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1 Organo di informazione Parrocchiale della Comunità Cattolica di San Bernardino e Belricetto Anno 6° nuova edizione marzo 2016 Nasce a San Bernardino il Controllo di Vicinato Ovvero Come difenderci dai Furti Ditelo a Don Camillo Premiazione Concorso Presepi 2015 Il Programma Religioso e le iniziative Le perplessità di una nonna allibita sulle unioni Civili

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Organo di informazione Parrocchiale della

Comunità Cattolica di San Bernardino e Belricetto

Anno 6° nuova edizione marzo 2016

Nasce a San Bernardino

il Controllo di Vicinato

Ovvero

Come difenderci dai Furti

Ditelo a Don Camillo

Premiazione

Concorso

Presepi 2015

Il Programma

Religioso e

le iniziative

Le perplessità di una

nonna allibita

sulle unioni Civili

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Giornalino parrocchiale Programma religioso

Domenica di Passione

e delle Palme

A San Bernardino

Sabato 19 marzo ore 19.40 rosario S. Messa

con benedizione delle Palme

Domenica 20 marzo Ss. Messe ore 8.00-11.00

Ore 10.45 nel cortile del circolo benedizione

delle Palme e processione fino alla chiesa.

A Belricetto ore 10.00

Settimana Santa

Giovedì 17 marzo: Santa Messa a ricordo

dell’istituzione dell’Eucarestia.

A Belricetto : ore 20.00 S.Messa.

A San Bernardino : ore 20.00 Rosario

Ore 20.30 S. Messa.

18 marzo Venerdì Santo

Giorno di astinenza e di digiuno.

A Belricetto: ore 15.00 Adorazione della

Croce e fiorita dei bambini a Gesù crocifisso.

Ore 20.00 via Crucis.

A San Bernardino: ore 20.30 via Cru-

cis, partendo dalla piazza per via N. Baldini

e via Bartolotti; in chiesa: bacio della Croce.

Possibilità di accostarsi ai Sacramenti.

Benedizioni alle case: a Belricetto

Martedì 29 marzo ore 15-19,30 via Fiumazzo.

nr. Pari in paese.

Mercoledì 30 marzo ore 15-19,30 via Fiumazzo

nr. Dispari in paese.

Venerdì 1 aprile ore 15-19,30 v. Fiumazzo parte

restante

26 marzo Sabato Santo

Veglia Pasquale con benedizione del fuoco-

dell’acqua -letture Bibliche e Liturgia Euca-

ristica.

A Belricetto ore 20.00

A San Bernardino ore 21.30

27 marzo Domenica di Pasqua

A San Bernardino Ss. Messe ore 8.00-

11.00.

A Belricetto S. Messa ore 10.00.

28 marzo Lunedì dell’Angelo

A Belricetto S. Messa ore 10.00.

A San Bernardino ore 11.00.

Sabato 2 aprile

Processione con la Beata Vergine della Mise-

ricordia che partirà da casa della famiglia

Pagani ( via Bordocchio nr.1 )e seguendo tut-

ta la via Bordocchio si concluderà a casa del-

la famiglia Vecchi (via Bordocchio nr. 35).

Domenica 3 apri-

le

Ss. Messe ore 8.00-

11.00

E’ la festa della Divina

Misericordia– Apria-

mo il nostro cuore al

pentimento e al desi-

derio di una rinnovata

vita Cristiana.

2016

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Giornalino parrocchiale

Uno Due Tre di Don Maurizio Ardini

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Otto giorni, così ci viene proposta la festa di Pasqua, per esaltare

quel Gesù risorto, il quale dà ragione della nostra fede, passata

sì attraverso la sofferenza e il supplizio della croce, ma coronata

con la gloria della Resurrezione. La festa della Divina Misericor-

dia, la domenica dopo Pasqua, conclude questo giorno solenne

con una proposta. Sei disposto ad affi-

darti alla bontà di Dio, oppure no?. I

vangeli ci propongono personaggi sal-

vati dal peccato, dalla povertà spiritua-

le e condotti alla salvezza. E tu ricerchi questo? Ti sei forse auto salvato?

O ancor peggio guardi dall’alto il fratello nel peccato e non ti accorgi del

tuo? Ricordati che il buon ladrone al quale Gesù dice ”oggi” sarai con me

in paradiso” era però sempre un ladrone! Per non parlare di Zaccheo,

esattore delle tasse che si intascava il denaro altrui… ma anche lui si

pente… e restituisce! E ancora la samaritana, una signora “allegra” che

aveva avuto sei “mariti” e trova al pozzo di Giacobbe Gesù, l’acqua viva.

E il figliol prodigo, il quale aveva dilapidato l’eredità di casa, ma che da-

vanti alla sua umiliazione e al suo

ritorno a casa, trova la festa del

padre ad attenderlo. E cosa ne pensi del Pietro pentito davan-

ti al gallo che canta e che ricorda il suo rinnegamento eppure

Pietro fonda la Chiesa. Forse quello che a te dà fastidio e non

ti permette di aderire al bisogno più vero: l’incontro con quel

Gesù presente nei Sacramenti e tu sei disponibile a verificar-

ti per trovare questa via di salvezza? Sappi che forse ti senti

l’uomo giusto, il quale si auto salva, incancrenito dalle “tue”

false sicurezze, accecato dagli idoli del mondo di oggi, magari

pronto ad andare all’inferno perché credi che non ci sia e non

vuoi aprire la porta giusta. Allora sei proprio un peccatore in-

callito e per di più presuntuo-

so! Pensaci, e ricerca quel Dio

che ti ha salvato, e aspetta da

te un piccolo, ma grande pas-

so: la riconciliazione con lui.

Solo così ti verrà augurata

una vera Buona pasqua

Gesù e il buon ladrone

Il figliol prodigo

Gesù e la Samaritana

Gesù e Zaccheo esattore delle tasse

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Giornalino parrocchiale

Auguri Guerrina

Due giorni di festa hanno contraddistinto i

cento anni di Guerrina Berti di via Cafiero,

una Sanbernardinese d.o.c. che ha raggiun-

to in modo invidiabile il traguardo del secolo.

Vedova di Ido Lanconelli, il quale i 100 anni

li aveva solo sfiorati nel 2012. Sabato 13 e domenica 14 febbraio, tantissime persone,

tra amici e parenti,si sono congratulati con la Guerrina, la quale ancora in perfetta

forma, ha, tra le sue passioni orto e giardino, che lavora ancora come una giovinotta. Il

suo dispiacere è quello di non andar più in bicicletta accantonata qualche anno fa dalle

convincenti parole della figlia Antonietta “ho mio marito in ospedale e babbo che va

dal letto alla poltrona… se cadi anche tu…

Oggi guardiamo la Guerrina sulla ciclette che vale più di tutte le bici da corsa… per-

ché la corsa più bella è quella verso i 101… Auguri da tutta la redazione del giornalino

In alto Guerrina Berti con il marito Ido

Lanconelli, in chiesa ,in occasione dei

60 anni di matrimonio, nel 2001

A lato Guerrina con il parroco di San

Bernardino Don Maurizio Ardini.

Comunità

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Giornalino parrocchiale

La sacra sindone a cura di Gioacchino Chiavetta

La Sindone è un lenzuolo di lino tessuto a spina di pesce del-

le dimensioni di circa m. 4,41 x 1,13, contenente la doppia

immagine accostata per il capo del cadavere di un uomo mor-

to in seguito ad una serie di torture culminate con la croce-

fissione. L'immagine è contornata da due linee nere strinate

e da una serie di lacune: sono i danni dovuti all'incendio av-

venuto a Chambéry nel 1532.Secondo la tradizione si tratta

del Lenzuolo citato nei Vangeli che servì per avvolgere il cor-

po di Gesù nel sepolcro. Questa tradizione, anche se ha tro-

vato numerosi riscontri dalle indagini scientifiche sul Len-

zuolo, non può ancora dirsi definitivamente provata.

Certamente invece la Sindone, per le caratteristiche della

sua impronta, rappresenta un rimando diretto e immediato

che aiuta a comprendere e meditare la drammatica realtà

della Passione di Gesù. Per questo Papa san Giovanni Paolo

II l'ha definita "specchio del Vangelo".

Secondo la linea autenticista il lenzuolo, conservato

oggi nel Duomo di Torino, è quello che ha avvolto Gesù

nel sepolcro dopo la deposizione dalla croce e l’immagine

in esso impressa è proprio quella del Cristo Salvatore. Il len-

zuolo risalirebbe, sempre secondo questa linea, al I secolo e proverrebbe dalla Palestina. Ne sarebbe

prova il ritrovamento nelle fibre del lino di pollini di diverse specie vegetali originari della Palesti-

na stessa e dell’Asia Minore. Ovviamente anche questa tesi è stata al centro di dibattiti; alcuni

hanno avanzato l’ipotesi di una manomissione dei campioni su cui furono fatti i test.

È solo dal 1353 che gli studiosi attestano storicamente la presen-

za della Sindone. Questo è l’anno in cui a Lirey, in Francia, il cavalie-

re Goffredo di Charny annunciò di essere in possesso del telo che aveva

avvolto il corpo di Cristo nel sepolcro. Margherita di Charny, discenden-

te di Goffredo, vendette nel 1453 il telo ai duchi di Savoia che lo portaro-

no a Chambéry, a quel tempo capitale del ducato. Sulla storia preceden-

te del sacro lino non vi è accordo giacché non si può scientificamente e

storicamente accertarla.

Certo è che per chi crede, per chi ha fede quella figura d’uomo è

quella di Cristo e la sindone è il lenzuolo in cui il corpo del mes-

sia fu avvolto per essere posto nel sepolcro dopo la crocefissione. Su di

esso sono tracciati i segni della sofferenza del figlio di Dio. Quell’imma-

gine rassomigliante alla raffigurazione tradizionale del Cristo, un uomo

adulto con la barba e i capelli lunghi, vale per i credenti molto di più

delle numerose prove scientifiche. Credere è un atto di fede e la fede che

risiede nell’uomo non necessita di prove documentate. Non è importante

dimostrare l’autenticità oppure confutarla; quell’oggetto, quel lenzuolo

ha la capacità di mobilitare milioni di persone che si spostano solo per

contemplarlo, ha la capacità di far commuovere e impietosire davanti

all’immagine impressa di un uomo morto in sofferenza. La sua veridici-

tà sta nella fede di chi crede e ulteriori prove non ne scalfirebbero né

aumenterebbero la credibilità.

Tratto dal sito la sacra Sindone Il lenzuolo di lino visto al negativo

Particolare del volto impresso sul

lenzuolo sacro

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Sovente vi sarà capitato di sentir parlare, durante le omelie in chiesa,

della necessità di una convinta “trasmissione” della fede, dell’impor-

tanza e dell’urgenza di questo compito che dovrebbe interrogare e sti-

molare ogni buon cristiano. E’ infatti ormai appurato che, con gli ulti-

mi passaggi generazionali, la “trasmissione” del dono della fede che,

fino ad alcuni decenni fa (ci riposizioniamo, all’incirca, nel periodo

antecedente l’ultimo conflitto mondiale) funzionava piuttosto bene, ai

giorni nostri sembra essersi lentamente affievolita. Che fare? Di

fronte alla preoccupazione pastorale, che più attanaglia il mondo cattolico odierno, pochi sembrano avere, a

portata di mano, una risposta adeguata ed improntata alle svariate situazioni esistenziali con cui confrontarsi.

Forse sarebbe interessante, a questo punto, rileggere un passo del Vangelo di Luca (8 - 11,15), più noto come la

“parabola del seminatore” . Il testo dell’evangelista sviluppa anche un interessante ed articolato enunciato espli-

cativo - “Il significato della parabola è questo: il seme è la Parola di Dio. I semi caduti sulla strada indicano colo-

ro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e si salvi-

no. Quelli caduti sulla pietra indicano coloro che, quando ascoltano la parola, l’accolgono con gioia, ma non hanno

radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova defezionano. I semi caduti tra le spine indicano colo-

ro che, dopo aver ascoltato, cammin facendo si lasciano prendere dalle preoccupazioni, dalla ricchezza, e dai

piaceri della vita e rimangono senza frutto. I semi caduti sulla terra buona indicano coloro che, dopo

aver ascoltato la parola con cuore nobile e buono, la trattengono e producono frutto con la loro perse-

veranza.” -

Attualmente , a parer mio, è sempre più evidente come il problema di fondo, non sia tanto, e non solo,

la mancanza di una diffusione capillare della semina della Parola di Dio, quanto piuttosto la preoccupante

riduzione dello spazio della “terra buona”. I semi non producono più frutti in abbondanza a causa di un

repentino dilatarsi degli spazi improduttivi sui quali vanno a deporsi: “strada”, “pietra”, “spine”. Co-

me possiamo allora recuperare a frutto tante zone della nostra società infestate dalle “spine”, sradicate

nella “pietra”, frettolosamente frastornate dalle lusinghe della “strada” ?

Intanto ritengo opportuno, per ognuno di noi “credenti”, anteporre a tutte le preoccupazioni quotidia-

ne la necessità di una umile riflessione sul nostro “essere docili strumenti nelle mani di Dio, sul no-

stro voler essere interpreti convinti della volontà del Signore e non già della nostra volontà”. Questo

passaggio è molto importante perché ci riconduce ad una verifica costante dello “stato” della nostra

conversione a Cristo. La parola “conversione”, parodiando il gergo marinaresco, può quindi sottinten-

dere un’attenta osservazione della giusta rotta verso la Salvezza, in modo che ognuno di noi possa

prendere, per tempo, le opportune correzioni di bordo ed i necessari aggiustamenti al timone. In paro-

le povere questi aggiustamenti possono consistere nel ravvedimento dopo il male compiuto, nel sincero dolore per

Trasmissione della

Fede e Conversione

Le due facce di una stessa medaglia

di Sergio Chiodini

E’ forse giunto il tempo di

uscire dal comodo alibi del

tempo tiranno, dei mille

impegni , della precedenza

ineluttabile che spesso, noi

parrocchiani, offriamo alle cose

che più ci aggradano, in quan-

to dovremmo tutti essere

consapevoli che saremo poi

giudicati anche sulle nostre

piccole o grandi omissioni.

La guida

Giornalino parrocchiale

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le iniquità e le colpe commesse, nella ferma volontà di

riconquistare al più presto, attingendo alla vivida Grazia

della sacramentale “Penitenza”, quella linea diretta di fi-

ducia e di amicizia che ci lega al Padre.

Occorre poi ripensare il nostro modo di “essere cristiani”,

superando lo sfiatato discorso di un cristianesimo di

“appartenenza” per incamminarci nel più vigile cammino

di un cristianesimo di “testimonianza”. Non potremo quin-

di ritenerci del tutto appagati per il solo fatto di essere

presenti (e numerosi) alle funzioni religiose, devoti nelle

nostre intenzioni di preghiera, attenti e partecipi alle varie

iniziative parrocchiali e caritative. Tutto ciò è certamente

molto importante, e può risultare anche gratificante. Oggi

però tutti noi, popolo di Dio, dovremmo produrre uno sfor-

zo ulteriore: renderci testimoni attivi della nostra fede,

protagonisti gioiosi del nostro incontro con il Cristo Salva-

tore, duttili interpreti di un coerente desiderio di apertura,

di ascolto e di dialogo con il nostro prossimo, abbattendo

il timore del rispetto umano, la ritrosia per gli insuccessi

e le critiche, le tante barriere ideologiche, gli steccati

culturali e razziali.

Quanto sopra potrà risultare utile per affrontare, con mag-

giore determinazione, anche il sempre urgente e pressante

problema della così detta “iniziazione cristiana dei fanciulli” (la vecchia “dottrina”, alias “catechismo”: croce e

delizia di tanti catechisti e di tante comunità parrocchiali), in quanto il fenomeno dell’abbandono “post-cresima”

ci riporta alla dinamica della sopracitata parabola del seminatore .

Come dobbiamo allora orientare il nostro “annuncio” per far in modo che il “seme” cada sulla “terra buona”?

Per prima cosa dovremmo prendere atto di un dato inconfutabile: i genitori di oggi non sono altro che i bambini

che hanno frequentato il catechismo, all’incirca una ventina di anni fa, ed i bambini, che troviamo oggi al catechi-

smo, diventeranno (questo almeno si spera) i futuri genitori in un domani non troppo lontano. Quindi le lacune,

le disattenzioni, le assenze che riscontriamo nella maggior parte dei genitori di oggi (non in tutti, per fortuna!) so-

no destinate (ahinoi!) a permanere anche nei prossimi anni. A meno che non si voglia operare una decisa sterzata

e concentrare il fulcro dell’evangelizzazione e la gran parte delle iniziative pastorali, nelle nostre parrocchie e nel-

le nostre unità pastorali, sul tema delle giovani generazioni che, sia pure con qualche piccola defe-

zione, continuano a frequentare con discreta assiduità le aule del catechismo.

E’ forse giunto il tempo di uscire dal comodo alibi del tempo tiranno, dei mille impegni , della pre-

cedenza ineluttabile che spesso, noi parrocchiani, offriamo alle cose che più ci aggradano, in

quanto dovremmo tutti essere consapevoli che saremo poi giudicati anche sulle nostre piccole o

grandi omissioni.

In altri termini bisognerebbe che almeno qualcuno di noi, “credenti e praticanti”, si mettesse a

disposizione e, d’accordo con il parroco, si prendesse cura, alla stregua di “guide spirituali”

fornite dalla “comunità dei fedeli”, di ogni singolo cresimando, per accompagnarlo, ascoltarlo,

guidarlo e sostenerlo, con continuità, nel suo percorso di fede. Difficile, dirà qualcuno; irrealizza-

bile, diranno altri; può darsi. Di sicuro l’attuale trafila dei cinque anni di catechismo, pur con tutta

l’encomiabile dedizione e la riconosciuta capacità dei catechisti, può (salvo risicate e lodevoli

eccezioni) sortire soltanto gli attuali risultati. Il programma di iniziazione cristiana dei fanciulli

spesso rischia di assomigliare, e ci dispiace annotarlo, sempre più ad una raccolta di “bollini” (i

sacramenti) per completare una raccolta punti, sulla falsariga di un concorso a premi del super-

mercato!

E’ forse giunto il tempo di

uscire dal comodo alibi del

tempo tiranno, dei mille

impegni , della precedenza

ineluttabile che spesso, noi

parrocchiani, offriamo alle cose

che più ci aggradano, in quan-

to dovremmo tutti essere

consapevoli che saremo poi

giudicati anche sulle nostre

piccole o grandi omissioni.

Giornalino parrocchiale

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Colpa dei tanti genitori incapaci di “trasmettere” la fe-

de? Può essere; ma, se anche così fosse, resterebbe pur

sempre certificata l’inadeguatezza di un sistema di

trasmissione tradizionale della fede che non riesce più

a far lievitare i fondamenti ed i germogli del nostro cre-

do religioso. Da questa constatazione dovrebbe allora

scaturire l’urgenza, nella comunità tutta (nessuno esclu-

so!) dei “credenti e praticanti”, di porsi degli interroga-

tivi e, perché no?, di iniziare a farsi carico di come

colmare questa dolorosa lacuna.

Con ogni probabilità sarà soltanto con la riscoperta di

una fede “generata” all’interno delle singole comunità

dei credenti (le nostre parrocchie) che si potrà affiancare,

e supportare efficacemente, una “trasmissione” della

fede finora interpretata in un modo tradizionale, pretta-

mente didascalico e scolastico.

Due “perle” per concludere, attinte da episodi di qualche anno fa. Era la festa

del nostro S. Patrono e la chiesa era stracolma di persone per la cerimonia della

S. Cresima. Incuranti della sacralità del luogo e della funzione religiosa in atto,

tanti presenti erano impegnati ad improvvisare ripetuti andirivieni, a stilare

empirici commenti, a confondersi in stucchevoli chiacchiericci, a sciogliersi in

garruli saluti, come se ci si trovasse nel piazzale di un bar, piuttosto che

all’interno di un luogo di culto; il tutto fra le soddisfatte inquadrature di uno

scatto fotografico e l’altro. La fioca voce dell’officiante stentava a farsi ascolta-

re, tra tanta disattenzione, ma nessun fermo richiamo, per un minimo di deco-

ro e di attenzione, fu trasmesso dall’altare.

Nel tardo pomeriggio la solenne processione per le vie del paese, con tanto di

accompagnamento musicale, incrociò nella zona sportiva un vociante gruppo di

ragazzi che si sfidavano a pallone; tra essi alcuni freschi “cresimati”, protagoni-

sti in chiesa poche ore prima. A quella vista, occhiatacce di disapprovazione

spuntarono nel corteo dei fedeli, un commento, tra l’ironico ed il sarcastico, si

intravide nel labiale di qualcun altro: “Ecco qui i frutti della cresima; e i loro

genitori dove sono?” . Mentre la processione procedeva, una signora, nostra compaesana, si staccò dal corteo, si

avvicinò al gruppo dei ragazzini che giocavano e parlò loro, pazientemente e pacatamente, facendosi “prossimo”

nei loro confronti. Il gruppetto lasciò

allora il pallone, si accostò alla rete del

campetto ed osservò in silenzio il lento

incedere dei fedeli in preghiera.

Non credo ci sia bisogno di altri com-

menti ……. (S.C.)

Continuità

San Bernardino, processione

Giornalino parrocchiale

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“La Quaresima è un cammino di conversione

che ha come centro il cuore” (Papa France-

sco)

In prossimità della S. Pasqua e ricordando i

“precetti” della nostra Chiesa cattolica

(“confessarsi almeno una volta all’anno e co-

municarsi almeno a Pasqua”) cerchiamo di

mettere al centro del nostro itinerario di con-

versione il sacramento della Penitenza (Confessione).

Per una buona Confessione occorrono un cuore sinceramente pentito ed un attento ESAME DI COSCIEN-

ZA. Ecco allora qualche spunto di riflessione, tratto dal libretto di Papa Francesco “Custodisci il cuore” -

22.2.2015 - Ed. Lev).

“L’ESAME DI COSCIENZA consiste nell’interrogarsi sul male commesso ed il

bene omesso verso Dio, verso il prossimo e verso sé stessi.

NEI CONFRONTI DI DIO. Mi rivolgo a Dio solo nel bisogno? Partecipo alla

Messa la domenica e le feste di precetto? Comincio e chiudo la giornata con la preghie-

ra? Ho nominato invano Dio, la Vergine, i Santi? Mi sono vergognato di dimostrarmi

cristiano? Cosa faccio per crescere spiritualmente? Come? Quando? Mi ribello davanti

ai disegni di Dio? Pretendo che egli compia la mia volontà?

NEI CONFRONTI DEL PROSSIMO. So perdonare, compatire, aiutare il

prossimo? Ho calunniato, rubato, disprezzato i piccoli e gli indifesi? Sono invidioso, collerico, parzia-

le? Ho cura dei poveri e dei malati? Mi vergogno di mio fratello, della mia sorella? Sono onesto e giu-

sto con tutti o alimento la cultura dello “scarto”? Ho istigato altri a fare il male? Osservo la morale

coniugale e familiare insegnata dal Vangelo? Come vivo le responsabilità educative verso i figli? Onoro e

rispetto i miei genitori? Ho rifiutato la vita appena concepita? Ho spento il dono della vita? Ho aiutato a

farlo? Rispetto l’ambiente?

NEI CONFRONTI DI SE’ STESSI. Sono un po’ mondano e un po’ credente? Esagero nel

mangiare, nel bere, nel fumare, nei divertimenti? Mi preoccupo troppo della salute fisica, dei miei beni?

Come uso il mio tempo? Sono pigro? Voglio essere servito? Amo e coltivo la purezza di cuore, di pensie-

ri e di azioni? Medito vendette, nutro rancori? Sono mite, umile, costruttore di pace?

VIVIAMO IL GIUBILEO STRAORDINARIO di Sergio Chiodini

San Bernardino, processione

Giornalino parrocchiale

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Aiuto… arrivano i ladri “Controllo di Vicinato”: un’arma in più per difenderci dai furti

di Gioacchino Chiavetta

Ormai è allarme sociale; non passa giorno sen-

za che i titoli dei giornali annuncino che, not-

tetempo, ignoti ladri si sono intrufolati nelle

case ed hanno fatto razzia di oggetti di valore e

di altri effetti personali. Tutto questo non fa

altro che generare preoccupazione nei cittadini,

i quali chiedono più poliziotti, carabinieri, vigili,

soldati e, nei casi più disperati, di dotarsi di

armi da fuoco, pistole, fucili, bastoni e altro,

nell’intento di difendersi da soli.

Ahimè! Le cose non stanno esattamente così;

forse bisognerebbe riappropriarsi del proprio

territorio e del proprio quartiere, facendo più

attenzione a quello che vi accade. Andiamo allo-

ra con ordine; i furti non si possono debellare

in assoluto, ma certamente è possibile rendere la vita più difficile ai ladri. Impariamo a controlla-

re bene la nostra piccola fetta di strada, dove abitiamo, e cerchiamo di osservare le auto scono-

sciute che vi transitano o che vi sostano. Se notiamo persone sospette, che non sono del quartiere,

basta una semplice telefonata alle forze dell’ordine (Polizia 113, Carabinieri 112) per poter avere le

risposte che aspettiamo, anche perché le forze dell’ordine sono le uniche depositarie della sicurezza

pubblica e, con la loro professionalità, sono le sole che possono, in qualche modo, alleviare le nostre

paure e preoccupazioni.

Vediamo di analizzare bene le questioni , entrando nello spe-

cifico. Intanto vediamo chi è il ladro. Il ladro, nella quasi

totalità dei casi, è una persona che non ha dei super poteri,

che non ha un’ intelligenza superiore alla media o altre doti

fuori dal normale. Egli è un soggetto aduso ai reati predato-

ri ed un attento osservatore delle nostre abitudini, pronto a

carpire le nostre debolezze e le nostre distrazioni. Facciamo

un esempio banale. Ci sono tre villette, una accanto all’al-

tra; la prima è dotata di un sistema d’allarme, la seconda

ha una porta blindata ed inferriate alle finestre, la terza ha

la porta normale ed è sempre aperta. Quale sceglierà il la-

dro? Ovviamente sceglierà di entrare nella terza villetta. A

voi sembrerà banale, ma studi fatti da esperti criminologi

hanno evidenziato questo tipo di comportamento. Infatti il

ladro predilige di solito le situazioni più facili ed adotta

sempre alcune regole basilari: non farsi male, non farsi ve-

dere, agire in fretta, assicurandosi una via di fuga nel più

breve tempo possibile.

A T T E N Z I O N E

ZONA CONTROLLATA

I RESIDENTI VIGILANO E

SEGNALANO ALLE FORZE

DELL’ORDINE TUTTE LE ATTIVITA’

SOSPETTE

Questo cartello è stato adottato a San Bernardino,richiedilo e gratis

Giornalino parrocchiale comunità

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Come possiamo vedere, questi comportamenti sono ovvi e, direi, quasi disarmanti. Qualche vittima

di furto in abitazione, specialmente nelle ore notturne, ha riferito di essere stato narcotizzato dai ladri

con del gas , cadendo in un sonno anomalo. I malviventi poi, con tranquillità, hanno fatto razzia dei

valori che si trovavano in casa. Le forze di polizia per rispondere a queste segnalazioni, hanno inter-

pellato degli specialisti anestesisti ed hanno chiesto loro se era possibile narcotizzare, durante il

sonno, alcune vittime di furti. Ebbene gli specialisti anestesisti hanno risposto che la cosa è possi-

bile, ma ad alcune condizioni, cioè con l’uso di tamponi di etere

da applicare sulla bocca e nel naso; in questo caso però si provo-

cherebbe la reazione del dormiente. L’altra soluzione sarebbe

quella di immettere, in una stanza, una quantità di gas sopo-

rifero sufficiente ad anestetizzare i malcapitati che dormono; il

ladro, in questo caso, dovrebbe avere con sé almeno un bombolone

da venticinque kg. di gas. Ora provate ad immaginare un ladro,

che va di fretta, che non deve farsi scoprire, e magari deve sali-

re dalla grondaia al primo piano, reggere sulle spalle un bombolo-

ne da 25 kg. Questa soluzione risulta alquanto improbabile an-

che perché, in tanti anni, la Polizia non ha mai trovato, sulla sce-

na del crimine, resti di bombole di gas soporifero vuote, o non è

mai capitato che abbiano arrestato ladri, equipaggiati con una

bombola di gas. Come vedete molte sono le leggende metropolita-

ne. La verità è che, quando dormiamo, attraversiamo diverse

fasi di sonno; generalmente il ladro colpisce quando siamo nella

fase di sonno profondo (detta Rem), tra le 3 e le 4 di notte, e que-

sto il ladro lo sa. Infatti quando ci svegliano improvvisamente, intorno a quell’ora, siamo intontiti

ed occorre un po’ di tempo per ridestarsi.

Una volta il ladro aveva con sé gli arnesi del “mestiere”: grimaldello, chiavi false, piede di porco

ecc. Oggi il ladro trova, sul luogo del delitto, quasi tutto quello che gli occorre , come se fosse al su-

permercato. Egli attinge, direttamente dal nostro garage (o capanno degli attrezzi), lasciato di solito

aperto e privo di robusti lucchetti, tutto quello che gli serve: scale, trapani, martelli, mazze, picconi

ecc. e, come ciliegina sulla torta, trova anche una bella presa elettrica, all’esterno della casa, ma-

gari vicino alla porta d’ingresso o alla finestra. Risulta così facilitato l’utilizzo della smerigliatrice

elettrica, prelevata dal garage, per poter poi tagliare le nostre inferriate o le nostre piccole cassefor-

ti. Avendo conoscenza di queste pratiche, spetta anche a noi il compito di non facilitargli le cose;

cerchiamo allora di adottare, in ogni caso, delle misure minime di sicurezza, magari installando un

antifurto, chiudendo bene porte e finestre, quando usciamo da casa anche per pochi minuti, assicu-

randoci inoltre che le chiavi non siano lasciate

inserite nella porta o riposte sotto tappeti, vasi,

ecc., anche perché il ladro, di solito, osserva at-

tentamente le sue vittime e le loro abitudini. Se

usciamo, e siamo in buoni rapporti con il vicino

di casa, avvertiamolo della nostra temporanea

assenza; in questo modo saremo quasi sicuri

che il vicino, dando un’occhiata in strada, terrà

d’occhio anche la nostra casa. Cerchiamo poi di

essere più riservati nelle nostre consuetudini,

evitando, ad esempio, di scrivere sul nostro profilo di Facebook (comunicando così la notizia al

mondo intero!) che stiamo andando in vacanza per 15 giorni, perché in questo modo anche i

ladri lo sapranno.

Giornalino parrocchiale

12

Quando parliamo di “Controllo di Vicinato”, pensiamo di adottare un buon metodo; in che

cosa consiste? Vediamo intanto come funziona. Senza farci carico di impegni gravosi, per eser-

citare un buon controllo della nostra via o del nostro quartiere, dobbiamo innanzitutto aprire be-

ne gli occhi. In strada, andando a butta-

re il pattume nel cassonetto, guardiamoci

intorno, osserviamo se ci sono estranei, o

comunque persone non conosciute o fore-

stieri; se ne individuiamo qualcuno, con

calma e con gentilezza, avviciniamolo e

proviamo a chiedere: - "Sta cercando

qualcuno?"- - “Noi in questa strada ci

conosciamo tutti, la posso aiutare?” -

Queste semplici parole sono spesso

sufficienti a far desistere il malinten-

zionato, inducendolo ad allontanarsi. Oppure, se notiamo un’auto che non abbiamo mai vi-

sto nel quartiere o nelle case dei nostri vicini, - e questo ci crea preoccupazione o sospetto -

con discrezione annotiamo il numero di targa, il modello dell’auto, il suo colore, e se vi sono per-

sone a bordo. Queste informazioni possono essere di grande aiuto e potremo comunicarle alle

forze di Polizia. La segnalazione qualificata del cittadino deve contenere elementi utili per

le forze di Polizia, anche perché segnalazioni generiche, come ad esempio: - “Pronto Polizia?

Venite, presto, c’è una macchina

sospetta” - rischiano di naufragare

quando l’operatore, dall’altra parte

del filo, vi chiede: -”Mi sa dire che

tipo di auto è? Ha preso il numero

di targa? E di che colore è l’auto?

C’erano persone a bordo?” - E se

voi non siete in grado di fornire que-

sti semplici elementi anche per le

forze di Polizia tutto diventa più com-

plicato, con il risultato di perdere

solo tempo.

Voglio ricordarvi che il “Controllo di Vicinato”,

in molti Comuni dove i cittadini si sono organiz-

zati, seguendo le semplici regole di cui abbiamo

parlato, sta dando straordinari risultati ed i fur-

ti sono considerevolmente diminuiti. Agendo in

questo modo si lancia un messaggio significativo

ai ladri: “Attenzione!! Il nostro quartiere e le

nostre strade sono controllate e le persone

sospette saranno segnalate alle forze di Poli-

zia!!! “ Ricordate inoltre che il “Controllo di Vici-

nato” non significa il controllo del vicino di

casa, perché quella è un’altra cosa.

San Bernardino Sicura

-Aderire a realtà di carattere nazionali quali

l’associazione Controllo del Vicinato, al fine di

poter usufruire di esperti del settore.

-Promuovere con appositi incontri per la forma-

zione dei cittadini sul tema della sicurezza resi-

denziale. Rendere evidente le presenza del

Controllo di Vicinato attraverso l’istallazione di

appositi cartelli.

-Alimentare il dibattito nella frazione su ulte-

riori soluzioni sulla sicurezza ad esempio la vi-

deosorveglianza ecc.

Giornalino parrocchiale comunità

13

In molti Comuni d’Italia il “Controllo di Vicinato” è diventato

una realtà, tanto che le amministrazioni locali hanno fatto collo-

care dei segnali appositi, accanto al cartello segnaletico del

comune o della frazione, lanciando in tal modo un chiaro segna-

le d’avvertimento per i ladri.

Da oggi provate ad osservare, con occhio attento e vigile, la vo-

stra strada di casa o l’area del vostro quartiere o la piccola bor-

gata dove abitate e, se scatta l’allarme del vostro vicino, non im-

precate, lanciando maledizioni a destra e manca, per il disturbo

arrecato; anche perché, è probabile, che in quella casa vi

siano i ladri in azione. Cercate, semplicemente, di osservare cosa sta succedendo e, se notate qual-

cosa di anomalo, avvertite la Polizia o i Carabinieri, provando ad annotare quanti più elementi pos-

sibili : numero delle persone sospette, come sono vestite, con quale auto sono arrivate, se

indossano cappelli, occhiali, zaini, ecc. Questi elementi possono essere molto utili per

le indagini; quindi potete procedere per una segnalazione qualificata. Non prendete mai

l’iniziativa di intervenire personalmente, non cercate di inseguire i ladri o di bloccarli,

potreste provocare delle reazioni violente; limitatevi soltanto ad osservare ed annota-

re, il più possibile, tutti i particolari. Anche questo è un modo utile per intervenire.

Se volete far parte di questa rete del “Controllo di Vicinato”, parlatene con il vostro vicino di

casa; è sempre utile scambiarsi le informazioni sulle persone sospette, o sulle auto sospette che si

aggirano nella vostra strada o nel vostro quartiere. A San Bernardino, grazie all’iniziativa di alcuni

concittadini, sta nascendo un comitato di ”Controllo di Vicinato”. Su queste pagine del

“Giornalino” saranno fornite tutte le informazioni al riguardo e, se volete fare parte di questa utile

iniziativa, seguite le indicazioni che vi saranno date. Da oggi i ladri sono avvertiti; l’unione fa

la forza, e noi tutti siamo a fianco delle forze dell’ordine, nel dar loro una mano.

Periodicamente vi informeremo su questa iniziativa e pubblicheremo consigli e comportamenti da

osservare per difendersi da ladri e truffatori.

Meditate gente, meditate.

(Continua)

E’ bene chiarire che San Bernardino sicura

-Non è un’iniziativa di parte, ma si rivolge a tutti i sanbernardinesi che hanno a cuore la sicu-

rezza della propria comunità. Proprio per questo ci stiamo attivando per ottenere il patrocinio

delle amministrazioni locali.

-Non vuole sostituirsi alle forze dell’ordine ma agevolarne il lavoro.

-Non vuole far proprie iniziative potenzialmente pericolose quali ronde o simili.

-L’adesione all’iniziativa non comporterà l’esborso di quote associative eccedenti i costi dei ma-

teriali ( ad es. acquisto di cartelli).

-Le iniziative di Controllo di Vicinato funzionano se la partecipazione dei residenti è diffusa.

Contatti: Facebook: San Bernardino sicura

tel: 3381404997 Davide -3385322335 Irshen– 3703228309 Gioacchino

Giornalino parrocchiale comunità

14

La scuola diventa Rapper

Grazie all’iniziativa di una maestra i nostri alunni diventano Rapper e partecipano ad un concorso na-

zionale con una canzone scritta dai nostri piccoli autori in erba

di Gioacchino Chiavetta

Era un pezzo che non incontravo i docenti della scuola primaria di San

Bernardino, pardon Scuola “Senza Zaino” G. Marconi. Appena varcato

l’ingresso mi accoglie una bidella, una nuova; infatti non mi conosce, mi

presento e chiedo della fiduciaria, la maestra Bini Cristina con la quale ho

un appuntamento. Il salone della mensa non passa inosservato; noto che

alle pareti sono stati applicati dei pannelli fonoassorbenti ricavati dai vas-

soi in cartone porta uova. Sono stati colorati di un verde pastello e posi-

zionati sui muri dai genitori, per render la stanza acusticamente confortevole. Salgo al primo piano e,

mentre percorro le scale, odo della musica, dal ritmo inconfondibile e sicuramente Rap, che si fonde con

le parole cantate dagli alunni della 4° classe. Entro nell’aula; quasi tutti cantano e si muovono a ritmo di

musica. La maestra Bini mi accoglie con cordialità e con aria soddisfatta mi dice: “Senti che ritmo! Sai,

parole e musica sono inediti, anzi le parole sono state scritte dai bambini con l’aiuto di tutti i docenti,

coordinati da una brava maestra, Paola Morandi.” La nuova docente, una “new entry” del gruppo inse-

gnante della scuola di San Bernardino, è un’esperta in comunicazione, tiene dei corsi specifici per docen-

ti sul tema della “Legalità”. Nella nostra scuola si trova molto bene ed ha trovato l’humus giusto (scuola

“Senza Zaino”) per mettere in pratica, e a disposizione degli alunni, argo-

menti ritenuti “forti” e quanto mai attuali: Mafia e Legalità, in genere .

Per fare ciò ha avuto la brillante idea di far partecipare la scuola ad un

concorso, a livello nazionale, promosso dalla Fondazione Giovanni Fal-

cone e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

(*) (Miur). Sono senza parole. Incontro la maestra Paola che m’illustra il

progetto. Prima di tutto gli alunni hanno partecipato ad un innovativo

laboratorio dal titolo: “Costituzione e Legalità”, trattando argomenti concer-

nenti la cittadinanza, la mafia ,la criminalità, il degrado, la lega-

lità e figure di uomini come i giudici Falcone, Borsellino, Ca-

ponnetto e come Don Puglisi , che era un sacerdote. Argomen-

ti inconsueti, certo; ma durante le lezioni si sono sviluppati dibat-

titi e considerazioni, visionato filmati, conosciuto i luoghi del degra-

do dei quartieri delle cittadine del sud, dove hanno operato perso-

naggi resi famosi per i tragici fatti di mafia. Gli alunni hanno im-

parato a conoscere i protagonisti buoni ed i loro nomi, come Gio-

vanni Falcone e Paolo Borsellino che, con il loro lavoro di Magistra-

ti, operavano per dare speranza a quei luoghi. Hanno scoperto

l’importanza della legalità, che è stata difesa a tutti costi dalle per-

sone che ci hanno creduto, pagando spesso con la propria vita, co-

me Don Puglisi, parroco in prima linea contro la mafia, impegnato

con i giovani in un quartiere difficile di Palermo (Brancaccio) dove

la parrocchia rappresentava l’unica oasi di salvezza. Da questa

esperienza i bambini hanno appreso molte cose ed imparato parole

nuove. Parole, queste, che sono state poi elaborate per la composi-

zione del testo della canzone (ancora top secret), scelta per

Scuola

Giovanni Falconi e Paolo Borsellino

Giornalino parrocchiale

15

Giornalino parrocchiale

Anche quest’anno la scuola ripropone la bellissima iniziativa che tanto successo a registrato l’anno

scorso, la prova del cuoco, dove, genitori, nonne, zie, amici e parenti degli alunni, si cimenteranno

nella gara culinaria, con tanto di giuria e premi in palio. Occhio alla locandina con tutte le informa-

zioni.

La scuola S Z di San

Bernardino cerca dei

piccoli animali da adot-

tare: pesci, uccellini,

conigli nani, porcellini

d’india, scoiattoli, con le

relative gabbie o conte-

nitori, per completare il

laboratorio di scienze, a

disposizione degli alun-

ni. per informazioni

chiamare la scuola.

tel.054577576

partecipare al concorso. Quando insegnava a Rovigo la maestra

Paola aveva partecipato con la sua scuola ad un analogo concorso,

vincendo il primo posto nella categoria scuole primarie.

Quest’anno, facendo frutto nell’esperienza passata, ha pensato di

far partecipare la nostra scuola, coinvolgendo in primis gli alunni, i

quali, manco a dirlo, ne sono stati subito entusiasti. Per prima cosa

ha elaborato i testi con gli alunni stessi, ispirandosi agli argomenti

affrontati durante il laboratorio sulla legalità, poi con l’aiuto di un

giovane Rapper, Danilo Tarantino di Bagheria (piccolo comune in

provincia di Palermo), ci si è cimentati nella composizione della

musica e adesso, insegnante ed alunni, aspettano di incidere un CD

per poter partecipare al concorso. Se tutto va secondo le loro aspet-

tative, una volta superate le selezioni regionali, potranno prende-

re parte alle premiazioni, direttamente nella città di Palermo, in

occasione della commemorazione del 23 Maggio 2016, XXIV anni-

versario delle Stragi di Capaci e Via D’Amelio.

Grazie all’esperienza, sviluppata a scuola con il laboratorio sulla legalità, i bambini hanno conosciu-

to la storia dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, morti per difendere la Costituzione e

la Legalità. Questi magistrati, nell’immaginario degli alunni, adesso sono considerati degli eroi. A

riprova di ciò nella classe è stata posta una scatola, con un cartello “Posta per Giovanni e Pao-

lo” (Falcone e Borsellino , ndr), e gli alunni vi ripongono dei biglietti, riportanti pensieri affettuosi

e considerazioni di merito. Sono convinto che, affrontando a scuola argomenti come: Legalità, Cit-

tadinanza, Onestà e Rispetto delle regole, si possano gettare le basi per una società migliore, for-

mando ora, i cittadini di domani.

Scuola

16

#E’ la volta buona # Quando i numeri parlano chiaro, piaccia o non piaccia, bisogna prenderne atto ed andare avanti decisi, maga-ri scompaginando i conti che qualcuno aveva fatto, “gufando” sull’incerto futuro della nostra piccola scuola. di Gioacchino Chiavetta

Grazie alla tenacia di una veterana maestra, Bini Cristi-

na, che fin dall’inizio ha creduto sulle potenzialità della

scuola primaria di San Bernardino , è stato possibile, insie-

me alla già Dirigente scolastica Teresa Pintori. intrapren-

dere con determinazione il percorso della scuola “Senza

Zaino”. La dirigente Pintori ha avuto l’intuizione intelli-

gente di far entrare la nostra scuola nel circuito delle

scuole “Senza Zaino”, facendo così rientrare la temuta

ipotesi di una chiusura della struttura.

Per fare tutto ciò era necessario avere degli alleati, persone

che credessero nel progetto, ed una di queste è stata la

maestra Bini Cristina. In tutti questi anni ella ha lavorato

sodo, alternando momenti difficili ad altri di piena soddi-

sfazione . E' sempre andata avanti, senza cedere mai,

smussando le inevitabili divergenze con gli altri docenti

che, per motivi diversi (o forse perché non pienamente

convinti del progetto “Senza Zaino”, ritenuto troppo onero-

so) hanno lasciato la scuola, chiedendo il trasferimento.

Ogni volta si è dovuto cominciare da capo, coinvolgendo le

nuove maestre con un supplemento d’impegno professiona-

le. Tutto ciò non sempre trova disponibilità; pertanto si è

sempre alla ricerca delle persone giuste. Comunque, da

qualche tempo, sembra sia stata trovata la dovuta sintonia tra le nuove insegnanti, tanto che da

quest’anno alcune di loro sono entrate a pieno titolo nella filosofia della scuola “Senza Zaino”, accet-

tando di frequentare idonei corsi di formazione supplementare. E’ un lungo lavoro che la maestra

Bini porta avanti con la dovuta attenzione e preparazione, sacrificando anche il proprio tempo libero

e mettendolo a disposizione della scuola.

Certe notizie, alla lunga, escono allo scoperto; infatti le voci, nel territorio della Bassa Romagna, si

rincorrono, le famiglie guardano con sempre più interesse ad un'altra scuola possibile per i propri

figli. Ebbene la scuola “Senza Zaino” potrebbe rappresentare una soluzione in questo senso e nume-

rosi contatti, da parte di famiglie interessate, sono pervenuti da diverse località: Massa Lombarda,

Lugo, Bagnacavallo, Conselice, Fusignano ecc. Queste famiglie, attratte da una scuola con grandi

motivazioni, si informano sui programmi, sull'organizzazione del tempo-scuola e sul percorso di for-

mazione. L’interesse per la nostra scuola è evidenziato dai numeri che, per il nostro standard, sono

di tutto rispetto. L’anno prossimo avremo una 1°classe formata da ventidue alunni e questo, per noi,

è un grande risultato. Grazie, maestra Cristina Bini; in questi anni hai saputo interpretare il senti-

mento delle persone che hanno sempre creduto e lavorato per la scuola di San Bernardino e noi non

ti faremo mancare il nostro sostegno e non ti lasceremo mai sola, nel lungo cammino del tuo lavoro.

Montecatini Terme 2009, Pinocchio in

Bici, la Maestra Bini Cristina ritira

il premio, per la scuola di San Ber-

nardino come 3° classificata, del con-

corso di disegno.

Giornalino parrocchiale Scuola

17

Giornalino parrocchiale Scuola

A carnevale ogni

scherzo vale, e così

è stato. I bambini

della nostra parroc-

chia hanno trascorso

un bel pomeriggio

nel teatrino, metten-

do in mostra tante

belle maschere. Tra

musica, scherzi e

coriandoli ci siamo

divertiti tanto dan-

doci appuntamento

al prossimo anno.

L’anno scolastico prosegue

con le uscite didattiche del-

la 1° 2° 3° che andranno

in visita presso l’asineria

di Faenza.

La 4° classe di recherà presso il

museo Egizio di Bologna.

Invece la 5° si recherà

presso il:

Planetario di Raven-

na

Gita scolastica

presso la fattoria

didattica

Ca’ di Gianni a

San Piero in

Bagno

Simpatica iniziativa per gli amanti

dei Cani.

I nostri amici a quattro zampe sfile-

ranno nel campetto da calcio

domenica 3 aprile.

18

Giornalino parrocchiale

In questa pagina vengono pubblicati i bellissimi disegni realizzati dai bambini di San Ber-

nardino che hanno partecipato al concorso presepi 2015, oltre ai disegni anche alcune foto

di presepi casalinghi ,realizzati dai partecipanti al concorso. La redazione ha deciso di pre-

miare tutti i partecipanti, per l’impegno dei bambini e dei loro genitori.

Carlos Azuaje Rivero

Francesco Dall’ Osso Beatrice Chessa

19

Giornalino parrocchiale

Giulia Dall’Osso

20

Casa del Parroco tel.0545-77007 Cell.3683823423

Mail parrocchia: [email protected]

Il giornalino è disponibile anche on line

Portale on line: www.aps-ilponte.eu

Giornalino Parrocchiale di

San Bernardino

Direttore editoriale

Don Maurizio Ardini

Redattore e

Grafica

Chiavetta Gioacchino

Redazione

Consiglio pastorale

Contributos

Don Maurizio Ardini,Sergio Chiodini,

Davide Aleotti,Gioacchino Chiavetta

Questo periodico si

autofinanzia

Giornalino parrocchiale COMUNITA’

Ditelo a don Camillo

Caro don Camillo,

sono passata per “matusa” con mia nipote, la quale mi

ha detto di modernizzarmi. Due donne che fanno fami-

glia deve essere normale, due uomini poi che adottano

un bambino è logico! E visto che i suoi genitori non dico-

no niente, ho pensato che, da domenica prossima, visto

che tutti vengono dalla nonna, possono andare al ristorante, magari quello nuovo gestito

da “Gigetto e Carletto” Tu cosa ne pensi? Una nonna “antica”

Cara nonna, non demordere… per piacere!

Tu non sei “matusa”.. sei semplicemente una nonna saggia che

crede nella famiglia vera, non nel surrogato proposto da una

società che sta tentando di far passare per normale, quello che

normale non è. Anzi ostacola la fa-

miglia tradizionale in modo vergo-

gnoso! Ti dò un consiglio...se conti-

nua, tua nipote, i tuoi adorati tortellini cuocili nel brodo ge-

nuino di cactus. E quando si pungerà in gola dille: è normale,

le nonne moderne stanno diventando vegane!

Ciao Don Camillo