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Il web e la formazione

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Il web e la formazione

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indice• La rete• Sviluppo del web• Formale, non formale, informale

– J. Cross• Ambienti (web 1.0)

– Spazio fisico– Spazio didattico

• Ambienti di apprendimento• Ambienti di apprendimento online

– Tipologie– Modelli

• Web 2.0– Caratteristiche– Applicazioni

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• Siti vetrina– è prevalente la presentazione

• Siti officina– è prevalente la discussione, la collaborazione,

la costruzione

La rete

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• Siti degli utenti

• Portali– Virgilio– Yahoo– ……

spesso nei portali ci sono degli spazi-officina: blog, spazi per discutere, ..

Siti vetrina

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• Siti per comunità:– di aiuto– di discussone– professionali– di ……….

– …………………

• Siti per la formazione• Applicazioni web 2.0

Siti officina

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protagonismo/silenzio

portali/monopolio informazione tool comunicazione/condivisione

comunità web 2.0

Sviluppo del Web

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portali/monopolio informazione

protagonismo/silenzio

tool comunicazione/condivisione

comunità web 2.0

Sviluppo del Web protagonismo/silenzio

• una moltitudine di utenti presenti in rete• pagine e pagine che parlano degli stessi

argomenti• vivevano in siti sperduti e, forse, erano

presenti in qualche bookmark • si era protagonisti, creatori di pagine che

però finivano nel silenzio più assoluto

vetrina

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portali/monopolio informazione

protagonismo/silenzio

tool comunicazione/condivisione

comunità web 2.0

Sviluppo del Web Sviluppo del Web portali/monopolio informazione

• alcuni siti, prevalevano su tutti e i navigatori si sono così ritrovati ad essere semplici fruitori di informazioni messe a disposizioni da altri

• la rete, da luogo di produzione per tutti, diventa luogo di fruizione per gran parte degli utilizzatori e luogo di produzione per pochi

• nei portali nascono degli angoli-officina dove iniziano ad esistere i primi tool per com. e forme di interazione

vetrina

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queste ultime esperienze hanno prodotto uno sviluppo del software che ha portato alla realizzazione di tool per diverse forme di collaborazione e condivisione. Si genera dunque un percorso virtuoso fra società e tecnologia che porta la prima ad individuare nuove esigenze, costantemente sul versante dello scambio con altri utenti nella rete, e così si realizzano nuovi strumenti che possano soddisfare queste esigenze. In una prima fase queste erano sentite e vissute e quindi soddisfatte dalla tecnologia internamente agli ambienti per l’online learning ed in quelli per la vita di comunità.

portali/monopolio informazione

protagonismo/silenzio

tool comunicazione/condivisione

comunità web 2.0

Sviluppo del Web Sviluppo del Web tool comunicazione/condivisione

vetrina officina

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portali/monopolio informazione

protagonismo/silenzio

tool comunicazione/condivisione

comunità web 2.0

Sviluppo del Web Sviluppo del Web comunità

• parallelamente, nuove esperienze proponevano tentativi di condivisione e costruzione collaborativa di conoscenza.

• vengono sperimentate forme nuove di gestione della propria vita nel web: si esiste anche negoziando/interagendo con altri utenti.

• nascono comunità, si sperimentano forme di apprendimento che possono essere facilitate dalla esistenza in rete.

vetrina officina

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… poi si è cominciata a sentire l’esigenza di allargare i confini e di vivere nel web aperto queste esperienze. Lo sviluppo delle tecnologie, orientato dalle esigenze sociali, ha prodotto nuovi servizi e questi hanno iniziato a vivere una vita propria diventando essi stessi centri intorno ai quali vivere nel web. Si sviluppano sempre più strumenti come blog, wiki, social network, social bookmarking, … Parallelamente nascono comunità che orientano i propri interessi verso l’uno o l’altro. Nasce il Web 2.0. Vale la pena sottolineare come la nuova forma del web permette di realizzare l’originario desiderio di Berners-Lee di un luogo dove le persone potessero esprimersi in modo attivo e significativo.

portali/monopolio informazione

protagonismo/silenzio

tool comunicazione/condivisione

comunità web 2.0

Sviluppo del Web Sviluppo del Web web 2.0web 2.0

vetrina officina

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Formale-NonFormale-InformaleFormale-NonFormale-Informale

contesti formali

contesti non formali

contesti informali

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• Formale: all’interno di un contesto strutturato ed organizzato (educazione formale scolastica, corsi di formazione aziendale) si sviluppa un apprendimento progettato come insegnamento. Per lo studente si tratta di un processo attivato intenzionalmente. Conduce a una forma di riconoscimento ufficiale (diplomi, qualifiche, certificati).

FormaleFormale

(Bonaiuti)

contesti formali

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• Nel non-formale l’apprendimento “si svolge al di fuori delle principali strutture d’istruzione e di formazione e, di solito, non porta a certificati ufficiali. […] è dispensato […] nel quadro di attività di organizzazioni o gruppi della società civile (associazioni giovanili, sindacati o partiti politici)”. E’ anche apprendimento per ‘pratica’ che avviene nei contesti di apprendistato.

Non formaleNon formale

(Bonaiuti)

contesti non formali

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• Nel non-formale l’apprendimento “si svolge al di fuori delle principali strutture d’istruzione e di formazione e, di solito, non porta a certificati ufficiali. […] è dispensato sul luogo di lavoro o nel quadro di attività di organizzazioni o gruppi della società civile (associazioni giovanili, sindacati o partiti politici)”. E’ anche apprendimento per ‘pratica’ che avviene nei contesti di apprendistato.

Non formaleNon formale

(Bonaiuti)

contesti non formali

• All’interno di questa categoria sono anche incluse tutte quelle iniziative promosse ad integrazione di eventi formali (corsi di istruzione artistica, musicale, sportiva o corsi privati di preparazione agli esami). Dal punto di vista dello studente, “l’apprendimento non-formale è comunque intenzionale”

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• L’informale è “il corollario naturale della vita quotidiana. Contrariamente all’apprendimento formale e non-formale, esso non è necessariamente intenzionale e può non essere riconosciuto, dallo stesso soggetto, come apporto alle sue conoscenze e competenze. È il risultato delle attività quotidiane connesse al lavoro, alla famiglia o al tempo libero” (Bonaiuti).

InformaleInformale

contesti informali

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Formale-NonFormale-InformaleFormale-NonFormale-Informale

contesti formali

contesti non formali

contesti informali

• esperienze ibride:

– formali-non formali

– formali-informali

– non formali-informali

– formali-non formali-informali

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Formale-InformaleFormale-Informale

contesti non formali

• Secondo Cross, l’apprendimento formale è equiparabile ad un viaggio in autobus, dove un autista conduce i passeggeri nella stessa direzione, con tempi e modi prefissati, mentre l’informale è paragonabile a un viaggio in bicicletta o in auto, nel quale l’individuo sceglie liberamente la destinazione, il tragitto, la velocità e ogni cosa.

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Formale-NonFormale-Intenzionale-InattesoFormale-NonFormale-Intenzionale-Inatteso

• J. Connor individua quattro tipologie di apprendimento, e le inserisce in una struttura generata dall’intersezione di due assi: l’asse dell’intenzionale contrapposto all’inatteso (ascisse) e l’asse del formale contrapposto all’informale (ordinate). Si vengono così a delineare quattro quadranti, che corrispondono ad altrettante tipologie di apprendimento.

• Il quadrante ‘formale-intenzionale’ corrisponde all’apprendimento di tipo formale, erogato attraverso esperienze tradizionali, siano esse in presenza, a distanza, o blended.

• Il quadrante ‘formale-inatteso’ ospita quelle forme di apprendimento fortuito che scaturiscono da attività canoniche (ad es., l’accesso a risorse esterne durante una fase di studio individuale).

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Formale-NonFormale-Intenzionale-InattesoFormale-NonFormale-Intenzionale-Inatteso

• J. Connor individua quattro tipologie di apprendimento, e le inserisce in una struttura generata dall’intersezione di due assi: l’asse dell’intenzionale contrapposto all’inatteso (ascisse) e l’asse del formale contrapposto all’informale (ordinate). Si vengono così a delineare quattro quadranti, che corrispondono ad altrettante tipologie di apprendimento.

• Il quadrante ‘formale-intenzionale’ corrisponde all’apprendimento di tipo formale, erogato attraverso esperienze tradizionali, siano esse in presenza, a distanza, o blended.

• Il quadrante ‘formale-inatteso’ ospita quelle forme di apprendimento fortuito che scaturiscono da attività canoniche (ad es., l’accesso a risorse esterne durante una fase di studio individuale).

• Settore ‘inatteso-informale’ ha a che fare con la dimensione del tempo libero, dello svago, della socialità e può comprendere molte delle attività legate al Web 2.0.

• Settore ‘intenzionale-informale’ individua le attività volontarie, ma non vincolate all’interno di un contesto formale (ad es., apprend. di una lingua, la consultazione di una mappa per scopi personali, ..)

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Le applicazioni Web e Web 2.0Le applicazioni Web e Web 2.0

contesti formali

contesti non formali

contesti informali

web

web

web

web 2.0

web 2.0

web 2.0

Le applicazioni del web e del web 2.0 non nascono in un e per un contesto.

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spazio con la sua struttura e le sue caratteristiche fisiche per attività in presenza e/o a distanza;

• in presenza:aula, sezione, angolo, laboratorio, con i propri arredi;

• a distanza:spazio online, sito, ambiente online

spazio fisico

AmbienteAmbiente

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• spazio didattico: spazio della didattica, dell’apprendimento, spazio delle relazioni

– presenza: la conformazione dello spazio fisico può incidere sulla relazione (azione) didattica;

– distanza: la conformazione del sito, la sua architettura e la scelta degli strumenti possono incidere sulla relazione (azione) didattica;

spazio didattico

AmbienteAmbiente

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ambiente di apprendimento: spazio fisico + spazio didattico; si sottolinea [1] che un ambiente di apprendimento è “[…] un posto in cui gli studenti possono lavorare insieme e aiutarsi a vicenda per imparare a usare una molteplicità di strumenti e risorse informative nel comune perseguimento di obiettivi d’apprendimento e d’attività di problem solving”..

Vengono distinti in ambienti minimalisti o ricchi[2]:

2. Varisco B. M., Costruttivismo Scocio-Culturale, Carocci, Roma, 2005; pag. 159 e seg., facendo riferimento a Perkins D.P., Tecnology meets Constructivism, 1991

1. Wilson (Wilson B.G., 1996, citato in Varisco B.M., Grion V., 2000, p. 40)

Ambienti di apprendimentoAmbienti di apprendimento

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• ambienti minimalisti: classe tradizionale• ambienti ricchi: lo studente acquista

maggiore responsabilità nella gestione del proprio apprendimento attraverso l’uso prevalente di strumenti di simulazione, di micromondi (logo, scratch), di sistemi di authoring multimediale, di sistemi di robotica, di sistemi di interazione e collaborazione telematica.

Ambienti di apprendimentoAmbienti di apprendimento

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• si identifica per ambiente di apprendimento online uno spazio fisico online + uno spazio didattico (l’insieme di un ambiente online e di percorsi formativi)

Ambienti di apprendimentoAmbienti di apprendimento

online

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……. è una architettura software per la gestione di strutture formative in rete. Esso permette il mantenimento e l’erogazione di materiali didattici e lo sviluppo delle diverse attività collegate al percorso formativo.

Ambienti di apprendimento onlineAmbienti di apprendimento online

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• Gli ambienti di apprendimento online possono essere raggruppati in tre diverse tipologie, in base ai contesti nei quali vengono utilizzati:

– supporto alla didattica in presenza– totalmente a distanza – in parte a distanza, in parte in presenza

(blended)

Ambienti di apprendimento onlineAmbienti di apprendimento online

tipologie

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L’azione didattica avviene prevalentemente in presenza e, in presenza, il docente svolge le proprie funzioni relative ad organizzazione delle attività e consegne

docente/tutor

studenti

Ambiente

supporto alla didattica in presenza

Ambienti di apprendimento onlineAmbienti di apprendimento online

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diverse modalità:– deposito di materiali– luogo per attività pomeridiane– luogo per attività personalizzate di

recupero o approfondimento– supporto a studenti assenti per problemi

(homebound)

supporto alla didattica in presenza

Ambienti di apprendimento onlineAmbienti di apprendimento online

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Le relazioni avvengono nell’ambiente e, nell’ambiente, il docente svolge le proprie funzioni didattiche relative ad organizzazione delle attività e consegne attraverso:– materiali– interventi con strumenti sincroni (chat audio e video)– presentazioni con strumenti asincroni (registrazioni)– scritture con strumenti asincroni (web forum)– (ovviamente) l’organizzazione dell’ambiente stesso

totalmente online

Ambienti di apprendimento onlineAmbienti di apprendimento online

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totalmente online

Ambienti di apprendimento onlineAmbienti di apprendimento online

docente/tutor

studenti

Ambiente

docente/tutor studenti

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Ambiente

docente/tutor

studenti

totalmente online

Ambienti di apprendimento onlineAmbienti di apprendimento online

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• È abbastanza ovvio che utilizzare un sistema per l’online e-learning non vuol dire usare semplicemente delle tecnologie di comunicazione …., ma progettare dei percorsi che integrino le tecnologie nei percorsi didattici dell’apprendimento;

ModelliModelli

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Ambiente Ambiente

Oggi assistiamo a percorsi di formazione basati su un continuo che ha, come primo estremo, delle modalità a caratterizzazione erogativa e, come secondo, modalità maggiormente a caratterizzazione costruttivista.

ModelliModelli

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• Un ambiente può essere assimilato ad un palcoscenico con una scenografia dove si realizza una sceneggiatura

• Una sceneggiatura è una sequenza di ‘situazioni didattiche’

Ambienti di apprendimento onlineAmbienti di apprendimento online

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• Una situazione didattica può essere considerata una relazione fra ‘riferimenti didattici’ e ‘strumenti’

Situazioni didatticheSituazioni didattiche

riferimenti didattici

strumenti

situazionedidattica

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WEB 2.0WEB 2.0

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Web 2.0Web 2.0

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Ma come nasce il web 2.0

• La rete va sempre più organizzandosi su social software, strumenti orientati alla condivisione e costruzione di conoscenza in modalità collaborativa; questi esistono in forma free nel web ed è possibile costruire con essi nuovi spazi oppure possono essere inglobati nei propri ambienti. Ne deriva una costellazione di comunità estremamente flessibili, libere e dinamiche.

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• l’evoluzione delle tecnologie informatiche ha prodotto una significativa innovazione delle interfacce utente utilizzate nel web,

• sono divenute, per prestazioni, simili a quelle desktop in esecuzione sul computer dell’utente.

• I browser, da applicazioni che permettevano esclusivamente la visualizzazione di pagine web, sono diventati ambienti nei quali sono possibili operazioni desktop quali: trascinamento, personalizzazione dell’interfaccia, creazione dinamica di immagini, … (Porteneuve C., 2006).

Web 2.0 – motivazioni tecnologicheWeb 2.0 – motivazioni tecnologiche

Web 2.0 – non solo motivazioni tec.Web 2.0 – non solo motivazioni tec.

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In What Is Web 2.0-Design Patterns and Business Models for the Next Generation of software, O’Reilly (O’Reilly T., 2005) delinea in sette punti le caratteristiche del Web 2.0:

• il web come piattaforma; • intelligenza collettiva;• importanza dei dati;• fine del ciclo delle Release di Software; • modelli di programmazione leggeri;• il software supera il livello del singolo dispositivo; • la ‘Rich User Experience’.

Web 2.0 – Caratteristiche fondamentaliWeb 2.0 – Caratteristiche fondamentali

avanti

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• Le applicazioni Web 2.0 non sono pacchetti da distribuire nelle piattaforme degli utenti; sono dei servizi che vengono erogati dalla rete. Non ci sono licenze da vendere; ciò comporta non dover distribuire aggiornamenti, occorre solo aggiornare continuamente il servizio che si offre. Un servizio, inoltre, che cerchi di raggiungere anche i piccoli siti che rappresentano la gran parte del web.

Web 2.0 – Caratteristiche fondamentaliWeb 2.0 – Caratteristiche fondamentali

Il web come piattaforma

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• Si sono sviluppate molte iniziative interessanti, basate sulla partecipazione degli utenti, che hanno prodotto delle applicazioni orientate alla collaborazione e alla condivisione della conoscenza: blog, wiki, social networking, podcasting, social bookmarking, web feed/rss, file sharing, instant messaging.

• L’azione collettiva si manifesta anche quando sono gli utenti che decretano il successo di siti, potendo integrare in essi proprie opinioni, recensioni, prodotti. Ne sono esempi eBay, dove agli utenti è offerto un sevizio che permette loro di svolgere le attività di vendita e scambio, ed Amazon dove gli utenti possono inviare le proprie recensioni facendo divenire ‘più popolari’ certi prodotti piuttosto che altri; questa popolarità deriva non solo dalle vendite ma anche dall’interesse mostrato dai clienti.

Web 2.0 – Caratteristiche fondamentaliWeb 2.0 – Caratteristiche fondamentali

Sfruttare l’Intelligenza Collettiva

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• Il software viene fornito come servizio, non come prodotto.

• È un lavoro in corso continuo, le versioni delle applicazioni non sono mai definitive, ma sono costantemente in “versione beta”. “Il motto […], ‘rilascia presto e rilascia spesso’ si è infatti trasformato in qualcosa di ancora più radicale, ‘il beta perpetuo’, in cui il prodotto è sviluppato in un contesto open, con nuove caratteristiche integrate e aggiornate su base mensile, settimanale o anche quotidiana.” (O’Reilly, 2005)

Fine del ciclo delle Release di Software

Web 2.0 – Caratteristiche fondamentaliWeb 2.0 – Caratteristiche fondamentali

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• Il tentativo è quello di migliorare la ‘user experience’ di una applicazione web cercando di adeguarla alla qualità dell’interazione che un utente ha con una applicazione desktop. Per soddisfare questa esigenza sono nate delle tecnologie indicate con l’acronimo RIA (Rich Internet Application), cioè “applicazioni web che possiedono le caratteristiche e le funzionalità delle tradizionali applicazioni per computer, senza però necessitare dell'installazione sul disco fisso.” (Wikipedia).

La ‘Rich User experience

Web 2.0 – Caratteristiche fondamentaliWeb 2.0 – Caratteristiche fondamentali

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Le applicazioni del Web 2.0 sono generalmente chiamate social software, ricordando con ciò le loro specificità che sono quelle di permettere alle persone di dialogare, collaborare, costruire in rete; alcune fra queste:

– Blog– Social network– Wiki– Social Bookmarking

Applicazioni del Web 2.0Applicazioni del Web 2.0

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• Attraverso un blog è possibile inserire propri interventi (riflessioni, semplici considerazioni, pensieri, ..) e vederli pubblicati secondo un ordine cronologico, con l’ultimo intervento in testa. L’utente non deve avere competenze informatiche né deve istallare software sul proprio personal. La sua struttura è assimilabile a quella di un diario personale, sul quale possono scrivere il proprietario ma anche altri, amici, colleghi o qualunque utente del web.

• Con un blog, una persona stabilisce la sua presenza nella rete divenendo un nodo connesso ad altri nodi, che possono essere altri blog. Un blog assume la sua caratteristica sociale quando entra in una rete di collegamenti.

Applicazioni del Web 2.0Applicazioni del Web 2.0

Blog

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• Nel web si sono diffuse delle applicazioni che permettono alle persone di aggregarsi e formare delle comunità online intorno a svariati interessi.

• Nascono nel 2003 con Friendster, Tribe.net, LinkedIn. In seguito il motore di ricerca Google ha lanciato Orkut. In Italia il primo social network è stato superEva. Il social network, attualmente più diffuso, è Facebook.

• Un utente, accedendo al portale che gestisce una di queste applicazioni, può iscriversi ed inserire poi opportune informazioni per presentarsi e delineare il proprio profilo. In seguito colleghi ed amici possono iscriversi. Il portale diventa luogo di contatto fra le persone iscritte.

Applicazioni del Web 2.0Applicazioni del Web 2.0

Social network

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• Il social networking permette e facilita la possibilità di mettere in contatto le persone nella rete; Fini afferma che “il web, nato per realizzare una connessione ipertestuale di documenti, ha finito oggi per collegare direttamente le persone. […] far parte di un determinato network, avere la possibilità di essere presentati ad altre persone tramite i propri contatti, sono tutte attività di notevole valore, realizzate grazie ai servizi di social networking.” (Fini A., p. 186, in Bonaiuti A., 2006). Il senso complessivo del social networking risiede nella creazione di una rete di contatti che possa rappresentare uno spazio di confronto, di sostegno, di aiuto, di consultazione per problemi nel campo personale e pubblico (lavoro, vita sociale), ………

Social networking

Applicazioni del Web 2.0Applicazioni del Web 2.0

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• Gli utenti, in un wiki, possono scrivere in modo collaborativo un testo. È possibile intervenire su un testo già scritto e modificarlo; tutte le versioni precedenti vengono conservate e, in caso di necessità, possono essere ripristinate. Nel testo è possibile creare dei collegamenti a nuove pagine che vengono generate all’istante e, ciascuna di queste, assume come nome la parola scelta come collegamento.

• I wiki sono strumenti ideali quando si ha la necessità di costruire collaborativamente un testo, dando la possibilità a utenti remoti di poter intervenire nella sua realizzazione. Anche in presenza rappresenta uno strumento ideale per la costruzione collaborativa di documenti.

Wiki

Applicazioni del Web 2.0Applicazioni del Web 2.0

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• Per la sua caratteristica di poter collegare e creare nuove pagine, wiki è spesso considerato come un editor ipertestuale online ed ha una qualche affinità con un blog qualora si consideri la storia delle revisioni come la serie di interventi nel blog.

• Comunque, a differenza del blog, dove gli interventi degli utenti vengono aggiunti ai precedenti e non è possibile modificare quelli già presenti, nel wiki gli utenti possono intervenire sul contenuto scritto da altri.

• Ancora, nel caso del wiki, gli interventi successivi si collocano in una continuità più stringente, rispetto al tema principale, di quanto avviene nei blog.

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• Il social bookmarking permette di classificare risorse di Internet in base a reti di segnalibri che l’utente può liberamente scegliere e condividere.

• Tradizionalmente: operazioni di bookmarking sul proprio browser.

• Social bookmarking: bookmarking condiviso in rete;

• Navigando è possibile catalogare risorse o attraverso descrittori già creati oppure attraverso dei nuovi creati al momento.

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• Nel proprio social bookmark l’utente può: – visualizzare l’elenco dei preferiti raggruppati in base ai

descrittori, – può creare raggruppamenti di descrittori, come ad esempio

avviene nei bookmark tradizionali,

• è possibile condividere il proprio entrando in network con altri utenti e permettendo a ciascuno di loro di associarlo al proprio;

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• Il procedimento di classificazione, chiamato folksonomia, e di costruzione di reti di social bookmarking parte dal basso; non esiste un centro regolatore, ciascun utente crea il proprio set di descrittori, attraverso questi crea il proprio bookmark che poi aggrega a quello degli altri;

• il termine inglese folksonomy deriva da folk (gente, popolo) e tassonomy (tassonomia, classificazione) e sta ad indicare il fatto che la classificazione è creata dal popolo degli utilizzatori. Secondo questa accezione non esistono gli esperti che preparano elenchi di descrittori in base ai quali poi altri classificano oggetti, ma gli “attori di questa organizzazione dell’informazione sono gli utenti, i cittadini della Rete […].” (Infante C., 2006, p. 150).

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• Un aspetto interessante del social bookmarking è dato dalla possibilità di condividere classificazioni proprie con quelle altrui, creando una rete di rimandi che può condurci nei meandri più nascosti e personali di risorse che qualcuno ha ritenuto di dover segnalare.

• possiamo pensare che attraversare questa rete, il social bookmarking, contribuisca al trasferimento di frammenti culturali che come virus si trasmettono da nodo a nodo.

• un problema: la possibilità che persone diverse possano classificare le stesse risorse usando descrittori concettualmente identici ma espressi con nomi diversi, che si creino descrittori diversi a causa di abbreviazioni o di spazi nei nomi, che si usino dei sinonimi ed infine che si usino lingue diverse (Maistrello S., 2005).

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