Il Ve(T)ro - 30

8
NEWSLETTER : Scrivici a [email protected] per ricevere le prossime uscite in anticipo e in digitale Il Ve(T)ro Il sapore delle cose Periodico intramurario d’informazione trasparente Anno 4° - Numero 30 07/03/2015 SPORT - pagina 2-3 SOCIETA - pagina 4-5 RIFIUTI - da pagina 6-7 RUBRICA - pagina 8 Il sapore delle cose consente di distinguere ciò che ci piace da ciò che non ci piace. Ci aggiriamo tra gusti e percezioni, cresciamo valutando ciò che ci circonda e, provando, impariamo. Ma sbagliamo anche, certo. In una realtà dominata da un relativismo croni- co forse non esiste il giusto e l’ingiusto, non c’è spazio tra lo sbaglio e la correttezza, i loro contorni sono labili e si confondono. Al- cuni direbbero che non c’è morale ma a me piace pensare che non ci siano confini. Se l’oggettività non ci consola allora abbando- niamoci a noi. Se alcune cose ci disgustano, se ci indignano, se hanno un sapore amaro, al di là di quanto siano giuste o meno, resta- no cose che non ci piacciono. L’opportunismo o l’inconcludenza non ci piacciono. A volte li ingoiamo per quieto vivere ma hanno un re- tro gusto assai amaro; magari non sempre li notiamo ma spesso sono palesi e ci riguar- dano da vicino e sono lì, tra le pieghe della bandiera di una squadra di paese o tra i loghi delle società che gestiscono rifiuti. Ma alcune cose, invece, ci piacciono. Ci piace il succes- so di chi fatica per anni e arriva nello spazio e ci piace la buona volontà di giovani uomini che, in alternativa a ciò che la realtà gli offre, ricercano soluzioni migliori per il loro futuro. Detto ciò, figlio mio, ti guardo mangiare di buon cuore un minestrone e sputare il pet- to di pollo quando è stoppaccioso; sorrido quando cadi per aver provato a metterti in Il Ve(T)ro posa con la mucca. piedi e per lo stupore che manifesti davanti a tutte quelle cose che per te sono nuove e a cui io non faccio più caso. Compirai un anno quando questo numero andrà in stampa e l’augurio migliore che io, madre in prova, possa farti è quello di assaggiare il mondo per riempire la tua vita di sapori, anche se lo fai già perché metti in bocca qualsiasi cosa. Lisa

description

Il Ve(T)ro - 30

Transcript of Il Ve(T)ro - 30

Page 1: Il Ve(T)ro - 30

NEWSLETTER : Scrivici a [email protected] per ricevere le prossime uscite in anticipo e in digitale

Il Ve(T)roIl sapore delle cose

Periodico intramurario d’informazione trasparenteAnno 4° - Numero 30 07/03/2015

SPORT-

pagina 2-3

SOCIETA-

pagina 4-5

RIFIUTI-

da pagina 6-7

RUBRICA-

pagina 8

Il sapore delle cose consente di distinguere ciò che ci piace da ciò che non ci piace. Ci aggiriamo tra gusti e percezioni, cresciamo valutando ciò che ci circonda e, provando, impariamo. Ma sbagliamo anche, certo. In una realtà dominata da un relativismo croni-co forse non esiste il giusto e l’ingiusto, non c’è spazio tra lo sbaglio e la correttezza, i loro contorni sono labili e si confondono. Al-cuni direbbero che non c’è morale ma a me piace pensare che non ci siano confini. Se l’oggettività non ci consola allora abbando-niamoci a noi. Se alcune cose ci disgustano, se ci indignano, se hanno un sapore amaro, al di là di quanto siano giuste o meno, resta-no cose che non ci piacciono. L’opportunismo o l’inconcludenza non ci piacciono. A volte li ingoiamo per quieto vivere ma hanno un re-tro gusto assai amaro; magari non sempre li notiamo ma spesso sono palesi e ci riguar-dano da vicino e sono lì, tra le pieghe della bandiera di una squadra di paese o tra i loghi delle società che gestiscono rifiuti. Ma alcune cose, invece, ci piacciono. Ci piace il succes-so di chi fatica per anni e arriva nello spazio e ci piace la buona volontà di giovani uomini che, in alternativa a ciò che la realtà gli offre, ricercano soluzioni migliori per il loro futuro. Detto ciò, figlio mio, ti guardo mangiare di buon cuore un minestrone e sputare il pet-to di pollo quando è stoppaccioso; sorrido quando cadi per aver provato a metterti in Il Ve(T)ro posa con la mucca.

piedi e per lo stupore che manifesti davanti a tutte quelle cose che per te sono nuove e a cui io non faccio più caso. Compirai un anno quando questo numero andrà in stampa e l’augurio migliore che io, madre in prova, possa farti è quello di assaggiare il mondo per riempire la tua vita di sapori, anche se lo fai già perché metti in bocca qualsiasi cosa.

Lisa

Page 2: Il Ve(T)ro - 30

NEWSLETTER : Scrivici a [email protected] per ricevere le prossime uscite in anticipo e in digitale

2

UN GRANCHIO DI NOME SEMPREVISA

Il nostro calcio in apertura. Ne scriviamo senza tessere lodi, stavolta. Perché al di là di proclami tronfi di ogni ini-zio stagione, come lo scorso anche quest’anno le cose non migliorano di una spanna. Né in prima squadra né col setto-re giovanile.E, si badi bene, non alludiamo a risultati e classifiche, che solo gli ignoranti e gli anti-sportivi reputano unico metro di giudizio nella valutazione dello sport.Al momento in cui scriviamo la Visa d’Eccellenza è invi-schiata in una serrata lot-ta salvezza, dopo una prima parte di stagione caratteriz-zata manco a dirlo da veleni e invidie intrasocietarie d’una tale bassezza morale da far vergognare i protagonisti di mostrar la faccia (infatti nes-suno lo fa, prevale un più co-modo scaricabarile. Toh!, mai un colpevole in questi casi), e che hanno portato la squadra ad occupare fino all’ultima posizione del girone B.I danni di certa ripetuta mala condotta sono assortiti: sper-pero di denaro per acquisti di calciatori mercenari o bidoni (pagati bene e in anticipo, fino a dicembre), cicliche di-missioni dell’allenatore smen-tite nel volger di un mattino (punto più basso della prece-dente guida tecnica fu parlare nottetempo con alcuni tifosi, a loro volta rei d’essersi fat-ti sfruttare), fughe dirigen-ziali dalla porta con rientri dalla finestra ma solo ad ex inquilini sloggiati (in sintesi: «Torno solo se va via quello e

quell’altro»). Quanto al settore giovanile è una barca nel mare in tempe-sta. Pur consolati da campio-nati finora buoni o dignitosi, centinaia di ragazzi di tutte le età e categorie sono stati ab-bandonati al loro destino fin da settembre insieme ai ri-spettivi allenatori e dirigenti. Dalla costruzione delle squa-dre agli allenamenti, passan-do per l’organizzazione del-le trasferte fino alle partite, tutto si regge per miracolo e per la passione - a volte pure dalla tasca - di pochi volonta-ri (cui spetta nulla in cambio come da loro espressa richie-sta) perché nessuno parla con nessuno e ognuno deve bada-re al proprio senza troppe la-mentele, e se c’è un proble-ma che se lo risolva il mister di turno ché i quadri societari sono assorbiti mente, corpo e anima dalla prima squadra, totem indiscutibile.Senza pensare che i picco-li della scuola calcio pagano una retta per avere un servi-zio all’altezza e non per sco-prirsi senza allenatore a metà stagione perché improvvisa-mente gli accordi presi all’ini-zio con lo stesso non s’è ca-paci d’onorarli (stessa storia l’anno scorso. Allora la voce gira e valica i confini invaden-do i centri limitrofi che a loro volta sapranno di noi dall’ex scontento che non esprimerà certo giudizi lusinghieri, così inevitabilmente l’immagine societaria ne risentirà senza che di questo si possano ac-cusare altri se non sé stessi).E se nell’imminente a rimet-

terci sono i ragazzi, a lungo termine pagherà soprattutto la società incapace di crescer-si in casa giocatori che do-vrebbero garantirgli il futuro.Regna così una desolazione da mediocrità irreversibile. A parecchi, dentro e fuori il sodalizio, consigliamo di far pace con sé stessi prima di accusare gli altri (è incredibi-le il peso di chi non ha ruoli societari riconosciuti eppure ugualmente decide). Diciamo loro che se devono utilizzarla per fini egoistici, non ripetano slogan di facciata come ‘Sem-previsa bene comune’; se da dirigenti si fugge al primo tor-to gettando poi fango da fuori, non si chiami pubblicamente la Biancoverde ‘Amata’; né si ripeta che «la Semprevisa è solo remissione» se poi ci si scanna per farne parte.Una società di calcio piccola ma gloriosa usata come stru-mento da chi vuole aggiustar-si i suoi comodi, così si sta ri-ducendo la Semprevisa.Davanti a casi del genere la riflessione viene naturale: ci lamentiamo tanto dell’inca-pacità della classe politica nazionale e locale di trovare equi compromessi tra le par-ti, di ben amministrare i teso-ri, di puntare sui giovani per costruire un avvenire dignito-so, insomma di volere e fare il bene di tutti e poi, quando chiamati in causa, facciamo lo stesso nel nostro foss’anche irrilevante orticello.

Beniamino Dellefolle

Page 3: Il Ve(T)ro - 30

Seguici su Facebook : http://www.facebook.com/ilvetro1 per leggere e commentare i nostri articoli

3

Page 4: Il Ve(T)ro - 30

NEWSLETTER : Scrivici a [email protected] per ricevere le prossime uscite in anticipo e in digitale

4

La forza delle risatela beneficenza carpinetana al servizio dei più deboli

Il 6 Febbraio scorso, nella sala ‘’Redemptoris Mater’’ del nostro comune, si è svol-ta la serata di beneficenza ‘’Un nuovo sorriso contro la pedofilia’’, organizzata dall’Associazione sportiva di-lettantistica ‘’GIOCOSPORT’’ ( di Carpineto Romano): scopo della manifestazione è stato quello di sostenere l’onlus ‘’La caramella buona’’, che da anni combatte la pe-dofilia sia moralmente, che sul campo ( poiché più vol-te si è costituita parte civile nei processi penali). Ospite d’eccezione, il comico Anto-nello Costa, che per la se-conda volta a Carpineto, of-fre il suo contributo alla lotta alla pedofilia. Quest’ultimo, intrattenendo il pubblico per due ore circa, ha sciorina-to uno spettacolo pieno di personaggi e numeri nuovi, strappando sorrisi e applausi fino a dopo la chiusura del si-pario. Durante le performan-ce ha preso di mira anche il presidente dell’associazione GIOCOSPORT, Ezio Pellica-no, il Sindaco Matteo Batti-sti, e numerosi presenti tra il pubblico, che bonariamente si sono prestati alle battu-te. Uno grande comico deve avere spirito di osservazio-ne, e Costa non è stato da meno, sottolineando il fatto che per arrampicarsi fin su al nostro paesello ha dovuto fare gli slalom tra le vacche appostate dietro le curve.

Quadrupedi, risa e spettacoli a parte, resta da evidenziare il grande apporto che l’As-sociazione GIOCOSPORT sta dando alla nostra comunità ormai da tantissimo tempo: ogni estate decine di bam-bini si iscrivono al ‘’Cam-po estivo’’, presso il campo sportivo comunale Galeotti, per trascorrere insieme gior-nate intere, all’insegna dello sport e del divertimento. Per le giovani leve carpinetane ci sono tante attività, che van-no dal semplice giocare in-sieme, fino alle rappresenta-zioni teatrali per i più piccoli; dal wrestling ( chiaramente praticato da atleti che ben conoscono le tecniche) ai campeggi. Un prodotto quin-di che funziona, attirando ogni anno tanti nuovi iscrit-ti. Se si dovesse ripensare a tanti anni fa, quando an-cora non avevamo la barba o il problema del make-up, non riusciremmo a ricordare un’organizzazione di questo genere, che potesse venire incontro alle nostre esigenze di ‘’utteri’’; fortunatamente oggi tutto questo è possibile, garantendo non solo ore fe-lici ai nostri bambini, ma an-che ore di ‘’qualità’’. Da que-sto progetto, si ben capisce la cooperazione e il sostegno ad una associazione come La caramella buona: infatti quest’ultima, cerca di dedi-care attenzioni ai più piccoli, alleviando il dolore o i cat-

tivi pensieri, per quanto le è possibile. La pedofilia, gli abusi sessuali, stalking ecc., non sono certamente dei mostri facili da sconfiggere, ma sapere che si ha qual-cuno accanto a cui potersi rivolgere potrebbe, a volte, fare la differenza. Sono nate nel corso degli anni le c.d. ‘’Case Buone’’, veri e propri centri cui possono usufrui-re donne e bambini vittime di violenza. L’intero incasso della serata è stato devoluto in beneficenza e nuove case d’accoglienza potranno pre-sto essere costruite. Anco-ra una volta il grande cuore carpinetano ha risposto po-sitivamente ad una iniziativa benefica per il prossimo; è bello constatare che in que-sto periodo di grande crisi economica, fortunatamente, la moneta dell’altruismo va ancora forte.

Azzeccagarbugli

Page 5: Il Ve(T)ro - 30

Seguici su Facebook : http://www.facebook.com/ilvetro1 per leggere e commentare i nostri articoli

5

Figlie delle stelleLo spazio iniziò a tingersi di rosa già dall’esplorazione ini-ziale: il primo essere vivente superiore lanciato in orbita fu Laika, meglio conosciuta con il nomignolo di Muttnik. La cagnolina il 3 Novembre del 1957 solcò i mari dell’ignoto a bordo della capsula spaziale sovietica Sputnik 2. Purtrop-po non fece mai ritorno sulla Terra, si spense tra le galas-sie come una stella per mo-tivi che ancora oggi ignoria-mo. Era la fine degli anni ‘50. Sulla scia della Guerra Fredda l’Unione sovietica avanzava la corsa per il primato nella conquista spaziale, tentando di sbaragliare gli USA anche in questo campo. Per circa venti lunghi anni fu portato avanti, dalle due superpo-tenze mondiali, un conflitto tecnologico; il primo colpo fu sferrato nell’Ottobre del 1957 con il lancio del satellite arti-ficiale made in URSS: lo Sput-nik 1, una congeniale sfera di alluminio che restò in orbita per 57 giorni. Nonostante gli sforzi targati stelle e strisce, i sovietici portarono a casa la vittoria più significativa: il primo uomo nello spazio, Jurij Gagarin, nacque a Klu-sino, ex Unione Sovietica. Il lancio avvvenne il 12 aprile del 1961, il cosmonauta re-stò in orbita per circa un’ora. Due anni dopo, precisamen-te il 16 Giugno del 1963 fu la volta di Valentina Vladimi-rovna Tereskova, prima don-na a realizzare il brindisi con lo spazio. Sul Vostock 6 l’a-stronauta russa, oltre a visi-tare 48 orbite, potè effettua-

re diversi esperimenti, alcuni lasciati incompiuti; Valentina abbandonò l’abitacolo il terzo giorno, sganciandosi median-te un seggiolino eiettabile con paracadute sulle spalle..solo qualche anno più tardi ricorda alla stampa gli attimi di ter-rore che hanno accompagna-to la discesa verso casa. Al-tre donne si sono avventurate durante la seconda metà del secolo scorso, tutte rigorosa-mente coraggiose, con grandi competenze e notevole forza d’animo.In tutto la storia con-ta 57 astronaute e 477 uomini in tuta spaziale, sembrerebbe dai numeri una chiara sconfit-ta a tavolino.. ma aspetterei a dirlo visto che l’emancipa-zione femminile sta viaggian-do alla velocità della luce. Nella guerra dei sessi ancora non esistono vincitori e vinti: secondo alcuni studi uomi-ni e donne sul pianeta Terra hanno diverso senso dell’o-rientamento, dovuto ad una diversa fisiologia cerebrale. La questione cambierebbe se spedissimo i due a notevo-li chilometri di distanza sulle nostre teste: diversità duran-te e dopo la permanenza nello spazio colpisce il sistema cir-colatorio e immunitario, vista e adattamento. L’aspetto psi-chico è ancora un abisso da esplorare..ne scopriremo del-le belle! Ritorniamo all’avan-zata femminile nell’Universo inesplorato: la prima donna a portare il tricolore sulla Sta-zione Spaziale Internaziona-le è la Capitana Samantha Cristoforetti. Il 23 Novembre scorso è partita dalla base

aerospaziale di Baikoniur, Ka-zakistan, a bordo della Soyuz con altri tre membri di equi-paggio e la mascotte Olaf: un pupazzo di neve che ha inizia-to a fluttuare nell’abitacolo in seguito all’ingresso in orbita. Samantha ha solo 34 anni. Pi-lota militare, capitano dell’a-reonautica e ingegnere, è la prima astronauta italiana che potrà svolgere ricerche spe-rimentali, occupandosi anche della manutenzione operati-va nel laboratorio spaziale. Numerosi sono i progetti in-trapresi dalla Cristoforetti, la maggior parte riguarda stu-di in ambiente microgravita-zionale: criteri e strategie di esecuzione del movimento, perdita di massa ossea e mu-scolare, influenza sull’espres-sione genica, meccanismi fi-siologici del sonno e cure per l’osteoporosi usando nano-particelle di idrossiapatite su cellule staminali o su precur-sori di osteoclasti. Samantha proverà a preparare bevande calde sull’ISS facendo uso di una macchina progettata in Italia (progetto ISSPRESSO) e tenterà la produzione di oggetti (3D) in polimero ter-moplastico.. tutto a gravità zero. Con il suo chilo e mez-zo di effetti personali è vola-ta in alto.. “Vado nello spazio con tutta me stessa, con tut-to quello che sono e di cui ho fatto esperienza, e porto cer-tamente con me ogni persona che ho incontrato”. GRAZIE CAPITANA.

Veritas filia temporis

Page 6: Il Ve(T)ro - 30

NEWSLETTER : Scrivici a [email protected] per ricevere le prossime uscite in anticipo e in digitale

6

Monnezza quanto ci costiUn’altra annata record per la tassa sui rifiuti

Il binomio tassa-rifiuti non ha mai scaldato gli animi dei contribuenti, in particolare dei carpinetani. Quando ai nostri compaesani infatti cominci a parlare di TARSU, GAIA e La-zio Ambiente, cominciano a scappare a gambe levate in preda ad attacchi di panico. Come biasimarli d’altronde, anni e anni di generosi con-tributi a Sua Maestà GAIA/Lazio Ambiente sotto forma di tassa sui rifiuti e in cambio un disservizio totale: sporcizia, cassonetti stracolmi, raccolta differenziata che rasenta l’i-nesistente.Tutti parlano di quanto le cose vadano male e quanto deb-bano cambiare, nessuno che prende il coraggio di una svol-ta doverosa.Ora, con alle spalle un 2014 che più amaro non poteva es-sere sul fronte rifiuti (non un passo avanti è stato fatto), ci prepariamo ad affrontare un 2015 altrettanto poco lieto: la tassa sui rifiuti continuerà a far piangere. Proprio alla luce di questo quadro non di certo esaltante il Ve(T)ro, che negli anni si è dimostrato molto sensibile alle tematiche ambientali e alla questione ri-fiuti in particolare, ha deciso di compiere un’indagine. Essa consiste nel verificare lo stato del servizio del ciclo della ge-stione dei rifiuti nei Comuni, limitrofi e non, con una densi-tà abitativa simile alla nostra (ovvero tra i 4 e i 5 mila abi-tanti). Il quadro che viene a delinearsi è davvero sconcer-

tante, come temevamo: tra tutti i comuni esaminati infatti nessuno ha un rapporto tas-sa-cittadino che si avvicini a quello carpinetano.Nessuno.L’indagine che abbiamo com-piuto è davvero elementare e chiunque potrebbe compierla dotato di sana pazienza: ab-biamo preso i valori di Carpi-neto Romano come punti di riferimento quindi i 968.200 € di tassa sui rifiuti all’anno, il numero di abitanti (che sono 4596) e il rapporto pro-capi-te (tassa/cittadino) che è di 210,66 €.Abbiamo poi compiuto la stes-sa indagine sugli stessi para-metri negli altri paesi (spul-ciando tra i bilanci dell’ultimo anno) e infine confrontato il tutto. Cosa ne esce? Eccovi serviti. Partiamo dal Comu-ne di Piglio ad esempio: 4693 abitanti e distante appena 40 km dal nostro. Piglio paga 569.450 € l’anno ed ha un rapporto pro-capite di circa 120,27 €. Quasi la metà del nostro praticamente. Procediamo poi con i dati estratti dal sito del Comu-ne di Paliano: vengono pa-gati 1.242.630 € l’anno ma, essendo un paese molto più popoloso del nostro contando 8279 abitanti, ecco che il rap-porto pro-capite si abbassa scendendo fino a circa 150 €. Di gran lunga più economico come servizio rispetto al no-stro. E che dire invece di Vico-varo? 583.424 € l’anno, 4071 persone e un rapporto tassa sui rifiuti-persona di 143,31 €

all’anno.Lo stesso vale per molti altri paesi come Sant’Angelo Ro-mano, Allumiere e su tutti Mo-rolo che può addirittura van-tare il rapporto pro-capite più basso tra tutti quelli esamina-ti ovvero 119,26 € l’anno. Vi chiederete come è possibile che quello che a noi appare come un miraggio sia la nor-malità in altri paesi? Com’è possibile che questo accada a pochi chilometri da noi? Sem-plice: perché con questi pae-si, oltre al numero di abitanti e la collocazione geografica, non abbiamo null’altro in co-mune.Non abbiamo anzitutto in comune Lazio Ambiente ad esempio, visto che nei paesi esaminati sono altre le socie-tà che gestiscono il ciclo della gestione dei rifiuti.Non abbiamo in comune la raccolta differenziata che da quelle parti si usa fare quo-tidianamente (a proposito: a Carpineto anche se non è mai cominciata la paghiamo lo stesso da 5 anni a questa parte) e che da noi doveva partire prima a settembre, poi a gennaio e poi a febbraio ma che giunti quasi a marzo è ancora lontana dall’essere, non tanto vista, ma proprio conosciuta. E allora ci chiediamo, per-ché non cambiare? Perché non fare una scelta drastica e voltare pagina? Cosa può spingere ancora i nostri am-ministratori a mantenere un carrozzone come Lazio Am-

Page 7: Il Ve(T)ro - 30

NEWSLETTER : Scrivici a [email protected] per ricevere le prossime uscite in anticipo e in digitale

7

biente che si è dimostrato inef-ficiente, inefficace e non eco-nomico? Se il Comune fosse un privato imprenditore e La-zio Ambiente un soggetto alle sue dipendenze, sicuramente non ci penserebbe due volte prima di licenziarlo in tronco.

Ma è la Pubblica Amministra-zione bellezza, il mondo dove a tutto c’è sempre una spie-gazione. Concludiamo intanto con un’informazione di servi-zio: il contratto di servizio con Lazio Ambiente scadrà solo a fine 2017 quindi non temete

carpinetani, altri due anni di svenamenti sul fronte rifiuti non ve li leva nessuno.

Chacun à son goùt

Nonostante il decreto “svuota carceri” firmato dal ministro della Giustizia Anna Maria Can-cellieri, che dovrebbe evitare una sanzione molto gravosa da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, la situa-zione nelle carceri del nostro paese è pressoché preoccupan-te, se non in alcuni casi estre-mi, esplosiva. La sanzione che ci verrebbe inflitta è dovuta al fatto che in molti penitenziari del nostro paese, un detenuto spesso vive, mangia, dorme, si lava in meno di 4 metri qua-drati! Anche l’organico delle carceri fa acqua da tutte le par-ti: assistenti sociali, psicologi, funzionari statali che lavorano all’interno delle carceri e dei centri di accoglienza per mino-renni con forti disagi e clande-stini sono pochi. Circa l’85% dei detenuti svolge il lavoro di pre-parazione pasti, smistamento lavanderia e simili sotto dipen-denza dell’amministrazione pe-nitenziaria. Il restante lo svolge in semilibertà alle dipendenze spesso di ditte esterne. Secon-do alcuni dati forniti dal Dipar-timento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), i detenuti presenti nei 205 istituti peni-tenziari italiani al 31 gennaio 2014 erano 61.449. La capien-za regolamentare di tali istituti, alla stessa data, era invece di 47.771 posti disponibili. Tradot-to in cifre: dall’inizio del 2013

ad oggi, la media é pari a circa 140 detenuti presenti ogni 100 posti disponibili. Al 31 genna-io 2014, sul totale dei detenuti presenti in Italia 2.672 erano donne (4,3% della popolazione carceraria), mentre 21.167 era-no stranieri (34,5% della popo-lazione carceraria). Differen-ziando i detenuti per posizione giuridica, emerge come solo il 62,7% di loro (38.538 persone) stesse scontando una condan-na definitiva, mentre il restante 37,3% (22.911 persone) fosse sottoposto a misure di custodia cautelare in carcere. In altre parole, quasi 4 detenuti su 10 si trovava in carcere in attesa di un giudizio definitivo. Per quanto riguarda l’applicazione delle misure alternative alla de-tenzione (affidamento in prova ai servizi sociali, semilibertà e detenzione domiciliare), al 31 gennaio 2014 22.201 persone scontavano la propria pena al di fuori di un istituto peniten-ziario, contro i 61.449 detenuti in carcere. Ciò significa che le misure alternative alla deten-zione erano concesse, media-mente, nel 36,1% dei casi. I reati più diffusi tra la popola-zione carceraria, al 31 dicem-bre 2013, erano quelli contro il patrimonio (circa il 25% del totale), seguiti dai reati previ-sti dalla legge sulle sostanze stupefacenti (circa il 18%) e da quelli contro la persona (circa il

17%). Ora, dopo aver snoccio-lato queste cifre, gli spunti per delle riflessioni sull’argomento giungono in fretta, senza an-dar a tirar fuori codice penali, articoli legislativi e quant’altro il settore concerne: come mai quasi 4 detenuti su 10 fanno parte di quelli con la condanna per possesso di stupefacenti e solo 2 su 10 di reati alla perso-na, quando ogni giorno di più si verificano episodi di violen-za domestica soprattutto o di resistenza a pubblico ufficiale? Come è possibile che ci siano più persone che metri quadra-ti in una cella nonostante esi-stano edifici pronti per essere utilizzati come carceri ma ven-gono lasciate la macero? C’è abbastanza personale atto a svolgere il lavoro per quanto concerne una tipologia diversa di fermo( psicologi, effettivi, forze dell’ ordine stesse) come quella degli arresti domiciliari? La situazione è preoccupante e può degenerare dal momento all’altro, perché previsti ulterio-ri tagli alle risorse della Giusti-zia, e non sembra profilarsi un decreto legge che regoli o per-lomeno ‘rinnovi’ tutto l’incipit giudiziario sui casi di arresto.

Melalavo Domenica

CARCERI E PATRIE GALERE

Page 8: Il Ve(T)ro - 30

Carpineto Romano, 07/03/2015

Realizzazione grafica, Prof. Moriarty

Stampato da “Elioarch”stampa digitale, plotter service, xerocopie, fotocopie

Piazza Gobetti, 5 Colleferro (Rm) - tel./fax 06.97.01.256

Il problema dei rifiuti è un pro-blema che ci riguarda molto da vicino, come giovani e come futuri cittadini. Così abbiamo svolto un progetto in classe con la prof.ssa Volpe sul riciclo dei rifiuti e sulla necessità di attua-re la raccolta differenziata an-che qui a Carpineto Romano. All’inizio del progetto ci venne spiegato che il “rifiuto” ha un suo valore e può ancora esse-re utile; così abbiamo studiato come alcuni oggetti, che usia-mo quotidianamente, sia prefe-ribile riutilizzarli per altri scopi piuttosto che mandarli in disca-rica. Per capire bene l’effettivo problema dello smaltimento dei rifiuti, abbiamo fatto un piccolo esperimento, che inizialmente ci sembrava abbastanza privo di senso: per un intero anno scolastico abbiamo gettato in uno scatolone in classe i tappi di plastica di tutte le bottiglie che utilizzavamo a casa, a fine anno avevamo in classe molti scatoloni, una minuscola disca-rica. Ciò che però ci ha colpito era che nessuno aveva ancora pen-sato a realizzare un piccolo va-demecum per le famiglie, che spiegasse cosa buttare, dove e

perché farlo, una cosa sempli-ce, ma essenziale per chi vuole fare una raccolta differenziata efficace e tutelare l’ambiente.Il progetto da noi realizzato ha così avuto come scopo quello di creare una guida alla raccolta differenziata in grado di aiutare i nostri concittadini e far com-prendere a tutti l’importanza del riciclo e i benefici che esso comporta. La guida “Rifiuto? No, riciclo!” è stata realizzata da noi ragazzi della 3° A delle scuole medie, durante le ore pomeridiane: divisi in gruppi, abbiamo fatto delle ricerche approfondite ed ognuno di noi si è occupato di un tipo di materiale, di come è formato, di come smaltirlo e di ciò che si poteva ricavare con il suo riciclo, realizzando per ognuno una scheda informati-va su tutte le sue caratteristi-che (vetro, plastica, alluminio, etc….).Nella nostra guida, inoltre, ab-biamo inserito anche due pro-getti, di cui abbiamo parlato in classe e che potrebbero esse-re attivati all’interno del nostro territorio. Il primo consiste nel riciclo di pannolini usati, che so-litamente vengono raccolti nei

bidoni dei rifiuti indifferenziati e vengono poi smaltiti attraverso l’incenerimento o lasciandoli in discarica (rappresentano il 3% dei rifiuti prodotti ogni anno in Italia). La seconda iniziativa è quella di incentivare, nel terri-torio, la produzione di compost, il risultato della decomposizio-ne dei materiali organici. Per produrlo basta gettare in una buca scarti alimentari e, dopo 4-6 mesi, può essere utilizzato come fertilizzante e risulta utile per nutrire le piante e per mi-gliorare la struttura del terreno.Due piccole proposte, nate dal-la nostra riflessione, che c’è sembrato giusto aggiungere alla Guida per rendere più com-pleta la raccolta differenziata a Carpineto Romano.Soddisfazione finale, per noi, è stato vedere che la Provincia di Roma e il Comune di Carpineto Romano ci avevano appoggiato nella realizzazione della Guida.

Matteo Campagna e

Roberto Macali

Il Ve(T)ro alle medie