ilfatto20131122

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Venerdì 22 novembre 2013 – Anno 5 – n° 321 1,20 – Arretrati: 2,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 Napo Orso Capo di Marco Travaglio O gni tanto qualche lettore ci scrive: “Quan- do la smetterete di criticare Napolitano?”. Risposta ovvia: quando la smetterà di meritar- selo. Purtroppo non si riesce più a stargli dietro: ne combina una al giorno. Non bastandogli il superlavoro con straordinari forfettizzati di ca- po dello Stato, del Csm, del governo, del Par- lamento, del Pd, del Nuovo Centrodestra e a tempo perso di molte altre cose, Napo Orso Capo ha deciso di subentrare anche al presi- dente della Corte d’assise di Palermo, Alfredo Montalto, nel processo sulla trattativa Sta- to-mafia. I giudici togati e popolari, com’è noto, avevano accolto la richiesta della Procura di ascoltarlo come testimone a domicilio, nel suo ufficio al Quirinale, come prevede il Codice. E lui, dopo vari tentennamenti e avvertimenti ai giudici tramite l’Avvocatura dello Stato e i soliti corazzieri sparsi nei palazzi e nei giornali, si era rassegnato a compiere il suo dovere. Cioè ad abbassarsi, bontà sua, almeno per qualche ora, al rango di un cittadino come gli altri. Ma l’il- lusione è durata poco. Ieri il presidente Mon- talto ha annunciato il deposito di una lettera del presidente Napolitano, spedita dal Quirinale il 31 ottobre, poi persa per strada dalle efficien- tissime Poste Italiane e giunta a destinazione il 7 novembre. Una lettera già di per sé piuttosto bizzarra: non s’è mai visto un testimone che scrive al giudice per comunicargli che ha poco da testimoniare. Da un apposito comunicato del Colle, infatti, si era appreso che il capo dello Stato era “ben lieto di dare, ove ne fosse in gra- do, un utile contributo all’accertamento della verità processuale”, ma precisava “alla Corte i limiti delle sue reali conoscenze in relazione al capitolo di prova”. Cioè a un’altra lettera: quella che gli scrisse il 18 giugno 2012 il suo consigliere giuridico Loris D’Ambrosio, poco prima di mo- rire, per ricordargli di avergli confidato (“lei sa”) i suoi “timori” di essere stato usato come “ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi” fra Stato e mafia nel 1992-'93, quando prestava servizio all’Alto commissariato antimafia e poi al ministero del- la Giustizia. Ora però, dal presidente Montalto, si apprende che il presidente Napolitano non s’è ancora rassegnato all’idea di compiere il suo dovere di teste. È, sì, “disponibile” a farlo. Ma “chiede che si valuti ulteriormente, anche in applicazione della previsione di cui all’art. 495 comma 4 del Codice di procedura penale, l’u- tilità del reale contributo che tale testimonianza potrebbe dare, tenuto conto delle limitate co- noscenze sui fatti di cui al capitolato di prova, che nella medesima lettera vengono dettaglia- tamente riferite”. Il 495 comma 4 dice che “il giudice, sentite le parti, può revocare con or- dinanza l’ammissione di prove che risultano su- perflue”. Cioè Napolitano ritiene, motu proprio, che la sua testimonianza è superflua perché non sa nulla (D’Ambrosio diceva le bugie?). E chie- de alla Corte di rimangiarsi l’ordinanza in cui lo citava come teste e di allontanare da lui l’amaro calice. Una cosa mai vista in un processo, tant’è che il giudice ha depositato la lettera alle parti, cioè ai pm e agli avvocati dei 10 imputati e delle parti civili, “perché possano pronunciarsi sulla sua acquisizione ed utilizzabilità”. E così una decisione assunta dalla Corte dopo settimane di polemiche torna in dubbio perché il capo dello Stato, che dovrebbe dare il buon esempio a tutti i cittadini, anche a quelli che testimoniano nei processi di mafia rischiando la pelle, fa i capricci e non ne vuol sapere. Tra l’altro, siccome du- rante il mandato non può essere processato nemmeno per i reati commessi al di fuori dalle sue funzioni, se rifiutasse di ricevere i giudici al Quirinale, questi non potrebbero mandarlo a prendere dai carabinieri per l’accompagna- mento coatto, come fanno con gli altri testi- moni reticenti. A questo punto il diavoletto che è in noi ripete ossessivamente un ritornello: “Ecco perché s’è fatto rieleggere”. Ed è sempre più arduo scacciarlo e metterlo a tacere. Imu , ancora non si sa se pagheremo la seconda rata. Soltanto ipotesi sulle dismissioni di Eni e Finmeccanica. La legge di Stabilità è scritta sulle n u vo l e DECADENZA E PROSTITUZIONE B. TREMA: “MI VOGLIONO DENTRO” Berlusconi pagò Ruby per mentire. “Ti è piaciuto?” » www.spinoza.it LA CATTIVERIA » ALTRO CHE CALCIO Affari e cemento con la scusa dei nuovi stadi Ziliani » pag. 15 » STATO-MAFIA » Lettera al tribunale che lo ha convocato per le parole del consigliere D’Ambrosio Testimone al processo Trattativa Ora Napolitano ci ripensa RISSA SUL FILO “Regista di un collaudato sistema”: le motivazioni della condanna per Ruby sono infamanti per il Caimano. A 5 giorni dal voto che lo caccerà dal Senato, a Palazzo Grazioli si teme il peggio: sarà più facile arrestarlo. L’ultima mossa: lo show da Vespa Telecom, l’ad Patuano all’azionista Fossati: “Dici solo bugie” » pag. 18 di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza L a sua testimonianza nel processo sulla trattativa mafia–Stato è ormai ufficial- mente ammessa, ma Giorgio Napolitano ha giocato d’anti- cipo. » pag. 9 Patrizio Peci: “Così diventai un brigatista” Enzo Biagi » pag. 10 e 11 Meletti » pag. 6 » LIGRESTI » Affari di famiglia Cancellieri jr. in Fonsai: “Lo conoscevo da bambino” I verbali del consulente Gismondi su come don Salvatore ha “gradito” la nomina di Piergiorgio Peluso. E l’Autorità di controllo sulle assicurazioni tifava con Mediobanca per la fusione con Unipol Il presidente della Repubblica chiede una “ulteriore valutazione sulla reale utilità della sua testimonianza”. Ma se i giudici di Palermo andranno avanti, si dovrà vedere se verranno frapposti nuovi ostacoli all’interrogatorio. Don Ciotti in prima fila all'udienza di ieri: “Di Matteo e i pm non sono soli” U di Elias Vacca ENRICO, TRE ANNI: UCCISO DAI VIGLIACCHI » pag. 2 - 3 U di Caterina Soffici SIGNORI “MORALE DIVERSA” B isognerà mettersi d’accordo sugli standard di moralità pubblica”, scrive il Cor- riere della Sera. » pag. 18 Barbacetto e Scacciavillani » pag. 5 y(7HC0D7*KSTKKQ( +%!#!=!?!$

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Il Fatto Quotidiano

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Venerdì 22 novembre 2 01 3 – Anno 5 – n° 321 € 1,20 – Arretrati: € 2 ,0 0Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Napo Orso Capodi Marco Travaglio

Ogni tanto qualche lettore ci scrive: “Quan-do la smetterete di criticare Napolitano?”.

Risposta ovvia: quando la smetterà di meritar-selo. Purtroppo non si riesce più a stargli dietro:ne combina una al giorno. Non bastandogli ilsuperlavoro con straordinari forfettizzati di ca-po dello Stato, del Csm, del governo, del Par-lamento, del Pd, del Nuovo Centrodestra e atempo perso di molte altre cose, Napo OrsoCapo ha deciso di subentrare anche al presi-dente della Corte d’assise di Palermo, AlfredoMontalto, nel processo sulla trattativa Sta-to-mafia. I giudici togati e popolari, com’è noto,avevano accolto la richiesta della Procura diascoltarlo come testimone a domicilio, nel suoufficio al Quirinale, come prevede il Codice. Elui, dopo vari tentennamenti e avvertimenti aigiudici tramite l’Avvocatura dello Stato e i soliticorazzieri sparsi nei palazzi e nei giornali, si erarassegnato a compiere il suo dovere. Cioè adabbassarsi, bontà sua, almeno per qualche ora,al rango di un cittadino come gli altri. Ma l’il-lusione è durata poco. Ieri il presidente Mon-talto ha annunciato il deposito di una lettera delpresidente Napolitano, spedita dal Quirinale il31 ottobre, poi persa per strada dalle efficien-tissime Poste Italiane e giunta a destinazione il 7novembre. Una lettera già di per sé piuttostobizzarra: non s’è mai visto un testimone chescrive al giudice per comunicargli che ha pocoda testimoniare. Da un apposito comunicatodel Colle, infatti, si era appreso che il capo delloStato era “ben lieto di dare, ove ne fosse in gra-do, un utile contributo all’accertamento dellaverità processuale”, ma precisava “alla Corte ilimiti delle sue reali conoscenze in relazione alcapitolo di prova”. Cioè a un’altra lettera: quellache gli scrisse il 18 giugno 2012 il suo consiglieregiuridico Loris D’Ambrosio, poco prima di mo-rire, per ricordargli di avergli confidato (“leisa”) i suoi “timori” di essere stato usato come“ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere dascudo per indicibili accordi” fra Stato e mafianel 1992-'93, quando prestava servizio all’Altocommissariato antimafia e poi al ministero del-la Giustizia. Ora però, dal presidente Montalto,si apprende che il presidente Napolitano non s’èancora rassegnato all’idea di compiere il suodovere di teste. È, sì, “disponibile” a farlo. Ma“chiede che si valuti ulteriormente, anche inapplicazione della previsione di cui all’art. 495comma 4 del Codice di procedura penale, l’u-tilità del reale contributo che tale testimonianzapotrebbe dare, tenuto conto delle limitate co-noscenze sui fatti di cui al capitolato di prova,che nella medesima lettera vengono dettaglia-tamente riferite”. Il 495 comma 4 dice che “ilgiudice, sentite le parti, può revocare con or-dinanza l’ammissione di prove che risultano su-perflue”. Cioè Napolitano ritiene, motu proprio,che la sua testimonianza è superflua perché nonsa nulla (D’Ambrosio diceva le bugie?). E chie-de alla Corte di rimangiarsi l’ordinanza in cui locitava come teste e di allontanare da lui l’amarocalice. Una cosa mai vista in un processo, tant’èche il giudice ha depositato la lettera alle parti,cioè ai pm e agli avvocati dei 10 imputati e delleparti civili, “perché possano pronunciarsi sullasua acquisizione ed utilizzabilità”. E così unadecisione assunta dalla Corte dopo settimane dipolemiche torna in dubbio perché il capo delloStato, che dovrebbe dare il buon esempio a tuttii cittadini, anche a quelli che testimoniano neiprocessi di mafia rischiando la pelle, fa i capriccie non ne vuol sapere. Tra l’altro, siccome du-rante il mandato non può essere processatonemmeno per i reati commessi al di fuori dallesue funzioni, se rifiutasse di ricevere i giudici alQuirinale, questi non potrebbero mandarlo aprendere dai carabinieri per l’accompagna-mento coatto, come fanno con gli altri testi-moni reticenti. A questo punto il diavoletto cheè in noi ripete ossessivamente un ritornello:“Ecco perché s’è fatto rieleggere”. Ed è semprepiù arduo scacciarlo e metterlo a tacere.

Imu, ancora non si sa se pagheremo la seconda rata. Soltanto ipotesi sulledismissioni di Eni e Finmeccanica. La legge di Stabilità è scritta sulle n u vo l e

DECADENZA E PROSTITUZIONEB. TREMA: “MI VOGLIONO DENTRO”

Berlusconipagò Ruby per mentire.“Ti è piaciuto?”

» w w w. s p i n oza . i t

LA CATTIVERIA

» ALTRO CHE CALCIO

Affari e cementocon la scusadei nuovi stadi

Ziliani » pag. 15

» STATO-MAFIA » Lettera al tribunale che lo ha convocato per le parole del consigliere D’A m b ro s i o

Testimone al processo TrattativaOra Napolitano ci ripensa

RISSA SUL FILO

“Regista di un collaudato sistema”: le motivazioni della condanna per Ruby sonoinfamanti per il Caimano. A 5 giorni dal voto che lo caccerà dal Senato, a Palazzo Graziolisi teme il peggio: sarà più facile arrestarlo. L’ultima mossa: lo show da Vespa

Telecom, l’ad Patuanoall’azionista Fossati:“Dici solo bugie”

» pag. 18

di Giuseppe Lo Biancoe Sandra Rizza

La sua testimonianza nelprocesso sulla trattativa

mafia–Stato è ormai ufficial-mente ammessa, ma GiorgioNapolitano ha giocato d’anti-cipo. » pag. 9

Patrizio Peci:“Così diventaiun brigatista”

Enzo Biagi » pag. 10 e 11

Meletti » pag. 6

» LIGRESTI » Affari di famiglia

Cancellieri jr.in Fonsai:“Lo conoscevoda bambino”I verbali del consulenteGismondi su come donSalvatore ha “g ra d i to”la nomina di PiergiorgioPeluso. E l’Au to r i t àdi controllo sulleassicurazioni tifavacon Mediobanca perla fusione con Unipol

Il presidente della Repubblica chiedeuna “ulteriore valutazione sulla realeutilità della sua testimonianza”. Ma sei giudici di Palermo andranno avanti,si dovrà vedere se verranno frappostinuovi ostacoli all’i n te r ro ga to r i o.Don Ciotti in prima fila all'udienza diieri: “Di Matteo e i pm non sono soli”

U di Elias Vacca

E N R I C O,TRE ANNI:UCCISO DAIV I G L I AC C H I

» pag. 2 - 3

U di Caterina Soffici

S I G NOR I“M OR A L ED I V E R S A”

Bisognerà mettersid’accordo sugli

standard di moralitàpubblica”, scrive il Co r -riere della Sera. » pag. 18

B a r b a ce t toe Scacciavillani » pag. 5

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2 VENERDÌ 22 NOVEMBRE 2013 il Fatto Quotidiano

Le tre giudiciche condannanoil Caimano

IL REGISTA

delle giovani donne fosse proprio Berlusconi ilquale dava il via al cosiddetto bunga bunga... perprovare piaceri corporei”.

Gli aveva detto di avere 17 anniL’ex premier sapeva che Ruby fosse minorenne:“La giovane ha dichiarato di aver rivelato a Ber-lusconi di avere 17 anni la seconda volta che eraandata ad Arcore”. È “credibile e convincente”:Berlusconi le aveva proposto di pagarle l’affitto diun appartamento in via Olgettina, ma “proprio laminore età della ragazza e l’assenza di documentidi identità erano certamente ostacoli insormon-tabili” tanto che Ruby “dovette rappresentarglie-

li”. Inoltre, Berlusconi non avrebbe parlato di “af -fido” alla Questura, se non avesse saputo la veraetà di Ruby.

Karima la “p a zz a ”Ruby ha negato i suoi “atti sessuali” ad Arcore e ilsuo passato da prostituta perché “è stata pagatadall’imputato” per mentire ai magistrati. Lo di-mostrano la sua agenda sequestrata e decine diintercettazioni telefoniche. Per esempio quella didicembre 2010 quando il governo aveva rischiatodi cadere: “Meno male, io ero là a pregare tutti igiorni perché finché ci sta lui io mangio”. Ruby“ha mostrato di avere degli interessi personali di

ordine patrimoniale a mentire”:dopo il suo misterioso interrogato-rio, il 6 ottobre 2010, con il difen-sore di Lele Mora, Luca Giuliante(deferito all’ordine degli avvocati) eun “emissario di Lui”, aspettava “laricompensa promessa” da Berlu-sconi “pari a circa 5 milioni di eu-

ro”. Il suo futuro fidanzato, Luca Risso, che at-tende la fine dell’interrogatorio, ricordano i giu-dici, racconta per sms: “Siamo ale scene hard conil pr...”; Ruby, al telefono, confida alla famiglia ead amici di “avere intavolato trattative con Ber-lusconi”, disposto “a darle tutto se si fosse fattapassare per pazza”.

La nipote di MubarakL’ex premier costringe Ostuni a ordinare l’affidodi Ruby a Nicole Minetti (condannata con EmilioFede e Mora nel processo per la prostituzione adArcore) e di fatto alla prostituta Michelle, perpaura di ritorsioni sulla carriera. Disattende, così,

di Antonella MascaliMilano

Il regista” del bunga bunga Silvio Berlusco-ni, l’uomo con “grande capacità a delin-quere”, ha “compiuto atti sessuali” con laminorenne Karima El Mahroug, detta Ru-

by. In cambio, la ragazza ha avuto soldi e regali.Per nascondere i suoi rapporti illeciti, la notte del27-28 maggio 2010, l’allora premier si è inventatola “frottola della nipote di Mubarak” e ha “costret -to” il capo di gabinetto della Questura di Milano,Piero Ostuni a ordinare il rilascio della ragazza,fermata dopo una denuncia per furto. Infine, si ècomprato il silenzio di Ruby e si è assicurato 33testimoni “compiacenti”, tra cui il viceministroagli Esteri Bruno Archi, la deputata MariarosariaRossi, l’europarlamentare Licia Ronzulli e l’exsottosegretario Valentino Valentini: hanno con-fermato la versione delle “cene eleganti”.Lo sostengono nelle motivazioni i giudici dellaquarta sezione penale del Tribunale di Milano, ilpresidente ed estensore Giulia Turri e i giudici alatere Orsolina De Cristofaro e Carmen D’Elia.Ritengono provati sia il reato di concussione percostrizione (le telefonate in Questura) sia la pro-stituzione minorile. Ecco perché, il 24 giugno,hanno condannato Berlusconi a 7 anni di carceree all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.Hanno pure inviato alla procura 33 deposizioniper falsa testimonianza.

Soldi e gioielli“Risulta provato innanzitut-to che l’imputato abbia com-piuto atti sessuali con ElMahroug Karima in cambiodi ingenti somme di dena-ro”, 3 mila euro per volta, “edi altre utilità quali gioielli”.Ruby ha fatto parte del “col -laudato sistema prostituti-vo” di Arcore: per “la promi-scuità sessuale” notturna,post festino, “il presidentedel Consiglio in almeno dueoccasioni scelse Karima”.“Va chiarito”, come ha sta-bilito la Cassazione, che il reato c’è anche se non viè stato “un atto sessuale completo”. “Lo spogliarsi,il ballare nude, scoprire con fare ammiccante ilseno e il fondoschiena, mostrare le proprie nuditàall’imputato, a distanza ravvicinata, erano tutticomportamenti oggettivamente idonei a stimo-lare l’istinto sessuale di Berlusconi. Tra l’altro, ilcompimento di tali atti comportava spesso uncontatto fisico con l’imputato, quali strusciamen-ti, toccamenti di seno e di parti intime, palpeg-giamenti di glutei, cosce e fianchi”. Le ragazze ve-nivano pagate “con gioielli, denaro, contratti aMediaset, contratti di affitto...”.La mente delle serate era proprio il Cavaliere: “Ri -sulta provato che il regista delle esibizioni sessuali

ARCORE: SESSO, MINORI & BUGIEPUBBLICATA LA SENTENZA RUBY: “RISULTA PROVATO CHE BERLUSCONI FOSSE IL REGISTA DEL BUNGA BUNGA”

Cavaliere in nero Ventennio di denaro

I fondi neri di Silvio: un miliardo e 227 milioni

VIA OLGETTINA, 65Avrebbe dovuto avere un contratto d’affitto lì,

ma “la minore età della ragazza e l’assenza

di documenti” furono “ostacoli insormontabili”

SISTEMA PROSTITUTIVO“L’imputato ha compiuto atti sessuali

con la El Mahroug in cambio di ingenti

somme di denaro”, 3.000 euro per volta

Pubblichiamo un estratto de “Il Cavaliere nero,il tesoro nascosto di Silvio Berlusconi”,scritto dai giornalisti Biondani e Porceddaed edito da Chiarelettere

di Paolo Biondani e Carlo Porcedda

Silvio Berlusconi si conferma il numerouno anche nel segmento più avanzato

dell’evasione fiscale. Nel video-messaggiodel 18 settembre il Cavaliere ha replicato allacondanna definitiva raccontando agli italia-ni di essere “assolutamente innocente”, vit-tima di “una sentenza mostruosa e politica”.La riprova del complotto sarebbe la presuntaesiguità dell’evasione per cui è stato con-dannato: 7 milioni e 300 mila euro, nulla perun miliardario come lui.In realtà quella frode fiscale è l’unico pezzodel processo Mediaset che è riuscito a so-pravvivere alla legge ex-Cirielli, approvatanel 2005 dai suoi parlamentari, che ha di-mezzato i termini di prescrizione dei reati.

Ma in tutti i gradi di giudizio le sentenzedefiniscono “colossale” la massa di denaronero che si è riversata sulle società offshoregestite dal gruppo Fininvest e risultate “diproprietà personale di Berlusconi”.

DOPO LA CONDANNA consacrata dalla Cas-sazione il primo agosto 2013, che tra qualchegiorno potrebbe fargli perdere la carica e loscudo dell’immunità parlamentare, ora èpossibile fare un bilancio completo dei fondineri scoperti in vent’anni d’indagini sul pro-prietario della Fininvest. Il conto finale è daprimato: almeno un miliardo e 277 milioni dieuro. “Il Cavaliere nero” ricostruisce come si

è formato questo tesoro segreto di Silvio Ber-lusconi, in quali paradisi fiscali è stato na-scosto e a cosa è servito, pubblicando per laprima volta i documenti originali che com-provano le accuse. Nei tre gradi di giudizio laProcura di Milano ha dimostrato che i prezzidichiarati da Fininvest e Mediaset per l’ac -quisto dei film americani venivano costan-temente gonfiati, per portare soldi all’estero.La condanna finale quantifica in 368 milionidi dollari il totale dei fondi neri così creati. Equesto nel solo quinquennio esaminato nelprocesso, che va dal 1994 al 1998. Di questa“sistematica frode fiscale”, spiegano i giudici,Berlusconi è stato “l’ideatore, l’organizzatoree il beneficiario finale”. Ma le stesse sentenzeprecisano che questa è solo una parte di unenorme patrimonio segreto accumulato “findagli Ottanta”.Il processo Mediaset infatti è nato da unacostola delle indagini di Tangentopoli, chegià negli anni Novanta avevano portato allascoperta delle prime 64 società offshore. Latesoreria centrale si chiamava All Iberian: un

sistema di conti esteri “non ufficiali” che hamanovrato 1.550 miliardi di lire (775 milionidi euro). Un fiume di denaro nero utilizzato,tra l’altro, per pagare tangenti a politici comeBettino Craxi e per corrompere il giudicecivile romano che ha regalato la Mondadorialla Fininvest. Dopo le elezioni del 2001, Ber-lusconi ha ottenuto l’impunità grazie alla leg-ge che ha mandato in prescrizione quel gi-gantesco falso in bilancio. Il processo che haportato alla condanna finale è partito dallascoperta dei tanti depistaggi organizzati pro-prio per fermare le indagini sulle offshore. Enascondere, in particolare, i primi fondi neridei diritti televisivi: almeno 252 milioni didollari.

NON BASTASSE, c’è il nero italiano, quan-tificato in almeno 65 milioni di euro da unasentenza insospettabile: il verdetto della Cas-sazione che nel 2001 aveva assolto Berlusconidall’accusa di aver autorizzato i suoi managera corrompere la Guardia di finanza. Un altrotesoro nascosto è invece attualissimo. Frank

IL CAVALIERE NEROPaolo Biondani e Carlo Porceddapagg. 194 - Chiarelettere¤ 13,90

È COMPOSTO da tre donne ilcollegio della quarta sezionepenale del Tribunale di Milanoche, lo scorso 24 giugno, hacondannato Silvio Berlusconi a7 anni di carcere per il caso Ru-by. Giulia Turri è il presidentedel collegio. È lei che ieri ha ne-

gato ai cronisti del Palazzo diGiustizia di Milano, che avevanopresentato formale istanza sot-tolineando l’interesse pubblico,la possibilità di estrarre copiadelle motivazioni della senten-za. A sbloccare la situazione,permettendo ai giornalisti di ri-

tirare una copia, è stato il pre-sidente della quarta sezione pe-nale, Oscar Magi. Carmen D’E-lia nel 2002 aveva già fatto par-te del collegio di giudici del pro-cesso Sme. Orsola De Cristo-fa ro si è occupata in passato delcaso della clinica Santa Rita.

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3il Fatto Quotidiano VENERDÌ 22 NOVEMBRE 2 01 3IL REGISTA

tato regali da un uomo. Questa sen-tenza, oltre che falsa, è odiosa perchéusa la fragilità di donna e le uccidesocialmente con l’unico intento dicolpire per di più ingiustamente unuomo”. Gianfranco Rotondi, ex mi-nistro del Pdl rimasto berlusconia-no, allude al peggio: “Le motivazionipreparano la mossa finale”. Il Cava-liere in galera. A bassa voce, lo ri-petono tutti i falchi rimastigli vicini eche gridano al fango e alla volgarità:“Finirà in carcere”. Il che, cinica-mente, può essere anche un’oppor -tunità elettorale: “Berlusconi marti-re in prigione ci farà volare”. Tuttoquesto però partorisce un paradossoincredibile, a detta di due lealisti:

“Napolitano non consentirà mai cheil presidente finisca in carcere, pro-prio perché teme un boom elettora-le”.

SCENARI DA UN BUNKER che vivela vigilia del “patibolo” di mercoledìprossimo senza dare l’impressione dicombattere. I falchi non si capacita-no del silenzio berlusconiano. Per unmotivo: “Gianni Letta gli sta venden-do ancora la teoria alfaniana del rin-vio del voto. È merce avariata, ma luici crede”. O fa finta di crederci. Ieri,almeno fino a sera, Alfano non hadetto una parola sulle motivazioni.Da qui al 27 non sono ancora in pro-gramma incursioni televisive. Porta a

Por ta per esempio, lunedì, che è il pri-mo giorno utile a questo punto, haprevisto già una puntata dedicata alPd. Restano le tv di casa, ma non c’ènulla di certo. Unici punti fissi sono:il no alla legge di stabilità (sotto for-ma di astensione, forse, che al Senatovale come un voto contrario), il di-scorso da pronunciare in aule (e lefatidiche carte americane che lo sca-gionerebbero sulla frode fiscale Me-diaset), il sit-in che stanno organiz-zando i fedelissimi per il 27 attorno aPalazzo Madama. Manca il guizzodel Condannato, la pennellata che dàcolore alla lotta e alla resistenza.Quella non c’è, per il momento. C’èl’immagine triste del Satiro del Bun-ga Bunga che non convoca più le riu-nioni a Palazzo Grazioli e rimanefuori casa per tutto il giorno, comeun qualunque marito insofferente.Ieri, nel giorno in cui si sono cono-sciute le motivazioni della sua con-danna per prostituzione minorile, ilCavaliere si è concesso una cena,sempre a san Lorenzo in Lucina, coigiovani del movimento azzurro gui-dato da Annagrazia Calabria.

di Fabrizio d’E s p o s i to

Èpazzesco”. Silvio Berlu-sconi scorre il corposofaldone delle motivazionie serra i denti in un ghi-

gno di rabbia. Batte il pugno sulla scri-vania mentre tenta di leggere qualchebrano del nuovo mattone contro dilui. Il Condannato è disperato e ras-segnato. Ripete: “È pazzesco”. Ag-giunge, intontito: “Mi convinco sem-pre di più che finirò in galera, solo cosìsi fermeranno”. Le motivazioni dellasentenza Ruby investono come un ci-clone Palazzo Grazioli, a meno di unasettimana dal voto sulla decadenza diB. al Senato. Nella Capitale il tempo èpazzo, anzi pazzesco. Alterna grandi-ne e sole nel giro di cinque minuti.

INSEGUITO dall’incubo di nuove in-chieste, da Milano (Ruby ter per cor-ruzione di testimoni) e da Napoli (ilfilone Lavitola sugli appalti a Pana-ma), atterrito dalla prospettiva diperdere seggio e libertà il prossimo27 novembre, il Cavaliere alle quat-tro e mezzo del pomeriggio esce daPalazzo Grazioli e va alla sede di For-za Italia, in piazza san Lorenzo inLucina. Per il secondo giorno con-secutivo. Mai accaduto sinora. Casasua è sempre stata la vera base delpartito carismatico. È come se B. vo-lesse evadere (questo il verbo giusto)dall’abitazione che condivide con lafidanzata Francesco Pascale. Nellanuova sede, con lui, ci sono DenisVerdini, Raffaele Fitto, Saverio Ro-mano. Si fa vivo anche Marcello Del-l’Utri. Una riunione fiume sull’or -ganizzazione dei club Forza Silvio intutta italia. Esce la data dell’otto di-cembre, l’Immacolata: una grandemanifestazione di questi club a Mi-lano, nell’illusione di oscurare le pri-marie del Pd, che decreteranno iltrionfo di Matteo Renzi. Il conto allarovescia procede spietamente (ieri ilPd ha sentenziato: “Si vota il 27 e ba-sta”) e il Condannato si dedica aiclub, anzi cloeb, nella sua pronuncia.Dettaglio che agli occhi sgranati deisuoi fedelissimi fanno pensare: “Checos’ha in testa il presidente?”. Forseniente. È solo la speranza nelle suepresunte virtù taumaturgiche. I“fuochi d’artificio”, altra espressio-ne circolata ieri nel cerchio magicodi B., verranno solo dopo il 27. Unostrano, pazzesco pomeriggio. Tra lafuria e la rimozione. Gli avvocatiparlamentari, Longo e Ghedini,stendono la solita nota: “Sentenzasurreale”. Ma di surreale c’è solo lalucida disperazione del Condannatoche rimane in silenzio, ipnotizzatodall’eloquio dellutriano che gli illu-stra la strategia su come ringiovanirela rinata Forza Italia. Daniela San-tanchè parla di “femminicidio giu-diziario”: “Donne magistrato chebollano a vita giovani donne comeprostitute per avere chiesto o accet-

ST R AT EG I E

Prima della decadenza

del 27 si studiano

le contromisure: andare

in tv e nelle piazze

e dare battaglia

sulla legge di Stabilità

“ORA B. HA PAURADI FINIRE IN CARCERE”(E PER QUESTO TACE)PER ADESSO EVADE DA PALAZZO GRAZIOLI E PASSA L’INTERAGIORNATA NELLA SEDE DI FORZA ITALIA. I FALCHI: “SE FINISCEDENTRO, IL COLLE PER PAURA DEL BOOM ELETTORALE LO SALVA”

GLI AVVOCATI GHEDINI E LONGO”L’APPELLO RIBALTERÀ LA SENTENZA””Anche con tutta la migliore volontà accusatorianon sarà possibile confermare questa sentenza neigradi successivi di giudizio”. Lo sottolineano i legalidi Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longocommentando le motivazioni della sentenza Ruby.I legali di Berlusconi passano dunque a elencare i

motivi per cui giudicano la sentenza di colpevolez-za nei confronti del Cavaliere “s u r re a l e ” e infonda-ta: “Una concussione per costrizione con l’a ss e r i toconcusso che nega di esserlo e che viene ritenutotale perché avrebbe potuto, ipoteticamente, teme-re effetti negativi per la sua carriera”. “Mai il dottorOstuni – aggiungono i legali – ha prospettato diaver lontanamente pensato a tale evenienza. Nel

contempo la dottoressa Iafrate ha costantementedichiarato di aver deciso in piena e totale autono-mia e libertà l’affido di Ruby”. “Parimenti è del tut-to assurda la ricostruzione delle serate ad Arcore edei rapporti con Ruby”, proseguono i legali. E inol-tre, “tutte le testimonianze, oltre trenta, che noncollimavano con le poche dell’accusa, sono statenon solo neglette ma addirittura ritenute false”.

gli ordini del pm minorile Annamaria Fiorillo chevoleva mandare Ruby in comunità. Ma Ostuninon aveva scelta: “Il fatto che Berlusconi abbiasegnalato una presunta parentela” di Ruby conMubarak non significa che abbia esercitato suOstuni “una persuasione blanda. Al contrario, èindice sintomatico della forte coazione psicolo-gica patita dal capo di Gabinetto, in quanto si trat-tava di una circostanza macroscopicamente nonveritiera di cui” l’ex premier “era perfettamenteconsapevole”. Berlusconi lo fa per “un duplicevantaggio: da un lato la ragazza veniva in tal modorilasciata” in modo da poter “continuare indistur-bata a frequentare” Arcore “e dall’altro evitavache la stessa potesse riferire di aver compiuto attisessuali a pagamento con l’imputato, garanten-dosi così l’impunità”.

La capacità a delinquereQuando i pm Antonio Sangermano, Piero Fornoe Ilda Boccassini indagano, Berlusconi mette a li-bro paga Ruby in cambio del suo silenzio. Ha una“capacità a delinquere consistita nell’attività si-stematica di inquinamento probatorio a partiredal 6 ottobre 2010, attuata anche corrisponden-do” a Ruby “e ad alcuni testimoni ingenti sommedi denaro”. Rossi e Ronzulli, una serie di “Arco -rine”, i musicisti Mariano Apicella, Danilo Ma-riani e la moglie hanno reso “deposizioni com-piacenti per personali vantaggi economici e dicarriera”.

Agrama, imprenditore del cinema con base aLos Angeles, è stato condannato a tre anni,nel processo Mediaset, come “intermediariofittizio”, che incassava il nero e lo spartivacon Berlusconi. Nel solo quinquennio1994-98, il Cavaliere e il suo amico ameri-cano si sono divisi almeno 135 milioni didollari.Di tutti questi fondi neri, nessuna autoritàitaliana è mai riuscita a sequestrare un solocentesimo. La sentenza Mediaset ha condan-nato Berlusconi, per effetto della ex Cirielli, arisarcire al fisco solo 10 milioni di euro. Me-no di un trentaseiesimo dei profitti accumu-lati con la frode di cui è stato riconosciutocolpevole.

NCD Sfrattati da Brunettagli “alfaniani” alla CameraDopo il divorzio da Forza

Italia, la “guerra dellestanze”. Per il Nuovo centrode-stra di Angelino Alfano arriva-no le prime conseguenze pra-tiche della separazione dal par-tito di Berlusconi. Ieri mattina ideputati del nuovo gruppo diNcd sono stati sfrattati dai pro-pri uffici della Camera. Le stan-ze dei parlamentari ex Pdl orasono occupate esclusivamentedai fedelissimi del Cavaliere. Ilprimo a scoprire di essere statocacciato dal suo vecchio ufficioè stato l’ex tesoriere MaurizioBernardo. Con sommo disap-punto, al suo arrivo, si è vistonegare l’accesso e sventolaredavanti agli occhi una letterafirmata dal presidente dei depu-tati berlusconiani, Renato Bru-

netta. In cui l’exministro spiegache quegli spazi,ormai, spettanoesclusivamente aloro. Ai 29 depu-tati di Ncd non èrimasto che farele valigie e allon-tanarsi tra i mugugni (“La nuo-va Forza Italia è il partito dellarabbia”, ha borbottato qualcu-no). La “vacanza” del Nuovocentrodestra non dovrebbe du-rare a lungo: la prossima setti-mana ai suoi parlamentari sa-ranno affidati nuovi uffici e unarinnovata collocazione nei ban-chi dell’Aula, alla sinistra diForza Italia e alla destra del Mo-vimento 5 stelle.Al Senato, invece, i parlamen-

tari alfaniani apolidi dovrebbe-ro trovare sistemazione a Palaz-zo Toniolo.Intanto il Nuovo centrodestra siorganizza anche a livello locale.

Il vicepremier Alfanodomani presenterà aRoma i gruppi regio-nali che hanno aderi-to alla nuova forma-zione politica. In To-scana, nel consiglioregionale, ne sonospuntati addirittura

due: Pdl-Ncd e Più Tosca-na-Ncd sono entrambi alfania-ni, ma hanno dato vita, inspie-gabilmente, a due micro forma-zioni distinte. Anche se hannopromesso, con un comunicatoinvolontariamente comico, di“attuare da subito uno strettoraccordo nell’attività istituzio-nale, che si concretizzerà, nel-l’immediato, in una segreteriatecnica comune ed in periodi-che riunioni congiunte”.

fattoa mano

SOLDI SPORCHI Documenti inediti nel libro

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4 VENERDÌ 22 NOVEMBRE 2013 il Fatto Quotidiano

pristinare un clima di serenoconfronto democratico”; a Ro-vigo dopo aver “preso atto del-le difficoltà” è arrivato GianniDel Moro; Enzo Napoli deveassicurare “un sereno sviluppodella vita del partito” a Cata-nia; Margherita Miotto prove-rà a fare lo stesso a Frosinone.

Calendario e gazeboNel frattempo a Roma si met-tono i puntini sulle i. Se dellefaccende politiche più compli-cate si occupano i 22 dellaCommissione nazionale, c’èun piccolo tavolo dove prova-no a risolvere le questioni chelì diventerebbero terreno di

ha vinto con dei voti rubati.Rubati?Una città di 150.000 abitantinon può sostenere al 97 percento soltanto un candidato.C’è qualcosa di strano.I m b ro g l i ?De Luca ha prestato il partito a4 persone che non sanno nep-pure manipolare per bene leschede. E poi mi appello adAngelino Alfano.Il ministro ascolta, prego.Caro Alfano, devi sciogliere ilconsiglio comunale perchénon è possibile non rispettarela legge per sette mesi: nonpuò fare il sindaco e il vicemi-

nistro.La fatica non è uguale per tut-ti.De Luca è così megalomaneche, se potesse, farebbe ancheil vescovo.Forse vuole fare il governatorein Campania?Ormai supera il ridicolo. Losceriffo vada in pensione.Dice che a Salerno lo votanoanche le pietreIl populismo vince ovunque.Ogni settimana in tv recita lefavole e l’editto. Ha fatto qual-cosa di positivo, sì.Esempi?Le fontane. Per questo lo chia-mano “Vicienzo ‘a funtana”.Ah ecco, un fatto inequivoca-bile.Co s a?Il Tribunale fu inaugurato daD’Alema nel ‘99: è ancora uncantiere.In che rapporti siete?Buoni. Mi è pure simpatico.

P S Y C O - DE M

Mazzette, giudicetributario non togatoarrestato a Roma

UNA TANGENTE di 6.000 euro per “risolvere inmaniera positiva” un ricorso. Per questo, ieri, un giu-dice della commissione tributaria di Roma è statoarrestato in flagranza dalla polizia, mentre intasca-va una mazzetta. Al centro della vicenda c’era unricorso contro un accertamento dell’Agenzia delleentrate e una cartella esattoriale giunta al figlio di unavvocato romano per una mancata dichiarazione fi-

Il lettiano

Guglielmo Vaccaro (Pd)“Vi raccontole fosse comunidi De Luca”

Ufficio primarie PdRegole e gazebo(ma si litiga altrove)IL MAIL BOMBING, I COMMISSARI E I SEGGI DA ALLESTIREULTIME ARMI PRIMA DELLA SFIDA FINALE DI RENZI

Coda di votanti per le primarie del Pd Ansa

scale di 50 mila euro. Lo stesso giudice, Luigi DeGregori, non togato e pensionato romano di 66 anniex-dipendente dell’Enel, aveva contattato l’avvoca -to chiedendo insistentemente di vederlo nella suaabitazione, per chiarimenti sulla pratica prima delladata dell’udienza. Ma il legale, insospettito, ha con-tattato la polizia. Dopo una serie di contatti tele-fonici tra l’avvocato, suo figlio e il giudice, è avvenuto

l’incontro nell’abitazione del giudice in zona Tusco-lano. Munito di registratore, l’avvocato vittima dellarichiesta si è presentato all’incontro con il giudice,che ha avanzato la sua richiesta: 6.000 euro in cam-bio di un esito positivo. Appena dopo la consegnadella mazzetta, sono intervenuti gli investigatori delcommissariato Salario-Parioli, che avevano anchecontrassegnato il denaro contante.

Jfk annegatoal Canottieri

P O RT FO L I O

PADRONE A CASA SUAAl Canottieri, non può mancare il capo

del Coni in versione statua del Foro Italico

QUA N D OQUA N D OTony Renis, insplendida formacome testimo-nia la foto,abbraccia unp i e t r i f i c at oGianni Letta,che dimostradi essere tuttod’un pezzo.A Roma si dice“de marmo”

FERMI TUTTIUn ufficiale dell’Arma crea il panico (e il sonno, vedi sfondo)

tra Pippo Marra e Letta. Ma era lì per il libro di Bisiach su JFK

BACIO ESCHIMESESe il comunista è vero o finto te neaccorgi dall’odore. E Gianni Lettaè un uomo che ha fiuto

Foto di Umberto Pizzi

a cura di c .t .

di Carlo Tecce

Guglielmo Vaccaro, politi-co salernitano però di

Pompei, deputato democrati-co, corrente lettiana, s’acco -moda: “Vuole parlare di Vin-cenzo De Luca con me? Cos’èuna seduta psicanalitica?”Che colore associa al sindacodi Salerno?No, non il marrone se pensache io sia volgare.Q u a l e?Il rosso.Pe rc h é ?Il rosso sangue.O r ro re .Perché mi rievoca le fosse co-muni.Co s a?La fosse comuni e virtualidi De Luca, lì sono ammassatiex amici o politici che hadistrutto.Le siamo vicini.Io sono soltanto esiliato, io so-no come Mazzini che scappaper poi tornare in patria. Hoscelto io di candidarmi nellacircoscrizione di Napoli. Amolti è andata peggio.Ha un elenco?È una strage di innocenti.Te st i m o n i ?L’ex sindaco Mario De Biase,sfruttato per un mandato. Ungiorno De Luca gli ha detto ‘seipettinato male’ (il protagoni-sta non ha tanti capelli, ndr) el’ha distrutto.E basta?No, possiamo continuare perore. Alfredo D’Attore, un di-rigente preparato, un talentosincero, spedito in Calabriaperché oscurava il Capo di zo-na. Ma il regno di Vincenzosta per finire.Non pare così.Mancano poche ore, vediamonei prossimi giorni.Fa allusioni?No, non mi riferisco all’ultimainchiesta che lo vede indagato.Io faccio preghiere.A chi?A Matteo Renzi. Rappresentail rinnovamento?Risponda.Sì, allora deve far commissa-riare il Pd di Salerno perché lì

Guglielmo Vaccaro Ansa

LE LISTE

Vanno consegnate

entro giovedì

Ma sono ancora in alto

mare. Unica certezza:

D’Alema sfiderà

Emiliano a Bari

di Paola Zanca

Per ora lo chiamano“l’ufficio meno liti-gioso della storia delPd”. Ma mancano

ancora due settimane. E chissàche anche i “tecnici” incaricatidi stabilire i cavilli delle pri-marie democratiche del 8 di-cembre non facciano in tempoad assomigliare ai grandi. Lihanno scelti giovani, tutti po-co più che trentenni, per rap-presentare i candidati alla se-greteria e organizzare l’ana-grafe degli iscritti e l’albo deglielettori. Lontani i giorni in cuiMatteo Renzi finì sulla grati-cola perché, alla vigilia del se-condo turno, comprò paginatedi giornali per pubblicizzareun sito “abusivo” per la regi-strazione degli elettori (e i ber-saniani li respinsero dai gaze-bo). Stavolta le primarie sonoaperte. E Renzi sente già inmano il trofeo da vincitore.Eppure tante cose sono ancorada mettere a punto. A comin-ciare dalle liste.

La garanzia di BariEntro mezzogiorno di giovedìprossimo, 28 novembre, van-no consegnate le liste dei milleche comporranno l’assembleanazionale del partito. Ma tutticonfessano di essere ancora inalto mare. L’unica certezza è aBari. E pesa parecchio. L’ha ri-velata ieri il sindaco MicheleEmiliano, candidato in quotaRenzi. A sfidarlo, per contodella mozione Cuperlo, ci saràniente meno che MassimoD’Alema, storico mister prefe-renze della Puglia. Dice Emi-liano a Radio2: “Ci sono rima-sto malissimo. Una personache potrebbe fare il presidentedella Repubblica o della Com-missione europea, perde tem-po con le primarie”. La guerraè guerra. E non si escludonoaltre big pronti a sporcarsi lemani.

Un giorno in ProcuraLa bufera sul tesseramentonon si è ancora chiusa. L’altroieri, a Salerno, il pm VincenzoMontemurro ha ascoltato Pa-trizio Mecacci, coordinatoredel comitato Cuperlo a propo-sito delle decine e decine ditessere in bianco trovate nelledisponibilità di un imprendi-tore di Nocera Inferiore. Ma aldi là delle vicende giudiziarie(oggi i carabinieri prosegui-ranno le indagini negli ufficidel Nazareno) le delibere dellaCommissione nazionale per ilcongresso raccontano di situa-zioni da caschi blu. Ad Astihanno inviato Gianluca Lionicon il compito di “aiutare a ri-

scontro. Per esempio il calen-dario del mail bombing. Tutti icandidati hanno diritto a usu-fruire del database del partito:una roba come 450 mila nomida convincere a votare per sè.Onde evitare di finire tutti nel-lo spam, bisogna organizzarela spedizione elettronica: chi

spedisce prima, da domenicaal 6 dicembre? Giurano chenon litigheranno sull’ultimaparola, perché comunque allavigilia del voto, arriverà a tuttiun messaggio finale riepiloga-tivo. Poi ci sono i gazebo. Spie-ga Domenico Petrolo, nell’uf-ficio tecnico a nome di MatteoRenzi: “L’anno scorso erano 9mila: stiamo lavorando perconfermare almeno lo stessonumero. Monitoriamo quoti-dianamente quanti seggi e ga-zebi si stanno allestendo e sol-lecitiamo i nostri rappresen-tanti locali per farli crescere.Dovrà essere una grande gior-nata di partecipazione”. Petro-lo, insieme a Andrea Pacella(mozione Cuperlo, ex tesorie-re dei Giovani democratici) la-vora al tavolo presieduto daVanina Rapetti (responsabiledel trattamento dati per il Pd).C’è anche Mauro Chinappiper Pippo Civati. Lui si senteun po’ diverso: “Gli altri han-no tutti l’indirizzo mail del Pd,io sono iscritto al partito daagosto”. Ma niente liti.

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5il Fatto Quotidiano VENERDÌ 22 NOVEMBRE 2 01 3

ipotesi di lavoro”, si legge nelbrogliaccio degli investigatori.“La prima di andare avanti con idue aumenti di capitale, lascian-do la fusione da fare a settembre,e c’è una scuola di pensiero in talsenso. Mazzarella dice di nonaver capito. Si faranno i due au-menti di capitale e poi quella diesclusione del diritto di opzione.Mazzarella dice che su questohanno perplessità perché hannoautorizzato il controllo in modoindiretto e il provvedimento ri-guarda il controllo di Premafin.Vincenzi chiede quanto ci vuoleper modificare questo: parec-chio. Allora siamo morti”, sbottal’uomo di Mediobanca. “Perchél’assemblea la convocano. Vin-cenzi dice che ne ha parlato conAlberto”. Cioè con Nagel, l’am -ministratore delegato di Medio-banca. “Mazzarella dice che po-trebbe parlare con Unipol per fa-re un istanza al controllo diretto:ci vuole tempo. Vincenzi diceche sono sotto scacco, hannopoche mosse. Oppure il con-trollo diretto sull’assicurativa.Vincenzi suggerisce il control-lo di Fondiaria: Mazzarella di-ce che hanno autorizzato un’a l-tra cosa”. Dunque: un’autoritàdi controllo, in stretto contattocon la banca che ha deciso lenozze, cerca di aggiustare le co-

Sfiducia al SenatoI 5 Stelle alla caricacon la ministra

SFIDUCIA alla Cancellieri anche al Se-nato: oggi i 5 Stelle chiederanno la ca-lendarizzazione della mozione a Palaz-zo Madama. Lo ha annunciato il pre-sidente dei senatori del M5S, Paola Ta-verna. “Certi che il 27 ci sarà il votodell’aula su Berlusconi – ha affermatola senatrice Taverna – il 28 andrebbe

bene per procedere sulla mozione disfiducia per Cancellieri. Dobbiamosbrigarci a risolvere queste questioniperché ci sono ben altri problemi daaffrontare per il Paese”. I 5 Stelle tor-nano alla carica, dopo la mozione pre-sentata e discussa lunedì alla Camera.Niente scossoni, Montecitorio ha sal-

vato il ministro, ma senza s ta n d i n gova t i o n . Incassata la vittoria, è ar-rivata però a stretto giro di postaun’altra tegola: la pubblicazione deiverbali sul caso Fonsai, in cui Sal-vatore Ligresti ammette di aver “ra c-co m a n d a to” la Cancellieri a Berlu-sconi. Ansa

di Gianni Barbacettoe Gaia Scacciavillani

Piergiorgio Peluso, ilfiglio del ministroAnnamaria Cancel-lieri, passa dalle gi-

nocchia di Salvatore Ligresti alleschiere dei suoi nemici. Vienemandato in Fonsai nel maggio2011 per cercare di raddrizzarela barca che già navigava in cat-tivissime acque. “Egli ha assuntol’incarico di direttore generale”,racconta il consulente FonsaiFulvio Gismondi al pm LuigiOrsi, “su indicazione evidente-mente della banca, ma con il de-cisivo gradimento della famigliaLigresti... La scelta della famigliaLigresti è caduta su Peluso per-ché pare che le due famiglie ab-biano rapporti significativi. Ri-cordo che Salvatore Ligresti inuna circostanza qualche tempofa mi ha detto che conosce Pier-giorgio Peluso fin da quando erabambino”. Ma quando arriva inFonsai, trova i conti messi peg-gio di quanto si potesse imma-ginare. Nel marzo 2012 quanti-fica a ben 800 milioni, sul bilan-cio 2011, l’insufficienza nella ri-serva sinistri. Poi deve farsi daparte e lasciare il campo agli uo-mini di Unipol che conquistanola compagnia. Non prima di in-

cassare i 3,6 milioni di buonu-scita: il paracadute che aveva in-dossato al momento del suo in-gresso in Fonsai. Si celebra così ilmatrimonio che s’ha da fare atutti i costi. Le nozze con Unipolsono combinate di gran carriera,facendo uscire di scena SalvatoreLigresti che aveva portato Fon-sai sull’orlo del fallimento. È so-prattutto Mediobanca a darsi dafare per portare a ogni costo al-l’altare i due promessi sposi: al-trimenti “siamo morti”. È il pas-saggio cruciale, che avviene nel-l’estate 2012, rivelato dai docu-menti dell’indagine milanese suFonsai depositati nei giorniscorsi.

IL 28 GIUGNO 2012 parlano altelefono Stefano Vincenzi e Fla-via Mazzarella. Il primo è il re-sponsabile consulenza legale erelazioni istituzionali di Medio-banca. La seconda è il vicediret-tore generale dell’Isvap, l’autori -tà di controllo sulle assicurazio-ni. Mediobanca, dopo aver fattocomprare la Fonsai a Ligresti(nel 2002, con soldi di Medio-banca) e dopo averlo finanziatoper un decennio (con 1,3 miliar-di di euro), ha ormai deciso dichiudere il rubinetto. Don Sal-vatore è abbandonato al suo de-stino ma, per non lasciar andare

Fonsai in mani non controllabili(i francesi di Groupama, o il duoMatteo Arpe-Roberto Mene-guzzo), si è individuato lo sposoperfetto: Carlo Cimbri, ammini-stratore delegato di Unipol (asua volta indebitata con Medio-banca). Per arrivare alle nozze,Mediobanca mantiene contattistretti e diretti con le autorità chedovrebbero vigilare: Isvap eConsob. Dovrebbero essere ar-bitri imparziali, ma scendono

invece in campo, schierati con lasquadra che deve a tutti i costivincere. Ecco, per esempio, checosa si dicono, in quel cruciale28 giugno, la numero due diIsvap e il dirigente di Medioban-ca: “Mazzarella chiama Vincen-zi il quale le dice che ci sono due

ché Mazzarella non è solo ingran confidenza con Medioban-ca, ma anche con il suo vigilatoUnipol. Sono costanti, infatti, isuoi contatti con l’ad della com-pagnia delle coop, Carlo Cimbri,nel corso dei quali Cimbri la ag-giorna sullo stato dei contatticon le banche, con le altre Au-torità coinvolte e perfino sugliarticoli di stampa pubblicati sultema. Il “tifo” di Isvap per l’o-perazione su cui doveva vigila-re è provato anche da un’i n t e r-cettazione del 3 luglio 2012 incui Flavia Mazzarella parla conalcuni suoi collaboratori: “I n-tanto andiamo a vedere il ri-strutturato di Unipol, che ce loavevano detto da aprile, ma noiper favorire la società non c’a b-biamo voluto sentire”.

se per arrivare in fretta al ma-trimonio. Mediobanca chiedeall’arbitro di modificare le re-gole in corsa: e di fare presto.Sennò “siamo morti”.

L’OPERAZIONE si doveva fare:lo spiega al pm Orsi anche il te-stimone chiave dell’inchiesta, ilconsulente attuario di FonsaiGismondi, sulla base di quantogli dice l’amministratore delega-to di Unipol: “Cimbri voleva far-mi capire che l’operazione eragradita ai più alti livelli istituzio-nali... Il senso del discorso... eraquello di rappresentarmi che sitrattava di un’operazione di si-stema”. Una bicamerale degli af-fari ai tempi delle larghe intese.L’arbitro più importante, l’I-svap, è al centro delle intese, per-

MEDIOBANCA E LE PRESSIONIPER L’AFFARE UNIPOL-FONSAIL’ ISVAP TIFAVA PER L’OPERAZIONE. IL CONSULENTE AI PM: CANCELLIERI JR.GRADITO A LIGRESTI PERCHÉ “LO CONOSCEVA SIN DA BAMBINO”

LA MAXI-FUSIONE

Il responsabile legale

della banca d’a f fa r i

chiama i vertici

dell’Autorità: “Se non lo

facciamo, siamo morti

Ne ho parlato con Nagel”

Piergiorgio Peluso e la madre, Annamaria Cancellieri A n s a / La Pre ss e

di Emiliano Liuzzi

Non solo Salvatore Ligresti che dice di aver-la genericamente raccomandata come

prefetto a Parma. Commissario prefettizio nel-la città di una presunta rive gauche molto bot-tegaia e corrotta, volevano Annamaria Cancel-lieri alla guida del Comune commissariato an-che Pietro Vignali, il sindaco già indagato e poifinito agli arresti, e il suo uomo di fiducia, LuigiGiuseppe Villani. I due ex ras di Parma se lodicono più volte al telefono mentre la Guardiadi finanza li ascolta. In particolare ne parlano inuna serie di conversazioni datate tra settembree ottobre 2011: Vignali è sul punto di mollare lapoltrona di sindaco, nonostante le resistenzefatte fino alla fine. E prima di andarsene, dopoaver indicato all'allora ministro dell'InternoRoberto Maroni il nome del prefetto nella per-sona di Luigi Viana, gli indicano anche quellodel commissario prefettizio. Annamaria Can-cellieri, appunto. Non a caso il ministro Maroniin persona, nonostante sia a conoscenza del-l'indagine, comunicherà a Vignali che sarà lei aprendere le redini del Comune, ancora una vol-ta in una telefonata che la Guardia di finanzaascolta: “Abbiamo nominato Annamaria Can-cellieri” con un tono quasi trionfalistico. Tutti

passaggi che vengono sottolineati nell'ordinan-za di arresto per Vignali e Villani il 14 gennaiodi quest'anno. Il giudice, oltre a spiegare le ra-gioni per le quali viene applicata la custodiacautelare nei confronti dei due imputati, spiegaa lungo come il gruppo di potere alla parmi-giana abbia influenzato la nomina del prefettoprima e del commissario prefettizio poi. D'al-tronde Vignali, il fu enfant prodige del centro-destra, aveva una serie di agganci a livello ro-mano non indifferenti. Il primo si chiamavaGianni Letta, l’uomo che lo aveva fortementesponsorizzato. Ma non solo.

VIGNALI DIALOGAVA in maniera costante conAngelino Alfano e con Roberto Maroni. Per poiarrivare a entrare nelle grazie di Silvio Berlu-sconi con il più vecchio escamotage: Nadia Ma-crì. Nel senso che – è ancora il giudice che loricostruisce – attraverso l'escort di Reggio Emi-lia il sindaco riesce a rinsaldare il rapporto conl'allora premier. È da lei, scrive sempre il giu-dice, che Vignali ottiene un canale preferenzialeper parlare con Berlusconi perché lo aiuti a in-terferire nell'indagine che lo riguarda. Un'in-terferenza che poi si concretizza con una lungaserie di interrogazioni contro la Procura di Par-ma firmate dall'allora presidente della commis-

sione Giustizia al Senato, Filippo Berselli.Vignali non si accontenta però di questi par-ticolari. Prima riesce a farsi mandare un prefettoche sia a lui gradito. E, a quell'epoca e grazieall'appoggio di Maroni, ci riesce anche. La sceltaè tra un paio di nomi, alla fine Vignali sceglieViana, allora prefetto a Piacenza. Poi, in unatelefonata con Villani, si preoccupa anche delfatto che Viana sappia che il nuovo incarico gliè stato conferito grazie alla sua sponsorizza-zione. “Dovrebbe subito mettersi in linea”, dice

Vignali al suo interlocutore. Per aggiungere, viasms: “Finito adesso con il prefetto, tutto a posto,gli ho letto un po' di patti gli ho spiegato delrapporto forte con Letta e Maroni”.

SIAMO ANCORA al maggio del 2010, Vignali èin pieno delirio di onnipotenza. Ma un anno emezzo dopo si trova in un'altra condizione,quella di dover intercedere su chi potrebbe es-sere il suo successore in caso di dimissioni. Vi-gnali vuole lasciare il Comune in mano a unapersona che in qualche modo conosca. E nelperiodo in cui Cancellieri era stata a Bolognaavevano avuto modo di incontrarsi. Così spiegaa Villani che lei potrebbe essere la persona giu-sta per Parma. I giudici spiegano di aver “in -tercettato una serie di sms tra Vignali e Villaniche fanno comprendere come la loro attenzionesia quella di condizionare la nomina del com-missario prefettizio che dovrà arrivare a Parmaper traghettare la città verso le elezioni”. Fannoil nome di Cancellieri. E alla fine, il ministrodell'Interno Maroni, proprio per Cancellieri –che ha lavorato a Bologna, ma in passato anchea Parma – può essere la persona giusta. Fatta lanomina Maroni avverte immediatamente Vi-gnali che l'operazione è stata portata a termi-ne.

NADIA MACRÌTramite la escort, il primo cittadino ottiene un

canale preferenziale per parlare con B. per aiu-

tarlo a interferire nell’indagine che lo riguarda

SILVIO BERLUSCONILa mano del leader Pdl si traduce in una serie

di interrogazioni contro la Procura di Parma

firmate dal senatore Filippo Berselli

ROBERTO MARONIPoi spiega al nuovo Prefetto quali sono

i “patti” e lo informa del “rapporto forte

con Letta e Maroni”

NON FINISCE MAI

L’ex sindaco di Parma, Pietro Vignali La Pre ss e

I ras di Parma sotto indagine: “È lei la soluzione”AL SINDACO VIGNALI E AL SUO BRACCIO DESTRO SERVIVA UN COMMISSARIO PREFETTIZIO AMICO: IN UN SMS FANNO IL NOME DEL GUARDASIGILLI

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6 VENERDÌ 22 NOVEMBRE 2013 il Fatto Quotidiano

di Marco Palombi

Se serviva una plasticadimostrazione di chegabbia siano i vincolidi bilancio europei

(con relativi moniti bruxellesi)e di quanta poca autonomiapolitica godano i governi –quello italiano su tutti – ebbeneil Consiglio dei ministri di ieriha colmato la lacuna: l’aboli-zione della seconda rata dell’I-mu rinviata perché non si tro-vano 400 milioni; partecipa-

zioni pubbliche in aziende chegenerano reddito per lo Statomesse in vendita; la rivaluta-zione delle quote di controllodi Bankitalia – che sarebbe unenorme favore alle banche chele hanno in pancia – bloccata inattesa del via libera della Bce. Ilpiano di privatizzazioni, inparticolare, secondo EnricoLetta consentirà a Saccomannistamattina “di andare a batta-gliare a Bruxelles con più for-za” per avere maggiore flessi-bilità nei conti per l’anno pros-

simo: c’è il problema che que-sta svendita, al momento, puòservire al massimo per recupe-rare gli otto miliardi che laCommissione europea consi-dera mancanti nel bilancio2014. Ecco un breve raccontoper punti.

IMU E BANKITALIA. Entrambii decreti all’ordine del giornoieri sono slittati a martedì. Larivalutazione delle quote dellaBanca centrale (da 156 mila asette miliardi circa) ha bisognodel via libera di Mario Draghi: ilgoverno la vuole per incassaresubito dalle banche circa 1,5miliardi da tassazione dellaplusvalenze, gli istituti di cre-dito ci guadagnano un imme-diato miglioramento a pocoprezzo della loro patrimonia-lizzazione e, in prospettiva, siripagheranno la spesa grazie al-l’aumento dei dividendi an-nuali (oggi, col criterio di unmillesimo delle quote, sono 45milioni ogni dodici mesi, poiverranno moltiplicati). Quantoall’Imu, invece, il problema so-no le coperture: abolire la se-conda rata costa circa 2,4 mi-

IN VETRINA

Per ridurre il debito

sul mercato

il 3 per cento dell’Eni,

ma anche Grandi

Stazioni, la Sace

e Fincantieri

E C ONO M I A

IL DUELLO

Dietro lo scontro sulle

obbligazioni offerte

solo “agli amici”

le grandi manovre

per l’a ss e m b l e a

sulla revoca del Cda

Rissa Telecom, Patuano contro l’azionista FossatiL’ACCUSA DEL MANAGER: “SINISCALCO QUELLA SERA TI HA CHIAMATO”. MA L’EREDE DEL BRODO STAR NON CI STA: “MI AVETE TAGLIATO FUORI”

12MILIARDIDI EURO

di Giorgio Meletti

Lo scontro è arrivato in Se-nato. Ieri pomeriggio l’am -

ministratore delegato di Tele-com Italia, Marco Patuano, in-calzato dal presidente dellaCommissione Industria, il se-natore giornalista MassimoMucchetti, Pd, ha dato del bu-giardo all’azionista di minoran-za Marco Fossati. Con il 5 percento di Telecom, Fossati hapromosso l’assemblea degliazionisti del 20 dicembre pros-simo per la revoca del cda.Lo scontro è sul prestito “con -vertendo” (obbligazioni che di-venteranno azioni fra tre anni)emesso dal cda Telecom la seradel 7 novembre. Fossati accusala società di non avergli consen-tito di sottoscrivere la sua quota(65 milioni di euro su 1,3 mi-liardi). “Per quanto mi risulta -accusa Patuano - Fossati è statocontattato da Siniscalco per te-lefono”. Domenico Siniscalco è

il presidente per l’Italia di Mor-gan Stanley, banca incaricata dicollocare le obbligazioni.

FO SSAT I , che mentre Patuanoparla al Senato è impegnato inun’intervista negli studi di FattoTv, precisa: “Sono stato io la seradi giovedì 7 novembre a contat-tarlo via sms alle ore 22.44. A do-manda Siniscalco rispondeva dinon essere al corrente dei termi-ni della transazione, e comun-que a lui risultava essere un au-mento di capitale offerto a tutti”.Il collocamento (1,3 miliardi) èstato chiuso in poche ore. Ierisera una nota di Telecom Italiaha ribadito che le banche collo-catrici “hanno cercato di met-tersi in contatto telefonico conl’azionista, non ricevendo ri-sposta. Successivamente sonointercorsi contatti con l’azioni -sta, da cui non è emerso un in-teresse a prendere parte al col-locamento”.Sulle modalità dell’operazione

sta indagando la Consob, che lasettimana scorsa ha perquisitogli uffici della Telecom dopo l’e-sposto di Fossati. Dunque nonsolo i comuni mortali si chiedo-no se operazioni finanziarie dacentinaia di milioni di euro ven-gano gestite all’insegna del “ti hochiamato ma ce l’avevi spento”.O se Fossati sia, come sottinten-de Patuano, un bugiardo. Sullosfondo c’è il vero scontro, l’as -semblea del 20 dicembre. Fos-sati esplicita per la prima volta in

Italia la domanda finora evitatadal sistema di potere imperniatosu Mediobanca: è giusto che unazionista minoritario decida idestini di una società possedutain maggioranza da altri?

TELECOM ITALIA è controllatadalla scatola Telco (di cui sonosoci Telefónica España, Medio-banca, Assicurazioni Generali eIntesa Sanpaolo) con il 22,5 percento delle azioni, perché il 77,5per cento del capitale è frazio-

nato e meno della metà degliazionisti si presentano in assem-blea. Il 22,5 per cento di Telcoelegge a termini di statuto 12 dei15 consiglieri d’amministrazio -ne, mentre al 77,5 per cento delcapitale ne spettano tre.Fossati chiede ai fondi d’investi -mento italiani e stranieri (chegestiscono i risparmi dei citta-dini) di allearsi per votare unconsiglio più attento agli inte-ressi dell’azienda e non solo aquelli dell’azionista dominante.

Ma tutto dipende dalla Assoge-stioni, che riunisce i fondi ita-liani. Siniscalco si è appena di-messo dalla presidenza, per in-compatibilità con i ricchi inca-richi dati da Telecom a MorganStanley. Adesso c’è alla guida ilvicario, Giordano Lombardi,uomo Unicredit, visto che imaggiori fondi sono controllatidalle stesse grandi banche e as-sicurazioni azioniste di Telco.

NEL FESTIVAL del conflittod’interessi il numero uno diUnicredit, Federico Ghizzoni,ha detto: “Non credo a unoscherzetto di Assogestioni a Tel-co”. Per l’appunto. Fossati ha re-plicato a stretto giro: “Tocca avoi banchieri dimostrare ai vo-stri clienti che volete fare il lorointeresse e non i vostri. Assoge-stioni ed i fondi associati nonvotando per la revoca dimostre-rebbero la loro malafede”. Scenedi caccia nel basso capitalismo.

Twitter@giorgiomeletti

liardi, cinquecento milioni inpiù se si fa il calcolo sulle ali-quote 2013 come chiedono icomuni. Il Tesoro, però, finoraha trovato coperture solo perdue miliardi: alla fine i sindacinon avranno niente, ma l’ideadi Saccomanni di far pagare latassa su terreni e fabbricati agri-coli (400 milioni) non è passata.La ministro Nunzia De Girola-mo, e con lei i colleghi usciti dalPdl, sarebbero diventati un ber-saglio troppo facile per i falchidi Forza Italia: durante il wee-kend, insomma, bisogna trova-re i soldi che mancano.

PRIVATIZZAZIONI. Per Lettacedere partecipazioni in azien-de pubbliche per 10-12 miliardi(ma agli attuali valori di Borsapare difficile raggiungere quel-la cifra) servirà a far scendere ildebito “per la prima volta dopocinque anni”. Ammesso che siavero – e l’esperienza della gran-de svendita dei primi anni No-vanta non testimonia in tal sen-so – si tratterebbe di una goccia

nel mare a fronte della perditadi peso del governo, della ri-nuncia a dividendi annuali avolte cospicui e della delicatez-za dei settori coinvolti. Questosenza contare che lo shoppinglo faranno probabilmentegrandi gruppi stranieri con re-lativa esportazione degli utili eprobabile perdita delle attivitàdi sviluppo e ricerca (e forse diposti di lavoro). Come che sia,le società coinvolte sono otto.Di Eni verrà messo in vendita il3 per cento - per un incasso didue miliardi, secondo Sacco-

manni - ma restando sopra iltrenta dopo la prossima opera-zione di buyback (vale a dire ilriacquisto di azioni proprie chedovrebbe portare la quota sta-tale dal 30,1 per cento oltre il33). Così, però, si perderannoanche i dividendi di quelle azio-ni: il 4, 34 per cento in manodirettamente al Tesoro nel 2012ha pagato 170 milioni, calco-lando anche la quota di Cassadepositi e prestiti l’assegno èstato invece di 1,2 miliardi. Lealtre aziende messe nella listadei saldi sono Fi n c a n t i e r i (re -centemente rilanciata e tornatain utile), S t m M i c ro e l e c t ro n i c s ,Cdp Reti (cioè Snam Rete Gas ela fibra ottica delle principalicittà italiane), Cdp Tag (il ga-sdotto dalla Russia), G ra n d iStazioni (che fa gola a Benetton,Caltagirone e Pirelli, già soci diFs nella società), l’Ente nazio-nale di assistenza al volo, e in-fine S a ce (che assicura le azien-de italiane nei loro investimentiall’estero), l’unica di cui sarà ce-duto il pacchetto di controllo.

Ancora niente soldi per l’I muFinte privatizzazioni da LettaMANCANO 400 MILIONI, LA CANCELLAZIONE DELLA SECONDA RATA RIMANDATA A MARTEDÌIL PREMIER VUOLE FARE CASSA VENDENDO AZIONI DI AZIENDE CONTROLLATE DALLO STAT O

NIENTE DI FATTO

Resta il problema

della tassazione

sui fabbricati agricoli,

rimandata anche

la rivalutazione

delle quote di Bankitalia

Si chiama Invimit, è stata creata dal ministerodel Tesoro e la sua missione è la vendita degli

immobili dello Stato. Ma tra tutti i palazzi pubbliciinutilizzati, Invimit non è riuscita a trovarne unoda usare come sede. E quindi paga circa 5 milaeuro di affitto mensile a un privato, come de-nunciato dal Giornale e da La Notizia: gli uffici dellasocietà del Tesoro occupano 400 metri quadri, inun immobile nei pressi della fontana di Trevi, aRoma. Proprietario dell’edificio è Inarcassa, lacassa di previdenza degli ingegneri e degli archi-tetti. Invimit è una sgr, società di gestione delrisparmio. Scuole, carceri, ospedali, palazzi: il pa-trimonio pubblico immobiliare italiano è stermi-nato. Molte strutture sono dismesse, non utiliz-zate da anni. Ma le amministrazioni pubblichelocali spendono 12 miliardi l’anno in affitti daiprivati.Invimit è presieduta da Vincenzo Fortunato, l’expotentissimo capo di gabinetto del ministero delTesoro, mentre l’amministratore delegato è l’excapo del Demanio Elisabetta Spitz.

IMMOBILI La societàdei tagli paga l’a ff i t t o

Scudo antispread,verdetto tedescorinviato al 2014

R I N V I ATA al 2014. La Corte costituzionale tedescanon si pronuncerà, almeno per quest’anno, sul ri-corso contro il programma d’acquisto dei titoli diStato da parte della Banca centrale europea. Lo haannunciato ieri un portavoce specificando che i giu-dici stanno comunque lavorando per arrivare a unasentenza il prima possibile. All’esame della Corte ilpiano Outright monetary transactons (Omt) messo

a punto dal presidente della Bce Mario Draghi fraagosto e settembre dell'anno scorso. L’Omt prevedel'acquisto da parte della Bce, sul mercato seconda-rio ed eventualmente senza limiti, dei bond emessida paesi dell’area euro in cui lo spread - differenzialedi rendimento fra titoli di Stato e Bund tedeschi - saleoltre i livelli di guardia. I giudici di Karlsruhe stannovalutando se il piano non sia in realtà un modo in-

diretto per finanziare gli stati membri, in violazionedella legge tedesca. La decisione era attesa dopo leelezioni tedesche di fine settembre, ma non arriveràprima dell’anno prossimo. Il ricorso contro l’Omt èstato presentato da 35 mila cittadini tedeschi, in pri-ma fila il cristiano-democratico Peter Gauweiler -dell’ala conservatrice del partito di Angela Merkel -ma è sostenuto anche dalla sinistra di Die Linke.

I N CA S S OPREVISTOQuanto speradi avere il governoda queste operazionis t ra o rd i n a r i e

Il premier Enrico Letta e il ministro Saccomanni Ansa/Dlm

Marco Patuano, ad di Telecom e il socio Marco Fossati Ansa

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7il Fatto Quotidiano VENERDÌ 22 NOVEMBRE 2 01 3

di Emiliano Liuzzi

Il laboratorio Sardegna si ètrasformato in una trappo-

la. Il Pd renziano, nella corsa asfilare la poltrona al governa-tore Ugo Cappellacci, rischiadi incassare la prima sconfittaal primo voto vero: le regionalisarde di febbraio 2014. Per unmotivo: tutto il vertice è iscrit-to nel registro degli indagatiper i rimborsi facili dei con-siglieri regionali. Peculato,l'accusa. E indagata è ancheFrancesca Barracciu, la candi-

data scelta dalle primarie Pd,la prima a fiutare che l'aria ti-rava dalla parte di Renzi.

BARRACCIU deve giustificare30mila euro di spese e deveconvincere i magistrati chequei soldi sono stati usati perl'attività politica e non hannopreso altre strade. Compitonon impossibile, in teoria. Mac'è il problema dei tempi: il ri-schio che Matteo Renzi nonvuole correre è trovarsi con uncandidato sotto processo. L’i-deale per il sindaco di Firenze

sarebbe che Barracciu facesseun passo indietro. É vero cheha vinto le primarie, ma nonsolo c'è l'inchiesta (l'avviso digaranzia le è stato consegnatoil giorno dopo la vittoria,quando ancora non aveva me-tabolizzato lo spumante), cisono anche i sondaggi più omeno ufficiosi che non dicononiente di buono.Così il Pd, che su quel labora-torio contava, si trova in cercadi un candidato. Fuori dal ci-lindro è uscito il nome di Fran-co Siddi, presidente della Fe-derazione nazionale dellastampa, il sindacato dei gior-nalisti. Siddi, democristiano dilungo corso, non aspetta altro.Era anche pronto a correre alleprimarie, prima che la questio-ne si risolvesse in un grandegioco precongressuale tuttointerno al partito. Gode del-l'appoggio di Sel, di una partedei Verdi, è ben visto dal Cen-tro democratico di Bruno Ta-

bacci, che almeno in Sardegnaha ancora qualche numero, esoprattutto piace a una partedel Pd. Non piace all’ex gover-natore Renato Soru che le suecarte avrebbe ancora voglia digiocarsele. Il patron di Tiscalialle primarie aveva dato indi-cazione ufficiale di votare Bar-racciu, ma ufficiosamente hachiesto ai suoi fedelissimi chesi adoperassero per l'indipen-dente Andrea Murgia, quaran-tenne economista simil rotta-matore del Nuorese.

PRIMA che uscisse il nome diSiddi è stata consultata BiancaBerlinguer, che in Sardegnagode di cognome e reputazio-ne. Il direttore del Tg3 ha op-posto un no che non pare sin-dacabile: non vuole cambiaremestiere. Oltre a Siddi sarebbespendibile il nome di France-sco Pigliaru, economista che fugià assessore nella giunta Sorued estensore del programma di

allora, stimato e senza avvisi digaranzia.Se in casa Pd la situazione ècomplessa, non meglio si puòdire che se la passi il centro-destra di Cappellacci. Il gover-natore in questi giorni è in tut-te le tv con felpa della prote-zione civile. Ha però qualcheproblema: due rinvii a giudizio(crac della municipalizzata diCarloforte e vicenda P3). Cosìun berlusconiano della primaora come Mauro Pili si è giàsmarcato uscendo dal gruppoPdl alla Camera e dando vita inSardegna al movimento “so -vranista” Unidos. Ha annun-ciato la candidatura a governa-tore, ma ha poche speranze.Come sembra difficile la lungamarcia di Michela Murgia, lascrittrice che guida una coali-zione indipendentista, Sarde-gna possibile, fuori da tutti glischieramenti. Il M5S invece siè già diviso sul metodo per lascelta dei candidati.

di Alessandro Ferrucciinviato a Terralba (Oristano)

Il nome della stradanon è casuale, non èun omaggio straniero,magari con echi bra-

siliani. Il nome è in ricordodel vecchio percorso del fiu-me: “Via Rio Mogoro”. Quelricordo, lunedì pomeriggio,è diventato l’incubo di Ter-ralba. Per capire, per vederein chiave nitida quali e quan-te sono le responsabilità del-l’uomo, bisogna arrivare qui,a 200 chilometri a sud-ovestda Olbia: dove un temposcorreva l’acqua, negli annihanno deciso di mutare ilnaturale percorso. Di ce-mentificare. Quindi ville,villette, case abusive poi con-donate, garage. Supermerca-ti e piccole aziende. Vistol’azzardo oggettivo, le varieamministrazioni comunalihanno offerto il loro contri-buto: ecco un asilo, case po-polari, l’azienda sanitaria eun istituto superiore com-pletato appena due anni fa.L’intonaco chiaro è ancoraintonso. Tutto è allagato.Così lo scenario offerto èidentico a Olbia: decine e de-cine di cittadini con le scopein mano a spazzare, Prote-zione civile impegnata con lepompe idrauliche; pompieriche controllano la stabilitàdelle strutture danneggiate.Ragazzi imbrattati di fangoche raccolgono il salvato esalvabile, ruspe che rimovo-no ammassi indifferenziatidi macerie, pattume, terra ela qualunque. Tra qualchegiorno si parlerà di allarmediscariche, oggi si fa finta diniente, a parte qualche di-scussione sottovoce tra i re-sponsabili dell’emergenza.

“SE CI SIAMO mai resi contodel pericolo? Bè, qui ogni an-no saltano i tombini, piccoliallagamenti a causa delle fo-gne, niente più. Certo abbia-mo un contenzioso con laRegione Sardegna”, raccontauna signora mentre dà l’ad -dio al materasso marciostrappato dalla camera dellafiglia. Il contenzioso con Ca-gliari, ecco il punto. Tra le viedel paesino non è raro incon-trare un cartello che sembrauna beffa: “Terralba dice noai vincoli idrogeologici”.Non basta: nei mesi scorsimolti cittadini sono scesi instrada a Cagliari per gridarloforte, convinti di un futuroamaro senza altro cementoall’orizzonte.Palazzo Comunale. Il secon-do piano sembra un consi-glio da grandi manovre: per-sonale in mimetica, cartinegeologiche sui tavoli; unabrandina in aula. Al centro ilsindaco, Pietro Paolo Piras,anche lui in parte sponsor diquel no: “La questione èun’altra”. È sempre un’altra.“No, le spiego: per la Regionetutto il territorio comunale ezone limitrofe è in pericolo,non edificabile, mentre se-

IL PAESE COSTRUITO NEL FIUMEA TERRALBA HANNO SPOSTATO IL CORSO DEL RIO MOGORO. E VOGLIONO EDIFICARE ANCORA

condo i nostri studi solo unametà, quella poi realmentecolpita, è da zona rossa. Insostanza non si prendono leloro responsabilità e non at-tuano un piano di messa insicurezza”. Anche il Comuneha edificato dove non dove-va: “Negli anni passati, sonoin carica da un anno”. È vero.Però resta una costante: ognicolpa è sempre dell’ammini -strazione precedente, poi an-cora quella prima, semprequella prima. Giulio Cesare,Augusto e Numa Pompiliopare non possano più ri-

spondere. Ci accontentiamodi Gesuino Loi, ex primo cit-tadino di Terralba: “Cosa?Io... io no so... io”. Avvocato,lei è tra i più oltranzisti traquelli che vogliono conti-nuare a costruire: “Ma no...ma io... vede, ora le do unarisposta, dopo le spiego qual-cosa in segreto”. Prego. “LaRegione ci vuole bloccaretutto, rischiamo di non cre-scere! Ci vuole lasciare solo lamanutenzione ordinaria”. Isuoi “soci” nel comitato sonotutti ingegneri, architetti,geometri e costruttori. “Tut -

TUTTI A CAGLIARI

L’a m m i n i s t ra z i o n e

e i cittadini hanno

anche manifestato

in Regione contro

i divieti per pericolo

ambientale

SENZA TETTOSono mille gli abitanti

senza una casa. Quasi tuttiospitati da parenti e amici

Gabrielli fa il duro:“Vi sfido a dirmidove ho sbagliato”

BOMBA D’AC QUA

ta gente preparata che sa cosafare. Comunque poi le dicoqualcosa in segreto”. Va be-ne, arrivederci.

UNA PUNTO bianca percor-re tutte le strade del paese,dagli altoparlanti un nastroricorda: “Spostate le macchi-ne, non intralciate il lavorodegli automezzi”. Una Mer-cedes viene strappata dal fan-go, altre cinque auto aspet-tano lo stesso trattamento.Un trattore trasporta un ar-madio con le ante sventrate,la proprietaria, un’ottanten -ne vestita da battaglia, non faun plissè : saluta l’autista etorna in casa a lavorare. An-che qui lo stesso atteggia-mento di Olbia: orgoglio, si-lenzio, nessuna lacrima,fretta di ricominciare. Qual-che raro sorriso, nonostantetutto. Come a Olbia, però,nessuno vuole parlare di re-sponsabilità, nessuno siguarda attorno e si rendeconto di quanto l’uomo hale sue colpe.

Piove anche sui candidati, Pd in crisiLA RENZIANA BARRACCIU, CHE HA VINTO LE PRIMARIE PER LE REGIONALI, È INDAGATA. RESTA IL GIORNALISTA SIDDI

SFIDO CHIUNQUE a dirmi la cosa che ho sbaglia-to: possono dirmi che sono incapace, inadeguato,ma sfido a dire 'Gabrielli ha detto una bischerata’ inriferimento alla disciplina in materia di allertamen-to nazionale". Il capo della Protezione Civile, Fran-co Gabrielli, ha reagito così alle polemiche sull’ef-ficacia degli allerta trasmessi ai comuni della Sar-degna in vista dell’alluvione. “Ci accusano di ta-

roccare le cartine degli avvisi ma i dati stanno lì: noiil comunicato alla Sardegna lo abbiamo mandatoalle 14,12 di domenica. La Regione Sardegna è statatempestiva: lo ha diramato ai Comuni alle 16,20,alcuni Comuni si sono attrezzati altri no”. Il con-sigliere regionale Paolo Maninchedda ha accusatola Protezione Civile di aver modificato la cartinedegli allarmi sul suo sito. Gabrielli ha reagito sec-

camente: “Ne risponderà davanti alla magistraturaperchè a casa mia questa si chiama calunnia”.Maninchedda ha replicato: “Non ho nessun timoredei giudici e ci andrò io prima del prefetto Gabrielli.Che deve spiegare perché l’avviso meteo diramatodalla Protezione civile parla di rischio elevato e in-vece la nuova cartina del giorno 18 individua un’a-rea specifica a rischio molto elevato".

Renato Soru e Francesca Barracciu La Pre ss e

Ma quella persona che è andata in unoscan-tinato durante l’alluvione, ma le sembra il

caso?”. Mani giunte e cipiglio da professoressa,l’europarlamentare di Forza Italia Lara Comi haespresso ad Ag o r à il suo disappunto per quella fa-miglia che in Sardegna è stata uccisa dall’inonda -zione. “Qui manca l’educazione, l’abc: è come en-trare in un ascensore con il terremoto” ha prose-guito, inflessibile con chi ha sbagliato. Il condut-tore, Gerardo Greco, le ha fatto notare che “queisignori di Arzachena (brasiliani, ndr) ci abitavanonello scantinato”. E la Comi ha precisato: “Se fossisindaco, non permetterei costruzioni a rischio”.Dallo studio: “Lo dice lei? Avete portato avanti con-doni vergognosi”. A telecamere spente, sul web èstato l’inferno. Ma su Facebook Comi rimane pu-gnace: “Provvedo a segnalare, a chi di competenza,chi persegue nell’attribuirmi dichiarazioni altrui”.Chi lo fa sbaglia: speriamo non muoia.

EUROGAFFE

Il senso della Comiper gli scantinati

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9il Fatto Quotidiano VENERDÌ 22 NOVEMBRE 2 01 3

visto che i contratti erano immodi-ficabili. La possibilità di disdire icontratti adesso c’è. E pure il tempoper riorganizzare gli spazi ed even-tualmente trovare nuovi locali acondizioni migliori. “La linea dellapresidente Boldrini e del collegio dei Questori -dichiara ora Fraccaro – è stata clamorosamentesconfitta. Contrariamente a quanto hanno soste-nuto i vari Dambruoso, ora l’affitto di questi im-mobili che pesa dal 1997 sul groppone dei cittadinipotrà finalmente essere disdetto. È la prova - con-clude – che i costi della politica si possono tagliare,basta volerlo: mi auguro che i reggenti di Mon-tecitorio siano conseguenti a questa votazione emettano subito fine allo scandalo dei Palazzi Ma-rini”.

Twitter: @paola_zanca

Poi il microfono è passato aGiuffrè che ha parlato persette ore di fila, ricostruendole vicende di Cosa Nostra

nella stagione della trattativa, apartire dall’uccisione nel ‘92 diSalvo Lima, voluta da Riina pa-ragonato da Giuffrè a MaoTse-Tung: “L’idea era: colpirneuno per educarne cento, è statoun segnale mandato a tanti altripolitici, primo fra tutti Andreotti,ma anche Martelli e altri”.Fino alla discesa in campo di Sil-vio Berlusconi nel ‘94: “In CosaNostra ci adoperammo tutti perdare una mano a Forza Italia, laforza politica che allora stava na-scendo – ha detto – Dell’Utri erain contatto con Brancaccio e coifratelli Graviano”.

FU ALLORA, ha detto Giuffrè, cheProvenzano decise di dire bastaagli attacchi allo Stato e di avviarela “strategia della sommersione”.Riina era stato arrestato da poco“e nel nostro gruppo si pensavache qualcuno lo avesse venduto –ha detto il pentito – e che nonavessero disposto la perquisizio-ne nella sua abitazione per nontrovare documenti”.Per poi ribadire: “In Cosa Nostrac’era il sospetto che Provenzano ela moglie avessero rapporti congli ‘sbirri’, cioè con le forze del-l’ordine’’.Oggi il via al contro-esame.

COSE LORO

di Giuseppe Lo Biancoe Sandra Rizza

La sua testimonianzanel processo sulla trat-tativa mafia-Stato è or-mai ufficialmente am-

messa, ma Giorgio Napolitanoha giocato d’anticipo, riferendo“dettagliatamente” alla Corted’assise di Palermo le sue “l i m i-tate conoscenze” sul capitolato diprova nel quale dovrebbe esseresentito. Per questa ragione, il ca-po dello Stato ha chiesto ai giu-dici “che si valuti ulteriormentel’utilità del suo reale contributo”,citando esplicitamente l’articolo495 del codice di procedura pe-nale, che al comma 4 prevede co-me “sentite le parti, il giudice puòrevocare con ordinanza l’a m m i s-sione di prove che risultano su-perflue”.

È QUESTO, in sintesi, il contenu-to della lettera che l’inquilino delColle ha inviato giovedì 31 otto-bre al presidente Alfredo Mon-talto e che è stata poi recapitatanella cancelleria della Corte d’as -sise di Palermo lo scorso 7 no-vembre: ieri, nell’aula bunker del-l’Ucciardone, Montalto ne hariassunto il senso, annunciandoche il documento verrà deposi-tato entro oggi affinché le partiprocessuali possano conoscerlo evalutarlo.Nel processo dove il procuratoredi Palermo Francesco Messineo ètornato in aula a fianco dell’ag -giunto Vittorio Teresi e dei suoisostituti, si profila dunque la pos-sibilità che la discussione sulladeposizione di Napolitano rico-minci da capo, probabilmentenon appena sarà concluso l’esamedel pentito Nino Giuffrè, che è

iniziato ieri e prosegue anche og-gi. Con la sua lettera, infatti, ilcapo dello Stato, “pur manife-stando la propria disponibilità”, edunque senza sottrarsi formal-mente alla testimonianza, di fat-to, chiede alla Corte un ripensa-mento sulla decisione di chia-marlo sul banco degli imputati,spingendosi a suggerire la normadel codice di rito che offre lo stru-mento giuridico per agire, e cioèla revoca dell’ordinanza. Ma sucosa Napolitano ha tenuto a farsapere di possedere conoscenze“limitate”? Il tema della testimo-nianza sono i timori che il con-

sigliere giuridico del QuirinaleLoris D’Ambrosio riversò nellalettera indirizzata al capo delloStato il 18 giugno del 2012 (pocoprima di morire stroncato da uninfarto), alludendo a “indicibiliaccordi” che lo avrebbero vistoagire come un “utile scriba” tral’89 e il ‘93. L’ipotesi della Procuradi Palermo è che nel ‘93, quandolavorava con Liliana Ferraro al-l’Ufficio studi degli Affari penalidi via Arenula, D’Ambrosio po-trebbe aver avuto un ruolo, anchese inconsapevole, nelle manovreche portarono alla nomina di

Francesco DiMaggio ai verti-ci del Dap, l’uf -ficio chiamato agestire il 41-bis:nomina ritenu-ta cruciale nel-l’ambito deldialogo tra iboss e le istitu-zioni.Ieri, intanto,l’udienza è statainteramentededicata alla deposizione di Giuf-frè. In apertura, Messineo haespresso solidarietà “a nome ditutta la Procura di Palermo” alpm Nino Di Matteo (assente dal-l’aula), minacciato da alcune re-centi esternazioni del boss TotòRiina, e agli altri rappresentantidell’accusa nel processo sulla trat-tativa. Sostegno ai pm per le mi-nacce è stato offerto anche dalpresidente Montalto a nome dellaCorte, e dall’avvocato Pino Di Pe-ri (difensore di Marcello Dell’U-tri) anche a nome dei colleghi.

PER LO STESSO motivo, nel bun-ker dell’Ucciardone, è arrivatoanche don Luigi Ciotti, presiden-te dell’associazione Libera (partecivile nel processo) con una foltaschiera di giovani provenienti datutta Italia che hanno affollato ilsettore destinato al pubblico.“Siamo qui – ha detto don Ciotti– per far sentire a Di Matteo e aipm della trattativa che non sonosoli”.Nei loro interventi di solidarietàsia Messineo sia Di Peri e il pre-sidente Montalto hanno ripetutopiù volte la parola “serenità”, sot-tolineando il concetto che in aulasi celebra un “dibattimento nor-male”.

Riina, le minacceai pm e l’i ro n i asull’ex premier

TOTÒ RIINA, durante le sue conversazioni incarcere con un affiliato alla Sacra corona unita,“inveisce contro i magistrati e lancia frecciatine aProve n za n o”. Lo rivela L’e s p re ss o nel numero inedicola oggi. Riina – scrive il settimanale – “smi-nuisce i processi in cui è imputato, e rivendica perla prima volta di essere stato l’autore delle stragidi Falcone e Borsellino”. Riina, secondo L’e s p re ss o,

parlando di Di Matteo avrebbe detto: “Ma chevuole questo da me? Perché mi guarda? (..) Aquesto ci devo far fare la stessa fine degli altri”.Gli altri di cui parla sono Falcone e Borsellino”.Infine il Capo dei Capi commenta la sentenza diCondanna di Berlusconi e aggiunge: “A quello(Berlusconi, ndr) carcere non gliene fanno fare. Civuole solo che gli concedono la grazia”.

Scontri no-tav

Lello

“Io disabile,sfidola polizia”di Tommaso Rodano

Ovunque ci sia un corteo, da sempre, c’èanche lui, un anziano manifestante in

carrozzella. Non arretra nemmeno al momen-to degli scontri. L’altro ieri, quando hanno ini-ziato a volare botte e manganelli dietro piazzadi Campo de’ Fiori, era di fronte ai poliziotti, inprima linea. I giornalisti se ne sono accorti ehanno fiutato il personaggio: di recente Lello èdiventato un simbolo dei movimenti e dell’an -tagonismo. Niente di peggio per un vecchioanarchico: “Non voglio essere una bandiera.Quando si marcia insieme siamo tutti uguali. Isimboli si distruggono, le coscienze libere no”.Per questo non vuole essere intervistato, in-siste, prova a sottrarsi. Ma poi lascia andarepensieri e ricordi come un torrente. E rico-struisce un mosaico di aneddoti e avvenimentiche sono la storia della sua militanza e della suavita. Pasquale Valitutti,per tutti Lello, raccontadi essere stato l’unico te-stimone della morte diGiuseppe Pinelli. Dell’o-micidio Pinelli, specificalui. “Avevo poco più divent’anni. Ho il ricordoagghiacciante di quel ru-more, un tonfo tremendonel silenzio della notte,del corpo precipitato in giardino. Luigi Cala-bresi era un ragazzo, un poveretto anche lui,ma ha mentito. Se avesse attraversato il cor-ridoio, l’avrei visto. Invece era nella stanza,quando Pinelli fu ucciso”.

POI UNA VITA in fuga, dopo la condanna perassociazione terroristica nel 1977. La malattiain carcere, che l’ha portato a un passo dallamorte. Ripreso per i capelli, racconta Lello, daldottor Baschieri, il papà di un compagno. Glianni con i sandinisti in Nicaragua e poi gli ul-timi mesi di galera in Brasile. Il ritorno in Italianel 1998. La nuova malattia e la sedia a rotelle.“Quando sono uscito dal Gemelli mi avevanodato pochi mesi di vita. Invece ho capito chepotevo andare avanti, continuare a fare poli-tica, anche così. E sono ancora qui”. Dentroogni corteo. “Che senso hanno gli scontri con lapolizia? Rispondo da anarchico: è un’afferma -zione di libertà. Opporsi a un’autorità illegit-tima è un gesto di coraggio e di crescita. Perquesto sono in prima fila. Vorrei essere trattatocome gli altri: se la alzano i manganelli sui ra-gazzi, lo devono fare anche su un vecchio di-sabile, non voglio pietismi. Gliel’ho detto, sia-mo tutti uguali”. E i poliziotti, le persone chelavorano in divisa? Sono meno “uguali” deglialtri? “Preferirei che di fronte a noi ci fosseroparlamentari, banchieri e industriali, invece dichi è pagato due lire per difenderli”. A 67 anni,per Lello, l’orizzonte è ancora in piazza: “Eroun fossile, l’entusiasmo dei ragazzi mi ha ri-portato in vita. Combattiamo le ingiustizie, loscriva. Se a volte usiamo la violenza è perchénon possiamo più sopportare di subirla”.

IL PENTITO

In sette ore Nino Giuffrè

ha ricostruito le vicende

di Cosa Nostra

dall’uccisione nel ‘92

di Lima, fino alla discesa

in campo di Berlusconi

PATTO STATO-MAFIA,RE GIORGIO ALLACORTE: “R I P E N S AT E C I ”NAPOLITANO CHIEDE AI GIUDICI DI “VALUTARE L’UTILITÀDEL SUO CONTRIBUTO”. IERI IN AULA ANCHE DON CIOTTI:“DI MATTEO E I PM DELLA TRATTATIVA NON SONO SOLI”

Don Ciotti e G. Napolitano Ansa

C a m e radei deputati,in piazzaM o n t e c i t o r i o,RomaAnsa

Palazzo Marini, ora si può traslocareUN EMENDAMENTO 5 STELLE DÀ IL POTERE DI DISDIRE I CONTRATTI CON “MILANO90”. E SALVARE 94 MILIONI DI EURO

Ormai ci eravamo rassegnati. Almeno fino al2016, e in un caso fino al 2018, costretti a

tenerci i costosissimi affitti dei “palazzi” Marini.Tre edifici che la Camera dei deputati, da quasi unventennio, ha preso in locazione (senza gare nébandi) dalla Milano90 dell’imprenditore romanoSergio Scarpellini, società che gestisce anche pu-lizie, self service e altri servizi nei palazzi dellapolitica. Più che un contratto, una condanna: in-comprensibilmente – come denunciato nelle scor-se legislature dai Radicali – Montecitorio ha fir-mato accordi che non prevedono clausole di re-cesso anticipato. Eppure, da ieri, siamo liberi. For-se, l’aula che ha approvato l’emendamento a primafirma del 5 Stelle Riccardo Fraccaro non si è ancoraresa conto dello scalpo che ha in mano.Cinque righe in cui si scrive che “le amministra-zioni dello Stato, le Regioni e gli Enti locali, nonché

gli organi costituzionali nell’ambito della propriaautonomia, hanno facoltà di recedere entro il 31dicembre 2014, dai contratti di locazione degli im-mobili, con un termine di preavviso di trenta gior-ni anche in deroga a eventuali clausole difformipreviste dal contratto”. Significa che, tempo unanno, potremmo liberarci di quegli affitti pesan-tissimi con un risparmio complessivo di circa 94milioni di euro: per palazzo Marini 2 si spendonoogni anno 8 milioni e mezzo di euro e il contrattoscade il 31 ottobre 2016; Marini 3 costa 6 milioni emezzo di euro l’anno, che dovremmo pagare fino algiugno 2017; Marini 4 vale altri 8 milioni e 200 milaeuro, senza possibilità di disdetta (finora) fino afebbraio 2018. Ma l’emendamento passato ieri nelcosiddetto decreto “manovrina” cambia tutto. Fi-no ad oggi, l’ufficio di presidenza della Cameraaveva sempre detto che non si poteva fare nulla,

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di Enzo Biagi

Signor Peci, come nasce un brigatista rosso?Tra il ’74 e il ’75 avevo aderito a Lotta con-tinua. Erano gli anni in cui cominciò a sen-tirsi il peso della repressione. Nel mio paese,San Benedetto del Tronto, vi erano stati ar-resti durante le manifestazioni antifasciste,quasi tutti i compagni di Lotta continuafinirono in galera o erano latitanti. Proprioin quel periodo arrivarono le prime notiziesulle Br. C’era stato il sequestro del giudiceMario Sossi, questa azione ci aveva moltocolpito.Quanti anni aveva?Diciotto o diciannove.Aveva terminato gli studi?No, ero iscritto all’istituto tecnico indu-striale.Da Lotta Continua com’è avvenuto il pas-saggio alle Br?A causa della repressione abbiamo comin-ciato a muoverci clandestinamente: le riu-nioni le facevamo nelle case dei compagni,poi è maturata l’idea di entrare in azione:abbiamo rubato un ciclostile, bruciato lemacchine dei fascisti, i primi pestaggi, ri-cordo quello di un professore di estremadestra.Chi l’ha convinta a trasformarsi in un ribelledella società che spara?Onestamente devo dire nessuno. La matu-razione è stata mia. Io ho scelto la mia stra-da.Chi è stato il primo brigatista che lei ha in-co n t ra to?Fausto Jacopini, lavorava alla Sit-Siemensdi Milano e contemporaneamente facevaparte dell’organizzazione. Tramite lui in-contrai Giorgio Semeria e Nadia Manto-vani.Chi era il suo capo?Ho iniziato a lavorare a Milano nella brigatalogistica con Angelo Basone, poi diretta-mente con la Mantovani.Senta Peci, a quanti omicidi ha partecipato?Ho otto imputazioni di omicidio, non hopartecipato a tutti gli omicidi, ma ho presola decisione di eseguirli, a quattro invece hopartecipato direttamente.Ha partecipato agli omicidi di chi?All’omicidio del maresciallo di polizia Ro-

sario Bernardi, del giornalista Carlo Casa-legno e altri ancora.Perché avete deciso di uccidere il vicediret-tore de “La Stampa”?Casalegno si occupava di terrorismo e ave-va scritto articoli piuttosto duri su di noi.La mia colonna, che a quel tempo era aTorino, decise che era un obiettivo da col-pire.Lei partecipò alla scelta di Casalegno?Sì, inizialmente avevamo deciso di azzop-parlo soltanto. Poi morì in carcere, in Ger-mania, Andreas Baader insieme ad altricompagni e Casalegno scrisse giudizi moltopesanti, così decidemmo per la sua morte.

Che cosa accadde?Facemmo un primo tentativo che fallì, poiformammo un altro nucleo militarmentenon adeguato: per uccidere una persona civuole la giusta determinazione, bisogna cre-derci. Uccidere è una cosa tremenda.

Gli omicidi, i soldi, le donneLa carriera nelle Br e il pentimento

Lei ha ucciso?Ho partecipato alle azioni attivamente, manon ho mai sparato per uccidere.Avrebbe avuto la forza di farlo?Allora penso proprio di sì.Lei che parte ebbe nell’omicidio di Casale-g n o?Eravamo in quattro. Avevamo deciso di col-pirlo dentro il portone di casa. Due di noi sta-vano dalla parte opposta della strada. Comelo videro arrivare, attraversarono il viale edentrarono insieme a Casalegno. Ero armatodi mitra, avevo il compito di controllare la

zona esterna al portone. Dei due che eranoentrati, uno doveva sparare e l’altro aveva ilcompito di proteggerlo dal portinaio o daqualsiasi altro imprevisto. Spararono conuna pistola munita di silenziatore. La secon-da volta non ci furono sorprese.Come facevate con i soldi?Avevamo uno stipendio di 250.000 lire almese equiparato a quello di un operaio me-talmeccanico con la differenza che non pa-gavamo l’affitto, la luce pagata, ecc.Come ha fatto a diventare un capo?Grazie all’esperienza e all’impegno, sapevodirigere l’organizzazione abbastanza bene eavevo imparato un po’ tutto dal punto di vi-

sta militare.Amicizia, amore, solidarietà: che senso han-no per un brigatista?Tantissimo.Chi erano le donne che venivano con voi e di-videvano la vostra sorte?Un uomo che viveva in clandestinità potevamettersi solo con una compagna brigatista,non poteva aver rapporti sentimentali al difuori dell’organizzazione, tutto era subor-dinato al lavoro. Cambiavamo spesso di zo-na e quando venivi spostato perdevi anchela ragazza. Ci si vedeva solo per ragioni dilavoro e quando c’era del tenero si cercavadi abbinare le due cose. Il rapporto era pri-ma di tutto politico e poi sentimentale. C’e-rano delle regole da rispettare, anche seognuno di noi faceva le proprie scorrettez-ze. Ho avuto una ragazza, Maria RosariaRoppoli, e per incontrarla ho corso dei ri-schi.Co m ’è stato il vostro rapporto?Inizialmente era solo un fatto di stima e dicondivisione della stessa vita, poi forse il fat-to di rischiare insieme di morire, pian pianomi sono affezionato, tant’è che dopo che ave-vo deciso di collaborare chiesi a mio fratelloRoberto di parlarle e di spiegarle il perchédella mia scelta e che da me non avrebbe maiavuto nulla da temere.La ragazza che cosa fece?La Roppoli scelse di consegnarsi. Prima an-dò a trovare mio fratello, mangiò, si lavò, sitagliò i capelli, e poi Roberto l’accompagnòalla stazione. Quando arrivò a Torino si con-segnò dicendo che io ero un traditore. De-nunciò mio fratello, dicendo che l’aveva mi-nacciata: “Sei pedinata. Ti posso fare arre-stare, ecc.”. Sicuramente ha avuto un ruolo

Patr izioPeci:“Così diventaiun assassino”GLI ANNI DI LOTTA CONTINUA E L’INIZIO DELLA MILITANZA NELLE BRIGATE ROSSE: “IL PRIMOPESTAGGIO FU A UN PROFESSORE DI ESTREMA DESTRA”. POI GLI OMICIDI: “SONO ACCUSATO DIAVER AMMAZZATO OTTO PERSONE. NON HO PARTECIPATO A TUTTI I DELITTI, MA HO PRESO LADECISIONE DI ESEGUIRLI”. INFINE IL PENTIMENTO: “CREDEVO CHE AVREMMO REALIZZATO UNASOCIETÀ MIGLIORE. HO CAPITO CHE È STATO TUTTO INUTILE, NON POTEVAMO VINCERE”

Con l’esperienza,

l’impegno e le com-

petenze militari sono riu-

scito a scalare le gerarchie

e a diventare un capo

Non sono un traditore,

ho fatto arrestare

i miei ex compagni

per evitare

altre uccisioni inutili

Anni di piomboNel 1989 Enzo Biagi intervista il militantedelle Br a capo della “colonna di Torino”,pluriomicida. Arrestato nel 1980, ha vuotato il sacco:è il primo pentito del terrorismo “rosso”

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NOME DI BATTAGLIA “M AU RO ”

Una carriera tra violenze e pedinamentiL’EX TERRORISTA Patrizio Peci nasce a Ripatransone, in provincia diAscoli Piceno, il 9 luglio 1953. Dopo la militanza nei PAIL (proletari ar-mati in lotta), entra nelle Brigate Rosse nel 1976. Nome di battaglia:Mauro. Si affilia alla colonna “Mara Cagol” di Torino, della quale con ilpassare degli anni diventa uno dei leader. È stato accusato di otto omi-cidi e ha ammesso di aver partecipato direttamente a quattro di essi.Ha raccontato di aver pedinato anche Ezio Mauro, nel 1977, quando l’at-tuale direttore di Re p u b b l i ca era ancora un giovane cronista de La Gazzetta del Popolo. Ilgiornalista alla fine non fu colpito. Patrizio Peci fu arrestato il 19 febbraio 1980 assiemeall’ex compagno Rocco Micaletto. Fu il primo brigatista a collaborare con la giustizia. Lesue rivelazioni al generale Carlo Alberto dalla Chiesa hanno portato all’arresto di unasettantina di terroristi dell’organizzazione e alla scoperta di decine di covi. Nella suaautobiografia, Io, l’i n fa m e , Patrizio Peci ha scritto: “Io ho detto tutto, assolutamentetutto quello che sapevo, nomi, cognomi, soprannomi, indirizzi, armi. I miei verbali han-no provocato [...] una mazzata dalla quale l’Organizzazione non si riprenderà mai più”

(co n t i n u a )

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11il Fatto Quotidiano VENERDÌ 22 NOVEMBRE 2 01 3

LEADER CARISMATICO Nella foto a de-stra, Mario Moretti. Secondo Patrizio Peci era il “ca-po indiscusso” della lotta armata. Ma a Biagi con-fessò che le Br sospettarono Moretti di essereun traditore, infiltrato dai partiti politici

L’“i n fa m e ” che fecearrestare 70 brigatistiGRAZIE ALLE SUE RIVELAZIONI FURONO SCOPERTI DECINE DI COVIPAGÒ PER LUI IL FRATELLO ROBERTO, “P RO C E SSATO ” E UCCISO DAI “ROSS I ”

importante nel suo sequestro.La ragazza l’ha accusata di essere un infame.Infame è un termine che si deve usare all’i n-terno della malavita, oppure quando si tra-disce un amico. Io non mi sento di aver tra-dito, io ho fatto una scelta, una scelta poli-tica.Non crede di aver tradito i suoi vecchi com-pagni?Assolutamente no.Lei li ha fatti andare in galera, sì o no?Sì, li ho fatti andare in galera. Io sono entratonelle Brigate rosse perché credevo che, attra-verso una certa linea politica si arrivasse auna società migliore. Man mano che salivo

all’interno dell’organizzazione, conoscendosempre più come stavano le cose, ho comin-ciato a cambiare idea, a chiedermi se era giu-sto continuare ad ammazzare altre persone.Quando ho ucciso l’ho fatto perché ci cre-devo, altrimenti non l’avrei fatto. Denuncia-re gli altri ha voluto dire far smettere di uc-cidere.D’accordo, ma lei deve rendersi conto che dalpunto di vista di un brigatista finire in galeraper la denuncia di un compagno può provoca-re un giudizio diverso.Ero convinto che la lotta armata fosse finita,non avevamo più possibilità di vittoria. Senon avessi fatto quello che ho fatto, non sa-rebbe finito tutto così in fretta.C’era un grande vecchio, una mente che pen-sava più degli altri?No, come era stato ipotizzato dai giornali no.C’erano dei compagni più esperti, che ave-vano una militanza più lunga nell’o r g a n i z-zazione.

Chi era il più esperto di tutti, quello che ave-va maggior credito?Mario Moretti, il capo indiscusso.Come comunicavate tra voi?Fissavamo degli appuntamenti, general-mente in una piazza. Non ci si presentava colproprio nome, se ne usava uno inventato.Lei come si chiamava?Io ho avuto due nomi di battaglia: il primoRodolfo, poi quando andai a Torino, Mau-ro.Provava odio per quelli che considerava ne-mici? O era come sbrigare una pratica buro-c ra t i c a?Odio è una brutta parola, però forse lo era.Ha mai avuto paura?Certo, a volte la paura si confondeva con laparanoia, soprattutto quando accadevanodegli imprevisti. Il problema era di bloccarlaper rimanere lucidi. Anche quando si aspettasotto casa qualcuno, per ore, travestiti conbarba e baffi finti, la tensione è altissima. Avolte mi è successo che, prima di entrare inazione, ho vomitato.

I rimorsi di un assassinoe la dignità di Aldo Moro

Lei ha dei rimorsi?Ne ho tanti, soprattutto per la gente che houcciso e per quello che è accaduto amio fratello Roberto.Le dispiace se parliamo di suo fratello?No.Si è letto nei verbali delle Br che suo fratelloha dato di lei giudizi terribili e l’ha accusata diessere colpevole della sua morte.Quel filmato dove lui dice tutto questo è statouna messa in scena perché gli avevano pro-messo che poi lo avrebbero liberato, invece lo

hanno ammazzato.Lei come fa ad avere questa sicurezza?Come l’ho saputo non lo dico.Lei è il salvatore del professor Negri almenoper quanto riguarda la responsabilità sul se-questro Moro: cosa ne sa della vicenda?Negri non c’entrava con Moro. Il piano fu de-ciso prima dal fronte logistico delle Br, poidall’esecutivo.Aveva saputo qualcosa sul comportamento diMoro durante la prigionia?Sì, ho sentito dire che ha avuto un compor-tamento molto dignitoso, non ha ceduto suniente, è rimasto lucido fino in fondo.Pensa che si sarebbe potuto salvare?Indubbiamente.Facendo che cosa?Lui si sarebbe potuto salvare se avesse par-lato, risposto alle domande, se avesse creatodelle contraddizioni all’interno dello Statoe della Democrazia cristiana, in particola-re.Da l l ’esterno Moro poteva essere salvato?Sì, se ci fosse stato il riconoscimento delle Br,sarebbe bastata anche la liberazione di un de-tenuto malato.Per molti lei è stato il principale sterminatoredelle Br: è vero o no?Secondo me le Brigate rosse si sono scardi-nate da sole; forse io ho dato la prima spallata,penso anche che se non ci fossi stato io, ci sa-rebbe stato qualcun altro. Le Br non esiste-vano più politicamente.Dopo tutte queste esperienze, che idea hadella morte?Tremenda.E della vita?Bellissima. Secondo me vale la pena viverlafino in fondo. n

Ho moltissimi

rimpianti per tutte

le persone morte

Per salvare Aldo Moro

bastava liberare

un solo detenuto malato

Non sono io il responsabile

del fallimento delle Br:

si sono scardinate da sole

di Loris Mazzetti

L’intervista di EnzoBiagi che il Fa t toQuotidiano pubblicaoggi è a Patrizio Pe-

ci, il primo pentito delle Brigaterosse, arrestato il 19 febbraio1980 insieme al brigatista RoccoMicaletto. Peci militava nelle Brdal 1976, era a capo della “colon-na” di Torino. Le sue rivelazioniconsentirono l’arresto, da partedel generale Dalla Chiesa, di unasettantina di terroristi e la sco-perta di decine di covi. Peci dopotre anni di detenzione ottenne lalibertà provvisoria. Nel giugno1981 le Br, per vendicarsi, rapi-rono il fratello Roberto. RobertoPeci dopo 55 giorni di prigioniafu giustiziato. Biagi intervistòPatrizio Peci nel 1983 e Rete 4 diMondadori trasmise l’intervistail 26 e 27 aprile. Nella lunga in-tervista, quasi due ore, vi furonoalcune rivelazioni: nel 1977 le Brsospettarono che Mario Morettifosse un traditore, infiltrato daqualche partito politico che erainteressato a creare in Italia unclima di tensione e contempora-neamente impedire che le Brprendessero troppo piede. Rac-contò Peci: “L’accusa arrivò daGiorgio Semeria, il responsabilelogistico, l’esecutivo dell’orga-nizzazione prese, immediata-mente, alcune contromosse, poila storia finì lì e Semeria non fecemai autocritica”. Un’altra rivela-

zione di Peci riguardò NadiaPonti, anch’essa nella “colonna”torinese: “A quel tempo abitavocon Raffaele Fiore, che facevaparte del Comitato esecutivo.una notte non rientrò, questo si-gnificava che gli era successoqualcosa di molto grave. Il gior-no dopo lo dissi a Nadia Ponti elei ipotizzò l’arresto di Fiore e diun altro compagno, VincenzoAcella. Da come lo disse ebbi lasensazione che li avesse fatti ar-restare lei. Poi abbiamo saputoche prima dell’arresto i due sierano incontrati con Nadia. Inseguito un dirigente della que-stura me lo confermò. NadiaPonti era una molto ambiziosa”.

QUESTI FATTI mostrarono un“volto” meno conosciuto delleBr, rispetto alla compattezzaideologica e militare, quello diuna banda attraversata da con-flittualità e da invidie di potere.Biagi, dopo l’intervista, lo definìcosì: “Patrizio Peci con l’aspettoda studente perbene, e quei modicosì controllati, una tecnica di ar-gomentazione collaudata forseda molte e lunghe ore di solitu-dine, non pare un manovratoredi mitra, e non ha neppure la pre-senza o il fascino di uno che de-cide, comanda e guida. Per lui erarazionale e comprensibile ucci-dere qualche nemico per fare fe-lici milioni di fratelli, e il penti-mento viene quando la sconfittaè ineluttabile per evitare altri do-

lori. Le denunce dei compagnisono il male minore”. La trasmis-sione lasciò qualche segno: ilgiorno dopo, Mario Morettiavrebbe dovuto deporre al pro-cesso contro le Br che si teneva aTorino, non si fece vedere; Vin-cenzo Acella, dalla gabbia si sca-gliò contro Peci accusandolo diessere “meschino”, e contro Biagiincolpandolo di essere “un con-dottiero della campagna anti Br”.Sei mesi dopo, il 20 ottobre, ilgiornalista denunciò su Rete 4:“Il mio programma Linea Rossa,non andrà in onda. Per ordinedella Procura della Repubblica diAscoli Piceno è stato sequestra-to”. Era la prima volta che acca-deva nella storia della televisione.Biagi in un comunicato stampaaveva annunciato che avrebbefatto vedere il nastro che le Bravevano registrato durante ilprocesso a Roberto Peci, e la suacondanna a morte. Biagi ritene-va, pur rispettando il dolore deifamiliari, che vi fosse il dovere dicontribuire a spiegare, con un fil-mato, “più evidente e più toccan-te di qualunque pagina scritta,quel fenomeno che ha profonda-mente influenzato la vita del pae-se”. Solo nel 1986 su Rai1, du-rante la prima puntata di Spot,Biagi mandò in onda, prima diun brano dell’intervista a PatrizioPeci, il video della condanna amorte del fratello Roberto. PerBiagi quel documento rimaseuna delle testimonianze più

sconvolgenti: dal cerimoniale, al-la logica dell’interrogatorio, altravestimento del giudice. Chi lointerrogava era Stefano Petrella,era presente anche GiovanniSenzani, ideatore del sequestro.Biagi fece vedere la confessionedi Roberto, il momento dellacondanna, le sue ultime paroleprima di essere giustiziato.

LA PUNTATA di Spot fu dura-mente criticata da AntoniettaPeci la vedova di Roberto che,parlando a nome di tutta la fa-miglia, lo accusò di aver fattouna cosa immorale: “Se Biagi ha isuoi cadaveri eccellenti li usi pu-re tranquillamente, ma a noi de-ve lasciarci stare. Noi vogliamovivere, vogliamo andare avantisenza che nessuno venga a scon-volgere ogni volta la nostra esi-stenza”. Biagi rispose: “Mi pareimmorale aver fatto parte delleBr”. La polemica divampò. Ci fuchi scrisse “se era stato lecitomandare in onda, in ogni casad’Italia, lo spettacolo della de-gradazione, dell’umiliazione edella tortura fisica e morale, edell’agonia di un uomo”. Biagireplicò ponendo due domande:“È permesso fare vedere catastedi corpi scheletrici, spinti daibulldozer verso le fosse comunidi Auschwitz? Perché nessuno siè ribellato nel vedere la foto, inprima pagina, di Aldo Moro, an-gosciato, con sullo sfondo la‘stella’ dei suoi carnefici?”. n

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12 VENERDÌ 22 NOVEMBRE 2013 il Fatto QuotidianoALTRI MONDI

di Andrea ValdambriniBruxelles

Per la prima volta ilParlamento euro-peo ha appena vo-tato a stragrande

maggioranza per dire bastaalla doppia sede. La migra-zione mensile da Bruxelles aStrasburgo, dove i deputatisiedono in plenaria solo 48giorni l’anno, ha un costo sti-mato in oltre 100 milioni dieuro, per non parlare del co-sto ambientale (20 milioni ditonnellate di anidride carbo-nica prodotte).Ma per dare corso alla rifor-ma vanno cambiati i trattati,che si cambiano all’u n a n i m i-

tà. Da parte sua la Francia –che ha imposto la sede fran-cese di Strasburgo – non haintenzione di cedere, come ilpresidente Francois Hollan-de ha appena ribadito. In-somma, un risultato storicoche sa al tempo stesso di bef-fa.Più reali sono invece i pro-blemi che riguardano com-portamenti discutibili di sin-goli deputati. A fare i furbisono, in modo assolutamen-te bipartisan, l’eurodeputatoitaliano Raffaele Baldassare,

già Pdl e da pochi giorni no-minato capo delegazionedella rinata Forza Italia, e ilceco Miroslav Ransdorf delPartito Comunista di Boe-mia e Moravia (a Strasburgocon il gruppo di sinistra ra-dicale).Qualche mese fa li ha colticon le mani nel sacco TomStaal, giornalista che lavoraper l’olandese GeenStijil Tv.Aria sveglia e stile provoca-torio alla “Striscia la notizia”del nord Europa, Staal docu-menta due casi di apparentiruberie ai danni dei cittadinidell’Unione.Ci va di mezzo innanzitutto illeccese Baldassarre, sempli-cemente entrato in commis-

sione per firmare e ritirare ilrimborso spese giornalieropari a poco più di 300 euroquando sono ormai le 18 e 30e la giornata di lavoro par-lamentare a Bruxelles è difatto terminata.

NON APPENA IL CRONISTAolandese comincia a incalzar-lo sulla correttezza del suocomportamento e a provo-carlo (“bello questo lavoro: lovoglio anche io!”), l’eurode -putato italiano finge di noncapire l’inglese e tenta la fuga

EUROPARLAMENTARI: RISPARMIVIRTUALI E RIMBORSI REALIIL VOTO PER “ABOLIRE” STRASBURGO E I CASI (BIPARTISAN) DEI GETTONI DI PRESENZA

lungo i corridoi del parla-mento di Bruxelles. Inseguitofino nell’ascensore, Baldas-sarre e un suo collaboratoreperdono definitivamente lapazienza, strattonano l’insi -stente giornalista, e vola purequalche schiaffo “Quel gior-no ero nervoso per motivipersonali”, dichiarerà poil’eurodeputato italiano perriparare la figuraccia. Le spie-gazioni sulla diaria, però, nonsono mai arrivate.Non meglio è andata al cecoRansdorf. Ancora una volta ilreporter documenta con te-lecamera nascosta come ilpolitico ceco sia rimasto nel-l’aula della commissione par-lamentare esattamente dalle

18 alle 18,05, passando poi araccogliere gli oltre 300 eurodi diaria.Quando il reporter olandesegli si avvicina per chiedergli:“Cinque minuti di lavoro:non le sembra ingiusto neiconfronti dei cittadini euro-pei?”, il parlamentare comu-nista non la prende troppobene, rispondendo a mezzabocca che Staal è un ignoran-te e dandogli il microfono infaccia. Il giorno dopo Ran-sdorf, furioso, scrive una let-tera piccata al presidente del-

l’europarlamento MartinSchultz denunciando unacampagna diffamatoria con-tro i deputati e chiedendo piùcontrolli nell’accesso agli uf-fici parlamentari.Va bene, il giornalista – fattoentrare dall’euroscettico de-putato olandese Daniel vander Stoep – era in cerca discoop. Ma perché spazientirsie gridare al complotto invecedi spiegare?

D’ALTRONDE la diaria sem-bra avere un fascino irresisti-bile. Il settimanale tedescoDer Spiegel ha recentementedenunciato il caso deputatoromeno Dan Zanfirescu. Se-condo i dati diffusi dal sito

vo tewa tc h .e u , che monitorapresenza e attività in aula deiparlamentari europei, Zan-frimescu come il suo collegaCorneliu Tudor, fondatore delpartito di estrema destra“Grande Romania”, ha vota-to sempre e solo “sì” a tutti iprovvedimenti legislativi dacirca 550 votazioni.Mai fatti interventi, propostedi legge interrogazioni. E cosìche si genera l’atroce sospet-to: sarà mica lì solo per gua-dagnarsi 300 euro di rimbor-so?

Pianeta terra

IRAN A GINEVRA NESSUN ACCORDO SUL NUCLEAREVanno male i negoziati di Ginevra sul nucleare iraniano: alla fine dellaseconda delle tre giornate previste, l’Iran ha avvertito che, nell’attua -le clima di diffidenza creato dalle resistenze a un accordo, un’i n te s acon le potenze del gruppo 5+1 non è in vista neanche per oggi La Pre ss e

LIBIA LE MILIZIE SI RITIRANO DA TRIPOLIDopo il ritiro graduale da Tripoli lunedì dei milizianidi Misurata, altre formazioni di ex ribelli libici han-no lasciato la capitale e consegnato le basi all’eser -cito. La brigata Al Qaqaa della città di Zintan ha uf-ficialmente consegnato quella di Yarmuk alle forzenazionali, seguita da quella di Suq Al Juma Ansa

48I GIORNI DIPRESENZA

100 mlnI COSTIANNUI

Libertà controllata”. Così Scotland Yard ha defi-nito la condizione di tre donne - una di 69 anni

della Malesia, una irlandese di 57 anni e una britan-nica di 30 anni - che erano segregate dentro una abi-tazione nella zona sud di Londra. Due gli arresti, sitratta di una coppia, entrambi di 67 anni. La vicendaha ancora molti contorni sfumati; la segregazione du-rava da trent’anni, non è chiaro se la più giovane sianata e sempre vissuta all’interno dell’abitazione-pri -gione. Non vi sarebbero stati abusi sessuali ma le vit-time sono state trovate “altamente traumatizzate”. Arivelare alcuni particolari è stata Aneeta Prem, fon-datrice di Freedom Charity, l’organizzazione umanita-ria che è entrata in contatto con una delle donne, ini-ziando una serie di telefonate che hanno poi permes-so alla polizia di individuare la casa. A rivolgersi aFreedom Charity sarebbe stata una delle segregate, do-po aver visto in tv una trasmissione in cui l’organiz -zazione si occupava dei matrimoni forzati a cui sono avolte sottoposte minorenni di origine pachistana.Prem ha riferito che vi sono state più telefonate, sinoall’intervento della polizia.

SCHIAVE d o m e st i c h elibere dopo 30 anni

SOLDI FACILI

L’italiano, il ceco,

il rumeno e il fascino

irresistibile della

diaria di 300 euro

E sull’aula francese

il veto di ParigiRaffaele Baldassare, Miroslav Ransdorf e Dan Zanfirescu

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13il Fatto Quotidiano VENERDÌ 22 NOVEMBRE 2 01 3

“Toumi”, come era sopranno-minato dagli anarchici pariginiagli inizi degli anni 90, non è unfolle senza causa, piuttosto unaffabulatore dalle venature pa-ranoidi. È stato probabilmentegrazie alle parole, infarcite dipensieri filosofici anarchici, co-me un Unabomber francese,che ha fomentato il suo compa-gno di ideologie Audry Mau-pin: 30enne Abdelhakim, pocopiù che 20enne lo studente difilosofia quando pianificanol’assalto a un deposito d’armi.La sera del 4 ottobre ‘94 “Tou -mi”, piuttosto conosciuto nel-l’ambiente estremista di sini-stra (nel quale si sostiene, e lui

non lo smentisce di essere uninfiltrato del governo algerino),assalta il deposito con due com-plici: Audry e la sua ragazzaFlorence Rey, armati di fucili apompa e granate lacrimogene.La fuga rocambolesca che ne se-gue lascia in 25 minuti 5 cada-veri (3 poliziotti) sul selciato,Audry morto, la sua compagna19enne arrestata (quella nottediviene una star criminale) e“Toumi” braccato, processatocome “terzo uomo” dei “Bon -nie&Clyde” f ra n ca i s e s , incarce-rato per 4 anni e poi libero discomparire.

FORSE UN PERIODO a Londra,da parenti, il ritorno in Francia(dove è nato) e una silenziosa vi-ta parallela rispetto a quella sottoi riflettori del media di Florence(“cattiva ragazza o demone”,“assassina nata”, le definizionidei giornali) che deve scontare20 anni in carcere durante i qualitenta più volte il suicidio.Vent’anni (quasi) dopo, conFlorence libera (nel maggio2009, pena ridotta a 15 anni),che ha saputo trasformare il suopersonaggio in un mestiere (at-trice e anche co-regista di unfilm con il suo nuovo compa-gno), metabolizzando il cari-sma demoniaco che l’avevasbattuta in prima pagina neglianni 90, Abdelhakim ricomparein superficie con una balade unacavalcata di sangue con fucile apompa, granate nella bisaccia,sequestro di un automobilista,spari contro una banca, e in dueredazioni di tv e giornali: ripe-tere e completare le gesta deisuoi complici assassini, chiude-re il cerchio del passato, forse innome delle idee che lo avevanounito a Audry e Florence. Forsequasi un modo per estinguere il

di Stefano Citati

Jo u r n a p u te s , un neologi-smo per definire unodei mali di questa so-cietà. Crasi tra “gior -

nalisti” e “puttane”. È da quellaparola che il pensiero di Abde-lhakim Dekhar battuto a mac-china e portato con sé come untestamento, prende spunto perdefinire i nemici della comuni-tà: giornalisti che “fanno inge-rire alla gente, in piccole dosi, lemenzogne” del gran disegnomanipolatorio “di un complot-to fascista” i cui altri cardini so-no le banche e il sistema carce-rario e repressivo. Eppure

“Giornalisti puttane”il testamento di AbdelIL “TIRATORE SOLITARIO” DI PARIGI HA STILATO UN DOCUMENTO D’ACCUSA CONTROMEDIA, BANCHE E IL “COMPLOTTO FASCISTA”. ISPIRATO DALLA STRAGE DEL ‘94

di Roberta Zunini

Niente da fare. L'ex premier ucraina Yulia Tymoshenko, nonpotrà lasciare il carcere per venire in Europa e il commis-

sario dell'Unione europea all’Allargamento, Stefan Fule, domani(oggi per chi legge, ndr) non andrà a Kiev. Fule avrebbe dovutoincontrare esponenti del governo e dell’opposizione per “strin -gere”sulla firma dell'accordo di associazione e libero scambio conl'Ucraina in vista del vertice di partenariato orientale fissato per il28 novembre a Vilnius, in Lituania. “Questo viaggio è parte deglisforzi in corso per sottolineare la determinazione dell’Ue ad ar-rivare alla firma, a patto che l'Ucraina dia segnali positivi”, ave-vano fatto sapere da Bruxelles. Ma, sia il Parlamento che il go-verno ucraini hanno congelato i preparativi.La giornata di ieri è stata tutta un crescendo contro l'intesa . Al-

l’ordine del giorno dell'assembleaparlamentare c'era la discussione diun disegno di legge per consentire ilricovero all’estero dei detenuti: difatto una soluzione al caso della lea-der dell’opposizione, condannata asette anni di reclusione, la cui libe-razione è stata posta da Bruxellescome condizione per la firma del-l’accordo con Kiev. Il presidente fi-lo russo Viktor Yanukovich – il cuipartito ha votato contro il trasferi-mento dei detenuti in ospedali stra-nieri – ha cercato di far passare ladecisione come una questione in-

terna, che non va letta come un allontanamento intenzionale dal-la rotta europea. “La scarcerazione di Yulia Tymoshenko puòessere risolta solo nel quadro delle leggi già esistenti in Ucraina...Kiev non intende abbandonare il processo di integrazione al-l’Ue”. Ma il nesso tra le due questioni è sempre stato evidente enoto da quando l’ex leader dell’opposizione Tymoshenko è finitain carcere. Il convitato di pietra, la Russia, forte dei suoi recentisuccessi in ambito diplomatico, è riuscita dunque a riportare de-finitivamente l’Ucraina nella sua area di influenza. Il presidenterusso Putin ha rilasciato, nel pomeriggio di ieri, una dichiara-zione che ne dà ulteriore conferma, imponendo, di fatto, la par-tecipazione della Russia ai negoziati: “Mosca, è disposta a pren-dere parte a colloqui, ma solo prima dell’eventuale firma del-l’accordo”. Ha poi aggiunto che Mosca non è contraria all’in -gresso di Kiev nell’Ue, ma al suo ingresso nella Nato.

ALTRI MONDI

G R E E N P E AC E D’A l e s s a n d rolibero: “Rifarei il blitz”

ITALIA 1.327 STRADE CON IL NOME DI JFK“Ke n n e d y ” è il nome straniero più diffuso tra inomi delle strade d’Italia. Al presidente Usa uc-ciso il 22 novembre 1963 sono dedicate 1327 travie e piazze. Se si tiene conto anche del fratelloRobert il numero sale a 1.428. La prima all’Eur(Roma) nel 1964. 45 gli istituti scolastici La Pre ss e

GERMANIA MERKEL, OK A SALARIO MINIMOLa cancelliera Angela Merkel cede ai socialdemo-cratici e annuncia l’introduzione di una qualcheforma di salario minimo in Germania, per favorirela formazione di un governo di grande coalizionecon i conservatori. Scatenando però la protesta delmondo imprenditoriale Ansa

Yulia Tymoshenkoi n t rap p o l at atra Ue e RussiaL’UCRAINA BOCCIA L’ “A L L E A N Z A” CON BRUXELLESL’EX PREMIER NON SARÀ TRASFERITA IN GERMANIA

SACRIFICIO UMANO

Indice e medio alzati a formare unaV, il segno della vittoria. È stato

questo il primo gesto fuori dal carceredi Cristian D’Alessandro, l’attivistaitaliano di Greenpeace arrestato il 18settembre durante un’azione dimo-strativa contro le trivellazioni di Gaz-prom nell’Artico. Erano le 3 e 5 minutiora italiana quando il 30enne napole-tano ha potuto “riassaporare la liber-tà”. Ha detto proprio così al padre du-rante la prima telefonata, breve perché“era impaziente di godersi le prime orefuori dal carcere”. Ai cronisti che glichiedevano se rifarebbe il blitz, ha ri-sposto “non ho mai avuto dubbi”, perpoi salire nella macchina che l’ha por-tato nell’hotel dove si trovano gli altrinove attivisti scarcerati su cauzione.Tra oggi e lunedì si saprà se potranno

rientrare nei loro Paesidi origine in attesa delprocesso o se dovran-no restare in Russia.Nell’ordinanza cheverrà depositata si ca-pirà inoltre se finalmente è stata riti-rata l’accusa più grave, quella di pira-teria.“Siamo felici, è il primo passo per di-mostrare che Cristian non ha com-messo reati”, ha detto Raffaella, madredell’attivista, che ha aggiunto: “Mi hachiamato la sera. Era felice di avere unastanza tutta sua, vicina ai suoi compa-gni”. Nel pomeriggio anche il presi-dente russo Vladimir Putin è interve-nuto sulla vicenda: “Greenpeace hascopi nobili ma metodi sbagliati”. Unadichiarazione conciliante, cui però è

seguita una bordata:“Mentre alcuni sca-lavano la piattafor-ma Gazprom, gli al-tri hanno attaccatola nostra guardia co-

stiera assaltandola con le loro navi”,versione smentita dai video. La Farne-sina ha accolto con soddisfazione la li-berazione: “La pressione diplomaticaha funzionato, a volte bisogna essercocciuti”, ha detto il ministro degliEsteri Bonino.Ieri il tribunale di Murmansk ha riget-tato l’appello di Greenpeace contro ilsequestro dell’Arctic Sunrise. Oggi iltribunale internazionale del mare diAmburgo si pronuncerà sul ricorsopresentato dall’Olanda.

Alessio Schiesari

SCIE DI SANGUEAudry Maupin e Florence Rey,lui 22enne, lei 19enne quandoin una notte uccisero 5 persone.Abdelhakim Dekhar giovane enelle immagini di oggi. Sopra,la sede di Libération colpita eil parking dove è stato ritrovatoil “tiratore solitario” La Pre ss e

Yulia Tymoshenkoin carcere Ansa

CAT T I VA

S TA M PA

Fanno ingerire alla gente,

in piccole dosi, le

menzogne del complotto

fascista. Le banlieue

sono un’i m p re s a

di disumanizzazione

di chi rifiuta il capitalismo

debito di riconoscenza per chiaveva osato e subìto più di lui.La parabola di sangue riesce,L’ormai 48enne rivoluzionariosemina prima il panico, poi lapolizia. Ma in una metropolimoderna non si può essere in-visibili, tra telecamere a circuitochiuso negli uffici e nelle strade.Viene ripreso in vari momenti epunti della città e il suo identikitsblocca la memoria di una dellepersone che lo hanno ospitato: ilcerchio si stringe fino al parkingsotterraneo di Bois-Colombes,periferia di Parigi, dove “Tou -mi” viene ritrovato in stato disemi-incoscienza, con accantoconfezioni di pasticche. Ci sono

anche le lettere, battute a mac-china, come i comunicati rivo-luzionari del terrorismo, con lavolontà di morire e i motivi del-la sua lotta senza quartiere, chelo aveva allontanato anche dallafamiglia, che ieri sosteneva“non aver più contatti con lui davent’anni”.Nelle sue note, definite “confu -se” dagli inquirenti, il 48ennecriticava il capitalismo e la ne-gligenza del governo sulle casedi periferia, che definisce“un’impresa di disumanizzazio-ne di una popolazione che il ca-pitalismo non vuole”, ovvero gliabitanti di quelle banlieue, ingran parte immigrati di secondae terza generazione che, comeAbdelhakim si nutrono spessodella rabbia contro la patria cheli esclude.Il lungo viaggio di “Toumi” inrotta di collisione con il suo pas-sato pare infine giunto al termi-ne, nella nebbia di un’ideologiaimpotente e nel ricordo di ungiorno di sangue che è divenutoun’ossessione.

SLOGAND’Alessandro: “Nonsi può affondare unA rc o b a l e n o ” La Pre ss e

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14 VENERDÌ 22 NOVEMBRE 2013 il Fatto Quotidiano

SECONDO TEMPO

S P E T TAC O L I . S P ORT. I DE E

di Silvia Truzzi

Al liceo c’era un rito il lunedìed era la lettura collettiva diCu o re , forse l’unico giornaleda cui un gruppo di adole-scenti poteva guardare seria-mente l’agonia della PrimaRepubblica. Gli eroi della re-sistenza umana (e scolastica)si chiamavano Staino, Vau-ro, Disegni... e naturalmenteil direttore, Michele Serra.Ve n t ’anni dopo quegli adole-scenti non ci sono più: al loroposto, i figli dei moschettieridelle pagine verdi. I ragazzialways connected, sneakers,felpe e monosillabi, sono Glis d ra i a t i , titolo dell’ultimo li-bro di Michele Serra. Non èun vero e proprio romanzo,ma certo non è un saggio.Dovendo scegliere una defi-nizione potremmo azzardarequesta: un lungo telegram-ma, senza “STOP”, inviato alfiglio nella speranza di farsiascoltare. Il mezzo è il mes-saggio, dunque per raccon-tare una generazione fram-mentata bisogna usare unaforma adeguata. E forse lascelta è anche dettata dall’i-stinto di sopravvivenza, neltentativo di scansare la reto-rica, il paternalismo (!) o ilbanale (e sempreverde)“Questa casa non è un alber-go”.

GLI SDRAIATI è già un casoeditoriale: cinque ristampe inquindici giorni, 170 mila co-pie tirate, 50 mila vendute.Questo fine settimana oserà,quasi certamente, scavalcareFabio Volo sulla Strada versocasa . Sfidando gli avverti-menti di Madame Bovary(“Non bisogna toccare gliidoli: la doratura resta sulledita”), si può avvicinare l’au -tore, in una giornata di raf-freddori diffusi e zuppa d’or -zo. Al pranzo ci si presentadopo aver digerito il libro,per scoprire che ha avuto unagestazione lunghissima (purnon essendo un imponentetomo). Sette anni, a essereprecisi: nel frattempo la pro-le, i quattro figli di una fa-miglia allargata, è cresciuta.“Da ragazzini ora sono ven-

tenni. Ma questo non è unlibro su di loro, non c’è pra-ticamente nulla di autobio-grafico, a parte un episodio.Quando ho pensato il libroavevo il titolo e la prima riga.Ci ho messo molto a decideredi scriverlo”, spiega Serra.

LA PRIMA RIGA vale la penacitarla perché fa ridere ecommuovere: “Ma dove caz-zo sei? Ti ho chiamato quat-tro volte e non rispondi mai”.Le parolacce sono sdoganate,i cellulari dei figli suonano avuoto, come quelli dei maritiadulteri e delle amanti offese.Dei libri non bisogna parlaretroppo, soprattutto bisognaleggerli. Senza pretese di es-sere esaustivi diremo peròche in questa lunga lettera –ironica, indifesa, amorevole e

SOLO IL

RAC C O N T O

I discorsi di generazione

sono insopportabili

Spero che questo libro

si salvi perché è narrativa,

parla di un padre e

di un figlio senza pretese

di essere un paradigma

Serra, Cuore di padreGLI SDRAIATI, “L E T T E R A” DI UN PAPÀ A UN FIGLIO ADOLESCENTE, È GIÀ UN CASO EDITORIALE:50 MILA COPIE VENDUTE, CINQUE RISTAMPE IN 15 GIORNI, FORSE SCAVALCHERÀ FABIO VOLO

AS ROMA, IN CORSO TRATTATIVACON INVESTITORE CINESEÈ in corso una trattativa fra Unicredit e uninvestitore cinese interessato all’acquisto dellaquota dell’As Roma posseduta dall’istitutobancario. Lo confermano fonti finanziarie

OPERA DI ROMA, A RISCHIOL’INAUGURAZIONE DELLA STAGIONEVenti di guerra al Teatro dell’Opera di Roma,i sindacati respingono l’ipotesi dicommissariamento minacciando di far saltarel’“Ernani”che il 27/11 inaugurerà la stagione

MASSIMO LOPEZ, NUOVA VOCEITALIANA DI HOMER SIMPSONMassimo Lopez sarà la nuova voce italianadi Homer Simpson. Sostituirà ToninoAccolla, scomparso improvvisamente loscorso 14 luglio, voce di Homer per 23 anni

TORINO Al via il Festivaldel cinema “a nt i - R o m a ”

T E N TAT I V I

P E DAG O G I C I

Un principio

educativo da cui si

potrebbe ripartire è

bandire la parola “i o”

Tutto questo

guardarsi produce

danni e dolore

Ormai ci siamo. La Mole attende il tagliodel nastro di Paolo Virzì, alla sua “prima”

da cerimoniere di una grande cine-rassegnainternazionale come il Torino Film Festival,giunto alla sua 31ma volta. L’appuntamentod’apertura è previsto stasera alle 21:30 al Lin-gotto con la commedia americana dal saporeamarcord Last Vegas con 4 divi premi Oscar:De Niro, Freeman, Douglas e Kline. Scongiu-rando altre scivolate in possibili polemicheintra-festivaliere, da oggi al 30/11 a parlaresaranno soprattutto i 185 film in cartellone.Accanto ai due italiani (Pif e Ferrone & Man-zolini) dal concorso emergono sulla carta glistatunitensi C .O.G . tratto da un racconto di Se-daris e il noir Blue Ruin, così come il francese Labataille de Solférino sul secondo turno dellepresidenziali Oltralpe e il venezuelano Pe l oMalo dentro alle periferie della Caracas con-temporanea. Fuori concorso da non perdere ilnuovo lavoro di Carlo Mazzacurati (La sediadella felicità), il già cult Frances Ha con GretaGerwig e Ida del talentuoso polacco Pavel Pa-wlikowski. Direttamente da Cannes i magni-

fici ed ancorainediti in ItaliaInside Llewyn Da-vis dei Coenbros, Only LoversLeft Alive di JimJarmusch e ildurissimo Uglydell’indiano Ka-shyap. Ma so-prattutto saranno da segnare in agenda dueautobiografie: quella surreale di Jodorowsky(La danza de la realidad) e la decisamente piùdolorosa del cambogiano Rithy Pahn (L’imagem a n q u a n te ) creata in plastilina. Se sarà infineinteressante testare l’esordio in regia di Clau-dio Amendola (La mossa del pinguino); altret-tanto emozionante sarà rivivere il percorsoumano e professionale di Piera Degli Esposti(premio alla carriera) con Tutte le storie di Pieradi Peter Marcias. Vintage ma evergreen la ri-proposta del thriller anni 70 L’Etrusco uccidea n co ra in omaggio ad Armando Crispino.

Anna Maria Pasetti

a tratti amara – si prende so-prattutto atto di una condi-zione: l’imperfezione. L’au -tore nuota in un universoquasi sconosciuto di cuffiet-te, chat, incomprensibili si-lenzi, felpe, nomi storpiati.Non ci sono indicazioni stra-dali, cartelli d’avviso per glierrori: per questo il padrescrivente si fa mille au-to-obiezioni nel tentativo im-possibile di non sembrare untrombone e contemporanea-mente affermare la proprianatura: “Sono un borghese disinistra”. E comunque questeparole, da sole o nel lorocombinato disposto, nonhanno alcun significato per iragazzi “liquidi” di oggi.

Paolo Virzì, direttore delTorino Film Festival Ansa

GLIS D RA I AT IMichele SerraFe l t r i n e l l ipag 108,12 ¤

“I discorsi di generazione so-no insopportabili. Penso,spero, che questo libro si salviperché è narrativa, parla diun padre e di un figlio senzapretese di essere un paradig-ma. Ho cercato di raccontarei miei sentimenti di odio, af-fetto e insofferenza”. Unamore fragilissimo, strug-gente e incazzato: il filo chetiene la narrazione è una ri-chiesta, una supplica che na-sconde il desiderio di incon-trarsi su un terreno neutro“dove io sono un po’ meno ioe tu un po’ meno tu”. Dunquequal è la disperata preghiera?Una passeggiata padre-figliosul Colle della Nasca (perquelli che si affannano sullacartina geografica: non esi-ste), che infine si compirà. Èun incontro possibile, purnelle smisurate diversità. “Lagrande differenza tra meadolescente e i ragazzi diadesso è che io a me stessonon pensavo mai”, dice an-cora l’autore. “Un principioeducativo da cui ripartire po-trebbe essere bandire la pa-rola ‘io’. Oggi c’è un’oscenamancanza di pudore, di ver-gogna, di limiti del propriodesiderare. Dire ‘io’ è impe-gnativo. Non avere il sensodel limite è pericoloso perchéproduce lamentele continue,paranoie, indicibili sofferen-ze. Per decenni gli psicana-listi hanno lavorato sui con-flitti interpersonali e adessolavorano solo sulle turbe del-l’Io, tutto avviene all’internodel sé. E di sé che sono sem-pre più fragili. Le fotografiedi quarant’anni fa erano di-verse da quelle di oggi: adessola foto non rappresenta il de-siderio di avere un ricordo, diuna persona o di un momen-to, ma la necessità di vedereconfermata la propria esi-stenza. Sono stato ad Au-schwitz e anche lì, dentro unforno, c’erano delle ragazzeamericane che si immortala-vano sghignazzando con iltelefonino, manco fosserostate davanti alla Torre di Pi-sa”.

MA, ED È UN MA non di pococonto, il mondo dei figli èquello lasciato dai padri: eq u e s to mondo è particolar-mente disastrato. “È unacomponente che nel libro c’èpoco, o forse non c’è. Ho tol-to un paio di capitoli, penso ipiù duri nei confronti dei ra-gazzi, che però potrebberoessere loro utili. Ne raccontouno: l’incontro che ho avuto

con un mastro vetraio a Mu-rano, che mi ha raccontato lasua difficoltà di trovare ap-prendisti. Mi ha detto: vede-vo i ragazzi di Murano al bartutto il giorno e li ho invitati abottega. Mi hanno chiestosolo se il sabato era libero. Ilrisultato è che lui ha soltantolavoranti sloveni e arabi. Al-lora, va bene: è un mondosenza prospettive, il lavoronon vale nulla, noi padri ab-biamo fatto un disastro. Maaccidenti reagite, fate la rivo-luzione. È così difficile capireche fare il mastro vetraio èmeglio che lavorare da pre-cari in un call-center? Invecepensano che fare l’artigianosia dequalificante. Noi avre-mo pure lasciato un mondoterribile, ma loro sono un po’fighetti”.

Michele Serra, 59 anni, firma di punta di “R ep u bbl i c a ” Ansa

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15il Fatto Quotidiano VENERDÌ 22 NOVEMBRE 2 01 3SECONDO TEMPO

di Paolo Ziliani

Che gli stadi italianifacciano pena se nonaddirittura schifo,eccezion fatta per lo

Juventus Stadium, è noto a tut-ti. Ma che nell’anno di(dis)grazia 2013 una delle ur-genze del governo fosse met-tere mano alla legge sugli stadi,da ristrutturare o costruire exn ovo , mentre la Sardegna pian-ge 16 morti dopo una giornatadi pioggia e i malati di Sla, da-vanti a Montecitorio, devonostaccare il respiratore solo peressere ascoltati, lascia perples-si. Il dissesto idrogeologico se-mina morte e distruzione inmezza Italia? I disabili gravinon hanno i soldi per curarsi?È un problema: ma prima ditutto, cercate di capirlo, ven-gono gli stadi da costruire (oricostruire).

COSÌ È: a distanza di un anno emezzo dal no di Mario Montialla candidatura di Roma per leOlimpiadi 2020 (“Nell’attualesituazione di crisi – disse – nonsi possono sottoscrivere garan-zie che metterebbero a rischio isoldi dei contribuenti”) e a 23anni dallo scandalo dei costosie mostruosi stadi di Italia 90,ecco l’Italia tornare a essere, dicolpo, il Paese del Bengodi deitempi belli: e anche se qui nonsi parla di soldi pubblici, il go-verno, con un emendamento,offre la possibilità di progettarecomplessi con “uno o più im-pianti sportivi nonché insedia-menti edilizi o interventi urba-nistici di qualunque ambito odestinazione, anche non con-tigui agli impianti sportivi”.Tradotto in slogan: “Costruisciuno stadio! Potrai rientraredell’investimento edificandoun intero quartiere dove ti paree piace, con negozi, apparta-menti, ristoranti, cinema, su-permercati e palazzi di ogni ge-nere. E non dovrai perderetempo: se il Comune o lo So-printendenza faranno i diffici-li, bussa alle porte di PalazzoChigi e in 90 giorni otterrai iprovvedimenti necessari percostruire il tuo stadio e il tuo

quartiere!”.Mica male no? Peccato che cisia una colata di cemento in ar-rivo che nemmeno ai tempi diItalia 90, e una puzza di spe-culazione da far mancare il re-spiro. Al punto che persino ilviceministro dell’Economia,Stefano Fassina, è costretto adare ragione ai deputati delMovimento 5 Stelle che parla-

no di “accelerazione al consu-mo di suolo e alla speculazioneedilizia” e denunciano l’aper -tura data “a chi vuole continua-re a cementificare il nostroPaese”. “La norma sugli stadicom’è formulata ora non va”,taglia corto Fassina, mentre ilsenatore Cervellini, vicepresi-dente della commissione Lavo-ri pubblici, chiede al governo“nel rispetto della tragedia cheha messo in ginocchio la Sar-degna, di ritirare questo emen-damento e di ripensare alle ve-re priorità in termini di tuteladei beni comuni”. “Il mio pa-rere è profondamente negati-vo”, chiosa il ministro dell’Am -biente, Andrea Orlando.Già, perché nessuno discuteche avere stadi nuovi, piccoli,ospitali e funzionali non pagaticol denaro pubblico sarebbe unbel passo avanti per il Belpaese;ma la domanda che sorgespontanea è: chi si fida delletruppe d’assalto dei furbetti delquartierino, che già spuntanoda ogni dove come gli zombi in

“Thriller”? “Per costruire unostadio oggi ci vogliono almeno7-8 anni – eccepisce il governo–: noi abbiamo solo creato unavia agevolata”. Già, ma agevo-lata a cosa? A trasformare l’I-talia in una bara di cemento? Iprecedenti non sono granchéin quanto a onestà e perizia.Quando nel 1986 Carraro eMontezemolo misero in moto

la macchina organizzativa diItalia 90 (i Mondiali di calciovinti dalla Germania), le frasistoriche si sprecarono: “Realiz -zeremo il sogno di fare delMondiale ‘90 una vetrina del-l’Italia tecnologica e industrialeproiettata verso il Duemila”,proclamò Montezemolo, allo-ra 39enne. Ebbene, la verità èche l’Italia tecnologica proiet-tata verso il Duemila si è ritro-vata subito con le pezze al culo:e lo scandalo degli stadi e deilavori inutili compiuti perquell’evento, che gravarono sulbilancio pubblico per 1.248 mi-liardi di lire (il doppio dei pre-ventivi), resta ancora oggi unmonumento alla vergogna e al-le ruberie.

STA D I elefantiaci rivelatisi in-servibili e demoliti (come ilDelle Alpi di Torino) o pres-soché inagibili (come il SanPaolo di Napoli e il Sant’Elia diCagliari), stadi inadatti al cal-cio come il San Nicola di Bari(progetto Renzo Piano: archi-

tettura ad astronave, costo di300 miliardi, più che un astro-nave un aborto), per non par-lare dell’Air Terminal di RomaOstiense abbattuto nel 2007dopo essere diventato una ten-dopoli per immigrati (costo 10miliardi); della stazione ferro-viaria romana di Farneto uti-lizzata solo 4 giorni, per le 4partite giocate a Roma dall’I-talia, caduta in rovina e demo-lita (costo 15 miliardi); dell’al -bergo costruito a Milano per iMondiali, e mai più utilizzato,una cattedrale nel deserto oggiabbattuta (costo 10 miliardi); evenendo a tempi più recenti, lostadio Comunale di Torino ri-strutturato a suon di milioni dieuro solo per ospitare le ceri-monie di apertura e di chiusuradei Giochi Invernali del 2006. Epazienza se la partita si vede ta-le e quale agli anni 30Come cantavano le Orme: “Ce -mento armato, la grande città,senti la vita che se ne va”. Suc-cede quando si arriva all’ulti -mo stadio.

Costruisci lo stadioIl calcio è un optionalNEL PAESE DI ITALIA 90 AFFARI E CEMENTO CON LA SCUSA DELLO SPORT

CAG L I A R IIl Sant’Elia,

inaugurato nel1970, ristruttu-

rato per Italia90, ospita

at t u a l m e n t etre ordini di tri-bune prefabbri-

cate al suo in-terno Ansa

di Camilla Tagliabue

Per Pasolini Milano era“La nebbiosa”, e infatti

la città ritorna maliarda e ac-cattivante proprio nel mesepiù grigio e fumoso: ieri si èinaugurata la seconda edi-zione di “BookCity” ( p r o-mossa dal Comune, dallaScuola per Librai Umberto eElisabetta Mauri e dalle Fon-dazioni Corriere della Sera,Giangiacomo Feltrinelli eArnoldo e Alberto Monda-dori), una kermesse culturaledi quattro giorni, che pro-mette di trasformare la me-tropoli in “capitale dell’e d i-toria, del libro e della lettu-ra”. Fino a domenica sarà unbrulicare di eventi, comequello con Walter Siti e SilviaDe Laude, che al Piccolo Tea-

tro parleranno appunto dellasceneggiatura pasoliniana,appena edita integralmentedal Saggiatore. Cuore dellamanifestazione è il CastelloSforzesco e suo fiore all’o c-chiello l’esposizione del Co-dice Trivulziano di Leonardoda Vinci, ma sono molti an-che gli appuntamenti in pe-riferia, fin dentro l’Istitutodei Ciechi, le scuole, gli ospe-dali e le carceri; senza con-tare le sfiziose iniziative iti-neranti, come le maratone dilettura nel metrò o le “Storiein taxi”, in cui si potrà ascol-tare uno scrittore, che leggepagine di un suo romanzo,mentre si viene scarrozzatisul Radio Taxi 4000.Il programma è fitto: oltre600 iniziative, tra presenta-zioni, laboratori, giochi,

spettacoli, incontri e persinodegustazioni e un torneo dicalcio tra autori, editori, bi-bliotecari e librai. Il rischio èche la rassegna si trasformi in“OverBookCity” e che laquantità occulti o annacquila qualità. Anziché abbuffarsidi chiacchiere, meglio fion-darsi direttamente sul buffetdi “Assaggi d’autore e assaggidi cibo”, un progetto di Expo2015, che coinvolge una retemondiale di donne (qui sa-ranno ospiti, tra le tante, Cla-ra Sánchez e Irene Bignardi)sul tema del “nutrimento”,fisico e spirituale. “La culturasi mangia!”, hanno scrittoBruno Arpaia e Pietro Greco,che presentano il loro pam-phlet, pubblicato da Guanda,insieme a Sergio Escobar,Carlo Freccero e Riccardo

C’è una Milano da sfogliareBOOKCITY OFFRE 600 APPUNTAMENTI LETTERARI UN PO’ DAPPERTUTTO. IL RISCHIO È L’“OV E R B O O K I N G ”

Chiaberge. Ma il vero appun-tamento godereccio e mo-daiolo è il “Milano Book Par-ty”, organizzato da alcunecase editrici indipendenti:domani, nella notte al museo(della Scienza e della Tecno-logia), acquistando un bic-chiere di vino “si salverà dalmacero un libro indipenden-

DUBBI AMLETICI

Servirebbero nuovi

e funzionali. Ma ci si può

fidare? Con questa legge

no. Anche nel governo

(Fassina e Orlando)

se ne sono accorti

di Elisabetta Ambrosi

La Casa del Folletto distrutta. Pezzi di bosco qua e là. LaVia Reale buttata nel mucchio. Chi ieri si fosse affacciato

dagli studi del Centro di produzione Rai di Torino avrebbevisto, abbandonata nel cortile, una parte importante dellascenografia di M e l ev i s i o n e , programma storico della Rai inonda su YoYo . Qualcuno ha postato le foto del Fantaboscofatto a pezzi su Facebook e subito si è levato un coro di pro-teste: “Come avete potuto distruggere il Fantabosco, unmondo sicuro e felice in cui chiunque poteva rifugiarsi?” scri -ve Chiara. “Perché la Rai non le manda alle scuole della Sar-degna e dell’Emilia e de L’Aquila?”, aggiunge Carlo. E mentreLicia cita le parole del pa-pà della Melevisione Bru-no Tognolini – “Impro -perio contro chi brucia oabbatte gli alberi” – c’èchi ha già lanciato gli ha-shtag #nondistruggia-moilfantabosco e #non-distruggiamolanostrain -fanzia.La scenografia abbando-nata nel cortile, non ac-compagnata da nessuna comunicazione, ha fatto nascere an-che un giallo sul destino del programma. Al momento stannoandando in onda le repliche della quindicesima edizione enessuno sta lavorando alla nuova produzione. E c’è chi temeche M e l ev i s i o n e possa essere interrotto, pur essendo un pro-gramma prodotto interamente dalla Rai, in onda dal 1999sempre con buoni ascolti. Gli autori hanno scritto negli annioltre 1500 favole, 400 filastrocche e 200 canzoni, in cui i pro-tagonisti del Fantabosco, dagli storici Lupo Lucio e ReginaOdessa ai nuovi Florimondo e Mago Misterius, aiutano ibambini ad affrontare temi delicati, dalla morte alle molestiesessuali (ma anche il pizzo). Dalla Rai di Torino rassicurano:il programma partirà a marzo, e i ritardi sono dovuti allenuove regole sugli appalti, per cui è stata necessaria una garapubblica per una nuova scenografia. E quanto al Fantaboscoabbandonato, che verrà donato oppure venduto (pare ci sia-no tantissime richieste)? Serviva lo studio per M a s te r p i e ce , eranecessario fare spazio. Largo al nuovo che avanza.

MELEVISIONE Scenog rafiesmontate, allarme sul web

BA R I L’astronave del San Ni-cola progettata da Renzo Piano

per i Mondiali. Oltre 50 mila spet-tatori, sta cadendo a pezzi Ansa

NON SOLO PAGINE

“Assaggi d’autore

e assaggi di cibo” è

un progetto di Expo 2015

che coinvolge una rete

mondiale di donne sul

tema del “nutrimento”

te”. Attenzione solo agli slan-ci di generosità, che potreb-bero costare una sbronza.Ghiotto è pure il Primo Sa-lone internazionale del Librousato, allestito da MareMa-gnum, che si svolgerà nel finesettimana nella Fiera cittadi-na: è un’occasione imperdi-bile per tutti i bibliofili e icacciatori di rarità, chiccheeditoriali, volumi introvabili

o scritti autografati. Chi è acaccia, invece, di autografidei vip contemporanei puòfar visita all’Institut Français,dove sabato è attesa la nu-minosa Yasmina Reza. Infi-ne, per domenica sera, è beneprenotare una poltroncina inteatro: al Franco Parentiarriva Fabio Volo, al PiccoloRupert Everett. Chi saràil più appetitoso?

La Pre ss e

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16 VENERDÌ 22 NOVEMBRE 2013 il Fatto Quotidiano

C O N TA M I NA Z I O N I

ELECTRIC SLAVE©Balck Joe LewisVagrant /Goodfellas

LA NUOVA promessa del rock più crudo e vi-scerale ha un nome: Black Joe Lewis. Giovaneafroamericano texano, è titolare di uno degli al-bum più esplosivi di quest’anno, “Electric Slave”, quarto lavoro del can-tante e chitarrista a fianco con i suoi fidati Honeybears, gruppo che loaccompagna sin dal 2007. Per avere un’idea di chi sia Black Joe Lewis,basti pensare a un ibrido furioso e incendiario tra il garage rock, il pro-to-punk di Detroit (MC5 e Stooges) e la migliore tradizione della mu-sica nera, dal blues al funk, dal soul al rhythm’n’blues. Le cronacheraccontano che il musicista texano abbia conosciuto per la prima voltala chitarra lavorando ad un banco dei pegni e che sia stato amore aprima vista. Da lì è poi maturata la sua passione per la musica nera, daH ow l i n ’ Wolf a James Brown, da Sly Stone a George Clinton. Influenzeche affiorano nell’album e si mescolano a quelle di artisti contem-poranei quali Jon Spencer e Dirtbombs. Undici brani frenetici che nonconoscono di tregua e travolgono l’ascoltatore con suoni distorti, ritmisfrenati e incalzanti. Senza dubbio, uno dei dischi dell’a n n o.

Gabriele Barone

MAXIMUM ROCK ‘N SOUL

di Guido Biondi

Èla sorpresa di que-st’ultimo scorciodell’anno. S te fa-no Fontana, in ar-

te S ty l o p h o n i c , aveva già stu-pito con il suo album d’e s o r-dio Man, Music, Technology:un’ora di onde sonore elet-troniche condite con passio-nalità, catturando fermenti ebeat rigorosamente dalla sce-na underground. Cresciutosui giradischi del club Plasticdi Milano, Stefano è arrivatoal suo terzo album, un com-pendio delle sue origini a ca-vallo tra hip hop e house mu-sic – mai tamarra –, semprecon un orecchio al sound ri-cercato. Il risultato è Boom,sedici tracce di adrenalina esapiente tecnica compositiva.Pochi in Italia hanno, comeproduttore, un biglietto da

visita così completo: comeuna pochette su una giaccaStylophonic si diverte anchea reinterpretare in chiaveelettronica Vo l a re di D o m e n i-co Modugno. Ma è riuscitonell’impresa di remixare lavoce per antonomasia dellamusica italiana, Mina, con latraccia più nelle sue corde,Sabato notte; non era mai suc-cesso che un arista mettessele mani in una sua compo-sizione.Come in Random Access Me-mories per i Daft Punk, Stylo-phonic sfoggia nel disco lasua preparazione, invitandoin modo sottile per il pros-simo futuro artisti nostrani afarsi sotto – esattamente co-me nelle intenzioni dei duefrancesi. I fe a u t u r i n g si spre-cano: da Malika Ayane a Pa u ,dal gotha del rap italiano(Emis Killa, Dargen D’A m i co ,

Nesli) a Samuel dei S u b s o-nica, da Giuliano Sangiorgidei N e g ra m a ro a C a p a re zza .E poi si passa al pop, qui in-teso come evoluzione delsuono internazionale portatocon successo in classifica daartisti quali Av i c i i e CalvinHarris passando per i D i s c l o-s u re . Basta ascoltare il tap-peto sonoro di Le storie piùg ra n d i con Irene Grandi e S a-turnino, potente e innovativae, soprattutto, Gira il mondo latraccia più riuscita, con unRaf tornato per l’occasionealle origini di Self Control; unahit in radio da questa setti-mana.

TRA UNO SPOT commissio -nato da Dolce & Gabbana e unremix per Dino Lenny e P l a-net Funk, Stefano trova iltempo per lanciare i Crookersa livello mondiale, oggi uno

dei nomi di punta nei dan-cefloor internazionali. E nel-l’intervallo tra i suoi albumproduce Meg (ex 99 Posse),B u go e J ova n o t t i con il sin-golo Ta n to . Questo brano èstato fondamentale per Jova-notti, portandolo a un livellopiù alto in un momento dicrisi creativa, ed è stato unvero e proprio ingresso nellasvolta dance ed elettronicadel cantante di Cortona.E chissà dove sarebbe andatoLorenzo continuando la col-laborazione anche se non è

detto che possa succedere an-cora. Quello che è certo, nelprovincialissimo panoramaitaliano è che tutti corronodal nome dietro un numerouno in classifica, come è ca-pitato a Michele Canova dopoil successo di Tiziano Ferro:Giorgia, Carboni, Fabri Fibra acercare la formula copia-in-colla. Forse è arrivato il mo-mento per i cantanti di sve-gliarsi, osare maggiormente efidarsi dell’istinto di Fontana.Lui è già nel futuro e aspettasolo di atterrare sulla terra.

S ty l o p h o n i c,“Boom” d’autorePRODUTTORE E NON SOLO: COLLABORAZIONIDI LUSSO E REMIX DI MINA E MODUGNO

STEFANO FONTANA

LORENZO NEGLISTADI BACKUPTOUR 2013©Lorenzo JovanottiU n i ve rs a l

A COSTO di inflazionare ilmercato Lorenzo Jovanotti ha deciso di pubbli-care la cronaca fedele del suo spettacolo di que-st’estate negli stadi italiani, con due cd e un dop-pio dvd (con ingresso nel backstage). Forse haragione lui, di evento alla fine si è trattato. Unadelle cose migliori dell’album è la copertina, di-segnata da Matteo Scalera, un collaboratore del-la Marvel: idea vincente apparire come supere-roe, con un pizzico di ironia; ricorda il video degliU2 per la colonna sonora di Batman. In effetti senon è Spiderman è certamente l’Andreotti dellamusica italiana: nessuno come lui riesce a ca-valcare i media, con un piede in politica e unonella letteratura. Tecnologicamente innovativo:c’è una chiavetta per vedere il live nel pc, tablet esmartphone con tutte le hit mixate egregiamenteda Pino Pischetola. C’è soprattutto lo spirito diLorenzo: amato o odiato, nessuno può evitare ilsuo entusiasmo travolgente e non c’è occasionemigliore di questo concerto per prenderne atto.G. Bio.

Black Joe Lewis,il suono è Stooges

Carolina Bubbico,Amélie del JazzC O N T R OV E N T O ©Carolina BubbicoWo r k i n ’ La b e l

E CHI SE l’aspettava. In giro per l’Italia c’è unagiovane jazzista che mescola le carte e zom-petta tra i generi come Brachetti con i travesti-menti. Credi che sia una cosa e poi, in un attimo, è un’altra. Merita unsalto indietro alle novità della primavera 2013, Carolina Bubbico. Il suo“Co n t rove n to” ( Wo r k i n ’ label, distribuzione Goodfellas) è un album di9 brani ben assestati. Raffinata, ma allegra. Ha un timbro limpido, manon gioca a fare la prima donna con la voce. Potrebbe essere PatriziaLaquidara, ma perché trincerarsi nell’eleganza esclusiva quando si puòanche giocare con Irene Lamedica? E infatti la pianista, cantante ecompositrice, come un’Amelie della musica, va dove le pare e piace consguardo curioso. Tra i pezzi più riusciti ed eccentrici “Mi piacerebber i d e re ” con il quale vinse già nel 2011 il premio della sezione Videoclipdel progetto “Officine della Musica” (regia di Gianni De Blasi). Non viaspettate di trovarla nel mainstream: tocca andarla a cercare.

Diletta Parlangeli

L’EMERGENTE

I n a r re s t a b i l eLo re n zo

IL LIVE

NOEL©Sandy MullerCozinheira Music

UN VIAGGIO di andata e ri-torno per la Rio degli anniTrenta costa tempo. SandyMuller ha impiegato tre anni di studi e ricerche perpoter presentare “Noel”, album tributo a Noel Rosa.Un lavoro per intenditori, certamente, trattandosidel compositore che diede nuovo impulso al sambamoderna e lasciò un’eredità cospicua nonostante lasua scomparsa a soli 25 anni per una tubercolosi.Sandy Muller affonda le mani nelle sue radici bra-siliane e restituisce un album – in uscita il prossimomartedì 26 novembre – che offre spunti d’i n te re ss eanche a orecchie poco allenate al genere. Splendida“Fita amarela”, “Pra que mentir” e la “Tres apitos”,realizzata con Ryuichi Sakamoto (che dove mettemano, si sa, fa bene). Altre due le collaborazioni daannotare: Bill Frisell e Vinicius Cantuaria.

D. Par.

LA CELEBRAZIONE

In diretta daRio anni 30

Momo, l’italianodi Casablanca

Stefano Fontana, in arte Stylophonic, è nato a Milano nel 1970

SPIRIT©Momo SaidTam Tam Studio Recordings

È UN RACCONTO che parte da lontano eche porta lontano, quello che vede prota-gonista il riccioluto songwriter Momo Said,una storia in cui la mano ferrea della ne-cessità agita il bussolotto del caso. Momonasce a Casablanca nel 1982 da emigrantimarocchini, ma cresce nelle Marche, inprovincia di Ancona, dove inizia un propriopercorso musicale ascoltando la miriade didischi e cassette che il padre commercian-te vende nei vari mercati della regione. Conla sua terra d'origine nel cuore, il Marocco,“un punto di riferimento, un faro che illu-mina la mia via per il mondo”, presto iniziaa studiare solfeggio, a 18 anni acquista lasua prima chitarra ed è con questa che ini-

zia a comporre le sue prime canzoni. Unapassione che molto tempo dopo sfocia in“Spirit”, il disco d’esordio composto da 11brani cantati in inglese (su tutti Father’sLove e War is Over) che raccontano unviaggio musicale – in stile reggae, ma conevidenti contaminazioni folk-rock – cheparte da lontano, dalla sua Africa, tra mi-granti, nuove generazioni e spiriti liberi. Loscopo di Momo Said, oltre a fare dell'ot-tima musica, è quello di sensibilizzare congrande umiltà su un argomento spinosocome quello del razzismo e delle “s e co n d ege n e ra z i o n i ”. E ci riesce Said, peraltro sen-za troppo trasgredire: ecco, verrebbe da di-re, per lui non vale nemmeno la raccoman-dazione che Ezra Pound fece ai poeti nar-rativi: “Non ridite in versi mediocri ciò che ègià stato detto in buona prosa”...

Pasquale Rinaldis

SECONDO TEMPO

S avo r e t t i ,l’Italiache piaceal Bosse a Sir Pauldi Luciana Apicella

Recensioni a quattro stelledai severi critici britan-

nici del Daily Express e dell’In-dependent, primo posto nelleclassifiche dell’indie britanni-co per il suo ultimo album, Be-fore the storm, e in quelle ame-ricane di Amazon per il sin-golo Soldiers Eyes, e se non ba-stasse la benedizione di BruceSpringsteen e Paul McCar-tney. Un anno intenso per ilcantautore italo britannicoJack Savoretti, che mercoledì20 novembre salirà sul palcodella Cantina Bentivoglio, lostorico club del capoluogoemiliano, vero e proprio tem-pio per appassionati di raffi-natezze musicali, a un mesedall’approdo nelle radio italia-ne del primo singolo tratto daBefore the storm, Changes.A trent’anni appena compiuti,questo ragazzo timido e ap-passionato, paragonato aigrandi della musica folk-rock,da Bob Dylan a Damien Riceper l’intensità roca della voce ele ballate nelle quali riversatutta l’urgenza impetuosa diun racconto di sé, può dirsisoddisfatto del proprio per-corso artistico. Il Boss lo havoluto in apertura del suoconcerto, lo scorso luglio, al-l’Hard Rock Calling Festival diLondra, mentre sir Paul lo hainvitato a partecipare al video-clip del suo brano Queenie Eyeassieme a una serie di illustricomparse, da Meryl Streep aJohnny Depp, da Sean Penn aJeremy Irons a Gary Barlow emolte altre stelle della scenamusicale e cinematograficamondiale. Girato, ça va sans di-re , negli studi di Abbey Road,gli stessi che Savoretti ha scel-to un anno fa per la registra-zione del suo disco.Un mix di brani delicati e in-timisti, per tentare “di spiega-re l'inspiegabile, per darti con-forto durante il viaggio dellavita”, secondo le parole del-l'autore. Canzoni e ballate incui Savoretti riversa l'ecletti-smo della sua cultura musica-le, influenzata dal cantautora-to americano, inglese e italia-no.

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17il Fatto Quotidiano VENERDÌ 22 NOVEMBRE 2 01 3SECONDO TEMPO

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Guerrieri, storie re a l io bollette energetiche?

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

Cagnara su M a r ra zzoMa il programma funziona

L’EX GOVERNATORE è tornato in tvcon “Razza umana” (Rai2, mercoledì, 23:30)

di Patrizia Simonetti

Laura è una bambina che sognadi volare, si lancia persino dagli

alberi con l’ombrello. E invece a 22anni smette anche di camminare.La vita ti cambia, ma non immaginimai che potrebbe farlo in questomodo, un incidente con la macchi-na e finisci per sempre su una sedia arotelle. Molti si sarebbero arresi, leino, sfida barriere fisiche e burocra-tiche e ce la fa. La sua squadra sichiama Real Dream, come il suo so-gno divenuto realtà, ma lei si lanciaanche da sola da ben 4000 metri.Laura Rampini è la prima paraca-dutista paraplegica al mondo ed èanche la prima protagonista diGuerrieri-Storie di chi non si arrende, alvia stasera alle 22.40 su La7.

CON LEI VEDREMO lanciarsi nelvuoto anche Saturnino, musicista ebassista storico di Jovanotti, qui au-dace conduttore sui generis in giroper l’Italia a raccontare in 6 puntatealtrettante storie di persone che laloro battaglia l’hanno vinta, controtutto e tutti. Come quella di un ado-lescente della periferia romana, unpadre egiziano che entra e esce di ga-lera, una madre che gli cambia il no-me per evitargli problemi a scuola,ed una sola passione, l’hip hop: oggiAmir Issaa è un rapper affermato edun compositore apprezzato, sua la

colonna sonora di Scialla!, ha una ca-sa discografica e si batte per i dirittidelle “seconde generazioni”. Comenon pensare che in fondo se cel’hanno fatta loro, potremmo farcelaanche tutti noi? Un inno, insomma,al pensiero positivo. Ma super spon-sorizzato. Il programma, ideato daValdo Gamberutti e frutto della col-laborazione tra La7, Enel e Freman-tleMedia, è infatti il tipico esempiodi Branded Entertainment, nuovafrontiera dell’intrattenimento tele-visivo e multimediale: programmidi alta qualità finanziati da investi-tori pubblicitari che ne diventano“editori”. La FremantleMedia, giàcon Enel a X Fa c to r , ha persino creatouna propria divisione specializzata.Addio pubblicità occulta! Ma oc-chio all’effetto boomerang: la cam-pagna dell’azienda da cui è nato ilprogramma, quella degli spot in cui“siamo i guerrieri della notte e delle6 di mattina, dei posti in piedi e delletangenziali” e del concorso di “storytelling” lanciato sul sito aziendaleper vincere una bicicletta elettrica,non ha riscosso unanime consenso.Infuriato il popolo di Twitter quan-do scrive che nei “guerrieri” vedepiuttosto “quelli che devono pagarela bolletta Enel più cara d’Europa esono in cassa integrazione” o “quelliche lottano per le energie rinnova-bili, voi di Enel no!” Come dire: dache pulpito.

di Luigi Galella

Icommenti sono impietosi: “Ha lafaccia come il c...”; “È uno schifo...”;

“Razza porcella sarebbe più consono”.Basta l’annuncio del ritorno di PieroMarrazzo in tv per scatenare la cagnaradel web. Anche il titolo diventa un facilepretesto di polemica, perché pone l’ac-cento sull’umanità, e chissà – si sospetta– che in maniera subliminale non se nevoglia evocare la debolezza. La troppoumana debolezza.Il sostantivo “razza” potrebbe perfinosembrare un errore, perché nelle clas-sificazioni biologiche quella dell’uomonon è propriamente una “razza” ma unaspecie: l’“homo sapiens”. Tuttavia èchiaro che si allude ad Einstein: “Ap-partengo all’unica razza che conosco:quella umana”. Ed è solo l’antefatto: l’e-co che in questo caso precede e non se-gue l’evento, una risonanza emotiva an-ticipata, considerata la natura del “casoMarrazzo”, col giornalista, divenuto go-vernatore del Lazio, travolto da una vi-cenda privata – che le sue prime dichia-razioni pubbliche smentivano – conditada trans, droga, ricatti e morti sospette,

da cui personalmente è stato scagiona-to, ma dai contorni giudiziari ancoraoscuri. Un programma televisivo, tut-tavia, va giudicato per quello che è. ERazza umana, con cui Marrazzo torna acondurre in tv a distanza di molti anni, ètra le cose migliori partorite dalla disa-strata Rai2 (mercoledì, 23.30), di recen-te. Testi, temi, scene, grafica, conduzio-ne: tutto funziona, sebbene lo share siasordo e dopo l'esordio sul 5%, registrinella seconda un modesto 3.75%.

L'IMPIANTO narrativo è monografico,con un’articolazione a raggiera, simile auna mappa concettuale. Mercoledì si èraccontato il mondo visto con gli occhidella paura. In apertura, le parole ispi-rate dello scrittore napoletano RaffaeleLa Capria sul gigante Vesuvio, accidiosoe insonne, che potrebbe eruttare la pro-pria rabbia in qualsiasi momento, gene-rando una potenza distruttiva maggioredi una bomba nucleare. Ecco poi un fil-mato delle paure di padri e madri troppoapprensivi (in qualche caso giustamentetali) che tappezzano la propria casa divideocamere, per controllare le tate deiloro figli, anche senza informarle. Non è

legale, ma in Francia è servito a sma-scherare una baby-sitter che malmenavaun bambino di due anni: lo schiaffeg-giava, gli legava mani e polsi, minacciavadi buttarlo dalla finestra. Lei stessa, dopoaver scontato il carcere, ha confessato dinon sapere perché lo facesse e che, qua-lora non fosse stata fermata, sarebbe po-tuta andare oltre. Quindi un video diuna scuola a sud del Texas. Un’opera -zione di polizia, a sorpresa. Coi ragazzidel Liceo fatti allontanare dalle aule e al-lineati nei corridoi, e un metal detectorsimile a quello degli aeroporti che liscansiona da capo a piedi. Mentre gliagenti frugano negli effetti personali,giustificandosi: “Nulla di illecito, è tuttoautorizzato”, per verificare che non cisiano armi o sostanze stupefacenti. Instudio, in alternanza coi video, Marraz-zo interroga degli ospiti. Tra questi, Pao-la Cortellessa, un’insegnante del quar-tiere napoletano di Scampia, cui il con-duttore chiede un commento su quantoappena visto: “Che cosa troverebbe lapolizia negli zaini dei suoi ragazzi?” Larisposta: “Quaderni, matite e poco altro.Non libri, perché costano troppo”.

[email protected]

Gli ascoltidi mercoledì

IL BAMBINO CATTIVOS p e t t a to r i 4,8 mln Share 1 7,9 %CHI L’HA VISTO?S p e t t a to r i 2,7 mln Share 1 0, 5 %

LE TRE ROSE DI EVA 2S p e t t a to r i 5 mln Share 19%LA GABBIAS p e t t a to r i 979 mila Share 4 ,7 %

18.30 Transatlantico Attual.19.00 News Notiziario19.25 Sera Sport Notiziario

sportivo19.30 Il Caffé: il punto

Attualità20.00 Il Punto alle 20.00

AttualitàMeteo Previsioni deltempo (all’ interno)

20.58 Meteo Previsioni deltempo

21.00 News lungheNotiziario

21.26 Meteo Previsioni deltempo

21.30 Visioni di futuroAttualità

21.56 Meteo Previsioni deltempo

22.00 Visioni di futuroAttualità

22.26 Meteo Previsioni deltempo

22.30 News lungheNotiziario

22.56 Meteo Previsioni deltempo

23.00 Il Punto + RassegnaStampa Attualità

23.27 Meteo Previsioni deltempo

23.30 Il Punto + RassegnaStampa Attualità

23.57 Meteo Previsionitempo

0.00 News + RassegnaStampa Attualità

0.27 Meteo Previsioni deltempo

6.00 Prima PaginaInformazione

7.55 Traffico - Borsa eMonete - Meteo.itInformazione

8.00 TG5 MattinaInformazione

8.40 La telefonata diBelpietro Rubrica

8.50 Mattino CinqueAttualitàTG5 - Ore 10 - Meteo.itInformazione(all’ interno)

11.00 Forum Real Tv13.00 TG5 - Meteo.it

Informazione13.40 Beautiful Soap14.10 CentoVetrine Soap14.45 Uomini e Donne

Talk show16.10 Il segreto Soap16.55 Pomeriggio Cinque

AttualitàTG5 MinutiInformazione(all’ interno)

18.50 Avanti un altro Gioco20.00 TG5 - Meteo.it

Informazione20.40 Striscia la Notizia

Attualità21.10 Ferrari - Biografico (Ita

2003). Di Carlo Carlei,con Sergio Castellitto,Ed Stoppard

0.10 Matrix Attualità1.30 TG5 Notte - Rassegna

Stampa - Meteo 5Informazione

7.00 Friends Telefilm7.30 La vita secondo Jim

Telefilm8.20 The Middle Telefilm9.10 Royal Pains Telefilm

10.10 Dr. House Telefilm12.10 Cotto e mangiato -

Il menù del giornoRubrica

12.25 Studio Aperto -Meteo.it Informazione

13.00 Sport MediasetNotiziario sportivo

13.40 Futurama Cartoni 14.10 I Simpson Cartoni 14.35 Stargate -

Fantascienza (Usa/Fra1994). Di RolandEmmerich, con KurtRussell, James Spader

16.50 Asterix contro Cesare- Animazione (Fra1985). Di Paul Brizzi,Gaëtan Brizzi

18.30 Studio Aperto -Meteo.it Informazione

19.20 C.S.I. Miami“L’ Autobomba” “Tuttigiù per terra” Telefilm

21.10 Prima tv MediasetI Guardiani del Destino- Fantascienza (Usa2011). Di George Nolfi,con Emily Blunt

23.25 Il prescelto - Thriller(Usa 2006). Di NeilLaBute, con NicolasCage, Kate Beahan

1.10 Sport MediasetNotiziario sportivo

7.20 Charlie’ s Angels “Laseduta” Telefilm

8.20 Siska “Cinque moventiper un delitto” Telefilm

9.45 Carabinieri 4 “Sottoshock” Telefilm

10.50 Ricette all’ italianaRubrica

11.30 TG4 - Meteo.itInformazione

12.00 Ieri e oggi in tv SpecialeVarietà

12.10 La signora in giallo“Necrologio per unvivo” “Il delitto è discena” Telefilm

14.00 TG4 - Meteo.itInformazione

14.45 Forum Real Tv15.35 My Life - Segreti e

passioni Soap16.05 Pt 109 posto di

combattimento -Guerra (Usa 1963).Di Leslie H. Martinson,con Cliff Robertson

18.55 TG4 - Meteo.itInformazione

19.35 Tempesta d’ amoreSoap

20.35 Quinta Colonna ilQuotidiano Attualità

21.10 Quarto Grado“La fiaccolata dedicataa Katia Tondi” Attualità(Diretta)

0.00 Paura - Thriller (Usa1996). Di James Foley,con Mark Wahlberg,Reese Witherspoon

7.00 Omnibus - RassegnaStampa Attualità

7.30 TG La7 Informazione7.50 Omnibus meteo

Informazione7.55 Omnibus Attualità9.45 Coffee Break Attualità

11.00 L’ aria che tiraAttualità

13.30 TG La7 Informazione14.00 TG La7 Cronache

Attualità14.40 Le strade di San

Francisco “Omicidioper procura” “Ilsentiero della paura”Telefilm

16.30 Due South - Duepoliziotti a Chicago“Magia bianca, magianera” “La stella delcountry” Telefilm

18.15 Il CommissarioCordier “Confusionedi colpe” Telefilm

20.00 TG La7 Informazione20.30 Otto e mezzo Attualità21.10 Crozza nel paese delle

meraviglie “Sestapuntata” VarietàCondotto da MaurizioCrozza (Dir.)

22.40 Novità Guerrieri -Storie di chi non siarrende “Primapuntata - LauraRampini” Attualità

23.40 TG La7 Night DeskAttualità

0.50 Movie flash Rubrica

6.45 Unomattina “Difesaminori e anniversariomorte Kennedy”Attualità

10.00 Unomattina Storie VereRubrica

10.30 Unomattina VerdeRubrica

10.50 Che tempo faInformazione

10.55 Rai Player Rubrica11.00 TG1 Informazione11.30 Unomattina Magazine

Rubrica12.00 Unomattina Attualità13.30 TG1 - TG1 Economia

Informazione14.10 Verdetto Finale

Attualità15.20 La vita in diretta

Attualità16.35 Rai Parlamento

Telegiornale -Previsioni sulla viabilità- TG1 - Che tempo faInformazione

17.00 56° Zecchino d’ OroEvento (Diretta)

18.50 La vita in direttaAttualità

20.00 TG1 Informazione20.30 Speciale Tale e quale

show “Raccolta fondiPro Sardegna” VarietàCondotto da Carlo Conti

23.25 TV7 “Gli angeli delfango in Sardegna“Attualità

0.30 TG1 Notte - Che tempofa Informazione

6.35 Cartoon Flakes Ragazzicontenitore

8.35 Heartland Telefilm9.20 Settimo cielo Telefilm

10.00 TG2 Insieme Attualità11.00 I Fatti Vostri Attualità13.00 TG2 Giorno

Informazione13.30 TG2 Eat Parade

Rubrica13.50 TG2 Sì , Viaggiare

Rubrica14.00 Detto fatto Attualità16.15 Ghost Whisperer

“Ricatto” Telefilm17.00 Prima tv Rai Private

Practice “E poi nerimase uno solo” Tf

17.45 TG2 Flash L.I.S. -Meteo 2 Informazione

17.50 Rai Player Rubrica17.55 Rai TG Sport

Notiziario sportivo18.15 TG2 Informazione18.45 N.C.I.S. “Un figlio a tutti

i costi” “Ex file” Tf20.30 TG2 - 20.30 Infor.21.05 Virus - Il contagio delle

idee “Ospite: VaniaGirone, la moglie delmarò Salvatore Girone”Attualità

23.20 TG2 - TG2 Punto divista Informazione

23.35 Rogue - Il solitario -Azione (Usa 2007). DiPhilip G. Atwell, con JetLi, Jason Statham

1.10 Rai ParlamentoTelegiornale Attualità

8.00 Agorà Attualità10.00 Mi manda Raitre

Attualità11.15 Elisir “Attacchi di

panico” Attualità12.00 TG3 Informazione12.25 TG3 Fuori TG Attualità12.45 Pane quotidiano Rub.13.10 Il tempo e la storia

Documentario14.00 TG Regione - Meteo -

TG3 - Meteo 3 Infor.14.50 TGR Leonardo Rubrica15.05 TGR Piazza Affari

Rubrica15.10 Rai Player Rubrica15.15 Terra nostra Soap

16.05 Aspettando GeoDocumentario

16.40 Geo Documentario19.00 TG3 Informazione19.30 TG Regione - Meteo

Informazione20.00 Blob Varietà20.15 Sconosciuti - La nostra

personale ricerca dellafelicità Rubrica

20.35 Un posto al sole Soap21.00 Agorà “Serata

Kennedy - GerardoGreco presenta il filmParkland” Attualità

21.05 Prima tv Rai Parkland -Drammatico (Usa2013). Di PeterLandesman, con MarciaGay Harden, Matt Barr

22.55 Agorà Attualità0.00 TG3 Linea notte

Attualità

LA TV DI OGGI

LA RADIO

SC1 Cinema 1SCH Cinema HitsSCP Cinema

PassionSCF Cinema

FamilySCC Cinema

ComedySCM Cinema MaxSCU Cinema CultSC1 Sport 1SC2 Sport 2SC3 Sport 3

17.05 La seconda moglie SCP17.10 L’ uomo di casa SCF17.25 Caramel SCU17.30 Iron Sky SCM17.30 Parto con mamma SC117.35 Abbronzatissimi SCC17.45 Arthur e la guerra dei

due mondi SCH18.50 Il castello nel cielo SCF18.55 Emma SCP19.05 Una pura formalitàSCU19.05 In Time SCM19.10 Magic Mike SC119.30 L’ aereo più pazzo

del mondo... sempre più pazzo SCC

19.30 Underworld: La ribel-lione dei Lycans SCH

21.00 Com’ è bello farl’ amore SCC

21.00 Ribelle - The Brave SCF21.00 Killer Joe SCU21.00 Phenomenon SCP21.00 Poseidon SCM21.10 The International SCH21.10 G.I. Joe -

La vendetta SC122.40 La Battaglia

di Shaker Heights SCF22.45 Mani di velluto SCC22.45 Insidious SCM22.50 Uova d’ oro SCU23.05 Dear John SC123.10 Il coraggio

di una figlia SCP23.15 Johnny Stecchino SCH0.00 Wargames -

Giochi di guerra SCF0.25 A.C.A.B.: All Cops

Are Bastards SCU

14.00 NCAA 2013/2014 UCF- Rutgers (Diff.) SP2

16.30 Calcio, Serie A2013/2014 Inter -Livorno (Sintesi) SP1

16.30 Golf, US PGA TourWorld Cup of Golf: 2agiornata (Replica) SP2

16.30 Calcio, Copa Sudameri-cana Libertad - Lanus(Replica) SP3

17.00 Calcio, Serie A2013/2014 Juventus -Napoli (Sintesi) SP1

17.30 Calcio, Serie A2013/2014 Chievo -Milan (Sintesi) SP1

18.00 Calcio, Serie A2013/2014 Inter -Livorno (Sintesi) SP1

18.15 NCAA 2013/2014UCF - Rutgers (R) SP3

18.30 Calcio, Serie A2013/2014 Roma -Sassuolo (Sintesi) SP1

18.45 Basket, NCAA2013/2014 George-town - Northeastern(Differita) SP2

20.30 Rugby, Test Match Gal-les - Tonga (Dir.) SP3

20.30 Calcio, Serie B2013/2014 Novara -Pescara (Diretta) SP1

20.45 Basket, Eurolega EA7Milano - Efes Istanbul(Diretta) SP2

22.30 Golf, US PGA TourWorld Cup of Golf: 2agiornata (Replica) SP3

I film Lo sportAustralia-Indonesia: è geloLo scandalo delle intercettazioni non risparmia nemmeno l’ Australia. Questa mattina ne parleràAnna Mazzone nella puntata di Radio3Mondo. Come conseguenza del datagate e delle rivelazionidella talpa Snowden l’ Indonesia ha deciso di sospendere la cooperazione militare e lo scambio diintelligence con l’ Australia dopo le rivelazioni secondo cui dall’ ambasciata australiana a Jakartanel 2009 furono controllate le telefonate del presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono,della moglie e di alti esponenti politici. Il premier australiano Tony Abbott si è impegnato in parla-mento a fare tutto quello che “si può ragionevolmente fare” per sanare il grave dissenso diploma-tico. L’ Indonesia nel frattempo ha interrotto la cooperazione con l’ Australia anche sul fronte dellalotta al traffico di persone e gli hacker di “Anonymous Indonesia” hanno rivendicato attacchicibernetici ai siti web della polizia federale australiana e della Banca centrale. Gli esperti di relazioniinternazionali avvertono che dopo gli ultimi episodi di spionaggio, il governo australiano dovrà darespiegazioni dettagliate prima che possano aver successo i negoziati in corso dietro le quinte.RADIO3 11.00

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18 VENERDÌ 22 NOVEMBRE 2013 il Fatto Quotidiano

sto per fare il ministro (o ri-coprire qualsiasi altra caricapubblica). Ma si vuole dav-vero sostenere che ogni com-portamento immorale, inop-portuno, meschino, volgare,sia irrilevante? Un ministroche maltratta coniuge, figli ecane; o che fa sesso con par-tners mercenari; o che ab-bonda nel turpiloquio anchepubblicamente; che insom-ma si comporta come una diquelle persone che nessunodi noi ammetterebbe nellasua casa; uno così va bene?Le intercettazioni impubbli-cabili. Che equivale a dire cheil problema non è il compor-tamento della Cancellieri, mail fatto che lo si sia scoperto.Tralasciando tutto quantodetto in questi anni su questaparalogia (espressione ver-bale senza senso, come si os-serva nella schizofrenia. Lalogorrea e l’incoerenza ver-bale – “insalata di parole” –rientrano in questa espres-sione patologica, Enciclope-dia Treccani), basterebbeobiettare che – certamente –nessuna doglianza costoro

di Elias Vacca

La pioggia torrenzia-le non dovrebbe uc-cidere nessuno,neppure nella terra

spazzata dai venti dove pioveraramente e quando piovel’acqua viene giù tutta insie-me, tutta quella negata in seimesi siccitosi. L’acqua dal cie-lo, anche quando ne viene giùtanta, dovrebbe riempire gliinvasi, l’autunno dovrebbe farprovvista per il tempo secco,quando l’acqua per i campinon basta mai e quella per gliusi domestici è razionata.Le “bombe d’acqua”, così sonostate definite le piogge torren-ziali degli ultimi giorni, po-trebbero e anzi dovrebberodeflagrare al suolo senza farevittime. I bambini dovrebberostare tranquilli a scuola o a ca-sa con i nonni. Gli adulti allavoro, sapendo che i piccoli egli anziani sono al sicuro. Cia-scuno nel proprio rifugio an-tibombardamento che in unpaese civile si chiama sempli-cemente casa, officina, scuola.Apparentemente basta pocoper disinnescare le “bombed’acqua”.

MA LE BOMBE, di qualsiasi ti-po, ti fottono quando ti pren-dono di sorpresa, quando la si-rena non suona e non sai didoverti rifugiare per tempo. O

quando non sempre hai doverifugiarti, perché casa tual’hanno costruita sul poligonodi tiro.Olbia, che per i galluresi è Ter-ranova dai tempi dell’occupa -zione romana, si è espansamoltiplicandosi per dieci inquarant’anni, per il giubilo dialcuni e nell’indifferenza dimolti, su una pianura destina-ta a raccogliere il flusso delleacque delle circostanti e im-pervie montagne dell’alta Gal-lura.Nell’indifferenza per ogni ra-gionevole pianificazione eprudenza si sono conquistatipezzi di terra ai canali e agliacquitrini. Tanto che vuoi maiche succeda. Lottizzazioni,condoni, accertamenti di con-formità. Se va bene per la leggedeve andare bene per la natu-ra. Olbia è cresciuta come nes-sun altro posto in Sardegna.Francesco Mazzoccu, murato-re di 35 anni, è un padre at-tento, tutt’altro che indifferen-te. Ha capito che questa volta aOlbia si mette male e che Enri-co, che ha tre anni, è meglioportarlo dai nonni, un po’ piùin alto dell’orlo del catino. Solo

che questa volta è propriobrutto guidare sotto il bom-bardamento d’acqua. La mac-china se ne va via da sotto, nonrisponde al guidatore.Allora meglio scendere e gua-dagnare un punto più in altodella strada. L’acqua sale, infretta.Francesco è un atleta, è moltoforte. Enrico è uno scricciolodentro al giubbotto di papà,sul muro che li ospita comedue naufraghi su uno scoglio.Francesco sa valutare il peri-colo, inizia a urlare la sua ri-chiesta d’aiuto con tutto il fiatoche ha in gola, sovrastando ilrumore della pioggia e il tu-multo del fiume che invade lastrada.Piero Mariano, il meccanicoche conosce Francesco e soc-correva un’amica e il figliolettodi lei, lo vede, capisce che si stamettendo male, anche per unoforte e risoluto come France-sco. Si ferma, prova a soccor-rere padre e figlio, vengonolanciate delle cime. Non servea nulla. Lì vicino c’è un operaiodell’Anas dentro un’auto. Pie-ro lo sollecita, ma quello diceche non può farci nulla. Quel-l’uomo sarà poi denunciatoperché l’omissione di soccorsonon è solo un atto di intolle-rabile indifferenza, è anche unreato e la Procura della Repub-blica di Tempio ha aperto unfascicolo.

NON SO COSA mai potrà direa propria discolpa uno che“non può farci nulla” di frontea due vite in pericolo. Se Fran-cesco ed Enrico, come pare,avrebbero potuto essere salva-ti.Non sappiamo se di fronte atutta questa devastazionequalcuno si preoccuperà diaver contribuito a rendere le-tale per avidità, spregio delbuon senso, ignoranza o indif-ferenza un evento atmosfericoche avrebbe forse potuto fardanni, ma mai uccidere.Non possiamo sapere se qual-cuno sarà chiamato a rispon-dere della sottovalutazione delpericolo o dell’apparecchia -mento urbanistico dello sce-

nario di questa immane trage-dia. Magari scopriremo chetutti i protagonisti sui versantipubblico e privato pensano ehanno pensato per quaran-t’anni di non poter fare nullaper impedire a un temporale,eccezionale ma non invincibi-le, di travolgere l’indifferenza elo scarto tra ciò che puoi le-galmente costruire e ciò che èprudente fare. E portarsi via lavita di sedici di noi.

SA R D EG N A

SECONDO TEMPO

Le r i d i co l e scusedei salva-Cancellieri

GIUSTAMENTE

NON SOLO DESTINO

Padre e figlio non sono

stati aiutati. Ma a Olbia

in 40 anni nessuno ha

pensato a come poter

impedire all’acqua

di mietere vittime

CADUTA LIBERA

Non c’è reato,

ma davvero si vuole

far credere che ogni

comportamento

inopportuno, meschino

e volgare sia irrilevante?

Una delle terribili immagini del nubifragio in Sardegna Ansa

di Bruno Tinti

n SUI MOTIVI per cui Can-cellieri è indegna di fare il mi-nistro della Giustizia è statodetto tutto. Solo che ogni ar-gomento è scivolato sullasuddetta e sui suoi accoliti, acominciare da Napolitanoper finire a Gasparri passan-do per i renziani (i rottama-tori!), come l’acqua sullaschiena di una papera.A differenza della papera pe-rò, questa gente si vergognadi se stessa; così, invece discrollarsi l’acqua dalle pennee starsene zitti – come fa lapapera – hanno esternato im-probabili giustificazioni. E, al-la fine, tutto lo starnazza-mento, volevo dire l’e s te r n a -zione, si è ridotta a tre pseu-do argomenti: Cancellierinon ha commesso nessunreato; è una vergogna che leintercettazioni che la riguar-dano siano state pubblicate;il governo deve restare in pie-di costi quel che costi.Ora, che Cancellieri non ab-bia commesso reati è proba-bile. Prima del 1997 ne avreb-be commessi di sicuro (323c.p., interesse privato in attid’ufficio); ma i politici capi-rono che si trattava di unatrappola sempre aperta e lamodificarono, richiedendoche il vantaggio perseguitodovesse essere solo patrimo-niale. Sicché darsi da fare perfar scarcerare Giulia Ligrestinon rientra, ormai, nella fat-tispecie penale. Ma il puntonon è questo. Non commet-tere reati è il minimo richie-

avrebbero manifestato se leintercettazioni avessero rive-lato un comportamento vir-tuoso; ne consegue che ilproblema non sono le inter-cettazioni in sé, ma il com-portamento illegale o inop-portuno che diviene pubbli-co. Come volevasi dimostra-re .

n IL GOVERNO che non de-ve cadere. Che, infatti, nondovrebbe cadere. Cancellieriindegna viene cacciata, unoimmacolato la sostituisce.Ma il rischio in effetti c’e ra .Perché trovare un immacola-to nel loro ambiente è una co-sa complicata. Ma soprattut-to, perché ogni fazione avevail suo immacolato ed erapronta a far cadere il governose non fosse stato nominato.Il che è la dimostrazione evi-dente che un governo così,fondato non su intese (lar-ghe!!) ma su ricatti, è propriobene che cada. Alla fine, ilParlamento (sempre quelloche stabilì che Ruby era la ni-pote di Mubarak) ha spiega-to al Paese che un ministrodella Giustizia può essereamico di un pregiudicato e di-chiararsi a disposizione sua edella sua famiglia quandotutti sono arrestati in unanuova indagine per reati gra-vissimi: non c’è problema,continui a fare il ministro.Certe volte è dura credereche il pendolo davvero torne-rà indietro (Gianbattista Vi-co, La Scienza Nuova); chi cilibererà mai da questa gen-t e?

Uccisi dal “nonposso fare nulla”

“Diversamente morali”L’Europa ci vede così

Annamaria Cancellieri Ansa

di Caterina Soffici

Che il Corriere della Sera pos -sa pubblicare l’editoriale

di prima pagina, quello che dàla linea del giornale, scrivendoche “bisognerà mettersi d’ac -cordo sugli standard di mora-lità pubblica”, la dice tutta suglistandard di moralità pubblicaraggiunti nel nostro Paese. Perdifendere un ministro in nomedi una non precisata stabilità, sipassa sopra ai principi basilariche tengono unito uno Stato.Stupisce ancora di più, almenome, perché il pezzo è firmatoda Antonio Polito, che non èun cerchiobottista qualsiasi, diquelli che lanciano un monitoun giorno sì e l’altro pure. Po-lito è stato mio direttore quan-do scrivevo al R i fo r m i s ta , possodire di conoscerlo come perso-na dalle analisi lucide che nonha paura di andare controqualche potente. Resto dop-piamente di stucco, quindi,quando leggo: “Gli italiani nonne possono più dei livelli re-cord di corruzione, favoriti-smo e nepotismo; ma il mondopolitico è diviso sulle sanzioni.A un estremo ci sono quelli cheperdonerebbero tutti per con-donare se stessi; all’altro i Tor-quemada che condannerebbe-ro chiunque per guadagnarsi ilfavore popolare”.

Tra questi due estremi biso-gnerebbe trovare un minimocomun denominatore di mo-ralità? Lo standard di moralitàè uno: o una cosa è morale, o èimmorale. E non è una que-stione di favore popolare, madi giustizia e senso comune.

NEI “PAESI virtuosi ed esigen-ti”, cui fa riferimento il Co r r i e re ,dove i ministri si dimettono pernon aver regolarizzato una colf oper aver copiato a un esame,questo è lo standard di moralità.Non ci sono casi di “diversa -mente morali”. Per chi vive in unpaese civile, e Polito ha abba-stanza dimestichezza con ilmondo anglosassone per saperedi cosa parlo, non c’è bisogno dimettersi d’accordo sugli stan-dard di moralità pubblica, per-ché non variano a soffietto a se-conda delle convenienze politi-

che. E mi spiego con un esem-pio, tanto per essere più chiari.L’Evening Standard, il quotidianodella sera di Londra, pubblicaval’altroieri un articolo che sembrafatto apposta al nostro discorso.Sotto la testatina “Lettera da Mi-lano”, il giornalista Michael Dayraccontava scandalizzato chenel capoluogo lombardo 3.398persone, tra politici, uominid’affari, celebrità hanno passspeciali che permettono loro dipassare in macchina nelle zone atraffico limitato, comprese lecorsie preferenziali riservate abus e ambulanze. Tra i vip pri-vilegiati, il giornalista inglese ci-ta anche Barbara Berlusconi(con pass di servizio in quantofiglia?) e i cardinali alla guidadella diocesi: il cardinal Tetta-manzi prima e il cardinal Scolapoi. Per chi vive in un “paese vir-tuoso ed esigente”, che un altoprelato usi una corsia preferen-ziale, è semplicemente inconce-pibile. L’arcivescovo di Canter-bury, primate della Chiesa An-glicana, gira in metropolitana.Il giornalista scrive, testuale:“Anche a Milano, la città che siritiene più vicina, geografica-mente e socialmente al restod’Europa, ci si è perfettamenteadeguati all’istinto di arraffarequello che puoi a scapito delconcittadino”. Tutto è collegato.Se il Corriere della Sera, il giornale

della borghesia lombarda, ilgiornale della Milano che fu ca-pitale morale, discetta sugli stan-dard di moralità pubblica, poinon ci possiamo lamentare seBarbara Berlusconi e il cardinalScola e gli altri 3396 scorrazzanoimpunemente e se ne infischia-no del resto del mondo. Se lostandard di moralità pubblicaormai si è assuefatto a questo an-dazzo, chi può dire che è immo-rale usare la corsia delle ambu-lanze se non sei ferito?

TO R N A N D O al caso scatenan-te, la condotta della ministraCancellieri, non c’è bisogno dispargere veleni, di trasferire leinchieste, di intorbidire le ac-que. Anche un semplice so-spetto del genere, in un “paesecivile” avrebbe consigliato alministro di dimettersi. O me-glio: le dimissioni le avrebbepretese il capo del governo.Ma il vero dramma è che in Ita-lia siamo diventati tutti “diver -samente morali” e quindi sitrova normale negoziare, divolta in volta, “lo standard dimoralità pubblica”.

Twitter: @caterinasoffici

PAESI VIRTUOSI

Mentre il Corriere cerca

uno “standard di moralità

pubblica”, la stampa

inglese si scandalizza

per le auto che passano

sulle corsie d’emergenza

ETICA PUBBLICA

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19il Fatto Quotidiano VENERDÌ 22 NOVEMBRE 2 01 3

A DOMANDA RISPONDOFurio Colombo

SECONDO TEMPO

Se fossi Letta chiamereiIdem e Biancofiore

Telefonate pro giovane eavvenente Ruby fermatadagli agenti di Milano? So-lidali. Telefonate “napoli-tane” tra il capo dello Statoe l'attempato statista san-nita in pensione, NicolaMancino, su questioni ri-tenute delicate e da appro-fondire per l’inchiesta sul-la trattativa Stato-mafia?Al rogo. Telefonate tra laministra della Giustizia,Annamaria Cancellieri, e ifamiliari di una detenutasofferente, Giulia Ligresti,figlia dell’influente co-struttore e assicuratoredon Totò? Umanitarie elegittime. Dopo quest’ul-timo episodio, i detenutinon sono più uguali da-vanti alla legge. Ma valeanche per i membri del go-verno di “fragili intese”.Per rimediare, Enrico Let-ta - che sul caso Cancellieriha vinto la partita internaal Pd con Matteo Renzi -reimbarchi nell’esecutivola ministra Idem e la sot-tosegretaria Biancofiore,cacciate per ragioni moltomeno gravi di quelleemerse nel “pasticciacciobrutto” di AnnamariaCancellieri.

Pietro Mancini

Larghe intese: Alfanoprenderà il posto di B.

Tutto come previsto. Avu-te le garanzie dal Nipote,dalla parte del Pd che con-ta e con “l’alto” patrociniodel Colle, Angelino e socihanno rotto gli indugi. Trapsicodrammi e intrecciparentali evocati (il padreB., il figlio Angelino e il Ni-pote) è arrivato l’esito vo-luto. Il Caimano si com-muove e quasi viene menoperché ha capito che è fi-nita. Anche per questonon ha lanciato anatemi,scegliendo di tenersi buo-ni i suoi ex tirapiedi, percontinuare a salvaguarda-re i suoi interessi, tramiteloro. Perché loro, gli exberluscones, tornati d’i n-canto rispettabili, divido-no il potere col Pd. Fra i de-mocratici gli “inciucisti”sono maggioranza e i po-chi contrari, non hanno laforza per opporsi. QuandoRenzi dice “mai più larghe

intese”, si riferisce all’a t-tuale partito di B. Dopo leelezioni, se tutto va comeprevisto e il Pd non si spac-ca, avrà come alleati, an-cora Alfano e Schifani,mondati da “lodi”, nipotidi Mubarak e bunga-bun-ga.

Mario Frattarelli

Basta tasse, siamoi più tartassati d’E u ro p a

Gli italiani non possonopiù accettare i continuiaumenti delle tasse. Stia-mo pagando più del dovu-to per risanare i conti delnostro Paese, senza averein cambio dei servizi effi-cienti. Non è più possibilerisparmiare perché i soldidello stipendio servono

per vivere, quando il lavo-ro c’è. Gli italiani in questoperiodo di crisi economi-ca e lavorativa non voglio-no più compiere gestieroici né straordinari,hanno bisogno che il go-verno Letta diminuisca letasse e risolva il problemadel lavoro. Le aziende, lefamiglie aspettano da anniche i nostri politici pren-dono in esame il problemadella tasse nel nostro pae-se. Siamo il paese più tar-tassato dell’Europa.

Antonio Guarnieri

Volevamo il cemento?Ora teniamoci i danni

Disboscamenti indiscri-minati e milioni di metri

cubi di cemento. Pare pro-prio che l’uomo, senzatanti ripensamenti, abbiaintrapreso una terrifican-te guerra contro la natura.E sono in pochi coloro chearmati di buona volontàcercano di opporsi a que-sto scempio continuo sen-za fine. Sono sempre po-chi coloro che nei fatti ri-fiutano compromessi a li-vello istituzionale. E pochisono coloro che scendononelle piazze per anticipareil loro sdegno alle previstenuove catastrofi. Moltivorrebbero avere una casain riva al mare, e non solo.E per fare questo sonopronti a sacrificare l’a m-biente senza calcolare leconseguenze. E quei molti

sono sempre pronti a vol-tare le spalle a un corteo diambientalisti che cercanodi scongiurare le tante ca-tastrofi che colpiscono ri-petutamente questo pove-ro Paese, per ritrovarsipurtroppo al fatto com-piuto in tanti ai funeralidei propri concittadini.Quando finirà questo mo-do distorto di assecondarei diretti responsabili diqueste disgrazie?

Michel Giuntini

Adozione, i gustisessuali non c’e n t ra n o

A crescer male non è ilbambino che ha per geni-tori due donne o due uo-mini, come leggo spesso,

ma eventualmente quelloche ha per genitori duepersone, etero oppureomo, non equilibrate, im-mature, o violente, litigio-se, o incapaci di amare unbambino, di educarlo, diprendersi cura di lui. Ègiusto che chi desideraadottare un bimbo debbapossedere alcuni requisitiminimi, ma pensare chel’orientamento sessualedell’adottante debba rien-trare tra questi è un’ideaaberrante, razzista, privadi basi scientifiche e purecontraddetta dai fatti. Co-me può una persona pre-tendere di negare a un’a l-tra il diritto alla gioia diavere un bimbo sulla base

CARO FURIO COLOMBO, verrà un gior-no in cui non troveremo il nome di Berlu-sconi in nessuna delle notizie che orien-tano un giornale o un telegiornale?

Matilde

VERRÀ, ma non è vicino. È come il lacciodi una scarpa in cui, forse per errore, forseper sbadataggine, il nodo si è stretto invecedi sciogliersi e ci vuole tempo e pazienzaper non restare con la scarpa al piede. Maper ora lo siamo. L’errore ha attraversatol’Italia fin dall'inizio in modo folgorante.Fra coloro che formano opinione, solo po-chissimi hanno voluto notare, e dire subi-to, che Berlusconi era una grave anomaliache avrebbe danneggiato in modo serio ilPaese se fosse rimasto in scena (e al potere)a lungo. Spesso qualcuno fa notare che Ber-lusconi ha governato solo due volte (e la se-conda volta è stato interrotto, causa disa-stro imminente). E dunque non per ven-t’anni. Questi due decenni però apparten-gono in pieno e completamente al dominiodi Berlusconi che, da quando “è sceso incampo” ha inflitto al “Paese che ama” (pa-role sue, primo discorso in videocassetta)un danno grave e costante. Per esempio ilconflitto di interessi, la caratteristica piùimportante e più ignorata di Berlusconiimprenditore e governante, è stato eserci-tato sempre. B. non ha mai interrotto il suocontrollo sulla Rai, la sua capacità di no-mina, la sua collocazione e spostamento didirigenti all'azienda di Stato secondo leconvenienze e necessità delle sue televisio-ni private. B. ha istituito un potere di ap-

provazione e cancellazione delle notizie suigrandi giornali che non possiede attraver-so l'intimidazione esercitata da un grandeeditore al governo, uno che può fare o di-sfare il futuro di ogni giornalista, dal pra-ticante al direttore di testata. Il caso Boffone è l’esempio clamoroso. Il suo uso di dos-sier è stato ininterrotto e ad alto potenzia-le, come dimostra il caso Fini. La libera im-presa di comprare deputati e senatori gli ècostata parecchi milioni di euro, ma gli hasempre assicurato i voti di fiducia, ancheassurdi e ridicoli (Camera e Senato dellaRepubblica italiana hanno certificato chela marocchina minorenne Ruby era davve-ro la nipote del presidente egiziano Muba-rak). La grandiosa attività di organizza-zione della corruzione, a partire dal centro(capo del governo o capo della opposizio-ne) non si è mai interrotta, inclusa la cla-morosa frode fiscale che, negli interessi dise stesso imprenditore privato, il presiden-te del Consiglio Berlusconi ha organizzatocontro il suo Paese. B. è estremamente riccoe questo ha dissuaso molti potenziali av-versari e prodotto una conveniente ed este-sa simpatia, silenzio ma anche vera ammi-razione, e non sto parlando degli elettorisedotti e abbandonati, sto parlando di co-loro che avrebbero dovuto essere i suoi av-versari. Dunque, i venti anni di potere cisono tutti. Non resta che sperare con tuttoil cuore che non ci siano prolungamenti.

Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Valadier n. 42l e t te re @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

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di (infondate) convinzio-ni personali o mutuatedalla confessione religiosacui aderisce? Si tratta diuna pretesta arrogante eingiusta. L’unico proble-ma che può avere un bam-bino cresciuto in una fa-miglia “non tradizionale”sarà dovuto semmai al-l’arretratezza culturaledella società in cui vivia-mo: impegniamoci tuttiper superarla, allora.

Mauro Ottonello

Partecipare, rimediocontro la mala politica

Anche con il 20 per centodi votanti, questa classepolitica continuerebbe aspartirsi poltrone, potere

e soldi come se niente fos-se, vantando percentualidi consenso anche se cor-rispondenti a un numerosempre più ridotto di cit-tadini. Vorrei anche ri-cordare che già da qualcheanno, molti cittadini han-no deciso di impegnarsidirettamente in politica epur tra errori, contraddi-zioni, inesperienza efraintendimenti dei mezzidi informazione (nonsempre in buona fede) so-no riusciti a portare inParlamento un cospicuonumero di rappresentan-ti. Cos’altro si potrebbe fa-re se non tentare di entra-re nella sala comandi?Scartando idee nefaste co-

me azioni di piazza o altritipi di violenza, l’unica ar-ma a disposizione dei cit-tadini è interessarsi diret-tamente della cosa pubbli-ca per toglierla di mano aipoliticanti di professione.E per favore non chiamia-mola antipolitica: chi par-tecipa alle riunioni di que-sti cittadini può rendersiconto di cosa sia la Politi-ca.

Angelo Testa

DIRITTO DI REPLICAScrivo in nome e per contodel mio assistito, il genera-le di divisione Paolo Polet-ti. Il 18 novembre è statopubblicato un articolo afirma del giornalista Fabri-zio d’Esposito. Chiedo nel-l’interesse del mio assistitodi rettificare quanto segue:1) l’opinione sul dott. Va-lentino Valentini attribui-ta al gen. Poletti non è maistata espressa da quest’ul -timo. Tale opinione, maiespressa dal mio assistito, èstata asseritamente riferitadal sig. Sergio De Gregorionell’ambito di un verbalegiudiziario; 2) è falsa la no-tizia riportata che indicavail generale Poletti comesoggetto coinvolto nell’in -dagine c.d. “P4”. Mai, anessun titolo, il generale èstato coinvolto nella sud-detta vicenda giudiziaria;3) è totalmente falsa la no-tizia di una “amicizia” tra ilsig. Luigi Bisignani e il ge-nerale Paolo Poletti.

Avv. Gianluca Tognozzi

Non ho mai scritto che Po-letti sia stato coinvolto nel-l’inchiesta P4. Piuttosto housato l’espressione “invi -schiato nelle trame” dellaloggia affaristica perché ilsuo nome compare in atti eintercettazioni, accostato aquelli di Alfonso Papa eLuigi Bisignani. Per quantoriguarda il libro e l’interro -gatorio di De Gregorioprendo atto della smentitadi Poletti, non senza undubbio: per quale motivol’ex senatore del Pdl si sa-rebbe inventato il colloquiocon Poletti?

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