramoso d’ucciderla.Lei con un urlo corse, m’afferrò le ginocchia15

e piangendo mi rivolse alate parole:325 «Chi sei, di che stirpe? dove hai città e genitori?

Mi stupisce che bevuti i miei farmaci non fosti stregato.Nessun altro sopportò questi farmaci,chi li bevve, appena varcarono il recinto dei denti16:una mente che vince gli inganni hai nel petto.

330 Certo Odisseo tu sei, il multiforme, che semprel’Arghifonte17 dall’aurea verga18 mi diceva sarebbe arrivato,venendo da Troia con la nera nave veloce.Ma orsù, riponi la lama nel fodero, e tutti e duesaliamo sul letto, perché congiunti

335 nel letto e in amore ci si possa l’un l’altro fidare19». (Omero, Odissea, Libro X, vv. 210-248, 308-335, trad. di G. A. Privitera,

Fondazione Lorenzo Valla, Milano, Mondadori, 1981)

13. verga: la bacchetta magi-ca.14. aguzza lama: la spada15. m’afferrò le ginocchia: erail gesto rituale della supplica.16. appena... denti: appena liebbero messi in bocca.17. Arghifonte: epiteto riferitoa Ermes. Significa “uccisore diArgo”, il mostruoso cane daicento occhi vinto dal dio.18. aurea verga: il bastoned’oro, detto “caduceo”, attribu-to distintivo del dio Ermes.Talvolta il bastone veniva rap-presentato con due serpentiattorcigliati.19. perché... fidare: Ermes ave-va avvisato Odisseo che Circeavrebbe cercato di sedurlo persottoporlo a un incantesimo.

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UNITÀ 10 I nostri eroi

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La vicenda1 A chi viene affidato il compito di esplorare l’isola Eèa?

2 Quale stranezza notano gli uomini appena giunti nei pressi del palazzo di Circe?

3 In che modo Odisseo viene a conoscenza della sventura toccata ai compagni?

4 L’eroe viene aiutato da una divinità. Indicane il nome e spiega in che cosa consiste tale aiuto.

5 Nell’episodio è presente il tema della magia. Indica: le magie compiute da Circe; gli strumenti e learti che adopera.

6 L’incantesimo subito dai compagni di Odisseo è particolarmente crudele: perché? Per rispondere fairiferimento, in particolare, ai versi 239-240.

I personaggi

7 Evidenzia di Circe sia la natura di strega cattiva sia quella di pericolosa seduttrice di uomini.

8 Come reagisce Odisseo quando Circe lo colpisce con la verga? Quale caratteristica emerge dal suocomportamento?

9 A differenza dei protagonisti dell’Iliade, Odisseo esprime anche il comune sentimento della paura.Secondo te, questo aspetto emerge anche dall’episodio di Circe?

10 «Chi sei, di che stirpe? dove hai città e genitori?» Rispondi tu al posto dell’eroe.

Conoscere e usare la lingua

11 A chi appartiene la voce narrante?

12 Individua la similitudine presente nel brano indicandone i versi e riportandone le parti essenziali.L’esercizio è avviato.

Come quando i cani ................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................

Così .........................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................

Versi: ......................................................................................................................................................................................................................................................

13 Quali epiteti vengono riferiti, rispettivamente, a Circe e a Ermes?

Scrivere un testo14 Circe si serve della bacchetta magica per compiere i suoi sortilegi. Se tu ne possedessi una, che cosa

faresti?

ANALISI DEL TESTO

PRODUZIONE SCRITTA

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15 T. Franzi, S. Damele, Stai per leggere... © Loescher Editore, 2010

ODISSEA - Saper leggere

Dopo la stage dei Proci e delle ancelle, Penelope vuole essere certa che lostraniero sia veramente il suo sposo, tornato a Itaca dopo lunghi anni diassenza. Temendo una delusione, la regina osserva nei confronti dell’uomoun comportamento freddo e distaccato, nell’attesa che egli renda palese lasua identità, perciò gli spiega che sono necessari dei segni che la convinca-no e lo sottopone alla prova definitiva: riconoscere il segreto del talamonuziale. L’eroe si sdegna ma accetta e spiega le ragioni che rendono parti-colare il letto che egli stesso ha costruito. Il riconoscimento del segreto èl’ideale conclusione del poema. La donna, stremata da tanti anni di attesae di sofferenze, è la protagonista dell’episodio, nel quale dimostra la suaintelligenza e la solidità del suo amore coniugale.

Dal bagno uscì simile agli immortali d’aspetto1;e di nuovo sedeva sul seggio da cui s’era alzato,

165 in faccia alla sua donna, e le disse parola:«Misera2, fra le donne a te in grado sommofecero duro il cuore gli dèi che han le case d’Olimpo;nessuna donna con cuore tanto ostinatose ne starebbe lontana dall’uomo, che dopo tanto soffrire,

170 tornasse al ventesimo anno nella terra dei padri.Ma via, nutrice, stendimi3 il letto; anche solopotrò dormire: costei ha un cuore di ferro nel petto».

E a lui parlò la prudente Penelope:«Misero, no, non son superba, non ti disprezzo,

175 non stupisco neppure: so assai bene com’eripartendo da Itaca sulla nave lunghi remi.Sì, il suo morbido letto stendigli, Eurìclea,fuori dalla solida stanza, quello che fabbricò di sua mano4;qui stendetegli il morbido letto, e sopra gettate il trapunto,

180 e pelli di pecora e manti e drappi splendenti».Così parlava, provando lo sposo; ed ecco Odisseo

sdegnato si volse alla sua donna fedele:«O donna, davvero è penosa questa parola che hai detto!Chi l’ha spostato il mio letto? sarebbe stato difficile

185 anche a un esperto, a meno che un dio venisse in persona,e, facilmente, volendo, lo cambiasse di luogo.Tra gli uomini, no, nessun vivente, neanche in pieno vigore,senza fatica lo sposterebbe, perché c’è un grande segretonel letto ben fatto, che io fabbricai, e nessun altro.

190 C’era un tronco ricche fronde, d’olivo, dentro il cortile,florido, rigoglioso; era grosso come colonna:intorno a questo murai la stanza, finché la finii,con fitte pietre, e di sopra la copersi per bene,robuste porte ci misi, saldamente commesse5

195 E poi troncai la chioma dell’olivo fronzuto,

Omero, Odissea

Odisseo e Penelope

1. simile... d’aspetto: Odisseo,dopo essere stato lavato dal-l’ancella Eurinome, ha indos-sato abiti regali che gli confe-riscono un’aria più simile aquella di un dio che a quella diun comune mortale.2. Misera: Odisseo è delusoperché Penelope ha verso dilui un atteggiamento distacca-to, benché egli si manifesti nel-la sua regalità.3. stendimi: preparami.4. quello... sua mano: Penelopemette alla prova Odisseo, chie-dendo alla nutrice di spostareil letto che egli aveva costrui-to, ma sarebbe stata un’impre-sa impossibile, poiché la stan-za era stata costruita daOdisseo intorno al letto inta-gliato in un tronco d’ulivo equindi inamovibile.5. saldamente commesse: soli-de, fatte di legni ben uniti traloro.

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e il fusto sul piede sgrossai, lo squadrai con il bronzo6

bene e con arte, lo feci dritto a livella7,ne lavorai un sostegno e tutto lo trivellai con il trapano.Così, cominciando da questo, polivo il letto8, finché lo finii,

200 ornandolo d’oro, d’argento e d’avorio.Per ultimo tirai le corregge9 di cuoio, splendenti di porpora.Ecco, questo segreto ti ho detto: e non so,donna, se è ancora intatto il mio letto, o se ormaiqualcuno l’ha mosso, tagliando di sotto il piede d’olivo».

205 Così parlò, e a lei di colpo si sciolsero le ginocchia ed il cuore10, perché conobbe il segno sicuro che Odisseo le diceva;e piangendo corse a lui, dritta, le bracciagettò intorno al collo a Odisseo, gli baciò il capo e diceva:«Non t’adirare, Odisseo, con me, tu che in tutto

210 sei il più saggio degli uomini; i numi ci davano il pianto,i numi, invidiosi che uniti godessimola giovinezza e alla soglia di vecchiezza venissimo.Così ora non t’adirare con me, non sdegnarti di questo,che subito non t’ho abbracciato, come t’ho visto.

215 Sempre l’animo dentro il mio petto tremavache qualcuno venisse a ingannarmi con chiacchiere:perché molti mirano a turpi guadagni11.[...]

225 Ma ora il segno certo m’hai dettodel nostro letto, che nessuno ha veduto,ma, soli, tu ed io, e un’unica ancella,Attoride, che il padre mi donò, quando venni,quella che ci chiudeva le porte della solida stanza;

230 e il cuore m’hai persuaso, ch’è pur tanto ostinato».Così disse, e a lui venne più grande la voglia del pianto;

piangeva, tenendosi stretta la sposa dolce al cuore, fedele.Come bramata12 la terra ai naufraghi appare,a cui Poseidone la ben fatta nave nel mare

235 ha spezzato, travolta dal vento e dalle grandi onde;pochi si salvano dal bianco mare sopra la spiaggianuotando, grossa salsedine incrosta la pelle;bramosi risalgono a terra, fuggendo la morte;così bramato era per lei lo sposo a guardarlo,

240 dal collo non gli staccava le candide braccia.Omero, Odissea, Libro XXIII, vv. 163-218, 225-240,trad. di R. Calzecchi Onesti, Torino, Einaudi, 1963

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6. con il bronzo: con l’ascia dibronzo.7. a livella: in modo da ricava-re forme regolari, ben diritte.8. polivo il letto: piallavo.Odisseo spiega come ha levi-gato l’intelaiatura del letto.9. corregge: cinghie.10. si sciolsero... il cuore: èun’espressione formulare cherimarca l’emozione di Penelopequando capisce di trovarsi difronte a Odisseo.11. molti... turpi guadagni:Penelope spiega che la suariservatezza era motivata, pri-ma del riconoscimento diOdisseo, dal timore di essereingannata da persone infide.12. bramata: intensamentedesiderata.

UNITÀ 10 I nostri eroi

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ODISSEA - Saper leggere

La vicenda1 L’episodio si può dividere in tre nuclei fondamentali. Riconoscili nel testo e attribuisci a ciascuno il

titolo adatto, scegliendolo tra quelli qui di seguito elencati alla rinfusa.a. Penelope, ormai sicura dell’identità di Odisseo, lo abbraccia e gli spiega le ragioni dei suoi dubbi.b. Odisseo, vestito di abiti regali, si prepara a incontrare Penelope, ma si risente per la freddezza del-

la moglie.c. Penelope mette alla prova Odisseo per essere certa della sua identità e ordina a Euriclea di prepa-

rargli un letto fuori dalla stanza.

2 Quale accusa muove Odisseo a Penelope? Individua i versi corrispondenti, poi spiegali con paroletue.

3 Qual è il segno che Penelope chiede a Odisseo per essere certa della sua identità?

4 Come spiega, Penelope, le ragioni che l’hanno spinta a questa ulteriore prova di riconoscimento?

5 Penelope chiama in causa gli dèi: in quale circostanza? Di che cosa li accusa?

6 Come si conclude il brano? Che cosa ritrovano reciprocamente i due sposi?

I personaggi

7 Quali sono i due sentimenti principali che animano Penelope?

8 Con quali aggettivi Omero definisce Penelope? Rintracciali nel testo e trascrivili.

9 Odisseo, l’eroe astuto e il guerriero impavido e tenace, è messo alla prova dalla moglie. Come rea-gisce a questo “esame”?

È lieto di poter fornire un’altra prova alla moglie incredula.Non si offende perché riconosce a Penelope il gusto dell’ironia.È sdegnato dalle parole di Penelope ma accetta la prova.

10 Quale inatteso aspetto del carattere di Odisseo emerge dall’episodio che hai letto? In quale modoreagisce alle parole di Penelope che gli dichiara di riconoscerlo come il suo sposo?

Conoscere e usare la lingua

11 Il brano si conclude con una similitudine. Segnala sul testo e spiegane in sintesi il significato.

12 Per quale motivo, secondo te, la similitudine si trova in questa particolare posizione del poema?Perché rafforza il senso di pace che ritrovano i due sposi dopo le avventure che li hanno travolti.Perché conferisce all’episodio un tono di notevole eleganza stilistica.Perché Omero, presumibilmente, solo in quel momento ha avuto l’ispirazione.

13 L’espressione «cuore di ferro» al v. 172 è una metafora. Prova a trasformarla in una similitudine.

Scrivere un testo14 Immagina di raccontare a un amico le vicende e i personaggi dell’Odissea che ti hanno particolarmen-

te colpito.

PRODUZIONE SCRITTA

ABC

ABC

ANALISI DEL TESTO

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UNITÀ 10

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Dopo la distruzione di Troia per opera dei Greci, Enea, insieme con i Troianiscampati all’eccidio, erra per sette anni attraverso i mari alla ricerca dell’Italia,la nuova patria promessagli dal Fato, e infine, sospinto da una furiosa tem-pesta, approda sulle coste dell’Africa non lontano dalla città di Cartagine.Qui la regina Didone lo accoglie e, al termine di un banchetto allestito in suoonore, lo prega di narrarle la caduta della città di Troia.È questo dunque l’episodio in cui Virgilio racconta dell’inganno del cavallodi legno, più volte accennato nell’Odissea.

20 I capi greci,prostrati1 dalla guerra e respinti dai Fati2,dopo tanti e tanti anni, con l’aiuto di Pallade3

fabbricano un cavallo simile a una montagna,ne connettono4 i fianchi di tavole d’abete,

25 fingendo che sia un voto5 (così si dice in giro)per un felice ritorno. Di nascosto, nel fiancooscuro6 del cavallo fanno entrare sceltissimiguerrieri, tratti a sorte, riempiendo di una squadrain armi la profonda cavità del suo ventre.

30 Proprio di fronte a Troia sorge Tenedo, un’isolamolto nota, ricchissima finché il regno di Priamofu saldo, adesso semplice approdo malsicuro:i Greci sbarcano là, celandosi nel lidodeserto7. Noi pensammo che fossero andati via

35 salpando verso Micene8 col favore del vento.E subito tutta la Troade9 esce dal lungo lutto.Spalanchiamo le porte: come ci piace andareliberi ovunque e vedere gli accampamenti dorici10,la pianura deserta, la spiaggia abbandonata!

40 «C’erano i Dolopi11 qui, il terribile Achillesi accampava laggiù, qui tiravano a seccole navi, e là sotto venivano a combattere».Alcuni stupefatti osservavano il fataleregalo della vergine Minerva ed ammirano

45 la mole del cavallo; Timete12 per primoci esorta a condurlo entro le mura e a porlosull’alto della rocca13, sia per tradirci, siaperché le sorti di Troia volevano così.Invece Capi14 ed altri con più accorto giudizio

50 chiedono che quel dono insidioso dei Grecisia gettato nel mare od arso, e che i suoi fianchisiano squarciati e il suo ventre sondato in profondità.La folla si divide tra i due opposti pareri.

Allora, accompagnato da gran gente, furioso,

Virgilio, Eneide

L’inganno del cavallo

1. prostrati: sfiniti.2. respinti dai Fati: impediti daldestino.3. Pallade: Minerva, dea dellasaggezza, a cui viene attribui-to l’epiteto di Pallade, vergine,tipico della dea greca Atenacon cui Minerva venne identi-ficata dai Romani.4. connettono: costruiscono.5. voto: un’offerta per ringra-ziare gli dèi.6. nel fianco oscuro: nel buioventre.7. celandosi... deserto: nascon-dendosi sulla spiaggia deser-ta.8. Micene: città achea, regnodi Agamennone.9. Troade: la regione in cui sor-ge Troia, qui indica la popola-zione.10. dorici: dei Dori, cioè deiGreci. Essi discendevano,secondo la leggenda, da Doro,uno dei tre figli di Elleno, miti-co re della Tessaglia.11. Dolopi: uno dei più fortipopoli greci.12. Timete: cognato di Priamo,re di Troia, ma a lui ostile.13. rocca: la parte più elevatadella città.14. Capi: un compagno diEnea, da cui in seguito avreb-be preso il nome la città diCapua.

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19 T. Franzi, S. Damele, Stai per leggere... © Loescher Editore, 2010

ENEIDE - Saper leggere

55 Laocoonte15 discese dall’alto della roccae grida da lontano: «Miseri cittadini,quale follia è la vostra? Credete che i nemicisian partiti davvero e che i doni dei Grecinon celino un inganno? Non conoscete Ulisse?

60 O gli Achivi16 si celano in questo cavo legno,o la macchina è fatta per spiare oltre i murie le difese fin dentro le nostre case e piombaredall’alto sulla città, o c’è sotto qualche altradiavoleria: diffidate del cavallo, o Troiani,

65 sia quel che sia! Temo i Greci, anche se portano doni».Così detto scagliò con molta forza la grandelancia nel ventre ricurvo del cavallo di legno.L’asta s’infisse oscillando, le vuote cavitàdel fianco percosso mandarono un gemito

70 rimbombando. Ah, se i Fati non fossero staticontrari e le nostre menti accecate, Laocoonteci avrebbe convinto a distruggere il covodei Greci; e tu ora, Troia, saresti ancora in piedi,e tu rocca di Priamo, ti leveresti in alto!

Due fatti convincono i Troiani a non seguire i consigli del sacerdote di Apollo:le parole di un giovane greco che, mentendo, sostiene che il cavallo, se por-tato dentro le mura assicurerà l’invincibilità della città; l’orribile morte diLaocoonte e dei suoi figlioletti, uccisi da due mostruosi serpenti emersi dalmare, evento, questo, interpretato come una punizione degli dèi. Così, abbat-tuto un tratto di mura, l’enorme cavallo viene introdotto in città.

310 Quel giorno per noi doveva essere l’ultimo:ma (infelici!) adorniamo di fronde festivei templi degli Dèi per tutta la città.

Intanto il cielo gira su se stesso17, la notteerompe18 dall’oceano, avvolgendo di fitta

315 tenebra terra e cielo e inganni dei Mirmidoni19:in ogni casa i troiani esultanti si sonotaciuti20, un duro sonno avvince i corpi.

E già l’armata greca avanza da Tenedonell’amico silenzio della tacita luna

320 in ordine perfetto, avviandosi ai lidiben noti, e già la nave ammiraglia21 levavala fiamma d’un segnale luminoso: Sinone22,protetto dagli ostili disegni23 degli Dèi,furtivamente allora libera i Greci chiusi

325 nel ventre del cavallo, aprendo gli sportellidi pino. Spalancata la macchina24 fa uscireall’aperto i guerrieri: si calano con una fune,lieti di abbandonare quella stiva, Tessandroe Stenelo, il feroce Ulisse ed Acamante,

330 Toante e Neottolemo Pelide, Macaone

15. Laocoonte: sacerdote diApollo.16. Achivi: Achei, Greci.17. il cielo... se stesso: la voltaceleste, sulla quale gli antichiimmaginavano si trovassero gliastri, compie il giro.18. erompe: esce.19. Mirmidoni: il popolo diAchille, usato qui per intende-re tutti i Greci.20. si sono taciuti: si sonoaddormentati.21. ammiraglia: la nave checomanda sulla flotta.22. Sinone: è il Greco che haconvinto i Troiani a portare ilcavallo entro le mura.23. ostili disegni: i progetti deglidèi contrari ai Troiani.24. la macchina: il cavallo, unmarchingegno costruito dagliuomini.

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il grande e Menelao, ed infine Epeo25 stessoartefice dell’inganno. Invadono la cittàseppellita nel sonno e nel vino: massacranoi guardiani, spalancano le porte e fanno entrare

335 come d’accordo i compagni, riunendosi con essi.(Publio Virgilio Marone, Eneide, Libro II, vv. 20-74, 310-335, trad. di

C. Vivaldi, Torino, Edisco, 2004)

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UNITÀ 10 I nostri eroi

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25. Tessandro... Epeo: guerrie-ri greci, più o meno noti. Traessi Epeo, che con l’aiuto diMinerva costruì il cavallo.

La vicenda1 I versi 20-74 possono essere divisi in sei parti. Individuale nel testo e indica il verso iniziale e quello

finale di ciascuna parte.

a. I Greci fabbricano il cavallo. Dal verso ............... al verso ...............

b. I Greci fingono di salpare da Troia. Dal verso ............... al verso ...............

c. I Troiani si sentono liberi. Dal verso ............... al verso ...............

d. I Troiani si interrogano/chiedono. Dal verso ............... al verso ...............

e. Laocoonte esprime il suo parere. Dal verso ............... al verso ...............

f. Enea si rammarica per la patria perduta. Dal verso ............... al verso ...............

2 Dove si nasconde l’esercito greco?

3 Che cosa lascia partendo?

4 Chi ha il compito di aprire il cavallo?

5 Quando l’esercito greco ritorna a Troia?

6 Il cavallo suscita tra i Troiani pareri diversi. Quali? Completa.

a. C’è chi pensa che...e vuole che...

b. C’è chi pensa che...e vuole che...

7 Come si comportano, alla fine, i Troiani?

8 E i Greci? Completa lo schema delle loro azioni.

a. Si calano dal cavallo con...b. Invadono...c. Massacrano...d. Spalancano...e. Fanno entrare...

I personaggi

9 Laocoonte diffida dei Greci. Come viene definito da Enea? Perché? Quale gesto esprime in manie-ra inequivocabile il suo stato d’animo?

10 Egli pone ai Troiani tre domande, individuale nel testo e trascrivile.

ANALISI DEL TESTO

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ENEIDE - Saper leggere

11 Si tratta di domande vere e proprie oppure di domande retoriche, cioè di cui Laocoonte conoscevagià le risposte? Quale scopo voleva ottenere, parlando in questo modo ai suoi concittadini?

Conoscere e usare la lingua

12 Perché nel v. 39 la pianura è detta «deserta» e la spiaggia «abbandonata»?

13 Per ben due volte Virgilio sottolinea le dimensioni del cavallo. Con quali espressioni? Ricercale e sot-tolineale.

14 Osserva le risposte dell’esercizio precedente: la prima espressione è:una metafora.una personificazione.una similitudine.

Fare la parafrasi15 I sentimenti provati dai Troiani, quando scoprono la partenza dei Greci, sono descritti con molti parti-

colari. Contrassegna con una linea a margine i versi in cui sono espressi e scrivi la parafrasi.

PRODUZIONE SCRITTA

ABC

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Perseguitato da Giunone, da sempre ostile ai Troiani, Enea naufraga sullecoste settentrionali dell’Africa, dove incontra la madre Venere che, sotto lespoglie di una cacciatrice, gli parla di Didone, regina di quelle terre, fuggitada Tiro per scampare all’odio del fratello Pigmalione. Rassicurato dalle paro-le della madre, Enea raggiunge Cartagine e chiede ospitalità a Didone. Laregina, colpita dalla bellezza di Enea, organizza un banchetto in suo onoree si innamora di lui grazie all’intervento di Venere. La dea, infatti, ordisce uninganno per proteggere il figlio da eventuali trame escogitate a suo dannodall’implacabile Giunone: convince Cupido, dio dell’amore, ad assumere lesembianze di Ascanio, figlio di Enea, e a scatenare nel cuore della reginacartaginese una profonda passione per l’eroe troiano.

Ma Venere medita in mente nuovi stratagemmi,nuovi disegni: in luogo del dolce Ascanio venga, mutatovolto e aspetto, Cupido1 e infiammi coi suoi doni la regina2

660 sino al delirio, insinuandole nell’intimo il fuoco; teme fin troppo quell’ambigua casata e la doppiezza dei Tiri3;la tormenta lo sdegno di Giunone4 e a notte l’ansia si riaccende.Si rivolge allora all’alato Amore5 con queste parole:«Figliolo, mia unica forza, mia onnipotenza, tu,

665 figliolo, che spregi i dardi tifei del sommo Padre6,a te ricorro e supplicando invoco i tuoi poteri.Tu sai come dalla furia del mare sia gettatodi lido in lido per l’odio della torva Giunonetuo fratello Enea e spesso ti dolesti del mio dolore.

670 Ora Didone fenicia l’accoglie e con blande7 parolelo trattiene; ma temo dove miri l’ospitalitàdi Giunone: non rimarrà certo inattiva in simili frangenti.Perciò penso di prevenirla con l’astuzia e avvolgere di fiammela regina8, perché nessun potere possa mutarle pensiero,

675 ma sia avvinta, tramite mio, da infinito amore per Enea.Per intendere come tu possa ottenerlo, ascolta il mio progetto:chiamato dal caro padre s’accinge a venire in Cartagineil regale fanciullo9, che è tutta la mia speranza,per recare doni sottratti al mare e all’incendio di Troia:

680 io lo celerò, sopito nel sonno, sulle alturedi Citera10 o nel santuario sopra il monte Idalio11,perché non scopra l’inganno e non possa assistere al banchetto.Tu fingi il suo aspetto, ma per non più d’una notte,e, fanciullo qual sei, assumi il volto ben noto di quel fanciullo:

685 così, quando Didone ti terrà felice in grembofra portate principesche e fiumi di vino,quando ti abbraccerà e ti riempirà di dolci baci,potrai destarle il tuo fuoco segreto e ingannarla col tuo veleno12».

Virgilio, Eneide

Didone ed Enea

1. Cupido: figlioletto di Veneree Marte, rappresentato comeun fanciullo alato munito diarco e frecce con la puntad’oro. Tramite queste freccepoteva scatenare la passionenegli uomini che venivano tra-fitti. Se la freccia terminava conuna punta di piombo, potevaallontanare dalle vittime la pas-sione.2. regina: Didone.3. teme… Tiri: Venere non sifida della casata di Didone inquanto affida al doppio giocoe all’astuzia il proprio succes-so; infatti Didone, fuggita daTiro, era riuscita a ottenere laterra di Libia con un inganno:Iarba, re dei Getuli, aveva pro-posto a Didone di venderle tan-ta terra quanta poteva conte-nerne una pelle di bue, ma laregina aveva fatto fare dalla pel-le del bue strisce così sottili daoccupare uno spazio di terraampio quanto occorreva perpoter fondare una nuova città.4. sdegno di Giunone: temeuna ripercussione da parte del-la dea Giunone.5. Amore: Cupido viene chia-mato anche così dai latini.6. che spregi… Padre: tu che,a causa delle tue frecce con lequali doni amore o indifferen-za, non temi i fulmini del PadreGiove.7. blande: miti e benevole.8. avvolgere… regina: farlainnamorare.9. regale fanciullo: Ascanio.10. Citera: isola mediorienta-le dalle cui acque nacqueVenere.11. monte Idalio: monte sul-l’isola di Creta, altro luogo lega-to alle origini mitiche della deae particolarmente legato al suoculto.12. il tuo veleno: le frecce por-tatrici d’amore.

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ENEIDE - Saper leggere

Obbedisce Amore al volere della sua diletta madre,690 depone le sue ali e incede gioioso con il passo di Iulo13.

Venere intanto infonde una placida quiete14

nelle membra di Ascanio e, stringendolo in grembo, lo sollevasino agli alti boschi dell’Idalio, dove la molle maggiorana15

l’avvolge in un’ombra soave col profumo dei suoi fiori.

695 E già Cupido, ubbidiente agli ordini, s’avviava per portarei doni del re ai Tiri, felice d’avere Acate16 per guida.Quando arriva, la regina era adagiata su un letto d’orosotto superbe cortine17, proprio in mezzo alla sala;mentre il padre Enea e la gioventù troiana radunatasi

700 si distendono su tappeti di porpora ognuno al proprio posto.[...]Numerosi, anche i Tiri si radunano all’ingressodella festa e sono invitati a distendersi sui letti istoriati18.

E ammirano i doni di Enea, ammirano sul volto710 di Iulo l’alito del dio, la voce uguale a quella del fanciullo,

il mantello e la veste ornata con gialle foglie d’acanto19.Più di tutti Didone, votata per sua disgrazia alla rovina,non riesce a saziarsene il cuore, guarda e avvampa,commossa al tempo stesso dal fanciullo e dai suoi doni.

715 E lui, come ebbe, sospeso al collo di Enea, con un abbracciosaziato il grande amore per un padre che non gli era tale20,s’avvicinò alla regina. Didone, senza sapere qual diole segga in grembo, con tutto il suo cuore, sventurata,non sa staccargli gli occhi di dosso e lo stringe al seno. Quello,

720 memore della madre, a poco a poco inizia a cancellarledalla mente Sicheo21 e tenta d’infiammarle i sensida tempo spenti e il cuore inerte con l’amore per un uomo vivo.

Dopo la prima pausa del banchetto, levate le mense22,vengono portati, cinti23 di fiori, grandi crateri24 di vino.

725 Sale il clamore al tetto e nella vastità della sala rimbombanole voci; dai soffitti dorati25 pendono lampadari accesie le torce con le loro fiamme sconfiggono la notte.Allora la regina chiese e riempì di vino una coppaimpreziosita d’oro e gemme, che Belo26 e tutti i suoi discendenti

730 usavano da tempo; si fece silenzio nella sala:«O Giove (dicono che tu proteggi gli ospiti),fa’ che questo giorno sia fausto ai Tiri e ai profughidi Troia e che i nostri nipoti lo ricordino.Assista Bacco che dispensa gioia e Giunone benigna;

735 e voi, miei Tiri, partecipate di buon cuore al convito».Disse, e libò27 sulla mensa in omaggio il vino,poi, dopo aver libato, per prima appena l’assaggiò con le labbra,e lo porse a Bizia28 invitandolo a bere; lui pronto bevvealla spumeggiante coppa d’oro tracannandola sino in fondo;

740 toccò poi agli altri nobili, mentre Iopa29 dai lunghi capelli,

13. Iulo: Ascanio.14. placida quiete: sonno tran-quillo.15. molle maggiorana: erbaodorosa tipica della macchiamediterranea dalle foglie lieve-mente vellutate.16. Acate: compagno predilet-to di Enea.17. cortine: tendaggi di tessu-to prezioso.18. istoriati: decorati con imma-gini legate da una narrazioneo con raffigurazioni di un fattostorico.19. foglie d’acanto: foglie diuna pianta erbacea, profonda-mente intagliate, utilizzatecome motivo decorativo pres-so diverse civiltà dell’antichi-tà.20. un padre… tale: allude alfatto che si tratta di Amore enon di Ascanio.21. Sicheo: il primo marito,morto precedentemente.22. mense: i tavoli sui quali era-no posti i cibi.23. cinti: circondati.24. crateri: contenitori di terra-cotta o bronzo utilizzati per vinodiluito nell’acqua.25. dorati: perché ricoperti distucchi.26. Belo: padre di Didone e diPigmalione.27. libò: sparse gocce di vinoin onore degli dèi.28. Bizia: nobile di Tiro.29. Iopa: cantore allievo diAtlante.

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allievo del grandissimo Atlante, suonava l’aurea cetra.Canta la luna errabonda e le fatiche del sole,l’origine di uomini e animali, della pioggia e del fuoco.canta Arturo, le Iadi piovose e le due Orse30;

745 perché d’inverno il sole tanto s’affretti a tuffarsinel mare31 o quale indugio attardi e ostacoli le notti.Rinnovano l’applauso i Tiri, seguiti dai Teucri32.

Così tra vari discorsi trascorreva la nottel’infelice Didone e a lunghi sorsi s’abbeverava d’amore…

(Virgilio, Eneide, Libro I, vv. 657-700, 707-749, trad. di M. Ramous, Venezia, Marsilio, 1998)

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30. Arturo… Orse: sono i nomidi stelle e costellazioni dell’emi-sfero boreale.31. d’inverno… mare: perchéil sole d’inverno tramonti cosìvelocemente.32. Teucri: Troiani, nome chederiva dal primo re troiano,Teucro.

La vicenda1 In che cosa consiste l’inganno ordito da Venere nei confronti di Didone?

2 Come svolge Cupido il suo compito?

3 Quali effetti provoca l’intervento di Cupido?

4 In quale città avvengono i fatti narrati?

5 Individua nel testo gli elementi che trasmettono l’idea di ricchezza e di sfarzo della reggia di Didone.

6 Verso la conclusione del banchetto, Iopa intona un canto servendosi della cetra. Come definiresti iltema del suo canto? Puoi scegliere più di una risposta.

Religioso.Cosmogonico.Storico.Naturalistico.Eziologico.

I personaggi

7 Quali sono i personaggi principali del brano?

8 «Il regale fanciullo che è tutta la mia speranza»: a chi si riferisce questo verso? Spiegane il significato.

9 La regina alla fine del brano appare completamente sopraffatta dal sentimento che prova per Enea.Sono solo i dardi di Cupido a farla innamorare? Motiva la tua risposta.

10 Rileggi la presentazione e il testo, poi rispondi: qual è l’intervento degli dèi nel determinare i fattinarrati? L’esercizio è avviato.a. Giunone...b. Venere: nasconde Ascanio e invia...

11 Per quale scopo Venere interviene?Per dimostrare il suo potere.Per assecondare il volere di Giove.Per contrastare il volere di Giunone.Per dare modo a Cupido di esercitare il proprio ruolo nella vicenda.

ANALISI DEL TESTO

ABCDE

ABCD

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ENEIDE - Saper leggere

12 Quali saranno le conseguenze dell’inganno di Venere? Individua i versi in cui l’autore ci anticipa comesarà il futuro della regina Didone.

Conoscere e usare la lingua

13 Spiega con parole tue le seguenti espressioni.a. «in luogo del dolce Ascanio».b. «s’accinge a venire in Cartagine».c. «io lo celerò, sopito nel sonno».d. «sale il clamore al tetto».

Scrivere un testo14 Immagina un diverso svolgimento della vicenda che hai letto: Cupido disubbidisce agli ordini della

madre e...

PRODUZIONE SCRITTA

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Giunti nel Lazio i Troiani devono affrontare l’ostilità dei Rutuli e del loro reTurno. Chiusi nell’accampamento, attendono il giorno per decidere sul dafarsi. Durante la notte Niso, un giovane Troiano che è di guardia a una delleporte, manifesta all’amico Eurialo il proposito di passare attraverso le schie-re dei nemici e raggiungere Enea a Pallanteo per informarlo del pericolo.Contro la volontà di Niso, Eurialo lo accompagna. Trascinati dal loro corag-gio e dal desiderio di gloria, Eurialo e Niso si attardano tuttavia troppo nel-l’accampamento dei nemici, dove vengono scoperti e, per aiutarsi a vicen-da, perdono entrambi la vita.La morte sembra suggellare per sempre l’unione tra i due giovani e insiemeassicura loro la gloria eterna.

Niso custodiva la porta, fortissimo in armi,figlio di Irtaco, che ad Enea aveva mandato compagnol’Ida folto di cacce1, veloce con l’asta e con le lievifrecce; e vicino, amico, Eurialo del quale nessuno

180 vi fu più bello tra gli Eneadi né vestì armi troiane,ragazzo che adornava il volto di imberbe giovinezza.Avevano un solo amore2, e uniti correvano in guerra;anche allora in guardia comune presidiavano la porta.Niso dice: «Gli dèi infondono questo ardore nell’animo,

185 Eurialo, o a ciascuno diviene un dio la propria smania crudele?3

Da tempo il cuore mi sprona a gettarmi nella battagliao in qualcosa di grande, e non s’appaga4 della placida quiete.Vedi quale fiducia degli eventi possieda i Rutuli.Guizzano rari fuochi: giacciono snervati5

190 dal sonno e dal vino; tacciono i luoghi d’intorno.Senti che cosa io progetti, e cosa mi sorga nell’animo.Tutti, il popolo e i padri, chiedono che si richiami Enea,e che si mandino uomini a riportare notizie certe.Se possono promettere ciò che chiedo per te – a me basta

195 la gloria dell’impresa –, credo che sotto quel colleposso trovare la via per le mura e per la città pallantea6».

Eurialo stupì, turbato dal gran desiderio di gloria;e insieme parla così all’ardente amico:«Non vuoi dunque, o Niso, prendermi per compagno

200 nelle imprese più nobili? Manderò solo te nei maggiori pericoli?Non m’insegnò questo il padre Ofelte, avvezzo7 alle battaglie,allevandomi tra il terrore argolico8 e il travagliodi Troia; né con te mi comportai così,seguendo gli estremi fati9 del magnanimo Enea;

205 v’è qui un animo che non si cura della luce10, e credesi paghi equamente con la vita l’onore cui tendi».

Virgilio, Eneide

Eurialo e Niso

1. l’Ida folto di cacce: il monteIda, noto come zona di cacciae di cacciatori. Il nome alludeanche alla madre di Niso, dinome Ida.2. avevano un solo amore:Eurialo e Niso erano legati daun profondo affetto.3. o a ciascuno... crudele?: cia-scuno trasforma in un dio lapropria violenta passione?4. non s’appaga: non si accon-tenta.5. snervati: senza forze.6. la città pallantea: Pallanteo,la città dove si è recato Enea.7. avvezzo: abituato.8. terrore argolico: terrore del-l’invasione da parte dei Greci(argolico: proveniente da Argo,città del Peloponneso governa-ta da Agamennone).9. estremi fati: il destino ri -schioso alla ricerca di una ter-ra lontana.10. della luce: della vita. Eurialospiega che non ha paura del-la morte.

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ENEIDE - Saper leggere

Niso ed Eurialo espongono il loro progetto ai capi. I capi, commossi, accet-tano la proposta. Così i due coraggiosi giovani, protetti dall’oscurità, esconodall’accampamento troiano, attraverso il campo nemico, e fanno strage deisoldati sorpresi nel sonno. Eurialo, però, non riesce a resistere alla tentazio-ne di indossare l’armatura di uno dei nemici uccisi e di mettere in testa unelmo scintillante. I due giovani si stanno allontanando quando...

Frattanto cavalieri mandati in avanscoperta dalla città latina11,mentre il grosso dell’esercito indugia schierato nella pianura,andavano e portavano a Turno risposte del re12:

370 trecento, tutti armati di scudi, guidati da Volcente13.E già s’avvicinavano al campo, e arrivavano al muro,quando li scorgono14 lontano piegare15 in un sentiero a sinistra;l’elmo tradì l’immemore16 Eurialo nell’ombraluminescente della notte, e rifulse percosso dai raggi.

375 Non passò inosservato. Grida dalla schiera Volcente:«Fermatevi, uomini; che ragione all’andare? che soldatisiete? dove vi dirigete?». Essi non si fecero incontro,ma fuggirono veloci nel bosco e s’affidarono alla notte.Da tutte le parti i cavalieri si slanciano nei noti

380 bivii17 e circondano di guardie tutti gli sbocchi.Era una vasta selva irta di cespugli e di nereelci18, e dovunque la riempivano fitti rovi;lucevano19 radi sentieri tra piste occulte20.Ostacolano Eurialo le tenebre dei rami e la pesante

385 preda21, o il timore lo trae in inganno con la direzione delle vie.Niso s’allontana. Incauto, oltrepassa il nemico,e i luoghi che dal nome di Alba si chiamarono Albani– allora, alte pasture22, li aveva il re Latino –,quando si ferma e si volge inutilmente all’amico scomparso:

390 «Eurialo, infelice, dove mai ti ho lasciato?E per dove seguirti?» Ripercorrendo tutto l’incerto camminodella selva ingannevole, e insieme scrutando le orme,le percorre a ritroso, ed erra tra i cespugli silenti.Ode i cavalli, ode lo strepito e il richiamo degli inseguitori:

395 non passa lungo tempo, quando gli giunge agli orecchiun clamore23, e vede Eurialo; già tutta la torma24,con improvviso tumulto impetuoso, trascina lui oppresso25

[dall’ingannodella notte e del luogo, lui che tenta invano ogni difesa.Che fare? con quali forze ed armi oserà

400 salvare il giovane? o si getterà per morire sulle spadenemiche, e affretterà con le ferite la bella morte?Rapidamente ritratto il braccio vibrando l’asta,e guardando l’alta Luna, prega così:«Tu, o dea, favorevole soccorri la nostra sventura,

405 bellezza degli astri, latonia26 custode dei boschi.Se mai per me il padre Irtaco portò donialle tue are27, e io li accrebbi con le mie cacce,o li appesi alla volta del tempio, o li affissi al santo fastigio28,

11. città latina: la città di Lau -rento.12. portavano... del re: conse-gnavano a Turno, re dei Rutuli,messaggi del re Latino.13. Volcente: capo del drappel-lo di Rutuli.14. li scorgono: il pronome èriferito a Eurialo e Niso. I cava-lieri si accorgono della loro pre-senza a causa dei bagliori luna-ri riflessi dall’elmo di Eurialo,come è spiegato nei versi suc-cessivi.15. piegare: svoltare.16. immemore: incauto.17. noti bivii: sentieri cono-sciuti.18. elci: lecci.19. lucevano: biancheggiava-no per la luce della luna.20. occulte: nascoste.21. pesante preda: l’insiemedelle armi tolte ai nemici uc -cisi.22. alte pasture: estesi pasco-li.23. clamore: rumore.24. torma: lo squadrone deicavalieri nemici.25. lui oppresso: Eurialo svan-taggiato.26. latonia: la luna, figlia diGiove e di Latona, era identifi-cata con Diana, dea della cac-cia e protettrice della notte.27. are: altari.28. fastigio: il tetto del tempio.

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fa’ che sconvolga quella schiera, e guida l’arma nell’aria».410 Disse, e con lo sforzo di tutte le membra scagliò il ferro29:

l’asta volando flagella le ombre della notte,e di fronte colpisce lo scudo di Sulmone30, e ivis’infrange, e attraversa i precordi31 col legno spezzato.Quello rotola gelido vomitando dal petto

415 un caldo fiotto, e batte i fianchi in lunghi singulti.Scrutano intorno. Imbaldanzito,ecco Niso scagliare una lancia dalla sommità dell’orecchio.E mentre s’affannano, l’asta attraversa le tempiedi Tago32, stridendo, e tiepida rimase nel cervello trafitto.

420 Infuria atroce Volcente, e non scorge in nessun luogol’autore del colpo, né dove possa scagliarsi rabbioso.«Ma tu intanto mi pagherai con caldo sanguela pena di entrambi» disse; e snudata la spadasi gettò su Eurialo. Allora sconvolto, impazzito,

425 Niso grida – non seppe celarsi33 più a lungonelle tenebre, o sopportare un tale dolore –:«Io, io, sono io che ho colpito, rivolgete contro di me il ferro,Rutuli! l’insidia è mia; costui non osòe non poté nulla (lo attestino il ciclo e le consapevoli

430 stelle); soltanto amò troppo lo sventurato amico34».Così diceva; ma la spada vibrata con violenzatrafisse il costato e ruppe il candido petto.Eurialo cade riverso nella morte, il sangue scorreper le belle membra, e il capo si adagia reclino sulla spalla:

435 come un fiore purpureo35 quando, reciso dall’aratro,languisce morendo, o come i papaveri che chinano il caposul collo stanco, quando la pioggia li opprime.Ma Niso s’avventa sul folto36 e cerca fra tuttiil solo Volcente, contro il solo Volcente si ostina.

440 I nemici, addensatisi intorno a lui da tutte le parti,lo stringono da presso; egli incalza ugualmentee ruota la spada fulminea, finché non la immersenella bocca del Rutulo urlante37, e morendo tolse la vitaal nemico. Allora, trafitto, si gettò sull’amico esanime38,

445 e alfine riposò in una placida morte.(Virgilio, Eneide, Libro IX, vv. 176-206, 367-445, trad. di L. Canali,

Milano, Mondadori, 1978-1983)

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UNITÀ 10 I nostri eroi

T. Franzi, S. Damele, Stai per leggere... © Loescher Editore, 2010

29. ferro: giavellotto.30. Sulmone: un soldato nemi-co.31. precordi: cuore.32. Tago: un soldato nemico.33. celarsi: nascondersi.34. soltanto... amico: lo sfor-tunato amico ha l’unica colpadi aver seguito Niso per il gran-de affetto che lo legava a lui.35. purpureo: di un colore ros-so intenso.36. s’avventa sul folto: si pre-cipita tra i nemici.37. rutulo urlante: Volcente.38. esanime: senza vita.

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29 T. Franzi, S. Damele, Stai per leggere... © Loescher Editore, 2010

ENEIDE - Saper leggere

La vicenda1 Quali caratteristiche di Niso e di Eurialo vengono evidenziate nei primi versi?

Niso, figlio di ............................................................................................................. e di .............................................................................................................

è .................................................................................................................................................................................................................................................................

Eurialo è .............................................................................................................................................................................................................................................

non ..........................................................................................................................................................................................................................................................

il suo volto ........................................................................................................................................................................................................................................

2 Niso si confida con Eurialo. Che cosa desidera?Vivere una vita tranquilla.Che Eurialo lo accompagni.Combattere o compiere una grande impresa.

Qual è il suo progetto?Andare a informare Enea di quanto sta accadendo.Riposare con quel grande silenzio intorno.Che alcuni messaggeri vadano a informare Enea di quanto sta accadendo.

3 Eurialo vuole partecipare all’impresa. Che cosa dice per convincere Niso? Spiegalo con parole tue.

4 Che cosa permette ai Rutuli di scorgere i due amici?

5 Dove si dirigono Eurialo e Niso nel tentativo di sfuggire ai nemici?

6 Perché Eurialo viene raggiunto dai nemici?

7 Quando Niso si accorge della mancanza di Eurialo torna indietro; quali indizi gli rivelano la presen-za dei nemici prima ancora di vederli?

8 Nascosto nell’ombra Niso riesce a colpire due nemici. Quali?

9 Che cosa lo spinge a uscire dal suo nascondiglio?

Conoscere e usare la lingua

10 Rileggi con attenzione il testo dal v. 381 al v. 393, quindi individua e sottolinea tutte le parole e leespressioni che danno un’immagine cupa e inquietante del bosco.

11 Individua e spiega le due efficaci similitudini con le quali Virgilio rappresenta la morte di Eurialo.

Descrivere personaggi12 Analizza il rapporto di amicizia fra Eurialo e Niso e descrivilo, sottolineando il ruolo di ciascuno dei due

nella coppia: ad esempio, chi è il più protettivo, chi prende le decisioni e così via.

PRODUZIONE SCRITTA

ABC

ABC

ANALISI DEL TESTO