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il sito archeologico di via P. V. Aldini (Roma) DANrEL SPADONI Soprintendenza Archeo’ogica di Roma 151

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il sito archeologico di via P. V. Aldini (Roma)

DANrEL SPADONI

Soprintendenza Archeo’ogica di Roma

151

Nell’ambito delle attività di tutela che la Soprintendenza Archeologica di

Roma esercita preventivamente, nel maggio 2003, in località Gregna 5. An

drea, al confine

con il comune di

Ciampino, nell’a

rea compresa tra

via Aidini, la cor

sia esterna del

GL’ ed i capanno

ni industriali (flg.

i) è iniziata una

prima campagna

di indagini che ha

portato all’indivi

duazione di un

importante sito

archeologico (i).

Figura i.

Pianta generale

i) Rilievo ed elaborazione grafica: Giampaolo Lugli; Assistenza allo scavo: Alessandra Ghelli (per Telìus srI); Assistenza allo scavo e rilievo: Alessandro D’Agostino

(per Tellus sri); Foto: Mario Letizia; Restauro strutture: Impresa E. Cels; Restauromateriali: O. Cagnotti.

153

L’area indagata, attualmente pianeggiante, in antico si presentava leggermente collinare a sudest, con un lieve degrado verso nordovest.

Relativamente alla sua prima fase di frequentazione sono tornati allaluce i resti, in opera quadrata di tufo grigio, di un insediamento rurale giàin uso in epoca medio repubblicana; conserva almeno in parte la pianta originale ed era funzionale alle attività agricole che si svolgevano sul posto,come testimoniato dai numerosi frammenti di bacili, anfore, ceramicacomune e doli, quest’ultimi riutilizzati come piano pavimentale di unambiente; lo scavo del riempimento di una piccola cisterna a pozzo ha restituito anche una macina a disco in peperino, frammentata in due parti, delcui utilizzo si conservano le tracce nell’usura circolare del piano tufaceo inun vicino settore dell’impianto (flg. 2).

Sono in stretta correlazione anche le tracce di arature e le fosse per lapiantumazione rinvenute nel limite meridionale, come pure le opere idrauliche minori quali: canali, vasche ed un pozzo realizzati per la regolamentazione e lo sfruttamento delle acque meteoriche; dal loro riempimento proviene una grande quantità di materiale ceramico comune a vernice nera edun elemento votivo, prodotto a stampo, raffigurante una colomba.

Figura 2. Resd di una fattoria

154

In corrispondenza dell’invaso che occupa la fascia nordovest/sudest del

terreno indagato sono tornati alla luce lembi di sedi stradali, di cui uno

basolato; mantengono tutti lo stesso andamento, poggiano direttamente

sullo strato piroclastico, modellato ed integrato artificialmente e sono rela

tivi alle diverse fasi dell’insediamento.

Il percorso più antico corre incassato all’interno dell’invaso, fiancheggia

to da due canali; il breve tratto indagato mostra segni di diversi momenti

d’usura e parziali ripristini, incisi a loro volta dalla frequentazione successiva

Lo scavo ha restituito un frammento di ceramica arcaica dallo strato che

poggia sul banco tufaceo ed alcuni frammenti ceramici medio repubblicani

da uno dei canali laterali e dall’ultima fase riconoscibile che probabilmente

precede l’abbandono.Verosimiimente, onde evitare onerose opere di bonifica dei tratti usurati

dal passaggio dei carri e dall’erosione atmosferica, si preferiva abbandonare la

sede impraticabile e se ne creava una nuova a fianco ad una quota superiore.

A lato delle strutture agricole la carreggiata, attestata sulla mezza costa

della dorsale nordorientale, è fiancheggiata da un muro di sostruzione com

posto da tre assise di blocchi quadrangolari di peperino (fig. 3); l’approfon

dimento dello scavo ha messo in evidenza l’assenza di due di essi, uno nel

155

Figura 3. Muro di sostruzione in opera quadrata con particolare

primo filare che poggia direttamente sul tufo litoide e l’altro nel terzo,asportati per permettere il drenaggio delle acque meteoriche, come si evidenzia dalla canaletta individuata a lato del primo filare, in relazione all’innalzamento del piano nelle fasi cronologiche più tarde, testirnoniate ancheall’interno della sede stradale in almeno due diversi strati di costipamentodei pianciti: quello ad una quota inferiore, composto da terreno sabbioso,grandi ciottoli di leuicitite e rari frammenti di peperino del piano glareato equello superiore dove oltre agli inerti sono presenti frammenti di tegole,blocchi di varie misure anche con iscrizioni, elementi architettonici in peperino e frammenti ceramici, forse la preparazione del piano lastricato nonpiù conservato.

Sul riempimento che con il tempo colma l’invaso e il fronte meridionaledel muro di sostruzione, precedentemente a vista, si dispone un edificio inopera quadrata di tufo poroso giallo, la cui base quadrangolare è compostada due ricorsi di blocchi posti diversamente in ogni lato: al suo interno aridosso della prima assise del lato a sudovest, frontale rispetto all’ingresso, sievidenzia un muro formato da scapoli di selce legati da malta grigia (fig. 4),mentre nei lati a nordovest e sudest analoghe strutture sono in quota con ilsecondo ricorso dei blocchi; la prima poggia su parte dei diatoni del primofilare disposti per testa, l’altra direttamente sul terreno che riempie tutto lo

spazio centrale dell’edificio.Sul primo blocco della pareteesterna a N/O, si conservadell’intonaco bianco.Tutta la struttura poggia suuna base di conglomerato inopera cementizia di piccoleschegge di leucitite e maltagrigia che si estende in direzione nordest verso la strada,nei pressi della quale è venuto alla luce un basamentoquadrangolare rasato a quotafondazione di mt. 1,20.

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I’. .-

Figura 4. Struttura opera quadrata ditufo con particolare

156

In una fase successiva l’area interessata dall’impianto agricolo, non piùin uso, nene occupata da un monumento funerario (fig. 5), con base trapezoidale, costituito all’interno da un conglomerato cementizio e pezzami dileucitite e all’esterno da blocchi in opera quadrata di peperino nei lati obliqui; nei restanti lati non si evidenziano elementi perimetrali; il fronte piùlungo è incassato nel banco piroclastico, precedentemente tagliato e modellato, sul quale in adiacenza al lato corto si percepiscono labili impronte diposa di blocchi, riferibili forse ai gradini di una scala Nel centro è presente

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Figura 5. Monumentofunerario

una cavità di forma circolare che probabilmente conteneva un’urna cineraria.E’ ipotizzabile l’esistenza di un altro asse viario con andamento perpen

dicolare a quello puntualmente individuato, con il quale si intersecherebbenell’area nordovest non interessata dalla verifica archeologica, in corrispondenza della quale però il tufo litoide degrada repentinamente.

Tra il I e 11 secolo dc., con l’abbandono dell’attività agricola, l’area assume la destinazione funeraria, tipica di questo periodo nelle aree suburbane.La necropoli occupa tutta l’area esplorata con una maggiore concentrazionesulla sommità della collinetta a sudest dove prevale il rito ad inumazione;tre deposizioni dispongono di sarcofagi in laterizio, le altre sono tutte inserite all’interno di fosse scavate nel banco piroclastico, già interessato dai

157

canali di drenaggio delle fasi precedenti; quelle individuate all’estremità

sudovest si distinguono per il numero elevato di corredi funerari rinvenutivi

nel loro interno (fig. 6).

Sono venuti alla luce anche due busta, di cui quello della tomba 8 (fig. 7)è particolarmente interessante per la varietà ed il numero degli elementi delcorredo restituito e per le tracce evidenti di combustione che confermano lacremazione del cadavere direttamente all’interno della fossa.

L’area a nordovest del monumento funerario in peperino è stata inveceutilizzata principalmente per alloggiare le sepolture ad incinerazione in olla,alcune delle quali al posto del coperchio utilizzavano parti superiori di anforecome segnacolo o un tubulo per le libagioni.

Nella zona circostante sono stati recuperati anche, nei riempimenti deicrolli, elementi architettonici in marmo e peperino ed una iscrizione funeraria in marmo; purtroppo, non abbiamo indizi sulla loro originaria collocazione, anche perché le strutture si estendono in direzione dei lotti confinanti,interessati da grandi edifici abusivi.

r749.

Figura 6. Corrcdofimnerario ddlla tomba 74

158

(.:

____ ____

ØV

_

-

Anche se questi sono dati preliminari, i primi risultati, confrontati con

quelli di eccezionale rilevanza provenienti dal vicino sito di Lucrezia

Romana, anch’essi in fase di scavo, impongono degli interrogativi sull’asse

viario che li attraversa (flg. 8).

Figura 8. Trattodi strada basolatanel sito di Lucrezia Romana

4J

i -

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I

-

159

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Figura 7. Tomba 8 bustum

Può essere riconducibile ad un semplice percorso, a servizio delle realtàlocali, di cui è ricco il suburbio? Lungo il suo tracciato sono venuti alla luce iresti di insediamenti e tombe del bronzo fina)e; tombe orientalizzanti; tombea camera di età medio repubblicana; un diverticolo poi usato per lo smalti-mento del calcare eliminato dalle piscine limarie dei vicini acquedotti romani;strutture medio repubblicane legate alle attività di culto; un mausoleo tardo repubblicano - augusteo con varie pertinenze; una necropoli imperiale; i resti diuna estesa villa imperiale solo in parte scavata; diversi pozzi dell’acquedottoMiio Vetus e i cippi realizzati in occasione del suo restauro in età augustea.

L’importanza e il lungo arco cronologico riferibile ai rinvenimenti,permettono di deonoscere in quta stmda quella nota nella letteratura archeologicacon il nome di Castrimeniense, che collegava Roma con i territori di Marinoed Mbano (2). Il Lanciani () la vide nel 1890 nell’area ora interessata dall’attuale viale Kennedy. I rinvenimenti descritti anche da Ashby () agli inizi del 900, ne attestano il massimo fulgore in epoca tardo repubblicana,con l’inizio del sistematico sfruttamento dei Colli Albani, successivamente,perde le caratteristiche di importante asse di collegamento e viene utilizzataa servizio degli acquedotti presenti lungo il suo percorso.

Ci auguriamo che l’approfondimento degli studi e futuri ritrovamenti,anche da parte della Sopdntendenza Archeologica del Lazio, competentedella tutela di territorio di Ciampino, possano confermare questa ipotesi.

[email protected]

a) C. DAICO\ICI, Castromoenium e la cosidetta “via Castrimeniense, in Ephemerisdacorornana, IV (i93o), pp. 29-71 (sulla strada pp. 41-45); G. Ivi. DE Rossi, “FormaItaliae “Bovi11ae’ Firenze 1979, pp. 19-20 e pp. 178-179.3) R. Lg4cJflhI, in Notizie e Scavi, i8go, p. 118.4) Tn. MHBY, The Roman Campagna in Classical Times, in Papers of British SchoolatRome, IV (i9o), pp. 148-149.

i6o

La necropoli di via P. V. Mdini (Roma):evidenze antropologiche

PAOLA CATALANO — WALTER PmNo

Soprintendenza Archeologica di Roma

i6i

Ringraziamenti

Desideriamo ringraziare Alessandra Ghelli, che ha effettuato lo scavo della necropolidal punto di vista archeologico, Giampaolo Luglio per i rilievi e Mario Letizia per lefotografie.

162

Introduzione

Negli ultimi anni nell’area del X° Municipio del Comune di Roma inprossimità del Grande Raccordo Anulare sono stati eseguiti numerosi scavi,nell’ambito delle competenze di tutela territoriale esercitate dalla Soprintendenza Archeologica di Roma. In più punti sono stati messi in luce l’anticotracciato della Via Latina ed altri assi viari; inoltre è stato rinvenuto un considerevole numero di sepolture (circa 600) relative a diverse necropoli presenti nell’area, nella maggioranza dei casi inquadrabili cronologicamentenel 11 secolo d.C. Quanto emerso da tali indagini è stato esposto nellaMostra Aspetti di vita quotidiana dalle necropoli della Via Latina — Località Osteria del Curato, svoltasia Roma, nella sede del MuseoNazionale Romano di PalazzoMassimo alle Terme, tra il 2003

ed il 2004 (i). Lo scavo dellanecropoli di Via P.V. Mdini, sitoin cui è stato rinvenuto un altrotracciato viario, è iniziato pocoprima dell’inaugurazione, diconseguenza non si è potutadescrivere in quella sede unasituazione davvero interessante.La necropoli (datata tra il I ed ilIl secolo d.C.) è stata messa inluce nel periodo compreso tramaggio e novembre del 2003 esono state rinvenute 115 sepolture, la maggior parte delle quali ad inumazione (flg. i).

i) I risultati dell’indagine antropologica sono riportati dettagliatamente nel catalogodella mostra.

i6

Figura i. La tomba 74 durante lo scavo

SV

L’indagine antropologica di campo

Gli inumati, secondo gli usi dell’epoca, sono deposti nella maggioranzadei casi all’interno di fosse ricavate nel tufo o in uno strato di terra mista apozzolana; più della metà delle sepolture è provvista di copertura, costituitada elementi ifitili, in particolare tegole e bipedali (flg. 2).

L’orientamento prevalente delle deposizioni, in relazione alla posizionedel cranio, è sudest-nordovest. Le tombe contengono solitamente un soloindkiduo, infatti sono stati rilevati solo due casi di deposizioni bisome enessuna multipla o collettiva. La bassissima frequenza di sepolture con piùdi un individuo si riscontra in tutte le necropoli di età imperiale del suburbio romano (2) e secondo alcuni autori, testimonia la volontà di assicurareall’individuo, anche dopo la morte, la propria identità (a). Anche per quanto concerne la modalità di deposizione degli inumati, non sono staterincontrate significative differenze con altre necropoli suburbane coeve:

wtftr

i,

Figura 2. Tomba 27

2) CATALANO et aL 2003

3) BANDINI MAzzAwrl et al. 1984

164

-a— —, ,, —

l’individuo è quasi sempre deposto supino, con gli arti inferiori distesi e

ran’icinati. Per gli arti superiori non è stata rilevata una modalità di deposi

zione unica o ricorrente, anche se la maggior parte degli individui infantili

(il 75%) è deposta con entrambe le braccia flesse (convergenti sul torace o

sul bacino). Il capo si presenta generalmente rialzato rispetto al corpo, pog

giante su un dislivello del piano di deposizione e nella maggioranza dei casi

non è ruotato. La presenza di un’evidente compressione trasversale in molti

scheletri, anche quando i limiti della fossa sono ampi e non esercitano alcu

na delimitazione, potrebbe far pensare all’utilizzo del sudano o di bende

per avvolgere il corpo del defunto. L’attenta osservazione dei processi tafo

nomici (4), indica che nel 73% dei casi il corpo si è decomposto in uno

spazio vuoto; quindi è molto probabile che una volta deposti all’interno

della fossa, gli inumati non venissero ricoperti di terra,

Le sepolture ad incinerazione sono tutte singole e rappresentano il 15%

del campione totale della necropoli. Le ossa combuste sono generalmente

contenute all’interno di olle e si concentrano quasi tulle nei pressi della

struttura M2 (USM 300). Lo scavo microstratigrafico delle sepolture ad

incinerazione non ha evidenziato una particolare disposizione dei fram

menti ossei all’interno delle olle e l’analisi quantitativa dei reperti sembra

indicare un rituale di cremazione rivolto alla raccolta di quasi tutti i resti

scheletrici combusti. In alcuni casi il peso complessivo dei resti scheletrici è

inferiore al valore medio di un individuo incinerato adulto (5): ciò potrebbe

essere dovuto alla variabilità individuale del peso scheletrico degli individui

oppure a processi di natura tafonomica e post-deposizionale (una riapertu

ra occasionale o intenzionale di alcune olle in fasi successive) come già

riscontrato in altri contesti (6). La temperatura di combustione, valutata

attraverso l’esame dei cromatismi osservati nei frammenti scheletrici (7), è

quasi sempre superiore a 645°C.Degna di nota è la tomba 8, che insieme alla tomba 52 rappresentano gli

unici busta sepulebra della necropoli. La sepoltura, appartenente ad un

individuo femminile di età adulta, ha restituito un ricco corredo ed è situata

in un settore della necropoli che si distingue per la quasi esclusiva presenza

di sepolture femminili ed infantili.

4) Dunw 1990

5) Mc KINLEY 1993

6) BOND[OLI et al. 1994

7) SHIPMAN et al. 1984

165

Demografia

Per quanto riguarda la determinazione del sesso (8), il numero degliindividui di sesso femminile (54,596) è leggermente superiore a quello maschile (45,5,%) (fig. g).

Riguardo la distribuzione dell’età alla morte è stata ri]evata una discretapercentuale di individui morti prima di aver ultimato l’accrescimento (fig. 4).

00%

a

a

• Maschio Femmir

Figura 3. Determinazione del sesso

54,0%

20,0%

C.Qanni 2O-4Onnn

Figura 4. Classi di età alla morte

8) FEREMBACU et al. 1977.

9 invuov 1985; MEINOL - LOVETOY i98; STLOVK4L - HNuox 1978; UUEL\KER1989.

>40 anni

i66

I subadulti (cioè individui al di sotto dei i anni di età) rappresentano il

26% dellintero campione ed il 20% è la frequenza degli individui infantili.

Il numero di bambini morti nei primi sei anni di vita è pari al 17% e la per

centuale di quelli morti nel primo anno di vita è molto elevata (40% del

totale degli infanti).Le frequenze relative agli individui di età immatura della necropoli di via

PV. Mdini (fig. 5), sono simili a quelle riscontrate nei sepolcreti romani

suburbani (io) e in altre serie scheletriche coeve dell’Italia Settentrionale e

Centrale (n), anche se il campione in esame si distingue per la più alta fre

quenza di infanti morti nei primi sei anni di vita.

30,0% 1

25.0%

:::L I ] j jVia PV. Roma Italia tali. Nord

Aldini Suburbio Canoro

Figura 5. Distribuzione dei morii in età immatura

Questo dato, associato in particolare all’elevata mortalità neonatale (tra

o-i anno), testimonierebbe le cattive condizioni di vita della popolazione di

via Aldini. Per quanto riguarda gli individui adulti, la fascia di età in cui si

ha la maggior frequenza di mortalità è quella dai 20 ai 40 anni (il 54%) e

solo il 20% del campione totale supera i 40 anni.

lo) CA L\I2\N0 et o?. 2001

o) BIUS1LI - BELCASI no 1998

67

La distribuzione dell’età a sessi distinti (fig. 6) mostra un diverso andamento del tasso di mortalità tra i due sessi.

Una notevole disparità di frequenze si riscontra nell’intervallo compresotra i 20 ed i 29 anni: il 55% delle donne muore in questo range, mentre il75% dei maschi riesce a superare la soglia dei 30 anni. Nella classe 30-39

anni, il sesso maschile ha un tasso di mortalità elevato (il 43%) mentre ledonne sono solo il 18%; infine, oltre i 40 anni i maschi (32%) superano, anche se di poco, le femmine (27%).

In sintesi, i dati demografici evidenziano un’età di morte piuttosto bassa,in media compresa tra i 20 ed i 40 anni; pochissimi riuscivano a soprawivere oltre i 50 anni. La mortalità infantile è elevata e molti bambini muoiono nei primi sei anni di vita. Più della metà delle donne non supera i 30

anni: tale andamento è probabilmente da imputare anche a stress fisici onutrizionali subiti durante il delicato periodo della gravidanza. Inoltre lecomplicanze del parto e del successivo allattamento erano tali da incideresignificativamente sulla lunghezza media della vita (12).

12) Roussefle 1990

43%

55%

20.30 anni

32%

• M eschi

o Femmine

IS%

27%

>40 anni30-40 anni

Figura 6. Età alla morte a sessi distinti

i68

La costituzione fisica

Per quanto concerne la costituzione fisica, gran parte degli scheletri è

caratterizzata da robustezza e da marcate inserzioni muscolari. In molti casi

sono state osservate anche alterazioni scheletriche riconducibili a condizioni

di vita molto dure dal punto di vista lavorativo: traumi, entesopatie, patolo

gie a carico della colonna vertebrale ecc. Gli individui di via Aldini (sia

uomini che donne) quindi svolgevano quotidianamente lavori pesanti, pre

sumibilmente di tipo servile e agricolo. Queste ipotesi dovranno essere però

confermate dallo studio in laboratorio al momento in corso.

Paola Catalano marletgjkatamail.it

Walter Pantano walterpantanolibero.it

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171

Glossario

Batimetria: ricostruzione della morfologia dei fondali marini, lacustri efluviali e loro rappresentazione grafica.

Bipedale: di due piedi, mattone di forma quadrata con lato di due piediromani (4,g cm).

Busta sepulchra/Bushsm sepulchrum (plurale e singolare): incinerazione diretta, sepoltura avvenuta nel luogo stesso della cremazione.

Coalescenza: unione in sovrapposizione.

Colata piroclasfica: flusso ad alta velocità di una miscela di gas e particelle liquide e solide prodotto di un’eruzione esplosiva.

Conoide deposizionale: deposito a forma di semicono o ventaglio derivante dalla distribuzione areale di sedimenti.

Debris flow: flusso di detriti.

Deposito distale: deposito lontano dalla sorgente.

Deposito nilcanoclastico: deposito costituito da materiale di originevulcanica eroso, trasportato e deposto ad opera di acque meteoriche.

Diatoni: nelle murature a blocchi, elementi trasversali di collegamento trale due facciate, posti “di testa”.

Eneolitico: età della preistoria considerata di transizione tra il neolitico el’età dei metalli

Eruzione freatica: eruzione esplosiva originata dall’incontro in profondità tra la falda freatica e corpi rocciosi riscaldati dal magma che determina ilrepentino passaggio dell’acqua dallo stato liquido allo stato di vapore acqueo e caratterizzata, nei prodotti, dall’assenza di magma.

Falesia: alta e scoscesa parete rocciosa

173

Fittile: aggettivo generico dato a oggetti in argilla e terracotta.

Eruzione freatomagmatica: eruzione esplosiva prodotta dall’interazione tra magma ed acqua.

Impluvium: bacino posto al centro dell’atrium della casa romana, in cuiconvergeva l’acqua piovana raccolta dal tetto attraverso il compluvium.

Inumazione: sepoltura del cadavere in terra.

Litosomi: volumi rocciosi delimitati da superfici associabili a edifici vulcanici distinguibili.

Maar: vulcano con attività freatomagmatica generalmente originato daun’unica esplosione, più raramente da più esplosioni, caratterizzato da unaforma ripida nel cratere interno rispetto alle pendici di debole pendenza.

Olocene: era geologica attuale, iniziata circa 10.000 anni fa.

Opus signinum: tipo di malta che la “battitura” dei componenti miscelatirende impermeabile e perciò utilizzata principalmente in opere idrauliche.

Piscina umana: vasca generalmente posta al termine di un acquedotto,per la purificazione e la decantazione delle acque,

Poligenetico: originato da più di un evento.

Scavo microstratigrafico: scavo di strati di piccole dimensioni, usatoper svuotare urne che contengono sepolture ad incinerazione, e più in generale forme vascolari antiche integre.

Sei-liana: elemento architettonico sovrastante una triplice apertura, composto da un arco centrale e due architravi laterali.

Specus: canale dell’acquedotto.

Tafonomico: relativo alla tafonomia, la scienza che studia le variazionidell’organismo dalla morte alla decomposizione

174

Triclinio: sala “da pranzo” delle case romane.

Triopio: fondo di Erode Attico, al III miglio, col chiamato in ricordo del redella Tessaglia Triopas che osò tagliare gli alberi del bosco sacro a Demetrae fu da lei punito con una fame insaziabile che lo portò alla morte.

Tripode: “a tre gambe”, nella mitologia sostegno legato alla Pizia e all’oracolo di Delfi.

Wùrmiano: della glaciazione di Wùrm, l’ultima del Pleistocene, avvenutatra i 75.000 ed i 10.000 anni fa.

175

Finito di stampare nel mese di Gennaio 2008

dalla Tipografia A.G.C. Arti Grafiche Ciampino sri.Lei. 067960205

Email: [email protected]