Il Training Autogeno. Come custodire e recuperare la salute

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Il Training autogeno viene semplicemente definito una tecnica di rilassamento, ma è molto di più, è una tecnica di trattamento, di cura con mezzi psichici di disturbi più svariati e finalizzata in primis al mantenimento di uno stato di benessere, con lo scopo di prevenire(soprattutto in presenza di stress), di curare (ha indicazioni elettive per stati d’ansia, disturbi psicosomatici, insonnia ecc) e di rafforzare le cure mediche in altre patologie. Il T.A. può permettere anche una “diagnosi precoce” di malattia, poichè durante l’esecuzione degli esercizi, possono manifestarsi sintomi che sono l’espressione di manifestazioni patologiche non ancora percepite ed inoltre il T.A aumenta in generale, la percezione e la consapevolezza del proprio stato psico-corporeo.

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Patrizia Del Verme

Il Training Autogeno

Come custodire e recuperare la salute

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A mio padre sempre vivo nel ricordoA mia madre

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Prima Edizione: 2014

ISBN 9788898037490

© 2014 Edizioni Psiconline - Francavilla al MarePsiconline® Srl66023 Francavilla al Mare (CH) - Via Nazionale Adriatica 7/ATel. 085 817699 - Fax 085 9432764Sito web: www.edizioni-psiconline.ite-mail: [email protected]

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I diritti di riproduzione, memorizzazione elettronica e pubblicazione con qualsiasi mezzo analogico o digitale (comprese le copie fotostatiche e l’inserimento in banche dati) e i diritti di traduzione e di adattamento totale o parziale sono riservati per tutti i paesi.

Finito di stampare nel mese di Maggio 2014 in Italia da Universal Book srl - Rende (CS) per conto di Edizioni Psiconline® (Settore Editoriale di Psiconline® Srl)

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INDICE

Prefazione

Premessa

Obiettivi I Capitolo - Come predisporsi al T.A. ed ottenere gli effetti

Origine del T.A.Il T.A. in Italia Che cos’è il T.A. Lo scopo del T.A.I principi psicofi siologiciLe misure oggettive di ciò che accade a livello neurofi siologicoProcessi neurofi siologici implicatiGli effetti generali del T.A.

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II Capitolo - Le indicazioni nei disturbi fi sici e psichici

Indicazioni elettiveAltre indicazioniLe controindicazioni

III Capitolo - Effettuare il T.A. Chi, Quando, Dove e Come

Svolgimento

IV Capitolo - Fenomeni particolari

DisturbiScariche autogeneResistenze

V Capitolo - Le Formule

VI Capitolo - Formule di proponimento

Caratteristiche formuleFormule per disturbi prevalentemente psichici Formule per disturbi prevalentemente so-matici

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Che cosa sonoCome funzionanoLa visualizzazioneFormule elaborate da pazienti

Conclusioni

Ringraziamenti

Bibliografi a

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PREFAZIONE

Questo lavoro si rivolge a tutti coloro che pensano che il destino non sia una fatalità e che sia possibile intervenire nello sviluppo della propria vita e che se ne possa modifi care favorevolmente il corso nono-stante la malattia, la sofferenza e la morte. Infatti, l’esperienza del senso di benessere attivamente co-struito attraverso la psicoterapia e/o il training auto-geno fa esperire un sentimento potente di presenza nel mondo e di potere su se stessi e quindi sul pro-prio cammino nella vita.

Il processo che va innescato è la conquista di nuo-vi atteggiamenti e comportamenti, per sostituire gli automatismi del pianto, della rinuncia, del rimpianto e della colpa che avvelenano il nostro organismo, le nostre relazioni e le nostre esistenze.

Scegliere coscientemente di vivere il benessere, la gioia, i sentimenti positivi, ed evitare, non nutrire

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quelle che Spinoza defi nisce le “passioni tristi”, non signifi ca che si è incoerenti, superfi ciali o egoisti, al contrario è far di se stessi individui capaci di contri-buire alla costruzione di un mondo migliore diffon-dendo serenità, gioia ed equilibrio intorno a sé.

Questo orientamento fi losofi co e l’intervento del training autogeno si inscrivono in una visione del mondo “ecologica” e delle relazioni umane, non più fondate sulla concorrenza e la competizione ma sulla fi ducia nel proprio essere, nel riconoscersi il proprio valore e dando lo stesso all’altro, creando solidarietà, non divisioni, senza perseguire più il culto delle pre-stazioni migliori e dell’essere i primi a tutti i costi.

Trovare percorsi psichici e/o fi sici che consentano all’essere umano oggi di guidare le proprie emozioni è senz’altro tra le soluzioni migliori per uscire dal-la “crisi emozionale” che tormenta la nostra società dell’abbondanza, che genera nelle persone ormai frequentemente malessere, angoscia, depressione collettiva, da cui si cerca di uscire fuori attraverso sempre più abbondanza, consumo e stress.

Il benessere, le emozioni positive costituiscono l’intelligenza del cuore, che accanto all’intelligenza dello spirito e all’intelligenza del cuore, integrate,

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costituiscono la nostra umanità e integrarle è il com-pito di ogni individuo forse la realizzazione perso-nale potrebbe diventare il “lievito nella massa”, il motore per rendere il nostro mondo migliore.

Lidia Provenzano

Docente di Tecniche del Colloquio Psicologico Facoltà di Medicina e Psicologia

Università di Roma “La Sapienza” Psicoterapeuta

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PREMESSA

La salute viene solitamente collocata al primo po-sto nell’elenco dei valori più importanti, e ad un’a-nalisi non superfi ciale, essere sani per noi non è sol-tanto assenza di malattia fi sica, ma è il sentirsi in armonia con noi stessi, è il desiderio che il corpo, la psiche e lo spirito non ci diano problemi tali da impedirci di vivere nel modo che riteniamo più con-geniale. Come scrive Gonzales (2003) la salute è un dono che deve essere coltivato in modo attivo. Sono doverosi per noi la collaborazione e lo sforzo per conservarla e recuperarla. Nello stesso tempo ce la dobbiamo augurare come dono del cielo e della vita. Quando nonostante l’impegno della nostra libertà e la ricerca dell’apporto dei fattori determinanti la salute, ci visita la malattia, non dobbiamo perdere la calma né cadere in sensi di colpa, perché possia-mo dirci “Ho fatto tutto quello che ho potuto”.

Fino a poco tempo fa si riteneva che la malat-tia fosse un fenomeno prevalentemente involonta-

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rio: pertanto scaricavamo la nostra responsabilità sull’eredità genetica, sulla cattiva sorte, sulla ceci-tà del destino, sui piani imperscrutabili di Dio. Ora sappiamo che gli atteggiamenti mentali, special-mente nei casi di stress, i pensieri, i sentimenti che custodiamo nel cuore, gli eccessi nel comportamen-to riescono ad alterare la salute. Alcuni specialisti sostengono e dimostrano che più dell’80 per cento delle nostre malattie organiche derivano dallo stress. Per stress intendiamo la somma delle reazioni messe in atto dall’organismo di fronte a qualunque stimolo fi sico, ambientale, mentale o emozionale che tenda a perturbarne l’equilibrio. Quando tali risposte sono inadeguate o prolungate nel tempo si può giungere alla malattia, come dimostra la psiconeuroendocri-noimmunologia. Ancora oggi la medicina uffi ciale, nonostante tutto, continua a pensare alla salute come salute del corpo e quando parla di prevenzione fa riferimento soltanto all’alimentazione e all’attività fi sica.

È dimostrato da più parti invece, come alcune tec-niche psicologiche, soprattutto in situazioni di stress possano aiutare a mantenere l’equilibrio mente-cor-po. Una di queste è certamente il Training Autogeno di Schultz, una tecnica che pratico su me stessa e sui miei pazienti da circa 30 anni e che ha alle spalle anni di ricerche in campo medico e psicologico.

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OBIETTIVI

Esistono molti libri sul T.A. di esperti del setto-re, che si rivolgono a loro volta a professionisti del campo, libri di pseudo-esperti che non hanno alcuna formazione o un percorso di studio specifi co e che asseriscono di praticare il T.A., ma di fatto utilizza-no tecniche di rilassamento di vario genere. Questo libro vuole essere divulgativo, arrivare agli addetti ai lavori e non, tanto da rendere il T.A. di Schultz accessibile a tutti, senza per questo perdere in scien-tifi cità, con suggerimenti ed accorgimenti pratici per apprenderlo e per superare le più frequenti diffi coltà. Mi riferisco ovviamente, agli esercizi inferiori del T.A., poiché quelli superiori richiedono la guida di uno psicoterapeuta

C’è in generale una grande confusione... Si affer-ma di effettuare il T.A. nelle palestre, dopo le lezioni di yoga, negli allenamenti sportivi ecc., utilizzando le frasi più diverse e soprattutto guidandolo. Il T.A. di Schultz o autoipnosi per defi nizione è autogeno,

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non può essere guidato, se non in una fase iniziale ma in situazioni particolari, altrimenti diventa un’al-tra cosa, diventa una forma di ipnotizzazione ete-ro indotta ed inoltre il T.A. richiede “formule” ben precise e sperimentate.

Comunemente il T.A. viene semplicemente defi -nito una tecnica di rilassamento, ma è molto di più, è una tecnica di trattamento, di cura con mezzi psi-chici di disturbi più svariati e fi nalizzata in primis al mantenimento di uno stato di benessere, con lo scopo di prevenire, curare e rafforzare le cure me-diche. Diventa a tutti gli effetti psicoterapeutica se proposta da persona preparata e nell’ambito di un progetto specifi co. Con il T.A. inoltre, si può otte-nere la quiete dei sensi, il silenzio interiore che è la condizione necessaria, come sostengono i maestri di mistica occidentale, fra cui San Giovanni della Cro-ce, per pregare e rivolgere un pensiero a Dio.

Il libro si rivolge primariamente a persone che vo-gliano utilizzare il T.A. a fi ni preventivi soprattut-to in situazioni di stress e a quelle che presentano problematiche ma non già strutturate e cronicizza-te, poiché in questi casi è necessaria la guida di uno psicoterapeuta (psicologo o medico), in un rapporto individuale o di gruppo. Questo libro nasce, soprat-tutto, dalla richiesta dei partecipanti ai miei corsi esperienziali, di avere qualcosa di scritto e semplice

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sul training autogeno. Quanto si propone nei capitoli che seguono, è il frutto di formazione specifi ca, ma anche e soprattutto di esperienze concrete: sia nel-la pratica clinica, che nei gruppi di formazione ed esperienziali.

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I CAPITOLO

Come predisporsi al T.A. ed ottenere gli eff etti

Qualsiasi attività si voglia fare, è fondamentale, essere convinti e motivati, credere che possa effet-tivamente aiutare ad essere utile. Nel caso del T.A., avere ben chiaro che cosa si desidera da esso: benes-sere, salute, equilibrio ecc., altrimenti viene svolto il tutto con superfi cialità, poca precisione e poca con-tinuità.

Sono importanti anche per il T.A., alcune indi-cazioni che Kabat-Zinn (2011) suggerisce per la Mindfulness:

- Il non giudizio: sospendere i giudizi e porsi come osservatore verso qualsiasi cosa si pre-senti, mentre si pratica il T.A., soprattutto all’inizio.

- Pazienza: nasce dalla comprensione e accetta-zione del fatto che le cose hanno un loro natu-

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rale tempo di maturazione. Il T.A. richiede dei tempi per essere appreso.

- Mente del principiante (Zen): una mente che è disposta a guardare ogni cosa come se la ve-desse per la prima volta “lasciando cadere ogni aspettativa basata su esperienze o idee prece-denti”, porsi come un bambino verso le cose nuove, con stupore, come scoperta.

- Fiducia: sviluppare una fi ducia di fondo nella propria esperienza e nelle proprie sensazioni, fi darsi della propria intuizione e delle proprie possibilità.

- Non cercare di ottenere risultati ma stare a guardare, lasciare che succeda.

- Accettazione signifi ca vedere le cose così come sono nel momento presente, cercando di non sovrapporre all’esperienza i propri pregiu-dizi, le proprie idee su cosa si dovrebbe senti-re o pensare, ma restando ricettivi a ciò che si sente in quel momento.

- Lasciarsi andare: non è un’esperienza strana e sconosciuta, la incontriamo ogni sera quando ci addormentiamo

- Impegno e autodisciplina, praticare regolar-mente non è diffi cile una volta che si è deciso di farlo, stabilendo un tempo da dedicare alla pratica. Tutti abbiamo una certa capacità di au-

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todisciplina, basti pensare all’organizzazione della nostra giornata, del lavoro.

Per essere convinti della bontà del metodo è op-portuno acquisire una serie di informazioni: sulla sua storia, sui principi psicofi siologici che sono alla base del T.A. e su che cosa si va a fare nello speci-fi co.

Origine del T.A.

Il T.A. trova la sua origine nell’ipnosi, come molte altre terapie e tecniche, basti pensare alla stessa psi-coanalisi, a cui Schultz tra l’altro si era sottoposto. Schultz dopo aver conosciuto Vogt, iniziò a speri-mentare il “metodo frazionato” o “ipnosi fraziona-ta”. Nell’ipnosi frazionata il paziente viene “ripor-tato allo stato di veglia dopo alcune suggestioni e viene interrogato su ciò che ha vissuto. In questo modo si viene a sapere cosa è accaduto in lui e quali suggestioni hanno avuto una risonanza interna. Si rinforzano allora queste ultime, se ne aggiungono delle altre nuove, si interrompe di nuovo, si esplo-ra, si ipnotizza ancora ecc.” (Hoffmann 1980). Dopo una serie di sedute ipnotiche ai soggetti veniva chie-sto di arrivare da soli allo stato ipnotico. Le autode-scrizioni delle persone che erano state sottoposte ad

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ipnosi vennero annotate da Schultz. Tutti riferivano di percepire una piacevole sensazione di calma, di benessere, di distensione, nonché sensazioni di pe-santezza e poi di calore in tutto il corpo.

Come scrive Thomas (1986) il training autogeno deve la sua origine a due interrogativi semplici ma geniali da parte di Schultz. Che cosa succederebbe se le sensazioni fi siche descritte dai soggetti ipno-tizzati venissero comunicate ad un soggetto sveglio con un linguaggio a formule calmo e penetrante? Ne risulterebbe lo stesso stato di rilassamento fi sico-psi-chico dell’ipnosi. Se il soggetto immaginasse e ripe-tesse da solo queste formule che cosa accadrebbe? Lo stesso risultato. Era nata così l’autoipnosi, le cui caratteristiche essenziali sono espresse dal suo stes-so nome: è autogena, cioè indotta dallo stesso sog-getto che la pratica; e il termine training indica la necessità di esercizi sistematici e ripetuti.

Il T.A. in Italia

Il Prof. Tullio Bazzi di Roma è stato il pioniere in Italia del T.A. già negli anni ̕50. Importante per la diffusione in Italia è stata l’edizione italiana della 12° edizione tedesca del libro di Schultz “Das Auto-gene Training”, la cui traduzione è stata curata dal

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