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questione educativa va trasformata. Si tratta di educare e guidare i giovani a vivere nell’ambito dei nuovi media, di valorizzarne le potenzialità e contenerne i rischi per accrescere la qualità della vita sociale e lo sviluppo dei soggetti. Occorre, come sottolinea Rivoltella in un suo scritto, promuovere la capacità di muoversi nel nuovo contesto mediatico con atteggiamento critico e previsionale. “Ancora una volta la percezione è che la previsione, la capacità di fare previsioni, sia un ingrediente fondamentale della competenza mediatica al di qua dei tecnicismi linguistici o informatici con i quali spesso si ha la tentazione di identificarla”. “Ma se i genitori esplorano insieme ai figli, Internet, un nuovo mondo certamente pieno di insidie ma anche straordinario, ci guadagnano i rapporti in famiglia e migliora l’organizzazione del tempo individuale e collettivo (Gasperetti). s t a n n o rapidamente passando dalla logica della scrittura e della lettura, alla cultura del monitor e al culto ossessivo dell’immagine (Ferrarotti). Ed in effetti l’attuale “adolescente multimediale” sembra sempre più richiedere un’integrazione tra computer, famiglia e scuola che lo ponga al centro della scena, in una modalità creativa ed “auto informativa” nella quale poter usufruire oltre che di sistemi di socializzazione e di acquisizione delle conoscenze di tipo tradizionale, anche di nuove modalità esperenziali e “multisensoriali”, spesso sentite come più attraenti e partecipative; infatti il sistema multimediale agisce per “immersione” poiché si entra nel mondo virtuale con i sensi: la vista, l’udito, il tatto mentre l’apprendimento monomediale opera essenzialmente per astrazione. Ma non dimentichiamo la miriade di trappole pericolose legate alla rete di cui si parla di continuo: cyberbullismo, sexting, ecc. di cui sono vittime tanti adolescenti……. Cosa possono fare la scuola e la famiglia, in maniera pedagogicamente corretta in tale contesto mediatico? La Il mondo evolve e si trasforma incessantemente sotto i nostri occhi e i nuovi media, protagonisti dell’era contemporanea, stanno velocemente modificando le nostre abitudini, i nostri stili di vita, il modo di relazionarci, di studiare, di lavorare, di vivere. In questo ambiente sociale, i giovani sono individui “intrinsecamente multimediali”, che vivono un rapporto simbiotico con Internet, con WhatsApp, con telefonini di ultima generazione (comprati troppo presto dalle famiglie per stare al passo con i tempi), con tablet, iphone e altri aggeggi e strumentazioni sempre più all’avanguardia, trascorrendo svariate ore da internauti, spesso perché lasciati soli da genitori troppo indaffarati, talvolta per giochi virtuali e chat, solo in piccola parte per seguire reali interessi di approfondimento culturale. “I giovani di oggi Il tempo di Internet Ambiente 1-2-3-4 Attività 4-5-6 Attualità 7-8-9 Cronaca 10 Cultura 11-12 Poesia 13-14-15-16 Scienze 17-18 Tecnologia 19-20 Spettacolo 21 Sport 22 Cucina 23 Sommario Notizie In Evidenza In Evidenza da pag. 24 a pag. 27

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que s t i one e d uc a t i v a v a trasformata. Si tratta di educare e guidare i giovani a vivere nell’ambito dei nuovi media, di valorizzarne le potenzialità e contenerne i r ischi per accrescere la qualità della vita sociale e lo sviluppo dei soggetti. Occorre, come sottolinea Rivoltella in un suo scritto, promuovere la capacità di muoversi nel nuovo contesto mediatico con atteggiamento critico e previsionale. “Ancora una volta la percezione è che la previsione, la capacità di fare previsioni, sia un ingrediente fondamentale della competenza mediatica al di qua dei tecnicismi linguistici o informatici con i quali spesso si ha la tentazione di identificarla”. “Ma se i genitori esplorano insieme ai figli, Internet, un nuovo mondo certamente pieno d i i n s i d i e m a a n c h e straordinario, ci guadagnano i rapporti in famiglia e migliora l’organizzazione del tempo ind iv idua le e co l l e t t ivo (Gasperetti).

s t a n n o r a p i d a m e n t e passando dalla l o g i c a d e l l a scrittura e della lettura, alla cultura del monitor e al culto ossessivo d e l l ’ i m m a g i n e (Ferrarotti). Ed in effetti l’attuale “adolescente multimediale” sembra sempre più richiedere un’integrazione tra computer, famiglia e scuola che lo ponga al centro della scena, in una modalità creativa ed “auto informativa” nella quale poter usufruire oltre che di sistemi di socializzazione e di acquisizione delle conoscenze di tipo tradizionale, anche di nuove moda l i t à e spere nz ia l i e “multisensoriali”, spesso sentite c o m e p i ù a t t r a e n t i e partecipative; infatti il sistema mul t imedia le agi sce per “immersione” poiché si entra nel mondo virtuale con i sensi: la vista, l’udito, il tatto mentre l’apprendimento monomediale opera essenzialmente per astrazione. Ma non dimentichiamo la miriade di trappole pericolose legate alla rete di cui si parla di cont inuo : cyberbu l l i smo, sexting, ecc. di cui sono vittime tanti adolescenti……. Cosa possono fare la scuola e la f a m i g l i a , i n m a n i e r a pedagogicamente corretta in tale con tes to med ia t i co? La

Il mondo evolve e si trasforma incessantemente sotto i nostri occhi e i nuovi media, p r o t a g o n i s t i d e l l ’ e r a c o n t e m p o r a n e a , s t a n n o velocemente modificando le nostre abitudini, i nostri stili di vita, il modo di relazionarci, di studiare, di lavorare, di vivere. In questo ambiente sociale, i g i o va n i s o n o i nd i v i d u i “intrinsecamente multimediali”, che vivono un rapporto simbiotico con Internet, con WhatsApp, con telefonini di ultima generazione (comprati troppo presto dalle famiglie per stare al passo con i tempi), con tablet, iphone e altri aggeggi e strumentazioni sempre più all’avanguardia, trascorrendo

svariate ore da internauti, spesso perché lasciati soli da genitori troppo indaffarati, talvolta per giochi virtuali e chat, solo in piccola parte per seguire reali interessi di approfondimento culturale. “I giovani di oggi

Il tempo di Internet Ambiente 1-2-3-4

Attività 4-5-6

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Cultura 11-12

Poesia 13-14-15-16

Scienze 17-18

Tecnologia 19-20

Spettacolo 21

Sport 22

Cucina 23

Sommario

Notizie

In EvidenzaIn Evidenza

da pag. 24 a pag. 27

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Anche l’ ascensore che portava al parco Baden Powell dovrebbe essere risistemato e funzionante con degli addetti al controllo. E per finire, la splendida fontana a zampillo che possa completare la piazza e renderla un luogo rilassante e tranquillo. Purtroppo però la colpa é dei cittadini che, invece di curare gli spazi aperti e il verde, fanno di tutto per danneggiare, distruggendo quel poco di verde, che é un bene per tutta la comunità.

Jenny Fortani 2 B

Ora, é un rudere pericoloso che rende ancora più degradato questo spazio. Secondo me questa piazza, che é una delle più grandi del centro storico, innanzitutto dovrebbe essere piú pulita e piú sicura per

i bambini, con un prato all’ inglese ben curato, delle aiuole fiorite e uno s p a z i o recintato con delle giostre.

Quand’ero più piccolina andavo sempre a giocare a piazza Sant’Anna, una piazza ben curata e molto sicura per i bambini perché era un posto adibito per loro. Con il passare del tempo, essa é diventata un luogo pieno di spazzatura e, soprattutto, un parcheggio per le automobili. I prati sono ricoperti di erbacce e vetri e i cani fanno i loro bisogni indisturbati. Anche la fontanella che stava in mezzo alla piazza all’inizio era bella e funzionante, infatti i bambini giocavano a spruzzarsi.

bella aiuola, con l’augurio che in futuro

non ci siano altri incivili che distruggano

un passato affascinante per un presente

imbarazzante.

E poi (anche se di un privato, che tra

l’altro non la cura) come multa non

infliggerei il pagamento di somme di

denaro, bensì dei lavori socialmente

utili.

LA NOSTRA CITTÁ È RICCA DI

STORIA E CULTURA CHE I

NOSTRI ANTENATI HANNO

COSTRUITO POCO A POCO…

PERCHÉ DISTRUGGERE TUTTO?

Francesca Pellicanò 1^B

che i turisti vedano che un bene culturale

così importante debba essere ridotto in

questo miserabile stato!

Poi darei una ripulitina e una riverniciata,

sperando di dare una migliore estetica

all’esterno, piuttosto rovinato. Fatto ciò

ripulirei il giardinetto, creando qualche

Villa Zerbi è

un edificio

storico di

R e g g i o

Calabria, che

o g g i è

p i u t t o s t o

sporco e il suo giardino incolto e pieno

di erbacce!

Per poterla migliorare, io intanto

ristrutturerei l’esterno (mantenendo

storia e originalità), in particolare le

balconate perché sono messe piuttosto

male… anche perché questa costruzione

ospita diverse mostre ed è un peccato

Mi piacerebbe andare e trovare giostre

nuove e pulite; muri e i sentieri sgombri

da erbacce e bottiglie e senza graffiti.

Sarebbe bello, inoltre, per la nostra città

godere del teatro per eventi non solo

religiosi, come quelli in onore a San Paolo,

ma anche per iniziative culturali. Perché

non realizzare tutto questo?

Credo che a molti bambini e ai propri

genitori piacerebbe tutto ciò.

Vorrei che questo mio desiderio si

avverasse: anche se sono solo una

bambina, riesco a percepire cose che

possono essere migliorate.

Palma Scappatura Classe 1^B

ombre e desolazioni. Molti ragazzi hanno

ricoperto gli scivoli di graffiti; nella

maggioranza dei casi le aree verdi si

presentano piene di carte e bottiglie e le

giostre sono utilizzabili solo in parte.

Vi è, però, un angolo della nostra città,

che fa tristezza! È il parco Baden Powell

dove la sporcizia fa da padrona. Le

erbacce ricoprono i gradini dell’anfiteatro.

C’è solo una giostra, la quale risulta sporca

e fatiscente, mentre tutto il rimanente

spazio viene usato dai cagnolini che

lasciano i loro escrementi ovunque! Mi

chiedo: “Perché abbandonare una delle

zone più belle della città, se non altro per

la splendida visuale?”

Con l’arrivo della bella stagione la città si

risveglia da un inverno rigido e freddo e,

soprattutto, i bambini desiderano

trascorrere qualche ora tra altalene e

scivoli.

Nella nostra città è emerso un quadro con

Ambiente Parco Baden Powell - Ma sono parchi o trappole?

Piazza Sant’Anna

Villa Zerbi - Per una città migliore LA NOSTRA CITTÁ È RICCA DI STORIA E

CULTURA CHE I NOSTRI ANTENATI HANNO COSTRUITO

POCO A POCO…

Pagina 2 Gal i le i ’s News a.s. 2014-2015, Numero 9

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dell’acquisto di quella nuova, oppure consegnare quelle che non fanno più luce alle isole ecologiche, presenti ormai in ogni città. L’importante è non buttarle nella normale spazzatura: ogni lampadina fluorescente contiene, infatti, da 1 a 5 mg di mercurio, una quantità minima però molto nociva per l’ambiente! Le lampade a risparmio energetico, oltre a consumare meno energia rispetto a quelle tradizionali (fino all’ 80% in meno), durano da 5 a 10 volte di più, permettendo di risparmiare anche in emiss ion i d i CO 2 . Aiuta anche tu l’ambiente praticando la raccolta differenziata!

Antonio Filianoti, Nicola D’Elia 2^ D

2014 c’è stato un incremento della differenziata del 32% in più nel mondo. Farla, vuol dire incominciare a p r e o c c u p a r s i dell’ambiente e dell’esigenza di creare una città ecologica. Con la differenziata si riduce l’emissione di CO2 e altri gas. La r a c c o l t a differenziata si sta estendendo poco a poco anche per i rifiuti elettronici come i telefoni, i computer, i videogiochi ecc.. Ci sono vari cassonetti. I diversi colori sono: quello blu per la carta e il cartone, il colore giallo per la plastica, il bianco per il vetro e il grigio per l’umido o organico. Anche le lampadine fluorescenti vanno nella raccolta differenziata perché, dal loro trattamento, vengono recuperati vetro, plastica, metalli, polveri e mercurio. Quindi, possiamo evitare di buttarle nei cassonetti dell’indifferenziata!!! Le possibilità di raccolta differenziata sono due: la consegna della lampadina rotta al negoziante al momento

Ormai tutti sanno che uno dei più grandi problemi è lo smaltimento dei rifiuti. Per risolverlo alcuni esperti di tutela ambientale hanno classificato i diversi rifiuti e hanno sperimentato che raccogliendoli separatamente era poi possibile riciclarli. Hanno constatato così che oltre ad ottenere un evidente beneficio economico, le città risultavano più pulite. Finalmente, la raccolta differenziata è arrivata anche in alcune zone di Reggio Calabria. È iniziata nelle zone periferiche della zona Sud e si spera che al più presto possa essere estesa al resto della città. La raccolta differenziata consiste nel suddividere i rifiuti in plastica, carta cartone, organico, vetro alluminio e indifferenziato. Essa aiuta molto anche l’ambiente. Nel

pulita e ordinata. Quando lo spazio sarà pulito e risistemato, si potrà pensare a assegnargli un nome, mi piacerebbe, ad esempio, che la piazza fosse intitolata “ai migranti del mare” in ricordo di tutti i migranti che, in cerca di fortuna e affrontando viaggi lunghi in condizioni disumane, sono sbarcati sulle nostre coste.

Tra loro tanti bambini e ragazzini della mia età che, in una piazza con dei giochi, potrebbero passare qualche ora spensierata e superare ogni “barriera” correndo dietro un pallone insieme agli altri bambini. Credo che, con uno sforzo minimo, si possa riuscire a restituire uno spazio verde agli abitanti di un quartiere popoloso ma veramente scarso di luoghi di aggregazione o di gioco.

Pepito Delfino 1^B

città, nonostante le gravi condizioni economiche in cui versa, riesca a trovare la disponibilità per potare almeno gli alberi, sistemare l’illuminazione, togliere i rifiuti più ingombranti e abbattere le strutture pericolanti. Per il resto della pulizia potremmo organizzare un comitato di quartiere che, in alcune giornate, potrebbe mettere a posto tutto il resto. Sarebbe bello anche riuscire a mettere delle giostre e delle panchine nuove. Noi ragazzini potremmo sorvegliare l’area e contribuire a tenerla

Vicino casa mia, lungo il Viale Europa, nei pressi del giornalaio, vi è una piazzetta che, da anni ormai, versa in stato di completo abbandono. Circa dieci anni fa, l’area, era stata data in gestione alla pizzeria “I Picari” che, ormai è chiusa da un po’ di tempo. In estate la pizzeria metteva i tavoli nella piazza e aveva costruito un chiosco di legno, oggi fatiscente. Giacché frequentato, allora lo slargo era abbastanza curato e pulito, anche se lo spazio era limitato per la presenza di tavoli e panche di legno che servivano da arredo al locale. Oggi le erbacce sono cresciute ovunque, gli alberi non sono potati e curati, insetti e topi la fanno da “padroni” e vandali usano abbandonavi i rifiuti ingombranti. Quando usciamo a piedi, a volte, siamo costretti a cambiare marciapiede a causa del cattivo odore. Il mio sogno è che il Comune della mia

Ambiente Piazzetta del Viale Europa

Dai una mano alla terra Meteorologi e climatologi con metodi diversi. Risultato? Previsioni più difficili.

su quella stratosferica. I climatologi, invece, studiano le previsioni di un lungo periodo di tempo con dei modelli computerizzati. Con questi dati si sa già che la primavera sarà più calda al Sud, l’estate fresca con piogge al Nord e in autunno e in inverno con bombe d’acqua ovunque. Gullì Noemi 2°B

Conoscere le previsioni meteorologiche oggi è possibile. Ma queste non sono esatte al 100% e, se ci sono d e g l i e r r o r i , b i s o g na correggerli subito altrimenti si corre il rischio di amplificarli ancora di più, come conferma il meteorologo Antonio Iannella. I meteorologi studiano le previsioni a un mese e si basano sulla temperatura oceanica e quella

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partecipato e vinto un concorso per il recupero dei beni pubblici a costo zero. Grazie, poi, alle sinergie messe in campo tra volontari, enti e cittadini, esso è stato c o m p l e t a m e n t e r i q u a l i f i c a t o .

Alcuni hanno pitturato i muri, altri tagliato le erbacce, ripristinata l’illuminazione, le fontane, altri hanno disegnato murales e giochi, tipo il campanaro, altri ancora hanno prodotto piccole opere d’arte con materiale di recupero. Così, in pochi giorni, il Parco ha acquistato un aspetto completamente nuovo ed è ritornato ad essere punto di riferimento dei bambini che

potranno giocare, conoscersi, prendere una boccata d’aria. Quindi, in un colpo solo, risparmio economico, att ività aggregativa, socializzazione, giochi e divertimento. Il recupero ambientale quindi serve sempre e si deve sostenere!

Pepito Delfino 1^B

Il recupero di un bene ambientale nella nostra città

Recuperare un bene ambientale è molto importante per tanti motivi. Il primo aspetto riguarda il profilo ambientale cioè, la cura ed il mantenimento del bene come risorsa e non come luogo o struttura potenzia lmente “per icolosa”. Il secondo aspetto è quello dell’aggregazione ossia, quando il bene è recuperato da liberi cittadini, a s s o c i a z i o n i e c c . , s i c r e a un ’aggregaz ione soc ia le che arricchisce tutti sotto il profilo umano e civico. Il terzo aspetto è quello economico in quanto, in periodi di ristrettezze economiche, per gli enti pubblici è molto d’aiuto recuperare il bene senza dispendio di denaro pubblico, ma a costo zero, grazie, appunto, ai volontari che in un colpo solo fanno risparmiare soldi agli enti e restituiscono un servizio al

cittadino. Qui vorrei raccontare la storia recente di un bene pubblico recuperato e riqualificato, ubicato proprio nel mio quartiere.

Si tratta dal parco giochi cosiddetto “Botteghelle” sito in Viale Calabria. Parco che fino a ieri versava in condizioni indecorose, degradato e sporco e, di conseguenza, poco frequentato da famiglie e bambini. Da qualche tempo però l’associazione di volontari “Animatori di comunità” hanno

Ambiente

Attività Giornata Mondiale contro il Razzismo

Miceli. Lei ci ha spiegato che la costruzione è stata progettata dall’architetto Ernesto Basile, che si è

occupato anche degli arredi. Il tutto è dominato dallo stile liberty. Entrati nella Stanza dei lampadari, siamo rimasti affascinati dal grande e bellissimo lampadario centrale, in vetro di Murano. È qui che si svolgono diverse manifestazioni, incontri e anche matrimoni civili. Un po’ affamati e desiderosi di mangiare qualcosa, ma anche di conoscere altre informazioni sul palazzo e di poter incontrare il Sindaco, ci siamo diretti nella

Problemi in città: incontro con il Sindaco per discuterne.

Giorno 10 aprile, noi studenti della 1^B, accompagnati dalla professoressa Mandaliti, siamo andati a Palazzo S. Giorgio per incontrare il Sindaco Dott. Giuseppe Falcomatà e per parlare delle criticità della nostra città. Ci ha accolti il padre del nostro compagno Giuseppe, ovvero il Sig. Delfino Demetrio, che ci ha fatto visitare l’edificio, assieme alla Dott.ssa Silvia

stanza delle riunioni, che possiede diversi quadri di proprietà del Comune. Qui, finalmente, abbiamo consumato dei pasticcini e bevuto dei succhi di frutta. Soddisfatti, per l’accoglienza, siamo andati nella Sala del Consiglio, dove il Sindaco e i consiglieri deliberano le decisioni per migliorare la città e il fabbisogno dei cittadini. Il Sindaco sta seduto al centro. Alla sua sinistra si trova la maggioranza (attualmente partito del Centro-Sinistra), mentre a destra la minoranza (Centro-Destra). Di fronte, nelle prime file, stanno i giornalisti e, dietro, il pubblico, anche se oggi le sedute sono visibili in diretta

Recuperare un bene ambientale

Incontro con il Sindaco

realizzato cartelloni, bandierine di ogni n a z i o n e , “ s p o t p u b b l i c i t a r i ” . Il 21 Marzo 2015, Giornata mondiale contro il Razzismo indetta dall’ONU, è stata l’occasione per ribadire il concetto del “Rispetto dell’altro”. Durante tutta la mattina, abbiamo concluso la settimana dedicata a questo argomento con l’esecuzione di poesie e canzoni, che ci hanno coinvolto in maniera gioiosa.

GLI ALUNNI DELLA SCUOLA G. PASCOLI

21 Marzo 2015 Giornata mondiale contro il Razzismo Dal 16 al 21 Marzo scorso, noi alunni di tutte le classi della scuola G. Pascoli siamo stati impegnati nel corso della settimana in attività volte a promuovere sentimenti ed atteggiamenti di rispetto, accoglienza e amicizia. La popolazione scolastica del nostro plesso è piuttosto variegata: dalla Romania, alle Filippine, dall’Ucraina al Marocco, passando per la Nigeria, il Kazakistan e il Brasile. Assieme alle nostre maestre, abbiamo

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un’istruzione di base. Si tratta di diritti fondamentali che vengono violati e negati tutti i giorni. Eppure, la convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, approvata il 26 Novembre del 1989, impegna tutti gli Stati ad assicurare i diritti a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del bambino e dei genitori. Ai giorni d’oggi è possibile combattere la povertà e intervenire per sollevare il destino di chi è meno fortunato di noi. Quindi, il sostegno a distanza è una goccia che alimenta il cuore della solidarietà e contribuisce alla diminuzione delle ineguaglianze tra il Nord e il Sud del Mondo.

Rosa Battaglia 3ªD.

Dall’agosto del 2013 vivono in un centro d’accoglienza di nome “ B i e n v e n u e S h e l t e r ” , un’associazione missionaria che supporta la crescita dei bambini orfani e a rischio, in particolare in Sud Africa. I programmi di adozione a

distanza permettono di pianificare un aiuto a lungo termine garantendo cambiamenti stabili della vita di migliaia di bambini. Attraverso tale opportunità, infatti, è possibile garantire sia un’istruzione sia un’alimentazione adeguata. Molti sono i bambini nel Mondo che non hanno accesso a cibo, acqua potabile, alle cure mediche più semplici e a

L’anno scorso la nostra classe ha deciso di adottare una bambina congolese di nome Sarah Muhurububa. La nostra Sarah è nata in Congo il 22 settembre 2010, vive con sua madre e con sua sorella, il padre fu rapito e ucciso durante una delle tante guerre dimenticate che da anni stanno insanguinando il Paese e, di conseguenza, la madre ha bisogno di aiuto.

streaming. Verso le 10,30 è giunto il Sindaco, Giuseppe Falcomatà! Eravamo eccitati! Uno alla volta siamo stati invitati a parlare dei beni comuni che vorremmo migliorare nella nostra città e delle proposte possibili. Il primo cittadino ci ha spiegato i provvedimenti presi o da assumere rispetto alle domande che abbiamo posto, relativamente alle zone problematiche da noi esaminate. Ci ha inoltre detto che è possibile adottare, su richiesta, un bene da curare. Attualmente le richieste pervenute sono oltre 30!

Il nostro report cittadino, ha avuto un riscontro molto positivo, infatti, siamo stati elogiati e anche rassicurati che le nostre proposte saranno prese in considerazione.

Nella tarda mattinata, conclusa la conferenza nella Sala del Consiglio Comunale, ci siamo recati nella Pinacoteca Civica per osservare i tanti bei quadri che si trovano all’interno. La nostra visita a Palazzo S. Giorgio ha fatto notizia; hanno parlato di noi i quotidiani come “Il Quotidiano” del 13/04/15 a pag. 12 e Internet, “Cmnews.it,”

pubblicato il 13/04/15 ore 17:41. Quindi, possiamo senz’altro affermare: “MISSIONE COMPIUTA”!

Francesca Pellicanò 1^B

Incontro con il Sindaco

L’adozione di Sarah Attività

Attività svolte II B-Pascoli Nel mese d i Genna io abbiamo a l l e s t i to u n giornalino murale in classe scrivendo e illustrando alcune favole diEsopo, Fedro e La Fontaine. Inoltre, a Febbraio, in un altro giornalino murale, dal titolo: “Le tradizioni della mia terra” abbiamo illustrato le tradizioni dei nostri genitori, con disegni, foto ed elaborando alcuni testi sull’argomento suddetto. Le nazioni rappresentate sono state: Nigeria, Seichelles, Marocco, Romania, Italia (Calabria). Nel periodo di Carnevale, abbiamo

Noi alunni della classe II B della scuola primaria “ G. Pascoli” vi illustriamo le attività realizzate in questo anno scolastico: Ad ottobre 2014, abbiamo preparato un cartellone sulla festa di Halloween; nel periodo natalizio abbiamo visitato il Presepe vivente realizzato dalla scuola materna “La Nuvoletta” di Reggio Calabria presso la Villa Comunale “Umberto I “; questa è stata un’esperienza indimenticabile. Il martedì precedente le vacanze natalizie, abbiamo rappresentato nell’ Aula Magna della nostra scuola la recita multietnica, dal titolo” Natale a colori”, con poesie e canti che rappresentavano la fratellanza fra le varie razze del mondo.

visitato il “Carnival Village” e sulla scalinata del Teatro “F. Cilea” abbiamo incontra to a l cuni personaggi della Disney con i quali abbiamo scattato delle fotografie. Per la settimana contro il Razzismo (dal 16 al 21 marzo 2015) abbiamo preparato alcuni cartelloni che

rappresentano la Terra e i bambini di tutte le razze del mondo e abbiamo illustrato “IMAGINE” di John Lennon e “I HAVE A DREAM “di M. Luther King. Sabato 21 marzo 2015, inoltre, nella Giornata mondiale contro il Razzismo abbiamo rappresentato davanti a tutta la scolaresca del nostro plesso una poesia dal titolo:” Aprimi fratello!” e cantato alcune canzoni in tema assieme alle altre classi.

GLI ALUNNI DELLA II B PLESSO G. PASCOLI

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Oggi il mondo è molto strano. Siamo nel 2015 e mi rendo conto che molti Paesi nel mondo soffrono ancora la fame, la povertà, la guerra, l ’ e m a r g i n a z i o n e , l’analfabetismo e molte ingiustizie affliggono la società moderna. Se ci penso mi sento molto fortunata, perché vivo in un Paese libero e non mi manca nulla. Mi rattrista vedere ai semafori i profughi stranieri in cerca di elemosina che non hanno nulla e che per essere qui, chissà cosa hanno vissuto di così terribile, sfuggiti dalle guerre, dalla povertà, dallo sfruttamento. Eppure hanno rischiato di morire in mare come è spesso successo e ancora oggi accade ad

altri profughi in cerca di un futuro migliore. Pensare che ancora oggi si viene discriminati per le proprie origini, per il colore della pelle, per avere una religione diversa o per essere considerati diversi se non ci si comporta come gli altri.

Allora mi domando perché queste ingiustizie, perché tante sofferenze e differenze, perché non c’è una giusta distribuzione del denaro? Vorrei tanto un mondo migliore per tutti, senza discriminazioni, dove ci si possa amare e rispettare l’un l’altro, un mondo dove la ricchezza sia di tutti, un mondo senza paure, senza problemi e senza sofferenze,

dove ciascuno possa vivere la propria vita in pace e crearsi una famiglia felice, un mondo senza razzismo e criminalità che dia lavoro a tutti in modo da poter vivere dignitosamente. Questo è il mondo che vorrei!

Elena Stivala 3A

Per un mondo senza discriminazioni

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Attività

permette. Abbiamo, non solo, avuto modo di visitare la stazione ferroviaria e la sua struttura organizzativa, ma anche di discutere con un Tecnico della Centrale Operativa e comprendere, così, come oggi si possa intervenire in tempo reale, in casi di problemi, per via telematica. Infatti, attraverso dei computer, si possono gestire le partenze, gli arrivi, i percorsi di

diversi convogli e, soprattutto, si possono evitare delle tragedie. Ero davvero sbalordita e ciò che mi stupiva e continua a stupirmi è la genialità dell’uomo che è stato capace di creare qualcosa di così complesso come la ferrovia.

Margherita Autelitano 2 E

Progetto scuola ferrovia Inizialmente, ero tra le prime a non confidare sulla bontà del progetto scuola ferrovia. A che serve conoscere i treni e le stazioni? A cosa serve perdere le lezioni parlando di qualcosa così lontana, come le ferrovie? Eppure, ben presto, mi accorsi del mio errore, vedendo negli occhi di tutti i partecipanti il desiderio di conoscenza, tipico di noi ragazzi. Conoscere ed imparare… I giorni passavano ed i sabati, in cui si attuava il progetto, diventavano sempre più attesi da tutti gli studenti. Mi dovetti ulteriormente ricredere, quando, invece di recarci nella solita aula all’interno della scuola, andammo nella stazione della città. Ancora ricordo chiaramente il fastidio di noi studenti nell’indossare quei goffi giubbotti catarifrangenti, la mia personale emozione di salire su un vero locomotore, ma anche il nostro interesse nello scoprire il reale funzionamento del treno. Per qualsiasi passeggero è una azione banale: viaggiare, recarsi in luoghi lontani. Sembra così semplice agli occhi di chiunque! Invece, è la sofisticata tecnologia che lo

… ciò che mi stupiva e continua a stupirmi è la genialità dell’uomo che è stato capace di creare qualcosa di così complesso come la ferrovia.

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ISIS: tra distruzione e saccheggio dei resti della civiltà della Mesopotamia.

Difendere l’arte antica è riconoscere la convivialità tra popoli e civiltà diverse. I militanti dello Stato islamico hanno distrutto i resti archeologici dell’antica città di Hatra, nel nord dell’Iraq, che risalivano a 2mila anni fa. Hatra si trova a sud di Mossul, la città irachena più grande in mano all’Isis. Il sito d i H a t r a , d i c h i a r a t o patr imonio del l’umanità dall’Unesco nel 1987, risale all’Impero Seleucide, che controllava gran parte del territorio conquistato da Alessandro Magno. È famoso in particolare per il Tempio con colonne che si trova al centro della città antica. Tra i resti della città che sono sopravvissuti fino all’avvento del califfato c’erano templi costruiti con tecnica romana che ne attestavano la grandezza della civiltà. Ce ne erano anche altri con schema a r c h i t e t t o n i c o d i t r a d i z i o n e mesopotamica, babilonese e assira. Statue e bassorilievi. Probabilmente distruggono quei musei e quei siti archeologi perché rappresentano la bellezza e la sacralità dell’evoluzione della storia dei popoli. Inoltre, in quanto stati creati prima dell’ avvento dell’Islamismo. Pare che la crudezza verso ogni cosa che rappresenta bellezza artistica e storia, sia dovuta alla volontà di far paura al mondo occidentale e al desiderio di far apparire se stessi, integralisti-terroristi islamici,non disposti ad alcuna integrazione con nessuno, e desiderosi di dar battaglia a chiunque sia diverso da loro. O forse questo accade solo per “l’anarchia della guerra”, dove violenze (sulle persone, sulle cose) e atti

irragionevoli, fanno parte sempre di qualsiasi condizione di guerra, dove tutto è possibile, tutto è fattibile, senz’alcun limite etico, di umanità.

MOSSUL (in arabo: ���� , al-Mawṣil) o MOSUL, è una città dell’Iraq, capoluogo del governatorato di Ninawa. Mossul è il nome che diedero gli arabi all’antica NINIVE, la capitale assira citata anche nella Bibbia. Il sito di Ninive si trova sulla sponda orientale del fiume Tigri, mentre Mossul è sorta sulla sponda occidentale. La città ha 2.882.442 abitanti (calcolati per il 2010). (da Wikipedia) Tutto questo, ci vede come inermi spettatori. La furia dello Stato islamico non si arresta più. Oggi i sanguinari miliziani fedeli al califfo Abu Bakr al-Baghdadi hanno distrutto con i bulldozer l’antica città assira di NIMRUD (nell’immagine il sito archeologico di Nimrud come si presentava fino alla fine di febbraio.) I resti di civiltà antiche che avevano resistito a commerci illegali, a guerre, a passaggi di eserciti, all’abbandono e al

disinteresse delle autorità… non resistono a questa distruzione incessante e accelerata a cui oggi stiamo assistendo. E, nella nostra apatia, non riusciamo a credere e a pensare oltre la nostra quotidianità, che siamo in una guerra totale, pur frammentata nelle varie parti del pianeta: in primis proprio nell’avanzare del terrorismo islamico in

territori come l’Iraq, la Siria, il Mali, la Nigeria, la Libia… e quant’altro potrà esserci nei prossimi giorni. Riprendere in mano il destino geopolitico del mondo, in

modo autorevole e superando le conflittualità tra gli Stati, dovrebbe essere dato proprio dalla necessità e priorità di affrontare l’Isis, un terrorismo che distrugge non solo la vita delle comunità e delle persone che considera diverse da loro, ma anche il patrimonio intero dell’umanità, fatto di opere artistiche, archeologiche, che sono riferimento dello sviluppo delle civiltà umane e che ci riguardano tutti con

partecipazione, emozione. I terroristi dello Stato Islamico (ISIS) hanno distrutto numerose STATUE, FREGI E ALTRI OGGETTI D’ARTE PRE-ISLAMICI esposti nel MUSEO DI MOSUL, nel NORD DELL’IRAQ. L’opera di distruzione è documentata in

un VIDEO DELLA DURATA DI CINQUE MINUTI DIFFUSO SU ALCUNI SITI WEB ISLAMICI: secondo gli esperti i reperti distrutti comprendono sia degli originali che delle copie. La direzione del METROPOLITAN MUSEUM di NEW YORK ha definito l’accaduto “UNA CATASTROFE”, ricordando come il MUSEO DI MOSUL “copra TUTTO L’ARCO DELLA CIVILTÀ NELLA REGIONE, con importanti SCULTURE DI CITTÀ REALI quali NIMRUD, NINIVE e HATRA”. “Questa brutalità gratuita deve cessare, prima che tutte le vestigia del mondo antico vengano annientate”.

Roberta Velonà 1C

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ISIS: tra distruzione e saccheggio Attualità

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regime dittatoriale fondato sul Corano. Inoltre utilizza le opere d’arte per comprare le armi; gli jihadisti staccano bassorilievi antichi dai musei o dai siti archeologici e li vendono al mercato nero agli occidentali. Secondo me è sbagliato distruggere le opere d’arte dei propri Paesi perché sono fonte di cultura e di conoscenza.

L’Isis, attaccando i musei cioè la parte storica, vuole cancellare il passato per creare un futuro di sottomissione e di terrore. Davide Santangelo 2B

incendiate le croci della chiesa cattolica e sono state sostituite con le bandiere nere dell’Isis. Perché i terroristi dell’Isis distruggono le opere d’arte nei Paesi che conquistano? Molto probabilmente l’Isis vuole eliminare tutte le fonti di cultura e istituire un

Al telegiornale hanno dato la notizia della distruzione delle opere d’arte in Siria e in Iraq da parte degli jihadisti. Gli studiosi li chiamano nazisti del terzo millennio o nazi-jihadisti perché la storia si ripete: i nazisti bruciavano libri, mentre gli jihadisti radono al suolo musei e distruggono statue millenarie. Nel video mandato in onda, ho visto alcuni uomini del califfato che, con delle mazze e con dei bulldozer, radevano al suolo enormi statue e bassorilievi del museo assiro di Hatra. Questo non è l’unico avvenimento, anzi ce ne sono stati altri; mi riferisco, in particolare, all’attacco alla moschea degli Omayyadi, in Siria. A Raqqa sono state

La distruzione delle opere d’arte in Siria e in Iraq Attualità

Pagina 8 Gal i le i ’s News a.s. 2014-2015, Numero 9

nord dell’Iraq, che risalivano a 2mila anni fa e che erano stati d i c h i a r a t i p a t r i m o n i o d e l l ’ u ma n i t à dall’Unesco nel 1987. Ess i r i s a l i v a n o a l l ’ i m p e r o SELEUCIDE, che controllava gran parte del territorio conquistato da Alessandro Magno. Ma perché tanta barbarie? Forse ciò accade perché quei musei e siti archeologi sono stati creati prima dell’avvento

Di fronte alla distruzione del Museo di Musulle in Iraq, mi venivano in mente le parole della nostra Costituzione che all’articolo 9 stabilisce che è compito della Repubblica promuovere lo sviluppo della cultura e la tutela del patrimonio storico artistico della Nazione. In quel museo vi erano delle sculture antichissime e preziosissime,hanno bruciato libri sottratti alle librerie,hanno distrutto una parte della cinta muraria di Ninive,antica capitale a Siria.Tra le statue distrutte c’era in particolare quella di un toro alato che rappresentava l’antica divinità mesopotamica di Nergal. I militanti dello Stato islamico hanno anche distrutto i resti archeologici dell’ANTICA CITTÀ DI HATRA, nel

dell’islamismo. Ma forse la verità è quella di far paura al mondo occidentale e incutere terrore al mondo intero.

Cartella Sabrina 2^B

La distruzione dei reperti archeologici.

In tutta Europa pare ci sia un esercito di aspiranti jihadisti partiti dai Paesi europei alla volta di Siria e Iraq con il preciso scopo di arruolarsi nelle file dei gruppi estremisti. La CNN ha trasmesso un servizio in cui si

vedono come vengono addestrati i piccoli allievi jihadisti: vengono messi in prima fila ad assistere alle decapitazioni e croc if i s s ioni pubbl iche .Vengono addestrati in appositi campi, dove non si studia la Storia o la Geografia, ma come diventare kamikaze o decapitare un essere umano. Le bambole non servono alle bambine per giocare ma vengono usate come cavie nel “corso di decapitazione”. Saranno circa duecento i jihadisti che vengono addestrati in questi campi. Quando in tutto il resto del mondo i

bambini iniziano ad andare alla scuola elementare, in Siria, invece, iniziano il loro percorso di formazione per diventare i futuri combattenti dello Stato Islamico. Per me che vivo in un Paese democratico e libero mi sembra totalmente assurdo che dei ragazzi, invece di godersi la libertà, divertirsi, andare in discoteca e godersi la vita, si addestrino per uccidere, seguendo idee fanatiche islamiche.

BENEDETTA CATANZARITI 3^C

L’ addestramento jihadista

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avvenire anche a costo di rinunciare ai propri? Se prevalesse questo criterio, i fanatici islamisti avrebbero vinto la partita e la cultura della libertà entrerebbe in un processo che potrebbe culminare nella sua scomparsa; tutte le grandi conquiste della democrazia (pluralismo politico, parità tra uomini e donne) avrebbero suggellata la propria c o n d a n n a a m o r t e .

In alcuni Paesi d’Europa si è già ammesso l’uso del velo islamico, sono state create piscine pubbliche separate per sesso e si è arrivato persino a tollerare la castrazione rituale degli adolescenti per garantirne la virtù. Diventa pertanto fondamentale lottare per la difesa di quelle libertà conquistate da noi occidentali con grande fatica e tenere a mente che gli esempi come quello di Vilks, affrontano con coraggio la sfida del terrore e lottano per salvare dalla barbarie non solo l’Europa e l’Occidente, ma tutta l’umanità.

Andrea Labate 3ªC

l’intenzione di offendere le convinzioni religiose di qualcuno, ma per esercitare una libertà. L’ha pagata cara: è già stato vittima di due attentati, gli hanno bruciato la casa e dev’essere protetto da una scorta del governo svedese 24 ore al giorno. Gli europei dunque affrontano la sfida del terrorismo e lottano per salvare le proprie libertà. Il pericolo è che, per prudenza, alcuni governi occidentali comincino a fare delle concessioni, secondo il principio della tesi multiculturalista che giustamente sottolinea il rispetto dei costumi e delle credenze delle altre culture. Ma ciò deve

La Danimarca è uno dei Paesi più c i v i l i d e l m o n d o p e r i l funzionamento esemplare della sua democrazia, per la sua prosperità, per la sua cultura e perché nei confronti degli immigrati cerca di favorirne l’integrazione, rispettando al tempo stesso le loro usanze e credenze. La sua politica è una delle più avanzate, sebbene la situazione in questo Paese sia ora precaria e chiunque può essere colpito dall’ondata di fanatismo che continua a diffondersi in tutto il Mondo, come la peste che nel Medioevo sembrava colpire gli uomini c ome una pun i z io ne d i v ina . Anche la Svezia, come la Danimarca, è un altro dei Paesi più civili, democratici e ricchi del mondo, che i fanatici islamisti perseguitano con furore da quando nel 2007 si tenne un’esposizione delle opere del disegnatore Lars Vilks nelle quali Maometto era raffigurato con il corpo di un cane. Vilks ha spiegato di non averlo fatto con

Difendere le nostre libertà Attualità

Expo 2015 Si preoccuperà soprattutto della qualità del cibo in un mond o sempre p iù popolato. Nel 2050, secondo alcune statistiche, g l i a b i t a n t i d e l pianeta saranno nove miliardi, affollamento che a u t o m a t i c a m e n t e aumenterà anche i rischi per la quantità globale dei

cibi disponibili. Quali sono i temi principali di cui s’interesserà l’expo? Rafforzare la qualità e la sicurezza, in modo da essere certi di consumare cibo sano e acqua potabile; assicurare un’alimentazione di qualità a tutti gli esseri umani per sconfiggere la fame, la sete, la mortalità infantile e la malnutrizione; prevenire le malattie sociali della nostra epoca; innovare con la ricerca; educare a una nuova alimentazione in modo da condurre verso nuovi stili di vita; rispettare l’ambiente in quanto eco-sistema dell’agricoltura e garantire una vera e propria educazione per la salute e il

L’expo 2015 è un’esposizione universale che vuole promuovere un’esperienza internazionale, educativa e culturale, che favorisca il dialogo tra i diversi cittadini del Pianeta, rafforzando la cooperazione dei popoli. Dal primo maggio al 31 ottobre, Milano diventerà una vetrina mondiale in cui i paesi mostreranno il meglio delle tecnologie. Qual è il suo obiettivo? È diffondere un’esigenza vitale che garantisca cibo sano e sufficiente per sfamare tutti i popoli, in modo da rispettare il Pianeta. Infatti lo slogan “nutrire il Pianeta, energia per la vita” è il tema scelto per rappresentare questa esposizione.

benessere fisico; individuare strumenti migliori di controllo e di innovazione; ricchezza di cibo in quelle aree del mondo più povere e prive di risorse. L’expo sarà un’importante mostra, interessante, frutto di condivisione e d’innovazione, che grazie alla sua cultura permetterà di rendere questo mondo, un mondo migliore. Grazia Malaspina 3D

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della Guardia Costiera. Conteneva 580 migranti, tutti uomini, provenienti dall’Etiopia e dall’Eritrea. Ci sono 6-7 casi di scabbia, una malattia contagiosa che può arrivare fino a noi provocando, nel peggiore dei casi, una grave epidemia. C’è stato un dispiegamento di forze straordinario. Si è fatto un ulteriore controllo della salute. Dopo si è passati allo spostamento della maggior parte di migranti in stabilimenti pronti per accoglierli. Una trentina sarà inviata presso la struttura di Montebello Jonico. Però qualche mese fa è successo che molti migranti, nonostante fossero stati accolti e aiutati, dopo aver speso cifre esose per potersene andare dai loro inferni e viaggiare in gommoni malconci, hanno distrutto numerosi edifici. Inoltre, in tanti svolgono lavoro in nero, o rubano. E molti li troviamo ai semafori a chiedere l’elemosina… Perché la guerra non finisce?

Francesca Pellicanò 1^B

si fermarono in Italia. In Italia, inoltre, è molto

diffuso il “lavoro nero” e questo attira tutti i

migranti entrati clandestinamente sul nostro

territorio o coloro che, pur essendo entrati

regolarmente, non sono più in regola perché è

s c aduto i l p e rmesso d i sog g i orno . Chi migra lo fa

per migliorare le

proprie condizioni

di vita o per

s c a p p a r e d a

situazioni di

g r a v i c r i s i

po l i t i c h e ma

anche, ciò vale più

per le donne, per

d i v e n t a r e

i n d i p e n d e n t i

economicamente. In Italia sono

quasi quattro

milioni gli immigrati presenti, un numero

destinato a crescere sempre più. Ultimamente,

però, si sono registrate diverse vittime a causa di

una inadeguata sicurezza dei mezzi di trasporto

perché troppo vecchi o sovraccarichi di migranti›› Avantieri, nel tardo pomeriggio, è arrivato al porto reggino il pattugliatore Dattilo

Ormai è frequente che persone definite “clandestine” giungano (o cerchino di raggiungere) le coste di Paesi in cui, a differenza dei loro, ci sia una condizione migliore e pacifica. Perché questa gente scappa dai propri

Paesi di appartenenza? ‹‹Gli immigrati vengono in Italia perché è un

Paese di passaggio per gli Stati a sud del

Mediterraneo. Sono iniziati ad arrivare dopo che,

a causa della crisi petrolifera del 1973, i Paesi

Europei che avevano già un certo numero di

immigrati, chiusero le frontiere e quindi i migranti

Salvati nel Canale di Sicilia Cronaca

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La delinquenza non può essere giustificata in nessun caso, ma credo che uccidendo un bambino si raggiunga il massimo della brutalità.

ASSASSINATO PERCHÉ IL NONNO VOLEVA PENTIRSI.

Anche la vita dei bambini viene troncata precocemente. Cocò è morto all’età di 3 anni, non per motivi di salute o per incidente, ma perché è stato brutalmente ucciso assieme al nonno. Il piccolo Cocò Campolongo, è stato assassinato per vendetta, nei confronti del nonno Giuseppe Iannicelli, 52 anni, trafficante di droga. Egli aveva deciso di pentirsi ed è andato a costituirsi portando con sé il piccolo Cocò, per evitare una rappresaglia. La presenza del bimbo, però, non ha fermato il killer che, li ha uccisi a colpi di pistola ed ha incendiato i cadaveri dentro una Punto, presso una campagna vicino Cassano. Una strage che ha commosso anche il Papa che a Cassano, nel corso di una Messa per ricordare il piccolo, ha “ scomunicato” i colpevoli

È auspicabile creare una cultura e una mentalità della pace in modo da evitare analoghi eventi. Simone La Scala 3^ B

Il piccolo Cocò assassinato

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esso sono incisi alcuni brani tratti dalle opere più famose di Alvaro, che ben rappresentano i valori e l’identità del popolo calabrese, i valori della famiglia, dell’uomo, della terra e delle tradizioni e l’innocenza della memoria. Pare che i reggini lo abbiano d iment ica to , i sola to ne l suo giardinetto come fosse una pietra senza importanza. Ma le scritte lo

difendono in maniera silenziosa, ma pesante come macigno nel cuore di tutti coloro che hanno un minimo di coscienza. “La disperazione più grande che possa

impadronirsi di una società è il dubbio che vivere

rettamente sia inutile” [Ultimo diario (1948-1956 ) ] . È un ve r d e t to c he irrimediabilmente Corrado Alvaro esprime per la sua città, per la sua gente, per il mondo in cui è nato e si è formato, e che oggi si dimostra di eccezionale attualità.

Roberta Velonà 1C

1931), Vent’anni (Milano 1930). Il monumento, opera dello scultore Alessandro Monteleone, è stato realizzato nel 1965. È costituito da tre distinti blocchi a forma di cubo, in marmo travertino, posti vicini e su una base circolare, sulle cui facciate sono scolpiti personaggi, pensieri, frasi e personaggi delle sue opere, oltre al busto dello scrittore stesso. Ormai consunto, sporco e abbandonato, imbrattato da vandali che non ne comprendono il valore, andrebbe restaurato e recuperato perché su di

SOS: Beni ambientali da recuperare nella nostra città.

Solo guardando e conoscendo il passato riusciamo a capire chi siamo, da dove veniamo, il nostro presente e possiamo costruire un brillante futuro. Accanto al museo della Magna Grecia , a Reggio Calabria, si erge il riconoscimento della città e della prov inc ia a Cor rado Alva r o , scrittore che,nato a San Luca (Reggio di Calabria) il 15 aprile 1895, ha apportato tanto vanto alla cultura italiana. Ha studiato lettere a Milano e a Roma. È stato redattore e collaboratore di vari giornali italiani e stranieri. Ha abbandonato presto la poesia in versi, nella quale aveva felicemente esordito con le Poesie grigioverdi (Roma 1917), per il racconto e il romanzo, La siepe e

l’orto (Firenze 1920), L’uomo nel

labirinto (Milano 1926), Gente in

Aspromonte (Firenze 1930, Milano

Beni ambientali da recuperare Cultura

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Il Museo Nazionale di Reggio Calabria è

uno dei più prestigiosi d’Italia.

Grazie a Marcello Piacentini, anche se tra i

primi grandi edifici in Italia, è stato

costruito in modo abbastanza moderno,

prendendo spunto dai modelli europei.

Paolo Origi, un Soprintendente, voleva

unificare tutti i reperti trovati in Calabria,

nel Museo Civico.

L’allestimento della Sezione archeologica

Il Museo Nazionale di Reggio Calabria subacquea, è servito anche a mettere in

risalto i due reperti più importanti

dell’Italia: I BRONZI DI RIACE, due dei

cinque colossi di tutto il mondo!

Il Museo sarà prossimamente aperto

interamente, per esporre ai turisti gli altri,

affascinanti e numerosi reperti

archeologici antichi.

Simone Rogolino 1^ C

Giorgio Maniace, inviato in Italia col titolo di stratigòs autokràtor, era un generale bizantino che voleva conquistare la Sicilia, da molto tempo, in mano ai Musulmani. Dopo la caduta di Siracusa in mano agli Arabi, nell’ 878, l’avamposto diventò Reggio. L’Impero bizantino tentava di proteggere i suoi territori calabresi e siciliani, e nel 1038, partendo dalla nostra città conquistò Messina, Troina e da qui in poi tutti gli altri, fino a Siracusa. Il quartier generale di questa operazione militare, fu Reggio, dove il generale autorizzò la coniazione di “monete in bronzo” per finanziare l’impresa. Il particolare tipo di moneta fu realizzata proprio a Piazza Italia, dove i recenti scavi archeologici evidenziano le prove della presenza di una zecca. Michelle Ragonese - Macheda Angela 3D

La moneta reggina del generale Giorgio Maniace

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di soggiornare lì ed è costretto a vivere clandestinamente in un sobborgo di Parigi. Non è un momento sicuramente facile per Nura e Fahim ma, poiché il ragazzo è molto abile nel gioco degli scacchi, il padre lo iscrive a un club, dove riesce a stupire tutti. A questo punto, il maestro decide di proteggerlo e di iscriverlo ai Campionati Nazionali Juniores. Dopo molti stenti, Fahim, ottiene un permesso di soggiorno temporaneo e nell’anno 2012 consegue il titolo di campione di scacchi di Francia e l’anno successivo, nel 2013, vince il Campionato Mondiale Studentesco. Oggi risiede in Francia e spera di vivere dignitosamente, già lo sta facendo dato che è autore del libro “Un re clandestino”. In realtà Fahim è divenuto “Il re degli scacchi”!

NINA DELFINO e MARIA LABATE Classe 1 D

quattordici anni . Egli ha scritto un libro intitolato “Un re clandestino”. Quando arriva in Francia, purtroppo, non riesce a ottenere i documenti che gli permettono

Fahim Mohammed è un ragazzino di undici anni che nel 2008 è immigrato dal Bangladesh insieme al suo papà Nura a causa di persecuzioni politiche e oggi ha

Fahim Mohammed Cultura

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ha scritto il libro “I disturbi dello sviluppo. Bambini, genitori, insegnanti”, nel quale sostiene che ai bambini dovrebbero essere assegnati compiti che essi riescono a fare. I genitori coi figli

hanno bisogno di tempo per stare insieme; il ruolo dell’adulto dev’essere di supervisione, lo studio deve dunque restare autonomo! E’ nelle ore di scuola che si deve imparare, non a casa coi

QUANDO I GENITORI SI SOSTITUISCONO AGLI

INSEGNANTI Molti genitori confessano apertamente che i compiti dei loro figli sono “l’incubo del weekend”. Gli studenti i ta l iani , secondo l’OCSE, hanno il maggior carico al mondo di “studio a casa” (circa sette ore di compiti in media). Sempre più spesso gli insegnanti chiedono ai genitori d i s u p p o r t a r e bambini e ragazzi, in u n a s o r t a d i “ d o p o s c u o l a casalingo”. La frase canonica “Fai i compiti!” è diventata “ F a c c i a m o i compiti!”. Uno studio americano chiamato “La bussola rotta” ha dimostrato quanto la troppa presenza dei genitori nello studio dei figli, porti alla fine a risultati n e g a t i v i s u l r e n d i m e n t o . L’insegnante elementare Lucilla Musatti

genitori che si sostituiscono ai professori. Anche Maurizio Parodi, un altro insegnante, ha scritto due saggi: “Basta compiti” e “La scuola che fa male” nei quali evidenzia che i compiti a casa sono

una delle maggiori fonti di conflitto tra grandi e piccoli. Se è così, che senso ha assegnare tanti compiti a casa? G i a n n i R o d a r i scriveva: “Non si può imparare piangendo, altrimenti non si i m p a r a n u l l a ! ” . Secondo noi il ruolo del geni tore è appunto quello di aiutare il figlio a diventare autonomo e responsabile nello studio, supportando il lavoro dell’insegnante e, non quello di

correggere i compiti del figlio, ruolo che spetta esclusivamente all’insegnante.

Andrea Labate e Giovanni Iannò Classe 3ªC

Aiutateli nei compiti

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Poesia

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La vita La vita è spesso incomprensibile, una miniera inesorabile. A volte come una strada in salita, perché appena è finita ecco la discesa, alti e bassi i quantità, non sai mai che succederà.

La vita è una sorpresa sempre nuova piena di possibilità. Molto spesso saporita… a volte con retrogusti amari, con dolori piccoli e grandi. Con amori e amicizie ti apre porte sempre nuove. Piena di gioie e di passioni, di sbagli, errori e confusioni, ma anche sorprese senza delusioni. La cosa più bella della vita sono le persone, e anche… la famiglia e le amicizie. Saranno sempre nel mio cuore nonostante il tempo, gli anni, i minuti e le ore.

Maria Labate

Voglio raccontarvi

una storia

Nuvole come libertà, nuvole come felicità. Oggi voglio raccontarvi una storia, la mia storia, la storia di un bambino a cui è toccato morire per sfuggire alle ingiustizie del mondo che lo circondava. Il mio nome è Quan, o forse lo era, non lo so più; il mio fragile corpicino ora giace tra le braccia della mia mamma, che sta piangendo, ma la mia anima no, la mia anima sta volando sempre più in alto, tra

poco toccherò le nuvole e, finalmente, sarò felice…libero e felice. Tutto è iniziato stamattina, nella piccola capanna in cui vivevo con la mia mamma e tutto è finito in una cupa, polverosa, tenebrosa galleria, una delle tante che ero abituato a percorrere giornalmente, insieme ad altri bimbi della mia età, se non più piccoli. Nel mio Paese, infatti, quando i bambini maschi compiono 6 anni, vengono mandati a lavorare in miniera perché, essendo piccoli ed agili, riescono ad introdursi senza molte difficoltà nelle diverse cavità presenti. Oggi, però, oggi era un giorno diverso, sentivo lo sarebbe stato. E così, dopo essermi coperto con la leggera giacca di iuta cucitami da mia madre, sono uscito e sono andato a lavorare, pensando a quanti bambini, al contrario di me, la mattina devono solo preoccuparsi di andare a scuola.

A h , l a s c u o l a ! Come mi s a r e b b e p i a c i u t o a n d a r c i ! Avrei tanto v o l u t o i m p a r a r e l ’a l fabeto, per scrivere e leggere tante storie e, chi lo sa,

magari trovare la mia. Dicevo, sono andato in miniera e, dopo aver indossato unicamente una protezione di coraggio, ho iniziato a picconare. Ed eccola là, la fine, ma l’inizio della libertà. Ho sentito un tremolio espandersi sotto i miei piedi, riempirsi di tanta polvere i miei polmoni, una montagna di macerie piombarmi addosso e, dopo di questo, il nulla. Mi sono appena risvegliato, come detto in precedenza il mio fragile corpicino è tra le braccia della mia mamma. E finalmente le vedo, le nuvole, che m’inghiottiscono, lasciandomi sprofondare in una soffice sensazione di libertà. E finalmente posso toccarle le nuvole, che mi portano verso la felicità.

Marica Morabito 3A

Non importa C’è solo una razza nel mondo non importa se il viso è ovale o tondo non importa se vive in Europa o in Cina non importa se crede nell’una o nell’altra entità divina. Non importa se la pelle è bianca o nera non importa se gli occhi sono a mandorla o a sfera, non importa se ripara i tetti non importa se rifà i letti. Non importa se vive a New York o a Bombay non importa se gli piace un lui o una lei, non importa se è miliardario non importa se ha tanti debiti con l’erario. Non esiste un popolo superiore tutti abbiamo un cervello e un cuore ma il cervello si deve usare per far del bene e non del male. A troppa gente la vita è stata tolta troppa gente per razzismo è morta troppa gente viene discriminata troppa gente viene sfruttata. Di svegliarsi è l’ora Quello che sta succedendo non dovrà ripetersi ancora e se veramente tutti ci impegneremo nel futuro un mondo più felice avremo…

Giovanni Polimeni 3A

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Poesia

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Quando mi svegliai quel mattino, non ricordavo niente. Mi sentivo indolenzito e stanco. Mi sentii chiamare, ma il mio ragazzo non era accanto a me, al posto suo c’era del sangue, la casa ne era piena, potevo sentirne l’odore. Non appena mi resi conto che quel sangue era il mio, sentii una, poi due, tre, quattro fitte al petto. Iniziai a piangere. Era successo ancora. Ero stato picchiato. Di nuovo. Punito perché amavo, anzi, amo tuttora. Ci avevano seguito fino a casa. Vorrei capire perché, se non gli interessa niente di noi, continuano a ferirci, a imporci come vivere. Siamo tutti succubi della società, che sbrana, che uccide sogni e speranze. La gente ti consuma, ti distrugge perché vivi. Avevano iniziato a infastidirci qualche mese prima. Erano ragazzi come tutti gli altri, solo più cattivi. La gente è cattiva, ma loro erano speciali: loro sapevano di essere cattivi, si impegnavano. Venivano a trovarci circa tre o quattro volte al mese, ormai contavamo i giorni, come quando si aspetta un compleanno, come quando si

aspetta la felicità. Ma noi non eravamo felici, avevamo paura. Contavamo i giorni che ci avvicinavano all’ennesima sconfitta, perché noi non lottavamo più per stare bene, ci eravamo arresi al mondo. Ripensai a ciò che era acceduto quella notte. Erano per lo più immagini sfocate, sconnesse. Il campanello. Il nostro silenzio. I colpi sulla porta. Gli insulti. I coltelli. Le urla. Il sangue. La porta che sbatte. Poi il buio. Sapevo che avevano preso il mio ragazzo, avevano detto di volergliela fare pagare. Pagare per cosa poi? Per amare? Eravamo già abbastanza in difficoltà, senza soldi. Nessuno voleva dare un lavoro a due omosessuali. Gli omosessuali allontanano la gente. Nemmeno fosse una malattia, nemmeno fosse un crimine. Vorrei sapere da quando l’amore allontana la gente. Era capitato molte volte che la gente ci guardasse male solo perché ci tenevamo semplicemente la mano, ma evidentemente preferiscono vedere due uomini con due armi in mano, che due che se la stringono. Solo in quel momento mi resi conto di aver perso la mia metà, anche se lui per me era sempre stato di più: mi aveva riempito tutto, e andando via si era portato anche una parte di me, lasciando il nulla. Ormai ero vuoto. Ero solo. Ero vuoto e solo nella mia diversità. Sarebbero tornati. Me lo sentivo. Sarebbero tornati e mi avrebbero distrutto. Non avevamo mai combattuto contro di loro. Erano più

forti, più numerosi e più cattivi. La loro cattiveria mi aveva costretto a vivere questa vita piena di false speranze, angosce e quel senso di essere sbagliato che mi divorava. Ma quel mattino, in quella stanza poco illuminata, circondato dal mio sangue e dalla nostalgia, decisi di cambiare. Era il momento di lottare. Prendere in mano quello che era rimasto della mia vita e trascinarlo in salvo. Li avrei denunciati, poi avrei dimostrato alle persone che non c’è nulla di male nell’essere quel che sono. Un passo alla volta mi alzai dal letto. Faceva male e freddo. Mi avvicinai a piccoli passi alla porta. Sembrava che stessi volando. Arrivato alla maniglia esitai, non sapevo se ce l’avrei fatta. Per prendere tempo decisi di girarmi un’ultima volta per dire addio a quella camera da letto, a quella vecchia vita. Chiusi gli occhi. Li riaprii. Un sussulto. Il mio corpo era lì. Immobile, bianco e morto. A quel punto mi sentii sparire. Salii in cielo. Lì, tra le stelle. In quel mondo creato apposta per i guerrieri, per coloro che lottano, anche quando ormai è tardi. Probabilmente alzando la testa vedrete due stelle vicine. Eccole lì. Brillano. Ecco, quelli siamo io e la mia metà che c o n t i n u i a m o a d a m a r c i indipendentemente da quello che voi pensate. Nemmeno la morte ci spaventa.

Francesca Cavallaro 3A

Paura di amare!

Mentre un uomo dorme su una panchina elemosina al semaforo una bambina, un povero al freddo congela intanto un orfano non ha una famiglia vera.

Per queste persone non c’è amore per loro nessuno ha cuore. Non hanno un amico su cui contare, non hanno un luogo dove mangiare.

Il mondo ora e subito dovrà cambiare; è inutile solo propaganda fare, È inutile fare proclami sempre e comunque! Questa è l’ora di giungere al dunque .

Fare qualcosa di serio: questo è ciò da fare davvero aiutare chi soffre ora e prevenire che in povertà non cada nessuno ancora .

È ora di agire!

Giovanni Polimeni 3A

… era il momento di lottare. Prendere in mano quello che era

rimasto della mia vita e trascinarlo

in salvo.

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Poesia

Pagina 15 Gal i le i ’s News a.s. 2014-2015, Numero 9

Se ne sta Camilla, la tartarughina nella sua vaschetta a divorare la sua la lattughina.

Sembra una pietra colorata su una spiaggia assolata.

Vai Camilla, vai, percorri un metro muovi le zampette e torna indietro.

Camilla è il nome della tartaruga che ormai da due anni vive in un contenitore pieno di acqua, insieme a noi. La guardo, mentre passeggia con movimenti circolari all’interno della sua vaschetta. Ogni tanto si ferma e sembra osservare, con i suoi occhi scuri e sporgenti, l’ambiente circostante. Il suo guscio rosso scuro, con striature verdi e gialle, sembra un sasso animato illuminato dal sole. Le sue piccole zampe si muovono come remi nell’acqua. Il suo dolce sguardo mi suscita una grande tenerezza.

Matteo Romeo 1B

Camilla

Auschwitz

L’aria era grigia e fredda, il suolo era innevato ad Auschwitz. Si sentivano grida e pianti, di adulti e bambini ad Auschwitz. E poi, all’improvviso, un silenzio infinito.

Elena Stivala III A

Orrore e crudeltà

Sono qui a narrare gli orrori di questi campi: uomini ignari del dove andare, spaventati, come fanciulli al sentir i lampi. Da quell’inferno senza uscita, migliaia di corpi si son visti bruciare, perché di una razza considerata “nemica”. Uomini, donne e bambini, come fiori appena cresciuti, giacciono ora in cimiteri sconosciuti.

Marica Morabito III A

Shoah

Tutto cominciò all’improvviso… Niente più scuola, niente più casa… Non potevamo portare niente con noi, quel poco che avevamo ce lo avevano preso. Eravamo stipati su un treno, stanchi, affamati e assetati. Giunti in un luogo freddo e cupo ci hanno dato delle uniformi a righe. I più sani lavoravano per i tedeschi, i più deboli facevano… “La doccia”… E non tornavano più! Ci dicevano: “Lavorate e verrete liberati subito!” Ma pian piano eravamo sempre più pochi. L’unica libertà raggiunta è stata quella di volare in cielo.

Elena Stivala III A

La Shoah

Ricorda ogni nazione che “Shoah” vuol dire distruzione. E’ stata una sciagura, in molti hanno vissuto la paura. Dov’era civiltà e fratellanza se uomini, donne e bambini erano come tonni in mattanza? Ogni anno nel Giorno della Memoria ricordiamo quegli anni non certo di gloria. Ma non basta un giorno di ventiquattr’ore per ricordare tutto quel dolore. Dobbiamo ricordare ogni qualvolta anche la più piccola libertà rischia d’esser tolta.

Alessia Sofia Trunfio 3 A

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Per non dimenticare

Tutti quegli sguardi di sofferenza da ricordare, la crudeltà degli uomini da non perdonare, i pianti innocenti che non si vogliono più ascoltare. Giusto poche righe per non dimenticare.

Marica Morabito III A

Poesia

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Rassegnazione

“Salite, veloci!” urlò il generale. Erano tutti lenti, sembravano stare male. Mi spinsero tanto che mi fecero inciampare. Avevo paura, non volevo andare. Mi chiusero in un vagone, non riuscivo a respirare. La mamma mi disse di non mollare. Chiusi gli occhi e mi addormentai, non so esattamente se poi mi svegliai. Mi sgridarono e mi diedero un pigiama, era sporco e non di lana. Presero alcuni di noi e li portarono a giocare, forse li portarono in un posto diverso, perché non li vidi più tornare. Ormai faceva freddo e l’estate era passata. Avevano preso anche la mamma, e non era più tornata. Mi avevano insegnato a scavare, ma io non volevo lavorare. Mi avevano obbligato a vedere morire le persone, era strano, ma non faceva più impressione. Mi avevano dato un colpo dritto in testa, lì dove la mia fantasia si sarebbe persa. Dopo che mi addormentai sul treno non mi volli più svegliare. Mi avevano preso la vita, ma non gliela volevo dare.

Francesca Cavallaro III A

Giorno della Memoria

Binario 21, Milano Centrale ebrei muovetevi, dovete andare, andare nei campi a soffrire andare nei campi a morire.

Non importa se adulto, anziano o bambino tutti uscirete da lì, dal camino, e non dovete nemmeno osare a provare a ribellarvi o scappare.

Hitler, l’incarnazione del male, è lui a provocare un genocidio tale. È lui ad uccidere persone innocenti, è lui a persuadere le menti.

Questo per l’umanità è il periodo più nero e guai a dir che non è vero, guai a dimenticare la memoria di colei e colui che son morti per le pazzie altrui…

Giovanni Polimeni 3 A

Tristezza

È passato tanto tempo da quel momento pieno di dolore. È stato triste, con le bombe, i carri armati, e gli ebrei deportati. Venivano sfruttati, picchiati, e infine privati della loro unica vita, passata in una prigione, in punizione, come se fossero dei bambini, a dar conto al volere di alcuni assassini. Non avevano spiegazioni, né scuse, erano puniti per essere diversi, e i loro sogni sono andati persi in quel momento pieno di dolore.

Francesca Cavallaro III A

Il papavero rosso

Un papavero rosso spuntò nel prato, un padre al suo bimbo lo ha regalato gliel’ha dato con tanta premura dicendogli di non avere paura. Passavano i giorni, passavan le ore ma solo paura restava nel cuore; intanto i camini cominciavano a fumare voleva dir che era ora di andare. Di andare a morir era l’ora. “Non importa se sei un prete o una suora

perché sei ebreo e devi pagare, anche se non hai fatto nulla di male”. Arrivò l’ora anche per il papavero rosso, insieme al bimbo fu gettato nel fosso, come al bimbo fu costretto a bruciare come gli altri fu costretto a pagare. Ha pagato gente che non ha fatto nulla, hanno pagato bimbi ancora nella culla e solo la morte ha trovato chi solo di vivere ha cercato.

Giovanni Polimeni III A

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Scienze Architetti … bestiali Lo sapevi che gli animali creano strutture impressionanti , per protezione … o per seduzione?

Trappole. Il ragno della famiglia degli Ctenizidae costruisce una tana nascosta da una porta fatta con vegetazione, terra e seta; resta in agguato e quando sente l’avvicinarsi di una preda scatta e l’afferra.

Decorato. Il maschio dell’uccello giardiniere, per attirare le femmine costruisce un padiglione di ramoscelli adornato con oggetti variopinti: frutti, bacche, funghi, lamine di stagnola e frammenti di plastica. A volte giunge a dipingerle con pigmenti naturali applicati per mezzo di uno strumento tenuto col becco.

Roulotte. Le larve dei Tricotteri per mimetizzarsi usano vari materiali, tenuti insieme attraverso una secrezione sericea e costruiscono così un guscio di protezione.

C o m u n i t à . I l p a s s e r o Repubblicano abita in enormi nidi condominio su pali o su alberi. Essi possono ospitare un centinaio di coppie. Gli uccelli lo costruiscono con legno ed erba secca.

Ingegnere. I castori in Alaska costruiscono delle tane con legno, pietre e fango sulla riva o al centro di uno specchio d’acqua. La tana è semisommersa e costituita di due spazi: una camera principale posta sopra il livello dell’acqua, e una

sorta di cella destinata a conservare le riserve di cibo con ingresso sotto il livello dell’acqua.

Caccamo Andrea 1^ D

La convergenza evolutiva La convergenza evolutiva è un fenomeno per cui, organismi viventi diversi che vivono nello stesso ambiente, si evolvono sviluppando strutture che li portano ad assomigliarsi moltissimo.

Ad esempio,quanti animali sono in grado di volare?

Le ali sono una delle più grandi invenzioni

della natura che possiedono non solo gli uccelli ma anche mammiferi come i pipistrelli e gli insetti come le libellule.

I pipistrelli sono gli unici Mammiferi capaci di volare, grazie a una membrana tesa fra le dita degli arti anteriori, molto allungate e sottili, come le stecche di un ombrello. Diffusi in tutto il mondo, ma soprattutto nelle Regioni Tropicali, i pipistrelli sono prevalentemente insettivori, anche se esistono specie adattate a nutrirsi di frutti, piccoli vertebrati e perfino pesci, nettare o

sangue. Le specie notturne possiedono un efficiente sistema di orientamento nel buio, attraverso l’emissione e la percezione di ultrasuoni.

Le libellule sono delle abili volatrici e

possono battere le ali anche 20 volte al secondo, possono fermarsi in volo, librarsi immobili e volare all’indietro. A differenza di altri insetti che pure hanno due paia di ali che però muovono in modo sincronizzato, le libellule invece muovono le ali ognuna in maniera completamente indipendente dall’altra.

L’ala non è l’unico esempio di convergenza evolutiva.

I marsupiali come il canguro e il koala si distinguono dagli altri mammiferi perché hanno una tasca nel ventre dove tengono i cuccioli.

Il sonar è un altro esempio di convergenza evolutiva: lo usano le balene e i delfini sott’acqua, ma anche i pipistrelli e alcuni uccelli per orientarsi al buio.

Erika Giordano e Federica Barillà G.Galilei 2D

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Scienze Le aurore boreali Scienze

L’aurora boreale, chiamata anche aurora polare o australe secondo l’emisfero in cui si verifica, è un fenomeno luminoso che si manifesta con una grande varietà di forme e di colori, tra cui i più frequenti rosso-verde-azzurro detti archi aurorali; per questo motivo, nell’antichità, era considerata un prodigio della natura divina. La forma di un’aurora è molto varia, può essere quasi immobile, per poi iniziare a muoversi e a contorcersi. La maggior parte della luce visibile in un’aurora è di un giallo verdognolo, ma a volte i raggi possono diventare rossi oppure blu. Talvolta, durante la sua apparizione, si possono udire suoni che

assomigliano a sibili. Si tratta di suoni elettrofonici. Non è ancora chiara l’origine di questi suoni, si pensa però che siano dovuti a perturbazioni del campo

magnetico terrestre locale. Spesso, il loro ascolto è facilitato dalla presenza di oggetti metallici nelle vicinanze. Questo fenomeno nasce, a 149 milioni di chilometri dalla Terra, dal Sole che espelle particelle energetiche che formano il vento solare. Questo si muove nello spazio interplanetario, quindi verso la Terra. Perciò entra in contatto con il campo magnetico terrestre dando poi origine a questo fenomeno. Solitamente è visibile nelle regioni vicino ai Poli e soprattutto nella stagione

invernale. In Europa è percepibile nella parte settentrionale.

Silvia Tommaso 2^D

Spazio agli animali

Sapete qual è uno degli animali più strani del mondo?

Vi diamo qualche indizio: Vive nella foresta Amazzonica ed è famoso per la sua lentezza, per il suo sorriso stampato sul muso e per la sua timidezza. Possiede da 8 a 9 vertebre cervicali, il numero più alto tra i mammiferi, che usa per ruotare meglio la testa quando è appeso ai rami. Si nutre di foglie, boccioli, germogli, fiori e anche di alghe che strappa con le labbra callose e poi mastica a lungo con i suoi pochi denti, a crescita continua. Il cibo masticato resta nello stomaco anche un mese costituendo circa un terzo

I capodogli, i più grandi animali viventi provvisti di denti, pesano dalle 20 alle 90 tonnellate (quanto 11 elefanti di 8 tonnellate) e sono eccezionali per le loro capacità di immersione.

Grazie alla funzione dell’organo dello “spermaceti” nella testa, riescono, a scendere fino a 3000 metri e rimanere in apnea per circa 2 ore. Grazie ad un meccanismo fisiologico, controllato da questo organo, possono ridurre il battito cardiaco e immagazzinare aria nei muscoli. Una volta riemersi, per ripristinare le riserve di ossigeno, devono rimanere in superficie per almeno 12-15 minuti.

Francesco Giunta 1^ D

Apnea da record

del suo peso corporeo.

Non beve mai, ricava acqua dalle foglie o leccando la rugiada. Un tempo in Brasile veniva cacciato per la sua pelliccia, usata per rivestire le selle dei cavalli. La sua sopravvivenza è messa a rischio dalla deforestazione, al punto che c’è chi che mette a disposizione persino la propria casa per riuscire a salvarlo. Avete capito di quale animale stiamo parlando? Il nostro amico bradipo!

Tripodi Carola, Verduci Giulia e Barbieri Domenica 2 B

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Scienze 2015 Anno Internazionale della luce Tecnologia

La luce non è soltanto simbolo di vita, di civiltà, per alcuni di spiritualità. E’ anche una r isorsa concreta, fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico. L’ONU ha deciso di dedicare il 2015 alla luce e allo sviluppo delle tecnologie ad essa collegate; per questo L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha p r o c l a m a t o i l 2 0 1 5 A n n o Internazionale della luce e delle tecnologie basate sulla luce (IYL2015).

Lo scopo è sensibilizzare sull’essenzialità della luce come fonte di energia, nello sv i luppo d e l l ’ i s t ru z ione , ne l l e telecomunicazioni, nella salute e nell’agricoltura e, di conseguenza, promuovere la ricerca in materia di nuove

tecnologie.

Come l’ACQUA e il CIBO, anche la LUCE è un bene di prima necessità. Secondo un’indagine un quinto della popolazione mondiale non ha accesso all’illuminazione elettrica e ricorre a lampade a petrolio o a candele per illuminare le case. Ma primitive fonti di

luce causano la morte di 1,5 milioni di persone ogni anno per malattie respiratorie e incendi. Anche per questo è di primaria importanza sviluppare tecnologie della luce che por t i n o a nuove f o r me d i illuminazione ecologica e a basso costo.

Il 2015 secondo l’ONU è l’anno ideale per questa celebrazione.

Quest’anno infatti cadono alcune importanti ricorrenze nella storia dello studio della luce: i primi lavori di Fernel su l l e ond e luminose ( 1815 ) , l’elettromagnetismo di Maxwell (1865), la teoria della relatività di Einstein (1915) e la scoperta della radiazione cosmica di fondo (1965).

Difendersi dagli spioni del web Con Internet pretendere sicurezza e riservatezza è impossibile ma, con piccoli accorgimenti è possibile difendere la privacy e i nostri dati dagli hacker. Eccone alcuni:

AGGIORNAMENTO. Per connettersi in Rete è sempre meglio avere il sistema operativo e il software antivirus aggiornati. Per la privacy conviene avere un Firewall aggiornato, che permetta di controllare, ed eventualmente bloccare, gli accessi indesiderati al proprio computer. Quello integrato nel sistema operativo Windows è poco efficace; ne esistono di migliori ed è possibile scaricarli gratuitamente.

BROWSER. A prescindere dal programma che si usa per navigare, la prima cosa da fare è quella di controllare le OPZIONI. Alzare i parametri di sicurezza e disattivare i tracciamenti dei siti. Per evitare di lasciare traccia sulle attività in Rete, conviene cancellare regolarmente i dati della cache, dei cookie e della cronologia. Molti browser offrono, inoltre, una speciale modalità di navigazione detta anonima o in incognito ed è inoltre possibile installare appositi plugin come NoScript Security

Suite, Disconnect o Adblock per aumentare la sicurezza della navigazione in rete.

MOTORI DI RICERCA. Google è alla continua ricerca dei dati

personali degli utenti. Si può usare, ma si possono provare anche altri motori di ricerca che rispettano la privacy come DuckDuckGo o Startpage.

CLOUDING. Molti dei servizi di memorizzazione di dati online, detti clouding, amano richiedere i dati personali. Certi sistemi di clouding come Buddycloud o SpiderOak applicano invece il protocollo zero knowdlege che garantisce una maggiore

privacy

SOCIALNETWORK. Facebook usa i dati per fini commerciali. Bisogna evitare di mettere troppe

informazioni personali, oppure, si dovrebbe installare un plugin per il browser come Facebook Disconnect che filtra le richieste evitando di comunicare dati sensibili dell’utente.

EMAIL. Se ci si vuole difendere dagli Spam, ossia dai messaggi di posta indesiderata, evitare di pubblicizzare troppo il proprio indirizzo e-mail. Si possono creare alcuni indirizzi di posta elettronica secondari. Oppure usare una e-mail temporanea, come YopMail, AirMail o GuerrillaMail.

MIGLIOR TRUCCO. Per difendere la privacy, il metodo più sicuro è quello di NON immettere dati personali. Facebook ci ha, purtroppo, abituati a condividere tutto senza pensarci troppo. Se si devono comunicare dati sensibili, invece è meglio farlo solo attraverso connessioni protette o su siti fidati.

Pasquale Dattola 1^ D

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Scienze I Social Network Tecnologia

Nei Social Network si entra spessissimo e si esce con dei semplici “click”. Innegabile lo sviluppo che essi hanno avuto negli ultimi tempi e il loro impatto sociale su una vasta parte della popolazione e non solo sugli adolescenti. Infatti, sono sempre di più coloro che fanno uso di questi nuovi mezzi comunicativi per vari motivi: ad esempio, le aziende si fanno pubblicità e alcuni professori postano i compiti e le lezioni online. Ad esempio, Facebook, che ha in media 600mila iscritti al giorno, molto presto è probabile che sarà utilizzato anche a lezione. Tuttavia, non si è arrivati a un vero e proprio accordo tra alunni e professori; molti di questi preferiscono creare blog appositi, anziché usare social come Facebook o WhatsApp, poiché l’uso del cellulare in classe è vietato. Inoltre, il loro uso a scuola potrebbe rappresentare una forte tentazione per copiare i compiti in classe

o un ulteriore motivo per distrarsi. Quindi, la maggior parte degli alunni usufruisce dei social dopo l’orario scolastico o li adopera, soprattutto WhatsApp, per scambiarsi i compiti assegnati per casa. Quello che però rappresenta motivo di riflessione, è costituito dall’uso spesso più frivolo che gli adulti fanno dei social network, offrendo così un esempio non proprio da imitare ai propri figli che si sentono autorizzati a utilizzarlo in modo scorretto e, a volte, improprio.

C’è da aggiungere, inoltre, che oggi i social sono da tutti considerati mezzi di comunicazione veloce ed immediata. Ma facendo ciò, essi hanno creato freddezza nelle relazioni umane. Si tende a parlare sul web; a comunicare attraverso blog … a scherzare e a studiare in rete e si tralascia l’effetto speciale che spesso un sorriso dal vivo può

regalarci; l’emozione di una lacrima che scorre sulla guancia, il calore che un abbraccio ci può trasmettere. Occorrerebbe perciò moderare un uso dei social network che può essere produttivo ed entusiasmante a patto che non metta fine alle relazioni dal vivo. A patto, cioè, che il computer, il tablet o lo smartphone non siano considerati sostituti dell’essere umano.

Giulia Polimeno e Bruno Nucera 3^ C

#SelfieMania

In questo ultimo periodo si sente molto spesso parlare dei selfie, termine derivato dalla lingua inglese. Ma cosa sono? Il selfie è un autoscatto che si fa attraverso i propri smartphone o con le macchine fotografiche. A lanciare

la moda sono state le star dello spettacolo, subito seguite dalla “gente comune”. Nel 2013, l’Oxford English Dictionary lo definisce come «Una fotografia di sé stessi, caricata su un social network» e nello stesso anno, con il patrocinio del Museum of Modern Art, si è tenuta a New York la mostra Art in Translation: Selfie, The 20/20 Experience, nella quale i visitatori hanno potuto usufruire di una fotocamera digitale per fotografare sé stessi in un grande specchio. C’è anche un alfabeto dei selfies: #ANIMALSELFIE: con animali; #DELFIE: con il cane; #DRIVINGSELFIE: mentre si guida; #FASHIONSELFIE: il look; #GELFIE: in palestra;

#VELFIE: video selfie. Il più antico selfie, è Narciso, che s’innamora della sua stessa immagine senza saperlo e, comprendendo che non potrà mai ottenere quell’amore, si lascia morire, cadendo nel fiume in cui si

specchia. Il suo mito è stato spiegato dalla psicoanalisi, in particolare da Freud,che vede in questo personaggio della mitologia greca la condizione di chi è centrato troppo su di sé ed è incapace di decentrarsi dal proprio punto di vista e capire gli altri. È possibile che la diffusione quasi maniacale che oggi caratterizza la “selfie mania”, derivi dal fatto che siamo un po’ tutti “Narcisi”?

La psicologia, contrariamente a quanto si pensi, ci dice che gli autori dei selfie sono persone poco sicure di sé, bisognose di essere accettate e rassicurate sul proprio aspetto, attraverso continui commenti positivi sulla propria immagine e, più in generale, sulla qualità della propria vita. Quindi, facciamo attenzione: non c’è niente di male a scattarsi una foto da soli e postarla su Facebook ma quando il selfie diventa un chiodo fisso, c’è da preoccuparsi perché, dietro tale mania, potrebbero nascondersi veri e propri disturbi psicologici.

Daniele Branca e Tommaso Pagani 3^ B

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Premio Oscar Spettacolo

Voi sapete cos’è un premio Oscar? Ve lo dico io.

L’Oscar è il più importante premio cinematografico; il primo è stato

assegnato nel 1929 a Los Angeles. La “Notte degli Oscar” è una cerimonia molto elaborata che si tiene tra Febbraio e Marzo di ogni anno e viene trasmessa in televisione. Ci sono diverse categorie di Oscar; dall’Oscar al miglior film, all’Oscar al miglior montaggio sonoro. La persona con più Oscar e nomination della storia è Walt Disney, con 22 Oscar per i suoi lavori e 4 per la sua carriera. L’87a edizione della cerimonia degli Oscar si è tenuta il giorno 22 Febbraio 2015 al Dolby Theatre.

Una grande conquista italiana è stata quella che nel 2014 il film italiano “Una grande bellezza” ha vinto l’Oscar come miglior film straniero.

Alessandra Carella 2B

Sanremo … “In famiglia”

Il Festival di Sanremo è la più importante manifestazione di musica leggera italiana che dal 1951 ha luogo ogni anno a Sanremo.

Quest’anno, la sessantacinquesima edizione è stata presentata dal famoso

Carlo Conti.

Ci sono stati degli ospiti come Tiziano Ferro con alcune sue canzoni recenti e con un inedito dedicato proprio al pubblico dell’Ariston. Altra ospite è stata la coppia Al Bano&Romina. Ma la

sorpresa è arrivata da Catanzaro da cui proviene la famiglia Anania, composta da 16 figli e due genitori. La più numerosa famiglia d’Italia ha conquistato l’Ariston!

Giovanni Matarazzo, Simone Rogolino e Lorenzo Sontuoso 1^ C

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L’arbitro hi-tec Sport

L’arbitro hi-tec deciderà la validità del goal.

Dopo decenni e decenni, la tecnologia è arrivata anche nel mondo del calcio per contrastare i goal fantasma. Con questa espressione si intende la situazione in cui la palla attraversa la linea di porta, ma l’arbitro non riconosce la validità del goal in quanto la situazione è dubbia. La tecnologia ha pensato di rivestire i pali e le traverse delle porte con speciali sensori sensibili al metallo, creando così una barriera invisibile. Per far sì che questi sensori funzionino, dentro il pallone bisogna inserire dei fili in rame. Appena questo varca la porta, i sensori inviano un messaggio all’arbitro che conferma che la palla é entrata. Per un’ulteriore precisione sono state impostate 7 videocamere per porta,

ciascuna a 500 fotogrammi al secondo, contro i 25 di quelli della TV. Queste normative sono già state applicate nei Mondiali di calcio brasiliani del 2014 e

saranno attive nel prossimo campionato di “Serie A”.

Daniele Galasso 2^B

La pesca

Ci sono tre tipi di pesca: sportiva, commerciale e dilettantistica. La prima consiste nel pescare il pesce per poi liberarlo, indipendentemente dalle dimensioni del pescato. Il secondo tipo consiste nel pescare il pesce per poi venderlo; infine, quella dilettantistica è finalizzata all’allenamento o per i pescatori alle prime armi. Per praticare questo tipo di sport, è necessario avere l’attrezzatura corretta, ovvero: canna da pesca, mulinello, filo, pesi, palature, moschettoni, galleggianti, ami, strisci ed esche. Per scegliere ciò che è adatto a noi, è

necessario sapere che tipo di pesca s’intende svolgere: se la pesca si pratica sporadicamente, servirà un’attrezzatura più duratura nel tempo; ai pescatori più assidui, invece servirà un’attrezzatura più resistente. Anche il budget influirà sulla nostra scelta: tra € 15,00 e € 50,00 possiamo trovare solo le offerte con canna da pesca, mulinello e filo. Tra € 50,00 ed € 90,00 si può scegliere una canna da pesca più leggera per pescare meglio. Se disponiamo, invece di € 100,00 abbiamo l’imbarazzo della scelta. Questo vale anche per i mulinelli che

sono prodotti in varie tipologie, infatti si può scegliere tra: mulinelli da barca, da terra o elettrici. I più economici sono, ovviamente, quelli per pescare da terra, mentre quelli elettrici sono i più cari e possono arrivare a costare oltre € 600,00. La loro particolare caratteristica è quella, come dice il nome stesso, di raccogliere il filo automaticamente, ma, sono adatti solo per la barca. Altro elemento importante nella pesca è il filo, che cambia di spessore al fine di permettere una pesca più comoda. Sono importanti anche le palature che si possono comprare oppure farle da sé. Io, personalmente, consiglio di farla a mano perché è più conveniente dal punto di vista economico, anche se si perde molto tempo. Adesso parleremo degli ami, che sono alla base della pesca. Questi variano di

dimensione: dal n. 24 al n. 5; il numero 5 è il più grande in assoluto, mentre il 24 più piccolo. Ultime, ma non meno importanti, le esche. Quest’ultime sono milioni di specie di vermi, ma, i più utilizzati in commercio sono i “bigattini” e i “vermi Coreani”. I Coreani possono essere confusi con la letale specie del “verme cane” che, sentendosi in pericolo sparano aculei avvelenati.

Palillo Marco 1^ C

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Il sanguinaccio Cucina

Nei nostri paesi, la macellazione del maiale è stata sempre considerata uno degli avvenimenti più importanti: famiglie, amici e vicini di casa davano un aiuto nelle diverse fasi della lavorazione. Gli inviti erano reciproci e l’aiuto che veniva dato, poi doveva essere restituito. Del maiale non si gettava nulla, neanche il sangue. Anzi, con questo si preparava una crema particolare: il sanguinaccio, che ancora oggi troviamo nelle nostre pasticcerie. Il sanguinaccio era chiamato anche la

nutella dei poveri. Per prepararlo occorreva mescolare il sangue ancora caldo per evitarne la coagulazione e poi bisognava conservarlo in un luogo fresco e asciutto. Dopo qualche giorno, andava colato e filtrato da eventuali coaguli che potevano essersi venuti a formare, infine era lavorato rigorosamente a bagnomaria per tempi lunghissimi. Gli ingredienti per un ottimo sanguinaccio sono:

• 600 g di zucchero

• 150 g di cacao amaro

• 50 g di farina

• 1/2 l di sangue di maiale (colato)

• 1/2 l di vino cotto ( c’è chi adesso usa il latte)

• 400 g di cioccolato fondente

• 50 grammi di grasso di maiale ( strutto)

• 100 grammi di cedro o uvetta arancia candita.

• 50 g di noci spezzettate

• 1 bustina di vaniglia, 1 presa di cannella,1 bicchierino di strega

Preparazione:

• In una pentola alta unisci lo zucchero con il cacao e la farina e mescolando aggiungi il vino cotto e il sangue filtrato attraverso un colino fine.

• Aggiungi lo strutto e il cioccolato fondente tagliato a scaglie piuttosto sottili, le noci e i canditi, quindi avvia la cottura a fiamma bassissima.

• Porta a bollore il sanguinaccio mescolando continuamente con un cucchiaio di legno; lascia addensare proseguendo

la cottura per almeno 30 min..

• Spegni la fiamma e continua a mescolare insaporendo la crema con la vaniglia, il bicchierino di strega e la cannella.

• Fai raffreddare il tutto passando la pentola in acqua ghiacciata.

• Trasferisci il sanguinaccio in fondine individuali se lo vuoi mangiare subito con biscotti tipo Lingue di Gatto o Savoiardi o con le Chiacchiere.

Se lo vuoi conservare, versalo ancora caldo nei barattoli, chiudilo e sterilizzalo per 15 min. in acqua bollente.

BUON APPETITO

Il Gelato

Pierre Gilles de Gennes nel 1991 vinse il premio Nobel per la fisica grazie ai suoi studi su moltissimi materiali, tra cui il gelato. Noi tutti pensiamo che il gelato sia un alimento semplice, formato da ghiaccio e colorante ma il gelato è stato uno dei misteri più grandi al mondo fino al 1991 quando Pierre de Gennes mostrò i suoi studi e le sue teorie sul gelato. Il gelato é un alimento ottenuto incorporando aria all’interno di una

miscela liquida durante la gelatura della miscela stessa. Mentre il gelato artigianale contiene il 30% di aria, quello industriale o soft il 150%. Le persone preferiscono i gelati industriali, che possono mantenersi a lungo, ai gelati artigianali che sono più costosi oltre al fatto che non durano a lungo. In Italia le gelaterie sono circa 38 mila ed ogni Italiano al mese, in media, spende 7

euro in gelati. Nelle gelaterie sono richiesti i gusti colorati che invogliano i consumatori a comprarli, soprattutto se si tratta di bambini. Di recente si è scoperto che l’azoto liquido velocizza il raffreddamento e quindi usando l’azoto a -195°C si ottiene il gelato in poco tempo.

Santangelo Davide 2B Galilei

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Premiazione “Giochi Matematici d’Autunno” In Evidenza

Giovedì 4 giugno 2015 alle ore 10:00 nei locali dell’Istituto Secondario di Primo Grado Galileo Galilei, alla presenza del Dirigente Scolastico Dott.ssa Piera Caltabiano, della Prof.ssa Luisa Votano e di alcuni genitori, si è svolta la premiazione degli alunni (i primi tre classificati per ogni categoria) che hanno partecipato, martedì 18 novembre 2014, alla gara ”Giochi Matematici d’Autunno” organizzata dal Centro MATEpristem

dell’Università Bocconi di Milano.

Ecco i nomi dei premiati:

Categoria CE (allievi di quarta e quinta elementare)

1° MOSCATO ANTONINO Classe IV A

2° MONTALTO GIORGIO Classe IV A

3° CABULLIESE CARMELO

Classe IV A

————————————————

Categoria C1 (studenti di prima e seconda media)

1° VOTANO ANTONELLA Classe 1 C

2° ARCIDIACO ANTONINO

Classe 1 B

3° MARATEIA DAVIDE

Classe 1 B

———————————————-

Categoria C2 (studenti di terza media e prima superiore)

1° RAGONESE MICHELLE Classe 3 D

2° GINESTRA LUCA

Classe 3 E

3° FORTUNA SAMUELE Classe 3 A

Venerdì 15 maggio 2015 le classi III A e V A della scuola primaria Pascoli si sono recate presso la sala Calipari del Palazzo Campanella di Reggio Calabria per assistere alla premiazione del concorso “ Natura ed Arte”.

Gli alunni, accompagnati dalle docenti Carmela Ferrara, Mariangela Lucisano e Clelia Labate, hanno partecipato realizzando disegni riproducenti quadri famosi, rielaborati con la loro fantasia e creatività. La responsabile di plesso, Ins.Stefania Pontorieri, ha ricevuto dalle mani della vicepresidentessa della fondazione “Regina Consolatrice del Santo Rosario” di Reggio Calabria, Orsola Errante, gli attestati di partecipazione al Concorso.

Mi chiamo Carmelo Cabulliese e frequento la classe IV A della scuola primaria Pascoli. Lo scorso 19 dicembre 2014, su invito della mia maestra Tina Maio, che mi ha molto incoraggiato, ho voluto partecipare al Concorso “ Un presepe per accendere un sorriso” del nostro Istituto Comprensivo. Ho realizzato un presepe di polistirolo e carta pesta ed ho vinto il primo premio. Durante la premiazione ero molto emozionato, ma felice perché proprio il mio presepe era stato scelto, tra tanti altri stupendi lavori, con i quali è stata allestita una mostra di beneficenza.

CARMELO CABULLIESE IV A

G.PASCOLI

La mia città, Reggio di Calabria, è un comune con quasi 200.000 abitanti ed è caratterizzata dalla bellezza del clima e del paesaggio marino e montano. Tuttavia ci sono delle zone di Reggio Calabria che sono molto sporche, non curate; una di queste è Croce Valanidi, situata nella periferia sud della città. Le strade sono, spesso, invase dall’immondizia e rese pericolose da frequenti buche, i segnali stradali sono distrutti e gli alberi dovrebbero essere potati. A causa dell’immondizia si sviluppano poi dei virus nocivi per gli animali e per gli esseri viventi che causano malattie molto gravi, invece a causa delle strade malcurate accade molto spesso che le auto dei cittadini subiscano dei danni e alcune volte si verificano, addirittura, degli incidenti. Per evitare tutto questo bisognerebbe che l’Amministrazione Comunale avesse più cura delle periferie della città in maniera da eliminare il degrado urbano presente e permettesse così ai cittadini di avere un tenore di vita migliore. Per fare tutto questo il Comune dovrebbe avere un programma e seguirlo in maniera corretta.Marco

Verduci classe 2 B

Concorso “Natura e Arte”

Un presepe per accendere un sorriso Croce Valanidi

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Il triste esodo dei migranti In Evidenza

Con l’arrivo della bella stagione, dopo la pausa invernale, è ripreso il triste esodo dei migranti che, scappando da realtà di fame e guerra, approdano nelle nostre coste. Il primo sbarco del 2015 sulle coste di Reggio Calabria è avvenuto domenica 12 aprile; nel pomeriggio, infatti, è attraccata nel porto della nostra città la nave Dattilo con a bordo 580 migranti (tutti uomini adulti) provenienti da vari Paesi centroafricani. I migranti erano stati soccorsi, poche ore prima, nel Canale di Sicilia e, arrivati al porto, visitati dai medici e soccorsi da volontari e protezione civile. Molti di questi uomini saranno sistemati in altre regioni, circa 100, invece, hanno trovato sistemazione provvisoria presso il Palasport di Pellaro. La struttura, inagibile e recentemente vandalizzata, è stata sistemata “alla meno peggio” e disinfettata di gran fretta, ma, al momento, sembra che essa sia stata l’unica struttura in grado di dare provvisoria accoglienza a questi disperati che, viste le condizioni dei paesi dai quali essi fuggono, incroceranno, da qui ai mesi a venire, sempre più spesso la rotta delle nostre coste. Il giorno dopo, la Polizia di Stato ha fermato i tre scafisti delle imbarcazioni sulle quali viaggiavano i migranti. Ai tre, poco più che ventenni, è contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, reato aggravato dalle circostanze di aver sottoposto i migranti a pericolo di vita, nonché a trattamento inumano e degradante. Trascorrono poco più di ventiquattrore e,

il 14 aprile, la nave Orione della Marina Militare, impegnata nell’operazione Triton, che si occupa appunto del monitoraggio dei barconi nel Canale di Sicilia, porta in salvo 667 migranti. In totale 600 uomini e 67 donne. Tantissimi bambini e ragazzi. Tra loro anche i 144 migranti recuperati dopo il naufragio di ieri notte al largo delle coste della Libia, naufragio che avrebbe provocato circa 400 morti, anche minori. Tra i migranti, tutti eritrei, sbarcati il 14 mattina c’è anche Lamlam, che in arabo significa unità familiare, ha poche ore di vita. Una bimba nata durante il viaggio tra le onde del Mediterraneo. Il suo arrivo a terra è stato accolto con un applauso dai tantissimi volontari presenti. Da subito è apparsa in buone condizioni. Insieme ai genitori è stata trasportata con un’autoambulanza agli Ospedali Riuniti dove sarà ricoverata per qualche giorno. I migranti sono stati fatti scendere al porto, schedati e visitati. Solo i minori non accompagnati e tutti coloro che hanno necessità di cure mediche rimarranno in città, tutti gli altri saranno immediatamente destinati verso le strutture predisposte dal Ministero in altre regioni italiane: 50 di loro saranno dirottati in Lombardia; 80 in Trentino; 100 in Friuli; 50 in Emilia; 50 in Toscana; 98 in Puglia; 80 in Basilicata; 80 in Molise e 90 in Calabria. È impressionante che queste vicende si siano svolte nell’arco di quarantottore, uomini, donne, bambini, neonati e, purtroppo tanti morti. Tutti noi, prima di esprimere qualsiasi giudizio, dovremmo chiederci da quale terribile realtà fuggono queste persone, tale da affrontare viaggi

spaventosi e da mettere a repentaglio la propria vita e, spesso, quella dei propri familiari. Il mio pensiero va a tutti i bambini e i ragazzini come me che, a differenza mia e dei miei coetanei, devono affrontare una realtà difficile fatta di guerre, fame, paura e disperazione. E, se riescono nell’intento di fuggire dai loro Paesi, li attende una vita difficile e un’integrazione tutt’altro che scontata in Nazioni che, anche nelle ipotesi di una dignitosa accoglienza, sono comunque a loro estranee. Credo che se ognuno di noi riuscisse ad immedesimarsi in queste difficoltà, allora la smetterebbe di esprimere giudizi razzisti ed intolleranti nei confronti di gente veramente disperata. Ritengo che il Comune di Reggio Calabria dovrebbe creare, nel più breve tempo possibile, un centro permanente in grado di prestare la prima accoglienza e le prime cure ai migranti che, con ogni probabilità, sbarcheranno nelle nostre coste nei prossimi mesi. Si potrebbe, ad esempio, pensare di sistemare una delle tante strutture cittadine chiuse e abbandonate: si avrebbe, così, un posto dignitoso per l’accoglienza e la cura di queste persone, già molto provate dalle condizioni di viaggio, e si renderebbero più celeri le operazioni di sbarco e soccorso. La creazione di una struttura permanente, permetterebbe, inoltre, a tutte le persone che volessero portare aiuti (abbigliamento, coperte o viveri, ecc.) di sapere a chi rivolgersi. La rete di volontariato e soccorso sarebbe, quindi, più efficiente.

Pepito Delfino 1^B

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Santa Pasqua: la Messa in ospedale In Evidenza

Com’è consuetudine da tempo, anche quest’anno, accompagnati dalle professoresse Corigliano, Calabrò e Bergamo, alcuni di noi alunni della Scuola Sec. di 1° grado ci siamo recati presso gli Ospedali Riuniti, in quanto invitati a partecipare alla S.ma Messa nella piccola cappella ospedaliera e, almeno, indirettamente, a confortare i pazienti e a incoraggiare chi lavora con dedizione all’interno della struttura. Animare la liturgia è stato divertente, ma anche significativo: prima di entrare nella cappella, abbiamo visto molte persone passare angosciate, bimbetti dal faccino innocente e beato, nonostante tutto, e barelle vuote su cui è rimasto il segno di tanti uomini che lottano per la vita, ma anche occupate da sguardi che sognano un sorriso stampato sul proprio volto… Arrivati nella piccola cappella, abbiamo provato le nostre canzoni, scelte secondo un determinato criterio.

Secondo me la canzone più bella è stata “Vivere la vita”, perché dice “vivere la vita con le gioie e i dolori di ogni giorno è quello che Dio vuole da te”, insegnando a vivere la vita nonostante tutto quel che succede e a trovare un

modo per andare avanti per superare i problemi. Alle nostre prove hanno assistito alcuni infermieri e volontari. È stata un’esperienza meravigliosa! Poco dopo la liturgia è cominciata, celebrata dall’Arcivescovo Monsignor Giuseppe Fiorini Morosini. Cantare per quelle persone è stato emozionante. Ma il bello è stato ascoltare l’omelia: l’Arcivescovo ha iniziato dalla Passione di Cristo, che consiste nella condivisione delle sofferenze, come fanno i volontari, che dedicano il proprio tempo libero per il bene altrui, con gran solidarietà, e gli infermieri, che lavorano con gran dedizione nella speranza di riaccendere un sorriso, anzi molti sorrisi. Dio è accanto ai fratelli e vuole loro bene, e così Gesù: “Quel che farete al più piccolo dei fratelli lo avete fatto a me”. E poi ricevere la Comunione è quella grande

forza che rende vigorosi per saper affrontare le croci della vita, proprio come dice la bella canzone che abbiamo cantato, accompagnati da chitarristi eccezionali e da una pianista incomparabile, tutti studenti. E’ stato bello essere applauditi da tutta quella gente che spesso non condivide la gioia ma vede solo volti scuri… Rimaniamo nella speranza che questo

evento, che in noi ha suscitato grande emozione, crei nel cuore dei volontari e dei lavoratori della struttura un grande ardore e convinzione del fatto che tutto è possibile se ci credi!

Abbiamo ricevuto un uovo di Pasqua in dono, da condividere come l’altruismo e l’ottimismo che abbiamo condiviso con loro; inoltre alle insegnanti sono stati consegnati dei foglietti preparati dai piccoli pazienti, per augurare una buona Pasqua. È bello far parte di una scuola interessata alla solidarietà e al bene altrui, che sensibilizza i propri studenti a queste tristi situazioni. Però, in fondo, la speranza è l’ultima a morire!

Francesca Pellicanò Classe 1^B

La Villa comunale “Umberto I” di Reggio Calabria nasce come Orto Botanico. Al suo interno, nel 1880 fu realizzata una struttura in stile neoclassico che ospitava l’Osservatorio Metereologico e Geodinamico. Alla fine del XIX secolo, il Sindaco reggino Demetrio Tripepi, la volle trasformare in giardini pubblici. Durante la Festa di Madonna del settembre 1896, i Giardini vennero inaugurati e aperti al pubblico. Nel 1907 fu inaugurato il busto bronzeo del Re

Umberto I e, da quel momento i giardini presero il nome di “Giardini Pubblici Umberto I”. All’interno dei giardini, tra le piante esotiche si possono ammirare i busti di bronzo di Domenico Tripepi, quello del patriota Antonio Plutino e quello di Rocco Zerbi. Ma tutto questo, che doveva essere il fiore all’occhiello della città, purtroppo, è stato abbandonato all’incuria e all’inciviltà di amministratori e cittadini che ne hanno

fatto un luogo di ritrovo di drogati, ubriachi e gente poco affidabile. La Villa comunale è uno dei pochi spazi verdi di Reggio e dovrebbe essere un posto dove portare i bambini a correre nei prati, da far visitare ai turisti e far conoscere la storia di questa città e a noi cittadini di poter fare delle passeggiate senza avere paura. La mia proposta è di installare delle telecamere, chiudere i cancelli e mettere dei guardiani per controllare e multare chi sporca e danneggia le cose. Da qualche giorno sono iniziati i lavori per sistemare l’illuminazione, le aiuole e tutto il resto. Spero che torni a essere bella e sicura come un tempo.

Noemi Gullì 2 B

La Villa Comunale “Umberto I”

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La Pasqua nel mondo In Evidenza

La Pasqua è festeggiata in tutta Europa secondo varie tradizioni e usanze. Nei Paesi cristiani la Pasqua è la festività più importante dell’anno Liturgico, perché presenta Morte e Resurrezione di Cristo; mentre nei Paesi protestanti è celebrata come “ Festa di Primavera”. L’usanza comune alla maggior parte delle Nazioni europee, durante questo periodo festivo, è quella di dipingere e decorare le “uova”, vere oppure finte, con vari colori ed esporle in casa come ornamento. Il colore maggiormente usato è il rosso

considerato simbolo di buon augurio. Questo colore nei Paesi cristiani come la Russia, la Bulgaria e la Grecia, rappresenta la nuova vita ottenuta mediante il sacrificio di Cristo. Durante questa festività, la tradizione culinaria in Europa è variegata. In particolare ricordiamo: in Italia il “cuddurace” calabrese e la “pastiera” napoletana; in Finlandia il “mammi” tradizionale budino a base di segale; in Grecia la “maghiritsa” zuppa a base di interiore dell’agnello; in Inghilterra

gli “hot cross buns” brioches con cannella e uvetta sui quali vi è una croce di glassa di zucchero in ricordo della Passione di Cristo. Unica tradizione pasquale differente da quelle descritte si riscontra in Spagna, in particolare a Barcellona, dove la domenica delle Palme è sentita dai fedeli più della Pasqua in ricordo dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme.

Giulia Albanese 1^C

La scuola media “Venezia Trento” era sorta come “Scuola di arti e mestieri”, gestita dai padri Filippini, nella struttura costruita con i finanziamenti delle città di

Venezia e di Trento, a seguito del terremoto del 1908; diventata nel tempo “Scuola di Avviamento Professionale”, ha ospitato, quindi, in un’ala del piano terreno la scuola media “G. Galilei”. A seguito della legge n. 1859 del 31 dicembre 1962 anche la “Venezia Trento” è diventata Scuola Media Statale, rimanendo autonoma fino al 31 agosto 2000. Nell’anno scolastico 2000/2001 la Scuola Media Statale “G. Galilei” nasce in conseguenza del piano di dimensionamento nazionale dall’unificazione delle scuole medie “Venezia Trento” e “Galileo Galilei”, ubicate nello stesso plesso scolastico. La scuola, una tra le strutture scolastiche più antiche della città,

opera in un edificio situato nel centro storico di Reggio Calabria,

che comprende, oltre le aule scolastiche, ambienti destinati a

laboratori, biblioteca, locali di presidenza e segreteria, aula

magna, aula degli insegnanti, palestra, servizi.

http://smsgalilei.altervista.org

Via D. Bottari, 1 (Piazza Castello)

89125 Reggio Calabria

Tel.: 0965 892030

Fax: 0965 894522

Istituto Comprensivo Galilei-Pascoli

PEC istituzionale: [email protected]

e-mail istituzionale: [email protected]

Codice Fiscale: 92081500800

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