Il Vangelo Della Pistis Sophia Jan Van Rijckenborgh

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 1 di 192 IL VANGELO DELLA PISTIS SOPHIA Spiegato da JAN VAN RIJCKENBORGH LECTORIUM ROSICRUCIANUM

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IL VANGELO DELLA PISTIS SOPHIA

Spiegato da

JAN VAN RIJCKENBORGH

LECTORIUM ROSICRUCIANUM

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Capitolo I

(Pentagramma italiano, 3° trimestre 1986 )

IL PRIMO MISTERO

Desidereremmo parlarvi, in una serie di capitoli, del Vangelo della Pistis

Sophia, uno degli scritti più antichi e autentici che il mondo conosca.

Prendendolo come tema, potrete constatare che il presente miracolo che si

svolge sotto i nostri occhi trova le sue basi nella dottrina universale di tutti i

tempi.

La Pistis Sophia! Essa è il simbolo del pensatore che, stanco della dialettica,

cerca la saggezza liberatrice. Questa è personificata da una donna che aspira

all‟iniziazione: vinta secondo la Pistis, cioè il suo pensiero razionale, essa è

ormai atta a riceverla dalla Sophia e grazie alla Sophia, vale a dire dalla

Saggezza Divina.

La Pistis Sophia è il Vangelo gnostico per eccellenza:vi è rivelata la saggezza

di tutti i tempi, riunita e offerta agli uomini in un linguaggio nuovo. Tuttavia,

l‟espressione di questo linguaggio è tale che resta chiuso a ogni lettore

incompetente e protetto quindi dalle alterazioni esterne. Citiamo:

“Accadde che Gesù, dopo essere risuscitato dai morti, trascorse undici anni

con i suoi discepoli, vertendo il suo insegnamento in special modo sui domini

del Primo Comandamento e sui domini del Primo Mistero dietro il velo;

poi sul contenuto del Primo Comandamento che è nel 24esimo mistero,

andando dall’interno verso l’esterno; e su ciò che si trova nel secondo spazio

del Primo Mistero, anteriore a tutti i misteri:il Padre, dall’aspetto di una

colomba.

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E Gesù disse ai suoi discepoli:“Io venni da quel Primo Mistero che è l’Ultimo

Mistero, cioè il 24esimo”.

I discepoli non seppero né compresero che tutte le cose esistono in quel

Mistero;ma pensarono che quel Mistero fosse il capo dell’universo, il capo di

tutto ciò che esiste e il compimento di tutto ciò che ha una fine”.

Colui che vuole scoprire il senso di queste parole, deve partire dal proprio

livello di esistenza, se vuole riuscire nella sua indagine. Il nostro campo di

esistenza, il campo di vita dialettico, può essere scientificamente diviso e visto

sotto dodici aspetti, dodici stati.

Lo zodiaco dialettico dodecuplice si manifesta attraverso dodici aspetti natura-

li. Ora, poichè ciascuno di questi dodici aspetti ha il suo riflesso, la sua

proiezione, il suo dominio riflesso, la sua sfera riflettrice, ne consegue che il

nostro campo di vita possiede 24 aspetti naturali, di cui 12 nella sfera della

materia e 12 nella sfera riflettrice.

Chiunque può studiare, se lo desidera, questi 24 aspetti, sia per via mistica che

per via occulta; la ruota della nostra vita gira continuamente all‟interno di

questi 24 aspetti. Questi sono i 24 misteri dai quali proveniamo e che possiamo

comprendere; sono i 24 misteri della dialettica, dell‟illusione.

Comprendete allora perché la Pistis Sophia dice che Gesù non aprì bocca su

questi misteri e che non proviene da essi? L‟uomo naturale che ha traversato i

propri misteri giunge, a un dato momento, a un limite; egli raggiunge il

termine del proprio universo, del proprio universo elettromagnetico e, secondo

il linguaggio della Pistis Sophia, si trova davanti a un comandamento, un

ordine, che nemmeno il mago più esperto può trasgredire: il cerchio “non oltre

il quale”.

Poiché allora, solo allora, egli è posto davanti a un mistero reale - il primo per

lui - davanti a un enigma insolubile ... Il mondo delle anime gli è precluso!

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È dei domini di questa prima interdizione che parla Gesù, di quei domini

davanti ai quali l‟indagatore naturale si trova come davanti a un muro.

È su questo primo vero mistero che intrattiene ed istruisce i suoi discepoli. E la

Pistis Sophia ripete, per maggiore precisione, che Gesù parlò del Primo

Comandamento che è il 24° Mistero, andando dall‟interno verso l‟esterno; il

limite, dove cessa di conseguenza il campo dialettico e dove comincia un altro

campo, un campo situato, pertanto, al di fuori di ogni sfera riflettrice.

Se vi fosse capitato di pensare che la filosofia della Rosacroce d‟Oro scaturì

dal cervello di un uomo moderno, v‟ingannate; voi siete di fronte a un

linguaggio vecchio di 2000 anni, esso stesso sintesi di una saggezza già

vecchia di 100.000 anni.

L‟uomo semplice, giunto al limite del suo sforzo, crederà di trovarsi in

presenza del suo dio supremo. Ha sfruttato e popolato di idoli tutti i domini

che gli erano accessibili e non riserva che un banale e stupido rispetto al dio

che sta al di là della frontiera.

Gesù, invece, insegna ai suoi allievi i Misteri inconoscibili; quelli che

costituiscono la realtà che è la sola vera liberazione, e dice:“Io vengo dal

Primo Mistero dietro il velo”. Sappiate che anche il dominio di Cristo, è un

campo con 24 aspetti, 12 spazi magnetici positivi e 12 riflessi di questi spazi.

È dal riflesso di uno di questi spazi che il Padre irradia, sotto l‟apparenza di

una colomba.

Nel linguaggio gnostico, la colomba è sempre uno dei simboli più grandiosi

dello Spirito Santo Settemplice, del settemplice microcosmo, del settemplice

universo, come i sette Amen o i sette colpi di tuono. La Pistis Sophia parla

anche delle sette vocali, che, insieme, formano il nome del Dio unico.

Per l‟uomo della natura, quindi, giunto al termine delle sue possibilità e dei

suoi poteri, giunto alla frontiera del Primo Comandamento, davanti al vero

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Inconoscibile, è il Settemplice Spirito Santo che irradia da questo

Inconoscibile!

È l‟appello del Santo Nome di Dio emesso da questo Nome. Per questo la

Pistis Sophia dice più avanti: “Tu cerchi dei segreti? Sappi che nessun segreto

è superiore a questo, poichè esso condurrà la tua anima alla Luce delle luci”.

Nulla è più elevato del segreto delle sette vocali con le loro quarantanove forze

ed il loro numero. Dalle frontiere del nostro campo di esistenza questi sette

raggi vengono verso di noi, edificando sulla terra i loro focolai. In piena crisi

della storia del mondo, risuona di nuovo la voce, il segreto delle sette vocali e

delle loro quarantanove forze.

Non vi abbiamo già ampiamente informati sulla settemplice Fraternità

mondiale e sui suoi quarantanove, sette volte sette aspetti? Perciò, voi che

volete percorrere il cammino delle Rose, consacrate al Santo Lavoro tutto il

vostro sforzo, datevi a esso interamente. Si tratta di condurre delle anime

rinnovate alla Luce delle luci.

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Capitolo II

(Pentagramma italiano, 3° trimestre 1986 )

I PRIMI PROCESSI PSICOLOGICI DELLA LUCE NELL’UOMO

Prendendo come base il Vangelo della Pistis Sophia, vi abbiamo dimostrato

come l‟Insegnamento Universale di tutti i tempi confermi la saggezza moderna

e gli dia lo splendore della bellezza classica.

In questo Vangelo gnostico, Gesù il Signore dice di essere un inviato da un

campo di vita non compreso nei ventiquattro campi dialettici.

Il nostro campo di vita dialettico è limitato da determinate condizioni

elettromagnetiche; esso ha dodici aspetti e dodici riflessi di questi aspetti.

Aspetto e riflesso sono in un rapporto positivo-negativo. L‟uomo della natura

può, a volontà, esplorare questi ventiquattro aspetti: investigarli, perfino

conoscerli.

Fatta tale esperienza, studiati e compresi questi ventiquattro misteri naturali,

egli si trova di fronte a un inevitabile limite, è posto davanti al vero Primo

Mistero, davanti al vero sconosciuto, all‟inaccessibile.

Questo inaccessibile egli lo chiama Dio, l‟assoluto Invisibile. Ritiene, quindi,

necessario testimoniare a questo Invisibile uno stupido rispetto, un rispetto

privo d‟intelligenza.

Fatto questo, si rituffa nei propri misteri e rimane prigioniero dei ventiquattro

campi di vita naturali, nei quali è invischiato come in una ragnatela; vi pone i

suoi idoli e li adora.

La Pistis Sophia dichiara, sin dall‟inizio e con forza, che Gesù Cristo non è di

questo regno, di quest‟ordine del mondo, ma che è un inviato di quello

sconosciuto, inaccessibile alla nostra natura.

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“Con quale scopo - vi chiederete - e perché? Se ci troviamo davanti ai veri

misteri divini come davanti a un muro, e se i nostri poteri ci permettono solo di

errare nei ventiquattro campi appartenenti a questo mondo, quale senso

attribuire alla venuta di Gesù che testimonia della realtà divina stessa e ci

spiega il Padre?”.

Quale altra interpretazione si può dare a ciò se non quella di far comprendere

all‟uomo della natura che, quando avrà riconosciuto l‟illusione nella quale

vive, abbandonata la sua aberrazione e rigenerato il suo microcosmo, varcherà

le porte dello Sconosciuto in cammino verso la sua vera patria, il Regno

Immutabile, il Regno che non è di questo mondo?

Comprendete che è questo lo scopo per il quale Gesù è venuto? Comprendete

che è per questo che la Fraternità viene verso di noi?

Il Vangelo che voi conoscete non contiene che i primi rudimenti della

rivelazione cristica. Là dove termina questo vangelo, comincia la Pistis

Sophia. Essa rivela ed esplica Cristo e la sua missione a coloro che si aprono al

suo insegnamento.

Il Vangelo della Pistis Sophia comincia, abbiamo detto, dopo la risurrezione.

Presenta Gesù che parla ai suoi discepoli dicendo:

“Quando ero con voi nella vita ordinaria, prima della mia risurrezione, non vi

ho mai parlato dei ventiquattro misteri naturali, perché io vengo da ciò che,

per l’uomo naturale, è realmente il primo mistero.

Ho lasciato, per venire verso di voi, il primo mistero che si trova al limite del

ventiquattresimo mistero naturale”.

Nella sua prima manifestazione, effettivamente, egli non parlò mai della vita

originale se non in modo generale.

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Continuando la lettura della Pistis Sophia, scopriamo, velati, alcuni formidabili

processi psicologici. Tali processi sono riconosciuti dagli allievi arrivati a

questo grado di comprensione. Controllate in voi stessi, se siete nel processo

che vi descriveremo.

Esso si riferisce a un aspetto della Scuola Spirituale moderna che conoscete

molto bene e col quale vi siete familiarizzati. In nome della Fraternità

Universale, quella dell‟Altro Regno, noi vi parliamo dei due ordini

naturali:l‟Ordine di Dio e l‟ordine dialettico.

Questo fu il primo lavoro di Gesù. Egli apparve in mezzo a noi e la nuova

radiazione magnetica, che, appena percepibile, emanava dal suo essere, era

diretta, in modo del tutto elementare, al nostro atomo spirituale.

Suggerì agli uomini l‟esistenza della vita originale, la presentò

filosoficamente, ma senza precisarne i dettagli.

Non v‟è d‟altronde alcuna possibilità di fare diversamente, visto che non si

può conoscere la nuova vita se non facendone parte. È solo sulla base

dell‟atomo primordiale risvegliato, infatti, che la vita originale ci diviene

chiara, testimonia potentemente della sua presenza, stabilisce in noi una

certezza incrollabile e ci fa dire con molti allievi: “Non comprendo ancora, ma

so che è vero e non posso più farne a meno”.

Questo primo tocco fa nascere e sviluppare simultaneamente in noi il secondo

processo psicologico. La natura nella quale siete costretti a vivere depone la

sua maschera; vi appare come una natura di morte alla quale il vostro essere

appartiene per essenza.

Niente è tralasciato perché questi due processi agiscano in voi:l‟importante è

sapere se i due processi operano realmente e hanno presa sul vostro essere.

Terminato questo, un terzo processo si fa valere spontaneamente e si sviluppa.

Il vostro intero essere desidera ardentemente la gloria del Regno Immutabile.

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Di conseguenza la natura della morte vi diviene sempre più estranea. Voi vi

considerate, riguardo a essa, come uno straniero. L‟abbandonate

insensibilmente prendendo congedo da essa.

Ma se questo terzo processo tarda, bisogna vederne la causa nel fatto che

l‟atomo originale resta chiuso come un bocciolo. Per cui voi non considerate la

natura della morte nella sua inezia e vivete ancora nell‟illusione. Dunque, non

avete la fede e la vostra speranza nella nuova vita non è un fuoco

inestinguibile.

Di conseguenza, non potrete amare la Scuola; anzi, la contraddirete in

continuazione, le opporrete resistenza, e questo è spiegabilissimo.

Inoltre, quando parleremo di cose e aspetti che in fondo voi non volete;

quando vi mostreremo e spiegheremo un‟immagine del mondo che non potete

ammettere, sarete certamente indignati e vi ribellerete. Conclusione:in voi

nascerà un processo psicologico inevitabile, non voluto dalla Scuola, ma

spiegabilissimo.

Il tragico di questa situazione è che, invece di lasciare la Scuola, colui nel

quale tali cose accadono si aggrappa in genere disperatamente ad essa, mentre

questa in realtà lo brucia.

La causa di questo tragico dramma è che, in fondo, egli non può fare a meno

della Scuola perché questo processo di distruzione mediante il fuoco gli è

necessario.

Per fortuna- Dio ne sia lodato -centinaia di allievi conoscono nella Scuola

questi processi, li accettano, progrediscono, si evolvono e arrivano a

mantenersi a un certo stadio.

Infatti, l‟evoluzione di questo processo si suddivide in stadi:

primo l‟allievo è confrontato con la nuova vita, vista come un mistero;

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secondo la maschera dietro la quale la vita dialettica nasconde la sua

insufficienza, la sua povertà, cade;

terzo: l‟allievo sente nascere in lui la fede nella vita nuova, la speranza di

integrarsi un giorno in essa, l‟amore per la Scuola e il suo lavoro; nello stesso

tempo, l‟alienazione e il distacco naturale dalla vita dialettica aumentano.

Giunti a questo punto, non crediate che il lavoro della Scuola sia terminato,

poichè la Scuola degli Ierofanti di Cristo continua il suo lavoro.

Essa svela un quarto processo e vi dice:“La gloria e la maestà della nuova vita

vi saranno rivelate. D‟ora innanzi non vi parleremo più astrattamente, ma

molto concretamente; sarete confrontati con la nuova vita in modo positivo,

poichè è arrivata l‟ora in cui comincia il viaggio, l‟esodo”.

La vostra prima reazione sarà un sentimento di gioia e di felicità.“E accadde

che i discepoli riuniti sul Monte degli Ulivi, ricordandosi di queste parole,

pieni di gioia e di allegria, si dissero gli uni agli altri:“Noi siamo benedetti fra

tutti gli uomini della terra, perché il Redentore ci rivelò queste cose e

riceviamo così la plenitudine della perfezione”.

Sovente abbiamo avvertito questa gioia in numerosi allievi. Voi dovreste

saperlo, per averlo provato.

Ora, questo quarto processo di riconoscenza e di gioia è seguito da un quinto,

in così apparente contraddizione con il precedente che il candidato, interdetto

e disingannato, in preda alla delusione, s‟immagina di aver perso tutto.

Ha la convinzione che tutto è sparito, si crede un reprobo e l‟amarezza e

l‟ansietà rodono il suo essere.

Per spiegare questo stato, non bisogna perdere di vista il fatto che il candidato

che, attraverso la certezza della sua fede, dev‟essere elevato e portato alla

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visione diretta, è confrontato, a tal fine, con un nuovo potere irradiante

elettromagnetico.

Un nuovo campo magnetico si offre alla sua vista e questo primo contatto ha,

per lui e sul suo sistema, strani e prodigiosi effetti.

“Accadde poi che alla quindicesima luna del mese di Tibi una grandiosa forza

di luce, di un particolare, fulgido chiarore, apparve dietro Gesù.

Il suo splendore era al di là di ogni misura.

Provenendo dal mistero divino, essa penetrò il ventiquattresimo mistero della

natura. Questa forza luminosa scese su Gesù e lo avvolse da ogni parte

mentre era seduto discosto dai suoi discepoli.

Questi videro la luce e ne furono abbagliati. I raggi luminosi non erano

uguali; il tutto era immerso in uno splendore di luce incommensurabile che

dalla terra giungeva fino al cielo.

I discepoli furono impauriti, turbati e confusi. Le forze del cielo erano agitate

e tutti gli eoni, i loro domini, il loro ordine e tutta la terra condividevano

questa agitazione.

Tutti pensavano che forse il mondo stava per venir arrotolato come un vestito;

e la loro emozione era grande e piansero insieme, dalla terza ora del

quindicesimo giorno fino alla nona ora del giorno successivo”.

Quando, per il candidato, è arrivato il tempo, quando, cioè, il suo amore per la

vera vita è divenuto sufficientemente grande, in seguito alla bruciatura della

fede e della speranza; quando la sua alienazione, il suo distacco dalla natura

dialettica é tale da permettere una nuova prova.

Insomma, quando la quindicesima luna del mese di Tibi é arrivata, il

microcosmo é interamente afferrato e circondato da una nuova e grandiosa

forza elettromagnetica; tocco così intenso e strano, così assolutamente insolito

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e inconsueto, che il suo primo effetto é di far nascere lo smarrimento, lo

sgomento.

Abbattendosi impetuosamente su di noi, il campo di radiazione della

settemplice Fraternità mondiale genera un tale smarrimento, un tale sgomento

e noi siamo presi da timore e inquietudine. Ci sembra di essere più vicini alla

distruzione che alla liberazione.

Non é, in effetti, normale che l‟intensa luce ci sembri a tutta prima tenebra?

Molti racconti non ci confermano forse questa esperienza? Non é logico che

un tocco intenso, carico di una nuova forza magnetica, paralizzi la natura della

morte, togliendole ogni forza e ogni potere? E questo tanto più che la forza

magnetica si fa sentire mentre il nuovo io, la nuova coscienza, non é ancora

nato.

Ebbene, sappiate e ritenete questo:é da questa esperienza dell‟anima abbattuta,

dopo la gioia apportata dalla buona novella, é da questa quinta prova

psicologica che si sviluppa il seguito del processo:la liberazione rinnovatrice,

decisiva e immediata.

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Capitolo III

(Pentagramma italiano, 3° trimestre 1986 )

LA SANTA INQUIETUDINE

Sulla base di un testo estratto dal Vangelo della Pistis Sophia, vi abbiamo

indicato in che modo la Fraternità Universale opera nei confronti dell‟umanità.

Abbiamo cercato di mostrarvi che non c‟è alcun bisogno di portare la vostra

attenzione su un allievo già avanzato sul cammino del nuovo divenire umano.

Ciò, infatti, potrebbe farvi pensare che egli ha delle qualità straordinarie e

rendervi quindi pessimisti riguardo al vostro proprio stato e, per un complesso

d‟inferiorità o un sentimento d‟indegnità, farvi dire:“No, impossibile; non ho

le qualità richieste”. Perciò, noi speriamo di avervi dimostrato che l‟offerta

della Fraternità, la sua mano tesa, è per tutti e non esclude nessuno.

Ricordate, nelle Nozze Alchemiche di Cristiano Rosacroce, la descrizione del

pozzo che raffigura la natura della morte. La corda calata nel pozzo non è

destinata a nessuno in particolare; essa non è là per l‟uno a esclusione

dell‟altro. No, essa è là per tutti; e quelli che possono afferrarla e restarvi

sospesi sono tirati fuori dal pozzo.

Quanti, dunque, si trovano nell‟atrio della Scuola della Rosacroce, la Scuola

Spirituale attuale, e si sforzano di frequentare i nostri focolai possono sapere,

riflettendo intelligentemente sul cammino della liberazione, come questo può

essere percorso, dal primo all‟ultimo passo, da ognuno di noi in particolare.

Noi vi abbiamo mostrato lo sviluppo progressivo dell‟uomo che cerca la

liberazione. Di conseguenza, avendo questo schema davanti agli occhi, voi

potete scoprire, analizzandolo, a quale stadio del cammino siete giunti o a che

punto avete cessato di avanzare.

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La prima fase del cammino si riferisce alla forza di radiazione magnetica

elementare che, partendo dalla Fraternità Universale, va verso tutti gli uomini

e li influenza.

E dovete sapere che chi possiede un atomo originale non ha soltanto la

possibilità di reagire, ma vi è costretto, poichè questa forza è la corda calata

nel pozzo del deperimento. In quanto percepibile dagli uomini, questa forza è

chiamata “Appello”.

Notate, dunque, che non siamo noi che vi chiamiamo; noi non facciamo altro

che parlarvi di quest‟appello, esporvelo, poichè esso viene a voi direttamente e

non per nostro intervento.

È una forza che vibra nel mondo e fa vibrare, conformemente alla sua natura, il

nostro atomo originale. Questa forza ci fa presentire la vita nuova, c‟invia

delle suggestioni, e questa intuizione si concretizza in una meravigliosa

filosofia che agisce sull‟atomo originale, lo turba e lo scuote in modo molto

speciale.

Se, avendo conosciuto la luce e ricordandovi di essa, vi rinchiudessero nelle

tenebre; se, portando ancora in voi, incapsulato, un principio di questa luce,

percepiste improvvisamente un appello proveniente da essa e qualcuno venisse

a parlarvene, non reagireste? Non vi sentireste toccati?

E non pensate che il fatto stesso di sentirne parlare vi turberebbe di più di ciò

che vi si potrebbe dire? La sola parola“Luce”,la sua risonanza, vi eleva già al

di sopra del vostro livello ordinario!

Aggiungiamo tuttavia che questa reazione spontanea nasconde un pericolo,

che fece già più di una vittima, paralizzando le migliori buone volontà. Per

dimostrarvelo, vediamo chiaramente la situazione quale si presenta.

Esiste una Fraternità Universale. Essa invia la sua radiazione nel mondo.

Questa radiazione è impersonale. Essa ha la missione di turbarvi, per il tramite

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dell‟atomo primordiale. Questo turbamento fa sì che voi non accettate più la

natura della morte quale si presenta a voi, e vi mettete a cercare qualcosa

d‟altro.

Ed ecco che un giorno sentite parlare di certe cose. Porgete orecchio e

comprendete che si parla della luce; ciò v‟interessa, e siete immediatamente

tentati di unirvi a colui che parla. Altri arrivano, che fanno la stessa cosa.

Tutti saranno tentati di parlare di questa luce che, vista così, è tuttavia un

perfetto non senso. L‟emozione che li fa parlare, corrispondendo alla vostra, fa

sì che voi li accettiate come fratelli e sorelle. Questo può provocare un

rallentamento nel processo del vostro sviluppo. Come?

Ecco! Degli abili servitori di questa natura- e sono numerosi -sanno molto

bene (ahimè!) che, parlando di luce ai cercatori di luce, affascinandoli con

abbondanti parole, li si distoglie dalla loro ricerca.

Per esempio, facendo loro balenare i vantaggi di organizzazioni, di sette e di

chiese che,- dicono - seguono la luce, riempiendo loro la testa di numerose

speculazioni inventate, su di essa, di sana pianta.

Numerosi sono gli ingenui, i candidi, quelli che sono di semplice buona fede,

ad essere presi nelle reti tese con tanta sottigliezza!

Ora, sappiate che nessun mortale, sulla terra o nel cielo, è capace di strappare

dal santuario del vostro cuore l‟atomo primordiale, la rosa delle rose. Ciò che,

sfortunatamente, è possibile, è d‟indurre questa rosa in errore; di sviare la sua

naturale reazione che è quella di rivolgersi alla luce del Sole eterno.

Come, nelle serre calde, si fanno sbocciare i fiori precocemente, mediante

lampade solari, così si può avvolgere il bocciolo di rosa negli orpelli della

falsa luce delle speculazioni metafisiche.

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Si può, in questo modo, per incarnazioni e incarnazioni, dare a milioni di

portatori del boccio di rosa l‟illusione della liberazione.

Questo inganno è teso continuamente da questa parte del velo, con promesse

ripetute che nell‟aldilà troveremo il cielo e Gesù il Signore. Quando si è il

giocattolo di una tale illusione, giunti nell‟aldilà, la reincarnazione deve

prodursi, visto che essa è per il microcosmo un processo biologico

indispensabile.

Ogni figlio della rosa che, per il suo delicato bocciolo, cerca i benefici della

Luce universale è assalito da una raffinatissima magia, la magia di una cultura

vecchia di eoni. Questa magia naturale impiega tutto e tutti per arrivare al suo

scopo. Essa lo fa perché può farlo. Essa può anche impiegare la nostra Scuola

e la parola trasfiguristica di Gesù il Signore e di altri grandi.

Voi potete essere afferrati da questa magia naturale nel preciso momento in cui

riflettete sulla sola e unica realtà.

Noi vi chiediamo se, nello stato in cui vi trovate in questo momento, la Scuola

della Rosacroce d‟Oro vi apporta la contentezza, la pace interiore.

Se la risposta è sì, vuol dire che il vostro roseto si è perduto nelle calde serre

della magia della cultura naturale, poichè è impossibile che l‟atomo-scintilla

divino trovi, nella natura della morte, soddisfazione e pace. Se così fosse,

sarebbe la prova che qualcosa in voi non è in ordine.

Come, in effetti, un figlio della luce potrebbe essere in pace, fin tanto che non

è rientrato nel Regno della Luce?

Notate bene, tuttavia, che non vogliamo dire con ciò che in lui deve regnare

una continua, demoralizzante ansietà; un perpetuo timore, che si esteriorizza

attraverso un‟aria triste. Infatti, un figlio della Luce invisibile può essere di

umore molto stabile, ben equilibrato, grazie alla sua certezza di essere sulla via

della Patria.

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Ma la finta calma e la pace a buon mercato, frutto di un compromesso con la

natura, sono, in lui, impossibili. Un figlio della Luce, infatti, conosce

l‟esperienza che fece Gesù sulla terra:come lui, non sa dove posare i piedi e

non ha una pietra dove riposare la testa. Fondamentalmente, non trova ciò in

nessun luogo quaggiù.

È dunque indispensabile che vi domandiate:“Cosa mi apporta interiormente la

Scuola? È ancora capace di inquietarmi, di turbarmi? Desta ancora in me un

angosciante desiderio? Oppure non vi sono nella mia vita più sussulti? Sono

forse arrivato al punto in cui tutto entra da un orecchio per uscire dall‟altro?”

E noi vi chiediamo:“Vi trovate ancora nel processo? O il vostro satana, il

vostro io superiore, il vostro essere aurale, vi ha già asserviti e messi fuori

combattimento?

Poniamoci tutti, in questo stesso istante, tali domande, sapendo di essere in

pericolo in ogni ora del giorno e della notte. Colui che non se ne rende conto e

dice:“Via, via! Non esagerate, non fate drammi!” non possiede la caratteristica

indispensabile del primo grado elementare della Scuola.

Un figlio della rosa che nasce in questo mondo, non ha nulla in comune con

quest‟ultimo. Egli non vi è riconosciuto e non troverà né luogo dove posare i

suoi piedi né pietra dove riposare la sua testa. Tutto gli è estraneo, egli è un

esiliato.

Quando cerca di liberarsi per ritrovare la sua destinazione divina naturale, ci si

sforza di trattenerlo prigioniero nei luoghi del suo esilio, inculcandogli delle

abitudini che lo addormenteranno, forzandolo, per esempio, a prendere e

accettare per vero il suono di false campane, sprazzi di falsa luce. Questo è il

pericolo!

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Conoscete la facciata dietro la quale si nasconde questo pericolo, quest‟unico

pericolo di accecamento e di falsificazione? Sapete dove prende corpo? Esso

prende corpo in quella che si fa chiamare “chiesa” e non lo è!

Forse direte:“Sotto questo aspetto non ho alcun timore, essendo affiliato alla

Rosacroce”. Se parlate così, voi sottovalutate l‟influenza delle chiese, poichè

la magia esercitata dai tentacoli di quest‟idra si estende ben più lontano di

quanto possiate credere.

I suoi tentacoli possiedono anche un potere irradiante. Questo potere paralizza

il cercatore di luce, in quanto la sua influenza è cristallizzante. Essa paralizza e

coagula l‟impulso verso la luce. Il resto - l‟organizzazione delle chiese,

l‟apparato esteriore visibile al pubblico - è secondario.

Lungo i secoli, vi è sempre stata una cospirazione, un complotto tramato

contro coloro che portano in sè il bocciolo di rosa e vorrebbero veder fiorire il

loro roseto. Il pericolo costituito da questa cospirazione diventa di ora in ora

sempre più grave.

Soprattutto non crediate che noi vogliamo suggerirvi così una credenza nei

demoni; no, non vogliamo allarmarvi, ma condurvi a una semplice ed

elementare esperienza personale.

Vi sentite sempre e malgrado tutto dei veri cercatori di luce? Siete, quindi,

ancora turbati e pieni d‟inquietudine?

Sapendo di essere la posta di una lotta, siete, a causa di ciò, in perpetua

agitazione, pieni di una così grande attività da tremare?

Avete in voi qualcosa di questa forza di espansione di cui parla il salmista,

questa forza che, a un dato momento, vi fa gioire e, l‟istante successivo, vi fa

sentire la minaccia sino in fondo alla vostra anima? Sentite le mura minacciose

ergersi attorno a voi? Si? Allora la grazia di uno stato d‟allievo vivente è

vostro retaggio!

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 19 di 192

Ma se tale non è il vostro stato, se siete tutta tranquillità e serenità, beatamente

felici dove siete, senza chiedere nulla di più, allora attenzione, poichè è più che

certo che l‟influenza cristallizzante vi tiene in suo potere e toglie al vostro

roseto il suolo fertile di cui ha bisogno.

Allora è indispensabile che voi ricerchiate la causa di questo arresto sul vostro

sviluppo; se, tuttavia, ne avete il coraggio!

Quanto a noi, se siamo riusciti a rendervi la vecchia e salutare inquietudine che

non vi lasciava respiro, sì, se siamo riusciti in questo, siamo riconoscenti a

Dio, poichè, così facendo, vi abbiamo strappati alla morsa del vostro nemico

particolare, intento a strangolarvi.

Un uomo, portatore di un bocciolo di rosa nel cuore, è toccato dalla forza di

radiazione elementare della Gnosi; per questo nasce in lui una grande

inquietudine, un profondo turbamento. Dei servitori della Gnosi vengono

verso di voi, vi parlano della Luce e ne danno testimonianza. Sta a voi ora

distinguere ciò che fanno, poichè questo è il segno.

Essi non vogliono stupidamente tranquillizzarvi, calmare la vostra

inquietudine; no, quello che vogliono è mettervi sulla buona strada, porvi

saldamente sul cammino, poichè dietro la vostra inquietudine si nasconde il

sentimento di essere uno straniero quaggiù, di essere in esilio, di non

appartenere a questo mondo.

Se questa inquietudine dovesse esservi tolta, ciò rappresenterebbe l‟assassinio

della vostra energia dinamica, indispensabile per farvi progredire sul cammino

della liberazione.

Colui che è a tal punto evirato, che si abbandona a una fallace tranquillità, che

accetta, ammette e considera tutto con benigno intendimento, costui dà la

prova di essere divenuto vittima della istituzione che, a torto, si fa chiamare

“chiesa”.

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Voglia Dio che abbiamo destato in voi qualcosa di questa forza espansiva così

necessaria, di questa inquietudine iniziale e fondamentale che è il segno

distintivo e caratteristico dei figli e delle figlie della Gnosi!

Un uomo che ha un bocciolo di rosa nel suo cuore, è toccato dalla forza

irradiante elementare che emana dalla Gnosi. Questa forza è la forza di luce

emessa dalla Settemplice Fraternità Universale e colui che è toccato da questa

luce è incontestabilmente sotto l‟influsso di un intenso turbamento, e lo

avverte.

Perché? Perché questa forza di luce è diametralmente opposta alla natura

dialettica. Ora, questa forza penetra nel vostro sistema per il tramite dell‟atomo

primordiale, il boccio di rosa, e allorché si fa valere, è come se voi foste forzati

a respirare in un‟atmosfera che vi è estranea e che il vostro sistema è, malgrado

tutto, costretto a inalare.

Congiuntamente all‟appello gnostico, dei servitori vanno per il mondo a

parlare agli uomini di questa Luce che turba i portatori del germe divino. Essi

ne testimoniano e il loro intento non è di tranquillizzare la crescente

inquietudine del cercatore, poichè questa inquietudine è precisamente la prova

di una reazione che attendono.

Cosa fanno allora i lavoratori gnostici? Essi canalizzano questo turbamento,

questa inquietudine, dandole un senso. Spiegano lo scopo di questa reazione e

pongono“in equilibrio e ben saldo”sul cammino l‟allievo che vuole

percorrerlo.

Noi abbiamo spesso paragonato questa inquietudine a una pila carica di

energia nuova da utilizzare, in quanto questo turbamento è una forza

espansiva.

È quindi indispensabile che ogni allievo della Scuola Spirituale attuale sappia

se conosce questo turbamento, se prova o ha provato questa santa

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inquietudine. In tal caso si può dire che egli è ammesso a giusto titolo nella

Scuola, che è preso nel processo che la Scuola mostra ai suoi allievi.

Se, invece, non conosce questa inquietudine, non si consideri ancora, in fondo,

un vero allievo. Questo stato proviene dal fatto che un‟influenza cristallizzante

ha potere su di lui, influenza che toglie al roseto il suolo fecondo.

Noi vi abbiamo già spiegato le cause di questa cristallizzazione, di questo

sonno senza sogni dell‟atomo primordiale. Esse si riferiscono al fatto che

l‟interessato si è strettamente legato, identificato, alle forze della natura, ed è

soggiogato da queste.

Vorremmo ora parlarvi della fase successiva al santo tocco. Due possibilità si

presentano a colui che è toccato nel cuore dalle radiazioni della Settemplice

Fraternità Universale; che prova quindi un turbamento sacro e ha ricevuto dai

lavoratori della Fraternità la spiegazione di questa inquietudine e del suo

obiettivo.

Nel primo caso l‟allievo vede crescere in sè l‟ardente desiderio di partecipare

alla nuova realtà, cioè l‟ardente desiderio della salvezza.

Nel secondo, sente al contrario sviluppare in sè un‟opposizione,

un‟avversione, addirittura un‟animosità, e nasce infine il conseguente rifiuto di

seguire il cammino.

Ogni allievo è dunque posto, a un dato momento, davanti a una scelta decisiva.

Egli prova:o un immenso desiderio della vita nuova, che la forza di

espansione, destata dall‟inquietudine sacra, alimenta d‟energia sufficiente per

raggiungere il fine; o un‟avversione per questo cammino, il rifiuto ostinato di

seguirlo e l‟inevitabile conseguenza:l‟autoneutralizzazione.

Il campo di forza della Scuola è oggi sufficientemente forte per provocare tali

reazioni.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 22 di 192

Fate tutti bene attenzione, perciò, a comprendere la natura, l‟essenza, la

profondità della scelta, affinché, quando vi troverete davanti al bivio, sappiate

quello che vi resta da fare.

Voi vi rendete conto che non si tratta di scegliere dopo matura riflessione,

dopo aver soppesato il pro e il contro, né sotto l‟incitamento di un‟emozione.

No, si tratta qui di una reazione psicologica inevitabile, inesorabile, nel senso

di:“Non posso fare altrimenti!” Reazione che non è mai una costrizione o il

risultato di una pressione di terzi, ma la manifestazione di una realtà interiore

incontenibile, esente da ogni illusione, esaltazione o suggestione.

Si potrebbe, infatti, supporre di incontrare nell‟atrio degli allievi che non siano

lì al loro posto, cosa che potrebbe inquietarne alcuni. Sappiate che è una cosa

impossibile in una Scuola come la nostra, una Scuola vivente come la

Rosacroce.

Nell‟atrio un allievo giunto al bivio è costretto a dichiararsi in modo

veramente cosciente. La Dottrina Universale dice - e voi lo sapete - che la

verità, la realtà, finisce sempre per apparire alla comprensione del candidato,

poichè la verità deve inevitabilmente essere liberata.

Vediamo ora come si sviluppa questa dichiarazione tutta personale.

Innanzitutto, come nasce questo desiderio della vita nuova, questo desiderio

della salvezza? Volete, ognuno per conto vostro, determinarlo? Per facilitarvi

il compito, vi ripetiamo le condizioni richieste:

Primo. È necessario che voi siate toccati dalla radiazione elementare

della Settemplice Fraternità Universale. È la prima prova di un

contatto:è la mano tesa della Fraternità.

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Secondo. Se siete portatori di un atomo-scintilla di spirito e il vostro

modo di vivere lo permette, voi siete turbati, commossi, da una santa

inquietudine.

Terzo. Avendo i lavoratori della Fraternità orientato la vostra

inquietudine verso il suo vero scopo, voi comprendete sia il vostro stato

nella dialettica, sia il vostro stato di allievo; e arrivate finalmente a

comprendere che esisteva- ed esiste tuttora -una vita originale; e che la

vostra attuale manifestazione microcosmica non è che una caricatura

dello stato originale.

Se siete d‟accordo con quello che vi diciamo, se tutto questo diviene chiaro ai

vostri occhi, sarà allora la vostra maniera di vivere a determinare se, frutto di

questa esperienza interiore,“un desiderio”è nato; se una certa lucidità vi dà un

bisogno incontenibile della nuova vita.

Da quale modo di vivere è dunque determinato questo desiderio? Dalle

esperienze vissute.

La vera comprensione nasce, infatti, dalle esperienze registrate dal sangue,

esperienze che non hanno dunque niente di superficiale, ma sono anzi molto

coscienti. Comprenderete facilmente che né la filosofia, né la fede su

ordinazione, né l‟accettazione benevola di un qualsiasi sistema, né la

sottomissione alle circostanze familiari possono generare lo stato psicologico

richiesto.

Solo l‟esperienza fa nascere il desiderio della salvezza. Un allievo deve poter

certificare la veridicità della filosofia della Scuola con l‟esperienza

personalmente vissuta.

È possibile evidentemente che il vostro subconscio abbia già accumulato un

buon numero di esperienze, risultato di un lungo passato che è già nel vostro

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 24 di 192

sangue; ragione per cui, fin dall‟inizio del vostro stato di allievo, avete

coscienza di essere passati attraverso molte esperienze.

In altri termini, avete in voi, nella vostra coscienza, ma vissute nel passato, le

esperienze di ordine spirituale che si riallacciano all‟Insegnamento Universale

e siete così arrivati allo stato così ben descritto nel Salmo 42:

“Come una cerva anela ai corsi d’acqua,

così l’anima mia anela a te, o Dio!

La mia anima ha sete di Dio, del Dio vivente.

Quando verrò e vedrò il volto di Dio?

Perché ti abbatti, anima mia, e fremi dentro di me?”

Notate che, quando questo desiderio nasce, voi non potete attribuirlo né a una

decisione della vostra volontà, né a un consiglio ricevuto, ma può essere solo

la conseguenza di uno stato psicologico che riempie l‟intero essere fin nelle

sue più intime ed infime fibre.

Si tratta, dunque, di un‟aspirazione interiore e di nulla d‟altro. Si tratta di un

orientamento esclusivamente spirituale, di una nuova polarizzazione.

Voi trovate questa reazione descritta molto bene nelle Nozze Alchemiche di

Cristiano Rosacroce. Posto di fronte a più strade, il candidato deve fare una

scelta; allora una circostanza fortuita gli fa prendere spontaneamente, come

spinto da un istinto interiore, proprio quella che conduce al tempio interiore.

Forse avete già provato la sensazione che la vostra vita sia guidata; che, senza

saperlo né volerlo, seguite un certo cammino. Questo è vero.

Non dovete vedere quest‟esperienza come il risultato, l‟influsso di forze, fuori

di voi, che dirigerebbero la vostra vita in un senso determinato, ma come uno

stato interiore che domina il vostro essere; che governa le reazioni del vostro

sangue, che determina i vostri pensieri.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 25 di 192

Colui che prova il desiderio che abbiamo descritto, invoca e attira a sè le forze

magnetiche della Vita Nuova. Queste forze fanno incondizionatamente

raggiungere lo scopo nel modo descritto.

Esaminiamo ora la seconda possibilità di cui abbiamo parlato:l‟opposto

procedere di colui che rifiuta il cammino e perviene all‟autoneutralizzazione;

dunque il caso in cui l‟interessato, giunto alla biforcazione, prende la strada

sbagliata. Seguiamone lo sviluppo come nel primo caso.

Un uomo è toccato dalla luce elementare della Fraternità e l‟inquietudine

nasce. Un operaio della Scuola orienta l‟interessato verso il fine da

raggiungere, gli mostra il cammino da seguire, fa di tutto per fargli

prendere“un buon avvio”.

Gli dà un consiglio esclusivo:“Lui, l‟Altro in te, deve crescere; il tuo io, l‟io

della vecchia natura, deve declinare:appiana il cammino al tuo Signore”.

Così, anche quest‟uomo arriva al bivio. Tuttavia egli non prende il cammino

del desiderio della salvezza. Perché? Perché le esperienze della sua vita gli

fanno ancora prendere altre direzioni. Sebbene dominato da un sentimento

interiore identico, il secondo candidato non può tuttavia percorrere il cammino

che il primo ha intrapreso.

Disponendo entrambi di un atomo-scintilla di spirito, toccati ambedue dallo

stesso campo magnetico elementare della Gnosi, in rapporto tutti e due con la

Scuola Spirituale, essi scelgono, nondimeno, un cammino differente, spinti

ognuno dall‟aspirazione interiore nata dall‟esperienza acquisita dalla loro

coscienza.

Quando si sa questo, non ci si stupisce più se un allievo lascia la Scuola, sì, se

deve lasciarla. È la Scuola stessa che conduce a questa autodichiarazione.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 26 di 192

Si può, certo, deplorare questo fatto, ma verrà naturalmente un momento in cui

l‟interessato, maturato dalle esperienze e spinto da uno stato interiore

differente, farà una scelta migliore, più giudiziosa.

Se si cerca il movente che, in un qualunque caso, spinge la persona in

questione a lasciare la Scuola, perché costrettavi da un‟autodichiarazione, si

trova una grande diversità di motivi.

Uno dirà: “Non posso seguire questo cammino, perché devo curare il mio

vecchio padre o la mia vecchia madre e questo assorbe tutto il mio tempo.” È

un complesso filiale che ricaccia il desiderio.

Un altro dirà:“Io mi ritiro perché non posso forzare la mia vecchia madre a

diventare vegetariana ed essa esige che io faccia come lei”.

Per un terzo sarà:“Mia moglie me lo vieta”,oppure:“Mio marito è contro”. O

ancora:“l‟educazione dei miei figli occupa tutto il mio tempo”.

Vi è poi la rubrica degli“io” delusi, intenti nella vita a costruirsi molto

coscienziosamente la loro gloria e che, smascherati, si rivoltano violentemente

contro la Scuola.

Vi è anche la categoria di coloro che si aspettano ancora molto da questo

mondo, che hanno delle ambizioni e chiedono di realizzarle. Ci sono, infine,

quelli che, disgustati di vivere nella natura della morte, si fanno continuamente

dei rimproveri e, rivolti verso il passato, frenano il presente lasciandosi

dominare dalla coscienza delle loro colpe.

Ahimè, in tutti questi casi è la cattiva strada che si prende!

Vi è ancora il gruppo di quelli che, condotti fino al bivio, non arrivano a

scegliere. Esitano, cercano di rimanere neutri, non desiderano, né si rifiutano.

Si può osservare in essi un inizio di cristallizzazione, di pietrificazione.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 27 di 192

Riassumendo, dobbiamo constatare che quanti si trovano nell‟atrio della

Scuola sono, a un dato momento, obbligati a dichiararsi. È una necessità vitale.

Questa magnifica necessità è uno degli obiettivi della Scuola. Ogni candidato,

sulla base del proprio stato psicologico interiore, si dimostra qual è realmente.

La Scuola vede così svilupparsi due correnti:l‟una formata da coloro che

portano in sè un desiderio intenso di liberazione e ricevono assicurazione della

loro ammissione nel nuovo campo di vita; l‟altra formata da quelli che, a un

dato momento, deviano e tornano al loro punto di partenza.

Comprenderete con noi che il“Tutto o niente”di Ibsen, come pure le parole di

Gesù il Signore:“Se non abbandonate quanto possedete, non potete essere miei

discepoli”,non è un modo di vedere le cose al quale si può aderire per

decisione della volontà, ma un comportamento che cresce e si rafforza con le

esperienze.

È un calice che bisogna bere fino all‟ultima goccia. A questo calice nessuno

sfugge!

Quando poi la coscienza si troverà posta di fronte a delle decisioni da

prendere, saranno la natura e la qualità di queste esperienze a essere

dominanti. Tutti siamo guidati dalla somma delle qualità acquisite dalla

coscienza, qualità ancorate al sangue e trasportate dal sangue.

E- Dio sia lodato -mai e poi mai la Fraternità Universale ci abbandonerà. Essa

ci tocca continuamente con i suoi raggi salutari, testimonia della sua incessante

presenza e ci spinge verso il bivio.

Molte volte siamo già tornati al nostro punto di partenza, ma verrà il giorno in

cui riusciremo a raggiungere le altezze, le vette sulle quali regna sovrano il

desiderio della salvezza, al fine di contemplarvi l‟alba di un nuovo mattino.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 28 di 192

Capitolo IV

(Pentagramma italiano, 4° trimestre 1987 )

LA GIOIA DELLA FEDE

Nei capitoli precedenti abbiamo cominciato, basandoci sul Vangelo della Pistis

Sophia, a darvi un‟idea del mistero del“nuovo divenire umano”. Abbiamo

perciò studiato e approfondito insieme vari aspetti del soggetto e abbiamo

scoperto che la base elementare del nuovo divenire è incontestabilmente la

presenza, nel ventricolo destro del cuore, dell‟atomo-scintilla di Spirito, il

“bocciolo di rosa”.

L‟uomo che possiede il bocciolo di rosa -.che ancora lo possiede!.-ne diviene

cosciente quando arriva a constatare in sé un certo stato elementare,

rudimentale; uno stato particolare che, presente fin dalla giovinezza, foggia il

suo carattere, il suo essere, il suo modo di agire.

Stato che designiamo come: turbamento, inquietudine del cuore, o anche santa

inquietudine, per indicare l‟aspetto sacro di questo turbamento, che manifesta

una ricerca di salvezza, un desiderio di guarigione.

Questo stato risulta, nella persona in questione, da una speciale percettività

alle influenze elettromagnetiche che non sono di questa natura e che si

rivolgono all‟atomo-scintilla di Spirito, il quale le accetta consciamente e le

diffonde nell‟intero sistema.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 29 di 192

Da dove provengono queste radiazioni elettromagnetiche? Esse provengono

dalla Fraternità Universale, che ce le invia e le mantiene consciamente nel

nostro campo di vita per mezzo dei suoi sette campi operativi.

È fuor di dubbio che ogni entità portatrice di un atomo spirituale reagisce a

questa radiazione, ne è turbata, commossa e resa inquieta. Questa semplice e

logica spiegazione esprime la verità, la semplice realtà dell‟interpretazione

poetica o mistica che si riferisce alla Voce, all‟Appello di Dio che tocca gli

uomini.

Essa esprime anche la verità, la semplice realtà per quanto riguarda la reazione

di Dio al comportamento individuale degli uomini.

Il misticismo infantile dell‟uomo religioso dice:“Dio vede tutto e sente tutto”.

Vi è una certa verità nascosta in questo detto popolare, poichè sappiamo che

ogni campo elettromagnetico reagisce conformemente a come reagiscono i

corpi toccati dalla sua influenza. Il modo di agire di un uomo connesso con un

certo campo magnetico determina la reazione di quest‟ultimo.

Riassumendo, diciamo che ogni portatore del bocciolo di rosa è toccato dalla

radiazione inviata coscientemente da un campo magnetico, gettato come una

rete nel mare della vita. Questo portatore subisce giorno e notte l‟influenza di

tale emanazione, che fa crescere giorno dopo giorno il suo turbamento e la sua

inquietudine.

Egli è cosi, secondo il proverbio citato, confrontato con la nuova vita.

Circondato, accerchiato da questo mistero, non può sottrarsi al suo fascino.

Questo mistero fa di lui un cercatore, un essere inquieto che non cessa di porsi

domande sulla vita e sui suoi segreti, che vuole approfondire le cause della sua

esistenza.

Egli si sente straniero sulla terra; è per natura un “romantico”, sempre alla

ricerca dell‟altro, di un altro, di un alter-ego; sempre in cerca del meraviglioso.

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Una volta preparato adeguatamente il campo di vita umano, la Fraternità

Universale invia dei servitori, che fondano delle scuole e vi attirano degli

allievi. Questi inviati parlano agli uomini dell‟inquietudine santa e sacra che li

anima, spiegando loro la provenienza e l‟intento di questo turbamento.

Essi testimoniano della Gnosi e del suo appello, facendo comprendere in cosa

consiste il suo campo magnetico; e, quando incontrano dei cercatori bramosi e

capaci di ascoltare, proseguono, parlando loro della vita originale,

smascherando così il mondo dialettico e spiegando il loro stato attuale.

L‟evidente intento di questi inviati è di guidare i loro allievi, di condurli verso

quel rapporto particolare, l‟armonia interiore, che essi possono raggiungere e

mantenere con il campo magnetico in questione.

Questo rapporto armonioso potrebbe essere chiamato“la fede”,la fede nella

vita nuova, la speranza di esservi un giorno ammessi e di poter entrare in

comunione con essa. Questa fede e questa speranza fanno sì che l‟allievo arrivi

in modo del tutto naturale ad amare la Scuola e il suo lavoro;il che determina

un allontanamento ancora maggiore dalla vita dialettica.

Questa finisce per pesargli, fino a diventargli completamente estranea. Si tratta

di un desiderio incommensurabile, di per sé sufficiente.

Tuttavia è anche possibile che un timore fondamentale paralizzi l‟allievo e gli

faccia rifiutare di intraprendere il cammino. Ciò accade quando le esperienze

subite non sono state abbastanza concludenti, quando la materia esercita

ancora su di lui un certo fascino; quando la sua coscienza non ha registrato

sufficienti sconfitte per arrivare a un congedo irrevocabile dalla natura

ordinaria.

Ma quando uno smisurato desiderio cresce nell‟anima del candidato, quando la

plenitudine della corrente gnostica del campo magnetico si diffonde

ampiamente nel suo essere attraverso la rosa del cuore, allora egli entra in un

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nuovo stato d‟essere. Allora lo splendore, la magnificenza, la maestà e la

gloria della vita nuova gli si rivelano ed egli è ricolmo di una gioia profonda,

di una infinita riconoscenza, di un entusiasmo senza limiti.

Notate, tuttavia, che si tratta solo di una rivelazione, di una prospettiva, e non

della stabilità di uno stato di fatto. Benché invidiabile, questo stato è ancora

solamente un grado più elevato della certezza apportatagli dalla fede.

Questo grado, questo scalino, è chiamato “rivelazione”; esso apporta una

conoscenza particolare della vera natura della Gnosi. Ma, poichè desideriamo

approfondire questo importante soggetto, lasciamo apparentemente il nostro

tema per aprire una parentesi.

Una fraternità occulta, un potere gerarchico dialettico che vuole influenzare

concretamente l‟umanità, prende sempre un campo magnetico come base della

sua influenza. Si comprende così il gran numero di campi magnetici più o

meno attivi nella nostra atmosfera.

Più di una rete è gettata nel mare della vita dialettica! Pensate alle influenze

tibetane, alla magia che, dal “tetto del mondo”, tiene l‟umanità come in una

rete. Pensate alla magia di certe chiese che, con il medesimo intento, creano e

mantengono un campo di questo genere.

Abbiamo così la certezza che più di un‟influenza magnetica è esercitata su di

noi:infame parodia del campo magnetico della Fraternità Universale, che può

preoccupare e far temere l‟impostura e l‟inganno.

Ma rassicuratevi, un cercatore serio non sarà mai vittima di una tale doppiezza,

perché, secondo il principio delle leggi magnetiche universali, ogni campo

magnetico è tenuto, a un dato momento, a dichiararsi e a manifestare la sua

vera natura.

Se questa rivelazione dovesse quindi far nascere un dubbio, un pensiero in

contraddizione con la natura fondamentale del candidato, costui continuerebbe

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ciò nondimeno ad avere la libertà di sottrarsi a questa influenza magnetica, la

libertà di neutralizzare l‟interesse precedentemente suscitato.

Comprendete, quindi, che una rivelazione non è soltanto un allargamento dei

poteri della coscienza, ma nello stesso tempo una pietra di paragone, un potere

di controllo. La rivelazione mostra la verità e la vera natura della forza

nucleare iniziale del campo magnetico in questione.

Non si può essere una vittima incosciente; molte assurdità sono spacciate in

questo campo! L‟entità portatrice di un bocciolo di rosa che cerca realmente la

liberazione è in grado di “valutare perfettamente se uno spirito appartiene o no

alla Gnosi, impiegando il suo potere di controllo”.

Poiché, ripetiamo, ogni campo magnetico è costretto a manifestarsi, a rivelarsi.

Se ciò non accade, è perché la rivelazione non è veramente desiderata

dall‟interessato, il quale, in fondo, è a suo agio nella radiazione elementare di

tale o talaltra influenza e si lascia quindi volontariamente usare e ingannare

dagli agenti del campo in questione.

La particolarità di questi agenti è che esigono dal loro branco una fede ingenua

in dogmi antiquati, in tradizioni trasmesse di generazione in generazione e

presentate come inattaccabili e divine. Questo ciarpame di tradizioni ostacola

veramente la ricerca dell‟investigatore serio.

Questi vi trova una scienza inventata di sana pianta per soddisfare le sue

tendenze e appagare il suo desiderio di sapere; scienza che gli studenti devono

imparare a memoria in latino e in greco; ragione per cui si chiede loro perfino

di immergersi nello studio di vecchie lingue morte, di approfondire mille e un

autore, cercando quello che dice l‟uno e ciò che confessa l‟altro.

E non basta:devono inoltre conoscere e studiare un certo numero di rituali

magici. Dopo sette anni di un tale martellamento, con il cervello sovraccarico e

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danneggiato, gl‟infelici finiscono per credere veramente di essere proprio ciò

che è stato loro detto e ripetuto:dei sacerdoti, le guide spirituali dei popoli.

Non si tratta evidentemente di“rivelazione”poichè la loro rivelazione non è

altro che lettera morta e compilazione di testi. Ma ciò sembra loro sufficiente.

Non comprendono che, in realtà, non sanno niente di niente, che, ingannati,

sono menati per il naso e che, restituiti alla vita e alla società, vi arrivano

corporalmente squilibrati.

È con questo metodo che si impedisce, si stronca in embrione la possibilità

della rivelazione.

Permetteteci a questo punto di chiedervi se la vostra certezza si basa sulla

vostra biblioteca e su ciò che il vostro cervello ha intelligentemente

memorizzato.

In questo caso, permetteteci di dirvi che ciò è veramente spiacevole; è

purtroppo colpa vostra e dimostra che siete vittime dell‟influenza di un

qualche campo magnetico della natura ordinaria che vi impedisce il cammino

della rivelazione.

Ritorniamo al nostro punto di partenza. Chi, grazie al processo evocato e alla

fede nella Gnosi, è ricolmo di un desiderio inestinguibile, è condotto alla

rivelazione.

Grazie al rapporto armonioso stabilito con la Gnosi e il suo campo magnetico,

un tale candidato, piccola luce, piccola fiamma, giunge al cuore, al nucleo di

questo campo magnetico, che gli si rivela, gli si apre, gli si dichiara.

Nell‟Apocalisse di Giovanni questa rivelazione si presenta come un confronto,

il confronto tra il candidato e Colui che era, che è e che sarà per tutta

l‟eternità:il vero Uomo celeste primordiale. Il candidato non è ancora l‟uomo

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celeste, molto gli manca, ma l‟uomo celeste gli si mostra in prospettiva.

Afferrate ora la differenza tra il sapere e la rivelazione?

Notate, inoltre, che questa rivelazione non è unica, ma si ripete in una serie di

sviluppi sempre più precisi. E può capitare che, davanti ai vostri occhi

sbalorditi, si presenti qualcosa di talmente magnifico da farvi esclamare

balbettando: “Che straordinaria rivelazione!”, lasciandovi poi muti di

riconoscenza.

Vi sentite allora come i discepoli di Gesù sul Monte degli Ulivi, le cui parole

ci sono riportate dal Vangelo della Pistis Sophia: “In verità, noi siamo eletti al

di sopra di tutte le creature sulla terra”. Proprio così!

Questa rivelazione, che vi tocca e si svolge davanti alla vostra coscienza, è la

coscienza di Giove, avvertita da alcuni come una certezza dell‟avvenire, la

prescienza che questo dono sarà loro un giorno accordato.

Sappiate che voi potete afferrarla e possederla fin da ora, se percorrete il

cammino.

Se possedeste questa coscienza della rivelazione, all‟istante attestereste,

vedreste e provereste -.come testimoniano i veri mistici.- di vivere nel cuore,

nel seno eterno del Padre di tutte le cose.

Ora, questa rivelazione della coscienza è tutt‟al più una fase, la fase finale del

cammino del gioannita, e quindi è ancora del tutto dialettica. Questa coscienza

è la base sulla quale poggia l‟ultima scelta, la decisione finale e conclusiva.

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Capitolo V

(Pentagramma italiano, 4° trimestre 1987 )

LA RIVELAZIONE

Voi sapete che l‟intento della Scuola è di iniziarvi al mistero del nuovo

divenire umano. Noi non abbiamo cessato d‟insistere sul fatto che bisogna

vedere questo mistero come un avvenimento che può diventare una realtà, che

può sopraggiungere nel presente vivente attuale; un avvenimento cui potete

partecipare tutti, senza eccezione, non appena i vostri desideri si orientano su

di esso.

Alcuni considerano questo mistero come un problema da risolvere. Essi ne

fanno oggetto di studio:prima di impegnarsi nella soluzione, desiderano

conoscerne tutti gli aspetti, tutti i particolari, proprio come un passante colpito

da una vetrina e sedotto dal buon gusto del vetrinista.

La Gnosi, però, non si lascia mettere in mostra come una mercanzia, ma si

svela a coloro che le vanno incontro nell‟opprimente afflizione della loro

anima. Per cui è impossibile che la Gnosi divenga un insegnamento

d‟università. No, la Gnosi è per coloro in cui brucia un ardente desiderio.

È per gli allievi della Scuola Spirituale che, animati da un autentico desiderio

di salvezza, comprendono il fine, il piano dell‟opera da portare a termine. Essa

accetta come allievi tutti quelli che sono in questo stato.

Come sapete, la base elementare del nuovo divenire è il possesso di un atomo

divino, il bocciolo di rosa, il principio vitale che si trova in cima al ventricolo

destro del cuore. Voi divenite coscienti della presenza di questo principio

grazie a uno stato speciale, un turbamento in continua crescita, che si potrebbe

indicare come“inquietudine psichica”.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 36 di 192

Il soggetto in questione è sensibile agli effetti di un certo gruppo di influenze

elettromagnetiche inviate in questo mondo da quella che noi chiamiamo

Fraternità Universale.

Queste influenze provengono da un campo magnetico che non ha niente a che

vedere con la natura dialettica -.che, d‟altronde, non è in grado di spiegarne la

provenienza.- e non possono essere accettate e registrate né dalla coscienza

ordinaria, né dal fuoco del serpente, né dalle ghiandole a secrezione interna, né

da qualsiasi altro organo corporale, ma sono avvertite e assimilate

esclusivamente dall‟atomo divino.

Confrontato al resto della composizione anatomica della personalità,

quest‟atomo originale è un principio assai strano e singolare. La sua struttura è

assolutamente differente da tutto quanto conosciamo; essa non corrisponde ad

alcun gruppo di sostanze primordiali del campo di vita ordinario.

Per questo lo troviamo, come un bocciolo di rosa protetto e ricoperto da verdi

brattee, custodito in fondo al santuario del cuore, fino a quando la radiazione

gnostica viene a svegliarlo.

È certo che un‟entità portatrice di un atomo-scintilla di Spirito reagirà, a un

dato momento, a queste radiazioni. La prima reazione sarà, come sapete,

un‟inquietudine, un turbamento, perché la rosa del cuore, il settemplice

principio del vero uomo primordiale, aspira a ritornare alla sua patria.

Appena il bocciolo di rosa comincia a mostrarsi sensibile ai raggi che lo

toccano, si sviluppa un ardore, un riflesso, una proiezione. Questo fenomeno

agisce sull‟intera personalità tramite la circolazione cefalica, che, attraverso

l‟aorta e l‟arteria succlavia sinistra, fa salire il sangue al cervello e opera

quindi sui centri nervosi della materia grigia.

È in questo modo che l‟appello divino opera nell‟uomo.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 37 di 192

Si tratta di un‟attrazione magnetica che i poeti di ogni tempo hanno cantato,

poichè ne subivano l‟influenza, come testimoniano di questo turbamento nei

loro scritti anche certi pensatori e romanzieri.

Quest‟appello magico conduce i semplici, i non complicati, a superare la loro

timidezza per andare verso la Luce dei Misteri con piena certezza e fiducia.

Questo conferma che è la semplicità, il candore, a trovare sempre la via più

breve verso il fine:la filiazione divina.

L‟inquietudine psichica non ha altro intento che quello di incitare l‟uomo a

cercare. “Cercate e troverete” non è una frase vana, ma una legge primordiale;

per cui siate convinti che l‟anima che cerca, spinta da una tale inquietudine,

troverà immancabilmente ciò che cerca.

Per chi è vittima del tempo, questa ricerca potrà sembrare lunga e necessitare

forse di qualche altro giro di ruota. Un fatto resta certo:chi cerca troverà.

Il tocco iniziale della Gnosi in cerca di anime predisposte è di una semplicità

tale, nella sua magnificenza, da destare il sorriso; ma è un sorriso di stupore e

rispetto, il calmo sorriso di un‟infinita riconoscenza!

Nessuna anima, infatti, può essere dimenticata, poichè la plenitudine della

radiazione che parte dalla settemplice Sorgente, si estende sul mondo intero e

ogni entità portatrice di un atomo spirituale deve reagirvi; foss‟anche persa

nella savana o in una soffitta d‟una grande città.

Questa plenitudine di radiazioni, questo perfetto fascio di luce non scatena il

violento incendio di una crisi; no, è un appello calmo e costante, che opera

secondo leggi magnetiche alle quali il Cristallo atomico primordiale deve

rispondere.

L‟anima umana è, così, condotta a una certa maturità e trova, al momento

giusto, la Scuola Spirituale, dove i collaboratori parlano della natura della

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ricerca e delle sue cause e spiegano la sorgente di questa nuova radiazione

magnetica.

E arriva il momento in cui, aiutata dalla reminiscenza, l‟anima“riconosce”ed è

nella gioia.Il cercatore ha trovato!

Tuttavia, è ancora solo una “tappa”sul cammino e tocca ora al collaboratore

gnostico guidare la nostalgia di colui che è divenuto “uno straniero sulla

terra”, perché questi possa entrare in un rapporto intimo e armonioso con il

nuovo campo di tensione magnetica di cui ha appena preso coscienza.

La semplice reazione, senza consigli né direttive, potrebbe dare luogo a un

comportamento caricaturale, ma la reazione susseguente alla comprensione è

ciò che noi chiamiamo “la fede”.

Credere nella nuova vita significa amare la nuova vita.Allora il candidato è

ricolmo di un desiderio quasi infinito per questo particolare stato, veramente

bello e grandioso.

Comprendete che, quando la Gnosi ci chiama e ci attira e noi, spinti da questo

potente desiderio, abbandoniamo tutto per trovarla, due forze si

uniscono:l‟attrazione della Gnosi e il nostro slancio verso di essa.

Questo non può che condurre a un glorioso e meraviglioso incontro con il

Divino, un incontro che la vostra preparazione rende corporale, dunque

limpido e chiaro; non un incontro tra un maestro e un adepto, ma una discesa

di“forze”, che bisogna vedere come una Pentecoste, come la“Discesa del

Fuoco Divino”. Considerate quest‟incontro come una nuova tappa sul

cammino.

Noi chiamiamo quest‟incontro, nella nostra terminologia, “la Rivelazione”.

Questo legame è diretto, di prima mano, e dà al candidato la conoscenza

specifica della vera natura della Gnosi.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 39 di 192

Questa rivelazione, sperimentata dalla sua coscienza, è per lui un mezzo di

controllo e ne fa, come attesta la Pistis Sophia, “un eletto al di sopra di tutti gli

altri uomini sulla terra”. Una rivelazione è dunque un sapere, senza

preparazione intellettuale.

Essa permette al candidato di penetrare nelle profondità della quintessenza,

mentre le conoscenze generali non vanno oltre l‟esteriorità delle cose.

Il graduale dispiegarsi della sua coscienza illumina sempre più il candidato e

lo pone di fronte a un‟ultima scelta decisiva sul suo cammino gioannitico.

Questa scelta decisiva ha luogo in quella che chiamiamo la quinta fase:la fase

così descritta nel Vangelo della Pistis Sophia e da voi già udita:

“Accadde poi che alla quindicesima luna del mese di Tibi una grandiosa forza

di luce, di un particolare, fulgido chiarore, apparve dietro Gesù. Il suo

splendore era al di là di ogni misura.

Provenendo dal mistero divino, essa penetrò il ventiquattresimo mistero della

natura. Questa forza luminosa scese su Gesù e lo avvolse da ogni parte

mentre era seduto discosto dai suoi discepoli. Questi videro la luce e ne

furono abbagliati.

I raggi luminosi non erano uguali; il tutto era immerso in uno splendore di

luce incommensurabile che dalla terra giungeva fino al cielo. I discepoli

furono impauriti, turbati e confusi. Le forze del cielo erano agitate e tutti gli

eoni, i loro domini, il loro ordine e tutta la terra condividevano questa

agitazione.

Tutti pensavano che forse il mondo stava per venir arrotolato come un vestito;

e la loro emozione era grande e piansero insieme, dalla terza ora del

quindicesimo giorno fino alla nona ora del giorno successivo”.

Quando il candidato può penetrare in questa fase della rivelazione che

abbiamo appena descritto, quando si può parlare, per quanto lo riguarda, di un

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sapere personale, della facoltà personale di“gustare”ogni cosa. Quando non si

tratta più, per lui, di inchinarsi davanti a un‟autorità o a un insegnamento,

poichè la sottomissione passiva ha ceduto il posto alla comprensione diretta.

Quando si può dire di lui che, dopo aver inteso l‟appello, l‟ha compreso, l‟ha

assimilato ed è in grado di assumerne la responsabilità.

Allora nel sistema microcosmico dell‟allievo si scatena una tempesta

magnetica, le cui fasi sono succintamente descritte nell‟estratto della Pistis

Sophia che vi abbiamo appena citato.

Voi ritrovate questo racconto anche nell‟Apocalisse, nelle Nozze Alchemiche

di Cristiano Rosacroce, nei Vangeli dove si parla della barca sul mare di

Tiberiade, nella Cristianopolis di Giovanni Valentino Andreae e in molti altri

vecchi manoscritti.

Questa tempesta magnetica è così violenta, così intensa, così strana e

straordinaria che provoca, a tutta prima, confusione e costernazione; ci si crede

più vicini alla distruzione che alla liberazione. Ora, è proprio in questo

profondo abbattimento che continua il processo della liberazione rinnovatrice.

Quando il candidato accetta le condizioni poste dalla tempesta magnetica,

scopre che questa esperienza della morte, di cui devono testimoniare tutti

quelli che passano per quest‟agonia, proviene dal fatto che, a causa

dell‟intensità del nuovo tocco magnetico, l‟“io della natura” è come

paralizzato, messo fuori combattimento, mentre il nuovo focolaio di coscienza

non è ancora attivo.

L‟esperienza in questione dimostra, in altri termini, che il candidato,

avvicinandosi al focolaio del nuovo campo magnetico, arriva a una crisi.

Egli è come davanti a un muro, nel quale si trova, sì una porta, una porta che

può essere aperta-.come ben sa.- ma di cui si deve possedere la chiave, il

potere di aprirla

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Potere che la cultura della sua personalità non gli darà mai e che neppure

dipende dal beneplacito di un maestro, poichè nessun maestro vi aprirà la porta

ancora chiusa.La sola chiave che apre questa porta è una coscienza del tutto

nuova, un nuovo Io, base di una personalità nuova.

Ecco la vostra scelta:voi dovete decidere se siete pronti ad abbandonare

completamente il vecchio io, il vecchio uomo, il vecchio focolaio di coscienza

che si rivela assolutamente incapace di entrare nel nuovo campo magnetico.

Insomma dovete decidere formalmente se volete o no andare“Fino al

compimento del cammino”! La rivelazione gnostica è il prologo, il preludio di

questa decisione.

Chi, arrivato a questo punto del cammino, rifiuta di accettarne le

conseguenze-.poco importa che sia la paura, il timore o la sua egocentricità a

trattenerlo.-non può, in ogni caso, tornare indietro.

Se non gli fosse accordata la grazia di una“sorso d‟oblio”,sarebbe abbandonato

a quella suprema caricatura della Gnosi che in questo mondo si chiama

occultismo.

Ci spieghiamo meglio:durante la fase della rivelazione, il candidato ha

acquisito tanta conoscenza sulla Gnosi che arriva a poterla imitare, a volerla

applicare in un campo di vita che non è né qualificato né idoneo e non

possiede nessuna delle qualità richieste (La stessa cosa si può dire della

religione del mondo).

Le sole conseguenze di questo modo di agire sono lo smarrimento, la

confusione e il disordine, sempre maggiori e irreparabili, del mondo e

dell‟umanità; una egocentricità rafforzata, cioè più dinamica, più vigorosa, una

più intensa cultura dei poteri dell‟io dialettico, poco importa se questa cultura

è chiamata bianca o nera, cristiana o pagana.

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Siamo persuasi che comprenderete tutti l‟estrema importanza del momento in

cui dovrete fare questa scelta. Sceglierete il cammino della vera liberazione,

quel cammino che mostrarono Buddha e Cristo, il cammino della negazione

assoluta dell‟io della natura, della perdita di una vita a vantaggio di un‟altra?

O continuerete a seguire il cammino dell‟illusione, il cammino su cui il vostro

io si vanta di essere“re” ?

Ascoltate allora:se scegliete quest‟ultima opzione, il cammino della cultura

della personalità, l‟atomo-germe ricadrà nel suo sonno e voi perderete il

legame con il nuovo campo magnetico.

Se scegliete l‟altra, allora prenderete, davanti alla porta ancora chiusa, la ferma

risoluzione di percorrere il cammino dell‟annientamento dell‟io. Seguirete,

così, la via che conduce alla Vita e, calmata la tempesta, domata la sua

violenza, conoscerete il riposo, il riposo del“Populus Dei”, del “Popolo di

Dio”.

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Capitolo VI

(Pentagramma italiano, 4° trimestre 1987 )

UNIVERSO DIVINO E UNIVERSO DIALETTICO

Prima di continuare i nostri commenti sulla Pistis Sophia, dobbiamo spiegarvi

la natura e l‟essenza di un campo magnetico. Noi parliamo così sovente del

campo magnetico della vita nuova e di quello della natura ordinaria -.e la

nostra attenzione è così spesso rivolta, nella Scuola Spirituale, sulle influenze

magnetiche di ogni genere che subiamo nostro malgrado.- che è ormai

indispensabile che ogni allievo comprenda di che cosa si tratta e se ne faccia

una rappresentazione giusta e chiara.

L‟insegnamento universale può essere spiegato e compreso nel suo insieme

solo se lo vediamo in funzione di queste forze magnetiche. Questa imperiosa

necessità è ancora più attuale in un‟epoca come la nostra, perché un gran

numero di avvenimenti possono essere spiegati solo mediante le influenze

magnetiche.

Abbordiamo dunque il nostro soggetto con una citazione trovata sulla tomba di

Cristiano Rosacroce:“Non v‟è spazio vuoto”. I significati che si possono dare a

questa frase sono molteplici, praticamente infiniti. Si può dire che quello che

chiamiamo spazio, l‟immensità, è il campo di un numero anch‟esso infinito di

sviluppi.

Questi sviluppi, che si compenetrano, s‟inglobano e si completano l‟un l‟altro,

si distinguono tuttavia per la diversità delle loro leggi magnetiche di base: ogni

sviluppo ha il proprio sistema magnetico, le sue leggi magnetiche. Eppure tutti

esistono nello stesso spazio.

Noi vediamo un sole e altri importanti corpi celesti, di cui subiamo

manifestamente le influenze. Sappiamo che apparteniamo al loro sistema e che

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esiste un ordine che ingloba e regge il tutto e nel quale tutti i fattori

collaborano pressoché infallibilmente.

Sappiamo che l‟insieme è retto da una grandiosa legge naturale, che tutto gira

ed evolve in spirali, secondo le norme di una legge magnetica fondamentale.

La nostra immagine del mondo e dello spazio, le impressioni che riceviamo

dall‟universo, la nostra natura, il nostro stato, la situazione e la configurazione

del nostro microcosmo, tutto, assolutamente tutto, è generato e si spiega grazie

alla stessa legge magnetica fondamentale.

Non si può certo dire, del nostro universo, che è un‟illusione nel senso che non

esiste. Quando parliamo del mondo “dialettico”, quando Jacob Boehme parla

della “natura della morte”, questo spazio visibile compreso nel firmamento, tra

i pianeti e le stelle, entrambi intendiamo con ciò che questa manifestazione,

questo universo, è empia, antidivina e non la si può identificare con la natura

divina né spiegare con essa.

Questa natura è dunque un‟“illusione” quando vogliamo considerarla divina,

sia nella sua totalità che in una delle sue parti.

Lungo i secoli, gli uomini hanno sempre ridicolizzato i trasfiguristi che

parlano di un regno immutabile, di un regno che non è di questo mondo,

chiedendo dove lo si potesse trovare.

A questo riguardo si è parlato di chimere, di visioni, di esaltazioni, ecc., senza

mai comprendere, e più di un allievo sarebbe certamente molto imbarazzato

nel rispondere se gli si chiedesse, con occhi scintillanti di malizia, dove questo

regno si trovi.

Si può immaginare un avvenimento, una catastrofe, capace, come racconta

Matteo (cap. 24), di far sparire un cielo e una terra. Gli astronomi conoscono

stelle che nascono e altre che spariscono. Tuttavia, quando nell‟universo una

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cosa sparisce, un‟altra appare al suo posto. Anche se la sua disposizione e il

suo ordine cambiano, l‟universo continua ad esistere.

Potrebbe spegnersi il sole, significando con ciò il declino del nostro sistema

solare: l‟universo continuerebbe ciò nondimeno a esistere.

I telescopi sondano e rivelano cose lontanissime nello spazio; telescopi ancora

più potenti esplorano spazi che nessun occhio umano ha mai penetrato. Si

discute e si disputa, e si pone il problema:l‟universo è finito o infinito? Si

scopre che i raggi luminosi, dopo aver compiuto la loro traiettoria, ritornano al

loro punto di partenza.

Si sa che esistono delle stelle che si allontanano le une dalle altre a una

velocità vertiginosa e altre che si avvicinano. Si parla di un universo che, come

una respirazione, si dilata e si contrae. Tutto questo sulla base della nostra

immagine del mondo, della nostra visione dell‟universo, sulla base della legge

magnetica fondamentale del nostro ordine.

Non deve dunque stupire che l‟uomo religioso veda il Regno di Dio nella sfera

riflettrice o su uno dei pianeti che si potrebbero raggiungere con la

navigazione spaziale.

Probabilmente avete letto dei racconti di questo genere! E l‟allievo ancora

novizio nella Scuola potrebbe esclamare:“Bah! Cosa importa! Se il regno

divino non è qui, né nella sfera riflettrice, sarà in qualche altro posto!”.

Attenzione! Voi potreste percorrere l‟universo in ogni direzione, mai

trovereste il Regno dei Cieli; perché questo Regno non può essere

contemplato, perché vi si può entrare solo sulla base di un‟altra legge, di un

altro ordine magnetico.

Una legge magnetica proviene dalla radiazione di un‟idea che agisce sulla

sostanza primordiale dello spazio. Grazie a quest‟idea, sotto il suo impulso, un

universo si manifesta con tutta la sua diversità di forme e di forze.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 46 di 192

Ebbene, constatando l‟esistenza di una natura della morte, di un universo della

morte, noi sappiamo che l‟idea alla base di quest‟universo è empia, antidivina,

e che non potrà mai divenire divina. Se l‟idea alla base del nostro universo

fosse stata divina, non avrebbe mai potuto generare un universo antidivino.

Dobbiamo dunque arrivare ad ammettere che vi è un‟altra idea e un‟altra

Gnosi, quindi un altro campo magnetico e, di conseguenza, un altro universo,

più vicino dei piedi e delle mani, attivo e presente essenzialmente là dove la

natura della morte non esiste:né all‟esterno, né all‟interno, né in alto, né in

basso, ma onnipresente... e tuttavia più lontano del più lontano corpo celeste!

Immaginate via via quanto segue. Noi siamo qui insieme, nello stesso spazio;

ciascuno ha un‟idea, una visione della vita e un conseguente comportamento;

noi siamo tutti diversi l‟uno dall‟altro, differenti per natura e vibrazione; anche

il nostro stato magnetico, quindi, è differente.

La nostra idea e i suoi effetti ci circondano come una nube, e ciascuno di noi

vive nel suo piccolo mondo personale, nel suo ordine, e ciò nello stesso tempo

e nel medesimo spazio.

Questo per farvi comprendere, per farvi prendere coscienza che possono

esistere contemporaneamente e nello stesso spazio, accanto alla legge

magnetica fondamentale che è all‟origine del nostro ordine dialettico e

dell‟universo al quale quest‟ordine appartiene, altre leggi magnetiche

fondamentali.

La pura, originale Idea di Dio stabilisce un ordine, forma un universo.

Quest‟universo non può né corrompersi, né essere danneggiato o mutilato.

Infatti, essendo la radiazione dell‟Idea di Dio immutabile, invincibile e

irresistibile, l‟universo divino è sempre stato, è e sempre sarà.

La verità è che noi siamo caduti, sprofondati da quell‟Universo; e siamo

approdati in un altro universo mosso da un‟altra idea. La nostra esistenza ha

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dovuto adattarvisi e la Gnosi non può, in questa natura della morte,

manifestarsi come una plenitudine.

Tuttavia, appena un uomo caduto arriva a entrare di nuovo in contatto con il

campo magnetico fondamentale, l‟universo originale gli si offre nuovamente,

poichè il fatto di entrare di nuovo in contatto, di partecipare a un altro campo

magnetico, significa possedere un‟altra coscienza, un‟altra personalità, un altro

microcosmo.

Comprendete dunque che esiste un‟altra terra, un altro sole, un altro

firmamento, un altro universo. Questo universo originale non è da creare,

esiste già, è sempre esistito e non può sparire. È lo stesso oggi come ieri ...

immutabile!

Se, dunque, muniti di questi nuovi dati, studiate la Bibbia, constaterete che vi

si parla di due cose importanti:una presenta una catastrofe cosmica

nell‟universo dialettico, l‟universo nel quale tutto nasce e muore in

continuazione; l‟altra presenta un candidato che arriva, attraverso una nuova

coscienza, a contemplare di nuovo l‟universo divino, reale.

Questi due avvenimenti, queste due informazioni sono a volte confuse, prese

l‟una per l‟altra e viste così:un cielo che sparisce accidentalmente, in seguito

alla catastrofe, è seguito da uno nuovo, che deve succedere alla catastrofe.

ora, ciò che sparisce per riapparire fa parte del cambiamento, della rotazione

del mondo dialettico, rotazione che vediamo prodursi nel microcosmo, nel

macrocosmo e in tutto l‟universo della natura della morte. Ma ciò che

leggiamo nell‟Apocalisse, cap. 21:“Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra,

poichè il cielo e la terra di prima erano scomparsi”,si riferisce all‟allievo che

vede sparire l‟universo dell‟illusione ed entra nell‟universo divino attraverso la

Trasfigurazione.

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Orbene, sappiate che la Scuola Spirituale e la Fraternità Universale vogliono

farvi vivere questo stesso avvenimento nel presente. In che modo? Mettendo in

pratica ciò che ogni giorno vi insegniamo e vi spieghiamo:divenire una Pistis

Sophia, fare ciò che lei fece.

Abbiamo detto che l‟universo originale deriva da un‟idea. Esso possiede un

nucleo fondamentale, un sole, e perciò un campo di radiazione, una radiazione

magnetica. In questo grande campo magnetico del Sole divino si distinguono

sette sfere, sette raggi, o sette angeli, per parlare come la Bibbia.

Ora, poichè i campi magnetici si compenetrano, è chiaro che, la nostra natura

della morte e la natura della Gnosi sono molto vicine l‟una all‟altra. L‟atomo

divino in noi ci rende sensibili alla sfera esteriore del campo di radiazione

divino.

Uno dei sette angeli pone il sigillo sulla nostra fronte, apre e conquista la

nostra coscienza dialettica e la offre alla Gnosi.

È così che proviamo la luce del Sole divino nel nostro microcosmo e sentiamo

questa luce chiamarci, attirarci. A mano a mano che reagiamo a quest‟appello,

noi lasciamo i campi esterni e ci avviciniamo al nucleo solare divino.

Dall‟esterno procediamo verso l‟interno, finché, avanzando senza tergiversare

sul cammino, siamo talmente attirati da queste forze magnetiche verso

l‟interno che un cambiamento esistenziale deve finalmente nascere e imporsi.

Appena questo cambiamento si fa valere, noi vediamo apparire un nuovo cielo

e una nuova terra, come se un sipario fosse rimosso e non avessimo più

bisogno né della luce del sole né di quella della luna.

Speriamo di potervi descrivere questo processo, penetrando dall‟esterno verso

l‟interno; per farvi comprendere in modo preciso quello che dovette provare la

Pistis Sophia in cammino verso la Divina Sophia.

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Capitolo VII

(Pentagramma italiano, 4° trimestre 1987 )

L’UOMO: PUNTO D’INCONTRO DEI DUE UNIVERSI

Nel capitolo precedente abbiamo iniziato a farvi familiarizzare con l‟idea che

più universi sono compresi all‟interno di uno stesso spazio-tempo.

Vi abbiamo precisato che non volevamo parlarvi di un universo talmente

lontano che neppure i telescopi più perfezionati arrivano a captarlo nel loro

campo visuale, ma del fatto che più universi sono compresi all‟interno di

questo stesso spazio, limitato dalle tre dimensioni che regnano nel mondo

dialettico.

Come uomini dialettici, ci siamo fatti un‟immagine del mondo. Sappiamo di

appartenere a un certo universo. Tutto ciò che i telescopi più potenti possono

cogliere e ciò che si trova al di là -.la totalità dello spazio insondabile e tutto

quanto vi è contenuto.-tutto appartiene alla natura della morte, cioè a un

ordine nel quale regna una legge naturale dialettica costante che noi

conosciamo perfettamente e che riassumiamo con queste parole: apparire,

brillare, sparire.

È questo uno stato, un ordine, una cui caratteristica è l‟alternarsi della vita e

della morte, occasionate da incessanti cambiamenti incidentali, con tutte le

conseguenze che questa instabilità comporta.

In breve, il nostro universo, l‟universo di cui siamo il prodotto e al quale

apparteniamo, è quello che è in virtù della legge elettromagnetica che è alla

sua base e delle diverse attività della gravità all‟interno di un gruppo di

determinate possibilità. Il funzionamento di tutto l‟insieme ne è il risultato.

Questo insieme forma un tutto le cui parti sono subordinate l‟una all‟altra e

s‟influenzano reciprocamente.

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La terra è dunque influenzata dal sistema solare e dallo zodiaco; essa è

un‟unità, compresa in una unità più grande che è, a sua volta, compresa in una

più grande ancora e così di seguito, finché contempliamo l‟insieme come una

grande unità, un grande tutto.

Ora, si può dimostrare facilmente che quest‟unità universale ha un‟idea alla

sua base e che l‟insieme rappresenta l‟attività di questa idea.

Noi sappiamo che un‟idea fa nascere una vibrazione, che questa vibrazione

opera nella sostanza primordiale producendovi un‟attività e che quest‟attività

diviene una manifestazione, una realizzazione.

Ebbene, noi chiamiamo il campo magnetico l‟attività, e l‟universo in perpetua

manifestazione, la realizzazione. L‟idea fondamentale libera, in certo qual

modo, l‟idrogeno, l‟ossigeno, l‟azoto e il carbonio e realizza la loro armonica

coesione. Gli atomi sono forzati a dividersi e a riunirsi secondo certe leggi e

formano così gli elementi.

Ricordiamoci ora che l‟idea alla base del nostro universo può essere dimostrata

come antidivina. Possiamo provare la sua essenza antidivina attraverso

l‟attività, la manifestazione e la realizzazione che ne derivano e dedurne che

deve esserci un altro universo, che procede da un‟altra idea, da un‟idea divina.

Questa deve dimostrare un‟altra attività, un‟altra manifestazione, dev‟essere

dotata di un‟altra costellazione eterica e manifestare perciò, secondo il suo

principio e il suo risultato, un diverso stato d‟essere.

Comprendiamo dunque che quest‟altro universo non ha bisogno di un altro

spazio per manifestarsi, ma semplicemente di un‟altra idea, quindi di un altro

campo magnetico, visto che due campi magnetici differenti possono benissimo

esteriorizzare e concretizzare in un solo e medesimo spazio le loro rispettive e

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del tutto differenti manifestazioni, senza che queste si percepiscano

minimamente tra di loro.

L‟unica cosa che può verificarsi è che i due campi magnetici si perturbino a

vicenda, quando le creature dei differenti campi hanno tra loro una qualsiasi

relazione.

Noi sappiamo che alcune creature del nostro universo appartennero, prima dei

nostri tempi, all‟universo divino, non nella loro manifestazione attuale -.che è

quella di questa natura.- ma in una manifestazione completamente diversa, di

cui rimangono solo il principio che chiamiamo atomo originale e un sistema

magnetico latente nell‟essere aurale.

Attualmente l‟atomo è immerso nel sonno, è in letargo, e il sistema magnetico

dell‟essere aurale è sostituito da un altro sistema magnetico.

È chiaro che chi possiede un atomo primordiale spirituale,“una rosa del cuore”

che già fioriva e risplendeva d‟incomparabile bellezza nell‟altro universo, ha

conservato una certa sensibilità, una predisposizione a captare le emanazioni

del campo magnetico divino.

Il nostro campo microcosmico può, dunque, essere perturbato dal campo

cosmico divino. Per cui, visto che apparteniamo, come collettività e come

individui, all‟universo dialettico, è chiaro che trasmettiamo questa

perturbazione all‟intero cosmo dialettico. Noi apparteniamo, così, in parte alla

natura divina e in parte alla natura della morte. Ragion per cui i due campi

magnetici si perturbano necessariamente l‟un l‟altro.

La Lingua Sacra spiega misticamente questo fatto dicendo, per esempio, che

“Dio non lascia perire l‟opera delle sue mani” o ancora che “Egli invia suo

Figlio per salvare ciò che è perduto”, o che “Egli è in collera contro il peccato

dei suoi figli”.

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Ogni allievo può dunque ammettere e comprendere, sulla base di fatti

scientifici, che se possiede nel cuore un bocciolo di rosa, se è quindi un figlio

di Dio, subisce le influenze del campo esteriore di radiazione dell‟universo

divino.

Inoltre, chi non si accontenta di subire questo effetto, ma lo prova e lo

riconosce coscientemente, si trova corporalmente e perfettamente nel cerchio

esteriore gnostico.

Ora, questo campo di radiazione esteriore della Gnosi è incontestabilmente

magnetico, anche se non a tal punto da poter diventare catastrofico; poichè è

certo che un‟attrazione troppo forte sarebbe pregiudizievole al successo e

rischierebbe di sradicare brutalmente il principio originale dal sistema nel

quale si trova -.il che non è certamente nelle intenzioni divine.

Quali sono allora queste intenzioni? Esse prevedono che il sistema caduto si

offra volontariamente e accetti la trasfigurazione. Il sistema caduto deve

ridivenire, nella sua interezza, un sistema divino e ritornare all‟universo

divino.

Si può quindi paragonare il campo di radiazione esterno a un tocco, a un

appello, a un segno, a un silenzioso avvertimento, senza costrizione alcuna,

senza attrazione magnetica forzata.

Il tocco è sufficiente infatti per far nascere nel cuore un leggero e dolce raggio

che si rivolge alla coscienza dialettica e al quale questa coscienza reagisce con

un‟agitazione, un‟inquietudine. Voi conoscete già tutto ciò, ve lo abbiamo

spiegato sovente. Nuovi impulsi nati nell‟essere dialettico agiscono sulla

coscienza dialettica, la quale è invitata a seguire la voce, cioè le suggestioni

dell‟atomo primordiale.

Ecco come si svolgono le cose. La coscienza dialettica ignora evidentemente

che questo qualcosa, che noi chiamiamo atomo primordiale, esiste e che essa

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lo subisce. Questa coscienza è talmente abituata, nel suo mondo imperfetto,

incompiuto e antidivino, a sperimentare e speculare in continuazione; è a tal

punto spinta dalle circostanze a ricercare essa stessa la felicità che suppone

sempre di agire assolutamente di propria iniziativa. Ma, benché interamente

egocentrica, essa è tuttavia guidata.

È quindi chiaro che nessun portatore di bocciolo di rosa può sfuggire

all‟influenza dell‟impulso gnostico. Sotto l‟influsso di questa forza, si sviluppa

quella serie di avvenimenti che tutti conosciamo, visto che ne siamo stati

costantemente le vittime o lo siamo forse ancora.

Sono le capriole e le acrobazie dell‟io dialettico, che vuol trarre profitto dalla

diversità dei suoi interessi e vederli riuscire; è la lettura di tutta una serie di

libri; sono le mille e una assemblee, riunioni e conferenze alle quali è

importantissimo assistere; sono i movimenti e i gruppi cui si appartiene e nei

quali si ricopre a volte una carica; è sentirsi la testa appesantita da una quantità

di cose inutili; è fluttuare tra la speranza e il timore; è forse anche insorgere

contro la voce interiore che s‟impone a noi in cento modi; è giocare all‟uomo

sicuro di sè, anzi all‟“iniziato”, al “chiamato”.

Insomma, è il brusio e la confusione di decine di migliaia di uomini che si

comportano, insieme al loro ambiente, secondo un cliché noto. Tutti avete già

sentito citare l‟esempio del pozzo dal quale viene sollevato il coperchio! Il

raggio di sole che penetra all‟interno mette i vermi in fuga e rivela un

indescrivibile brulichio, il panico di un formicaio sul quale si è posto il piede.

Ciò vi è noto, ma fate ora attenzione a quanto segue: questa confusione, questo

guazzabuglio, questo caos può durare a lungo, anche tutta una vita... Finché,

finalmente, si fa sentire la fatica, la stanchezza. Perché? Perché l‟essere aurale,

l‟io superiore, ha ormai esaurito le proprie risorse.

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Nel corso delle esperienze riferite in precedenza, infatti, l‟io superiore aveva

sempre cercato di mantenere l‟iniziativa, guidando l‟io inferiore ovunque

questo potesse trovare soddisfazione e cibo alla sua fame. Era come dare pietre

al posto del pane; ma, finché l‟io si accontenta, la ruota continua a girare.

Arriva però il momento in cui l‟io inferiore: la personalità, ne ha abbastanza di

quest‟imbroglio e il sistema magnetico dell‟essere aurale, o io superiore, non è

più in grado di dargli soddisfazione.

L‟io superiore è stanco, il firmamento dialettico mostra un indebolimento della

sua intensità luminosa; ciò determina una perturbazione magnetica evidente,

che non provoca solamente una nuova radiazione luminosa dell‟atomo

primordiale, ma fa sì che il campo di luce corrispondente dell‟essere aurale sia

toccato e rivivificato dal campo magnetico gnostico.

Un raggio magnetico si apre immediatamente una via in un punto preciso del

santuario della testa chiamato mesencefalo. Non appena questo punto è

raggiunto, un profondo impulso tocca le capsule surrenali rette da questa parte

del cervello, una nuova energia percorre il corpo e l‟io reagisce per la prima

volta all‟appello della Gnosi.

Un tale uomo è allora maturo per il secondo campo di radiazione gnostico. È

in questo secondo campo che l‟allievo entra in contatto con la Scuola

Spirituale.

Facciamo notare che l‟interessato può benissimo aver conosciuto la Scuola

Spirituale nella prima fase ed esserne anche divenuto membro, com-

prendendola però sul momento solo come un semplice movimento, un gruppo

uguale a tanti altri.

Soltanto nel secondo periodo l‟allievo arriva a conoscerla in tutt‟altro modo. In

questo periodo egli l‟amerà e la servirà per bisogno interiore, con uno slancio e

un entusiasmo così incontenibili che mai più la lascerà.

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Da questo momento l‟allievo ha l‟anticipazione della Casa Paterna. Noi

speriamo che siate già tutti passati per questa esperienza.

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Capitolo VIII

(Pentagramma italiano, 4° trimestre 1988 )

IL TRIANGOLO DI FUOCO

Il candidato ai misteri trasfiguristici, confrontato per la prima volta con la

gloria e la maestà del nuovo campo di vita -.che, come sapete, è la radiazione

magnetica del sesto dominio cosmico.-avverte ciò come una tempesta

magnetica, con tutto quanto questa può avere di violento. Nei vortici di questa

tempesta egli crede ormai giunta la sua ora, poichè la subisce come un

annientamento.

Abbiamo sovente parlato di queste cose e conosciamo la causa di questa

profonda emozione. Tornata la quiete, l‟allievo che si familiarizza con questo

nuovo stato arriva impercettibilmente a distinguere la struttura di questo nuovo

campo magnetico. Qui la luce è infinita e diffonde i suoi raggi in abbondanza.

Questi raggi sono differenti tra loro. Diversi per natura e vibrazione, essi

fanno, tuttavia, parte di un tutto unico e sgorgano insieme dalla stessa

sorgente.

Queste radiazioni si dividono in tre gruppi. La Pistis Sophia constata la loro

presenza, ma insiste sul fatto che essi provengono da una sola e medesima

maestà.

“La Luce era di tre differenti specie: il primo gruppo era di gran lunga il più

splendente, il secondo, quello di mezzo, era eccezionale, il terzo, cioè il

superiore, eccellente”.

Splendente, eccezionale, eccellente! Superlativi che non hanno nulla da

invidiare l‟uno all‟altro, ma che distinguono tuttavia un gruppo dall‟altro.

Questa triplice luce è chiamata l‟abito di luce di Gesù il Signore; quando noi,

modificando il modo mistico di esprimerci, impieghiamo dei termini

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scientifici, diciamo che questa triplice luce è la natura, l‟essenza del campo

gnostico elettromagnetico.

L‟allievo che si annienta in Gesù il Signore riceve quest‟abito di luce.

Esso ha per simbolo un triangolo, il “trigonum, igneum”, il triangolo di fuoco

della Confessio Fraternitatis R.C.

Rispondiamo, per cominciare, alla domanda: perché questo abito di luce è

composto di tre gruppi, di tre aspetti? Un campo magnetico è formato da un

polo positivo e da un polo negativo. Ciò causa la formazione di un terzo

aspetto, che ne è il risultato, o, in altre parole, la luce che scaturisce

dall‟incontro del positivo con il negativo. “l‟eccezionale” e “l‟eccellente” si

incontrano e il risultato è “lo splendente”.

La saggezza antica parlava del fuoco, della fiamma e della luce; la Bibbia li

indica come il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e voi sapete che lo Spirito

Santo è conosciuto come luce. Pensate alla Pentecoste e alla discesa dello

Spirito Santo. Questa discesa rende l‟abito perfetto.

Questo triangolo di forze è chiamato “manto”, “vestito”. L‟abito di luce è

dunque un veicolo, un corpo. La Lingua Sacra lo chiama anche l‟abito delle

nozze, il manto d‟oro delle nozze, per il suo meraviglioso e straordinario

splendore e per il fatto che questo abito permette al candidato di entrare nella

vita liberata.

L‟abito delle nozze è quindi il vestito elettromagnetico per eccellenza, il

principio elettromagnetico di cui vive l‟uomo gnostico. Non si può, tuttavia,

chiamare quest‟abito il corpo psichico, il corpo-anima, ma il vestito, il

principio, il triangolo, con il cui aiuto e attraverso il quale si può realizzare la

rinascita. Questo abito di nozze è dunque indispensabile a ogni candidato.

Questo principio elettromagnetico ha, in quanto abito, in quanto corpo, diverse

proprietà. Esso ha un aspetto coscienza e un aspetto desiderio. Chi lo possiede

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ha una mentalità del tutto nuova, un nuovo io, un essere del desiderio

assolutamente nuovo e un nuovo quadruplice corpo.

La somma del pensare, del volere, del sentire e del desiderare umani formano

la coscienza. Tale somma è il principio elettromagnetico di cui l‟uomo vive.

Questo principio elettromagnetico comprende il cuore e la testa e da esso

proviene il lato “forma” della personalità umana. Questo principio domina,

attira, raggruppa e divide i quattro eteri, portandoli a un certo grado vibratorio,

e la personalità umana, in quanto forma, corrisponde a questo principio. I

quattro eteri edificano la forma, l‟abito di luce dà la forza, il “trigonum

igneum” è l‟architetto.

È dunque evidente che il primo lavoro di ogni allievo consiste nel tessere il

manto di luce. Questo nuovo abito di luce diviene reale solo quando ha avuto

luogo la discesa dello Spirito Santo. Per chi non possiede ancora i primi due

lati del triangolo è un perfetto nonsenso supplicare lo Spirito Santo di

discendere; in quanto si tratta, per la persona in questione, dello Spirito del

rinnovamento assoluto.

Ogni uomo possiede un abito di luce, ogni uomo è al centro di un triangolo e

ogni uomo costruisce sul quadrato delle attività eteriche. Noi dipendiamo tutti

dalla luce della coscienza, da una mentalità, una volontà e un desiderio che

permettono la nostra esistenza. Ancora una volta:noi possediamo tutti un

triangolo, ma questo triangolo è l‟abito d‟oro delle nozze:questa grandiosa

luce la cui intensità abbaglia la Pistis Sophia?

Noi possediamo, secondo la natura, un vestito dialettico tessuto dal campo

elettromagnetico dell‟empietà. Questo vestito non ci permette di andare

incontro allo Sposo. Il nostro principio elettromagnetico ci permette di

partecipare solamente alla vita di questo mondo.

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Dobbiamo quindi vivere praticamente, corporalmente, organicamente e

percettibilmente di un nuovo principio elettromagnetico. Se vi è difficile

crederci, sappiate che tutti gli insegnamenti universali e tutti i libri sacri

testimoniano di questa esigenza. La Rosacroce ne parla dicendo che è

necessario

essere infiammati dallo Spirito di Dio, ex Deo nascimur;

che è necessario essere annientati in Gesù, in Jesu morimur;

che è necessario essere rivivificati dallo Spirito Santo, per Spiritum Sanctum

reviviscimus.

Ecco il vero “trigonum igneum”, il triangolo di fuoco. Il lavoro iniziale, il

lavoro più importante, è arrivare a essere in possesso di questo triangolo di

fuoco. Esso rappresenta tutto il lavoro dell‟allievo. Come arriveremo allora a

tessere questo indispensabile manto d‟oro delle nozze?

“Essere infiammati dallo Spirito di Dio” si rapporta alla rosa che si apre nel

santuario del cuore. Questa nuova condizione della rosa ci fa conoscere il

nostro stato personale, il nostro deprecabile stato di caduta, di sofferenza e di

afflizione; e ci permette di considerare il cammino nei suoi numerosi aspetti, i

suoi aspetti liberatori.

La Scuola Spirituale è presente per farci continuamente da guida e da

sostegno. Essa ci apporta un‟incredibile ricchezza di conoscenza divina.

Sapendo tutto ciò, avendolo sentito e provato, noi comprendiamo di essere

invitati -.dopo aver assimilato il tutto nel migliore dei modi.- ad ammettere la

necessità di un processo; sapendo che solo noi siamo in grado di portarlo a

termine, di esercitarlo.

Chi non lo fa, chi si confina nella filosofia e nell‟insegnamento teorico

prendendoli per lo scopo, non assisterà allo sboccio della rosa. La vedrà

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piuttosto appassire, avvizzire, la vedrà perdere la sua bellezza e il suo

profumo. Poiché l‟importante non è sapere, ma fare.

La Scuola della Rosacroce che conoscete si trova interamente sotto il segno

del primo lato del triangolo di fuoco e giunge al suo scopo nei confronti

dell‟allievo solo quando questi si dichiara pronto a passare alla fase attiva del

processo, che è quella di tracciare il secondo lato del triangolo.

Quando l‟allievo è serio e agisce coscienziosamente, la Scuola è al suo

servizio. Il secondo lato del triangolo è, come sapete, “l‟annientarsi in Gesù il

Signore”.

Quando il candidato vive, lavora e compie in coscienza ciò che è richiesto per

mezzo della grazia e della forza che, senza interruzione, toccano e vivificano

la rosa; quando non si oppone alle necessità imposte; quando avanza costante.

Quando, con la rosa, porta a compimento il suo cammino di croce e attacca la

rosa alla croce.

Quando comprende, oltre al valore del polo positivo, quello del polo negativo

del nuovo campo di vita, il campo elettromagnetico dei nuovi poteri. Quando,

infine, porta così a termine il suo calvario, è chiaro che il Consolatore, lo

Spirito Santo, il Paracleto, verrà verso di lui, discenderà su di lui, dimostrando

che la realizzazione è compiuta.

Questo è il momento della Festa di Pentecoste, che è il terzo lato del triangolo

di fuoco. Terminato il cammino di croce, l‟allievo entra nella realizzazione

promessa e una luce è accesa -.la luce dello Spirito Santo.- davanti al cui

splendore la luce dialettica deve svanire.

Anche qui la Scuola Spirituale accompagna il candidato negli aspetti superiori

del Corpo Vivente. L‟abito d‟oro delle nozze è tessuto. La nuova coscienza è

presente nella triplicità di un nuovo pensare, volere, desiderare. E la

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personalità può continuare a trasfigurare, secondo la forma, sulla base di un

nuovo quadrato.

Ma, direte voi, il triangolo e il quadrato sono racchiusi in un cerchio dal sè

superiore. Cosa accade al sè superiore quando l‟abito di luce si manifesta?

Vi abbiamo già parlato di questo soggetto molto spesso e da diversi punti di

vista. Per alcuni si è trattato di una parola mistica, per altri di un‟autentica

testimonianza gnostica. Comunque sia, vi è il pericolo di fossilizzarsi sulla

parola o sulla testimonianza, di rivestirsene, di nascondersi dietro il muro del

dogmatismo senza aver vissuto, in fondo, il passaggio.

È dunque divenuto indispensabile spiegarvi in altro modo questo passaggio da

uno stato in un altro, dimostrando così l‟inutilità del dogmatismo quando

questo non è in rapporto con la vera penetrazione della luce.

Ogni atomo possiede un centro, un nucleo. Esso ha nove aspetti. Questo

nonuplice stato si divide in tre gruppi di tre aspetti:la prima triplicità è la parte

del nucleo caricata positivamente, la seconda è negativa, la terza è neutra.

Quando un atomo viene diviso o, per meglio dire, viene scisso con un

procedimento speciale, è liberata un‟enorme quantità di energia. Gli scienziati

atomici lo hanno fatto finora in modo infantile, dimodochè solo una parte

dell‟energia dell‟atomo viene liberata; l‟atomo, infatti, non è stato ancora

diviso in nove parti, poichè l‟energia impiegata è insufficiente per la divisione

totale.

Ma quando si riuscirà a dividere l‟atomo secondo una formula nonuplice e si

applicherà questa divisione, si può dire che le ore dell‟umanità saranno

contate. Avrà luogo una catastrofe finale, poichè questa nonuplice rottura

dell‟atomo causerà una reazione a catena e accenderà un immenso fuoco nel

cosmo, che ne subirà le conseguenze.

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Ora, anche la Luce, la grandiosa luce di cui parla il vangelo gnostico della

Pistis Sophia, si riferisce a un nonuplice scatenamento; a un tre volte triplice

scatenamento atomico, ma in rapporto alla Rosa del Cuore, all‟atomo

primordiale e all‟essere aurale.

Chi, nel vero senso della parola, percorre il cammino gioannitico, cioè il

cammino dell‟olocausto dell‟io, attira una formidabile energia, l‟energia della

Gnosi. Questa energia causerà, a un dato momento, una fiammeggiante

reazione a catena dell‟atomo primordiale. Questa reazione a catena porterà

molto rapidamente tutti gli atomi della personalità a concordare con la natura

dell‟atomo primordiale.

Si può quindi dire, di chi effettua un simile scatenamento, che ha attaccato la

rosa alla croce, l‟ardente rosa purpurea sbocciata. Egli può allora dirsi un vero

Rosacroce.

Potete ora comprendere quanto un vero Rosacroce differisca dall‟uomo

dialettico. Le differenze atomiche sono incomparabili. Solo il vero Rosacroce

è un autentico portatore del vestito dell‟anima.

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Capitolo IX

(Pentagramma italiano, 4° trimestre 1988 )

IL QUADRATO E IL CERCHIO

Abbiamo detto che il“trigonum igneum” simboleggia l‟abito fiammeggiante e

luminoso della nuova anima. La Pistis Sophia dice che la luce di quest‟abito è

splendente, eccezionale, eccellente.

Il candidato che desidera realmente la liberazione, la trasfigurazione, deve

prima di tutto elaborare, tramite uno sforzo assiduo, questo nuovo manto. Da

ciò dipende il suo progresso. L‟atomo primordiale, la rosa del cuore, è la base

indispensabile per la tessitura di questo nuovo manto. Dal momento in cui si

inizia questo lavoro si è di diritto un fratello o una sorella della Rosacroce.

Questo manto è indicato, nella Lingua Sacra e nell‟ Insegnamento Universale,

con diversi nomi: il manto d‟oro delle nozze, l‟abito senza cucitura, la discesa

dello Spirito Santo. Noi ne parliamo come triangolo di fuoco, Fenice o drago

alato, il drago con sei ali. Tutti i grandi istruttori e tutte le Scuole Spirituali

hanno dimostrato la necessità di possedere questo manto e hanno insegnato il

modo di tesserlo. Pensate ai vangeli: la loro nota dominante è il rinnovamento

dell‟anima.

L‟uomo dialettico, l‟uomo ordinario, possiede un‟anima mortale, un

corrispondente rivestimento mortale e una coscienza anch‟essa mortale e

conforme al valore dell‟anima. Questo rivestimento dell‟anima mortale

comprende, tra l‟altro:

il fuoco del serpente,

la ragione,

la volontà,

il desiderio e il sentimento,

il fluido nervoso,

il sangue e gli atomi fisici.

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Si può, globalmente, chiamare coscienza l‟io, l‟ego, il principio vitale

elettromagnetico dell‟uomo.

Questo stato psichico mortale deve essere interamente cambiato e rinnovato,

grazie a un principio elettromagnetico assolutamente differente.

Se l‟allievo riesce a realizzare questo cambiamento, si può dire che sta

tessendo un nuovo manto per poi rivestirsene. È all‟interno di questo manto

che si effettua la trasfigurazione.

Ripetiamo brevemente che cos‟è questo processo. Coloro che vogliono

ricostituire “l‟essere del rinnovamento” devono comprendere che è necessario

innanzitutto tracciare il triangolo di base. Tutto dipende dunque dalla loro

abilità, dal loro talento di architetti e dalle loro capacità di costruttori.

Il primo lato del triangolo corrisponde all‟apertura della rosa nel santuario del

cuore. È l‟“Ex Deo nascimur”, l‟essere infiammati dallo Spirito di Dio. Grazie

alla rosa che si apre, noi riconosciamo il nostro stato d‟essere decaduto.

Una volta desta, la rosa si mette all‟opera e noi vediamo il cammino con i

diversi aspetti del suo sviluppo liberatore. Quando cerchiamo, spinti istin-

tivamente dalla rosa, la Scuola Spirituale ci accoglie e ci incita a entrare in

questo processo in cui l‟emotività psichica svolge il ruolo principale; essa ci

aiuta a orientarci, ci inonda di verità, ci immerge in un incomparabile tesoro di

conoscenze relative alla salvezza.

Tracciato così il primo lato del vostro triangolo, dovete chiedervi se accettate

spontaneamente, nelle profondità del vostro cuore, le conseguenze implicate

dalla prima parte del processo, cioè:vivere delle forze ricevute dalla rosa,

lavorare su voi stessi con queste forze, distruggere gli ostacoli che vi tengono

prigionieri e perdervi ogni giorno, praticamente e ininterrottamente, nella

grazia in cui siete immersi.

Chi fa così, traccia il secondo lato del triangolo di fuoco: “In Jesu morimur”,

annientarsi in Gesù. Delle forze positive toccano il vostro cuore e voi reagite.

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Questa è la normale reazione di ogni essere toccato da una grande forza di

luce. La vostra prima reazione sarà orientarvi minuziosamente, osservare,

riflettere.

Questa reazione indispensabile e spontanea è, evidentemente, insufficiente. Se

vi fermate a questo punto, resterete semplici contemplatori, che non

partecipano minimamente all‟azione. Nessuna armonia operante potrebbe

nascere tra il vostro essere intimo e la forza di luce; e voi restereste tali e quali

eravate in precedenza. Non sareste cambiati in nulla!

Ma se, dopo la prima reazione, aprite perfettamente il vostro essere alla Gnosi,

se, comprendendo la profondità delle parole evangeliche, ripetete con

esse:“Non la mia volontà, ma la tua, Signore”,divenite uomini impressionabili

che si abbandonano senza restrizione al tocco gnostico.

In altri termini:una matrice, un ricettacolo, un polo negativo ideale, si sviluppa

a fianco del polo positivo e, dal contatto di questi due poli, qualcosa deve

nascere. Voi sapete che dall‟incontro di due poli opposti scocca una scintilla,

una fiamma, un fuoco.

È questo fuoco che costituisce il terzo lato del nostro triangolo:l‟aspetto

realizzatore, il fuoco trionfante! Esso arde sempre più intensamente via via che

l‟allievo avanza metodicamente nell‟annientamento del proprio io…

Fino al momento in cui, improvvisamente, in un lampo, lo Spirito Santo

appare, incandescente; intensa emozione, uragano impetuoso! Il triplice abito

di luce è terminato! La rinascita tramite lo Spirito Santo può iniziare. Il

triangolo di fuoco è inciso a caratteri indelebili.

Il candidato passa ora all‟erezione del quadrato. Il suo nuovo stato d‟anima gli

permette-.grazie ai nuovi principi elettromagnetici che sono entrati in lui e

agiscono nel suo sistema come una coscienza, cioè come dei poteri duttili.-di

trasformare e assimilare le forze eteriche in modo completamente differente.

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Egli può essere nutrito dagli Alimenti Santi, i dodici pani di proposizione, i

quattro eteri triplici.

Tutto ciò fa sì che grandi cambiamenti si operino nel candidato; grazie

all‟anima, un nuovo corpo fisico viene lentamente costruito; il vecchio corpo

sarà utilizzato finché necessario alla vita di quaggiù. In questo modo si eleva

una nuova costruzione, sulla base del quadrato, tramite il triangolo del

rinnovamento.

Rimane ora da spiegare il cerchio. Il cerchio simboleggia l‟essere aurale, il sè

superiore. Il sé superiore dell‟uomo della natura è il guardiano dell‟idea

relativa alla vita attuale; è dunque costituito dal karma di tempi infinitamente

lunghi. Il sè superiore dispone di un firmamento elettromagnetico, il cui

prodotto è il vestito di luce dialettico. Questo firmamento è un sistema solare

che comporta dodici punti magnetici principali e numerosi punti secondari.

Quando l‟allievo entra nel santo processo, quando intraprende il santo lavoro

del triangolo di fuoco e, soprattutto, quando persevera, una stupefacente

trasformazione si opera nell‟essere aurale. Dodici nuovi punti magnetici

principali vi sono vivificati.

Aprire il proprio cuore alla rosa vuol dire porre le basi di questa

trasformazione, ed è chiaro che, quando queste dodici nuove forze magnetiche

operano, delle ampie possibilità sono messe a disposizione del candidato

intento a porre le fondamenta del suo quadrato.

È in questo modo che la costruzione deve cominciare e proseguire fino alla

vittoria. Chi celebra questa vittoria è di diritto un Maestro Costruttore, un

Maestro della Pietra. Egli può servire perfettamente il mondo e l‟umanità.

Le caratteristiche di questo genere d‟uomini, le loro peculiarità, ci sono così

descritte nella Pistis Sophia: “Rallegratevi e siate contenti poichè, quando mi

preparai per il mondo, portai con me, come vi ho detto fin dall’inizio, dodici

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forze. Io avevo ricevuto queste forze dai dodici Liberatori della Tesoreria

della Luce, secondo il comandamento del Primo Mistero”.

Chi è divenuto un Maestro della Pietra può aiutare gli altri. Chi ha del denaro

può distribuirlo. Chi ha del pane può nutrire. Chi ha dell‟amore può irradiarlo.

Quando il triangolo di fuoco e il santo quadrato sono inscritti nel cerchio in cui

irradiano e scintillano i dodici liberatori, questa forza dodecuplice può essere

trasmessa ad altri. Benché la vostra lipika non possieda ancora queste luci,

esse sono già presenti nel corpo vivente. Grazie a esse, voi potete già iniziare

la vostra costruzione.

Ricordate quindi che chiunque progredisce diligentemente nella sua

costruzione, facendo in modo di essere nobilitato, di essere degno della vita

liberatrice, riceve nel suo firmamento aurale il dono di grazia diretto della

Fraternità, i dodici liberatori.

Da quell‟istante, in senso microcosmico, un tale allievo “non è più di questo

mondo”.

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Capitolo X

(Pentagramma italiano, 4° trimestre 1988 )

ARCONTI ED EONI

Nel precedente capitolo vi abbiamo spiegato il meraviglioso cambiamento che

appare nell‟essere aurale quando l‟allievo progredisce nel santo processo di

sviluppo del triangolo di fuoco.

Questo cambiamento si riferisce all‟apparizione di dodici nuovi punti

magnetici nell‟essere aurale; essi formano, all‟interno del microcosmo, un

nuovo zodiaco e sviluppano un nuovo sistema magnetico. Tutti i veri cercatori,

i cercatori sinceramente consacrati all‟unica luce cristica, ricevono queste

dodici nuove forze“dai dodici liberatori della Tesoreria della luce”,come

esprime la Pistis Sophia.

Quelli che entrano in questo stato d‟essere sperimentano la realtà vivente delle

seguenti parole:“Tutti gli uomini di questo mondo hanno ricevuto la loro

anima dalla forza degli arconti degli eoni; ma la forza che si trova in voi

proviene da me, le vostre anime appartengono al Perfetto”.

Chi sono gli arconti degli eoni? Sono i poteri che regnano sull‟universo della

morte e che lo guidano. Non pensate qui solamente a tutto ciò che abita la

sfera riflettrice, ma piuttosto alle formidabili potenze che governano il sistema

solare è il sistema zodiacale, e alle formazioni ancora più grandi che reggono

la natura della morte.

Quando, dopo la sua caduta, l‟umanità adamitica fu scacciata dall‟universo

originale, fu creato per essa un universo assolutamente nuovo, un universo

dialettico, il quale, per quanto concerneva le sue leggi e le sue forze naturali,

doveva adattarsi interamente alla natura totalmente cambiata dell‟umanità

adamitica.

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Questa umanità fu divisa in un numero infinito di gruppi e di formazioni e

connessa a un numero, altrettanto infinito, di stelle.

Ogni gruppo ricevette una guida, un dio razziale, un Signore. Sono questi dei,

questi dominatori, che la Pistis Sophia chiama gli arconti degli eoni.

È chiaro che questi dei razziali non hanno né la missione, né il potere di far

ritornare alla vita originale le entità che da loro dipendono. Essi provano il

bisogno di coltivare i sistemi da loro diretti e di elevarli al fine che si sono

assegnati nella manifestazione universale, per rendere così i loro lavori accetti

alla Gnosi.

La maledizione che pesa su di loro è che non raggiungeranno mai il loro

obiettivo, e la loro sofferenza deriva dal fatto che le entità a loro subordinate si

sottrarranno tutte, un giorno, attraverso la trasfigurazione, al loro

assoggettamento.

Non dovete quindi supporre, quando vi parliamo degli arconti degli eoni, che

queste forze siano dei modelli di malvagità e di cattiveria, o che i loro vizi

siano quelli della feccia della società. No, essi rappresentano, sotto molti punti

di vista, le più alte virtù che il mondo dialettico possa raggiungere,

esteriorizzano i più begli aspetti immaginabili in un ordine naturale, in fondo,

antidivino. Da un certo punto di vista, li si potrebbe considerare dei

superefesini, gli abitanti dell‟estremo limite del mondo.

Tuttavia, il loro modo di reagire a questo stato è assolutamente differente da

quello dell‟umanità adamitica. L‟uomo adamitico elevato allo stato di efesino

aspirerà alla sua dimora originale, non avrà che un desiderio: abbandonare i

luoghi della sua schiavitù. Gli arconti, invece, non possono conoscere questo

desiderio, poichè sono dei cosmocrati, creature del complicato sistema della

natura della morte. Essi continueranno la loro attività e saranno forzati a

obbedire alla loro natura, finché l‟ultima entità caduta sarà sfuggita, grazie a

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 70 di 192

una decisione personale, al loro influsso e il loro universo potrà quindi essere

abolito.

Notate dunque che gli arconti, insieme a tutte le entità che da loro hanno

ricevuto l‟anima, possono raggiungere un altissimo livello di cultura.

E che, visto quanto essi suggeriscono, si può parlare, riguardo a loro, di

fraternità, di amore per gli uomini, di bontà, di verità e di giustizia. Sappiate

inoltre che essi mantengono un Devachan, un cielo supremo, di una bellezza e

di una felicità inimmaginabili, ma assolutamente estraneo alla vera libertà.

È indispensabile che quanti vogliono percorrere il cammino della

trasfigurazione e rinnovare la loro anima grazie ai dodici liberatori originali

della Tesoreria della Luce sappiano queste cose, per evitare ogni errore o

confusione. Essi sono tenuti a volgersi solo verso l‟aspetto essenzialmente

liberatore del puro Insegnamento Universale e della manifestazione cristica

della salvezza. Che facciano dunque sparire dal loro intelletto tutto ciò che è

specificamente semitico e mosaico!

Con ciò, non intendiamo il popolo semitico, poichè numerosi Ebrei furono-.e

sono.-dei trasfiguristi. Pensate qui alle dieci tribù d‟Israele scomparse e alla

santa setta di Baälchem, ancora conosciuta ai giorni nostri. Diciamo, piuttosto,

che quando la razza madre semitica iniziò il suo cammino e il suo sviluppo

nella storia del mondo, essa era visibilmente un‟organizzazione degli arconti

degli eoni, al pari, evidentemente, di tutte le altre razze.

Il dio-guida di questa razza semitica non era certamente“l‟Assoluto”,ma uno

degli innumerevoli arconti cui toccava specificamente, per un tempo più o

meno lungo, la direzione del nostro pianeta. Troverete una prova di questo

nostro modo di vedere nel Deuteronomio, cap. 32, versetti 8 e 9: “Quando

l‟Altissimo (l‟Assoluto) disperse i figli degli uomini e diede a ogni popolo la

sua eredità, nel fissare i confini delle genti tenne conto dei Figli di Israele (la

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 71 di 192

razza semitica); porzione di Geova è quindi il suo popolo e Giacobbe la sua

eredità”.

“Geova” non è, dunque, l‟Altissimo ma il dio alleato d‟Israele. È quindi

logico che, sotto una guida così soprannaturale, i semiti trascorressero gran

parte del loro tempo in lodi di riconoscenza:“Geova solo ci guida e non vi è

altro dio al di fuori di lui”. “Invocherò il nome di Geova. Dà gloria al nostro

dio”.

Ecco un‟espressione tipicamente dialettica! Nella statica, l‟Assoluto è e rimane

assoluto. Nella dialettica, un arconte può crescere grazie all‟obbedienza dei

suoi figli ed è pieno di collera quando questi insorgono contro la sua volontà.

Si può quindi dire che Mosè era uno ierofante dei misteri geovitici, dei misteri

semitici, poichè ogni arconte-guida ha i suoi misteri. Mosé era dunque una

potente entità, secondo le norme dialettiche, ma la sua anima era chiaramente

quella di un arconte che accettava pienamente e considerava divino quanto gli

diceva il suo dio:

“Sappiate dunque che Io sono Dio

e che non esiste altro dio oltre me.

Io faccio vivere e io faccio morire,

ferisco e guarisco

e nessuno può salvare

ciò che la mia mano lascia sfuggire”.

Voi sapete che la razza-madre semitica era divisa in dodici tribù. È“la sua

parte di eredità”; è Giacobbe e la sua discendenza. Sappiamo ciò che questa

discendenza ha fatto! Quando le tribù nomadi degli antichi semiti entrarono in

Canaan, fecero perire gli abitanti per impadronirsene.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 72 di 192

Il loro dio esigeva che nessuno rimanesse in vita! E se vi furono degli

umanitaristi fra i semiti di quel tempo, il loro dio fece pagar loro cara questa

colpa.

Più tardi, quando il popolo semitico arrivò nel paese conquistato, in cui si era

fatta tabula rasa di una sublime e magnifica cultura:la cultura egiziana, si

continuò a sterminare e distruggere la popolazione. La tribù più bellicosa fu

quella di Dan che, scontento dei confini che gli erano stati assegnati, occupò il

regno vicino, lo decimò e ne prese possesso in nome di Geova.

“Dan” significa “giudice”o“giustizia”; il lato dialettico di questa giustizia non

ci sfugge certamente!

Inutile, d‟altronde, farsi degli scrupoli poichè tutte le anime di questo mondo

hanno ricevuto la loro forza dagli eoni. Anche oggi potete trovare intorno a voi

la prova che le figure-guida dominanti del nostro pianeta sono i più umili e

fedeli servitori degli eoni.

Il detto“occhio per occhio, dente per dente”dell‟antica legge mosaica, ricevuto

dalla mano del suo dio, è ancora oggi il motivo conduttore della massa e

dell‟individuo. Se adesso non si parla più di Geova ma di Cristo, anche un

bambino comprenderebbe che si tratta di un falso Cristo.

Tutti noi, discendenti delle antiche tribù madri, nel cui inconscio, provenienti

dalla radiazione diretta della nostra lipika, si agitano e ribollono le suggestioni

del tenebroso passato, dobbiamo comprendere che esiste una sola via d‟uscita,

una sola soluzione: gettarci a corpo morto nel processo di liberazione affinché

si possa, un giorno dire anche di noi: “La forza che si trova in voi proviene da

me, Gesù il Signore, e le vostre anime appartengono al Regno Originale”.

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Capitolo XI

(Pentagramma italiano, 4° trimestre 1988 )

IL GIOANNITA

Nel Vangelo della Pistis Sophia leggiamo: “Gesù disse:- Mentre mi trovavo in

mezzo agli arconti degli eoni, mi accadde di guardare il mondo dell’umanità

per ordine del Primo Mistero. Trovai Elisabetta, la madre di Giovanni

Battista, prima che ne fosse incinta e seminai in lei una forza ricevuta dal

Piccolo Iao il Buono, quello che é nel mezzo, affinché Giovanni Battista

potesse essere il mio predecessore, potesse preparare i miei sentieri e

battezzare con l’acqua della remissione dei peccati. Questa è la forza che si

trova nel corpo di Giovanni.

Inoltre, negli eoni della sfera, trovai per Giovanni, invece dell’anima degli

arconti, la forza d’anima del profeta Elia; presi questa forza d’anima con me

e la portai alla Vergine della Luce. Questa la diede a sua volta ai suoi

Portatori di Luce che la portarono alla sfera degli arconti e la introdussero

nel seno di Elisabetta.

Così, la forza del Piccolo Iao che è nel mezzo e l’anima del profeta Elia si

trovano unite nel corpo di Giovanni Battista”.

È in questo mondo che l‟autore del Vangelo della Pistis Sophia provò a

spiegare agli allievi della sua scuola spirituale alcuni dati che, nella Bibbia,

sono assai oscuri e incomprensibili. Ora, poichè la maggior parte, tra di noi,

non troverà sufficientemente esplicito questo commento del segreto della

nascita di Giovanni, lo analizzeremo insieme.

Non consideriamo Giovanni nella sua qualità di personaggio storico, ma

vediamolo come un tipo d‟uomo:il tipo d‟uomo che può essere considerato, in

effetti, il precursore di Gesù.

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Prima che le radiazioni cristiche possano, a un dato momento, prendere forma

in un uomo, conferendogli così la dignità di“uomo-Gesù”,questi deve passare

attraverso lo stadio di“uomo-Giovanni”. Deve passare per un pre-processo,

quello del gioannita. Ragione per cui nel Vangelo Giovanni precede sempre

Gesù; è una prefigurazione valida in tutte le epoche.

Dunque, ogni allievo della Scuola Spirituale che intraprende il cammino,

manifesta il suo intento realizzando, nella forza del gioannita, le condizioni

imposte a Giovanni. Egli non può prendere la decisione di essere un gioannita,

ma solamente quella di divenirlo.

Nello sviluppo dell‟uomo di questa natura vi sono infatti parecchi stadi;

dunque parecchi tipi e sottotipi. Si possono distinguere:

1. il tipo d‟uomo dialettico ordinario e i suoi sottotipi;

2. il tipo Giovanni, quello che popola la Scuola Spirituale;

3. il tipo Gesù, quello dell‟uomo nuovo liberato;

4. il tipo Cristo, quello dell‟uomo divino.

Secondo i dati dei nostri Vangeli e quelli del Vangelo della Pistis Sophia, si

tratta, per il tipo Giovanni, di una nascita meravigliosa; con ciò non si vuole

intendere la venuta al mondo di un neonato, ma l‟entrata in uno stato d‟essere

non dialettico. Il cammino comporta tre nascite. È una meravigliosa

risurrezione che si compie in tre fasi successive:

1. la nascita di Giovanni -.che i Rosacroce esprimono con le

parole l‟“essere infiammato dallo Spirito di Dio”;

2. la nascita di Gesù -.che i Rosacroce esprimono con le parole

l‟annientarsi in Gesù”;

3. la nascita di Cristo -.che i Rosacroce esprimono con le parole

l‟“essere vivificato dallo Spirito Santo”.

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La prima nascita è la condizione essenziale della trasfigurazione, la seconda

nascita è lo sviluppo del processo della trasfigurazione, la terza nascita è il

compimento della trasfigurazione.

Questo schema racchiude la trasfigurazione perfetta; l‟importante per noi è

sapere se siamo entrati, di fatto, nel processo della prima nascita, quella di

Giovanni. E, ripetiamo, questa nascita è già di per sè straordinaria, poichè non

si è un Giovanni soltanto decidendo di esserlo! Si inizia con il prendere la

risoluzione di avventurarsi sul cammino ben decisi a soddisfare le condizioni

connesse, le quali apportano i fattori indispensabili.

È in questo che risiede la meraviglia di questa nascita. È uno stato d‟essere

generato da un comportamento molto concreto, il cui fattore principale è

l‟abbandono di ogni egocentricità.

Riprendiamo ora, al fine di definire concretamente il tipo gioannitico, alcuni

punti importanti del lavoro da compiere. Per cominciare, una domanda:quali

sono le considerazioni predominanti in un vero allievo della Scuola Spirituale?

Un vero allievo dev‟essere arrivato, attraverso amare esperienze, alla

conclusione che questo mondo-.quest‟ordine naturale che è un‟unica

ininterrotta sequenza di bisogni e di morte, di sofferenza e di afflizione.-non

può essere l‟ordine divino; che è perciò assolutamente inutile e senza alcun

interesse volerlo migliorare, e che l‟attività nella materia e sul piano

orizzontale è tempo perso e inconcludente.

Egli non si ferma tuttavia a questa mera constatazione, ma cerca in fondo a se

stesso una via d‟uscita. Lo rode un‟inquietudine che lavora il suo sangue e gli

fa cercare l‟Altro. Meglio informato, sarebbe pronto ad accettare qualsiasi

condizione, per drastica che fosse, al fine di giungere al suo scopo. Ebbene,

noi chiamiamo simili allievi con il nome dei loro prototipi nel

Vangelo:Elisabetta e Zaccaria. Chi giunge a questo stato-.e ve ne sono molti

nella Scuola Spirituale.-riunisce le condizioni essenziali alla meravigliosa

prima nascita.

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Ecco come questa si compie:

“Io trovai Elisabetta, la madre di Giovanni, prima che ne fosse incinta”.

È logico dire che chi ha il sangue turbato da un‟inquietudine emette una certa

radiazione magnetica. È questa vibrazione che entra in contatto con la sorgente

di energia che la Pistis Sophia chiama la forza del piccolo Iao il Buono, quello

che è nel mezzo.

Di che forza si tratta? Di quella che, come dice Jacob Boehme,“ha afferrato la

natura della morte nel suo cuore”. È la forza fondamentale che chiama dal

corpo gnostico della Catena Universale e che opera nel mondo dialettico.

Questa forza non proviene direttamente dal nuovo campo di vita, ma è con

questo in relazione; essa prende corpo nel campo della natura dialettica e gli si

assimila; tuttavia, essa ne resta separata e agisce solamente negli uomini del

tipo descritto in precedenza.

Questo campo di forza è dunque accessibile a ogni uomo dialettico senza che

questi sia obbligato, a causa di ciò, a lanciarsi in uno stato d‟essere contro

natura. Questo campo di forza, questo campo del mezzo-.che si trova cioè al

centro della natura della morte.-ha con la Gnosi lo stesso rapporto che la

Scuola Spirituale ha con il nuovo campo di vita. Questo campo è chiamato

quello del“piccolo Iao il Buono”per indicare che, benché operante nella

dialettica, esso si trova sotto l‟egida e la direzione di forze divine originali. In

risposta alla disperazione d‟animo del suddetto tipo d‟uomo, la forza di questo

campo è seminata in lui e unita al cuore e all‟atomo che vi si trova.

Portato a termine questo primo lavoro, inizia la seconda fase del processo:

“Inoltre, negli eoni della sfera, trovai per Giovanni, invece dell’anima degli

arconti, la forza d’anima del profeta Elia”.

La Pistis Sophia vede in questa forza d‟anima del profeta Elia la totalità

dell‟eredità del sangue riunita da tutti i liberati nella luce e operante nella

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natura. Tutti quelli che hanno percorso il cammino e si sono disfatti

dell‟influenza della natura dialettica lasciano nella natura della morte l‟eredità

sanguigna del loro trionfo. Quelli che si sviluppano sul cammino ricevono, a

un dato momento, questa eredità e la dividono simultaneamente con la forza

che è nel mezzo.

Ogni uomo, che lo voglia o no, riceve la sua parte di eredità sanguigna.

Quando siamo molto legati al gruppo-.famiglia, popolo, razza.-di cui facciamo

parte e non arriviamo a liberarcene radicalmente, è chiaro che siamo tenuti ad

accettare l‟ereditá sanguigna, pesantemente gravata, dell‟intero gruppo. Noi

non viviamo dunque la nostra vita, ma viviamo secondo il sangue della nostra

eredità.

Se invece avanziamo sul cammino tracciato, sentendoci uniti, in fondo al cuore

e sulla base del nostro stato d‟essere, alla forza che è in mezzo a noi, riceviamo

nel contempo una parte corrispondente di eredità sanguigna, un tesoro

sanguigno, il tesoro sanguigno dei trionfatori, le forze della comunità vivente

dei fratelli e delle sorelle che ci hanno preceduto sul cammino.

Quest‟eredità si accresce di secolo in secolo; è diventata un immenso tesoro. È

questo tesoro sanguigno che Elisabetta ricevette nel suo seno. In questo modo

la forza del piccolo Iao“che è nel mezzo”e l‟anima del profeta Elia si trovarono

insieme nel corpo di Giovanni Battista, affinché egli potesse essere il

precursore, colui che prepara il cammino e battezza con l‟acqua della

remissione dei peccati, libero dal karma grazie a una diversa struttura

dell‟anima.

È così che si compie la prima nascita meravigliosa. Essa comprende tre

fattori:

1. un pre-stato d‟essere, lo stato “Elisabetta-Zaccaria”;

2. un contatto con la forza di radiazione di un campo

magnetico selezionato in questa natura;

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3. uno stato d‟essere che permetta di ricevere l‟eredità

sanguigna degli antenati gnostici e di viverne.

Chi soddisfa queste tre condizioni può essere, un precursore, può esplorare un

retto cammino e, così sostenuto, sfuggire al giogo karmico e prepararsi a

celebrare la seconda nascita meravigliosa, quella del suo incontro con Gesù il

Signore.

Abbiamo così scoperto cosa è indispensabile possedere per divenire un vero

allievo, comprendendo nel contempo che possiamo arrivare a questo stato

appena il nostro tipo risponde alle logiche condizioni poste.

Se qualcosa pare ancora trattenerci, è perché cerchiamo di servire due padroni

e siamo così forzati a subire il giogo dell‟eredità sanguigna della natura della

morte, l‟eredità del piano orizzontale che é senza via d‟uscita.

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Capitolo XII

(Pentagramma italiano, 1° trimestre 1990 )

IQUATTRORAGGI

Se pensiamo alla disposizione dei nostri Vangeli, notiamo che all‟inizio si

parla di una famiglia:un sacerdote, Zaccaria, e sua moglie Elisabetta. Viene

loro predetto che da essi nascerà un figlio, il profeta Giovanni. Lo stesso

annuncio viene fatto qualche tempo dopo, in un‟altra famiglia, una famiglia in

divenire, poiché Giuseppe e Maria sono ancora fidanzati.

Tale annuncio predice a Maria che la nascita di Gesù il Signore avverrà in

maniera miracolosa, senza l‟intervento del suo compagno.

Nasce Giovanni, nasce Gesù. Giovanni compie il suo lavoro e scompare non

appena Gesù inizia il suo. Questo scambio di personaggi sulla scena

evangelica ha luogo tramite un battesimo nelle acque del Giordano. E il

vangelo continua parlando della vita di Gesù.

Il lettore probabilmente sa che la Rosacroce moderna insiste sul fatto che non

bisogna circoscrivere il significato dei racconti evangelici alla loro semplice

portata storica; ma che occorre vederli come degli avvenimenti sempre attuali,

avvenimenti che si rinnovano in ogni epoca.

Ciò sembra assurdo e impossibile a quelli che non colgono né il senso delle

indicazioni evangeliche, né la profondità delle loro precisazioni. Ciò pare

strano a quelli che conoscono la vita solo nella sua forma esteriore, a quelli

che si inchinano davanti a dei, semidei e idoli; in breve, ciò è assurdo per

quelli che non hanno superato lo stadio della fede naturale, ordinaria.

Coloro che conoscono la Dottrina Universale e coloro che confessano il loro

stato di allievi di una scuola spirituale sanno e confermano, per averla provata,

la verità di questa esegesi. Noi ci siamo basati sul contenuto dell‟autentico

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 80 di 192

Vangelo gnostico della Pistis Sophia e diciamo che dovevano esservi tre

nascite:

quella di Giovanni,

quella di Gesù,

quella di Cristo.

La prima di queste meravigliose nascite dipende da uno stato d‟essere. È

necessario, per giungervi, appartenere a un certo tipo d‟uomo, a una classe

particolare.

È necessario che le dure e amare esperienze della vita-.il bisogno e la morte, la

sofferenza e il dispiacere.-facciano comprendere la vanità della natura della

morte, mostrino chiaramente come essa sia un vicolo cieco, una trappola senza

apparente via d‟uscita; è necessario che l‟inquietudine, rodendo l‟essere e

lavorando il sangue, porti a cercare di sfuggire alla sterilità dei tentativi

dialettici.

La coppiaZaccaria-Elisabettapersonifica benissimo questo genere d‟uomo e

chi si trova in questo stato può essere toccato dalla radiazione della forza del

piccolo Iao il Buono, che “sta nel mezzo”. Iao è una radiazione

elettromagnetica, è la forza gnostica fondamentale“che ha afferrato la natura

della morte nel suo cuore”.

Tale radiazione è sconosciuta a questa natura, è soprannaturale.

Cos‟è allora questa forza? Perché si fa sentire nel mondo della natura?

Essa è la risposta divina all‟appello dell‟anima disperata, è il riflesso divino

alla disperazione umana. L‟uomo toccato da questa risposta soprannaturale si

apre lentamente al suo conforto, riceve una nuova visione, vede con altri

occhi; la forza del piccolo Iao opera in lui.

La Scuola Spirituale moderna, che ha questa forza a sua disposizione, la

impiega in tutte le sue attività, anche la più semplice. È il primo raggio

dell‟intervento fraterno che si offre con lo scopo di salvare gli uomini. Tutti

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coloro che si sono fatti ammettere nella Scuola Spirituale l‟hanno avvertito fin

dal loro primo contatto con il suo lavoro e il suo insegnamento.

È come se delle scaglie fossero loro cadute dagli occhi, come se un velo si

fosse squarciato; l‟intera vita prendeva un altro senso.

Nessuno, tuttavia, deve credere che questo sia un fine. È appena un inizio!

Non è che uno stato prenatale, il semplice annuncio di una possibile nascita.

Dopo l‟allargamento del potere visuale della coscienza, dopo questo spiraglio

su nuovi orizzonti, è necessario ora, sulla base della nuova visione e

rimanendole fedeli interiormente, mettere le mani in pasta e cominciare il

lavoro, fermamente decisi e pieni di un‟impetuosa energia.

Persuadetevi che se questo desiderio esiste in voi e sta crescendo, sarete

consolidati, rinvigoriti e messi nelle condizioni di compiere un atto di vera

framassoneria grazie a una seconda forza di radiazione. Questa seconda forza è

chiamata la nascita di Giovanni o la rinascita di Elia. Il candidato entra in

unione con la forza sanguigna di tutti i liberati, riceve l‟eredità del sangue, che

è una radiazione siderale. È unito nel sangue con i fratelli e le sorelle che ci

hanno preceduto sul cammino.

Quest‟eredità è un tesoro sanguigno, è il tesoro del sangue dei trionfatori, è la

forza, l‟appannaggio di una comunità vivente. Ora, voi potete disporre di

questa forza, potete utilizzarla per arrivare anche voi al risultato:lavorare al

vostro perfezionamento in vista del Regno, come dei veri allievi, dei veri

framassoni.

Potreste chiederci: i poteri umani, gli aspetti dell‟umano, le sue

esteriorizzazioni, le sue mancanze, i suoi smarrimenti, non sono tutti conformi

al tenore del suo sangue? Certo, e voi non potete realizzare ciò che il vostro

sangue non contiene in germe.

Comprendete ora perché diciamo che una nuova nascita è indispensabile e che

la sua conseguenza sarà che, divenuti eredi, riceverete la vostra parte di

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eredità,“conditio sine qua non”di un nuovo divenire? Appena soddisferete le

condizioni richieste, riceverete automaticamente la vostra parte di eredità.

E la Pistis Sophia continua le sue spiegazioni della Dottrina Universale:

“Gesù, proseguendo i suoi insegnamenti, disse: -.Accadde poi che, sull’ordine

del Primo Mistero, lasciai cadere il mio sguardo sul mondo dell’umanità e vi

trovai Maria; che viene chiamata mia madre.

Io m’intrattenni con lei e, quando si fu rivolta a me in spirito, proiettai in lei

la prima forza che avevo ricevuto da Barbelo. E al posto dell’anima proiettai

in lei la forza del grande Sabaoth il Buono, che si trova nei domini di destra”.

Nell‟allievo che vi stiamo descrivendo sono ora attivi due raggi del nuovo

campo elettromagnetico:il raggio che disseta il cercatore e gli fa intravedere da

lontano la Patria, e il raggio dell‟eredità sanguigna che lo dinamizza, lo incita

al lavoro, lo spinge a compiere degli atti, facendone un perfetto gioannita.

L‟essere interiore dell‟allievo occupato in questo lavoro cresce, assumendo

una nuova dimensione, quella che i vangeli personificano nella coppia

Giuseppe-Maria.

Ma, attenzione! Se è vero che l‟uomo della dialettica è oggetto di particolari

cure, è anche vero che lo è solo se lo richiede e solo quando ha dimostrato di

lavorare seriamente su di sé. Il lavoro che compiamo su di noi-.con l‟aiuto dei

primi due raggi della verità immutabile ed eterna, che ci comunicano il loro

ardore soprannaturale.-non è dunque propriamente framassoneria.

Giovanni in noi apre una breccia, si crea un cammino attraverso gli ostacoli,

gli impedimenti, le difficoltà della vita. Ma il risultato di questo lavoro può

essere attribuito solo a Giuseppe, il carpentiere, colui che monta la struttura, il

framassone.

Il cambiamento che egli apporta conduce l‟allievo a una crisi, un termine, un

limite. A questo punto le possibilità dialettiche cessano, ormai esaurite. Tale

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stato viene chiamato Maria. Questa condizione del microcosmo, questo

stato“Maria”,è la conseguenza del lavoro di Giuseppe il carpentiere;

si comprende, così, fino a qual punto essi siano intimamente legati:due in uno,

fusi uno nell‟altro.

Potete, tuttavia, esaminandovi, sapere se il vostro lavoro di carpentiere è

sufficiente per considerarvi degni dello stato“Maria”? Non v‟è sempre del

dubbio in noi, la sensazione di aver appena iniziato il lavoro? Da ciò potete

comprendere perché viene detto che Giuseppe e Maria erano ancora solo

fidanzati. Essi sono destinati a divenire un‟unità, ma ne sono ancora lontani.

Tuttavia, è in questo stato, cioè sapendovi lontani dalla meta ma

irresistibilmente spinti dal sangue, che si compie il miracolo del tocco della

forza del terzo raggio gnostico, la forza di Barbelo. Tradotto letteralmente,

Barbelo significa“figlio dell‟annientamento”. Da ciò risulta chiaramente che,

grazie alla forza di Barbelo, deve aver luogo un‟inversione:il cambiamento

dell‟essere naturale in essere spirituale dell‟ordine di Gesù Cristo.

Questo voltafaccia non accade senza distruzioni. E voi pensavate che

l‟annientamento di Giovanni, seguito da quello di Giuseppe, potessero essere

sufficienti per far rotta verso il porto della salvezza! Comprendete ora che

questa rettifica dei cammini nella prima fase era ancora solo il raddrizzamento

dei tortuosi sentieri del piano orizzontale?

Sostenuti dai primi due raggi della Gnosi, voi rendete diritti i sentieri secondo

la vostra opinione, la vostra volontà, il vostro gradimento; in breve, nella

misura in cui la vostra comprensione lo permette, nella misura in cui

l‟ampiezza dei poteri del vostro sangue vi autorizza e le capacità liberatrici

acquisite con il vostro lavoro rendono libero il vostro cammino.

Permetteteci di chiedervi:conoscete le profondità della concezione divina? I

poteri del vostro sangue sono assoluti? La vostra capacità di lavoro ha

raggiunto il suo apice? La vostra risposta non può che essere:No!

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Ebbene, Barbelo, il terzo raggio, colma questa lacuna nel vostro sviluppo,

lacuna che vi farebbe affondare nella sabbia del deserto dialettico.

È questo raggio che, metodicamente, distrugge, stritola e frantuma tutto quanto

voi potreste eventualmente non volere, tutto ciò di cui la vostra ragione è

incapace di trovare la soluzione, tutto ciò che la vostra energia non è in grado

di vincere.

Questa forza di radiazione opera per volontà del Padre e ciò può generare

nell‟allievo che all‟inizio procedeva così bene, un‟incredibile confusione!

Poiché, quando crescono in lui un infinito timore e la naturale, istintiva e

ancestrale resistenza della conservazione dell‟io,l‟opposizione può creare una

barriera.

E quando ci ribelliamo, quando, a testa alta come dei fieri eroi, ci lasciamo

demolire dalla forza del Padre ma non accettiamo coscientemente

l‟annientamento, il lavoro in noi stagna e diviene doloroso.

Allievi devoti, interamente occupati al nostro lavoro di gioanniti, ameremmo

evidentemente preparare il nostro beneamato“agnello pasquale”;cimentandoci

in questo lavoro benedetto all‟ombra della nostra tenda e in piena

concentrazione. Ma ecco che, come accade a Cristiano Rosacroce, si alza la

tempesta del terzo raggio, il raggio di Barbelo, che minaccia di far crollare la

nostra tenda.

Conviene allora lasciar cadere spontaneamente la nostra resistenza, dicendo

con Maria:“Sia fatto secondo la Tua parola”. Dobbiamo comportarci in

maniera tale che la nostra vita divenga un‟incessante preghiera:“Sia fatta la

Tua volontà e non la mia”. Riceveremo allora nella nostra anima la forza del

grande Sabaoth, il Buono,“che sta dal lato destro”.

La forza di Sabaoth è il quarto raggio della Gnosi, che regola, ordina ed

equilibra, ponendoci nelle condizioni di percorrere con gioia il cammino

dell‟annientamento; un cammino che voi, essendo esclusivamente della e nella

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natura, non potete volere, né afferrare nella sua ampiezza, ma che ora seguite

senza resistere, come un trapasso... al fine di nascere per vivere in eterno.

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Capitolo XIII

(Pentagramma italiano, 1° trimestre 1990 )

IL SESTO CERCHIO

Voi sapete che ogni candidato serio può, perseverando nel cammino che ha

intrapreso, passare attraverso tre meravigliose nascite. Egli può, trascurando la

dialettica, abbandonando e annientando il suo io dialettico, negandogli ogni

autorità, ogni diritto, salire tre gradini. Questi tre gradini sono rappresentati

dalla nascita di Giovanni, da quella di Gesù e da quella di Cristo.

Ciò è possibile perché ognuna di queste tre nascite è resa più semplice

all‟allievo da quattro raggi, quattro radiazioni luminose provenienti dal campo

elettromagnetico del rinnovamento. Voi sapete già come si sviluppano i

quattro raggi di luce che permettono la nascita di Giovanni. Vi abbiamo già

spiegato la loro attività.

Vi abbiamo detto che, nel Vangelo della Pistis Sophia, il primo raggio è

chiamato la forza del piccolo Iao. Vi abbiamo anche detto che questo raggio è

la risposta divina allo sconforto dell‟anima del debuttante e che questa risposta

gli dà improvvisamente la lucidità necessaria per comprendere il cammino di

liberazione, permettendogli di vederlo in prospettiva davanti a sé.

Il cercatore che vede il cammino percepisce -.prima confusamente, poi

positivamente.-i veli squarciarsi. Nasce in lui un intenso desiderio di seguire

questo cammino, alla fine del quale vede la liberazione.

Quest‟intenso desiderio nascerà immancabilmente in lui quando avrà

compreso cos‟è veramente la dialettica, quando si sarà reso conto dell‟amara

illusione con cui essa circonda e acceca gli uomini, quando essa gli avrà

svelato tutti i suoi deludenti segreti.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 87 di 192

Acquisito ciò, si manifesterà, secondo l‟intensità del desiderio di liberazione,

una sensibilità al secondo raggio della Gnosi, una capacità di sviluppo ancora

maggiore.

Questa seconda tappa lo mette in rapporto con il“campo del sangue”, con

l‟eredità sanguigna dei fratelli e delle sorelle che lo hanno preceduto sul

cammino. Questa meravigliosa unione con il sangue dei suoi predecessori dà

nuovo coraggio al candidato, che raccoglie la forza e il dinamismo necessari

per intraprendere positivamente l‟endura, disseminando il suo cammino di atti

positivi.

Ora, a un dato momento egli sentirà infallibilmente nel proprio cuore, nella

propria anima, il fatto di essere solo un uomo puramente dialettico in un

mondo separato da Dio. Constaterà gli errori della sua vita e comprenderà che

provengono dalla sua illusione, dalla sua natura fondamentalmente antidivina.

Renderà“diritto”più di un cammino tortuoso, appianerà i cammini al suo

Signore, al suo Dio. Non arriverà tuttavia a neutralizzare l‟errore rappresentato

dalla sua stessa esistenza:il fatto di essere quaggiù. L‟io non può uccidere l‟io.

Noi parliamo di arrivare a un distacco profondo, perfetto, dall‟io. Sappiamo

che, se si vogliono realizzare i santi misteri del trasfigurismo, questo stato è

indispensabile. Ma sappiamo anche di non poter neutralizzare l‟io; noi

possiamo semplicemente arrivare fino a un limite.

L‟io, malgrado tutto, è forzato a farsi valere in un certo raggio d‟azione, è

costretto a pensare, sentire, agire. Ha bisogno di vivere, almeno in parte, nella

società degli uomini. Nel corso di questa fase si può quindi perdere l‟io solo

fino a un certo limite.

Solo quando arriva a questo limite il candidato è maturo e prova il tocco della

terza forza di radiazione gnostica, chiamata nella Pistis Sophia“Barbelo”,il

figlio dell‟annientamento. Tramite questa forza radiante, voi siete toccati dalla

volontà del Padre.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 88 di 192

Essa annienta metodicamente, triturando perfettamente tutto ciò che a volte

non volete o non potete annientare. Questa terza radiazione annienta l‟io

naturale nel suo cuore, nel suo nucleo. Quest‟annientamento totale è

raffigurato dalla decapitazione di Giovanni Battista.

Il raggio di Barbelo è radicale e assoluto. L‟allievo deve accettare di essere

triturato in tal modo, dev‟essere pronto. Deve effettivamente e coscientemente

dire:“Signore, sia fatta la Tua volontà e non la mia”.

Chi si arrende in questo modo, chi si affida così, sino all‟ultima particella del

proprio essere, alla Gnosi, si apre a un quarto raggio, un quarto potere radiante

della Gnosi, chiamato“la forza del grande Sabaoth”.

Cosa rappresenta questa forza? È una radiazione che regola e normalizza

l‟equilibrio dell‟essere. Permette al candidato di avanzare, pieno di gioia, sul

cammino dell‟annientamento. L‟allievo passa così le porte di una morte di

natura ben strana:“trapassando” in Gesù il Signore, egli giunge alla nascita

“Gesù”. Anche questa nascita è sorretta da quattro raggi gnostici.

Vi abbiamo già parlato dei dodici nuovi punti magnetici dell‟essere aurale che,

nel loro insieme, permettono di tessere il nuovo vestito di luce, e vi ritorniamo

con l‟intento di farvi comprendere sempre meglio il mistero della rinascita.

Voi sapete fino a qual punto il firmamento magnetico dell‟essere aurale

determini la qualità del nostro stato d‟anima, il valore del nostro stato di vita.

Dato che tutte le linee di forza magnetiche che partono dall‟essere aurale sono

legate ai corrispondenti punti dei santuari del cuore e della testa, il

microcosmo forma un‟unità magnetica, un sistema indissolubile, irriducibile.

Possedere un atomo-scintilla divino in cima al ventricolo destro del cuore non

cambia nulla… se si resta fermi.

Voi sapete che nella Scuola della Rosacroce Si parla di entità portatrici di un

atomo divino e di entità portatrici di un atomo di vita. Occorre aggiungere

ancora un terzo gruppo.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 89 di 192

Ci rendiamo conto che ciò complica sensibilmente il quadro d‟insieme,

l‟aspetto generale dell‟universalità, ma è indispensabile attirare la vostra

attenzione su questo fatto per spiegare tanto certi avvenimenti della vita di

certi uomini, quanto il loro comportamento.

Vi facciamo notare che questi comportamenti e questi avvenimenti diverranno

flagranti in un futuro molto prossimo e che la Scuola Spirituale dovrà tenerne

conto.

Voi sapete che, mentre un‟entità portatrice di un atomo di vita non è in fondo

altro che un semplice essere naturale appartenente a una specie animale

superiore, un‟entità portatrice di un atomo divino possiede un microcosmo che

discende dal prepassato dell‟umanità; o, come dice Ermete, da una delle sette

razze madri.

È quindi un microcosmo che ha conosciuto tempi migliori, per cui porta un

segno speciale, un segno particolare. Questo genere di microcosmo possiede

nel proprio essere aurale, oltre a un firmamento magnetico funzionante che

lavora, un firmamento latente chiamato sesto cerchio, un sistema attualmente

spento e oscuro; e, come già sapete, possiede anche al centro della sua sfera,

del suo sistema, un atomo primordiale.

Quest‟atomo, parte integrante del microcosmo, corrisponde al ventricolo

destro del cuore della personalità che occupa il microcosmo. Dovete sapere

che quest‟atomo è estremamente sensibile alle impressioni del campo di vita in

cui si trovava il microcosmo prima della sua caduta.

Ma -.ahimè!.- queste impressioni non possono trovare riscontro né nel

microcosmo né nella personalità fino al momento in cui i dodici nuclei primari

magnetici latenti del sesto cerchio divengono nuovamente sensibili nell‟essere

aurale di questo microcosmo.

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Finché i dodici nuclei primari magnetici originali sono in letargo, latenti,

anche la funzione riflettrice dell‟atomo divino rimane latente, cioè

inoperante:l‟atomo divino non può dunque riflettere nella personalità,

nell‟intero essere, alcuna attività realmente liberatrice.

Può, tutt‟al più, provocare un certo interesse intellettuale o mistico nella

persona in questione;ma questa non percorrerà certamente il cammino della

nascita di Giovanni e non conoscerà neppure lo stato precedente, quello di

Elisabetta e Zaccaria.

Questo genere di persone rimarranno al loro stato egocentrico ordinario;il loro

sangue non mostrerà alcuna attività rigeneratrice;esse resteranno insensibili a

ogni azione spirituale esteriore;ignorando cosa sia offrire la propria natura in

olocausto, non possono compiere questo supremo sacrificio. Esse sono, tutt‟al

più, pronte a dare e a ubbidire quando contano di ricevere in cambio per il loro

io qualche importante beneficio.

Quando quest‟offerta non è ricompensata-.e non può esserlo nel senso da loro

inteso.-provano evidentemente dispiacere e dolore. Ma questo dolore non è

quello dell‟uomo che, avendo raggiunto il culmine delle sue possibilità, non sa

più cosa fare e si dispera. Questo dolore è quello dell‟io, dell‟ego deluso.

Notate tuttavia che, benché negativa, la funzione riflettrice dell‟atomo-germe

permetterà a queste persone di entrare nella Scuola Spirituale e di comprendere

fino a un certo punto l‟Insegnamento Universale, rendendole sensibili al suo

fascino; ma non le inciterà mai all‟autoattività richiesta ed esse non

arriveranno fino al campo di forza dei quattro raggi.

Perché? Perché il loro sistema magnetico non lo permette. Esso chiude

l‟ingresso, chiude le porte dell‟essere e del sangue.

Quando nella loro vita particolare queste persone commettono degli errori

grossolani, quando siamo costretti a causa loro a subire del ritardo, poichè la

loro influenza e il loro comportamento frenano il lavoro, non si può far altro

che pregare per loro in questo modo:“Signore, perdona loro perché non sanno

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quello che fanno”. Essi sono in grado di reagire solo dialetticamente a ciò che

la scuola esige dai suoi allievi. Tali allievi saranno costretti ad attendere che

nel loro essere si manifestino nuove condizioni, nuove possibilità magnetiche.

Malgrado il suo desiderio, di aiutare, di sostenere questi figli di Dio caduti, la

Scuola Spirituale, da parte sua, dovrà attendere che la pena provata a causa

dell‟opposizione dell‟io divenga per loro così cocente da mutare la sofferenza

dell‟esperienza in sofferenza di pentimento; essa dovrà attendere che il

comportamento altero e pieno di boria che caratterizza sovente questo genere

di allievi si tramuti in umiltà e sottomissione, umiltà verso Dio e verso gli

uomini.

Quest‟umiltà sarà la prova che i dodici Fratelli delle dodici Tesorerie della

Luce saranno riusciti a far brillare qualcosa nel sesto cerchio, nei dodici nuclei

latenti dell‟essere aurale, facendo in modo che contemporaneamente un gruppo

di nuove linee di forze magnetiche turbino i corrispondenti punti dei santuari

del cuore e della testa.

Una volta penetrata nel sistema, la nuova condizione magnetica farà sentire il

suo influsso e, in questo rivolgimento dell‟intero essere, le radiazioni della

Gnosi potranno toccare l‟atomo del cuore, iniziando e proseguendo il loro

meraviglioso lavoro. Il seme non si troverà allora in un terreno pietroso, ma in

un terreno preparato in cui potrà crescere e svilupparsi fino al trionfo finale.

Comprenderete certamente ora che la Scuola Spirituale fa di tutto per scoprire

e riunire nel suo campo di forza queste entità portatrici di una scintilla divina;

che possono divenire, in virtù delle loro condizioni aurali, dei reali framassoni.

Ciascuno faccia, in merito a ciò, il proprio esame di coscienza.

È stato necessario fare questa digressione prima d‟intraprendere con profitto le

successive interpretazioni della Pistis Sophia, poichè quelli tra voi che

possiedono veramente questo segno liberatore sono capaci e messi nelle

condizioni di far fiorire la rosa, chiamata a ragione “la Rosa delle rose”.

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Infatti, come Gesù era attorniato dai suoi dodici discepoli, così il candidato

possiede nel suo atomo primordiale, nel suo cuore, l‟essere cristico, la Rosa

delle rose, attorno alla quale si dispongono in cerchio dodici servitori, dodici

discepoli:

le dodici nuove forze aurali magnetiche del sesto cerchio. E queste dodici

Forze sorreggono il lavoro della rosa fino al suo compimento.

Chi possiede questo cerchio apostolico aurale possiede un cerchio che non

tende più a nulla; che desidera solo servire perfettamente Cristo:la Rosa delle

rose.

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Capitolo XIV

(Pentagramma italiano, 1° trimestre 1990 )

LA STELLA A CINQUE PUNTE

Vi abbiamo spiegato la struttura del microcosmo dell‟entità portatrice di un

atomo primordiale, l‟entità capace di percorrere il cammino che conduce alla

vita liberata. Non abbiamo potuto completare l‟argomento, poiché abbiamo

giudicato preferibile non riunire in un solo esposto tutto quanto vi si rapporta.

Riprendiamo dunque le nostre spiegazioni leggendo, per iniziare, un passaggio

del Vangelo della Pistis Sophia:

“Quando il tuo tempo arrivò, tu nascesti nel mondo senza che vi fossero in te

anime di arconti. Ricevesti la tua parte della forza che l’Ultimo Aiuto soffiò

nel mondo della perdizione. Fin dal principio Io generai da me questa forza,

la misi nel Primo Comandamento e il Primo Comandamento ne mise una

parte nella Grande Luce.

La Grande Luce, a sua volta, inviò una parte di ciò che aveva ricevuto nei

Cinque Aiuti e l’Ultimo Aiuto prese una parte di ciò che aveva ricevuto e la

proiettò nel mondo della perdizione. Quest’ultima parte può attualmente

nascere in tutti quelli che si ritrovano, quali figli di Dio caduti, nel mondo

della perdizione. -.Gesù disse ciò ai suoi discepoli sul Monte degli Ulivi e

aggiunse: .- Gioite e rallegratevi, poichè i tempi sono compiuti”.

Se volete comprendere il contenuto di ciò che avete appena letto, è importante

ricordare quanto vi abbiamo già detto. L‟essere aurale di un‟entità portatrice di

un atomo primordiale possiede, indipendentemente dal firmamento magnetico

che funziona in lui, un sistema magnetico latente, spento, chiamato “sesto

cerchio”.

Finché questo sistema latente non manifesta alcuna attività, il potere ricettivo

dell‟atomo-.il potere che trattiene le impressioni.-non può avere alcuna attività

liberatrice.

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Una tale persona potrà anche, grazie a questo potere ricettivo

dell‟atomo-germe, interessarsi fino a un certo punto ai richiami di una vita

liberata, potrà forse iscriversi a una scuola spirituale, ma manterrà intatto il

proprio io; detto in altri termini, il suo sangue resterà chiuso.

Certo, quest‟uomo sarà d‟accordo nell‟ascoltare l‟insegnamento filosofico

della Scuola e lo propagherà volentieri e con zelo attorno a sé. Tale uomo

crederà anche di fare dei progressi sul cammino, ma non sarà mai un vero

allievo; resterà un trasfigurista “da salotto”. Il vero allievo è un essere che si

offre in olocausto, che sacrifica il proprio io.

Ora, affinché quest‟offerta dell‟io riesca, è necessario che il sistema magnetico

latente dell‟essere aurale funzioni effettivamente. Noi sappiamo che i raggi

magnetici e le linee di forza inviate dall‟essere aurale sfociano nei santuari

della testa e del cuore, formando e mantenendo, nella loro unità, l‟io;essi

controllano pensiero, volontà, desideri, sentimenti e atti.

È quindi chiaro che, quando queste linee di forza provengono ancora dal

sistema magnetico dialettico naturale, nessuna impressione gnostica può

realmente operare la distruzione nella personalità. La persona in questione,

fornita di nuove idee filosofiche, può tutt‟al più fare bella mostra di una

vernice superficiale, di un vago sapere gnostico.

Notate bene dunque che dev‟esservi sempre una correlazione tra l‟atomo

divino attivo e una parte del sistema magnetico originale, che da latente,

addormentato, ritorna ora alla vita. Si tratta dei dodici punti magnetici

principali dell‟essere aurale.

Quando questi dodici punti cominciano ad agire, nei centri del cervello e del

cuore si osservano dodici nuove linee di forza magnetiche. Si può così dire che

è stata aperta una porta nel sistema della morte. La forza della rosa non solo

entra, ma opera!

Dunque, quando la rosa del cuore irradia, Gesù è nato in noi e ha scelto i suoi

dodici discepoli, che formano attorno a lui un cerchio apostolico aurale;

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cerchio che sosterrà e porterà a buon fine il lavoro redentore del Cristo

interiore. Concludiamo dicendo che l‟allievo riesce quando giunge alla nascita

del Cristo interiore e realizza il suo cerchio apostolico.

Ora, voi possedete tutti questo Cristo interiore:è la rosa seppellita nel vostro

cuore. Ma finché questa rosa rimane un bocciolo chiuso, nascosto sotto le sue

verdi brattee, non può fiorire. Ricordatevi che fino a quando essa vi si rivela

come un concetto teorico, filosofico, il Cristo interiore vi è ancora ignoto. La

Lingua Sacra esprime ciò in questo modo: “Egli è in voi, ma non è

riconosciuto”.

Per conoscere la rosa, per respirare il suo profumo e penetrare nel roseto, è

necessario che l‟uomo si prepari attraverso la via gioannitica. È necessario che

la sofferenza proveniente dalle resistenze che l‟io incontra nella natura della

perdizione si trasformi, dopo molte pene ed esperienze, nel dolore del

pentimento, nell‟umiltà verso Dio e gli uomini. Questa è la prova che l‟uomo

si distacca dal proprio io.

Quest‟umiltà proverà anche che i dodici Protettori delle dodici Tesorerie della

Luce avranno acceso i dodici punti magnetici aurali della liberazione. Intorno

all‟unico Signore del Graal, i dodici discepoli si preparano così per la Santa

Cena.

Ma v‟è di più! Quando Gesù nacque, si disse che una stella brillava sopra la

stalla, una luminosa, fiammeggiante stella a cinque punte; che questa stella si

era fermata sopra la stalla e che, guidati da questo meraviglioso bagliore, i

saggi d‟Oriente vennero a rendere omaggio al neonato.

Non trovate straordinario che l‟apparizione di questa quintuplice stella sia

menzionata in tante leggende, in tanti racconti sacri?

E non sapete tutti che anche il corpo-anima glorioso, il nuovo vestito in cui si

avvolge l‟allievo della Scuola Spirituale, è rappresentato da una stella a cinque

punte?

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La stella a cinque punte è il simbolo dell‟uomo originale, dell‟uomo

primordiale. Le cinque punte del Pentagramma corrispondono alla testa, alle

due mani e ai due piedi; sono quindi i cinque segni distintivi dello stato

d‟allievo condotto a buon fine.

Se uniamo tra loro questi cinque segni-.i cinque segni del figlio

dell‟uomo.-troviamo l‟immagine della quintuplice stella,“la stella che si

arrestò sopra le stalle”. Dovete vedere in questi cinque segni i cinque Aiuti di

cui parla la Pistis Sophia.

Questa quintuplice unità è di per sé un mistero. Ci spieghiamo. Avete già

sentito parlare di atomi-germe:sono dei principi atomici che continuano a

vivere dopo la morte del corpo e, al momento di una nuova incarnazione, sono

trasferiti in un nuovo corpo.

Vi sono sette atomi-germe e nella dialettica essi costituiscono sette legami che

incatenano il microcosmo alla ruota delle reincarnazioni. Questi atomi-germe

sono sparsi nella personalità, come saprete, se avete studiato un po‟ la

letteratura esoterica. Sappiate e ricordate tuttavia che questi atomi-germe non

hanno niente a che vedere con la meravigliosa stella di Betlemme.

I sette atomi-germe della forma originale celeste sono racchiusi nell‟atomo

primordiale del cuore. La rosa del cuore che prefigura il Cristo interiore, è una

rosa a sette petali; e quando questa rosa a sette petali si mette a fiorire, quando

il Cristo interiore nasce, la stella a cinque punte si alza e si può dire,

dell‟allievo che celebra questa nascita,“Abbiamo visto la sua stella a

Oriente”cioè nel punto della nascita, nel momento della nascita.

Chi vuole svelare questo mistero deve applicare il seguente metodo.

Rappresentatevi l‟atomo divino come sette atomi che si trovano in una sola

orbita. Quando, grazie alla discesa della Croce in noi, la festa della nascita ha

avuto luogo e la trasfigurazione-.la nuova creazione.-inizia; il settemplice

atomo, toccato dal fuoco gnostico, scoppia, se così si può dire.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 97 di 192

Esso è diviso, scisso, in sette atomi e appare una grande luce, una luce

settemplice. A causa di quest‟esplosione atomica il candidato è come immerso

in una fiamma i cui sette principi formano una figura, il sigillo del vero uomo

originale.

Dovete notare, però, che questi sono solamente dei princìpi e non delle

realizzazioni complete. Uno di questi sette principi resta nel cuore, in cima al

ventricolo destro, quale centro della nuova immagine atomica. Un secondo

principio si espande, si diffonde e riempie l‟intero microcosmo, formando il

vestito di luce, il pentagramma, all‟interno del quale si trovano gli altri cinque

princìpi, che corrispondono ai piedi, alle mani e alla testa.

Si potrebbero indicare questi cinque principi con i vostri pianeti, mentre i

primi due rappresenterebbero il sole e la luna; ecco così un nuovo e completo

sistema solare all‟interno del nuovo zodiaco aurale.

Quando si dice che la rosa si apre e diffonde il suo profumo, si vuole indicare

questa divisione atomica microcosmica dell‟atomo primordiale. I cinque atomi

che si trovano all‟interno del vestito di luce sono chiamati dalla Pistis Sophia“i

Cinque Aiuti”.

Questi cinque aiuti, insieme agli altri due petali-.il vestito di luce e il suo

centro nel cuore.-che proiettano un raggio positivo e negativo;esercitano un

autentico controllo sull‟intero sistema dialettico. Sono questi cinque aiuti a

compiere il processo della trasfigurazione.

Quando un tale sistema stellare si forma sopra l‟allievo-.comprendete questo

linguaggio!.-questa luce è vista da lontano, e i saggi e le forze della Fraternità

si affrettano ad accorrere, per onorare il neonato e offrirgli l‟oro, l‟incenso e la

mirra:l‟oro dello Spirito, l‟incenso dell‟unione gnostica, la mirra della

purificazione. Un tale allievo è realmente divenuto un rosacroce ed è con pieno

diritto che gli si dice:“gioisci e rallegrati, poichè il tuo tempo è compiuto”.

Eccovi così confrontati con il mistero della rosa sbocciata. Liberato da ogni

inutile fardello, questo mistero ci dice che l‟atomo primordiale, nel suo stato

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dialettico d‟imprigionamento, è una settemplice rosa ancora in boccio; una

rosa sempre chiusa, incapace di qualsiasi lavoro liberatore;un principio che

potrebbe rendere l‟uomo caduto atto al cammino della liberazione; una forza

cristica in potenza.

Ora, questo dio deve liberare se stesso! Dato che questo tipo d‟uomo si trova

nello stato descritto, non si può dire di noi che siamo “degli dei in divenire”.

Questa sarebbe una formidabile menzogna, un infame inganno,

un‟aberrazione.

Noi non siamo dei in divenire, poichè ciò supporrebbe un lento sviluppo,

un‟evoluzione, una progressiva risalita. Da parte nostra, neghiamo che sia così.

Presentare le cose in questo modo è tradire la verità e ingannare gli uomini.

Questo tradimento ingannerà l‟umanità per eoni, mantenendola, così,

prigioniera di un‟illusione.

È questa la ragione principale che ci separa dal pensiero teosofico moderno.

Non v‟è evoluzione dell‟uomo nuovo senza la rivoluzione preliminare del

vecchio uomo. Il vecchio uomo deve annientarsi; l‟uomo nuovo deve nascere.

Egli giace prigioniero del bocciolo di rosa, che può aprirsi soltanto grazie

all‟intenso fuoco del sole gnostico.

La vecchia natura deve, allora, per autoneutralizzazione, appianare il

cammino, affinché i raggi del nuovo sole possano raggiungere il bocciolo di

rosa. Per cui questo crescerà se voi siete decisi a diminuire. Questo è il segreto

del fuoco liberatore.

Potete gioire per il possesso di un bocciolo di rosa, poichè, in verità, è la base

della grande opera. Il vostro errore potrebbe essere quello di fermarvi a ciò, di

ritenere che questa certezza vi sia sufficiente; di dirvi:“Io sono portatore di un

bocciolo di rosa, io sono un figlio di Dio, io sono un rosacroce”.

Ricordate che voi potete con pieno diritto dirvi un rosacroce, un“Figlio di

Dio”, solo quando, grazie al Grande Fuoco, la Grande Luce è accesa e voi

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irradiate i Cinque Aiuti, poichè questo è il segno che siete fusi nella rosa, che

siete nuovamente l‟uomo alato di un tempo, che possedete nuovamente le ali e

il potere dei Figli di Dio.

L‟uno è allora divenuto sette,

il sette due,

il due cinque,

il cinque nuovamente uno.

Chi può comprendere comprenda.

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Capitolo XV

(Pentagramma italiano, 1° trimestre 1990 )

IL BOCCIOLO DI ROSA

Sono già alcuni anni che voi sentite parlare, durante i servizi e le riunioni,

dell‟atomo-scintilla divino, e noi sappiamo che alcuni tra voi si sono detti:

“Perché ripetersi così?”.

Possiamo ammettere che parlare spesso delle stesse cose, esaminarle sotto tutti

i loro aspetti, le banalizzi, le renda terra terra. Questo pericolo è reale

soprattutto in ciò che concerne un soggetto, una concezione, la cui ampiezza è

così eccezionale e così profonda; il suo significato così notevole, che l‟uomo

dialettico è in grado di afferrarne solamente alcuni aspetti esteriori.

Ora, noi sappiamo che l‟interesse per le cose esteriori si perde rapidamente e

sovente con esso, anche la forza di continuare la ricerca. È da sottolineare,

tuttavia, che chi cerca con tutta la sua anima, senza lasciare indebolire il

proprio zelo e lascia che la sua attenzione sia continuamente catturata

dall‟atomo spirituale, fa delle strane scoperte.

Così strane e così emozionanti, dai risultati così illimitati, da sentirsi colmato

di una profonda riconoscenza verso la Scuola, la quale utilizza tutte le

occasioni per attirare la sua attenzione su quest‟atomo così meraviglioso,

situato in cima al ventricolo destro del cuore.

Ricordate il messaggio invariabile che vi trasmette la Scuola Spirituale:“Siate

particolarmente attenti a tutto ciò che fa riferimento all‟atomo primordiale,

poichè quest‟atomo è la chiave della vostra vera esistenza. È il mistero dei

misteri, l‟inizio e il compimento di ogni nuovo divenire”.

Ed ecco il sobrio racconto di un uomo che, fedele a questo pressante invito,

consacrò all‟atomo del cuore una devotissima attenzione e riferì così il

risultato della sua ricerca.

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“Seguendo il consiglio che mi era stato dato con saggia intenzione, riuscii a

rimanere continuamente orientato sull’atomo spirituale e giunsi, nel corso

delle mie occupazioni quotidiane, a mantenere presente in me il soggetto della

mia infaticabile ricerca, anche quando queste occupazioni sulla linea

orizzontale esigevano l’intera attività del mio pensiero.

Io sapevo che l’oggetto della mia concentrazione era attivo, che agiva in un

certo centro del mio cervello, nel cuore della mia anima. Questo stato divenne

tale che ebbi, a un dato momento, delle difficoltà a impedirgli di divenire

un’ossessione. Con la mia perseverante dedizione ottenni di ricevere questo

tesoro come un possesso del mio sangue.

Come le particolarità del nostro carattere-.le proprietà inerenti al nostro

tipo.-si fanno valere continuamente nel nostro sangue, così il mistero

dell’atomo si mise a circolare nei vasi sanguigni come una proprietà-tipo

nuova, il che fece sì che, uno dopo l’altro, tutti i centri della mia personalità

furono turbati giorno e notte.

Alla lunga questo nuovo stato divenne normale, fece parte di ciò che

costituisce il pensiero, la volontà, gli atti. Sognavo di questo mistero del cuore

e, come uno strumento di precisione estremamente sensibile registra delle

impressioni che sfuggono ai sensi, così il mio intero essere divenne capace di

immergere i suoi sguardi in seno a un prodigioso miracolo.

Seppi che l’atomo primordiale vergine, nello stato dialettico, è conosciuto

sotto il nome di “bocciolo di rosa”. Il nostro microcosmo, il nostro piccolo

mondo, comprende un’anima, una personalità animata, una piccola anima del

mondo.

I misteri platonici non parlano forse dell’anima del mondo che è crocifissa?

Quanto giusto è questo concetto! La croce della nostra personalità si eleva

nella natura della morte, in un microcosmo distaccato dal Logos.

Io provo tutto ciò che la Scuola Spirituale mi insegna sul mondo dialettico;

pendo dalla croce in mezzo al soffio della morte.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 102 di 192

E ora ecco che io so; e sono pieno di gioia all’idea che il bocciolo di rosa

esiste, pieno della promessa di una nuova giovinezza.

Che fenomeno meraviglioso l’atomo! Cos’è in realtà un atomo? È un tutto, un

universo. Esso racchiude delle forze che oltrepassano le più audaci

immaginazioni. Quando si giunge a rompere, grazie a una formidabile

energia, un piccolo numero di atomi di una certa natura, si produce

un’esplosione che spazza via tutto per un largo raggio.

Si potrà forse presto canalizzare e applicare, secondo un piano, l’energia

liberata dalla divisione dell’atomo; sappiate tuttavia che nessuna energia

dialettica, conosciuta o ancora ignota, sarà mai capace di dividere l’atomo

primordiale. Non è così che questo libererà la sua energia!

Il bocciolo di rosa può ingrandirsi, crescere e fiorire solo in un campo

d’esistenza completamente diverso. Se un super genio naturale dovesse

arrivare a dividere l’atomo della rosa, la nostra gioia si trasformerebbe in

lutto, poichè ciò rappresenterebbe e genererebbe solo una desolazione

desertica.

Un atomo è un mondo, un ordine mondiale, un microcosmo. Grande e piccolo

sono nozioni che appartengono solo allo spazio-tempo; ora, gli spazi

all’interno dell’atomo del cuore sono immensi come l’eternità. Gli aspetti, i

significati e le possibilità che esso racchiude sono numerosi come i granelli di

sabbia del mare.

Il bocciolo di rosa è un ordine del mondo, un’anima del mondo, una

manifestazione universale che non può farsi valere quaggiù.È una

manifestazione che non è di questo mondo; un gigantesco reame, ma non di

questa natura. Il bocciolo di rosa vive al rallentatore, silenzioso.

Potrebbe vivere maestosamente, se fiorisse, ma-.ahimè!-la luce del suo vitale e

regale sfolgorio non si percepisce quaggiù. O gioia! Io porto in me un nuovo

mondo, un altro mondo, tre volte divino. Io porto in me la Dimora del Padre,

in cui vi sono molti posti.

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Nessuno, tuttavia, può essere contemporaneamente in due mondi. Ciò che

l’occultista crede sia una partecipazione ai due mondi è solo la conoscenza

dei due emisferi di una stessa sfera, di uno stesso mondo.

Se voglio partecipare al mondo rallentato, silenzioso, semi addormentato, al

regno che non è di questo mondo, al regno che, malgrado la lontananza, porto

in me, quello di cui è detto“Vedi, il Regno di Dio è in te”devo lasciare questo

mondo, devo dirgli addio.

Cos’è questo mondo che devo lasciare? Questo mondo, il mio mondo, esiste in

funzione della vita che lo anima e cade quando muore il suo principio

animatore. Ora, questo principio animatore sono io. Dunque, devo

abbandonare il mio io, devo annientarmi.

Simultaneamente, un altro io si troverà in un altro mondo animato, in un altro

ordine del mondo. In quest’altro regno non entrerà nulla di me, poichè esso

non ha alcun bisogno di me, non gli sono di alcuna utilità.

Il mio io non è un io caduto. Il mio io è a proprio agio nel mondo in cui si

trova, ne è parte integrante. Io non sono dunque assolutamente un uomo

caduto, come vuole far credere una qualsiasi religione naturale che mi

inganna e mi trattiene nell’illusione. Nato in questa natura della morte, la

morte è il mio marchio. Questo segno della morte è impresso su di me, poichè

la morte è il risultato di ciò che noi chiamiamo vita.

No, colui che è caduto, il sé decaduto, il sé inghiottito, giace in fondo al

bocciolo di rosa in cui il mio io non esiste, a cui il mio io non partecipa

assolutamente:io lo porto semplicemente. Questo ego caduto non può vivere,

non è libero che allorquando il mio io non esiste più.

Oh, stupido potere dell’ignoranza che cerca di farmi entrare nel Regno di

Dio! Comprendete dunque che il nuovo regno è dell’altro, è per l’altro che

dimora, che dorme nel bocciolo di rosa! Potrò avere per Te tanto amore da

arrivare a sacrificare il mio io affinché Tu possa vivere?

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Ora, per sacrificarsi per un altro bisogna conoscerlo. È dunque possibile

conoscere la struttura, la natura, le proprietà, le qualità, gli aspetti del

meraviglioso atomo; assaggiarlo, se si può dire, subirlo, affinché io divenga

capace, in virtù di questo legame d’amore, di compiere il sacrificio che

celebrerà la sua rinascita?

Non è per questo motivo, d’altronde, che porto in me questo bocciolo? Non è

grazie alla consapevolezza della sua presenza, grazie all’amore per lui, che

arriverò a destarlo? Non è vivere in sua funzione il significato, la morale, di

tutte le sante leggende? Non è questo che tramanda la Lingua Sacra?

Sono in preda a un’estasi emozionale? Sto forse facendo nascere in me una

sorta di complesso freudiano che fa pensare all’erotismo della flagellazione

religiosa? Non posso fare appello alla scienza atomica moderna per stabilire

una prova della mia scoperta?

In effetti, posso. La scienza atomica moderna, infatti, ci insegna e dimostra

che, attraverso la divisione di un atomo, si ottengono uno o più atomi di

natura e valore differenti. Il declino dell’uno-.declino cosciente generato dal

fuoco dell’autoannientamento.-dà vita all’altro.

Io conosco ora il linguaggio simbolico del roseto in fiore. Il roseto fiorito non

cerca di abbellire la cadente catapecchia in cui è stato relegato, di farla

sembrare ciò che non è. Il roseto attorno alla croce della natura, il roseto

dell’anima del mondo crocifisso, ci mostra, invece, l’uomo che, per

introspezione, rivolge i suoi sguardi verso il bocciolo di rosa in fondo al suo

cuore e conduce una vita che porta al suo trapasso affinché l’Altro viva.

Questa vita che porta alla morte non è tuttavia inutile, anzi, ha un grande

valore in funzione dell’Altro. Essa permette al bocciolo di rosa di sbocciare,

di fiorire. È il dolce trapasso, l’Endura, l’annientamento totale degli gnostici.

Io vedo, nello specchio del cuore, il Beneamato di cui parlano gli iniziati.

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Il mondo del Grande Altro, tre volte santo, mi è rivelato come occhi che mi

guardano.

Vedo il bocciolo di rosa dai sette petali. Vedo che l’atomo meraviglioso è

costituito da sette atomi. E vedo che questa settemplice stella, tramite la

potente magia del“Che la luce sia!”si aprirà e si manifesterà come un universo

in espansione.

Vedo che questa settemplice manifestazione rallentata si circonda di larghi

centri concentrici, che essa è attorniata da uno zodiaco latente, da un cerchio

di fuoco magnetico; e odo la Lingua Sacra chiamare questo Zodiaco-.ancora

addormentato, ancora oscuro.-il Trono, il Trono Divino.

E l’atomo settemplice, la settemplice rosa, i Sette Signori attorno al Trono; e

vedo che questo microcosmo divino, che è chiuso in me e mi circonda da ogni

parte, possiede sette campi di attività; che sette raggi ne partono che sette

possibilità, sette stadi di nascita, devono compiersi.

Vedo sette candelabri accendersi uno dopo l’altro e brillare di una

meravigliosa e indicibile luce. E comprendo, infine,“di diritto”,il prologo

dell’Apocalisse:è l’appello dell’uomo che inizia il suo lavoro enduristico ed

esprime il mantram.

“Io, Giovanni, alle sette Chiese che sono in Asia! Ecco quello che dice colui che è in

mezzo ai sette candelabri d’oro:-.Che la grazia e la pace vi siano date da parte di

Colui che è, che era e che verrà, e da parte dei sette Spiriti che sono davanti al suo

trono. Grazia vi sia data da parte del testimone fedele, Gesù Cristo, il campo

irradiante della liberazione, il Primo Nato dai morti”.

Ed ecco, fui rapito in estasi nel giorno che consacrai al Beneamato. E passai

dall’estasi ... al compimento”.

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Capitolo XVI

(Pentagramma italiano, 4° trimestre 1991 )

IDUEBATTESIMI

Vi citiamo un passaggio della Pistis Sophia:“Uno dei discepoli

domanda:Maestro, rivelaci i segreti della Luce, poichè ti abbiamo sentito dire

che v’è un battesimo del fumo e un battesimo dello Spirito o del fuoco della

Santa Luce”. Queste parole corrispondono a quelle di Giovanni Battista:“Io vi

battezzo con acqua, ma colui che viene dopo di me vi battezzerà con lo Spirito

Santo e con il fuoco”.

Ritroviamo il principio del doppio battesimo in ogni epoca e in tutte le sacre

scritture. Supponete di vedere da lontano una colonna di fumo salire nell‟aria.

Voi sapete allora che lì v‟è un fuoco acceso, dato che non v‟è fumo senza

fuoco. Il fumo è la prova del fuoco, ma non è il fuoco. Ed è evidente che chi si

avvicina al fumo finirà per trovare il fuoco.

Bene! Avvicinarsi al fumo, contemplarlo e subirlo è il battesimo d‟acqua.

L‟acqua è il simbolo di ogni manifestazione nella materia. Il battesimo del

fumo simboleggia la manifestazione della Gnosi nel mondo del tempo. Ciò che

nel tempo possiamo provare, comprendere e assimilare del fuoco sacro dello

Spirito non è che la debole ombra del fuoco, il quale genera questo fumo.

Contemplare il fuoco non è possibile se non quando si sono attraversate tutte

le esperienze della materia e si sono infrante le loro illusioni. Nella migliore

delle ipotesi, ciò che possiamo afferrare del fuoco sacro è il battesimo del

fumo, l‟ombra del fuoco. Ma questo è già così meraviglioso e divino da

lasciarci muti di riconoscenza, dato che il battesimo del fumo è l‟unico

cammino di salvezza.

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D‟altronde, è il senso del preludio del Vangelo. Giovanni non precede Gesù?

Chi segue Giovanni attraverso il deserto della vita, chi rende diritte le proprie

vie fino al Giordano, incontra Gesù.

Non è sufficiente comprendere solamente, non basta dire “Lo so”. Bisogna

dimostrarlo con i fatti. Senza questa prova, non può trattarsi di battesimo del

fuoco.

Dopo questa introduzione, dovete sapere che regna, in merito a questo doppio

battesimo, un‟estrema confusione:un malinteso sul terreno della religione

naturale e un altro sul terreno occulto. Sarà necessario penetrare in profondità

questi malintesi, visto che essi regnarono sull‟umanità per centinaia di secoli,

facendo in modo che le entità umane dei domini dialettici subissero queste

influenze e fossero costrette ad accettarle.

Non v‟è tra di noi alcun allievo che si possa considerare libero da queste

influenze. Nessuno può dirlo senza affermare il falso. Abbiamo bevuto tutti da

questo filtro avvelenato e siamo quindi tutti profondamente snaturati. È da

questa angolazione che occorre comprendere la domanda dei discepoli nella

Pistis Sophia. È l‟appello che sorge dal profondo del cuore:“Signore, svelaci i

Misteri della Luce”.

Cosa significa “svelare i Misteri”? Possiamo farlo per voi? Noi certamente no!

Solo voi potete farlo!

È precisamente qui che si trova il campo dei malintesi in cui caddero molti di

coloro che ci precedettero. Si dice, per esempio:il battesimo d‟acqua si

riferisce al lato materiale delle cose, alle cose che riguardano la materia, a

misteri terrestri, a delle iniziazioni, a delle conoscenze di misteri.

Qui sta la cattiva comprensione! D‟accordo, molti possiedono una grande

conoscenza dei misteri. Ma vi domandiamo:amici carichi di conoscenze,

queste vi hanno forse reso felici anche solo per un‟ora? La risposta è inutile, la

conosciamo.

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Alcuni hanno al loro attivo una serie d‟iniziazioni. Detto fra noi, cari amici,

v‟è forse una sola di queste iniziazioni che vi abbia apportato liberazione e

felicità, una volta scomparsa la sua passeggera ebbrezza? Inutile aspettarsi

qualche vera luce da questo mondo di morte!

Se possedeste ogni sapere, ma null‟altro, se non aveste dunque quell‟amore

che oltrepassa la comprensione umana, non avreste né sareste niente. La

conoscenza e la ragione esistono, ma la loro cultura-.che chiamiamo inizia-

zione.-non è che un potere degenerato della natura della morte.

Vorremmo farvi vedere chiaramente che, per quanto concerne i misteri divini,

ogni conoscenza è inutile. Dovete essere iniziati? No, voi non dovete essere un

bel nulla! Voi dovete sparire da questo mondo, dovete morire. Il vostro io deve

essere annientato attraverso l‟endura. Non avete niente da accumulare! Perchè

appesantire il fardello che già costituite per il vostro microcosmo? Voi dovete

diventare vuoti.

Nel suo libro intitolato“La Nube sul Santuario”Karl von Eckartshausen

afferma che nei segni esteriori è conservato l‟interiore e che la verità, l‟essenza

dell‟interiore, di ciò che è nascosto, è compreso nella cerimonia esteriore, nella

magia cerimoniale.

È il punto debole del suo libro, è una concessione che egli fa alla chiesa.

Presentare le cose in questo modo è commettere un crimine nei confronti della

Gnosi.

Cosa fecero i Rosacroce classici? Offrirono i loro tesori ai saggi e agli eruditi

della natura, in maniera onesta, aperta:“Ecco, noi ve li offriamo, fatene

qualcosa, viveteli, immergetevi in essi”. I saggi rifiutarono, naturalmente.

Cosa fecero allora i Rosacroce? Credete che abbiano eretto una chiesa, una

scuola con cerimonie magiche dove, a ogni ora, da sotto i glifi viene dato con

il contagocce il nutrimento alla moltitudine amorfa, da fratelli che onorano la

loro istituzione dichiarandosi preti o adepti?

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 109 di 192

No, i Rosacroce eressero fra di loro la Dimora Sancti Spiritus. Accesero loro

stessi il fuoco perfetto, affinchè il suo fumo avvolgesse il mondo come un

campo di respirazione.

La magia cerimoniale è una maschera del fumo, è una raffinatezza dialettica

per soggiornare nel campo respiratorio della Gnosi senza esservi né immersi

né sottomessi, continuando in tal modo a inalare l‟ossigeno della perdizione.

Non v‟è dunque alcun aiuto per gli uomini? Non si prende per mano chi erra?

Non lo si guida? Cos‟è il Lectorium Rosicrucianum? Cosa vuol fare?

Unicamente ciò che fece Cristiano Rosacroce. Noi ci rivolgiamo al mondo che,

pur bruciando ardentemente, vuole tuttavia conservarsi. Vi offriamo i nostri

tesori, vi offriamo tutto ciò che possediamo:“sangue, fuoco e fumo”. Non vi

seguiamo nei vostri metodi, nei vostri modi di vedere. Non possiamo unirci a

voi, poichè siete voi che dovete venire verso di noi. I nostri tesori sono i vostri

tesori; la plenitudine della ricchezza gnostica è per voi, è vostra.

La Dimora Sancti Spiritus è ovunque. Ma dovete abbandonare il vostro

vecchio stato, perchè è soltanto a questa condizione che potete ricevere la

vostra parte d‟eredità. È il motivo per cui la prima unione reale è nello stesso

tempo l‟ultima. E dovete realizzare voi stessi questa unione. In questo nessun

prete, nessun iniziato può aiutarvi.

Ma allora la Scuola cosa fa? Essa concentra per voi il fumo del fuoco e lo

trasmette al vostro sangue. Oh, grazia suprema! Vi saranno, durante i giorni

della fine, sangue, fuoco e vapori di fumo.

Il pennacchio di fumo indica la fine del cammino che vi è stato mostrato e

tocca a voi ora attraversare il deserto seguendo Giovanni Battista. È necessario

che il “sé” sia passato sotto il torchio dell‟endura per poter trovare in un grido

di gioia l‟unico fuoco, immergendovisi, perdendovisi. Amici, il vostro sangue

è aperto? Se così è, il vostro cuore emetterà irrevocabilmente il

grido:“Rivelami i segreti del fuoco!”.

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Chi emette questo grido, nel dinamico desiderio creato dall‟angoscia

dell‟anima, dispone immediatamente della sua eredità. È su questa eterna

certezza che avanza sul Cammino.

È qui la fondamentale, formidabile differenza tra l‟occultismo e la religione da

un lato e il trasfigurismo dall‟altro. Nel mondo dialettico è mostrato un

cammino che ha come meta finale l‟iniziazione, un cammino che è quindi una

speculazione. Infatti, prima che il fine sia raggiunto, possono accadere errori,

malintesi, passi falsi.

Nel trasfigurismo, invece, si inizia tramite l‟unione con il fine. Il cammino

viene in seguito. Questo è l‟imperturbabile processo della rinascita.

Ecco ancora una volta dimostrato come le inutili controversie mistiche e

occulte siano solo una vaga immagine riflessa dell‟Unica Verità.

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Capitolo XVII

(Pentagramma italiano, 4° trimestre 1991 )

“VOI SIETE QUELLI CHE SALVERANNO IL MONDO”

Vi abbiamo spiegato che l‟atomo del cuore, la rosa della liberazione, è, se così

si può dire, una sorta di microcosmo compresso, un essere divino assoluta-

mente inattivo, latente, circondato da un sistema di forze elettromagnetiche

anti-divine.

Nella caduta l‟atomo primordiale dovette abbandonare nel Regno Immutabile i

poteri che gli permettevano di vivere il campo di radiazione della divina

Gnosi. La Pistis Sophia riferisce questo evento allorchè parla del “Manto di

Luce” che essa lascia dietro di sé.

Ebbene, quando l‟uomo dialettico è pronto a percorrere il cammino della totale

autoresa, per cui il microcosmo dialettico finisce per perdere volontariamente

il suo dinamismo di uomo vivente per essere semplicemente un‟entità che

esiste; quando egli si apre interamente a una forza di radiazione destinata

esclusivamente all‟altro regno in lui, accade che la forza di luce originale, il

manto di luce originale, è nuovamente restituita all‟atomo primordiale.

Grazie al fuoco ardente dello Spirito Santo l‟atomo del cuore è diviso e

violentemente aperto. La rosa del cuore si apre e colui che era il primo e sarà

l‟ultimo ritorna a vivere.

Una volta aperta, la rosa originale appare nella sua struttura estremamente

complessa. Essa presenta un punto centrale che arde continuamente nel cuore

come una nuova luce solare:è ciò che Jacob Boheme chiama“Aurora”.

Un secondo principio ruota intorno al primo come una forza, determinandone

il ritmo.

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Altri cinque principi si trovano a una certa distanza dal secondo. Sono cinque

segni che formano assieme la stella a cinque punte, il segno del “figlio dell‟uo-

mo”.

Si può considerare questa stella come un sistema di linee di forza con l‟aiuto

del quale l‟uomo nuovo in crescita giunge alla sua manifestazione perfetta. In

questo consiste-.comprendete.-ciò che va inteso come Stella di Betlemme,

quella che videro i magi.

È evidente che la radiazione di questa stella, il suo splendore, forma un campo

magnetico grazie al quale il“nuovamente nato”, il“rinato”,respira nella Gnosi.

Grazie a ciò vediamo apparire in questo nuovo campo magnetico dodici nuovi

punti magnetici. Insieme essi formano un nuovo sistema magnetico che non ha

niente a che vedere con il vecchio essere aurale.

I nuovi dodici grandi principi luminosi formano il nuovo zodiaco

microcosmico. È da questo campo di radiazione gnostico che nasce l‟uomo

nuovo. Potremmo dire che Gesù il Signore discende nel mondo del tempo. Egli

è chiamato Gesù Cristo, poichè questo salvatore, questo redentore, trae la sua

salvezza dalla Gnosi stessa.

Egli dispone di dodici discepoli, dodici forze magnetiche, dodici grandi e

poderosi poteri, e ne vive. Questa è una succinta descrizione della nascita del

nuovo sistema.

Rappresentatevi questo nuovo microcosmo come esistente dentro e attorno al

vecchio. All‟inizio cosa vediamo? Questo nuovo corpo celeste esiste, ma il

vecchio non è ancora interamente scomparso. Si potrebbe parlare d‟una doppia

stella. Mentre il mondo dell‟una sparisce, l‟altro si manifesta con splendore e

magnificenza crescenti.

Vediamo ora le cose sotto un angolo diverso. Vi ricorderete certamente che,

nel corso delle nostre spiegazioni sulla vera natura del microcosmo, abbiamo

insistito sul fatto che, attraverso le rotazioni successive di nascita e morte,

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 113 di 192

l‟essere aurale -.cioè il sé superiore del microcosmo.-era in un certo senso

immortale.

Questo essere aurale, questo sé karmico, va al di là di ogni vita,pur essendo

legato alla vita delle differenti personalità che vivono temporaneamente al suo

interno.

Ogni personalità conosce solo la sua vita; non conosce dunque la vita

precedente, né conoscerà la vita futura. L‟idea della reincarnazione si applica

al fatto che è sempre all‟interno dello stesso essere aurale che una nuova

personalità appare, esistendo dialetticamente, per poi in seguito dissolversi e

lasciare il posto a un‟altra, del tutto nuova.

Una volta familiarizzato con quest‟idea, diviene necessario ampliare e

approfondire questa concezione:l‟essere aurale, il sé superiore del nostro

microcosmo-.che è sempre vivente nella dialettica, dunque immortale secondo

il nostro modo di vedere.-si disgrega dal momento in cui nasce il nuovo

microcosmo.

Possiamo trovare, in termini velati, la spiegazione di questa disgregazione nel

racconto evangelico della tentazione di Gesù nel deserto. Cosa tenta di fare in

quel momento il vecchio sé superiore? Tenta di controllare colui che si è

appena risvegliato, che era morto ed è ridivenuto vivente. Ma non vi riesce!

Per questa ragione è detto che dopo la sua vittoria, dopo la prova della

tentazione, Gesù il Signore“fu servito dagli Angeli di Dio”.

Questo vuol dire che non erano più le forze magnetiche della vecchia lipika a

nutrire e quindi a dominare il nuovamente nato, ma che una nuova lipika, un

nuovo essere aurale, un nuovo zodiaco, un nuovo cerchio apostolico lo

serviva; e che un nuovo campo di sviluppo s‟apriva all‟uomo nuovo.

Perciò dice“la Pistis Sophia:“Gesù, sul monte degli Ulivi, disse questo ai suoi

discepoli, aggiungendo:Rallegratevi e gioite, perchè i tempi sono compiuti. Ho

ricevuto nuovamente l‟abito che mi era stato destinato fin dall‟inizio:l‟abito

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che ho abbandonato nell‟ultimo mistero fu conservato per me, fino al tempo

della fine.

Il tempo del compimento sarà quello in cui mi verrà ordinato, dal mistero

originale, di spiegarvi la verità, dal principio fino alla fine; dalla sua genesi

interiore più profonda sino alle cose più esteriori.

Dato che il mondo dovrà essere salvato da voi, rallegratevi e gioite, poichè voi

siete eletti al di sopra di tutti gli uomini che sono sulla terra. Voi siete quelli

che salveranno il mondo”.

Chi un giorno si risveglia“uomo nuovo”diviene una benedizione per tutti gli

uomini sulla terra, perchè l‟uomo nuovo può salvare il mondo. Ci rimane ora

da sapere-.nella misura in cui ne siamo capaci.- ciò che bisogna intendere con

queste parole.

Permetteteci di mettervi sulla buona strada prendendo come esempio un fatto

semplice e conosciuto. Prendiamo un pezzo di legno, immerso nell‟elemento

liquido. Sappiamo che, essendo più leggero dell‟acqua, deve galleggiare;

supponiamo ora che sia trattenuto sul fondo in seguito a una causa non

naturale, ma che a un dato momento questa causa sparisca; il pezzo di legno

risale immediatamente alla superficie. In altri termini:allorchè lo stato

contro-natura finisce, l‟equilibrio naturale si ristabilisce.

La stessa cosa accade per l‟uomo nuovo che, immerso in un sonno di morte,

giace sul suolo dialettico; risvegliato e rinato grazie all‟olocausto dell‟uomo

dialettico, egli si eleva al di sopra della tomba della natura, al fine di ritornare

nella sua patria e ritrovarvi l‟equilibrio spezzato. È così che l‟uomo rinato

ritorna alla Casa del Padre; e questo viaggio rappresenta la salvezza per il

mondo e l‟umanità caduta.

Ora, per comprendere ciò, diventa necessario studiare la costellazione della

natura dialettica. Perchè la vostra personalità è quella che è? Perchè queste

mancanze del vostro carattere? Perchè questo perpetuo desiderio di

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conservarvi quali siete? In una parola, qual‟è la causa delle vostre inclinazioni

psichiche e della loro messa in pratica?

Voi siete ciò che siete perchè siete subordinati al vostro essere aurale,

quest‟essere karmico che vi circonda e vi influenza, e che, non dimenticate, è

gravato dal peso di un numero infinito di secoli.

Quest‟essere aurale e tutto ciò che si trova al di sotto e al di sopra di esso,

potrebbe essere definito come la vostra particolare sfera riflettrice. Voi ne

vivete e funzionate secondo i suoi ordini, essa vi fa agire; inoltre, ricordatevi

che è unita al campo astrale dialettico.

Voi e le personalità che vi hanno preceduto nel microcosmo siete il riflesso, i

focolai di reazione di quest‟essere della sfera riflettrice in voi. Il cosiddetto sé

superiore è il vero sé dialettico, è l‟eone che vi governa.

Tuttavia, attraverso la vostra autoresa, attraverso la negazione della vostra

particolare sfera riflettrice, può sorgere il nuovo microcosmo. Ora, come

sapete, quest‟altro microcosmo è il vero microcosmo e, quando si desta, viene

rivestito di tutt‟altro abito di luce.

Potete allora immaginarvi ciò che accadrà. Voi, che prima eravate solo un

riflesso, lo schiavo del vostro sé superiore, satanico e dialettico e che vi siete

messi alla mercè dell‟Altro; che vi siete, per così dire, lasciati assorbire in Lui,

sfuggite alla natura della morte, vi elevate al di sopra di essa.

Questa natura non può trattenervi e voi vi slanciate verso la Patria, mentre il sé

superiore satanico, spogliato del suo focolaio, è annientato, scompare come

tutte le realtà che sono solo illusorie, come un bozzolo vuoto che si sfalda al

vento.

Ora, ciò che accade a un particolare microcosmo, accade parimenti al cosmo. Il

nostro cosmo è il campo di vita di numerosi microcosmi; e, come v‟è una sfera

riflettrice e un sé superiore satanico del microcosmo, v‟è anche una sfera

riflettrice e un se superiore satanico del cosmo.

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Inoltre, come il microcosmo rigenerato passa attraverso il vecchio

annientandolo, così l‟uomo trasfigurato, abbandonando totalmente il suo sé

superiore, attraversa la complessa sfera riflettrice cosmica, contribuendo così

alla sua distruzione.

Immaginate che noi si percorra insieme questo cammino e che la satanica

natura della morte non possa più trattenerci.

Così facendo, sottrarremmo collettivamente alla natura della morte una buona

parte della sua forza, la paralizzeremmo, se così possiamo dire. Renderemmo

anche più facile e praticabile il cammino di liberazione a coloro che verranno

dopo di noi.

Ecco perchè ogni nuova anima che giunge a percorrere il cammino che

conduce alla Patria aiuta a tracciare il cammino per tutti gli uomini caduti. Ed

ecco perchè la Pistis Sophia dice:“Rallegratevi e gioite, perchè voi siete

benedetti, al servizio dell‟umanità caduta che vive sulla terra. Voi siete quelli

che salveranno il mondo”.

Non credete di poter designare ciò, a giusto titolo, come vero amore per gli

uomini? Osservate dunque i vostri sforzi sul cammino in un rapporto più

ampio del rapporto individuale. Comprendete che i vostri sforzi, i vostri

tentativi di liberazione, liberano anche gli altri.

Il vostro sforzo fornisce loro la possibilità di avanzare. La grazia che ci è

concessa che noi accettiamo e applichiamo, diviene un beneficio collettivo.

Noi che siamo tormentati dal grossolano egoismo dell‟uomo-animale che

vogliamo sempre, nel corso della lotta per l‟esistenza, infilarci nei primi e

migliori posti, possiamo-.se lo vogliamo.-immergerci e annientarci nel meravi-

glioso e divino miracolo di una libertà che favorisce nel contempo la libertà

per tutti.

Comprendete che solo questo unifica la religione, la scienza e l‟arte, che

questa è la vera democrazia, la“sancta democratio”:uno per tutti, tutti per uno!

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Comprendete, quindi, che si può dire che v‟è della gioia in cielo per un

peccatore che si volge verso la vera e unica luce. E potete capire perchè la

Pistis Sophia descrive nei capitoli seguenti del suo vangelo la sua marcia

gloriosa, giubilante, attraverso la sfera riflettrice del cosmo, marcia nel corso

della quale le potenze dell‟inferno sono vinte.

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Capitolo XVIII

(Pentagramma italiano, 4° trimestre 1991 )

I CINQUE GRADINI

In uno dei capitoli precedenti, parlavamo dei cinque gradi del cammino di

autoframmassoneria, dei cinque aspetti della costruzione sull‟unica pietra

angolare della plenitudine gnostica della Fraternità Universale, dei cinque

gradi che ci condurranno dal principio fino alla gloriosa fine.

Il primo grado si riferisce all‟allievo serio che entra nella Scuola spinto dalla

sua scoperta interiore della verità, dell‟ineluttabilità del mistero trasfiguristico,

il cammino della rinascita.

Il secondo grado si riferisce al fatto che l‟allievo s‟impegna definitivamente

sul cammino dell‟endura, il cammino dell‟autoresa.

Il terzo grado attira l‟attenzione sulla prima conseguenza che deriva

dall‟esercizio dell‟endura:la rosa del cuore si apre ai primi raggi dell‟alba

gnostica.

Ora, quando questo sole dello Spirito sorge, quando il suo irradiamento si

amplifica e le sue forze aumentano, si sviluppa strutturalmente e

organicamente un nuovo fuoco del serpente, un nuovo io, un vestito di nozze,

uno stato d‟anima. A questo punto Gesù il Signore nasce nel candidato che

diviene un fratello, o una sorella, del quarto grado.

La realizzazione di questo grado gli conferisce la forza e il potere di

intraprendere il cammino di ritorno. Egli attraversa la sfera riflettrice del suo

microcosmo e annienta così il suo essere aurale. Nello stesso tempo passa

attraverso la sfera riflettrice cosmica, distruggendo e annientando gli ostacoli

dialettici. Così facendo, riesce anche a indebolire le forze dialettiche,

appianando e facilitando il cammino a quelli che verranno dopo di lui. Egli

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diviene così un fratello del quinto grado, che ha celebrato le sue Nozze

Alchemiche.

Tutte queste spiegazioni vi permettono di comprendere che vi è effettivamente

possibile divenire, per autoframmassoneria, un fratello o una sorella del quarto

grado. Giunti a questo stato d‟essere superiore, portate realmente in voi

il“nome”dei figli di Dio rinati; e potete considerare come indirizzate a voi le

parole della Pistis Sophia: “Rallegratevi e gioite, poichè voi siete benedetti, al

servizio dell‟umanità caduta che è sulla terra. Voi siete quelli che salveranno il

mondo”.

Chi, disprezzando i pericoli, apre un cammino attraverso la buia foresta per

quelli che verranno dopo di lui, facilita loro questo cammino; e il lavoro al

quale siete tutti chiamati è di prepararvi a lavorare per tutti.

Quale grandioso, divino momento sarebbe quello in cui potessimo salutarci tra

fratelli e sorelle del quarto grado, ormai degni di chiamare nostro il

meraviglioso vestito di luce:quest‟abito d‟oro delle nozze! Tutti voi potete, in

un tempo brevissimo, tessere questo manto.

La pietra angolare sulla quale deve costruirsi l‟edificio è presente; i materiali

sono largamente elargiti nel campo di forza; gli attrezzi si trovano in voi stessi.

Allora, perchè non vi dedicate alla vostra costruzione, al fine di celebrare le

vostre Nozze Alchemiche?

Quando vi sarete decisi, il decimo capitolo della Pistis Sophia si aprirà davanti

ai vostri occhi come il vasto paesaggio che si offre alla vista di chi giunge in

cima a una montagna:“E avvenne che, quando il sole si levò a oriente, discese

una grande forza di luce, nella quale si trovava il vestito che avevo lasciato

dietro di me nel ventiquattresimo mistero. E io trovai il mistero contenuto nel

mio vestito in queste parole dell‟Altissimo:„Zama, Zama ozza rachama ozai‟, il

cui significato è:„Oh Mistero manifestato nel mondo secondo la volontà del

quale l‟Universo divenne, tu sei l‟intera uscita e l‟intera risalita, da te sono

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 120 di 192

scaturite tutte le emanazioni e ciò che esse contengono, e da te nacquero tutti i

misteri e i loro domini.

Vieni verso di noi, perchè noi siamo compartecipi. Noi siamo in unità con te,

uniti e identici. Tu sei il primo mistero, che esisteva fin dall‟inizio

nell‟Inesprimibile prima che Egli si manifestasse:mistero di cui, tutti insieme,

noi siamo il „Nome‟. Ti aspettiamo dunque all‟ultimo limite, all‟ultimo mistero

dell‟interno, che è anch‟esso parte di noi”.

Il sole che sorge a oriente si riferisce-.comprendete.-al terzo grado. Sia che

apparteniate al primo che al secondo grado, voi siete ancora nell‟alba,

nell‟aurora nascente, nella semioscurità del giorno che sorge. Ma, quando il

sole sale a oriente, la grande forza di luce viene verso di voi e risveglia la Rosa

dal suo sonno millenario.

Nel linguaggio universale l‟oriente rappresenta sempre la genesi delle cose,

come la“finestra d‟occidente”ne è la fine. Attraverso questa finestra

d‟occidente le cose ci lasciano e da essa il passato tenta sovente di aggrapparsi

a noi. Quando il sole gnostico si leva a oriente, siamo confrontati con la genesi

della manifestazione divina, che è anch‟essa“un passato”.

Infatti, quando la forza di luce gnostica discende per toccare il santuario del

nostro cuore, scopriamo che è in essa che si trova il nostro vestito di luce, quel

vestito che un giorno fummo forzati ad abbandonare.

Vale la pena di soffermarci un attimo su questa scoperta, poichè l‟allievo

debuttante si inganna a volte molto profondamente su questo argomento. Ogni

microcosmo ha una finestra orientale e una finestra occidentale. Dall‟una

vediamo il sole salire all‟orizzonte, dall‟altra lo vediamo scendere.

Durante il processo percorso dall‟allievo, si sviluppa nel microcosmo una

corrente magnetica discendente che evacua e fa sparire le forze impiegate, i

valori esauriti, coi quali l‟allievo ha rotto. Quando percorrete il cammino

dell‟estinzione dell‟io e dite addio alle cose dialettiche, tutto vi lascia passando

per la finestra occidentale, tramite la corrente magnetica uscente, espellente.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 121 di 192

Ahimé! Nel corso della lotta per la vita, le stesse vecchie cose ritornano in

continuazione, a volte con sembianze più moderne. Finchè non avete perso

definitivamente l‟io, le cose del passato dialettico appaiono continuamente alla

finestra occidentale, sotto apparenze il più delle volte rinnovate, perchè l‟io

ordinario le sogna nel corso delle sue riflessioni meditative.

Se pensate un attimo alla figura di John Dee, l‟eroe del libro di Gustav

Meyrink “L‟angelo alla finestra d‟occidente”,potete comprendere perchè

l‟angelo del destino apparve alla finestra occidentale e lo condusse nell‟abisso.

Lasciate perdere il passato, non riammettetelo più nel presente, perchè chi

continua ad accettarlo segue il proprio destino dialettico, che promette oro e

non porta che pene.

Nel nostro microcosmo v‟è anche una corrente magnetica in ingresso,

chiamata“oriente”,e potreste ora chiedere:il destino non entra per questa porta

orientale? Certo, perchè voi attirate evidentemente quello che voi stessi siete.

Voi siete in armonia, in equilibrio, con ciò che attirate e questo non può

cambiare né le vostre circostanze di vita, né il vostro stato d‟essere, né il

vostro“nome”.

Tuttavia, se avete elevato il vostro stato d‟essere al di sopra dello stato

“occidentale”,tutto ciò che bussa alla porta occidentale non può entrare per

l‟orientale. È la vibrazione dell‟oriente che determina quella dell‟intero

microcosmo.

Quando, in qualità di allievi seri, mantenete il vostro sguardo rivolto verso la

chiarezza dell‟aurora e le vostre attività lo provano, l‟oriente s‟illumina, la

vibrazione microcosmica sale e le due correnti magnetiche-.quella dell‟est e

quella dell‟ovest.-devono conformarsi a questa vibrazione.

La corrente uscente espelle tutto ciò che è empio, la corrente che entra chiama

il pre-passato dei figli di Dio. Vi può così accadere di ricevere il vestito di luce

che un giorno avete dovuto abbandonare. Comprendete questo meraviglioso

mistero!

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Cercate di afferrarlo con tutto il vostro essere, poichè esso vi svela il mistero

di salvezza.

Il vestito di luce non è semplicemente un nuovo campo d‟irradiamento

elettromagnetico, ma qualcosa d‟infinitamente più grandioso. Supponete di

aver costruito una casa nel mondo dialettico e a un dato momento di lasciarla

senza più prendervene cura:cosa accadrebbe? Fatalmente la polvere la

ricoprirebbe, le ragnatele la deturperebbero, l‟umidità la disgregherebbe; in

breve, il morso del tempo ne farebbe una rovina.

Nel nostro mondo tutto passa e si corrompe, tutto è sottomesso alla morte;

tutto, anche ciò di cui vi prendete la massima cura, finisce per perire. Nel

mondo originale invece nulla può perire. Tutto quanto esiste sotto le larghe

volte divine vive per sempre.

Ecco perchè l‟abito di luce che il figlio di Dio dovette un giorno lasciare dietro

di sé non è semplicemente un campo elettromagnetico che lo avvolgerà

nuovamente come un mantello, ma è l‟esistenza originale stessa. È un sistema

organizzato in modo perfetto che si unisce progressivamente all‟atomo

primordiale uscito dal suo letargo.

Per cui l‟Altro che è in voi è nello stesso tempo nel ventiquattresimo mistero

del campo di vita originale. Quest‟Altro giace chiuso nel vostro atomo

primordiale, ma si trova anche nella vita originale. Qualcosa di questa vita

originale è caduto in fondo al vostro cuore, in fondo al vostro microcosmo.

Ma l‟essenziale, ciò che è più importante, lo trovate da sempre nell‟abito di

luce che deve discendere dall‟oriente. Comprendete ora il vero significato

dell‟autoframmassoneria? L‟autoframmassoneria è innanzitutto una

distruzione del sé dialettico animale, dei suoi veicoli e del suo essere aurale.

L‟autoframmassoneria è un continuo svuotamento della natura della morte

attraverso la finestra d‟occidente, fino all‟alba di un nuovo mattino.

L‟autoframmassoneria è una veglia, che il Salmo 119 (vers. 147-148) esprime

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così:“Precedo l‟aurora e grido aiuto, spero sulla tua parola. I miei occhi

prevengono le veglie della notte per meditare le tue promesse”.

L‟Uomo Nuovo esiste da sempre. Egli discende nel nostro microcosmo col

nuovo vestito di luce, perchè noi teniamo prigioniera in questo microcosmo

una piccola parte di lui. In fondo la trasfigurazione non consiste in altro che

veder svanire uno spettro notturno alla luce dell‟alba.

Man mano che la rosa irradia, il microcosmo della natura della morte crolla. E

tutto ciò che fa parte della vera vita continua in ciò che era e che è da sempre.

Per cui, contemporaneamente al manto di luce, vediamo apparire l‟Uomo

Nuovo apocalittico che dice:“Non temere, Io sono il primo e l‟ultimo e il

vivente. Ero morto ed ecco, sono vivo nei secoli dei secoli”.

Ciò che rende grandiosa la manifestazione di salvezza gnostica è che nel

nostro abito di luce originale, unito al nostro vestito dell‟anima, il manto d‟oro

delle nozze, troviamo un mistero, il mistero della plenitudine, il mistero della

realtà, della manifestazione perfetta.

Tutto ciò che vogliamo costruire esiste già. Se abbattiamo i muri che

intercettano la luce del mattino, si manifesterà in tutto il suo splendore

l‟immenso miracolo della nascita del sole.

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Capitolo XIX

(Pentagramma italiano, 4° trimestre 1991 )

L‟AFFRANCAMENTO DALLA SFERA RIFLETTRICE

Immaginate un allievo del Lectorium Rosicrucianum appena entrato nella

nostra Scuola. Vedetelo come un allievo serio che conosce, per averlo

sperimentato, il valore della dialettica e che è arrivato a scoprire la verità e

l‟ineluttabilità del mistero trasfiguristico. Vedetelo dunque come un allievo

che, di tutto cuore e grazie a un sentimento interiore, ha cercato e trovato la

Scuola Spirituale.

Si potrebbe designare questo allievo come un candidato del primo grado.

Notate che il suo io dialettico è ancora il motore centrale, la causa delle sue

attività. La rosa del cuore è ancora nascosta nel bocciolo. Il firmamento aurale

magnetico è ancora intatto. L‟io superiore è ancora e sempre il fattore

dominante della sua vita.

Ed ecco che, guidato dalle suggestioni della Scuola, condotto interiormente da

una comprensione acquisita, arriva a vivere l‟autoresa. Egli fa i primi passi sul

cammino dell‟endura. Cerca di mantenervisi senza indietreggiare troppo, in

breve non fa poi, brutta figura.

Si può, da questo, momento dire di lui che è“nato Giovanni Battista”,che è un

allievo del secondo grado. Tuttavia l‟io ordinario, benchè occupato a

diminuire, è pur sempre presente e il sé superiore dialettico è ancora completo.

La rosa del cuore, l‟embrione del nuovo microcosmo, non è certamente aperta

in modo positivo.

L‟allievo sa che essa esiste, ma per lui è visibile solamente “il fumo del

fuoco”. Tuttavia tiene duro e percorre risolutamente il cammino enduristico

con passo sicuro e convinto.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 125 di 192

Egli rende diritti i cammini al suo Signore; diminuisce secondo l‟essere

interiore dialettico e modifica la sua condotta, le sue attività, senza però

impiegare per questo un grande sforzo nervoso, senza imporsi una rigida

costrizione che non riuscirebbe a padroneggiare. Egli agisce spontaneamente e

pieno di fiducia, esercitando il lavoro di frammassoneria con il cuore colmo

d‟amore.

Ne consegue che a un dato momento si vedono i petali della corolla esterna

della rosa del cuore aprirsi e i primi raggi dell‟alba penetrarvi. Noi chiamiamo

tale allievo un candidato del terzo grado. La lingua sacra chiama questo

stadio“la nascita di Gesù”,che venne alla luce alcuni mesi dopo Giovanni.

Notate che in questa fase l‟io ordinario è ancora e sempre presente, come pure

il sé superiore dialettico. Il sistema magnetico della natura ordinaria è ancora

del tutto intatto. Lo sboccio della rosa è solamente al primo stadio.

Il processo continua. Il cammino del gioannita si compie con gioia. La resa si

perfeziona fino all‟estremo limite. Il fondo, il nadir, è raggiunto. Nel corso di

questo processo la rosa fiorisce gradualmente e il nuovo microcosmo appare,

svelando il suo segreto.

È questo il momento in cui Giovanni lascia l‟iniziativa al Gesù neonato. Non è

più l‟io ma l‟anima a guidare l‟intero essere. Noi chiamiamo tale allievo un

candidato del quarto grado. La promozione a questo grado non si ottiene con

l‟intermediazione di terzi, di un iniziato, di una Scuola, ma esclusivamente

percorrendo il cammino dell‟autoframmassoneria.

Giunti a questo punto, si presenta ancora un ostacolo. Se è vero che la rosa è

divenuta nella vita dell‟allievo la luminosa dominatrice del suo sistema, è

anche vero che il sé superiore dialettico, il sistema magnetico della natura

ordinaria, il legame predominante con la natura della morte, è ancora

assolutamente intatto.

Per cui l‟allievo del quarto grado non è ancora realmente liberato. La barriera

più importante non è scomparsa:il sé superiore dev‟essere vinto.

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Questo è un grandioso, meraviglioso e formidabile processo dai numerosi

aspetti.

Il sé superiore e stato, fino a questo punto, solo un avversario negativo, anzi,

in più di un caso e per certi aspetti anche un collaboratore, poichè si possono

ancora tenere prigionieri degli allievi del quarto grado con dei legami

dialettici.

Potete infatti rappresentarvi un‟autoresa, piena di bellezza mistica e di pietà,

senza che questa sia accompagnata da un‟attività demolitrice della materia. Il

fatto di poter immaginare una tale pratica mistica prova che essa è possibile

nella natura ordinaria. In questa pratica il sé superiore ordinario resta

l‟usurpatore, e ne consegue che ogni risultato mistico è irradiato

elettromagneticamente nella natura della morte, rinforzandola e mantenendola

così in vita.

Diventa quindi indispensabile che il candidato che vuole raggiungere il quinto

grado neutralizzi il sé superiore; e chi prende questa decisione fa una strana

esperienza:si accorge che l‟avversario da negativo diviene positivo. Non vi

sono più direttive benevole o di collaborazione, poichè il candidato si trova

infine davanti al suo nemico naturale, al nemico secolare, il nemico dell‟inizio.

Egli deve liberarsi dal vestito della natura ordinaria.

Il nemico che fin dall‟inizio lo ha tenuto prigioniero non è né un demone né

un‟entità della sfera riflettrice, ma un semplice firmamento aurale magnetico

nel quale si trova nascosto l‟intero karma.

Diverse entità possono impiegare questo firmamento, è evidente, ma chi

giunge a rivestire il nuovo abito di luce non e più accessibile ad alcuna entità

della sfera riflettrice.

È necessario dunque che il candidato del quarto grado percorra il cammino

della liberazione; cammino concretizzato, tra l‟altro, dalle tentazioni di Gesù

nel deserto, descritte nel Vangelo. Questo racconto spiega il modo in cui

l‟allievo del quarto grado attraversa la sua sfera riflettrice e l‟annienta.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 127 di 192

È chiaro che chi attraversa l‟essere aurale della propria natura dialettica con lo

sguardo fisso sull‟unico fine, sempre più strettamente avvolto nell‟abito di

luce della rosa divina, attraversa nello stesso tempo la sfera riflettrice cosmica.

Chi annienta il proprio firmamento microcosmico ordinario diviene

inafferabile per il firmamento macrocosmico della natura dialettica. Nulla che

appartenga alla natura della morte può più trattenere un tale allievo. Anche se

egli è ancora nel mondo, non ne fa, comunque, già più parte. È a tali allievi del

quarto grado che è detto:“Rallegratevi e gioite, poichè voi siete benedetti a

beneficio dell’umanità intera che vive sulla terra. Voi siete quelli che

salveranno il mondo”.

Il firmamento macrocosmico ingloba la totalità dell‟umanità caduta e la tiene

prigioniera per mezzo di forze elettromagnetiche. Per rendere la nostra

prigionia molto concreta, questo macrocosmo utilizza i nostri personali

firmamenti microcosmici che sono attorno a noi. Si può quindi dire che,

arrivando a distruggere la vostra corazza microcosmica, ad annientare il

sistema elettromagnetico che vi tiene prigionieri, voi indebolite in pari misura

il firmamento macrocosmico.

Per cui, quando percorriamo insieme il cammino, paralizziamo

scientificamente i poteri della natura, gli eoni della natura e salviamo così il

mondo e la sua umanità caduta.

Allontaniamoci, dunque, da ogni speculazione occulta o mistica, sbarazziamo

il campo da ogni inutile sentimentalismo ed esaminiamo il processo mostrato

dalla Scuola alla luce di una realtà spoglia di ogni fantasia, nel silenzio e nella

serenità dell‟unica verità.

La cosa importante non è poetizzare il processo, sognarlo, cantarlo, parlarne

con il cuore traboccante di emozione, ma vedere cosa farne veramente.

Per cui vi poniamo la domanda:qual‟è in realtà la forza d‟attrazione che vi

domina? Qual‟è la forza d‟attrazione che, secondo la scienza naturale, regge il

vostro sistema? È questo il problema principale!

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 128 di 192

La missione che la Scuola si è imposta, è di strappare i suoi allievi all‟influsso

della natura. Il vostro primo dovere è di giungere al quarto grado, per poter poi

esplorare il cammino che conduce dal quarto grado al quinto.

Immaginate che un intero gruppo di allievi del quarto grado possieda il manto

d‟oro delle nozze, che tutti siano rivestiti di questo abito di nozze di cui vi

faremo più tardi conoscere la natura, le proprietà e le virtù; e che in questo

stato continuino realmente il loro viaggio, annientando senza sosta la materia.

Cosa accadrà? Accadrà ciò che racconta la Pistis Sophia nel suo undicesimo

capitolo:“Accadde dunque che, quando vidi il vestito che mi era stato inviato,

lo indossai subito. La luce si sprigionò prodigiosamente dal mio essere, mi

sollevò, mi elevò, e io giunsi così davanti alla porta del cielo, illuminata dalla

luce infinita che mi circondava. E le porte del firmamento si misero in

movimento e si aprirono insieme. E tutti gli arconti e tutti i poteri e tutti gli

angeli che vi si trovavano erano turbati a causa della meravigliosa luce che

mi circondava. Ed essi videro il mistero col loro nome, pieni di spavento. E i

legami che li mantenevano caddero, e ciascuno lasciò il suo ordine; cadde ai

miei piedi e mi adorò dicendo:“Come ha fatto il Signore dell’Universo a

passare in mezzo a noi senza che ce ne accorgessimo?” E lodarono insieme

l’interno dell’interno; ma non vedevano me, vedevano solamente la luce. Ed

erano pieni di timore e di spavento e lodavano l’interno dell’interno”.

Il Vangelo della Pistis Sophia ci dice, qui, che il fratello e la sorella del quarto

grado che hanno ricevuto il vestito della rosa e sono occupati a percorrere il

cammino del quinto grado fanno sprofondare il firmamento dialettico, i suoi

valori, il suo ordine.

Il sistema magnetico è interamente distrutto, i rapporti si sciolgono, i sistemi si

disperdono. Si tratta qui dell‟annullamento delle leggi di gravità dialettica:i

legami cadono e ogni punto magnetico lascia il suo ordine.

Vedere il mistero col“proprio nome”è un concetto, un‟espressione conosciuta

della Dottrina Universale. Nel senso originale il nome significa“il vero stato

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d‟essere”. Noi abbiamo un nome, uno stato d‟essere. Per questo la lingua Sacra

dice:“Il Signore conosce ciascuno di noi per nome”.

Quindi, avendo un nome-.cioè uno stato d‟essere.-di natura inferiore al mistero

divino, noi vediamo sì il mistero in questione, la sua incommensurabile

profondità-.come per esempio una manifestazione della sua luce.-ma non ne

percepiamo la realtà.

In questo modo comprendiamo che il fratello o la sorella della Rosacroce che

inizia il viaggio verso il cielo nell‟abito della rosa non può essere fermato da

potenze e forze terrestri della sfera riflettrice e diviene loro invisibile. Per

questo è detto:“Essi non mi videro, non videro che la Luce ed erano nel timore

e nello spavento”.

E le entità di luce legate alla ruota delle nascite e delle morti dissero:“Come ha

fatto il Signore dell’Universo a passare in mezzo a noi senza che ce ne

accorgessimo?”.

Come? È molto semplice:“Ciò che è nascosto ai saggi e ai sapienti di questo

mondo è rivelato ai figli di Dio!”.

Facciamo dunque che questa rivelazione divenga per noi una realtà e aiutiamo

gli altri a scoprirla.

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Capitolo XX

(Pentagramma italiano, 2° trimestre 1993 )

I TRE ABITI DI LUCE

Tutti coloro che percorrono il cammino della rosa e della croce desiderano

essere rivestiti del manto di luce del rinnovamento:quali “poveri di spirito” vi

aspirano. A tutti quelli che appartengono realmente a un gruppo vivente in

cerca di un completo rinnovamento è rivelato che il manto di luce del

rinnovamento non solo è composto di luce e di forza, e di poteri

elettromagnetici; ma è una manifestazione del potenziale spirituale puro che

circonda e afferra il nostro microcosmo.

Ogni manifestazione della Gnosi divina è indistruttibile; essa è e vive da

sempre.Il sistema di manifestazione al quale apparteneva una volta il nostro sé

divino-.sistema che è attualmente racchiuso nel nostro cuore.-è vivente ed

eternamente immutabile. La rosa del cuore è una scintilla di un fuoco che

brucia senza sosta. Questa scintilla soffocata, quasi spenta, può in virtù della

sua origine riprendere improvvisamente un fiammeggiante splendore: il suo

“abito di luce”.

È a tal fine che la Fraternità, tramite la radiazione che proietta su di noi, ci

protegge e ci custodisce, come il giardiniere veglia con cura sui germogli dei

fiori al riparo nelle sue serre.

Abbiamo già provato la consolazione che si sprigiona dal campo di forza.

Siamo nutriti per essere liberati dal nostro isolamento e, se riusciamo a

divenire dei fratelli e delle sorelle del quarto grado, la voce ci dice:“vi

attendiamo all‟estremo limite che è presso l‟ultimo mistero interno, il quale è

parte di noi. Siamo in perfetta unità con voi; noi siamo identici”. Ciò vuol dire

che abbiamo accettato il manto di luce che ci è stato inviato, per cui siamo in

grado di effettuare il viaggio di ritorno attraverso le sfere dialettiche.

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il decimo capitolo del Vangelo della Pistis Sophia ci rivela meravigliosi segreti

su questo vestito di luce, precisando che si tratta di tre vestiti di luce, oltre

all‟abito di nozze che già conosciamo.

il vestito di luce inviato al fratello è quello che gli apparteneva già all‟inizio e

che egli dovette abbandonare all‟ultima frontiera, all‟ultimo mistero

dell‟interno. Di conseguenza l‟abito che egli portò per ultimo gli è reso per

primo.

Questo trasferimento è accompagnato dall‟avviso:“vedi, il tempo è venuto,

rivestilo e vieni verso di noi, poiché ti attendiamo tutti per vestirti con tutto lo

splendore del primo mistero, il mistero originale. Oltre a quello che ti abbiamo

inviato, questo splendore, questa gloria, è composto da due vestiti. Nel primo

si trova la magnificenza di tutti i misteri, di tutti i nomi, di tutte le emanazioni

degli spazi dell‟ineffabile. Nel secondo abito v‟è l‟intero splendore del nome

di tutti i misteri e di tutte le emanazioni che si trovano negli ordini dei due

spazi del primo mistero”.

È poi detto. “Nel vestito che ora ti inviamo-.il terzo vestito.-si trova lo

splendore del nome del mistero del profeta, il fulgore delle cinque idee e il

mistero del grande inviato, che è la grande luce. Questo terzo vestito contiene

inoltre il mistero di tutti gli ordini del tesoro della luce e i loro redentori”.

Il decimo capitolo del Vangelo della Pistis Sophia continua con una

vertiginosa enumerazione di tutto il contenuto di questo terzo vestito di luce, e

termina così:“Vedi, ti abbiamo inviato questo vestito, di cui nessuno nello

spazio del basso conosce la prima legge, poichè vi è nascosta la magnificenza

divina. Rivesti rapidamente quest‟abito e vieni verso di noi, poiché noi

veniamo a te su ordine di Dio per farti indossare altri due vestiti. Vieni presto

verso di noi, affinché, appena avrai compiuto tutto, ti possiamo avvolgere in

essi. Ancora poco, pochissimo tempo e tu verrai da noi e lascerai il mondo.

Vieni presto, in modo da ricevere la plenitudine della gloria, che è la gloria del

mistero originale!”.

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Nell‟udire queste cose, nello studiarle e nell‟analizzarle, possiamo renderci

conto che ci è rivelata la sintesi dell‟insegnamento Universale.

Quando al fratello o alla sorella del quarto grado si manifesta il Magnifico,

quando gli è inviato il terzo vestito di luce, il vestito di Pimandro, dello Spirito

in manifestazione, questa è una rivelazione che ha il fulgore e la maestà della

Gnosi assoluta, lo splendore di tutti i poteri del cielo e della terra.

Il formidabile viaggio di ritorno alla Patria passa attraverso tutti i domini della

natura della morte, domini che si riferiscono non solo al nostro campo di vita

ma all‟intero universo dialettico.

Quest‟universo comprende numerosi sistemi, dai più grossolani ai più raffinati,

che racchiudono miriadi di esseri e correnti di vita sconcertanti per natura,

forza e varietà. In breve, è un formidabile oceano senza fondo e senza misura,

un‟immensità di manifestazioni che si trovano tutte all‟interno dell‟empietà,

all‟interno del principio e della struttura dello stato di caduta.

L‟oceano delle esperienze vitali è il gigantesco cantiere degli apprendisti

stregoni lasciati a loro stessi. Alcune parti sono come cadute nel sonno; in altri

domini regna un‟attività frenetica e dinamica; in altri ancora ecco i capi-

tomboli e i grovigli causati dal panico. Ovunque incontriamo la finalità e

l‟agitazione febbrile del perpetuo “salire, brillare, scendere”. Tutto e tutti si

sforzano in un lavoro insensato, curvi sotto il peso di una maledizione

pressoché eterna.

In quest‟oceano di massima animazione, in questa molteplicità di forme, la

nostra sfera riflettrice personale e quella del nostro cosmo sono assolutamente

insignificanti. Se la natura della morte esistesse in funzione del nostro solo

campo di vita con le sue due sfere, la liberazione sarebbe relativamente facile.

Ma noi esistiamo in un intero universo della morte.

La nostra risalita diviene perciò un formidabile processo di magistrale

grandezza, uno sviluppo in spirale nel corso del quale non si tratta più di

quella lotta che conosciamo nel nostro ordine del mondo, la lotta contro il

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nostro io, ma di un grandioso avanzare di forza in forza, senza aggressione, nel

corso del quale l‟empio cede il posto al divino.

Non dovete tuttavia rappresentarvi una migrazione dell‟anima attraverso un

infame pantano colmo di abominevoli mali e abbiette e perverse criminalità,

ma attraverso un‟opera dalle molteplici sfaccettature di inutilità, di illusioni di

bontà, di esaltazione egocentrica, di universale ricerca.

Come una settemplice fraternità universale opera nel nostro campo di vita,

dando ai salvati la possibilità di ricevere il loro abito di luce, così nell‟insieme

dell‟universo della morte troviamo i grandi redentori e il loro campo d‟azione.

Tutti i salvati rinforzano l‟insieme e, grazie all‟abito di luce, contribuiscono

all‟annientamento delle illusioni.

Se dovesse per esempio apparire nella parte visibile dell‟universo qualcosa che

le attuali norme umane considerano una grande meraviglia, il fratello o la

sorella del quarto grado scoprirebbero immediatamente l‟illusione. il terzo

vestito, che essi possono e sanno portare, è un abito di maestà divina originale,

che nessuno, nello spazio al di sotto della prima legge, conosce.

Non v‟è una sola entità nell‟universo della morte che possa possedere questo

vestito. V‟è in questo terzo vestito lo splendore del nome del profeta, la gloria

delle cinque idee, il mistero delle cinque guide, il tesoro di luce del redentori,

una forza illimitata.

Quando i fratelli e le sorelle del quarto grado intraprendono il viaggio di

ritorno, essi dispongono:

1. dei poteri che danno la saggezza,

2. del potere di conoscere la Gnosi,

3. del potere di valutazione e discriminazione,

4. del potere assoluto di autoliberazione,

5. del potere assoluto d‟inviolabilità.

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Il potere intellettuale dell‟uomo si basa su un metodo di osservazione che

permette alla memoria di registrare numerosi fatti e fenomeni.

Con questo metodo empirico, basandosi su fatti esteriori e fenomeni noti, si

giunge alla sperimentazione.

Ora, il potere di conoscere conferito dal terzo abito di luce è una realtà

luminosa che vibra senza sosta. Tutto ciò che è visto grazie a questa luce è

conosciuto nella sua massima profondità. Ovunque si ponga l‟attenzione, tutto

è immediatamente rivelato in tutte le sue dimensioni.

Il modo di agire sperimentale, necessario e inevitabile nel mondo dialettico,

genera sempre del karma, crea continuamente nuovi legami che

appesantiscono le nostre catene. Ma chi “conosce” nel senso gnostico libera se

stesso dal legami presenti ed è in grado di liberare gli altri. Chi è nello

splendore del profeta vive nello splendore della Patria verso cui s‟incammina.

Chi conosce la gloria delle cinque idee e delle cinque guide, la gloria dei

cinque Dhyanis-Buddha, condivide queste forze, le forze con cui gli autori del

Vecchio Testamento hanno fatto i cinque patriarchi.

Egli è, secondo la sua pia alta coscienza, in unità con l‟assoluto, con il Padre

eterno. Egli è, nel senso più elevato del termine, partecipante del popolo di

Dio. È così che, adornati della regalità assoluta del terzo abito di luce, il

fratello e la sorella si lanciano verso la Patria celeste, irradiando e lavorando

senza sosta. Non sono ancora in Patria, ma le sono uniti. Essi aumentano lo

splendore del tesoro di luce dei redentori. Sono rivestiti dell‟abito dello spirito

redentore che il riconduce alla Casa.

Essi salgono così fino al mistero originale, dove li attendono gli altri due

vestiti. Una volta attraversato l‟oceano dell‟illusione, entrano nella realtà

stessa e sono innanzitutto rivestiti del secondo abito, che li lega all‟aspetto

della realtà, per poi ricevere il primo abito, che è l‟interno più profondo,

l‟essenza della realtà divina. I Figli di Dio sono tornati nella loro Patria!

Crescendo nello Spirito Santo, dopo che il Figlio ha rivelato loro il santo

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mistero, sono accolti nelle braccia del Padre.

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Capitolo XXI

(Pentagramma italiano, 2° trimestre 1993 )

LA RESA DELL’IO

Vi abbiamo già mostrato precedentemente gli elementi di cui dispongono il

fratello e la sorella del quarto e del quinto grado che intraprendono il viaggio

di ritorno. Essi possiedono il terzo abito di luce, che permette loro di

attraversare i differenti domini della gravitazione dialettica senza incontrare la

minima resistenza.

Conoscete tutti l‟esistenza delle leggi di gravitazione, conoscete tutti la

gravità. Un campo magnetico vi attira e vi tiene prigionieri quando la sua

polarità corrisponde a quella del vostro campo magnetico personale. Se la

legge di gravità dei corpi è nota a tutti, solo alcune delle attività generate da

questa legge sono conosciute, mentre altre no. È indispensabile che il lettore

approfondisca questo argomento, poiché v‟è molto da imparare.

II centro della vostra esistenzialità è evidentemente la vostra coscienza, il

vostro io, la forza espansiva del fuoco del serpente. Questa coscienza è

polarizzata con il campo cosmico nel quale viviamo. È per questo che siamo

trattenuti nel nostro campo di vita, che ne siamo “attirati”. È così che subiamo

le attività risultanti dalla forza di gravità dei corpi.

Di conseguenza, quando siamo nello stato in cui l‟io domina completamente la

nostra vita, non possiamo far altro che piegarci totalmente alle leggi di gravità

che reggono la natura dialettica. Fatta questa constatazione, possiamo

concludere che le forze e i valori estranei alla natura dialettica sono respinti

dall‟attività del campo magnetico dialettico. Esse non possono in alcun modo

penetrare all‟interno di un sistema di vita dialettico.

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Ogni campo magnetico dispone di due attività:l‟una attrattiva, l‟altra repulsiva.

Noi siamo tenuti prigionieri dal campo cosmico attirante e ne siamo anche

nutriti, poiché tutto ciò che vi penetra si comunica anche a noi.

È dunque chiaro che quanto è respinto dal campo magnetico cosmico è

respinto anche dal nostro campo magnetico personale.

Secondo la natura noi apparteniamo alla terra e siamo esistenzialmente in

perfetta armonia con essa; v‟è tra la natura e noi un‟assoluta concordanza.

Sappiamo inoltre che l‟intima natura del campo cosmico nel quale viviamo è

dialettica. Vogliamo dire con ciò che la vita che manifestiamo è temporanea,

non può conservarsi eternamente, ed è quindi dialettica.

Prigionieri di un campo magnetico disarmonico, subiamo le leggi di gravità di

questo campo e vi siamo integrati. Esistenzialmente siamo anche noi degli

esseri disarmonici. Se così non fosse, le leggi dialettiche che reggono la

gravità non potrebbero trattenerci.

Notate che si può, ragionando freddamente e per paragoni, provare che l‟io

umano, il nucleo della nostra esistenza, è profondamente sfortunato. Esso è

costantemente di fronte all‟inaccessibile, sprovvisto della cosa più importante,

dunque fondamentalmente disarmonico.

È per questa ragione che, seguendo le leggi della natura, siamo sempre

occupati a litigare e a combattere. A causa del nostro stato nervoso, sempre

alle corde, siamo perennemente inquieti e per raggiungere i nostri scopi

impieghiamo la violenza. Secondo la natura noi siamo del violenti:l‟uno

impiega la forza, mezzo specificamente maschile; l‟altro ha la lingua sempre in

movimento, mezzo tipicamente femminile; un terzo tace… ma raggiunge il suo

scopo grazie al modo raffinato con il quale agisce. V‟è lotta ovunque, lotta nel

mondo e nei cuori, lotta nei pensieri, lotta nella volontà, lotta nel sentimenti.

La lotta è la caratteristica dell‟uomo.

Per questo si ha ragione nel dire che tutto quanto fate con l‟io, anche se con il

pretesto di servire lo spirito, non ha mai portato che lotta e confusione, non ha

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mai raccolto alcun successo. Manca sempre il fattore decisivo. È quindi, così,

evidente che il vostro sforzo, partendo dall‟io dialettico, è un castello di carte

che un soffio può rovesciare.

Tutto quanto si fa con l‟io, anche se con la scusa di servire la Gnosi, rafforza il

campo magnetico dialettico. Apparentemente al servizio della Gnosi, in realtà

serviamo il dio del mondo.

Avete già scoperto che in merito all‟autoresa ci si può ingannare

reciprocamente, ma, soprattutto, lo si può fare con se stessi? Per esempio B

viene offeso da A, o almeno è trattato da lui in modo molto scortese. B risente

l‟offesa, ma reagisce con un sorriso, con una parola fraterna. Autoresa? No,

commedia! Poiché B pensa riguardo ad A:“ti tengo d‟occhio”. Egli resta

comunque sulle sue; incline al perdono, forse ma senza dimenticare. In questo

caso non v‟è alcuna forma di autoresa, ma semplicemente una dimostrazione di

egocentrismo.

Altro caso:A e B simpatizzano. Cosa accade? Si cercano reciprocamente, sono

continuamente insieme. V‟è tra di loro un‟armonia magnetica. V‟è un‟armonia

magnetica tra due centri-io. Conclusione:ciascuno alimenta la forza egoica

dell‟altro.

Riflettetevi e potrete notare che l‟io è sempre presente; anzi, che voi fate di

tutto per mantenerlo intatto, nutrendolo, curandolo, coccolandolo, rivestendolo

con una incredibile varietà di aspetti di autoresa. Gli allievi che si trovano sul

cammino della rosa e della croce sono dunque degli ipocriti? No, sono

semplicemente poveri, stupidi e malati; ricordatevi che è parlando di loro che

fu detto:“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”.

Un allievo non può sapere ciò che fa. In verità non può saperlo… finché,

secondo il principio nucleare magnetico del suo essere, vive nel campo

magnetico cosmico corrispondente che lo tiene prigioniero. Un‟autoresa non è

difficile da compiere. Il difficile è comprendere in cosa consiste! Finché

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l‟allievo non lo sa, ciascun pensiero, sentimento, atto, o decisione della

volontà rafforza il suo egocentrismo.

Immaginate di sapere cos‟è veramente l‟autoresa, che qualcosa di questa nuova

aurora si illumini per voi:ebbene, ciò significherebbe che voi sareste entrati

all‟interno di un campo magnetico soprannaturale e che subireste le leggi

gravitazionali di questo campo.

Risultato immediato:una divisione della coscienza, una seconda attività che

andrebbe a operare contemporaneamente all‟attività ordinaria della vostra

coscienza. Nello stesso istante nascerebbe in voi una lotta interiore, una lotta

di natura totalmente nuova, una lotta tra l‟io ordinario che non vuol lasciare la

presa e la vostra tendenza esistenziale a seguire la seconda influenza.

In virtù del vostro stato dialettico ordinario non conoscete l‟armonia, poiché in

voi sono sempre presenti lotta e desiderio di autoconservazione. In questo

stato l‟autoresa non può essere altro che un certo comportamento dell‟io, la

dimostrazione di una certa cultura, il che non è mai liberatore.

Ma quando qualcosa della nuova aurora del cammino della liberazione inizia a

manifestarsi, oltre alle difficoltà ordinarie che conosciamo, si sovrappone

naturalmente quest‟altra lotta. Il nuovo è la coscienza dell‟anima in crescita; è

il nucleo della nuova coscienza in divenire nella forza di radiazione della

Gnosi, tramite l‟opera dell‟atomo primordiale. Ora, questo nuovo stato,

assolutamente al di fuori del vostro io, non può manifestarsi a voi, poichè si

tratta di un‟attività proveniente da un altro campo magnetico.

Se questo nuovo dovesse dirvi “fratello mio, sorella mia”, sarebbe la prova

flagrante di un intervento della sfera riflettrice basato su un magnetismo

similare. No, la cosa meravigliosa che accade è il prodigio di un altro sviluppo

magnetico all‟interno di un corpo dialettico, sviluppo che impiega questo

corpo accendendovi, la fiaccola di un‟altra coscienza.

Il segreto dell‟autoresa è di non contrastare questo processo, di non

combatterlo, ma di accettarlo. Ed è possibile riuscirvi all‟interno del quadro

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delle leggi ordinarie della gravitazione dialettica. In che modo? Seguendo 1e

peregrinazioni di Gesù all‟interno di voi stessi, adottando un comportamento

orientato sulla crescita dell‟altro in voi, ben decisi a non intraprendere nulla

che possa contrastarlo. In questo modo riducete l‟io a un minimo biologico; e

non potete fare altrimenti, poiché la nuova coscienza non potrebbe in alcun

caso prendere la direzione del vostro stato dialettico.

La Scuola vuole accendere nell‟allievo la scintilla della nuova coscienza; e

questa scintilla, una volta accesa, deve estendersi fino a divenire un fuoco

ardente. A questo punto, si presentano inevitabilmente due eventualità:o il

fuoco dialettico soffoca e spegne la scintilla, oppure, sostenuto da un giusto

comportamento, il nuovo fuoco si estende e infiamma la personalità ordinaria,

fino a spegnere progressivamente il vecchio fuoco.

Chi entra in questo processo fa parte della nuova razza, ed è questo nuovo tipo

d‟uomo che riceve il terzo vestito di luce di cui parla e testimonia la Pistis

Sophia. Lo Spirito lo libera da qualsiasi influsso gravitazionale dialettico. In

altri termini, quando il nuovo campo di forze magnetiche ha preso

sufficientemente possesso del microcosmo dialettico, quando si può dire che

un nuovo io è nato, questo nucleo di coscienza, nato dalle “peregrinazioni di

Gesù” in voi, riceverà l‟esistenza originale. È questa nuova coscienza che,

uscendo dalla tomba della natura dialettica, salirà in cielo, poiché nessuna

tomba potrà più trattenere un tale uomo. Egli ha iniziato il viaggio di ritorno

verso la Patria.

Noi siamo tutti attorno alla tomba aperta della natura dialettica. Siamo in pena,

preoccupati, pieni di disperazione? Oppure ascoltiamo la voce che parla in noi

e ci dice “Ecco, vi invierò il Consolatore che testimonierà di me”? Noi siamo

tutti in grado di percorrere lo stesso cammino, cioè uscire dalla tomba e, quale

prova del nostro trionfo, generare il fuoco della Pentecoste. II Consolatore, il

Paracleto, lo Spirito Santo, è la forza radiante della Fraternità Universale, la

radiazione magnetica della Nuova Alleanza.

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Comprendete con noi il segreto della trasmutazione magnetica, le Nozze

Alchemiche di Cristiano Rosacroce.

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Capitolo XXII

(Pentagramma italiano, 2° trimestre 1993 )

LA DISFATTA DEGLI EONI

Nell‟undicesimo capitolo, della Pistis Sophia leggiamo:“Allorché vidi

nell‟abito che mi era stato inviato il mistero di queste parole, lo indossai

subito. Giunsi alla porta del cielo, illuminata dalla luce infinita che mi

circondava, e le porte del firmamento si misero in movimento, aprendosi tutte

insieme. Tutti gli arconti e gli eoni e gli angeli che vi si trovavano entrarono in

agitazione a causa della luce attorno a me. Guardando il radiante abito di luce

di cui ero rivestita, videro il mistero con il loro nome e furono nel timore. I

vincoli che li trattenevano si sciolsero e ciascuno disertò il proprio ordine. E

caddero al miei piedi e mi adorarono dicendo:“Come ha fatto il Signore

dell‟universo ad attraversarci senza che ce ne accorgessimo? “ Insieme

lodarono l‟interno dell‟interno, ma non videro me; bensì soltanto la luce.

Erano nel timore e nell‟angoscia e lodavano l‟interno dell‟interno”.

Nei capitoli precedenti vi abbiamo spiegato in dettaglio tre manti di luce. Vi

abbiamo parlato in modo particolare del terzo manto, simile all‟incontro con

Pimandro, che il candidato riceve dopo aver stabilito l‟unione con la Gnosi e

dopo aver fissato nel sangue e nella coscienza questo campo di radiazione.

Assicurata questa base, il campo gnostico elettromagnetico assume un potere

sempre maggiore sul candidato, che di conseguenza sfugge progressivamente

al mondo dialettico. In altri termini trasfigura.

L‟inizio del processo di distacco e di risalita corrisponde al momento in cui si

riceve il terzo abito di luce. Si potrebbe anche, per parlare il linguaggio delle

Sacre Scritture, chiamare questo manto di luce la discesa dello Spirito Santo. È

questa discesa che permette infatti il ritorno, l‟elevazione, la rinascita.

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Nel Vangelo della Pistis Sophia queste possibilità sono chiamate “mistero” e il

candidato nobilitato a questo viaggio deve poterlo decifrare. Egli dev‟essere in

grado di concepire, di afferrare razionalmente e moralmente, queste

possibilità; scopre allora perché lo Spirito Santo è anche chiamato il

Consolatore. Chi può ricevere questa forza riconosce le proprietà consolatrici

che essa prodiga alla sua anima. Egli diviene cosciente del fatto che il risultato

è assicurato, che qualsiasi lotta contro persone o cose, deve cessare e che

nessun incidente potrà sbarrare la sua strada, a meno che non sia da lui stesso

provocato.

Chi è convinto di tutto ciò si avvolge nell‟abito di luce, se ne cinge le reni e

intraprende, cosciente, il suo viaggio. Egli viaggia nel nome del Padre, del

Figlio e dello Spirito Santo e arriva istantaneamente davanti alla porta del

cielo, illuminato dalla luce infinita che lo circonda.

Comprenderete che questa porta del cielo e le porte del firmamento si

riferiscono al firmamento magnetico dell‟essere aurale, che è unito a quello del

nostro cosmo dialettico. Anche il nostro campo di vita possiede naturalmente

un firmamento magnetico, in totale armonia col nostro firmamento microcos-

mico personale. Quando oltrepassiamo quindi la porta del nostro sistema

magnetico, apriamo nello stesso tempo quella della sfera riflettrice.

E a questo che fa allusione il sedicesimo capitolo del Vangelo di Matteo:“Ciò

che risolvete in voi è risolto anche là”. Quando spezzate il potere della vostra

lipika, anche quello della lipika terrestre è distrutto e le porte del firmamento si

mettono in movimento, aprendosi tutte insieme:“Tutti gli arconti e tutti gli

eoni e tutti gli angeli che vi si trovano entrano in agitazione a causa della luce

attorno a me”.

Vi ricordiamo altresì che il candidato legge anche nel mistero del suo nuovo

vestito di luce:“Rallegrati e trasali di gioia, poiché tu sei di quelli che

salveranno il mondo”. Ed ecco come questa opera di salvezza ha luogo.

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Comprendete innanzitutto che voi, in quanto personalità, non fuggirete

attraverso una breccia dalla vostra lipika come un pulcino esce dall‟uovo.

“Aprire la porta del cielo” vuol dire attaccare la propria lipika naturale,

scalzandone le basi fondamentali e attaccando di conseguenza quelle della

lipika del firmamento magnetico del mondo. Tutto ciò che viene attaccato in

questo modo è annientato.

Nella nostra Scuola questa è la parte liberatrice del lavoro, l‟aspetto liberatore

per il mondo e l‟umanità. Sarà probabilmente difficile comprendere che

annientare l‟influenza degli eoni dialettici nel nostro sistema personale può

avere una ripercussione sulla salvezza dell‟intera umanità. Ma, se

comprendiamo che questa stessa framassoneria intacca il carapace che avvolge

il sistema dialettico del mondo, possiamo, renderci conto di contribuire, cosi

facendo, all‟annientamento di questo sistema.

Non possiamo, dunque, fare nulla di liberatore per gli altri, nel vero senso

della parola, se non siamo occupati a nostra volta in questo lavoro su noi

stessi. Comprendete, quindi, che fornire aiuto e consolazione agli altri,

all‟interno del quadro naturale, non è liberatore nel senso gnostico. Non vi

diciamo certamente di smettere di aiutare gli altri, ma vi facciamo notare la

necessità che il vostro lavoro sia innanzitutto centrato sull‟autoliberazione,

poiché solo chi è libero può liberare personalmente gli altri.

II candidato che, possedendo un manto di luce dello Spirito Santo, intraprende

il suo viaggio di ritorno emette una potente luce, Egli ha formato attorno a sé

un nuovo campo di radiazione. E questa luce che suscita, del tutto

naturalmente, l‟agitazione tra i poteri e le forze della lipika naturale. “Essi

videro il radiante abito di luce di cui ero rivestita, videro il mistero con il loro

nome e furono nel timore”.

Osservate la situazione. Quali personalità dialettiche, voi siete conformi al

vostro firmamento naturale. Ma ecco che un nuovo elemento entra in gioco, un

elemento di luce che tramite la rosa del cuore trasforma questa personalità. Da

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quel momento, da quando cioè questa nuova luce raggiunge un sufficiente

potere radiante, è chiaro che tutte le forze del firmamento dialettico si

disperdono.

Esse non possono più alimentarvi, la loro corrente è rifiutata, la loro attività

respinta. In termini tecnici diremmo che v‟è stato un corto circuito, e le luci

della lipika si spengono. Nello stile della Pistis Sophia diciamo che gli arconti,

gli eoni e gli angeli erano nel timore.

Parliamo qui di tre gruppi di punti magnetici che incontriamo nel firmamento

magnetico. II termine “arconte” deriva dalla nozione vigilante. Gli arconti

sono i punti di controllo magnetici, i veri carcerieri, della prigione

microcosmica. Queste forze di controllo della lipika scorgono il nuovo abito di

luce e ne sono intimoriti, poiché vedono il mistero con “i loro veri nomi”, cioè

con le loro vere qualità.

Un “nome” è una qualità che designa uno stato d‟essere interiore. Quando noi

vediamo un mistero con “il nostro vero nome”, e a causa di ciò siamo nel

timore, questa è la prova flagrante che la nostra qualità interiore non risponde

alla nuova forza e che abbiamo quindi fallito completamente la nostra

missione. Generalmente colui che teme è predisposto al panico; paura, terrore

e panico sono inseparabili. Quando la paura e il terrore gettano il panico in un

corpo d‟armata, l‟ordine e la disciplina sono rotti e per il potere e l‟autorità

non v‟è più nulla da fare.

Tutto ciò spiega molto chiaramente la frase che segue:“e tutti i vincoli che li

trattenevano si sciolsero e ciascuno disertò il proprio ordine”. Quando il

candidato, in virtù del suddetti avvenimenti, non può più accettare il suo

sistema magnetico, si verifica il corto circuito di cui stavamo parlando e i punti

magnetici del campo magnetico cosmico sono troncati alla base, cioè disertano

il loro ordine. Nessuna influenza dialettica e nessuna forza della sfera

riflettrice possono da questo momento esercitare la minima pressione su di lui.

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Le influenze dialettiche del mondo di quaggiù e dell‟aldilà sono funzione degli

arconti, del poteri e degli angeli del campo magnetico della natura della morte.

Immaginate ora un candidato che ha raggiunto questo punto iniziale della sua

risalita.

Ebbene, se tutte le forze dialettiche si coalizzassero in una potente

concentrazione per influenzarlo, lui se ne accorgerebbe appena.

Un allievo può liberarsi della sfera riflettrice esclusivamente in questo modo e,

finché ciò non avviene, è bene stare costantemente in guardia. I punti

magnetici del sistema aurale sono raggruppati secondo il loro ordine siderale.

Tutte le correnti astronomiche svolgono il loro ruolo all‟interno del

macrocosmo zodiacale e ciascun ordine siderale possiede i suoi arconti, i suoi

poteri e i suoi angeli. Tanto gli abitanti della sfera materiale che quelli della

sfera riflettrice, dal più elevato al più degradato, sono divisi in gruppi

corrispondenti a questi ordini siderali.

II candidato che si eleva fino alla porta del cielo distrugge in tutta la loro

ampiezza, strutturalmente e fondamentalmente, tutti gli ostacoli siderali:“…e

caddero ai miei piedi e mi adorarono dicendo:Come ha fatto il Signore

dell‟universo ad attraversarci senza che ce ne accorgessimo?”.

Quest‟adorazione, come comprenderete, è conseguente al loro smarrimento.

L‟uomo in pericolo diviene sempre devoto.

II racconto della Pistis Sophia ci descrive qui magnificamente una situazione

che si riassume nell‟esclamazione piena di stupore degli arconti:“Come ha

fatto il Signore dell‟universo ad attraversarci senza che ce ne accorgessimo?”.

Possiamo interpretarlo dicendo che ogni arconte si chiede:com‟è possibile che

un altro possieda qualcosa a cui io non posso arrivare?

Uno degli stati d‟essere più elevati e meravigliosi dell‟universo dialettico è lo

stato nettuniano, che rappresenta l‟illusione della divinità nella natura della

morte. Noi tutti nel nostro firmamento aurale abbiamo un punto magnetico

nettuniano rappresentato nell‟allegoria della Pistis Sophia che dice:“Come ha

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fatto il Signore dell‟universo ad attraversarci senza che ce ne accorgessimo,

visto che tutto ciò che è in basso, in nostro potere, sotto il nostro controllo, può

svilupparsi tutt‟al più fino al nostro stato d‟essere. In verità, sì, com‟è

possibile?”. Ed essi erano nel timore e nell‟angoscia e lodavano l‟interno

dell‟interno.”

Ecco il meraviglioso miracolo:è dato a noi, indegni mortali, povere piccole

nullità di fronte al potere di formidabili e grandiose potenze dell‟universo

dialettico, che da tempi immemorabili si sono coltivate fino a raggiungere il

loro attuale livello nella natura della morte:è dato a noi, infime nullità, di

strapparci dal loro assoggettamento, con una grandezza e maestà tali che la

dialettica più sublime sprofonda nel nulla, piena di confusione e spavento alla

vista del nostro abito di luce del rinnovamento. In verità, quale incomparabile

miracolo quello di nascere dal basso, uscire dal nulla… uomini liberati… in

cammino verso la patria celeste.

Non dimentichiamo, inoltre, un altro aspetto. La nozione “timore” non

dev‟essere interpretata esclusivamente nel senso di paura, ma nel senso di

omaggio, che è una forma di grande rispetto, e che si ritrova nell‟espressione

del linguaggio sacro “temere Dio”. È sotto questo aspetto che bisogna

comprendere la conclusione dell‟undicesimo capitolo del Vangelo della Pistis

Sophia:“Essi erano nel timore e nell‟angoscia e lodarono l‟interno

dell‟interno”.

Quando tutti quelli che popolano l‟universo della morte fino nei suoi confini

più remoti intonano questo canto di lode, allora constatiamo che questo

processo di redenzione ha un quintuplice risultato:primo, esso distrugge

l‟influsso della lipika naturale personale; secondo, annienta le influenze della

totalità dell‟universo della morte; terzo, a causa di questa liberazione, i

carcerieri sono pieni di spavento; quarto, sprofondano poi nel più profondo

rispetto; quinto, finiscono col cantare le lodi di colui che prima era loro

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prigioniero; così, spogliati del loro potere, in questa nuova situazione

psicologica, essi aprono a loro stessi il cammino del Regno Immutabile.

E noi constatiamo una volta di più che gli aspetti della vita trasfiguristica

rappresentano la salvezza e la liberazione da tutto. Dunque, quando percorrete

il cammino, rallegratevi e trasalite di gioia, poiché voi siete quelli che aiutano

a salvare il mondo.

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Capitolo XXIII

(Pentagramma italiano, 2° trimestre 1993 )

LE FORZE DELLO ZODIACO

Tutti quelli che si rendono atti a ricevere il terzo vestito di luce, il vestito dello

Spirito Santo, sfuggono alla dialettica e si elevano al di sopra di essa. Essi

vanno verso la Casa del Padre, il regno immutabile. Come abbiamo constatato,

questo processo è complesso e presenta numerosi aspetti. Esso non ha sola-

mente un carattere microcosmico, ma anche un carattere universale. Non

consiste solamente nell‟elevarsi al di sopra della lipika personale, ma anche in

un attacco diretto contro la natura della morte, in un annientamento dell‟intera

manifestazione dialettica.

Il racconto della Pistis Sophia dà di questo processo un‟immagine vivente e

dettagliata. Indossato l‟abito dello Spirito Santo, il candidato comincia con

l‟elevarsi al di sopra della sfera riflettrice della sua sfera vitale; in altri termini,

al di sopra della controparte di ciò che chiamiamo sfera terrestre.

Un articolo precedente, tratto dall‟undicesimo capitolo del Vangelo della Pistis

Sophia, ve ne ha fornito un‟immagine. Gli arconti, le potenze e gli angeli della

sfera riflettrice cadono nello smarrimento e nella confusione quando vedono la

colonna di luce dello Spirito Santo elevarsi dal basso e attraversare il loro

dominio.

Se per loro era normale immaginare che una luce più potente della loro,

provenisse dall‟alto-.ben sapendo che esistevano al di sopra di loro le

formidabili gerarchie del macrocosmo solare, dello zodiaco e di qualcosa di

ancora più remoto.-essi non potevano comprendere come una forza così

abbagliante potesse elevarsi dai domini in loro potere. Per questa ragione

erano nel timore e nell‟angoscia, al punto da lasciare il loro ordine.

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Psicologicamente parlando, le potenti radiazioni della Gnosi perturbano le

radiazioni della sfera riflettrice, nella stessa maniera in cui la prima fase del

ritorno squassa e perturba il sistema magnetico dell‟essere aurale del

candidato, scacciandolo dal suo ordine.

Tuttavia, se è vero, che il candidato giunto a questo grado di sviluppo è

liberato dalla sfera riflettrice, non è che con questo sia ancora sfuggito

all‟universo della morte; la Pistis Sophia racconta quindi il suo passaggio

attraverso questi domini.

Nel capitolo 12 ci parla del campo solare, il campo di cui fa parte la terra,

chiamandolo la “prima sfera”. Per sfuggire a questo campo, la luce del terzo

vestito dev‟essere nel frattempo divenuta 49 volte più forte di com‟era durante

il viaggio attraverso la sfera riflettrice. E vediamo ripetersi lo stesso sviluppo,

lo stesso stupore, seguito dalla stessa esclamazione:“Come ha fatto il Signore

dell‟universo ad attraversarci senza che ce ne accorgessimo?”.

Questo è assolutamente logico, poichè, se ci poniamo dal punto di vista degli

abitanti della prima sfera, comprendiamo che essi possono aspettarsi una

manifestazione di potenti forze provenienti dallo zodiaco, ma non da un corpo

interno al macrocosmo solare.

Se considerate che sulla terra si può, in modo scientifico-naturale, constatare la

forza e i poteri di differenti tipi di atomi ed elementi e misurare le forze in

azione nel nostro campo di vita, potete comprendere che un fisico esperto

sarebbe molto stupito e completamente sconcertato nel constatare che un

semplice mortale-.di nota fragilità corporale e di debolezza e peculiarità

comprovate.-possa impunemente sfidare le leggi che regolano i poteri della

statica, della dinamica, della gravità e del calore. Davanti a una tale

constatazione lo scienziato in questione sarebbe psicologicamente proiettato

fuori dal “suo ordine”.

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La Lingua Sacra fornisce vari esempi di questa sconcertante situazione quando

dei rappresentanti della nuova razza danno involontariamente prova di questa

inviolabilità fondamentale, inattaccabile.

Pensate a cosa dicono i Vangeli, pensate alle esperienze di Paolo. Ciò che

fondamentalmente è dialettico, debole, malaticcio e sprovveduto diviene forte,

maestoso, perché attraverso l‟intero universo della morte vibra e irradia una

forza che sfugge ai controlli dialettici, a tutti i dati scientifici.

Questa forza gnostica permette al figlio di Dio che le si è unito di sottrarsi a

ogni influenza dialettica, qualunque essa sia. Per questo gli arconti del

macrocosmo solare-.che, secondo la loro visione, constatano un‟anomalia

scientifica che manda all‟aria le loro conoscenze e i loro poteri.-nutrono

unicamente rispetto e lode per ciò che li supera, a dispetto della paura, della

confusione e dello smarrimento in cui si trovano.

Occupiamoci ora della seconda sfera, chiamata sfera del destino. Essa si

estende tra il macrocosmo solare e lo zodiaco. È la sfera in cui si elabora, in fin

dei conti, il destino dialettico di ciascun uomo. È la sfera da cui dipende

l‟intero sistema solare, e di conseguenza anche ogni singolo microcosmo.

il candidato entra in questa sfera, il cui potenziale è di nuovo 49 volte più

potente. II numero 49 che troviamo qui si riferisce alla settemplice struttura

dell‟universo divino. A mano a mano che il processo di ritorno progredisce, il

candidato libera sempre maggiori forze gnostiche settemplici. In questa

seconda fase vediamo ripetersi la stessa storia. Tutti gli arconti sono nello

sgomento e cadono gli uni su gli altri pieni di angoscia e di timore,

gridando:“Come ha fatto il Signore dell‟universo ad attraversarci senza che ce

ne accorgessimo?”. E tutti, i legami si rompono!

Lasciata questa sfera, il candidato si trova di fronte ai 12 eoni e, nel corso del

suo viaggio attraverso queste lontane contrade, il vestito di luce del pellegrino

diviene nuovamente 49 volte più maestoso. Ed ecco che tutti gli angeli degli

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 153 di 192

eoni, i loro arcangeli, i loro arconti, i loro dei, i loro signori, le loro potenze e i

loro tiranni, le energie, le scintille di luce, le stelle e i loro patriarchi invisibili

dal triplice potere si smarriscono e cadono nello sgomento.

“La grande forza era nell‟agitazione e correva di qua e di là, insieme ai suoi

triplici poteri. Essi non potevano chiudere il loro ordine e perturbarono i loro

subordinati. E videro una forza di luce divenuta nel frattempo 8700 volte più

intensa e furono presi dallo sgomento, dato che non conoscevano il mistero

che stava producendosi”.

Notiamo che la situazione comincia ad aggravarsi. Finché il tutto accadeva

nelle regioni inferiori della natura della morte v‟era stupore e paura, è vero, ma

ora il mistero è giunto nelle regioni superiori. Voi sapete che nelle concezioni

religioso-naturali, tutte le difficoltà, vicissitudini e miserie sono offerte e

sottomesse a ciò che l‟uomo chiama Dio. “Il Signore”-.dice a se stesso il

credente.-“metterà a posto ogni cosa”. Questo è infatti il senso che egli dà alla

sua preghiera.

Ma ora, secondo l‟immagine che ci dà la Pistis Sophia, non ci si può più

riferire a un potere superiore, e-.se così possiamo esprimerci.-gli arconti ne

sono scornati e non sanno cosa fare. Per cavarsela, fanno un ultimo tentativo:si

arrabbiano. Citiamo:“Adamas il grande tiranno e tutti i tiranni che si trovavano

negli eoni entrarono in lotta con la Luce”.

Voi comprendete che quest‟ultimo tentativo dialettico rappresenta nello stesso

tempo la fine, dev‟essere la fine. Come spiegheremo più avanti, nel corso del

viaggio dell‟anima verso il Padre, l‟arrivo al dodicesimo eone appare come la

fase finale e decisiva della risalita.

Per approfondire adeguatamente la questione, sono necessari alcuni

chiarimenti su cosa bisogna intendere per zodiaco. Si parla di 12 costellazioni

o segni dello zodiaco; sono le 12 forze macrocosmiche-.nella maggior parte

dei casi indicate con nomi di animali.-che governano, nel vero senso della

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 154 di 192

parola, il nostro universo dialettico. Sono queste 12 forze che reggono e

tengono prigioniero il nostro sistema. Esse costituiscono il più alto potere

divino dialettico e la personalità di quell‟essere dodecuplice che è l‟uomo

dialettico ne è il prodotto.

Queste forze formano:

1. la coscienza-io dialettica;

2. l‟istinto dialettico della proprietà;

3. l‟idea dialettica di fraternità;

4. il pensiero dialettico della patria, il regno di Dio sulla terra;

5. l‟ideale dialettico di forza, coraggio ed eroismo;

6. l‟idea dialettica di fecondità;

7. l‟idea dialettica di armonia nella vita;

8. l‟idea dialettica di sviluppo attraverso l‟occultismo;

9. il sogno della divinizzazione della dialettica;

10. il primo grado di realizzazione di quest‟illusione in senso

mentale;

11. il secondo grado in senso etico;

12. il terzo grado nel senso della manifestazione nella forma, grado

che non può significare nient‟altro che un‟infinita sofferenza.

Questa dodecuplice catena forma la grande prigione della natura della morte.

Sono 12 dei da cui partono 12 idee, 12 illusioni, 12 tentativi. L‟insieme di

questa catena, dei suoi triplici poteri e delle sue forze invisibili è chiamata

dalla Pistis Sophia “grande patriarca”. Questo sistema opera in effetti secondo

tre formule-forza:una forza fondamentale, una forza direttrice e una forza che

spinge all‟azione. È la trinità della natura.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 155 di 192

È dunque chiaro che il candidato che vuol portare a compimento il suo

pellegrinaggio deve scrollarsi di dosso il giogo del 12 segni, il giogo di questa

catena, che è solo un tessuto d‟illusioni. Dodici dei reggono tutto ciò che è,

tutto ciò che vive, all‟interno e sotto la dipendenza dello zodiaco.

Ora, nella nostra lipika o sistema magnetico della personalità troviamo la

proiezione di questi 12 dei.

È logico dunque che nessun allievo sul cammino può accontentarsi di

distruggere semplicemente le costellazioni del suo essere aurale, ma ha il

dovere di sfuggire alla totalità dell‟universo della morte, per non essere pia

vittima del giardino degli dei.

Per questa importante ragione la Scuola vi pone di fronte al triplice potere di

un altro Patriarca, cui fa allusione la Gnosi:

1. alla sua forza fondamentale, forza che è una rocca e rende invincibile

colui che vi si aggrappa;

2. alla sua forza direttrice, che impedisce a chi si lascia guidare sul

proprio cammino dalla sua mano, di errare senza una meta precisa;

3. alla sua forza che spinge all‟azione. Chi è armato di questa forza, chi

opera con essa, chi ne è rivestito come di un‟armatura di luce, possiede l‟arma

di Sigfrido grazie alla quale sfugge a tutti i pericoli.

La spada di Sigfrido ha infine un potere luminoso 8700 volte più forte che

all‟inizio del pellegrinaggio. Questo vuol dire che può fendere qualsiasi

materia ed è indissolubilmente unita all‟universo divino.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 156 di 192

Capitolo XXIV

(Pentagramma italiano, 2° trimestre 1993 )

LA VITTORIA SUI QUATTRO SIGNORI DEL DESTINO

Vi citiamo alcuni passaggi del quindicesimo capitolo del Vangelo gnostico

della Pistis Sophia:

“Allorché tutti coloro che si trovavano nei 12 eoni videro la mia grande luce,

ne furono sconvolti e si misero a correre disperati. Tutti gli eoni, tutti i cieli e

l‟intero loro ornamento si muovevano l‟uno contro l‟altro, a causa della grande

paura che li aveva colpiti:non conoscevano infatti il mistero che stava

producendosi. Adamas il grande tiranno e tutti i tiranni che si trovavano negli

eoni iniziarono inutilmente a fare guerra contro la Luce, abbagliati dalla luce

straordinaria, essi ignoravano contro chi facevano la guerra.

Mentre combattevano contro la Luce, l‟uno dopo l‟altro perdevano la loro

forza e cadevano negli eoni inferiori, diventando come morti e privi di spirito

vitale, come gli abitanti della terra. A tutti loro tolsi un terzo della loro forza,

affinché non possano perseverare nelle loro cattiverie e nei loro progetti

quando gli uomini del mondo li invocano nei loro misteri, poichè anche gli

angeli trasgressori hanno i loro misteri, cioè le loro magie.

Ho girato il destino e la sfera su cui essi regnano e ho fatto in modo che per sei

mesi siano rivolti e compiano i loro influssi a sinistra, e per altri sei mesi

guardino e compiano i loro influssi a destra. Al comando del primo

comandamento e al comando del primo mistero, il sovrintendente della Luce,

Jeu, li aveva posti in modo tale che in ogni tempo essi guardassero a sinistra e

compissero i loro influssi e le loro azioni. ”

Detto questo ai suoi discepoli, soggiunse:“Chi ha orecchie per intendere

intenda!”.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 157 di 192

Nel precedente capitolo vi abbiamo parlato delle 12 forze macrocosmiche che

circondano e governano il nostro universo dialettico. Le abbiamo indicate

come le forze dello zodiaco. Queste 12 forze rappresentano per il nostro

pianeta la suprema risorsa divina dialettica.

Possiamo considerare queste forze come quelle che hanno un più immediato

rapporto con la nostra personalità, poiché queste 12 correnti sono

rappresentate nel nostro cervello da 12 punti magnetici. Le 12 paia di nervi

cranici sono infatti vivificate da queste 12 forze.

Ritroviamo ancora queste 12 forze nel firmamento magnetico del nostro essere

aurale, dove si distinguono infatti 12 gruppi, 12 concentrazioni di punti

magnetici corrispondenti ai 12 punti del cervello.

In terzo luogo, possiamo vedere che queste 12 forze circondano il nostro

diretto campo di vita. In altre parole, 12 forze agiscono nel campo, nel

firmamento, che circonda le due sfere del nostro pianeta, la sfera delta materia

e la sfera riflettrice. L‟intera umanità quindi ne subisce l‟influenza.

Abbiamo poi, in quarto luogo, lo zodiaco con le sue 12 costellazioni attorno al

nostro sistema solare. In senso magico si possono considerare questi quattro

cerchi, queste quattro mura, come i quattro signori del destino:uno nella

personalità, uno nell‟essere aurale, uno nel campo di vita planetario e uno

intorno al sistema solare.

È quindi logico dire che l‟allievo, realmente sul cammino, deve passare per

queste quattro tappe di risalita. La prima è la più importante, la decisiva. il

primo signore del nostro destino dispone di un dodecuplice influsso sul nostro

cervello; questo influsso determina il nostro ego, il nostro io, spiega la sua

natura e la situazione nella quale esso si trova. La nostra nascita è una nascita

siderale, nel senso che la nostra vita è retta da un dodecuplice principio

proveniente da 12 gruppi di linee di forza magnetiche del nostro diretto macro-

cosmo.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 158 di 192

Noi parliamo anche di una seconda nascita siderale, che chiamiamo, talvolta,

nascita mistica. Questa nascita si riferisce alla prima fase della risalita; essa

detronizza il primo signore del destino, distrugge la dodecuplice maledizione

del cervello e la rimpiazza con una struttura di linee di forza magnetiche

anch‟essa dodecuplice.

È vero che, per giungere a ciò, il candidato deve risolvere nel concreto

parecchie difficoltà. Questo ci impone di parlare del processo fondamentale

con molta prudenza, per evitare ai nostri allievi e interessati il pericolo di

attardarsi e soffermarsi sulle pure considerazioni intellettuali del problema. Si

confonde troppo facilmente la comprensione astratta delle cose con la loro

realtà.

Per cui dirigiamo la nostra attenzione sull‟inizio del processo di salvezza,

quale ci viene presentato nei Vangeli. il cercatore è rappresentato dalla coppia

Zaccaria-Elisabetta. Essi sono ormai vecchi e la loro vita non ha ottenuto alcun

risultato, ma il loro stadio di ricerca è già un dono di grazia dello Spirito

Santo. Esso prova l‟attività delta rosa del cuore:l‟atomo primordiale.

Notate, tuttavia, che il primo signore del destino può avere su noi una tale

influenza che, dimenticando l‟effetto premonitore della rosa del cuore, non

teniamo conto delle sue suggestioni e continuiamo a condurre una piccola vita

dialettica addolcita dal passatempo della ricerca spirituale. Questo modo di

considerare le cose addolcisce sì la vita, ma non la libera. La coppia

Zaccaria-Elisabetta aveva però superato questo stadio. La loro ricerca, il loro

desiderio, era come un singhiozzo, un‟implorazione verso la salvezza, un

incommensurabile slancio verso una vita nuova, diversa!

Il candidato che conosce questa implorazione passa alla seconda tappa del

processo evangelico:la nascita di Giovanni, il precursore, colui che rende

diritti i cammini del suo, Signore. È evidente che questa nuova situazione

scatena un conflitto diretto con il dio del cervello e il suo vassallo, la

coscienza-io.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 159 di 192

Per cui chi percorre il cammino della rosa del cuore, il cammino di Giovanni,

non può far altro che seguire il cammino dell‟annientamento dell‟io.

La nostra esposizione fa comprendere che il cammino dell‟annientamento

dell‟io comporta logicamente 12 fasi, 12 aspetti. La prima fase consiste per

l‟allievo nell‟affrontare la propria personalità egocentrica, che crede di sapere

tutto. di vedere tutto, di fare già tutto; che è persuasa di comprendere ogni cosa

e si giudica irresistibile e perfetta.

L‟allievo deve rinnegarla assolutamente e irrevocabilmente; deve tenerla in

scarsissima considerazione. Ciascuno può, nella forza della luce della rosa,

rifiutare risolutamente quest‟essere-io autocosciente. Noi chiamiamo questo

stato:modestia, umiltà, semplicità, fine della presunzione.

Dal momento in cui il candidato ha attraversato effettivamente questa prima

fase-.e ha così reso diritto il suo primo cammino.-viene la seconda e poi le

altre, fino all‟ultima. Percorrere i 12 cammini rappresenta l‟assalto diretto

all‟io e al suo dio del cervello.

È necessario, prima di intraprendere questo dodecuplice cammino, esservi nati

in virtù di una forza, a imitazione di Giovanni, che nacque dalla forza dello

Spirito Santo. Bisogna nascere allo stadio Zaccaria-Elisabetta, lo stadio del

cercatore che ha vuotato fino all‟ultima goccia il calice della sua condizione ed

è ossessionato dal desiderio di salvezza.

Chi esercita l‟annientamento dell‟io come un semplice metodo sperimentale,

come un sistema, non riuscirà mai. Egli si troverà a un dato momento davanti a

difficoltà tali che si affretterà a lasciare questo deserto per tornare alla sua

vecchia vita.

Quando le 12 fasi del cammino del gioannita sono terminate, il candidato

giunge al suo nadir, alle rive del Giordano, il momento della nascita di Gesù in

noi. È il momento in cui il dodecuplice dio del cervello, il primo signore del

destino, viene detronizzato.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 160 di 192

Nello stesso istante il candidato vede brillare la stella di Betlemme, si eleva al

di sopra della razza dialettica ed è nato nel popolo di Dio.

Diviene allora, per lui, indispensabile stabilire nel suo cervello 12 nuovi punti

magnetici, 12 nuovi aspetti. Per questo nel Vangelo si dice che Gesù il Signore

scelse 12 discepoli, istruendoli, aiutandoli e portandoli alla perfezione. Questo

processo, che si compie nella personalità, si chiama “cammino di croce”. La

progressiva partecipazione alla nuova razza può logicamente essere indicata

come la marcia da Betlemme al Golgota.

Quando il candidato ha pronunciato il “consummatum est”, si può dire che un

figlio della nuova razza è nato, che è divenuto capace di agire nel senso

gnostico, maturo per la vera Fraternità. La morte è vinta e la trasfigurazione

iniziata. Per questo dopo il Golgota Gesù se ne va; egli precede i discepoli per

preparare una nuova fase del processo di risalita.

Nel momento in cui viene annientata la dodecuplice influenza degli eoni della

natura nel santuario della testa del candidato, nasce automaticamente un

conflitto fondamentale con gli altri tre signori del destino, cioè con l‟essere

aurale, con il signore del destino planetario e con quello del sistema solare,

cioè con il microcosmo, il cosmo e il macrocosmo. La risalita dunque non si

ferma alla personalità, ma prosegue per il microcosmo, il cosmo e il

macrocosmo; queste tappe sono indispensabili.

Le citazioni del Vangelo della Pistis Sophia introdotte in questo articolo

rivelano del fatti straordinari in merito alle quattro tappe di questo prodigioso

viaggio. Chi è pervenuto alla seconda nascita siderale o nascita mistica, chi ha,

dunque, detronizzato il primo signore del destino, il dio del cervello, non ha

più niente da temere dai tre altri poteri dialettici.

Quando la nuova luce è accesa, Adamas e i suoi tiranni la combatteranno di

certo, ma non potranno più raggiungere la personalità. La loro forza, se diretta

sulla personalità, è annientata.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 161 di 192

Le forze magnetiche dell‟essere aurale, del cosmo e del macrocosmo sono

spinte fuori della loro orbita. II destino, e la sfera su cui un tempo regnavano,

cioè il dio del cervello e la personalità, non possono più esserne afferrati.

Periodicamente rivolte verso sinistra e verso destra, esse descrivono delle

traiettorie che si allontanano sensibilmente dalla personalità e le energie che

sviluppano sono assorbite da ciò che è loro simile. Per questa ragione è scritto

che il loro sguardo è continuamente rivolto verso sinistra e che in questa

direzione compiono le loro attività e inviano il loro influsso, il tutto sotto

l‟ordine del sovrintendente della divina Luce, Jew.

II gioiello meraviglioso, l‟atomo primordiale nascosto nella personalità, è così

strappato al vecchio microcosmo dalla Gnosi e su consiglio di Dio; e il

candidato, rivestito del terzo abito:l‟abito di luce, inizia a costruire un nuovo

microcosmo. Chi ha orecchie per intendere intenda!

Jan van Rijckenborgh

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Capitolo XXV

(Pentagramma italiano, 2° trimestre 1997 )

"Allorché tutti coloro che si trovavano nei 12 eoni videro la luce che mi

avvolgeva, ne furono sconvolti e si misero a fuggire in preda allo

smarrimento.

Tttti gli eoni, tutti i cieli e il loro ordine si urtavano reciprocamente poiché,

non conoscendo il mistero che si svolgeva, erano presi dal panico. Adamas, il

grande tiranno - e tutti i tiranni che si trovavano negli eoni - intrapresero una

vana lotta contro la Luce; ma, essendo accecati dalla Luce sovrana non

sapevano contro chi lottavano.

Mentre combattevano contro la Luce, persero la loro forza, si abbatterono

sugli coni inferiori su cui caddero come morti e senza soffio di vita, al pari

degli abitatiti della terra. Io presi un terzo della loro forza, affinché non

possano perseverare nella loro cattiveria e non possano compiere i loro

disegni, quando gli uomini li invocheranno nei loro misteri, poiché gli angeli

caduti hanno i propri misteri, le loro "stregonerie"; ho cambiato il destino e

la sfera sulla quale regnano e ho dato loro una direzione tale che essi

esercitino la loro influenza sei mesi a destra e sei mesi a sinistra.

Jehu, il Signore della Luce - su ordine della Prima Legge e del Primo Mistero

- li ha così posti affinché essi rivolgano, ogni volta, il loro sguardo verso

sinistra e compiano le loro influenze e i loro atti. Avendo detto questo ai suoi

discepoli, aggiunse: "Che colui che ha orecchie per intendere, intenda".

Vi abbiamo parlato, nel capitolo precedente delle dodici forze macrocosmiche

che avvolgono e governano il nostro universo dialettico: le forze dello

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 163 di 192

zodiaco. Queste 12 forze rappresentano, per il nostro pianeta, il supremo

rimedio divino dialettico.

Consideriamo dapprima tali forze in rapporto alla nostra personalità, poiché le

12 correnti sono rappresentate nel nostro cervello da dodici punti magnetici.

Le dodici paia di nervi cranici sono vivificate dalle dodici forze.

Ritroviamo poi le 12 forze nel firmamento magnetico dell'essere aurale.

Effettivamente si distinguono, nell'essere aurale, 12 gruppi, 12 concentrazioni

di punti magnetici che corrispondono ai 12 punti magnetici del cervello.

In terzo luogo scopriamo dodici forze che avvolgono il nostro campo di vita

diretto. In altre parole, dodici forze influenzano il campo che avvolge le due

sfere del nostro pianeta: la sfera della materia e la sfera riflettrice, dunque il

suo firmamento. L'intera umanità ne subisce l'influenza.

C'è, in quarto luogo, lo zodiaco costituito dalle 12 costellazioni attorno al

nostro sistema solare. In senso magico possiamo considerare i quattro cerchi,

le quattro muraglie, come i quattro signori del destino: uno nella personalità,

uno nell'essere aurale, uno nel campo di vita planetario, uno attorno al sistema

solare.

L'allievo realmente in cammino deve, quindi, passare per quattro tappe di

risalita. La prima è la più importante: è decisiva. Il primo signore dei destino

dispone di una dodecuplice presa sul nostro cervello tale influenza determina

l'ego, il nostro io, spiega la sua natura e la situazione nella quale si trova.

La nostra nascita è una nascita siderale, nel senso che la nostra vita è retta dal

principio dodecuplice proveniente dai 12 gruppi di linee di forza magnetiche

del nostro macrocosmo diretto.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 164 di 192

Parliamo della seconda nascita siderale, talvolta detta nascita mistica. Essa si

riferisce alla prima fase della risalita; detronizza il primo signore del destino,

rompe la maledizione dodecuplice del cervello e la sostituisce con una

struttura di linee di forza magnetica ugualmente dodecuplice.

Per giungere a ciò, il candidato deve risolvere, in effetti, più di una difficoltà.

Perciò noi parliamo con estrema prudenza dei processo fondamentale per

evitare, ad allievi e interessati, il pericolo di attardarsi fermandosi alle semplici

considerazioni intellettuali del problema. Si confonde troppo facilmente la

conoscenza nozionistica delle cose con la loro realtà.

Dunque attiriamo ancora una volta l'attenzione sull'inizio del processo di

salvezza come viene presentato dal Vangelo. Il cercatore è impersonato dalla

coppia Zaccaria-Elisabetta; essi sono vecchi e la loro vita è senza frutto.

Tuttavia, il loro stadio di ricerca è già un dono di grazia dello Spirito Santo.

Esso dà prova dell'attività della rosa dei cuore, dell'atomo primordiale.

Sottolineiamo, tuttavia, che il primo signore del destino può avere su di noi

una tale influenza per cui, trascurando l'effetto premonitore della rosa-in-noi,

non teniamo conto delle sue suggestioni e continuiamo a condurre la nostra

misera vita dialettica abbellita dal passatempo della ricerca spirituale.

Questo modo di vedere le cose, anche se rende piacevole la vita, non la libera.

La coppia Zaccaria-Elisabetta aveva oltrepassato tale stadio. La loro ricerca, il

loro desiderio, era come un singhiozzo, un'implorazione verso la salvezza, un

incommensurabile slancio verso una vita nuova, dei tutto diversa!

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 165 di 192

li candidato - che conosce tale implorazione - passa alla seconda tappa del

processo evangelico, cioè la nascita di Giovanni il precursore: colui che rende

diritti i cammini del suo Signore.

Chiaramente la- nuova situazione scatena un conflitto diretto fra il dio del

cervello e il suo vassallo: la coscienza ego.

Di conseguenza colui che percorre il cammino della rosa dei cuore - il

cammino di Giovanni - non può fare altro che seguire il cammino

dell'annientamento dell'io. E nostro esposto permette di comprendere che il

cammino dell'annientamento dell'io comporta 12 fasi, 12 aspetti. La prima fase

consiste nell'affrontare la propria personalità egocentrica, la quale - pensando

di sapere, di vedere e di comprendere tutto - si giudica irresistibile e perfetta.

L'allievo deve rinnegare assolutamente e irrevocabilmente la personalità,

dandole pochissimo peso. Ognuno può, nella forza della Luce della Rosa,

rifiutare risolutamente questo essere-ego autocosciente. Chiamiamo tale stato

modestia, umiltà, semplicità, fine della presunzione.

Dal momento in cui il candidato ha superato effettivamente la prima fase,

avendo così reso diritto il suo primo cammino, viene la seconda, poi le altre

fino all'ultima. li percorrere i 12 cammini rappresenta l'assalto diretto all'io e al

suo dio-cervello.

Prima di intraprendere il dodecuplice cammino, è necessario essere nati in

virtù di una forza, come Giovanni nacque dalla forza dello Spirito Santo.

Bisogna nascere come Zaccaria-Elisabetta, come un cercatore che ha vuotato il

calice fino all'ultima goccia ed è posseduto dal desiderio di salvezza.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 166 di 192

Colui che pratica l'annientamento dell'io come un semplice metodo

sperimentale, come un sistema, non riuscirà mai. Si troverà ad un dato

momento davanti a tali difficoltà, per cui si affretterà ad abbandonare il deserto

per ritornare alla vecchia vita.

Quando le dodici fasi del cammino del gioannita terminano, il candidato

giunge al suo nadir, alle rive del Giordano: il momento della nascita di Gesù in

noi.

t il momento ìn cui viene spodestato il dio-cervello, primo signore del destino.

Nello stesso istante il candidato vede brillare la stella di Betlemme, si eleva al

di sopra della razza dialettica e nasce in quella del popolo di Dio.

Da quel momento diviene per lui indispensabile stabilire nel suo cervello -12

nuovi punti magnetici, 12 nuovi aspetti. Perciò è detto nel Vangelo che Gesù il

Signore sceglie 12 discepoli, li istruisce, li aiuta e li porta alla perfezione.

Tale processo che si compie nella personalità, è indicato come "il cammino di

croce", La partecipazione alla nuova razza e il suo divenire in essa può

chiamarsi il cammino da Betlemme al Golgota.

Quando il candidato ha pronunciato il "Consummatum est---, si può dire che

un figlio della nuova razza è nato, è divenuto capace di agire in senso

gnostico, maturo per la vera Fraternità.

La morte è vinta e la trasfigurazione inizia. Perciò è detto che dopo il Golgota,

Gesù se ne va, precede i discepoli per preparare la fase successiva dei processo

di elevazione.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 167 di 192

Dal momento in cui è interrotta la dodecuplice influenza degli eoni della

natura nasce - nel santuario della testa del candídato - un conflitto

fondamentale con gli altri tre signori del destino: cioè con l'essere aurale, con i

signori dei destino planetario e del sistema solare, cioè il microcosmo, il

cosmo e il macrocosmo. Il cammino di ascesa non si limita alla personalità, ma

continua per il microcosmo, il cosmo e il macrocosmo; tali tappe sono

indispensabili.

Le citazìoni dei Vangelo della Pistis Sophia, introdotte in questo articolo,

rivelano alcuni fatti straordinari delle quattro tappe di tale prodigioso viaggio.

Colui che è pervenuto alla seconda nascita siderale, o nascita mistica, colui che

ha detronizzato

il primo signore dei destino, il dio del cervello, non ha più nulla da temere

dagli altri tre poteri dialettici.

Quando la nuova luce è accesa, Adamas e i suoi tiranni combatteranno

certamente la Luce, ma non potranno più raggiungere la personalità. La loro

forza, per quanto diretta sulla personalità, è annientata. Le forze magnetiche

dell'essere aurale, dei cosmo e dei macrocosmo - spinte fuori dalla loro orbita

non possono più afferrare il destino e la sfera che una volta esse reggevano,

cioè il dio-cervello e la personalità.

Le forze magnetiche sono periodicamente volte verso sinistra e verso destra;

mostrano traiettorie che si allontanano sensibilmente dalla personalità e le

energie che esse sviluppano sono assorbite da ciò che è loro simile. Perciò sta

scritto che il loro sguardo è sempre volto verso sinistra, ed è in tale direzione

che esse compiono la loro attività e irradiano la loro influenza.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 168 di 192

Tutto questo secondo l'ordìne del Signore della Luce divina, Jehu. E gioiello

meraviglioso, l'atomo primordiale, nascosto nella personalità è, per mezzo

della Gnosi e su consiglio di Dio, strappato all'antico microcosmo e il

candidato - rivestito del terzo vestito di luce - costruirà il nuovo microcosmo.

Che colui che ha orecchie per intendere, intenda.

Capitolo XXVI

Avete potuto constatare, leggendo i nostri precedenti articoli, che i dodici eoni

dello zodiaco esercitano una tríplice forza: in primo luogo sul nostro pianeta,

in secondo luogo su ogni microcosmo tramite il firmamento magnetico

dell'essere aurale e in terzo luogo sui dodici punti magnetici del cervello della

personalità.

Quando il candidato si è sottratto alla morsa degli eoni, quando l'entità che

percorre il cammino ha detronizzato il diocervello - realizzando così un nuovo

cerchio magnetico dodecuplice nel santuario della testa - i dodici eoni sono

praticamente spogliati di un terzo delle loro forze.

Tale perdita ci prova chiaramente come nessuna forza dell'universo dialettico

può più esercitare l'influenza sul candidato isolato che percorre il cammino. Le

espressioni mistiche - tratte dalla Lingua Sacra - quali "essere liberato in

Cristo", "essere nato da Dio ", prendono così un senso profondo e particolare.

Colui che può compiere, nella grazia della Rosa, la prima fase dei cammino -

la fase dell'annientamento dell'io - ed è capace di distruggere il sistema

magnetico della natura ordinaria che lo trattiene prigioniero, diviene all'istante

un liberato.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 169 di 192

Benché esistenzialmente sia ancora assolutamente un essere naturale, quindi

nel mondo e vivente bíologicamente nel sistema dei dodici eoni, non

incontrerà più - grazie alla seconda nascìta siderale - nessun ostacolo. è

dìvenuto un figlio di Dio, è liberato per sempre da ogni legame.

Coloro che non conoscono la filosofia della Scuola Spirituale moderna

considerano tale insegnamento oscuro, penoso e melanconico.

Potete invece immaginare un messaggio più gioioso dì quello della nostra

Scuola? Certo deve sembrare oscuro e impraticabile un insegnamento che vi

dice "non aspettatevi nulla da questa natura , "prendete le distanze da essa

","non accordatele nessuna energia...".

In effetti quanto deve sembrare oscuro l'annullamento radicale dell'ego a

coloro che, in questo mondo, si aspettano tutto dal proprio io!

Per noi, che possiamo scorgere l'uscita dalla valle di lacrime mediante i nostri

cuori elevati e reintegrati nel Regno Originale, è una gioia infinita sapere che il

cammino inizia con una salvezza radicale, assoluta; non si tratta di aspettare la

salvezza dopo un lungo sviluppo nella Gnosi. Quanto vorremmo infondervi

tale gioia e inondarvi di essa!

Noi ci basiamo su questa certezza: colui che, nella grazia della Rosa, ha

realizzato - con l'annientamento dell'ego - la seconda nascita siderale nella

Gnosi, colui che ha liquidato il sistema magnetico degli eoni ai quali era

sottomesso, ha spogliato gli eoni di un terzo della loro forza, la parte di cui era

direttamente vittima.

Dobbiamo avere orecchie per intendere le cose che ci trasmette la Pistis

Sophia. Quando percorrete il cammino isolatamente, spogliate gli eoni di un

terzo della loro forza solo per voi stessi. Sareste tentati di credere che, con ciò,

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 170 di 192

sia detto tutto. Come personalità isolate siete in effetti dei liberati, Ma gli eoni

continuano, malgrado ciò, a far strage sui vostri simili in virtù del sistema della

natura dialettica; tuttì i loro arconti, con i loro angeli e le forze di tutte le sfere,

continuano la propria attività.

Che cosa potete fare voi, isolato, contro tali potenze? Siete, tutt'al più una voce

che grida nel deserto!

Ma se percorriamo insieme il cammino di liberazione, se raduníamo tutti i

liberati in una comunità mondiale e se - al servizio di tutti i cercatori - li

aiutiamo a unirsi, vivifichiamo il nuovo campo magnetico che conoscete. t così

che si manifesta, nella natura dialettica intera, un'influenza visibile non

dialettica che paralizza tutte le influenze malvagie.

Ecco perché è detto nel Vangelo della Pistis Sophia: "Tu hai detto: Io ho preso

a tutti loro (gli arconti e gli eoni) un terzo della loro forza per impedire che

realizzassero le cattive azìoni, così - quando gli uomini nel mondo li

invocheranno nei loro misteri (i misteri portati nel mondo dagli angeli

trasgressori, cioè le loro congiure magiche) per commettere le loro cattive

azioni - non potranno compierle ".

La magia astrale, grazie alla quale dominano gli uomini, diviene impossibile.

Perciò è detto: "Dove sono dunque ora gli astrologi, i veggenti e i profeti?

Non ci sono più, poiché tu hai tolto loro un terzo delle loro forze ".

L'intero campo magnetico della nuova razza, se sarà sufficientemente potente,

farà deviare dalla loro orbita le radiazioni magnetiche della natura ordinaria.

Esso li girerà verso destra e verso sinistra, 6 mesi a destra e 6 mesi a sinistra.

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A causa dell'influenza del nuovo campo magnetico, le vibrazioni magnetiche

delle fonti dialettiche ordinarie non possono più raggiungere i loro obiettivi e

ciò determina un'inflessione verso destra e verso sinistra. Questa inflessione

obbliga l'influenza a ritornare alla propria sorgente senza aver raggiunto

l'obiettivo. Nel momento di tale ritorno ha luogo una scarica; così è per

l'influenza diretta verso sinistra che è rinviata verso destra e così di seguito. Se

un uomo,dovesse coltivare poteri paranormali egocentrici sulla base della

scienza occulta, è chiaro che i suoi organi a secrezione interna diventerebbero

sensibili a determinate linee di forza elettromagnetica provenienti dagli arconti

e dai loro misteri.

Gli organi a secrezione interna sono particolarmente sensibili

all'elettromagnetismo e i loro ormoni - carichi di tale elettromagnetismo

-mantengono in un certo stato alcuni organi, alcuni gruppi di cellule, il sangue

e il fluido nervoso.

Se il nuovo campo elettromagnetico diventa sufficientemente forte da far

uscire dalle loro orbite gli impulsi elettromagnetíci degli eoni dialettici, è

evidente che un occultista alimentato da essi perderebbe progressivamente tutti

i suoi poteri.

Questo è il glorioso avvenimento a cui fa riferimento la Pistis Sophia. Ci sono

numerosi misteri conosciuti e sconosciuti. Nella sfera riflettrice e fuori di essa

si trovano aggregati di forze magnetiche che mantengono le chiese e le scuole

occulte, come pure diversì altri gruppi.

1 Tali sorgenti di forze trattengono sotto la loro influenza milioni di uomini,

nonostante un gran numero di essi soffra sotto tale dominazione e aspiri a

trovare una via d'uscita. Numerosi uomini, non conoscendo altro, invocano gli

dei e mediante i loro misteri implorano aiuto e una possibilità di fuga.

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t così che si produce un'interazione elettromagnetica con conseguenze di una

precisione incredibile e impossibili da fermare... fino a che, grazie allo

sviluppo dei nuovo campo magnetico le radiazioni di tale sorgente sono

deviate dalla loro orbita.

Tutti i misteri crollano improvvisamente e perdendo del tutto la loro forza, così

tutti coloro che ne sono degni possono essere aiutati dalla forza liberatrice

della Fraternità Universale.

Se abbiamo orecchie per intendere, comprendiamo che la nostra liberazione

può significare la liberazione di tutti. Capite perché, alla fine dei tempi, tutte le

forze dell'abisso sono così furiose e si aggrappano ostinatamente per

distogliere, dagli effetti di tali eventi, i deboli e gli indecisi ancora vulnerabili?

Non è sciocco prestare orecchio a tali influenze, rivolte esclusivamente

all'essere ego, quando invece possiamo gioire nel sapere che nessuna altezza,

nessuna profondità possono separarci dall'amore di Dio, il quale si manifesta

nella Fraternità degli lerofanti di Cristo?

Lo sviluppo descritto precedentemente si ripete più volte nel corso di un

giorno di manifestazione, quando viene l'ora di riporre la messe. Perciò la

Pistis Sophia cita il passato, affinché tutti gli allievi attíngano coraggio e forza

nei trionfi irresistibili del passato: "Dove sono, o Egitto, i tuoi astrologi, i

veggenti, i profeti? "

Nello stesso modo è detto: "A partire da ora non saprete piu . ú ciò che il

Signore Sabaoth farà!" t arrivata l'ora in cui nessuno dei partecipanti ai misteri

occulti potrà più sapere, scoprire, comprendere ciò che la Scuola Spirituale

moderna realizza.

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Il potere dialettico viene e verrà sempre più radicalmente bloccato- il grande

avversario e le sue orde non potranno più sostenere alcuna lotta contro il

Signore Sabaoth è ciò sarà straordìnario e meraviglioso.

Entrerà in campo il grande silenzio, la calma dei popolo di Dio. Che colui che

ha orecchie per intendere intenda ed entri nelle file della nuova razza. Vedrete

e sperimenterete tutto... se il vostro cuore aspira al Regno dei Cieli.

Capitolo XXVII

GLI EFFETTI DELLA SECONDA NASCITA

SIDERALE

Il nostro studio sul Vangelo della Pistis Sophia vi ha rivelato, nel corso dei

capitoli precedenti, uno dei misteri A più importanti e più straordinari del

dogma della trasfigurazione.

Ora siete in grado di afferrare chiaramente la natura e le conseguenze di ciò

che noi chiamiamo la seconda nascita siderale". Colui che, ricolmo del

desiderio di salvezza e in totale resa, realizza - per grazia della rosa

-l'annientamento dell'io nel corso della prima fase dei vero cammino, ha

interrotto - nel santuario della testa - il sistema magnetico della natura

ordinaria che lo governava implacabilmente,t divenuto, all'istante stesso, un

liberato; vive ancora nella natura della morte, ma non ne fa più parte. Egli ha,

per quanto lo riguarda, spogliato di un terzo della loro forza gli coni della

natura e questi non possono più esercitare su di lui la loro funesta influenza.

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Si può affermare con estrema certezza e constatare con profonda riconoscenza

che il vero cammino dei misteri trasfiguristici non finisce, ma inizia con la

salvezza assoluta del candidato.

Ciò che si manifesta dopo tale inizio è il meraviglioso cammino di ritorno al

Regno Immutabile, una potente, imperturbabile, avvincente e magnifica

risalita.

Quando la lingua sacra ci assicura: 'Voi siete chiamati alla libertà ", considera

il ritorno a quella libertà, alla quale sono chiamati tutti coloro che si preparano

a far parte della nuova razza; si capisce anche come, nel corso di tale cammino

verso la libertà, un povero solitario che segue e compie le tappe dei misteri

trasfiguristici, può - come per miracolo -sfuggire alla potente influenza

dell'universo della morte.

Per spiegare il più esplicitamente possibile un avvenimento così prodigioso,

nella Pistis Sophia è scritto: "Signore - chiese Maria - tutti gli uomini che

conoscono il mistero della magia di tutti gli arconti e di tutti gli eonì e la

magia degli arconti del destino e di quelli della sfera, come è stata loro

insegnata dagli angeli trasgressori, allorché nei loro misteri li invocano - cioè

nelle loro perverse magie - allo scopo di ostacolare le buone azioni, d'ora in

poi avranno successo oppure no?

Gesù rispose a Maria: Essi non avranno successo come invece l'avevano

all'inizio: io, infatti, ho tolto un terzo della loro forza. Ma trarranno spunto da

coloro che conoscono i misteri della magia del tredicesimo eone, e se

invocheranno i misteri della magia di coloro che si trovano nel tredicesimo

eone avranno di certo successo: poiché, fedele al primo mistero, io non ho

tolto alcuna forza da quel luogo ".

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t bene presentare alla coscienza l'immagine chiara e completa dello sviluppo

già in corso. Ricapitoliamo:

a) Il candidato che entra nella seconda nascita síderale disorganizza e

interrompe il sistema magnetico del cervello, liberandosi così dai legami che lo

tenevano prigioniero. Nella misura in cui aumenta il numero di coloro che

seguono tale cammino, otteniamo la situazione già esposta;

b) si è costituito un rilevante gruppo di liberati; esso si trova

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ancora sul piano orizzontale del campo di vita dialettico, ma è già rinato nella

sfera magnetica degli Ierofanti di Cristo,

c) essi sviluppano in gruppo un campo magnetico nuovo; d) essi stendono tale

nuovo campo magnetico attorno al campo di vita ordinario, lo avvolgono e

causano - conseguentemente una serie di perturbazioni magnetiche;

e) tali interferenze perturbano la magia dei misteri degli arcontì degli eoni;

f) questa perturbazione finirà per diventare così dinamica che nessun'altra

magia degli altri misteri potrà più essere esercitata.

Tale sviluppo comporterà, evidentemente, conseguenze drammatiche; è già di

per sé così rivoluzionario che sorpassa tutti gli altri turbamenti dei vari domini

sociali, politici o economici.

Lo comprendiamo quando ci domandiamo dietro quale gruppo o movimento di

questo mondo si trovano le forze magnetiche degli arconti degli eoni.

Dopo aver riflettuto possiamo affermare che tali forze si trovano dietro tutti i

gruppi e movimenti del mondo! Dietro tutti i gruppi mistici e religiosi, piccoli

e grandi, che si fanno chiamare chiese o sette, ci sono i prolungamenti della

sfera riflettrice chiamati nel Vangelo della Pistis Sophia "gli arconti delle

sfere".

Dietro detti arconti ci sono le loro diverse gerarchie. Tutte codeste forze

governano e reggono la massa religiosa e mistica con l'intento a voi noto:

imitare il regno di Cristo o le altre manifestazioni della salvezza, stabilendo

così misticamente il regno della falsa apparenza.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 177 di 192

Bisogna prendere coscienza che dietro qualsiasi gruppo etico o umanitarista si

celano simìli forze, con le medesime intenzioni.

Dovete comprendere che dietro a tutti i paesi della terra, a tutti i gruppi

importanti di tali paesi, dietro a tutti i gruppi di notevole entità, alle

organizzazioni internazionali (ad esempio i paesi riuniti nel patto Atlantico,

l'alleanza degli arabi, Israele, i paesi che stringono patti con la Russia) c'è

l'attività della sfera riflettrice espressa nei più diversi modi, ma simile

nell'essenza e nell'obiettivo: il mantenimento della dialettica.

In sintesi, si è sviluppata sulla terra un'inestricabile rete di misteri tenutì da una

sola mano e governata da essa, malgrado la diversità dei gruppi e dei loro

apparenti contrasti di interessi, poiché far lottare gli uomini tra loro e versare il

loro sangue è il metodo dell'unità dialettica.

Ritornando al discorso iniziale, dicevamo che lo sviluppo del campo

magnetico nuovo, toglie a tali potenze e sotto-potenze invisibili un terzo della

loro forza; da ciò risulterà il crollo totale della vita sociale attuale nelle sue

numerose e diversificate caratteristiche. Qualunque cosa si possa fare, nessuna

nuova vita potrà essere insuffiata in tale società già in decomposizione.

Quando le vecchie influenze spiritualizzantì non potranno più penetrare

nell'umanità, le lotte, le rivalità e le tensioni cesseranno e una spossatezza

infinita, un silenzio angosciante si impadronirà di tutti.

L'umanità sarà immersa in un letargo, il demoniaco e le sue orge svaniranno

poiché il maligno verrà legato. Dopodiché l'umanità verrà rigettata sulla riva

come dopo un naufragio, accanto ai relitti della propria vita e a quelli della

società, accanto alle vestigia corrotte dello stato e della chiesa.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 178 di 192

Allora, nel mezzo di un mutismo fatto di stupore e di sgomento, di un silenzio

più freddo di quello della tomba, i figli di Dio si mostreranno chiaramente ad

ognuno.

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E tutti coloro che avranno cercato sìnceramente Cristo e il suo regno, ma

furono ingannati dalle chiese e dalle sette nelle quali credevano per "nascita" e

"sangue", troveranno forza e conforto presso i misteri del tredicesimo eone.

Quali sono i misteri del tredicesimo eone? Sono i misteri della Fraternità

Universale che si trova nel cuore della natura della morte o, come espresso da

Boehme: "è Cristo che ha afferrato nel suo cuore la natura caduta ". Il

tredicesimo eone è il campo di forza universale permanente nel quinto

elemento della sostanza primordiale.

Scopriremo l'incredibile e straordinario sviluppo del Santo Lavoro nel corso

delle ore che il mondo vivrà. I misteri dei tredicesimo eone sono,

interiormente, ardentemente invocati da coloro che si trovano nella Scuola

Spirituale; il loro compimento è sfortunatamente lento e ancora imperfetto,

poiché fino a quando non ha luogo la seconda nascita siderale, coloro che

aspirano e si impegnano sono ancora ostacolati nei loro sforzi da tutti gli altri

misteri. Perciò i misteri del compimento non sono ancora, per il momento, che

un pallido riflesso di quello che dovrebbero essere.

Se i fattori ostacolanti dovessero sparire grazie allo sviluppo auspicato, i

misteri divini risplenderebbero con una forza inimmaginabile e numerosi

sarebbero coloro che potrebbero rapidamente realizzare ciò che il loro cuore

desidera con tanto ardore.

Nella gloria maestosa dei grande silenzio del crollo dialettico, un gran numero

di sfruttati, di ingannati, sarà incitato a cercare un contatto più stretto con la

vita superiore e potrà, modestamente e senza difficoltà, seguire il cammino dei

misteri. Sarà così confermata la parola che dice come i forti ricevono la grazia

per i più deboli.

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C'è ancora molto da realizzare per rendere il nuovo campo magnetico capace

di far tacere il campo dialettico, e dare a coloro che si sanno "poveri di spirito"

la possibilità meravigliosa di liberarsi.

t a tale fine che cerchiamo uomìni forti e generosi, eroi si~ lenziosi che hanno

un solo scopo: festeggiare interiormente la seconda nascita siderale.

Che ognuno lavori, dunque, per sviluppare le possibilità di salvezza che

possiede, affinché venga l'ora in cuì i deboli e gli ingannati possano vedere la

luce!

Che la parola "rallegratevi poiché siete chiamati a salvare il mondo" esalti i

vostri cuori. Siate riconfortati e abbiate nell'animo la consapevolezza che,

nell'intero universo della morte e in tutti i domini della manífestazione

dialettica, ci sono coloro che operano attivamente mediante la grazia del

tredicesimo eone,

Il nuovo campo di vita, la nuova razza e il vacuum di Shamballa esistono

grazie a tali straordinari misteri. Vedete tutto ciò come un ampio, meraviglioso

e divino sistema di soccorso per tutti coloro che, sia nel corpo fisico, sia al di

fuori di esso, si rivolgono alla Fraternità Universale.

1 sette misteri che ci sono rivelati potranno, in una consonanza armoniosa,

apportare un potente aiuto nella realizzazione del Grande Lavoro; ciò vuoi dire

che possediamo tutti una settemplice chiave che accede al tredicesimo eone.

Non si tratta di aspettare ulteriori doni e maggior aiuto dallo Spirito Santo.

Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è già in nostro possesso, e l'attività più

importante che ci viene richiesta è di togliere concretamente agli eoni dialettici

un terzo della loro forza.

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Tale sviluppo indebolirà talmente la morsa magnetica degli eoni naturali su

quanti cercano, che si riuscirà, con molti meno sforzi di prima, a liberare dal

mare della vita coloro che aspirano ad uscirne.

Capitolo XXVIII

IL TREDICESIMO EONE

Abbiamo analizzato, precedentemente, i capitoli 19 e 20 del Vangelo della

Pistis Sophia, essi trattano delle forze che afferrano e paralizzano la magia dei

misteri degli arconti e degli eoni della natura e della maestà dei misteri del

tredicesimo eone.

Torniamo su questo argomento poiché è indispensabile averne una nozione

chiara al fine di comprendere il vero significato della rivoluzione cosmica e

atmosferica, che si ripete in determinate epoche della storia del mondo.

Nello stile narrativo della Pistis Sophia, tale rivoluzione è simboleggiata da

Gesù il Signore che passa - dopo la sua risurrezione - attraverso tutti i domini

delle sfere dell'universo della morte, cominciando da quelli inferiori.

Armato della meravigliosa luce del mistero originale, toglie a tutti gli arconti

ed eoni un terzo della loro forza. In tal modo, la loro influenza sul sistema

magnetico dei cervello dell'uomo diminuisce progressivamente, per essere

infine completamente annientata.

Esaminiamo tutto ciò in rapporto all'umanità: tutti abbiamo dietro di noi, dalla

nostra caduta come microcosmo, un formidabile passato. La storia è incisa nel

sistema magnetico dei nostro essere aurale e la somma di tale passato si

esprime, senza interruzione, tramite il sistema magnetico del cervello. Siamo

legati a un passato vecchio di milioni di anni, che il nostro stesso microcosmo

ha aiutato a edificare e a mantenere. E‟ dunque normale che gli arconti e gli

eoni della natura dialettica facciano sentire la loro voce e che molti tra loro, in

questi tempi, ci dominino.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 183 di 192

Il nostro essere intelligente, dal punto di vista biologico, il nostro stato

naturale, dipende da essi. Sono loro che determinano il nostro livello culturale

in questa vita e i nostri rapporti con esso; tale livello culturale è inteso sia

secondo l'arte, la scienza e la religione che secondo le relazionì e sfumature

poli~ tiche, sociali ed economiche,

Sono questi eoni che dirigono e determinano il nostro carattere, gli istinti e i

bisogni biologici, il comportamento índividuale e le nostre azioni.

Constatiamo così che siamo il frutto degli eoni della natura in quanto,

nell'attuale situazione, determinano il nostro stato.

Approfondiamo l'argomento: cosa sono e chi sono gli arconti e gli eoni? Sono

princìpi di forza e concentrazioni di potere; sono tensioni e rapporti

elettromagnetici che si impongono nella nostra natura della morte.

Cerchiamo di dimostrarlo con un esempio: supponiamo, per una circostanza

imprevista, dì trovarci su un'isola inospitale e disabitata senza casa, senza

vestiti, senza fuoco. Siamo esseri biologìci provvisti di una coscienza

biologica e, per la prìma volta, ne prendiamo coscienza. li mondo in cui ci

troviamo è duro, freddo, nemico e crudele. L'istinto di conservazione ci

obbliga alla lotta per l'esistenza. Non possiamo sfuggire ad essa: è la legge

fondamentale della natura.

Su tale base si sviluppa, lentamente, la coscienza razionale. Ciò comincia con

un ricordo in cui si inscrivono le conseguenze negative della lotta per

l'esistenza incitandoci ad edificare, con l'aiuto di esperienze conservate grazie

a tale ricordo, una forma pensiero che possa sostituire - con risultati positivi -

le conseguenze negative dovute alla lotta per l'esistenza.

Ogni individuo si sforza di acquisire risultati positivi nella natura della morte

secondo ì bisogni biologici del momento; ciò costituisce l'attività primaria del

cervello.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 184 di 192

Ognuno edifica il proprio piano mentale di auto-conservazione. Stabilito tale

concetto mentale, lo si nutre incessantemente, vi si lavora sopra -così esso

aumenta in ciascuno - fin quando si estende a tutto il campo di respirazione e

ci domina. In conclusione noi siamo posseduti dal nostro piano mentale.

Da questo istante abbiamo generato un arconte, un dio naturale. In seguito, i

raggi dei campo elettromagnetico sono parzialmente trasformati in un

principio elettromagnetico particolare, che è presente nel microcosmo. Un dio

naturale, indivi~ duale, è nato.

Allorché numerosi uomini sono impegnati nel piano di autoconservazione,

creano insieme un dìo naturale potente. t così che nasce un grande campo

elettromagnetico trasformato, la cui energia è più potente di quella degli

arconti individuali. E‟ questa potentissima energia che permette la

realizzazione dei piano di auto-conservazione.

Il successo del piano è attribuito al dio naturale. all'arconte, e il piano è

rafforzato in tre modi: si instaura un culto dell'arconte; un'arte religiosa lo

sostiene e lo concretizza in immagini; infine una scienza dovrà sviluppare ì

risultati iniziali incompleti. Ci si sforza dunque di perfezionare il piano. t così

che apparvero la religione, l'arte e la scienza; essi sono nati dall'idea

biologica iniziale del desiderio umano di conservazione.

Tale scoperta può essere accettata o rifiutata; due punti di vista diversi che

non sono altro che questione di gusto.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 185 di 192

Voi amate il vostro arconte, noi preferiamo il nostro. Voi avete fiducia nel

vostro, noi nel nostro.

Consideriamo ora il comportamento degli arconti. Grazie al potente e

dinamico nutrimento che essi ricevono, crescono con una rapidità incredibile

in virtù della legge scìentifica naturale che unisce i simili, anche se si

combattono.

I prìncipi magnetici qui descritti si uniranno su un piano superiore allorché la

vibrazione sarà la medesima. I princìpi-poteri si radunano in concentrazioni di

potere, ciò vuol dire che gli arconti formano insieme un eone.

Gli eoni sono nubi di arconti della medesima vibrazione. L'arconte è un

piccolo dio naturale di scala planetarìa, l'eone è un dio naturale di scala

universale, un dio intercosmico.

E‟ così che dal - basso in alto e durante un periodo umano sufficientemente

lungo - l'universo intero si popola di forze potenti, esse dominano tutta la

natura con una contro-natura proveniente dagli istinti e dai bisogni biologici

dell'umanità dialettica.

Una contro-natura? Certamente! Poiché gli arconti e gli eoni sono la prova del

miserabile stato dell'umanità. Possiamo agire diversamente? Non siamo forse

noi a mantenere in vita tutti gli arconti e gli eoni? Occorre cercare la soluzione

dei problema. Si prospettano due soluzioni: una negativa e l'altra positiva.

Esistono nella natura dialettica raggi che, secondo una determinata regolarità,

effettuano rotazioni ed esercitano la loro influenza. L'apparizione degli arconti

e degli eoni perturba tali radiazioni fondamentali e le loro influenze, cosicché

queste sono dirottate fuori dalle loro orbite.

Le trasformazioni elettromagnetiche causate dall'umanità, apportano

disarmonia nel nostro campo dialettico, disarmonia

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 186 di 192

che - lo sapete - si manifesta incessantemente e procura un appesantimento

della vita sulla terra.

Gli dei che abbiamo creato noi stessi, ci danno un aiuto che ha un secondo

fine. Poiché i progetti dell'umanità non vengono mai realizzati completamente,

la cultura degli arconti e degli eoni deve continuare, deve essere continuata. A

causa dello sviluppo culturale deve crescere la disarmonia con il campo

magnetico di base.

Ciò continua fino a quando giunge a un limite, a una crisi. L'ordine del campo

magnetico fondamentale dei mondo dialet~ tico dipende dall'ordine dell'intero

universo.

Ora, essendo questo più forte della concentrazione delle nubi di eoni, non

avviene una fusione delle forze universali con le forze eoniche, ma -nel

momento della crisi - precisamente il contrario: una grande pulizia di queste

ultime.

Nell'universo ha luogo incessantemente una pulizia di tale portata. Le

radiazionì e le attività degli eoni da noi creati falsano una cultura che si

allontana sempre di più dal campo di base naturale. Perciò la forza degli eoni è

disgregata e una conseguenza.innesca l'altra: quando sono spogliati di un terzo

della loro forza, il nostro sistema magnetico si stacca automaticamente da essi.

Non possono più operare in noi e, a nostra volta, non agiamo più sotto la loro

influenza,

Voi direte: è perfetto! Rendetevi conto, però, che in quel preciso momento

psìcologico occorre, per far fronte alla situazione, possedere l'alternativa.

Cercate di comprendere che quando il lavoro degli eoni sarà annientato,

l'umanità ritornerà all'origine dei mondo dialettico, dunque al suo punto di

partenza biologico. L'armonia delle forze fondamentali dell'universo dialettico

sarà ricostituita con i

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 187 di 192

suoi diritti, e noi ritorneremo allo stato precedente la cultura artificiale che

abbiamo chiamato civiltà. Che cosa rimarrà?

L'uomo dialettico in tutta la sua nudità! Si comprende senza difficoltà la

drammaticità di tale ritorno.

L'uomo, arrivato al suo limite, ritorna al punto di partenza! Nel corso di tale

processo sono stati creati gli dei, creandoli e servendoli se ne prepara già la

distruzione.

Volete sfuggire a tale destino? Volete, prima della divisione, evitare al vostro

microcosmo la via dolorosa attraverso la quale è già passato altre volte?

Cambiate direzione e, prendete il cammino del Tredicesimo Eone. Poiché Esso

è l'unico al quale nel momento della crisi, dell'inesorabile rivolgimento - non è

stata tolta nessuna forza. Il solo che può, con coloro che gli appartengono,

continuare il proprio sistema di perfezionamento.

Quando la Pistis Sophia parla delle sfere degli arconti e degli eoni, facciamo

notare che - pur essendo forze naturali non provengono dalla natura

fondamentale dell'uni-verso dialettico.

Si possono paragonare gli arconti e gli eoni a dei trasformatori

elettromagnetici fabbricati dall'umanità; essi forzano le correnti magnefiche

fondamentali della natura dialettica a lasciarsi trasformare, canalízzare da essi.

Periodicamente e naturalmente, un conflitto di natura elettro- magnetica appare

nell'universo dialettico. Nel momento in cui la potenza degli arconti e degli,

eoni oltrepassa un certo limite, ha luogo una rivolta intercosmica per ristabilire

l'equilibrio rotto con gli altri sistemi della via lattea.

Una delle prime conseguenze dì un simile conflitto è che, per parlare come la

Pistis Sophia, gli arconti e gli eoni sono spogliati di un terzo della loro forza:

ciò significa che il legame tra l'umanità e il blocco degli arconti e degli eoni è

spezzato.

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Il Vangelo della Pistis Sophia.doc Pagina 188 di 192

Una vibrazione magnetica estranea, sconosciuta all'umanità, di tensione e

lunghezza d'onda differente, rompe ìl legame esistente da migliaia di anni -tra

il sistema magnetico del cervello e l'essere aurale da una parte e gli dei naturali

dall'altra.

L'umanità, totalmente separata dall'aiuto apportato dalle sue creazioni mentali,

vede la sua curva culturale ascendente divenire una curva discendente. Il

lavoro degli eoni, la cultura dell'umanità, declina e gli uomini tornano al loro

punto di partenza. Ciò è accompagnato dalla perdita completa della memoria,

poiché i punti magnetici dell'essere aurale e della personalità si attenuano.

L'uomo ritorna a una stadio pre-umano. Tale processo prosegue fino a un

minimo biologico.

L'universo della morte, totalmente purificato dall'influenza degli arconti ed

eoni, va incontro ad un nuovo periodo culturale. La ruota si rimette a girare;

sale fino alla cima e poi ridiscende. Quante volte, come microcosmi, abbiamo

fatto il giro di tale ruota?

Occupiamoci, ora, in particolare del Tredicesimo Eone. t una certa parte

dell'umanità che porta la responsabilità della sua' creazione. Per comprenderlo,

consideriamo la seguente ipotesi:

Un uomo, dopo aver vissuto numerose esperienze e subìto molte prove -una

piú dolorosa dell'altra - arriva ad avere la misura colma, scopre come fossero

vane tutte le pene che si dava riguardo alla natura. Ha compreso che tutto ciò

che gli capita, o che capiterà, è già successo in passato.

Avendo sperimentato fin nei minimi dettagli il valore reale del mondo

dialettico, lo giudica per quello che è, e suppone giustamente che non vi si

può trovare lo scopo dell'esistenza dialettica umana.

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Dice a se stesso che un errore deve esistere, da qualche parte. alla base della

manifestazione, così come la comprende.

Giunge allora a formulare un piano e, per questo, si costruìsce un'immagine

mentale di liberazione dalla natura della morte e -condizione fondamentale -

nessun sacrificio dovrà essere giudicato troppo pesante per ottenere tale

liberazione, nemmeno il sacrificio della propria esistenza o del proprio io.

Così facendo che cosa si forma? Cosa si crea? Un arconte. Un arconte il cui

scopo non è quello di conservare la natura, ma - al contrario - di scappare, di

sfuggirle, elevandosi al di sopra di essa. Incontra, nel corso delle sue vicende

uomini che la pensano come lui, che cercano anch'essi il senso della vita. Li

invita a cooperare al proprio piano di liberazione ... e l'arconte cresce.

Il simile attira il simile così arriva il momento in cui le formazioni di arconti

dello stesso genere - sviluppatesi in qualsiasi parte dei mondo - si uniscono in

un eone. t il Tredicesimo Eone; ancora non pienamente sperimentato, inattivo

e di natura terrestre.

Che cosa succede? C'è evidentemente un'interazione fisica tra i partecipanti

alla comunità. Le forze magnetiche trasmutate dal piano spingono alla cultura,

all'atto, devono dare dei risultati. Tuttavia i primi risultati non sono

soddisfacenti. Per quale ragione? Perché le tensionì elettromagnetiche

provenienti dal campo dialettico naturale possono dare solo risultati che sono

loro propri.

La comunità esecutrice del piano, però, non lascia la presa; non perde coraggio

e persegue il suo intento. Senza modificare i fondamenti della sua filosofia, vi

apporta le correzioni suggerite dalle riflessioni e dalle constatazioni

approfondisce il proprio sistema filosofico basandosi su fatti concreti.

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Giunge il momento in cui la comunità scopre che, se vuole conseguire qualche

successo, non può più basarsi sulle forze elettromagnetiche della natura della

morte. Allora, con lo sguardo rivolto al vasto universo, nasce in essa il potente

desiderio dì un'altra forza vitale di base.

Dunque, dall'intelfigenza delle cose che l'avvolge nasce il suo desiderio di

salvezza; dalle prime esperienze di tale desiderio nasce il contatto diretto,

ancora elementare con la Gnosi, con la vera natura divina.

Nello stesso istante, le forze che il tredicesimo eone attira - e che l'alimentano -

non provengono più esclusivamente dalla natura ordinaria, ma anche dalla

natura originale. Si potrebbe dire che un eone gioannita è nato e si nota uno

straordinario cambiamento nel corpo di quanti appartengono alla nuova

comunità.

1 sistemi magnetici dell'essere aurale, del cuore e della testa seguono il

movimento. In tale situazione le vie, i cammini vengono raddrizzati

corporalmente, strutturalmente e fondamentalmente. Lo sviluppo continua,

certamente con urti ed esitazioni, ma anche con progressi. Una nuova speranza

fa vibrare di gioia la comunità.

L'egocentrismo di ognuno crea ancora dei danni e, prima che il desiderio di

salvezza faccia spazio alla resa dell'individuo e all'unità di gruppo, è

necessario che numerose sventure, esperienze di ogni sorta e riflessioni

salutarí lo facciano fallire.

Il lavoro continuo compiuto dalla comunità affina, purifica il tredicesimo eone,

lo fa accordare sempre pìù al cerchio magnetico divino ed è così che, poco a

poco, perde ciò che esisteva ancora di terrestre. Conformemente a tale cultura,

il tredicesimo eone esercìta un'influenza sempre più grande su tutti coloro che

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sono attirati nella sua sfera.t evidente che arriverà il momento in cui il

tredicesimo eone, con i suoi arconti, esisterà quale grande comunità vivente

nel mondo senza però farne parte.

La natura del suo elettromagnetismo è diventata tale per cui vi si ritrovano a

malapena tracce delle cose terrestri. t chiaro che quando si produrranno nella

natura ordinaria i momenti di crisi descritti e sarà tolto ai suoi arconti ed eoni

un terzo delle loro forze, nulla sarà tolto al tredicesimo eone poiché non ha mai

trasmutato forze magnetiche terrestri. Non avendo mai fatto violenza alla

natura, è lasciato tranquillo così come quanti appartengono alla sua sfera.

Concludiamo dicendo che, quando, nel corso naturale dei tempi, uno sviluppo

culturale - dopo essere arrivato al suo apogeo - degenera, quello di quanti

appartengono al tredicesimo eone continua di forza in forza e di magnificenza

in magnificenza. Per il resto dell'umanità la ruota segue la sua curva

degenerativa, e ritorna al suo punto di partenza.

Tuttavia, allorché un nuovo giorno di manifestazione inizia e l'umanità va di

nuovo, penosamente, incontro a un inevitabile sviluppo culturale, qualche cosa

cambia nella sua situazione. Ci spieghiamo: durante il giorno di

manifestazione precedente, il tredicesimo eone fu costituito da un buon gruppo

di "riscattati".

Tale gruppo non lascia in difficoltà coloro che sono rimasti indietro, non è

orientato sulla sua salvezza, poiché tale salvezza è acquisita per sempre e

l'istinto di conservazione è sparito. Tale gruppo ci prende in considerazione, si

volge a noi, noi che siamo ancora nella natura della morte. Ci invia i suoi

messaggeri, i suoi profeti e i suoi illuminati per risvegliare coloro che dormono

ed incitarli ad un lavoro di salvezza.

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Quando - grazie all'esperienza - ci volgiamo verso il cammino gìoannitico, non

ci rimane che unire la nostra comunità alla comunità universale, come si

attacca un nuovo anello ad una catena. t così che la comunità universale dei

tredicesimo eone diviene sempre più brillante, più magnifica, più potente e più

formidabile, e l'ascesa dei santificati sempre più facile.

IL la ragione per la quale è detto nel Vangelo della Pistis Sophia: "Quando

invocano i misteri della magia di coloro che si trovano nel tredicesimo eone,

essi possono ricevere la forza e compiere tutti i misteri del tredicesimo eone,

poiché, su ordine del Primo Mistero, io non ho tolto a questo luogo alcuna

forza ".

Possiate tutti comprendere l'idea ed l'alto fine del processo di salvezza e

percorrere con noi il cammino della gioia.