Il sindacato dei ‘giornalismi’ e la specificità digitale

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Il sindacato dei ‘giornalismi’ e la specificità digitale Bergamo gennaio 2011 Congresso FNSI

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Lettera aperta di tre componenti del gruppo di Lsdi – Vittorio Pasteris, Pino Rea e Marco Renzi – ai delegati del 26° Congresso della Fnsi, il sindacato unitario dei giornalisti italiani, che si apre martedì a Bergamo – La sensazione di fragilità e di incertezza che domina la scena dell’ editoria digitale in Italia acuisce le differenze di ‘’valore’’ che continuano a restare in piedi all’ interno della stessa professione giornalistica e impedisce una sperimentazione meno timida e più profonda delle potenzialità che l’ online dovrebbe portare con sé – Una ‘’rivoluzione culturale’’ – Il problema della formazione – Una rappresentanza sindacale specifica del giornalismo online?

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Il sindacato dei ‘giornalismi’ e la specificità digitale

Bergamo gennaio 2011Congresso FNSI

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LSDI ? www.lsdi.itLsdi e i ‘giornalismi possibili’• Lsdi – Libertà di stampa, diritto all’ informazione – è un gruppo di lavoro nato

dall’iniziativa di alcuni amici impegnati a vario titolo nel mondo dell’informazione e, in parte, nella Fnsi (Federazione nazionale della stampa, il sindacato unitario dei giornalisti italiani). Obiettivo è far confluire in un unico “spazio” varie esperienze di riflessione, analisi e dibattito sui temi dell’informazione onde costituire un laboratorio di senso della professione giornalistica nel mondo contemporaneo e cercare di dare corpo all’utopia del buon giornalismo.

• Un’ attenzione particolare viene rivolta al mondo del giornalismo dal basso, alla fine del Giornalismo e alla nascita dei ‘’giornalismi’’, al plurale e in minuscolo. Con la consapevolezza che lo sviluppo delle nuove modalità del fare informazione – quelli che possiamo chiamare, appunto, i giornalismi possibili – va molto al di là del solo aspetto professionale o industriale. Si tratta di capire quale peso avranno tali modalità sulla cultura di base della società e quali trasformazioni indurranno nella struttura del mondo contemporaneo.

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Chi siamo ?

Antonella Beccaria, Bernardo Parrella, Matteo Bosco Bortolaso, Raffaele Fiengo, Elisio Trevisan, Amedeo Vergani, Vittorio Pasteris, Valentina Barbieri, Giulia Dezi, Marco Renzi, Andrea Fama

e molti altri ….

Pino ReaDal 1975 ha lavorato come cronista con numerose testate, tra cui Il Nuovo, la Repubblica, Paese Sera, Il Tirreno, Il Giorno, Ansa. Attualmente è in pensione.Consigliere nazionale dell’ Ordine dei giornalisti ed ex Consigliere nazionale della Fnsi (Federazione Nazionale Stampa Italiana), coordinatore del gruppo di lavoro Lsdi (Libertà di stampa/diritto all’ informazione).

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Giornalismo:il lato emerso della professione

Gli ebook di giornalismo sono promossi da LSDI,Festival Internazionale del Giornalismo e Simplicissimus

Una ricerca sulla condizione dei giornalisti italiani “visibili”, attraverso i dati di Inpgi, Ordine e FnsiRicerca curata e realizzata da Pino Rea – LSDIProgetto editoriale: Vittorio Pasteris – LSDIUna professione frammentata, con status professionali ed economici molto vari e con differenze, a volte, molto profonde fra i vari segmenti che la compongono.E’ l’ immagine che emerge da questa indagine sulla condizione dei giornalisti italiani, condotta da Lsdi sulla base dei dati forniti da Inpgi (l’ istituto di previdenza dei giornalisti italiani), Ordine e Fnsi (il sindacato unitario della categoria) e che, per la prima volta in maniera documentata, mette in luce i vari squilibri esistenti nel settore.I dati utilizzati per questa ricerca sono stati messi a disposizione da Ordine Nazionale dei Giornalisti, Istituto Nazionale Previdenza Giornalisti Italiani “Giovanni Amendola” e Federazione Nazionale della Stampa.

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LSDI e il giornalismo digitale

• Giornalisti online: un primo identikithttp://www.lsdi.it/2011/01/07/2008/10/15/giornalisti-online-un-primo-identikit/• Una sezione “giornalisti digitali” di LSDI• Un gruppo di lavoro informale nazionale sul

giornalismo digitale• Giornalisti digitali toscani: un gruppo di

lavoro all’interno dell’Associazione Stampa Toscana coordinato da Pino Rea e Marco Renzi

• Ma non siamo i soli …

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Il sindacato dei ‘giornalismi’ e la specificità digitale

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Lettera aperta di tre componenti del gruppo di Lsdi – Vittorio Pasteris, Pino Rea e Marco Renzi – ai delegati del 26° Congresso della Fnsi, il sindacato unitario dei giornalisti italiani, che si apre martedì a Bergamo – La sensazione di fragilità e di incertezza che domina la scena dell’ editoria digitale in Italia acuisce le differenze di ‘’valore’’ che continuano a restare in piedi all’ interno della stessa professione giornalistica e impedisce una sperimentazione meno timida e più profonda delle potenzialità che l’ online dovrebbe portare con sé – Una ‘’rivoluzione culturale’’ – Il problema della formazione – Una rappresentanza sindacale specifica del giornalismo online?

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La specificità digitale

• E' un territorio in cui crescono iniziative editoriali specifiche

• Esiste un’attuale fragilità specifica• Esiste una specificità di figure professionali da

codificare• Esiste uno specifico modo di colloquiare con i

lettori• Il settore ha una crescita specifica (alta)

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Qualche dato

• La ricerca LSDI del 2008 è l'unica sul settore• In Usa il mercato digitale cresce vertiginosamente• I media tradizionali generano più valore, ma il digitale sta

crescendo• Siti nativi digitali come Huffington Post o Rue89 o immigrati

digitali come NYT e Guardian conquistano il mercato• Nascono iniziative italiane: ilPost, Lettera 43, Il Fatto

Quotidiano online, fra poco Linkiesta• Il ROI degli investimenti nel digitale è alto• Il giornalismo digitale italiano non ha apparentemente massa

critica evidente

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Il lavoro nell’online

• Spesso non è giornalista chi fa il giornalista ed è giornalista chi non fa il giornalista.

• In ogni caso c'è deregulation negli editori nativi digitali e in quelli tradizionali

• L'abolizione dell'allegato N e la realtà dei fatti• Costi del lavoro editoriale frutto di un antico

ecosistema editoriale• Una diversa organizzazione del lavoro e dei

costi: il giornalista è la cosa più importante

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E allora ?

Il sindacato non può pensare di aver risolto il problema cancellando l’ allegato N e auspicando che il settore dell’ editoria online raggiunga i livelli di profittabilità della carta o della grande emittenza (ma questo avverrà mai?). Lasciando che nell’ editoria alta le cose se le vedano i Cdr (Ma quei comitati di redazione che considerano ‘’cinesi’’ e paria i colleghi dei dorsi locali del giornale e impediscono loro di scrivere sul fascicolo nazionale? Oppure che protestano perché il direttore ha tolto gli autisti ai grandi inviati?) e che nei piani bassi si consumino livelli di sfruttamento e di autosfruttamento tali che quelli dei precari ”normali” da 3 euro lordi a pezzo sembrano quasi un paradiso! L’editoria digitale va affrontata come una potenzialità possibile per i giovani e per quelli non più giovani che vogliono o devono reinventarsi un lavoro.

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Come agire ?E allora, come far entrare tutti questi nuovi giornalisti nel perimetro della contrattazione Fnsi? Esiste oramai un'area vastissima di industria giornalistica polverizzata in cui spesso i giornalisti non ci sono, oppure quelli che fanno lavori giornalistici non sono contrattualizzati da giornalisti.Come difendiamo questo giornalismo? Con una ”rivoluzione” mentale e culturale, che prima di tutto accetti la specificità e che su quella base costruisca pezzo a pezzo un quadro di generalità.

Se vogliamo essere il sindacato dei ‘giornalismi’, dobbiamo prendere atto che il mestiere ha subito radicali trasformazioni che richiedono risposte contrattuali diversificate. Si può pensare a un contratto nazionale che fa da quadro generale, ad una contrattualistica integrativa di comparto, e ad eventuali accordi aziendali legati alle specificità produttive’’.

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Il digitale come opportunitàC’è un altro importante orizzonte che questo ribollire impetuoso del mondo digitale apre anche al sindacato, quello della formazione.Il fenomeno internet, e la possibilità che la rete fornisce a tutti di poter manifestare liberamente la propria opinione, non va confusa con la necessità di fare informazione, anche in rete, in modo professionale, e quindi attenendosi scrupolosamente a precise regole deontologiche.

Se la professione è in crisi, è anche perché gli editori non investono sul giornalismo, limitandosi a tagliare sugli organici e considerando il digitale non una possibile risorsa ma una attività che ‘’bisogna’’ fare perché la fanno gli altri’’, senza fantasia, continuando a guardare alle redazioni online come a dei piccoli ghetti. I nuovi media sono il futuro, e l’editoria e il giornalismo, debbono, per cercare di superare i venti di crisi, avviare un processo di riqualificazione e aggiornamento, funzionale alle rinnovate esigenze dei mezzi digitali.

E I giornalisti da dipendenti o free lance possono pensare da imprenditori

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La formazionePer riformare la professione in epoca digitale è necessario, fra le altre cose, fare in modo che essa si apra in modo realistico e coerente alle logiche del settore, alle nuove dinamiche professionali, fondamentali per battere le moderne strade telematiche. Con un pieno e consapevole accesso ai media digitali il numero degli addetti nel settore è probabilmente destinato a crescere, ed una volta tanto i nuovi professionisti non saranno destinati ad accrescere le già nutrite liste di disoccupazione, ma ad essere occupati in aziende operanti in rete e nell’indotto che si andrà a creare attorno all’informazione on line.

Un pieno e consapevole accesso alla professione, nell’era digitale significa: realizzare un percorso di formazione garantito ed efficiente sia in sede scolastica, sia in sede di inserimento in azienda. La formazione è anche il settore attraverso cui si può provare a riformulare in senso completo la figura del giornalista in epoca digitale, nel nostro Paese. Per poter fare informazione in modo corretto, anche, o meglio, soprattutto, nell’era “digitale”, bisogna essere correttamente istruiti a farlo. Un macellaio non farà mai il farmacista, un imprenditore difficilmente potrà fare lo scienziato.

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Proposte operative per un pianoObiettivi

Valutare concretamente le opportunità

• Il digitale è il futuro del settore ?• Nel digitale possono trovare lavoro “vecchi” e “giovani” ?• Nel digitale possono esserci opportunità professionali e imprenditoriali per i giornalisti ?

Evidenziare i problemi del settore

• Scarsa visibilità dei colleghi giornalisti digitali• Scarsa adesione dei giornalisti digitali a sindacato e ODG• Mancato rispetto dei contratti e abusivato da parte di editori tradizionali e online• Carenza di competenza e di formazione nei giornalisti tradizionali sui temi del digitale• Necessità di adeguamenti contrattuali e normativi realistici e produttivi per il giornalismo in rete• Limitati investimenti strategici da parte degli editori• Necessità di adeguamento delle leggi sui reati a mezzo stampa ai tempi di Internet• Impostazione di un quadro per la definizione legale e organizzativa di aziende in rete costituite da giornalisti

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Proposte operative per un pianoStrumenti conoscitivi utili• Rifare e ampliare la ricerca di Lsdi per fotografare operativamente il

settore• Elaborare una tassonomia delle professioni che definisca delle aree

giornalistiche o non giornalistiche• Quantificare numericamente ed economicamente il mercato dei

giornalisti e dell’editoria digitale• Realizzare una serie di FAQ (organizzative, tecniche, legali) per i

colleghi non nativi digitali da editare in un ebook• Organizzare incontri con i Cdr dei maggiori quotidiani e delle testate

online• Proporre un gruppo – comitato che analizzi la normativa del

giornalismo digitale e proponga proposte e migliorie.

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GRAZIE

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