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Inauguriamo qui a Ferrara il work in progress della Terza MostraInternazionale del Restauro Monumentale, iniziativa che si attua, adistanza di oltre quarant’anni dalla precedente allestita nel 1964 aPalazzo Grassi a Venezia, in occasione del Secondo CongressoInternazionale degli Architetti, nel corso del quale fu varata la Cartadi Venezia.Gli enti promotori (Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ICOMOSe Fondazione Politecnico di Milano) sono lieti di presentare in questasede i pannelli che, raccogliendo le adesioni finora pervenute,documentano, a confronto tra loro, le iniziative di salvaguardia e direstauro svolte in Italia dalle Soprintendeze, dalle Università e quelleinternazionali.L’iniziativa, che si apre con il doveroso omaggio a quattro grandiprotagonisti degli eventi del 1964 (Roberto Pane e Pietro Gazzola, autoridel testo della Carta di Venezia, Piero Sanpaolesi curatore della Mostradi Palazzo Grassi e Guglielmo De Angelis d’Ossat, tra i promotori dellanascita dell’ICOMOS), vuole documentare lo stato di avanzamento delrestauro nel mondo, mettendo a confronto diretto fra loro iniziative edesperienze nate da una medesima esigenza (quella della tempestivasalvaguardia di un patrimonio comune) e tuttavia risolte secondo metodi,strategie e modalità spesso ancora fortemente differenziate.La Mostra, che ha carattere itinerante, dopo Ferrara sarà a Gubbio il14-15 giugno prossimi, in concomitanza con il Convegno MirabiliaUrbis su Innovazione e progetto per la città esistente e poi a Roma, dadove inizierà il proprio ulteriore percorso nelle principali capitalistraniere.

TERZA MOSTRA INTERNAZIONALE DELRESTAURO MONUMENTALE:

DAL RESTAURO ALLA CONSERVAZIONE

E’ motivo di soddisfazione per il nostro Ministero accompagnareai nastri di partenza la Terza mostra internazionale del restauromonumentale, un’iniziativa nata dalla stretta collaborazione tra lanostra Direzione Generale per i Beni architettonici e paesaggisticie la Sezione Italiana dell’ICOMOS con l’ufficio internazionale diParigi. Si tratta di un vero e proprio laboratorio di ricerca che,partendo appunto dal Salone del Restauro di Ferrara, toccherà variecittà italiane, per poi raggiungere importanti capitali estere. Lamostra si riallaccia, negli intenti e nella formula, alle precedenti:la prima, allestita a Parigi a Palais de Chaillot esattamentecinquanta anni fa (1957) e la successiva a Palazzo Grassi a Venezia(1964) dove, appunto, è nata quella Carta del Restauro che oggirappresenta il riconosciuto punto di riferimento metodologicocomune dell’azione di tutela del patrimonio mondiale. Ed è statoproprio a Venezia che, grazie alla felice intuizione dei suoi Padrifondatori italiani (Gazzola, Pane, Sanpaolesi, De Angelis d’Ossat)è nato l’ICOMOS che, per statuto, è il braccio operativodell’UNESCO nel campo della salvaguardia e della necessariavalorizzazione dei siti e delle risorse architettoniche e ambientali.Il Ministero per i Beni e le Attività culturali, con una mia convintaattenzione personale, seguirà e promuoverà, a livello centrale eperiferico, l’impegno comune perché il nostro Paese, anche coniniziative come questa di diffusione della conoscenza, continui asvolgere da protagonista il proprio apprezzato, e sempre piùrichiesto, ruolo di referente attivo nell’approfondimento dei criterie dell’azione di efficace gestione del patrimonio architettonico, comedi quello paesaggistico. Una leadership nazionale da accrescere econsolidare.Abbiamo scelto Ferrara come significativa stazione di avviodell’iniziativa perché il suo Salone dell’Arte del Restauro e dellaConservazione dei Beni Culturali ed Ambientali dal 1991, ossiagià da ben sedici anni, si è confermato come la prima e piùimportante rassegna europea interamente dedicata al Restauro,secondo un ormai ben sperimentato calendario di impegni cheinteressa chiunque operi per proteggere e valorizzare il nostrogrande Patrimonio di risorse materiali. Mi auguro che il Salone,anche grazie alla partecipazione ed al fattivo contributo deiDelegati stranieri presenti in visita dall’Istituto per il Commercioestero di Roma, possa costituire l’occasione concreta per l’avvio dinuove iniziative che vedano come protagoniste le nostre imprese ele nostre tecnologie all’estero in modo da diffondere sempre piùcon l’esempio le conoscenze tecniche d’eccellenza degli operatoriitaliani, riconosciuti leader del settore.A tutti l’augurio più sincero di buon lavoro.

Marco Dezzi BardeschiPresidente Comitato Italiano ICOMOS

On. Francesco RutelliVice Presidente del Consiglio e Ministro per i Beni e le Attività Culturali

I have the great pleasure to present the opening of the Third InternationalExhibition on Monuments Restoration, an initiative born from the closecooperation of the Direction General for architectural and environmentalHeritage of my Ministry, the ICOMOS Italian National Committee, andthe international ICOMOS office in Paris.This exhibition is conceived as an itinerant research laboratory, which,starting from the Salone del Restauro of Ferrara, will continue in otherItalian cities, to then reach some main European capitals.This Third Exhibition is following the first one held in Paris at Palais deChaillot, fifty years ago (1957), and the second one held in Palazzo Grassiin Venice (1964) on the occasion of the Second International Congresson Monuments Restoration, during which the Restoration Charter wasenacted. This Venice Charter, translated in several languages, representstoday the common methodological benchmark for the protection of culturalheritage worldwide.It was on that occasion and thanks to the successful intuition of theICOMOS Italian founding fathers (Gazzola, Pane, Sanpaolesi, De Angelisd’Ossat) that ICOMOS was established to operate, according to its statutes,as UNESCO operating body in the domain of protection and enhancementof sites, architectural and environmental resources.

The Ministry for Cultural Heritage and Activities, under my personalsupervision, will pursue to advocate in favour of our common commitmentso that our country, with such similar initiatives, will continue to play aprominent role, internationally recognised and demanded, as proactivereferent in devising appropriate criteria and methodologies to ensure theeffective management of architectural and environmental heritage.

Ferrara has been selected as a significant starting point of this initiative.the ‘Salone dell’Arte del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturalied Ambientali’ held in Ferrara since 1991, almost sixteen years, has beenrecognised as the first European overview exclusively dedicated toRestoration, offering a consolidated agenda for all professionals workingin the field of the protection and valorisation of our vast cultural heritage.I hope that this Salone, thanks also to the participation and the activecontribution of the delegates from the ‘Istituto per il Commercio estero diRoma’, will offer a concrete occasion to boost new internal initiativescontemplating the proactive role of Italian enterprises and technologiesand contributing to spread the excellent technical knowledge of Italianoperators, recognised in this sector as leaders.I sincerely wish you a fruitful work.

I am glad to open here, in Ferrara the work in progress of the ThirdInternational Exhibition on Monuments Restoration, initiative whichis taking place, after more than forty years from the previous one held in1964 at Palazzo Grassi in Venice, on the occasion of the SecondInternational Congress of Architects, during which the Venice Charterwas enacted.The Organising bodies (Ministry for Arts and Cultural Affairs, ICOMOSand Fondazione Politecnico di Milano) are pleased to present here inFerrara, beside Italian experiences, some international works of theICOMOS National Committees which concur to this initiative. Thus,the exhibition allows to compare methodologies and works carried outworldwide in preservation and restoration of cultural heritage.The initiative will be opened by a due tribute to the protagonists of the1964 congress and exhibition (Roberto Pane and Piero Gazzola, authorsof the Venice Charter, Piero Sanpaolesi, curator of the Exhibition atPalazzo Grassi and Guglielmo De Angelis d’Ossat) who promoted theestablishment of ICOMOS. The exhibition offers an overview on therestoration practices worldwide stemming out from the need to timelyand appropriately preserve and protect our common cultural heritage,carried out, however, according to different methods and strategies.The exhibition which has an itinerant character, will be next in Gubbio(14th-15th June), at the same time of the Congress Mirabilia Urbis suInnovazione e progetto per la città esistente, and Rome, where a newforeign path will begin.

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PIERO GAZZOLA (1908-1979)

Come figli abbiamo accolto con estremo piacere che un’iniziativa scientificaimportante come la Mostra Internazionale del Restauro Monumentale abbiainteso riservare uno spazio per illustrare e chiarire il senso dell’operato di PieroGazzola. Il nostro auspicio è, evidentemente, che la memoria della poliedricaattività di Gazzola, e in senso lato il suo contributo culturale, possano considerarsituttora presenti, cioè innestati nel vivo del dibattito scientifico attuale. I temi chefurono l’oggetto del suo lavoro e della sua constante riflessione costituiscono oggiun lascito da più parti criticamente acquisito e riconosciuto, un imprescindibileriferimento per quanti si occupano non solo di restauro monumentale, ma più in generale di tutela evalorizzazione degli elementi storici stratifcati sul territorio, di quell’insieme di attività sul patrimonioche vanno dalla catalogazione alla musealizzazione alla difesa di paesaggio e beni storico-artistici. Unaprova certa, che ci incoraggia a proseguire in qualche modo l’opera di Gazzola cercando di mantenerneviva nel tempo la testimonianza intellettuale, è per noi l’attrazione tuttora comunemente esercitata dallasua biblioteca personale, e dall’archivio lasciato a futura consultazione nella dimora di S. Ciriaco diNegrar in cui egli abitò per lungo tempo. Noi sappiamo per espressione diretta della sua volontà in vita,ma anche dalla palpabile rilevanza di questo corpus documentale, che tutto questo rispondeva aldesiderio di trasmettere alle generazioni a venire il senso di una continua, necessaria verifica dei criteri diconservazione e restauro, in stretta e ravvicinata prosecuzione con il presente storico. E’ precipuamentea questo scopo - di evoluzione del pensiero critico nel campo del restauro - che Gazzola ha minuziosamentee costantemente documentato il suo operato, nell’intero arco della sua esistenza, attraverso ogni possibilefonte, organizzando personalmente le informazioni, in modo da garantire l’integrità di questi materialie da renderli fruibili ad ogni futuro potenziale interessato. La perspicacia con cui ha garantito che venisseordinatamente conservata la traccia documentaria di tutte le esperienze da lui accumulate, il materialedi studio raccolto durante tutta una vita sono il segno inequivocabile di un progetto di trasmissioneculturale, tagliato sulle esigenze di conoscenza di chi in futuro avrebbe ripreso e continuato il suo lavoro,dopo di lui. Le visite all’archivio di giovani studiosi di varia provenienza, interessati a consultare questocorpus documentario per le loro tesi di laurea e ricerche di dottorato, si sono susseguite negli anni dopola sua scomparsa, intensificandosi nell’ultimo decennio. Stante la rete di contatti internazionali che cosìsi è creata, e data la domanda sempre crescente di opportunità di consultazione, abbiamo ritenuto diinterpretare fedelmente la sua volontà dando vita ad un’Associazione che avesse lo scopo di provvederealla catalogazione completa e sistematica, secondo gli standard correnti, del materiale contenuto nellabiblioteca e nell’archivio, ottimizzandone definitivamente l’accessibilità. E’ questo, per noi, il modomigliore di onorare la memoria di nostro padre, fornendo un contributo in termini di nuove fontidocumentarie alla ricerca contemporanea nel campo del restauro monumentale, e non solo.

Pia e Gianandrea Gazzola

1. RICOSTRUZIONE E TUTELA A VERONA. Piero Gazzola è conosciuto principalmenteper gli interventi di ricostruzione dei ponti di Verona. Tuttavia la sua opera nella città d’adozionenon si limitò solo a questi temi, ma coinvolse l’intero contesto culturale cittadino. Dagliinterventi sui piani urbanistici alle proposte di tutela ambientale, nonché le numerosemanifestazioni, le iniziative editoriali e le proposte e i consigli instancabilmente offerti alleistituzioni cittadine in merito ai temi culturali, fanno del Soprintendente veronese una dellefigure più importanti della storia veronese del Novecento e di Verona uno dei principali centridi sperimentazione delle tecniche di intervento sui beni culturali. La cronologia:1941-1945 Si avviano le importanti opere di prevenzione dai danni bellici applicate ai principalimonumenti veronesi.1945-1948 Dopo i devastanti bombardamenti, la Soprintendenza guidata da Piero Gazzola èincaricata di elaborare i principali progetti della ricostruzione. Già nella ricostruzione dellaSala Boggian in Castelvecchio, Gazzola si discosta dalle scelte fin lì operateda Antonio Avena a favore di un intervento più chiaramentecontemporaneo.1949-1959 Gli interventi più eclatanti, e in qualche modo più noti, dell’operadi ricostruzione post-bellica di Verona ad opera di Gazzola riguardano iprogetti di riedificazione dei due ponti storici.La ricostruzione del Ponte di Castelvecchio e del Ponte Pietra, oltre adessere ritenuta una forse inevitabile opera di “medicazione” delle feriteinferte dalla guerra, rappresentano delle straordinarie occasioni persperimentare un approccio attuale alle tecniche costruttive tradizionali eper formare una nuova generazione di specialisti destinata ad operarenella città per tutto il XX secolo.1949-1959 Le tecniche di rilievo, indagine e intervento utilizzate sui ponti veronesi, rappresentanoun importante bagaglio di esperienze per il soprintendente veronese, tale da farlo diventareuno dei maggiori specialisti internazionali negli interventi di restauro ericostruzioni di monumenti archeologici. Le numerose pubblicazioni cheaccompagneranno queste opere, se da un lato appiattiranno la figura diGazzola unicamente su questi interventi, dall’altro gli offriranno infattila possibilità di ampliare la platea dei suoi estimatori ben al di là deiconfini nazionali.1948-1951 I primi anni del dopo-guerra rappresentano per la città scaligera, come per le altrecittà italiane gravemente danneggiate dalla guerra un momento di grande fervore.Nel delicato ruolo di custode della tutela della “fisionomia” storico-artistica della città, Gazzolasembra tuttavia ritagliarsi degli spazi di sperimentazione delle tecniche di intervento suimonumenti e dell’inserimento di nuovi edifici in contesti storici sensibili. Sotto quest’ottica sipossono leggere gli interventi su San Nicolò all’Arena e la ricostruzione della BibliotecaCapitolare, che sembrano preannunciare i grandiosi progetti internazionali.

2. URBANISTICA E CONSERVAZIONE AMBIENTALE. L’estensione del concetto dimonumento, da Gazzola esplicitata con Roberto Pane nell’art. 1 della Carta di Venezia del

1964, rappresenta per lo stesso Gazzola, un punto di arrivo e un nuovopunto di partenza per la sua personale attività di«urbanistica e conservazione ambientale» cheoccuperà buona parte della sua lunga carrieraprofessionale. Tuttavia, è soprattutto a partiredall’esperienza veronese, che egli si impegnerà nellarealizzazione fattiva della difesa dei centri storici,

prima in Italia, con la creazione dell’Ufficio Centrale dell’Inventario, e poi in Europa, con ilprogetto I.P.C.E.(Inventario Patrimonio Culturale Europeo) che lo terrà occupato sino allamorte.

3. LE MISSIONI UNESCO E I RAPPORTI INTERNAZIONALI. L’attività internazionale diPiero Gazzola si sviluppa a partire dagli anni Cinquantae si articola intorno a tre temi che lo impegneranno pertutta la sua carriera: le missioni operative per i progettiUNESCO per la tutela e la salvaguardia dei monumentie dei siti, le riflessioni in simposi internazionali per ilcollegamento tra tutela, promozione turistica e

economica, l’impegno per la realizzazione di corsi di studio e centri diformazione per architetti e tecnici nel campo del restauro. Esse mostranol’operatività instancabile di Gazzola nell’allargare il campo di studiodall’oggetto monumentale al contesto culturale, economico e sociale che nesostiene la tutela.

un testo di portata storica. Costituisce infatti un impegno che nessuno potrà più ignorare e al cui spiritoogni specialista dovrà attenersi, se non vorrà essere considerato un fuorilegge

della cultura. La dottrina così codificata costituisce oggiper tutti un documento inoppugnabile la cui validità siaffermerà sempre più nel tempo, legando per sempre ilnome di Venezia a quello storico evento. La Charte deVenise sarà infatti d’ora in poi - in tutto il mondo - ilcodice ufficiale nel settore della conservazione dei beni culturali” (Piero Gazzola)

Piero Gazzola è “attento restauratore…precursore dell’approfondimento dei rapporti tra tutelamonumentale e cultura urbanistica, per l’attenzione ai problemi delterritorio” (Bellini, 2004). Fondatore dell’ICOMOS, instancabile promotoredi iniziative internazionali, con la Carta di Venezia porta l’Italia al centrodel dibattito mondiale per il Cultural Heritage raccogliendo interventi eproposte dei maggiori esperti del settore. In parallelo va sottolineato il suoconcreto rapporto con la pratica progettuale nello sviluppo, in sodaliziocon Libero Cecchini, dell’ambizioso progetto per la Cittadella di Cagliari.“Sopra le mura sabaude del sec. XVIII (..) nell’Ottocento veniva costruito l’Arsenale adattato fra leultime due guerre a caserma e duramente bombardato durante l’ultimo conflitto mondiale. Proprio comeutilizzo dei resti dei vani della caserma nasceva l’idea dell’Università di allargare la sede del Museoarcheologico e della Pinacoteca e di creare un centro studi polivalente delle arti e della storia sarda. Ilprimo progetto, presentato nel dicembre del ‘56 si limitava ad usufruire di tutti gli edifici esistenti lungoil perimetro dell’Arsenale, con lievi interventi per renderli adatti ai nuovi usi; come sola novità inserivaal centro del complesso una sala per concerti (auditorium) Questa prima idea si rivelava improvvisamenteirrealizzabile quando, nel 1957, il Ministro dei LL.PP. interveniva a demolire le strutture pericolantidella zona, costringendo così a una rielaborazione del progetto e dell’idea iniziali, e inducendo adestendere la programmazione e lo studio anche all’area esterna all’Arsenale” (Libero Cecchini).

5. LA CITTADELLA MUSEALE DELLA SARDEGNA. “Sullo zoccolo roccioso che costituiscel’acropoli di Cagliari si susseguirono nei secoli strutture architettoniche di difesa delle quali solo scarsetracce sono giunte fino a noi. La violenza dell’ultima guerra seminò rovine, annientando anche i depositimilitari, che avevano dato origine alla denominazione ARSENALE, che tutt’ora designa la località. Equi si deliberò di insediare la “Cittadella Museale della Sardegna”. Dopo una rigorosa ricerca archeologicache mise in luce arcaiche strutture e complicati camminamenti sotterranei, il progetto degli edificiconcepiti per assolvere la nuova funzione culturale è stato sviluppato partendo da un puntuale studiodelle preesistenze e della situazione naturale dell’ambiente. Fu preciso programma di mettere ogni curaper ricercare la “vocazione” del luogo”, contemperando le esigenze delle nuove costruzioni alla volumetriaidealmente disponibile, in base ad una situazione panoramica di valore preponderante in un ambienteche non ammette violenza.Intenzione progettuale è stata quella di contemperare le esigenze di funzionalità e flessibilità caratteristichedel museo moderno con la finalità di ottenere una composizione precisa e modesta. In realtà il progettoiniziale non ebbe valore che come indicazione programmatica, perché di fatto le idee maturarono e siconcretarono nel progredire dei lavori, in base ai “suggerimenti” enunciati dalle forme e strutturerinvenute. Partendo da queste considerazioni di preponderanza dei valori ambientali e di assolutorispetto per ogni preesistenza storica e strutturale, dopo una approfondita presa di conoscenza dellaconsistenza geologica della zona e dei materiali edilizi tradizionali, fu analizzata la disponibilità volumetricaideale in rapporto alle esigenze. Studiate le collezioni da esporre e valutato il grado di importanza dellesingole opere, fu concordato con i responsabili dei singoli Istituti lo spazio e le esigenze particolari di vitae di azione dei vari edifici. Decisa l’opportunità di considerare il museo come organismo vivo, daaffiancare alle congeneri attività culturali del nucleo urbano, si convenne di creare in loco un complessocontenente oltre agli edifici propriamente destinati alla esposizione precisamente: 1-Museo archeologicoe lapidario, 2-Pinacoteca, 3-Museo etnografico, 4-Galleria d’arte moderna, 5-Galleria per mostretemporanee), anche un organismo destinato all’Istituto di Archeologia e Storia dell’Arte con annessabiblioteca, sala conferenze e laboratori. Veniva così codificata la compenetrazione vitale, nel cuore dellacittà tra i giovani ed i docenti, considerati quali operatori di cultura, ed il Museo nella sua funzione distrumento di lavoro per la formazione dell’uomo. A questa visione dinamica del museo fu ispirata anchela concezione architettonica sia dei singoli edifici che dell’insieme. Si è inteso realizzare una strutturacomposita in cui nulla poteva essere concepito in arida autonomia, ma tutto come facente parte di unorganismo vitale quasi “generato” dalla preesistenza dell’atmosfera, disponibile in una esigenza di unitàfunzionale e di godimento di un ambiente unico.Tale aspirazione concettuale è parsa raggiungibile soltanto attraverso una “lettura” in profondità dellepeculiarità delle strutture messe in luce, la carica lirica contenuta nella pietra a disposizione, la preziositàdi certe lavorazioni tradizionali. La tagliente intensità della luce tipica del luogo è stata utilizzata perottenere particolari risultati plastici nella dosatura delle aperture, nella profondità dei porticati. Lastruttura in cemento è stata scelta come quella più idonea a rendere possibile la concessione di spazi estrutture architettoniche liberamente articolate. II cemento inoltre costituisce il tessuto connettivo neutro,meglio esaltante la preziosità della pietra nelle diverse qualità e tipo di lavorazione: a cominciare dallaroccia affiorante in gioco con il verde dei tappeti erbosi e dei vecchi alberi salvati dalla distruzione”.(Inedito, dattiloscritto allegato a una richiesta di informazioni sul progetto di Franco Minissi, Archivio privato Gazzola, Negrar, senza data)

6. LA CARTA DIVENEZIA E LA CITTADELLA MUSEALE DI CAGLIARI.”Carichi di un messaggio spirituale proveniente dalpassato, le opere monumentali dei popoli restano nellavita presente come testimonianza vivente delle lorotradizioni secolari. L’umanità, che assume ogni giornocoscienza dell’unicità dei valori umani, li considera comeun patrimonio comune, e si riconosce solidalmenteresponsabile della loro salvaguardia di fronte allegenerazioni future. Essa ha il dovere di trasmetterle intutta la ricchezza della loro autenticità. Discende pertantocome fatto essenziale che i principi che debbono presiederealla conservazione ed al restauro dei monumenti sianoelaborati in comune e formulati su scala internazionale,pur lasciando ad ogni Nazione la cura di assicurarnel’applicazione nell’ambito della propria cultura e delleproprie tradizioni”. (Piero Gazzola)

Solo un approccio che legge il percorso creativo e culturale svolto attraverso le scelte progettualiè premessa a un intervento di conservazione che faccia delle proprietà materiche della fabbricaun punto di forza qualificante e nel contempo si carichi della volontà di storicizzare emusealizzare a sua volta l’opera stessa, tenendo conto delle sue potenzialità documentarie,attraverso la convivenza degli obblighi di tutela e valorizzazione con le intenzioni espressive ei caratteri originali del progetto.

OMAGGIO AI PROTAGONISTI DI VENEZIA 1964

4. LA CARTA DI VENEZIA. “Con l’ICOMOS si è colmata una lacunalamentata da ogni Paese e si è soddisfatta una esigenza sentita da tutti gliorganismi settoriali della tutela. Va peraltro riconosciuto che il risultato di granlunga più positivo di questa assemblea è stata la formulazione della CartaInternazionale del Restauro la quale ha costituito non un episodio culturale, ma

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ROBERTO PANE (1908-1987)

1. IL RESTAURO DEI MONUMENTI E LA RICOSTRUZIONE. Le vicende della ricostruzionepostbellica, con il drammatico retaggio di problemi sociali e culturali, suscitati dalle distruzioni,inducono Pane a partecipare attivamente alla problematica del restauro, come testimonia ilsuo “Il restauro dei monumenti”, pubblicato su Aretusa nel 1944, cui la critica successiva haunanimemente attribuito un carattere fondativo. In questi anni è membro del comitato per ilrestauro del Tempio Malatestiano di Rimini, della Commissione per la ricognizione delpatrimonio artistico danneggiato dalla guerra e del Consiglio dell’Istituto Centrale del Restauro.

Nel 1949 è a Parigi come consulente per il restauro dei monumenti delSegretariato generale dell’Unesco.Colpita da spezzoni incendiari nel bombardamentodel 4 agosto 1943, la chiesa di Santa Chiara a Napoli– di origine trecentesca ma fortemente rimaneggiatain età barocca – viene ricostruita a partire dal 1945dalla Soprintendenza napoletana. Nel 1944 RobertoPane sostiene l’inevitabile necessità di ricomporre lelinee trecentesche, rinunciando al rifacimento dellaveste barocca, ma anche all’ipotesi di conservarla

allo stato di rudere. Il caso di Santa Chiara ispira quindi una più ampia riflessione teoreticasul restauro, che costituisce un importante contributo per la definizione della dottrina delrestauro critico. Affiora intanto il riferimento ad una istanza psicologica del restauro di necessità,precisata negli anni a venire in seguito ad un crescente interesse per la psicanalisi junghiana.Minato dai tedeschi in ritirata nella notte fra il 3 e il 4 agosto 1944, il pontea Santa Trinita a Firenze, realizzato dall’Ammannati tra il 1566 e il1569, sarà ricostruito com’era e dov’era tra il 1955 e il ’58 da R. Gizduliche E. Brizzi. Già nel 1946 Pane si dichiara favorevole alla ricostruzione delponte più bello del mondo, non soltanto per ragioni di natura pratica,psicologica o sentimentale, ma anche artistiche.Nel 1946 Pane è incaricato del restauro della Cattedrale di Teano (Caserta), gravementedanneggiata durante il secondo conflitto mondiale. I lavori, conclusi nel 1957, consisteranno inuna vera e propria ricostruzione, in grandissima parte ex novo, relativa in particolare alla facciata,all’interno e alla cupola.Danneggiato gravemente da quattro bombardamenti tra il 1943 e il ’44,il tempio Malatestiano di Rimini – realizzato da Leon Battista Albertia partire dal 1450 sulla preesistente chiesa di San Francesco – vienericostruito tra il 1946 ed il 1950. Dal 1948 Roberto Pane partecipa – conG. De Angelis d’Ossat, E. Lavagnino, D. Levi, M. De Vita e ilsoprintendente Capezzuoli – ad una commissione ministeriale per il restauro.Dopo un’attenta valutazione critica, Pane sostiene l’opportunità di procedere allo smontaggioe rimontaggio dei conci in pietra d’Istria del paramento albertiano, non soltanto per ragioni diordine statico, ma anche per risolvere un grave squilibrio estetico prodotto dai danni dellebombe. In parziale dissenso con De Angelis, invita tuttavia a ridurre lo smontaggio a partilimitate della fabbrica, esigendo un preventivo rilievo 1:20 dello stato della facciata, allo scopodi rispettare nel rimontaggio tutte le «grossolanità e le approssimazioni che erano presentinella esecuzione primitiva».

2. L’INCONTRO TRA ANTICO E NUOVO E LA SPECULAZIONE EDILIZIA. A partire dai primi anni ’50, con il progressivo sacco edilizio delle cittàitaliane ed il dilagare della speculazione, il dibattito architettonico èfortemente segnato dal tema del rapporto tra antico e nuovo negli antichitessuti. Nel 1953 il dibattito sull’inserimento del nuovo nell’antico è segnatodalla presentazione del progetto di Frank Lloyd Wright per la fondazioneMasieri a Venezia, dedicato alla memoria di Angelo Masieri, tragicamentescomparso l’anno prima. La cultura architettonica italiana si spacca indue: Antonio Cederna tuona contro l’irruzione del moderno nel tessutoveneziano, Roberto Pane, per contro, è tra i primi a sostenerlo, rispondendopuntualmente alle argomentazioni degli oppositori sulle colonne de IlMondo. Al fronte del “sì” si uniranno più tardi anche Ernesto N. Rogers eBruno Zevi, ma dopo alcuni mesi la polemica si concluderà con labocciatura del progetto.Roberto Pane – componente del direttivo nazionale e presidente della sezione napoletana diItalia Nostra fin dal ’56 – promuove una serrata polemica contro il saccheggio edilizio, macombatte anche l’intangibilità dei centri storici, sostenendo la legittimità dell’architetturamoderna a patto di opportuni limiti volumetrici e linguistici. Come membro dell’INU dal1952, organizza e presiede nel 1957, il congresso internazionale Attualità urbanistica del monumentoe dell’ambiente antico, (XI Triennale di Milano).Nel 1956, al convegno INU di Torino, Roberto Pane presenta la relazione Città antiche edilizianuova, avanzando una proposta concreta di semplice e immediata applicabilità, finalizzata allasalvaguardia degli ambienti antichi dalla dilagante speculazione, in attesa di provvedimentipiù sistematici. La proposta di Pane, mai attuata, darà luogo ad unvivace dibattito, non privo di equivoci sul suo carattere transitorio, chevedrà numerosi oppositori rifiutare ogni sistema di regole prestabilite nelcaso di nuova architettura negli antichi tessuti. In Città antiche edilizianuova Pane svolge anche numerose riflessioni sul tema dell’incontro traantico e nuovo, rispondendo alle tesi dell’inconciliabilità con una profondafiducia nella realtà della stratificazione edilizia e nella continuità storica.Partecipa con Benevolo, Samonà e Quaroni al comitato per la Commissione nazionale distudio dell’INU e in quel tempo pubblica sulle colonne de Il Mondo di Pannunzio numerosedenunce dei guasti perpetrati a Napoli dall’amministrazione laurina, oltre a polemiche relativeai problemi del Veneto e ad altre situazioni urbanistiche italiane.Le iniziative locali culminano con la redazione di un Documento su Napoli. Curato da Pane edillustrato con sue fotografie, il fascicolo, edito da Comunità, contiene una serrata denunciadelle condizioni urbanistiche ed edilizie della città sul finire degli anni Cinquanta, mentreAdriano Olivetti lo invita a presentarsi con lui alle elezioni politiche del 1958, segnate da fortipolemiche contro l’abusivismo edilizio ed il disordine urbanistico.

3. LA CARTA DI VENEZIA E LA TUTELA DEI CENTRI ANTICHI E DEL PAESAGGIO.Nel maggio 1964 Roberto Pane svolge a Venezia la relazione introduttiva al “II CongressoInternazionale degli architetti e tecnici del restauro”. Nello scritto, Pane traccia un quadrogenerale della disciplina ed un bilancio dell’attività di restauro condotta in Italia a partire daldopoguerra; precisa inoltre, in termini più conservativi, il proprio orientamento in materia,contestando in parte gli esiti più estremi della dottrina del restauro critico.Nella stessa occasione propone, con Piero Gazzola, alcuni emendamenti alla carta italiana delrestauro del 1932, che costituiranno lo spunto per la redazione della Carta di Venezia, approvataa conclusione del congresso con un suo fondamentale apporto.Tra gli articoli maggiormente debitori delle sue riflessioni emergono senz’altro il primo – cheestende il concetto di monumento all’ambiente urbano e paesistico che costituisca la testimonianza diuna civiltà particolare, di un’evoluzione significativa o di un avvenimento storico – ma anche ilquinto, relativo alla utilizzazione dei monumenti in funzioni utili alla società ed il sesto, riferitoalla conservazione delle condizioni ambientali del monumento.A partire dal numero 267 del 1965 Roberto Pane entra a far parte del comitato di consulenzadi Casabella, diretta da Gian Antonio Bernasconi, partecipando attivamente alla redazionedella rivista con propri articoli e riflessioni. La collaborazione durerà cinque anni, fino alnumero 340 del 1970, in coincidenza con il passaggio della direzione ad Alessandro Mendini.Nell’aprile 1965, dopo un decennio di dibattiti sul rapporto antico-nuovo, Pane organizza aVenezia, con Giuseppe Samonà, il seminario “Gli architetti moderni e l’incontro tra antico enuovo”. Nella relazione introduttiva, Pane stigmatizza le responsabilità dell’architetto, troppospesso asservito alle ragioni dell’interesse privato ed evasivo nei confronti della suaresponsabilità sociale, contestando l’architettura dello standard e gli esiti più deteriori delfunzionalismo. Nel corso del convegno polemizza con Bruno Zevi, che presenta una relazionedal titolo In difesa dell’architettura moderna.

L’ex-Arsenale, estrema propaggine settentrionale del Castello sarà trasformato in centro storico-artistico comprendente istituti universitari e musei che contribuiranno a dar vita al Castello. Ilprogetto, ormai in via di esecuzione, è dovuto agli architetti Gazzola e Cecchini.

7. PROFILO BIOGRAFICO. La consultazione del materiale archivistico ha consentito didelineare un profilo sintetico dell’architetto che dimostra la molteplicità delle iniziative intrapresenell’ambito della tutela dei monumenti e del territorio. Dalla biografia si evince, in particolare,il suo incessante impegno nel farsi promotore e divulgatore delle attività dell’UNESCO,nell’organizzazione di missioni internazionali e nell’intrattenimento di rapporti con gli Statiesteri, con i quali stabilire comuni obiettivi di tutela e di salvaguardia, sia dal punto di vistateorico-didattico che pratico, grazie alle sue articolate relazioni diplomatiche, tanto da potersenza dubbio riconoscere al Nostro il ruolo di trait-d’union d’union tra le organizzazioniinternazionali nel campo della tutela monumentale e l’indiscusso merito di aver conferito unadimensione di più ampio respiro alla cultura italiana del restauro.1908 Nasce a Piacenza il 6 luglio1932 Si laurea in Architettura Civile presso il Politecnico di Milano1939-1941 Ricopre l’incarico di Soprintendente ai Monumenti della Sicilia Orientale a Catania1941-1973 Ricopre l’incarico di Soprintendente ai Monumenti del Veneto Occidentale a Verona1946-1949 Ricopre l’incarico presso la Direzione della Soprintendenza ai Monumenti dellaLombardia a Milano1949-1952 E’ Professore incaricato nella facoltà di architettura del Politecnico di Milano allacattedra di Storia dell’arte e storia e stili dell’architettura e dal 1952 al 1960 alla cattedra diRestauro dei monumenti1952-1955 Viene nominato, in seguito a Concorso Internazionale, Specialista per i Monumenti,l’Archeologia e l’Ambiente presso l’UNESCO a Parigi. In tale funzione si occupa di numeroseiniziative di notevole rilevanza tra cui:- la preparazione del testo di convenzione per la Conferenza dell’Aja sulla protezione dei beniculturali in caso di guerra e organizzazione della conferenza stessa;- la preparazione di missioni di esperti e relativi rapporti, su richiesta da vari stati per risolvereproblemi d’interesse monumentale o archeologico;- l’istituzione del centro internazionale di studi per la conservazione e il restauro dei beniculturali; definizione dei compiti, preparazione dello statuto e del testo dell’accordo, poisottoposto al governo italiano;- la preparazione del testo di raccomandazione relativo ai principi internazionali da applicarenel settore degli scavi archeologici; studiò, inoltre, la formulazione e adozione di strumentiinternazionali atti a regolare i problemi della tutela (raccomandazioni e convenzioni dell’Unesco);- l’organizzazione e la segreteria permanente del Comitato internazionale dei monumentidell’UNESCO.1954 E’ Segretario della Conferenza dei plenipotenziari per la Convenzione dell’Aja, sullaprotezione dei Beni culturali in caso di guerra1955-1978 E’ Ispettore Centrale Tecnico alla Direzione Generale Antichità e Belle Arti a Roma1956 Cura la Progettazione ed esecuzione della Cittadella Museale della Sardegna sull’Acropolidi Cagliari1959-1961 E’ Consulente del Governo Egiziano presso Il Cairo per studiare le conseguenzedella progettata nuova diga di Assuan1960 E’Capo Missione UNESCO in Egitto e Sudan per studiare la possibilità di salvaremonumenti minacciati di sommersione (Karthoum)1961 E’ Capo Missione UNESCO per la progettazione del salvataggio dei Templi di AbouSimbel e vincitore dei 3 concorsi internazionali successivi (Il Cairo e Parigi)Dal 1961 al 1971- E’ Professore invitato dalle Università di Lisbona, Torun, Madrid, Barcellona,Helsinki, Varsavia, Leuven, Città del Messico, Firenze, Napoli, Venezia e presso la Facoltà diArchitettura e l’ICCROM a Roma1961-1971 E’ Rappresentante del Governo Italiano presso il Centro Internazionale Studi per laconservazione e il restauro dei Beni Culturali (ICCROM) a Roma, cui diede il suo contributoper la creazione e organizzazione. Fu patrocinatore della creazione in vari Paesi (Bangkok,Città del Messico, Madrid ecc.) di centri di studio per la formazione di architetti restauratori.1964 E’ Presidente del Comitato Organizzatore del II Congresso Internazionale Architetti eTecnici del restauro (Venezia)1964 E’ Segretario generale del Comitato provvisorio del Conseil International des Monuments etdes Sites (ICOMOS)1965 E’ nominato Presidente dell’International Council of Monuments and Sites Icomos (Krakow)e confermato successivamente nel 1968 (Oxford) e nel 1971 (Budapest)1965-1976 - E’ Consulente del Consiglio d’Europa per i problemi della protezione e il recuperodei Centri Storici (Strasburgo)1966 - E’ Membro del Consiglio direttivo dell’International Fund for Monuments I.F.M. (NewYork)1967-1971 E’ Capo delle Missioni UNESCO in:- Iraq, Cipro, Lussemburgo, Afganistan, Cipro, Perù e Messico1974 al 1978 E’ Membro del Consiglio d’Amministrazione del Ministero per i Beni Culturali eAmbientali (Roma)1975 E’ nominato presidente d’onore ICOMOS (Rottenbourg)1979 -Muore il 14 settembre

Testo a cura di D. Borsa, G. Castiglioni, P. Conte, F. Gottardo, M. RaffaeliCoordinatore: Alberto Grimoldi - Tutor: Carolina Di BiaseDottorato di ricerca in conservazione dei beni architettonici del Politecnico di Milano

Il Comune, appena terminato il piano regolatore generale ha nominatouna Commissione per lo studio del piano particolareggiato del Castello,piano che comprenderà le norme regolanti le ricostruzioni, leristrutturazioni e i restauri in quel quartiere.Il Castello è una collina rocciosa, oblunga, sensibilmente orientata Nord-Sud. In quella direzione è l’andamento di tutte le vie principali, presso apoco orizzontali, mentre i vicoli secondari, a forte pendenza, le collegano ad intervalli. Pochesono le costruzioni che risalgono al tardo medioevo o al Seicento, ma esistono alcuni palazzisettecenteschi di grande interesse storico-artistico, mentre la maggioranzaè costruita da edifici dimessi, modesti, costruiti fra Sette e Ottocento esuccessivamente trasformati: in alcuni casi addirittura si tratta dipalazzetti e case di epoca umbertina, che però nell’armonìa del complessoacquistano una sicura importanza. Il problema di rendere vivo il Castellodi Cagliari è dunque delicato. Non si può pensare di restaurarlo badandosolo alla conservazione delle vestigia del passato e neanche a ripristinarlocol sogno irraggiungibile di riportarlo a «come era» in una certa epoca,per esempio alla metà dell’Ottocento. L’una o l’altra soluzione urterebbecontro la necessità sociale e urbanistica di rendere la vita a un quartierecittadino che rischia di degenerare. Un problema arduo ma ormai risolto, è stato quello dell’anticoArsenale. Si tratta di un aggruppamento di edifici di poca importanza, dominati da un’altatorre di tipo pisano, datata 1305, e dalle porte cittadine, due delle quali ottocentesche. Ilcomplesso sarà ristrutturato conservando fedelmente la torre, le porte e qualche edificio del Seio del Settecento che, pur non avendo intrinseco valore in sé, ne acquistano uno episodico nelcontesto dell’insieme.

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diploma a Napoli nel 1915, frequentando intanto lo studio dello scultoree disegnatore Vincenzo Gemito. Si arruola volontario nella prima guerramondiale e conosce Benedetto Croce attraverso il critico Luigi Russo.Partecipa con Gabriele D’Annunzio all’impresa di Fiume nel 1919.1922 Si laurea presso la Scuola Superiore di Architettura di Roma con una tesi sull’architetturarurale dei Campi Flegrei.1923-25 Lavora come architetto della Soprintendenza alle Antichità, diretta da AmedeoMaiuri, ed insegna Storia dell’Arte al liceo Umberto I di Napoli. Partecipa come pittore eincisore alla Biennale di Venezia (1924-30), oltre che a mostre a Parigi, Berlino e Bucarest.1926-27 Collabora con Giovannoni al Piano regolatore di Napoli.1930 E’ libero docente in Architettura generale e fino al ’42 è incaricato di varie disciplinepresso la Facoltà di Architettura della Regia Università di Napoli. Nel 1937 pubblica Architetturadel Rinascimento in Napoli, primo contributo sistematico alla storia dell’architettura, seguitodue anni dopo da Architettura dell’età barocca in Napoli.1942 Vince il concorso per la Cattedra di Caratteri Stilistici e Costruttivi dei Monumentipresso la Facoltà di Architettura di Napoli. Partecipa al rinnovamento della vita intellettualepromosso da Croce ed alla condivisione dell’idea liberale e antifascista, ma aderisce in seguitoal Partito d’Azione.1945 Presiede l’Ordine degli Architetti della Campania, abbandonando ben presto l’incaricoper le compromissioni della classe professionale con la speculazione edilizia postbellica. Igravi danni subiti dai monumenti italiani lo inducono ad enunciare il proprio orientamentosecondo un moderno approccio al loro restauro. L’attenzione verso i caratteri ambientali, giàtestimoniata dal suo Architettura rurale campana (1936), e la vicenda urbanistica di Napoli gliispirano il volume Napoli imprevista (1949).1948 Partecipa al comitato per il restauro del Tempio Malatestiano di Rimini, alla Commissioneper la ricognizione del patrimonio artistico danneggiato dalla guerra ed al Consiglio dell’IstitutoCentrale del Restauro. Nel ’49 è chiamato a Parigi quale consulente del Segretariato generaledell’Unesco per il restauro.1950 E’ titolare dell’insegnamento di Restauro presso la Facoltà di Architettura di Napoli,incarico che svolgerà quasi ininterrottamente fino al 1968.1956 E’ componente del direttivo nazionale e presidente della sezione napoletana di ItaliaNostra, promuovendo una serrata polemica contro il saccheggio edilizio.1957 Come membro dell’INU dal 1952, organizza il congresso internazionale Attualità urbanisticadel monumento e dell’ambiente antico (XI Triennale di Milano), mentre Adriano Olivetti lo invitaa presentarsi con lui alle elezioni politiche del 1958.1959 Pubblica Città antiche edilizia nuova, ed è nominato direttore della Biblioteca della Facoltàdi Architettura. Nel corso di un lungo viaggio in Spagna, studia Guillermo Sagrera e l’opera diGaudí, cui dedicherà nel 1964 una monografia.1961 Avvia la terza serie della rivista Napoli nobilissima, nella cui rubrica ‘Antico e nuovo’scrive ed ospita numerose note su infelici restauri, guasti urbanistici e scandali edilizi, mentrela sua partecipazione al Consiglio superiore dei LL. PP. dai primi anni ’60 gli dà l’occasioned’influire sulle scelte di natura urbanistica ed edilizia in modo più efficace.1962 Partecipa con Piccinato, Cosenza, Cocchia e De Luca agli studi per il PRG di Napoli, edinsegna per quattro mesi all’Università di Berkeley.1964 Svolge per l’ICOMOS la relazione generale al secondo Congresso internazionale diVenezia, dove – in collaborazione con Piero Gazzola – propone gli emendamenti alla carta delrestauro del ’32, che conducono alla redazione della Carta di Venezia. Organizza, con GiuseppeSamonà, il seminario su Gli architetti moderni e l’incontro tra antico e nuovo (Venezia, 1965 eFirenze, 1966).1966 Istituisce a Napoli un Corso di perfezionamento in Restauro dei Monumenti, dal qualenascerà, nel 1969, la Scuola di Perfezionamento da lui fondata e diretta per i successiviquattro anni.1967 Svolge un ciclo di lezioni all’Università di Città del Messico.1970-73 Lasciata la direzione dell’Istituto di Caratteri Stilistici e Costruttivi dei Monumenti,tiene, fino al ’73, il corso di Teoria e Storia del Restauro presso la Scuola di Perfezionamento,mentre rifiuta la proposta della Facoltà di Architettura alla nomina di professore emerito.1971 Pubblica Il centro antico di Napoli – in collaborazione interdisciplinare con R. Di Stefano,L. Cinalli, G. D’Angelo, C. Forte, S. Casiello, G. Fiengo e L. Santoro – primo studio approfonditodelle insulae del centro antico, in vista del restauro architettonico ed urbanistico.1975-77 Pubblica Il Rinascimento nell’Italia meridionale, a seguito di un’imponente ricerca.Dirige per alcuni anni l’Istituto di ricerche per il restauro dei monumenti e l’urbanistica deicentri antichi di Ravello. Redige, con Piccinato, il PTP della penisola sorrentino-amalfitana,unico piano con valenza paesistica della Regione Campania.1978 E’ in Unione Sovietica per il quinto congresso dell’ICOMOS. Propone, con lo psicologoAldo Carotenuto, il seminario Uno spazio per esistere: urbanistica ed architettura nella psicologia delpresente, nel quale enuncia l’inedita istanza psicologica.1980 All’indomani del terremoto del 1980 in Campania si fa promotore e presidente delComitato Interdisciplinare di Coordinamento. Nell’82 è ancora a Barcellona, per il centenariodella Sagrada Familia. Alle celebrazioni per il cinquantenario della facoltà di Architettura diNapoli (1986), unico superstite dei fondatori, non viene invitato; l’anno successivo svolge unciclo di lezioni su richiesta di S. Casiello, G. Fiengo e R. Mormone.1987 Mentre progetta nuovi impegni di ricerca, muore improvvisamente il 29 luglio, lasciandonumerosi scritti inediti, tra cui un volume sui valori ambientali della Puglia.testo a cura di Andrea PaneUniversità di Napoli Federico IIElaborazione grafica: G. De Simone

Articolato in tre volumi, il lavoro costituisce il primo studio approfondito delle insulae delcentro antico, finalizzato alla redazione di un piano di restauro e riqualificazione architettonicaed urbanistica esteso all’intera area, con specifici approfondimenti relativi alla viabilità, aiparcheggi, alle attrezzature ed alla fattibilità economica dell’intervento. Vi trova applicazione,tra l’altro, il principio del diradamento verticale, definito da Pane quale intervento di bonificadelle soprelevazioni e degli abusi edilizi, nel rispetto dei tracciati viari e della configurazioneurbanistica originaria, ritenuti valori primari da tutelare. Nell’introduzione allo studio, Paneprecisa anche la distinzione concettuale tra centro antico e centro storico, già allora fonte diinterpretazioni ambigue e più tardi equivocata come intenzione digraduare la tutela ed il restauro per le diverse parti della città.Il crescente interesse per il paesaggio ed i relativi problemi di tutela ètestimoniato dal suo volume fotografico Campania. La casa e l’albero (1961),pubblicato in occasione della mostra di Torino per il Centenario dell’Unitàd’Italia, alla quale aveva preso parte coordinando il padiglione Campaniacon Roberto Mango e Massimo Nunziata.Qualche anno più tardi, Luigi Piccinato lo invita a partecipare – con R.Guiducci, M. Rossi Doria ed altri – ad un comitato ministeriale per laredazione di una Proposta di assetto territoriale regionale della Campania.Dal 1974, sempre con Piccinato, coordina gli studi per un Piano urbanistico territoriale dellapenisola sorrentina e amalfitana, presentato nel 1977 ed adottato dalla Regione Campania,con varianti, a seguito della legge Galasso nel luglio 1987. A partire dal1983 e fino agli ultimi giorni della sua vita, svolgerà una vastadocumentazione fotografica del paesaggio campano, in parte pubblicatanel volume di L. Capaldo, A. Ciarallo e G. Pane Il paesaggio del sud (1989),ed esposta nella mostra Campania sconosciuta (Napoli, 1990).A partire dai primi anni ’60 è membro del Consiglio Superiore dei LavoriPubblici, influendo in maniera più efficace e diretta sulle scelte di naturaedilizia ed urbanistica. La sua partecipazione si interrompe bruscamentenel 1966, all’indomani dell’inchiesta sulla frana e sui guasti urbanistici diAgrigento, nella quale aveva individuato e denunciato le corresponsabilitàdel potere politico locale.Nel 1963 Pane è incaricato dal Comune di Napoli della sistemazioneurbanistica dell’insula di Santa Chiara, circondata da alti edificiottocenteschi e già oggetto di demolizioni in conformità con un piano diricostruzione del ’55 ed un progetto della Soprintendenza. La propostadi Pane conserva il basamento dei fabbricati da demolire, scongiurandol’isolamento della chiesa e prevede la realizzazione di botteghe lungo il perimetro originariodella cittadella monastica.Dopo una vivace polemica con Marcello Canino, sostenitore della tesi dell’isolamento, il ConsiglioSuperiore delle Antichità e Belle Arti approva il progetto stralciando l’ipotesi delle botteghe.L’intervento sarà realizzato nei primi anni ’70 con una sistemazione a verde, progettata daPane in variante rispetto al progetto originario.Nel 1965 Pane è incaricato, con Mauro Civita, della redazione del Piano particolareggiato dirisanamento edilizio e restauro della città vecchia di Molfetta, già oggetto di ordinanze didemolizione emanate dal Genio Civile, contro le quali si era opposto. Dopo un’attenta analisidel patrimonio edilizio, il piano prevede una serie di provvedimenti urgenti per scongiurare icrolli in corso e delinea il risanamento del nucleo antico attraverso interventi di diradamento erestauro. Segue poi l’incarico del PRG, consegnato nel ’68 e mai reso operante per l’ostilitàdell’Amministrazione, contraria, tra l’altro, al vincolo sugli edifici ottocenteschi.Nel 1967 redige con Civita il Piano di zona ed il Programma di fabbricazione di Corato, mentrel’anno successivo è incaricato del relativo PRG, consegnato nel ’74 e basato sulla scelta dipreservare, nel nucleo antico, le aree di sedime degli edifici allo stato di rudere sistemandole averde.Nel 1978, dopo una prima proposta presentata dieci anni prima con A. Di Stefano, consegnail PRG di Bitonto, redatto ancora con Civita. Contestando gli esiti operativi del tipologismoallora in voga, Pane propone l’intangibilità delle fabbriche del nucleo primitivo ed una serie dinorme puntuali, estese fino al risanamento dei paramenti calcarei degliedifici.

4. ESPERIENZE E STUDI D’ARTE E DI ARCHITETTURA. Avviatapoco dopo la laurea, l’attività professionale di Roberto Pane è segnata neiprimi anni da esiti di qualche rilievo: dalla vittoria di un concorso per ilprogetto di un villino a Posillipo (1925), a quella per il fronte della GalleriaVittoria a Napoli (1926-27), e per la nuova facciata dell’Istituto di ScienzeEconomiche e Commerciali in via Partenope (1934-36), questi ultimientrambi realizzati. Negli stessi anni collabora con Giovannoni allacommissione per il piano regolatore di Napoli (1926-27) – per la qualestudia alcune sistemazioni edilizie, come la liberazione del fianco diSanta Caterina a Formiello – ed è incaricato del progetto dei giardini delMolosiglio presso Castelnuovo (1926). Progetta inoltre la chiesa dellaMadonna della Pace in via Tasso (1928).Attratto per qualche tempo dalle ricerche del cosiddetto barocchettoromano, Pane non ne è tuttavia interamente persuaso, come peraltro rigide e formalmenteinadeguate gli appaiono le proposte del razionalismo. Fa eccezione il progetto di un barpanoramico a Posillipo (1934), che esprime una palese adesione al linguaggio contemporaneo,con un semplice volume dal fronte semicircolare vetrato ed una pensilina fortemente aggettante.Sul finire degli anni Trenta realizza il padiglione della Civiltà Cristiana in Africa per la Mostradelle Terre Italiane d’Oltremare (1939-40), mentre orienta progressivamente la sua ricercaformale verso la riscoperta dei valori plastici della tradizione muraria meridionale, cometestimoniano alcune esperienze di edilizia popolare del dopoguerra, compiute nell’ambito delII settennio Ina-casa (Lucrino, Torre del Greco, Sorrento). Nel 1966 realizza l’ampliamentodella sede dell’Istituto Universitario Navale di Napoli, la cui collocazione in luogo di unpreesistente terrapieno provoca la protesta di alcuni esponenti di Italia Nostra. L’episodio, chegli consente di precisare la propria posizione dialettica contro i fautori della conservazione adoltranza, lo indurrà ad abbandonare l’associazione.Nel 1961 Pane avvia, con la collaborazione di Raffaele Mormone, la pubblicazione della terzaserie della rivista Napoli nobilissima, fondata da Benedetto Croce nel 1892 ed interrotta nel1922, che dirigerà per oltre venticinque anni, fino agli ultimi giorni della sua vita. La complessitàdei suoi interessi ed il costante impegno civile traspariranno in particolare nella rubrica Anticoe nuovo, dove Pane scriverà ed ospiterà numerose note polemiche su infelici restauri, guastiurbanistici e scandali edilizi, svolgendo una costante funzione di denuncia e di richiamo per lapubblica amministrazione. La rivista svolgerà un ruolo prezioso per la riqualificazione deglistudi di storia dell’arte e storia dell’architettura nel Mezzogiorno e diverrà rapidamente illuogo d’elezione per i saggi dei più giovani allievi e collaboratori.A partire dai primi anni ’50 realizza una piccola serie di esperienze cinematografiche incortometraggio, condotte in parte con la collaborazione di Massimo Nunziata e prodottequasi tutte da Nicolò Bonaiuto. Napoli conventuale (1951), Scale aperte napoletane, Una stradacome opera d’arte, Miti e paesaggi della penisola sorrentina, L’architettura della penisola sorrentina(1955), Montesarchio e la Valle caudina, Teggiano, sono i titoli delle realizzazioni, alcune dellequali (L’architettura della penisola sorrentina) premiate con il Delfino d’argento nel 1955 a Venezia,nell’ambito della Rassegna internazionale del film sull’arte, oppure menzionate nella graduatoriadel premio Bergamo.

L’anno successivo organizza un secondo Convegno sul tema a Firenze (7-9 gennaio 1966),registrando con amarezza la scarsa partecipazione degli architetti progettisti. Nel 1971 Panepubblica Il centro antico di Napoli, frutto di una ricerca pluriennale da lui coordinata incollaborazione con R. Di Stefano, L. Cinalli, G. D’Angelo, C. Forte, S. Casiello, G. Fiengo e L.Santoro.

Dal 1939 dirige, per un triennio, la Scuola d’Arte di Sorrento, alla qualecollaborerà a lungo con disegni per tarsie, arazzi e mobili. Il suo rapportocol disegno e la grafica negli anni successivi è testimoniato dallapubblicazione di una cartella di dodici litografie dedicate alla costieraamalfitana (1958), mentre si va progressivamente incrementandol’applicazione alla pittura, arricchita dalla duttilità dei nuovi colori acrilici.

Formatosi nello studio dello scultore e disegnatore Vincenzo Gemito,dove svolge il suo apprendistato non soltanto grafico ma anche plastico,Roberto Pane dedica buona parte degli anni giovanili ad un’intensaapplicazione alla pittura ed alla grafica, tanto che già subito dopo lalaurea si reca a Parigi ed a Berlino, dove dipinge e disegna. Di quegli annisono la mostra di acqueforti presso la Compagnia degli Illusi a Napoli(1925), la presenza alla XIV (1924) e XV (1926) Biennale di Venezia(1930) ed a mostre a Parigi (1930), Berlino e Bucarest. Dal 1928 al ’36partecipa alla Biennale di Venezia nella sezione acqueforti, mentrepresenta una seconda mostra personale di dipinti, disegni e acqueforti aNapoli presso la Compagnia degli Illusi (1931).In stretta relazione con le esperienze d’arte, va posta infine la sua attività di fotografo, avviatagiàin anni giovanili e proseguita con una crescente attenzione per il paesaggio e l’ambiente.

5. PROFILO BIOGRAFICO. 1897 Nasce a Taranto il 21 novembre. Si

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PIERO SANPAOLESI(1904-1980)

Fra i protagonisti della fervida stagione di rielaborazione critica degli indirizzi della tutela edell’attività di restauro del patrimonio monumentale culminata nel Congresso di Veneziadel 1964 e, l’anno seguente, nella nascita dell’ICOMOS - dove spiccano i nomi di RobertoPane e di Pietro Gazzola - la figura di Piero Sanpaolesi appare sicuramente una delle meno“pubblicizzate”.A venticinque anni dalla scomparsa, la sua personalità - seppur riproposta a una doverosaattenzione dai contributi che di recente gli sono stati dedicati, e per i quali si rimanda allanota bibliografica in calce a questo profilo - non risulta aver ancora ottenuto il pienoriconoscimento del decisivo impulso all’affermarsi di una deontologia della conservazionefondata sullo scrupoloso rispetto della autenticità materiale delle vestigia del passato, aprescindere da precostituite gerarchie di valori e da estrinseci parametri di gusto. Unatteggiamento che scaturiva da una stessa posizione di principio davanti ai pur diversiproblemi tecnici inerenti il restauro dell’architettura e delle opere d’arte, “ma che ricadonosotto concetti comuni alle due attività restaurative e di identico valore e importanza in ognuno dei duecampi affini”.

A riprova della probità intellettuale che ne sorresse le scelte, non di rado scomode, nel corsodella lunga carriera di Soprintendente e negli anni successivi, valgono le parole con cui nel’54, stilando il resoconto del tenace sforzo di riparazione dei danni della guerra a Pisa, vollerichiamare le ragioni del proprio deciso rifiuto a un ipocrita ripristino “com’era e dov’era”degli isolati distrutti dei Lungarni: “buon principio di ogni restauro [ è ] che un edificio è un’operad’arte per infinite ragioni irripetibile, e dunque una volta perduto esso non può essere ricostruito

neppure se ne possediamo il calco”.

Giuseppe Cruciani Fabozzi

1. L’ATTIVITA’ TECNICO-SCIENTIFICA FINO AL 1942. Piero Sanpaolesi nasce a Riminil’8 gennaio 1904. Conseguita la maturità classica presso il Liceo “Dante”di Firenze, si iscrive alla Facoltà di Ingegneria della Università di Pisadove nel 1929 si laurea in Ingegneria Civile, ottenendo nel 1930 a Bolognal’abilitazione all’esercizio della professione. Dal 1932 inizia a svolgereindagini e interventi di restauro su dipinti presso il Laboratorio degliUffizi, allora istituito dal Soprintendente Giovanni Poggi, di cui cural’organizzazione tecnica assumendone poi la direzione insieme a Ugo Procacci. Di questainiziale confidenza con l’analisi diagnostica delle opere d’arte troverà modo ancora di avvalersiin un contributo sulla tecnica pittorica di Leonardo presentato alle celebrazioni vinciane del

1954. Nel 1933 compie lo scavo e la sistemazionedei resti dell’antica chiesa di S. Piero a Scheraggio,inglobati nella fabbrica degli Uffizi, pubblicandoneil resoconto in due saggi apparsi sulla “Rivistad’Arte”. L’anno seguente risulta idoneo al Concorsoper l’immissione nei ruoli dell’Amministrazione delleBelle Arti. Nel 1935 si occupa dell’organizzazionedella Mostra dell’Arte Italiana al Petit Palais diParigi, in cui espone l’intervento di pulituracompiuto su una tela del Correggio conservata a Palazzo Pitti che provocaqualche diverbio con i colleghi francesi affezionati al “couleur de musée”.

Nell’ottobre 1936 presenta al 1° Congresso Nazionale di Storiadell’architettura la comunicazione Le cupole e gli edifici a cupola delBrunelleschi e la loro derivazione da edifici romani che segna non solo l’esordiodi un filone di ricerche cui si dedicherà per tutta la vita, ma l’introduzionedi un nuovo approccio scientifico nel campo degli studi di storiadell’architettura. Nel 1937 ottiene la laurea in Architettura e, in seguitoalla vincita di un secondo concorso, viene nominato architetto dirigentepresso la Soprintendenza di Firenze. In tale veste progetta e dirige numerosilavori di restauro sia a Firenze (Certosa del Galluzzo, Sacrestia Vecchiadi S. Lorenzo, Palazzo di Bartolomeo Scala, ecc.) che fuori del capoluogo(S. Maria dell’Impruneta; Badia a Settimo; Chiostro di S. Francesco aPrato; Palazzo Comunale, Palazzo dei Vescovi, Chiese di S. Maria delle Grazie e di S. Francescoa Pistoia; Collegiata di Empoli, ecc.) occupandosi inoltre della tutela paesistica del territorioa nord dell’Arno e di quelli di Prato, Pistoia ed Empoli.Nel 1938, per il piccolo museo annessoalla Collegiata di Empoli, sperimenta un nuovo tipo di soffitto illuminante che applicherà poi,con alcune modifiche, nel Museo di S. Matteo a Pisa. Nello stesso periodo continua gli studisulla cupola di S. Maria del Fiore attraverso ricerche documentarie e nuovi rilievi interpretativi,di cui espone i risultati nei saggi apparsi sulla “Rivista d’Arte” fra il 1938 e il ’39. Nel 1941pubblica il volume La Sacrestia Vecchia di S. Lorenzo, dove indaga il decisivo apporto fornitodall’opera di Brunelleschi e Donatello alla nascita dell’architettura del Rinascimento in Toscana,e consegue la libera docenza in “Caratteri stilistici e costruttivi dei monumenti”. A questaepoca risalgono pure le prime prove di impregnazione con fluosilicati di manufattimonumentali in pietra (finestre buontalentiane di Palazzo Nonfinito e Lanterna della SacrestiaVecchia a Firenze, Pulpito del Duomo di Prato).Con lo scoppio del conflitto è incaricato diprovvedere alla messa in sicurezza dei maggiori monumenti e delle opere d’arte (sculture,fontane, ecc.) a corredo degli spazi urbani sia a Firenze (Loggia dei Lanzi e Piazza Signoria,Porte bronzee del Battistero, Piazza Ss. Annunziata, Orsammichele, ecc.) che a Prato (Pergamodonatelliano del Duomo) e Pistoia, assumendosi, dopo la morte (1942) del SoprintendenteCalzecchi, la diretta responsabilità del difficile compito.

2. L’ATTIVITA’ DI SOPRINTENDENTE A PISA E LE ESPERIENZE DEGLI ANNICINQUANTA. Nel 1943 viene nominato Soprintendente ai Monumenti e alle Gallerie di Pisa,carica che deterrà ininterrottamente per 18 anni, prodigandosi anche qui, subito dopo la presadi servizio (1 luglio), nell’opera di protezione e di ricovero del patrimonio storico-artistico equindi, dal ’45 in poi, in quella di riparazione dei monumenti e dei centri urbani danneggiatidalla guerra (soprattutto Pisa e Livorno, ma anche Portoferraio, Massa, San Miniato al Tedesco,Castelnuovo Garfagnana, e altre località minori nel territorio dipendente dalla sua giurisdizione),il cui consuntivo ammonterà ad oltre un centinaio di cantieri, per quasi una metà concentratinel solo comune di Pisa. I criteri seguiti nel risarcire le mutilazioni e i crolli provocati dallebombe, pur ammettendo in alcuni casi il ripristino di fasi architettoniche occultate dasuccessive stratificazioni con il ricorso anche a interventi di parziale isolamento (come nel casodella zona absidale di S. Paolo a Ripa d’Arno), esclusero comunque qualsiasi di ipotesi diricostruire “com’era e dov’era” il tessuto storico andato distrutto, a partire dalle facciate deipalazzi prospicienti i Lungarni. Espressione emblematica di questo atteggiamento sarà piùtardi il progetto per Palazzo da Scorno, semidistrutto dai bombardamenti del 1944, da lui

eseguito nel 1963 come libero professionista. In talequadro vanno segnalati in particolare, per la lororilevanza, i lavori di restauro del CamposantoMonumentale, condotto fra il 1945 e il 1949, e lacreazione del Museo di S. Matteo, la cui sede potèospitare, già nel 1946, una memorabile mostra dellaScultura Pisana del Medioevo. La decisione di ricollocare gli affreschistrappati del Camposanto su supporto rigido anziché su tela non mancòperaltro di suscitare una vivace controversia con Cesare Brandi, alloradirettore dell’ICR, di cui confuterà il parere sulla base di puntualiosservazioni scientifiche e tecniche in merito al procedimento adottato.Nel 1946 è chiamato a far parte della Commissione Ministeriale per lo

studio delle condizioni statiche del Campanile della Cattedrale. Nello stesso anno la Facoltà diIngegneria di Pisa gli affida il corso di “Architettura e Composizione Architettonica” checontinuerà a tenere, dopo un temporaneo passaggio all’insegnamento di “Tecnica urbanistica”,dal 1949 al 1959. La sua attività di Soprintendente durante gli anni Cinquanta, oltre cheper i numerosi restauri a Pisa (Palazzo Reale, Cittadella, Duomo, San Paolo a Ripa d’Arno, S.Pierino, San Piero a Grado, S. Andrea), Livorno (Chiesa di S. Ferdinando, Fortezza Vecchia ebastioni medicei), Lucca (S. Frediano, S. Martino, Palazzo dei Signori, Villa Guinigi), Massa(Castello Palazzo Ducale) Carrara (Duomo) e nei centri delle rispettive provincie, si segnala,unitamente al forte impegno per la salvaguardia del patrimonio ambientale e dei valori paesistici,

come nel caso della Pineta di Migliarino, per alcune importanti iniziative museografiche fracui, dopo quella del complesso di S. Matteo a Pisa, le sistemazioni del Museo Comunale e diquello Diocesano di Volterra, dell’Opera Primaziale di Pisa, della Pinacoteca del PalazzoDucale e di Villa Guinigi a Lucca. L’impegno in questo settore, attestato pure dall’allestimentodi alcune Mostre (Esposizioni di Arte Sacra a Pisa e a Lucca nel ’55 e nel ’57, Mostra del Cigolia S. Miniato nel 1959) e dalla partecipazione alla Sezione Museologia della XI Triennale diMilano (1957), trova soprattutto riscontro nella realizzazione, all’interno del volume di PalazzoCarignano a Torino già sede dell’Accademia delle Scienze, delle nuove sale e dei servizi tecnicidella Galleria Sabauda (1953-58). Dal 1954 assume l’insegnamento di “Caratteri stilistici ecostruttivi dei monumenti” presso la Facoltà di Architettura di Firenze e nel 1959 vienechiamato a coprire la cattedra di “Storia dell’Architettura e rilievo dei monumenti” nellaUniversità di Istanbul.

3. L’ATTIVITA’ UNIVERSITARIA E LE MISSIONI NEL VICINO ORIENTE. Nel 1960vince il concorso a professore ordinario di “Restauro dei monumenti” presso la Facoltà diArchitettura di Firenze e vi fonda il primo Istituto universitario di Restauro, presso cui organizzaun Laboratorio scientifico per lo studio dei meccanismi di degrado dei materiali lapidei e deimetodi per la loro conservazione (1964). Riprendendo le esperienze già intraprese con i restauri(1941-42) della Lanterna della Sagrestia Vecchia di S. Lorenzo e del Pergamo donatelliano diPrato, avvia alcuni importanti interventi restaurativi, a partire dalla facciata di PalazzoBartolini Salimbeni a Firenze (1960-62), mediante l’imbibizione dei paramenti lapidei confluosilicati di magnesio. Parallelamente agli studi sull’arte del medioevo e del rinascimento, si

dedica a quello delle architetture del vicino oriente,interessandosi - in riferimento a quanto intuitoosservando le cupole della Cattedrale di Pisa e di S.Maria del Fiore - soprattutto ai sistemi di coperturadei grandi ambienti, a partire dalle Basiliche dei Ss.Sergio e Bacco e di S. Sofia Costantinopoli, cheformeranno oggetto di specifiche indagini, sviluppate

fino agli ultimi anni di vita. Nel 1962 licenzia la fondamentale monografiasu Filippo Brunelleschi (Club del Libro, Milano), che compendia i risultatidi quasi un trentennio di ricerche dedicate all’esame delle opere e dellapersonalità dell’architetto. Nel 1964 è fra i membri del ComitatoOrganizzatore, presieduto da Pietro Gazzola, del II Congresso Internazionale degli Architettie dei Tecnici dei Monumenti, per cui organizza la Mostra di Palazzo Grassi, curandone ilCatalogo assieme a Marco Dezzi Bardeschi. Allo stesso anno risalgono il contributo sul S.

Andrea di Mantova al VI Convegno Internazionale di Studi sulRinascimento e quello sul “non finito” diMichelangelo in scultura e in architettura alConvegno di Studi Michelangioleschi. Nel 1965-66segue la nuova campagna di scavi condotta daGuido Morozzi per l’accertamento dei restidell’antica cattedrale di S. Reparata e redige, per laraccolta di scritti in onore di Edoardo Arslan, unsaggio sulla facciata “arnolfiana” di S. Maria delFiore. Nel 1966, con il volume Metodo di indurimentodelle pietre dell’architettura stampato dalle OfficineGrafiche Vallecchi di Firenze, fornisce un resocontodelle prove condotte presso il Laboratorio

dell’Istituto e in cantiere documentando, assieme ai restauri già ultimati di Palazzo BartoliniSalimbeni, dell’Arco di Alfonso d’Aragona a Napoli, di Palazzo Pucci e della Loggia Rucellaia Firenze, le indagini e i lavori allora in corso sul S. Michele di Pavia (1963-67) e sul PalazzoRucellai (1964-67), il cui obiettivo principale è sempre quello di assicurare, fin dove possibile,la permanenza in opera della materia autentica del testo architettonico, scongiurando lasostituzione di parti figurativamente significative, che lo porterà in più occasioni a confliggere,anche su questo punto, con la posizione di Brandi, incline invece a ricoverarle in museo.

4. LE BATTAGLIE CULTURALI DEGLI ANNI SETTANTA. Nell’inverno dello stesso annocompie un lungo viaggio di studio in Asia Minore e in Persia, dandoinizio a un proficuo rapporto di collaborazione con l’Università Evin diTeheran, rinsaldato poi dal gemellaggio con la Facoltà di Firenze, di cuidiviene Preside dall’aprile del 1969 al luglio del 1971. Nel ’68 esegue gliinterventi di impregnazione con fluosilicati del coronamento della Ca’d’Oro a Venezia e di elementi architettonici esterni della Villa Rasponi a Firenze, che concludonoil ciclo di esperienze avviato agli inizi del decennio. Nell’ottobre del 1969, intervenendo alConvegno di Bologna “La conservazione delle sculture all’aperto”, subisce violente critiche alsuo metodo di consolidamento dei materiali lapidei, su cui il chimicoProf. Danilo Cozzi esprime invece un parere senz’altro favorevole. Nel1970 inaugura, con la pubblicazione presso l’editore Nistri Lischi delrilievo del Duomo di Pisa, l’apposita Collana curata dall’ Istituto diRestauro dei Monumenti in cui, dopo quella riguardante la facciata di S.

Maria Novella (1970), appariranno le monografiesul coro e la cupola della Ss. Annunziata(1971) esul Battistero di S. Giovanni a Firenze (1973). Nellostesso anno cura il catalogo della mostra“Sigismondo Pandolfo Malatesta e il suo tempo”,ricevendo poi l’incarico del restauro di Castel Sismondo a Rimini e di

quello della Rocca di Vignola. Nel 1971 esce sulla rivista “Palladio” il saggio Strutture a cupolaautoportanti, ove ne esamina le origini e gli sviluppi nel mondo mediterraneo e nelle contigueregioni asiatiche, seguito poco dopo da quello sulle analogie fra la cupola di S. Maria del Fioree il Mausoleo di Ulgiatu Khudabadah a Soltanieh, di cui proprio allora aveva intrapreso ilrestauro. Nel frattempo, basandosi anche su un attento esame epigrafico dell’iscrizione sullafacciata del S. Andrea di Empoli, formula (1972) una proposta di revisione della cronologia

tradizionalmente assegnata all’architettura romanica fiorentina e provvede, in un articoloredatto col Prof. Giuseppe Birardi, a confutare i risultati del rilievo fotogrammetrico dellacupola di S. Maria del Fiore pubblicato dall’I.G.M.

5. LE CAMPAGNE DI RILEVAMENTO E GLI STUDI DELL’ULTIMA STAGIONE.Nel 1973 licenzia alle stampe, per i tipi della EDAM di Firenze, il volume Discorso sulla metodologiagenerale del restauro dei monumenti, in parte anticipato dai capitoli apparsinel XIV volume (Parigi, 1972) della collana “Museés et monuments”dell’Unesco, che rispecchia l’impostazione e i contenuti del corso di restauroda lui svolto presso la Facoltà. Fra il 1973 e il ’74 intraprende in Iran irestauri delle Moschee del Venerdì di Gazvin e Saveh. L’estensione delleindagini sulla fabbrica di S. Maria del Fiore al contiguo tessuto insediativo,con l’analisi dei processi di sviluppo urbanistico conseguenti all’ampliamento della cattedrale diS. Reparata e alla formazione della Piazza del Duomo e di quella della SS. Annunziata, trova esitonel 1974 nel volume Firenze, studi e ricerche sul centro antico, corredato dei rilievi degli isolati compresinell’area di studio, che avrebbe dovuto costituire il primo di una serie di pubblicazioni. Nel 1975pubblica il volume Il Duomo di Pisa e l’architettura romanica delle origini ed è chiamato far parte dellaCommissione di studio sui problemi strutturali della cupola del Brunelleschi, a seguito del rinnovatoallarme per le condizioni statiche del monumento. Nel 1976 è incaricato dall’INA, assieme al Prof.Italo Gamberini, degli studi per il restauro di Palazzo Strozzi a Firenze di cui indaga, mediantecarotaggi e nuovi rilievi, la consistenza e le caratteristiche del paramento a bugne. Nel 1977, inoccasione della sua uscita di ruolo, la Facoltà di Architettura di Firenze cura una raccolta di suoiscritti, corredata da una “memoria” autobiografica dell’Autore sulle proprie esperienze dentro efuori l’Università. Nel 1978 si reca a Samarcanda in occasione del Convegno dell’ICOMOS epubblica, presso la Casa Editrice Officina di Roma, il volume La chiesa di S. Sofia a Costantinopoli.Nel 1980 partecipa al Convegno “La protezione e il restauro dei beni culturali” organizzato aFirenze dalla Regione Toscana e dall’Associazione Italia/URSS, in cui presenta la relazioneIdentità di arte e tecnica, che costituisce il suo ultimo contributo di “teoria del restauro”, dato allestampe solo nel 1987. Dopo breve malattia, muore a Firenze il 9 marzo 1980. I funerali vengonocelebrati nella Chiesa di S. Spirito.Testo a cura di: Giuseppe Cruciani Fabozzi, Giuseppe A. Centauro; Collaboratore:Adriano Bartolozzi

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GUGLIELMO DE ANGELIS d’OSSAT (1907-1992)

Presenza singolare e determinante della cosiddetta “scuola romana”, in sintonia con una cerchiadi addetti ai lavori, con la sua prima presidenza ICOMOS, Guglielmo De Angelis d’Ossat merita

una speciale attenzione per averne saputo guidare,stimolare e orientare l’attività, attraverso la sua indiscussacapacità di cogliere l’essenza dei problemi e di fornireindirizzi d’azione fondati e precisi.Anche in connessione dell’importante ruolo in difesa delpatrimonio architettonico svolto quale Direttore Generaledelle Antichità e Belle Arti negli anni tumultuosi dellaricostruzione post-bellica, con la costante pulsione dellasua ricerca, insegue una ‘lettura totale’ dell’architettura;

vale a dire un’analisi a tutto tondo del monumento-documento capace di faremergere da alcune particolarità, significativi aspetti e stimolanti riflessioni critiche. Tale impegnoculturale, sviluppato lungo l’arco di sei decenni con lo stesso entusiasmo dei primi anni, mettein evidenza complesse vicende storico-artistiche spiegate e valutate in un vastissimo ambitospaziale e temporale tanto da indurre Bruno Zevi a definire la sua opera, con acuta essenzialità,“dal triglifo al Rococò”. Dal suo pensiero sulle preesistenze si deduce che concepisce il restauro,come una “specie” dell’architettura, costantemente presente nel fare umano; in sostanza, egli èconvinto che “il restauro è architettura”, quindi ogni intervento restaurativo è un’operazionearchitettonica della quale possiede tutti i caratteri e i contenuti.Di fatto impronta le sue formulazioni su pochi ed essenziali princìpi generali da specificare in

relazione alla singolarità dell’opera, persegue la “leggibilità delmonumento”, non ama gli ambientamenti forzati e tanto meno l’imitazionestilistica che considera “piuttosto oltraggioche omaggio alla storia”.Di certo non nutre alcuna preclusione versol’architettura del nostro tempo, anzi le affidaun ruolo significativo; una fiducia chespiega bene le sue riflessioni più tarde circala necessità di obliterare il termine restauroacciocché si possano distinguere “i nuoviinterventi intesi come qualificazione architettonica nel preesistente …dalle

pure attività di conservazione”.Ciò rappresenta un passo fondamentale nell’evoluzione del suo pensiero che acquisiscecrescente consapevolezza circa le più recenti istanze conservative; viceversa, i nuovi interventi,“appaiono sempre più distinti e separati”.

1. GLI ANNI NELLE “BELLE ARTI”: DALLE PRIME ESPERIENZE ALLA NOMINA ADIRETTORE GENERALE.Nel 1933 risulta vincitore del concorso ad un posto di membro aggregato per l’”architettura classica”della Scuola Italiana di Archeologia di Atene, dove studia la civiltà architettonica dell’antica Grecia.Nello stesso anno, ottenuto, sempre per concorso, un posto di architetto nell’Amministrazione delleBelle Arti, viene assegnato prima all’Ufficio per i Monumenti della Liguria e poi, dal 1934, allaSoprintendenza ai Monumenti del Lazio, dove progetta e dirige vari importanti restauri (in Liguria:abbazia di S. Fruttuoso a Camogli, chiesa di S. Girolamo a Quarto, ecc.; nel Lazio: convento del Sacro

Speco a Subiaco, ospedale di S. Spirito e S. Costanza a Roma, chiesa dellaRotonda ad Albano, ecc.).Dopo essere stato assistente volontario allacattedra di Architettura Generale presso la RegiaScuola di Ingegneria di Roma (1931-1933) dal1933, per un decennio, lavora alla cattedra diArchitettura Civile presso la Regia Scuolad’Ingegneria di Genova. In tale veste, unitamenteall’esercizio professionale di architetto, svolgeun’intensa attività di ricerca testimoniata da moltiscritti, che dai primi studi sull’antichità romana,toccano svariati argomenti di ambiente ligure;tutti lavori che tendono all’esame particolareggiato della fabbrica, oppure

investono particolari quesiti di restauro (fra i tanti: Albenga: S. Giorgio di Campochiesa. Restaurodegli affreschi danteschi e progetto di ripristino del monumento, 1934; o anche, Il restauro della facciatadella chiesa di S. Matteo, 1934; inoltre, Per la tutela dei monumenti sacri italiani. Una proposta percompletare l’efficacia delle Commissioni Diocesane d’Arte Sacra, 1936). Nel 1935, presso la Soprintendenzaai Monumenti del Lazio, redige uno “Schema di progetto per la protezione antiaerea delle opered’arte immobili di Roma”, parallelamente, conseguita la ‘libera docenza’in Caratteri stilistici e costruttivi dei monumenti (31 dicembre 1937) diventaassistente straordinario (1937-1942) presso la relativa cattedra, tenuta daVincenzo Fasolo. Nell’agosto 1938 è nominato Ispettore centrale per leAntichità e Belle Arti, venendo così, specificatamente ad occuparsi, conprecise funzioni di consulenza ed ispettive, delle opere di restauro deimonumenti italiani; tale operosità gli consente di formarsi una più varia epiù vasta esperienza che avrà modo di esercitare successivamente quandodiventerà Direttore Generale. Dal 1944, in relazione ai gravosi problemiindotti dalla distruzioni belliche, De Angelis d’Ossat accentua i propri interessi verso il restaurotanto che, un anno dopo, con decreto del 3 aprile 1945, viene chiamato a far parte dellaCommissione “per lo studio dei problemi tecnici, finanziari e giuridici concernenti la ricostruzioneedilizia” costituita presso il Ministero dei Lavori Pubblici; ancora, nello stesso anno, entra nellaCommissione di “studio per i restauri ai monumenti”, istituita presso il Comitato Nazionale per

la ricostruzione edilizia ed è nominato membro della Commissione per lo“studio del piano di massima dei lavori di ricostruzione dell’abbazia diMontecassino. Nel 1947, quando vienenominato ‘Direttore Generale’ delle Antichitàe Belle Arti, presiede all’imponente opera direstauro monumentale, di ricostruzione delpatrimonio architettonico e di riordinamentodi Musei e Gallerie.

2. L’INTERESSE PER IL RESTAURONEGLI ANNI DELLA RICOSTRUZIONE.Parallelamente all’attività svolta presso

Soprintendenze e Ministero – come ispettore e direttore – De Angelis d’Ossat esplora un ampiopanorama architettonico, ricercandone aspetti formali, tipologici e strutturali e ponendo costanteimpegno nello studio delle questioni inerenti il restauro dei monumenti (esemplificando: Unproblema del dopoguerra: il restauro dei monumenti, 1945; Rispettiamo le nostre antiche e belle città,1945; Criteri e problemi di restauro monumentale, 1946; Si deve ricostruire il ponte a Santa Trinita? E’chiaro come un’opera d’arte sia…, 1946). Inoltre, a corollario di una fattiva esperienza in talesettore, egli diventa uno dei promotori e degli estensori delle nuove Norme dettate dal Ministeronel 1939 per puntualizzare la “Carta del Restauro” e che, da allora, sono note come le “Istruzioniper il restauro dei monumenti”, improntate ad un rigore che trova efficacia normativa.In sostanza, attraverso scritti e conferenze, egli, tra i primi, solleva il problema della ricostruzione,evidenziando esigenze e illustrando metodi di restauro e di rispetto dell’ambiente.Nel 1948, al “Convegno nazionale di Storia dell’Architettura”, De Angelis d’Ossat delinea

chiaramente il quadro operativo di quegli anni che registra ilprevalere dei fautori del ripristino e della ricostruzione; nondimeno,forte dell’esperienza diretta, egli richiama l’attenzione sul fattoche i criteri del restauro non possono essere incondizionatamenteapplicati. La sua figura appare, quindi, assolutamentedeterminante nell’ambito di quel panorama culturale, entra a farparte del Comitato Direttivo dell’Istituto Centrale del Restauro,diviene membro del Consiglio del “Centre International pour la

conservation et la restauration des biens culturales”, è uno dei pochi membri effettivi – ed unicoitaliano – del Comitato Internazionale “pour les monuments et les sites d’art et d’historie”.E’ poi significativo che, sul piano internazionale, egli venga prescelto dall’UNESCO per la redazionedi un “Manuel sur les méthodes pour la conservation et la restauration des monuments”. Quindi

nel 1957, viene eletto presidente del I Congrés International des Architectes et Techniciens desMonuments historiques, organizzato da “La Compagnie des Architectes en Chef des MonumentsHistoriques de France” dove, presiedendo la prima sessione, ottiene di far svolgere in Italia ilsuccessivo incontro fra convegnisti. Alla fine degli anni Cinquanta (1958-1960), presiede il ‘Comitatodell’Arte’ istituito dal “Comitato Olimpico Nazionale” in vista della XVII Olimpiade di Roma e,per tutto il decennio, con continuità, sviluppa la sua operosità scientifica, che spazia da argomentidi archeologia a temi che riguardano la contemporaneitàcome gli scritti Musei di Roma vecchi e nuovi, pubblicatonel 1955, o Danni di guerra e restauro dei monumenti, delmedesimo anno, poi ripubblicato nel 1957, o ancora, Ilrestauro dei monumenti: provvidenze legislative, esperienze,suggerimenti, sempre del 1957.

3. L’IMPEGNO ACCADEMICO E L’ESERCIZIODELLA CRITICA.Nel 1960, vinta la cattedra di “Restauro deimonumenti” presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli studi “La Sapienza” diRoma – dopo tredici anni – rinuncia alla carica di ‘Direttore Generale’ e si attiva per istituire la“Scuola di perfezionamento per lo studio e restauro dei monumenti” (oggi “Scuola diSpecializzazione in Restauro dei monumenti”) presso la medesima Università, della qualesarà direttore per oltre un ventennio.A questo punto, Guglielmo De Angelis d’Ossat rivolge particolare attenzione all’attività didattica,peculiarmente caratterizzata dal continuo accostamento fra storia dell’architettura e restauro,inevitabilmente connesse. Del resto, la sua articolata formazione, contraddistinta da una grandecapacità di sintesi, permette agli studenti di captare facilmente l’autenticità e la serietà del suoimpegno, fondato su un’esperienza culturale complessa che lo porta a tradurre lo studiodell’architettura in consapevolezza storica e responsabilità della conservazione. La validità della suadidattica appare evidente nelle dispense da lui redatte a sostegno e integrazionedelle lezioni svolte nell’ambito della “Scuola” (oggi di specializzazione) doveaffronta sinteticamente i diversi argomenti che segnano l’iter del progetto diconservazione; così dallo Studio dei monumenti dal punto di vista storico, artistico etecnico, del 1970-1971, all’ancora attuale Cause di deterioramento, pubblicato nellostesso anno, in collaborazione con l’ICCROM, dove fra ‘cause intrinseche’ e‘cause estrinseche’ va ad individuare i diversi e concomitanti motivi cheminacciano la vita della fabbriche; dalle Norme per la redazione dei grafici di rilievoe di restauro dei beni architettonici, risalente al 1977-1978, agli Schemi di correttaintegrazione delle lacune murarie, che “vanno singolarmente valutate […] e sottopostead un vaglio critico, al fine di far emergere le soluzioni preferenziali”, pubblicatoanch’esso nei medesimi anni.Infine, a conclusione della sua carriera accademica, dopo essere stato Preside della Facoltà diArchitettura dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma – eletto nel 1972 e decaduto dall’incariconel 1977, con la cessazione dell’insegnamento attivo – nel 1986, scrive un importante saggio suquestioni di didattica, La didattica del restauro e l’esercizio della critica, pubblicato quale prolusioneinaugurale dell’anno accademico; qui, ancora una volta, ribadisce che “il restauro è architettura”,quindi per conservare il patrimonio del passato, l’architetto restauratoredeve utilizzare gli strumenti propri dell’architettura. Parallelamente, inaltro modo, prosegue la sua attività nell’ambito dell’attuale Ministero peri Beni e le Attività Culturali; nel 1962 viene eletto al “Consiglio Superioredelle Antichità e Belle Arti” e nominato Presidente di sezione; nel 1964,partecipa al Congresso di Venezia, si fa promotore (insieme a Pietro Gazzolae Roberto Pane) e Presidente del Comitato organizzatore. Negli ultimi suoidue decenni, riveste numerosissime cariche presso Accademie, Istituti diCultura, Centri di Studio, Commissioni scientifiche ed artistiche, la cuielencazione si rimanda in altra sede; parimenti, di notevole entità sono iriconoscimenti da lui ottenuti, accanto agli indiscussi meriti di studioso(fra i quali non si può non citare la laurea “honoris causa” conferitagli nel1975 dall’“Università Tecnica” di Vienna). Al di là del suo impegnoaccademico, Guglielmo De Angelis d’Ossat, continua con vivo interessel’attività di ricerca, parte della quale viene raccolta nei due volumi Realtà dell’architettura contenenti isuoi principali lavori pubblicati fin sul finire degli anni Settanta (1933-1978); millecinquecento pagineche trattano di ‘storia dell’architettura’ attraversandone tutti i capitoli secolari, dall’antico al moderno,con la medesima curiosità e la stessa potenzialità di comprensione; un lavoro caratterizzato da unasingolare attitudine a comprendere ogni oggetto di studio nelle sue qualità reali, di struttura e diforma. Riguardo al restauro, merita una speciale attenzione il saggio Restauro: architettura sullepreesistenze, diversamente valutate nel tempo, scritto nel 1961 ma pubblicato solo nel 1978, nel quale visi riconosce il massimo sforzo di revisione teorica e la sintesi delbagaglio di esperienze accumulate negli anni di attività perl’Amministrazione delle Belle Arti. Qui, la tesi è in favoredell’interpretazione del ‘restauro’ quale costante del fare umano, lescelte di ‘metodo’ sono quelle fondamentali del cosiddetto ‘restauroscientifico’ di giovannoniana memoria, arricchite dai portati dellasua riflessione storica circa la particolarità del fare architettonico,aperto agli interventi contemporanei purchè si distinguano. Insostanza, De Angelis d’Ossat condivide, comé naturale, le impostazioni proprie del suo temporispetto alle quali tuttavia appare costantemente in una posizione di superamento; crede che ilrestauro debba “difendere” una forma e, se questa è mutila o perduta, non possa essere sostituita daun suo simulacro, ma da un’altra forma, di certo non originaria, tuttavia autentica. E’ una convinzioneche ha sempre professato e concretamente applicato nell’attività di restauratore; un convincimentoche spiega la sua fiducia nell’architettura mettendo in evidenza anche inedite e fertili aperture edanticipazioni.Adesso, nella primavera del 2007, ricorre il quindicesimo anno della sua scomparsa.

4. PROFILO BIOGRAFICO1907 Nasce a Roma il 28 luglio.1931 Dopo gli studi si laurea in Ingegneria Civile presso l’Università di Roma.1933 Dopo la laurea in Architettura consegue, presso ilPolitecnico di Milnao, l’abilitazione all’esercizio dellaprofessione di architetto.1934 Diviene architetto nell’Ufficio per i monumenti di Genovadell’Amministrazione delle Belle Arti. Pochi mesi dopo vienetrasferito alla Soprintendenza dei Monumenti medievali emoderni di Roma.1937 Consegue la libera docenza in “Caratteri stilistici ecostruttivi dei monumenti”. Fino al 1942 sarà assistentestraordinario presso la cattedra di “Caratteri stilistici ecostruttivi dei monumenti” tenuta dal prof. Vincenzo Fasolo.1938 Viene chiamato presso il Ministero della PubblicaIstruzione come Ispettore Centrale per le Antichità e BelleArti.1941 Ottiene l’incarico di insegnamento di “Caratteri stilistici e costruttivi dei monumenti”nella Facoltà di Architettura di Roma.1944-45 In questi anni si occupa dei problemi legati alla ricostruzione, anche come membro dinumerose Commissioni ministeriali.1947 Viene nominato Direttore Generale delle Antichità e Belle Arti.1960 Vince la cattedra di “Restauro dei Monumenti” presso l’Università di Roma e si dimette dallacarica di Direttore Generale. Istituisce la Scuola di Perfezionamento per lo Studio e il Restauro deiMonumenti.1962 Viene eletto al Consiglio Superiore delle Antichità e Belle Arti e nominato Presidente diSezione.1964 Partecipa al congresso di Venezia ed è fra i promotori della nascita dell’ICOMOS.1970 Presidente generale dei Consiglio Superiore delle Antichità e Belle Arti (sino al 1977).1972 È eletto Preside della Facoltà di Architettura di Roma.1977 Cessa l’insegnamento attivo e lascia la carica di Preside della Facoltà.1982 Collocato a riposo, lascia la direzione della Scuola di Specializzazione e dell’Istituto diStoria1992 Muore a Roma il 10 aprile.

Maria Piera Sette

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PIEMONTE

CIPA International Symposium, Torino 2005ARCHITETTURA VERNACOLARE: PRICIPI DI IDENTIFICAZIONE ECONSERVAZIONEProgetto: Francesca De Filippi, Riccardo Balbo - Politecnico di Torino, Dipartimento Casa-Città

TORINO - GIS PER IL MONITORAGGIO DEL SISTEMA IDRAULICO DELPARCO RACCONIGIProgetto: Eros Agosto, Fulvio Rinaudo- Politecnico di Torino, DITAGMirella Macera - Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici del Piemonte

ASTI - CHIESA DI SAN PIETRO DI CONSAVIAProgetto: R. Spallone - Politecnico di Torino, Dipartimento di Scienze e Tecniche per i Processidi Insediamento

POLITECNICO DI TORINO, SECONDA FACOLTÀ DI ARCHITETTURALA QUALITA’ NEL PROGETTO DI CONSOLIDAMENTO PER LACONSERVAZIONEDocente: Rosalba Ientile; collaboratore: Monica NarettoCorso di Consolidamento degli edifici storici; Laboratorio “Il progetto di restauro”

IL SISTEMA TERRITORIALE DEI RICETTI DEL CANAVESEDocente: Tatiana K. Kirova; collaboratori: Andrea Longhi, Lisa Accurti, Michela Benente -Laboratorio di Restauro UrbanoStudenti: Elisabetta Bozzola, Vannina Papaleo, Monica Salimbene, Alessandro Scarnari

BIELLA - IL COMPLESSO DI NOSTRA SIGNORA DI OROPADocente: Tatiana K. Kirova; collaboratori: Lisa Accurti, Michela BenenteLaboratorio “Il progetto di Restauro”Studenti: Francesca Barbera, Francesca Nicolosi, Jessica Pignatta, Patrizia Vaccaio

LIGURIA

FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DI GENOVAGENOVA - CHIESA DEL COMPLESSO ABBAZIALE DEL CONIO DI MISSANODocente: Stefano MussoCorso di Laurea Specialistica in Architettura, Laboratorio di Restauro ArchitettonicoStudenti: E. Carozzo, M. Giorgi, M. Lucchetti, I. Malerba, E. Nobile; a.a. 2002-2003

GENOVA - IL CICLO PRODUTTIVO DELLA CALCE A GENOVA IN EPOCAPREINDUSTRIALE E IL RECUPERO DI VILLA OLIVARI A BANA DI CAMOGLIR. Vecchiattini, Il ciclo produttivo della calce a Genova in epoca preindustriale, Tesi di laurea,relatore: Tiziano Mannoni, correlatore: Isabella Ferrando, a. a. 1991/1992A. M. Olivieri, S. Pantarotto, Il recupero di “Villa Olivari” a Bana di Camogli (GE), Tesi di laurea,relatore: S. F. Musso; correlatori: L. Cogorno, G. Franco, a. a. 2001/2002

SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN RESTAURO DEI MONUMENTIRelatore: B. P. TorselloSpecializzandi: A. De Palma, M. Gnone, R. Leone, R. Risso a.a. 1996/1997

LOMBARDIA

CIPA International Symposium, Torino 2005MONZA- VILLA REALEProgetto: Raffaella Brumana, Cristiana Achille - Politecnico di Milano, D.I.I.A.R. - Sezione RilevamentoLaboratorio di Rilievo Cartografia Numerica Gis

BERGAMO - SANTA MARIA MAGGIORE, TECNOLOGIA LASER PER ILRILIEVO DELLA SEZIONE TRASVERSALE NEGLI EDIFICI ANTICHIProgetto: V. Bonora - Politecnico di Torino, DINSE L.Colombo, B. Marana - Università di Bergamo, DPT

POLITECNICO DI MILANO FACOLTA’ DI INGEGNERIA EDILE/ARCHITETTURA DI LECCOATTIVITA’ DI RICERCA - IL PAESAGGIO OPERA APERTA: CONOSCENZA,DIAGNOSI, PROGETTODocenti: Lionella Scazzosi; collaboratori: Paola Branduini, Maria Antonietta Breda, Raffaella

Laviscio, Cinzia Robbiati, Flavia Ferrari

MANUFATTI E CONTESTO PAESAGGISTICODocenti: Lionella Scazzosi; Collaboratori: Paola Branduini, Barbara Oggionni, Lucio FranchiniCandotti A., Colombo L., Gregorio P., Santo R., Signorelli M.: Parco Marenzi a Bergamo: progettodi conservazione, corso di tutela e gestione del paesaggio, prof. Scazzosi L., a.a. 2002-2003Battellino E., Guazzetti D., Giardino terapeutico nel parco di Villa Eremo a Lecco, corso ditutela e gestione del paesaggio, prof. Scazzosi, a.a. 2003-2004Algeri C., Sala E., San Michele in Galbiate: da chiesa a sala conferenze e belvedere, tesi di laurea,relatore: prof. Franchini

SISTEMI DI PAESAGGIODocente: Lionella Scazzosi; collaboratori: Paola Branduini, Barbara Oggionni, Giuseppe TurchiniAbati M.S.: Il castello di Funcignano: ipotesi di recupero di un paesaggio di pietra, Tesi di laurea,Relatore: prof. Scazzosi L., prof Turchini G., A.A. 2004-2005.Martinucci M., Pedroli S.: Crana di Piuro, Analisi paesaggistica e progetto di recupero, Tesi dilaurea, Relatore: prof. Scazzosi, prof Turchini, A.A. 2004-2005

POLITECNICO DI MILANO - FACOLTA’ DI ARCHITETTURA E SOCIETA’METODOLOGIA PER LA DIAGNOSI DI ANTICHE TORRI IN MURATURA:IL CAMPANILE DEL DUOMO DI MONZA E IL TORRAZZO DI CREMONADocenti: Luigia Binda; collaboratori: Anna Anzani, Paola Condoleo, Luisa Marra

VULNERABILITA’ DEI CENTRI STORICI E DEI BENI CULTURALIDocenti: Luigia Binda; Collaboratori: Giuliana Cardani, Antonella Saisi, Cristina Tedeschi,Dipartimento di Ingegneria Strutturale

POLITECNICO DI MILANO - FACOLTA’ DI ARCHITETTURA CIVILETUTELA, CONSERVAZIONE E GESTIONE DEI PAESAGGI CULTURALI,ESPERIENZE DIDATTICHEDocenti: Maurizio Boriani, Alberta Cazzani

LABORATORI DI DIAGNOSTICA D’ATENEOResponsabile: Susanna Bortolotto – Laboratorio di diagnostica per la conservazione e il riusodel costruitoC. Cipollini, M. Pozzi, Palazzo Cittadini Stampa di Abbiategrasso: da torre medievale a palazzonobiliare. Progetto di conservazione e riuso per il nuovo Centro Studi Naviglio Grande, Tesi dilaurea, relatore: prof. M. Boriani, correlatore: S. Bortolotto.M. V. Verzi, Chiesa di S. Maurizio al Monastero Maggiore (MI): indagini sperimentali per ladeterminazione dell’umidità nelle strutture murarie, Stage Master universitario di II livello inconservazione e riuso del costruito, coordinatore scientifico: arch. S. Bortolotto, tutor: arch. G. BonfadiniF. Augelli, G. L. Ciagà, Il mito di Orfeo- la diagnosi delle strutture lignee per la conservazione e ilriuso dei palchi del Teatro sociale di Bergamo, Tesi di specializzazione, relatori: prof. L. JurinaL. Binda, A. Saisi, L. Zanzi, C. Campanella (Politecnico di Milano), M. Marchisio (Università diPisa), C. Modena (Università di Padova), B. Knupfer Lebrero, J. Rodriguez Santiago (Geocisa),Leorati, Castello di Avio (TN)

L’ARCHITETTURA DELL’ACQUA, LA CENTRALE IDROELETTRICATACCANI-MORETTI A TREZZO SULL’ADDAE. Bergonzini, F. Origlio, Tesi di laurea, Relatore: C. Campanella, Correlatore: L. Jurina, a.a. 2004-2005

CONSERVAZIONE E PROGETTOElisabetta Ciocchini, Marco Manzoni, Fabio Zangheri, Patrimonio industriale a Vigevano:l’insediamento Ursus Gomma: una proposta per il futuro, Tesi di laurea, relatore: Marco DezziBardeschi, correlatore: Christian Campanella, a.a. 1999-2000Stefania Cacia, Emanuela Duranti, Rossana Gabaglio, La tutela dell’area dei gasometri in Bovisa. Unpercorso museale, Tesi di laurea, relatore: Marco Dezzi Bardeschi, correlatore: Roberta Bianchi, a.a. 1998-1999Claudia Ippolita Benevenia, Katia Donetti, Walter Zizzari, La Ca’ Granda ed il Naviglio: nuovosistema di giardini e spazio espositivo per le collezioni dell’Ospedale Maggiore, Tesi di laurea, relatore:Marco Dezzi Bardeschi, correlatori: Rossana Gabaglio, Paolo Galimberti, Vittorio Locatelli,a.a. 2004-2005

DAL GIS PER LA CONSERVAZIONE DEI CENTRI ANTICHI AL PROGETTODI NUOVI INSEDIAMENTIDocente: Gabriella GuariscoL. Barbati., S. Migliorini, Dal Monte San Giorgio a Riva San Vitale. Il futuro dell’ex Palazzo dellaCroce, Tesi di laurea, relatore: G. Guarisco, correlatore: M. Dezzi Bardeschi, a.a. 2002-2003; S.Cianni, Un centro di didattica ambientale per la rivitalizzazione attiva di Sangineto (CS), Tesi dilaurea, relatore: G. Guarisco, correlatori: D. Mirandola, G. Novelli, a.a. 2003-2004

POLITECNICO DI MILANO - SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE INRESTAURO DEI MONUMENTIABBAZIA DI SAN BENEDETTO PO (MN)Responsabile della ricerca: Alberto GrimoldiIndagini : Politecnico di Milano, DiAP, Laboratorio di Analisi e Diagnostica del costruito

CAMPO BRENZONE (VR)R. Braggio, G. Castiglioni, M. de Adamich, F. Legnaghi, E. Manzoni, M. Raffaeli, C. Palo, Tesi dispecializzazione, relatori: A. Grimoldi, L. Jurina, correlatore: A. Sandrini, a.a. 2003-2004

BERGAMO - INTERVENTO DI CONSOLIDAMENTO E CONSERVAZIONEDELLA PASSERELLA DI FARA GERA D’ADDATesi di specializzazione, relatore Bellini - progetto realizzato -Progetto: dott. Agostino Pasquali Coluzzi, ing. Roberto Gentile, archh. Laura Valsasnini, RobertaCattò, Rebecca Fant

POLITECNICO DI MILANO - FACOLTA’ DI ARCHITETTURA CIVILE,Dipartimento di Progettazione dell’ArchitetturaTUTELA, CONSERVAZIONE E GESTIONE DEI PAESAGGI CULTURALI,STUDI E RICERCHEGruppo di ricerca: Maurizio Boriani, Susanna Bortolotto, Alberta Cazzani, Piero Favino,Mariacristina Giambruno, Isabella Mambretti Camillo Sangiorgio, Manuela Strada, Costanza Zocchi

Laboratorio di diagnostica per la conservazione e il riuso del costruitoLONATE POZZOLO (VA) – MONASTERO DI SAN MICHELEGruppo di lavoro: prof. Maurizio Boriani, archh. Susanna Bortolotto, F. Augelli, P. Bassani, F.Premoli, prof. L. Jurina, prof. G. Massari

RHO (MI) - VILLA BURBA - RESTAURO E ADATTAMENTO DELLA CORTERUSTICAProgetto: Carolina Di Biase, Daniele Vitale

CREMONA - IL CANTIERE DI PALAZZO PALLAVICINOProgetto: Alberto Grimoldi , Lorenzo Jurina, Stefano Corbari, Carlo Dusi, Ruggero Carletti, ErmesMassetti, Alessandro Farina, Thomas Becker, Valerio Tagliaferro

L’INNOVAZIONE SCIENTIFICA NEL CONSOLIDAMENTO DEIMONUMENTI: LE INDAGINI NON DISTRUTTIVE, L’ANALISISTRUTTURALE, IL MONITORAGGIO STRUTTURALE IN LINEAProgetto: Giorgio Macchi, Università di Pavia

Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza per i BeniArchitettonici e per il Paesaggio di MilanoL’INNOVAZIONE SCIENTIFICA NEL CONSOLIDAMENTO DEIMONUMENTI - DUOMO DI PAVIAProgetto: Giorgio Macchi, Stefano Macchi

TRENTINO ALTO ADIGE

TRENTO - PALAZZO THUNNProgetto: Giuseppe Cristinelli

VENETO

CIPA International Symposium, Torino 2005RAPPRESENTAZIONI 3D DI SITI ARCHEOLOGICIProgetto: Caterina Balletti, Francesco Guerra, Andrea Adami - Università IUAV di Venezia

IUAV - FACOLTA’ DI ARCHITETTURAIL COMPLESSO DI VILLA MOCENIGO, SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO(VE)Docente: Giuseppe Cristinelli

RESTAURO URBANO A CAMPO BRENZONE (VR)Docente: Giuseppe Cristinelli

TERZA MOSTRA INTERNAZIONALE DEL RESTAUROMONUMENTALE

SEZIONE ITALIANA

Page 9: terza mostra internazionale del restauro monumentale: dal restauro ...

IUAV - FACOLTA’ DI ARCHITETTURA - VENETOIDENTIFICAZIONE DEL PAESAGGIO AGRARIO STORICONELL’ASCOLANODocente: Giorgio GianighianStudente: Matteo Dario Paolucci

IMOLA - VILLA MUGGIA TRA ARCHEOLOGIA E RESTAURO DELMODERNODocente: Nullo Pirazzoli

VILLAVERLA – LE TRASFORMAZIONI DEL TERRITORIO E DELPAESAGGIOProgetto: Massimiliano Bigarello

CIPA International Symposium - Torino 2005

VERONA - BASILICA DI SAN PIETRO MARTIRE DA VERONA IN S. ANASTASIA:RILIEVI DELLE STRUTTURE GEOMETRICHE E CAMPAGNA FOTOGRAFICAPER IL PROGETTO DI CONSERVAZIONEProgetto: Christian Campanella, Michela Tessoni, Susanna Bortolotto, Elisabetta Ciocchini, FabioZangheri In collaborazione con il Politecnico di Milano

VENEZIA - IL CONVENTO E LA CHIESA DELLE TERESEProgetto convento delle Terese: Giuseppe Cristinelli, Egle TrincanatoProgetto chiesa delle Terese, Venezia: G. Cristinelli

VILLAFRANCA (VR) - CASTELLO SCALIGEROProgetto: Giuseppe Cristinelli

VENEZIA - TORRE DELL’OROLOGIOImprese appaltatrici: Brandolin S.p.a. e Dottor s.r.l.Rilievo: Giorgio Gianighian, Alberto Torsello, Matteo Pandolfo, Barbara De Stefano, AriannaRemoli, Adriana Stroili, Sabai Levi RamedanProgetto definitivo (30/09/1997): Giorgio Gianighian, Alberto Torsello, Matteo PandolfoProgetto architettonico (aprile 1997-luglio 1998): Giorgio Gianighian, Alberto Torsello, Matteo PandolfoProgetto statico: Studio Gobbetto Frezza Fulli Ass.Progetto impianti: Gregorio MastrangeloProgetto esecutivo (14-04-2006) - OS2:Progetto: Giorgio Gianighian; collaboratori: Emilia Culiat, Massimo Brusegan, Chiara FerroDirettore operativo: Emanuele Armani

IRVV - Istituto Regionale Ville Venete PADOVA - RESTAURO DELLE“FORESTERIE VECCHIE” DI VILLA CONTARINI A PIAZZOLA SUL BRENTAProgetto: Eugenio Vassallo, Pierluigi Grandinetti, Mario PianaProgettazione strutturale: Paolo FaccioDirezione lavori: Eugenio VassalloCollaboratore: Andrea Piero Donadello

VENEZIA- RESTAURO DELLA FACCIATA DI CA’ LOREDAN VENDRAMINDirettore centrale P.E.L.: Salvatore VentoResponsabile Unico del Procedimento: Manuel CattaniCollaboratore: Silvia CanigliaProgetto e direzione lavori: Eugenio VassalloConsulente strutturale: Paolo FaccioConsulente interventi conservativi: Silvia Degan

FRIULI VENEZIA GIULIA

UDINE - PALAZZO CAISELLIProgetto e D. L.: Pietro Ruschi; collaboratore: Riccardo Dalla Negra

PORDENONE - CONVENTO DI SAN FRANCESCOProgetto: Giuseppe Cristinelli, Benedetti, Cacco, Foramitti, Tomadin, Tondat

EMILIA ROMAGNA

FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DELL’UNIVERSITA’ DI FERRARA

CENTRO ANTICO DI FERRARAResponsabile Scientifico: Rita FabbriRealizzazione elaborati: estratto dalle Tesi di Laurea in Restauro Architettonico a.a. 1999-2004 e dal progetto di ricerca 2004 (Dip. di Architettura; Comune di Ferrara)Gruppo di ricerca: Romina Angeletti Agnoletti, Michele Bertoni, Elisa Frignani, Silvia Goldoni,Carlotta Grillone, Ilaria Ierardi, Barbara Magni, Patricia Pizzi, Alessandra Righetti, Luca Roversi

CENTRO STORICO DI FERMO (AP)Keoma Ambrogio, Criteri e norme. Integrazioni al regolamento edilizio in materia di restauro,Tesi di laurea, relatore: R. Fabbri, correlatori: F. Bevilacqua, L. Tolomei, a.a. 2003/2004

FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DELL’UNIVERSITA’ DI PARMA

ANALISI DELLA STABILITA’ DEL PANTHEON DI SOUFFLOT A PARIGIE IDENTIFICAZIONE DELLE CAUSE DEI RECENTI DISSESTICoordinatore: Carlo Blasi; collaboratori: P.P. Bresci, E. Coisson, D. Costanzo, L. D’Inzeo, A.M.Ferrero, D. Ferretti, G. Giandebiaggi, I. Iori, G. Lancioni, A. Mangia, R. Roncella, G. Royer-Carfagni,C. Tedeschi, G. Venturelli, A. Zerbi

LA CATTEDRALE DI PARMAGruppo di lavoro: Carlo Blasi, B. Adorni, A. Belli, L. Bertoli, E. Campani, A. Casoli, E. Coisson, G.Di Battistini, M.A. Favalli, G. Forlani, F. Fossati, A. Ghiretti, G. Giandebiaggi, I. Iori, P. Lottici, M.Michelotti, L. Montrasio, G. Rizzi, R. Roncella, L. Sanità di Toppi, L. Simeti, J.L. Taupin, C. Vernizzi,G. Venturelli

FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DELL’UNIVERSITA’ DI PARMACONSERVAZIONE E PROGETTODaniele Gottardini, Riannodare i fili della memoria spezzata: una proposta per la riqualificazione eil recupero ad uso turistico-nautico dell’area della calata Paita del Porto della spezia, Tesi dilaurea, relatore: Marco Dezzi Bardeschi, correlatore: Davide Vetrala, a.a. 2004-2005Elisa Bonacini, Elena Reggiani, Francesca Saccani, Il museo “Cesare Zavattini” diventa centroculturale di arte naive, Tesi di laurea, relatore: Marco Dezzi Bardeschi, correlatore: VanniMarchetti, a.a. 2004-2005

TOSCANA

FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DELL’UNIVERSITA’ DI FIRENZE

LUCCA - PROGETO DI RESTAURO DI PALAZZO GUINIGI MAGRINIDocente: Giuseppe Cruciani Fabozzi

Dipartimento di Storia dell’Architettura e Restauro delle strutture architettoniche

IL TEATRO AMINTORE GALLI DI RIMINIS. Salucci, Il teatro Amintore Galli di Rimini: le tecniche costruttive di un teatro dell’Ottocento,Tesi di laurea, relatore: G. Cruciani Fabozzi, correlatore: A Ugolini, a.a. 2001-2002

CORTONA – CHIESA DI S. FRANCESCOProgetto: Carlo Blasi (studio COMES); collaboratori : F. Sottili, L. Carlini, S. Mancini, L. D’InzeoCommittente: Comune di Cortona

Presidenza del Consiglio dei Ministri – Roma

L’INNOVAZIONE SCIENTIFICA NEL CONSOLIDAMENTO DEI MONUMENTI– LA TORRE DI PISA

Comitato Internazionale per la Salvaguardia della Torre di Pisa: M. Jamiolkowski (Presidente),J. Barthélemy, J. B. Burland, M. D’Elia, R. Di Stefano, R. Calzona, G. Creazza, G. Croci, G.Macchi, A. M. Mignosi, L. Sanpaolesi, S. Settis, F. Veniale, C. Viggiani, M. Cordaro, M. Desideri,F. Gurrieri, R. Lancellotta, G. A. Leonards, R. Lemaire, F. Leonhardt, A. M. Romanini.

ABRUZZO

FACOLTA’ DI INGEGNERIA DELL’UNIVERSITA’ DELL’AQUILA

IL CONVENTO FRANCESCANO DI SAN GIACOMO PRESSO OFENADocente: Donatella Fiorani; collaboratori: Carla Bartolomucci, Mauro De Meo, Stefania Campo,Adalgisa Donatelli Corso di Ingegneria Edile-Architettura, Restauro architettonico

FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DLL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DIPESCARADocente: Claudio Varagnoli; Gruppo di ricerca: Lucia Serafini, Giorgio Pezzi, Enza Zullo, FabioArmillotta, Clara VerazzoDocente: Marcello D’Anselmo; Gruppo di ricerca: Lucia Serafini, Stefano D’Avino, Monia DiLeonardo

MARCHE

ANCONA - CENTRO STORICOProgetto: Ballardini, Cristinelli, Torsello, Trincanato

LAZIO

FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DELL’UNIVERSITA DI ROMA “LASAPIENZA”

LA DIDATTICA PER L’OPERATIVITA’: ESEMPLIFICAZIONI VARIE D’ESAMEDocente: Paolo Fancelli; collaboratori: D.M.T. Abbate, M.G. Ercolino, S. ZinziM. D’Andolfo, B. Di Domenico, la chiesa di S. Giovanni in Val di Lago, S. Lorenzo Nuovo (VT),a.a. 2003-2004; E. Pizzetti, la villa Mills sul Palatino, Tesi di laurea, a.a. 1997-1998; A.Ursano, la chiesa di S. Maria dei Franconi Veroli (FR), a.a. 1999-2000; L. Cevenini, S. Quilici,la fontana di villa Albani, Anzio (RM), a.a. 1995-1996; L. Argenti, la chiesa di S. Tommaso inParione, Roma, a.a. 2003-2004; P. Tomaro, il monumento di M. S. Quartus, Tesi di laurea, a.a.1996-1997; A. Fabiani, il tempio di Giunone Gabina, Gabi (RM), Tesi di laurea, a.a. 1999-2000;M. B. Fumarola, il palazzo del vescovo di Cervia, Roma, Tesi di laurea, a.a. 1997-1998; A.Polidori, L’acropoli di Tivoli: archeologia e paesaggio tra storia e progetto, Tesi di laurea, a.a.2001-2002

QUARTIERE DI CELLOMAIO ALBANO LAZIALE A ROMA - CHIESA DI SANPIETRODocenti: Maria Piera Sette, A. Bruschi, A.L. CarnevalisRosetta Mirabelli - Laboratorio di Sintesi di Restauro, a.a. 2003-2004

CASTELLO DI NEPI A VITERBODocenti: Maria Piera Sette, A. Bruschi, A.L. CarnevalisR. Bianchi, F. Cesarano, M. Haidar, G. Sassano, M. Teresa Sprovieri - Laboratorio di Sintesi diRestauro, a.a. 2003-2004

CERVETERI - INTERVENTO SUL COLORE DELLE FACCIATE DEL CENTROSTORICO DI SASSO DI FURBARA, (RM)Docente: G. Carbonara

ROMA - CHIOSTRO COSMATESCO DEL MONASTERO DEI SS. QUATTROCORONATIProgetto: G. Carbonara, L. Barelli, C. De Camillis, M. Falconi, E. Giorgi, L. Lombardi, I. Massari, F.Matera, M. Morbidelli, L. Morgante, F. Piccarreta, R. Pugliese, M. L. Saltarelli, Studio n!, G. Torraca;collaboratori: M. Asciutti, A. Bruno, A. Cerrito, C. Cucinotta, L. D’Apote, M. Di Bernardini, L.Della Santa, A. De Luzio, M. C. Fabbri, R. Fibbi, L. Giuggiolini, F. Gargano, M. La Venuta, R.Loreti, W. Pantano, S. Principi, S. Sirolli.

ROMA - PALAZZO BRASCHIProgetto: G. Cimbolli Spagnesi (coordinatore), B. D’Elia, P. Fanceli, A. Gallo Curcio, P.L. Testa.

CAMPANIA

Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Province di Salerno, Avellino eBenevento

IL RESTAURO DEI TEMPLI DI PAESTUMProgetto: Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Province di Salerno, Avellino e Benevento,con la collaborazione dell’Istituto Centrale per il Restauro di Roma nelle persone dell’Arch. G. Capponie della dott.ssa G. De Palma. Direttore lavori: soprintendente architetto R. Martines e Soprintendentearcheologa G. Tocco, in collaborazione con la direttrice dell’area archeologica M. Cipriani.Analisi fattori di degrado: ICR Realizzazione: consorzio L’Officina, consorzio Nuova Conservazione,Tecnireco. Finanziamento: Fondi F.I.O., Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

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SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DELLE PROVINCE DINAPOLI E CASERTABAIA – CASTELLO ARAGONESESoprintendenza per i beni archeologici delle province di Napoli e CasertaSoprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artisticoed etnoantropologico di Napoli e provincia.Soprintendente: Enrico Gugilelmo - Progettazione: Enrico Guglielmo, Michele Barone Lumaga,ufficio tecnico della Soprintendenza

NAPOLI – CHIESA DI SANT’ANIELLO A CAPONAPOLISoprintendenza per i beni archeologici delle province di Napoli e CasertaSoprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico edetnoantropologico di Napoli e provincia.Soprintendente: Enrico Guglielmo; Progetto: Ugo Carughi; Consulente: Luigi Picone, MarcoRussiello; Impianti: Domenico Mascolo; Restauro marmi: Angela Schiattarella, Marina SantucciRestauro reperti archeologici: Daniela Giampaola; Rilievo archeologico: Teresa Tauro

NAPOLI – CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA DELLE MONACHESoprintendenza per i beni archeologici delle province di Napoli e CasertaSoprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico edetnoantropologico di Napoli e provinciaSoprintendente: Enrico Guglielmo; Funzionario Responsabile: N. Ricciardelli; Progetto Definitivo:A. Giuffrè, L. Palesano; Progetto Esecutivo e Direzione dei Lavori: V. Ceradini, L. Palesano,collaboratore: A. Benvenuto

SOPRINTENDENZA REGIONALE DELLA CAMPANIANAPOLI- CHIESA E CONVENTO DI SAN LORENZO MAGGIOREDirettore Regionale per i beni Culturali e Paesaggistici: S. De CaroSoprintendente BAPPSAE di Napoli: E. GuglielmoSoprintendente archeologo di Napoli: M.L. NavaFunzionari responsabili: P. Bovier, D. Giampaola, R. Middione; collaboratori e consulenti: A.Aveta, T. Tauro, G. De Pasquale

FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DELL’UNIVERSITA’ DI NAPOLIIL CASTELLO DI CARINOLADocente: Stella CasielloGiuseppina Adele Calobrisi, Cosimo MincaroneTORRE DI FRANCO (NA)Docente: Stella Casiello Simona Basile

PUGLIA

CIPA International Symposium di Torino 2005CARPIGNANO (LE) - CRIPTA DI SANTA CRISTINA; SELINUNTE (TP) - TEMPIOProgetto: V. Valzano, A. Bandiera - SIBA Coordination, università di Lecce J. A. Beraldin, M. Picard, S. F. El-Hakim, G. Godin E. Paquet, M. Rioux- IIT, NationalResearch Council Canada, Ottawa

UN MUSEO VIRTUALE TEMATICO SUI FARI DELLA TERRA D’OTRANTOF. Gabellone, A. Monte - CNR-IBAM (Institute for Archeological and Monumental Heritage)

SOPRINTENDENZA REGIONALE DELLA CALABRIACOSENZA - CASTELLO SVEVO ARAGONESEGruppo di lavoro: Natalino Corbo, Sabina Barresi, Alessandro Adriano, Carlo Pecoraro,Soprintendente Francesco P. Cecati, Giuseppe Cruciani, Massimo Marrani, Gino M. Crisci, MassimoAbitrante, Salvatore De Franco, Paride G. Caputi, Giovanna De Sensi, Katia Masci

GERACE - CITTADELLA VESCOVILE, MUSEO DELLA DIOCESIGruppo di lavoro: Francesco P. Cecati (Soprintendente), Emilio Minasi, Ermelinda Branda, FlorindoCasaleno, Sergio De Paola (Soprintendenza B.A.P. Calabria), Katia Masci (grafica)

ROCCA IMPERIALE - CASTELLO DI FEDERICO IIGruppo di lavoro: Francesco P. Cecati (Soprintendente), Sabrina Barresi, Mariano Bianchi, GiuseppeMiccoli, Katia Masci (grafica)

COSENZA - PALAZZO ARNONE, PINACOTECA NAZIONALEGruppo di lavoro: Francesco P. Cecati (Soprintendente), Emilio Minasi, Ermelinda Branda, FlorindoCasaleno, Sergio De Paola (B.A.P. della Calabria), Katia Masci (grafica)

ROCCELLA JONICA - PALAZZO CARAFAGruppo di lavoro: Sisinio Zito (Sindaco di Roccella J.), Francesco P. Cecati (Soprintendente), SergioDe Paola (B.A.P.), Lorenzo Surace (Comune), Simonetta Valtieri (Dir. P.A.U.RC), Antonino Alvaro(Ecoservizi Eng.), Giampiero Montalto (Ecoservizi Eng.), Marilisa Morrone (storica)

SORIANO - CONVENTO DI SAN DOMENICOGruppo di lavoro: Francesco P. Cecati (Soprintendente), Emilio Minasi, Ermelinda Branda, FlorindoCasaleno, Sergio De Paola (B.A.P. della Calabria), Katia Masci (grafica)

FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DELL’UNIVERSITA’ DI REGGIOCALABRIACATANZARO –BELCASTRO - CHIESA DELLA SS. ANNUNZIATAProgetto:Bruno Mussari, Annunziata MariaOteri, Fabio Todesco

CASTELLO RUFFO DI SCILLA, S. GIOVANNI DI DIO A SINOPOLIProgetto: Simonetta ValtieriDipartimento PAU Università “Mediterranea” di Reggio Calabria

SINOPOLI - CHIESA DI SAN GIOVANNI DI DIOProgetto: Lorenzo Pio Massimo MartinoDipartimento PAU Università “Mediterranea” di Reggio Calabria

CATANZARO - COMPLESSO MONUMENTALE DI S. GIOVANNIProgetto e realizzazione elaborati: G. Cimbolli Spagnesi e F. Zagari.

SICILIA

FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DELL’UNIVERSITA’ DI PALERMOG. M. Ventimiglia, Palazzo Diana di Cefalà a Palermo. Indagini diagnostiche, restauro erifunziolizzazione, Tesi di laurea, relatore: Franco Tomaselli, a.a. 2002-2003G. Tantillo,Palazzo Palagonia a Palermo. Indagini diagnostiche, restauro e rifunzializzazione, Tesidi laurea, Relatore: Franco Tomaselli, a.a. 2003-2004L. Smecca, Palazzo Ponza a Palermo. Indagini diagnostiche, restauro e rifunzializzazione, Tesi dilaurea, relatore: Franco Tomaselli, a.a.2003-2004R. Greco Lucchina, S. Settecasi, Il complesso Ex Conventuale di San Domenico a Trapani. Indaginidiagnostiche, restauro e rifunzializzazione, Tesi di laurea, relatore: Antonella Cangelosi, correlatori:Bruno Billeci, Vito Corte, a.a.2002-2003

ENNA - PIAZZA ARMERINA - VILLA DEL CASALEA cura di: Calogero Bellanca, Oliva Muratore, Alessandra Pergoli Campanelli.

SARDEGNA

FACOLTA’ DI INGEGNERIA DELL’UNIVERSITA’ DI CAGLIARI -VALUTAZIONE E VULNERABILITA’ DEL PATRIMONIO ARCHEOLOGICODocente: Luciano Ramon; collaboratori: M. Stochino, A. Contini, R. Deiana, G. Manconi, A.Maurandi, R. Piras, S. Piras, A. Serra, S. Zedda

CALABRIA

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIAIL PROGETTO DI RESTAURO: ANALISI, METODOLOGIE, PROPOSTEOPERATIVEDocente: Alessandra ManiaciProgetto grafico: Claudio CammarataMaria Conti, Complesso conventuale di San Francesco a Patti (ME), Tesi di laurea, relatore:Alessandra Maniaci, a.a. 2005-2006Viviana Tirella, Chiesa di San Giorgio a Ragusa Ibla, Tesi di laurea, relatore: Alessandra Maniaci,a.a. 2005-2006Francesco Pitruzzella, Edificio rurale a Pollina, Tesi di laurea, relatore: Alessandra Maniaci, a.a.2005-2006Claudio Cammarata, Calogero Calamia, Massimiliano Barba, Palazzo Bennati ad Alcamo (TP),esercitazione del Laboratorio di Restauro, Palermo, a.a. 2001-2002

SEZIONE DEI NUOVI CONTRIBUTI INTERNAZIONALI PRESENTI ALL’INAUGURAZIONE

THE GETTY FOUNDATIONLa Getty Foundation fa parte della J. Paul Getty Trust a Los Angeles, un’organizzazione culturalee filantropica che, dal 1984 ad oggi, ha finanziato oltre 4000 progetti a livello locale, nazionale edinternazionale. La fondazione si occupa di distribuire finanziamenti per la ricerca, promuovendoborse di studio a favore dell’arte e della sua storia. Alcuni esempi degli interventi finanziati dallaGetty Foundation sono: In Ecuador, a Quito, la basilica e il convento di Nuestra Señora de la Mercedcostruiti tra il 1700 e il 1737 sulle rovine di una chiesa del XVI sec., che hanno subito un interventostrutturale dopo il terremoto del 1987. In U.S.A., Pennsylvania la casa sulla cascata di F. L. Wright che,nel 2000, è stata oggetto di interventi di conservazione prioritari quali il rinforzo di travi, il restauro difinestre e porte e la conservazione dell’arredo ligneo originale. A Venezia, Santa Maria dei Miracoli,esempio del primo Rinascimento veneziano, sottoposta ad interventi di pulitura, consolidamento eriparazione delle microfessurazioni presenti nei paramenti di marmo. In Svizzera, la Maison Blanchea La Chaux-De-Fonds, restaurata nelle facciate e nelle finiture interne. In Ghana, a Navrongo, nellacattedrale di Nostra Signora delle Sette Pene, si presta particolare attenzione alle decorazioni degliinterni con i loro tradizionali bassorilievi. In India a Rajasthan il forte di Ahhichatragarh- Nagaurdanneggiato strutturalmente e soggetto ad infiltrazione d’acqua dove i lavori hanno interessato lemura esterne, i bastioni e il sistema idrico del luogo.

LA CARTA DI FIRENZE DEI GIARDINI STORICI E DEI PAESAGGI CULTURALIICOMOS – IFLARealizzazione elaborati: ICOMOS – IFLA

MONITORAGGIO DEL PATRIMONIO MONUMENTALEI casi presentati dall’Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali del CNRsono: 1)il Ratto delle Sabinenella loggia dei Lanzi di Firenze, monitoraggio della progressione deldegrado di un monumento marmoreo all’aperto in presenza e in assenza di trattamenti protettivi;2)il Progetto Momorex, di facciate dipinte in Europa nel XVI sec., co-finanziato dall’Unione Europea,programma di ricerca delle tecnologie diagnostiche più utili all’individuazione a alla caratterizzazionedi parametri significativi per il monitoraggio dello stato di conservazione, dopo il recente restauro;3) il Progetto Di.Du.Mi, relativo alla facciata del Duomo di Milano; 4) il Progetto Battistero che prevedeil monitoraggio dell’impatto ambientale sulle porte bronzee del Battistero di Firenze.Consiglio Nazionale delle RicercheIstituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali

CANADA

ATTIVITA’ ICOMOSA metà degli anni ’60 Louisbourg diventa uno dei progetti più grandi delCanada. Molti edifici sono stati ricostruiti sulla base di documenti storici etestimonianze archeologiche.Agli inizi del1970 la città di Québec, luogo di nascita della colonia francese,diventa oggetto di un programma di rinascita. Molti edifici furono distrutti ericostruiti ai fini della commemorazione del Regime francese e del suo stile divita. Il Palazzo Reale è sito del patrimonio mondiale della città di Quebec.Trai documenti ufficiali proposti dall’ICOMOS si citano: la dichiarazione diDeschambault del 1982, la Carta di Appleton del 1983, la Federal HeritageBuildings Treasury Board Policy del 1982 e la Fondazione del patrimoniostorico del Canada, programma di Main Street, degli anni ’80.

La provincia del Quebec ha messo in atto unprogramma per la salvaguardia e laconservazione dei luoghi di culto, delle stazioni e delle linee ferroviarie, diSiti di interesse storico e del patrimonio recente.Realizzazione elaborati: ICOMOS UK

MALTA

LA VALLETTA - PALAZZO MAGISTERIALLa Valletta, capitale dell’isola di Malta, è posizionata su un promontorio rocciosofra due porti che si affaccia sul Mar Mediterraneo. Fu costruita da Jean de laValette, a cui si deve il nome. Fu la città preferita dai Cavalieri dell’Ordine di SanGiovanni ,che la fortificarono nel 1565, e successivamente la sede del governomaltese. Storico porto dell’isola, fu scelta come base dalla Marina Britannica, laquale si allontanò dall’isola solo nel 1979. Il luogo in cui è stato progettato il palazzoera già occupato da tre edifici che successivamente sono stati unificati. L’originalebipartizione dell’edificio è tuttora individuabile nella pianta nonostatnte le numeroseaggiunte e i cambiamenti avvenuti nel corso dei secoli.Testi a cura di: D. MalliaRealizzazione elaborati: S. Cefai

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SEZIONE DELLE STRUTTURE LIGNEENELLA WORLD HERITAGE LIST E ALTRE

1. SISTEMI STRUTTURALI IN LEGNOStruttura portante lignea e tamponamento con materiali leggeriLe strutture a telaio ligneo, più complesse di quelle di muratura con tramalignea, specifica evoluzione dell’opus craticium romano, sono le vere e piùdirette progenitrici delle strutture moderne appartenenti al dominio deldiscreto. Lo sviluppo e i perfezionamenti in questo campo sono stati notevolied i meccanismi semplici iniziali si sono eretti in complessi sistemi strutturali,i più noti dei quali sono quelli à colombages e à pan de bois della Francia,il Fachwerkbau della Germania ma diffuso con molte varianti in tuttal’Europa centrale e settentrionale, la Chicago Construction nelle versioni più diffuse Balloon Framee Western Frame Construction e, con specifica funzione di sismo-resistenza,la Gaiola in Portogallo specialmente a Lisbona, seguita dalla Casa baraccatadi Vivenzio per il territorio del Governo borbonico. Nelle varie espressionil’evoluzione è resa evidente dalla accentuata regolarità geometrica dellemaglie e dal ricorso a membrature lignee di sezione progressivamenteminore nel tempo e realizzate per assemblaggio con tavole. A questo ambitoappartengono le strutture composite con più materiali (v. oltre).L’inizio dell’Ottocento è caratterizzato dalle sempre più stringenti ricerche applicate per adoperare ilferro e le sue leghe anche nell’edilizia in seguito alla progressiva maggiore disponibilità ed economicitàdel ”ferro” e alla invenzione e proposizione di molteplici procedimenti per fabbricare chiodiindustrialmente; tra questi, uno si impose nella prima decade del secolo (brevetto francese, “chiodi diParigi”) che consentiva di realizzare semplici giunti in luogo dei complicati incastri della carpenterialignea corrente e di assemblare con facilità tavole per realizzare membrature dello spessore richiesto.Si annovera una serie di proposte per travi composte e armate specialmente nelle prime decadidell’Ottocento, tra le quali la famosa Belgian Truss, la cosiddetta capriata Polonceau (dal nomedell’autore; 1839).(PARETI A GRATICCIO, PAN DE BOIS, COLOMBAGE, FACHWERKBAU, TIMBER-FRAMING,CASA BARACCATA DI VIVENZIO, GAIOLA PORTOGHESE, CHICAGO CONSTRUCTION...)Autori del pannello: Gennaro Tampone, Michela Semplici

2. SISTEMI STRUTTURALI IN LEGNOStrutture a tronchi orizzontali (BLOCKBAU, LOG CABIN...) e strutture a montantiverticali e tavole orizzontali (POSTERIA LABRADA, COULISSE,...)La costruzione a tronchi sovrapposti, Blockbau, log construction, carcass, logcabin, è diffusa in tutto il mondo senza apparenti influenze reciproche. La suarealizzazione è attestata da tempi antichissimi come dimostra la riproduzione,nell’accampamento romano, insieme a cataste di legnami, di un edificio a tronchisovrapposti (al piano terreno) affiancati (ai livelli superiori), con tetto a capanna,in un bassorilievo sulla Colonna di Marco Aurelio (fine del II sec.); i sistemi dicollegamento sono vari ma possono raggiungere elevati livelli tecnologici purnell’apparente semplicità. Ha dato luogo ad espressioni anche molto ricercate.Le Stavkircher norvegesi sono un esempio in cui tale tecnica, ma nonisolatamente, è adoperata.La tipologia costruttiva è vitale ancora oggi e sopravvive nelle caseprefabbricate per la campagna, sinonimo di semplicità, economia,robustezza, integrazione nella natura.Le costruzioni in tronchi sono generalmente sensibili ai cedimenti fondali, al vento, alle inesattezzecostruttive, alla umidità del suolo, alla insufficiente protezione del tetto.Autori del pannello: Gennaro Tampone, Michela Semplici

3. SISTEMI STRUTTURALI IN LEGNOTrame di edifici in terra (ADOBE, BANCO...) e strutture lignee leggere con tamponamentidi rami, canne intrecciate e altri materiali (PAU-A-PIQUE, ENTRAMADO...)L’idea di struttura portante, di ossatura della costruzione nel senso cheAlberti attribuiva al termine, è sempre presente nelle costruzioni ancheladdove essa non è visibile o identificata soltanto all’esterno, sotto la pelle,come negli edifici di muratura di cui l’edilizia dell’antichità classica romanae la discendenza fino al tardo Medio Evo offrono esempi straordinari.La versatilità e la vocazione strutturale del legno, che fino all’Ottocento èstato l’unico materiale disponibile con eccellente resistenza a trazione oltreche a compressione, ha permesso una estesissima gamma di applicazionianche disparate, dalla membratura singola (trave, pilastro, …) alla trama perle murature (i valli difensivi, l’adobe ecc.) simile all’armatura del calcestruzzo,fino al telaio piano o spaziale per le costruzioni con tamponamenti eorizzontamenti leggeri. In questo senso le strutture e le architetture di legnocostituiscono dei prototipi per le realizzazioni contemporanee, anche per quelle più avveniristiche;ma esse stanno evolvendosi in maniera anche autonoma producendo altri modelli.Nelle costruzioni di argilla dell’Africa centrale, in terre desertiche dove la vegetazione è scarsa, lapresenza di trame lignee esibite anche all’esterno acquisisce significato ed espressività particolari.Autori del pannello: Gennaro Tampone, Michela Semplici

4. VOLTELe straordinarie caratteristiche meccaniche del legnoche resiste a trazione e a compressione hannopermesso la realizzazione di volte nelle quali, comenelle cupole, sono quasi sempre presenti dellenervature resistenti. Assai spesso queste, messe inevidenza nella loro disposizione seriale, costituisconoun mezzo di percezione prospettica o un elemento di ritmicità e scansione

5. CUPOLEÈ perduta la maggior parte degli edifici religiosi e comunitari dell’antichitàclassica e dell’Alto Medioevo che avevano cupole, simbolo della volta celeste,talvolta a imitazione di quelle di pietra di grandi dimensioni; ne rimangononumerose testimonianze nei resoconti di scrittori, cronisti e viaggiatori edesempi più tardi di legno o di pietra, che si ispirano a quelli antichi specialmenteorientali (cupole della Chiesa del Santo a Padova, Chiesa di San Rocco e Basilicadi San Marco a Venezia); in Italia la Repubblica veneta era il tramite principaledi forme, tipi, modi costruttivi. L’ossidazione del manto di rame (verderame)o di piombo (carbonato di piombo, biancastro) produce patine con gradevolieffetti cromatici, intensificando la connotazione esterna dell’elementocostruttivo.I prototipi vanno ricercati nelle semplici costruzioni di capanne,specialmente quelle a nervature di rami disposti in piani verticali come imeridiani di un geoide e raccolti in alto e in altre meno frequenti qui puredocumentati. La presenza di cupole visibili solo all’esterno come quelle di SanRocco e San Marco a Venezia e usate per esibire valori simbolici, per connotareluoghi di riunione o di culto, diviene straordinario motivo formale decorativonelle Chiese russe del Nord, in Carelia, costruite nel Seicento e Settecento (Kizhy, Trasfigurazione, ...).Cupole di elevatissima originalità inventiva costruttiva e formale, testimonianza di elevatissimacapacità inventiva, sono quelle dell’Uganda, qui documentate, ed altre dell’Africa centrale, realizzatecon cercini di materiale vegetale collegati fra loro e poggiati su alti e sottili pilastri lignei.Autori del pannello: Gennaro Tampone, Michela Semplici

6. PONTI, SOVRAPPASSILa tipologia dei ponti come mezzo di attraversamento - i ponti di barche, iponti fissi, i ponti coperti - è vastissima, dalla semplice asse di legno posataattraverso un corso d’acqua sino ai ponti ad arco o strallati di legno lamellare.Dell’antichità ci sono pervenuti i modelli e le descrizioni di ponti di legnoimportanti e celebri, che appartengono certo al patrimonio culturale, comequello di Cesare sul Reno (che ha dato luogo a tanti illustri tentativi diinterpretazione grafica tra le quali quella di Palladio, corroborata dallacostruzione di un prototipo, una delle più documentate e convincenti) diTraiano (Apollodoro di Damasco) sul Danubio, il Ponte di Rialto primadella ricostruzione in pietra, di Palladio sul Cismon, il ponte palladiano diBassano, i tanti ponti bellissimi dei Grubenmann e di altri.I ponti primitivi, come quello di Jam, in Afghanistan, luogo del famoso minareto,volontariamente distrutto nel 2002, che è realizzato con principi costruttiviidentici a quelli di Viollet Le Duc e altri documentati nella Savoia finoall’Ottocento, si pongono come archetipi nel raggiungimento della funzionemediante il più razionale uso del materiale; sono spesso caratterizzati daprecarietà. Notevoli il ponte etiope qui documentato che ripercorre un itinerario progettuale comune alponte sul Cismon di Palladio e il ponte di Røros (Norvegia), sospeso su tiranti.Il concetto di utilitas che presiede alla progettazione dei ponti conduce quasi inevitabilmente all’usopiù razionale del materiale con strutture reticolari di grande espressività e talvolta bellezza come ilfamoso Old Walton Bridge dipinto da Canaletto.Autori del pannello: Gennaro Tampone, Michela Semplici

7. ORIZZONTAMENTI E COPERTURELa forma degli orizzontamenti, dei solai in particolare, non è sostanzialmentecambiata dalla preistoria sino ad oggi. Dall’ossatura (le travi principali), disposteper prime da muro a muro per tutta la luce dell’ambiente, si passa agli elementisecondari (le travi secondarie, non sempre presenti) con dimensioni, luci einterassi ridotti, sino ad un tavolato con un eventuale pavimento sovrapposto(con la mediazione di un sottofondo con funzione di livellamento e di coibenza)che costituisce il piano di calpestio dell’unità strutturale.Nelle coperture, è la funzionalità a determinare la organizzazione pianama più spesso spaziale di ogni singola unità strutturale, specialmente per igrandi complessi religiosi, edifici comunitari e simili; incavallature di variotipo sostengono falde costruite con lo stesso criterio di trama di elementisempre più piccoli dal basso verso l’alto fino a chiudere ogni luce conelementi di piccole dimensioni.Autori del pannello: Gennaro Tampone, Michela Semplici

8. CONTROSOFFITTIPur avendo origini prettamente strutturali(architettura classica, etrusca ecc.), in tutte le cultureil controsoffitto ligneo viene rappresentato econsiderato in generale come una tipologiaarchitettonica dotata di un ruolo essenzialmentedecorativo, un semplice elemento usato solo per

nascondere la vera struttura di copertura, considerata quasi volgare se lasciataa vista. L’uso di questo fondamentale elemento architettonico ha indotto i fruitoria disinteressarsi del meccanismo portante dei controsoffitti contribuendo in talmodo al perdurare dell’equivoco. Anche nelle informazioni contenuteall’interno dei dossier del Patrimonio Mondiale, si notano le conseguenze diquesto tipo di atteggiamento: è ricorrente la mancanza di informazioni riguardanti non solo la strutturacelata ma addirittura la struttura del controsoffitto stesso e il suo funzionamento.Autori del pannello: Pier Paolo Derinaldis ,Michela Semplici

temporale; interrompendo la continuità di forma dell’involucro rappresentano,di per sé, un motivo di decorazione.

La versatilità del legno rispetto a lavorazioni e la possibilità di imporre deformazioni alle tavole componentiproduce effetti geometrici e al tempo stesso visibilistici di estremo interesse.Autori del pannello: Gennaro Tampone, Michela Semplici

LA VALLETTA -CAPPELLA PRIVATA DEL PALAZZO MAGISTERIALGli affreschi sono stati dipinti da Filippo Paladini alla fine del XVI secolo. Ibombardamenti della Seconda Guerra mondiale danneggiarono fortemente la già precariacondizione degli affreschi, che rimane tale per oltre cinquant’anni. Nel 1998 è stato avviatoun intensivo programma di conservazione supportato da il Progetto di Riabilitazione per laValletta in collaborazione con la Fondazione Getty e il Courtauld Institute. La maggiorparte delle parti mancanti sono state riparate ma non reintegrate.Ad oggi manca ilreinserimento di un affresco rimosso per il restauro, l’allestimento dell’illuminazione per lacappella e la pubblicazione del programma di conservazione.Testi a cura di: D. MalliaRealizzazione elaborati: S. Cefai

LA VALLETTA - PORTICO D’ENTRATA E CORTILE DEL PALAZZO MAGISTERIALIl portico è strutturato in uno spazio quadrato coperto con una volta alquale si accede attraverso una porta monumentale ad arco.L’intera voltaè decorata con affreschi della metà del XVIII secolo. Tutte le decorazionisono state sottoposte ad un ciclo di pulitura. Immediatamente a lato delportico si trova il cortile principale del palazzo. Della pavimentazioneoriginaria rimangono solo piccole porzioni, la maggior parte del cortileè stato asfaltato e coperto di terra per poter piantare una varietà dipiante, cosa che ha compromesso la stabilità dei

pilastri della loggia. I lavori hanno cercato di ristabilire l’originaledisegno del cortile.Testi a cura di: D. MalliaRealizzazione elaborati: S. Cefai

ALBANIABERAT

Si rappresenta il panorama della città fino agli anni’80, dalle gravi condizioni in cui si trovava negli annidel secondo dopoguerra ai restauri degli anni ‘70-’80,effettuati soprattutto grazie all’Istituto dei Monumentidi Cultura. Le numerose immagini documentano lavastità del patrimonio storico e culturale dell’Albania,tra cui fortificazioni, costruzioni religiose e abitazioni.Progetto: Di rettorato Regionale dei Monumentidi Cultura di Berat, Istituto dei Monumenti di Cultura TiranaFoto: Foto XHIMITIKU Berat, Zamir Marika

Bibliografia: Istituti Monumenteve te Kultures, “Berati, qytet muze”, Combinati Poligrafik,Tirane, 1987

SPAGNAGRANADA - ALBAICIN - RECUPERO URBANO DELLE MURA DI ALBERZANASi presenta il progetto di restauro delle mura, in particolare i “giardini della memoria”, incui si trovano diversi cimeli archeologici, appartenenti alle diverse epoche di costruzionedella città: le rovine di Sant’Antonio e del convento di San Diego e le rovine di una cisternamedievale. La proposta si basa sul tentativo di restaurare le mura, danneggiate negli ultimianni, attraverso l’uso dei valori plastici e scenografici e l’interpretazione dei loro resti. Le

mura sono state sottoposte a diversi lavori di restauro durante iquali è stata aggiunta una miscela sassi e terra.Il parco, concepito per passeggiate, prende la sua forma dallatraccia degli antichi giardini ed è strutturato su una serie di

passerelle pedonali e scalinate. Queste sono appese sugli antichi resti e tenute adun’altezza intermedia, in modo da essere vicine alle rovine e ai resti archeologici senzatoccarli.Progetto: Lra Javier Gallego Roca

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12. BALCONI E CORPI AGGETTANTITra le applicazioni più ricorrenti e talvolta più arditedella trave a sbalzo, sono i corpi in aggetto e ibalconi che conferiscono agli edifici maggiorefruibilità e connotazioni particolari di abilitàcostruttiva, antitesi tra pieni e vuoti, decorazione.Particolare interesse presentano le grandi tettoie a

sbalzo per il senso di riparo e protezione che suscitano, con forme che anche autori modernihanno saputo magistralmente articolare come, ai primi del Novecento, nella Robie House a Chicagodi Frank Lloyd Wrigth o nelle architetture Liberty ad Istanbul di Raimondo d’Aronco.La realizzazione seriale di balconi, per esempio nella versione musharabyia, su estesi fronti stradali,specie se i moduli costruttivi degli edifici che li compongono sono costanti, genera forticaratterizzazioni funzionali, costruttive, estetiche e di altro genere che trascendono l’architetturaper accedere al più vasto dominio del sito urbano densamente abitato.Ideazione e coordinamento: Gennaro Tampone, Michela SempliciAutori: Michela Semplici, Beatrice Messeri

13. LA TORRE DEL BUDDA ILLUMINATO (SAKYAMUNI)La torre Sakyamuni (Cina) è un esempiostraordinario di struttura di legno, una delle piùantiche al mondo di questo tipo, risalente al 1056(dinastia Liao). Allo stato attuale non è ancora inseritanella World Heritage List dell’UNESCO, anche serisulta nella Tentative List, comunque fa parte dellalista nazionale dei monumenti storici dal momentodella sua redazione avvenuta nel 1961.Il suo sistema costruttivo, che prevede unacombinazione innumerevole di puzuo (sistemimensolari) è sicuramente esemplare, inoltre il suo statodi conservazione relativamente discreto contribuisce

a farne un esempio unico. Si può sicuramente ritenere un documento autentico, nonostante i lavori diconsolidamento che si sono succeduti nel tempo, non avendo subito considerevoli smontaggi o interventidi restauro che ne hanno compromesso questa sua caratteristica. Secondo gli studi svolti sarebbero daprevedere delle opere di controventamento per poter risolvere una rotazione in atto su se stessa.Bibliografia: Messeri B., 2005, L’antica Torre del Budda Illuminato a Yingxian, Cina. Riparazioni compiute inpassato e prospettive di stabilizzazione, Bollettino degli Ingegneri della Toscana, nov.-dic. 2005, n°12, pp. 11-20Messeri B., Tampone G., 2005, La straordinaria Torre del Budda Illuminato di Yingxian nella provincia dello Shanxiin: Int. Conf. on the Conservation of the Ancient Wooden Structures. Proceedings, Florence: I vol., pp. 176-192Autori: Beatrice Messeri, Gennaro Tampone

14. SOFFITTI LIGNEI INTAGLIATI: IPOGEO ETRUSCO DEI VOLUMNI APERUGIA: MODELLAZIONE 3D DIGITALE E ANALISI TIPOLOGICANell’ atrio dell’ipogeo dei Volumni (III –II sec. a.C.), situato nellanecropoli del Palazzone a Perugia è riprodotto, intagliato nell’arenaria,il soffitto di una casa dei vivi con realistica rappresentazione della travedi colmo, dei puntoni, dei lacunari; altre stanze riproducono soffittipiani a lacunari in uso al tempo. Altre espressioni architettonicheipogeiche sarde precedenti, come alcune domus de Janas, mostrano similiapparati simulanti strutture di legno.Il rilievo con Laser scanner 3D (Università di Firenze con Università di Ferrara) ha permesso dicontrollare le sofisticate geometrie delle carpenterie lignee riprodotte nella roccia.Bibliografia: Blersch Daniel, L’Ipogeo dei Volumni a Perugia, in: AA.VV., Casi Studio – Archeologia, pubblicatosul sito web www.diaprem.unife.it, 2005Blersch D., Balzani M., Tampone G., 2006, “ The simulated timber structure of the Volumnis’ hypogeum inPerugia, Italy”, in “Structural Analysis of Historical Constructions”, Proceedings, sc. ed. P.B. Lourenço, P. Roca,C. Modena, S. Agrawal, Vol I, New Delhi: Macmillan Advanced Research SeriesAutori: Daniel Blersch, Gennaro Tampone

15. PATRIMONIO IN PERICOLO 2000-2005 (Heritage at Risk)Tra i siti iscritti nella “Lista del Patrimonio Mondialein Pericolo” non figura nessun sito compostointeramente o in gran parte da architetture lignee.Nonostante ciò, dai rapporti annuali “Heritage at

Risk”, pubblicati dall’ICOMOS negli ultimi quattro anni, emerge una situazioneglobale piuttosto critica sullo stato di conservazione delle architetture di legnonel mondo. Queste costruzioni, già estremamente vulnerabili per loro natura, emergono dal quadrogenerale dei monumenti in pericolo per la grande quantità di rischi al quale sono costantemente esposte:incendi, terremoti, vento, attacchi biotici, incuria, vandalismo, abbandono, ...Autori: Michela Semplici

16. SALONE DEI CINQUECENTO A PALAZZO VECCHIO A FIRENZE: LACOPERTURA E IL SOFFITONel 1495, iniziò la costruzione, caldeggiata dal frate domenicano GirolamoSavonarola, di una grande sala che doveva ospitare le riunioni del supremoorgano della città di Firenze, il Consiglio Maggiore, costituito da oltre 1500cittadini eletti dal popolo. La paternità del progetto viene attribuita dalVasari al Cronaca. A partire dal 1563 per incarico del duca Cosimo I de’Medici, Giorgio Vasari, progettò ed eseguì la ristrutturazione, estesa siaagli aspetti strutturali che decorativi, del Salone. Sono noti i nomi deicollaboratori e degli esecutori. Importanti interventi di consolidamentofurono eseguiti nel 1846 e nel 1854; l’ ultimo intervento eseguito nel 1961ha portato, purtroppo, alla perdita totale del sistema di arcarecci e travicellioltre che del manto di copertura originari.Bibliografia: Tampone G., Derinaldis P.P., 2005, Nuove ricerche su dissesti econsolidamenti della copertura e del soffitto del Salone dei 500 a Palazzo Vecchio, in“Conservation of Historic Wooden Structures”, Proceedings, sc. ed. G.Tampone, Vol.I, Firenze: Collegio degli Ingeneri della ToscanaDerinaldis P.P., Tampone G., Tempesta G., 2006, Timber Strengthening Systemsoperated on the Vasari’s Ceiling in Palazzo Vecchio in “Structural Analysis of HistoricalConstructions”, Proceedings, sc. ed. P.B. Lourenço, P. Roca, C. Modena, S. Agrawal,Vol I, New Delhi: Macmillan Advanced Research SeriesAutori: Pier Paolo Derinaldis

17. PALAZZO MEDICI RICCARDI A FIRENZE: SALA DI CARLO VIIILe ispezioni e i saggi preliminari sul solaio e sul soffittoseicenteschi che coprono la Sala di Palazzo MediciRiccardi a Firenze -negli spazi che, prima di unintervento di ammodernamento eseguito a metàSeicento, costituivano l’appartamento di Lorenzo ilMagnifico hanno rivelato la presenza di un dissestograve con la rottura di una delle travi principali delsolaio. È indicata la procedura seguita, ivi compresala razionale formulazione dei quesiti che ilricercatore deve porsi per l’individuazione delle

cause del dissesto; sono inoltre indicate le ricerche e le indagini(documentarie, storiografiche, dendrocronologiche, di rilievo dimensionale sia della struttura chedel dissesto, ecc.) da eseguirsi per una corretta valutazione della problematica nella sua complessitàed i relativi, conseguenti e più opportuni rimedi e provvedimenti da prendersi.Bibliografia:(Tampone G., 2005, The Floor and the Ceiling of the Sala di Carlo VIII in the Palazzo Medici Riccardiin Florence - Copani P., 2005, The Floor and the Ceiling of the Sala di Carlo VIII in the Palazzo Medici Riccardi inFlorence. The Architectural and Structural Survey - Funis F., 2005, The Floor and the Ceiling of the Sala di CarloVIII in the Palazzo Medici Riccardi in Florence. Craftsmen, installation and materials in the reconstruction of thehall) in Conservation of Historic Wooden Structures, Firenze: Collegio degli Ingegneri della ToscanaAutori: Gennaro Tampone, Pietro Copani, Francesca Funis

18. SURINAME. LA CATTEDRALE DI PARAMARIBORealizzata nel 1883 su progetto del frate olandeseFranciscus Harmes, carpentiere, la Cattedrale èconcepita per apparire come una chiesa romanica dipietra, ma è tutta di legno; in realtà è ideata come se lastruttura fosse di ferro. E’ la chiesa di legno più grandedel continente americano.Divisa in tre navate (quelle laterali sono piuttosto strette) con colonne lignee alte

più di 14 m, transetto e abside, ha soffitti costituiti, per ciascuna delle tre navate, da una grandiosa volta abotte longitudinale intersecata da volte a botte trasversali; sono realizzati con il sistema De l’Orme.Ha torri laterali in facciata, che nei primi del Novecento sono state dotate di cuspide in stile gotico,matroneo e organo. È affetta da gravissimi dissesti (rotazione delle pareti verso l’esterno) dovuti acarico di punta sulle colonne che dividono le navate. I lavori di consolidamento (progetto G.Tampone con Ars Progetti, Roma, con la collaborazione di P. Derinaldis, 2006,) e di trattamento deimateriali (progetto P. Barucco per Ars Progetti), finanziati dalla Comunità Europea, sono in corso.Ideazione e coordinamento: Gennaro Tampone, Michela SempliciAutori: Gennaro Tampone, Pier Paolo Derinaldis, Michela Semplici

19. L’ATTIVITA’ DELL’ASSOCIAZIONE COLLEGIO DEGLI INGEGNERI DELLATOSCANA PER LA CONSERVAZIONE DELLE STRUTTURE DI LEGNO

Il Collegio degli Ingegneri della Toscana, unaAssociazione culturale fondata nel 1876, dedica notevolirisorse ed energie alla ricerca scientifica e applicatanonché alla divulgazione delle acquisizioni teoriche eapplicative in tema di conservazione dei Beni Culturalie, in modo particolare, delle strutture e alle architetturedi legno antiche. Tra le attività più importanti su questospecifico tema si segnalano la organizzazione di:Congresso Nazionale del 1983, Congresso Nazionaledel 1989, Convegno Italo-Nipponico del 2000,Congresso Internazionale del 2005, ricerca sulle chiese

antiche di legno dell’Europa centrale (co-finanziata dalla Commissione Europea)nel 2005-2006 e varie EsposizioniAutori: Gennaro Tampone, Antonello Usai

20. DIAGNOSTIC ANALYSIS OF THE STABILITY OFMICHELANGELO’S DAVIDThis work presents a concise account of the results of diagnostic analyses ofthe lesions that were first detected in Michelangelo’s David in the mid- 1800s.The authors present the results of the Finite Elements Modelling (FEM) testsconducted on the digital model of the statue’s surface.The analysis of these results made it possible toidentify the static conditions that generated thecracks in the lower part of he left leg and in the treetrunk of the David. Lastly, response to any seismicactivity at the level expected for the Florence area.Bibliografia: “Exploring David. Diagnostic tests and stateof conservation”, Ed. Giunti, Firenze, 2004 - Sisto Mastrodicasa, Hoepli editore, 1993

- “La stabilità delle grandi statue: Il David di Michelangelo” a cura di A. Borri. Ed. DEI, 2005 FirenzeAutori: Antonio Borri, Andrea Grazini

11. MENSOLELa trave a sbalzo, dagli studi di deformazione e resistenza di Leonardo daVinci, principalmente contenuti nel Codice Atlantico, dalla arcinota mensolacaricata all’estremo libero su cui si basano le speculazioni sul comportamentodelle travi di Galileo Galilei, è sempre stata di legno almeno sino allaintroduzione dell’acciaio nell’edilizia ancorché alcuni rari esemplari dipietra, di luce molto contenuta, fossero stati realizzati.L’attitudine del legno a resistere ugualmente bene a trazione e acompressione, quindi a flessione, è principalmente dovuta allaconformazione degli alberi a fibre longitudinali continue resistenti,disposte in fasci, ed alla coesione trasversale.L’architettura di ogni tempo e luogo, di qualsiasi materiale maprincipalmente di legno, offre cospicui esempi di mensole di legno,talvolta irrigidite da contraffissi. Queste, già eleganti per la forma dettata dalla funzione edalle sollecitazioni, sono spesso supporto di decorazione acquisendo valenze estetiche nonsecondarie.Autori del pannello:Michela Semplici, Beatrice Messeri

10. DALLE CAPANNE ALLE GRANDI RESIDENZELa residenza, dall’umile rifugio alle lussuoseabitazioni, è in assoluto il tema edificatorio piùdiffuso in tutte le comunità di ogni latitudinetemporale e geografica. Sono l’albero ed il bosco ilrifugio ancestrale dell’uomo; ancora oggi queste dueentità sono molto ricorrenti nella poetica architettonica contemporanea,

citati anche nelle costruzioni con i materiali più espressivi della modernità come l’acciaio e il legnolamellare. Con la costruzione di legno si stabilisce dunque, con il semplice uso della materia, lacontinuità del senso del vivere.Autori del pannello: Gennaro Tampone, Michela Semplici

9. EDIFICI RELIGIOSIL’uso del legno come materiale da costruzione ha trovato proprio nellarealizzazione di edifici religiosi, prevalentemente chiese, alcune delleespressioni più diffuse e felici. I fattori principali di questo fenomeno sonola disponibilità a basso costo del materiale, la sua umiltà e la adattabilità aqualsiasi applicazione, la facilità di lavorazione, la possibilità di realizzarecoperture (a tetto, a volta, a cupola ecc., anche con soluzioni ardite), lacollegialità delle lavorazioni necessarie da parte delle comunità, il richiamoalla ancestralità dei culti e delle realizzazioni, l’integrazione con l’ambiente,l’aspetto pionieristico dell’attività di insediamento delle nuove chiese interritorio da acquisire alla cristianità, altri. Un fattore importante è, nellechiese cristiane, il richiamo alle carpenterie di copertura delle Chiese antichefino al periodo gotico: le coperture, lasciate a vista a proteggere i fedeli egli officianti, con la loro articolazione gerarchica funzionale esprimevanoun modello tangibile della organizzazione gerarchica della Chiesa perattingere l’apice del cielo (copertura a capriate della Chiesa di Santa Caterinanel Sinai, VI sec.). Le membrature e i riquadri erano quasi sempre decorati.Per gli altri culti sono di gradissimo interesse le pagode cinesi e giapponesiscintoiste, le torri a forma di pagoda cinesi buddiste.Esempi particolari sono le coperture a scafo di nave di Venezia, le cupole lignee (XIII sec.) concupolette superiori della basilica di San Marco a Venezia, le volte a carena della Chiesa degliEremitani a Padova, …, le chiese rurali di legno dell’Europa centrale.Non sono inclusi nella World Heritage List esempi straordinari come la torre Sakiamuni in Cina (v.pannello n°13).Autori del pannello:Michela Semplici, Beatrice Messeri

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AMERICHE

ARGENTINA

BUENOS AIRES - BASILICA DI NOSTRA SIGNORA DI LUJANL’opera, costruita tra il 1897 e il 1937, si presenta come unibrido di diversi stili adottati dai costruttori (P. Salvaire, R.P.Brignardello, P. Vicente Davani, R. P. Gimalac, R. P. FelipePrat) e abbraccia tecniche costruttive della rivoluzioneindustriale (ferro e calcestruzzo) e processi artigianali ereditatidal passato (muratura mista).Il restauro è iniziato nel 2003. Dopo una preliminare indagine storica si èrealizzato il rilievo fotogrammetrico seguito dalla conseguente restituzionegrafica. Gli interventi previsti sono la pulitura e il consolidamento (come nelcaso del rosone principale), mentre altri elementi (i grifoni e le merlature) sonostati ricostruiti integralmente, reintegrando le parti mancanti o rimpiazzandoquelle troppo danneggiate.I lavori sono stati preceduti dal rilievo dell’interno dellabasilica (in tre livelli: cripta, navate e gallerie) e includono ancheil registro dell’altare maggiore.Ministerio de Planificaciòn Federal, Inversiòn Pùblica y ServiciosProgetto e direzione lavori: archh. Jorge O. Gazaneo, Rodolfo S.Morello

PANAMA

AREA ARCHEOLOGICA DI PANAMA VEJONato come villaggio di pescatori all’inizio era formato da un piccolo gruppo dicapanne. Poi si è esteso con costruzioni in legno, materiale che per molto tempo haprevalso. La pietra fu usata alla fine del XVI secolo, ma solo per gli edifici governativi,per le chiese, i conventi e le case più ricche. Fu una città prosperosa, fino a che nel1671 il pirata Henry Morgan la attaccò e la distrusse. Allora la città divenne unacava per gli edifici da costruire in un nuovo sito (Ancon site), poi abbandonato.Nel 1995 è stato creato il Patronato Panama Vejo, un’organizzazione no profitche ha l’incarico di conservare il sito archeologico. La filosofia di conservazioneè di rispettare la storia del sito mantenendone l’assetto di rovina. Oggi è unesempio di precoce urbanesimo coloniale e nel 2003 è statodichiarato Patrimonio dell’Umanità.

PANAMA VEJO - CONVENTO DELLA CONCEZIONEIl convento è stato fondato nel 1598. Il progetto d’intervento,attuato tra il 2001 e il 2003 ha avuto l’obiettivo di recuperare,

conservare e riportare in uso il monumentoattraverso l’impegno congiunto diarcheologi, architetti, storici, ingegneri,restauratori e di molti altri specialisti. Ilcriterio del minimo intervento è statoassociato al ricorso alle tecnichetradizionali. Il lavoro ha interessato ilconsolidamento, la pulitura e l’ impermeabilizzazione della

sommità delle pareti , sostituendo gli elementi di pietra incattive condizioni e reintegrando le parti andate perdute dipareti o archi con malta di calce

PANAMA VEJO - LA CATTEDRALECostruita nel 1540 e più volte ricostruita, la Cattedrale è unesempio di architettura religiosa delle colonie spagnole d’America,ma anche un esempio di adattamento dei tradizionali modelli di costruzioneeuropei al nuovo mondo. Del complesso oggi resta in piedi la torre campanaria e iresti del corpo della chiesa.

CUBA

LE FORTIFICAZIONI DEI CARAIBILe fortificazioni dal XVI e al XIX secolo hanno costituito un’opera monumentale oltre che funzionale e sono state realizzateda prestigiosi ingegneri militari. Le OrganizzazioniInternazionali hanno promosso la loro salvaguardia. Tra lepiù rilevanti l’UNESCO, con una ricognizione del WorldHeritage per il castello di San Lorenzo el Real di Chagre e lefortificazioni di Portobelo (1980); le fortificazioni di Havana equelle di San Juan de Puerto Rico (1982); il National HistoricPark of Haiti, il Palace Sans Souci, the reducts of des Ramiersand the Citadelle; le fortificazioni di Cartagena de Indias (1985)e di Santo Domingo (1990); il castello di San Pedro della Rocadel Morro a Cuba (1997); le fortificazioni di Campeche (1999).Oltre UNESCO anche CARIMOS, the International Committee ofCultural Itineraries of ICOMOS, the World Monuments Found ealtre organizzazioni internazionali hanno promosso indagini,scambi professionali e congressi e hanno provvedutosistematicamente ad attivare donazioni e pubblicare studi.UNESCO Regional Chair of Sciences for the Integral Conservation of the CulturalGoods of Latin-America and Carribean, fondata nel 1995, nel National Center ofConservation, Restoration and Museums (Havana), ha dato il via a rilevanti indaginie ritrovamenti archeologici per riscoprire e restaurare le fortificazioni ispanichedei Caraibi.Realizzazione elaborati: MSc. Lic. Tamara Blanes Martìn yMSc.Arch.José A.Planas Areces

PERU’

LIMA - CONTUMAZA STREETIl recupero dell’area monumentale urbana di Contumaza Street èstato avviato nel 2003, dopo un sopralluogo nel centro della cittàdi Lima. E’ stato elaborato un progetto pilota indirizzato amigliorare la situazione dei residenti con l’aiuto del MonumentalCultural Patrimony.Nel periodo preispanico l’agricoltura è stata l’attività dominantel’agricoltura su un suolo irrigato da canali artificiali.Gli spagnoli, nel 1535, trasformarono il luogo costruendovi edificicivili, religiosi e pubblici come il Monastero della Incarnazione euna piccola città all’interno di Lima. Nel 1911 il convento fudemolito eccetto la chiesa. La costruzione dell’area di ContumazaStreet era dominata da edifici, nuovi stili architettonici, di due o trepiani con facciate decorate, botteghe al primo piano, appartamential secondo e al terzo. La conservazione di questo insieme urbanoimplica la soluzione di una serie di complessi problemi come la pianificazione deltraffico veicolare, l’igiene pubblica, gli aspetti legali della proprietà e la regolazionedello spazio urbano. Nel 2005 è stato approvato il progetto di restauro e recuperodelle facciate che sono state dipinte. Inoltre nel 2006 è stato ammodernato il sistemadi illuminazione, rimuovendo i vecchi impianti e posizionando un sistema dilampioni sulle pareti delle facciate per migliorare l’illuminazione della via.Progetto e Realizzazione elaborati: INSTITUTO NACIONAL DE CULTURA, Direccionde Registro y Estudio de Patrimono Historico Lima-Peru.

EUROPA

AUSTRIA

GRAZSono descritte le procedure per misurare, modellare ed eliminaredalle fotografie digitali delle frange di colore causate dalle aberrazionicromatiche laterali. L’eliminazione dell’effetto delle aberrazioni cromaticheè realizzato grazie al programma DistCorr. In un primo rilievo, le distorsioni possonoessere semplicemente modellate usando lenti radiali-simmetriche.I risultati ottenuti sono altamente promettenti con l’utilizzo di un modello geometricomolto semplice. I futuri sviluppi saranno concentrati su una migliore modellazione deivettori di spostamento cromatico misurati. Saranno compiuti esperimenti praticifinalizzati ad indirizzare la dipendenza dei parametri del modello sulla distanza esulla focalizzazione dell’oggetto.Progetto: V. Kauffmann & R. LadstadterRealizzazione elaborati: Institute of Remote Sensing and Photogrammetry, GrazUniversity of Tecnology, Austria (ICOMOS Austria)

BELGIO

Dal 1993 il governo fiammingo premia annualmente il restauro diun monumento, paesaggio o sito archeologico nazionale perriconoscere il merito o l’importanza della salvaguardia delpatrimonio culturale. Il pannello di apertura è dedicato allacommemorazione di Raymond Lemaire storico direttore dellaScuola di Lovanio di cui riporta estratti di scritti e progetti. Vienepoi descritta la struttura organizzativa dell’ICOMOS Belgio evengono dati esempi delle attività svolte dal comitato.Progetto e realizzazione elaborati: comitato ICOMOS Belgio

LESSINES-NOTRE-DAME A LA ROSELa complessità dell’approccio al restauro della strutturadell’ospedale ha origine dalla rottura della tradizione costruttivacon la realizzazione del secondo reparto. Nel momentodell’agitazione rivoluzionaria la comunità dell’ospedale è stataprivata di una parte dei propri poteri decisionali. Oggi è statorealizzato un sistema museografico integrato. La strutturaprincipale del complesso è stata ricostruita con la stessavolumetria delle preesistenti unità neoclassiche inserendovi unanuova sala conferenze e il museo. La fattoria è stata conservata.

Del complesso oggi resta in piedi la torre campanaria e i resti delcorpo della chiesa. Tutti i solai e le coperture sono scomparsidopo l’abbandono nel 1671. Gli interventi sono iniziati nel2000.Nelle pareti più degradate della torre è stata reintegrata lamuratura in pietrame protetta con un sottile strato di malta di calce. Inoltre conl’obiettivo di recuperare il rapporto visuale con l’intorno per offrire ai visitatoriuna completa esplorazione della costruzione, nel 2006 è stato costruito unosservatorio all’interno della torre.Realizzazione elaborati: Patronato Panama Vejo

ANTEPRIMA DELLA TERZA MOSTRA INTERNAZIONALE DEL RESTAURO MONUMENTALE (2007)

(PRIME BOZZE DI STAMPA PER LE SCHEDE DELLE NAZIONI PARTECIPANTI)

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BULGARIA

Dal 1999 l’ICOMOS Bulgaria promuove il progetto Cultural itineraries of South-Eastern Europe per valorizzare il rilevante valore culturale di questi territori.Progetto: Comitato ICOMOS Nazionale della Bulgaria;Directore e coordinatore del progetto- prof. dr. Todor Krestev;Coordinatori: prof. dr. Walter Shtylla (AL); dr. Sabira Husedzinovic (BiH); prof. MilenkoDomijan (CRO); prof. dr. Catherina Kremezi (GR); dr. Lazar Sumanov (FYRoM); AddaGheorghievici (RO); Marko Omcikus (SCG); prof. Borut Juvanec (SLO); prof. Dr. ZeynepAhunbay (TU).

VILLAGGIO SVESHTARI - LA TOMBA TRACIALa tomba risale al III-IV secolo a.C. ed è stata scoperta nel1982 e dal 1985 è dichiarata World Heritage Site. L’interastruttura è stata interamente conservata. E’ composta datre stanze decorate e costruita con blocchi di pietracalcarea. Sulla tomba è stata costruita una coperturasemicilindrica in cemento di protezione dagli agentiatmosferici. E’ stato installato un impianto di ariacondizionata per mantenere ottimali temperatura edumidità. Sono stati eseguiti i principali lavori diconservazione sulla struttura e sulle decorazioni.Progetto: arch.- Petar Striaskov, conservatori-restauratori-Lozinka Koinova, Svetla Koinova-Mechkueva e RoussiDoundakov; archaeologi- prof. Maria Chichikova e prof. Diana Gergova, Ingegneri-Kiril Georgiev; tecnico-prof. Valentin Todorov. Finanziato da: the “Hadley trust”Foundation, UK.

BOBOSHEVO - CHIESA DI ST. DIMITARLa chiesa risale al tardo Medioevo. Dopo i lavori del 1932rimane solo la facciata est a dare un’idea di come fosse lachiesa originale, in muri di pietra costruiti a secco conframmenti di mattone. I lavori inoltre incrementarono i dannialla volta. Dagli anni Ottanta una grande lesionelongitudinale compromette ulteriormente la volta. I muri e lavolta sono stati consolidati, le decorazioni sono state pulite econservate.Progetto: arch. Pristina Stanava; conservazione degli apparatimurali-Luba Krasovska; consolidamento costruttivo-ing BojidarDentchev; technologia- prof. Valentin Ttodorov; Finanziato da:A.G. Leventis Foundation e World Monuments Found® Robert Wilson Challenge

DIPARTIMENTO VALLE DELLA MARNA – BOISSY SAINTLEGER – CASTELLO DI GROSBOISL’ edificio costruito in pietra e mattoni risale ai primidel XVII secolo ed è rappresentativo del periodo LuigiXIII . I lavori sono cominciati nel 2003 e riguardano: ilrilievo della facciata principale, di quella ovest delpadiglione sud-est, il rilievo della scarpata e il risanamento dell’edificio.Société d’Encouragement à l’Elevage du Cheval FrançaisProgetto : Christiane Schmiickle-Mollard Cabinet Cizel

DIPARTIMENTO VALLE DELLA MARNA – SUCY EN BRIE – CASTELLOL’edificio è stato ricostruito nel XVI secolo. Nel 1969 era in uno stato disastroso,quando è stato acquistato dalla Caisse des Dépôts et Consignations dalla città diSucy en Brie. I lavori cominciano nel 2000. All’interno è stato eseguito unintervento molto radicale. Nel 2003 è stato deciso che le decorazioni del XVII,XVIII e XIX secolo fossero integralmente ricostruite.Ville de Sucy en Brie Progetto : Christiane Schmiickle-Mollard Cabinet Cizel

STRASBOURGO –CHIESA DI NOTRE DAMEE’ illustrato il restauro della guglia e della campata nord-ovest. Per mettere laguglia in sicurezza è stata necessaria un’impalcatura alta 142 m. Il lavoro èstato eseguito dopo un accurato studio “mattone per mattone”, individuando lepatologie presenti e l’esatta cromia delle pietre per rispettare il colore originalein caso di sostituzione dei materiali.SPC S. r. l. – Studio Progettazione e controlli - G. Croci

DAL RESTAURO ALLA SALVAGUARDIA DEI SITICome ultimo tema è proposto il lavoro seguito dallasezione francese ICOMOS per il restauro e lasalvaguardia di siti naturali. Sono proposti come esempi:gli interventi per il Pont du Gard, per il Marais Poitevin,per la Dune du Pilat e per l’ Estuari Baie de Somme.

ANALOGIE TRA PROCESSI DI DISEGNO ARCHITETTONICO EDOCUMENTAZIONE DI LAVORI ARCHITETTONICIE’ descritto il procedimento per eseguire unadocumentazione di lavori architettonici attraverso unacombinazione di tecniche 3D. Sono esemplificati cinque puntiessenziali: disegnare l’ingombro volumetrico attraverso ilprofilo e l’ombra dell’edificio, disegnare le divisioni verticalied orizzontali delle facciate, inserire le aperture, relazionarelogicamente ogni elemento con gli altri, aggiungere i dettaglicostruttivi.Emmanuel Alby, Pierre Grussenmeyer, Jean-Pierre PerrinCIPA XX International Symposium Torino, 26 sett. –1 ott. 2005

FRANCIA

GERMANIA

CASTELLO DI HEIDELBERGE’ proposto un sistema per integrare le piante storiche degli edifici con un rilievomoderno all’interno di un management system. Le piante sono scannerizzate eanalizzate controllandone l’accuratezza e l’attendibilità. I disegni digitali e ilsistema di coordinate sono individuati da più di 100 puntiche ricoprono l’intera superficie dell’edificio . Lacomparazione dei dati storici e le valutazionifotogrammetriche evidenziano le modifiche strutturali, idanni del costruito e la sostituzione delle pietre.Institute for Photogrammetry and Remote Sensing, University of KarlsruheCIPA XX International Symposium Torino, 26 sett. –1 ott. 2005

GRAN BRETAGNA

ATTIVITA’ ICOMOS-UKI pannelli illustrano l’ attività svolta dal Comitato. I temiproposti sono: una esemplificazione di alcuni progettida realizzare in prossimità del sito culturale, lacostruzione di una superstrada parallela al ponte diConwy, il posizionamento di generatori eolici, lacontestazione dell’apertura di un’attività estrattiva di carbone vicino al muro diAdriano, il nuovo sviluppo di Stockwell street, l’ampliamento della strada A303);due importanti pubblicazioni del Comitato (The English World Heritage SiteMonitoring Reports pubblicato dall’ICOMOS UK ogni sei anni ed il Piano diGestione per i siti sulla Lista del Patrimonio Mondiale); l’elenco delle conferenzedal 2000 ad oggi e delle pubblicazioni dal 1991.Realizzazione elaborati: ICOMOS UK

Il nuovo portico stabilisce una connessione con l’ospedale, basata sugli elementiarchitettonici più tipici. L’intervento è completato dalla liberazionedell’estensione del fiume Dender, le cui tracce sono state conservate come rimandistorici. Il programma include un museo della medicina e della vita conventuale,un centro d’arte con una foresteria per 200 posti,uno showroom e locali perseminari.Progetto: Equipe pluridisciplinare-Arh. Dulière & Dossogne, Charleroi-Décors: D+,Charleroi-Ingénieurs: T.G.I., Sprimont-Scénographie: H+B Design, Versailles, France/D+, Charleroi.

LITUANIA

Il restauro dei monumenti è sempre stata una risorsa perl’identità culturale della Lituania di cui è responsabileil Department of Cultural Heritage. Le colline fortificaterappresentano solo una parte del gigantesco impiantodelle fortificazioni preistoriche disperso tra le foreste ele steppe di tutta l’Europa. Le prime fortificazioniappaiono 9000 anni fa nel vicino Est. (Kernave hillfort-Sirvintor distr.; Saukstelis hillfort-Telsiai distr.; Ipiltishillfort-Kretinga distr.).I castelli medievali più famosi della Lituania si trovanoa Vilnius, Kaunas, Trakai e Medininkai. Vilnius CityDefence Wall con nove ingressi fu costruito tra il 1503 eil 1522 e fu demolito all’inizio del XIX secolo. Un grannumero di castelli rinascimentali fu costruito sul fiumeNemunas nel XVII secolo. Nel XIX secolo le fortificazionifurono costruite dalle forze armate dello Czar,principalmente per il porto di Kaunas e di Klaipeda. Complessi restauri dellestrutture fortificate sono iniziati a metà degli anni 90.Il restauro delle chiese è cominciato agli inizi del XX secolo quando la chiesagotica di St.Ann fu per la prima volta restaurata dai polacchi. I più importantilavori di restauro furono concentrati in Vilnius (Cattedrale e Basilica, Chiesa diSt. Nicholaus, chiesa di St.Casimier, chiesa Luterana, chiesa di Bernardine, chiesaFrancescana). Una delle più magnifiche chiese barocche in Vilnius, la chiesa diSt.Catherine, è stata recentemente restaurata e allestita a Centro di arti barocche.Realizzazione elaborati: Revival of Lithuanian Culture Heritage, Department of CulturalHeritage, Vilnius, “Savastis”, 2004

POLONIA

VARSAVIA - PALAZZO DEL RE JAN III SAOBIESKIIl palazzo è uno dei più preziosi monumenti della culturapolacca dell’epoca barocca, visitato ogni anno da più di300 mila utenti. Per conciliare le aspettative degli ospiti econservare in buono stato la costruzione per legenerazioni future, intensi lavori di rinnovamento sonostati condotti per riportarla all’originario splendore.La biblioteca reale è una dei più antichi spazi del palazzo.I decori delle pareti e del pavimento sono dei tempi diJan II Sobieski. Durante i lavori di rimozione, tutti glielementi del pavimento sono stati numerati per poireinserirli nella loro posizione iniziale. Le condizionidel pavimento si deterioravano ogni anno. Così è statonecessario iniziare intensi lavori di restauro per ridonareal mosaico in pietra la sua originaria vivacità. Ilmonumento equestre di Jan II Sobieski durante i suoi300 anni di storia è stato esposto più volte alla devastazione, specialmentequando le truppe straniere occuparono il palazzo. Il monumento più voltedanneggiato, è stato rintonacato e ritinteggiato.Progetto e realizzazione elaborati: Wilanowski informator konserwatorski Warsaw2005, fot. Michal Puszkarski, Piotr GorajecConservazione delle sculture, Museum Palace in Wilanow

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MONASTERO DI CARRACEDOI lavori hanno riguardato diverse aree del complesso: lacucina, il refettorio, il quartiere degli abati e la biblioteca.La destinazione d’uso prevista è in parte ad abitazionee in parte a spazio museale con esposizione permanenteper la storia dell’ordine cistercense. I nuovi elementi dinecessità inseriti (le scale, i percorsi e le installazioni)sono stati trattati come elementi d’arredo contemporaneoreversibili.Progetto: arch. Salvador Pérez Arroyo

MADRID - ARCHIVI REGIONALILa birreria Mahou è stata recuperata a centro didocumentazione. Le planimetrie del piano terradell’edificio ricordano alcune delle prime struttureindustriali della scuola di Chicago.Progetto: arch. Salvador Pérez Arroyo

CUENCA - MUSEO DELLA SCIENZAL’intervento ha creato un vivace punto di attrazionenella parte più antica della città, combinando scaviarcheologici con il restauro e la realizzazione di nuoviedifici. La scelta di base del progetto è quella di affiancareall’esistente una nuova struttura autonoma in dialogocon i resti archeologici preesistenti.Progetto: arch. Salvador Pérez Arroyo

RINCON DE ADEMUZ - PROGETTO PILOTA PER ILRESTAURO DI DIMORE TRADIZIONALIPartendo da uno studio approfondito dellecaratteristiche dell’architettura tradizionale locale ilprogetto elabora un metodo di conservazione e divalorizzazione del sistema delle dimore vernacolariprendendo come esempio campione l’intervento su unacasa rurale.Progetto: arch. Fernando Vegas, arch. Camilla Mileto, geom. Juan Antonio GarciaEsparzaRealizzazione: Vicente Monleon Leòn s.l.

CASTELLON - CHIESA DI POBLA DE BENIFASSÁLa struttura di copertura lignea della chiesa presenta unavanzato degrado che ne compromette le caratteristichestrutturali a causa dell’attacco delle termiti. Un’attentaanalisi delle travi compromesse ha consentito di conservare al suo posto l’85%del materiale originale. Sono state restaurate le policromie del XIII sec., trovatein un pessimo stato di conservazione.Progetto: archh. Fernando Vegas, Camilla Mileto, geom. Raquel Giménez

SPAGNA

ALCALA LA REAL – CHIESA DI ST. DOMINGO DE SILOSE’ stata costruita nel XIV secolo in stile gotico mudejar, ma la sacrestia e la torresono state ricostruite nel XVI secolo . Nel 1931 è stata dichiarata monumentonazionale. Attualmente è in stato di rovina prossima al collasso. Prima dei lavorila chiesa è stata rilevata con tecniche fotogrammetriche e modelli in 3D.E. Mata, J. Cardenal, P. Castro, J. Delgado, M.A. Hernandez, J. L. Perez, M. Ramos, M.TorresCIPA XX International Symposium Torino, 26 sett. –1 ott. 2005

Progetto: Sallay Miklos Horler, Andras Roman, Mihaly Zador e Tamas Fejerdy(ICOMOS UNGHERIA). Realizzazione elaborati: Comitato Nazionale ICOMOSUngheria, Ufficio Nazionale del Patrimonio Culturale (Ungheria), Ministero delPatrimonio Culturale dell’Ungheria.

UNGHERIA

Negli ultimi quarant’anni il Comitato ICOMOS Ungheriaha curato la realizzazione di numerosi interventi di

restauro ed in particolare, i seguenti:

1964-1971: il restauro della torre Salamon a Visegràd, lariabilitazione del centro storico di Sopron, la ricostruzionedel bow-window del Castello di Siklòs, il restauro della Chiesa Calvinista aKaresa1972-77: il restauro del castello di Simontornya, il restaurodella Piazza Juristics a Koszeg1978-1981: il restauro di un vecchio villaggio a Hollokodichiarato nel 1987 World Heritage site1982-1984: il restauro della sinagoga medievale a Sopron1987-2002: a Budapest, il quartiere del castello di Buda,il viale di Andrassy, dichiarati sulla lista del PatrimonioMondiale1995: le grotte di Aggtelek Karst e Slovak Karst, dichiarate sulla Lista delPatrimonio Mondiale2000: la necropoli paleo-cristiane di Pécs, iscritta sulla Lista del PatrimonioMondiale2003: a Budapest, l’ex-deposito degli autobus e l’aereoporto di Ferihegy.

AFRICA

BENIN

ABOMEY, PALAZZO REALE - TOMBA DI RE GHEZO

La tomba, situata nel sito dei palazzi reali di di Abomey,è stata iscritta sulla Lista delPatrimonio Mondiale dell’ UNESCOnel 1984. E’ stata restaurata graziealle sovvenzioni del Governogiapponese, tramite l’UNESCO, e conl’aiuto delle Royal collectivites di

Abomey e del Ministero della Cultura.Progetto: arch. Aimé Goncalves

ABOMEY, PALAZZO REALE - CINTA MURARIA EBASSORILIEVO DEL RE BEHANZINLa cinta muraria (1200m.) ed il bassorilievo di Adjalaladel re Behanzin, situati nel sito storico dei palazzi reali diAbomey sono stati iscritti sulla Lista del PatrimonioMondiale nel 1984. Sono stati restaurati grazie allesovvenzioni del Governo giapponese, tramite l’UNESCO,e con l’aiuto delle Royal collectivites di Abomey e delMinistero della Cultura.Progetto: arch. Aimé Goncalves

OSSORI E OTAMARIIl censimento degli insediamenti tradizionali, nel nordovest del paese, è stato eseguito nel giugno del 1986 dallaDirezione del patrimonio culturale del Ministero dellaCultura. Il progetto di restauro è stato finanziato dalGoverno (National Budget) del Benin e dall’ACCT (Agencyof Cultural and Technical Cooperation).Progetto: arch. Aimé Goncalves

SLOVENIA

PORTOROSE – PALACE HOTELSulla facciata principale del Palace Hotel sono staticondotti il rilievo del degrado ed il rilievofotogrammetrico che sono serviti per la redazione delprogetto di conservazione. La Cristall Hall ha paretiricoperte di decorazioni a stucco che presentavano unforte degrado materico .

PIRANO - CISTERNASono state restaurate le grondaie, le due statue della Legge edella Giustizia e due putti di pietra. L’intervento èstatopreceduto da una ricerca documentaria sui materiali .

NOVO MESTO – CASTELLO BAROCCO DI LANSPREZ, CHIESADI ST. NICOLASL’intervento ha riguardato nella parte superiore lacappella nella quale sono stati eseguiti rilievifotogrammetrici e simulazioni grafiche tramitemodelli 3D. Il progetto nella parte inferiore riguardail tabernacolo della chiesa parrocchiale di St. Nicolas,dipinto dal Tintoretto per il quale sono statepredisposte due soluzioni sottoposte alla scelta dellacomunità locale.Progetti: Institute for the Protection of Cultural Heritageof Slovenia, Restoration Centre, Ljubljana, Presidente-Jovo Grobovsek (ICOMOS SLOVENIA); realizzazione elaborati- Irena Potocnik.

TURCHIA

ISTANBUL - COMPLESSO MEDICO DI GULHANE E TESVIKIYEIIl complesso nasce nel 1820 come scuola militare sotto ildominio del sultano Mahmud II ed è adibito alla fine delXIX secolo in clinica universitaria della Facoltà di Medicina.Demolizioni, riparazioni, aggiunte e cambiamenti si sonosucceduti nel corso degli anni. Fino al 1980 è stato usato dai militari. Il progettodi restauro prevede di riutilizzare il complesso perl’esposizione di orologi e armamenti militari. Al progettodi restauro è stato associata una nuova struttura in acciaio.Il complesso ha una destinazione museale che documentala sua storia ed il suo processo evolutivo.Progetto e realizzazzione elaborati: Mimar Sinan Fine ArtsUnivesity, Faculty of Architecture Restoration Departement.

GRANADA - STANZA BARBERIA, ALHAMBRALo studio preliminare ha rivelato una grande quantità di informazioni inriferimento al precedente accesso al palazzo residenziale.La scelta del restauro da eseguirsi è un compromesso tra la conservazione dellatessitura muraria e delle tracce della storia e la destinazione d’uso futura dellestanze.Patronato de la Alhambra y el GeneralifeProgetto: arch. Fernando Vegas, Camilla Mileto, geom. Juan Antonio Garcia EsparzaRealizzazione: Baldos Navarro s.l.

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NIGERIA

PLATEAU - JOS – PROGETTO MOTNAA partire dai primi anni Settanta, l’iniziativaha dato vita ad un museo all’aperto con ilcompito di trasmettere alle futuregenerazioni le testimonianze materiali delletradizioni costruttive nigeriane. La maggior

parte delle strutture sono delle copie al vero degli originali,realizzati con materiali tradizionali (terra, argilla, legno, erbaecc.) che per loro natura hanno un ciclo di degrado biologicoaccellerato. L’esempio, di grande interesse didattico, consentedi riflettere sulle tecniche di costruzione dalla vita breve edunque sui limiti della conservazione materiale. Realizzazione elaborati: ICOMOS Nigeria

TOGO

KOUTAMMAKOU

E’ uno dei luoghi nel mondo dove arte, architettura e gestionedel territorio sono fortemente legati alle caratteristiche culturalie cercano di raggiungere un equilibrio con le forze della natura.Per la regione del Betammaribe (alla lettera “l’uomo che dàforma alla terra”) è stato redatto un piano di gestione cheprevede l’attivazione di un efficace servizio di conservazione e promozione delsito, iscritto sulla Lista del Patrimonio Mondiale.Progetto e realizzazione elaborati: arch. Amoussou Kpotogbé Gael (Togo) BetammaribeSettlement, Koutammakou, Togo.

ASIA

ARMENIA

La Repubblica Armena presenta circa 30.000 monumentiiscritti dall’Agency for the Preservation and Fruition of ArmenianMonuments. Dopo l’arresto delle attività di salvaguardia dei monumenti neglianni Novanta, l’Armenia ha cercato di mettersi al passo con il dibattitointernazionale sul restauro, pur restando legata alle proprie tradizioni. Ilprincipio seguito è quello di rispettare il monumento, intervenendo il menopossibile sulla struttura originaria, utilizzando nel restauro tecniche avanzateimportate dall’Italia.BDGHNI – FORTEZZA DI BEDENISLopera, iscritta nella Lista di edifici protetti dall’Agency for thePreservation and Fruition of Armenian monuments, è stata costruitain due diverse epoche: è riconoscibile una prima strutturamuraria in pietra ciclopica ed una seconda, realizzata conpietre di dimensioni minori, probabilmente appartenenti alperiodo del regno di Vahan.Sull’area che forse in origine era occupata da un anticocimitero, era stata istallata un’antenna abusiva per letelecomunicazioni. L’Agency l’ha fatta eliminare, obbligandola società proprietaria a finanziare i lavori di restauro iniziati nel settembredel2004.Rilievi: Amina Ganezian Progetto: arch. Stepan e Tigran Ghazaryan

INDONESIA

CENTRAL JAVA – TEMPIO DI BOROBUDURNel tempio buddista, del 775 d .C . , nel 1975-1983 è statoeseguito un primo restauro. Iltempio è stato iscritto nella WorldHeritage List nel 1991. Dal 2004 viene organizzata ogni announa scuola internazionale sul campo per la conservazione delpatrimonio culturale architettonico e paesaggistico diBorobudur.Realizzazione elaborati: ICOMOS Indonesia

IRAN

BISOTUN – IL MONUMENTO DI DARIORecentemente sono state eseguite documentazionifotogrammetriche e topografiche sugli antichi monumentidi Bisotun. E’ stata realizzata una mappa in 3D perprogettare i lavori di censimento, di analisi, diconservazione e di ricostruzione del monumento.Realizzazione elaborati: CIPA

ISRAELE

CITTA’ E CASTELLO DI ACRINel maggio 2002 la città è stata dichiarata World Heritage sitedall’UNESCO. Negli anni 1998-2002 è stato eseguito il rilievodella città utile per il Master-Plan per la conservazione e losviluppo di Acri. In passato gli edifici deteriorati estrutturalmente a rischio venivano demoliti e ricostruiti; dal 1998 a seguitodell’iniziativa della Israel Antiquities-Authority, l’approccio ècambiato e si cerca di riabilitare gli edifici storici conservando lecaratteristiche delle costruzioni e della città come un patrimonioarchitettonico unitario.Il progetto d’intervento sul castello prende le mosse nel 1990 conuna campagna di scavi archeologici, seguita dalle prime opere disalvaguardia d’emergenza.Dipartimento di conservazione: Israel Antiquities AuthorityRealizzazione elaborati: ICOMOS Isreale

KOREA

Su richiesta avanzata dalla Cultural Heritage Administration ofKorea di monitorare il patrimonio architettonico nazionale,ICOMOS Korea ha predisposto fin dal 2001 una lista di edificida tenere sotto osservazione, fra i quali: le grotte artificiali diSeokguram ed il tempio Bulguksa; il tempio HeinsaJanggyeong Panjeon, i Depositi per i blocchi lignei diTripitakaKoreana; le aree storiche di Gyeongju (da maggio a dicembre2003), oltre al monitoraggio del santuario di Jongmyo; ilcomplesso del palazzo di Changdeokgung; il forte di Suwon Hwaseong; i sitidei domens di Gochang, Hwasun e Ganghwa (da maggio a dicembre 2004). Lacampagna di monitoraggio è finalizzata a garantire l’autenticità, l’integrità , laconservazione e la corretta gestione dei monumenti.

SEOUL - ALTARE REALE DI JONGMYOE’ il più antico altare di Confucio dedicato alla dinastiaChoson (1392-1910) che esiste dal XVI secolo e si pone instretta relazione con il paesaggio circostante. Il monitoraggiodelle strutture (in legno ed in pietra) è stato accompagnatodall’analisi dell’azionedelgi agenti atmosferici.

PROVINCIA NORD DI KYONGSANG - GROTTE ARTIFICIALI DISEOKGURAM E TEMPIO BULGUKSALe grotte artificiali di Seokguram ed il Tempio Bulguksa (il“tempio della terra del Buddha”) formano un complessoreligioso costruito nell’VIII secolo sulle pendici del monteT’oham. E’ stato iscritto sulla Lista del Patrimonio Mondialedell’UNESCO nel 1995. Sulla statua di Buddah, eretta durantel’VIII secolo, è in corso un progetto di monitoraggio.Progetto e realizzazione elaborati: ICOMOS Korea

SRI LANKA

GALLE-LA CITTA’La città è molto antica. La sua primacitazionerisale al 545 a. C. alle cronache diCasmas Indicapleustes. Vari sono i colonizzatori che si sono avvicendati algoverno della città. Le campagne di restauro iniziano nel 1940 quando lasalvaguardia del forte è affidata al Dipartimento di Archeologia che dopo il1988, anno in cui l’UNESCO dichiara Galle World Heritage Site, come primaattività esegue il rilievo di tutti gli edifici storici all’interno del forte, definendodelle linee-guida per condurre i restauri. Nel 2000 l’UDA incarica l’ICOMOS SriLanka di predisporre un Piano di Sviluppo e Conservazione da unire al Pianodi Gestione della città che è stato approvato nel 2002.

Progetto e realizzazione elaborati: ICOMOS Sri Lanka

EGHEKNADZOR - MONASTERO DI AMAGHOU NORAVANKE’ una costruzione tardo medievale, distrutta in principio dall’invasioneselgiuchide (1070) e successivamente dall’invasione mongola (XIII-XIV sec.),che ha subìto danni causati da terremoti storici. Il complesso si compone di trechiese, una chiesa-mausoleo a due piani ed una piccola cappella.I primi lavori sono stati eseguiti nel 1948-49, per poi essere ripresi nel 1982-83.Gli ultimi interventi sono del 2000- 2002. E’ stato ricostruito il terzo piano dellachiesa-mausoleo, un nuovo sistema di cinta muraria, le due cappelle ed è statorealizzato un nuovo edificio-museo per ospitare gli oggetti raccolti, appartenentialla chiesa.

LABORATORIO SULLA CONSERVAZIONE DEI MONUMENTIL’ICOMOS ha recentemente promosso ed organizzato in situ un workshoparticolato in una serie di lezioni specialistiche e in dimostrazioni pratiche ditecniche del restauro.

Dopounterremoto nel 1867, il complesso cade in disuso. Diversiedifici sono saccheggiati e distrutti e le piscine e i laghi svuotati.Nel 1970 Tamansari è ripensato come una mèta turistica e cinqueedifici sono stati restaurati.Realizzazione elaborati: ICOMOS Indonesia

YOGYAKARTA – CASTELLO DI TAMANSARI – RESTAURO ERIATTIVAZIONE DELLA PISCINA UMBULBINANGUNIl castello, costruito nel 1758, è iscritto sulla World HeritageList.

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Nous ne voulons pas conserver les monuments du passé commeun rare monde d’images servant de refuge à notre nostalgie,mais comme un patrimoine vivant et actuel de notre présent.Comme pour toute conception moderne humanistique, lesprincipes de la conservation des monuments se fondent surla supposition qu’un lien de continuité culturelle et historiqueentre le passé et le présent peut et doit subsister. Et, d’autrepart, si en ce domaine et dans d’autres nous cessions d’aspirerà la «qualification» en opposition à la diffusion de la«quantification», nous ne pourrions même plus parler de lasurvivance d’une culture.En substance il s’agit de savoir si l’homme veut choisir sonpropre destin, en s’imposant aux instruments qu’il a lui-mêmecréés, ou bien s’il veut se résigner à ce que ces instruments luidictent la route à suivre et concluent leur marche autonomeen marquant sa disparition même.

Roberto Pane,1964

Noi non vogliamo conservare i monumenti del passatocome un vago mondo di immagini che serva da rifugioalla nostra nostalgia, ma come patrimonio vivente eattuale del nostro presente. D’altra parte attraverso tuttoil pensiero umanistico moderno, i principi dellaconservazione si fondano sulla supposizione che unlegame di continuità culturale e storica tra passato epresente possa e debba sussistere. E, d’altronde, se inquesto settore, come negli altri, noi cessassimo diaspirare alla «qualità» in opposizione alla diffusionedella «quantità», noi non potremmo più nemmenoparlare di sopravvivenza di una cultura.In sostanza si tratta di sapere se l’uomo vuole scegliereil suo destino, imponendosi agli strumenti che lui stessoha creato, o se piuttosto si vuole rassegnare a che sianogli strumenti a dettargli la via da seguire concludendoil loro cammino autonomo che finirà per segnare la suastessa scomparsa.

Piero Gazzola, 1964

Il valore culturale dei monumenti del passato èun’acquisizione non di oggi: essa fu anzi parte dellaeredità cospicua che abbiamo ricevuto dai nostriilluminati predecessori, a partire da Vico.L’apprezzamento di tale valore si fermò tuttavia fino ainostri giorni a una professione meramente teorica. Losforzo per conservare il patrimonio monumentale èinfatti un impegno recente, che distingue la nostra etàdalle precedenti.

The cultural value of ancient monuments is not an acquisitionof today: it’s part of the conspicuous heritage that we receivedfrom our enlightened precursors, since Vico.The appreciation of this value stopped up till nowadays to apurely theoretical role (profession). The effort to preserve themonumental heritage is a recent care, which characterize ourage from the previous ones.

Dalla presentazione e dalla Conferenza introduttiva del convegno Il monumento per l’uomo in atti del secondo Congresso Internazionale delRestauro Venezia, 25-31 maggio 1964

Piero Sanpaolesi, 1964

La mostra offre ancora la possibilità di giudicare entroquali limiti sia ammissibile l’intervento restaurativo equanti e quali problemi, e con quale indirizzo, debbanoessere affrontati e approfonditi affinchè si faccia stradauna giusta unità metodologica a sostenere e garantirel’azione d’intervento in modo da sottrarredefinitivamente alle operazioni di restauro quell’aspettodi intervento empirico, soggettivo e sostanzialmenteintuitivo ed orale che ancora sovente si riscontra ispirarealcuni casi non secondari.

L’exposition donne aussi la possibilité de juger dans quelleslimites l’intervention restauratrice soit admissible et combienet queles problèmes, et avec quel adresse, doivent être affrontéset approfondis de telle facon qu’on puisse soustrairedèfinitivement aux opération de restauration cette prerogati-ve d’intervention empirique, subjective et substantiellementintuitive et orale, qu’on voit encore souvent inspirer certaincas non secondaires.

Dalla presentazione del Catalogo-guida della seconda Mostra Internazionale del Restauro Monumentale Venezia, Palazzo Grassi,25 maggio / 25 giugno 1964

Guglielmo De Angelis d’Ossat, 1968

L’opera di architettura è molto spesso funzioneanche del tempo. Bisogna tener conto di questilaboriosi conturbanti “itinera”, anche se l’operasembra apparire unitaria. Il restauro è architettura epresuppone la leggibilità del monumento e nuoviinterventi vanno intesi come qualificazionearchitettonica nel presistente, distinta dalle pure attivitàdi conservazione

The architectural work is most often function also of the time.These “itinera” shall also be taken into account, even if thearchitectural work seems homogeneous and unitary.Restoration is architecture and requires the legibility of themonuments and new interventions shall be meant asqualification of the existing architectural fabric, different fromthe pure preservation activity.

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PIANETA RESTAURO: 1964-2006FERRARA, 22-25 marzo 2007TERZA MOSTRA INTERNAZIONALE DAL RESTAURO ALLA CONSERVAZIONE

PROGRAMMA DEGLI INCONTRIvenerdi 23 marzo 2007 ore 14.00-16.00Sala Marfisa, primo piano, atrioMANUTENZIONE: IL NUOVO CANTIERE

L’incontro, promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ICOMOS, ICCROMe dalla Fondazione Politecnico di Milano, fa il punto sulle più avanzate strategie e modalitàorganizzative e gestionali del cantiere di manutenzione, con particolare riferimento alproblema dell’ottimizzazione del corretto utilizzo del patrimonio architettonico.Troppo spesso agli ingenti capitali investiti nel recupero, si accompagna una previsionesolo approssimativa di quella che sarà la destinazione d’uso e il più delle volte ci sidimentica che ogni opera richiede comunque una manutenzione periodica eprogrammata, molto più attenta e sapiente di quella di una nuova costruzione.E’ ancora diffuso il luogo comune che un intervento di restauro possa essere eseguitouna tantum senza richiedere la messa a punto di un organico progetto di manutenzione.Tuttalpiù il problema viene spesso rinviato illo tempore, a chi verrà dopo di noi che,trovando l’edificio già in una nuova fase critica, dovrà investire altrettante ingentisomme di denaro. Tutto ciò può essere evitato. Come programmare una manutenzionetempestiva, rigorosa, sapiente ed economicamente vantaggiosa, assicurando all’operauna ragionevole gestione nel tempo? Come proporre un manuale d’uso e dimanutenzione che possa essere gestito dallo stesso progettista definendo tempi emodalità dell’intervento di manutenzione?

Intervengono: Marco Dezzi Bardeschi, Politecnico di Milano; Paolo Bertozzi,ingegnere; Fulvio Bianchi, BioCalce Respira; Davide Desiderio, San Marco Terreper l’Architettura; Andrea Griletto, Tecnorestauri; GianCarlo Maselli, Tecno FuturService; Angelo Mingozzi, ingegnere; Marco Petrini, architetto

IL RESTAURO DELL’ARCHITETTURA MODERNAIdentità e AutenticitàConvegno organizzato da: RECUPERO E CONSERVAZIONE, De Lettera Editore,in collaborazione con: ‘ANANKE, Politecnico di Milano e ACROPOLI, Salone delRestauro con il patrocinio di ASSORESTAURO, Associazione Italiana per il RestauroArchitettonico e Artistico.

E’ ormai da più di vent’anni che il problema della trasmissione dell’eredità del patrimoniodi Architettura Moderna è al centro dell’attenzione e dell’approfondimento sia da partedegli addetti al restauro che dell’opinione pubblica, nazionale ed internazionale. Altema hanno già dedicato particolare attenzione le riviste ‘ANANKE e RECUPERO ECONSERVAZIONE con ASSORESTAURO nelle ultime due edizioni del Salone delRestauro di Ferrara. Quest’anno il convegno promuove un approfondimento sia teoreticoche istituzionale (e gestionale) sulle ragioni, sugli obbiettivi e i modi della conservazionedel Moder no all’insegna di due parole-chiave come “IDENTITA’” ed “AUTENTICITA’”,che hanno il compito di fungere da cartine di tornasole per il buon esito degli interventi.

ore 14,00Coordina: Elisabetta Fabbri, Direttore del progetto di ricostruzione della Fenice e

direttore del progetto di restauro del Teatro alla Scala di MilanoElio Garzillo, Dirigente Generale del Dipartimento per la Ricerca, l’Innovazione e

l’Organizzazione al Ministero per i Beni e le Attività CulturaliMarco Dezzi Bardeschi, Ordinario di restauro architettonico, Politecnico diMilano; direttore rivista ‘ANANKESandro Scarrocchia, Docente di Metodologia della progettazione, Accademia di BreraVittorio Sgarbi, Critico d’arte, Assessore alla Cultura al Comune di Milano

ore 16,00: RASSEGNA DI ESEMPICarla Di Francesco, Soprintendente Regionale per la Lombardia

Chiesa di Giò Ponti all’Ospedale S.Carlo a MilanoMarco Dezzi Bardeschi e Laura Gioeni

Il Restauro del Moderno: una Galleria di casi critici

ore 16,30: DIBATTITOModera: Cesare Feiffer, Direttore della rivista Recupero e Conservazione, Docente diRestauro Architettonico, Roma IIIIntervengono, con i precedenti relatori: Rolando Bellini, Accademia di Brera; GiuseppeCruciani Fabozzi, Università di Firenze; Maria Adriana Giusti, Università di Torino;Gianfranco Mingardi, Restauratore; Bruno Morassutti, Architetto

PIANETA RESTAURO: 1964-2006DAL RESTAURO ALLA CONSERVAZIONE

Enti patrocinatoriMinistero per i Beni e le Attività CulturaliICOMOS International Council of Monuments and Sites, Comitato ItalianoICCROM International Centre for the Study of the Preservation and Restorationof Cultural PropertyPolitecnico di MilanoFondazione Politecnico di Milano

Comitato PromotoreMichael Petzet, Presidente ICOMOS Internazionale, ParigiRoberto Cecchi, Direttore Generale Beni Architettonici e per il Paesaggio,

Ministero per i Beni e le Attività CulturaliMarco Dezzi Bardeschi, Presidente Comitato Italiano ICOMOSGiulio Ballio, Magnifico Rettore, Politecnico di MilanoGiampio Bracchi, Presidente Fondazione Politecnico di Milano

Direzione e coordinamento generaleMarco Dezzi Bardeschi ([email protected])

Segreteria scientifica di coordinamento internazionaleGaya Jungeblodt, ICOMOS, Parigi

Segreteria organizzativa, coordinamento ed editing dei cataloghiRossana Gabaglio, Sonia Pistidda, Marta Castaldini, Alessandra GandiniRedazione della rivista ‘ANANKEvia Durando 10 Milano 20158, tel 0223995656Politecnico di Milano, Dipartimento di Progettazione dell’ArchitetturaAllestimento: Andrea Grilletto, Daniela Mirandola, Gaya Perniceni

Grafica: Lo Studio di Vittorio Locatelli

SponsorBioCalce Respira, Colabeton, San Marco Terre per l’Architettura, Tecno Futur Service,e Maxfor

Inaugurazione: venerdi 23 marzo 2007 ore 11.00

PROSSIMA TAPPA DELLA MOSTRA

GUBBIO, DAL 14 GIUGNO 2007SALONE DEL PALAZZO PRETORIO IN PIAZZA DELLA SIGNORIACON IL TERZO CONVEGNO MIRABILIA URBIS SUL TEMA

INNOVAZIONE E PROGETTO PER LA CITTA’ ESISTENTE

Una operante nuova cultura della conservazione oggi non può non inserirsi nei proces-si di sviluppo secondo un’ottica di tutela dinamica tesa a superare la presunta dicotomiatra conservazione e innovazione, dalla quale entrambe queste ultime escono penaliz-zate. Unire al rispetto e alla cura dell’esistente la cultura del progetto contemporaneosignifica accendere un inedito dialogo di pietra fra città esistente e nuova architettura diqualità . Il progettista inserendosi con tecnologie e materiali innovativi nella crescentestratificazione in atto della città agisce come “un veggente che guarda all’indietro” (W.Benjamin, Angelus Novus)

giovedì 22 marzo 2007 ore 14.30-18.30Sala Marfisa, primo piano, atrio