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Mendrisio Academy Press Mendrisio Academy Press Accademia di architettura | Università della Svizzera italiana Frs. 50.- / 40 www.arc.usi.ch IL VETRO NELL’ARCHITETTURA DEL XX SECOLO: CONSERVAZIONE E RESTAURO GLASS IN THE 20 TH CENTURY ARCHITECTURE: PRESERVATION AND RESTORATION Il vetro nell’architettura del XX secolo: conservazione e restauro Glass in the 20 th Century Architecture: Preservation and Restoration Franz Graf Francesca Albani a cura di | edited by Franz Graf, Francesca Albani Testi di | Texts by Steffen Adam Francesca Albani Giulio Barazzetta Maria Luisa Barelli Bernard Bauchet Winfried Brenne Berthold Burkhardt Jacques-Louis de Chambrier Anke Fissabre Enrico Giacopelli Franz Graf Alberto Grimoldi Ivo Hammer Giulia Marino Monika Markgraf Sander Nelissen Bernhard Niethammer Ingrid Paoletti Bruno Reichlin John Robertson Pierre Roquette Arthur Rüegg Simona Salvo Adolf Stiller Ola Wedebrunn

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Mendrisio Academy Press

Mendrisio

Academy Press

Accademia di architettura | Università della Svizzera italiana

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Il vetro nell’architettura del XX secolo:conservazione e restauro

Glass in the 20th Century Architecture:Preservation and Restoration

Franz Graf

Francesca Albani

a cura di | edited by Franz Graf, Francesca Albani

Testi di | Texts by

Steffen Adam Francesca Albani Giulio BarazzettaMaria Luisa Barelli Bernard BauchetWinfried Brenne Berthold BurkhardtJacques-Louis de ChambrierAnke FissabreEnrico GiacopelliFranz GrafAlberto GrimoldiIvo HammerGiulia MarinoMonika MarkgrafSander NelissenBernhard NiethammerIngrid PaolettiBruno ReichlinJohn RobertsonPierre RoquetteArthur RüeggSimona SalvoAdolf StillerOla Wedebrunn

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Il vetro nell’architettura del XX secolo: conservazione e restauro

Glass in the 20th Century Architecture: Preservation and Restoration

a cura di / edited by Franz Graf e Francesca Albani

Mendrisio Academy Press

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Sommario / Summary

Conservare, restaurare, sostituire. Alcune (buone) ragioni per parlare del vetro 9Preserve, Restore, Replace. Some (Good) Reasons to Talk about Glass 18Franz Graf Materiali di vetro: produzione, caratteristiche, usiGlass Materials, Production, Features and Use

Die Kultur des Glases in der Ersten Hälfte des 20. Jahrhunderts in Wien 29Glass Culture in the First Half of the 20th Century in Vienna 44Adolf Stiller

La “rivoluzione del vetro” in Italia tra autarchia e relazioni con l’estero 53The “Glass Revolution” in Italy between Autarky and Foreign Relations 79Francesca Albani

Anamorfosi della finestra, costruzione di un volume. 97Figure del vetro curvato dal Biedermeier al Movimento Moderno Anamorphosis of the Window, or Building of a Volume. 113 Figures of the Curved Glass from Biedermeier to the Modern Movement Alberto Grimoldi

Glass and Light • 20th C North 127Ola Wedebrunn Umgang mit Glas bei der Rekonstruktion von Werken des Neuen Bauens 141English Summary 159 Winfried Brenne, Steffen Adam Quant’è trasparente il vetro? 161How Transparent is Glass? 172Bruno Reichlin

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Le facciate leggere della prima metà del Novecento:caratteristiche e problematiche di conservazioneCurtain Walls in the First Half of the 20th Century:Characteristics and Problems of Preservation

Early Glazed Curtain Walls and their Preservation 185Anke Fissabre, Bernhard Niethammer

The Glass Façades of the Bauhaus Dessau Building 201Monika Markgraf Restoration and Reconstruction of The Daily Express Building, 223Fleet Street, LondonJohn Robertson Restoring Modern Curtain Walls in the Netherlands 239Sander Nelissen La Olivetti e il mito della trasparenza. Riflessioni attorno al restauro 259 della ICO Centrale Olivetti and the Myth of Transparency. Reflections on the Restoration 276of the ICO Centrale Enrico Giacopelli Le case degli anni Trenta e la trasparenzaTransparency and Houses of the Thirties

Verre & Maison de Verre 289Glass & Maison de Verre 297Bernard Bauchet La reproduction des dalles et pavés de verre de la première partie 303 du XXe siècle Reproducing Glass Block and Slab from the First Half of the 20th Century 310Pierre Roquette

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Das ehemalige Arbeitsamt in Dessau von Walter Gropius, 1928-1929 315 und weitere InstandsetzungenThe Former Arbeitsamt in Dessau by Walter Gropius, 1928-1929 334 and other Case Studies Berthold Burkhardt Materiality of the Diaphane. Comments on the Tugendhat House 341by Ludwig Mies van der Rohe and Lilly ReichIvo Hammer La restauration de l’Immeuble Clarté à Genève 361Restoration of the Clarté Building, Geneva 375Jacques-Louis de Chambrier Le verre – Questions ouvertes 381Glass – Open Questions 388Arthur Rüegg Le facciate leggere del dopoguerra: temi di restauro e riusoPostwar Curtain Walls: Restoration and Re-Use Il progetto di restauro della Chiesa Mater Misericordiae (1957-1958) 395The Restoration Design of Mater Misericordiae Church (1957-1958) 410Giulio Barazzetta, Ingrid Paoletti Il destino dei cristalli nel restauro del grattacielo Pirelli di Milano: 419 ubi maior minor cessat English Summary 443 Simona Salvo

L’enveloppe vitrée comme « dispositif thermique » : la Tour Nobel 445à Paris-la-Défense (1961-1967)Glazed Envelope as “Thermal Device”: the Tour Nobel 462 at Paris-la-Défense (1961-1967)Giulia Marino Sottigliezza, efficienza energetica. Due esigenze inconciliabili? 475Thinness and Energy Efficiency. Two Irreconcilable Requirements? 487Maria Luisa Barelli

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Il progetto di restauro della Chiesa Mater Misericordiae (1957-1958) Giulio Barazzetta DPA Dipartimento di Progettazione dell’Architettura Politecnico di Milano Ingrid Paoletti BEST Dipartimento di Scienza e Tecnologie dell’ambiente Costruito Politecnico di Milano DESCRIZIONE/CARATTERE Un muro a scarpa curva di calcestruzzo e ciottoli alto due metri delimita lo spazio esterno della chiesa di Nostra Signora della Misericordia di Baranzate, definendone il perimetro sacro. Il recinto1 porta all’interno le formelle della Via Crucis scolpite da Cosentino che circondano il piccolo volume2 bianco dell’aula liturgica, una cappella o un oratorio piuttosto che una parrocchiale, appoggiato su un rilievo raccordato con il piano di campagna da un pendio erboso. La chiesa è posta in questo anch’essa a due metri dal suolo e la coincidenza fra l’altezza del recinto e la quota zero della chiesa fa si che, da fuori e da lontano il recinto ne sembra il largo basamento. Vi si accede da una larga cancellata in corrispondenza della facciata sud. Di fronte si trovano due scalinate affiancate, una larga ascendente alla scatola chiara dell’aula e una discendente verso l’acqua del fonte battesimale a un ingresso all’ombra. L’entrata dovrebbe avvenire dal basso tramite la scalinata discendente, solo in questo modo si transita un percorso mistico che porta, dalla penombra degli ambienti seminterrati inferiori3, tramite lo scalone alla luce dell’aula vetrata opalescente dell’assemblea superiore. L’uscita dovrebbe avvenire dal largo portone scorrevole della chiesa, aperto a funzioni terminate di fronte al sagrato soprastante e discendendo poi dalla larga scalinata verso la campagna. All’interno il tetto è retto da quattro colonne alte otto metri che portano trasversalmente due travi principali gettate in opera e sei travi secondarie longitudinali la cui ossatura è formata da trenta conci prefabbricati di calcestruzzo uniti e precompressi in opera. Lo spazio è coperto da centottanta pannelli prefabbricati posti fra le travi, trentasei per campata. L’ordine architettonico della

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copertura corona le facciate mostrando sui lati corti la sua configurazione nella decorazione delle testate ad X delle travi. L’involucro di ferro e vetro è una orditura di carpenteria metallica composta di profili aperti saldati che regga pannelli4 composti all’origine da due lastre traslucide di vetro rigato a prismi rivolti all’interno, resi isolanti da un foglio di polistirolo interposto. Le fotografie dell’opera appena compiuta documentano come il materiale isolante garantiva di giorno il carattere opalescente del rivestimento rendendo all’esterno abbagliante il volume bianco della chiesa, mentre diffondeva all’interno la parte di luce solare filtrata dalla materia biancastra. Così all’opposto la sera il volume dell’aula illuminato dall’interno si trasformava in una lanterna diafana che irradiava lo spazio del recinto sacro.

Vista generale da sud ovest (Giorgio Casali 1958)

Facciata esterna a sud di

giorno (Giorgio Casali 1958) Facciata esterna a sud di notte (Giorgio Casali 1958)

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The Glass in the 20th Century Architecture: Preservation and Restoration

Il progetto di restauro della Chiesa Mater Misericordiae (1957-1958)

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Il rivestimento della cella, furiosamente demolito da un attentato e sostituito nel 1979 con una lastra di vetro retinato e una di policarbonato alveolare con interposto un sottile materassino poliuretanico, è ora talmente degradato e inadeguato all’uso dell’edificio da non consentire altro che una attenta sostituzione. L’aspetto del calcestruzzo all’interno appare annerito ma lo stato della copertura precompressa prefabbricata è ottimo, confermato da un collaudo statico del 2002. Si notano pochi punti di affioramento dei ferri nelle due travi principali. Se lo stato attuale della chiesa è il risultato del degrado dei materiali nel tempo e dei cambiamenti imposti dall’uso, nonostante tutto quello che è avvenuto nella materia, il carattere della parrocchiale di Baranzate è tuttora segnato dal percorso di accesso all’aula dal basamento sottostante, dal contrasto tra l’involucro luminoso opalescente con la penombra di calcestruzzo del seminterrato e infine dal volume della chiesa con il recinto che include l’area che lo contiene. La campagna a nord di Milano degli anni cinquanta è ora trasformata nella conurbazione metropolitana milanese, ma proprio il recinto ha fatto sì che lo spazio sacro si sia conservato al mutare del circostanze.

Vista interna del presbiterio (Angelo Mangiarotti 1958)

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EDIFICIO/PROGETTO La storia della chiesa di Baranzate inizia nel 1956 con la donazione della famiglia Peduzzi per la costruzione e il progetto dell’edificio di Angelo Mangiarotti e Bruno Morassutti con Aldo Favini. Il cantiere seguì la licenza edilizia del 1957 e si concluse l’anno successivo. Il cardinal Montini inaugurò la chiesa al culto il 7 novembre 1958. Poco più di vent’anni dopo si rifece la facciata di vetro con materiali diversi con il progetto degli stessi autori. Nel 1980 venne edificato il campanile su disegno di Morassutti e Favini. In seguito vi sono state le richieste di ampliamento e adeguamento della parrocchia, le aggiunte impiantistiche e di arredo anche agli spazi esterni. Dagli anni novanta il degrado del rivestimento sollecita un intervento di rinnovamento, che si è avviato con polemiche fra progettisti e la parrocchia sulla inadeguatezza funzionale dell’edificio e il valore dell’opera. L’apposizione del vincolo per “diritto d’autore” nel 2003 riconoscendo l’importanza artistica della Chiesa di Baranzate le attribuisce un carattere monumentale di identificazione religiosa e sociale e lega il restauro al progetto degli autori5. Il vincolo ha coinciso con la ripresa dell’interesse con studi e pubblicazioni sull’edificio, di cui si segnalano il lavoro di ricerca a Ginevra di Cristiana Chiorino e il progetto del 2005 di Bruno Morassutti con Frank Mayer e docenti e studenti della ZHW di Winterthur e infine il progetto in corso promosso e condotto dagli autori su incarico della parrocchia di Baranzate. Grazie all'iniziativa di Bruno Morassutti nel 2006 si è formato un gruppo di progettazione composto dai tre autori affiancati da altri progettisti da loro indicati: Anna Mangiarotti con Ingrid Paoletti, Giulio Barazzetta , Tito Negri, integrati da Giancarlo Chiesa per la progettazione degli impianti. In questa composizione sono assicurati sia l’autorialità del progetto richiesto dalla Soprintendenza che il profilo richiesto dal compito, la continuità di progettazione e le competenze necessarie, tecnologiche, architettoniche, strutturali e impiantistiche per la sua elaborazione durata dal 2007 al 2009. Il progetto di restauro è stato presentato alla Amministrazione Comunale nel 2008 per le autorizzazioni ed è divenuto esecutivo nel 2009, si è concluso con i dettagli costruttivi e le campionature nel 2010 per poter essere appaltabile nei primi mesi del 2011. Questo progetto riflette una situazione particolare del restauro che consiste nella riscrittura di una stessa opera. Una circostanza che si è realizzata poche volte coincidendo con la manifestazione di una necessità civile, come è stato per la ricostruzione del Padiglione d'Arte Contemporanea ricostruito da Ignazio Gardella con il figlio Jacopo a Milano nel 1996. È questo anche il caso di Baranzate, che potrà cogliere in questo modo la

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The Glass in the 20th Century Architecture: Preservation and Restoration

Il progetto di restauro della Chiesa Mater Misericordiae (1957-1958)

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riaffermazione della comunità parrocchiale assieme alla rappresentazione della identità civica definitivamente sancita con la costituzione di Baranzate in comune autonomo pochi anni fa.

Disegno originale della hall (Mangiarotti e Morassutti 1956)

Disegno originale del piano interrato (Mangiarotti e Morassutti 1956)

Sezione longitudinale (Mangiarotti e Morassutti 1956)

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Sezione trasversale (Mangiarotti e Morassutti 1956)

Struttura del curtain wall

in costruzione, (Bruno Morassutti, 1957)

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The Glass in the 20th Century Architecture: Preservation and Restoration

Il progetto di restauro della Chiesa Mater Misericordiae (1957-1958)

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RESTAURO/ ADEGUAMENTO/CONSERVAZIONE Il progetto del restauro della chiesa di Nostra Signora della Misericordia di Baran-zate si pone l’obbiettivo di ripristinare il complesso architettonico adeguandolo alle esigenze e allo standard di comfort richiesti dalle condizioni d'uso, avendo come riferimento sia l'edificio inaugurato il 7 novembre 1958 che il progetto di Angelo Mangiarotti e Bruno Morassutti con Aldo Favini del 1956-1957. Abbiamo detto sopra che il restauro in questo caso comporta la condizione parti-colare di una cosiddetta riscrittura degli stessi artefici del medesimo edificio, in cui il “rifare” pone la questione della “imitazione” dell’originale da riprodurre con di-verse tecnologie, così come pone la questione della distinzione delle parti, dello scarto fra “nuovo” ed “originale” laddove vi è differenza o aggiunta di elementi. Con gli stessi autori si è individuato il diaframma delle murature e della facciata, lo spazio ricavato nel limite fra interno ed esterno negli strati della materia, come luogo delle nuove installazioni e dei nuovi elementi costruttivi, evidenziando lo scarto fra vecchio e nuovo nell’interpretazione di un restauro che sta tutto nella dif-ferenza “fra” i materiali “dentro” la costruzione. Per la facciata da sostituire ciò ha significato un lungo lavoro di campionamento per l’individuazione attenta del grado di imitazione, alla ricerca dell’aspetto neces-sario ad evocare il gioco della luce riflessa e rifratta dalla facciata originale, che si deve attentamente bilanciare fra la effettiva possibilità materiale dell’effetto opales-cente predisposto dalle stratigrafie e dalla grafica dei vetri e l’assenza della materia dell’isolante da attraversare. Per i nuovi componenti ciò è avvenuto nel progetto praticando l’individuazione delle differenze dei nuovi elementi nel “testo” originario per posizione e caratteri per ottenere il più possibile nel restauro la conservazione della chiesa di Baranzate, come è già stato a suo tempo per il campanile nel 1980. È stata la discussione condotta sulle varie proposte ad evidenziare6 che nel caso di Baranzate si tratta di non consentire l’adozione di un adeguamento a “tutti i costi” agli standard degli edifici nuovi, per altro non effettivamente necessario stante il vincolo e viste le caratteristiche dell’edificio, le sue necessità d’uso la normativa particolare per gli edifici di culto. Ciò rischiava di comportare tra l’altro lo slitta-mento del carattere dell’edificio verso una costruzione ad alta tecnologia, con la sua idea di una architettura risultante dal trasferimento integrale di tecnologie avanzate. Un procedere simile ne avrebbe alterata la forma costruita, ottenuta mediante la composizione di materiali correnti assieme a materiali nuovi, formati in un cantiere artigianale con tecniche fortemente innovative, tratto sostanziale di questa costruzione così rispondente alla sua architettura essenziale.

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Dettaglio del basamento

e del curtain wall (Giorgio Casali 1958)

Curtain wall visto

dall’interno Giorgio Casali 1958) Curtain wall visto dall’interno (Nicola Agazzi 2006)

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The Glass in the 20th Century Architecture: Preservation and Restoration

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FACCIATA/RIVESTIMENTO I componenti portanti della facciata in origine sono costituiti da elementi a disegno semplice di carpenteria metallica saldata e verniciata, progettati come assemblaggio di profili di produzione e commercio corrente. Non essendo possibile il recupero degli elementi strutturali originari della parete, di difficile manutenzione, degradati e successivamente rivestiti in alluminio, la nuova carpenteria in ferro portante è il più possibile simile a quella originaria ma verrà prodotta con tecniche che permet-tono la fornitura degli elementi con profili in acciaio zincati e verniciati montati a secco, garanzia di durata e affidabilità fra le prime richieste della committenza. Questa linea di progetto proposta dagli autori e condivisa dal gruppo di proget-tazione, ha voluto dire limitare necessariamente le caratteristiche di taglio termico solo al vetro e al telaio secondario del pannelli e non poterla estendere, viste le caratteristiche meccaniche ed estetiche, ai profili portanti. Vari studi di progetto hanno evidenziato i problemi relativi al taglio termico della facciata. Tuttavia spesso questi studi hanno tralasciato la globalità dell’edificio da conservare e il suo uso peculiare, non hanno considerato gli aspetti strutturali as-sieme al carattere architettonico specifico del rivestimento delle chiesa di Baranzate e al ruolo che il profilo montante vi svolge. La effettiva parte che gioca il mon-tante nell’esercizio dell’edificio andrebbe valuatata con gli altri ponti termici non eliminabili come tutto il coronamento della facciata in precompresso, e consider-ando la sua ricorrenza puntuale7 con la sua bassa percentuale di presenza nella facciata rispetto alla grande superficie vetrata, che rappresenta il problema princi-pale in termini energetici e di irraggiamento, infine la casistica delle possibilità effettiva della formazione di condensa, la sua localizzazione, la sua incidenza effet-tiva nelle condizioni ambientali e mezzi per porvi rimedio consentiti dal progetto architettonico e dai nuovi impianti. Il pannello di tamponamento documentato dal progetto del 1957 e nelle riprese dell’edificio finito del 1958, era il risultato dell’assemblaggio di elementi semplici nella giustapposizione di due lastre di vetro industriale colato “rigato” con sezione a prismi, inframmezzate da un pannello di polistirene espanso a bassa densità di colore bianco per uno spessore totale di 4,5 cm. Questa messa in opera risultava dalla sperimentazione di due diverse soluzioni scartate: uno stato di fibra di vetro non tessuta fra due lastre di vetro, successivamente sostituita per problemi di sicurezza da vetri retinati e con isolamento con polistirolo interposto far i vetri. Quest’ultima soluzione venne ulteriormente scartata in cantiere per la rottura delle lastre di vetro retinato poste in opera, sostituite dal vetro industriale rigato rimasto con lacune e sostituzioni fino al 1979. Nel processo di definizione sperimentale del progetto si sono dovute superare di-

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verse del tecnologie del vetro e dei materiali isolanti interposti che sono stati esa-minati, studiati e prodotti in campioni dal 2004 al 2007 infine non ritenute soddisfacenti e affidabili, portando a concludere che si doveva produrre un pannello di facciata composto solo di vetro a più strati con alto rendimento ener-getico e raffinate caratteristiche percettive che è stato elaborato dal 2008 al 2009 attraverso campionamenti successivi per l’individuazione di materiali e caratteris-tiche. Quello che è stato progettato e posato in opera il 14 gennaio scorso come esemplare per la produzione è un pannello composito basato sulla tecnologia dei filtri basso-emissivi, della giustapposizione di camere e dalla sommatoria degli strati e trattamenti superficiali, a cui è affidata la qualità di isolamento termico e di pro-tezione dall'irraggiamento. Ai trattamenti delle superfici mediante acidatura e stampa serigrafica è affidata invece una possibile riproduzione dell’aspetto dell’edificio originale o perlomeno della sua idea, sostituendo per così dire alla veri-tà materiale dell’originale distrutto la copia verosimile della sua immagine e della sua qualità opalescente8.

Struttura del Curtain wall in ferro. Nero l’originale, rosso il progetto di restauro del 2008 Pannello di vetro, ver-sione a tre strati, progetto finale di re-stauro del 2009

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The Glass in the 20th Century Architecture: Preservation and Restoration

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ADDENDA 1. Esigenze /richieste Le richieste dalla parrocchia committente alle quali il progetto deve rispondere sostanzialmente sono: il restauro dell'edificio e del complesso; il recupero tutti gli spazi disponibili nell'aula e nel seminterrato per rispondere alla necessità dell'ampliamento, rendendo possibile sia una maggiore presenza di fedeli alle funzioni che diversificando l'uso invernale ed estivo di locali seminterrati ed aula; il rinnovamento degli impianti per fornire l’adeguato comfort ambientale agli spazi; il miglioramento delle condizioni di accessibilità dei fedeli; e infine, successivamente, l'adeguamento gli interni ad una migliore percezione ed esecuzione delle liturgie. Come è noto l’esigenza di opere di restauro è una necessità presente da tempo nella coscienza dei frequentatori della Chiesa di Nostra Signora della Misericordia,

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siano essi la comunità dei fedeli che i visitatori che giungono da vari paesi e dalle scuole di architettura del mondo. Questa esigenza è improcrastinabile e si aggiunge a diverse necessità di adeguamento. In questi ultimi anni il programma della com-mittenza e l'elenco delle opere si sono precisati. Ciò è avvenuto grazie agli studi di progetto che si sono succeduti nel tempo, a partire dall'iniziativa della parrocchia di produrre un progetto completo e dalla successiva messa a fuoco delle necessità e delle cose possibili nel restauro dell'opera. La proposta si è venuta determinando sulla base di precedenti progetti e negli ultimi due anni nel confronto serrato fra committenti e progettisti. Questi punti sono articolati per esteso in un elenco dei lavori che corrisponde al quadro delle esigenze e ai contenuti architettonici, tec-nologici e impiantistici del progetto che presentiamo.

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2. Energia/impianti Rimandando per i dettagli degli aspetti energetici e degli impianti al progetto9 specifico, occorre sottolineare qui la loro forte integrazione con il restauro. La con-formazione dell'edificio esistente ha imposto di considerare come vincoli il rifacimento del rivestimento vetrato e il mantenimento dei caratteri della struttura in ferro dell’aula, assieme alla conservazione della copertura in cemento armato precompresso prefabbricato e alla muratura del seminterrato. Ambiente e aspetti energetici di uno spazio di culto sono stati esaminati assieme alle problematiche della gestione e della migliore sostenibilità ambientale. La pro-duzione di energia con fonti energetiche rinnovabili è dimensionata per il consumo e l’accumulo di energia necessaria all’uso attuale rilevato e a quello previsto. I nuovi impianti di riscaldamento/raffrescamento sono stati progettati con partico-lare riguardo al comfort considerando come fattore di dimensionamento le condizioni d’uso di un edificio simile, verificando con gli utenti il suo esercizio10 e l’utilizzo dei suoi spazi. 3. Modificazioni/aggiunte Con il restauro del complesso di Baranzate si intende anche fissare i termini della conservazione del netto rapporto fra il recinto e edificio. Questa relazione è es-pressa nella individuazione univoca degli elementi architettonici, dell'arredo esterno e dei materiali. È dunque necessario che i nuovi elementi che vengono introdotti non solo non si oppongano a questa percezione, ma che questi valori vengano attuati nel manteni-mento e nel ripristino degli utilizzi previsti all'esterno dell'aula nel recinto, nei percorsi di avvicinamento e nelle manifestazioni liturgiche esterne come l'officio della “via crucis”. Così la soluzione delle nuove aperture per la nuova aula seminterrata e per la cap-pella della Vergine/penitenzieria sul lato occidentale ridisegna lo spazio fra il recinto e la cella confermando gli andamenti originali della scarpa di terreno e del muro del basamento. Così il miglioramento dell'accessibilità dell'aula significa anche che la soluzione per la nuova rampa di accesso all’aula disegnata da Bruno Morassutti è il risultato di un attento bilanciamento fra esigenze di adeguamento per l’accessibilità11, collo-cazione del manufatto e disposizione della sua forma per allinearla al campanile, distaccandola dall’edificio, sistemandola fra le alberature esistenti, individuandone la sua natura di corpo differente dalla chiesa.

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1. 30 x 60 metri 2. 28 x 14 x 10 metri 3. Il battistero, la cappella della vergine, la sacrestia e i locali di servizio 4. 90 x 270 x 4,5 cm. 5. Vincolo 13.1.2003 ministero beni e attività culturali l. 22.04.1941 n°633 e d.l.

03.02.1993 n°29; “[…] l'opera (è) rappresentativa di ricerca strutturale e spaziale che sperimenta le più innovative tecniche costruttive dell'epoca, unite alla scelta di un lin-guaggio formale essenziale e fondato sull'uso della luce, con esito di grande interesse per la definizione dello spazio sacro […]. L’edificio si configura come il primo modello di chiesa su cui è stato sperimentato l’uso di strutture in c.a. Prefabbricate […] la parti-colarità risiede nella qualità spaziale generata dalla tecnica costruttiva con cui è stata realizzata la struttura portante […] che ha consentito di realizzare uno spazio fortemen-te suggestivo e di grande luminosità […] con una particolare valenza spaziale e architettonica che dà alla costruzione un carattere di unicum […]. Il valore dell’originale edificio detto anche “chiesa di vetro”, è esaltato anche dal contesto entro cui tale opera è inserita: la chiesa sorge rialzata rispetto al piano di campagna ed è circondata da un muro in c.a. Rivestito con pietre a vista che delimita la zona sacra. Lungo tale muro è collocata una via crucis di grande suggestione eseguita contemporaneamente alla co-struzione e in armonia con essa dallo scultore cosentino […]. Negli anni ottanta è stata aggiunta su progetto degli stessi autori la torre campanaria, realizzata sul fianco destro del prospetto e in posizione distaccata, consistente in una leggera struttura in ferro a pianta quadrata […] e in piena sintonia con il carattere della chiesa[…].”

6. Nel seminario di Winterthur del 2004 7. Diagramma delle percentuali del rivestimento 8. Caratteristiche del campione a tre stati e due camere posato il 14 gennaio 2011 dimensioni 90 x 270 x5 cm 2,43 mq pannello peso 65 kg/m2 160 kg pannello costo 320 €/m2 780 €/pannello caratteristiche luminose ed energetiche test 13 12 2010 riflessione luminosa rl: 35,6 % trasmissione luminosa tl: 5,6 % riflessione energetica re: 28% assorbimento energetico ae: 60 % trasmissione energetica diretta ted: 3,2 % fattore solare fs: 9,7 % termotrasmittanza vetro ug: 0,7 w/m2k 9. Cfr. Relazione prof. Ing. Giancarlo Chiesa 10. Diagramma d’uso sbg architetti /parrocchia Baranzate 11. Cfr. Progetto e relazione arch. Giovanni del Zanna

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The Restoration Design of Mater Misericodiae church (1957-1958) Giulio Barazzetta DPA Architectural Design Politecnico di Milano Ingrid Paoletti BEST Built environment science and technology Politecnico di Milano DESCRIPTION / NATURE A sloping and curve two-meters tall wall, concrete and stone made, delimits the outer space of Mater Misericodiae church in Baranzate, defining the sacred pe-rimeter. The enclosure includes the Via Crucis panels sculpted by Cosentino, that surround the little white volume of the liturgical hall, more a chapel or an oratory than a par-ish church, lying on a hump that is connected to the land surface by a grassy slope. The church is located on it, two meters above the land surface, and the coincidence between the height of the enclosure and the ground zero of the church deter-mines that, looking from the outside or far from it, the fence seems to be its basement. The entrance is placed on the south façade, along a large railing. In front of it, there are two stairs, placed side by side: one of that goes up towards the white box of the hall, the other one goes down towards the baptismal water, in a shady en-trance. The entry should be from the bottom, through the descending stair: only in this way, you can pass by a mystic way that guides, from the shadow of the lower basement spaces, trough the monumental staircase, towards the light of the opal-escent window of the superior hall. The exit should be from the large sliding door of the church in front of the upper parvis, going down, by the large staircase, to-wards the countryside. Inside, the floor is supported by four columns, that are eight-meters high and bear two cast main beams crosswise and six longitudinal secondary beams, whose frame is composed by thirty precast ashlars, joined and pre-stressed in situ. The space is covered by one hundred and eighty prefabricated panels, placed between the

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The Glass in the 20th Century Architecture: Preservation and Restoration

Il progetto di restauro della Chiesa Mater Misericordiae (1957-1958)

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beams, thirty-six per span. The architecture order of the covering crowns the fa-çades, showing itself in the decoration of the X-heads of the beams, on the short sides. The iron and glass cladding is a metal frame structure, composed by joined open profiles, that bear panels originally composed by two translucent sheets of glass, ribbed as inwards prisms, that become insulating thanks to an interposed polysty-rene sheet. The photographs of the just completed work document how the insulating material guarantees, during the day, the opalescent character of the clad-ding, transforming the church in a blinding white volume from outside, while the sunlight, partly filtered by the whitish matter, could circulate inside. Instead, in the evening, the volume of the hall, lit from inside, turned into a diaphanous lantern, that irradiated the space of the sacred enclosure. The cell’s cladding, violently demolished by an attack and replaced in 1979 with one wire glass sheet and one alveolar polycarbonate sheet, with a thin interposed polyurethane mattress, is nowadays so degraded and inadequate for the building use that doesn’t permit anything more than a careful replacement. The concrete in-side seems to be blackened, but the state of the pre-stressed precast roof is excellent, as confirmed by a static test in 2002. Only few points where the iron emerges are visible in the two main beams. If the current state of the church is the result of material deterioration over time, and changes imposed by custom, despite everything happened in the matter, the character of the parish Baranzate is still marked by the access way to the hall from the basement below, the contrast between the bright opalescent cladding and the darkness of the basement concrete and finally the volume of the church with the fence that includes the area that contains it. The countryside to the north of Milan in the Fifties is now transformed into the Milan metropolitan conurbation, but just the fence made the sacred space be preserved to the changing of circumstances. BUILDING / PROJECT The history of Baranzate Church begins in 1956 with the the Peduzzi family’s do-nation for the building design and construction by Angelo Mangiarotti and Bruno Morassutti with Aldo Favini. The building site followed the construction permit in 1957 and ended in the following year. Cardinal Montini opened the church for worship on November the 7th, 1958. A little more than twenty years later the glass façade was made with different mate-rials, according to the authors themselves’design. In 1980 the bell-tower was built and designed by Morassutti and Favini. Later, there were requests for extension

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Academy of Architecture – Università della Svizzera italiana

Giulio Barazzetta, Ingrid Paoletti

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and adaptation of the parish, and plants and furniture additions to the outdoor spaces. Since the Nineties, the cladding deterioration has called for renovation, which started with a controversy between designers and the parish about the func-tional inadequacy of the building and the value of the work. The attribution of the copyright restriction in 2003, recognizing the artistic impor-tance of the Baranzate Church, gives it a monumental character of religious and social identification and connects the restoration to the authors’ design. The re-striction coincided with a recovery of interest, with studies and publications about the building, among which the Cristiana Chiorino’s research in Geneve and the Bruno Morassutti’s project, with Frank Mayer and professors and students from the ZHW in Winterthur, in 2005, and, at the end, the ongoing project, promoted and performed by the authors, on behalf of the parish of Baranzate, have to be recommended. Thanks to the initiative of Bruno Morassutti in 2006 a design group was formed, composed by the three authors, supported by other architects they chose: Anna Mangiarotti with Ingrid Paoletti, Giulio Barazzetta and Tito Negri, with the sup-port of Giancarlo Chiesa for the plants design. In this composition, both the authorship of the project required by the Soprintendenza and the profile required by the work, the design continuity and the necessary skills, about technology, archi-tecture, structure and plants, were assured for the drafting stage, between 2007 and 2009. The restoration design was submitted to the Town Council in 2008 for per-mits and became executive in 2009, ending with construction details and sampling in 2010 to be ready to be tendered in early 2011. This project reflects a particular situation of the restoration, that consists in the re-writing of the work itself. A fact that happened few times in correspondence with a civil necessity, as it was for the reconstruction of the Pavilion of the Contemporary Art rebuilt by Ignazio Gardella and his son Jacopo in Milan in 1996. It’s the same case in Baranzate, where the parish community could reaffirm itself, representing at the same time its civic identity, definitely confirmed by the establishment of Baranzate as independ-ent municipality few years ago. RESTORATION / ADJUSTMENT / PRESERVATION The restoration design of Nostra Signora della Misericordia in Baranzate is in-tended to restore the architectural complex, conforming it to the requirements and the standard of comfort required by the terms of use, considering the building

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The Glass in the 20th Century Architecture: Preservation and Restoration

Il progetto di restauro della Chiesa Mater Misericordiae (1957-1958)

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opened in November the 7th, 1958 and the design by Angelo Mangiarotti and Bruno Morassutti with Aldo Favini (1956-57) as main references. As we said above, in this case, the restoration involves the particular condition of a so-called re-writing by the same authors of the building itself, in which the “re-make” brings up the question of “imitation” of the original one, that has to be re-produced with different technologies, as well as the question of the differentiation of the parts, the gap between “new” and “original”, where there is a difference or an addition of elements. In collaboration with the authors themselves, the diaphragm of the walls and the façade have been identified, a space obtained in the boundary between interior and exterior, in the layers of the matter, a place to host new installations and new con-struction elements, highlighting the gap between old and new in the interpretation of restoration as the difference “between” materials “inside” the building. Regarding the façade that had to be replaced, it implied a long sampling work, nec-essary to identify the degree of imitation, looking for a surface that could evoke the play of the reflected and refracted light typical of the original façade, that has to be carefully balanced between the real material capability of opalescent effect, ob-tained by the stratigraphies and the graphic of the glasses, and the absence of the insulation material that had to be crossed. For the new components, in the project the differences with the original “text”, about position and characters, have been identified in order to obtain the maxi-mum in the restoration and conservation of the Baranzate Church, as happened in 1980 for the bell-tower. The discussion on the several proposals highlighted that, in the case of Baranzate, the point isn’t to adopt an adequation to the standard of new buildings “at any cost”, thing that isn’t actually necessary, considering the restriction and the char-acteristics of the building, its use necessities and the specific regulations for wor-ship places. Moreover, that could drive the character of the building toward a high tech construction, according to its idea of architecture resulting from the complete transfer of advanced technologies in it. A similar process would have altered the built form, obtained by the composition of current materials with new ones, made in a craft site with highly innovative technologies, substantial aspect of this con-struction so respondent to its essential architecture. FAÇADE / CLADDING The bearing components of the façade originally consist of simple design metallic frame, welded and painted, designed as an assembly of current production and

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trade profiles. Since it wasn’t possible to recover the original structural elements of the façade, hardly to maintain, degraded and successively covered with aluminium, the new bearing metallic frame is as much as possible similar to the original one, but it will be produced using techniques that permit the supply of steel galvanized and painted profiles, dry assembled, that guarantee durability and reliability, that were among the first requests of the clients. This design line, proposed by the au-thors and subscribed by the design group, determined the unavoidable limitation of the thermal break characteristics only on the glass and the secondary frame of the panels, so that it wasn’t possible to extend it to the bearing profiles, in consid-eration of the mechanical and aesthetic characteristics. Several design studies highlighted problems related to the thermal break of the fa-çade. However, these studies often omitted to consider the whole building that had to be preserved and its peculiar use, they didn’t consider the structural aspects along with the specific architectural character of the cladding of Baranzate Church and the role that the frame stile profile takes place. The actual part played by the frame stile in the whole building should be considered with the other thermal bridge interruptions that are ineliminable, as the whole prestressed coping of the façade, and considering its punctual recurrence with its low percentage of presence in the façade in comparison with the big glass surface, that represents the main problem in terms of energy and solar radiation, at last considering the condensa-tion recurrence, its actual location and incidence in the local conditions and the available instruments to find a solution, according to the design project and the new plants. The curtain wall panel documented by the project in 1957 and by the images of the finished building in 1958 was the result of the assembly of simple elements, ob-tained placing side by side two panes of industrial glass “striped” cast with a prism section, between which a low-density polystyrene white panel was interposed, for a total thickness of 4.5 cm. This installation derived from the experimentation of two different rejected solutions: a layer of nonwoven glass fibre posed between two sheets of glass, later replaced, for security reasons, by two wired glasses and polystyrene insulation interposed between them. This last solution was further re-jected in the building site, because the installed wired glasses got broken, and were replaced by the industrial striped glass that remained with gaps and replacements until 1979. In the process of experimental definition of the project, several technologies of glass and insulation materials, that were examined, studied and produced as sam-ple between 2004 and 2007 and finally not considered satisfactory and reliable, had

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The Glass in the 20th Century Architecture: Preservation and Restoration

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to be surpassed, leading to the conclusion that it was necessary to produce a cur-tain wall panel, composed entirely by multi-layer glass, that had to be energy-effi-cient and have refined perceptive faculties; it was developed between 2008 and 2009, through successive sampling in order to identify materials and characteristics. The panel that was designed and posed in situ last January the 14th as a sample for the production is a composite panel based on the technology of the low-emission filters, the air space juxtaposition and the sum of the layers and surface treatments, that are responsible for the thermal insulation and protection from solar radiation. Instead, the reproduction of the original building aspect, or its idea at least, relies on the treatments of the surfaces by acid etching and silk screened printing, re-placing the original material destroyed with a contemporary image in opalescent quality. REMARKS 1. Needs / requests The requests from the parish client about what the design has to solve essentially are: the restoration of the building and the complex; the recovery of all the availa-ble spaces in the hall and in the basement in order to answer to the need of en-largement, making possible both a larger presence of the faithful at the functions and the diversification of the winter and summer use of the basement spaces and the hall; the improvement of the accessibility conditions of the faithful; and finally, in a second time, the accommodation of the inner spaces for a better perception and execution of the liturgies. It is known that the need of restoration is a necessity that has been felt for a long time by the visitors of Nostra Signora della Misericordia Church, whatever they are the faithful community or visitors coming from several countries and from archi-tecture schools all over the world. This necessity is pressing and follows several adequation necessities. In recent years, the client’s program and the list of works were specified. This happened thanks to the design studies that followed each other, starting with the parish’s initiative to do a complete project and the subse-quent focusing on the needs and on what was possible to do in the restoration of the building. The proposal came true on the basis of previous projects and, in the last two years, in the strict confrontation between clients and designers. These points are largely expressed in a list of works that matches the requirements table and architecture, technology and plants contents of the project we present.

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2. Energy / plants Referring to the project for energy and plants detail specifications, it is necessary to highlight their strong integration with the restoration design. The configuration of the existing building imposed to consider as restrictions the reconstruction of the glass cladding and the preservation of the characters of the iron structure of the hall, together with the conservation of the precast prestressed concrete and the basement wall. Environment and energy aspects of a worship space were examined together with the problem of the management and the improvement of the environmental sus-tainability. The energy production by renewable energy is sized for the consump-tion and accumulation of energy necessary to the registered current use and the forecast one. New heating/cooling plants were designed with particular attention to the com-fort, considering as a sizing factor the conditions of use in a similar building, veri-fying with its users how it works and how its spaces are used. 3. Modifications / additions With the restoration of the Baranzate complex, also the terms of the clear relation-ship between the fence and the building conservation are clarified. This relation-ship has been expressed in the univocal individuation of architecture elements, external furniture and materials. So it is necessary that the new introduced elements not only don’t go opposite this perception, but rather that these values come true in the preservation and restora-tion of the foreseen uses in the enclosure outside of the hall, in the approach ways and in the liturgical external celebrations, like the Via Crucis function. So the solution of the new openings for the new basement hall and for the Virgin chapel on the west side redraw the space between the fence and the cell, confirm-ing the original shape of the sloping ground and the basement wall. So the improvement of the hall accessibility shows also that the solution for the new ramp to entry in the hall, designed by Bruno Morassutti is the result of a care-ful balance between requirements for accessibility needs, location and disposition of the ramp in order to align it to the bell tower, detached from the building and placed among the existing trees, identifying its nature as a different volume in re-gard to the church.