Il Soggetto Avvolto (IV 'identikit ... - Mondo Sindone - VIII Incontro 1… · pure il mondo della...

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1 Incontro 8 Laurenziana, pl. 25, cod. 3. mensura christi 07 dicembre 2011 Il Soggetto Avvolto (IV 'identikit'): Gesù Verbo eterno fatto uomo, vero D-o. La scienza teologica e la Sindone 'panaghia'. II a parte*. 1 Dalla Dogmatica alla Pastorale: Domande (Quaestiones) e Sindone 001. Immagine di ingresso Fig. 1. Qumran (Territori palestinesi), rotolo pergamenaceo conte- nente testi salmici (I sec. a.C.). Come facilmente si può notare, il sacro Nome di D-o, ovvero il sacro Tetragram- ma è scritto in carat- teri ebraici antichi (X secolo a.C.): righe 1- 4. 6. La settima riga lo trascrive con parti- colare enfasi grafica, punteggiandolo per rispettive tre volte, sopra e sotto il per- corso grafico (da de- stra verso sinistra). Varie volte è ripetuto lo stico che si presen- ta come 'kerygma' dell'ebraismo: Hadu l e JHVH ki tov ki le- holam has e du, Halle- luja: Lodate JHVH perché è buono, e- terna è la sua mise- ricordia. Alleluja [righe 4-5] 1 Una buona familiarità con il fenomeno linguistico dinamico detto "communicatio idiomatum", la teologia storica at- tinge da san Cirillo, patriarca di Gerusalemme e dottore della Chiesa (Catechesi 1, 1: Avete ormai accese le lampade della fede, ora tenetele strette in mano e non lasciatele spegnere, perché Colui che su questo Golgotha santissimo [greco: panaghios Golgotha] aprì il paradiso al ladrone, in vista della sua fede, conceda anche a voi di cantare il can- tico nuziale [PG 33, 372A]) la sicurezza nell'applicare alla Sindone non soltanto i normali titoli di 'sacra' o di 'santa' (>), ma anche il titolo di 'santissima' (in greco: pan-haghia, 'tutta santa'). Ricordo che la Tradizione ecclesiale applica l'aggettivazione 'santa' o 'santissima' ad una Persona vivente considerata nella sua integralità.

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Incontro 8 Laurenziana, pl. 25, cod. 3. mensura christi

07 dicembre 2011

Il Soggetto Avvolto (IV 'identikit'): Gesù Verbo eterno fatto uomo,

vero D-o. La scienza teologica e la Sindone 'panaghia'. IIa parte*.1

Dalla Dogmatica alla Pastorale: Domande (Quaestiones) e Sindone

001.

Immagine di ingresso

Fig. 1.

Qumran (Territori

palestinesi), rotolo

pergamenaceo conte-

nente testi salmici (I

sec. a.C.).

Come facilmente si

può notare, il sacro

Nome di D-o, ovvero

il sacro Tetragram-

ma è scritto in carat-

teri ebraici antichi (X

secolo a.C.): righe 1-

4. 6. La settima riga

lo trascrive con parti-

colare enfasi grafica,

punteggiandolo per

rispettive tre volte,

sopra e sotto il per-

corso grafico (da de-

stra verso sinistra).

Varie volte è ripetuto

lo stico che si presen-

ta come 'kerygma'

dell'ebraismo: Hadu

leJHVH ki tov ki le-

holam hasedu, Halle-

luja: Lodate JHVH

perché è buono, e-

terna è la sua mise-

ricordia. Alleluja

[righe 4-5]

1 Una buona familiarità con il fenomeno linguistico dinamico detto "communicatio idiomatum", la teologia storica at-

tinge da san Cirillo, patriarca di Gerusalemme e dottore della Chiesa (Catechesi 1, 1: Avete ormai accese le lampade

della fede, ora tenetele strette in mano e non lasciatele spegnere, perché Colui che su questo Golgotha santissimo

[greco: panaghios Golgotha] aprì il paradiso al ladrone, in vista della sua fede, conceda anche a voi di cantare il can-

tico nuziale [PG 33, 372A]) la sicurezza nell'applicare alla Sindone non soltanto i normali titoli di 'sacra' o di 'santa'

(>), ma anche il titolo di 'santissima' (in greco: pan-haghia, 'tutta santa'). Ricordo che la Tradizione ecclesiale applica

l'aggettivazione 'santa' o 'santissima' ad una Persona vivente considerata nella sua integralità.

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002.

Abstract

La seconda area 'Scienze teologiche e Sindone', si articola in undici sezioni tematiche, ac-

costate in modalità sincronica: Mistero della nuova Pasqua, Soteriologia, Monarchia Patris e

De Divina Transcendentia e De Gratia, Sacramentaria e Mistagogia, Ecclesiologia e Mario-

logia, Cristologia, Trinitaria, Spiritualità (Ascesi e Mistica), Pastorale, Morale, [Presenza nel

mondo]. Una premessa illustra il ciclo vitale/storico di alcuni termini o micro-frasi trattabili

in modo ambivalente, in negativo o in positivo. La grande quantità di argomenti, dà ragione

anche alla denominazione del sito come 'mondo'-Sindone.

Fig. 02.

003.

La miniatura, del XII secolo,

è tratta da un ms. latino della

Biblioteca Apostolica Vati-

cana, e introduce molto bene

il tema delle scienze teologi-

che.

Vi sono rappresentate cinque

scene della Passione e una

della Discesa agli inferi, in

fondo a destra.

Partendo dall'alto abbiamo la

preghiera e l'arresto nel Ge-

tsemani; a metà troviamo il

giudizio dinanzi al Sommo

Sacerdote e la Crocifissione;

in basso a sinistra la deposi-

zione e la liberazione dei

progenitori, Adamo ed Eva,

dagli inferi.

La miniatura è molto cono-

sciuta per l'evidente cancel-

lazione della figura del

Sommo Sacerdote, fatto che

viene citato come uno dei

primi esempi di antisemiti-

smo da parte cristiana.

A livello sindonico, notiamo

come nella V scena, a sini-

stra in basso, il tele funerario

reca dei tratti rossi che ri-

conducono al tipo di tessitura

della Sindone, realizzata con

trama a spina di pesce.

Altri particolari sono merite-

voli di attenzione.

004.

Elenco delle aree tematiche

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Data la complessità dei dati sottoposti a seppur breve indagine, riteniamo utile offrire un e-

lenco sommario: A. Premessa

B. AREE TEMATICHE

1. Mistero della Pasqua nella Nuova Alleanza

2. Soteriologia

3. Monarchia Patris e De Divina Transcendentia, De Gratia

4. Sacramentaria. Mistagogia.

5. Ecclesiologia e Mariologia

6. Cristologia

7. Trinitaria

8. Spiritualità (Ascesi e Mistica)

9. Pastorale

10. Morale

[11. Presenza nel mondo, testimonianza martyrìa]

C. Conclusione

A. PREMESSA, linguaggio e scienza storico-teologica

005.

Nomi teologico-ecclesiali desueti. Antipatie storiche recenti da focalizzare e trasformare

Con un linguaggio in apparenza religioso, ma in realtà utilizzato nella vita socio-economica

quotidiana, Tertulliano, agli inizi del III secolo d.C. e in polemica con alcuni gruppi spiritua-

listi 'gnostici', afferma: Fides nominum, salus proprietatum (De carne Christi 3) ovvero la

fedeltà dei nomi è salute delle proprietà ad essi collegate. Dal momento che il linguaggio

teologico classico usa terminologie che il mondo contemporaneo, anche religioso, ritiene su-

perate e a volte respinge con un rifiuto istintivo, realizziamo un tentativo di recupero dei si-

gnificati originari, positivi.

La Sindone è molto coinvolta in questo precosse di recupero di credibilità terminologica, in

modo speciale riguardo al gruppo 'reliquie'.

006.

Dogma, verità, sacro, rito, mito, simbolo

Iniziamo con un gruppo di termini molto usato nelle analisi di antropologia cristiana e di teo-

logia fondamentale.

Dogma e Verità: a partire dal XVIII secolo illuminista, in particolare, il termine dogma e

dogmatismo sono sinonimi di imposizione violenta e immotivata di verità cattoliche. In

realtà, se si risale alle origini del termine, al III-IV secolo d.C, il termine riconduce ad

un elenco di eventi e di impegni collegato ad un'alleanza, ad un patto solenne.

Sacro e rito, al di là di un'interpretazione diffusa, 'secolarizzata', l'esperienza del Sacro e la

nascita e le dinamiche legate al Rito, sono riconducibili ad un'esperienza di popolo che

vive intensamente gioie e dolori, trasformando gradualmente le adunanze e gli spazi

delle medesime, in ambienti sacrali e in ritualità solenni.

Mito e simbolo, nel linguaggio moderno sono avvicinabili al mondo fiabesco, lontano dal

vivere concreto, storicamente impegnato. Anche qui, come per il binomio precedente, si

deve tornare allo stretto legame con il vissuto personale e associato. Ancora al tempo di

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sant'Agostino, ad esempio, il 'simbolo' era uno strumento di computo connesso alla spe-

sa domestica e agli acquisti di merci varie al mercato.2

In questo primo gruppo di parole la Sindone sembra assente. In realtà vi rientra di forza,

quando si considera che l'Identità del Soggetto avvolto ci porta in contatto con la Persona di

Gesù, il Cristo del Padre, Verbo eterno che ha posto la sua tenda tra noi (cf. Gv 1, 14).

007.

Reliquie, devozione, indulgenze.

Aggregato teologico critico-negativo per il sistema cristiano abbracciato dalle Riforme prote-

stanti (sec. XVI-XVIII). La suddetta reazione ha coinvolto oggi anche alcune persone e co-

munità cattoliche e ne condiziona l'approccio costruttivo al tema 'Sindone'.

Reliquie e Devozione, sono termini che provocano in alcuni una certa 'allergia teologica ec-

clesiale'. Invece, sono semplicemente designazione di tracce storiche, per la parola

'reliquia' e di particolare solenne donazione di sé, per il termine composito deverbale la-

tino de-votio.

Indulgenze, l'epopea reattiva contro le Indulgenze, con il culmine luterano e calvinista nel

XVI secolo, coinvolge oggi anche alcuni atteggiamenti anti-sindonici. Il mistero delle

'indulgenze', invece, è strettamente unito al mistero della carità pasquale di Dio e della

Chiesa, grazie al quale avviene - in semplicità celebrativa - la cancellazione delle con-

seguenze del peccato (o sofferenze di vario tipo e livello che dobbiamo sopportare nella

nostra vita), peccato che pur già è stato perdonato nel Sacramento della Riconciliazione.

008.

Sacrificio, espiazione, peccato, penitenza, disciplina, ascesi.

Pure questo aggregato di termini presenta difficoltà notevoli di comprensione e di sperimen-

tazione per il mondo attuale, post-cristiano, molto sensibile nel rigettare quanto si riferisca a

mortificazione, sacrificio, penitenza ecc. Tale scenario dà ragione degli ostacoli che si frap-

pongono per uno studio diffuso della Passione e Croce del Signore Gesù e, per questo, per

una conoscenza della Sindone che sia priva di pregiudizi.

Sacrificio ed espiazione, sono categorie difficili da accettare per lo spirito 'dei lumi' che è

giunto ad incolpare il cristianesimo 'in toto' di una presunta degenerazione distruttiva

del vivere umano.3 In realtà, il mondo biblico fa nascere ogni concetto di 'sacrificio' e

pure il mondo della espiazione, da una relazione di carità, di alleanza, vissuta come ri-

sposta libera e responsabile del 'se vuoi' seguire la Via della vita, con tutte le conse-

2 Discorso 212, 1: Ecco arrivato per voi il momento di ricevere il Simbolo nel quale si contiene in breve tutto quanto si

deve credere per l'eterna salvezza. Si chiama simbolo in senso traslato per una certa somiglianza col simbolo che sti-

pulano tra di loro i commercianti e col quale il loro rapporto viene vincolato con un patto di fedeltà. (lat. : Tempus est

ut Symbolum accipiatis quo continetur breviter, propter aeternam salutem, omne quod creditur. Symbolum autem

nuncupatur a similitudine quadam translato vocabulo quia symbolum inter se faciunt mercatores quo eorum societas

pacto fidei teneatur. Et vestra societas est mercium spiritalium ut similes sitis 'negotiatoribus bonam margaritam

quaerentibus').

Discorso 214, 12: Nella limitatezza del mio ministero ho esposto alla vostra Carità tutto ciò che si trasmette nel Sim-

bolo. Esso si chiama Simbolo perché contiene la fede genuina della nostra comunità e nella sua confessione, come a

una parola d'ordine, si riconosce chi è cristiano fedele.

3 Anche in ambito ecclesiale si è diffusa l'opinione anticristiana che il 'sacrificio' sia una prassi pagana e che il

'monoteismo' sia l'anticamera della violenza sociale e, recentemente, del fondamentalismo.

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guenze di una relazione matura che sa 'prendere sulle proprie spalle' il peso del peccato

altrui.

Peccato, penitenza. Nella crisi strutturale di tutto ciò che ha anche la sola apparenza di ne-

gatività è stato coinvolto anche il mondo del 'peccato', della colpa e della 'penitenza', in-

tesa, quest'ultima come percorso faticoso di conversione testimonianto da azioni concre-

te, da fatti visibili. Il peccato e la colpa, da distinguersi dal 'senso di colpa', fanno parte

di una vita reale, immersa nel limite antropologico, condizionata dal bene e dal male

che avvolge l'esistere della persona in un contesto famigliare e sociale ben precisi.

Disciplina, ascesi, binomio in molti casi sottovalutato quale orizzonte vitale di una vita cri-

stiana coerente, fedele, capace di autocontrollo e autodominio.

009.

Sacramenti, gerarchia, cattolicità.

Questo trinomio risente molto delle paure moderne (secoli XVII-XX) nei confronti di una re-

ligiosità esteriore, distante da una vita 'vivente', di una conduzione poco amorevole e del fe-

nomeno delle guerre di religione, intracristiane.

010.

Nome, benedizione, Cristo,.theotokos/Dei genetrix,

Finalmente il quadrinomio che presentiamo in chiusura, ci pone in diretto contatto con il

mondo giudeocristiano o della 'Chiesa Madre' (di Gerusalemme), che ricevette dalla Liturgia

del Tempio e dalla vita religiosa della Sinagoga le categorie socio-religiose che ancora oggi

costituiscono il 98 % del codice linguistico religioso cattolico e cristiano ('evangelico', ker-

ygmatico). La Sindone di Torino si inserisce in modo splendido e spettacolare, in questo

nuovo-antico scenario religioso e sociale.

Nome, è il modo locutivo per riferirci a JHVH, il sacro e salvifico 'tetragramma', tanto gran-

de nella grazia e nella misericordia da non poter essere pronunciato direttamente. Tale

eccesso di rispetto per la Misericordia e la Gloria Divine sarà superato dallo 'scandalo'

delle 'epifanie' di Gesù, volto tangibile della Grazia del Padre nella Potenza che è lo

Spirito.

Benedizione, modulazione ebraico-liturgica riferibile all'intervento Divino, efficace e tra-

sformante, origine degli eventi salvifici e teoforici, i sacramenti o misteri.

Cristo, il termine, deverbale, è variamente usato come aggettivo o sostantivo e rinvia diret-

tamente, con Gesù di Nazareth, al Padre che lo ha 'unto' in Potenza e Grazia per la

Missione redentiva e glorificativa a favore della Chiesa, eletta e santificata.

Theotokos/Dei genetrix, termine greco composito e letteralmente provocativo, trattandosi

della proclamazione liturgica e orante della maternità divina-corporea di Maria. Ciò

che ha fatto problema per i nestoriani, nell'antichità, è non aver usufruito della flessibi-

lità e del dinamismo del fenomeno 'communicatio idiomatum' (cf. sotto).

B. AREE TEMATICHE

011.

Tassonomia argomentata Propongo tre aggregazioni all'interno dei trattati teologici.

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La prima comprende i temi

1. Mistero della Pasqua,

2. Soteriologia

3. Monarchia Patris, De Divina Transcendentia e De gratia

4. Sacramentaria. Mistagogia.

5. Ecclesiologia e Mariologia

La prima area si connette con il mondo storico-biblico e liturgico, trattando della Pasqua e-

braica e della Pasqua nuova in Cristo. Le tre successive (2.-4.) sono scelte con il criterio di

rilevanza sindonica, illustrando misteri come la Salvezza (soteriologia), l'Unicità del PAdre e

l'Ecclesiologia, alla quale è congiunta, in ottica conciliare, la Mariologia.

La seconda aggregazione è dedicata a due classici trattati teologici, Cristologia e Trinitaria

(6.-7.), molto interpellati dalla Passione morte sepolture e risurrezione del Cristo, Gesù il Si-

gnore.

Infine, la terza aggregazione (7.-10.) è correlata a dinamiche personali ed ecclesiali, nel con-

testo della celebrazione di vita e missione, ad intra e ad extra:

8. Spiritualità (Ascesi e Mistica)

9. Pastorale

10. Morale

11. Presenza nel mondo, testimonianza martyria. A questo tema sarà dedicato l'intero incon-

tro XI.

012.

B.1. Il Mistero della Pasqua nella Nuova Alleanza

Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha evidenziato il ruolo centrale che riveste nella vita e

nella missione della Chiesa il "Mistero pasquale". Da parte nostra cerchiamo di dare ulteriore

conferme con alcuni sondaggi nel patrimonio delle origini ebraiche e cristiane, partendo da

un prezioso 'Simbolo della fede' o 'dell'Alleanza' (Gelasiano 608).

013.

■ Un Simbolo arcaico

Il venerabile 'Sacramentario Gelasiano', libro liturgico privilegiato per la Chiesa di Roma,4

tra i vari tesori giudeocristiani che trasmette, contiene il testo del simbolo oggettivamente più

breve e arcaico. Al numero 608, in contesto di battesimo di persona inferma, nella classica

forma dialogica battesimale (o di Alleanza) si legge:

4 Liber Sacramentorum Romanae Ecclesiae Ordinis Anni Circuli (cod. Vat Reg. lat 316 - Paris Bibl. Nat. 7193, 41/56)

(Sacramentarium Gelasianum, a cura di Leo Eizenhoefer e Pierre Siffrin, riedito da L.C. MOHLBERG, Roma, Herder

(Rerum Ecclesiasticarum Documenta, Fontes 4), 1968, II edizione, 44+323 pp., 10 tavole f.t.

Edizione anastatica (23 gen 09): stampata in due volumi, a Milano da Amilcare Pizzi nel marzo 1975.

I. volume di presentazione: Sacramentarium Gelasianum e Codice Vaticano Reginensi Latino 316, vertente anno sa-

cro MCMLXXV iussu Pauli PP. VI phototypice editum, Città del Vaticano (Codices e Vaticanis selecti quam simillime

expressi iussu Pauli PP. VI consilio et opera curatorum Bybliotecae Apostolicae Vaticanae, 38), 172x258 mm, 48 pp.

- Il manoscritto, Luigi Michelini Tocci, pp. 3-26.

- Il 'Sacramentario Gelasiano' (Reg. lat. 316) e la sua importanza per la storia della liturgia, B. Neunheuser, pp. 27-46.

II. Stesso titolo. Edizione fototipica.

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608. Et ante quam per- [pag. 96r] -fundas [perfundas] eum aqua, interrogas ei uerba

symbuli° et dicis:

Credis in Deum patrem omnipotentem?

Respondet: Credo.

Credis et in Iesum Christum filium eius unicum[,] dominum nostrum[,] natum et pas-

sum?

Respondet: Credo.

Credis et in Spiritum sanctum, sancta ecclesia, remissionem peccatorum, carnis resur-

rectionem?

Respondet: Credo.

Et cum interrogas, per singulas uices mergis eum tertio in aqua.

014.

Tralasciando alcune considerazioni sul primo articolo dedicato a Dio e alla sua unicità, prima

di valutare la sua paternità e onnipotenza (: pantokrator), la seconda domanda racchiude due

elementi tipicamente ebraici ed ebraico-cristiani:

- il termine 'unicum' riferito a Gesù, riconduce al sacrificio di Abramo (Gen 22, 1-8), 'prova

di Alleanza', nell'offerta del Figlio, l'unigenito', l'agapetòs, l'unico;

- del mistero epifanico di Gesù si ricordano soltanto i 'due misteri nascosti' di inarnazione e

di morte sulla croce (natum et passum), molto contemplati nel II secolo in quanto

'scandalo' impressionante della scelta caritativa di Dio Padre in Cristo. Si noti l'apparente

assenza del mistero del trionfo: risurrezione, ascensione, collocazione alla destra del Padre;

- un terzo elemento squisitamente ebraico è la sintesi della vita ecclesiale terrena ottenuta

con la sola citazione della remissio peccatorum. Siamo davanti ad un chiaro residuo della

centralità celebrativa ebraica dello Yom Kippur o Giorno solenne dell'Espiazione, meritato

dal citato sacrificio di Abramo (evidenziato dal suono dello shofar, o corno d'ariete). Solo

in questa occasione il Cohen Gadol (Sommo Sacerdote) poteva accedere, apiedi nudi, al

Santo dei Santi, oltrepassato il prezioso e pesante velo;

- un ultimo elementi di arcicità ebraica l'abbiamo nella conclusione, quando si cita la carnis

resurrectionem, credenza tipica della corrente farisaica, di cui era parte integrande Saulo di

Tarso e, da un noto passaggio evangelico, anche lo stesso Gesù di Nazareth.

015. e 016 (vedi in nota).

Battesimo e Alleanza Nuova

Alcuni aspetti celebrativi della Liturgia battesimale sono meglio comprensibili con l'approc-

cio ad alcuni gesti rituali di Alleanza, come la proclamazione dialogica della fede (o Simbo-

lo), confermata dalla presenza e partecipazione di testimoni5 e dalla ripetizione di un termine

tecnico come 'Amen'.

5 016. La 'litania dei Santi' assume qui il suo signfiicato storico teologico più intenso: siamo sulla linea della 'nube di

testimoni' che accompagna il Popolo di Dio e i suoi Neofiti. Cf. il testo di Eb 12, 1-2, evidentemente riferibile alla Pa-

squa battesimale: 1Anche noi dunque, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di pe-

so e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, 2tenendo fisso lo sguardo su

Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sot-

topose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio.

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017.

La Pasqua Nuova e il suo compimento nella Pentecoste

Nella pur complessa relazione tra il dato pasquale nei Vangeli Sinottici e nel Vangelo di

Giovanni, Gesù celebra in se stesso, nel proprio corpo-tempio defintivo i riti pasquali di im-

molazione dell'Agnello (con orario anticipato a causa del sovrpporsi del Grande Shabbat) e

di manducazione dell'Agnello (anticipata* nella 'Cena' dell'addio e celebrata nel 'primo gior-

no' dopo il Sabato [cf. Emmaus]).

015.

■ La Pasqua samaritana 1986 Per comprendere da vicino l'originaria liturgia pasquale giudaica così come era vissuta in Ge-

rusalemme, nel Secondo Tempio di epoca erodiana, offriamo in Allegato una descrizione

puntuale delle ritualità pasquali, integralmente celebrate ancora oggi secondo i dettami del

libro dell'Esodo, dalla comunità ebraico-samaritana sul monte Garizim, a Nablus-Sichem, nel

cuore della Samaria.

B.2. Soteriologia

Fig. 03-04.

Gerusalemme in epoca erodiana (I seco-

lo a.C. e d.C.) e, dall'alto, con foto aerea,

in epoca moderna (anni '80 del XX seco-

lo).

La gigantesca costruzione dell'Area sa-

cra del Tempio o Luogo per eccellenza,

si staglia imponente sul restante inse-

diamento cittadino.

Gesù verrà crocifisso appena fuori le

mura della città erodiana-romana, in alto

a sinistra.

La città vecchia medievale, come si può

verificare dalla fig. 04, ingloba nel pro-

prio centro cittadino la zona del Santo

Sepolcro.

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016.

Soteriologia o De Redemptione. La 'peccatorum remissio' e il nuovo Kippur.

Fondamentale per lo studio sindonico è ricostruire il background liturgico e storico-salvifico

della salvezza dai peccati o soteriologia cristiana. Il fondamento lo si ritrova

- nella celebrazione solenne del 'digiuno' e del Kippur,

- nella stretta connessione tra Kippur e Pesach, ricordando il 'sacrificio di Abramo' (Gen 22,

1-18), fonte e centro della liturgia ebraica.

017.

Sacrifici ebraici e Santuario (tenda e tempio)

In particolare occorre tener conto delle varianti celebrative di Pesach e Kippur

- al tempo del nomadismo e seminomadismo di epoca pre-abramitica, abramitica, mosaica,

quando tutto si svolge nella Tenda;

- nel periodo della sedentarizzazione, in epoca arcaica (12 tribù, periodo mosaico e dei Giu-

dici) e in epoca pre-monarchica (santuario di Shilo), sino alla costruzione del Tempio clas-

sico da parte del re Salomone.

E' davvero essenziale stabilire un minimo di conoscenza circa

- i doni / le offerte o sacrifici di primizia, con il concetto di 'olocausto', ovvero, consumazio-

ne con il fuoco della parte destinata a JHVH;

- le offerte di decima (del terzo anno, in ambito rurale);

- i sacrifici di espiazione per i peccati contro JHVH e all'interno del Popolo.

Fig. 05.

Mappa della città di Gerusalemme con

indicazione degli interventi urbanistici

romani dopo le conclusioni delle rivolte

giudaiche del 70 e del 135 d.C.

La linea colorata offre uno spaccato o-

rografico del territorio della Città di

Davide, rendendo bene l'idea dei vari

dislivelli esistenti tra le vallate di Giosa-

fat, del Tyropeon, del Gihon-Hennon.

La mappa reca anche, in grigio, il trac-

ciato dei fossati e delle torri che cinsero

di assedio Gerusalemme nella Prima

guerra Giudaica (66-70 d.Cr.).

Altra distinzione fondamentale per prendere le distanze da un concetto necessariamente

'violento' di sacrificio con versamento di sangue, è correlabile con i doni - sacrifici

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- incruenti, senza versamento di sangue, quando il dono proviene da coltivazione e agricol-

tura;

- cruenti, con versamento di sangue, quando il sacrificio è dato da offerta di un animale di

piccolo o grande taglio;

- misti, in periodi di contaminazione tra i due modelli di civiltà (rurale oppure di caccia o al-

levamento), o in periodi recenti di sovrapposizione tra le due ritualità.

Infine, dal punto di vista antropologico, è essenziale per riprendere simpatia per 'il dono' / sa-

crificio libero e gioioso, persino in contesto espiativo, attraverso le condizioni

- di gradimento o sacrificio 'gradito',

- di soave profumo,

condizioni di accettazione e di compiacimento da parte di JHVH.

018.

La Nuova Espiazione e Propiziazione

Molti gli elementi che gli evangelisti individuano nella persona del Cristo sofferente, Agnel-

lo pasquale, servo di JHVH, Agnello mite e Capro espiatorio che porta su di sé i peccati di

tutti noi, peccatori.

019.

Rinviamo ad una trattazione speciale l'esposizione sulla liturgia ebraico-giudaica di Kippur e

di Pesach, con il raffronto con la Passione e morte di Gesù, dono/sacrificio di primizia e sa-

crificio di espiazione, definitivi e perfetti, culmine della Nuova ed eterna Alleanza.

Fig. 06.

Ecce Homo, dipinto di mons. G. Ricci (+ 1995).

Gesù vi è rappresentato con i segni della flagella-

zione, con il fascio di spine sul capo e la can-

na/scettro nelle mani, con il mantello di porpora

rossa sulle spalle, vero re che dona la propria vita

per i peccati del popolo. Su di lui, infatti, sono di-

rette le mani accusatrici dei peccatori vissuti in tutti

i secoli della storia umana. Alcune di queste mani,

invece, sulla destra in alto, formano una sorta di

calice che raccoglie il sangue del Sacrificio sostitu-

tivo. Il sacro Sangue ha la propria fonte nel giudi-

zio di Ponzio Pilato che, lavandosi le mani e rifiu-

tando la piena responsabilità nella condanna del

Giusto, trasforma l'acqua in sangue: Mt 27, 24, te-

sto apax. La flagellazione come castigo, prima del-

la coronazione e della presentazione al popolo è di

tradizione giovannea (Gv 19, 1).

020.

■ Soteriologia in epoca apostolica. La corrente petrina.

Per una efficace esercitazione teologica e spirituale nella soteriologia delle origini cristiane,

suggeriamo di leggere con estrema attenzione la sezione omonima della relazione di p. Testa

su Pietro, martire della gelosia (1968). Ne offriamo qui una parte, in sticografia: Per questa ragione Gesù sarà chiamato,

come Mosè negli apocrifi e come il Maestro di Qumran,

il giusto-sèdèq, ciò il datore delle norme per la vita morale e il santo.

Benché questo Gesù di Nazaret fosse l'uomo da Dio preindicato

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e accreditato con l'opera sua taumaturgica,

pure, secondo il consiglio preordinato e la prescienza di Dio,

secondo un precetto divino perentorio (cf. 'dèi'),

fu rinnegato come già Mosè.

Egli fu ucciso sulla Croce (At 2, 22s.);

fu sgozzato come un Agnello pasquale (1 Pt 1, 20),

fu riprovato come una pietra inutile per la costruzione,

fu elevato sul patibolo, come il serpente del deserto.

Veramente Gesù fu 'il servo di JHVH' profetizzato da Isaia!

Questa morte salvifica, voluta dal decreto del Padre,

fu compresa con difficoltà dallo stesso Pietro,

rimproverato, per questa ragione, aspramente da Cristo:'Vattene o Satana'.

E fu sempre ignorata dai Giudei (At 3, 17).

Al contrario, nei piani divini, tale morte di Cristo, causata dai nostri peccati (1Pt 3 ,18)

fu l'origine della nostra salvezza (At 4, 12).

Gesù ci guarì con le sue ferite (1Pt 2, 24),

ci purificò e ricomprò con il suo sangue (1Pt 1, 2.18),

sciogliendoci dalle nostre colpe (1Pt 1, 18).

La morte, finalmente, come per il Servo di JHVH, così anche per Cristo,

fu la causa della sua resurrezione e della sua ascensione salvifiche;

fu inoltre la causa della Gloria (1Pt 1, 10-12.20),

alla destra del Padre,

con la conseguente sottomissione di tutti gli spiriti celesti (1Pt 1, 21; 3, 21).

Come frutto della morte, della Resurrezione e dell'Ascensione salvifiche,

i fedeli avranno una rigenerazione (1Pt 1, 3.23)

e una palingenesi,

cioè una conversione dal vecchio uomo,

per mezzo della grazia e della parola seme incorruttibile (At 15, 11; 1Pt 1, 23).

Come si vede, per Pietro tutta l'opera salvifica del Cristo è racchiusa dentro un periodo deter-

minato da Dio che va storicamente dalla sua manifestazione escatologica alla sua glorificazio-

ne, cioè dal giorno del Battesimo alla Resurrezione-Ascensione (At 1, 22); di cui non tutti, ma

solo individui preordinati da Dio (At 10, 41.Cf. At 1, 22; 2, 33; 3, 21; 5, 31; 1Pt 1, 21; 3, 21) de-

vono essere messaggeri: gli Apostoli, unici 'testimoni' e 'videnti' 'Mártyra, mártyres', (At 1, 22; 2,

32; 3, 15; 5, 32; 10, 39 e 2Pt 1, 16 ss.), cui i fedeli debbono credere se vogliono salvarsi (1 Pt 1, 8).

[...]

In conclusione nell'opera della redenzione S. Pietro

aveva taciuto l'Incarnazione e l'Infanzia;

aveva sottolineato invece il periodo dell'apostolato di Cristo,

dal Battesimo all'Assunzione,

operato specialmente con la sua umanità,

quale Profeta e quale Servo di JHVH; finalmente,

aveva fatto notare il suo choc psicologico di fronte alla Passione e alla Croce,

pur da lui compresa nel significato più profondo e teologico.

I suoi seguaci ortodossi risolsero questi punti problematici dell'Apostolo

con la fede nei 'tre misteri nascosti', negati al contrario

- contro i parenti di Gesù e contro i giovanniti – dai pietrini eterodossi.

B.3. De Monarchia Patris*, e i trattati 'De Divina Transcendentia' e 'De gratia'

021.

L'unità divina

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L'unicità di Dio, il Padre, l'Onnipotente, l'Ineffabile, il Glorioso nella Maestà, l'Infinito, l'E-

terno, degno di ogni Adorazione e Rendimento di grazie, l'Unico (Ehad), JHVH, D-o di A-

bramo di Isacco di Giacobbe, è l'inizio e il culmine della fede ebraica, gelosamente jahvista e

monoteista.

Anche i sistemi politeisti greco-romani ed egiziani prevedevano, ai vertici dell' 'olimpo' o dei

cieli, una divinità più alta di tutte, che veniva riconosciuta al di sopra di ogni forma di vita

divina intermedia.

022.

Si può comprendere in tal modo perché lo scandalo cristiano della creazione, dell'incarnazio-

ne, della croce, dei misteri, della chiesa, abbia tanto sconvolto la sensibilità religiosa corren-

te, da diffondere nel popolo non cristiano la percezione di trovarsi dinanzi a degli 'atei' o

quanto meno a dei bestemmiatori.

023.

Una teologia monarchiana, ortodossa ed eterodossa

Meritevole di maggiore rilievo negli studi storici teologici futuri è la disputa (continua)

Fig. 07. 024. Roma, basilica di San Clemente I, catino absidale con rappresentazione della Vita eterna, del Paradiso

cristiano, sovrastante l'area liturgica della Vita ecclesiale terrena. Il Signore Gesù Cristo vi è raffigurato in quattro di-

verse modalità, di cui due risalenti al Cristo storico (ovale del Cristo giudice, in alto; Crocifisso al centro). L'ineffabili-

tà vivente di Dio Padre è giustamente raffigurata con la grande conchiglia luminosa centrale, in alto, con vari livelli di

luce concentrici, e dalla quale fuorisce una mano / voce che reca la corona di gloria per il Crocifisso sottostante, vera

vite, dalla quale nascono tutti i tralci paradisiaci e alla base della quale sgorgano i quattro fiumi della vita, di genesìaca

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memoria. L'arco trionfale che fa da cornice all'abside-paradiso è la sintesi della Prima e della Seconda Alleanza (cf. le

due colonne tortili preziose): si parte, nel primo registro in basso, dalle due città regali di Gerusalemme e di Betlem-

me, per poi ricordare, nel secondo registro, i profeti (Isaia e Geremia), nel terzo registro gli Apostoli (Pietro e Paolo) e

i Martiri (Clemente I papa e Lorenzo diacono), e infine, nel quarto registro, in alto, i quattro Evangelisti. La grande i-

scrizione latina reca le seguenti parole: Gloria in excelsis Deo sedenti super thronum | Et in terra pax hominibus bo-

nae voluntatis. Anche se dall'insieme non emerge la figura esplicita di un trono, come da iscrizione ci si attenderebbe,

la figura centrale dell'Agnello immolato, nel primo registro in basso, ne ricorda la presenza da contesto apocalittico-

liturgico.

(segue) 'monarchiana' che ebbe alcune spunti conflittuali nell'Urbe e ad Alessandria (III seco-

lo).

La variante eterodossa, ad alto interesse per il tema sindonico, è il cosiddetto

'patripassianismo', rappresentato da persone religiose che, per difendere la Divina Monarchi-

a, ritenevano che fosse stato lo stesso Dio Padre ad aver sofferto sulla croce.

026.

L'utilità teologica di una formazione al "De Divina Trascendentia" e al "De Gratia"

Non si può apprezzare appieno il consueto trattato teologico 'De Gratia', se non ci si prepara

con un esercizio scientifico nella Trascendenza divina. (continua)

Fig. 08.

025. Icona di scuola russa, dedicata alla Divina Trinità. Si noti la

modalità di raffigurazione della persona di Dio Padre, monarca di-

vino in trono. Nel suo grembo stanno il Figlio, Verbo eterno (im-

berbe, giovane per sempre) e lo Spirito Santo (colomba, luce tanto

fulgida da risultare nera). Per quanto suggestiva, la rappresentazione

antropomorfica di Dio Padre non sarebbe stata accettata dal rigore

teologico dei primi tre secoli di storia cristiana.

Una traccia sindonica nell'iconografia del volto di Dio Padre la ri-

troviamo nella massa eccessiva di capelli nella zona superiore del

Volto.

(segue) Si tenga presente che da molti secoli si è dimentatico persino l'esistere di questo

fondante problema epistemologico, con alti effetti nel mondo dell'antropologia e della socio-

logia. Allo stato attuale della tematica, l'argomento appare quasi esoterico e, purtroppo, da

alcuni viene così interpretato e trattato.

Ci limitiamo, qui, ad accennare alle metodiche trascendenti elaborate da Raimondo Lullo

(1235-1315), beato e dottore della Chiesa (terziario francescano dal 1295)6 e ad un interes-

6 028. Presentazione tratta dal sito a cura del Centro Documentazione Lulliano (http://orbita.bib.ub.es/llull/, Univer-

sità di Barcelona): Raimondo Lullo, maiorchino di nascita, visse tra il 1232 e il 1316 e fu uno scrittore prolifico e po-

liedrico, che si espresse in latino, in catalano e in arabo. Il cuore del lascito di Lullo è ciò che egli chiamava l‟Arte: un

sistema generale d‟interpretazione della realtà visibile e invisibile, che si serve di tecniche semimeccaniche, di nota-

zione simbolica e di diagrammi combinatori. L‟Arte è il fondamento dell‟apologetica e fornisce una base metodologi-

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sante raffronto tra la struttura delle 10 Sefiroth della Kabbalah o mistica ebraica e la persona

del Cristo crocifisso.

027.-030.

Lullo e la trascendenza divina. Una grammatica oltre-la-grammatica

La vita umana, fondata sulla relazione, è colma di cose facilmente e difficilmente 'riconosci-

bi-li' e definibili. Il linguaggio umano è già di per sé un campo espressivo di questa duplicità.

Purtroppo la formazione culturale moderna, sin dall'infanzia, riduce il processo educativo e

culturale alla sola competenza descrittiva grammaticale, e da qualche decennio, non sempre.

Siamo perciò ancora lontani dall'acquisire una seconda competenza, ultra- super- transgram-

maticale, che dir si voglia. (continua)

Fig. 09.

029.

Vita di Raimondo Lullo, XIV secolo, prima miniatura, su

dodici complessive, del cosiddetto Breviculum, realizzate

verso il 1325 su iniziativa di un discepolo, Thomas Le

Myésier. Vi sono rappresentate tre scene della sua

biografia, due delle quali, al centro e a destra, riferibili ad

altrettanti pellegrinaggi.

Interessante la miniatura di sinistra con un velo che si apre

sul Crocifisso rappresentato per cinque volte consecutive.

Si noti il particolare sindonicamente rilevante dei due

piedi inchiodati l'uno sull'altro e in posizione molto

asimmetrica.

(segue) Tale compito viene lasciato a piccole nicchie culturali, a livello filosofico e religioso,

in genere tanto piccole e 'strane' da rasentare il pericolo dell'esoterismo.

Il beato Raimondo Lullo, pur evitando alcuni eccessi quantitativi della sua ricerca,7 può esse-

re una guida sicura nel mondo della trascendenza divina e umana. La Sindone ne guadagnerà

in rispetto qualitativo, quando ci si sottoponesse ad esercizi che affinano la sensibilità e la ra-

zionalità poste di fronte a realtà (cosmiche, umane, divine) non descrivibili in pienezza o del

tutto indicibili.

ca unica per tutti i campi del sapere del secolo XIII: dalla teologia, alle scienze naturali e umane. Il suo profilo intel-

lettuale è complesso e atipico: come filosofo cristiano, sviluppò creativamente materiali neoplatonici e aristotelici;

come mistico, è stato considerato il capostipite della grande tradizione iberica; come autore di romanzi, fu uno dei

primi a proporre temi contemporanei; come apologeta del cristianesimo, promosse scuole di missionari e concepì un

nuovo metodo per la conversione. Lullo fu anche uno dei primi scrittori ad usare la lingua popolare, nel suo caso il ca-

talano, per trattare temi riservati alla lingua dotta, vale a dire il latino, come la teologia, la filosofia e la scienza.

7 Risulta effettivamente faticosa la ripetitività strutturale continua, in alcune applicazioni del metodo lulliano delle

simmetrie e delle combinazioni dinamiche. Se l'effetto 'complessità' può risultare di grande utilità per restare umili di-

nanzi alla Trascendenza, ciò non deve tuttavia appensantire le vie della semplicità e della leggerezza, tanto amate dal

Signore Gesù e da alcune spiritualità come quella francescana, cui lo stesso Lullo apparteneva.

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Fig. 10-11. 030.

Raimondo Lullo, Ars ge-

neralis ultima (1305 -

1308), figure I-IV dal

codice M3 (clm 10522).

Le nove lettere dell'alfa-

beto della super-gramma-

tica lulliana (fig. 10 in

alto) sono:

B: Bonitas

C: Magnitudo

D: Aeternitas

E: Potestas

F: Sapientia

G: Voluntas

H: Virtus

I: Veritas

K: Gloria

Un rapido sguardo alle re-

stanti tre figure / strutture

dà una prima idea della

dinamica combinatoria,

uno dei metodi della for-

mazione alla trascenden-

za.

031.

Lasciamo a malincuore questo mondo 'nuovo', semplice e complesso, al quale, se Dio vuole,

verrà dedicato, nel prossimo futuro, un intero Corso formativo (cf. www.vivendi-ratio.it) e

procediamo in modo ultraveloce nei restanti 'settori' teologici interpellabili dalla Sindone.

B.4. Sacramentaria (De Sacramentis) e Mistagogia.

032.

Mistagogia nel cuore della Rivelazione vivente cristiana cattolica

Non esiste nulla di più alto e profondo, tremendo e delicato della Scelta divina di diventare

Mistero di Gloria semplice, accessibile, tangibile, prossima, umana, umile, mite, crocifissa,

ecc. Ben l'hanno apprezzata menti-anime come come Giustino (II secolo), Origene (III seco-

lo ineunte) e Agostino (V secolo ineunte), nella loro ricerca della Verità Vivente Eterna.

La Sindone avvolge delicatamente la Vita divina, il Cristo del Padre.

033.

Liturgie battesimale ed eucaristica: centro della Rivelazione e della Pasqua

La sacra Sindone interpella profondamente alcuni momenti della sacra Liturgia:

- l'acqua sangue della rinascita battesimale,

- la veste bianca, regale e sacerdotale, di lino di bisso, preziosa, divina,

- l'altare-Cristo e la tovaglia-sindone che ne accoglie il Corpo crocifisso, anche nelle soffe-

renze della sua Chiesa;

- la processione delle offerte come riproposizione del dono/sacrificio di primizia, visualizza-

to nell'Agnello pasquale, antitipo del dono di Abramo in Isacco (: Dio Padre in Cristo),

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- la consacrazione/trasformazione del pane in Corpo e Cuore (vedi Lanciano) e del vino in

Sangue;

- la consacrazione come nuova Risurrezione del Cristo e, in Lui, della Chiesa;

- la missione del Risorto: 'come il Padre ha mandato me, così io mando voi';

- la comunione come mistero di compimento della Chiesa, in Cristo, per la Gloria del Padre,

nella Potenza che è lo Spirito Santo.

Fig. 12.

034.

Vetro dorato del IV secolo d.C., conservato nei Musei Vati-

cani, con la raffigurazione della montiplicazione dei pani e

pesci e della risurrezione di Lazzaro.

Il Cristo imberbe, Dio eterno fatto uomo, con la sua Potenza

trasformante, simboleggiata dal bastone taumaturgico, tocca

le sette ceste di pane e sfama migliaia di persone, tocca la

fronte di Lazzaro e lo risuscita da morte. Il potere miracoloso

del Messia divino visibilmente presente in ogni Liturgia pa-

squale della Nuova Alleanza. Gli antichi Sacramentari latini

hanno formule espressive e brevi per proclamare il Mistero

salvifico e deificante.

Con il linguaggio agostiniano potremmo affermare che "risu-

scitare un morto è il medesimo e splendido evento della Con-

sacrazione del Pane e del Vino nell'Eucaristia".

B.5. Ecclesiologia e Mariologia.

035.

La santa ed eletta Chiesa di Dio

Tutti gli arcaici riti di Alleanza, dal protopatriarca Noè sino al periodo premonarchico dei

Giudici propongono o rinnovano forti impegni nei confronti di JHVH o Elohim e nei con-

fronti del Popolo, Assemblea di Tribù.

La Nuova ed Eterna Alleanza, nella Pasqua di Gesù, il Cristo del Padre nello Spirito Santo,

ripropone in modo compiuto e definitivo questo duplice amore (agape), individuando nella

Chiesa il Luogo nel quale di vive la nuova Liturgia e la nuova Diakonia.

Come si può arguire dai materiali offerti nell'opuscolo dedicato al Simbolo (Allegato ..) la

Lettera agli Efesini (3, 20-21) giunge sino ad inserire la santa ed eletta Chiesa nella dossolo-

gia solenne, dedicata come sempre all'UniTrinità salvifica e santificante.

036.

A cinquant'anni dall'apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, si suggerisce di riprendere

contatto con i testi trinitari della Costituzione Lumen Gentium sulla Chiesa e della Costitu-

zione Sacrosanctum Concilium sulla Liturgia, gerarchizzando le identità teofaniche (Dio in

Cristo) da quelle teoforiche (la santa Chiesa), per evitare l'eccesso di centralità dato al Popolo

di Dio, a scapito di Dio stesso, fenomeno che si è molto diffuso nel periodo postconciliare.

037.

La Mariologia, intimamente legata alla Chiesa

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Come è stato scelto dai Padri conciliari e dai redattori della Lumen Gentium (cap. VIII), la

vocazione di Maria, madre di Gesù e madre nostra, è intimamente collegata al Popolo eletto,

acquistato a prezzo del sangue del Cristo crocifisso, che il Padre non ha risparmiato (Rom 8,

32) per darci, in Lui, ogni Grazia e ogni Benedizione.

038.

Quale ruolo ecclesiologico ricopre la Sindone?

Attraverso la mediazione e la testimonianza di Maria, prima creatura umana veramente e to-

talmente gradita a Dio, senza macchia di peccato, senza alcun difetto spirituale, la Chiesa

trova la via del nuovo Culto spirituale, si incammina sulle vie del nuovo Esodo della Carità

come Diakonia.

Dalla presenza certa di Maria e delle altre Discepole, sotto la croce e al momento della Se-

poltura (vedi gli avvolgimenti intenzionali del Telo sul sacro Corpo), la contemplazione ec-

clesiale diventa maternità regale che serve ogni giorno, in umità semplice e gioiosa, tutte le

persone umane, iniziando dagli ultimi, dagli emarginati, dagli smarriti di cuore, dagli oppres-

si a causa dell'ingiustizia.

06. La Cristologia come scienza e come esperienza

039.

Il classico trattato dedicato alla Persona di Gesù, il Cristo, il Verbo, vero Dio e vero Uomo,

assume per chi accosta la Sindone un ruolo fondativo e confermativo. Fondativo in quanto

illumina lo status del tutto speciale della Persona di Gesù e della Persona del cristiano. Con-

fermativo, in quanto offre stabilità definitiva alle componenti e alle dinamiche dell'Antropo-

logia cristiana cattolica.

040.

I timori della persona umana contemporanea dinanzi alla cristologia classica

Come eredità della crisi luterana e giansenista, ancora negli ultimi decenni si è assistito al fe-

nomeno reattivo di sottolineare unicamente l'umanità di Gesù, giungendo ad applicare alla

sua adorabile Persona l'opzione per il peccato, condizione ineloiminabile, secondo costoro,

per essere pienamente partecipi della fragilità umana, della sofferenza derivata da violenza e

trasgressione. Esiste quasi una falsa lettura della celebre frase pasquale "Felix culpa!".

041.

Un testo cristico attuale

Anche persone molto autorevoli si limitano a volte, ad una lettura, storico-antropologica, ve-

dendo il Cristo come uomo che ricerca e che trova, che cresce nella coscienza della sua mes-

sianità. Tale modo di leggere il Kerygma e i testi dei quattro Evangelisti, la definiamo come

'cristica', opponendola quasi ad una lettura 'cristologica' che esprime - come il termine greco

composito adombra - uno sforzo di lettura integrale della Persona di Gesù, il Cristo, il Verbo

eterno fatto carne e crocifisso, consustanziale con il Padre e consustanziale con noi.

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042.

Ecco, allora una recente 'lectio' della teofania nel Battesimo di Gesù/Yehoshua' al fiume

Giordano: In una provincia lontana e poco nota, la Giudea, un uomo irsuto, dal viso scarno, vestito di pelli di

cammello in perfetta aderenza alla tradizione inaugurata dal profeta Eliyàhu, comincianva a far parla-

re di sé. Sul suo volto barbuto non compariva alcun segno di tristezza. I suoi occhi penetranti glio

conferivano un'aria profetica. Nato miracolosamente da una padre anziano, il sacerdote Zacharià, e

da una madre sterile, egli non predicava la ribellione contro Roma, ma i suoi sermini toccavano i

cuori e attiravano folle di persone. Incitava a un'intima conversione, più che al cambiamento delle

strutture politiche,. Il suo nome, Yochanàn, era già un programma, poiché significa "Dio [JHVH] è

bontà". Si era stabilito sulle rive del Giordano, non lungi da un centro spirituale degli Esseni, di cui

peraltro non condivideva l'ideologia. Tutto ciò [pag. 20] che faceva era somministrare battesimi con

l'acqua. Alcuni discepoli, che l'avevano seguito, avevano adottato il suo stile di vita austero. [...]

Tra la moltitudine di persone che accorrevano ad ascoltare il Battista si trovavano fianco a fianco gli

esattori, considerati pubblici peccatori, e i soldati. Yehoshuà', un falegname nazzareno di circa

trent'anni, partì dalla Galilea e si diresse verso il Giordano. Soggiornò per qualche tempo presso Yo-

chanàn e si unì ai suoi discepoli. Un giorno decise di mescolarsi alla folla di penitenti che si immer-

gevano nell'acqua del fiume,. Desiderava prendere parte al movimento di conversione [pag. 21] del

suo popolo e condividere la speranza di coloro che cercavano il cammini di un'autentica liberazione

spirituale. [JHVH] Il Dio di Avrahàm, di Yitzchàk e di Yo'akov non si rivelava in una meditazione

solitaria nel deserto purificatore dell'anima, ma sulle strade della storia.

Yochanàn protestò: "Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?".

"Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia", rispose Yehoshuà' in tono e-

migmatico. Yochanàn non aveva più davanti a sé un discepolo venuto per ascoltarlo, ma un uomo da

cui trasudava il mistero di Dio. Esclamò quindi: "Viene colui che è più forte di me, a cui non sono

degno di [s]legare i lacci dei sandali". La maestà, la gloria e la grandezza del Messia erano tali che

Yochanàn riteneva di non meritare nelleno l'onore di essere ilo suo più umile schiavo, addetto a sfi-

largli i sandali per lavargli i piedi.

Nel momento i cui uscì dall'acqua, Yehoshuà' ebbe un'esperienza spirituale destinata a segnare tutta

la sua vita. Una voce celeste sancì la sua consacrazione messianica: "Tu sei il figlio mio, l'amato; in

te ho posto il mio compiacimento". Lo Spirito Santo discese su di lui in corma corporea, come una

colomba. Yochanàn testimoniò: "Ho contemplato lo spirito discendere dal cielo come una colomba e

rimanere su di lui". Mentre era assorto in preghiera, Yehoshuà' ebbe una profonda intuizione: vide

squarciarsi e aprirsi i cieli che da tempo non mandavano più profeti a Israele, Lo Spirito planava

nuovamente sulle acque. Si annunicava una Genesi.

Yehoshuà' sapeva di essere ormai investito di una missione speciale, quella del Servitore [di JHVH]

annunicato dal profeta Yesha'yàhu. Aveva ormai sperimentato il suo rapporto unico con Dio; in lui si

era destata una coscienza nuova. Da quel [pag. 22] momento si rivolse sempre a Dio così come un

figlio parla al proprio padre; ma aveva la certezza che il suo trasporto filiale fosse preceduto dal moto

del PAdre verso di lui, simile a un grido d'amore. Questa illuminazione interiore era destinata a ri-

schiarare l'intera sua vita. Egli comprese chiaramente che la sua missione consisteva nel condividere

quella rivelazione con il popolo. [...]

Yochanàn si accorse di qualcosa: "In mezzo a voi sta uno che non conoscete, colui che viene dopo di

me". Un giorno, vedendo passare Yehoshuà', dichiarò: "Ecco l'agnello di dio, colui che toglie il pec-

cato del mondo". L'agnello era il Servitore [di JHVH] sofferente annunciato da Yesha'yahu, ma an-

che l'agnello pasquale che avrebbe dato la vera libertà a Israele durante la celebrazione della Pasqua.

La missione di Yochanàn si compiva, quella di Yehoshuà' cominciava. (Manns, Ecce Homo, 2011,

19. 21-22)8

8 Frédéric Manns, Ecce Homo. Una lettura ebraica dei Vangeli, Torino, Lindau, 2011 (ed. originale Voici l'Homme.

Une lecture juive des Evangiles, 2008), trad. di G. Perrini, 350 pp.

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19

043.

Un testo cristologico recente La coscienza che Gesù aveva di se stesso e della sua missio-

ne (CTI 1986)9

Per affinare i nostri processi mentali, invitiamo a leggere bene, focalizzando i significati del-

le parole e, creando una gerarchia storico-teologica. Gli Autori del Documento, hanno infatti

distinto tre livelli differenti di interpretazione dell'Oggetto, la Persona divina e umana di Ge-

sù:

- il livello kerygmatico o della 'predicazione apostolica',

- il livello evangelico sinottico,

- il livello evangelico giovanneo.

Questo tipo di collocazione e di tassonomia dà ragione del termine 'cristologico', differenzia-

bile da quello di 'cristico'.

044. La Communicatio idiomatum.

Affinato nei secoli V-VII d.Cr., il dinamismo linguistico dello 'scambio delle proprietà' è ot-

tima soluzione per rispettare le distinte caratteristiche della 'umanità' e della 'divinità' nell'u-

nica persona di Gesù di Nazareth, il Cristo del Padre.

Suggeriamo di immaginare due stanze o ambienti domestici, ciascuno dei quali possiede re-

gole differenti:

9 043 Elenco delle pubblicazioni della Commissione Teologica Internazionale

Riflessioni su finalità e metodi della Commissione (1969)

Il sacerdozio cattolico (1970)

L'unità della fede e il pluralismo teologico (1972)

L'apostolicità della Chiesa e la successione apostolica (1973)

La morale cristiana e le sue norme (1974): tesi di Schürmann e von Balthasar

Magistero e teologia (1975)

Promozione umana e salvezza cristiana (1976)

La dottrina cattolica sul sacramento del matrimonio (1977): proposizioni della CTI; 16 tesi cristologiche di Martelet

Alcune questioni riguardanti la cristologia (1979)

Teologia, cristologia, antropologia (1981)

La riconciliazione e la penitenza (1982)

Dignità e diritti della persona umana (1983)

Temi scelti di ecclesiologia (1985)

La coscienza che Gesù aveva di se stesso e della sua missione (1985)

Fede e inculturazione (1988)

L'interpretazione dei dogmi (1989)

Alcune questioni attuali di escatologia (1992)

Alcune questioni sulla teologia della Redenzione (1995)

Il Cristianesimo e le religioni (1997)

Memoria e riconciliazione: La Chiesa e le colpe del passato (2000)

I documenti si trovano anche in latino - italiano (o testo originale) nell'ENCHIRIDION VATICANUM, delle Edizioni

Dehoniani Bologna (vedere "Indici Generali"); in tedesco sulla rivista Internationale Katholische Zeitschrift, Commu-

nio Verlag, e sulle seguenti riviste: Gregorianum (latino), La Civiltà Cattolica (italiano), La Documentation Catholi-

que (francese), Irish Theological Quarterly (inglese), Origins (inglese, eccetto i nn. 17-18), Kerkelijke Documentatie

(olandese). Il n. 19 è stato pubblicato in tedesco nella collana della Conferenza Episcopale "Verlautbarungen des Apo-

stolischen Stuhls", in italiano e spagnolo anche dalla Libreria Editrice Vaticana. Il n. 20 è stato pubblicato in tedesco

dalla Johannes Verlag, Freiburg 2000.

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- nella prima stanza, si deve sempre distinguere con nettezza, quanto è specifico della Divini-

tà e quanto dell'Umanità. Qui non ci si dovrà mai permettere affermazioni generiche e inac-

cettabili sulla corporeità della Divinità, sulla sofferenza della Divinità intesa in senso onto-

logico, sulla limitazione storica della Divinità.

- nell'altra stanza, invece, la Persona concreta di Gesù, consente di chiamarlo come 'Dio per-

fetto che soffre per amore', come 'Dio crocifisso', 'Dio bambino'; consente anche di invocare

Maria, madre di Gesù come Genitrice corporea di Dio ovvero, in greco, Theotòkos!

Se, ad esempio, Nestorio, patriarca di Costantinopoli, avesse conosciuto questi dinamismi

terminologici, avrebbe evitato a sé e alla Chiesa universale alcune sofferenze tipiche delle

conflittualità teologiche.

Stanza 1

Affermazioni distinte,

senza separazione,

nella contemplazione, nella catechesi, nella teologia

Stanza 2

Affermazioni unite,

senza confusione,

nella Liturgia, nella spiritualità, nella pastorale

Dio è eterno, onnipotente, immutabile, infinito....

L'uomo è storico, debole, mutevole, delimitato....

Consustanzialità a Dio e consustanzialità all'Uomo.

Gesù è Dio che soffre, Dio crocifisso, Dio servo umile.

L'uomo è collocato alla destra di Dio, divinizzato.

Unico, vero, vivente Gesù, rivelatore/Logos del Padre.

045.

Un sondaggio nel settore dei canti liturgici e profani*

Per documentare la quasi scomparsa di una sensibilità teologica competente nel distinguere e

nell'unire, quando ciò sia necessario o utile, invitiamo all'analisi testuale di alcuni canti litur-

gici mor

046. L'unione ipostatica asimmetrica

Altra formulazione complessa ma di estrema utilità per garantire chiarezza nelle distinzioni

quando si discorre su Gesù il Cristo e, persino, quando si colloquia con Lui, è la formula 'u-

nione ipostatica asimmetrica'.

L'apparente ermetismo dei termini diviene più accessibile se ne comprendiamo significati e

correlazioni:

- unione

unione distinta delle due 'nature'/fysis in Cristo,

la natura umana vera e perfetta, la natura divina vera e perfetta,

- ipostatica

le due nature sono unite in una unica ipostasi (sub-stantia) o persona con-

creta integrale (enipostasi),

- asimmetrica le due nature, vere e perfette, proprio per queste caratteristiche sono chia-

ramente asimmetriche, dal momento che l'umanità è evidentemente piccola

e limitata se confrontata con la Divinità, gloriosa e infinita.

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047.

Verso una certa familiarità con il linguaggio teologico

L'intero apparato linguistico del mondo teologico (cristologico, trinitario) trae origine dal ci-

tato fenomeno della trascendenza, ambito nel quale, il più delle volte, si indicano dei contor-

ni minimali e non si possono descrivere molti particolari o proprietà specifiche.

Ecco lo schema terminologico di base nelle lingue classiche, greco, latino e con l'italiano:

greco latino italiano annotazioni

usìa essentia,

substantia*

essenza

hypostasis

hypokeimene

substantia* sostanza

fysis

natura natura

prosopon

enypostasis

persona persona

048.

La sapienza della duplicità unita: il difisismo, il ditelismo

Se l'intergrita della fede cattolica è fondata sull'integralità della Persona di Gesù il Cristo del

Padre, vero e perfetto Dio, vero e perfetto uomo (difisismo), la perfezione umana per non es-

sere soffocata e cancellata dalla Divinità esige una vera intelligenza umana e una vera volon-

tà e decisionalità umana (ditelismo), unite e distinte, non confuse e non separate.

Abbiamo perciò, nel Cristo Signore Gesù, il modello perfetto a livello antropologico e a li-

vello di divinizzazione acquisita o adottiva. La scuola ortodossa russa moderna (XIX-XX se-

colo), stimolata da acuti pensatori, formati nelle scienze profane e in quelle teologiche come

Berdiaev e Florevski, hanno proposto un perfetto progetto di Persona umana e di Chiesa, sul

modello ditelita dei Santi Padri del primo millennio cristiano.

049.

La tutela degli equilibri antropologici

Splendida la proposta di prevenire e curare i disagi psichici attraverso l'antropologia cristiana

dei Padri, elaborata sulla struttura della Persona divino-umana di Gesù.

CARUSO I. A., Psicanalisi e sintesi dell'esistenza, Torino, Marietti, 1953 (dalla Conclusione).

La psicologia del profondo in quando disciplina descrittiva delle regioni sotterranee dell'antropolo-

gia, è chiamata a dare un importante contributo alla formazione, tanto della concezione dell'uomo,

quanto anche della concezione del mondo. Essa può contribuire, forse in larga misura, alla progressi-

va formazione di una nuova sintesi, di una nuova universalità del sapere. Non è dunque né nell'inte-

resse degli psicologi del profondo, né in quello dei cultori di altre discipline antropologiche che la

psicologia del profondo rimanga una scienza esoterica. E' intuitivo che la resistenza affettiva inibisce

l'integrazione delle sue conoscenze; tuttavia questa circostanza non ne muta il significato di princi-

pio.

E' dunque comprensibile che anche la psicologia del profondo non dev'essere considerata isolata. E

proprio il reperto della psicologia del profondo può essere in gran parte usato per 'dimostrare' qua-

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lunque cosa. Noi abbiamo visto che unilateralità nelle teorie della psicologia del profondo corrispose-

ro a concezioni [antropologiche] generali unilaterali. Così la psicologia materialistica dell'istinto si

appoggiò sull'ipotesi che il modello della fisica e della matematica fosse obbligatorio per tutte le altre

scienze e che abbiano validità solo quei campi della realtà che possono essere rappresentati con l'aiu-

to di questo modello. Tutto ciò era l'assolutizzazione del modello naturalistico ed era la conclusione

sbagliata di una soluzione del 'null'altro che'.

La reazione alla concezione materialistica condusse a questo, che la psicologia del profondo si tra-

sformò in una sorta di 'dottrina dello spirito', in una teoria irrazionale della libertà, nel che, questa li-

bertà, esageratamente valorizzata, fu più di una volta espressamente equiparata alla Grazia.

Le esagerazioni della prima tesi, come nell'antitesi che ne segue, corrispondono alla legge del reci-

proco influenzamento tra le concezioni dell'uomo e le concezioni del mondo. All'idea ottimistica del

progresso infinito ['nestoriana'], conseguibile attraverso l'estendersi della scienza della natura, seguì

la concezione delusa e pessimistica è 'monofisita'] dell'uomo e del mondo, la quale, a sua volta, de-

generò subito in una crisi. [...] Tuttavia né le tesi né le antitesi sono ancora superate. Entrambe rap-

presentano la reviviscenza di vecchie eresie. La visione razionalistico-ottimistica corrisponde larga-

mente ad un antico indirizzo antropocentrico che, sin dagli inizi del cristianesimo, provocò l'ariane-

simo e il nestorianesimo. Nel pensiero moderno questo 'nestorianesimo' è contrassegnato dal fatto

che al centro dell'osservazione sta l'uomo naturale, anzi l'uomo fisico. Illuminismo, moralismo, stori-

cismo e relativismo sono le conseguenze di questo indirizzo; l'interpretazione filosofica del Cristia-

nesimo viene capovolta e l'immagine del Cristo viene razionalizzata sino a trasformarsi in un mito.

La reazione 'monofisita' disprezza l'uomo naturale e particolarmente l'uomo fisico: questi, di fronte

alla propria qualità spirituale e rispetto alla 'magia dell'anima' (E. Spranger) si trasforma, per così di-

re, in una semplice apparenza, in un epifenomeno insignificante.

Purtroppo le diatribe tra i moderni 'nestoriani' e 'monofisiti' non vengono chiaramente localizzate nel

loro giusto punto, cioè nel campo dell'Incarnazione. Gli antichi eretici erano ancora assai più vicini

alla gerarchia dei valori, perché sapevano bene che la loro contesa verteva sull'Incarnazione. E' però

notevole che anche la contesa odierna sollevi, in forma diversa, lo stesso problema. Ora non si discu-

te più intorno all'Uomo-Dio, che senz'altro unifica in sé la perfezione della natura umana con la per-

fezione dell'essere [divino], ma è l'uomo relativo che diventa oggetto autonomo della contesa. E an-

cora: ci si accontenta di un solo aspetto dell'uomo relativo e questo aspetto viene anche troppo spesso

assolutizzato.

L'assolutizzazione dell'ipotesi 'nestoriana' condusse a questo, che ciò che vi ha di peculiare, di speci-

fico nell'uomo si poté distinguere solo quantitativamente dalla psico-fisica dell'animale. Per contro,

l'osservazione 'monofisita' dell'uomo ne vide la peculiarità soltanto nello spirito e nella libertà, ri-

muovendone l'aspetto non libero. Entrambe le osservazioni, nella loro unilateralità, erano totalitarie.

Ciò che è peculiare dell'uomo non è la psico-fisica, ma non è neppure lo spirito. Peculiare

dell'uomo è l'incarnarsi dello spirito: l'incarnarsi dello spirito e lo spiritualizzarsi della carne.

La soluzione del problema centrale dell'antropologia - del problema cioè della Coscienza, in quanto

nota peculiare dell'uomo - vuol essere ricercata nel riconoscimento dell'intima e indivisibile unione

dello spirito con la materia.

[...] Così non appena la psicologia personalistica del profondo esce cristallizzata delle doglie della

crisi del pensiero, essa è posta al servizio della libertà e della vita.

Essa è al servizio della libertà. La personalità che cerca di liberarsi dalle proprie assolutizzazioni non

è oggetto della liberazione (come lo è l'uomo nelle dittature); essa è sempre soggetto. La psicologia è

una maieutica della libertà. Non è una costrizione alla libertà; non è una violenza in favore della li-

bertà. Noi abbiamo parlato della tentazione dello psicoterapeuta principiante, che consiste nell'addot-

trinamento. Allo psicoterapeuta non è lecito vincere né annettere; egli deve essere soltanto un

'testimone'.

La psicologia personalistica del profondo è anche al servizio della vita. Scopo di ogni vita è la vita.

Tuttavia questa non può essere mai scopo immanente, perché la vita, considerata dal punto di vista

dell'immanenza, conduce alla morte, e pertanto è assurda. In ultima analisi, si tratta dunque del supe-

ramento della stessa morte; qui la psicologia del profondo può soltanto preparare la persona umana e

additarle l'archetipo della Redenzione che vive con noi e in noi. Che questo archetipo venga o meno

riferito ad un Redentore personale, il quale, con la Propria risurrezione, vinse la morte, è questione

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che esorbita la competenza della psicologia. Ma con quanto maggior successo avviene la liberazione

dell'anima dalle assolutizzazioni delle immanenze, tanto più l'anima riuscirà ad avvicinarsi alla verità

vissuta di questo archetipo, il Cristo.

Liberatrice e suscitatrice di vita, la psicologia personalistica del profondo lo è in misura naturalmente

modesta. Essa può soltanto mostrare all'uomo l'inizio di un'opera lunga e faticosa. Ma compiere l'o-

pera vuol dire essere sempre pronti a ricominciala di bel nuovo. L'uomo cammina “da un principio ad

un nuovo principio, finché giunge ad un principio cui non è assegnata alcuna fine” (san Gregorio di

Nissa).

07. Trinitaria o De Trinitate

050.

La Trinità storico-salvifica o, in greco, 'economica'

Il mistero comunionale del nostro Grande Dio e Signore, l'Unico, lo denominiamo con il

termine improprio di Trinità santissima. Assolutizzando, infatti, il fattore numerico, si po-

trebbe anche porgere il fianco alle accuse di 'triteismo', ossia di adorazione di Tre Divinità,

tra esse tanto distinte da apparire come separate, autonome.

Meglio sarebbe sempre accompagnare il nome Trinità con il nome Unità, magari con varianti

aggiuntive che ne impreziosiscono la Presenza / Shekinah.

051.

La modalità migliore per avvicinarci al mistero dell'Unità e Trinità di D-o, rivelato dal Cri-

sto, è quella utilizzata nella sacra e divina Liturgia, in occidente in maniera concisa, nelle

Chiese orientali in maniera solenne e teologicamente meglio esplicitata.

L'azione efficace e salvifica del nostro Dio Unitrino, seguirà lo schema liturgico classico: 'dal

Padre, con il Figlio, nello Spirito Santo, al Padre' (a Patre, cum Filio, in Sancto Spiritu, ad

Patrem).

052.

La ricchezza espressiva e misterica dell'UniTrinità coinvolta nel mistero pasquale di croce e

risurrezione è ben documentata nel testo seguente, di grande utilità per apprezzare limiti e

pregi di alcune delle due traduzioni qui offerte (Barbisan e Riggi).

Cirillo di Gerusalemme, Catechesi 13, 41. testo greco

hemeis de kaukhesometha, enabrynomenoi

to stauro,

proskynuntes ton apostalenta

Kyrion, kai hyper hemon

staurothenta, proskynuntes

kai ton aposteilanta

Patera

calco gfb Noi invece ci-gloriamo plaudenti salutanti della croce, adorando Colui che fu inviato Signore, e per noi crocifisso fu, adorando anche l'inviante il Padre

testo latino Nos autem gloriemur de cruce plaudentes ac gestientes adorantes eum qui missus et pro nobis crucifixus est Dominum, adorantes quoque

trad. BARBISAN

(1977) Noi invece ci vanteremo e andremo orgogliosi della croce

e adoreremo il Signore a noi mandato e per noi crocifisso, adorando pure

Dio

trad. RIGGI (1993) e noi invece, fieri della croce, ce ne gloriamo adorando il Signore mandato dal Padre e

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Theon,

syn

Haghio Pneumati ho

he doxa eis tus aionas

ton aionon. Amen.

Dio

con il santo Spirito al quale la gloria verso i secoli dei secoli. Amen.

Patrem a quo missus est Deum,

cum sancto Spiritu: cui gloria in saecula saeculorum. Amen.

Padre che lo inviò, insieme con lo Spirito Santo. A lui sia gloria per i secoli dei secoli. Amen.

il Padre Iddio che l‟ha mandato - assieme allo Spirito Santo, cui va la gloria per i secoli dei secoli. Amen.

052.

Alcuni temi strettamente trinitari

- le funzioni o missioni intratrinitarie

. il Figlio conduce al Padre nello Spirito;

. lo Spirito del Figlio grida in noi Abbà; .

. il Padre ci ha elargito, nella croce e risurrezione del Figlio, la pienezza dello Spirito. Notevole il testo di Ireneo di Lione, Epideixis 7, traduzione PERETTO (1981)

Per questo il battesimo, che ci fa nascere di nuovo, passa attraverso questi tre articoli

e ci consente di rinascere a Dio PADRE tramite suo Figlio e nello Spirito santo.

Perciò quelli che portano lo Spirito di Dio

sono condotti al Verbo, cioè al Figlio,

che li accoglie e li presenta al PADRE

e il PADRE dono loro l‟incorruttibilità.

Senza lo Spirito santo non si può vedere il Verbo di Dio

e senza il Figlio nessuno può accostarsi al PADRE,

perché il Figlio è la conoscenza del PADRE

e la conoscenza del Figlio

avviene tramite lo Spirito Santo.

Ma il Figlio, secondo la benevolenza del PADRE,

dispensa come ministro lo Spirito

a chi vuole e come il PADRE vuole.

Fig. 13. Abramo e Isacco, Dio Padre e Gesù. Sindonicamente rilevante l'immagine di Isacco-Gesù che

porta sulle proprie spalle la legna - la croce, per il sacrificio di carità obbediente e lieta.

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Cenno a temi che svilupperemo nel prossimo ciclo accademico, si Deus vult.

- pericoresi e circuminsessio >

- 'Trinitatis sacrificium' di Ambrogio

- la tipologia Abramo - Dio Padre JHVH e Isacco - Gesù >

053.

Il Segno della Croce, sintesi della teologia

Varie sono le modalità celebrative del 'signum crucis', semplice e perfetto segno di ricono-

scimento della Teofania cristiana nella Nuova Alleanza di Croce e Risurrezione.

1- Modus antiariano (usuale da noi in occidente), con l'accentuazione della perfetta ugua-

glianza divina tra le Persone, visibilizzata dalla congiunzione 'e':

Nel nome del Padre

e del Figlio

e dello Spirito Santo.

Amen.

Utile per ricordare la divina homousìa tra le Persone/Ipostasi della Santa e Vivifica Trinità,

contro ogni forma di subordinazione intratrinitaria o di contestazione della stessa natura

divina per il Figlio o per lo Spirito Santo.

2- Modus bizantino (storico-salvifico), con la descrizione breve dello stile relazionale tra le

Persone:

Nel nome del Padre,

con il Figlio,

nello Spirito Santo.

Amen.

Molto adatta per una comprensione biblico-'economica' e storico-salvifica.

3- Modus giudeocristiano (arcaico semitizzante), con accentuazione dell'unità divina salvi-

fica e messianica:

Nel Nome [: sacro e ineffabile Tetragramma, Dio dei Patriarchi, Dio-Carità/Agape]

[micro pausa]

Padre

Figlio

Spirito Santo.

Amen.

Proposta migliore a livello teologico, rispettosa della sostanziale unità divina (: una essen-

za, natura), e della trinità delle Ipostasi-Vita vivificanti, Padre, Figlio, Spirito Santo.

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8. Spiritualità (Ascesi e Mistica)

052.

La dimensione ascetica e mistica nella vita spirituale

Per un approccio saggio e sperimentato alla vita dello spirito, nella sua forma di ascesi e di

mistica, suggeriamo la lettura approfondita dell'opera Scala paradisi, di Giovanni Climaco

(VI sec. d.Cr.).

Fig. 14.

053. Il Cristo crocifisso glorioso e le Se-

firoth della mistica ebraica o Kab-

balah. Stampa in apertura del Nuo-

vo Testamento in siriaco, Vienna,

1600.

Intensa rappresetazzione 'ebrai-

co-cristiana' della Divinità glo-

riosa e salvifica di Gesù croci-

fisso, in ottica giovannea. L'e-

vangelista, infatti, e l'aquila che

lo simboleggia, stanno sotto

l'incipit latino: In principio erat

Verbum. Ai piedi della Croce, si

riconoscono l'altare dell'olocau-

sto (fiamma ardente) e l'agnello,

chiaro riferimento al sacrificio

di Abramo (Gen 22, 1-18).

Dal corpo del Divino Crocifisso

fuoriescono 9 [10] raggi che

colpiscono o promanano dalle

10 Serifoth della mistica ebraica.

Ne diamo l'elencazione, parten-

do dal basso: 1. Regalità, 2.

Fondamento 3. Gloria 4. Trion-

fo 5. Bellezza 6. Riposo 7. Cle-

menza 8. Intelligenza 9. Saggez-

za 10. Corona [11.] ~ En Sof.

Pur nella suggestione della scena, notiamo un grande difetto/errore: al culmine delle Sefiroth e oltre la loro struttura,

sta la Divina Potenza e Maestà, l'En Sof: andava segnalata la correlazione (vedi freccia). La scritta latina superiore di-

ce: Qui expansis in cruce manibus, traxisti omnia ad te saecula (trad. italiana: Tu che, con le braccia allargate sulla

croce, hai attirato a te tutti i secoli. Il mondo religioso ebraico delle Sefiroth poggia sulla volta del Firmamento, dove

le luci della Menorah nel Tempio, si accompagnano con la luce delle stelle.

054.

Discernimento e semplicità umile lieta

Per costruire un edificio spirituale stabile e sicuro la vita in Cristo e nello Spirito deve difen-

dersi dalle illusioni interiori e dalle interferenze del Maligno. La tradizione dei Padri e della

Scuola francescana (secoli XIII-XV) offrono strumenti preziosi per tale delicato compito. Ci-

tiamo il classico Trattato delle Ispirazioni di san BERNARDINO DA SIENA, traduzione di Dio-

nisio PACETTI ofm, introduzione di Gaudenzio MELANI ofm, Milano, Vita e Pensiero (Testi

Francescani), 19622 (dicembre), pp. 25+135, tratto dall'opera latina Sermones II- III: De In-

spirationibus, contenuti nel Tractatus de Spiritu Sancto et de Inspirationibus, in Opera

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omnia S. Bernardini Senensis ofm, tomo 6°, Firenze-Quaracchi, Collegio san Bonaventura,

1959, pp. 243-.

Fig. 15.

055. Fara Sabina (Rieti), Monastero Clarisse Eremite fondato nel

secolo XVII, Ostensorio realizzato nel XVIII secolo, composto

con sola paglia, seguendo la norma del francescanesimo riforma-

to, molto austero anche nella suppellettile liturgica. L'uso di pa-

glia, legno, carta ha condotto a veri capolavori di 'arte povera',

rilucente di fede intensa e di ardente carità.

9. Teologia Pastorale

056.

Area importante per l'influsso che la Sindone può offrire, sia all'interno della conduzione pa-

storale della Chiesa, sia all'esterno, nei momenti di 'missione'.

Sviluppi...

10. Morale

057.

Sviluppi...

11. Presenza nel mondo, testimonianza martyrìa

058.

Cf. Incontro XI.

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Fig. 16-17. Immagini attuali di uso di tessuti funerari gestiti in modo estremamente simile a quello sindonico.

A sinistra un bibmo morto durante la dura carestia in Etiopia agli inizi degli anni '80 nel XX secolo. A destra,

una vittima pakistana di attentato dinamitardo (2011)

060.

Conclusione

Indefinita è la ricchezza di dati antropologici religiosi, teologici, spirituali, ecclesiali, sociali

che la sacra Sindone propone a quanti cercano 'con cuore sincero' la Luce e la Vita in Cristo.

Fig. 17.

Greccio (Rieti), piccola chiesa del secolo

XIV, nel celebre santuario francescano re-

atino.

Il fotogramma esprime molto bene e in

modo suggestivo il nesso tra la Croce sto-

rica e l'Agnello escatologico (GFB 2007).

061.

Proponiamo, in chiusura, un altro testo di area siriaca, di grande pregio storico e teologico,

riassuntivo delle categorie kerygmatiche e dossologiche, di per se stesse centrali per la vita

della santa Chiesa e per la sua missione.

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Didascalia apostolorum / Costituzioni apostoliche VI, 30, 8-10 (conclusione del libro VI) calco italiano DA

. testo latino DA

Funck, p. 382. 384 testo greco CA

Metzger II (1986), p. 392. 394

calco italiano CA .

1

3

6

9

12

15

18

21

24

27

30

33

36

39

42

45

48

51

8 A colui dunque

che potente è nell‟aprire le orecchie

dei cuori vostri affinché

accogliate le [..]che vi sono state ser-

vite parole del Signore

tramite il vangelo e tramite l‟insegnamento

di Gesù Cristo Nazareno

che fu crocifisso

sotto Ponzio Pilato

e si addormentò per portare il lieto annun-

zio ad Abramo e ad Isacco

e a Giacobbe e ai santi suoi

tutti tanto la fine del mondo quanto la resurrezione

che sarà dei morti, e risuscitò

dai morti affinché manifesti

e doni ai conoscenti suoi

il pegno della risurrezione

e nei cieli

assunto per la potenza

di Dio e dello spirito suo,

8 Ipsi ergo,

qui potens est aperire aures cordium vestrorum, ut suscipiatis quae ministrata sunt eloquia Domini per evangelium et per doctrinam Iesu Christi Nazareni, qui crucifixus est sub Pontio Pilato et dormivit, ut evangelizaret Abraham et Isaac et Iacob et sanctis suis universis tam finem saeculi quam resurrectionem, quae erit mortuorum, et exsurrexit a mortuis, ut ostendat ↓

et det notis suis pignus resurrectionis, et in caelis susceptus per virtutem Dei et spiritus eius,

8 Tô(i) ûn

dynaménô(i) anôixai

tà ôta tôn kardiôn hymôn

eis tò katadékhesthai

tà diêkonêména tû Theû

lóghia diá te tû euanghelíu

kái dià tês didaskalías Iêsû Khristû tû Nazôráiu,

tû staurôthéntos

epì Pontíu Pilátu kái Hêrôdu

kái koimêthéntos

kái anastántos

ek nekrôn

kái pálin erkhoménu epì synteléia(i)

tû aiônos metà dóxês

kái dynámeôs pollês kái tùs mèn nekrùs

aneghéirontos, tô(i) kósmô(i)

dè télos epágontos,

hekástô(i) dè tà pròs axían

aponémontos· 9 tô(i) dónti hêmîn

arrabôna tês anastáseôs

heautòn kái eis uranùs analêfthénti

dià tês dynámeôs tû Theû

kái patròs autû ep‟ópsesin

8 Al dunque

potente ad aprire le orecchie dei cuori nostri verso l‟accogliere le [..] che furono servite del Dio parole mediante il vangelo e mediante l‟insegnamento di Gesù Cristo del Nazareno che fu crocifisso sotto Ponzio Pilato ed Erode e si addormentò

e risuscitò da morti e di nuovo veniente verso il confine del tempo con gloria e potenza molta e i dunque morti risusciterà, il mondo infatti fine portando verso, a ciascuno infatti le cose secondo merito retribuirà; 9 il quale sta donando a noi

un pegno

della risurrezione lui stesso e verso cieli fu assunto mediante la potenza del Dio e padre suo sopra occhi

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e risiedente

alla destra della sede

dell‟onnipotente Dio

sopra i Cherubini,

e che verrà con potenza

e gloria per giudicare

i vivi e i morti: a lui è

la potenza e la gloria

e la grandezza e il regno,

al Padre e al Figlio,

che era, che è,

che sarà e ora

nelle generazioni delle generazioni e in tutti i secoli

dei secoli. Amen.

et sedentis ad dexteram sedis omni- [pag. 384] potentis Dei super Cherubin,

qui veniet cum virtute et gloria iudicare vivos et mortuos: ipsi est potentia et gloria et magnitudo et regnum, patri et filio, qui erat et est et erit et nunc in generationes generationum et in omnia saecula saeculorum. Amen.

hêmetérais [pag. 385] tôis symfagûsin autô(i)

kái sympiûsin epì hêméras tessarákonta

metà tò anastênai autòn ek nekrôn,

kái kathesthénti ek dexiôn tû thrónu

tês megalôsýnês tû pantokrátoros Theû

epì tôn Kherubím, tô(i) akúsanti·

Káthu ek dexiôn mu, héôs àn thô

tùs ekhthrús su hypopódion

tôn podôn su· 10

hòn etheásato Stéfanos

ho makariôtatos hestôta

ek dexiôn tês dynámeôs,

kái anaboêsas êipen· Idù theôrô tùs uranùs

aneô(i)ghménus kái tòn hyiòn tû antrhrôpu

ek dexiôn hestôta tû Theû

hôs arkhieréa pántôn tôn loghikôn

tagmátôn,

di‟hû

tò sébas kái hê megalôsýnê

kái hê dóxa

tô(i) pantokrátori Theô(i)

kái nŷn

kái eis tùs aiônas·

Amên.

nostri [noi che] con-mangiammo

con lui e con-bevemmo per giorni quaranta dopo il risorgere suo da morti e mentre sedette presso da destra del trono della grandezza del creatore di tutto Dio sopra i Cherubini a colui che ascoltò: Siedi a destra di me, sino a che abbia posto i nemici tuoi come sgabello dei piedi tuoi; 10

lui che vedeva Stefano il beatissimo stante a destra della Potenza e gridando disse: Ecco contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo a destra stante del Dio come sommo sacerdote di tutti gli spirituali ordini,

per il quale l‟adorazione e la grandezza e la gloria al di tutto-plasmante Dio

e ora

e verso i secoli. Amen.

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Altre versioni e traduzioni:

1) Didascalia Apostolorum syriaca : Vööbus, in-

glese, II, 1979, pp. 247-248: [riga 14] To him,

however, who is able to open through power the

ears of your hearts to receive the sharp pointed

words* [omissioni nei mss EFGHIJK…] of the Lord

through the Gospel and the teaching of Jesus

Christ [cf. Rm 16, 25] the Nazoraya [termine importante per la

primitiva comunità siriaca], who was crucified in the days

of Pontius Pilate, (who) fell asleep, that He might

announce to Abraham and to Isaac and to Jacob

and to all His saints the consummation of the

world and the resurrection that is to be for the deat;

and (who) rose from the dead [assente nei mss. EFGHIJK]

[pag. 248] that He might show and give to those

who have known Him [: mss BCD: „And give to us who shall

know Him‟] an earnest of the resurrection; and (who)

was taken up to heaven by the power [+ „strong power‟:

mss BCD] of God His Father and of the Holy Spirit

[ms. D: „of the Spirit‟], and (who) sat on the right hand

of the throne of God Almighty [om. mss EFGHIJK]

upon the cherubim; to Him who comes with power

and glory [+ „and forgiveness‟, mss EFGHIJK] to judge the

dead and the living [inversione „the living and the dead‟ ms

FGHIJK] – to Him (be) dominion and glory and maj-

esty and kingdom, and to his Father and to the

Holy Spirit, who was, and is, and remains, nos and

from generatione to (all) generation adn ages.

Amen.

The Didascalia, i.e. the teaching of the holy apostles

has come to the end

2) Constitutiones Apostolorum : Metzger, francese,

1986: 8. A celui qui peut ouvrir les oreilles des vos

coeurs [cf. 2Mac 1, 4] pour que vous accueilliez les

oracles de Dieu communiqués par l‟Evangile et par

l‟enseignement de Jésus-Christ de Nazareth, qui a

été crucifié sous Ponce-Pilate et Hérode, est mort

et est ressuscité des mort, et qui reviendra à la fin

du monde avec grande gloire et puissance [Mt 24, 30; 28,

20] pour ressusciter les morts, amener l‟univers à

son terme et rétribuer chacun selon ses mérites; 9 à

celui qui nous donne en sa personne le gage de la

résurrection [cf. 1 Cor 15, 23] et qui par la puissance de

Dieu son Père fut enlevé dans les cieux [Mc 16, 19],

sous nos yeux [cf. At 1, 9], après que nous eûmes

mangé et bu avec lui pendant quarante jours, après

sa résurrection des morts [At 10, 41], à celui qui est

assis à la droite du grand thrône [Mc 16, 19; Eb 8, 1] du

Dieu tout-puissant, au-dessus des chérubins [cf. Sal

79, 2], et qui s‟est entendu dire: “Assieds-toi à ma

droite, jusqu‟à ce que j‟aie placé tes ennemis

comme escabeau pour tes pieds” [Sal 109, 1]; 10 à ce-

lui que le bienheureux Étienne vit se tenir à la

droite de la Puissance et à propos [pag. 395] de qui

il s‟écria, disant: “Voici que je contemple les cieux

ouverts et le Fils de l‟homme qui le tient à la droite

de Dieu [At 7, 55-56; Mt 26, 64], comme le grand-prêtre

de tous les ordres spiritues”, par lui la vénération,

la grandeur et la gloire au Dieu tout-puissant,

maintenant et pour les siècle des siècles. Amen.

Preghiera [con adattamenti] A te, Padre,

ogni potenza, (gloria, grandezza e regalità,)

a te che possiedi tutto il potere

per aprire le orecchie dei nostri cuori [menti],

in modo che riceviamo le tue divine parole,

comunicate a noi tramite il Vangelo e l’Istruzione

di Gesù Cristo Nazareno.

(Tu hai dato te stesso, o Padre,

nel tuo Figlio Gesù e con lo Spirito Santo).

Il tuo Figlio unigenito fu crocifisso

al tempo di Ponzio Pilato

e si addormentò

per portare la lieta-notizia (: vangelo)

ad Abramo, Isacco e Giacobbe e a tutti i suoi santi,

tanto in questo mondo

quanto nella futura risurrezione dei mort

Il tuo Figlio Gesù risuscitò dai morti

al fine di manifestare e donare ai suoi fratelli

il pegno anticipato della risurrezione.

Il tuo Figlio è stato accolto nei cieli

tramite la potenza tua, o Padre, e del tuo Spirito,

e siede alla destra del tuo trono,

onnipotente Dio, sopra i Cherubini.

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Il tuo Figlio verrà con potenza e gloria

a giudicare tutti gli uomini, vivi e morti.

A te, Padre, con il Figlio, nello Spirito Santo,

con la eletta e santa Chiesa*

ogni potenza e gloria, maestà e regalità,

a te che eri, che sei e che sarai,

ora e qui,

di generazione in generazione,

in tutti i secoli dei secoli. Amen.

Fig. 19.

Immagine negativa delle impronte

sindoniche, dorsale (a sinistra) e

frontale (a destra), su originale

realizzato nel 2008 ad altissima

definizione e da noi molto contra-

stato.

Ci introduciamo in questa manie-

ra ai due Incontri dedicati alla

Passione 'secundum Sindonem'.