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CLAUDIO BOIDO Professore Associato di Economia degli Intermediari Finanziari, Università di Siena Recuperare l'affidabilità con la certificazione di qualità finanziaria Iso 22222 di Claudio Boido L e progressive difficoltà sui mercati finanziari durante il pe- riodo luglio 2007-2008 hanno contribuito a stimolare ampi e qualificati dibattiti sulle cause della crisi. In questa breve nota il focus del problema è di verificare se il nuovo impianto regolamentare della certificazione di qualità dei processi di pia- nificazione finanziaria Iso 22222 1 , possa contribuire a migliorare la relazione fra intermediari finanziari, pianificatori, operatori fi- nanziari e clientela al fine di ridurre le possibilità di errore nelle scelte di allocazione delle attività nel portafoglio. Alcuni problemi legati ad aspetti regolamentari e a controlli errati o assenti hanno concorso a determinare la crisi. Diversi studiosi e operatori del mercato hanno associato le difficoltà sui mercati finanziari all'esplosione dei mutui subprime, favoriti da una normativa più blanda" e dalla facilità di cartolarizzare i pre- stiti concessi sia con il metodo tradizionale che in modo sintetico con l'ausilio dei credit derivatives, usati in modo improprio ri- spetto agli obiettivi iniziali. L'utilizzo della leva finanziaria, che ha consentito di prendere posizioni sul mercato senza avere un'ade- guata copertura di capitale, ha facilitato la crescita di questo segmento del mercato senza che gli intermediari fornissero sufficienti garanzie. : La tabella sottostante evidenzia la crescita della componente subprime sul mercato dei mutui 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Mutui (mld $) 2215 2885 3945 2920 3120 2980 Mutui subprime (mld $) 190 231 335 540 625 600 Quota (%) 8,6% 8,0% 8,5% 18,5% ^20,0% 1 20,1% La tabella successiva mostra l'incremento del peso dei mutui subprime cartolarizzati rispetto ai puri subprime 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Mutui subprime (mld $) 190 231 335 540 625 600 Subprime Mbs (mld$) 95 121 202 401 Quota 50,4 52,7 60,5 i 74,3 507 483 Fonte: Inside Mortgage Finance, The 2007 Mortgage Market Statistical Annual. 81,2 80,5 Fonte: InsideMortgage Finance. The 2007 Mortgage Market Statistica! Annual. Lo scenario descritto rileva delle evidenti responsabilità dei regulator che, intervenendo sulle modalità di investimento consentite alle banche in relazione al capitale, hanno facilita- to l'implementazione di posizioni rischiose. Con l'adozione degli International accounting standards le banche hanno valutato (fino al terzo trimestre 2008) i titoli al mark to market, ciò da un lato garantisce una rappresentazione più corretta del valore degli asset in bilancio, ma dall'altro, in caso di diminuzione dei prezzi dei titoli, costringe l'interme- diario a intervenire sul capitale per far fronte alle perdite. Lo Ias oriented market price è prò ciclico, poiché tende a deter- minare l'instabilità delle istituzioni in presenza di avversi andamenti dei mercati. L'applicazione delle regole previste da Basilea 2, in un contesto di crisi, spinge le banche a ridur- re i prestiti concessi, contribuendo in tal modo alla mancan- za di liquidità dei prenditori. L'andamento negativo dei mercati ha evidenziato, osservando i comportamenti dei risparmiatori, la presenza di una scarsa edu- cazione finanziaria. Mettiamo a fuoco opportunità che agli altri sfuggono

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CLAUDIO BOIDOProfessore Associato di Economia degliIntermediari Finanziari, Università di Siena

Recuperare l'affidabilità con la certificazionedi qualità finanziaria Iso 22222

di Claudio Boido

Le progressive difficoltà sui mercati finanziari durante il pe-riodo luglio 2007-2008 hanno contribuito a stimolare ampie qualificati dibattiti sulle cause della crisi. In questa breve

nota il focus del problema è di verificare se il nuovo impiantoregolamentare della certificazione di qualità dei processi di pia-nificazione finanziaria Iso 222221, possa contribuire a migliorarela relazione fra intermediari finanziari, pianificatori, operatori fi-nanziari e clientela al fine di ridurre le possibilità di errore nellescelte di allocazione delle attività nel portafoglio.Alcuni problemi legati ad aspetti regolamentari e a controllierrati o assenti hanno concorso a determinare la crisi. Diversistudiosi e operatori del mercato hanno associato le difficoltà suimercati finanziari all'esplosione dei mutui subprime, favoriti dauna normativa più blanda" e dalla facilità di cartolarizzare i pre-stiti concessi sia con il metodo tradizionale che in modo sinteticocon l'ausilio dei credit derivatives, usati in modo improprio ri-spetto agli obiettivi iniziali. L'utilizzo della leva finanziaria, che haconsentito di prendere posizioni sul mercato senza avere un'ade-guata copertura di capitale, ha facilitato la crescita di questosegmento del mercato senza che gli intermediari fornisserosufficienti garanzie. :

La tabella sottostante evidenzia la crescita della componentesubprime sul mercato dei mutui

2001

2002

2003

2004

2005

2006

Mutui(mld $)2215

2885

3945

2920

3120

2980

Mutui subprime(mld $)190

231

335

540

625

6 0 0 •

Quota(%)8,6%

8,0%

8,5%

18,5%

^20,0% 1

20,1%

La tabella successiva mostra l'incremento del peso dei mutuisubprime cartolarizzati rispetto ai puri subprime

2001

2002

2003

2004

2005

2006

Mutui subprime(mld $)190

231

335

540

625

600

Subprime Mbs(mld$)95

121

202

401

Quota

50,4

52,7

60,5

i 74,3

507

483

Fonte: Inside Mortgage Finance, The 2007 Mortgage Market Statistical Annual.

81,2

80,5

Fonte: Inside Mortgage Finance. The 2007 Mortgage Market Statistica! Annual.

Lo scenario descritto rileva delle evidenti responsabilità deiregulator che, intervenendo sulle modalità di investimentoconsentite alle banche in relazione al capitale, hanno facilita-to l'implementazione di posizioni rischiose. Con l'adozionedegli International accounting standards le banche hannovalutato (fino al terzo trimestre 2008) i titoli al mark tomarket, ciò da un lato garantisce una rappresentazione piùcorretta del valore degli asset in bilancio, ma dall'altro, incaso di diminuzione dei prezzi dei titoli, costringe l'interme-diario a intervenire sul capitale per far fronte alle perdite. LoIas oriented market price è prò ciclico, poiché tende a deter-minare l'instabilità delle istituzioni in presenza di avversiandamenti dei mercati. L'applicazione delle regole previsteda Basilea 2, in un contesto di crisi, spinge le banche a ridur-re i prestiti concessi, contribuendo in tal modo alla mancan-za di liquidità dei prenditori.

L'andamento negativo dei mercati ha evidenziato, osservando icomportamenti dei risparmiatori, la presenza di una scarsa edu-cazione finanziaria.

Mettiamo a fuoco opportunità che agli altri sfuggono

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Oppc :hio

BORSEMOSCASHANGHAIMILANOPARIGITOKIOFRANCOFORTENEW YORKLONDRA

2008-67,29%-65,12%-49,53%-42,70%-42,12%-40,37%-39,35%-31,97%

Fonte: II Sole 24 Ore

L'esigenza di migliorare il livello di educazione finanziaria èsentito da tutti i Paesi e ciò ha spinto l'Ocse alla redazione di undocumento4 con l' obiettivo di coinvolgere soggetti pubblici eprivati (ministeri dell'economia, banche centrali, autorità di vi-gilanza, intermediari finanziari, fondazioni, associazioni e sinda-cati) nella ricerca di sinergie operative.L'Ocse ha dato la seguente definizione di educazione finanziariaspecificando che «...consente alle persone di migliorare la cono-scenza dei prodotti e dei concetti finanziari e di sviluppare leabilità necessarie per perfezionare la propria alfabetizzazione inquesto settore, ovvero la consapevolezza dei rischi e delle op-portunità in campo finanziario e per operare una scelta consape-vole dei servizi finanziari».Risulta chiaro che l'educazione finanziaria non rappresenta lapanacea per garantire il funzionamento del sistema finanzia-rio e per evitare l'insorgere di crisi, ma potrebbe essere lostrumento volto a migliorare il livello qualitativo dei parteci-panti al mercato. Lo sforzo non deve essere rivolto alla fasciadi reddito elevata, ma alle fasce del risparmiatore medio, lacui scarsa conoscenza ha favorito l'insorgere del mercato deimutui subprime. Paradossalmente la crisi finanziaria ha mi-gliorato il livello di educazione finanziaria dei risparmiatori,infatti la ricorrenza di termini e di acronimi criptici quali peresempio cds, cdo, subprime titoli tossici, hanno costretto irisparmiatori a documentarsi per comprendere il loro signifi-cato, poiché in diverse circostanze il personale dell'interme-diario finanziario non ha saputo effettuare una efficace azionedi education.Molti risparmiatori, pur avendo un rapporto con i promotorifinanziari ( e con gli operatori bancari), non colgono l'esattosignificato di termini tradizionali quali: inflazione, rendimentoeffettivo e di fatto penalizzano la possibilità di pianificare e diselezionare un asset allocation più rispondente al proprio li-vello di conoscenza e di aspettativa, secondo il profilo di ri-

schio/rendimento prescelto.La scarsa diffusione di cultura finanziaria si manifesta nonsolo nei Paesi finanziariamente meno evoluti, ma anche inquelli anglosassoni ( al riguardo un'indagine del Financialservice authority condotta nel 2006 mostra che il 70% dei ri-sparmiatori intervistati non disponeva di fondi per fronteg-giare improvvise riduzioni del reddito). Le conoscenze inmateria finanziaria da parte dell'operatore famiglia sono li-mitate alla gestione del conto bancario e alle forme di paga-mento utilizzate, ma nella maggior parte dei casi si riscontrauna scarsa informazione sui temi riguardanti la gestione delrisparmio, le forme previdenziali e assicurative e la gestionedel rischio di interesse.Un'indagine della Banca d'Italia sui bilanci delle famiglie(2006) mostra i seguenti dati. Soltanto:

• il 27% degli intervistati è in grado di calcolare il rendi-mento di un titolo;• il 40% è capace di calcolare gli interessi maturati in unconto corrente;• il 50% è in grado di distinguere tipologie differenti dimutuo, oppure leggere l'estratto conto;• il 60% è in grado di calcolare le variazioni del potere diacquisto di una data somma di denaro.

I dati non migliorano se estendiamo l'analisi al contesto in-ternazionale;

• negli Stati Uniti il 50% degli adulti e il 66% degli studen-ti della high school hanno mostrato insufficienti cono-scenze su concetti quali l'inflazione e il tasso di interes-se;• nel Regno Unito meno del 40% dei soggetti intervistatiha dichiarato di sentirsi confident nell'effettuare decisionidi tipo finanziario;• in Giappone il 71% degli adulti non ha conoscenze suffi-cienti per effettuare investimenti in obbligazioni e azio-ni;• in Australia il 37% degli adulti ha mostrato di non sapere il valo-re di un investimento nel tempo.

L'importanza dell'educazione finanziaria può essere evidenziata daiseguenti dati: i soggetti che hanno seguito una consulenza prima dicontrarre un mutuo hanno avuto un tasso di insolvenza inferiore al13%, rispetto a coloro che avevano effettuato la scelta da soli.La Commissione europea ha definito alcuni principi che se adottatipotranno contribuire a migliorare il livello medio di cultura finanzia-ria. Possiamo richiamare i punti, evidenziati nel documento dellaCommissione «Principi e buone pratiche per la consapevolezza el'educazione finanziaria».

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Opportuni i; —-- ato e

Q l'educazione finanziaria dovrebbe essere disponibile eattivamente sostenuta su base continuativa in tutte le fasidella vita;Q i programmi di educazione finanziaria dovrebbero esserecalibrati sulle esigenze specifiche dei consumatori. A tal finedovrebbero essere effettuare preventivamente ricerche sul li-vello attuale di consapevolezza finanziaria dei consumatoriper individuare gli aspetti più bisognosi di approfondimento.I programmi dovrebbero essere disponibili in tempo utile efacilmente accessibili;Q i consumatori dovrebbero essere formati sulle questionieconomiche e finanziarie il più, precocemente possìbile, co-minciando dalla scuola. Le autorità nazionali dovrebberoprendere in considerazione la possibilità di rendere l'educa-zione finanziaria una materia obbligatoria dei curriculascolastici;Q i programmi di educazione finanziaria dovrebbero com-prendere strumenti generali per sensibilizzare i partecipantisulla necessità di migliorare la comprensione degli aspettifinanziari e dei rischi connessi;@ ì programmi di educazione finanziaria offerti da opera-tori del settore dovrebbero essere impartiti in modo equo,trasparente e obiettivo accertandosi che essi siano semprenell'interesse del consumatore;(5) i formatori dovrebbero disporre di una preparazione e dirisorse adeguate per realizzare i programmi di educazionefinanziaria in modo positivo e convincente;Q dovrebbe essere favorito il coordinamento a livello nazio-nale tra gli operatori del settore per ottenere una chiara de-finizione dei ruoli, facilitare lo scambio di esperienze, razio-nalizzare le risorse e definire le priorità. Dovrebbe esseremigliorata la cooperazione a livello internazionale tra isti-tuzioni finanziarie per facilitare lo scambio delle miglioripratiche.© i docenti incaricati dei corsi di educazione finanziariadovrebbero valutare periodicamente e , quando necessario,aggiornare i programmi per allinearli alle migliori pratichedel settore.

Tali principi si integrano nell'obiettivo di miglioramento dei bene-fici che i cittadini dell'area euro potranno ricavare dal processo diintegrazione dei mercati finanziari con il fine ultimo di accrescereil livello di alfabetizzazione finanziaria.Nell'anno in corso, alla luce delle difficili situazioni manifestatesinel 2008, come si può pensare di recuperare la credibilità e la fi-ducia dei risparmiatori da parte degli intermediari finanziari?

È possibile presentarsi in modo nuovo o garantendo il risparmia-tore sull'affidabilità della consulenza in campo finanziario?È plausibile mantenere lo stesso livello di commissioni sulle ge-stioni a prescindere dal risultato ottenuto nell'anno trascorso?La risposta alle domande appare di non facile soluzione, soprat-tutto se si pensa che i robusti impianti regolamentari ( Mifid,Basilea 2), la presenza di strumenti di tutela per il risparmiato-re voluti e gestiti dalle associazioni di categoria (Patti Chiari'5) eil ruolo attivo svolto dalle società di rating non sono riusciti aprevedere e a gestire la crisi finanziaria.

UN NUOVO MODO DI GESTIRE I RAPPORTI CON LA CLIENTELA:ISO 22222 Lei direttiva 2004/39/Ce (direttiva Mifid), indi-viduando i nuovi confini della consulenza finanziaria, ovve-ro includendola tra i servizi e le attività di investimento, hasostituito la precedente direttiva 93/22/Cee, che avevaclassificato l'attività di consulenza in materia di investimen-ti in strumenti finanziari tra i servizi accessori . Nella Mi-fid si specifica che l'esercizio professionale dell'attività diconsulenza nei confronti del pubblico è riservato alle im-prese di investimento, alle banche, alle Sgr e alle società digestione armonizzate, qualora autorizzate nello Stato mem-bro di origine (art. 18, commi 1 e 2 del Tuf). Il decreto le-gislativo n. 164/2007, all'articolo 18 bis, ha posto l'attenzio-ne sulla consulenza in materia di investimenti effettuata dapersone fisiche in possesso di requisiti di professionalità,onorabilità, indipendenza e patrimoniali stabiliti con appo-sito regolamento adottato del ministero dell'Economia edelle finanze. Di conseguenza l'esercizio del servizio diconsulenza in materia di investimenti sarà subordinata al-l'iscrizione in un apposito albo, tenuto da un costituendoorganismo, al quale saranno demandate le funzioni di vigi-lanza e potestà sanzionatoria nei confronti dei soggettiiscritti7.

L'art 18 bis comma 5 del Tuf demanda alla Consob la pote-stà regolamentare dei principi della consulenza in materiadi investimenti.Il modello adottato si ispira ai seguenti principi come si ri-porta dalla documentazione Consob:

0 favorire lo sviluppo e la competitivita del mercato dellaconsulenza in materia di investimenti nonché la concor-renza tra i diversi operatori, attraverso la creazione di uncontesto normativo che assicuri parità di accesso al mer-cato e condizioni equivalenti di esercizio dell'attività;@ contenere l'impatto dei costi di compliance e garantirela sostenibilità della regolamentazione da parte dei consu-

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lenti finanziari persone fisiche, nel rispetto del principiodi proporzionalità di cui all'art. 6, comma 1 del Tuf;@ assicurare un livello di protezione dei clienti equiva-lente a quello offerto dalla disciplina dei soggetti abilitati,articolando l'apparato delle tutele in funzione del diversogrado di conoscenza ed esperienza degli investitori;Q conseguire l'Uniformità della disciplina di trasparenzae di correttezza del servizio di consulenza in materia diinvestimenti nonché assicurare, per quanto possibile, laconformità della disciplina dei consulenti finanziari per-sone fisiche al regime normativo Mifid;© con riferimento alle regole di organizzazione, assicura-re il rispetto dei criteri di adeguatezza e proporzionalità,avendo riguardo sia in generale alle peculiarità che con-notano l'esercizio di un'attività economica organizzata informa individuale, sia alle specifiche dimensioni e com-plessità dell'attività del singolo consulente sia, infine, aitratti distintivi che caratterizzano il modello di regolazio-ne del conflitto di interessi adottato dall'ari. 18 bis del Tufrispetto a quello di derivazione comunitaria.

In questo nuovo contesto compare la figura del consulentefinanziario indipendente, che opererà in proprio e non po-trà effettuare attività di intermediazione, ma conseguirà laremunerazione a parcella per il servizio di consulenza inmateria di investimenti nel rispetto dei requisiti di indipen-denza previsti dall'articolo 6 del Regolamento di disciplinadei requisiti di professionalità, di onorabilità, di indipen-denza e di contenuto patrimoniale necessari per l'iscrizio-ne all'«Albo delle persone fisiche consulenti finanziari» delministero dell'Economia e delle finanze.Il corpo normativo della consulenza in materia di investi-menti appare solido e garantista per il piccolo risparmiato-re, in tal modo tutelato da una normativa che impone diver-si controlli ai soggetti autorizzati a svolgere la gestione delrisparmio.

La presenza di una normativa più puntuale rispetto al pas-sato non consente alla banca specializzata nella pianifica-zione finanziaria o al financial planner di qualificarsi comeun soggetto professionale sulla base di una semplice affer-mazione pubblicitaria o perché sia dotato di una piattafor-ma finanziaria tecnologicamente avanzata. Spesso il ri-sparmiatore si trova a dover individuare sul mercato ilsoggetto professionale a cui affidare le proprie scelte diinvestimento.

Nell'ultimo decennio si riscontrata una crescita delle figu-re professionali che svolgono attività di consulenza in ma-teria di investimenti e le proiezioni, evidenziate nella tabel-la, confermerebbero il trend.

Employment2006

Financial Analysts and perso-nal financial advisors8

Financial Analysts

Personal financial advisors

ProjectedEmployment2016

397.000

221.000

176.000

544.000

295.000

248.000

Fonte: Department ot Labor Bureau ot Labor Statistics Usa (www. bis.gov)

La recente crisi finanziaria ha fatto sorgere molti dubbi tra laclientela sulla qualità dei servizi di investimento erogati. Il datonegativo del 2008 riferito alla raccolta netta dei fondi, come sievidenzia nella tabella sottostante, dai fondi comuni collocati inItalia deve evidenziare il fatto che la distribuzione di questi pro-dotti negli anni passati è avvenuta attraverso le reti di promotorifinanziari, che non sono state in grado di offrire una consulenzaidonea e continuativa soprattutto nei momenti di crisi. I rispar-miatori si chiedono se sia corretto remunerare il gestore deiportafogli e di conseguenza il pianificatore finanziario alla luce direndimenti modesti o addirittura negativi.

2008gennaio

febbraio

marzo

aprile

maggio

giugno

luglio

agosto

settembre

ottobre

novembre

dicembre

gen-09

RACCOLTA NETTA-19123-7336

-10351-8397-8052

-12639-13730-2886-9481

-22126-8171-7890

-4886

Fonte:

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Una prima reazione ha comportato una fuga dal risparmio ge-stito e ciò ha spinto gli intermediari finanziari a intraprenderenuove iniziative con l'obiettivo di recuperare credibilità e fiduciadalla clientela.In tale chiave di lettura è opportuno che la professionalità deiconsulenti non sia autoreferenziale, ma venga certificata da unsoggetto terzo e indipendente che attesti il raggiungimento deiparametri di riferimento prefissati, in tal modo per la clientelasarà più facile individuare sul mercato i soggetti che hanno laprofessionalità in materia di servizi di investimento.La recente normativa offrirebbe la soluzione al problema di recu-perare credibilità, infatti la Uni Iso 22222 è una norma tecnica'che certifica l'affidabilità e la competenza di chi fa consulenza fi-nanziaria, sia come attività indipendente, che nelle banche.In particolare l'impianto della Uni Iso 22222 permette di certi-ficare:

• la qualità dei consulenti, dei promotori e degli sportellisti(operatori) delle banche;

• l'affidabilità delle banche e dei processi utilizzati;• la correttezza nella proposizione degli strumenti finanziaririspetto alle esigenze e aspettative dei consumatori;

In sostanza mentre la Mifid delinea i caratteri della consulenza,la Uni Iso 22222 detta le regole di condotta, definendo in dettagliola metodologia di pianificazione, i comportamenti etici, i requisitidi competenza ed esperienza. Il recupero di credibilità è impor-tante in questo momento se si pensa che il 70% degli italiani, ingrado di risparmiare il 12,2% del proprio guadagno10, preferiscemantenere la propria liquidità in conto corrente, piuttosto chesottoscrivere differenti prodotti di investimento.L'Iso 22222 «Personal financial planning» offre l'individuazione diun processo relativo alla gestione dei piani di investimento perso-nali progettato da un pool di esperti nei diversi ambiti legali eco-nomici e culturali di 18 Paesi partecipanti e 29 osservatori n .In Italia, nel corso del corrente anno, i lavori preparatori all'entra-ta del corpo regolamentare nella normativa si svilupperannonell'ambito di 3 aree riguardanti una specifica tecnica " (guidaall'applicazione della Uni Iso 22222), una norma tecnica1'5 (Requi-siti di erogazione e monitoraggio del servizio di consulenza pre-visto dalla Uni Iso 22222) e un rapporto tecnico14 (Linee guidaper la scelta del pianificatore finanziario economico e patrimonia-le).L'aspetto innovativo della Uni Iso 22222 è di definire un bench-mark dì processo, di competenza e di prestazione accettato dallacomunità finanziaria per i fornitori dei servizi di pianificazionefinanziaria.I.o standard Iso definisce i sei step del processo del personal fi-nancial planning:Q costituzione di un rapporto fra cliente e pianificatore finanzia-

rio. In questo punto il pianificatore finanziario dovrà individuarel'ambito nel quale si svolgerà la relazione professionale, dandoenfasi all'obiettivo del servizio, al suo background professionalee alla sua conformità allo standard Iso 22222. Il pianificatore fi-nanziario, utilizzando metodologie diverse di reperimento di in-formazioni del cliente, dovrà precisare in modo chiaro l'entitàdella remunerazione richiesta, punuializzando tempi e modalitàdel servizio e degli incontri con il cliente;Q determinazione degli obiettivi e raccolta dati. In questa fase ilpianificatore finanziario richiede informazioni rilevanti in temadi situazione finanziaria (stato patrimoniale e conto economico)di propensione al rischio finanziario, di coerenza degli investi-menti con le esigenze temporali ed etiche manifestate dal cliente.Si ravvisa l'opportunità di conservare il supporto cartaceo ine-rente al flusso informativo raccolto dal cliente;@ valutazione della situazione finanziaria del cliente. In questostep il pianificatore finanziario ha l'esigenza di ottenere il prodot-to coerente con quanto raccolto nei punti precedenti, esplicitan-do il percorso che ha condotto alla formulazione della proposta.La stessa non deve essere statica, ma deve essere modificabile inrelazione alla variazione di alcuni stati del mondo proposti inizial-mente. La proposta formulata non deve essere vista meramentesotto l'aspetto finanziario, ma coordinata e coerente in termini ditolleranza al rischio, di finalità assicurativo-previdenziali e suc-cessorie;

@ sviluppo e presentazione del programma finanziario prevalen-te. Il pianificatore finanziario dovrà redigere un documento dichiara comprensione da parte del cliente e che tenga conto delleinformazioni acquisite, degli obiettivi e della propensione al ri-schio. Nella documentazione il cliente dovrà essere in grado dicomprendere il perché delle scelte proposte, eliminando le scor-ciatoie mentali che spesso non trovano un'adeguata giustificazio-ne e che appaiono criptiche per la capacità cognitiva del cliente.Il documento dovrà contenere un elenco di raccomandazioni cheil cliente potrà attivare nell'ipotesi di variazioni dello stato preesi-stente;@ effettuazione del programma suggerito. Il pianificatore finanzia-rio dovrà evidenziare il ruolo attivo del cliente nel sostenere ledecisioni di investimento proposte e annotare le eventuali discor-danze palesate dal cliente con le conseguenze intervenute a seguito delle scelte effettuate;(J) controllo del piano di finanziamento consigliato. La consulenzadel pianificatore finanziario non deve essere statica ma semprein fieri, ovvero deve essere in grado di ridefinire nel corso deltempo i processi e le fasi che sono stati precedentemente illustra-ti. In tale fase il consulente dovrà integrare la documentazioneesistente con un rapporto che tenga conto dello stato del rappor-to e dei punti di consenso o di contrasto che il cliente potrebbe

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aver manifestato nella fase di aggiornamento.L'Uni Iso 22222 presuppone un continuo dialogo tra cliente e fi-nancial planner e ciò implica che il cliente sia «educato finanzia-riamente» altrimenti il rapporto che si instaura sarebbe caratte-rizzato da forti asimmetrie iniziali e che il planner sia educato arilevare le esigenze e le aspettative del cliente e la sua soddisfa-zione.Il pianificatore finanziario dovrà avere conoscenze (competenzee qualifiche classificate con rating) specifiche e dovrà attenersiall'applicazione dei regolamenti (requisiti dello standard) al finedi posizionarsi sul mercato della consulenza in modo corretto ecosì potrà contribuire a migliorare la sua reputazione, garanten-do preventivamente alla clientela la professionalità, la qualità e lacorrettezza della consulenza proposta.

CONCLUSIONI L'aspetto più interessante, proprio di un linguaggioe di una cultura comune e condivisa, è di consentire di stimolareun confronto serio e coerente tra i diversi intermediari, senza cheUni Iso 22222 sia assimilata a un impianto regolamentare chereplichi le normative precedentemente introdotte sul mercato.La presenza di un soggetto terzo che certifichi la qualità deiprocessi, comprese le competenze degli intermediari e quindi lacoerenza con le fasi proposte, potrebbe rappresentare l'elementovincente nell'affermazione del progetto finalizzato al recupero diaffidabilità degli intermediari e degli operatori. Non bisogna di-menticare che lo scenario in cui entrerà Uni Iso 22222 è caratte-rizzato: da un'offerta finanziaria che si presenta frammentaria ein alcuni casi incompleta (poiché tocca solo in pochi casi la ge-stione del risparmio complessiva), da un'offerta previdenzialeche non è riuscita a decollare dopo la riforma delTfr, da un sensodi sfiducia generale verso il mondo del risparmio gestito palesatodal segmento retail della clientela con l'accrescimento della quo-ta riscatti dei fondi comuni di investimento.La definizione di un parametro di riferimento, che diventa il tooloperativo per coloro che vorranno prestare in modo qualificato ecertificato da un soggetto terzo l'attività di pianificazione finanzia-ria, potrebbe consentire di assicurare un reale cambiamentonegli aspetti relazionali e procedurali tra cliente, pianificatore fi-nanziario e banche, o rappresenterà un ulteriore appesantimentodi norme regolamentari senza che si tradurranno in un effettivobeneficio per la clientela?

Lo standard di buone prassi Uni Iso 22222 potrebbe contribuirea rendere efficaci i controlli dei Regulator, a orientare al marke-ting gli intermediari, a tutelare preventivamente il consumatore,il soggetto più debole nel mercato. Questo sarà possibile solo sela norma verrà utilizzata come è stata concepita, garantire ilconsumatore sulla base di certificazioni di efficacia basate suevidenze oggettive di competenze, prestazioni e risultati degli

intermediari e degli operatori. L adozione della norma di buoneprassi di comportamento potrebbe rappresentare un cambia-mento epocale nel rapporto tra pianificatori finanziari, interme-diari e clientela volto a una interazione effettiva e culturalmentequalificata Ira i diversi interlocutori presenti sul mercato, limitan-do in modo sostanziale il rischio di incorrere in nuovi crack«Madoff».

L amore ringrazia Marcella Dimitri e Roberto De Nicola per gli scambi di idee egli spunti critici che hanno contribuito alla presente nota

1 Introdotto nel 2005.2 Negli Stati Uniti l'emanazione nel 1999 del Gramm-Leach BileyAct contribuìalla eliminazione della separazione fra banche commerciali e di investimento eassegnò alla Sec la responsabilità per la sorveglianza delle banche. Nello stessoperiodo si consentì alle banche di investire in derivati senza particolari vincolilegati alla stabilità del capitale.31 dati aggiornati a tulio il 200H saranno disponibili da fine marzo 2009.

4 www.dolceta.eu.5 Patti Chiari è l'esempio di un percorso costoso di non tutela del consumatore,perché parte dalla definizione dell offerta delle banche e non dalla rilevazione del-le esigenze e aspettative dei clienti. Inoltre non sono previste verifiche e controlliper conto dei consumatori.6 11 recepimento della direttiva 93/22/Cee. avvenuto con il decreto legislativo415/96. confermava l'orientamento europeo di includere la consulenza tra i serviziaccessorì. Tale soluzione veniva confermala dal! 'ari 1. comma 6. lettera/deldecreto legislativo n. 58/98 (Testo unico della Finanza).7 Si rileva un eccessivo ritardo nell 'attuazione di quanto previsto dalla normativa.

8 II Financial Analyst valuta le performance economiche delle società per fornirealle banche e altri investitori istituzionali le scelte su cui veicolare la liquidità. IlPersonal financial advisor valuta i bisogni finanziari degli individui, utilizzandole conoscenze in materia di investimenti, fiscale e assicurativa per selezionare lediverse possibilità presenti sul mercato.9 È entrata nel corpo normativo italiano il 28 maggio 2008. Il 3 luglio 2008la Commissione Servizi dell 'Uni ha formalizzato la costituzione del Gruppo dìLavoro GL14 «Pianificazione finanziaria economica e patrimoniale personale» alfine di studiare una serie dì norme nazionali a completamento della Uni Iso 22222per definire la possibilità di effettuare le attestazioni e le certificazioni in modo chesiano omogenee nell applicazione delle valutazìoni. Sì dovranno armonizzare lenonne internazionali per contestualizzarle alla realtà del mercato italiano.

10 sondaggio Gfk Eurisko11 Megale G. (2007) «Spunta un benchmark per il vero planner» Advisor ottobre

p. 11-17.12 Si pone il fine di stabilire la terminologia, la classificazione e i requisiti delservizio di pianificazione finanziaria, economica e patrimoniale personale,adattandola al contesto nazionale. Si applicherà a tutti colom che pmfessional-mente offrono ai clienti servizi consulenziali personalizzati nelle diverse aree. Talespecifica tecnica guida i pianificatori finanziari e le banche a sostenere il processodi vantazione.

13 Definisce le modalità del servizio di pianificazione finanziario-patrimonia-le. Dettaglia le fasi di elaborazione del documento relativo alla pianificazionefinanziario-patrimoniale, il molo e la responsabilità del pianificatore finanziario,le modalità di realizzazione di esecuzione e controllo delle attività e i criterì dimisurazione del senizio erogato e le modalità di vellutazione della soddisfazionedel cliente.

14 Offre criteri pratici per permettere ai consumatori di capire la professionalitàdei pianificatori e d effettuare la scelta coerente.

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