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Il supplizio di Marsia Una fabula di Iustitia Prof.ssa Corrain - Semiotica del visibile 2010 - ’11 Serena Quagliaroli

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Il supplizio di Marsia Una fabula di Iustitia

Prof.ssa Corrain - Semiotica del visibile

2010 - ’11

Serena Quagliaroli

GIUSTIZIA vs NATURA GIUSTIZIA DIVINA vs GIUSTIZIA TERRENA GIUDIZIO

Apollineo vs Dionisiaco: -Aristotele La politica - Peruzzi La Farnesina Fisiognomica: - Apuleio La magia - Della Porta Della fisionomia dell’uomo Pitagorici Politica -Girolamo Lombardo Apollo e Marsia

Idillica: -Ovidio Le Metamorfosi

Politica: -Schiavone Lo scorticamento di Marsia

Hybris: - Ovidio I fasti Antisofistica: - Degli Agostini Tutti i libri de Ovidio Metamorphoseos… -Bonsignori Ovidio Metamorphoseos Vulgare Moralizzante: -Dante Commedia -Giulio Romano Il supplizio di Marsia Neoplatonica: - Raffaello La Stanza della Segnatura - Tiziano Il supplizio di Marsia

Ingiustizia: - Luciano Dialoghi

Rovesciamento: - Apollodoro Biblioteca - Igino Miti

San Bartolomeo - Jacopo da Varagine Legenda Aurea - Michelangelo Il giudizio Universale

Giudice erroneo: - Giulio Romano Il supplizio di Marsia - Ovidio Le metamorfosi

Dalla parte dei vinti: - Tiziano Il supplizio di Marsia

Sisamne: - Erodoto Le storie - Valerio Massimo Detti e Fatti memorabili - David La punizione di Sisamne

Primo frammento con la storia di Marsia:

«Più non potrai nella Frigia nutrice di

pini cantare su ben forate canne modulando; nelle tue mani non più si

vedrà l’istrumento d’Atena, figlia di Ninfa, Satiro, fiorire. Ceppi ti serrano adesso le mani: a divina tenzone, tu

mortale, con Febo un dì venisti e quelle canne che al pari di cetra sonavano dolci

non un serti ti diedero, ma morte» [Antologia Palatina, a cura di F. Conca, M. Marzi, G. Zanetto,

UTET, Torino 2005, vol. IV, pp. 268-271.]

Marsia scorticato, marmo, I-II d. C., Parigi, Louvre.

Dioskurides (attr.), Apollo Olimpo e Marsia (Sigillum Neronis), gemma, intaglio in corniola (4 x 3,4 cm), I sec. a.C., Napoli, Museo Archeologico Nazionale, Collezione Farnese.

Marsia scorticato, miniatura, XV sec., Parigi, Bibliothèque Nationale, manoscritto di una traduzione francese delle Metamorfosi di Ovidio, Ms. français 137, f. 79v.

Nicola da Urbino, Apollo e Marsia, maiolica istoriata, 1525 ca., Luton Hoo, Bedfordshire, Werneer Collection.

Diffusione nelle arti visive

GIUSTIZIA vs NATURA

GIUSTIZIA DIVINA vs

GIUSTIZIA TERRENA

GIUDIZIO

Sono tre le tematiche afferenti alla Giustizia nella fabula di Marsia: mentre le prime due nascono da contrapposte letture dell’episodio, la terza, benchè più vulgata e sperimentata, è frutto della sovrapposizione del brano della contesa fra Apollo e Marsia e quello riguardante Apollo e Pan.

GIUSTIZIA vs NATURA

Apollineo vs Dionisiaco: - Aristotele La politica - Peruzzi La Farnesina Fisiognomica: - Apuleio La magia - Della Porta Della fisionomia dell’uomo Pitagorica Politica: Girolamo Lombardo Apollo e Marsia

Idillica: -Ovidio Le Metamorfosi Politica: Schiavone Lo scorticamento di Marsia

«Non bisogna introdurre nell’educazione gli auli nè altro strumento professionale [...] Inoltre l’aulos non serve a esprimere le qualità morali dell’uomo ma è piuttosto orgiastico sicchè bisogna usarlo in quelle determinate occasioni in cui lo spettacolo mira più alla catarsi che all’istruzione. Aggiungiamo pure che all’uso dell’aulos come elemento di educazione si oppone il fatto che il suonarlo impedisce di servirsi della parola»

GIUSTIZIA: Apollineo vs Dionisiaco

Aristotele, Opere, vol. IX, La politica, a cura di R. Laurenti, Laterza, Bari 2004, pp. 275-277.

Bottega di Prassitele (attr.), Apollo e Marsia, marmo, metà IV sec. a. C., Atene, Museo Nazionale

L’apollineo come la ragione, il logos, che deve dominare l’istintualità del dionisiaco, ed opporre l’armonia al caos.

GIUSTIZIA: Apollineo vs Dionisiaco

- La scena è introdotta dal Regno di Dioniso, in cui troviamo lo stesso Bacco seduto, rivolto proprio verso il riquadro con il supplizio. Marsia diviene semplice pedina nel contrasto superiore tra le due divinità - M. Mercalli, D. Pagliai, Baldassarre Peruzzi. Sala del Fregio, in I luoghi di Raffaello a Roma, catalogo della mostra a cura di L. Cassanelli, S. Rossi, 1983, pp. 32-38.

Baldassarre Peruzzi, Il supplizio di Marsia, affresco, 1509-11, Roma, Villa Farnesina, Sala del Fregio, Parete Ovest.

GIUSTIZIA: Fisiognomica

«Frigio e barbaro, di aspetto bestiale, truce, ispido, con la barba immonda, col corpo coperto di spine e di peli. Si racconta (oh sacrilegio!) che volle gareggiare con Apollo, lui brutto con la bellezza in persona; lui, uno scorzone di villanaccio, con un essere tanto raffinato; lui, bestia, con un dio»

«Marsia fu di volto ferino e peloso; barbaro, crudele, che non di peli ma di spine pareva armato, come una bestia. Diede saggio della sua ignoranza e bestialità competendo con Apollo, lodandosi ch'era di chioma relicina, cioè rivolta in su, di barba squallida e di petto irsuto» G. B. Della Porta, Della fisonomia dell'uomo, cap. II, p.434.

Apuleio, L'apologia o La magia, Florida, a cura di G. Augello, UTET, Torino 1984, pp. 432-437.

Guercino, Apollo e Marsia, olio su tela, 1619-20, Modena, Banca Popolare dell'Emilia.

L’aspetto bestiale di Marsia ne fa un perfetto criminale mentre Apollo è bello e buono (Kalòs kai agathòs): in lui prospera la Legge.

GIUSTIZIA: Pitagorici

Prima immagine del cosmo = insieme razionalmente ordinato, rispondente ad esigenze mistiche religiose. Concezione dell’universo eliocentrica: attorno ad un grande fuoco centrale ruotano i pianeti compiendo movimenti armonici secondo precisi rapporti matematici e generando una musica sublime e raffinata. La divina anima del mondo è armonia e in essa si compie la Giustizia, tramite la musica si rende percepibile e partecipabile all’uomo.

Apollo fondamento dell’armonia e della Giustizia deve trionfare sul caos della Natura. Frontespizio di F. Gaffurio,

Practica musicae …, I ed. 1476.

GIUSTIZIA: Politica

Girolamo Lombardo, Apollo e Marsia, rilievo in marmo, 1540-45, Venezia, Loggetta di San Marco.

Venezia si propone come elemento armonizzante l’Adriatico e portatore di civiltà contro la barbarie dei turchi.

vs Schiavone

NATURA: Idillica «Il satiro che il figlio di Latona punì dopo averlo vinto in una gara col flauto, […] «Perché mi scortichi? - chiese – ah mi rammarico – gridava - il flauto non vale tanto!», e, nonostante i suoi lamenti, la pelle gli veniva strappata dalla superficie degli arti e nient'altro fu che un'unica piaga; […] Lo piansero i Fauni abitatori della campagna, divinità delle selve, e i Satiri suoi fratelli, e anche l'Olimpo a lui caro e le ninfe e tutti quanti su quei monti pascolavano le greggi lanute e le mandrie bovine»

Ovidio, Le metamorfosi, a cura di N. Scivoletto, Torino, UTET, 2009, libro VI, vv. 382-400.

Jacob Jordaens, Marsia scorticato da Apollo, olio su tela, 1625 ca., collezione privata.

In questo passo Ovidio non narra la colpa, solo il castigo, quasi che il dolore e la punizione siano immanenti al vivere.

NATURA: Politica

Andrea Schiavone, Lo scorticamento di Marsia, gessetto rosso su carta, Parigi, Louvre, Dipartimento

delle arti grafiche.

- Lo strumento musicale è una zampogna, uno strumento popolare e rustico, simbolo della popolazione dalmata esposta agli assalti degli Ottomani: Marsia non è più raffigurato come un satiro ma come un uomo = vero e reale è il pericolo che i compatrioti dello Schiavone corrono; Minerva, armata ma immobile, rappresenta le potenze europee che assistono senza batter ciglio a quello che accade al di là dell’Adriatico -

Z. Blažekovic, What Marsyas may have meant to the Cinquecento Venetians, or Andrea Schiavone's symbolism of musical instruments, in “Music in art: international journal for music iconography”, 26, 2001 (2002), n. 1/2, pp. 30-46

GIUSTIZIA DIVINA vs GIUSTIZIA TERRENA

Hybris: - Ovidio I fasti Antisofistica: - Degli Agostini Tutti i libri de Ovidio Metamorphoseos… -Bonsignori Ovidio Metamorphoseos Vulgare Moralizzante: -Dante Commedia -Giulio Romano Il supplizio di Marsia Neoplatonica: - Raffaello La Stanza della Segnatura - Tiziano Il supplizio di Marsia

Ingiustizia: - Luciano Dialoghi Rovesciamento: - Apollodoro Biblioteca - Igino Miti

San Bartolomeo

GIUSTIZIA DIVINA: Hybris «[l'aulos] lo trovò un satiro […] e già comincia a vantarsi in mezzo alle ninfe di questa sua arte. Arrivò a sfidare Febo. Dopo averlo sconfitto, Febo lo appese e dalla sua pelle fece uscire a pezzi la carne» Ovidio, Fasti e frammenti, in Opere di Publio Ovidio Nasone, a cura di F. Stok, Torino, UTET, 1999, vol. IV, pp. 452 – 453.

Mastro “ia”, Apollo e Marsia, incisione, 1497, Ovidio Methamorphoseos vulgare, Venezia 1497, f. 49v.

Ovidio, suggerendo per l’episodio una diversa lettura, inaugura un filone negativo nell’interpretazione della figura del satiro che risulterà tanto caro ai lettori cristiani.

GIUSTIZIA DIVINA: Antisofistica «Dove dice lo autore che Apollo vinse Marsia e scorticollo vuol dire che lo spogliò delle se fallacie e si li assegnio le vere ragioni et fece manifesto alla giente il poco senno che egli havea. Ma per il cangiarsi in fiume se dinota che si come ogni fiume naturalmente se dilata per la terra et sono perpetui così e palesato lo errore delli sofisti e divulgata la sientia di Apollo, cioè delli savii per liquami tutto il mondo si reggie et governa»

Contro le false dottrine il criterio dell’evidenza della Giustizia, chiara e limpida come il raggio di sole, il raggio di Apollo.

N. degli Agostini, Tutti li libri de Ovidio Metamorphoseos tradutti dal litteral in verso vulgar con le sue allegorie in prosa et istoratio, Venezia 1522, Lib. VI.

«Vento che fu Marsio, dice che Apollo lo scorticò, cioè che spogliò delle sue fallacie e sì l'insegnò le vere ragioni e fece manifesto alle genti el poco senno ch'egli avea dentro da sé» Giovanni Bonsignori, Ovidio Metamorphoseos Vulgare, ed. a cura di E. Ardissimo, Commissione per i testi di lingua, Bologna 2001, cap. XXX.

GIUSTIZIA DIVINA: Moralizzante «O buono Appollo, a l'ultimo lavoro

fammi del tuo valor sì fatto vaso, come dimandi a dar l'amato alloro. […] Entra nel petto mio, e spira tue

sì come quando Marsïa traesti de la vagina de le membra sue»

Dante, Divina Commedia, Paradiso, Canto I, vv. 13-21.

Marsia subisce un excessus corporis, prefigurazione poetica dell’ excessus mentis = uscita dai limiti e dai vincoli in cui ordinariamente opera la mente umana Dante, alle prese con l'ineffabile materia del Paradiso, si prepara ad un’“uscita da se stesso”: la sua mente dovrà liberarsi dei propri limiti sensibili e aprirsi all’esperienza della visione puramente intellettuale di Dio.

Giulio Romano, Il supplizio di Marsia, Parigi, Museo del Louvre, Dipartimento delle Arti Grafiche.

- Mida, il simbolo dell’incomprensione e della limitatezza di giudizio, si copre gli occhi non riuscendo a capire quello che accade, la rivelazione della verità per mano divina; il giovane con la lira al contrario assiste rapito allo scorticamento del sileno perchè è degno e preparato a ricevere il messaggio di giustizia - E. Wyss, The myth of Apollo and Marsyas in the art of the Italian Renaissance: an inquiry into the meaning of images, University of Delaware Press, Newark 1996.

GIUSTIZIA DIVINA: Moralizzante

GIUSTIZIA DIVINA: Lettura neoplatonica

San Bartolomeo

L’uomo è composto di anima e di materia, è dotato della Ragione che lo spinge verso Dio, ma viene torturato dal legame con il corpo, vissuto come un carcere.

La liberazione si può conseguire unicamente percorrendo le due vie della vita Activa e di quella Contemplativa; la prima di esse, quella che riguarda l'uomo nel suo rapporto con gli altri, presuppone, per compiersi, il perseguimento della virtù cardinale di Iustitia, la seconda, che riguarda il rapporto con Dio, quella della Religio.

L’anima di Marsia, per mezzo dello scorticamento, è liberata dal carcere del corpo dalla divinità che, nel sincretismo medievale, entra in corrispondenza con Cristo, e per il tramite della musica.

Lettura neoplatonica

- Nella stanza della Segnatura la scena di Apollo e Marsia è collegata con il Peccato Originale: quest’ultimo mette in luce la natura peccaminosa dell’uomo e il bisogno di redenzione; la punizione di Marsia è l’espiazione del peccato di hýbris compiuto da Adamo - E. Wyss, The myth of Apollo and Marsyas in the art of the Italian Renaissance: an inquiry into the meaning of images, University of Delaware Press, Newark, 1996.

Apollo come Cristo redentore. Apollo-artista per il tramite del furor divinus approda e conduce a cogliere l’essenza divina.

Raffaello, Apollo e Marsia, affresco, 1509-11, Città del Vaticano, Appartamento di Giulio II, Stanza della Segnatura.

Lettura neoplatonica

Tiziano Vecellio, Il supplizio di Marsia, olio su tela, 1576 ca., Kromeritz, Palazzo Arcivescovile.

- Il giovane a sinistra è Orfeo. La musica orfica della lira è fondamentale nella liberazione dell’anima dal carcere del corpo. Apollo = Bellezza, elemento non inteso in senso carnale e fisico ma spirituale, da ricondurre al Dio cristiano, all'Amore nel senso più alto del termine, come amore di Dio - J. Rapp, citato in S. Ferino - Pagden, L'ultimo Tiziano e la sensualità della pittura, Venezia, Marsilio, 2008.

Lo scorticamento come atto di liberazione è possibile solo a chi partecipa alla Bellezza divina e la diffonde attraverso l’armonia della musica.

[Parla la dea Era] «Mi fai ridere, Latona! Ammirato quello [Apollo], che, se le Muse avessero voluto dare un giudizio obiettivo, sarebbe stato vinto nella gara di musica e scorticato lui da Marsia! Invece il poveretto è stato imbrogliato e, ingiustamente soccombendo, ha dovuto morire». Luciano, Dialoghi, a cura di V. Longo, UTET, Torino 1976, vol. I, pp. 252.

GIUSTIZIA UMANA: Ingiustizia

C’è chi invece coglie, nella vicenda di Marsia, il solito prevalere dell’autorità sui sottoposti, un prevaricare non meritevole ma dato solo dalla forza e dal potere, che non esita a ricorrere ad espedienti.

GIUSTIZIA UMANA: Rovesciamento «La gara ebbe inizio e Apollo suonava con la cetra capovolta ingiungendo a Marsia di fare altrettanto, ma Marsia non ne fu capace e allora Apollo, risultato vincitore, lo appese a un pino altissimo, gli tolse la pelle e lo fece morire in questo modo» Apollodoro, I Miti Greci (Biblioteca), a cura di P. Scarpi, traduzione di M. G. Ciani, Milano, Mondadori, Milano 1997, pp. 18-19.

«Marsia stava vincendo, ma Apollo capovolse la sua cetra e suonò la stessa musica – cosa che Marsia, con il flauto, non riuscì a fare. E così Apollo legò il vinto Marsia a un albero e lo consegnò a uno Scita, che lo scorticò membro dopo membro» Igino, Miti, a cura di G. Guidorizzi, Milano, Adelphi, 2000, pp. 109.

Francesco Primaticcio, Il supplizio di Marsia, sanguigna su carta, Londra, British Museum, Dipartimento delle stampe e dei disegni.

GIUSTIZIA UMANA: Rovesciamento

- Nel Cinquecento si vede in Marsia una sorta di «clessidra che scandisce il passaggio temporale a ritroso dalla civiltà alla barbarie»; un corpo rovesciato devastato dalla ferocia, che si fa specchio del ribaltamento delle ideologie rinascimentali antropocentriche e positivistiche - A. Gentili, Problemi dell'ultimo Tiziano, in Tiziano. L'ultimo atto, catalogo della mostra di Belluno, a cura di L. Puppi, Milano, Skira, pp. 135-143.

Tiziano Vecellio, Il supplizio di Marsia, olio su tela, 1576 ca., Kromeritz, Palazzo Arcivescovile, part.

Il martirio di San Bartolomeo

Matteo di Giovanni, L'apostolo San Bartolomeo, tempera su tavola, 1480 ca., Budapest, Museo delle Belle Arti.

Bartolomeo combattè in India l'eresia idolatra dei seguaci di Ascaroth, conquistando la fiducia e convertendo il re della regione, Polemio. Ma il fratello di questi prese il potere e riversò la propria ira sull'apostolo:

«A proposito della sua passione le opinioni sono discordi. Il beato Doroteo dice che Bartolomeo fu crocefisso, [...]. Il beato Teodoro dice invece che fu semplicemente decapitato. Questa contraddizione può essere risolta dicendo che prima fu crocifisso, poi, prima di morire, fu scorticato, e infine decapitato. J. da Varazze, Legenda aurea, a cura di A. e L. Vitale Bravarone, Torino, Einaudi, 1995, pp. 678-679.

Il martirio di San Bartolomeo

Giambattista Tiepolo, Martirio di San Bartolomeo, olio su tela, 1722, Venezia, Chiesa di San Stae.

Carlo Crivelli, San Bartolomeo, tempera su tavola, 1470 ca., Milano, Civiche raccolte d’arte.

Il martirio di San Bartolomeo

Il martirio, inflitto da pagani, libera il santo dalle sue spoglie mortali conquistandogli la vera vita, così Marsia, grazie al supplizio voluto da un dio pagano, è liberato dal corpo e può innalzarsi ad una condizione superiore. Michelangelo è l’artista maggiormente influenzato dal Neoplatonismo ficiniano, non solo come motivo d’ispirazione artistica ma come propria concezione esistenziale. Frustrati i tentativi di innalzare dei monumenti (le tombe di Giulio II e dei Medici) che esplicitassero la visione neoplatonica della vita e della morte, realizza il proprio autoritratto nella pelle scuoiata del santo.

Michelangelo, Giudizio Universale, affresco, 1537-'42, Roma, Cappella Sistina, particolare.

GIUDIZIO

Protagonista è Mida

Giudice erroneo: - Giulio Romano Il supplizio di Marsia - Ovidio Le metamorfosi

Dalla parte dei vinti: - Tiziano Il supplizio di Marsia

Sisamne

Palma il Giovane, Apollo scortica Marsia, Olio su tela, 1610-1615

ca., Braunschweig, Herzog Anton Ulrich-Museum, particolare.

Giudice erroneo

«Pan, osò dispregiare i canti di Apollo a paragone dei suoi e affrontò una contesa impari, essendo giudice il Tmolo. […] Quello [Pan] comincia a suonare sul suo strumento agreste e con un rozzo canto deliziò Mida (perchè casualmente era presente mentre quello cantava); Dopo averlo ascoltato il sacro Tmolo volse lo sguardo verso Febo; […] la cui dolce armonia conquista Tmolo che ordina a Pan di riconoscere l'inferiorità della zampogna di fronte alla cetra. [...] Il verdetto viene contestato e dichiarato ingiusto dal solo Mida. E il dio di Delo non tollera che le orecchie di quello stolido conservino forma umana, ma le allunga e le riempie di un bigio pelame e le rende mobili nella parte inferiore, tanto da poter essere agitate» Ovidio, Le metamorfosi, cit., libro XI, vv. 146-179.

Giulio Romano, Il supplizio di Marsia, Parigi, Museo del Louvre, Dipartimento delle Arti Grafiche, part.

Dalla parte dei vinti

Tiziano Vecellio, Il supplizio di Marsia, olio su tela, 1576 ca., Kromeritz, Palazzo Arcivescovile, part.

Tiziano Vecellio, Autoritratto, 1570 ca., olio su tela, Madrid, Museo del Prado, particolare.

L’eliminazione dei vecchi di Giava, xilografia tratta da L. Varthema, Itinerario dallo Egypto alla India, 1515.

Dalla parte dei vinti

A Mida, raffigurato con l’atteggiamento pensoso di chi ascolta e valuta nella tradizionale posa dell’uomo-artista melanconico, il Vecellio ha scelto di dare il proprio volto, come si evince dal confronto con l’Autoritratto di Madrid; questo fatto apre ad una serie di possibili interpretazioni sul piano esistenziale, connesse fortemente all’elemento stilistico. Tiziano fa una scelta “logistica” assai peculiare: con Mida, seduto sulla destra, dalla parte dei giusti, «scende in campo - seppure in maschera- e lo fa sorprendentemente dalla parte dei vinti»1. Se, come suggerito dal Gentili, prendiamo come possibile modello dell’atteggiamento di Mida una delle figure della xilografia L'eliminazione dei vecchi di Giava pubblicata nell’edizione tedesca dell’opera primo cinquecentesca del Verthema, in cui si racconta l’usanza degli abitanti dell’isola di portare i propri anziani in piazza e svenderli al miglior offerente come “carne da macello”, allora potremmo pensare che questo episodio di marginalizzazione sociale sia stato ripreso dal pittore per esprimere il proprio sentimento di «emarginazione di vecchio dimenticato. E di artista inattuale» 2. 1 S. Gazzola, Il volto di Tiziano, in L. Puppi (a cura di), Tiziano. L'ultimo atto, cit. 2 A.Gentili, Problemi dell'ultimo Tiziano, cit.

La punizione di Sisamne

Gérard David, La punizione di Sisamne, 1498, olio su tavola, Bruges, Groeningenmuseum.

«Ecco, infine, Cambise, re di eccezionale severità, che fece scuoiare un cattivo giudice e stenderne la pelle da servire per il piano del suo seggio, dove si sarebbe seduto suo figlio ad amministrare la giustizia. Ma colui, e re e barbaro, con questa crudele e nuova punizione di un giudice provvide che d'allora in poi nessun giudice potesse esser corrotto» Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili, VI, 3, Torino, Unione tipografica-editrice torinese, 1971, p. 485.

La punizione di Sisamne «Comandante delle popolazioni costiere era Otane, il cui padre Sisamne era giudice reale sotto il re Cambise il quale, avendo egli emesso per denaro una sentenza ingiusta, lo fece uccidere e scuoiare di tutta la pelle; della pelle staccata fece tagliare strisce che fece stendere sul seggio sul quale sedeva a giudicare;

Gérard David, Il giudizio di Cambise, 1498, olio su tavola, Bruges, Groeningenmuseum, particolare.

Erodoto, Le Storie, Libro V, 25, Torino, Unione tipografica-editrice torinese, 1996, 2 voll, II, p. 16.

dopo di che Cambise designò come giudice, al posto di Sisamne, il figlio di lui cui ordinò di ricordarsi su quale seggio sedeva quando giudicava»

Abbiamo avuto modo di vedere come un’unica vicenda possa colorarsi di numerose sfumature interpretative corrispondenti alle più varie, spesso contradditorie, visioni del mondo. La storia di Marsia appare come una diretta rappresentazione della Giustizia, o meglio del Giudizio, solo a patto di farla confluire e sovrapporsi all’episodio di Pan, eppure la figura stessa del satiro frigio viene continuamente proposta e adottata nelle immagini e nei luoghi della giustizia, e dunque deve trovare in sé un valore che ne faccia un exemplum di giustizia e di in-giustizia. Come si è detto, in molteplici modi si è trasformata la punizione del satiro in ammonimento a rispettare l’autorità e la Legge, eppure altrettante volte è sorto il desiderio di assumere Marsia quale vittima di un sistema iniquo.

Conclusioni

Particolarmente significativo, perché più affine alla sensibilità d’oggi, è il racconto offertoci da Tiziano: una visione di panica tragicità, a cui tutto è sottoposto in quanto tutto è composto della stessa materia, quella graffiata e filamentosa della sua pittura; dove non c’è divisione tra corpi e spazi, tra figure e sfondo, tra umano e naturale, ma tutto è vivo e sofferente. Si vuole quindi credere che Tiziano denunci, senza peraltro voler scorgere in ciò una sorta di lotta eroica, un'ingiustizia intrinseca alla vita, attraverso il sacrificio di un essere ibrido, in parte uomo in parte animale e quindi rappresentante dello stesso vivere ultra species.

Conclusioni

Il carattere mistico che la figura di Marsia viene ad assumere nelle considerazioni appena fatte sembra connotarla in un senso assai prossimo al tema del martirio, da cui la relazione con il Santo Bartolomeo; certamente le affinità tra i due riguarderebbero unicamente la pena subita, se non che si potrebbe ricollegare la lotta condotta dall'apostolo agli idoli pagani alla sfida affrontata da Marsia contro uno dei maggiori dei del Pantheon antico, interpretando così il satiro come una sorta di evangelizzatore cristiano ante litteram, figura di una giustizia superiore che deve essere sacrificata a quella terrena, imperfetta e falsa. Per il tramite della filosofia neoplatonica, con la sua concezione di corpo e anima, il rapporto si fa più stretto ed individuato.

Conclusioni

Conclusioni

Per quanto riguarda Sisamne, la punizione dello scorticamento si esercita sul giudice corrotto, la pena si ritorce contro chi male amministra, in quanto il messaggio che si vuole promuovere è che l’esercizio della Giustizia debba necessariamente restare sottoposto al volere dell’autorità. Ancora una volta lo scopo è rendere il fatto un exemplum, un ammaestramento.

Conclusioni

La tematica della Giustizia, nella sua ontologia, nel suo esercizio, nel suo reclamare rispetto, si esprime attraverso la fabula, un linguaggio facilmente disponibile e dai molti destinatari, ma al tempo stesso ricco di implicazioni e malleabile al punto da supportare valori contrastanti. Con la fabula l’insegnamento della Giustizia trova una modalità di comunicazione ampia e apparentemente innocua, che educa e plasma senza la durezza dei linguaggi specialistici del diritto e di quelli esclusivi della filosofia o della teologia.

Bibliografia - I. Brugantini, M. de Vos (a cura di), Le decorazioni della villa romana della Farnesina, Roma, De Luca, 1982. - L. Cassanelli, S. Rossi (a cura di), I luoghi di Raffaello a Roma, catalogo della mostra a cura di, 1983. - F. Di Bella, Storia della tortura, Milano, Sugar, 1961. - A. Emiliani e M. Scolaro, Raffaello: la Stanza della Segnatura, Milano, Electa, 2002. - Erodoto, Le Storie, Libro V, 25, Torino, Unione tipografica-editrice torinese, 1996, 2 voll. - S. Ferino - Pagden (a cura di), L'ultimo Tiziano e la sensualità della pittura, Venezia, Marsilio, 2008. - P. Furia, Dizionario iconografico dei santi : per riconoscere i santi nelle opere d'arte attraverso i loro simboli, Milano, Ares, 2002. - R. Giorgi, Santi, Milano, Electa, 2002. - B. Innes, La storia della tortura, Roma, L'Airone, 1999. - S. Massari ( a cura di), Giulio Romano pinxit et delineavit : opere grafiche autografe di collaborazione e bottega, Roma, F.lli Palombi, 1993, (Catalogo della Mostra tenuta a Roma nel 1993). - Ovidio, Le metamorfosi, a cura di N. Scivoletto, Torino, UTET, 2009. - Primatice: maître de Fontainebleau : Paris, Musée du Louvre, 22 septembre 2004-3 janvier 2005., Paris: Réunion des musées nationaux (Catalogo della Mostra tenuta a Parigi nel 2004-2005). - Puppi (a cura di), Tiziano. L'ultimo atto, catalogo della mostra di Belluno,, Milano, Skira, 2007. - Raffaello in Vaticano, Milano, Electa, 1984,(Catalogo della mostra: Città del Vaticano, Braccio di Carlo Magno, 16 ottobre-16 gennaio 1985). - Raffaello nelle Stanze, testo di D. Redig De Campos, Firenze, Giunti, 1983. -Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili, VI, 3, Torino, Unione tipografica-editrice torinese, 1971. -J. da Varazze, Legenda aurea, a cura di A. e L. Vitale Bravarone, Torino, Einaudi, 1995.

Testi tratti dal sito http://www.iconos.it

- N. degli Agostini, Tutti li libri de Ovidio Metamorphoseos tradutti dal litteral in verso vulgar con le sue allegorie in prosa et istoratio, Venezia 1522. Antologia Palatina, a cura di F. Conca, M. Marzi, G. Zanetto, UTET, Torino 2005. - Apollodoro, I Miti Greci (Biblioteca), a cura di P. Scarpi, traduzione di M. G. Ciani, Milano, Mondadori, Milano 1997. - Apuleio, L'apologia o La magia, Florida, a cura di G. Augello, UTET, Torino 1984. - Aristotele, Opere, vol. IX, La politica, a cura di R. Laurenti, Laterza, Bari 2004. - Dante, Divina Commedia, Paradiso. - Igino, Miti, a cura di G. Guidorizzi, Milano, Adelphi, 2000. - Luciano, Dialoghi, a cura di V. Longo, UTET, Torino 1976. - Ovidio, Fasti e frammenti, in Opere di Publio Ovidio Nasone, a cura di F. Stok, Torino, UTET, 1999.