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    2 / Benvenuti a bordo

    4 / Pantelleria, Il giardino del Mediterraneoun prodigio della natura in armonia con l’uomo

    6/ Vivere Pantelleria. Un itinerario alla scoperta dell’isola

    9 / Pantelleria: l’apice della cucina mediterranea

    10/Pantelleriaovvero come è bello rilassarsi fuori stagione

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    È un giacimento eno-gastronomico che riflette le “diverse” culture di un’isola di confine tra due continenti. Meta di un turismo d’interesse tutto l’anno, regala ai suoi visitatori l’incanto di un territorio mozzafiato, ricco di storia e di civiltà. lo Stato italiano, nel 2016, ha inserito l’isola di Pantelleria tra i Parchi italiani, riconoscendone valore e rango.

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  • Pantelleria è come un gioiello tetrae-drico incastonato al centro del Mare nostrum: un pezzo unico le cui moltepli-ci facce risplendono ognuna dei colori più vivi del sole e della macchia medi-terranea. a soli 70 km dalla tunisia, è la terra d’Europa più vicina all’africa, ma allo stesso tempo è ricchissima di tutto ciò che rende la Sicilia una delle mete più ambite del turismo internazionale, a partire dai suoi colori. il marrone dei ter-razzamenti è ricoperto da un variopinto caleidoscopio di verde, giallo, bianco e viola della vegetazione spontanea, i cui i cespugli contrastano con la nera roccia vulcanica. le foglie delle viti ad alberello (la cui pratica è stata riconosciuta dall’U-nesco tra i patrimoni orali e immateriali dell’umanità) fanno da sfondo, insieme al mare cristallino, a tramonti unici, capaci di commuovere qualunque cuore.Un paesaggio naturalistico i cui punti di riferimento sono il lago Specchio di Venere, noto per i suoi fanghi termali; la Sauna naturale di Sibà, detta an-che Grotta di Benikulà, una cavità for-mata da una faglia nella roccia all’inter-no della quale, a intermittenza, fuoriesce

    vapore acqueo a circa 40°C; la Balata dei turchi, uno dei luoghi più affascinanti dell’isola, con la sua piccola baia con dei fondali e un costone dai colori sensazio-nali; la Montagna Grande, alta 836 metri e attraversata da sentieri in mezzo a boschi di lecci e pini marittimi, e dalla cui cima si possono ammirare i tramonti africani e, durante le belle giornate, anche la Sicilia; infine, forse il luogo forse più simbolico di tutta Pantelleria, l’arco dell’Elefante, una località balneare famosa per l’enorme scoglio di pietra lavica a forma di pro-boscide di elefante che entra in acqua, creando un grande arco.anche il patrimonio archeologico è di grande valore. a cominciare dal Castel-lo di Pantelleria, monumento medievale in pietra lavica utilizzato come carcere fino al 1975. la struttura si affaccia sul lungomare, e dal 2015 è sede museale dei più importanti ritrovamenti archeo-logici fra cui le famose teste imperiali. Si continua con l’acropoli di San Marco e Santa teresa, due colline sulle quali si concentravano le principali funzioni pubbliche, politiche e sacre dell’insedia-mento d’epoca punica e romana. Sull’al-

    tura di San Marco sono state rinvenute numerose cisterne e canali d’acqua che testimoniano la presenza di un antico impianto idrico pubblico. all’interno di una di queste cisterne sono venute alla luce le tre teste imperiali di Giulio Cesare, antonia Minore e tito. E come non citare i Sesi, letteralmente “mucchi di pietre”, costruzioni megalitiche che appartene-vano a un popolo proveniente dall’africa settentrionale e che avevano funzione sepolcrale. infine i famosissimi dammusi, costruzioni di spessi muri in pietra lavica locale quasi sempre sormontate da una cupola, spesso scelte come luogo di sog-giorno dai visitatori. Ma Pantelleria è anche una meta dove gli appassionati di eno e gastroturismo troveranno pane per i loro denti. Prodotti come il Passito di Pantelleria e i Capperi di Pantelleria iGP sono richiesti in tutto il mondo. il Passito di Pantelleria è un vino dolce ricavato esclusivamente dall’uva di zibibbo, coltivata nell’isola attraverso un metodo di essiccazione naturale. il Cap-pero di Pantelleria è una pianta dalla qua-le si raccoglie, da maggio a settembre, il bottone floreale ancora chiuso. dopo la

    Vivere Pantelleria. Un itinerario alla scoperta dell’isolaFanghi termali, grotte del vapore e acque calde ristoratrici. Un percorso benessere a cielo aperto. E a tavola le tipicità di produzioni di nicchia di un’agricoltura estrema e difficile ma di vera eccellenza. Capperi e zibibbo fra tutte.

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    raccolta inizia la maturazione in salamoia con sale marino, che dura circa venti giorni e ser-ve a rimuovere il gusto amaro che ha il cappero appena raccolto e ad esaltarne gli altri sapori. tra i piatti più tipici, non si può certo far a meno del cous cous e dell’insalata pantesca, entrambi realizzati coi prodotti pescati o coltivati diret-tamente sull’isola; la pasta con l’ammogghio, o pesto pantesco, realizzato con pomodori freschi, aglio, origano, sale, olio e, a volte, le mandorle: è ottimo anche per delle calde bruschette da ape-ritivo, accompagnato magari da un vino bianco secco di zibibbo. E, come tutti i pasti migliori, non si può che concludere con un dolce ecce-zionale: il Bacio Pantesco, il dolce più tipico di Pantelleria, composto da due parti di pasta fritta e croccante farcite nel mezzo da una crema di ricotta non setacciata. Una prelibatezza degna di un re.

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  • Pantelleria è un’isola unica, ricca di bellezze naturali così come di contraddizioni. l’uomo qui è un ospite che ha sa-puto sia innamorarsi delle meraviglie donate dalla natura che integrarsi con le asperità del territorio, e la cucina pantesca è una delle migliori espressioni di questa sintesi.la Favarotta, ristorante immerso nella campagna di Contrada Khamma Fuori (tel. +39 0923 915446), è uno dei luoghi più apprez-zati per gustare la cucina locale come i ravioli di ricotta fresca e, soprattutto, il coniglio in agrodolce. Se invece, essendo su un’isola, si preferisce la più classica delle terrazze sul mare, come non prendere in considerazione la Vela (Contrada Scauri Scalo, tel. 0923 916566), bar-ristorante ottimo per il couscous di pesce e verdure e i tradizionali Baci Panteschi, dolce locale a base di ricotta. altra splendida terrazza sul mare è quella di alta Marea (Via Scauri Porto 5-6; tel. 0923 918115), dove sono impre-scindibili la caponata di tonno e il purè al nero di seppia, accom-pagnati da un’accurata selezione di vini panteschi e siciliani. Chi invece non si definisce una terrazza ma una nicchia sul mare, è proprio la nicchia (Contrada Scauri, tel. 0923 916342, 0923 912750). Sia ristorante che wine bar, qui il menù propone piatti come la braciola alla pantesca e il sorbetto di passito, sen-za farsi mancare la possibilità di gustare un’ottima pizza.Se il desiderio invece è quello di respirare una delle più tipiche atmosfere di Pantelleria, come non suggerire il ristorante zu-bebi (Contrada zubebi, tel. +39 327 3663508), il quale sorge in un antico dammuso proponendo piatti come la classica insalata pantesca (un trionfo di verdure dell’orto con aggiunta di cappe-ri),e i maccaruni fatti a mano e conditi con l’ammogghiu, il pesto pantesco a base di pomodoro fresco, basilico ed altri aromi. Chi invece unisce le tradizioni dell’isola agli stilemi dell’alta cuci-na è Sikelia (Via Monastero, angolo Via Casineddra; tel. 0923

    408120, +39 334 2660154), dove è possibile gustare combinazioni attraenti e singolari come gli spaghetti cacio e pepe ai ricci di mare o il souffle al passito con gelato al cappero. Per concludere, entriamo all’interno dei Giardini dei Rodo (Via Bonomo alto; tel. +39 327 3588078), ristorante immerso tra le mura e i colori di un giardino pantesco dove non potremo farci mancare i busiati con gambero rosso e pistacchio o la pasta fresca con ragù di tonno, mandorle e arance.

    Pantelleria: l’apice della cucina mediterranea

    L’identità deLLa tavoLa pantesca

    aspettatevi di più da una cucina che sposa integrità e consistenze di una materia prima che vive di una natura così forte ed espressiva. l’intensità gusto-olfattiva di frut-ta, verdura e ortaggi non ha pari. la melanzana, il pomo-doro, la zucchina, il basilico, coltivate a Pantelleria, hanno un altro sapore. È questo il segreto o c’è altro che possa spiegare questa incredibile sapienza (in termini di sapore) o pienezza di gusto che sembra originarsi ad ogni piatto della cucina pantesca. la risposta non può che aprirsi ri-chiamando l’armonia dei sapori che riflette più culture e stili di vita riconducibili ai diversi popoli che l’hanno con-quistata, ereditandone l’intero edificio. Fenici, Romani, Bizantini, arabi, normanni, Francesi, Spagnoli e, infine, gli italiani. la cucina pantesca è essenzialmente di terra, con apporti di mare intervenuti successivamente. Gli elemen-ti identitari sono legati alle colture principali impiantate: Capperi, vigna e ulivi. a cui si aggiunge grano, lenticchie, origano e, ovviamente, orto. Su queste basi si è sviluppata l’economia e la dieta degli abitanti di Pantelleria.

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  • Pantelleria, come vale per la maggior parte delle isole minori della Sicilia, è percepita quasi unicamente come meta di una vacanza estiva: sole, mare, buon cibo e puro relax. Ma è un approccio se non sbagliato, parziale a quest’isola dav-vero particolare. Pantelleria è innanzitut-to un’isola agricola. lo è stata sempre, sin dai primi abitanti, la popolazione dei Sesi, popolo di cui si sa poco ma che pre-cedette l’arrivo di Fenici e Romani. Come per tutte le isole vulcaniche, i suoli sono fertilissimi, producono con generosità e magnificenza. Ma è un’agricoltura che ri-chiede un’immensa fatica: bisogna strap-pare la terra alla roccia e la roccia spac-carla, trarne pietra per i terrazzamenti di muri a secco che contengono fazzoletti su cui poter coltivare. 300 generazioni di contadini panteschi hanno generato uno dei paesaggi agricoli più affascinanti e antichi del Mediterraneo. Sembra un pa-esaggio arrivato direttamente dal primo giorno della creazione del mondo, su cui sia intervenuto un popolo di giganti che l’ha trasformato di un immenso giardi-no. È questa la vera anima dell’isola di Pantelleria, non potete sottrarvi al suo abbraccio fantasmagorico dei colori di una natura dove tutto eccede, con as-soluta magnificenza. È un’isola da vivere

    nelle diverse stagioni dell’anno, da inizio primavera sino ad autunno inoltrato. Per chi ricerca una vacanza immersa in una natura incontaminata, lontana ed estra-nea al caos della vita moderna, è l’ideale. Per chi arriva sull’isola si apre una di-mensione spazio/temporale a se stante,

    dove tutto sembra rallentarsi per dare un nuovo tempo a questa esperienza. l’orografia dell’isola la si domina dalla sommità della Montagna Grande. Sco-prirete boschi, radure, coni, sciare che si protendono sul mare a precipizio, alter-nandosi ai terrazzamenti sui declivi trat-

    Pantelleria, ovvero come è bello rilassarsi fuori stagione

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    teggiati dai muretti a secco. a primavera è un trionfo di verde e di fiori e di profumi di macchia mediterranea e di salmastro insieme. i germogli della vite ad alberel-lo sono di verde lucente e promettono una frutta deliziosa e dolce e fragrante come solo sa essere la regina delle uve siciliane, lo zibibbo di Pantelleria. Come spiegare tutta questa bellezza e bontà, su quest’isola, quando si viene a sapere che non c’è alcuna fonte d’acqua per ir-rigare. il mistero viene dall’aria, dal gioco delle correnti che su Pantelleria - l’isola

    di tutti i venti - magicamente apportano umidità. nelle ore più fresche della not-te questa rugiada si condensa e riesce a bagnare terreni e cose. È un ecosistema tra i più complessi ma meravigliosamente sorprendente. Questo paradiso - scelto come buen ritiro di personaggi importanti della moda e del design italiano - meri-

    ta di essere scoperto nelle sue peculiari sfaccettature anche in autunno e prima-vera, per un fuori stagione dedicato an-che al benessere fisico, al movimento, allo sport e all’aria aperta.Pantelleria è a tutti gli effetti un centro benessere naturale, a cielo aperto, dove ai fanghi termali del lago Specchio di Venere (nelle cui vasche fuoriesce ac-qua ad oltre 50 gradi) si accosta la sau-na naturale di Sibà (detta anche Grotta di Benikulà), una grotta formata da una faglia nella roccia all’interno della quale,

    a intermittenza, fuoriesce vapore acqueo a circa 40°C. Ma le meraviglie per il ristoro del nostro equilibrio, o per la semplice soddisfa-zione del desiderio di scoprire, non si riducono alle acque termali. la Monta-gna Grande offre infatti, lungo i suoi 836 metri, percorsi ideali per gli amanti della

    natura e del trekking attraverso nume-rosi sentieri in mezzo a boschi di lecci e pini marittimi. dalla cima, si domina con uno sguardo tutta l’isola, ed è persino possibile ammirare i tramonti africani e, durante le belle giornate, la Sicilia. im-possibile, allora, stupirsi che l’intera isola di Pantelleria sia stata dichiarata Parco nazionale.Ma ognuno di questi doni, a seconda del periodo dell’anno, cambia pelle, colore, in un costante rinnovamento lontanis-simo dagli inquinamenti acustici e lumi-

    nosi della città. Pensare di svegliarsi in un dammuso a ottobre, o ad aprile, affac-ciandosi direttamente sul mare, è un so-gno a occhi aperti che però ha bisogno di poco per realizzarsi, un sogno descritto perfettamente da Garcia Marquez quan-do dichiarava che Pantelleria “È più bella della luna”.

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    PERIODICITàQUattRo Edizioni l’anno

    DATA COPERTInA n° 1 diCEMBRE 2018n° 2 aPRilE 2019n° 3 lUGlio 2019n° 4 ottoBRE 2019n° 5 diCEMBRE 2019

    COPIES12.000 FoR Edition

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