Il teatro alto-ellenistico di Montagna dei...

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P la t a n i S a l s o - I m e r a E l e u t e r i o B elic e Ia t o S . L e o n a r d o T or to S o s i o I m e r a S e t t . P o l l i n a AGRIGENTO LICATA LILIBEO MOZIA SEGESTA MONTE POLIZZO MONTE D’ORO ERICE PALERMO SOLUNTO MONTE PORCARA PIZZO CANNITA LA MONTAGNOLA MONTE IATO CASTELLAZZO DI SAGANA ENTELLA COZZO SPOLENTINO SELINUNTE MONTE ADRANONE MONTAGNA VECCHIA PIZZO NICOLOSI ROCCA NADORE ERACLEA MINOA MARANFUSA TERMINI IMERESE IL PIZZO COZZO SANNITA MURA PREGNE PIZZO PIPITONE PIZZO DI CASA CEFALÙ POLIZZI GENEROSA MONTE ALBURCHIA COZZO TUTUSINO CASTELLO DI MARIANOPOLI COZZO SCAVO GIBEL GABIB MONTE SARACENO VICARI MONTE RIPARATO MONTAGNA DEI CAVALLI veduta da Sud Rilievo generale del teatro ipotetica proiezione delle gradinate Cerchio ideale su cui venne disegnato il koilon Schema del teatro / il koilon è suddiviso in kerkides e klimakes Sulla cima del monte l’area del teatro Area dell’orchestra / da Est e da Ovest AGORÀ ? TEATRO Ed. B Ed. C Ed. D Torre N/E Fortificazione 970 980 990 1007 m N 0 10 20 m Il teatro alto-ellenistico di Montagna dei Cavalli/Ippana prizzi (pa) Carta dei teatri in Sicilia Gradinate inferiori sul lato ovest dell’orchestra 2,5 0 1 5 metri N TRAPANI PALERMO AGRIGENTO MONTAGNA DEI CAVALLI Regione Siciliana Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Palermo Servizio Beni Archeologici La Montagna dei Cavalli è situata nella Sicilia Occidentale, in posizione centrale tra la costa tirrenica e il Mare Mediterraneo, nel cuore del massiccio dei Monti Sicani. Sul monte ebbe vita, tra VII e inizi del V sec. a.C. un primo centro, occupato da genti indigene/sicane.In seguito dopo una fase di profonda crisi demografica ed economica, esso venne interamente ristrutturato, intorno alla metà del IV sec.a.C., dal punto di vista urbanistico e difeso da una doppia linea di fortificazioni, godendo, per circa cento anni, di una notevole prosperità economica e culturale. Questa “nuova” città, sulla base della documentazione storica ed archeologica, è identificabile con l’Ippana ricordata da Polibio, conquistata nel 258 a.C. dai Romani nel corso della prima guerra punica e successivamente abbandonata. IL TEATRO Il notevole livello culturale raggiunto dalla città nella prima età ellenistica è attestato anche dal teatro, la cui esistenza, ipotizzata da tempo sulla base di alcuni saggi preliminari condotti nel 1962 da Vincenzo Tusa e in seguito nel 1988, ha avuto piena conferma soltanto nelle indagini del 2007, realizzate dalla Soprintendenza di Palermo grazie ad un finanziamento europeo. È stato possibile mettere in luce i resti dell’orchestra e la parte inferiore del koilon, identificando nella loro corretta funzione e collocazione planimetrica i muri di analemma già da tempo localizzati. L’edificio è situato presso la cima del monte, a 1007 di altezza, immediatamente all’esterno delle fortificazioni dell’acropoli, che delimitavano a monte, con andamento curvilineo, il profilo della summa cavea, costituendo allo stesso tempo una scenografia monumentale del teatro. Dal punto di vista urbanistico il teatro occupa un punto centrale di cerniera tra l’acropoli e l’abitato, da dove affluivano i cittadini per partecipare agli spettacoli. Tale collocazione ben risponde, nel contesto della città, alla sua prima funzione legata alle rappresentazioni teatrali, ma anche alla possibilità di essere utilizzato per le assemblee cittadine. Per quanto riguarda il koilon, le cui parti superiori e laterali sono interamente franate a valle, sono state finora messe in luce, quasi per intero, le due file inferiori di sedili e fino a sei nella parte centrale. I sedili sono realizzati con blocchi calcarei, solo in parte squadrati, con riempimento interno di pietrame e terra. In un saggio aperto al centro dell’orchestra, è stato scoperto il piano roccioso naturale, tagliato artificialmente, su cui erano deposti alcuni oggetti - probabilmente parte di un deposito votivo da collegare al momento della costruzione del teatro - databili nella seconda metà del IV secolo a.C., importante terminus post quem per la data di realizzazione dell’edificio. CARATTERISTICHE ARCHITETTONICHE DEL TEATRO Il koilon, sostenuto lateralmente e a Nord (sulle parodoi), da robusti muri di analemma, ha un diametro massimo di 52 m; allo stato attuale delle ricerche possiamo ipotizzare l’esistenza di circa 30 file di sedili e di 7 klimakes che dividevano il koilon in sei settori di uguali dimensioni, i kerkides. Mancano ancora indizi della presenza di diazomata, i corridoi che separavano orizzontalmente i vari settori delle gradinate, né sembrano particolarmente curati i sedili della proedria, la fila inferiore di sedili, riservata alle più importanti personalità della città. L’orchestra (diam. m 14) ha un pavimento di terra battuta conservatosi per circa ¾ della sua totale estensione, ed era sostenuto, nella parte a valle, da un muro di fondazione, compreso tra i muri di analemma delle parodoi. La perdita della parte a Nord dell’orchestra, interamente scivolata a valle, ha compromesso anche l’area della scena, che possiamo comunque ipotizzare a semplice pianta rettangolare. DATAZIONE La costruzione del teatro di Montagna dei Cavalli è databile nella seconda metà del IV sec.a.C. e fu probabilmente prevista ed attuata nell’ambito della generale ristrutturazione urbanistica della città. Tale cronologia ha trovato conferma nei saggi aperti nelle aree dell’orchestra e del koilon. La distruzione, è invece databile nel 258 a.C., anno della conquista romana della città e del suo definitivo abbandono. Il dato è di grande interesse, dal momento che tutti i teatri oggi conosciuti in Sicilia e in Italia meridionale subirono, dopo la metà del III sec. a.C. e fino al I sec. a.C., sostanziali trasformazioni e ristrutturazioni. A Montagna dei Cavalli si conserva, pertanto, una rara e preziosa testimonianza dell’impianto originario di un teatro di prima età ellenistica che potrebbe fornire un importante modello per lo studio dell’evoluzione architettonica di questi edifici nel mondo greco. Nel più ampio panorama degli edifici teatrali di Sicilia, quello di Montagna dei Cavalli, occupa con i suoi 52 m di diametro della cavea, una posizione media, è infatti più grande di quelli di Akrai (37,5); Solunto (46,6 m), Eraclea (50,6 m), ed è inferiore a quelli di Morgantina (57,5 m), Segesta (63 m), Iato (67,9), Tindari ( 76 m) e al grande teatro di Siracusa (138 m). La presenza di un teatro greco a Montagna dei Cavalli, un centro di origine indigena diventato alla metà del IV sec.a.C., per tanti aspetti, greco, è sintomatico di una città popolosa e dinamica, caratterizzata da un articolato tessuto sociale e da un elevato tenore culturale. Sulla base di questi presupposti è comprensibile l’esigenza degli abitanti di realizzare un edificio destinato agli spettacoli, tangibile testimonianza del profondo livello di ellenizzazione raggiunto non soltanto nel campo delle conoscenze tecniche, architettoniche ed urbanistiche, ma anche nelle arti e nella cultura letteraria. Nel panorama generale della distribuzione dei teatri di età ellenistica nel territorio siciliano, sebbene il quadro sia ancora ampiamente incompleto e molti teatri manchino all’appello, è significativo non soltanto che Ippana ricada nell’area della cosiddetta eparchia punica, posta sotto il controllo, tra la fine del V sec.a.C. e la metà del III sec. a.C. di Cartagine, ma che tra quelli conosciuti, ben cinque su dodici, (Segesta, Solunto, Heraclea Minoa, Iato e Ippana) si trovino proprio nell’area dell’eparchia punica. Si tratta di un dato che evidenzia ancora una volta come, nonostante la prima età ellenistica sia stata caratterizzata in Sicilia da importanti e continui conflitti tra Cartagine e Siracusa, tuttavia, l’isola nella sua interezza fu partecipe di una koine culturale, profonda e raffinata, che contribuì ad unificare, per molti aspetti, tutto il territorio siciliano, lasciando una grande eredità a Roma che ne fece la sua prima provincia. Stefano Vassallo – Donata Zirone Vista da Sud / sullo sfondo il paese di Prizzi Sicilia Occidentale / principali insediamenti di prima età ellenistica ELORO SIRACUSA AKRAI CATANIA TAORMINA TINDARI MORGANTINA ERACLEA MINOA IATO SEGESTA SOLUNTO MONTAGNA DEI CAVALLI Skene?

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veduta da Sud

Rilievo generale del teatroipotetica proiezione delle gradinate

Cerchio ideale su cui venne disegnato il koilon

Schema del teatro / il koilon è suddiviso in kerkides e klimakes

Sulla cima del monte l’area del teatro Area dell’orchestra / da Est e da Ovest

AGORÀ ?

TEATRO

Ed. B

Ed. CEd. D

TorreN/E

Fortificazione

970

980

990

1007 m

N

01020 m

Il teatro alto-ellenistico di Montagna dei Cavalli/Ippana prizzi (pa)

Carta dei teatri in Sicilia

Gradinate inferiori sul lato ovest dell’orchestra

2,5

01

5metri

N

TRAPANIPALERMO

AGRIGENTO

MONTAGNA DEI CAVALLI

Regione Siciliana Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di PalermoServizio Beni Archeologici

La Montagna dei Cavalli è situata nella Sicilia Occidentale, in posizione centrale tra la costa tirrenica e il Mare Mediterraneo, nel cuore del massiccio dei Monti Sicani. Sul monte ebbe vita, tra VII e inizi del V sec. a.C. un primo centro, occupato da genti indigene/sicane.In seguito dopo una fase di profonda crisi demografica ed economica, esso venne interamente ristrutturato, intorno alla metà del IV sec.a.C., dal punto di vista urbanistico e difeso da una doppia linea di fortificazioni, godendo, per circa cento anni, di una notevole prosperità economica e culturale. Questa “nuova” città, sulla base della documentazione storica ed archeologica, è identificabile con l’Ippana ricordata da Polibio, conquistata nel 258 a.C. dai Romani nel corso della prima guerra punica e successivamente abbandonata.

IL TEATROIl notevole livello culturale raggiunto dalla città nella prima età ellenistica è attestato anche dal teatro, la cui esistenza, ipotizzata da tempo sulla base di alcuni saggi preliminari condotti nel 1962 da Vincenzo Tusa e in seguito nel 1988, ha avuto piena conferma soltanto nelle indagini del 2007, realizzate dalla Soprintendenza di Palermo grazie ad un finanziamento europeo. È stato possibile mettere in luce i resti dell’orchestra e la parte inferiore del koilon, identificando nella loro corretta funzione e collocazione planimetrica i muri di analemma già da tempo localizzati.L’edificio è situato presso la cima del monte, a 1007 di altezza, immediatamente all’esterno delle fortificazioni dell’acropoli, che delimitavano a monte, con andamento curvilineo, il profilo della summa cavea, costituendo allo stesso tempo una scenografia monumentale del teatro. Dal punto di vista urbanistico il teatro occupa un punto centrale di cerniera tra l’acropoli e l’abitato, da dove affluivano i cittadini per partecipare agli spettacoli. Tale collocazione ben risponde, nel contesto della città, alla sua prima funzione legata alle rappresentazioni teatrali, ma anche alla possibilità di essere utilizzato per le assemblee cittadine.

Per quanto riguarda il koilon, le cui parti superiori e laterali sono interamente franate a valle, sono state finora messe in luce, quasi per intero, le due file inferiori di sedili e fino a sei nella parte centrale. I sedili sono realizzati con blocchi calcarei, solo in parte squadrati, con riempimento interno di pietrame e terra. In un saggio aperto al centro dell’orchestra, è stato scoperto il piano roccioso naturale, tagliato artificialmente, su cui erano deposti alcuni oggetti - probabilmente parte di un deposito votivo da collegare al momento della costruzione del teatro - databili nella seconda metà del IV secolo a.C., importante terminus post quem per la data di realizzazione dell’edificio.

CARATTERISTICHE ARCHITETTONICHE DEL TEATROIl koilon, sostenuto lateralmente e a Nord (sulle parodoi), da robusti muri di analemma, ha un diametro massimo di 52 m; allo stato attuale delle ricerche possiamo ipotizzare l’esistenza di circa 30 file di sedili e di 7 klimakes che dividevano il koilon in sei settori di uguali dimensioni, i kerkides. Mancano ancora indizi della presenza di diazomata, i corridoi che separavano orizzontalmente i vari settori delle gradinate, né sembrano particolarmente curati i sedili della proedria, la fila inferiore di sedili, riservata alle più importanti personalità della città.L’orchestra (diam. m 14) ha un pavimento di terra battuta conservatosi per circa ¾ della sua totale estensione, ed era sostenuto, nella parte a valle, da un muro di fondazione, compreso tra i muri di analemma delle parodoi. La perdita della parte a Nord dell’orchestra, interamente scivolata a valle, ha compromesso anche l’area della scena, che possiamo comunque ipotizzare a semplice pianta rettangolare.

DATAZIONELa costruzione del teatro di Montagna dei Cavalli è databile nella seconda metà del IV sec.a.C. e fu probabilmente prevista ed attuata nell’ambito della generale ristrutturazione urbanistica della città. Tale cronologia ha trovato conferma nei saggi aperti nelle aree dell’orchestra e del koilon. La distruzione, è invece databile nel 258 a.C., anno della conquista romana della città e del suo definitivo abbandono.Il dato è di grande interesse, dal momento che tutti i teatri oggi conosciuti in Sicilia e in Italia meridionale subirono, dopo la metà del III sec. a.C. e fino al I sec. a.C., sostanziali trasformazioni e ristrutturazioni. A Montagna dei Cavalli si conserva, pertanto, una rara e preziosa testimonianza dell’impianto originario di un teatro di prima età ellenistica che potrebbe fornire un importante modello per lo studio dell’evoluzione architettonica di questi edifici nel mondo greco.Nel più ampio panorama degli edifici teatrali di Sicilia, quello di Montagna dei Cavalli, occupa con i suoi 52 m di diametro della cavea, una posizione media, è infatti più grande di quelli di Akrai (37,5); Solunto (46,6 m), Eraclea (50,6 m), ed è inferiore a quelli di Morgantina (57,5 m), Segesta (63 m), Iato (67,9), Tindari ( 76 m) e al grande teatro di Siracusa (138 m).La presenza di un teatro greco a Montagna dei Cavalli, un centro di origine indigena diventato alla metà del IV sec.a.C., per tanti aspetti, greco, è sintomatico di una città popolosa e dinamica, caratterizzata da un articolato tessuto sociale e da un elevato tenore culturale. Sulla base di questi presupposti è comprensibile l’esigenza degli abitanti di realizzare un edificio destinato agli spettacoli, tangibile testimonianza del profondo livello di ellenizzazione raggiunto non soltanto nel campo delle conoscenze tecniche, architettoniche ed urbanistiche, ma anche nelle arti e nella cultura letteraria.

Nel panorama generale della distribuzione dei teatri di età ellenistica nel territorio siciliano, sebbene il quadro sia ancora ampiamente incompleto e molti teatri manchino all’appello, è significativo non soltanto che Ippana ricada nell’area della cosiddetta eparchia punica, posta sotto il controllo, tra la fine del V sec.a.C. e la metà del III sec. a.C. di Cartagine, ma che tra quelli conosciuti, ben cinque su dodici, (Segesta, Solunto, Heraclea Minoa, Iato e Ippana) si trovino proprio nell’area dell’eparchia punica.Si tratta di un dato che evidenzia ancora una volta come, nonostante la prima età ellenistica sia stata caratterizzata in Sicilia da importanti e continui conflitti tra Cartagine e Siracusa, tuttavia, l’isola nella sua interezza fu partecipe di una koine culturale, profonda e raffinata, che contribuì ad unificare, per molti aspetti, tutto il territorio siciliano, lasciando una grande eredità a Roma che ne fece la sua prima provincia.

Stefano Vassallo – Donata Zirone

Vista da Sud / sullo sfondo il paese di Prizzi Sicilia Occidentale / principali insediamenti di prima età ellenistica

ELORO

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MONTAGNADEI CAVALLI

Skene?