Il Sole 5 ore

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Si ringrazia: Il Dirigente scolastico per aver creduto nel nostro progetto. Il sig. Giuseppe Colì per aver collaborato a impaginazione e stampa . La prof. Caterina Albano per la gentile collaborazione. Quanti hanno reso possibile la buona riuscita del nostro lavoro. La redazione Cacciatore Marco, Congedo Beatrice, Corineo Angela Chiara, Giannini Alberto, Giannotta Sa- ra, Gorgoni Ilaria, Greco Elisabetta, Mele Ludovico, Melissano Alessandro, Melissano Damiano, Mitrovic Sara, Negro Filippo, Negro Rocco, Panico Francesca, Pellegrino Marika, Polimeno Si- mone, Puzzello Elisabetta, Russo Lucia, Russo Sara, Scarlino Alessia, Sergi Giorgio, Spongano Rita, Stefanizzi Lorenzo, Tutisco Erika,Vantaggiato Diego,Vecchio Elisa. Prof. ssa Monica Paglialonga, prof.ssa Assunta Sgobba. Il sole 5 ore Istituto comprensivo “ Don Bosco” Cutrofiano Classe II B A.s.2010-2011 Numero unico Che bella esperienza! La novità proposta per quest’anno scolastico, nelle ore di rientro pomeridiano del martedì, è stato il Laboratorio di giornalismo, progetto curato dalle docenti di lettere prof.sse Monica Paglialonga e Assunta Sgobba. La classe è stata divisa in gruppi ognuno dei quali ha curato una determinata rubrica a tema: Osservatorio scuola, Binocolo sul territorio, Cultura e tradizioni, Lo sapevate che…?, Sport, Pensieri in corso!, Scrit- tori in erba. Il lavoro si è articolato in tre fasi: ricerca di documenti, sele- zione delle informazioni utili, stesura e correzione degli arti- coli. Da questa esperienza ab- biamo imparato tanto: lo spirito di gruppo, la socializzazione del- le esperienze, l’utilizzo e l’elaborazione di diverse tipolo- gie testuali. Insomma abbiamo letto tanto, compreso testi diffi- cili e SCRITTO molto, ma di- vertendoci ! La redazione La redazione al lavoro RUBRICHE: OSSERVATORIO SCUOLA- 2 BINOCOLO SUL TERRITORIO– 5 LO SAPEVATE CHE...?- 8 CULTURA E TRADIZIONI– 11 SPORT– 15 PENSIERI IN CORSO!- 19 SCRITTORI IN ERBA– 22 www.comprensivocutrofiano.it

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La redazione Cacciatore Marco, Congedo Beatrice, Corineo Angela Chiara, Giannini Alberto, Giannotta Sara, Gorgoni Ilaria, Greco Elisabetta, Mele Ludovico, Melissano Alessandro, Melissano Damiano, Mitrovic Sara, Negro Filippo, Negro Rocco, Panico Francesca, Pellegrino Marika, Polimeno Simone, Puzzello Elisabetta, Russo Lucia, Russo Sara, Scarlino Alessia, Sergi Giorgio, Spongano Rita, Stefanizzi Lorenzo, Tutisco Erika, Vantaggiato Diego, Vecchio Elisa.Prof. ssa Monica Paglialonga, prof.ssa Assunta Sgobba.www.comprensivocutrofiano.it

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Si ringrazia: Il Dirigente scolastico per aver creduto nel nostro progetto. Il sig. Giuseppe Colì per aver collaborato a impaginazione e stampa . La prof. Caterina Albano per la gentile collaborazione. Quanti hanno reso possibile la buona riuscita del nostro lavoro.

La redazione Cacciatore Marco, Congedo Beatrice, Corineo Angela Chiara, Giannini Alberto, Giannotta Sa-ra, Gorgoni Ilaria, Greco Elisabetta, Mele Ludovico, Melissano Alessandro, Melissano Damiano, Mitrovic Sara, Negro Filippo, Negro Rocco, Panico Francesca, Pellegrino Marika, Polimeno Si-mone, Puzzello Elisabetta, Russo Lucia, Russo Sara, Scarlino Alessia, Sergi Giorgio, Spongano Rita, Stefanizzi Lorenzo, Tutisco Erika, Vantaggiato Diego, Vecchio Elisa. Prof. ssa Monica Paglialonga, prof.ssa Assunta Sgobba.

Il sole 5 ore Istituto

comprensivo “ Don Bosco”

Cutrofiano Classe I I B

A.s.2010-2011

Numero unico

Che bella esperienza! La novità proposta per quest’anno scolastico, nelle ore di rientro pomeridiano del martedì, è stato il Laboratorio di giornalismo, progetto curato dalle docenti di lettere prof.sse Monica Paglialonga e Assunta Sgobba. La classe è stata divisa in gruppi ognuno dei quali ha curato una determinata rubrica a tema: Osservatorio scuola, Binocolo sul territorio, Cultura e tradizioni, Lo sapevate che…?, Sport, Pensieri in corso!, Scrit-tori in erba. Il lavoro si è articolato in tre fasi: ricerca di documenti, sele-zione delle informazioni utili, stesura e correzione degli arti-coli. Da questa esperienza ab-biamo imparato tanto: lo spirito di gruppo, la socializzazione del-le esperienze, l’utilizzo e l’elaborazione di diverse tipolo-gie testuali. Insomma abbiamo letto tanto, compreso testi diffi-cili e SCRITTO molto, ma di-vertendoci !

La redazione

La redazione al lavoro

RUBRICHE:

OSSERVATORIO SCUOLA- 2

BINOCOLO SUL TERRITORIO– 5

LO SAPEVATE CHE...?- 8

CULTURA E TRADIZIONI– 11

SPORT– 15

PENSIERI IN CORSO!- 19

SCRITTORI IN ERBA– 22

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Osservatorio scuola

La nostra scuola

La nostra scuola è l’Istituto Comprensivo “Don Bosco” , dal celebre santo che si è distinto per l’ interesse verso i giovani. Essa comprende più plessi : la Scuola Primaria e Secondaria di Sogliano e quella di Cutrofiano . Il Dirigente Scolastico è il prof. Saverio Cesari e il suo vicario è il prof. Giovanni Casarano. La Secondaria di Cutrofiano comprende 12 classi,251 alunni e 33 professori. L’ edificio è composto da vari ambienti adibiti ciascuno ad un’attività: la presidenza, sede del Diri-gente, la segreteria dove si sbrigano le varie pratiche scolastiche, una sala professori dove si ten-gono i Consigli di classe e varie altre riunioni fra docenti, una palestra dove si praticano allegra-mente le attività sportive durante le ore di educazione motoria, la biblioteca contenente molti libri interessanti. Al piano superiore ci sono: il laboratorio d’informatica per lavorare con il com-puter, il laboratorio di scienze che viene utilizzato per svolgere numerosi esperimenti. L’offerta formativa dell’Istituto prevede un corso ad indirizzo musicale di 33 ore, uno a tempo prolungato di 36 ore e il tempo normale di 30 ore; si tengono anche lezioni di neogreco che, come abbiamo imparato, è differente dal griko. Quest’ultimo infatti è ancora parlato nei comuni della Grecìa Sa-lentina ovvero Calimera, Carpignano Salentino, Corigliano d’Otranto, Cutrofiano, Castrignano dei greci, Martano, Martignano, Melpignano, Sternatia, Soleto e Zollino . Il neogreco invece è l’evoluzione della lingua greca antica ed è attualmente parlato in Grecia. Importante è il progetto Comenius in cui quattro scuole europee collaborano reciprocamente scambiandosi conoscenze sulle tradizioni e sulla storia del proprio paese. La scuola Secondaria di I grado di Sogliano porta il nome di un illustre matematico del luogo, “Giuseppe Palamà”. Essa conta 16 professori, 94 alunni e 6 classi. L’edificio è dislocato su due piani, che accolgono due laboratori di cui uno di scienze e uno d’informatica e una sala professori. La scuola Primaria comprende invece 15 professori, 164 alunni e 9 classi. Anche le scuole di Sogliano dispongono di una biblioteca e una palestra che viene utilizzata da entrambe.

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Merenda della solidarietà

Nella nostra scuola, in occasione delle fe-stività natalizie, abbiamo pensato di fare qualcosa per aiutare le famiglie più biso-gnose del paese, abbiamo coinvolto i no-stri genitori e i docenti in un’iniziativa che ha avuto come finalità una raccolta di fon-di. Con la guida dei nostri insegnanti abbia-mo organizzato la vendita di merende dol-ci e salate preparate dai nostri genitori e consumate durante l’intervallo. A turno, abbiamo allestito una grande tavolata di leccornie con l’aiuto delle collaboratrici scolastiche. Il ricavato è stato offerto ai parroci delle due chiese di Cutrofiano che hanno portato i fondi alle famiglie più bisognose del paese.

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Capii che era giunta la mia ora. Per alcuni mesi non accadde niente ,fino a quando un giorno… Era la sera del mio compleanno, non avevo voglia di festeggiare, mi sentivo stranamente debole e malinconi-co. Decisi di rimanere in casa nonostante gli inviti ad uscire dei miei amici, mi stavo incamminando verso la camera da letto quando inciampai in qualcosa, sembrava un filo ma non capivo a cosa si collegasse, non l’avevo mai visto prima. Dopo qualche istante sentii un tonfo improvviso, feci appena in tempo ad alzare lo sguardo e vidi un secchio rovesciato dal quale mi colò addosso una sostanza viscida. Dall’odore inconfondibi-le capii che era dell’acido. In quell’istante il mio cuore iniziò a battere fortissimo, d’istinto guardai lo specchio che era davanti a me e che rifletteva la mia immagine. Ero orribilmente bruciato da quella sostanza, la pelle del viso, ormai sfigurato, e del resto del corpo cadeva a brandelli. Non avevo scampo, sarei morto poco do-po tra atroci sofferenze.

Scrittori in erba

Una gita al castello

Era una giornata soleggiata di aprile, finalmente era arrivata la tanto attesa visita d’istruzione al castello della Principessa. Io e i mie compagni giungemmo ordinata-mente vicino al grande portone di legno, la professoressa bussò e il custode ci ac-colse con un grande sorriso. Visitammo tutte le sale rimanendo estasiati dalla loro bellezza, immaginando come si svolgesse la vita quotidiana a quei tempi. In una di queste sale c’era un grande e bellissimo quadro raffigurante una festa da ballo, quello di primavera. Improvvisamente vidi intorno a me donne e uomini, tutti molto indaffarati che andavano a destra e a sinistra, avanti e indietro senza sosta: chi lucidava l’argenteria e chi lucidava il pavimento. Giunta la sera, incominciarono ad arrivare i nobili invitanti con abiti sfarzosi e colorati. Le signore indossava-no lunghi vestiti ornati con pizzi e merletti e anche i signori erano molto eleganti. Ogni volta che una coppia entrava nel palazzo, un maggiordomo annunciava i loro nomi e il loro titolo nobiliare, una dolce musica di violini accompagnava i discorsi dei presenti che erano nella sala addobbata a festa. C’erano tavole imbandite, fiori dai mille colori. Ad un tratto la musica s’interruppe, perché il maggiordomo doveva annunciare l’arrivo della Principessa: lei scese dalle scale, tutti gli invitati la guardarono con stupore ammirando la sua bellezza, ma improvvisamente un fumo nero la avvolse e lei sparì: era stata rapita da un mago cattivo che voleva farla sua schiava. Il mago aspirava a governare in quel regno con il malvagio intento di renderlo triste senza più balli e risate. Egli stava preparando una formula magica per diffonderla nell’aria. Un valoroso Duca, avendo scoperto i suoi piani malvagi, decise di intervenire. Sapendo che il mago aveva paura dei gatti neri, prese i gatti di tutto il paese e andò nell’antro del mago in sua assenza;decise di giocargli uno scherzo mettendo tutti i gatti in un pentolone e si nascose. Quando il mago rientrò si rimise al lavoro per finire la sua pozione magica. Appena aprì il pentolone i gatti gli saltarono addosso. Ad un tratto una voce prevalse sulle altre: “Elisabetta”; qualcuno mi chiamava, io ebbi un sobbalzo e voltan-domi incrociai lo sguardo severo della prof. :“ Ti stiamo cercando da un’ ora... possibile che tu sia sempre distratta? Ci hai fatto preoccupare! Non rispondevi all’appello!”. “Mi scusi professoressa” risposi garbatamente ancora coinvolta dal suono dei violini e dai colori e profumi del mio sogno ad occhi aperti.

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Era una tempestosa giornata invernale, ma per me era fantastica. Quel giorno infatti ero stato promosso all’ FBI di New York. Salutati i miei genitori, presi il primo aereo disponibile e poco dopo partii per la meta tanto attesa. Il giorno dopo, stanco e as-sonnato per le lunghe ore di viaggio, decisi di andare a riposarmi nell’appartamento affittato su Internet prima della partenza. La mattina seguente mi avviai verso la peri-feria di New York dove l’ FBI aveva una sede sotto copertura. Entrai e alcuni dipen-denti mi chiesero se fossi il nuovo agente. Io annuì e dopo una serie di controlli ac-curati sui miei documenti e una perquisizione per verificare che non fossi armato mi accompagnarono verso la porta d’ entrata. Lì ricevetti il mio tesserino d’ agente e restai tutto il giorno a imparare le importantissime regole per non far saltare la propria copertura. Tornai al recidence quando era ormai sera e dovetti prima passare dal portiere a chiedere le chiavi del mio appartamento. Stranamente all’ingresso non trovai nessuno e rimasi lì per una mezz’oretta. Ad un certo punto percepii uno strano ru-more, come un gocciolio. Presto mi accorsi che qualcosa di liquido toccava i miei piedi e chinatomi notai una macchia rossa. Sgranai gli occhi alla vista di un fiume di sangue che proveniva dalla sala bar. Pensai che qualcuno si fosse gravemente ferito e, sebbene fossi terrorizzato, accorsi velocemente in aiuto. Per caso puntai lo sguardo verso lo scaffale degli alcolici…. Con la coda dell’occhio notai un corpo accasciato, mi ri-trovai in un mare di sangue. Capii che era il cameriere, dalla livrea che lo copriva. Rapidamente la sollevai e rimasi inorridito da quello che trovai. Al cadavere erano stati stappati gli occhi, il cuore e tutto il complesso intestinale. Li ritrovai esposti su uno scaffale a formare tre lettere: ”P”,”R”,”E”. Vomitai per lo schifo e poi trovai la forza di chiamare i miei colleghi per venire ad osservare il caso, ma una cosa colpì il mio interes-se…. Su quel corpo erano state incise altre tre lettere: “R”,”O”,”B”. Questo mi fece rabbrividire tanto che il cuore iniziò a battere fino a sentirlo in gola. Alla fine decisi di rincasare, ma il pensiero di quell’orrore mi ritornava continuamente in mente e sapevo che la notte che mi aspettava non sarebbe stata semplice. La mattina seguente, svegliatomi presto, decisi di fare un bagno caldo. Entrai nella stanza larga e luminosa e sta-vo per aprire l’acqua quando mi trovai dinanzi un orrore mai visto prima: una testa appesa ad un filo e mol-tissimi corpi inchiodati al muro tutti senza organi. Sul bordo della vasca, rinvenni degli occhi uniti fra loro a formare altre due parole ”PAR” e ”ERT”. Inorridito chiamai nuovamente i miei amici agenti. Per me però c’era qualcosa di strano che non quadrava. Dopo aver pensato per ore e ore trovai una possibile soluzione: qualcuno, forse un serial killer stava componendo un codice segreto per depistare l’FBI. Provai allora ad uni-re le varie composizioni di lettere tra loro e risultò il nome “ROBERT”. Pensai quindi che il criminale, con-trariamente a quello che avevo supposto precedentemente, stesse cercando di farsi trovare. Mi rimanevano ancora due composizioni che unite fra loro formavano “PREPA”. Capii allora che si doveva ancora comple-tare la parola e che quindi qualcun altro doveva essere assassinato .Una settimana dopo trovai due agenti FBI scuoiati e sulla loro pelle, usata come pergamena, c’ era scritto “RATI” e “CORMAN” e poi su un fo-glio un altro messaggio: “Analizza le parole”. La mia teoria fu allora confermata e unite le parole fra loro ri-sultò “PREPARATI ROBERT CORMAN”...

Scrittori in erba

Il codice della morte

Osservatorio scuola

Note di Natale

Martedì 21 Dicembre 2010, nella chie-sa di "San Giuseppe" a Cutrofiano si è svolto il concerto di Natale, a cui han-no partecipato gli alunni della scuola secondaria di primo grado "Don Bo-sco" e quelli delle classi quinte della primaria di Cutrofiano. Alle ore 17:30 è iniziato lo spettacolo. I primi a esi-birsi sono stati i professori del corso musicale: il professore Galati al violi-no, il professore Perrone al clarinetto, il professore Baldassare alla chitarra, il professore Iurlaro al pianoforte insie-me al professore di musica Pendinelli al sassofono con il brano "My Love" di Ennio Morricone. Subito dopo, si sono esibiti il coro e l'orchestra. Essa è sud-divisa in quattro sezioni: violinisti, cla-rinettisti, chitarristi e pianisti. Il primo brano eseguito sotto la direzione del prof. Galati è stato “L’albero di Nata-le”; il secondo " Tu scendi dalle stelle" diretto dal professore Baldassarre; il terzo è stato "Bianco Natale" ed è sta-to diretto dal professore Galati. I due pezzi successivi sono stati eseguiti e-sclusivamente dall'orchestra e sono stati "Adeste fideles" e "Astro del ciel" con la direzione del professore Perrone. I brani seguenti sono stati " We are the world" e "Jingle bells rock" diretti dal professore Iurlaro. L'ultimo pezzo è stato "Mamminieddhu zuccaratu" diretto dal professore Galati. La serata si è svolta in modo gradevole e si è raggiunto l'obiettivo che ci si era proposti: suscitare negli spettatori un'emozione di pace e serenità nell'attesa del Santo Natale.

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Osservatorio scuola

Quando a scuola si parla di AMICIZIA!

L’amicizia è un valore molto importante nella vita. Avere qualcuno con cui condividere momenti di felicità e tristezza è fondamentale. Per questo non si può immaginare una vita senza amici. Essi sono una parte fondamentale della nostra esistenza poiché l’amico è colui che ci sta accanto nei mo-menti di bisogno, che ci dà consigli, che ci consola e con cui possiamo confidarci. Lui ci accetta come siamo e non ci chiede di cambiare ed è la persona di cui ci possiamo fidare, perché sappiamo che non ci tradirà mai; è colui al quale possiamo chiedere un favore senza che ci chieda qualcosa in cambio. La cosa più importante in un rapporto di amicizia è il rispetto, la sincerità, la compren-sione e la complicità. L’amicizia è un legame profondo e può esistere tra più persone. Gli amici sono da ritenersi come l’acqua nel deserto, cioè indispensabili per poter vivere anche se profon-damente diversi tra loro per costituzione fisica, per religione, lingua o colore della pelle. L’amicizia vera non può essere diminuita dalla distanza o dal tempo, dalla prigione o dalla guerra, dalla sofferenza, dal silenzio, al contrario è in queste cose che essa mette più profonde radici. E’ da queste cose che essa fiorisce e nella solitudine, nella malattia, nella confusione la semplice co-noscenza dell’amicizia rende possibile resistere. Gli amici hanno bisogno uno dell’altro proprio come un fiore ha bisogno della pioggia per schiudersi e mostrare la sua bellezza. A proposito di questo argomento in classe abbiamo assistito alla visione del film : “ Basta guardare il cielo ”. Esso parla del rapporto di amicizia tra Kevin e Max, un ragazzo molto robusto e sgraziato, apparente-mente tonto, con gravi difficoltà di apprendimento e incapacità di rapportarsi con gli altri. In più, Max ha un grave blocco psicologico dovuto al trauma infantile scaturito dal fatto di aver visto il padre che uccideva la madre, mentre, Kevin non ha alcun ritardo mentale, anzi appare a tutti co-me un piccolo genio. Una grave sindrome gli impedisce però un normale sviluppo della struttura fisica, in particolare blocca la crescita dell’apparato scheletrico , la crescita degli organi interni e ne causa la malformazione che lo porterà alla morte. La sua “diversità” è tutta nel fisico, nella sua deformazione, nella difficoltà a camminare. Il messaggio del film è che l’amicizia rappresenta sempre un completamento della persona, qual-cosa che ci arricchisce e ci migliora, ci permette di arrivare dove non potremmo arrivare da soli.

Max e Kevin, con i loro svantaggi presi singolarmente, sono simbolica-mente perfetti, se uniti. La voce del narratore è quella di Max che ri-pete spesso una frase la quale riassume perfettamente la loro simbio-si: “ Io ero le sue gambe e lui era il mio cervello.” Titolo originale: The Mighty Nazione: USA Anno: 1998 Genere: Drammatico Durata: 100’ Regia: Peter Chelsom  Tipologia: Le diversità Eta' consigliata: Scuole medie inferiori; Scuole medie superiori

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La musica è l’espressione artistica più apprezzata dai giovani. I nostri coetanei per la maggior par-te ne ascoltano molta. Naturalmente ognuno a seconda dei gusti e delle proprie preferenze. Ab-biamo fatto un’indagine su un campione di cinquanta alunni per classificare i generi musicali più ascoltati. Il risultato è illustrato in questo grafico:

Come si evince la maggior parte degli intervistati preferisce ascoltare musica da discoteca, in tut-te le sue sfumature come house, tecno, progressive, e musica reggae. Questo genere è nato in Giamaica dal gruppo religioso rasta e il suo massimo esponente mondiale è stato Bob Marley. Oggi molti giovani, soprattutto nel Salento, sono appassionati di reggae grazie anche a un gruppo musicale, i Sud sound system che, cantando in dialetto salentino, l’ha reso tanto popolare che la nostra terra è definita: “la Giamaica italiana”. I generi musicali meno ascoltati sono: la musica leg-gera, rock e rap. Solo un ragazzo su cinquanta ascolta la musica classica.

I ragazzi e la musica

Pensieri in corso!

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Il termine moda deriva dal latino “modus”, che vuol dire “maniera”. Il concetto di moda, come oggi la si intende, nasce in un primo momento in Italia, ma ha il suo massimo splendore nella Francia di Re Sole. Oggi la moda, soprattutto quella giovanile, è basata sulle invenzioni creative che respingono le regole. Essa è un condizionamento, è l’intimazione di un gusto, di una scelta, di un modello, di un colore ad un pubblico vasto, che accetta le scelte conferite proprio perché “vanno di moda”. Ognuno di noi presta occhi alle vetrine, ai giornali, alla pubblicità e alle sfilate nei programmi televisivi. Non bisogna omettere che la moda è fonda-mentalmente un immane giro d’affari di cui l’Italia occupa uno dei primi posti in tutto il mondo. Ai giovani non piace farsi condizionare nei gusti dal mondo degli adulti e preferiscono dar vita ad una moda soltanto loro, nella quale possono esprimersi. Così la moda dei ragazzi, agli occhi di una persona anziana o legata alle tradizioni superate del passato, può sembrare un’ originalità senza significato; per i giovani, invece, ha un concreto signifi-cato, è come una dimostrazione d’ indipendenza, di originalità, una forma di ribellione al mondo degli adulti da cui non si accettano condizionamenti. Il problema è che il più potente e globale dei condizionamenti è proprio quello dettato dalla moda e soprattutto da quella giovanile che rende i ragazzi tutti uguali, alla stregua di pupazzi senza personalità, ma questa è una realtà che deve esse-re accettata come tale, perché non permette altre soluzioni!

Schiavi della moda?

Scandalo Wikileaks

Wikileaks (dall' inglese “leak”,“perdita”,“fuga di notizie”) è un' organizzazione internazionale senza scopo di lucro che riceve in modo anonimo, grazie a un contenitore protetto da un potente si-stema di cifratura, documenti coperti da segreto di stato, militare, industriale e bancario, e poi li carica sul proprio sito web. I cittadini di ogni parte del mondo possono e sono invitati a inviare materiale “che porti alla luce comportamenti non etici di governi e aziende” tenuti nascosti. Gran parte dello staff del sito ri-mane anonima. L' organizzazione dichiara l' autenticità del materiale prima di pubblicarlo. Wikileaks, per scelta non ha alcuna sede ufficiale, infatti vuole essere “una versione irrintracciabile di Wikipedia che consente la pubblicazione e l' analisi di massa di documentazioni riservate”. Lo scopo ultimo è quello della trasparenza da parte dei governi quale garanzia di giustizia di etica e di una più forte democrazia. Il fondatore è Julian Assange. La grande fortuna di Wikileaks è ini-ziata con il software Tor, attraverso il quale Wikileaks intercettò milioni di conversazioni all'insa-puta degli interessati. Assange ha affermato che il dipartimento della Difesa sarebbe disponibile a collaborare per “pulire” i nuovi documenti sull'Afghanistan dai dati sensibili. Si tratta dei 15 mila file che, secondo il Pentagono, potrebbero mettere a rischio la sicurezza delle truppe americane e della rete di collaboratori afghani. Anche il rapporto tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin sarebbe oggetto di un’ attenta osservazio-ne da parte dei diplomatici statunitensi. La loro relazione è stata giudicata di natura confidenziale, anche a causa dello scambio di “regali generosi” e foriera di redditizi contratti energetici tra Eni e Gazprom. La descrizione data da Berlusconi è che “ sembra essere il portavoce di Putin in Euro-pa” in quanto il Presidente del Consiglio italiano si farebbe portavoce degli interessi russi in seno all'Unione Europea.

Pensieri in corso! Binocolo sul territorio

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A favore di Cutrofiano: la Pro loco

La Pro loco è un' associazione territoriale di volontariato, volta alla promozione e alla tutela delle località su cui insiste sia per conservare e valorizzare le risorse ambientali e culturali sia per mi-gliorare le caratteristiche e le condizioni per lo sviluppo turistico e sociale. Infatti il termine "Pro loco" significa "a favore del luogo". Nella leggenda si narra che ebbe origine nell’antica Roma, quando un illuminato funzionario dell'Impero romano creò una specie di uffici di accoglienza per i visitatori della capitale che doveva apparire agli occhi del popolo colta e piena di riguardo per i propri beni, come ancora fa la Pro loco attuale per le località in cui opera. L' UNPLI (Unione Na-zionale Pro loco Italia) è associata con l' Unesco perché ne considera proprie le finalità. La Pro loco Cutrofiano bandisce annualmente concorsi letterari per i ragazzi, allo scopo di approfondire la conoscenza del proprio territorio, delle tradizioni e dei personaggi tipici. La Pro loco Cutrofia-no inoltre ha avuto in comodato dalla Colacem di Gubbio nel 1999 il Parco dei Fossili che era una ex cava di argilla chiamata "Contrada Lustrelle". Il professor Giuseppe Botrugno pensò di allestire il Parco per farlo visitare. Noi abbiamo intervistato il Prof. Rosario Ligori, Presidente della Pro loco di Cutrofiano e gli abbiamo rivolto alcune domande: Quando è nata la Pro loco Cutrofiano ? “La Pro loco Cutrofiano è nata nel 1997”. Qual è l' importanza della Pro loco e perchè è importante il Parco dei fossili per la Pro loco ? “Il parco dei fossili è stato fondato dalla Pro loco Cutrofiano, ma non è più di sua proprietà, ma del comune, ovviamente rimane comunque importante per il paese”. Quante persone prendono parte alla Pro loco di Cutrofiano? “Come iscritti soci, sono 80 i componenti della Pro loco, ma ci sono tante altre persone che prendono parte all' iniziativa”.

Associazioni no profit

Rientrano propriamente nella categoria “no profit” quelle organizzazioni cui sia applicabile la recente disciplina delle Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale, meglio cono-sciute con l'acronimo ONLUS. Gli enti che compongono il mondo del no profit si differenziano sostanzialmente nella loro struttura, distinguendosi per tipologia e status giuridico. In particolare, fino ad ora la legislazione italiana ha disciplina-to cinque differenti tipi di organizzazioni private che operano senza fini economici con finalità solidaristiche: le organizza-zioni non governative, le organizzazioni di volontariato, le cooperative sociali, le fondazioni ex bancarie, le associazioni di promozione sociale. Fanno parte di queste categorie molte organizza-zioni sia a livello internazionale sia a livello locale tra cui: ASSOCIAZIONE PANGEA: ogni regalo solidale comprato nelle sedi dell'associazione Pangea contribuisce a sostenere la vita di una donna. Questa associazione è presente anche a Galatina. FIADDA: Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi, si impegna ad inserire gli audiolesi in condizioni di parità nel mondo dei normoudenti. Questa associazione ha sede an-che a Cutrofiano.

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Binocolo sul territorio

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PROTEZIONE CIVILE: è un organo di volontariato che si serve di un grosso numero di volontari per la prevenzione, la previsione e gestione degli eventi straordinari. Grazie alla PROTEZIONE CIVILE CUTROFIANO, che è andata in Abruzzo per portare beni di prima necessità, la comunità cutrofianese è più vicina alla popolazione abruzzese. LEGAMBIENTE: è un’ organizzazione ecologista contro il nucleare. E' nata nel 1980. A Cutrofiano Legambiente promuove tante iniziative, tra cui una proposta di utilizzare 120 ettari di terreno per impiantare dei pannelli fotovoltaici, che però ha creato conflitti anche con il sindaco che rifiutava di applicare il progetto. Il circolo Legambiente”Renata Fonte” di Cutrofiano, dopo alcune perlu-strazioni notturne, ha denunciato un camionista che con due complici gettava pneumatici in un'antica masseria. La Legambiente Cutrofiano ha contrastato la Colacem con la riunione”Basta con la distruzione del Salento. Basta con lo scempio delle cave a Cutrofiano”, nella quale venne spiegata l'entità del danno sul territorio ormai irrecuperabile. SFIDA: Sindacato Famiglie Italiane Diverse Abilità è un'associazione di volontariato che cerca di tutelare i diritti e aiutare concretamente i singoli soggetti disabili e i loro familiari. CITTADINANZA ATTIVA: è un movimento di partecipazione civica che opera in Italia e in Eu-ropa per la promozione e la tutela dei cittadini e dei consumatori. Le organizzazioni no profit mettono in risalto la solidarietà e l'amore verso il prossimo che ognu-no può dimostrare con piccoli gesti.

Sabato 15 Gennaio 2011 si è svolta la cerimonia d' inse-diamento del Sindaco Baby tenutasi nell'aula consiliare di Cutrofiano sita in Via Ascoli. Tutto ha avuto inizio tempo prima. Un giorno, infatti, le coordinatrici del progetto all’interno dell'Istituto Com-prensivo “Don Bosco”di Cutrofiano, hanno proposto agli alunni di partecipare alla vita politica del comune candidandosi sia come consigliere sia come Sindaco Baby. Il fervore si è diffuso presto in tutto l'Istituto e ben ot-to ragazzi hanno presentato la loro candidatura, propo-nendo un programma da sottoporre agli elettori. Dopo un breve ma acceso confronto, tra i tanti ne so-no stati scelti due: Contaldo Lorenzo e Sabetta Giulia che sono stati convocati in presidenza dove il Dirigente ha spiegato loro come comportarsi e cosa fare nel peri-odo precedente l' elezione. Entrambi i ragazzi hanno scelto i consiglieri collegati a ciascuna lista, lo slogan per la loro campagna elettorale e successivamente hanno tenuto un discorso pubblico per attrarsi le simpatie dei votanti. Alla fine c'è stata un'elezione democratica per nominare il nuovo Sindaco Baby e dopo circa due giorni sono arrivati i risultati.

La nostra avventura politica: Sindaco baby

Il Sindaco baby Giulia Sabetta e il Sindaco di Cutrofiano Aldo Tarantini

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Pensieri in corso!

Con bullismo si indica generalmente, nella letteratura psicologica internazio-nale, “il fenomeno delle prepotenze perpetrate da bambini e ragazzi nei con-fronti dei loro coetanei soprattutto in ambito scolastico” . Il bullismo per essere definito tale deve presentare tre caratteristiche precise: -intenzionalità nell’agire -persistenza nel tempo -asimmetria nella relazione. Esistono diversi tipi di bullismo che si dividono principalmente in bullismo diretto e indiretto. Il primo è caratterizzato da una relazione diretta tra vittima e bullo e a sua volta può essere catalo-gato come : -bullismo fisico -bullismo verbale -bullismo psicologico -cyber bullismo o bullismo elettronico. Il bullismo indiretto è meno visibile di quello diretto, ma non meno pericoloso e tende a danneg-giare la vittima nelle sue relazioni con le altre persone, escludendola e isolandola per mezzo so-prattutto del bullismo psicologico e quindi con pettegolezzi e calunnie sul suo conto. Le cause primarie di questo fenomeno sono da ricercarsi non solamente nella personalità del gio-vane bullo, ma anche nei modelli familiari sottostanti, negli stereotipi imposti dai mass-media, nel-la società di oggi a volte disattenta alle relazioni sociali. Il bullismo non esiste solo a scuola, ma ha delle degenerazioni come il nonnismo e si collega a tutte le violenze che hanno in comune il considerare l’altra persona come un oggetto. E’ un fenomeno che riguarda sia maschi che femmine ma si manifesta in modo diverso. I maschi mettono in atto soprattutto prepotenze di tipo diretto, come aggressioni fisiche e verbali. Le femmine, invece, utilizzano in genere modalità indiretta di provocazione e si rivolgono sia alle femmine che ai maschi. Le varianti comportamentali messe in atto dal bullo sono di vario tipo: dal deridere al picchiare, dallo scarabocchiare sul diario allo strappare i vestiti. Abbiamo appreso dai quotidiani letti in classe che nella sola provincia di Lecce si sono verificati numerosi episodi di bullismo come ad esempio a Gallipoli dove dei bulli di 15 anni hanno bruciato la mano ad un compagno e i due sono stati sospesi dalle lezioni per iniziativa del Dirigente scolastico. Un altro caso a Lecce ha riguardato un bullo che dopo una quindicina di giorni d’assenza è tornato a scuola con un coltello di quasi 17 centimetri. Con grande sorpresa all’entrata lo aspettava la Finanza!

Occhio al bullo!

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Sport

Le paralimpiadi sono dei giochi olimpici per atleti disabili, hanno a-vuto inizio in Inghilterra nel 1948 grazie al medico britannico Lu-dwig Guttmann che organizzò una competizione sportiva per vete-rani della Seconda Guerra Mondiale con problemi alla colonna ver-tebrale. La carrozzina viene costruita su misura del giocatore e ha dei meccanismi protettivi alle gambe, in modo da muoversi libera-mente senza alcun pericolo. I Giochi organizzati da Guttman comin-ciarono ad avere notorietà e successo, tanto che sempre più nazioni chiedevano di parteciparvi. Anche negli Stati Uniti i tornei di basket su sedia a rotelle conobbero un'espansione simile e si estesero an-che al nuoto, ping pong, corsa e tiro con l'arco. Questo clamore fece sì che si costituissero numerose associazioni di sport per disa-

bili. Nel 1964 apparve per la prima volta lo stendardo e l'inno delle Paralimpiadi e, in quell'occasione, sono state introdotte nuove discipline: la staffetta 240 metri, la corsa di velocità per 60 me-tri, lo slalom su sedia a rotelle, il sollevamento pesi, il lancio del disco. Le Paralimpiadi del 1976 furono considerate le prime vere e proprie Olimpiadi per disabili. Nel 1992 c'è stata una svolta enorme: i Giochi furono per la prima volta ripresi con collegamento televisivo completo e que-sto ha consentito di diffondere questa nuova cultura sportiva. Il termine Paralympics voleva intendere, quando fu creato, Giochi Olimpici per Paraplegici; oggi, il prefisso para vuole inve-ce indicare che i giochi sono paralleli alle Olimpiadi per normo-

dotati. Le Paralimpiadi hanno anche un loro logo, come le Olimpiadi hanno i 5 cerchi colorati. Esso è formato da tre gocce di colore verde, rosso e blu che rappresentano rispettivamente la mente, il corpo e lo spirito dell'uomo.

Cosa sono le paralimpiadi?

Binocolo sul territorio

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Giulia Sabetta con circa 170 voti, avendo sconfitto Contal-do Lorenzo, è divenuta di con-seguenza Sindaco Baby del no-stro paese per l'anno 2011. Il giorno dopo la nostra com-pagna, per festeggiare la sua elezione, ha portato a scuola dei dolcetti da offrire ai suoi compagni in segno di ringrazia-mento e come Sindaco ha illu-strato il suo programma. Infine come accennato prima, c'è stato l'insediamento duran-te il quale la classe II B ha can-tato dei brani“L'inno alla gioia” e “Fratelli d'Italia” accompagna-ti dall'orchestra diretta dal professore Giuseppe Galati. I dodici consiglieri di Sabetta hanno tenuto in pubblico un breve discorso di ringraziamento. Contaldo è divenuto consigliere di minoranza insieme a quattro consiglieri più votati della sua lista. Verso le 12:15 la cerimonia d'insediamento è giunta a termine tra gli applausi del pubblico per il nuovo Sindaco Baby.

Insediamento CCR

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Lo sapevate che...?

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Menti locali

Fra le personalità leccesi che spiccano nel campo scientifico abbiamo notizia di Ga-briele Cacciatore, chiamato “il piccolo Archimede salentino”, un ricercatore di Veglie, frequentante il liceo “De Giorgi” di Lecce . Egli è l’inventore del microinfusore che potrebbe sostituire il pancreas e le sue funzioni, rivelandosi di grande aiuto per i malati di diabete. Dato che questo pro-totipo ha pure la capacità di misurare la glicemia, in base ai valori rilevati dal gluco-metro incorporato, permette che venga iniettata la giusta quantità di insulina che il corpo richiede. Due altri studiosi salentini dell’Università di Lecce , Sergio Fonti e Giuseppe Marzo , hanno ideato e utilizzato una sofisticata tecnica di elaborazione di dati da satellite per ricavare la prima mappa della distribuzione del metano presente su Marte. Il lavoro di questi studiosi ha rafforzato la pos-sibilità che la vita esista anche oltre i confini della nostra Terra. Un altro scienziato emergente è Alessandro Sannino che, insieme ad un gruppo di ricercatori italiani, ha inventato e sperimentato “Attiva”, il primo e unico idrogelo superassorbente in grado di aumentare notevolmente il senso di sazietà dopo i pasti e il senso di appetito fra un pasto e l’ altro, in individui in sovrappeso. Que-sta “ pillola antiobesità” viene somministrata sotto forma di piccole particelle che mediante as-sorbimento di acqua si rigonfiano occupando volume nello stomaco e nell’ intestino, inducendo così un senso di sazietà. Grazie a queste grandi menti il Salento si sta facendo conoscere per la sua ottima intraprendenza e competenza scientifica.

Le origini del Natale Una delle feste più emozionanti e magiche che esistano è il Natale. Purtroppo al giorno d'oggi nessuno crede nel suo vero significato, nella ma-gia di questo giorno speciale che coinvolge grandi e piccini fino a farli sentire uniti in un’ unica famiglia. Il Natale, al contrario di quanto si pensi, non è affatto una festa di origine cristiana, infatti esisteva già nel calendario romano ed è legata al culto solare del dio Mitra. Il 25 Dicembre si festeggiava il solstizio d’ inverno, cioè il nuovo sole che rinasceva salendo verso il nord. Nel 270 l' imperatore Aureliano reintrodusse la festa del Dies Natalis Solis Invictus, cioè il giorno del sole che rinasce. All' inizio del IV secolo anche i cristiani partecipavano, insieme ai pagani, a questa festa, che a Ro-ma era divenuta talmente popolare che la chiesa, per allontanare i fedeli dal paganesimo, pensò di fissare la nascita di Cristo proprio il 25 Dicembre. Non solo il Natale è legato al simbolismo solare, ma anche l' abete è legato alla tradizione pagana, soprattutto a quella dell' Europa dove esso rappresenta l' albero cosmico che collega cielo e ter-ra come il sole nutre gli esseri viventi. Solo il presepe è di origine cristiana ed è noto che la sua paternità sia attribuita a San Francesco che per primo, intorno al 1200, organizzò a Greccio, una rappresentazione della nascita di Gesù. Il numero dei magi e il loro significato però fu fissato da San Leone Magno infatti essi rappresenta-no le tre razze umane e le loro diverse età. Tuttora in vari luoghi del mondo il Natale viene festeggiato in modo particolare.

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Sport

Snow bike. È lo sport che consiste nella mountain bike sulla neve.

Pattinaggio di figura. Il pattinaggio di figura comprende quattro diverse specialità: a uno su pista, pattinaggio su ghiaccio, individuale o a coppie, danza su ghiaccio e pattinaggio sincronizzato.

Sci freestyle. Nacque grazie a degli sciatori quando durante gli allenamenti si esibirono in figure acrobatiche formidabili. Attualmente ci sono due disci-pline fondamentali: gobbe e salti. Gli specialisti delle gobbe scendono su una pista a gobbette compiendo due salti per discesa. Sono attribuiti loro punteggi in base al salto, alle difficoltà , alla velocità e alla qualità.

Ski cross. Nello ski cross più atleti scendono contemporaneamente lungo un percorso artificiale ricco di salti e ostacoli. In questo sport sono neces-sari non gli sci tradizionali ma i twin tip ovvero sci con doppie punte

Hockey. L’hockey sul ghiaccio è uno sport di squadra che si svolge sul ghiaccio i cui pattinatori, attraverso l’utilizzo di un bastone ricurvo indirizzano il puck nella parte avversaria.

Bob. Il bob è uno sport invernale nel quale dalle squadre eseguono discese cronometrate lungo una pista ghiacciata, stretta e tortuosa a bordo di un mezzo dotato di pattini sterzanti.

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Sport

Sport invernali

Abbiamo selezionato per voi lettori alcuni degli sport invernali per noi più significativi. Questi comprendono tutte le discipline sportive che si svolgono su ghiaccio o su neve, tradizio-nalmente praticate durante il periodo invernale nei paesi alpini, nell’ Europa settentrionale e o-rientale, in nord America e in Giappone. La massima competizione internazionale degli sport invernali sono i giochi olimpici nel cui pro-gramma sono inseriti i principali sport (anche se non tutti) che si praticano su neve o ghiaccio. Negli ultimi decenni del XX secolo, l’introduzione di materiali sintetici che consentono lo scivola-mento come sulle superfici innevate o ghiacciate, la costruzione di impianti sportivi al coperto e la diffusione dei sistemi per l’innevamento artificiale hanno permesso di estendere la pratica degli sport invernali ad altri periodi dell’anno dove il clima o la mancanza di alture naturali non ne con-sentirebbero lo svolgimento. Slittino. Uno slittino è una piccola slitta per una o due persone, sulla quale si viaggia in posizione supina con i piedi in avanti. Per curvare si flettono i pattini usando i piedi ( premendo sulla parte curva, che è flessibile ) o si tirano delle cinghie attaccate ai pattini o si esercita una pressione sul sedile con la spalla opposta alla direzione di curva desiderata.

Snowboard. Lo snowboarding, conosciuto in Italia semplicemente come snowboard, è uno sport di scivolamento su neve, nato negli anni sessanta ne-gli Stati Uniti. Lo si pratica utilizzando una tavola costituita da un’ anima di le-gno e provvista di lamine e soletta in materiale sintetico, simile a quello dello sci.

Sci di fondo. Lo sci di fondo è uno sport invernale molto popolare nei paesi nordici, nelle regioni alpine e in Canada. Lo sci come mezzo di locomozione nacque dall’esigenza dei popoli nordici e asiatici di muoversi in un ambiente coperto dalla neve per molti mesi l’anno.

Salto con gli sci. Il salto con gli sci è uno sport in cui gli atleti muniti di sci scendendo lungo la rampa di un trampolino da cui spiccano un balzo cercando di atterrare il più lontano possibile. Nel caso di trampolini molto lunghi, la specialità prende il nome di VOLO CON GLI SCI. Oltre che come disciplina a sé stante, il salto con gli sci é, assieme allo sci di fondo, una delle due prove che compongono la COMBINATA NORDICA.

Skibike. È lo sport che consiste negli sci da discesa con una bicicletta munita di sci al posto delle ruote.

Lo sapevate che...?

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Negli USA per esempio la sera della vigilia si lasciano latte e biscotti per Babbo Natale, in Inghil-terra si mangia il mince pie e lo sherry, in Germania durante il periodo dell' Avvento i bambini hanno i calendari d' Avvento e ogni giorno aprono una finestrella e promettono di compiere una buona azione, in Messico i bambini rompono la “piniata” una specie di pentolaccia. Inoltre il Mes-sico è ricco di molte tradizioni e leggende come quella della stella di Natale. Questa racconta la storia di una bambina che pregava, in lacrime, Gesù chiedendogli cosa avrebbe potuto fare per dimostrargli il suo amore, quando tutto ad un tratto vide un angelo che le disse di raccogliere qualche pianta sul bordo della strada e di portarle ai piedi del presepe. La bambina fece così e po-co dopo le erbe cattive portate da lei si trasformarono in bellissimi fiori rosso fuoco. Da quel giorno le stelle di Natale in Messico sono chiamate “Flores de la Noce Buena”, cioè fiori della Santa notte. Il Natale anche se festeggiato in maniera diversa, rimane sempre la festa più emozionante e magi-ca che unisce tutti i ragazzi attorno alla capanna di legno aspettando l' arrivo del Messia, che di-venta uomo per salvarci e per darci nuova speranza.

Il cuore di un paese: la piazza

In urbanistica “un luogo più spazioso delle strade all'interno di un centro abitato” si definisce piaz-za. Essa è sempre stata presente fin dagli antichi greci che la chiamavano Agorà, dal verbo ageiro che significa raccogliere. L' Agorà era il centro del potere religioso, commerciale e democratico, tant'è che vi si riuniva l' assemblea della polis. Dopo qualche secolo, nell'Impero romano la piazza, ancora presente, si tramuta in Foro: esso era

ampio e spazioso e svolgeva una funzione molto importante in quanto doveva simboleggiare la potenza e la grandezza dell'Impero. Nel Rinascimento la piazza diviene grande e spaziosa e divisa in due parti una superiore e una inferiore al centro della qua-le era collocata una raffinata fontana. Inoltre viene utilizzata come luogo di ritrovo e di svago, come se fosse un vero e proprio salotto all'aperto. Avvicinandoci sempre di più ai tempi dei nostri nonni, la piaz-za, anzi la “chiazza”, diventa il cuore del paese dove si con-

centrano innovazioni ed economia del comune. La piazza è il primo testimone di un paese in evoluzione, infatti le prime innovazioni come i bar-caffè e i nuovi saloni da barba, sorgono intorno ad essa. Per la prima volta i lavoratori cominciano a recarvisi non solo per trascorrere vivacemente delle serate o per cercare lavoro, ma anche per incontrarsi e discutere. Oggi, essa si è quasi del tutto spopolata tranne per alcuni anzia-ni signori che vi si recano per discutere di politica in compagnia di un bicchiere di vino, mentre le anziane signore passeggiano a braccetto spettegolando; i ragazzini invece la usano come cam-po da calcio o pista ciclabile e preferiscono altri luoghi di ritro-vo come pub, ville o sale da gioco.

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Lo sapevate che...?

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Quest’anno moltissimi ufologi hanno concentrato particolarmente la loro attenzione sul misterio-so cerchio comparso in un campo di grano di Monteiasi, nei pressi di Taranto. Il “corp circle”, termine inglese per indicare questi cerchi o comunemente “pittogramma” è formato da cinque cerchi minori, da quattro più grandi e da un ultimo che li racchiude tutti insieme. Il cerchio, pur essendo una figura molto semplice, stupisce per la sua simmetria perfetta. Proprio questa caratteristica, comune in tutti i cerchi avvistati nei campi di grano sparsi in tutto il mondo, fa pensare a una costruzione non fatta dall’ uomo. Esistono gli alieni? I cosiddetti UFO? A questa domanda c’è chi risponde di no, sostenendo la teoria che i cerchi nel grano siano formazioni elettromagnetiche. Però viene da chiedersi, com’è possibile che una formazione elettro-magnetica possa essere così geometricamente perfetta? I cerchi nel grano, sono da sempre oggetto di continue ricerche coinvolgendo tutti i centri ufologi di tutto il mondo compreso il CUT (centro ufologico di Taran-to). Nonostante la grande mole di esperti interessati al fenomeno non si è ancora riusciti a capire se si sta effettivamente parlando di creazioni aliene o sia invece opera di qualche simpatico artista da campo. Questi cerchi compaiono nelle piantagioni (crops) di cereali, in particolare di grano, come in quello di Monteiasi sito nella località “vigne del Duca”. Ciò che crea perplessità è che sia i bulbi sia gli steli del grano appaiono ingrossati e ripiegati e non bruciati. Ed è per questo che tale crea-zione, sia per la sua precisione che per la sua maestosità, non sembra possa essere attribuita all’uomo. Per risalire al primo avvistamento ufo bisogna portarsi ai primi degli anni ’40 e traslocare in un altro continente … l’America. Da allora tantissime sono state le più disparate testimonianze di avvistamento ufo; alcuni giurano di essere stati rapiti dai nostri vicini di pianeta e di essere stati oggetto di studio o di confronto o forse solo … compagni di chiacchiere. Molte sono le teorie e tantissimi sono gli studi alla ricerca di nuove vite nell’universo. È razional-mente difficile pensare che gli unici fortunati, in tutte le galassie conosciute e non, siamo noi, che in qualche modo non si sia creata da qualche parte una stirpe capace di adattarsi all’ambiente in cui si è generata e che sia capace di pensare e di evolversi, come è successo per l’uomo. E’ qui che la domanda nasce spontanea: “Caro alieno visto che noi non siamo stati capaci di scovarti in quell’infinito di stelle pianeti e galassie, tu che chissà quanta strada hai fatto per trovarci, per quale motivo non ti fermi un po’? e magari ci si conosce?”

Ufo nel Salento

Il cerchio a Monteiasi

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Sport

Conoscete il gioco del tennis?

Il tennis è uno sport per tutte le età e può essere praticato sia da adulti che da bambini. Il nome potrebbe derivare dai giochi latini “PILA TRIGONALIS”, gioco chiamato schiacciasette sorta di trigon a più giocatori che prende a prestito le regole mancanti della pallavolo o dal gioco francese jeu de paume un’ evoluzione della pallacorda che già nel XVI secolo prevedeva l’ uso del-la racchetta mentre in precedenza veniva giocato con il palmo della mano coperta da un guanto. Il tennis viene praticato con una racchetta e una palla su un campo diviso in due da rete. Il campo può essere in terra battuta, erba, cemento o materiale sintetico e sono sempre più numerosi quelli al coperto. Lo scopo del gioco è mandare la palla nel campo opposto, in zone delimitate da righe in base al tipo d’incontro ossia singolo o doppio. Per far punto è necessario che l’avversario non possa ri-spondere o sbagli il colpo. Gli incontri hanno dei punteggi che si suddividono in partite, in inglese set; in base ai tipi di torne-o gli incontri sono al meglio dei 3 o dei 5 set; una partita è costituita da 6 o più giochi (games) . Dal 1976 se però i giocatori sono sul punteggio di 6-6, quando il regolamento del torneo lo pre-vede, si disputa un gioco decisivo, in inglese, tie-break, per conseguire la vittoria sul 7- 6, eccet-to ,in genere, che nel quinto set . Il punteggio di un gioco assegna punti nella successione di 15-30-40-vittoria e se i giocatori sono sul punteggio di 40-40 consegue la vittoria chi vince due vantaggi consecutivi. Nel tie-break ven-gono assegnati punti nella normale successione numerica ( 1, 2, 3, 4, ….): si aggiudica il gioco de-cisivo chi per primo realizza 7 punti, con uno scarto minimo di due punti (ad esempio 7-5, 8-6 e così via). Per vincere un gioco, così come per vincere una partita, un giocatore deve superare l’avversario sempre di almeno due punti; quindi il risultato di una partita può essere 7-6 (tie-break) , 7- 5, 6 - 4, 6—3, 6—2, 6—1 o 6—0 ecc… L’origine del punteggio 15-30-40 non è certa ma si pensa abbia radici medievali francesi. Una pos-sibile spiegazione è basata sulla presenza di un orologio sul campo. Un movimento di un quarto della lancetta (una per giocatore) veniva fatto dopo ogni punto e il risultato passava da 15 a 30 a 45 (col tempo abbreviato a 40). Fra i più noti campioni italiani ricordiamo Seppi, Starace e altri. Come primi internazionali lo spa-gnolo Nadal e lo svizzero Federes . Mentre per quanto riguarda le campionesse internazionali le più note sono la russa Dementieva, la serba Jankovic, la bielorussa Azarenca e altre; per quanto riguarda le campionesse internazio-nali italiane le più importanti sono Errani e Vinci che hanno vinto la fed cup in finale contro gli Stati uniti 4-0, Oprandi,Schiavoni,Pennetta hanno vinto la Roland Garros . Autentica leggenda del tennis è John McEurrell, un teeneger coi boccoli rossicci e le lentiggini, irriverente, maleducato e mostruosamente talentuoso. Il “supermoccioso“ esplodeva servizi man-cini, pronto a azzannare la palla ammazzandola dolcemente, odiato e adorato nello spazio di una breve carriera. Ora è uno splendido cinquantenne che riversa le sue parabole nel circuito senior dove è star assoluta . I tornei più importanti nel tennis sono: Wimbledon, Roland Garros, David Cup, Australia Open, U.S Open.

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Cultura e tradizioni

Una delle tradizioni cutrofianesi più attese e legate al culto del fuoco è quella di Sant'Anto-nio te le focare, celebrata il 17 febbraio, per ricordare quando il santo salvò il popolo cutro-fianese dal terremoto... e fu proprio il17 feb-braio del 1810. La serata ha inizio con l'accensione del falò e in seguito si inizia a cantare e ballare a ritmo di pizzica. I falò sono disseminati per tutto il paese più uno grande attorno al quale si concentrano gli stand gastronomici i cui provenienti vengono destinati a raggiungere obiettivi di utilità socia-le. Quest'anno sicuramente ricorderemo il nostro

celebre compianto Uccio Aloisi definito " icona vi-vente " della pizzica salentina.

Pittule (Frittelle tipiche)

Ingredienti: 500 GR. Farina, un cucchiaino Lievito di birra, Sale e Olio extravergine di oliva del Salento. Procedimento: Versare in una grande terrina la farina, il sale, il lievito sbriciolato e acqua calda. Lavorare con una mano a lungo e con energia l'impasto fino a che non risulti soffice e cremoso. Coprirlo, pro-teggerlo dal freddo anche con panni di lana. Lasciarlo riposare almeno per due ore fin quando il suo volume non sarà più che raddoppiato. Servirsi di una padella dai bordi alti con abbondante olio e metterla sul fuoco. Quando l'olio sarà ben caldo, aiutandosi con un cucchiaino unto di olio, prendere delle piccole porzioni di pasta (grosse quanto una noce) e friggerle. Servirle caldissime. Tantissime sono le varianti. All'impasto già lievitato, infatti, si possono mescolare: cavolfiori a pezzi lessi o baccalà lessato o cozze crude sgusciate o capperini insieme a pomodori crudi e alici diliscate a pezzi.

Ricetta salentina

Uccio Aloisi

Cultura e tradizioni

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Il termine olio in origine si riferiva unicamente all'olio di oliva ricavato dalla spremitura dei frutti dell'olivo. In seguito questo nome è stato esteso a tutti i grassi che si trovano allo stato li-quido a temperatura ambiente e anche ad altre sostanze. L'olio di oliva è un alimento tipico dell'area mediterranea, un prodot-to antichissimo e di pregio, soggetto, per via del suo alto valore economico, a tantissimi tipi di sofisticazioni. La raccolta delle olive nei tempi passati veniva svolta tutta manualmente. Iniziava nel mese di novembre e durava quasi fino a marzo. Prima si preparava il terreno sotto gli alberi: veniva pulito da tutte le erbacce, spazzato con delle scope formate dall’unione di rami secchi e lisciato; si tracciava così intorno a ogni ulivo un cer-chio chiamato “area”. Quando le olive iniziavano a cadere co-minciava la raccolta vera e propria: venivano prese una ad una e messe nei “farnari” per secernerle da pietre e terra, poi veni-

vano poste in delle ceste,le“canisce”. Un altro metodo di raccolta consisteva nel posizionare dei teli sotto gli ulivi che venivano scossi con delle grosse pertiche per far cadere tutte le olive. Si evitava così che esse restassero troppo tempo a terra, perché potevano diventare acide e di conseguenza il prodotto poteva essere meno gustoso e pregiato. Questo tipo di raccolta si chiamava “abbacchiatura”, mentre la caduta spontanea si diceva “raccattatura”. Dopo la raccolta le olive venivano messe in un grande sacco e consegnate al padrone dell’uliveto. In seguito venivano portate al frantoio. Esso anticamente era costituito da una grossa pietra a forma di ruota che veniva fatta girare

sfruttando la forza animale, per schiacciare le olive. La pa-sta realizzata veniva messa in una vasca e con una “mazza” ulteriormente schiacciata per produrre l’olio che veniva versato in delle damigiane di vetro rivestite in vimini.

La raccolta delle olive nella memoria

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Cultura e tradizioni

Secondo antiche testimonianze, in alcune città pugliesi, in particolare nel barese, le prime note del Natale si avvertivano fin dal 6 dicembre. Era la festa di San Nicola e nelle varie chiese l’organo suonava per la prima volta “la pastorella” o la “ninna nanna”; nella cattedrale venivano accese dodici lampade e dal giorno di Santa Lucia se ne spegneva quotidianamente una, l’ultima nel momento in cui nasceva Gesù Bambino. Verso i primi giorni di dicembre, in piccoli e sperduti centri del Gargano, l’avvenimento più im-portante quasi straordinario era costituito dall’arrivo dei pifferai provenienti dall’Abruzzo e dalla Basilicata con la zampogna e la ciaramella. Essi avevano i cappelli a cono con le fettucce attorci-gliate, corpetto di vello di capra, robone bruno (un’ampia veste di drappo pesante aperta dinanzi), camicia aperta sul collo “taurino”, calzoni di velluto marrone o verde abbottonati sotto il ginoc-chio, calze di lana grossa lavorata a mano e lacci che salgono attorno ai polpacci. Il tutto avvolto da un ampio mantellone pesante di lana blu, con due o tre pellegrine (corte mantelline) una sopra l’altra. La notte di Natale gli zampognari si recavano nella grotta dell’Arcangelo e suonavano la pastorel-la, sulle note della bellissima pastorale di Bach. Nel Gargano è ancora viva un’antica tradizione: dieci giorni prima di Natale, piccole brigate di suonatori con chitarre e mandolini rappresentano, di casa in casa, la lunga filastrocca della “Santa Allegrezza”. Nell’aria gelida, stemperata dal calore degli ampi e neri camini, si sente che qualche cosa sta nascendo: rinascono la fede, la speranza. Il ceppo che brucia nel camino simboleggia la causa del peccato originale di Adamo ed Eva. Solo consumandosi la notte di Natale avrebbe annullato la colpa, in quanto proprio in quella notte Ge-sù scende in mezzo agli uomini, per la loro salvezza. I PRESEPI Una tradizione natalizia antica è la preparazione del presepe. Lo alle-stivano ricchi e poveri, ognuno secondo le proprie possibilità. Nelle case dove c’era il presepe, la sera familiari e vicini, dopo la Novena, recitavano tre Ave Maria. Per tutto il tempo di Natale, le case erano allietate da canzoni sul tema, intonate a varie riprese da tutti i componenti della famiglia, in particolare dai bambini.

L’ALBERO DI NATALE I primi alberi di Natale erano ornati da arance e mandarini, abbelliti da stelle d’argento, fili d’oro, pezzi di ovatta per dare l’idea della neve. Sui rami, giocattoli, doni, chicche, cioccolatini. IL CENONE DELLA VIGILIA Il 24 di dicembre si digiunava a mezzogiorno; alcune famiglie spezzavano il digiuno con qual-che “pittola” ripiena di alici o di ricotta forte. La sera si faceva il cenone con la famiglia al com-

pleto. La sera di Natale, riuniti i parenti e gli amici più intimi, si cena in lieta compagnia soprattutto per la felicità dei bambini.

Atmosfere natalizie

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Cultura e tradizioni

LA NOTTE DI NATALE Ad ora inoltrata anche nelle case si compiva la cerimonia della nascita del Redentore. Si illuminava il presepe con piccole candele e da una stanza vicina muovevano in corteo i bambini e le bambine presenti; il più piccolo portava il Bambinello di cera o di creta in una culla di co-ralli. Gli altri lo accompagnavano in processione. Il padrone di casa recitava dei versetti delle preghiere a cui rispondevano i presenti, quindi deponeva il Bambinello nella grotta fra Giuseppe, Maria, il bue e l’asinello. Terminata la cerimonia, si cantava la pastorella, si sparava-no razzi e fuochi d’artificio e si tornava a giocare. CREDENZE E SUPERSTIZIONI Si pensava che la notte della vigilia Gesù, accompagnato da schiere di angeli, scendesse nelle ca-se. Se una ragazza la notte di Natale si guarderà allo specchio con i capelli disciolti, non vedrà la sua immagine, ma quella del suo futuro sposo. Le donne che impastavano farina la notte della vigilia, fanno a meno del lievito: Gesù farà crescere lo stesso il pane.

Le focare di S. Antonio

Dovendo trattare il tema delle "focare" nell'ambi-to della rubrica "cultura e tradizioni" ci sembra opportuno partire, nella nostra disamina, dalla seguente riflessione tratta dal sito del comune di Novoli:"Sin dall'epoca pre-cristiana il fuoco è sta-to fulcro attorno al quale si sono svolte feste ri-tuali di ogni genere. Tali cerimonie, in qualunque tempo e luogo venissero celebrate, si somigliava-no molto fra loro: grandi falò intorno ai quali i popoli si riunivano per propiziare la crescita dei raccolti ed il benessere di uomini ed animali. In genere, si può dire che il fuoco sia stato un pas-saggio fondamentale per l'umanità stessa. Ovvia-mente per i nostri progenitori esso illuminò le caverne, liberandole dal buio delle tenebre, permi-se di cucinare e consumare i cibi attorno al focolare facilitando così l'instaurarsi dei legami familia-ri, il rinsaldarsi delle amicizie e la trasmissione di esperienze vissute. Intorno al fuoco nacque, pro-babilmente, la prima forma di comunità". Dal culto del fuoco nasce una delle più interessanti e profonde tradizioni salentine, le "focare". Queste ultime consistono in dei grandi falò che venivano e vengono ancora oggi allestiti nei vari punti dei paesi o magari nella piazza centrale ; sono probabilmente legati a culti pagani di purifica-zione, propiziatori o magari come saluto alla primavera. Alcune teorie infatti indicano come venis-sero usate per festeggiare l'inverno che finiva bruciando la legna rimasta inutilizzata da ardere. Il cattolicesimo ha fatto propri questi riti, ma il periodo dei grandi falò nel corso dei millenni è rimasto lo stesso, da fine dicembre a metà marzo. In questi 3 mesi il Salento pullula di fuochi.