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  • 7/30/2019 Il Ve(T)ro - 5

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    Il Ve(T)roLavoro, famoso principio costituzionaleLItalia una Repubblica democratica fondata sul lavoro.

    Cosi recita il primo articolo della nostra amata Carta Costituzionale.Amata si,ma non molto seguita e al contempo non rispettata. Infatti se

    andiamo adosservare le statistiche che riguardano il tema del lavorooggi, possiamo insieme comprendere la reale e dannosa situazione chegrava non gi purtroppo sulle avvenenti generazioni, ma oramai sututta la classe lavorativa nazionale ed in particolar modo, nel caso cheaffronta questoggi il Vetro, proprio la classe operaia. La crisi ha im-portato grandi novit sul piano occupazionale, in quanto mentre negliscorsi decenni quello che faceva paura era maggiormente il problemadelle future generazioni delle quali era incerto il prospetto lavorativo,adesso a perdere il lavoro, creando un profondo dissesto e una gran-de indignazione verso le Istituzioni, sono proprio quei padri e quellemadri di famiglia sulle quali spalle gravano altre bocche da sfamare enon solo. Ed proprio questa la realt che ha stravolto gli operai dellaFiat degli stabilimenti di Pomigliano, Termini Imerese e in generaletutto il sistema lavorativo. Riforma del mercato del lavoro, art.18, rap-

    porti con i sindacati di categoria, generazione di inattivi che aumenta,argomenti importanti si, ma che di certo non riescono a risolvere legrottesche cifre che ci si presentano ogni giorno sotto i nostri occhi. Idati Istat parlano chiaro:A marzo 2012 gli occupati sono 22.947 mila, in diminuzione dello0,2% rispetto a febbraio (-35 mila unit) e dello 0,4% rispetto a marzo2011 (-88 mila unit). Il numero dei disoccupati, pari a 2.506 mila,aumenta del 2,7% rispetto a febbraio (66 mila unit). Il tasso di disoc-cupazione si attesta al 9,8%, in aumento di 1,7 punti rispetto allannoprecedente. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, pari al 35,9%,in aumento di 2 punti percentuali rispetto a febbraio e il tasso di inat-tivit si posiziona cos al 36,7%. Ci ritroviamo qui, a proporvi quindi,questa annosa questione, in occasione della presentazione di un libro-inchiesta sulla storica vertenza dello stabilimento Fiat a Pomigliano,

    svoltasi nella sala consiliare del comune di Carpineto Romano il gior-no 28 Aprile. Ci che viene proposta questa riessione su ci che

    rappresenta il lavoro oggi e come ricordiamo, quali sono gli effetti chesono scaturiti dallaccordo tra sindacati e i dirigenti Fiat e ci si chie-de se con questultimo si abbiano effetti anche al di fuori del mondooperaio. Quello che ci auguriamo che si presenti un interesse ancheda parte delle giovani generazioni, ad esempio con la lettura di questolibro-inchiesta, proprio per capire in concreto quali siano veramente iproblemi reali che stanno dilaniando lItalia.

    Lionel Hutz

    Periodico intramurario dinformazione trasparente Anno 1 - Numero 5 13-05-2012

    ECONOMIA

    pagina 2

    CRONACA

    pagina 3

    SOCIETA

    pagina 4

    Il Ve(T)ro posa in Redazione

    CULTURA

    pagina 5-6-7

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    a pag. 2

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    Il lavoro dopo Pomigliano

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    Cosa cambia dopo la storica vertenza voluta da Marchionne

    Sarebbe un titolo comico se solonon fosse associato alla tragica re-alt del lavoro in Italia. InveceNuo-va Panda schiavi in mano (DeriveApprodi, 2011) un libro-inchie-sta sulla storica vertenza dello sta-

    bilimento Fiat a Pomigliano. Cosarappresenta quellaccordo? Cosa

    cambia dopo la rma? Davvero ri-guarda soltanto il mondo operaio?A queste domande si cercato dirispondere sabato 28 aprile, pres-so la sala consiliare del Comune diCarpineto in occasione di un dibat-tito - organizzato dall Associazio-ne Navigatori - che, partendo dallibro in questione, ha voluto ragio-nare sul mondo del lavoro oggi.

    Valentina Prosperi e due giovaniricercatori (precari), tutti e tre co-autori dellinchiesta hanno illu-strato con chiarezza la tesi che sot-tende la loro ricerca:Nuova Panda

    schiavi in mano nasce come ana-lisi oggettiva del cambiamento incorso nel mondo del lavoro. Che

    poi, nello specico, il tentativo

    di rispondere allannosa questio-ne del perch la politica ha elimi-nato il tema del lavoro dalla suaagenda. Ma andiamo con ordine.La sentenza Pomigliano riguarda3 snodi fondamentali del lavoro: ilcapitalismo italiano, lorganizza-zione del lavoro e le conseguenzesui rapporti sindacali. Scopo (rag-giunto) dellaccordo lo sfrutta-mento della crisi mondiale in atto

    per il completamento in Italia del

    passaggio che dal capitalismo ap-proda a un regime di neoliberismo.La crisi, in parole povere, ha dato

    alla classe dirigente la possibili-t di decidere come ri-regolare illavoro in fabbrica. Oggi il nuovo

    riassetto si basa sulla retorica dellazienda famiglia in virt dellaquale si fa credere alloperaio chelui e il padrone si trovano sullastessa barca (la crisi) per cui beneche insieme collaborino cos danon soccombere alla concorrenza.Ecco quindi che alle tute blu ri-chiesta pi essibilit per avere

    maggiore produttivit, inevita-bimente tradotte in rinuncia deidiritti (a Pomigliano il lavoratoremanovra in spazi stretti che allalunga gli causano problemi sici;

    si va al bagno in pause brevissimechiedendo prima le chiavi al ca-

    poreparto; a ne turno, loperaio

    in una stanza con pareti di vetro,risponde a domande su eventuali

    problemi avuti nello svolgimentodelle sue mansioni). Ma Pomiglia-

    no e l azienda famiglia sono uninganno perpetrato al pi debo-le e il ne ultimo presto detto:

    rivolgere il ruolo del sindacato chenon deve pi contrattare, ma colla-

    borare e organizzare la forza lavoroinsieme allazienda per raggiunge-re con essa gli obiettivi produttivi.Come si ricorder, solo la Fiomnon rm quel subdolo accordo

    (Fim, Uilm, Fismic dissero s)

    giocato sulla paura dei lavoratori.Da quel momento, Marchionne addirittura arrivato al punto di sce-gliersi i sindacati con cui interlo-quire.Per non parlare delle bugiedellamministratore delegato Fiat:non tutti i cassintegrati sono statirichiamati in fabbrica e la venditadi 260mila Panda allanno s ri-

    velata pura fantasia.Di chi la colpa? Al solito: della po-litica, che ha rinunciato a lottare suun tema imprescindibile per ogniPaese civile. Va bene la destra sto-ricamente lontana dalle politicheoperaiste, ma scoprire la sinistracollusa col potere manageriale stato un tradimento imperdonabi-le.Ora che il rischio che il model-lo Pomigliano si estenda non soloalle fabbriche, ma a tutti i settoridel lavoro (e siamo a buon punto),ci si chiede cosa fare. La risposta,antica ed originale insieme, unasola: rilanciare la partecipazionedal basso, insistendo afnch la

    politica smetta di parlarsi addossoe scenda nalmente al livello dei

    bisogni di tutti.

    Iva Evasa

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    Allindomani della tragica scom-parsa del calciatore del Livor-no Piermario Morosini, in moltihanno cominciato a porsi qualchedomanda sullimportanza della

    presenza dei debrillatori negli im-pianti sportivi. Il Vetro nella scorsauscita, ha denunciato lassenza del

    macchinario salva-vita nel nostroimpianto sportivo con larticoloDivertirsi in sicurezza, ed il fatoha voluto che luscita di questoarticolo coincidesse con la scom-

    parsa del giovane calciatore. Unacoincidenza nefasta che in molti,simpaticamente, ci hanno fatto no-tare. Per a quanto pare la nostra

    provocazione e le nostre perplessi-

    t sullargomento sono rimaste talied invariate poich non abbiamoricevuto risposte n dallAssesso-re competente, n tantomeno dai

    presidenti delle varie associazionisportive che popolano quotidiana-mente il Galeotti. Credo che tut-ta la popolazione gradirebbe unamaggiore attenzione su un temacosi importante e delicato soprat-tutto alla luce degli ultimi accadi-menti. In Italia muoiono 73mila

    persone allanno per arresto car-diaco improvviso, si viaggia aduna media spaventosa di 200 de-cessi al giorno. La percentuale diarresti cardiaci durante una qual-siasi attivit sportiva del 60 %,ossia pi della met. Giorgio Car-

    bone, il presidente nazionale dellaSIMEU (societ italiana di medi-

    cina demergenza-urgenza), spie-ga che nella maggior parte dei casilacquisto di un debrillatore nei

    campionati dilettantistici, av-viene soltanto immediatamentedopo una tragedia simil-Morosini. come se chi di dovere, lo facesse

    pi per stare in pace con s stesso,per pulirsi la coscienza piuttostoche per prevenire eventuali bis.Il Parlamento italiano ha legifera-

    to in materia soltanto con la L.120del 13 aprile 2001 che al suo art.1afferma che possibile lutiliz-zo del debrillatore automatico

    in sede extraospedaliera anche dapersonale sanitario non medico,nonch dal personale non sani-tario che abbia ricevuto una for-mazione specica nelle attivit di

    rianimazione cardio-polmonare.

    Altre proposte sono state presenta-te ma o si sono schiantate controil muro della burocrazia italiana,o non hanno visto la luce a causadellinterruzione della legislatura.Questa legge per non impone la

    presenza del debrillatore su tutti i

    campi sportivi, ma delega linizia-tiva alle Regioni. Tutto ci nono-stante le linee guida internaziona-li stabiliscano che in unarea con5 milioni di abitanti si dovrebbedisporre di almeno 5-6mila de-

    brillatori per poter agire con tem-pestivit e garantire la massimasicurezza degli interventi. In Italias, noi disponiamo di 5-6mila de-brillatori, ma sparsi sullintero

    territorio nazionale! ! Non notateuna leggera sproporzione? Conlaggravante poi, che a promuo-

    vere e ad agire quasi sempre ilvolontariato e non le Istituzioni.Facciamo lesempio del nostro

    impianto sportivo: non sono statefatte convenzioni con le ambulanze(parliamo di circa 1000 euro lan-no, non di cifre astronomiche), nonabbiamo un debrillatore (basta

    consultare internet per vedere cheun debrillatore ha un prezzo che

    parte dai 1000 euro sino ad arriva-

    re ai 10mila per le apparecchiaturedi massima qualit, non una spesaesagerata considerandone lutili-t). Calcolando che la Semprevisagioca in un campionato di Primacategoria e la presenza di questeapparecchiature obbligatoria sol-tanto dalla Serie A alla Serie D..Un esempio emblematico di quan-to possa fare poco notizia la vita

    rispetto alla morte rappresentatoda Massimo Proietti, un 46ennegiocatore che non milita in SerieB ma nella Terza Categoria della

    provincia di Piacenza, il quale, lostesso giorno in cui si verica-to il dramma di Morosini, statocolpito da un infarto mentre gio-cava una partita con la sua Li-

    bertas Amatori e salvato soltantodallintervento di un dirigentedella sua societ abilitato ad usareil debrillatore presente in quella

    struttura gi da qualche anno. Noioltre a rinnovare il nostro sloganinvestire oggi, per non pentir-si domani, rinnoviamo soprat-tutto lappello allAmministra-zione Comunale, nella speranzache cominci a muoversi davvero.

    Chacun son gout

    I defibrillatori nei dilettanti sono

    merce raraContinua la campagna di sensibilizzazione de Il Vetro

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    Giovani ed EticaUn aiuto dal passato per realizzare il futuro

    Cera un tempo in cui vigeva lanecessit di sapere, di conoscere,di non arrestarsi alle apparenze;

    un tempo dove lo spingersi al dil delle proprie certezze era undovere imprescindibile per chi siconsiderasse libero ed indipenden-te. Cosa rimane di tutti gli stimoli

    comunicativi espressi nei secolida artisti, letterati, poeti, giuristi?Oggi ci che conta seguire lamoda, perch lapparenza la fa da

    padrone; conformarsi alla mas-sa, perch essere unici sembra undifetto anzich un pregio. Perditadi certezze e di ducia in un do-mani che sembra lontanissimo,accorcia i tempi e le tappe che i

    normali adolescenti dovrebberoseguire passo dopo passo, gustan-do ogni cambiamento ed esperien-za, perch in essi risiedono le basidel carattere di una persona. Nonsi parla di una banale analisi dellasociet, ma di un preoccupante fe-nomeno che colpisce le c.d. nuovegenerazioni, che le rende schiavedi un mutismo-espressivo, ren-dendoli incapaci di assorbire gliinsegnamenti che la vita offre e nelcontempo rendendoli schiavi di unsistema, basato sullapatia etica esulla perdita di valori essenziali(famiglia, amici..). Secondo im-

    portanti professori- psicologi, tracui Antonio Meneghetti,luomoha ricevuto il libero arbitrio peressere impresario di se stesso;

    in parole povere, i giovani devo-

    no sempre farsi carico di crear-si da soli stimoli e ricercare tra itanti messaggi provenienti dalla so

    ciet, quelli che pi rispecchianolobbiettivo di scoprire se stessi.Purtroppo versiamo in una situa-zione in cui difcile liberarsi

    dalle catene imposteci dalla TV-spazzatura, da personaggi pubbli-ci che inuenzano in modo am-

    biguo le giovani menti, ma non

    tentare di spezzare questo giogo,equivarrebbe a rendersi complicidi esso. Riscoprire vecchi valo-ri provenienti dai saggi consiglidei nonni, dei padri, di una vitasociale sana, incentrata sulla vo-glia di conoscere e comprendere,anzich giudicare ed evitare,sullariscoperta di giochi educativi, di

    apprendimenti formativi (valoriz-zazione arte, letteratura, poesia,diritto) possono essere alcuni deitantissimi modi di curare, ma so-

    prattutto, di prevenire la crescitadei giovani. Essi hanno menti bril-lanti e malleabili, devono perciessere protetti e ispirati nella ma-

    niera giusta. Tutto ci possibilegrazie allinterazione tra vecchie enuove generazioni: i giovani han-no il diritto-dovere di apprenderetutto ci che possono; gli adulti

    dal canto loro per, dovrebberoaccompagnarli in questo percor-so, poich rappresenta una fasedelicata della loro esistenza. Unavolta indirizzati e resi coscien-

    ti della loro individualit, fortidi aver ricevuto uneducazionee valori degni di questo nome, igiovani avranno una pi profon-da consapevolezza delle proprie

    potenzialit e potranno affrontarequel lontanissimo domani inmaniera pi saggia e pronta. Sideve ridare speranza alle nuovegenerazioni, anche se tutto non vacome dovrebbe,poich sarebbe in-giusto da parte di chi non ha pifede, sopprimerla in chi continuaad averla, purch vi sia aggiuntoal dire anche il fare, altrimenti chivive di speranze muore disperato.

    Azzeccagarbugli

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    Antonio Meneghetti uno scien-

    ziato ed un umanista che ha fonda-to lOntopsicologia e lOntoArte.

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    Il calcio come vetrina

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    Fabrizio Centra si impone alle cronache del calcio regionale

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    Storie di Donne Immortali

    Rita Levi Montalcini, una vera forza della natura.

    Le donne sono la colonna vertebrale delle societ.Queste le parole pronunciate dallaneurobiologa, scienziata nonch senatrice a vita Rita Levi Montalcini. Una donna sopravvissuta adue guerre, che ebbe la tenacia di inseguire la curiosit intellettuale per le neuroscienze, che visse ilsecondo conitto mondiale fuggendo dalla persecuzione nazista, poich ebrea sefardita, allestendo un

    laboratorio casereccio in ogni dove per continuare i suoi studi. NERVE GROWTH FACTOR, questo il nome del risultato ottenuto da una donna che ha scelto di sposarsi con la scienza, rinunciando allavita coniugale e alla gioia della maternit. Nel 1986 arriv il Nobel per la Medicina con al seguito unamoltitudine di riconoscimenti da tutto il mondo. Combatte per promuovere la scolarizzazione tra ledonne africane e allontanarle dai soprusi e dalle ingiustizie. Nei giovani ripone speranze, perch sem-

    pre coltivino la curiosit verso un mondo che progredisce. La sua mente giovane e geniale racchiusa

    in un corpo che lentamente labbandona, ma: Io non sono il corpo, io sono la mente.

    Veritas filia temporis

    Fabrizio Centra ovvero un carpinetano che sta attraversando una prateria sconfnata costellata di successinel mondo del calcio dilettantistico. Mai un carpinetano aveva avuto lopportunit come lui di allenare unasquadra nel campionato di eccellenza. Lui, Fabrizio, ci riuscito e questanno allena la Vis Artena Calcioin eccellenza - girone B del Lazio. La sua carriera calcistica di allenatore segnata da innumerevoli successinei campionati giovanili. Con le squadre giovanili del Colleerro e della Vis Artena ha vinto praticamentetutto. Due coppe Lazio ( Coppe Tortora )vinte consecutivamente nel settore giovanile con la Vis Artenasono il suo biglietto da visita: praticamente nessuno prima di lui ci era riuscito. Fabrizio un carpinetanocon un carattere di erro e questo il suo lasciapassare oltre allapproccio positivo e al coinvolgimento

    totale che ottiene dai ragazzi che giocano per lui. Riesce a are squadra e ad estrapolare dalle viscere piremote dei giocatori il meglio delle loro qualit, questo il segreto del suo successo oltre alla competenzaindiscussa maturata nel corso degli anni dallalto della sua proverbiale passione. La Comunit di CarpinetoRomano lo vuole omaggiare per i meriti acquisiti sul campo grazie al carattere orte di questo vero car-pinetano edele ai principi di onest e caparbiet che sono alla base del suo ottimo lavoro e che si trovanonel DNA di tutti i nostri concittadini abituati a combattere quotidianamente con i problemi che la vita e ilmondo del lavoro ci impongono.Grazie a Fabrizio per questo squarcio di clamore che sta assicurando in modo positivo alla nostra comuni-t dallalto dei suoi successi che sta ottenendo meritatamente nel mondo del calcio.

    Lettore Anonimo

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    La costituzione Italiana, panaceadi ogni diritto, atto di importanzafondamentale per la RepubblicaItaliana, oggi pi che mai risultaessere un documento chiaro e lim-

    pido la cui semplicit a volte lascia

    spiazzati. E cos facile da leggereche non sembra neanche un testolegislativo, semmai un diario di100 pagine scritto da qualche scrit-tore del novecento in un momen-to di pausa. Se la paragoniamo aqualunque altra legge dello stato cirendiamo conto che la costituzio-ne stata scritta per essere capita.

    Non si trovano punti oscuri, sem-

    mai si trovano articoli illuminan-ti di incredibile forza evocativa.Quando un uomo legge un testocome quello si sente orgoglioso diappartenere ad una nazione cosgrande, se fossi straniero e lo leg-gessi penserei: ci devo andare avivere in una nazione come quel-la. Ed proprio rileggendola chesale la rabbia, si capisce quale ladistanza siderale tra la Costituzio-ne scritta e quella applicata, la fa-moso frase: tra il dire e il fare, cista a pennello. Ma questo il bellodegli Italiani in teoria sono capa-ci di ogni cosa, si perdono sem-

    pre nella pratica. Esempio quantomeno imbarazzante di quanto ap-

    pena esposto, risulta essere l art36 della costituzione, che recita: Il lavoratore ha diritto ad una retri-

    buzione proporzionata alla quanti-t e qualit del suo lavoro e in ognicaso sufciente ad assicurare a s

    Che bella la Costituzione

    Italiana

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    Alone in the dark getta un ombra sullarticolo 36

    e alla famiglia unesistenza liberae dignitosa.La durata massima della giornatalavorativa stabilita dalla legge.Il lavoratore ha diritto al ripososettimanale e a ferie annuali retri-

    buite, e non pu rinunziarvi. (scritto veramente cos se non cicredete andate a dare un occhia-ta!!!)

    Che cosa dire... larticolo impec-cabile, chiaro, esaustivo. Possiamocontrobatterne ogni riga e sostitu-

    Il Lavoratore non ha diritto aduna retribuzione equa, per potermantenere la sua famiglia deve

    barattare la sua libert con quelladel glio. Il Lavoratore schia-vo della sua retribuzione e deve

    lavorare anche la domenica perpotersi assicurare la sopravviven-za. Quanto esposto nei commi pre-cedenti vale soltanto per i giovani

    precari, mentre coloro che hannoavuto la fortuna di nascere qualcheanno prima, possono crogiolarsisugli allori. E fatto obbligo allarepubblica di tutelare ogni formadi abuso contrattuale, altres ogni

    giovane volenteroso deve accet-tare forme di contratti lavorativifantasiosi. In virt del principiodella semplicazione, opportuno

    preferire, ai soliti contratti com-plessi ricchi di articoli e commi,un contratto scritto su un foglio A4, mai superiore a due. Il precarionon pu avvalersi dei sindacati. Ilsindacato tutela solo i suoi iscrittie coloro che non hanno bisogno ditutele. Il giovane lavoratore nonha diritto alla famiglia, bens hadiritto ad un esistenza mediocre eindegna.

    Alone in the dark

    Articolo 36

    Il lavoratore ha diritto ad una retri-buzione proporzionata alla quantit e

    qualit del suo lavoro e in ogni caso suf-

    ciente ad assicurare a s e alla famiglia

    unesistenza libera e dignitosa.

    La durata massima della giornata lavo-

    rativa stabilita dalla legge.

    Il lavoratore ha diritto al riposo settima-

    nale e a ferie annuali retribuite, e non

    pu rinunziarvi.)

    La lapide del caro estinto articolo 36 da

    poco aggiunta nel cimitero della costitu-

    zione (qui sotto ne riportiamo il testo).

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    Vivere la letteratura

    Un uomo (O.Fallaci 1979)Essere un uomo signica avere coraggio, avere dignit. Signica credere nellumanit. Signica amare

    senza permettere a un amore di diventare un ncora. Signica lottare. E vincere. Queste sono alcune

    tra la parole pi belle e struggenti che sono racchiuse nel romanzo della Fallaci. A dirle fu AlexandrosPanagulis, patriota, poeta ed eroe nazionale greco,protagonista di Un uomo. Il romanzo ci viene nar-rato dalla stessa Fallaci, che fu la sua compagna di vita e che gli stette accanto in tutte le sue battaglie.Di idee virate verso la libert e la democrazia, Panagulis fu il pi grande oppositore del regime deicolonnelli che prese il potere in Grecia negli anni 60. La storia di Alekos inizia con il fallito attentatoverso il dittatore Papadopulos, atto che provoc la sua carcerazione.Ma proprio in carcere che Alekos diviene il simbolo della resistenza greca. In carcere Alekos subiscele torture pi atroci e le pi pesanti umiliazioni, vive nella solitudine totale e solamente grazie alla forzadei suoi ideali di libert Alekos riesce a non cadere nel baratro della follia. In questo periodo Alekosscrisse le sue poesie pi famose. Alekos riut un permesso per far visita al padre morente ed in seguito

    ad un amnistia concessa ai detenuti politici, come protesta verso la dittatura. Quando cadde il regimeAlekos divenne parlamentare e cominci la sua personale caccia verso tutti i politici suoi colleghi cheappoggiarono i colonnelli. Ma proprio la sua missione che lo port alla morte,infatti venne in pos-sesso di documenti segreti che provavano la colpevolezza di alte cariche dello stato. Un uomo unromanzo crudo, suggestivo ma allo stesso tempo minuziosamente reale,malinconico e poetico. Alekos morto per un ideale, per la libert del popolo del popolo greco e di ogni uomo sfruttato. Ma Alekosnon vorrebbe essere ricordato come un eroe, come un patriota o come un esempio di vita, ma solamente

    come un uomo.

    Kovskij

    Pillole di storia

    La convivenza civile in un paese deve essere alla base di ogni tipo di relazione. Ciascun

    individuo deve avere la libert di esprimere i propri desideri e ambire alle proprie aspi-razioni in ogni campo: lavorativo, sociale, politico ecc. Lo stato deve garantire la difesaed il rispetto dei diritti umani, riconosciuti dal diritto internazionale e promuoverli inogni strato sociale, e combattere ogni tipo di discriminazione. Oggi vogliamo ricordare lalegge 180/1978 (gi legge Basaglia), con la quale si impose di chiudere i manicomi, e siregolament il trattamento sanitario obbligatorio, ridonando ai malati la propria dignit.

    I manicomi erano luoghi ameni, di contenimento sociale, dove i pazienti erano spesso lasciati a sestessi, maltrattati, senza la possibilit di esprimere i propri bisogni; questa realt purtroppo oggi vie-ne rivissuta attraverso la piaga degli ospedali psichiatrici giudiziari. Come possiamo vedere, la storia piena di buoni esempi; il guaio che spesso luomo tende ad allontanare ci che diverso, e non a

    comprenderlo.

    Azzeccagarbugli

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    Carpineto Romano , 13/05/2012Responsabile Layout,Prof. Moriarty

    La pagina dei lettoriCari cronisti del vetro,ho letto con attenzione lultimo numero del vostro giornalino e, mi sono soffermato a leggere con attenzione larticolo il regimedei piccoli comuni, ho notato che si parla di spesa pubblica, e di come la politica serva ad aggiustarsi i propri comodi.Il mio discorso lo articolo in tre punti:

    1) Tutto vero, ma c un ma, attenzione a parlare di riduzione della spesa pubblica perch dentro quella voce troviamo la scuola,lasanit,i servizi sociali e welfare,poi vero che i partiti politici con gli anni hanno occupato e creato carrozzoni sia locali cheregionali e nazionali,e che sono serviti agli stessi partiti per costruire il proprio consenso elettorale,ma io ricordo quando ungrande politico Enrico Berlinguer denunci la questione morale e tutti fecero orecchie da mercanti,io vi do un consiglio andatea rivedere lintervista che giovanni minoli fece proprio a enrico berlinguer e vi accorgerete che attualissima.2) Dobbiamo dire a proposito del Comune di Carpineto Romano,che non tutti ricoprono incarichi pubblici o poltrone, ad esempioil sottoscritto che si alza ogni mattina per recarsi sul posto di lavoro che dista cinquanta chilometri e lavora presso un azienda

    privata,e percepisce uno stipendio di 850,40 euro.3) Per quando concerne il vostro giornale ho trovato che sotto ogni articolo non vi rmate con nome e cognome, questa cosa se

    permettete mi da un p fastidio, e vi spiego il perch, quando ci si espone pubblicamente , ci si mette la cosiddetta faccia,ve lodice uno che, allepoca, ha militato dentro la FGCI federazione dei giovani comunisti italiani,e ho collaborato nella stesuradel giornalino dove sotto ogni articolo ci rmavamo con nome e cognome perch abbiamo sempre creduto che ogni individuo

    possa esprimere ogni propria idea attraverso giornali,tv,radio,ma ci deve essere anche un senso di appartenenza, attraverso ipropri articoli e non ci si deve vergognare di avere idee e pensieri opposti ad altri, anzi il giornalista che scrive deve essere ero

    delle proprie idee, vi porto un banale esempio: ma voi ve lo immaginate un qualsiasi quotidiano che alla ne di ogni articolo

    invece di trovare il nome del giornalista trovate un altra cosa ma quel giornalista che cosa ne penserebbe? Guardate,non siamosotto regime totalitario ma viviamo nella repubblica dove ogni idea pu essere espressa in maniera limpida e trasparente percicredo che, fareste bene a scrivere i vostri nomi e cognomi per un senso dappartenenza e di orgoglio e ve lo dice uno che non si mai vergognato o nascosto dietro altri nomi di essere COMUNISTA.

    MAURIZIO MELONI CONSIGLIERE CON DELEGA AL LAVORO DEL MOVIMENTO DEI BENI COMUNI

    Gentile lettore,

    grazie per le considerazioni. La redazione ci tiene a precisare che la scelta di pubblicare i propri articoli con degli pseudonimi

    non per timore da esposizione, bens per portare i lettori a soffermarsi pi sul contenuto che sul nome dellautore come

    gi stato ribadito in pi occasioni. Apprezziamo molto la sua chiarezza nei contenuti e la avvisiamo che questa e-mail sar

    pubblicata nel prossimo numero. Continui a seguirci e non esitare mai ad esprimere la sua opinione sui nostri pezzi o ad inviare

    suggerimenti nei prossimi numeri.

    La redazione

    [email protected]

    Nel prossimo numero

    -Il Dilemma IMU

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