Il.corriere.della.sera.20.03.2015

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Servizio Clienti - Tel. 02 63797510 mail: [email protected] FONDATO NEL 1876 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Via Campania 59/C - Tel. 06 688281 www.corriere.it 9 771120 498008 50 3 2 0> Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano In Italia (con “Sette”) EURO 2,00 ANNO 140 - N. 67 VENERDÌ 20 MARZO 2015 di Ernesto Galli della Loggia D estabilizzare tutti gli assetti politico-statali del mondo arabo; impadronirsi di quell’immenso spazio geopolitico instaurandovi un potere ispirato all’islamismo radicale; da lì muovere a uno scontro con l’Occidente, preliminarmente messo sulla difensiva e impaurito dall’azione di nuclei terroristici reclutati nelle comunità musulmane al suo interno. Davvero si corre troppo con la fantasia attribuendo un disegno del genere alla galassia della jihad che mercoledì a Tunisi ha compiuto la sua ennesima impresa sanguinaria? Davvero significa dare corpo a dei fantasmi? Bisogna vedere: chi l’avrebbe detto nel gennaio del 1933 che quel tizio esagitato appena nominato cancelliere della Germania avrebbe effettivamente cercato di realizzare i suoi fantastici propositi di sterminio, mettendo a ferro e a fuoco il mondo? Eppure allo scoppio della Seconda Guerra mondiale mancavano neppure sette anni. Il messaggio che viene da Tunisi è chiaro: per il nostro Continente si avvicina una prova decisiva. Siria, Libia, Tunisia, cioè la sponda meridionale del Mediterraneo, cioè il confine marittimo dell’Unione. Come non accorgersi che prima che agli Stati Uniti è a lei, a noi, che è rivolta la sfida islamista? Dunque le imprevedibili accelerazioni della storia impongono oggi all’Europa ciò a cui essa si è finora sempre rifiutata: di essere un soggetto politico vero. Vale a dire con una vera politica estera; con un vero esercito. E con veri capi politici: gli unici che nei momenti cruciali possono fare scelte coraggiose, costruendo altresì intorno ad esse il consenso necessario. Non c’è tempo da perdere. Per far fronte alla feroce determinazione dell’islamismo radicale, alla sua capacità di penetrazione, la politica deve innanzitutto prepararsi all’impiego della forza. La si chiami come si vuole per non turbare i nostri pudori lessicali — operazione di polizia internazionale, missione di pace (sic!) o che altro — l’importante è capirsi sulla sostanza. Così come è necessario che l’Europa si convinca — e convinca gli Stati Uniti — a dire con chiarezza all’Arabia Saudita, al Qatar e a qualche altra monarchia del Golfo che il loro doppio gioco non può continuare a lungo: che esse non possono con una mano fare lauti affari con l’Occidente, e con l’altra finanziare chi uccide a sangue freddo i suoi cittadini. Un Islam antijihadista peraltro esiste: noi dobbiamo sia aiutarlo con più determinazione a non divenire ostaggio del terrore (è il caso della Tunisia), sia abituarci a chiederne l’aiuto prezioso che può offrirci. continua a pagina 29 La croce simbolo di libertà NOI, ASSEDIATI E TROPPO TIMIDI GIANNELLI Terrorismo Su Twitter la foto di una vittima italiana con la scritta «Schiacciato un crociato». La Marina schiera più navi L’Isis minaccia: «È solo l’inizio» Nove arresti per la strage in Tunisia. Mattarella: nemici della civiltà, intervenire subito Le dimissioni del ministro Lupi: «Voglio tutelare la mia famiglia» Il caso Grandi opere, Mauri- zio Lupi oggi si dimetterà al termine dell’informativa alla Camera. La decisione è stata comunicata ieri al capo dello Stato dopo un vertice con il premier Renzi e il ministro Al- fano. Il titolare delle Infrastrut- ture ha dato l’annuncio del pas- so indietro ieri in tv: «Attaccate me, ma lasciate stare mio fi- glio». In serata, il commento del presidente del Consiglio: «La sua è una scelta saggia». da pagina 14 a pagina 17 LO SFOGO «Io, intercettato per due anni» «M i hanno intercettato per due anni. Mi dimetto per difendere i miei»: a dirlo al Corriere è Maurizio Lupi. «Ren- zi? È stato molto corretto». a pagina 15 di Elisabetta Soglio IL RETROSCENA E Renzi gli diede la «solidarietà» D opo aver ottenuto quel che voleva, dopo aver avuto la sua testa con un «gesto sponta- neo», Renzi ha dato ieri a Lupi la sua «solidarietà». continua a pagina 16 di Francesco Verderami L’Isis «firma» la strage di Tu- nisi («è solo l’inizio») e diffon- de su Twitter l’immagine di Francesco Caldara, una delle vittime, definito «crociato schiacciato» (nella foto picco- la). Nove arresti. Mattarella: nemici della civiltà. Più navi e aerei italiani nel Mediterraneo. da pagina 2 a pagina 13 Europa League Servizi e commenti alle pagine 54, 55 e 56 Oggi Anna Tatangelo story: «I primi anni con Gigi? Uno scontro continuo» di Chiara Maffioletti Tempi liberi Domani Realtà e percezione Il destino non guida la nostra esistenza di Matteo Persivale Inter e Torino fuori Fiorentina e Napoli avanti, Roma choc p p p p p p p p p p p p p p i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i di Marco Imarisio a pagina 5 Le armi, le guardie I punti oscuri del blitz di Giuseppe Sarcina a pagina 6 La marcia di Tunisi «Noi come Parigi» I dubbi della Bce e l’orgoglio di Padoan Accuse all’Italia di essere lenta su riforme e debito. E il Tesoro replica: giudizi parziali PAESI & ISLAM La Primavera (riuscita) da difendere E adesso, dopo l’ennesima strage islamista di Tunisi, che colpa ci vogliamo dare? Co- me ce la siamo andata a cercare, stavolta? Quanti pentimenti per aver creduto scioccamente nel- le «primavere arabe»? Stavolta in Tunisia la Primavera araba aveva funzionato. Da qui, dal gesto di Mohamed Bouazizi, che si diede fuoco dopo aver subito i maltrattamenti della dittatura, è cominciato tutto. continua a pagina 12 di Pierluigi Battista IDEE& INCHIESTE A lla fine, un compromesso per risolvere la crisi del de- bito greco sarà trovato. E grazie alle mosse di Draghi il rischio- contagio è ridotto. Ma lo show di Tsipras e Varoufakis in Eropa danneggia soprattutto Atene. a pagina 29 A ccuse all'Italia: riforme in- sufficienti e scostamento dagli obiettivi. Tensione tra Banca centrale europea e Teso- ro. La risposta del ministro Pa- doan: non applicate le regole in modo meccanico. E il bolletti- no della Bce introduce una no- ta di cautela in quello che appa- re come un rilassamento nel- l’eurozona dovuto alle miglio- rate prospettive dell’economia. a pagina 20 Baccaro a pagina 28 il commento di Daniele Manca FIRENZE Sciopero a Pasqua Il caso degli Uffizi A lcuni lavoratori dei musei di Firenze hanno procla- mato uno sciopero proprio nel fine settimana di Pasqua. «Un autogol per l’immagine e l’eco- nomia di Firenze e dell’Italia», ha detto il sindaco Nardella. a pagina 25 di Danilo Taino ANSA / EPA / MOHAMED MESSARA Irritazione europea Dramma greco di Alan Friedman di Marco Gasperetti F r a n c e s c o P i c c o l o M o m e n ti d i t r a s c u r a b il e i n f e lic i t à FRANCESCO PICCOLO MOMENTI DI TRASCURABILE INFELICITÀ

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    noIn Italia (con Sette) EURO 2,00 ANNO 140 - N. 67VENERD 20 MARZO 2015

    di Ernesto Galli della Loggia

    Destabilizzare tutti gli assettipolitico-statali del mondo arabo;impadronirsi di quellimmensospazio geopolitico instaurandoviun potere ispirato allislamismo

    radicale; da l muovere a uno scontro con lOccidente, preliminarmente messo sulla difensiva e impaurito dallazione di nuclei terroristici reclutati nelle comunit musulmane al suo interno. Davvero si corre troppo con la fantasia attribuendo un disegno del genere alla galassia della jihad che mercoled a Tunisi ha compiuto la sua ennesima impresa sanguinaria? Davvero significa dare corpo a dei fantasmi? Bisogna vedere: chi lavrebbe detto nel gennaio del 1933 che quel tizio esagitato appena nominato cancelliere della Germania avrebbe effettivamente cercato di realizzare i suoi fantastici propositi di sterminio, mettendo a ferro e a fuoco il mondo? Eppure allo scoppio della Seconda Guerra mondiale mancavano neppure sette anni.

    Il messaggio che viene da Tunisi chiaro: per il nostro Continente si avvicina una prova decisiva. Siria, Libia, Tunisia, cio la sponda meridionale del Mediterraneo, cio il confine marittimo dellUnione. Come non accorgersi che prima che agli Stati Uniti a lei, a noi, che rivolta la sfida islamista? Dunque le imprevedibili accelerazioni della storia impongono oggi allEuropa ci a cui essa si finora sempre rifiutata: di essere un soggetto politico vero. Vale a dire con una vera politica estera; con un vero esercito. E con veri capi politici: gli unici che nei momenti cruciali possono fare scelte coraggiose, costruendo altres intorno ad esse il consenso necessario. Non c tempo da perdere. Per far fronte alla feroce determinazione dellislamismo radicale, alla sua capacit di penetrazione, la politica deve innanzitutto prepararsi allimpiego della forza. La si chiami come si vuole per non turbare i nostri pudori lessicali operazione di polizia internazionale, missione di pace (sic!) o che altro limportante capirsi sulla sostanza. Cos come necessario che lEuropa si convinca e convinca gli Stati Uniti a dire con chiarezza allArabia Saudita, al Qatar e a qualche altra monarchia del Golfo che il loro doppio gioco non pu continuare a lungo: cheesse non possono con una mano fare lauti affari con lOccidente, e con laltra finanziare chi uccide a sangue freddo i suoi cittadini. Un Islam antijihadista peraltro esiste: noi dobbiamo sia aiutarlo con pi determinazione a non divenire ostaggio del terrore ( il caso della Tunisia), sia abituarci a chiederne laiuto prezioso che pu offrirci.

    continua a pagina 29

    La croce simbolo di libert

    NOI, ASSEDIATIE TROPPO TIMIDI

    GIANNELLI

    Terrorismo Su Twitter la foto di una vittima italiana con la scritta Schiacciato un crociato. La Marina schiera pi navi

    LIsis minaccia: solo linizioNove arresti per la strage in Tunisia. Mattarella: nemici della civilt, intervenire subito

    Le dimissioni del ministro Lupi: Voglio tutelare la mia famiglia

    Il caso Grandi opere, Mauri-zio Lupi oggi si dimetter altermine dellinformativa allaCamera. La decisione stata comunicata ieri al capo delloStato dopo un vertice con ilpremier Renzi e il ministro Al-fano. Il titolare delle Infrastrut-ture ha dato lannuncio del pas-so indietro ieri in tv: Attaccateme, ma lasciate stare mio fi-glio. In serata, il commentodel presidente del Consiglio:La sua una scelta saggia.

    da pagina 14 a pagina 17

    LO SFOGO

    Io, intercettatoper due anni

    M i hanno intercettato perdue anni. Mi dimettoper difendere i miei: a dirlo alCorriere Maurizio Lupi. Ren-zi? stato molto corretto.

    a pagina 15

    di Elisabetta Soglio

    IL RETROSCENA

    E Renzi gli diedela solidariet

    D opo aver ottenuto quel chevoleva, dopo aver avuto lasua testa con un gesto sponta-neo, Renzi ha dato ieri a Lupi lasua solidariet.

    continua a pagina 16

    di Francesco Verderami

    LIsis firma la strage di Tu-nisi ( solo linizio) e diffon-de su Twitter limmagine di Francesco Caldara, una dellevittime, definito crociatoschiacciato (nella foto picco-la). Nove arresti. Mattarella:nemici della civilt. Pi navi e aerei italiani nel Mediterraneo.

    da pagina 2 a pagina 13

    Europa League

    Servizi e commentialle pagine 54, 55 e 56

    OggiAnna Tatangelo story:I primi anni con Gigi?Uno scontro continuo

    di Chiara Maffioletti

    Tempiliberi

    DomaniRealt e percezioneIl destino non guidala nostra esistenza

    di Matteo Persivale

    Inter e Torino fuori Fiorentina e Napoliavanti, Roma choc

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    di Marco Imarisioa pagina 5

    Le armi, le guardieI punti oscuri del blitz

    di Giuseppe Sarcinaa pagina 6

    La marcia di TunisiNoi come Parigi

    I dubbi della Bce e lorgoglio di PadoanAccuse allItalia di essere lenta su riforme e debito. E il Tesoro replica: giudizi parziali

    PAESI & ISLAM

    La Primavera(riuscita)da difendere

    E adesso, dopo lennesimastrage islamista di Tunisi,che colpa ci vogliamo dare? Co-me ce la siamo andata a cercare,stavolta? Quanti pentimenti peraver creduto scioccamente nel-le primavere arabe? Stavoltain Tunisia la Primavera arabaaveva funzionato. Da qui, dal gesto di Mohamed Bouazizi,che si diede fuoco dopo aversubito i maltrattamenti delladittatura, cominciato tutto.

    continua a pagina 12

    di Pierluigi Battista

    IDEE& INCHIESTE

    A lla fine, un compromessoper risolvere la crisi del de-bito greco sar trovato. E graziealle mosse di Draghi il rischio-contagio ridotto. Ma lo showdi Tsipras e Varoufakis in Eropadanneggia soprattutto Atene.

    a pagina 29

    A ccuse all'Italia: riforme in-sufficienti e scostamentodagli obiettivi. Tensione traBanca centrale europea e Teso-ro. La risposta del ministro Pa-doan: non applicate le regole inmodo meccanico. E il bolletti-no della Bce introduce una no-ta di cautela in quello che appa-re come un rilassamento nel-leurozona dovuto alle miglio-rate prospettive delleconomia.

    a pagina 20 Baccaroa pagina 28 il commento

    di Daniele Manca

    FIRENZE

    Sciopero a PasquaIl caso degli Uffizi

    A lcuni lavoratori dei museidi Firenze hanno procla-mato uno sciopero proprio nelfine settimana di Pasqua. Unautogol per limmagine e leco-nomia di Firenze e dellItalia,ha detto il sindaco Nardella.

    a pagina 25

    di Danilo Taino

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    Irritazione europeaDramma grecodi Alan Friedman di Marco Gasperetti

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    rascurabile infelicit

    FRANCESCO PICCOLOMOMENTI

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  • 2 Venerd 20 Marzo 2015 Corriere della Sera

    La strage al museo

    Su Twitter la foto di una vittima italiana: Schiacciato un crociato

    LIsis rivendica lattaccoArrestati nove complici

    Un jihadista ucciso noto ai servizi segretiTunisi: Avevano le cinture esplosive In cella la sorella di uno degli attentatori

    Lattacco

    Assalto a bus e museoGli ostaggi e il blitz Mercoled un commando tenta di assaltare il Parlamento tunisino. Bloccato dalle guardie, si dirige nel vicino museo del Bardo. Spara contro un bus di turisti e semina il terrore nelle sale. Centinaia di ostaggi liberati dalle forze speciali

    Strage di turisti:21 vittime, 4 italiane Nellattacco sono morte 21 persone, tra cui 18 turisti stranieri. Di questi, 4 sono italiani: Antonella Sesino, 54 anni, dipendente del Comune di Torino; Giuseppina Biella, 70 anni di Meda; Francesco Caldara, 64 anni, di Novara; Orazio Conte, 54 anni, impiegato della Regione Piemonte. Degli 11 italiani feriti, uno grave

    DAL NOSTRO INVIATO

    TUNISI Un fiore su ogni macchiadi sangue. Il museo del Bardo,custode di tesori meravigliosi, non mai stato cos triste evuoto come nella fresca matti-nata di Tunisi, il giorno dopo lastrage. I medici, i funzionaridel governo locale e le amba-sciate compilano il bollettinoche nessuno vuole ancora con-siderare definitivo: 23 morti, dicui 18 turisti stranieri, tre tuni-sini e due terroristi. Le vittimeitaliane sono quattro. Ieri allalista che gi comprendevaFrancesco Caldara, 64 anni, eOrazio Conte, 54 anni, si sonoaggiunte due donne, AntonellaSesino 54 anni e GiuseppinaBiella, 70 anni, riconosciutenellobitorio del vecchio ospe-dale coloniale Charles Nicolle. Iferiti sono 48 (11 italiani). Inmattinata sono ricomparsi unadonna spagnola incinta e suomarito: i due avevano passatola notte nascosti nei sotterraneidel Bardo.

    Le notizie si intrecciano, inun impasto di dolore, di rabbiae di paura. Il governo ha evitatodi blindare la capitale, ma lal-lerta massima. Le tv e i siti lo-cali rilanciano quella che sem-bra una rivendicazione del-lIsis, lo Stato islamico, diffusasu Twitter da Rita Katz, direttri-ce del Site Intelligence Group.Parole di una violenza coerentecon la ferocia dellattentato, re-

    gistrate in un messaggio audioin arabo. I terroristi sono defi-niti cavalieri dello Stato isla-mico, valorosi combattenticontro gli apostati seduti sulpetto della Tunisia musulma-na. Con un programma sini-stro: Quello che avete visto la prima goccia di pioggia. Gli analisti dei social networkpescano un altro tweet ricon-ducibile ai seguaci dellIsis. Laminaccia chiama in causa lIta-lia. Una foto ritrae uno deiquattro nostri connazionali,sbarrata con una croce rossa e

    accompagnata dal commento:Questo crociato s tatoschiacciato dai leoni del mono-teismo. In serata un altro av-vertimento, preso sul serio dal-la polizia: i jihadisti annuncia-no che colpiranno RadioShems. Gli agenti hanno bloc-cato il quartiere centrale dove ha sede lemittente nazionale.

    Nel frattempo gli inquirentiproseguono le indagini. Pareche uno dei due terroristi ucci-si durante il blitz, Yassine Laa-bidi, fosse noto allintelligence.Il ministro dellInterno NajemGharsalli ha poi rivelato cheentrambi erano muniti di cin-ture esplosive. Finora sonostate arrestate 9 persone, tra lequali la sorella dellaltro killer,Jabeur Khachnaoui, sospettatadi aver partecipato o appoggia-to lattacco al museo Bardo: stata sorpresa nella casa di fa-miglia, a Sbeitla nel centro delPaese. Sembrerebbe una con-ferma ai sospetti del governo:la rete dei terroristi si insinuanelle profondit della Tunisia.

    Giuseppe [email protected]

    RIPRODUZIONE RISERVATAPolizia Lentrata del museo del Bardo di Tunisi, teatro dellattacco (Reuters/Anis Mili)

    La coppia ricomparsa Ieri sono riemersi una spagnola incinta e il marito: si erano nascosti nei sotterranei

    Su Corriere.itSul sito del Corriere, aggiornamenti e approfondi-menti sul massacro di turisti al museo Bardo di Tunisi

    Morti gli attentatori,caccia ai complici Due attentatori, morti nellassalto, sono tunisini: Jabeur Kachnaoui e Yassine Laabidi. Mercoled il governo parlava di almeno altri 3 complici. Ieri sono state arrestate 9 persone, compresi due familiari (padre e sorella) di Khachnaoui che, scomparso da 3 mesi, si era fatto vivo con i suoi parenti usando una sim irachena

    La minaccia allItalia ieri in un tweet In un tweet riconducibile ai seguaci dellIsis, una foto ritrae uno dei quattro italiani uccisi, Francesco Caldara, sbarrata con una croce rossa e accompagnata dal commento choc: Questo crociato stato schiacciato dai leoni del monoteismo. La foto (in alto) appare presa dal sito del quotidiano La Stampa

    di Massimo Gaggi

    Pubblicare o no? I nuovi media ci rendono pi vulnerabili Il commento

    U na X tracciata con un pennarellorosso su una vecchia immaginesfocata di Francesco Caldara: untranquillo pensionato di Novara, un 64enne in gita, viene trasformato dalla propaganda jihadista in un crociato italiano schiacciato dai leoni del monoteismo. E torna il dilemma che si affacciato tante volte in questa stagione di terrorismo sempre pi feroce e diabolicamente abile nello sfruttamento dei moderni media: pubblicare o non pubblicare? In molte circostanze non pubblicare una dolorosa necessit: non pubblicare vuol dire accettare una limitazione della libert dinformare su tutto, ben

    sapendo che la gran parte dei cittadini sa valutare correttamente questi messaggi nella loro essenza criminale. Ma quando, come nel caso della foto del turista trucidato, un messaggio viene costruito a tavolino col preciso obiettivo di gettare nel panico interi popoli e di reclutare via Internet altri terroristi con un linguaggio da film western i terroristi attaccati e annientati dalle teste di cuoio solo quando avevano finito le munizioni il giornalismo deve prendere atto che stato trascinato, suo malgrado, dal terreno dellinformazione a quello della propaganda. Negli Stati Uniti, dove la libert di espressione pi estesa (e tutelata) che da noi, giornali e televisioni hanno cercato di togliere ossigeno alla

    comunicazione dei macellai dellIsis e di Al Qaeda, cos come hanno rinunciato a pubblicare le vignette di Charlie Hebdo per non offendere la sensibilit di una comunit musulmana che in America molto pi integrata nella societ rispetto a quanto accade in Europa. Ma, come detto pi volte, questa non pi lepoca delle BR, quando bastava non pubblicare un comunicato dei brigatisti per strappare loro il megafono dalle mani. Certo, stampa e

    politica devono comportarsi con responsabilit e compostezza, evitando di trasformare lorrore in un modo morboso per conquistare audience o in uno strumento di scontro tra partiti da usare, magari, sulla pelle degli immigrati. Ma non ci possiamo fare illusioni: sapevamo da tempo che i nuovi media digitali e democratici, privi di intermediazione giornalistica, ci avrebbero reso pi liberi ma anche pi vulnerabili. Ora siamo alle prese con criminali che non si limitano a usare i nuovi media con diabolica abilit: presentandosi come i giustizieri degli eventi remoti di una storia millenaria moltiplicano allinfinito le ragioni per massacrare e i possibili bersagli.

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    Libert e limitazioniIl giornalismo deve prendere atto che stato trascinato sul terreno della propaganda

  • Corriere della Sera Venerd 20 Marzo 2015 PRIMO PIANO 3

    La ricostruzione

    di Guido Olimpio

    Il commando terroristasi addestrato in LibiaPoi ha atteso lordine

    WASHINGTON La macchina me-diatica dellIsis ha usato i tem-pi dei vecchi di al Qaeda edha atteso una giornata primadi rivendicare, con un testo eun audio sul web, la strage diTunisi. Unassunzione di re-sponsabilit farcita di minaccema priva di quei particolariche permettano di considerar-la credibile senza ombra didubbio. Bastava poco e quelpoco non c . Per, moltiesperti lo considerano un do-cumento interessante, diffusoattraverso i canali di comuni-cazione certificati dal Califfo.

    Credevano di essere pro-tetti nella loro fortezza ma Dio arrivato sopra di loro, iniziacos il messaggio dove si preci-sa che lattacco la primagoccia di pioggia. Poi il riferi-mento ormai classico aidue cavalieri, identificaticon i nomi di guerra, AbuZakaria al Tunisi e Abu Anas alTunisi. Sono stati loro i prota-gonisti della gazwat benedet-ta, altra espressione del voca-bolario jihadista a sottolinearel incurs ione a sorpresa .Lobiettivo sostiene lIsis era il museo del Bardo, un obiettivo attaccato con mitra egranate: I nostri fratelli sonoriusciti a colpire un gruppo dicrociati. Nessun accenno allecinture esplosive sofisticate ci-tate dalle autorit. Il proclama stato poi ripetuto attraverso un audio su Internet, a decla-marlo una voce dallaccentosaudita o yemenita.

    Sono tutti dettagli oggettodi valutazione per capire se il massacro sia davvero lapertu-ra del fronte tunisino da partedel Califfo. Un quadro dove pe-sa una certa reticenza del go-verno, in imbarazzo per esser-si fatto sorprendere malgradoi molti segnali di tempesta.

    Nel tentativo di reagire, lapolizia ha annunciato nove ar-resti, tra i quali quattro perso-

    ne ritenute collegate ai due kil-ler, Jabeur Khachnaoui e Yassi-ne Laabidi. In manette anche ilpadre e la sorella del primo,rintracciati a Sblita, la cittadi-na dove passa un segmento diindagine.

    Per gli inquirenti i militantisono stati reclutati in una mo-schea dalla capitale, poi in set-tembre hanno raggiunto uncampo daddestramento in Li-bia, forse a Derna. Indiscrezio-

    ni hanno aggiunto la coda. Lapermanenza in Libia si con-clusa in dicembre, quando lacoppia rientrata in patria sta-bilendosi a Ettahir, ospitata daun uomo che commercia in le-gumi ma anche parte dellafalange Okba bin Nafi, movi-mento qaedista coinvolto inuna lunga striscia di attacchicontro i soldati. Al riparo daocchi indiscreti gli assassinihanno atteso il momento op-

    portuno (o lordine) per lamissione senza ritorno nel cuore della capitale.

    Non per chiaro come lapossibile connessione con Ok-ba possa incastrarsi con la ri-vendicazione dellIsis. Sonodue formazioni in concorren-za, la falange predilige bersa-gli militari, lIsis quando usa lafalce non fa distinzioni. A me-no che ipotesi difficile non ci sia stato un patto dazio-

    ne, come avvenuto con i ter-roristi di Parigi. Oppure i cri-minali erano dei semplici sim-patizzanti, con legami nontroppo stretti con le organiz-zazioni. Ma se vero che sonostati in Libia arduo pensareche siano dei cani sciolti. Edallora ritorna la teoria del Ca-liffo che pianta unaltra ban-dierina nera su una pila di cor-pi in un Paese dove non avevamai agito pur avendo ai suoiordini centinaia di tunisini. Lastrage come parte del pianoglobale ma anche mossa perdistrarre dalle sconfitte subitein Iraq. Manovra agevolata dal-la sponda dei mujaheddin at-tivi sul suolo libico.

    E comunque una fase deli-cata, dove non mancano noti-zie contraddittorie e specula-zioni. Il presidente Beji Caid Essebsi ha accusato la forma-zione Ansar al Sharia, protago-nista delluccisione di due po-litici tunisini nel 2013 e con ra-mificazioni in Libia dove vivo-no i suoi capi. La polizia haconfermato che uno degli at-tentatori, Laabidi, era un sog-getto noto, anche se per fattiminori. Un sito ha pubblicatola foto di Khachnaoui con unalto dirigente del partito isla-mico Ennhada ipotizzandounaffiliazione politica.

    Piste che si intrecciano inun clima dove lo scempio delBardo visto come linizio diuna nuova fase di terrore. Conal centro la Tunisia.

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    I gruppi

    C lipotesi di un legame dei killer con la falange qaedista Okba bin Nafi. Ma non chiaro come ci possa conciliarsicon la rivendicazione dellIsis

    Il presidente ha accusato il gruppo Ansar Al Sharia, protagonista delluccisione di due politici nel 2013

    3i mesi trascorsi in Libia dai killer, da settembre a dicembre

    9.000gli aspiranti jihadisti bloccati prima della partenza dalla Tunisia

    500i jihadisti ritornati in Tunisia: di questi un terzo sono in carcere, dice il governo

    3.000i combattenti tunisini in Siria, l80% con lIsis. Quasi tutti hanno meno di 30 anni

    Il giorno dopoSouheil Alouini, membro del parlamento tunisino, depone un mazzo di fiori sul pavimento macchiato di sangue davanti al museo del Bardo a Tunisi. LIsis afferma di aver pianificato lattentato ma non ancora chiaro se la rivendicazione sia o meno credibile (Ap/Christophe Ena)

    Il conflitto

    Si combatte vicino a TripoliBombardato lo scalo Negoziati Onu a rischioSi combatte vicino a Tripoli e la prospettiva di una soluzione diplomatica per la crisi libica si allontana. Lesercito di Tobruk guidato dal generale Haftar ha sferrato un attacco alle milizie filo-islamiche che controllano la capitale: uno sviluppo che mina il negoziato Onu per la formazione di un governo di unit nazionale. La giornata si aperta con una nuova incursione aerea sullunico aeroporto in funzione a Tripoli, quello internazionale: stata danneggiata una pista per rappresaglia contro un raid compiuto dalle milizie islamiche sullo scalo di Zintan, controllato da Tobruk. Il bombardamento ha ritardato larrivo dei delegati di Tripoli in Marocco dove ieri doveva cominciare il round negoziale.

  • 4 Venerd 20 Marzo 2015 Corriere della Sera

  • Corriere della Sera Venerd 20 Marzo 2015 5

    La strage al museo

    Vigilanza assente, allarmi ignorati. I punti oscuri e le falle nella sicurezza Gli spari allora delle visite: dubbi sulla pista dellassalto al Parlamento

    Al museo una sola guardia armata

    A gennaio le autorit scrivevano: un obiettivo altamente sensibileMa nessun governo era stato allertatoI killer entrati dalla porta principale

    DAL NOSTRO INVIATO

    TUNISI Alina tornata al matti-no presto. Era fuggita dallaporta principale, lasciandosidietro le urla, gli spari, e queituristi italiani che stava accom-pagnando attraverso le meravi-glie dellantichit. Ha 23 anni, una ragazza di quella primave-ra del 2011 ormai cos lontana.Ora guarda lingresso transen-nato del Bardo, il suo mu-seo, che conosce cos bene per-ch vive di questo, facendo laguida culturale. Non sapremomai la verit. Il giorno dopo sempre quello dellunit nazio-nale e dei dubbi. Stavolta ce nesono cos tanti che vale la penametterli in fila, non per faredietrologia, ma per capire me-glio lattentato di Tunisi, che siporta dietro il peso di 23 mortie una serie di punti oscuri cherivelano la fragilit degli appa-rati di sicurezza, esorcizzata amezzo stampa evocando infil-trazioni e forze lontane, quasi anegare nemici e fronti interni.

    Gli obiettiviGli autori della strage non

    hanno mai davvero provato aentrare allAssemblea dei rap-presentanti del popolo, il Par-lamento tunisino dove merco-led si discuteva della legge an-ti-terrorismo. Wafel Bouzi, laguida di un gruppo di turistispagnoli che viaggiavano sullaSplendida di Msc, dice di avervisto nel parcheggio del museoun giovane sui ventanni, inabiti civili, senza barba, che te-neva in mano un Kalashnikov.Credevo scherzasse. Poi si messo a sparare sulla genteche scendeva dal pullman.Sono le 12.30, cos ha dichiara-to a stampa e forze dellordine.Quella lora delle comitivestraniere, quando le guide co-minciano la giornata di lavoro.In quel momento la deputataSayda Ounissi in un tweet rac-conta che un uomo armato stato visto vicino al Parlamen-to. Cinque minuti dopo, quan-do la strage al museo in cor-so, un altro tweet. Panicoenorme, ci stanno evacuan-do.

    I controlliNon cera nessuno, o quasi. Il

    Bardo, 124 stanze nella ex resi-denza del bey, il sovrano delXIX secolo, principale attrazio-ne tunisina, a 100 metri dallasede del Parlamento e di frontea quella dei servizi segreti, erasorvegliato da una sola guardiaarmata. Quando i terroristihanno cominciato a sparare, lohanno fatto in perfetta solitu-dine. Nel piazzale che separalAssemblea del popolo dalBardo ci sono due casupole conscritto Polizia. La prima, pi vi-cina al Parlamento, abbando-nata. Sembra un deposito dioggetti da lavoro e giardinag-gio. La seconda era vuota an-che ieri. Questo potrebbe spie-gare come sia stato possibileper i terroristi entrare dallaporta principale portando inspalla due sacche di armi. Se-condo le testimonianze il trave-stimento da poliziotti non sa-rebbe avvenuto allesterno madentro, dopo una prima spara-toria al pianterreno.

    Stato dallertaLa Tunisia del 18 marzo 2015

    avrebbe dovuto essere un Paesea nervi tesi. Dalla primavera 2011ci sono stati 28 attacchi terrori-stici per 28 vittime. Il penultimoun mese fa. Era il 18 febbraio,assalto di un gruppo armato allaresidenza privata del ministrodellInterno, uccisi 4 agenti.Due giorni prima dellattentato

    al museo era apparso un mes-saggio del gruppo Katibet OkbaIbn Nafaa, sostenitore del Calif-fato islamico: prometteva unochoc per i falsi devoti, in parti-colare i pi marci tra loro, gliuomini di cultura. Nella rela-zione governativa sulla sicurez-za presentata al Parlamento agennaio il museo del Bardo eradefinito come obiettivo alta-mente sensibile. Ma nessunacomunicazione di questo gene-re mai giunta ai governi stra-nieri e alle compagnie che orga-nizzano viaggi turistici a Tunisi.

    Uno strano documentoA leggerlo fa impressione. I

    due sono scesi dallautobus,passando davanti al commissa-riato di Polizia degli infedeli e alcentro dei servizi segreti tiran-nici. Si sono seduti, per riflette-re. Hanno depositato la valigiacon le armi e le bombe nel de-posito bagagli della stazione.Sono andati per una prima per-lustrazione del luogo. Sono tor-nati a prendere la valigia. Han-no lanciato contro i poliziotti una bomba a mano e poi hannodiretto il loro mitra contro gliinfedeli originari. Cos comin-ciata lepica azione. apparsosu un sito di simpatie jihadiste,anonimo, da prendere con lemolle. Ma molto informato.Lautore sottolinea che stataunazione spontanea, armi aprezzo accessibile, nessun ad-destramento particolare. Comea dire che pu rifarlo chiunque,in ogni momento. Volevano di-mostrare che la Tunisia vulne-rabile. Ci sono riusciti.

    Marco Imarisio RIPRODUZIONE RISERVATA

    Le tappe 2.115Metri quadrati Lestensione dei mosaici che si trovano sui pavimenti del museo nazionale del Bardo. Aperto nel 1888, il pi importante museo tunisino e il pi antico del mondo arabo e dellAfrica

    6I dipartimenti del museo del Bardo che riflettono le tappe archeologiche del Paese(su 34 sale): il periodo preistorico, punico, romano, cristiano, arabo-islamico e larcheologia sottomarina

    La parolaBARDO

    Il museo nazionale del Bardo si chiama cos dal 1956 (dopo lindipendenza della Tunisia) e prende il nome dalla localit in cui si trova, il Bardo, alla periferia ovest della capitale dello Stato nordafricano. Bardo deriva dalla parola spagnola pardo e indica il giardino. Il nome originario della struttura era museo Alaoui in onore del sovrano dellepoca, Ali Muddat ibn al-Husayn. Il museo si trova nella fastosa residenza del bey, il sovrano, che si sviluppa su tre piani ed circondata da un grande giardino ricco di essenze locali.

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    Dalla primavera del 2011, in Tunisia ci sono stati 28 attacchi terroristici

    Il penultimo avvenuto il 18 febbraio: un gruppo armato ha assalito la residenza del ministro dellInterno; quattro agenti uccisi

    Due giorni prima dellattentato al museo era apparso un messaggio del gruppo Katibet Okba Ibn Nafaa, sosteni-tore del Calif-fato islamico, che promette-va uno choc per falsi devoti

    Nella rela-zione sulla sicurezzapresentataal Parlamento a gennaio,il museo del Bardo veniva definito obiet-tivo altamente sensibile

    I proiettilie il terrorista

    Linterno del museo Bardo, nei muri i colpi dei kalashnikov. Sopra, la foto di uno dei presunti terroristi, diffusa nella prima rivendicazione sui forum dellIsis. A differenza della versione ufficiale, non ha la divisa

  • 6 Venerd 20 Marzo 2015 Corriere della Sera

    DemocraziaTunisi sogna una marcia come a ParigiNoi, il popolo contro i terroristi

    DAL NOSTRO INVIATO

    TUNISI I tunisini si preparanooggi, festa dellIndipendenza,a marciare contro il terrori-smo. Con le idee chiare: Tunisipu reagire come Parigi. Alcu-ni parlamentari del partito dimaggioranza, Nidaa Tounes, edellopposizione, Fronte popo-lare, stanno preparando unalettera per suggerire al capodello Stato, Beji Caid Essebsi,di organizzare unaltra manife-stazione, magari gi domenica22 marzo. Il modello cui ispi-rarsi il presidente franceseFranois Hollande: invitare aTunisi i leader del mondo persfilare insieme contro il nemi-co comune.

    Si vedr se liniziativa potravere un seguito nei palazzi delpotere tunisino. I cittadini, in-tanto, sono pronti a riversarsinellAvenue Bourguiba, il vialededicato al presidente fonda-

    tore del Paese. Si aspetta soloche i politici si mettano dac-cordo. Le formazioni di sini-stra non vogliono condividerela piazza con Ennahda, il parti-to islamico moderato che ap-poggia lesecutivo guidato dailaici di Nidaa Tounes. Il contra-sto ha suggerito il rinvio dellamobilitazione, nella speranzache si trovi il modo di nonspezzare subito il fronte uni-tario antiterrorismo cui tuttisi appellano.

    Nel frattempo i tunisini sifanno vedere nelle strade, co-me spinti da una forza indivi-duale, prima ancora che politi-ca e collettiva. Mercoled sera, apoche ore dalla strage, i mili-tanti di Ennahda si erano river-sati nel centro della capitale.Ieri pomeriggio, preavvertitivia Facebook, davanti al Bardo,il museo della strage, si sonodati appuntamento i sindacali-sti, i rappresentanti di tante or-ganizzazioni della societ civilevicini soprattutto alla sinistradi Fronte popolare.

    La Tunisia non un grandehotel e i tunisini non sono i

    suoi dipendenti. Hajer Ajrou-di, 36 anni, giornalista e blog-ger, si stringe nella bandieratunisina gettata sulle spalle, siaggiusta gli occhiali. arrab-biata: Cerano ancora i mortinel museo e tutti hanno subitocominciato a parlare di quantoturismo avrebbe perso il no-stro Paese. una cosa umilian-

    te per la Tunisia e trovo sia of-fensivo anche per le vittimestraniere, che sono esseriumani e non clienti. Noi siamouno Stato come gli altri, voglia-mo, dobbiamo essere come glialtri. I terroristi hanno colpitola Francia, la Turchia, la Dani-marca. Qualcuno si messo afare i conti sulle perdite econo-

    miche prima ancora dei fune-rali? Non credo. Con Hajer ar-rivano gruppi alla spicciolata,sollevando striscioni struttura-ti e molti cartelloni preparatialla buona, con i pennarelli.Tante ragazze, tante donne, co-me ai tempi della Rivoluzione dei Gelsomini. Anche gli slo-gan sembrano quasi uguali: Il

    popolo vuole cacciare i terrori-sti, laddove quattro anni faera Il popolo vuole cacciare Ben Al, il dittatore. Dopo unoretta si forma una piccolafolla: 1.000, forse 1.500 perso-ne. Cantano linno, dispieganole bandiere nazionali, un poanche a uso del plotone digiornalisti e operatori. Houci-ne Kuini un signore con i ca-pelli bianchi che osserva silen-zioso, candidandosi al ruolo dicomparsa cos necessario neifenomeni di massa. Piano, pia-no, per, esce allo scoperto:Sono un militante sindacale,vivo qui a Tunisi. Non so se so-no giovane o vecchio: ho 53 an-ni. Quello di cui, invece, sono sicuro che i terroristi non so-no un pericolo solo per me e la

    mia famiglia. Riguarda tutti,noi e voi. Ci dovreste aiutare,come avete fatto con Parigi.La capitale vicina, colpita agennaio. Parigi e Tunisi sullostesso meridiano epocale.Dahie Jaivi, 58 anni, si pre-sentato in toga nera e fioccobianco, con tanti altri colleghiavvocati. Si incarica lui di iden-tificare il nemico comune:Faccio il penalista e vengo daSfax, la citt portuale nel cen-tro della Tunisia. Dobbiamobloccare tutti quei Paesi e tuttiquei partiti che usano la reli-gione per arrivare al potere. un problema che riguarda imusulmani, ma non solo loro.Sono questi gli integralisti chestanno facendo di tutto per di-struggere le societ aperte edemocratiche. Emna Aouadi una dirigente del sindacatoUgt e chiede di aggiungereunultima cosa: Guardo il Bar-do e penso che la nostra storia,la nostra cultura risale a tremi-la anni fa. Non siamo comevoi?.

    Giuseppe [email protected]

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    Una missione che riguarda ciascuno. Dobbiamo bloccare tutti quei Paesi e tutti quei partiti che usano la religione per arrivare al potere

    Politica divisaI gruppi di sinistra non vogliono manifestare insieme con il partito islamico moderato

    I volti

    Alcunitunisini, che manifestano contro il terrorismo, intervistati dal Corriere a Tunisi: dallalto in basso, Houcine Kuini, 53 anni, sindacalista; Hajer Ajroudi, 36 anni, blogger;Dahie Jaivi, avvocato della citt di Sfax, 58 anni; Zied Boumakhia, responsabile delleducazione nel partito Ennahda; Emna Aouadi , sindacalista

    In piazza Manifestanti sventolano la bandiera tunisina, davanti al museo del Bardo nel cuore di Tunisi. Nella capitale la mobilitazione di piazza proseguita ieri, dopo la marcia dellaltra sera. Accresciute le misure di sicurezza in seguito al peggior attacco terroristico degli ultimi 10 anni in Tunisia (Epa/Messara)

    Con i morti ancora nel museo, tutti hanno cominciato a parlare delle perdite del turismo. offensivo per le vittime, che sono esseri umani e non clienti

    La strage al museo

  • Corriere della Sera Venerd 20 Marzo 2015 7

  • 8 Venerd 20 Marzo 2015 Corriere della Sera

    LItalia schiera pi navi e aereiGentiloni: risposta anche politica Il ministro esorta a evitare isterie di fronte alla propaganda oscena dellIsis

    Lallerta

    di Rinaldo Frignani

    DallExpo al Giubileole misure in campoa difesa dei turisti

    Le misure

    Gi lo scorso gennaio, allindomani degli attentati di Parigi alla sede di Charlie Hebdo e al supermercato kosher, la polizia di Stato ha innalzato il livello di sorveglianza antiterrorismo in Italia

    In una circolare, il capo della Polizia, Alessandro Pansa, ha invitato tutti i responsabili locali a promuovere urgentementeriunioni tecniche di coordinamento per raccogliere indicazioni al fine di individuare tutti gli obiettivi sensibili

    Ora sono stati incrementati gli agenti in servizio con rinforzi dallesercito. Sollecitate blindature, metal detector e video sorveglianza collegata con le sale operative delle forze dellordine per gli edifici di culto, scuole religiose, ma anche organi di informazione ritenuti a rischio attentati

    A queste misure, si accompagnano le direttive per sorvegliare confini marittimi e terrestri, oltre che di persone, gi presenti sul nostro territorio, ritenute a rischio e perci tenute docchio dai nostri servizi segreti

    ROMA La foto di Francesco Cal-dara sbarrata da una croce ros-sa. Abbiamo schiacciato ilcrociato italiano: il significatodi quel post non viene sottova-lutato perch comunque rife-rito direttamente allItalia.

    Lallerta in tutto il Paese sempre molto alta. E proprioieri dal Viminale partita unacircolare a livello nazionale atutte le forze dellordine per unulteriore innalzamento dellavigilanza, in seguito ai fatti diTunisi. A Roma, Milano, nellecitt darte. Fra due settimane

    ma vista la situazione la de-cisione potrebbe essere antici-pata nella Capitale sarannodislocati i 500 militari (ora inaddestramento) da utilizzare insieme con le forze dellordinenella vigilanza degli oltre 400obiettivi nella lista di quellisensibili. Compresi musei, mo-numenti, complessi archeolo-gici. Daltra parte in Tunisia stato preso di mira il turismo enon si esclude che lo stessopossa accadere qui. Tanto piche nei prossimi mesi due ap-puntamenti lExpo 2015 a

    Milano e il Giubileo straordina-rio a Roma, preceduti tra unmese dallostensione della Sa-cra Sindone a Torino attire-ranno milioni di persone.

    Ecco perch in queste ore allo studio anche una rimodu-lazione dellutilizzo del perso-nale delle forze dellordine. AMilano ad esempio saranno in-viati per lExpo molti agenti ag-gregati da altre questure per-ch le richieste di trasferimen-to a tempo non sarebbero suffi-cienti. Saranno usati sia per ilcontrollo di stazioni e aeropor-

    ti sia per la vigilanza della fiera.Da Roma, in occasione della

    manifestazione annunciata peril primo maggio contro linau-gurazione dellExpo con lapartecipazione di molti gruppiantagonisti provenienti da tut-ta Europa partiranno buonaparte dei poliziotti del Repartomobile. A fine ottobre con la chiusura della kermesse mila-nese la stessa operazione do-vrebbe essere fatta per il Giubi-leo che comincia l8 dicembre.

    Manovre per ora solo sullacarta, soggette a modifiche,che si aggiungono alle indagi-ni aperte da diverse procure,compresa quella romana, susospetti appartenenti a cellulejihadiste in Italia e ai loro colle-gamenti con i combattentiitaliani (una sessantina secon-do il capo della polizia Ales-sandro Pansa su 3 mila euro-pei, alcuni dei quali sono gitornati a casa dalla Siria) o coni 400 cani sciolti che secondo

    gli investigatori rappresentanoun pericolo per i contatti daqui con la galassia estremistaislamica.

    La situazione complessa,delicata, in continua evoluzio-ne. Pur in mancanza di minac-ce concrete sul territorio na-zionale, come lo stesso mini-stro dellInterno Angelino Al-fano ha sottolineato pi volte,ci che continua ad accaderefuori dai confini ma a pochecentinaia di chilometri dallIta-lia con morti e feriti fra iconnazionali in assalti terrori-stici e londata interminabile disbarchi di profughi rappre-senta una costante fonte dipreoccupazione. Come ancheil fatto che da un paio di mesi,con lescalation della crisi libi-ca, le minacce e gli slogan del-lIsis e di gruppi affiliati sonosempre pi frequenti. ControRoma e contro lItalia crocia-ta.

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    ROMA Per posizione geografica e vo-cazione strategica, lItalia in primafila nella sfida al terrorismo delloStato Islamico, che la strage di Tu-nisi ha riproposto con sconvolgen-te attualit. Di pi, come conferma-no le macabre farneticazioni delgruppo jihadista, che su Twitter hamostrato una delle vittime italiane,definendola un crociato schiac-ciato dai leoni del monoteismo, ilnostro Paese ha un significato spe-ciale: Roma spiega Paolo Genti-loni un simbolo, lidea dellOc-cidente che vogliono combattere.

    Ma di fronte a questa propagan-da oscena, il ministro degli Esteriinvita a non perdere la testa: allertacontro le minacce terroristiche, vi-gilanza sia alle frontiere sia allin-terno, ma senza isterie e soprat-tutto senza rinunciare a essere unoStato democratico, dunque senzasacrificare le nostre libert.

    Davanti alle commissioni Esteridi Camera e Senato, Gentiloni invo-ca una risposta unitaria del Par-lamento e invita ad alzare lo sguar-do. Da questa situazione non ne

    usciamo solo con lintelligence, macon la politica. Quindi proteggerei confini, la popolazione e alzare ilivelli di sicurezza, come conferma-no i 5 mila militari destinati allaprotezione dei siti a rischio, del-loperazione Strade sicure. Maanche agire strategicamente nella regione, sostenendo le forze mode-rate sunnite e sollecitando pi im-pegno da parte dellEuropa nelleoperazioni di pattugliamento dellafrontiera meridionale.

    Detto altrimenti, Frontex e Tri-ton, nonostante diversi partner sia-no contrari, vanno potenziate ora esubito. LItalia fa gi la sua parte: come ha confermato alle Camere ilministro della Difesa, Roberta Pi-notti, il nostro Paese ha gi ritenuto

    necessario rafforzare il dispositi-vo aeronavale dispiegato nel Medi-terraneo centrale. Pi navi e aereiitaliani nel Mare Nostrum, in attesadi quelli dei partner europei.

    Ma tutta lazione diplomaticanella regione che va accelerata, pri-ma che il contagio islamista facciadanni irreparabili. Gentiloni ha fat-to esplicito riferimento alla Libia,dove la stabilizzazione politica, conla formazione di un governo di uni-t nazionale che ricompatti le fa-zioni, diventa ancora pi urgenteed la premessa indispensabileper un'eventuale missione interna-zionale, sotto legida delle NazioniUnite.

    Roma si muove in ogni caso atutto campo. Ieri mattina, la Farne-sina ha ospitato la prima riunionedel Gruppo di lavoro della coalizio-ne anti-Isis sul contrasto al finan-ziamento del Califfato. LItalia loguida insieme a Stati Uniti e ArabiaSaudita. Tre le principali aree di in-tervento identificate, ha spiegatoGentiloni: gli introiti energeticidellIsis, le attivit criminali, le do-

    nazioni private esterne. Tutte fontiche vanno essiccate, per togliere alCaliffato la grande disponibilit didenaro.

    Lattentato di Tunisi ha rilanciatoanche il dibattito sulle capacit mi-litari della Ue, aperto a sorpresa daJean-Claude Juncker: di fronte al pericolo jihadista, il presidente del-la Commissione aveva parlato dellanecessit di un esercito europeo.Nella discussione intervenuto po-lemicamente il premier francese,Manuel Valls, che in un discorso aporte chiuse davanti alla Commis-sione, ha invitato i partner ad assu-mersi pi responsabilit: Leserci-to europeo esiste, ma la Franciache se ne assume il peso maggioreha detto Valls, citando limpegno diParigi in Mali, Sahel e Iraq. Occor-re una presa in carico pi collettivadi questo sforzo di difesa. Per salva-re lonore dellEuropa si deve mette-re pi denaro ha aggiunto, con unnon troppo velato riferimento allaGermania.

    Paolo Valentino RIPRODUZIONE RISERVATA

    CORRIERE DELLA SERA

    La missione

    Pantelleria

    Sigonella

    Aviano

    Amendola

    Gioia del ColleDecimomannu Trapani

    Birgi

    ITALIA

    Mar Mediterraneo

    ALGERIA

    TUNISIA

    EGITTO

    LIBIA

    Milizie in origine anti islamiche, oggi alleate dellesercito nazionale

    Misurata

    Sirte

    Bengasi

    Brega

    Derna

    TobrukZintan

    TripoliIl governo,espressionedel vecchio parlamento, sostenuto dalle milizie islamiste di Misurata

    Milizie appoggiate dallEgitto

    MiliziefedeliallIsis

    SabhaBasi aeree italiane

    Basi aeree libicheBase della Marina libicaSistemi antimissile libici

    LEGENDA Incrociatore GaribaldiCacciatorpediniere lanciamissili Durand de la PenneCacciatorpediniere lanciamissili MimbelliFregata MargottiniSommergibile PriniNave anbia San GiorgioSette elicotteri

    I rinforziIl ministro della Difesa Pinotti ha annunciatoche il dispositivo militare Mare aperto potr essere rafforzato con altre navi, aerei, elicotteri e droni per la sorveglian-za e la prevenzione di atti ostili. LItalia ha gi fatto sapere che tra i 7 e i 10 mila soldati sono prontia intervenire in ogni momento

    Le navi impegnatenelle esercitazioni Mare aperto 2015 compiono gi un servizio di vigilanza attiva al largo delle coste libiche, pronte a interve-nire in caso di bisogno

    La coalizioneLa Farnesina ha ospitato la prima riunione del Gruppo di lavoro sul contrasto ai finanziamenti del Califfato

    60Le persone partite dallItalia per combattere nella legione straniera dellIsis (3 mila europei). Per la polizia alcuni sono rientrati dalla Siria. A questi si aggiungono circa 400 fiancheggiatori

    La strage del museo

    Il commentoRenzi spinge per un interventoMa Berlino teme le azioni militari DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

    BRUXELLES Non possonofar niente di pi e nessuno fa finta di crederlo: con un minuto simbolico di silenzio, i 28 leader dellUnione Europea rispondono allattacco terroristico di Tunisi, quello che lIsis definisce la prima goccia di pioggia di una tempesta in arrivo sullEuropa. Il loro vertice che doveva parlare di Grecia e di Russia inizia cos, con il terrorismo islamico che irrompe nellordine del giorno. Stamattina, si parler solo di questo: di Tunisia e di Libia, del Mediterraneo e del suo vicinato, lalveare religioso e ideologico che nessuno sembra pi riconoscere. A Federica Mogherini ministro degli Esteri dellUnione, come gi in apertura del vertice, il compito non facile di illustrare le azioni avviate dallUe. Fra le quali, tutti lo sanno e Matteo Renzi lo lascia capire ogni giorno, pu esservi una missione militare Ue a guida italiana per arginare londata terroristica e tutelare la stabilit dellarea. Altri, compresa la Germania, temono che la fretta sia cattiva consigliera, il rimedio peggiore del male e la prima goccia di pioggia solo unesca per estendere la tempesta a tutta lEuropa.

    L.Off. RIPRODUZIONE RISERVATA

  • #Corriere della Sera Venerd 20 Marzo 2015 PRIMO PIANO 9

    di Mauro Covacich

    Damasco, Timbuct e ora TunisiI fogli che siamo costretti a toglieredal catalogo di un mondo ristretto

    Il commento

    S embrava lepoca di un mondo semprepi accessibile. Voli low cost, airportenglish, guide turistiche per ogni genere di viaggiatore, il seriale, il solitario, il crocierista. Sembrava un unico grande planisfero da visitare, terre incognite che si facevano attrazioni, luoghi bonificati dalla democrazia e dal mercato per una libera circolazione di uomini e donne mediamente curiosi e mediamente benestanti. Invece il mondo si sta contraendo, non passa giorno che dal suo catalogo dobbiamo togliere qualchepagina. Sta accadendo anche allesperienza esotica ci che da circa quindici anni accaduto alla quotidianit domestica. Quale newyorchese avrebbe dubitato della sicurezza della sua citt prima di quell11 settembre? E Madrid? E Parigi? Nessuno pensava di doversi sentire in pericolo vivendo in una capitale occidentale.Ebbene, ora veniamo investiti dalla stessa sensazione di smarrimento mentre ci accingiamo a prenotare le gite pasquali.Citt semplicemente meravigliose per il loro patrimonio culturale e artistico, come Isfahan o Damasco, si sono fatte da tempo meno appetibili e, per cos dire, sono scese nella parte bassa della classifica, al cui ultimo posto immagino Aleppo o Ebla, o meglio ancora, Mosul, grazie alle recenti cronache delle statue affrontate col martello pneumatico esiste un corpo a corpo pi sleale? lUnesco a dire che i combattenti della jihad controllano circa il 20 per cento dei siti archeologici iracheni. Ma ora abbiamo capito che possono minacciare anche quelli che non controllano. In Iraq o altrove. Avventurarsia Timbuct per il festival musicale questanno sarebbe stato un azzardo, almeno a giudicare dal film omonimo candidato alloscar (superba regia di Abderrahmane Sissako), ma Tunisi, santo Dio, Tunisi... Per gli europei, e soprattutto per noi italiani, Tunisi era una tranquilla gita fuori porta. Difficile pensare a una gita pi bella e al tempo stesso pi legata alla nostra storia, quella che impariamo dai primi anni delle elementari i fenici, le guerre puniche fino a declinarla nel mito virgiliano di Enea e Didone. Il museo nazionale di Cartagine a un braccio di mare dalla Valle dei Templi di Agrigento. Certo, i soloni pi intransigenti contestano il turismo di massa, ma quel circuito, con i suoi itinerari organizzati e le sue visite mordi e fuggi, rappresenta pur sempre lultimo palliativo possibile allinesorabile perdita di consapevolezza storica che affligge i nostri anni. Sar anche brutto vedere guarnigioni di escursionisti sciamare per i Fori Imperiali, ma almeno vedono dov nata la parola civilt (civilitas). Io spero che continuino a venire. Tanto a Roma si rischier sempre di pi tornando a casa dallufficio in motorino.

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    Mattarella alla Cnn:La Libia pu diventarebase del terrorismoOrgogliosi di Mare Nostrum, ha salvato tante vite

    LIsis si presenta, cos cometutto il terrorismo fondamen-talista, come il nuovo vero ne-mico della civilt, della demo-crazia, dei diritti umani. Non un caso che a Tunisi siano statiaggrediti il Parlamento e unmuseo, cio la democrazia e lacultura... Quanto alla Libia, oc-corre urgentemente che la co-munit internazionale appoggigli sforzi dellOnu e del suo in-viato per raggiungere un cessa-te il fuoco e la costituzione diun vero governo libico. Poi oc-correr che le Nazioni Unite or-ganizzino una missione cheaiuti il governo a stabilizzarsi.LItalia pronta a fare la suaparte.

    carico di unangoscia senzasfumature lavvertimento che ilpresidente della Repubblica af-fida a Christiane Amanpour,della rete globale Cnn. Le ulti-me carneficine jihadiste e ilprogressivo disordine nellat-lante geopolitico del Maghreb,dimostrano per lui che il mon-do e in primo luogo il nostroPaese, esposto anche per moti-vi di prossimit geografica non pu pi stare a guardare.Deve mobilitarsi subito, manon a ranghi sparsi o con ini-ziative deboli e casuali. La mi-naccia, infatti, troppo seria esiamo ormai quasi al time over.

    Quel che avvenuto in Tu-nisia molto doloroso e moltoallarmante, spiega Sergio Mattarella alla celebre inviatadella tv americana. Dimostrache lIsis un pericolo moltograve, che va affrontato con ur-genza perch il tempo poco. Ilterrorismo fondamentalista hacolpito gli Stati Uniti l11 set-tembre e in tante altre occasio-ni. Ha colpito molti Paesi del-lEuropa, sta devastando la Si-ria, colpisce in tante altre areedel pianeta. Ed allarmante lapersecuzione dei cristiani inMedio Oriente e in alcuni Paesidel centro Africa. Quel che av-venuto dimostra la gravit diquesto pericolo... Risulta dav-vero sconcertante sentir esalta-re come atto di eroismo lo spa-rare su persone inermi: ilmassimo della barbarie.

    Concentrando poi il focusdellintervista (realizzata alQuirinale e andata in onda ieri

    derlo. Unesortazione che avevafatto una decina di giorni fa aBruxelles e che ora ripete conqualche argomento in pi.

    Cos, rievoca la missione diMare Nostrum, che ha salvatomolte vite.

    Un buon programma da ri-pristinare?, gli viene chiesto.Lo decideranno governo eParlamento, replica. Maquello che posso dire che pernoi un orgoglio... e non eraunoperazione che incentivavalarrivo dei naufraghi, aumen-tato del 60 per cento daquando stata istituita Triton.Perci compito dellEuropaessere allaltezza della sua sto-ria e delle sue responsabilit.Sapendo che la prima esigen-za salvare quellumanit infuga, ma occorre anche acco-glierla.

    Marzio Breda RIPRODUZIONE RISERVATA

    Chi

    Nata a Lon-dra nel 1958 da madre bri-tannica e padre iraniano, cre-sciuta a Tehe-ran fino allet di 11 anni, Chr-istiane Aman-pour stata assunta dalla Cnn nel 1983

    diventata famosa per i suoi servizi dalla Guerra delGolfo del 1990 e per le sue cronache dai teatri di guerra

    Ha condotto interviste esclusive con leader mondiali come Moham-mad Khatami e Mahmoud Ahmadinejad. Dopo lattenta-to dell11 settembre per prima intervi-st Tony Blair

    Il caso La crociera dei superstiti Ma io non resto, volo a casadi Francesco Alberti

    Non ci sono stati dibattiti abordo perch non c nulla dadibattere quando la coscienzaa dettare legge.

    Alle 2 di notte di gioved laCosta Fascinosa si lentamen-te staccata dal porto di Tunisiper immergersi in un Mediter-raneo buio almeno quanto glianimi dei suoi crocieristi. Oggii 3.000 e passa viaggiatori scap-pati allorrore del Bardo arrive-ranno a Palma di Maiorca. E al-lora ognuno avr preso la suadecisione. Tornare a casa, in-terrompere la vacanza e saliresu quei charter gi messi a di-sposizione dalla Costa Crociere

    a Maiorca. Oppure no, prose-guire fino alla prossima tappa(Marsiglia) per concludere lacrociera domenica a Savona,come da programma.

    Simile a un microcosmo gal-leggiante, con il suo carico dianime dalle mille sensibilit, laFascinosa, che di fascinoso inqueste ore ha davvero poco, as-somiglia suo malgrado a unenorme caleidoscopio capacedi riprodurre le mille reazioniumane di fronte al Male incar-nato dal terrorismo. Noi an-diamo avanti, finiamo la vacan-za, anche se ormai non si pupi chiamarla cos: il dolore

    forte, ma altrettanto forte laconvinzione che anche questosia un modo di reagire alla vio-lenza di chi vorrebbe sconvol-gere le nostre esistenze...: una voce lontana, ma ferma,che arriva dal cuore del Medi-terraneo, quella di Eugenio Bo-nino, 70 anni, torinese di Agli,a bordo della Fascinosa con lamoglie e altri quattro amici,gente abituata alla generosit,donatori di sangue.

    Sul ponte, non lontano dalui, una voce esprime concettiesattamente allopposto: No,basta, siamo sconvolti, voglia-mo solo tornare a casa e riab-

    bracciare i nostri cari: si chia-ma Maria Antonietta Santoroed una delle dipendenti co-munali torinesi prese in ostag-gio al museo del Bardo.

    Sulla Fascinosa non ci sonoeroi o codardi. C semplice-mente gente che reagisce di-versamente di fronte alla cecitdella violenza. Il donatore disangue Bonino spiega le cosecon calma: Mi pare ovvio che iparenti e gli amici delle perso-ne morte o ferite rientrino nel-le loro case. E con loro anchealtri che non se la sentono pidi proseguire. Li capisco, pernoi abbiamo deciso diversa-

    I dati

    La nave da crociera Costa Fascinosa di propriet di Costa Crociere

    Costruitada Fincantierie varata nel 2011 entrata in servizio nel 2012 e ha un costo originale di 510 milioni di euro

    290Metri La lunghezzadella nave da crociera Costa Fascinosa

    3MilaI passeggeri che viaggiano a bordo di Costa Fascinosa

    mente e non stato sempli-ce....

    Se non fosse per le migliaiadi luci che la fanno sembrareun grattacielo galleggiante, laFascinosa che attraccher oggia Palma non nemmeno pa-rente di quella salpata domeni-ca scorsa da Savona in un tripu-dio di musica e saluti. Le ani-mazioni sono ridotte al mini-mo e il morale dellequipaggiopure, anche se la professionali-t impone di non farlo vedere.

    Giancarlo Bartolini, 50 anni,e la moglie Orietta, 48, oggi sa-liranno sul primo charter condestinazione Osimo. Li attendela figlia Giada: Speravo potes-sero prendere il primo aereo daTunisi, ma limportante ora che tornino. La Costa Crocieresi far carico dei rientri, ma an-che di chi ha deciso di restare.Perch non vero che lo spetta-colo deve continuare. A volte,no.

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    sera) sui particolari rischi checorre lItalia, il capo dello Statounisce le incognite politiche al-le drammatiche e sempre pipressanti emergenze umanita-rie. Con una riflessione che sisposta soprattutto su ci chesta avvenendo a Tripoli e din-torni, dove simpone una mis-sione di pace.

    A parte lepisodio in Tuni-sia, dice il presidente, quelloche preoccupa maggiormente la situazione in Libia, che creaallarme per una serie di motivi.Il primo nei confronti dellastessa Libia, perch i cittadinilibici sono costretti a vivere neldisordine e nella paura dellaguerra civile. Inoltre lIsis si stainsediando in Libia, con il ri-schio di far diventare quel terri-torio, vicino allEuropa, una ba-se per operazioni di terrore. In-fine la condizione di caos inquel Paese favorisce i traffican-

    ti di esseri umani, che mettonoin mare con gravi rischi tantedonne, uomini, bambini, gua-dagnando somme ingenti conquesta speculazione.

    Ecco un punto che Mattarel-la sottolinea con forza, nel bot-ta e risposta con la giornalistadella Cnn. Suona quasi comeun memorandum per ricorda-re ci che ha significato limpe-gno degli italiani nel soccorso adecine di migliaia di boat peo-ple avventuratisi ad attraversa-re il Canale di Sicilia, e per invi-tare la comunit internazionale(e soprattutto lUe) a condivi-

    LallarmeIl capo dello Stato a Christiane Amanpour: LIsis il nuovo vero nemico della civilt

    Il saluto Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella accoglie linviata della Cnn Christiane Amanpour al Quirinale (LaPresse)

  • 10 Venerd 20 Marzo 2015 Corriere della Sera

    Il pianto di CarolinaInsistevo per partiree mio marito mortoQuesto rimorsolo porter in eterno

    DAL NOSTRO INVIATO

    TUNISI La morte di suo marito arrivata con la prima colazione.Come una nota a margine, co-me una banale chiacchieratamentre le rifacevano le medi-cazioni. Quando la psicologaitaliana dellunit di crisi di Co-sta Crociere entrata nellostanzone che ospita altri ottoferiti in pochi metri quadri, lhatrovata che piangeva. E non erail dolore per le ferite. Non ceranulla da dire, solo guardareuna donna coperta di fasce,che piangeva in silenzio.

    Carolina Bottari era una per-sona normale, impiegata alluf-ficio Patrimonio di Torino,soddisfatta della sua normaleesistenza. Adesso limmaginedi quando tutto finito, e nonresta pi niente, tutto spazzatovia da un evento enorme che

    non puoi controllare, dove seisoltanto un nome in una lista,scritto per tre volte in modosbagliato, come sulla cartella aipiedi del letto. Nulla stato ri-sparmiato a questa donna, cheaveva capito subito, aveva urla-to al telefono che cerano corpia terra, aiutateci, ci stanno am-mazzando. Lhanno portata inquesto ospedale di periferia, sichiama Rapta, ha muri scrosta-ti e linoleum in terra che odoradi piscio. Lhanno operata duevolte, e oggi sembra un buratti-no, con i capelli ancora impa-stati di sangue, il braccio de-stro che fa una piega innaturaleanche nel gesso, una pallottolale ha spezzato il gomito, e i ferriche spuntano da sotto un len-zuolo poco pulito, a tenere in-sieme la gamba sinistra marto-riata. Non aveva visto suo mari-to, Orazio Conte. Non sapeva.Non doveva saperlo cos, am-messo che conti qualcosa.

    La psicologa dellunita di cri-si di Costa Crociere aveva deci-so di dirglielo questo pomerig-gio, quando sarebbero arrivati isuoi parenti dallItalia. Nem-meno questo ha avuto, Caroli-na. Ci si sente quasi in colpa, adaspettare sulla soglia, a chiede-re delle sue frasi da dormive-glia, del brutto sogno che con-

    tinua a fare, quello di suo mari-to ancora vivo. Lui non volevaandare in crociera, non volevascendere per andare al museo.Mi porter dietro questo ri-morso per sempre, ha detto aifamiliari che tentavano lim-presa vana di consolare unapersona ferita fuori e dentro.Ha raccontato di non averlo pivisto, era dietro di lei e quando caduta non riuscita neppurea girarsi. Il trasferimento perlultima notte a Tunisi nella cli-nica privata del Nouvel Pasteur,non una scelta di necessitma il tentativo di farle capireche non sola. Ma lunica cosache conta per lei adesso an-darsene. Partir oggi, con glialtri, i vivi e i morti. Anche senon potrebbe, anche se nondovrebbe per via della sue con-dizioni.

    Non voglio pi restare qui,ha detto. Ci hanno traditi, nonhanno saputo proteggerci. Ora-zio aveva dei dubbi legati pro-prio alle cattive notizie che sen-tiva al telegiornale, lIsis e lesue atrocit, un mondo che vasempre peggio. Era stata lei aconvincerlo, lui lo aveva fattoper lei. Se lo avessi davanti nonriuscirei a guardarlo in faccia, ha detto al fratello. Le personesemplici dicono cose semplici,come la sensazione di vivere unbrutto sogno, un incubo, e infondo davvero cos. La came-ra mortuaria dove giace il cor-po di suo marito davvero un

    posto terribile, un buco nel se-minterrato dellospedale Char-les Nicolle, ricavato dal garagedove gli infermieri lasciano leloro auto. Un camioncino ma-landato risale la rampa e sulpianale scoperto ci sono tre ra-gazzi tunisini in ginocchio cheproteggono dai sobbalzi la baradi loro padre, lagente di guar-dia, la prima vittima allinternodel museo. Lo riportano a casa.

    Non doveva essere qui, nonera questo il suo destino. Lo-renzo Barbero non guarda nes-suno mentre parla. I l suosguardo perso come pu es-serlo quello di un uomo chementre due ore prima stava fa-cendo il check-in a Malpensaancora era aggrappato a unesi-le speranza. Lultima chiamataprima di spegnere il cellulare abordo stata quella della Far-nesina che chiedeva una fotoper lidentificazione della sal-ma. Antonella Sesino, la sua exmoglie, la madre di Simone eGiacomo, che sono qui con luie non ce lhanno fatta a scende-re nellantro per il riconosci-mento. Non era nellelencodei feriti e neppure in quellodei dispersi. Me lo sentivo chesarebbe andata male, ma certevolte non puoi fare a meno dicrederci, non cos?.

    Anche Carolina forse avevabisogno di un silenzio al qualeaggrapparsi, di non sapere an-cora per qualche ora, di non vi-vere subito un dolore inevitabi-le che le appartiene ma che le stato consegnato in modo bru-tale. La morte sempre terribi-le. A volte pu esserlo anche lavita di chi rimane.

    Marco Imarisio RIPRODUZIONE RISERVATA

    Operata due volteUna pallottola le ha spezzato il gomito, i ferri sulla gamba spuntano dal lenzuolo

    Nel garageLa camera mortuaria in un seminterrato, ricavato dal garage per gli infermieri

    Il volto Carolina Bottari stata ferita dai terroristi, mentre il marito Orazio Conte morto durante lattacco

    Il diplomatico vaticano

    Monsignor TomasiLuso della forza una via possibileLuso della forza accettato come una strada possibile, come ultimo mezzo per proteggere soprattutto da situazioni di genocidio e di violazione sistematica dei diritti umani fondamentali. Certo, non piace ad alcuni il semplice accenno a questa possibilit ma per farequalcosa bisogna prendere decisioni operative e questedisturbano. Lo ha dichiarato larcivescovo Silvano M. Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso lOnu a Ginevra.. RIPRODUZIONE RISERVATA

    La strage al museo

    Il dramma dellimpiegata al Comune di Torino. Ci hanno traditi, non hanno saputo proteggerci

  • Corriere della Sera Venerd 20 Marzo 2015 PRIMO PIANO 11

    Orazio Conte

    Linformatico inventorecon la passione del violinoDALLA NOSTRA INVIATA

    TORINO Difficile immaginare un mondo pi lontano dai bandieroni neri del califfato di questo condominio di sei piani, dalle pareti rosate, i Ficus benjamina sui pianerottoli, leco delle tv accese, alla periferia di Torino. Difficile immaginare qualcuno di pi lontano da un crociato da schiacciare tra gli artigli dei fanatici

    leoni monoteisti di Orazio Conte, 54 anni, geniale informatico, innamorato del suo lavoro e dei suoi tre ragazzi. La sua vita era quasi tutta l, al quinto piano, con la moglie Carolina Bottari, sopravvissuta ma ferita. E a Ivrea, dove aveva trovato il suo primo impiego, dopo gli studi. Quando ci ha detto che andava in crociera con uno scalo a Tunisi, abbiamo scherzato: stai attento allIsis, guarda che l sparano ricorda

    linfelice battuta Mauro Anzolo, collega allAsic Torino di Ivrea, lazienda di consulenza informatica che Conte aveva contribuito a fondare nel 1989 . Si era messo a ridere, ridevamo tutti.Quel viaggio era uniniziativa insolita per lui: Era appena stato dieci giorni in trasferta su una nave passeggeri, gi proprio unaltra nave. Doveva sistemarne il software dei sistemi di sicurezza, la sua specialit. Gli spettava qualche giorno di riposo extra e cos aveva deciso di partire, Mauro Anzolo ancora non crede che non lo rivedr luned a smanettare al computer.Delle vacanze, Orazio Conte avrebbe fatto anche a meno: Lo prendevamo in giro, perch era il momento in cui telefonava pi spesso. Lelettronica e il suo violino gli bastavano: A casa era sempre l a inventarsi nuovi aggeggi, per la disperazione della moglie.Le estati della coppia erano a Catania, la citt di origine di entrambi. Orazio laveva lasciata per studiare al Politecnico di Torino. Nellarco di 26 anni erano nati tre figli, Marco, ingegnere, Davide, neolaureato in Architettura, e Nadia. Fonte di soddisfazioni fino allultimo. Due giorni fa lui e la moglie erano stati raggiunti dalla telefonata di Marco che aveva superato un colloquio di lavoro e ottenuto il suo sospirato stage allestero. Che ne sanno i califfi di certe piccole felicit?

    Elisabetta Rosapina RIPRODUZIONE RISERVATA

    Giuseppina Biella

    La scelta di cambiare vitadopo il dramma della figlia DESIO (MONZA-BRIANZA) Pinuccia morta! gridava al telefono il signor Sergio col figlio Silvio molto prima che arrivasse la conferma ufficiale Sono sporco di sangue!, lui dietro col bastone dopo loperazione allanca, lei che gi aveva sceso gli scalini del pullman e sera girata per aiutarlo, colpita dalla raffica di mitra. Una morte cos violenta... sospira il fratello Luciano, per una donna di una provincia cos tranquilla, nel mezzo della Brianza, capannoni, rotonde, la casa natale di Pio XI, vecchie cascine trasformate in villette, il panettiere, larrotino, la cartoleria, siamo frastornati. La signora Giuseppina Biella, sposata Senzani, era di Desio e abitava a Meda, neanche dieci chilometri pi in l. Settantanni ben portati, una vecchia casa con la ringhiera che affaccia sul cortile, linda e ordinata, un grande albero precocemente in fiore. Il negozio di famiglia a poche centinaia di metri, dietro langolo. stata una polleria quando i coniugi Senzani erano in attivit, oggi la pizzeria kebab Charlie Brown affittata a Mohamed El Shewihi, egiziano, che sente di dover dire qualcosa per questa persona splendida morta dallaltra parte del Mediterraneo, in un Paese non lontano dal suo: Sono amareggiato, spero non getti unombra sul rapporto con gli italiani. Ne preoccupato anche il sindaco, Gianni Caimi, che dichiarer il lutto cittadino. Signora

    conosciuta, Pinuccia, nel paese. Dove molti avevano vissuto con commozione la scomparsa della figlia Sabrina, nel 99, neanche trentanni, sulla soglia dellaltare. Da allora, comprensibilmente, la vita dei Senzani era cambiata. La polleria era stata chiusa. La donna andava quasi ogni giorno a Desio, alla cappella di famiglia al cimitero, e poi a trovare i numerosi parenti, la nipote Patrizia

    allerboristeria (Si fermava qui a volte per fare composizioni di fiori secchi), il fratello Luciano, noto commercialista, gi assessore al Bilancio. stato lui, ieri allalba, ad accompagnare il nipote Silvio a Linate, con un biglietto pagato da Costa Crociere per Tunisi.

    Alessandra CoppolaMarco Mologni RIPRODUZIONE RISERVATA

    Tre figliOrazio Conte, informaticodi 54 anni, pap di tre figli. Aveva deciso di partire per la crociera assieme alla moglie, Carolina Bottari

    Con il maritoGiuseppina Biella, 72 anni, con il marito Sergio Senzani. Chi la conoscevala definisce forte e con la passione per i viaggi. morta tra le braccia del marito

    Le vittimeDalla crociera per un compleanno alla partenza decisa allultimo minuto Ecco le quattro storie e i volti di una vacanza finita in tragedia

    Francesco Caldara

    Lex autista in pensioneche faceva volontariatoDAL NOSTRO INVIATO

    NOVARA Amava pi la montagna che il mare, i giri in moto senza allontanarsi troppo. Prima di partire Sonia mi ha detto: sono riuscito a convincerlo, faremo una crociera ricorda Carlo Bressa, amico comune. Per Francesco Caldara, dopo 64 anni di vita a Novara, questo era il primo viaggio importante. Concessione alla compagna, Sonia

    Reddi, conosciuta un paio di anni fa, inizio di una nuova vita, da pensionato ancora pieno di progetti. Non riuscito nemmeno a scendere dallautobus che lo portava al museo del Bardo, una sventagliata di mitra lha colpito al petto. La campagna, ferita al braccio, stata operata, non grave ma nessuno ha avuto il coraggio di dirle che Francesco non c pi. Caldara morto su un autobus, dopo aver passato una

    vita sui pullman. Prima autista, poi controllore per la Sun, lazienda locale di trasporto. Di poche parole, poteva apparire burbero ma era solo selettivo. Se eri suo amico era di una generosit unica si commuove Natalino Porzio, una carriera in parallelo, rimasti amici anche dopo la pensione. Caldara era cos, riservato ma sempre pronto ad aiutare gli altri. Per dire, alla vicina di casa, Luciana Fragola, a cui domenica ha lasciato le chiavi dellappartamento, non ha detto dove andava. Ci vediamo tra otto giorni e mi ha salutato. Qui tutti gli dobbiamo qualcosa. Era lui a cambiare le lampadine nel pianerottolo o a spargere il sale quando nevicava. Anna Bosotti, la cugina, abita due piani sopra. Piange e ripete: Era un granduomo. Non meritava un morte cos assurda. Non stato fortunato Francesco Caldara. Otto anni fa gli era morta la moglie, si era ripreso a fatica. Aveva rispolverato lantica passione per la moto, meta preferita le montagne sopra Ivrea. Poi un incidente aveva portato via lamico con cui condivideva le uscite. Quindi lincontro con Sonia. Lei lo aveva coinvolto in Alice, unassociazione di volontariato per la lotta allictus. Sembrava un altro dice ancora lamico Carlo Bressa. Cos aveva detto s anche alla crociera, per festeggiare in mare i 55 anni di lei. Ieri partita la figlia Greta per andare a riprendersi il corpo del padre.

    Riccardo Bruno RIPRODUZIONE RISERVATA

    Antonella Sesino

    Gli ultimi messaggi a casadal viaggio con le amicheTORINO Cera ancora un tenue filo di speranza di ritrovare Antonella Sesino viva. Il nome della dipendente del Comune, in servizio allufficio del personale, non risulta tra quelli delle persone ferite, ma non si hanno notizie spiegavano ieri mattina alla Farnesina. Poche ore dopo, la conferma della morte della madre di due ragazzi di 24 e 20 anni, Giacomo e Simone. Antonella Sesino non aveva voluto rinunciare alla crociera in Tunisia. Era la prima volta che si allontanava da casa per cos tanto tempo spiega Lorenzo Barbero, lex marito e nonostante lavessimo sconsigliata, lei voluta partire. Le parole usate dalla donna per tranquillizzare i suoi famigliari le ricorda Giacomo: Sar con le mie colleghe, staremo quasi sempre in nave . Comprensibilmente preoccupati, i figli lavevano seguita nel viaggio attraverso i social: Nonostante avesse creato un profilo Facebook ricorda Simone mia mamma non va molto daccordo con i computer, ci litiga spesso, ma siamo sempre rimasti in contatto con WhatsApp, da quando partita fino alle 14 di mercoled, ora e giorno del suo ultimo accesso. Messaggi brevi, intercalati con smile e loghi colorati: Tutto bene scrive Antonella siamo partiti da Palermo, vedo le luci lontane. Mi raccomando, non fate tardi; Riposato benissimo, il mare calmo, sembra di stare in un grande hotel. Tutto bene l?; Visita alla citt, non preoccupatevi, c il sole.

    Vi siete svegliati in tempo? . Lorenzo Barbero ha appreso la notizia della morte di Antonella appena atterrato a Tunisi: Lhanno portata a morire per 500 euro. Luomo non trattiene la rabbia: Un turista che visita la citt non pu sapere che proprio in quel giorno nel Parlamento tunisino si vota la legge contro il terrorismo. E non pu neanche sapere che Parlamento e museo sono uno di fianco allaltro.

    Costa Crociere per lo sapeva, doveva saperlo. Lorenzo Barbero riporta quanto gli stato riferito dalla Farnesina: Antonella era nel museo con Anna Abagnale, Orazio Conte e sua moglie. Sono stati colpiti da una raffica di mitra. Non voglio vendetta. Quelli che hanno sparato sono tre ragazzini e non rappresentano nessuno.

    Marco Bardesono RIPRODUZIONE RISERVATA

    Primo viaggioFrancesco Caldara, 64 anni. Questo era il suo primo viaggio importante: era partito con la compagna Sonia Reddi (insieme a lui nella foto)

    In ComuneAntonella Sesino, 54 anni, era dipendente del Comune di Torino allufficio del personale. Lascia due figli di 24 e 20 anni, Giacomo e Simone

  • 12 Venerd 20 Marzo 2015 Corriere della Sera

    Ma lOccidente non ha colpeLultimo eccidio non conseguenza di unintegrazione fallitaIl nemico alle porte: e sono loro ad averci dichiarato guerraSEGUE DALLA PRIMA

    Tutti a dire che stata unadisgrazia, che colpa nostrase lIsis finito in Libia, men-tre Gheddafi, che sar purestato un despota pagliaccio,ma era pur sempre il no-stro despota pagliaccio, che colpa nostra lIraq, che col-pa nostra la Siria e duecento-mila morti ammazzati da As-sad, che colpa nostra sequalche giovane musulmano in Francia fa una carneficinanella redazione di CharlieHebdo, che colpa nostra semusulmani di seconda gene-razione in Gran Bretagna sifanno esplodere dentro lametropolitana provocandouna strage mostruosa, che colpa nostra se ammazzanogli ebrei in una pizzeria di Ge-rusalemme e di Tel Aviv, che colpa nostra se irrompono inun dibattito in Danimarca edanno lassalto alla Sinagogadi Copenaghen, adesso checolpa nostra esattamente sa-rebbe se hanno compiuto uneccidio in un museo di Tuni-si? Che colpa avevano i turistiche lo stavano visitando? Eche colpa aveva lescursioni-sta francese che venne deca-pitato in Algeria?

    I terroristi islamisti adessohanno voluto colpire la Pri-mavera araba riuscita. Voleva-no assaltare a mano armata ilsimbolo della democrazia: ilParlamento di Tunisi. Un Par-lamento dove consistente, determinante una presenzalaica. LOccidente ha com-messo innumerevoli errori,ma la vulgata salmodiata daipaladini delle nostre infinitecolpe, offre una spiegazionefuorviante perch non vuoleammettere che la guerra chesta facendo un numero im-pressionante di vittime non stata scatenata da noi, mada loro. Ecco il non detto, ilnon dicibile. Ora non posso-no sostenere: guardate cheavete combinato con le vostrefisime democratiche in Libia,ci fosse ancora Gheddafi nonavremmo il nemico alle porte.Il nemico alle porte, nelcuore di Tunisi, e non c statonessun errore catastroficodellOccidente: c una demo-crazia viva e funzionante. Di-cono: guardate che avetecombinato in Siria. Ma in Siria

    la Primavera araba non ha maivinto, Assad ha represso nelsangue e nel gas mortale ognibarlume di dissenso, nel si-lenzio imbelle dellOccidentee dellOnu, ma si continua conla litania del colpa nostracome se la Primavera arabaavesse espugnato Damasco.

    E lIraq? Lintervento ameri-cano e inglese del 2003, lIsisha conquistato parte del terri-torio iracheno nel 2014: undi-ci anni. Ma la colpa delle ban-diere nere che sventolano mi-nacciose e che vogliono arri-vare a coprire San Pietro di chi? Ma di George W. Bush na-turalmente. I terroristi islami-sti che hanno colpito a morte

    Copenaghen e Parigi avevanostudiato, vivevano una condi-zione sociale dignitosa, ma lacolpa della nostra discri-minazione, dellemargina-zione, della mancata inte-grazione della nostra culturaimperiale e prepotente.

    Questa capacit di non ve-dere la realt non il frutto diun accecamento. Ma della pa-ura di riconoscere che una guerra santa stata scatenatae che ogni simbolo di quelloche noi riteniamo importantee decisivo nella nostra scala divalori la libert despres-sione e larte custodita neimusei, la tolleranza e il plura-lismo religioso, la scuola e lalibera stampa, la libert delladonna e i diritti civili con-siderato qualcosa di peccami-noso, di sporco, meritevole diessere calpestato e distrutto.Boko Haram in Nigeria demo-lisce le scuole e fa strage distudenti e soprattutto di stu-dentesse, perch il suo motto,la sua insegna Listruzioneoccidentale peccato. Am-mazzano gli ebrei in Israele e

    in Europa non perch voglio-no uno Stato palestinese, co-me legittimo e giusto, maperch non vogliono vederetraccia di ebraismo e di cro-ciati nella terra santa del-lIslam. Massacrano dodici travignettisti, collaboratori eagenti a Parigi perch i dise-gni della rivista sono stru-menti del demonio.

    E invece no, le migliorimenti delle nostre generazio-ni spendono la loro sottile eammirata intelligenza a direche colpa nostra, che nonavremmo dovuto sperare nel-le primavere arabe, che siamonoi a provocare, che siamonoi che ce la cerchiamo. Enon vogliono capire. Mentre aTunisi la democrazia scaturitadalla Primavera cerca di di-fendersi, supplica di non es-sere lasciata sola, chiede almondo di essere considerata un baluardo, una trincea. Perdifendersi da una guerracruenta che vuole uccidere lademocrazia. Teniamocelastretta, finch possiamo.

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    di Pierluigi Battista

    GheddafiMuammar Gheddafi (1942-2011). stato dittatore della Libia dal 1969 alla rivoluzione che lha spodestato dopo una sanguinosa guerra civile. Da allora il Paese nel caos

    Bashar AssadPresidente della Siria dal 2000, successore del padre Hafez, Bashar Assad, 49 anni, ormai controlla soltanto una piccola parte del suo paese, dilaniato da una sanguinosa guerra civile

    LINTERVENTO CIVILT A CONFRONTO

    LobiettivoI terroristi islamisti adesso hanno voluto colpire la Primavera araba riuscita

    La strage al museo Il dibattito

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  • Corriere della Sera Venerd 20 Marzo 2015 PRIMO PIANO 13

    La debolezza delle lite arabe

    VeloDonne con chador della fotografa iraniana Shirin Neshat. Questo tipo di velo ricopre il capo e lespalle, ma lascia scoperto il viso; uno dei possibili modi per seguire la legge islamica che prescrive la modestia

    Le lite occidentali invece talvolta non si oppongono con sufficiente fermezza alla prepotenza

    Oggi Tunisi il cuore del mondo arabo l che si gioca la battagliatra democrazia e islamismo

    Non danno spiegazioni al cittadino ma al credenteSi sentono succubi di fronte agli integralisti

    DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

    PARIGI Kamel Daoud, 44 anni, un giornalista e scrittore algeri-no che arrivato in finale allul-timo prix Goncourt con lo stra-ordinario Meursault, contre-enqute (Actus-Sud, in Italia sa-r pubblicato a inizio 2016 daBompiani), omaggio allo Stra-niero di Camus, nel quale il nar-ratore il fratello dellAraboucciso da Meursault.

    Possiamo applicare la no-zione di assurdo di Camusa quello che stiamo vivendo inquesti giorni?

    Mi pare di s, la grande dif-ferenza dipende da come ci po-niamo di fronte allassurdo. Ijihadisti pensano di detenere laverit sul mondo, credono dipossedere il senso delle cose, efiniscono per uccidere degli in-nocenti, cadono nellassurdo.Noi che accettiamo lassurditdel mondo, che la verit non lapossediamo ma la cerchiamo,partiamo dallassurdo e finia-

    mo per costruire del senso, perdare un senso alle cose. La vita inspiegabile, ma gli assassinitrovano sempre dei motivi perle morti che hanno provocato.

    In uno dei suoi ultimi edito-riali lei attacca labitudine deiministri algerini di giustifi-carsi davanti agli islamisti.Stiamo perdendo la battagliaculturale?

    cos, le lite arabe sonotroppo deboli, e in parte lo sonoanche quelle occidentali. Nelmondo arabo le autorit nonriescono a mettersi in una posi-zione di forza, sono succubi de-gli integralisti. I ministri non danno spiegazioni al cittadinoma al credente, si sentono col-pevoli di fronte agli islamisti manon di fronte alla repubblica, sigiustificano di fronte alla shariae non a una costituzione.

    Perch anche le lite occi-dentali sono deboli?

    Perch oscillano tra il po-pulismo e laccondiscendenza.Nel primo caso, considerano

    ancora i musulmani come unelemento esogeno, come uncorpo estraneo, quando invece endogeno. I musulmani sonofrancesi o italiani come gli altri.Nel secondo caso, le lite occi-dentali talvolta non si oppon-gono con sufficiente fermezza alla prepotenza. Ho apprezzatoinvece la recente legge austria-ca che proibisce il finanzia-mento dei luoghi di culto daifondi stranieri, e obbliga tutti gli imam a parlare il tedesco.

    Ieri su Libration lei hascritto che Tunisi oggi il ve-ro cuore del mondo arabo.

    S perch l che si gioca labattaglia tra democrazia e isla-mismo, e la Tunisia lunico Pa-ese che sta riuscendo a costruireun equilibrio tra forze progres-siste e tradizione islamica. Tu-nisi il cuore. Non Algeri, capita-le della decolonizzazione, n ilCairo, centro del panarabismo.

    Allet di nove anni lei hadeciso di imparare, da solo, ilfrancese, la lingua dellex co-

    lonizzatore. Perch?E perch no? Non era tanto

    una questione di lingua ma didesiderio, voglia di aprirmi almondo e di conoscere. Volevopoter leggere i libri che ancorafacevano parte della nostra real-t. Ed erano scritti in francese.

    Lei, Kamel Daoud, vittimadi una fatwa pronunciata daun imam salafista che le rim-provera le posizioni contrarieallintegralismo islamico.Condannato a morte, conti-nua a vivere in Algeria.

    Io sono algerino, le personeche amo e che mi amano vivo-no in Algeria, non voglio andar-mene. Tutta la mia vita l. Mipossono uccidere, vero, ma

    potrebbero uccidermi ovun-que, a Tolosa o a Genova.

    I fatti di questi mesi le ri-cordano gli attentati dellaguerra civile in Algeria?

    Certamente, lo stesso orroreche adesso vive il mondo interonoi lo abbiamo vissuto negli an-ni Novanta, quando i civili inno-centi furono uccisi a migliaia.Dobbiamo renderci conto chesiamo in guerra, tutti. Da unaparte gli jihadisti, dallaltralumanit.

    Migliaia di manifestanti inpiazza a Tunisi contro il terro-rismo. Il mondo arabo si stafinalmente mobilitando?

    Ricordiamoci che scenderein piazza a Parigi meno ri-schioso che ad Algeri. Comun-que s, mi sembra che ci stiamosvegliando. aumentato lorro-re, ma anche il rifiuto. Tuttihanno capito ormai che una questione di vita o di morte.

    Stefano Montefiori@Stef_Montefiori

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    Scrittore

    Kamel Daoud, 44 anni, autore algerino minacciato di morte dagli islamici, pluripremiato in Francia per il suo romanzo Meursault, contre-enqute

    LINTERVISTA LA BATTAGLIA CULTURALE

    La speranzaScendere in piazza a Parigi meno rischioso che ad Algeri. Ma qualcosa ora cambia

  • 14 Venerd 20 Marzo 2015 Corriere della Sera

    Politica

    Lupi, lincontro con Renzi e le dimissioniLa decisione comunicata al capo dello Stato dopo il vertice a Palazzo Chigi. Oggi lannuncioLe pressioni del premier sullimpossibilit di difenderlo in Aula. In serata lelogio: Una scelta saggia

    ROMA Consolato dalla convin-zione di non aver perso nlonore, n la passione politi-ca, Maurizio Lupi lascia e, persalvaguardare la sua famiglia,affronta dal piccolo schermo losdegno dellopinione pubblica:Attaccate me, ma lasciate sta-re mio figlio. A sera, dallo stu-dio di Porta a Porta, il quasi exministro delle Infrastruttureannuncia la resa e conferma levoci che si erano rincorse pertutta la giornata, dimissioni aconclusione dellinformativaalla Camera. Il passo indietrosar formalizzato nella tardamattinata di oggi, quando Lupiconcluder il suo intervento(fissato per le 11).

    Il dilemma tra assunzione diresponsabilit e resistenza a ol-tranza sciolto a favore dellaprima, sullonda dei fischi inParlamento, delle contestazio-ni in pubblico e del pressing diPalazzo Chigi. E se mai linchie-sta di Firenze ha messo a ri-schio la legislatura, il pericolo scampato.

    Una scelta saggia per s,per Ncd e per il governo, ilcommento di Matteo Renzi daBruxelles. C voluta tutta la suaenergia per far comprendere aLupi, nel vertice a tre con Ange-lino Alfano, che il Pd lo avevamollato e che la sua posizione ritenuta indifendibile e in-compatibile.

    lora di pranzo quando, aPalazzo Chigi, inizia il lungovertice tra Renzi, Alfano e Lupi,che si chiude con la telefonataal Quirinale per informare ilpresidente Mattarella. Nel Pd ilsollievo palpabile. LorenzoGuerini rende a Lupi lonoredelle armi definendo apprez-

    zabile laddio, un atteggia-mento ragionevole e serio, chedimostra la sua attenzione perle istituzioni. Sulla testa delresponsabile delle Infrastruttu-re incombeva la mozione di sfi-ducia di Sel e M5S calendariz-zata per marted, un passaggiodelicatissimo per i democrati-ci: votare con le opposizionicontro il ministro, o azzardareunardimentosa difesa a costodi perdere la faccia davanti alPaese? Scongiurato il rischiodella sfiducia in Aula, MariaElena Boschi sottolinea la tra-sparenza e la coerenza con cuiil governo ha sollecitamenterisposto alla richiesta delle op-posizioni.

    Brutta botta, per Ncd. Eppu-re il piccolo partito, che ha se-riamente rischiato di andare infrantumi, sembra tenere. I cen-tristi giurano di non meditarestrappi, n vendette. Lupi pro-mette lealt: Credo che questamia decisione rafforzer lazio-ne del governo. E lui, cosa fa-r? Lidea di ritirarsi non losfiora: Non c bisogno di una

    poltrona per fare politica.... Gli equilibri al vertice dellNcdsono destinati a cambiare, tan-to pi se saranno confermate levoci di una staffetta tra Lupi eGaetano Quagliariello, che po-trebbe entrare nella delegazio-ne governativa prendendo ilposto di Maria Carmela Lanzet-ta agli Affari regionali. Nellasquadra di Alfano i nervi sonotesi come corde di violino. Re-nato Schifani sottolinea cheLupi non indagato e NunziaDe Girolamo chiede al premiercoerenza, quanto vale per unministro di Ncd deve valere an-che per gli esponenti del gover-no del Pd. Concetto chiaritoda Carlo Giovanardi, che invoca

    le dimissioni dei sottosegretaridem indagati e dei condanna-ti come De Luca. Il tema tienebanco anche nella Lega, doveMatteo Salvini ricorda cheRenzi le dimissioni le avevachieste ad altri per molto me-no.

    Per le opposizioni loccasio-ne ghiotta. Il M5S addossa alpremier le responsabilit po-litiche e Luigi Di Maio spronaRenzi ad andare a casa se non in grado di controllare i pro-pri ministeri. E Grillo, dal suoblog: Sono pi interessanti i10 miliardi di euro fottuti agliitaliani o un Rolex?.

    Monica Guerzoni RIPRODUZIONE RISERVATA

    Posizioni

    Luned, mentre si diffondono le notizie sullinchiesta di Firenze, scoppia la polemica sul ministro Lupi. Renzi non interviene. A parlare per il governo il sottosegretario Delrio: prematuro trarre elementi di colpevolezza

    Ncd, partito del ministro, lo difende: serve trasparenza, non fango. Ad attaccare lopposizione. M5S e Sel presentano una mozione di sfiducia alla Camera. Non la sottoscrivono FI e Lega, anche se Salvini attacca: si dimetta. Il Pd avverte: chiarisca in Aula e valuteremo

    Lupi si difende (se ho sbagliato, chieder scusa a tutti) e tira dritto: il governo con me. Renzi continua a non intervenire pubblicamente, anche se per i retroscena il premier preferirebbe un passo indietro del ministro: se si arriva al voto in Aula, non detto che il Pd lo difender

    Ieri, dopo un lungo colloquio con Renzi e Alfano, la decisione di lasciare: le dimissioni arriveranno oggi, quando alla Camera ci sar linformativa sullinchiesta

    Il passoIl ministro promette comunque lealt: questa mia scelta rafforzer il governo

    Il racconto Il giorno pi lungo dellNcdQuei parlamentari costretti a fare i trapezisti

    di Fabrizio Roncone

    ROMA sera.Ha deciso di dimettersi, lo

    ha annunciato, fine della sto-ria.

    Anzi, no.Maurizio Lupi parla al telefo-

    nino con un suo amico. Dice:Mi hanno lasciato solo (lavoce, racconta lamico, era bas-sa, incrinata da un tono, daqualcosa che poteva essere pro-fonda amarezza oppure sem-plice fatica).

    Comunque Lupi ci ha messoun po troppo a capire che erastato lasciato solo.

    Sul sito dellHuffingtonPost, alle 16.20, avevano gibattuto questo titolo definitivo:Dopo Matteo Renzi, lo scaricaanche Ncd.

    Capi e capetti del partito so-no stati lievi, ammiccanti, geli-di, crudeli. Un lavoro di squa-dra perfetto (dallidea di squa-dra escludete Nunzia De Giro-lamo e Fabrizio Cicchitto, traqualche riga capirete perch).

    Flashback. Marted sera, sa-lotto di Porta a Porta. Cospite Beatrice Lorenzin, mini-stro della Sanit.

    Bruno Vespa va gi deciso.Ministro Lorenzin, lei al

    posto di Lupi si dimettereb-

    be?.Non posso rispondere al

    posto di Lupi. Ognuno rispon-de per s, in base alla propriasensibilit e al proprio conte-sto.

    Laria distante, infastidita,nervosa: la suggestione dei ca-pelli come attraversati da unascossa elettrica. Ma, certo, nonle si poteva chiedere desserepi esplicita. Per come si pu essere espliciti in politichese: lasciando intendere, tanto chideve capire, capisce.

    Il metodo usato da GaetanoQuagliariello sul Corriere. In-tervista sul filo, lui per buo-na parte nella parte del tra-pezista. Con discorsi tipo: Ilgiudizio politico e quello pena-le sono ben differenti.... Op-pure: Ogni vicenda ha una suaspecificit.... Poi, il capolavo-ro: Decida Maurizio. Sarem-mo con lui anche se lasciasse.

    Ecco, appunto. Se lasciasse.In Transatlantico leggono,

    qualcuno sicuro di aver intui-to tutto. Li senti che ragionano.Il succo del teorema questo:se Alfano molla Maurizio, e lomolla, tanto ormai chiaro,qualcosa deve comunque por-tare a casa. E poich ancora

    vacante il ministero degli Affariregionali lasciato dalla Lanzet-ta, chi , tra noi, che pu anda-re a fare il ministro?

    Nemmeno ti lasciano ri-spondere: Quagliariello.

    Lupi, sghignazzano, e restaministro per qualche ora solosu Wikipedia.

    E la Lorenzin, aggiungono,

    sembra sempre di pi apparte-nere a quel governo della na-zione che piace a Renzi.

    E poi Renato Schifani statosempre zitto, muto, e se un si-ciliano come Schifani sta mu-to, un motivo c.

    Scrivere che il partito lace-rato non una forzatura. Cic-chitto e la De Girolamo, fino al-lultimo, hanno auspicato, con-sigliato di tenere il punto e di-fendere, a oltranza, Lupi.

    La De Girolamo (Nostra Si-gnora del Sannio, cit. Dago-

    spia) andava in giro a ricordareche pure lei fu costretta a di-mettersi da ministro dopo es-sere stata accusata di aver fattopressioni sulla Asl di Beneven-to (si scrisse per aiutare un ven-ditore di mozzarelle amico suoe uno zio ad aprire un bar): epoi per tutto finito comesappiamo, e anche se io mi di-metterei di nuovo, non credosia giusto riservare a Lupi, nonindagato come me allepoca,un ennesimo trattamento umi-liante.

    Cicchitto ne faceva inveceuna questione di purissimatecnica: se cedi, diventi molle,e quelli affondano i colpi. Inve-ce, poich non ci sono avvisi digaranzia, noi restiamo uniti e,in questo modo, anche a costodi lasciare Palazzo Chigi, diamoun segnale di forza.

    Lasciare Palazzo Chigi: pas-sando cos ad un appoggioesterno. Questo avrebbe percomportato luscita di Angeli-no Alfano dal ministero dellIn-terno. Facile come program-mare un weekend su Marte.

    Perch poi ognuno pensa ase stesso. Al proprio des