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Il valore delle imprese familiari: lOsservatorio Family Business Academy di Massimo Lazzari (*) e Davide Mondaini (**) In questo contributo si espongono i risultati di unanalisi condotta dallOsservatorio Family Business Academy relativi alla capacità di creare valore delle imprese familiari. Lindagine è stata condotta su un campione di aziende dellEmilia Romagna e mette a confronto i dati raccolti con quelle delle imprese a conduzione non familiare per trarne un interessante confronto. Premesse Le imprese familiari costituiscono da sempre lossatura del tessuto economico e imprendito- riale italiano, sia in termini numerici che di contributo al PIL e alloccupazione. Si stima che in Italia le imprese familiari siano circa 784.000, oltre l85% del totale delle imprese nazionali, e che impieghino circa il 70% degli addetti complessivi (1). La rilevanza di questa particolare tipologia di imprese è quindi sicuramente elevata e pone diverse questioni da affrontare. La prima è: che cosa si intende esattamente per impresa familiare? Tra le molteplici definizioni che si sono svilup- pate nella letteratura economica relativamente a questo particolare filone di studi, quella più efficace sembra essere quella che la identifica come limpresa il cui sviluppo è condizionato da due elementi: gli affetti e i rapporti familiari; gli asset patrimoniali privati dellimprendi- tore e della sua famiglia. È evidente infatti che nellimpresa familiare, a differenza di quanto avviene nelle altre tipolo- gie di impresa, la famiglia imprenditoriale con- diziona e governa direttamente gli aspetti centrali della gestione aziendale, tra cui ad esempio lassetto societario, la trasmissione del capitale, la distribuzione del reddito, gli investimenti, gli organi sociali, il management, ecc. Inoltre, in molti casi, il patrimonio personale della famiglia è, di fatto, fonte indiretta di sostentamento e di garanzie per lazienda, dove per patrimonio personale non si intende soltanto quello finanziario e tangibile (immo- bili), ma anche tutti quegli asset intangibili (tra cui ad esempio la reputazione e il buon nome della famiglia) che possono contribuire a creare un vantaggio competitivo per limpresa stessa. Dato per assunto che limpresa familiare è un sistema speciale, unico e con fortissime specificità che la differenziano in modo impor- tante dalle altre tipologie di impresa, questa unicità come impatta sulle prestazioni dellim- presa e sulla sua capacità di creare valore? Detto in altre parole, lo straordinario apporto del sistema famiglia e del sistema patrimonio al sistema impresa (in termini di passione, tena- cia, flessibilità, naturale orientamento al cliente, focalizzazione sul lungo periodo, capacità di trasmettere sicurezza allinterno e allesterno, reputazione, credibilità), genera o no un reale vantaggio competitivo per lim- presa di famiglia? Per tentare di fornire una risposta oggettiva e concreta a questi interrogativi, è nato nel 2015 un Osservatorio permanente (giunto nel 2016 alla seconda edizione) che prende in esame le piccole e medie imprese familiari dellEmilia Romagna e le mette a confronto con quelle non familiari sotto diversi elementi di analisi. Note: (*) Partner Associato Mondaini Partners (**) Fondatore Mondaini Partners e Family Business Academy (1) Fonte Aidaf. 56 Amministrazione & Finanza n. 1/2017 Finanza Aziendale Creazione di valore

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Il valore delle impresefamiliari: l’OsservatorioFamily Business Academydi Massimo Lazzari (*) e Davide Mondaini (**)

In questo contributo si espongono i risultati di un’analisi condotta dall’Osservatorio Family BusinessAcademy relativi alla capacità di creare valore delle imprese familiari. L’indagine è stata condotta suun campione di aziende dell’Emilia Romagna e mette a confronto i dati raccolti con quelle delleimprese a conduzione non familiare per trarne un interessante confronto.

PremesseLe imprese familiari costituiscono da semprel’ossatura del tessuto economico e imprendito-riale italiano, sia in termini numerici che dicontributo al PIL e all’occupazione. Si stimache in Italia le imprese familiari siano circa784.000, oltre l’85% del totale delle impresenazionali, e che impieghino circa il 70% degliaddetti complessivi (1).La rilevanza di questa particolare tipologia diimprese è quindi sicuramente elevata e ponediverse questioni da affrontare.Laprima è: che cosa si intende esattamente perimpresa familiare?Tra lemolteplici definizioni che si sono svilup-patenella letteratura economica relativamentea questo particolare filone di studi, quella piùefficace sembra essere quella che la identificacome l’impresa il cui sviluppo è condizionatoda due elementi:• gli affetti e i rapporti familiari;• gli asset patrimoniali privati dell’imprendi-tore e della sua famiglia.È evidente infatti che nell’impresa familiare, adifferenza di quanto avviene nelle altre tipolo-giedi impresa, la famiglia imprenditoriale con-diziona e governa direttamente gli aspetticentrali della gestione aziendale, tra cui adesempio l’assetto societario, la trasmissionedel capitale, la distribuzione del reddito, gliinvestimenti, gli organi sociali, ilmanagement,ecc.Inoltre, in molti casi, il patrimonio personaledella famiglia è, di fatto, fonte indiretta disostentamento e di garanzie per l’azienda,

dove per patrimonio personale non si intendesoltanto quello finanziario e tangibile (immo-bili),ma anche tutti quegli asset intangibili (tracui ad esempio la reputazione e il buon nomedella famiglia) che possono contribuire acreare un vantaggio competitivo per l’impresastessa.Dato per assunto che l’impresa familiare è unsistema speciale, unico e con fortissimespecificità che la differenziano inmodo impor-tante dalle altre tipologie di impresa, questaunicità come impatta sulle prestazioni dell’im-presa e sulla sua capacità di creare valore?Detto in altre parole, lo straordinario apportodel sistemafamigliaedel sistemapatrimonioalsistema impresa (in termini di passione, tena-cia, flessibilità, naturale orientamento alcliente, focalizzazione sul lungo periodo,capacità di trasmettere sicurezza all’interno eall’esterno, reputazione, credibilità), genera ono un reale vantaggio competitivo per l’im-presa di famiglia?Per tentare di fornire una risposta oggettiva econcreta a questi interrogativi, è nato nel 2015un Osservatorio permanente (giunto nel 2016alla seconda edizione) che prende in esame lepiccole e medie imprese familiari dell’EmiliaRomagna e lemette a confronto conquelle nonfamiliari sotto diversi elementi di analisi.

Note:(*) Partner Associato Mondaini Partners(**) Fondatore Mondaini Partners e Family Business Academy(1) Fonte Aidaf.

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Tale Osservatorio è stato progettato e realiz-zato da parte di un nuovo soggetto, unico nelpanorama nazionale, denominato FamilyBusiness Academy.

L’Osservatorio Family BusinessAcademyLa Family Business Academy è un’organizza-zione regionale, uncentrodi competenzeper lariorganizzazione e lo sviluppo delle impresefamiliari, promosso da diversi soggetti chedell’Impresa Familiare fanno da sempre illoro principale ambito di attività.Nata nel 2015 con la missione di supportare leimprese familiari nel perseguimento dei loroobiettivi di lungoperiodo,mette a disposizionedelle imprese familiari competenzemultidisci-plinari e un approccio focalizzato su 3 areed’intervento:– l’Academy: percorsi formativi per il potenzia-mento delle competenze manageriali e per losviluppo della leadership delle nuovegenerazioni;– il Club: studi, ricerche e nuove soluzioni per ilfamily business;– il Coaching: business coaching ai leader didomani.Un’attività fondamentale svolta dalla FamilyBusiness Academy è la realizzazione di unOsservatorio permanente sulla creazione divalore da parte delle imprese familiaridell’Emilia Romagna, che si pone i seguentiprincipali obiettivi:•mappare la popolazione delle imprese fami-liari dell’Emilia Romagna, in termini dinumerosità e cluster di appartenenza(Provincia, dimensioni, settori di attività, ...);•mettere a confronto le peculiarità e le presta-zioni economico-finanziarie degli ultimi annidelle imprese familiari conquelledelle impresenon familiari;• identificare gli elementi distintivi e i punti diattenzione delle imprese familiari rispetto alleImprese non familiari;• evidenziare le opportunità/aree di migliora-mento e gli indirizzi strategici per la crescita ela riorganizzazione dell’impresa familiare;•gettare lebasi perunmonitoraggiocostante eperiodico dell’evoluzione nel tempo delleimprese familiari della Regione e delle lorocaratteristiche e prestazioni.L’Osservatorio è giunto già alla secondaedizione, e i risultati aggiornati, presentati

nell’ambito del Workshop annuale dellaFamily Business Academy tenutosi a Bolognail 6 ottobre2016, sono sintetizzati di seguito (2).

La popolazione di riferimentoIn Emilia Romagna si stima che le impresefamiliari (sotto forma di società di capitali)siano circa 16.300, di cui oltre 13.000 con fat-turati inferiori a 5 mln euro.Di queste l’OsservatorioFBAhapreso in esame3.163 imprese familiari con fatturato com-preso tra 5 e 100 mln euro (erano 3.141 nellaprima edizione dell’Osservatorio) (3).Questo campione è stato messo a confrontocon le imprese non familiari con sede inEmilia Romagna e fatturato compreso tra 5 e100 mln euro (2.473 imprese, erano 2.419l’anno scorso).Complessivamente quindi l’Osservatorio èstato realizzato su un campione di 5.636società di capitali attive, con sede in EmiliaRomagna e fatturato compreso tra 5 e 100mln euro (in crescita rispetto alle 5.560società incluse nel campione nella 1° edizionedell’Osservatorio, Tavola 1).In termini di distribuzione geografica, quasi il70% delle imprese familiari esaminate si con-centra nelle Province di Bologna (23%),

Tavola 1 - La popolazione di riferimento

3.141 3.163

2.419 2.473

Osservatorio 2015 Osservatorio 2016

Non Familiari

Familiari

Note:(2) Osservatorio “Valore Imprese di Famiglia”, 2° edizione,ottobre 2016 (www.familyacademy.it).(3) Le società esaminate nell’Osservatorio sono state definite“imprese familiari” nei casi in cui la quota di controllo delcapitale sociale (>51%) sia in mano a uno o più individui ofamiglie. Nei casi in cui tale criterio non sia rispettato, sonostate definite “imprese familiari” le società che presentinocome ultimo azionista di riferimento (risalendo la catena dicontrollo) un individuo o una famiglia che possieda almeno il50,01% del capitale sociale della holding principale. Tutte lealtre società del campione sono state definite “imprese nonfamiliari”.

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Modena (19%), Reggio Emilia (14%) e Parma(13%), concentrazione che si conferma ancheper le imprese non familiari.Esaminando la composizione del campione intermini di clusterdimensionali (Tavola2), oltrela metà delle imprese familiari esaminate haunadimensione inferioreai10mlneuro (il 40%per quelle non familiari), mentre solo il 4%delle stesse supera i 50 mln euro (il 10% perquelle non familiari).La distribuzione del campione per macro-set-tori evidenzia che circa un terzo delle impresefamiliari esaminate opera nel settore del com-mercio (33%), seguito da meccanica (12%) eindustria metallifera (10%).L’Osservatorio FBA prende quindi in esamequesto campione di imprese mettendo a con-fronto le imprese familiari conquellenon fami-liari relativamente a 4 aree di analisi:• la creazione di valore;• le performance economico-finanziarie;• la creazione di occupazione;• i modelli di leadership e governance.

Creazione di valoreNell’Osservatorio FBA si definiscono “impreseche creano valore” quelle imprese che, in undeterminato arco di tempo, presentino unaumento del fatturato e della redditivitàcaratteristica.Esaminando i risultati dell’ultima rilevazione(Tavole 3, 4 e 5), che ha riguardato i dati degliultimi 6 anni (periodo 2010-2015 ove disponi-bile il bilancio 2015, altrimenti periodo 2009-2014), si rileva che il 36% delle imprese fami-liari ha creato valore (era il 31% nell’edizione

2015 dell’Osservatorio), mentre il 14% lo hadistrutto (il 18% nel 2015), e che il 70% delleimprese familiari ha aumentato il proprio fat-turato (il 67% nel 2015).Dall’altro lato, la percentuale di imprese nonfamiliari che, nello stesso periodo, ha creatovalore è il 27% (era il 25% nel 2015) e quelladelle impresenon familiari chehaaumentato ilfatturato è il 62% (il 59% nel 2015).In sintesi, quindi, si evince che le imprese fami-liari confermanounamaggior capacità di crea-zionedivaloreedi crescita rispettoaquellenonfamiliari, con un netto miglioramento rispettoalla rilevazione effettuata nella prima edizionedell’Osservatorio.Un altro dato significativo è rappresentatodalla distribuzione delle imprese che creano

Tavola 2 - La popolazione di riferimento: distribuzione per cluster dimensionale

54%

32%

10%

4%

40%

34%

15%

10%

Tra 5 e 10 mln € Tra 10 e 25 mln € Tra 25 e 50 mln € Tra 50 e 100 mln €

Familiari

Non Familiari

Tavola 3 - Imprese familiari e non familiaria confronto: creazione di valore

31%

25%

36%

27%

Familiari Non Familiari

1° Edizione (2015)

2° Edizione (2016)

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Tavola 4 - La mappa del valore 2010-2015 - Imprese familiari

(100,00)

(80,00)

(60,00)

(40,00)

(20,00)

20,00

40,00

60,00

80,00

100,00

(100,00) (80,00) (60,00) (40,00) (20,00) ‐ 20,00 40,00 60,00 80,00 100,00

De

lta

RO

S u

ltim

i 6

an

ni

(%

)

Delta Fatturato ultimi 6 anni (%)

Imprese familiari

mappa del valore ultimi 6 anni

Imprese che creano valore

35,5%

Imprese che distruggono valore

14,5%

Tavola 5 - La mappa del valore 2010-2015 - Imprese non familiari

Imprese che creano valore

26,9%

Imprese che distruggono valore

16,9%

(100,00)

(80,00)

(60,00)

(40,00)

(20,00)

20,00

40,00

60,00

80,00

100,00

(100,00) (80,00) (60,00) (40,00) (20,00) ‐ 20,00 40,00 60,00 80,00 100,00

De

lta

RO

S u

ltim

i 6

an

ni

(%

)

Delta Fatturato ultimi 6 anni (%)

Imprese non familiari

mappa del valore ultimi 6 anni

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valore in relazione al cluster dimensionale(Tavola 6). Da questa analisi si rileva che leimprese di maggiori dimensioni (sia familiariche non familiari) presentano una maggiorcapacità di creazione di valore: infatti all’in-terno del cluster di imprese con fatturato supe-riore ai 50mlneuro la percentuale di quelle chehanno creato valore sale al 46% per le impresefamiliari (contro una media del 36%) e al 30%per quelle non familiari (media 27%).Esaminando infine i macro-settori di attivitàl’Osservatorio mette in luce quelli più perfor-manti (farmaceutico-medicale, petrolchimica emeccanica sia per le familiari che per le nonfamiliari) e quelli meno performanti (costru-zioni e tessile-abbigliamento inentrambi i casi).

Performance economico-finanziarieEsaminando le performance economico-finanziarie delle imprese familiari e nonfamiliari negli ultimi 6 anni, emergonodall’Osservatorio FBA altre importanticonsiderazioni, sintetizzate nei puntiseguenti:• nel periodo esaminato le imprese familiarisono cresciute come unità del +5,5%, meno diquelle non familiari (+8,8%);• il fatturato delle imprese familiari è cresciutodel +20,7%, con un’accelerazione nell’ultimoanno rispetto alle imprese non fami-liari (+15,9%);• il fatturato medio delle imprese familiari(Tavola 7) è cresciuto da 12,5 mln euro a 14,9

Tavola 6 - Creazione di valore per cluster dimensionale

34%

36%37%

46%

36%

26%

28%

30%

27%

Tra 5 e 10 mln€ Tra 10 e 25 mln € Tra 25 e 50 mln € Tra 50 e 100 mln € Media

Familiari Non Familiari

25%

Tavola 7 - La dimensione media delle imprese

12,5

13,3 13,313,6

14,314,9

18,8

20,119,7 19,9 20

20,7

2010 2011 2012 2013 2014 2015

Fatturato medio per azienda (mln €)

Familiari Non Familiari

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mln euro, ma continua a scontare un gapimportante rispetto a quello delle impresenon familiari (da 18,8 mln euro a 20,7 mlneuro);• continua il miglioramento delle marginalitàdelle imprese familiari (Tavola 8), con unEBITDA medio che è cresciuto nel 2015 finoal 7,3%, mantenendosi allineato a quello delleimprese non familiari;• le imprese familiarimantengonouna soliditàpatrimoniale (Tavola 9) in media inferiore aquella delle imprese non familiari (debiti paria 1,63 volte i mezzi propri contro 1,59), anchese il gap è in sensibile riduzione rispetto albiennio 2010-2011;• nonostante ciò il grado di indebitamentorispetto al fatturato (Tavola 10) delle imprese

familiari continua amantenersi sensibilmenteinferiore rispetto a quello delle imprese nonfamiliari (0,53 volte contro 0,84);• le imprese familiari continuano a presen-tare una miglior capacità di ripagare i debitifinanziari rispetto alle imprese non familiari(rapporto tra Posizione Finanziari Netta edEBITDA pari a 1,75 volte contro 2,81).In sintesi quindi, si evincono alcuni punti diforza delle imprese familiari rispetto a quellenon familiari (maggior crescita del fatturatomedio, minor livello di indebitamento, mag-gior capacità di ripagare i debiti finanziari), acui fanno però da contraltare diversi punti didebolezza (minor tasso di natalità di nuoveimprese, dimensioni medie inferiori, minorsolidità patrimoniale).

Tavola 9 - La solidita patrimoniale media delle imprese

1,86

1,94

1,85

1,78

1,73

1,63

1,64

1,691,67

1,651,63

1,59

2010 2011 2012 2013 2014 2015

Debiti/Patrimonio Netto (ratio)

Familiari Non Familiari

Tavola 8 - La marginalita media delle imprese

6,7 6,7

6,3

6,6

7,17,3

7,4 7,3

6,7 6,6

7,17,3

2010 2011 2012 2013 2014 2015

EBITDA medio (% sul fatturato)

Familiari Non Familiari

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Creazione di occupazioneAnche i dati sull’occupazione inseritinell’Osservatorio FBA evidenziano luci eombre delle imprese familiari (Tavola 11).Tra gli aspetti positivi, si rileva che, negli ultimi6 anni, le imprese familiari hanno creato circa39.000 nuovi posti di lavoro, con un incre-mento medio del livello occupazionale pari al+41,9% (superiore a quello del +27,1% delleimprese non familiari).Dall’altro lato, i dati sulle imprese non fami-liari evidenziano una maggior creazione diposti di lavoro nello stesso periodo (circa44.000) e una dimensione media decisamentesuperiore rispetto a quella delle imprese fami-

liari (circa 90 addetti medi contro i 43 di que-ste ultime).

Leadership e governanceL’ultima area di analisi dell’Osservatorio FBAriguarda imodelli di leadership e governancediimprese familiari e non familiari.Da tale analisi emergono ulteriori dati signifi-cativi, tra cui:• la predominanza all’interno delle impresefamiliari di modelli di leadership individuali(Tavola 12): la percentuale delle imprese che siaffidano a un Amministratore Unico si attestainfatti intorno al 31%, oltre il doppio rispetto aquella delle imprese non familiari (15%);

Tavola 11 - Gli addetti medi delle imprese

31,5

38,9 40 41,3 42,3 42,9

75,1

82,885,8 86,8 87,8

90,1

2010 2011 2012 2013 2014 2015

Addetti medi per azienda

Familiari Non Familiari

Tavola 10 - L’indebitamento medio delle imprese

0,580,56

0,53

0,87

0,830,85

0,57 0,57 0,57

0,84 0,84 0,84

2010 2011 2012 2013 2014 2015

Debiti/Fatturato (ratio)

Familiari Non Familiari

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• la presenzaall’internodelle imprese familiaridi amministratori (amministratore unico opresidente del CdA) con età media superiore:le imprese non familiari presentano infatti inmedia amministratori più giovani rispetto aquelli delle imprese familiari (58 anni contro60), eoltre lametàdelle imprese familiarihaunamministratore con età superiore ai 60 anni(percentuale che scende al 37% per le impresefamiliari);• una maggior commistione tra proprietà emanagement all’interno delle imprese fami-liari: nell’83% dei casi infatti l’amministratoreè anche azionista, nelle Imprese non familiariciò avviene solo nel 12% dei casi;• una maggior quota di imprese familiari conleadership femminile: il 13% si affida infatti aun amministratore donna, mentre la percen-tuale di imprese non familiari si attesta al disotto del 10%.

Conclusioni dell’OsservatorioI dati riportati nell’Osservatorio FBA, e in partedescritti in precedenza, confermanoalcune cre-denze e sfatano altrettanti miti rispetto a puntidi forza e punti di debolezzadelle imprese fami-liari rispetto a quelle non familiari.I principali punti di forza che emergono sonorappresentati da:• la maggior capacità di creare valore;• lamaggior capacità di crescita del fatturato edegli addetti;

• il minor livello di indebitamento;• la maggior capacità di ripagare i debitifinanziari;• la maggior longevità media delle imprese.I principali punti di debolezza, o comunque igapda colmare, su cui si dovranno concentraregli sforzi delle prossimegenerazioni di impren-ditori delle imprese familiari, sembrano essereinvece i seguenti:• il minor tasso di natalità di nuove imprese;• le dimensioni medie notevolmente inferiori,sia in termini di fatturato che di addetti;• la minor solidità patrimoniale;• la più diffusa presenza di modelli di leaders-hip individuale;• a maggior commistione tra proprietà emanagement.

ConclusioniI risultati dell’Osservatorio FBA descritti nelpresente contributo forniscono una fotografiaampia e dettagliata dello stato di salute dellePMI familiari dell’EmiliaRomagna, e dei puntidi forza e di debolezza di queste rispetto aquelle non familiari.Dai dati riportati emergono chiaramentediversi punti di attenzione, rispetto ai quali èpossibile tracciare una chiara panoramica diquali sono le tematiche su cui dovranno con-centrarsi gli sforzi delle prossime generazionidelle imprese familiari:

Tavola 12 - I modelli di governance predominanti nelle imprese

CdA

67%

Amministr.

Unico

31%

Altri

1%

Imprese Non Familiari

Imprese Familiari

CdA

81%

Amministr.

Unico

15%

4%

Altri

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• la successione imprenditorialee lacontinuitàtra le generazioni è un tema particolarmenteurgente in tutte quelle imprese (che come si èdetto sono tante) che hanno leader di età avan-zata, e che va pianificato per tempo e con glistrumenti giusti;• la spinta verso una maggior imprenditorialitàe creazione di nuove imprese, anche inun’ottica di diversificazione del business del-l’impresa e/o della famiglia e di maggior pre-disposizione all’innovazione da parte dellenuove generazioni;• si è visto come le imprese dimaggiori dimen-sioni siano quelle che creano più valore, di

conseguenza la crescita, sia essa per lineeinterne o esterne, dovrà rappresentare semprepiù un obiettivo prioritario;• il rafforzamento della solidità patrimo-niale, anche attraverso l’apertura del capi-tale a nuovi soci esterni all’impresa e/o allafamiglia;• il rafforzamento dei modelli di governance edei sistemi di management, anche in questocaso attraverso una maggior apertura amana-ger esterni alla famiglia imprenditoriale, requi-sito fondamentale per conferire nuova linfa albusiness e ai modelli di gestione dell’impresafamiliare.

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