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1 IL TERREMOTO IN GENERALE PICCOLO GLOSSARIO (DIZIONARIO) TERREMOTO: Fenomeno naturale che si origina dallo scontro di due placche terrestri. Lo scontro di tali placche dà origine alla cosiddetta FAGLIA. FAGLIA : Frattura nel terreno, che genera il terremoto. Essa avviene in profondità, quindi sotto la superficie terrestre. Quando in un terreno avviene una faglia possiamo dividerla in due differenti punti: LETTO e TETTO LETTO e TETTO SCARPATA o PIANO DI FAGLIA: Frattura in SUPERFICIE provocata dalla faglia. Infatti, la faglia originata sottoterra può avere conseguenze visibili in superficie, che assumono appunto la definizione di PIANO DI FAGLIA.

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IL TERREMOTO IN GENERALE

PICCOLO GLOSSARIO (DIZIONARIO)

TERREMOTO: Fenomeno naturale che si origina dallo scontro di due placche terrestri. Lo scontro di tali placche dà origine alla cosiddetta FAGLIA.

FAGLIA : Frattura nel terreno, che genera il terremoto. Essa avviene in profondità, quindi sotto la superficie terrestre. Quando in un terreno avviene una faglia possiamo dividerla in due differenti punti: LETTO e TETTO LETTO e TETTO

SCARPATA o PIANO DI FAGLIA: Frattura in SUPERFICIE provocata dalla faglia. Infatti, la faglia originata sottoterra può avere conseguenze visibili in superficie, che assumono appunto la definizione di PIANO DI FAGLIA.

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Esistono vari tipi di faglia:

FAGLIA NORMALE: Faglia in cui il movimento avviene perpendicolarmente a dove si è aperta la faglia con uno spostamento verso il basso del tetto rispetto al letto

LETTO TETTO

FAGLIA INVERSA: Faglia in cui il movimento avviene perpendicolarmente alla faglia con uno spostamento verso l'alto del tetto rispetto al letto

TETTO

LETTO

FAGLIA TRASCORRENTE: Faglia in cui il movimento avviene in modo LATERALE sia a sinistra sia a destra e NON in alto o in basso.

LETTO TETTO

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IPOCENTRO: Punto all'interno della crosta terrestre in cui ha origine un terremoto EPICENTRO: Punto della superficie terrestre situato sulla verticale dell'ipocentro di un terremoto. CROSTA: Parte più esterna della terra MANTELLO: Parte interna della terra più vicina alla crosta NUCLEO: Parte più in profondità della Terra. Esso, a sua volta, si può suddividere in NUCLEO ESTERNO e NUCLEO INTERNO : I terremoti nascono nella zona fra la crosta e la parte più esterna del mantello. Le rocce che formano la crosta e il mantello superiore subiscono continuamente giganteschi sforzi, che sono il risultato di lenti movimenti tra le grandi placche presenti vicino alla superficie terrestre.

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Infatti le rocce che formano la crosta hanno un limite di resistenza e quando gli sforzi superano questo limite le rocce si rompono. La frattura si propaga in modo rapido e violento, generando il terremoto, cioè liberando energia sotto forma di onde.

ONDE SISMICHE: Potenti oscillazioni che si propagano (diffondono) nella Terra. Le principali sono: le ONDE P e le ONDE S. Le onde P (come “Prime”) fanno vibrare il suolo nella stessa direzione in cui si propagano; comprimono e dilatano in successione le rocce che attraversano, come una fisarmonica. Invece le onde S (come “Seconde”) fanno vibrare le rocce perpendicolarmente rispetto alla loro direzione di marcia, come una corda che viene scossa.

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Le onde P sono più veloci delle onde S, quindi sono le prime ad essere registrate, seguite dalle onde S. Per ultime arrivano le ONDE SUPERFICIALI, che si propagano solo sulla superficie terrestre. Le onde generano due tipi di scosse, le SUSSULTORIE e le ONDULATORIE.

FORESHOCK: Tremore della terra che precede comunemente un terremoto. Deriva dall’inglese SCOSSA (SHOCK) PRECEDENTE (FORE =PRIMA) AFTERSHOCK: Si dicono aftershock le scosse di assestamento, dette anche repliche, cioè TUTTE LE SCOSSE MINORI CHE AVVENGONO DOPO QUELLA MAGGIORE. Infatti, raramente il terremoto è un evento isolato. Deriva dall’inglese SCOSSA (SHOCK) SUCCESSIVA (AFTER= DOPO). SISMOLOGIA: Scienza che si occupa di studiare i fenomeni sismici, cioè i terremoti. SISMOGRAFO: Il sismografo è lo strumento che viene utilizzato per registrare i fenomeni sismici. (dal greco seismos= scossa/ terremoto e graphḗ (= scrittura) SISMOLOGO: Studioso di terremoti (dal greco seismos = scossa/ terremoto e logos = parlare) SCALA RICHTER: Valore che misura l’intensità di un terremoto, cioè viene utilizzata per calcolare quanta energia quel terremoto ha sprigionato. I gradi totali di questa scala sono 10. Tuttavia, ogni volta che la scala sale di un grado l’energia aumenta non di una, ma di circa 30 volte La massima scala Richter mai misurata, pari a 9.5, è quella del terremoto del Cile nel 1960 SCALA MERCALLI: Valore che misura gli effetti sull’ambiente, sulle cose e sull’uomo provocate dal terremoto. Si compone di 12 gradi. La scala Richter e la scala Mercalli sono due misure estremamente diverse: la prima è ottenuta utilizzando gli strumenti adeguati per calcolare la potenza del terremoto, come ad esempio i sismografi, mentre la seconda è una classificazione degli effetti del terremoto su persone e cose. Questo significa che terremoti forti in zone disabitate o con edifici antisismici (cioè costruiti in modo da resistere ai terremoti) non causano danni e hanno quindi gradi bassi di livello della Scala Mercalli. Viceversa, piccoli terremoti in aree con costruzioni non adeguate possono provocare danni e determinare gradi alti di questa scala. MAPPA MACROSISMICA: Tabella utilizzata per raggruppare gli effetti causati da un terremoto in tutta l’area nella quale esso ha colpito, secondo la sua intensità. Per questo squadre di tecnici specializzati compiono perlustrazioni nella zona colpita da un terremoto e raccolgono dati significativi al riguardo.

INGV: È l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che si occupa di studiare i fenomeni naturali legati alla Terra. In modo particolare si occupa di terremoti e azioni vulcaniche. La sua sede principale si trova a Roma, anche se ne ha molte altre sparse per tutta Italia, specialmente nelle zone in cui è più facile che avvengano questi fenomeni naturali.

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PERICOLOSITÀ SISMICA: Si intende lo scuotimento (movimento) del suolo PREVISTO in una determinata area a causa di un terremoto. Quindi parliamo di qualcosa di PROBABILE, ma non che accadrà di certo. FORSE ACCADE, ma NON È DETTO.

RISCHIO SISMICO: Il rischio sismico è il calcolo, la stima, dei danni che POTREBBERO ESSERCI in caso di terremoto in una determinata area. Anche in questo caso parliamo di qualcosa che è PROBABILE, ma NON certa. Quindi, FORSE ACCADE, ma NON È DETTO. dipende da:

pericolosità dell’area, cioè lo scuotimento sismico che è ragionevole attendersi in un dato periodo di tempo;

esposizione, cioè la presenza di persone e cose che potrebbero essere danneggiate (edifici, infrastrutture, attività economiche, ecc.)

vulnerabilità, debolezza degli edifici e delle infrastrutture (strade, autostrade, ferrovie, ecc.) dell’area, cioè la loro maggiore o minore tendenza a essere danneggiati dai terremoti.

CONTAGIO SISMICO : Diffusione del terremoto DA UN’AREA AD UN’ALTRA. Così come una malattia può essere trasmessa da una zona ad un’altra, così anche il terremoto può propagarsi (diffondersi) in zone vicine, poiché in genere le faglie che si sono aperte sono molteplici ed è possibilissimo che nell’arco dei mesi o di anni successivi scosse di terremoto si manifestino in zone non lontane da dove c’è stato l’epicentro originario. È insomma una specie di EFFETTO DOMINO. Tale termine può avere anche la definizione di SCIAME SISMICO.

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I terremoti in Centro Italia (agosto/ottobre 2016)

Negli ultimi mesi, purtroppo, il centro Italia (più precisamente nelle tre regioni di MARCHE, LAZIO e UMBRIA) è stato colpito da calamità naturali che hanno causato morti e distruzione. Tutto è iniziato mercoledì 24 agosto fra le 3.36 e 3.56 del mattino, quando si sono verificati due tremendi terremoti con epicentro nei pressi di Amatrice e Accumoli, due piccoli paesi (rispettivamente 2.600 e 670 abitanti) nella provincia di Rieti. Il primo sisma, con epicentro ad Accumoli, è stato di 6.0 della Scala Richter, una profondità di 4 km ed è durato 142 secondi, il secondo, con epicentro ad Amatrice, di 4.4. Da quel giorno, la terra in quelle zone ha continuato a tremare per vari mesi e, disgraziatamente, nell’ottobre si sono verificati altri terremoti, questa volta fra Visso e Norcia, in Umbria.

LE CAUSE

Il terremoto del 24 agosto 2016 si è verificato ai piedi dei Monti della Laga che si sviluppano per oltre 24 km tra gli altopiani di Amatrice (Rieti) e di Campotosto (Aquila).

Le frecce indicano la presenza della faglia ai piedi dei Monti della Laga

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A differenza degli altri gruppi di monti, che si trovano nell'Appennino Centrale, i quali sono costituiti da ROCCE CARBONATICHE, ossia più dure e solide, in questa zona le rocce sono composte generalmente da arenarie, ossia materiale sabbioso, e da materiale più fine, come argille. Quindi, da rocce più fragili e, conseguentemente, più facili a subire l’azione del movimento delle placche terrestri. Queste rocce sono il risultato del sollevamento del Gran Sasso, la catena montuosa principale del centro Italia. Infatti, anche se può sembrare strano, alcuni dei monti che noi vediamo ora svettare molto in alto rispetto alla superficie terrestre, si sono originati sott’acqua. Fra questi, vi era anche l’attuale catena montuosa dei Monti della Laga. Ebbene, prestate ora molta attenzione: sempre moltissimi milioni di anni fa, in quella zona ci sono state delle frane sottomarine, le quali hanno trascinato materiale sabbioso ed argilloso nel fondale. Quel materiale si è poi trasformato in rocce friabili, mollicce. Successivamente, lo scontro di placche terrestri ha generato un INNALZAMENTO dello stesso fondale marino, che si è SOLLEVATO FINO AI DUEMILA E PASSA METRI, cioè l’attuale altitudine media dei Monti della Laga. Ecco un esempio di innalzamento della crosta terrestre e nascita di un rilievo generatosi a partire dal fondale marino

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Una volta formatisi questi monti, per l’esattezza fra i 3 e i 2 milioni di anni fa, gli Appennini, muovendosi (e in particolar modo il Gran Sasso, che raggruppa anche gli stessi monti della Laga), hanno generato una FAGLIA proprio sui Monti della Laga stessi. Per molto tempo, tale frattura della crosta terrestre è rimasta SILENTE (cioè “addormentata”), fino a quando è tornata a riattivarsi, causando il funesto terremoto del 24 agosto scorso. Il movimento della faglia (che si origina sottoterra) ha portato il suo TETTO ad abbassarsi presso AMATRICE. AMATRICE Nell'area ci sono poi altre faglie più piccole, che si sono mosse proprio dopo il terremoto dell’agosto scorso, provocando un EFFETTO DOMINO o CONTAGIO SISMICO. Il terremoto si è così spostato verso Nord, da Amatrice verso Visso e Ussita, con la frattura presso il MONTE VETTORE, per poi ripiombare più a Sud nell’area di Norcia. Anche se l’avanzare del contagio sismico appare preoccupante, in realtà si sarebbero potuti manifestare scenari assai peggiori. Infatti, si sono verificati terremoti forti ma non fortissimi. Gianluca Valensise, sismologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha dichiarato: “ Molto peggio sarebbe stato se tutti questi segmenti della faglia (Amatrice, Visso, Norcia) si fossero mossi tutti insieme, in tal caso, si sarebbe generato un terremoto di magnitudo (leggi Scala Richter) almeno di 7,0 gradi “.

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LE ZONE IN ITALIA A MAGGIOR RISCHIO SISMICO

• Dove avvengono i terremoti in Italia? Di solito i terremoti avvengono in zone già colpite in passato, nelle quali lo sforzo causato dal movimento delle placche terrestri è maggiore. In Italia i terremoti più forti si sono verificati in Sicilia, nelle Alpi orientali e lungo gli Appennini centro-meridionali, dall’Abruzzo alla Calabria. Ma sono avvenuti terremoti importanti anche nell’Appennino centro-settentrionale e nel Gargano (Puglia). Negli ultimi 1.000 anni, secondo la Scala Richter, ce ne sono stati circa 260 pari o superiore a 5.5 . In media uno ogni quattro anni.

I terremoti recenti sono distribuiti maggiormente proprio in quelle zone che in passato hanno conosciuto i massimi valori di intensità sismica e, quindi, i terremoti tendono a ripetersi sempre negli stessi posti.

CENTRO ITALIA (zone colpite dai recenti terremoti)

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I terremoti più forti mai accaduti in Italia Considerando i terremoti fino al 6° grado della scala Mercalli, che producono cioè solo danni lievi, a parte la Sardegna, tutto il territorio nazionale è stato almeno una volta interessato da una scossa di questa intensità. Se consideriamo eventi di intensità superiore, NON sono mai stati interessati il Piemonte, parte della Lombardia e dell’Alto Adige, la costa tirrenica, dalla Versilia al Fiume Volturno, quella adriatica a sud di Ancona (escluso il Gargano) ed il Salento. La sismicità più elevata si concentra nella parte centro-meridionale della penisola - lungo la dorsale appenninica interessata da alcuni tra gli eventi più forti e distruttivi che la memoria storica ricordi. Nell’Appennino centrale, ad esempio, i terremoti del 1349 e del 1703 hanno coinvolto territori estesi provocando danni anche nella città di Roma ed è ancora vivo, non solo in Abruzzo, il ricordo del terremoto che il 13 gennaio 1915 sconvolse la Marsica ed un vasto settore dell’Italia centrale. Nell’Appennino meridionale, l’Irpinia (la zona di Avellino e dintorni) è stata teatro, nel corso dei secoli, di alcuni dei più forti terremoti della storia sismica italiana, sino al più recente del 23 novembre 1980, che ha lasciato sul territorio ferite ancora oggi facilmente riconoscibili. In Calabria e Sicilia, le conseguenze di eventi sismici come quelli del 1693, del 1783, e del 28 dicembre 1908 - uno degli eventi più forti (Richter 7.2) mai registrati in Italia - sono di portata storica, avendo profondamente cambiato l’aspetto socio−economico del territorio colpito. Dal 1900 ad oggi si sono verificati 30 terremoti molto forti (pari o superiori ai 5.8), alcuni dei quali sono stati catastrofici. Qui di seguito li riportiamo in ordine cronologico. Il più forte tra questi è il terremoto che nel 1908 distrusse Messina e Reggio Calabria.

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LA PROTEZIONE CIVILE E IL TERREMOTO

I terremoti catastrofici avvenuti in Italia e nel mondo ci hanno insegnato che un’informazione rapida e precisa è indispensabile affinché la Protezione Civile possa organizzare i primi soccorsi nelle zone colpite.

• E che cosa è la PROTEZIONE CIVILE?

È una organizzazione, presente con varie sedi in tutto il territorio italiano, la quale ha il compito di PREVENIRE POSSIBILI SITUAZIONI DI PERICOLO E AIUTARE (quindi PROTEGGERE) LA POPOLAZIONE E TUTELARE IL TERRITORIO A SEGUITO DI UN TREMENDO EVENTO NATURALE o ANTROPICO. In quest’ultimo caso, ad esempio, nelle industrie con materiale radioattivo, incendi nelle fabbriche, ecc. A fare parte della Protezione Civile sono, fra gli altri, i Vigili del Fuoco e i volontari. Per questo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (abbreviato INGV) dal 1980 ad oggi ha installato e gestisce circa 350 stazioni sismiche su tutto il territorio nazionale. Sono postazioni fisse, dotate di strumenti che rilevano ogni minimo movimento del suolo. Insieme formano la Rete Sismica Nazionale, il cui “cervello” è la Sala Operativa di monitoraggio sismico di Roma.

In caso di terremoto si può quindi avere un’analisi accurata del fenomeno e trasmettere in pochi minuti al Dipartimento di Protezione Civile la posizione dell’ipocentro, la magnitudo Richter, la lista delle località più vicine all’epicentro. Tali informazioni sono fondamentali per cercare di comprendere gli eventuali danni causati dal terremoto e per poter quindi far muovere le persone che fanno parte della Protezione civile con tutte le attrezzature dovute e raggiungere la zona colpita consapevoli di quello che ci si potrà aspettare. Sede dell’INGV a Roma

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• Dopo quanto tempo da un terremoto vengono determinati ipocentro e intensità e dopo quanto tempo queste informazioni sono disponibili sui siti web dell’INGV? Ecco, qui di seguito, uno schema sintetico della procedura con la quale l’INGV riesce ad avere i dati del terremoto e in quanto tempo li riesce a trasmettere alla Protezione civile. In 2 minuti da un evento è possibile avere una prima stima della posizione dell’epicentro, della profondità e del grado su Scala Richter del terremoto. Questa valutazione avviene in modo automatico e si basa sui dati inviati dalle STAZIONI SISMICHE PIÙ VICINE all’evento. In 5 minuti sono invece disponibili i sismogrammi di TUTTE LE STAZIONI DELLA RETE SISMICA NAZIONALE INTERESSATE DAL TERREMOTO. In questo caso la stima, sebbene ancora automatica, risulta essere più precisa. A quel punto, i dati analizzati vengono comunicati al Dipartimento della Protezione Civile entro, Al massimo, 30 minuti dall’evento, anche se in media sono già disponibili dopo circa 10-15 minuti. Per alcuni eventi i tempi possono essere un po’più lunghi ma mai oltre i 30 minuti. E’ il caso di alcuni terremoti che avvengono in mare, in aree vulcaniche o in zone geologicamente complesse. Sono in corso iniziative per ridurre i tempi di comunicazione consapevoli che anche un’informazione parziale, cioè NON COMPLETA, ma comunque rapida, quasi immediata, possa essere di grande importanza ai fini della protezione civile.

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ALCUNI CONSIGLI UTILI IN CASO CI SI TROVI IN UNA SITUAZIONE DI EMERGENZA PER COLPA DI UNA CALAMITÀ NATURALE IO NON RISCHIO – Buone pratiche di protezione civile Promuovere un ruolo attivo dei cittadini nel campo della prevenzione è l’obiettivo principale di IO NON RISCHIO: campagna informativa nazionale sui rischi naturali e antropici che interessano il nostro Paese. IO NON RISCHIO terremoto si svolge in località a elevata pericolosità sismica e in alcune grandi città in cui si possono avvertire forti terremoti. Il rischio sismico riguarda tutti e ognuno deve fare la sua parte. Il singolo cittadino deve, prima di tutto, informarsi: sapere qual è il livello di pericolosità del proprio Comune, conoscere il Piano di emergenza comunale, individuare l’area in cui potrebbe originarsi un terremoto più vicina. Deve rendere più sicuro lo spazio in casa o al lavoro, fissando arredi e distribuendoli in modo razionale. Deve, inoltre, accertarsi che la sua casa sia stata costruita con i criteri (regole) previsti dalle norme sismiche della zona in cui si trova e seguire tali norme in caso di modifiche della sua abitazione. Infine, anche se facile da dirsi e molto difficile da farsi, è necessario imparare ad affrontare le situazioni di emergenza con calma e responsabilità. Per chi volesse informarsi in modo più approfondito basta andare su www.iononrischio.it. Ad ogni modo, qui di seguito, sono riportate le regole previste per ridurre i rischi derivanti da terremoto: Cosa fare prima

A volte basta rinforzare i muri portanti o migliorare i collegamenti fra pareti e solai: per fare la scelta giusta, fatti consigliare da un tecnico esperto. Da solo, fin da subito

Allontana mobili pesanti da letti o divani.

Fissa alle pareti scaffali, librerie e altri mobili alti; appendi quadri e specchi con ganci chiusi, che impediscano loro di staccarsi dalla parete.

Metti gli oggetti pesanti sui ripiani bassi delle scaffalature; su quelli alti, puoi fissare gli oggetti con del nastro biadesivo.

In cucina, utilizza un fermo per l’apertura degli sportelli dei mobili dove sono contenuti piatti e bicchieri, in modo che non si aprano durante la scossa.

Impara dove sono e come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e l’interruttore generale della luce.

Tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, e assicurati che ognuno sappia dove sono.

Informati se esiste e cosa prevede il Piano di emergenza comunale: se non c’è, pretendi che sia predisposto, così da sapere come comportarti in caso di emergenza.

Elimina tutte le situazioni che, in caso di terremoto, possono rappresentare un pericolo per te o i tuoi familiari.

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Impara quali sono i comportamenti corretti durante e dopo un terremoto e, in particolare, individua i punti sicuri dell’abitazione dove ripararti durante la scossa. Durante un terremoto Se sei in un luogo chiuso

Mettiti nel vano di una porta inserita in un muro portante (quello più spesso), vicino a una parete portante o sotto una trave, oppure riparati sotto un letto o un tavolo resistente. Al centro della stanza potresti essere colpito dalla caduta di oggetti, pezzi di intonaco, controsoffitti, mobili, ecc.

Non precipitarti fuori, ma attendi la fine della scossa. Se sei in un luogo aperto

Allontanati da edifici, alberi, lampioni, linee elettriche: potresti essere colpito da vasi, tegole e altri materiali che cadono.

Fai attenzione alle altre possibili conseguenze del terremoto: crollo di ponti, frane, perdite di gas ecc. Dopo un terremoto

Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te e, se necessario, presta i primi soccorsi.

Prima di uscire chiudi gas, acqua e luce e indossa le scarpe. Uscendo, evita l’ascensore e fai attenzione alle scale, che potrebbero essere danneggiate.

Una volta fuori, mantieni un atteggiamento prudente.

Se sei in una zona a rischio maremoto, allontanati dalla spiaggia e raggiungi un posto elevato.

Limita, per quanto possibile, l’uso del telefono.

Limita l’uso dell’auto per evitare di intralciare il passaggio dei mezzi di soccorso.

Raggiungi le aree di attesa previste dal Piano di emergenza comunale.

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L’ ALLERTA METEO E LE ISTITUZIONI CHE SI OCCUPANO DI AVVISARE I CITTADINI

Il primo ente (istituzione con proprie leggi) che si prende incarico della situazione meteo è L’ARPAL (a livello nazionale chiamata ARPA). • Che cosa è l’ARPAL? È l’ Agenzia Regionale Per la Protezione Ambiente Ligure. • Qual è il compito principale di tale ente? L’ARPAL invia il bollettino meteorologico (cioè le condizioni climatiche previste in Liguria, in questo caso per le successive 48 ore) alla sede della PROTEZIONE CIVILE della Provincia. Come già scritto a pag. 12, LA Protezione Civile è una organizzazione, presente con varie sedi in tutto il territorio italiano, la quale ha il compito di PREVENIRE POSSIBILI SITUAZIONI DI PERICOLO E AIUTARE (quindi PROTEGGERE) LA POPOLAZIONE E TUTELARE IL TERRITORIO A SEGUITO DI UN TREMENDO EVENTO NATURALE o ANTROPICO. In quest’ultimo caso, ad esempio, nelle industrie con materiale radioattivo, incendi nelle fabbriche, ecc. A fare parte della Protezione Civile sono, fra gli altri, i Vigili del Fuoco e i volontari. Contemporaneamente l’Arpal trasmetterà le notizie ricevute a tutte le PREFETTURE della Liguria. • Che cosa è la PREFETTURA? La Prefettura, in poche parole, è una istituzione che RAPPRESENTA LO STATO ITALIANO SUL TERRITORIO IN CUI OPERA e a capo della quale sta il PREFETTO. • Quali sono i compiti che assolve? Qualora vi fossero situazioni di pericolo avviserà i Comuni potenzialmente interessati da tali eventi ad alto rischio. In realtà, la stessa ARPAL, oltre alla Prefettura, trasmette simultaneamente (cioè nel medesimo istante) il bollettino meteo alle varie province del territorio. Tuttavia, è comunque compito della Prefettura diramare ai vari Enti liguri(comuni, ecc.) lo stato di POTENZIALE PERICOLO. . I Comuni, una volta avvisati dei possibili rischi, applicano i rispettivi PIANI COMUNALI DI EMERGENZA. • Che cosa sono i Piani Comunali di Emergenza ? Sono i cosiddetti PIANI DI INTERVENTO: le decisioni fondamentali prese dai comuni stessi per TUTELARE LA SALVAGUARDIA DEI CITTADINI e, laddove possibile, DEL TERRITORIO. • Quali sono tali decisioni? Ad esempio la CHIUSURA DELLE STRADE, LO SGOMBERO DEI RESIDENTI DA TALI ZONE, ecc. inoltre il capo del Comune, cioè il SINDACO, può prendere determinate decisioni, per esempio la CHIUSURA DELLE SCUOLE. Per altre questioni dovrà intervenire direttamente il PREFETTO. Ad esempio per la SOSPENSIONE DI INCONTRI SPORTIVI.

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TEORIA E PRATICA

Quando si prevede che le condizioni del tempo potrebbero provocare danni alle persone o all’ambiente in uno specifico territorio, NON È DETTO CHE CIÒ ACCADRÀ CERTAMENTE. Poiché però in teoria qualcosa di grave potrebbe verificarsi, occorrerà avvertire, mettere a conoscenza, le persone che abitano nelle zone interessate da tali fenomeni climatici. • Come vengono, dunque, messe in guardia le persone? Dall’ottobre 2015 esiste la classificazione del rischio pericolo in tre colori differenti: ALLERTA GIALLA, ARANCIONE, ROSSA A seconda, dunque, del livello di rischio, cioè di POSSIBILE PERICOLO, che, ricordiamolo, NON è DETTO CHE DIVENTI PER DAVVERO QUALCOSA DI GRAVE, avremo i seguenti avvisi colorati:

ALLERTA GIALLA: fenomeni significativi STAI IN GUARDIA E INFORMATI

ALLERTA ARANCIONE: fenomeni intensi TIENITI PRONTO: POTREBBE ACCADERE QUALCOSA DI PERICOLOSO

ALLERTA ROSSA: fenomeni molto intensi RISCHIO PERICOLO ALTO. INCOMINCIA A METTERE IN PRATICA LE MISURE DI SICUREZZA E PROTEZIONE

La classificazione con l’utilizzo dei colori è basata su una percezione rapida e intuitiva del livello di pericolosità e allinea la Regione Liguria a un modello unico nazionale.

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E' IMPORTANTE SAPERE CHE, COME GIÀ SCRITTO IN PRECEDENZA:

IL SISTEMA DI ALLERTA TRAMITE CODICI COLORE EMESSO DA ARPAL/REGIONE LIGURIA, È UNA PREVISIONE. PRECEDE L’EVENTO E NON PUÒ, QUINDI, TENER CONTO DI COME L’EVENTO SI SVILUPPERÀ, CIOÈ SE EFFETTIVAMENTE DA UN POSSIBILE PERICOLO DIVENTERÀ QUALCOSA DI CERTO, CONCRETO.

Mi spiego meglio: se si dirama (diffonde) l’allerta per una possibile caduta intensa di pioggia che potrebbe originare un’alluvione, ciò NON SIGNIFICA che tale fenomeno naturale ci sarà certamente. Tanto per intenderci è come se una mamma mettesse in guardia il figlio circa il fatto che se andrà in giro in maniche corte in inverno si buscherà una brutta polmonite. Ciò è probabile, ma NON CERTO. Lo Stesso discorso vale, dunque, per gli avvisi meteo, che vi mettono in guardia su UN POSSIBILE PERICOLO, il quale, però, potrebbe non sfociare in nulla di serio, di realmente grave.

È sulla base della previsione che un determinato Comune attiva il SISTEMA DI PROTEZIONE CIVILE.

In base al codice colore entrano in vigore tutte le misure di prevenzione previste dal Piano Comunale di Emergenza.

In particolare per le scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private, nel territorio comunale, sono previste queste misure:

allerta rossa scuole chiuse allerta arancione sospensione attività didattiche all’esterno della scuola e

adozione piani di emergenza interni.

Poiché il clima è esposto ad improvvisi mutamenti, per la sicurezza personale, a fenomeno atmosferico in atto, è importante adottare le norme comportamentali di auto protezione (che dovrebbero trovarsi sul sito del Comune di appartenenza. Nel caso di Genova www.comune.genova.it In modo particolare si raccomanda ai cittadini di qualsiasi età DI NON USCIRE IN STRADA PER METTERE IN SALVO BENI DI PROPRIETÀ DATA L’IMPREVEDIBILITÀ DELL’EVOLUZIONE STESSA DELL’EVENTO. Tuttavia, può accadere che l’ARPAL non segnali alcun possibile rischio e che, improvvisamente, e in parte inaspettatamente, le condizioni atmosferiche peggiorino in modo talmente rapido da provocare un disastro. È il caso, ad esempio, delle cosiddette BOMBE D’ACQUA.

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• Che cosa sono le bombe d’acqua? Sono fenomeni naturali (i quali, in realtà, si originano probabilmente per colpa dell’inquinamento atmosferico) che RIVERSANO AL SUOLO UNA QUANTITÀ ENORME DI PIOGGIA IN BREVE TEMPO. Ma torniamo ai casi più probabili, cioè quando si avvisa la popolazione di un possibile pericolo. In questi casi, se poi il pericolo si trasforma in qualcosa di certo, passa, dunque, “dalla teoria alla pratica”, provocando gravi danni al territorio e, purtroppo, talvolta alle persone che abitano in esso, ci sarà chi dovrà intervenire, e il prima possibile, nelle zone colpite. In relazione a ciò, da un punto di vista normativo (cioè di legge), possiamo distinguere tre differenti situazioni: A ) Eventi di rilevanza comunale (Quando il fenomeno atmosferico ha colpito UN SOLO COMUNE) − a decidere i provvedimenti da attuare (cioè in che modo intervenire) sarà il Comune, naturalmente tramite il suo Sindaco. B) Eventi di rilevanza PLURICOMUNALE (Quando il fenomeno atmosferico ha colpito PIÙ COMUNI)- a decidere i provvedimenti sarà il cosiddetto COM. • Cosa è il COM? Significa CENTRI OPERATIVI MISTI. In pratica se la situazione coinvolge più comuni, essi dovranno COORDINARE le loro forze (da qui, dunque, il termine MISTO; cioè si MISCHIANO le forze di più comuni) per far fronte alla situazione. A capo dei COM c’è sempre il Sindaco del comune più importante. C) Eventi di rilevanza NAZIONALE. Ciò non significa che la sciagura si deve essere abbattuta su tutta quanta l’intera nazione, ma che la situazione è talmente drammatica che anche se coinvolge solo un piccolo territorio, dovranno intervenire forze con maggior potere decisionale rispetto ai semplici comuni, ovvero la PREFETTURA e il PREFETTO. Ciò è accaduto in passato per l’alluvione di Firenze del 1966, .il terremoto in Friuli del 1976, in Irpinia (Avellino e dintorni, nella regione della Campania) nel 1980, in Abruzzo del 2009, e quello recentissimo avvenuto in centro Italia. Questa è la procedura regolare da seguire, ma, in realtà, poiché gli amministratori dei territori (cioè i politici) non hanno spesso grande conoscenza delle leggi al riguardo, quasi sempre, anche quando ci si trova davanti a situazioni gestibili in modo semplice, i vari comuni, e i sindaci che ne sono a capo, tendono ad appoggiarsi direttamente alla Prefettura e al Prefetto. Ad ogni modo indipendentemente dal grado di responsabilità degli enti coinvolti, se si diffondono comunicati alla popolazione con le varie allerte, soprattutto rossa, SI DEVE ASSOLUTAMENTE RIMANERE IN CASA E NON USCIRE SE NON È STRETTAMENTE NECESSARIO.