ilBolscevico n° 35-2013

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Settimanale Fondato il 15 dicembre 1969 Nuova serie - Anno XXXVII - N. 35 - 3 ottobre 2013 Un grande successo politico e organizzativo. Ricostituita, dopo 14 anni, la Commissione giovani del CC del PMLI LAVORIAMO PER FAR CAPIRE AI GIOVANI CHE POSSONO DARE LE ALI AL LORO FUTURO SOLO COMBATTENDO CONTRO IL CAPITALISMO PER IL SOCIALISMO Documento della Commissione giovani del CC del PMLI PAG. 2 ESTRATTI DELLA DOMANDA DI AMMISSIONE AL PMLI DI VALENTINO, STUDENTE UNIVERSITARIO ROMANO “Il programma del PMLI rappresenta una bussola, una stella polare da seguire per ogni sincero rivoluzionario che aspiri a lavorare e vedere l’Italia unita, rossa e socialista” 37° Anniversario della scomparsa di Mao: assemblea pubblica del PMLI a Catania VIVO E STIMOLANTE DIBATTITO DOPO LA LETTURA DI ESTRATTI DEL DISCORSO DI PASCA Per essere presenti alcuni partecipanti hanno intrapreso lunghi viaggi dalla provincia PAG. 11 “Chissà che non tocchi proprio all’Italia il compito di aprire l’epoca delle rivoluzioni proletarie nel XXI secolo” PAG. 3 Echi della Commemorazione di Mao “IL PMLI È L’UNICO IN GRADO DI SVEGLIARE LE MASSE E RENDERLE PROTAGONISTE DELL’AVVENTO DEL SOCIALISMO” A MILANO, CATANIA, BORGO S. LORENZO, CANTU’, PRATO E BIELLA Il PMLI in piazza tra le masse PAG. 11 Partorito il massacro della Costituzione del ’48 da parte della Commissione per le riforme costituzionali IL PREMIERATO PRESCELTO DAI “SAGGI” È UNA FORMA DI PRESIDENZIALISMO POTERI MUSSOLINIANI AL PREMIER PAG. 5 STUDENTESSE E STUDENTI IN PIAZZA IL 4, 11 E 12 OTTOBRE Il “decreto scuola” è insufficiente e non inverte la tendenza dello sfascio della scuola pubblica INFIAMMIAMO L’AUTUNNO CON UNA GRANDE MOBILITAZIONE PER LA SCUOLA PUBBLICA, UNITARIA, GRATUITA E GOVERNATA DALLE STUDENTESSE E DAGLI STUDENTI PAGG. 11 - 13 - 14 A Milano Pisapia stanga nuovamente le fasce più deboli Agli anziani quasi raddoppiate le tariffe per il trasporto pubblico. Aumentata fino al 35 per cento la tassa sui rifiuti. Dimezzata la soglia per l’esenzione dall’addizionale Irpef PAG. 12 Documento del PMLI.Sicilia VIA IL MUOS, IL TRADITORE CROCETTA E LA BASE DI SIGONELLA! Viva la manifestazione nazionale a Palermo PAG. 12 I MEDIA IGNORANO LA SOSPENSIONE DE “IL BOLSCEVICO” CARTACEO PAG. 4 PAG. 9 I MILITANTI DEL PMLI DETERMINATI A FARE PIU’ BELLO “IL BOLSCEVICO” PAG. 9

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Lavoriamo per far capire ai giovani che possono dare le ali al loro futuro solo combattendo contro il capitalismo per il socialismo

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Settimanale Fondato il 15 dicembre 1969 Nuova serie - Anno XXXVII - N. 35 - 3 ottobre 2013

Un grande successo politico e organizzativo. Ricostituita, dopo 14 anni, la Commissione giovani del CC del PMLI

LAVORIAMO PER FAR CAPIRE AI GIOVANI CHE POSSONODARE LE ALI AL LORO FUTURO SOLO COMBATTENDO

CONTRO IL CAPITALISMO PER IL SOCIALISMODocumento della Commissione giovani del CC del PMLI

PAG. 2

ESTRATTI DELLA DOMANDA DI AMMISSIONE AL PMLI DI VALENTINO,STUDENTE UNIVERSITARIO ROMANO

“Il programma del PMLI rappresenta una bussola, una stella polare da seguire per ogni sincero rivoluzionario che aspiri a lavorare e

vedere l’Italia unita, rossa e socialista”

37° Anniversario della scomparsa di Mao: assemblea pubblica del PMLI a Catania

VIVO E STIMOLANTE DIBATTITO

DOPO LA LETTURA DI ESTRATTI DEL

DISCORSO DI PASCAPer essere presenti alcuni partecipanti hanno

intrapreso lunghi viaggi dalla provinciaPAG. 11

“Chissà che non tocchi proprio all’Italia il compito di aprire l’epoca delle rivoluzioni proletarie nel XXI secolo” PAG. 3

Echi della Commemorazione di Mao

“IL PMLI È L’UNICOIN GRADO DI SVEGLIARE LE MASSE

E RENDERLE PROTAGONISTEDELL’AVVENTO DEL SOCIALISMO”

A MILANO, CATANIA, BORGO S. LORENZO, CANTU’, PRATO E BIELLA

Il PMLI in piazza tra le massePAG. 11

Partorito il massacro della Costituzione del ’48 da parte della Commissione per le riforme costituzionali

IL PREMIERATO PRESCELTO DAI “SAGGI”È UNA FORMA DI PRESIDENZIALISMO

POTERI MUSSOLINIANI AL PREMIER PAG. 5

STUDENTESSE E STUDENTI IN PIAZZA IL 4, 11 E 12 OTTOBRE Il “decreto scuola” è insufficiente e non inverte la tendenza dello sfascio della scuola pubblica

INFIAMMIAMO L’AUTUNNO CON UNA GRANDE MOBILITAZIONE PER LA SCUOLA PUBBLICA, UNITARIA, GRATUITA E GOVERNATA DALLE

STUDENTESSE E DAGLI STUDENTI

PAGG. 11 - 13 - 14

A Milano

Pisapia stanga nuovamente le fasce più deboli

Agli anziani quasi raddoppiate le tariffe per il trasporto pubblico. Aumentata

fi no al 35 per cento la tassa sui rifi uti. Dimezzata la soglia per l’esenzione

dall’addizionale IrpefPAG. 12

Documento del PMLI.Sicilia

VIA IL MUOS, IL TRADITORE CROCETTA E LA BASE DI SIGONELLA!Viva la manifestazione nazionale a Palermo

PAG. 12

I MEDIAIGNORANO

LA SOSPENSIONEDE “IL BOLSCEVICO”

CARTACEO

PAG. 4

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I MILITANTIDEL PMLI

DETERMINATIA FARE

PIU’ BELLO“IL

BOLSCEVICO”PAG. 9

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2 il bolscevico / giovani N. 35 - 3 ottobre 2013

Un grande successo politico e organizzativo. Ricostituita, dopo 14 anni, la Commissione giovani del CC del PMLI

LAVORIAMO PER FAR CAPIRE AI GIOVANICHE POSSONO DARE LE ALI AL LORO FUTUROSOLO COMBATTENDO CONTRO IL CAPITALISMO

PER IL SOCIALISMODocumento della Commissione giovani del CC del PMLI

Care compagne e cari com-pagni,

con incontenibile gioia pro-letaria rivoluzionaria vi notifi-chiamo che l’8 settembre scor-so, proprio in occasione della Commemorazione di Mao, è stata ricostituita, su decisio-ne del CC del PMLI, la Com-missione giovani del Comitato centrale del PMLI. Un grande successo politico e organizzati-vo, perché evidenzia la matura-zione di nuovi quadri giovani-li marxisti-leninisti e corona un obiettivo indicato dal 5° Con-gresso, colmando una man-canza sentita da ben 14 anni. Con soddisfazione particolare vi informiamo anche che nella Commissione sono rappresen-tate sia la componente operaia che quella studentesca.

Il rafforzamento politico-organizzativo del settore gio-vanile nazionale ci permetterà di incrementare la portata e la qualità del nostro intervento su questo fondamentale campo. C’è tanto da fare. Per questo invitiamo tutto il Partito a mi-gliorare, approfondire e svilup-pare il lavoro e il proselitismo fra i giovani, i quali hanno un estremo bisogno della direzio-ne del Partito del proletariato per orientare correttamente la loro rabbia e le loro lotte con-tro il capitalismo e il governo Letta-Berlusconi che gli reg-ge il sacco. Allo stesso tempo dobbiamo creare le condizioni perché nuovi quadri possano emergere e andare a rafforza-re il lavoro giovanile centrale e locale.

L’autunno caldo è alle por-te e i marxisti-leninisti devono cercare di farlo diventare ro-vente. Non lasciamoci assolu-tamente sfuggire l’occasione d’oro delle prossime mobilita-zioni delle studentesse e degli studenti, i quali scenderanno in piazza, insieme ai precari, l’11 ottobre per il diritto allo studio e la stabilizzazione dei precari della conoscenza, e il 12 ottobre per fermare la con-troriforma della Costituzione. Saranno preceduti il 4 ottobre dagli autonomi. Non dimenti-chiamo che, come ha stabilito la 3a Sessione plenaria del 5° CC approvando il Documento

“I giovani e il lavoro del PMLI sul fronte giovanile e studente-sco”, il lavoro studentesco sta al primo posto nel lavoro gio-vanile del Partito.

Come è stato sottolinea-to più volte, è indispensabile che le studentesse e gli studen-ti marxisti-leninisti, militanti o simpatizzanti, lavorino atti-vamente all’interno della loro scuola o università per diven-tare dei leader studenteschi sti-mati e riconosciuti. Sta a loro, sotto la direzione dell’Istanza di appartenenza e la supervi-sione di questa Commissione, studiare la realtà nella quale operano e i problemi più senti-ti dalle masse studentesche con cui sono a contatto, e progetta-re il lavoro da svolgere. Fonda-mentali la partecipazione attiva agli organismi di massa mag-giormente combattivi e rappre-sentativi (o, se mancano, nel movimento all’interno del pro-prio luogo di studio) e un’ac-corta politica di fronte unito per far passare gradualmen-te la nostra piattaforma. An-che un “semplice” intervento in assemblea, purché avanzato, combattivo e propositivo, può essere utilissimo, quantomeno per farsi conoscere e stringere contatti.

Prima di tutto è però neces-sario padroneggiare la linea scolastica e universitaria del Partito, altrimenti si finisce per sbandare nello spontaneismo e nell’avventurismo o nel codi-smo. A tale scopo sarebbe uti-le studiare o ristudiare il sud-detto documento, e gli articoli principali sul tema, pubblicati anche sul sito centrale del Par-tito, soprattutto “Radichiamo-ci nelle scuole e nelle univer-sità” (9/11/2011), “Migliorare, approfondire e sviluppare il lavoro studentesco dei marxi-sti-leninisti” (circolare del Re-sponsabile del CC per il lavoro giovanile del 9/9/2012), “Per diventare leader studenteschi, le studentesse e gli studenti marxisti-leninisti devono stu-diare e applicare le sette indi-cazioni di Scuderi per il lavo-ro studentesco” (16/1/2013), nonché l’articolo “Indicazio-ni di lavoro alle studentesse e agli studenti marxisti-leninisti”

(2003).Va studiata anche la linea

di massa del Partito sulla base dell’opuscolo n. 13 del compa-gno Scuderi.

A livello centrale ci impe-gneremo per tenere sotto tiro le misure del governo e per inter-venire puntualmente nel dibat-tito che si svilupperà nel movi-mento studentesco, ma anche negli altri movimenti giovanili, primo fra tutti quello dei gio-vani precari. Vedremo di poter dire qualcosa sui giovani ope-rai e lavoratori. Intanto stiamo preparando un Appello ai gio-vani dal titolo “Date le ali al vostro futuro”.

Care compagne e cari com-pagni,

dobbiamo essere coscien-ti, come ha detto il Segretario generale del Partito, compa-gno Giovanni Scuderi, che il successo del lavoro giovanile e studentesco del PMLI dipende da tre elementi fondamentali: 1) la linea giovanile e studente-sca; 2) il lavoro della Commis-sione centrale giovani rispet-tando e sviluppando tale linea;

3) l’impegno coerente e perse-verante del Partito, a comincia-re dai suoi giovani militanti, ad applicare la linea.

Inoltre non dobbiamo di-menticare ciò che egli ci ha in-dicato: “Le studentesse e gli studenti marxisti-leninisti de-vono diventare dei punti di ri-ferimento e dei leader degli studenti, conquistando questi riconoscimenti sul campo di battaglia.

Che si sia o meno presen-ti nelle scuole e nelle univer-sità, dobbiamo intensificare la nostra propaganda davanti alle scuole e alle università più avanzate e combattive. Per far-si conoscere, stimare e attrarre fiducia e consensi. Dobbiamo far di tutto per conquistare al Partito le studentesse e gli stu-denti più avanzati e combattivi. Ma se non siamo dentro il mo-vimento studentesco è estrema-mente difficile, o impossibile, far penetrare e fare afferma-re in esso la linea del Partito. Le compagne e i compagni che stanno già dentro il movimen-to studentesco devono presta-

re la massima cura al lavoro di massa, di fronte unito e delle alleanze, altrimenti rischiano di esserne emarginati. Inoltre per ottenere fiducia e consensi e per crearsi una base di massa occorre conoscere bene le te-matiche e le problematiche stu-dentesche”.

Lavoriamo per allargare sempre più la contraddizione fra i giovani e gli studenti da una parte e il governo Letta-Berlusconi e il PD dall’altra.

Come ha detto il compagno Mino Pasca nel suo magistra-le discorso, a nome del CC del PMLI, per il 37° Anniversario della scomparsa di Mao, parti-colari cure dobbiamo dedicar-le alla conquista degli elemen-ti più avanzati convincendoli “che abbiamo sì un’eccellente linea di massa” (nel nostro caso si tratta della linea scolastica e universitaria) “ma soprattutto una vittoriosa strategia genera-le per rovesciare il capitalismo e per conquistare l’Italia unita, rossa e socialista”. Studiamo e applichiamo tale discorso per migliorare la nostra attività di

propaganda sul fronte giovani-le e studentesco.

Lavoriamo per ricreare le condizioni per tornare alla pub-blicazione cartacea del glorio-so e storico “Il Bolscevico”, decuplicando gli sforzi per lo sviluppo nazionale del Partito e per legarlo alle masse. Dobbia-mo ingoiare un boccone molto amaro, ma la storia del movi-mento operaio e comunista in-ternazionale ci insegna che non esiste montagna che i marxisti-leninisti non possano scalare, anche se la salita è ripidissima e, all’apparenza, inaffrontabile. Traiamo esempio dalla giovane Repubblica sovietica di Lenin e Stalin che resistette all’accer-chiamento delle armate bian-che e di 14 nazioni, dai comu-nisti cinesi guidati da Mao che sormontarono difficoltà letali grazie agli inenarrabili sacrifici della Lunga Marcia, e dai pri-mi quattro pionieri del PMLI che fondarono “Il Bolscevico” dal nulla, e dai gloriosi fonda-tori del PMLI ancora fedeli alla causa. Perseverando nello spi-rito di Mao e di Yu Kung nul-la ci sarà impossibile e saremo capaci di riconquistare le po-sizioni perse con l’aiuto delle masse.

Che ogni istanza di base sta-bilisca un programma di lavoro sui giovani, concreto e non ge-nerico, indirizzato verso settori e luoghi specifici!

Lavoriamo perché le studen-tesse e gli studenti riconoscano che al PMLI sta a cuore il loro presente e il loro futuro!

Lavoriamo perché le ragaz-ze e i ragazzi di sinistra appog-gino e applichino la linea del PMLI sull’istruzione e sul mo-vimento studentesco!

Lavoriamo affinché i giova-ni capiscano che possono dare le ali al loro futuro solo com-battendo contro il capitalismo, per il socialismo!

Tutto per il PMLI, il proleta-riato e il socialismo!

Un nuovo mondo ci attende, lottiamo per conquistarlo!

Con i Maestri e il PMLI vin-ceremo!

La Commissione giovanidel CC del PMLI

18 settembre 2013

Firenze, 8 settembre 2013. Commemorazione di Mao nel 37° Anniversario della scomparsa. Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, stringe a sé due membri della Commissione giovani del CC del PMLI. Sulla destra il Responsabile della Commissione, Federico Picerni, a sinistra Alessandro Frezza

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La mia vita politica comincia essenzialmente con il PMLI. Pri-ma di prendere contatto con il Par-tito e poi successivamente con i compagni della Cellula di Roma non avevo mai avuto niente a che fare con altri partiti o movimen-ti, non avevo mai neanche parte-cipato a nessuna manifestazione o comizio di qualsivoglia rilevan-za, o magari solo come spettato-re passivo. Fino a qualche anno fa il mio interesse per la politica si limitava a porre una x ogni tot anni per decidere “quale membro della classe dominante dovesse mal rappresentare il popolo nel parlamento” regalando il voto ai traditori revisionisti e nulla più. Anche se all’epoca non avevo in-trapreso lo studio del marxismo-leninismo serbavo comunque una forte coscienza di classe. Appro-dai allo studio del marxismo-le-ninismo gradualmente, soprattutto grazie al web, da cui potei attin-gere le prime opere fondamentali dei Maestri.

Il PMLI è praticamente l’uni-co Partito a seguire gli insegna-menti di tutti e 5 i grandi Maestri del proletariato internazionale e a riconoscere quindi come fonda-mentali le esperienze del sociali-smo realizzato nell’Urss di Lenin e Stalin e nella Cina di Mao, come sottolineato dal compagno Scude-ri “I 5 Maestri sono come le 5 dita di una mano, basta che ne manchi uno per essere menomati nella no-stra visione della storia e del mo-vimento operaio internazionale, nella nostra analisi e nella lotta per l’emancipazione del proletariato”.

Il PMLI, considerando anche i 10 anni di preparazione (OCBI m-l), è sulla breccia da oltre 40 anni e, non posso non constatare che “in tutto questo tempo sobbar-candosi immensi sacrifici, sfidan-do la persecuzione e le repressioni giudiziarie e poliziesche, superan-do mille difficoltà, non temendo l’isolamento e l’emarginazione, e nonostante il rigido black out stampa che gli impedisce di essere conosciuto dalle larghe masse po-polari, esso è sempre stato fedele al proletariato, al socialismo e ai grandi Maestri del proletariato in-ternazionale”. A differenza della stragrande maggioranza di parti-ti e movimenti sedicenti comuni-sti, che dopo l’89-91 hanno am-

N. 35 - 3 ottobre 2013 giovani / il bolscevico 3ESTRATTI DELLA DOMANDA DI AMMISSIONE AL PMLI DI VALENTINO, STUDENTE UNIVERSITARIO ROMANO

“Il programma del PMLI rappresenta una bussola, una stella polare da seguire per ogni sincero rivoluzionario che aspiri

a lavorare e vedere l’Italia unita, rossa e socialista”“Chissà che non tocchi proprio all’Italia il compito di aprire l’epoca delle rivoluzioni proletarie nel XXI secolo”

Un incontro felice e promettente. Un esempio per i giovani che vogliono dare le ali al loro futuroUn incontro felice e assai pro-

mettente in senso rivoluzionario, quello tra il compagno Valenti-no, uno studente universitario romano, e il PMLI. Come si può constatare leggendo gli estratti della sua domanda di ammissio-ne al PMLI, che pubblichiamo in questa pagina.

Dalle profonde parole del compagno Valentino appare chiaramente che la sua scelta ideologica, politica e partitica non è stata improvvisata, ma ben meditata e ponderata, dopo un profondo studio della linea po-litica e organizzativa del PMLI. Come dovrebbero fare tutti colo-ro che aspirano a diventare mem-bri del Partito. Poiché si tratta di

una scelta di vita rivoluzionaria, che coinvolge la testa e il corpo, l’intera nostra vita personale, fa-miliare, professionale, politica, il nostro essere nel mondo.

Di questo il compagno Valen-tino è pienamente consapevo-le, tanto è vero che fa suo l’im-portante concetto del Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, secondo cui: “È dura la militanza marxista-leninista ma è la cosa più bella e più proficua che possa fare chi vuol dare il massimo contributo al progresso sociale e all’eman-cipazione del proletariato e del-l’intera umanità”.

Il compagno Valentino è al-trettanto consapevole che il lavo-

ro marxista-leninista non va mai perduto, “anche quando interi decenni dividono il periodo del-la semina da quello del raccol-to”. Dai oggi, dai domani, per tutto il tempo che ci vuole per la maturazione rivoluzionaria, alla fine la cultura del socialismo si affermerà nel proletariato, nelle masse popolari rivoluzionarie e nelle nuove generazioni proiet-tate nel futuro. Uno per uno nel tempo riusciremo a raggiungere tutti i nostri obiettivi purché non abbandoniamo le 5 fiducie e lo spirito di Mao e di Yu Kung e ap-plichiamo con determinazione le parole d’ordine: “Studio e azio-ne, azione e studio”, “Studiare, concentrarsi sulle priorità, ra-

dicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare”.

Il compagno Valentino è tal-mente sicuro che alla fine il PMLI ce la farà a risvegliare il proletariato e le masse popola-ri e giovanili e a lanciarli nel-la lotta contro il capitalismo e per il socialismo che non teme di azzardare una previsione, che non si può escludere a priori che possa effettivamente avverarsi: “Chissà che non tocchi proprio all’Italia il compito di aprire l’epoca delle rivoluzioni prole-tarie del XXI secolo”.

Con questo suo “biglietto da visita”, Valentino si presen-ta come un compagno “quadra-to”, riflessivo, consapevole delle

difficoltà e dei sacrifici che in-contrano i marxisti-leninisti nel-la lotta di classe, con idee chiare sul marxismo-leninismo-pensie-ro di Mao e sulla linea del PMLI e ben determinato a metterle in pratica sul suo campo di batta-glia, cioè nell’università che fre-quenta e a Roma dove risiede.

I compagni romani possono considerarsi fortunati di averlo a fianco, ma anche lui può es-serlo, conoscendo il loro valo-re e la loro dedizione alla cau-sa, specie quelli del Segretario della Cellula di Roma. Tutti as-sieme, aiutandosi reciprocamen-te, dividendosi bene i compiti e concentrandosi sulle priorità, tenendo costantemente nel miri-

no la giunta di “centro-sinistra” Marino, potrebbero dare un bel-l’esempio di gioco di squadra vittorioso a tutto il Partito. Po-trebbero anche dare un gros-so contributo alla Commissione giovani del Comitato centrale del PMLI, ricostituita l’8 settem-bre, in occasione della comme-morazione di Mao.

Benvenuto compagno Valen-tino nel PMLI, che la tua vita ri-voluzionaria sia esemplare come quella dei Maestri, fonte di ispi-razione delle ragazze e dei ra-gazzi che vogliono dare le ali al loro futuro.

Tutto per il PMLI, per il pro-letariato e il socialismo!

contro il governo Letta-Berlusconi e la controriforma costituzionale

IL 12 OTTOBRETUTTI A ROMA

CONCENTRAMENTOPIAZZA DELLA REPUBBLICA ORE 13

Roma, 28 settembre 2012. Manifestazione nazionale per lo sciopero generale della Funzione pubblica della CGIL (foto Il Bolscevico)

mainato la bandiera rossa, o chi ha deciso di riciclarsi imbarcan-dosi sul vascello del neoliberismo e portandosi al largo con il remo dell’opportunismo, ha invece de-nunciato ancora una volta il carat-tere capitalistico del “socialismo reale” e dunque la sua inevitabi-le fine.

Motivo di vanto ed orgoglio del PMLI sono secondo me il Programma e lo Statuto. Sia dal Programma che dallo Statuto si può evincere la purezza ideologi-ca che contraddistingue il Partito e di come siano frutto dell’espe-rienza storica accumulata grazie alle rivoluzioni proletarie e nella successiva costruzione del socia-lismo. Trovo di grande importan-za ad esempio la messa in prati-ca dell’esperienza del PCC dove tutti, anche i dirigenti dovevano svolgere necessariamente un pe-riodo di lavoro nelle campagne o in fabbrica, così come nel PMLI “I rivoluzionari di professione devono effettuare annualmente un periodo di lavoro a livello di base, cioè come semplici militan-ti di Cellula, al fine di prevenire il revisionismo, il dogmatismo e il burocratismo, e perché abbia-no sempre quella concezione del

mondo che è propria del proleta-riato”.

Il Programma, vero e proprio manifesto politico del Partito, rap-presenta una bussola, una stella polare da seguire per ogni since-ro rivoluzionario che aspiri a lavo-rare e vedere l’Italia unita, rossa e socialista. Unito all’analisi generi-ca del mondo ed in particolare del-l’Italia fatta al Congresso naziona-le, forma la strategia del Partito, e ci indica dove puntare e lavorare per scardinare il capitale, toglie-re le catene dello sfruttamento al nostro popolo e dare il nostro con-tributo alla rivoluzione mondiale. Chissà che non tocchi proprio al-l’Italia il compito di aprire l’epo-ca delle rivoluzioni proletarie nel XXI secolo.

Come ci ricorda Lenin “La dialettica della storia è tale che la vittoria teorica del marxismo costringe i suoi nemici a coprirsi con il manto dei marxisti”, esat-tamente come fanno i vari parti-ti comunisti (a parole) ma nemici del proletariato nei fatti, a partire dal PCL, passando per i Carc ecc. ecc. Alcuni esponenti si sono rici-clati nei vari partiti della “sinistra” borghese dopo un passato nel PCI. E la domanda sorge spontanea:

mentivano allora, mentono ades-so, oppure hanno sempre menti-to scegliendo il loro schieramen-to politico a seconda delle proprie convenienze e seguendo da quale parte tirasse il vento! Altri cam-biano repentinamente il loro pro-gramma o i loro simboli e colori cercando soluzioni socialdemocra-tiche nella speranza di un posto in parlamento. Questo è vero e pro-prio opportunismo! Insomma, per dirla alla Lenin “È lo stesso po-stulato, lo stesso vecchio rotta-

me presentato sotto un’insegna un po’ ripulita e riverniciata”. Dunque questi partiti “comunisti” non hanno nulla a che fare con il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, tra l’altro come denunciato dal PMLI i vari esponenti “Berti-notti, Cossutta, Ferrando e Maitan, non a caso si definiscono eredi, il primo di San Francesco, Ghandi e Voltaire, il secondo di Togliatti e gli altri 2 di Trotzki”.

Dato che “il proletariato non ha altra arma che l’organizza-zione nella lotta per il potere” faccio domanda di ammissione al PMLI per dare il mio contri-buto alla causa del proletariato e della sua emancipazione. A cosa servirebbe studiare in fin dei con-ti il marxismo-leninismo-pensie-ro di Mao e non applicarlo? “Un uomo solo, in se stesso racchiuso, a che cosa può essere utile?” Co-s’è in fondo il marxismo se non teoria della prassi? Penso dunque che sia giunto il momento per me di mettermi in gioco come marxi-sta-leninista e servire nelle mie possibilità la causa degli oppres-si e degli sfruttati al fine di usci-re finalmente dalla “preistoria” e costruire la nuova società senza sfruttamento dell’uomo sull’uo-mo, sicuro di tutto questo e spinto dalle parole del compagno Scude-ri “È dura la militanza marxista-leninista ma è la cosa più bella e più proficua che possa fare chi vuol dare il massimo contributo al progresso sociale e all’eman-cipazione del proletariato e del-l’intera umanità”. Faccio doman-da di ammissione al PMLI e poi

in fin dei conti come sottolineava Marx: “Quando abbiamo scelto la professione nella quale pos-siamo maggiormente operare per l’umanità, allora gli oneri non possono schiacciarci, per-ché essi sono soltanto un sacrifi-cio per il bene di tutti allora non gustiamo una gioia povera, li-mitata ed egoistica, ma la nostra felicità appartiene a milioni, le nostre imprese vivono silenzio-samente, ma eternamente ope-ranti e le nostre ceneri saranno bagnate dalle lacrime ardenti di milioni di uomini”.

Mi impegno a continuare in-cessantemente lo studio del marxi-smo-leninismo-pensiero di Mao al fine di dare una corretta forma e concretezza alla mia coscienza di classe ed affinare così le armi ideologiche, cercando di applica-re correttamente la linea del Parti-to sui vari fronti che si delineeran-no; mi impegno ad essere sempre presente agli eventi o le iniziative dove il Partito riterrà necessaria la presenza e di dare il mio contribu-to al “Bolscevico”. Cercherò dun-que nel mio piccolo di fare mie le parole di Marx “Il resto della mia vita sarà consacrata, come i miei sforzi passati, al trionfo delle idee sociali che porteranno un giorno, siatene certi, l’avven-to universale del proletariato”, sicuro che “la devozione assoluta alla rivoluzione e la propaganda rivoluzionaria fatta tra il popolo non vanno perdute, anche quan-do intieri decenni dividono il pe-riodo della semina da quello del raccolto”.

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4 il bolscevico / giovani N. 35 - 3 ottobre 2013

Studentesse e studenti in piazza il 4, 11 e 12 ottobre

IL “DECRETO SCUOLA” E’ INSUFFICIENTE E NON INVERTE LA TENDENZA DELLO SFASCIO DELLA SCUOLA PUBBLICA

Il decreto del ministro Carrozza eroga briciole alla scuola pubblica. Tagli mascherati alle borse di studio. Diritto allo studio agli sgoccioli. I precari: “truffa del governo”

INFIAMMIAMO L’AUTUNNO CON UNA GRANDE MOBILITAZIONE PER LA SCUOLA PUBBLICA, UNITARIA, GRATUITA E GOVERNATA DALLE STUDENTESSE E DAGLI STUDENTI

Emanato il 9 settembre e pub-blicato in Gazzetta Ufficiale il successivo 12, il “Decreto scuo-la” (“Misure urgenti per la scuo-la, l’università e la ricerca”) della ministro Maria Chiara Carrozza è stato sbandierato come “decisiva inversione di tendenza” dal PD e salutato positivamente anche dal PDL, secondo cui “presenta aspetti apprezzabili e recepisce molte delle proposte” avanzate dal partito del neoduce di Arco-re.

Ma è proprio vero che Car-rozza, proveniente dall’esclusiva Scuola superiore di Sant’Anna di Pisa per teste d’uovo della borghesia, ammiratrice del suo predecessore Profumo e fautrice della “cultura dell’imprenditoria-

lità” nelle scuole, ha finalmente invertito la tendenza di sfascio della scuola pubblica italiana? Noi non crediamo e i fatti ci dan-no ragione.

Le misure del decretoIl decreto prevede lo stanzia-

mento di 100 milioni di euro per rifinanziare le borse di studio e già questo provvedimento, fra i più esaltati, non è altro che uno specchietto per le allodole, come nota la scheda tecnica preparata dall’UdS (Unione degli studenti), in quanto in base “alla copertura finanziaria derivante dal combi-nato disposto del disegno di leg-ge di bilancio 2013-2015 e della legge di stabilità, il Fondo inte-

grativo per la concessione delle borse di studio cala ulteriormente dalla cifra di 151 milioni di euro a 114.000.000 (...) il Governo ha di fatto sottratto ulteriori 37 milioni di euro”.

Un ulteriore stanziamento di 15 milioni sosterrà il “welfare del-lo studente” (trasporto e ristora-zione) rivolto agli studenti medi, ma la somma è del tutto irrisoria. Altri 15 milioni andranno alla con-nettività wireless. I fondi saranno ripartiti per regione in misura pro-porzionale al numero di studenti e non alle necessità effettive degli istituti.

Mentre taglia le borse di stu-dio, il governo istituisce la “borsa di mobilità” e appronta un finan-ziamento di 17 milioni. Questa nuova borsa, che si inserisce pericolosamente nel contesto di progressiva cancellazione delle borse di studio, è rivolta ai ragazzi che vanno a studiare via dal luo-go di residenza, ma i parametri di “merito” sono ferocemente selet-tivi: è necessario avere consegui-to un voto di almeno 95/100 alla maturità, avere una media univer-sitaria non inferiore a 28/30, non avere mai preso meno di 26 ad un esame e maturare il 90% dei crediti formativi entro un anno. Requisiti difficilissimi da ottenere per uno studente che dovrà con-temporaneamente lavorare per pagarsi gli studi altrove.

A fronte del dramma del caro libri, anziché per assicurare la fornitura gratuita del materia-le didattico a tutti gli studenti, il decreto eroga briciole (2,7 milioni per il 2013 e 5,3 per il 2014) e nel frattempo, all’art. 6, dichiara “fa-coltativa” (sic!) l’adozione dei libri di testo e permette l’utilizzo delle edizioni precedenti “purché con-formi alle indicazioni nazionali”.

Dell’edilizia scolastica il go-verno se ne lava le mani e offre un’altra ghiotta occasione per l’aziendalizzazione della scuo-la pubblica promuovendo mutui trentennali da stipulare con la Banca europea per gli investi-menti, la Banca di sviluppo euro-pea, la Cassa depositi e prestiti “e con i soggetti autorizzati al-l’esercizio dell’attività bancaria” (art. 10). In altre parole, sta agli istituti cercarsi i finanziamenti. Questo mentre l’XI “Rapporto su sicurezza, qualità e accessibilità a scuola” di Cittadinanzattiva de-nuncia lo stato di totale sfascio in cui versano gli istituti scolastici.

Fra gli altri provvedimen-ti compaiono 15 milioni contro l’abbandono scolastico, senza chiarire come verranno distribuiti. Camere di commercio e agenzie per il lavoro potranno parteci-pare ai percorsi di orientamento universitario, che quindi sarà ul-teriormente sottomesso alle esi-genze e indicazioni delle imprese. La valutazione della ricerca resta nelle mani dell’ANVUR. Scom-pare invece il famigerato bonus maturità a seguito delle proteste studentesche.

Briciole ai precari, niente per gli esodati

Tanto fumo e niente arrosto anche sul fronte precari. Infatti la legge appronta un piano trien-nale di assunzioni per 69mila in-segnanti (fra cui 26mila di soste-gno). Una misura del tutto irrisoria e propagandistica per due motivi: innanzitutto perché è insufficien-te per risolvere l’emergenza, dal momento che restano tantissimi

i precari della conoscenza non confermati; in secondo luogo, perché i neo-assunti dovranno accettare variazioni contrattuali e blocco degli stipendi. Queste le posizioni con le quali i precari hanno contestato il sottosegre-tario Marco Rossi Doria alla festa de l’Unità di Bologna l’8 settem-bre.

“I titoli che inneggiano alle 69mila assunzioni della scuola in tre anni”, nota il Comitato in-

segnanti precari, “tacciono della iniqua distribuzione dei ruoli sul territorio nazionale, del ricatto oc-cupazionale, del mancato ricono-scimento degli scatti di anzianità in cambio del posto fisso, varato con la complicità di quei sindaca-ti che parlano di inversione di ten-denza”. Addirittura, la riduzione dei posti in deroga lascerà a casa oltre 3mila insegnanti di sostegno precari.

Come aggiungono i “Precari uniti contro i tagli”: “Resta la que-stione dei precari che non saran-no assunti nemmeno a breve ter-mine. Basti pensare che il 73% di chi ha svolto l’inutile concorsone sono rimasti a casa. È una truffa del governo”.

Nulla viene fatto per gli esoda-ti, benché Carrozza assicuri che “pensiamo anche a loro”, ma a giudicare dall’impianto di questo decreto, suona più come una mi-naccia.

Studentesse e studenti in piazzaLasciando da parte i toni trion-

falistici della propaganda di regi-me, la legge non incide minima-mente sulla gravissima e pessima situazione in cui versa il diritto allo studio. Parliamo, infatti, di un in-vestimento di appena 400 milioni contro i 15 miliardi che sono stati tagliati alla scuola in cinque anni con la complicità del “centro-sini-stra” borghese. Eppure i fondi ci sarebbero, sottraendoli a grandi opere inutili e costose come la TAV, agli F35, ai finanziamenti alle scuole private.

Insomma, questo governo dà prova di non essere affatto ami-co degli studenti e dei precari, che anzi continua a tartassare creando le condizioni per poterli sfruttare ulteriormente. La stessa Carrozza, in ossequio ai comandi di Confindustria (che l’ha peraltro bacchettata per non avere poten-ziato gli istituti tecnici, una delle

maggiori fonti di manodopera giovanile a basso costo), ha già lasciato intendere che rafforzerà la possibilità di assumere studenti per stage e tirocini supersfruttati, sottopagati o gratuiti, perché, pa-role sue: “L’Italia non dovrà mai più sfornare un laureato che a 25 anni non ha mai fatto un lavoro”. Dimostrando di essere lontana anni luce da quegli studenti che sono costretti a svolgere ogni genere di lavoro malpagato per

proseguire gli studi.Se ne sono resi conto gli stu-

denti, i quali non hanno perso tempo e si sono subito mobilitati. L’UdS, afferente alla Rete della conoscenza, ha giudicato “pro-pagandistico” il decreto e ha an-nunciato una manifestazione per l’11 ottobre per chiedere il rifinan-ziamento del diritto allo studio, ma anche per dire no alla guerra alla Siria, un’operazione imperia-lista che, fra le altre cose, scari-cherebbe ulteriori costi sul nostro popolo. “Scenderemo in piazza”, dicono gli studenti dell’UdS”, “per gridare NO alle politiche di auste-rità, NO alle logiche di mercato nelle scuole, NO ai test INVALSI, NO al contributo volontario, per rivendicare una legge nazionale sul diritto allo studio, per delle scuole come comunità realmente partecipate e democratiche, per raggiungere gli standard europei sui finanziamenti in istruzione, per scuole ed università aperte ed accessibili, per un reddito di for-mazione, perché vogliamo scuole che non ci crollino in testa”. Gli studenti scenderanno in piazza anche il 12 ottobre contro la con-troriforma della Costituzione.

La rete “Studaut” ha lanciato una mobilitazione per il 4 otto-

bre “per esprimere tutta la nostra rabbia nei confronti di chi ci con-danna a una vita all’insegna della precarietà”.

Anche la FLC-CGIL aderirà all’11 ottobre “per il diritto allo studio, per migliorare la scuola e l’università, per superare ogni barriera d’accesso al sapere”, ma allo stesso tempo apre pericolo-samente al decreto legge.

I marxisti-leninisti italiani sa-lutano la mobilitazione studente-

sca e cercheranno di contribuire al suo successo, nell’auspicio che sia la miccia per scatenare il fuoco di un autunno rovente con-tro il governo Letta-Berlusconi. Per il PMLI il materiale didattico, i trasporti, il vitto e l’alloggio de-vono essere garantiti dallo Stato per tutti gli studenti. L’abbandono scolastico deve essere contrasta-to potenziando veramente il dirit-to allo studio, portando la scuola dell’obbligo a 18 anni, abolendo tutte le norme repressive antistu-dentesche (a partire dal voto in condotta) e coinvolgendo attiva-mente gli studenti nella definizio-ne dei piani didattici. Le borse di studio devono essere rifinanziate fino all’eliminazione dell’odiosa figura di “idoneo non beneficia-rio” ed erogate in base a requisiti economici. A tutti i precari deve essere garantito un lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato.

Per ottenere queste rivendi-cazioni, non c’è altra strada che unire le forze e mettere in campo un’unica grande mobilitazione per la scuola pubblica, unitaria, gra-tuita e governata dalle studentes-se e dagli studenti e per buttare giù il governo Letta-Berlusconi al servizio del capitalismo.

Entro ottobre sarà aperta a Firenze una nuova Sede centrale del PMLI e de “Il Bol-scevico”, più grande e più moderna rispetto a quella attuale.

Si tratta di un grosso impegno finanziario che non possono sostenere da soli i mili-tanti del PMLI.

Pertanto lanciamo un appello urgente a tutte le simpatizzanti e i simpatizzanti, a tut-te le amiche a gli amici del Partito per aiu-tarci a sostenere le spese iniziali e l’affitto mensile, entrambi piuttosto rilevanti.

Le donazioni possono essere consegna-te di persona oppure attraverso il conto corrente postale numero 85842383 intesta-to a PMLI – via Gioberti 101 – 50121 Firenze.Nella causale scrivere: Donazione per la nuova Sede centrale.

Grazie di cuore per tutto quello che pote-te fare. Anche un euro ci è utile.

Che la nuova Sede centrale del PMLI e de “Il Bolscevico” porti idealmente impresso il nome di tantissimi donatori.

Milano, 12 ottobre 2012. La diffusione del volantino del PMLI in difesa dell’istruzione pubblica e contro il governo durante una manifestazione studentesca (foto Il Bolscevico)

Roma. Manifestazione studentesca contro i tagli alla scuola pubblica

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N. 35 - 3 ottobre 2013 regime neofascista / il bolscevico 5PARTORITO IL MASSACRO DELLA COSTITUZIONE DEL ’48 DA PARTE DELLA COMMISSIONE PER LE RIFORME COSTITUZIONALI

Il premierato prescelto dai “saggi” è una forma di presidenzialismo

La riduzione del numero dei parlamentari e la soppressione del bicameralismo costituiscono un restringimento della democrazia borghese. Lo sbarramento elettorale del 5% e il premio di maggioranza favoriscono le due principali correnti della classe dominante borghese

POTERI MUSSOLINIANI AL PREMIERIl 17 settembre la Commissio-

ne per le riforme costituzionali ha consegnato la relazione finale al ministro per le Riforme costitu-zionali Quagliariello (PDL) e al presidente del Consiglio Letta: un ponderoso documento contenen-te tutte le ipotesi e le proposte di revisione della Costituzione ela-borate dai “saggi” nominati l’11 giugno scorso dal governo, con-testualmente al varo del disegno di legge che stabilisce il percorso delle controriforme costituzionali.

La relazione parte dalla pre-messa che la Commissione ha raggiunto un’“ampia condivisio-ne” su alcuni temi, mentre su al-tri vi sono proposte “nettamente alternative”, ma tutte fondate co-munque su “obiettivi ampiamente condivisi”, che sono gli stessi del gruppo di lavoro dei “10 saggi” nominati da Napolitano il 30 mar-zo scorso, miranti ad “assicura-re efficienza e stabilità al sistema politico”, entro la “cornice obbli-gata” delle regole di finanza pub-blica e di politica economica e so-ciale imposte dalla UE.

In particolare la Commissione si dichiara “unanime” nel ritene-re “necessari interventi di riforma costituzionale” riguardanti la ridu-zione del numero dei parlamenta-ri, il “superamento del bicamerali-smo paritario” e il “rafforzamento delle prerogative del governo in parlamento”, attraverso la fidu-cia da parte di una sola camera, l’aggiustamento dei regolamenti parlamentari e il voto a data cer-ta sui ddl del governo. A cui van-no aggiunti la revisione del titolo V riguardante le Regioni e le Au-tonomie locali, con l’inserimento di una “clausola di salvaguardia” per garantire meglio i poteri e le competenze del governo nei loro confronti. E soprattutto la “rifor-ma del sistema di governo, con tre possibili opzioni di scelta: gover-no parlamentare rafforzato, semi-presidenzialismo alla francese e governo parlamentare del Primo Ministro, o premierato forte.

Quest’ultima, caldeggiata forte-mente dal rinnegato Violante, auto-nominatosi coordinatore del Comi-tato di redazione della relazione, è l’opzione di “compromesso” che ha riscontrato la maggioranza dei con-sensi, soddisfacendo abbastanza gli oltranzisti del presidenzialismo e “rassicurando” al tempo stesso i fautori del mantenimento dell’at-tuale forma di governo parlamen-tare, anche se fortemente rafforza-to dalla riforma monocamerale del parlamento e del meccanismo di approvazione delle leggi.

In realtà tutte e tre le proposte sono alternative tra di loro solo in apparenza, e si muovono piena-mente, sia pure in forme diverse, sempre nella logica del massacro della Costituzione del ’48 e del-la costituzionalizzazione della re-pubblica presidenziale neofasci-sta già imperante di fatto da molti anni, così come è stata disegnata nel “Piano di rinascita democrati-ca” e nello “Schema R” della P2

Roma, 18 maggio 2013. Il manifesto del PMLI contro il governo Letta-Berlusconi in piazza San Giovanni durante la ma-nifestazione nazionale della FIOM (foto dal sito nazionale della FIOM)

di Gelli, inaugurata politicamente da Craxi e realizzata nella prassi degli ultimi vent’anni dal neoduce Berlusconi e col presidenzialismo di fatto del rinnegato Napolitano.

La controriforma monocameraledel parlamento

Sulla soppressione del “bica-meralismo perfetto”, come anche sulla riduzione dei parlamentari e dei loro poteri rispetto a quelli del governo, la Commissione si è pronunciata con “un’opinione unanime”. Le differenze riguar-dano solo la scelta se mantenere il Senato solo come “Camera delle Regioni e delle Autonomie”, con alcune funzioni di controllo sul-le leggi discusse e approvate dal-la sola Camera dei deputati, ed eventualmente se eleggerne i de-legati in forma diretta (con elezio-ne popolare) o indiretta (da parte dei Consigli regionali ed eventual-mente anche comunali). Oppure se accorpare addirittura le due came-re in una sola (monocameralismo integrale), per garantire un ancor maggiore “semplificazione istitu-zionale” e quindi anche maggiore “stabilità di governo”.

In ogni caso va ridotto drastica-mente il numero dei parlamentari, che nell’ipotesi del mantenimento delle due camere con funzioni di-stinte scenderebbero a 450/480 de-putati e a 150/200 senatori, con il voto di fiducia al governo spettan-te alla sola Camera dei deputati. Il “bicameralismo perfetto”, cioè l’approvazione di una legge nello stesso testo da parte di entrambe le camere, resterebbe in vigore solo per le leggi costituzionali (ma con il nuovo articolo 138 depotenzia-to in via di approvazione in par-lamento proprio per facilitare la controriforma costituzionale del

governo Letta-Berlusconi) e per le leggi riguardanti le Regioni e i loro rapporti con lo Stato.

Invece per le leggi ordinarie e quelle cosiddette organiche l’ini-ziativa legislativa e il voto finale spettano esclusivamente alla Ca-mera dei deputati. Al Senato re-sterebbe solo il potere eventua-le di “richiamare” entro 10 giorni una legge ordinaria od organica già approvata dalla Camera per bocciarla o modificarla entro 30 giorni, altrimenti la legge diventa automaticamente definitiva. E co-munque, anche se respinta o mo-dificata dal Senato, una volta ri-votata dalla Camera, con lo stesso testo o modificato, la legge si in-tende approvata in via definitiva e non può più essere richiamata una seconda volta.

Netta alterazione dell’equilibrio dei poteri

Quanto alle leggi cosiddette or-ganiche, si tratta di una categoria introdotta ex novo dalla Commis-sione per indicare le leggi che si situano tra quelle costituzionali e quelle ordinarie, tra cui si cita-no ad esempio la legge elettorale, il funzionamento della presidenza del Consiglio, le leggi di “riforma” dell’ordine giudiziario, la recente controriforma dell’articolo 81 che recepisce i vincoli europei di bi-lancio nella Costituzione. Si trat-ta quindi a ben vedere di un modo surrettizio per equiparare, dal pun-to di vista della procedura di ap-provazione, leggi in realtà di im-portanza costituzionale a semplici leggi ordinarie, svincolandole dai limiti fissati dall’articolo 138, an-che nella nuova formulazione depotenziata: come accadrebbe appunto con la controriforma neo-fascista e punitiva della Giustizia tanto bramata dal neoduce Berlu-

sconi quanto reclamata ormai ad ogni piè sospinto dal nuovo Vitto-rio Emanuele III, Napolitano.

Oltre a ciò la Commissio-ne “suggerisce” al parlamento di adottare, in cambio della limita-zione della decretazione d’urgen-za, “procedure abbreviate” per ga-rantire al governo “tempi brevi e certi” all’esame e all’approvazio-ne dei suoi provvedimenti “parti-colarmente urgenti”: a cominciare dalla proposta del voto a data fis-sa per le leggi ordinarie, cioè en-tro un termine determinato previ-sto da una procedura speciale sulla cui richiesta da parte del governo la Camera deve pronunciarsi entro tre giorni; decorso tale termine il ddl del governo non ancora esami-nato dalla Camera (o non ancora approvato nonostante i tempi con-tingentati dalla Presidenza) è sot-toposto forzatamente all’approva-zione finale senza modifiche.

Non è difficile capire come l’insieme di tutte queste proposte – riduzione del numero dei parla-mentari, soppressione del “bica-meralismo perfetto” che assicura un maggior controllo del parla-mento sulle leggi e i decreti leg-ge della maggioranza, fiducia mo-nocamerale (a cui come vedremo oltre corrispondono invece restri-zioni alla sfiducia) e voto a data certa per i provvedimenti del go-verno – rappresenti un’alterazio-ne consistente dell’equilibrio tra i poteri legislativo ed esecutivo, col netto indebolimento del parlamen-to rispetto al governo, alla cui sta-bilità e preminenza politica e ope-rativa viene data assoluta priorità. Mentre con l’artificio delle leggi organiche si pongono le premesse per una più facile aggressione an-che all’autonomia dei magistrati e ad altre tutele costituzionali. Tut-to ciò non può che rappresentare quindi anche un netto indeboli-

mento e restringimento della stes-sa democrazia borghese.

Forme di governo ugualmente

presidenzialisteMolti dei 33 “saggi” della

Commissione (erano 35 ma due di loro, la costituzionalista Loren-za Carlassare e l’editorialista de la Repubblica Nadia Urbinati si era-no dimesse in precedenza) propu-gnano apertamente la repubblica presidenziale, con l’elezione di-retta del capo dello Stato trami-te un sistema a doppio turno alla francese, denominato semipre-sidenzialismo. Non c’è da mera-vigliarsi, vista la composizione della Commissione, infarcita di elementi di destra di diretta o indi-retta impronta berlusconiana (cfr. Il Bolscevico n. 24/2013). Si arri-va perfino all’ipocrisia di ammet-tere che questa forma di governo “non supera certamente tutti i pro-blemi provenienti dai rischi plebi-scitari”, e che richiederebbe “un rilevante numero di modifiche costituzionali” (leggi riscrivere da cima a fondo la carta del ’48), ma che in definitiva si tratterebbe oggi di problemi “non significati-vi”, e comunque avrebbe un “tasso di innovazione che potrebbe esse-re particolarmente gradito all’opi-nione pubblica” (sic).

Ci sono invece quelli che so-stengono ancora il modello parla-mentare, con un presidente della Repubblica super partes e dotato di poteri di controllo e un governo espresso dal parlamento, ma raf-forzato nei poteri da alcuni fattori di “razionalizzazione” rappresen-tati dalle riforme parlamentari già descritte, a cui aggiungere il mec-canismo della sfiducia costruttiva a maggioranza assoluta, la trasfor-mazione della figura del presiden-te del Consiglio in primo ministro con poteri di nomina e revoca dei ministri, e forse anche della possi-bilità di sciogliere le camere a cer-te condizioni.

Alla fine il punto di mediazio-ne tra queste due posizioni è sta-to trovato sulla “forma di governo parlamentare del Primo Ministro”, che ricalca quello della Bicame-rale golpista raggiunto nel ’97 tra D’Alema e Berlusconi col fami-gerato “patto della crostata”. Un “premierato forte” accompagnato da una legge elettorale con l’in-dicazione del presidente del Con-siglio nella scheda per le elezioni della Camera (elezione diretta), e con l’obbligo formale (non solo di fatto come avviene ormai per “prassi consolidata” dalla disce-sa in campo di Berlusconi) per il capo dello Stato di nominare pre-mier il vincitore.

Il premier proporrebbe poi al presidente la nomina e la revoca dei ministri, riceverebbe la fiducia della Camera per appello nomina-le, potrebbe chiedere il voto a data fissa sui provvedimenti del gover-no, e potrebbe essere sfiduciato solo con una “mozione di sfiducia

costruttiva” (che presenti cioè un altro premier e un altro governo sostenuto da una maggioranza al-ternativa certa), sottoscritta da un quinto dei deputati e approvata a maggioranza assoluta. Qualcuno aggiunge anche il potere del primo ministro di bloccare un’eventuale mozione di sfiducia chiedendo e ottenendo lo scioglimento antici-pato delle Camere.

Poteri mussolinianial premier

Il meccanismo elettorale più “coerente” con il premierato è, se-condo i relatori, un sistema pro-porzionale con voto di preferenza, clausola di sbarramento al 5%, e con un premio di maggioranza che assegni il 55% dei seggi al parti-to o coalizione vincente che abbia superato una certa soglia, da deter-minare tra il 40 e il 50% dei voti: in sostanza un “porcellum” cor-retto, come chiede guarda caso il neoduce Berlusconi. Poi c’è anche chi propone di abolire del tutto la soglia per il premio di maggioran-za, ma di assegnarlo in un turno di ballottaggio tra le due formazioni più votate, forse un modo per far rientrare in ballo il maggioritario a doppio turno preferito dal PD.

Sta di fatto che con questi pote-ri il presidente del Consiglio, una volta “eletto dal popolo” con que-sto meccanismo elettorale fatto apposta per favorire le due princi-pali correnti della classe dominan-te borghese, diventerebbe pratica-mente inamovibile e al di sopra del parlamento e degli altri poteri del-lo Stato. Specie se passasse la pro-posta fatta nella relazione che alla quarta votazione il presidente del-la Repubblica sia eletto con voto di ballottaggio tra i due che han-no riportato più voti, col che anche il capo dello Stato sarebbe espres-sione del partito del premier, cioè ai suoi diretti ordini. E specie se a tutto ciò si aggiungesse la con-troriforma della giustizia che mira a sottomettere l’ordine giudiziario al potere esecutivo. Bisognerebbe allora risalire alla dittatura fascista di Mussolini per ritrovare una così mostruosa concentrazione di pote-re nelle mani di una sola persona.

Non a caso il rinnegato Violan-te (PD), che sedeva accanto al mi-nistro Quagliariello nel presentare il lavoro della Commissione ha de-finito il premierato “asse centrale” di tutta la relazione, sottolineando come “mai come questa volta si è prodotta una proposta coerente”, e che “in ogni caso le commissioni parlamentari avrebbero impiega-to mesi a fare le audizioni”. Sot-tintendendo con ciò che grazie ai 33 “saggi” ora il governo Letta-Berlusconi ha già mano il lavoro mezzo fatto e il parlamento ha la strada rigidamente tracciata e de-limitata, e quindi si può procede-re speditamente ed entro i tempi fissati da Napolitano alla controri-forma neofascista e presidenziali-sta della Costituzione.

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6 il bolscevico / interni N. 35 - 3 ottobre 2013

L’azienda risponde così al sequestro di 900 milioni di euro da parte della procura di Taranto per il disastro ambientale dell’Ilva

GLI OPERAI IN PIAZZACONTRO LA RICATTATORIA SERRATA DEI RIVAScioperi, cortei, presidi, assemblee davanti agli stabilimenti serrati: a una voce gli operai chiedono, “Tornare al lavoro!”.

A Verona gli operai urlano “Mafi osi!” ai parlamentari

NAZIONALIZZARE SUBITO E SENZA INDENNIZZO IL GRUPPO RIVA

I lavoratori dell’Ilva durante la manifestazione nazionale della FIOM a Roma il 18 maggio 2013

CONTRO L’AGGRESSIONE IMPERIALISTA ALLA SIRIA E PER “VICENZA LIBERA DALLE SERVITÙ MILITARI”

Tremila “No Dal Molin” bloccano la base USAIl 7 settembre, nell’ambito

delle mobilitazioni contro l’ag-gressione imperialista alla Siria, oltre tremila manifestanti No Dal Molin hanno sfilato a Vicenza fino all’ingresso della base Usa. Sfidando i divieti della questura e le minacce degli alti coman-di statunitensi, i manifestanti sono riusciti a bloccare per al-cune ore l’accesso alle struttu-re americane. In testa al corteo uno striscione con le scritte “Stop war in Syria” e “Vicenza libera dalle servitù militari”. Al corteo in segno di soidarietà e unità di lotta hanno preso parte diversi attivisti del movimento

no Muos con le loro bandiere ben visibili.

Dopo il blitz all’interno del-la base Usa compiuto il 4 set-tembre scorso, i militanti No Dal Molin sottilineano che non vogliono “Nessun divieto nella nostra città, bloccare oggi l’uni-ca strada di accesso alla base significa annunciare possibili blocchi in qualsiasi momento, quando le truppe dovessero muoversi per un nuovo teatro di guerra”. Altre iniziative sono annunciate nei prossimi mesi: “Vicenza non è un suolo milita-re e mai lo sarà”.

Vicenza, 7 settembre 2013. Lo striscione di apertura della manifestazione organizzata contro la base Usa dal movimento No dal Molin

La Procura di Cosenza inda-ga sull’Azienda sanitaria provin-ciale del capoluogo Bruzio per diversi reati: decine di avvocati assunti per consulenze con cur-ricula falsi e senza che fossero eseguite le procedure previste dalla legge, spese extrabudget, transazioni con spese gonfiate e soldi su conti svizzeri. Fra gli indagati Gianfranco Scarpelli, di-rettore generale, Franco De Rose ex commissario dell’azienda, l’ex direttore generale Franco Petra-mala e l’intero management del-l’azienda. La dirigenza dell’Asp ha sempre stretto la cinghia sulle prestazioni sanitarie da erogare (basti pensare per esempio che all’ospedale di Cetraro mancano i farmaci) ma è di manica larga su lodi arbitrali, consulenze e rimbor-si extrabudget per cliniche priva-te con transazioni gonfiate e arbi-trati che gonfiano le spese legali e producono flussi milionari dalle casse pubbliche a quelle private.Precisamente dalla Asp ad una società di Roveredo nel Canton Ticino,grazie ad un contratto sti-pulato nel 2005 con la finanziaria Sifin, assistita dall’avvocato Enzo Paolini, il re delle cliniche private cosentine (ex Psi oggi in Sel e vi-cino a Renzi).

La Sifin ha fatto causa all’Asl di Paola per un contenzioso di 17 milioni per prestazioni extrabud-

Esplode in Calabria una nuova “sanitopoli”Le responsabilità della destra ma anche della “sinistra” borghese

Da Sud a Nord, devastazione ambientale, malattie e tumori, disoccupazione, ricatti e licen-ziamenti di massa. È questo che il gruppo Riva, per accaparrarsi stratosferici profitti dopo aver messo le mani nel 1995 sul set-tore acciaio privatizzato, ha pro-curato alle masse popolari e la-voratrici italiane. Adesso un’altra arrogante serrata in risposta al sequestro di 916 milioni degli 8 miliardi di euro richiesti dai giu-dici per il risanamento dell’Ilva di Taranto: dal 12 settembre hanno imposto la chiusura degli stabili-menti di Verona, Caronno Pertu-sella (Varese), Lesegno (Cuneo), Malegno, Sellero, Cerveno (Bre-scia) e Annone Brianza (Lecco) e di servizi e trasporti (Riva Energia e Muzzana Trasporti), con la con-seguente estromissione dalle loro fabbriche di 1.402 tra operai e di-pendenti. Mentre scriviamo corre il dodicesimo giorno di questa infame serrata.

Il governo Letta-Berlusconi, supino di fronte al ricatto padro-nale, di fatto avalla la violenza dei Riva contro migliaia di famiglie operaie e consente a questi pe-scecani di apportare un danno enorme all’economia italiana già in crisi, mentre intanto chiacchie-ra di un decreto già pronto da vo-tare, il quale, secondo le prime in-discrezioni, altro non farebbe che estendere il fallimentare sistema del commissariamento ad altri settori aziendali.

La vera risposta all’arroganza padronale è arrivata dalle dure manifestazioni operaie esplo-se all’annuncio della serrata dei Riva: incredulità, rabbia, ma an-che una tangibile e incrollabile determinazione a non subire que-sto ricatto padronale si respira nelle manifestazioni che ormai quasi giornalmente riguardano i relativi stabilimenti. L’ultima il 24

a Verona, dove oltre 2mila operai, provenienti dalle fabbriche serrate del Nord, Lombardia e Piemonte, hanno dato vita a un corteo par-tito dalla sede dello stabilimento veronese dell’Ilva per arrivare in Prefettura. Qui erano riuniti tut-ti i parlamentari veronesi presi di mira dagli operai a fischi, urla “mafiosi! mafiosi!”. Già nei gior-ni passati Verona è stata il centro della protesta che ha visto scen-dere in piazza centinaia di operai Ilva, insieme a quelli delle Officine Ferroviarie Veronesi vittime di una trattativa che impedisce di far ri-partire l’attività, al grido “Lavoro! Lavoro!”.

Anche a Caronno Pertusella una dura protesta dei 156 operai che all’esterno dello stabilimento serrato hanno svolto presidi con gli striscioni sindacali al grido di “Lavoro, lavoro!”, mentre denun-ciano: “Il lavoro c’è ma ci costrin-gono a stare fermi!”. Sono 256 gli operai di Lesegno “in libertà”, formula usata dai Riva nel loro odioso comunicato, che hanno organizzato assemblee ai can-celli della fabbrica per chiederne l’immediata riapertura. “In liber-tà”: senza ammortizzatori sociali, senza contributi e stipendio. L’in-dicazione della Fiom è quella di presentarsi ai cancelli e, se sono chiusi, di chiamare i carabinieri per verbalizzare che è l’azienda che non intende far entrare i la-voratori.

Protestano anche i 436 operai degli stabilimenti della Valleca-monica contro la chiusura dei tre stabilimenti di Malegno, Cerve-no, Sellero. L’indotto qui racco-glie oltre un migliaio di operai in protesta. Non si riesce ancora a calcolare il danno economico che i Riva, unici fornitori di molte aziende della zona, stanno pro-curando all’economia regionale e nazionale.

Nazionalizzareil gruppo Riva

È questa violenza continua e predatoria che ha fatto del grup-po Riva un nemico giurato della salute e del lavoro, del proletaria-to e dell’ambiente italiani.

Le fabbriche devono essere liberate immediatamente dal loro diktat mafioso e riaperte. Vanno pagate ai dipendenti le giornate di lavoro non lavorate per colpa dei padroni e i relativi contributi. Non bisogna cedere al ricatto dei Riva: va tenuta ferma la posizione che lavoro e salute, lavoro e tute-la ambientale devono e possono convivere. Per questo la magi-stratura deve andare fino in fon-do e costringere il gruppo Riva a pagare tutti i costi inerenti i dan-ni dell’inquinamento a Taranto e della bonifica dello stabilimento e

del territorio. Abbiamo già richie-sto tempestivamente nel periodo degli scioperi di Taranto l’imme-diata nazionalizzazione dell’Ilva come unica strada in grado di sal-vaguardare insieme e contestual-mente salute, ambiente e lavoro. Di fronte all’escalation di violen-za contro i lavoratori e al ricatto contro la magistratura e le masse popolari messa in atto dal grup-po Riva che sta volontariamen-te estendendo le difficoltà degli operai tarantini a tutti i “suoi” siti produttivi sul territorio nazionale, non c’è commissariamento che tenga. A questo punto, l’unica soluzione per gli interessi imme-diati e futuri degli operai e per il valore strategico del settore eco-nomico dell’acciaio per l’Italia noi chiediamo l’immediata naziona-lizzazione di tutto il gruppo senza indennizzi.

get di cliniche private e ha vinto la causa perché l’Asp di Cosenza ha “stranamente” riconosciuto il debito al quale sono stati aggiun-ti gli interessi, totale 22 milioni di euro. Neanche 48 ore dopo l’ac-cordo Sifin ha poi ceduto parte del suo credito alla Insitor Capi-tal, società anonima del Canton Ticino, che anche per un gioco di scatole cinesi ha cosi incassato milioni di soldi pubblici che erano destinati alla sanità pubblica.

È il problema del cosiddetto “extrabudget” ovvero il rimborso da parte del pubblico delle pre-stazioni erogate in strutture pri-vate che è andato ben oltre le quote previste in convenzione, nonostante la sentenza del con-siglio di Stato che vieta i versa-menti per ciò che nelle conven-zioni non è previsto.

Ma l’Asp anziché usare la giu-risprudenza ha preferito sempre scendere a patti con i privati af-fidando la risoluzione delle con-troversie ad una serie di lodi ar-bitrali cercando di far incassare ai privati i loro mostruosi interessi non dovuti, per farli continuare a

mungere le casse pubbliche.Fra gli “arbitri” lo stesso Paoli-

ni, Nicola Abele e Nicola Gaetano (fratello di Dario Gaetano asses-sore a Paola nella giunta del neo-podestà Ferrari, Pdl).

“I personaggi coinvolti in que-sta vicenda sono portatori di mostruosi conflitti di interesse - denuncia Delio Di Blasi della dire-zione Cgil - hanno costruito le loro fortune (anche economiche) su un sistema ben rodato, efficien-te e che dura nel tempo, come deliberato dalla Corte dei Conti nel 2009. In un territorio piegato da un piano di rientro lacrime e sangue che paga l’addizionale regionale più alta d’Italia a fronte di servizi sempre più squalificati o inesistenti, questa vicenda as-sume i contorni del paradosso, in un clima di silenzio e disinteresse quasi generale”. Tutto questo va inquadrato nella tragica situazio-ne della sanità pubblica calabre-se che è allo sfascio!

Secondo una ricerca dell’Uni-versità svedese rilanciata dal Cen-sis la sanità calabrese è al 172° e ultimo posto delle regioni d’Euro-

pa per debiti, equità e qualità. I re-sponsabili sono il capitalismo, con la sua legge del massimo profitto e le sue crisi, lo smantellamento del ssn, il federalismo fiscale e la filomafiosa gestione da parte dei governi locali delle destra e della “sinistra” borghese, che anche se cercano di scaricarsi a vicenda le colpe (vedi gli attacchi dell’ex pre-sidente Loiero o di esponenti del PDCI a Scopelliti) sono in realtà corresponsabili della situazione della sanità calabrese. Lo dice lo stesso boss del PDL calabro ed ex ministro di Berlusconi Antonio Gentile: “la terribile situazione del-la sanità è frutto di contingenze e di errori fatti sia da parte del cen-trosinistra che del centrodestra”. Più chiaro di così si muore!

Una situazione terribile dunque: indebitamento record, 1 miliardo e 45 milioni di euro certificati solo fino al 2010, servizi da terzo mon-do nel pubblico e tariffe esorbitanti nel privato, il terribile “turismo sa-nitario”, ovvero la costrizione per i calabresi (quelli che possono per-metterselo almeno) ad un viaggio in altre zone d’Italia se non d’Europa

per curarsi, e ancora l’odioso feno-meno dell’obiezione di coscienza, ticket altissimi, corruzione, ’ndran-gheta e altre allucinanti situazioni che le masse vivono ormai da anni sulla loro pelle! Il fascista ripulito Scopelliti (che è anche commissa-rio alla sanità) per riaccreditarsi in vista delle prossime elezioni regio-nali (o nazionali? tenterà il “salto”?) parla di “importante” inversione di tendenza con lo sblocco di 187 milioni per i debiti pregressi delle aziende sanitarie calabresi da par-te del tavolo interministeriale Mas-sicci e dice che “il turismo sanitario è diminuito di qualche punto”, ma va detto che soldi sono stati dati dal Ministero del Tesoro in prestito per il rientro del mostruoso debito di 1 miliardo e 45 milioni e non si capisce davvero quale sia il suo “merito” in questo.

Quanto alla seconda afferma-zione sul turismo sanitario detta da uno che governa la regione da anni (dopo aver malgovernato per un decennio Reggio Calabria da sindaco) si commenta da sé.

Come si commenta da solo lo sbracamento destrorso del

trotzkista Piero Sansonetti, sem-pre più sostenitore aperto di Sco-pelliti e dei fascisti ripuliti, tanto che partecipando con Scopelliti stesso ad uno squallido dibattito organizzato dal PDL in piazza a Reggio Calabria apparentemente contro la ’ndrangheta ma in realtà contro lo scioglimento dei comu-ni infiltrati da parte della magi-stratura, dal berlusconissimo ti-tolo della “democrazia sospesa” (dalla magistratura si intende), è stato accolto da una vera ovazio-ne da parte dei partecipanti, tutti di “centro-destra”, come si vede anche su youtube, allorché ha fra l’altro equiparato fascismo e co-munismo e ha attaccato larvata-mente la stessa magistratura.

Occorre unirsi anche in Cala-bria in un ampio fronte unito per la sanità pubblica, gratuita, universa-le, controllata e gestita dai lavora-tori del settore, dalla popolazione e dai pazienti, perché si avvalga di strutture capillari di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione su tutto il territorio nazionale e sia fi-nanziata tramite la fiscalità genera-le, contro il capitalismo, i suoi go-verni nazionali e locali della destra e della “sinistra” borghese, contro la ’ndrangheta che è parte inte-grante del capitalismo, per l’Italia Unita, Rossa e Socialista!

Giordano, abbonatodi Paola (Cosenza)

Page 7: ilBolscevico n° 35-2013

N. 35 - 3 ottobre 2013 interni / il bolscevico 7OMESSA LA PUBBLICAZIONE DELLA SITUAZIONE PATRIMONIALE

I redditi dei membri del governo non convincono

Il premier Letta nullatenente? I ministri Patroni Griffi e Cancellieri i più ricchi con oltre 300mila euroAlla fine di luglio, in pie-

na “zona Cesarini” per evitare la sanzione che prevede dai 500 ai 10mila euro di multa in caso di omissione e relativa pubblicazio-ne su internet, gli uffici della pre-sidenza del consiglio dei mini-stri hanno ottemperato l’obbligo di pubblicare on line i redditi dei componenti dell’esecutivo in base a quanto prevede il Dlgs 14 mar-zo 2013, n. 33, sugli obblighi di pubblicità delle pubbliche ammi-nistrazioni entro tre mesi dall’ele-zione.

Il sottosegretario alla presiden-za del Consiglio Filippo Patroni Griffi che, da ministro della Fun-zione pubblica del governo Monti, scrisse la disposizione dell’opera-zione “trasparenza totale” si è det-to “molto soddisfatto” per l’anda-mento dell’operazione. In realtà si tratta di una vera e propria presa per i fondelli e per nulla trasparen-te. Infatti Letta e i membri del suo governo sono “obbligati” a pub-blicare solo le proprie situazioni reddituali ma non quella dei pro-pri familiari e parenti a cui spesso vengono intestati beni immobiliari e compartecipazioni azionarie. La facoltà di rendere pubblica l’enti-

tà di questi patrimoni è a totale di-screzione degli stessi parenti e fa-miliari tant’è che quasi tutti hanno negato il consenso alla loro pub-blicazione. Non solo; se si pensa che ogni parlamentare guadagna mediamente uno stipendio di circa 15 mila euro netti al mese (5.941 di indennità di funzione, più 4 mila di diaria, più 4.678 di rimbor-si e un forfait annuale per i viaggi che va da 9 a 18 mila euro) più tut-ta una serie di privilegi e benefit da nababbo a cui si aggiungono, a seconda dei casi, le varie indenni-tà di carica che spesso sono supe-riori allo stipendio base, allora ap-pare incredibile che gente come il presidente del Consiglio in carica Enrico Letta, il suo vice Angelino Alfano o il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello che siedono in parlamento da diverse legislatu-re dichiarino imponibili di circa 100 mila euro. La verità è che si tratta di una vera e propria banda di sanguisughe del popolo e men-titori incalliti perché omettono di denunciare tutti i loro introiti.

Ecco perché Letta con un im-ponibile di solo 123.893 si piaz-za a metà classifica e figura come un nullatenente: niente automobi-

li, moto, barche, case, azioni o in-vestimenti. Letta ha presentato nel 2013 (anno fiscale 2012) una di-chiarazione dalla quale non risul-tano proprietà intestate. E nel suo caso, come per tutti gli altri mini-stri e sottosegretari, non è possi-bile conoscere la reale situazione patrimoniale della famiglia per il negato consenso.

Ancora peggio ha fatto il mini-stro dei Rapporti con il Parlamen-to del PD, Dario Franceschini, che ha comunicato l’imponibile relati-vo al 2011 pari a 187.426 euro e ha preso tempo “in attesa di far per-venire quello relativo al 2012”. del resto non è un mistero che France-schini possiede una casa a Roma di 194 metri quadrati, un cospicuo pacchetto azionario e Btp.

La più ricca risulta invece la ministra della Giustizia Anna Ma-ria Cancellieri con un reddito im-

ponibile dichiarato di 319.170 euro. Mentre tra i viceministri e sottosegretari il 730 più alto è pro-prio quello di Filippo Patroni Grif-fi con 331.627 euro. L’ex ministro per un minimo di coerenza è uno dei pochi che ha reso pubblici an-che i patrimoni dei familiari fra l’altro composto da: un fabbricato a Roma, due a Napoli, uno a Mas-sa lubrense, un terreno a Frigna-no, tre macchine, fondi per quasi 200mila euro e investimenti per oltre 180mila euro.

Il manganellatore di operai del PDL, vicepremier e ministro de-gli Interni, Angelino Alfano, van-ta invece un imponibile di 105.186 euro a cui si sommano una serie imprecisata di terreni e fabbrica-ti sparsi tra Sant’Angelo e Agri-gento.

Non se la passa male neanche il ministro degli Affari Europei

Enzo Moavero Milanesi che ha di-chiarato un imponibile di 186.735 a cui somma: una casa di 11,5 vani a Roma, 7 negozi, una casa all’Ar-gentario, un rustico a Lodi, una casa a Roma al 50% con la sorella e due case a Bruxelles. Nella sua disponibilità, tra l’altro Btp, fondi e portafogli di investimento.

Quagliariello invece è un “po-veraccio” con un imponibile di appena 87.563 euro più due fab-bricati a Locorotondo e le nude proprietà di Roma e Parigi. Gra-ziano Delrio, ministro delle Re-gioni, dichiara 97.492euro, alcuni fabricati e due terreni di “semina-tivo arboreo”. Mentre Carlo Trigi-lia (179.025euro di reddito) è pro-prietario di una casa di 230mq a Bagno a Ripoli al 50% e un ter-zo di un terreno a Porto palo di 25mila mq. Il ministro della Coe-sione possiede fra l’altro anche

una bella barca a vela da 7 metri.Il ministro del Lavoro e delle

Politiche sociali, Enrico Giovan-nini, vanta invece un reddito di di 297.729 euro ed è tallonato dal mi-nistro dei Traporti Maurizio Lupi con 282.499 euro. Alle loro spalle, Fabrizio Saccomanni con 195.255 euro, quindi la titolare degli Esteri Emma Bonino con 177.077 euro, il ministro della Cultura Massi-mo Bray con 150.457 euro, quel-lo dello Sviluppo Flavio Zanona-to con 109.565 euro, la ministra dell’Agricoltura Nunzia De Giro-lamo con 101.071 euro. Appaiati intorno ai 98mila euro i ministri Beatrice Lorenzin, Andrea Orlan-do e Giampiero D’Alia, tallonati da Maria Chiara Carrozza ferma a 97mila. A quota 74.408 il ministro della Difesa Mario Mauro. Chiu-de la ministra Cecile Kyenge con 38.538 euro.

APPELLO DELL’ANPI NAZIONALE

“Si proibiscano manifestazioni che assumono un netto carattere fascista”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo in estratti.

La Segreteria naziona-le dell’ANPI a conoscenza del fatto che si preannuncia-no un altro incontro, in Lom-bardia, di esponenti della de-stra nazifascista europea, e in provincia di Treviso una Fe-sta nazionale di CasaPound, con un programma, all’appa-renza innocuo, ma sono note manifestazioni e dichiarazioni di esponenti di questo gruppo tutt’altro che conformi alle re-gole ed ai principi costituzio-nali;

considerato inoltre che nel Paese si stanno moltiplicando episodi e manifestazioni raz-ziste o xenofobe;

invita le Autorità compe-tenti, a livello governativo, re-gionale e locale a proibire ma-nifestazioni che assumano un netto carattere fascista, pub-blicamente utilizzando sim-boli e vessilli del passato re-gime; e comunque a vigilare affinché non appaiano, in qua-lunque occasione, i predetti simboli, che suonano – di per sé – oltraggio alla Resistenza ed ai valori costituzionali;

sollecita l’applicazione ri-

gorosa della legge “Mancino” in tutti i casi in cui si manifesti apologia o rimpianto del regi-me fascista e/o si esprima odio razziale e incitamenti alla xe-nofobia, attacchi ad ogni tipo di diversità;

invita le proprie organiz-zazioni periferiche, e in parti-colare quelle dei luoghi diret-tamente interessati alle citate vicende ad intervenire presso le Autorità competenti perché siano rispettate la Costituzio-ne e le leggi che ad essa fanno riferimento;

invita altresì le organiz-zazioni provinciali e regio-nali competenti per territorio ad organizzare manifestazio-ni che sottolineino il carattere antifascista della Costituzio-ne repubblicana e il rifiuto di ogni manifestazione o iniziati-va che si richiami, in modo di-retto o indiretto, ad un passato di lutti, di barbarie, di rovina e di privazione della libertà.

L’ANPI nazionale dediche-rà prossimamente una giorna-ta di riflessione su quanto sta accadendo in Italia in questi mesi.

La Segreteria Nazionale ANPI

Roma, 9 settembre 2013

SOLIDARIETA’ A DON GIORGIO DE CAPITANI“Caro Don Giorgio, solo ora

abbiamo saputo, grazie a una gentile e premurosa segnalazio-ne, della grave e antidemocrati-ca decisione del cardinale Scola di trasferirla a Dolzago. Si tratta, oggettivamente, di un esilio, di una emarginazione dal ‘gregge’ cattolico.

È più che evidente che il car-dinale arcivescovo di Milano, noto reazionario ciellino, leghi-sta e berlusconiano, non vuole assolutamente che le sue idee democratiche, progressiste, di giustizia sociale ed evangeliche abbiano cittadinanza nella chiesa cattolica.

Le siamo vicini e solidali in maniera militante. Resista, per piacere, non la dia vinta ai preva-ricatori della democrazia e della libertà, agli oscurantisti medioe-vali.

La sua predicazione non può che far bene al popolo italiano. E lo diciamo noi marxisti-leninisti che siamo atei”.

Questa la solidarietà che il PMLI e “Il Bolscevico” hanno in-viato il 12 settembre a Don Giorgio De Capitani, prete di S. Ambrogio in Monte, di Rovagnate (Lecco), oggetto di un provvedimento pu-nitivo per non essersi piegato ai gerarchi porporati della romana Chiesa, al “padre-padrone a cui premono l’ordine, la disciplina, l’obbedienza cieca”, rimanendo quello “spirito libero”, “senza la testa fasciata”, come lui stesso si definisce nella lettera di risposta alla missiva del cardinale Scola in cui gli veniva comunicato l’esilio nella parrocchia di Dolzago.

Una missiva “fredda, canoni-ca, minacciosa e ipocrita, piena di parole pregne di diritto canonico, con minacce di provvedimenti e sanzioni” che non risparmiano un solo aspetto toccato da Don Gior-gio nelle sue ripetute omelie po-state anche sul suo sito internet.

“Io avrei ferito la ‘comunio-ne ecclesiale’? - continua Don Giorgio - Certamente, quando la Chiesa, anche quella milanese, nella sua parte ciellina e leghi-sta, si è messa in combutta con il Criminale d’Arcore (a cui l’allora pivellino professore Angelo Scola aveva fatto da professore!). Certo, ho denunciato questa vergogno-

sa, oscena, blasfema connivenza! Che cosa avrei dovuto fare? Ta-cere, per amore della comunione ecclesiale? Ma forse il cardinale, nella lettera, alludeva ad altro? Lo dica esplicitamente!”.

Certamente, alludeva al suo antiberlusconismo, alle sue idee democratiche, progressiste e di giustizia sociale che cozzano fortemente con quella “religione-struttura, quel dio-struttura, il dio fatto su misura di una chiesa che incensa gli idoli” che ha sempre contestato, come quella Chiesa che non è altro “che quell’insie-me di gerarchi apparentemente dotti, ma in realtà ‘ignoranti’, che pretendono di tenere per loro le chiavi della scienza o della co-noscenza di Dio? Ma chi siete? I detentori della verità?”.

Di fatto non è il primo prov-vedimento che la Curia milane-se prende contro questo prete coraggioso: nel 2009, prese le distanze dalla sua posizione an-tinterventista sul ruolo del contin-gente militare italiano in Afghani-stan. Proprio in quell’occasione il Partito già gli espresse la propria solidarietà militante.

“Forse il cardinale alludeva al fatto – continua Don Giorgio - che ho sostenuto e tuttora sostengo che i divorziati risposati e i con-viventi dovrebbero anche loro non solo partecipare alla Messa e alle funzioni sacre, ma che non dovrebbero essere esclusi dal ri-cevere la Comunione e dal sacra-mento della confessione?”

E ancora “ Non penso, poi, che l’ortodossia della fede venga messa in discussione dalle mie aperture al sacerdozio femminile, o al matrimonio dei preti”.

Oppure, sostiene a testa alta Don Giorgio “a quale ‘magistero della Chiesa in tema di morale’ mi sarei opposto? Ma di quale morale? Della morale sessuale, dove sembra che il vostro dio sia il giudice dello sperma maschile disperso o il difensore dell’atto generativo fatto nei tempi e nei modi stabiliti dalla Chiesa?”. O forse, si chiede Don Giorgio “il cardinale intendeva le mie prese di posizione nei riguardi dei diritti civili da applicare a tutti, indistin-tamente, al di fuori degli schemi etici stabiliti dalla Chiesa? Se la

dottrina dogmatica ha monopo-lizzato la ricerca della verità, la morale ecclesiastica ha tenuto in pugno un popolo intero, fa-cendolo sentire in colpa su una materia che, volere o no, è parte dell’amore, in tutti i suoi molte-plici aspetti, anche fisici, su cui la Chiesa ha messo il suo potere decisionale.

Il tema morale che io avrei messo in pericolo riguarderebbe forse il fine vita, su cui ognuno ha il diritto di dire la sua, anche sugli accanimenti di carattere medico che non fanno che prolungare quella specie di esistenza che in realtà non è che prolungamento di uno stato vegetativo?”

Infine, puntando il dito su un argomento ancora più scottante afferma: “Si parla di giustizia, in che senso? Di quale giustizia si parla?. Mi meraviglia che il car-dinale Scola usi questa parola contro di me, quando in Italia, an-che con l’appoggio del suo Movi-mento ciellino, la giustizia è stata sommersa dalla legalità di stato più ingiusta, con leggi ad perso-nam fatte da un Criminale, che io ho combattuto con tutte le mie armi, più o meno affilate, proprio

per distinguere salvando la Giu-stizia dalla illegalità legalizzata. Forse c’entra nulla...” Ed è pro-prio per questo che Don Giorgio è stato confinato in una parrocchia secondaria senza “altri” incarichi, perché rifletta e per il futuro lo “in-vita a evitare qualsiasi intervento che… risulti comunque incompa-tibile con gli atteggiamenti richie-sti a un presbitero”.

La solidarietà del PMLI e de “Il Bolscevico”, per la quale Don Giorgio ci ha ringraziati, è stata pubblicata sulla pagina di soste-gno e di protesta su Facebook dal titolo “lettere a sostegno - da PMLI e ‘Il Bolscevico’ ”; in questo sito compaiono i tanti messaggi ricevuti in segno di stima, rico-noscenza e di condivisione della battaglia da lui condotta.

In segno di solidarietà e prote-sta per la rimozione i parrocchia-ni hanno deciso di seguire le sue funzioni nella chiesa dell’esilio di Dolzago.

Sosteniamo Don Giorgio per-ché i prevaricatori della democra-zia e della libertà e gli oscurantisti medioevali non l’abbiano vinta e possa riprendere il suo posto e continuare il suo lavoro.

Accade nullaattorno a te?RACCONTALO A ‘IL BOLSCEVICO’Chissà quante cose accadono attorno a te, che riguar-

dano la lotta di classe e le condizioni di vita e di lavoro delle masse. Nella fabbrica dove lavori, nella scuola o università dove studi, nel quartiere e nella città dove vivi. Chissà quante ingiustizie, soprusi, malefatte, problemi politici e sociali ti fanno ribollire il sangue e vorresti fos-sero conosciuti da tutti.

Raccontalo a “Il Bolscevico’’. Come sai, ci sono a tua disposizione le seguenti rubriche: Lettere, Dialogo con i lettori, Contributi, Corrispondenza delle masse e Sbatti i signori del palazzo in 1ª pagina. Invia i tuoi “pezzi’’ a:

[email protected] BOLSCEVICO - C.P. 477 - 50100 FIRENZE

Fax: 055 2347272

Page 8: ilBolscevico n° 35-2013

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Page 9: ilBolscevico n° 35-2013

N. 35 - 3 ottobre 2013 PMLI / il bolscevico 9I MEDIA IGNORANO

LA SOSPENSIONE DE“IL BOLSCEVICO” CARTACEO

Il Bolscevico, dopo ben 44 anni di inin-terrotta pubblicazione, senza peraltro go-dere neanche di un euro di finanziamen-to pubblico, cessa la sua edizione cartacea per ragioni finanziarie e i mass media del-la destra come della “sinistra” borghese lo ignorano. Vergogna!

Si può non condividere la sua linea, ma di fronte a un settimanale che per de-cenni è presente nel panorama politico ed editoriale nazionale ed è costretto non per propria volontà a chiudere la sua edizione cartacea, il minimo che un giornalista, un caporedattore, un direttore di testata, persi-no un editore veramente democratico pos-sa fare è quello di solidarizzare con esso e con chi ogni settimana lo ha scritto e lo continuerà a scrivere e pubblicare.

Con dispiacere, oltre che con disappun-to, dobbiamo registrare invece che nem-meno un quotidiano o un periodico carta-ceo ha dato notizia del comunicato stampa del PMLI inviato ai mass media il 18 set-

tembre sulla dolorosissima decisione del-l’Ufficio politico del Partito di sospende-re l’edizione cartacea de Il Bolscevico. A niente è servito nemmeno il tempestivo e immediato lancio di ampi stralci di quel comunicato da parte dell’Ansa.

Solo alcune testate on-line hanno dato la notizia. In particolare la Repubblica.it che ha pubblicato un estratto del comuni-cato e quattro foto, probabilmente censu-randone una, quella con la prima pagina de Il Bolscevico che riporta il documento dell’Ufficio politico del PMLI “Opponia-moci al governo Letta-Berlusconi” e una vignetta con l’attuale presidente del con-siglio e il neoduce Berlusconi in orbace. Una foto che invece ha pubblicato, assie-me alle identiche quattro di Repubblica.it, la testata online Lettera43. Servizi simili se non identici, hanno pubblicato anche Prima on line, Nuova Resistenza, Firenze Today, Informazione.it, Dou (testata gre-ca), e altri.

Continua così la strategia non dichiarata e non pubblica da parte della classe domi-nante borghese, delle sue istituzioni e dei suoi governi contro il PMLI del silenzio stampa, dell’oscuramento mediatico per impedire che sia conosciuto dalle masse popolari e giovanili.

Solo due settimane fa aveva rotto il black out La Nazione di Firenze pubbli-cando sul cartaceo e online un ampio ser-vizio sulla recente commemorazione di Mao. Profeticamente avevamo espresso la speranza che non fosse una rondine che non fa primavera. Purtroppo non ci erava-mo sbagliati: per i mass media di regime per quanto riguarda il PMLI e il suo orga-no di stampa Il Bolscevico è ancora pieno inverno.

Comunque Il Bolscevico non è morto, è vivo e continuerà a crescere per diven-tare ancora più forte, competente e rosso, anche se per ora solo in formato digitale. Animati dallo stesso spirito di Mao e di Yu Kung, tutto il Partito, dai dirigenti ai sem-plici militanti, è impegnato a intensifica-re il lavoro di radicamento per ricreare le condizioni per la ripresa della pubblicazio-ne cartacea.

Anche se resta un fatto storico e politico indimenticabile e vergognoso l’aver igno-rato il doloroso annuncio della sospensio-ne de Il Bolscevico cartaceo, noi continuia-mo comunque a confidare che prima o poi un sussulto antifascista da parte dei gior-nalisti democratici li induca a ribellarsi al-l’imposizione di non nominare nemmeno il PMLI e il suo organo di stampa. Sarebbe una bella vittoria per la libertà di stampa e d’informazione.

Alcune pagine web che hanno rilanciato il comunicato e la notizia della sospensione de “Il Bol-scevico” cartaceo

Le istanze del PMLIe la sospensione cartacea

de “Il Bolscevico”“NON SI TRATTA DI UN ADDIO

MA DI UN ARRIVEDERCI!”

Pubblichiamo come esempli-ficativi di tutti quelli ricevuti da Istanze del Partito, alcuni messag-gi sulla sospensione dell’uscita cartacea de “Il Bolscevico”.

La perdita de “Il Bolscevico” car-taceo è veramente un brutto colpo per il Partito e per tutti i suoi lettori. Ma siamo anche certi che non si trat-ta di un addio ma di un arrivederci. Se riusciremo a conquistare le mas-se al Partito e quindi a ricevere più contributi economici riusciremo an-che a ridar luce al nostro settimanale di battaglia. La sua rinascita è legata al nostro radicamento!

L’Organizzazione di Viggiù(Varese) del PMLI

Compagni, abbiamo quasi le la-crime agli occhi nello scrivere pen-sando al nostro giornale glorioso e alla condizione del proletariato e delle masse. Quando la sapemmo alla commemorazione di Mao quasi non riuscivamo a capire.

Ma neanche un passo indietro sarà fatto e riusciremo a ripubblica-

re il nostro Organo di stampa e inol-tre avremo successo anche su Inter-net col formato PDF! Si continuerà a scrivere!

La Cellula “Rivoluzione d’Ottobre” di Bari del PMLI

Compagne e compagni del PMLI e della Redazione centrale de Il Bol-scevico,

con molta tristezza abbiamo sa-puto della sospensione della pubbli-cazione cartacea de “Il Bolscevico”. Dopo 44 anni certamente “Il Bolsce-vico”, giornale del proletariato, non doveva fare questa fine per colpa del capitalismo e delle esigue finanze del Partito. Oggi dobbiamo sforzar-ci tutti, militanti e simpatizzanti del PMLI, a dare una mano al Partito in-viando (chi può) contributi econo-mici affinché possa di nuovo inizia-re la pubblicazione cartacea de “Il Bolscevico”.

L’Organizzazione di Buonalber-go purtroppo è molto limitata dal-l’aspetto finanziario.

Saluti a tutte le compagne e i compagni del PMLI.

W il PMLI!L’Organizzazione

di Buonalbergo(Benevento) del PMLI

Un giorno “Il Bolscevico” tornerà a risplendere in

tutto il suo fulgoreCari compagni,siamo molto addolorate per la

sospensione della pubblicazione cartacea, dopo 44 anni, de “Il Bol-scevico”. Continueremo a seguir-lo sul sito.

Con l’augurio che un giorno ri-tornerà a risplendere in tutto il suo fulgore, inviamo un rosso fraterno abbraccio.

Coi Maestri e il PMLI vince-remo!

Liliana, Anna, Maria – Cuneo

Ci mancherà ma anche online saprà essere l’organo del PMLI e

giornale del proletariatoApprendo con dolore della so-

spensione della stampa su car-ta de “Il Bolscevico. Davvero un peccato. Ci mancheranno perfino l’odore della carta con il suo rosso

vivo! Sono sicuro comunque che anche nella sola versione online continuerà a svolgere la sua fun-zione di organo del PMLI e gior-nale del proletariato e delle masse popolari e anzi mieterà nuovi con-sensi. Tanto più in un’epoca dove è ormai di massa l’uso portatile di Internet su smartphone e altri pro-dotti sempre più connessi e tecno-logici (nella misura si intende che fanno comodo ai pescecani del-l’elettronica e delle telecomuni-cazioni, guai a pensare che la rete sia “neutra” e “democratica” come sostiene fra l’altro il qualunquista megalomane di destra Grillo).

La lotta di classe non si ferma e sono certo che il PMLI supererà uno ad uno gli ostacoli che si tro-verà davanti nella sua lotta contro il capitalismo e per il socialismo, a cominciare dalla cronica mancan-za di denaro che affligge il Partito, leggi povertà.

Sono certo che tornerà il prima possibile anche su carta e che sarà sempre più rosso e potente!

Gloria eterna a “Il Bolscevico” e al PMLI!

Avanti con forza e fiducia ver-so l’Italia unita, rossa e socialista!Un abbonato di Paola (Cosenza)

Gli auguri della Redazione di “Dialogo”

Cari compagni de “Il Bolsce-vico”,

la notizia della sospensione (che – a parte gli auspici di rito – sarà di certo una definitiva ces-sazione) della pubblicazione car-tacea de “Il Bolscevico” è una di quelle notizie che dispiace per davvero.

Il vostro giornale è stato sem-pre seguito negli anni con la mas-sima attenzione e condivisione da parte di tutti i componenti la Reda-

zione di “Dialogo”. Non crediamo purtroppo che identica attenzione sarà riservata alla nuova edizione in formato digitale.

Comprendiamo benissimo le motivazioni della modifica. Dopo ben 44 anni di pubblicazione, il fattore strutturale (gli insostenibili costi di stampa e spedizione) han-no condizionato il fattore sovra-strutturale. Pazienza... per il subìto arretramento.

Al fine di poter meglio segui-re “Il Bolscevico”, vi preghiamo – se possibile – di inviarcelo set-timanalmente al nostro indirizzo e-mail. Questa formula riteniamo sia più confacente alle nostre esi-genze, affinché il giornale sia me-glio seguito dai componenti la Re-dazione.

Auguri di buon lavoro politico.Piero Vernuccio –Modica (Ragusa)

Dite bene, lo spirito di Mao e di Yu Kung non

può andare persoUn vero peccato, carissimi

compagni, ma come dite bene, lo spirito di Mao e di Yu Kung non può andare perso. Intanto rimane, comunque la versione on line.

Saluti marxisti-leninisti.Eugen - Firenze

Resto a vostra disposizione per

pubblicare gli articoli de “Il Bolscevico”

Cari compagni, ho appreso con dispiacere la

sospensione della pubblicazio-ne de “Il Bolscevico” nel forma-to cartaceo.

Resto comunque a vostra di-sposizione per la pubblicazione di

eventuali articoli nel prossimo fu-turo che, spero migliore.

Viva il PMLI!Gianluca – Napoli

Mi rattrista sapere che non potrò più comprare

“Il Bolscevico” Cari compagni, leggo che “Il Bolscevico” car-

taceo per ora non esce più. È triste per me (che pur da oltre un anno, per motivi economici, non lo leg-gevo nela forma stampata), sapere di un foglio di lotta (e che lotta) che non esce. I suoi articoli, sag-gi, inchieste, gli speciali sui nostri immensi Maestri rimarranno per sempre nel mio cuore di umile mi-litante e povero disoccupato.

Era e sarà il mio sogno com-prare tantissimo da voi per cono-scere ancora di più e lottare, lot-tare, fortissimamente lottare, per la rivoluzione socialista dietro le bandiere e gli insegnamenti dei grandi Padri.

Con stima da compagnoSilvano - Teramo

Auguriper il nuovo corso

Cari compagni, vi faccio i miei migliori auguri

in vista del nuovo corso de “Il Bol-scevico”. Saluti.

Nicola Spinosi - Firenze

GrazieGrazie, compagni, grazie di tut-

to e per avermi inviato le notizie circa il servizio de “La Nazione” sulla commemorazione di Mao.

W il PMLI! Vi abbraccio.Michele – Scampia (Napoli)

Complimenti peri documentari su Mao

e su EngelsHo effettuato ieri il bonifico

come contributo per i dvd e la ban-diera. Molto ben fatti sia il docu-mentario di Mao che quello su En-gels... bel lavoro! Complimenti!

A presto, saluti marxisti-leni-nisti

Alessandro – Livorno

Grazie per l’invio delle annate de “Il Bolscevico”

in pdfCortese Redazione, i miei più sentiti ringraziamen-

ti per i due invii delle annate de “Il Bolscevico” in pdf. Siete vera-mente efficienti e sto già iniziando a leggere partendo dai primi nu-meri inviati.

È quello che ci vuole per sradi-care dalla mia mente molte falsi-tà propagandate in questi anni dai media sulla crisi e sulle scelte po-litiche dei governi e dei partiti bor-ghesi.

Infiniti ringraziamenti.Alessandro, via e-mail

Non bisogna essere passivi, ma tutti per uno

e uno per tuttiCare compagni e cari compa-

gni,appoggio sempre gli attivi

compagni della Cellula di Fucec-chio del PMLI. Non bisogna esse-re passivi ma tutti per uno e uno per tutti.

Saluti marxisti-leninisti da un simpatizzante e sostenitore del PMLI e de “Il Bolscevico”.

Viva il PMLI!Viva il socialismo!Viva Mao!Adolphe – Vicopisano (Pisa)

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10 il bolscevico / PMLI N. 35 - 3 ottobre 2013

ECHI DELLA COMMEMORAZIONE DI MAOPubblichiamo alcuni com-

menti e impressioni di Orga-nizzazioni, simpatizzanti e amici del Partito, presenti o meno alla commemorazione di Mao dell’8 settembre scorso.

Il PMLI è l’unicoin grado di svegliare le masse e renderle

protagoniste dell’avvento

del socialismoPrima di tutto complimenti

per la riuscita commemorazione e per il discorso del compagno Mino Pasca. Ancora una volta il PMLI fedele agli immortali inse-gnamenti del presidente Mao ha trattato un tema di fondamentale importanza: “La propaganda e il lavoro giornalistico”. Fondamen-tale per convincere le masse ad unirsi dalla parte giusta. Perché senza l’appoggio delle masse non si va da nessuna parte.

I piccoli ma importanti succes-si del PMLI sono la dimostrazione di come i suoi membri lavorino instancabilmente con le masse, all’interno delle masse per la loro emancipazione, a differenza di partiti “ultrasinistri” come le “BR” ieri ed i Carc oggi che agiscono isolati dalle masse e, anzi, le inti-moriscono, e a differenza dei par-titi della “sinistra” borghese, falsi comunisti e falsi marxisti-leninisti alla Rizzo che non fanno altro che confondere ulteriormente le idee alle masse con un frasario e una simbologia che non gli apparten-gono.

Il PMLI agisce alla luce del sole, a viso aperto, faccia a fac-cia con le masse. Ed è così che dovrà sempre essere. Per quanto la tecnologia avanzerà i rapporti umani non potranno mai essere sostituiti. “La democrazia della rete” è utopistica, la vera demo-crazia (quella della dittatura del proletariato) si conquista con la lotta rivoluzionaria. Tutta la teo-ria marxista-leninista non avreb-be senso se non potesse essere applicata alla realtà concreta. Per questo è importante ribadire il concetto “Noi marxisti-leninisti preferiamo e privilegiamo la lotta di piazza e il megafono anziché la tastiera”.

Come rileva Mao e, come giustamente è stato sottolineato nel discorso, il metodo da uti-lizzare per convincere le masse è la persuasione. Noi marxisti-leninisti siamo depositari della verità ma bisogna (dialogando dialetticamente con esse) ren-dere coscienti le masse di que-sta verità. Il che ovviamente non è facile in quanto la borghesia

cerca in ogni modo di illudere il popolo, ubriacarlo, facendogli credere che la giusta concezione del mondo sia quella borghese. La loro propaganda non è libera. La libertà di stampa borghese, al contrario, schiavizza. Come rile-vava Lenin: “L’odierna ‘libertà di riunione e di stampa’ nella repubblica ‘democratica’ (de-mocratica borghese) tedesca è una menzogna e un’ipocrisia, perché è di fatto la libertà per i ricchi di comprare e corrom-pere la stampa, la libertà per i ricchi di intossicare il popolo con le menzogne dei giornali borghesi, la libertà per i ricchi di avere in ‘proprietà’ partico-lari dimore, i migliori edifici, ecc. La dittatura del proleta-riato toglierà ai capitalisti, a vantaggio dei lavoratori, que-ste dimore, i migliori edifici, le tipografie, i depositi di carta”* (cit. Lenin, “Democrazia” e Dit-tatura, 23 dicembre 1918, in Le-nin, Opere complete, Ed. Riuniti, vol. 28).

Il PMLI ha un ruolo, una mis-sione fondamentale nella futura storia del proletariato italiano. Sara l’unico in grado di svegliare le masse dal loro sonno, renderle partecipi di una nuova realtà fino ad allora nascosta e allora sarà possibile un nuovo rinascimento che sarà sotto gli occhi di tutti: l’avvento del socialismo. Questo non avverrà dall’oggi al domani ma sono sicuro che, con pazien-za, arriveranno man mano impor-tanti risultati fino all’importante traguardo. Il PMLI è l’unico che ha gli strumenti per farlo. L’unico che da sempre ha saputo parlare alle masse e, come sempre, in-stancabilmente, tutti i giorni non perde l’ardore e la determinazio-ne nel farlo.

Ancora una volta complimenti per la riuscita commemorazione, per il discorso del compagno Pa-sca e a “Il Bolscevico”.

Coi Maestri e il PMLI vincere-mo!

Saluti marxisti-leninisti.Federico – provincia di Rovigo

Dobbiamo rimboccarci tutti le maniche e

dare il massimo di noi stessi per dedicarci

alla propagandae alla diffusione del

marxismo-leninismo-pensiero di Mao

Care compagne/i, il discorso del compagno

Mino Pasca tenuto alla comme-morazione del 37° Anniversario della morte di Mao, è talmente chiaro e incisivo che costringe

Firenze. 37° Commemorazione di Mao nell’Anniversario della scomparsa. Al podio, tiene il discorso uffi ciale il compagno Mino Pasca

RIFLESSIONI DELL’ORGANIZZAZIONE DI BINASCO (MILANO) DEL PMLI SULLA COMMEMORAZIONE DI MAO

“Utilizziamo il discorso di Pasca come manuale per propagandare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao tra le masse”

Pubblichiamo come esem-plificativi di tutti quelli ricevuti da Istanze del Partito, le rifles-sioni dell’Organizzazione di Bi-nasco (Milano) del PMLI sulla partecipazione alla commemo-razione di Mao nel 37° Anniver-sario della scomparsa.

Ancora presenti alla comme-morazione per il 37° Anniversario della morte di Mao, che per tutti coloro che amano il PMLI è oc-casione di incontro e confronto tra compagni che altrimenti rara-mente si vedono.

Siamo stati accolti, come sempre, fraternamente. Dopo gli interventi dei compagni assenti giustificati, letti dalla compagna Monica Martenghi e sottolineati dai commenti del grande Segre-tario generale Giovanni Scuderi, eccoci al momento tanto atteso da tanti di noi: l’intervento delle istanze locali del Partito.

Sempre con emozione e con-sci del peso dei due minuti a tutti democraticamente dati, compa-gne e compagni esprimono dal palco con poche parole e la mas-sima libertà, il proprio pensiero, le critiche al sistema borghese, nel

solco del marxismo-leninismo-pensiero di Mao.

Tra tutti gli interventi, sotto-lineati dai calorosi applausi, in particolare due ci colpiscono: la giovane compagna Michela e il giovane compagno di Roma che entrambi, in modo diverso, spiegano il loro avvicinamento al Partito e come in questo abbiano trovato la giusta linea, che non li fa sentire più isolati nella lotta, ma più forti nella pratica rivoluziona-ria.

Ed eccoci al discorso del compagno Mino Pasca, uno dei quattro primi pioneri del PMLI,

vera lezione di giornalismo ros-so, ascoltata con attenzione e scandita dalle sottolineature dal compagno Giovanni Scuderi, che mostra così la propria passione e partecipazione.

Lezione e sprone per noi tutti ad agire con la scrittura (“Penne rosse” con interventi su “Il Bol-scevico”, volantini, ecc.)

Ispirati dal pensiero di Mao, che invitava chi si occupava di propaganda a farlo per gradi, scrivere pensando a chi è indiriz-zato il messaggio, e non per pro-prio compiacimento.

Il compagno Pasca ha inol-

tre sottolineato come non ci sia neutralità nella scrittura di un ar-ticolo, ma che ogni messaggio ha un’impronta di classe, e che la nostra deve essere l’impronta proletaria; chiara, diretta, vivace ma senza giri di parole o fronzoli incomprensibili. Il discorso è pro-seguito smascherando la cosid-detta “rivoluzione della rete” per ciò che è: mezzo di distrazione di massa e catalogazione di dati; e ci ha invitati a preferire la piazza reale a quella virtuale, stando tra le masse (“privilegiamo il mega-fono alla tastiera”).

In conclusione, consigliamo di

utilizzare il discorso del compa-gno Pasca come un indispensa-bile manuale per tutti coloro che vogliono propagandare il marxi-smo-leninismo-pensiero di Mao tra le masse.

Importante ed emozionante il canto dei tre Inni del PMLI e le foto con il Segretario generale e gli altri compagni.

Un grazie dalla testa e dal cuore al PMLI e ai suoi fondatori.

Al servizio del Partito, con i Maestri e il PMLI vinceremo!

Organizzazionedi Binasco (Milano) del PMLI

ognuno di noi a una spietata au-tocritica. Dobbiamo ammettere che alcuni di noi non fanno tutto il proprio dovere verso il Partito, non s’impegnano abbastanza nella propaganda ritardando così la costruzione del corpo da Gi-gante Rosso di cui il Partito ha bisogno.

Probabilmente è in questo contesto che si inserisce anche la dolorosa ma momentaneamente necessaria scelta di sospendere la pubblicazione cartacea, dopo 44 anni, del glorioso, coraggio-so e rivoluzionario nostro ama-to giornale “Il Bolscevico”. Era diventato molto difficile per un giornale come il nostro, comple-tamente autofinanziato, resistere ai colpi dell’ennesima crisi capi-talista che scarica i suoi costi, in perfetto stile fascista, sulle mas-se sfruttate! Dopo lo shock della

italiano!L’Organizzazione di Treia

(Macerata) del PMLI

Un’analisi esemplare, molto approfondita

e enormemente necessaria per i tempi

che corronoCari compagni,vi ringraziamo per la compren-

sione e la vicinanza che il Partito tutto ha dimostrato nei giorni che hanno seguito la nascita della no-stra bimba.

Per noi non è stato facile non partecipare alla commemora-zione ma abbiamo letto con at-tenzione il prezioso contributo del compagno Mino. Un’analisi esemplare, molto approfondita

ne che il Partito marxista-leninista italiano sia l’unico vero baluardo contro ogni tipo di revisionismo e l’unico in grado di guidare le masse verso la rivoluzione e un cambiamento radicale di siste-ma. Certo non credo che la stra-da sarà breve anzi, al contrario, la via da percorrere è lunga e irta di ostacoli, sarà una Lunga marcia ma con il contributo di tanti com-pagni militanti e simpatizzanti, la loro partecipazione alle iniziative del Partito, l’attività di propagan-da e la presenza nelle manifesta-zioni, l’obbiettivo sarà sempre più vicino!

Il discorso del compagno Pa-sca “Mao, la propaganda e il lavo-ro giornalistico” apre gli occhi su una situazione, quella contempo-ranea, in cui l’uso di internet e dei social network come strumento principale e, come affermato da Casaleggio e Grillo, essenziale (quasi paragonandolo a qualcosa di miracoloso) per svolgere ogni possibile attività è subordinato allo stretto controllo che viene ef-fettuato su di esso da parte del governo.

Questo scenario virtuale sem-pre più utilizzato dai vari movi-menti e “partiti” politici non può essere sostituito dall’attività di propaganda effettuata realmente, nelle manifestazioni con volanti-naggi, nelle piazze con banchini e tramite “Il Bolscevico”.

Bisogna contribuire il più pos-sibile alla propaganda marxista-leninista e bisogna far sì che na-scano nuove “Penne rosse” per dare al nostro Partito un corpo da Gigante Rosso!

Andrea, simpatizzantedi Binasco (Milano) del PMLI

Ora so come agire correttamentenella stesura

dei miei contributiper “Il Bolscevico”

Ho partecipato, come ormai da qualche anno, alla comme-morazione del compagno Mao. È sempre per me un’emozione nuo-va perché si tratta di un momento basilare per la vita del nostro Par-tito: ci ritroviamo dopo il periodo feriale (ed è sempre importante avere un rapporto diretto con le compagne e i compagni) all’ini-zio dell’autunno che di norma è la stagione in cui ci confrontia-mo e ci organizziamo per portare avanti le nostre lotte e allo stesso tempo abbiamo la possibilità di approfondire e fare ancora di più nostri gli insegnamenti di uno dei cinque Maestri.

Quest’anno ho apprezzato particolarmente il tema trattato, ovvero la propaganda e il lavoro giornalistico, poiché ho l’occa-

sione di collaborare con il nostro giornale portando le mie espe-rienze sindacali e politiche, ho avuto la possibilità di saperne di più in modo da poter agire cor-rettamente anche nella stesura di ogni eventuale contributo per “Il Bolscevico”.

Pur apprezzando in toto l’ini-ziativa nella sua interezza è mio desiderio far presente alcuni passaggi che mi hanno colpito particolarmente. Nel corso degli interventi enunciati dai compagni dopo l’introduzione della com-pagna Martenghi (come al solito esaustiva e molto combattiva) e prima del compagno Pasca (che ho apprezzato anche se non ho potuto seguirla fino alla fine, mi riprometto di leggere e studia-re l’intero testo sul giornale) mi hanno fatto riflettere in positivo almeno tre interventi (senza nien-te togliere agli altri, altrettanto si-gnificativi). Il primo è stato quello di un compagno di Parma che ha ricordato il bene che hanno fatto al popolo le esperienze socialiste nell’URSS di Lenin e Stalin e nella Cina di Mao; il secondo quello di una compagna della Campania impegnata a propagandare le idee del socialismo nel proprio paese e il terzo del compagno Giorgio di Roma.

Degno di nota, a mio parere, anche l’intervento del compagno Franco di Vicchio (Firenze) che ha ricordato la manifestazione del popolo antifascista, dello stesso paese, dove si è riusciti ad impe-dire lo svolgimento del comizio di una forza politica dichiaratamen-te fascista.

In ultimo desidero ringraziare il PMLI per avermi dato la pos-sibilità di intervenire all’iniziativa e salutare tutte le compagne ed i compagni del nostro amato Par-tito.

Al lavoro, alla lotta, coi Maestri vinceremo! W Mao!

Andrea, operaio del Mugello

Un discorso denso, chiaro e profondo che

mi ha miglioratoCarissimi, ottimo il discorso di Mino Pa-

sca, che ritengo denso, chiaro e profondo al tempo stesso, privo degli orpelli che giustamente in-dicava che sono fuorvianti e per i quali devo fare un “mea culpa”, una sincera autocritica, per le volte in cui li uso durante con-ferenze, incontri, seminari, ecc., ma anch’io, almeno spero, sono un po’ migliorato, anche dopo le importanti considerazioni del compagno.

Cari saluti.Eugen - Firenze

e enormemente necessaria per i tempi che corrono. Farla propria significa possedere un ulterio-re strumento di lotta quotidiana, così come farla comprendere agli altri è essenziale per rafforzare le coscienze e conseguentemente il Partito.

Saluti marxisti-leninisti.L’Organizzazione

di Rufina (Firenze) del PMLI

Bisogna contribuire alla propaganda

marxista-leninista per far nascere nuove

“Penne rosse” edare al PMLI un corpo

da Gigante RossoAnche quest’anno ho parteci-

pato con vivo interesse alla com-memorazione della scomparsa di Mao organizzata dal PMLI e, come ogni anno, ascoltando i discorsi tenuti dalle compagne e dai compagni rafforzo sempre di più la mia idea e la mia convinzio-

notizia dobbiamo assolutamente rimboccarci tutti le maniche per dare il massimo di noi stessi de-dicando ogni ritaglio di tempo alla propaganda e alla diffusione del marxismo-leninismo-pensiero di Mao.

Nel suo discorso il compagno Pasca ci aiuta in questo obiet-tivo elencandoci 4 punti-guida per svolgere al meglio il lavoro di propaganda, facciamone tesoro applicandoli. Noi marxisti-lenini-sti abbiamo un grande compito: unire intorno al nostro Partito ri-voluzionario e di classe il prole-tariato, per edificare finalmente il socialismo in Italia. Dipenderà dal nostro impegno, senza se e sen-za ma, se il PMLI avrà finalmente il corpo da Gigante Rosso e potrà guidare, come unico Partito rivo-luzionario in Italia, il proletariato alla vittoria finale. Se saremo uniti ce la faremo compagni, e la luce del nostro faro, “Il Bolscevico”, tornerà su carta ad illuminare il cammino delle masse verso la vittoria. Per ora ci accontentere-mo di leggerlo online.

W i nostri Grandi Maestri! W il Partito marxista leninista

Page 11: ilBolscevico n° 35-2013

N. 35 - 3 ottobre 2013 PMLI / il bolscevico 1137° Anniversario della scomparsa di Mao: assemblea pubblica del PMLI a Catania

VIVO E STIMOLANTE DIBATTITODOPO LA LETTURA DI ESTRATTI

DEL DISCORSO DI PASCAPer essere presenti alcuni partecipanti hanno intrapreso lunghi viaggi dalla provinciaDal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di CataniaDomenica 15 settembre, per ri-

cordare il 37° Anniversario della scomparsa del grande Maestro del proletariato internazionale Mao, i compagni della Cellula “Stalin” della provincia di Catania hanno dato vita ad un’assemblea aperta al pubblico durante la quale sono stati letti ampi estratti del discorso tenuto del compagno Mino Pasca, a nome del CC del PMLI, in oc-casione della commemorazione di Mao organizzata dal Partito a Fi-renze lo scorso 8 settembre.

Simpatizzanti e amici del Par-tito sono giunti dal capoluogo et-neo e da alcuni paesi in provincia di Catania. In riferimento a ciò, un elogio va fatto ad una compagna simpatizzante che per essere pre-sente, da Caltagirone, ha percorso più di settanta chilometri.

L’iniziativa è stata aperta dal-l’intervento del Segretario della Cellula, compagno Sesto Schem-bri, che ha spiegato il programma dell’iniziativa. Egli ha riferito del-la commemorazione di Mao che si tiene ogni anno a Firenze, alla quale stavolta i compagni catane-si non sono potuti essere presenti per motivi economici. Una Com-memorazione non retorica, come è più volte emerso dagli interven-ti dei compagni della provincia di Catania, organizzata sin dal 1976, quando il PMLI era ancora in ge-stazione e si chiamava Organizza-zione Comunista Bolscevica Ita-liana marxista-leninista.

In seguito, dopo aver esposto il saluto che la Cellula ha inviato alla Commemorazione di Mao, i compagni Sesto e Gabriele si sono alternati nella lettura di estratti del discorso commemorativo tenuto dal compagno Pasca.

L’inizio del dibattito è sta-to preceduto da una citazione di Mao su Marx, letta dal compa-gno Sesto: “Marx ha partecipa-to alla pratica del movimento ri-voluzionario e, in più, ha creato la teoria della rivoluzione. Par-tendo dalla merce, l’elemen-to più semplice del capitalismo, egli ha studiato accuratamen-te la struttura economica del-la società capitalistica. La mer-ce era ogni giorno sotto gli occhi di milioni di uomini; essi se ne servivano, ma non si rendevano conto di che cosa rappresentas-se. Soltanto Marx ha sottoposto la merce ad uno studio scienti-fico. Egli ha, compiuto un enor-me lavoro di ricerca sul proces-so reale di sviluppo della merce e ha tratto da questo fenomeno universale una teoria veramen-te scientifica. Egli ha studiato la natura, la storia e la rivoluzione proletaria, e ha creato il mate-rialismo dialettico, il materiali-smo storico e la teoria della ri-voluzione proletaria. Così Marx è diventato uno degli intellet-tuali più completi, l’espressione più alta dell’intelligenza umana. C’è perciò una differenza radi-cale fra lui e coloro che hanno soltanto conoscenze libresche. Marx ha compiuto nel corso del-la lotta pratica inchieste e studi accurati, ha generalizzato il tut-

PER ACUIRE LE CONTRADDIZIONI TRALE MASSE E IL GOVERNO LETTA-BERLUSCONI

Diffuso a Milanoarticolo de

“Il Bolscevico” contro il bluff sull’abolizione

dell’ImuStimolato l’interesse a conoscere

maggiormente il PMLI

Milano, 14 settembre. Un momento della diffusione nel quartiere di Crescenzago del volantino che denuncia il bluff dell’abolizione del-l’IMU (foto Il Bolscevico)

Dal corrispondente della Cellula “Mao” di MilanoCon lo scopo di acuire le

contraddizioni tra le masse la-voratrici e popolari e il gover-no Letta-Berlusconi e al fine di propagandare ulteriormen-te la presenza del Partito nel quartiere di Crescenzago, do-v’è ubicata la sua Sede mila-nese, compagni della Cellula “Mao” di Milano del PMLI hanno diffuso, nel pomerig-gio di sabato 14 settembre in Piazza Costantino, centinaia di volantini riportanti l’artico-lo “L’abolizione dell’Imu è un bluff” pubblicato su “Il Bol-scevico” n. 32 con i recapiti locali e nazionali del Partito.

Il volantino, dove si sma-schera totalmente il bluff go-vernativo e berlusconiano, è andato letteralmente a ruba e letto con estremo interesse; c’è chi è anche tornato indietro per chiedercene più copie mentre altri, che si sono intrattenuti a discutere coi nostri compagni,

hanno ammesso di essere al-l’oscuro della subentrante ser-vice tax e della sua estensione agli affittuari. I nostri compa-gni gli hanno risposto che an-che per questo motivo occorre buttar giù il governo Letta-Berlusconi dalla piazza scon-giurando il completamento e consolidamento dell’attuale regime neofascista, presiden-zialista e interventista che tale governo intende garantire con la controriforma costituzio-nale piduista. Durante tali di-scussioni si è palesato anche l’interesse a conoscere mag-giormente il PMLI.

La Cellula “Mao” di Mi-lano del PMLI procederà costantemente, con questo spirito d’iniziativa e stile mili-tante proletario rivoluzionario, a propagandare tra le masse il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la linea politica del PMLI.

Al servizio del Partito! Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

OTTIMA DIFFUSIONE DEL PMLI ALLA FESTA DEL PD A RAVENNA

Dal nostro corrispondente dell’Emilia-RomagnaCome ogni anno militanti e

simpatizzanti dell’Organizzazione di Ravenna e delle Cellule “Sta-lin” di Rimini e di Forlì del PMLI hanno effettuato una diffusione alla locale festa del PD di Raven-na, la più grande della Romagna, e una delle poche rimaste dopo la

riduzione drastica di tali feste in tutto il territorio, dove si svolgeva-no quasi in ogni quartiere di ogni città.

Nella serata del 13 settembre, in concomitanza col concerto dei “Modena City Ramblers” le com-pagne e i compagni hanno diffu-so circa 20 copie de “Il Bolscevi-co” n° 22.

Banchino del PMLI per il proselitismoe la raccolta fondi per

le elezioni amministrative 2014 a ModenaSabato 28 settembre dalle ore 15.00

Via Emilia di fronte a Piazza Mazzini (angolo Via Scudari-Piazza Ova) - Modena

to e ha verificato nel corso della lotta pratica le conclusioni alle quali era giunto”.

Compagni e amici hanno ani-mato uno stimolante dibattito: Gianni, parlando della “rete”, si è trovato d’accordo con le parole del Partito (riguardo ai controlli e alla censura) e ha aggiunto che In-ternet, se usato nella giusta manie-ra può essere molto produttivo. In secondo luogo ha chiesto ai com-pagni come mai sul giornale non sono presenti articoli di critica al cristianesimo, visto che Città del Vaticano è l’arma più potente che oggi ha il capitalismo. Ha critica-to la figura del papa, spesso osse-quiato dai più grandi capi di Stato. Quest’ultimo osannato dai revisio-nisti, chiamato “comunista”, altro non è che “polvere negli occhi”. Ha aggiunto, infine, che il ruolo della chiesa è molto determinan-te nell’impedire l’evoluzione del

marxismo-leninismo. A seguire è intervenuto Bernardo, il quale si è soffermato sulla figura di Mao, esaltandone il ruolo di dirigente marxista-leninista e di Maestro del proletariato internazionale: “Il no-stro compito è di guardare, aven-dola cara come la luce dei nostri occhi, all’unità del Partito”.

Aurora, parlando della “rete”, ammette che è utile per farsi cono-scere ma aggiunge che ci sono del-le categorie con cui bisogna entra-re in contatto fisicamente stando sul territorio. Parla dei contadini di paesi come Licodia o Mazzar-rone, i quali in principio si erano messi in proprio riuscendo ad es-sere autosufficienti. Ora però sono arrivati al punto di essere schiavi dei commercianti, i quali gestisco-no veri e propri feudi. Conclude dicendo che il Partito dovrebbe, se possibile, organizzare degli even-ti in queste zone per fare notare a questi lavoratori che “ci siamo an-cora”. Nicola dell’ANPI, dopo es-sersi congratulato per la Sede, af-ferma quanto sia importante essere legati all’ambiente in cui si opera. Poi si chiede e chiede ai compagni se non si corra il rischio, citando tale rivoluzionario o tale dirigen-te senza analizzare la situazione locale, di cadere nel dogmatismo. Differentemente da ciò che fecero Stalin o Mao i quali applicarono il metodo dialettico nella storia, nel-l’economia, nei rapporti umani, nei rapporti sociali, Nicola chie-de ai compagni se si rischia di fare l’opposto di quello che loro han-no insegnato. Infine chiede come si pone il PMLI rispetto all’attuale

esperienza cinese. È la volta di Franco, il quale,

ha parlato di Mao come un gran-de condottiero, il padre di tutti i la-voratori del mondo, che ha lascia-to un segno nella storia in modo tangibile aprendoci gli occhi sul revisionismo. Infine, Giusep-pe, inizia dicendo di appoggiare le parole di chi è intervenuto pri-ma di lui su Mao e aggiunge che Mao “è stato l’unico tra i Mae-stri a gestire in prima persona la liberazione del popolo, ‘abbando-nando’ la sua famiglia, perché la sua famiglia era diventata il popo-lo”. Poi chiede quali siano le in-dicazioni “operative” nei confron-ti del governo nazionale e locale, come portare avanti le proposte. Aggiunge, riferendosi all’ammini-strazione Bianco, che dovremmo formulare un progetto alternativo rispetto al suo. Portare avanti le ri-vedicazioni delle persone e soprat-

tutto dei soggetti deboli. Su Gril-lo e la sua “rete” dice “sono solo parole, nei fatti non c’è niente. La cosa che mi ha colpito quando c’è stato l’exploit di Grillo è che la Goldman Sachs ha elogiato e sponsorizzato il M5S a livello in-ternazionale”. Conclude dicendo che sul giornale vorrebbe leggere una “controfinanziaria” rispetto a quella del governo partendo dalle esigenze dei cittadini.

Al termine degli interventi, i compagni in presidenza hanno dato le risposte. A Gianni è stato detto che il Partito sa esattamente di che pasta sono fatti potere re-ligioso e gerarchie ecclesiatiche. La Chiesa, il papa con tutto il con-clave non sono altro che avidi im-broglioni consapevoli di esserlo. Sono in possesso di banche, deten-gono un enorme potere economi-co, sono di supporto al sistema ca-pitalistico. Invocano “aiuti” per i poveri. Il punto fondamentale è in-vece rimuovere le cause della po-vertà. Nella società capitalistica, nella quale i ricchi accrescono la loro ricchezza e i poveri sono sem-pre più poveri bisogna criticare il capitalismo. Il papa questo non lo fa. Non propugna “aiuti” per i po-veri, solo elemosina. Al termine della risposta, i compagni hanno dato a Gianni una copia dell’ar-ticolo tratto da Il Bolscevico “La Chiesa cambia maschera”.

Ad Aurora è stato detto che ciò che subiscono i contadini che lei ha menzionato è la logica del ca-pitalismo, dell’accumulazione del denaro. I compagni hanno affer-mato che sì, bisogna certamente

fare qualcosa, come unirsi in coo-perativa. I contadini, i braccian-ti devono lottare per migliorare le proprie condizioni. Nessuno ci regala qualcosa, un grande uomo, un grande personaggio che lotti per noi.

I compagni hanno risposto a Ni-cola per quanto riguarda il dogma-tismo e la necessità di calarsi nella realtà pratica in cui si vive che il documento letto in estratti, consul-tabile in “rete” per intero, è legato a tematiche reali: Internet, Berlu-sconi, il governo Letta-Berlusconi, ecc. I compagni hanno parlato del Nuovo Programma d’azione, che altro è una ricca piattaforma riven-dicativa, che auspichiamo venga adottata dai Comitati di lotta che in base alle forze disponibili il PMLI supporta e che contribuisce a fon-dare laddove ce ne siano le condi-zioni. I compagni hanno concluso: “noi caliamo creativamente gli in-segnamenti dei nostri Maestri nel-la realtà in cui operiamo. Faccia-mo fronte unito con chi lotta per i diritti fondamentali della masse popolari” e “la rivoluzione sociali-sta è un principio universale, pas-saggio fondamentale e necessario per arrivare al comunismo. Il ca-pitalismo è un male, non si pos-sono usare palliativi ma il bisturi. Solo così potremo liberarci della borghesia. Chi ci ha provato, come il PCI, con le ‘riforme di struttu-ra’, la ‘via italiana al socialismo’, non ha fatto altro che lasciarci in mano ai democristiani, della bor-ghesia, questa è la realtà. Il Partito è necessario, certamente non dog-matico e scientificamente aperto ai lavoratori. Cosa pensiamo del-la Cina? Oggi è un paese capitali-sta, dove esistono enormi disparità economiche e sociali. Li, si rifa-rà la rivoluzione perché esistono le contraddizioni tra proletariato e borghesia”.

A Giuseppe è stato risposto: “come porsi nei confronti della situazione locale? È fondamenta-le la comunicazione, attraverso la quale avviene la propaganda. Ciò che possiamo fare a Catania per farci sentire è stare nelle piazze, organizzare assemblee e utilizzare in modo costruttivo Internet. Noi facciamo il possibile per denun-ciare l’amministrazione Bianco, ma abbiamo bisogno del contribu-to di tutti per far sentire la nostra voce, abbiamo bisogno, come dice il Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, di ‘penne ros-se’”. In riferimento alla “contro-finanziaria” i compagni hanno appreso con entusiasmo del desi-derio di Giuseppe ed hanno ricita-to il Nuovo Programma d’azione del PMLI.

Catania, 15 settembre 2013. Uno scorcio della sala durante l’assemblea pubblica organizzata per commemorare Mao

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12 il bolscevico / cronache locali N. 35 - 3 ottobre 2013

DOCUMENTO DEL PMLI.SICILIA

Via il Muos,il traditore

Crocetta e la base di Sigonella!

Viva la manifestazione nazionale a Palermo

Viva, viva, viva la mani-festazione nazionale del 28 settembre a Palermo “Bloc-care il MUOS, Sabotare la guerra, Cacciare Crocetta” alla quale il Partito marxi-sta-leninista italiano parte-ciperà con una delegazione di compagne e compagne impegnati nella lotta nelle rispettive città.

Dopo la storica occupa-zione della base militare USA di Niscemi il 9 ago-sto, la lotta contro il MUOS eleva progressivamente il suo contenuto rivendicativo e politico, acquisisce nuove alleanze e sperimenta vin-centi strumenti di lotta di massa. Importante conse-guenza del salto politico ed organizzativo è la volontà di cacciare Crocetta, che ri-flette la consapevolezza rag-giunta dal movimento che il governo regionale è il ne-mico principale delle masse popolari siciliane nella lotta contro il MUOS. La paro-la d’ordine “Cacciare Cro-cetta” raccoglierà intorno a sé un consenso di massa se il movimento No MUOS troverà punti di convergen-za con le altre lotte in corso in Sicilia, da quelle operaie e studentesche, a quelle per l’acqua pubblica per dar vita ad un unico grande fronte unito per lo smantellamento del MUOS, la base di Sigo-nella. le dimissioni di Cro-cetta, il lavoro, il no al pre-cariato, il diritto allo studio, all’abitare, alla sanità, al-l’acqua pubblica.

Crocetta applica con so-lerzia i diktat del gover-no Letta-Berlusconi che va considerato tra i nemici prin-cipali sui quali il movimen-to deve indirizzare i propri colpi, per criticarne la poli-tica interna di lacrime e san-gue ed estera guerrafondaia e chiedere l’annullamento degli accordi con gli USA sul MUOS, la base NRTF e quella di Sigonella.

L’analisi politica del mo-vimento pone attenzione al ruolo di portaerei del Medi-terraneo che viene imposto alla Sicilia dagli interessi degli imperialisti statuniten-si, europei e italiani. Va an-che detto che in Italia il prin-cipale fautore della servitù militare della Sicilia è il go-verno nazionale. Acquisire tale consapevolezza consen-tirà davvero di “sabotare la guerra”, indirizzando i no-stri sforzi a contrastare i pia-

ni guerrafondai del governo Letta-Berlusconi. Se voglia-mo fermare i missili di Oba-ma e i droni in partenza da Sigonella contro la Siria o contro qualsiasi altro Paese del Mediterraneo sotto mi-naccia, è il governo imperia-lista italiano che dobbiamo tenere sotto tiro politico ol-tre quello americano e il tra-ditore Crocetta.

Che siano soprattutto i giovani a scandire chiaro e forte alla manifestazione del 28 a Palermo: Non vo-gliamo il MUOS! Non vo-gliamo la guerra imperiali-sta! Ma urlino anche: Non vogliamo il precariato! Non vogliamo emigrare! Voglia-mo il lavoro, il diritto allo studio, all’abitare, alla sa-nità, all’acqua pubblica nel nostro Sud!, perché l’altra faccia della militarizzazione della Sicilia è la desertifica-zione lavorativa e la cancel-lazione dei diritti sociali.

La lotta al MUOS trove-rà quella ribalta e quei le-gami nazionali che in più assemblee del movimento abbiamo sentito rivendica-re, ed anche noi auspichia-mo, se saprà legarsi e lavo-rare in sinergia con gli altri grandi movimenti da quel-lo per il lavoro al No TAV. Il salto nazionale rafforzerà il movimento e darà un pre-ziosissimo contributo a resi-stere e a rispedire al mittente la strategia di diffamazione, sabotaggio e repressione che oggi in Italia il governo Letta-Berlusconi, come an-che il governo Crocetta, che s’inventa infiltrazioni mafio-se tra i No MUOS, sta indi-rizzando contro i movimen-ti più avanzati e combattivi. E quanto questa strategia sia aggressiva lo dimostrano le manganellate e gli sgombe-ri, ma anche la strumenta-lizzazione mediatica che il governo ha fatto di tre righe contenute in un lunghissimo e noiosissimo documento in cui due sedicenti “comuni-sti” parlano dei e non “ai” No TAV per criminalizzare e dividere il movimento e farlo passare connivente col terrorismo.

Siamo certi che il mo-vimento No MUOS sarà in grado di perseguire fino in fondo e con intelligenza po-litica e tattica il suo obbiet-tivo rivendicativo, pur muo-vendosi in uno scacchiere politico nazionale e interna-zionale complicatissimo.

A Milano

PISAPIA STANGA NUOVAMENTELE FASCE PIÙ DEBOLI

Agli anziani quasi raddoppiate le tariffe per il trasporto pubblico. Aumentata fi no al35 per cento la tassa sui rifi uti. Dimezzata la soglia per l’esenzione dall’addizionale IrpefRedazione di MilanoLa giunta meneghina guidata

dall’“arancione” Giuliano Pisa-pia, che in campagna elettorale andava cianciando sull’impor-tanza dell’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico e aveva assi-curato che l’introduzione del da-zio medievale denominato “area C” per entrare in auto nel centro cittadino serviva proprio a scon-giurare futuri aumenti, ha invece deciso di bastonare nuovamente i lavoratori pendolari e gli studen-ti del capoluogo e dell’hinterland deliberando un nuovo aumento degli abbonamenti settimanali e mensili dell’Atm (l’azienda pri-vata che gestisce per conto di Pa-lazzo Marino il trasporto pubbli-co a Milano e provincia); un vero e proprio salasso che inciderà pe-

santemente sui già provati bilan-ci delle famiglie.

Dal 1° di settembre l’abbo-namento mensile è aumenta-to di ben 5 euro salendo da 30 a 35 euro, mentre quello annuale addirittura di 30 euro, passando a 330 euro. L’aumento è previ-sto, di pari importo, anche per i giovani “under 26”, il cui abbo-namento passa quindi a 22 euro per il mensile e a 200 euro per l’annuale. Il settimanale “2x6” (che consente due viaggi al gior-no per sei giorni alla settimana) è passato da 8,40 a 10 euro. La giunta si accanisce poi ancor più pesantemente contro gli anzia-ni: per gli “over 65” con reddi-to Isee superiore a 20mila euro l’abbonamento quasi raddoppia: il mensile passa da 16 a 30 euro,

mentre l’annuale passa da 170 a 300 euro.

L’annuncio della stangata è stato dato di concerto dal neo-podestà Giuliano Pisapia, dal-l’assessore alla Viabilità Pier-francesco Maran e da quello al Bilancio Francesca Balzani i quali, senza vergogna, hanno di-chiarato di esservi stati costret-ti da “difficoltà di bilancio”. Lo stesso bilancio dove, però, com-paiono vergognose spese da ca-pogiro per stipendi e consulenze d’oro!

Ma Pisapia non si acconten-ta e vuole spremere come limo-ni fino all’ultima goccia le fasce più deboli e quindi ecco che, a novembre, già si preannunciano rincari che arriveranno fino al 35 per cento per le famiglie più

numerose, per la Tares, la nuo-va tassa sui rifiuti che sostituisce la Tarsu. Come se non bastasse, è stata abbassata a 15.000 euro la soglia di esenzione del reddito per il pagamento dell’addiziona-le comunale Irpef che era fissa-ta a 33.500 euro. In questo modo verrà triplicato il numero dei mi-lanesi che la dovranno pagare.

Questa è l’ennesima confer-ma che con la giunta “arancio-ne” non c’è alcun “nuovo che avanza” ma continua la vecchia logica di far pagare alle masse lavoratrici e popolari gli sperpe-ri dei politicanti al servizio della classe dominante borghese, oltre che i costi per l’immenso affare dell’Expo 2015, di cui si avvan-taggeranno unicamente i grandi pescecani capitalisti.

COMUNICATO DEL RESPONSABILE DEL PMLI PER LA CAMPANIA

Opponiamoci alla costruzione dell’inceneritore di Giugliano e ai piani criminali della giunta Caldoro sui rifiuti

Il PMLI condanna la politi-ca criminale della giunta del go-vernatore campano Stefano Cal-doro, di implementare gli affari della lobby degli inceneritori e quella criminale della costruzio-ne e gestione delle discariche decidendo di devastare la nostra regione e il suo territorio, am-morbandolo di polveri sottili con la conseguenza inevitabile di au-mentare i casi di tumori e leuce-mie.

Il progetto di costruzione del-l’inceneritore a Giugliano è la dimostrazione di quanto questi politicanti borghesi non abbia-no alcun riguardo per il dirit-to alla salute e la salvaguardia dell’ambiente. Consideriamo questo progetto l’ennesimo cri-mine verso le popolazioni cam-pane, già vessate da uno stillici-dio continuo ai danni della loro salute.

Le scelte della giunta Caldo-ro sono in continuità con i pia-ni assassini proposti dalle passa-te amministrazioni regionali di “centro-sinistra” guidate dall’ex Bossi del Sud, Antonio Basso-lino.

Ciò che questi politicanti bor-ghesi propongono è l’ennesima

politica banditesca, mirata ad af-fossare la raccolta differenziata porta a porta e il suo riciclaggio per fare unicamente gli spor-chi interessi delle multinaziona-li della criminalità organizzata e delle lobby capitalistiche sull’af-fare monnezza.

A questi politicanti che deci-dono di schierarsi con gli spe-culatori e gli inceneritoristi, le masse popolari della Campa-nia devono mandare un messag-gio di lotta forte e determinato contro le scelte che distruggono l’ambiente e la salute delle po-polazioni della nostra regione.

Per il PMLI queste scelte an-tipopolari e antiambientali vanno fermate con ogni mezzo neces-sario nonché con tutti i metodi di lotta conosciuti dalle masse po-polari, senza tenere conto dei li-miti posti dalla legalità borghese e dalla legislazione sempre più fascista contro le giuste rivendi-cazioni e i metodi di lotta delle masse.

I marxisti-leninisti continue-ranno ad essere un tutt’uno con i Comitati e le masse popolari, af-finché le teste e gli artigli di que-sti piani criminali contro la salu-te e l’ambiente vengano troncate.

Preparativi per la manifestazione nazionale del 28 settembrea Palermo contro il MUOS

Il 23 settembre si è tenuta una riunione organizzativa del comita-to No MUOS di Palermo, al quale partecipo, per preparare la manife-stazione nazionale del 28 settem-bre nel capoluogo siciliano. Ab-biamo discusso delle scelte del governo reazionario di Crocetta

e della sua giunta! Alla fine della riunione è stata svolta un’affissio-ne di manifesti per invitare i paler-mitani a scendere in piazza contro il MUOS sabato prossimo.

Giovanni –simpatizzante palermitano

del PMLI

Riteniamo che questa battaglia si possa vincere solo creando un largo fronte unito che coordini stabilmente le rivolte dei diversi territori della regione in confor-mità a una piattaforma unica e condivisa che diventi patrimonio di un unico e grande movimento di massa indipendente e autono-mo dalle istituzioni rappresenta-tive della borghesia.

Uniamoci per salvare la Cam-

pania dalla devastazione am-bientale e sanitaria!

Partecipiamo tutti uniti e in massa alla manifestazione di ve-nerdì 27 settembre a Giugliano contro la costruzione dell’ince-neritore!

Franco Di Matteo,Responsabile del PMLI

per la Campania

Napoli, 22 settembre 2013

Comunicato dell’Organizzazionedi Gabicce Mare del PMLI

OPPONIAMOCIAL RINCARO DELLE TARIFFE DEL TRASPORTO PUBBLICO

NELLA PROVINCIADI PESARO URBINO

Il PMLI si oppone ferma-mente all’ennesimo rincaro delle tariffe del trasporto pub-blico nella provincia di Pesa-ro Urbino, deciso dall’azien-da Adriabus, il quale colpisce innanzitutto le masse popola-ri più povere, messe già a dura prova dalla devastante cri-si economica che ancora una volta viene riversata sulle loro spalle.

Particolarmente grave la provocatoria decisione di usa-re delle guardie giurate nella veste di controllori, con l’ob-biettivo dichiarato di far scen-dere coloro che non possono permettersi i costosi titoli di viaggio.

La responsabilità di ciò ri-

cade sui tagli attuati dalla giunta regionale delle Marche guidata dal piddino Spacca e nell’Adriabus stessa che deve diventare completamente pub-blica in modo che siano sod-disfatti i bisogni di mobilità della popolazione comincian-do dalla forte diminuzione dei prezzi dei biglietti (che devo-no comunque essere gratuiti per disabili, pensionati poveri, spostamenti di studio e lavo-ro) e dall’estensione della co-pertura e della frequenza del-le corse per le piccole città e le periferie.

Organizzazione di Gabicce Mare del PMLI

16 settembre 2013

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N. 35 - 3 ottobre 2013 antifascismo / il bolscevico 13

INACCETTABILERADUNO NAZIFASCISTA A CANTÙIl neopodestà Bizzozero, senza vergogna alcuna, presenzia e porta il suo saluto ai partecipanti FERMA CONDANNA DEL PMLI E DELLE ASSOCIAZIONI ANTIFASCISTEDal corrispondente dell’Organizzazionedi Viggiù del PMLIVergognosa e criminale! Con

questi due semplici aggettivi si può commentare la decisio-ne scellerata del neopodestà di Cantù Claudio Bizzozero (eletto in una lista civica di “centro-si-nistra”) che insieme a Prefettura e Questura hanno concesso che il 12-13-14 settembre i neofasci-sti di Forza Nuova tenessero un raduno dell’estrema destra euro-pea denominato “Festival Boreal” in una struttura pubblica presso il parco solare di Cantù (Como).

Alle vibranti e sdegnate prote-ste dei canturini e delle associa-zioni antifasciste, prime tra tutte l’ANPI che giustamente chiede-vano al neopodestà l’immediata revoca dello spazio concesso, il signor Bizzozero (che tra l’altro ha tenuto un discorso di saluto al-l’apertura del raduno nazifascista) ha avuto l’ardire di affermare che Forza Nuova in quanto partito ha il diritto di esprimere liberamente il suo pensiero e le sue idee al di là di quali siano queste idee, ap-pellandosi peraltro alla libertà di espressione sancita nella costitu-zione (della quale oramai è stata fatta carta straccia dalle continue controriforme costituzionali por-tate da destra col sostegno della “sinistra” borghese). Peccato che il signor Bizzozero si sia dimen-ticato che nella costituzione oltre alla libertà di espressione ci sia la XII disposizione transitoria finale (comma primo) che vieta sotto qualsiasi forma la riorganizzazio-ne del disciolto partito fascista. Inoltre ci sono la legge 645 del 20 giugno 1952 e la legge Mancino che punisce l’apologia del fa-scismo e le pratiche xenofobe e discriminatorie che tale ideologia

si porta dietro. Bisogna essere ciechi per non vedere che Forza Nuova così come i gruppi presenti al “Festival Boreal” si richiamano in maniera più o meno celata agli ideali del nazismo e del fascismo, senza tralasciare le campagne di odio che questi movimenti fo-

mentano nei confronti degli immi-grati, degli omosessuali, e da chi come nella loro criminale ideolo-gia viene considerato “inferiore” o diverso.

Bizzozero è solo un ingenuo, che concede spazi comunali pubblici senza conoscere mini-mamente le idee dei gruppi che ospita e che non conosce le leggi sulle quali ha giurato come sinda-co, o un cosciente, servile colla-borazionista dei nazifascisti?

Forte è stata la risposta degli antifascisti. La prima iniziativa promossa dall’ANPI, sostenuta da varie forze sindacali e poli-tiche tra cui il PMLI, è stata una manifestazione a Como, presso il monumento in memoria ai caduti della Resistenza europea durante la Seconda guerra mondiale. In

centinaia quel giorno hanno ri-sposto al richiamo antifascista e da tutta la Lombardia sono afflui-te decine di delegati delle sezioni dell’ANPI sostenute dagli ope-rai in particolare della FIOM, dal PMLI con l’Organizzazione di Vig-giù (Varese) presente in maniera

militante con la propria bandiera e da molti giovani, ragazze e ra-gazzi che affiancavano i vecchi combattenti partigiani, in prima fila oggi come allora contro i na-zifascisti. Come Aldo Giassi ope-raio e partigiano, classe 1925, il quale durante la manifestazione dopo aver deposto una corona di fiori sul monumento alla Resi-stenza ha usato parole durissi-me nei confronti delle istituzioni borghesi che hanno concesso gli spazi pubblici ai nazifascisti, concludendo il suo discorso al grido di “Fascisti, carogne, torna-te nelle fogne” seguito da “Bella Ciao”.

Il PMLI, ben accolto tra le masse, ha portato la sua voce an-tifascista e anticapitalista marxi-sta-leninista con la diffusione di

un centinaio di volantini redatti per l’occasione e “Il Bolscevico” di cui sono state distribuite delle copie. I marxisti-leninisti hanno intavolato interessanti discussio-ni coi partecipanti sul tema del-l’antifascismo e dell’astensioni-smo tattico marxista-leninista. Il partigiano Aldo Giassi vedendo il manifesto di Mao sulla copertina del giornale ha tenuto a ricordare come anni prima egli stesso pos-sedesse una copia del famoso “Libretto rosso” di Mao.

C’è da sottolineare come le masse popolari abbiano sonora-mente contestato i rappresentati del PD che hanno preso la parola dal palco dei comizi. In particola-re è stata loro contestata la col-lusione col partito del neoduce Berlusconi nel criminale piano di stravolgere l’art.138 della costi-tuzione introducendo il presiden-zialismo come forma di governo nel nostro Paese. “Riforma” da sempre caldeggiata in primis proprio da fascisti e piduisti, neoduce Berlu-sconi in testa.

Nella stessa Cantù, anche se in tono minore, il venerdì se-guente si è tenuto un presidio di protesta organizzato dal PD Lom-bardia e che ha visto circa 300 partecipanti.

Nonostante le importanti mo-bilitazioni antifasciste sul terri-torio rimane il problema che alla fine il raduno nazifascista si è te-nuto e non sarà l’ultimo visto che per i prossimi mesi Forza Nuova e altre organizzazioni delle stesso stampo hanno annunciato che si faranno sentire in tutta la Lombar-dia. Il compito degli antifascisti è quello di sbarrare loro la strada con la lotta di piazza e di massa che porti al blocco sul nascere di ogni iniziativa di matrice nazi-fascista, come è successo agli inizi di settembre nel comune di Caronno Pertusella (Varese) dove l’ANPI, sostenuta dalle masse po-polari antifasciste, impedì ai mili-tanti di Forza Nuova di irrompere nel municipio con il Consiglio co-munale intento a discutere sulla concessione della cittadinanza ai figli dei migranti nati in Italia (mozione poi passata). In quel caso gli squadristi forzanovisti di fronte al blocco compatto degli antifascisti dovettero fuggire con la coda tra le gambe.

Como, 12 settembre 2013. La manifestazione antifascista promossa dall’ANPI contro il raduno nazifascista di Cantù (foto Il Bolscevico)

69° ANNIVERSARIO DELL’ECCIDIO NAZIFASCISTA DI FIGLINE

Pratocelebra la Liberazione

della cittàDeposto un cuscino di fi ori a forma di falce e

martello ai piedi del monumento che ricorda i 29 partigiani giustiziati dai nazifascisti in ritirata

Dal corrispondente della Cellula “G. Stalin” di PratoLa sera del 6 settembre si è

svolto il corteo di celebrazione della Liberazione della città di Prato.

Da Via Cantagallo a Nord di Prato, il corteo è arrivato fino a Piazza XXIX Martiri di Figline dove 69 anni fa 29 partigiani del-la brigata “Buricchi” scesi dalle colline circostanti furono catturati dai nazifascisti e assassinati per impiccagione.

Purtroppo i tentativi revisioni-sti di storicizzare tale eccidio e l’odiosa campagna di pacifica-

zione tra chi crede fermamente nell’antifascismo e chi lo ritiene ormai un’esperienza superata, si fanno sempre più evidenti; sono ormai diversi anni che il governo pratese di “centro-destra”, capi-tanato dal sindaco berlusconiano Roberto Cenni, ha ritenuto di uf-ficializzare le celebrazioni non più davanti al monumento con i nomi dei partigiani uccisi e contenente le funi utilizzate per le impicca-gioni, bensì facendo proseguire il corteo fino al sagrato della piazza della chiesa, quindi in un luogo che non ha alcuna rilevanza sto-rica e che appunto riduce tutto a un “preghiamo tutti insieme per loro” e non come sarebbe giu-sto: “onoriamo e impariamo da questi martiri che hanno donato la loro vita e guardiamo queste funi macchiate di sangue che ci ricordano di continuare a lottare

contro il nuovo fascismo perché queste non siano nuovamente nel nostro futuro”.

In Piazza 29 Martiri, dopo aver sonoramente fischiato e conte-stato il provocatorio cerimoniale anticomunista e filoclericale im-posto dal neopodestà Cenni in combutta col PD, l’ANPI provin-ciale e la Curia di Prato che fra l’altro ha sostituito “La canzone del Piave” a “Bella Ciao”, mol-ti manifestanti hanno disertato l’orazione ufficiale a cui ha preso parte anche il nuovo vescovo di Prato Franco Agostinelli e hanno aderito alla breve cerimonia orga-

nizzata dal PMLI e dai compagni della Federazione della sinistra di Prato. I militanti dei due par-titi hanno deposto insieme un cuscino di fiori a forma di falce e martello ai piedi del monumen-to e reso solenne omaggio ai 29 partigiani trucidati scandendo uno a uno i loro nomi e lanciando slogan in loro onore.

Durante il corteo militanti e simpatizzanti della Cellula “G. Stalin” del PMLI hanno intonato con il megafono “Bella Ciao” e “Fischia il Vento”, e lanciato gli slogan “Ieri, oggi e anche do-mani, gloria eterna ai partigiani”, “Contro la canea revisionista, fronte unito antifascista”, “I morti non sono tutti uguali, i nazi-fa-scisti sono i criminali”, all’arrivo al monumento si sono uniti ai compagni di base di PRC, Pdci e Fds.

Figline di Prato (Prato), 6 settembre 2013. Il corteo nel 69° Anniversario della Liberazione della città in onore dei 29 martiri partigiani trucidati dai nazifascisti (foto Il Bolscevico)

AL CENTRO DELLE ALPI BIELLESI

Molti i partecipanti alla commemorazione partigiana dell’Alpe di Noveis

Il sindaco di Caprile, Paganini, ha salutato personalmente ciascun membro della rappresentanza del PMLI

Dal corrispondente dell’Organizzazione di Biella del PMLISi è svolta nella mattinata di

domenica 1° settembre la com-memorazione partigiana in me-moria dei 7 partigiani trucidati dai nazisti il 20 luglio del 1944 dopo giorni di combattimenti, azioni dirette e momentanei tattici ritiri. Dei 7 caduti si è riusciti negli anni ad identificarne solo tre: Antonio Gobbi di 21 anni, Antonino To-scano di 24 anni e Mario Silvo-la di 18 anni; degli altri quattro non si è mai riusciti a conoscere l’identità perché erano partigia-ni volontari provenienti da molte parti d’Italia, e dall’estero, per

dare un fondamentale contributo alla lotta partigiana contro il mo-stro nazi-fascista.

Molti i partecipanti al corteo fino al monumento partigiano, dove la rappresentanza dell’Or-ganizzazione biellese del PMLI ha esposto le proprie bandiere tra l’approvazione generale dei presenti e mostrando d’essere anche in questa occasione l’uni-co partito politico presente; qui hanno preso la parola il sindaco di Caprile (Biella), Massimo Pa-ganini, che ha voluto salutare personalmente ciascun compa-gno del PMLI, il Presidente della Comunità montana Valsessera ed il Presidente dell’ANPI della

Alpe di Noveis (Biella), 1° settembre 2013. Il PMLI partecipa alla commemo-razione partigiana in memoria dei 7 partigiani trucidati dai nazifascisti (foto Il Bolscevico)

69° Anniversario della Liberazione di Borgo San Lorenzo

LA GIUNTA DI “CENTRO-SINISTRA” CELEBRA LA LIBERAZIONE ALL’INSEGNA DEL NAZIONALISMO PATRIOTTARDO

Dal corrispondente dell’Organizzazionedi Vicchio del Mugellodel PMLIPer il 69° Anniversario della Li-

berazione di Borgo San Lorenzo (Firenze), domenica 15 settembre si è svolto nel centro cittadino il tradizionale corteo per deporre le corone ai cippi e monumenti de-dicati alla lotta di Liberazione dal mostro nazifascista.

Da anni non ci stanchiamo di denunciare il clima nazionalista e patriottardo che è stato fatto assumere a questa celebrazione. Quest’anno si è toccato l’apice: la giunta di “centro-sinistra” Bettari-ni invece che far aprire il corteo della tradizionale banda musicale di paese, ha pensato bene di por-tare la fanfara dei carabinieri. Il ri-sultato è che l’ormai immancabile e patriottardo “Inno del Piave”, è stato eseguito varie volte mentre, com’era prevedibile, la fanfara

si è guardata bene dal suonare “Bella ciao”, canzone simbolo della lotta partigiana e della Re-sistenza. Il risultato è stato che la fanfara dei carabinieri ha finito per egemonizzare il corteo.

A causa di tutto ciò molti an-tifascisti quest’anno hanno diser-tato la cerimonia, per cui si è avu-ta una partecipazione ancor più inferiore rispetto agli anni scorsi.

Per rendere onore alla ricorren-za, ai partigiani e alla Resistenza l’Organizzazione di Vicchio del Mugello del PMLI ha comunque partecipato all’iniziativa. I com-pagni, militanti, simpatizzanti e amici con il fazzoletto del PMLI e dell’ANPI al collo e le spille dei Maestri e del Partito hanno por-tato le rosse bandiere del PMLI. Diversi i manifestanti che ci han-no espresso il loro dissenso per come era organizzata la cerimo-nia.

Il PMLI ha fatto il corteo ma,

per scelta politica, non ha parte-cipato alla parte finale della ce-rimonia dove era previsto il con-certo della fanfara.

Borgo San Lorenzo (Firenze), 15 set-tembre 2013. Le bandiere del PMLI al corteo per il 69° Anniversario della Liberazione (foto Il Bolscevico)

Valsessera. L’oratore ufficiale di que-

st’anno è stato Diego Novelli, ex sindaco PCI di Torino, che in un discorso in alcuni passaggi condivisibile ha denunciato con l’epiteto di diffamatore chiunque si permetta di mettere sullo stes-so piano i partigiani che hanno lottato per la liberazione dell’Ita-lia dal giogo nazi-fascista al pari dei fascisti e, ancor peggio, dei repubblichini sgherri dei macellai nazisti. In un passaggio Novelli, indicando le insegne marxiste-le-niniste, s’è detto “Felice di vedere delle bandiere rosse con la falce e il martello” e che l’importanza dell’ANPI risiede proprio nel fatto che all’interno c’è posto per tutti gli autentici antifascisti.

Al ritorno dalla manifestazione partigiana militanti e simpatizzan-ti del PMLI si sono recati presso il Comune di Portula (Biella) per fare visita ad un caro compagno simpatizzante del Partito nonché storico abbonato de “Il Bolsce-vico”: la discussione che si è aperta ha trattato della disastrosa condizione economica italiana e sulle durissime condizioni di vita cui sono costrette le larghe mas-se popolari. Il compagno ha ver-sato una generosa sottoscrizione per la nuova Sede centrale del Partito a Firenze.

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14 il bolscevico / cronache locali N. 35 - 3 ottobre 2013

CATANIA

Celebratoil 70° Anniversario

dell’inizio della Liberazione della Sicilia

dal nazifascismoPartecipazione attiva

del PMLI, invitato dall’ANPIDal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di CataniaIl 12 agosto, in occasione

del 70° Anniversario dell’inizio della Liberazione della Sicilia dal nazifascismo, si è tenuta presso il Palazzo della Cultu-ra-Cortile Platamone di Ca-tania l’iniziativa “E nel cuor...l’Italia”, concerto-lettura del pianista Leonardo Locatelli sulla Resistenza partigiana, con la partecipazione di Fede-rica Tangari.

L’iniziativa, organizzata dal-l’ANPI provinciale con il patro-cinio del Comune di Catania, è stata dedicata ai sei migranti annegati due giorni prima a pochi metri dalla spiaggia di Catania. Hanno aderito ANED Sicilia (Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti), ANPPIA (Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti), Arcigay, Azione Civile, CGIL, Circolo Rosa L., GAPA (Giovani asso-lutamente per agire), La città Felice, Libera, Lila (Lega ita-liana per la lotta contro l’Aids), PMLI, PdCI, PD, SEL, Sinistra per Catania.

Nel discorso d’apertura il presidente provinciale ANPI, Santina Sconza, ribadiva la necessità di difendere la costi-tuzione dai numerosi attacchi, perpetrati in particolare contro l’articolo 138.

Dopo aver ricordato la tra-gedia dei sei migranti annegati il 10 agosto, Sconza ha denun-

ciato gli insulti razzisti ai danni della ministra Kyenge oltre che la legge razzista e xenofoba Bossi-Fini sull’immigrazione.

Il concerto-lettura ha offer-to una selezione di brani con una chiave di lettura limitata e univoca della Resistenza, in quanto non menzionava i partigiani comunisti e a tratti riportava riferimenti religiosi.

A conclusione ha preso la parola l’assessore comunale alla Cultura di Enzo Bianco, Orazio Licandro, PdCI, che ha spiegato il significato simboli-co della lapide posta lo scorso luglio presso il Cortile Platamo-ne, la quale ricorda le donne e gli uomini LGBT deportati e uccisi nei campi di concentra-mento nazisti e quelli catanesi mandati al confino. Ha tuttavia omesso che la componente politico-militare maggioritaria nella Resistenza era quella proletaria e comunista.

La Cellula “Stalin” dellaprovincia di Catania del PMLI ha proficuamente preso par-te all’evento con militanti e simpatizzanti, diffondendo svariate di copie del volantino NO MUOS e alcuni numeri de “Il Bolscevico” e valutando in conclusione che si è trattato di un momento di dialogo vivo e costruttivo con i presenti e con alcuni attivisti catanesi. Si ringraziano gli organizzatori dell’ANPI per l’invito al quale la Cellula “Stalin” di Catania del PMLI ha aderito con spirito mi-litante, unitario e antifascista.

Il volantino dell’ANPI di Catania per il 70° Anniversario dell’inizio della Liberazione della Sicilia a cui ha aderito il PMLI

Presa di posizione della Cellula “Vincenzo Falzarano” di Fucecchio (Firenze) del PMLI

IL DEPURATORE DI FUCECCHIOHA SCARICATO 5 MILIONI DI METRI

CUBI DI LIQUIDI INQUINANTILe responsabilità politiche e amministrative sono delle istituzioni borghesiGravissimo danno ambientale

a Fucecchio e in tutto il Valdar-no Inferiore. Per almeno 7 anni il depuratore ha scaricato nel ca-nale Usciana, e di conseguenza in Arno e in mare, 5 milioni di metri cubi di liquami civili e in-dustriali trattati solo parzialmen-te (al 30%) e quindi dannosi per la salute e l’ambiente. In questo modo i gestori dell’impianto, il Consorzio conciatori Fucecchio, cioè i rappresentanti dei padroni delle concerie di Ponte a Cappia-no, ha lucrato illegalmente oltre 18 milioni di euro tanto che la Guardia di Finanza, che ha con-dotto le indagini e scoperto l’il-lecito, ha messo sotto sequestro beni per questo valore nei comu-ni di Fucecchio e Santa Croce sull’Arno.

Oltretutto il depuratore accet-tava sostanze per cui non aveva l’autorizzazione, anche da fuori territorio comunale, falsificando documenti con l’accordo delle ditte esterne. Così come veniva-

no taroccati i campioni che ve-nivano consegnati all’Arpat. E’ difficile credere che un reato di queste dimensioni sia potuto du-rare così a lungo senza conniven-ze a tutti i livelli, vedremo se le indagini avranno nuovi sviluppi. Fin da adesso però appare evi-dente che non si può ridurre la vicenda ad una notizia di cro-naca come ha fatto il sindaco di Fucecchio Claudio Toni: chi ha truffato e inquinato va in galera, chiusa la questione. Qui ci sono gravi responsabilità politiche e amministrative.

Possibile che l’Arpat non si sia mai accorta di niente e si fidi dei campioni che gli vengono conse-gnati? Se l’agenzia non ha il po-tere di decidere autonomamente dove e quando farli, i controlli di-ventano del tutto inefficaci. Era difficile andare allo scarico fina-le a controllare? E il comune di Fucecchio, che a quanto risulta è il proprietario dell’impianto, la-scia la gestione al Consorzio e se

ne frega totalmente del suo fun-zionamento? Non ha nemmeno un suo rappresentante che possa vigilare e chiedere eventualmen-te spiegazioni e documentazio-ne? I mancati controlli e la ge-stione privata sono le cause che hanno favorito questo grave at-tentato alla salute della popola-zione e dell’ambiente del nostro già martoriato territorio.

Adesso il PD, i suoi sindaci, l’Arpat e quindi la regione, cerca-no di lavarsene le mani ma questa vicenda li vede pienamente coin-volti e toglie quella vernice di verde ed efficienza che si voleva appiccicare alla politica ambien-tale della Toscana del Governato-re Rossi e delle amministrazioni provinciali e comunali. Forse non saremo ancora ai livelli negativi del Casertano, di Napoli o del-l’Ilva di Taranto ma la strada per arrivarci non è molto lunga.

Quando i cittadini e i vari co-mitati antinquinamento chiedo-no risposte alle giunte locali sui

fetori, sversamenti sospetti, mo-rie di pesci, emissioni degli ince-neritori oppure si oppongono a nuovi insediamenti legati più agli affari che girano intorno ai rifiu-ti che al disinquinamento come il pirogassificatore o il “tubone” vengono tacciati di demagogia o di non avere a cuore i lavoratori occupati nelle aziende della no-stra zona.

L’occupazione e la salute de-vono essere entrambe salvaguar-date, perché, come abbiamo vi-sto, agli industriali interessa il profitto e non si fanno tanti scru-poli. La gestione e il controllo sulla materia ambientale devono essere pubblici e la popolazione deve avere il controllo diretto sui depuratori e tutti gli impianti le-gati allo smaltimento, riciclag-gio, depurazione e trasforma-zione di rifiuti e scarichi civili e industriali.

Cellula “Vincenzo Falzarano”di Fucecchio (Firenze) del PMLIFucecchio, 22 settembre 2013

Chiusa l’indagine “Terre nuove” a ForlìDebito di 110 milioni di euro per la partecipata pubblica “Sapro” fallita nel 2010

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” di Forlì

27 avvisi di garanzia per reati che vanno dalla bancarotta sem-plice a quella fraudolenta, dalle false comunicazioni sociali al ri-corso abusivo al credito, alla di-strazione e dissipazione del patri-monio sociale: è questo il risultato dell’indagine “Terre Nuove” con-dotta dalla Guardia di Finanza e promossa dal sostituto procuratore Filippo Santangelo e dal procura-tore Sergio Sottani, circa 13 mesi dopo l’emissione dei primi avvisi di garanzia.

Ad essere indagati sono ex-am-ministratori, revisori dei conti, di-rigenti aziendali e di associazioni di categoria nonché l’ex-diretto-re di “Sapro” (fino al 2008) Bru-no Lama, società a partecipazione

pubblica della Provincia, nata nel 1995 e dichiarata fallita nel 2010 dal Tribunale di Forlì con un de-bito di 110 milioni di euro, 80 dei quali verso le banche.

In sostanza “Sapro” si occu-pava della trasformazione e com-pravendita di terreni a scopo pro-duttivo, in realtà, hanno appurato gli acquirenti, ben presto ha finito per occuparsi di “dissipazioni, su-per bonus ai dirigenti e plusvalen-ze illecite”; “La società nella sua conduzione si è rivelata essere uno strumento in mano ai propri am-ministratori infedeli per effettuare una serie di attività antieconomi-che illecite e in molti casi aventi come fine ultimo il lucro persona-le”.

A tal fine i responsabili del-la società avrebbero acquistato terreni a prezzi superiori rispet-

to a quelli reali di mercato, con un danno al fisco quantificato in 900mila euro.

Il prezzo di acquisto veniva suddiviso in due voci separate: una era il valore del terreno, l’al-tra, occulta, veniva corrisposta al venditore a titolo di danno biolo-gico e ambientale. “L’escamotage – ha spiegato la Guardia di Finan-za – era necessario per offrire ai venditori importi così significati-vi da essere irrinunciabili, mante-nendo allo stesso tempo un prezzo di mercato credibile per gli uffici delle Entrate ma evitando di paga-re una significativa quota dell’im-posta di registro dovuta”.

Sono 29 le compravendite sotto inchiesta, tra le quali l’acquisto di un terreno con destinazione d’uso residenziale per 6 milioni di euro, ma con un valore commercia-le nettamente inferiore, in quanto vincolata da una edificabilità ina-movibile perché destinata a uso cimiteriale, oppure la concessione in comodato a tempo indetermina-to di terreni sull’A14 senza pre-tendere nulla in cambio.

Il direttore generale ha ottenuto lauti incentivi di produzione (ol-tre 580 mila euro solo dal 2000 al

2002) per tali operazioni finanzia-rie sballate, e addirittura per

l’acquisto di immobili e terreni riconducibili a sue società. I sin-daci di Forlì e di Cesena e il pre-sidente della provincia ( PD) han-no annunciato che si costituiranno parte civile nel caso si tenesse il processo contro i 27 indagati, ma ciò che dovrebbero fare è invece fare luce sugli aspetti oscuri nei quali il loro partito è invischiato in quanto, “Sapro” era una parte-cipata pubblica e in quanto tale le amministrazioni comunali e pro-vinciale (sempre in mano al PD) dovevano vigilare su quanto av-veniva. Possibile che nessuno ab-bia mai visto i bilanci o si sia fat-to delle domande sulle operazioni condotte?

Sembra abbastanza evidente che chi aveva il dovere di control-lare ha chiuso un occhio, se non tutti e due, fino allo scoppio del “bubbone” che come al solito ha portato all’emersione di un buco, anzi una voragine, che le masse la-voratrici e popolari dovranno an-cora una volta ripianare (vedasi il buco dell’Ausl che ha portato ne-gli ultimi anni a pesantissimi tagli sulla sanità).

L’ITC Libero Grassi, un esempio del degrado della scuola pubblica palermitana

Direttrice responsabile: MONICA MARTENGHIIndirizzo postale: Il Bolscevico - C.P. 477 - 50100 Firenzee-mail [email protected] Internet http://www.pmli.itRedazione centrale: via Gioberti, 101 - 50121 Firenze - Tel. e fax 055.2347272Iscritto al n. 2142 del Registro della stampa del Tribunale di Firenze. Iscritto come giornale murale al n. 2820 del Registro della stampa del Tribunale di FirenzeEditore: Editoriale Il Girasole - FirenzeIscrizione al Roc n. 8292ISSN: 0392-3886 Associato all’USPI

Unione StampaPeriodica Italiana

chiuso il 25/9/2013ore 16,00

La direzione del carcere di Rebibbia taglia la facoltà di spesa ai detenuti

Le scuole pubbliche sono in condizioni pessime a Palermo. Un esempio per tutti è l’ITC Libe-ro Grassi che da quest’anno è sta-to accorpato al Duca degli Abruz-zi a causa del calo di iscrizioni. Il risultato è che per 450 alunni, ci sono solo 4 bidelli, mentre la se-greteria è stata trasferita.

Per non parlare del fatto che i collaboratori scolastici si ritrova-no senza detersivi per le pulizie e quindi lascio immaginare le condi-zioni igieniche delle aule e dei ba-gni. Le previsioni esposte l’anno scorso all’ITC durante un’assem-blea dai compagni simpatizzan-ti del PMLI si sono puntualmente avverate: una scuola che prima era il fiore all’occhiello di Palermo

oggi vive nel degrado più totale.Nonostante le lamentele di

studenti e famiglie, professori e i rappresentanti RSU dei sindacati concertativi UIL e CISL rispondo-no che non ci sono i fondi e che bisogna “collaborare per il bene della scuola”. Ma c’è da chiedersi qual è il bene della scuola? Questo degrado in cui è piombata? Cer-to un disabile senza assistenza da chi dovrebbe essere accompagna-to? da un bidello non formato per l’assistenza ai ragazzi disabili?! La situazione sta toccando livel-li estremi e i compagni del PMLI sono decisi a difendere i diritti dei lavoratori e degli studenti!

Giovanni, simpatizzantepalermitano del PMLI

Nel carcere di Rebibbia dal 1° settembre la direzione, con un atto d’imperio, pur non avendone il potere, ha ridotto di quasi il 50% la spesa mensile che ciascun de-tenuto può spendere, scendendo da 800 a 500 euro. Cosa ancor più grave, e dalle conseguenze deva-stanti, ha stabilito che non si pos-sano spedire alla famiglia più di 350 euro al mese.

Oltre a ridurre gli introiti per le casse del penitenziario che tra l’altro lucra vergognosamente nel-la vendita dei prodotti offerti ad un prezzo 2-3 volte superiore a quelli di mercato, ha messo in difficoltà quelle celle, e sono la maggioran-za, dove solo 1 o 2 detenuti sono in condizioni di spendere e, so-

prattutto, costringerà alla fame le famiglie di quei reclusi che lavo-rano per mantenerle ai limiti del-la sussistenza. L’ordinamento pe-nitenziario, aggiornato con DPR del 30/6/2000, dedica un capitolo al peculio e al comma 6 e speci-fica che solo il DAP può apporta-re modifiche alle quote di spesa e tali variazioni debbano avvenire ad inizio anno su decreto del mini-stro di Giustizia (comma 9) e deb-bono valere in tutta Italia, mentre i singoli istituti non possono stabili-re norme restrittive.

Si prevedono ricorsi in mas-sa ai magistrati di sorveglianza e scioperi della fame.

Un detenuto di Rebibbia – Roma

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N. 35 - 3 ottobre 2013 esteri / il bolscevico15

“Settimanadegli scioperi” nella scuola

grecaScioperi in tutte le categorie del pubblico

impiego contro i tagli del governo SamarasCon un’alta partecipazio-

ne allo sciopero generale e numerose combattive mani-festazioni in molte città degli insegnanti delle scuole medie e delle superiori si è aperta il 16 settembre la “settimana de-gli scioperi”. Una settimana di mobilitazione dell’intero setto-re pubblico della Grecia contro

Atene. Una delle manifestazioni dei lavoratori del pubblico impiego du-rante la settimana di scioperi organizzata dal 16 al 20 settembre

LA VITTORIA ELETTORALE DELLA MERKEL RIAFFERMA L’EGEMONIA

DELL’IMPERIALISMO TEDESCO SULLA UE Letta si schiera subito con la vincitrice

Alle elezioni politiche per il rinnovo del Bundestag, il parla-mento tedesco, del 22 settembre la coalizione dei partiti democristia-ni Cdu-Csu che sostiene la cancel-liera Angela Merkel ha mancato di poco la conquista della maggio-ranza assoluta ma il contempora-neo crollo degli alleati di gover-no, i liberaldemocratici della Fdp che non hanno superato la soglia del 5% dei voti e resteranno fuo-ri dall’aula, porterà con molta pro-babilità a un nuovo governo coi socialdemocratici della Spd; alla riedizione della “grande coalizio-ne” che ha già governato il paese dal 2005 al 2009, nel primo dei tre esecutivi di seguito guidati dalla Merkel.

Da registrare che nella combat-tuta campagna elettorale il coro delle sirene parlamentari era stato rafforzato dalla comparsa di una nuova formazione critica con l’eu-rozona, Alternativa per la Germa-nia (AfD), e dalla conferma del-la presenza del partito dei Pirati ma l’affluenza alle urne è salita al 71,5% con un incremento di solo lo 0,7% rispetto alle preceden-ti elezioni del 2009 quando era al 70,5%, il minimo storico. In ogni

caso quasi un terzo dell’elettorato tedesco ha disertato le urne.

La formazione Cdu-Csu rispet-to al 2009 è cresciuta dal 33,8% dei voti validi al 42,5% e ha por-tato a casa 311 seggi al Bundestag; la maggioranza assoluta era a 316 seggi. Il partito della Merkel è cre-sciuto di quasi il 9%, i suoi alleati di governo della Fdp hanno perso il 10% dei consensi passando dal 14,6% al 4,5% dei voti validi. Un tonfo che per la prima volta dal 1949 li cancella dal parlamento e che ha causato le dimissioni dei vertici del partito.

Nel campo della “sinistra” bor-ghese si registra il risultato della Spd che col 25,7% dei voti vali-di conquista 192 seggi. “Non ab-biamo ottenuto il risultato che vo-levamo, anche se è chiaramente migliore di quello del 2009” ha dichiarato il leader socialdemo-cratico Steinbrueck. Infatti i so-cialdemocratici crescono del 3,5% rispetto al 2009 e restano il secon-do partito che comunque per ef-fetto dei risultati potrebbe tornare al governo nella “grossa coalizio-ne”.

Restano in parlamento anche se perdono circa tre punti percen-

tuali ciascuna le formazioni della Linke, la costola di sinistra della Spd, e dei Verdi che ottengono ri-spettivamente l’8,6% e 64 seggi, l’8,4% e 63 seggi. Numero alla mano anche la “sinistra” borghe-se potrebbe governare dato che la somma dei parlamentari della Spd, della Linke e dei Verdi arriva a 319. Ma preventivamente la Spd aveva annunciato che non avrebbe governato con la Linke e l’ipotesi resta sulla carta.

Restano fuori dal parlamen-to, oltre all’Fdp, l’Alternativa per la Germania (AfD), il cosiddet-to partito anti-euro che teorizza un’Eurozona senza la zavorra dei paesi mediterranei, fermatosi al 4,7% dei voti validi e quello dei Pirati arrivato al 2,2%.

“Quello che abbiamo ottenu-to ieri è un risultato straordina-rio” ha dichiarato la Merkel sot-tolineando che “ora la Germania ha bisogno di un governo stabile. E noi assolveremo questo compi-to” ha annunciato la disponibilità alla formazione di un governo con la Spd.

Il primo a congratularsi con la Cancelliera è stato il presiden-te francese, il socialista Hollande,

che ha sottolineato il comune do-vere di “continuare a lavorare con impegno per la riconciliazione tra Francia e Germania e continuare la loro stretta collaborazione per affrontare nuove sfide dell’inte-grazione europea”. Un tandem au-spicato dall’imperialismo francese che si rende conto di essere la par-te più debole della coppia perché il significato in questo senso del-la vittoria elettorale della Merkel è la riaffermazione dell’egemonia dell’imperialismo tedesco sulla Unione europea.

Fra le congratulazioni arriva-te alla Merkel ci sono state quel-le del presidente del Consiglio ita-liano Enrico Letta che si è subito schierato con la vincitrice e pen-sando al futuro governo di coali-zione a Berlino ha tentato di in-tascare a vantaggio della stabilità del suo traballante governo delle “larghe intese” il risultato del voto tedesco affermando: “emerge un modello di cooperazione simile al nostro. Forse in Italia si capirà che quando i nostri elettori ci obbliga-no ad una grande coalizione biso-gna farsene una ragione”.

SECONDO UNA RICERCA DEL CIPD

In Inghilterradilaga il precariato usa e getta Riguarda almeno un milione di persone, alcune al servizio della regina

In una recente dichiarazione, il ministro alle Imprese inglese Vin-ce Cable, ha sottolineato che “la flessibilità è importante per la no-stra economia”. A giudicare dal dilagare del precariato usa e getta si può affermare che è importante per i capitalisti inglesi e un inferno per i lavoratori.

Una ricerca del Chartered In-stitute of Personnel and Develop-ment (Cipd) ha evidenziato come in Inghilterra si sia ampiamente diffuso il lavoro a chiamata, il con-tratto che si chiama “a zero ore” e che riguarda almeno un milione di lavoratori precari, alcuni al servi-zio della regina.

Secondo la ricerca del Cipd i supeprecari sono oltre un mi-lione e non i 250 mila censiti dal

governo e sono impiegati in gran parte nei settori della “nuova eco-nomia”, da Amazon o nei servizi della catena di sale cinematogra-fiche Cinemaworld dove sono ben l’80% dei 4500 impiegati, nei pub JD Wetherspoon, negli ipermer-cati dell’abbigliamento sportivo Sports Direct, nel servizio cate-ring della Tate Gallery.

Sono utilizzati financo a Buckingham Palace dove gli ad-detti a “zero ore” sono 350 a part-time. Sono stati assunti in estate per affiancare il personale impie-gato per guidare i turisti nella vi-sita del palazzo reale, come com-messi nei negozi dei suovenir.

“Zero ore” vuol dire che i la-voratori devono essere sempre re-peribili dall’azienda che li può

chiamare per periodi più o meno lunghi, da pochi giorni a alcune settimane, senza limiti di orario. Nel Regno Unito non si potrebbe lavorare più di 48 ore a settima-na per legge, ma spesso il padro-ne obbliga il dipendente a firmare una clausola, perfettamente lega-le, che autorizza l’azienda ad au-mentare il numero di ore “a secon-da delle necessità contingenti”. SI tratta di un contratto in esclusiva tanto che gli “zero ore” devono impegnarsi per scritto a non lavo-rare per nessun altro durante la du-rata del contratto, alla quale pos-sono seguire lunghi periodi senza lavoro e senza stipendio in attesa di una successiva chiamata.

In altre parole “zero ore” signi-fica zero diritti, che non riguarda

solo questo tipo di contratti ma an-che altri come quelli che regolano, o meglio non regolano affatto, gli stage presso le aziende. Che porta-no fino a conseguenze come quel-la della morte il 19 agosto di uno studente tedesco che stava facendo uno stage estivo nella sede ingle-se di Bank of America. Il giovane soffriva probabilmente di epiles-sia ma è stato trovato morto nel-la doccia da un suo compagno di stanza; era tornato a casa alle ore sei della mattina dopo aver lavora-to per tre giorni di fila. Era arriva-to a soli sette giorni dalla fine del tirocinio estivo. Non è una situa-zione eccezionale dato che le ore di lavoro settimanali degli stagisti nelle banche di solito superano le 100 ore.

In media si accaparrano ogni mese 18 mila euro più altri 21 mila per le spese e innumerevoli altri privilegi

STIPENDI D’ORO DEGLI EURODEPUTATIDa una ricerca di una giorna-

lista e di un gruppo di statistici tedeschi per un sito di servizio ai consumatori risulta che gli europarlamentari di Strasburgo costano alle masse popolari del-l’Unione europea (Ue) quasi 2 miliardi di euro nei cinque anni della legislatura che si mettono in tasca tra superstipendi, in-dennità e rimborsi.

Detto in altra maniera, i 766

membri dell’assemblea guada-gnano dieci volte più dell’im-piegato medio dell’Unione, con circa 214 mila euro all’anno al netto delle diarie e delle spese per uffici e portaborse. Nei cin-que anni del mandato fanno più di 1 milione di euro lordi di sti-pendio base.

La ricerca ha paragonato lo scandaloso stipendio del parla-mentare con quelli dei loro elet-

tori. Il milione intascato in soli 5 anni è l’equivalente dello sti-pendio di 55 anni di lavoro ri-spetto a un impiegato medio eu-ropeo. Sono pari a 45 anni di lavoro di un elettore italiano., 40 per un inglese, 39 per un te-desco, 78 per un polacco e ben 108 anni per un bulgaro.

Lo stipendio base mensile dell’europarlamentare dal 2009 è uguale per tutti e pari a qua-

si 18 mila euro per cui il diva-rio con quello dell’elettore che lo ha mandato sugli scranni di Strasburgo è tanto più ampio quanto più povero è il singolo paese. Un eurodeputato bulga-ro incassa così il 2.051% in più del suo elettore, quello rume-no il 1.861% e via a scalare con Lituania, Lettonia, Polonia che occupano le prime cinque posi-zioni della vergognosa classifi-

ca. Sui 27 paesi della Ue l’Italia è sedicesima, circa a metà clas-sifica dopo la Spagna, con l’eu-rodeputato italiano che incame-ra il 795% in più dell’elettore medio italiano. La Francia è di-ciottesima, la Germania venti-duesima.

Senza contare che ai circa 18 mila euro mensili intascati l’eu-rodeputato aggiunge per viag-gi, gettoni di presenza, appar-

tamenti, altri 21 mila euro, la disponibilità di almeno due uf-fici, di cui uno in patria, e del personale impiegato. La somma arriva a quasi mezzo milione di euro di entrate all’anno, 468.432 euro. Che in cinque anni diven-tano 2,3 milioni. Moltiplicati per i 766 eurodeputati la som-ma iscritta a bilancio arriva qua-si a 1,8 miliardi pagati dalle tas-se dei 500 milioni di europei.

le politiche del governo con-servatore di Antonis Samaras e in particolare contro il licenzia-mento di 25 mila lavoratori nel settore pubblico entro la fine di quest’anno e di altri 15 mila entro la fine del 2014 in appli-cazione dei tagli imposti dalla Troika che hanno messo in gi-nocchio le masse popolari.

Erano in diecimila i lavo-ratori che hanno sfilato in cor-teo nella capitale Atene e poco di meno a Salonicco, Patras-so e Irakelio, a Creta. Secon-do il sindacato dei lavoratori pubblici della scuola Adedy e di quelli delle scuole priva-te Olme che aveva indetto uno sciopero di 48 ore, la parteci-pazione allo sciopero è stata altissima, con una media del 90% degli adetti e con punte del 99% come a Xania, nel-l’isola di Creta. Durante la ma-nifestazione di Atene un cen-tinaio di custodi delle scuole hanno tentato di fare irruzione nella sede del ministero delle riforme amministrative; bloc-cati dalla polizia hanno impe-

università e degli addetti dei fondi per l’assistenza sociale. In sciopero anche i dipenden-ti degli ospedali e per tre gior-ni anche il personale medico del settore pubblico. Alle ma-nifestazioni che si sono svolte in molte città hanno aderito e partecipato anche i sindacati degli odontotecnici e dei fo-tografi mentre in solidarietà si è mossa la confederazione dei commercianti «Pasebe» con uno sciopero di 24 ore. Nel-le stesse giornate si è fermato per quattro ore il trasporto fer-roviario e sono rimasti chiusi i tribunali

Il 18 settembre porte sbar-rate anche a diversi siti archeo-logici e musei per lo sciopero di 24 ore indetto contro il li-cenziamento di 250 dipendenti del ministero della Cultura.

Le mobilitazioni degli in-segnanti sono proseguite nel-l’ultima settimana di settem-bre, altre sono in programma da parte dei sindacati in base alle decisione che scaturiranno dalle assemblee dei lavoratori.

gnato gli agenti in duri scontri che si sono conclusi con un bi-lancio di una dozzina di feriti.

La mobilitazione è prose-guita con lo sciopero di 48 ore, il 18 e 19 settembre proclama-to dal sindacato Adedy degli insegnanti e del personale del-le scuole materne statali, dei docenti e del personale delle

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Il nostro congresso si è svolto con grande successo. Abbiamo fatto tre cose: primo, ab-biamo definito la linea del Partito, cioè mo-bilitare senza riserve le masse, accrescere le forze popolari per potere, sotto la guida del nostro Partito, sconfiggere gli aggressori giapponesi, liberare tutto il popolo ed edifi-care una Cina di nuova democrazia. Secon-do. abbiamo approvato il nuovo statuto del Partito. Terzo, abbiamo eletto l’organo diri-gente del Partito - Il Comitato centrale. Da oggi in poi, il nostro compito è guidare tutto il Partito ad attuare la sua linea. Il nostro è stato il congresso della vittoria, il congres-so dell’unità. I delegati hanno espresso opi-nioni molto buone sulle tre relazioni. Molti compagni hanno fatto un’autocritica; parten-do dal desiderio dell’unità, l’hanno raggiun-ta attraverso l’autocritica. Questo congresso è un esempio di unità, autocritica e democra-zia nel Partito.

Dopo il congresso, molti compagni fa-ranno ritorno ai loro posti di lavoro e ai vari fronti di combattimento. Ovunque vadano, devono diffondere la linea del congresso e, attraverso i membri del Partito, illustrarla alle masse nel modo più ampio.

Diffondendo questa linea, il nostro sco-po è fare in modo che tutto il Partito e tutto il popolo acquistino la certezza nel trionfo della rivoluzione. Dobbiamo in primo luogo elevare la coscienza politica dell’avanguar-dia perché sia risoluta, non tema i sacrifici e sormonti ogni difficoltà per raggiungere la vittoria. Ma ciò non basta; dobbiamo anche risvegliare la coscienza politica delle larghe masse popolari di tutto il paese perché vo-lontariamente combattano insieme con noi per riportare la vittoria. Occorre infondere in tutto il popolo la certezza che la Cina ap-partiene al popolo cinese, non ai reaziona-ri. Una antica favola cinese, intitolata Come Yu Kung rimosse le montagne, racconta di un vecchio che vi-

veva tanto, tanto tempo fa nella Cina set-tentrionale ed era conosciuto come il “vec-chio sciocco delle montagne del nord”. La sua casa guardava a sud e davanti alla por-ta due grandi montagne, Taihang e Wangwu, gli sbarravano la strada. Yu Kung decise di spianare con l’aiuto dei figli, le due monta-gne a colpi di zappa. Un altro vecchio, co-nosciuto come il “vecchio savio”, quando li vide all’opera scoppiò in una risata e disse: “Che sciocchezza state facendo! Non potre-te mai, da soli, spianare due montagne così grandi”. Yu Kung rispose: “Io morrò, ma re-steranno i miei figli; morranno i miei figli, ma resteranno i nipoti, e così le generazio-ni si susseguiranno all’infinito. Le montagne sono alte, ma non possono diventare ancora più alte; ad ogni colpo di zappa, esse diver-ranno più basse. Perché non potremmo spia-narle?” Dopo aver così ribattuto l’opinione sbagliata del vecchio savio, Yu Kung conti-nuò il suo lavoro un giorno dopo l’altro, ir-removibile nella sua convinzione. Ciò im-pietosì il Cielo, il quale inviò sulla terra due esseri immortali che portarono via le mon-tagne sulle spalle(1). Oggi due grandi monta-gne opprimono con tutto il loro peso il po-polo cinese: una è l’imperialismo, l’altra il feudalesimo. Il Partito comunista cinese ha deciso già da tempo di spianare queste due montagne. Dobbiamo essere perseveranti e lavorare senza tregua, e noi pure commuove-remo il Cielo, e questo Cielo non è altro che il popolo di tutta la Cina. Se esso si solleve-rà per spianare con noi le montagne, perché non potremmo riuscirci?

Ieri, in una conversazione con due ame-ricani in procinto di fare ritorno negli Sta-ti Uniti, ho detto che il governo degli Stati Uniti vorrebbe distruggerci, ma noi non lo permetteremo. Ci opponiamo alla politica del governo americano di appoggio a Chiang Kai-shek e di opposizio-

ne al Partito comunista. Ma dobbiamo fare una distinzione, in primo luogo, tra il popo-lo e il governo degli Stati Uniti; in secondo luogo, all’interno del governo americano, tra coloro che determinano la politica e i sem-plici funzionari. Ho detto a questi due ame-ricani: “Riferite a coloro che nel vostro go-verno dettano la politica, che a voi americani proibiamo di entrare nelle nostre zone libe-rate perché la vostra è una politica che so-stiene Chiang Kai-shek e si oppone al Partito comunista, e noi non ci fidiamo di voi. Se la vostra venuta ha attinenza con la lotta contro il Giappone, potrete venire nelle zone libera-te, ma prima dovremo raggiungere un accor-do. Non vi permetteremo di andare in giro di nascosto. Dal momento che Patrick J. Hur-ley si è pubblicamente dichiarato contrario alla collaborazione con il Partito comunista cinese(2), perché volete ancora venire a giron-zolare nelle nostre zone liberate?”

La politica del governo americano di ap-poggio a Chiang Kai-shek e di opposizio-ne al Partito comunista dimostra il grado di frenesia dei reazionari americani. Ma tut-ti i tentativi della reazione cinese e stranie-ra per impedire la vittoria del nostro popolo sono condannati al fallimento. Nel mondo di oggi, le forze democratiche costituiscono la corrente principale, mentre la reazione che agisce contro la democrazia non è che una controcorrente. La controcorrente reaziona-ria tenta ora di superare la corrente principa-le dell’indipendenza nazionale e della demo-crazia popolare, ma essa non diventerà mai la corrente principale. Oggi, come ha sotto-lineato Stalin molto tempo fa, nel vecchio mondo esistono ancora tre grandi contraddi-zioni: la prima è la contraddizione tra prole-tariato e borghesia nei paesi imperialisti; la seconda è la contraddizione tra le varie po-

tenze imperialiste; la terza è la con-traddizione tra i paesi coloniali

e semicoloniali e le metropoli imperialistiche(3). Queste tre

contraddizioni non solo continuano a esiste-re, ma si sono acutizzate ed estese. A causa della loro presenza e del loro sviluppo, ver-rà il giorno in cui la controcorrente reazio-naria antisovietica, anticomunista e antide-mocratica ancora esistente sarà spazzata via.In questo momento in Cina si svolgono due congressi: il VI Congresso nazionale del Kuomintang e il VII Congresso naziona-le del Partito comunista cinese. Gli scopi di questi congressi sono diametralmente oppo-sti: l’uno vuole liquidare il Partito comunista e le altre forze democratiche cinesi, facendo così precipitare la Cina nelle tenebre; l’altro vuole abbattere l’imperialismo giapponese e i suoi lacchè, le forze feudali cinesi, ed edi-ficare una Cina di nuova democrazia, por-tando così il paese verso la luce. Queste due linee sono in conflitto fra loro. Siamo ferma-mente convinti che il popolo cinese, sotto la guida del Partito comunista e della linea trac-ciata dal nostro VII Congresso, conquisterà la completa vittoria, mentre la linea contro-rivoluzionaria del Kuomintang sarà inevita-bilmente sconfitta.

(Discorso di chiusura pronunciato da Mao al VII Congresso nazionale del Partito comunista cinese in Mao Zedong, Opere scelte, vol. III, pagg. 283-286, Casa editrice in lingue estere, Pechino 1973)

NOTE1) La leggenda di Yu Kung che rimosse le mon-

tagne è contenuta nel Lieh Tzu.2) Patrick J. Hurley, politicante reazionario del

Partito repubblicano degli Stati Uniti. Alla fine del 1944 fu nominato ambasciatore americano in Cina. Nel novembre 1945, venne costretto a dare le dimissioni perché il suo appoggio alla politica anticomunista di Chiang Kai-shek provocò la fer-ma opposizione del popolo cinese. La sua aperta dichiarazione contro la cooperazione con il Partito comunista cinese venne rilasciata a Washington il 2 aprile 1945 nel corso di una conferenza stampa in-detta dal Dipartimento di Stato. Per maggiori det-tagli, vedi il duo Harley-Chiang Kai-shek ha fatto fiasco, nel presente volume pp. 293-297.

3) J. V. Stalin: Principi del leninismo, parte I: “Le radici storiche del leninismo”.

MAO: COME YU KUNGRIMOSSE LE MONTAGNE

(11 giugno 1943)

Mao nello Shensi set-tentrionale, nel 1947, in una marcia di tra-sferimento durante i combattimenti