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Organo di informazione Parrocchiale della
Comunità Cattolica di San Bernardino e Belricetto
Anno 6° nuova edizione marzo 2016
Nasce a San Bernardino
il Controllo di Vicinato
Ovvero
Come difenderci dai Furti
Ditelo a Don Camillo
Premiazione
Concorso
Presepi 2015
Il Programma
Religioso e
le iniziative
Le perplessità di una
nonna allibita
sulle unioni Civili
2
Giornalino parrocchiale Programma religioso
Domenica di Passione
e delle Palme
A San Bernardino
Sabato 19 marzo ore 19.40 rosario S. Messa
con benedizione delle Palme
Domenica 20 marzo Ss. Messe ore 8.00-11.00
Ore 10.45 nel cortile del circolo benedizione
delle Palme e processione fino alla chiesa.
A Belricetto ore 10.00
Settimana Santa
Giovedì 17 marzo: Santa Messa a ricordo
dell’istituzione dell’Eucarestia.
A Belricetto : ore 20.00 S.Messa.
A San Bernardino : ore 20.00 Rosario
Ore 20.30 S. Messa.
18 marzo Venerdì Santo
Giorno di astinenza e di digiuno.
A Belricetto: ore 15.00 Adorazione della
Croce e fiorita dei bambini a Gesù crocifisso.
Ore 20.00 via Crucis.
A San Bernardino: ore 20.30 via Cru-
cis, partendo dalla piazza per via N. Baldini
e via Bartolotti; in chiesa: bacio della Croce.
Possibilità di accostarsi ai Sacramenti.
Benedizioni alle case: a Belricetto
Martedì 29 marzo ore 15-19,30 via Fiumazzo.
nr. Pari in paese.
Mercoledì 30 marzo ore 15-19,30 via Fiumazzo
nr. Dispari in paese.
Venerdì 1 aprile ore 15-19,30 v. Fiumazzo parte
restante
26 marzo Sabato Santo
Veglia Pasquale con benedizione del fuoco-
dell’acqua -letture Bibliche e Liturgia Euca-
ristica.
A Belricetto ore 20.00
A San Bernardino ore 21.30
27 marzo Domenica di Pasqua
A San Bernardino Ss. Messe ore 8.00-
11.00.
A Belricetto S. Messa ore 10.00.
28 marzo Lunedì dell’Angelo
A Belricetto S. Messa ore 10.00.
A San Bernardino ore 11.00.
Sabato 2 aprile
Processione con la Beata Vergine della Mise-
ricordia che partirà da casa della famiglia
Pagani ( via Bordocchio nr.1 )e seguendo tut-
ta la via Bordocchio si concluderà a casa del-
la famiglia Vecchi (via Bordocchio nr. 35).
Domenica 3 apri-
le
Ss. Messe ore 8.00-
11.00
E’ la festa della Divina
Misericordia– Apria-
mo il nostro cuore al
pentimento e al desi-
derio di una rinnovata
vita Cristiana.
2016
3
Giornalino parrocchiale
Uno Due Tre di Don Maurizio Ardini
3
Otto giorni, così ci viene proposta la festa di Pasqua, per esaltare
quel Gesù risorto, il quale dà ragione della nostra fede, passata
sì attraverso la sofferenza e il supplizio della croce, ma coronata
con la gloria della Resurrezione. La festa della Divina Misericor-
dia, la domenica dopo Pasqua, conclude questo giorno solenne
con una proposta. Sei disposto ad affi-
darti alla bontà di Dio, oppure no?. I
vangeli ci propongono personaggi sal-
vati dal peccato, dalla povertà spiritua-
le e condotti alla salvezza. E tu ricerchi questo? Ti sei forse auto salvato?
O ancor peggio guardi dall’alto il fratello nel peccato e non ti accorgi del
tuo? Ricordati che il buon ladrone al quale Gesù dice ”oggi” sarai con me
in paradiso” era però sempre un ladrone! Per non parlare di Zaccheo,
esattore delle tasse che si intascava il denaro altrui… ma anche lui si
pente… e restituisce! E ancora la samaritana, una signora “allegra” che
aveva avuto sei “mariti” e trova al pozzo di Giacobbe Gesù, l’acqua viva.
E il figliol prodigo, il quale aveva dilapidato l’eredità di casa, ma che da-
vanti alla sua umiliazione e al suo
ritorno a casa, trova la festa del
padre ad attenderlo. E cosa ne pensi del Pietro pentito davan-
ti al gallo che canta e che ricorda il suo rinnegamento eppure
Pietro fonda la Chiesa. Forse quello che a te dà fastidio e non
ti permette di aderire al bisogno più vero: l’incontro con quel
Gesù presente nei Sacramenti e tu sei disponibile a verificar-
ti per trovare questa via di salvezza? Sappi che forse ti senti
l’uomo giusto, il quale si auto salva, incancrenito dalle “tue”
false sicurezze, accecato dagli idoli del mondo di oggi, magari
pronto ad andare all’inferno perché credi che non ci sia e non
vuoi aprire la porta giusta. Allora sei proprio un peccatore in-
callito e per di più presuntuo-
so! Pensaci, e ricerca quel Dio
che ti ha salvato, e aspetta da
te un piccolo, ma grande pas-
so: la riconciliazione con lui.
Solo così ti verrà augurata
una vera Buona pasqua
Gesù e il buon ladrone
Il figliol prodigo
Gesù e la Samaritana
Gesù e Zaccheo esattore delle tasse
4
Per eventuali offerte per il giornalino, Parrocchia di S. Bernardino codice Bancario
IBAN -IT11 J062 0523 812C C012 0012 653
Giornalino parrocchiale
Auguri Guerrina
Due giorni di festa hanno contraddistinto i
cento anni di Guerrina Berti di via Cafiero,
una Sanbernardinese d.o.c. che ha raggiun-
to in modo invidiabile il traguardo del secolo.
Vedova di Ido Lanconelli, il quale i 100 anni
li aveva solo sfiorati nel 2012. Sabato 13 e domenica 14 febbraio, tantissime persone,
tra amici e parenti,si sono congratulati con la Guerrina, la quale ancora in perfetta
forma, ha, tra le sue passioni orto e giardino, che lavora ancora come una giovinotta. Il
suo dispiacere è quello di non andar più in bicicletta accantonata qualche anno fa dalle
convincenti parole della figlia Antonietta “ho mio marito in ospedale e babbo che va
dal letto alla poltrona… se cadi anche tu…
Oggi guardiamo la Guerrina sulla ciclette che vale più di tutte le bici da corsa… per-
ché la corsa più bella è quella verso i 101… Auguri da tutta la redazione del giornalino
In alto Guerrina Berti con il marito Ido
Lanconelli, in chiesa ,in occasione dei
60 anni di matrimonio, nel 2001
A lato Guerrina con il parroco di San
Bernardino Don Maurizio Ardini.
Comunità
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Giornalino parrocchiale
La sacra sindone a cura di Gioacchino Chiavetta
La Sindone è un lenzuolo di lino tessuto a spina di pesce del-
le dimensioni di circa m. 4,41 x 1,13, contenente la doppia
immagine accostata per il capo del cadavere di un uomo mor-
to in seguito ad una serie di torture culminate con la croce-
fissione. L'immagine è contornata da due linee nere strinate
e da una serie di lacune: sono i danni dovuti all'incendio av-
venuto a Chambéry nel 1532.Secondo la tradizione si tratta
del Lenzuolo citato nei Vangeli che servì per avvolgere il cor-
po di Gesù nel sepolcro. Questa tradizione, anche se ha tro-
vato numerosi riscontri dalle indagini scientifiche sul Len-
zuolo, non può ancora dirsi definitivamente provata.
Certamente invece la Sindone, per le caratteristiche della
sua impronta, rappresenta un rimando diretto e immediato
che aiuta a comprendere e meditare la drammatica realtà
della Passione di Gesù. Per questo Papa san Giovanni Paolo
II l'ha definita "specchio del Vangelo".
Secondo la linea autenticista il lenzuolo, conservato
oggi nel Duomo di Torino, è quello che ha avvolto Gesù
nel sepolcro dopo la deposizione dalla croce e l’immagine
in esso impressa è proprio quella del Cristo Salvatore. Il len-
zuolo risalirebbe, sempre secondo questa linea, al I secolo e proverrebbe dalla Palestina. Ne sarebbe
prova il ritrovamento nelle fibre del lino di pollini di diverse specie vegetali originari della Palesti-
na stessa e dell’Asia Minore. Ovviamente anche questa tesi è stata al centro di dibattiti; alcuni
hanno avanzato l’ipotesi di una manomissione dei campioni su cui furono fatti i test.
È solo dal 1353 che gli studiosi attestano storicamente la presen-
za della Sindone. Questo è l’anno in cui a Lirey, in Francia, il cavalie-
re Goffredo di Charny annunciò di essere in possesso del telo che aveva
avvolto il corpo di Cristo nel sepolcro. Margherita di Charny, discenden-
te di Goffredo, vendette nel 1453 il telo ai duchi di Savoia che lo portaro-
no a Chambéry, a quel tempo capitale del ducato. Sulla storia preceden-
te del sacro lino non vi è accordo giacché non si può scientificamente e
storicamente accertarla.
Certo è che per chi crede, per chi ha fede quella figura d’uomo è
quella di Cristo e la sindone è il lenzuolo in cui il corpo del mes-
sia fu avvolto per essere posto nel sepolcro dopo la crocefissione. Su di
esso sono tracciati i segni della sofferenza del figlio di Dio. Quell’imma-
gine rassomigliante alla raffigurazione tradizionale del Cristo, un uomo
adulto con la barba e i capelli lunghi, vale per i credenti molto di più
delle numerose prove scientifiche. Credere è un atto di fede e la fede che
risiede nell’uomo non necessita di prove documentate. Non è importante
dimostrare l’autenticità oppure confutarla; quell’oggetto, quel lenzuolo
ha la capacità di mobilitare milioni di persone che si spostano solo per
contemplarlo, ha la capacità di far commuovere e impietosire davanti
all’immagine impressa di un uomo morto in sofferenza. La sua veridici-
tà sta nella fede di chi crede e ulteriori prove non ne scalfirebbero né
aumenterebbero la credibilità.
Tratto dal sito la sacra Sindone Il lenzuolo di lino visto al negativo
Particolare del volto impresso sul
lenzuolo sacro
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Sovente vi sarà capitato di sentir parlare, durante le omelie in chiesa,
della necessità di una convinta “trasmissione” della fede, dell’impor-
tanza e dell’urgenza di questo compito che dovrebbe interrogare e sti-
molare ogni buon cristiano. E’ infatti ormai appurato che, con gli ulti-
mi passaggi generazionali, la “trasmissione” del dono della fede che,
fino ad alcuni decenni fa (ci riposizioniamo, all’incirca, nel periodo
antecedente l’ultimo conflitto mondiale) funzionava piuttosto bene, ai
giorni nostri sembra essersi lentamente affievolita. Che fare? Di
fronte alla preoccupazione pastorale, che più attanaglia il mondo cattolico odierno, pochi sembrano avere, a
portata di mano, una risposta adeguata ed improntata alle svariate situazioni esistenziali con cui confrontarsi.
Forse sarebbe interessante, a questo punto, rileggere un passo del Vangelo di Luca (8 - 11,15), più noto come la
“parabola del seminatore” . Il testo dell’evangelista sviluppa anche un interessante ed articolato enunciato espli-
cativo - “Il significato della parabola è questo: il seme è la Parola di Dio. I semi caduti sulla strada indicano colo-
ro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e si salvi-
no. Quelli caduti sulla pietra indicano coloro che, quando ascoltano la parola, l’accolgono con gioia, ma non hanno
radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova defezionano. I semi caduti tra le spine indicano colo-
ro che, dopo aver ascoltato, cammin facendo si lasciano prendere dalle preoccupazioni, dalla ricchezza, e dai
piaceri della vita e rimangono senza frutto. I semi caduti sulla terra buona indicano coloro che, dopo
aver ascoltato la parola con cuore nobile e buono, la trattengono e producono frutto con la loro perse-
veranza.” -
Attualmente , a parer mio, è sempre più evidente come il problema di fondo, non sia tanto, e non solo,
la mancanza di una diffusione capillare della semina della Parola di Dio, quanto piuttosto la preoccupante
riduzione dello spazio della “terra buona”. I semi non producono più frutti in abbondanza a causa di un
repentino dilatarsi degli spazi improduttivi sui quali vanno a deporsi: “strada”, “pietra”, “spine”. Co-
me possiamo allora recuperare a frutto tante zone della nostra società infestate dalle “spine”, sradicate
nella “pietra”, frettolosamente frastornate dalle lusinghe della “strada” ?
Intanto ritengo opportuno, per ognuno di noi “credenti”, anteporre a tutte le preoccupazioni quotidia-
ne la necessità di una umile riflessione sul nostro “essere docili strumenti nelle mani di Dio, sul no-
stro voler essere interpreti convinti della volontà del Signore e non già della nostra volontà”. Questo
passaggio è molto importante perché ci riconduce ad una verifica costante dello “stato” della nostra
conversione a Cristo. La parola “conversione”, parodiando il gergo marinaresco, può quindi sottinten-
dere un’attenta osservazione della giusta rotta verso la Salvezza, in modo che ognuno di noi possa
prendere, per tempo, le opportune correzioni di bordo ed i necessari aggiustamenti al timone. In paro-
le povere questi aggiustamenti possono consistere nel ravvedimento dopo il male compiuto, nel sincero dolore per
Trasmissione della
Fede e Conversione
Le due facce di una stessa medaglia
di Sergio Chiodini
E’ forse giunto il tempo di
uscire dal comodo alibi del
tempo tiranno, dei mille
impegni , della precedenza
ineluttabile che spesso, noi
parrocchiani, offriamo alle cose
che più ci aggradano, in quan-
to dovremmo tutti essere
consapevoli che saremo poi
giudicati anche sulle nostre
piccole o grandi omissioni.
La guida
Giornalino parrocchiale
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le iniquità e le colpe commesse, nella ferma volontà di
riconquistare al più presto, attingendo alla vivida Grazia
della sacramentale “Penitenza”, quella linea diretta di fi-
ducia e di amicizia che ci lega al Padre.
Occorre poi ripensare il nostro modo di “essere cristiani”,
superando lo sfiatato discorso di un cristianesimo di
“appartenenza” per incamminarci nel più vigile cammino
di un cristianesimo di “testimonianza”. Non potremo quin-
di ritenerci del tutto appagati per il solo fatto di essere
presenti (e numerosi) alle funzioni religiose, devoti nelle
nostre intenzioni di preghiera, attenti e partecipi alle varie
iniziative parrocchiali e caritative. Tutto ciò è certamente
molto importante, e può risultare anche gratificante. Oggi
però tutti noi, popolo di Dio, dovremmo produrre uno sfor-
zo ulteriore: renderci testimoni attivi della nostra fede,
protagonisti gioiosi del nostro incontro con il Cristo Salva-
tore, duttili interpreti di un coerente desiderio di apertura,
di ascolto e di dialogo con il nostro prossimo, abbattendo
il timore del rispetto umano, la ritrosia per gli insuccessi
e le critiche, le tante barriere ideologiche, gli steccati
culturali e razziali.
Quanto sopra potrà risultare utile per affrontare, con mag-
giore determinazione, anche il sempre urgente e pressante
problema della così detta “iniziazione cristiana dei fanciulli” (la vecchia “dottrina”, alias “catechismo”: croce e
delizia di tanti catechisti e di tante comunità parrocchiali), in quanto il fenomeno dell’abbandono “post-cresima”
ci riporta alla dinamica della sopracitata parabola del seminatore .
Come dobbiamo allora orientare il nostro “annuncio” per far in modo che il “seme” cada sulla “terra buona”?
Per prima cosa dovremmo prendere atto di un dato inconfutabile: i genitori di oggi non sono altro che i bambini
che hanno frequentato il catechismo, all’incirca una ventina di anni fa, ed i bambini, che troviamo oggi al catechi-
smo, diventeranno (questo almeno si spera) i futuri genitori in un domani non troppo lontano. Quindi le lacune,
le disattenzioni, le assenze che riscontriamo nella maggior parte dei genitori di oggi (non in tutti, per fortuna!) so-
no destinate (ahinoi!) a permanere anche nei prossimi anni. A meno che non si voglia operare una decisa sterzata
e concentrare il fulcro dell’evangelizzazione e la gran parte delle iniziative pastorali, nelle nostre parrocchie e nel-
le nostre unità pastorali, sul tema delle giovani generazioni che, sia pure con qualche piccola defe-
zione, continuano a frequentare con discreta assiduità le aule del catechismo.
E’ forse giunto il tempo di uscire dal comodo alibi del tempo tiranno, dei mille impegni , della pre-
cedenza ineluttabile che spesso, noi parrocchiani, offriamo alle cose che più ci aggradano, in
quanto dovremmo tutti essere consapevoli che saremo poi giudicati anche sulle nostre piccole o
grandi omissioni.
In altri termini bisognerebbe che almeno qualcuno di noi, “credenti e praticanti”, si mettesse a
disposizione e, d’accordo con il parroco, si prendesse cura, alla stregua di “guide spirituali”
fornite dalla “comunità dei fedeli”, di ogni singolo cresimando, per accompagnarlo, ascoltarlo,
guidarlo e sostenerlo, con continuità, nel suo percorso di fede. Difficile, dirà qualcuno; irrealizza-
bile, diranno altri; può darsi. Di sicuro l’attuale trafila dei cinque anni di catechismo, pur con tutta
l’encomiabile dedizione e la riconosciuta capacità dei catechisti, può (salvo risicate e lodevoli
eccezioni) sortire soltanto gli attuali risultati. Il programma di iniziazione cristiana dei fanciulli
spesso rischia di assomigliare, e ci dispiace annotarlo, sempre più ad una raccolta di “bollini” (i
sacramenti) per completare una raccolta punti, sulla falsariga di un concorso a premi del super-
mercato!
E’ forse giunto il tempo di
uscire dal comodo alibi del
tempo tiranno, dei mille
impegni , della precedenza
ineluttabile che spesso, noi
parrocchiani, offriamo alle cose
che più ci aggradano, in quan-
to dovremmo tutti essere
consapevoli che saremo poi
giudicati anche sulle nostre
piccole o grandi omissioni.
Giornalino parrocchiale
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Colpa dei tanti genitori incapaci di “trasmettere” la fe-
de? Può essere; ma, se anche così fosse, resterebbe pur
sempre certificata l’inadeguatezza di un sistema di
trasmissione tradizionale della fede che non riesce più
a far lievitare i fondamenti ed i germogli del nostro cre-
do religioso. Da questa constatazione dovrebbe allora
scaturire l’urgenza, nella comunità tutta (nessuno esclu-
so!) dei “credenti e praticanti”, di porsi degli interroga-
tivi e, perché no?, di iniziare a farsi carico di come
colmare questa dolorosa lacuna.
Con ogni probabilità sarà soltanto con la riscoperta di
una fede “generata” all’interno delle singole comunità
dei credenti (le nostre parrocchie) che si potrà affiancare,
e supportare efficacemente, una “trasmissione” della
fede finora interpretata in un modo tradizionale, pretta-
mente didascalico e scolastico.
Due “perle” per concludere, attinte da episodi di qualche anno fa. Era la festa
del nostro S. Patrono e la chiesa era stracolma di persone per la cerimonia della
S. Cresima. Incuranti della sacralità del luogo e della funzione religiosa in atto,
tanti presenti erano impegnati ad improvvisare ripetuti andirivieni, a stilare
empirici commenti, a confondersi in stucchevoli chiacchiericci, a sciogliersi in
garruli saluti, come se ci si trovasse nel piazzale di un bar, piuttosto che
all’interno di un luogo di culto; il tutto fra le soddisfatte inquadrature di uno
scatto fotografico e l’altro. La fioca voce dell’officiante stentava a farsi ascolta-
re, tra tanta disattenzione, ma nessun fermo richiamo, per un minimo di deco-
ro e di attenzione, fu trasmesso dall’altare.
Nel tardo pomeriggio la solenne processione per le vie del paese, con tanto di
accompagnamento musicale, incrociò nella zona sportiva un vociante gruppo di
ragazzi che si sfidavano a pallone; tra essi alcuni freschi “cresimati”, protagoni-
sti in chiesa poche ore prima. A quella vista, occhiatacce di disapprovazione
spuntarono nel corteo dei fedeli, un commento, tra l’ironico ed il sarcastico, si
intravide nel labiale di qualcun altro: “Ecco qui i frutti della cresima; e i loro
genitori dove sono?” . Mentre la processione procedeva, una signora, nostra compaesana, si staccò dal corteo, si
avvicinò al gruppo dei ragazzini che giocavano e parlò loro, pazientemente e pacatamente, facendosi “prossimo”
nei loro confronti. Il gruppetto lasciò
allora il pallone, si accostò alla rete del
campetto ed osservò in silenzio il lento
incedere dei fedeli in preghiera.
Non credo ci sia bisogno di altri com-
menti ……. (S.C.)
Continuità
San Bernardino, processione
Giornalino parrocchiale
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“La Quaresima è un cammino di conversione
che ha come centro il cuore” (Papa France-
sco)
In prossimità della S. Pasqua e ricordando i
“precetti” della nostra Chiesa cattolica
(“confessarsi almeno una volta all’anno e co-
municarsi almeno a Pasqua”) cerchiamo di
mettere al centro del nostro itinerario di con-
versione il sacramento della Penitenza (Confessione).
Per una buona Confessione occorrono un cuore sinceramente pentito ed un attento ESAME DI COSCIEN-
ZA. Ecco allora qualche spunto di riflessione, tratto dal libretto di Papa Francesco “Custodisci il cuore” -
22.2.2015 - Ed. Lev).
“L’ESAME DI COSCIENZA consiste nell’interrogarsi sul male commesso ed il
bene omesso verso Dio, verso il prossimo e verso sé stessi.
NEI CONFRONTI DI DIO. Mi rivolgo a Dio solo nel bisogno? Partecipo alla
Messa la domenica e le feste di precetto? Comincio e chiudo la giornata con la preghie-
ra? Ho nominato invano Dio, la Vergine, i Santi? Mi sono vergognato di dimostrarmi
cristiano? Cosa faccio per crescere spiritualmente? Come? Quando? Mi ribello davanti
ai disegni di Dio? Pretendo che egli compia la mia volontà?
NEI CONFRONTI DEL PROSSIMO. So perdonare, compatire, aiutare il
prossimo? Ho calunniato, rubato, disprezzato i piccoli e gli indifesi? Sono invidioso, collerico, parzia-
le? Ho cura dei poveri e dei malati? Mi vergogno di mio fratello, della mia sorella? Sono onesto e giu-
sto con tutti o alimento la cultura dello “scarto”? Ho istigato altri a fare il male? Osservo la morale
coniugale e familiare insegnata dal Vangelo? Come vivo le responsabilità educative verso i figli? Onoro e
rispetto i miei genitori? Ho rifiutato la vita appena concepita? Ho spento il dono della vita? Ho aiutato a
farlo? Rispetto l’ambiente?
NEI CONFRONTI DI SE’ STESSI. Sono un po’ mondano e un po’ credente? Esagero nel
mangiare, nel bere, nel fumare, nei divertimenti? Mi preoccupo troppo della salute fisica, dei miei beni?
Come uso il mio tempo? Sono pigro? Voglio essere servito? Amo e coltivo la purezza di cuore, di pensie-
ri e di azioni? Medito vendette, nutro rancori? Sono mite, umile, costruttore di pace?
VIVIAMO IL GIUBILEO STRAORDINARIO di Sergio Chiodini
San Bernardino, processione
Giornalino parrocchiale
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Aiuto… arrivano i ladri “Controllo di Vicinato”: un’arma in più per difenderci dai furti
di Gioacchino Chiavetta
Ormai è allarme sociale; non passa giorno sen-
za che i titoli dei giornali annuncino che, not-
tetempo, ignoti ladri si sono intrufolati nelle
case ed hanno fatto razzia di oggetti di valore e
di altri effetti personali. Tutto questo non fa
altro che generare preoccupazione nei cittadini,
i quali chiedono più poliziotti, carabinieri, vigili,
soldati e, nei casi più disperati, di dotarsi di
armi da fuoco, pistole, fucili, bastoni e altro,
nell’intento di difendersi da soli.
Ahimè! Le cose non stanno esattamente così;
forse bisognerebbe riappropriarsi del proprio
territorio e del proprio quartiere, facendo più
attenzione a quello che vi accade. Andiamo allo-
ra con ordine; i furti non si possono debellare
in assoluto, ma certamente è possibile rendere la vita più difficile ai ladri. Impariamo a controlla-
re bene la nostra piccola fetta di strada, dove abitiamo, e cerchiamo di osservare le auto scono-
sciute che vi transitano o che vi sostano. Se notiamo persone sospette, che non sono del quartiere,
basta una semplice telefonata alle forze dell’ordine (Polizia 113, Carabinieri 112) per poter avere le
risposte che aspettiamo, anche perché le forze dell’ordine sono le uniche depositarie della sicurezza
pubblica e, con la loro professionalità, sono le sole che possono, in qualche modo, alleviare le nostre
paure e preoccupazioni.
Vediamo di analizzare bene le questioni , entrando nello spe-
cifico. Intanto vediamo chi è il ladro. Il ladro, nella quasi
totalità dei casi, è una persona che non ha dei super poteri,
che non ha un’ intelligenza superiore alla media o altre doti
fuori dal normale. Egli è un soggetto aduso ai reati predato-
ri ed un attento osservatore delle nostre abitudini, pronto a
carpire le nostre debolezze e le nostre distrazioni. Facciamo
un esempio banale. Ci sono tre villette, una accanto all’al-
tra; la prima è dotata di un sistema d’allarme, la seconda
ha una porta blindata ed inferriate alle finestre, la terza ha
la porta normale ed è sempre aperta. Quale sceglierà il la-
dro? Ovviamente sceglierà di entrare nella terza villetta. A
voi sembrerà banale, ma studi fatti da esperti criminologi
hanno evidenziato questo tipo di comportamento. Infatti il
ladro predilige di solito le situazioni più facili ed adotta
sempre alcune regole basilari: non farsi male, non farsi ve-
dere, agire in fretta, assicurandosi una via di fuga nel più
breve tempo possibile.
A T T E N Z I O N E
ZONA CONTROLLATA
I RESIDENTI VIGILANO E
SEGNALANO ALLE FORZE
DELL’ORDINE TUTTE LE ATTIVITA’
SOSPETTE
Questo cartello è stato adottato a San Bernardino,richiedilo e gratis
Giornalino parrocchiale comunità
11
Come possiamo vedere, questi comportamenti sono ovvi e, direi, quasi disarmanti. Qualche vittima
di furto in abitazione, specialmente nelle ore notturne, ha riferito di essere stato narcotizzato dai ladri
con del gas , cadendo in un sonno anomalo. I malviventi poi, con tranquillità, hanno fatto razzia dei
valori che si trovavano in casa. Le forze di polizia per rispondere a queste segnalazioni, hanno inter-
pellato degli specialisti anestesisti ed hanno chiesto loro se era possibile narcotizzare, durante il
sonno, alcune vittime di furti. Ebbene gli specialisti anestesisti hanno risposto che la cosa è possi-
bile, ma ad alcune condizioni, cioè con l’uso di tamponi di etere
da applicare sulla bocca e nel naso; in questo caso però si provo-
cherebbe la reazione del dormiente. L’altra soluzione sarebbe
quella di immettere, in una stanza, una quantità di gas sopo-
rifero sufficiente ad anestetizzare i malcapitati che dormono; il
ladro, in questo caso, dovrebbe avere con sé almeno un bombolone
da venticinque kg. di gas. Ora provate ad immaginare un ladro,
che va di fretta, che non deve farsi scoprire, e magari deve sali-
re dalla grondaia al primo piano, reggere sulle spalle un bombolo-
ne da 25 kg. Questa soluzione risulta alquanto improbabile an-
che perché, in tanti anni, la Polizia non ha mai trovato, sulla sce-
na del crimine, resti di bombole di gas soporifero vuote, o non è
mai capitato che abbiano arrestato ladri, equipaggiati con una
bombola di gas. Come vedete molte sono le leggende metropolita-
ne. La verità è che, quando dormiamo, attraversiamo diverse
fasi di sonno; generalmente il ladro colpisce quando siamo nella
fase di sonno profondo (detta Rem), tra le 3 e le 4 di notte, e que-
sto il ladro lo sa. Infatti quando ci svegliano improvvisamente, intorno a quell’ora, siamo intontiti
ed occorre un po’ di tempo per ridestarsi.
Una volta il ladro aveva con sé gli arnesi del “mestiere”: grimaldello, chiavi false, piede di porco
ecc. Oggi il ladro trova, sul luogo del delitto, quasi tutto quello che gli occorre , come se fosse al su-
permercato. Egli attinge, direttamente dal nostro garage (o capanno degli attrezzi), lasciato di solito
aperto e privo di robusti lucchetti, tutto quello che gli serve: scale, trapani, martelli, mazze, picconi
ecc. e, come ciliegina sulla torta, trova anche una bella presa elettrica, all’esterno della casa, ma-
gari vicino alla porta d’ingresso o alla finestra. Risulta così facilitato l’utilizzo della smerigliatrice
elettrica, prelevata dal garage, per poter poi tagliare le nostre inferriate o le nostre piccole cassefor-
ti. Avendo conoscenza di queste pratiche, spetta anche a noi il compito di non facilitargli le cose;
cerchiamo allora di adottare, in ogni caso, delle misure minime di sicurezza, magari installando un
antifurto, chiudendo bene porte e finestre, quando usciamo da casa anche per pochi minuti, assicu-
randoci inoltre che le chiavi non siano lasciate
inserite nella porta o riposte sotto tappeti, vasi,
ecc., anche perché il ladro, di solito, osserva at-
tentamente le sue vittime e le loro abitudini. Se
usciamo, e siamo in buoni rapporti con il vicino
di casa, avvertiamolo della nostra temporanea
assenza; in questo modo saremo quasi sicuri
che il vicino, dando un’occhiata in strada, terrà
d’occhio anche la nostra casa. Cerchiamo poi di
essere più riservati nelle nostre consuetudini,
evitando, ad esempio, di scrivere sul nostro profilo di Facebook (comunicando così la notizia al
mondo intero!) che stiamo andando in vacanza per 15 giorni, perché in questo modo anche i
ladri lo sapranno.
Giornalino parrocchiale
12
Quando parliamo di “Controllo di Vicinato”, pensiamo di adottare un buon metodo; in che
cosa consiste? Vediamo intanto come funziona. Senza farci carico di impegni gravosi, per eser-
citare un buon controllo della nostra via o del nostro quartiere, dobbiamo innanzitutto aprire be-
ne gli occhi. In strada, andando a butta-
re il pattume nel cassonetto, guardiamoci
intorno, osserviamo se ci sono estranei, o
comunque persone non conosciute o fore-
stieri; se ne individuiamo qualcuno, con
calma e con gentilezza, avviciniamolo e
proviamo a chiedere: - "Sta cercando
qualcuno?"- - “Noi in questa strada ci
conosciamo tutti, la posso aiutare?” -
Queste semplici parole sono spesso
sufficienti a far desistere il malinten-
zionato, inducendolo ad allontanarsi. Oppure, se notiamo un’auto che non abbiamo mai vi-
sto nel quartiere o nelle case dei nostri vicini, - e questo ci crea preoccupazione o sospetto -
con discrezione annotiamo il numero di targa, il modello dell’auto, il suo colore, e se vi sono per-
sone a bordo. Queste informazioni possono essere di grande aiuto e potremo comunicarle alle
forze di Polizia. La segnalazione qualificata del cittadino deve contenere elementi utili per
le forze di Polizia, anche perché segnalazioni generiche, come ad esempio: - “Pronto Polizia?
Venite, presto, c’è una macchina
sospetta” - rischiano di naufragare
quando l’operatore, dall’altra parte
del filo, vi chiede: -”Mi sa dire che
tipo di auto è? Ha preso il numero
di targa? E di che colore è l’auto?
C’erano persone a bordo?” - E se
voi non siete in grado di fornire que-
sti semplici elementi anche per le
forze di Polizia tutto diventa più com-
plicato, con il risultato di perdere
solo tempo.
Voglio ricordarvi che il “Controllo di Vicinato”,
in molti Comuni dove i cittadini si sono organiz-
zati, seguendo le semplici regole di cui abbiamo
parlato, sta dando straordinari risultati ed i fur-
ti sono considerevolmente diminuiti. Agendo in
questo modo si lancia un messaggio significativo
ai ladri: “Attenzione!! Il nostro quartiere e le
nostre strade sono controllate e le persone
sospette saranno segnalate alle forze di Poli-
zia!!! “ Ricordate inoltre che il “Controllo di Vici-
nato” non significa il controllo del vicino di
casa, perché quella è un’altra cosa.
San Bernardino Sicura
-Aderire a realtà di carattere nazionali quali
l’associazione Controllo del Vicinato, al fine di
poter usufruire di esperti del settore.
-Promuovere con appositi incontri per la forma-
zione dei cittadini sul tema della sicurezza resi-
denziale. Rendere evidente le presenza del
Controllo di Vicinato attraverso l’istallazione di
appositi cartelli.
-Alimentare il dibattito nella frazione su ulte-
riori soluzioni sulla sicurezza ad esempio la vi-
deosorveglianza ecc.
Giornalino parrocchiale comunità
13
In molti Comuni d’Italia il “Controllo di Vicinato” è diventato
una realtà, tanto che le amministrazioni locali hanno fatto collo-
care dei segnali appositi, accanto al cartello segnaletico del
comune o della frazione, lanciando in tal modo un chiaro segna-
le d’avvertimento per i ladri.
Da oggi provate ad osservare, con occhio attento e vigile, la vo-
stra strada di casa o l’area del vostro quartiere o la piccola bor-
gata dove abitate e, se scatta l’allarme del vostro vicino, non im-
precate, lanciando maledizioni a destra e manca, per il disturbo
arrecato; anche perché, è probabile, che in quella casa vi
siano i ladri in azione. Cercate, semplicemente, di osservare cosa sta succedendo e, se notate qual-
cosa di anomalo, avvertite la Polizia o i Carabinieri, provando ad annotare quanti più elementi pos-
sibili : numero delle persone sospette, come sono vestite, con quale auto sono arrivate, se
indossano cappelli, occhiali, zaini, ecc. Questi elementi possono essere molto utili per
le indagini; quindi potete procedere per una segnalazione qualificata. Non prendete mai
l’iniziativa di intervenire personalmente, non cercate di inseguire i ladri o di bloccarli,
potreste provocare delle reazioni violente; limitatevi soltanto ad osservare ed annota-
re, il più possibile, tutti i particolari. Anche questo è un modo utile per intervenire.
Se volete far parte di questa rete del “Controllo di Vicinato”, parlatene con il vostro vicino di
casa; è sempre utile scambiarsi le informazioni sulle persone sospette, o sulle auto sospette che si
aggirano nella vostra strada o nel vostro quartiere. A San Bernardino, grazie all’iniziativa di alcuni
concittadini, sta nascendo un comitato di ”Controllo di Vicinato”. Su queste pagine del
“Giornalino” saranno fornite tutte le informazioni al riguardo e, se volete fare parte di questa utile
iniziativa, seguite le indicazioni che vi saranno date. Da oggi i ladri sono avvertiti; l’unione fa
la forza, e noi tutti siamo a fianco delle forze dell’ordine, nel dar loro una mano.
Periodicamente vi informeremo su questa iniziativa e pubblicheremo consigli e comportamenti da
osservare per difendersi da ladri e truffatori.
Meditate gente, meditate.
(Continua)
E’ bene chiarire che San Bernardino sicura
-Non è un’iniziativa di parte, ma si rivolge a tutti i sanbernardinesi che hanno a cuore la sicu-
rezza della propria comunità. Proprio per questo ci stiamo attivando per ottenere il patrocinio
delle amministrazioni locali.
-Non vuole sostituirsi alle forze dell’ordine ma agevolarne il lavoro.
-Non vuole far proprie iniziative potenzialmente pericolose quali ronde o simili.
-L’adesione all’iniziativa non comporterà l’esborso di quote associative eccedenti i costi dei ma-
teriali ( ad es. acquisto di cartelli).
-Le iniziative di Controllo di Vicinato funzionano se la partecipazione dei residenti è diffusa.
Contatti: Facebook: San Bernardino sicura
tel: 3381404997 Davide -3385322335 Irshen– 3703228309 Gioacchino
Giornalino parrocchiale comunità
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La scuola diventa Rapper
Grazie all’iniziativa di una maestra i nostri alunni diventano Rapper e partecipano ad un concorso na-
zionale con una canzone scritta dai nostri piccoli autori in erba
di Gioacchino Chiavetta
Era un pezzo che non incontravo i docenti della scuola primaria di San
Bernardino, pardon Scuola “Senza Zaino” G. Marconi. Appena varcato
l’ingresso mi accoglie una bidella, una nuova; infatti non mi conosce, mi
presento e chiedo della fiduciaria, la maestra Bini Cristina con la quale ho
un appuntamento. Il salone della mensa non passa inosservato; noto che
alle pareti sono stati applicati dei pannelli fonoassorbenti ricavati dai vas-
soi in cartone porta uova. Sono stati colorati di un verde pastello e posi-
zionati sui muri dai genitori, per render la stanza acusticamente confortevole. Salgo al primo piano e,
mentre percorro le scale, odo della musica, dal ritmo inconfondibile e sicuramente Rap, che si fonde con
le parole cantate dagli alunni della 4° classe. Entro nell’aula; quasi tutti cantano e si muovono a ritmo di
musica. La maestra Bini mi accoglie con cordialità e con aria soddisfatta mi dice: “Senti che ritmo! Sai,
parole e musica sono inediti, anzi le parole sono state scritte dai bambini con l’aiuto di tutti i docenti,
coordinati da una brava maestra, Paola Morandi.” La nuova docente, una “new entry” del gruppo inse-
gnante della scuola di San Bernardino, è un’esperta in comunicazione, tiene dei corsi specifici per docen-
ti sul tema della “Legalità”. Nella nostra scuola si trova molto bene ed ha trovato l’humus giusto (scuola
“Senza Zaino”) per mettere in pratica, e a disposizione degli alunni, argo-
menti ritenuti “forti” e quanto mai attuali: Mafia e Legalità, in genere .
Per fare ciò ha avuto la brillante idea di far partecipare la scuola ad un
concorso, a livello nazionale, promosso dalla Fondazione Giovanni Fal-
cone e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
(*) (Miur). Sono senza parole. Incontro la maestra Paola che m’illustra il
progetto. Prima di tutto gli alunni hanno partecipato ad un innovativo
laboratorio dal titolo: “Costituzione e Legalità”, trattando argomenti concer-
nenti la cittadinanza, la mafia ,la criminalità, il degrado, la lega-
lità e figure di uomini come i giudici Falcone, Borsellino, Ca-
ponnetto e come Don Puglisi , che era un sacerdote. Argomen-
ti inconsueti, certo; ma durante le lezioni si sono sviluppati dibat-
titi e considerazioni, visionato filmati, conosciuto i luoghi del degra-
do dei quartieri delle cittadine del sud, dove hanno operato perso-
naggi resi famosi per i tragici fatti di mafia. Gli alunni hanno im-
parato a conoscere i protagonisti buoni ed i loro nomi, come Gio-
vanni Falcone e Paolo Borsellino che, con il loro lavoro di Magistra-
ti, operavano per dare speranza a quei luoghi. Hanno scoperto
l’importanza della legalità, che è stata difesa a tutti costi dalle per-
sone che ci hanno creduto, pagando spesso con la propria vita, co-
me Don Puglisi, parroco in prima linea contro la mafia, impegnato
con i giovani in un quartiere difficile di Palermo (Brancaccio) dove
la parrocchia rappresentava l’unica oasi di salvezza. Da questa
esperienza i bambini hanno appreso molte cose ed imparato parole
nuove. Parole, queste, che sono state poi elaborate per la composi-
zione del testo della canzone (ancora top secret), scelta per
Scuola
Giovanni Falconi e Paolo Borsellino
Giornalino parrocchiale
15
Giornalino parrocchiale
Anche quest’anno la scuola ripropone la bellissima iniziativa che tanto successo a registrato l’anno
scorso, la prova del cuoco, dove, genitori, nonne, zie, amici e parenti degli alunni, si cimenteranno
nella gara culinaria, con tanto di giuria e premi in palio. Occhio alla locandina con tutte le informa-
zioni.
La scuola S Z di San
Bernardino cerca dei
piccoli animali da adot-
tare: pesci, uccellini,
conigli nani, porcellini
d’india, scoiattoli, con le
relative gabbie o conte-
nitori, per completare il
laboratorio di scienze, a
disposizione degli alun-
ni. per informazioni
chiamare la scuola.
tel.054577576
partecipare al concorso. Quando insegnava a Rovigo la maestra
Paola aveva partecipato con la sua scuola ad un analogo concorso,
vincendo il primo posto nella categoria scuole primarie.
Quest’anno, facendo frutto nell’esperienza passata, ha pensato di
far partecipare la nostra scuola, coinvolgendo in primis gli alunni, i
quali, manco a dirlo, ne sono stati subito entusiasti. Per prima cosa
ha elaborato i testi con gli alunni stessi, ispirandosi agli argomenti
affrontati durante il laboratorio sulla legalità, poi con l’aiuto di un
giovane Rapper, Danilo Tarantino di Bagheria (piccolo comune in
provincia di Palermo), ci si è cimentati nella composizione della
musica e adesso, insegnante ed alunni, aspettano di incidere un CD
per poter partecipare al concorso. Se tutto va secondo le loro aspet-
tative, una volta superate le selezioni regionali, potranno prende-
re parte alle premiazioni, direttamente nella città di Palermo, in
occasione della commemorazione del 23 Maggio 2016, XXIV anni-
versario delle Stragi di Capaci e Via D’Amelio.
Grazie all’esperienza, sviluppata a scuola con il laboratorio sulla legalità, i bambini hanno conosciu-
to la storia dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, morti per difendere la Costituzione e
la Legalità. Questi magistrati, nell’immaginario degli alunni, adesso sono considerati degli eroi. A
riprova di ciò nella classe è stata posta una scatola, con un cartello “Posta per Giovanni e Pao-
lo” (Falcone e Borsellino , ndr), e gli alunni vi ripongono dei biglietti, riportanti pensieri affettuosi
e considerazioni di merito. Sono convinto che, affrontando a scuola argomenti come: Legalità, Cit-
tadinanza, Onestà e Rispetto delle regole, si possano gettare le basi per una società migliore, for-
mando ora, i cittadini di domani.
Scuola
16
#E’ la volta buona # Quando i numeri parlano chiaro, piaccia o non piaccia, bisogna prenderne atto ed andare avanti decisi, maga-ri scompaginando i conti che qualcuno aveva fatto, “gufando” sull’incerto futuro della nostra piccola scuola. di Gioacchino Chiavetta
Grazie alla tenacia di una veterana maestra, Bini Cristi-
na, che fin dall’inizio ha creduto sulle potenzialità della
scuola primaria di San Bernardino , è stato possibile, insie-
me alla già Dirigente scolastica Teresa Pintori. intrapren-
dere con determinazione il percorso della scuola “Senza
Zaino”. La dirigente Pintori ha avuto l’intuizione intelli-
gente di far entrare la nostra scuola nel circuito delle
scuole “Senza Zaino”, facendo così rientrare la temuta
ipotesi di una chiusura della struttura.
Per fare tutto ciò era necessario avere degli alleati, persone
che credessero nel progetto, ed una di queste è stata la
maestra Bini Cristina. In tutti questi anni ella ha lavorato
sodo, alternando momenti difficili ad altri di piena soddi-
sfazione . E' sempre andata avanti, senza cedere mai,
smussando le inevitabili divergenze con gli altri docenti
che, per motivi diversi (o forse perché non pienamente
convinti del progetto “Senza Zaino”, ritenuto troppo onero-
so) hanno lasciato la scuola, chiedendo il trasferimento.
Ogni volta si è dovuto cominciare da capo, coinvolgendo le
nuove maestre con un supplemento d’impegno professiona-
le. Tutto ciò non sempre trova disponibilità; pertanto si è
sempre alla ricerca delle persone giuste. Comunque, da
qualche tempo, sembra sia stata trovata la dovuta sintonia tra le nuove insegnanti, tanto che da
quest’anno alcune di loro sono entrate a pieno titolo nella filosofia della scuola “Senza Zaino”, accet-
tando di frequentare idonei corsi di formazione supplementare. E’ un lungo lavoro che la maestra
Bini porta avanti con la dovuta attenzione e preparazione, sacrificando anche il proprio tempo libero
e mettendolo a disposizione della scuola.
Certe notizie, alla lunga, escono allo scoperto; infatti le voci, nel territorio della Bassa Romagna, si
rincorrono, le famiglie guardano con sempre più interesse ad un'altra scuola possibile per i propri
figli. Ebbene la scuola “Senza Zaino” potrebbe rappresentare una soluzione in questo senso e nume-
rosi contatti, da parte di famiglie interessate, sono pervenuti da diverse località: Massa Lombarda,
Lugo, Bagnacavallo, Conselice, Fusignano ecc. Queste famiglie, attratte da una scuola con grandi
motivazioni, si informano sui programmi, sull'organizzazione del tempo-scuola e sul percorso di for-
mazione. L’interesse per la nostra scuola è evidenziato dai numeri che, per il nostro standard, sono
di tutto rispetto. L’anno prossimo avremo una 1°classe formata da ventidue alunni e questo, per noi,
è un grande risultato. Grazie, maestra Cristina Bini; in questi anni hai saputo interpretare il senti-
mento delle persone che hanno sempre creduto e lavorato per la scuola di San Bernardino e noi non
ti faremo mancare il nostro sostegno e non ti lasceremo mai sola, nel lungo cammino del tuo lavoro.
Montecatini Terme 2009, Pinocchio in
Bici, la Maestra Bini Cristina ritira
il premio, per la scuola di San Ber-
nardino come 3° classificata, del con-
corso di disegno.
Giornalino parrocchiale Scuola
17
Giornalino parrocchiale Scuola
A carnevale ogni
scherzo vale, e così
è stato. I bambini
della nostra parroc-
chia hanno trascorso
un bel pomeriggio
nel teatrino, metten-
do in mostra tante
belle maschere. Tra
musica, scherzi e
coriandoli ci siamo
divertiti tanto dan-
doci appuntamento
al prossimo anno.
L’anno scolastico prosegue
con le uscite didattiche del-
la 1° 2° 3° che andranno
in visita presso l’asineria
di Faenza.
La 4° classe di recherà presso il
museo Egizio di Bologna.
Invece la 5° si recherà
presso il:
Planetario di Raven-
na
Gita scolastica
presso la fattoria
didattica
Ca’ di Gianni a
San Piero in
Bagno
Simpatica iniziativa per gli amanti
dei Cani.
I nostri amici a quattro zampe sfile-
ranno nel campetto da calcio
domenica 3 aprile.
18
Giornalino parrocchiale
In questa pagina vengono pubblicati i bellissimi disegni realizzati dai bambini di San Ber-
nardino che hanno partecipato al concorso presepi 2015, oltre ai disegni anche alcune foto
di presepi casalinghi ,realizzati dai partecipanti al concorso. La redazione ha deciso di pre-
miare tutti i partecipanti, per l’impegno dei bambini e dei loro genitori.
Carlos Azuaje Rivero
Francesco Dall’ Osso Beatrice Chessa
20
Casa del Parroco tel.0545-77007 Cell.3683823423
Mail parrocchia: [email protected]
Il giornalino è disponibile anche on line
Portale on line: www.aps-ilponte.eu
Giornalino Parrocchiale di
San Bernardino
Direttore editoriale
Don Maurizio Ardini
Redattore e
Grafica
Chiavetta Gioacchino
Redazione
Consiglio pastorale
Contributos
Don Maurizio Ardini,Sergio Chiodini,
Davide Aleotti,Gioacchino Chiavetta
Questo periodico si
autofinanzia
Giornalino parrocchiale COMUNITA’
Ditelo a don Camillo
Caro don Camillo,
sono passata per “matusa” con mia nipote, la quale mi
ha detto di modernizzarmi. Due donne che fanno fami-
glia deve essere normale, due uomini poi che adottano
un bambino è logico! E visto che i suoi genitori non dico-
no niente, ho pensato che, da domenica prossima, visto
che tutti vengono dalla nonna, possono andare al ristorante, magari quello nuovo gestito
da “Gigetto e Carletto” Tu cosa ne pensi? Una nonna “antica”
Cara nonna, non demordere… per piacere!
Tu non sei “matusa”.. sei semplicemente una nonna saggia che
crede nella famiglia vera, non nel surrogato proposto da una
società che sta tentando di far passare per normale, quello che
normale non è. Anzi ostacola la fa-
miglia tradizionale in modo vergo-
gnoso! Ti dò un consiglio...se conti-
nua, tua nipote, i tuoi adorati tortellini cuocili nel brodo ge-
nuino di cactus. E quando si pungerà in gola dille: è normale,
le nonne moderne stanno diventando vegane!
Ciao Don Camillo