Il territorio che lracconta' le grandi tappe della

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F. LANZA

Il territorio che lracconta' le grandi tappe dellastoria dell'uomo. Basilicata tra civiltà e richiamoturisticoAvvenire, 31 ottobre 1992.

L'articolista si sofferma ad elencare il ricco patrimonio naturale e monu­mentale presente in Lucania. A questa variegata gamma di risorse "pre­giate" non corrisponde, afferma il Lanza, un turismo adeguato nonostan­te siano state varate varie leggi regionali a favore di una maggiore ricetti­vità turistica.

L. T. (iniziali dell'articolista)

Orazio 'pubblicitario'. Venosa così lo vuoleAvvenire, 31 ottobre 1992.

L'autore definisce Orazio "il più grande art director di Roma" poiché cura­va "l'immagine di Cesare Augusto da vero tecnico pubblicitario, pur con­servando sempre la sua libertà di coscienza ed il suo equilibrio, la suadiscrezione", La celebrazione del Bimillenario ha un senso? La rispostache l'articolista fornisce è che questa rievocazione dovrà "interessareprincipalmente la Basilicata", cosicché "Orazio (... ) diventa l'agente pub­blicitario della sua regione, la Lucania, dopo esserlo stato della Roma diAugusto e di quella Iiltoria".Nei confronti di Mecenate, Orazio svolse quella che con espressione ger·gale moderna, potremmo definire: "campagna istituzionale di marchio".Attualmente ci vorrebbero sicuramente prodotti da sponsorizzare: pasta,olio, ecc., per ottenere il medesimo risultato. A che pro? "Un rilandodella "Iucanità"» e della Basilicata, con una campagna pubblicitaria in piùe un piano di sviluppo in meno, si può ottenere anche in occasione diquesto Bimillenario, che coincide con tutto un fermento di iniziative direspiro europeo.

D. SATRIANOAi Lucani Orazio direbbe...

Basilicata, 1 novembre 1992.

Anche nell'industriale Milano, in casa di Gavino Manca, si coglie il profu­mo della poesia Ialina. Per questi infatti Orazio si dimostra attualissimo,basta leggere attentamente le Satire in cui si ritrovano temi di scottanteattualità.

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Brillante traduttore, il Manca sottolinea dalla prima Satira la condizione diinsaziabilità umana, concentrata in un'eterna insoddisfazione, sulla smo­data corsa all'arricchimento. La seconda Satira tradotta dal Manca è inti­tolata Nessuno è perfetto e sviluppa il tema dell'intolleranza del tuttoattuale. Particolarmente cara a questo tecnico umanista è la Satira intito­lata L'eredità paterna, in cui si sofferma sull'importanza dell'educazionefamiliare. A parere di Manca è possibile coniugare economia, manage­ment e classicità, dal momento che la direzione di un'azienda, pur richie­dendo una stretta aderenza a criteri di tipo tecnico, non può dimenticaredi servirsi di risorse umane. Informate a questo spirito le imprese ameri­cane hanno introdotto l'iliade di Omero tra i testi. Se si pensa che anchela IBM riserva una parte dei propri corsi alla lettura e al commentodell'Antigone di Sofocle, dobbiamo dire che è con rammarico che in Italia

si registra la scomparsa della letteratura greca e latina.

P. RADIUSQuando il sole splendeva su Roma

Famiglia Cristiana, 4 novembre 1992.

Ogni cantone di Venosa offre una diversa scenografia storica: la romana,con i suoi ruderi opulenti; la paleocristiana, con il suo tempio schivo diesibizioni; la medievale, con le pievi e le castella; la rinascimentale ebarocca, con i severi palazzi signorili. E allora, afferma Pietro Radiusperché cercare lontano il bello? Un viaggio a Venosa offre anche soprat­tutto il ricordo del carme secolare di Orazio. Egli nacque in questa riden­te cittadina lucana nel 65 a.C., che allora contava più di cinquantamilaabitanti ed era posta sulla via Appia a metà strada fra Roma e Brindisi.Orazio era figlio di uno schiavo affrancato, del quale fu sempre fiero.Nella prima satira, si legge il perché: "Se la mia vita scorre integra epura, se son caro agli amici, tutto questo è dovuto a mio padre, che purpovero possessore di una piccola campagna, non mi volle portare nellascuola di Flavio, dove andavano con borse e tavolette appese sulla spal­la sinistra i gran rampolli di quei grandi centurioni, pagando otto assi almese; ma osò condurre il suo ragazzo a Roma perché apprendessequelle discipline che i cavalieri e i senatori fanno apprendere ai figli".A guidare l'autore dell'articolo attraverso i testi oraziani è il professorDomenico Chieffo, che mostra la "casa di Orazio" o quanto meno il luogosu cui essa sorgeva. Orazio studiò a Roma e ad Atene, dopo la morte diCesare parteggiò per Bruto e Cassio, si arruolò nel loro esercito e nel 42combattè a Filippi: una battaglia che vide la sconfitta dei repubblicani enella quale Orazio, che non aveva certo la taglia di un eroe, fece bruttafigura perché fu preso da una tale paura da bullare lo scudo e scapparea gambe levate. La sua vita riprese poi a Roma lavorando come scribanell'amministrazione finanziaria, ma la mano gli correva agile anche sulleproprie carte private: in 3 anni Orazio divenne famoso. Il praf. Chietfotiene a precisare però che per quanto grande il poeta, non era certo unesempio di virtù civiche, era infatti pigro, era un donnaiolo impenitente,senza senso per la famiglia, anche se poi dai suoi versi ne esce un auto­ritratto pieno di umanità, che attira simpatia. Orazio morì l'anno 8 primadi Cristo, Venosa non dimenticò mai di avergli dato i nataii.

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C. MEDAILAccendi la tua radio Cicerone

Corriere della sera, 6 novembre 1992.

In un mondo dove l'inglese sembra dover risolvere i problemi nati sotto latorre di Babele e dove gusti e interessi orchestrati dai mass media nonsembrano propendere verso la muffa delle lingue morte, l'articolista esal­ta l'importanza del Bimillenario oraziano, che porta latinisti famosi come ilpraf, Tuomo Pekkanen ad affermare la grande flessibilità del latino e lasua adattabilità alle esigenze della cronaca.

•Articolo della RedazioneLucania da scoprire per l'illustre ospite

Città domani, 8 novembre 1992.

Le celebrazioni per il Bimillenario gravitano anche attorno all'''AgenziaHoratiana", che, sorta nel maggio del 1988 come società cooperativa, hamolteplici attività che vanno dalla gestione del tempo libero, alla pubbli­cazione di fatti particolari, al servizio hostess ecc.

R. BRANCATIVenosa: culla di civiltà dal paleolitico ad oggi

Roma, 8 novembre 1992.

La città di Venosa viene definita dall'autore uno "scrigno di preziosità sto­rico-archeologiche". Se ne ha un esempio considerando: il laboratorioantropologico con il femore di un homo erectus risalente a quasi mezzomilione di anni fa; la famosa Incompiuta; il centro storico con il fameliodella Orsini, sepolta nella cripta della Chiesa Cattedrale; le catacombeebraiche, che testimoniano la presenza di un insediamento giudaico findal IV secolo; il castello Pirro Del Balzo che fu dimora del madrigalistaCarlo Gesualdo, attualmente sede di uno dei più importanti museiarcheologici delJ'intero Mezzogiorno, e, ovviamente, la presunta casanatale di Orazio. L'apertura ufficiale delle celebrazioni per il Bimillenariodella morte del poeta, che avverrà domenica 8 novembre, è stata prece­duta da convegni internazionali, come quello sulla paleontologia umana,o quello promosso dall'Università degli Studi della Basilicata sul giudai­smo.

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R. BRANCATI

Censimento sulle opereMille codici manoscritti

Roma, 8 novembre 1992.

L'articolo mette in rilievo il lavoro di ricerca condotto dal Sovrintendenteper i Beni Librari della Basilicata Luigi Forenza sui codici oraziani posse­duti dalle biblioteche italiane e straniere (circa un migiiaio, di cui 235microfilmati). Per questo lavoro il sovrintendente Forenza si è avvalsodella consulenza di Mario Buonocore, "scriptor latinus" della BibliotecaApostolica Vaticana. Sarà l'assessore regionale alla Cultura A. Viscegliaa consegnare i microfilms al sindaco della città di Venosa. l Codici vati­cani riguardanti Orazio si estendono su un arco di tempo che va dallaprima metà del IX sec. all'inizio del XIV secolo. I manoscritti invecevanno dal IX al XII secolo. Relativamente al lavoro svolto dal prof.Buonocore l'articolista precisa che nel panorama della tradizione mano­scritta riguardante i poeti dell'età classica, Orazio, con i suoi circa 1.000codici, detiene il secondo posto dietro Virgilio, che conta 1.004 unità,mentre Terenzio ne conta 738 e Persia e Ovidio circa 400.

F. LO!

Quel seriocomico di Orazio

Il sole - 24 ore, 8 novembre 1992.

Franco Loi, noto traduttore del sedicesimo epodo di Orazio in italiano e inmilanese, reputa la versione in vernacolo più vicina allo "spirito del clas­sico" che noi italiani abbiamo assimilato, a suo parere, attraverso queltravisamento che è il neoclassicismo, la cui etimologia richiama la appar­tenenza ad una precisa classe sociale e dunque una certa elevatezza distile.L'epodo in questione, di argomento civile, è carico di sarcasmo e trattauna materia antieroica come il disfacimento di Roma e le poco onorevolidiatribe cittadine.La scelta della iingua di Milano è stata motivata dall'attualità politica dellacomposizione oraziana sul malgoverno e la decadenza dei costumiromani, avendo, infatti, la suddetta lingua, la tradizione satirica di unPorta, un Moggl, un Parini, un Tessa.Dall'Introduzione del Libro degli epodi, a cura di Alberto Cavarzese, contraduzione di Fernando Bandini, viene tratta la definizione di "giambo".Altra interessante annotazione dello studioso, che ha curato questiepodi, fra le molte indicate, riguarda lo stile.

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R. BRANCATIL'arte della vita in Quinto Orazio Fiacco il ...frui paratis

Roma, 10 novembre 1992.

La prolusione del prof. Ettore Paralore dell'Università "La Sapienza", diRoma, ripresa nell'articolo di A. Brancati, pone l'accento sull'esortazioneoraziana al Carpe diem, intesa come messaggio epicureo ed umanitarioche va al di là dello spazio e del tempo. Un'eternità di cui Orazio era giàcosciente allorquando scriveva il suo: non omnis moriar multaque parsmei vitabit Libitinam ovvero "non tutto io morirò e gran parte di me eviteràLibitinia (dea dei funerali)".

S. LOVOIIl vino di Orazio doc da 21 anni

La Gazzetta di Basilicata, 10 novembre 1992.

L'articolista ricorda la denominazione di Enotria, ossia terra del vino chela Basilicata aveva al tempo dei greci. Il vino lucano è slato citato ancheda Catone nel 200 a.C. e da Plinio che lo incluse nell'elenco dei vinicaratteristici d'Italia. Ed è proprio in questo anno, nel Bimillenario orazia­no, che il "vermiglio aureo" più volte cantato dal vate venosino, compie21 anni di denominazione ad origine controllata, guadagnando la presti­giosa vetrina del Vinitaly a Verona. Dunque, eterno Orazio quando recita:"Appronta i vini, saggia e accorcia, poiché lo spazio è breve, il desideriolungo. Parliamo, e il tempo infido vola: godi il presente e il resto appenacredilo".

M. FINIZIOOrazio piace, a Venosa tutto esaurito

Lucania, 11 novembre 1992.

L'autore dell'articolo descrive il fermento dei giorni delle celebrazioni, gliassalti dei forestieri, le donne nelle viuzze, i contadini che tornano dallacampagna ancora con l'asino. È questa la gente erede di quei lucani dicui si parla nelle relazioni di presentazione della mostra: Agrestes populi,come li chiamava Orazio.

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Un anelito alla libertà, l'insegnan'lentooraziano··

Roma, 11 novembre 1992.

L'articolo pone l'attenzione sull'attualità del messaggio oraziano soprat­tutto per il suo anelito alla libertà, quella libertà a cui Orazio viene educa­to sin dall'infanzia da suo padre. L'epicureismo temprerà poi questa ten­denza con una scelta, ossia "vivere in segreto", cioè nella propria pri­vacy, ma pur sempre interessandosi alla vita dello Stato, perché secondoOrazio tutti coloro che antepongono il proprio interesse alla sicurezzadello Stato, sono da considerare i veri tiranni da combattere.

Ecco dunque spiegata anche la sua opzione per la Repubblica, una scel­ta che a lui costò la confisca di ogni bene personale. La musa oraziana,però, fu più efficace di qualsiasi ragione politico-militare, tanto da permet­tergli familiarità con i vertici del potere politico, e un profondo cambia­mento nel suo orientamento politico pur non infuenzando la sua sceltaper la libertà.

N. NICOLETTIIniziative editoriali

Roma, 11 novembre 1992.

L'articolo della Nicoletti pone in luce le iniziative editoriali che hannocome cornice Venosa e il Bimillenario. La società editrice IEM, per esem­pio, ha curato due pubblicazioni che hanno come tema l'inaugurazionedel museo e in più una facile e breve guida con notizie immediate suimonumenti della città di Venosa.

G. M. PIZZUTILa filosofia di Orazio Fiacco

Roma, 11 novembre 1992.

G. M. Pizzuti evidenzia nel suo articolo la straordinaria modernità dellafilosofia oraziana per quella ricerca di verità e di equilibrio, cui l'uomo diogni tempo aspira e che può raggiungere solo, come ci suggerisceOrazio, evitando gli eccessi, le ambizioni e le passioni, insomma vivendocontenti del poco.Epicureo ed infine stoico, fece suo l'insegnamento del grande Socrate,owero il "conosci te stesso", inteso come costante analisi dell'Universointeriore. Una ricerca e una sapienza, che scaturiscono soprattutto

dall'equilibrio originario della personalità di Orazio.

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R. BRANCATIIl programma delle manifestazioni di ogginel quadro delle celebrazioni per il Bimillenariooraziano,Roma, 11 novembre 1992.

Le celebrazioni oraziane, dopo una giornata a Taranto, rientrano e pro­seguono a Venosa. Tra le presenze rilevanti, alla ripresa delle giornatecelebrative, si segnala quella del prof. Pekkanen, accompagnato dal Viceprimo ministro della cultura finlandese Jaako Numminen.Seppure geograficamente molto distante questa regione europea hacomunque con la Basilicata un legame molto stretto. Ciò è testimoniatodal gemellaggio che ogni anno accomuna le popolazioni scandinave conla piccola cittadina lucana di Baragiano. Fra le altre cose, l'articolista sot­tolinea con disappunto la scomparsa del latino dalle scuole medie italia­ne, una lingua che avrebbe potuto essere la vera lingua europea e che in

Finlandia ha avuto l'onore di un ciclo di lezioni radiofonico.

F. NARDOMARINODuemila anni dopo - Alla scoperta di Orazioasceta del presente

Il Mattino, 11 novembre 1992.

L'articolista elenca tutti gli argomenti affrontati nella settimana di celebra­zioni del Bimillenario oraziano, ma in particolar modo sottolinea i lavoriche si svolgeranno alicenza, nei pressi di TivoIi, dal 18 al 2 t ap ri le. Quisi discutera del ruolo di Orazio, visto non più come filologia per "sacerdotidel culto" ma inserito nella più ampia dimensione della letteratura euro­pea. Inoltre, nell'attesa del Presidente Scalfaro, le celebrazioni sonostate spostate da Venosa a Brindisi e poi a Taranto. II Poligrafico delloStato intanto ha realizzato i primi due volumi dell'opera di Orazio, a curadi Elisa Romano, con la traduzione di Luca Canali e la prefazione diFrancesco della Corte. I due volumi, delle Epistole e delle Satire, di pros­

sima edizione saranno curati da PaoloFedeli e tradotti da CarloCarena.

T. BOCCIA, A. VISCEGUALa Lucanità di Orazio

Roma, 12 novembre 1992.

L'articolo racchiude l'intervento del Presidente della Regione TonioBoccia e dell'assessore regionale alla Cultura A. Visceglia in apertura deilavori per la cerimonia inaugurale nell'Anno oraziano. Il PresidenteBoccia ritiene che il Bimillenario sia la possibilità per "un rinnovato impe­

gno sociale" ricordando di Orazio, soprattutto, l'umanità e l'invito all'equi-

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librio interiore. L'assessore Antonio Visceglia, invece, propone per que­sta occasione la rilettura delle opere del poeta e la riflessione sulla loroattualità, una fonte da cui attingere saggezza, godimenti estetici e sti­moli al perfezionamento umano oltre che una rivalutazione della vita,dei valori e della cultura lucana,

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B. PANELLAI poeti che videro le Muse.Quasi due vite parallele: Orazio e Sinisgalli

Cronache Lucane, 12 novembre 1992.

L'articolista sottolinea come a duemila anni dalla morte di Orazio si profi­la un'interpretazione più dimessa del poeta, quale prototipo dell'intellet­tuale del Sud che per far fortuna è costretto ad emigrare.Effettuando un parallelismo biografico tra Orazio ed il poeta Sinisgalli,Panella ravvisa la capacità in entrambi di ricostruire le proprie vicendepersonali attribuendo ai luoghi dell'infanzia un valore mitico. In cosa sidifferenziano, allora, i due? La risposta è che per il primo le Muse sonoancora un riferimento letterale plausibile, mentre per Sinisgalli sono soloun espediente letterario.

M. ~AdVIIVIA.H

Se il Carpe diem di Orazio è teatro di poesia

La Gazzetta del Mezzogiorno, 12 novembre 1992.

L'intervento di Sammartino racchiude un'intervista al regista FedericoTiezzi, in occasione della "prima nazionale" al teatro Stabile di Potenzadel suo spettacolo "Orazio un Socrate romano", con Sandra Lombardi,su testi di Antonio La Penna. Si tratta del "teatro di poesia" che, in riferi­mento al pasoliniano "cinema di poesia", mette in scena soprattutto testiin versi, ed è caratterizzato da una forte dimensione psicologica. AncheTiezzi sottolinea la modernità e l'attualità di Orazio, che può essere con­siderato come un Moravia dell'era antica, ed inoltre ricorda il suo amoreper il vino, l'ozio ed il suo rapporto con l'eros. Tutto ciò emerge dal testodi La Penna e dunque dallo spettacolo che rappresenta soprattutto lacoscienza civile e la profonda moralità del poeta.

G.CATARII\,JELLAOrazio tra la gente per farlo apprezzare

Lucania, 12 novembre 1992.

L'articolista illustra le manifestazioni svoltesi nel centro antico di Venosae realizzate dalla cooperativa intercomunale d'Intervento Sociale. Lo

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scopo di queste serate era di "ricostruire" alcuni momenti della vita quoti­diana della Venosa romana per promuovere e diffondere le conoscenze"possibili" su Orazio e la sua opera.

G. CATARINELLACultura e tradizione:così Venosa vince la scommessa

Lucania, 12 novembre 1992.

In questo articolo G. Catarinella, oltre ad illustrare le varie manifestazionie le iniziative organizzate in occasione delle celebrazioni del Bimillenariooraziano, intende sottolineare il prestigioso passato di Venosa che, affa­scinando e coinvolgendo ancora, riaffiora dai numerosi reperti archeolo­gici e monumentali, come il Castello del duca Pirro del Balzo o come ireperti di età romana o come quelli di età tardo-antica ed alto-medievale.

G. DOOrazio spopola in Finlandia.Latino lingua morta? Macché!

La Gazzetta del Mezzogiorno, 13 novembre 1992.

È ancora importante la lingua latina? Di questo si è discusso al teatroLovaglio, cui hanno preso parte il vice ministro della Pubblica Istruzionefinlandese Jaakko Numminen e il direttore della radio finlandese TuomoPekkanen; in Finlandia il latino è conosciuto da più di 4 secoli: il Paeseha scelto dunque proprio questa lingua per uscire dai propri ambiti terri­toriali e raggiungere il mondo intero.Di grande interesse si sono rivelate le informazioni fornite da TuomoPekkanen sul radiogiornale in lingua latina che la radio finlandese tra­smette in tutto il mondo trattando temi di attualità, politica, cultura, scien­ze e avvenimenti sportivi.Un'altra dimostrazione della vitalità della lingua latina è stata fornita dalprof. Wilfred Stroh, (mediante una relazione scritta interamente in latino,che tratta dell'opposizione tra Epicuro e Orazio); da Alberto Grilli (nellasua relazione intitolata "Orazio: la filosofia e le filosofie"), e da ElioMarinonì (che ha dato lettura della relazione di Daniele Foraboschi su:"Orazio tra latifondo e sogno contadino").

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G. ORLANDOUn Orazio in versione rock nel musical Made inVenosa

La Gazzetta del Mezzogiorno, 13 novembre 1992.

Che senso conserva il Carpe Diem dopo 2.000 anni nei giovani diVenosa? È possibile ricavare attraverso una lettura comparata di brani diOrazio e di passi del Vangelo una risposta ai quesiti esistenziali, comehanno tentato di fare alcuni giovani di Venosa?Tutto ciò, pone in luce l'articolista, è stato proposto organizzando un"rock musical" più consono al linguaggio dei giovani. In tal senso il Carpediem oraziano è stato possibile parafrasarlo nei seguenti termini; "Coglil'attimo, adesso! cioè, cogli l'occasione che ti è data per essere uomonella tua pienezza, impegnandoti per la giustizia, per la vita, per l'acco­glienza di chi è diverso!". Davvero eterno Orazio!.

G. ORLANDOE la solidarietà ha il suo monumento

La Gazzetta del Mezzogiorno, 15 novembre 1992.

Nell'ambito delle celebrazioni oraziane si è voluto dedicare una giornataalla "solidarietà". Da circa 25 anni opera, infatti, a Venosa l'istituto deiPadri Trinitari, che ospita giovani portatori di handicap e si propone difavorirne l'integrazione nella società. A testimonianza dell'impegnocomune dei Trinitari e dei venosini è stato eretto il Monumento alla soli­darietà nella piazza che già l'Amministrazione comunale aveva dedicataa S. Giovanni De Matha. Questo santo, fondatore dell'Ordine deiTrinitari, trasferì al livello dei problemi terreni i valori della religione e siimpegnò per liberare gli oppressi dalla schiavitù, difendendo la personaumana in quanto tale e affermando il diritto alla libertà di ciascun uomo. Ilmonumento costituisce un invito a rafforzare il sentimento della solida­rietà verso la quale dobbiamo mostrarci più attenti e meno superficiali,valore che in fondo è in perfetta sintonia con il messaggio oraziano.

R. BRANCATINon omnis moriar, l'immortalità,a volte è privilegio della poesia

Roma, 15 novembre 1992.

Orazio morì il 27 novembre dell'anno 8 a.C. ed oggi celebriamo il suo bismillennium, segno che la profezia Non omnis moriar si è avverata. Lapoesia è forse l'unico mezzo per conseguire l'immortalità, perché riesce acomunicare dei codici di comportamento, delle lezioni di vita. Il valore di

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Orazio consiste nella sua "arte della parola", l'arte dell'estrema sintesi,delle "sentenze". Il Carpe diem in Orazio era constatazione amara dellarealtà, consapevolezza e malinconia, una filosofia di vita. Oggi è un innoalla vita, all'attimo fuggente inteso come esaltazione dei valoridell'ebbrezza, della "gioia di vivere". Ecco perché sarebbe necessariotornare ad esortare al frui paratis tanti giovani che hanno innalzato l'idolod'oro dell'egoismo e dell'egotismo.

R. BRANCATIFelix dies Scalfaro in Basilicata

Roma, 15 novembre 1992.

In questo articolo si dà un resoconto della visita che il Presidente dellaRepubblica Oscar Luigi Scalfaro avrebbe compiuto nella città oraziana.L'appuntamento successivo si sarebbe svolto il 27 novembre 1992 con lamostra in Vaticano dei manoscritti oraziani risalenti al periodo compresotra il IX e XIV secolo. Nell'articolo si fa notare, inoltre, che non è la primavolta che ii Presidente Scalfaro viene in Basilicata. L'ultima visita risale al1989 in occasione della fase di ricostruzione delle aree terremotate.

Articoli tratti dal Roma, del 10 novembre 1992Un radiogiornale in lingua latina.In Finlandia si ascolta radio-Cicerone

e del 14 novembre 1992La modernità di Q. Orazio Fiacco.La Roma corrotta e le tangenti di oggi;

Il latino lingua dotta in Europa.Ad Helsinki il Nuntii latini.Si ascolta radio-Cicerone;

Pubblicato il bollettino.Orazio si apprezza da vecchi;

Venosa Orazio e sogno contadino;Disputa linguistica. Il latino è vivo?

I diversi articoli apparsi in "Roma" del 14 novembre 1992, testimonianol'importanza dei temi e delle problematiche sollevate dalle celebrazioniper il Bimillenario oraziano. In particolar modo si sottolinea la rivalutazio·ne del latino come lingua dotta in Europa. A testimonianza di ciò, è valsol'intervento del prof. Tuomo Pekkanen, latinista all'Università di Helsinki edel ministro della cultura finlandese Jaako Numminen che ha portato il

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suo saluto ai venosini direllamente in latino, ma quello che ha destatoenorme interesse è stato il fatto che egli sia il direttore di un giornaleradio unico al mondo il "Nuntii latini". Si tralla di un singolare notiziarioche va in onda settimanalmente sulla prima rete radiofonica finlandese,interamente in latino ma seguito da migliaia di persone. L'iniziativa rive­ste una grande importanza per i cultori del latino e di tutta la cultura clas­sica, perché invita a riflettere sulla possibilità di non considerare più illatino come una lingua "ammuffita, da dimenticare completamente".

R.MECCADai Quaderni Humanitas.Per una lettura di Orazio

Basilicata, 15 novembre 1992.

L'articolista pone in luce la difficoltà che si incontra nel definire "l'identitàantropologica" di Orazio. Il vate venosino non nega di essere lucano, malo asserisce in termini ironici giacché egli si sente romano e nulla più. Maanche la sua romanità, è stato detto, è incerta, perché la grancassa dellapropaganda augustea lo infastidiva.Si avanza anche l'ipotesi che lui fosse ebreo perché Venosa pullulava diebrei alla sua epoca.È difficile stabilire le sue origini in quanto in lui si concilia la malinconia el'equilibrio dell'uomo classico.

Il SUO spirito immortale aleggia benefico.Ecco il meridionale che concretizzò i suoi sogni

Lucania, 15 novembre 1992.

La cultura oraziana si può interpretare, secondo le concezioni tolemaicheo copernicane? Questo è il quesito che si pone l'articolista aggiungendo,poi, che nonostante manchino nelle opere oraziane riferimenti precisi aVenosa, i venosini si ripagano oggi con la gloria del sommo poeta chealeggia come spirito immortale "su quella ancor bellissima terra".

R.CASSANOQuesta civiltàsotto il segno di Venere e di Orazio,scenografia di pietra custode della memoriain La Gazzetta del Mezzogiorno, 16 novembre 1992.

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L'articolo contiene la descrizione dettagliata dell'Incompiuta, costruzioneiniziata a Venosa probabilmente alla fine dell'XI sec, o in età normanna,e mai ultimata. che testimonia il passato romano della città. Su numerosiblocchi si è riscontrata la presenza di grandi lettere dell'alfabeto la cuiricomposizione ha fornito i nomi di magistrati appartenenti alle famigliepiù in vista della città, che si erano dedicati ad una forma di sponsorizza­zione di opere pubbliche.L'interpretazione di altre lettere incise sul pavimento dell'Incompiuta haconsentito di ricostruire la storia giuridica e amministrativa di VenosaAttraverso le iscrizioni è stato, inoltre, possibile apprendere le vicendedegli schiavi e dei liberti che riuscirono a riscattare la propria libertà egiungere ad una posizione che consentì loro di gareggiare con la compo­nente plebea della città nell'allestimento dei sepolcri, destinati a traman­

dare la loro memoria.

P. ANZALONEUna visita attesa. Grazie Orazio!

La Gazzetta del Mezzogiorno, 16 novembre 1992.

L'autore con l'arrivo del Presidente Scalfaro a Venosa, sollolinea la fortevalenza culturale e sociale che acquista il Bimillenario oraziano. Venosaè così proiettata sulla ribalta internazionale, accentuando quella "identità"lucana, che oggi la Basilicata tenta di affermare e di proporre all'attenzio­ne del Paese Il capo dello Stato giunge in una fase molto delicatadell'esistenza della Basilicata che si sforza di uscire da una permanentecondizione di sottosviluppo. Un avvenimento culturale di portata mondia"le si coniuga così, a parere dell'articolista, allo sforzo dei lucani e dellaloro classe dirigente di uscire da un penalizzante stalla.

G. ANNIBALDISQuesta civiltà sotto il segno di Veneree di Orazio, tesori di Lucania in mostra

La Gazzetta del Mezzogiorno, 16 novembre 1992.

G. Annibaldis documenta l'iniziativa a Venosa di una mostra dal titolo:"Da Leukania a Lucania" che ha il fine di seguire con l'esposizione didiversi tesori, il passaggio dallo splendore del IV secolo aC. alla deca­denza del I sec. d.C. del popolo dei Lucani. Tra questi reperti preziosi vene sono due provenienti da Herakleia: monete d'argento dal III sec. al Isec. a.C., poi orecchini, anelli. ed altro. Di particolare importanza sono letavole bronzee su cui forse sono documentate le cause della progressivadecadenza di Herakleia. Su una di queste è incisa la Lex julia municipa­

lis.

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A. AMBRUOSILa storia si tocca con mano.Passeggiata in una città-museoLa Gazzetta del Mezzogiorno, 16 novembre 1992.

Venosa si propone al visitatore come la testimonianza di una storia sem­pre viva nei secoli. Un ruolo importante indubbiamente lo ha avuto la suafelice collocazione geografica. Essa è infatti collocata lungo l'antica viaAppia che durante l'Impero romano, favorì la sua valorizzazione e il suosviluppo. Il grande museo che essa possiede, forse il più grande delgenere in Europa, racchiude i resti di quattrocentomila anni di storia. Ametlerlo ora in risalto è stato il Bimillenario oraziano, un appuntamentoche ha richiamato tutto il mondo a volgere uno sguardo all'Urbe di Orazioche forse oggi è diventata un'altra perla del turismo italiano.

A. BOTTINILa Lucania pugliese,Roma, 16 novembre 1992.

AI tempo di Orazio non sussisteva alcuna autonomia politica, che fossestata in grado di dar vita a specifiche istituzioni giuridiche definite, e nep­pure una qualche peculiarità tecnico-culturale. Questo, secondo l'articoli­sta, è quanto si può cogliere nella parte finale del capitolo dedicato allaLucania scritto dal geografo Strabone.I Lucani, dissentendo in ciò da una schiera di amanti del recupero inte­grale della lucanità, riportata fino a comprendere gli antichi confini territo­riali, non esistono, infatti, più come specifico popolo italico (tanta è lacommistione di etnie nel corso dei secoli). La conclusione cui, quindi,giunge il Bottini è che si debba escludere una esemplificazione ricostrut­tiva di quella che ormai è solo un'identità di tipo storico.

L. DELBOCAL'economia di Venosaparla solo il latino di OrazioLa stampa, 17 novembre 1992.

Anche il viceministro della Pubblica Istruzione finlandese Numminen èintervenuto a Venosa per celebrare il Bimillenario oraziano. Egli è giuntonella terra che si gloria di aver dato i natali al grande poeta latino. Figliodi uno schiavo affrancato, che il celebre Figlio ricordò sempre con grati­tudine, Orazio condusse i suoi studi a Roma e ad Atene. Si schierò dallaparte dei Repubblicani, ma dopo la battaglia di Filippi, buttò lo scudo etrovò un lavoro come scriba nel dicastero dell'amministrazione finanziariadella Roma imperiale.Dopo averla lasciata da studente, Orazio forse non tornò più a Venosa,sebbene la sua poesia restò sempre legata alla sua terra. Venosa oggi loricambia con gratitudine celebrando la ricorrenza del Bimillenario dellasua morte con celebrazioni di alto livello scientifico.

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