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    Il Ve(T)roProvvidenza Indesiderata

    Periodico intramurario dinformazione trasparenteAnno 4 - Numero 33 10/10/2015

    MUCCHE-

    pagina 2

    ATTUALITA-

    pagina 3-4

    CRONACA-

    da pagina 5-6

    RUBRICHE-

    pagina 7-8

    Il 99 giorno EARTH fece ricorso al TAR e il TAR ripristin la mucca in strada a sua immagine e somiglianza.

    E fu sera e fu mattina...

    Il CONSIGLIO DI STATO vide quanto aveva fatto il TAR, ed ecco, era cosa molto buona (almeno per ora).

    E fu sera e fu mattina.

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    The Walking Cowssono tornate, sono tra di noi!

    Quattro chiacchiere al bar per passare la serata, della buo-na musica e la vecchia solita compagnia di amici che non ci abbandona mai. Uno sguar-do allorologio e ci rendiamo conto che tardissimo: Va bene raga, je radducio (torno a casa). Ce vedimo addom! Salutata la combriccola ci inol-triamo per le desolate stradi-ne del paesello, accompagna-ti solamente dallabbaiare di qualche cane in lontananza. Che pace! Che tranquillit! Casa ormai a pochi passi, tiriamo fuori il mazzo di chia-vi, stiamo per inserirle nella toppa quando allimprovviso unenorme ombra dietro le nostre spalle ci oscura la vi-suale. Ci voltiamo lentamente con le mani tremanti, il cuore allimpazzata pompa sangue ovunque, la pelle assomiglia cos tanto a quella di unoca che il nostro naso sembra stia diventando un becco..e poi la vedi: MUUUUUUUUUUU! Que-sto episodio potrebbe sem-brare ispirato alla famosa serie horror americana The walking dead, in cui i prota-gonisti devono vedersela con zombie appostati nel buio, che ad ogni buona occasione tentano di sbranarli; invece tratto dalla cronaca carpi-netana, vita vera e reale, in cui presenze silenziose si ag-girano per le vie del centro, mordendo fortunatamente (almeno per ora) solo i ciuffi di erba, cespugli ed erbacce presenti ovunque nella nostra verde comunit. A chi non mai capitato di trovarsi una mucca davanti casa, nel mo-

    mento in cui stava rientrando? Noi cittadini conosciamo cos bene la gravit del proble-ma che possiamo permetter-ci di scherzarci sopra: anche il sindaco e le rappresentan-ze politiche conoscono bene questa annosa questione, tanto che nel novembre 14 stata emanata unordinanza (ord. 24/11/14) con la qua-le si prendevano, finalmente, seri provvedimenti contro le gitarelle per il paese dei bo-vini. Tutti credevano che il lieto fine, dopo anni di pau-ra e pericolo, fosse a portata di mano; invece no! Spunta direttamente da Roma, lAs-sociazione animalista EARTH, paladina delle walking cows. Questa associazione ricorre contro lordinanza del Sinda-co Battisti, trascinando il no-stro Comune davanti al TAR del Lazio. Alla fine del proces-so di primo grado, il giudice contro ogni aspettativa, sta-bilisce che lordinanza venga sospesa, dando ragione ad EARTH. A questo punto si dovuto rimediare alla scon-fitta, presentando in secondo grado appello al Consiglio di Stato. Naturalmente le noti-zie che sono serpeggiate in questo periodo al riguardo, si basano su nozioni giuridiche poco solide. Smentiamo vari giornali locali e non, affer-mando che in secondo grado il nostro comune ancora non ha perso. Chi dice il contrario o malinformato, o malin-tenzionato, poich da come si apprende sul sito istituzionale del Consiglio di Stato, per ora lunica cosa che stata de-

    cisa riguarda laccoglimento o meno dellistanza cautela-re, presentata dal nostro co-mune al giudice, in base alla quale si chiede in poche pa-role di poter ridare efficacia allordinanza sospesa del no-vembre 14, in maniera tem-poranea, fino alla risoluzione finale del processo. In questo modo si pensato di evitare pericoli, tutelando la cittadi-nanza almeno fino alla deci-sione ultima del giudice nel secondo grado. Ma anche sta-volta, il giudice non reputan-do che sussistano i caratteri di contingibilit ed urgenza (come si legge nellordinan-za del Consiglio di Stato), con una ordinanza rigetta la richiesta, protraendo fino al termine del processo questa situazione assurda. Le muc-che nel frattempo sono torna-te a farsi vedere sempre pi spesso per le strade. Alcuni hanno cominciato a chiamar-le LE RITORNANTI, perch tornano sempre, nonostante le ordinanze comunali, lin-tervento dellASL, le fucilate di cittadini esausti, disperati o impauriti. Proprio come gli zombie di The walking dead, tornano a camminare. Sono tra noi, attendono il momento giusto per mordere qualcuno o graffiarlo con le corna, tra-sformandolo cos a sua volta in una walking cow.

    Azzeccagarbugli

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    Il wiki un sito web, co-struito appoggiandosi su un software collaborativo detto software wiki, che permette ai propri utenti di aggiunge-re, modificare o cancellare contenuti. Una raccolta di documenti ipertestuali che viene aggiornata dai suoi stessi utilizzatori e i cui con-tenuti sono sviluppati in col-laborazione da tutti coloro che ne hanno accesso. Un esempio? Wikipedia. Ed proprio sulla scia di questul-tima, che ritornando da un viaggio da Londra, Pierpaolo Farina ( giovane laureato in scienze politiche con specia-lizzazione in sociologia del-la criminologia organizzata alluniversit degli studi di Milano) ide un wiki sul fe-nomeno mafioso. Sentivo la necessit di creare una fonte scientifica e controllata sul fenomeno mafioso, che per-mettesse di riorganizzare e rendere accessibile tutta la conoscenza maturata in oltre 30 anni di lotta alla mafia in Italia. Una raccolta scienti-fica di voci che approfondi-scono e analizzano i perso-naggi, gli eventi, i processi, le dinamiche che hanno ca-ratterizzato la storia delle mafie nel nostro paese. Con Pierpaolo ha lavorato alla nascita di Wikimafia un gio-vanissimo Francesco Moira-ghi, che quando il progetto prese vita aveva appena 17 anni. I due, dopo aver fre-quentato la Summer School in Organized Crime diretta da Nando dalla Chiesa, lan-

    ciarono la prima raccolta di Wikimafia nel marzo 2013. Oggi lenciclopedia conta ol-tre 200 voci, con un esborso finanziario minimo e grazie anche ai contributi arriva-ti dalla rete. Lobbiettivo quello di fornire una risorsa libera ed indipendente, che contribuisca anche a demoli-re quegli stereotipi (coppola e lupara, la mafia presente solo al sud ecc.. ) deleteri nel comprendere la pericolosit e la complessit del feno-meno. Pierpaolo, Francesco e il loro team hanno in can-tiere anche un altro proget-to: MafiaMaps. Si tratta del primo progetto di unApp per smarthphone e tablet sullar-gomento. Grazie alla com-pleta integrazione con Wiki-mafia si avr la possibilit di avere un enciclopedia geo-grafica che aiuti il cittadino a comprendere effettivamente lentit della minaccia ma-fiosa. La mappa, una volta completata, potr visualiz-zare sulla cartina personaggi e luoghi dove la criminalit organizzata compie ha com-piuto la sua politica crimina-le: stragi, omicidi, attentati, affari. Inoltre sar possibile segnalare direttamente le iniziative e gli eventi, cos

    come rilasciare in tempo re-ale le ultime notizie di mafia provenienti da un territorio. Al momento MafiaMaps in via di rilascio esclusivamen-te per la regione Lombardia. Per arrivare a tale risultato, fondatori e soci di Wikimafia hanno lanciato una campa-gna per la raccolta di fondi ( iniziata il 21 marzo e ter-minata il 23 maggio scorso) grazie alla quale hanno ot-tenuto 17.500. LApp ver-r rilasciata nella primavera 2016 e coster 0,99 centesi-mi allanno ( costo che spe-rano di abbattere grazie agli sponsor ). Sar sviluppata sia per IOS sia per Android. Dopo il lancio della mappa lombarda seguiranno nuo-ve raccolte per continuare il lavoro sulle altre regioni italiane. Il progetto sta-to sponsorizzato anche da giornalisti, docenti ed esper-ti del settore: Sandro Ruo-tolo, Nando dalla Chiesa e Umberto Ambrosoli. Per chi vorr restare aggiornato sui prossimi sviluppi potr far-lo tramite il sito web, www.wikimafia.it, o tramite la pa-gina Facebook Wikimafia Libera Enciclopedia sulle Ma-fie.Parlate della mafia. Par-latene alla radio, in tele-visione, sui giornali. Per parlatene Paolo Borsellino.

    Zoran Ban

    WikiMafiaLibera Enciclopedia sulle Mafie

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    Il mio sangue rosso come il tuo

    Partono da lontano, molto spes-so lasciando dietro di s la pro-pria casa, ormai ridotta in un cumulo di macerie. Attraversa-no il deserto sacco in spalla e figli in braccio, non hanno nulla con s a parte la speranza. La speranza di trovare un mondo migliore in cui vivere, che sia allaltezza del loro diritto di es-seri umani. Li vedi arrivare con gli occhi della paura e del corag-gio, gli occhi di chi ormai ha vi-sto tutto. Molti di loro, dopo lun-ghe camminate, giorni e giorni senza bere e mangiare e dopo unodissea in mare, riescono ad arrivare sani e salvi. Altri invece hanno dato la propria vita per il sogno di vivere in un mondo pi degno del loro. S, perch ci sono due mondi: il nostro, e il loro. Tempo fa un immigrato, uno dei tanti, aveva un cartello appeso al collo con su scritto il mio sangue rosso come il tuo, aveva ragione: lunico colore che si riesce a vedere quello del sangue che questo esercito di uomini donne e bambini ver-sano pur di tornare alla luce, rinsavire da un mondo bastardo pregno di morte e devastazione. E quel sangue rosso come il nostro. I centri di accoglienza, lorganizzazione e lidentifica-zione per i richiedenti asilo o la speculazione sugli immigrati sono questioni su cui noi Italia-ni dobbiamo lavorarci forse an-cora molto, certo. Ma se non si cambia la mentalit e la cultura italiana non riusciremmo mai ad avere le basi necessarie per un Paese efficiente in termini di im-migrazione. Il diverso non deve pi far paura, questa lunica base da cui partire per una sana integrazione. Noi italiani siamo

    Al di l dei confini, al di l dei colori

    quelli sposati in Chiesa che poi, alloccorrenza, rinnegano lal-truismo e la bont. Siamo quelli che se un africano stupra una ragazza diventiamo razzisti (sa-rebbe come a dire mia nipote stata stuprata da un ragazzo biondo e ora odio tutti i biondi, guardate che non c mica diffe-renza). Siamo quelli che esigo-no il crocifisso nelle scuole e poi ci lamentiamo perch nelle clas-si dei nostri figli ci sono troppi stranieri. Siamo quelli che se andiamo a New York e ci dico-no: Italiano mafioso!, la pren-diamo a male: ora perch sono italiano devo essere per forza mafioso?, siamo o non siamo un tantino incoerenti? Cari ita-liani cattolici, sposati in Chiesa, battezzati e cresimati, forse ci sfugge la sacra Parola di Cristo ama il prossimo tuo come te stesso. Ecco ricordiamolo pi

    spesso e non facciamo i cre-denti solo quando ci conviene. Capisco che giudicare dalle pro-prie case, senza vestire i panni altrui, la cosa pi semplice e naturale, la pi istintiva. Capi-sco che lo spirito di appartenen-za insito nei nostri geni sin dai tempi della pietra, e quello sano e civile va anche bene. Ma dob-biamo spingerci oltre, prendere la strada della comprensione e della compassione, fermarsi e riflettere. I nostri politici, poi, infondono odio e razzismo per-ch quello il loro gioco: vanno a toccare le nostre fragilit e le nostre paure cos da generare una guerra tra poveri che porta un unico beneficio, il loro.

    Ars Dicendi

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    Qualcuno di voi avr letto articoli riguardanti le retate antimafia eseguite dalle for-ze dellordine ad Ostia da lu-glio fino a fine estate. Ebbene uno di questi articoli stato scritto per mano di Federica Angeli su Repubblica del 10 luglio. Parlava della richiesta da parte del prefetto Fran-co Gabrielli di sciogliere per mafia il X municipio, Ostia appunto. Larticolo prosegui-va con la teoria del prefetto che supponeva una pulizia vera e propria dellapparato amministrativo (circa 22.000 dipendenti) contaminato da infiltrazioni mafiose che at-tutivano, ostruivano o distor-cevano completamente il la-voro delle forze dellordine, arrivandovi con i tentacoli

    dentro, fin alle pi alte cari-che. la giornalista, madre di due figli, donna coraggiosa e indipendente, ha continuato la sua inchiesta, cercando di rompere il Muro di silenzio ed omert che ha sempre con-traddistinto e racchiuso la-zione Mafiose e chi ne era met succube e met com-plice. cita loperazione Alba Nuova che porto nel luglio 2013 allarresto di 51 perso-ne per associazione di stam-po mafioso, fino alla pi re-cente inchiesta del pm Mario Palazzi che nel 2014 porto in carcere lex direttore delluf-ficio tecnico Aldo Papalini per aver favorito le consorterie del territorio. Una donna pre-parata, che non si fermata nemmeno davanti alle calun-

    nie di associazioni antimafia di svariati municipi di Roma, in cui sarebbero poi stati in-dividuati componenti al loro interno facenti parte di note famiglie che gestivano traf-f1ici, gare dappalto e giro di vite. Tralasciando gli strasci-chi giudiziari che la vicenda ha avuto, necessario preci-sare il peso che il lavoro della giornalista (che ora necessita di una scorta 24 ore al gior-no) ha sullopinione pubbli-ca, colpita dalla perseveran-za e dalla tenacia, anche un po sfrontata che lAngeli ha avuto in questi mesi dinchie-sta. Nel 2014 ben 51 giorna-listi hanno ricevuto minacce per il loro operato antimafia solo nel Lazio. La nostra re-gione sta crescendo, (4,8 % in pi di sviluppo di imprese e servizi rispetto alla me-dia nazionale) ha bisogno di crescere sana, efficiente e sicura. Necessita questo pro-cesso di una stampa forte e libera, che si aggrappi a figu-re come quelle dellAngeli e di chiunque informi. Chi compie il mestiere di giornalista in un periodo come questo, deve sfoderare la spada dellinfor-mazione chiara e indipenden-te da disegni loschi, portando cos lesempio morale ora pi che mai necessario.

    Meno Male

    Federica Angeli e il suo esempioNessuno parla, Tutti obbediscono e chi si oppone... paga sulla propria pelle

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    GENDER effectIncontro pubblico a Segni sulla teoria tanto temuta

    Al giorno doggi con tutti i mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione, siamo continua-mente bombardati da informa-zioni. A volte si rischia di fare confusione, di cambiare idea su posizioni o avere paura di non aver capito in riferimento a de-terminati concetti. Ligi al dove-re, e motivati da testardaggi-ne d.o.c., andiamo a ricercare le fonti pure dellinformazione, mettendoci molto spesso la faccia. Pi o meno la vita as-sociativa potrebbe essere de-scritta cos, poich si vende lanima al diavolo pur di offrire alla comunit un servizio sod-disfacente. Stimolati da questi dettami, i ragazzi dellAssocia-zione segnina La Cioppra hanno organizzato per il giorno 27settembre 2015, nella sala polifunzionale del paese, un in-contro pubblico sul tema GEN-DER per fare chiarezza riguar-do questa sensibile tematica. Mattatore dellincontro lavvo-cato Gianfranco Amato (facente parte dellassociazione Giuristi per la vita). Molti di noi non avevano mai sentito parlare dei risvolti allinterno della societ della teoria GENDER, mentre moltissimi altri non sapevano nemmeno cosa fosse tale teo-ria. Ebbene, tale concetto so-sterrebbe che luomo o la donna al momento del parto non na-scerebbero maschio o femmina perch avrebbero luno o laltro organo sessuale, bens la na-tura umana maschile o femmi-nile verrebbe decisa nel corso della vita dallindividuo stesso, che determinerebbe in questo modo a seconda delle sue sen-sazioni, lessere uomo o donna.

    In poche parola questa teoria mirerebbe a minare la natura umana, trasformando luomo o donna in un soggetto neutro. Ora, intorno a questa teoria si alzato, nelle scorse settimane, un gran polverone perch non tutti riconoscono questa teoria come vera e credibile: i nega-zionisti affermano che tutta una montatura ad opera della Chiesa e dei partiti conservato-ri. Essi dicono che la tesi GEN-DER frutto di unestremizza-zione, che le parole espresse dagli organi competenti siano state travisate o mal comprese. Lavvocato Amato, contraria-mente, nellincontro segnino a supporto della sua tesi secondo la quale questa teoria esiste ed ha dei gravi risvolti sociali, ha portato molto materiale, tra cui documenti ufficiali provenienti dal Governo italiano, leggi au-straliane ed inglesi, documenti che arrivano dalla prestigiosa universit di Oxford...ma sicu-ramente gli elementi che han-no destato pi scalpore sono stati i tre volumi (uno per le elementari, uno per le medie, uno per le superiori) Educare alla diversit a scuola da di-stribuire nel circuito scolastico da lUNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali).

    Perch tanto scalpore? Perch allinterno della premessa dei libri destinati alle scuole ce-ra la definizione di omofobia, derivante dal governo italiano (che stava approntando un di-segno di legge contro lomofo-bia): da questa definizione si evincono alcuni criteri per lin-dividuazione di un omofobo, tra cui il grado di religiosit di un individuo, il fatto che esso creda ciecamente alla religio-ne, il fatto che esso sostenga che lomosessualit sia un pec-cato, che sostenga che lunica attivit sessuale lecita aperta alla vita sia quella che mira alla procreazione. Lavvocato Ama-to ha bloccato i libretti, contat-tando direttamente il governo, sottolineando quanto fossero inaccettabili tali criteri per indi-viduare la fattispecie di reato di omofobia. Il governo ha subi-to preso le distanze dallUNAR, essendo arrivate anche le scu-se ufficiali del MIUR, scrivendo una lettera di demerito per il suo direttore, ed i libri destinati alle scuole non sono mai stati distribuiti. Dalla ricostruzione dellavvocato Amato, quindi, sembrerebbe proprio che tale teoria esista e che sia gi pre-sente allinterno della societ. Dal canto nostro, a prescinde-re se ci sia definitivo o meno, invitiamo comunque ad appro-fondire e analizzare le questio-ni, ascoltare tutte le parti chia-mate in causa, perch quando si parla di informazione non si deve restare sul vago.

    Ted Buckland

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    Eroi DimenticatiDon Giuseppe Puglisi

    Nel corso degli anni abbiamo conosciuto molti grandi uomini che hanno messo a rischio loro vite per combattere la mafia chi nelle sale dei tribunali, chi con una divisa nelle stanze di una questura. Ma la lotta alla mafia spesso vede come protagonisti uomini semplici, che operano solamente per il bene collettivo. Don pino era uno di questi, era un uomo che veniva dal basso, che fece dellabito talare la sua divisa.Don pino era il parroco del quartiere Brancaccio di Palermo, una delle zone della capitale sicula pi colpite dalla piaga mafiosa.Era consapevole che un gran numero di mafiosi venivano affiliati in giovane et, cos decise di aprire il centro ricreativo per ragazzi Padre Nostro.In poco tempo il centro divent il punto di riferimento dei ragazzi e delle famiglie di Brancaccio.Don Pino era convinto che lattivit pedagogica potesse essere un ottimo stru-mento per allontanare i ragazzi dalle strade e per fornirgli un educazione ed una conoscenza per poter capire cosa era giusto o sbagliato.Voleva far capire ai ragazzi che i mafiosi non dovevano essere visti come un esempio di vita o come idoli, ma solo per quello che erano, cio dei criminali. La lotta alla mafia divent lo scopo della vita di Don Pino, tanto che nelle sue omelie si rivolgeva spesso ai mafiosi .Il messaggio del presbitero era cos convincente che attir a se molti ragazzi.Don Pino tolse una cosa senza la quale nessun gruppo criminale pu vivere, cio la manodopera. Dopo aver ricevuto diverse minacce, venne brutalmente ucciso.Persone come Don Puglisi non devono essere mai dimenticate, perch ci fanno capire che in questo Paese dilaniato dalle mafie, c ancora ancora un bagliore di luce che ci fa sperare in un futuro migliore.

    Spider Jerusalem

  • Carpineto Romano, 10/10/2015Realizzazione grafica, Prof. Moriarty

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    Piazza Gobetti, 5 Colleferro (Rm) - tel./fax 06.97.01.256

    ...Un approfondimento sul Pallio di Carpineto con impor-tanti novit dallEPC, grandi notizie sulla ciambella di

    Carpineto DOC e molto altro.

    La settimana prossima invece torner Mumbai Radio, con temi dattualit locale e nazionale, sport e come al

    solito tanta musica carpinetana.

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