Il territorio della Bassa friulana è solcato da un fitto...

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Sommario: -Il Tagliamento -Il Varmo -2004 il Varmo: sceneggiatura dei ragazzi liberamente ispirata alla novella “Il Varmo” di Ippolito Nievo -Lo Stella -Pescare nel Varmo e nel Tagliamento -Flora dell’ambito fluviale -Fauna acquatica -La Pedrade: Fumetto di carattere ambientale creato dai ragazzi e scritto in lingua friulana e francese -Lis risultivis -I nons dai flums

Transcript of Il territorio della Bassa friulana è solcato da un fitto...

Sommario: -Il Tagliamento -Il Varmo -2004 il Varmo: sceneggiatura dei ragazzi liberamente ispirata alla novella “Il Varmo” di Ippolito Nievo -Lo Stella -Pescare nel Varmo e nel Tagliamento -Flora dell’ambito fluviale -Fauna acquatica -La Pedrade: Fumetto di carattere ambientale creato dai ragazzi e scritto in lingua friulana e francese -Lis risultivis -I nons dai flums

Il territorio della Bassa friulana è solcato da un fitto intreccio di corsi d’acqua di risorgiva originata dalle “olle”, da cui sgorga, come la descrive minuziosamente Ippolito Nievo anche l’acqua del fiume Varmo, “libera di divagare per campi e per prati, partendosi ora in più rami, ed ora circuendo graziosamente se stessa, e così prepara bagni e pelaghetti ai beccacccini ed agli anitrocchi; e poi come stanca di libertà consente essere serrata da un burroncello, e n’esce gorgogliando per dilagarsi ancora tra verdi boscatelle di vimini; chè se qua e là un rustico passatoio di cretoni la imbruna d’un poco d’ombra, ella se ne giova tantosto scavandovi sotto opachi nidi di ranocchi ed ai gamberi; e se intoppa talvolta nella ruota d’un mulino, sembra anco godere di questa varianza, e volgerla attorno gaiamente, e balzellar via qua e là in goccioline iridate e in pioggia di diamanti”. Questo scenario si ripete un po’ in tutti i fiumiciattoli del nostro territorio che si generano dall’ampia fascia delle risorgive, fatta eccezione per il Tagliamento che è fiume di origine montana.

Il Tagliamento rappresenta il collettore fondamentale delle acque di gran parte della regione: nasce dal Passo della Mauria a 1195 m.s.l.m. e sfocia con un ramo unico, nell'Adriatico, all'imbocco del quale ha disegnato, con le

sue alluvioni 2 penisole: una orientale su cui sorge Lignano ed una occidentale che ha dato vita a Bibione. Il suo corso è di 158 Km e il suo bacino idrografico equivale a 2480

Kmq, pari al 31,6% della superficie regionale. È soggetto a particolari regimi: alpino- prealpino (nel corso medio alto) e di risorgiva (nel nostro territorio) Il fiume si suole dividere in 3 grandi sezioni:

- il corso superiore che percorre il tratto più pendente del territorio; -

- il corso mediano corrispondente all'alta pianura dove il territorio ha

una pendenza minore e l'acqua rallenta la sua velocità;

- ilcorso inferiore che rappresenta il tratto in pianura, su un terreno piatto, dove l'alveo del Tagliamento è pensile, cioè è posto ad una quota superiore delle campagne circostanti.

Imbocco dell’alta pianura alla stretta di Pinzano

Il Tagliamento a nord della stretta di Pinzano

Corso superiore

Il Tagliamento nella Bassa

La foce del Tagliamento

Prima di giungere alla configurazione attuale il Tagliamento ha cambiato frequentemente il suo corso: in epoca glaciale le sue correnti si sono distribuite da occidente ad oriente occupando un vasto territorio di percorrenza. In epoca storica, invece, il suo percorso ha seguito il progressivo spostamento da ovest verso est con il risultato che alcuni paesi che si trovavano sulla riva sinistra ora sono a destra (Bolzano, S. Paolo di Morsano al Tagliamento).

Durante il periodo geologico denominato "Wurmiano” il Tagliamento ha contributo alla costruzione di gran parte della pianura friulana, con un notevole accumulo di alluvioni .

Prima del 1500 Varmo, Bolzano e S. Paolo erano situati tutti e tre in sinistra orografica

…..Come lo vede il Nievo Il Nievo comincia la novella il Varmo con la descrizione del magico paesaggio del nostro fiume:

“…quel lucido orizzonte che fugge all’occhio per mille tinte diverse sulle sponde del Tagliamento, quando il sole imporporando il proprio letto cambia in tremulo argento i molti fili d’acqua scorrente come rete per le vaste ghiaie del torrente…” Questa visione del fiume ritorna intatta nella poesia “La maga distanza”, scritta in Sicilia e inserita nella raccolta “Amori garibaldini”. Ci racconta la nostalgia dello scrittore per la nostra terra friulana:

Mi ricordo che là sul Tagliamento

Dove s’allarga quasi un mar di ghiaia, E sulla riva d’un filon d’argento

Spesso la mandria incontro al sol si sdraia: Sedetti un giorno anch’io guardando i monti

Dileguarsi nei lucidi orizzonti; Quanto eran belli! Alle lor vette il cielo

Ceder parea quel non so che d’azzurro Che tesse innanzi al Paradiso un velo

Come lo vediamo noi

Il Tagliamento, come tutti i fiumi, è nello stesso tempo amico e nemico dell’uomo: da sempre, infatti, rappresenta un ostacolo alla comunicazione fra comunità che si affacciano da parti opposte rispetto alle sue rive, ma è anche vero che rimane una

enorme risorsa dal punto di vista economico. Fin dai primi insediamenti umani le sue acque vengono utilizzate per usi civili e risalgono all’alto medioevo le più antiche derivazioni di rogge per alimentare i centri maggiori. Nel 700, ma soprattutto nell’800 e nel secolo scorso, l’acqua viene sfruttata per usi agricoli: nel 1876 si costituisce il Consorzio Ledra Tagliamento che si incarica di prelevare acqua dall’

affluente del Tagliamento, per l’irrigazione nell’alta pianura molto arida. La funzione delle

acque del fiume assume un ruolo così importante che diventa motivo di contesa fra le provincie di Udine e di Pordenone. A seguito della rivoluzione industriale, nell’ 800 e nel nostro secolo , il Tagliamento viene sfruttato per fornire energia idraulica ai mulini. Di pari passo con l’ industrializzazione della Regione le sue acque vengono poi utilizzate dall’ industria della carta di Moggio, Ovaro e Tolmezzo, dalle acciaierie Weissenfels, dal Cotonificio Udinese. Nel 1948 inizia l’era delle centrali idroelettriche e con essa emerge il nuovo ruolo del Tagliamento come datore di energia. Si inaugura la diga del lago di Sauris sul Lumiei, con la costruzione della centrale di Ampezzo, seguita, nel 1970, da quella di Somplago

Il Tagliamento nella nostra zona di risorgiva

Una segheria

Fra le risorse primarie per la società del passato non bisogna trascurare la produzione ittica, da cui la famiglia ricavava notevole contributo economico. Oggi, per gli scarichi industriali e privati, le acque sono diventate poco adatte ad ospitare la fauna, però la troticultura del Codroipese, in zona di risorgiva, usa in sostanza quelle acque che perde il Tagliamento nell’alta pianura e che poi, attraverso la falda

freatica, risorgono nella zona delle risorgive. Non bisogna poi dimenticare che il fiume fin dall’antichità è servito come risorsa edilizia, fornendo grandi ciottoli con cui sono state costruite molte case della pianura, dell’anfiteatro morenico e di montagna . Tra i materiali di costruzione offerti dal Tagliamento c’erano anche i sassolini colorati che i mosaicisti di Spilimbergo soprattutto hanno utilizzato fin dal medioevo per i loro lavori. Il Tagliamento purtroppo è navigabile solo nel tratto più a valle, dove le acque sono più profonde la velocità minore e il regime più costante. Quindi il settore a valle di Latisana è l’unico utilizzato nell’antichità e soprattutto nel

medioevo e nell’età moderna fino al settecento, come via d’acqua. Latisana è stata un grande porto fluviale, prima patriarcale poi veneto svolgendo un ruolo importante per la convergenza delle strade che portavano merci provenienti dalla pianura e dalla montagna. Successivamente lo sviluppo delle comunicazioni su strada e sulle ferrovie ha fatto decadere del tutto

questa attività che si svolgeva sul basso corso del fiume. Un altro tipo di trasporto ha assunto sempre grande importanza economica: la fluitazione del legname della Carnia, della Valcanale, del Canal del Ferro che veniva indirizzato in grandi zatteroni e per acqua arrivava a Latisana e poi veniva trasportata per terra. Ogni 4-5 km c’era “un porto

delle zattere”; molti centri hanno avuto una loro base economica proprio in questa attività: in pianura, Pinzano, S. Odorico, Rivis, Biauzzo; in montagna, Portis. In ogni valle c’era il porto di sbarco delle zattere, il commercio del legname era particolarmente organizzato al tempo della repubblica Veneta quando la fluitazione

L’arsenale di Venezia in una vecchia stampa

I mosaici di Spilimbergo

Diga di Sauris

permetteva l’arrivo dei tronchi all’Arsenale di Venezia per la costruzione di navi. Per secoli il Tagliamento è stato guadato o attraversato con traghetti, con grande pericolo e oneri di pedaggio. Questo aspetto ha determinato la divisione netta tra le due sponde , ostacolando gli scambi economici almeno nel tratto da Pinzano a Latisana. In questo modo, fin dall’antichità la regione è stata divisa in due unità ben distinte: in epoca romana la destra faceva parte dell’agro di Concordia e la sinistra dell’agro di Aquileia da cui poi sono derivate due diocesi diverse che tuttora esistono con il nome di Udine e di Concordia. Quindi fin dallo stato patriarcale, il Friuli occidentale è stato considerato un area periferica della patria. Il Tagliamento aveva invece il ruolo di seconda linea difensiva e svolse questo ruolo in ripetute vicende storiche proprio per la difficoltà che gli eserciti avevano di

attraversare i suoi guadi in quanto era facile impostare una linea di difesa su questo fiume. Ricordiamo alcune delle grandi battaglie storiche: quella del 1797 tra il generale Buonaparte e l ’ arciduca Carlo, una battaglia sui guadi del Tagliamento a nord di Casarsa; la battaglia del 1866 tra il generale Cialdini e l’ arciduca Enrico e il ruolo importante che ebbe il Tagliamento nella I° guerra mondiale dopo la rottura di Caporetto. Ora il fiume è considerato più sotto l’aspetto

paesaggistico piuttosto che economico e quindi nei nuovi piani regolatori dei comuni si

tende a sfruttare tutta la sua zona golenale come ambito di tutela per le specie animali e vegetali presenti, progettando sempre più vaste aree adibite a parco fluviale.

Gli zattieri

Il Tagliamento nel 1917, a valle di Latisana

La Storia del Ponte di Madrisio

Prima della grande guerra nella nostra zona non esistevano ponti veri e propri per

attraversare il Tagliamento. Per il trasporto di merci sull’altra sponda si incaricava una persona chiamata “il cavalîr” Carlo Tonizzo di Madrisio. In alcuni punti, a Varmo e a Belgrado, era inoltre possibile guadare il fiume, nei periodi di magra, mentre più a valle il Tagliamento non permetteva mai il passaggio. Un po’ più a sud di Madrisio, in prossimità dell’attuale cava di ghiaia, fino agli anni venti, c’era uno scalo, ovvero il luogo dove gli zattieri attraccavano delle zattere per scaricare il legname proveniente dalla Carnia.

Il primo ponte provvisorio non era altro che una

passerella in legno, costruita nel 1797, nel corso della prima occupazione napoleonica, e un'altra simile venne costruita dalle truppe austriache nel 1859. All’ inizio della prima guerra mondiale il nostro genio militare, cioè il settore dell’esercito che si occupa dei lavori, decise di costruire un ponte per unire le due sponde del Tagliamento. Furono gettati i pali nella parte iniziale e l’assistenza ai lavori venne affidata al signor Tubaro

Antonio di Roveredo. La costruzione venne sospesa per gli eventi bellici e si decise di erigere, più a valle, 2 modesti ponti in barche, per far passare le truppe provenienti da Portogruaro. Vennero di nuovo ripresi i lavori per il ponte, diviso in due settori, uno a partire da Bolzano e l’altro, più lungo, a partire da Madrisio. I due tronconi vennero collegati con un getto in cemento.

Un ex voto degli zattieri. Il mestiere dello zattiere era molto pericoloso soprattutto quando il fiume era in piena

L’alveo di piena del Tagliamento. La vista è dal ponte di Madrisio.

Il ponte sul Tagliamento a Madrisio

Nell’ ottobre del 1917, in seguito alla sconfitta di Caporetto, le nostre truppe in ritirata attraversarono il nuovo ponte sul Tagliamento, dopo di che questo fu fatto saltare, per fermare il nemico che inseguiva. L’ esercito austriaco, ai primi del 1918, in 37 giorni costruì il ponte, lungo 1400 metri da un argine all’altro, utilizzando i resti del precedente manufatto. Negli anni 1932-1933 era nato il progetto di una linea ferroviaria che, partendo da Portogruaro e passando per Udine, doveva poi raggiungere Sassetto, in prossimità di Gorizia; quindi a Madrisio si doveva costruire un ponte ferroviario. Intervennero gli amministratori dei vari Comuni posti su entrambe le sponde del fiume, ed ottennero la costruzione, lungo tutta la fiancata a destra del ponte, di un passaggio per le bici. Madrisio aveva il suo ponte lungo 1200 m. che però, per oltre un decennio, non venne usato. La situazione si sbloccò negli anni settanta, quando la Provincia diede finalmente il via ai lavori per il raccordo viario

Udine-Portogruaro. Alla fine degli anni settanta venne realizzato il primo stralcio del progetto, che prevedeva la realizzazione del tratto Orgnano-Morsano, mentre in tempi succcessivi si portò a compimento il tratto veneto, da Morsano fino al bivio di Teglio e, ultimamente, fino all’imbocco di Portogruaro.

Le nostre truppe in ritirata nella prima guerra mondiale

Il fatale caso delle tre sorelle

Il Tagliamento è purtroppo sempre stato anche fiume di sciagure: molti sono annegati nelle sue acque a causa della leggerezza con la quale hanno affrontato le infide correnti. Qui viene riportato il caso del nobile signore Oratio Belgrado che aveva tre figlie, la prima di nome Caterina, la seconda Elena e la terza Maddalena, e due figli: Giuseppe e Vincenzo. Quest’ultimo era molto amato dalle sorelle poiché era molto gentile; infatti ogni sera dopo la cena le portava a passeggiare per le campagne e a divertirsi con gli amici. Il 14 Agosto

1680, al tramonto, si portarono sulle rive del Tagliamento, dove le acque del Varmo si uniscono a questo e videro per caso una piccola barchetta vicino alla riva. Le tre sorelle pregarono Vincenzo di condurle in barca; il fratello acconsentì e subito si imbarcarono. Dopo un po’ il fratello decise di ritornare a riva ; il cane che fino a quel momento li aveva seguiti a nuoto decise di salire sulla barca e Elena si sporse per aiutarlo. Maddalena vedendo che la sorella era in difficoltà si sporse per aiutarla ma così facendo la barca si inclinò ancora di più e Caterina cercò di aiutarle ma la barca si rovesciò e le tre sorelle caddero in acqua. In breve vennero inghiottite dai gorghi, mentre il fratello, nuotando riuscì a raggiungere a riva e a mettersi in salvo.

Ritornato a casa Vincenzo raccontò quello che era successo e subito molte persone del comune si misero a cercare i tre cadaveri: quelli delle due sorelle Elena e Madalena furono trovati quasi subito mentre la signora Caterina sembrava fosse scomparsa, per cinque giorni continuarono a cercarla fino a quando la ritrovarono; era in una parte della riva molto argillosa e piena di erbacce. Le tre sorelle furono sepolte nella Villa di Varmo mentre il signor Vincenzo morì tempo dopo a causa di una malattia dopo

aver sofferto per tre mesi.

Sappiamo che il Tagliamento, da Codroipo in giù ha cambiato diverse volte il suo corso e la ragione è più che naturale. Le sue piene nel ‘65 e nel ‘66 hanno portato danni considerevoli alle abitazioni e alle persone e, oltre a questo,il fiume ha cambiato l’appartenenza di un paese all’altro facendogli cambiare provincia e comune. I paesi più vicini al comune di Varmo sono: Mussons, S. Paolo, Carbona, Bando, Morsano e Rosa, ora tutti appartenenti alla zona di San Vito mentre un tempo facevano parte della provincia di Udine. Mussons: sia Mussons che S. Paolo sorgevano sulla sinistra del Tagliamento e ciò spiega perché

appartenevano prima al patriarcato di Aquileia e poi all’ arcidiocesi di Udine. Il Tagliamento scorreva tra Morsano e Mussons ma poi si creò un nuovo alveo, lasciando le ville di Mussons, S. Paolo, Bolzano e Poiana definitivamente sulla destra. Mussons e S. Paolo appartenevano al castello di Belgrado che cambiò spesso proprietario; per conto loro le due ville subirono le frequenti inondazioni del fiume, occupazioni,epidemie e carestie. Mussons faceva parte della pieve di S. Radegonda di Madrisio e ne fu smembrata nel 1920. La chiesa attuale, dedicata a S. Osvaldo Re, fu

costruita nel 1804 e consacrata nel 1821 dal vescovo di Udine Emanuele Lodi: è di forme neo-classiche. San Paolo al Tagliamento:la villa di S. Paolo fu alla mercè del Tagliamento, che l’ha disfatta più volte. L’origine di questo paese si fa risalire intorno al mille ma secondo lo Sbaiz ad epoca precedente. La chiesa attuale fu costruita nel 1740 e consacrata nel 1780. È a una sola navata, in stile neo-classico . Nell’ambito della parrocchia c’è l’oratorio campestre dedicato alla Visitazione della Vergine a S. Elisabetta costruito nel 1724 “per unanime voto fatto nel 2 luglio dell’anno precedente. In quell’ anno una terribile infezione di vaiolo nero aveva seminato il lutto nei paesi circonvicini e solo S. Paolo ne era rimasto miracolosamente illeso". Carbona: il suo nome primitivo sarebbe stato Villabianchina mutato nell' attuale in epoca imprecisa.

Carbona e Bando in una mappa napoleonica custodita allo “ Château de Vincennes” in Francia di proprietà del Ministero della Difesa francese.

La borgata sorgeva su un'isola del Tagliamento ed era abitata da delle famiglie provenienti da Saletto. Con il mutare del Tagliamento si spostò sulla sponda destra;ecclesiasticamente faceva parte della Pieve di Rosa. Carbona è appartenuta all' arcidiocesi di Udine fino al 1923, anno in cui passò alla diocesi di Concordia come curazia dipendente da Bando. Bando: la villa apparteneva all'abbazia di Sesto e passò successivamente in proprietà di vari signori, ultimi dei quali i Frattina.L'abbazia di Bando apparteneva all'arcidiocesi di Udine fino al 1600 come porzione della Pieve di Rosa. Nell'1818 fu annessa alla diocesi nostra. L'erezione di parrocchia avvenne nel 1777, ma lo smembramento dalla pieve di Rosa era già avvenuto nel 1670. La chiesa fu ampliata nel 1876. Morsano al Tagliamento: Morsano ha mutato nome e aspetto: ora si chiama Morsano al Tagliamento per distinguerlo dall'altro Morsano che si trova nei pressi di Palmanova e che si chiama "di strada". Il fiume un tempo gli correva vicino ed ora s'è allontanato di un paio di chilometri. Morsano ebbe inizio subito dopo Aquileia, nel 1190, in dipendenza di Cordovado. A quell'epoca Morsano e Villanova messi assieme contavano 39 persone; secondo alcuni però si trattava di 39 famiglie. Il 12 luglio 1600, per decreto del vescovo Matteo I Sarnudo, Morsano veniva smembrato da Cordovado e diveniva curazia indipendente. Anche Morsano subì varie inondazioni del Tagliamento: particolarmente disastrosa quella del 1327 che invase tutta la zona e costrinse la popolazione a cercare scampo sugli alberi.

Morsano e S. Paolo in una mappa napoleonica custodita nello “Chateau de Vincennes” in Francia di proprietà del Ministero della Difesa francese.